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Dettaglio seduta n.154 del 17/07/97 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Bellion, D'Ambrosio Ghigo e Minervini.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Assistenza e sicurezza sociale: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 1315 del Consigliere Rubatto inerente a "Richiesta di contributi economici da parte di Enti pubblici di assistenza nei confronti dei parenti delle persone maggiorenni assistite"; interrogazione n. 1299 dei Consiglieri Suino, Simonetti, Cavaliere, Angeli, Saitta, Miglietti Riggio e Riba inerente a "Contributi economici ai parenti degli assistiti" interrogazione n. 1300 dei Consiglieri Suino, Simonetti, Cavaliere, Angeli Saitta, Miglietti, Riggio e Riba inerente a "Contributi economici ai parenti di assistiti: parere giuridico"; interrogazione n. 430 del Consigliere Rubatto inerente a "Richiesta contributi alle famiglie di assistiti da parte di Enti pubblici di assistenza"


PRESIDENTE

Esaminiamo alcune interrogazioni di argomento analogo, sollecitate in sede di Capigruppo. La prima è la n. 1315.
Risponde l'Assessore Goglio.



GOGLIO Giuseppe, Assessore all'assistenza e servizi

L'art. 433 del C.C. individua le persone obbligate a prestare gli alimenti e riporta l'elenco dei tenuti in ordine di priorità all'obbligo.
L'obbligazione legale degli alimenti trova fondamento nel dovere delle reciproca assistenza e della solidarietà in relazione ai bisogni essenziali per la vita, che da sempre ha regolato le relazioni nell'ambito del gruppo familiare.
L'esistenza di un obbligo a corrispondere gli alimenti da parte dei tenuti ex art. 433 C.C., quando ricorrano le condizioni previste dallo stesso articolo, è pertanto pacificamente riconosciuta dalla dottrina e dalla giurisprudenza.
Il riferimento all'obbligo alimentare, presente nelle deliberazioni degli Enti gestori delle attività socio-assistenziali (come pure nella D.G.R. n. 41/42433 del 9/1/1995), è quindi legittimo: quando l'Ente pubblico provvede all'assistenza ed al sostentamento del soggetto che all'Ente stesso viene affidato, non per questo viene meno l'obbligo privatistico di corrispondere agli alimenti a norma dell'articolo sopra citato.
La temporanea mancanza di norme che regolamentino le modalità di imposizione, in una particolare situazione, degli obblighi a carico dei familiari degli utenti sembra indurre lo stesso Ministero per la famiglia e la solidarietà sociale a suggerire, nella nota Das/13811/1H/795, la stipulazione di un accordo preliminare tra Enti gestori e familiari degli assistiti.
Un accordo convenzionale tra le parti potrebbe liberamente e legittimamente essere stipulato, come indica la nota stessa, e derivare ai familiari degli assistiti, attraverso la volontaria assunzione di oneri impegni ed obblighi.
Per quanto concerne ipotetiche costrizioni ad impegnative che verrebbero imposte, nella nostra Regione, ai familiari degli assistiti, a questo Assessorato non risulta che gli Enti gestori delle attività socio assistenziali abbiano adottato metodi ricattatori o posto in atto richieste arbitrarie, minacciando il rifiuto di prestazioni, nei confronti delle persone tenute o non tenute alla corresponsione degli alimenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pierluigi

Ringrazio l'Assessore per questa risposta. E' un'interrogazione che si ripete, in quanto avevo presentato analoga interrogazione nel gennaio 1996.
Comunque, ho consolidato il parere (che avevo già alcuni mesi fa) che gli Enti pubblici non possano richiedere interventi alle famiglie per gli assistiti, e l'ho consolidato proprio dal documento Das/13811/1H/795 che l'Assessore ha ritenuto di dover richiamare.
La Presidenza del Consiglio dei Ministri dice che si ritiene di poter escludere che l'Amministrazione possa imporre ai familiari dell'utente dei servizi socio-assistenziali la partecipazione alle relative spese di gestione.
Inoltre, anche il Difensore Civico del Piemonte ritiene che nessun Ente possa richiedere contributo agli assistiti.
Sì, è vero quello che dice l'Assessore: ci vorrebbe una legge che impone questo, però, come già avevo detto alcuni mesi fa, non ritengo valida la legge che era stata proposta della Giunta, perché secondo me in tali situazioni non è applicabile l'art. 433 del Codice Civile.
Noi siamo per un'assistenza libera, un'assistenza verso tutti specialmente chi ha più necessità deve essere più aiutato, e non bisogna imporre alle famiglie degli interventi - anche ove fossero possibili - per garantire assistenza al proprio congiunto.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

Sullo stesso argomento c'era anche un'interrogazione del PDS, del Patto dei Democratici e dei Verdi.
La parola al Consigliere Angeli.



ANGELI Mario

Avevamo presentato quell'interrogazione, in quanto - come dice il Consigliere Rubatto - ci sembrava una forma ricattatoria richiedere dei contributi alle famiglie. E' una forma volontaria che già dovrebbe esistere nelle famiglie e ci sono sentenze che, rispetto a quello che diceva l'Assessore, vanno in un senso e nell'altro.
Una sentenza del Reparto Manicomiale di Bisceglie, ad esempio, dice che, effettivamente, i familiari sono obbligati a sostenere il congiunto altre sentenze, magari a Pesaro e da altre parti - vi ho dato un'occhiata dicono il contrario di quello che diceva quella sentenza.
Credo quindi che in questi casi si dovrebbe concordare con i parenti senza imporre nulla a nessuno: saremmo più soddisfatti piuttosto che dare delle imposizioni a persone che, già per conto loro e per natura dovrebbero concorrere spontaneamente al mantenimento dei congiunti all'interno delle RSA o altri luoghi.
Il problema vero è un altro. Credo che in queste situazioni subentri anche una questione relativa all'assegno di accompagnamento, che viene ad essere richiesto - io ritengo giustamente, non so come la pensi il Consigliere Rubatto - dagli Enti.
Credo che sia corretto che, a chi ha già una sua pensione, venga mantenuto un minimo per le spese personali ed il resto venga preso dall'Ente.
Se questo è l'indirizzo, Assessore, credo che si possa andare in questa direzione.



MORO Francesco

C'era anche una nostra interrogazione; non è presente la compagna Simonetti.
Quello relativo alla tematica in discussione è un problema importante.
Se fosse possibile, vorremmo la risposta scritta dall'Assessore.



GOGLIO Giuseppe, Assessore all'assistenza e servizi

Va bene.



PRESIDENTE

Chiedo alla Giunta se è in grado di rispondere all'interrogazione n.
1318 presentata dal Gruppo Lega nord e sollecitata in sede di Conferenza dei Capigruppo.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta

Data l'assenza dell'Assessore Leo, prego il Presidente di rinviare la discussione di questa interrogazione alla prossima seduta.


Argomento: Bilanci preventivi

Esame progetto di legge n. 329: "Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1997"


PRESIDENTE

Passiamo pertanto all'esame del progetto di legge n. 329, di cui al punto 7) dell'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Gallarini, che ha pertanto la parola.



GALLARINI Pierluigi, relatore

L'argomento è molto semplice.
E' stata licenziata in Commissione questa prima parte dell'assestamento di bilancio 1997, che è la parte cosiddetta tecnica. Si tratta praticamente di un assestamento da pilota automatico che assesta all'interno del bilancio 1997 senza scelte discrezionali politiche. Questa seconda parte come ci è stato annunciato dall'Assessore in sede di Commissione - è già stata impostata dalla Giunta e dovrebbe arrivare nei prossimi giorni in Commissione ed approdare poi in Consiglio entro fine luglio, affinch l'assestamento sia spendibile da settembre. Altrimenti ci sono i termini imposti dalla legge di contabilità (30 novembre) che riducono già la finestra attraverso la quale esiste l'operatività di queste scelte discrezionali.
Quella in discussione oggi invece - ripeto - è una parte meramente tecnica; penso quindi, per quel che abbiamo visto in Commissione, che si tratti di un provvedimento di notevole semplicità.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI



PRESIDENTE

E' aperta la discussione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Abbiamo discusso in Commissione questo provvedimento e per le caratteristiche che spiegava l'ex-Assessore, oggi relatore, Gallarini, è vero che nel merito del provvedimento c'è poco da dire, permette però di fare qualche considerazione su altri temi che ogni tanto riecheggiano nei nostri dibattiti.
La legge di contabilità prevede che l'assestamento al bilancio venga presentato entro il 30 giugno; la legge però non dice che si devono fare due assestamenti al bilancio, parla di un solo assestamento, quello vero che deve essere presentato entro il termine previsto. Con questo provvedimento invece si divide l'assestamento in due parti: una cosiddetta tecnica, che per queste caratteristiche è un assestamento finto, nel senso che c'è poco da assestare, mentre viene rinviata quella più significativa laddove cioè si fanno delle scelte e si operano degli spostamenti, che è l'assestamento politico.
Io presumo che nel momento in cui è stata elaborata la legge di contabilità, allorquando si parlava della scadenza, si pensasse più a questo problema, cioè all'insieme, all'atto in cui avvengono le modifiche.
Noi avevamo chiesto che si discutessero insieme e non separatamente, ma quello "vero" non era ancora pronto. Probabilmente si temeva che i tempi potessero ancora più lunghi, perlomeno di discussione in aula, se non di presentazione in Giunta, e quindi è stata fatta questa separazione. Con questo atto si finge di soddisfare un'esigenza perché trattandosi del rispetto dei tempi la Giunta si cautela consegnando questa parte cosiddetta tecnica, allo scopo di rispettare questo obbligo da un punto di vista formale, ma non sostanziale.
Si continua quindi con una politica volta molto all'immagine, alla virtualità e molto meno alla sostanza perché - ripeto - il vero assestamento lo discuteremo in una fase successiva.
Non è un percorso né efficace né trasparente.
Mi permetto un'ulteriore considerazione sul problema dell'ostruzionismo e delle perdite di tempo.
Questo, secondo me, è un classico esempio di ostruzionismo e di perdita di tempo perché la Commissione si è riunita e il Consiglio oggi discute di un provvedimento che poteva essere unificato all'altro; su questa parte avremmo speso pochissime parole e abbiamo invece intasato, comunque inserito nel lavoro del Consiglio un provvedimento rispetto al quale si dice "tanto questo provvedimento è puramemente tecnico, non lo discutiamo neanche", cioè lo discutiamo perché io ho chiesto la parola per fare alcune considerazioni e si approva perché non c'è nulla da dire. Perché allora non unificarlo con l'altra parte? In questo modo si sarebbe parlato del provvedimento vero e non si sarebbero accumulati i tempi.
Quando si parla dell'ostruzionismo degli altri, bisogna anche guardare al proprio modo di agire che a volte può esso stesso determinare ostruzionismo nel senso di perdita di tempo, cioè di appesantimento del lavoro del Consiglio con provvedimenti che potevano essere evitati e unificati, come in questo caso, e quindi avere una vera discussione sull'assestamento senza trovarci la prossima settimana o tra quindici giorni a ridiscutere dell'assestamento al bilancio che si chiamerà in un altro modo: "Prima integrazione all'assestamento", e non sarà l'integrazione, ma la sostanza dell'assestamento.
In conclusione, poiché questo assestamento al bilancio è in linea con il bilancio stesso sul quale avevamo espresso un giudizio negativo riconfermiamo il voto contrario al provvedimento in esame.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Foco.



FOCO Andrea

Credo anch'io che una volta che si fa una eccezione questa diventa o rischia di diventare prassi o norma. Per quanto riguardava la discussione sul bilancio venne scelto il meccanismo di dividere la parte cosiddetta "tecnica" dalla parte più flessibile. Ricordo che nella discussione sul bilancio riuscimmo a trovare - non fu un esercizio difficile - 5 o 6 modi di interpretare la rigidità o la flessibilità del bilancio.
Questo per dire che quando si parla di bilancio non c'è mai un momento puramente tecnico: pensiamo alle spese delle affittanze, che vanno pagate una volta stabilito il contratto, o alle spese di riscaldamento, per non parlare poi della spesa che riguarda i costi del personale.
Ad esempio, nella mia esperienza di Assessore al bilancio in Comune ricordo che, di fronte alle difficoltà di far pareggiare a fine anno il bilancio o ad aprire alcuni servizi ritenuti obbligatori, dovuti, quali quelli delle refezioni scolastiche o addirittura dei servizi delle scuole materne comunali o del servizio di riscaldamento, il Ragioniere capo diceva una frase molto semplice: "Spostiamo di dieci giorni l'inizio del riscaldamento", oppure: "Non iniziamo questo servizio". Questo per dire quanto sia difficile la divisione tra la parte rigida, tecnica, e la parte flessibile del bilancio.
Erano solo alcune riflessioni, per cui - torno a ripetere, Assessore dobbiamo riprendere le buone abitudini, cioè quelle di non rispettare le norme o le scadenze in modo fittizio o - non voglio usare la parola "falso" in un modo che non è corretto, nel suo insieme, nel senso che il bilancio, così come l'assestamento, così come il consuntivo, hanno una loro unicità complessiva, non divisibile in momenti diversi. Infatti, ripeto nella discussione di allora - e lei, attuale Assessore, era con noi in I Commissione a seguire le nostre discussioni - riuscimmo a vedere e a non trovare momenti di estrema rigidità. Diciamo che viene definito tecnico quanto, su quella prima parte che già allora definimmo in modo improprio rigida o tecnica, adesso portiamo all'assestamento.
Nel merito, non riteniamo di dover entrare nei singoli capitoli, perch ci pare che queste motivazioni siano sufficienti per il nostro voto negativo. Quindi, abbiamo unito la discussione generale alla dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio

Solo per commentare l'ultima parte dell'intervento del Vicepresidente Foco, dicendo che, pur essendo argomentabile che tutto alla fine dipenda da scelte di natura politica, nell'ambito di questo provvedimento di legge è evidente che, una volta che il bilancio di previsione venne stabilito e approvato dal Consiglio regionale come un avanzo previsto per 1977 miliardi o 1902, comunque una cifra superiore ai 1900, e a seguito del conto consuntivo, peraltro approvato nel corso del mese di giugno, oggi in assestamento la cifra diventa di 1302 miliardi; è evidente che di politico non c'è niente, perché è la pura sequenza di una serie di operazioni che porta una cifra stimata, come ha da essere in termini di bilancio di previsione, una cifra consolidata come è la stessa e identica figura riportata nell'assestamento.
Allora, il costo del personale è per tutte le aziende - l'Ente pubblico non è un'eccezione - un costo variabile, ma lo è in funzione delle componenti che lo rendono gestibile.
Nell'assestamento che per ora chiamiamo "discrezionale", poi vengo alla parte più interessante, che è stato assunto dalla Giunta martedì e che come ho già preannunciato ai colleghi Capigruppo - porteremo in Commissione nei prossimi giorni, onde poterlo portare in Consiglio alla fine di luglio ci sarà una componente di assestamento del costo del personale di circa 10 miliardi. Significa che, rispetto alla gestione di una voce che tra l'altro è la più grossa, o una delle più grosse complessivamente nel bilancio regionale, la nostra capacità di stima, di controllo di quella voce esiste è evidente, ma ci sono delle componenti di gestione all'interno della voce che fanno sì che la nostra capacità di stima si alteri, in un periodo non molto lungo, di dieci miliardi.
Convengo che questa tipologia di voce, che è rigida perché una volta stabilito il numero dei dipendenti, dei livelli, ecc., il resto è una conseguenza, è flessibile nella definizione dei numeri.
Per esempio, nel nostro Statuto c'è scritto, e credo sia un pezzo di informazione non così noto a tutti, che noi dovremmo approvare i bilanci di previsione di un anno, entro l'agosto dell'anno precedente. Credo che questo (mi correggano i più anziani, non tanto Consiglieri quanto funzionari, anziani di esperienza regionale) non sia mai accaduto.
Perché il legislatore ha definito il termine dell'agosto? Perch siccome per legge nazionale non si possono prendere impegni oltre il 30 novembre, evidentemente il legislatore voleva dare agli amministratori tempo sufficiente per gestire le risorse dello Stato; ad agosto viene deliberato, diventa legge normalmente 30-45 giorni dopo, quindi si dà ai funzionari regionali 1, 2, 3 mesi di tempo per procedere all'effettivo impegno delle cifre. Anche se agosto è una data che non è mai stata rispettata, non significa che si debba arrivare al marzo dell'anno successivo.
L'unificazione dei due momenti, che non è stata mai utilizzata per artifizi tecnico-politici, è stata utilizzata per rispettare alcuni aspetti anche perentori della legge che dà degli obblighi al Consiglio regionale tutto. Credo che l'obiettivo di arrivare ad un'unica discussione politica complessiva sia utile a tutti. Su questo obiettivo intendo lavorare: vedremo poi se riusciremo, noi Giunta e noi Consiglio, ad ottenerlo.
Per il resto mi pare che non ci siano commenti specifici da fare, se non una parte che spero sia stata vista con attenzione: il fatto che si sia definita una copertura con un mutuo di 170 miliardi, peraltro autorizzato con legge del '96 e non esercitato nel '96, ma solo nel '97 e questo ha comportato comunque - visto che siamo in un periodo di tassi significativamente decrescenti - un significativo miglioramento per l'Ente quindi questo, siccome è un merito della struttura che l'ha gestito, credo vada con particolare evidenza sottolineato.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 21 voti contrari 12 astensioni 3 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 21 voti contrari 12 astensioni 3 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 21 voti contrari 12 astensioni 3 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 21 voti contrari 12 astensioni 3 L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 21 voti contrari 12 astensioni 3 L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 21 voti contrari 12 astensioni 3 L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 21 voti contrari 12 astensioni 3 L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 21 voti contrari 12 astensioni 3 L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 21 voti contrari 12 astensioni 3 L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 21 voti contrari 12 astensioni 3 L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votant 35 voti favorevoli 21 voti contrari 11 astensioni 3 L'art. 11 è approvato.
ART. 12 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 21 voti contrari 11 astensioni 3 L'art. 12 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale, con votazione elettronica, dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI' 22 Consiglieri hanno risposto NO 12 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Opere pubbliche

Esame progetto di legge n. 255: "Modifica della legge regionale 21 marzo 1984, n. 18 'Legge generale in materia di opere e lavori pubblici'"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 9) all'o.d.g.
In Commissione hanno espresso voto favorevole: Forza Italia, Alleanza Nazionale, PDS e Partito Popolare.
Si è astenuta la Lega Nord.
Relatore è il Consigliere Pichetto che dà per letta la seguente relazione: "Con il presente disegno di legge si intende modificare il compenso corrisposto ai membri del Comitato regionale per le opere pubbliche (CROP) previsto dalla legge regionale generale in materia di opere e lavori pubbliche n. 18 del 21 marzo 1984. In particolare si intende riconoscere ai relatori che ne hanno diritto, esclusi cioè gli amministratori ed i dipendenti regionali, per l'istruttoria e la redazione delle relazioni assegnate, l'indennità a vacazione rispetto al tempo impiegato, nel limite massimo di venti ore per relazione, nonché il rimborso delle spese effettuate a tale titolo.
L'esigenza della modifica trae origine dalla situazione di emergenza in essere collegata alla necessità di regolarizzare una serie considerevole di pratiche relative ad opere igienico sanitarie, che in parecchi casi ha comportato il blocco totale degli interventi previsti già approvati e/o realizzati. Per far fronte a tale esigenza è stata, peraltro, predisposta ed approvata da questo Consiglio nello scorso mese di dicembre una modifica al Regolamento di attuazione della legge regionale 18/1984 che pone a carico delle sezioni del CROP l'onere di individuare le soluzioni tecnicamente e formalmente più idonee per lo sblocco delle predette situazioni e ciò con un evidente e pesante aggravamento dell'attività istruttoria e di relazione.
Il riconoscimento dell'indennità, che si aggiunge al gettone di presenza, non costituisce peraltro la soluzione definitiva del problema che, a regime, sarà risolto con la legge di adeguamento dei compensi ai componenti di Commissioni, consigli, comitati e collegi operanti presso l'Amministrazione regionale, in via di predisposizione da parte della Giunta. Per tale motivo è prevista l'efficacia temporanea della norma relativa alla corresponsione dell'indennità agli aventi diritto fino all'entrata in vigore della legge di modifica del gettone di presenza e comunque per gli incarichi assegnati fino al 31 dicembre 1998.
L'articolo 2 del presente disegno di legge aggiunge all'articolo 34 della legge regionale le disposizioni finanziarie per far fronte ai maggiori oneri, stimati per l'anno in corso in 60 milioni.
La II Commissione ha esaminato il testo nel corso di quattro sedute e acquisito il parere della I Commissione sulle disposizioni finanziarie, lo ha licenziato a maggioranza nella seduta del 10 aprile 1997, apportandovi le modifiche relative all'efficacia temporanea sopra evidenziate. Auspico una rapida approvazione del provvedimento con il più ampio consenso." L'Assessore si rimette a quanto è stato detto in Commissione.
Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 27 astensioni 7 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 27 astensioni 7 L'art. 2 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale, con la votazione elettronica, dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 34 votanti 31 hanno risposto SI' 24 Consiglieri si sono astenuti 7 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Formazione professionale

Esame progetto di legge n. 299: "Sostituzione dell'art. 25 bis della L.R. 25 febbraio 1980, n. 8 (Disciplina delle attività di formazione professionale), richiamato in vigore dell'art. 2 della L.R. 3 luglio 1996 n. 36 (Modifiche ed integrazioni alla L.R. 13 aprile 1995, n. 63 'Disciplina delle attività di formazione e orientamento professionale')" (rinvio)


PRESIDENTE

Dovremmo ora passare all'esame del progetto di legge n. 299, di cui al punto 10) all'o.d.g.; in attesa dell'oratore, lo sospendiamo.


Argomento: Nomine

Esame progetto di legge n. 321: "Modificazioni alla legge regionale 23 marzo 1995, n. 39 (Criteri e disciplina delle nomine ed incarichi pubblici di competenza regionale e dei rapporti tra la Regione ed i soggetti nominati)"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del progetto di legge n. 321, di cui al punto 11) all'o.d.g.
Tale progetto di legge in Commissione ha ottenuto il seguente risultato: favorevoli Forza Italia, Alleanza nazionale, CDU, PPE; contrari Rifondazione comunista; non ha partecipato alla votazione il Gruppo del PDS.
Relatore è il Consigliere Burzi, che ha facoltà di intervenire e che nel frattempo, è anche diventato Assessore competente della materia.



BURZI Angelo, relatore

Do per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "La I Commissione ha esaminato il DDL n. 321 predisposto dalla Giunta regionale relativo alle modificazioni alla legge regionale 23 marzo 1995 n. 39 (Criteri e disciplina delle nomine ed incarichi pubblici di competenza regionale e dei rapporti tra la Regione ed i soggetti nominati).
Con tale disegno di legge che viene presentato all'approvazione del Consiglio, la Giunta propone la modifica della legge regionale n. 39/1995 recante i criteri e la disciplina delle nomine ed incarichi pubblici di competenza regionale.
In particolare durante l'esame in 1 Commissione è stato aggiunto l'articolo 1 che così recita: 'Alla fine del comma 3 dell'articolo 2 della legge regionale 23 marzo 1995, n. 39 sono aggiunte le parole', nel rispetto della rappresentanza delle minoranze ai sensi dell'articolo 72, commi 3 e 6, dello Statuto' onde ribadire la osservanza dei disposti statutari.
Si propone poi, agli articoli 2 e 3 del disegno di legge, l'abrogazione dell'articolo 7 e la modifica degli articoli 10 e 18 della l.r. 39/1995.
L'articolo 7 della citata legge prevedeva che, per le nomine di competenza della Giunta regionale, spetti alla Commissione consultiva per le nomine la verifica sulla rispondenza delle nomine stesse ai criteri assunti dalla Giunta medesima e sul rispetto della rappresentanza delle minoranze ai sensi del terzo e ultimo comma dell'articolo 72 dello Statuto.
Gli articoli 10 e 18 recano la stessa previsione, nel caso di sostituzione per cessazione dell'incarico (art. 10) e nel caso di nomina tramite decreto del Presidente della Giunta (art. 18).
Le modifiche che si propongono eliminano la previsione di espressione di parere da parte della Commissione consiliare per le nomine, sulle nomine di competenza della Giunta regionale.
Tale parere infatti, come sottolineato più volte dalla Commissione nomine stessa, si riduce ad essere una presa d'atto delle decisioni già assunte dalla Giunta, con un mero compito di verifica di rispetto dei criteri e del rispetto delle minoranze. Verifica la cui responsabilità si ritiene possa essere assunta dalla Giunta medesima, la quale opera nel rispetto della normativa regionale e dello Statuto della Regione.
La I Commissione consiliare nell'ottica di semplificare le procedure previste dalla l.r. 39/1995, volta ad accelerare i tempi di conclusione del procedimento ed ad attribuire all'organo di governo la piena responsabilità delle proprie scelte, nella seduta del 5 maggio scorso ha licenziato a maggioranza il DDL n. 321. Tale testo viene rimesso all'Aula per la sollecita approvazione".
Credo che la relazione sia esaustiva del progetto di legge. Ricordo a tutti che si tratta di un argomento che, come membro della Commissione nomine e all'epoca come Capogruppo del Gruppo di Forza Italia, insieme a parecchi colleghi - siano essi membri della Commissione nomine oppure no abbiamo più volte sollevato. Si tratta delle competenze che la Commissione nomine debba o non debba avere per quanto attiene alle nomine di Giunta che passano, in funzione della legge regionale, in Commissione per un parere ex post, le nomine stesse.
Si è più volte evidenziata la necessità, nel rispetto dei ruoli, delle scelte ispezionali della Giunta, nel rispetto delle leggi inerenti le nomine, che non si vedeva l'utilità che la Commissione nomine esprimesse un parere di idoneità o di rispondenza ai criteri ex post le nomine stesse.
Questo progetto di legge discusso in Commissione ed emendato per renderlo totalmente compatibile con quanto previsto da alcuni articoli dello Statuto, tende appunto a risolvere il problema dei ruoli, scindendo in maniera chiara, il ruolo e le responsabilità delle nomine della Giunta rispetto ad un ruolo consultivo della Commissione, secondo il dettato della legge e secondo quanto i Commissari della Commissione hanno ritenuto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Cosa abroga l'art. 7?



BURZI Angelo, relatore

Nella relazione è specificato che l'art. 7 della legge viene abrogato.
L'art. 7 della citata legge prevedeva che, per le nomine di competenza della Giunta regionale, spetti alla Commissione consultiva per le nomine la verifica sulla rispondenza delle nomine stesse ai criteri assunti dalla Giunta medesima e sul rispetto della rappresentanza delle minoranze ai sensi del terzo ed ultimo comma dell'art. 72 dello Statuto.
Quindi da un lato il comma terzo dell'art. 72 dello Statuto prevedeva e prevede attualmente la logica del rispetto delle minoranze che poi le singole leggi delle singole nomine definiscono quali siano i criteri.
L'art. 7 della legge prevedeva che per le nomine di competenza della Giunta toccasse alla Commissione consultiva per le nomine la verifica sulla rispondenza. In merito la Commissione ha dibattuto ed è giunta alla conclusione che la verifica venga fatta da chi si sta assumendo onori e oneri delle nomine stesse, sia in termini di idoneità sia in termini di tutela delle minoranze. Non si vedeva, a giudizio dei proponenti la legge l'esigenza che la Commissione consultiva intervenisse dopo che i due passaggi, tutela delle minoranze e rispetto dei criteri, avevano già avuto nel merito un passaggio esecutivo da parte della Giunta regionale stessa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Questa legge ha avuto l'opposizione di Rifondazione comunista perché, a ben vedere, è una legge che consegna ancora più di oggi una enorme discrezionalità alla Giunta regionale nel fare le nomine, ovvero togliere ogni tipo di controllo da parte della Commissione nomine. La Giunta vuole mano libera perché a norma degli articoli (...)



PRESIDENTE

La posso interrompere un attimo? E' stata, se ricorda, una richiesta avanzata soprattutto dai membri della Commissione nomine; si voleva togliere questa parvenza di irregolarità. Mi sono permesso di interromperla, Consigliere Chiezzi, per dirle che è stata un'istanza sollevata dai componenti la Commissione nomine.
La parola al Consigliere Chiezzi



CHIEZZI Giuseppe

Si possono chiudere i problemi, oppure si possono chiudere i problemi e aprirne degli altri. Questo modo di chiudere il problema ne apre un altro che è quello relativo al fatto che la Giunta si sente libera di non esporre più alcun criterio specifico riferito alla singola nomina, ma la Giunta si ritiene libera di indicare dei criteri generali e poi di effettuare le proprie nomine. Questo è gravemente scorretto.
Il disegno di legge in esame tende a sottrarre alla Commissione nomine un giudizio sulle nomine da effettuare. Nel senso che la Commissione nomine non effettua nemmeno - e lo Statuto invece lo impone - un giudizio sui criteri con cui effettuare le nomine: questo è lo snodo.
Capisco che sulla nomina tale arrivi il curriculum e non si voglia più in Commissione nomine, dire va bene oppure va male, ma lo Statuto e la legge erano precise in merito: "spetta alla Regione, alla Commissione nomine dare un parere sui criteri". Pertanto, o chiariamo per bene che in Commissione nomine la Giunta regionale, prima di effettuare una nomina viene e illustra i criteri secondo i quali vuole effettuare quella specifica nomina, non le nomine in generale, e la Commissione esprime un parere consultivo sui criteri, allora c'è ancora un controllo, una sinergia di volontà tra Consiglio e Giunta, ma quello che fa la Giunta con questa legge - a mio modo di vedere - è invece quello di sottrarre qualsiasi tipo di controllo anche quello dei criteri, alla Commissione nomine.
Questo è troppo, a giudizio del Gruppo di rifondazione comunista, ed è l'elemento di maggiore critica che riproporremo in sede di dibattito generale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, credo che questo provvedimento sia sbagliato per vari motivi.
Come già diceva prima il collega Chiezzi, la Giunta indica i criteri generali con cui effettua le nomine e poi il nostro Statuto affida alla Commissione Nomine la verifica della congruità di quei criteri. Così è.
La Commissione non ha altri poteri, può solo dire e dare un parere circa il rispetto del criterio della minoranza, ecc., ma non può di certo togliere alcunché a una nomina di competenza della Giunta.
Di conseguenza, non si capisce la necessità di abolire questo passaggio attraverso un organismo, che in qualche modo dovrebbe essere anche di garanzia, ed affidare alla Giunta la verifica dei suoi stessi criteri.
Credo che questa sia un'incongruenza, perché si tratterebbe del solito controllore/controllato e ciò mi sembra abbastanza sbagliato.
Credo che ben altre dovrebbero essere le modifiche da apportare alle competenze, alle procedure delle nomine, che non semplicemente sottrarre questo passaggio, che invece mi pare di garanzia per tutti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Io invece sono convinto che questo disegno di legge sia gravemente giusto, perché finalmente ci liberiamo da una zavorra.
Personalmente, ma penso anche molti altri colleghi, ero stufo della uso un termine un po' forte - impotenza frustrata con cui in certe sedute della Commissione nomine noi assistevamo, impotenti, alla declamazione delle nomine operate dalla Giunta regionale. Anche perché non avevamo alcuna competenza nel dire sì o no. Diventava un inutile passaggio burocratico, e spesso alcuni colleghi non partecipavano al voto perché, non potendo dare un giudizio sul merito, non ritenevano neanche che la loro partecipazione fosse dovuta.
Io, poi, sono particolarmente contento che ci sia questo disegno di legge perché, pur nel rispetto delle minoranze, rappresenta un passo avanti verso la responsabilità delle scelte politiche, che in altri termini si pu chiamare anche spoil-system, di cui noi siamo ferventi sostenitori da sempre (quanto meno qui in Consiglio regionale dall'inizio di questa legislatura), perché c'è una responsabilità diretta, nel rispetto delle minoranze, di chi governa. E c'è irresponsabilità, anche qui diretta, da parte di chi, essendo componente della Commissione nomine, prima si limitava ad essere un semplice elettore di delibera altrui senza poter assolutamente intervenire.
Quindi ben venga questo disegno di legge, a cui assicuriamo il nostro sostegno a due mani.
L'unica remora e l'unico dispiacere è che sia arrivato forse un po' troppo tardi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Ritengo utile che si approvi questo disegno di legge oggi, proprio per le esperienze che i Commissari della Commissione nomine hanno maturato in questi anni.
Troppo spesso i Commissari della Commissione nomine si sono riuniti senza avere nessuna possibilità di eventualmente dissentire sulle nomine effettuate dalla Giunta, rispetto a delle attribuzioni che davano loro soltanto ed esclusivamente delle responsabilità, ma senza dei poteri di veto rispetto alle nomine della Giunta stessa.
Infatti, per quanto riguarda le nomine del Consiglio, la Commissione nomine si riunisce prevalentemente per verificare se le persone che hanno richiesto di essere nominate in un Ente hanno le caratteristiche per essere nominate nell'Ente stesso.
In questo caso, invece, sulle nomine effettuate dalla Giunta, i Commissari si riuniscono esclusivamente per verificare se i criteri generali che la Giunta si è data e il Consiglio ha approvato sono stati rispettati per quanto riguarda la nomina stessa.
Se noi, come Consiglieri regionali e come membri della Commissione nomine, avessimo l'opportunità di valutare tutti i curricula che vengono presentati dai candidati e, all'interno di questi, verificare qual è quello migliore per la nomina, allora potrebbe essere una funzione importante per i Commissari stessi. Ma per quanto riguarda le nomine della Giunta, a noi vengono semplicemente inviati i nominativi che la Giunta ha già prescelto per quella determinata nomina; di conseguenza non so come noi possiamo far valere un minimo di potere discrezionale rispetto alla nomina.
Quindi, proprio perché questa condizione è stata sollevata a più riprese da molti membri della Commissione nomine, in particolare dai membri rappresentanti le minoranze di questo Consiglio - e per quanto riguardava le nomine, si dovevano esprimere rispettando anche i criteri di rappresentanza delle minoranze quasi per obbligo soltanto i Commissari della Commissione nomine rappresentanti le minoranze, assumendosi delle responsabilità che non gli erano proprie, perché non avevano la controproposta da poter effettuare - non vedo perché si debba ulteriormente continuare ad andare avanti con dei criteri che oggi, anche per la trasformazione che le Regioni hanno avuto, non sono più attuali.
Dichiaro dunque il voto favorevole del mio Gruppo a questo disegno di legge.



PRESIDENTE

Vorrei solamente ricordare che l'art. 2 rimane integrale, perché al comma terzo dice: "Le nomine attribuite alla Giunta regionale e al suo Presidente sono effettuate sulla base di criteri di carattere generale assunti dalla Giunta regionale, sentita la Commissione consultiva per le nomine".
Anzi, l'art. 1 della presente legge, in un comma aggiuntivo, prevede anche che ciò avvenga "nel rispetto della rappresentanza delle minoranze ai sensi dell'art. 72, comma terzo e sesto dello Statuto".
Però, Assessore, il Consigliere Chiezzi aveva proposto, seppure in modo informale, una variante su questo terzo comma, e cioè che prima dell'effettuazione delle nomine, la Giunta possa venire nella competente Commissione nomine per presentare i criteri con i quali vuole effettuare le nomine stesse; ciò di volta in volta.
Non so se il Consigliere Chiezzi l'abbia formalizzata o meno, comunque è una riflessione aggiuntiva.



CHIEZZI Giuseppe

Se rimane così, faccio ricorso.



PRESIDENTE

Se ci fosse la formalizzazione, questo potrebbe essere d'aiuto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Intervengo per riprendere l'importante considerazione svolta dal collega Chiezzi. In effetti, in sede di Commissione molti di noi soprattutto appartenenti alla minoranza, abbiamo posto il problema di non partecipare ad una scelta che compete esclusivamente alla Giunta - visto che le nomine sono di sua esclusiva competenza.
Il rilievo del collega Chiezzi, ripreso anche dal Consigliere Cavaliere, solleva un altro problema, non sufficientemente valutato rilevato anche da lei, Presidente, in conclusione del suo intervento: il caso in cui la Giunta deve procedere a nomine fra le quali deve essere rappresentata la minoranza - tipologia diversa da quelle già analizzate.
In effetti, questo tema non è stato sufficientemente approfondito.
Ricordo alcuni casi, nell'ultimo periodo, in cui la Giunta, pur dovendo rappresentare le minoranze, non ha rispettato totalmente tale principio. Mi riferisco al caso della Finpiemonte: pur essendo prevista una quota rappresentativa delle minoranze, il Presidente della Giunta, che nominò il Consiglio di amministrazione con decreto, non rispettò i criteri previsti.
Dopodiché ha modificato il provvedimento, ma sulla base di una polemica aperta dal nostro Gruppo e di numerose minoranze. Quindi, sulla base di un'azione politica svolta da parte del Consiglio.
Credo che il problema debba essere normato, in modo che una giusta applicazione del criterio di presenza delle minoranze avvenga in modo automatico, senza provocare caso per caso, a seconda delle occasioni, un intervento del Consiglio regionale.
Suggerirei dunque di non procedere all'approvazione di quanto in discussione, ma di avviare un ulteriore approfondimento in Commissione, per verificare come il problema che ho precedentemente espresso possa essere risolto in termini normativi, non lasciandolo - come dire? - all'area di rapporto tra le forze politiche.



PRESIDENTE

Vorrei solamente far presente che non c'è alcuna incompatibilità con l'art. 24 dello Statuto. Al di là della procedura piuttosto anomala secondo la quale non ci si rimette all'assemblea per verificare se la propria proposta è accettabile o meno, non c'è alcuna incompatibilità n collusione con lo Statuto, in quanto l'art. 24 recita: "Una Commissione di cui fanno parte i Consiglieri rappresentanti di tutte le forze politiche presenti in Consiglio viene consultata dal Presidente della Giunta sui criteri di carattere generale, in base ai quali la Giunta stessa o il suo Presidente provvedono alle nomine di loro competenza".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Il chiarimento che richiedevo è il seguente: abbiamo assistito - lo ricordava in precedenza il collega Saitta - al caso in cui la Commissione Nomine del Consiglio regionale è intervenuta sui criteri adottati dalla Giunta per determinate nomine (mi pare di ricordare si trattasse di quelle del Consiglio di amministrazione della Finpiemonte).
La Commissione Nomine, nella sua quasi totalità, contestò alla Giunta l'applicazione di un certo criterio; venne poi accettata l'interpretazione della Commissione Nomine e conseguentemente modificato il decreto di nomina.
In un caso analogo, dopo l'approvazione della modifica proposta, cosa varierebbe?



PRESIDENTE

La Giunta non sottoporrebbe al giudizio della Commissione Nomine i candidati per i quali noi dovremmo rilevare i requisiti di idoneità ai criteri previsti per le nomine stesse.
Siccome si trattava di un controllo che è stato ritenuto da amplissima parte della Commissione assolutamente fittizio, perché si concretizzava in nient'altro che un passaggio di carte, da parte dei rappresentanti delle minoranze e della maggioranza si è rilevato più volte che l'assunzione di piena responsabilità venisse avocata completamente dalla Giunta. Questo quanto, sulla base dei verbali che si sono ripetuti più volte in merito alla questione.
L'articolo terzo, sui criteri generali, rimane immutato. Abbiamo aggiunto un comma che recita esplicitamente: "Nel rispetto della rappresentanza delle minoranze, ai sensi dell'art. 72, comma secondo e comma terzo dello Statuto." La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore regionale

A me pare che quanto detto dal Presidente del Consiglio riassuma molto bene i termini della questione, ad adjuvandum. Ricordo però che nella prima o seconda riunione della Commissione Nomine di questa legislatura, proprio il Consigliere Cavaliere abbia ricordato, in maniera peraltro molto costruttiva, che alcuni aspetti della legge n. 39/95 risultavano inadeguati, soprattutto per quanto atteneva - appunto - al ruolo della Commissione Nomine in senso lato, e, specificamente, per quanto attiene alle competenze della Giunta - e credo che i verbali della Commissione, in tal senso siano esaustivi.
Dico con estrema serenità che non si parla affatto di sottrazione di aree di controllo, perlomeno non è questo, certamente, lo scopo che si prefigge, né, tanto meno, di aumento di discrezionalità da parte di un organo esecutivo.
L'esempio citato dal Consigliere Saitta, ripreso dal Consigliere Cavaliere, a mio avviso è esattamente testimonianza di ciò: non fu la Commissione Nomine - se ricordo correttamente l'episodio - ma il Consiglio regionale, sollecitato opportunamente in tal senso, che verificò - e il Presidente Ghigo lo ammise con assoluta chiarezza - un'interpretazione erronea di una legge. Vi era infatti una legge - che quindi siamo tenuti a rispettare qualunque sia il ruolo della Commissione Nomine - nella quale volutamente si è voluto ribadire, nell'ambito dell'articolo primo, ad adjuvandum, il rispetto della rappresentanza della minoranza ai sensi dell'art. 72, successivamente tutelato da una legge, come nel caso citato dal Consigliere Saitta e ripreso dal Consigliere Cavaliere. Nel caso specifico, l'interpretazione che la Giunta ne diede fu erronea - nel senso di interpretazione e non di precisa volontà di non rispetto di quanto previsto.
La Giunta stessa, sollecitata a ciò dal Consiglio regionale, provvide a correggere. Correzione che avvenne non per un ruolo che la Commissione ha vissuto nel corso di questi due anni, ma perché sollecitata da tutti i suoi membri, qualunque fosse la parte politica, nel non rendere evidente un ruolo che non aveva sostanza, e che risultava, per quanto atteneva alle nomine di Giunta, semplicemente un ruolo formale.
Quindi, non si tratta di sottrazione di potere, ma di attribuzioni più chiare di responsabilità, non a "questa" Giunta, ma "alla" Giunta, nel rispetto di quanto le leggi prescrivono o, se modificate, successivamente prescriveranno.
Per quanto attiene ai criteri, se la memoria non mi falla, almeno un paio di volte la Commissione Nomine ha preventivamente discusso e trattato di criteri. Ricordo specificamente - probabilmente ci sono esempi più chiari - i criteri adottati per i Revisori dei conti delle UU.SS.LL., che lungamente abbiamo dibattuto nell'ambito della Commissione Nomine. Per quanto attiene ai criteri, quindi, credo che le leggi, di volta di volta possano impegnare la Commissione Nomine nel dibattito preventivo di quali criteri devono essere rispettati dal Consiglio e dalla Giunta regionale nell'effettuazione di nomine che devono avvenire con la discrezionalità prevista dalla legge, ma con una più chiara attribuzione di responsabilità.
Lo scopo di questa legge è definire con più chiarezza le responsabilità e non di aumentare artatamente la discrezionalità, che non è l'oggetto di questa legge.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta regionale Majorino.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

In aggiunta alle argomentazioni svolte dall'Assessore Burzi, intendo sottolineare che la preoccupazione, prospettata in particolare dal collega Saitta e dal collega Cavaliere relativamente al fatto che il non passaggio in Commissione potrebbe consentire alla Giunta di violare le leggi di settore e i criteri di carattere generale in ordine alle nomine, a mio parere non ha fondamento, e ne spiego la ragione.
Qualora la Giunta - e il caso citato di Finpiemonte è emblematico violi o dovesse violare, per qualunque ragione, norme di settore, in particolare quelle che riguardano il rispetto delle minoranza, ci sarà prima di tutto una censura in sede politica (come è avvenuto per Finpiemonte); oppure, qualora la Giunta, dopo le osservazioni in sede politica, dopo le censure (che non è detto che siano fondate solo in quanto vengono fatte) delle opposizioni o comunque in senso lato del Consiglio, ha pur sempre il potere o di adeguarsi alle eventuali osservazioni fatte oppure di non adeguarsi, e in questo caso c'è pur sempre, anzi è ancora più forte, la tutela giurisdizionale.
Come era avvenuto per Finpiemonte, qualora la Giunta non avesse fatto onorevole ammenda all'errore scusabile che era stato commesso, ci sarebbe stata, come infatti era stato preannunciato in quest'aula, la tutela giurisdizionale.
Quindi la tutela sia politica che giurisdizionale ci sono, qualora la Giunta dovesse violare le norme di settore o la normativa dello Statuto.
Per cui, non solo per questo, ma anche per questo, il disegno di legge appare avere una sua coerenza.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 22 voti contrari 5 astensioni 12 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 22 voti contrari 5 astensioni 12 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 22 voti contrari 5 astensioni 12 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 22 voti contrari 5 astensioni 12 L'art. 4 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale, a mezzo sistema elettronico, dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 votanti 40 hanno risposto SI' 22 Consiglieri hanno risposto NO 7 Consiglieri si sono astenuti 11 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere La legge è approvata.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g. (rinvio)


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. l'ordine del giorno presentata dalla Consigliera Ferrero ed altri riguardante i punti vendita dei quotidiani.
Si tratta della modifica della legge 416: possiamo iscriverlo?



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, ci sono altri ordini del giorno da iscrivere, tipo quello sul diritto allo studio ed altri proposti dai componenti della VI Commissione.
Non vorrei che alcuni ordini del giorno avessero la priorità: se li teniamo tutti insieme, forse è meglio.



PRESIDENTE

Ne approfittavo, visto che avevamo raggiunto la maggioranza prevista di 40 Consiglieri. Comunque, va bene: cerchiamo di raggruppare tutti gli ordini del giorno, così facciamo la votazione.


Argomento: Formazione professionale

Esame progetto di legge n. 299: "Sostituzione dell'art. 25 bis della L.R. 25 febbraio 1980, n. 8 (Disciplina delle attività di formazione professionale), richiamato in vigore dell'art. 2 della L.R. 3 luglio 1996 n. 36 (Modifiche ed integrazioni alla L.R. 13 aprile 1995, n. 63 'Disciplina delle attività di formazione e orientamento professionale')" (seguito)


PRESIDENTE

Torniamo al punto 10) all'o.d.g., che prevede l'esame del progetto di legge n. 299.
Relatore è il Consigliere Salerno, che ha facoltà di intervenire.



SALERNO Roberto, relatore

Il provvedimento riguarda gli emolumenti dei Presidenti e dei componenti delle Commissioni esaminatrici nell'attività di formazione e di orientamento professionale.
Attualmente le Commissioni sono investite di notevoli impegni e riunioni, pare siano decine e decine, e gli emolumenti ammontano a circa 90.000 lire per il Presidente e 60.000 per i componenti.
Si ritiene necessaria una piccola revisione di questi emolumenti, non già per dare coerenza agli aumenti costanti dell'ISTAT, ecc., ma per ritenerli congrui al tipo di impegno che l'appartenere a queste Commissioni comporta. Di qui il disegno di legge.
Non ci sono grandi appesantimenti nel bilancio in corso, perché si pensa che gli esami inerenti alla formazione professionale siano già tutti stati portati a termine, per cui se ne parlerà a partire dal prossimo anno.
La previsione di maggiore spesa è di circa 396 milioni e la Commissione del bilancio a suo tempo interpellata ha dato parere positivo sui capitoli attinenti.
Chiedo dunque l'approvazione di questo disegno di legge all'aula.



PRESIDENTE

La relazione è stata svolta.
Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Abbiamo preso atto di questo problema che ci è stato esposto in Commissione, che pensiamo abbia una sua ragion d'essere, per una parte sicuramente; su un'altra parte invece abbiamo presentato degli emendamenti dal comma 2 in avanti, perché alcuni aspetti non ci appaiono chiari e vorremmo capirli meglio.
In qualche modo anche questo provvedimento sottolinea l'esigenza di affrontare la materia perché l'argomento che abbiamo discusso prima in merito al CROP dimostra che c'è tutta una serie di Commissioni che si trovano in questa situazione.
Questo provvedimento non incide sul bilancio di quest'anno, incide apparentemente, in misura marginale, sugli anni successivi, perché si dice che una parte della spesa va a ricadere sugli investimenti provenienti dai fondi strutturali. I fondi strutturali però sono certi solo fino ad una data epoca, per cui nelle epoche successive se non c'è più quel tipo di finanziamento, questo provvedimento diventa tutto di onere regionale. Credo quindi che il fatto che non abbia un appesantimento sul bilancio è valido solo per quest'anno, mentre in proiezione incide sui bilanci futuri e anche in modo non certo perché è soggetto alle variabili che ricordavo prima cioè di sapere fino a quando continuerà questo tipo di finanziamento da parte dell'Unione Europea.
Sul discorso, che altre volte abbiamo fatto rispetto a questo problema di affrontarlo in modo globale, noi ci asteniamo, però comprendiamo l'esigenza che è stata sottolineata.
Abbiamo presentato degli emendamenti, il primo è al comma 2, laddove si dice: "ai Presidenti delle Commissioni che si trovano in rapporto d'impiego con l'Amministrazione regionale i compensi previsti sono", noi non capiamo perché solo quelli che sono dipendenti regionali abbiano vincolato il compenso al rispetto dell'orario di lavoro e alla presenza per tutto il tempo. Dovrebbe valere per tutti, sia per i Presidenti che per i componenti; l'erogazione del gettone di presenza vincolata al mantenimento dell'orario dovrebbe riguardare tutti e non solo i dipendenti regionali.
Inoltre, non si capisce, nei punti successivi, come si possano comportare i dipendenti regionali. Sembra che i dipendenti regionali possano recarsi in orario di lavoro senza avere il gettone oppure chiedendo di essere messi in distacco e poi dover recuperare questo orario di lavoro.
Ci sembra un'operazione macchinosa nel senso che il dipendente regionale che deve recarsi a svolgere quell'incarico ci va nell'orario di lavoro e a questo punto non scatta il gettone, ma scattano gli emolumenti legati al contratto quando ci si sposta dalla propria sede. A me pare un po' strano però che il dipendente regionale che deve andare a fare il Presidente o il commissario - può darsi che io capisca male dalla lettura, ma così capisco debba mettersi in distacco quel determinato giorno, percepisce il gettone, però poi successivamente deve recuperare le ore perse. Inoltre si dice che chi sceglie l'opzione di mettersi in permesso ha però diritto, nel caso si allontani dalla sede in cui si trova, a percepire le indennità di trasferta previste dal contratto di lavoro. Credo che questo sia giusto se costui è in orario di lavoro e non ha chiesto per quel giorno il distacco ma se invece chiede di non essere in orario di lavoro a quel punto percepisce, come tutti gli altri, il gettone. Noi però di questa parte proponiamo l'abolizione in quanto pensiamo che trattandosi di un incarico che deve essere svolto ed essendo dipendente regionale lo fa in quanto dipendente regionale senza avere questa figura strana di modifica.
In seguito verranno illustrati gli altri emendamenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Foco.



FOCO Andrea

Ascolteremo le risposte dell'Assessore per quanto riguarda gli emendamenti presentati dal Gruppo di Rifondazione.
L'unica osservazione che faccio è che mi auguro che nelle leggi che emana il Consiglio regionale non ci siano trattamenti discriminatori o vessatori o strani nei confronti dei propri dipendenti quando svolgono un ruolo e un compito a cui sono obbligati, nel senso che non possiamo fermare gli esami che avvengono negli orari stabiliti dalle varie Commissioni d'esame, quindi fuori dagli schemi e dalle modalità di lavoro e in particolari e precisi periodi dell'anno.
Chiedo quindi all'Assessore di esaminarli con attenzione e dare ovviamente, risposte che permettano l'approvazione di questo provvedimento.
Siamo d'accordo sulla necessità di un adeguamento e di una giusta ricompensa sia ai dipendenti regionali sia a chi svolge un compito importante, quale quello del commissario d'esame, che è fondamentale per l'effettuazione degli stessi.
Ho chiesto però la parola, in modo particolare, perché oggi all'o.d.g.
ci troviamo di fronte al secondo provvedimento che riadegua i gettoni di presenza. Sono provvedimenti che noi abbiamo approvato in Commissione e sui quali siamo d'accordo, però per l'ennesima volta chiediamo alla Giunta, in modo particolare al Vicepresidente Majorino, di mantenere un impegno più volte assunto e più volte ribadito di venire finalmente in Commissione con il quadro dei compensi spettanti ai componenti delle varie Commissioni.
Inoltre - è un altro elemento che aggiungo, ma sul quale abbiamo già discusso - vogliamo conoscere come funzionano o hanno funzionato nel corso di questi anni le varie Commissioni (pare ci siano Commissioni che non sono quasi mai state riunite).
E' quindi necessario affrontare il problema in modo complessivo per conoscere come lavorano le varie Commissioni di cui il Consiglio regionale attraverso le leggi, si è dotato per un migliore funzionamento, per una maggiore possibilità di controllo, di verifica, di ausilio e di collaborazione con le realtà esterne. E' anche opportuno avere un quadro degli adeguamenti finanziari, perché sappiamo tutti che se la Commissione ecco il collegamento con il discorso precedente - ha una sua validità, in alcuni casi è indispensabile, fondamentale, altrimenti non possono essere assunti i provvedimenti, e abbiamo bisogno di un'alta qualità a livello professionale, sicuramente se il gettone è di lire 15.000 non raggiungiamo quegli obiettivi, anzi a questo punto diventa un'osservazione logica: non si vuole far funzionare la Commissione! Perché chi ci va? A meno che l'essere presente nelle Commissioni non significhi un ruolo e un peso di ricaduta. Quindi, chi viene eletto a queste funzioni sia esso membro interno del Consiglio regionale o professionista o persona esterna della cosiddetta società civile deve avere il giusto riconoscimento del proprio ruolo, della propria funzione, del proprio livello di collaborazione per il quale gli chiediamo di lavorare per il miglior funzionamento della Regione.



PRESIDENTE

Per quanto riguarda la parte generale, le Commissioni, gli emolumenti ecc., forse il Vicepresidente Majorino può rispondere.
Per quanto riguarda la parte specifica, invece, risponde l'Assessore Masaracchio.
La parola al Vicepresidente Majorino.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Condivido quanto detto dal Vicepresidente Foco e, in particolare ricordo a me stesso l'impegno che aveva assunto la Giunta di provvedere sia all'aggiornamento degli emolumenti ancora fermi al lontano 1978 e sia al censimento delle Commissioni previste dall'ordinamento vigente e in ordine alla loro - in senso lato - utilità.
Questa seconda parte dell'indagine e della ricerca non è stata di facile soluzione, in quanto sono stati interessati i funzionari ad hoc di tutti gli Assessorati, ma posso dire, e questo non è più un impegno che assumo, ma è una certezza, che nel mese di settembre, quindi con la ripresa dei lavori, ci sarà un disegno di legge che aggiornerà tutti gli emolumenti, anche quelli non contenuti in quel disegno di legge già esaminato dalla Commissione e, mi pare, poi rimasto in sostanza congelato tale documento farà una prima cernita ed indicazione delle Commissioni che non meritano più di essere mantenute e in ordine alle quali sarà dunque necessario un provvedimento di legge che le abroghi all'interno di quella determinata legge di settore.
Mi pare che dei due provvedimenti, quello più rilevante sia quello dell'aggiornamento, almeno per quelle Commissioni che necessariamente non dovranno essere eliminate. Questa non sarà unicamente una promessa, ma sarà una realtà: settembre 1997.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore alla formazione professionale

Devo prendere atto che, in ogni caso, ciò che è licenziato dalla II Commissione senza le osservazioni può sempre avere un momento di riverifica nell'aula consiliare, tant'è che gli emendamenti presentati ribadiscono concetti che entrano nel merito di ciò che fa parte della materia contrattuale.
La dipendenza in un Ente pubblico, e la Regione è un Ente pubblico, ha determinate regole che vanno osservate e, siccome di volta in volta si pu anche tergiversare, è meglio essere chiari. Per cui gli emendamenti che sopprimono talune righe dei vari commi del primo e del terzo articolo potrebbero sembrare una ovvietà, ma in effetti non lo sono.
Io ribadisco che è meglio essere precisi, perché si vuole sopprimere quanto è detto nel secondo comma dell'articolo 1, che ai Presidenti ed ai componenti che si trovano in rapporto di impiego con l'Amministrazione è quanto di più deve essere messo, perché potrebbero esserci dei rapporti non dico privatistici, ma non certamente di dipendenza organica con la Regione, che consentirebbero alle persone di far parte della Commissione.
Quindi, è meglio specificare che le competenze che si chiedono ai dipendenti che hanno un rapporto organico, sono nella disciplina del contratto di lavoro. Per cui, assentarsi dall'Ufficio, non è ad libido solo perché si è chiamati anche da una Commissione, ma è in condizione di tutta l'attività lavorativa che è disciplinata e quindi regolamentata e quindi garantita dal dirigente del settore, fosse anche un dirigente del servizio.
Chiedo quindi che si mantenga la lettura del comma così come è stato scritto, tanto non cambia alcunché nel toglierlo o non toglierlo. La ovvietà è una ovvietà, ma è bene che la ovvietà sia quanto di più una legge deve specificare, onde evitare che nel contratto, e quindi nella normativa determinata dal contratto, non nascano equivoci dentro cui poi il dipendente vada a fare quello che vuol fare, senza che ci sia una regola ed una disciplina.
Per quanto riguarda invece il compenso, indipendentemente da quanto vi è stato spiegato dal collega relatore Salerno, e poi ribadito anche dal collega Foco, il problema di questo disegno di legge è che il compenso è talmente basso per cui le Commissioni, o comunque parte di esse, vanno deserte. Allora bisogna far lievitare i compensi così come è possibile fare, sempreché ci siano delle risorse - e l'Amministrazione regionale non può non avere le risorse per questi compensi.
Detto questo, non accetto, a nome della Giunta, gli emendamenti per le cose che ho detto e ribadisco il concetto che il disegno di legge risponde a una attuale esigenza che verrà messa in esercizio nella prossima tornata onde agevolare, nell'attività delle Commissioni, la partecipazione anche di dipendenti qualificati, ove non ci siano esterni oppure ove sia necessario che dipendenti qualificati siano presenti per garantire le prerogative della Regione che comunque un certo controllo deve esercitare nell'ambito di queste attività.



PRESIDENTE

Terminata la discussione, passiamo all'esame degli emendamenti.
ART. 1 1) Emendamento presentato dai Consiglieri Papandrea e Chiezzi: al secondo comma, primo rigo, aggiungere dopo: "Ai Presidenti" "e ai componenti".
La parola al Consigliere Papandrea che, avendo già illustrato gli emendamenti, interviene per dichiarazione di voto.



PAPANDREA Rocco

Penso che i nostri emendamenti non siano stati capiti; probabilmente è colpa mia che non mi sono spiegato. Questo emendamento si deve leggere insieme agli altri. C'è scritto: "Ai Presidenti delle Commissioni che si trovano in rapporto di impiego con l'Amministrazione regionale, i compensi previsti al comma 1 sono corrisposti se è assicurato il pieno rispetto dei doveri d'ufficio, ivi compresa l'osservanza dell'orario di lavoro, se previsto". Noi non vogliamo l'abolizione di questo; io ho capito cosa dice l'Assessore, quando dice: se noi aboliamo questo principio, uno fa quello che gli pare. No, noi siamo assolutamente d'accordo con lui; quello che non comprendiamo è perché sia previsto esclusivamente per i Presidenti e non anche per i membri di Commissione, e per i Presidenti di nomina regionale.
Infatti, nel secondo emendamento, chiediamo che si tolga l'eccezione e che venga generalizzato, cioè valga per tutti, perché anche gli altri che vengono e prendono il gettone di presenza siano tenuti a rispettare...
Dice: "sia assicurato il pieno rispetto dei doveri d'ufficio".
Credo che ciò non debba essere rispettato solo dal Presidente di nomina regionale, altrimenti non va e non gli si dà il gettone. Il mio non voleva essere un lassismo, ma una rigidità: il dipendente è tenuto al rispetto dei doveri d'ufficio e dell'orario, qualora previsto, se non è dipendente quell'impegno non ce l'ha. Mi pare, appunto, che il problema sia di abolire l'eccezione, nel senso che per tutti vale così.



PRESIDENTE

Assessore, mi pare che qualche lume in più ci sia stato.
La parola all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore alla formazione professionale

Non è che non ho capito. E' lui che non vuol capire.
Un testo legislativo passa dagli uffici competenti legislativi, non c'è dubbio, altrimenti il testo legislativo sarebbe un prodotto di Assessorato punto e basta e ciascuno farebbe la legge a proprio comodo, per non dire altro.
Se questo è ammesso è per evitare ciò che si è verificato nel passato.
I Presidenti hanno un altro livello da quello espletato dai componenti, e quindi ecco i diversi livelli dei dipendenti; un dipendente di V livello e un dipendente di IV livello non vanno a fare il Presidente. Va a fare il Presidente un dipendente quanto meno di IX livello, oppure di X livello.
Naturalmente sono sorte delle situazioni per le quali è meglio precisare.
Per quanto riguarda la genericità dei dipendenti non è per discriminarli dai Presidenti, naturalmente i dipendenti per espletare le funzioni devono avere determinate regole da rispettare. I Presidenti rappresentano la categoria, se così vogliamo chiamarla, in funzione del livello; i dipendenti rappresentano un'altra categoria, sempre nell'ambito della stessa Commissione: tutto questo verificato da uffici competenti come quello Legislativo della Regione.
A titolo personale tutto si può dire; nell'interpretazione delle leggi a volte si presentano farragini che si dovrebbero eliminare, però vi prego di credere che per quanto riguarda queste consulenze o nomine afferite all'interno della struttura della Regione vanno guardate a vista e disciplinate diversamente, per cui è meglio essere chiari. L'essere chiari nella fattispecie, non toglie diritto a nessuno. Sia i Presidenti che i dipendenti non Presidenti di Commissione potranno farlo, sempreché il servizio non ne abbia a scapito nell'attività.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Vorrei sentire il parere del relatore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Respingo l'emendamento del Consigliere Papandrea per manifesta infondatezza.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli, 21 contrari, 12 astenuti (2 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione).
2) Emendamento presentato dai Consiglieri Papandrea e Chiezzi: al comma 2, primo rigo, sopprimere: "che si trovano in rapporto d'impiego con l'Amministrazione regionale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli, 21 contrari, 12 astenuti (2 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione).
3) Emendamento presentato dai Consiglieri Papandrea e Chiezzi: al comma 2, sopprimere da: "Ai dipendenti" fino alla fine del comma.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli, 22 contrari e 12 astensioni.
4) Emendamento presentato dai Consiglieri Papandrea e Chiezzi: al comma 3, terzo rigo, sopprimere "in aggiunta ai compensi stabiliti dalla presente legge".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli, 25 contrari e 11 astensioni.
Indìco infine la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI' 31 si sono astenuti 8 La legge è approvata.


Argomento: Professioni e imprese turistiche (agenzie, guide turistiche alpine speleologiche, accompagnatori, maestri di sci, ecc. - Formazione professionale

Esame progetto di legge n. 73: "Norme per l'esercizio della professione di guida naturalistica" (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo al punto 12) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Vindigni, che in questo momento è assente quindi ne sospendiamo l'esame.
Nel frattempo comunico che la IV Commissione è convocata d'urgenza alle ore 13,30 per l'esame della deliberazione "Programmi ed interventi per l'AIDS": deve essere approvata domani in quanto scadono i termini.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura - Albo professionale agricolo

Esame progetto di legge n. 287: "Abrogazione della legge regionale 12 maggio 1975, n. 27 (Istituzione dell'albo degli imprenditori agricoli) e successive modifiche ed integrazioni"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame progetto di legge n. 287 di cui al punto 15) all'o.d.g.
In Commissione tale progetto di legge ha ottenuto il seguente risultato: favorevoli PPE, Alleanza Nazionale, Forza Italia, PDS, Patto dei democratici; astenuti Lega Nord, Partito Popolare.
La parola al relatore, Consigliere Toselli.



TOSELLI Francesco, relatore

Il disegno di legge n. 287 riguardante l'abrogazione dell'Albo professionale degli imprenditori agricoli a titolo principale che viene sottoposto al Consiglio regionale è finalizzato ad apportare una semplificazione delle procedure al fine di rispondere in modo più adeguato alle esigenze dei produttori agricoli.
Il presente disegno di legge, che prevede una modifica delle procedure per il riconoscimento del possesso dei requisiti degli imprenditori agricoli - senza entrare nel merito dei requisiti, che sono stabiliti dalla normativa comunitaria e nazionale - si inserisce nell'azione di semplificazione delle procedure che l'Assessorato Agricoltura ha già intrapreso sostituendo pletorici comitati e commissioni con l'attività degli uffici regionali.
Una prima semplificazione, è stata introdotta con la L.R. n. 87 del 21 novembre 1996 "Semplificazione delle procedure per l'esercizio delle funzioni riguardanti l'assistenza agli utenti di motori agricoli", con l'abolizione dei Comitati provinciali per la distribuzione dei carburanti agricoli agevolati, che comincia a dare positivi risultati registrando una diminuzione dei tempi di attesa degli agricoltori utenti.
Tra l'altro l'Albo professionale degli imprenditori agricoli, istituito nel 1975, non è più attuale poiché riguarda una figura professionale definita dalla Comunità Europea nel 1975 che è stata poi modificata nel 1985 dalla stessa Comunità Europea.
Per quanto detto l'Albo ha una utilizzazione molto limitata (tale è il caso della concessione edilizia in favore degli imprenditori agricoli a titolo principale) che fanno riferimento alla vecchia figura professionale del 1975.
Invece viene fatto riferimento alla nuova figura di imprenditore agricolo a titolo principale in tutti gli altri casi come per esempio la concessione di aiuti, agevolazioni, premi alle aziende agricole previsti dalla normativa comunitaria, nazionale e regionale; al riconoscimento di tale figura professionale provvedono gli uffici regionali contestualmente alla concessione delle agevolazioni.
Pertanto esiste una forte sproporzione tra l'effettiva utilizzazione dell'Albo e il grosso impegno operativo di una gestione dell'Albo.
Infatti a fronte di una utilizzazione limitata vi è la tenuta sistematica di un Albo di oltre 90.000 nominativi (e principalmente il continuo aggiornamento) la cui gestione prevede Commissioni provinciali (di 19 membri ciascuna) a cui si aggiunge una Commissione regionale (di 12 membri) per l'esame dei ricorsi.
A tali Commissioni le strutture regionali devono assicurare il funzionamento con nomine, attività di segreteria, convocazione riunioni e rimborsi spese effettuando inoltre l'istruttoria di ogni richiesta di iscrizione stessa per conto della Commissione.
Con la semplificazione prevista dal presente Disegno di legge, al riconoscimento del possesso dei requisiti degli imprenditori agricoli, su specifica richiesta degli agricoltori e nel caso di effettiva utilizzazione, provvederanno direttamente gli Uffici decentrati della Regione.
Tali uffici possono procedere al riconoscimento dei requisiti in modo agevole poiché hanno una approfondita conoscenza del territorio e delle aziende agricole in conseguenza della pluriennale attività di istruttoria delle domande presentate dalle stesse aziende agricole per vari motivi (pratiche di finanziamento, intervento per danni da avversità atmosferiche carburanti agricoli agevolati, ecc.).
Viene salvaguardato tuttavia un giusto rapporto di partecipazione del mondo agricolo (che era alla base della scelta operata dalla Regione nel 1975 di istituire un Albo professionale da dare in gestione al mondo agricolo stesso) in quanto in fase istruttoria gli Uffici possono acquisire il parere delle Commissioni Consultive Comunali per l'agricoltura e le foreste di cui alla L.R. 63/78 di cui fanno parte oltre ai rappresentanti del Comune anche quelli delle Organizzazioni Professionali Agricole.
Inoltre il richiedente, in caso ritenga che gli sia stato negato ingiustamente da parte degli Uffici regionali il riconoscimento del possesso dei requisiti di imprenditore agricolo, può fare ricorso all'Assessore all'Agricoltura, il quale può riformare la decisione negativa sentita la Commissione Consultiva Regionale per l'agricoltura e le foreste di cui alla L.R. 44/86 dove sono presenti le Organizzazioni Agricole.
Il cambiamento della situazione normativa che ha reso in parte non attuale l'Albo ha pertanto imposto una responsabile presa d'atto da parte della Regione.
Un doveroso ringraziamento va ai componenti delle Commissioni provinciali dell'Albo e alla Commissione regionale Albo per il lavoro che in tanti anni hanno svolto con impegno e dizione in favore del mondo agricolo piemontese.
Il disegno di legge che viene sottoposto all'approvazione del Consiglio è stato licenziato quasi alla unanimità dalla III Commissione consiliare.



PRESIDENTE

E' aperta la discussione generale sul provvedimento.
La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

E' in discussione il disegno legge relativo all'abrogazione della legge regionale n. 27, che istituiva l'Albo professionale degli imprenditori agricoli.
E' un termine certamente discutibile, questo, però abbiamo ascoltato poc'anzi la relazione sul disegno di legge da parte del Consigliere Toselli.
Con questo disegno di legge si cerca di snellire la lunga procedura burocratica per essere riconosciuti imprenditori agricoli, anche se poi dalla lettura del testo, non si sa quali saranno realmente l'iter e la procedura.
Essere riconosciuti imprenditori agricoli - come è emerso anche dalla lettura della relazione - significa avere agevolazioni per l'acquisto di carburanti ed altro, elementi fondamentali per l'attività agricola.
Pertanto, su questo provvedimento il Gruppo di Rifondazione di Comunista si asterrà.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Ho nulla da obiettare.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 31 astensioni 5 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 31 astensioni 5 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 31 astensioni 5 L'art. 3 è approvato.
Non essendovi altre richieste di parola, indìco la votazione nominale mediante procedimento elettronico, sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI' 30 Consiglieri si sono astenuti 5 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Professioni e imprese turistiche (agenzie, guide turistiche alpine speleologiche, accompagnatori, maestri di sci, ecc. - Formazione professionale

Esame progetto di legge n. 73: "Norme per l'esercizio della professione di guida naturalistica" (rinvio)


PRESIDENTE

Esaminiamo il progetto di legge n. 73, di cui al punto 12) all'o.d.g.
licenziato con parere negativo.
Relatore è il Consigliere Vindigni, che ha facoltà di intervenire.



VINDIGNI Marcello, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, si tratta di un provvedimento di legge che avevamo discusso in Commissione circa un anno fa, per cui la richiesta di discussione che avviene, in maniera un po' estemporanea, mi coglie di sorpresa.
Si tratta di un provvedimento sul quale la Giunta ha dato parere contrario senza intervenire nel merito della discussione. Varrebbe quindi la pena essere preavvisati rispetto alla volontà effettiva di discutere in uno specifico momento questo provvedimento.
Chiedo se si può rinviare ad un altro momento, essendo per preavvertito in merito all'effettiva discussione, perché in teoria avrei dovuto essere preparato già da una ventina di sessioni a discutere questo provvedimento.



PRESIDENTE

Lo calendarizzeremo per una delle prossime sedute, in modo che lei si tenga preparato a relazionare.


Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento comunitario - Rapporti Regione - Parlamento

Esame progetto di legge n. 324: "Proposta di legge al Parlamento 'Integrazione dell'art. 117 della Costitutizione'"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 324, di cui al punto 14) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Peano, che ha facoltà di intervenire.



PEANO Piergiorgio, relatore

Il provvedimento - come ricorderà il collega Gallarini - è stato esaminato in VIII Commissione ed è stato richiesto ai nostri uffici di predisporre una relazione più attenta e più accurata, in modo da poter consentire di svolgere meglio il nostro ruolo oggi con l'approvazione di questa proposta.
La dottoressa Iannelli, nostra funzionaria, ha predisposto un'ottima relazione.
Per brevità, non starei a leggerla tutta, la consegno all'aula e cercherò di sintetizzarla.
La proposta giunge a noi su sollecitazione dell'AICCRE e dell'Euralp.
La proposta si inserisce all'interno del dibattito delle riforme istituzionali, che si è svolto in più sedi e che ha fatto emergere la necessità che la nostra Costituzione sancisca la possibilità per le Regioni di costituire Euroregioni, ossia associazioni spontanee tra Regioni appartenenti a Stati diversi, nel settore di propria competenza.
Negli ultimi anni, infatti, la cooperazione istituzionale fra gli Enti locali dei diversi Stati europei si è intensificata parecchio.
In questo contesto - lo ricordiamo tutti - sono nate le "Euroregioni": in Europa ne esistono ormai una cinquantina, che vanno dall'Arcipelago Britannico al Baltico, dalle coste iberiche e francesi alla "Linea OderNeisse", dalle Alpi al Reno ed alla Boemia.
Oltre alle Euroregioni, esistono numerose altre forme di collaborazione transfrontaliera, alcune delle quali hanno trovato un formale riconoscimento da parte delle Istituzioni europee come, per esempio attraverso lo specifico strumento finanziario INTERREG.
Nonostante questi punti di forza, la cooperazione tranfrontaliera ha incontrato, fino ad oggi, una serie di ostacoli che ne hanno limitato le pratiche possibilità di incidenza, primo fra i quali il mancato riconoscimento a livello costituzionale nella maggior parte degli Stati membri dell'Unione Europea.
Questa proposta di legge di revisione costituzionale (che è molto semplice) tenta di intervenire in tal senso e propone una revisione dell'art. 117 della Costituzione da sottoporre non più, in questo caso alla Commissione Bicamerale, ma al Parlamento.
In particolare dice di aggiungere, dopo il secondo comma dell'art. 117 della Costituzione, un terzo comma che prevede la possibilità, per le Regioni italiane, nelle materie di propria competenza, di concludere accordi con altre Regioni ed Enti locali frontalieri di Stati Membri dell'Unione Europea, nel rispetto del Trattato Istitutivo dell'Unione Europea e, ove esistono, dei Trattati stipulati con essi dallo Stato.
L'articolato prevede infine (con un ulteriore comma) che gli accordi e questo è forse il dato più importante - possano essere conclusi, sempre nell'ambito di trattati stipulati dalla Repubblica o di norme di diritto europeo, non solo con Regioni ed Enti locali transfrontalieri, ma anche con Enti locali non frontalieri di altri Stati europei, nell'ambito di trattati stipulati dalla Repubblica o da norme di diritto europeo.
Tutto ciò per ribadire che la cooperazione istituzionale poggia le basi sulla riscoperta di culture comuni e quindi prescinde da vincoli giuridici o territoriali.



PRESIDENTE

Comunico che in sede di Commissione questo progetto di legge ha avuto il voto favorevole di: Forza Italia, Alleanza Nazionale, CCD, PDS, Lega Nord, PPI, Gruppo Misto; non ha partecipato al voto il Gruppo di Rifondazione Comunista.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moro; ne ha facoltà.



MORO Francesco

Come Gruppo di Rifondazione Comunista, noi saremmo per questo intervento sull'integrazione all'art. 117 della Costituzione, in quanto riteniamo parzialmente positiva la proposta al Parlamento per l'approvazione della possibilità di formulare e concludere accordi con altre Regioni o con altri Enti relativi ad altri Stati o anche per trattati di collaborazioni transfrontaliere. La possibilità di approfondirlo sarebbe molto importante.
Comunque sia, su questo provvedimento ci asterremo, perché riteniamo che in un discorso più complessivo e generale ci debba essere la possibilità per la Regione, anche per il ruolo sempre più importante di tale Ente nell'ordinamento del nostro paese, derivante anche dalla Commissione Bicamerale, debba essere approvata la proposta al Parlamento di approvare la possibilità di concludere trattati con altre Regioni o con altri Enti di altri Stati.
Su questo provvedimento, quindi, ci asterremo.



PRESIDENTE

ARTICOLO UNICO - Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 47 votanti 41 hanno risposto SI' 37 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 6 Consiglieri L'articolo unico e quindi l'intero testo della legge è approvato.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. i seguenti provvedimenti: ordine del giorno n. 551 "L. 416/81 - Norme in materia di punti vendita per la stampa quotidiana e periodica".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità dei 42 Consiglieri presenti.
ordine del giorno n. 553 "Gestione, manutenzione e recupero del Castello di Venaria".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità dei 42 Consiglieri presenti.
ordine del giorno n. 554 "Piani provinciali di razionalizzazione delle reti scolastiche per l'anno scolastico 1997/98".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità dei 42 Consiglieri presenti.
ordine del giorno n. 556 "Mercati dell'usato" Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità dei 42 Consiglieri presenti.
ordine del giorno n.555 "Telefoni cellulari - copertura territoriale inadeguata delle zone montane e in Provincia di Cuneo, Alessandria, Asti e Torino".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità dei 42 Consiglieri presenti.


Argomento: Turismo: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 452: "Approvazione dell'elenco dei Comuni facenti parte degli ambiti turisticamente rilevanti l.r. 22/10/1996 n. 75, art. 12, comma 3"


PRESIDENTE

Esaminiamo la deliberazione n. 452, di cui al punto 18) all'o.d.g.
Il provvedimento in Commissione ha avuto la seguente votazione: favorevoli i Gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, CDU, PDS, Patto dei democratici, PPI, Lega Nord; Si è astenuto il Gruppo di Rifondazione Comunista.
La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Ho già avuto modo, a proposito della discussione riguardante le nuove Aziende di promozione turistica, anche locale, di dire quanto pensavo - fra le righe, poiché allora non si dibatteva nello specifico questa deliberazione - con un accenno, che intendo ripetere adesso sull'inserimento in elenco di un certo Comune, che, casualmente, poi, si è verificato. Casualmente, poiché non era per nulla sicuro che quel Comune fosse inserito in questo elenco, che non avevo allora sotto mano.
Se si vuol fare un ragionamento sul turismo piemontese non si pu approvare questa deliberazione. Lo dico con molta chiarezza.



CHIEZZI Giuseppe

Non si "dovrebbe": prendila un po' più bassa...



MONTABONE Renato

Non si dovrebbe.
In questa deliberazione, infatti, sono contenuti quasi tutti - anzi qualcuno in più di "tutti" - i Comuni del Piemonte. Come se i 600 circa Comuni del Piemonte più qualcuno che per sbaglio è stato inserito due volte, avessero tutti una vocazione turistica.
Credo di dover chiedere ufficialmente all'Assessore qual è stato l'iter che ha condotto la Giunta regionale a proporre al Consiglio questa deliberazione. Credo infatti che la deliberazione sia frutto della legge sul turismo, approvata qualche mese fa, che in un articolo prevedeva che la Regione, attraverso le indicazioni delle Province, doveva individuare quali erano i Comuni di rilevanza turistica. Prima di intervenire sulla deliberazione vorrei che l'Assessore ci dicesse qual è stato l'iter seguito per comporre il provvedimento.
Mi riservo di intervenire successivamente.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Angeleri.



ANGELERI Antonello, Assessore al turismo, sport e tempo libero

Colleghi Consiglieri, collega Montabone, risponderò molto semplicemente: l'iter è quello previsto dalla legge n. 75, che tra le deleghe alle Province prevede espressamente quella di individuare i Comuni turisticamente rilevanti.
Le Province hanno effettuato questa ricerca e hanno inoltrato al Consiglio regionale l'elenco dei Comuni, che secondo loro e secondo competenza, ritenevano essere di rilevanza turistica.
A questo punto l'iter della legge prevedeva che la Giunta regionale assumesse una delibera di riconoscimento sulla base dei dati forniti dalle Province. Noi l'abbiamo fatto e abbiamo proposto tale deliberazione al Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

In quell'articolo della legge, che non ho sottomano in questo momento avevamo cercato di individuare quali erano i segmenti forti del turismo piemontese che potevano rappresentare un impulso forte per la stessa economia turistica piemontese. Avevamo detto che i segmenti forti sono: i Comuni montani con notevole rilevanza turistica; i Comuni lacuali; i Comuni termali; i Comuni collinari; i Comuni ricompresi nei parchi; i Comuni di interesse artistico, storico e archeologico; i Comuni che hanno un certo turismo d'affari, quindi il discorso dell'attività convegnistica congressuale; i Comuni di interesse religioso, quindi il discorso relativo ai monumenti.
Questi erano i segmenti forti che avevamo individuato.
Ebbene, io ho l'impressione che le Province abbiano confuso l'intento e l'interpretazione che il legislatore regionale aveva dato rispetto a questi segmenti, alle caratteristiche che dovevano avere i Comuni turistici, e hanno predisposto un elenco che addirittura eccede il numero dei Comuni piemontesi! Va oltre, ce n'è qualcuno in più perché probabilmente qualche Comune è stato ripetuto due volte! Sono stati individuati tutti i Comuni facenti parte delle comunità montane, come se tutti i comuni facenti parte delle comunità montane avessero un interesse turistico! Sono stati indicati tutti i Comuni che insistono in qualche modo su un lago, qualunque esso sia, come se tutti i Comuni che insistono su un lago avessero un interesse turistico! I comuni termali: ovviamente questi devono essere almeno sede di terme.
Poi i Comuni collinari, ecco! Questi rappresentano una vasta scelta perché tutti i Comuni che insistono su una collina hanno vocazione turistica! Comuni ricompresi nei parchi: se mettiamo tutti i Comuni che sono ricompresi nei parchi insieme a tutte le altre fattispecie, è evidente che troviamo almeno 4 Comuni in più dell'attuale numero di Comuni del Piemonte! Io ho l'impressione che questo elenco di Comuni di rilevanza turistica non serva a niente perché ricomprendendoli tutti non si riuscirà a promuovere davvero il turismo in Piemonte perché le poche risorse esistenti verranno distribuite a pioggia su tutto il territorio piemontese, anzi su quattro Comuni in più, che non esistono, del territorio piemontese, e quindi non ha senso approvare questa deliberazione! Faccio una proposta all'Assessore: rimandare questa deliberazione alle Province affinché facciano un attento esame delle condizioni turistiche dei Comuni che sono insiti nel loro territorio provinciale, tenendo anche conto delle cose che sono importantissime dal punto di vista turistico. Per esempio, se quei Comuni che insistono nelle comunità montane hanno delle strutture di accoglienza turistica: ci sono degli alberghi? Ci sono dei campeggi? Ci sono delle strutture turistiche, anche solo per il passaggio che possono fare in modo che un turista sia attratto a visitare quel luogo? Ma se si mettono tutti i Comuni piemontesi - ripeto - più quattro, in un elenco, va a finire che noi pensiamo di avere un territorio regionale interamente turistico e pensando questo molto probabilmente non facciamo della promozione turistica sul nostro territorio! Ribadisco pertanto l'invito all'Assessore, se ritiene opportuno ritirare questa delibera, a rimandarla alle sedi competenti, cioè le Province, a cui abbiamo delegato questo tipo di attività. Su come vengono gestite le deleghe dalle Province possiamo ritornare, potrei ricominciare l'intervento rispetto alle scelte delle sedi delle agenzie di promozione turistica locale.
Rimandiamo questa delibera alle Province affinché facciano un esame attento e ci restituiscano un documento con delle motivazioni, non soltanto la pura elencazione di tutti i Comuni piemontesi, perché altrimenti vuol dire che non si vuole togliere nulla per non scontentare nessuno, ma contemporaneamente non si vuole dare nulla per il turismo perché più aumenta il numero, meno si fa!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Già in altre occasioni il problema è stato sollevato. Questi limiti si intravedevano già nella legge, una legge - Assessore Angeleri - che abbiamo detto essere fatta male e che non riuscirà a valorizzare effettivamente i reali ambiti turistici del Piemonte. In questo elenco - l'ha spiegato bene Montabone, è inutile che io ripeta - ci sono dentro tutti i Comuni del Piemonte e quindi, alla fine, niente! Il tutto pare frutto di mediazioni politiche, più che con enti istituzionali vari, con personaggi politici.
Credo che tutto il Consiglio debba oggettivamente prendere atto che così come viene applicata una legge - che certo è brutta, ma si poteva fare uno sforzo per applicarla almeno in modo migliore - rischia davvero di far stagnare anziché di lanciare il comparto turistico del Piemonte.
Questa è la realtà, nonostante poi, sulle pagine pagate dalla Regione sui giornali locali e non, si continui a lodare una legge innescando delle aspettative che purtroppo non esistono, aspettative che non avranno alcun riscontro oggettivo serio.
Io chiedo all'Assessore di ritirare questa delibera e di approfondire l'argomento in Commissione.
Credo che questo possa essere un atto di buonsenso perché viceversa ci troveremmo di fronte ad una situazione molto antipatica, così come ci stiamo trovando di fronte ad una situazione molto antipatica rispetto alla costituzione dell'agenzia, su cui credo che, nelle prossime settimane avremo da dire molte cose, perché ritengo si stia lavorando abbastanza male.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Ci siamo consultati con l'Assessore per capire esattamente cos'era successo, così come il collega Montabone ha avuto modo di dire prima. Le Province hanno giustamente richiesto, non dico di impossessarsi, ma hanno evocato a sé le loro competenze all'interno della legge 75, votata dal Consiglio regionale, cui faceva riferimento l'Assessore, in particolare all'art. 12.
Siamo un'istituzione, le Province lo sono quanto noi, quindi per un rispetto istituzionale noi daremo il nostro voto favorevole a questa delibera.
Dal punto di vista sostanziale, condividiamo il giudizio secondo il quale l'argomento è stato trattato, dalle Province (e ci fa anche una certa specie, questo), nel loro complesso, in un modo che forse è eccessivo definire poco serio, ma sicuramente non con tutta l'attenzione che il problema avrebbe meritato.
Invitiamo quindi la Giunta e l'Assessore, in particolare, per quanto ci riguarda, ad inviare una lettera, non so se al Presidente dell'URPP soltanto o, valuti l'Assessore, a tutti i Presidenti delle Province affinché si sappia che questo voto, questo assenso viene, ma con una critica di fondo. Non si vogliono intralciare i procedimenti amministrativi e i percorsi naturali, ma semplicemente si intende sollecitare le Province e invitiamo l'Assessore a farlo - affinché questo argomento ed altri analoghi che ci fossero in futuro, venissero trattati, uso un eufemismo con maggiore attenzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

E' in discussione l'esame della proposta di deliberazione relativa all'approvazione dell'elenco dei Comuni facenti parte degli ambiti turisticamente rilevanti, in base alla legge regionale 75 sul turismo piemontese. E' un aspetto importante della legge 75, questa dell'elencazione di un turismo del Piemonte proiettato verso il 2000.
Come è noto, il Gruppo regionale di Rifondazione Comunista, il 22 novembre 1996 votò in aula decisamente contro questa iniqua legge sul turismo, perché la riteneva burocratica, imprecisa e lacunosa per gli interessi turistici, economici e occupazionali del Piemonte.
La stessa elencazione dei Comuni piemontesi facenti parte degli ambiti turisticamente rilevanti, risulta dubbia, imperfetta e con criteri discutibili.
Per questo motivo, il pronunciamento è assolutamente negativo. E' già stato detto dai Consiglieri Montabone e Cavaliere che troppi sono i Comuni riconosciuti a rilevanza turistica che potrebbero vanificare la vera realtà turistica del Piemonte; vi è confusione completa dei Comuni inseriti nei Parchi, nelle Comunità Montane, in quelli termali, religiosi, in quelli collinari, con l'aggiunta che sono anche a vocazione turistica.
Per cui - ripeto - il provvedimento di deliberazione è a nostro avviso molto impreciso ed anche lacunoso. Finanziare i provvedimenti a pioggia è un vecchio ritorno al passato di questa Giunta, per cui come Gruppo se la deliberazione verrà posta in votazione, voteremo certamente contro. Per ed è già stato detto, consiglieremmo di rimandare il provvedimento in Commissione per un riesame più attento e completo di questa deliberazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Su questo punto, mi pare naturale che si riattivi una parte del dibattito che si sta svolgendo attorno ai problemi della politica e del progetto turistico del Piemonte, perché si tratta di questioni significativamente aperte ed interessanti. Io che ho sempre dedicato molta attenzione alle questioni delle attività turistiche, che sono poi le questioni delle economie emergenti sul nostro territorio, vedo con piacere che la discussione si va ampliando ed intensificando in questo Consiglio regionale.
Questo va a tutto vantaggio di una presa di coscienza della problematica e della portata di tale progetto economico.
Uso solo pochi minuti, Presidente, per fare due considerazioni: a me sembra un po' riduttivo riproporre un dibattito generale, che invece io richiedo all'Assessore, sull'andamento dell'economia turistica piemontese a conclusione della stagione estiva e prima della stagione invernale.
Credo sia nell'interesse del Consiglio regionale avere una relazione avere dati di informazione ed esprimersi su questa tendenza.
La questione che qui viene riproposta è in termini di una eccessiva ampiezza del numero dei Comuni che vengono indicati come "a potenziale vocazione turistica". Essendo io, invece, d'accordo su questa proposta e delibera, devo spiegarne le ragioni che non confliggono con gli argomenti politici esposti ad esempio dal collega Cavaliere, i cui argomenti politici sono assolutamente opportuni, da porre ed approfondire, ma per un'altra ragione.
Noi siamo agli esordi di una impostazione razionale di progettazione economica per quanto riguarda il turismo in Piemonte. Credo che tutti riconoscano che finora le nostre forme turistiche o sono state forme storiche o sono state forme del tutto empiriche. Dico: "storiche", quelle dei laghi e di alcune località di montagna; "del tutto empiriche", per non scomodare altri esempi, riferito ad esempio a Torino.
Torino, infatti, non può esimersi dal verificare una certa dinamica turistica sul suo territorio, ma di lì a dire che abbia storicamente impostato una politica turistica è assolutamente una forzatura. Per altri versi, invece, ci sono dei Comuni che, senza apparente vocazione turistica perché non hanno strutture, non hanno ancora una condizione di ricettività puntano fortemente sul turismo.
Faccio un esempio, e mi scuso per la parzialità di tale esempio, ma il Comune di Centallo, che è un Comune in pianura, che io avrei tendenzialmente escluso, quando si è visto escludere da una prima bozza di ipotesi della Provincia, ha sollevato delle questioni significative portando la documentazione di una propria chiesa barocca, del fatto che lì c'è l'unico centro artigianale della riparazione degli organi delle chiese che ci sono ristoranti classificati con stelle Michelin e, alla fine, ne ha portato una condizione che evidentemente non ci consente di dire che anche Villa Falletto, dove pure c'è un castello, ma non c'è neanche un ristorante, è turistico. Ma escluderli sulla base di una valutazione ancora più empirica di quella che porta ad includerli, poteva essere più riduttivo, anche se l'elenco può comportare apparentemente degli elementi di incongruenza e di contraddizione.
Io direi di approvare il provvedimento, salvo tutte le revisioni che si renderanno opportune, perché l'economia turistica in Piemonte, come espansione, è agli esordi.
E' inutile fotografare solo l'esistente. Per esempio, riguardo agli interventi previsti dal punto 5/b o a quelli del punto 2, che prevedono un rilancio dell'economia anche sulla base della scelta turistica rispetto alle zone a declino industriale o a declino agricolo, diciamo che non possono perché non hanno; ma se hanno delle potenzialità e vogliono scegliere? Se vogliono avere delle strategie? E poi come si fa a scegliere dei Comuni escludendone altri vicini, quando il transito naturale porta magari ad una valorizzazione di elementi di un ecomuseo in territorio assolutamente pianeggiante, come Genola o come, dall'altra parte, nelle zone di Saluggia o nelle zone del riso? Quindi, le zone del riso che, per loro natura, sembrerebbero a scarsa vocazione, presentano un progetto di distretto del riso inserendo la gastronomia del riso e la storia della risaia tra gli elementi di vocazione turistica, con le strade della risaia e quant'altro. Senza dare a questo un significato di posizionamento politico sulla materia.
Questo elenco che può apparentemente sembrare vasto, riflette oggi l'aspirazione di una quantità di comuni che presentano, per la loro storia qualche elemento che potrebbe essere un potenziale di generazione di flusso turistico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Presidente, dopo gli interventi di maggioranza e di minoranza che sono stati fatti, credo che questa proposta di deliberazione meriti di essere sospesa in quanto i rilievi sono molto forti e per come sono stati espressi dal Capogruppo di Forza Italia, dal partito di maggioranza relativa, io credo che non ne possa discendere automaticamente l'approvazione.
Capisco quindi l'imbarazzo e le difficoltà, ma quando si esprimono giudizi così rilevanti credo sarebbe più opportuno sospendere per un attimo l'approvazione e riflettere bene; anche perché - è stato detto dal collega Riba - la scelta non è irrilevante.
La definizione dei comuni non è un fatto burocratico, dalla scelta ne discendono anche le possibilità di finanziamento e credo che la Regione non possa limitarsi a censire delle aspirazioni. Questo mi sembrerebbe veramente riduttivo, perché se dovessimo censire delle aspirazioni nel momento di assumere delle decisioni, avremmo un lungo elenco di aspirazioni! Qui si tratta di compiere, come normalmente avviene in politica, delle scelte motivate e credo che la Regione abbia già assunto alcuni strumenti per poterlo fare: penso, ad esempio, al Piano territoriale regionale.
Nel Piano territoriale regionale era inserita una carta, molto dettagliata, che era il risultato di indagini che definivano il livello di interesse dei centri storici; non tutti avevano questo livello di interesse, ma ad esempio quel lavoro è stato fatto. Il Piano territoriale può essere un riferimento per poter esaminare queste aspirazioni.
Se noi elenchiamo tutti i comuni della provincia di Torino, che operazione abbiamo fatto? Che senso ha aver scritto alle Province? Che tipo di proposta è? Obiettivamente, mi associo a chi l'ha già proposto, il collega Riba: è opportuno sospendere la deliberazione. Cerchiamo di utilizzare qualche strumento serio per censire le aspirazioni, altrimenti rischiamo di aver compiuto un atto senza alcuna efficacia.
Per quanto riguarda la distribuzione delle risorse credo che sia opportuno, invece, concentrarle sui comuni che sono turisticamente interessati. Questo mi sembra il modo più serio di procedere; quella che ci viene proposta dall'Assessore non ci pare una metodologia assolutamente corretta.
Mi auguro che l'Assessore non la ritenga un'accusa al lavoro che ha compiuto, ma ritenga i rilievi che sono stati fatti come dei suggerimenti per utilizzare meglio lo strumento che la legge mette a disposizione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

In effetti su questo provvedimento, per quanto mi compete, mi affiancherei alla richiesta che ha testé fatto il Consigliere Saitta.
Volevo solo specificare che l'Assessore ha correttamente interpretato il testo di legge. Questi elenchi ci sono stati forniti dalle singole Province con tanto di protocolli che compaiono nella delibera.
Se questo è il ruolo di delega che le Province intendono interpretare a questo punto ho serissimi dubbi sul demandare in futuro deleghe alle Province: se noi chiediamo alle Province di definire i comuni turisticamente rilevanti e ci vengono sottoposti degli elenchi che riportano tutti, o quasi tutti, i comuni di tutte le province veramente non saprei come posizionarmi.
Se vogliamo scegliere dei comuni e destinare delle risorse verso comuni che abbiano una reale vocazione turistica dovremmo fare anche una selezione e individuare quelli che sono veramente a vocazione turistica.
Oggi ci troviamo di fronte a un provvedimento che comprende un elenco di comuni che di turistico non hanno praticamente nulla o hanno pochissimo.
Riprendendo quello che diceva prima il Consigliere Riba è vero che ci può essere in ogni comune d'Italia un aspetto che può essere d'interesse generale, ma non per questo significa che quello è un comune a vocazione turistica. Il fatto che sia presente una struttura o una risorsa non ne determina la vocazione turistica di per sé.
La vocazione turistica è data da un insieme di fattori che possono essere un paesaggio particolarmente interessante, delle risorse culturali enogastronomiche, che però abbiano una loro consistenza, un minimo di ruolo nell'economia turistica e un indirizzo già intrapreso.
Il comune a vocazione turistica non si inventa dal nulla; viene creato dalla storia e quindi se ad oggi un comune non ha la minima attrattiva turistica io dubito che noi possiamo far sì che questo comune in futuro diventi un comune turistico. Ci deve essere sempre una base di partenza nelle cose, quindi ragionando in questo senso il nostro Gruppo rimette la decisione a quello che deciderà l'Assessore.
Noi qui ratifichiamo un elenco di comuni del Piemonte che ci viene sottoposto dalle Province, che praticamente non hanno effettuato nessuna selezione in questo ambito. Quindi, qualora decidessimo di votarlo comunque inviterei l'Assessore ad esprimere, con i provvedimenti che più riterrà opportuni - tramite una lettera inviata, ad esempio, ai Presidenti di tutte le Province - che se questo è il metodo con il quale vengono attuate le decisioni a livello locale, noi esprimiamo tutte le nostre perplessità e tutta la nostra insoddisfazione per il tipo di scelta effettuata dalle Province.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Anch'io mi associo alla richiesta di rinviare la discussione, perch ritengo ci debba essere un approfondimento.
Il provvedimento in sé, se approvato, rischia di essere ridicolo perché sembrerebbe che chi ha fatto gli elenchi abbia letto "Approvazione degli elenchi dei comuni facenti parte" e siccome tutti fanno parte è stato consegnato l'elenco dei comuni del Piemonte: non è stata fatta una selezione.
Non credo che abbiamo bisogno di una legge per sapere quali sono i Comuni del Piemonte, basta appunto allegare un elenco. Non so bene se ci sia, da parte delle Province, un'estensione dei criteri o se, al limite sia inserito il compito di stilare l'elenco all'interno degli articoli.
Pertanto credo che la cosa più utile sia non di fare un atto perch dovuto, con il rischio di apparire un po' ridicoli, ma di vedere, alla luce della legislazione vigente, se ci sono dei chiarimenti in merito ai Comuni di rilevanza turistica e non semplicemente quelli che sono dentro l'ambito: dentro l'ambito ci sono tutti. Leggendo l'elenco, proprio perché ne fanno parte tutti, se tale discorso dovesse essere fatto in Torino, ci potremmo inserire anche il quartiere Vallette e tutti quanti! Lo spirito della legge non è questo, pertanto, come Consiglio, dobbiamo prendere atto della situazione e rinviare il tutto ad un ulteriore approfondimento in Commissione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeli.



ANGELI Mario

Anch'io mi associo al rinvio in Commissione di questa deliberazione, in quanto, forse, abbiamo approvato la legge con un po' troppa leggerezza.
L'elenco che abbiamo a nostre mani riporta tutti i Comuni del Piemonte occorrerebbe capire se come parametro turistico individuiamo gli affari, il commercio o altre cose. Se la scelta della Regione è quella di dire effettivamente quali sono i Comuni turistici, e non come nel passato quando bastava che i Comuni presentassero la domanda per poter aprire i negozi - e quindi diventavano automaticamente tutti turistici - a questo punto dobbiamo fare una scelta ben determinata: chiedere alle Province di fornirci l'elenco dei Comuni turistici interessati. Secondo il mio parere saranno molti, molti di meno di quelli che sono segnati in questo elenco.
Se invece intendiamo andare nella stessa direzione di prima, ovvero continuare ad approvare il fatto che si possa anche commerciare alla domenica, perché questa è la realtà delle cose, commettiamo un errore sostanziale.
Bisogna molta prestare attenzione a questa situazione; ad esempio il Comune dove abito io è segnato nella categoria "per affari", ma è tutto fuorché turistico.
Non possiamo continuare ad approvare quanto ci inviano le Province in quanto spetta loro questa delega, questo incarico. Proporrei un approfondimento sull'argomento, cercando di fare una scelta - che doveva già essere fatta a suo tempo con la legge sul turismo - tenendo conto come ha detto il Consigliere Saitta - del Piano territoriale regionale attraverso il quale si possono individuare effettivamente quali sono i Comuni turisticamente rilevanti.
Chiedo il rinvio in Commissione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

L'iter previsto dalla legge n. 75 sulle deleghe alla Provincia mi sembra giusto, perché è l'Ente più vicino alle Comunità e dovrebbe rappresentarne meglio le situazioni, coglierne le esigenze e farsi interprete delle aspettative.
Anch'io sono stupita - e ringrazio il collega Montabone che ci ha permesso di approfondire questo argomento - del fatto che le Province si siano limitate a trasferire l'elenco di tutti i Comuni. Io non conosco i termini della lettera, della richiesta avanzata dalla Giunta, ma vedo che una prima scelta è stata fatta, perché nell'elenco si sono dei Comuni divisi per quanto riguarda la tipologia, collinare, lacuale, termale, e di interesse artistico, anche se non è stato fatto uno sforzo per individuare i tanti Comuni di interesse artistico di cui è ricca la regione Piemonte.
Questo sforzo è venuto a meno, è abbastanza grave e dovrebbe far riflettere tutti.
Condivido moltissimi degli interventi che mi hanno preceduta, sarei favorevole all'approvazione della deliberazione se questo dovesse comportare un danno a quei Comuni che hanno rilevanza turistica, a quei Comuni che hanno, nel proprio ambito, la ricchezza dell'attività di una Pro Loco. Noi sappiamo che su 1209 Comuni piemontesi esistono 800 Pro Loco dato che potrebbe già essere un segnale di quanti sono i Comuni che meritano di essere classificati turistici.
Ripeto, se il ritardo comporta un danno a questi Comuni, concordo con l'Assessore Gallarini sull'approvazione, invitando le Province ad argomentare meglio il perché di quelle scelte. Se non dovesse esserci un danno per quei Comuni classificati turistici, allora chiedo di rinviare la deliberazione in Commissione, approfondire l'argomento e magari audire anche le Province per capire come mai sono incorse in un errore simile.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Vorrei ricollegarmi ad alcuni interventi che mi hanno preceduta. Mi rifaccio all'intervento del collega Angeli e della Consigliera Cotto per cercare di portare a riflessione le diverse argomentazioni presentate.
Assessore, mi rendo conto che oggi forse in Piemonte non si può più parlare del turismo del singolo Comune, ma si deve parlare, giustamente dell'ambito turistico. Mi rendo conto che ci sono delle differenze e di qui nascono un po' i problemi, perché mentre si può dire che la Provincia di Asti o la Provincia di Biella o il Verbano, di per sé rappresentano degli ambiti turistici a pieno titolo, mi riesce un po' più difficile capire altre realtà.
Se il nostro approfondire l'argomento, anche soltanto di una settimana non comporta danni, come hanno già detto appunto alcuni colleghi, credo che un approfondimento possa essere utile; a fronte del fatto che noi dobbiamo capire i percorsi delle deleghe.
Assessore, le chiederei due cose: se lei ci può dire quale tipo di quesito è stato posto alle Province. Se il quesito posto è di delega o di merito, in questo ultimo caso è diverso.
Gradirei, per esempio, capire nel dettaglio qual è stata la risposta della Provincia di Biella o della Provincia di Asti, o, ancora più interessante, della Provincia di Torino.
Dipende, appunto, da come abbiamo posto il problema e dalla natura della risposta delle Province.
Infatti, da un lato dobbiamo rispettare l'autonomia delle Province questo è comprensibile - e l'identità del territorio che non può più essere considerato Comune per Comune, ma dall'altro dobbiamo anche capire che tipo di normativa abbiamo.
Se invece - Assessore Angeleri - è soltanto una deliberazione costruita per legge, nella logica del recepimento di ciò che ci arriva delle Province, dobbiamo capire il percorso e le procedure.
Per cui, personalmente, sarei più dell'idea, visto che c'è questa fase di transizione, di fare un approfondimento.
La prossima settimana ci sarà Consiglio tutti i giorni, per cui non credo che possiamo operare chissà quali ritardi, pur nel rispetto dell'autonomia delle deleghe che abbiamo trasferito e quindi anche nel rispetto del ruolo delle Province e del nuovo concetto di turismo, che non è più un concetto Comune per Comune, soprattutto per le piccole realtà, ma è un concetto di ambito.
Come già ha anticipato il collega Angeli, propenderemmo per soprassedere un momento e riflettere, pur salvaguardando il valore, il principio delle deleghe che indubbiamente è molto importante.
Sarebbe comunque interessante per l'intero Consiglio che lei ci fornisse maggiori ragguagli sulle procedure e sulle motivazioni portate alle Province e che hanno poi determinato la risposta.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Credo che questo problema dimostri come la lettura del territorio regionale, soprattutto non una lettura statica, ma una lettura dinamica rivolta a ricercare le metodologie e le politiche dello sviluppo, non possa più essere fatta a livello dei singoli Comuni.
Da questo punto di vista, la reazione che c'è stata, anche da parte dei singoli Comuni, mi pare abbastanza esplicita, in quanto denota il fatto che si tende ad operare su base territoriale.
E' chiaro che se un territorio ha una specifica vocazione, ha dei settori e dei Comuni capofila. Gli effetti della vocazione di quel territorio, siano essi di ordine turistico o industriale o agricolo, si manifestano sull'intero territorio.
In questo senso credo noi dovremmo ragionare sulle metodologie e sugli strumenti della programmazione.
La riflessione a questo proposito in altre Regioni è avanzata recentemente, per esempio, la Regione Toscana ha approvato una legge che individua i sistemi economici locali e ridefinisce le procedure della programmazione della spesa regionale sulla base di sistemi economici locali.
Ciò mi porta a consigliare, a suggerire a chi, sia come Assessore sia come membro di Commissione, intende fare una riflessione su questa caratterizzazione e individuazione del territorio piemontese, ad avere una lettura che non sia superata nella realtà, cioè una lettura sui singoli Comuni, di tipo campanilistico.
Cari colleghi, quello che sta emergendo nella nostra Regione è il superamento del campanilismo. E' un dato storico-culturale che non dobbiamo assolutamente sottovalutare e che, anzi, può essere la leva per un modo nuovo di concepire la Regione nella sua articolazione istituzionale, nelle tecniche per avere una nuova fase di sviluppo economico e nel modo di definire il rapporto fra Regione e comunità locali.
Ritengo quindi che, a questo punto, si imponga una riflessione sui sistemi locali emergenti, che si traduca in un nuovo quadro istituzionale e quindi anche legislativo, al fine di superare la specifica dimensione comunale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Intervengo solo per puntualizzare una cosa, che nel dibattito mi sembra di non aver colto esattamente. Ho sentito parlare di ritorno in Commissione, qualora l'Assessore addivenisse alla richiesta di sospendere la deliberazione.
Tale deliberazione, a mio modesto avviso e a nostro avviso, non deve assolutamente tornare in Commissione, semmai deve tornare, per le parti di loro competenza e pertinenza, alle singole Province affinché diano eventualmente una sgrossatura nella selezione dei Comuni.
Un ritorno in Commissione sarebbe inutile in quanto noi, conoscendo più o meno il territorio e le singole specificità, andremmo a fare da censori e da tagliatori di teste in maniera assolutamente impropria rispetto alla legge, ma anche rispetto alla conoscenza reale del territorio.
Quindi, se questa deliberazione venisse sospesa dall'Assessore, a mio avviso sarebbe quello il modo di operare, non certo un ritorno in Commissione.



PRESIDENTE

Non ho altri interventi, quindi pregherei l'Assessore Angeleri di prendere la parola per la replica.



ANGELERI Antonello, Assessore al turismo e tempo libero

Innanzitutto, consentitemi di ringraziare tutto il Consiglio, perché il dibattito che si è sviluppato questa mattina, e che sembrava essere inizialmente poco attento, si è rivelato invece di estremo valore per il futuro del turismo della nostra Regione.
La Regione, con la legge 75, ha delegato le Province ad alcuni adempimenti; fra questi, all'art. 12, si parla degli ambiti turisticamente rilevanti.
La Consigliera Spagnuolo mi chiedeva in particolare, rispetto alla formulazione delle lettere inviate alle Province, quale impostazione la Regione avesse dato.
L'impostazione è quella che scaturisce dalla lettura dell'art. 12 della legge 75, che al comma 1 recita: "Ai fini dell'individuzione degli ambiti territoriali turisticamente rilevanti, sono considerate significative le seguenti tipologie di Comuni..." E si fa un elenco che comprende tutti i Comuni che hanno una possibilità di essere promossi da un punto di vista turistico: i Comuni lacuali, i Comuni termali, le città d'arte, ecc.
Al comma 2, si ripercorre l'art. 4 della legge nazionale n. 217, per arrivare al comma 3, dove si dice: "Entro 90 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, il Consiglio regionale - quindi come atto notarile sentite le Province (e conosciamo il significato della parola 'sentita') approva l'elenco dei Comuni che fanno parte di ciascuno degli ambiti turisticamente rilevanti di cui al comma 2"; per cui devo dire che, con la stessa procedura, si può procedere alla modifica di questo elenco.
Questo elenco, quindi, è modificabile in qualsiasi momento, e pu essere modificato dal Consiglio regionale, ovviamente sempre sentendo le Province.
E' evidente che, quando abbiamo ricevuto un elenco, da tutte le Province, che non era altro che l'elenco dei Comuni compresi all'interno delle Province stesse, da parte dell'Assessore in prima persona e dell'Assessorato c'è stato un certo stupore nel vedere poi elencati sommando le otto Province, tutti gli oltre 1.200 Comuni ricompresi nella Regione Piemonte.
Questo è stato anche oggetto di incontri con le Province, alle quali è stato più volte segnalato questo aspetto.
E' altrettanto ovvio che il compito del Consiglio regionale era quello di valutare, così come dice la legge, le proposte, le indicazioni che arrivavano dalle Province e il momento di dibattito è stato quello che abbiamo manifestato proprio oggi con i nostri interventi.
Mi pare che sia emersa - e ringrazio ancora il Consiglio un'attenzione nei confronti di questo tema, con una richiesta di sospensione di questa delibera che mi sento di accettare, perché da parte dei Consiglieri sono fatti alcuni appunti che condivido, appunti che a mia volta avevo già dimostrato e dichiarato alle Province stesse.
Per chiarezza, voglio dire che non esiste alcun danno: se oggi questa delibera non passasse, non provocherebbe assolutamente nessun danno nei confronti dei Comuni.
Mi sembra quindi opportuno raccogliere l'istanza lanciata dal Consigliere Saitta - ripresa anche dalla Consigliera Spagnuolo - e propongo di scrivere alle Province, chiedendo loro una maggiore attenzione nel formulare, in base all'art. 12 della legge 75, l'elenco dei Comuni turisticamente rilevanti.
Consentitemi ancora di dire che sugli effetti finali della legge Consigliere Cavaliere - lascerei la valutazione ai posteri, a meno che lei abbia doti di preveggenza (ma non penso che ne abbia).
A tale proposito voglio citare un articolo apparso sul Sole 24 Ore la settimana scorsa, che a pagina intera, esattamente nella terza pagina metteva a confronto due leggi, la legge del Piemonte (ossia proprio la legge 75), e la legge del Lazio di riforma turistica, lasciando trapelare un palese apprezzamento nei confronti della legge 75 che questo Consiglio regionale ha approvato, proprio per l'organizzazione e per il coinvolgimento che c'è stato degli Enti locali (Province e altre realtà).
Mi fermo a questi dati, a queste sottolineature. In sintesi, possiamo sospendere oggi questa delibera, inviando una richiesta di maggiore attenzione alle Province, affinché producano un elenco effettivamente corrispondente a quanto la Regione richiede.



PRESIDENTE

La proposta emersa dall'intervento dell'Assessore è quella di una sospensione della discussione, per il momento, quindi del non passaggio al voto di questa delibera e un invio di lettere, di corrispondenza alle Province.



(Il Consigliere Saitta chiede la parola)



PRESIDENTE

L'ho vista, Consigliere Saitta, stavo però cercando... Ho visto un'aula attenta fino ad un certo punto, non volevo che magari intervenissimo su un altro problema.
Quindi il nodo è: sospensione con ripresa del colloquio con le Province.
Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonino

Volevo precisare un po' meglio la proposta di sospensione con le motivazioni (il percorso, in sostanza). Ritengo che non si tratti di fare una sospensione, andare in Commissione oppure riscrivere alle Province ecc.
Credo che la sospensione possa avere l'obiettivo di consentire alla Giunta di fare una proposta sulla base di criteri ed elementi il più possibile oggettivi.
Non vorrei che la sospensione avesse il significato di andare in Commissione e poi succedesse che la Provincia indica certi nomi e la Commissione cancella Tizio o cancella Caio.
No. Io vorrei che la Giunta esercitasse fino in fondo il suo ruolo di governo, che non è quello di censire le richieste delle Amministrazioni provinciali, ma è quello di - avute le proposte delle Amministrazioni provinciali, le quali sono libere di fare ciò che vogliono e se ritengono che tutto il territorio è turistico, lo possono anche fare - esprimere una valutazione sulle proposte delle Province, avendo tutti gli elementi di cui dispone in termini di strumenti.
Dopodiché, la sospensione ha questo significato: la Giunta valuta le richieste, esprime delle priorità e propone in Commissione.
Questo mi sembra il percorso, altrimenti la sospensione non avrebbe molto significato e sarebbe molto imbarazzante.



GALLARINI Pierluigi

Tu dici: scartare noi, anziché le Province.



PRESIDENTE

A me pare di aver capito, ma non vorrei interpretare l'Assessore Angeleri.
L'Assessore, per il momento, non ha parlato di successivo passaggio in Commissione: ha parlato di sospensione, rapporto con le Province, ritorno in aula. Mi pare di aver capito così.
Lo dico in modo da poter ragionare su quello che tutti stiamo interpretando; diversamente avrebbe aggiunto il passaggio: "Poi torna in Commissione". Invece è sospesa e resta in Consiglio.
La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Intervengo per vedere se ho preso atto correttamente di quanto è stato detto. L'Assessore, sulla base della legge che attribuisce al Consiglio il compito di fare l'elenco dei Comuni turisticamente rilevanti, sentite le Province - dico giusto, Assessore? - dice: "Io ho sentito le Province, mi hanno dato un elenco un po' troppo esteso, le ho risentite, hanno convalidato, confermato il loro elenco e io l'ho riportato al Consiglio".
E' esatto? Mi pare sia così, Assessore.
Se è così, tengo a sottolineare che la competenza formale ce la siamo riservata, anche se io ritenevo - e l'avevo già proposto, era una delle ragioni per cui il nostro Gruppo si era astenuto - che questa competenza dovesse essere assegnata alle Province, in quanto soggetti che governano aree vaste, rispetto alle quali possono identificare le situazioni più della Regione, meglio collocandole rispetto a delle precise politiche.
Faccio un esempio. Voglio sviluppare turisticamente un territorio, ci sono delle situazioni per cui magari, al momento, quel Comune non è direttamente coinvolto, però potrebbe esserlo in prospettiva. Invece si va verso una conclusione rispetto alla quale voglio soltanto segnare bene la distinzione del mio Gruppo, nel senso che la prima ipotesi è: "Si ritorni in Commissione ed evidentemente si cancellino dei nomi".
Naturalmente io potrei avere delle simpatie per la Giunta, ma non fino al punto di farle il regalo di dire: "Le Province hanno proposto, la Giunta ha accolto, le opposizioni tolgono"; ancora di meno le farei il regalo di dire: "Adesso togli tu, perché noi non vogliamo sporcarci le mani in Commissione rispetto alle Province", così lei toglie tutto quello che vuole dicendo alle Province: "L'ho tolto, perché me l'ha imposto il Consiglio".
La nostra posizione rimane quella che abbiamo annunciato. Prendo atto di quanto sia faticoso accettare l'autonomia delle Province, ma non è il caso di continuare a censirle ogni 5 minuti, persino sul fatto se hanno inserito o meno un Comune, quando sappiamo che, per esempio, i Comuni dell'Emilia e della Toscana sono tutti turisticamente rilevanti, perché ci sono delle politiche di aree vaste.
E' giusto e legittimo discuterne, dovevamo farlo, ma non dobbiamo avere un approccio troppo ristretto rispetto a queste tamatiche.
Richiamo il mio primo intervento, in cui avevo detto che ci vuole un approccio ampio, un approccio motivato da un interesse rispetto alla nascita di questa strategia economica che finalmente vede la luce in Piemonte; però assumere oggi la posizione di andare a censurare le proposte delle Province mi pare un approccio troppo esiguo e, nello stesso tempo conferire questo potere, che l'Assessore ai sensi della legge non aveva, ma adesso ha, di dire: "A te sì, a te no", mi sembrerebbe effettivamente un elemento un po' rischioso.
Confermo quindi la posizione che avevamo all'inizio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Quando si discusse di questa legge, ne feci rilevare le difficoltà di attuazione. Tant'è vero che dissi all'Assessore che condividevo lo sforzo sopportato dalla Giunta, ma anche che avremmo dovuto verificare quanto prodotto dal provvedimento dopo almeno un anno. Ci troviamo, oggi, ad una prima produzione, indubbiamente negativa.
Ricordo, collega Riba - lo dico a te perché ti so profondo conoscitore di queste problematiche - che già allora ritenevo che la promozione turistica non potesse essere delegata, nel modo più assoluto, alla Province, perché compete ad un'area vastissima. La promozione turistica non può essere delegata a piccole parti di territorio, perché il turismo è fatto per aree vaste e soprattutto perché, attuando la promozione turistica per aree vaste, si può veramente individuare il da farsi, senza la logica di chi è troppo vicino al territorio.
La collega Cotto sosteneva in precedenza, giustamente, che le Province sono più vicine al territorio; molto spesso questo è un vantaggio, ma altrettanto spesso è un danno. Se noi verificassimo qual è l'Ente locale più vicino al territorio individueremmo il Comune; ma se noi chiedessimo ai singoli Comuni se si ritengono turistici, ci risponderebbero tutti affermativamente, se intravedessero dei vantaggi conseguenti a questa loro scelta. E' bene, dunque, che la promozione turistica si faccia per area vasta; occorre sradicarsi dal territorio, per poter fare le scelte di quel tipo! Sono altrettanto convinto, comunque, che con la dizione "sentite le Province", contenuta nella legge, abbiamo conferito delle deleghe alle Province. Quel "sentite le Province" non è cosa da poco; potrebbe valere anche per il futuro, secondo me - fatte le valutazioni necessarie del procedere della legge, che come tale non è mai perfetta e può sempre migliorata - e delegare alle Province la scelta indicativa dei Comuni visto che operano su un'area sufficientemente vasta, e non di "campanile".
Non condivido però quanto diceva il collega Riba nel suo precedente intervento, quando sosteneva che tutti i Comuni hanno una loro peculiarità turistica. Beh, a questo punto, dobbiamo intenderci su cos'è il turismo; in tal senso, sono già intervenuto altre volte: il turismo è un'attività economica! Se decidessimo trattasi di area artigianale laddove si produce un chiodo, tutte le aree sarebbero artigianali. C'è diversità fra una cosa e l'altra.
Oltretutto, partiamo dalla discussione di una proposta che deve riferire ad un certo tipo di territorio delle risorse economiche perlomeno così spero: dobbiamo identificare i Comuni turistici rilevanti per poter dar loro, a seconda delle proposte che avanzeranno nella propria autonomia, un aiuto di carattere economico.
Ecco dunque che condivido quanto diceva il Consigliere Riba in precedenza: parlando di aree vaste, occorre considerare che può esserci un Comune turistico appartenente alla stessa area vasta turistica di un altro Comune che non ha ancora le stesse logiche di tipo turistico, ma che potrebbe averle. Faremo dei passi successivi: se ci saranno programmazioni di livello provinciale di zona turistica affinché anche quei Comuni diventino turistici, lo verificheremo. Ma noi non stiamo facendo ipotesi di Comuni che diventeranno turistici; stiamo apprestandoci all'analisi di quelli che sono già, oggi, turistici.
Sono dell'avviso, Assessore, che occorre spiegare bene alle Province l'interpretazione della legge - e forse ce la dobbiamo spiegare anche noi.
Quando parlavo di aree lacuali, mi riferivo alle aree turisticamente forti del Lago Maggiore; quando parlavo di area collinare, intendevo riferirmi alle Langhe, al Roero, al Monferrato: aree collinari forti, non tutte le colline che ci sono nella nostra regione! Dovrei di nuovo usare il termine di ieri, ma siccome il Presidente è un censore, non lo faccio.
Diversamente, deborderemmo un pochino dagli intenti della legge.



PRESIDENTE

Interpreto il suo termine "censore" nel senso che chiedo ai colleghi di restare nei termini di un linguaggio corretto.



MONTABONE Renato

Secondo me, la Giunta, l'Assessore, devono dare l'interpretazione autentica di quanto le Province debbono fare. Indichino quelli che sono realmente i Comuni lacuali, montani, turisticamente rilevanti - e quindi non tutti i Comuni all'interno di una Comunità montana, ma quelli turisticamente rilevanti. E lo stesso vale per quelli d'arte o di turismo d'affari turisticamente rilevanti.
La Provincia di Torino ha scelto una sede, la città di Pinerolo, che per il sottoscritto di "turisticamente rilevante" ha ben poco. Lo dico con molta tranquillità. Se leggete la declaratoria a fianco ad ogni singole nome di comune, verificherete che ci sono città che hanno 1/2/3/4/5 caratteristiche di quelle richieste - Pinerolo ne ha una sola! Non solo, alla fine le Province hanno dato un'ulteriore interpretazione; siccome non sono riuscite a comprenderli tutti, hanno aggiunto la dizione "altri Comuni nell'ambito...": siamo così arrivati a 1210 Comuni - forse arriveremo addirittura a 1230.
Diamo l'interpretazione autentica della legge alle Province; chiediamo loro in modo chiaro quanto vogliamo; rimandiamo loro l'esame del provvedimento. Il termine "sentite le Province", significa che l'Assessore "sente"! Si rifacciano gli elenchi; non è mia intenzione togliere alcunch delle deleghe conferite alle Province, ma la Regione, ente di area vasta ente legislatore, deve essere il soggetto che determina i Comuni di rilevanza turistica - "sentite le Province".
Questa la linea che io ritengo si debba assumere, così come mi sembra di aver capito voglia fare l'Assessore.



PRESIDENTE

Se l'Assessore mi permette nuovamente di interpretare, mi pare che la deliberazione venga sospesa: l'Assessore, avendo ascoltato il dibattito in Consiglio regionale, risottolinea alle Province la necessità di valutare con più attenzione, nel rispetto della legge. La deliberazione ritornerà in Consiglio con le risposte pervenute dalle Province.


Argomento: Varie

Esame ordine del giorno n. 542 relativo a "Diritto all'integrazione al minimo della pensione"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 542 dei Consiglieri Peano Minervini, Rosso, Cotto, Bortolin, Angeli, Benso, Deorsola, Cavaliere Miglietti, Gallarini, Gatti, Manica, Suino, Ghiglia, Moro, Rossi, Rubatto Spagnuolo, di cui al punto 54) all'o.d.g.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio Regionale del Piemonte rilevato che il Dlgs. del 30/12/1992 n. 503 (c.d. Amato) non ha riconosciuto alle sole donne sposate e nate dopo il 30/11/1938 il diritto all'integrazione al minimo della pensione constatato che nel suddetto provvedimento, per le sole donne sposate e nate dopo il 30/11/1938, è previsto il cumulo dei redditi con il coniuge considerato che a seguito del Dlgs. 503/92 molte lavoratrici e molti lavoratori vedono disconosciuto il loro 'diritto acquisito' all'integrazione al minimo della pensione, diritto perfetto e esigibile avendo gli stessi completato tutti i versamenti autorizzati all'INPS e maturato gli anni di anzianità in base alla previgente normativa ritenuto che il legislatore non può modificare in modo repentino e radicale i diritti acquisiti dai cittadini perché ciò costituirebbe vera e propria violazione del principio di irretroattività della legge, nonch stravolgimento della certezza dei rapporti giuridici considerato che tale provvedimento ha invece violato il canone di razionalità normativa con riferimento al diritto garantito dall'art. 38 - 2 comma - Costituzione, non avendo tenuto in considerazione la legittima scelta operata tra la pensione e la prosecuzione dell'attività professionale, frustrando, in tal modo l'affidamento di coloro che in ragione del quadro normativo esistente, hanno optato per il pensionamento constatato che i soggetti coinvolti dal Dlgs. 503/92 art. 2 e art. 4 comma 1 lettera 'b' sono penalizzati sia perché vedono rinviato il diritto alla pensione da uno a cinque anni in relazione alla loro data di nascita sia perché nel momento di percezione della stessa godranno di un trattamento economico che potrà variare da un minimo di Lit. 35.000 ad un massimo di Lit. 200.000 al mese.
rilevata pertanto l'importanza di ristabilire il legittimo affidamento nella legge e la necessità di rispettare l'uguaglianza dei cittadini di fronte alla stessa (ex art. 3 Cost.) constatato al contrario che il permanere della legislazione Amato determinerebbe invece inique disparità di trattamento fra cittadini sposati e non rilevato che il Consiglio regionale con nota a firma dell'On. R.
Picchioni - Prot. n. 5644 del 15/4/1997 sottoponeva all'attenzione della Presidenza del Consiglio dei Ministri la necessità di rivedere il provvedimento Amato constatato che anche le altre istituzioni piemontesi hanno espresso tutto il loro appoggio condividendo le istanze delle Associazioni interessate invita la Giunta regionale ad attivarsi presso i Ministri competenti affinch sia sollecitata l'approvazione dell'art. 1 del DDL 273 del 10/5/1996 e 487 del 22/5/1996 così come formulato dai proponenti ovvero, in subordine, che il Governo riconosca il diritto all'integrazione al minimo a coloro che al 31/12/1992 avevano già completato i versamenti di legge e stavano per raggiungere l'età pensionabile e cioè nati dal 1939 al 1943".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno n. 547 relativo a "Lavori di manutenzione nelle Ferrovie dello Stato"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 547 dei Consiglieri Foco, Riba Saitta, Cavaliere, Cotto, Spagnuolo, Montabone, Rubatto, Deorsola, Rosso Gallarini, Ghiglia, Chiezzi e Moro, di cui al punto 56) all'o.d.g.
Do lettura dell'ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio Regionale del Piemonte premesso che le imprese e i lavoratori del settore e armamento ferroviario a causa delle scelte operative attuate dalle Ferrovie dello Stato in questi ultimi anni ed in primo luogo per l'accentuata separazione delle responsabilità operative concernenti l'attività di trasporto merci e passeggeri e l'attività di mantenimento funzionale delle linee e delle infrastrutture ferroviarie, trovandosi ad operare in condizioni di lavoro sempre più difficili, che porteranno a breve al collasso del settore e alla conseguente chiusura delle aziende stesse: chiede alle Ferrovie dello Stato S.p.A. la revisione dei sottoriportati punti che sono la preminente causa delle difficoltà in cui si trovano ad operare le Imprese: 1) attribuzione solamente dei lavori più onerosi, difficoltosi ed a maggior rischio alle aziende 2) contratti annuali con volumi di lavoro ridotti ed estremamente frazionati 3) norme contrattuali particolarmente restrittive e disagevoli (lavoro notturno come regola e non come eccezione, affidamento alle imprese della fornitura delle traverse ecc..) 4) pagamenti dopo 150 giorni dalla fine di ogni mese di esecuzione del lavoro 5) tariffario fermo al 1987, senza premi di produzione e con prezzi ridotti in sede di gara del 30% e senza revisione prezzi 6) concorrenza sleale e illecita da parte di imprese che assumono impegni a condizioni ingiustificabili Al fine poi di reimpostare un rapporto equilibrato ed equo con le Ferrovie dello Stato su basi economicamente e tecnicamente soddisfacenti, fermo restando la necessità primaria della tutela della sicurezza dei lavoratori chiede che i bandi di gara prevedano esplicitamente il rispetto, da parte delle Ditte Appaltatrici, del CCNL e dei relativi integrativi territoriali per i lavoratori che saranno coinvolti nell'esecuzione dei lavori.
in particolare chiede a) la ripresa della pratica dei contratti di manutenzione ordinaria almeno triennali che, riveduti e corretti, potrebbero assicurare serietà tecnica di assistenza e qualità al servizio b) contratti di appalto che riguardino in alternativa tratti di linee continue delimitate, un complesso di linee contigue o interferenti tra di loro, o interi settori di linee compresi nel compartimento c) contratti, sia per i lavori di manutenzione sia per i lavori di rinnovamento, che prevedano di effettuare lavoro prevalentemente diurno e solo eccezionalmente notturno d) pianificazione dei lavori definita nel tempo in modo tale da dare stabilità occupazionale ai lavoratori e continuità di programmi alle imprese e) l'esclusione degli appalti che accorpano interventi limitati distribuiti su tratti di linee anche molto distanti f) una nuova normativa contrattuale che sia di stimolo, nell'esecuzione dei lavori, ad ope-rare in 'assicurazione di qualità'".
Pongo in votazione l'ordine del giorno testé letto Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,48)



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