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Dettaglio seduta n.164 del 29/07/97 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri D'Ambrosio, Deorsola, Mancuso Peano, Picchioni e Racchelli.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame proposta di deliberazione n. 410: "Piano regionale di gestione dei rifiuti"


PRESIDENTE

C'era l'accordo di esaminare la proposta di deliberazione n. 410, di cui al punto 9) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Cavallera per l'illustrazione di tale deliberazione.
CAVALLERA, Assessore all'ambiente Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ho preparato una breve relazione introduttiva che leggerò in modo da essere il più chiaro possibile.
"Piano regionale di gestione dei rifiuti.
Il presente Piano regionale di gestione dei rifiuti è stato redatto in ottemperanza sia agli artt. 2 e 3 della L.R. n. 59/95, sia all'art. 22 del DL n. 22/97 emanato durante l'iter di approvazione del Piano stesso.
Proprio l'emanazione del DL n. 22/97, che si configura come una nuova legge quadro sui rifiuti, andando a sostituire le leggi precedentemente vigenti, ha imposto una parziale revisione della proposta di Piano; tale revisione, sicuramente facilitata dalla buona assonanza tra legislazione nazionale e regionale, sia nei principi generali sia negli indirizzi tecnici ed operativi, ha riguardato in particolare l'organizzazione territoriale del Piano. Occorre inoltre rilevare che, in attesa dell'emanazione dei numerosi decreti attuativi previsti dal DL n. 22/97, la normativa tecnica sui rifiuti si trova in una fase transitoria, non sempre ben definita negli aspetti classificatori, autorizzativi e di controllo per tale motivo, questo documento di pianificazione regionale potrà subire anche in tempi relativamente brevi, delle parziali revisioni per adattarlo alla nuova normativa tecnica nazionale.
Sicuramente i principi ispiratori di questo documento sono in pieno accordo sia con il DL n. 22/97 sia con la L.R. n. 59/95, e possono essere così riassunti: favorire la prevenzione della produzione di rifiuti, cercando di ridurre la quantità e la pericolosità dei rifiuti prodotti ridurre la quota di rifiuti avviata allo smaltimento finale, incentivando tutte le forme di raccolta differenziata, valorizzazione e recupero dei rifiuti, considerando che sia la legislazione europea sia quella nazionale privilegiano il riutilizzo, il riciclaggio ed il recupero di materia rispetto a quello di energia smaltire i rifiuti nell'ambito di un sistema integrato di gestione dei rifiuti stessi che privilegi il recupero e gli impianti (di servizio e tecnologici) funzionali a tale recupero, e consideri le discariche come l'ultima fase del sistema, destinate a non ricevere più i rifiuti tal quali, ma solamente tutto ciò che non è recuperabile a valle dei trattamenti e dei conferimenti separati costruire una rete integrata di impianti di smaltimento che permetta di realizzare l'autosufficienza regionale nello smaltimento dei rifiuti urbani e che, anche per i rifiuti speciali, pur tenendo conto del contesto geografico e della necessità di impianti specializzati per determinati tipi di rifiuti, permetta di avvicinarsi a tale obiettivo riducendo i movimenti dei rifiuti stessi pianificare la gestione dei rifiuti attraverso due livelli complementari ed interattivi: quello regionale che stabilisce le linee metodologiche tecnologiche ed organizzative, e quello provinciale che affronta gli aspetti relativi all'organizzazione territoriale specifica ed all'attivazione e coordinamento dei sistemi integrati di smaltimento.
Il Piano, pur nel rispetto dei compiti affidati alla Regione dall'art.
22 del DL n. 22/97, tiene dunque in debito conto il forte ruolo che la nuova legislazione nazionale riserva alle Province, demandando molti aspetti di pianificazione ed organizzazione ai programmi provinciali previsti dalla L.R. n. 59/95; la Regione intende comunque fornire alle Province tutto il supporto necessario, ad esempio promuovendo e partecipando agli accordi di programma ed alle intese che sono previste in diversi punti del Piano, su aspetti specifici.
Il Piano regionale di gestione dei rifiuti è articolato in sei sezioni in funzione delle diverse tipologie di rifiuti trattati.
La prima sezione riguarda i rifiuti urbani e i fanghi prodotti dalla depurazione delle acque reflue urbane. La produzione di queste due tipologie di rifiuti superava nel 1995 il valore complessivo di 2.100.000 t/a; l'analisi degli andamenti produttivi registrati nell'ultimo decennio rivela la tendenza ad un lieve aumento della produzione globale, tant'è che nel 2001 viene stimata una produzione di rifiuti urbani ed assimilati di 1.905.300 t/a e una produzione di fanghi di 364.200 t/a.
Partendo dunque dall'indagine quantitativa e qualitativa sui rifiuti prodotti e dall'esame dell'attuale situazione organizzativa del sistema di gestione dei rifiuti, si arriva a proporre una soluzione pianificatoria basata su questi criteri fondamentali: un'organizzazione territoriale definita tenendo conto di quanto stabilito dalla L.R. n. 59/95 e dall'art. 23 del DL n. 22/97; quest'ultimo prevede che per la realizzazione della gestione unitaria dei rifiuti urbani il territorio regionale sia suddiviso in Ambiti Territoriali Ottimali che coincidono con i territori provinciali, salvo diversa indicazione regionale da adottarsi con legge. In questo Piano dunque il territorio regionale è suddiviso in Ambiti Territoriali Ottimali coincidenti con le Province; tali Ambiti devono provvedere alla piena attuazione del sistema integrato di smaltimento, con particolare riferimento agli impianti a tecnologia complessa, avendo cura che la gestione dei rifiuti avvenga secondo criteri di efficienza, economicità ed autosufficienza. In ogni Ambito Territoriale Ottimale il Piano individua uno o più bacini, all'interno dei quali avviene la gestione unitaria dei rifiuti urbani mediante forme di associazioni obbligatorie (art. 8 L.R. n. 59/95); il Consorzio obbligatorio di bacino (uno per ciascun bacino) realizza i servizi di raccolta, trasporto raccolta differenziata e le strutture di servizio e le eventuali discariche; nell'ambito dei programmi provinciali, le Province possono prevedere, sulla base di considerazioni tecnico-organizzative di maggior dettaglio, una diversa articolazione territoriale dei bacini, senza che tale modifica comporti difformità rispetto alle disposizioni regionali azioni di prevenzione per la riduzione dei rifiuti, favorendo la progettazione e produzione di beni e servizi a basso impatto ambientale e gli interventi sulla riduzione e sul recupero degli imballaggi quest'ultimo aspetto sarà sicuramente favorito dall'applicazione delle norme contenute nel DL n. 22/97 la definizione di obiettivi di raccolta differenziata in linea con quanto previsto dal DL n. 22/97; nel Piano è infatti previsto per il 2001 un obiettivo complessivo di recupero mediante raccolta differenziata di 583.550 t/a, pari al 30,6% circa dei rifiuti urbani prodotti; a tale obiettivo occorre aggiungere il recupero dei fanghi di depurazione di buona qualità attraverso il loro utilizzo in agricoltura, diretto o dopo compostaggio. E' bene sottolineare che questo obiettivo di raccolta differenziata è raggiungibile solo attraverso un forte contributo dalla raccolta differenziata della frazione organica presente nei rifiuti urbani l'obiettivo è di recuperare nel 2001 una quantità pari a 267.300 t/a di rifiuti organici da avviare alla produzione di compost di elevata qualità.
Una particolare rilevanza, ai fini del raggiungimento degli obiettivi sopra citati, spetta alla realizzazione delle strutture a servizio della raccolta differenziata (stazioni di conferimento, impianti di valorizzazione impianti di compostaggio) ed alla progettazione territoriale della raccolta stessa; spetterà ai programmi provinciali dare attuazione agli indirizzi contenuti nel Piano e definire nel dettaglio le varie strutture la previsione di inviare alla termodistruzione, con obbligo di recupero energetico, solo la frazione combustibile del rifiuto rimanente a valle della raccolta differenziata; occorrerà dunque preselezionare tale rifiuto arrivando ad un potere calorifico inferiore (PCI) maggiore di 3.000 kcal/kg; complessivamente, si prevede nel 2001 di inviare alla termodistruzione 688.200 t/a di frazione combustibile che verrà trattata in parte nei due impianti esistenti e, per la maggior parte, nei nuovi impianti previsti la concezione delle discariche come ultimo anello del sistema integrato nelle quali, a regime, andranno smaltiti gli scarti degli impianti tecnologici, i rifiuti non trattabili e non recuperabili e le scorie degli impianti di termodistruzione; gli scarti degli impianti tecnologici qualora contengano ancora una frazione organica non recuperabile, dovranno essere sottoposti a processi di riduzione e stabilizzazione della sostanza organica prima del collocamento in discarica.
Sulla base di tali principi è stato definito il sistema integrato per i diversi Ambiti Territoriali Ottimali con indicazione degli impianti tecnologici previsti a regime e di quelli, comprese le discariche, da realizzare nella fase transitoria.
Una valutazione economica di massima, in attesa di una migliore definizione nei programmi provinciali, dei costi di investimento necessari per la realizzazione degli impianti previsti nella fase a regime, porta ad una stima di 1.461 miliardi di lire, dei quali 830 sono legati alla costruzione degli impianti di termodistruzione. A tali costi occorrerà aggiungere quelli necessari per adeguare il sistema di raccolta (comprese le strutture di servizio) in modo da rendere possibile il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Sia per incentivare la raccolta differenziata sia per sostenere gli ingenti costi previsti occorrerà, con gradualità dare attuazione all'art. 11 della L.R. n. 59/95 per quanto riguarda il costo ambientale, naturalmente coordinando tale prelievo con l'imposizione fiscale dell'ecotassa che, per la parte disponibile, può concorrere anch'essa alla realizzazione del sistema integrato.
La seconda sezione del Piano riguarda i rifiuti da attività produttive commerciali e di servizio, cioè i rifiuti speciali, anche pericolosi prodotti prevalentemente da attività industriali. Si fa presente che, in attesa dell'emanazione delle numerose norme tecniche attuative previste dal DL n. 22/97, e nella speranza di poter presto disporre, grazie all'attivazione del nuovo Catasto rifiuti previsto dall'art. 11 del citato decreto, di dati certi sulla produzione di rifiuti speciali secondo la nuova classificazione, il contenuto di questa sezione deve essere inteso come un primo inquadramento del problema della gestione di questi rifiuti.
Il Piano indica dunque i principi generali che devono essere seguiti per un corretto smaltimento dei circa 2.000.000 di t/a di rifiuti speciali, dei quali circa 243.000 t/a tossici e nocivi. Dopo aver esaminato i dati quali quantitativi attualmente disponibili sulla produzione e sullo smaltimento di queste tipologie di rifiuti, il Piano identifica il fabbisogno globale di impianti di trattamento per arrivare ad un'ipotetica autosufficienza regionale e valuta qual è la parte attualmente non soddisfatta di questo fabbisogno.
La definizione del sistema integrato di smaltimento per questa categoria di rifiuti tiene conto di alcuni criteri generali, quali: l'identificazione dell'area di intervento con quella regionale, anche se nella progettazione dei singoli impianti occorre tenere conto della reale distribuzione sul territorio dei rifiuti prodotti la promozione di sistemi di recupero dei rifiuti, in particolare di quelli assimilati agli urbani, nonché delle azioni tese a ridurre la quantità e la pericolosità dei rifiuti stessi il dimensionamento degli impianti basato in modo prioritario sulla necessità di assicurare l'autonomia di smaltimento dei rifiuti a livello regionale l'identificazione della discarica come anello finale del sistema integrato, con smaltimento di rifiuti, ove tecnicamente possibile inertizzati o stabilizzati la realizzazione di centri di raccolta e di stoccaggio provvisorio soprattutto per i rifiuti prodotti dalle piccole e medie imprese il dimensionamento degli impianti tenendo conto delle azioni tese a ridurre la quantità e la pericolosità dei rifiuti.
Sulla base dei suddetti principi, è stato definito un sistema integrato di smaltimento che prevede impianti di termodistruzione, di trattamento chimico-fisico-biologico, di trattamenti di stabilizzazione e detossicazione e discariche. Il fabbisogno complessivo di discariche per rifiuti speciali, anche pericolosi, è stato stimato nei prossimi cinque anni pari a circa 2.450.000 metri cubi.
Un problema importante che riguarda questa sezione di Piano è quello della rilocalizzazione di quegli impianti autorizzati la cui ubicazione risulti impropria, perché divenuta difforme rispetto alla pianificazione territoriale e caratterizzata da rilevanti problemi dal punto di vista igienico-sanitario. Tale problema andrà affrontato dalle Province nell'ambito dei programmi provinciali, sulla base di iniziative e di indicazioni regionali.
La terza sezione si occupa dei rifiuti prodotti dalle attività sanitarie, ed in particolare di quelli pericolosi per rischio infettivo. La produzione di quest'ultima tipologia di rifiuti in Piemonte è stata stimata in circa 7.300 t/a, e la tecnologia di trattamento indicata come prioritaria anche dalla legislazione nazionale è l'incenerimento.
Anche in questo caso occorre comunque intervenire presso le strutture sanitarie cercando di limitare la produzione di rifiuti pericolosi per rischio infettivo, incentivando la raccolta differenziata di quei rifiuti che possono essere avviati al recupero oppure ad altre forme di smaltimento.
Per i rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo si prevede la realizzazione di un unico polo regionale di smaltimento da localizzarsi preferibilmente nell'area metropolitana torinese, considerata la grande incidenza della città di Torino sulla produzione di questa tipologia di rifiuti. Nel periodo transitorio, in attesa della realizzazione del polo unico, è possibile smaltire i suddetti rifiuti negli impianti di incenerimento di RSU in esercizio.
La quarta sezione del Piano si occupa del sistema di gestione dei rifiuti inerti, la cui produzione regionale, tra civili ed industriali, è stata stimata in circa 1.767.000 t/a; anche per questa tipologia di rifiuti occorre sicuramente favorire il recupero, ottenendo in questo modo non solo la diminuzione delle discariche, ma anche la limitazione dell'attività estrattiva. Nell'esecuzione di grandi opere stradali o ferroviarie, deve essere garantito il massimo recupero possibile nell'ambito dell'esecuzione dell'opera stessa.
La quinta sezione del Piano fornisce le indicazioni per la gestione dei veicoli a motore e simili fuori uso; i veicoli inviati alla rottamazione ogni anno sul territorio regionale superano le 130.000 unità ed il fabbisogno regionale di superficie necessario per la rottamazione è stato stimato in circa 530.000 metri quadrati. I centri esistenti soddisfano in buona parte questa domanda, anche se è indubbia la necessità di razionalizzare questo settore e di rendere omogenei i criteri per la localizzazione, progettazione e gestione di questi impianti, il tutto in attesa dell'emanazione delle norme tecniche previste dall'art. 46 del DL n.
22/97.
La sesta ed ultima sezione del Piano affronta il problema della gestione dei rifiuti contenenti amianto, fornendo più che altro un quadro aggiornato della legislazione di settore e dei criteri generali sullo smaltimento di questa tipologia di rifiuti, la cui gestione va però vista in stretta connessione con gli aspetti sanitari e con il piano di settore predisposto dall'Assessorato alla sanità.
Questo Piano regionale è dunque un documento di indirizzo organizzativo, tecnico ed operativo per ciò che riguarda la gestione dei rifiuti nei prossimi anni, e fornisce alle Province, oltre ai dati conoscitivi, gli obiettivi generali ed i criteri tecnici ed operativi che dovranno essere utilizzati nella redazione dei programmi provinciali.
Spetta alle Province, nella redazione e nell'attuazione dei programmi suddetti, individuare ed attuare le diverse forme organizzative e gestionali che permetteranno di passare progressivamente dalla situazione attuale a quella prevista a regime, tenendo in debita considerazione le diversità territoriali e socio-economiche. Il raggiungimento degli obiettivi prefissati, sicuramente ambiziosi soprattutto per la raccolta differenziata dei rifiuti urbani, presuppone una decisa evoluzione del sistema attuale di gestione dei rifiuti, con un'importante opera di coordinamento che le Province dovranno svolgere nei confronti dei Consorzi e dei Comuni, senza perdere di vista l'obiettivo di garantire l'autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti urbani nei rispettivi Ambiti Territoriali Ottimali".
Durante la discussione in Commissione di questo Piano abbiamo apportato molte modifiche; buona parte di queste sono dovute al recepimento, per quanto possibile, del DL n. 22/97.
Altre modifiche sono state anche la conseguenza delle considerazioni che sono state portate avanti dai soggetti esterni consultati dalla Commissione, in particolare gli Enti locali, ma anche dalle varie parti politiche presenti in Commissione.
Credo che il risultato del Piano sia certamente da ascrivere al lavoro dell'Assessorato e dell'Assessore, ma vi è stata una grossa partecipazione dei Consiglieri che desidero ringraziare.
Ritengo che l'approvazione di un Piano non debba essere un ulteriore documento da mettere nello scaffale, ne abbiamo già tanti, ma deve essere un punto di partenza.
Pertanto, invito i colleghi a leggere in questo senso le scarne parole che sono indicate nella deliberazione che accompagna il Piano, laddove si dice che entro un anno ci saranno delle revisioni, delle messe a punto degli obiettivi. Tutti vi rendete conto che siamo in una fase transitoria dal punto di vista normativo, soprattutto della normativa tecnica.
Quindi, Presidente, ringrazio e mi tengo a disposizione per un'eventuale illustrazione della posizione della Giunta sui ventisei emendamenti pervenuti.



PRESIDENTE

E' aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bertoli; ne ha facoltà.
BERTOLI Credo che sia una sorta di ovvietà quella di constatare che il Piemonte vive in stato di emergenza per quanto riguarda l'organizzazione dello smaltimento dei rifiuti. Le discariche stanno per esaurirsi ed il nuovo sistema, delineato dalla L.R. n. 59/95 e dal DL n. 22/97, avrà bisogno, per affermarsi, di tempo, di risorse economiche e di una forte volontà politica. Per cui l'articolazione regionale delle amministrazioni pubbliche e delle imprese private, che garantiscono la gestione dei rifiuti, non possono rinviare oltre la programmazione degli interventi strategici e l'assunzione di decisioni operative.
Si tratta di programmazione e di impegni che non possono essere assunti senza un riferimento certo, senza un quadro di programmazione generale.
Tutti hanno presente le emergenze ambientali in corso: la provincia di Asti non ha una discarica; la discarica di Ghemme è in emergenza - lo abbiamo letto sui giornali di questi giorni; l'esaurimento dell'AMIAT è previsto per il 2001, cioè entro un lasso di tempo estremamente contenuto se lo raffrontiamo all'entità del problema e alla complessità delle soluzioni che dovranno costituire un'alternativa all'esaurimento di questa discarica.
Da questi brevi cenni emerge con chiarezza l'urgenza di un Piano di riferimento per la costruzione di un sistema integrato per la gestione dei rifiuti. Questo Piano è stato costruito con una certa fatica per i cambiamenti di leggi che sono intervenuti in corso d'opera. Si tratta di un Piano che è inserito nell'alveo della L.R. n. 59/95 e nel DL n. 22/97, cioè inserito in contesti legislativi, fecondi ed innovativi, ma che sono ancora incerti: la L.R. n. 59/95 è stata approvata dalla Regione Piemonte senza che ci fosse un contesto legislativo definito a livello nazionale e quindi dovrà essere rivista; lo stesso decreto legislativo è stato da pochi mesi attuato e necessita ancora dei decreti attuativi per definirsi in tutto il suo contorno.
Quindi, è un Piano che, pur avendo delle valenze positive, contiene per ragioni anche obiettive, qualche incertezza, ma si colloca comunque in una prospettiva molto ambiziosa: il recupero e il riuso dei rifiuti e il fermo definitivo del conferimento del "tal quale" in discarica (blocco definitivo che, come sapete, è previsto per il 2000).
Entrando nel merito del Piano, noi riteniamo che questo elaborato proposto, per quanto riguarda lo smaltimento e il recupero dei rifiuti industriali, abbia ancora delle determinazioni abbastanza generiche: quasi come se questa parte non fosse stata presa sul serio.
Per quanto riguarda le altre sezioni, noi abbiamo valutato attentamente questo Piano e abbiamo scelto, come comportamento di Gruppo e anche mio personale, così come abbiamo fatto in altre circostanze, di non presentare emendamenti in aula, se non per necessità. Di ripresentare in aula soltanto gli emendamenti che non erano stati accolti in Commissione e sui quali eravamo fermamente determinati.
A noi pare che questo tipo di comportamento sia utile e produttivo perché offre alla discussione serena, approfondita che si può dilungare anche nel tempo, quelle osservazioni che possono essere - appunto valutate con serietà e che trovano successivamente, con l'aiuto dei funzionari, la possibilità di essere incastonate nel modo migliore in un contesto organico. Scelta che abbiamo fatto anche in altre circostanze e che abbiamo ripetuto in questo caso.
Vorrei, a questo punto, far rilevare gli apporti a nostro avviso risultati importanti che, in una certa misura, hanno caratterizzato questo Piano e che, a nostro modo di vedere, lo hanno completato. Illustrer quindi alcuni di questi emendamenti presentati dal PDS.
Primo emendamento di grosso rilievo, che personalmente individuo, è che "le Province potranno prevedere - nell'ambito della formazione dei programmi provinciali che dovranno essere fatti in questi mesi in conseguenza del Piano regionale - sulla base di considerazioni tecniche di maggior dettaglio, una diversa articolazione dei bacini". Tale diversa articolazione dei bacini, che potranno contenere i programmi provinciali potrà essere fatta senza passare attraverso le forche caudine dell'art. 3 della L.R. n. 59/95, che prevedeva una sorta di lunga e complessa partita a scacchi tra Regione e Provincia, nel caso in cui le Province non confermassero, naturalmente su basi tecniche, la bacinizzazione proposta dal Piano regionale. Questa modifica semplifica e sburocratizza l'iter dell'approvazione dei programmi provinciali, fatto che non possiamo che ritenere positivo.
Secondo emendamento di un certo rilievo, che non è stato accolto, ma che abbiamo ripresentato in aula, è quello sulla rilocalizzazione degli impianti per i rifiuti speciali, che risulti impropria rispetto alla pianificazione e che, secondo noi, non può che essere effettuata su base regionale. Ripeto: la rilocalizzazione degli impianti per rifiuti speciali non può che avere un orizzonte regionale entro cui essere definita. Non ci pare che la risposta contenuta nel Piano recepisca il nostro emendamento.
La formulazione a tal proposito contenuta nel Piano è ancora uno stiracchiamento involuto che elude il problema da noi posto. Ecco quindi che lo abbiamo ribadito con l'emendamento ripresentato. Ritorner eventualmente nel merito della questione, al momento della discussione dello stesso.
Il terzo aspetto è quello riguardante i rifiuti inerti. Anche in questo caso abbiamo presentato un emendamento, accolto dalla Giunta. Proposta che riteniamo importante, perché ci sembrava una grave carenza il fatto che un Piano che ha come propria filosofia quella di recuperare il più possibile il rifiuto, per un suo riuso, non affrontasse il problema del riuso dei rifiuti inerti. Questo è reso più urgente dalla situazione di precarietà in cui vive il Piemonte, viste le tante cave esistenti sia - tra l'altro lungo le sponde dei nostri fiumi, nonché in varie altre parti. I lavori necessari per la realizzazione del tracciato dell'Alta Velocità o Alta Capacità, che abbiamo auspicato anche questa mattina, per il passaggio delle linee, prevedono un enorme utilizzo di materiale inerte. E' bene che quest'ultimo sia il più possibile recuperato. Ci sembrava un'incongruenza che in questo contesto di difficoltà ambientale, per la quantità di cave presenti e per la necessità di avviare una serie di cantieri in tutto il Piemonte, il rifiuto inerte non fosse riutilizzato e che, perlomeno in modo generale, non fosse affrontata la questione anche nel Piano.
Abbiamo quindi presentato un emendamento per dare alle Province, in particolare ai programmi provinciali, il compito di individuare una soglia oltre la quale i rifiuti inerti non possono più essere collocati in discarica, ma trattati e valorizzati in funzione di un loro riuso.
Gli emendamenti che come PDS abbiamo presentato, anche con valenza minore, nella loro stragrande maggioranza sono stati accolti e ringrazio l'Assessore che è sempre disponibile a confrontarsi con le opinioni degli altri e il Piano che discutiamo oggi ci sembra più adeguato. Ripeto, gli obiettivi dello stesso sono molto ambiziosi.
La raccolta differenziata a monte dovrà essere del 15% entro il 2/3/1999, del 25% entro il 21/3/2001, del 35% entro il 2/3/2003. Questo è facile da dire, molto difficile da fare.
Io mi auguro che sia evitato il rischio comune per il nostro Paese, che è quello di costruire a tavolino delle normative molto belle, ben collocate intellettualmente, che però allargano o contribuiscono ad allargare la forbice tra quello su cui si legifera o su cui si stabilisce sovrastrutturalmente e quello che poi avviene concretamente nel Paese.
Questa forbice che si va divaricando tra Paese reale e Paese legale crea grossi problemi all'Italia, che io non voglio qui trattare perch porterebbero fuori tema, ma sono problemi con cui bisogna fare i conti.
Concludo dicendo che l'urgenza necessaria del provvedimento, la filosofia a cui si ascrive e l'accettazione di gran parte dei nostri emendamenti presentati ci portano a dare di questo Piano un giudizio non negativo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.
SPAGNUOLO Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ci troviamo indubbiamente di fronte ad un provvedimento importante e corposo, di lunga elaborazione.
Trattandosi di un provvedimento di Piano, credo che debbano essere tenute in conto alcune questioni, nel senso che un Piano di per sé può essere buono o meno buono, ma anche molto in relazione alle normative nazionali o regionali di riferimento. Quindi, come prima valutazione, pensiamo che questo Piano risenta di due binari sostanziali: da un lato, la L.R. n.
59/95, rispetto alla quale noi demmo un giudizio molto severo, perché tale legge per buona parte non ci convinse; dall'altro, il DL n. 22/97, cioè la cosiddetta normativa Ronchi, che è una normativa molto importante e positiva, intervenuta in tempi relativamente recenti che hanno fatto fare all'Assessorato, agli uffici, alla Commissione poi, ma soprattutto alla prima stesura del Piano, un lavoro di modificazione che indubbiamente risente dei tempi brevi e, per certi versi, anche di alcuni adeguamenti e completamenti che fanno sì che il Piano abbia, per certi versi, elementi positivi e, per altri, lacune o inadeguatezze preesistenti.
Questo, come inquadramento della normativa generale delle indicazioni programmatiche generali, in una materia che in Piemonte è stata soprattutto negli ultimi anni, molto complessa, che ha dato origine a contenziosi profondi e a difficoltà oggettive, alcune delle quali sono state richiamate nell'intervento precedente. Esistono quindi situazioni molto differenziate, che vanno dalle problematiche di realizzazione degli impianti per i rifiuti urbani alle normative degli impianti dei cosiddetti rifiuti pericolosi, se vogliamo usare una dizione di carattere generale, e se vogliamo invece entrare nella normativa di Piano, tra la prima sezione che l'Assessorato ha elaborato e le restanti sezioni.
Per quanto riguarda la prima sezione, il nostro Gruppo fa una valutazione per alcuni versi positiva, per altri versi meno positiva o di maggiore dubbio di gestione. Alcuni obiettivi sono assolutamente condivisibili, nel senso che oggi è maturata una nuova coscienza rispetto alla materia dell'ambiente. Personalmente, sono più ottimista, perch soprattutto la normativa Ronchi è una normativa che ci dà maggiori garanzie e che ha contribuito a creare una cultura nel campo dei rifiuti che indubbiamente è migliorata. Nel Piano, tutto ciò che attiene agli obiettivi programmatici che possono anche essere incrementati, dall'incentivazione alla raccolta differenziata, è un progetto condivisibile. Si può dire che nell'immediato, dovrebbe partire più del 15% e che a regime ci potrebbero essere delle percentuali di raccolta differenziata più elevate; per carità è tutto molto positivo, peraltro non facile.
Credo che il grande lavoro che attende l'Assessorato sarà quello del rapporto con le Province, con i Consorzi, con i Comuni per costruire una cultura e anche degli strumenti di carattere finanziario che vadano nella direzione che il Piano dà e che ha raccolto il meglio di una fascia di cultura anche ambientalista. Nel senso che se non ci fossero stati anni di lavoro di Lega Ambiente e di tutte le Associazioni che si occupano di tematiche ambientali, probabilmente anche l'atteggiamento nostro, a livello programmatorio, sarebbe più arretrato. Invece, da questo punto di vista c'è un atteggiamento avanzato.
Nel Piano esiste una parte finale nella quale si fa riferimento alle problematiche del cittadino consumatore e anche agli incentivi che i Comuni potranno dare al cittadino consumatore per quello che attiene alla raccolta differenziata. La stessa tematica cosiddetta del "tal quale" oggi è un dato acquisito, probabilmente dieci o quindici anni fa eravamo lontanissimi da questo tipo di impostazione. Ci sono quindi elementi positivi.
Nella prima parte, però, ci sono anche elementi molto più problematici.
Il riferimento alle Province è certamente un fatto positivo, ma forse doveva essere sostanziato di maggiori criteri. La preoccupazione che pervade un po' tutto il Piano, cioè, è questa: oggi diamo alle Province, ma alle Province, oltre alle competenze, oltre alle risorse economiche, oltre agli strumenti (indubbiamente l'ARPA può essere considerato uno strumento decentrato sul territorio) bisogna dare anche altro personale e soprattutto risorse economiche. Bisogna dare alle Province anche parametri, criteri di riferimento, procedure individuate, altrimenti la novità e la difficoltà della materia può creare dei problemi.
Noi, riguardo alla prima sezione, già nel gruppo di lavoro e in Commissione abbiamo presentato due o tre emendamenti; un emendamento e mezzo è stato accolto, perché pone il problema del rapporto tra gli ambiti e i bacini, quindi il problema degli ambiti rispetto ai confini amministrativi e delle Province. L'aver accolto l'emendamento è dunque un fatto positivo.
Abbiamo inoltre ripresentato un emendamento che non era stato accolto in sede di gruppo di lavoro, che attiene ad una questione di fondo che io richiamo soltanto, ma che poi farà parte dell'illustrazione degli emendamenti, che è quella del governo, da parte della Regione, dei processi di decentramento. Ci sembra che questo sia un elemento carente.
Questo elemento è particolarmente carente - Assessore, lei lo sa - per la seconda parte, quella che fa riferimento ai rifiuti pericolosi industriali, derivati dal commercio e quant'altro. Questa non è una materia che si presti a giudizi tranchant, come neanche l'impostazione della parte attinente ai rifiuti industriali e pericolosi, perché ci rendiamo conto che è tutta una materia in itinere, in particolare le integrazioni di carattere tecnico che dovranno accompagnare il decreto Ronchi potranno migliorare ulteriormente questa sezione.
Ci sembra però che, soprattutto per questa sezione, manchino delle direttive da parte della Regione, manca il governo di questo tipo di processi.
Noi abbiamo tentato, attraverso gli emendamenti che abbiamo presentato di introdurre questo problema, nel senso che noi sappiamo bene che le normative nazionali in proposito consentono per esempio ai privati dei percorsi automatici, nel senso che nel momento in cui vengono presentate delle domande, queste poi partono, e ciò aveva anche una sua logica inizialmente, nella normativa nazionale.
Credo che su queste questioni la Regione molto possa lavorare, nel senso che oggi si stanno maturando delle convinzioni di carattere diverso.
I territori che beneficiano degli investimenti di carattere industriale è bene che provvedano, in maniera più continuativa, a smaltire i loro rifiuti; bisogna individuare tutte quelle norme o quelle direttive che tendono ad eliminare il rifiuto pericoloso alla fonte, nel senso che si devono cambiare i cicli produttivi, i cicli di lavorazione, e questo in parte sta già avvenendo.
Bisogna tenere duro sulla questione del costo dello smaltimento dei rifiuti perché anche questa è indubbiamente una materia molto importante.
Quello che ci sembra che manchi è proprio una conclusione di governo di questa parte, Assessore. Questo lo abbiamo già detto anche nel gruppo di lavoro. E' vero che nella costruzione della delibera con la quale si porterà in votazione il Piano, lei parla in maniera molto esplicita di una revisione periodica ed anche di una verifica da effettuare entro dodici mesi, alla luce dell'integrazione tra la programmazione regionale e quella provinciale. Io credo che debba essere fatto qualcosa di più. Ho apprezzato un passaggio della sua relazione quando, a proposito della seconda sezione lei ha detto: "Noi abbiamo dato un primo inquadramento del problema soprattutto relativamente alle problematiche della quantità del rifiuto industriale". Già in Commissione mi ero permessa di fare delle proposte a lei, ma soprattutto devo dire in questo caso ai tecnici, che anch'io ringrazio perché hanno fatto un grosso lavoro, me ne rendo conto, in quanto questa è una materia che va affrontata anche con umiltà da parte di chi non è un tecnico. Quindi, il ruolo dei tecnici diventa anche molto importante e diventa un'ossatura di fiducia anche per l'amministratore - e questo volevo sottolinearlo in questa fase.
Il nostro Gruppo ha presentato degli emendamenti di impianto generale sostanzialmente dicendo: "Questi ci sembrano i problemi da affrontare valutino anche i tecnici se le soluzioni che noi proponiamo dal punto di vista tecnico-legislativo possono essere percorse, perché" - ripeto - "è una materia complessa".
Allora, lei ha opportunamente parlato - mi avvio alla conclusione prendo anche il tempo del mio collega Angeli - di primo inquadramento del problema: quantità e pericolosità, fare dei conteggi per quanto riguarda il rifiuto pericoloso, il rifiuto industriale, il rifiuto proveniente dalla cosiddetta seconda sezione, commerciale, artigiano, ecc., più adeguati ai cambiamenti che sono in corso nei cicli produttivi per evitare questo altro tipo di speculazioni perché questo è un problema vero. Certo, non mi metto io a fare i conteggi del rifiuto industriale, reali o di prospettiva, ma questo è un compito di alta qualità tecnica da parte di chi, in questa direzione, deve lavorare.
L'altra questione è quella della pericolosità. Oggi abbiamo delle consapevolezze di carattere diverso. La tematica dell'amianto che si sta affrontando non solo a Casale, ma che è disseminata su tutto il Piemonte (a Torino, nell'Astigiano ed altrove), richiede delle valutazioni della pericolosità e quindi delle messe in sicurezza e delle bonifiche. Questo per dire che c'è una sensibilità diversa dal passato.
Per quanto riguarda i rifiuti industriali ho apprezzato - ripeto - che lei abbia parlato di "primo inquadramento del problema"; mi sembra che per questa parte si potrebbe dire, Assessore Cavallera, che quello che lei ha presentato è un buon strumento per la redazione di un piano definitivo, più che un piano in sé. Questo è l'elemento di maggiore dubbio, per la verità che il nostro Gruppo ha per poter esprimere un voto.
Concludo suggerendo un metodo di lavoro. Ne parlavamo prima con l'Assessore e con il Presidente della Commissione: proprio per la complessità di queste materie ed anche per l'insidia che sta dentro tutta una serie di problemi per cui le norme o i piani vanno letti molto a fondo per la diffidenza che c'è nella nostra Regione, ma non solo, perché tutto ciò che ha contraddistinto la cosiddetta "Tangentopoli verde" purtroppo era un problema vero e il territorio una volta che è compromesso, è compromesso, non si può più recuperare in questo campo, quindi bisogna essere molto severi e rigorosi; dentro materie così complesse - ripeto non si può intervenire all'ultimo momento. Gli obiettivi che sono stati enunciati (le modifiche della L.R. n. 59/95, l'attuazione con i decreti attuativi della normativa Ronchi, la revisione annuale di cui si parla nella stessa delibera) possono forse suggerire che il gruppo di lavoro costituito ad hoc anche nell'ultima parte dell'elaborazione di piano possa quasi essere continuativo, in modo che non ci vengano consegnati testi così corposi dentro i quali si fa poi fatica ad inserirsi, ma che si possa seguire tutta questa attività di revisione via via che essa viene ipotizzata o prodotta.
In questo senso, quindi, parlo di un lavoro corposo con luci ed ombre un lavoro che richiederebbe un maggiore governo da parte della Regione Piemonte su problemi così complessi e maggiori direttive alle Province per deleghe che sono opportune, ma avrebbero bisogno di maggiori criteri e parametri di riferimento.
Nella discussione sugli emendamenti affronteremo punti che consideriamo nodali. Abbiamo presentato questi emendamenti con lo spirito di individuare dei problemi e proporre delle soluzioni, senza innamorarci di soluzioni anche se studiate a lungo, ma proprio come contributo a quella che è la tematica del nostro tempo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galli.
GALLI Non ripercorro l'analisi della legge che ha fatto l'Assessore in fase di presentazione che è stata molto chiara e quindi mi sembrerebbe pleonastico doverla ripercorrere tutta.
Ringrazio l'Assessore e i tecnici dell'Assessorato per il lavoro che hanno svolto: un lavoro puntiglioso, meticoloso, un lavoro che descrive la situazione attuale dell'arte nella Regione Piemonte e la pianifica successivamente con gli strumenti che può usare la Regione Piemonte attualmente. Abbiamo la L.R. n. 59/95 e il decreto Ronchi che non è nient'altro che l'attuazione di normative CEE. Sarebbe stato auspicabile che la Regione avesse potuto adottare direttamente le direttive CEE avremmo risparmiato un sacco di tempo e penso che in questo senso dovrebbe andare la pianificazione a livello nazionale della nuova struttura Italia.
Questo obbliga successivamente - lo ha detto chiaramente anche l'Assessore - ad una revisione di questo Piano, ai sensi dei nuovi decreti attuativi al decreto legislativo Ronchi. Speriamo che i decreti siano solleciti, urgenti e ci permettano di essere altrettanto urgenti nell'adeguamento.
Reputo che le scelte assunte nel provvedimento siano più che accettabili; tali scelte sono state frutto di collaborazione - i colleghi che mi hanno preceduto lo hanno detto chiaramente - tra i vari Gruppi, al fine di giungere ad una soluzione che potesse dare luogo ad un provvedimento ampiamente accettato e positivo per il territorio.
Rispetto alla L.R. n. 59/95 i problemi relativi ai rifiuti sul territorio derivano dalla gestione in parte deficitaria dei consorzi a livello provinciale. Pertanto, il maggior sforzo che come Regione si dovrà compiere, successivamente all'adeguamento di questo decreto, come è stato annunciato, sarà l'ottimizzare la funzione delle Province per ottemperare alle deleghe che hanno ricevuto. Tale discorso vale per la L.R. n. 59/95 sui rifiuti, per l'urbanistica, vale per tutte le deleghe in attuazione della legge Bassanini e della legge n. 142.
Nelle riunioni di Commissione e di Sottocomissione è emerso da parte di alcuni Consiglieri la richiesta di non concedere queste deleghe o di limitarle o di renderle non totalmente applicabili, perché in questa strategia potrebbe nascondersi una non ottimizzazione di quello che è lo spirito della legge.
Reputo che in questo provvedimento si debba anche ricercare l'efficienza tecnologica che serve anche a limitare i prezzi: il costo contenuto per l'utente deve essere uno dei principi che noi dobbiamo tutelare. La raccolta dei rifiuti e lo smaltimento deve costare poco, deve essere efficiente, e ciò si ottiene ricercando la massima tecnologia possibile.
Quindi, non bisogna avere paura di cercare nuove tecnologie: non necessariamente "nuove tecnologie" significa termodistruzione, tutt'altro.
Per nuova tecnologia si intende la ricerca in campo mondiale di quelle che sono le applicazioni per il recupero dei rifiuti, tali da arrivare anche a bruciare magari niente e conferire pochissimo in discarica.
Mi limito a dire queste cose, riservandomi di intervenire successivamente sugli emendamenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gatti.
GATTI Avendo seguito da vicino le ultime, convulse vicende relative alla definizione del Piano regionale di gestione dei rifiuti, ritengo di avere sufficienti elementi per esporre alcune considerazioni a nome del mio Gruppo.
Una prima, spontanea ed evidente constatazione: ci troviamo di fronte ad un documento che risulta senza anima, che non è illuminato di luce propria. Si tratta di un Piano che, attraverso tabelle e statistiche, fa una disamina spietata e crudele di tutto ciò che è presente nel campo della gestione dei rifiuti. Assolutamente non costituisce un percorso determinante e indicativo che ci porti ad una soluzione del problema o comunque ci conduca ad una gestione proficua e soddisfacente del problema.
La gestione dei rifiuti, così come la definisce il decreto legislativo Ronchi, inquadra con chiarezza la nuova politica e la nuova filosofia di approccio a questo importante problema, con riflessi esistenziali per l'uomo e con conseguenze economiche di tutto rispetto.
La Giunta regionale, ancora una volta, giunge ad un importante appuntamento, secondo me, con scarso entusiasmo, con un atteggiamento poco convinto e determinato, e soprattutto con evidenti carenze verso un ruolo di guida e di riferimento che invece dovrebbe avere la Regione.
E' compito nostro favorire una nuova cultura tra i cittadini, il rifiuto deve essere considerato un elemento con cui convivere, da gestire da dominare e, per esprimersi con un paradosso, da trarne vantaggio o comunque limitarne i danni.
Il problema ambientale è attuale e non va gestito con isterismo o con sufficienza, la Regione non può permettersi il lusso di farsi trascinare dagli avvenimenti e dalle spinte che vengono dall'esterno.
E' necessario porsi alla guida e condurre, in prima persona, il processo di trasformazione fornendo chiare e precise indicazioni. In poche parole, si deve scegliere, bisogna essere determinati e dare precise disposizioni per consentire agli altri interlocutori, pubblici e privati un'applicazione corretta e convinta delle disposizioni. La non scelta provoca incertezze e confusione, soprattutto nei confronti delle Province le indicazioni devono essere precise e convincenti e non costituire, come è già successo, fonte di equivoci all'insegna di una politica conflittuale fra le istituzioni che accrescono lo sconcerto tra i cittadini.
Avrei auspicato che il documento non fosse costituito da maglie troppo larghe, da vuoti non colmati, da numerosi rinvii; avrei auspicato un documento più puntuale con le debite e doverose scelte e soprattutto con un ottimismo di sicuro riferimento. In sostanza, avremmo dovuto avere più coraggio.
Tutto ciò premesso, devo però ammettere che il documento è stato prodotto in un momento non molto felice per quanto riguarda le disposizioni di legge. L'istruttoria era iniziata con il riferimento alle vigenti leggi e alla L.R. n. 59/95.
Il lavoro, purtroppo, risente di questa situazione; d'altra parte, non è possibile un rinvio, stante l'urgenza di normare una situazione che sta deteriorandosi e sta diventando esclusiva.
A questo punto, molto proficuo è stato il lavoro svolto dal gruppo di lavoro. Anch'io mi associo a chi mi ha preceduto per dare il giusto riconoscimento ai tecnici.
Numerose sono state le novità: classificazione dei rifiuti, principi tecnici relativi allo smaltimento, indirizzi sulla pianificazione regionale il più citato art. 22 - definizione degli Ambiti Territoriali Ottimali obiettivi della raccolta differenziata, istituzione della tariffa per la gestione dei rifiuti. Sono stati presentati molti emendamenti, molti dei quali accolti, molti sono in sospeso e dovranno essere discussi.
La raccolta differenziata prevede il 15% nel 1999, il 25% nel 2001 ed il 35% nel 2003. Il Piano, per la verità, si ferma al 2001, anche se ha previsto il 30,6% della raccolta differenziata - quindi maggiore del 25%.
Teniamo presente che il mancato raggiungimento della prevista percentuale aumenta la tassa. Come tutti avrete rilevato, dal primo gennaio 1999 verrà soppressa la tassa di smaltimento, sostituita dalla tariffa per la gestione dei rifiuti. A tal fine, è necessaria una pronta ed incisiva opera da parte della Regione per promuovere una nuova filosofia - citata anche dall'Assessore - "chi più inquina, più paga". Occorrono dunque previsioni puntuali e non generiche ed iniziare una campagna nei confronti dei cittadini per l'ottenimento di una nuova cultura.
Infine, era forse opportuno indicare anche per il futuro concreti interventi sul piano finanziario, poiché, come tutti sappiamo, il Piano dovrà poi "camminare" con forze proprie e sufficienti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.
MORO E' in discussione l'importante esame della deliberazione n. 410 "Progetto di Piano regionale per l'organizzazione dei servizi di smaltimento dei rifiuti" in attuazione alla L.R. n. 59/95, redatto dalla Giunta, attraverso l'Assessorato competente, l'IPLA, l'ARPA, ed illustrato dall'Assessore Cavallera poco fa.
Un provvedimento robusto, ampio, che fa riferimento a leggi nazionali nella materia specifica (decreto Ronchi). E' un progetto di piano lacunoso anche pericoloso nella sua realizzazione, che va decisamente nell'ottica della filosofia privatistica, del profitto tipico della politica di centro destra, che opera in modo analogo nelle varie tematiche istituzionali, da due anni nel governo della Regione Piemonte.
Nel Piano per la gestione dei rifiuti regionali non vengono operate precise scelte politiche realizzative, mirate al miglioramento ambientale dei siti a rischio su tutto il territorio del Piemonte. Si punta assurdamente alla realizzazione rischiosa degli inceneritori: grave scelta politico-economica, che rappresenta importantissimi interessi capitalistici di profitto.
Lo stesso nodo politico delle deleghe alle otto Province piemontesi in materia di rifiuti si sta rivelando molto negativo, perché si riscontra, in generale, uno scaricabarile delle delicate problematiche territoriali dei rifiuti locali - mi riferisco, ad esempio, a Gabonata nell'Acquese e a Castelceriola nell'Alessandrino.
Il Piano regionale sui rifiuti non punta affatto alla positiva politica della riduzione dei rifiuti, che invece avrebbe dovuto essere l'elemento strategico di fondo per la delicatezza della materia e per i forti rischi ambientali e per la salute di tutti i cittadini piemontesi.
Il Piano regionale non punta come dovrebbe a soluzioni positive per la raccolta differenziata dei rifiuti, bensì, come dicevo prima, verso la grave e pericolosa realizzazione degli inceneritori su tutto l'ampio ed articolato territorio delle otto Province piemontesi.
Credo occorra una diversa politica regionale sui rifiuti, partendo dalla modifica sostanziale dello stesso Piano regionale per l'organizzazione dei servizi di smaltimento dei rifiuti, oggi in discussione in questo Consiglio regionale.
Vista la materia, così complessa e delicata, oggi di grandissima attualità, il Piano non soddisfa affatto le esigenze ambientali e territoriali dei rifiuti di tutto il Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Griffini.
GRIFFINI Signor Presidente, colleghi Consiglieri, intervengo in qualità di Presidente della Commissione Ambiente, che ha lavorato sul Piano regionale per i rifiuti. Devo dare ragione al Consigliere Gatti, Vicepresidente della Commissione, il quale sostiene che il Piano è nato in un momento un po' particolare.
Il Piano, preparato dall'IPLA, è stato rivisto completamente con l'attuazione del decreto Ronchi dal robusto lavoro dei funzionari della Commissione - che ringrazio pubblicamente per il lavoro svolto - e dei funzionari dell'Assessorato.
A mio avviso, il risultato di giungere in aula con un provvedimento per il quale è prevista una serie di emendamenti non così gravosa come quelle ostruzionistiche, cui siamo ormai abituati, è significativo del grosso lavoro svolto dal gruppo di lavoro in Commissione.
Ringrazio nuovamente i componenti di tale gruppo di lavoro, che ci hanno consentito di arrivare in aula con emendamenti costruttivi, che hanno migliorato il Piano.
Spero che il Piano diventi punto di partenza per la soluzione dei problemi che sorgeranno in Piemonte relativamente allo smaltimento dei rifiuti. Penso che da oggi in avanti la questione dei rifiuti si tradurrà in riciclaggio. Maggiore sarà il riciclaggio, maggiore sarà la raccolta differenziata, più problemi si riusciranno a risolvere.
Ringrazio nuovamente i funzionari della Commissione e quelli dell'Assessorato per il lavoro svolto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE Signor Presidente, colleghi Consiglieri, l'Assessore - come ha ricordato la collega Spagnuolo - ha parlato di primo inquadramento del problema. Questa dizione ci deve far riflettere, perché dà il senso di come questo grande problema sia stato sinora relegato in una condizione di deregulation totale, dove a regolare tutto ci ha pensato il cosiddetto "mercato". Mercato che, per quanto riguarda l'ambito dei rifiuti, si potrebbe definire "giungla economica": quanto di peggio si possa immaginare e vedere.
Il problema è stato, negli ultimi quindici anni, assolutamente non pianificato, non gestito; questo perché era, ed è stato, funzionale a quel che abbiamo potuto vedere. Non possiamo non ricordare che, negli ultimi quindici anni, l'Assessorato all'ambiente della Regione Piemonte - tolto l'ultimo e il penultimo Assessore: gli ultimi due anni e otto mesi di questa amministrazione e gli otto mesi della precedente - è stato coinvolto nell'illegale gestione dei rifiuti.
A fronte di tutto ciò, un "quadro di riferimento", un "primo inquadramento" è un po' poco e dà il senso di una gestione, di un governo del problema ancora tutto da imbastire.
Oggi si sono profuse lodi, a cui mi voglio associare, agli uffici voglio però anche sottolineare come accada spesso - ho già avuto modo di dirlo ovunque - che i dirigenti di questo settore, quando vanno in pensione, vanno a lavorare per le aziende dei rifiuti che dovevano controllare. Questo pone qualche interrogativo. E' come quei generali dell'Esercito che sono addetti all'acquisto delle armi e quando vanno in pensione vengono assunti dalle aziende che producono armi: è lo stesso fenomeno, tutto legale, tutto lecito, ma al pubblico amministratore questo deve porre dei problemi e dei campanelli d'allarme.
Dico ciò perché questo è il contesto di riferimento, sono le cose che succedono, che sono successe fino ad oggi nella gestione di questo problema.
Il decreto Ronchi - diceva qualche collega - ha parzialmente fatto riscrivere il Piano. Io dico che, per certi versi, bastava anche già la L.R. n. 59/95: questa legge già permetteva di impostare certe politiche una legge che era per certi criteri ispiratori anticipatrice, ma si è voluto applicare di questa legge solo alcune parti e non altre.
In ogni caso, prendo in senso positivo il fatto che tutti i colleghi si siano soffermati sulla consapevolezza che il riciclaggio, il riutilizzo e il recupero del rifiuto sia la vera politica. L'ho ricordato l'altro giorno in Commissione, lo voglio ricordare anche qui in aula: il Der Spiegel, il più famoso settimanale tedesco, in un numero di pochi mesi fa, pubblic un'inchiesta sui rifiuti in Germania e descrisse la situazione di quel Paese dove le politiche di recupero e riciclaggio sono state molto forti.
Si diceva in questa inchiesta giornalistica: "I rifiuti in Germania diminuiscono, gli impianti di incenerimento funzionano a vuoto, le discariche non riescono ad essere riempite. Di questa scarsità sono responsabili i processi di riciclaggio sempre più perfetti e lo zelo dei tedeschi nella raccolta differenziata".
Questo è l'esempio di come una politica possa diventare concreta e reale. Il Consigliere Galli ha girato attorno al problema non dicendo le cose che poi invece in Commissione dice più apertamente: gli strumenti per le politiche dei rifiuti non devono mai diventare il fine. Lo stesso riciclaggio non deve diventare il fine, è uno strumento. La discarica e l'inceneritore sono strumenti che non devono diventare il fine, sono strumenti per raggiungere obiettivi e quindi non ci si può innamorare degli strumenti e farli diventare dei fini. Accade invece questo, nel senso che quelli che sono stati fino a ieri i tifosi delle discariche, cioè coloro per i quali tutto doveva farsi con la discarica, adesso diventano i tifosi degli inceneritori. Gli stessi argomenti, le stesse cose che ci dicevano sulla discarica, adesso le dicono in favore dell'inceneritore, tranne quando questo poi va a collocarsi vicino a casa loro. Assistiamo quindi a scene tragicomiche anche di politici, Papandrea mi suggerisce il termine "scafati", cioè di politici avviati che difendono ideologicamente tecnicamente l'incenerimento e guai a metterne in discussione l'ideologia quando poi però un impianto di questo tipo va a collocarsi vicino a casa loro la cosa non va più tanto bene.
Non c'è distacco, non c'è la giusta osservazione del problema che è soprattutto quello di considerare che né la discarica né l'incenerimento possono essere la soluzione perché, per quanto possiamo ridurre l'impatto ambientale di questi due strumenti, comunque l'impatto esiste! C'era di più in passato, c'è di meno adesso, speriamo che ce ne sia ancora meno in futuro, comunque l'impatto ambientale esiste in tutte le tecnologie.
Nel Piano, con il lavoro che abbiamo fatto, si è cercato di ridurre questo impatto, in particolare negli inceneritori dicendo di utilizzare quelle tecnologie che permettono di smaltire i materiali che bruciano e non il rifiuto "tal quale". Comunque il rifiuto "tal quale" in discarica e in inceneritore è una cosa da evitare totalmente.
Abbiamo aggiunto degli emendamenti per precisare che nelle discariche comunque dobbiamo fare andare solo la frazione secca del rifiuto. Dobbiamo cioè cercare di limitare l'impatto ambientale e credo, soprattutto, di andare al vero problema che noi nel Piano regionale possiamo affrontare solo parzialmente, pur se già con grande vigore, cioè quello della raccolta differenziata. Il cuore del problema, che dobbiamo affrontare e che speriamo la legislazione nazionale affronti sempre meglio e di più, è rappresentato dai modelli di consumo.
Gli emendamenti che riproponiamo in aula, oltre a questi aspetti tecnici, propongono poi due aspetti che sono la faccia della stessa medaglia. Proponiamo cioè che venga applicata la L.R. n. 59/95 laddove si indicava un costo per il rifiuto che va in discarica perché, finché non diventa un costo, comunque non riusciremo a far crescere nei Comuni e nei cittadini la necessità delle politiche del riciclaggio; analogamente proponiamo un premio ai Comuni che riciclano.
Abbiamo quindi proposto un emendamento che prevede un premio per i Comuni che superano il 50% di raccolta differenziata che è di 10.000 lire a cittadino e può essere un incentivo interessante. Noi abbiamo posto l'obiettivo del 35%, obiettivo che in Commissione era più basso e abbiamo fatto ulteriormente integrare, ma in molti Comuni, non i piccoli Comuni di campagna dove è più facile, ma anche di aree metropolitane, si possono addirittura raggiungere quote del 50, 60 e più per cento. Rispetto ai dati che forniva l'Assessore, cioè circa 2 milioni di tonnellate/anno di rifiuti, noi non possiamo accontentarci di dover allocare, fatta la raccolta differenziata, 1 milione e 300 mila tonnellate di rifiuti.
Dobbiamo porci l'obiettivo più alto e cercare di imbastire le politiche su di esso, cioè dimezzare questa produzione. Se tali obiettivi verranno raggiunti - e già adesso in parte è così - gli impianti che abbiamo previsto sono sovradimensionati. Già in Commissione li abbiamo ridotti un po', ma sono ancora ridimensionabili.
Queste motivazioni ci portano a dare un giudizio negativo sul Piano sul sovradimensionamento degli impianti, perché vuol dire immaginare un tipo di impianti superiore al volume di produzione dei rifiuti; vuol dire che forse non si vuole profondere quella politica di riciclaggio e di recupero che in qualche modo abbiamo indicato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grasso.
GRASSO Signor Presidente, ritengo che il Piano non sia esaustivo di tutto e non potrebbe comunque esserlo. Però preferisco avere un Piano. In analogia all'edilizia, dove si ha un Piano Regolatore, qui abbiamo un Piano regionale per la gestione dei rifiuti, abbiamo comunque una base di valutazioni, sappiamo chi deve fare e cosa si deve fare. Prima tutto era sottoposto ad un sistema di deregulation, l'ha detto il collega Cavaliere e io gli dò atto che comunque era quella la situazione, non dico degli ultimi anni, ma degli ultimi dieci anni senz'altro...
CAVALIERE E' ancora così...
GRASSO Forse qualcosa è cambiato, anche perché alcune responsabilità sono già in carico alle Province, o comunque ad altri Enti che sono vicini al territorio e devono prendere responsabilmente in mano la situazione nei confronti dei loro cittadini. Prima era sottoposto ad una deregulation, non alle regole del mercato, perché il mercato ha delle regole e una di queste è che tutti possono intraprendere e partecipare all'azione complessiva mentre qui solamente alcuni potevano partecipare. Era un mercato rivolto a pochi ed era soggetto agli umori dei Comitati, dei Sindaci, dei Presidenti dei Consorzi, degli amministratori regionali, dei politici locali. Era una confusione. Si dovevano rilasciare delle autorizzazioni, ma queste venivano rilasciate solo se c'era il consenso generalizzato di tutti. Questo normalmente non avveniva mai, per cui le autorizzazioni avvenivano a rilento o quasi mai ed erano comunque condizionate. Alcuni Sindaci si sono fatti carico di sopperire a queste carenze e sappiamo che tanti Sindaci oggi sono comunque inquisiti, hanno delle rilevanze penali a cui sono sottoposti. Alcuni avranno avuto delle responsabilità, altri invece l'avranno fatto in buona fede, negli interessi dei cittadini, per poter comunque portare a compimento un dovere di cui si sentivano responsabili per risolvere il problema dei rifiuti. Ricordo alcuni periodi in cui sotto il sole di Ferragosto si paventava la possibilità di interrompere il servizio di smaltimento rifiuti e questo voleva dire lasciare le immondizie in piazza, per cui alcune azioni fatte negli anni passati sono comprensibili.
Per questo motivo, dico con fermezza che, se riusciamo a portare a compimento l'azione di avere un Piano regionale della gestione dei rifiuti avremo un documento importante, anche se qualcuno ha detto senz'anima.
Questo è un documento tecnico che non può avere un'anima. E' un documento che deve dare degli indirizzi precisi su cosa bisogna fare. Qualcuno ha anche detto che non sono state fatte scelte; io, invece, ritengo che le scelte sono state fatte perché è stata individuata comunque l'organizzazione territoriale per lo smaltimento dei rifiuti e sono stati individuati i bacini in cui è diviso il territorio.
Per quanto riguarda la risoluzione tecnologica, gli inceneritori o i termodistruttori, al momento attuale non conosciamo tecnologie migliori da porre in campo. Se strada facendo verranno a galla tecnologie consolidate tecnologie che abbiano comunque avuto la prova effettiva di funzionare e che non siano solamente sperimentali, certamente si potranno prendere in considerazione, modificando anche il Piano dei rifiuti, in maniera tale da potersi indirizzare verso soluzioni migliori. Al momento attuale, però, le soluzioni che abbiamo sono queste, sono di riduzione del rifiuto, sono di raccolta differenziata, termodistruzione e discarica. La discarica dovrà contenere il minor quantitativo del rifiuto, dovrà contenere quello che deriva dalla termodistruzione. La discarica, quindi, dovrà essere l'ultimo anello di questo sistema integrato, ma sarà comunque un anello indispensabile. L'investimento di 1.461 miliardi che si prevede per portare a compimento l'operazione strategica entro una decina di anni è comunque un investimento consistente: 830 miliardi dovrebbero essere destinati alla termodistruzione. Questo è un indirizzo specifico del governo della Regione Piemonte; diamo quindi parere favorevole a questo Piano. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.
PAPANDREA Già altri Consiglieri hanno ricordato il contesto della discussione parliamo forse di una delle più importanti emergenze che abbiamo di fronte da molti punti di vista, sia qualitativi che quantitativi, soprattutto per gli effetti duraturi che può avere un impatto negativo con il tipo di politiche che sono state fatte sul territorio, con le quali si è obbligati ad un'inversione di tendenza.
Vorrei fare un riconoscimento: se non vado errato, ci troviamo di fronte al primo Piano regionale che il Consiglio si trova a votare, non solo il primo Piano regionale dei rifiuti, ma il primo strumento di programmazione in generale. Poiché dovremmo affrontare anche gli altri Piani, speriamo che la Giunta sia sollecita nel prepararli.
Condivido le considerazioni sul fatto che si tratta più di un primo documento di impostazione e studio che non di un vero Piano. Infatti rinvia troppi aspetti, non è sufficientemente indicativo e cogente nella metodologia, nei fatti i veri Piani arriveranno in un secondo momento.
Rispetto ai tempi di attuazione, il fatto di avere ancora altri Piani da discutere rischia di compromettere parecchi degli obiettivi previsti.
In Commissione si è lavorato e si è contribuito a migliorare il documento iniziale anche perché nel frattempo era variata la normativa nazionale; si è compiuto un lavoro specifico di Commissione, un lavoro attento, ripetuto di lettura e rilettura del documento per cercare di dare delle indicazioni il più possibile precise, verso certe direzioni che sono quelle che anche l'Assessore ricordava.
Noi però siamo contrari a questo Piano perché, nonostante tutto, noi non condividiamo la scelta di fondo sull'uso degli inceneritori. Scelta che indubbiamente viene assunta con prudenza, però rischia di essere la scelta più importante, anche perché all'interno di un Piano che è molto generico questo rischia di essere uno degli aspetti più concretamente e facilmente realizzabili. Si tratta di grandi impianti industriali la cui costruzione comporta tempi e costi facilmente sostenibili, dietro ai quali ci sono degli interessi economici, si rischia che questa parte si realizza mentre le altre possono diventare più opzionali rispetto al problema, ma su tale argomento interverrò successivamente.
C'è un problema di fondo che non riguarda solo il nostro Piano, ma l'insieme della legislazione: si tratta della riduzione della produzione dei rifiuti, ne accennava il Consigliere Cavaliere nella parte terminale del suo intervento.
Il nostro Paese e quindi la nostra Regione - magari la nostra Regione Piemonte potrebbe essere anticipatrice verso questa politica - dovrebbero iniziare una politica di riduzione dei rifiuti. Pensiamo, per esempio, agli imballaggi, non riferendoci al loro aspetto economico, ma ci dovrebbero essere delle normative che eliminano tutti gli imballaggi non necessari che sono una quantità enorme. Chiunque di noi si rechi a comprare qualcosa si rende conto che l'imballaggio è spesso un prodotto di tipo pubblicitario più che una necessità; per moltissimi beni non c'è bisogno di alcun imballaggio. Chi compra in grandi quantità potrebbe avere, invece di un imballaggio in cartone di un materiale che si ricicla, un prodotto da utilizzare più volte. Pensiamo al vetro. Si dovrebbe seguire una politica più rivolta all'utilizzo di questo tipo di imballaggio rispetto ad altri materiali difficilmente riutilizzabili. Tuttavia, il contenitore di vetro non deve essere considerato un rifiuto.
Su questo si può intervenire, ma occorre una volontà politica, occorre ritornare alla vecchia mentalità. Se c'è questa emergenza, se si vuole eliminare il problema del rifiuto, occorre intervenire.
Penso anche alla pubblicità, soprattutto quella cartacea: quando vado a casa apro la buca delle lettere, prendo la pubblicità e la getto immediatamente nei bidoni, e così fanno tutti i condomini. Si tratta di merce che io non richiedo, mi viene consegnata gratuitamente, pago poi in modo indiretto. Su questo genere di merci bisognerebbe imporre ai produttori il compito di recuperare i rifiuti e di conseguenza occuparsi dello smaltimento.
Ci dovrebbe essere una politica diversa su tale problema, partendo da una riduzione drastica del rifiuto - mi riferisco anche ai rifiuti industriali. Sicuramente i Paesi che hanno seguito il tipo di politica che ricordava il Consigliere Cavaliere nel suo intervento hanno raggiunto dei risultati. Quando si discute di un Piano dei rifiuti queste esperienze devono essere prese in considerazione.
Noi pensiamo che, nell'ambito della raccolta differenziata dei rifiuti ci debba essere una selezione, un riutilizzo dei rifiuti; questa deve essere l'opzione di fondo.
Non sono d'accordo, come diceva il Consigliere Bertoli, che bisogna essere realisti: credo che occorra osare, non essere realisti, essere talmente audaci da non offrirsi alternativa.
La gente non vuole le discariche, i cittadini si dimostrano sensibili al problema.
Nella discussione sul Piano noi abbiamo cercato di forzare ulteriormente i limiti, anche rispetto al decreto Ronchi, dicendo che questa è la vera opzione da tutti i punti di vista, anche dal punto di vista degli investimenti che si introducono. Il realismo ci viene anche da una situazione di drammaticità. Mi pare che laddove sono state assunte certe scelte sono state poi conseguenti a momenti di drammatica crisi nella raccolta dei rifiuti che poi hanno reso sensibile il cittadino sulla necessità di andare incontro a quel tipo di politica.
Noi siamo contrari ad utilizzare lo strumento dell'inceneritore per una serie di motivi tra cui il fatto che appaiono un'alternativa credibile realista, funzionano, non si possono più usare le discariche, si brucia e in qualche modo il problema si risolve. Noi a questo Piano abbiamo introdotto limiti positivi, innalzando le quantità caloriche per frenare questo tipo di smaltimento dei rifiuti e anche se siamo contrari agli inceneritori abbiamo lavorato in questa direzione. La scelta doveva essere più drastica: "No all'inceneritore". Innanzitutto, per il motivo appena spiegato, che appunto non bisogna avere un alibi, un'alternativa ad una scelta sulla raccolta differenziata, al riutilizzo e al riciclo. Si tratta di una tecnologia ancora pericolosa; chi è favorevole a questo tipo di smaltimento se gli viene costruito l'inceneritore vicino casa diventa molto meno favorevole, diventa astrattamente favorevole, ma concretamente contrario. Questo perché laddove sono sorti questi impianti, parallelamente sono sorti problemi sociali, dello stesso genere di quelli nati per le discariche.
Non credo che si possa sorvolare, dicendo "ci accontentiamo"; si tratta di spese pesanti. Non possiamo spendere 530 miliardi per un determinato impianto, pur prevedendo una diversa futura tipologia. Una scelta di questo genere, quantitativamente così consistente, rischia di diventare, in qualche modo, per un determinato periodo, irreversibile, concreta.
Elemento di fondo che ci porta ad esprimere voto contrario è che dei 1.461 miliardi di investimento previsti nei prossimi quattro anni, ben 830 vanno agli inceneritori. Scelta dunque economicamente prioritaria, che noi non condividiamo: è per questi motivi che voteremo contro.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, passiamo all'esame degli emendamenti presentati.
1) Emendamento presentato dall'Assessore Cavallera: nella premessa, dopo il sesto capoverso, viene aggiunto il seguente periodo: "considerato che potrà essere necessario adeguare i criteri del presente Piano alle norme tecniche che verranno emanate da parte del Governo" nella parte del deliberato viene aggiunto il seguente: "di dare mandato alla Giunta regionale di effettuare gli adeguamenti ai criteri contenuti nel Piano suddetto sulla base delle norme tecniche che verranno emanate da parte del Governo".
La parola all'Assessore Cavallera.
CAVALLERA, Assessore all'ambiente Le posizioni espresse delle varie parti politiche presenti in Consiglio offrono numerosi spunti che richiederebbero alcune puntualizzazioni.
Tuttavia, nell'economia dei nostri lavori, ritengo più opportuno passare all'illustrazione degli emendamenti poiché molti di questi non sono solo formali, ma richiamano questioni che sono state per larga parte illustrate da parte di ciascun rappresentante di Gruppo. Ci sarà quindi l'occasione, emendamento per emendamento, di richiamarsi al discorso di carattere generale puntualizzando in tal modo specificamente le singole questioni.
Pertanto, venendo all'emendamento n. 1), devo innanzitutto precisare che questo emendamento si riferisce alla deliberazione. In sostanza, davamo per scontato che l'eventuale emanazione di normative tecniche da parte del Governo andasse automaticamente ad aggiornare le tabelle di piano o comunque le indicazioni di piano. Questo invece non avviene, se non c'è una delega, un incarico specifico del Consiglio alla Giunta. Ci troviamo di fronte all'esigenza di intelligibilità e di raccordo tra vecchio e nuovo proprio tra la vecchia e la nuova normativa che è in itinere. L'emendamento ha quindi esclusivamente questo significato; non chiediamo deleghe particolari, ma solamente che il Consiglio prenda atto che, dal punto di vista tecnico, sulla base della normativa tecnica che verrà emessa occorrerà aggiornare alcune dizioni, anche se dal punto di vista nominalistico la sostanza del Piano non cambierà, perché le scelte si compiono in questa sede.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.
SPAGNUOLO Abbiamo visto solo in questo momento l'emendamento; tutta la materia di attuazione della normativa Ronchi è indubbiamente una materia di carattere prevalentemente tecnico, però ci sono anche degli elementi interpretativi.
Stiamo discutendo un Piano, che è la tipica materia del Consiglio perché la pianificazione territoriale è materia di Consiglio. Adesso tuttavia parliamo della deliberazione, se ho capito bene, proprio perché ci eravamo raccomandati che nella deliberazione si capissero bene le procedure, per cui bisognerebbe, a nostro avviso, quanto meno dire: "sentita la Commissione competente", perché conferire una delega alla Giunta in questo modo sembrerebbe veramente troppo, trattandosi di materia di pianificazione. Anche perché c'è il problema di distinguere la normativa tecnica dall'altra normativa.
Chiedo almeno quel passaggio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Grazie, Presidente. Inoltre, noi non sappiamo se le norme tecniche che verranno emanate da parte del Governo presuppongano atti di Consiglio.
Questo non lo sa nessuno. Quindi, la prima parte del ragionamento è: non sappiamo se. D'altronde, scrivendo questo emendamento noi lo escludiamo cosa che non possiamo fare. Allora penso che la delega, il mandato, non possa essere in questo momento razionalmente proponibile. D'altro canto, se nelle norme tecniche ci saranno atti di competenza della Giunta non è necessario scriverlo in questa deliberazione, perché se nelle norme tecniche si prevederà che la Giunta regionale faccia alcuni atti, non c'è bisogno di dare mandato alla Giunta, perché saranno le norme tecniche a prevederlo. Quindi, o è superfluo oppure è un emendamento che impedisce al Consiglio un pronunciamento su fatti che il Governo può prevedere e sui quali deve pronunciarsi. Mi sembra che come ragionamento stia in piedi quindi proporrei di ritirarlo. Gradirei sentire cosa ne pensa l'Assessore.
SPAGNUOLO Posso fare un'aggiunta, Presidente? Oltre alle parole "sentita la Commissione", aggiungerei: "fatti salvi gli eventuali adempimenti di competenza degli uffici regionali".



PRESIDENTE

Prego, Assessore, risponda.
CAVALLERA, Assessore all'ambiente Direi che, andando avanti nei distinguo, bisogna anche mantenere il senso della frase. Se il problema è quello di mantenere un'informazione e un controllo da parte del Consiglio sugli atti della Giunta, non ho alcuna difficoltà ad inserire preventivamente "sentita la competente Commissione".
La collega Spagnuolo, quindi, dice: "di dare mandato alla Giunta regionale sentita la competente Commissione consiliare, di effettuare gli adeguamenti ai criteri contenuti nel suddetto Piano, sulla base...". Intanto sottolineo ai colleghi che qui si parla di adeguamento ai criteri contenuti nel Piano per cui questo mandato esclude tassativamente l'introduzione di nuovi criteri; le preoccupazioni sono legittime, però si esclude l'introduzione di nuovi criteri. I colleghi sanno che da un punto di vista nominalistico ci troveremmo di fronte a dizioni di tipo diverso. Allora, o andiamo avanti con una circolare o un'interpretazione della Giunta o piuttosto andiamo avanti con una deliberazione che venga in Consiglio e in Commissione. Ci sembra un percorso più garantito, più trasparente ed evidente. Lungi da noi voler adottare in Giunta l'individuazione di criteri nuovi, diversi da quelli che sono contenuti in questo Piano.
Quindi, sottolineo e concludo, riterrei anche pleonastico fare riferimento al Consiglio, perché voi sapete che c'è lo Statuto e poi ci sono le dizioni delle leggi nazionali che distinguono chiaramente.
Per quanto riguarda invece la preoccupazione di non tagliare fuori il Consiglio dalla cognizione dell'evoluzione della normativa, anche dal punto di vista del semplice aggiornamento, la proposta della collega Spagnuolo mi sembra la più opportuna.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo per dichiarazione di voto.
SPAGNUOLO Vorrei precisare all'Assessore che mi sembra, riflettendo, che la formulazione "di dare mandato alla Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare" di fatto risolva anche il problema che poneva il collega Chiezzi. Perché nel momento in cui si viene in Commissione e si dovesse verificare che un determinato adempimento non è di natura tecnica, ma attiene alle competenze di ordine consiliare, si va in Consiglio.
L'essenziale è che sia mantenuto quello, con cui anche l'eventuale competenza consiliare mi sembra possa essere salvaguardata.
Dichiaro quindi il voto favorevole del nostro Gruppo all'emendamento così completato.



PRESIDENTE

Non essendovi altre dichiarazioni di voto, pongo in votazione l'emendamento n. 1) nel testo modificato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 36 voti favorevoli e 4 astensioni.
2) Emendamento presentato dalla Consigliera Spagnuolo: a pagina 4, sostituire all'ultimo capoverso le parole "in merito a quanto previsto ai sensi dell'art. 2... impatto ambientale;" con la frase: "I Piani provinciali, nella definizione dei criteri tecnici e procedurali per l'individuazione dei siti idonei alla localizzazione degli impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, tengono conto della nuova normativa sulla valutazione di impatto ambientale e dei criteri tecnici e procedurali, fissati a livello regionale dalla Giunta regionale con apposito provvedimento da emanare ai sensi dell'art. 42 della L.R. n.
59/95".
La parola alla Consigliera Spagnuolo per l'illustrazione.
SPAGNUOLO Questa è una problematica che è già stata presentata in Commissione quindi sarò molto sintetica - non da parte del nostro Gruppo. Comunque l'abbiamo riproposta in aula perché effettivamente ci sembra necessario anche per le Province, che queste stesse possano avere dei punti di riferimento rispetto a dei criteri e a delle indicazioni. Dato che il testo dice che la Giunta regionale definirà i criteri generali per l'individuazione, da parte delle Province, dei siti idonei alla localizzazione degli impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti tenendo anche presente la nuova normativa sulla valutazione di impatto ambientale, si fa un riferimento esplicito ai criteri tecnici e procedurali, vistati a livello regionale dalla Giunta con apposito provvedimento da emanare ai sensi dell'art. 42 della L.R. n. 59/95. E' un emendamento che tutela le competenze che le Province dovranno esercitare muovendosi rispetto a dei criteri di omogeneità.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.
CAVALLERA, Assessore all'ambiente Noi non abbiamo difficoltà ad accedere a questa richiesta; chiederei però di riformulare alcune parole per renderle più consone al DL n. 22/97.
La proposta di riformulazione è la seguente: sostituire le parole "per l'individuazione dei siti idonei" con le parole "e nell'individuazione delle zone idonee".
Il DL n. 22/97 si riferisce a zone idonee e non ai siti, in quanto il sito puntuale dovrebbe essere il risultato della proposta specifica della valutazione di impatto ambientale.
Con questa riformulazione la Giunta è favorevole all'emendamento.



PRESIDENTE

La proponente dell'emendamento accetta la modifica. Pongo pertanto in votazione l'emendamento n. 2) nel testo modificato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.
3) Emendamento presentato dalla Consigliera Spagnuolo: a pagina 112, quarto capoverso, "tali strutture di servizio... strumenti urbanistici (PRGC)", sopprimere le parole "e devono essere previste negli strumenti urbanistici (PRGC)".
La parola alla Consigliere Spagnuolo per l'illustrazione.
SPAGNUOLO Si tratta di piccoli adeguamenti per snellire le procedure. I grandi interventi invece sono variante automatica dello strumento urbanistico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Queste strutture di servizio, nell'ambito di un'organizzazione del territorio che inserisce i servizi di smaltimento in modo adeguato all'interno di tutte le altre scelte organizzative del territorio, è un fatto di per sé importante. Nel senso che tutte le strutture ambientali si sono affacciate ai poteri della pubblica amministrazione da non molto tempo. Il tema della pianificazione urbanistica oggi è senz'altro da aggiornare, devono essere affiancati dai rilevanti temi e servizi ambientali che ultimamente si sono imposti come uno degli elementi di organizzazione del territorio.
Pertanto, sarei molto cauto ad escludere, in via generale, queste strutture di servizio per la realizzazione dei servizi di area che sono quelli che devono essere collocati nei Comuni dalla pianificazione di carattere generale. In questo modo, incominciamo a togliere ai Piani Regolatori delle indicazioni che, viceversa, sono utili e proprie della pianificazione urbanistica. Penso che se le strutture di altro rilievo hanno delle modalità di esecuzione che possono prevedere varianti veloci penso che il tema della variante veloce oggi in gran misura superato anche dall'approvazione della variante all'art. 17 - probabilmente anche questi piccoli interventi possono avere la procedura di variante veloce, variante veloce in una pianificazione urbanistica.
Cogliendo il senso profondo della proposta della Consigliera Spagnuolo suggerivo solo questa riflessione, perché in variante rapida oggi si potranno fare molte cose. Evitiamo di dire che i servizi ambientali "nuovi" stanno al di fuori del Piano Regolatore, ma affermiamo che stanno dentro il Piano Regolatore tutte le varianti che, adesso, in modo rapido, possono essere fatte; nel caso contrario, sarebbe un passo indietro. Un passo avanti è dire: attenzione, i Piani Regolatori non devono solo più prevedere le zone industriali, residenziali e i servizi di carattere tradizionale noi dobbiamo inserire nell'ambito delle pianificazioni urbanistiche tutta la serie di interventi dei servizi ambientali di cui la gestione integrata è parte importante.
Quindi, suggerivo alla collega Spagnuolo questa riflessione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.
CAVALLERA, Assessore all'ambiente La questione posta è importante anche se, per quanto riguarda questo aspetto, possiamo definirla marginale, limitata, perché si riferisce ad impianti la cui incidenza sul territorio è limitata. Dal punto di vista dei principi, credo che il ragionamento del collega Chiezzi non faccia una grinza. Ad un certo punto, dobbiamo decidere quale tipo di interazione vogliamo dare alle due pianificazioni.
Da un punto di vista pratico si può lasciare la previsione così com'è o si può togliere, non cambia assolutamente nulla dopo l'approvazione del Governo della variante dell'art. 17.
Quindi, potrebbe sembrare irrilevante; se lo lasciamo, invece, come è scritto nell'emendamento, facciamo un'affermazione di principio che è quella che il Piano Regolatore Generale Comunale - lo dice la parola stessa è esteso a tutto il Comune e a tutte le questioni urbanistiche. Pertanto inviterei la collega a ritirare l'emendamento.



PRESIDENTE

La Consigliera Spagnuolo accetta di ritirare l'emendamento.
Emendamenti presentati dalla Consigliera Spagnuolo: 4) a pagina 114, terzo capoverso, "la termodistruzione dei rifiuti urbani... utenza certa", sostituire le parole "La termodistruzione dei rifiuti urbani deve essere effettuata", con le parole "Dalla data di entrata in vigore del presente Piano, le autorizzazioni per nuovi impianti di termodistruzione di rifiuti urbani o di ampliamento di quelli esistenti potranno essere rilasciate solo se progettati per operare".
4/A) Al termine dello stesso paragrafo aggiungere, dopo le parole "utenza certa", la seguente frase: "Gli impianti autorizzati esistenti, funzionanti o in corso di ultimazione dovranno essere adeguati in occasione di opere di trasformazione o di rilevante manutenzione, ovvero entro il termine che verrà fissato dalla Giunta regionale con provvedimento da adottarsi entro sei mesi dall'entrata in vigore del Piano".
La parola alla Consigliera Spagnuolo.
SPAGNUOLO L'emendamento tende ad andare in direzione di proposte già contenute nel Piano. Sostanzialmente, con l'emendamento noi proponiamo che "dalla data di entrata in vigore del presente Piano, le autorizzazioni per nuovi impianti di termodistruzione e rifiuti urbani o di ampliamento di quelli esistenti potranno essere rilasciate solo se progettati per operare". In realtà, non vorremmo che venissero conferite autorizzazioni ad impianti costruiti con tecnologie vecchie, desuete.
Si tratta di un problema un po' nelle "more" dell'approvazione del Piano. La preoccupazione è che venga data via libera a tecnologie presenti sul mercato, ma che non rispondono ad alcuni dei principi contenuti nel Piano: non potranno esistere impianti che brucino il "tal quale" e che non prevedano il massimo recupero energetico, che invece è auspicabile.
La preoccupazione espressa con l'emendamento va in quella direzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE La garanzia che quanto auspicato anche dalla collega Spagnuolo avvenga si basa sul meccanismo delle kilocalorie: sopra una certa soglia c'è questa garanzia, al di sotto non c'è.
Abbiamo i problemi divisi in due modi. Abbiamo operanti due vecchi impianti ed altri nuovi. Così come modificato in Commissione, il limite previsto per i nuovi impianti è 3.500, ed è 3.000 per quelli già esistenti anche se un emendamento dell'Assessore contraddice tali valori. Infatti l'Assessore propone, dopo la parola "3.000", di aggiungere "compatibilmente con le caratteristiche tecnologiche degli impianti esistenti". Com'è possibile questa deroga? Il termine "compatibilmente" è assolutamente inopportuno.
Rispetto all'emendamento della collega, concordo con la prima parte "dalla data di entrata in vigore...", mentre la seconda parte, a mio avviso, otterrebbe risultato contrario a quanto si prefigge.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.
CAVALLERA, Assessore all'ambiente Ritengo che il collega Cavaliere abbia già sottolineato i risultati dei lavori in sede di Commissione: 3.500 kilocalorie è il valore assunto per la progettazione di nuovi impianti. Su questo non ci piove. E' scelta che sottolineo a tutti i colleghi - andrà difesa e perseguita sul territorio in tutte le realtà, visto che starà in piedi solo se vi sarà preselezione, se la raccolta differenziata partirà come deve e quant'altro previsto per il raggiungimento degli obiettivi che ci siamo dati: è una scelta, per certi versi, a rischio.
Riprendendo alcuni quesiti posti da qualche Consigliere intervenuto in discussione generale, ricordo che qualcuno diceva "Non dobbiamo innamorarci di una soluzione piuttosto che di un'altra". Personalmente, concordo con questa affermazione, purché tutti insieme si acceda al principio del sistema integrato. Cosa significa sistema integrato? Significa che il sistema sta in piedi se va in porto tutto quanto è previsto. Se la raccolta differenziata, primo gradino per far partire il sistema, non raggiunge i livelli quantitativi e qualitativi che ci siamo prefissati, se non si attivano gli impianti di preselezione, certamente non si raggiungeranno i risultati che ci siamo dati.
E' un obiettivo ambizioso: non lo dico per me stesso, ma per coscienza generale. In sostanza, non solo diciamo, nominalmente, che il rifiuto non deve andare "tal quale" all'incenerimento, ma creiamo anche le condizioni tecniche, i principi impiantistici per cui il rifiuto deve avere una qualificazione, in termini di frazioni secche, con un certo potere calorifico. Questo ovviamente per tutto quanto è previsto nell'attuazione del Piano ed è da attivare ex novo.
Abbiamo peraltro anche due impianti già esistenti, a Vercelli e a Verbania, che coprono una minima parte - credo un decimo - del fabbisogno di incenerimento previsto nel Piano. Facendo un ragionamento da amministratore pubblico, sostengo che si devono contemperare le esigenze di equilibrio ambientale con i costi e la quadratura dei bilanci. Quindi, nel momento in cui sostengo nell'emendamento "compatibilmente con le caratteristiche tecnologiche degli impianti esistenti", intanto si parla solo di due impianti pubblici e, soprattutto, mi sembra una dizione di cautela che, in coscienza, mi sento di proporre al Consiglio.
E' facile scrivere un numero sul nuovo, e in quest'ottica - come sosteneva il collega Galli - andiamo pure a cercare la migliore tecnologia poiché la termodistruzione di oggi non è quella di dieci-vent'anni. Sono totalmente d'accordo: sul nuovo diamoci obiettivi ambiziosi; relativamente al meno recente, manteniamo i piedi per terra.
In quest'ottica, accetterei la prima parte dell'emendamento della collega Spagnuolo: mi pare, infatti, che si riformuli il periodo, dando una data certa. L'integrazione della Giunta, ribadisco, si riferisce solo agli impianti pubblici esistenti.
Per quanto riguarda la seconda parte dell'emendamento, non sono d'accordo soprattutto per una serie di considerazioni; prima di tutto, i termodistruttori esistenti - diconsi due - nella nostra Regione, sulla base di questo Piano dovranno essere inseriti in un sistema integrato che prevede una preselezione, perché anche per raggiungere quota 3.000 bisogna andare su quella strada.
Secondo: siamo di fronte ad un nuovo decreto sulle emissioni che obbligherà tutti gli inceneritori per rifiuti urbani esistenti a drastici interventi per garantire emissioni minori. Proprio ieri ero al Ministero dell'Ambiente per altre questioni e ho incontrato il Ministro il quale mi sottolineava la sua volontà di andare avanti, come un treno, nella direzione della riduzione delle emissioni.
CAVALIERE Sicuramente un treno non ad Alta Velocità.
CAVALLERA, Assessore all'ambiente Infatti non l'ho detto, è certo però che il Ministro Ronchi predilige il mezzo ferroviario.
Per concludere, propongo, a nome della Giunta, l'accoglimento della prima parte dell'emendamento Spagnuolo, peraltro quello a cui faceva riferimento il Presidente, e raccomando la votazione anche del nostro emendamento perché è un emendamento realistico, pragmatico, non è un emendamento ideologico e soprattutto mette in condizioni gli operatori pubblici (Province e Consorzi) di poter operare senza fare affermazioni che possono essere definite velleitarie.
Sarei invece contrario ad accogliere la seconda parte dell'emendamento Spagnuolo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Faccio una premessa. Sugli inceneritori - lo ha già detto il collega Papandrea prima - la nostra posizione è che in un Piano fatto oggi era bene non prevedere alcunché perché, fatto un inceneritore, forse si creano le condizioni migliori per impedire a tutto quello che diciamo debba accadere per incenerire il meno possibile - di accadere. Questa rimane la nostra preoccupazione, unita a quella che l'incenerimento non è tecnologia matura ma è tecnologia in continua evoluzione, con rischi sempre diversi dai precedenti.
Per questi due motivi noi pensavamo ad un Piano, oggi, senza inceneritori.
Tutti gli emendamenti che verranno proposti, o dalla Giunta o da colleghi, che cercano di porre dentro una logica che noi non condividiamo limiti, freni e "qualità" a questi impianti, possono vedere un atteggiamento favorevole del nostro Gruppo. In assenza di questa certezza il nostro Gruppo non parteciperà al voto.
Nel caso specifico, però, i due emendamenti proposti, quello accolto a metà della Consigliere Spagnuolo e quello proposto dall'Assessore, mi sembra che determinino un testo poco chiaro e un po' ambiguo, nel senso che il testo attuale è chiaro perché dice che la termodistruzione, quindi anche quella vigente oggi, deve stare con un potere calorifico maggiore a 3.000 calorie. Questa è la dizione attuale. Carla Spagnuolo introduce un emendamento in cui si parla di autorizzazioni di nuovi impianti e quindi è un emendamento che sembrerebbe escludere gli impianti esistenti dal ragionamento, perché dice "dalla data di entrata in vigore le autorizzazioni per nuovi impianti o di ampliamento" - che è la stessa cosa "di quelli esistenti devono essere rilasciate". Quindi sembrerebbe, dal mio punto di vista, peggiorativo nel senso che tralascia di dare indicazione agli esistenti.
Viceversa, gli esistenti ci sono e non vengono più trattati, perch l'emendamento che poi propone l'Assessore sul testo Spagnuolo cosa dice? "Compatibilmente con le caratteristiche tecnologiche degli impianti esistenti", quindi reintroduce gli impianti esistenti, ma in una descrizione della norma che parla solo di nuovi impianti.
Se volete accoglierlo, bisognerebbe almeno segnalare che la norma vale per i nuovi impianti, come dice il testo Spagnuolo, ma che vale anche per gli impianti esistenti; se non lo scrivete, temo che la frase rimanga molto contraddittoria perché non si dice chiaramente cosa debbono fare gli impianti esistenti. Si annulla infatti la prima frase che invece era coerente. Proviamo a leggerla tutta intera così emendata e vediamo di cosa si tratta.
PAPANDREA Scompare il riferimento.



PRESIDENTE

Per correttezza di discussione in aula, ricordo che abbiamo introdotto la discussione sugli emendamenti n. 4) e n. 4/A) e stiamo anche ragionando sul n. 5).
La parola al Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE In merito a quanto diceva il collega Chiezzi, il periodo posto ad emendamento sostitutivo dice: "La termodistruzione dei rifiuti urbani deve essere effettuata sulla frazione combustibile omogenea con un potere calorifico inferiore (PCI) maggiore alle 3.000 kcal/kg".
Questo ha un senso compiuto, quindi bisogna inserire quella parte, ma non sostituire queste parole che è fondamentale rimangano all'interno del testo.
Per quanto riguarda invece l'emendamento proposto dall'Assessore Cavallera, invito l'Assessore a ritirarlo perché è contrario al ragionamento cui si era giunti in Commissione. Poi si può cambiare idea e ritornare indietro, allora però la cambiamo tutti! Abbiamo raggiunto certi ragionamenti dicendo che per quegli esistenti era 3.000, non si può ora dire "3.000 sì, però se ce la fanno". No! Tra l'altro, si parla sempre di "medio" e, sapendo che faranno nuove linee, si dovranno tenere un po' più alti sulle nuove rispetto alle vecchie e raggiungeranno la media di 3.000.
CAVALLERA, Assessore all'ambiente Rimettiamo "medi".
CAVALIERE Mi consulto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.
PAPANDREA Questa è una parte che effettivamente avevamo discusso e modificato in Commissione, quindi siamo imbarazzati che ci sia un ritorno sul lavoro già svolto. Inoltre, questo atteggiamento rafforza le nostre perplessità sull'insieme.
Quando prima dicevo che le scelte che si fanno sul nuovo sono vincolanti perché sono scelte di grosso peso, questo emendamento lo spiega perché quando ci si troverà di fronte a quella realtà, l'esistente prevarrà sul possibile nuovo. A maggior ragione, quindi, proprio per questo motivo avendo raggiunto delle indicazioni bisogna mantenerle e non che prima si dice 3.000, poi però se non si può non si fa. Sarebbe meglio - cosa che non propongo - dare un'indicazione precisa che è poi quella che deve valere.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.
SPAGNUOLO Questa è una delle parti più delicate della prima sezione. L'obiettivo dell'insieme dei due emendamenti che abbiamo presentato tende ad evitare che vengano inserite le vecchie tecnologie e che vengano autorizzate quelle nuove.
Il collega Cavaliere propone di mettere questa prima parte dopo le 3.000 calorie, e questo è un primo problema. La seconda parte, invece, va collegata a ciò che voi avete proposto per gli impianti esistenti, che sono due.
Con l'emendamento proposto, Assessore, torniamo quasi ad essere in assenza di norma, anche se lei diceva che ci orientiamo a buonsenso e quant'altro. La seconda parte dell'emendamento che abbiamo proposto propone, invece, che ci sia un provvedimento della Giunta e che sia entro sei mesi, altrimenti siamo in assenza di criteri di limiti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.
CAVALLERA, Assessore all'ambiente Grazie, Presidente. Stiamo trattando gli emendamenti n. 4), n. 4/A) e n. 5), direi in modo unico. Farei una proposta: ritirare tutti gli emendamenti e tornare al testo iniziale, ma alla condizione di andare a riscrivere le cose che erano state scritte con una certa ponderazione dal punto di vista tecnico, che sono poi le migliori. Ovvero ci riferiamo alle 3.000 kcal in termini medi (parliamo solo degli esistenti). Richiamo l'attenzione della collega Spagnuolo, ma anche di tutto il Consiglio dicendo che questo Piano, per quanto riguarda le nuove progettazioni, è molto preciso nelle indicazioni, perché indica le 3.500 kcal. Il timore dell'assenza di indicazioni non è pertanto giustificato, in quanto le indicazioni sono chiare e precise: 3.500 kcal a valle di raccolta differenziata, a valle di preselezione.
Come Giunta, abbiamo presentato l'emendamento n. 5) per cautela ed invito i colleghi a non vederlo in modo stravolgente, proprio per evitare scompensi, perché tutti noi siamo convinti e vogliamo operare affinch migliori la compatibilità dell'esistente con l'ambiente. Sotto questo profilo c'è una nuova direttiva CEE, ci sono dei provvedimenti del Governo chiari, precisi, previsti, lo sanno bene gli esperti, in questa direzione.
Quindi, l'esistente è già incanalato ad una riduzione di emissioni nell'arco dei prossimi anni, anche attraverso l'impostazione del sistema integrato dei rifiuti, dal punto di vista della preselezione e della raccolta differenziata.
Confermo, dunque, la disponibilità a ritirare l'emendamento n. 5) ovviamente sostituendolo con quello "delle 3.000 kcal, inteso come valore medio". In alternativa, se rimangono tutti gli emendamenti, confermo quanto ho detto all'inizio: ritengo il Piano rivolto soprattutto agli ampliamenti.
Parliamoci chiaro: questo Piano è soprattutto un'indicazione per le terze linee, per i nuovi inceneritori, non è certo questa la sede per definire nel dettaglio le emissioni o le condizioni operative che sono una questione di normativa tecnica nazionale e di autorizzazione da parte dell'organismo competente e, nel caso particolare, dell'Amministrazione provinciale.
Confermo quindi il discorso fatto: favorevole all'emendamento n. 4) e contrario all'emendamento n. 4/A). Se poi si vuole ritirare tutto, per accogliere l'invito di alcuni colleghi che prima sono intervenuti, faccio presente che ho il subemendamento delle 3.000 kcal, come valore medio da vedere a livello di impianti.



PRESIDENTE

L'Assessore ha quindi formulato una proposta.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cavaliere; ne ha facoltà.
CAVALIERE Propongo di sospendere questo punto perché è da approfondire.



PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame degli emendamenti; arrivati alla fine ritorniamo su questo punto... Non ho ancora formulato proposte: c'è stata la richiesta da parte del Consigliere Cavaliere, di sospendere questo punto e di proseguire con gli altri punti.
Consigliere Cavaliere, ho interpretato bene? CAVALIERE Sono disponibile, però stabiliamo anche l'andamento dei lavori.



PRESIDENTE

Io riferisco l'impegno che ci siamo dati. Ieri, alla Conferenza dei Capigruppo, abbiamo detto che oggi pomeriggio avremmo esaminato il testo del Piano regionale di gestione dei rifiuti. Questo era il programma, anche perché si era detto che gli emendamenti presentati permettevano una gestione complessiva non molto macchinosa. Avevamo quindi stabilito che saremmo arrivati alla conclusione di questo provvedimento. Volete che sospendiamo i lavori per cinque minuti? E' per una ragione molto semplice: state conversando tra voi e alla fine non ci capiamo.
Ho ripetuto in aula quanto era stato detto; non erano stati posti termini.
Chiede di intervenire la Consigliera Manica; ne ha facoltà.
MANICA La richiesta era di definizione dell'ordine complessivo dei lavori cioè sapere fino a quando intendiamo proseguire e cosa esamineremo domani.



PRESIDENTE

L'impegno assunto, che si può comunque modificare, perché l'aula è sovrana, era di esaminare il provvedimento fino a quando non lo avremmo licenziato.
Questo era l'impegno assunto; io non posso che ribadire quanto concordato in sede di Conferenza dei Capigruppo.
La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Su questo impegno di massima non ho nulla da eccepire. Mi piacerebbe capire se si tratta anche di un impegno della maggioranza, visto che non è così presente! Però ci sono delle novità. Per esempio, il discorso degli inceneritori è uno dei fatti politicamente rilevanti, il mio Gruppo non ha difficoltà a proseguire, a votare, se la maggioranza spinge per votare gli emendamenti, ma se si decide di sospendere, il mio Gruppo non è disponibile ad una sospensione "ritagliata" su un argomento che stiamo dipanando così come è stato proposto lungo un piano.
Quindi, noi riteniamo che la discussione debba avere il suo regolare svolgimento, se per una ragione o per un'altra si intende sospendere un punto si sospende l'esame del Piano. La posizione dei vari Gruppi sui punti successivi può dipendere dalla soluzione di questo punto all'o.d.g. Sono quindi punti concatenati, non possiamo decidere prima quello che è stato proposto di decidere dopo, perché è uno snaturamento anche di una priorità politica contenuta all'interno del Piano. Invito tutti i Consiglieri a ritirare i propri emendamenti dell'ultimo minuto così possiamo procedere fino alla fine.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.
SAITTA Considerata la questione che mi pare di una certa importanza e considerato che complessivamente non abbiamo molto tempo di fronte rischiamo ormai per la stanchezza di soffermarci, forse più del necessario su questioni che magari non sono così rilevanti. Suggerirei di sospendere la seduta e riprendere domani la discussione, anche perché avevamo programmato di trattare l'argomento anche domani.



PRESIDENTE

C'è un'ulteriore proposta sulla quale chiedo all'aula di pronunciarsi.
Mi pare che la proposta del Consigliere Saitta sia la più drastica.
La parola alla Consigliera Spagnuolo.
SPAGNUOLO Noi abbiamo presentato questi emendamenti per una preoccupazione già espressa, dopodiché non vogliamo assolutamente bloccare i lavori o creare delle lentezze.
Manteniamo il nostro emendamento per la prima parte, io ero anche disponibile a collocarlo laddove aveva proposto il Consigliere Cavaliere.
Se questa proposta non viene accolta, si mettano, per quanto ci riguarda in votazione gli emendamenti e se vengono respinti, pazienza! La natura dei due emendamenti, Assessore, è diversa. Nel senso che il nostro emendamento tende a limitare una forte preoccupazione, l'emendamento della Giunta tutto sommato, propone di muoverci con concretezza, gli impianti sono operanti, cerchiamo di capire i problemi e cerchiamo di risolverli, senza porre troppi limiti. Nel senso che in un caso è una preoccupazione di Governo, nell'altro no. Per quello che ci riguarda non abbiamo problemi abbiamo posto una questione che può essere approvata o bocciata, ma non vogliamo frenare la discussione o bloccarla.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.
CAVALLERA, Assessore all'ambiente Al fine di accelerare i nostri lavori, credo che a questo punto si possa proporre quanto segue: l'emendamento nostro viene ritirato. Per quanto riguarda la proposta della collega Spagnuolo proporrei alla maggioranza di astenersi, nel senso che raccogliamo le sue sollecitazioni nell'ambito delle nostre funzioni di governo.
Pertanto credo si possa procedere.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 5), a firma dell'Assessore Cavallera, è pertanto ritirato.
La Consigliera Spagnuolo chiede la votazione separata per gli emendamenti n. 4) e n. 4/A), mentre il Consigliere Chiezzi ed altri chiedono la votazione per appello nominale.
Indìco pertanto la votazione, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 4).
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 hanno risposto SI' 3 Consiglieri si sono astenuti 44 Consiglieri L'emendamento è respinto.
Pongo in votazione l'emendamento n. 4/A).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 43 astensioni.
6) Emendamento presentato dai Consiglieri Cavaliere, Papandrea e Chiezzi: a pagina 114, al capoverso "Inoltre gli impianti...", si abroghi da "Inoltre gli impianti" a "raccolta differenziata".
La parola al Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE Interverrò brevemente. Si dice "Inoltre, gli impianti di incenerimento dovranno essere calibrati sulla quantità residua di rifiuti, al netto degli obiettivi della raccolta differenziata". Ciò significa che l'incenerimento tecnicamente potrebbe essere possibile anche senza preselezione; il che non era nelle intenzioni di chi ha stilato il Piano.
La formulazione proposta evita l'equivoco.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 6), accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 43 Consiglieri presenti.
7) Emendamento presentato dai Consiglieri Cavaliere, Papandrea e Chiezzi: a pagina 115, al capoverso "Le discariche di prima categoria per RSU" dopo le parole "agli scarti di tali impianti", si aggiunga il seguente periodo: "Le discariche di prima categoria per RSU devono essere destinate a ricevere solo la frazione secca del rifiuto; entro due anni dalla data di approvazione del presente Piano non sarà più permesso il conferimento di rifiuti con una percentuale di materiale umido (frazione organica) superiore al 10% in peso del totale. Con l'introduzione di questo tipo di conferimento sarà possibile contenere i costi di gestione delle discariche per la drastica riduzione di biogas e percolato ed inoltre sarà possibile ridurre notevolmente l'impatto ambientale, favorendo così una più agevole localizzazione ed accettazione da parte della cittadinanza".
La parola all'Assessore Cavallera.
CAVALLERA, Assessore all'ambiente Propongo una riformulazione parziale dell'emendamento, visto che se ne condivide il principio ispiratore: dopo le parole "destinate a ricevere", aggiungere le parole "a regime principalmente la frazione secca ed inerte" sostituire dalle parole "entro due anni dalla data di approvazione" alle parole "superiore al 10% in peso del totale" con le parole "secondo quanto previsto dalla normativa tecnica nazionale".
In sostanza, dovrebbe essere emanata una normativa proprio sulle discariche, che farà preciso riferimento alla questione.
A mio parere, diamo un'indicazione - rispetto alla discarica - di rifiuto secco. Condivido anch'io che si possa ipotizzare l'andata a discarica di una piccola parte del cosiddetto "organico sporco".
D'altronde, se non si riesce a compostare o ad incenerire il rifiuto, da qualche parte lo si dovrà pur mettere! La filosofia del Piano è che la discarica sia utilizzata per rifiuti non altrimenti trattabili.
Propongo quindi ai presentatori e al Consiglio di votare l'emendamento come riformulato dalla Giunta regionale.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 7) nel testo modificato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 32 voti favorevoli e 4 astensioni.
8) Emendamento presentato dalla Consigliera Spagnuolo: sopprimere l'intero terz'ultimo capoverso di pagina 141 "Non è consigliabile effettuare la raccolta differenziata del vetro... dei costi".
La parola all'Assessore Cavallera.
CAVALLERA, Assessore all'ambiente Ho discusso a lungo con i referenti tecnici: riteniamo che si possa accogliere l'emendamento, anche perché non è precluso, nell'organizzazione della raccolta differenziata, a livello locale, l'intraprendere una strada piuttosto che un'altra. La dizione originaria era nell'ipotesi del vecchio sistema delle campane, ecc.; ritengo però che possa non trattarsi di un tale livello di dettaglio. Per tale motivo accolgo l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 8), accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 34 voti favorevoli e 5 astensioni.
9) Emendamento presentato dai Consiglieri Cavaliere, Papandrea e Chiezzi: a pagina 165, al capoverso "Per gli imballaggi sono stati recepiti", dopo le parole "una quota compresa tra il 50% e il 65%", si aggiungano le parole "di raccolta".
La parola all'Assessore Cavallera.
CAVALLERA, Assessore all'ambiente Sono d'accordo ad integrare la dizione perché era monca, però proporrei di usare la terminologia del decreto Ronchi nonché delle direttive CEE che parlano di "recupero", anziché di raccolta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE Accetto la modifica proposta dall'Assessore.



PRESIDENTE

Pongo quindi in votazione l'emendamento n. 9) come modificato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 39 Consiglieri presenti.
Emendamenti presentati dai Consiglieri Cavaliere, Papandrea e Chiezzi: 10) a pagina 167, al capoverso "Sulla scorta dei dati emergenti", dopo le parole "della frazione cartacea normalmente presente negli RSU", si abroghi il seguente periodo: "e comunque occorre raggiungere almeno il 15% per la componente costituita da imballaggio".
11) A pagina 167, al capoverso "Sulla base delle stime effettuate", dopo le parole "è stato definito l'obiettivo di raccolta del vetro del 60%", si abroghi il seguente periodo: "e comunque occorre raggiungere almeno il 15 per la componente costituita da imballaggio".
12) A pagina 167, al capoverso "Gli obiettivi di raccolta della plastica" dopo le parole "una raccolta della plastica presente nei RSU pari al 15%" si abroghi il seguente periodo: "e comunque occorre raggiungere almeno il 15% per la componente costituita da imballaggio".
13) A pagina 167, al capoverso "La presenza dell'alluminio nei RSU è rappresentata", dopo le parole "l'obiettivo di raccolta del 10%", si abroghi il seguente periodo: "e comunque occorre raggiungere almeno il 15 per la componente costituita da imballaggio". 14) A pagina 167, al capoverso "Sulla scorta dei dati emergenti", dopo le parole "della frazione cartacea normalmente presente negli RSU", si aggiunga il seguente periodo: "e comunque occorre almeno riciclare dal 25% al 45% del totale degli imballaggi con un minimo del 15% per ogni tipo di materiale".
15) A pagina 167, al capoverso "Sulla base delle stime effettuate", dopo le parole "l'obiettivo di raccolta del vetro del 60%", si aggiunga il seguente periodo: "e comunque occorre almeno riciclare dal 25% al 45% del totale degli imballaggi con un minimo del 15% per ogni tipo di materiale".
16) A pagina 167, al capoverso "Gli obiettivi di raccolta", dopo le parole "una raccolta della plastica presente negli RSU pari al 15%", si aggiunga il seguente periodo: "e comunque occorre almeno riciclare dal 25% al 45 del totale degli imballaggi con un minimo del 15% per ogni tipo di materiale".
17) A pagina 167, al capoverso "La presenza dell'alluminio nei RSU è rappresentata", dopo le parole "l'obiettivo di raccolta del 10%", si aggiunga il seguente periodo: "e comunque occorre almeno riciclare dal 25 al 45% del totale degli imballaggi con un minimo del 15% per ogni tipo di materiale".
La parola all'Assessore Cavallera.
CAVALLERA, Assessore all'ambiente Intervengo sugli emendamenti dal n. 10) al n. 17).
In sostanza, con i primi quattro emendamenti i colleghi dei Gruppi Verde e Rifondazione Comunista propongono formalmente di abrogare un comma e di sostituirlo con uno che si richiama direttamente alle norme del DL n.
22/97. Trattandosi di un richiamo a dizioni di legge, io non posso essere contrario; probabilmente, i colleghi ritengono che sia più chiaro esplicitarle nel Piano. Sono pertanto favorevole agli emendamenti dal n.
10) al n. 13).
Sono anche favorevole agli emendamenti dal n. 14) al n. 17), con un'aggiunta però, solo da un punto di vista letterale: laddove si dice "e comunque occorre almeno riciclare dal 25% al 45% del totale degli imballaggi con un minimo del 15% per ogni tipo di materiale", per essere chiari noi proponiamo di ripetere le parole "di imballaggio". Questo solo per una chiarezza di dizione.
L'aggiunta delle parole "di imballaggio" la proponiamo per gli emendamenti n. 14), n. 15), n. 16) e n. 17), che sono tutti dello stesso tipo, solo che ciascun emendamento riguarda, rispettivamente: carta plastica, vetro e alluminio. E' per questo motivo che ho ritenuto di svolgere un solo intervento.
Ribadisco, in conclusione, che la Giunta è favorevole agli emendamenti dal n. 10) al n. 13) senza modifiche e favorevole agli emendamenti dal n.
14) al n. 17) con l'aggiunta, al fondo, delle parole "di imballaggio".



PRESIDENTE

I proponenti accolgono la modifica suggerita dall'Assessore.
Pongo in votazione l'emendamento n. 10).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 39 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione l'emendamento n. 11).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 39 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione l'emendamento n. 12).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 39 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione l'emendamento n. 13).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 39 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione l'emendamento n. 14).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 39 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione l'emendamento n. 15).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 39 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione l'emendamento n. 16).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 39 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione l'emendamento n. 17).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 39 Consiglieri presenti.
18) Emendamento presentato dall'Assessore Cavallera: a pagina 180, l'ultimo punto elenco è sostituito dal seguente: "Discariche in cui conferire gli scarti di preselezione, i fanghi di depurazione urbana non compostabili, gli altri rifiuti non trattabili ed eventualmente le scorie e le ceneri provenienti da impianti di termodistruzione da individuarsi nell'ambito del sistema integrato interprovinciale".
La parola all'Assessore Cavallera.
CAVALLERA, Assessore all'ambiente Si tratta semplicemente di una riformulazione, nel senso che i concetti sono tutti espressi. Si riformula solo la sequenza logica, nel senso che prima di tutto la discarica serve per gli scarti di preselezione, i fanghi di depurazione urbana non compostabili e gli altri rifiuti non trattabili di quel bacino, dato che è in un sistema interprovinciale. Il significato è solo questo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 18).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 32 voti favorevoli e 5 astensioni.
Emendamenti presentati dai Consiglieri Cavaliere, Papandrea e Chiezzi: 19) alle pagine 223 e 224, dopo tale capitolo, si aggiunga il seguente periodo: "Determinazione della maggiorazione per il costo ambientale.
Stante le esigenze di incentivare la raccolta differenziata dei rifiuti stanti gli ingenti costi di realizzazione e gestione di iniziative in tal senso, la Giunta regionale, ai sensi dell'art. 11, comma quarto, provvede a dare concreta attuazione alla maggiorazione del corso ambientale.
Risulta infatti necessario provvedere alla rapida introduzione di un sovrapprezzo ambientale pari almeno a L. 70 per ogni kg di rifiuto conferito in discarica non differenziato. Sarà quindi possibile trasferire ai Consorzi obbligatori una cifra pari a 70 miliardi di lire all'anno, per il finanziamento delle iniziative di raccolta e degli impianti".
20) Alle pagine 223 e 224, dopo tale paragrafo aggiungere il seguente: "Determinazione incentivi alla raccolta differenziata per i Comuni.
Stante l'esigenza di raggiungere gli obiettivi previsti dal presente Piano e dal DL n. 22/97, la Giunta regionale prevede incentivi pari a L. 200 milioni da trasferire ad ogni Comune che abbia raggiunto il 50% di raccolta differenziata entro il 2001, per il finanziamento di iniziative di raccolta e promozione di azioni di sensibilizzazione ed informazione ambientale".
La parola al Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE E' una delle questioni fondamentali che abbiamo posto, cioè la raccolta differenziata e il riciclaggio non vengono effettuati se non si penalizza in qualche modo la discarica.
Chiediamo in definitiva l'applicazione di una legge regionale che già esiste.
Illustro anche l'emendamento n. 20) perché hanno più o meno la stessa logica. Si tratta, in questo caso, della proposta di incentivi per i Comuni che si pongono obiettivi di raccolta differenziata.
Nell'emendamento che i colleghi hanno a loro mani c'è scritto "incentivi pari a 200 milioni" perché si faceva riferimento ad un Comune di circa 20 mila abitanti; invece la formulazione rivista parla di "incentivi pari a 10.000 lire per abitante" per Comuni e Consorzi di Comuni che superano il 50% di raccolta differenziata.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.
CAVALLERA, Assessore all'ambiente Grazie, Presidente. Faccio riferimento, nel dare la risposta, al dibattito che viene avanti nel nostro Paese, anche in ordine alla fiscalità ambientale. Qualche giorno fa abbiamo letto su Sole 24 Ore che lo stesso Presidente del Consiglio prevede di andare massicciamente in questa direzione. Ma mi rendo anche conto del richiamo dei colleghi a quello che dice la L.R. n. 59/95; una legge - e colgo l'occasione per parlarne - che senz'altro dovrà essere rivista per essere adeguata al DL n. 22/97 e, per quanto riguarda il costo ambientale, anche alla nuova fiscalità ambientale che prima era stata prevista solo dal Ministro Ronchi, ma che adesso anche Prodi ha dichiarato in sede ufficiale di Commissione parlamentare.
A questo punto, per quanto riguarda l'emendamento n. 19), propongo una riformulazione di tipo più governativo. Quando parlo di una riformulazione governativa, parlo sia alla parte di maggioranza del Consiglio, sia anche alle altre forze che hanno comunque una responsabilità più ampia in altra sede. La mia riformulazione per quanto riguarda l'emendamento n. 19) è di questo tipo: sia per incentivare la raccolta differenziata sia per sostenere i costi previsti per la completa realizzazione del sistema integrato di gestione dei rifiuti, occorrerà dare attuazione all'art. 11 della L.R. n. 59/95, per quanto riguarda il costo ambientale, coordinando tale prelievo con l'imposizione fiscale dell'ecotassa, anch'essa utilizzabile a questi fini. In sostanza, la L.R. n. 59/95 aveva previsto di avere una massa critica che proveniva dalla discarica dei rifiuti che veniva penalizzata, a favore degli impianti alternativi. Questo credo sia un principio da recuperare all'interno di un provvedimento di fiscalità che non potrà non essere condizionato da ciò che verrà fuori dalla finanziaria.
In questo senso, propongo la riformulazione.
La sostanza dell'emendamento n. 20) viene accolta, ma credo che l'emendamento possa essere riformulato solo per ragioni testuali. In questo modo, stante l'esigenza di raggiungere gli obiettivi previsti dal presente Piano e dal DL n. 22/97, saranno previsti incentivi pari a L. 10.000 per abitante, da trasferire ai Comuni o ai Consorzi di Comuni che abbiano raggiunto il 50% di raccolte differenziate entro il 2001 per il finanziamento di iniziative di raccolta e promozione di azioni di sensibilizzazione e di informazione ambientale. Anche nella nostra Regione verrebbe istituito il cosiddetto "elenco dei Comuni ricicloni", ammesso che il 50% possa essere raggiunto in tempi compatibili con quelli indicati nell'emendamento. Abbiamo visto da altre parti che ciò che sembrava impossibile sotto il profilo della raccolta differenziata si è poi dimostrato praticabile, anche se invito tutti i colleghi ad essere molto attenti perché è il ciclo completo che deve essere garantito, non solo la fase di raccolta differenziata, ma anche poi la certezza, dal punto di vista ecologico ed industriale, dell'effettivo smaltimento. Con queste riformulazioni, quindi, propongo all'assemblea di votare gli emendamenti.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.
SPAGNUOLO Voteremo questi emendamenti così come riformulati. Vorrei solo far notare all'assemblea e soprattutto al Presidente che in tutta la discussione di oggi stiamo assistendo ad una nuova forma di accettazione degli emendamenti. Nel senso che l'abilissimo Assessore Cavallera, per la quasi totalità degli emendamenti, ha usato questa espressione: "Li accolgo nella loro riformulazione". Voglio dire che questa è un'abilità dorotea che è quasi più di Ugo Cavallera, con la quale gli emendamenti, anzich bocciarli, li riformula e li fa approvare. Complimenti!



PRESIDENTE

L'importante è che poi si sia d'accordo sul contenuto! Pongo dunque in votazione l'emendamento n. 19) nel testo riformulato dall'Assessore Cavallera: alle pagine 223 e 224, dopo tale capitolo, si aggiunga il seguente periodo: "Determinazione della maggiorazione per il costo ambientale.
Sia per incentivare la raccolta differenziata sia per sostenere i costi previsti per la completa realizzazione del sistema integrato di gestione dei rifiuti, occorrerà dare attuazione all'art. 11 della L.R. n. 59/95 per quanto riguarda il costo ambientale, coordinando tale prelievo con l'imposizione fiscale dell'ecotassa anche utilizzabile a questi fini".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 39 Consiglieri presenti.
Pongo ora in votazione l'emendamento n. 20), anch'esso riformulato nel modo seguente: alle pagine 223 e 224, dopo tale paragrafo, aggiungere il seguente: "Determinazione incentivi alla raccolta differenziata per i Comuni.
Stante l'esigenza di raggiungere gli obiettivi previsti dal presente Piano e dal DL n. 22/97, saranno previsti incentivi pari a L. 10.000 per abitante da trasferire ai Comuni o ai Consorzi di Comuni che abbiano raggiunto il 50% di raccolta differenziata entro il 2001, per il finanziamento di iniziative di raccolta e promozione di azioni di sensibilizzazione ed informazione ambientale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 39 Consiglieri presenti.
Emendamenti presentati dalla Consigliera Spagnuolo: 21) Capitolo 1 - Criteri generali.
A pagina 226, alla fine del primo paragrafo, dopo le parole "stesura dei previsti Piani provinciali", aggiungere la frase: "la parte dei Piani provinciali inerente ai rifiuti di cui alla presente sezione deve essere sottoposta ad approvazione del Consiglio regionale, anche nel caso non ricorrano le condizioni di cui al comma quindicesimo dell'art. 3 della L.R.
n. 59/95, con procedure e con gli effetti previsti nello stesso art. 3 della L.R. n. 59/95".
22) Capitolo 1 - Criteri generali (pagine 231 e 232, punto 13).
A pagina 232 sostituire il punto a) "il bacino di utenza degli impianti... L.R. n. 59/95" con la frase: "a) il bacino di utenza degli impianti di smaltimento di cui trattasi è individuato a livello provinciale, con possibilità di derogare in caso di rifiuti di tipologia particolare e prodotti in limitate quantità per i quali risulti non possibile la realizzazione di impianti a livello provinciale per motivazioni tecniche ed economiche. Sono da preferire le soluzioni impiantistiche e la scelta di ubicazioni che permettano la minimizzazione dei percorsi tra le località di produzione e quelle di trattamento dei rifiuti. In ogni caso, il quantitativo di rifiuti di cui alla presente sezione del Piano annualmente trattati e/o smaltiti nei singoli territori provinciali non può superare il 150% del rifiuti in essi prodotti".
La parola alla Consigliera Spagnuolo.
SPAGNUOLO Per brevità, per rendere il dibattito più veloce, per andare nell'ordine delle volontà dell'Assessore "doroteo" Cavallera, vorrei parlare di entrambi gli emendamenti che abbiamo presentato alla sezione seconda. Sia in Commissione che oggi in aula, abbiamo presentato pochi emendamenti, ma su problemi di impianto generale, non su particolarità magari anche molto importanti. Entrambi gli emendamenti corrispondono ad una volontà, che è quella di cercare di dare un po' di governo regionale alla materia dei rifiuti industriali che, in particolare nel Piano che andremo ad approvare, è affrontata come prima impostazione. Nel senso che anche in Commissione abbiamo messo in evidenza che il Piano fa delle enunciazioni soprattutto per quanto riguarda i rifiuti industriali, ma poi non ne trae regole di comportamento da parte della Giunta regionale. Non c'è il governo di questi processi; è un'osservazione che abbiamo già fatto in Commissione: soprattutto per quello che riguarda il rapporto con le Province, l'impressione che dà, e che già altri - mi rifaccio soprattutto all'intervento iniziale del collega Bertoli - mettevano in evidenza, è che si demandi alle Province e poi si vedrà.
Noi abbiamo ripresentato, con il primo emendamento, un emendamento già presentato in Commissione e bocciato in Commissione, ed è probabile che l'Assessore proponga nuovamente di bocciarlo perché contraddice questa filosofia. Ci rendiamo conto, infatti, che questo non è un emendamento che vuole portare la tematica della raccolta di un prodotto dal 10 al 20%; no è un emendamento che va in una direzione diversa, nel senso che noi cerchiamo di riportare alla Regione, al Consiglio regionale, delle competenze. Perché riteniamo che, così come c'è questa prima impostazione ci sia un deficit di competenze e di governo della situazione.
Questo per quello che riguarda il primo emendamento che - ripeto - già in Commissione e nel gruppo di lavoro l'Assessore ha bocciato, ma proprio per le sue caratteristiche che attengono al fatto che troppo facilmente in questo campo si delega alle Province e poi però non si danno criteri sufficienti, non si danno le indicazioni, per esempio, per ciò che riguarda molte materie specifiche, di cui il Piano è molto carente.
E' assai probabile che l'Assessore, con cui abbiamo parlato a lungo della questione, non accolga l'altro emendamento, che tende a mettere in evidenza un particolare problema, relativamente ai rifiuti industriali. Si dice che quanto proposto sarebbe in conflitto con la L.R. n. 59/95; ma il problema rilevato è altrettanto reale: vista la problematica sulla normativa relativa all'intervento da parte di privati, soprattutto per quanto riguarda gli adeguamenti previsti in una seconda fase, la Regione Piemonte dovrà prestare la massima attenzione ad evitare che, soprattutto in aree di scarsa cultura industriale, si possano tranquillamente comprare terreni a basso costo in piccoli Comuni di carattere agricolo, avviando una facile speculazione nel settore.
Ecco i motivi per cui abbiamo ripresentato i due emendamenti. Ci rendiamo ben conto che la filosofia del primo emendamento contrasta con quanto proposto dall'Assessore; il secondo, del quale abbiamo già a lungo discusso, tende a segnalare il problema dovuto al sottrarre territori di carattere agricolo, che non hanno alcuna economia di tipo industriale dallo scaricamento del problema, senza che la Regione possa operare alcun governo di questi fenomeni.
Questi i lati deboli della seconda sezione del Piano.
Ritengo comunque che la norma contenuta nel primo emendamento possa "stare in piedi" così come proposta. Potremmo anche ritirare il secondo emendamento, così come avevamo anticipato sottoponendolo all'Assessore qualora ci fosse l'assicurazione che, in sede di revisione e di adeguamento del Piano dei rifiuti industriali, le preoccupazioni che l'emendamento vuole esprimere vengano tenute in considerazione ed accolte. Altrimenti, ci troveremmo in assenza di governo da parte della Regione e di rinuncia alle proprie competenze in materia di rifiuti industriali. Non solo, si instaurerebbe una sorta di liberalizzazione, di "lasciar fare": se le Province rimanessero senza criteri di riferimento, i privati potrebbero continuare a muoversi sul territorio della regione Piemonte senza alcuna forma di indirizzo e senza alcun vincolo.
In questo senso, si tratta di emendamenti di natura più politica che legislativa. A seconda dell'intervento dell'Assessore, il secondo emendamento, che sicuramente è retto da una filosofia diversa da quella della L.R. n. 59/95 - che peraltro, al tempo, non abbiamo neanche votato favorevolmente - potremmo anche ritirarlo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.
CAVALLERA, Assessore all'ambiente Per quanto riguarda il primo emendamento, confermo il giudizio contrario, impegnandomi però - come già fatto in precedenza - a rivedere la questione in Commissione prima di adottare deliberazioni di Giunta di approvazione dei Piani provinciali. Se il problema è mantenere un'informativa ed un coinvolgimento della Commissione, non ho alcuna difficoltà ad impegnarmi in questo senso.
Il giudizio di merito sull'emendamento è invece contrario all'accoglimento, proprio per le ragioni già esposte in Commissione, ovvero il Piano è dimensionato su bacino regionale.
Secondo emendamento. Le tematiche sono amplissime: non dimenticate l'avvio di una procedura di infrazione della CEE perché ponevamo alcuni limiti, con la L.R. n. 59/95, all'ingresso di rifiuti da altre regioni.
Procedura che si è poi risolta favorevolmente, con l'audizione a Roma, nel mese di gennaio, della delegazione europea.
Rimangono altre questioni, a mio avviso molto attinenti alla deliberazione dei criteri di indirizzo alle Province. La preoccupazione della collega Spagnuolo, ovvero di non prevedere localizzazioni estemporanee o, comunque, di cercare una maggiore prossimità possibile ai luoghi di produzione dei rifiuti, potrà trovare riscontro, essendo tra l'altro in sintonia con le direttive CEE che parlano di prossimità ed autosufficienza.
Se la collega Spagnuolo lo ritiene, può dunque ritirare l'emendamento n. 22). Il giudizio sarebbe comunque contrario sia al primo che al secondo emendamento.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.
SPAGNUOLO Prendendo atto dell'impegno dell'Assessore a tenerne conto nella deliberazione dei criteri di indirizzo alle Province, ritiriamo l'emendamento n. 22).



PRESIDENTE

Pongo dunque in votazione l'emendamento n. 21).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 9 voti favorevoli, 23 contrari e 3 astensioni.
L'emendamento n. 22) è stato ritirato dalla collega Spagnuolo.
23) Emendamento presentato dai Consiglieri Cavaliere, Papandrea e Chiezzi: alle pagine 233 e 234, punto 17), al capoverso "presso gli impianti di ammasso, deposito e cernita", dopo le parole "se viene garantito il recupero di almeno", sostituire le parole "il 40% dei rifiuti di ingresso" con le parole "l'80% dei rifiuti di ingresso".
24) Emendamento presentato dall'Assessore Cavallera: a pagina 234, punto 17), ultima riga, dopo le parole "in ingresso" aggiungere le parole "provenienti da altre Regioni; tale percentuale dovrà raggiungere il 60% in tre anni".
CHIEZZI Assessore, facciamo il 70%... per gusto salomonico!



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.
CAVALLERA, Assessore all'ambiente Non posso comportarmi per gusto salomonico... Ovviamente, ci sono valutazioni che devono tenere conto della possibilità di raggiungere gradualmente certi obiettivi. Quindi, credo che non possiamo essere d'accordo con l'emendamento n. 23), però proponiamo il 24) che risolve comunque la situazione in modo accettabile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE Vorrei solo rilevare che con l'emendamento n. 24) l'Assessore Cavallera non si è attenuto al manuale Cencelli per quanto riguarda le percentuali.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 23).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 13 voti favorevoli e 25 contrari.
Pongo in votazione l'emendamento n. 24).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 27 voti favorevoli e 13 astensioni.
25) Emendamento presentato dai Consiglieri Bertoli, Miglietti e Manica: a pagina 277, sostituire dalla riga 23: "Le Province, su iniziativa della Regione, sulla base di un censimento di queste situazioni, devono avviare d'intesa con la Regione..." con "La Regione, sulla base di un censimento di queste situazioni fatto dalle Province, d'intesa con la Provincia, deve avviare tutte le azioni...".
La parola al Consigliere Bertoli.
BERTOLI Questo emendamento riguarda le rilocalizzazioni degli impianti per rifiuti speciali che risultino improprie per ragioni igieniche urbanistiche o di altra natura. Emendamento che avevamo già presentato in Commissione e l'Assessore l'aveva riformulato, in un modo però che non ci ha convinti, per cui l'abbiamo ripresentato. Non ci convince - ne d un'interpretazione semplicistica - perché in una certa misura si voleva lasciando questa incombenza alle Province, che queste rilocalizzazioni, che sono questioni serie, se le "sbrigassero" all'interno delle stesse Province. Ma allora - per esasperazione, prolungando questo modo di ragionare - dal momento che questi impianti potrebbero trovarsi all'interno dei Comuni, le rilocalizzazioni dovrebbero essere all'interno dei Comuni.
Prolungando ulteriormente il ragionamento: quegli impianti erano lì, stiano lì! Per questi motivi, non siamo d'accordo con questa formulazione, anche perché potrebbe venire fuori quello che è già stato denunciato in questo Consiglio - più che denunciato è stato fatto aleggiare - che una chiave di lettura forzata per questo Piano potrebbe essere quella che la Regione delega alle Province tutta una serie di incombenze abbastanza difficili.
Delega cioè alla Provincia - per dirla in parole molto semplici - una patata bollente, lasciandola magari a scottarsi le dita.
Ora, noi non vogliamo rimettere in discussione questo aspetto. Le Province hanno richiesto di avere maggiori possibilità di manovra, di poter concorrere alla decisione della localizzazione dei siti: questo è previsto dal decreto Ronchi ed è anche consigliato, a mio modo di vedere, dal fallimento del primo Piano che aveva previsto la localizzazione dei siti ma che poi in effetti è fallito. Non si tratta però di esasperare oltre questo processo di delega alle Province; noi crediamo che in questo caso sia un compito primario della Regione quello di affrontare su di un orizzonte regionale, come d'altronde dichiara il Piano stesso, la rilocalizzazione di questi siti. Chiediamo quindi che il Piano contenga questa formulazione, cioè che sia la Regione ad assumere questa responsabilità, che è un suo compito primario, che marca tra l'altro la determinazione delle Regioni di non voler abdicare al proprio ruolo di programmazione in questo importante settore.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.
SIMONETTI Noi non riteniamo opportuno questo emendamento in quanto, già nell'ambito della complessa discussione su questa questione, si era cercato di dare alle Province un determinato ruolo, che adesso con questo emendamento si tende a smantellare, affidando tutto il compito alla Regione. Tra l'altro, non si riesce nemmeno a capire in che modo, in quale contesto, per quali motivazioni e per quali finalità. Con questo emendamento si attribuisce alla Regione un ruolo di programmazione, che però in quel contesto non ci sembra plausibile, in quanto sottrae alle Province un ruolo che era stato loro affidato.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.
CAVALLERA, Assessore all'ambiente Su questo argomento abbiamo discusso a lungo nel gruppo di lavoro in Commissione. Secondo me, la sostanza non cambia perché si era previsto che le rilocalizzazioni vedessero un ruolo congiunto di Regioni e Province.
Probabilmente, io avevo riformulato questo passaggio, questo periodo con il bilancino; adesso il collega Bertoli, a nome del Gruppo PDS, chiede di esplicitarlo in modo più chiaro.
Io non ho alcuna difficoltà ad accogliere questa proposta perché in sostanza non cambia quello che si era deciso in Commissione, cioè il coinvolgimento di Regione e Province nei processi di rilocalizzazione. E' vero infatti quanto ha detto il collega Bertoli, cioè che potrebbe esserci il caso in cui la Provincia viene lasciata da sola a risolvere un problema macroscopico. Quindi, se la Regione deve avere una funzione di garanzia (è stato prima richiamato un ruolo di governo, maggior coinvolgimento, ecc.) questo certamente non viene da noi disdegnato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Solo due parole: invoco il principio di sussidiarietà.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.
SPAGNUOLO Noi ci asterremo su questo emendamento, se verrà mantenuto, però non comprendo il doppio binario dell'Assessore, perché in tutti gli emendamenti che noi abbiamo proposto in cui chiedevamo che la Regione avesse un ruolo è stato risposto: "No, abbiamo scelto un'altra strada".
A nostro parere, la risposta che l'Assessore ha dato in questa circostanza è un po' contraddittoria; mi limito a questa osservazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertoli.
BERTOLI Aggiungo una precisazione che credo contribuisca a chiarire meglio la distinzione tra i due aspetti. Mentre per quanto riguarda la definizione dei bacini e la possibilità di collocare gli impianti in modo dialogante con le realtà locali, le Province lo hanno richiesto. Cioè le autonomie locali, avendo a mente l'esperienza del passato Piano, rivendicano per s questo ruolo. Per quanto riguarda la rilocalizzazione degli impianti per rifiuti speciali non congruenti, che è un problema rilevantissimo, le Province hanno chiesto aiuto alla Regione riconoscendo che questo deve avvenire su scala regionale. Hanno detto alla Regione che non poteva rinunciare a questo ruolo programmatorio, su base regionale, per cui non c'è alcuna contraddizione. C'è la richiesta che la Regione non abdichi a questa parte di programmazione che è strettamente di sua competenza, tra l'altro - e mi ripeto - in consonanza con quanto richiesto dalle Province.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.
CAVALLERA, Assessore all'ambiente Al di là del nominalismo, vorrei richiamare la dizione precedente.
Prima si diceva: le Province su iniziativa della Regione; adesso si dice: la Regione, d'intesa con le Province.
CHIEZZI Cambia il soggetto.
CAVALLERA, Assessore all'ambiente C'era l'iniziativa della Regione anche nella dizione precedente...
CHIEZZI Sì, ma il soggetto attuatore era la Provincia, la responsabilità era in capo alla Provincia, il soggetto più vicino al problema che deve gestire il Piano, per il principio di sussidiarietà. Adesso torna la Regione a fare da soggetto...
CAVALLERA, Assessore all'ambiente Vale ancora, perché il Piano provinciale avrà tutte le sue articolazioni di rifiuti urbani ed industriali. E' la questione extra-Piano che è quella di avviare le rilocalizzazioni per quelle situazioni che ogni giorno richiamano la nostra attenzione. Per cui, avendo deciso che la Regione è coinvolta con la Provincia in questo processo - poi scriviamolo come vogliamo, a me sembrava che andasse bene la dicitura di prima - se il PDS non ritira l'emendamento e lo conferma, io ritengo che anche questa formulazione sia in linea con la sostanza del problema. Io sarei dell'idea di accoglierlo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto.
CHIEZZI Chiedo, Assessore Cavallera, l'applicazione della par condicio, perch all'emendamento proposto dalla Consigliera Spagnuolo, al Capitolo 1 "Criteri generali", pagina 226, che chiedeva per questione analoga che fosse il Consiglio regionale ad intervenire sui Piani provinciali, dite di no. Pochi minuti dopo, argomento analogo, ma decisione contraddittoria: dite di sì. Spiegateci i motivi di questa contraddizione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo per dichiarazione di voto.
SPAGNUOLO A maggior ragione, se in un emendamento erano attività programmatiche e in questo sono attività operative, avrebbe dovuto essere accolto quell'emendamento e non questo. Dopodiché, ripeto, ci asterremo, per esiste una sperequazione rispetto alle competenze della Regione.
Se quest'emendamento verrà mantenuto - ripeto - ci asterremo, per desidero sottolineare il comportamento dell'Assessore: quando la materia è di competenza della Regione, dice: "No, sono competenze della Provincia" quando invece si tratta di tenere un po' per mano le Province, in caso di difficoltà come questa, dice: "Va bene, la Regione può intervenire". Direi che, se logica c'era, avrebbe dovuto esserci almeno un "sì" in entrambe le circostanze, perché nel primo emendamento abbiamo abdicato ad un nostro compito, che è quello della programmazione.
Comunque - ripeto - poiché siamo in dichiarazione di voto, se l'emendamento verrà mantenuto, ci asterremo.



PRESIDENTE

Non essendovi altre dichiarazioni di voto, pongo in votazione l'emendamento n. 25).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 35 voti favorevoli e 6 astensioni.
26) Emendamento presentato dall'Assessore Cavallera: a pagina 314, capitolo 5, quarto capoverso, prima riga: sostituire "1998" con "1999".
La parola all'Assessore Cavallera.
CAVALLERA, Assessore all'ambiente E' passato più di anno da quando abbiamo presentato il Piano. Si pensava dal 1996 al 1998, ma ormai siamo nel 1997, quindi dobbiamo pensare al 1999. E' solo uno scorrimento tecnico.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 26).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 36 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri).
Abbiamo così concluso l'esame degli emendamenti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cavaliere; ne ha facoltà.
CAVALIERE Chiedo di procedere alle dichiarazioni di voto sull'intero Piano nella giornata di domani, anche per l'importanza del provvedimento che verrebbe un po' svilito con una discussione a quest'ora.
L'articolato è stato trattato interamente, mentre la parte politica chiedo che venga svolta nella seduta di domani mattina.



PRESIDENTE

Mi pare di cogliere che la proposta del Consigliere Cavaliere possa essere accolta.


Argomento: Nomine

Nomine


PRESIDENTE

Prima di sciogliere la seduta esaminiamo ancora il punto 48) all'o.d.g.
che prevede le seguenti: "Nomine".
COREP - Consorzio per la Ricerca e l'Educazione permanente (artt. 10, 11 e 12 Statuto) - Consiglio di amministrazione. Nomina di un rappresentante.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletta la signora Maria Luisa Viglietta.
COREP - Consorzio per la Ricerca e l'Educazione permanente (artt. 10, 11 e 12 Statuto) - Comitato tecnico-scientifico. Nomina di un rappresentante.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Bruno Piombo.
CORIPE-Piemonte - Consorzio per la Ricerca e l'Istruzione Permanente in Economia (art. 11 Statuto) - Consiglio di amministrazione. Nomina di un rappresentante.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletta la signora Luisa Molinaro.
Commissione regionale per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali ed ambientali (art. 8 L.R. n. 20/89). Nomina di tre esperti nella materia di competenza.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Cristiana Lombardi Sertorio e Domenico Bagliani (quest'ultimo in rappresentanza delle minoranze, ai sensi del combinato disposto dell'art.
9, comma settimo, L.R. n. 39/95 e dell'art. 72 del Regolamento). Con successiva votazione si procederà all'integrazione dell'organo, in quanto il signor Cesare Volpiano non ha raggiunto il quorum richiesto.
CSA - Centro piemontese di Studi Africani (DCR n. 386/83) - Consiglio di amministrazione. Nomina di due rappresentanti.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Franco Comino. Con successiva votazione si procederà all'integrazione dell'organo in quanto il signor Alberto Antoniotto non ha raggiunto il quorum richiesto.
CSA - Centro piemontese di Studi Africani (DCR n. 386/83) - Collegio dei Revisori. Nomina di un rappresentante.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletta la signora Lidia Maria Pizzotti.
Comitato Regionale di Controllo (legge n. 142/90 e L.R. n. 40/94) Sezione di Alessandria. Sostituzione del signor Carlo Alberto Ravazzano (membro effettivo) - iscritto da almeno dieci anni all'Albo dei dottori commercialisti o dei ragionieri scelto in una terna proposta dai rispettivi ordini professionali.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Dichiaro non valida la votazione in quanto non si sono verificate le circostanze previste dall'art. 3, comma terzo, della L.R. 22/9/1994 n. 40.
Consiglio Regionale di Sanità ed Assistenza - Co.Re.S.A. (L.R. n. 30/84 e art. 1 L.R. n. 20/85). Sostituzione del signor Guerino Cicciarello, esperto designato dalla UIL.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletta la signora Ada Giordano.
Comitato di Coordinamento regionale per il Piemonte presso l'Ufficio regionale ICE (art. 6, comma quinto, DPR 18/1/1990 n. 49). Sostituzione del rappresentante regionale Matteo Viglietta.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Gilberto Pichetto.
Fondazione "L. Firpo" Centro Studi sul Pensiero Politico (art. 7 Statuto) Consiglio di amministrazione. Nomina di un rappresentante (integrazione).
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletta la signora Isabella Massabò Ricci.
Commissione regionale per il lavoro a domicilio (art. 6 legge n. 877/73).
Nomina di due rappresentanti (integrazione).
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Bruna Borio e Cosimo Maggio.
Fondazione per le Biotecnologie (art. 9 Statuto) - Consiglio di amministrazione. Nomina di un membro (integrazione).
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Sergio Zaccagnini.
IAL - Istituto Addestramento Lavoratori del Piemonte (art. 6 Statuto) Collegio dei Sindaci. Nomina di un Sindaco.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Adriano Marello.
Ente diritto allo studio universitario (art. 19 L.R. n. 16/92) Consiglio di amministrazione. Sostituzione della signora Manuela Lamberti.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletta la signora Bruna Borio.
Sezione decentrata della Commissione regionale per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali ed ambientali - Sede di Torino (art. 8 L.R. n. 20/89). Sostituzione del signor Giulio Blanc.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Roberto Lombardi.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19,30)



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