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Dettaglio seduta n.161 del 25/07/97 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri: Bellingeri, Bellion, D'Ambrosio e Rossi.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ricordo che dovranno essere discussi ed approvati due ordini del giorno sull'Alta Velocità.
Inoltre, secondo quanto convenuto, l'esame dell'ordine del giorno su Cuba è sospeso.
La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Volevo soltanto segnalare un episodio spiacevole.
Questa mattina era previsto un sopralluogo al carcere delle Vallette.
E' evidente che essendo fissato questo incontro in contemporanea con una seduta di Consiglio così importante, alcuni Consiglieri si trovano nell'impossibilità di partecipare.
Infatti la delegazione che si è recata alle Vallette è una delegazione numericamente molto esigua: si è persa un'occasione di conoscenza e di attenzione rispetto ad un problema molto importante.
Occorrerebbe fare in modo che impegni così importanti non si sovrapponessero; forse questo sopralluogo poteva essere rinviato a mercoledì o a giovedì, a lavori del Consiglio conclusi.
Questo è quanto volevo far presente. Impegni importanti si assommano d'altro canto, non si può essere presenti in due situazioni così delicate.



PRESIDENTE

Consigliera Spagnuolo, lei ha perfettamente ragione. Purtroppo questa sovrapposizione è stata assunta indipendentemente dall'Ufficio di Presidenza e concordata con il Direttore delle Carceri che, per ragioni tecniche diverse, non è riuscito a calendarizzare questa visita in altri momenti.
Di questo mi dispiace e sono io stesso a rammaricarmene anche per non aver potuto accompagnare gli Assessori e i Consiglieri che si sono recati al carcere questa mattina.


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale - Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Proseguimento esame progetto di legge n. 42: "Norme per l'organizzazione degli uffici e sull'ordinamento del personale regionale" - Esame ordini del giorno nn. 563, 564 e 565 connessi


PRESIDENTE

Si riprende la discussione del progetto di legge n. 42, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Proseguiamo pertanto con l'esame degli emendamenti.
68) Emendamento dell'Assessore Burzi: dopo l'art. 50 è aggiunto il seguente articolo: Art. 50 bis (Norma transitoria per l'applicazione dei Contratti collettivi nazionali di lavoro) "1. Al fine di consentire l'applicazione di quanto previsto dall'art. 38 del Contratto collettivo nazionale di lavoro, area dirigenza del Comparto Regioni ed Autonomie Locali, sottoscritto in data 10 aprile 1996, dall'art.
4 del successivo Contratto collettivo nazionale di lavoro - biennio 1996/1997 - sottoscritto in data 27.2.1997, nonché dall'art. 32 del Contratto collettivo nazionale del personale dipendente, così come integrato dall'art. 3 del successivo Contratto collettivo nazionale di lavoro (biennio economico 1996/1997) sottoscritto in data 16 luglio 1996 le strutture organizzative sono provvisoriamente rideterminate fino alla data di istituzione delle strutture, di cui agli artt. 10, 11 e 14 e comunque non oltre il 31/12/97, come risulta dall'allegato A) della presente legge (Allegato A conservato agli atti).
2. Fino alla data di cui al comma 1, le funzioni dirigenziali di cui all'art. 23 sono provvisoriamente attribuite ai dirigenti responsabili di settore, le funzioni dirigenziali di cui all'art. 22 sono attribuite rispettivamente, ai dirigenti responsabili di servizio, ai dirigenti in posizione di staff professionali e ai dirigenti in posizione di staff secondo la previgente struttura della legge regionale n. 42/86, le funzioni di cui all'art. 14 sono provvisoriamente attribuite ai responsabili delle strutture previste dalla legge regionale 8 settembre 1986, n. 42, cui sono affidate le corrispondenti attività.
3. Il nucleo di valutazione di cui all'art. 31 è provvisoriamente costituito, fino alla data di cui al comma 1, dai responsabili dei settori Controllo di gestione, Organizzazione, Personale e Segreteria del Consiglio regionale. Il nucleo è attivato con un provvedimento del Presidente della Giunta regionale, d'intesa con il Presidente del Consiglio regionale, da adottare entro 10 giorni dall'entrata in vigore della presente legge".
68/1) Emendamento presentato dai Consiglieri Papandrea, Moro, e Chiezzi: dopo l'art. 50 è aggiunto il seguente art. 50 bis: "Le strutture organizzative di livello dirigenziale di cui alla L.R. 8 settembre 1986 n. 42 e della deliberazione del Consiglio regionale n. 1274 C.R. del 19/3/1990, sono rideterminate come da allegato 1). (Allegato 1 conservato agli atti).
I Dirigenti regionali svolgono le funzioni di cui all'art. 22 nell'ambito delle competenze loro assegnate.
I disposti di cui ai precedenti commi valgono fino all'attribuzione degli incarichi di responsabilità delle funzioni dirigenziali di cui agli artt.
10, 11, 12 e 21 e comunque non oltre sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge".
68/2) Emendamento presentato dai Consiglieri Foco, Miglietti, Riba e Spagnuolo: dopo l'art. 50 è aggiunto il seguente art. 50 bis: "Le strutture organizzative di livello dirigenziale di cui alla L.R. 8 settembre 1986 n. 42 e della deliberazione del Consiglio regionale n. 1274 C.R. del 19/3/1990 sono rideterminati come da allegato 1.
I Dirigenti regionali svolgono funzioni di cui all'art. 22 nell'ambito delle competenze loro assegnate.
I disposti di cui ai precedenti commi valgono fino all'attribuzione degli incarichi di responsabilità delle funzioni dirigenziali di cui agli artt.
10, 11, 12 e 21 e comunque non oltre sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge".



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi per l'illustrazione del proprio emendamento.



BURZI Angelo, Assessore al personale e sua organizzazione

Scusate il ritardo, dovuto ad un incontro - sul quale peraltro anche i Consiglieri hanno convenuto - con le parti sindacali su un argomento oggetto di un emendamento immediatamente successivo all'approvazione dell'art. 50. Alludo all'emendamento che vede come primo firmatario il Consigliere Foco, ma ce n'è un altro sullo stesso argomento presentato dalla Giunta che qui illustro nelle finalità.
Come voi sapete una conseguenza del disegno di legge n. 29 (o legge Amato) è anche la completa applicazione del contratto collettivo nazionale di lavoro, peraltro in scadenza il 31/12/1997.
L'applicazione per le parti ancora mancanti del suddetto contratto prevede una serie di condizioni, alcune delle quali verranno rese operative nel prosieguo dell'iter dell'attività consiliare. Da un lato tramite l'esame degli allegati A), B) e C), che ieri abbiamo stralciato dal percorso d'aula ed assegnato a quella che viene oggi definita "Commissione dei saggi" con tempi molto ristretti rispetto a quanto previsto (30 giorni dalla decorrenza della legge); dall'altro, alla nomina e all'attivazione del nucleo di valutazione, come previsto dall'art. 31 dell'attuale disegno di legge n. 42. La terza e la quarta condizione - ripeto - sono appunto attribuzione di strutture e funzioni come previsti dagli allegati A), B) e C) oggi stralciati secondo una scelta di natura politica ed assegnata a questa Commissione dei saggi.
Per cui è parso utile - visto che l'iter della legge l'abbiamo ricordato sia in relazione sia nella fase di discussione generale - alla Giunta proporre una norma transitoria, che qui viene definita come art. 50 bis, che eviti ulteriori dilazionamenti ad applicazione di parti economiche e contrattualmente previste.
In tal senso abbiamo esposto questa ipotesi anche alle parti sindacali e alle parti politiche - visto che era stata anche una loro richiesta ottenendo un notevole consenso.
Il titolo recita: "Norma transitoria per l'applicazione dei contratti collettivi nazionali di lavoro".
L'emendamento proposto recita: dopo l'art. 50 è aggiunto il seguente articolo: "1. Al fine di consentire l'applicazione di quanto previsto dall'art. 38 del Contratto collettivo nazionale di lavoro, area dirigenza del Comparto Regioni ed Autonomie Locali, sottoscritto in data 10 aprile 1996, dall'art.
4 del successivo Contratto collettivo nazionale di lavoro - biennio 1996/1997 - sottoscritto in data 27.2.1997, nonché dall'art. 32 del Contratto collettivo nazionale del personale dipendente, così come integrato dall'art. 3 del successivo Contratto collettivo nazionale di lavoro (biennio economico 1996/1997) sottoscritto in data 16 luglio 1996 le strutture organizzative sono provvisoriamente rideterminate fino alla data di istituzione delle strutture, di cui agli artt. 10, 11 e 14 e comunque non oltre il 31/12/97, come risulta dall'allegato A) della presente legge. (Allegato A conservato agli atti)." Allegato che rappresenta, da un lato, un adempimento d'obbligo nel rendere operative le conseguenze economiche del contratto, e dall'altro la fotografia dell'esistente, sopprimendo quanto sopprimibile - servizi scoperti - in modo da adempiere ad una delle richieste formali del D.L. n.
29, ovvero una riduzione percentuale significativa in termini di strutture organizzative presenti, e il non conferire incarichi fittizi, inutili, per una fase transitoria.
Alcune strutture, pur se scoperte, sono rimaste nell'allegato A) Segreteria di Giunta e Capo Gabinetto della Presidenza - perch insopprimibili, nonostante fossero, o siano al momento, scoperte.
L'allegato A) è comunque a disposizione dell'aula.
"2. Fino alla data di cui al comma 1, le funzioni dirigenziali di cui all'art. 23 sono provvisoriamente attribuite ai dirigenti responsabili di settore, le funzioni dirigenziali di cui all'art. 22 sono attribuite rispettivamente, ai dirigenti responsabili di servizio, ai dirigenti in posizione di staff professionali e ai dirigenti in posizione di staff secondo la previgente struttura della legge regionale n. 42/86, le funzioni di cui all'art. 14 sono provvisoriamente attribuite ai responsabili delle strutture previste dalla legge regionale 8 settembre 1986, n. 42, cui sono affidate le corrispondenti attività.
3. Il nucleo di valutazione di cui all'art. 31 è provvisoriamente costituito, fino alla data di cui al comma 1, dai responsabili dei settori Controllo di gestione, Organizzazione, Personale e Segreteria del Consiglio regionale. Il nucleo è attivato con un provvedimento del Presidente della Giunta regionale, d'intesa con il Presidente del Consiglio regionale, da adottare entro 10 giorni dall'entrata in vigore della presente legge." proprio per consentire, unitamente ad una richiesta di criteri d'urgenza ultimo articolo della legge - un'immediata operatività degli effetti economici, ancora mancanti, di applicazione dei contratti di lavoro.
Mi sembra che questa sia, praticamente e integralmente, al di là delle espressioni formali, la logica degli emendamenti distribuiti ieri da parte di esponenti del PDS ed in buona parte sollecitata anche da Rifondazione Comunista. Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Volevo sapere dall'Assessore, dal punto di vista operativo, cosa significa "Il nucleo è attivato con provvedimento del Presidente della Giunta regionale d'intesa con il Presidente del Consiglio regionale". Che tipo di provvedimento sarà?



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al personale e sua organizzazione

Credo si tratti, al più, di un decreto del Presidente; dico "al più" perché probabilmente vi potrà essere un livello di formalizzazione anche inferiore. Al limite massimo penso possa trattarsi di un decreto istitutivo del Presidente, d'intesa con il Presidente del Consiglio. Non abbiamo ancora definito il livello minimo del provvedimento; potrà quindi anche essere inferiore al decreto presidenziale.



SPAGNUOLO Carla

Quindi sarà un decreto del Presidente della Giunta regionale ovviamente. Come si esplicita l'intesa con la Presidenza del Consiglio vista l'autonomia contabile di quest'ultima?



BURZI Angelo, Assessore al personale e sua organizzazione

Intanto, la formalizzazione "d'intesa con la Presidenza del Consiglio" è l'esatta formulazione dell'art. 31, approvato ieri; quest'ultimo si esprime o con deliberazione di Giunta o con decreto del Presidente della Giunta regionale, adottato, per esempio, previa deliberazione dell'Ufficio di Presidenza in tal senso. Il Presidente della Giunta, con deliberazione di Giunta o con decreto del Presidente, prendendo atto dell'intesa raggiunta tramite la deliberazione dell'Ufficio di Presidenza, attua in via provvisoria, in questo caso in via definitiva, l'applicazione che seguirà entro il 31/12/97, anche per questa componente.
Il nucleo di valutazione in questa fase ha un ruolo supplente d'obbligo per l'applicazione delle componenti residue del contratto.
Ovviamente, l'applicazione definitiva, che deve avvenire entro il 31/12/97 con il disciplinare definitivo e con le nomine dei membri esterni, avverrà secondo la stessa procedura indicata dalla legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Foco.



FOCO Andrea

In caso di necessità di ulteriori chiarimenti sul disposto dell'articolo o sulle modalità di funzionamento, pregherei l'Assessore, per quanto riguarda il comma terzo, di chiarire bene all'aula il percorso; non vorrei che ci trovassimo a votare provvedimenti con future difficoltà d'applicazione.
Mi pare che la formulazione proposta dalla Giunta, da quanto ci ha appena comunicato, in accordo con le organizzazioni sindacali, sia la riposizione del nostro emendamento con tutte le posizioni scoperte cancellate. Mi pare che la differenza tra i due allegati, mentre la sostanza permane uguale, consista in questo. Non ho avuto possibilità di fare confronti, di verificare con precisione, ma mi pare che la sostanza sia questa.
A noi preme ribadire, dichiarando il ritiro del nostro emendamento, il n. 68/2, che lo scopo del nostro emendamento - lo diciamo per l'ennesima volta - era quello della più sollecita applicazione possibile del contratto.
Se l'art. 50 bis), come mi pare di capire, ha lo scopo di sveltire l'iter da un lato e dall'altro di garantire quanto formulato negli articoli precedenti, da parte nostra c'è accordo sull'emendamento presentato dalla Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Su questa norma transitoria mi pongo un'unica domanda: la data del 31 dicembre 1997 non pare in contrasto con le date che ci siamo dati rispetto all'attuazione delle strutture? Abbiamo fissato il termine di 30 giorni dall'entrata in vigore della legge per chiudere tutta la partita: non vorrei che questa data portasse a dilazionare ciò che è stato stabilito prima.
Vorrei una risposta da parte dell'Assessore su questo tema specifico.
Sul resto siamo d'accordo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al personale e sua organizzazione

Ringrazio il Consigliere Montabone per la domanda, perché permette un chiarimento di percorso. Riprendo in parte il tema già discusso su richiesta della collega Spagnuolo e poi richiamato dal collega Foco; la legge parla di attivazione del nucleo di valutazione. L'attivazione in prima battuta è un termine che si presta a più letture.
La formulazione che noi daremo in questa fase sarà una delibera di Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, ripresa successivamente da una delibera della Giunta, e questo consentirà un'immediata attivazione entro 10 giorni dall'entrata in vigore della prima fase del nucleo di valutazione, ai soli fini all'interno della norma transitoria di dare anticipata risposta agli effetti economici ancora mancanti del contratto.
Ritornando, invece, alla domanda principale del collega Montabone, la data del 31/12/97, entro e non oltre, è stata scelta in modo che fosse compatibile con la somma delle fasi ancora mancanti, che sono tre: 30 giorni dall'entrata in vigore della legge per quanto attiene al Comitato dei saggi, le delibere che devono essere assunte da Ufficio di Presidenza e da Giunta regionale in conformità alla proposta (credo che su questo si discuterà anche in termini di uno o di parte degli ordini del giorno che seguiranno il dibattito), 30 giorni per l'approvazione delle strutture e saremmo a ottobre, 30 giorni per le nomine dei direttori e saremmo a novembre e 20 giorni per andata a regime definitivo.
Quindi, facendo la somma di questi impegni, si arriva al 31/12. In questo senso abbiamo scelto 31/12 e non oltre.
E' ben vero, l'ho detto ieri e lo ribadisco, che l'intenzione della Giunta e della maggioranza è di accelerare rispetto a questi termini perché l'attivazione di questi provvedimenti, di questa norma transitoria come correttamente ricordato negli interventi permette di dare anticipata o non ulteriormente ritardata risposta alle parti mancanti del contratto e questa mi pare un'esigenza che correttamente è stata sollecitata ed altrettanto correttamente recepita dalla Giunta.
Non ci deve essere nessun indugio a utilizzare tutto il tempo disponibile. Esemplifico: il Comitato dei saggi ha 30 giorni dall'entrata in vigore della legge, nulla però impedisce - anzi a mio avviso la logica dovrebbe suggerire - che l'autoattivazione di questo comitato entrato in vigore nella legge, utilizzi anche solo parzialmente questi 30 giorni, data la notevole mole del lavoro già fatto in termini di allegato A), B) e C) che eravamo già pronti a discutere in aula.
Soltanto altre modalità ci hanno suggerito una via più chiara e più breve, quindi accorciare quelli che devono essere considerati i tempi massimi.
Riprendendo il tema del Consigliere Montabone, da un lato era esigenza porre la data al 31/12 come percorso formale indicato nei vari passi già previsti in legge; dall'altro c'è tutta la possibilità per rendere questo percorso non solo compatibile, ma più breve nel rispetto delle date.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Per quanto riguarda il percorso che ha illustrato l'Assessore Burzi, mi sembra che comunque questa data sia abbastanza lontana e che il percorso sia molto complesso. Saremo quindi molto vigili nel verificare se questa data del 31/12 verrà attuata.
Per quanto riguarda le questioni del nucleo di valutazione, da quello che lei ha illustrato, mi sembra che ci sia una commistione fra Giunta e Consiglio, nel senso che mi sembra che le problematiche dell'autonomia del Consiglio, nella formulazione che è stata qui presentata, non siano sufficientemente salvaguardate. Su questo emendamento valuteremo ancora nel corso della discussione come attestarci.
L'emendamento 68/2 rappresenta un percorso: ho apposto la mia firma ad un emendamento che è stato elaborato dai colleghi del PDS. I colleghi del PDS hanno ritenuto di ritirarlo; mi sembra come conseguenza corretto da parte nostra ritirare anche questo emendamento rispetto al quale, ripeto non siamo stati gli estensori principali.
Sull'introduzione dell'articolo 50 bis mi sembra davvero che ci sia una confusione operativa tra Giunta e Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Anche noi avevamo presentato un emendamento quasi identico a quello del PDS; si differenziava nell'allegato. Notiamo che l'emendamento presentato testé dalla Giunta accoglie in modo sostanziale quello che noi avevamo posto nel nostro, cioè la possibilità di far entrare finalmente il contratto pienamente in funzione, perché è in anticipo sulla legge ma in ritardo sul contratto medesimo da molto tempo.
Fin dall'inizio avevamo manifestato una nostra preoccupazione: questa preoccupazione, con questo emendamento, viene accolta e noi, quindi voteremo sia l'emendamento sia l'articolo corrispondente.
Segnaliamo, quindi, il nostro accordo; pensiamo che sia positivo ci che è avvenuto, perché sicuramente aiuterà nella prossima fase anche lo svolgimento delle funzioni che sono descritte qui.
Ritiriamo quindi il nostro emendamento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al personale e sua organizzazione

Proprio perché non sussista non solo nessun timore sostanziale, che non ha ragion d'essere, ma nessun timore sulla via applicativa dal punto 3) (in questo caso in prima applicazione, in norma transitoria - ma è un problema che dobbiamo comunque affrontare, perché - ripeto - la formulazione è la stessa di quanto previsto dall'art. 31 in via definitiva) ho chiesto che le strutture della Presidenza del Consiglio dell'area personale verifichino quale possa essere formalmente una via ineccepibile non solo sostanzialmente, ma anche formalmente.



PRESIDENTE

Possiamo tralasciare l'approvazione dell'art. 50 bis e passare all'art.
51 e poi tornare sulle abrogazioni di norme.
ART. 51 69) Emendamento presentato dai Consiglieri Foco, Miglietti, Riggio Bortolin, Bellion e Bertoli: 1) Il titolo dell'art. 51 viene così modificato: "Abrogazione e modificazione di norme" 2) viene aggiunto il comma 2: vengono abrogate le parole "profili amministrativi" del comma 4 dell'art.
20 della legge regionale n. 40 del 16/8/1984.
La parola al Consigliere Foco.



FOCO Andrea

Nel momento in cui si parlava di abrogazione di norme, ci è parso opportuno cogliere l'occasione di inserire questa ulteriore abrogazione, in quanto ci troviamo di fronte ad un comportamento non equo nei confronti di alcuni dipendenti.
Mi spiego. Avendo stabilito che per l'accesso ad alcuni profili è necessaria la laurea, per altri il diploma, ecc., se non abolissimo la parola "profili amministrativi", gli autisti, che attualmente sono al V livello e hanno il titolo di studio idoneo per poter concorrere al VI livello, non potrebbero concorrere: dovrebbero adire a questo concorso come degli esterni.
Torno a ripetere, perché non ci siano confusioni: sono inquadrati nel livello inferiore, hanno titolo per poter concorrere al livello superiore ma poiché non sono inquadrati come profilo amministrativo, ma in un altro profilo, non possono adire a quel concorso.
Con questa proposta non pensiamo di derogare a norme, ma semplicemente di commettere un atto di giustizia nei confronti dei nostri dipendenti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al personale e sua organizzazione

La Giunta è favorevole.



PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione l'emendamento n. 69.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 39 Consiglieri presenti.
70) Emendamento presentato dall'Assessore Burzi: al comma 1, lett. 1) dell'art. 51, dopo "20" aggiungere "commi 1, 2, 3, 4 e 6".
La parola all'Assessore Burzi per l'illustrazione.



BURZI Angelo, Assessore al personale e sua organizzazione

Nell'ambito della formulazione attualmente disponibile, cioè quella prima dell'emendamento, alla lettera L) veniva abrogato integralmente l'art. 20.
Se invece dopo l'art. 20 specifichiamo - come suggerisce questo emendamento - i commi oggetto dell'abrogazione (1, 2, 3, 4 e 6), si lascia in vita il comma 5, che è un comma attinente alle posizioni di staff delle unità operative organiche, la cui esistenza è indispensabile sopravviva per il testo di legge precedentemente approvato.
Quindi, l'obiettivo di questo emendamento all'art. 51 è di mantenere in vita, nell'ambito dell'abrogazione dell'art. 20, il comma 5 del suddetto articolo.



PRESIDENTE

Pongo dunque in votazione l'emendamento presentato dall'Assessore Burzi.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 41 voti favorevoli e 4 astensioni.
Se non vi sono richieste di parola, si proceda alla votazione per alzata di mano dell'art. 51 così emendato, ai sensi dell'art. 44, secondo comma dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 29 voti contrari 3 astensioni 10 L'art. 51 è approvato.
ART. 50 bis La parola all'Assessore Burzi sull'emendamento all'art. 50 bis precedentemente accantonato.



BURZI Angelo, Assessore al personale e sua organizzazione

E' finita la veloce consultazione tra gli uffici della Presidenza del Consiglio e la struttura della Giunta, che ha confermato che l'applicazione come peraltro da me suggerito - del comma 3 dell'art. 50 bis non soltanto è rispettosa nella sostanza, ma anche nella forma del discorso dell'autonomia del Consiglio e della Giunta.
Quindi, a questo punto, possiamo tranquillamente chiedere la votazione sull'art. 50 bis.



PRESIDENTE

Concordo con quanto dichiarato dall'Assessore, per cui possiamo mettere in votazione l'emendamento 68).
Se non vi sono richieste di parola, pongo in votazione l'emendamento relativo all'inserimento del nuovo art. 50 bis.
Si proceda alla votazione per alzata di mano dell'art. 50 bis, ai sensi dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 voti favorevoli 38 astensioni 3 L'art. 50 bis è approvato.
Sono ritirati gli altri emendamenti sul medesimo argomento.
ART. 52 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 26 voti contrari 15 si è astenuto 1 Consigliere L'art. 52 è approvato.
ART. 53 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 26 voti contrari 15 si è astenuto 1 Consigliere L'art. 53 è approvato.
71) Emendamento presentato dall'Assessore Burzi: è inserito un ultimo articolo: "Art. 53 bis - Dichiarazione d'urgenza.
La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'art. 45 dello Statuto ed entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale".
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 42 Consiglieri presenti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Gallarini per dichiarazione di voto.



GALLARINI Pierluigi

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, alla fine di questa lunga, ma non lunghissima, come si sarebbe anche potuto immaginare, discussione (sicuramente una lunghezza inferiore a quello che è stato il tempo di gestazione del disegno di legge, questo è un primo rilievo), non posso che esprimere, a nome del Gruppo di Forza Italia, una grossa soddisfazione per il risultato che ci accingiamo a conseguire.
Prima di tutto devo sottolineare che la Giunta Ghigo è stata la terza Giunta che si è accinta a portare in aula il disegno di legge di attuazione del decreto legislativo n. 29. La Giunta Brizio 1 non ci riuscì, come neppure la Giunta Brizio 2; oggi possiamo esprimere soddisfazione perché la Giunta Ghigo è riuscita a condurre in porto questo provvedimento.
Prima considerazione. Qui si è parlato di disegno di legge e quindi legge possibile; io non so se questa legge sia migliore o peggiore dei due tentativi precedenti, sicuramente questa, siccome verrà votata, ha dimostrato di essere possibile. Le due precedenti no, visto che non sono arrivate in porto.
Questa è una prima considerazione non da poco.
Seconda considerazione. L'aggettivo possibile può essere collocato a quota diversa; è stato possibile quanto è uscito in modifica dell'art. 17 votato da questa stessa assemblea tre settimane fa ed è possibile questa legge che esce oggi - immaginiamo - votata dall'assemblea. Mi permetto per di fare una considerazione ed una sottolineatura: siamo in condizioni completamente diverse. Mentre l'art. 17, purtroppo, forse perché tutti noi non siamo stati in grado di produrre qualcosa di meglio, è uscito ad un livello possibile, collocato secondo me molto, molto in basso e non lo diciamo oggi, lo dicemmo in sede di dichiarazione di voto quando si tratt di votare quel disegno di legge. Oggi, l'aggettivo possibile relativamente a questo disegno di legge si colloca su un livello molto, molto più alto e questo secondo me è molto incoraggiante, perché questa stessa assemblea, se oggi trova la forza per collocare l'aggettivo possibile su un livello molto più alto di quanto solo tre settimane fa ebbe modo di fare sull'altra questione, direi che possiamo guardare con fiducia all'autunno che ci accingiamo a vivere dopo le vacanze estive. Sarà un autunno piuttosto tormentato perché esiste un percorso a ostacoli facilmente individuabile e quindi il fatto che questa assemblea possa affrontare queste tappe collocandosi ad un livello più alto ci porta ad esprimere fiducia relativamente alla possibilità di superare gli ostacoli che incontreremo.
Un'altra considerazione. Mi limito a fare delle considerazioni sintetiche anche perché non penso valga assolutamente la pena né da parte nostra né da parte - immaginiamo - di chi interverrà dopo di noi soffermarci nella scomposizione di articolati e via dicendo, questo lo abbiamo già fatto in sede di illustrazione generale del disegno di legge.
Ma il fatto stesso che il Consiglio, l'aula sostanzialmente, abbia portato il numero delle direzioni generali da 42 caselle vuote (37 occupate) a 32 io penso che possa indurre ad una variazione di considerazioni. Io ho riflettuto abbastanza a lungo su questo fatto; di prim'acchito, ridurre da 42 a 37 o 32 può avere un significato che può essere preso male. Io direi che va preso invece molto bene, perché? Perché l'aula - e anche questa è una considerazione che motiva la nostra fiducia nei confronti dell'autunno che andremo ad affrontare - ha saputo disincagliarsi da alcuni condizionamenti dai quali necessariamente la Giunta - d'altra parte i conti vanno sempre fatti con la realtà - non aveva saputo disincagliarsi in una prima fase - e scusate, lo dico io, per cui posso guardare molto prima a me stesso che non agli altri colleghi di Giunta che hanno seguito o con me prima o dopo di me il disegno di legge - perché inevitabilmente all'interno della struttura ci sono formazioni tecniche, sindacali, corporativismi perché non dirlo? - e protezionismi dai quali è difficile estraniarsi al cento per cento.
La Giunta ha avuto un potere di condizionamento "x" e l'aula ha dimostrato di avere un potere di condizionamento di gran lunga inferiore ad "x": questo è molto positivo. Un certo baricentro di autorevolezza istituzionale, che quindi non è legato alla mera gestione del potere (guai se fosse così!) si è spostato dalla Giunta al Consiglio, senza intaccare i poteri della Giunta, ma rafforzando l'autorevolezza istituzionale dell'assemblea: questo è molto positivo.
Il fatto stesso che siano state introdotte anche quelle presenze dell'Ufficio di Presidenza per quel coordinamento invocato più volte anche nel corso della discussione, a giustificazione, dal Presidente Picchioni anche questo fatto ci rafforza nella convinzione che la nostra Regione come del resto l'istituzione-Regione nella sua generalità - possa conquistarsi in aula la maturità sul piano dell'autorevolezza istituzionale.
Penso che nessuno di noi sia convinto che solo attraverso una gestione di potere o di un potere maggiore si possa conquistare questa autorevolezza, ma attraverso l'elevazione della soglia dei comportamenti dell'assemblea.
Ieri abbiamo discusso molto e abbiamo deciso di abbandonare l'ipotesi della sanatoria su Gruppi e Segreterie di Assessori. Anche qui con molta pacatezza e serenità mi sento di dire - e non so se l'affermazione venga condivisa da tutti - che mollare la zavorra di sanatoria è stato positivo.
Certo si potrà impostare, come si è detto, un provvedimento ad hoc costruito in una forma e con uno stile probabilmente migliore di quello che avremmo avuto se fossimo arrivati in aula con un semplice innesto all'ultimo momento di un emendamento di questo tipo, ma l'avere rinviato ad un tempo successivo questa ipotesi ci sembra estremamente positivo.
Le altre questioni le avevamo già sottolineate, quindi non voglio assolutamente ripetermi.
Non illudiamoci che il percorso nella Commissione dei cosiddetti "saggi" - che poi saggi non sono perché vengono scelti all'interno di noi 60 Consiglieri, che molte volte cerchiamo di essere saggi, ma quasi mai ci riusciamo - sia facile. Noi riteniamo che quel percorso possa, in prima battuta, consentire di superare le difficoltà, attraverso gli identikit che inevitabilmente nati in aula avrebbero avuto i contorni di un nome e di un cognome relativamente ad ogni direzione di cui si fosse discusso. Se gli identikit li troveranno i "saggi" all'interno del Comitato a quel tavolo perché non è che si possa prescindere da questo, ma sicuramente noi osiamo sperare che la conquista e l'autorevolezza con cui l'assemblea si accinge a licenziare questo disegno di legge ed avendo abbandonato e lasciato per strada quei condizionamenti di cui parlavo prima, sia anche di buon auspicio per quella Commissione che, probabilmente, può affinare ancora la qualità, non della legge che nel frattempo sarà stata votata, ma la coda che è il gradino ultimo prima che la Giunta e l'Ufficio di Presidenza si accingano a nominare i direttori generali e quindi i coordinatori.
Altro punto importante. In sede di discussione generale avevamo detto che avremmo fatto di tutto per impedire che il disegno di legge venisse snaturato. Il disegno di legge non è stato snaturato, perché non è riducendo le direzioni da 42 a 32 - mi rivolgo al Consigliere Papandrea ed i coordinatori da 14 a 9 che si snatura un impianto: piramidale era e piramidale è rimasto. Sotto certi aspetti il fatto di avere affinato la base della piramide e i vari piani mentre ci si avvicina al vertice aiuta e va in quella direzioni di snellezza, anche se probabilmente frustra qualche aspirazione che nel frattempo era sorta. E' ovvio che all'interno dei 313 dirigenti a regime, 42 aspiravano a diventare direttori regionali, pur con il 25% di cui abbiamo parlato per quanto riguarda l'esterno, portato al 30 per rispettare le proporzioni in modo adeguato. Pur frustrando una qualche aspirazione personale, certo anche legittima - e ci spiace quando le aspirazioni vengono disattese, così come sono state frustrate altre aspirazioni attraverso la non approvazione di quell'emendamento, che io chiamo "Deorsola", sul quale si è discusso a lungo ieri. Queste sono amarezze umane che rendono un po' amaro il palato per quanto riguarda l'aspetto umano della vicenda che dietro ad ogni volto ha una situazione umana che, ovviamente, ha delle aspirazioni più che legittime e molte volte più che giustificate. Malgrado questo aspetto riteniamo che l'impalcatura il progetto, il modello con cui la Giunta 21 mesi fa si accinse a modellare questo disegno di legge, non è stato scalfito, e questa ci sembra una considerazione molto importante; dopodiché - ripeto - non sappiamo se questa sarà la migliore legge possibile (sicuramente non lo sarà).
In corso di sperimentazione si tratterà di avere l'elasticità mentale l'umiltà e l'intelligenza per cogliere inconvenienti che si verificheranno lungo il percorso e per migliorare il modo di essere della Regione.
Un altro punto importante che non è stato in alcun modo scalfito è lo sportello del cittadino. Forse non è stato oggetto di molti interventi, ma rimane uno dei punti fondamentali all'interno della legge. Quindi, non solo non è stato scalfito, ma è un punto molto qualificante nel modificare, dal punto di vista addirittura copernicano, il rapporto cittadino e Ente istituzione. Certo non è sufficiente introdurlo in legge per rivoluzionare in modo copernicano questo rapporto, ma finalmente in legge ci sono le premesse e le potenzialità per poterlo modificare. Starà poi a tutti noi ognuno per il ruolo che occupa, riuscire a far fronte a questo impegno.
Ultima considerazione va fatta, secondo me, nei confronti di tutti i funzionari. Può essere pleonastico, ma sicuramente è dovuta.
Lo avevamo già fatto all'inizio, perché in venti mesi circa di lavoro sicuramente moltissimi, sia della Giunta che del Consiglio, che facevano parte di un'unica struttura e che ora si accingono a dare vita a due strutture abbastanza differenziate, quanto meno autonome l'una rispetto all'altra, hanno lavorato (e mi riferisco agli interni) lungo tutti questi mesi e quindi li dobbiamo ringraziare.
Anche in questi giorni, sia in aula che fuori dall'aula, l'accordo che sostanzialmente l'Assessore Burzi ha illustrato prima attraverso quell'emendamento con le Organizzazioni sindacali, dimostra che fino all'ultimo c'è stato impegno in questo senso - e mi riferisco soprattutto al dottor De Pascale e al dottor Crescimanno, tanto per fare dei nomi in quanto non vedo proprio perché non si debbano fare: da quasi due anni seguono questo disegno di legge e penso che anche per loro sia una grossissima soddisfazione, ma vedo in loro i due funzionari che rappresentano tutta la struttura dirigenziale della Regione, che ha seguito con molto interesse e che ci immaginiamo e ci auguriamo possa, dalla data di approvazione della legge in Consiglio in poi, contribuire a migliorarla a renderla più percorribile e soprattutto a renderla più pratica e più operativa.
Non ci illudiamo che dalla sera al mattino succeda la rivoluzione, ma sicuramente ci sono le premesse perché possa migliorare la Regione intesa come istituzione - e noi sappiamo quanto si abbia bisogno di questo salto di qualità - e possa migliorare quel rapporto cittadino-istituzione che certo non migliorerebbe solo attraverso la codificazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Grazie signor Presidente, non ripeterò quanto già espresso dal collega Gallarini e al quale credo vada una buona parte del merito di avere condotto la nave in porto, una nave che ha subìto, nel corso del raggiungimento delle coste americane, tutta una serie di assalti, intesi questi come colloqui con le organizzazioni sindacali o con altre organizzazioni di categoria, o con altri gruppi di pressione, perché è inevitabile che ciò avvenga; una nave che ha subìto diverse tempeste quali ad esempio, quelle della presentazione di centinaia di emendamenti sull'art. 1, perché sembrava che l'impostazione dovesse essere diversa.
Quindi una nave che veramente è stata condotta attraverso flutti perigliosi, per gran parte dall'Assessore Gallarini e alla fine dall'Assessore Burzi e con il contributo determinante - penso che tutti li dobbiamo ringraziare - del gruppo di lavoro che ha condotto a termine la legge.
Ieri sera ho parlato di norme possibili e di leggi possibili - concetto di possibilità che poi è stato ribadito oggi anche da Gallarini - aggiungo oggi, al concetto di possibilità un concetto, secondo me, più importante che è il concetto, finalmente, di giusta mediazione, e di legge non soltanto possibile ma equa, perché è una legge raggiunta in maniera realmente consensuale e non esclusivamente compromissoria.
La differenza fondamentale rispetto all'approvazione dell'art. 17 è proprio questa; anch'io sull'art. 17 ero stato molto duro sostenendo che si era trattato di un'approvazione quasi obbligata, ma che tradiva una mancanza rispetto a quella che era stata l'impostazione della legge medesima, la presentazione della modifica medesima; questa è stata una legge lunga, travagliata, faticosa ma consensuale nella quale si sono trovati, a mio avviso, dei corretti punti di mediazione e di equità.
E' una legge che per quanto riguarda anche gli accessi dall'esterno, e per quanto riguarda i concorsi, ha degli elementi di meritocrazia, pur salvaguardando le intelligenze e le capacità interne alla nostra struttura è una legge che non mi soddisfa del tutto in un punto solo, che è quello della limitazione dell'accesso dall'esterno per quanto riguarda i dirigenti.
Io che non perdo occasione per ribadire il mio attaccamento ideologico allo spoil sistem americano ho sempre creduto in un esecutivo con le mani libere, cioè in un esecutivo che essendo, attraverso la designazione popolare del Presidente, investito della responsabilità del governo, debba e possa avere le mani libere nella scelta di coloro i quali lo dovranno aiutare a rendere funzionale, efficiente ed efficace all'azione amministrativa e all'ente presieduto.
Questo concetto non è passato. Abbiamo aderito di buon grado alla limitazione al 25%, però credo sia anche il momento di far rilevare che non c'è molta coerenza da parte di chi ha imposto questa percentuale, e lo dice chi culturalmente non è certo un liberista.
Io non sono convinto né sarò mai convinto che tutto ciò che proviene dal privato sia buono e tutto ciò che c'è nel pubblico sia di seconda mano.
Io non sono e non diventerò, anche se l'Assessore Burzi non è d'accordo con me, un liberista, perché sono assolutamente per la valorizzazione e l'esaltazione delle strutture interne e di chi è cresciuto all'interno dell'ente e di chi ne conosce perfettamente la struttura e il funzionamento. Debbo però rilevare, ad esempio, tanto per fare un esempio ma è importante, che il Comune di Torino un anno e mezzo fa ha passato una delibera sulla dirigenza che consente il 100% di scelta all'esterno.
E i sindacati non hanno assolutamente avuto nulla dire, perché quando poi si fanno tante critiche alla politica, che è un esercizio estenuante non è un'arte, spesso, ma è un esercizio estenuante di artigianato della mediazione, e spesso noi veniamo mal giudicati dai sindacati che invece si ergono, o dovrebbero ergersi, a rappresentanti dei lavoratori, noi possiamo almeno rivendicare una certa coerenza di impostazione che credo i sindacati assolutamente non possano rivendicare.
Ciò detto, un'altra positività - e mi avvio alla conclusione dell'impianto di questa legge (senza entrare nel merito dei singoli articoli che ho dovuto imparare abbastanza bene nelle loro varie versioni) che mi rende particolarmente soddisfatto è che l'impostazione della legge non è stata stravolta, non è stata devastata, non so se non sia stata nemmeno scalfita, sicuramente non è stata bombardata come è capitato ad altre leggi, quindi la nave è arrivata in porto in condizioni decenti di uso.
Chiaramente qualcuno con dichiarazioni un po' immaginifiche è riuscito anche a parlare di leggi nate morte, mi ricordo un vecchio slogan "meglio morto che nato" riferito all'Alleanza atlantica, ma queste - appunto - sono immagini che si vogliono dare nell'ambito di un dibattito politico.
Dibattito politico relativo, a mio avviso, quando si tratta di una legge invece prettamente organizzativa, una legge che è di servizio non alla struttura o all'ente, ma una legge di servizio ai cittadini, perch una legge che tratta dell'organizzazione è una legge che tratta del servizio che noi diamo anche e soprattutto all'esterno.
Questo non ce lo possiamo dimenticare, per cui la dimensione ideologica, a mio avviso, deve avere molto meno valore.
E proprio su questa funzionalità, e anche su questa differenziazione in parte imposta dalle leggi nazionali e in parte scelta, delle funzioni politiche e amministrative in questo - finalmente! - ritrovamento della responsabilità, cioè del chi è, rispetto - molto spesso - ad un passato in cui l'Amministrazione veniva vista e considerata come un tiranno senza volto, per cui non sapevi mai a chi ti dovevi rivolgere, in quanto passavi dall'uno all'altro (e passavi una vita dall'uno all'altro), soprattutto quando avevi la sfortuna di avere un contenzioso, una richiesta nei confronti dell'Amministrazione, vedevi scorrere gli anni senza mai ottenere una risposta, credo che questa sia una legge che, in parte, cerca almeno di affrontare e favorire un modo nuovo di governare e un modo nuovo di porre l'amministrazione dell'ente all'esterno.
Per questo motivo ribadisco il voto favorevole di Alleanza Nazionale a questa legge e ringrazio, per la capacità, e anche per la costanza e la pazienza, l'Assessore Gallarini e poi l'Assessore Burzi, nonché tutti i dirigenti che questa legge hanno impostato e che su questa legge hanno lavorato, i quali hanno avuto tanta pazienza con noi e con le nostre continue richieste di spiegazioni, perché - presi fra mille cose - magari ci dimenticavamo di leggere l'ultima elaborazione proveniente dall'ennesima e defatigante seduta con gli altri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Signor Presidente, colleghe e colleghi, mi piacerebbe che ci fosse in aula il Presidente della Giunta regionale, perché ritengo che il dibattito e la dichiarazione di voto su una legge come questa...



SPAGNUOLO Carla

Vorrei porre una questione brevissima. Mi sembra molto curioso che il Presidente della Giunta regionale, nemmeno durante le dichiarazioni di voto, non sia in aula!



(Commenti dell'Assessore Masaracchio)



MIGLIETTI Franco

Assessore Masaracchio, non è un problema: mi rivolgerò al Vicepresidente della Giunta regionale. Non si preoccupi!



PRESIDENTE

Assessore Masaracchio, per cortesia! E' stata sollevata una ragione di opportunità.
Su una legge così importante è bene che anche l'esecutivo, al suo massimo livello, sia presente. Non c'è nessuna offesa né per i presenti n per gli assenti: è una ragione di opportunità e di sensibilità.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Lei usi delle parole acconce. Abbiamo avuto un Consiglio che ha seguito delle regole comportamentali corrette. E dobbiamo ringraziare il Consiglio che in due giorni ha lavorato sodo e si è arrivati ad un risultato - come è stato detto - equo per tutti.
Prego, Consigliere Miglietti, continui il suo intervento.



MIGLIETTI Franco

Ringrazio vivamente il Presidente della Giunta regionale ed il Vicepresidente Majorino, che in questo momento sono in aula, perché credo che sia estremamente importante che alcune cose che dovrò dire su questa legge - e non entrerò nel merito degli articoli - io le possa dire al Presidente ed al Vicepresidente della Giunta regionale.
Il 26 giugno 1995 questa Giunta ha presentato un documento che, sulla copertina, recita: "VI legislatura regionale. Documento politico progammatico. Governo Ghigo".
All'inizio della pagina 3 di questo documento vi sono "Le opzioni e i principi di fondo dell'azione della Regione", e leggo questo capoverso: "Promuove la razionalizzazione dell'organizzazione regionale, restituendo il ruolo originario all'Ente Regione, introducendo modalità e strumenti di azione basati sull'efficienza delle strutture".
Il che vuol dire che il Presidente Ghigo e la sua Giunta (quindi il governo, la maggioranza di centro-destra di questa Regione) davano un'estrema importanza, un'importanza fondamentale alla ristrutturazione complessiva, con principi assolutamente nuovi e inediti rispetto alla struttura del personale esistente; del personale in senso lato, perch credo che all'interno di questo sottintendesse anche tutto ciò che parzialmente è partito, sebbene in modo assolutamente scollegato, perch non ho notizia che mai si sia avuto un rapporto diretto fra l'informatizzazione complessiva e l'applicazione delle nuove tecnologie alla Regione con la struttura del personale.
Entrambe le cose hanno viaggiato per conto proprio.
Credo che il Presidente della Giunta ed anche i componenti della Giunta regionale di questa maggioranza provengano principalmente da strutture private, con esperienza nelle strutture private: sono quindi dei managers.
Così avete presentato questa pecularietà e qualità durante la campagna elettorale del 1995, dicendo che avreste portato principi del privato all'interno della struttura pubblica.
Ho dunque tentato di leggere la ristrutturazione di cui stiamo discutendo in questo senso.
Per quanto riguarda i principi fondamentali della struttura privata quella liberista, dalla quale il Consigliere Ghiglia questa mattina prendeva le distanze (ma poi dirò perché il Consigliere Ghiglia prende le distanze dal sistema liberista), ho sempre pensato che nel percorso di questa legge fosse emersa la parte liberista di questa Giunta di centro destra, isolando invece la parte populista e statalista di Alleanza Nazionale, cosa che ritengo non sia assolutamente avvenuta: non esiste.
I principi fondamentali dell'organizzazione liberista sono la gerarchia, la meritocrazia e l'efficienza.
Lascio stare l'ultimo punto perché - secondo me - bisognerebbe ancora e si sta tentando di capire come si può applicare il profitto (il profitto legittimo) alla Pubblica Amministrazione; lo lascio stare.
Avrei pensato che tutta questa organizzazione fosse basata su uno dei principi che negli ultimi anni sono venuti avanti, tutte le ristrutturazioni di tutte le aziende che si rispettino, che è quello della qualità totale.
Personalmente, ritengo quello della qualità totale un principio di democrazia del lavoro. Non so se il sindacato è d'accordo con questa mia enunciazione; non ho mai approfondito e non ho mai avuto modo di dibatterne pubblicamente. La qualità totale permette un'autorganizzazione interna non gerarchizzata; permette una verifica del modo di lavorare, costante nel tempo; permette, proprio sui suggerimenti che dai diversi livelli provengono alla scala gerarchica, il sistema dell'incentivo, e quindi un'organizzazione del lavoro suggerita dal basso. Credevo di trovare tutto ciò all'interno della legge.
La Giunta che si rispecchia in questa legge soffre di tre sindromi. La prima: la sindrome del pavone. Sindrome partita con le dichiarazioni programmatiche e con il convegno fatto a Venaria; a due anni e mezzo di distanza, tale sindrome si rispecchia fedelmente all'interno della legge. A Venaria avete enunciato progetti che pensavo si sarebbero realizzati; in questa legge, non ve n'è traccia; questa legge è un'insalata catalana: c'è di tutto: dal tonno, al peperone, al sedano.
Sarà anche colpa di chi ha lavorato in Commissione, sarà anche colpa nostra, ma la responsabilità è da acclararsi esclusivamente alla maggioranza.
Con il lavoro svolto in Commissione e in Consiglio regionale abbiamo apportato delle migliorie, ma la filosofia non cambia: continua a rimanere quella dell'insalata.
Seconda sindrome, quella del camaleonte. Se ci si lascia impossessare dalla sindrome del camaleonte, diventa difficile liberarsene. Il camaleonte ha gli occhi indipendenti l'uno dall'altro; un occhio guarda avanti l'altro guarda indietro; nessun altro animale ha questa caratteristica: con un occhio guarda avanti, con l'altro guarda indietro.
Questa legge e questa Giunta soffre della sindrome del camaleonte tenta di guardare da tutte le parti, e perde di vista la rotta, il baricentro. E credo che il Presidente Ghigo sia ben aiutato in questa sindrome dalla maggioranza! Terza sindrome, quella del Gattopardo, di lampedusiana memoria. La Giunta e la maggioranza avevano una grandissima opportunità, che hanno saputo sfruttare soltanto in parte, e probabilmente inconsciamente: l'eredità di otto mesi/un anno di una Giunta e di un Consiglio regionale assolutamente intelligenti, capaci e produttivi: la Giunta Brizio 3, quella precedente al vostro insediamento. Il 70% delle leggi che avete approvato nei primi due anni di governo proviene da quel periodo, dalla precedente amministrazione; ottime leggi che avete fatto benissimo ad approvare nonché farvene vanto - poiché, come diceva prima il collega Gallarini, la Giunta precedente non è stata in grado di portarle in porto. Ma non è assolutamente possibile sottacere la provenienza dei vari disegni di legge da quel periodo.
Anche la legge in discussione proviene da allora periodo, ma con una differenza: mentre per altre leggi avete avuto l'intelligenza di assumerle in toto ed approvarle, per la n. 42 avete messo in atto un'operazione disastrosa, inconcepibile, nonostante il buon Paolo Ferraris - di cui ho avuto grande rispetto e grande amicizia - vi abbia suggerito più volte così come il sottoscritto ed altri colleghi che hanno partecipato al lavoro svolto in sede di Commissione, qual era il percorso da seguire. Percorso che potevate tranquillamente rivoltare, introducendo alcuni concetti fondamentali, utili a colorare la legge di centro-destra, anziché di centro sinistra (ognuno fa la propria parte). Non avete avuto nemmeno questa capacità.
Nonostante vi si abbia suggerito, in pubblico e in privato, strade e percorsi, non avete voluto tenerne conto. Oggi ci troviamo con una legge che ha tutti i mali passati, tutti i mali presenti, e che sicuramente porterà gravissimi mali futuri.
Una legge di ristrutturazione del personale non si esaurisce nel giro di sei mesi, ma, normalmente, nel giro di 5/6/7/8 anni; le ripercussioni sono state immediate, visti i due anni di vacatio, e se ne subiranno le conseguenze in futuro. Ritengo si sia trattato di uno dei più gravi errori che avete commesso.
Sindrome del Gattopardo.
E' inutile, l'abbiamo detto mille volte come minoranza (ma in questo senso c'è stato anche qualche mastichìo da parte della maggioranza) esaltare e farsi belli soltanto con le penne dura un breve periodo, non dura nel tempo. Ci si può esaltare e farsi belli quando la sostanza è di qualità.
Parlavo stamattina con l'Assessore all'agricoltura: occorrono leggi di alta qualità; è meglio avere buone leggi approvate da molti piuttosto che cattive leggi approvate da pochi. I numeri sono essenziali, ma è decisamente meglio il confronto ed arrivare a buone leggi.
Noi abbiamo dimostrato di essere disponibili a votare delle buone leggi e quindi si è avuto un numero più consistente di quello che è dato dalla sola maggioranza, pur di avere delle buone leggi! E questo dovete recepirlo! La Regione Piemonte non ha bisogno di pavoneggiamenti, la Regione Piemonte ha bisogno di buone leggi per dimostrare che è in grado di governare e che quindi i governi regionali possono avere la fiducia da parte del Parlamento nazionale perché sono in grado di governare! Questa invece è la filosofia del Gattopardo: non si può dire "cambieremo tutto, rivoluzioneremo tutto", quando poi alla fine non si cambia nulla e non si rivoluziona nulla! Perché questa legge, che è proprio lo specchio della realtà, non rivoluziona nulla! Se voi aveste proposto la riduzione dei dirigenti (oppure inventando un'altra figura) da 23 a 5, avreste dato un segnale, quel segnale che tutti si aspettavano dal governo di centro-destra! Invece non è andata così e vorrei capire perché non è andata così. Avete detto che da 23 si andava a 65! E se questa è managerialità, io proprio non riesco a capire! Io ho fatto per trent'anni l'imprenditore, ho fatto per dieci anni il dipendente privato, ma non ho mai sentito dei ragionamenti di questo tipo.
Voglio andare avanti nella lettura, se mi consentite ancora qualche minuto, del documento politico-programmatico del Governo Ghigo.
"La riforma dell'amministrazione regionale deve fondarsi su un limitato, ma completo ventaglio di strategie; programmazione, controllo e coordinamento dei programmi pubblici; realizzazione di un sistema relazionale nel rispetto delle competenze costituzionali, ma anche delle esigenze di efficienza ed efficacia con lo Stato centrale e con l'Unione Europea". Voglio vedere se qualcuno all'interno di questa legge trova questi concetti. Io, pur rileggendolo anche questa notte, non sono riuscito a trovarne quasi nessuno, quasi nessuno! In una Regione moderna ed europea il ruolo della Pubblica Amministrazione è primario; delega e trasferimento di competenze e mezzi responsabilizzazione dei soggetti, sburocratizzazione: questa è la strada che conduce ad istituzioni flessibili, nelle quali cittadini e dipendenti pubblici siano direttamente ed egualmente interessati al buon funzionamento dell'apparato pubblico, alla sua efficienza, alla sua produttività.
Concetti condivisibilissimi, difatti quando intervenni sulle dichiarazioni programmatiche del Presidente Ghigo, avevo dato un giudizio parzialmente positivo, anche per le scelte delle deleghe che aveva voluto conferire alla Presidenza della Giunta, quella che si era trattenuto - la delega ai giovani - e la delega alla protezione civile.
All'interno di questa legge credo che questo problema sia stato totalmente sottovalutato, anzi ultimamente ho visto una redistribuzione di deleghe che sono passate dal Presidente della Giunta ad Assessori, e questo era l'unico giudizio positivo che avevo dato sulla distribuzione delle deleghe.
Non voglio farla più lunga, cari colleghi, credo di aver già detto abbastanza.
All'interno di questo documento programmatico era evidenziato che sarebbero stati rispettati il principio delle deleghe, il principio della piena applicazione della legge n. 142, della legge n. 241, del decreto legislativo n. 29 e delle leggi nn. 127 e 59 (le ultime due Leggi Bassanini).
Credo che il risultato non sia stato il peggiore possibile, perché con il contributo di tutti, in Commissione e in Consiglio, si è riusciti ad apportare alcune migliorìe, ma sicuramente non è una buona legge e per questo motivo noi voteremo contro.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Ferrero.



FERRERO Caterina

A differenza delle considerazioni altamente pessimiste del Consigliere Miglietti, io esprimo soddisfazione per il fatto che oggi si sia arrivati al momento dell'approvazione di una legge che è comunque importante. Legge importante perché attesa, attesa dal personale che ha collaborato sotto vari aspetti anche alla stesura di questo provvedimento.
Il collega Miglietti diceva che era deluso dal fatto che all'interno c'è poco di nuovo e poco di inedito; io penso che sia anche comprensibile per chi si appresta a dar vita ad una legge così importante, sperare perlomeno che si possa fare il possibile perché il contenuto possa essere il più nuovo e il più inedito possibile.
In questi due anni e mezzo di attività politica abbiamo anche imparato che questo non è poi così semplice, intanto per una serie di norme regolamentari che impediscono di fare quello che Miglietti auspica, vale a dire di governare senza magari tenere conto di quelle che sono invece le legittime considerazioni che provengono dall'opposizione e poi proprio perché all'interno di leggi così importanti la collaborazione, io ritengo anche costruttiva sotto certi aspetti, con tutti i Gruppi consiliari è necessaria.
Una legge di questo tipo non può essere approvata a colpi di maggioranza, senza che su certi argomenti si possa essere giunti a situazioni di accordo, comunque di percorso comune.
Questo è stato possibile; non è una legge che contiene l'inedito, ma è anche una legge che è stata influenzata dagli apporti dei vari Gruppi e dagli apporti esterni, anche dei Sindacati.
E' stato un lungo dibattito che si è concluso, direi soltanto ieri perché ancora ieri è emerso questo aspetto così particolare di questa legge, vale a dire il fatto di coinvolgere anche emotivamente le persone che - mi riferisco per esempio all'aspetto delle norme transitorie - si sono viste in un certo senso coinvolte positivamente o negativamente dalle scelte politiche che sono state compiute.
Il dibattito in Consiglio, ma anche nell'ambito delle sedute di Commissione, che sono state numerose, si è sostanzialmente concluso sull'analisi di tre punti fondamentali che sono poi quelli che sono stati dibattuti anche in aula, vale a dire il numero delle direzioni regionali il collegamento con le deleghe e le norme transitorie.
La collaborazione di tutti ha portato a diminuire da 42 a 32 il numero massimo di direzioni regionali. Spero che questo non sia soltanto il frutto di quelli che sono stati gli ultimi momenti della discussione su questo argomento, ma il frutto innanzitutto dell'apporto ricevuto dalla Giunta in termini di contributo sull'informazione che noi abbiamo a livello statale di quelle che saranno le deleghe che riceveremo e quelle che possiamo ipotizzare si dovranno delegare (e non solo ed esclusivamente la conseguenza del dibattimento invece delle ultime riunioni dove - lo dico molto imbarazzata - mi è sembrato che si arrivasse a discutere di numeri un po' troppo a livello mercatale: c'era chi sosteneva che era giusto il numero "23" perché lo stabiliva la legge Ferraris, ben sapendo che nella realtà l'impianto strutturale delle due leggi è diverso e quindi era abbastanza difficile fare un confronto così immediato. C'era chi parlava di "35", addirittura chi è arrivato a "3". Però questi numeri non erano mai supportati da una giustificazione che entrasse un po' più nel merito.
C'è anche - ed io apprezzo questa posizione - chi ha detto che era preferibile non attribuire nessun numero, nel senso che era perfettamente cosciente del problema; mi rivolgo al Gruppo del Patto dei democratici che coscienti del problema, si è semplicemente reso disponibile - cosa che peraltro condivide anche il mio Gruppo - a partecipare a questa Commissione nel corso della quale si entrerà nel merito con dei contenuti un po' più definiti. Magari si arriverà all'ulteriore riduzione di quelle direzioni regionali che per adesso sono state soltanto abbozzate.
Il discorso delle deleghe non è stato semplice da affrontare probabilmente nel merito si entrerà ancora spesso, proprio perché sappiamo che non è ancora ben definita la legislazione, sicuramente si può già lavorare su un dato di fatto che è la legge n. 142, attraverso la quale una serie di deleghe sono già state trasferite e permetteranno all'interno di questa Commissione di fare delle ulteriori considerazioni.
Possibilmente senza pensare troppo ad affiancare al numero e ai ruoli i nomi, perché forse è più semplice, estraniandosi da questa questione ragionare in modo più razionale, magari anche in modo più efficiente per l'impianto della legge e per quello che è il risultato che si vuole ottenere. Tenendo conto che c'è il grossissimo problema - mi pare sia stato anche sollevato da qualche Consigliere nel corso del dibattimento - di alcune situazioni di enti locali che sono ben lieti di ricevere deleghe, di ricevere risorse finanziarie, un po' meno di ricevere risorse umane già esistenti. Questo è un altro elemento che si deve considerare perché dovrà essere meglio definito.
Infine un ultimo commento sulle norme transitorie e su quanto è successo ieri.
Non sono d'accordo sul fatto che ieri si sia voluto evitare di pensare ancora un pochino alle tensioni che sono sorte nell'ambito di questa discussione, non accedendo alla sospensione del Consiglio. In questi due anni abbiamo avuto molte audizioni con diversi Gruppi di dipendenti che portavano delle situazioni legittime, comprensibilissime; ci sono delle persone, a dei livelli inferiori, che hanno titoli; ci sono delle persone a livelli superiori, che non hanno titoli, magari bravissime. Se si cerca di risolvere nel singolo i vari problemi probabilmente si rischia di fare un grande papocchio; non ci siamo riusciti in due anni e mezzo di dibattito in Commissione a trovare una soluzione di questo tipo e si è discusso molto.
Per quanto riguarda la posizione del mio Gruppo non è di chiusura, ma di consapevolezza del fatto che con una sospensione non si sarebbe probabilmente giunti ad una diversa soluzione.
Anch'io considero importante il fatto che si sia determinata una riserva di posti che possono essere coperti da persone esterne, mi sembra giusto, tenendo conto della professionalità e della capacità di quelle che sono attualmente le risorse disponibili. Una legge, per quanto possa essere variata o meno, comunque definisce quello che sarà l'assetto organizzativo da qui ai prossimi setto, otto, dieci anni. Ha ragione il Consigliere Miglietti quando dice che non è possibile pensare di varare una legge che non possa dare la possibilità a persone all'esterno di entrare all'interno di questo contesto.
Concludo dicendo che il mio Gruppo voterà a favore di questa legge, una legge possibile che oggi fortunatamente trova una sua conclusione con probabilmente poco di inedito, ma sicuramente una razionalizzazione maggiore rispetto a quella che è la situazione attuale esterna e interna di questa Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Quando è iniziata la discussione del provvedimento in oggetto avevamo detto che era approdato in aula il fallimento della Giunta. Quello che ne esce è peggio, è uno sgretolamento vero e proprio, una sconfitta vera e propria sulla quale non c'è troppo da gioire: l'unico aspetto di coerenza che riconoscevamo non esiste più, dirò successivamente il perché.
Per quanto ci riguarda riteniamo che l'unico punto positivo sia stato la votazione dell'emendamento, diventato poi un nuovo articolo, che permette finalmente ai lavoratori della Regione di vedere liberati una serie di adempimenti contrattuali. Noi speriamo che da questo punto di vista si operi celermente, anche tenendo conto del pregresso, non solo del futuro.
Credo sia utile ricordare anche come si è svolta la discussione in aula; non è stata una discussione lunghissima, direi anche interessante non sono stati presentati migliaia di emendamenti sul primo articolo (il Gruppo di Rifondazione comunista ne aveva presentati circa 60) e credo che si sia dimostrato che non erano emendamenti pretestuosi, erano mirati e non è un caso che al settimo emendamento si sia sospesa la votazione. Noi criticavamo la legge perché ci sembrava sospesa per aria: parte dall'alto non è radicata ad un progetto, all'operatività, l'art. 1 lo dimostra. Ci hanno detto che avevamo ragione, tanto è vero che questa mattina è stato presentato un ordine del giorno. Avevamo ragione perché la parte di legge che non abbiamo approvato è consistente: ad oggi abbiamo approvato 50 articoli, ma non abbiamo approvato la proposta organizzativa. Cosa non da poco per una legge che è di riorganizzazione non aver approvato la parte organizzativa, perché l'unico allegato è quello che fotografa l'esistente.
Si dice anche che nella definizione della struttura organizzativa bisognerà tener conto di una legge che sarà presentata entro il 30 settembre, questo è un altro risultato che ritengo positivo, che parla delle deleghe. Allora si potrà finalmente discutere in modo diverso di quella riorganizzazione.
Noi dicevamo che i numeri che accompagnavano quella proposta erano astratti: ci hanno dato ragione, il numero 42 è scomparso, si è ridotto.
Anche il numero 32 è un numero astratto, però avevamo ragione; andremo dentro i 32 a trovare gli elementi che giustificheranno un progetto organizzativo che oggi non c'è. Oggi noi non abbiamo l'allegato A) l'allegato B) e l'allegato C). Chi dice che c'è un progetto organizzativo che è stato votato dice una cosa che non corrisponde al vero.
Rifondazione comunista, prima di entrare nel merito della discussione aveva presentato un ordine del giorno per non votare l'articolato suggerivamo di fare qualcosa di agile per l'applicazione del contratto e rinviavamo la discussione sugli altri aspetti.
Questo è quello che è avvenuto: è vero, abbiamo votato l'articolato però senza la parte sostanziale.
Abbiamo votato un articolato i cui aspetti più significativi stanno negli articoli 50 e successivi. Sicuramente ci sono degli indirizzi anche negli altri.
Credo che dobbiamo essere coscienti di questo: è vero che chi vive d'immagine e fa dell'immagine il suo elemento potrà domani dire "La legge l'abbiamo portata a casa" e fare comunicati che mascherano questa realtà.
La realtà è che noi votiamo una legge che era spessa così, e non solo quantitativamente; soprattutto qualitativamente non è quella che era entrata qui per il voto, proprio perché una legge di riorganizzazione della struttura non vota la riorganizzazione della struttura, vota i principi vota gli articoli. Questa parte non c'è.
Cercheremo di lavorare affinché avvenga.
Credo che questo sia successo per la debolezza del progetto. Perché si è sgretolata rapidamente la resistenza della maggioranza? Perché, appunto anche pochi emendamenti mettevano in luce quella debolezza e devo dire che la nostra decisione di condurre la battaglia fin dal primo articolo con una certa determinazione ha poi convinto, mi pare l'insieme della minoranza della bontà del nostro obiettivo. Ad un certo punto abbiamo potuto verificare anche un nostro non isolamento, che in altri momenti è avvenuto.
Credo che ci debba essere riconosciuto che siamo partiti con il rischio di trovarci isolati, però eravamo convinti di avere dei buoni argomenti, che in parte avevamo imparato proprio dai colleghi della minoranza già nel corso della discussione in Commissione. Ad un certo punto hanno visto che il tipo di battaglia che facevamo noi non era pretestuosa, ma aveva un fondamento.
Nonostante tutto credo che alla fine avremmo potuto ottenere di più perché noi come minoranza siamo riusciti a smontare un giocattolo, molto brutto, e renderlo irriconoscibile.
Credo che più che un'insalata catalana sia una maionese impazzita la cosa che è venuta fuori. Se come minoranze fossimo riusciti ad avere una maggiore incisività, forse avremmo potuto ottenere elementi di disegno e di indirizzo che invece non abbiamo avuto. Credo però che potremo lavorare meglio le prossime volte, già a partire dalla definizione delle parti mancanti di questa legge.
Ci dobbiamo confrontare anche con la nostra capacità di indicare dei modelli e delle proposte, a partire dalla discussione sulle deleghe, per capire come questo si ripercuote nel progetto organizzativo.
Nel corso della discussione questa legge sembrava senza padre, senza madre; per 50 e rotti articoli ci sono stati interventi di maggioranza esclusivamente per illustrare degli emendamenti di modifica alla legge. Non c'è stato un intervento, in 50 articoli, a difesa degli articoli.
Quando parlava la maggioranza, parlava per illustrare emendamenti, cosa incredibile! E' incredibile che una legge che arriva dopo due anni in discussione si ritrovi con emendamenti della Giunta ed emendamenti della maggioranza. Quella legge è un fallimento, anche da questo punto di vista: ripeto, è senza madre e senza padre.
In una legge che era stata annunciata come la legge principale di questa Giunta, la Giunta non c'era. L'unico che ha avuto una capacità di governo della discussione è stato il Presidente del Consiglio, andando un po' oltre, forse, le sue competenze, ma l'ha fatto. E' l'unica interlocuzione che abbiamo avuto, oltre all'Assessore competente che indubbiamente questo ruolo lo ha svolto; il resto della Giunta o non c'era o era distratto o aveva altro da fare e la maggioranza è intervenuta esclusivamente per illustrare emendamenti.
Credo che sia una prova di fallimento notevole. Adesso bisognerà vedere che avvio prenderà l'imbarcazione, perché definirla nave è già notevole: è stata varata e dovrebbe uscire dal porto, ma dubito che riuscirà a farlo.
Noi votiamo 50 articoli, ma non votiamo la proposta organizzativa.
Credo che vada riconosciuto che quell'astrattezza è crollata. Una volta che si è tagliato il filo è caduta: ora deve ancorarsi alla realtà.
Nel fare questo probabilmente accadranno delle cose, si interverrà ulteriormente. A questo punto il nostro voto non può che essere negativo escludendo solo quell'aspetto di soddisfazione per i lavoratori che finalmente possono trovare il contratto. L'unico elemento di soddisfazione è quello.
Abbiamo una certa soddisfazione perché in una battaglia non di tipo ostruzionistico, ma in cui si sono portati argomenti concreti in discussione, abbiamo perlomeno messo in luce tutti gli elementi di negatività del progetto di legge. Questo dovrebbe aver reso consapevoli tutti coloro che erano convinti di dover andare all'approvazione di quella legge, che forse bisogna intervenire diversamente. Si deve intervenire in un modo diverso e si deve definire il progetto organizzativo.
Si passerà dalla Commissione dei saggi, ma intanto quel progetto è stato sostanzialmente modificato nell'impostazione generale e nei punti di riferimento; si deve andare a definire un nuovo progetto organizzativo tentando di ancorarlo alla funzionalità dell'ente.
Credo che lavoreremo in questa direzione; se riusciremo nell'intento forse, quella che per oggi è una sconfitta di tutti, riusciremo a recuperarla. Non avere una bella legge sul personale e sulla struttura organizzativa non serve a nessuno, non serve alla maggioranza, non serve ai lavoratori, non serve alla Regione e ai cittadini del Piemonte. Se riusciremo a lavorare in quella direzione forse la maionese impazzita riusciremo a recuperarla e a dare un prodotto che sia funzionale.
Cerchiamo di utilizzare questo tempo per ridiscutere, per tener conto di tutto, compreso quello che arriva, in modo che la verifica cominci adesso. Iniziamo a preparare una riforma della struttura che serva a cogliere e recepire le novità che sono state più che annunciate; ormai sono certe e dovranno essere inserite. Otterremo il risultato migliore se nei prossimi mesi lavoreremo in questo modo; però al momento attuale, visto come sono andate le cose e visto il prodotto che ci troviamo di fronte, non possiamo che - con maggior convinzione di quanto abbiamo annunciato all'inizio - votare contro.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Veniamo oggi al voto di un provvedimento dall'iter lunghissimo; un provvedimento che, man mano che il suo cammino è andato avanti, è profondamente peggiorato; un provvedimento nel quale, oggi, si presentano le norme di applicazione del contratto - fatto positivo - che avrebbero tranquillamente potuto essere presentate un anno e mezzo fa. Norme che sono l'unica vera conquista del provvedimento e che sono, forse, l'unica ragione che avrebbe potuto farci essere più indulgenti rispetto ad un provvedimento per altre ragioni pessimo: non è una legge di organizzazione del personale non è una legge di descrizione di strutture.
La questione delle deleghe è stata presentata dal nostro Gruppo sia nel dibattito in Commissione sia durante il Consiglio per ben due anni; è altrettanto indubbio che l'ordine del giorno che ho visto transitare in aula, oggi, attinente al problema delle deleghe e che impegnerebbe la Giunta ad approvare un'ipotesi d'impianto entro il 30 settembre, dà totalmente ragione ai tanti argomenti che abbiamo presentato invano per due anni, durante i quali ci è stato ripetuto più volte che, senza un progetto per la Regione era impossibile definire delle strutture.
Ringrazio la collega Caterina Ferrero per aver richiamato il fatto che proprio perché mancava un progetto di riferimento, ci sembrava impossibile poter dire "le dirigenze devono essere 3 piuttosto che 33, 53".
Va peraltro detto che se da un lato riteniamo positivo, e l'abbiamo detto anche in altra sede e in altro momento, che il disegno delle strutture sia stato stralciato, riteniamo comunque veramente paradossale che una Giunta ed una maggioranza così convinta di un disegno che prevedeva 42 direzioni, accetti di passare ad un numero non superiore a 32: non pu che significare che si trattava di un disegno fatto tanto per fare. Mi riferisco al bellissimo libro di uno scrittore, Carlo Cassola, che diceva "l'amore tanto per fare". Noi, qui facciamo le leggi "tanto per fare", poi in aula, le si cambia anche in maniera sostanziale. Vogliamo fare la legge del secolo, la legge della nuova Regione, della nuova Giunta: dopodiché, in aula, le direzioni generali invece di 42 possono anche essere la metà, va bene lo stesso! Questa non mi sembra grande convinzione.
E' un provvedimento che non annuncia alcun progetto e nemmeno - come dire? - un'ipotesi di lavoro conseguente, da tutti i punti di vista. E' una legge nella quale con c'è né rigore né lassismo; c'è quel che lungo la strada, via via, intanto, è venuto.
Sono convinta, così come ha detto il collega Gallarini, che sia stato molto opportuno togliere l'ipotesi di lavoro che riguarda la questione del personale dei Gruppi consiliari - che non chiamerei zavorra.



GALLARINI Pierluigi

Non mi riferivo, ovviamente, al personale.



SPAGNUOLO Carla

Diciamo così, Assessore...
Credo che questo problema sia stato meglio toglierlo; credo sia opportuno, rispetto a queste categorie, di quel rigore invocato a salti e balzelloni: un po' di questo si è trattato! Questione di identikit. Non credo che la legge - collega Papandrea sia figlia di nessuno. Mi sono fatta l'opinione che questa legge sia figlia di alcuni poteri forti; alcuni di essi "normali": grossi Gruppi, siano essi di maggioranza o di opposizione, sono per definizione poteri forti. Ma credo che la legge sia anche figlia di altri poteri forti, che hanno avuto una forte influenza; per esempio, le organizzazioni sindacali, che hanno ritenuto di firmare un accordo che non teneva conto dei problemi di alcune categorie di lavoratori - che hanno avuto la loro influenza.
Non ultimo, nella sua elaborazione, il provvedimento è stato fortemente influenzato da una parte della nostra dirigenza, per ragioni anche comprensibili. Nel momento in cui, tramite questo provvedimento - una volta approvato - verrà a guadagnare 20 milioni lordi al mese è evidente che ha cercato di evitare che in nessuna parte il provvedimento potesse dare origine a dei fermi.
Ci sono stati non pochi poteri ed influenze forti.
Ma non sono certamente questi i fattori che mi stupiscono; per la verità, non mi stupisco mai. Credo, tuttavia, che un minimo di rispetto per le posizioni e per i problemi che vengono rappresentati, dovrebbe essere dovuto nei confronti di tutti.
Ho valutato positivamente l'art. 50, perché una legge nata come legge vetrina, nata per stare sul mercato, nata per valorizzare dal punto di vista economico una dirigenza interna ed esterna, dal mio punto di vista bene ha fatto ad introdurre elementi di attenzione, anche se in una logica di sanatoria, per il complesso restante dei dipendenti della Regione Piemonte.
Per quanto riguarda l'emendamento-Deorsola non voglio assolutamente sottrarmi al confronto. Noi non abbiamo scritto, come Gruppo l'emendamento; quest'ultimo c'è stato sottoposto da un collega della maggioranza, abbiamo ritenuto che rappresentasse un problema reale - non umano, un problema reale di un gruppo di lavoratori, anche abbastanza consistente, per quel che mi è sembrato di capire - cui la stessa Presidenza del Consiglio regionale e i Capigruppo avevano, qualche mese fa dedicato la loro attenzione.
Ci siamo trovati un po' con il cerino in mano - ma ne abbiamo portati tanti, possiamo portare anche questo.
Stupisce l'atteggiamento della Giunta regionale: stupisce che, su problematiche introdotte dalla maggioranza, cui alcune minoranze accedono si chieda un'interruzione per una maggiore valutazione - probabilmente ero convinta anch'io, per esperienza, che in quel contesto l'interruzione non avrebbe portato ad alcunché, per la verità ne ero convinta.
Però mi stupisco molto dell'atteggiamento nei confronti di un'interruzione, che avrebbe potuto anche semplicemente far capire a questa parte di lavoratori che i poteri forti che hanno lavorato su questo provvedimento - all'esterno, all'interno, qui all'intorno, ecc.
consentivano quanto meno che si potesse perdere con onore.
Io chiedo scusa a questa categoria di lavoratori, chiedo scusa perch il loro problema, alla fine, è stato sostenuto ed è stato rappresentato da un piccolo gruppo dell'opposizione.
Sono straordinariamente convinta che se fosse stato rappresentato esattamente sullo stesso tipo di problematiche, da gruppi più forti, da poteri più forti, questo stesso problema sarebbe stato affrontato e quanto meno sarebbe stato negato con dignità.
Vede, Presidente della Giunta, ci sono dei momenti nei quali si capisce come ci si deve comportare.
Personalmente ho tratto una grande esperienza da questa piccola occasione che, peraltro, non ho originato io, ma che ha originato il collega Deorsola, il quale, per la verità, allora sparì e praticamente è perso in un telefono portatile anche adesso, ma non ci sono problemi: ognuno si aggrappa alle situazioni che ha.
Dalla vicenda di ieri sera ho tratto una lezione molto importante, per quello che mi riguarda. Mi sono cioè veramente resa conto di quanto in questa stagione politica si debba essere mai propositivi, mai collaborativi, perché o vengono tenuti in conto i numeri - e questa è una legge che la politica ha sempre avuto, per carità, figuriamoci se adesso questa legge viene meno - ma questa maggioranza, delle opposizioni attente e collaborative, che poi magari non danno grandi risultati ma si pongono in questo modo, non se ne fa assolutamente niente.
Leggendo ciò che è scritto, ho capito che le opposizioni che contano ma ogni tanto, quando si arrabbia, ce lo dice anche il Presidente del Consiglio regionale (perché quando ci si arrabbia si dicono delle verità) sono quelle che hanno i poteri di interdizione.
Perché? Perché o contano i numeri (e per carità, in politica questo è sempre avvenuto) oppure conta la qualità condizionante di alcune opposizioni.
Io ho imparato questa lezione, e ci ho messo due anni e mezzo. Perch se dopo due anni e mezzo - Presidente della Giunta Ghigo - un Gruppo che ha sempre cercato di fare l'opposizione di cui era capace, in qualche modo collaborativa e propositiva (questo sempre sì, ancora proprio in questa proposta che lei ha portato all'esame del Consiglio), non può ottenere un'interruzione di cinque minuti, allora è proprio bene che cambi il suo modo di stare in quest'aula.
Evidentemente in quest'aula o bisogna far paura oppure bisogna pesare con i numeri. E poiché la collega Spagnuolo e il collega Angeli evidentemente contano per due, da adesso in avanti faranno un'opposizione che conterà per due, perché non accetteranno di essere considerati un'opposizione che conta zero.
E' per questo che io - ripeto - chiedo scusa a quelle parti che, per la verità, in alcuni casi conosco. Per cui ho cercato di portarne avanti con forza, per quel che potevo, la giusta causa. Chiedo scusa del fatto che questa giusta causa, nell'assenza di altri che nel frattempo se ne erano andati, non sia arrivata ad essere negata con dignità.
Essere negata con dignità: questo è il problema.
E allora, signor Presidente, concludo questo mio intervento dicendo che sebbene sia una pessima legge, questa legge rimarrà nella mia memoria (e credo anche nella memoria del collega Angeli) come un momento di grande lezione politica, della quale, tutto sommato, devo ringraziare i poteri forti. Poteri forti che, ripeto, sono i grandi Gruppi di maggioranza e di opposizione (e questo non mi ha mai stupito).
Certamente la collega Spagnuolo o il collega Angeli non leggono così bene nemmeno i nomi e i cognomi dell'art. 50 che è stato approvato, ma forse altri grandi poteri condizionanti ci potrebbero dire anche i nomi e i cognomi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Signor Presidente, il voto dei Popolari su questa legge sarà negativo per le motivazioni che in larga parte ho già espresso nell'intervento in discussione generale.
In questa sede di dichiarazione di voto, mi limiterò, anche in un tempo breve, a svolgere qualche considerazione su ciò che è avvenuto in Consiglio, richiamandomi anche all'intervento iniziale del collega Gallarini. Mi associo a ciò che ha fatto il collega Gallarini, e anche altri, nel ringraziamento verso quei funzionari che hanno seguito con attenzione questa legge, ma desidero ringraziare innanzitutto il Presidente del Consiglio regionale, Picchioni, ancora più dell'Assessore - chiedo scusa all'Assessore - perché in questa vicenda, da quando abbiamo iniziato ad affrontarla qui in aula, ha dimostrato una grande saggezza politica che è una risorsa importante. Saggezza politica perché si è reso immediatamente conto, con grande realismo, di quali erano i rapporti di forza, di quali erano le esigenze poste da parte delle minoranze e anche da parte della maggioranza, e ha individuato un metodo estremamente interessante per giungere all'approvazione della legge entro il mese di luglio, perché il rischio reale era che questa legge venisse approvata in autunno (lo era di fatto). La proposta di stralciare gli allegati A), B), C) e D), mi pare sotto questo aspetto di grande interesse perché permette al Consiglio di ritornare sulla parte centrale della legge.
Rivolgo quindi un ringraziamento, al di là dei ruoli che si hanno di maggioranza e opposizione, al Presidente e all'Ufficio di Presidenza tutto per aver sottolineato, con propri emendamenti, l'esigenza di un ruolo diverso del Consiglio, molto più importante di quanto sia attualmente, in termini di rafforzamento della struttura. La presenza abbastanza diffusa in tutto l'articolato del ruolo dell'Ufficio di Presidenza per quanto riguarda la struttura del Consiglio è una forte innovazione, finalizzata a dare un peso, un ruolo molto più importante al Consiglio in termini di struttura per svolgere meglio il nostro ruolo. Questo ci tengo a sottolinearlo proprio perché siamo in Consiglio regionale e credo che questo vada rilevato come fatto estremamente importante.
Per quanto riguarda poi il testo definitivo di questa legge, io con molta franchezza debbo dire che la legge che voteremo può essere divisa in due parti. La parte che si può applicare subito è fatta di due articoli: l'art. 50 e l'art. 50 bis (la norma transitoria e l'applicazione del contratto). Questa, Assessore, è la sostanza di questa proposta organizzativa: applichiamo il contratto, facciamo la norma transitoria, il resto poi si vedrà. Lo hanno già detto altri colleghi: se il risultato doveva essere soltanto questo, l'applicazione economica contrattuale, io debbo rilevare l'insensibilità da parte della Giunta a non aver applicato il contratto prima di quanto avverrà adesso. Questa operazione dell'art. 50 bis, cioè della norma economica in applicazione del contratto, poteva essere fatta sicuramente prima, con un vantaggio da parte dei lavoratori che giustamente attendono l'applicazione del contratto, perché le altre norme per adesso non si possono applicare.
Questo poteva essere fatto e lo abbiamo suggerito in Commissione diverse volte quando abbiamo visto che i tempi diventavano molto lunghi.
Quindi oggi questa legge - lo ripeto - è fatta dagli articoli 50 e 50 bis poi c'è tutta l'altra parte che è di tipo normativo, generale, di principi qualcuno abbastanza preciso, e noi come minoranze abbiamo lavorato in questi mesi per migliorare il testo.
Vorrei ricordare che il testo giunto qui in aula non è quello della Giunta; è un testo che è stato migliorato attraverso il lavoro della Commissione e il contributo non irrilevante da parte delle minoranze quindi è un testo completamente diverso, che abbiamo ancora migliorato nel dibattito consiliare. Quindi, per fortuna, il Presidente non ha le mani libere come diceva il collega Ghiglia, perché il lavoro del Consiglio ha permesso di migliorare il testo e lo stesso ex-Assessore Gallarini lo ha rilevato: l'aula ha migliorato il testo. Lo abbiamo migliorato con gli aggiornamenti di carattere normativo in riferimento alle Leggi Bassanini lo abbiamo migliorato per le questioni relative al ruolo del Consiglio alla struttura; lo abbiamo migliorato con un'indicazione puntuale del trasferimento di deleghe agli Enti locali.
Mi soffermo sul percorso relativo al trasferimento delle deleghe perch dalle prime battute pareva che questo dovesse essere l'elemento politico sul quale era possibile immaginare un ampio consenso. Ieri il Vicepresidente Majorino, in assenza dell'Assessore Vaglio, si era impegnato a presentare un ordine del giorno circostanziato, ha detto "non temete sarà circostanziato, sarà preciso, saranno definite le deleghe, non sarà un documento generico", accogliendo un suggerimento da parte del Presidente del Consiglio che diceva "non deve essere un documento storico, deve essere un documento politico". Ora, per la verità, il documento che ci è stato presentato sulle deleghe, Vicepresidente Majorino, non è quello che lei ci ha promesso. Questo è storico! Nel senso che "considerato che esiste la legge n. 142 (questo lo sapevamo), considerato che esiste la legge n. 127 (anche questo lo sapevamo), considerato che esiste il decreto n. 143 (lo sapevamo), considerato che il quadro legislativo si è modificato (lo sapevamo)"; la sostanza di questo grande documento politico, che avrebbe dovuto essere un grande documento politico, qual è? "Impegna la Giunta a predisporre entro il 30 settembre un disegno di legge che definisca i percorsi per il conferimento delle funzioni e compiti amministrativi"! Quindi entro il 30 settembre conosceremo il percorso per giungere al trasferimento delle deleghe! Questo, Vicepresidente, non è quello che lei ci aveva promesso: "circostanziato ordine del giorno". Questo non è un documento politico, è uno dei tanti impegni che la Giunta si è assunta in passato, perché non c'è assolutamente nulla! Questo documento deve essere riempito e il 30 settembre non ci interessa conoscere un ipotetico percorso: entro il 30 settembre ci vuole la proposta di trasferimento delle deleghe! La proposta, non il percorso! L'Assessore Vaglio nella riunione dei Capigruppo aveva detto in riferimento alle deleghe: "siamo pronti, facciamo", ma qui non c'è assolutamente nulla: un documento di questo tipo è un documento molto generico, debole, non circostanziato, che non risponde alle sollecitazioni del Presidente e tanto meno agli impegni che il Vicepresidente si era assunto qui in aula.
Dopo questo rilievo su ciò che è avvenuto, il giudizio su questa legge non può che essere negativo. Sicuramente il testo è migliore rispetto a quello iniziale, sono stati apportati dei miglioramenti, ma in ogni caso ha tutti gli elementi di carattere negativo che abbiamo rilevato nella discussione generale, limiti forti; è una legge che non risolve i problemi e che non risponde a quelle grandi aspettative che la stessa Giunta aveva annunciato nel momento della sua formazione, nonché negli appositi convegni che sono stati organizzati.
E' una proposta sicuramente debole; avevo detto che questo era il banco di prova della Giunta Ghigo, il primo vero banco di prova. Ebbene, non possiamo che confermare che per essere il primo banco di prova è stato obiettivamente un fallimento, nonostante i miglioramenti che sono stati apportati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Nell'intervento che feci all'inizio della discussione generale dissi che questa era una legge possibile e dovuta. Ora aggiungo che necessariamente, questa legge dovrà essere anche elastica, proprio per quanto è emerso dalla discussione in quest'aula.
Quasi tutti i Gruppi consiliari, a mio modo di vedere, giustamente, già in Commissione hanno detto - e con un ordine del giorno noi sanciamo questa volontà - che questa legge dovrà tener conto delle deleghe che la Regione sarà tenuta a dare (uso un termine forte e perentorio) agli Enti locali tenendo conto delle deleghe - scusate il gioco di parole - che lo Stato darà alle Regioni.
Necessariamente questa legge, definita possibile e dovuta, dovrà essere anche elastica. Affinché una legge sia elastica, bisogna che tutti concorrano a fare in modo che questo possa avvenire; e quando dico tutti mi rivolgo certamente ai colleghi dei Gruppi consiliari di questo Consiglio regionale, ma anche ai dipendenti e alle Organizzazioni sindacali che dovranno gestire questa partita.
Ricordo con molta chiarezza un intervento del Presidente Ghigo, nel quale, rimarcando le difficoltà riferite per esempio al discorso delle deleghe, affermò che le rappresentanze sindacali regionali non erano per nulla disponibili alla cessione di personale agli Enti locali.
Il richiamo che rivolgo è il seguente: tutti devono fare un passo indietro e ragionare in modo elastico rispetto a quello che avverrà del personale dell'Ente che oggi noi rappresentiamo.
Questa legge, a mio parere, è stata "aggiustata" dal Consiglio, per cui ritengo che chi afferma, su un giornalino sindacale, che i Consiglieri non devono fare la loro parte rispetto alle proposte di legge della Giunta non abbia capito a fondo quali sono i valori della democrazia.
Ritengo che chi mette in discussione le differenze che ci sono tra il Governo di una Regione e il Parlamento di una Regione non abbia ben capito quello che è stato ripetuto più volte in questi giorni, in quest'aula sull'autonomia del Consiglio.
Posso anche essere soprannominato "Peter Pan", però distribuendo granelli, come gli emendamenti di articolo in articolo, penso di aver fatto a fondo il mio dovere per modificare questa legge che, a mio modo di vedere, andava modificata rispetto alla formulazione iniziale della Giunta regionale.
Mi riferisco in particolare ad un fatto accennato proprio dal volantino della UIL, quando si diceva che era stata ricercata con assoluto equilibrio la percentuale relativa ai concorsi interni e a quelli esterni.
L'equilibrio lo si trova quando c'è un minimo di percentuale da una parte e dall'altra: quale equilibrio si era trovato nell'attuare, ad esempio, il 100% dei concorsi dell'ottavo livello? Non poteva esserci equilibrio.
Con il 100% - amici sindacalisti - non si trova nessun equilibrio: si trova solo disequilibrio! E' stato detto che voglio fare scuola alla Giunta, al Presidente Ghigo all'Assessore, al Presidente del Consiglio. Io non voglio fare scuola a nessuno, tanto meno ai sindacalisti che fanno la loro parte (giusta e legittima).
Voglio solo ricordare che se io ammetto che i sindacati facciano la loro parte, i sindacati devono però consentire che io possa fare la mia altrimenti c'è di nuovo disequilibrio nell'azione delle varie forze che devono concorrere ad una riorganizzazione del personale.
Svolgo questo intervento non per polemica, ma per rimarcare quelle che sono le libertà di ogni singolo Consigliere, il quale ha il dovere di dare il proprio apporto per migliorare le proposte del Governo; altrimenti sminuirei quello che è l'aspetto essenziale di un Parlamento regionale.
E' chiaro - l'ho già detto nell'intervento di carattere generale - che quando si fa una legge di riorganizzazione del personale probabilmente si esce tutti un po' scontenti (questo se mi metto dalla parte dei dipendenti regionali).
Voglio rivolgere a tutti noi una domanda: se questa norma transitoria fosse stata fatta prima, siete certi che avremmo varato la legge sulla riorganizzazione del personale? Siete certi che, per esempio, si sarebbe sbloccata la situazione di disagio che c'era in questa sala, anche sulle spinte delle legittime aspirazioni che avevano i dipendenti regionali? Siete certi che una volta sistemata, magari all'infinito, la situazione economica, ciascuno di noi avrebbe ancora tramandato nel tempo una parte della riorganizzazione del personale? Ebbene, io sono certo che questa legge non sarebbe stata approvata sono certo che avremmo concluso questa legislatura esattamente come si è conclusa l'altra, passando cioè le notti dell'ultimo periodo della legislatura in Commissione, con le contrapposizioni all'interno dei Gruppi che non avrebbero comunque permesso di sbloccare la situazione.
Invece, proprio perché era un fatto doveroso, siamo riusciti a raggiungere un minimo di risultato.
Il secondo risultato - non c'è il Presidente del Consiglio regionale ma c'è l'Assessore che ha seguito a fondo questo argomento - l'abbiamo ottenuto stralciando le declaratorie, a seguito dell'azione di mediazione tra Giunta e Consiglio condotta dal Presidente del Consiglio. Azione riconosciuta come legittima, giusta e a tutela del personale della Regione.
Quindi non mi stupisco, anzi l'approvo fermamente.
Ho cercato di concorrere anch'io a questa mediazione e sono contento che si sia fatta, soprattutto in questi termini, cioè dandoci delle scadenze precise. Diversamente si rischierebbe - e la domanda che ho fatto all'Assessore stamattina sulla norma transitoria finanziaria era tendente a questo - di lasciare di nuovo le cose come erano; invece abbiamo l'esigenza di rimodernizzare anche le strutture della Regione.
A mio modo di vedere, lo dico con assoluta tranquillità e l'ho detto liberamente in Commissione, non è un male che si sia ragionato anche sul ridimensionamento delle direzioni regionali.
Io ero uno di quelli che sosteneva che 42 o 39 dovessero essere un numero massimo, e sono ancora convinto che 32 debba essere un numero massimo, anzi che ci possano essere dei numeri, magari non eccezionalmente inferiori, ma ancora più bassi, che però non possono e non devono stravolgere l'impianto generale di questa legge, cosa che la Giunta ha saputo tenere saldo.
Lo dico con tranquillità, perché queste cose non le sto inventando adesso, le ho sempre dette e le ho dette chiaramente anche agli amici sindacalisti nell'audizione con i Capigruppo della maggioranza.
Ho dunque mantenuto una linearità di comportamento che, se fosse stata mantenuta da tutti, probabilmente avrebbe permesso di arrivare ad una legge ancora migliore.
Faccio un esempio, a mio modo di vedere molto importante. Io sono stato uno che, apertamente (non nelle sale chiuse), si è battuto perché tutti i Direttori regionali avessero il titolo di studio massimo.
Siamo alla ricerca delle massime professionalità, capisco che ci possano essere delle professionalità anche senza titolo di studio, ma certamente il titolo di studio non guasta le professionalità. Sostenevo talmente a fondo questa tesi, al punto che ho sollevato tale problema alla Giunta e al Presidente a proposito degli esterni; mi pare che analoga questione sia stata sollevata dai sindacati.
Non si capisce, però, come mai da una parte si chieda che i manager, i direttori regionali esterni, abbiano tutti i requisiti e quindi anche il titolo di studio, e dall'altra i sindacati chiedano con forza che, per quanto riguarda il personale interno, il titolo di studio possa anche non esserci, in quanto basterebbero le esperienze.
Le esperienze possono averle gli esterni come gli interni; da qui (se si può trovare una pecca in questa riorganizzazione) nasce il problema dello sgretolamento delle filosofie (l'altra volta ho usato un termine che non voglio più usare).
Per caduta, si è cominciato a non mantenere più fermi i due capisaldi che erano i titoli di studio e le esperienze: non il titolo di studio o le esperienze, bensì i titoli di studio e le esperienze.
La risposta ce la daranno i posteri oppure lo verremo a sapere circolando nei corridoi: chi ha voluto che si cominciasse con questo sgretolamento? Chi ha chiesto queste cose? La Giunta può anche aver dovuto accedere a questa via (come anche i Consiglieri come me, quelli liberi, i "Peter Pan" della situazione), ma chi l'ha chiesta? E la richiesta è venuta a tutela dei diritti dei lavoratori o a tutela di se stessi? Io ho posto questo problema anche alle organizzazioni sindacali. Non ho avuto grosse risposte. E allora, senza nulla aggiungere a quello che è stato fatto, invito la Giunta e il Presidente, quando nella propria autonomia dovranno scegliere i manager e i direttori regionali, a tenere conto di entrambe le cose, dell'esperienza e del titolo di studio.
E' però con rammarico che vedo una disparità di trattamento fra l'esterno e l'interno.
Altra questione: ci sono dei comportamenti differenziati da Ente a Ente (lo ha detto prima il Consigliere Ghiglia). Da un lato, al Comune di Torino, si può scegliere il 100% di manager esterni, senza subire nessuna guerra; dall'altro, alla Regione Piemonte, si fa la guerra perché questo non possa avvenire.
Questo fa pensare; mi viene in mente quel poco noto industriale di Torino il quale vuole che governino alcuni anziché altri per tener ferma la piazza, perché tenendo ferma la piazza può continuare a fare i suoi affari.
Tutto ciò ci deve far pensare alla vera democrazia di questa Regione e di questo paese, perché se queste cose continuiamo a dircele soltanto tra di noi, rischiamo di non dire veramente le cose che sentiamo dentro.
Concludo dicendo che, comunque, tutti - Giunta e Consiglio - oggi hanno fatto una cosa dovuta, dalla quale credo trarranno vantaggio sia il Governo regionale che il Consiglio ed i dipendenti regionali.



PEANO PIERGIORGIO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Presidente e colleghi, nell'intervento d'inizio lavori ho già fatto rilevare una serie di incongruenze della legge. Innanzitutto, si tratta di una legge non al passo coi tempi, una legge con lo sguardo volto al passato, che riflette la situazione di fatto esistente come organizzazione del personale, non predisposta a ricevere tutte quelle variazioni che le riforme legislative in atto in questo momento, porteranno, per forza di cose, a dover fare.
Ci siamo quindi trovati con una legge vecchia, anche se appena nata.
Legge approntata prima, e non dopo, aver affrontato e risolto la questione delle deleghe: partiamo con una legge che fissa l'organigramma della Regione prima di aver deciso i compiti che la Regione intende mantenere per sé e quali intende invece delegare alle altre amministrazioni locali Province e Comuni. Ci troviamo con una struttura del personale pronta a svolgere delle funzioni che, magari fra pochi mesi, potranno essere delegate e non esistere più al nostro interno.
Soprattutto, non vengono recepite le leggi Bassanini, che attribuiscono alla Regione nuovi compiti, dei quali questa legge di ristrutturazione del personale doveva tenere conto - ma non lo ha fatto.
In sostanza, ci troviamo ad approvare - la maggioranza, noi non saremo di quest'opinione - e varare una legge che sarà superata in un arco di tempo relativamente ridotto; ci troveremo presto a dover riaffrontare il problema e ridiscutere leggi di variazione di questo disegno di legge. In sostanza, avremo fatto un grande lavoro inutile.
Inoltre, all'interno della legge c'erano punti-chiave che personalmente e come Gruppo abbiamo contestato pesantemente. Abbiamo fatto notare che nessuna industria privata prevederebbe 42 direzioni a fronte di un'organizzazione di poco più di 3000 dipendenti.
Dopo lunga battaglia delle minoranze, le direzioni sono scese da 42 a 32: pur sempre un'enormità. Sarà mio impegno personale, nella Commissione prevista dagli emendamenti accolti, cercare di ridurne ulteriormente il numero.
Ma è proprio l'impianto, il tipo di struttura della legge che mi sembra esattamente contraria ai principi fissati nel primo articolo; una struttura che va nel senso della burocrazia e non della sburocratizzazione.
Infine, considerato che tutte le direzioni previste, le promozioni, le assunzioni dall'esterno di manager superpagati avrebbero provocato grave scontento all'interno del personale in servizio presso la Regione, si tenta di dare il contentino a tutti o perlomeno al maggior numero possibile di persone, aprendo la serie di concorsi previsti dall'art. 50, in deroga a parte dei principi stabiliti dalla stessa legge.
Tali concorsi così generalizzati da dover tutti accontentare, in realtà tutti scontenteranno.
Relativamente a quest'ultima parte della legge, abbiamo anche noi proposto degli emendamenti, soprattutto per un principio di giustizia.
Abbiamo infatti notato che la legge, pur con le deroghe previste all'art.
50, lasciava fuori tutta una fetta di personale che si appellava a deroghe ulteriori.
Come Gruppo, sosteniamo che o si deroga per tutti o per nessuno; se abbiamo stabilito dei principi, li manteniamo validi: per coprire una certa posizione occorre un certo titolo di studio e una certa anzianità di servizio; diversamente, se per un'unica volta si deroga, si deroga per tutti e non solo per qualcuno, com'è stato fatto.
Gli emendamenti sono stati respinti; riteniamo che una parte del personale dipendente sia tutt'altro che contento di come sono andate le cose: tutto questo, sicuramente, non influirà positivamente sull'operato della Regione. E' infatti importante che chi svolge un lavoro lo faccia con convinzione, con una certa ambizione e, comunque, con un futuro davanti a sé.
Dopo questa serie di osservazioni arrivo alla conclusione. Pur prendendo atto che la legge ha subito lievi miglioramenti grazie alle modifiche pervenute nel corso della discussione, il nostro voto non pu comunque cambiare. Le modifiche sono state minime; la legge non ci piace, è superata, non ci sembra giusta: non potremo che votare contro.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione per appello nominale, tramite votazione elettronica, dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 52 hanno risposto SI' 32 Consiglieri hanno risposto NO 20 Consiglieri La legge è approvata.
A questo punto desidero ringraziare gli Assessori ed il Consiglio per tutta l'azione e l'opera svolte e per quanto è stato possibile raggiungere nell'ambito di questo provvedimento, certamente tormentato e complesso.
Ringrazio l'intera assemblea perché, nel duro rispetto delle regole tutti hanno contribuito affinché questa legge fosse migliorabile per quanto di loro discernimento.
Desidero altresì ringraziare tutti coloro, in particolare il Consigliere Saitta ed il Consigliere Montabone, che hanno voluto riconoscere il ruolo dell'Ufficio di Presidenza.
Ringrazio anche la Dottoressa Rovero, la Dottoressa Garabello e tutto il personale d'Aula per il servizio prestato in questa difficile e certamente lunga circostanza, oltreché il Dottor De Pascale ed il Dottor Crescimanno, che sono stati un valido supporto tecnico per il buon esito del provvedimento.
Ancora un ringraziamento al Consigliere Papandrea per aver riconosciuto il lavoro dell'Ufficio di Presidenza.
Grazie a tutti.
La parola a Presidente della Giunta regionale, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Non so se sia corretto dal punto di vista procedurale, ma chiedo all'assemblea la possibilità di estendere, anche da parte mia, il ringraziamento per l'iter positivo di questo provvedimento.
Se consentite, desidero porgere un ringraziamento particolare al Presidente del Consiglio, che credo abbia buon merito nel percorso seguito per l'approvazione di questa legge.
Mi dicono che in questa mia comunicazione non posso fare considerazioni sulla legge, e non le faccio.
Ci tenevo, però, a ringraziare l'assemblea per il lavoro svolto e per il risultato che, con l'aiuto di tutti, abbiamo raggiunto.



PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dei documenti collegati alla normativa sul personale.
Il primo ordine del giorno, n. 563, è presentato dai Consiglieri Picchioni, Vaglio, Burzi, Montabone, Cotto, Ghiglia, Saitta e Riba su "Norme sull'organizzazione degli uffici e sull'ordinamento del personale regionale" relativo alla legge testé approvata.
Su tale documento ha chiesto la parola il Consigliere Racchelli; ne ha facoltà.



RACCHELLI Ettore

Vorrei innanzitutto rispondere al Consigliere Miglietti che io, invece penso che l'opposizione abbia la sindrome del cammello.
Non gliene spiego il significato, perché essendo lui un grande conoscitore di queste materie capirà cosa vuol dire.
Inoltre vorrei anche dire al Consigliere Miglietti che mi sembra strano che un amministratore pubblico non conosca il significato del profitto.
Il profitto è l'interesse che ha l'Amministrazione a migliorare la qualità della vita dei cittadini, e questo significa migliorare il servizio.



PRESIDENTE

Consigliere Racchelli, dobbiamo restare al tema dell'ordine del giorno.
Lei deve fare la dichiarazione di voto.



RACCHELLI Ettore

Ma questa era una battuta, per carità, ci è stato detto che siamo dei camaleonti...
Intervengo nel merito dell'ordine del giorno.
Ho preparato questo intervento scritto, che leggerò, perché credo che sia meglio esprimersi leggendo, vista la difficoltà di interpretazione.
Mi ero preparato l'intervento tecnico su alcuni aspetti che non rinuncio comunque ad affrontare, ma l'indignazione che provo di fronte alla strumentalizzazione che l'opposizione ha fatto di un disegno di legge tanto importante mi impone, dopo la parte tecnica, di dare uno spazio ad alcune considerazioni di fondo e di principio.
D'altronde penso che proprio nelle situazioni...



PRESIDENTE

Consigliere Racchelli, faccia una dichiarazione di voto attinente all'ordine del giorno.



RACCHELLI Ettore

Sull'ordine del giorno, chiedo di intervenire, Presidente.



PRESIDENTE

Sì, però faccia una dichiarazione attinente all'ordine del giorno.



RACCHELLI Ettore

Io chiedo di intervenire: è nel merito del disegno di legge n. 42.



PRESIDENTE

Questa è una procedura di discussione che abbiamo adottato con il consenso di tutto il Consiglio per arrivare alla formalizzazione delle declaratorie dei settori in sede d'aula.
Per cui è un garantismo che, devo dire anche grazie alla minoranza abbiamo sancito nei confronti del lavoro della Giunta e dell'Ufficio di Presidenza.
Consigliere Racchelli, lei avrà modo di fare delle dichiarazioni politiche in altra sede. Mi dica solo se è d'accordo su questa procedura.



RACCHELLI Ettore

Signor Presidente, io non sono d'accordo. Se però lei mi toglie la parola, rinuncio a fare l'intervento che volevo fare.



PRESIDENTE

Io non le tolgo la parola. Però la prego - visto che in quest'aula abbiamo trovato un consenso generalizzato - di rinviare le sue considerazioni in un'altra sede, con un altro argomento.
Pertanto la prego di fare la sua dichiarazione di voto.



RACCHELLI Ettore

Signor Presidente, o mi toglie la parola o me la lascia. Lei non mi deve pregare!



PRESIDENTE

Lei deve limitarsi all'ordine del giorno!



RACCHELLI Ettore

Ma io sto rispondendo...



PRESIDENTE

No. Non può rispondere. Io qui indico una procedura, il termine di una procedura che è stata consensuale...



(Interruzioni da parte del Consigliere Riba)



PRESIDENTE

Consigliere Riba, mi permetta. Sto cercando di far convenire il ragionamento di tutti su una procedura che non può essere assolutamente dimenticata o disattesa.
Per cui, Consigliere Racchelli, mi dica che è d'accordo su questa procedura.



RACCHELLI Ettore

Io le ripeto: mi tolga la parola ed io non interverrò più.



PRESIDENTE

Va bene. Allora io le tolgo la parola.



RACCHELLI Ettore

Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Annuncio che voteremo contro l'ordine del giorno, ma che, ovviamente ci atterremo al voto che l'aula esprimerà.



PRESIDENTE

La ringrazio per la correttezza del suo comportamento, perché l'avevamo convenuto in precedenza.
Pongo pertanto in votazione l'ordine del giorno n. 563, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte in riferimento al comma 4 dell'art. 10 della legge regionale 'Norma sull'organizzazione degli uffici e sull'ordinamento del personale regionale', approvata in data odierna impegna il Comitato di cui al comma 4 citato, di elaborare la proposta di redifinizione delle Direzioni e dei settori, e relative declaratorie nonché le declaratorie delle strutture speciali entro il termine fissato onde consentire alla Giunta regionale e all'Ufficio di Presidenza di deliberare l'assetto organizzativo dell'Ente e di proporlo al Consiglio regionale nel rispetto delle disposizioni di legge si impegna altresì a deliberare, nella seduta successiva alla presentazione, in ordine alle proposte di cui sopra, limitando alla sola discussione generale alle dichiarazioni di voto impegna infine la Giunta regionale e l'Ufficio di Presidenza a porre in essere tempestivamente i successivi adempimenti di competenza, al fine di consentire l'applicazione integrale dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro - area dirigenza e area personale - nel rispetto dei termini indicati dalla legge".
Questa è la parte terminale della procedura che abbiamo indicato e che il Consiglio ha accolto.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 41 voti favorevoli, 4 contrari e 1 astensione.
Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 564, presentato dai Consiglieri Vaglio, Picchioni, Montabone, Cotto e Ghiglia sul principio di sussidarietà e decentramento amministrativo.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte: Considerato che il processo di riforma del sistema amministrativo statale, regionale e locale in atto tende, a Costituzione invariata, a realizzare un forte decentramento amministrativo strutturato su diversi livelli di governo e ispirato al principio di sussidiarietà.
Considerato in particolare che già l'art. 3 della legge 142 del 1990 attribuisce alla Regione il compito di determinare gli obiettivi generali della programmazione economico-sociale e territoriale; considerato che con la successiva legge delega n. 59 del 1997 si impegna il Governo a trasferire e delegare le funzioni amministrative alle Regioni e agli Enti locali, lasciando in capo allo Stato solamente funzioni residuali.
Considerato inoltre la legge n. 127 del 1997, tesa allo snellimento dell'attività amministrativa, rivede il sistema decisionale e i controlli.
Visto il decreto legislativo n. 143 del 1997 con il quale si avvia il processo di decentramento amministrativo impegnando le regioni a definire i conferimenti agli Enti locali in materia di agricoltura e foresta.
Considerato che il su delineato quadro legislativo limita l'intervento regionale, nella fase dell'amministrazione attiva, allo svolgimento delle sole funzioni amministrative che richiedono l'unitarietà, riservando alle stesse Regioni una funzione prevalentemente legislativa, di programmazione e di coordinamento.
Preso atto che la Giunta regionale ha già dato inizio alla riforma del sistema delle autonomie locali, costituendo un tavolo di concertazione con gli Enti locali per la valutazione delle risorse necessarie alla rapida attribuzione delle deleghe.
Considerato che da questo impegno necessariamente discenderà, per la Regione, il mantenimento delle sole risorse umane ed economiche necessarie a garantire i compiti di legiferazione, indirizzo, programmazione pianificazione regionale, controllo e consulenza: impegna la Giunta regionale a predisporre entro il 30 settembre un disegno di legge che definisca con precisione i percorsi per il conferimento delle funzioni e compiti amministrativi agli Enti locali, il tutto in attuazione dell'inscindibile combinato disposto dell'art. 67 dello Statuto della Regione Piemonte dell'art. 3 della legge n. 142 del 1990, della legge delega n. 59 del 1997 e nella piena applicazione del principio di sussidiarietà, mantenendo in capo alla Regione solo funzioni e compiti amministrativi e gestionali che richiedono, per la loro specificità, una disciplina unitaria.
A rispettare i termini di legge per il trasferimento agli Enti locali delle materie di cui al d.lgs. 7 giugno 1997 n. 143, e cioè agricoltura foreste, caccia e pesca.
A rivedere le strutture regionali e quindi a formulare le conseguenti proposte legislative per trasferire agli enti delegati, unitamente ai compiti, le risorse finanziarie ed umane".
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Sicuramente è una formalizzazione di impegni a cui la Giunta dovrà attenersi, noi avremmo preferito una maggiore specificazione, così come aveva promesso l'Assessore Majorino.
Rimanendo così il testo, il nostro voto sarà di astensione.



PRESIDENTE

Pongo dunque in votazione l'ordine del giorno poc'anzi letto.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 42 voti favorevoli e 4 astensioni.
Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 565 dei Consiglieri Picchioni Deorsola, Foco, Peano, Minervini, Chiezzi e Benso riguardante "Norme sull'organizzazione degli uffici e sull'ordinamento del personale regionale" - Richiesta modifiche statutarie concernenti la composizione dell'Ufficio di Presidenza.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte in relazione all'approvazione del disegno di legge n. 42 che dà, tra l'altro, attuazione all'ultimo comma dell'art. 81 dello Statuto, istituendo ruoli organici separati per il personale della Giunta e del Consiglio attribuendo di conseguenza numerose funzioni all'Ufficio di Presidenza in materia di organizzazione del personale preso atto che, in questi anni, numerose leggi ed iniziative quali quelle sugli Stati Generali, sull'Osservatorio regionale sul fenomeno dell'usura hanno assegnato ulteriori impegnativi compiti all'Ufficio di Presidenza ritenuto pertanto urgente e necessario prevedere un allargamento della composizione di tale organo sia per far fronte a tali nuove incombenze sia per permettere una maggiore rappresentatività delle forze politiche ed in particolare delle minoranze all'interno dell'Ufficio di Presidenza INVITA la Commissione speciale per la revisione dello Statuto della Regione Piemonte a valutare prioritariamente la questione della composizione dell'Ufficio di Presidenza, valutando l'opportunità di proporre le conseguenti modifiche statutarie affinché siano operanti, se possibile, già per il rinnovo dell'Ufficio di Presidenza previsto per la metà legislatura ai sensi dell'art. 14 ultimo comma dello Statuto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 44 voti favorevoli e 1 astensione.


Argomento: Gruppi consiliari

Nomina nuovo Presidente Gruppo C.C.D.


PRESIDENTE

La parola all'Assessore Botta, che interviene in qualità di Consigliere.



BOTTA Franco Maria

Una brevissima comunicazione che vorrei fare all'Ufficio di Presidenza: il Gruppo del Centro Cristiano Democratico, a maggioranza - adesso consegnerò la comunicazione firmata dal sottoscritto e dalla Consigliera Casari - ha deciso di conferire l'incarico di Presidente di Gruppo alla Consigliera Casari.


Argomento:

Rinvio argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

C'era ancora un ordine del giorno su Cuba, il Consigliere Chiezzi è d'accordo a discuterlo nella seduta di lunedì mattina.
Informo i Consiglieri che lunedì ore 9,00 è convocata la VI Commissione ore 9,30 è convocata la I Commissione; ore 14,00 è convocata la IV Commissione; ore 14,30 è convocato il Consiglio; martedì ore 9,00 è convocata la II Commissione; ore 9,30 è convocato il Consiglio; ore 14,30 è convocato il Consiglio; mer-coledì ore 9,30 è convocato il Consiglio; ore 14,00 è convocata la VII Commissione.
Desidero informare altresì i colleghi che nella giornata di martedì verranno effettuate delle nomine, per cui prego tutto i Gruppi di poter concordare le loro indicazioni.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,45)



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