Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.168 del 23/09/97 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo, per il pomeriggio, i Consiglieri Bellingeri Galli, Rossi e Simonetti.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Comunicazione del Presidente della Giunta regionale relativamente alle dimissioni rassegnate dall'Assessore Angeleri (seguito)


PRESIDENTE

E' aperto il dibattito sulla comunicazione del Presidente della Giunta regionale di stamattina, relativa alle dimissioni rassegnate dall'Assessore Angeleri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Sono rimasto molto colpito dall'intervento dell'Assessore Angeleri di questa mattina.
Sono rimasto colpito non dal tono particolarmente forte e risoluto, n dalla convinzione con cui si è espresso, né dagli attacchi che ha rivolto contro chi ha sollevato nei suoi confronti i problemi che oggi torniamo a dibattere. Sono rimasto colpito, e profondamente convinto, dal significato profondo e alto, mi si consenta di usare questo termine che in politica ci siamo tutti un po' dimenticati, che l'Assessore ha voluto dare al suo intervento, che non è stato soltanto la difesa personale di chi ad oggi non ha ricevuto alcun atto formale e si trova sbattuto, per usare un gergo, in prima pagina, ma è stato soprattutto la difesa di un principio, che noi di Alleanza Nazionale, e credo tutti i colleghi, non solo della maggioranza condividiamo.
Il principio del garantismo, il principio della supremazia della politica e il principio, se vogliamo per estensione, anche se non è stato citato, della divisione dei poteri; principio basilare secondo cui ognuno deve fare il proprio dovere, o fare le cose che dovrebbe.
Questo principio, che, se vogliamo trasferirlo alla politica, diventa il principio fondante della nostra azione e della nostra attività, è anche particolarmente delicato e ci impone una riflessione profonda su tutto quello che noi facciamo, sul nostro modo di agire e sullo stesso nostro modo di essere. Non è possibile che si trasformi l'azione politica in terrore e non è possibile che chi ha il diritto e dovere di amministrare una Regione, una Provincia, un Comune, debba vivere nel terrore.
Ci sono stati degli anni, recenti in questa Nazione, in cui c'era la paura della firma; il dopo Tangentopoli è stato un periodo particolarmente disgraziato per l'amministrazione pubblica, perché nessuno aveva più il coraggio di firmare e di fare il proprio dovere. E questo è il paradosso ed è un fatto tipico del terrore irrazionale che segue degli stravolgimenti storici, politici e comunque epocali.
Noi non possiamo continuare a vivere nel terrore; il terrore è stato una specie di regime, racchiuso in un contesto storico ed era un'anomalia rispetto alla normalità.
Noi oggi dobbiamo assicurare alla politica non soltanto un ruolo ed una dignità, ma anche e forse soprattutto la sicurezza e la tranquillità di azione, perché se noi commettessimo l'errore di continuare a scadere nel giustizialismo - attenzione - che non è neanche giustizialismo, ma è giustizialismo d'anticipo, perché semmai il giustizialismo andrebbe fatto su qualcosa di concreto e di reale e non sulla base di illazioni, di parole, di affermazioni e di denunce, quindi noi siamo ancora al pre giustizialismo, se sulla base di questo giustizialismo qualcuno si mette sulla strada molto pericolosa di chiedere dimissioni, di imporre dimissioni, di coinvolgere strutture amministrative, classi politiche dirigenti, noi ci spingiamo e cadiamo in un baratro di cui non possiamo assolutamente vedere la fine.
Questo indipendentemente da chi si trova a governare nel momento contingente.
Ci vuole la tranquillità della politica e dell'amministrazione; non è possibile, e qui c'è anche un lato umano, che uomini, partiti e coalizioni vengano infangati, vengano condannati sulla base di un sospetto, perché a questo arriviamo.
Chiunque di noi, lo voglio sottolineare 35 volte, che facciamo politica, anche se della politica non facciamo una professione, si trovi oggi ad essere sfiorato dal sospetto è rovinato, da un punto di vista umano e da un punto di vista politico e, qualora si tornasse, anche da un punto di vista professionale, perché in questa disgregazione dei costumi, dei rapporti, anche dell'informazione, per cui ovviamente lo scandalismo premia di più della ragione, noi siamo tutti dei condannati in pectore.
Sinceramente mi sembra che la parola di chiunque, pure autorevole magari fondata, sia troppo poco, e l'ho già detto l'altra volta, per condannare chiunque, ma soprattutto se si tenta di allargare il discorso per passare dal particolare al generale, per passare dalla condanna senza base di un singolo, alla condanna di una classe politica, alla condanna di una classe dirigente, alla condanna di una maggioranza, alla condanna di un'impostazione.
Questo lo dobbiamo rifiutare con forza, ma non rifacendoci a vaghi principi di garantismo contro un presunto giustizialismo, ma per riportare la nostra azione politica ed amministrativa al concetto di normalità concetto che spesso manca - al concetto di buonsenso, al concetto - anche se è un termine che io riesco a pronunciare sempre con una certa difficoltà di moderazione, di equilibrio, che deve contraddistinguere la classe dirigente politica di una Nazione, di una Regione, di un Comune, di una Provincia.
Se noi rinunciamo - per timore di quanto possa succedere dopo - al nostro ruolo, alle garanzie che ci autotutelano, noi rinunciamo - e abbiamo a quel punto il dovere di rinunciare - ad interpretare un ruolo.
Noi non possiamo subire gli avvenimenti, noi dobbiamo essere i protagonisti degli avvenimenti. Nel momento in cui subiamo, e decidiamo di subire passivamente, accadimenti, denunce, parole, illazioni, articoli, noi abbiamo rinunciato al nostro ruolo.
Non vogliamo, come Alleanza nazionale, che venga adombrato alcun sospetto su questa maggioranza, non solo sulla sua tenuta, sulla sua consistenza, ma anche sulla sua trasparenza e sulla sua onestà. Abbiamo passato troppi processi politici in questa Nazione, abbiamo, troppo spesso processato la politica in quanto tale.
Noi non possiamo rinunciare a difendere i principi e i valori. La difesa dei principi superiori va ben al di là del contingente, occorre cercare anche di crescere - come è stato evocato più volte dal Consigliere Riba del PDS - e diventare qualcosa altro, non se un Parlamento piuttosto che un Consiglio regionale (non è che io sia particolarmente appassionato ai nomi, ma sono appassionato ai principi e ai valori). Questo deve servire anche da funzione normalizzatrice nei confronti dell'informazione perché ho notato - anche il garbo dei media su questa vicenda - che i toni sono stati, al di là di qualche titolo, erano abbastanza ponderati ed equilibrati. Però un fatto è certo, a fronte di un certo numero di articoli che nell'immaginario collettivo diventa una sorta di condanna preventiva quando tutto finirà bene probabilmente ci si limiterà ad un occhiello in quarta pagina, perché oggi il mondo gira in questo modo. Noi non dobbiamo avere timore nei confronti di nulla se siamo sicuri che la nostra azione è corretta, trasparente, cristallina e giusta da un punto di vista politico e amministrativo.
Ed è per questo che, come Gruppo di Alleanza nazionale e credo anche con il consenso di altri colleghi della maggioranza, noi proponiamo al Consiglio regionale di respingere la presa d'atto di dimissioni dell'Assessore Angeleri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

In questi giorni si sono dette tante cose, mi pare però - confermato dall'intervento del collega Ghiglia - che si continui a non focalizzare il problema che è - e rimane - un problema politico che questo Consiglio regionale, questa Giunta, questa Presidenza di Giunta, questo Presidente del Consiglio, devono decidere se affrontare o non affrontare. In parte si è deciso di affrontarlo, dotandosi di alcuni strumenti, e in parte no.
Non credo che a decidere chi debba fare l'Assessore debba essere la Magistratura: lo deve decidere la politica.
In passato - ma anche nella scorsa seduta di Consiglio - ho avanzato in quest'aula una serie di constatazioni alle quali ancora si ritiene di non dover rispondere.
Ho constatato, non su documenti del Sisde o di qualche altro organismo segreto, ma su delle deliberazioni della Giunta regionale, una serie di questioni che ai miei occhi appaiono irregolari.
Ho chiesto all'Assessore competente di spiegare queste deliberazioni.
L'Assessore non ha ancora provveduto, ha risposto che lo farà alla Commissione competente.
In quest'aula l'Assessore non ha ritenuto di "doviziare" il Consiglio non so se lo abbia fatto in altri ambiti - di spiegare il perché un paio di APT, su venti, in liquidazione abbiano gestito quasi cinque miliardi di lire. Quando prima, con il Consiglio di amministrazione, il Presidente, il collegio dei revisori dei Conti gestivano poche centinaia di milioni e come mai ci siano dei clamorosi falsi in queste deliberazioni, laddove si sostiene che questi finanziamenti erano riconducibili a un supporto tecnico organizzativo delle APT per determinate manifestazioni.
L'Assessore deve semplicemente dire chi ha affidato quei lavori per quelle manifestazioni, senza alcuna forma di appalto, se li ha affidati direttamente l'Assessorato, oppure se sono stati affidati dagli enti società destinatari dei contributi: deve spiegare questo.
Non lo ha ancora fatto. Deve spiegare il perché ha indicato una certa tipografia ai funzionari affinché l'accludessero tra le ditte fornitrici di lavori per l'Assessorato e deve spiegare chi ha affidato alla medesima tipografia altri lavori senza forma di appalto nelle manifestazioni che ho ricordato l'altra volta.
Ho semplicemente chiesto queste cose, collega Ghiglia. E' giustizialismo, questo? O è compiere il dovere - non credo il diritto - di Consigliere, che svolge il proprio ruolo di minoranza, quindi anche di controllo e di proposta sugli atti dell'amministrazione regionale? L'Assessore non ha ritenuto di entrare nel merito della questione parlando di "illazioni, infamità ... usando un tipo di linguaggio 'un po' così'". Non ha ritenuto di entrare nel merito nemmeno il Presidente Ghigo che si è affidato ad una Commissione di funzionari regionali, delegando loro il compito di verificare il merito tecnico - suppongo - e di rilevare ipotesi di eventuali irregolarità. E in tutto questo, dov'è la politica? Dov'è il giudizio politico sugli atti amministrativi? Sul fatto che APT in regime di liquidazione gestissero senza alcun controllo, dov'è il giudizio politico? Dov'è il giudizio politico sul fatto che deliberazioni soggette al veicolamento dei discussi finanziamenti sono state oggetto di traumatiche competizioni nelle riunioni della Giunta, quando queste deliberazioni venivano ritirate due/tre/quattro volte? Ce ne dovete spiegare i motivi. Oppure, collega Ghiglia, queste questioni sono oggetto di mediazione politica?



GHIGLIA Agostino

Un garantista dice "presunta" mediazione.



CAVALIERE Pasquale

No, altre cose saranno anche presunte, ma la deliberazione è certa; già l'altra volta ti ho invitato a leggere insieme le deliberazioni. Alcune cose sono presunte, altre sono oggettive: sono scritte in deliberazione non ci posso far niente.
Le richieste di dimissioni dell'Assessore Angeleri da parte mia nella scorsa seduta del Consiglio regionale sono ricondotte ad un giudizio completamente negativo della gestione del comparto turistico del suo Assessorato, per tutti i motivi che ho ricordato, e che ora per motivi di tempo non riassumo.
Questo è il mio giudizio politico, in base ad elementi e alle politiche che ho potuto riscontrare.
L'Assessore, stamattina, ha posto al Consiglio e a me personalmente alcune questioni della cui valenza non ci saremmo resi conto: per esempio l'impegno su Acqui. Siamo ben consci dell'impegno su Acqui da parte della Giunta e sappiamo benissimo cosa sta accadendo sull'Agenzia per il turismo.
Ed io le chiedo, Presidente, di riconsiderare l'intera operazione dell'agenzia per il turismo, avvenuta senza alcun dibattito di Consiglio senza alcun confronto e dibattito degli interlocutori di quest'importante strumento per il rilancio turistico, che, come sappiamo è comparto importante, su cui puntiamo molto anche come volano per l'economia della nostra Regione.
Non c'entrano niente "Termidoro, terrore...." Beh, forse gli Stati Generali inducono a queste categorie....! Credo invece c'entri una politica che stenta a volersi rinnovare. Assessore Angeleri, lei non è solo: lei è avanguardia di una politica che non si vuole rinnovare; del fatto che questa Giunta, che aveva messo all'ordine del giorno, sulla propria agenda come priorità, il rinnovo della pubblica amministrazione, l'ammodernamento della Regione, non ha messo mano a queste cose. Questo è il problema: non si è messo mano a queste cose. La politica ha abdicato; non è stata messa mano a quanto una classe politica cosciente avrebbe messo mano dopo gli avvenimenti che hanno scosso il nostro Paese.
Ribadisco che il decidere chi debba fare l'Assessore deve essere compito di questo consesso: la politica. Chi intende affidarsi a strade diverse faccia pure; noi, rimaniamo su questo terreno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Signor Presidente, credo che il collega Cavaliere abbia sbagliato nel riprendere gli argomenti della volta scorsa. La vicenda in discussione è infatti passata da una fase di denuncia di procedure amministrative ad una fase dai forti connotati di carattere politico. Fase in cui mancano contestazioni di procedure, ma nella quale sono nate questioni politiche che chiamano in causa non soltanto l'Assessore Angeleri, ma l'intera Giunta ed in modo particolare il Presidente Ghigo.
La vicenda passata dell'Assessore Viglietta e quella di oggi dell'Assessore Angeleri dimostrano una profonda inadeguatezza del Presidente Ghigo ad essere leader di una maggioranza: peggio di così non si poteva fare! Ha affondato due Assessori, non ha speso una parola di difesa vera, non formale, dell'operato degli Assessori. Non so per quale motivo non riesco ad immaginarlo; non so se sia perché ritiene che i fatti contestati siano reali o se ci sia una valutazione di carattere politico.
Di fatto, comunque, una difesa vera non c'è stata. Basta pensare alla scorsa seduta: rispetto a precise contestazioni di procedura da parte del collega Cavaliere, non c'è stata alcuna risposta del Presidente Ghigo: non ha detto nulla! Ha reso una comunicazione formale, ma, poi, non ha fatto assolutamente nulla.
Oggi ci saremmo aspettati da parte del Presidente Ghigo - e non da parte dell'Assessore Angeleri: è il Presidente ad avere la responsabilità della Giunta, che è un organo collegiale, non un insieme di feudatari così come abbiamo sollecitato nella nostra interrogazione, risposte puntuali, per sapere se alcune contestazioni di procedure erano vere o no.
Il problema era soltanto questo.
La volta scorsa, probabilmente, il Presidente Ghigo non era a conoscenza dei fatti, ma ormai è trascorsa una settimana: si tratta, in realtà, di pochi fatti.
Il Presidente ha gli strumenti per poter tranquillizzare il dibattito e dire se quegli elementi sono veri o falsi. Non è problema di Magistratura ma di procedura amministrativa. Questo avrebbe dovuto farlo.
Se fossi stato il Presidente della Giunta regionale, la volta scorsa avrei chiesto la sospensione della seduta, avrei verificato le contestazioni e avrei ripreso la seduta soltanto dando delle risposte.
Questo avrebbe eliminato qualsiasi tipo di equivoco e i messaggi cifrati a cui abbiamo assistito in questi giorni.
Questo oggi mi sembra il fatto da rilevare che si innesta anche sull'altro fatto: che l'Assessore Angeleri questa volta, a differenza di Viglietta, compie un gesto di carattere politico. Mentre la volta scorsa l'Assessore Viglietta si era semplicemente dimesso, questa volta Angeleri reagisce, e non soltanto presentando le dimissioni. Secondo me ha fatto bene; la volta scorsa dissi che avrebbe fatto bene a darle subito. Ha fatto bene a dimettersi perché così è in condizioni di maggiore libertà per sostenere ciò che ritiene opportuno sostenere.
L'Assessore Angeleri ha reagito dicendo: "No, non ci sto a un processo di carattere politico". Mi è parso di cogliere nel suo intervento considerazioni più profonde, più gravi, in sostanza Angeleri ha detto: "Io avrei potuto anche continuare a fare l'Assessore (e c'era la questione di Acqui e altre cose), ma il potere, il potere vero - credo di non sbagliare in questa interpretazione - le questioni principali di questa Giunta non sono tanto sulle procedure di carattere amministrativo, ma sono altrove.
Guardate da un'altra parte". Io ho colto questo invito che ha fatto a tutto il Consiglio e in particolare alla minoranza che ha il dovere di cogliere questi suggerimenti per puntualizzare meglio la propria opposizione.
In sostanza, e qui trova conferma una nostra opinione, l'Assessore Angeleri ci dice che ci sono questioni fondamentali che probabilmente non vengono gestite con sufficiente trasparenza, come è necessario, in alcune zone della Provincia di Alessandria, dove probabilmente alcuni potentati di carattere politico ed economico hanno una forte influenza in termini di lobby sulle decisioni di questa Giunta; forse sulle decisioni del Presidente Ghigo. D'altronde, alcune vicende le abbiamo notate, non soltanto per le Terme di Acqui, ma anche alcune scelte per quanto riguarda le APT. C'è stato un rapporto diretto tra alcuni di questi enti che ha tagliato fuori anche gli Enti locali (la Provincia e gli altri Enti locali) e questo obiettivamente è un fatto di una certa gravità che deve richiamare tutti - garantisti o meno, giustizialisti o meno - a guardare bene non soltanto quello che c'è davanti agli occhi, ma quello che c'è più in là.
In questo senso credo sia utile riflettere su come questa Giunta operi nel suo complesso. Come Gruppo l'abbiamo scritto in un'interrogazione che abbiamo presentato nella quale abbiamo espresso un'altra preoccupazione: che questa metodologia di procedure, che noi giudichiamo per quello che abbiamo conosciuto (se ci fossero stati dati elementi in più avremmo potuto giudicare meglio), probabilmente è stata applicata anche ad altre iniziative di carattere turistico e di immagine della promozione del Piemonte, non soltanto per gli intrecci dell'Alessandrino. In questo senso abbiamo chiesto e lo ribadiamo che la Commissione d'inchiesta estenda il suo compito, oltre alle questioni contestate, anche a tutte le manifestazioni che vengono realizzate con il patrocinio dell'Amministrazione: come e in che maniera vengono spesi e utilizzati i contributi.
Qui c'è un problema di trasparenza, anche perché questo richiama in causa responsabilità e metodologie adottate da parte di altri Assessori.
Nella Regione Piemonte ormai passa questo principio: che per ottenere un contributo basta andare a parlare con l'Assessore. Poi se quel Comune fa parte dello stesso collegio dell'Assessore, evidentemente ha un maggior vantaggio; se poi fa parte di un collegio dove magari c'è un parente o un amico, ancora di più. Questo sta passando in questa Regione Piemonte! Questo, Presidente Ghigo, lei ha il dovere di dire se è vero o meno e se fosse vero, deve fare in modo che si evitino affermazioni e critiche di questo tipo, che esistono e sono in qualche maniera profonde e diffuse in tutta la Regione.
Venendo alla conclusione di queste considerazioni, considerato che si tratta di un crisi politica (non è soltanto, come dicevo, un problema dell'Assessore Angeleri), credo che il Presidente Ghigo debba a questo punto analizzare con freddezza la situazione ed assumere anche un'iniziativa che permetta di superare questa difficoltà in cui si trova la Regione Piemonte. Io qui non richiamo le debolezze politiche della Giunta che abbiamo denunciato in altri momenti, ma su queste questioni c'è una grandissima debolezza.
Credo che occorra un'iniziativa importante e probabilmente lei Presidente, dovrebbe valutare se dopo questi avvenimenti (Viglietta Angeleri e probabilmente domani ce ne sarà un altro e forse un altro ancora) non sia il caso di pensare a rinunciare al ruolo che ha svolto finora perché oltre a una dubbia capacità degli Assessori, io credo che ci sia una incapacità - questa sicuramente evidentemente - di essere alla guida di questa amministrazione. Lei deve valutarlo con grande attenzione perché il problema che oggi si pone, dopo aver superato la questione Angeleri che è un problema ormai di Magistratura, è il problema della Presidenza della Giunta regionale.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Noi avremmo preferito che più Gruppi di maggioranza intervenissero nella fase iniziale di questo dibattito, però a questo punto non ci sottraiamo alla nostra responsabilità e quindi interveniamo.
Avremmo preferito questo perché oggi noi dobbiamo registrare un salto di qualità in questa vicenda. In sostanza si è passati da una fase nella quale un collega di opposizione ha criticato fortemente alcune deliberazioni ad una fase nella quale l'Assessore competente ha risposto nel modo con cui riteneva di affrontare la situazione. Forse, lo dicemmo già in precedenza, sarebbe stato più opportuno rispondere puntualmente in aula alle questioni poste.
Oggi noi siamo di fronte ad un salto di qualità perché la questione non dalla nostra parte di opposizione, assolutamente, ma dal collega Angeleri è stata affrontata in termini squisitamente politici, e nemmeno in termini politici generici: l'Assessore Angeleri si è alzato in quest'aula e ha fatto due ordini di considerazioni. Un primo ordine di considerazioni dicendo: "vige la cultura del sospetto in generale, non si può vivere in una logica di questo tipo", probabilmente - così io ho inteso - facendo riferimento all'intervento che ha determinato l'avvio di questa vicenda, ma soprattutto - questo è il secondo ordine di considerazioni - l'Assessore Angeleri ha fatto un processo a Forza Italia. In questo momento io non interpreto assolutamente nulla, vi rileggo l'intervento che Angeleri ha fatto e che io puntualmente mi sono scritta, quasi sotto dettatura.
L'Assessore Angeleri dice: "Non posso accettare la proposta che mi è stata fatta di sospendere le deleghe; faccio una scelta politica di abbandono di Forza Italia; non potevo rimanere Assessore per coerenza". Dice espressamente l'Assessore: "Questo atto non si lega alla vicenda giudiziaria, non ho ricevuto avvisi di garanzia, ribadisco la fiducia nella Magistratura".
Sono però cambiate molte cose da quei 33 voti che hanno respinto l'ordine del giorno presentato da noi e che avrebbe in qualche modo dato un binario dentro il quale la maggioranza si sarebbe mossa. Si è respinto quell'ordine del giorno, direi allora che il convoglio della Giunta e della maggioranza è deragliato. Questo mi sembra di vedere, in maniera un po' plastica.
L'Assessore Angeleri respinge il giustizialismo sommario che è intervenuto, non tanto stupendosi di approcci giornalistici, ma dicendo con dolore: "nei nostri corridoi è avvenuto un modello di giustizialismo" e parla di scarsa solidarietà a cominciare da Forza Italia. Queste cose ripeto - non le abbiamo dette noi.
L'Assessore Angeleri aggiunge: "Questo era l'obiettivo di qualcuno: che l'Assessore Angeleri se ne andasse".
Noi oggi abbiamo assistito, quindi, ad un salto di qualità politica, e sempre per chi è attento alle immagini, perché le immagini sono straordinariamente importanti anche in politica, sono andata a riprendere il brevissimo intervento che avevo fatto in occasione della vicenda Viglietta. E nella vicenda Viglietta il clima era completamente diverso tant'è che nell'intervento che feci come Capogruppo, dissi: "Ma come Presidente del Consiglio, noi stiamo votando l'ordine del giorno, anzi non votiamo l'ordine del giorno di dimissioni della Giunta e metà della Giunta è fuori, si disinteressa della questione!", tant'è che il Presidente Picchioni mi disse: "Ha ragione, collega" e i colleghi della Giunta rientrarono.
Oggi la situazione è evidentemente diversa, nel senso che vi è la precisa, plastica consapevolezza che vi è un salto di qualità, che vi è una crisi sostanziale, che, a mio avviso, non nasce nemmeno con la vicenda Angeleri. La crisi sostanziale nasce da un insieme di fatti che sono nella memoria, se non sotto gli occhi di tutti.
Abbiamo avuto, nel novembre 1996, la sostituzione quasi improvvisa del Capogruppo di Forza Italia. Abbiamo avuto delle turbolenze: la Consigliera Caterina Ferrero lascia il Gruppo, il 7 marzo la vicenda Viglietta, che mi stupì - devo dire - per la violenza un po' insita alla cosa (io personalmente non avevo ancora sentito concludere il dibattito e avvertivo già logiche di avvicendamento). Ancora, la Consigliera Benso che oggi fa parte di un altro Gruppo.
Oggi abbiamo la vicenda Angeleri per come essa è stata presentata da Angeleri stesso.
Io credo che questi siano fatti sui quali si debba ragionare certamente deve ragionare l'opposizione, indubbiamente deve ragionarne la maggioranza, certamente dovrà ragionarne il Presidente della Giunta.
Io stessa mi sono chiesta quale sia il collante che lega le persone ad un Gruppo, ad un radicamento politico, ad una maggioranza. Io credo che, se indubbiamente ci sono state problematiche forti di carattere amministrativo, anche per il ruolo che ci è stato conferito, non voglio assolutamente entrare in altro campo, esista una problematica forte di collante politico e credo che questa debolezza che si avverte dal punto di vista politico non possa essere un fatto interno ad un Gruppo, che peraltro porta il massimo di responsabilità di vertice, perché le debolezze politiche sempre si riverberano sui Gruppi, che sono i portatori delle stesse responsabilità.
In altre parole, è indubbio che questa maggioranza non può non risentire di queste problematiche che sono nate e che oggi vedono una punta apicale nelle dimissioni di Angeleri e soprattutto nell'intervento che Angeleri ha fatto, che è stato un intervento di carattere squisitamente politico. Ed è questo aspetto politico che io ho inteso riprendere e al quale esclusivamente intendo rivolgermi.
In sostanza, non soltanto vi è un problema di riduzione di numeri del Gruppo di maggioranza relativa, ma vi è anche un problema di equilibrio interno rispetto agli altri Gruppi che compongono questa maggioranza.
Una vicenda, quindi, tutta politica, dove vi sono delle sfumature più o meno importanti.
Ci saranno sicuramente delle problematiche anche di carattere amministrativo, che continuano a stupirmi, perché mi sembra di dover riconoscere nuovamente che, dal punto di vista dell'opposizione, il collega Cavaliere ha fatto un lavoro buono, ma che le questioni poste in realtà sono poi cinque questioni circoscritte, questioni delle quali non abbiamo sentito in quest'aula ancora una risposta di carattere amministrativo.
Oggi, comunque, il salto di qualità è un salto politico che io credo sia ulteriormente definito nella sua chiarezza dallo stesso intervento iniziale del Presidente della Giunta, che ha cercato in maniera totalmente sottotono (anche questo voglio comprenderlo) di dire: prendiamo atto di una situazione.
Io credo, Presidente, mi permetta, che la brevità, non voglio dire modestia, perché non me lo permetto mai, che la brevità del suo intervento tenda a mettere in evidenza quanto profondi siano oggi i problemi di questa maggioranza e conseguentemente i problemi che lei deve avere in questa maggioranza e soprattutto in questa Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

Grazie, Presidente. Non voglio tornare a parlare delle accuse all'Assessore Angeleri anche perché c'è una Commissione d'inchiesta, il Presidente Ghigo ha creato un gruppo di tecnici, quindi non spetta a noi discutere di questo.
Voglio invece parlare di quanto è emerso oggi, di quanto abbiamo appreso dopo l'intervento dell'Assessore Angeleri. L'Assessore Angeleri si è dimesso dal Gruppo di Forza Italia, dicendo, in un passaggio del suo intervento, che la maggioranza è subdolamente giustizialista. Sappiamo anche che, mentre Angeleri già martedì scorso ha iniziato la propria difesa, dopo le accuse del Consigliere Cavaliere, c'era già qualcuno che pensava ai nominativi per sostituirlo.
E allora diventa evidente, Presidente Ghigo, il panico che questa Giunta ha nell'affrontare il tema dell'Assessore Angeleri, ma anche il precedente, quello dell'ex Assessore Viglietta.
E' evidente, Presidente Ghigo, che lei non riesce a gestire i suoi Assessori, che pure ha nominato lei; lei ha dato loro le deleghe e quindi lei è responsabile dell'operato dei suoi Assessori.
Lei, quando il Consigliere Cavaliere martedì scorso ha fatto cinque o sei accuse molto precise sull'operato dell'Assessore Angeleri, invece di difenderlo, essendo un membro della sua Giunta - e io ritengo che lei, come Presidente, debba sapere perfettamente quello che fanno i suoi Assessori perché lei è il responsabile unico di questa Giunta - ha subito messo le mani avanti dicendo: "facciamo subito una Commissione d'inchiesta, così verifichiamo". E' stato presentato un ordine del giorno che le proponeva semplicemente di creare un gruppo di tecnici o di verificare di persona visto che non era a conoscenza dei fatti - quelle quattro, cinque accuse fatte dal Consigliere Cavaliere, e quindi di relazionare in aula.
La sua maggioranza ha votato contro questo ordine del giorno, eppure poi lei ha fatto esattamente quello che chiedeva l'opposizione: ha creato la Commissione di tecnici, e via dicendo.
Legittimo, per carità, però questo è sempre un sintomo dell'approssimazione di questa maggioranza, ma soprattutto dell'approssimazione di questa Giunta. Purtroppo tale approssimazione non avviene solo in questi casi, ma è la costante universale di come questa Giunta gestisce tutta la politica regionale.
In questi due anni, tutte le leggi arrivate in Consiglio sono state stravolte, perché nessun Assessore ha mai pensato di sentire cosa pensavano di determinate proposte non solo i Consiglieri di opposizione, ma molte volte addirittura quelli di maggioranza.
Richiamo la vicenda di Juvecentus, tanto per ricordare che a volte addirittura i Consiglieri di maggioranza sono all'oscuro di quello che la Giunta ha intenzione di fare.
Ebbene, il Gruppo della Lega accetterà le dimissioni dell'Assessore Angeleri, ma - Presidente Ghigo - lei non può pensare di chiudere l'incidente in questo modo.
E' evidente che ci sono dei grossi problemi all'interno della sua Giunta; è evidente che lei non riesce a controllare l'operato dei suoi Assessori; è evidente che lei non ha neanche il coraggio di difendere l'operato dei suoi Assessori.
E allora noi chiediamo che lei inizi una verifica dell'operato di tutti gli Assessori della sua Giunta, una verifica profonda fatta insieme anche a tutta la maggioranza. Dopodiché, si dimetta.
A tale proposito voglio sgombrare il campo da possibili fraintendimenti: la Lega non vuole assolutamente che in questa Regione ci siano ribaltini o ribaltoni. La Lega non andrà a governare né con il Polo né con l'Ulivo: rimarrà all'opposizione.
Voi avete vinto le elezioni, voi dovete governare questa Regione, ma non con questa Giunta, che non è in grado di farlo.
Chiedo dunque ai Consiglieri del Polo di cominciare una fase di consultazioni per riformare una Giunta che non abbia questi difetti, per riformare una Giunta che cerchi di lavorare quel poco di tempo che rimane prima della fine legislatura, senza essere così conflittuale.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Intervengo un po' sollecitata dalla Consigliera Spagnuolo, la quale ha detto che si aspettava che più Gruppi di maggioranza intervenissero nella discussione.
Ieri, in un Gruppo più ristretto, la stessa Consigliera Spagnuolo ricordava che "un bel tacere non fu mai scritto". E penso infatti che, dopo la discussione di martedì scorso, un bel tacere da parte di tutti dovesse sottolineare l'attesa dei risultati del gruppo di lavoro istituito dal Presidente Ghigo per poi rispondere sulla correttezza amministrativa in Consiglio.
Faccio presente quanto scriveva - amo ricordarlo molto spesso a me stessa - la scrittrice Lalla Romano: "Le parole, per essere veramente importanti, devono essere poche".
Voglio ripetere brevemente quanto già detto martedì scorso: NO alla cultura del sospetto, NO al giustizialismo sommario, SI' al principio del garantismo: bisogna veramente ridare dignità alla politica".
E noi vogliamo rilanciare con forza e con serenità il programma della Giunta Ghigo.
Dobbiamo, attraverso un impegno legislativo, amministrativo e informatico, dare efficacia al principio di trasparenza, rivendicando il diritto di poter governare con discrezionalità, la stessa discrezionalità che rivendica il governo Prodi, la stessa discrezionalità usata dagli amministratori degli Enti locali nelle loro attività.
Il Presidente Ghigo, la maggioranza hanno difeso e difendono politicamente l'Assessore Angeleri. Il Presidente Ghigo lo ha difeso anche nel chiedere il gruppo di lavoro a supporto dell'attività amministrativa il Consiglio lo ha fatto votando contro l'ordine del giorno presentato dalla minoranza, e non lo ha fatto solo la maggioranza, perché un voto in più è stato espresso contro quel documento.
Approvare, condividere, istituire gruppi di lavoro e Commissioni di indagine e poi non attenderne i risultati, secondo me, non ha tanto senso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Il collega Cavaliere viene, in qualche maniera, "accusato" di usare metodi estremi nel confronto politico. Devo dire che qualche volta ho condiviso una valutazione preoccupata per l'utilizzazione di metodi drastici, ma oggi, anche per come sta andando questo dibattito, chiedo al Presidente Picchioni, a nome di tutti noi: questa Giunta ce ne consente degli altri? Le nostre proposte, le richieste di comportamenti di tipo diverso, il modo di emarginare il Consiglio regionale per l'insediamento di una forma di democrazia plebiscitaria (con tutto il carico che lei Presidente Picchioni spesso ha attribuito in negativo a questo termine e che la storia gli assegna) direttamente in capo alla Giunta; ciò attraverso metodi, lo ripeto - questa volta vedendomi costretto ad usare la durezza dei termini "alla Cavaliere", se non dovrò andare oltre - quali quello di continuare a commissionare ai giornali di tutto il Piemonte pagine di segnalazioni e di imbonimento a favore delle gesta della Giunta.
Tutti noi sappiamo che quando il giornale è cliente non è più libero perché il cliente non è mai cittadino (questo risale ai classici) Questa storia non recede e non siamo messi in condizione di fare la nostra parte.
Capisco che certi interventi siano atti dovuti - adesso insorgeranno tutti, da parte della maggioranza - se non li faceste voi, li farei quasi io per conto vostro, dicendo che non è così, che sono tutte mistificazioni e quant'altro, ma quale parità di progetto esiste tra noi e chi utilizza determinati strumenti con i mezzi e la determinazione con cui li usa la Giunta (e con modalità che ci appaiono sempre più portatrici di conseguenze regressive notevoli)? Ho colloquiato quasi cordialmente di queste cose con il Presidente Ghigo e credo che egli debba essere aiutato a comprendere questo problema invito il Presidente Picchioni ad aiutarlo perché ne ha l'esperienza.
Molte volte assisto a degli atti di rappresentanza autorevole del Consiglio, in quel colloquio che diventa sempre più difficile con la Giunta: chiedo che su questo punto ci sia un'assunzione di responsabilità da parte del Consiglio, perché il fatto che noi parliamo molto in questo Consiglio e che la Giunta scriva molto e comunichi direttamente con la popolazione, è un atto, signor Presidente, di involuzione della nostra metodologia democratica. Ma vede, questo atto di democrazia plebiscitaria ammesso che lo si voglia avallare, ha delle conseguenze a carico del Consiglio regionale. Ciò che richiamava il collega Saitta, e con preoccupazione lo condivido, cioè che invale, e diffusamente, un metodo di rapporti diretti con cittadini, organizzazioni economiche, istituzioni sempre più convocate ad un rapporto diretto con questo o quell'Assessore, e non voglio fare dei nomi, fa sì che si inveri quello scambio che rappresenta un elemento di drammatica modestia nelle modalità e negli indirizzi di governo.
E allora quando io parlo di vassallaggio - il Presidente Picchioni mi rimprovera l'espressione - intendo che il Consigliere territoriale della maggioranza diventa vassallo di una intermediazione tra il suo collegio, i suoi sindaci, i suoi Presidenti di Comunità montana e questo o quell'accesso a questa o a quella facoltà decisionale all'interno della Giunta, e quando è così la democrazia si dissolve, Presidente, c'è poco da fare.
Purtroppo, Assessore Angeleri, io ti rimprovero, in positivo, di non aver fatto questi discorsi quando eri in una tribuna che avrebbe concorso con noi a mettere in crisi una determinata modalità di comportamenti di tanti, impedendoci oggi di dover arrivare a discutere della crisi del Consiglio regionale nel suo insieme, perché di questo si tratta.
Noi siamo in presenza di una crisi di questo Consiglio regionale che a questo punto, convocato di nuovo a dire un si o un no si dividerà di nuovo con tutta la maggioranza che dirà si a respingere le dimissioni dell'Assessore Angeleri, magari con le scuse del caso, e noi che siamo stati considerati i ripropositori di un modello già ripetuto.
Guardate che noi abbiamo rispettato fino in fondo la legge dei due anni; ci siamo assunti, e parlo del mio partito in modo particolare, ma non credo soltanto noi, la responsabilità anche di essere individuati come quelli che contribuivano assai a portare avanti con progetti, con idee, con opere e con iniziative, senza omissioni, il lavoro difficile di questa istituzione regionale.
Oggi gli elementi dell'insufficienza sono di fronte a tutti, li ha richiamati l'Assessore Angeleri, ma poteva richiamarli il collega Ghiglia se non facesse...
se mi permette l'espressione, attualmente tocca a lui la punta di diamante di una posizione assolutamente dovuta, non è in discussione.
Verranno gli interventi di Montabone e di Gallarini, che è una persona che appartiene all'istituzione regionale da tempo, e saranno interventi assolutamente accettabili.
Il problema è che non cambia niente. Si sono avvicendati tre Assessori indipendentemente dal ritorno o meno del collega Angeleri, su cinque in Forza Italia: questa può essere una procedura aziendale efficace efficiente, non è una posizione politicamente accettabile, perché le questioni di una forza politica che poi si ripercuotono sulla maggioranza che si atteggia...
Anche recentemente il CCD cambia Capogruppo, ma poi non viene rettificato, non so se giustamente o ingiustamente; guardate che queste questioni non sono fatti privati di questo o di quel partito.
Queste questioni sono comportamenti ai vertici delle istituzioni regionali; bisogna sapere cosa implicano, quanto implicano, quale è la conseguenza che ne deriva sul modo di essere di questa nostra istituzione.
Io credo che questa devastante insistenza sulla politica dell'immagine oramai se dovesse permanere - e non ho accertato nessuna volontà di una modifica di questa traiettoria, caso mai ho accertato da parte di tanti il bisogno di questa modifica, ma tant'è - non lascia a questo Consiglio regionale lo spazio per riproporre le grandi questioni del Piemonte, sulle quali anche io mi sono impegnato qualche volta e non voglio sembrare vanitoso o presuntuoso da volerle riproporre; caso mai lo faremo con dei documenti di merito meditati, spero costituiti collegialmente da un'area di forze che vogliono il rinnovamento della politica e degli indirizzi di questo Consiglio.
Di fronte alle grandi sfide della democrazia e delle vicende storiche di questo momento noi non disponiamo di un sistema istituzionale piemontese complessivo che sia in grado di reggere questa sfida. La ricomposizione che probabilmente ci sarà, anche adesso, con il tentativo di riportare a un fatto privato della maggioranza la soluzione della crisi Angeleri chiamiamola così, ove ciò avvenisse con le modalità che non sto a valutare di volta in volta a seconda di quale è la situazione di crisi, questa modalità che cosa avrà come conseguenza: ancora una volta l'emarginazione di questo Consiglio da un adeguato, sufficiente e responsabile dibattito perché sembrano già delineate le conclusioni.
Stamattina il Presidente Ghigo ha liquidato la partita con un atteggiamento particolarmente riservato sulla materia; il collega Angeleri da collega della maggioranza comunque, perché credo che resti, d'altra parte non è neanche facile uscire dalla maggioranza, oltre che essere impossibile uscire dall'opposizione, come sempre avviene negli organismi di una certa serietà, ha posto degli argomenti che io sottoscrivo come questioni politiche da riproporre a questo Consiglio regionale, ma l'eliminazione degli elementi di caduta che portano alla circostanza per cui l'Assessore - non l'Assessore Angeleri - compra le matite, o l'Assessore dà il contributo, o il Sindaco va dall'Assessore a chiedere, o il Consigliere della maggioranza accompagna il Sindaco dall'Assessore per risolvere questo e quel problema, appartengono a quella fase del volo radente che oltre a non alzare il tiro taglia anche le teste di quanti istituzioni e cittadini, si vedono sovrapposti da queste continue incursioni e quant'altro.
Se saremo nella necessità porteremo non soltanto le tre o quattro cose che ha detto circostanziatamente il collega Cavaliere, ma alto così di cronache, stavolta facendo le rassegne stampa, così le leggete voi: "L'Assessore ha promesso", "L'Assessore ha dato", "L'Assessore ha scritto" "Il Consigliere assieme all'Assessore ha impostato"! Dietro a tutto questo vediamo quanto c'è scritto di orizzonti che riguardano i progetti del Piemonte, l'occupazione, lo sviluppo, l'inserimento nell'Europa! Farei torto ai colleghi e soprattutto al Presidente Ghigo se non sottolineassi che lui le ha anche ben presenti queste problematiche: il problema sta nel complesso di esecutivo, che ormai si è allontanato al punto da manifestare costantemente un'incapacità collegiale di essere un punto di riferimento per interpretare questa politica. Per cui la crisi del Piemonte c'è.
Se ci troviamo nuovamente di fronte ad una risposta ancora una volta di arroccamento, che poi diventa anche l'arroganza dei numeri e della maggioranza, non c'è altra soluzione che le dimissioni della Giunta.
Mi associo alla conclusione del collega Saitta, perché questo è un interrogativo per tutti. Anch'io sono d'accordo con il collega Rosso relativamente alla vocazione - anche comprensibile - di "mettersi in fila" quindi di non fare ribaltini e ribaltoni o ricercare soluzioni che in qualche maniera esaltino anche l'opposizione (spero che questo non ci sia nel retropensiero di ognuno).
Sostituire un Assessore diventa, come diceva Luigi XV in merito alle nomine, che si crea un ingrato e cento scontenti. Se le cose non si inseriscono in un progetto politico più complessivo, autorevolmente accettato, diventano di corto respiro e creano gli anticorpi rispetto ad ogni comportamento. Va, quindi, rivisitato complessivamente il problema di questo Piemonte con un recupero delle ispirazioni anche della fase costituente della Regione Piemonte, visto che stiamo percorrendo un'altra strada.
Noi crediamo che gli sbocchi vadano visti dopo che si è superata una situazione come quella di questa Giunta, che oggi è ostativa della possibilità di percorrere quella strada di alti indirizzi verso la quale, a parole, tutti quanti sosteniamo che la Regione Piemonte dovrebbe aspirare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Nella precedente seduta ci siamo lasciati dopo una votazione ben precisa. Una votazione che, proposta dalla minoranza, voleva riassumere quello che era un intento della minoranza stessa: verificare alcune cose che erano state dette in aula.
Quell'ordine del giorno posto in votazione nella scorsa seduta consiliare non aveva molto di politico, aveva, piuttosto, la volontà di verificare, dal punto di vista amministrativo, quanto denunciato in quest'aula. Un'unica cosa aveva di politico quel documento: la richiesta di votarlo con votazione segreta. Questo perché qualcuno sperava che da una votazione segreta si uscisse con una maggioranza spaccata dal punto di vista politico: questa sì che era la richiesta politica su un ordine del giorno soltanto di verifica amministrativa.
Verifica, attraverso un voto ad un ordine del giorno amministrativo che, sostanzialmente, diceva all'Assessore Angeleri che la maggioranza gli offriva tutta la fiducia necessaria. Fiducia necessaria a che cosa? Se la discussione fosse stata di carattere politico avrei potuto contestare all'Assessore Angeleri magari le sue scelte politiche; ma non eravamo in un dibattimento di carattere politico. Già nella scorsa seduta consiliare non ero d'accordo sul dividersi in maggioranza e minoranza rispetto a discussioni di questo genere. Dissi che ero intervenuto uno degli ultimi perché l'uso, il costume che regna in questa sala di alternanza tra interventi di maggioranza e di minoranza non può esistere rispetto a temi come questi: lo ribadisco anche oggi.
Quell'ordine del giorno ha scaturito due cose. La prima che la maggioranza era ancora più compatta dei numeri che rappresentava; un voto in più dei Consiglieri di maggioranza che erano presenti in aula. La seconda che c'era la volontà, da parte dell'intero Consiglio regionale, di andare a costituire una Commissione che l'Assessore Angeleri aveva richiesto. Una Commissione che deve andare a verificare se l'onore - così recita il Regolamento - dell'Assessore Angeleri era stato leso dalle dichiarazioni fatte in aula da altri Consiglieri e nello specifico dal Consigliere Cavaliere.
Questa Commissione si è costituita, a lato di questa, è stata costituita una Commissione amministrativa - scusate se sbaglio i termini dal Presidente della Giunta regionale. Quella stessa Commissione che era richiesta per un'indagine di carattere amministrativo nell'ordine del giorno proposto dalla minoranza stessa nella scorsa seduta.
Se c'è l'accusa ad un suo Assessore di vizi di carattere amministrativo il Consigliere Cavaliere ha parlato di deliberazioni irregolari - il Presidente della Giunta regionale ha il dovere di verificare se queste deliberazioni sono irregolari dal punto di vista amministrativo. Al di là che sia richiamato da un ordine del giorno del Consiglio regionale o che non lo sia.
Nel modo più assoluto non accetto che ci si divida in quest'aula su questi temi fra maggioranza e minoranza e giustizionalisti e garantisti.
Non è pensabile - soprattutto senza essere a conoscenza della verifica dei fatti - basarsi solamente sulle parole che sono state dette in quest'aula e sulle notizie apparse sui giornali.
La Commissione ha iniziato questa mattina a lavorare, credo che si arriverà a dire - lo spero - se l'Assessore Angeleri è stato offeso nell'onore dal Consigliere Cavaliere o meno.
Qui in quest'aula oggi è avvenuta una cosa importante. Ho apprezzato molto l'intervento dell'Assessore Angeleri perché l'Assessore ha posto un problema politico, ovvero se la politica può essere condizionata dal giustizionalisti o se dev'essere garantita dai garantisti. La politica non è questo, è altra cosa. Il vero problema posto stamattina dall'Assessore Angeleri è questo. L'Assessore non ha detto: "Io esco da questa maggioranza"; ha detto, dopo aver annunciato la scorsa volta la volontà di un ripensamento: "Io non faccio più parte di un Gruppo e dò le dimissioni da Assessore, perché non facendone più parte, non ritengo di dover fare l'Assessore".
Personalmente, credo che l'intervento dell'Assessore Angeleri, anche sotto questo aspetto, sia di correttezza estrema, però non può che essere considerato un intervento personale di un collega che sta pensando fermamente alla sua attività politica, su come svolgerla, con chi.
Volevo rilevare un'ultima cosa. In Consiglio sono state dette altre cose. Ho sentito parlare di "intrighi alessandrini". Bene: penso che vada chiarito fino in fondo cosa s'intende per "intrigo alessandrino" diversamente, se mi metto a discutere sulle parole, mi si dice che non faccio politica, ma che gioco a fare "maggioranza contro minoranza". Con la difficoltà che ha sempre un Consigliere regionale ad intervenire su questi temi, credo che non si possano complicare ancora più le cose, dicendo cose dette o non dette. Se ci sono cose da dire, le si dicano apertamente collega Saitta, non ti sto accusando - ma non è più pensabile, oggi procedere con la teoria del sospetto, senza che alcuni Consiglieri sappiano di cosa si sta parlando, e che altri ipotizzino cose che magari, neanche loro, conoscono a fondo.
Se ci sono cose da dire le si dicano, una volta per tutte! La maggioranza, successivamente, potrà verificarsi fino in fondo, ed io credo che si possa verificare con un atto, non dovuto, ma di rispetto del lavoro svolto dall'Assessore Angeleri in questi primi due anni. Un atto di rispetto di una persona che è stata attaccata, a suo dire ingiustamente: stamani l'Assessore lo ha ribadito con assoluta fermezza. Sono anch'io dell'avviso che le dimissioni dell'Assessore Angeleri, vista la posizione politica emersa la scorsa seduta attraverso la votazione di un ordine del giorno, siano da respingere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeli.



ANGELI Mario

Intervengo per una semplice domanda: sentendo parlare di "intrighi alessandrini", io ed altri colleghi - Griffini, Moro, Cavallera, Gatti - ci siamo guardati in faccia senza capire. Vorrei sapere in cosa consistono questi "intrighi alessandrini".
Stamattina, ho sentito l'Assessore Angeleri che parlava di una "posizione di potere delle terme di Acqui": non si tratta di intrighi! Sono cose che arrivano direttamente dallo Stato: pregherei il Presidente di precisare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Rifletterò la posizione del Gruppo su due questioni: il fatto politicamente centrale a giudizio del Gruppo, accaduto oggi, e la questione politica centrale, rispetto alla quale occorre collocarsi.
Il fatto politico centrale, a nostro modo di guardare le cose, sono oggi, le dimissioni dell'Assessore Angeleri da Forza Italia - quindi non da Assessore, ma dal suo partito e dal suo Gruppo politico. Dimissioni che hanno portato il collega a rinunciare all'incarico di Assessore, cosa neppure richiesta da quest'aula, e non conseguente alle polemiche in corso sulle deliberazioni in questione, per le quali era sufficiente il non esercizio della delega.
Il fatto politicamente centrale, quindi, è che l'Assessore Angeleri ha rinunciato ad un importante incarico, dimettendosi da Forza Italia e illustrandone sinteticamente, ma con molta efficacia, le ragioni: una formazione in cui la solidarietà umana, il rispetto - ha detto l'Assessore la condivisione politica non sono stati ritrovati.
Questo fatto non può essere contrabbandato come problema personale dell'Assessore Angeleri, come ha tentato di mostrare il collega Montabone poco fa. A me non sembra che le questioni interne a Forza Italia si liquidino, dicendo che qualcuno fa le bizze, e non capisce. Ritengo che le questioni poste dall'Assessore Angeleri, a motivazione della decisione di rinunciare all'incarico amministrativo, siano questioni politiche che con chiarezza delineano una formazione politica poco coesa; probabilmente, un assemblaggio di interessi più che una formazione nella quale non solo si elaborano progetti comuni, si uniscono ideali e valori, ma anche una compagine compatta, in grado di governare un'aula o un'amministrazione.
L'Assessore Angeleri ha detto che, invece di offrire solidarietà, Forza Italia uccide direttamente.
Sono questioni pesanti, queste, che mettono in luce come i più grossi problemi che questa amministrazione ha avuto sino ad oggi non li ha creati tanto l'opposizione, ma sono problemi che arrivano dal modo d'essere del partito di maggioranza relativa e che si scaricano periodicamente sull'attività della Giunta.
Per quanto riguarda l'Assessore Angeleri, lui sa bene che le responsabilità penali sono personali. Non è quindi interesse di quest'aula discutere delle responsabilità penali e sappiamo che le responsabilità penali sub-judice sono di due tipi: c'è un'accusa e c'è un'altra accusa c'è una querela e c'è un esposto. Vedremo, come diceva Angeleri, chi ha mentito, chi ha sbagliato, chi deve pagare. E questa sarà l'attività giudiziaria.
Ci sono, Assessore Angeleri, anche responsabilità che non sono solo personali, ma politiche. Queste, purtroppo, sono un po' più ampie. La responsabilità politica di una persona che fa l'Assessore comprende anche atti compiuti da soggetti sui quali occorre effettuare una vigilanza (i propri collaboratori, i propri incaricati): lì c'è una responsabilità che è politica e che è più ampia.
Tuttavia, devo dire che l'affare Angeleri, dal punto di vista politico è chiuso, è risolto, perché l'Assessore Angeleri ha deciso di pagare tutto.
Ha già pagato: ha chiuso l'esperienza amministrativa, ha lasciato il banco degli Assessori e fa il Consigliere regionale. Allora, dal punto di vista politico, la questione è che se anche Angeleri ha sbagliato, ha già deciso di pagare tutto, rimettendo il proprio mandato.
Quindi questa vicenda politicamente è chiusa, rimangono gli aspetti di indagine, vengano fatti; ma se anche dall'indagine uscisse una responsabilità di Angeleri, la questione è già chiusa sin d'ora.
Rimane però il problema che la vicenda politica di Angeleri segue altre vicende politiche che, a questo punto, possono essere tutte lette chiaramente come elementi di disturbo in una vicenda politica interna al Gruppo di Forza Italia.
Si possono mettere in fila tutte le varie questioni, dal caso Viglietta ai casi, da non sottovalutare, delle due giovani colleghe alla prima esperienza amministrativa; due colleghe che penso tutti abbiamo potuto apprezzare anche per la freschezza con la quale si sono avvicendate su questo incarico: Anna Benso, con un importante incarico istituzionale, e Caterina Ferrero, con il modo di lavorare attento, ricco di volontà di conoscere, di sapere, anche di autonomia. Anch'esse hanno avuto un momento di difficoltà nell'uscita dal Gruppo di Forza Italia.
Adesso come mai tutte queste difficoltà? Si può fare un ragionamento e individuare un punto di difficoltà in tutto questo? Di certo vi è il terminale di tutte queste vicende politiche che è il Presidente Ghigo, che non solo è la persona indicata da Forza Italia come candidato designato, la persona che ha formato la squadra da eleggere, sia nel sistema proporzionale che in quello maggioritario, ma è anche la persona che è stata poi incaricata di governare a nome di tutti.
Dobbiamo quindi dire che la responsabilità amministrativa del Presidente Ghigo è totale su tutti gli atti, sin dalle "gabbiette" di Viglietta, che furono acquistate non dall'Assessore Viglietta, ma dal Presidente Ghigo, per il quale chiedemmo già allora l'assunzione in proprio delle responsabilità che, viceversa, si è preso solo l'Assessore Viglietta (ma le gabbiette le ha comprate Ghigo).
Le responsabilità del Presidente Ghigo sono numerose e noi, come Gruppo, le abbiamo anche evidenziate, sia pure con minor clamore di stampa.
Se i mezzi di informazione avessero voglia di verificare le contestazioni che sono state mosse a questa Giunta e al Presidente Ghigo che la regge, forse troverebbero altre notizie di un qualche interesse.
Ad esempio il fatto che - certo la competenza è dell'Assessore Burzi per carità - il Presidente Ghigo ritardi l'appalto per il rinnovo dell'elisoccorso - colpevolmente in ritardo - ed effettui una gara nella quale riceve una sola offerta e individui una Commissione tecnica che, in presenza di una sola offerta, perde dei mesi a esaminare una gara il cui esito si sa già non potrà esserci perché in presenza di una sola offerta era chiaro fin dal primo momento che non si potesse fare la gara e aggiudicarla, e passando questi mesi continua ad affidare l'incarico alla vecchia ditta. Non è una procedura molto lineare! La scorrettezza pu essere ben evidente, e il Presidente Ghigo sa, vede, certifica queste cose.
Per non parlare poi, ad esempio, dell'Assessore Vaglio: altro appalto che il Presidente Ghigo vede. Quando si fa un appalto di fornitura e vince la gara una ditta e poi a questa ditta si chiedono dei miglioramenti che portano un casco, assegnato a 85.000 lire più IVA, a pagarlo 186.000 lire più IVA, questa non è più una vittoria di gara, Presidente Ghigo, e noi l'abbiamo interrogato, abbiamo fatto esposti. Questa non è una vittoria di gara: questo è fare una gara, far vincere chi ha offerto 86.000 lire e poi trattare, fuori gara, una miglioria che cambia la natura dell'oggetto che si è comperato! Ho fatto questi due esempi per non ricordare quello che interessa il Presidente Ghigo di diritto: gli incarichi per l'illuminazione della propria immagine, la cui utilità - ha detto il Presidente Ghigo - non pu essere verificata se non dando un altro incarico.
C'è quindi una responsabilità diretta del Presidente Ghigo in tutto questo.
Allora il fatto politico centrale, a mio modo di vedere, è questo: le dimissioni da Forza Italia e la crisi che questo movimento genera nell'attività di Giunta.
Seconda questione politica è: cosa vogliamo fare di tutto questo? Di questi due anni, delle critiche svolte e di questa ultima crisi cosa si vuole fare in questo Consiglio? L'obiettivo esplicito, di una parte almeno di questo Consiglio, diventa quello di mettere in crisi la Giunta Ghigo? E, per quanto ci riguarda, di metterla in crisi con la finalità esplicita di giungere a uno scioglimento del Consiglio regionale e a un rinnovo? Questa è l'analisi che facciamo noi ed è questo il nostro obiettivo che chiederemo conseguentemente con un ordine del giorno da presentare in questo Consiglio in cui si chiede chiaramente tutto ciò.
Ma su questa questione politica c'è un intendimento che comprende un ampio arco dell'opposizione e quindi che veda anche un cambiamento di tono di tante forze dell'opposizione rispetto agli ultimi anni? Noi, come Gruppo di Rifondazione comunista, speriamo di sì: che questo sia il momento in cui anche una larga parte dell'opposizione inizi a chiedere conto a chi deve rendere conto di questa crisi e di questo malgoverno, che è il Presidente Ghigo e non solo qualche singolo Assessore.
Come ultima richiesta, in ogni caso, chiediamo che il Presidente Ghigo non sostituisca l'Assessore Angeleri, che non effettui questa sostituzione, ma che queste deleghe vengano assegnate all'interno di questa compagine di Giunta, perché se operazione di potere non è, operazione di potere non sia.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Desidero ricordare a me stesso che stiamo discutendo sulla presa d'atto o meno delle dimissioni dell'Assessore Angeleri. Sul punto è già intervenuta la collega Cotto del CDU, Gruppo con noi federato, quindi mi rifaccio a quanto ha detto la collega, che condivido, e anche noi diciamo no alla presa d'atto delle dimissioni dell'Assessore Angeleri. Diciamo no perché siamo contrari ad un principio di giustizialismo sommario, siamo contrari alla politica del sospetto, non sono state portate in questa sede prove a sostegno delle accuse rivolte all'Assessore Angeleri e perciò non vi è alcun motivo - avendo noi dato fiducia all'Assessore Angeleri nel momento della costituzione e avendo lui affermato che non esisteva nulla di cui dovere negare - per non continuare a dare quella fiducia che abbiamo già dato all'Assessore Angeleri.
Siamo - dicevo - per un garantismo ragionato, per la non interferenza con l'attività della Magistratura che intendiamo totalmente rispettare.
Se lo posso dire, ho avuto una perplessità sulla costituzione della Commissione ex art. 60, che doverosamente il Presidente del Consiglio ha costituito a seguito della richiesta dell'Assessore Angeleri, ma io ritengo, avendo scelto l'Assessore Angeleri di tutelarsi sporgendo querela che l'attività della Commissione sia assorbita, cioè la tutela del buon nome dell'Assessore Angeleri sia assorbita dall'aver egli sporto querela e questa è un'osservazione che intendo fare e che lascio alla valutazione della Presidente e dei Commissari della Commissione.
E' stato poi istituito, da parte del Presidente della Giunta, un gruppo di lavoro a cui chiedere una valutazione. E' una scelta che potrà portare un ulteriore conforto alle valutazioni che abbiamo dato.
Il Consiglio - voglio ribadirlo anch'io, è già stato ribadito da altri ha, nella seduta precedente, dato prova di compattezza, per quanto riguarda la maggioranza, nell'assumere una posizione a favore dell'Assessore Angeleri; non si vede motivo per cambiare oggi questa valutazione.
Mi sono appuntato l'intervento del collega Riba, che richiamava l'esigenza di interventi di alta progettualità, di interventi che sappiano essere rispondenti alle tante esigenze che esistono nel nostro Piemonte. E' un argomento, non perché ce lo dica il collega Riba, che abbiamo tutti ben presente e credo che la maggioranza voglia perseguire quegli obiettivi e abbia le capacità per farlo. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Come Gruppo di Forza Italia, più volte citato in interventi precedenti cercherò di fare un'esposizione che parta da alcuni punti fondamentali che hanno dato origine, nella giornata di oggi, alla discussione in Consiglio.
Partirei anch'io dalle dichiarazioni di stamattina del collega e amico Antonello Angeleri.
E' stato sottolineato più volte il fatto che abbia sollevato un problema politico. Secondo me ne ha sollevati due di problemi politici: il primo è quello richiamato da molti e sul quale il collega Ghiglia ha incentrato il proprio intervento. Il fatto, cioè, che a fronte di nessun elemento emerso da martedì 16 della settimana scorsa, stesso Consiglio, ad oggi, martedì 23, l'atteggiamento della maggioranza è stato di solidarietà politica ed umana, espresse attraverso un voto segreto martedì della settimana scorsa, e solidarietà politica esprimerà oggi, a otto giorni di distanza.
Questo non significa nulla nei confronti dell'entrare nel merito rispetto ad eventuali irregolarità amministrative che sono state sollevate con veemenza dal collega Cavaliere la volta scorsa. Perché il Consigliere Cavaliere all'inizio ha fatto un'affermazione, dicendo: "Io ritengo che gli Assessori debba essere la politica a nominarli e non la Magistratura".
Nonostante questo, a luglio, l'esposto contro Angeleri lo ha presentato in Magistratura e non in Consiglio regionale. E immagino che quando si presenta un esposto contro un Assessore non sia per rafforzare il potere esecutivo o l'immagine di quell'Assessore, ma sia per demolirlo. Mi sembra questa una lettura talmente semplice che se qualcuno di noi sostenesse il contrario avremmo la sensazione di essere presi in giro.
La vicenda iniziò in quel modo e oggi il tiro è stato spostato da Angeleri stesso e questo sotto certi aspetti mi ha meravigliato, nel senso che ci saremmo forse aspettati evidenziazioni maggiori, sottolineature (ammesso che ce ne fossero). Ma il fatto che queste non ci siano state ci rafforza nella convinzione che probabilmente quanto è avvenuto martedì scorso è stato solo un mezzo attraverso il quale arrivare ad un piano politico che oggi poi è emerso.
Torno a ripetere: noi del Gruppo non ci siamo meravigliati perch questo sia emerso dall'intervento di Saitta, di Chiezzi o di Riba - mi scuso se non ho nominato altri colleghi che sono intervenuti nel dibattito ma per il fatto che Cavaliere abbia iniziato a spostare il baricentro dal piano delle accuse di irregolarità, della volta scorsa, al piano politico.
E allora, collega Angeleri, hai avuto un grosso merito, che io non ti avrei riconosciuto prima del dibattito di oggi, però questo secondo me deve far riflettere anche te, perché paradossalmente se tu avessi deciso di dare quelle dimissioni dopo aver ascoltato il dibattito di oggi - è paradossale perché il dibattito di oggi non ci sarebbe stato se tu non avessi dato le dimissioni - probabilmente non le avresti date, perché immagino che il dibattito politico di oggi, che tu hai contribuito a provocare, ha dimostrato anche come, se il tentativo era quello di verificare se all'interno della maggioranza era arrivato il momento di scomporre il Gruppo di Forza Italia (perché questa è la lettura che io dò rispetto a quello che è avvenuto), se c'è stato uno schieramento che ha dimostrato di essere diviso in due tronconi, è proprio l'opposizione.
Infatti, molto probabilmente, alla fine di questo dibattito, la maggioranza avrà i suoi voti (il giorno dopo Juvecentus un'affermazione del genere non l'avrei fatta, ma otto giorni dopo martedì scorso mi sento di farla). Dunque, l'opposizione si è distinta fra alcuni Gruppi che hanno "alzato il tiro" (se così si può dire dal punto di vista politico) chiedendo le dimissioni del Presidente Ghigo, nei confronti del quale non mi aspettavo proprio questo tipo di posizioni.
Immagino che ognuno di noi, nell'amministrare, nell'assumere degli atteggiamenti politici sicuramente incorra in alcuni errori, ne facciamo tutti: ci mancherebbe altro! Però non immaginavo che, dalla sera al mattino, nel giro di 15 giorni o al termine di quei due anni durante i quali, ad esempio, considerazioni di questo tipo non se n'erano mai sentite, neanche in misura lieve, le opinioni potessero mutare in tale maniera. Di punto in bianco, nel giro di due-tre mesi (comprensivi di agosto, quindi il periodo è ancora più ridotto), si ha la sensazione che il Presidente Ghigo abbia fatto chissà quali cose. Realisticamente, non penso proprio che le cose stiano così.
Come dicevo, alcuni Gruppi hanno alzato il tiro, chiedendo le dimissioni del Presidente Ghigo, il fallimento della Giunta, la maggioranza, ecc., ecc.; un altro Gruppo, il PDS (per bocca del Consigliere Riba) a un certo punto ha addirittura detto: "Riteniamo che il Presidente Ghigo abbia ben presenti queste preoccupazioni, questo progetto, questo scenario dei problemi dell'occupazione, dei problemi del Piemonte, ecc.
ecc., e quindi - aggiunge - occorrono dei ricambi all'interno della sua Giunta".
Qui i casi sono due: o i ricambi all'interno della Giunta vengono fatti con altri Consiglieri della maggioranza, quella maggioranza nella quale c'è anche Forza Italia (addirittura c'è stato qualcuno che ha inteso iniziare un processo nei confronti del Movimento o quanto meno del Gruppo di Forza Italia) oppure a fianco del Presidente Ghigo dovrebbero andare Consiglieri che fino ad oggi sono stati all'opposizione.
Mi è parso di leggere un'incertezza equivoca che avrei preferito non ci fosse, e che fosse invece stata espressa una posizione più chiara.
Anche perché penso che il Presidente Ghigo, la Giunta e la maggioranza possano temere - tutti noi abbiamo amministrato ai vari livelli e sappiamo che si può verificare - di scivolare sull'irregolarità di una delibera, su una virgola, però ritengo che questa maggioranza e questa Giunta non cadranno certo sull'irregolarità di una delibera o su una virgola in più o in meno.
Chi spera che Forza Italia, esaminando il tassello all'interno della maggioranza, si possa scomporre in vari filoni sull'irregolarità di una delibera, molto probabilmente, per quel che conosco della situazione di Forza Italia e del Gruppo, ha sbagliato i conti.
Certo, nell'ambito dello scenario nazionale assistiamo tutti a quanto sta avvenendo. Gli scenari stanno cambiando, non si può escludere a priori che in futuro succedano cose che oggi magari si intuiscono o si intravedono all'orizzonte, ma ancora non ci sono. Ritengo però che non è del futuro che dobbiamo parlare - beninteso, in questo modo - ma del presente.
Per quanto riguarda il presente, penso proprio che il dibattito di oggi veda la maggioranza uscire rafforzata e quindi fallito il tentativo (secondo noi, questa è la lettura che diamo) di spostarne il baricentro dall'irregolarità amministrativa su cui si era incentrato la volta scorsa e su cui si tentò di cambiare l'Assessore (torno a ripetere, l'esposto venne fatto in procura, non all'interno del Consiglio).
Ritengo che la posizione del collega Angeleri abbia contribuito - cosa che non avrei previsto questa mattina - a ricompattare questa maggioranza.
Immagino che questo sia un dato che non solo dobbiamo registrare noi ma di cui immagino - e sono convinto, avendolo impostato in modo politico dovrà tener conto lo stesso Angeleri.
Torno a ripetere: immagino che se il dibattito di oggi paradossalmente, ci fosse stato prima che lui desse le dimissioni, molto probabilmente - oso sperare - non le avrebbe date.
E poi, tutto questo rosario di sfilacciamento all'interno di Forza Italia! Certo c'è stata qualche defezione, ma la Consigliera Benso è stata "prestata" politicamente al Gruppo dell'MPPE: questo è stato detto, è stato scritto, se n'è discusso anche in aula.



(Commenti del Consigliere Chiezzi)



GALLARINI Pierluigi

E se vogliamo metterla sul piano politico, esprimo soddisfazione per quanto è stato ottenuto sul piano politico. Infatti, in questi ultimi mesi Forza Italia ha stretto un patto federativo con l'MPPE, e quindi i Consiglieri Picchioni e Montabone si sono federati con il loro Gruppo a Forza Italia. Questo, da un punto di vista politico, è sicuramente un passo in avanti, che va nella direzione di un rafforzamento.



CHIEZZI Giuseppe

Questo non lo sapevamo, nemmeno il Presidente Picchioni ce lo aveva detto.



(Commenti in aula)



GALLARINI Pierluigi

Scusate, ho quasi la sensazione che si stia parlando in un convento di educande: queste cose le sappiamo tutti. Le abbiamo lette fuori di qui, se n'è discusso all'interno del Consiglio, e così via, quindi non sono sicuramente cose nuove.
Venendo poi alla questione specifica, torno a ripetere: non essendo cambiato nulla da martedì scorso ad oggi, ribadiamo la posizione di martedì scorso, espressa allora a scrutinio segreto.
Oggi, come Gruppo di Forza Italia, ma è già stato detto dai colleghi della maggioranza, respingeremo la presa d'atto delle dimissioni di Angeleri, il quale viene ancora pregato, in questo momento, dal sottoscritto (stamani lo abbiamo fatto il Presidente Ghigo ed io, prima che iniziasse tutta la giostra di questa giornata) di ritirarle.
Reiteriamo ancora tale richiesta alla fine della discussione, perch ritengo che il dibattito di oggi abbia potuto dire qualcosa anche all'amico Angeleri.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Presidente Ghigo; ne ha facoltà.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Essendo stato nel dibattito politico di oggi abbastanza "tirato in ballo", ritengo di dover prendere la parola per fare alcune precisazioni e alcune considerazioni sulle cose dette.
Se me lo permettete, distinguerei il mio intervento in due fasi. Una specificando e chiarendo quello che, secondo me, è stato il mio comportamento nei confronti del dibattito della scorsa settimana e della situazione che si è venuta a verificare; l'altra, invece, declinando le affermazioni fatte da alcuni Consiglieri e tentando chiaramente di dare delle risposte.
Il mio intervento della scorsa settimana è stato definito laconico breve (come se tutto questo dovesse avere un significato in un senso e in un altro).
Uno dice le cose che ritiene di dover dire e nel tempo che ritiene di doverle dire; d'altro canto, proprio in quest'aula, ci sono tante persone che parlano per molti minuti senza dire nulla. Io, forse, ho il dono della sintesi e dico le cose che ritengo opportuno di dire in tempi più brevi.
Nel mio intervento di apertura, martedì scorso, ho dichiarato alcune cose che non ho minimamente smentito nei fatti nel corso di questa settimana.
Io ho assunto, in quest'aula, l'impegno di costituire un gruppo di lavoro che doveva fornirmi degli elementi amministrativi. Credo che questo fosse un mio dovere, ma anche un mio diritto: conoscere prima di rispondere. Questo gruppo di lavoro ha avuto un tempo molto breve (10 giorni) per darmi delle risposte; quando questo gruppo di lavoro me le fornirà, non ho nessun motivo per non venire in quest'aula e rappresentare le risposte alle sollecitazioni che sul caso in quest'aula mi sono pervenute.
L'altro aspetto rilevato da qualche Consigliere è in relazione ad un mio atteggiamento di non difesa sia nei confronti dell'Assessore Viglietta sia nei confronti dell'Assessore Angeleri, quasi che io fossi uno di quei Presidenti o una di quelle persone che, nel momento in cui qualcuno si trova in difficoltà, invece di porgere una mano, danno un calcio.
Questa è un po' l'immagine che qualcuno di voi ha tentato di far apparire nei miei confronti in quest'aula.
Ma, vedete, anche voi, pur giudicandomi un Presidente senza capacità di gestione, come qualcuno di voi ha detto, dovete non sottintendere che un Presidente responsabile ha invece il dovere, certe volte, con grande dolore, con grande travaglio, di anteporre l'interesse della Giunta e del governo regionale a quelle che sono le motivazioni e le emozioni che dentro di sé sente nel rapportarsi con amici, conoscenti e colleghi.
Io ho solo agito nella totale convinzione di assumere iniziative e di percorrere percorsi nell'interesse complessivo della Giunta e della Regione Piemonte. Se questo è un torto io non ritengo, onestamente, di averlo attuato.
Ci sono poi alcuni aspetti che mi lasciano perplesso, perché oggi l'opposizione ha disegnato questa Giunta come una Giunta incapace di dare delle risposte, incapace di attuare il programma di governo. Però qua nessuno va a leggerselo il programma di governo, nessuno va a fare il paragone tra quello che c'era scritto sul programma di governo e quello che questa Giunta ha attuato, anche in alcuni casi con l'aiuto dell'opposizione. Questo non lo nego e non lo nascondo, comunque gli atti amministrativi e le leggi approvate sono lì; ci avrà aiutato anche il voto dell'opposizione, qualche volta, ci avrà aiutato qualche corretto e ricco contributo; ma questo governo regionale, leggi e atti amministrativi che erano insiti nel suo governo, li ha attuati. Questo è un dato di fatto.
Che all'opposizione convenga dire che non è vero, va bene, è il gioco delle parti, ma rimangono i fatti, rimangono gli atti, rimangono le delibere.
Rimangono altri aspetti, perché quando vengo in questo Consiglio regionale e mi sento dire tutte le contumelie che voi mi dite, in relazione alla non capacità di governo, io rimango stupito perché mi sposto di 650 chilometri, vado a Roma e i vostri colleghi Ministri del governo Prodi, nei confronti della Regione Piemonte dicono delle cose diverse. Come mai? Come mai il ministro Ronchi dell'Ambiente tutte le volte che vede l'Assessore Cavallera gli fa i complimenti; come mai tutte le volte che il Ministro Ronchi deve prendere una decisione nel rapporto con le Regioni italiane convoca l'Assessore Cavallera e chiede lumi; come mai il Ministro Rosi Bindi non perde occasione per fare apprezzamenti positivi sulla gestione della sanità piemontese, all'Assessore D'Ambrosio; e naturalmente potrei andare avanti, perché ci sono i casi del Ministro Veltroni, dei Ministri Bersani e Burlando. E come mai i Presidenti delle Province piemontesi e molti Sindaci della nostra Regione esprimono un giudizio positivo nei confronti di questa Giunta? Forse perché li riceviamo? Forse perché diamo voce alle loro richieste, forse perché cerchiamo di risolvere i problemi che queste amministrazioni locali hanno? Con un atteggiamento che questo sì è molto nuovo, quello di non verificare e di non prendere minimamente in considerazione se queste amministrazioni sono di un colore diverso, ma trattando tutti esattamente nello stesso modo, in modo equo e trasparente.
Questo è un modello che, caso strano, noi abbiamo avuto il difetto e l'ardire di comunicare all'esterno e questo all'opposizione chiaramente ha dato particolarmente fastidio.
Questo tema della comunicazione, Consigliere Riba, è un tema che io giudico estremamente importante, e le vengo sicuramente dietro sulle tematiche che lei ha sollevato per quanto riguarda la comunicazione del Consiglio - non ho motivo di non volere che il Consiglio comunichi - io ho solo il dovere di comunicare come Giunta.
Del resto siamo una Giunta eletta con un metodo elettorale diverso, che prevede l'identificazione di un Presidente, e ritengo che la Giunta abbia tutti i doveri e diritti di comunicare. E faccio una piccola premessa che sarà oggetto, mi creda, nell'ambito di quella giornata di dibattito sulla comunicazione, di ampie considerazioni: è quasi stata una necessità per noi, perché i media qua in Piemonte, forse anche per storie vecchie, sono gestiti in una maniera che dirò in quella sede in modo molto dettagliato e significativo. Non è il caso che lo comunichi oggi, ma è chiaro che di fronte ad una situazione di questo genere, Consigliere Riba, se vogliamo in un certo senso che la Giunta comunichi di meno e vogliamo riequilibrare i media e il colore dei media nei nostri confronti - io sono assolutamente d'accordo - la smettiamo di fare le pagine locali. L'importante è che i media in questa Regione ci trattino esattamente come hanno sempre trattato gli altri, cosa che non sta succedendo, dati alla mano.
Non sono parole, non sono congetture, c'è qualcuno che non considera questa Giunta, che è una Giunta di centro-destra, che ha il difetto di essere una Giunta di centro-destra, nella maniera corretta. Ma questo torno a ripetere, scusatemi se sono uscito leggermente fuori tema, è argomento di quella giornata di dibattito sulla quale oltre a portare questi temi vorrei anche portare un contributo per dare a quest'aula la possibilità di avere la stessa voce che ha la Giunta, secondo le competenze che quest'aula istituzionalmente, secondo il nostro Statuto ha.
Voglio riprendere alcuni aspetti, del resto anche il Consigliere Chiezzi è andato un po' fuori tema, perché ha citato due interrogazioni alle quali noi siamo assolutamente disponibili a dare risposta. E allora anch'io mi permetto di andare leggermente fuori tema, ma non così fuori tema, perché il Consigliere Saitta ha di nuovo buttato dell'ombra. Ha di nuovo detto che nell'alessandrino "chissà cosa fa questa Giunta, le lobby di interessi, gli intrighi"; poi invece si scopre che tutto quello che sta facendo lo sta facendo con il Comune di Acqui e la Provincia di Alessandria, che sono due istituzioni o no? Cosa sono? O il Comune di Acqui non è un'istituzione perché ha un Sindaco leghista. O la Provincia di Alessandria non è un'istituzione. Che cosa è? Sono istituzioni.
Sto facendo l'accordo di programma per la gestione delle terme di Acqui.
La Regione Piemonte sta tentando di ottenere le terme di Acqui dal Ministero del Tesoro dal 1979; dà forse anche qui fastidio che sia questa Giunta ad essere riuscita a far sì che le terme di Acqui vengano alla Regione Piemonte? Sì, siamo la prima Regione che le ha ottenute, proponendo un accordo di programma. Come mai le altre Regioni non hanno ancora ottenuto le loro terme? Non c'è nessun intrigo, sono assolutamente disponibile, anche perch sulle terme di Acqui c'è sicuramente uno stanziamento a bilancio per la realizzazione del consorzio, ma non è stato ancora speso niente perché il trasferimento da parte dello Stato materialmente non è ancora avvenuto.
Io sono anche disposto a venire nella Commissione che voi riterrete opportuna, perché quello mi sembra il luogo, a spiegare che cosa sta facendo la Regione Piemonte sulle terme di Acqui, perché non c'è nessun intrigo, nessuna volontà di gestione di potere.
Voglio anche aggiungere, per chiarezza, che non centro assolutamente con nomine che sono avvenute nella Provincia di Alessandria, anzi, tengo a precisare che quando ne sono venuto a conoscenza ho voluto anche rappresentare la non opportunità che questo avvenisse; però io non posso obiettivamente, condizionare, come non posso chiedere, perché la mia eticità mi porta a non chiedere a nessun amministratore di assumere iniziative a favore della Regione o peggio ancora a favore del Presidente della Regione. Non posso certo chiedere a un libero cittadino di non accettare qualche cosa che gli viene offerto nella totale trasparenza e nella totale legittimità, perciò se qualche amministratore locale decide di nominare un mio collaboratore in qualche incarico, ragazzi, non ho motivo né in un senso né in un altro, è un fatto che ha compiuto qualcun altro e qualcun altro, se voi lo ritenete opportuno, risponderà a questa vostra sollecitazione.
Non sono io che devo rispondere. Questo per essere precisi e chiari.
Ho voluto solo fare queste due precisazioni perché secondo me erano importanti. Ripeto che sono totalmente disponibile a venire in Commissione la Commissione che voi ritenete opportuna, credo quella dell'Industria o quella del Turismo, a rispondere e relazionare lo stato dell'arte sulle terme di Acqui in Consiglio. Se volete lo faccio anche in Consiglio, non è un problema, sono disponibile.
Raccolgo anche la sollecitazione del Consigliere Riba che, forse per voler insinuare ipotesi di complotto, di cambio di maggioranza, mi ha suggerito di consigliarmi con il Presidente Picchioni; non ve n'è bisogno.
Io e il Presidente Picchioni già interloquiamo tutte le volte che lo riteniamo opportuno.



(Voci in aula)



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Abbiamo due ruoli istituzionali. Interloquiamo tutte le volte che lo riteniamo opportuno e ci scambiamo tutte le opinioni che riteniamo opportune. Colgo l'occasione per ringraziare il Presidente Picchioni per i frequenti consigli positivi.
Consigliere Riba, vengo alle sue parole "sotto tutela"; credo che se io dovessi - qui forse sta l'arcano di tutto il meccanismo - sentirmi sotto tutela lo sarei dell'opposizione, ma non del Presidente Picchioni. E' l'opposizione infatti che non vuole ribaltoni, non vuole andare a casa.
Obiettivamente, di fronte alle minacce di scioglimento del Consiglio regionale vorrei vedere quanti Consiglieri sarebbero disponibili; io la firma la appongo subito: vedremo oltre alla mia quante ve ne saranno.
L'opposizione vuole mettere sotto tutela questa Giunta per un semplice motivo: questa maggioranza, questa Giunta non ha lavorato male; ha anche l'ardire di comunicare quello che fa - cosa che non dovrebbe mai assolutamente fare perché i cittadini devono sapere le cose solo attraverso i Consiglieri sul territorio - e questo non va bene.
Quindi sotto tutela mi vuole mettere l'opposizione; l'opposizione mi vuole mettere nella situazione di non governare per due anni, per poi giustamente - non condanno questo atteggiamento, devo solo esserne cosciente - presentare alle prossime elezioni amministrative una maggioranza che, palesemente, non è stata in grado di produrre nulla e che dall'esterno non può più ricevere il consenso che magari oggi riceverebbe.
Il dibattito politico e la strumentalizzazione di certi fatti avvenuti oggi in quest'aula ne sono la dimostrazione palese.
Potete lanciare tutte le accuse che ritenete nei confronti di questa Giunta, ma non mi potrete mai accusare di non avere avuto rispetto nei confronti delle istituzioni.
Come Presidente della Giunta regionale ho avuto nei confronti del Governo centrale un atteggiamento estremamente corretto, nonostante il Governo romano - sarà oggetto del dibattito di venerdì agli Stati Generali si sia dimenticato del Piemonte: bisogna avere il coraggio di dirlo. Sto tentando - e invito tutti voi a fare lo sforzo con me nell'interesse generale del nostro territorio - di far sì che a questa dimenticanza venga posto rimedio dal Governo e che certe iniziative, che lo stesso ha promesso per questo territorio, possano essere assunte.
Ho sempre avuto un grande rispetto verso le istituzioni. Credo che il dibattito avvenuto oggi in Consiglio regionale sia stato un confronto politico acceso e frutto di stati d'animo particolari.
Sottolineo che la Giunta, la maggioranza esiste; voi siete all'opposizione e, ovviamente, farete di tutto per metterla in difficoltà.
Però c'è. Risponde. Ha risposto martedì scorso e risponderà oggi. Siccome siamo in democrazia, bisogna prenderne atto.
Esiste una maggioranza e c'è un Presidente che ha dimostrato totale disponibilità ad un rapporto corretto con l'opposizione; c'è una volontà di dare risposte alle sollecitazioni del Consigliere Riba sul ruolo del Consiglio regionale, non c'è alcuna preclusione, non c'è antagonismo tra Consiglio regionale e Giunta: la Giunta deve governare, il Consiglio è un'assemblea.
Troviamo il giusto equilibrio, comunichiamo come riteniamo, per eleviamo il tono del dibattito politico. I problemi che deve affrontare il Piemonte sono molti.
Adesso abbiamo fatto le schermaglie politiche, abbiamo provato a mettere in crisi questa maggioranza; se questa maggioranza non va in crisi l'invito che vi porgo è di riprendere un dibattito politico alto e di pensare ai veri problemi del nostro territorio.



PRESIDENTE

Intervengo in quanto sono stato chiamato in causa dai Consiglieri Saitta e Riba. Innanzitutto, rivolgo al Consigliere Saitta una comunicazione di servizio: il problema della costituzione della Commissione di indagine, ex articolo 19 dello Statuto, deve essere seguito dagli strumenti regolamentari che sono all'uopo richiesti dalle procedure di rito.
Non possiamo estendere l'art. 60, secondo comma, a quanto lei ha proposto per quanto concerne l'indagine sul turismo.
Al Consigliere Riba voglio ribadire - riprendendo le parole del Presidente della Giunta regionale - che noi siamo assolutamente in attesa non solamente dell'avvento di Federico; lei, Consigliere Riba lo ha già fatto tre volte, e sono lieto che lo abbia fatto anche in questa sala.
Probabilmente, lei ha potuto informare la stampa sui suoi reali intendimenti; io gliene sono grato, anche perché il problema del Consiglio regionale coinvolge - come ha detto giustamente il Presidente della Giunta regionale - tutti quanti, maggioranza e minoranza, esecutivo ed assemblea.
Si tratta di un problema difficile, perché si innesta sul sistema maggioritario, pertanto su un sistema innovativo, nei confronti del quale dobbiamo trovare tutte le misure affinché ognuno ricerchi la propria identità politica nel ruolo che gli è proprio. Tante volte questa dignità politica o viene obliterata o viene bypassata, certamente da un istinto proprietario che è in ognuno di noi, in questa Giunta come nelle passate: non nascondiamoci dietro questa matita.
Ognuno si impossessa del ruolo che ha e lo vuole sfruttare fino in fondo, credendo, a torto o a ragione, di rappresentare l'istituzione nel suo complesso: è un grosso problema.
Per quanto riguarda il problema della comunicazione e dell'informazione, noi porteremo la nostra informativa, anche in base a quanto oggi le decisioni del Governo relativamente all'Authority porranno alla nostra meditazione e alla nostra riflessione; attendiamo quella della Giunta! E' chiaro che il rapporto Giunta/cittadinanza è diverso da quello del passato. E' chiaro che il rapporto Ghigo/cittadinanza è diverso da quello Brizio/cittadinanza. Dobbiamo prenderne atto e ricercare tutti gli anticorpi non per porsi contro la Giunta, ma perché l'assemblea possa avere la possibilità di svolgere il suo ruolo con pacatezza, anche se lei Consigliere Riba, giustamente ha detto, con la sua sapienza contadina, che fa molto più rumore un albero che cade che una foresta che cresce. Questa è un po' la filosofia dell'informazione alla quale noi ci dobbiamo tutti attenere.
Comunque voglio sottolineare che non c'è crisi del Consiglio regionale testimoniata innanzitutto dalla presenza dei Consiglieri; non è solamente oggi che abbiamo il plenum: rispetto alla passata legislatura - e la statistica mi dà un aiuto in tal senso - abbiamo una presenza sempre superiore al 80% dei Consiglieri. Riteniamo quindi che i Consiglieri reputino quest'aula né sorda né grigia.
Noto l'assenza di discussione di alta cultura politica: questa sì tante volte, infatti, molti di noi o confluiscono negli strumenti dell'ostruzionismo consiliare oppure in argomenti - che coinvolgono anche me, per carità - di bottega o di retrobottega.
Grandi appuntamenti tematici, come l'informazione, la conferenza sul lavoro o altre questioni, tutte inserite in calendario o nell'agenda della nostra attività politica, vengono continuamente rinviate perché c'è sempre l'immanenza di qualche fatto clamoroso o l'incidenza di qualche attualità di cronaca, che certamente può fare molto più notizia di una discussione pacata, colta. Alla fine, rimandiamo sempre ad altri tempi quanto invece dovrebbe sempre essere nel calendario di oggi.
Terza considerazione, Consigliere Riba. In quest'assemblea non c'è crisi, perché non c'è trasformismo; come lei ha detto giustamente, "è difficile uscire della maggioranza, com'è difficile uscire dall'opposizione". E non c'è trasformismo perché c'è un sistema bipolare che ci tutela e ci blinda in una moralità di appartenenza, alla quale tutti, maggioranza e minoranza, crediamo di appartenere. Ci può essere solo una cosa, rispetto a questo, l'assemblearismo. Ma l'assemblearismo non si può mai verificare sugli interessi - che sono sempre trattabili - ma solo sui valori, su quei valori che possono essere trasversali a tutta l'assemblea, e pertanto patrimonio di tutti i Gruppi politici, e che, in quanto valori, non possono essere discriminanti né di una maggioranza né di una minoranza.
Ultima riflessione. Abbiamo costituito una Commissione d'indagine, che può aver sollevato dubbi da parte di alcuni.
A parte il fatto che la Commissione d'indagine - Presidente Spagnuolo può verificare fatti non penalmente rilevanti, attinenti al costume politico e amministrativo, che altrimenti non si potrebbero conoscere voglio dire cioè che la Commissione ha avuto più di un pregio. Primo: essere paritetica fra maggioranza e minoranza; secondo: delegare un membro sia pure autorevole, della minoranza a presiederla. Ciò secondo una linea evolutiva per cui il Consiglio, se riusciremo a varare quello che sarà l'elemento fondante del nostro nuovo Regolamento, potrà far sì che l'esecutivo si avvalga di tutte le Commissione di merito e la minoranza di tutte le Commissioni di controllo.
E' un primo passo - Consigliere Riba - che sta a significare non la morta di un Consiglio ripetitivo e stanco su se stesso, ma la capacità d'innovare, di promuovere e, mi auguro, anche di migliorare.
Consigliere Riba, le volevo rispondere visto che lei ha sollevato un problema politico molto grande; so benissimo di non essere stato esaustivo ma faccio un appello all'assemblea perché tutti i temi che sono stati e sono in calendario, nonché, certamente, all'attenzione di tutti voi possano essere trattati, affinché il Consiglio abbia quel colpo d'ala che si merita.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Per tentare, dal nostro punto di vista, di elevare il tono del dibattito politico, presenteremo un ordine del giorno di invito al Presidente Ghigo di dimettersi.



PRESIDENTE

Dobbiamo ora mettere in votazione, per alzata di mano, la richiesta dell'Assessore Angeleri di rassegnare le dimissioni dalla carica di Assessore al turismo, tempo libero e sport, acque minerali e termali e parchi naturali.
La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Chiedo una breve sospensione dell'assemblea.



(La seduta, sospesa alle ore 16.45 riprende alle ore 17.15)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Consigliere Cavaliere, per dichiarazione di voto (anche se non prevista dal Regolamento).



CAVALIERE Pasquale

Volevo semplicemente far notare, Presidente, rispetto alle le dichiarazioni di alcuni esponenti e Capigruppo della maggioranza che mi pare abbiano teso dare un significato politico al voto cui ci stiamo accingendo - qualcuno ha detto che anche su questo voto si dimostrerà o meno la compattezza della maggioranza - che questo voto, invece, non ha alcun significato politico. E' una presa d'atto di una manifestazione di intenti di un Assessore: come tale dev'essere trattata.
Diversamente, se gli si vuole attribuire un significato politico, nel senso di fiducia o sfiducia, le implicazioni sono diverse e si apre conseguentemente, nel futuro, un'analisi di questo tipo di voto.
Voglio anche dire, Presidente, poiché alla fine del dibattito si sono aperti scenari diversi, sul ruolo del Consiglio, su maggioranza/minoranza andando secondo me un pochino fuori tema, anche perché le questioni accennate sono state varie volte riportate in quest'aula con il tentativo di affrontarle, che vi è una cosa che davvero sminuisce il Consiglio: la mediazione intesa non come arte del possibile e come esercizio di responsabilità, ma come arte per se stessa, sminuzzamento delle cose fino a farle diventare niente, fino a farle sparire, nell'illusione che i problemi non esistano.
Nel momento in cui vi sono dei problemi, si devono affrontare per quello che sono.
Chiaramente, voterò "sì" alla presa d'atto delle dimissioni dell'Assessore; per quanto riguarda la presa di posizione politica personalmente ho auspicato le dimissioni dell'Assessore Angeleri per i rilievi dell'ordine che ho spiegato nel Consiglio scorso, relativamente ai quali spero che Consiglio e Giunta regionale possano in futuro entrare nel merito, per quanto di loro competenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta, per dichiarazione di voto.



SAITTA Antonino

Il nostro Gruppo voterà a favore della presa d'atto. Ho già avuto modo di motivare il voto nel precedente intervento, aggiungo soltanto una considerazione politica che rafforza tale presa di posizione, anche perch durante il dibattito, soprattutto nella replica del Presidente Ghigo, non sono stati forniti i rimedi sufficienti per un ripensamento della nostra posizione rispetto alle questioni sollevate.
In realtà, il Presidente ha spostato di molto l'obiettivo, richiamando questioni istituzionali richiamate soltanto marginalmente dal collega Riba e questioni che non sono oggetto di dibattito, ma sulle quali torneremo come quella relativa al governo.
Ritengo il gesto compiuto dall'Assessore - il rassegnare le dimissioni di carattere nobile. Tuttavia, le questioni da noi sollevate durante il dibattito, ovvero il riferimento al "centro di potere" così come l'ha definito il collega Angeleri, relativamente ad Acqui, continuano ad essere valide.
Vi sono sempre, Presidente Ghigo, questioni di carattere etico che riguardano anche i propri collaboratori; se c'è incompatibilità tra Assessori ed alcune iniziative pubbliche, a maggior ragione vi sono incompatibilità tra chi collabora con gli Assessori e il ruolo che svolge.
Mentre il ruolo degli Assessori è sempre oggetto di controllo pubblico forte, com'è successo all'Assessore Viglietta, come succede all'Assessore Angeleri, il ruolo dei collaboratori non ha caratteristica di carattere pubblico. Quindi, è suo dovere, anche se non obbligatorio, fare in modo che i propri collaboratori non si trovino in situazioni di incompatibilità, e che il ruolo che svolgono qui, che è un ruolo forte, venga utilizzato anche per rafforzare le proprie posizioni di carattere politico.
Le questioni da me sollevate, quindi, continuano ad essere fortemente valide e in ogni caso resta un giudizio negativo sul suo operato, che viene confermato anche per l'evasività delle risposte che ha dato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Presidente, noi non avevamo chiesto le dimissioni dell'Assessore Angeleri, avevamo chiesto una procedura e le cose che erano presenti nell'ordine del giorno che abbiamo presentato e che non è stato accettato dalla maggioranza, con un atto che in qualche maniera significava soprattutto un arroccamento, perché poi nel merito le cose sono state più che condivise.
Penso che le dimissioni debbano essere accolte da parte nostra per la limpidezza del comportamento dell'Assessore Angeleri, che ha individuato un problema politico e ha segnato, sia con il suo comportamento sia soprattutto, con il suo intervento, l'esistenza di profondi problemi.
Problemi sui quali ha convenuto il Presidente della Giunta nella risposta che ha avuto contenuti anche significativi dal punto di vista politico, che ha riconosciuto lo stesso Presidente del Consiglio, che quindi non debbono essere ne elusi ne conclusi.
Ci aspettiamo che il problema che è stato posto in modo assolutamente autorevole oggi, con interventi che sono andati tutti nella stessa direzione e con riconoscimenti da parte della maggioranza e del Presidente della Giunta, implichi l'accettazione del fatto che c'è una profonda inadeguatezza rispetto alle esigenze di questa situazione politica. Tutto il resto fa parte delle scelte di lavoro e di comportamento che dovranno tenere tutte le parti di questo Consiglio e rispetto alle quali naturalmente ci riserviamo tutti gli atti successivi.
Votiamo, quindi, a favore della presa d'atto delle dimissioni dell'Assessore Angeleri.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Indubbiamente voteremo a favore della presa d'atto delle dimissioni dell'Assessore Angeleri per una semplice ragione che scaturisce dall'intervento dello stesso. Infatti, l'Assessore ha detto: "La mia è una scelta politica di abbandono di Forza Italia e non potevo rimanere Assessore perché io sono stato eletto in Forza Italia, quindi la mia è una coerenza di carattere politico". Ha aggiunto: "L'atto non si lega alla vicenda giudiziaria, è un atto di sfiducia nei confronti del Gruppo politico che mi ha eletto e del quale facevo parte in Consiglio regionale.
Pertanto, dò le dimissioni per questa ragione di natura politica".
A questo punto noi non possiamo entrare nella scelta politica del Consigliere Angeleri di abbandonare il proprio Gruppo politico di provenienza e pertanto non possiamo fare altro che prendere atto delle sue dimissioni da Assessore, per questa sua premessa che è essenziale.
Questo è il tema e il senso dell'incontro del Consiglio regionale di oggi, che - ripeto - dobbiamo tutti sforzarci di far diventare un Parlamento.
L'abilità verbale soprattutto degli ultimi interventi che hanno preceduto l'interruzione ha spostato l'attenzione quasi come se il dibattito fosse avvenuto intorno ad un'altra questione, ma è indubbio che comunque i malesseri, le inquietudini, le problematiche, le grandi difficoltà politiche di questa maggioranza, ed in particolare di alcuni Gruppi di questa maggioranza, restano tutte sul tappeto e - ci sembra - più aggravate.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Il Gruppo prende atto delle dimissioni dell'Assessore Angeleri e rimane colpito dalle motivazioni che l'Assessore ha addotto.
Questo è un atto che riassume in sé un valore conclusivo di una vicenda politica. Dobbiamo prendere atto che, dal punto di vista politico, con questo gesto, che penso costi moltissimo in termini politici personali l'Assessore Angeleri ha avuto lo stile di risolvere, per quanto possibile oggi politicamente, la questione politica della sua permanenza nell'Assessorato.
Non altrettanto si può dire del Presidente Ghigo che, viceversa nonostante due inciampi di questo genere, non presenta le proprie dimissioni. Speriamo di riuscire a prendere atto delle dimissioni del Presidente Ghigo quanto prima. Grazie.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, pongo in votazione la presa d'atto delle dimissioni dell'Assessore Angeleri.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Le dimissioni dell'Assessore Angeleri sono respinte con 19 voti favorevoli e 31 contrari (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
Ha chiesto la parola l'Assessore Angeleri, che interviene in qualità di Consigliere.



ANGELERI Antonello

Colleghi Consiglieri, signor Presidente, ringrazio per la fiducia che mi è stata accordata con questo voto. Non è un ringraziamento formale perché questo è sicuramente un attestato di grande stima nei miei confronti e di questo prendo atto.
Qualcuno, prima di me, ha sottolineato però un problema politico e voglio io qui ribadire che nulla ha a che vedere con i rapporti fra le persone, che nulla ha a che vedere con il rapporto con il Presidente della Giunta, da un punto di vista personale; tuttavia non posso, e l'ho già ribadito, personalmente accettare questa votazione. Per cui ripropongo le mie dimissioni che sono e rimangono irrevocabili, a questo punto.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore. Lei le ripropone, dovrà formalizzarle per iscritto poi noi le porteremo ancora alla votazione dell'Assemblea.


Argomento: Presidente della Giunta Regionale

Esame ordine del giorno n. 582: "Richiesta di dimissioni del Presidente della Giunta on. Ghigo"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 582 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Papandrea, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerato che le dimissioni del Consigliere Angeleri dagli incarichi assessorili e dal Gruppo di Forza Italia aprono una crisi irreversibile dell'attuale maggioranza di centro destra tali dimissioni seguono di pochi mesi quelle di un altro ex Assessore del Governo Ghigo e Consigliere di Forza Italia, Matteo Viglietta, che ha patteggiato in Tribunale le proprie pendenze penali altre due Consigliere, Anna Benso e Caterina Ferrero hanno abbandonato il Gruppo di Forza Italia passando rispettivamente al Gruppo MPPE e al CDU di questo sfaldamento politico e del disastro amministrativo del Piemonte e della cattiva immagine che le dimissioni di due Assessori determina porta innanzitutto le responsabilità il Presidente della Giunta, che ha scelto i suoi Assessori, sovraintende al lavoro collegiale della Giunta e ne è responsabile, risponde ai cittadini perché da loro designato invita il presidente Enzo Ghigo a prendere atto del fallimento della maggioranza di centro destra subissata da continui scandali a prendere atto del proprio fallimento per aver scelto amministratori inaffidabili e non essere stato in grado di controllarli a rassegnare conseguentemente le proprie dimissioni per consentire nuove elezioni." Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione l'ordine del giorno testé letto.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 18 voti favorevoli e 33 contrari (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).
I lavori sono terminati e riprenderanno domani alle ore 14,30.
Ricordo che alle ore 14.00 si riunisce la Commissione Nomine e alle ore 10.30 la Commissione speciale per la legge n. 51.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17,30)



< torna indietro