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Dettaglio seduta n.159 del 24/07/97 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale - Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Proseguimento esame progetto di legge n. 42: "Norme sull'organizzazione degli uffici e sull'ordinamento del personale regionale" (seguito)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Proseguiamo l'esame del progetto di legge n. 42, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Era rimasto in discussione l'emendamento n. 7) presentato dal Gruppo di Rifondazione Comunista, che pare superato o superabile da un emendamento della Giunta.
La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al personale e sua organizzazione

L'emendamento n. 7) o, meglio, una parte degli emendamenti presentati al comma 1 dell'art. 1 sono superabili da un emendamento - il 7 bis) presentato dalla Giunta; in questo momento non ho il testo, ma sono in grado d'illustrarlo: aggiunge, dopo la parola "decentramento", le parole "e di delega" e specifica il riferimento all'applicazione della legge n. 59 in pratica la prima delle due leggi Bassanini.
Si tratta, da un lato, dell'esplicitazione, peraltro connessa a ciò che è stato discusso in aula nella giornata precedente, della volontà di delega, quindi è un primo momento d'esplicitazione in legge della volontà di delega aggiunta al termine "decentramento"; dall'altro, pur confermando al collega Papandrea e agli altri Consiglieri che non è l'esplicitazione di una legge nell'articolato a renderla meno seguibile, essendo appunto legge evidentemente l'esplicitazione della Legge 59 e non della seconda Bassanini, che non avrebbe riferimenti, non lede assolutamente l'articolato proposto.
Se serve a rendere più chiara la volontà della legge d'essere adempiente secondo la filosofia della Bassanini, che peraltro seguiremo in altri punti dell'articolato, ci è parso utile recepirlo nel comma 1 dell'art. 1.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Tra i vari emendamenti che avevamo presentato, alcuni definivano e precisavano molto meglio anche il contesto delle deleghe.
Tuttavia, quest'inserimento è significativo. Pertanto, ci asterremo sull'emendamento della Giunta e, nello stesso tempo, ritiriamo i nostri emendamenti all'art. 1.



BURZI Angelo, Assessore al personale e sua organizzazione

Dò lettura dell'emendamento 7 bis): Comma 1, dopo le parole "principi di decentramento" aggiungere le parole "e di delega", e dopo le parole "(Ordinamento delle autonomie locali)" aggiungere le parole "e nella Legge 15 marzo 1997, n. 59 (Delega al Governo per il conferimento di funzioni e compiti alle Regioni ed Enti locali, per la riforma della Pubblica Amministrazione e per la semplificazione amministrativa)".
Quindi, il testo completo del comma 1 riformulato sulla base dell'emendamento della Giunta, risulterebbe così: "1. La presente legge disciplina l'organizzazione degli uffici e i rapporti di lavoro e d'impiego alle dipendenze della Regione, con l'obiettivo di migliorare l'efficienza e l'efficacia dell'azione amministrativa, secondo i principi d'imparzialità, di pubblicità, di trasparenza, d'economicità e al fine di garantire la più ampia tutela degli interessi pubblici e dei diritti dei cittadini anche in attuazione dei principi di decentramento e di delega delle funzioni stabilite dall'art. 3 della Legge 8 giugno 1990 n. 142 (Ordinamento delle autonomie locali) e nella Legge 15 marzo 1997, n.
59 (Delega al Governo per il conferimento di funzioni e compiti alle Regioni ed Enti locali, per la riforma della Pubblica Amministrazione e per la semplificazione amministrativa)".



PRESIDENTE

Questo emendamento è soppressivo degli emendamenti nn. 8), 9) e 10) presentati dal Gruppo di Rifondazione Comunista, che recitano: 8) Art. 1, comma 1, le parole "di decentramento" sono sostituite con le parole "di delega" 9) Art. 1, comma 1, al termine del comma è aggiunto: "nel rispetto dell'art. 68 dello Statuto ed al fine di contenere al massimo i propri costi gestionali, la Regione tendenzialmente esclude il decentramento dei propri uffici" 10) Art. 1, comma 1, alla fine del comma sono aggiunte le parole "e della legge 15/3/1997, n. 59".
Pongo ora in votazione l'emendamento 7 bis).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 24 voti favorevoli e 10 astensioni.
Si intendono ritirati anche gli emendamenti nn. 11), 12), 13), 14) 15), 16) e 17), presentati dal Gruppo di Rifondazione Comunista.
Essi recitano: 11) Art. 1, comma 1, al termine del comma è aggiunto: "La Regione, ai sensi dell'art. 68 del suo Statuto, nell'organizzazione dei propri uffici può avvalersi degli uffici delle Province, dei Comuni o di Enti locali, per l'esecuzione di provvedimenti amministrativi deliberati dal Consiglio regionale o di provvedimenti per l'attuazione di leggi regionali e quando non sia stato altrimenti disposto. Le modalità di utilizzazione degli uffici di Enti locali sono stabilite di intesa con le Amministrazioni interessate" 12) Al comma 1 dell'art. 1 si aggiunge: "Gli uffici degli Enti locali destinatari del decentramento regionale che svolgono attività vincolata, ivi compresa quella istruttoria e di esecuzione, si conformano agli ordini di servizio ed alle circolari interpretative che la Regione, nelle materie di propria competenza o in quelle ad esse delegate, emana per assicurare parità di trattamento nel proprio territorio" 13) Art. 1, comma 1, al termine del comma sono aggiunte le parole: "Alle Province sono delegate le funzioni concernenti l'edilizia scolastica le attività culturali e di istruzione, i musei medi e minori, i presidi socio-assistenziali, l'associazionismo assistenziale, il sostegno delle attività ricreative e sportive non di interesse regionale, le infrastrutture sportive, le fiere, le mostre ed i mercati, l'agriturismo l'agricoltura, la realizzazione di infrastrutture per insediamenti industriali nelle zone industriali, i trasporti e la viabilità, i municipi ed i cimiteri, gli acquedotti e le fognature, il risparmio energetico, i parchi e la protezione della natura, la tutela dall'inquinamento, i rifiuti, la caccia e la pesca" 14. Art. 1, comma 1, aggiungere al comma le parole: "Nell'attuazione del principio di decentramento non possono essere previste duplicazioni di funzioni già svolte dalla Regione" 15) Art. 1, comma 2, al termine del primo capoverso, dopo le parole "...421)" aggiungere le parole "della legge 15/3/1997, n. 59" 16) Art. 1, comma 2, al termine del primo capoverso, dopo le parole "...421)" aggiungere le parole "della legge 15/5/1997, n. 127" 17) Art. 1, comma 2, al termine del primo capoverso, dopo le parole "...421)" aggiungere le parole "della legge 31/12/1996, n. 675".
Pongo ora in votazione l'art. 1, così emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 25 astensioni 10 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 18) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: Art. 2, comma 2 Il comma 2 è così sostituito: "2. Il rapporto di lavoro dei dipendenti è disciplinato dai contratti collettivi di lavoro".
19) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: Art. 2, comma 2 Al termine del comma 2 aggiungere le parole: "dei contratti collettivi di lavoro".
La parola al Consigliere Papandrea per l'illustrazione.



PAPANDREA Rocco

Il primo emendamento va nella direzione di quanto, apparentemente, ci pareva fosse la linea della maggioranza, ovvero adeguare il rapporto di lavoro tra i dipendenti pubblici e i dipendenti privati.
Lo strumento principe che caratterizza il rapporto di lavoro è il contratto di lavoro; esistono le leggi e queste sono un punto di riferimento, ma sono un ulteriore punto di riferimento. Infatti, nel settore privato, laddove c'è il contratto di lavoro e dove lo stesso norma in modo superiore alla legge, quello che ha valore è il contratto.
Il primo emendamento ha il significativo di sottolineare l'importanza del contratto di lavoro.
Il secondo emendamento è stato presentato perché in Commissione lasciando l'articolo così com'era, abbiamo commesso una dimenticanza, non citando il contratto nelle fonti che governano i rapporti di lavoro.
Lasciando invariato l'articolo si intende che il contratto di lavoro è governato dalle leggi e non da questo strumento, che dovrebbe diventare più importante anche nelle intenzioni della maggioranza.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al personale e sua organizzazione

La Giunta è contraria, non tanto riguardo all'importanza del contratto di lavoro sottolineata dal Consigliere Papandrea, quanto perché - ed è stato oggetto di ampi dibattiti in Commissione - la formulazione dell'art.
2 è l'esatta e specifica formulazione adottata dalla legge Amato.
Sembra (e rimaniamo convinti di ciò) che utilizzare nella dicitura della legge applicativa del DL 29 l'esatta formulazione - che rimanda appunto al Codice Civile - risponda maggiormente agli obiettivi della legge stessa di quanto non lo sia specificare i rimandi al contratto collettivo nazionale.
Per questi motivi, la Giunta è contraria all'accoglimento degli emendamenti.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 18).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli, 25 contrari e 10 astensioni.
Pongo ora in votazione l'emendamento n. 19).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 12 voti favorevoli, 27 contrari e 4 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 2 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 27 voti contrari 4 astensioni 9 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 34 astensioni 6 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 19/1) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: Al termine del comma aggiungere: "nel pieno rispetto dei contratti collettivi di lavoro" 19/2) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: Al termine del comma aggiungere: "in conformità con le direttive dell'Unione Europea" 19/3) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: Aggiungere un comma 2: "La Giunta regionale, prima di varare misure di riorganizzazione, comunica le proprie proposte alle rappresentanze sindacali unitarie ed apre un confronto con esse".
La parola al Consigliere Papandrea per l'illustrazione degli emendamenti.



PAPANDREA Rocco

Poiché parliamo di ristrutturazione, quindi la parte in causa sono anche i lavoratori, i primi due emendamenti sono stati presentati per sottolineare l'importanza dei contratti di lavoro e le normative vigenti.
Sull'importanza di tali strumenti, ricordo un particolare di cronaca che riguarda la normativa CEE: i primi provvedimenti di licenziamento alla Renault sono stati annullati in quanto non era stata data informazione alle strutture sindacali dell'esistenza di una normativa europea che definisce un determinato passaggio.
Il Tribunale non è entrato nel merito della giustezza o meno del piano di ristrutturazione, ha semplicemente detto che un tipo di passaggio previsto dalla direttiva, non è stato attuato. Di conseguenza, il provvedimento è stato annullato sia da un tribunale francese sia da un tribunale belga.
Spesso si incorre nell'errore di non rendersi conto che anche su questa tematica c'è una normativa europea crescente, che attribuisce un ruolo alle organizzazioni rappresentative dei lavoratori (non quelle presunte, ma quelle realmente rappresentative nella contrattazione dei processi di ristrutturazione).
Il terzo emendamento recita: "la Giunta regionale, prima di varare misure di riorganizzazione, comunica le proprie proposte alle rappresentanze sindacali e apre un confronto con esse". Non dice che occorre un accordo con le Organizzazioni Sindacali, parla di confronto preventivo e non di accordo. Non vincola i provvedimenti ad un accordo con il Sindacato, ma, rispetto a problemi di questa natura, apre un confronto con la parte rappresentativa dei lavoratori.
Questo emendamento fa un'ulteriore specificazione definendo che devono essere consultate le rappresentanze sindacali unitarie.
Ritengo che questo emendamento dovrebbe essere accolto in quanto indica una controparte obiettiva, una rappresentanza sindacale, una rappresentanza unitaria elettiva, prevista anche dalla legge 142. Non si fanno, quindi selezioni ed ogni tre anni si rinnova la rappresentanza.
Ricordo le recenti elezioni avvenute nel settore industria: sono state presentate otto/nove liste e sono stati eletti, nelle rappresentanze sindacali, Sindacati di tutti i tipi: dai COBAS all'UGIL. Rappresentanze che contengono l'insieme delle organizzazioni, determinate con criteri obiettivi, visto che sono i lavoratori a determinarle.
Diversamente, succede quanto è accaduto qui: si ascoltano vari gruppi di pressione, che non si sa bene da cosa siano legittimati.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al personale e sua organizzazione

Intervengo in maniera molto sintetica: sono favorevole a recepire il secondo emendamento presentato da Rifondazione Comunista, quando specifica "in conformità con le direttive dell'Unione Europea" per i motivi espressi dal Consigliere e per altri, ad abundantiam, di adeguamento e rispetto delle direttive stesse.
Invece, per motivazioni in parte già ripetute - e chiedo al Consigliere di esimermi dal ripeterle - visto che il rapporto con le Organizzazioni Sindacali è ampiamente normato anche in termini di colloquio, di diritti/doveri, di informazione, la Giunta è contraria a recepire gli altri emendamenti.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 19/1).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 13 voti favorevoli, 23 contrari e 2 astensioni.
Pongo in votazione l'emendamento n. 19/2), accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione l'emendamento n. 19/3).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 13 voti favorevoli, 24 contrari e 3 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 4 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 voti favorevoli 38 astensioni 6 L'art. 4 è approvato.
ART. 5 19/4) Emendamento presentato dall'Assessore Burzi: Comma 1, lettera c), dopo le parole "legge regionale 25 luglio 1994, n. 27" aggiungere le parole "nonché della legge 31 dicembre 1996, n. 675 (Tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali)".
Pertanto la lettera c) del comma 1 è così riformulata: "c) collegamento delle attività delle strutture attraverso il dovere di comunicazione interna ed esterna ed interconnessione mediante sistemi informatici e statistici pubblici in applicazione delle disposizioni contenute nel decreto legislativo 12 febbraio 1993, n. 39, nella legge regionale 31 agosto 1993, n. 45 e nel rispetto dei limiti della riservatezza e della segretezza di cui all'articolo 24 della legge 7 agosto 1990, n. 241 e della legge regionale 25 luglio 1994, n. 27, nonché della legge 31 dicembre 1996, n. 675 (Tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali)".
La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al personale e sua organizzazione

Si tratta dell'esplicitazione del richiamo alla legge sulla privacy.
Dopo le parole "legge regionale 25 luglio 1994", si richiede (con la stessa logica con cui all'art. 1, comma primo, specificammo l'adeguamento alla legge n. 59/97) di specificare l'importanza dell'applicazione della legge n. 675 del 31 dicembre 1996, sulla "Tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali".
Quindi, la riformulazione completa del comma c) diventa: "Collegamento delle attività delle strutture attraverso il dovere di comunicazione interne ed esterna ed interconnessione mediante sistemi informatici e statistici pubblici, in applicazione delle disposizioni contenute nel decreto legislativo 12 febbraio 1993, n. 39, nella legge regionale 31 agosto 1993, n. 45 e nel rispetto dei limiti della riservatezza e della segretezza di cui all'art. 24 della legge 7 agosto 1990, n. 241" - legge sulla trasparenza - "e della legge regionale 25 luglio 1994, n. 27, nonch della legge 31 dicembre 1996, n. 675 (Tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali)".



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 19/4).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 37 voti favorevoli e 1 astensione.
L'emendamento n. 19/5), presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti (Art. 5, comma 1, al termine del punto c) aggiungere: "e della legge 31/12/96, n. 675") viene ritirato.
Si proceda alla votazione dell'art. 5, così emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 34 voti contrari 1 astensioni 3 L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 35 voti contrari 1 astensioni 3 L'art. 6 approvato.
ART. 7 19/6) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: Art. 7, comma 1, dopo le parole "normativa vigente", sostituire le parole da "anche a lavoro" con le parole "e per quanto riguarda le materie rigurdanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sui luoghi di lavoro, anche in conformità con le disposizioni della legge n. 626/94".
La parola al Consigliere Papandrea per l'illustrazione.



PAPANDREA Rocco

L'emendamento ha una spiegazione assai semplice. Sapete tutti che sono stati eletti i rappresentanti della sicurezza sul lavoro in tutte le strutture, tra cui la nostra, e che i dirigenti hanno ricevuto gli incarichi relativi. Ci pareva, quindi, che su questo specifico aspetto il riferimento dovesse essere fatto rispetto a tale legge, la più importante riguardo alla sicurezza sul lavoro.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al personale e sua organizzazione

Concordo con la motivazione, anche se mi pare riduttiva. La legge n.
626 non è la parte più attuale o l'ultima normativa vigente in termini di sicurezza; esiste, ad esempio, la legge n. 242, o la direttiva sui cantieri, ecc.
A me sembra che la dizione "normativa vigente" sia più estensiva ed attuale della semplice legge n. 626.
Proporrei la seguente modifica: sostituire il termine: "della Legge" con "del D. Legs. 19 settembre 1994, n. 626: 'Miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro' e successive modifiche".



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 19/6, nel testo modificato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 39 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione dell'art. 7, così emendato, per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 39 L'art. 7 è approvato.
ART. 8 20) Emendamento presentato dai Consiglieri Foco, Miglietti, Riba, Bellion: Il secondo comma dell'art. 8 e del ddl 42 è sostituito dal seguente comma: "Al riguardo, la Regione realizza un sistema di pubblicità dei propri atti che ne permette l'effettiva ed agevole conoscenza da parte dei cittadini mediante la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte e con ogni altro mezzo ritenuto idoneo".
La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al personale e sua organizzazione

Spiego i motivi per cui non sono d'accordo.
Prevedere l'obbligo e non la possibilità dell'utilizzo dei mezzi del BUR, come suggerito dal Vicepresidente Foco, comporta, se abbiamo fatto bene i conti, un costo maggiore per la Regione di circa due miliardi.
L'obbligatorietà rispetto all'opzione: chiedo, a fronte di questa valutazione, se non sia recepibile l'opzione, da concordare poi come "obbligo". Sono due miliardi in più.
Io, non tanto come Assessore al personale quanto come Assessore al bilancio, sarei contrario.



PRESIDENTE

E' stato tolto il termine "anche", per cui questo può significare una obbligatorietà rispetto al testo della legge: "...conoscenza da parte dei cittadini anche mediante la pubblicazione...", voi avete tolto "anche".
Forse converrebbe lasciarlo.
La parola al Consigliere Foco.



FOCO Andrea

Accettiamo questo aspetto, però, Assessore, c'è "e con ogni altro mezzo ritenuto idoneo" che si potrebbe accogliere.



PRESIDENTE

L'Assessore accoglie. Quindi rimane "anche" e si aggiunge "e con ogni altro mezzo ritenuto idoneo".
Pongo in votazione l'emendamento n. 20) nel testo modificato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 39 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione dell'art. 8, così emendato, per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 41 astensioni 1 L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 voti favorevoli 29 astensioni 15 L'art. 9 è approvato.
Ha chiesto la parola l'Assessore Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo, Assessore al personale e sua organizzazione

Chiederei alla cortesia dei colleghi una breve pausa, prima di procedere all'esame dell'art. 10 e seguenti, per esaminare le tematiche connesse all'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Va bene. Riprendiamo i lavori tra 10 minuti. Grazie.



(La seduta, sospesa alle ore 10,45 riprende alle ore 11,05)



PRESIDENTE

Riprendiamo i lavori.
ART. 10 21) Emendamento presentato dall'Ufficio di Presidenza: Ogni qualvolta è scritto "Giunta regionale", aggiungere, dopo tali parole "e l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, per gli ambiti di loro rispettiva competenza".
In particolare: art. 10, comma 2; art. 11, comma 3; art. 12, commi 1 e 2 art. 13, comma 3; art. 16, comma 2, lettera C); art. 18, commi 1 e 2; art.
21, comma 4; art. 23, comma 1, lettera c), e comma 2; art. 24, comma 1 lettere c) ed e); art. 26, comma 2; art. 27, commi 2 e 3; art. 28, comma 2 art. 30, commi 2, 4 e 5; art. 32, comma 2; art. 35, comma 1; art. 48, comma 4.
L'art. 10 - "Le Direzioni regionali", diventa così: L'istituzione modifica la soppressione delle direzioni regionali. Si provvede con deliberazione del Consiglio regionale su proposta della Giunta e noi diciamo del Consiglio di Presidenza - per gli ambiti di loro rispettiva competenza.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

L'osservazione che faccio non è riferita in modo specifico a questo emendamento, ma al problema della costituzione dell'Ufficio di Presidenza.
Faccio questa osservazione perché si tratta di una legge importante: le decisioni che si assegnano all'Ufficio di Presidenza sono di un certo rilievo, essendo equiparate a quelle della Giunta, per quanto riguarda l'organizzazione degli uffici del Consiglio regionale.
Stando così le cose, però, il nostro Ufficio di Presidenza non è rappresentativo di tutti i Gruppi consiliari; è un problema obiettivo perché, mentre la Giunta regionale è abilitata da una maggioranza che l'ha eletta e ne risponde per tutto il Consiglio, l'Ufficio di Presidenza, di questa dimensione e così eletto, continua ad essere un organismo non rappresentativo di tutte le voci del Consiglio.
Non lo dico solo in riferimento a questa legge, ma in generale.
Se volete scrivere una cosa di questo genere, ritengo che, accanto a queste formulazioni, occorrerebbe rivedere la composizione dell'Ufficio di Presidenza. A me pare che in altre assemblee regionali l'Ufficio di Presidenza sia comprensivo di tutti i Gruppi.
E' un problema che lascio aperto.



PRESIDENTE

Si deve lasciare allo Statuto, purtroppo, perché abbiamo visto proprio un momento fa se nell'ambito del Regolamento si poteva fare una modifica di questo genere.



CHIEZZI Giuseppe

E' di Statuto, però possiamo avviare almeno una...



PRESIDENTE

Si, ma facciamo anche un ordine del giorno in cui si veda come le minoranze possono essere rappresentate.



CHIEZZI Giuseppe

Se c'è un accordo, anche se il tragitto potrà essere lungo, alla fine verrà conseguito. Vorrei capire se c'è un accordo di riflessione in questo senso.



PRESIDENTE

Tredici membri forse è impossibile; una minoranza più cospicua e più rappresentativa si può certamente assicurare.



CHIEZZI Giuseppe

Sono d'accordo che l'Ufficio di Presidenza faccia moltissime cose, ma tante più ne può fare quanto più aderisce alla realtà dei Gruppi.



PRESIDENTE

Lo spirito di una rappresentanza più democratica l'ho colto.



CHIEZZI Giuseppe

Se magari lei, Presidente del Consiglio, volesse predisporre un breve ordine del giorno che ha questi indirizzi, allora poi con i tempi necessari per la riforma dello Statuto...



PRESIDENTE

Vorrei sentire la Consigliera Spagnuolo, perché c'è già stata una modifica tra minoranze: prima era rappresentata solamente "la minoranza" poi si è modificato "alle minoranze". Mi pare che, al di là della modifica complessiva dello Statuto, si possa anche anticipare una regolamentazione più assembleare dell'Ufficio di Presidenza. Vorrei però sentire, ripeto, il parere della Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Penso che il problema posto, non per la prima volta, dal collega Chiezzi sia reale. E' un problema che si è accentuato dal momento in cui le competenze dell'Ufficio di Presidenza, anche in relazione a provvedimenti legislativi, sono aumentate.
Il dibattito su questo problema è presente anche in altri Consigli regionali. D'altro canto, rispetto al provvedimento specifico del Personale, va fatta salva l'autonomia dell'Ufficio di Presidenza, quindi l'emendamento andava presentato d'ufficio.
Detto questo, mi sembra che in questa fase non si possa far altro che presentare un ordine del giorno che auspichi una rappresentanza più ampia in relazione alle tante competenze che si vanno aggiungendo, non ultime quelle previste da questa legge; che auspichi, quindi, un allargamento della rappresentanza dell'Ufficio di Presidenza, non soltanto delle minoranze.
Il Presidente Picchioni ricorderà che nella scorsa legislatura ci fu un'ampia discussione, quando si trattò del rapporto, all'interno dell'Ufficio di Presidenza, tra maggioranza e minoranza. Accadde, infatti che, nel cambio di maggioranze, alcuni componenti che erano di minoranza diventarono di maggioranza.
Probabilmente una composizione più ampia dell'Ufficio di Presidenza farebbe venir meno questa fattispecie che in passato si è verificata, per cui addirittura dovemmo fare una lunga interpretazione per capire quale dovesse essere il rapporto minimo tra maggioranza e minoranza, perché le posizioni politiche, nel frattempo, erano cambiate, influendo anche sull'Ufficio di Presidenza.
Poiché siamo in una fase di modifica statutaria, l'argomento può essere portato anche all'esame della Commissione.
Credo, peraltro, facendo un ragionamento in termini operativi, che tutto questo potrebbe avvenire in tempi non lunghissimi, anche in previsione della scadenza di metà legislatura, alla quale ci stiamo avvicinando.



PRESIDENTE

Se il suo pensiero può essere formalizzato anche con un ordine del giorno, l'Ufficio di Presidenza non è assolutamente alieno ad accoglierlo.
Si trovi solamente una formula sufficientemente rappresentativa.
Pongo, ora, in votazione l'emendamento n. 21).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 34 voti favorevoli, 1 contrario e 4 astensioni.
21/1) Emendamento presentato dal Consigliere Montabone ed altri: All'art. 10, comma 1, dopo le parole "funzioni regionali", sopprimere le parole "e sono elencate nell'Allegato A) della presente legge".
Pertanto, il comma 1 è così riformulato: "1. Le direzioni regionali sono strutture organizzative stabili, costituite per lo svolgimento di attività amministrative riferite ad un complesso omogeneo di funzioni regionali".
L'emendamento è firmato da tutti i Gruppi regionali, tranne Rifondazione Comunista.
L'allegato A), dunque, viene stralciato perché sarà oggetto di disamina dal Comitato che andremo ad istituire.
Pongo in votazione l'emendamento 21/1).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 38 voti favorevoli e 4 astensioni.
21/2) Emendamento presentato dal Consigliere Montabone ed altri: All'art. 10, comma 2, dopo le parole "della Giunta regionale", aggiungere le parole "e dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio, negli ambiti di rispettiva competenza e".
Pertanto, il comma 2 è così riformulato: "2. All'istituzione, modifica e soppressione delle direzioni regionali si provvede con deliberazione del Consiglio regionale su proposta della Giunta regionale e dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio, negli ambiti di rispettiva competenza e nel rispetto dei seguenti criteri: a) omogeneità e rilevanza delle materie e funzioni attribuite b) specificità dei compiti assegnati c) organicità e complessità dell'azione amministrativa affidata e della struttura organizzativa d) rispondenza alle esigenze funzionali ed operative poste dall'interesse pubblico perseguito".
Praticamente, Consigliere Chiezzi, si riprende l'emendamento riassuntivo che abbiamo votato riguardo alle competenze dell'Ufficio di Presidenza.
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

L'emendamento che abbiamo votato precedentemente, relativo al ruolo dell'Ufficio di Presidenza, conteneva già il riferimento all'articolo 10 comma 2, quindi l'emendamento in oggetto è superato.



PRESIDENTE

Va bene, si considera assorbito dall'emendamento n. 21).
22) Emendamento presentato dai Consiglieri Foco, Miglietti, Riba, Saitta e Bertoli: Il terzo comma dell'art. 10 è sostituito dal seguente comma: "Il numero delle Direzioni regionali non può essere superiore a 28".
La parola al Consigliere Foco per l'illustrazione.



FOCO Andrea

Penso che l'emendamento abbia una propria logica, nel senso che è conseguente al discorso sul numero delle Direzioni regionali e noi riteniamo che questo sia un numero congruo. Inoltre pensavamo che, al momento della discussione di questo punto, non ci sarebbe più stato l'Allegato A, tant'è che nell'emendamento abbiamo cancellato le varie proposte di Direzioni che ne conseguivano.
Manteniamo, quindi, l'emendamento e chiediamo che il Consiglio regionale si esprima su di esso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

L'emendamento, presentato e sottoscritto anche dal Gruppo dei Popolari risolleva un problema di fondo della proposta di organizzazione degli uffici e dell'ordinamento del personale regionale: il numero complessivo delle Direzioni generali, da cui deriva anche l'organizzazione complessiva (tema ampiamente discusso in Commissione).
Noi continuiamo ad essere del parere, nonostante le mediazioni condotte, che il numero delle Direzioni regionali complessive adeguato per un'organizzazione regionale snella, per una Regione snella, sia quello originario del progetto del centro-sinistra (quello che io chiamo "progetto Ferraris", per intenderci).
Quella, secondo noi, è la dimensione più adeguata per sburocratizzare la Regione e dare un segno concreto di trasferimento di ruoli e competenze agli Enti locali.
Il numero originario contenuto in quella proposta, che il Gruppo dei Popolari continua ad appoggiare, è 23.
L'emendamento, che propone un limite di 28 Direzioni, ci sembra una proposta condivisibile, per cui voteremo a favore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Anche il Gruppo di Rifondazione Comunista ha presentato degli emendamenti su questa tematica; voteremo contro, però, gli altri testi emendati e ne preciso subito le motivazioni.
Accogliamo parte delle considerazioni svolte dal Consigliere Saitta sulla congruità che deve avere questo tipo di figura, anche per il tipo delle caratteristiche del nostro Ente e sulla base di quello che la Regione è stata finora e non di come dovrebbe essere. Questo non lo sappiamo ancora, probabilmente sarà oggetto di una nuova valutazione complessiva forse in termini anche più rapidi; in quell'occasione potremo definire i termini in modo dettagliato, magari unitamente alle competenze che si spera non si modifichino più in modo così significativo come ci si appresta a fare adesso.
Allo stato attuale, riteniamo che il numero massimo possibile di Direzioni sia 15, numero che consente un'articolazione che tiene conto del Consiglio, della Giunta e degli Assessorati.
Si tratta - ripeto - dell'indicazione di un numero massimo; il numero delle Direzioni, cioè, può anche essere inferiore a 15, così come per gli Assessorati il numero può essere inferiore a 12. Questo è possibile, a maggior ragione nel caso delle Direzioni, potendo accorpare, eventualmente le diverse competenze.
Riteniamo che i "coordinatori" di cui parla questa legge potrebbero essere coloro che hanno le caratteristiche poi attribuite ai Direttori generali.
Per questo motivo, pur non avendo presentato un nostro emendamento sapendo di essere totalmente in minoranza e nello spirito di non intasare i lavori del Consiglio con questioni di tale natura - precisiamo di essere contrari agli altri numeri proposti.
La nostra indicazione rimane quella di 15, come numero massimo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al personale e sua organizzazione

La Giunta è contraria sia all'emendamento presentato dal PDS che a quelli successivi, che mi pare ci siano in tal senso.
A commento ulteriore, come è già stato ricordato dal Consigliere Saitta e dal Vicepresidente Foco, il numero delle Direzioni è stato oggetto di amplissime discussioni, sia in sede di Commissione che in altre sedi.
Non attribuendo - l'ho detto e lo ripeto - alcun significato magico ai numeri, qualunque essi siano, intendo sottolineare che il numero 23 dell'impianto legislativo del DL 55 - o, meglio ancora, dell'Assessore Ferraris, presentato nel corso della scorsa legislatura e ripresentato all'inizio di questa, sotto il nome di DL 55 - corrisponde ad un critero organizzativo del tutto diverso dall'impianto che questa Giunta e questa maggioranza intendono proporre.
La logica dell'impianto che la maggioranza intende proporre accoglie anche quei principi di meritocrazia, che devono poi trovare applicazione pratica all'interno di una struttura organizzativa e che alla fine hanno una loro esemplificazione nei numeri delle Direzioni, dei settori e dei coordinatori.
L'adeguamento proposto dalla Giunta, e già discusso in sede politica con i colleghi Capigruppo, sarà oggetto di discussioni successive, ma ne anticipo una componente.
Tale adeguamento non tiene conto, a due anni circa dalla data della prima presentazione del DL 42, del fatto che da allora - come è stato più volte ricordato (Bassanini, ma non solo) - un mutato atteggiamento nei riguardi dei decentramenti o augurabilmente delle deleghe che la Regione dovrà effettuare (e che per altri versi la Regione si dovrà supportare come onere di gestione rispetto ad un decentramento di Stato centrale) cambia le necessità operative dell'Ente.
Vi sarà, quindi, una ridotta esigenza di Direzioni, come numero massimo, rispetto a quanto inizialmente previsto. Ma questo sarà oggetto credo - di dibattito sui punti successivi.
Per le motivazioni molto sinteticamente qui riassunte, la Giunta è dunque contraria all'emendamento presentato dal collega Foco.



PRESIDENTE

Pongo dunque in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 13 voti favorevoli e 32 contrari.
22/1) Emendamento presentato dai Consiglieri Montabone, Gallarini, Cotto Riba, Ghiglia, Rubatto, Saitta, Deorsola, Vaglio, Dutto e Spagnuolo: Art. 10, comma 3, dopo le parole "non può essere superiore a" sostituire "42" con "32".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 29 voti favorevoli, 13 contrari e 1 astensione (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).
Comunico che gli emendamenti presentati dal Gruppo della Lega Nord, ed esattamente quelli dal n. dal 23 al n. 37, vengono ritirati dal Consigliere Dutto e sono conservati agli atti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Dutto; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Per non perdere tempo e quindi continuare con la prosecuzione dei lavori, gli emendamenti vengono tutti ritirati.
Vorrei però fare notare che non eravamo d'accordo sul numero di 42 Direzioni ed anche il numero di 32 - sebbene io abbia sottoscritto l'emendamento - ci sembra elevato. Comunque 32 è meglio di 42 e questo è l'unico motivo per cui ho sottoscritto l'emendamento, anche se continuo a sostenere che 32 Direzioni sono troppe.



PRESIDENTE

37/1) Emendamento presentato dal Consigliere Montabone ed altri: dopo il comma 3 aggiungere il seguente comma 4: "4. In sede di prima applicazione della presente legge ed entro 30 giorni dalla sua entrata in vigore, le Direzioni regionali sono istituite con deliberazione del Consiglio regionale su proposta della Giunta regionale e dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio negli ambiti di rispettiva competenza formulata in conformità alla proposta di un Comitato formato dal Presidente del Consiglio regionale, o da un componente dell'Ufficio di Presidenza da lui delegato, che lo presiede, dal Presidente della Giunta regionale, o da un Assessore da lui delegato, da un Consigliere per ogni Gruppo consiliare. La proposta è effettuata nel rispetto dei criteri di cui al comma 2." La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Pur avendo sottoscritto questo emendamento esprimo un voto di astensione, quindi la sottoscrizione ha un significato non soltanto tecnico, per le motivazioni indicate nel mio precedente intervento.
Devo tuttavia notare con una certa soddisfazione come rispetto al progetto originario, che prevedeva 45 Direzioni regionali, ci sia stata una notevole inversione di tendenza che alla fine credo modificherà anche l'impianto organizzativo complessivo del progetto originario.
E' chiaro, infatti, che passando da 45 a 32 come numero massimo (quindi potenzialmente è un numero che può essere ridotto), quell'impianto organizzativo dovrà essere rivisto nelle prossime settimane, quando inizieremo i lavori.
Pertanto, riducendo il numero delle Direzioni regionali, il numero dei coordinatori che era stato immaginato viene rimesso in discussione.
Questo è un motivo per noi di una certa importanza, perché la Giunta si è resa conto che quell'impianto non era totalmente coerente e bisognava rivederlo.
Il nostro sarà, quindi, un voto di astensione, anche per il fatto che il numero 32 è un numero massimo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Foco.



FOCO Andrea

Intervengo perché il nostro Gruppo, attraverso il suo Capogruppo, ha firmato questo emendamento, ma come è già stato detto in precedenza la nostra è stata un'adesione tecnica, non convinta; poco fa, infatti, abbiamo motivato quale, a nostro parere, avrebbe dovuto essere il numero delle Direzioni generali.
A noi fa piacere che la distanza di posizioni, che prima sembrava così abissale, rispetto ai due provvedimenti di legge (la proposta di legge e il disegno di legge) stia sempre vieppiù accorciandosi.
Questo sta a significare, ancora una volta, che il lavoro svolto in Commissione e che continua ad essere portato avanti in quest'aula è stato utile per chiarire le differenze di impostazione esistenti tra i due progetti.
Nel momento in cui votiamo contro l'emendamento, il nostro voto contrario sta a significare proprio la presenza di due impostazioni diverse di riorganizzazione della Regione.
Ripeto per l'ennesima volta quanto dicemmo all'inizio della discussione, affinché non ci siano dubbi: vogliamo che questa legge venga approvata nel minor tempo possibile perché abbiamo a cuore l'applicazione del contratto dei dipendenti regionali.
Chiediamo, quindi, che anche all'interno di questa legge, quando arriveremo alla fine del percorso, le modifiche e gli stralci apportati non impediscano la sua applicazione.
Ci riserviamo, se sarà il caso, di proporre specifici emendamenti, ma pensiamo che potrebbe essere l'Assessore stesso a farlo, attraverso la presentazione di un emendamento che permetta di pervenire alla soluzione di questo problema che a noi sta molto a cuore.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Credo si possa davvero dire che con questa parte di elaborazioni ed emendamenti siamo arrivati al cuore del problema della legge che è in approvazione.
Il nostro Gruppo, in tutta la lunga elaborazione che c'è stata all'interno della I Commissione, ha sempre sostenuto con forza, per quanto possibile, la problematica dell'attuazione delle deleghe e delle normative che nel frattempo sono intervenute a livello nazionale, da cui discende una congrua riduzione del numero delle Direzioni.
In tutte le sedi abbiamo sempre sostenuto, verbalmente, e lo vogliamo riconfermare qui - lo abbiamo già detto nell'intervento di apertura - che il numero di 42 Direzioni generali era assolutamente eccessivo, tale da vanificare, nel momento in cui è stato enunciato, lo stesso art. 1, che enunciava i principi di riferimento della legge.
Il nostro Gruppo, pur sottolineando l'assoluta importanza della riduzione del numero di queste Direzioni, non ha presentato emendamenti in tal senso (tra l'altro ci sembrava anche un po' complesso, essendo stati presentatori di una iniziale proposta di legge che faceva riferimento a 23 Direzioni) perché ritenevamo difficile, pur nell'ampliamento di competenze che nel frattempo in alcuni campi c'è stato, aumentare le Direzioni e discostarci dal numero iniziale.
Per questo motivo non abbiamo sottoscritto, pur condividendolo l'emendamento presentato da alcuni Gruppi del centro-sinistra.
Abbiamo aderito al percorso politico (proposto, in più sedute, nella Conferenza dei Capigruppo) di costituire una Commissione di cosiddetti "saggi" che deve tendere ad una elaborazione, ovviamente non in tempi brevissimi - faccio riferimento alla gestualità dell'Assessore competente perché i tempi sono effettivamente uno degli aspetti politici principali anche per rispetto a tutto il sistema dei collaboratori e dei dirigenti della Regione Piemonte.
Abbiamo, quindi, sottoscritto questo emendamento all'art. 10 che riformula la prima versione assolutamente inadeguata, prevedendo un numero che non può essere superiore a 32.
Come Gruppo, sulla base dell'attestazione originaria della prima proposta di legge, che era decisamente inferiore, lavoreremo cercando di dare il massimo contributo affinché l'obiettivo del "non superiore a 32" si raggiunga. Ripeto, però, che partiamo da una posizione profondamente diversa.
Per coerenza, avendo definito questo emendamento come un emendamento di percorso politico, sottolineiamo la nostra volontà; non parteciperemo per alla votazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al personale e sua organizzazione

Intervengo non solo per dichiarare il voto favorevole della Giunta all'emendamento, ma anche per riprendere brevemente due o tre punti che i colleghi della minoranza hanno voluto sollecitare.
Confermo innanzitutto, non solo l'apprezzamento, ma anche l'utilità maieutica del dialogo. Dialogo che, come hanno detto correttamente i Consiglieri Foco e Spagnuolo, è utile per confrontarsi, quindi questa non è stata un'eccezione.
Confermo altresì - con sostegno a ciò che era l'impianto legislativo in aula prima di questo emendamento - che il 32 sta nel 42. La collega Spagnuolo mi consentirà di dire che se prima, a suo avviso, il testo era inadeguato, lo era nella misura in cui si pensava che, essendo 42 il numero massimo, 42 dovessero essere i direttori. Così non era e non è mai stato nelle volontà di chi ha operato, tanto è vero che l'allegato A) è tuttora elemento fondamentale della legge, di cui semplicemente del comma 4 proporremo, come è già stato anticipato da alcuni interventi, un iter diverso di discussione ed approfondimento.
Confermo che il 32 è all'interno del 42 ed essendo quest'ultimo il numero massimo e non di definizione, non è vincolante.
Non condivido, ma ovviamente sono favorevole, il fatto di ridurre i margini di discrezionalità. Credo che in tutte le leggi i margini di discrezionalità dovrebbero essere ampi, onde consentire, a coloro che poi attuano le leggi, di poterle rendere efficaci.
Faccio un inciso: l'allora Assessore Ferraris sostenne un modello che prevedeva 23 direttori generali (era la fine dell'anno 1993); non era il modello organizzativo che ci piaceva, quindi non l'abbiamo presentato.
La Giunta, nell'aprile-maggio 1995, avrebbe potuto adeguarsi a quella che era una legge giunta ad un'ampia fase di discussione, ma ha preferito scegliere una posizione costruttiva ed innovativa che a mio avviso ha comportato anche oneri e difficoltà.
Se il numero 23 andava bene ad alcune parti politiche nel febbraio marzo 1994, sono stupito che tuttora, per altre parti politiche, il 23 sia adeguato, ma questo fa parte di un - spero accettabile - ruolo delle parti.
Confermo la volontà alla discussione e siamo favorevoli all'approvazione dell'emendamento.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo per dichiarazione di voto.



SPAGNUOLO Carla

Intervengo per dichiarazione di voto, cogliendo il tempo a mia disposizione per aggiungere una considerazione che prima non ho fatto riguardo alle deleghe.
Per fare un lavoro corretto, anche in relazione al numero dei 32 direttori generali, occorre avere tempi certi sulla linea delle deleghe.
Il documento presentato in Commissione - poi lei, Presidente, riferirà agli Assessori competenti non presenti in aula oggi - non contiene degli orientamenti, pertanto, nel momento in cui noi dovremo andare a ridisegnare le declaratorie facendo riferimento a 32, dovremo avere - abbiamo un tempo di 30 giorni dall'approvazione, quindi per fine settembre - la dimensione delle deleghe e quindi gli effetti che queste avranno sulla modificazione di alcune declaratorie.
Durante una Conferenza dei Capigruppo, chiesi di valutare se le deleghe rappresentano un 20% delle competenze delegate o della quantità di lavoro delegato. Non sappiamo quanto questo possa incidere sulle otto Province piemontesi.
Detto questo, mi pare necessario definire, in un ordine del giorno che accompagni la legge, la portata delle deleghe. Anzi, mi sembra più importante la portata delle deleghe che non i tempi operativi.
Assessore, lei più volte in ommissione ha detto che abbiamo dei tempi da rispettare; mi pare che la presentazione di un ordine del giorno che impegni la Giunta a presentare la dimensione e la portata del disegno di delega entro il 15 settembre, potrebbe essere un'utile sollecitazione anche perché i lavori sono abbastanza avanzati.
In questo senso ribadiamo la nostra non partecipazione al voto.



PRESIDENTE

Riassumendo in questa sede quanto si è detto nella Conferenza dei Capigruppo, l'ordine del giorno che dovrà essere presentato non deve essere un documento storico, ma politico. Questo vuol dire avere dei tempi e soprattutto, come ha detto la Consigliera Spagnuolo, la portata delle deleghe.
La parola al Vicepresidente della Giunta, Majorino.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

L'Assessore Vaglio, insieme al sottoscritto, sta predisponendo in queste ore l'ordine del giorno il cui contenuto sarà il più possibile circostanziato, proprio contenendo gli elementi a cui lei, Consigliera allude.
Sotto il profilo dei tempi, mi permetto di osservare - cercando di essere il più possibile circostanziati - che una parte delle deleghe verrà concessa dai decreti Bassanini.
Mentre per la materia agricoltura il decreto delegato è già vivente per le altre materie i decreti delegati hanno termine al 31 dicembre.
Nell'ipotesi in cui questo termine venisse spostato o prorogato, questo inciderebbe sulla nostra tempistica.
Assicuro comunque che l'ordine del giorno, la cui bozza verrà predisposta dall'Assessore Vaglio di corcerto con me, che ovviamente verrà sottoposto all'Aula prima del voto, terrà conto di tutte le cose che sono state dette e richieste dalla Consigliera Spagnuolo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Questa comunicazione, che richiama le sollecitazioni della collega Spagnuolo, è necessario riprenderla perché le indicazioni date dal Vicepresidente Majorino debbono essere meglio puntualizzate, oltre che circostanziate, sul significato del documento. Documento che, come diceva giustamente il Presidente Picchioni, non deve essere un documento di tipo storico, ma un documento politico, cioè una precisazione abbastanza precisa delle deleghe che si intendono trasferire sulla base della legislazione esistente.
La legislazione esistente suggerisce tantissime informazioni per poter assumere una decisione, anche se soltanto a livello politico.
Il problema, in sostanza, è il seguente: se continuiamo ad aspettare come mi è parso di capire - posticiperemo sempre più il momento del trasferimento, come è successo finora.
Lei, Vicepresidente, saprà che noi abbiamo sollecitato il problema passando "da una Pasqua all'altra": la scadenza pareva un momento magico che avrebbe costituito non soltanto una festa religiosa, ma anche un grande avvenimento politico. Sostanzialmente, non è avvenuto alcunché.
Siccome la questione è importante, il documento sulle deleghe deve essere strettamente connesso all'approvazione di questo articolo e, prima di procedere a quest'ultima, il provvedimento dovrebbe essere noto: si tratta, infatti, della chiave politica che giustifica un percorso diverso da quello immaginato dalla Giunta (42 direzioni), prima ancora che venisse inserito nella legge, soprattutto all'art. 1 in modo esplicito, un riferimento alle deleghe e ai decreti Bassanini.
Il mio è un suggerimento.



PRESIDENTE

Certo, si tratta di un suggerimento; poiché l'emendamento prevede che "non possono essere superiori", il provvedimento che sarà approvato dal Consiglio sarà un documento d'indirizzo per verificare qualunque minusvalenza che si potrebbe rilevare nella gestione del Comitato.
La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Mi permetto di suggerire che l'ordine del giorno di accompagnamento alla legge dovrebbe essere certamente - Presidente - un documento d'indirizzo, ma soprattutto un documento d'impegno alla Giunta.
Mi permetterò di dettagliare un attimo: un documento di accompagnamento e d'impegno alla Giunta a che, nella prima seduta della I Commissione del mese di settembre, ci sia una relazione formalizzata della Giunta regionale che ci dica tutto ciò che, a quel momento, è già possibile delegare.
E' vero: la Bicamerale potrà conferire nuove competenze, ma abbiamo tutta una serie di materie che già oggi, per la verità, anche a prescindere dai decreti Bassanini, potrebbero essere delegate.
Se vogliamo davvero che l'emendamento presentato rappresenti un salto di qualità nella gestione politica della materia delle deleghe, cogliamone tutta l'occasione. Del resto, questo è un momento politico nel quale intorno al tavolo, ci sono i Capigruppo, il Presidente del Consiglio e il Presidente della Giunta regionale: un momento nel quale anche la materia della deleghe trova una sede di ordine politico di riferimento, che possa portare all'organizzazione di queste materie.
E' un'occasione che non perderei davvero.
Dunque: ordine del giorno di indirizzo e di impegno alla Giunta possibilmente con una sorta di scadenza organizzativa e temporale.
Personalmente, per natura, non sono mai tranciante nelle cose: l'arte di governo è anche mediare. Ma oggi ritengo che un indirizzo un po' più tranchant occorra darlo: la Giunta partecipi alla prima o seconda seduta della I Commissione di settembre. Il salto di qualità sarà dato dal fatto che la Giunta verrà ad illustrare un suo documento, contenente il complesso, a quel momento, delle deleghe.
Chiaramente, potrà porre delle riserve;i decreti Bassanini devono essere approfonditi e potranno quindi esserci sedi successive di discussione, ma quello dovrà essere un momento politico importante cogliendo la grande opportunità politica dell'impegno delle opposizioni di sedersi al tavolo dei saggi.



PRESIDENTE

Va bene, Consigliera, me ne faccio garante personalmente.
La parola al Consigliere Foco.



FOCO Andrea

Intervengo per dichiarazione di voto.
Dopo gli interventi succedutisi finora in aula, intervengo a nome del Gruppo per sottolineare la rilevanza di questo passaggio. Rilevanza, non tanto dell'emendamento in sé, ma del tipo di decisione che stiamo assumendo.
Concordo con gli interventi che chiedevano che l'ordine del giorno fosse operativo, di indirizzo, ma con elementi chiari per permettere alla Commissione di lavorare.
Il nodo del numero massimo 32 (sul quale tutti concordiamo trattarsi non di numero cabalistico/totemico, ma di numero che dovrà avere un preciso riferimento di margine di manovra) sta a significare che tipo di lavoro la Commissione dovrà svolgere.
L'ordine del giorno, in questo senso, ha grosso valore e peso; diventa infatti uno strumento di lavoro per la Commissione. Diversamente, temo che si corra il rischio, un po' per tutti, di "dare i numeri" e non, invece, di lavorare effettivamente.
Signor Presidente, la rilevanza dell'ordine del giorno è indiscutibile.
Mi permetto di non porre limiti per quanto riguarda l'articolo; ritengo non possa non essere collegato ad esso. Diamo, però, lo spazio per la necessaria dialettica ed elaborazione.
Altro aspetto è quello del tempo: la Commissione non potrà lavorare se non avrà elementi chiari.



PRESIDENTE

Quanto da voi rilevato, Consigliera Spagnuolo e Consigliere Foco, mi pare non possa non attenersi all'emendamento successivo, quando si dice: "in sede di prima applicazione della presente legge ed entro 30 giorni". E' ovvio che prima dei 30 giorni la Giunta regionale dia il supporto, non solo cartaceo, ma di grande rilevanza politica, per poter lavorare.
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 35 voti favorevoli e 5 astensioni.
La parola al Consigliere Papandrea, per dichiarazione di voto sull'art.
10.



PAPANDREA Rocco

Voteremo contro l'art. 10 anche se riconosciamo l'importanza di quanto è avvenuto.
Votiamo contro l'articolo perché contiene due aspetti che non ci soddisfano. Intanto, il numero delle direzioni continua ad essere estremamente lontano dalla nostra proposta.
Il secondo aspetto è la preoccupazione, che non è solo nostra crediamo sia anche del personale della Regione - che con questo stralcio i tempi di applicazione dei contratti diventino incerti e vaghi.
Voglio assicurare che, nonostante il nostro voto contrario e il non aver votato gli emendamenti, da parte nostra ci sarà l'impegno, soprattutto nei confronti del personale, a lavorare affinché i tempi siano rispettati perché riconosciamo la fondatezza di questa preoccupazione.
Sappiamo che sono anni che si aspetta un tipo di applicazione contrattuale, per cui ci impegneremo in questa direzione.
Credo che l'ordine del giorno sulle deleghe debba essere a conoscenza di tutti in tempo utile, in modo tale da poterlo valutare un po' prima della discussione, perché ci pare che con le modifiche introdotte nell'articolo, e i motivi per i quali esse sono state introdotte nell'articolo, venga colto in qualche modo un riconoscimento della battaglia che Rifondazione Comunista aveva già fatto per l'art. 1.
In qualche modo si risponde; i motivi sono reali, per cui andiamo a modificare una parte della proposta strutturale che veniva identificata questa volta, in modo significativo. Ho sentito l'Assessore Burzi dire che in fondo il n. 42 conteneva anche il 32 e il 15, conteneva tutto da 1 a 42 stesso.
Le motivazioni che sono esplicitate nell'ordine del giorno di accompagnamento, sottolineano che il tipo di iniziativa che abbiamo condotto con gli emendamenti e gli interventi è un'iniziativa fondata: una proposta di natura strutturale deve avere quel punto di riferimento sull'operatività e le caratteristiche che la Regione, in quanto ente, deve avere.
Mantenendo questi aspetti, voteremo contro l'articolo, però con gli elementi che ricordavo. Faremo in modo che, sia nel corso dell'approvazione della legge sia nella fase successiva, gli impegni che ci siamo assunti, in particolare nei confronti del personale, vengano rispettati, affinch l'aspettativa contrattuale trovi finalmente una risposta positiva.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto per dichiarazione di voto.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente, sarò brevissimo. Vorrei far notare che, pur avendo votato gli emendamenti, l'abbiamo fatto solo nell'ottica di ridurre il numero delle direzioni regionali. Il numero iniziale, secondo noi, era esagerato ed è ancora eccessivamente elevato il numero che ne deriva, anzi nell'apposita Commissione lavoreremo ancora per ridurle. Restiamo perci dell'opinione iniziale: pregiudizialmente contrari all'articolo nel suo insieme, voteremo contro.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al personale e sua organizzazione

Ovviamente la Giunta è favorevole all'articolo. Ci tengo a ricordare perché è stato oggetto di alcuni interventi - soprattutto l'ultimo del Consigliere Papandrea - che rispetto ad un'ipotesi iniziale è stata richiesta, e facilmente convenuta con tutti da parte della Giunta e da parte mia, una riduzione rispetto agli iniziali 60 giorni previsti e agli attuali 30.
Visto che la formulazione del testo prevede necessariamente 30 giorni dall'entrata in vigore ed essendo un Comitato dei "saggi", proprio perch saggi si ha da essere - mi sembra assolutamente corretto e concreto che questo Comitato recepisca le indicazioni derivanti dall'ordine del giorno sulle deleghe - vorrei ricordare che si può lavorare ampiamente all'interno dei 30 giorni.
Lo stato dell'arte è conosciuto e i colleghi lo sanno; credo che possa e debba consentire un esito propositivo conforme al comma che stiamo votando, ben all'interno dei 30 giorni, perché è assolutamente comune la volontà di porre un termine anche agli aspetti contrattuali che ne derivano.
Ripeto che ci deve essere all'interno il discorso delle deleghe l'organizzazione è materia presente in tutte le aziende e l'Ente pubblico non ne è certamente privo.
Dico anche che una risposta data oggi e data nei tempi dà delle soluzioni. Io credo che l'iter che abbiamo scelto possa consentire un esito più breve, più certo, più efficace e talora, per alcuni aspetti, più discreto che altri iter avrebbero permesso o consentito.
Credo che, all'interno dei 30 giorni previsti, che sono il termine che io considero perentorio, anche se qui non poteva essere scritto, sapremo dare una proposta all'Ufficio di Presidenza e alla Giunta, sulla quale poi, il Consiglio regionale sovranamente delibererà. Grazie.



PRESIDENTE

Si proceda dunque alla votazione dell'art. 10 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 voti favorevoli 27 voti contrari 14 L'art. 10 è approvato.
ART. 11 37/2) Emendamento presentato dal Consigliere Montabone e altri: Sopprimere il comma 2.
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 36 voti favorevoli.
37/3) Emendamento presentato dal Consigliere Montabone ed altri: Sostituire il comma 3 con il seguente comma 3: "3. Alla istituzione, modifica e soppressione dei settori si provvede, con deliberazione del Consiglio regionale su proposta della Giunta regionale e dell'Ufficio di Presidenza, negli ambiti di rispettiva competenza, sentito il Direttore regionale." Tale emendamento si intende superato.
37/4) Emendamento presentato dal Consigliere Montabone ed altri: Aggiungere il seguente comma 4/bis: "4/bis. In sede di prima applicazione della presente legge ed entro 30 giorni dalla sua entrata in vigore, i settori sono istituiti con deliberazione del Consiglio regionale, su proposta della Giunta regionale e dell'Ufficio di Presidenza, formulata in conformità alla proposta del Comitato di cui all'art. 10, comma 4." Conseguentemente, rinumerare i commi 3, 4 e 4/bis come i commi 2, 3 e 4.
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Sono d'accordo sull'emendamento. Chiedo solo se il vecchio comma 4 continua ad essere coerente perché contiene un'indicazione numerica: "il numero dei settori, sommato a quello delle direzioni regionali, non pu superare 245". Mi chiedo l'utilità di mantenere tale dicitura.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al personale e sua organizzazione

E' un termine cautelativo, cioè in un punto successivo della legge che non avevo anticipato, ma che era parte di un intervento del collega Saitta prima, c'è un emendamento della Giunta che ha già tenuto conto di quanto è emerso ieri in discussione per quanto attiene al numero dei coordinatori.
La Giunta prevede, cioè, un emendamento, portando il numero originariamente previsto ad un numero complessivo di 9 (8 più 1) rispetto ai 14 previsti dal testo di legge disponibile. Non ricordo il numerno dell'articolo, ma è quello che attiene al numero dei coordinatori.
Non ci è sembrato necessario proporlo, anche se comprendo la logica del collega Saitta, proprio per quanto ha suggerito adesso il Presidente Picchioni: essendo un numero massimo - insisto - qualunque numero tenessimo non espliciterebbe in maniera più chiara una volontà riduttiva che è già ampiamente emersa con ampie motivazioni in ogni e qualunque punto.
Il problema sarà quello non di mettere un numero massimo, ma di effettuare una proposta che stia all'interno di quanto il Consiglio regionale e la Giunta si sono ampiamente impegnati a fare.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 36 voti favorevoli e 5 astensioni.
38) Emendamento presentato dai Consiglieri Foco e Miglietti: L'allegato B) di cui all'articolo 11 del ddl 42 viene così modificato: 1) sono istituiti i seguenti nuovi settori: controllo di gestione, collocato nella Direzione 08 patrimonio culturale, collocato nella Direzione 37 gestione del personale sanitario, collocato nella Direzione 33 centro documentazione aree protette, collocato nella Direzione 26 sede decentrata settore sismico (Pinerolo), collocato nella Direzione 24 settore sull'Alta Velocità collocata nella Direzione 31 (Trasporti).
2) i settori 26.5, 26.6, 26.7, e 21.3, 21.4 sono collocati nella Direzione 27 (Ambiente); di conseguenza la Direzione 26 viene così denominata: Turismo e Sport.
Consigliere Foco, questo emendamento si intende superato dall'emendamento 37/4.
Si proceda dunque alla votazione dell'art. 11 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 voti favorevoli 29 voti contrari 15 L'art. 11 è approvato.
ART. 12 38/1) Emendamento presentato dal Gruppo di Rifondazione Comunista: All'art. 12, comma 1, la parte del comma successiva a "articoli 23 e 24" è soppressa 38/2 Emendamento presentato dal Gruppo di Rifondazione Comunista: All'art. 12, comma 2, punto c), le parole "previo parere della conferenza dei coordinatori generali di cui all'art. 25" sono soppresse.
La parola al Consigliere Papandrea per l'illustrazione.



PAPANDREA Rocco

Questi emendamenti sono suggeriti perché quei tipi di riferimento fanno parte dell'argomento sui coordinatori su cui non siamo d'accordo, quindi non pensiamo ci debbano essere i due livelli, ma sosteniamo ce ne debba essere solo uno. Sopprimiamo, dunque, i riferimenti agli stessi.
Successivamente, ci saranno altri emendamenti che hanno la stessa caratteristica, perché, a maggior ragione, l'aver identificato il numero massimo di 32 ci sembra irrigidisca la legge.
Questo discorso vale soprattutto adesso; l'avremmo fatto anche nel caso fossero stati di più, ma pensiamo che soprattutto adesso la situazione deve essere valutata con maggiore attenzione.
Se per ipotesi stabiliamo un limite massimo di 27/28, è vero che si pu anche non applicare la legge, però riteniamo che la cosa abbia più congruità oggi che non ieri.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al personale e sua organizzazione

Ovviamente siamo contrari. Ci fa piacere la pervicacia con la quale il Consigliere Papandrea e il Gruppo di Rifondazione Comunista sostengono coerentemente con quanto detto precedentemente, un modello organizzativo diverso; ci fa piacere perché evidenzia appunto che è un modello organizzativo significativamente diverso.
Quindi, siamo pervicacemente contrari a questo emendamento e a quanti sullo stesso tema, contribuiranno a chiarire la diversificazione.



PRESIDENTE

Sempre per valutare gli emendamenti, dò lettura dell'emendamento n. 39 presentato dall'Ufficio di Presidenza: "Nel caso in cui il progetto riguardi attività di competenza di strutture della Giunta regionale e del Consiglio regionale, il provvedimento di cui al comma 2 - 'definisce le risorse umane e stabilisce la durata delle strutture e individua i criteri generali...' - è adottato dalla Giunta regionale e dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, previa intesa", perché non ci sia una discrepanza di valutazione tra le risorse umane, per esempio, del Consiglio e quelle della Giunta.
Mi pare che questo emendamento possa essere accettato.
Consigliere Papandrea, possiamo votare cumulativamente i suoi due emendamenti? Va bene, votiamoli separatamente.
Pongo in votazione l'emendamento n. 38/1.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli, 26 contrari e 9 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
Pongo in votazione l'emendamento n. 38/2.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli, 26 contrari e 9 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
Pongo ora in votazione l'emendamento n. 39, testé letto.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 40 voti favorevoli e 1 astensione.
Si proceda dunque alla votazione dell'art. 12 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 27 voti contrari 15 L'art. 12 è approvato.
ART. 13 39/1 Emendamento presentato dal Consigliere Montabone ed altri: Al comma 3, dopo le parole "di cui ai commi 1 e 2" sostituire le parole "si provvede con deliberazione della Giunta regionale, su proposta del Direttore regionale interessato", con le parole "la Giunta regionale e l'Ufficio di Presidenza provvedono negli ambiti di rispettiva competenza su proposta del Direttore regionale interessato".
Tale emendamento si intende superato.
Si proceda dunque alla votazione dell'art. 13 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 voti favorevoli 27 voti contrari 14 L'art. 13 è approvato.
ART. 14 Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

C'è un problema. Il punto 3 dell'articolo, nel quale si definisce una serie di figure, di contratti a termine, ecc., anticipa, in un certo senso l'art. 26 ed altri successivi, ma in particolare l'art. 26.
Per semplificare la discussione e non ripeterla, credo sia possibile stralciare questo punto e inserirlo all'art. 26. Un discorso analogo si pu fare per le figure previste dall'art. 10, (ugualmente richiamato dall'art.
26), anche se in questo caso non si descrivono le caratteristiche di assunzione e tutta la normativa viene rinviata all'art. 26.
Diversamente, dovrei entrare nel merito di alcune figure, per cui, ad esempio, vorrei capire perché il Direttore del Museo Regionale di Scienze Naturali debba essere assunto con contratto a termine rinnovabile ogni quattro anni.



BURZI Angelo, Assessore al personale e sua organizzazione

"Possa".



PAPANDREA Rocco

D'accordo, però si dice che quella figura viene assunta con queste caratteristiche. Non discuto le competenze che può avere, però mentre alcune figure possono essere assunte in relazione al rapporto con il politico (i coordinatori, ad esempio), se noi troviamo un Direttore che lavora bene, perché dobbiamo applicare questo tipo di contratto? Non ne vedo il motivo.
Ho fatto un esempio, ma ce ne sarebbero altri, per cui vorrei rinviare la discussione su questi aspetti, in modo da poterli affrontare seriamente.
Non si tratta di osservazioni pretestuose, ma di contenuto: secondo me dovremmo rivedere i punti a), b), c) e d) rispetto alle caratteristiche con cui decidiamo di assumere queste figure.
Qualora vengano accolte le nostre proposte, si potrà procedere in un modo o nell'altro. Diversamente mi vedo costretto ad anticipare una serie di emendamenti che ho presentato all'art. 26.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al personale e sua organizzazione

Comprendo la natura delle obiezioni del Consigliere Papandrea: hanno un fondamento. Con altrettanta logica, credo che lui possa comprendere che l'obiettivo in questo caso - si tratta proprio di tecnica legislativa - è stato quello di riassumere, all'interno dell'art. 14, tutto quanto attiene al titolo dell'articolo (strutture organizzative speciali). Il rinvio non avviene solo nel comma 3, che lui giustamente ha sottolineato, quando si rimanda all'art. 26, comma 8 - se non sbaglio - ma, se vogliamo all'interno dello stesso comma c'è un rinvio all'art. 29.
Allora, senza fare inutili prove muscolari (non mi pare questo il momento), se non sbaglio il Regolamento consente che un comma di un articolo possa essere rimandato come discussione ad un momento successivo.
Comprendo il Consigliere Papandrea, ma non volendo obbligare ad anticipare ora valutazioni di merito, non vorrei nemmeno spostare la discussione dell'art. 14 al posto dell'art. 26 o 29.
Se ci fosse la possibilità tecnica - perché capisco le ragioni e ne convengo - vorrei semplicemente stralciare la discussione relativa al comma 3, oggetto dei riferimenti del Consigliere Papandrea, aggiungendolo all'ordine dei lavori all'interno degli artt. 26 e 29, che mi pare siano i due articoli ai quali il Consigliere Papandrea faceva riferimento unitamente agli emendamenti in tal senso presentati.



PRESIDENTE

La proposta è dunque quella di discutere tutto l'art. 14, rinviando solo il comma 3: non mi pare possibile a termini regolamentari.



BURZI Angelo, Assessore al personale e sua organizzazione

Mi pare che il Regolamento lo consenta: vorrei che venisse verificato.



PRESIDENTE

Un comma? Il Regolamento non dice nulla, comunque lo verifichiamo.



BURZI Angelo, Assessore al personale e sua organizzazione

Se non fosse possibile rinviare il comma e si dovesse rinviare l'intero articolo - chiedo scusa al Consigliere Papandrea, mi pare di aver dimostrato la mia disponibilità - allora vorrei che venisse discusso adesso.
Ripeto, se è rinviabile il comma - e mi pare di sì - sono disponibile ad accettarne le implicazioni, diversamente...



PRESIDENTE

Non credo che ciò sia possibile, comunque lo verifichiamo, ma penso che tecnicamente sia molto difficile.



BURZI Angelo, Assessore al personale e sua organizzazione

Si potrebbero votare i singoli commi, e rinviare il voto dell'articolo complessivo. Si potrebbero votare i commi 1, 2 e 4; il comma 3 dopo la discussione dell'art. 26 ed infine l'intero articolo 14.



PRESIDENTE

Scusate, ma non possiamo anticipare la discussione dell'art. 26 rispetto all'art. 14? Questo lo si può fare.
No. Allora procediamo con gli emendamenti di coordinamento.
39/1 bis) Emendamento presentato dal Consigliere Montabone ed altri: Sostituire il comma 2 con il seguente comma 2: "2. L'articolazione e le attribuzioni delle strutture speciali di cui al comma 1, lettere a), b), c), d), e) ed f), sono definite con le modalità di cui all'art. 10, comma 4".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 39 Consiglieri presenti.
39/1 ter) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: All'art. 14, il comma 3 è soppresso (ed eventualmente inserito nell'art.
26).



PAPANDREA Rocco

Lo ritiriamo, perché era semplicemente per discuterne insieme all'art.
26.



PRESIDENTE

Passiamo dunque all'emendamento presentato dalla Giunta: 40) Emendamento presentato dall'Assessore Burzi: Comma 3, art. 14: Dopo le parole "i direttori generali" sopprimere le parole "ai dirigenti responsabili delle strutture, articolazioni del Gabinetto della Presidenza della Giunta regionale, compete il trattamento economico previsto dall'art. 29, comma 1".
La parola all'Assessore Burzi per l'illustrazione.



BURZI Angelo, Assessore al personale e sua organizzazione

Avevo presentato l'emendamento proprio al termine della riunione in cui completammo la discussione generale.
La soppressione di quanto previsto nella parte finale del comma 3 non obbliga più queste figure ad essere ricomprese nel trattamento economico previsto nell'art. 29, quindi consente anche a costoro di avere un contratto di natura privatistica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Sono contrario all'emendamento per varie ragioni.
La prima: noi proporremo che i contratti di natura privatistica si riducano notevolmente, anzi che non vengano praticamente previsti, ed abbiamo presentato emendamenti in questa direzione.
La seconda ragione si rifà ad uno degli aspetti che ricordavo prima: decidendolo a priori, diciamo che sono figure con determinate caratteristiche, mentre potrebbero essere figure con caratteristiche diverse. Faccio sempre l'esempio del Direttore del Museo regionale: una figura con quelle caratteristiche (non essendoci moltissimi musei di quel tipo) è una figura da creare, una figura che si forma nell'attività che svolge e che non dovrebbe avere una precarietà, ma una stabilità.
Ovviamente, se si assume una persona incompetente si adotteranno i provvedimenti di merito (verrà spostato o altro).
Capisco che il Segretario di Giunta possa avere delle caratteristiche di precarietà legate alla Giunta medesima, ma non capisco perché le figure come quella del Direttore del Museo regionale ed anche, in parte l'avvocatura ed il controllo di gestione, debbano avere le caratteristiche di precarietà.
Il controllo di gestione dovrebbe essere un ufficio che tende a stabilizzarsi, che viene incluso nell'organico regionale e non in quelle figure legate all'evoluzione politica delle varie Giunte (sappiamo che alcune figure sono legate a questo aspetto).
Se si vogliono equiparare dal punto di vista salariale, si può trovare un modo per introdurre un'oscillazione per cui dare una parte di salario aggiuntivo a queste figure; contesto però che anche con queste figure si stipuli un contratto quadriennale e rinnovabile.
Queste - ripeto - sono strutture che non hanno quella caratteristica che permangono nel tempo e chi svolge bene questa attività assume una professionalità ed una competenza da mantenere e non da lasciare in una situazione di incertezza. Se io fossi una figura precaria e dovessi ricevere un'offerta migliore, magari economicamente inferiore, ma stabile potrei anche accettare.
Penso che questo ragionamento possa valere per le figure di cui alle lettere d) ed e), che secondo me dovrebbero essere inserite in un altro comma dell'art. 29. Dovremmo trovare il modo di mantenerle nella parte stabile dell'organico regionale e non in quella precaria; penso, anzi, che questo dovrebbe valere per tutte le figure, ad eccezione delle assunzioni dall'esterno: coloro, cioè, che non sono assunti dall'esterno devono rimanere in carico come dirigenti regionali.
Anticipo un emendamento che abbiamo presentato, qualora questo non venga accolto: pensiamo che i dirigenti regionali che optano per il contratto privato debbano licenziarsi e non essere posti in aspettativa.
Non siamo favorevoli ad introdurre la figura del contratto quadriennale privato; qualora, però, la maggioranza intenda farlo, riteniamo che chi è disposto a ricoprire questo ruolo debba licenziarsi e poi essere riassunto in un secondo momento, dall'Amministrazione, qualora l'Amministrazione ritenga necessario farlo. Non può, in ogni caso, sospendere il proprio rapporto con la struttura regionale, mantenere il posto, svolgere il proprio ruolo e poi, automaticamente, essere reintegrato.
Crediamo che chi decide di accedere a quel tipo di contratto - cosa rispetto alla quale, lo ripeto per la terza volta, siamo assolutamente contrari - debba recidere il contratto con l'Ente regionale.
Anche per questi motivi sosteniamo che queste tre figure, ma con una sottolineatura maggiore per le lettere d) ed e), debbano essere dipendenti regionali con caratteristiche di stabilità e non precarie, anche se ben retribuiti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi per la replica.



BURZI Angelo, Assessore al personale e sua organizzazione

Fa piacere ogni tanto avere la possibilità di ribattere a qualche contenuto ideologico, quale l'intervento del Consigliere Papandrea.
Parto dalla fine del suo intervento, circa le modalità da lui suggerite per i dirigenti regionali che aderissero a questa forma di contratto dicendo che questo, anche se non esattemente in linea con quanto da lui auspicato, ma molto, molto vicino come impostazione, è l'oggetto di un emendamento già presentato da parte della Giunta, nella stessa contestualità, alla fine della discussione generale.
Sono state, quindi, recepite le esigenze, che in questo caso si condividono, di diversa posizione per i dirigenti regionali che aderissero ad un contratto privatistico, fatta salva questa eccezione in cui nella sostanza - non esattamente nella forma - la Giunta ha inteso recepire, per diverse motivazioni, quanto suggerito dal Consigliere Papandrea.
Per il resto, siamo su posizioni ideologiche totalmente contrapposte.
Dove c'è scritto "può" evidentemente il Consigliere Papandrea interpreta "deve", quindi trasforma le opzioni in necessità.
A titolo di commento, nell'ambito dell'articolo che prevede tutte le strutture speciali - su alcune delle quali anch'io non concordo, anzi devo dire che nelle riflessioni organizzative non mi sembra vi siano riflessioni in tal senso ipotizzate da nessuno - penso si possa ragionevolmente pensare che tali strutture non siano così facilmente reperibili all'interno: pu darsi di sì, può darsi di no. Ripeto: siamo nell'ambito delle opzioni.
Comunque, anche i contratti di natura privatistica per i dirigenti regionali hanno una scadenza quadriennale, sia che vengano recepiti dall'interno che all'esterno. Si tratta nuovamente di una contrapposizione di impostazione ideologica.
Il Consigliere Papandrea diceva che "se hanno un'offerta migliore, se ne vanno"; questo è certamente un rischio, ma è l'unico rischio all'interno di un erigendo mercato della funzione pubblica che io credo sia l'unica possibilità di nascita del mercato - come lo intendiamo noi - affinché una riforma della funzione pubblica, oserei dire una "rivoluzione", possa avvenire.
Qui siamo proprio, grazie al buon Dio, su schieramenti ideologici diversi, al di là del fatto di capire che la discussione sta avvenendo all'interno dell'art. 14.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea per dichiarazione di voto.



PAPANDREA Rocco

L'Assessore non deve aver sentito tutte le mie dichiarazioni; in questo caso temo di essere più oltranzista di lui, perché io ho detto che nessuno deve godere di una rendita di posizione, comuque ne discuteremo all'art.
26.
A me pare che quel tipo di garanzia semmai renda meno valido il mercato. Credo ci debba essere un'equiparazione per quelle figure, sia quelle eccezionali - poche, a mio avviso - che provengono dall'esterno sia le altre, che io non vorrei che ci fossero. Una volta che ci sono, però, si dovrebbe andare fino in fondo, quindi accogliere fino in fondo quella logica della quale l'Assessore dichiara essere sostenitore.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al personale e sua organizzazione

Credo che il Consigliere Papandrea abbia letto gli emendamenti al comma 9 e 10 dell'art. 26, proposti dalla Giunta (non è l'oggetto che stiamo discutendo), nei quali è specificato che il conferimento dell'incarico di Direttore regionale a Dirigenti regionali determina la risoluzione, di diritto, del rapporto di lavoro a tempo indeterminato, con effetto dalla data di stipula del contratto previsto al comma 8 - e poi specifica una serie di clausole successive, fra l'altro in materie di personale - di Direttore competente. Salvo nel caso di licenziamento per giusta causa dispone la riassunzione del Dirigente, qualora quest'ultimo ne faccia richiesta entro trenta giorni successivi alla data di cessazione.
Questa - e la cito a titolo di conoscenza complessiva - è una modalità estremamente vicina, non identica, all'articolato che in questo momento è operante in alcune Regioni.
Mi è sembrato che il Consigliere Papandrea fosse propenso al principio che condivido - tramite il quale chi decide di entrare nel mercato traendone dei vantaggi, ne deve accettare, con progressione, anche i rischi conseguenti, che io vedo propedeutici a successivi sviluppi.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 40.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 27 voti favorevoli, 4 contrari e 11 astensioni.
40/1) Emendamento presentato dal Consigliere Montabone ed altri: Sostituire il comma 4 con il seguente comma 4: "4. All'istituzione, modifica e soppressione delle strutture di cui al comma 1 si provvede con deliberazione del Consiglio regionale su proposta della Giunta regionale e dell'Ufficio di Presidenza, negli ambiti di rispettiva competenza." Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 38 voti favorevoli e 4 astensioni.
41) Emendamento presentato dal Consigliere Foco e altri: All'articolo 14 viene abrogata la Direzione relativa alla lettera D.
L'allegato C 42 viene così modificato: "La struttura speciale S2 (controllo di gestione) viene abolita, le relative competenze vengono inserite nella Direzione 08 (bilancio).
La struttura speciale SN1 (caccia e pesca) viene collocata nella Direzione 26 (turismo sport)".
Tale emendamento viene ritirato dai proponenti.
Si proceda, dunque, alla votazione dell'art. 14, così emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 24 voti contrari 16 L'art. 14 è approvato.
ART. 15 sub 42) Emendamento presentato dall'Assessore Majorino: Dopo le parole "avvalendosi di apposita struttura", aggingere "ed ai fini della correttezza dell'azione amministrativa, provvede".
Si tratta di quella funzione di cui parlavamo a monte della verifica della legittimità degli atti.
Pongo in votazione il subemendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 36 voti favorevoli e 4 astensioni.
42 bis) Emendamento presentato dall'Assessore Burzi: Comma 1, dopo le parole "giuridico-amministrativi" sopprimere il "." e aggiungere ", nonché, avvalendosi di apposita struttura, al controllo preventivo di legittimità delle proposte di deliberazioni di competenza della Giunta regionale e dei decreti del Presidente della Giunta".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 36 voti favorevoli e 4 astensioni.
42 ter) Emendamento presentato dall'Assessore Burzi: Comma 2, dopo le parole "L'incarico", aggiungere le parole "di Direttore".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 27 voti favorevoli e 17 astensioni.
42 quater) Emendamento presentato dall'Assessore Burzi: Comma 4 bis: dopo il comma 4 aggiungere il seguente comma 4 bis: "4 bis. I responsabili dei Settori istituiti nell'ambito della struttura speciale 'Gabinetto della Presidenza della Giunta regionale' possono essere assunti con contratti di diritto privato a tempo determinato in analogia a quanto previsto dall'articolo 26 e dall'articolo 29, comma 2".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 26 voti favorevoli, 3 contrari e 11 astensioni.
42 quinquies) Emendamento presentato dall'Assessore Burzi: Sostituire il comma 5 con il seguente comma 5: "5. Il Presidente della Giunta regionale può avvalersi, per lo svolgimento delle proprie funzioni e per il coordinamento delle stesse con quelle di altri organismi regionali del supporto di professionalità esterne, in un numero non superiore a tre scelte sulla base di rapporti fiduciari. Le modalità di utilizzo ed i rapporti con le strutture sono regolati da apposito disciplinare". Di conseguenza renumerare il comma 4 bis come comma 5 e il comma 5 come comma 6.
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 26 voti favorevoli, 3 contrari e 12 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 15, così emendato, per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 27 voti contrari 16 L'art. 15 è approvato.
ART. 16 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 27 voto contrario 1 astensioni 15 L'art. 16 è approvato.
ART. 17 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 27 voti contrari6 astensioni 9.
L'art. 17 è approvato.
ART. 18 42/1) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: Art. 18, comma 2, il punto a) è sostituito con il seguente: "a) Definisce, sulla base delle esigenze, il personale necessario e la sua articolazione nei profili professionali".
La parola al Consigliere Papandrea per l'illustrazione.



PAPANDREA Rocco

Leggendo l'articolo, si evince che la Giunta definisce i profili professionali. Ma i profili sono definiti da altri atti, preesistenti; la Giunta regionale definisce chi inserire nei vari profili.
Apparentemente, sembrerebbe che la Giunta regionale, definendoli, possa modificare i profili professionali. In realtà non è così: la Giunta definisce soltanto il personale che si inserisce (quanti e con quali caratteristiche), ma non può modificare i profili professionali preesistenti, definiti dal contratto o da altre leggi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al personale e sua organizzazione

Siamo nell'ambito di un nominalismo che può diventare sostanza.
L'art. 18 definisce le competenze: il sillogismo che ne è seguito è che spetta alla Giunta, sulla base delle esigenze, definire i profili professionali del personale. A chi attribuire tale competenza, se non alla Giunta? E' certamente competenza della Giunta la definizione del profilo necessario del personale e non, invece, del personale necessario in quanto numerico - se leggo bene il primo emendamento al comma secondo - perch questo è definito qualitativamente nell'ambito della dotazione organica ex allegato D), che fa parte di una specifica componente di articolato.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli, 26 contrari e 13 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 18 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 26 voti contrari 3 astensioni 13 L'art. 18 è approvato.
ART. 19 43) Emendamento presentato dall'Ufficio di Presidenza: Al comma 2 dell'art. 19, la parola "sentito" è sostituita con: "d'intesa con".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 36 voti favorevoli e 3 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 19, così emendato, per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 36 astensioni 3 L'art. 19 è approvato.
ART. 20 44) Emendamento presentato dai Consiglieri Foco, Miglietti ed altri: "I limiti d'età di cui al terzo comma dell'articolo 20 del ddl 42 sono abrogati".
La parola al Consigliere Miglietti per l'illustrazione.



MIGLIETTI Franco

Credo che l'emendamento sia molto chiaro: chiediamo al Consiglio regionale di rispettare la legge.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al personale e sua organizzazione

Se il problema fosse quello di rispettare la legge, evidentemente non si porrebbe.
Se ho colto bene, credo che il Consigliere Miglietti alluda alla legge Bassanini. Qui, invece, si parla di posizioni con corso-concorso che- se ben comprendo - non c'entrano con l'applicazione della Bassanini, che rimane, anche per questa parte, una buona legge.
Qui si parla dei limiti d'età nelle posizioni di corso-concorso; a noi sembra, non solo assolutamente legittimo porlo come limite, ma addirittura opportuno per l'Ente mantenerlo.
Non credo, dunque, a meno che non ci sia fraintendimento, che quanto qui scritto, in termini di limiti per i corsi-concorsi, c'entri con l'applicazione della Bassanini.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Intanto non capisco perché si vogliano mettere dei limiti; c'era una legge dello Stato che diceva che si poteva accedere all'impiego pubblico all'interno di certi limiti d'età.
La legge ha eliminato i limiti di età, quindi chiunque, per merito e per concorso, può accedere nella Pubblica Amministrazione. Non capisco perché questo Consiglio regionale debba porre dei limiti d'età andando esattamente contro tutti i principi finora enunciati.
Tutti gli interventi del Consigliere Burzi sono stati nei termini dell'efficienza, della razionalizzazione, della capacità, dell'opportunità per tutti di poter svolgere la propria mansione per capacità; non accettando questo emendamento, viene smentito quanto detto fino ad oggi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al personale e sua organizzazione

Non solo ritengo di non smentirmi, ma continuo a sostenere che si sta parlando di accesso alla qualifica di Dirigente e non di accesso al mondo della Pubblica Amministrazione.
Siamo all'interno dell'Ente e stiamo pensando ai corsi-concorsi per la qualifica di Dirigente. Dire che il livello di dirigenza deve avere dei limiti di efficienza ed efficacia non superiori ai 35 anni ed un diploma di laurea (per i dipendenti di ruolo il limite di età viene elevato a 45 anni), è un modo per ricercare - può darsi che io sbagli - l'efficienza e l'efficacia dell'Ente e non contraddire affatto quello che nella Bassanini invece, è un problema di accesso.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli e 24 contrari.
45) Emendamento presentato dai Consiglieri Farassino, Rosso ed altri: Nel II comma dell'art. 20, l'inciso "che abbiano maturato cinque anni di servizio nelle qualifiche settima e ottava, cumulativamente considerate" è sostituito con "che abbiano maturato cinque anni di servizio nella stessa qualifica".
La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al personale e sua organizzazione

La Giunta è contraria perché, nell'ambito della specifica scritta nell'attuale formulazione del II comma si garantisce una maggiore apertura d'accesso rispetto a quella riduttiva proposta, pur con motivazioni comprensibili, dall'on. Farassino e dai colleghi.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli, 27 contrari e 12 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 20 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 28 voti contrari 15 L'art. 20 è approvato.
ART. 21 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 28 voti contrari 15 L'art. 21 è approvato.
ART. 22 46) Emendamento presentato dall'Assessore Burzi: L'articolo 22, "Attribuzioni del Dirigente" è sostituito dal seguente articolo 22: "Art. 22. (Attribuzioni del Dirigente) 1. Il Dirigente di settore, il Dirigente di progetto, il Dirigente in posizione tecnico-professionale, il Dirigente di staff, secondo le specifiche attribuzioni: a) dirigono la struttura organizzativa assegnata, verificano i risultati e controllano i tempi, i costi e i rendimenti dell'attività amministrativa b) provvedono alla gestione finanziaria, tecnica e amministrativa, compresa l'adozione di tutti gli atti che impegnano l'Amministrazione verso l'esterno, mediante l'esercizio di autonomi poteri di spesa e di organizzazione delle risorse umane, strumentali e di controllo c) svolgono funzioni tecnico-professionali, ispettive, di vigilanza consulenza, studio e ricerca d) verificano periodicamente il carico di lavoro e la produttività del personale e della struttura diretta e) provvedono, al pari del Direttore generale, alle attestazioni certificazioni, comunicazioni, diffide, verbali, autenticazioni legalizzazioni e ad ogni altro atto costituente manifestazione di giudizio e di conoscenza, con riferimento alle proprie competenze f) effettuano la contestazione degli addebiti, curano l'istruttoria del procedimento disciplinare e applicano le sanzioni fino al richiamo scritto (censura), nei confronti del personale operante a supporto per lo svolgimento dell'attività di competenza g) adottano gli atti di gestione del personale e attribuiscono i trattamenti economici accessori definiti dai contratti collettivi di lavoro nel rispetto dei criteri fissati dall'articolo 49, comma 3, del d.lgs.
29/1993 e successive modifiche e secondo gli indirizzi forniti dal Direttore regionale h) sono responsabili dei procedimenti amministrativi, ivi compresi quelli relativi agli appalti e ai concorsi e adottano i provvedimenti di cui all'articolo 23, comma 5 della L.R. 27/1994 i) promuovono le liti attive e passive e possono conciliare e transigere se a ciò espressamente delegati dal Direttore regionale l) presiedono, al pari del Direttore regionale, le Commissioni di gara, di concorso e stipulano i contratti m) rappresentano, agli organi di direzione politica, gli elementi di conoscenza e di valutazione utili per l'assunzione delle decisioni e collaborano con il Direttore regionale per la predisposizione della proposta dei programmi attuativi degli obiettivi stabiliti e per quanto altro previsto dagli articoli 15 e 16 della Legge Regionale 8 settembre 1986, n. 42 n) formulano proposte al Direttore regionale in ordine all'organizzazione delle risorse umane, strumentali e finanziarie o) coadiuvano il Direttore regionale per la risoluzione dei problemi di razionalizzazione e semplificazione delle procedure p) impartiscono direttive e indirizzi ai collaboratori q) applicano le disposizioni relative alle relazioni sindacali previste dal d.lgs. 29/1993, dai contratti collettivi di lavoro e dalla presente legge".
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Intervengo per esprimere la mia contrarietà all'emendamento, perch l'ho già detto in Commissione e lo ripeto - mi sembra quasi mansionario e direi anche che viene fatto per i Dirigenti, con tutti i difetti che i mansionari hanno.
In sostanza, mi chiedo: se per ipotesi dovesse essere svolta una funzione non prevista dal punto a) al punto q), cosa capita? Chi la svolge? Questa specificazione è utile, ma non ha un elemento di chiusura che prevede le altre funzioni relative alla dirigenza, in termini generali, e che non sono logicamente prevedibili in un documento di carattere cartaceo.
Potrebbe capitare quello che normalmente avveniva nelle Amministrazioni comunali, quando si facevano i mansionari per i bidelli, per cui, non essendo prevista una certa funzione, bisognava affidare l'incarico all'esterno.
Questa, secondo me, è una strada pericolosa per i Dirigenti, nel senso che bisogna prevedere una norma ampia di tipo generale e poi può esserci una specificazione, ma prevedere soltanto delle specificazioni non consente di prevedere i compiti della dirigenza.
Se non sono previsti in questa elencazione, incomincia il rimbalzo tra responsabilità politica e responsabilità amministrativa, con grande difficoltà per l'Amministrazione regionale nel suo complesso.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al personale e sua organizzazione

Riprendendo l'ultima parte dell'intervento del collega Saitta, devo dire che esiste una norma di chiusura sulle competenze del Direttore regionale all'interno della lettera o) e con il corrispettivo n), che chiude nella formulazione la possibile antitesi o il possibile fraintendimento, il possibile conflitto di competenza.
Tecnicamente, quindi, nell'ambito dell'articolato molto ampio è risolto quanto suggerito o ipotizzato dal collega Saitta.
Voglio fare, però, un ragionamento più ampio, perché - ne convengo c'è una ipertrofia normativa che ha caratterizzato e sta caratterizzando anche in quest'aula alcuni emendamenti, i quali tra l'altro, anche se percepiti in una volontà di collaborazione, non risolvono i conflitti.
Collega Saitta, non è normando né sottonormando che i conflitti vengono risolti.
Se si accettasse, per esempio, un principio di prassi normativa probabilmente alcune situazioni non si verificherebbero. Non ho alcuna difficoltà a dire che, se siamo arrivati al 24 luglio a discutere di alcuni articolati, questo vuol dire anche che è stato un percorso durato 39 sedute, quasi 24 mesi di "n" consultazioni, alcune delle quali hanno prodotto questo risultato, che io sostengo perché è il frutto del lavoro svolto.
Posso dire che questa non è certamente una delle parti della legge che condivido maggiormente come modalità, perché riscontro anch'io i rischi sollecitati o sottolineati dal collega Saitta. Ritengo, però, che questi non sarebbero risolti con la volontà di non normare, cosa che fortunatamente non ha contraddistinto tutto il resto dell'impostazione che anche il collega Saitta, insieme alla minoranza, ha voluto dare, in senso costruttivo, a questa maggioranza.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 29 voti favorevoli e 13 contrari.
Si proceda alla votazione dell'art. 22, così emendato, per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 29 voti contrari 13 L'art. 22 è approvato.
Sospendo i lavori del Consiglio, che riprenderanno alle ore 14,45.
Comunico che è immediatamente convocata la Conferenza dei Capigruppo in sala A.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,15)



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