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Dettaglio seduta n.163 del 29/07/97 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO


Argomento: Trasporti su ferro

Interpellanza n. 533 dei Consiglieri Manica, Bortolin, Riba e Vindigni interrogazione n. 600 del Consigliere Dutto interrogazione n. 677 del Consigliere Rosso inerenti a: "Dismissione dei servizi di stazione da parte delle FS"


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 533, presentata dai Consiglieri Manica Bortolin, Riba e Vindigni, l'interrogazione n. 600, presentata dal Consigliere Dutto, e l'interrogazione n. 677, presentata dal Consigliere Rosso, tutte relative allo stesso argomento.
Risponde l'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni

I quesiti sopra esposti vertono principalmente sui problemi di impresenziamento delle stazioni di Bellinzago Novarese, Centallo e Varallo Sesia.
La ragione dell'impresenziamento di queste stazioni, come pure di molte altre, anch'esse collocate su linee ferroviarie di interesse regionale, è soprattutto di natura economica: le FS S.p.A. intendono intervenire, in modo razionale, sui costi che incidono sul bilancio della Società medesima.
Gli investimenti in tecnologie da parte delle FS, tipo: l'adozione del sistema circolazione CTC (Controllo Traffico Centralizzato), l'introduzione di telecomandi per l'automazione degli scambi, ecc., hanno limitato l'esigenza del presenziamento di alcune stazioni, consentendo in tal modo una notevole diminuzione dei costi di gestione delle linee.
Comunque, nel merito dei quesiti posti, dai dati in possesso e da informazioni assunte direttamente dalle FS S.p.A., Divisione Servizi di Stazione, nonché dalla Società Metropolis S.p.A., è emerso quanto segue.
Per quanto attiene all'interpellanza n. 533 e all'interrogazione n.
677, relative alle stazioni di Bellinzago Novarese e Varallo Sesia, in data 6/6/1996 la II Commissione del Consiglio regionale ha incontrato il Sindaco di Bellinzago Novarese, il quale ha descritto i disagi causati dalla chiusura della locale stazione ferroviaria.
Successivamente, con lettera del 31/7/1996, ho illustrato al Direttore Regionale Trasporto Locale delle FS del Piemonte le problematiche sorte a seguito della disabilitazione dei servizi di stazione, rimarcando nel contempo il comportamento negativo delle FS che, nell'attuare tali strategie, non hanno concordato preventivamente con i Comuni interessati le iniziative da adottare. Di fronte a tali decisioni, i Comuni si sono trovati a tenere conto dei disagi di quanti utilizzano il mezzo ferroviario nel proprio territorio.
In data 6/11/1996, con lo scopo di ricercare una soluzione ai problemi sollevati, non solo dal Comune di Bellinzago Novarese, ma anche dal Comune di Varallo Sesia, ho indetto una riunione invitando, oltre ai Sindaci dei due Comuni, anche i Presidenti della Provincia di Novara e di Vercelli, la Direzione Regionale Trasporto Locale delle FS, la Divisione Servizi di Stazione delle FS e la Società Metropolis S.p.A.
La riunione ha consentito, dopo ampio dibattito, di addivenire ad un accordo fra le parti, e più precisamente: Bellinzago Novarese Le FS si sono impegnate a: installare un segnalatore acustico in stazione garantire, sporadicamente, la presenza di un addetto per la vendita dei biglietti sottoporre al Comune una bozza di contratto per la gestione dei locali (a titolo non oneroso).
Tale ipotesi di accordo è già stata presentata e prevede, altresì l'utilizzo di stazione da parte di un esercizio pubblico, nonché la cessione dell'alloggio sovrastante al futuro gestore dell'esercizio. Per tali locali sarà bandita una gara.
Varallo Sesia Le FS si sono impegnate a cedere i locali di stazione in gestione al Comune, il quale nel contempo ha chiesto l'utilizzo di parte dei medesimi per l'inserimento di un'edicola.
Successivamente, su richiesta del Comune medesimo, le FS cederanno il piazzale davanti alla stazione che sarà adibito a parcheggio, nonché un fabbricato nei pressi della stazione, sempre di proprietà FS, da adibire come magazzino deposito a servizio del Comune (a tale ultima cessione sarà applicato un canone simbolico).
In merito all'interrogazione n. 600, la Divisione Servizi di Stazione delle FS ha sottoposto al Comune di Centallo uno schema di convenzione che prevede la cessione e l'uso dei locali di stazione al Comune, a titolo non oneroso, da utilizzare come punto di informazione e sala d'aspetto.
Attualmente è stata indetta una gara con lo scopo di affidare in gestione uno dei locali per l'inserimento di un servizio pubblico (bar rivendita giornali), al quale sarà affidata l'incombenza della vendita dei biglietti ferroviari, dell'apertura e chiusura della sala d'attesa e dell'igiene dei locali.
A conclusione, posso dire - a braccio - che da parte dell'Assessorato è in corso una trattativa affinché le FS, in attesa di quanto sarà attribuito alla Regione nelle competenze specifiche del trasporto locale, addivengano alla nostra richiesta di trasferirci il patrimonio di tutte quelle tratte che potrebbero essere soppresse o che comunque sono in condizioni di disagio.
Se acquisissimo il patrimonio, nell'ambito del Piano regionale dei trasporti potremmo progettare un intervento della Regione per la sistemazione di tutto il traffico locale, creando anche, con i contratti di servizio, un'aziendalizzazione mista tra pubblico e privato che consenta di alleggerire il peso del trasporto su gomma trasferendolo su ferrovia adeguatamente, opportunamente e in un contesto generale di revisione globale del trasporto locale. Ma, ripeto, sono trattative.
La legge Bassanini stabilisce competenze specifiche da attribuire alle Regioni; siamo in attesa di quanto, ma il contenzioso con le FS è continuo per tanti motivi - e voi lo sapete: quando a loro conviene, sono azienda privata; quando non conviene, sono ancora parte di tutto ciò che era di competenza dello Stato (tant'è che è il Ministero del Tesoro che finanzia le FS con una percentuale piuttosto alta, quale azionista delle FS).
E' dunque un rapporto difficile, ma in ogni caso, quando si apre una richiesta a mo' di contenzioso da parte degli Enti locali, un accordo lo si trova. E in questi specifici casi l'accordo è stato raggiunto utilmente.
Saranno anche i Comuni a stabilire, nel proprio programma di investimenti, che cosa chiedere alla Società Metropolis in comodato, perch la gestione di parte del patrimonio delle FS sia utile e anche per evitare che rimangano ricettacolo di una quotidianità che diventa quasi illecita per quello che vi si va a fare, essendo le stazioncine o le stazioni chiuse all'uso degli utenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Ringrazio l'Assessore per la risposta che, di fatto, accende qualche speranza per il futuro; la situazione attuale è comunque quella che è stata appena riferita.
Io conosco la situazione della stazione di Centallo; immagino che le altre siano nell'identico stato. La stazione è completamente abbandonata e chiusa, vi è solo un cancello perennemente aperto, dove la gente può andare e venire, prendere il treno o fare qualsiasi altra cosa. Probabilmente il fatto che sia in un paesino diciamo civile, dove non ci sono atti di vandalismo e di delinquenza, finora ha permesso che non ci fossero grossi danni; certo che è veramente in una situazione di totale abbandono. Mi auguro che si giunga ad una qualche soluzione.


Argomento: Trasporti su ferro

Interpellanza n. 738 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea inerente a: "Aumenti regionali delle tariffe sulle linee extraurbane"


PRESIDENTE

Passiamo ora ad esaminare l'interpellanza n. 738 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea.
Risponde l'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni

Rispetto all'interpellanza in questione, si precisa che in data 5/12/1996 la Regione Piemonte ha siglato con le Organizzazioni sindacali interconfederali regionali CGIL-CISL-UIL un verbale di accordo in merito alle politiche tariffarie, alle forme di razionalizzazione e di integrazione delle reti ed all'offerta di trasporto pubblico nella Regione.
Con riferimento al predetto accordo, è stata approvato con DGR n.
98/15242 del 9/12/1996 l'aggiornamento delle tariffe extraurbane della Regione Piemonte con decorrenza 1/1/1997.
A seguito dell'entrata in vigore del predetto adeguamento tariffario sono stati esaminati con le Organizzazioni sindacali alcuni problemi specifici riguardanti l'applicazione delle nuove tariffe che in parte sono stati risolti sotto forma di circolari esplicative alle Province e alle Aziende ed in parte saranno risolti attraverso una deliberazione di Giunta integrativa della precedente sopra citata finalizzata, sentite le stesse Organizzazioni sindacali e le Associazioni delle Aziende pubbliche e private, a risolvere i problemi emersi da parte degli utenti del trasporto pubblico locale ed in particolare da parte dei lavoratori, che dovrebbero avere l'abbattimento di talune aliquote di costo proprio dopo una verifica e comunque una certificazione del loro stato di pendolari-lavoratori.
Questo è quanto è stato concordato con le Organizzazioni sindacali ed è nell'ambito di tutto ciò che è il processo dell'utenza di percorrenze nell'ambito di ciò che tende a non essere più considerato come un servizio ma addirittura come un'attività per la quale l'utenza deve sopportarne il costo. Il problema sul piano sindacale potrebbe essere approfondito diversamente, ma per quanto mi riguarda, per le competenze specifiche amministrative sotto l'aspetto politico è vero anche che questo problema dovrebbe essere affrontato nell'ambito della contrattazione con le aziende visto che queste ultime, così come accadeva in un lontano passato, non forniscono ai lavoratori-pendolari i mezzi di trasporto che occorrono perché ci sia l'agibilità nell'adempimento delle proprie attività.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Qual è la data della risposta?



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni

La risposta è del 10/3/1997 ed è stata inviata all'on. Ghigo. Tengo a precisare che la scheda è stata stesa il 5/3/1997 e soprattutto che la tempestività o meno delle risposte dipende dall'attività di Consiglio e dai relativi punti all'o.d.g. delle varie sedute.



PAPANDREA Rocco

Chiedevo la data non tanto per segnalare l'elemento già messo in rilievo, bensì per far notare come il solerte Assessore alla difesa degli interessi dei cittadini nella comunicazione di marzo ci ha detto che nello stesso mese sarebbero stati effettuati dei controlli, delle verifiche degli adeguamenti. Siamo a luglio: speravo che i mesi intercorsi fossero serviti a procurare nuovi elementi; diversamente, la risposta, che è già vecchia, sarebbe anche del tutto inutile poiché non contiene alcun aggiornamento rispetto alla comunicazione precedente.
L'Assessore aveva affermato: "Faremo, poi, questo e quello". Il "faremo" è rimasto lettera morta; su sollecitazione di un'interpellanza del nostro Gruppo - ma non solo - com'è già successo nel caso dell'interpellanza precedente, vengono fatte promesse che poi rimangono lettera morta.
Diversamente, ci sarebbe stato un prolungamento della comunicazione per illustrare quanto fatto nei mesi trascorsi da marzo a luglio.
Mi pare invece che gli impegni assunti al momento dell'aumento delle tariffe - insieme al peggioramento del servizio - siano di pura facciata. E questa vicenda lo dimostra.
Esaminando la risposta ad altre interpellanze sui trasporti, abbiamo un'ulteriore prova dell'atteggiamento poco serio nei confronti degli utenti; l'azione attiva della Regione termina nel momento in cui viene decisa la "verifica" delle tariffe, che molto spesso si traduce in un aumento dei costi a scapito dell'utenza.
A questo proposito, ho incontrato un gruppo di lavoratori che usufruiscono della linea della Germanasca; essi, pur utilizzando un unico autobus, sono costretti a pagare due tariffe, differenziate per tratta urbana ed extraurbana. In questo modo, l'aumento raddoppia.
In altri casi, vi sono lavoratori che non hanno gli autobus in tutti gli orari e tutti i giorni. Se devono lavorare il sabato per fare lo straordinario, sono costretti ad utilizzare un'altra linea, pagando una tariffa maggiore.
Nella risposta alla nostra interpellanza c'era la promessa di non applicazione di aumenti, che non è stata mantenuta; con l'istituzione dei biglietti "Formula" dovevano essere evitati gli aumenti, che invece sono stati effettuati ugualmente. Inoltre, non sono stati attuati controlli e verifiche necessarie per constatare la congruità delle tariffe.
Rimangono l'aumento e il peggioramento del servizio che avviene, come ricordavo prima, in forme molteplici. Il servizio sta peggiorando e non soddisfa l'utenza, ma soprattutto costa di più.
Se questo è l'esempio di regionalizzazione del servizio, non si pu essere molto allegri per il futuro.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni

Auguro ai cittadini che il Gruppo di Rifondazione Comunista gestisca presto il settore dei trasporti; vedremo quanta serietà potranno applicare nella gestione della Pubblica Amministrazione.
Per quanto mi compete, spero che i Gruppi politici si facciano buoni interpreti delle esigenze della collettività, sollecitando le organizzazioni sindacali ad una maggiore attenzione nel momento in cui concordano con la Regione quanto necessario per evitare che l'amministrazione, relativamente al rapporto di lavoro degli addetti del settore, abbia da mettere a disposizione risorse di cui non dispone e non può disporre.



PRESIDENTE

Assessore, atteniamoci al tema dell'interpellanza.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni

L'interpellanza sostiene che l'Assessore non è serio, che non dà una risposta adeguata al tempo che è intercorso. Sto spiegando che i sindacati dovrebbero essere più solleciti ad interferire con le Amministrazioni locali, alle quali sono state presentate tutte le esigenze affinché la contrattazione sia riaperta nell'ambito di quelle risorse che vengono afferite per il pareggio del bilancio delle aziende, dentro cui il pareggio del bilancio delle aziende è ottenuto anche attraverso l'aumento delle tariffe. Dopodiché se su questo piano si vuole approfittare delle esigenze dei lavoratori mal governati dai sindacati per quanto riguarda le competenze specifiche addebitando all'Assessore l'incapacità, non accetto che si possano dire cose di questo genere. Fra l'altro, non è detto che nel frattempo...



PRESIDENTE

Assessore, la prego. Non stiamo dibattendo su un ordine del giorno, ma stiamo esaminando un'interpellanza la quale ha una sua dinamica.
Poiché il discorso tra l'altro prosegue, consiglierei di passare all'esame all'interpellanza n. 739.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Interpellanza n. 739 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea inerente a: "Correttivi al biglietto 'Formula'"


PRESIDENTE

Passiamo pertanto ad esaminare l'interpellanza n. 739, presentata dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea, alla quale risponde ancora l'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni

Per quanto riguarda il primo e il secondo quesito dell'interpellanza in oggetto, è stato effettivamente svolto un monitoraggio sull'utenza del sistema integrato "Formula", commissionato alla Ditta UNICAB srl di Roma tramite procedura di trattativa privata da ATM, SATTI e FS, e per un importo complessivo di L. 174.800.000 + VIA a carico dei vettori stessi.
Tale indagine si basa su un campione ponderato di 2.889 soggetti ed è stata condotta nel periodo dal 19 novembre al 7 dicembre 1996, con conseguenti e successive elaborazioni dei dati acquisiti.
Si è venuti quindi solo recentemente in possesso, da parte del Settore Trasporti, di una prima elaborazione richiesta da ATM, SATTI e FS finalizzata all'individuazione dei criteri per la ripartizione degli introiti provenienti dalla vendita degli abbonamenti "Formula" fra i tre vettori.
Emerge peraltro dai sistemi di rilevamento dell'utenza che è possibile ricostruire la matrice origine-destinazione per direttrice.
Pertanto, si è provveduto a richiedere alla Provincia di Torino, in quanto Ente coordinatore della Commissione del Bacino di Torino che ha studiato l'integrazione tariffaria nell'area metropolitana torinese, il rilevamento dell'utenza come sopra definito per direttrici di traffico e come, fra l'altro, da accordi fra Enti promotori.
Per quanto riguarda il terzo quesito dell'interpellanza, la Provincia di Torino con deliberazione della Giunta n. 78-72371 del 16/5/1996, per favorire il progetto di integrazione e non penalizzare almeno nella prima fase di attuazione quegli utenti che usufruiscono di un solo vettore del sistema integrato, aveva introdotto i seguenti tipi di abbonamento agevolato: offerta dall'1/10/1996 di rateizzazione dell'abbonamento integrato annuale con tariffa scontata del 25% rispetto alla tariffa del Mensile integrato x 12 abbonamento integrato trimestrale con tariffa scontata ulteriormente dal 15% al 25% rispetto alla tariffa del Mensile integrato x 3.
E' comunque intendimento di questa Amministrazione, dopo un anno di sperimentazione di "Formula", valutare interventi migliorativi anche al fine della successiva estensione del sistema al resto dei vettori che interessano l'area metropolitana torinese, come la stessa citata deliberazione della Provincia prevede.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Questa interpellanza è stata presentata molto tempo fa. L'impegno al monitoraggio era contenuto anche in un ordine del giorno votato in Consiglio regionale nel mese di aprile 1996.
Nella risposta si dice che il monitoraggio verrà fatto. Questo è un tema scottante ed era già stato abbondantemente discusso in Consiglio: il biglietto "Formula" aveva creato tensioni fra gli utenti ed era stato assunto l'impegno di verificare quanto affermavano i Comitati degli utenti che sostenevano di essere molti di più. Dopo un anno e quattro mesi non sappiamo ancora nulla.
Dico questo per sottolineare la serietà con cui operano gli Assessorati. Ovviamente ognuno si assume le proprie responsabilità per come agisce in quel momento, quindi non si possono scaricare responsabilità n sulle maggioranze precedenti né su quelle attuali: ognuno deve assumersi i propri impegni e portarli avanti.
Abbiamo presentato questa interpellanza per sottolineare una certa presa in giro degli utenti per far loro "ingoiare" l'aumento che aveva provocato forti proteste. Si era anche detto che si sarebbe fatta una verifica e si sarebbero date delle risposte; abbiamo aspettato tre mesi per presentare l'interpellanza e quindi avere delle risposte.
Dopo un anno dalla presentazione della nostra interpellanza - quindi scaduti i tre mesi di verifica - ci viene detto: "faremo".
Ritengo cosa seria riconoscere il fallimento di questa iniziativa e dire: "Noi quell'ordine del giorno l'abbiamo votato per tacitare le proteste che erano presenti in quel momento, ma non abbiamo alcuna intenzione di fare qualcosa". Si dica almeno quali sono le vere intenzioni! Non si viene qui a leggere una risposta che contiene, tra l'altro, elementi di falsità! Non è serio per chi legge e per chi compila queste risposte dire che gli utenti di "Formula" hanno delle agevolazioni. Non è vero! Gli utenti hanno le stesse agevolazioni degli altri, perché già preesistevano gli abbonamenti dilazionati, gli abbonamenti annuali e gli abbonamenti trimestrali. Se si paragona non il prezzo del biglietto e dell'abbonamento settimanale, ma il prezzo dell'abbonamento annuale a quello del nuovo abbonamento annuale - e si dovrebbe fare così: verificare due prodotti della stessa natura - ci si accorge che invece di avere un aumento minore hanno avuto un aumento maggiore e questo vale anche gli abbonamenti trimestrali. Occorrerebbe lavorare con un po' più di serietà e non tanto per fare.
Ripeto: è assolutamente scandaloso sentirsi dire - così come si sono sentiti dire gli utenti ed anche il Consiglio - che quelli che hanno un solo vettore hanno determinati sconti; questi sconti devono essere applicati a tutti! E' per questo motivo che era nata la protesta da parte di coloro che non utilizzavano il mezzo pubblico nel Comune di Torino. Dire che sono stati trattati in modo privilegiato è falso, perché chiunque anche se utilizza il pullman in Torino, sa che può avere quelle forme di agevolazioni.
Non so se questo atteggiamento ha a che fare con la direzione politica però l'Assessorato, da quando si è insediato in quest'aula, sicuramente testimonia un'incapacità di affrontare i problemi che, a mio avviso, è straordinaria.


Argomento: Opere pubbliche - Edilizia: argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 824 dei Consiglieri Chiezzi e Moro inerente a: "Mancanza marciapiedi in Via Voltri ad Ovada"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interpellanza n. 824 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Moro.
La parola al Consigliere Moro per l'illustrazione.



MORO Francesco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, l'interpellanza urgente n. 824 del Gruppo di Rifondazione Comunista risale al 24/9/1996 e riguarda la mancanza di marciapiedi in Via Voltri, ad Ovada, che provoca seri problemi agli studenti. Purtroppo è un'interpellanza molto vecchia e mi dispiace che venga discussa solo ora.
Nell'immediata periferia della città di Ovada, in Via Voltri, zona nevralgica per il traffico, si trovano collocati due importanti istituti scolastici: il Liceo scientifico e l'Istituto di ragioneria, con un'utenza di circa 400 studenti. Via Voltri è totalmente sprovvista di marciapiedi sia sul lato destro che sinistro, per cui costringe i ragazzi, per andare a scuola, a percorrere il tratto incolonnati in pericolose file indiane.
Questa interpellanza era stata presentata nell'imminenza dell'apertura dell'anno scolastico; per questo motivo mi trovo in difficoltà ed imbarazzo a discuterla oggi che l'anno scolastico è già terminato.
Si interrogava, comunque, il Presidente della Giunta ad intervenire nei confronti dell'Amministrazione comunale di Ovada e l'ANAS, al fine di colmare la grave lacuna che ho poc'anzi citato; mi auguro che l'Assessore sia in grado dire a che punto si è arrivati, proprio perché tale problema riguarda 400 studenti, quindi non è un'utenza limitata.
Spero che questo sia di buon auspicio per l'imminente apertura dell'anno scolastico perché - ripeto - in questa importante località ci sono 400 studenti a rischio per la mancanza di marciapiedi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio per la risposta.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni

La risposta è pronta sin dal 18/2/1997.
Con riferimento ai quesiti posti dagli interpellanti in merito all'oggetto, si comunica quanto appreso presso il Compartimento ANAS e l'Ufficio Tecnico Comunale.
Il Compartimento, nell'ambito delle somme a disposizione per opere di ordinaria manutenzione, ha provveduto ad appaltare, secondo gli accordi assunti per le vie brevi tra lo stesso Compartimento, il Comune e il Distretto Scolastico, i lavori relativi all'allargamento della SS 456, nel tratto di Via Voltri fino all'esistente marciapiede lungo l'Istituto di ragioneria, così da poter successivamente consentire al Comune di provvedere a realizzare il tratto mancante di marciapiede richiesto sul sedime residuale dell'ampliamento della Statale, per collegare gli Istituti scolastici al concentrico urbano secondo il progetto esecutivo in corso di redazione da parte dell'Ufficio Tecnico Comunale per l'importo già stanziato a bilancio 1997.
L'ANAS prevede di consegnare al Comune il sedime al più tardi entro la fine del mese di aprile ed il Comune di provvedere alla realizzazione dell'opera non appena l'ANAS metterà a disposizione le necessarie aree a conclusione dei lavori di cui sopra.
Tengo a precisare che in ogni caso, per quanto si attingano delle informazioni, gli Assessorati non hanno strutture, nemmeno previste dalla pianta organica, per seguire le attività e gli adempimenti così come è nel campo delle responsabilità specifiche di chi deve avere uffici tecnici per dare ragione alle esigenze della collettività.
Non so quindi se, nel frattempo, il Comune abbia avuto modo di attivare quanto è di sua competenza con l'ANAS, che a quel tempo ci assicurava che sarebbero intervenuti attraverso uno stanziamento già deliberato nel bilancio del Comune stesso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro per la replica.



MORO Francesco

Solo brevemente per dire che purtroppo il problema rimane ancora aperto. Ringrazio comunque l'Assessore per il suo interessamento desidererei avere la risposta scritta in modo da poter divulgare la notizia, anche per l'importanza che riveste questo problema che - ripeto è ancora insoluto e va assolutamente tenuto nella dovuta considerazione.


Argomento: Viabilità

Interpellanza n. 873 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Moro inerente a: "Lavori di rifacimento corpo stradale SS 35 bis dei Giovi in Comune di Boscomarengo (AL)"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'interpellanza n. 873 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Moro.
La parola al Consigliere Moro per l'illustrazione.



MORO Francesco

Anche questa è un'interpellanza alla quale si risponde con grande ritardo poiché risale al 21/10/1996. Si trattava di un'interpellanza urgente che era stata presentata perché in data 1/8/1996 l'ANAS aveva richiesto l'autorizzazione per l'occupazione temporanea e d'urgenza di alcuni beni immobili del Comune di Boscomarengo ed i lavori in questione erano necessari per il risanamento del corpo stradale a seguito delle alluvioni del novembre 1994.
Interpellavamo la Giunta regionale e l'Assessore competente per sapere quali fossero i reali motivi dell'intervento dell'ANAS, che determinavano anche espropriazioni.
Chiedevamo altresì all'Assessore se non ritenesse necessario un intervento per verificare un'indebita utilizzazione dei fondi per lavori magari necessari, ma le cui premesse erano in contrasto con gli avvenimenti alluvionali che devono certamente avere un intervento immediato.
Questi lavori sono tuttora in fase di realizzazione, nonostante siano trascorsi molti mesi. Sarebbe molto opportuno se l'Assessore illustrasse gli intendimenti dell'ANAS e i motivi per i quali ha avviato questi lavori che - ripeto - sono ancora in fase di realizzazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio per la risposta.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni

La risposta è pronta dal 20/6/1997.
Con nota n. 4655 del 15/4/1997 sono stati chiesti al Compartimento ANAS di Torino elementi per la risposta. Il Compartimento, con nota prot. n.
20289 del 19/5/1997, ha fornito gli elementi, specificando quanto segue.
La SS n. 35 bis "dei Giovi" negli ultimi anni ha subìto un incremento di traffico pesante sia di carattere commerciale che di carattere industriale.
Diversi tratti dalla suddetta statale presentano ammaloramenti tali da creare disagio alla circolazione ed evidenziano quindi un non adeguato dimensionamento della sovrastruttura stradale atto a sopportare l'attuale traffico.
Per tali tratti ammalorati sono state predisposte apposite perizie, tra le quali anche quella che riguarda il tratto compreso tra i Km 16+100 e 16+800, che a causa delle intense piogge del novembre 1994 si è maggiormente ammalorato, per cui si è ritenuto dare precedenza a questo intervento.
Nella perizia suddetta, il Compartimento ha ritenuto opportuna, per i motivi di cui sopra, la ricostruzione dell'intera sovrastruttura stradale adeguandola alla quantità di traffico presente.
Tale soluzione risolutiva elimina definitivamente il ripetersi di continue distese di pavimentazione che migliorano apparentemente il piano viabile che, dopo breve tempo, ritorna ad ammalorarsi per l'insufficiente dimensionamento della struttura sottostante.
La perizia n. 205 del 29/7/1995 prevede, oltre a tali lavori, anche l'adeguamento dei fossi laterali necessari allo smaltimento delle acque piovane.
Per l'attuazione dei lavori di cui sopra, si rende necessaria l'occupazione temporanea di una fascia di ml 3 circa per lato per permettere l'accesso alle macchine operatrici.
A fine lavori sarà definito il confine di proprietà tra l'ANAS e i privati e saranno restituite le aree oggetto dell'occupazione temporanea a partire da m 0,50 dal ciglio esterno dei fossi laterali ed il confine sarà delimitato dai relativi cippi.
Per quanto riguarda gli "accadimenti alluvionali", l'ANAS precisa che il suddetto intervento è stato inserito tra quelli programmati per il ripristino dei danni prodotti dagli eventi alluvionali del novembre 1994 in quanto gli stessi hanno provocato un rapido peggioramento della situazione con un più grave deterioramento delle sovrastrutture.
In effetti i danni causati dagli eventi alluvionali del novembre 1994 non potevano limitarsi ai soli danni prodotti esclusivamente nei tratti colpiti dalle esondazioni dei fiumi Tanaro e Bormida.
Tale opinione è rilevabile anche nella legislazione emanata a seguito dei citati eventi calamitosi, che prevede tra l'altro che le opere e le strutture danneggiate siano ricostruite o ripristinate adeguandole alle nuove esigenze, secondo programmi redatti dagli Enti proprietari ed approvati da un Comitato Interministeriale.
Consegno al collega la risposta scritta, in modo che ne possa fare uso per le sue attività.


Argomento: Trasporti su ferro

Interpellanza n. 875 dei Consiglieri Chiezzi, Papandrea e Moro inerente a: "Disservizi sulla linea ferroviaria Mortara-Milano"


PRESIDENTE

Passiamo ora ad esaminare l'interpellanza n. 875 presentata dai Consiglieri Chiezzi, Papandrea e Moro.
Consigliere Papandrea, intende illustrarla? Prego.



PAPANDREA Rocco

La illustro perché a volte è utile che si conosca almeno l'oggetto dell'interpellanza, altrimenti si rischia di perderla di vista tra le risposte e le nostre considerazioni.
Con questa interpellanza vorremmo sottolineare sostanzialmente due aspetti. Il primo è più di carattere strutturale: ci sembra che ci sia una concentrazione di interesse da tutti i punti di vista (sia di interesse materiale che di altra natura) rispetto alle grandi infrastrutture, alle grandi opere.
Un giorno sì e un giorno no si parla dell'Alta Velocità e di quanto gira intorno a questo grande progetto, mentre i problemi di tutto il resto del traffico piemontese vengono dimenticati da tutti i punti di vista: vengono dimenticati dai media, che non se ne occupano se non quando succede qualche caso fragoroso; vengono dimenticati dalle FS, che considerano secondarie queste linee; vengono dimenticate dalla Regione stessa che, come le FS, considera prioritarie altre cose.
Invece, abbiamo una situazione grave che riguarda le linee pendolari il fatto di non intervenire su queste con dei potenziamenti, nell'ambito di un programma generale, fa sì che l'unica scelta possibile sia quella dei tagli economici. E la gestione economica con dei tagli si ripercuote operativamente e concretamente sugli utenti.
In questo caso facciamo notare come una linea ad alto utilizzo considerata ad alta percorrenza (quasi 10.000 viaggiatori al giorno) subisca in modo concreto non solo gli effetti del non miglioramento che potrebbe avvenire con il raddoppio della linea (attualmente è a binario unico), ma anche quelli della riduzione al minimo dei costi. Cosa implica la riduzione al minimo dei costi? Ad esempio, che la manutenzione ordinaria viene sostanzialmente abbandonata; si effettua quasi esclusivamente la manutenzione straordinaria quando succede qualcosa (incidenti, guasti rotture, ecc.). Avvenendo in questa forma e avvenendo di giorno, non pu che ripercuotersi negativamente sul servizio (treni fermi, ritardi disguidi, ecc.), con conseguenti lamentele da parte dell'utenza. In sostanza, si verifica un peggioramento del servizio.
Il problema della manutenzione delle linee dovrebbe essere affrontato in modo diverso, in modo più globale, in modo che la linea funzioni; non si deve intervenire quando qualcosa non funziona, ma la manutenzione dovrebbe essere tesa ad evitare i possibili incidenti, anche perché credo che la priorità debba essere la regolarità del traffico. Inoltre, si dovrebbe calcolare esattamente il costo delle manutenzioni.
Un altro elemento che volevamo sottolineare, nell'ambito delle scelte di riduzione dei costi, è la mancanza del casellante per il controllo sui passaggi a livello, in quanto il servizio viene svolto tramite un sistema di controllo centralizzato.
Il controllo centralizzato può essere un sistema efficace in molti casi, però non mi sembra il più adatto per le strade molto battute soprattutto per le strade che attraversano centri urbani.
Infatti, il controllo centralizzato - credo che chiunque incontri un passaggio a livello se ne accorga - ha dei tempi lunghi, molto più lunghi rispetto a quelli del casellante. Di conseguenza, cosa succede? Che in determinati momenti si creano code lunghe e disagi nel traffico; tra l'altro, secondo me, si creano anche dei problemi di natura ecologica perché nelle lunghe code di macchine non tutti spengono il motore quando si trovano davanti al casello: è un consumo inutile ed un inquinamento dell'aria che si potrebbe evitare.
Anche in questo caso, noi suggeriamo una gestione più flessibile del sistema, che prenda in considerazione anche le strade secondarie, dove il disagio è del tutto eccezionale; d'altronde, abbiamo presentato questa interpellanza proprio perché ci sono stati segnalati questi problemi.
Ripeto, in determinate ore del giorno il passaggio dei treni crea delle lunghe code di traffico con i conseguenti disagi che ricordavo prima, per cui sollecitiamo un intervento su quello che è possibile (manutenzione e passaggi a livello).
Inoltre, vorremmo far riflettere sul nostro modo di concepire i trasporti, con la concentrazione delle risorse, delle energie dell'attenzione solo sui grandi progetti che nei fatti, al di là delle buone intenzioni, stanno significando invece un abbandono del resto del sistema dei trasporti che, tra l'altro, comporta anche la chiusura di stazioni, come rilevato nella prima interpellanza presentata dalla Lega.
Chiunque frequenti il territorio si accorge che queste cose stanno avvenendo.
Da una parte, riteniamo che occorra fare una riflessione più generale su questo problema, magari all'interno della discussione, quando finalmente avverrà, del Piano regionale dei trasporti; dall'altra, chiediamo un intervento puntuale su quegli aspetti specifici che ho ricordato prima.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio per la risposta.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni

Mi piace far conoscere l'iter di tutta la pratica per rispondere alle interpellanze ed interrogazioni dal momento in cui gli interpellanti ed interroganti le presentano.
Questa interpellanza, che è datata 24/10/1996, è arrivata il 7/11/1996 poi è stata trasmessa al Settore nella stessa data (in Assessorato siamo più tempestivi che non altrove). E' arrivata al Settore Trasporti il 10/3/1997, dopodiché si è ottenuto - il 10 marzo 1997! - che i funzionari redigessero la risposta; era pervenuto un sollecito il 21/2/1997, per cui immediatamente ci siamo preoccupati di trasmettere agli uffici competenti la risposta.
Oggi il Consiglio ci dà la condizione di poter dare la risposta in aula.
In merito ai primi due quesiti posti con l'interpellanza in argomento si fa presente che la linea ferroviaria Mortara-Milano, totalmente in Lombardia, ricade sotto la competenza della Direzione regionale trasporto locale delle Ferrovie dello Stato della Regione lombarda.
Il Settore Trasporti di questa Regione ha sentito in merito l'Assessorato omonimo della Regione Lombardia ed è emerso quanto segue: i disservizi avutisi su tale linea sono stati causati dal fatto che a Mortara, pur essendo stato realizzato l'impianto ACEI (Apparecchi Centrali Elettrici Idrodinamici) nel momento della messa in opera di tale impianto si sono verificate delle disfunzioni. Successivamente tale impianto è stato reso funzionale ovviando così agli inconvenienti lamentati il raddoppio della linea in esame è previsto dall'Accordo di programma Stato-Regione Lombardia e le Ferrovie dello Stato ne stanno sviluppando il progetto di massima.
Per quanto attiene invece l'ultimo quesito posto dall'interpellanza relativamente all'ammodernamento dell'intero sistema dei trasporti ferroviari piemontesi, con particolare attenzione per le tratte a forte traffico pendolare, si rimanda a quanto posto in essere dal secondo Piano regionale dei trasporti che non potrà avere piena attuazione fino a quando non sarà definito il processo di decentramento statale delle reti e dei servizi di interesse regionale, secondo quanto previsto dalla legge 28/12/1995 n. 549, relativa alla definizione dei trasferimenti di competenze e di risorse dallo Stato alle Regioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Anche noi sappiamo che la linea corre in gran parte in Lombardia, per il personale viaggiante fa tutto capo alla stazione di Alessandria. Tra l'altro, è questo il motivo per cui abbiamo presentato questa interpellanza: infatti, si tratta di problemi di manutenzione e il personale che utilizza questa linea dipende dalla Regione Piemonte (non so bene, comunque la stazione da cui dipendono è quella di Alessandria).
Mi pare che l'Assessore abbia risposto solo ad un pezzo della nostra interpellanza, cioè solo in merito ai disservizi legati al funzionamento del passaggio a livello. Devo dire che a noi non risulta che siano avvenuti questi miglioramenti, comunque verificheremo se effettivamente il problema è stato risolto.
L'Assessore non ha risposto in merito ai problemi della manutenzione che erano gli altri specifici. Su quelli più generali manteniamo le nostre opinioni, tra l'altro le risposte date così sono evasive, cioè si dice "si farà", però poi non vediamo che si fa.
Rispetto agli interventi di manutenzione che dovrebbero essere effettuati in modo da evitare gli incidenti ed essere effettuati in modo più regolare, non di giorno magari, l'Assessore - ripeto - non ha dato risposta.
Concludo facendo una considerazione su questa vicenda. Quando noi presentiamo un'interpellanza non lo facciamo soltanto per avere una risposta in aula e poter dialogare. Tra l'altro, se io potessi ogni volta dichiararmi soddisfatto sarei molto contento; quando è così lo facciamo. Ci sono Assessori che possono confermare che quando noi riceviamo una risposta in base alla quale possiamo ritenere che il problema sia stato affrontato e risolto, ci diciamo soddisfatti.
Oltre ad un iter che non preveda tempi biblici di risposta in aula, noi vorremmo, soprattutto, che quando arriva la risposta ai quesiti che noi poniamo si dica "no, sono dei quesiti del cavolo", cioè non sono veri oppure "sono veri e si sta facendo qualcosa", altrimenti non serve a nulla diventa un puro teatrino e questo a noi non interessa.
Nel caso in oggetto, per quanto riguarda gli aspetti legati alla manutenzione che sono riferiti al personale che è collocato in Piemonte, se ci sarà un ulteriore momento, anche scritto, di risposta da parte dell'Assessore saremo soddisfatti.


Argomento: Pianificazione territoriale - Urbanistica: argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 881 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea inerente a: "Acquisto area Italgas"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interpellanza n. 881 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea.
Risponde l'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore all'edilizia scolastica

Questa interpellanza, lo voglio sottolineare ai Consiglieri Papandrea e Chiezzi, tocca una questione veramente di grande importanza e significato perché si tratta dello sviluppo dell'Università. Si tratta delle scelte prioritarie che abbiamo oggi per le aree dell'Università.
Proprio ieri ho avuto - e quindi sono contento di poter rispondere oggi ai Consiglieri - un lungo colloquio, quasi due ore, con il Rettore Bertolino su una serie di vicende, compresa questa. Sono quindi in grado di informare i Consiglieri in tempo reale. Fra l'altro, tengo a precisare che a me dispiace quando passa il tempo per le risposte alle interrogazioni ed interpellanze; sia su quella relativa al Teatro Stabile che su altre io sono pronto a rispondere da tempo, però poi l'accavallarsi degli eventi ha portato a questi ritardi.
Per quanto riguarda l'interpellanza in oggetto posso fornire dei dati esatti, proprio rispetto allo schema dell'interpellanza, che mi sono stati forniti dal Rettore Bertolino e che leggo perché ovviamente trattasi di competenze dell'Università.
"Questa amministrazione intende, nel più fattivo senso di collaborazione e nell'acclarata politica di massima trasparenza amministrativa perseguita, fornire le precisazioni più ampie in ordine all'interpellanza presentata dai Consiglieri regionali del Gruppo Consiliare di Rifondazione Comunista.
L'atto di acquisto della cosiddetta area Italgas, Corso Regina Margherita, è stato stipulato in data 22 ottobre c.a. a rogito del notaio dottor Antonio Maria Marocco. Tale acquisizione, rientrante nel programma di sviluppo e potenziamento delle strutture universitarie elaborato dal Senato Accademico, era stata deliberata dal Consiglio di amministrazione nella seduta del 20 febbraio c.a." - quindi, risponde a verità quanto affermato nell'interpellanza dei Consiglieri di Rifondazione Comunista: tale acquisizione era stata deliberata in ultima battuta dal rettorato Dianzani e la nuova amministrazione ha proseguito su questi accordi "Successivamente, pervenuta l'autorizzazione governativa oltre ogni altro utile documento previsto dalle vigenti disposizioni, il Consiglio di amministrazione, nella seduta del 15 ottobre, aveva approvato la bozza dell'atto.
L'area, di circa 4.820 mq, è stata acquistata al prezzo di L.
4.800.000.000, esclusa VIA, utilizzando i fondi iscritti nel bilancio universitario 1996.
L'importo complessivo di L. 5.712.000.000 è stato pagato il giorno della stipula dell'atto mediante assegni non trasferibili emessi dal Tesoriere dell'Università, Istituto Bancario S. Paolo di Torino.
L'area attualmente acquistata, inserita nel più ampio contesto della sede operativa Italgas, risulta libera e idonea, con le dovute garanzie, all'uso di insediamento universitario".
Aggiungo però che il Rettore - comunicazione a voce di ieri, prego i colleghi di trasmetterla al Presidente della VI Commissione - è disponibile ad un'audizione anche per tutta la vicenda degli insediamenti universitari.
Ho approfittato dell'incontro con il Rettore - anche se nell'interpellanza non è richiesto - per avere delucidazioni sull'area di Collegno, su cosa intenda fare.
L'area di Collegno potrebbe essere di un certo interesse; alcune Facoltà umanistiche potrebbero essere destinate all'area, a due condizioni: che non venga ceduta solo l'area residuale, ma anche la Certosa e che si riconsideri l'offerta di acquisto, fatta a prezzi di mercato dal Sindaco di Collegno all'Università. Queste le due condizioni considerate preclusive dall'Università.
Il Senato accademico si riunirà ai primi di settembre per deliberare sull'intera vicenda degli insediamenti; la promessa è stata di integrare le informazioni al Consiglio ed alla VI Commissione segnatamente.
Ripeto. Ieri, il Rettore Bertolino si è personalmente impegnato ad un'audizione per discutere la questione non appena la Commissione consiliare lo riterrà opportuno.
Mi permetto di aggiungere che il colloquio con questo Rettorato è assai fitto: i contatti sono frequenti, le informazioni e le sollecitazioni che pervengono dalla Commissione e dal Consiglio sono maggiormente recepite che in passato. In definitiva, c'è più dialogo.
E' mio dovere e mia cura tenere informata la Commissione su ogni eventuale comunicazione; le informazioni che vi ho appena reso risalgono alla giornata di ieri. Ringrazio i colleghi per aver sollevato una questione realmente importante.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Si accenna ad un costo di L. 4.800.000.000 e poi di L. 5.700.000.000.
Nella nostra interpellanza, ponevamo un ultimo quesito: il costo dell'area in base a procedura di esproprio. Mi sembra che l'area non sia attualmente occupata da fabbricati e strutture tali da ostacolare l'iniziativa.
Chiedo solo di integrare la risposta, che, comunque, ci soddisfa abbastanza.


Argomento: Attivita' di promozione

Interrogazione n. 860 dei Consiglieri Foco, Bortolin e Riba inerente a "Attività di gestione delle deleghe alle Province disciplinata dalla L.R. 48/95 'Valorizzazione e promozione dell'Associazionismo'"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 860, presentata dai Consiglieri Foco, Bortolin e Riba, alla quale risponde ancora l'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore alla cultura e istruzione

Sono contento di poter dare risposta a questa interrogazione.
Innanzitutto, leggerò la nota tecnica, poi fornirò ulteriori precisazioni.
Una premessa. La legge - fra gli interroganti ci sono i principali estensori - era partita con grandi ambizioni. Poi, man mano, siamo stati noi stessi a restringerne l'ambito, andando a colmare i buchi lasciati dalla legge sul volontariato ed altro.
L'interrogazione è stata estremamente utile per rimettere in discussione la questione del sollecito alle Province a muoversi per quanto di loro competenza. Infatti, nel corso del 1996 tutte le Province piemontesi hanno deliberato il recepimento della L.R. 48/95, istituendo gli Albi provinciali e dandone comunicazione alla Regione Piemonte.
Le procedure adottate dalle Province non sono però state del tutto uniformi, in quanto la legge in questione manca di un regolamento applicativo - che potremmo elaborare - per una sua corretta interpretazione.
In particolare, alcune Province hanno inviato una circolare ai Comuni chiedendo di informare le associazioni eventualmente interessate a far domanda di iscrizione all'Albo.
Vi è stata, in genere, una scarsa risposta delle associazioni.
Considerando che esiste anche altra legge regionale che istituisce l'Albo del Volontariato, alcune Province hanno poi posto il quesito dell'eventuale doppia iscrizione ad entrambi gli Albi.
In questo quadro si intende procedere nel modo seguente: 1) intanto è stato inserito nel programma di attività del 1997/1998 approvato dalla Commissione e sottolineato nel Programma Attività la ripresa di questo lavoro, anche grazie a questa importante interrogazione 2) invio di una nuova circolare alle associazioni per evidenziare l'importanza dell'attivazione della legge in questione 3) ulteriore verifica con le Province delle iscrizioni effettivamente avvenute, entro il luglio del 1997. Prima dell'estate dovremmo avere un quadro complessivo 4) pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione degli elenchi aggiornati alla data di cui al punto precedente.
Come ulteriore informazione va detto che da tempo un gruppo di Regioni italiane, tra cui il Piemonte, è al lavoro su una proposta di legge sull'associazionismo. Alla fine del 1996 si è pervenuti alla formulazione di un testo concordato, che è stato inviato al Parlamento. Detto testo recepisce, a livello nazionale, lo spirito che informa la L.R. n. 48/95; in pratica, le indicazioni della Regione Piemonte.
Contiamo di dare compiuta applicazione alla legge a partire da settembre/ottobre, arrivata l'ultima risposta dalle Province, per un ulteriore momento di concretezza.
Poiché si tratta di un dettato di principi che vorrebbe essere di aiuto alle associazioni nel rapportarsi con tutte le altre leggi, sono effettivamente aumentate le richieste da parte delle associazioni.
Chiedo scusa, signor Presidente, vorrei un'informazione tecnica: domani si terrà la VI Commissione?



PRESIDENTE

Dipende dai lavori del Consiglio. Se, come penso, i lavori del Consiglio proseguiranno fino alle ore 13, la VI Commissione non si riunirà.



LEO Giampiero, Assessore alla cultura e istruzione

Fornisco allora un'informazione all'aula.
Era mia intenzione presentare in Commissione le notizie, perché la Commissione è luogo di elaborazione e di proposta, quindi è più compiuta.
Ultimamente però non c'è stata riunione di Commissione, pertanto non ho potuto portare queste notizie, così come pure volevo portare i dati dettagliati del bilancio per attestare che rispondevano alle indicazioni della Commissione.
Volevo proporre di fare un convegno sull'associazionismo servendoci delle principali associazioni per fare il punto sulle necessità, le esigenze e le richieste che sono in realtà rivolte soprattutto verso i Comuni, anche perché rispetto al settore più propriamente regionale (sostegno, convegno ed associazioni) rispetto alla legge n. 58 (l'articolo che comprende seminari, convegni, ecc.), abbiamo potuto dare soddisfazione e lo posso dire adesso che è stato approvato l'assestamento al bilancio a tutte le richieste che non sono moltissime, ma qualificate, da parte delle associazioni per quanto riguarda la formazione. Sostanzialmente, le associazioni chiedono momenti di informazione e di convegnistica alla Regione e rapporti di facilitazione per sedi, convenzioni, dialogo con i Comuni.
Pertanto, un convegno della Commissione regionale in collaborazione con l'Assessorato, magari coinvolgendo l'Associazione dei Comuni del Piemonte porterebbe un ulteriore servizio.
Ringrazio molto i presentatori dell'interrogazione che è servita anche come base per inviare una lettera alle Province per fissare una data, fine luglio, e per consentirci - stabilendo i percorsi in Commissione - di attivarli poi prontamente.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Anche a nome del Capogruppo, che è firmatario di questa interrogazione vogliamo dire che siamo abbastanza soddisfatti per le informazioni fornite dall'Assessore, peraltro sempre attento e puntuale.
L'Assessore ha sottolineato i principi e gli obiettivi che si prefiggeva la legge e su questo siamo assolutamente d'accordo e lo ringraziamo.
Siamo altrettanto d'accordo che si debba alimentare quella che è l'iniziativa che riguarda i convegni, i seminari, cioè il momento di dibattito, di riflessione, di analisi e di proposta a livello collegiale come Regione Piemonte, coinvolgendo i soggetti che lei ha ricordato (l'ANCI, la Lega per le Autonomie, l'UNCEM, l'URPP ed ovviamente le associazioni).
A noi pare che questi momenti producano poi non soltanto la possibilità di approfondimento, di analisi e di conoscenza tra soggetti diversi di ci che si sta facendo, ma consentano anche di rivitalizzare la volontà di operare in questo settore da parte non soltanto di chi già vi lavora, ma anche degli Enti locali e della stessa Regione.
Pertanto, a nome dei firmatari la ringrazio.


Argomento: Agricoltura: argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 901 dei Consiglieri Chiezzi e Moro inerente a: "Immatricolazione macchine agricole"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interpellanza n. 901 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Moro.
La parola al Consigliere Moro per l'illustrazione.



MORO Francesco

Questa interpellanza urgente del Gruppo di Rifondazione Comunista era stata presentata il 6/11/1996 e riguardava l'immatricolazione delle macchine agricole.
Avevamo sottolineato che l'Ufficio Utenti Motori Agricoli di Torino che ha il compito di svolgere le procedure relative all'immatricolazione e al trasferimento di proprietà delle macchine agricole, da mesi ha giacenti un mucchio di pratiche inevase, con gravi ripercussioni sugli agricoltori perché la non immatricolazione comporta addirittura delle ammende. Per cui avevamo interpellato l'Assessore competente e il Presidente della Giunta regionale per sapere se riteneva opportuno intervenire tempestivamente affinché venissero assunti i provvedimenti necessari ed ormai urgentissimi per rimuovere le cause di tali inammissibili ritardi relativi all'immatricolazione delle macchine agricole che sono fondamentali per il loro utilizzo e quindi per tutte le normali lavorazioni in questo campo.
Sicuramente l'Assessore ci darà notizia dell'attività in questo settore in modo da avere ben chiaro il quadro.
In un settore così delicato quale l'agricoltura, occorre una velocizzazione anche per quanto concerne i trasferimenti di proprietà di queste macchine agricole in relazione anche al loro importante utilizzo perché un'eccessiva burocratizzazione o comunque un eccessivo rallentamento in ordine ai trasferimenti di proprietà creano delle gravi difficoltà.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

L'interpellanza presentata dai Consiglieri Chiezzi e Moro ha messo il dito su una questione che riguarda l'immatricolazione delle macchine agricole per la quale alcuni Uffici UMA hanno avuto in passato dei problemi che noi stiamo cercando di superare, anche se la questione dell'immatricolazione non dovrebbe essere di competenze dell'UMA, ma far capo alla Motorizzazione Civile.
Il problema dell'UMA di Torino, così come di altri Uffici UMA, è all'attenzione di questo Assessorato per la grave situazione determinatasi per pensionamenti di personale senza adeguata sostituzione, nonché per l'inadeguatezza del sistema informatico che risale al 1986, quindi rilevato obsoleto.
E' stato affrontato il problema dell'informatizzazione con il rinnovo di tutto il sistema, che purtroppo ha comportato tempi lunghi dovendosi espletare gare internazionali di appalto per l'acquisizione delle apparecchiature.
Sono già espletate le procedure di appalto e sono in corso la consegna e l'installazione delle apparecchiature.
Pertanto, entro pochissimo tempo, essendo stato rimosso il principale ostacolo, gli Uffici saranno nelle condizioni di poter soddisfare, in tempi accettabili, le esigenze dell'utenza.
Inoltre, parallelamente al rinnovo del sistema informatico, è stata già operata una semplificazione delle procedure a seguito dell'entrata in vigore della L.R. n. 87/96.
Tale semplificazione contribuisce, inoltre, a migliorare ulteriormente i tempi di risposta degli uffici all'utenza.
Permane il problema dell'inadeguatezza del numero del personale che si potrà risolvere in modo compiuto soltanto dopo la ristrutturazione degli uffici della Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Il fatto che l'Assessorato si sia attivato per sollecitare queste domande è abbastanza positivo.
Chiedo all'Assessore di farmi pervenire copia scritta della risposta e di adoperarsi ancora affinché questo problema, così importante, si risolva rapidamente nell'interesse dell'agricoltura del Piemonte.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza n. 914 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea inerente a: "Ente di Formazione IAL"


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza n. 914 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea, cui risponde l'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore alla formazione professionale

Dico subito che questa risposta è molto schematica in quanto si tratta di un problema assai delicato dentro cui le competenze di intervento di natura fiscale dell'Assessorato non sono nemmeno relative.
1) I fondi erogati allo IAL nel corso degli ultimi cinque anni sono i seguenti: 1991/1992: L. 15.394.831.853 1992/1993: L. 15.387.089.942 1993/1994: L. 15.026.271.645 1994/1995: L. 16.164.265.942 1995/1996: L. 15.177.974.422.
Per l'anno formativo 1996/1997 è stata erogata, a norma di Convenzione una prima tranche di L. 5.965.777.000, pari al 50% del finanziamento dell'Obiettivo 3.
Nel corso dell'anno 1996 è stata erogata la somma di L. 717.050.944 per le dimissioni volontarie di n. 18 dipendenti in esubero (somma ricavata dalla rinuncia dei lavoratori a parte di LED loro spettanti secondo il CCNL).
2) Sugli Enti di formazione professionale vengono effettuati controlli da parte del Servizio ispettivo dell'Assessorato sulla regolarità dei corsi e controlli contabili sui rendiconti annualmente presentati dagli Enti stessi a norma di Convenzione.
3) La Regione non ha, in regime di Convenzione Quadro, dato disposizioni precise agli Enti in merito alla modalità di accantonamento delle somme erogate annualmente sulla voce "TFR".
Sul rendiconto presentato da ciascun Ente è evidenziato l'importo annuale dell'accantonamento relativo ad ogni dipendente, la cui regolarità è attestata dalla dichiarazione di responsabilità, in calce al bilancio consuntivo, del legale rappresentante dell'Ente.
Ciascun Ente è quindi responsabile della gestione dell'accantonamento a norma di legge.
Non è parimenti dato conoscere l'ammontare complessivo delle quote di TFR perché solo l'Ente può essere perfettamente al corrente dei movimenti dei dipendenti dalla nascita dell'Ente stesso (dimissioni, anticipazioni sul TFR, passaggi da Ente ad Ente ed altre evoluzioni nel rapporto di lavoro).
Peraltro, nella sede naturale istituita ed intesa a verificare la corretta applicazione del CCNL, che è stata finora la "Commissione Regionale Enti ed Organizzazioni Sindacali", non è mai pervenuta negli anni segnalazione o lamentela alcuna, né da parte di singoli lavoratori né da parte delle Organizzazioni sindacali, per mancato o ritardato pagamento, in nessun caso, del TFR.
4) La L.R. n. 63/95 non prevede più la Commissione di cui al punto 3) nondimeno gli Uffici hanno provveduto a richiedere e ad acquisire la dichiarazione dell'Ente in ordine alle modalità di accantonamento del fondo TFR dei dipendenti, che è attualmente costituito da: polizza assicurativa a moneta forte, INA collettiva cespiti immobiliari recentemente acquistati in Torino nel 1995, nel 1996 ed in Asti nel 1996 apposito conto corrente bancario presso la CRT, Ag. n. 18.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Questa interpellanza nasce dalla protesta sviluppata da una serie di lavoratori nei confronti dell'Ente, che è un Ente legato ad un sindacato.
Questo solo per sottolineare che non è che noi per partito preso stiamo dalla parte dei sindacati; quando ci sono problemi, non abbiamo remore a sollevarli anche quando sono coinvolti i Sindacati. Tra l'altro, - come ricordava l'Assessore - le diciotto dimissioni sono state tutt'altro che spontanee. Ci sono state pressioni consistenti affinché queste dimissioni avvenissero, proprio perché questi lavoratori hanno iniziato un'azione di lotta e questo è stato uno degli elementi che ha portato a fare pressioni concrete perché questi si dimettessero.
Sono figure un po' atipiche proprio perché lo IAL è legato ad un'Organizzazione sindacale, a volte dentro lo IAL ci sono figure un po' atipiche, cioè vengono anche inserite persone che forse non hanno completamente i requisiti per svolgere il loro ruolo. In più, però non sono questi i casi, ci sono diversi lavoratori che protestavano. Uno degli elementi che ha spinto per le loro dimissioni è che questi lavoratori si sono iscritti ad un altro sindacato, cosa del tutto legittima, essendo lavoratori di un Centro di formazione professionale.
Questo, secondo me, crea una serie di problemi anche su un altro aspetto. I controlli avvengono sia sulla base della vecchia normativa che sulla base della normativa vigente, cioè la legge statale n. 845; si prevede che quando si finanziano questi corsi, chi li riceve rispetti il contratto. Ora, nel rispetto del contratto c'è anche il Trattamento di Fine Lavoro, cioè il TFR fa parte delle competenze contrattuali.
E' evidente che, in questo caso, le procedure attuali - che non sono forse solo di tipo regionale, ma anche nazionale - per quanto riguarda i controlli si sono dimostrate insufficienti. Anche nel momento di verifica della legge n. 845 che è in discussione, bisognerà vedere come far sì che i soldi che la Regione dà per i corsi vadano effettivamente ad Enti su cui si possa effettuare il controllo. Non solo che vengano controllati, ma su cui il controllo possa essere realmente effettuato e possa dare risultati concreti, non sia cioè un controllo formale, con la dichiarazione che tale Ente è in regola e poi si verifica che invece a posto non è.
Ultima considerazione. L'Assessore ricordava che l'Ente che controlla e riceve le proteste è un Ente in cui ci sono i rappresentanti delle Organizzazioni sindacali. Come tutela verso i lavoratori, siamo d'accordo che ci siano le Organizzazioni sindacali. In questi casi, lo IAL, come altri istituti che sono legati alle Organizzazioni sindacali, fa sì che questi Enti di controllo siano in una situazione un po' atipica, perch sono controllati e controllori allo stesso tempo, quindi lascia qualche perplessità sul tipo di controllo che possono fare.
Credo allora che in questi Enti bisognerebbe individuare delle forme diverse di controllo perché - ripeto - essere contemporaneamente controllati e controllori non è il massimo della trasparenza e dell'operatività.
Comunque ringrazio l'Assessore per la risposta, che ci è stata fornita anche in forma scritta; la verificheremo.
Sia in termini di revisione della legge nazionale, ma anche in termini di applicazione della legge n. 63, bisognerà andare avanti nelle verifiche di quanto non funziona e intervenire per migliorare le leggi.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri D'Ambrosio, Deorsola, Farassino Marengo, Picchioni e Salerno.


Argomento: Trasporti su ferro

Esame ordini del giorno n. 561, n. 562 e n. 568 inerenti a: "Progetto TAV di Alta Velocità"


PRESIDENTE

Passiamo ora ad esaminare gli ordini del giorno n. 561 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti e n. 562 presentato dai Consiglieri Riba, Angeli, Galli, Dutto, Cotto, Manica, Marengo, Gallarini Montabone, Ghiglia, Mancuso e Saitta, di cui al punto 45) dell'o.d.g.
In questo momento è stato presentato l'ordine del giorno n. 568, a firma del Consigliere Cavaliere, che viene iscritto in quanto collegato all'argomento.
Apriamo la discussione seguendo l'ordine di presentazione degli ordini del giorno. Chi intende illustrare l'ordine del giorno n. 561? Prego, Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Vorrei porre una questione preliminare, Presidente.
Il tema è di grosso rilievo ed impegno, per cui credo che su una questione di tale portata sarebbe opportuna la presenza del Presidente Ghigo.



PRESIDENTE

Mi auguro che lo stiano chiamando, perché eravamo d'accordo che avremmo discusso gli ordini del giorno in sua presenza. Possiamo attendere un attimo che arrivi in aula.



CHIEZZI Giuseppe

Inoltre, Presidente, non ho l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Cavaliere.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno del Consigliere Cavaliere mi è stato portato nel momento in cui ne stavo parlando; stanno comunque provvedendo a farne copia, che verrà consegnata ai Capigruppo.
Consigliere Chiezzi, il Presidente Ghigo è in aula, per cui pu iniziare il suo intervento.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Solo per capire come argomentare i temi, la discussione come si svolge? C'è l'illustrazione dei tre ordini del giorno e poi?



PRESIDENTE

Seguiranno la discussione sugli ordini del giorno ed infine la votazione: mi pare che sia questa la prassi. Se invece, una volta illustrati i documenti e sentito l'intervento del Presidente della Giunta intendiamo passare alla votazione, ovviamente non ci sono problemi, però io mi attengo alla prassi.



CHIEZZI Giuseppe

Il problema che sollevavo era l'inverso, cioè di poter intervenire sugli ordini del giorno dei colleghi in sede di discussione.



PRESIDENTE

Manteniamo la prassi normale: illustrazione, discussione, intervento del Presidente, ecc.



CHIEZZI Giuseppe

L'ordine del giorno presentato dal mio Gruppo affronta il problema della messa a punto di una posizione regionale sull'Alta Velocità a seguito degli ultimi eventi, costituiti da due fatti.
In primo luogo, la posizione assunta mesi fa dal Ministro Burlando, che innovava la posizione del Governo su questo tema con rilievi critici al progetto di Alta Velocità non marginali, tanto da portare il Ministro Burlando a ridefinire, anche emblematicamente, il vecchio progetto denominandolo - ed insistendo su questo - "progetto Alta Capacità", anche con una vis polemica non da poco, con la quale cercava di evidenziare un cambiamento di rotta nei confronti dei vecchi presupposti che generarono il progetto Alta Velocità.
Quei vecchi presupposti erano nati da un'Alta Velocità dedicata soprattutto ai passeggeri, riferita al sistema francese e alla realizzazione di un sistema ferroviario autonomo dall'esistente sistema delle Ferrovie dello Stato, con una società a ciò dedicata sia per la progettazione, sia per la realizzazione, sia per la gestione, tutti fatti che il Ministro Burlando dichiarò di voler criticare e superare in altra direzione.
La direzione che venne indicata dal Ministro Burlando fu quella di non fare del riferimento al parametro della velocità l'asse progettuale di questo progetto di Alta Velocità, ma di fare della capacità di trasportare passeggeri e merci in gran numero, superiore all'attuale, il nuovo asse di riferimento progettuale.
In secondo luogo, disse che la separazione filosofica e pratica del progetto Alta Velocità dall'intero sistema ferroviario era sbagliata e che l'impegno del Governo era quello di avviare una maggiore integrazione tra le nuove linee, già denominate ad Alta Velocità, e l'intero sistema ferroviario esistente. Fatto questo di grande rilevanza anche progettuale in quanto tutte le connessioni, assolutamente trascurate dal primo progetto, diventano - secondo la filosofia del Ministro Burlando necessarie e qualitativamente caratterizzanti il nuovo progetto. Più connessioni che nel passato vuol dire più progetti, altri tracciati e via dicendo.
Nulla disse della terza questione, quella relativa alla società che gestiva questo progetto; nulla disse su cambiamenti o, come chiede Rifondazione Comunista, sullo scioglimento tout court di questa società. A questo proposito il Ministro Burlando ha messo in luce, già allora, la necessità di capire l'impegno dei privati in questo settore; impegno che secondo la filosofia originaria, era molto ipotetico, molto sulla carta molto garantito soprattutto dall'esborso di denaro pubblico e da garanzie pubbliche. Qualche critica è venuta anche a questo problema.
Direi quindi che in questi ultimi mesi il Ministro Burlando ha aperto una finestra a livello di Governo centrale: la finestra critica di revisione del progetto, di altri riferimenti progettuali e di, soprattutto fare in modo che un investimento di questo genere nel sistema ferroviario avvenisse insieme ad altri investimenti nelle reti tradizionali.
E' poi degli ultimi giorni una nuova messa a punto da parte del Governo nazionale del progetto di Alta Velocità dal punto di vista delle competenze ambientali, quello che il Ministro Ronchi ha illustrato in un'audizione della Commissione Trasporti della Camera, richiesta dai parlamentari.
Sicuramente l'audizione della Commissione Trasporti rientra in quella revisione critica promossa dal Ministro Burlando che sta procedendo a seconda dei settori ed è indubitabile che uno dei settori di revisione critica del progetto sia quello dell'ambiente, per gli alti impatti sia sul territorio, che comportava il vecchio progetto, sia sulla vita che si svolge lungo le linee, in particolar modo sull'impatto da rumore che era stato sempre trascurato e rimandato nei progetti precedenti.
Il Ministro Ronchi, dal proprio punto di vista di responsabile dell'ambiente, ha esposto tutti i rilievi critici che un progetto a così alto impatto ambientale ha sul territorio, assicurando - così ho capito la Commissione Trasporti della Camera sulla necessità di avere la massima attenzione sulla verifica puntuale di tutti questi impatti, aggiungendo l'osservazione di una verifica necessaria sugli aspetti economico finanziari dell'iniziativa, sia per quanto riguarda il finanziamento per costruirla (quindi della necessità di mettere in moto realmente, se ci sono, le forze private), sia la necessità di fare i conti dopo: se sia effettivamente economica una struttura con quei costi e se sia effettivamente possibile trasferire merci su una nuova struttura ad alti costi, quando le merci potrebbero ancora viaggiare sulla vecchia struttura sia pure meno efficiente, ma a costi dieci volte inferiori.
Il Ministro Ronchi ha poi detto che su tutti gli aspetti ambientali delle linee che ancora sono passibili di una verifica progettuale occorre vedere seriamente ogni tipo di impatto e ha aggiunto - in questo in sintonia con uno degli elementi critici posti dal Ministro Burlando "verificando la possibilità e l'urgenza di una serie di interventi infrastrutturali di investimento sull'attuale sistema ferroviario privilegiando i quadruplicamenti delle tratte più affaticate dal traffico".
Dunque, il Ministro Ronchi, dal proprio punto di vista, con la propria sensibilità, ha aggiunto altre considerazioni critiche a questo progetto che pure erano già state annunciate, sia pure in modo diverso, dal Ministro Burlando.
Ora, il nostro ordine del giorno tende a mettere in luce questi due aspetti, questi due interventi da parte di un medesimo Governo, del quale Rifondazione Comunista non fa parte perché noi non abbiamo Ministri in questo Governo, ma non ci è piaciuto giocare al "buono e al cattivo".
Abbiamo cercato nel nostro ordine del giorno di mettere in luce che è in atto una revisione critica, iniziata dal Ministro Burlando e proseguita dal Ministro Ronchi.
Su questa revisione critica possiamo essere d'accordo o meno, possiamo avere parziali accordi e disaccordi, ma è un grosso sforzo che il Governo nazionale, in controtendenza rispetto ai Governi precedenti, sta facendo e nel quale abbiamo ritenuto di inserire un ordine del giorno proposto da Rifondazione Comunista, ma molto moderato e non coincidente con le posizioni che Rifondazione Comunista ha sul tema dell'Alta Velocità cercando di non giocare ai buoni e cattivi e cercando soprattutto di prendere atto che siamo dentro un percorso di revisione critica e che il Consiglio regionale e la Giunta regionale dovrebbero mettersi in sintonia con queste novità critiche rappresentate dalla posizione del Ministro Burlando e dalla posizione del Ministro Ronchi. E ci fermiamo qui, nel senso che non abbiamo richiesto lo scioglimento della TAV, non abbiamo ribadito tutte le proposte che fanno parte del patrimonio di elaborazione politica su questo tema del nostro Partito, ma abbiamo cercato di fare un ordine del giorno che interloquisse con altre forze del Consiglio regionale, purché - certo - non appiattite sul vecchio progetto di Alta Velocità.
Questo è il senso del nostro ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 562.



MANICA Giuliana

Il dibattito che facciamo oggi sul tema dell'Alta Velocità deve a mio avviso essere conseguente ai dibattiti che precedentemente abbiamo svolto in quest'aula. Mi riferisco, ad esempio, alla - chiamiamola così audizione del Presidente Ghigo verso il Consiglio al momento della visita a marzo, del Ministro Burlando, presso la Regione Piemonte, e all'incontro che ebbe con gli Enti locali piemontesi.
La discussione di oggi ha come elemento di riferimento - ma è solo uno di tali elementi - l'audizione del Ministro Ronchi, presso la Commissione Trasposti - Poste e Telecomunicazioni della Camera, sullo stato di attuazione del progetto di Alta Velocità e, in particolare, in riferimento all'art. 2 della legge n. 626.
Mi pare che al momento in cui discutemmo, a marzo di quest'anno, del progetto di Alta Velocità - e in particolare dei contenuti dell'allora audizione del Ministro Burlando presso la stessa Commissione, di quanto ci è stato riferito dei suoi incontri con la Regione e con gli Enti locali piemontesi e dalla relazione data dal Ministro in apertura della Conferenza dei Servizi sulla Milano-Torino - ci fossero elementi rilevanti e di particolare rilievo rispetto al passato, incentrati, in particolare, su tre questioni.
La prima questione posta dal Ministro era in ordine alla velocità tenuto conto della particolare realtà di attraversamento di zone altamente urbanizzate.
Altra questione di grande rilievo, era data dal rapporto, nel trasporto, tra passeggeri e merci. Dunque, attenzione sulla questione delle merci, specie su merci pregiate e su particolari tipi di trasporto.
Terza questione, il rapporto e l'interconnessione con le linee ferroviarie normali e il potenziamento significativo in questa direzione contestualmente alla linea di Alta Velocità.
Da questi tre passaggi fondamentali della relazione del Ministro eravamo arrivati a definire non più tanto l'originario progetto di Alta Velocità, quanto un progetto di Alta Capacità, che tenesse conto del rapporto merci-passeggeri e dell'interconnessione con le linee normali e con il loro potenziamento.
Sulla base di queste affermazioni, si è aperta la Conferenza dei Servizi sulla Milano-Torino. Non sfugge ad alcuno di noi come il Piemonte in generale, e parti significative del Piemonte nord-orientale, siano in posizione decisamente strategica dal punto di vista del nodo infrastrutturale e della connessione tra gli assi nord-sud ed est-ovest che rendono particolarmente significativa ed interessante la collocazione del Piemonte e le sue possibili prospettive di sviluppo.
Essendosi conclusa la vicenda e avendo ora elementi di certezza non solo di ordine progettuale, ma anche di ordine finanziario, per quanto riguarda l'asse nord-sud e, in particolare, i nodi che riguardano la Milano Bologna e il collegamento con Roma e Napoli, diventa estremamente significativo ed importante assumere la discussione sul collegamento est ovest, sull'asse Milano-Torino e sull'asse Torino-Lione.
E' del tutto evidente che queste ipotesi metterebbero il nostro Paese e, in particolare, il Piemonte in una prospettiva di sviluppo non solo di ordine nazionale, ma europeo.
Prospettiva di sviluppo che per essere sostenibile non pu assolutamente prescindere dalle significative ed importanti revisioni di un progetto che da Alta Velocità diventa di Alta Capacità, che già il Ministro Burlando ci aveva sottoposto.
Il rischio che l'asse est-ovest possa non trovare elementi certi e significativi di conferma in sede di Conferenza di Servizi innanzitutto, è problema che riguarda, certo, questa Regione, ma più complessivamente una prospettiva infrastrutturale del Paese. Il nodo del Piemonte, oggi, da questo punto di vista, si configura come significativo problema nazionale dal punto di vista dell'adeguamento delle infrastrutture alle prospettive più complessive di sviluppo del Paese in un'ottica europea.
Per questa ragione, ritengo necessaria un'attenzione particolare da parte di questo Consiglio regionale non solo ai problemi e alle problematiche riguardanti il Piemonte, ma ad un più complessivo discorso nazionale.
Per questi motivi, vogliamo con particolare attenzione riprendere le enunciazioni del Ministro in sede piemontese, e riteniamo sia assolutamente importante e significativo, da questo punto di vista, che la Giunta e il Presidente della Giunta regionale possano esprimere al Governo le preoccupazioni dell'intero Consiglio regionale e degli Enti locali piemontesi con grande compiutezza, e nello stesso tempo, sulla base di un'indicazione precisa del Consiglio regionale, richiedere un incontro al più presto, non solo con i Ministri interessati, ma anche con il Presidente del Consiglio dei Ministri ed attivare tutte le misure che si ritengano necessarie affinché la progettazione che attualmente è in Conferenza dei Servizi, e la realizzazione conseguente della linea Torino-Milano, vengano assunte formalmente e celermente, e che i tempi di quella Conferenza e le sue modalità siano quelle che il Ministro, da tempo, ci ha illustrato.
Noi riteniamo che il dibattito aperto, gli eventuali dubbi incomprensioni, precisazioni, anche a livello di Ministeri siano cosa assolutamente possibile, che le dichiarazioni fatte congiuntamente dai due Ministri su una ripresa a settembre della Conferenza dei Servizi come sede "vera" per definire tutte queste problematiche siano giuste ed interessanti, poiché anche noi riteniamo si tratti di sede certa democratica e tecnicamente adeguata.
In questa direzione, abbiamo positivi auspici di un chiarimento, sia a livello governativo sia nel rapporto con gli Enti locali piemontesi.
Riteniamo che una tempestiva presa di posizione, oggi, sia importante necessaria, di assoluto appoggio ed ausilio al lavoro difficile che il Governo e i Ministeri in questo momento stanno svolgendo, soprattutto in ordine ad una questione che mi pare il vero, grande punto certo in questo momento: quello relativo ai problemi di ordine finanziario che sono reali estremamente consistenti, e che non vorrei fossero l'unico vero problema che non può che essere assunto, complessivamente, per verificare quali soluzioni, da questo punto di vista, possono essere assunte.
Mi sembra che la posizione più tempestiva possibile che il Consiglio regionale deve assumere debba rispondere anche alle aspettative e alle richieste che gli Enti locali piemontesi in questo momento stanno rivolgendo anche a questo consesso, a quest'aula e al suo governo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 568.



CAVALIERE Pasquale

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, l'ordine del giorno che propongo è integrativo all'ordine del giorno presentato dal Consigliere Chiezzi.
Non mi pare che sia chiaro ai colleghi, almeno dalle cose che ho sentito fino a questo momento, di cosa si stia parlando. Il Parlamento ha deciso nei mesi scorsi, e precisamente nel dicembre 1996, di porre a revisione il progetto di Alta Velocità nel nostro Paese. Lo ha deciso perché sono successe alcune cose dopo le decisioni assunte ed è stata costituita una Commissione mista, Ministero dei Trasporti e Ministero dell'Ambiente, che ha dato le risultanze che sono state parzialmente anticipate dal Ministro Burlando nel febbraio scorso e per la parte ambientale presentate la scorsa settimana dal Ministro Ronchi nella Commissione Trasporti.
Vi è una posizione univoca del Ministro dei Trasporti e del Ministro dell'Ambiente, come si evince dall'intervista del Ministro dei Trasporti al quotidiano La Stampa di venerdì scorso. Quindi, sono totalmente prive di fondamento le argomentazioni, c'è semmai una posizione diversa del PDS regionale rispetto al PDS nazionale.
Del resto, siamo abituati a queste differenti opinioni riguardo l'Alta Velocità. Il PDS ha tre posizioni: una in Valle di Susa, una in Piemonte ed un'altra a Roma. Questo atteggiamento è da tutti conosciuto. Forse ha un'altra posizione a Novara, quindi sono quattro.
Vorrei leggere brevemente due passaggi, perché non si può entrare nel merito di questi aspetti senza tenere conto di parti della relazione della Commissione di esperti del Ministero dell'Ambiente sulla questione. Nel primo passaggio, quando si affronta la questione generale, si sottolinea che la filosofia delle linee specializzate di Alta Velocità, in riferimento alla tecnologia francese del TGV, in Francia sta attraversando una crisi profonda. "La domanda che si è materializzata sulle linee più recenti è talmente inferiore a quella prevista che l'intero progetto francese è in corso di drastico ridimensionamento".
Sempre nello stesso passaggio si precisa che si sta concretizzando una precisa strategia alternativa per il rilancio delle Ferrovie europee basata su corridoi internazionali essenzialmente dedicati al trasporto merci, con grande enfasi alla libertà di accesso. Tale strategia, promossa dal Commissario Kinnoch, prevede limitati interventi infrastrutturali all'interno di un disegno in cui le componenti gestionali e di mercato prevalgono nettamente. Tali corridoi ferroviari europei sono organizzati con una gestione unitaria e consentono agli operatori un accesso facile e burocraticamente semplificato ed eliminano completamente la perdita di tempo alle frontiere.
Ho letto questa parte per porre in evidenza che le argomentazioni utilizzate dagli amministratori locali più attenti, dagli ambientalisti e da tanti altri che hanno criticato a fondo il modello originario della TAV perché era concepito per passeggeri e poi in corso d'opera modificato, ma di fatto non modificato per le merci, evidenziano che gli obiettivi europei sono concentrati sulle merci e non sui passeggeri. Con la deregulation del trasporto aereo, la concorrenza e i grandi sconti praticati dalle compagnie aeree, il TGV è entrato in crisi. Quindi, il problema è quello del trasporto merci. Per quanto riguarda il sistema italiano, per introdurre l'Alta Velocità, dovrà essere modificato così come proposto dal Ministro Ronchi e dal Ministro Burlando. Di conseguenza, questi ragionamenti non possono essere ridotti senza entrare nel merito; il progetto TAV è fallito anche economicamente. I privati non hanno sottoscritto neanche il capitale sociale dell'appalto. La TAV ha speso 200 miliardi, lo Stato ha speso 2.600 miliardi. L'iniziativa doveva essere esclusivamente a carico dei privati invece lo Stato ha speso una cifra molto consistente. E' andato in crisi un sistema che considerava solo la grande opera in sé e non la risoluzione del sistema dei trasporti ferroviari nel nostro Paese in collegamento con l'Europa. Forse ora si è indirizzati verso un ragionamento più serio che potrà andare incontro ad una razionalizzazione del sistema ferroviario, ad una sua velocizzazione e soprattutto ad affrontare il problema del trasporto merci.



PRESIDENTE

I tre ordini del giorno sono stati illustrati. E' aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Mancuso; ne ha facoltà.



MANCUSO Gianni

Signor Presidente, svolgerò un breve intervento per puntualizzare la nostra posizione e comincio evidenziando il fatto che nei giorni scorsi, a Lione, il Presidente della Regione, Ghigo, e il suo collega Formigoni hanno, loro malgrado, rimediato una figuraccia, trovandosi alla riunione annuale del cosiddetto "Arco Sud-Europa", riunione che doveva ribadire le posizioni che ormai da qualche anno si ritenevano consolidate sulla realizzazione di questa grande infrastruttura.
Proprio mentre i due Presidenti si trovavano in questo contesto, a quel tavolo, venivano clamorosamente smentiti dal Governo Prodi attraverso le dichiarazioni del Ministro all'Ambiente. Questo è gravissimo. C'è il rischio, se i fatti prenderanno questa piega, che l'Italia possa essere bypassata, per quanto riguarda la direttrice o la direttiva che dovrebbe collegare nel futuro Barcellona con Kiev, secondo un asse ovest-est o viceversa.
Infatti, il Ministro Ronchi, nel corso di recenti dichiarazioni rese durante l'audizione e rilasciate anche ai giornali, agli organi di informazione nazionali, ha messo in forse la realizzazione del progetto Alta Velocità, più recentemente ridefinito Alta Capacità.
Naturalmente noi, rappresentanti della Regione Piemonte, ci sentiamo coinvolti in modo particolare per quanto riguarda il tratto Torino-Milano.
Giova ricordare che in quest'aula più volte abbiamo svolto interventi e dibattiti a tratti anche molto accesi sulla realizzazione e sulle modalità della realizzazione della tratta Torino-Milano, che a noi tutti pareva già decisa da anni e che ha avuto anche un primo intervento di tipo finanziario.
Come è emerso dagli interventi dei colleghi che hanno presentato gli ordini del giorno, in questo periodo c'è stata una latitanza, per non dire una retromarcia, da parte di alcuni partner privati.
Naturalmente, il declassamento eventuale della Torino-Milano, a livello di tratte non ancora finanziate, rappresenterebbe un colpo mortale all'intera direttrice Lione-Torino-Milano-Venezia-Trieste, compresi i collegamenti transalpini.
E' quindi una penalizzazione molto grave per la nostra economia e per quella delle regioni settentrionali, che hanno un bisogno assolutamente vitale di riammodernare le proprie infrastrutture, i propri sistemi di collegamento per consentire alle economie delle regioni del nord Italia di potersi confrontare alla pari con le altre economie europee, in particolare con quelle del nord Europa.
Si erano già avuti dei segnali inquietanti nei mesi scorsi, con l'individuazione delle priorità. Infatti, all'apertura del tavolo di concertazione, avevamo appreso che già il tratto Milano-Torino non rappresentava una priorità assoluta. Di fatto, veniva relegata ad opera di importanza minore poiché, non potendo intervenire contemporaneamente su tutta la rete ferroviaria, si era ritenuto che altri assi fossero privilegiati rispetto a questo tratto.
La Conferenza dei Servizi doveva chiudersi nel mese di giugno o nella prima metà di luglio, ma questo non è successo e forse abbiamo anche capito il motivo: perché le diverse anime del Governo Prodi si sono evidenziate non potendole più mantenere sotto una coltre di dignitoso silenzio.
Quindi, queste profonde differenze nella visione dello sviluppo della rete ferroviaria e delle grandi opere infrastrutturali che esistono tra forze radicali, da un certo punto di vista, come i Verdi o Rifondazione Comunista, vanno a scontrarsi con idee più possibiliste, rappresentate nel Governo da Partiti quali il PDS e i Popolari.
Non è passato molto tempo da quando il Ministro Burlando venne nella nostra Regione ed ebbe rapporti anche con alcuni Enti locali, e la posizione del Governo sostanzialmente fu quella di ribadire il percorso che già si era intrapreso a livello di rapporti anche internazionali da Governi precedenti all'attuale.
A distanza di poco tempo, il Ministro Ronchi rilascia queste dichiarazioni gravi, scriteriate, da un certo punto di vista, che non consentono a questo Governo e al nostro Paese di avere un ruolo di Paese serio nell'ambito della Comunità internazionale.
Questo figurone di inaffidabilità del Governo Prodi la dice lunga anche sullo stato di salute di questo Governo.
Alla luce di questi ultimi fatti, riteniamo opportuno che quanto prima vengano fornite informazioni in questo consesso, quindi nel nostro Consiglio regionale, sui reali motivi che hanno causato il ritardo dell'apertura dei cantieri per quanto riguarda la tratta suddetta e che in un impeto di orgoglio questo governo sappia smentire le affermazioni rilasciate pubblicamente a questo riguardo dal Ministro all'Ambiente.
Ci chiediamo se, in caso di conferma di queste affermazioni da parte del Ministro e della forza che questi rappresenta in seno al Governo, il Ministro Ronchi ritenga ancora sostenibile la sua permanenza all'interno del Governo, perché esiste un'istituzione molto nobile, che è quella delle dimissioni, che permetterebbe di uscire con un minimo di dignità da questa spiacevolissima vicenda.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Signor Presidente, non riprendo le motivazioni a favore del collegamento est-ovest, dichiarazioni già rese da parte dei Popolari, non soltanto in questa legislatura, ma anche in passato. Lo ripeto soltanto per evitare che ci sia una perdita d'onore. Noi siamo sempre stati e siamo ancora favorevoli a questo collegamento, per il rilievo di carattere europeo che ha.
I tre ordini del giorno ci richiamano tuttavia ad alcune considerazioni che sono state tutte trattate, negli ordini del giorno, con modalità diverse. Gli ordini del giorno, anche se qualcuno li può ritenere apparentemente finalizzati allo stesso obiettivo di un chiarimento contengono un retro-pensiero, soprattutto da parte di uno: c'è in modo evidente una contrarietà al progetto sull'Alta Velocità.
Ritengo che la relazione del Ministro Ronchi e le successive dichiarazioni siano preoccupanti per come sono state recepite da parte della comunità piemontese e anche dalle istituzioni economiche.
Sono tutte preoccupazioni condivisibili, perché la vicenda dell'Alta Velocità sta assumendo un po' il significato e le modalità del gioco dell'oca: si va avanti, ma ogni tanto si ritorna alla casella di partenza.
Credo che questa vicenda non possa essere gestita in questa maniera e ritengo indispensabile, così come abbiamo chiesto nell'ordine del giorno programmare un incontro - non dico definitivo, ma perlomeno come punto fermo - con il Ministro dei Trasporti e il Ministro dell'Ambiente.
E' vero, esiste anche un problema, che è stato messo in rilevo dal Ministro Ronchi, di redditività dell'investimento. E' un problema vero, che deve essere affrontato sicuramente, e ha fatto bene il Ministro Ronchi ad evidenziarlo, ma da questo rilievo all'affermazione o al giudizio completamente negativo, la strada è molto lunga.
In sostanza, con questo ordine del giorno la Giunta e il suo Presidente vengono chiamati a provocare l'incontro con i due Ministri, in modo che tutti i rilievi emersi nell'intervento precedente del Ministro Burlando e nell'intervento del Ministro Ronchi vengano messi assieme e si dia una risposta definitiva, che deve impegnare tutto il Governo, in quanto non si tratta soltanto di un problema del Ministro dei Trasporti o del Ministro dell'Ambiente, ma è anche un problema di carattere economico che probabilmente interessa anche il Ministro Ciampi.
L'ordine del giorno che anche noi abbiamo sottoscritto ha dunque il significato di fare il punto sulla situazione e di provocare un impegno da parte della Giunta regionale affinché il progetto dell'Alta Velocità sia realizzato con tutti gli accorgimenti necessari, per dare risposta anche ai rilievi che in diversi momenti sono stati sollevati da parte delle comunità locali, che dopo l'intervento del Ministro Burlando - anche qui sottolineato come un elemento di novità - in qualche maniera incominciavano ad essere accolti.
Penso alla vicenda della Torino-Lione: le dichiarazioni del Ministro Burlando avevano non dico tranquillizzato le comunità locali, ma erano state un elemento che aveva permesso di rivedere anche i primi progetti della Torino-Lione e soprattutto provocato la progettazione di soluzioni diverse che hanno permesso alle comunità locali di entrare per la prima volta nel merito della progettazione.
Quindi, non soltanto concordiamo, ma chiediamo al Consiglio di approvare l'ordine del giorno prima illustrato dalla collega Manica: mi pare un documento che ci permette di svolgere un ruolo e non soltanto di fare un'analisi filologica delle dichiarazioni dei diversi Ministri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeli.



ANGELI Mario

Non credo che sia il caso di mettersi a fare l'elenco dei buoni e dei cattivi.
Sia il Ministro Ronchi che il Ministro Burlando hanno già dato una dimostrazione di buon senso quando hanno perfezionato l'asse portante centrale nord-sud, confermando la validità della linea ad Alta Capacità.
Penso che quello che dobbiamo affrontare non è solo un problema della Regione Piemonte, perché sarebbe un problema monco, un problema che non risolverebbe la situazione nel suo complesso. Il problema va affrontato in termini italiani, perché facendo la nord-sud resterebbe monca la famosa T (Lione, Torino, Milano, Venezia, Vienna, Budapest, Kiev), che oggettivamente servirà anche per il trasporto delle merci.
Non ritorniamo più sulla questione del fallimento dei treni ad Alta Velocità francesi. Si è trattato di un fallimento: quei treni non possono trasportare merci e quindi il loro costo è esagerato.
Noi ci troviamo con una scelta che deve andare avanti per la sua strada, che deve trovare un naturale svolgimento per il collegamento del sud dell'Europa.
Per quanto riguarda le dichiarazioni dei nostri Ministri, bisogna evidenziare che nel periodo estivo i giornali, avendo poco da scrivere e se non si verificano grandissimi incidenti, cercano di ampliare le notizie esagerando quelle piccole divaricazioni che ci sono state per l'asse portante dal nord al sud, ma che poi si sono risolte.
Credo che si risolveranno anche queste e che avremo la possibilità di discuterne ancora, in quanto il maggior problema che abbiamo è quello del finanziamento di queste opere.
Mi auguro che il Governo Prodi riesca una volta per tutte - e penso che con la buona volontà sia del Ministro Ronchi che del Presidente Prodi anche se non devo essere certo io a difenderli in questa sede, si possa dare una spiegazione su queste cose - a spiegarci come funziona questo finanziamento.
Avevo già detto altre volte che il 40 più il 40 più il 40 fa il 120: non capisco dove mettano i soldi i privati. Vorrei riuscire a capirlo, e mi auguro che il Governo Prodi riesca a spiegarmelo sino in fondo.
Ci troveremo - com'è già stato fatto nel passato - con delle opere monche; a causa di finanziamenti che non vengono effettuati, si lasciano in sospeso delle opere infrastrutturali, come ad esempio quel famoso sovrappasso sull'autostrada, dal quale si rischia di cadere direttamente sulla città (Ancona). L'ho visto in televisione, sono cose che capitano quasi costantemente.
Certo, è difficile mettere d'accordo tutte le comunità, è difficile fare delle scelte, ma l'ammodernamento della rete ferroviaria italiana è necessario; una rete ferroviaria su cui si realizzi una velocità possibile dove sia compatibile il trasporto delle merci e dei passeggeri, dove ci sia la possibilità di essere competitivi non con gli aerei, ma competitivi in Europa.
Credo che un incontro chiarificatore con i due Ministri, come chiesto anche nell'ordine del giorno che ho sottoscritto, sia opportuno, per eliminare la confusione che esiste su questo tema e definire le posizioni di chi sembra che voglia l'Alta Velocità e di chi sembra che non la voglia perché qui ognuno fa finta di volere o non volere a seconda delle posizioni che deve tenere.
Ritengo necessario una volta per tutte dire che l'ammodernamento delle strade ferrate in Italia è cosa necessaria ed urgente.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



PRESIDENTE

SIMONETTI



PRESIDENTE

Intendiamo continuare a dare il nostro contributo alla discussione di oggi su questo tema, però il Consiglio dovrebbe dimostrare più attenzione.
Con la sua proposta di ordine del giorno, non mi sembra che il Gruppo di Rifondazione Comunista abbia presentato un documento nel quale espone la propria posizione e l'insieme della propria elaborazione di partito sulla questione dell'Alta Velocità. Viceversa, abbiamo presentato un ordine del giorno assolutamente neutro e corretto, nel quale esprimiamo delle perplessità rispetto a tutta la questione e al progetto dell'Alta Velocità perché questo è stato oggetto di critiche da parte di Ministri del Governo.



PRESIDENTE

Il Ministro Ronchi e il Ministro Burlando, con diverse interpretazioni hanno comunque univocamente dato un'impostazione assolutamente critica e di rivalutazione del progetto dell'Alta Velocità, tant'è che è stato ridenominato progetto ad Alta Capacità e sono state ridefinite delle soglie, dei parametri attraverso i quali si può ridiscutere sul sistema ferroviario, alla luce di queste nuove dichiarazioni ed osservazioni che partono dal livello ministeriale. Noi abbiamo preso semplicemente atto di questa nuova posizione che non parte più da un progetto di Alta Velocità che era stato inizialmente definito e presentato come un progetto intoccabile, un progetto acritico, un progetto che non andava assolutamente messo in discussione, perché così come era stato presentato poteva realizzarsi indipendentemente dalle risoluzioni in merito all'impatto ambientale e da rumore sul territorio e sulla popolazione.
Oggi la situazione è diversa: ci sono delle novità, sono state espresse delle forti perplessità che non sono assolutamente marginali, ma di sostanza, nella ridefinizione e nella rimessa in discussione di questo progetto. Tutto ciò lascia immaginare anche un nuovo approccio al problema sia in termini di sistema economico, quindi anche di risoluzione costi benefici, sia in termini di impatto ambientale.
La questione che viene posta di un nuovo modo di integrare il progetto nel sistema ferroviario esistente, definendo un effettivo incremento dei passeggeri e del trasporto merci, lascia intendere - ripeto - un nuovo modo di approcciarsi al problema.
Di fronte a queste osservazioni, non credo che il Consiglio regionale e i Gruppi qui presenti possano fare orecchie da mercante e fare finta di niente. Sulla base di queste osservazioni, è necessario prendere una posizione chiara, certa, che non sia una posizione acritica, come finora è stato, ma che prenda atto di una situazione per cui il progetto Alta Velocità non è come era stato inizialmente definito un progetto assolutamente autentico ed intoccabile, ma che possa essere ridiscusso ripeto - sulla base di queste novità che partono a livello ministeriale.
A me stupisce che il nostro ordine del giorno possa essere classificato come un documento targato, in cui si esprimono comunque delle posizioni di contrarietà su questo progetto. E' chiara a tutti la posizione di Rifondazione Comunista sul progetto dell'Alta Velocità; noi abbiamo chiesto in altri documenti lo scioglimento della TAV, ma in questo ordine del giorno noi proponiamo altri percorsi di discussione. Su questi percorsi di discussione, che prendono atto di una nuova posizione, di un nuovo percorso individuato in modo univoco dal Governo, non possiamo, non solo noi, ma a maggior ragione i Gruppi di questo Consiglio che al Governo sostengono la maggioranza, fare finta che questa posizione non sia stata presa, non possiamo fare finta che queste non siano state dichiarazioni ufficiali del Governo, ma soltanto enunciazioni ai giornali o semplici prese di posizione a titolo personale. Questa è una posizione politica che rimette in discussione un progetto e quindi parte anche del progetto di sviluppo, sia territoriale che ferroviario, quindi di trasporto, del nostro Paese ed in particolare della nostra Regione che da questo progetto è particolarmente interessata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galli.



GALLI Daniele

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, sono state dette cose molto interessanti. Io sono tendenzialmente contrario all'ordine del giorno presentato da Rifondazione Comunista; mi ritrovo in quello presentato dalla Consigliera Manica e firmato anche da me e da altri colleghi.
Che cosa emerge dalle dichiarazioni del Ministro dell'Ambiente? In un contesto in cui si parla costantemente di federalismo, di rivoluzione della struttura dello Stato italiano, emerge che alla fine gli atti sono sempre monocratici, sempre in contrapposizione al principio elementare di sussidiarietà a cui tutti ci richiamiamo e a cui la stessa Comunità Europea vuol portare quelle che sono le Regioni d'Europa. Ci troviamo quindi di fronte a distonie in cui un Governo centrale non si vuole adeguare all'esigenza di ascoltare le periferie importanti, in questo caso le Regioni che vengono attraversate dall'Alta Velocità o Alta Capacità, per delineare in modo definitivo questo grosso intervento viario che comunque è un asse a cui le Regioni settentrionali italiane (Piemonte, Lombardia e Veneto) non possono rinunciare per un semplice discorso di confronto e di rapporti con le altre Regioni europee.
Pertanto, io ritengo sia estremamente pericoloso dal punto di vista politico ed economico che a livello governativo ci si esprima in maniera così fuori sintonia rispetto a quello che è stato finora l'indirizzo bene o male ancora concordato con le Regioni. Un Ministro della Repubblica italiana non dovrebbe esprimersi in maniera così controversa rispetto alle scelte importanti e a quello che è l'indirizzo di una Regione importante come il Piemonte, perlomeno avrebbe dovuto consultarci e rapportarsi in maniera costruttiva non solo con la nostra Regione, ma anche con le altre.
Annuncio quindi il mio voto favorevole all'ordine del giorno n. 562.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Il sistema ad Alta Velocità fin dall'inizio non appariva come un vero sistema ad Alta Velocità sul tipo di quelli realizzati nella Francia del sud o in Giappone, cioè con linee del tutto isolate rispetto alla restante rete ferroviaria e con linee percorse unicamente da treni ad Alta Velocità.
Fin dall'inizio il sistema italiano, com'è realizzato e funzionante al giorno d'oggi tra Roma e Firenze, appariva un sistema misto con frequenti interconnessioni alla vecchia rete e con possibilità di essere percorso da qualsiasi tipo di treno, compresi i merci e i treni in servizio locale e regionale.
Con le ulteriori varianti che erano state fatte sui tracciati, si poteva ancora parlare di sistema ad Alta Capacità, ma praticamente il sistema ad Alta Velocità era messo da parte o perlomeno sarebbe stata una definizione impropria.
Dunque, si era arrivati al progetto di un sistema ottimale, quale sarebbe stato questo sistema ad Alta Capacità, perfettamente interconnesso con la restante rete ferroviaria.
Questa stessa Regione aveva richiesto dei potenziamenti specifici a tutta una serie di linee che avrebbero fatto da innesto a questo sistema e che avrebbe completato il sistema ferroviario della Regione, per cui in futuro si stava prospettando un'evoluzione ideale che avrebbe potuto convogliare su rotaia una grossa fetta di traffico che oggi si svolge su strada con costi, soprattutto ambientali, di gran lunga superiori.
Purtroppo poi è arrivata questa dichiarazione del Ministro Ronchi che è stata davvero una doccia fredda poiché significa la non realizzazione di questo nuovo sistema. Il Ministro Ronchi si sarebbe limitato ad annunciare la realizzazione di alcuni brevi quadruplicamenti: Torino-Chivasso e Milano Rho se non sbaglio, cioè proprio delle inezie! A questo punto, il non veder realizzato questo nuovo sistema ad Alta Capacità ferroviaria in Piemonte e nella Padania esponeva i nostri territori a gravissimi rischi per il futuro.
Innanzitutto, in Europa si sta formando un asse trasversale di collegamento est-ovest; il rischio è che questo venga spostato a nord, e che partendo pertanto dal Portogallo e dalla Spagna attraversi la Francia continuando il proprio cammino in Germania, raggiungendo i Paesi dell'Est su questa nuova via, tagliando fuori dal traffico - come dicevo - il Piemonte e tutta la Padania.
Fatto che avrebbe conseguenze gravissime per i futuri sviluppi economici delle nostre Regioni.
Abbiamo anche notato un'altra cosa: mentre il Ministro Ronchi condanna praticamente la Torino-Milano e la Milano-Venezia, contemporaneamente dà il via alla Roma-Napoli, asse che ritengo parimenti importante, ma non si riesce a capire perché, da una parte, le linee ad Alta Velocità si attuino e, dall'altra, vengano messe da parte.
Riteniamo indispensabile, per i nostri territori, la realizzazione di moderne reti ferroviarie, per restare al passo con l'Europa e al passo con i tempi: per il nostro futuro.
Abbiamo quindi sottoscritto l'ordine del giorno a firma Lido Riba ed altri numerosi Consiglieri; ci asterremo sugli altri ordini del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Volevo sviluppare ulteriori considerazioni rispetto al nostro ordine del giorno, che prende atto di un ripensamento, a nostro avviso positivo e sottolineiamo questo aspetto - da parte del Governo italiano sul problema. Ma intendo inserire le mie considerazioni in un quadro più ampio.
Concordiamo tutti sul fatto che occorra una velocizzazione del traffico e un ammodernamento "delle" linee, non "della" linea Torino-Milano-Venezia piuttosto che della Milano-Napoli. Pensiamo che occorra un ammodernamento del sistema delle decine di migliaia di chilometri delle ferrovie italiane.
Non ci sono solo le linee che gravitano attorno a questi assi importanti parlando di sistema dei trasporti dobbiamo renderci conto dell'intero contesto trasportistico.
Siamo tutti d'accordo sul fatto che occorra un collegamento est-ovest così come nord-sud e forse anche sud-ovest e nord-est... Ipotesi di collegamento "buttate lì", quasi senza nesso tra loro, rischiano di tradursi in banalità. Si tratta, in parte, di collegamenti già esistenti: il problema è il "che fare" per renderli più efficaci e più veloci, con maggiore capacità di trasporto.
Non sono in discussione questi aspetti; il problema è "come", con quali capitali, quante risorse, tenendo conto del contesto generale.
In Francia sono stati realizzati 1.148 km di linee ad Alta Velocità più il tunnel verso la Manica; è da notare, innanzitutto, che i treni che viaggiano sui 1.148 km viaggiano anche altrove: arrivano fino a Ginevra, a Barcellona, a Madrid, a Marsiglia. Naturalmente, fino a Marsiglia non arriva la linea della TAV, che si ferma 200 chilometri prima.
Spesso non parliamo di fatti, ci piace immaginare una realtà diversa ma la realtà è quella e ha già creato problemi. In Francia, dove esiste un sistema ferroviario veloce consolidato, stanno scegliendo come continuare il processo, anche sulla base delle risorse imponenti che richiede un'opera del genere.
E' affascinante sentir parlare del collegamento Barcellona-Kiev, ma se si pensa alla spaventosa crisi economica che conosce l'Ucraina ed altri Paesi che dovrebbero essere attraversati da queste linee, "come" si attuerebbe un tale collegamento è un punto interrogativo. Con l'immaginazione è facile, ma investirvi capitali e risorse ingenti è estremamente difficoltoso.
I Governi di quei Paesi non riescono a chiudere Chernobyl; non hanno denaro sufficiente per risolvere problemi drammatici, di grande priorità. E in quest'aula, si parla tranquillamente, semplicemente, di scegliere le tratte, le linee. Come se si trattasse di alzare la mano, votare: si fa.
Per mettere in opera progetti di tale portata occorrono risorse, che non ci sono! Se lo Stato spende per questi progetti, non potrà spendere per altro; lo Stato non ha risorse illimitate. Dobbiamo chiederci se questo è il tipo di priorità che dobbiamo darci e concentrare su poche e grandi opere infrastrutturali capitali enormi, che impediranno, tra l'altro, lo spendere parte di capitale sull'ammodernamento reale del resto delle linee.
Invece, scegliere progetti tecnologici diversi può anche comportare il fatto che risparmiando sulle linee ad Alta Velocità si hanno risorse da dedicare ad altro.
Il privato. Credo che occorra parlare delle esperienze passate, per esempio, il tunnel sotto la Manica. I piccoli privati che hanno messo mano al portafoglio per finanziare l'opera si sono bruciati. Il loro capitale si è svalutato di oltre dieci volte; chi ha creduto alle favole che si raccontavano sull'investimento del tunnel della Manica si ritrova senza una lira. E' in atto un contenzioso enorme tra le banche, che chiedono di diventare proprietarie dell'opera, e i piccoli azionisti che si sono associati per impedire l'esproprio di quel poco che resta.
E' stato un fallimento sia dal punto di vista della remunerazione del capitale investito sia dal punto di vista del trasporto. Si prevedeva di fare viaggiare più del doppio delle persone che utilizzano il tunnel. Ma è stato un fallimento anche dal punto di vista del progetto di sviluppo economico; si era detto che avrebbe portato ad un rilancio dell'economia e dell'occupazione; le aree attraversate, soprattutto quelle francesi, non hanno visto in alcun modo frenare il declino del tasso di occupazione.
Anche da questo punto di vista, si deve partire dalla realtà, dai fatti. Dobbiamo ragionare sulla base di quanto già c'è, non solo su quanto è bello immaginare.
E' discussione da riprendere; si tratta di scelte che, a mio avviso andrebbero riviste, proprio perché non ha senso attuare un pezzettino di linea senza un progetto generale, peraltro già in crisi. Forse sarebbe opportuno pensare ad un progetto diverso, più ragionevole, come mi pare stia facendo il Governo - che noi, con il nostro ordine del giorno cerchiamo di appoggiare - e soprattutto ad un progetto possibile. Un progetto possibile che permetterebbe anche di intervenire sul resto del territorio, in modo da individuare un altro modello di sviluppo.
Attuando soltanto la Torino-Milano, senza un progetto più generale, si rischia, a mio avviso, paradossalmente, la marginalizzazione di Torino. Noi rischiamo di fare di Milano un punto di riferimento che in qualche modo attira l'insieme delle risorse, sia in termini finanziari sia in termini umani, e di far sì che il Piemonte e Torino diventino un'area marginale un'area subordinata al polo centrale di sviluppo che sarebbe Milano. Non credo che ci serva fare un'opera di questo genere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Credo che il Consiglio regionale debba prestare maggiore attenzione al delicato problema dell'Alta Velocità, perché riguarda l'interesse vitale della Regione in materia di trasporti e di impatto ambientale. Vi sono state, in generale, in Piemonte fortissime critiche al progetto della TAV attraverso i Comitati del NO e dei Sindaci interessati alle tratte Milano Torino-Lione e Genova-Milano. Infatti, il Gruppo di Rifondazione Comunista attraverso l'ordine del giorno, è d'accordo su quanto il Ministro Ronchi afferma, vale a dire l'esigenza di effettuare una profonda verifica del vecchio progetto della TAV e di investire diversamente le risorse finanziarie per il potenziamento complessivo del sistema ferroviario. Per cui l'ordine del giorno che noi abbiamo presentato al Presidente della Giunta è di rivedere la posizione acritica sinora tenuta dalla Giunta di assicurare al Governo nazionale la partecipazione attenta e qualificata al riesame di tutti i vecchi progetti dell'Alta Velocità che interessano tutto il territorio della regione Piemonte. Necessita quindi una diversa linea politica e di governo sui trasporti da parte della Regione Piemonte, che impedisca decisamente l'Alta Velocità con i suoi ingentissimi sperperi danni ambientali e anche alle colture agricole, privilegiando il potenziamento delle linee ferrate esistenti con la loro manutenzione oggi carente e si velocizzi il trasporto anche con un maggior numero di Pendolini. Certamente, l'insieme dei trasporti ferroviari sia dei passeggeri sia delle merci in Piemonte è veramente in forte crisi e decadimento, per cui bisogna intervenire subito evitando assolutamente di continuare nella politica dell'Alta Velocità che, oltre ad essere avversata dai Comitati del NO, dalle popolazioni e dai Sindaci, è sicuramente deleteria per l'ambiente, è costosissima e non risolve il problema dei trasporti del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Avevo chiesto prima di intervenire perché, fino all'ultimo momento, mi interessava avere un confronto politico con alcuni dei firmatari dell'ordine del giorno n. 562, perché mi pare che quell'ordine del giorno eluda la situazione di novità presente sul tema dell'Alta Velocità e semplicemente ripeta meccanicamente posizioni che nulla evidenziano di queste novità. Questo fatto mi stupisce perché il Governo che l'Ulivo e Rifondazione Comunista sostengono, sia pure con responsabilità diverse, è un Governo che ha segnalato la necessità di rivedere questo progetto.
L'ordine del giorno n. 562, presentato da una grande maggioranza di questo Consiglio, non impegna la Giunta regionale ad esprimere una preoccupazione per quanto sta facendo il Governo attraverso l'opera anche del Ministro Ronchi. Trovo stupefacente che si predisponga da parte dell'Ulivo un ordine del giorno in cui si esprime preoccupazione per le ricadute negative delle dichiarazioni rilasciate dal Ministro dell'Ambiente, e che si faccia questo senza tenere conto che il Ministro dell'Ambiente fa parte dello stesso Governo del Ministro Burlando e che sia pure in modi diversi come differenti sono le loro competenze, entrambi stanno revisionando il progetto di Alta Velocità.
Invece, è un ordine del giorno che esprime preoccupazione riguardo ci che ha sostenuto il Ministro Ronchi. Inoltre, impegna la Giunta, senza alcun elemento critico, ad avere l'incontro urgente per realizzare l'infrastruttura come se questa fosse già progettata e terminata, come se l'infrastruttura fosse quella progettata prima di Burlando! Infine, la riconferma di assumere ed attivare tutte le iniziative per concludere nei tempi e nelle modalità sino ad oggi espresse dal Ministro dei Trasporti dicendo una cosa che non sta più nei fatti perché il Ministro dei Trasporti aveva ipotizzato la data del 30 giugno per chiudere la Conferenza dei Servizi, ma siamo già al 30 luglio! Quindi i tempi del Ministro dei Trasporti "buono", mentre Ronchi è "cattivo", sono anche superati! Mentre posso capire che strumentalmente una parte avversa al Governo Prodi cerchi di separare Ministro da Ministro, buono da cattivo, mi stupisce che questa opera di divaricazione venga fatta dai Gruppi dell'Ulivo, eccetto i Verdi. Non mi stupisco che un'opera di questo genere la faccia il Presidente Ghigo, quindi il Polo, poiché fa il suo mestiere con piccole e grandi contraddizioni, mi stupisce invece che tutti i Gruppi dell'Ulivo, tranne i Verdi, invece di interloquire con Rifondazione Comunista fanno un accordo con il Presidente Ghigo. Rifondazione Comunista non ha presentato un proprio ordine del giorno, ma una posizione in cui partendo dall'acquisizione di una revisione del progetto, tenta di ricercare le sintonie in un'azione di Governo e chiede al Governo Ghigo di muoversi dalla situazione di assoluta criticità.
Il PDS, invece, fa l'accordo con il Presidente Ghigo per sparare contro il Governo Prodi e quindi contro un suo Ministro a favore di un altro.
Questo asse privilegiato PDS-Ghigo vedo che continua in barba alla politica, in barba ad un rapporto autentico tra forze che sostengono il Governo Prodi e le attività politiche che queste forze esercitano in quest'aula.
Mi stupisce che Ghigo ufficialmente non inviti questi Gruppi ad entrare nella propria maggioranza: forse prima o poi lo farà. Certamente, ogni giorno che passa è perso.
Mancando questa interlocuzione, mi sembra che si privi quest'aula di un rapporto politico a sinistra, nei confronti di un Governo nazionale, per privilegiare una grande ammucchiata che vede come alfiere Ghigo, nel sostenere nel modo più acritico un impegno della Giunta regionale sul vecchio progetto. Questa situazione è paradossale.
Quindi, io plaudo al Presidente Ghigo perché non smuovendosi una riga dalle proprie posizioni riesce a trascinare a sé la stragrande maggioranza di quest'aula in una visione acritica che, viceversa, il Gruppo di Rifondazione Comunista chiedeva di rimuovere. Anche contro la realtà delle cose, che sarà più forte di questi pateracchi tra opposizione e Giunta perché il progetto Alta Velocità è in forte crisi europea e nazionale innanzitutto per problemi di finanziamenti, e la revisione si farà anche in barba a posizioni "retrò" che rimangono agganciate ad un treno che, a mio modo di vedere, non rientra più nei termini in cui era stato pensato.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Devo dire che sicuramente gli argomenti non mancano e anche gli interventi svolti in quest'aula ne hanno aggiunti, in quanto ci sono considerazioni di carattere tecnico e progettuale ai quali far riferimento.
Vorrei però partire dall'ultimo intervento del Consigliere Chiezzi, il quale ha voluto dare una lettura politica a questa posizione che vede una convergenza di forze politiche che sono al governo a Roma e che non sono al governo in Regione Piemonte. Sono invece al governo al Comune di Torino e alla Provincia di Torino che su questo tema ha l'identica posizione espressa dall'ordine del giorno sottoscritto dalla maggioranza e da una parte dell'opposizione.
Non si tratta di "ammucchiate" - termine al quale peraltro non faccio alcun tipo di riferimento: si tratta di un atteggiamento pragmatico nei confronti di una necessità di chiarezza, perché è indubbio che su questo tema gli ultimi eventi hanno palesato perlomeno una contraddizione all'interno del Governo Prodi.
La posizione alla quale noi facciamo riferimento e che abbiamo condiviso ed apprezzato è quella del Ministro Burlando, il quale per primo ha assunto una posizione di rivisitazione e riposizionamento del progetto Alta Velocità parlando di alta potenzialità e di interconnessione con le linee e le strutture esistenti sul territorio. Questa argomentazione non deve essere vista in chiave strumentale di opposizione politica come mi sembra generalmente faccia il Gruppo di Rifondazione Comunista, ma come una disponibilità del governo regionale nei confronti di una tesi che un Ministro di un governo di colore diverso da quello regionale ha posto.
Questo è successo perché era condivisibile, ragionevole e corretta la posizione del Ministro Burlando nell'atteggiamento di riproposizione di questo progetto. E questo sta a dimostrare che il governo regionale, a differenza di posizioni politiche strumentali che qualcuno esercita costantemente, ha principalmente a cuore gli interessi di questo territorio e se una proposta di un governo di un colore diverso dal nostro è positiva noi la assecondiamo. Questa è la nostra filosofia, questa è la mia filosofia.
Noi, dunque, abbiamo avuto un Ministro di un Governo che ha preso una posizione che abbiamo condiviso. Oggi, senza alcun preavviso, anzi, a dire la verità qualche preavviso non ufficiale l'avevamo avuto, un Ministro dello stesso Governo assume, in contraddizione alla posizione presa dal Ministro Burlando, un atteggiamento legittimo, comprensibile, non condivisibile su un tema così importante come l'Alta Velocità.
L'ordine del giorno che sostengo ha quindi come obiettivo principale quello di chiedere una chiarezza e una dichiarazione ufficiale da parte degli alti organi del Governo nazionale su questo tema, per capire se ha ragione Ronchi, se la posizione del Governo è quella di Ronchi o se la posizione del Governo è quella di Burlando.
Il Consigliere Cavaliere, nel suo primo intervento, ha fatto delle considerazioni sulle varie posizioni che il PDS avrebbe su questo tema. A me personalmente non risulta proprio così, nel senso che mi risulta che il PDS, sia a livello nazionale che a livello regionale e locale, ha una posizione univoca sul problema e sull'opportunità della linea Torino Venezia.



CHIEZZI Giuseppe

Non sei il portavoce del PDS. Non hai ancora avuto questa delega.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Io faccio la cronaca. Ho avuto l'occasione di parlare con l'on.
D'Alema, il quale mi ha assicurato che su questo tema la posizione del PDS è di un certo tipo.
Questo è un primo punto di chiarezza. Questa chiarezza, anche in relazione alle dichiarazioni rilasciate dal Ministro Burlando sul caso Ronchi, dovrebbe avvenire nel mese di settembre. Noi, come governo regionale, ci siamo già mossi nel chiedere al Presidente Prodi e al Sottosegretario Micheli un chiarimento su questo tema; chiarimento che ci verrà fornito nel mese di settembre. Quindi, nel mese di settembre potremo fare chiarezza sulla querelle Ronchi-Burlando, perché di questo si tratta allo stato attuale delle cose, perché questa querelle ha un po' modificato una situazione che noi davamo per assodata.
Il Ministro Burlando, cioè, è venuto in Piemonte dicendo che avrebbe chiuso la Conferenza dei Servizi della linea Torino-Milano entro la fine di giugno; possiamo immaginare che non ce l'abbia fatta entro la fine di giugno, ma chiederemo al Ministro Burlando di mantenere i suoi impegni o se non è in grado di farlo, perlomeno di fornirci delle spiegazioni e di dirci quando ha intenzione di chiudere la linea Torino-Milano.
Queste considerazioni sono di carattere politico e chiaramente discendono da una convinzione che invece è di tipo strategico.
Ho l'impressione - e come tale la trasferisco all'aula senza dare a questa affermazione i connotati di certezza o di carattere assoluto - che in realtà noi ci troviamo di fronte ad una posizione legittima, non comprensibile e non condivisibile, del Ministro Ronchi, posizione che d'altro canto avevamo già avuto l'opportunità di conoscere attraverso il Consigliere Cavaliere, perché in realtà il Ministro Ronchi ha esposto tesi che in quest'aula erano già state espresse dal Consigliere Cavaliere. Non c'è, in quello che ha detto il Ministro Ronchi, nulla di nuovo rispetto a quello che il Consigliere Cavaliere, nei dibattiti su questo tema, aveva più volte enunciato.
La posizione del Ministro Ronchi fa nascere in me un dubbio e sarebbe ancora più grave delle posizioni legittime di un Ministro di questo Governo, in contraddizione con il Ministro dello stesso Governo.
Il dubbio è che in realtà il Governo abbia deciso o interpretato l'opportunità di far dire delle cose a Ronchi, cose che aveva sempre detto di conseguenza non nuove, per coprire un altro problema, che da qualcuno è stato toccato, quello delle risorse finanziarie su questo progetto.
La mia paura è che dietro questa apertura di polemica - come dicevo legittima, ma non condivisibile - si nasconda una necessità da parte del Governo centrale di rimandare l'impegno finanziario su questa tratta, su questa infrastruttura.
Per chi governa questo sarebbe anche un fatto assolutamente legittimo ma è indubbio che quello che ritengo di pretendere come rappresentante del governo regionale - e se così è venga detto in maniera esplicita e chiara onde si possa fare una considerazione e una valutazione più complessiva - è che non si trovino degli escamotages o delle vie di fuga di carattere strumentale per giustificare un ritardo che, continuo a sostenere, per quanto riguarda il nostro territorio sarebbe di grande gravità. Perché? Perché è assolutamente appurato, al di là della miriade di studi che stanno circolando oggi sui vari tavoli, nei quali si parla di questo argomento studi che, a seconda da chi vengono proposti, sostengono una tesi piuttosto che un'altra, una strategia piuttosto che un'altra.
Credo che su tutto questo debba essere fatta chiarezza. La linea ad Alta Potenzialità che è stata identificata e proposta a noi come Enti locali dal Ministro Burlando rappresenta una grande variazione rispetto al modello originario che interpretava la linea ad Alta Velocità come linea principalmente vocata al trasporto passeggeri: quell'elemento è orami totalmente stralciato, totalmente superato. Si parla invece di una linea ad Alta Potenzialità, che deve risolvere uno dei problemi principali che il nostro Paese in questo momento sta vivendo, quello di ridurre la percentuale del trasporto delle merci su gomma e trasferirlo su rotaia perché questa è la vera criticità che anche al nord sentiamo in maniera particolare.
Tutto questo naturalmente presuppone un investimento consistente su quello che è il riammodernamento o il rifacimento o la realizzazione di una nuova linea ferroviaria che nella progettualità che noi immaginiamo frutto anche dell'incontro che abbiamo tenuto a Lione la scorsa settimana vede un collegamento ferroviario Madrid, Barcellona, Montpellier, Lione Torino, Venezia, Trieste ed est europeo.
A questa linea, che collega idealmente da ovest ad est il continente europeo, si interseca, con degli inserimenti a pettine, tutto il sistema portuale del bacino del Mediterraneo, in alternativa ad una strategia dei trasporti che già esiste a livello europeo, che vede questo collegamento e questo asse spostato completamente a nord, privilegiando di conseguenza quello che è, dal punto di vista portuale, lo sviluppo dei porti di Anversa e di Rotterdam rispetto a quelli di Marsiglia, di Genova, di Gioia Tauro e di Trieste che, invece, secondo questa strategia, sono porti che possono attraverso questo meccanismo di corridoio ovest-est, avere un ulteriore incremento, un ulteriore sviluppo.
A queste considerazioni di tipo strategico, che evidenziano anche un aspetto di carattere territoriale campanilistico al quale non bisogna non dare importanza, come rispondiamo noi sul fatto che venga realizzata una linea ad Alta Velocità (perché quella è concepita come linea ad Alta Velocità) Milano-Napoli e non venga invece preso in considerazione, pur con tutte le verifiche sul tipo di trasporto, di struttura e di investimento un riammodernamento della linea Torino-Venezia? Come giustifichiamo, come consideriamo questa scelta del Governo nel privilegiare un asse dorsale nord-sud e non un asse ovest-est? Ritengo che, come Piemonte, dobbiamo mettere sul tavolo del Governo queste considerazioni; ce ne sarebbero molte altre, ma mi rendo conto che il discorso potrebbe essere ulteriormente lungo ed articolato.
Con questo ordine del giorno chiediamo chiarezza, chiediamo che il Ministro Burlando dica se la tesi che il Governo Prodi sostiene nei confronti di questi progetti è quella del Ministro Burlando, che a noi come Regione Piemonte, come governo Ghigo, va bene, oppure se è quella del Ministro Ronchi, che a noi come governo regionale Ghigo non va bene. Ma non è che non vada bene per partito preso, non va bene perché vogliamo semplicemente capire qual è la posizione del Governo sul trasporto ad Alta Potenzialità, che è già una rivisitazione del progetto iniziale.
Noi, come Regione Piemonte, come maggioranza e come governo di questa Regione, in assoluta sintonia con il governo regionale lombardo, con il governo regionale ligure e con il governo regionale veneto, diciamo a gran voce che riteniamo che la scelta strategica del riammodernamento o del rifacimento della realizzazione di una linea ad Alta Potenzialità Torino Venezia-Trieste è assolutamente prioritaria per i nostri territori e per le necessità di sviluppo e di integrazione nel contesto europeo che il nord dell'Italia ha.
Riteniamo un gravissimo errore che questo Governo privilegi la linea Milano-Napoli senza prendere in considerazione come assoluta priorità la realizzazione della linea Torino-Trieste.
Aggiungo anche che la nostra maggiore preoccupazione è questo ritardo su una tratta che era già assolutamente definita e decisa come quella della Torino-Milano, perché è indubbio che sul nostro territorio abbiamo tre priorità, e ognuna esclude l'altra, per cui sono concatenate.
In primo luogo, il passante ferroviario di Torino, sul quale obiettivamente in questo momento proprio il Governo Prodi è latitante, nel senso che sempre lo stesso Ministro Burlando a Torino fece delle considerazioni e delle promesse ben specifiche per reperire, attraverso qualche decreto omnibus che veniva discusso in quel periodo alla Camera, le risorse finanziarie per completare il passante ferroviario, che non ha solo l'obiettivo di rendere interconnessa la possibile realizzazione della linea ad Alta Potenzialità Torino rispetto a Milano e rispetto a Lione, ma ha anche delle implicazioni di carattere di trasporto e di viabilità urbana perché sul passante ferroviario di Torino si inserisce tutta la rete di trasporto ferroviario extra-urbano e di penetrazione sulla città di Torino.
Perciò primo elemento fondamentale: il passante di Torino.
Senza il passante di Torino, non può partire la Torino-Milano, seconda priorità. Senza la Torino-Milano non può partire la Torino-Lione, che noi riteniamo estremamente strategica.
Sulla Torino-Lione, se mi permettete di fare alcune considerazioni, in questo momento l'Alpetunnel ha presentato un progetto; io so che gli Enti locali hanno chiesto nei vari Consigli (regionale, provinciale, comunale) un'audizione per portare le loro istanze, e noi naturalmente siamo assolutamente disponibili a recepire questa loro richiesta...



CAVALIERE Pasquale

Il tavolo era stato fatto apposta! Non li avete ascoltati!



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Non è che non li abbiamo ascoltati, li abbiamo ascoltati per mesi e mesi; c'è una discussione su un progetto presentato dalla TAV, ci sono altre ipotesi di valutazione, e io colgo l'occasione per dire che le altre ipotesi di soluzione su questo tipo di progettualità vanno considerate per quello che possono rappresentare come contributo rispetto ai costi e all'impatto ambientale che possono fornire, nel senso che nessuno ha assolutamente sposato tassativamente il progetto della TAV. Se esistono altri progetti che hanno le stesse caratteristiche, che hanno costi minori e che rendono meno impattante questo progetto di collegamento tra Lione e Torino, noi come governo regionale siamo assolutamente disponibili a prenderne atto.
Queste tre priorità - dicevo - sono strettamente connesse: passante di Torino, Torino-Milano e collegamento Torino-Lione.
E' indubbio che la Conferenza intergovernativa - ed è altro elemento sul quale come governo regionale chiederemo precise indicazioni al Governo nazionale - che si terrà quest'autunno a Chambery, dovrà esprimere quelle che sono le posizioni dei due Governi. Quelle del Governo francese a quanto mi concerne sono posizioni positive sulla linea Torino-Lione. Queste informazioni mi sono state trasferite dal Presidente della Regione Rhône Alpes; naturalmente noi chiederemo al Governo italiano che, prima di questa Conferenza intergovernativa, che dovrebbe essere conclusiva per capire qual è il percorso di progettualità di collegamento transfrontaliero fra Torino e Lione, si esprima e chiarisca questa querelle tra il Ministro Burlando e il Ministro Ronchi perché, in definitiva, credo che questo sia l'elemento principale, almeno che io ritengo attraverso questo ordine del giorno noi dobbiamo ottenere. Naturalmente io qui confermo l'assoluta disponibilità ad intraprendere un serio ed approfondito dibattito e considerazioni tecniche sugli aspetti progettuali; quello che sicuramente la nostra Regione non pu permettersi - non solo il Piemonte, ma tutto il nord Italia - è che questa linea ferroviaria, questo potenziamento del trasporto merci su rotaia sull'asse ovest-est non si realizzi. Questo sarebbe obiettivamente un danno che le amministrazioni di questa Regione farebbero fatica a sopportare.



PRESIDENTE

Passiamo alle dichiarazioni di voto.
La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Io recido nel modo più totale il tentativo del Presidente Ghigo di strumentalizzare ad arte le posizioni del Governo, le quali sono univoche e lineari.
Non ci siamo trovati di fronte - lo voglio dire anche al collega Mancuso - a dichiarazioni del Ministro Ronchi, ma alle risultanze del lavoro di una Commissione paritetica tra Ministro dell'Ambiente e Ministro dei Trasporti e ad una relazione di quelle risultanze: per quanto riguarda il Ministro dell'Ambiente di quelle parziali relative alla parte ambientale, mentre è ancora in corso l'altra parte, come del resto è ancora in corso tutto.
Credo che sia sconcertante che il Presidente della Giunta regionale del Piemonte, rappresentato sul problema dei trasporti dall'Assessore Masaracchio, che è stato la "faccia" dei trasporti piemontesi in questi mesi, non voglia assolutamente entrare nel merito dei rilievi tecnici posti dalle risultanze della Commissione parlamentare e posti dagli amministratori locali, perché gli amministratori locali si rifiuteranno così come ci hanno comunicato, nei prossimi mesi di partecipare alla Commissione tecnica se la Commissione tecnica non comincia a prendere in considerazione le loro istanze! Il Presidente Ghigo due anni fa disse: "Noi finalmente faremo dialogare le Amministrazioni locali, la TAV, la Regione e il Governo"; questo è avvenuto, tranne nel permettere alle Amministrazioni locali di esprimere le proprie posizioni! Le Amministrazioni locali da due anni chiedono ragione di alcuni progetti tecnici, ma non si vuole mettere quel punto all'o.d.g.
da due anni! Vengono invece posti all'o.d.g. punti diversi!



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Non è vero.



CAVALIERE Pasquale

Questo è quello che dicono...



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Loro.



CAVALIERE Pasquale

E' quello che dicono non dei matti scatenati, ma venticinque Sindaci della Provincia di Torino, Comunità montane e via dicendo! Se poi sono dei pazzi scatenati...



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Non sono pazzi.



CAVALIERE Pasquale

Evidentemente le Amministrazioni locali valgono solo quando chiedono la modifica dell'art. 17 della L.R. n. 56/77, allora sì sono da ascoltare! Quando vogliono cementificare sono da ascoltare; quando vogliono difendere il territorio non sono da ascoltare! Questi sono i due pesi e le due misure di questa Giunta! Recido quindi drasticamente questo tentativo e dico che, da quel che posso apprendere dal punto di vista tecnico, le modifiche che vengono proposte dalla Commissione renderebbero possibile - possibile! - il trasporto merci, cosa che al momento e con il vecchio progetto, che era stato elaborato per i passeggeri, è cosa molto difficoltosa.
Tra l'altro, Presidente, lei dovrebbe anche difendere il territorio piemontese: il progetto della linea Torino-Milano è ancora quello originario, con il muraglione di dieci metri! E' ancora quello! Non si è riusciti neanche ad entrare nel merito, neanche ad ottenere un impatto diverso, come hanno fatto invece le Amministrazioni dell'Emilia Romagna e della Toscana.
E non è vero che si è approvata la Napoli-Firenze: semplicemente si è preso atto, nella relazione, che i lavori sono andati oltre, per cui quello esiste già, ma quello che già esiste, soprattutto oltre Napoli e mi riferisco in particolare alla Bologna-Firenze, ha ottenuto un livello di contrattazione con la TAV e con l'Ente Ferrovie in ordine a tutti i problemi di contrattazione sul territorio, livelli che non sono stati neanche posti in essere nella Regione Piemonte! Non sono state neanche chieste quelle cose; non è stato fatto nessun tavolo di trattativa! L'Assessore Masaracchio addirittura ha detto nelle assemblee pubbliche cui ha partecipato, ai cittadini, ai Sindaci, a tutti quanti: "Noi non possiamo farci niente, la Regione non ha competenze". Le poche volte in cui ho partecipato ad assemblee pubbliche dove ha partecipato anche l'Assessore Masaracchio, l'ho sentito dire: "Hanno già deciso tutto in Europa, noi non possiamo farci niente".



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni

Non con quel tono, però.



CAVALIERE Pasquale

Non con quel tono, in modo diverso, io sintetizzavo, Assessore, ma la sostanza era questa.
Termino dicendo che voterò a favore dell'ordine del giorno presentato dal Consigliere Chiezzi, che sottoscrivo; ho proposto un ordine del giorno che prende atto delle risultanze della Commissione e chiede un'audizione un incontro che possibilmente chiederei di fare qui in Piemonte, con il Ministro Ronchi e il Ministro Burlando, così la smettiamo di fare le interpretazioni, ognuno dice cosa vuole, confrontiamoci con il Ministro dei Trasporti e con il Ministro dell'Ambiente su qual è lo stato dell'Alta Velocità Voterò chiaramente contro un ordine del giorno che credo sbagliato pericoloso e che offre il braccio alle strumentalizzazioni da parte della destra.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, io non entrerò nel merito perché lo ha già fatto il Consigliere Mancuso, però devo dire che ci vuole un certo coraggio a parlare di strumentalizzazione da parte del Presidente Ghigo, soprattutto se queste frasi escono da un importante esponente dell'Ulivo in questa Regione, quello stesso Ulivo i cui rappresentanti non hanno avuto alcun timore a strumentalizzare i problemi per le loro rispettive competenze nell'ultima campagna elettorale di Torino, nella quale, ben prima che iniziasse, c'è stata una sfilata di Ministri che hanno assicurato tutto a questa città! Con particolare riferimento ai fondi del passante ferroviario, che non ci sono - non ci sono e non si sa se arrivano mai! - e alla metropolitana. Caso mai qualcuno lo avesse dimenticato, tre mesi prima della campagna elettorale il Ministro Burlando sostenne: "I soldi ci sono". Peccato che non sia seguito alcun decreto del CIPE, per cui, alla fine, il denaro non è stato assegnato, ma questi fatti ce li dimentichiamo! Voler vedere la strumentalizzazione della destra, mi sembra ragionamento un po' ardito, anche se ognuno ragiona come vuole e come può.
Personalmente aderisco, in parte, alla richiesta del collega Cavaliere invitiamo i Ministri Ronchi e Burlando ad un Consiglio regionale aperto nel quale i cittadini piemontesi possano finalmente e direttamente conoscere quali sono le reali intenzioni e posizioni del Governo.
Vede, signor Presidente, abbiamo firmato l'ordine del giorno, definito in maniera irridente ed assolutamente inesatta "dell'ammucchiata" - ma noi non siamo soliti a queste pratiche che magari sono più conosciute da qualcun altro - per senso di responsabilità nei confronti del Piemonte.
Infatti, come diceva il Presidente Ghigo, pragmaticamente ci troviamo con altre forze a riconoscere l'esigenza prioritaria di questi progetti per il futuro della nostra regione. E di fronte al futuro della nostra regione non c'è ideologia che debba separare, c'è, semmai, senso di responsabilità.
Dobbiamo però rilevare che su questo problema, pur con la presa di posizione del Ministro Ronchi - non è vero che non ci sia stata e che egli sia stato udito solo alla Commissione parlamentare, perché lo stesso Ministro è poi intervenuto con una serie di interviste sui giornali - che non c'è una posizione univoca del Governo. Infatti, mentre il Ministro Ronchi ha illustrato, distrutto e rivoluzionato progetti (questo quanto recepito in Piemonte: basta verificare le dichiarazioni di tutti coloro che dovrebbero essere gli interessati. Ultima dichiarazione, quella del Presidente Pininfarina, che mi è sembrata, nella sua immagine, estremamente significativa: "Rischiamo di diventare un'isola"; a mio avviso - se mi si consente l'espressione, l'isola un po' "sfigata" del nord Italia), il Ministro Burlando ha taciuto. Questo non mi pare voglia dire che il Governo ha una linea univoca di interpretazione. Questo significa che il Governo Prodi ha grosse difficoltà. Quindi, pur di evitare la rottura c'è chi distrugge e c'è chi tace.
In questo senso, e solo per la parte dell'ordine del giorno relativa all'impegno ad organizzare una seduta aperta del Consiglio regionale alla presenza dei Ministri, aderiamo alla richiesta del collega Cavaliere. In tal caso, lanceremmo una sfida ai due Ministri del Governo Prodi: vengano a Torino a dirci finalmente e direttamente, se possibile, la verità sugli intendimenti comuni del Governo in merito a questo progetto, e non ognuno la propria verità, nel momento del proprio comodo o tornaconto elettorale com'è accaduto pesantemente, a Torino.
Sinceramente, di tornare ogni tre mesi a parlare di Alta Velocità in quest'aula, oltre ad essere frustrante per noi - ma in fondo ci pagano anche per questo - è estremamente deleterio e dannoso per il Piemonte, ed anche per chi, in Piemonte, un giorno, sogna di intraprendere un'attività pensa di poter impiegare e spendere capitali, di poter posizionare nuove imprese.
La situazione di incertezza che si crea a causa di una posizione del Governo spesso schizofrenica, talvolta di comodo, non possiamo più permettercela.
Al di là dell'impegno del Presidente della Giunta regionale e dell'Assessore, che si sono sempre impegnati per l'Alta Velocità, o meglio per l'Alta Capacità in Piemonte, chiederemo anche noi al Governo di venirci a dire qualcosa di definitivo, non solo in campagna elettorale: l'Alta Velocità del Piemonte, anche se strategica, sta diventando una tela di Penelope che, a lungo andare, danneggia tutti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Molto brevemente, signor Presidente. Il dibattito e le stesse dichiarazioni del Presidente Ghigo sulla materia sono sostanzialmente dovute al fatto che la Regione Piemonte, al di là delle legittime distinzioni, ha comunque da tempo deciso ed avviato il progetto per la realizzazione di un programma di modernizzazione delle infrastrutture viarie e ferroviarie della regione, che noi consideriamo fondamentali ai fini di - utilizzo una vecchia frase del collega Rivalta, sintetica e nello stesso tempo insospettabile - "Mettere il Piemonte all'ora dell'Europa". Il che significa farlo culturalmente, con un sistema universitario, di relazioni internazionali, culturali, economiche, con un sistema di relazioni viarie e ferroviarie, utilizzando adeguatamente le misure comunitarie, i progetti Interreg, i "5B", gli "Obiettivi 2" e quant'altro.
Lo sforzo per "Mettere il Piemonte all'ora dell'Europa" rappresenta uno strappo in positivo nello sforzo di governare la Regione Piemonte e tracciarne un percorso verso il futuro.
La realizzazione dell'Alta Velocità - per usare il termine originario e non la versione che poi ha portato ad una larghissima condivisione, una volta superati gli scetticismi, ovvero "linea di trasporti ferroviari ad Alta Capacità" - ha visto in questa fase un certo rallentamento, che non può non essere visto e recepito con la preoccupazione di quanti non sono così ingenui da non capire che dietro a ciascuna di queste manovre possono naturalmente, intervenire preoccupazioni legittime sugli aspetti tecnici ambientali e quant'altro, come ha sottolineato in particolare il collega Cavaliere, ma anche che non si tratta soltanto di anime candide: in ballo vi sono larghissimi interessi, in competizione tra loro.
In Consiglio regionale, sappiamo tutti, e su questo non c'è divisione che i sistemi economici sono spesso a raggio regionale; parlo naturalmente di Regioni europee, della Rhône-Alpes, della Catalogna, così come della Slovenia. Vorrei ricordare che tutti i Paesi che hanno firmato a Torino il patto dell'ASE (Associazione del Sud Europa) sono tutti costituiti da elementi regionali che si muovono in funzione dei loro interessi.
Verso la Pianura Padana e verso il nord-est dell'Italia si arriva sia passando, come sarebbe d'obbligo in una linea logica dal punto di vista della tecnica dei trasporti, dalle linee del Mercantour da un lato e le linee della Valle di Susa dall'altro, ma si può anche arrivare bypassando bruttissimo termine - il Piemonte attraverso la Svizzera con i collegamenti tra Europa e Lombardia e - perché no! - anche se a noi pare inverosimile attraverso la Liguria, arrivando dal sud Europa e salendo direttamente dalla Liguria, appunto, verso Milano.
Siccome tutte queste ipotesi possono liberamente muoversi indipendentemente dalla loro credibilità, affidabilità, autorevolezza, in una situazione che tarda a chiudersi, il nostro ordine del giorno - colgo l'occasione per ringraziare i Gruppi che lo hanno sottoscritto - ribadisce il nostro imprescindibile interesse affinché la linea di grande comunicazione, con grande capacità di trasporto tra la Francia e il resto dell'Europa meridionale, per quanto riguarda l'Italia, segua il tracciato Lione-Torino-Milano e proseguimento verso l'area balcanica.
Annuncio che ci asterremo sugli altri due ordini del giorno, ma l'astensione è un atto di apertura politica. Io non condivido la necessità di riportare qui in Consiglio regionale una discussione con tutte le Amministrazioni comunali su questioni che sono di ordine tecnico. Qui si prendono delle decisioni politiche che sono già state assunte, capisco che rimettere in discussione ciò che può essere oggetto di una propria riserva possa sempre rappresentare un obiettivo e non mi scaglio contro questa posizione annunciando l'astensione sugli altri due ordini del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

L'intervento nel merito è già stato svolto dal Consigliere Galli, io mi limiterò ad esprimere alcune considerazioni avendo ascoltato il dibattito e avendo ascoltato la completa e lucida esposizione del Presidente Ghigo che ha messo in evidenza il pericolo che sta correndo il Piemonte.
Condivido le preoccupazioni espresse da alcuni colleghi in precedenza e dal Consigliere Ghiglia ultimamente; condivido anche l'opportunità di un incontro con i due Ministri, Burlando e Ronchi. Ho la sensazione - ed è sempre più netta man mano che passano i giorni - che questi contrasti possano essere messi in piedi un poco ad arte per privilegiare la solita linea. Se si considera il fatto che il cosiddetto "Senato delle Regioni" (le Regioni lungo l'asse della penisola non hanno esattamente gli stessi problemi) o delle Autonomie locali è uscito sempre dalla Bicamerale con quella forma di pataracchio e lo si collega al tentativo di privilegiare Milano-Napoli, rispetto a Milano-Torino-Lione, esce, concatenando questi vari tasselli, un filone neo-centralista di un certo tipo che, secondo me bisogna cominciare ad individuare. Forse può essere l'individuazione di un pericolo eccessivo o individuato prematuramente, ma direi che corriamo rischi soltanto nel caso in cui non lo ipotizzassimo e quindi quanto ha detto il Presidente Ghigo relativamente a questo grosso pericolo è vero e mi sembra il punto centrale rispetto al quale ci si deve muovere. Penso proprio che come Piemonte ci si debba preoccupare di questo pericolo che sta emergendo a contorni sempre più nitidi e definiti.
Pertanto, mi associo anch'io, come il collega Ghiglia, alla richiesta di avere, come occasione in Consiglio regionale con la Giunta, un incontro affinché si faccia di tutto per costringere i due Ministri, che fanno parte dello stesso Governo, ad uscire dall'equivoco e quindi ad assumere, pure a valle delle elezioni di Torino, alle quali faceva riferimento il Consigliere Ghiglia per quanto riguardava gli impegni presi a monte, un impegno risultante ed univoco sulla questione.
Il rischio è veramente grosso. Milano, parliamoci chiaro, non soffre molto, Milano è al centro di un crocevia geografico-economico, per cui se viene privilegiata la Napoli-Milano, probabilmente la Lombardia, e quindi Milano, avranno dei benefici.
Quindi, penso che, a maggior ragione, si debba cogliere in modo incisivo questo tempo che stiamo vivendo per far sentire la nostra voce. Il rischio di essere tagliati fuori è ormai reale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Sottolineo che ho apprezzato gran parte delle considerazioni del Presidente Ghigo su questo tema. L'unica eccezione sono le informazioni sulla Torino-Lione dove quel famoso "tavolo istituzionale" potrebbe essere condotto meglio, coinvolgendo ulteriormente e dando risposte più precise alle esigenze poste dagli Enti locali.
Ho apprezzato le considerazioni perché credo che questa modalità con la quale stiamo affrontando il problema e questa ampia convergenza di forze politiche non è una semplice "ammucchiata". Mi sembra una giusta difesa ad un'esigenza espressa in questi giorni anche sulla stampa nazionale di come il Piemonte possa in qualche maniera partecipare concretamente alle decisioni che assume il Governo nazionale. Obiettivamente, ci sono state delle difficoltà e il Consigliere Ghiglia le ha richiamate. I fondi per il passante ferroviario, la metropolitana e adesso la Torino-Lione, pongono obiettivamente un problema: come le istituzioni piemontesi possano realmente incidere sulle scelte nazionali.
Il tema non è di poco conto, non è la mancanza di un leader. Ho la sensazione che se su questi temi c'è un vero patto tra le istituzioni, con un'ampia convergenza di forze politiche, si può incidere sulle scelte nazionali; se invece cogliamo questi fatti per aprire delle polemiche credo inutili, ho la sensazione che questa divisione sia utile ad altri disegni che non quelli di favorire il Piemonte.
Quindi, non la ritengo "un'ammucchiata", ma un'operazione di grande interesse politico, e fa bene il Presidente Ghigo a perseguirla e a lavorare in questo senso con il Sindaco di Torino, Castellani.
Dobbiamo proseguire verso questa direzione ed ampliare il più possibile il fronte delle forze politiche, dopodiché sappiamo che il problema dell'Alta Velocità è complesso, ci sono problemi di costi, c'è il problema della redditività dell'investimento, bisogna capire in anticipo come i privati possono partecipare, ma questi sono dei sottoproblemi al tema più generale che è il collegamento est-ovest.
Ribadisco quindi l'apprezzamento per ciò che ha detto il Presidente Ghigo ed esprimo ampio sostegno da parte del Gruppo dei Popolari a questo disegno di grande patto istituzionale.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione i vari ordini del giorno presentati.
Esaminiamo dapprima l'ordine del giorno n. 561, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte preso atto della decisione di effettuare una profonda verifica del vecchio progetto dell'Alta Velocità coordinato dalla società TAV così come annunciato dal Ministro Ronchi nell'audizione alla Commissione Trasporti della Camera del 23/7/1997 ritenuta tale decisione coerente con i rilievi critici sulla natura del vecchio progetto esposti recentemente dal Ministro Burlando concernenti l'assenza di previsioni di potenziamento del trasporto merci, di adeguate interconnessioni ed utilizzo delle reti ferroviarie esistenti, di studi ed analisi del rapporto costi-benefici, di valutazioni sugli impatti da rumore, di sottovalutazione e non risoluzioni di impatti con l'ambiente naturale ritenuto che la profonda revisione del progetto TAV dell'Alta Velocità sia la condizione di partenza per investire risorse nel potenziamento complessivo del sistema ferroviario, passeggeri e merci, centri intermodali, reti nei grandi sistemi urbani che porti ad un effettivo incremento dei passeggeri e delle merci trasportate tutto ciò premesso esprime consenso sull'iniziativa di profonda revisione del progetto TAV di Alta Velocità consenso in particolare all'iniziativa del Ministro Ronchi di individuare più funzionali e realistiche priorità di investimento per il potenziamento del sistema ferroviario iniziando dagli investimenti sulle linee esistenti richiede al Presidente della Giunta regionale: di rivedere la posizione acritica sinora tenuta sul vecchio progetto TAV di Alta Velocità e di assicurare al Governo nazionale la partecipazione attenta e qualificata della Regione Piemonte al riesame di tutti i vecchi progetti di Alta Velocità che interessavano il territorio della Regione Piemonte".
Indìco la votazione mediante procedimento elettronico.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI' 4 Consiglieri hanno risposto NO 22 Consiglieri si sono astenuti 17 Consiglieri L'ordine del giorno è respinto.
Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 562, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte viste le dichiarazioni che il Ministro dell'Ambiente Ronchi ha pronunciato circa la realizzazione della linea ferroviaria Torino-Milano-Venezia, il 23 luglio scorso in sede di audizione presso la Commissione Trasporti della Camera verificato che in tali dichiarazioni viene prevista una profonda revisione delle soluzioni progettuali per la linea ferroviaria Torino-Milano attualmente in Conferenza dei Servizi assunto che il Ministro dei Trasporti Burlando, circa lo sviluppo della linea Torino-Milano, nelle dichiarazioni pronunciate nel marzo 1997 sia nella visita presso la Regione Piemonte che a Roma in sede di riattivazione della II sessione della Conferenza dei Servizi, ha sostenuto la realizzabilità dell'opera, sollecitando nel contempo gli Enti interessati ad esprimersi in tempi certi onde addivenire celermente alla chiusura della già richiamata Conferenza visti gli ordini del giorno con i quali il Consiglio regionale del Piemonte si è espresso in merito al problema dell'Alta Velocità impegna la Giunta regionale ad esprimere al Governo la preoccupazione del Piemonte circa le ricadute negative che le dichiarazioni rilasciate dal Ministro dell'Ambiente avranno sullo sviluppo del progetto ferroviario ad Alta Capacità di traffico Torino Milano ad avere celermente un incontro con il Presidente del Consiglio e i Ministri dell'Ambiente e dei Trasporti, onde ottenere l'impegno del Governo circa la realizzazione dell'infrastruttura ad assumere ed attivare tutte le misure ritenute necessarie affinché la progettazione attualmente in Conferenza dei Servizi e la realizzazione della linea Torino-Milano vengano formalmente assunte e celermente concluse nei tempi e nelle modalità sino ad oggi espresse dal Ministro dei Trasporti".
Indìco la votazione mediante procedimento elettronico.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI' 36 Consiglieri hanno risposto NO 5 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'ordine del giorno è approvato.
Esaminiamo infine l'ordine del giorno n. 568, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte appreso delle parziali risultanze della verifica sull'attuazione del progetto Alta Velocità, verifica richiesta dal Parlamento con la legge n.
662/96 ed incentratasi in particolare sulle Conferenze dei Servizi, sui rapporti TAV-Ferrovie dello Stato, sui piani finanziari della TAV S.p.A.
sulla legittimità degli appalti, sui meccanismi di indennizzo, sui nodi sulle interconnessioni, sui criteri di determinazione della velocità, le caratteristiche tecniche che consentono il trasporto delle merci preso nella recente audizione del Ministro dell'Ambiente alla Commissione Trasporti, comporterebbe delle sostanziali modifiche ai progetti di Alta Velocità ferroviaria per le tratte Milano-Genova, Torino-Venezia e Torino Lione.
Per quanto considerato e constatato il Consiglio regionale del Piemonte richiede al Ministro dei Trasporti Burlando e al Ministro per l'Ambiente Ronchi un incontro per approfondire e valutare lo stato della situazione del progetto di Alta Velocità ferroviaria si impegna ad organizzare per il mese di settembre una seduta aperta del Consiglio regionale per discutere con Enti locali ed Associazioni dell'argomento".
Indìco la votazione mediante procedimento elettronico.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI' 5 Consiglieri hanno risposto NO 25 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri L'ordine del giorno è respinto.
I lavori del Consiglio riprenderanno oggi pomeriggio.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,55)



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