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Dettaglio seduta n.171 del 07/10/97 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", non essendovi osservazioni, i processi verbali delle adunanze consiliari del 14, 21 e 27 maggio, del 10, 11, 12, 16, 17, 18 e 19 giugno dell'1, 9, 15, 17, 18, 22 e 23 luglio 1997 si intendono approvati.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Farassino e Pichetto.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Interventi per calamita' naturali - Calamità naturali

Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale in merito agli ulteriori sviluppi in ordine all'invio di tecnici della Regione Piemonte nelle zone terremotate e alla necessità di convocare con urgenza il Comitato di solidarietà


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori con il punto 5) all'o.d.g. relativo alle comunicazioni del Presidente della Giunta regionale, punto che era stato sospeso per permettere al Consigliere Angeleri di essere in aula ed assistere così al dibattito.
La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Innanzitutto vorrei fare una comunicazione relativa all'evento tellurico che si è verificato in Umbria e nelle Marche. La volta scorsa avevo annunciato di aver predisposto l'invio di tecnici, in collaborazione con le Regioni Marche e Umbria. Dopo questo primo intervento ho per spedito al Presidente Picchioni la seguente lettera - che adesso gli consegnerò: "Considerata l'estrema gravità dei danni derivanti dagli episodi tellurici che continuano a verificarsi nel centro Italia" - tutti avete saputo che questa notte c'è stata ancora una scossa di particolare gravità "ti prego di convocare con estrema urgenza il Comitato di solidarietà, al fine di concordare interventi e soccorso delle popolazioni così duramente colpite".
Ho preferito intraprendere questa procedura perché oltretutto è relativa ad una legge della Regione Piemonte. Penso che il Comitato di solidarietà, che per intenderci è lo stesso che ha attuato gli interventi in Bosnia, debba al più presto essere convocato per valutare eventuali interventi da assumere come Regione Piemonte in aiuto alle popolazioni colpite dal terremoto. La legge in questione è la legge regionale del 28/1/1982 n. 4.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente. Adesso ci metteremo d'accordo con l'Assessore probabilmente, il Comitato di solidarietà potrà già essere convocato domani mattina.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni - Giunta, organizzazione e funzioni - Organizzazione turistica

Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale in merito alla relazione del gruppo di analisi riguardante i rapporti tra Assessorato al turismo e APT nonché alle polemiche suscitate dalle dimissioni dell'Assessore Angeleri - Dimissioni della Consigliera Benso da componente dell'Ufficio di Presidenza ed uscita della stessa dal Gruppo di Forza Italia - Presentazione ordine del giorno n. 588


PRESIDENTE

Ha ancora la parola il Presidente Ghigo per un'ulteriore comunicazione.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

In relazione alla comunicazione, al commento sul gruppo di lavoro e al risultato del gruppo di lavoro che ho esplicitato la scorsa settimana in aula, permettetemi di esprimere alcune considerazioni.
Credo che la vita politica ed istituzionale debba essere basata sull'equilibrio, sulla libertà e sincerità dell'opinione; a questo è improntata ogni azione nei confronti del Consiglio, della Giunta e della maggioranza.
A fronte della questione sollevata in aula dal Consigliere Cavaliere ho portato il problema in aula; credo di poter dire che difficilmente agli atti di questa Regione si troverà per circostanze analoghe o ben più gravi di queste. E consiglio a tutti voi di andare a riprendere il libro del Consigliere Chiezzi, che ad inizio legislatura, quasi fosse un monito, è stato regalato da lui - lo ringraziamo - a tutti i Consiglieri, perch credo che considerazioni di paragone come ho sentito fare siano tutte completamente fuori luogo.
Dicevo, azione più lineare, corretta e trasparente, nella convinzione che quest'aula fosse il luogo deputato ad un confronto onesto sui fatti. Si può dire che il comportamento che io, come Presidente di questa Giunta ritengo di aver assunto nei confronti del Consiglio, sia stato altrettanto assunto da parte del Consiglio o della minoranza, che fa parte del Consiglio, nei confronti del medesimo? Quanto è accaduto in questi giorni mi può far solo concludere, con molto rammarico, che il richiamo alle regole del gioco istituzionale vale a senso unico, che non vi è un reale interesse da parte della minoranza al corretto funzionamento di questo sistema regionale, alla verifica che questa macchina sia imparziale, equa, efficiente per il sistema Piemonte.
Mi riferisco proprio alla questione delle contestazioni mosse all'Assessorato al turismo. Mi resta difficile affrontarle oggi con serenità, dopo aver visto che il dibattito che avrebbe dovuto svolgersi oggi in questa sede - secondo gli accordi - si è invece svolto sui giornali. Di questo ne prendo atto: dovevamo discuterne in aula, ma qualcuno ha deciso di farlo sui giornali. Ad ogni modo, io non mi sottraggo: ne discuto comunque di nuovo in aula. Però - se permettete - lo faccio notare. Sui giornali senza alcuna possibilità di contraddittorio con una profonda mancanza di rispetto umano nei confronti di un Assessore che fino a prova contraria ha ogni diritto di far ascoltare le proprie ragioni, e di rispetto istituzionale nei confronti di una Giunta e del suo Presidente, che hanno il dovere e il diritto di poter esporre in quest'aula le proprie valutazioni - cosa che faccio.
A tal proposito, voglio fare due considerazioni sulla relazione del gruppo di lavoro, sull'analisi degli atti e delle procedure in questione che è il commento sulla relazione.
"Gli atti adottati" - la relazione lo dice in maniera chiara ed esplicita - "è ineluttabile, sono legittimi". E questo è un dato che non può essere contestato. "Le procedure poste in essere, in alcuni casi, non sono state ortodosse". Questo è il commento.
Vediamo pure cosa significa. Traspare, emerge una situazione che ritengo, a ragione, si possa definire diffusa nelle realtà gestionali ossia la necessità in alcuni casi sporadici di dover dare risposte rapide con strumenti ingessati.
Credo che in quest'aula ci siano molti amministratori che hanno avuto responsabilità amministrative in Enti locali, soggetti questi che hanno un'attività gestionale corposa e dove sono certo che situazioni come quelle dette si concretizzino con maggiore frequenza. Naturalmente mi riferisco ai Consiglieri Saitta, Spagnuolo, Marengo, Miglietti e Gatti: molti di voi hanno avuto obiettivamente responsabilità amministrative.
Sappiamo bene quante volte può capitare di dover fare fronte tempestivamente a situazioni in cui una mancata risposta può compromettere azioni positive. Questo non certo per dire che sia corretto accettare procedure non ortodosse, per quanto utilizzate a buon fine, o ampiamente diffuse; non dico che sia corretto. Dico che è una situazione che anche in altre realtà amministrative si può verificare, e naturalmente svincolo da questa mia considerazione qualsiasi tipo di responsabilità che in altra sede deve essere valutata e che non deve essere valutata in quest'aula perché c'è qualcuno che se ne sta occupando. Bisogna, semmai, prendere atto che la nostra macchina, la macchina pubblica in generale, va adeguata tempestivamente per essere più rapida nel prendere decisioni, per rispondere alle domande di una società che corre sempre più veloce superando un sistema che è più d'impaccio che di aiuto per il cittadino.
Che cosa abbiamo fatto noi, Giunta regionale e Consiglio regionale sottolineo Consiglio regionale perché io ho rispetto del Consiglio regionale, sia dell'opposizione che della maggioranza - insieme? Abbiamo fatto delle leggi, discusse, valutate, approfondite, modificate, che vanno proprio nella direzione di risolvere questi problemi.
La legge del personale distingue nettamente il ruolo gestionale dal ruolo politico. Da quando è stata approvata questa legge incidenti come quelli che sono stati messi in evidenza non potranno evidentemente più succedere, perché la parte politica ha solo il compito di dare gli indirizzi; l'applicazione della politica amministrativa nell'ambito regionale è di competenza dei dirigenti che, entro il 30 ottobre, questa Giunta è chiamata a scegliere, e non è un passaggio da poco. E' un passaggio di grande responsabilità; il funzionamento della macchina pubblica dipenderà dalla capacità di fare delle buone scelte, di scegliere le persone giuste al posto giusto. E io credo che per fare questo ci voglia la dovuta tranquillità.
Nel caso specifico, la nuova legge sul riordino del turismo - che, devo dare atto, il Consigliere ex Assessore Angeleri ha voluto - ha avuto anche un iter piuttosto complicato ed articolato, ma l'abbiamo portata a termine.
Se questa legge ci fosse stata, probabilmente non saremmo incorsi in procedure non eccessivamente ortodosse; questa legge ha proprio il compito di razionalizzare la gestione della promozione turistica sul nostro territorio, con la partecipazione delle Province: la gestione della promozione sul territorio fatta dalle Province, con un rapporto corretto equidistante tra Amministrazione regionale, Amministrazioni provinciali e privati.
Questa - credetemi - è una legge che dà veramente delle risposte in una direzione di trasparenza e di efficienza nell'ambito della gestione del turismo sul nostro territorio.
Queste sono le considerazioni che io ritenevo di dover fare e che naturalmente ho trasferito all'aula.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Benso.



BENSO Anna

Signor Presidente, colleghe e colleghi Consiglieri, in due anni di Consiglio regionale non ho mai fatto delle dichiarazioni politiche, seppure invitata ultimamente dall'amico Chiezzi o coinvolta sulle pagine dei giornali. Oggi, nonostante la mia natura riservata, accolgo quell'invito perché sono venuti a mancare i presupposti fondamentali che mi avevano impegnata nei confronti del Presidente della Giunta, Enzo Ghigo.
Come ben sapete, sono stata eletta nel maggioritario, per cui ci presuppone una scelta ed un patto con l'allora Presidente indicato, patto a cui mi sono attenuta e che ho rispettato in funzione della mia visione etica e morale della politica. Credo che alla base di ogni rapporto debbano esistere il rispetto e la stima e che stima e rispetto debbano essere reciproci: tutto questo è stato disatteso. Sicuramente non ho l'esperienza politica di tanti colleghi ed è per questo che ho dovuto fare appello al buon senso legato alla morale.
Desidero farvi almeno due esempi per sottolineare la mia volontà di essere rispettosa e sinergica al gioco di squadra indicato, anzi, voluto dall'on. Ghigo.
Primo esempio: ottobre 1996. Contesto, anche per iscritto, la mancanza di indirizzo politico, di linee guida e di una reale leadership del Gruppo di Forza Italia. Come risposta ricevo la richiesta di accantonare le criticità da me sollevate: accetto il suggerimento del Presidente.
Secondo esempio: luglio 1997. Il Presidente Enzo Ghigo mi chiede di passare, a tempo determinato, come prestito tecnico al MPPE. Desidero sottolineare che altri colleghi di Forza Italia interpellati non hanno voluto accettare e che altri ancora sono stati e sono ancora profondamente critici nei miei confronti per averlo fatto. Come tutti sapete, è solo un prestito.
Questi due esempi credo siano indicativi della mia volontà di essere sinergica a quel gioco di squadra di cui ho parlato prima.
Ieri due esempi; oggi mi pongo due domande. Quale squadra, quali ideali? Gli ideali di Forza Italia da me condivisi nel 1995 esistono ancora? O meglio, sono stati attuati? O meglio ancora sono solo lettera morta su quei libri che l'amico Angelo Burzi invita a leggere per trovarli? A suo tempo, ho letto con attenzione il documento politico programmatico del governo Ghigo presentato il 26/6/1995 e mi ero sentita particolarmente coinvolta per quanto scritto alle pagine 21 e 22, che trattavano del sociale. Ho qui le fotocopie e vi cito due argomenti: "Problemi dei soggetti più deboli. Sarà meglio gestito e coordinato mediante un'accurata regolamentazione, l'importante ruolo del volontariato certamente prezioso, a cui però lo Stato e la Regione non possono demandare ogni incombenza abdicando dalle proprie responsabilità".
Cito ancora: "Anziani. Programmeremo un accurato censimento su tutto il territorio delle RSA per evidenziare le attuali drammatiche carenze e porre in atto la ristrutturazione dei presidi già esistenti o la creazione di nuovi".
Sicuramente doveva essere esposto in maniera convincente se il Consigliere Rubatto si è sentito motivato al punto da passare in maggioranza; maggioranza verso cui, oggi, è fortemente critico alla luce della mancata attenzione e soprattutto della mancata attuazione. Io non posso rispondere per gli altri.
Per quanto mi concerne, non mi riconosco più nel comportamento del Presidente della Giunta che venerdì, volontariamente, alla riunione di maggioranza non invita Angeleri e domenica alla riunione della Segreteria dei partiti di maggioranza non invita l'MPPE. E' un'ennesima dimostrazione di improvvisazione da parte di chi dirige questa maggioranza.
Da pragmatica quale sono, non mi resta che far seguire i fatti alle parole, per cui - formalmente non sono parte del Gruppo di Forza Italia, lo sono comunque come movimento - dò le dimissioni da Forza Italia per sottolineare che, se sino ad ora sono stata un prestito tecnico all'MPPE oggi sono io a scegliere in prima persona con la mia volontà e la mia testa. Troppo spesso si confonde la gentilezza e la disponibilità con debolezza e mancanza di idee, così come troppo spesso si dimentica che il vero compito di chi fa politica non è la carriera, ma è rappresentare le necessità, i bisogni, le speranze di chi ci elegge. Per fare ciò si deve cercare di mantenere intatta l'unica caratteristica che permette a ciascuno di noi di valere: l'umanità.
Desidero ringraziare i componenti dell'Ufficio di Presidenza di questo Consiglio, con cui ho avuto la fortuna di collaborare in questi due anni ed esprimo altresì il dispiacere di non poter continuare la collaborazione, ma non sarebbe eticamente corretto, per cui rassegno le dimissioni da questo incarico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pierluigi

Signor Presidente, signor Presidente della Giunta, sono stato chiamato in causa dalla Consigliera Benso e voglio ribadire che sono con il Presidente Ghigo, al quale ho dato il mio appoggio passando in maggioranza però sono molto critico soprattutto nei confronti dell'Assessorato all'assistenza, il quale avrebbe dovuto operare al servizio degli anziani con un maggiore impegno. Continuerò ad essere critico con questo Assessorato, perché passando in maggioranza ho chiesto di essere libero di parlare, di agire secondo gli intendimenti del Movimento Pensionati che io rappresento e intendo continuare a rappresentare.
In questo momento, che è difficile per la Giunta Ghigo, pur dando il mio appoggio al Presidente e la mia solidarietà al Consigliere, l'amico Angeleri, dirò senz'altro che continuerò ad essere critico sulla linea dell'assistenza e della sanità.
Successivamente, alle riunioni che metteranno in evidenza la continuità o meno dell'attuale maggioranza, chiedo che il Polo si riunisca per poter rivedere e riesaminare tutte le funzioni dei vari Assessorati della Giunta regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Sono rimasto sorpreso - e penso di non essere stato il solo - dalle decisioni della collega Benso. Ognuno di noi avrà modo di riflettervi personalmente, sento il dovere di ringraziare la collega per aver rappresentato Forza Italia all'interno dell'Ufficio di Presidenza con dignità, e stabilendo in modo corretto, istituzionale, un proficuo rapporto con il Gruppo che, a suo tempo, espresse la sua presenza all'interno dell'Ufficio stesso.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Signor Presidente, la previsione della seduta di oggi era di un forte dibattito politico, ma ritengo che l'intervento appena ascoltato della Consigliera Benso, che ringrazio per l'emozione e per la sincerità che ho sentito trapelare dalle sue parole, ci abbia posto, quasi con violenza, di fronte al tema già affrontato nella scorsa seduta di Consiglio. Senza mezzi termini, si tratta del tema della crisi forte e violenta della maggioranza e, soprattutto, della crisi forte, fortissima, apertasi da tempo in Forza Italia, che pone tale forza consiliare al centro di una violenta crisi di maggioranza e politica della Giunta regionale, rispetto alla quale ci dobbiamo collocare.
La Consigliera Benso, addirittura, ha citato una data: ottobre 1996; è passato un anno: credo si possa dire che la crisi da noi avvertita in tutto questo tempo è crisi profonda, che parte da lontano. Peraltro, la vicenda che si sta svolgendo in questi mesi e settimane, è particolare; certamente l'opposizione di alcuni colleghi della minoranza, con le loro domande, ha incalzato la Giunta regionale - è questo un "normale" compito dell'opposizione, seppure condotto con grande forza e determinazione da alcuni Consiglieri in particolare. Credo però che l'attuale crisi, dai contorni fortemente politici, abbia una caratteristica: ci troviamo di fronte ad una sorta di implosione della maggioranza e soprattutto della maggiore componente politica della stessa. Non possiamo non registrarla non possiamo non denunciarla, non possiamo non chiedere alla Giunta regionale, e soprattutto al suo Presidente, di voler trarre conclusioni precise: a tutto questo noi facciamo da "spettatori". In questa crisi profonda e violenta si stanno in qualche modo arrotolando componenti che sono tutte appartenenti alla maggioranza.
E' un violento fai da te politico, che ci mette di fronte ad un salto di qualità della crisi. In una tale situazione, con tutta la serie di colpi di scena che si avvicendano l'uno dopo l'altro, la maggioranza e la Giunta regionale non possono più avere la serenità per governare.
Presidente Ghigo, lei ha assunto oggi, per la prima volta da quando è in quest'aula, un atteggiamento quasi irritato - non è nel suo stile: lei ha sempre un atteggiamento complessivamente pacato - nel rivolgersi all'opposizione, quasi fossimo noi gli artefici di questa crisi politica.
Ma questi sono tutti all'interno della maggioranza e della Giunta.
Comprendo il nervosismo del Presidente Ghigo. Ho letto nei giorni scorsi anche se è vero che la politica non si fa sui giornali - le dichiarazioni del Consigliere Angeleri, successive alle vicende che abbiamo già esaminato in quest'aula, il quale sostanzialmente affermava: "Praticamente in questa Giunta regionale ero completamente esautorato, ero quasi uno spettatore cui si facevano fare determinate cose, pur di rilevanza importantissima, che io non conoscevo". E' chiaro che, di fronte a dichiarazioni del genere, la temperatura della crisi politica, tutta interna alla maggioranza, è aumentata. Comprendo benissimo l'atteggiamento, il tono quasi seccato del Presidente. Ripeto, è compito dell'opposizione mettere in evidenza le mancanze, le carenze della Giunta e della maggioranza. In questa particolare circostanza, direi che il 90% di quanto sta portando ad una crisi politica evidente nasce all'interno della maggioranza e prevalentemente, all'interno della sua maggiore componente partitica.
Crediamo che il Presidente della Giunta regionale non possa che trarre le dovute conclusioni da una vicenda politica così grave; grave per le vicende interne alla maggioranza, ma, soprattutto, perché in questo contesto è molto difficile che la stessa possa, insieme alla Giunta governare il Piemonte con il livello di interventi, con la serietà, con il rigore amministrativo che una Regione grande come il Piemonte richiede e soprattutto impone.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente, ed un "grazie" anche alla collega Benso per la comunicazione resa con tanta freschezza ed immediatezza, nonché di rilevante contenuto politico.
La crisi di cui si parla, e della quale mi sembra che il Presidente Ghigo non si accorga - ultimo dei suoi errori - mi pare investa alla radice la qualità dell'amministrazione, che in modo un po' superbo era nata non come Giunta regionale presieduta dal suo Presidente, ma come "governo Ghigo" e quindi con una pretesa di accentramento di funzioni, di ruolo superlativo della persona all'interno di una compagine. Penso che i fatti stiano a dimostrare, viceversa, che è proprio quello schema politico e mentale che si sta sgretolando sotto gli occhi di tutti noi e con il Presidente Ghigo disattento a quanto succede all'interno della maggioranza.
Perché un Governo deve avere, soprattutto se nasce come "governo Ghigo" nella coesione delle proprie forze, il terreno, l'humus per reggere ai problemi, per risolverli, per trovare le idee capaci di governare il Piemonte. Così nacque - penso - nelle intenzioni - oggi direi nelle velleità - il "governo Ghigo"; governo che, viceversa, proprio nella mancata coesione attorno ad un progetto politico per il Piemonte, forse anche attorno ad un progetto politico del partito di maggioranza relativa di Forza Italia, trova la sua disgregazione. La crisi la vediamo emergere all'interno della Giunta: prima l'episodio del collega Viglietta, che è passato un po' con distrazione e sottovalutazione, ma poi anche il problema dell'Assessore Angeleri, che, continuando a dichiararsi estraneo ad ogni irregolarità e dando per scontato, fino a prova contraria, che questo sia un atteggiamento che possa essere rispettato, ha segnalato una crisi forte di carattere politico ed amministrativo nell'attività di Giunta: di carattere politico per mancanza di rapporti e di carattere amministrativo perché molte delibere venivano proposte all'interno della Giunta regionale addirittura al di fuori delle competenze e non facendo intervenire gli Assessori direttamente competenti. Di questo non può che essere responsabile il Presidente Ghigo.
La crisi è anche esterna; è in quest'aula, è nell'Ufficio di Presidenza, è anche in alcune componenti tra le più nuove, in senso positivo, che quest'aula ha avuto presenti: la Consigliera Caterina Ferrero, la Consigliera Anna Benso, che si sono affacciate all'attività politica, per quanto posso aver sentito in aula, ma anche nelle riunioni di Commissioni, nei colloqui che si svolgono a livello personale, come due persone lontane dalla mia impostazione politica e dagli obiettivi che il mio Gruppo si pone, ma che sono senz'altro due persone interessate a questo nuovo impegno, interessate con spirito di servizio riferito ad un'attività politica e non ad un'attività di interessi comuni, quindi sono particolarmente sensibili ad un modo di fare politica che le coinvolga.
Evidentemente non sono state coinvolte se dicono e fanno quello che hanno detto e fatto.
E allora, la crisi politica a questo punto è evidente ed è della maggioranza, è una crisi della quale il Presidente Ghigo dovrebbe prendere atto, nel senso che non mi sembra possibile continuare a fare finta di nulla e perdere "pezzi" in modo non immotivato, senza avere una pausa.
Come Gruppo di Rifondazione Comunista, sostengo che se questa pausa non c'è sarebbe bene che venisse richiesta dalle opposizioni, con una mozione di sfiducia, se è necessario, perché penso che non sia possibile, neppure ormai più sul piano dei numeri (che andrebbero comunque accertati) proseguire in questo modo, con un Governo disfatto e con problemi che sono emersi come la punta di un iceberg, perché le argomentazioni che ha portato il collega Angeleri probabilmente non riguardano solo il proprio Assessorato.
Allora, Presidente Ghigo, questa esperienza di governo l'ha portata avanti per due anni, blindata dalla legge elettorale e con un contributo d'aula spesso importante che le è venuto anche dall'opposizione, forse anche, come abbiamo letto su alcune interviste, in forza del fatto che lei ha corso su strade precedentemente affacciate e quindi non ha avuto bisogno di inventare nulla, ha goduto di programmi e progetti esistenti e questi programmi e progetti possono avere avuto anche un consenso più largo. Ma i due anni sono passati, i programmi sono finiti, altri programmi non se ne vedono, stiamo per affrontare un Piano sanitario che vedrà tutta l'opposizione schierata in modo critico. Penso che a questo punto il fallimento di quel programma che era stato denominato "governo Ghigo" sia sotto i suoi occhi; ne prenda atto come prima richiesta immediata del mio Gruppo (anche se vi sarà comunque una sospensione immediata del Consiglio dopo l'intervento degli altri colleghi) che formulo formalmente, aspettando che il Presidente del Consiglio la metta poi in votazione o in dibattito.
Penso, così, che si chiuda l'esperienza del "governo Ghigo" nata nel 1995. Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Grazie, Presidente. A volte per rimettere in moto una macchina occorre una forte spinta ed una forte spinta l'ha data questa mattina la collega Anna Benso con il suo intervento così carico di emozione, di sensibilità.
Intervento che ci fa riflettere per andare avanti, per andare avanti con lei, sempre, con lei che ha sottoscritto, insieme a tutti noi, il documento politico-programmatico che ricordava, presentato il 26/6/1995, documento di cui ha letto alcuni passaggi che troveranno risposta al più presto.
Domani approveremo il Piano sanitario; il Piano socio-assistenziale è già in Commissione, c'è la possibilità di emendarlo, gli Assessori l'hanno portato in modo costruttivo, aperto agli interventi di tutti.
Spesso, presi dal quotidiano, non abbiamo il tempo di verificare le tematiche che sono state scritte, che hanno ricevuto 33 firme il 26/6/1995 e in seguito l'adesione - che non si riceve così, per caso - dei colleghi Rubatto e Galli. Questo documento in tante parti è stato realizzato, in altre sarà realizzato - mi auguro - al più presto, con il concorso di tutti.
Comprendo l'emozione della Consigliera Benso perché tutti noi, quando ci sono delle divergenze, proviamo queste emozioni. Ma queste divergenze sono naturali in una maggioranza formata da 35 persone e rappresentano l'anima, la dialettica quando il confronto è aperto, quando c'è il dialogo quando si può discutere. La minoranza fa il gioco delle parti: questo non stupisce nessuno.
Stamane su La Stampa, pagine locali di Asti, ho letto una dichiarazione del Capogruppo del Grappolo in Provincia, dove i rapporti con la minoranza rappresentata dal Polo, sono molto tesi. E proprio il Capogruppo, che il Consigliere Cavaliere conosce molto bene perché è dello stesso partito spiega le finalità del comportamento della minoranza: demolire intralciare, ritardare qualunque iniziativa, anche quelle che rivestono un generale interesse per tutto l'Astigiano. Anche noi potremmo dire le stesse cose.
La minoranza si presenta comunque non compatta, ci sono delle divergenze. Non possiamo mettere la Lega insieme a Rifondazione Comunista: ci sono modi diversi di pensare, come è giusto che sia, e lo stesso capita nell'ambito della maggioranza.
Inoltre, non deve stupire nessuno se, nell'ambito della maggioranza che è la maggioranza del Polo, può verificarsi qualche passaggio da un Gruppo all'altro. Parlo a nome del CDU. Il passaggio a noi della Consigliera Caterina Ferrero penso sia stato utile a tutta la maggioranza perché ha ricaricato il Gruppo di motivazioni, ci fa lavorare di più (speriamo che possiate dire anche meglio) e ci fa lavorare prendendo come base proprio il documento.
Invito la Giunta Ghigo, invito tutta la maggioranza ad andare avanti raddoppiando il lavoro, non facendo troppo caso alle azioni di demolizione e di intralcio che la minoranza può fare, ma stando molto attenti ai suggerimenti che dalla minoranza vengono. Perché noi possiamo andare avanti solo se all'interno della maggioranza ci sarà il confronto con la minoranza, ci sarà il dialogo basato sulla cultura della legalità e non sulla cultura del sospetto.



PRESIDENTE

Chi domanda la parola? Hanno parlato finora sei Consiglieri. Siamo come dei pistard in surplace. Prego, un po' di coraggio: iniziamo la volata finale. Dichiariamo chiusa la discussione? Ha chiesto la parola il Consigliere Rosso, ne ha facoltà.



ROSSO Roberto

Ho messo la buona volontà. La Consigliera Cotto parlava di azione di disgregazione da parte della minoranza, di divergenze, ecc. Secondo me, non c'è bisogno di alcun tipo di azione della minoranza: avete già fatto tutto voi, senza bisogno di grossi aiuti.
Non so se avete mai fatto dei castelli con le carte da gioco. Questa maggioranza, e soprattutto questa Forza Italia, a me ricorda molto un castello di carte che un piccolo soffio del Consigliere Cavaliere - perch ripeto, secondo me, le accuse del Consigliere Cavaliere riguardavano poche tematiche, molto specifiche, rispetto a quella che dovrebbe essere la grande azione di una Giunta regionale - ha cominciato a far cadere. E come capita di solito, si cerca di isolare la caduta di queste carte con l'unico risultato di accentuarne la caduta. Alla fine, il castello cade.
Cosi è stato anche qui. Abbiamo visto di tutto. Inizialmente, abbiamo visto la vicenda Viglietta, ma la crisi vera si è accentuata con il caso Angeleri. Abbiamo visto un Presidente, una Giunta, un partito non difendere minimamente un proprio Assessore; abbiamo visto un Assessore dimettersi non per le accuse che gli sono state mosse, ma perché dice di non riconoscersi più in questo partito, di non ritrovare quei criteri di solidarietà e di comprensione per i quali si era iscritto a Forza Italia e si era anche candidato. Poi abbiamo visto le accuse dello stesso Angeleri verso la gestione del Presidente Ghigo; abbiamo visto l'estromissione del Consigliere Angeleri dalla maggioranza ed oggi assistiamo alla vicenda della Consigliera Benso.
Sicuramente la situazione si è aggravata. Da più di un mese parliamo di crisi; ora abbiamo degli ulteriori dati: non c'è solo una crisi della Giunta, ma anche una profonda crisi politica all'interno del Polo. Il partito con il maggior consenso del Polo - Forza Italia - è in disgregazione.
Noi abbiamo sempre sostenuto che Forza Italia, in realtà, fosse un contenitore vuoto, che però presentava molto bene; adesso ci siamo accorti che anche il contenitore si sta disgregando. E allora, se due settimane fa ho detto: "Ghigo, dimettiti, e poi - visto che il Polo ha vinto le elezioni, per carità - vedete di rifare una Giunta che sia più gestibile vedete di scegliere un altro Presidente che riesca almeno a verificare quello che è l'operato dei propri Assessori", adesso non basta più. Non basta più, perché non esiste più politicamente un partito che è in via di disgregazione, ovvero Forza Italia. E se l'elettorato ha votato il Polo nel 1995, in questo momento questo Polo non è più quello che è stato votato.
Ciò nonostante, la profonda crisi politica che ha colpito questa maggioranza non deve assolutamente portare ad alcuna forma di ribaltone.
Non si deve assolutamente verificare quello che si è verificato alla fine della scorsa legislatura, con i grandi inciuci: non vogliamo assolutamente vedere Giunte diverse da quelle comunque scelte dai cittadini.
Ho solo un rammarico: se non ci fosse stato Picchioni come Presidente il quale oltre a svolgere il suo ruolo di Presidente ha fatto anche il grande Capogruppo di maggioranza e ha salvato diverse volte negli anni scorsi le sorti di questa maggioranza, forse tutto questo sarebbe accaduto prima; saremmo rientrati nei primi due anni e così, senza tante discussioni, saremmo tornati a votare.
Oggi sicuramente è più difficile pervenire alle elezioni; sono giunto alla conclusione che se volessimo rispettare il volere dei cittadini dovremmo prendere atto che questo Consiglio regionale non rispetta più le idee espresse e i Gruppi costituiti nelle elezioni del 1995. Quindi, oltre alle dimissioni del Presidente Ghigo, dobbiamo iniziare il percorso verso nuove elezioni.
In questi casi, normalmente si dice che siamo arrivati "alla frutta".
Noi siamo molto oltre, abbiamo già consumato il digestivo e il caffè; il galateo prescrive che ci si può alzare dopo mezz'ora che si è terminato di consumare il caffè. Qui sono passate tante ore, cara maggioranza: alziamoci tutti insieme, torniamo a casa e prepariamoci a nuove elezioni!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

In modo adeguato la collega Cotto ha fornito una valutazione della situazione: intervento condiviso dal Gruppo del CCD.
Il problema è di valutare la capacità di realizzazione del programma fatto con gli elettori, programma verso il quale noi ci sentiamo pienamente vincolati. Dobbiamo rilevare che questo programma non è stato messo in discussione e ha avuto delle significative realizzazioni. Il programma anche da parte di quegli Assessori che hanno avuto dei momenti di difficoltà - mi riferisco agli ex Assessori Viglietta e Angeleri - è stato attuato. Questi colleghi hanno realizzato degli interventi legislativi criticati o apprezzati dalla minoranza, ma sono comunque significativi e in grado di regolamentare in modo nuovo dei fenomeni giuridici che sono stati in grado di realizzare il programma.
Credo che quel programma, sul quale noi abbiamo ottenuto il consenso dei cittadini, sia ancora valido nelle linee fondamentali. Si deve rilevare come le attuali criticità all'interno della maggioranza non siano rivolte a portare all'opposizione dei Consiglieri. Non c'è stato un passaggio di campo dall'area della maggioranza all'area della minoranza, ma c'è stato un dislocamento diverso: dato fondamentale da tenere presente.
Abbiamo rilevato questa mattina, non senza dispiacere, delle criticità nei rapporti interpersonali che con un franco dibattito sono state chiarite, affrontate e sviscerate in tutta la loro problematicità.
Il problema che abbiamo di fronte oggi può essere ancora risolto attraverso un rilancio della progettualità: progettualità di cui credo la maggioranza sia capace.
Un rilancio di progettualità, un rilancio di scelte fondamentali che deve tenere maggiormente conto - rispetto al passato - della solidarietà.
Una progettualità che tenga conto delle criticità del mondo del lavoro delle difficoltà di occupazione che oggi attanagliano troppi giovani anche nel nord d'Italia che un tempo era visto come occasione di lavoro.
Questa progettualità deve estrinsecarsi; le possibilità ci sono affinch questo accada. Credo anche che, nonostante le difficoltà, non si debba dimenticare che abbiamo all'attenzione un Piano sanitario che mi auguro possa essere affrontato con il contributo, anche critico, della minoranza ed approvato in tempi rapidi per il bene di tutto il Piemonte.
Terminerei qui il mio intervento rilevando come la maggioranza, pur diversamente articolata, ha ancora una sua validità, soprattutto validità del programma fatto con gli elettori.



PRESIDENTE

Prego i membri della Giunta di restare al loro banco perché è una discussione di ordine politico molto importante, per cui mi pare anche essenziale questa mattina attendere a tutti gli interventi, sia della maggioranza che della minoranza.
La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Luciano

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, a me pare che i fatti di questi ultimi giorni, la comunicazione del Presidente Ghigo di questa mattina, gli interventi della Consigliera Anna Benso e del Consigliere Rubatto, abbiano evidenziato anche ai ciechi l'esistenza della crisi politica che si è aperta nella maggioranza.
Se ancora c'era bisogno di capire in quale situazione di crisi politica fosse la maggioranza, oggi mi pare che questa lacuna sia stata colmata.
Si tratta di una crisi politica e non di una crisi di procedure amministrative più o meno ortodosse. Questo è anche avvenuto, ma a me personalmente importa poco di questo; mi interessa affrontare in questo Consiglio quelli che sono i dati politici della situazione che si è venuta a determinare, che magari partono anche da quegli elementi della Commissione di indagine amministrativa - vedremo poi la Commissione di inchiesta consiliare e gli altri organismi esterni al Consiglio - ma ciò di cui bisogna discutere oggi e avere la consapevolezza di ciò che sta succedendo è la crisi politica della maggioranza.
E' una crisi politica che investe innanzitutto Forza Italia, che è il partito di maggioranza relativa, che ha tenuto in piedi il progetto politico del Polo e l'ha portato alla vittoria del 1995, perché il movimento che ha portato il Polo alla vittoria del 1995 è indubbio che sia Forza Italia. E' la forza che ha attratto le altre forze politiche, i Gruppi consiliari, fino ad alcuni mesi fa, dopodiché è iniziata la sua crisi politica che inevitabilmente porta con sé la crisi di tutta la maggioranza.
E' iniziata alcuni mesi fa con il cambio del Presidente del Gruppo quando si fece dimettere - perché così è avvenuto - con un atto di forza all'interno del Gruppo di Forza Italia il Presidente Burzi; noi lo dicemmo già allora, peraltro intervenendo in Consiglio. Fu minimizzata la questione, invece non poteva essere minimizzata, perché, tra l'altro, in un movimento nel quale manca molto la politica, alla fine ciò che decide sono le alleanze personali che di volta in volta possono cambiare: una volta si usa Tizio per far fuori Caio, un'altra volta si usa Caio per far fuori Tizio! Questo è ciò che è avvenuto all'interno del Gruppo di Forza Italia e al quale noi tutti abbiamo assistito.
Questo ha portato alle dimissioni, anche se in termini diversi, di due Assessori. Io dissi, intervenendo in Consiglio dopo le dimissioni dell'Assessore Viglietta, che mi stupiva come la Giunta, senza difesa accettava che se ne andasse un Assessore. Non era mai successo in questo Consiglio nei tempi passati che avvenissero fatti di questo tipo, in quel modo. Comunque due Assessori di Forza Italia se ne sono andati; se n'è andata una Consigliera regionale, la Consigliera Caterina Ferrero, che è passata al CDU, poi magari darà un aiuto al Gruppo CDU in termini di lavoro come diceva Mariangela Cotto, ma è un fatto politico che se ne sia andata da Forza Italia, in forte dissenso con la conduzione politica e con il Presidente della Giunta.
Questa mattina, da ultimo, ha dato le dimissioni da Forza Italia la Consigliera Anna Benso, dopo il pasticcio, peraltro, del prestito tecnico ad un altro Gruppo. Cose inaudite quelle che sono avvenute in questo Consiglio regionale, inaudite dal punto di vista politico, che dimostrano però tutta la fragilità di questa maggioranza che, pur di stare insieme, fa anche i prestiti, altrimenti si romperebbero i Gruppi e non sarebbe più possibile mantenere gli incarichi da Capogruppo se i Gruppi non fossero formati e quindi si arriva anche a questi pasticci.
C'è stato poi, sempre questa mattina, l'intervento del Consigliere Rubatto, che è stato invece un acquisto da parte della maggioranza (era partito all'opposizione ed è arrivato alla maggioranza), il quale ha fatto un intervento molto preciso: ha spiegato che sta con il Presidente Ghigo ma che è assolutamente contro la politica dell'Assessore Goglio e dell'Assessore D'Ambrosio, e ha chiuso dicendo: "Ci vuole una riunione del Polo per riverificare le funzioni di questi due Assessori", cioè ha messo in discussione altri due Assessori, tra cui un altro di Forza Italia.
Mi pare quindi che il Gruppo di maggioranza relativa all'interno della Giunta non ci sia più! Non ci sia più politicamente, al di là dei numeri, e poi sappiamo bene che quando iniziano queste frane politiche non si fermano, vanno avanti.
Di fronte a questa situazione, capisco bene che la comunicazione di Ghigo, come diceva giustamente Carla Spagnuolo, sia stata un po' nervosa.
Al suo rimprovero di aver discusso sulla stampa io dico solo "da che pulpito viene la predica" rispetto alle discussioni sulla stampa! Il Presidente Ghigo ha fatto dell'immagine, attraverso i mezzi di comunicazione, le fortune - fino ad ora - di questa Giunta e di questa maggioranza, quindi immaginiamoci un po' se non era opportuno discutere e ognuno dire le proprie opinioni alla stampa! Credo che questa sia solo propaganda che si fa in Consiglio e null'altro.
Dicevo del nervosismo che emergeva da tutta la comunicazione e che io comprendo rispetto a queste difficoltà politiche, con alcuni messaggi che io non voglio decifrare. Non li voglio decifrare appositamente perch avevano quasi un tono ricattatorio, cioè "la Giunta ha bisogno di tranquillità perché deve nominare i trentadue dirigenti della Regione".
Queste parole suonano come ricattatorie nei confronti delle opposizioni.
Cosa significa? Che se non stiamo buoni non nominate i dirigenti della Regione? Che non è possibile nominarli? Questo è un problema che riguarda la Giunta e comunque credo che l'opposizione abbia tutte le possibilità di fare la propria parte, di esprimere - almeno lo spero - le proprie opinioni politiche all'interno di questo dibattito in Consiglio e di fare tutta la sua opposizione, a prescindere dalla nomina o meno dei trentadue dirigenti della Regione Piemonte.
Capisco quindi questo nervosismo, anche perché io non so se ci saranno successivamente - sto alle voci, alle interpellanze e alle interrogazioni che sono state presentate in questi giorni - ulteriori elementi che possano di nuovo far dire che ci sono state irregolarità amministrative. Dico non lo so e ripeto quanto dicevo inizialmente: non mi interessano queste questioni! Mi interessa discutere della vicenda politica all'interno del Consiglio. Per questa vicenda - ripeto - ci sono le Commissioni che faranno il loro lavoro e riferiranno, ma non è su queste questioni che la maggioranza è in crisi, e per questo mi interessa poco di fronte invece ai fatti politici che emergono. In tutta questa vicenda - e lo sottolineo unicamente perché è un fatto politico ed istituzionale, non perché ci sia una questione di irregolarità amministrativa - dalle dichiarazioni del Consigliere Angeleri sui giornali è emerso il ruolo che ha un consulente quindi un cittadino comune, rispetto a tutta la questione, che riguarda atti molto importanti. Il fatto che il consulente Garrone - consulente della Giunta Ghigo - sia colui che porta in Giunta e che va ad interloquire con le forze esterne per fare gli accordi di programma è istituzionalmente prima ancora che politicamente, inaccettabile! Ciò che è avvenuto è grave. Ritengo che, di fronte a tali questioni sia evidente l'incapacità di governare della Giunta e della maggioranza e che questa incapacità emerga in modo molto chiaro. Mi pare che altri elementi molto precisi che vanno in questa direzione siano i fatti avvenuti.
In questi giorni ci sono state riunioni molto frequenti della maggioranza - lo capisco bene che la maggioranza si riunisca frequentemente di fronte ad una situazione di questo tipo - ma di volta in volta sono stati esclusi partiti di maggioranza, compreso il partito del Presidente del Consiglio regionale, che domenica è stato escluso - si è detto - per dimenticanza. Dimenticare di convocare il partito del Presidente del Consiglio regionale, visto il ruolo che ha il Presidente Picchioni, mi pare che sia una dimenticanza un po' imperdonabile dal punto di vista politico e credo che il Presidente Picchioni saprà bene come giudicare il fatto di non avere ricevuto la convocazione del suo partito.
Il Presidente Ghigo ha insistito ancora in questi giorni - anche questa mattina nella comunicazione traspariva questo - che comunque la maggioranza non è in crisi perché ha 32 voti. Io aggiungo: sulla carta. Anche perch di volta in volta, mi pare che la maggioranza perda dei pezzi, e quindi il dato andrebbe verificato.
Può darsi che questi 32 voti ci siano, ma, ripeto, sulla carta, perch credo che sia illusorio, Presidente Ghigo, pensare che con 32 voti, in una situazione come questa, si possa governare il Piemonte. Senza idee, senza programmi, che diventano sempre più difficili a fronte degli scontri personali e politici che ci sono all'interno della maggioranza, costruire progetti mi pare difficilissimo, anzi impossibile, senza relazioni per allargare consensi, sapendo che - ha ragione Pino Chiezzi - è finita l'era nella quale si sono presi programmi e progetti di altri e su questa base si è ottenuto a volte anche un consenso più largo. E' finita questa epoca, ed è finita perché adesso noi ci aspettiamo di confrontarci sui progetti della Giunta. Temo che ci confronteremo sul nulla, e questa ovviamente rappresenta una difficoltà per le opposizioni: opporsi al nulla progettuale e politico.
Siamo in una fase nella quale, per la situazione politica generale, per le questioni che riguardano passaggi importanti per lo sviluppo economico e sociale del Piemonte, non bastano più gli Stati Generali e neanche le geniali invenzioni di Rolando Picchioni basteranno a salvare questa maggioranza. Fino ad oggi le geniali invenzioni di Rolando Picchioni vi hanno in qualche modo supplito, come ancora alla Conferenza generalista convocata ad Ivrea, certamente occasione molto importante, ma se il governo regionale del Piemonte non è in grado di darle attuazione, siamo davvero di fronte al nulla, di fronte all'immagine, alla propaganda e alla non attuazione di alcun progetto.
Il Piemonte ha bisogno di un governo autorevole per gli interlocutori esterni, per il Consiglio, per tutte le forze presenti in Consiglio e per gli Enti locali. Questo non c'è più, questo governo non ha più l'autorevolezza. E aggiungo: non ha neanche più la serenità. In questo senso, capisco il nervosismo di questa mattina del Presidente Ghigo. Questa Giunta non è più in grado di interloquire con nessuno, anche perché non parla neanche con la sua maggioranza o comunque non è ascoltata da importanti settori della sua maggioranza, perché all'interno della sua maggioranza è scoppiata la guerra tra persone, tra gruppi di potere, non sulla politica, ma mi pare molto sulle posizioni di potere. E non parlando più con settori importanti della sua maggioranza, è evidente che tanto meno potrà parlare con le opposizioni presenti in questo Consiglio.
Questa maggioranza si sta disgregando da sola. Noi non faremo da spettatori rispetto alla disgregazione di questa maggioranza, anche se in questa fase - ha ragione Carla Spagnuolo - siamo spettatori, nel senso che da soli avete fatto molto più di quanto avremmo potuto fare noi come opposizione. E' evidente che, da questo punto in avanti, noi non possiamo continuare a fare da spettatori, e non possiamo continuare a fare da spettatori perché ci sentiamo responsabili innanzitutto nei confronti di questa istituzione, del Consiglio regionale e della Regione Piemonte. E' per questo che non possiamo stare a fare gli spettatori.
Ed è per questo motivo, perché ci sentiamo responsabili nei confronti dell'istituzione, che chiediamo al Presidente Ghigo di prendere atto della situazione e di trarne le conseguenze. Ciò non per un fatto personale nei confronti del Presidente Ghigo, verso il quale in altri momenti - lo riconfermo - abbiamo anche espresso stima per il suo buon senso, per le relazioni che ha saputo tenere all'interno del Consiglio. Oggi per Presidente Ghigo, ne prenda atto: lei non è più in queste condizioni, non potrà più svolgere il ruolo che ha svolto fino ad oggi, per i fatti politici che ho cercato di mettere in evidenza prima, e quindi ne tragga le dovute conseguenze.
Questa crisi politica della maggioranza non si fermerà, anzi, si accentuerà nei prossimi giorni: è inevitabile che la frana continui. E noi ripeto, non faremo da spettatori. L'errore più grave che questa maggioranza potrebbe fare oggi è quello di minimizzare la situazione. Guai se la maggioranza minimizzasse la situazione: porrebbe il Consiglio regionale nelle condizioni di non poter governare questo processo di disgregazione.
Noi, invece, vogliamo governare questo processo, impedire che la maggioranza trascini nella disgregazione anche il Consiglio regionale e l'istituzione. In questo senso, chiedo alle forze più responsabili e anche capaci della maggioranza, che sono in grado di capire la situazione, di assumere le proprie responsabilità. Ci sono delle forze in maggioranza che sono in grado di capire la situazione che si è determinata: assumano le loro responsabilità per impedire che questo processo di disgregazione ripeto - trascini anche il Consiglio regionale; diano i consigli giusti non minimizzino, ma diano i consigli giusti a chi non capisce.
Credo che la cosa peggiore per tutti noi, per tutti i 60 Consiglieri e per l'istituzione regionale, sarebbe quella di far marcire la situazione.
Piuttosto di far marcire la situazione, è meglio andare ad elezioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vaglio, che interviene in qualità di Consigliere.



VAGLIO Roberto

Grazie, Presidente Picchioni. Devo necessariamente iniziare questo intervenuto con due ringraziamenti ai colleghi di opposizione che sono intervenuti prima di me. Mi riferisco all'intervento del collega Rosso che ha fatto un'analisi direi ben fatta della possibile disgregazione delle forze politiche e l'ha fatto - mi spiace che al momento non ci sia - per esperienza personale vissuta. Il suo è stato un movimento che è passato attraverso innumerevoli disgregazioni, quindi la sua analisi non poteva che essere precisa di un qualcosa di ipotetico, che a me pare non stia avvenendo, ma teniamo conto delle esperienze degli altri perché possono essere utili anche per noi.
Devo poi ringraziare dell'analisi precisa e puntuale il collega Marengo che parla di crisi dell'esecutivo; anche lui porta un contributo preziosissimo a questo nostro Consiglio, perché se di crisi di esecutivo si deve parlare in questi momenti, reale è la crisi dell'esecutivo romano che sta mettendo in serissima difficoltà tutta l'economia del Paese e non certo di quella dell'esecutivo della nostra Regione che - grazie a Dio! - queste responsabilità non ha.
Devo anche estendere, in modo non formale, un ringraziamento al collega Capogruppo del PDS, Riba, perché alcuni mesi fa ha cominciato a parlare con insistenza della crisi che stava vivendo il nostro Consiglio regionale, una crisi che lui attribuiva ad una carenza di visibilità, ad una difficoltà di comunicazione e di ruolo del Consiglio, attribuendone le cause ovviamente all'esecutivo.
Ho dovuto pensare parecchio prima di intervenire su questo argomento perché ricordavo i Consigli della passata legislatura, durante i quali, da apprendista, ho assistito a dibattiti, di ben altra levatura, sulla riforma della nostra Costituzione, sui grandi problemi che il Piemonte stava attraversando, quando il nostro Consiglio era punto di riferimento per la società civile, quando chiunque aveva un problema grosso - e mi riferisco agli agricoltori, agli operai dell'Olivetti piuttosto che agli operai della FIAT, mi riferisco alle Associazioni del volontariato - veniva a cercare conforto e risposte in Consiglio regionale, che una credibilità vera e forte l'aveva. Ricordo gli interventi di colleghi che oggi non sono più stati rinnovati, quindi posso citarli tranquillamente: gli interventi del Presidente Beltrami e del collega Carlo Federico Grosso, che è stato chiamato ad altri impegni, del Presidente Brizio, di Nerviani e di Marchini; ebbene, direi che erano interventi esemplari nella loro serenità e soprattutto nella loro levatura, interventi che nobilitavano sicuramente il nostro Consiglio e l'hanno fatto passare indenne attraverso la crisi profonda della prima Repubblica. E quando dico indenne dico che questo Consiglio è stato in grado di esprimere delle maggioranze che hanno governato con 31 voti, è stato in grado di attraversare momenti tragici quando arrivavano dalla stampa le informazioni sugli avvisi di garanzia che avevano colpito il Presidente Brizio, ma che questo Consiglio responsabilmente, non ha assolutamente strumentalizzato. Quelli erano momenti in cui il Consiglio regionale del Piemonte, nei confronti degli uomini che rappresentava, aveva carisma.
E' vero che oggi c'è crisi, ma è una crisi diversa, non di visibilità ma di ruolo. Ruolo nella misura in cui abbiamo ceduto ad una sete giustizialista, alla presunzione non di innocenza, ma di colpevolezza e sistematicamente si sono attaccati gli uomini e non i sistemi, gli uomini e non i programmi.
Credo che un Paese come il nostro, che vuole essere il Paese del diritto, debba veder prevalere sempre la presunzione di innocenza e nel momento in cui invece prevale la presunzione di colpevolezza si sta commettendo un atto profondamente immorale.
Questa è la crisi del nostro Consiglio, è una crisi morale; è la crisi di chi sta trasformando questa nostra aula in un teatrino dove si agitano delle controfigure neanche troppo credibili di Perry Mason, dove si dà sfogo ad un clima di terrore post-rivoluzionario francese, dove tutti sono colpevoli salvo controprove. Credo che questo non possa che danneggiare in modo tragico ed irreversibile il nostro Consiglio. Non vorrei esagerare, ma siamo arrivati ad assumere i pettegolezzi come prove a carico. Siamo arrivati ad assumere i pettegolezzi sussurrati nei corridoi come armi che dopo alcuni mesi di rodaggio diventano delle pistole puntate alla testa e fanno ovviamente dei danni, ma non fanno danni ai singoli, perché io non credo di poter dire che questi dibattiti abbiano causato danni al mio collega Viglietta o Angeleri o a chi altro sarà poi oggetto di questo sistema. Non lo credo, perché Viglietta ha portato a casa dei risultati condivisi, ma ha portato a casa dei risultati che nelle altre legislature condivisi non erano, e mi riferisco alla legge sulla caccia che è un suo grande successo, perché nella scorsa legislatura siamo stati inchiodati per cinque anni su quella legge, perché le maggioranze di allora erano divise sull'approvare o meno. Sull'approvare che cosa? Il Testo Unico sull'artigianato, certo, condiviso, ma condiviso perché questa maggioranza massicciamente è stata dietro al provvedimento, così come è stata dietro ad un provvedimento che io penso il collega Angeleri abbia portato in Consiglio conscio dei rischi che comportava.
La riforma del turismo in Piemonte coincide con una riforma epocale finisce il momento della discrezionalità, di qui in avanti non ci sono più discrezionalità da parte di chi governa e questo non poteva che portare dei fortissimi rischi per chi proponeva questa riforma. Rischi che puntualmente, Antonello, si sono realizzati, verificati, ma che non sminuiscono la portata e l'impegno dei due Assessori.
Datemi ancora due minuti per parlare di un'altra parte della crisi di questo Consiglio, che è la frustrazione. Io comprendo che sia frustrante vedere questa maggioranza fare come l'Ercolino sempre in piedi di buona memoria; arrivano dei cazzotti che dovrebbero stenderla, mettere in crisi il sistema, ma non succede. Non si spacca il fronte della maggioranza con questi sistemi. La maggioranza ha un programma e lo sta seguendo con precisione millimetrica, ed è con tale precisione che stiamo "portando a casa" dei risultati: la risposta del territorio ci conforta. Capisco quindi la frustrazione di chi, pur continuando a colpire uomo dopo uomo, persona dopo persona, vede che comunque il programma, l'idea, la maggioranza sono in piedi. L'attuale maggioranza infatti è molto più coesa di quella che sta oggi reggendo il nostro Paese.
Molti obiettivi sono stati raggiunti; non li cito singolarmente perch probabilmente sforerei dai dieci minuti che mi erano riservati per questo intervento. Personalmente, il clima pesante, che si sta instaurando in Consiglio, non mi turba assolutamente. Francamente, in passato ho vissuto di peggio; per carità: "avanti il prossimo". Come cittadino del Piemonte come autonomista e regionalista convinto, mi deprime assistere a questa corsa verso l'autodistruzione, al depauperamento morale e all'abbassamento tragico del livello di confronto e di dibattito, estremamente poco consono a questa istituzione. Per contro, mi sento di affermare che indipendentemente dai numeri - 31, 35, 32, 33 - l'attuale è una maggioranza tenuta assieme - strano a dirsi - da un comune modo di sentire i problemi da un comune modo di affrontarli e di risolverli. Modo che probabilmente non è quello delle opposizioni; e parlo di opposizioni al plurale, a differenza di "maggioranza", che è una. Le opposizioni, probabilmente, non hanno questo comune senso del sentire e male interpretano i risultati e i programmi che la maggioranza sta portando avanti. L'assenza di progetto oggi, non è carenza nostra, ma di chi continua a non capire che il progetto c'è ed è forte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Signor Presidente, pensavo di intervenire a braccio, ma in seguito alle pesanti e calunniose accuse nei confronti sia dei miei colleghi sia soprattutto, dei componenti di Forza Italia, sento il dovere di leggere quanto voglio esprimere, a testimonianza di questa seduta.
Cari colleghi, oggi più che mai sento il bisogno di intervenire, dopo aver ascoltato in silenzio tutte le pesanti ed ingiustificate accuse portate avanti dall'opposizione in questi ultimi giorni sia in luoghi meno adatti alla politica, sia nel luogo più indicato, come questa assemblea.
Prima di intraprendere l'attività politica, pensavo che la politica fosse l'arte del pensiero, in cui ognuno di noi potesse trovare uno spazio di confronto delle proprie idee e delle proprie capacità costruttive, in modo da apportare vantaggi a tutta la collettività.
Oggi, invece, con grande rammarico, devo constatare che da parte dell'opposizione tutto c'è, meno che la volontà di confrontarsi sui temi e sui contenuti programmatici, nonché sui temi più importanti che questo governo regionale porta avanti, quali Alta Velocità, sviluppo economico e sociale - come ha ben evidenziato in precedenza il Capogruppo del PDS nonché occupazione, al fine di uscire fuori dalle conseguenze che ha creato la monocoltura industriale.
Ebbene, invece di confrontarsi sulle idee e quindi sull'arte del pensiero, l'opposizione sposta il confronto sul piano delle calunnie, della disgregazione. Cari amici, sappiatelo: tutto quello che sta succedendo qui oggi, non serve altro che a rafforzare la volontà e soprattutto il Gruppo di Forza Italia, che tutti voi avete accusato pesantemente, pur non sapendo che elementi come il sottoscritto ed altri colleghi qui presenti, nuovi alla politica, sono qui, ai bordi del campo, e si stanno scaldando i muscoli. Fino ad oggi, sono stati "bravi e zitti" ad ascoltare; immaginate un po' il giorno in cui il sottoscritto ed altri entreranno a far parte in modo attivo di questa politica: Forza Italia, modestamente parlando, ma soprattutto questo Consiglio, potrebbe trarne grossi vantaggi.
Ebbene, invece di confrontarsi sulle idee e quindi sull'arte del pensiero, l'opposizione sposta il confronto sul piano delle calunnie, sul piano della disgregazione, anche perché facendo così si ottiene ampio spazio dai mezzi di comunicazione - giornali, televisione, ecc.
Ebbene, amici dell'opposizione, non è con questi metodi che potete immaginare di disgregare l'assetto politico di questa maggioranza saldamente ancorata ai valori e ai principi sani e forti, non è con questi metodi che potete pensare di trovare il "Bertinotti" all'interno della maggioranza.
E allora, cercate di agitarvi il meno possibile ed accontentatevi di tutto quello che questo governo vi concede, che, a mio avviso, è molto più di quello che vi spetta... Rida pure, collega Marengo! Quanto a lei, Presidente della Giunta, oggi più che mai noi di Forza Italia siamo fieri di avere un Presidente come lei che, pur essendo nuovo alla politica, ha dimostrato capacità ed onestà intellettuale a vantaggio di tutta la collettività piemontese, diventando il Presidente di tutti i cittadini, appartenenti a qualsiasi colore politico.
Ebbene, amici colleghi, saranno proprio queste capacità del Presidente insieme alla competenza ed onestà di ogni singolo Assessore, nonché la sana e forte compattezza di tutta la maggioranza, che faranno sì che questo governo rimanga in carica per tutta la legislatura, e sarà solo e soltanto la volontà popolare, con elezioni democratiche a decidere se questo governo ha lavorato bene o meno, e se questo governo debba essere riconfermato o meno.
Penso che continuando su questa strada, consapevole che i cittadini piemontesi sono sufficientemente maturi per valutare e giudicare, questa maggioranza, oltreché terminare questa legislatura, governerà alla grande anche la prossima.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Signor Presidente, è mia abitudine, quasi un gioco, tentare di definire in modo sintetico alcune situazioni politiche, ricorrendo al limite a qualche lettura. Mi pare che il modo migliore per definire la situazione della Giunta Ghigo sia una bella citazione di Giovanni Arpino che ho trovato nel bel romanzo "La suora giovane"; ad un certo punto, viene detto: "Non basta nascere, occorre fare qualcosa". Credo che questo dia il senso della situazione della Giunta Ghigo: "Non basta acquisire il diritto di governare, bisogna saper governare, bisogna avere capacità di governo".
Capacità che non è mai stata evidenziata, non è mai emersa, non sta emergendo durante il dibattito odierno. Le minoranze l'avevano già preannunciato nel 1995, quando si costituì la Giunta; oggi abbiamo la verifica: la Giunta non riesce a governare. L'ultima dimostrazione dell'incapacità di governo della Giunta e del suo Presidente, che tante volte ho richiamato, è emersa con gli Stati Generali. Ha ragione il Consigliere Marengo quando richiama gli Stati Generali; è sicuramente un processo interessante quello che è stato messo in moto dal Presidente del Consiglio, ma durante l'ultima riunione di Ivrea sono rimasto stupito perché, ad un'iniziativa organizzata dalla Giunta regionale su problemi importanti, è mancata una proposta della Giunta stessa, una proposta di governo. C'è un contrasto enorme tra un dibattito interessante, che avviene attraverso gli Stati Generali, ed un'incapacità di trasformare le indicazioni, che possono emergere durante tale dibattito, in atti di governo. Questa Giunta non riesce a governare. In questa Giunta, tranne qualche eccezione, gli Assessori interpretano il proprio ruolo pensando di essere unicamente tenuti ad inaugurare fiere e mercati paesani. Non so se qualcuno di voi legge la rassegna stampa dei giornali locali, ma ne emerge un quadro di Assessori che corrono a destra e a sinistra ad inaugurare "la fiera del tartufo, del tomino, delle castagne, dei funghi, del dolcetto" pensando che il loro ruolo si limiti a portare il saluto, ad inaugurare.
Quale politica di governo reale è stata espressa in questi anni? E' questo il problema che lei si deve porre, Presidente Ghigo. L'attività di Assessore non è quella di inaugurare fiere e mercati paesani; l'attività di governo è quella di governare il territorio e l'incapacità di governo del territorio emerge continuamente.
Credo, inoltre, che qualcuno dovrebbe evidenziare come i flussi di denaro della Regione vengono distribuiti all'interno del territorio regionale. Ho la sensazione che molte iniziative costosissime vengano intraprese unicamente per rafforzare le posizioni elettorali di qualche Assessore o di qualche personaggio locale. Fiumi di denaro pubblico vengono indirizzati, ad esempio, per iniziative effimere: concerti, manifestazioni pesca, tartufi! Assessore Vaglio, prima lei parlava con grande impeto richiamando inutilmente alcune accuse che ancora nessuno ha fatto; ho l'impressione che anche alcuni progetti che utilizzano il denaro pubblico dell'Unione Europea siano finalizzati ad obiettivi di carattere elettorale.
Ho questa convinzione e pretendo che mi venga dimostrato il contrario perché c'è una coincidenza perfetta, enorme, tra i paesi di nascita e di appartenenza di alcuni Consiglieri e il denaro pubblico e i progetti che sono stati approvati. Mi riferisco al caso del Consigliere Racchelli nominato esperto tecnico dalla Giunta per valutare i progetti del turismo.
C'è la delibera.
Consigliere Scanderebech, capisco il suo intervento, ma credo che si commenti da solo, nel senso che l'intervento della collega Benso o di altri suoi colleghi non hanno questa enfasi, che è fuori luogo. Vorrei dirle Consigliere Scanderebech, che per diventare Assessori le strade sono diverse, non sono queste! Le regole della politica sono altre!



SCANDEREBECH Deodato

Per sua conoscenza, io l'Assessore non lo voglio fare.



SAITTA Antonino

Le regole della politica sono diverse, non sono queste! Venendo alle questioni di carattere politico, è evidente - lo ripetiamo ormai da parecchio tempo - che la Giunta Ghigo ha esaurito la propria capacità propulsiva dei primi anni. Avevate un grande slogan: "sburocratizziamo, privatizziamo". Ormai è uno slogan sbiadito perché la Giunta si è dimostrata incapace di realizzare il proprio programma. Ha ragione la Consigliera Benso: se dovessimo analizzare punto per punto il programma politico della Giunta, ci renderemmo perfettamente conto che essa è stata incapace di raggiungere l'obiettivo forte per il quale è nata e sul quale è stato chiesto il consenso agli elettori.
Risulta evidente - e su questo non avevamo dubbi - che Forza Italia sicuramente un grande partito, non ha al proprio interno quella forza e quel collante ideale e politico che forma un partito. E' certamente un insieme di esigenze e problematiche vere, ma non c'è un collante di carattere politico e questo emerge in qualunque occasione: al suo interno c'è un'esigenza di tipo generale, ma quando si tratta di affrontare le questioni, quando ci sono delle situazioni difficili, si sgretola. Forza Italia si sta sgretolando e penso che questo processo sia ormai in corso.
Non intendo dare un giudizio negativo nei confronti dei singoli Consiglieri di Forza Italia, ma intendo dire che quel contenitore, quel partito proprio per come è nato, incomincia a dare i segni di una disgregazione forte.
Riguardo alle questioni oggetto della comunicazione del Presidente Ghigo: il Presidente, la volta scorsa, ha letto la relazione sui rapporti fra l'Assessorato al turismo e le APT. L'ha letta e l'ha letta, nei passaggi relativi alle conclusioni, con l'enfasi di chi vuol dire: "Avete visto? Avevamo ragione".
Il Presidente Ghigo non ha grande esperienza politica, purtroppo questo è un limite e non un vantaggio, e non ha neppure grande capacità amministrativa, questo mi pare evidente, perché se avesse letto bene quelle righe avrebbe avuto perlomeno il senso del pudore - collega Vaglio, questo sì - di recitare, di leggere quelle parole con un tono sommesso e non con enfasi. Perché dire che le procedure non sono ortodosse è un modo per definire elegantemente delle scorrettezze di carattere amministrativo.
Sicuramente! Come fa il Presidente a dire che la Giunta non sapeva, che la Giunta era assente, che quelle sono state deliberazioni? Come fa il Presidente a non dire nulla sul fatto che tutte quelle iniziative sono state finanziate dopo che le procedure si sono svolte? Questo è un fatto grave! Chi è stato amministratore comunale sa che se un Sindaco finanzia, ad esempio l'iniziativa di una Pro Loco dopo che la manifestazione si è tenuta, a quel Sindaco arriva sicuramente l'avviso di garanzia.
Presidente Ghigo, è incredibile questo suo modo di essere al di fuori dei problemi! Mi sarei aspettato che lei oggi fosse arrivato qui dicendo: "E' vero, ci sono state delle procedure scorrette, ho preso queste decisioni". Invece non ha detto niente, è pacifico, tranquillo, sereno come se nulla fosse capitato. Si è dimesso un suo Assessore, Presidente lei ha fatto dimettere un suo Assessore: questo è il problema. Lei ha fatto in modo che un suo Assessore andasse via da Forza Italia, perch diversamente avrebbe potuto difenderlo. Non l'ha fatto e, con il suo modo di fare, l'ha condannato sul piano politico e su quello amministrativo.
Presidente Ghigo, se questa è la sua posizione, io la invito veramente l'ha già fatto il collega Marengo - a non parlare della questione dei trenta dirigenti. L'ho già detto nel precedente intervento, discutendo della riorganizzazione del personale: Presidente Ghigo, lasci perdere quella materia, lasci che la situazione politica si evolva, non si lasci tentare, come emerge da alcune dichiarazioni e - mi dicono - come ha fatto oggi, dal desiderio di utilizzare quella situazione per trovare la sua tranquillità politica. Di questo io mi stupisco, perché normalmente lei è sempre stato molto prudente. Oggi lei ha fatto un passo spudorato, sul piano istituzionale, di una scorrettezza grandissima: una questione sono i problemi politici, li possiamo discutere profondamente, arrabbiarci confrontarci; un'altra, sono le questioni di funzionamento delle istituzioni, dell'organizzazione. Sono due livelli separati, sono due livelli che devono essere perfettamente separati: mi spaventa molto il fatto che si intreccino. E mi sarei augurato una levata di scudi da parte della maggioranza per questo suo comportamento, che non mi pare di grande sensibilità istituzionale.
Veniamo ad un'altra questione, alla questione Garrone. E' stato detto anche dal collega Marengo: questa vicenda non può più essere soltanto oggetto di dibattito o di dichiarazioni giornalistiche. Come abbiamo ripetuto in questi mesi con altri colleghi - per la verità in modo solitario - il ruolo del comunicatore non è soltanto quello del comunicatore. Lo abbiamo letto sui giornali locali, l'abbiamo registrato ci è stato confermato dal collega Angeleri, ci è stato anche confermato dall'Assessore Burzi attraverso le sue dichiarazioni: il ruolo del comunicatore è stato ed è un ruolo politico forte all'interno di questa Giunta. E' il punto centrale in cui alcune esigenze di carattere locale ed anche di carattere diverso sono state sintetizzate.
Sostanzialmente, è il Vicepresidente, il Presidente-ombra, ma direi il Vicepresidente. Majorino, lei non è il Vicepresidente: il Vicepresidente è Garrone. Lei deve sapere che quando telefona Garrone gli Assessori scattano: "Ha telefonato Garrone!".



SAITTA Antonino

MAJORINO, Vicepresidente della Giunta regionale



SAITTA Antonino

Non mi risulta siano mai scattati e nemmeno io.



SAITTA Antonino

Quando telefona ai dirigenti: "Ha telefonato Garrone!". E il ruolo di Garrone non è quello del comunicatore chiuso nel suo ufficio, che pensa alla comunicazione, allo spirito europeo. No, abbiamo letto...



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Chiedo la seduta segreta. Non si può, in questo Consiglio tranquillamente fare delle affermazioni su una persona che - come è già stato ricordato, e volevo dirlo anche durante l'intervento del Consigliere Marengo - è un libero cittadino. State parlando di un libero cittadino. Un conto è il dibattito politico, un conto sono le considerazioni su una persona.
Allora, se volete continuare a parlare di questo, io chiedo una seduta segreta.



SAITTA Antonino

Io non parlo di un privato cittadino. Il Presidente non ha fatto una sottolineatura simile quando parlavo del comunicatore. Avevo però messo in guardia il Presidente, dicendogli di stare attento, perché se un privato cittadino assume un ruolo politico all'interno delle istituzioni, un ruolo così forte, c'è un grande rischio, un rischio vero.
Allora, che cosa chiede il mio Gruppo? Così come è stata istituita una Commissione d'inchiesta sull'Assessore Angeleri, quindi su un politico, a maggior ragione credo che una Commissione d'inchiesta veloce e tempestiva debba essere istituita sul ruolo del comunicatore, sulle iniziative che ha curato, per verificare se si è limitato - potendolo leggere - a svolgere il ruolo indicato nelle deliberazioni sulla base delle quali ha avuto un incarico. A me non pare, ma in ogni caso credo che lei, Presidente, abbia il dovere di eliminare tutti questi dubbi attorno al ruolo del comunicatore.



PRESIDENTE

consigliere Saitta, se lei continua a parlare dell'operato di una persona, sono costretto a procedere in seduta segreta.



SAITTA Antonino

No, smetto di parlarne...



PRESIDENTE

No, no, perché le questioni riguardanti l'operato di persone vanno comunque trattate in seduta segreta.



SAITTA Antonino

Smetto di parlare di questo. Dico soltanto che queste vicende per forza di cose richiamano in causa una responsabilità del Presidente, perché è lui che ha indicato il comunicatore, è la sua persona di fiducia, sa perfettamente... Partecipa a molte manifestazioni per conto della Regione: ci sono dei ruoli di incompatibilità.
Presidente, faccia qualcosa! Noi proponiamo - vedremo se il Consiglio è d'accordo - una Commissione d'inchiesta, proprio per eliminare qualche dubbio, perché sarebbe grave istituire la Commissione d'inchiesta sulle procedure amministrative adottate dal collega Angeleri e non farne una sul ruolo di un privato cittadino che svolge un ruolo importante all'interno della Regione.
Ma arriviamo alle conclusioni. Le conclusioni di questo dibattito le vedremo poi, alla fine...



PRESIDENTE

Il suo intervento mi pare molto opinabile: una Commissione d'inchiesta sul ruolo del consulente Garrone mi pare che assolutamente... O ci sono degli elementi... Se ci sono delle questioni di opportunità politica sono di un altro livello, però non credo...



SAITTA Antonino

Presidente, se lei vuole che ci comportiamo come fa il collega Cavaliere, possiamo anche farlo, ma poiché non poniamo delle questioni...



PRESIDENTE

Vorrei solamente riportare il giudizio ad una serenità...



SAITTA Antonino

Credo che il Gruppo politico dei Popolari si sia sempre distinto per una dura opposizione, ma sul piano politico non abbiamo mai utilizzato strumenti...



PRESIDENTE

E' per quello che mi stupisce quando lei parla di una Commissione d'inchiesta su un...



SAITTA Antonino

L'ho già chiesto la volta scorsa, in un'interrogazione che ancora non è stata discussa; si è detto che non si poteva, ma credo che, a maggior ragione, dopo le dichiarazioni del collega Angeleri e dell'Assessore Burzi il problema si ponga. Se questa Giunta non si rende conto di questa situazione, che è una situazione grave, lei però deve rendersene conto, non può richiamare delle responsabilità o parlare di una crisi morale, non sapendo che c'è anche una responsabilità della maggioranza e del suo Presidente.
Se il Presidente e la sua Giunta non si rendono conto di questa situazione, ci induce a svolgere la nostra opposizione in modo diverso.
Decida il Presidente Ghigo che cosa intende fare. Se il Presidente Ghigo vuole che questo Consiglio diventi una modalità con la quale accusare alcune procedure, rilevare alcune procedure scorrette dei suoi Assessori la strada ci è stata indicata dal collega Cavaliere - ci mettiamo su questa strada. Sicuramente siamo capaci: ci mettiamo su questa strada, perch ormai la Regione è diventato un palazzo di veleni, dove, in sostanza, gira di tutto. Se vuole che ci mettiamo su questa strada, lo faremo.
Se invece lei, Presidente, vuole portare il confronto in termini politici ha una sola strada: avere l'umiltà di rendersi conto che questa maggioranza non ha più la capacità di governare; forse può avere i numeri ho dei dubbi - ma non ha più la capacità di governare e ha perso la sua credibilità. Per cui, Presidente - e concludo - assuma un'iniziativa politica, riporti il dibattito e il confronto in termini politici. Se il suo atteggiamento è di chiusura, per forza di cose il confronto non sarà sereno, ma sarà segnato da una pesante discussione su questioni di carattere amministrativo. Questo, evidentemente, sarebbe un guaio per il nostro Ente, perché dopo aver registrato un'incapacità di governare la Regione, dimostreremo, tutti assieme a questo punto, un'incapacità a proseguire nel nostro lavoro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, credo che se esaminassimo a fondo e in modo completo l'attuale quadro politico, molto probabilmente dovremmo fare delle constatazioni rispetto alla difficoltà che i Governi possano governare a lungo nel nostro Paese, quasi che questa sia una sorta di legge elettorale mancata. Una legge elettorale che voleva a tutti i costi dare maggiore stabilità ai Governi del nostro Paese e che, da quando si è attuata, altro non ha saputo produrre che instabilità di governo.
Mi riferisco a quello che doveva essere un sistema compiuto, quello di due fazioni, una da una parte e una dall'altra, contrastanti, che ricevevano nei singoli collegi elettorali per le elezioni politiche il voto dei cittadini, e questo avrebbe dovuto fare in modo che ci fosse stabilità di governo. Così non è, basti constatare come l'ultimo Governo caduto - mi riferisco a quello che è durato dal 1994 al 1996 - è stato uno dei Governi più corti della storia della nostra Repubblica. Lo è stato probabilmente perché c'erano delle esigenze personali; deputati che dovevano arrivare a dei limiti per non lasciare completamente ineseguito il loro mandato.
Oggi, in Regione Piemonte e in tutte le Regioni d'Italia, siamo invece di fronte ad una legge elettorale diversa: un mixage fra sistema proporzionale e sistema maggioritario che attribuisce alla parte maggioritaria un premio di governo. Questa è la ragione dei numeri.
I numeri di questa maggioranza sono quelli che mi sembra partano da 33 ed arrivano ad oggi ad essere 35. Ma questo è il problema dei numeri, non dell'analisi politica fatta a fondo. C'è una fattispecie che accomuna governi di livello nazionale a governi di livello regionale: i Governi cadono, i Parlamenti si sciolgono quando su provvedimenti importanti non ci sono più le maggioranze. A livello nazionale, vi è un Presidente della Repubblica che riceve il Presidente del Consiglio che gli enuncia le difficoltà di comporre una maggioranza su un provvedimento fondamentale come quello della legge finanziaria; vi sono trattative per cercare di risolvere questo problema e non far cadere il Governo in un momento criticissimo per il nostro Paese. Se sulla legge finanziaria non ci fossero i voti affinché questo provvedimento venisse varato, certamente il Governo cadrebbe.
Ebbene, ho detto prima - al di là di leggi elettorali diverse - che c'è una cosa che deve comunque accomunare sempre il governo regionale al governo centrale: qualora la Giunta regionale presentasse dei provvedimenti non condivisi dalla maggioranza, probabilmente dovrebbe dimettersi, perch non sarebbe più in grado di governare questa Regione.
Sono stati presentati provvedimenti, che erano nei cassetti dalla scorsa legislatura, ma sono stati varati in questa legislatura perché c'era una maggiore coesione rispetto alle forze politiche che componevano la maggioranza: coesione di intenti. Basti pensare alle fatiche enormi che dovette fare il nostro, purtroppo, ex collega Ferraris quando nell'ultimo anno della passata legislatura tentò - secondo me con tutti i crismi - di presentare in aula il provvedimento sul personale che la scorsa settimana questa Regione ha varato. Devo dare atto che allora fu bloccata la legge sul personale da Consiglieri che facevano parte della sua componente, non soltanto sua componente prima, ma sua componente anche dopo; fu bloccata.
Mentre Consiglieri ed Assessori di altre componenti, che allora facevano parte di quella maggioranza, erano d'accordo con me a portare avanti un provvedimento che si riteneva giusto. Dico questo perché il risultato della legge sul personale, votata qui in aula la scorsa settimana con l'aiuto e l'apporto costruttivo della minoranza, è stato un passaggio importante.
Probabilmente tale passaggio non riguarda l'immagine esterna, ma riguarda certamente la funzionalità di questa Regione.
Altri provvedimenti sono stati varati; ho citato solo l'ultimo nell'ordine di tempo, ma potrei citarne anche alcuni che sono passati senza il mio voto: il provvedimento sulla caccia è stato approvato senza il mio voto, non per questo il provvedimento sulla caccia è stato votato a larga maggioranza: non si può dire che la maggioranza non c'era e cioè che questo esecutivo non stava in piedi.
Ricordo la posizione critica, costruttiva, che ebbi sul provvedimento sulle APT. Questo provvedimento è stato da me votato perché comunque era un'innovazione rispetto ad una logica della promozione turistica; allora dissi che andava riverificato nella sua attuazione e sono ancora convinto oggi di ciò.
Abbiamo in corso il Piano sanitario, altro provvedimento importantissimo. Abbiamo determinato finanziamenti per 2.000 miliardi sulla sanità - ex art. 20. Abbiamo approvato il testo unico sull'artigianato.
Abbiamo attuato la legge Galli. Su quest'ultimo provvedimento ricordo le mie posizioni a difesa, anche psicologica, di quella che era la posizione dei Comuni di montagna. Anche l'Assessore Cavallera ricorderà che in quel momento la mia posizione sembrava dirompente, invece poi si arrivò a capire che forse era anche logica.
Ebbene, se su uno di questi provvedimenti il governo fosse caduto probabilmente sarei stato uno di quelli che richiedeva la verifica di questa maggioranza: su questi provvedimenti il governo non è caduto.
Quand'è che cade un governo? Quando la maggioranza dei componenti il Consiglio regionale - non distinguo più maggioranza o minoranza - non dà più la fiducia al governo stesso su un provvedimento importante: questo non è accaduto.
Siamo nel momento dell'analisi critica al governo; non credo che si possa dire che le ragioni stanno tutte da una parte e i torti tutti dall'altra. Ci sono certamente delle cose da migliorare. Ci sono i comportamenti! Di tutto il Consiglio, di tutto il governo, di tutto il sistema Regione, che devono essere migliorati! Bisogna che ognuno sappia stare al proprio posto e possa svolgere appieno la sua funzione. Nonostante ci siano state anche delle critiche, si può dimostrare che finora, salvo su un provvedimento che si chiama Juvecentus che, secondo me, non era così importante e non è ancora così importante adesso per fare cadere un governo, questo Consiglio regionale ha sempre dato la fiducia al suo governo. E ritengo che in questo momento non ci siano né i presupposti né le occasioni per poter dare sfiducia a questo governo perché non stiamo discutendo di provvedimenti importanti. Stiamo discutendo di cose importanti, però di altra natura rispetto a quella funzione legislativa che noi abbiamo detto tante volte in quest'aula di voler svolgere.
Vengo ora al chiarimento che la collega Benso ha voluto fare oggi. E' un fatto importante, spontaneo, non pilotato, che denota la sua sensibilità in un particolare momento politico.
Cosa vuol dire essere "prestito tecnico"? Credo che nessuno che si sia occupato in questi anni di politica e abbia fatto l'attenta analisi di quello che è avvenuto parecchie volte sul livello nazionale, non sappia che prestiti tecnici, senza diminuire l'importanza con un termine che è diminutivo rispetto alla sua funzione, sono avvenuti nel nostro Parlamento da una parte e dall'altra, per le sensibilità di Gruppi che hanno voluto dare voce ad altri Gruppi che numericamente non raggiungevano quel quorum per questioni soltanto tecniche nel discorso della politica nazionale.
Forza Italia ha capito la necessità che un movimento appena creatosi, come quello del MPPE, potesse, non per la sua forza numerica, ma per la forza delle sue azioni politiche, avere quella visibilità che gli competeva e allora avviene il prestito tecnico. E avviene un prestito tecnico non casuale, ma andando a verificare le sensibilità che all'interno di Forza Italia vi erano, e sono certo vi sono, rispetto al dare voce e visibilità ad una posizione politica.
Ringrazio, tra l'altro, il collega Marengo per aver ricordato che quando uno è forza politica dovrebbe essere invitato ai tavoli dove si discute di politica, ma questo sta nella sensibilità delle singole persone.
Ringrazio la collega Benso, che ha avuto la sensibilità di accettare di essere prestito tecnico senza alcuna diminutio, di voler in questo momento appartenere a pieno titolo al Movimento Popolare per l'Europa, al Gruppo del MPPE. La collega Benso ha dichiarato di voler dare le dimissioni dall'Ufficio di Presidenza, ma siccome l'Ufficio di Presidenza è un organismo che deve comunque rappresentare quelle che sono tutte le esigenze del Consiglio, ritengo che le si possa chiedere, proprio per l'attività che ha svolto in questi due anni nell'Ufficio di Presidenza, di soprassedere a queste dimissioni, perché nulla hanno a che fare con i livelli politici e i livelli di divisione e di spartizione di questo Consiglio. Mi piacerebbe che anche da parte del Gruppo di Forza Italia ci fosse questa richiesta.
Concludo dicendo che sarò attento osservatore di quello che farà il governo di questa Regione d'ora innanzi rispetto alle richieste, a volte giuste, che le minoranze hanno assunto in passato e che assumeranno ora su determinate posizioni politiche, ma ritengo che in questo momento, sia per il quadro politico nazionale che si sta verificando, sia per l'impossibilità di mettere in discussione un governo su provvedimenti che invece sono sempre stati accolti dall'intera maggioranza, non si possa dire che questo governo della Regione è in crisi. Potrà essere in difficoltà per altri motivi, ma non certo in crisi per questioni di carattere politico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Signor Presidente, devo dire che è con un senso di profonda noia e stanchezza che prendo la parola alle ore 12,15 di una giornata particolarmente uggiosa, resa ancora più triste, lunga ed estenuante consentitemi di dirlo - dall'assoluta mancanza di sostanza politica del dibattito di oggi. Avevo quasi voglia di telefonare al Gruppo perché mi portassero giù lo scudo che avevo dimenticato sopra per poterlo levare contro il Presidente Ghigo, ma continuando a sentire il dibattito ho detto: "Tenete pure lo scudo sopra, perché tanto non serve", nel senso che quando le frecce sono così spuntate, quando le pistole sparano con il tappo e neanche con i superboom che usavamo da bambini che almeno il rumore lo facevano, credo che non ci sia bisogno né di levare gli scudi e neanche di andare a prenderli per indossarli.
Questo, Presidente Ghigo, se non ce ne fossimo ancora resi conto, non è il teatrino della politica, richiamato da altri, ma che ha una sua dignità questa è una "pro-vo-ca-zio-nu-cola" senza sostanza, perché vorrei far rilevare che da nessun componente della minoranza è stato toccato l'oggetto della presunta discussione di oggi, cioè a dire la relazione tecnica sugli atti amministrativi, ma questa è una "provocazionucola" che tenta disperatamente di coprire magagne ben più grosse, lacerazioni ben più importanti che si stanno verificando a livello nazionale fra i partiti del centro e della sinistra, che malamente - ahinoi! - governano questa Nazione.
Noi stiamo dando semplicemente alla minoranza un palchetto attraverso il quale fare non della politica seria, ma della politica politicante, che tende semplicemente a coprire magagne che stanno altrove. Ed era per questa convinzione che si è ulteriormente approfondita la discussione, ripeto nella noia del dibattito quotidiano, nella noia di sentire questi continui colpi di pistola con il tappino: una cosa veramente estenuante! Mi scuso per il livello nostro, mio - mi ci metto per primo, perché lo sto facendo anch'io - di oggi, che è veramente, credo, il più basso di questi due anni.
Inizialmente, il Gruppo di Alleanza Nazionale non voleva partecipare alla discussione; avevamo detto: "Noi veniamo in aula, diciamo che siamo stati eletti e siamo pagati" - lo ricordo sempre - "per fare le cose serie e per amministrare, non per discutere per la terza volta sul niente". Dico questo perché se oggi ci fossimo messi a parlare della crisi del Torino Calcio avremmo avuto qualche motivo di preoccupazione in più: per lo meno qualche partita l'ha persa! Stiamo discutendo da quattro ore su una crisi assolutamente virtuale di una maggioranza che continua ad avere 35 voti, della crisi di Forza Italia... Ma cosa me ne frega della crisi di Forza Italia, abbiate pazienza! La crisi di Forza Italia, che non c'è, sarà un problema interno di quel partito; semmai, si concretizzerà e si evidenzierà nel momento in cui, come diceva il collega Montabone - che ora non c'è, ed è giusto che non ci sia - ci sarà qualche voto contrario.
Vi pare che un luogo di alta - non oggi - amministrazione, come dovrebbe essere l'Ente Regione, si debba mettere a parlare della presunta crisi di un partito della maggioranza? Ma stiamo scherzando? Presidente, lo dico con questi toni un po' per svegliarmi, perché mi ero assopito; lo dico innanzitutto a me stesso, caro Presidente: basta, non c'è alcuna crisi in questa maggioranza. Lo ha detto bene l'Assessore Vaglio, che ha fatto invece un intervento politico alto; lo ha detto anche il Consigliere Scanderebech, con vivacità: non c'è alcuna crisi in questa maggioranza.
L'unica cosa che non dobbiamo più fare è continuare a farci prendere in giro, a farci tirare per le orecchie su dibattiti insulsi, insensati, privi di fondamento. Qui arriviamo addirittura a chiedere le Commissioni d'inchiesta sulle... - che so io? - di un consulente della Giunta. Allora io chiedo, visto che l'ho chiesto quindici giorni fa, la Commissione d'inchiesta sul motivo per il quale i bulloni della mia sedia, che continua a fare cric crac quando mi sposto, non sono ancora stati riparati.
Ma questo non è il nostro ruolo, perché oggi abbiamo il Piano sanitario regionale che, dopo essere stato per mesi in Commissione, è sospeso in quest'aula da tre settimane, a causa di dibattiti politicanti di pura forma, estetici, autoreferenti, che interessano solo quelli che li fanno e che poi fanno un comunicato stampa, brandendo le armi della sfida politica ad una maggioranza che c'è, che è salda, che non ha sfaldamenti.
Ricordo che anche i colleghi che hanno ritenuto, all'interno della maggioranza, di trovare dei distinguo e di posizionarsi diversamente, non hanno mai detto che non avrebbero dato l'appoggio a questa maggioranza.
Quindi, Presidente Ghigo, quali 32 voti? Sono 35! Sono 35 persone che credo, vorrebbero da noi, da lei in primo luogo, che si facesse politica non che si faccia teatrino dei pupi - parlo sempre di me, non parlo degli altri - perché siamo a questo livello! Se c'è una cosa che condivido nell'intervento del Segretario regionale del PDS Marengo - che comunque ha sollevato anche dei problemi - è che noi oggi ci troviamo di fronte al nulla, ma non il nulla della maggioranza e della Giunta: il nulla di questo dibattito, il nulla delle affermazioni di questa minoranza, che punta la pistola e gli cade il tappino: il nulla della politica.
Presidente, oggi, combinazione, sulla stampa, c'è scritto che il Presidente Prodi dichiara: "Ho la pistola scarica". Perfetto: anche qui il centro-sinistra ha la pistola scarica. E come tutti quelli che hanno la pistola scarica, non sapendo più cosa fare, cosa fa? Butta l'arma, per dare la sensazione che c'è ancora qualcosa da tirare, cioè per dare una sensazione di eclatanza alla sua azione, che invece non esiste. Ed è questo che noi dobbiamo combattere e rilanciare, Presidente.
Per questo motivo, noi la invitiamo prima di tutto ed innanzitutto a smetterla - tutti noi - di farci menare per il naso, perché questo non è un dibattito politico, perché questo dibattito non ha fondamento, perch nessuno ha parlato della relazione tecnica. E se noi abbiamo accettato di venire in quest'aula a discutere - e ad annoiarci, parlo sempre per me - lo abbiamo fatto perché pensavamo - ahinoi! - di dover dibattere sulla relazione tecnica, quasi che del caso, che non cito, non se ne fosse ancora parlato abbastanza.
In tre settimane di lavoro del Consiglio regionale del Piemonte, con un provvedimento fondamentale come il Piano sanitario, noi discutiamo di niente. Siamo stufi di discutere di niente. Capisco che il dibattito non debba essere soffocato - sono l'ultimo a dirlo - ma andate un po' a chiedere al Presidente Violante se accetterebbe, per tre settimane di fila di parlare di un presunto avviso di garanzia di un Segretario della maggioranza! Andatelo a chiedere al Presidente Violante o al Presidente Prodi (fatte le debite proporzioni, perché noi siamo un modesto, oggi molto modesto, parlo sempre per me, Consiglio regionale)! Ma non ci pensano neppure! Noi siamo qui per fare delle cose, non per gettare delle parole al vento, dei proclami altisonanti di crisi presunte. L'ha detto il Consigliere Montabone prima, che ha messo in evidenza, se ce ne fosse stato ancora bisogno, le realizzazioni di questa maggioranza. Ma quando mai gli altri le hanno fatte? Il Testo Unico sull'artigianato, la legge sul turismo, la legge sulla caccia, la legge sul personale (che nessuno è riuscito a fare in più legislature): sono cose importanti.
La verità vera, cari colleghi della minoranza, è che voi - scusate se ve lo dico anche con un po' di banalità - siete gelosi. Al Consigliere Saitta è sfuggito che questi Assessori vanno ad inaugurare le mostre; io capisco che vorrebbe essere lui a tagliare qualche nastro, ma questo attenzione! - è un lapsus significativo di una mentalità: la mentalità di chi vorrebbe, ma non può; di chi è geloso di fronte ai successi altrui, che ci sono stati in questa Regione da parte di questa maggioranza, e che allora fa "pum pum" perché non sa cosa dire.
Noi le battaglie le facciamo serie; quando c'è - è una metafora! - da sparare, si spara, ma non con i tappi, perché se c'è da fare una guerra deve essere una guerra, non deve essere la guerra dei film e non deve essere una guerra che fa perdere tempo alla Regione Piemonte! Addirittura c'è chi chiede la sospensione del Consiglio, perché? Cosa sospendiamo a fare? Oggi c'è un dibattito, se la minoranza ritiene che la maggioranza sia così debole presenti una bella mozione di sfiducia, la votiamo e "attacchiamo" con il Piano sanitario. Ma perché non potremmo parlare del Piano sanitario? Forse noi Consiglieri regionali del Piemonte non riusciamo ad essere così eclettici e così responsabili da riuscire in un solo giorno a sostenere l'importanza di un dibattitucolo sulla presunta crisi della maggioranza e su un'altra cosa così importante ed approfondita come il Piano sanitario regionale? Noi siamo qui, dobbiamo stare qui fino a questa sera e anche domani per portare a casa questi provvedimenti.
La parte del teatro l'abbiamo fatta, la accantoniamo e torniamo a fare le cose serie, altrimenti noi non ci stiamo a farci avvitare in questi dibattiti sempre più svolti sul "niente"! Presidente Ghigo, noi la invitiamo a rilanciare con forza, con veemenza, senza paura, perché lei non deve avere paura di questa maggioranza sempre più compatta, nelle sue differenze, ma sempre più compatta e tesa ad un unico obiettivo, perché è questo che bisogna rimarcare, come diceva anche bene il Consigliere Scanderebech, deve rilanciare i grandi temi di quella politica che ancora non siamo, per motivi di tempo, riusciti a realizzare. Nei prossimi due anni e mezzo si giocano tante battaglie importanti.
Io vorrei, ad esempio, che anche la legge sulla famiglia, che ogni tanto dimentichiamo, tornasse fuori dai cassetti e noi chiediamo che torni fuori dal cassetto e che si ricominci da lunedì, perché noi fra due anni e mezzo avremo esattamente esaurito il programma, anzi, fatto anche qualcosa di più. E io capisco che questo dia fastidio. Il momento in cui si scatena un dibattito su una presunta crisi della maggioranza, è il momento in cui ci sono da cambiare o si rimettono in discussione l'Ufficio di Presidenza la nomina del Presidente del Consiglio, quindi è un momento che qualcuno presume essere tanto delicato che, "non si sa mai, io provo a dare una spallata, poi qualcosa verrà fuori". Non viene fuori niente! Io ve lo dico con assoluta serenità e, per una volta tanto, con assoluto ottimismo: non viene fuori niente! L'Ufficio di Presidenza e il Presidente del Consiglio verranno eletti con una tranquillità veramente paradisiaca. Le spallate di oggi non servono. E allora torniamo alla politica.
Rilanciamo i grandi temi e, Presidente Ghigo, basta con questa mentalità - glielo dico con affetto ed amicizia - basta con questa sindrome da difesa. Noi non abbiamo nulla da difendere. Noi abbiamo solo da affermare e continuare a portare in giro con orgoglio quello che è stato fatto e quello che vogliamo fare; noi non abbiamo e non accettiamo alcun tipo di sudditanza, né psicologica, né politica, di fronte a chi fa attacchi che non hanno alcun fondamento. Presidente Ghigo, sa qual è l'unico nemico che abbiamo? Noi. Qualcuno dirà che non è poca cosa; sì, è pochissimo, perché quello che diceva Montabone è molto vero, cioè non essendoci una crisi è come se uno tutti i giorni, tentando di farti una campagna motivazionale, ti dicesse "tu sei in crisi", "no, veramente io sto benissimo", "no, tu sei in crisi": questa è la realtà! E allora di fronte a tanta virtualità di atteggiamenti, di comportamenti, di infondatezza, noi stiamo benissimo, siamo sani come dei pesci. L'unica cosa che dobbiamo fare è rilanciare l'iniziativa politica, ma con forza. Non dico con violenza perché si è parlato di crisi violenta; io la crisi violenta la vedo nella minoranza.
Una crisi di violenta preoccupazione per le cose che non è riuscita a fare in passato e perché violentemente ha il timore di quello che noi stiamo facendo e riusciremo a fare in futuro. Un'azione, Presidente Ghigo che io vorrei ricordare e forse ce ne stiamo dimenticando, che ha portato il Polo a vincere quasi le elezioni al Comune di Torino - le abbiamo perse per una frattaglia - però non dimentichiamo che noi un anno fa abbiamo perso 8 a 0 in questa città, e se oggi si andasse a votare, noi, grazie anche all'attività di questa Regione, siamo riusciti a spendere in una città difficile come Torino un volto talmente tranquillizzante e talmente attivo e valido di una maggioranza di centro-destra da riuscire in un anno quasi a ribaltare il risultato delle politiche, che è un fatto eccezionale.
Credo ci sia la preoccupazione dei nastri che si tagliano! Perché ogni nastro sono voti, ma non sono voti perché qualcuno fa del clientelismo sono voti perché ogni nastro è un'attività che si apre, è qualcosa che si crea e che si fa ed è qualcosa che fa e crea questa maggioranza di centro destra e che altri non hanno potuto fare, ed è per questo che dobbiamo smetterla con questa sindrome che ho definito nei giorni scorsi di Fort Apache! Presidente Picchioni, non mi suoni, perché lei ha suonato agli altri dopo 18 minuti. Io sono stato annoiato, ma attento.
Quindi, visto che nemici non ci sono, visto che le crisi non ci sono visto che stiamo benissimo, certo che se ce ne fosse bisogno anche noi come suggeriscono alcuni analisti, dovremmo metterci davanti allo specchio tutti i giorni e dire "io sto benissimo, la crisi non c'è", non credo che abbiamo bisogno neanche di questo. Semplicemente, a fronte di attacchi di chi spara con il tappo, noi attacchiamo sparando con le cose, che sono le uniche che interessano a tutti quei cittadini piemontesi che hanno già dimostrato di apprezzarle e che non aspettano altro di vedere una Regione che fa, perché del dibattito di oggi, diciamocelo chiaramente, non frega niente a nessuno. Neanche a noi che lo facciamo.
Io vorrei vedere un piemontese tipo che prendiamo a forza dalla strada perché da solo non verrebbe - e lo costringiamo a seguire questo dibattito: non gliene frega niente! Quando ci sono le crisi vere, che sono quelle della mancanza di voti, di contenuti di identità, anche le aule del Parlamento... Oggi - non è una crisi vera e lo sappiamo tutti Montecitorio è pieno così, perché è un interesse vero. Al Piemonte non gliene frega niente. La prima volta poteva esserci un motivo, la seconda già no, la terza non frega niente a nessuno: è chiaro che la stampa c'è perché chissà cosa spera di sentire oggi.
Credo che, come me, siano rimasti molto delusi da quello che hanno sentito oggi: io sono delusissimo. Quindi, concludo, Presidente invitandola a rilanciare. Basta con le difese, giochiamo un po' d'attacco.



(Applausi dai banchi di Alleanza Nazionale)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Signor Presidente e colleghi, la seduta di questa mattina, sin dal minuto iniziale, è stata assai impegnativa; sulle questioni dibattute si può anche esprimere il giudizio del collega Agostino Ghiglia; è comunque incontestabile l'impegno di alcune ore di tutti noi.
Personalmente, inizierò l'intervento raccogliendo l'invito del collega Montabone, il quale si è augurato ci fosse, anche da parte di Forza Italia l'invito alla collega Benso affinché rimanga all'interno dell'Ufficio di Presidenza; mi associo volentieri ed accolgo l'invito del collega.
Alcuni colleghi, per esempio il Consigliere Ghiglia, ma non solo, hanno iniziato i loro interventi facendo riferimento al quadro politico nazionale di questi giorni. Da parte delle opposizioni si è parlato di crisi politica profonda della maggioranza consiliare. Certo, come rappresentante di Forza Italia - Gruppo dal quale c'è stata, negli ultimi giorni, l'uscita di due Consiglieri - responsabilmente, non posso avere la disinvoltura del collega Ghiglia nel far finta che non sia successo nulla. Certo è, comunque, che la maggioranza è stata eletta nel 1995 con l'espressione di 33 Consiglieri; si è in seguito rafforzata con l'entrata di altri due Consiglieri, che sono aumentati a 35; oggi, sono ancora 35: è, questo, un dato di fatto, che di per se stesso sarebbe sufficiente a dire che non c'è crisi politica.
Certo, vi sono dei problemi: non possiamo fingere quando avvengono transumanze, spostamenti, fibrillazioni e tensioni. Dobbiamo prenderne atto. Non voglio assolutamente minimizzare, come suggeriva il collega Marengo, ma neanche massimizzare; fra crisi politica e crisi - se così possiamo dire - di una certa convivenza, di certi rapporti, esiste una differenza profondissima. Non siamo stati eletti in questa assemblea affinché si desse luogo a solidarietà di tipo volontaristico, particolare ma affinché si costituissero maggioranze e minoranze: l'elettorato ha fatto delle scelte.
Farei quindi delle distinzioni sostanziali fra quanto avviene oggi all'interno del quadro politico nazionale; all'interno della maggioranza che governa il Paese c'è crisi politica, si sta infatti discutendo su una legge finanziaria, quella dell'anno prossimo, epocale sotto certi aspetti poiché deve valutare se far entrare il Paese in Europa, e in che modo.
All'interno dei numeri che sostengono la maggioranza, vi è l'Ulivo che sostiene una certa linea politica e Rifondazione Comunista che ne sostiene un'altra. Questa è differenziazione politica! All'interno dei nostri lavori e del nostro stato d'essere esistono dei problemi; torno a ripetere che non possiamo nascondere la testa sotto la sabbia, ma dal punto di vista politico, assolutamente, ritengo che non si possa parlare di crisi.
Elencherò qualche risultato di questa maggioranza. I risultati sono più corposi e più robusti ancora di quelli cui ha accennato "di striscio" qualche collega in precedenza. Si è parlato della legge sul personale pilastro fondamentale sul quale costruire, oggi, il bilancio dei lavori a metà legislatura - e siamo intenzionati, come diceva il collega Ghiglia, a rilanciare la maggioranza progettualmente. La legge sul personale è sicuramente un pilastro fondamentale sul quale costruire il modo d'essere dell'istituzione regionale nella seconda parte della legislatura.
Oltre alla legge sul personale è da ricordare la legge Galli; il Piemonte è stata la prima Regione ad adottare, entro dicembre 1996 l'"indotto" della legge Galli che, per quanto riguarda il governo delle acque pubbliche e private nei prossimi anni, rappresenta un punto fondamentale programmatico.
Piano rifiuti. Non sono minuzie quelle che stiamo elencando, anche il Piano rifiuti rappresenta un grosso punto programmatico che questa maggioranza, con il contributo delle forze consiliari, ha condotto in porto.
Legge sulla caccia. Provvedimento rilevantissimo, che in passato aveva prodotto inciampi e proroghe, e che questa volta ha avuto la forza di superare l'ostacolo e consentire di approvare una normativa nuova che, per quel che ci risulta, funziona bene - siamo al secondo anno di sperimentazione.
Testo Unico sull'artigianato. Certo, ha ragione la collega Spagnuolo a dire "era già pronto"; ma era pronto un provvedimento approntato dalla maggioranza che ha retto la Regione dal 1994 al 1995. Il provvedimento adottato da questa maggioranza e dalla Giunta Ghigo è frutto della concezione sociale e politica dell'artigianato di questa maggioranza, che naturalmente non è coincidente o sovrapponibile dal punto di vista politico alla maggioranza di allora.
Piano dei trasporti. Finalmente, dopo molti anni, l'altro giorno l'Assessore Masaracchio ha portato ed illustrato in Commissione il Piano trasporti. Anche in questo caso, non si tratta di minuzia; certo, non è ancora arrivato in porto, ma la Giunta lo ha prodotto e portato in Commissione; avremo modo di discuterlo. Piano che sarà l'asse portante di tutte le infrastrutture regionali che costituiranno la nervatura sulla quale irrobustire l'economia della nostra Regione.
Il Testo Unico sulla montagna è in dirittura d'arrivo in Commissione.
Mi scusino i colleghi di Giunta se non ho elencato qualche provvedimento; ritengo comunque che dopo due anni e mezzo, e quindi al "giro di boa" della legislatura, sia opportuno mettere in evidenza quanto la maggioranza ha prodotto, visto che nella scorsa seduta di Consiglio si è spostato il problema dalle denunce amministrative iniziali del collega Cavaliere alle questioni politiche. Oggi, la discussione è squisitamente sul piano politico: addurre e portare elementi del tipo di quelli che ho elencato penso sia utile a dimostrare quanto stiamo sostenendo.
Legge sul turismo. Provvedimento rilevante, che insieme agli altri rappresenta l'incisività notevole espressa dalla maggioranza e dalla Giunta: si veda, ad esempio, il finanziamento del buono casa o, comunque di quei provvedimenti presentati dall'Assessore Botta che, a partire dal bilancio del 1996 all'impegno assunto per il 1998, porta sostanzialmente ad un'azione triennale, in grado di dare grosse risposte in un settore portante dell'economia della nostra Regione.
Piano sanitario. E' vero quanto detto dal collega Ghiglia sostanzialmente, è da tre settimane che lo stiamo trascinando di Consiglio in Consiglio. Personalmente, sono comunque fiducioso: a mio parere, fra oggi e domani, nonostante il centinaio di emendamenti, verrà approvato.
Sicuramente non saranno tre settimane a pregiudicare l'incisività del Piano, che, fra l'altro - mi riferisco ancora all'intervento del Consigliere Marengo - non è stato, come molti altri provvedimenti, un documento che la maggioranza - forse non ne avrebbe avuto neanche la forza e dal punto di vista politico sicuramente non ne sarebbe valsa la pena - ha inteso portare avanti affrontandolo dalla propria angolatura munita di paraocchi. Per tutti questi grossi provvedimenti direi che c'è stata una convergenza quasi continua, sicuramente incisiva e di peso specifico elevato, dal punto di vista politico, di alcune forze dell'opposizione, PDS in primis. Questo è un dato politico da non sottovalutare.
In questi due anni e mezzo, noi non ci siamo trovati ad avere la proposta "A" della maggioranza e la proposta "B", contrapposta, della minoranza. Noi ci siamo trovati su questi provvedimenti fondamentali convinti che su alcune questioni non possono esistere paraocchi e quindi non possono esistere differenze nette di colori fra il chiaro e lo scuro ci deve essere una convergenza sul grigio che consenta di realizzare dei provvedimenti di un certo tipo, e la legge sul personale ne è un esempio perché sicuramente l'ha portata in porto la maggioranza, ma l'opposizione in modo responsabile, l'ha lasciata passare. Certo, dopo due anni, ma alla fine è passata.
Il Piano sanitario è un provvedimento grosso; il collega Montabone ricordava che all'interno di questo provvedimento, che rappresenta un po' il Piano regolatore della sanità e del socio-assistenziale dei prossimi tre anni, si caleranno anche 2.000 miliardi, oggetto di una precedente deliberazione. Questa è una scelta importante. Anche qui c'è stata una grossa convergenza; io ho vissuto le ultime sedute della IV Commissione e ho assistito ad una forte opposizione di Rifondazione Comunista, ma ho anche visto che da parte di altre forze dell'opposizione c'è stata una grossa convergenza. Quel Piano sembra dunque essere un Piano potenzialmente molto valido, anche se è meglio non sbilanciarsi troppo perché purtroppo l'esperienza del Piano precedente ci ricorda che, dopo cinque anni, è stato realizzato soltanto il 15% del contenuto del Piano stesso. E' una percentuale che non vorremmo si ripetesse - e siamo convinti che non sarà così - nella realizzazione di questo Piano, perché la validità della teoria sta bene, ma occorre poi fare un'azione concreta affinché quanto è previsto nei Piani diventi dinamica e si possa concretizzare.
Un altro punto che considero importante, ne parlavo anche con il Presidente Picchioni nei giorni scorsi, riguarda il caso degli Stati Generali di Ivrea. E' stato citato come l'esempio di qualcosa di eclatante frutto dell'ingegno del Presidente Picchioni o di altri che, prima di lui a fine legislatura 1990/1995, hanno parlato per la prima volta di Stati Generali - mi riferisco al compianto Consigliere Paolo Ferraris - ma anche come un'occasione mancata, un'occasione all'interno della quale la Giunta o il Consiglio, che pure ha concepito gli Stati Generali attraverso la Presidenza e l'Ufficio di Presidenza, non hanno saputo esprimere progettualità di governo e fantasia concreta socio-economica nei confronti del futuro della Provincia di Torino. Ritengo che così non sia stato perché per la prima volta si è costituito un tavolo fra diversi soggetti istituzionali (Regione, Provincia, Comune di Ivrea, Camera di Commercio ecc.) che si sono impegnati, a fronte della situazione di grossa crisi e sofferenza dell'economia della Provincia di Torino, a confrontarsi con il Governo centrale e a studiare e valorizzare le potenzialità e le energie esistenti, al fine di tradurre tali energie in imprenditorialità.



PRESIDENTE

Se permette, Consigliere Gallarini, aggiungerei "in maniera concertata", perché questo è il fatto della governance; non in maniera singolare, per cui ognuno ricorre a Roma tirando per la giacchetta l'amico e l'amico dell'amico. Per la prima volta in Italia è stata votata dall'assemblea questa ipotesi di lavoro concertata fra le sei grandi istituzioni pubbliche della provincia di Torino, in modo che con il Governo si attui una politica organica informata e non concorrenziale, per affrontare tutti i problemi della provincia di Torino. Scusi se ho voluto postillare.



GALLARINI Pierluigi

Al contrario, la ringrazio per l'interruzione perché ha consentito l'interpretazione autentica di quello che è avvenuto e sta avvenendo e che rafforza la considerazione politica che io portavo a supporto delle affermazioni relativamente agli Stati Generali di Ivrea.
Un'altra considerazione, l'ultima, questa sì di natura politica, ma tesa comunque a risottolineare il fatto che non si tratta di crisi politica. Per la prima volta ci troviamo di fronte al fatto che un Consigliere o due Consiglieri, in occasioni diverse, lasciano un Gruppo per approdare ad un altro Gruppo, senza che questo comporti passaggi dall'opposizione alla maggioranza, o viceversa. Questo probabilmente è un fatto nuovo che dipende dalla legge elettorale, tramite la quale siamo stati eletti, e dal quadro politico nazionale di riferimento che per la prima volta stabilisce una linea piuttosto netta di demarcazione fra l'uno e l'altro polo. Questo è sicuramente un problema che la maggioranza deve farsi carico di affrontare, scendendo sulle lunghezze d'onda che il problema richiede. E' un problema di natura umana, è un problema di rapporti umani, è un problema di anima all'interno dei numeri e così via.
Noi non sottovalutiamo questo problema, non vogliamo passarlo a pie' pari però pensiamo che sia un problema che nulla ha a che vedere con la crisi ipotizzata, denunciata, sbandierata, politica di questa maggioranza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, su sollecitazione del collega Ghiglia, mi atterr all'oggetto della comunicazione del Presidente Ghigo. Una comunicazione che mi ha sorpreso, non solo per la sua brevità, ma soprattutto per il fatto che, in maniera abbastanza insensata, non tocca appieno il problema. Il collega Saitta ricordava come il Presidente Ghigo abbia letto la relazione con tanta, troppa enfasi; forse tanta enfasi gli ha impedito di leggerla bene, perché credo che così siano confermate appieno le questioni sollevate, con l'aggiunta di altri aspetti che coinvolgono la gestione collegiale della Giunta. Io non ho letto in quella relazione un non coinvolgimento dell'organo collegiale, semmai una correttezza di atti amministrativi separati, che è un'altra cosa. Credo, dunque, che il Presidente Ghigo non possa continuare a far finta di niente e cioè che il gruppo di lavoro, di analisi, la Commissione nominata dal Presidente, ha messo anche - credo - un po' in imbarazzo i funzionari che ne hanno fatto parte, che sono anche coloro che debbono firmare il processo deliberativo della Giunta, quindi sostenere che quanto hanno fatto forse... Nonostante ciò, è emerso un quadro molto, molto grave, e il Presidente della Giunta non ci dice come vuole superare il grave emerso, quali azioni intende intraprendere, quali iniziative mettere in atto.
Voglio anche sottolineare che i fatti stigmatizzati dal gruppo di analisi, nominato dal Presidente Ghigo, riguardano per gran parte un pezzo importante della cosiddetta campagna di immagine della Giunta regionale.
"Giochi senza Frontiere" e quant'altro, tutte le iniziative, i progetti, le manifestazioni di cui abbiamo parlato hanno fatto parte di questa campagna che, in due anni, ha elargito più di 15 miliardi di lire in un'opera, come ha ammesso il Presidente della Giunta... E io ho trovato gravissimo quanto ha detto nello scorso Consiglio il Presidente, e cioè che poich l'informazione del Piemonte è faziosa, si è dovuta promuovere questa campagna di immagine. Questo ha detto il Presidente la scorsa volta.
Poiché l'informazione, quella pubblica e privata, l'opposizione non la paga, credo che sia autonoma nelle sue definizioni - ammesso che sia faziosa. Ma non voglio entrare in questi giudizi. Di fatto, l'altra informazione è pagata con i soldi di tutti i cittadini. E il Presidente Ghigo ammette che non promuove il Piemonte, ma promuove la Giunta; del resto, lo abbiamo ampiamente stigmatizzato e segnalato.
I fatti stigmatizzati dal gruppo di analisi nominato dal Presidente Ghigo fanno parte integrante della campagna di immagine gestita direttamente dalla Presidenza della Giunta con i suoi collaboratori consulenti, come mi pare abbia avuto modo di dire anche l'ex Assessore Angeleri (dalle cose che abbiamo letto): le partite gestite da lui che facevano parte del progetto campagna d'immagine, ecc., erano seguite dal...
Mi sono ricordato quando il Presidente Picchioni l'altra volta ha parlato delle urla, delle grida di Federico.



PRESIDENTE

Lamento.



CAVALIERE Pasquale

Del lamento di Federico. Tutte gestite da colui che teneva ambo le chiavi del cor di Federico, che è un'altra cosa. Dobbiamo capire come mai costui tiene ambo le chiavi del cor di Federico.
E quindi, come ci ha detto anche l'ex Assessore Angeleri, queste campagne sono state gestite direttamente dalla Presidenza. Come ha detto il collega Marengo, è difficile - intanto è difficile in genere - che delibere superiori ai 200/300 milioni sfuggano da un'analisi collettiva, ma è ancor più difficile che delibere oggetto di un progetto che sta molto a cuore alla Giunta non siano state oggetto di riflessione, analisi, concertazione perché di concertazione - per usare un termine minimo - si è trattato.
L'altro elemento politico - politico, collega Gallarini, ma rilevante che pone e che ha posto, credo, a noi un serio imbarazzo, lo abbiamo rilevato in termini tenui diverse volte, ma cercando di far capire che questo creava imbarazzo al Consiglio regionale, è che questa campagna d'immagine si è rivolta per lo più - e non può essere altrimenti - a quelli che erano e sono stati gli interlocutori della precedente professione privata del Presidente della Giunta. Questo, per carità, niente di... Per ha messo in grave imbarazzo questo Consiglio regionale, soprattutto quando gran parte di questi finanziamenti sono avvenuti con il metodo principe.
Quello della triangolazione delle APT è stata la punta dell'iceberg, ma in genere si è trattato di affidamenti diretti, senza trattativa privata; in tutte queste partite, dallo Studio Testa in poi, di appalti non ve n'è stato alcuno: tutti affidamenti diretti. Questo è oggettivo e ha creato qualche imbarazzo.
Credo anche che sia un po' stupefacente che, da parte di molti Consiglieri della maggioranza, si sia stigmatizzato un giustizialismo di qua, un giustizialismo di là, e che nessuno abbia o senta il dovere di entrare nel merito di un problema che crediamo serio. In particolare, mi rivolgo all'Assessore Vaglio che ha fatto un intervento del tipo "Come erano belli i tempi quando arrestavano un Assessore alla settimana. Quelli sì che erano tempi".
Questi fatti avvengono dopo quei tempi, che pensavamo avessero rappresentato il punto più basso della gestione della Pubblica Amministrazione e che credevamo, al di là del Polo e dell'Ulivo, che fossero superate come pratiche, che ci fosse una consapevolezza di tutta la politica, quando si diceva "Vogliamo entrare in una seconda Repubblica vogliamo superare un certo scadimento, una certa degenerazione della politica". Sottovalutare la crisi e certi fatti, dire, come dicono molti Consiglieri: "Beh, in fondo erano peccati veniali, nessuno ha rubato" credo che sia sbagliatissimo.
E meno male, collega Ghiglia, che abbiamo sparato con il fucile con il tappo, altrimenti era una strage! Il problema, collega Ghiglia, è che gli Assessori dimessisi si sono dimessi in seguito ad alcune questioni, che voi continuate a non voler affrontare, danneggiando la posizione anche degli altri Assessori! Nel bene e nel male queste questioni! Dalle interviste dell'ex Assessore Angeleri è emerso un quadro che mi ha ricordato il libro di Bertolt Brecht "Gli affari privati del signor Giulio Cesare", dove si racconta delle degenerazioni del vecchio impero romano quando i senatori, gli affaristi in genere, si ritrovavano nelle terme - come usava allora - per gestire gli affari. Quando sento parlare delle terme mi vengono in mente queste immagini, un po' levantine - tra l'altro, in una regione del nord - dove le terme sembrano essere diventate il caput mundi, il centro del mondo, il centro dei destini del Piemonte! Per quanto avrei ancora da dire, che sicuramente infastidirebbe il Presidente Ghigo, occorrerebbe una seduta segreta. Mi stupisce il Presidente Ghigo, che si arrabbia e difende maggiormente i suoi consulenti di quanto non faccia per i suoi Assessori. Mi stupisce e mi fa pensare come mai abbia ambo le chiavi del cor di Federico.
Quindi credo, Presidente del Consiglio regionale, che per gli stessi motivi per cui, giustamente, è stata costituita, su richiesta dell'ex Assessore Angeleri, la Commissione d'inchiesta sulle dichiarazioni fatte in quest'aula e fuori, chiedo - ma credo che ci sia il consenso di altri colleghi e di altri Gruppi su questo punto - che venga istituita una Commissione d'inchiesta sull'attività di immagine gestita dalla Giunta regionale. Richiesta avanzata "non per il nulla" - come ha detto il collega Ghiglia - ma per tutti i motivi che sono stati qui richiamati.
Sulla crisi, sottolineo che avviene non quando alcuni Consiglieri abbandonano un Gruppo per abbracciarne un altro, ma quando si nota che cambia il progetto politico di una maggioranza.
Lei, Presidente Ghigo, intravede - e in questo dovrebbe avere il coraggio di rimanere coerente con i suoi proponimenti di due anni fa lentamente cambiare la formazione del suo Gruppo, il progetto iniziale.
Presidente, non so se questa era la politica che lei si prefiggeva da "nuovo" della politica. Tutto sommato, questa è una politica molto vecchia: nelle passate legislature molti Presidenti di Giunte regionali, prima di compiere delle scelte, usavano organizzare delle cene romane con i potentati economici piemontesi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, voglio iniziare il mio intervento con una premessa: il Consigliere Ghiglia nel suo intervento, che ho ascoltato con attenzione, ha ragione quando dice che è un mese che discutiamo del "caso Angeleri"; oggi era prevista la discussione sulla Commissione d'inchiesta; discussione iniziata il 9 settembre, oggi è il 7 ottobre: di queste cose ai cittadini piemontesi importa poco o comunque fino ad un certo punto. E' giusto discutere se ci sono delle inesattezze anche dal punto di vista giuridico, ma non si può discutere per un mese di seguito di questi argomenti e ridurre l'aula ad un confronto talvolta anche troppo avvelenato.
Caro Consigliere Cavaliere, lei ha vinto! Ha vinto lei! Ha vinto in quest'aula questo tipo di politica. Se è un mese che discutiamo di queste cose è perché lei, Consigliere Cavaliere, è riuscito a farci discutere di queste cose! Ha vinto il discredito - non nei confronti del sottoscritto o nei confronti, qualche mese fa, dell'ex Assessore Viglietta - nei confronti delle istituzioni; nei confronti di chi, nonostante tutto, ha ancora voglia di fare politica, ha ancora voglia di impegnarsi per gli altri, magari disinteressatamente.
Ha vinto l'infamia; ha vinto il degrado politico.
Per cui quest'aula, Presidente Picchioni, è diventata l'aula dove il dibattito si è imperniato su un tipo di politica che è la politica dei veleni.
Presidente, questo è inaccettabile per un'aula di un Consiglio regionale che ha visto - lo dicevano molto bene l'Assessore Vaglio, il Consigliere Montabone, ma anche altri colleghi - dibattiti ben più importanti per il futuro della nostra Regione.
Il fatto è che ha vinto questo tipo di politica, non solo perché l'ha sollevata il Consigliere Cavaliere; ha vinto questo tipo di politica anche all'interno della maggioranza, per cui, Presidente Ghigo, in merito ai veleni che si sono scatenati, ha ragione il Consigliere Marengo: abbiamo fatto tutto noi! Abbiamo fatto tutto noi! Ci vuole una laurea ad Harward per essere così intelligenti e bravi! Anche all'interno della maggioranza si sono fatte parole, si sono sentite nei corridoi le cose più svariate. Presidente, ne abbiamo anche parlato insieme, ricorda? Nei giorni scorsi, poi, abbiamo letto di tutto. Abbiamo letto di tutto! Io sto conservando tutti i ritagli di giornale dell'ultimo mese: si dice tutto e il contrario di tutto. E' un mese che guardo con attenzione, come molti cittadini piemontesi, il telegiornale della RAI. Devo ringraziare Mario Berardi per l'attenzione che ha sempre nei miei confronti, perch parla della mia vicenda tutti i giorni: non credevo che mi fosse così amico! Dico questo perché siamo stati in Consiglio comunale per tanti anni insieme, nello stesso partito; abbiamo anche fatto dei progetti insieme quindi c'è un rapporto umano per cui mi sento di ringraziarlo, in quanto ritengo che sia questo il motivo per cui lui mi dà tanta considerazione in questo momento.
In alcune sue dichiarazioni, Presidente Ghigo, c'è qualcosa che mi sconcerta. E la sintesi di queste sue dichiarazioni penso possa essere ritrovata nell'articolo di La Repubblica di sabato scorso: "Ghigo ha risposto ribadendo 'Ho almeno 32 voti sicuri, devo distribuire un Assessorato, partecipare alla decisione sul rinnovo della Presidenza del Consiglio e nominare più di trenta dirigenti: tutto questo mi aiuterà a mantenere in piedi la maggioranza'".
Non ho visto smentite, quindi immagino che queste dichiarazioni siano vere; mi si dica il contrario. Se però queste dichiarazioni sono vere, mi pongo qualche problema di ordine culturale, perché qui non si pu mercificare la politica! Bisogna capire che cosa vogliamo fare in quest'aula, perché - lo dicevo prima - è un mese che non si discute di altro, è un mese che non discutiamo di progetti e di problemi importanti! Agostino Ghiglia, hai ragione! Il Piano sanitario, il Piano socio assistenziale: invito davvero a voler discutere di questi problemi in quest'aula. Sono cose ben più importanti. Le Unità Sanitarie Locali attendono che vengano approvati questi provvedimenti; ci sono realtà bloccate dall'impasse che si è venuta a creare in Consiglio regionale.
Un mese fermi a discutere! Su cosa poi? Era nostra competenza (forse è meglio chiedercelo)? Forse no. Questa competenza è di altre sedi Consigliere Cavaliere: stanno indagando, stanno interrogando, stanno facendo tutte le cose che devono fare. Lasciamo a quelle sedi la discussione di queste cose. Discutiamo, confrontiamoci - l'ho già invitata l'altra volta - sulle cose concrete! Non basiamoci sui "si dice", sui "ma" per poi fare il toto-Assessori: dalla prossima settimana chi salta? Si fanno i nomi nei corridoi, si dice cosa ha fatto questo e cosa ha fatto l'altro.
Comprendo i motivi per cui la gente si allontana dalla politica, lo comprendo bene! Io ho fatto il gesto di andarmene da un movimento; ho fatto il gesto di andarmene dalla Giunta. Vi dico con estrema sincerità che sono seriamente tentato di andarmene anche dal Consiglio regionale, e vi sto riflettendo! Allora, Presidente, qui dentro non può passare questo tipo di cultura non può passare né questo né quel tipo di cultura per cui le persone vengono esclusivamente utilizzate quando servono e poi buttate al macero! Neanche quella! Pur rinnovandole la mia stima - la conosco dall'inizio devo però dire che lei purtroppo - a Napoli dicono che "nessuno nasce imparato" - non ha esperienza politica. Io ne ho poca, lei probabilmente di meno, perché è partito dopo di me e di molti altri.
L'improvvisazione politica crea molte volte brutti scherzi. Sarebbe utile, visto che all'interno della sua maggioranza ha tanti buoni Consiglieri, che si facesse aiutare da questi e non dai cattivi Consiglieri! Perché se passa questo tipo di cultura per cui le persone sono utilizzate, oppure quella oggi vigente, ovvero la cultura del Consigliere Cavaliere, allora capisco tutto. Viglietta: chi è Viglietta? Un Assessore della Giunta? Mah! Fuori uno! Angeleri? Mai visto né conosciuto.
Prima del "fuori due", mi si dice: "Presenta una querela e quella ti mette al riparo da tutto quanto", perché è la risposta a quel tipo di cultura! Non c'era bisogno di questi suggerimenti: l'ho presentata ancor prima che arrivassero.
"Però, tutto sommato, sarebbe meglio individuare un gruppo di indagine amministrativa, perché è meglio comunque cautelarci e tutelarci". Va bene: individuiamo il gruppo di lavoro e di indagine amministrativa.
"Però, tutto sommato, se uno lasciasse la delega al turismo sarebbe più libero e tranquillo di poter rispondere". E perché non lasciare tutte le deleghe? Assessore nudo! Risultato: fuori due! Vede, Presidente, qui non siamo alla Fininvest! Questa non è una rete di vendita! E badi, Presidente, che il mestiere che lei ha fatto, l'ho fatto anch'io, quindi tanto di rispetto. Lo dico come fatto culturale, che non può passare qui dentro: in politica esiste solo il gioco di squadra senza il gioco di squadra non si va da nessuna parte.
In questo momento, sto parlando da Consigliere regionale che appartiene all'area moderata, che ha dei valori in cui crede e continua a credere senza i quali ritiene che non si possa portare a termine una progettualità quale quella che noi abbiamo illustrato il 26/6/1995, perché per una parte qui dentro ci sono anche quei valori.
Allora, il gioco di squadra è un invito, è una sollecitazione; parlo come Consigliere di maggioranza, di opposizione... ormai non lo so più perché mi si invita alle riunioni in modo alternato: un giorno no e l'altro sì. Io, però, sono sempre lo stesso.
Il gioco di squadra deve portare ad una valutazione di fondo: che la politica è un servizio, che esiste ancora gente qui dentro che la politica la fa come servizio. Se passano questi due tipi di culture, vuol dire che la politica come servizio non esiste più. E se non esiste più questo tipo di politica, mi dispiace, Presidente, ma io non avallerò mai questo nuovo modo battezzato dal Consigliere Cavaliere, che qui è stato avallato e che lei dall'altra parte, non prendendo decisioni, ha consentito.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Inizio con una comunicazione di servizio. Visto e considerato che mi è stato addebitato un certo tipo di nervosismo nelle mie dichiarazioni di questa mattina, voglio solo precisare che questo nervosismo è dovuto al fatto che ho smesso di fumare. Come sanno gli ex fumatori, quando si smette di fumare si diventa nervosi. Perciò, me ne scuso, ma non sono nervoso per i problemi che nel dibattito di oggi mi sono stati contestati, attribuiti.
Devo dire che mi era successo poche volte di essere posto così all'attenzione di un dibattito, ma non mi tiro indietro e naturalmente cerco di fare e di elaborare alcune considerazioni di carattere politico perché in questo senso sono state sollecitate.
Prima di tutto, mi devo scusare con il Consiglio se ha avuto l'impressione che la mia affermazione sulla nomina di Presidente fosse da interpretare come una minaccia. Non è da interpretare come tale: ci sono due anni e due mesi di mia gestione che dimostrano che sono sempre stato particolarmente - anzi, questo atteggiamento mi è stato più volte contestato - disponibile, aperto ed equilibrato. Mi dispiace che sia stata interpretata in questo senso; voleva solo e semplicemente dire che una decisione così importante com'è la scelta di trentadue dirigenti presupporrebbe, perlomeno da parte mia, il desiderio di avere la possibilità di compierla in particolare tranquillità.
Comunque, se così non potrà essere, tenterò di fare ugualmente questa scelta insieme alla Giunta, anche perché è una scelta della Giunta, non del Presidente; l'organo collegiale deve compiere questa scelta entro il 30 ottobre, e compierla nella maniera giusta, in modo che la Regione Piemonte possa avere i dirigenti a gestire la struttura regionale in maniera coerente ed equilibrata.
Invece mi sembra che obiettivamente le parole del Consigliere Saitta siano state un pochettino più dure, nel senso che lui mi ha praticamente messo di fronte ad un aut aut: o cambiate sistema, oppure continuiamo con questa politica delatoria - alla quale faceva riferimento il Consigliere Angeleri. Tra poco qualcuno potrebbe definirci il "palazzo dei veleni" perché obiettivamente in questi ultimi venti giorni questo tipo di atteggiamento si è ampiamente realizzato.
Credo che la maggioranza debba rigettare tutto questo con forza. In questo specifico momento mi rivolgo alla maggioranza, cercando di rispondere pure alle sollecitazioni del Consigliere Angeleri: io non ho smentito le dichiarazioni fatte su La Repubblica come lei non ha smentito quelle fatte due giorni prima. Personalmente, non ritengo di aver fatto quelle dichiarazioni e comunque non le condivido.
Com'è stato ricordato, tutti i Capigruppo di maggioranza hanno riconfermato la loro fiducia al Presidente della Regione, e mi sembra di aver colto anche nelle parole del Consigliere Angeleri una riformulazione di fiducia, per cui, se non vado errato e se non faccio male i conti - se vogliamo fare ironia su questo aspetto - credo di poter contare ancora su una maggioranza di 35 voti. E' tuttavia vero che tutto quello che è successo in questo mese mi porta a fare alcune riflessioni.
E' anche sottile il gioco che l'opposizione fa nel sottolineare le capacità politiche del Presidente del Consiglio regionale contrapponendolo al Presidente Ghigo. La volta scorsa il Consigliere Riba diceva: "Si rivolga...", e lo stesso Angeleri oggi ha detto: "Chiedere consigli a buoni Consiglieri, cattivi Consiglieri...". Chiaramente questo è soggettivo ed opinabile; a seconda da dove si guardano, i Consiglieri possono essere cattivi o buoni; naturalmente la buona fede fa presupporre che uno tenti sempre di avere buoni Consiglieri.
Dicevo, anche questa contrapposizione con il Presidente del Consiglio Picchioni è chiaramente una strategia di destabilizzazione che l'opposizione mette in atto dal punto di vista dialettico, nel tentativo di creare delle incrinature all'interno di questa maggioranza.
Perché l'opposizione, che vuol porre delle incrinature all'interno della nostra maggioranza, e l'ha fatto con il sistema delatorio o con il sistema che ha voluto portare avanti qualche Consigliere, lo fa nel dibattito politico e in tutte le occasioni che le sono permesse? Perch questa maggioranza - è già stato ricordato, non vorrei ripeterlo ulteriormente - ha lavorato bene, ha prodotto dei risultati, ha comunicato in maniera - dicono i Consiglieri dell'opposizione - esagerata e strumentale.
Non compra la comunicazione, non compra la propaganda, perché le comunicazioni che la Giunta fa sulle testate locali sono comunicazioni di servizio. Giustamente, all'inizio avete fatto una polemica per una fotografia, ma in seguito non è mai più una fotografia: si fa l'elenco delle delibere. E credo che anche questo debba essere ricondotto nel giusto alveo.
La volontà di incrinare la maggioranza è sicuramente un obiettivo che l'opposizione legittimamente rincorre. Ma noi dobbiamo stare attenti non tanto perché il Presidente Ghigo vuole a tutti i costi rimanere Presidente perché ho fatto una riunione di maggioranza nella quale ho chiaramente affrontato il discorso in maniera molto ampia - quanto piuttosto perché a questa opposizione dà fastidio che il modello politico che questa maggioranza ha saputo realizzare in questa Regione possa rappresentare un punto di riferimento per altre aggregazioni di questo genere.
Voglio sottolineare a tutti voi: ricordate all'inizio di questa legislatura quanto l'opposizione giocasse sulle diversità tra Alleanza Nazionale e noi, l'altra parte dello schieramento? Quanto sottolineasse l'impossibilità che uomini di centro potessero in un certo senso trovare affinità politiche nei confronti di una destra che, a detta loro, non era sicuramente cambiata rispetto al passato? Qui in Piemonte abbiamo dimostrato il contrario, abbiamo dimostrato che il centro-destra esiste che il centro-destra è capace di governare e che ha una capacità di proposta politica; che Alleanza Nazionale all'interno del centro-destra si comporta non come immaginavano loro, un partito fuori dallo schieramento democratico, ma si comporta come partito democratico all'interno del centro destra, con una proposta politica che in quest'aula - se volete ricordare ha forse portato nell'arco di due anni e mezzo ad uno o due momenti di scontro particolare su tematiche di carattere importante, ma diversamente c'è sempre stata l'uniformità. Allora, non vi viene in mente che, al di là di quelle che sono le considerazioni di carattere personale e di gioco delle parti, ci sia obiettivamente la volontà di voler dimostrare che il nostro modello di governo, la nostra alleanza, può governare o pu funzionare? Credo che questa riflessione vada fatta e lascio perdere naturalmente tutte le considerazioni che sarebbero fin troppo ovvie e che potrei fare sulla situazione politica romana, ma credo che questo possa essere fatto in altre situazioni ed in altra sede.
Del resto, il Consigliere Montabone citava un argomento che ha la sua valenza: questo meccanismo elettorale, sia a livello nazionale che a livello locale, dà stabilità? E' difficile dirlo, noi dobbiamo impegnarci perché questo avvenga. Noi dobbiamo far sì che questo avvenga. Allora, cosa dico alla maggioranza? Sicuramente ci dobbiamo guardare un po' dentro dobbiamo aumentare il livello di scambio e di convergenza sulla progettualità che il centro-destra deve rappresentare in questa Regione anche nelle azioni di governo, ma sicuramente credo che ognuno di voi dentro di sé debba sentire l'orgoglio di appartenere ad una coalizione.
Ogni tanto io dico che siamo una specie protetta, perché farsi accettare come centro-destra in una società come la nostra non è così semplice. Non è così semplice perché noi partiamo sempre con l'handicap.
Noi siamo di centro-destra e questo sembra quasi essere una macchia.
Allora, l'orgoglio che noi dobbiamo tirare fuori è dimostrare che anche chi è di centro-destra e viene additato da tutto quello che ci circonda come elemento spurio, può invece rappresentare un elemento propositivo. E noi la ripresa della proposizione politica la faremo su temi fondamentali della nostra Regione, su quei temi che oggi tanto mettono in difficoltà la discussione del Governo nazionale, proprio sui temi sociali.
Questo è l'invito che vi faccio ed è l'invito che naturalmente rappresento alla mia maggioranza. Ci sono sicuramente degli elementi e delle situazioni che vanno chiarite; può darsi che il sottoscritto abbia anche fatto qualche errore.
Angeleri voleva farmi notare nel suo intervento la mia precedente esperienza: io non ho mai considerato la Giunta come un'azienda. Forse fra tutti gli uomini politici che vengono da quell'azienda ho la presunzione di pensare che sono il meno aziendalista, perché ho sempre permesso ad un organo come la Giunta di partecipare alle decisioni.



ANGELERI Antonello

E gli altri come erano?



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Più aziendalisti.
Voglio anche ricordare al Consigliere Angeleri che la difesa da parte di questa maggioranza nei suoi confronti c'è stata. Abbiamo eseguito due votazioni in questo Consiglio, nelle quali è stata data la totale fiducia alla sua persona. D'altro canto, anche le cose che ho detto oggi nella mia relazione ne sono elemento abbastanza comprovante.
Alla mia maggioranza dico che noi abbiamo un obiettivo, dobbiamo sentire l'orgoglio di rappresentare un modello di governo di centro-destra e non solo per il Piemonte, ma anche per tutte le situazioni all'esterno del Piemonte. La situazione politica generale, non solo quella della Regione, ma di tutto il nostro Paese, è una situazione politica molto fluida. Si possono fare ed immaginare tutti i giochi.
Noi crediamo nel bipolarismo, noi crediamo nell'alternanza democratica di governare; ebbene, in questo senso, io credo che tutti noi come maggioranza dobbiamo fare quadrato ed essere orgogliosi e convinti di rappresentare un'alternativa: questo è l'orgoglio che tutti noi dobbiamo sentire, quello di rappresentare un'alternativa, altrimenti in questo Paese un'alternativa non c'è. Noi siamo nella situazione di poterla rappresentare e vogliamo perdere questa occasione? E vogliamo sfibrarci per cancellare questa possibilità? Io credo che questo non dovrebbe succedere.
Voglio anche aggiungere - e questo lo voglio dire all'opposizione - che continuerò, come ho sempre fatto, a prendere in seria considerazione le cose che ho ascoltato oggi. Non mi sono passate addosso come acqua fresca forse nel teatrino della politica mi verrebbe comodo dire così l'opposizione ha fatto la sua parte, l'opposizione ha detto le cose che doveva dire, io le ho ascoltate e poi eventualmente c'è stato un voto o non c'è stato, questo ancora non lo sappiamo: invece io dico che le cose che ho ascoltato oggi le ho ascoltate con estrema attenzione e sono cose sulle quali faccio delle profonde riflessioni. Sono un contributo, quelle naturalmente che entrano nella sfera di polemica politica, sto parlando di queste, non di quelle che ho trovato, obiettivamente, un po' fuori luogo.
Bene, io ne tengo conto.
Oggi l'opposizione mi ha dato un contributo, mi ha fatto capire che devo tenere ancora più dura questa posizione, che devo impegnarmi maggiormente nella gestione di quelli che sono i rapporti all'interno della maggioranza e che devo rappresentare il coraggio e l'espressione della maggioranza che mi sostiene in questo Consiglio con delle proposte politiche, riprendendo l'iniziativa politica.
Consigliere Marengo, quando lei dice "avete fatto quello che vi abbiamo lasciato in eredità", cerchiamo di capirci. Non ho mai nascosto che alcuni provvedimenti sono stati portati in porto grazie al consistente contributo dell'opposizione, ma queste situazioni politiche, come ha detto qualcuno c'erano anche nelle legislature precedenti. Allora, non è che io mi debba lodare da solo, come diceva Chiezzi, ma è indubbio che se non altro una capacità di mediazione, di discussione e di approfondimento ha fatto sì che questa maggioranza portasse a casa dei provvedimenti importanti. Non voglio ricordarli tutti, ma sono importanti.
Noi abbiamo assunto per il nostro territorio dei provvedimenti di grandissima importanza. Possiamo dire - non è completamente merito nostro che sulla sanità la Regione Piemonte non fa debiti? Lo possiamo dire? Ha un significato importante. Altre Regioni fanno mille miliardi di debiti che poi gravitano su tutta la spesa del nostro Paese e mettono in crisi la realizzazione di una Finanziaria. Se non ci fossero quei debiti sulla sanità, probabilmente si potrebbero destinare i soldi all'occupazione nel sud. E diciamole queste cose, perché sono vere! Possiamo dire che la Regione Piemonte è riuscita a fare gli investimenti sull'edilizia sanitaria, cosa che altre Regioni non hanno fatto? Possiamo richiamare la questione dei rifiuti e tutte le iniziative che abbiamo attuato.
A me sembra obiettivamente di esagerare nel ripetere queste cose, per è chiaro che quando sento che noi abbiamo realizzato solo cose che ci hanno lasciato in eredità altri, rispondo che non è vero: abbiamo agito con l'aiuto dell'opposizione - non l'ho mai negato - ma noi abbiamo messo del nostro, la nostra proceduralità, la nostra volontà e la nostra determinazione e trasparenza nel gestire l'amministrazione pubblica, perch questa Giunta - lo dico senza timore di essere smentito - rispetto a qualsiasi altra Giunta è molto, molto più onesta. Questo va anche detto perché attraverso questa delazione continua sembra che questa Giunta chissà cosa abbia fatto! Non ha fatto assolutamente nulla, avrà fatto forse qualche piccolo errore, ma io firmo 12 mila atti all'anno: se me ne vengono contestati uno o due - contestazione ancora da verificare se legittima o meno - non si deve pensare che tutta l'amministrazione pubblica non funziona. Eh no! L'amministrazione pubblica funziona; può anche darsi che in qualche suo ganglio non abbia funzionato...



CAVALIERE Pasquale

Vergognati, Ghigo, vergognati! Vergognatevi! Vergognatevi!



PRESIDENTE

Per cortesia! Non può dire queste cose! Consigliere Cavaliere, la prego! Lei può dissentire quanto vuole, ma non può assolutamente permettersi di insultare le persone! Abbia pazienza!



CAVALIERE Pasquale

Non è un insulto!



PRESIDENTE

Eh sì: la vergogna presuppone a monte qualcosa; non mi pare sia gratificante! Abbia pazienza! Abbiamo svolto un dibattito assolutamente sereno, finora.



CAVALIERE Pasquale

Non sono complice... "delazione"? I complici fanno la delazione: siccome non sono complice del collega Angeleri... non faccio delazione. Non sono complice!



PRESIDENTE

Presidente Ghigo, prego, continui.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Vorrei concludere. Mi spiace questo tipo di polemica; naturalmente, io espongo la mia considerazione, non ho la pretesa che sia condivisa da tutti: ho detto quello che penso io.



(Commenti del Consigliere Cavaliere)



PRESIDENTE

Presidente Ghigo, prosegua.



(Commenti dell'Assessore Masaracchio)



PRESIDENTE

Assessore Masaracchio, abbia pazienza!



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Concludendo, visto e considerato che anch'io devo rispettare i tempi ribadisco che le considerazioni di carattere politico dell'opposizione mi fanno riflettere molto. Anzi, ritengo che questo sia un elemento sul quale tutta la maggioranza farà le dovute riflessioni per riprendere una proposta politica che obiettivamente, in questo mese, per i motivi che sono stati ricordati, abbiamo un po' smarrito, vista la situazione di tensione continua che non ci ha più permesso di operare in senso programmatico. Come ho già detto, non vorrei che questo fosse il vero obiettivo dell'opposizione: tirare fuori elementi per non operare in maniera corretta.
Ringrazio i Capigruppo della maggioranza per la fiducia e il conforto che mi hanno dimostrato; ritengo che questa maggioranza non sia assolutamente in crisi, ma che debba rappresentare un modello del centro destra e che debba continuare a governare la Regione, migliorandosi ed assumendo iniziative di carattere politico importanti per il territorio, ma anche ricordando che fino ad oggi ha governato bene.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Avevo chiesto, durante l'intervento, una sospensione. Annuncio - non so cosa deciderà il Consiglio in proposito - la presentazione di un ordine del giorno - non so se attendere la decisione sulla sospensione, o meno...



PRESIDENTE

A che fine, scusi?



CHIEZZI Giuseppe

Al fine di riflettere su quanto è successo oggi in aula.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno è connesso alla discussione, per cui lo porti al tavolo della Presidenza.
Dò lettura dell'ordine del giorno presentato dai Consiglieri Chiezzi Simonetti, Moro e Papandrea: "Il Consiglio regionale del Piemonte a seguito del dibattito aperto dalle co-municazioni del Presidente della Giunta regionale Enzo Ghigo e della Consigliera Anna Benso preso atto che esponenti della maggioranza di governo eletta nell'aprile 1995 han-no dichiarato la sfiducia nell'operato del Presidente Enzo Ghigo e lamentato procedure non ortodosse nell'attività della Giunta regionale, rispetto ai risultati e alla finalità della legge elettorale ed agli elettori richiede al Presidente della Giunta regionale Enzo Ghigo di dimostrare con atto pubblico in Consiglio regionale quali siano le attuali componenti della propria maggioranza e gli eventuali scostamenti da quella eletta nell'aprile 1995".
La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Le chiederei, signor Presidente, una breve sospensione dei lavori del Consiglio, in modo da poter valutare anche le ultime dichiarazioni del Presidente della Giunta regionale e decidere le determinazioni da parte di alcune forze di minoranza.



PRESIDENTE

Chiuderei dunque i lavori della seduta antimeridiana.
Alle ore 15 ci sarà immediatamente l'illustrazione dell'ordine del giorno da parte del Consigliere Chiezzi ed altre determinazioni.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,50)



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