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Dettaglio seduta n.162 del 28/07/97 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO


Argomento: Varie

Comunicazione del Vicepresidente Foco sullo stato di salute del Presidente Picchioni vittima di un incidente stradale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In questo momento ritengo d'interpretare i sentimenti di tutti i Consiglieri inviando, a nome vostro, i migliori auguri di guarigione al Presidente del Consiglio, Rolando Picchioni, e ai suoi familiari che, come sapete, sono stati coinvolti in un incidente.
Questa mattina siamo stati a trovarlo e possiamo affermare che, pur in difficoltà, la sua guarigione non dovrebbe tardare.
Ringrazio per la vostra attenzione.


Argomento: Gruppi consiliari

Comunicazione sulla nomina a Presidente del Gruppo CCD della Consigliera Casari


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Vicepresidente Deorsola, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



DEORSOLA Sergio

Volevo solo fare una brevissima puntualizzazione.
Le dichiarazioni che sono state rese nell'ultima riunione di Consiglio rispetto alla situazione del nostro Gruppo, s'inseriscono in un momento di dialettica che coinvolge il nostro Gruppo e il nostro Partito, rispetto alla rilevanza che ha il ruolo di Capogruppo nel nostro Partito.
Statutariamente è prevista una componente: è previsto che il Capogruppo faccia parte della direzione del nostro Partito. Questa è la puntualizzazione.
La dialettica interna non si è esaurita e credo che questa sia, allo stato dei fatti, la situazione oggettivamente riscontrabile.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Botta, che interviene in qualità di Consigliere.



BOTTA Franco Maria

Grazie. Signor Presidente, non vorrei tediare né lei né il Consiglio sulla questione interna del Gruppo regionale del Centro Cristiano Democratico, però desidero ribadire la volontà espressa in occasione delle mie dichiarazioni fatte venerdì scorso.



PRESIDENTE

Che è stata formalizzata anche attraverso uno scritto.



BOTTA Franco Maria

Certo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Casari.



CASARI Raimonda

Spiace molto anche a me che s'affronti quest'argomento in Consiglio.
Avrei preferito che questo discorso fosse dibattuto all'interno del Gruppo.
Quindi, solo per dichiarare che m'associo pienamente a quanto dichiarato dall'Assessore Botta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Farò pervenire delle comunicazioni scritte alla Presidenza.



PRESIDENTE

La ringrazio, perché con ogni probabilità è il metodo migliore per poi risolverle a livello d'Ufficio di Presidenza.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Propongo d'iscrivere all'o.d.g. i seguenti provvedimenti: Progetto di legge n. 337: "Disposizioni finanziarie per gli anni 1997 1998 e 1999".
Chi è favorevole è pregato d'alzare la mano.
E' iscritto con 37 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri).
Progetto di legge n. 332: "Contributi per la realizzazione di servizi che producono un aumento del volume di traffico su rotaia nel trasporto pubblico locale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto con 37 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri).
Progetto di legge n. 335: "Modificazione alla legge regionale 17 agosto 1995, n. 67: 'Interventi regionali per la promozione di una cultura ed educazione di pace per la cooperazione solidarietà'".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto con 37 voti favorevoli (non hanno partecipato alla 4 Consiglieri).
Proposta di deliberazione n. 511: "Direttive di carattere generale per il triennio 1997/1999, art. 8, legge regionale 17 agosto 1995, n. 67: 'Interventi regionali per la promozione di cultura ed educazione di pace per la Cooperazione e la solidarietà internazionale'".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritta con 37 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri).
Progetto di legge n. 325: "Interventi urgenti di adeguamento delle strutture sanitarie alle norme di sicurezza".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità dei 42 Consiglieri presenti.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cavallera, D'Ambrosio, Marengo Picchioni e Rossi.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame progetto di legge n. 337: "Disposizioni finanziarie per gli anni 1997, 1998 e 1999"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 337, iscritto poc'anzi all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il presente provvedimento licenziato questa mattina in I Commissione, integra l'assestamento cosiddetto "tecnico" (votato dal Consiglio il 18 luglio u.s.), inserendo variazioni di natura discrezionale ed autorizza ulteriori spese per gli anni 1998 e 1999 per i seguenti importi complessivi: anno 1997: L. 104.307.373.914 anno 1998: L. 143.000.000.000 anno 1999: L. 74.000.000.000.
Le maggiori entrate derivano dalle maggiori somme ascrivibili per la tassa automobilistica (cap. n. 60 L. 11.707.373.914) e per l'addizionale sul consumo del gas metano (cap. n. 99 L. 22.000.000.000) sulla base dei dati del consuntivo per l'anno 1996 e degli accertamenti sino ad oggi effettuati.
La diminuzione dei tassi di interesse ha consentito di incrementare l'autorizzazione alla stipulazione di mutui per complessive L.
72.000.000.000. Tale importo era previsto nella versione iniziale presentata in Commissione, mentre oggi nel provvedimento all'esame dell'aula sono previste L. 38.000.000.000 per gli slittamenti sul pluriennale, (il provvedimento riguarda infatti gli anni 1997/1998/1999).
La collocazione in spesa ha seguito principalmente i seguenti criteri: adeguamento del fondo per la montagna sulla base di quanto accertato sull'addizionale sul consumo di gas metano (4,4 miliardi in più, in quanto la legge prevede il 20%) adeguamento delle somme iscritte per la tenuta degli Albi artigiani (3.500.000.000) incremento delle previsioni FIP per consentire il finanziamento dei PIS Piani Integrati di Sviluppo (L. 25.000.000.000); degli interventi per il turismo (L. 10.000.000.000) e completare il finanziamento per l'edilizia (L. 5.000.000.000); totale L. 40.000.000.000 razionalizzazione della spesa facendo slittare all'anno 1998 quelle spese che nel corso del corrente anno, per i tempi tecnici richiesti, possono essere avviate, ma non portate a liquidazione (L. 38.000.000.000) completare la copertura dei cofinanziamenti per gli anni 1998 e 1999 per rispettive L. 98.000.000.000 e L. 72.000.000.000. Ai 98.000.000.000 per il 1998 sono aggiunte L. 25.000.000.000, per un totale di L. 123.000.000.000.
C'è un po' di discrasia per il fatto che è arrivato il provvedimento che portava certe cifre, poi c'è stata una nota di variazione. Ovviamente queste sono le cifre relative al provvedimento oggi all'esame dell'aula e che è stato licenziato questa mattina in I Commissione. Questi cifre si riferiscono all'agricoltura, all'industria e al fondo per la montagna aggiornamento dei fondi di accantonamenti, quali perenti e spese obbligatorie per poter fronteggiare eventuali nuove esigenze attualmente non prevedibili.
Nelle tabelle allegate sono riportate nel complesso le variazioni per delega assessorile suddivise tra spesa corrente e spesa in conto capitale.
All'interno della I Commissione era stata chiesta da parte di qualche Commissario - dal Consigliere Foco in modo particolare - un'estrapolazione dei dati relativi alla voce "Lavoro". Se ricordiamo bene, nella finanziaria approvata dal Consiglio all'inizio del 1997 era previsto un incremento iniziale di L. 5.000.000.000, ripartito ovviamente in vari capitoli, e attraverso alcuni emendamenti presentati in aula si recepirono alcune integrazioni per altri 6.000.000.000. Oggi, con l'assestamento discrezionale, che integra l'assestamento tecnico, sono previsti altri 500.000.000 per quanto riguarda la voce "Lavoro" nel suo complesso, i quali, se confrontati ai 5.000.000.000 che erano previsti inizialmente in finanziaria, rappresentano ovviamente il 10%. Dal punto di vista politico questa percentuale può suggerire un commento a chi ritiene di doverlo fare.
Vorrei aggiungere che questi 500.000.000 sono così ripartiti: L. 400.000.000 al cap. n. 11140 L. 50.000.000 al cap. n. 11060 L. 50.000.000 al cap. n. 11990.



PRESIDENTE

Com'è stato annunciato in sede di Commissione, sono pervenuti alcuni emendamenti da parte della Giunta. Se i Consiglieri sono d'accordo potremmo farli illustrare complessivamente dall'Assessore, in quanto aiuterebbero sicuramente il dibattito.
Prego, Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

L'emendamento che si riferisce alle tabelle A) e B) prevede due adeguamenti per quanto concerne l'Ufficio di Presidenza che, come il Consigliere Foco ricorderà, sono stati discussi questa mattina in I Commissione. Si tratta di una variazione di L. 150.000.000, già segnalata nel documento a vostre mani, più un'ulteriore di L. 50.000.000 relativa ai compensi, onorari e rimborsi per consulenze prestate da Enti e privati a favore del Consiglio regionale e contributi per la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale nei luoghi della lotta di Liberazione in Piemonte (cioè ai capitoli 10220 e 20020: 50 milioni di spostamento tra i due capitoli, a favore del bilancio del Consiglio regionale-Ufficio di Presidenza).
La parte più rilevante è rappresentata dagli interventi urgenti di Piano di recupero dell'area critica di Casale Monferrato e dintorni, che vede una serie complessa di interventi, con slittamento negli anni futuri del capitolo 26905 per 5 miliardi e 100 milioni complessivi, già previsti.
Un miliardo e 100 milioni vengono mantenuti di competenza dell'esercizio 1997 - 4 miliardi sono infatti inseriti nel Piano pluriennale 1998 -; altri 2 miliardi e 400 milioni fanno parte dei 3 miliardi e mezzo per interventi urgenti per l'area industriale di Casale Monferrato e dintorni.
Vi sono poi altri due emendamenti, molto più tecnici: l'estensione dall'art. 4 del disegno di legge in oggetto al capitolo 20296 delle "deleghe per i pagamenti". Si tratta di capitoli che vengono segnalati esplicitamente per legge, in cui è possibile effettuare i pagamenti con funzionario delegato allo scopo.
Altro emendamento - anche questo discusso stamattina in Commissione nell'ambito delle devoluzioni: estensione, per quanto concerne l'acquisto di macchinari e quant'altro necessario per distribuzione dei marchi auricolari.
Emendamento nell'ambito della sanità veterinaria, nel quale si era prevista, nella legge finanziaria 1997, una voce di spesa per l'acquisto di automezzi; lo stesso importo, che non potrà essere impegnato nel corso del 1997, viene convertito per l'acquisto di queste marche auricolari per i bovini, come conseguenza immediatamente operativa di una gara aggiudicata nel corso del mese di settembre. Si tratta quindi di uno spostamento con segno "0" all'interno del bilancio della sanità, per quanto concerne la parte veterinaria.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Intervengo per questione preliminare, nel senso che sono pervenuti in questo momento gli emendamenti anticipati in Commissione: purtroppo, i Consiglieri che non ne fanno parte ne hanno avuto visione solo adesso.
Leggiamo, nella prima pagina, alcuni dati che l'Assessore ha tentato, a nostro parere, di motivare. Non ci ha convinti: vorrei avere dei chiarimenti sulla riduzione di 50 milioni del capitolo 20020.
Non ricordo a memoria il contributo dello stesso capitolo - anche se non credo superi qualche centinaia di milioni - per la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale dei luoghi della lotta di liberazione in Piemonte.
A quanto ho capito - ma gradirei maggiori chiarimenti in merito dall'Assessore - tale riduzione è al fine di incrementare di 50 milioni il capitolo 10220, ovvero "Compensi prestati da enti e privati a favore del Consiglio regionale" - convegni, ecc.
Considerato che il capitolo di detrazione, tutto sommato, non raccoglie molti contributi - tant'è vero che già all'epoca della discussione del bilancio, l'anno scorso, avevamo tentato di incrementarlo con una cifra che potesse essere significativa - non si capisce il motivo per cui i 50 milioni debbano essere detratti proprio da tale capitolo, riguardante la cultura, che non ha, peraltro, attinenza alcuna con il capitolo d'incremento.
Chiediamo una spiegazione che possa essere plausibile e giustificante da parte dell'Assessore.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Intanto, per completezza d'informazione, ricordo che al capitolo 20020 con la legge finanziaria del 1997 vi è stato uno stanziamento di 3 miliardi e 800 milioni.
Chiederò alla cortesia del Vicepresidente Foco un'ulteriore illustrazione; egli, infatti, si è fatto partecipe stamattina, da un lato di recepire una prima variazione di 150 milioni e, in aggiunta, di richiedere un ulteriore assestamento di 50 milioni, anch'esso recepito, per complessivi 200 milioni di spostamento da una parte all'altra, all'interno del bilancio del Consiglio regionale. Mi risulta, ma credo che il Vicepresidente Foco sarà ben più esauriente di me, che questo sia stato l'esito delle discussioni svolte a livello di una o più riunioni di Ufficio di Presidenza attorno a queste modalità, al fine di aggiungere ai miei rilievi di tipo tecnico osservazioni di merito.



PRESIDENTE

La richiesta dello spostamento, in un primo momento di 150 milioni e poi di altri 50, è stata una precisa richiesta dell'Ufficio di Presidenza in quanto quest'anno la legge n. 41, sui monumenti, lapidi e luoghi della Resistenza, a differenza dell'anno precedente non ha ricevuto richieste di finanziamento che permettessero il pieno utilizzo di quanto stanziato nel capitolo. Rischiavamo di lasciare perente una cifra che invece, se spostata all'interno dei capitoli dell'Ufficio di Presidenza, verrebbe utilizzata per il finanziamento della legge n. 57 relativa, come i Consiglieri ricorderanno, alle celebrazioni del 50.simo anniversario della Costituzione e della Repubblica. Infatti, sono pervenute alcune richieste di finanziamento: una è per un'iniziativa organizzata da ex Consiglieri un'altra proviene dall'Università di Torino. Tali iniziative, approvate entrambe dalla Commissione tecnico-scientifica che dà parere per quanto riguarda i finanziamenti, coadiuvando in tal senso i lavori dell'Ufficio di Presidenza, rischierebbero di non essere finanziate perché il capitolo riguardante la legge n. 57 è completamente esaurito.
Visto che - torno a ripetere - i 350 milioni stanziati per la legge n.
41 non sono stati totalmente utilizzati, abbiamo ritenuto opportuno utilizzarne una parte quanto mai limitata per altre iniziative.
Queste le motivazioni, tra l'altro rappresentate alla Giunta regionale poiché si trattava dello spostamento di un capitolo di Giunta ad un capitolo a disposizione dell'Ufficio di Presidenza.
La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Vorrei un chiarimento. E' stata citata la legge n. 57, la quale dovrebbe essere risostenuta sulla base delle esigenze e del fatto che per quanto riguarda la legge n. 41 non è arrivato un numero adeguato di richieste di finanziamenti.
Non entro nel merito di tale questione, perché innescheremmo un ragionamento complessivo sul metodo di pubblicità delle leggi per gli accessi ai finanziamenti...



PRESIDENTE

Consigliera Simonetti, se lo ritiene opportuno, lo può fare, perché ci aiuterebbe.



SIMONETTI Laura

Certo. Ma prima di entrare nel merito, in un ragionamento più complessivo, volevo avere un chiarimento.
La legge n. 57 in questo caso non è citata. Non riesco quindi a comprendere qual è il meccanismo che permette di togliere 50 milioni al cap. 20020, ai sensi della legge n. 41, per integrare un'altra legge di pari merito, cioè sempre sulla celebrazione della Resistenza, che però non è citata al cap. 10220 e nemmeno nei successivi articoli e capitoli presentati dalla Giunta.
Da ciò deduco che i 50 milioni detratti da questo capitolo non sono andati a "rimpinguare" un capitolo di pari merito o di pari contenuti, ma sono andati a incrementare un capitolo che ha tutt'altro merito e che non riguarda né la questione della Resistenza né la sua celebrazione e nemmeno la tutela dei patrimoni.



PRESIDENTE

La Consigliera Spagnuolo intende intervenire o vuole attendere la spiegazione?



SPAGNUOLO Carla

Io volevo rivolgere una domanda che, per la verità, visto la provenienza della richiesta, mi sembrava opportuno rivolgere a lei, signor Presidente, nella sua qualità di delegato per i problemi del Comitato e della legislazione legata ai valori della Resistenza e della Costituzione.
Ho sentito citare iniziative che sarebbero in corso di proposizione e che potrebbero coprire quella parte di spostamento di finanziamenti. Volevo capire - se lei ritiene di dare qualche risposta - a quale tipo di iniziative si faceva riferimento in questo caso.
Io so che i fondi per i cosiddetti monumenti - usiamo un linguaggio semplice - verrebbero spostati sulla legge n. 57, su richiesta dell'Ufficio di Presidenza, in quanto non sono stati attivati o pervenuti progetti per la prima parte, che è di competenza della Giunta. E' così?



PRESIDENTE

Sì.



SPAGNUOLO Carla

Sì, su proposta del Comitato: quindi abbiamo ricostruito bene.
La preoccupazione che mi sentirei di anticipare è quella che, togliendo questi fondi a capitoli che comunque sono della Giunta, il prossimo anno non vengano finanziati adeguatamente, nel senso che si potrebbe dire - come normalmente ho sempre visto fare - "Visto che non sono stati spesi negli anni precedenti, riduciamoli".
Pertanto volevo capire quale poteva essere l'eventuale compensazione rispetto alle altre iniziative. Comprenderà anche lei, che è attento e sensibile a queste tematiche, anzi direi sensibilissimo, che, nel momento in cui si facesse il bilancio '98, la Giunta potrebbe decidere, visto che il capitolo non è stato utilizzato (con le coperte strette o meno strette che possiamo avere, ma questo è relativo, perché ogni tanto le risorse si trovano), di assegnargli una previsione iniziale di spesa più modesta.
Questa era la mia preoccupazione, che le consegno.



PRESIDENTE

Ringrazio entrambe le Consigliere, perché mi permettono - non vorrei portare via molto tempo al Consiglio - di chiarire alcuni passaggi.
Nel colloquio avuto con la Giunta avevamo sottolineato come nel 1996 i 350 milioni stanziati per questo capitolo (legge n. 41: monumenti, lapidi e luoghi della Resistenza nel Piemonte) non erano stati sufficienti.
Voi sapete che per tutte le leggi, in modo particolare per questa, si innesca un meccanismo per cui se l'anno precedente non ha avuto una risposta adeguata (anche se l'anno scorso siamo riusciti a finanziare seppur parzialmente, tutti i progetti pervenuti), l'anno successivo - ed è una cosa che sta nella logica - vi è normalmente una caduta nella domanda.
Pertanto colgo l'occasione per ribadire - ma credo che lo farà lo stesso Assessore - che nel momento in cui verrà stabilito questo capitolo per il bilancio 1998 (e mi rivolgo anche ai Capigruppo), la cita di riferimento per la legge n. 41 sarà sempre di 350 milioni. Per usufruire dei finanziamenti di questa legge sono necessari vari passaggi burocratici in quanto per intervenire su manufatti quali sono i monumenti, le lapidi e i luoghi della Resistenza sono necessarie le licenze edilizie.
A noi invece era parso che delle risorse, che rischiavano di andare nel calderone, potessero trovare utile ed importante collocazione nel finanziare una legge che aveva avuto, tra l'altro, delle difficoltà nel momento di stabilire l'entità dello stanziamento.
Allora dicemmo che, con ogni probabilità, quello stanziamento non sarebbe stato sufficiente; e infatti, a tutt'oggi, i dati ci dicono che non è stato sufficiente.
Rimangono in sospeso numerosi progetti, presentati all'Ufficio di Presidenza e già valutati positivamente dalla Commissione tecnico scientifica come degni di essere finanziati. Se non si trova modo di finanziare la legge n. 57, rischieremmo di non poter rispondere a queste richieste.
Torno a ripetere - forse la Consigliera Spagnuolo era disattenta - che si tratta di progetti già presentati e che hanno già superato il filtro della Commissione tecnico-scientifica.
Nella lettera con la quale abbiamo trasmesso le richieste dell'Ufficio di Presidenza alla Giunta, abbiamo anche stabilito che quella cifra verrà usata per la legge n. 57.
Tecnicamente, non possiamo che usare il cap. 10200, perché è quello nel quale trovano collocazione, le varie leggi (la legge 7, i vari Comitati che abbiamo, compresa la legge n. 57).
Non so se sono stato esauriente, ma vi ringrazio perché abbiamo potuto chiarire quello che poteva sembrare un passaggio puramente tecnico.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi che illustra gli emendamenti.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Intervengo per completare il discorso su questo capitolo, in parte collegandomi all'intervento della Consigliera Spagnuolo, il cui discorso credo debba essere avvalorato dagli aspetti tecnici.
Nell'assestamento è previsto il finanziamento di una serie di ordini del giorno, in questo caso afferenti l'area cultura, che in fase di discussione di bilancio di previsione del '97 sono stati discussi e votati in Consiglio e puntualmente recepiti in fase di assestamento. Ciò significa che una delle modalità, se il Consiglio lo ritenesse opportuno, è di riavvalorare ulteriormente, cosa tra l'altro già nota; l'ordine del giorno può essere una modalità tecnica utile per evitare delle smemoratezze qualora queste potessero avvenire.
Seconda sottolineatura. Visto che si parla di leggi finanziate, tengo a precisare - come peraltro ha detto un paio di volte il Vicepresidente nell'ambito del suo intervento - che entrambi i capitoli, sia il 10220 come capitolo in entrata, sia il 20020 come capitolo in uscita, sono dei capitoli di bilancio del Consiglio. Si è parlato più volte di capitoli di Giunta nel senso che uno dei due è un capitolo di Giunta, ma la Giunta tiene il "portafoglio", ma delibera in nome e per conto delle proposte che giungono da organismi afferenti il Consiglio.
Ultima considerazione. Un'altra modalità tecnica che, data la natura del capitolo, si può perlomeno suggerire è che sul capitolo 20020 afferente alla legge n. 41, il Consiglio regionale potrebbe, in fase di bilancio previsionale 1998, considerarlo uno dei capitoli che hanno accesso alle spese obbligatori e come tale, definendone quindi un posizionamento preferenziale nell'ambito della gestione effettiva del bilancio, avere accesso a progettualità anche e qualora i fondi o non fossero stati utilizzati - caso del 1997 rispetto al 1996 - o prevedessero un utilizzo in più rispetto allo stanziamento iniziale, il questo caso il Consiglio dovrebbe farvi fronte utilizzando il bilancio spese obbligatorie.
Quindi ci sono parecchie modalità tecniche per evitare che le smemoratezze - in buona fede ovviamente - si verifichino.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, sempre come informazione preliminare: stupisce che il capitolo 20020 subisca una decurtazione, in pratica, su sollecitazione dell'Ufficio di Presidenza. Si tratta di un capitolo che probabilmente potrebbe essere utilizzato anche senza alcun altro riferimento per finanziare il completamento della Casa della Resistenza di Fondo Toce, che è un monumento alla Resistenza che mi pare non sia terminato e ha bisogno di finanziamenti e che potrebbe usufruire di questi cinquanta milioni.
Chiedo se è possibile destinare i cinquanta milioni al finanziamento della Casa della Resistenza di Fondo Toce.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Avrei piacere di sentire dalla voce del Presidente della Giunta regionale, visto che è uno di quei capitoli che gestisce direttamente la Giunta regionale, il capitolo 20020 (contributi per la valorizzazione del patrimonio artistico culturale e dei luoghi della lotta di liberazione in Piemonte, legge regionale 18 aprile 1985, n. 41), vorrei sapere quali sono i progetti in cantiere...



PRESIDENTE

Non sono capitoli gestiti dalla Giunta.



MIGLIETTI Franco

Ritiro tutto ciò che ho detto, come se non avessi parlato.



PRESIDENTE

Mi auguro che la discussione fatta in aula serva a chiarire definitivamente, che la richiesta avanzata dall'Ufficio di Presidenza e sollecitata dal Presidente incaricato del comitato "Difesa valori della Resistenza" che è il sottoscritto, cerchi di togliere dubbi su questa operazione. Per quanto riguarda la Casa della Resistenza di Fondo Toce, ma non vorrei inoltrarmi su questo terreno, nessuno vieta che entro i termini indicati dalla legge n. 41 - termini che scadono entro la fine del mese di giugno e che trovano completamento per l'iter burocratico entro il mese di luglio - venga fatta richiesta per un completamento di lavori. Il comitato che si è strutturato con un sottocomitato, ritengo non abbia nessun problema ad esaminare questa richiesta, però, a mio parere, deve pervenire nei termini e nei modi della legge n. 41. Altrimenti, ma questo sarebbe motivo di disquisizione, potremmo vedere se, trattandosi, per la Casa di Fondo Toce, di legge speciale, non sia necessario un finanziamento di completamento, anche questo speciale.
Sono due percorsi che si potrebbero verificare con i diretti interessati: non vorrei sbilanciarmi su un terreno che poi mi troverebbe in difficoltà a sostenerlo sul piano tecnico.
Non ritengo di dover ribadire quello che è già stato detto; riteniamo di non avere "inopinatamente sbancato" una voce di bilancio, quindi non riteniamo in questo modo di "avere messo a rischio" un capitolo di bilancio, ma di aver fatto un'operazione che, tra l'altro, potevamo fare anche a livello amministrativo puro e semplice, senza utilizzare la legge di assestamento. Abbiamo ritenuto che, proprio per la delicatezza e l'importanza, l'operazione dovesse assumere queste caratteristiche, quindi siamo trasparenti davanti al Consiglio.
Pregherei di non avere dubbi al riguardo: tutte le richieste pervenute per la legge n. 41 quest'anno avranno la possibilità, se saranno in ordine per quanto riguarda la documentazione, ecc., di essere finanziate addirittura nella loro totalità, cosa mai avvenuta normalmente, perché il capitolo mantiene ancora 150 milioni che, tra l'altro, riteniamo di non utilizzare tutti, ma che per garanzia abbiamo mantenuto.
C'è dunque l'impegno dell'Assessore e, per quanto riguarda il sottoscritto, la massima attenzione che per il bilancio 1998 questo capitolo, quello della legge n. 41, manterrà integro il suo stanziamento.
Ci auguriamo di essere stati sufficientemente esaustivi.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Non sono per nulla soddisfatto di queste scialbe argomentazioni. Si tratta di un capitolo evidentemente mal gestito dalla Giunta regionale.
Queste argomentazioni non convincono per nulla perché segnalano, come se fosse un fatto naturale, che su un capitolo così importante per le iniziative di valorizzazione dei luoghi della lotta di liberazione, si giunga a non impegnare i pochi fondi previsti e che questo passi con un emendamento dell'ultimo minuto in un'aula distratta.
La lotta di liberazione non ci sembra che meriti questa disattenzione e questo scarso impegno. Perché se così è, intanto, su un tema di questo genere, richiediamo che per tempo, e quindi all'inizio dell'anno, il Consiglio venga informato da chi di dovere - non so se sia il Presidente del Comitato Antifascista o il Presidente della Giunta o l'Assessore competente - su questa stortura nell'utilizzazione delle voci di bilancio perché di stortura occorre parlare.
Anche in base a quanto, se ho capito bene, ha riferito il Presidente Foco, quando ha segnalato che la caduta di richieste del 1997 in realtà corrisponde in modo univoco al non sufficiente impegno del bilancio 1996 su tutte le richieste che dal Piemonte provenivano, che non soddisfatte - dice il Presidente Foco - non vengono in parte più ripetute il prossimo anno generando una caduta di richieste.
Fatto gravissimo, che se può essere visto da questa Giunta con assoluto disinteresse, quando non con compiacenza, non può essere visto in questo modo da chi dirige e presiede il Comitato per la Difesa dei Valori della Costituzione e almeno per una buona parte di quest'aula, che di questi fatti non è stata in alcun modo informata.
Quindi, il nostro Gruppo, non essendo stato informato, si oppone vivamente affinché si porti a conclusione questa serie di disattenzioni gravi della Giunta, del Consiglio e di tutti i suoi Comitati e che si conservi questa cifra ricercando in ogni modo tutte le possibilità ordinarie e straordinarie, anche con un esame di merito di tutte le pratiche pregresse, giunte nei termini relativi agli anni solari, rispetto ai quali furono presentate, riesaminando le stesse, verificando perché sono state escluse alcune richieste di finanziamento, verificando la possibilità di impegnare questi 50 milioni, laddove sono stati richiesti e poi non soddisfatte queste richieste, verificando la possibilità che i 50 milioni stanziati in questo capitolo possano concorrere con propria legge, per analogia di argomento, perché la legge su Fondo Toce è legge autonoma, ma nel più ci sta il meno e, trattandosi di Fondo Toce, senz'altro di un monumento che valorizza il patrimonio culturale dei luoghi della lotta di liberazione, penso che si possa sostenere che il finanziamento per la Casa di Fondo Toce può utilizzare, oltre ai finanziamenti propri, anche altri tipi di finanziamento come questo e, dato che la Casa di Fondo Toce ha bisogno di parecchie centinaia di milioni per essere terminata, un contributo di 50 milioni penso che sia assolutamente utile.
Per tutti questi motivi chiediamo che nemmeno una lira venga tolta da questo capitolo, che dovrebbe rappresentare, sia pure emblematicamente, la volontà di una Regione antifascista.
Difendiamo questo stanziamento dal punto di vista emblematico affinch tutti i soldi che vengono messi a bilancio trovino un'attenzione assidua e giornaliera da parte di tutti gli organismi. Se così non è, chiediamo che all'ultimo minuto non si sottraggano 50 milioni a questo capitolo, ma si giunga nei mesi precedenti ad un'informativa al Consiglio in merito ad una difficoltà di gestione sulla quale il Consiglio stesso a maggioranza non mancherà di dare contributi, suggerimenti e disponibilità ad approvare metodi e procedure in modo che questo poco, che viene stanziato per queste voci di attività serie rivolte all'affermazione dei valori dell'antifascismo, venga conservato.
Siamo disponibili, in aula o in Commissione, ad esaminare tutte le modalità possibili per giungere a questa erogazione.
In alternativa a questa decurtazione di 50 milioni, se non verrà ritirata dalla maggioranza, noi proponiamo, per contrapporci a questo smantellamento di previsione finanziaria, una manovra inversa, anche questa emblematica. Su questi temi è bene non scherzare.
Proponiamo quindi alcuni emendamenti, che via via presenteremo, che partono appunto da un incremento di questo capitolo di 50 milioni. Gradirei avere delle assicurazioni a seguito di queste mie argomentazioni, che credo che anche gli altri compagni di Rifondazione Comunista vorranno riprendere in modo da far riflettere su questa proposta di decisione sulla quale l'aula potrebbe anche decidere di soprassedere. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

L'intervento del Consigliere Chiezzi ha ulteriormente sviluppato un tema che, se avessi potuto intervenire prima, avrei già risolto dicendo che la Giunta, come è stato più volte detto nell'ambito di alcuni interventi, è un esecutore conforme di quanto il gestore, che per il cap. 20020 è fondamentalmente il Consiglio regionale, riesce o non riesce ad attivare.
Non c'è alcuna difficoltà a ritirare l'emendamento.
Aggiungo per completezza che, in merito a questo e ad altri capitoli come i segni "+" non hanno necessariamente un significato politico, a maggior ragione non lo hanno i segni "-".
Il Consigliere Chiezzi mi consentirà (senza voler assolutamente fare dei paragoni tra cose che non sono paragonabili perché, come ho detto poc'anzi, i valori non sono oggetto di discussione) di suggerire tecnicamente due modalità: una, già ampiamente conosciuta da quest'aula e che si riferisce alla gestione dell'ambito di decisione politica tramite ordini del giorno; l'altra tramite un'attribuzione a questo capitolo di spesa che in questo momento non compare nel bilancio della Regione Piemonte per quanto riguarda l'accesso alle spese obbligatorie che ne definisce in maniera anche emblematica la priorità.
Al di là di questo, come i Consiglieri possono constatare nelle ultime due voci a pagina 2 dell'emendamento, il fatto di spostare 6,4 miliardi da un anno all'anno successivo non significa in alcun modo la non volontà da parte della Regione di provvedere in termini di sistemi integrati di smaltimento o di produzioni, ma semplicemente una constatazione tecnica contabile di bilancio.
Essendo oggi il mese di luglio, supponendo che questo Consiglio approvi questa o qualunque altra iniziativa, questo provvedimento sarà operante ad occhio e croce alla fine di settembre o nei primi giorni di ottobre. Detto in altri termini, Consigliere Chiezzi, al di là del valore emblematico, non solo non mi sottraggo, ma ho anche suggerito modalità per renderlo più sistematico e pertanto - ripeto - ritiro l'emendamento che non aveva alcuna valenza emblematica, ma al contrario operativa. Se oggi con l'emendamento si decidesse di stanziare, oltre a mantenere gli stanziamenti già esistenti nel capitolo in oggetto - 350 milioni, mi pare di ricordare - altri 200/300 milioni per il Fondo Toce, il finanziamento avrebbe unicamente valore emblematico, perché temo che la struttura avrebbe incapacità di trasformare l'emendamento in stanziamenti in liquidazione, quindi semplicemente contribuiremmo in quota parte all'aumento di quelli che si chiamano fondi perenti.
Quindi credo - poi liberi tutti di gestire la linea politica come si ritiene - che mentre un ordine del giorno segnala in maniera non equivoca la volontà di una parte del Consiglio di sostenere una linea piuttosto che un'altra, il mettere stanziamenti tanto per metterli, quando molto spesso non si avrà la capacità di trasformarli in liquidazione, quindi in capacità di spesa effettiva, credo che si tratti unicamente di una modalità soltanto teorica e non come nel significato dell'intervento richiesto dal Consigliere Chiezzi. Però, siccome non è che non si voglia riconoscerne il valore emblematico, ben volentieri ritiro gli emendamenti per quanto riguarda i 50 milioni in più e i 50 milioni in meno, che - come ho già detto prima - erano stati accolti su suggerimento dell'Ufficio di Presidenza.



PRESIDENTE

Quindi la parte che riguarda i 50 milioni viene ritirata da parte della Giunta.
Per correttezza vorrei dire che non era l'Ufficio di Presidenza che aveva suggerito i 50 milioni, ma il sottoscritto in sede di I Commissione per dare sempre a Cesare quel che è di Cesare. Quindi sono d'accordo con le osservazioni che sono state fatte, perché al riguardo non ci devono essere ombre.
La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Personalmente, essendo intervenuta in primissima battuta sull'argomento in discussione, sono soddisfatta dell'ultima soluzione dell'Assessore Burzi che, oggettivamente, ci tranquillizza abbastanza.
Come l'Assessore Burzi saprà, relativamente allo spostamento di miliardi, si è più tranquilli di quanto non accada per lo spostamento di qualche decina di milioni da un capitolo all'altro. In quest'ultimo caso è infatti più probabile che la cifra in riduzione, seppur modesta, tale rimanga. La prudenza, da questo di punto di vista, è anche frutto dell'esame delle situazioni.
Intendevo però intervenire non più su questo punto, ma sulla questione dell'ambiente.
Rilevo che buona parte degli emendamenti - peraltro devo alla cortesia dell'Assessore Burzi di avermi precisato in precedenza questo punto - sono stati spostati al prossimo anno.
Visto che domani discuteremo il Piano dell'ambiente - mi spiace un po' l'assenza dell'Assessore Cavallera - chiederei al Presidente della Giunta regionale, in assenza dell'Assessore competente, quali sono le ragioni per le quali i relativi consistenti fondi per l'anno 1997 non vengono spesi per essere spostati al 1998.
Ho anche rilevato la prevista risistemazione, sotto il profilo ambientale, dell'area critica industriale di Casale Monferrato e dei territori limitrofi. Tutto ciò è indubbiamente positivo.
Per quanto riguarda l'ambiente, vorrei capire perché non verrà spesa la somma consistente che si aggira, tra una voce e l'altra, Assessore, intorno ai sei miliardi, in funzione, anche, della discussione di domani sul Piano dell'ambiente.
Oggettivamente, penso che gli spostamenti saranno ripristinati, visto che si tratta di somme e cifre molto alte; gradirei, comunque, una spiegazione da parte della Giunta.



PRESIDENTE

Preciso che, probabilmente per colpa della Presidenza, essendo passati all'illustrazione globale degli emendamenti, stiamo discutendo di questi ultimi prima della discussione generale...! La parola al Presidente della Giunta regionale, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Relativamente allo spostamento ricordato dalla Consigliera Spagnuolo occorre distinguere due aspetti. Quello legato ai capitoli relativi alle bonifiche, addirittura già deliberati dalla Giunta regionale - circa 20 miliardi - a partire da Casale Monferrato e altri siti sui quali siamo intervenuti con fondi statali.
I 5/6 miliardi relativi ai rifiuti sono stati spostati nel '98, perch una volta approvato il Piano dei rifiuti - mi auguro in questi giorni mancherebbe oggettivamente il tempo necessario all'attuazione e dunque per poter spendere il denaro, che abbiamo quindi impegnato e trasferito su un testo di legge approvato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Peano.



PEANO Piergiorgio

In tema di variazione, volevo alcuni chiarimenti relativamente al capitolo 11950, legge n. 62, "Fondo per la gestione socio-assistenziale" ovvero contributi ulteriori a Consorzi di Comuni ormai costituiti. Per il 1997 abbiamo previsto un fondo di tre miliardi; per il 1998 è segnato un contributo di 750 milioni; per il 1999 un miliardo e 400 milioni.
Volevamo capire se si ritiene di ridurre i fondi per i Consorzi costituiti o se c'è garanzia di contributo anche per i prossimi anni. Si era infatti detto che per tre anni i Consorzi avrebbero goduto di aiuti ulteriori: vorremmo sapere se viene mantenuto lo stesso contributo.
Inoltre, relativamente alla legge n. 73, "Strutture per R.A.F e R.S.A.
interventi pubblici e privati" che concede in conto capitale una previsione per dieci anni del 6% a intervento ultimato. Avevamo a bilancio 3 miliardi portati a 4 con un emendamento.
Nei giorni scorsi è stata approvata la legge sui disabili e gli 8 miliardi a bilancio per il 1997 sono stati trasferiti al 1998. Avevamo chiesto, in sede di approvazione della legge, se fosse stato possibile trasferire gli 8 miliardi alla legge n. 73; è pur vero che le tante richieste pervenute sono ancora in fase di istruttoria, ma 4 miliardi pochissimi, potrebbero non soddisfare che una percentuale bassissima di richieste di interventi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Goglio.



GOGLIO Giuseppe, Assessore all'assistenza e servizi

Per quanto concerne la legge n. 62, per un paio di anni i contributi ai Consorzi dei Comuni sono garantiti. Si era detto che si sarebbe fatta una verifica dopo il primo anno di vigenza della legge, visto che si tratta di contributi per la costituzione, per l'avvio dei Consorzi. Evidentemente in futuro non avranno gli stessi importi, perché potrebbe benissimo accadere che alcuni Consorzi alla fine dell'anno rilevino degli avanzi - o disavanzi.
Per quanto concerne la legge n. 73, avevo chiesto, come da accordi precedenti, di spostarvi gli otto miliardi della legge dei disabili, che abbiamo fatto slittare al 1998. L'Assessorato al patrimonio mi ha obiettato che questo importo avrebbe irrigidito troppo il bilancio e che quindi non era possibile.
Si tratta di una questione più tecnica che politica; certo, sarebbe stato molto comodo ed utile poterli inserire nella legge n. 73 perché, come ricordato dal collega Peano, ci sono davvero molte richieste.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Quanto richiesto dal Consigliere Peano, credo meriti una risposta sia di merito sia, soprattutto, tecnica.
Gli 8 miliardi della legge n. 305 recentemente approvati dal Consiglio regionale, sono stati messi nel 1998, perché, comunque, non li avremmo potuti spendere nel 1997. Lo slittamento all'anno 1998 è dovuto al tempo minimo perché la legge n. 305 - come è stato ricordato in sede di dibattito abbia l'operatività che consente a un fondo regionale di poter trovare una sua applicazione in sede di bilancio.
Da questo punto di vista, l'averli anticipati sulla legge n. 73 non avrebbe dato nessun risultato obiettivo, al di là della capienza, nel corso dell'anno, perché non sarebbero stati spesi.
La dimostrazione è che, all'interno dell'area di interventi di assistenza, per esempio, sulla legge n. 104/92 (già operativa e già finanziata), c'è - non in termini di investimento, ma in termini di spesa (che sono i contributi ai Comuni per interventi a favore delle persone handicappate) - una dotazione annuale, sempre per il bilancio di previsione del 1997, di 4 miliardi e 900 milioni.
Essendoci capienza ed essendoci capacità di spesa in questo momento, in occasione dell'assestamento di previsione che stiamo esaminando, abbiamo incrementato questa voce di 4 miliardi; ciò a segnalare la volontà di andare in una certa direzione, che però sia poi operativamente agibile.
Se gli stessi 4 miliardi li avessimo messi sulla legge n. 305 o sulla legge n. 73/97, sarebbero finiti regolarmente in economia per la non possibilità di trasformare una voce di bilancio in termini di spesa.
Ora faccio un passo indietro al discorso di merito.
Troverete, sia in sede discrezionale che negli emendamenti che in parte abbiamo discusso e discuteremo, tutta una serie di slittamenti fortemente richiesti agli Assessorati, siano essi colleghi che uffici. Il motivo è che uno dei problemi - e con i colleghi della I Commissione questo è stato oggetto di una serie di discussioni - che ha questo Ente è quello di avere non una sufficiente capacità tecnica di impegnare i fondi regionali o statali a disposizione. Questo dipende da "n" componenti (ad esempio la ritardata disponibilità dei bilanci); comunque è un fatto: in sede di consuntivo 1996, che abbiamo approvato in quest'aula intorno al mese di giugno, il fondo di interessi (questo è il discorso che con i colleghi della I Commissione ho già fatto almeno due o tre volte) era notevolmente incrementato. Ciò a significare una volontà - ovviamente sempre legittima e comprensibile - di impegnare dei fondi. E, qualora questi fondi vengano impegnati nell'ultimissima parte dell'anno (i colleghi ricorderanno che questo scade il 30 novembre di ogni anno, ultimo giorno possibile per effettuare gli impegni), appare evidente che gli impegni assunti nell'ultima parte dell'anno hanno una possibilità di trasformarsi in residui molto più alta di quelli presi nella prima parte dell'anno, perch manca poi il tempo fisico di completare le pratiche relative alla liquidazione della voce.
Pertanto si è chiesto - e si sta cercando di ottenere, e molti dei segni "meno" sono un esempio di quanto sto dicendo - di definire (alla fine del mese di luglio, in fase di assestamento e tenuto conto di quali saranno i tempi tecnici affinché questa legge diventi operativa, per quanto concerne gli uffici, a metà o fine di settembre) ciò che oggi non è più impegnabile, perché lo stato dell'arte delle procedure, la conoscenza delle singole pratiche lo rende disponibile agli uffici e agli Assessori, e di slittarlo in prenotazione sul pluriennale.
Il bilancio pluriennale certamente non è ancora completo, ma lo sarà in fase di previsione del 1998 e del pluriennale 1998/2000); il nostro intendimento è quello di considerare il bilancio pluriennale per quello che il legislatore disegnò, cioè la definizione di una serie di impegni programmatici - prenotazioni e non desideri - da parte della Giunta ed ovviamente del Consiglio.
Spero di aver - anche se in parte - diradato le nubi, non tanto nel merito, ma almeno nella forma, dell'intervento del Consigliere Peano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Peano.



PEANO Piergiorgio

Ho chiesto la parola anche per completare la mia precedente domanda e la risposta dell'Assessore.
I fondi che abbiamo a disposizione quest'anno sulla legge n. 73 sono di 4 miliardi; questi vanno comunque in economia, in quanto l'approvazione di quella legge consentirà di dare contributi decennali del 6%, a lavori ultimati. Per cui tutte le strutture che la Giunta ammetterà al contributo con atto deliberativo a lavori ultimati, e soltanto a lavori ultimati otterranno il 6% per 10 anni, e quindi i 4 miliardi vanno comunque in economia.
A fronte di questa legge, che ha tantissime richieste rispetto all'ipotesi iniziale (è una legge che abbiamo fatto noi), questi 4 miliardi sicuramente accontenteranno il 10% delle richieste: prendiamone almeno atto.
Inoltre, Assessore, le ricordo che per quanto riguarda la legge regionale n. 22, quella che da anni consentiva l'erogazione di contributi in conto capitale per piccoli o grandi interventi su tutte le strutture del settore socio-assistenziale, ecc., non è stato riaperto il bando di ammissione ai contributi.
Quest'anno, però, riusciremo ad accontentare soltanto il 10% delle richieste avanzate sulla base della legge n. 73 e nulla di più.
Vorrei capire meglio. Infatti, in sede di approvazione di bilancio si era parlato di portare i finanziamenti della legge n. 73 ad almeno 8 miliardi. Per cui chiederei che almeno la metà della quota prevista per le strutture per i disabili - non dico tutti gli 8 miliardi venisse trasferita su questa legge.
Insisto, perché ritengo che lei, Assessore, abbia fatto un'ottima legge, ma certamente riuscirà a soddisfare solo pochissime delle richieste che perverranno all'Assessorato.



PRESIDENTE

Mi rendo conto che una serie di provvedimenti e di emendamenti sono stati presentati solo questa mattina in Commissione, per cui con ogni probabilità alcuni Gruppi non hanno potuto essere presenti e quindi non hanno potuto avere i chiarimenti dovuti.
L'assestamento è un momento importante, e mi rendo conto di non condurre in termini molto formali il dibattito in aula.
Con questo voglio chiedere venia - come nel mio stile - all'aula perché stiamo conducendo un dibattito - e vorrei che fosse chiaro ai Consiglieri - che non è nei termini canonici.
Stiamo facendo in aula un lavoro che normalmente si svolge in Commissione.
Con questo non voglio dire che non sia utile o che non lo dobbiamo fare, però non vorrei che l'aula pensasse che non mi sono accorto che sto dirigendo in questi termini.
La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, credo che oggi sia venuto fuori ciò che da tempo andiamo dicendo. L'abbiamo detto in fase di emendamenti al bilancio di previsione ed anche in fase di assestamento al bilancio. Poi, purtroppo, proprio il giorno dell'assestamento al bilancio probabilmente ero da qualche parte e quindi non ho potuto intervenire nel merito, per cui vorrei riprendere questo discorso.
Le relazioni al bilancio di previsione, principalmente quelle al bilancio consuntivo, da parte degli Assessorati non devono avere una valenza esclusivamente tecnica: dovrebbero avere una valenza prettamente politica.
Tutte le domande poste sull'applicazione, ad esempio, della legge n. 73 avrebbero potuto avere tutti i chiarimenti in una relazione politica, per quanto riguarda il bilancio consultivo, su che cosa era avvenuto e cioè a quali domande della popolazione piemontesi si era riverberata la posta messa nel bilancio di previsione.
Noi dovremmo tentare, con la collaborazione degli uffici, di capire che cosa produce il bilancio regionale, gli 11.500 miliardi all'interno dei quali vi sono 6850 miliardi che sono di esclusiva competenza della sanità.
Ma anche la sanità ha un suo riverbero all'interno della popolazione piemontese non soltanto in termini di sanità pubblica, ma anche di occupazione, di velocizzazione delle procedure, di efficienza nel servizio.
Ma se andiamo a leggere quali sono state le cifre - ne abbiamo spesi tanti o non ne abbiamo spesi tanti - non otterremo mai quella chiarezza che sarebbe estremamente importante avere come Consiglieri e successivamente da fornire alla popolazione piemontese.
Credo che con questo assestamento di bilancio si sia data risposta ad una prima richiesta che abbiamo sollevato con un emendamento - respinto in fase di bilancio di previsione - avevamo chiesto che fosse stabilito, con un emendamento alla legge finanziaria della Regione Piemonte, il termine ultimo del 30 settembre per quanto riguardava l'accettazione degli impegni.
Credo che con il fatto che al mese di luglio ci si sia resi conto che avremmo aumentato i residui perenti e che si sia fatta una pulizia all'interno degli stessi rendendoli molto più chiari e limpidi, è già un risultato - vi sono dei residui perenti che non verranno mai soddisfatti perché non verrà mai richiesto di essere soddisfatti.
Il secondo risultato è quello di aver spostato nell'anno in cui certamente si riuscirà a mettere in pagamento le cifre, ma che non impedisce in questo esercizio di prenotarle perché sono prenotabili da oggi anche sul bilancio del 1998, credo sia un altro apprezzamento.
Nel merito delle cifre non siamo assolutamente d'accordo ma non abbiamo presentato degli emendamenti perché riteniamo che sia un lavoro assolutamente inutile in questa fase, lo faremo sicuramente in fase di discussione del bilancio preventivo per il 1998.
Quindi ritengo che l'operazione fatta risponde ad alcune esigenze che aveva posto il centro-sinistra già in fase di bilancio di previsione sicuramente sulle cifre la responsabilità continua ad essere della maggioranza perché ha i numeri per sostenerla e quindi il nostro voto sarà contrario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Alcune considerazioni generali.
La difficoltà con la quale stiamo discutendo del bilancio consultivo è anche dovuto alla modalità con cui ci siamo arrivati e anche al contesto.
Teniamo conto che se ne è discusso lunedì scorso la prima volta, nel frattempo gran parte di noi Consiglieri ha avuto impegni in Consiglio regionale abbastanza intensi; ciò non ha favorito ad alcuno un approfondimento serio della materia. D'altro canto il fatto di esserci trovati con un pezzo prima e con gli emendamenti, anche consistenti questa mattina, in parte impone un lavoro di approfondimento in corso d'opera.
Credo che questo assestamento, al di là del fatto che recepisce ovviamente quanto il Consiglio aveva votato in sede di discussione del bilancio, non si discosta molto dall'impostazione del bilancio. A mio avviso, evidenzia una difficoltà di cogliere quelle che sono le esigenze più profonde della Regione, le priorità, ed in particolare quelle sul lavoro.
La mia impressione è che ci sia una grande confusione. Innanzitutto la difficoltà a leggere le cifre, quando uno cerca di leggere dove sono i soldi per l'occupazione non ci riesce mai, o se ne occupava l'Assessore Masaracchio ed erano nel capitolo dei trasporti, adesso perché se ne occupa l'Assessore Goglio sono insieme al capitolo sull'Assistenza, però leggendo il capitolo dell'Assistenza ad un certo punto ci si accorge che su tale capitolo vi sono anche interventi per la pace e altre cose.
Continua a non essere chiaro dove vengono attinti i soldi per il lavoro. Questa confusione porta a dire che sono stati spesi 500 milioni in più per il lavoro, di cui 400 al capitolo 11140 (contributi alle sezioni regionali delle associazioni nazionali di rappresentanza e tutela del movimento cooperativo) che mi pare non sia concretamente il massimo come politica dell'occupazione. Se noi guardiamo contemporaneamente quanto è stato speso finora, credo che questa scarsa attenzione dipenda anche dal fatto che non vi è l'attenzione dovuta a quanto effettivamente si spende inoltre sui capitoli, inseriti dentro l'Assistenza, sul lavoro in genere troviamo la somma stanziata e non la somma impegnata. Nel senso che attualmente su molti di questi capitoli l'impegno è ancora zero come nei capitoli 11173, 11174, 11175, 11176, ovvero si è stanziato zero a metà anno, sono i capitoli riguardanti i lavori socialmente utili, l'insieme della politica sul lavoro attualmente vede la Regione che ha queste cifre stanziate ma non ancora impegnate, non dico spese.
E' ovvio che in una situazione di questo genere non si tende a privilegiare ulteriori investimenti in questa direzione, mentre sappiamo che altri fondi, come quelli sulla cultura, si è già in fase di utilizzo ampio. Non credo che sia colpa dell'Assessore al bilancio, però dobbiamo evitare, a metà anno, di trovarci di fronte ad una situazione di questo genere. A volte ci siamo trovati sul finanziamento ai lavori socialmente utili con mancanza di soldi e quando finalmente si avviano queste politiche ci sono difficoltà nel pagamento; anche l'anno scorso abbiamo avuto più fondi del previsto però se noi continuiamo a non dimostrare un'attenzione nella spesa non è detto che poi lo Stato ci dia questi fondi, magari li dà prima ad altri.
Credo che l'assestamento vada letto anche insieme ad una valutazione di quanto è stato speso finora.
Un'ultima considerazione su quanto viene speso. Leggendo gli impegni assunti ho notato, per esempio, che non è stata impegnata neanche una lira sul capitolo 26240, che è quello sulle barriere architettoniche, non è più il campo lavoro, ma è un'altra cosa su cui c'è 1 miliardo e 200 milioni. A metà anno non abbiamo ancora impegnato nulla su questo, mentre ci sono delle voci, per esempio le consulenze, sulle quali si è già consumato l'88%.
Ci sono problemi importanti e non riesco a spiegarmi perché non ci sia una pronta capacità di utilizzo dei fondi che comunque esistono; chiunque giri per le città del Piemonte può rendersi conto che si tratta di problemi per cui è necessario un intervento.
La cifra c'è ma non viene stanziata. Non vorremmo che il non utilizzo di questi fondi comportasse un assestamento con il quale vengano messi da un'altra parte.
Invece di interrogarsi sul perché non vengono spesi e non si risponde ad un'esigenza presente, occorre fare un'operazione contabile, seria perché piuttosto che lasciarli fermi è meglio utilizzarli. Credo che questo, però, si può fare con un'operazione politica più attenta a come vengono spesi i soldi. Quindi, bisogna stare attenti ai capitoli in cui c'è un ritardo nella spesa.
In futuro, sperando che non ci sia più un intreccio tra leggi così importanti, come quella che è passata la scorsa settimana e l'assestamento occorrerà fare una maggiore discussione per entrare più concretamente nel merito della questione. Una lettura comparata tra quanto si riesce a spendere e l'assestamento deve servire anche in funzione di quello.
Io penso che occorrano due tipi di assestamento: un assestamento finanziario, quello che abbiamo di fronte, ma anche una valutazione su quanto è stato speso perché ci sia una pressione politica, un input politico da parte della Giunta e del Consiglio, laddove i fondi sono stati stanziati in capitoli in cui sicuramente serve che vengano spesi - ma questo non avviene - quindi ci sia una correzione, non dal punto di vista delle cifre, ma dell'interesse politico verso le stesse.
Noi abbiamo giudicato negativamente il bilancio in quanto abbiamo riscontrato l'incapacità di spesa che si è verificata anche, per esempio sul DOCUP, la riduzione di 25 miliardi sui fondi dell'Unione Europea, che in parte è testimone di questa difficoltà. Difficoltà che non è dovuta, in questo caso, a chissà cosa, perché il Consiglio non ha impedito che l'elaborazione e la presentazione del DOCUP andasse speditamente, tant'è che quando se n'è discusso è stato approvato in mezz'ora.
Quindi non c'è stata chissà quale azione di freno da parte del Consiglio; il problema, semmai, è che i tempi, per una serie di cause, si sono allungati, per cui constatiamo che quest'anno non si possono spendere cifre abbastanza significative, perché i 25 miliardi muovono poi altri fondi, sia statali che privati, quindi diventano una cifra più elevata.
Anche questa incapacità di spesa ci porta a dare un giudizio negativo all'assestamento del bilancio che, a nostro avviso, si muove in linea e senza aver individuato quelle priorità che noi riteniamo fondamentali, come quelle sull'occupazione.



PRESIDENTE

Se non vi sono altri interventi di dibattito generale, do la parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Intanto ringrazio il Consigliere Papandrea e prima ancora il Collega Miglietti per i loro interventi.
Per quanto attiene allo slittamento di circa 22 miliardi e 500 milioni sui programmi comunitari DOCUP, che abbiamo rinviato al 1998, credo che l'Assessore Picchetto non avrà difficoltà, subito dopo il mio intervento se seguisse quello che sto dicendo adesso - a completare le spiegazioni che peraltro abbiamo già dato questa mattina in Commissione, sulla necessità operativa dello slittamento al 1998.
E' comunque noto a tutti i colleghi che il documento DOCUP ha già ricevuto un'approvazione formale, ancorché non ancora comunicata da parte della Comunità Europea e che quindi, per le motivazioni che ho accennato poc'anzi, essendo adesso fine luglio, appare evidente che non potrà tradursi in una operatività di impegno di liquidazione complessiva nel corso della parte terminale del 1997.
Desideravo rispondere non tanto e non solo sul lavoro, dove comunque segnalo che, rispetto al bilancio di previsione 1997 - i colleghi di Rifondazione Comunista ricorderanno - anche sulla base di una serie di interventi sollecitati dal nostro Gruppo, un'ulteriore posta è stata messa nell'ambito dei capitoli specificamente riferentesi al lavoro, ancorché poi ai contenuti dei problemi di lavoro non contribuiscano unicamente i capitoli direttamente riferentesi.
Mi pare che la posta all'epoca aggiunta fosse di circa 4 miliardi e 500 milioni, come frutto della discussione sulla finanziaria 1997. Qui, in fase di assestamento, viene comunque aggiunto sui capitoli - sono quelli a cui alludeva il Consigliere Papandrea - un ulteriore 10% circa, a segnalare che, tanto o poco, la volontà è comunque quella di andare nella direzione all'epoca auspicata dal collega Papandrea e non solo da lui.
Mi premeva tornare su un punto che in parte è stato sollevato dal Consigliere Peano e in parte dai colleghi Miglietti e Papandrea.
Mi pare ci siano due, forse tre momenti diversi ed entrambi devono trovare una loro sistematica risposta nell'ambito del Consiglio.
Il primo è relativo all'esame di ciò che la Giunta o il Consiglio è riuscito a impegnare a fronte di una finanziaria.
Non è questa la sede dell'assestamento, che è invece la I Commissione ma per questo basta organizzarci, sulla base dei monitoraggi, che sono strumenti che alla fine di ogni mese la struttura degli uffici mette a disposizione di tutti i Consiglieri, che danno per spesa e per tipo di fondo, sia esso regionale che statale, l'evolversi del lavoro dell'esecutivo.
Il documento c'è; so che viene distribuito anche ai colleghi della I Commissione, o comunque potrebbe essere distribuito, e questo consentirebbe, con tutte le risposte adeguate, sia di domandarsi perch questo stanziamento non è ancora stato impegnato e riceverne le risposte e trarne le adeguate conseguenze, sia esso - ripeto - spesa, che fondo regionale o fondo statale.
Altra è la conseguenza politica sia in fase di premessa che in fase consuntiva a cui alludeva il Consigliere Miglietti.
Se porto l'esempio della domanda fatta dal Consigliere Peano mi risulta abbastanza semplice sostenere che nell'ambito di questo assestamento forte è la linea a sostegno di interventi sociali; infatti, se andate a leggere nella relazione gli incrementi di spese e di fondi nelle linee finanziabili dell'Assessorato all'assistenza, è facile sostenere che, ove c'è la possibilità di intervenire nell'ambito dei disabili e delle RSA o nell'ambito della formazione per operatori nel campo dell'assistenza, la Giunta in questa fase sia intervenuta a sottolineare un ruolo sociale, cui certamente questo esecutivo non vuole sfuggire.
La legge n. 73 non è finanziabile; come ha sostenuto prima il Consigliere Peano - moltissime sono le domande, le pratiche in corso di completamento di istruttoria e di idoneità che testimoniano l'importanza dell'intervento ed il fatto che il Consiglio regionale sia andato nella direzione giusta, su una legge che comunque è ripetitiva (esattamente con la legge n. 305) ma che non può avere agibilità finanziaria nel corso del 1997.
Non a caso, lo stanziamento sulla legge n. 73, che mi pare fosse di circa 5 miliardi, già in fase della finanziaria 1997 è stato stralciato e portato al 1998, proprio perché già nel marzo 1997 si sapeva che non sarebbe stato possibile distribuirlo quest'anno. Quindi vuol dire che il 1998 sarà la prima annualità invece che la seconda, trattandosi appunto di una legge con un finanziamento ripetitivo per dieci anni.
Evidentemente la velocizzazione della spesa e il controllo di essa sono due dei temi su cui questo Consiglio e questa maggioranza dovranno confrontarsi. E' difficile farlo in un unico momento traendone conclusioni sia politiche - legittime, ci mancherebbe - che tecniche.



PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'articolato.
ART. 1 1) Emendamento presentato dall'Assessore Burzi: alle tabelle A) e B) di cui all'art. 1 del disegno di legge n. 337 "Disposizioni finanziarie per gli anni 1997/1998/1999" sono aggiunte le seguenti ulteriori variazioni: TABELLA (vedi allegato) Questo emendamento è stato modificato nel corso della discussione preparatoria e di chiarimento. Quindi le variazioni relative ai capitoli 10220 e 20020 sono soppresse, mentre il resto dell'emendamento vive.
Informo inoltre che alcuni emendamenti legati a questo emendamento sono stati ritirati.
Se non vi sono interventi, lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo la verifica del numero legale.



PRESIDENTE

Il numero legale è presente.
L'emendamento è approvato con 23 voti favorevoli, 12 contrari e 3 astensioni.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo l'appello nominale per le prossime votazioni.



PRESIDENTE

Non voglio insistere, ma il numero legale esiste.



SIMONETTI Laura

Chiediamo l'appello nominale.



PRESIDENTE

Va bene.
Chiede di parlare il Consigliere Cavaliere; ne ha facoltà.



CAVALIERE Pasquale

Per la prosecuzione della seduta chiedo la verifica del numero legale.



PRESIDENTE

Non vorrei essere frainteso. Per quanto riguarda la votazione sull'emendamento il numero legale c'era. E' stato invece chiesto l'appello nominale per quanto riguarda le prossime votazioni.
2) Emendamento presentato dai Consiglieri Cavaliere, Saitta, Miglietti Spagnuolo, Rosso, Dutto e Rubatto: nella tabella B), per l'anno 1998 sono inserite le seguenti variazioni: cap. n. 27170 - 10.000.000.000 cap. n. 27160 + 10.000.000.000 l'incremento del cap. n. 27160 viene destinato al finanziamento di interventi per il buono casa inseriti nell'ambito del FIP (cap. 27160).
La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

La Giunta, pur comprendendo le finalità di una delle iniziative prese in senso operativo all'inizio di quest'anno, visto il notevolissimo successo, non può recepirla per quest'anno in quanto comunque non sarebbe più operativamente fattibile, Per l'anno 1998 lo verificheremo in sede di previsione 1998. In questo momento la Giunta è contraria.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Mi pare sbagliato l'approccio al problema da parte dell'Assessore al bilancio, in quanto noi abbiamo evitato di fare proposte già per quest'anno, nonostante ci fossero tutte le ragioni, in primis per il fatto che il primo bando non è stato consentito - per i motivi che conosciamo - a tutti i Comuni per l'alto numero delle domande. Invece ci siamo posti il problema del 1998 chiedendo, tra l'altro in assenza di una previsione sui bilanci statali, che attraverso i fondi globali si intervenisse in qualche modo e ci si facesse parte attiva in merito a questo importante problema.
Crediamo che lo sforzo finanziario sia necessario ed interessante e ci stupisce la presa di posizione dell'Assessore al bilancio.
Chiedo un pronunciamento da parte del Presidente della Giunta, perch riterrei assai grave se questa fosse la risposta finale della Giunta nel suo complesso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Grazie, signor Presidente. Tramite i giornali, in occasione del varo del primo e del secondo provvedimento sul buono casa (sia quello a fondo perduto sia quello in conto interessi), l'Assessore e la Giunta hanno dato un notevolissimo rilievo all'argomento sostenendo che non si era riusciti ad accontentare e a recepire tutte le domande poste dai cittadini, ma che comunque era una strada ottima e che si sarebbe dovuto continuare a percorrerla. Ora, in coerenza con quanto fatto scrivere sui giornali, credo sia assolutamente inconcepibile. Sappiamo benissimo che la procedura da mettere in atto per quanto riguarda il buono-casa è abbastanza agevole e breve - per fortuna i tempi non sono infiniti. Credo si possa benissimo entro la fine dell'anno, dare avvio alle procedure e ai primi mesi del 1998 poter procedere all'erogazione dei fondi.
Dopo tutte le cose pubblicate sui giornali, da parte della Giunta regionale sarebbe perlomeno doveroso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Signor Presidente, mi stupisce la modalità con cui l'Assessore al bilancio risponde, in modo asciutto e secco, alle richieste che provengono sì da parte della minoranza, ma che sono in funzione della comunità piemontese.
Qualsiasi proposta ha un risvolto sia di carattere economico sia di merito, che riguarda l'Assessorato - penso all'Assessore Botta - e il Presidente Ghigo.
D'altronde, noi immaginavamo che la proposta venisse accolta "al volo" da parte dell'Assessore; sarebbe infatti servita a sanare una situazione che, obiettivamente, ha creato parecchie difficoltà, rivelate da tantissime deliberazioni assunte dai Consigli comunali del Piemonte, esclusi dal bando per il buono-casa.
Saprete tutti, colleghi, che quel bando interessava soltanto i Comuni ad alta tensione abitativa, quindi quelli dell'area metropolitana, e i Comuni montani. Erano esclusi i Comuni della pianura, pur avendo, essi stessi, alta tensione abitativa.
Dunque, la proposta di un ulteriore finanziamento servirebbe a sanare la situazione di iniquità determinata attraverso le modalità con le quali era stato sviluppato il primo bando del buono-casa.
Immaginavamo che questa fosse la sede utile per far seguire a delle interrogazioni svolte anche in Commissione una risposta vera, concreta: che non fosse un "Poi vedremo."; immaginavamo che la Giunta regionale desse una risposta.
Prendiamo atto del "no" dell'Assessore: voteremo il nostro emendamento e riferiremo alle Amministrazioni comunali che hanno sollevato il problema che alla prima occasione utile l'Assessore Burzi, l'Assessore Botta ed il Presidente Ghigo hanno dato risposta negativa.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

I colleghi che mi hanno preceduto hanno già nel merito illustrato l'emendamento, che anche noi abbiamo sottoscritto, poiché l'occasione del bilancio di carattere discrezionale è proprio la sede per collocare questo tipo di richieste. Richieste che non sono di natura particolare, ma che riguardano un'emergenza effettiva del Piemonte; richieste che provengono da tutto il territorio piemontese, in particolare dai Comuni che hanno messo in evidenza questo tipo di problematica, che già prima i colleghi hanno voluto sottolineare.
Crediamo che questa sia materia, visto che l'incremento di finanziamento si delinea per l'anno 1998, rispetto alla quale, l'Assessore competente - o se non lui, la Giunta - debba motivare le proprie risposte.
In tal senso, mi permetto di sottolineare che non si tratta della richiesta di un singolo o rivolto ad una particolarità. Si tratta di un emendamento di carattere squisitamente politico, la cui esigenza credo non possa non essere condivisa; proprio per questa ragione chiederei come Consigliere all'Assessore Burzi di voler motivare la sua risposta scarna nonché negativa.
Il giorno nel quale ognuno di noi avrà occasione di incontrare dei Sindaci deve poter motivare il "no" della Giunta all'emendamento di natura politica da noi presentato. Successivamente, potremo condividere o meno le sue motivazioni, ma credo debba essere consentito alle opposizioni di conoscere le motivazioni di un "no" della Giunta.
Un "no" senza motivazioni, per carità, ci fa anche gioco, dal punto di vista politico, come opposizioni, ma è comunque troppo poco.
In questo senso, mi attenderei una risposta più articolata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pierluigi

Signor Presidente e colleghi, ho firmato l'emendamento proprio per la necessità, sul territorio, di intervenire maggiormente nel settore della casa.
E' evidente che voterò a favore degli assestamenti finanziari in discussione, però voglio chiedere al Presidente della Giunta regionale un suo intervento, affinché questo emendamento venga ridiscusso e vengano riassegnati 10 miliardi per i buoni-casa.
L'Assessore Botta ha fatto parecchio nel settore della casa, ma c'è ancora molto da fare. Coloro che hanno modo di girare nei vari Comuni, sul territorio, rilevano immediatamente l'aumento di questa necessità.
Chiedo al Presidente Ghigo di accogliere l'emendamento e, in caso d'impossibilità di accoglimento, di motivare il proprio "no".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Credo che le richieste dei sottoscrittori dell'emendamento siano legittime. Non mi pare, però, illegittima, anche dal punto di politico, la risposta dell'Assessore.
L'Assessore non ha negato la realtà dell'esigenza, ma ha anche rilevato l'impossibilità, nell'assestamento di bilancio, di una risposta positiva alla stessa, che, sempre secondo l'Assessore, va programmata rispetto al bilancio 1998.
Non mi pare si tratti di risposta fantasiosa. E' vero che alcuni Comuni sono stati esclusi dalla legge, ma su tale esclusione vorrei fare una riflessione: alcuni dei Comuni rimasti senza buoni-casa già non facevano e non fanno - parte delle Comunità montane e nemmeno dell'Area metropolitana.
Credo che andrebbe fatta una riflessione più ampia rispetto alle reali esigenze che hanno questi Comuni. Ad esempio si potrebbe avviare uno studio approfondito per verificare se non siano ulteriormente da assegnare i buoni casa a quei Comuni montani che negli anni hanno visto il loro spopolamento oppure se non sia il caso di spostare i buoni casa dai Comuni metropolitani (verificandone l'esigenza) a quegli altri di carattere collinare, di carattere intermedio fra la montagna e la collina.
Tale ragionamento - questo sì in veste politica - va fatto con un certo studio alle spalle, perché se nell'assestamento di bilancio vi sarà uno spostamento di qualche miliardo da una parte all'altra, farlo adesso mi sembra un po' imprudente e probabilmente non risolveremmo le problematiche più che legittime ed anche condivisibili, che alcuni Consiglieri hanno sollevato con i loro interventi e nel sottoscrivere questo emendamento.
Quindi ritengo di dover accedere - e lo dico anche come dichiarazione di voto su questo emendamento - alla risposta data dall'Assessore, con l'impegno però da parte degli Assessori interessati e dell'intera Giunta ad una verifica, attraverso uno studio, di quelle che sono le reali esigenze dei buoni casa sul territorio piemontese: probabilmente potremmo avere delle sorprese anche già rispetto ai buoni casa che sono stati distribuiti.
Vale a dire: basterebbe un'analisi statistica delle domande presentate e, in via politica, magari agevolare altre domande per quelle parti di territorio che, negli anni, hanno visto il numero degli abitanti decrescere in modo gravissimo, unitamente al decrescere dell'economia locale.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Ferrero.



FERRERO Caterina

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, anch'io ritengo che le considerazioni dell'Assessore, seppur succinte, non intendessero assolutamente - per quanto mi è parso di intendere - rifiutare una sollecitazione a tenere in considerazione la questione dei buoni casa.
Già nell'ambito della II Commissione, sulla base di sollecitazioni pervenute da alcuni Comuni, che richiedevano di essere inseriti in questi bandi, abbiamo potuto rilevare la portata di questo provvedimento che peraltro, ha già avuto un finanziamento cospicuo nel bilancio scorso.
Ritengo che la sollecitazione politica a tenere nel dovuto conto questo tipo di provvedimento debba essere sicuramente colta. E mi pare che, da questo punto di vista, l'Assessore non ne abbia assolutamente negato l'importanza.
E' abbastanza logico pensare che un provvedimento di questo tipo non si debba ridurre ad un emendamento che prevede uno spostamento di capitolo di bilancio in fase di variazione, ma ritengo che il discorso, proprio perch è così importante possa essere approfondito, magari con una previsione di stanziamenti molto più ampi nella fase del bilancio 1998, tenendo conto del fatto che risultano essere state presentate innumerevoli domande.
Probabilmente, con i fondi stanziati sarà possibile accontentare pochi ma, nello stesso tempo, a mio avviso, in fase di approvazione del prossimo bilancio, potremo avere una situazione più chiara delle domande presentate della fattibilità dei progetti e delle richieste che effettivamente si possono soddisfare.
Collegandomi a quanto diceva il Capogruppo, Consigliere Montabone ritengo anch'io utile riverificare quelli che possono essere gli interventi in questo senso.
Proprio sulla base di questi argomenti, qualche mese fa abbiamo presentato un ordine del giorno sulla questione dei buoni casa e l'eventuale destinazione di parte di questi fondi a fabbricati rurali fabbricati quindi presenti in diverse zone agricole.
Per quanto ci riguarda, accogliamo positivamente la sollecitazione a che la questione dei buoni casa sia ripresa non in fase di variazione, ma in fase di approvazione del bilancio 1998, valutando, tra l'altro, anche i risultati degli ultimi bandi emessi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Il Gruppo di Rifondazione non ha firmato questo emendamento e non lo condivide. Ritiene che questa sia la ripetizione di una filosofia e di un progetto di intervento nel settore della casa sbagliati. E' la filosofia del giocare al lotto (tra l'altro, mi pare che adesso, oltre che al sabato si giochi anche il mercoledì).
Tale proposta corre dietro alla logica suggerita da questa maggioranza che è quella prevalente oggi in Italia, secondo la quale nel settore della casa non occorre più intervenire con programmi di investimento rivolti prevalentemente all'estensione dell'edilizia finalizzata all'affitto in generale, in particolare al basso affitto.
Abbandonata questa politica in un Paese che ha il più alto tasso d'Europa di case in proprietà, si ritiene di continuare a versare i soldi dei contribuenti a favore di chi intenda acquistare una casa. E' una politica miope, che non risponde alle emergenze sociali che il problema della casa pone: quelle dei bassi redditi, degli sfrattati che non possono acquistare, del bisogno di case in affitto, tutti fattori che portino l'Italia ad estendere questo patrimonio, essendo difficile pensare che, in un'area come la nostra, la percentuale di case in proprietà possa ancora crescere oltre il numero già eccezionale a livello europeo.
I buoni casa, dunque, mentre potrebbero essere un elemento di una seria politica per la casa con un nuovo Piano di investimento pluriennale, stanno diventando l'unico elemento visibile di una politica della casa.
Ci sembra sbagliato che, a fronte di questa visibilità - e questa Giunta ha già fatto qualche cosa in proposito - anziché contrastare questa tendenza con proposte alternative, si corra dietro a un buono casa, due buoni casa, tre buoni casa.
La logica, a parere del Gruppo, è completamente sbagliata. E' la logica della lotteria, del tirare a sorte, del compilare domande, dello sperare in una regalia, perché alla fine regalia è, anche rispetto all'entità dei contributi che si riescono ad erogare. E' un terno al lotto.
Noi pensiamo che la politica della casa debba uscire dalla logica delle lotterie che ad oggi ha ancora vasto e allargato consenso, e debba invece intraprendere un'analisi seria, attenta del mercato della casa così com'è oggi, della penuria di case in affitto come primo elemento di una politica seria sulla casa, di un volume di investimento forte da parte del pubblico a questo scopo, di un sostegno, se lo si vuol dare, ai privati che si impegnano ad affittare. Non ci sembra che l'estensione della casa in proprietà corrisponda né ad un bisogno sociale, né probabilmente ad una capacità di assorbimento da parte del mercato in Italia, oggi plausibile.
Per questo motivo non abbiamo firmato il documento, aspettiamo di vedere come si colloca la Giunta, poi faremo le nostre dichiarazioni di voto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grasso.



GRASSO Luciano

Anch'io non ritengo che i buoni-casa siano l'unica soluzione per risolvere il problema della casa. Chiaramente è una delle tante possibilità operative per incentivare il mercato immobiliare, però in questo momento di enorme crisi immobiliare gli incentivi devono essere ben maggiori, devono essere di altra portata.
Per questo ritengo che la risposta dell'Assessore possa andare in una giusta direzione quando dice di non prendere in considerazione un'incentivazione dei finanziamenti per il buono-casa, però bisognerebbe fare uno studio generalizzato, un programma ben più ampio, anche valutando quanto sta pensando il Governo. Abbiamo sentito che il Governo sta comunque studiando di incentivare il mercato della casa con dei provvedimenti che conosciamo ancora pochissimo. Abbiamo solo avuto degli accenni, abbiamo saputo che vari Ministeri si sono messi in condizione di poter studiare i provvedimenti della casa, riteniamo che la Regione Piemonte, valutate le operazioni che farà il Governo, dovrebbe integrare oppure appoggiarsi a queste iniziative per far sì che il mercato della casa possa avere uno sviluppo almeno nel prossimo 1998. Il 1997 è l'anno in cui il diagramma ha toccato il fondo: peggio di così non poteva succedere.
Per quanto riguarda le considerazioni del Consigliere Chiezzi sulla politica della casa con l'incentivazione destinata all'affitto, ritengo che sia un errore quello di incentivare la costruzione finalizzata all'affitto.
L'affitto libero e allargato deriva solamente da un mercato libero, non pu derivare da un mercato comunque vincolato. Tutte le volte che abbiamo voluto vincolare il mercato, tutte le volte che abbiamo voluto stabilirne delle regole particolari, abbiamo comunque fatto crollare il mercato dell'affitto.
Personalmente sarei favorevole ad un'incentivazione, basterebbe una piccola norma, dare un'incentivazione a tutti i tassi applicati, a tutti i mutui esistenti, senza andare a calibrare quali sono quelli più necessari e quelli meno necessari. L'edilizia è necessaria a tutti, per cui basterebbe incentivare i tassi dei mutui per poter certamente migliorare il mercato della casa.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi per la replica.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Innanzitutto ringrazio tutti i Consiglieri che sono intervenuti. Mi scuso per l'asciuttezza della risposta che voleva essere anche una conseguenza di quanto detto prima, noi stiamo discutendo di variazione '97 e di programma di slittamenti, che mi era parso aver trovato una qualche condivisione dal punto di vista tecnico, sul '98 e sul '99.
Ringrazio in modo particolare i colleghi Grasso, Ferrero e Montabone che nel merito riassumono anche quella che è l'attuale posizione della Giunta - è evidente che la Giunta condivida la logica ispiratrice dell'emendamento di utilizzo in maniera diversa del FIP, non a caso quando parleremo dell'art. 2 del presente disegno di legge troverete una scheda di 40 miliardi di cui cinque vanno per interventi ad edilizia residenziale agevolata.
Perché la Giunta è contraria? E' contraria perché non è questa la sede per dibattere di quella che sarà la politica del 1998 e 1999, fermo restando - mi pare che questa Giunta lo abbia già ampiamente dimostrato che la linea viene condivisa.
Quindi in questo senso non lo recepiamo per motivazioni tecniche. Tengo anche a precisare, come impegno suppletivo se serve, che gli interventi di edilizia agevolata quest'anno sono quasi tutti avvenuti - tranne l'emendamento che approveremo dopo di utilizzo di cinque miliardi del FIP con fondi statali. Mi pare che le previsioni da parte degli uffici prevedano che l'utilizzabilità di questi fondi tenderà a zero nel corso degli anni prossimi, c'è un impegno forte - richiesto in primis dall'Assessore Botta e condiviso da tutta la Giunta - nell'utilizzare fondi regionali a supplenza di ciò che i fondi statali non potranno reindirizzando la politica dell'edilizia agevolata da parte della Giunta proprio dopo un intervento, peraltro auspicato mi pare dai colleghi Ferrero, Grasso e Montabone, conoscitivo di quanto ha fatto finora e che troverà la sua formalizzazione nel bilancio di previsione del 1998, dove i segnale saranno, ripeto, nuovamente di condivisione da parte dell'esecutivo, di una politica agevolante in questa direzione, adeguata nelle quantità e nei modi in funzione delle analisi che anche in questa sede sono state richieste.



PRESIDENTE

Passiamo ora alle dichiarazioni di voto.
La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Non mi pare sia quanto ha detto l'Assessore Burzi un non accoglimento tecnico, riferendosi alla filosofia, all'intervento del collega Grasso che invece mi pare abbia espresso delle opinioni totalmente contrarie a quel tipo di intervento. L'intervento dei buoni-casa che vanno nella direzione del recupero del patrimonio esistente, questa è una questione importantissima, non sono in contraddizione con eventuali politiche sull'affitto che pure ci devono essere. La presentazione di più di ventiduemila domande e seicento assegnazioni rischia di essere - ha ragione il Consigliere Chiezzi - una lotteria, anche se poi il lotto in queste cose c'è per tutte le politiche; anche l'assegnazione della casa popolare rischia di esserlo rispetto al bisogno, perché c'è bisogno di tante politiche sulla casa e speriamo che il Governo intraprenda quelle iniziative che sono state anticipate in queste settimane. Ne servono molte altre (sull'affitto, sul recupero), cercando non di rendere il mercato regolatore di se stesso, ma attuando interventi che incentivino una cosa piuttosto che un'altra.
I buoni casa hanno certamente incentivato il recupero dei centri storici, il recupero del patrimonio esistente e hanno risposto ad un bisogno reale di tanti cittadini, giovani coppie e non solo.
La nostra richiesta, Assessore Burzi, non è stata demagogica altrimenti l'avremmo fatta relativamente al '97, dicendo che non si è risposto, con il bando del '97, a tutte queste cose, facciamo diversamente.
Noi abbiamo detto: incominciamo ad impegnare qualcosa con i fondi globali sul '98, in modo da indirizzare una certa politica. Quello credo sia il minimo, anche se ci venissero assegnati gli stessi fondi statali speriamo anche di più, ma se ci venissero assegnati gli stessi, credo che la Regione Piemonte dovrebbe mettere molto più di dieci miliardi per riuscire a fare una cosa concreta.
Questo era un primo impegno, usando l'assestamento.
Se il punto di vista è tecnico, non si può che accogliere questo ragionamento; se è politico - e lo è - noi prendiamo atto che si spendono e si vogliono spendere i soldi per lo spirito europeo e non per il problema piemontese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Intervengo a completamento delle osservazioni fatte dal collega Cavaliere, che condivido. La sede è questa, non è un'altra: è la sede istituzionale, la sede politica e le risposte alle domande politiche non possono essere osservazioni di carattere tecnico.
L'Assessore ha dato una risposta di carattere politico, dicendo: ne riparleremo. Il dibattito ha evidenziato che ci sono due posizioni all'interno della Giunta: una posizione, che noi condividiamo, che favorisce la proprietà per chi ha una situazione di disagio e non pu accedere direttamente e allora viene aiutato da parte della Regione; la posizione, invece, espressa dal collega Grasso, che parlava di accesso alla proprietà, indipendentemente dalla situazione di reddito.
Noi non siamo contrari alla politica della Giunta, però diciamo che oggi la Giunta, dovendo fare una ridistribuzione del reddito che viene raccolto attraverso le imposte, deve intervenire a favore di chi ha difficoltà per l'accesso alla proprietà, che riteniamo un fatto importante.
L'accesso alla proprietà, non solo è garantito dalla nostra Costituzione, quindi è una priorità che va garantita, ma è anche importante per la tutela del patrimonio abitativo.
Le difficoltà che esistono nella tutela del patrimonio dello IACP sono sicuramente superabili con la proprietà, rispetto alle situazioni in affitto o all'assegnazione. Quindi è una evoluzione rispetto ad un metodo tradizionale che è stato attuato da parte dell'Ente pubblico.
Condividiamo dunque questa impostazione, mentre non condividiamo l'impostazione, che speriamo non prevalga nelle politiche della Giunta, del collega Grasso.
Siamo contenti che la collega Ferrero e il collega Montabone abbiano detto che questa nostra proposta è condivisibile; occorre però che chi ha il governo del paese assuma un'iniziativa. Queste difficoltà dovute ad una iniquità di tipo territoriale sono difficoltà già emerse da qualche mese quindi un'iniziativa bisogna assumerla.
Noi diciamo che è questo il momento giusto.
Probabilmente ha ragione il collega Montabone: noi, come Ente pubblico ci siamo concentrati attorno a Torino, sui Comuni ad alta tensione abitativa, che sono i Comuni metropolitani, dimenticando tutto il resto.
Poi ci si è spostati verso le Comunità Montane, pensando che questa fosse una politica di sostegno al reddito delle Comunità Montane. Io non credo che abbia questo significato.
La nostra considerazione, come Popolari - mi avvio alla conclusione - è che la politica regionale deve intervenire per promuovere la proprietà nelle situazioni di disagio, indipendentemente dalla collocazione territoriale. Può essere una Comunità Montana, può essere l'Area metropolitana, può essere il Comune di pianura o il Comune montano, poi le politiche di sostegno per le economie deboli, che sono le economie montane sono altre.
Quindi, la sollecitazione dei Comuni di pianura ad intervenire, a fare in modo che il bando preveda anche loro, risponde ad una logica che mette sullo stesso piano la famiglia che vuole accedere alla proprietà del Comune sia di pianura che di montagna. Questo mi pare un fatto di equità.
Quello che mi sento di suggerire per il futuro è che probabilmente bisogna pensare a delle modalità diverse di svolgimento del bando. Perch l'istruttoria di 26 mila domande è una cosa terribile, immagino; chissà quanto tempo occorrerà e chissà i ricorsi che ci saranno. Bisogna pensare ad un meccanismo più snello che non sia una riproposizione dei vecchi bandi dello IACP, perché se riproduciamo le stesse cose, credo che ci troveremo con le stesse difficoltà.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pierluigi

Voglio dire pochissime cose. Prima di tutto, al Consigliere Chiezzi: è vero che è un terno al lotto, però mentre si fanno tante parole ben vengano i terni al lotto, ben venga il gioco del lotto, perché qualcuno, andando a giocare al lotto, pensa di poter mangiare e di riuscire a chiudere la propria settimana.
Questi 10 miliardi sono quindi necessari per sviluppare un settore particolarmente disagiato.
Siamo tutti d'accordo su quanto ha detto Chiezzi, però, prima di riuscire a fare quanto lui suggeriva, è meglio fare un emendamento e riuscire a recepire questi fondi.
L'Assessore Burzi dice che la Giunta è d'accordo come principio, è d'accordo a questo intervento, però ha detto chiaramente che non ci sono i fondi.
Alcuni Capigruppo della maggioranza si sono detti d'accordo su quanto è scritto in questo emendamento, sull'intervento in favore del settore della casa. A questo punto chiedo perché non si sospende il Consiglio per una decina di minuti, per chiedere, in un ordine del giorno, la possibilità che la Giunta prenda in esame questa situazione edilizia in Piemonte e recepisca questo emendamento per il prossimo bilancio. Lo chiedo formalmente. Grazie.



PRESIDENTE

C'è dunque una richiesta formale di sospensione dei lavori.
La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Credo, Presidente, che un tema così sentito, e le 26 mila domande parlano da sole, sia un argomento che forse non abbiamo affrontato nel modo migliore, proprio perché la discussione sul documento di bilancio è stata presentata anche in Commissione molto in fretta, probabilmente non c'è stato neanche modo di annunciare gli emendamenti che avrebbero bisogno di un approfondimento maggiore.
L'Assessore Burzi ha dato una sua prima risposta, poi è intervenuta un'altra risposta, sempre dell'Assessore Burzi, che diceva: "Non riteniamo di poter accedere perché sono politiche diverse", e ha fatto riferimento all'intervento del Consigliere Grasso.
Io ho ascoltato, per quanto mi era possibile, con attenzione l'intervento del Consigliere Grasso, il quale, però, ha precisato, in alternativa a quanto detto dal Consigliere Chiezzi, soprattutto per la parte del mercato degli affitti, nel momento in cui ha detto: "Il mercato è libero mercato e noi non possiamo porre vincoli, perché il mercato non pu essere orientato o vincolato".
Tutto questo, indubbiamente, è vero; e mi sembra che il Consigliere Grasso abbia detto che ci potrebbe essere, per lo sviluppo dell'edilizia tutta un'altra serie di interventi, riferendosi, per esempio, alle politiche dei mutui.
Non mi è sembrato - e commento quell'intervento perché l'Assessore Burzi ad esso si è collegato - ci fosse una negazione in assoluto di queste politiche; sono intervenute due osservazioni: una, sulle politiche generali del sostegno all'edilizia, che potrebbero intervenire anche con altri strumenti; l'altra, sulla questione degli affitti: "Non illudiamoci che premiando chi affitta, risolveremo il problema".
Anche questo è vero: l'abbiamo già rilevato con la questione dell'equo canone; anche qui, occorrerebbero incentivi di politica nazionale (penso alla tematica dell'ICI, che indubbiamente, però, non è di nostra competenza).
Visto che nemmeno da parte della maggioranza è sembrato, perlomeno alla sottoscritta, di vedere un conflitto così verticale, si tratta davvero di materia sulla quale varrebbe la pena riflettere un po' meglio, senza una preconcetta distinzione tra proposte della maggioranza o dell'opposizione.
A me sembra, ed è sembrato al nostro Gruppo nel momento in cui ha sottoscritto l'emendamento, che questa proposta venga dalla comunità piemontese.
Se 26 mila persone chiedono di accedere al buono-casa, significa che si tratta di bisogno; significa che lo strumento che viene proposto è stato considerato condivisibile.
Porto all'assemblea un briciolo di esperienza, non legata al territorio dell'area metropolitana di Torino, nella quale opero e nella quale personalmente, sono stata eletta, ma dei Comuni delle colline astigiane. Se c'è una cosa sulla quale mi fanno domande, persino per strada, è quella del buono-casa.
Credo che la discussione consiliare del bilancio discrezionale della Regione Piemonte sia il momento nel quale ci si debba esprimere su queste questioni. Una semplice ipotesi di dilazione mi sembra un gioco delle parti (per carità, ne ho viste, sempre, un po' di tutti i colori, anche se devo dire che in particolare questo è un periodo di grande riflessione in negativo sul gioco delle parti).
Si tratta di problematiche molto vaste, che rappresentano un modo nuovo di concepire, in un Paese, il problema del proprio rapporto abitativo; non è più questione nemmeno di carattere economico: ci sono fortissimi connotati di carattere sociologico, nel momento in cui anche classi non abbienti vogliono accedere alla proprietà dell'immobile in cui abitano. Non so se sia giusto o meno, ma, certamente, è un sentimento forte, che credo debba ricevere un'attenzione che non ci divida, in maniera aprioristica fra maggioranza e opposizione.
Torno a dire al Presidente della Giunta regionale che quando ci sono problematiche così vaste, probabilmente hanno bisogno di una risposta politica articolata e non di un tentativo tecnico.
Posso capire che l'Assessore Burzi abbia vincoli di bilancio e che quello della risposta tecnica sia un rifugio oggettivo, ma credo che questo tipo di emendamenti richiedano una risposta di tipo politico così come le 26.000 richieste di buono, che rappresentano un bisogno certo, al quale una risposta va data.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Credo sia importante che le risposte politiche, che comunque non dovrebbero venire, per il tema dibattuto, in occasione dell'assestamento di bilancio, dovrebbero essere date non dall'Assessore al bilancio, ma dell'Assessore che si occupa della casa. Ciò per un motivo semplicissimo: nessuno, certamente, prende per spunto l'assestamento di bilancio per discutere della politica della casa in generale.
Volevo anche dire, rispetto all'intervento fatto prima, che le risposte politiche devono essere basate e suffragate da uno studio tecnico.
Sarebbe importante non dire che ci sono state 26 mila domande; sarebbe interessante assumere dalle stesse richieste alcune fattispecie per capire quali sono state le domande prevalenti, nel quadro generale.
So bene che facendo una divisione semplicemente matematica sono 600/700 le domande che avranno accesso al buono-casa; ma di quelle 600/700 mi piacerebbe conoscere le caratteristiche, le esigenze che hanno giustificato l'accesso al buono-casa.
Le 26 mila domande ci devono far riflettere; occorre verificarne le caratteristiche. Personalmente, sono per far sì che persone che abbiano difficoltà di carattere economico e che intendano accedere alla proprietà della casa possono usufruire del buono-casa. Per esempio, sarei già più esigente, per coloro che hanno già la casa in proprietà e che vogliono semplicemente ristrutturarla. Ma questo specialmente per un motivo: non perché non difendo chi ha già la proprietà, perché difendo maggiormente coloro che la proprietà vogliono avere. Per difendere costoro, mi piacerebbe sapere quante di quelle domande hanno questo tipo di caratteristica.
Seconda cosa. E' stato fatto un distinguo rispetto al territorio. A me piacerebbe sapere quante di quelle 26 mila domande sono state fatte dagli abitanti dell'area metropolitana; e mi piacerebbe sapere, per esempio rispetto a coloro che si predispongono ad avere in proprietà l'alloggio quali sono le loro attuali condizioni alloggiative: se sono in affitto; se sono in alloggio già di loro proprietà e se intendono ristrutturarne un altro; se sono già sposati o se intendono sposarsi e cioè se sono nuove coppie.
Il mio intervento è per dire e ribadire che, poiché non è ancora stata fatta questa analisi, a mio modo di vedere, è improprio fare delle scelte politiche in questo momento, anche se condivido quello che dicevano la Consigliera Spagnuolo ed il Consigliere Saitta.
Verrà il momento in cui queste scelte politiche andranno fatte, ma ripeto - quando ci sarà uno studio sulle domande già presentate e che potranno essere di base rispetto ad un progetto futuro.
E' per questo che sin dal mio primo intervento dissi: "Condivido la linea che alcuni Consiglieri cercano di impostare rispetto alla casa" - che non è quella del Consigliere Chiezzi, tanto per intenderci, perché anche nell'ambito della minoranza c'è un distinguo fortissimo su questo tema "ma ci sarà un momento in cui la Giunta dovrà fare alcune riflessioni e dopo aver studiato a fondo le domande e il territorio che ha avuto accesso a questo tipo di domande, proporre, anche attraverso una modifica della legge esistente, dei bandi diversi".
Ma questo non può avvenire se non dopo aver analizzato la prima tranche di finanziamenti, che non mi pare si sia già esaurita.



PRESIDENTE

Se non vi sono altri interventi per dichiarazione di voto, il Presidente Ghigo ha chiesto di poter prendere la parola brevemente.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

No, siamo in fase di dichiarazione di voto e quindi vi chiederei di intervenire in questo senso.
Sappiamo che l'intervento del Presidente è "irrituale", per cui chi intende svolgere la dichiarazione di voto è pregato di chiedere la parola.
Prego, Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo di poter fare la dichiarazione di voto dopo l'intervento del Presidente, il che non mi sembra irrilevante al fine della dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

Non vorrei che riprendessimo poi le dichiarazioni di voto, perch rimane solo quella del Consigliere Chiezzi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Montabone; ne ha facoltà.



MONTABONE Renato

Non so se la mia possa essere una mozione d'ordine, però chiedo se sulle dichiarazioni del Presidente possiamo intervenire ancora tutti oppure no. Se così non è, invito il Consigliere Chiezzi - che è libero di fare quello che crede - a fare la sua dichiarazione di voto. Il Presidente farà poi la sua comunicazione, sulla quale c'è un impegno a non intervenire diversamente, gli chiedo di non comunicare nulla.



CAVALIERE Pasquale

Signor Presidente, a che titolo parla il Consigliere Montabone?



MONTABONE Renato

Ovviamente non parlo mai per te, parlo per me e non per te! Ho chiesto la parola per mozione d'ordine! Presidente, d'ora in avanti ogni volta che il Consigliere Cavaliere interverrà per qualunque motivo, chiederò a che titolo interviene! E vedrete che lo chiederò spesso!



PRESIDENTE

E' libero di farlo ogni volta.
Mi pare che le cose debbano ritornare da dove eravamo partiti. Quello del Presidente della Giunta regionale è un intervento irrituale, e l'ho già detto.
Consigliere Cavaliere e Consigliere Chiezzi, dite per quale motivo intendete intervenire. Prego, Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Signor Presidente, intervengo per mozione d'ordine.
Il collega Rubatto, durante il suo intervento, aveva fatto una richiesta: non mi pare che la Giunta l'abbia accolta.



PRESIDENTE

Non ho dimenticato la richiesta del Consigliere Rubatto. Infatti, avevo interpretato l'intervento del Presidente come risposta e come aiuto a dipanare la matassa.
A questo punto, chiedo al Consigliere Chiezzi di svolgere la sua dichiarazione di voto.



CHIEZZI Giuseppe

Sinceramente non riesco a capire che cosa lei stia proponendo. La richiesta di sospensione dei lavori avanzata dal Consigliere Rubatto era chiaramente un fatto incidentale e prioritario rispetto a tutto il resto che avrebbe dovuto essere risolto immediatamente, rispondendo sì oppure no.



PRESIDENTE

Non è detto. Erano iscritti a parlare alcuni Capigruppo, i quali avrebbero potuto esprimersi immediatamente a favore o contro.
Nessuno ha ripreso il problema, però le assicuro che, prima del voto avrei chiesto al Consiglio di pronunciarsi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, lei ha detto un attimo fa che il Presidente Ghigo avrebbe risposto, subito dopo la mia dichiarazione di voto, alla richiesta del Consigliere Rubatto.
Trovo un po' strano questo modo di procedere. Comunque, farò una dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

Mi ero rivolto al Consiglio precisando che l'intervento del Presidente era irrituale, ma mi sono reso conto che è meglio proseguire nei termini rituali. Per cui passiamo alle dichiarazioni di voto e poi valuteremo come procedere.



CHIEZZI Giuseppe

Dico solo che la Giunta o qualsiasi suo componente può sempre prendere la parola - secondo quanto ho letto nel Regolamento - per dire ciò che crede. Dopo la comunicazione della Giunta, si può chiedere la parola quindi adesso dichiaro la posizione del Gruppo, ma se un componente della Giunta o il suo Presidente svolgerà una comunicazione in aula, mi riservo di intervenire nuovamente su quanto verrà eventualmente detto.
In questo dibattito, secondo il punto di vista del mio Gruppo, un intervento interessante è stato quello del collega Montabone. E' un intervento che condivido nell'approccio al problema perché, al di là dell'esito politico sulle analisi che ha compiuto - esito che può trovarci anche discordi, ma non è detto che la discordanza di veduta debba essere quella congelata dagli interventi sin qui fatti - il Consigliere Montabone ha posto delle questioni che stanno alla base anche dell'opposizione del Gruppo di Rifondazione Comunista a questo emendamento.
Lo facciamo da due schieramenti diversi e probabilmente con un approccio al problema della casa diverso; non so quanto sia diverso, ma supponiamo pure che lo sia.
Le questioni poste dal Consigliere Montabone sono quelle che anche il nostro Gruppo chiede che vengano affrontate al fine di individuare una politica della casa che adesso non c'è: adesso c'è solo la lotteria. Nella lotteria è facile per tutti diventare un po' più buoni, demagogicamente rispetto all'intervento precedente: anziché 10 miliardi, se ne possono suggerire 11, magari anche 12. E chi si ferma più! Invece, il Consigliere Montabone ha detto di fare il punto della situazione; anche noi avanziamo la stessa richiesta. Fatto il punto della situazione, possiamo avere anche due politiche differenti: più spostata verso la proprietà, meno spostata verso la proprietà. Le aree di crisi di emergenza abitativa devono essere aree privilegiate, è indubitabile che è difficile continuare nel solco dell'intervento estemporaneo senza questi elementi.
Per cui noi non abbiamo condiviso, anche se ragioni politiciste potevano suggerirlo, un'impostazione di merito perché, per tante ragioni non corrisponde ad un'individuazione di una seria politica per la casa. Non si può fa così! Qualunque essa sia, fosse anche una politica per la casa solo in proprietà, senza una lira per l'affitto, non si fa in questo modo! La politica per la casa richiede tante cose, alcune le ha dette il Consigliere Montabone, altre le ho suggerite io; fatte quelle cose possiamo poi dividerci sulle politiche.
Per questo motivo noi non voteremo questo emendamento. Aspettiamo le comunicazioni del Presidente Ghigo, se ci saranno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto per mozione d'ordine.



RUBATTO Pierluigi

Per non sospendere il Consiglio e per poter portare avanti la discussione sull'assestamento di bilancio, ritiro la richiesta di sospensione del Consiglio, perché alcuni Capigruppo si sono impegnati a votare questo ordine del giorno ad apertura dei lavori nella giornata di domani. Grazie.



PRESIDENTE

C'era una richiesta di sospensione dei lavori, che adesso viene ritirata.
Sono terminate le dichiarazioni di voto.



CAVALIERE Pasquale

Deve intervenire il Presidente della Giunta.



PRESIDENTE

Il Presidente rinuncia per non essere irrituale. Ritiene di dover rinunciare all'intervento perché irrituale; qualora decidesse di intervenire, si aprirebbe nuovamente la discussione.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Ripeto, il Presidente non ha ritenuto di dovere... Adesso mi sta chiedendo di poter intervenire, sapendo che possono poi intervenire tutti i Gruppi, perché si tratta di una comunicazione.
La parola al Presidente della Giunta.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Il motivo per cui sono stato così titubante nel voler intervenire è dovuto al fatto che, a fronte di questa mia comunicazione, naturalmente potranno chiedere la parola i vari Gruppi, però va bene così.
La Giunta ha assunto questo provvedimento nel 1996/1997; provvedimento che naturalmente aveva come obiettivo principale il dare una risposta ad una necessità, che va nella direzione da noi sostenuta, di un recupero del patrimonio immobiliare del nostro territorio. Non tanto e non solo la volontà di fare nuove costruzioni, ma una volontà attraverso un intervento sia pur limitato, di intraprendere un processo che permetta, attraverso questi buoni casa - saranno pure una lotteria, ma se vincono 600 persone è comunque una buona lotteria! - di elargire contributi per la riqualificazione e la ristrutturazione degli immobili già esistenti.
La Giunta ha intrapreso questo provvedimento nel 1996: sono stati stanziati su questo provvedimento 23 miliardi, ai quali ne sono stati aggiunti altri 5, per cui in realtà il provvedimento ha raggiunto la cifra complessiva di 28 miliardi; senza parlare poi dei 25 miliardi più gli altri 5 miliardi sul FIP, che in realtà agiscono in una direzione diversa.
Noi consideriamo questo provvedimento - al di là delle considerazioni che qualcuno ha fatto sulla non bontà di questo provvedimento - buono. E' ovvio che anche noi ci rendiamo perfettamente conto che, essendo state presentate 26.000 domande e potendone soddisfare soltanto 600, evadiamo una piccola parte della domanda che abbiamo creato con questo provvedimento.
Tuttavia è nostra intenzione - e credo che l'emendamento che verrà presentato domani ne sarà la prova - continuare a coprire questo provvedimento in modo che le risposte date ai cittadini non siano solo 600 ma 600 nel 1997, 600 nel 1998 e 600 nel 1999.
Cercheremo di trovare altre risorse da aggiungere a quelli che sono i fondi statali, anche perché i fondi statali li abbiamo recuperati quest'anno; speriamo che l'anno prossimo ci siano nuovamente, ma non è così certo.
In sostanza, ho fatto questo ragionamento per giungere alla seguente conclusione: dichiaro in questa sede l'impegno della Giunta a coprire questo provvedimento per il 1998, perché è nella logica del provvedimento che abbiamo assunto. Sarebbe suicida assumere un provvedimento, soddisfare 600 persone su 26 mila domande pervenute e finire lì il tipo di intervento.
Noi abbiamo assoluta intenzione di proseguire in questo senso.
Questa è una discussione di variazione di bilancio sul 1997; per il 1997 abbiamo già coperto questo provvedimento, non solo con 23 miliardi, ma ne abbiamo aggiunti altri 5, perché abbiamo recuperato dei fondi statali che abbiamo messo su questo provvedimento.
Voglio in questa sede assumere l'impegno, come Giunta regionale, di coprire questo provvedimento anche per il 1998, e credo che questo possa avvenire in modo ufficiale domani con la presentazione di un ordine del giorno nel quale si specificherà e si impegnerà la Giunta per il bilancio del 1998. Quindi la discussione sul bilancio riguarda le spese che faremo nel 1998 - qui stiamo parlando delle spese per il 1997. Qualcuno potrà avere notato che ci sono dei trasferimenti e degli impegni per il 1998, ma sono soldi non spesi nel 1997, che quindi non si possono spendere nel 1997 e che si impegnano per il 1998, ma su dei provvedimenti assunti nel 1997.
Copriamo quindi il provvedimento nel 1997 con i 28 miliardi e, come Giunta, ci impegniamo a coprire lo stesso provvedimento nel 1998. Ritengo che questo debba essere fatto - al di là dell'assunzione dell'ordine del giorno, sul quale, visto il contenuto, ma se i principi sono questi dichiaro già, come Giunta, di essere d'accordo - nella sede di discussione del bilancio 1998 e non nella revisione del bilancio del 1997. Grazie.



PRESIDENTE

Sulle comunicazioni del Presidente, ha chiesto la parola il Consigliere Cavaliere; ne ha facoltà.



CAVALIERE Pasquale

Grazie, Presidente. Il punto della questione l'ha toccato proprio il Presidente della Giunta, nel momento in cui, dando per assodato tutto il dibattito e tutte le argomentazioni che abbiamo detto prima, c'è stato un mare di domande.
Voglio precisare che l'Assessore alla casa, Botta, si è recato anche nei Comuni che non potevano beneficiare di questo provvedimento a presentare lo stesso, quindi ingenerando un'aspettativa da parte dei cittadini di quei Comuni. L'aspettativa, dunque, è stata ingenerata da iniziative propagandistiche dell'Assessore, che si è recato Comune per Comune, anche in quelli non compresi dal provvedimento.
La differenza tra quello che ha detto lei e la nostra proposta praticabile dal punto di vista tecnico - a meno che ci si dimostri il contrario, allora ritireremo l'emendamento, ma ci siamo premurati di controllare e al momento ci è parsa praticabile - è che noi chiediamo un impegno diretto della Regione Piemonte: questa è la differenza.
Nel 1997 siamo riusciti a recepire i fondi statali in modo positivo chiediamo quindi, proprio per come abbiamo visto estendersi il problema non basta solo l'impegno statale, anche se speriamo di recuperarlo ancora che accanto all'impegno dello Stato ci sia anche un impegno regionale.
Dai fondi globali - quindi non sono spese correnti, ma sono mutui e questa, nell'economia del bilancio, è una cosa tecnicamente ed economicamente di un'entità limitata - proponiamo che ci sia già un impegno per il 1998, accanto a cui inserire tutti i fondi statali che riusciremo a reperire e anche - lo spero, signor Presidente - qualcosa in più.
Facendo un ragionamento ed una manovra di fine 1997 abbiamo proposto questo e ci pare una richiesta tecnicamente, politicamente ed economicamente accettabile, dati l'entità ed il problema che va a rappresentare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Voglio assicurare al Presidente Ghigo che l'emendamento da noi proposto è praticabile sul piano tecnico. Non mi pare che osti qualche norma contraria, quindi è praticabile e si può anche approvare.
Seconda osservazione: anticipando la scelta a questo momento, credo che la Regione sia nelle condizioni di prepararsi meglio alla seconda fase, che è quella di una modifica dell'impostazione del bando, perché il problema reale è questo.
Se si ritiene, cioè, che le situazioni di iniquità possano essere superate in termini territoriali, occorre che la Regione si attrezzi in tempo. I tempi tra l'indizione del bando, la gestione, la definizione di quelli che possono completamente accedere al contributo, sono lunghissimi.
Per cui, se si riesce ad anticipare i tempi, si riescono a distribuire le risorse, altrimenti le risorse vengono in qualche maniera congelate.
E' questo il significato di anticipare una scelta che, in ogni caso, la Giunta intende fare per il bilancio del 1998.
Ancora, la nostra richiesta è di un finanziamento non solo identico a quello del 1997, ma anche aggiuntivo, quindi un finanziamento che oltre ai fondi statali, i fondi della legge n. 457 (il biennio), i fondi già regionali stanziati per il 1997, preveda per il 1998 un finanziamento aggiuntivo per poter soddisfare un maggior numero di domande, soprattutto a favore di quei Comuni che sono stati esclusi.
Quindi, l'anticipazione ha questo significato e lo risollecitiamo.
Dopodiché mi pare che abbiamo sottolineato a sufficienza l'utilità complessiva dell'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Anche da parte nostra ribadiamo la bontà dell'emendamento che abbiamo presentato.
Se si parte subito, si riesce a tagliare e a contenere i tempi. Tutta l'operazione che è stata fatta è sicuramente quella di aver tolto dal 1997 ciò che non era immediatamente liquidabile, ma che si poteva portare al 1998.
Questa è un'anticipazione del 1998 che non contrasta assolutamente con il provvedimento che stiamo varando, ci vuole soltanto volontà politica nel merito.
Bisognerebbe poi approfondire la questione ed avere una relazione delle 26 mila domande. Io ero a conoscenza di qualche migliaio di domande e non di 26 mila: bisognerebbe capire, all'interno delle 26 mila domande, quante eventualmente avrebbero potuto essere ammesse, perché la domanda può farla chiunque, ma essere ammessi è diverso.
Mi rendo conto che, per fare questo, avremmo impegnato gli uffici a fare un lavoro che probabilmente, alla fine, non sarebbe stato utile, per per capire qual è l'esigenza e l'ammissibilità, credo che non sarebbe stato tempo perso.
Se, come dicevano prima i Consiglieri Saitta e Cavaliere, tutto fosse ricompreso all'interno di un ordine del giorno e se questo ordine del giorno prevedesse non soltanto i fondi che sono stati stanziati l'anno precedente, ma un incremento sostanziale dei fondi - perché noi ritenevamo che questi 10 miliardi dovessero essere in aggiunta ai due bandi dell'anno scorso, poiché questo era il senso dell'emendamento: oltre ad anticipare i tempi, aumentare la dotazione - se domani si riuscirà a recuperare queste proposte, da parte nostra potrebbe esserci un orientamento di gradimento del provvedimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pierluigi

Voglio ringraziare il Presidente della Giunta per il suo intervento chiarificatore; la Giunta sarebbe dunque favorevole all'accoglimento dell'ordine del giorno.
Ritengo quindi che domani mattina, con un documento firmato dalla maggioranza dei Capigruppo, si possa addivenire ad una soluzione, per quanto limitata, del problema della casa; ciò anche al fine di garantire anche nei prossimi anni, un intervento che superi quello di quest'anno.
Nell'anno in corso abbiamo infatti potuto aiutare e accontentare solo 600 famiglie; speriamo che nei prossimi anni, proseguendo su quest'impegno della Giunta, le famiglie da accontentare possano essere molte di più.
Credo che l'ordine del giorno possa essere posto in votazione domani mattina - lo chiedo anche al Presidente del Consiglio - come primo punto all'o.d.g.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Grazie, Presidente. Interverrò molto brevemente.
Condivido l'impostazione che ha voluto dare il Presidente della Giunta nel momento in cui ha rilevato l'opportunità di spostare l'eventuale incremento di fondi destinati ai buoni casa in sede di bilancio preventivo 1998, per due motivi.
Il primo. Come sollecitato da molti colleghi, è opportuna un'indagine conoscitiva sul modo di indirizzo di questi buoni casa, valutando le richieste in base alle esigenze di mercato della richiesta di buono casa.
In secondo luogo, perché a me pare, questo, un tentativo, politicamente anche un po' stiracchiato, di mettere il cappello o la propria bandierina peraltro ininfluente - su un'iniziativa indubbiamente meritoria.
Aggiungendo 10 miliardi ai 23 già previsti, otteniamo un incremento di meno del 30% di interventi possibili; il che significa passare da 600 domande soddisfatte a circa 850. Rispetto alle 26 mila domande presentate si tratterebbe comunque di un terno al lotto.
Colleghi, in sede di assestamento di bilancio, consentitemi di dire che si tratta di un terno al lotto particolarmente politico, ma, soprattutto non risolutivo della situazione.
Se l'emendamento - paradossalmente - avesse richiesto un incremento di 150 miliardi, non sarebbe stato soddisfatto dalle esigenze del nostro bilancio e dall'impossibilità di destinarli, ma l'emendamento stesso avrebbe avuto un senso logico. Diversamente, giocando sulla cabala potremmo dire che il tentativo di aggiungere 10 miliardi è semplicemente un modo per passare dal terno al lotto al Totogol; proporzionalmente, sarebbe irrisoria la differenza rispetto alla richiesta.
Pertanto, la proposta dell'emendamento non va bocciata solo perch giustamente, un incremento per un provvedimento di questa portata va fatta in sede di bilancio preventivo e non di assestamento, ma anche perché ha tutta l'aria di essere esclusivamente un emendamento non politico, come impostazione culturale sul tema, ma "politicante": si vuole mettere la propria bandierina su un provvedimento inventato da altri, peraltro in maniera assolutamente ininfluente. Si avrebbe - ripeto - un incremento irrisorio, per non dire ridicolo, rispetto al soddisfacimento delle domande presentate.
Pertanto, pur essendo favorevole ad un ordine del giorno, che valutando le possibilità nel prossimo bilancio preventivo di un incremento sostanzioso e sostanziale, e non soltanto formale, di quella che è la cifra attualmente imputata a bilancio, si potrà eventualmente aumentare lo stanziamento.
Aderire all'emendamento di pura forma, sinceramente, mi sembrerebbe dare una mano alle leggi della cabala, che non credo debbano essere proprie di una maggioranza politica.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Credo che, nuovamente, questo dibattito sia solo di contrapposizione di parti. Il problema sollevato è assolutamente sostanziale; noi saremmo molto lieti, come presentatori, se l'emendamento venisse approvato e potesse rappresentare - secondo quanto detto dal collega Ghiglia - una questione di sola forma. In tal caso, ci potremmo sedere ed aspettare le sedi più opportune di approvazione del bilancio! Magari potessimo ricevere risposte di carattere sostanziale! Comunque, l'emendamento presentato non è stato respinto di per s tant'è che ha dato origine ad una vasta discussione; la proposta è di presentare un ordine del giorno, ma sarebbe interessante capirne meglio le linee di presentazione.
Penso che quella in discussione sia una materia sulla quale varrebbe la pena riflettere maggiormente.
In precedenza, il collega Rubatto ha chiesto un'interruzione che ha poi ritirato, convinto dell'esigenza di un ordine del giorno; personalmente voglio ricordare al collega Rubatto che recentemente abbiamo discusso ampiamente in questo Consiglio regionale, sulla fondatezza degli ordini del giorno e sulla difficoltà a renderli operanti.
Anche se siamo in una fase un po' infelice delle richieste di interruzione per approfondire i problemi, da parte del nostro Gruppo, mi permetto ugualmente di chiedere una breve interruzione di questa riunione proprio per riflettere sulla materia.
Ripeto: non si tratta di piccoli numeri, la materia è complessa; credo ci sia grande interesse - unico - nei confronti del Piemonte: non creiamo illusioni né attraverso promesse successive né attraverso l'approvazione di ordini del giorno che potrebbero tradursi in elemento di grandi speranze per poi ridursi a poco.
Probabilmente, proprio perché la materia è così importante, una breve interruzione ci potrebbe davvero chiarire le idee.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Cari colleghi, dagli argomenti ascoltati finora, mi sembra che di fronte a noi non ci siano due politiche sul problema della casa. Mi sembra che ci sia una sola politica e, semmai, più pretendenti all'attuazione di questa politica, perché c'è chi sta in maggioranza e chi sta all'opposizione.
Questo, purtroppo, genera contrapposizioni circa questioni, Presidente Ghigo, tutto sommato rimediabili (così mi pare, vedendole dall'esterno e non condividendole).
Vi state dividendo su una questione di qualche mese, cioè vi suggeriscono: "Andate avanti per la vostra strada, aggiungete 10 miliardi" voi dite: "Li aggiungiamo la prossima volta, fra qualche mese, a settembre ottobre". Ma siamo già lì.
In quella logica, non mi sembra un grosso problema non risolvibile da adesso, perché se ci fossero contrapposti due modi e due politiche, la questione sarebbe più difficile.
Visto che la politica è una sola, la invito a risolvere questo semplice problema, accettando, in tutto o in parte, questo emendamento che nulla toglie, anzi, qualcosa porta a quella che io continuo a ritenere la non politica della casa, ovvero l'adesione ad una logica che, a mio parere, da un lato emargina la Regione Piemonte come soggetto autorevole di un forte progetto politico sulla casa e, dall'altro, emargina le fasce basse della popolazione, condannandole a non veder affrontato il problema che le tocca direttamente, cioè quello di avere case ad affitti compatibili con i loro redditi bassi.
E' un problema che oggi si estende a livello di decine e decine di migliaia di persone, vista la stasi degli stipendi e l'incremento del costo della vita e soprattutto degli affitti.
La Regione Piemonte potrebbe meritare qualcosa di più, per cui provo a sostenere questa posizione, anche partendo dal dibattito che stiamo svolgendo, il quale, pur tutto congelato sul buono casa sì-buono casa no buono casa a luglio o buono casa a settembre, dovrebbe, almeno in parte inserirsi - come suggerito da qualche collega - in una qualche politica rispetto alla quale occorre qualche elemento informativo, che qui non è stato reso e che qualcuno ha richiesto.
La Regione potrebbe disinteressarsi della politica della casa non impegnando risorse finanziarie proprie e facendo girare quelle dello Stato.
Ma se invece riteniamo che la Regione Piemonte debba impegnare queste risorse, non è certo seguendo quanto proposto dalla Giunta e oggi replicato anche da parte dell'opposizione, cioè prendere delle risorse e costruire provvedimenti legislativi ed impegni di bilancio che conducono al risanamento di singoli alloggi (secondo un bando o con delle priorità che non sto nemmeno a discutere), che si fa una politica della casa! Soprattutto non è una politica di livello regionale.
Pur ammettendo di condividerne lo spirito e l'utilità, queste sono risorse che porteranno un alloggio qua e un alloggio là, all'interno di stabili che rimangono come sono, risanando solo parti singole e non l'intero stabile, tanto meno più stabili, un isolato o più isolati.
Pertanto, con tali risorse sul problema della qualità del recupero non diciamo una parola: ci sarà un alloggio al quarto piano in una certa via che ha cambiato i serramenti ed i pavimenti.
Questa è una politica di basso taglio. Si tratterebbe invece di avere una politica di più ampio respiro, anche sui numeri.
Si parla di stampare 26 mila moduli: ma quante sono le domande del bando per l'assegnazione di alloggi in edilizia residenziale pubblica in affitto? Su quello non si dice niente.
Per finire, se domani il Presidente Ghigo presenterà in quest'aula un ordine del giorno, chiedo che questo fissi almeno un impegno a presentare un progetto per la politica della casa, secondo tutte le caratteristiche che la politica della casa oggi presenta, e non solo un documento che "chiude" semplicemente sull'erogazione dei buoni casa. Chiedo che ci sia questo impegno.
Nell'ambito di un impegno che porta in aula tutte le condizioni di questo problema, potremo dividerci e scrivere, ad esempio, che il 100% va solo per i buoni casa e niente al resto, o comunque discuterne.
Ritengo che in quest'aula siano molti gli interessati a discutere l'insieme della politica della casa, al di là del fatto che la discussione di oggi sia limitata solo a questo elemento.



PRESIDENTE

Vi è una proposta di sospensione...



SPAGNUOLO Carla

La proposta è mantenuta; volevo soltanto aggiungere una parola in merito.
Credo che un'interruzione sia indispensabile, in quanto il dibattito in corso si è concentrato sulle politiche della casa, ma non abbiamo sentito in alcun modo la posizione dell'Assessore all'edilizia (anzi, nel frattempo non c'è più).
Credo che il Consiglio abbia il diritto di conoscere anche la posizione dell'Assessore competente, in quanto non è chiaro se i documenti siano stati esaminati o meno. Se noi non li abbiamo esaminati, indubbiamente l'Assessore Botta lo avrà fatto; pertanto, ci dia una qualche valutazione.



PRESIDENTE

Ad ogni buon conto, c'era una proposta di sospensione, che sottopongo al Consiglio. E' previsto un pronunciamento a favore e uno contro diversamente, pongo in votazione la proposta di sospensione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Non ho capito bene se la proposta è di sospensione di questo punto o del Consiglio.



PRESIDENTE

A me pare di aver capito che la sospensione si riferisce ad una decina di minuti, relativamente a questo argomento.
La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Prima di intervenire, ovviamente, mi sono consultato con l'Assessore Burzi, perché mi sembrava corretto conoscere la posizione della Giunta.
L'Assessore ritiene che non sia opportuno sospendere o, quanto meno che una sospensione non possa portare ad un chiarimento definitivo. Anche se l'Assessore Botta ha espresso un parere prima che la collega Spagnuolo chiedesse un suo intervento sulla politica della casa, questo, ovviamente non può essere una risposta a quest'ultima richiesta.
A proposito dell'ordine del giorno, non ritengo che un documento che sottolinei quanto indicato dal Presidente Ghigo, e cioè l'impegno politico della Giunta e della maggioranza a dare una risposta sostanziale in sede di previsione del bilancio 1998, possa essere considerato fumoso, bensì rappresenta una risposta incisiva, in quanto è una presa di impegno incisiva rispetto alla richiesta avanzata.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Miglietti, immagino a favore della sospensione; prego.



MIGLIETTI Franco

Credo che l'emendamento abbia ormai aperto un ventaglio di ragionamenti tali che, sicuramente, anche sulla base dei diversi interventi che si sono succeduti, parrebbe doveroso (tenuto conto che la richiesta è stata avanzata da una buona parte del Consiglio) concedere una sospensione, anche perché si è andati oltre l'emendamento.
Vi è un problema di capire le 26 mila domande, di cui personalmente ignoravo l'esistenza. L'intervento del Presidente del Gruppo di Rifondazione comunista, Chiezzi, ha posto altre problematiche sull'emendamento, pertanto credo che si dovrebbe tener conto che una minoranza consistente chiede la sospensione del Consiglio, quindi credo che anche gli altri Presidenti dei Gruppi della stessa maggioranza dovrebbero almeno concedere la sospensione di dieci minuti del Consiglio. Non abbiamo chiesto di chiudere il Consiglio, ma di poterci confrontare al di fuori del consesso del Consiglio stesso.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Siccome qualcuno mi ha fatto notare che bisogna avere anche una certa qual sensibilità agli umori dell'aula, perché qui ognuno ha la propria personalità, il proprio carattere, le proprie manifestazioni più o meno esasperate, propongo alla maggioranza di concedere questa sospensione.
Quando il Consigliere Montabone mi dice che sono troppo paziente, forse alla fine devo dargli ragione; noi stiamo discutendo un assestamento di bilancio, non stiamo discutendo in quest'aula la politica dell'urbanistica che spetta all'Assessore Botta.
Onestamente ritengo che sull'argomento dell'assegnazione di questo fondo per il 1998 l'aula, a mio modesto modo di pensare, abbia già ampiamente esaurito il dibattito, nel senso che tutte le posizioni sono state ampiamente rappresentate. Se poi vogliamo sospendere il Consiglio per parlare di altro, cioè per parlare della politica urbanistica dei prossimi trent'anni della Regione Piemonte, facciamolo pure; se serve, io sono assolutamente disponibile affinché questo avvenga.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Durante la sospensione che cosa facciamo? Giochiamo a briscola? Si prepara un ordine del giorno? C'è una riunione di Commissione? Voglio capire per cosa si sospende!



PRESIDENTE

Io non ho mai la presunzione di interpretare il Consiglio, però a me era parso di capire che la sospensione presumesse una riunione dei Capigruppo con l'Assessore al bilancio e il Presidente della Giunta.
Pongo in votazione la richiesta di sospensione della seduta del Consiglio.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La sospensione è approvata con 29 voti favorevoli e 3 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 6 Consiglieri).
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 18.45 riprende alle ore 19.00)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Riprendiamo i nostri lavori sull'emendamento n. 2).
Se ben ricordo, all'inizio della discussione era stata richiesta la votazione per appello nominale.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 2).
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 votanti 37 hanno risposto SI' 10 Consiglieri hanno risposto NO 5 Consiglieri si sono astenuti 22 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri L'emendamento è respinto.
Si proceda alla votazione dell'art. 1 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 29 voti contrari 11 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 29 voti contrari 11 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 29 voti contrari 11 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 3) Emendamento presentato dall'Assessore Burzi: All'elenco di cui all'art. 4 del disegno di legge n. 337: "Disposizioni finanziarie per gli anni 1997, 1998 e 1999" è aggiunto il cap. 20296.
Tale emendamento è già stato illustrato a suo tempo dall'Assessore competente.
Lo pongo pertanto in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 30 voti favorevoli e 11 contrari.
Si proceda pertanto alla votazione dell'art. 4 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 voti favorevoli 30 voti contrari 11 L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 voti favorevoli 30 voti contrari 11 L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda pertanto alla votazione dell'art. 4 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 voti favorevoli 30 voti contrari 11 L'art. 6 è approvato.
ART. 7 4) Emendamento presentato dall'Assessore Burzi: all'allegato "Devoluzioni", di cui all'art. 7 del disegno di legge n. 337 'Disposizioni finanziarie per gli anni 1997, 1998 e 1999' è aggiunto il cap. 21010 con la denominazione così integrata "...nonché acquisto di macchinari e quanto altro necessario per la stampa e distribuzione di marchi auricolari per bovini (DPR 30 aprile, n. 317) F.S.R.".
Anche questo emendamento è già stato illustrato a suo tempo.
Lo pongo pertanto in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 31 voti favorevoli e 11 contrari.
Si proceda pertanto alla votazione dell'art. 7 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 31 voti contrari 11 L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda pertanto alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 31 voti contrari 11 L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda pertanto alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 31 voti contrari 11 L'art. 9 è approvato.
Procediamo con le dichiarazioni di voto sull'intero testo della legge.
La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Grazie, Presidente. Non ripeterò quanto ho già detto, e poteva essere dichiarazione di voto del Gruppo del PDS, per quanto riguarda questo disegno di legge. Ritengo però che ciò che è avvenuto sull'emendamento, che noi avevamo proposto e che avrebbe dovuto esse-re accolto con gradimento sia dalla Giunta che dalla maggioranza, faccia riflettere tutti.
Vi è stato un intervento del Consigliere Ghiglia, a proposito di quell'emendamento, che sicuramente ci ha stimolati per quanto riguarda il prossimo bilancio preventivo su alcune delle poste, questa sulla casa, ma su tutto il pacchetto dei finanziamenti che riguardano la casa, quelle che riguardano il lavoro, quelle che riguardano l'impedimento di assumere volumi assolutamente consistenti di impegni di spesa per il 29 o 30 di novembre ci faranno profondamente riflettere. Perché questo emendamento non modificava assolutamente alcun percorso che questa Giunta, con la variazione di bilancio, si era dato.
E' stata, secondo me, soltanto una questione di dimostrare che la maggioranza ha i numeri, non tenendo conto anche di quei suggerimenti che noi riteniamo assolutamente migliorativi del percorso che riguarda il rapporto con i cittadini del Piemonte.
Quindi, in base a quanto è avvenuto oggi riguardo al bilancio preventivo avremo un atteggiamento sicuramente modificato rispetto a quello che abbiamo avuto l'anno scorso.
Pertanto il nostro voto, come avrete desunto dal mio intervento, sarà totalmente contrario. Grazie.



PRESIDENTE

Non essendovi altri iscritti a parlare, indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge, mediante procedimento elettronico.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI' 29 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri La legge è approvata.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19,20)



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