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Dettaglio seduta n.152 del 15/07/97 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", non essendovi osservazioni, i processi verbali delle adunanze consiliari del 2, 13 e 22 aprile e del 13 maggio 1997 si intendono approvati.


Argomento: Viabilità

Interrogazione n. 639 del Consigliere Montabone inerente a "Soppressione fermata dei treni TGV nelle stazioni di Vercelli e Bardonecchia"


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" faccio presente che in particolare sono state sollecitate le interrogazioni n. 1269 e n. 1282 collegate agli ordini del giorno n. 512 e n. 536 su "Ricostruzione del ponte ferroviario Asti-Chivasso".
La parola all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni

Ho chiesto all'ufficio competente di portarmi gli incartamenti relativi: vorrei leggere la comunicazione inviataci dal Sottosegretario successivamente all'incontro tenutosi a Roma sulla questione.



PRESIDENTE

Passiamo pertanto all'interrogazione n. 639 presentata dal Consigliere Montabone.
La parola all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni

Ho già risposto la scorsa settimana all'interrogazione n. 580, sullo stesso argomento, dei Consiglieri Dutto e Rosso, per cui ribadisco quanto detto per quella interrogazione.
Le previsioni dell'orario invernale FS 196/97, che prevedeva l'abolizione delle fermate dei treni TGV a Vercelli e a Bardonecchia, non sono state più attuate a seguito dell'intervento da parte del Prefetto di Torino, e anche da parte nostra, con l'Amministratore delegato delle FS S.p.A., con l'Amministratore G.E.I.E. Giorno S.p.A. e con il Direttore regionale Trasporto locale FS del Piemonte.
La questione è già risolta perché risale a parecchio tempo addietro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Ringrazio l'Assessore per la risposta positiva e risolutiva di un problema reale.
Purtroppo, di tanto in tanto, si presentano difficoltà del genere: sarebbe opportuno che venissero definite una volta per tutte.
Le FS non possono sfruttare il turismo di transito sui treni locali che funzionano normalmente il sabato e la domenica, e non tener conto che non si tratta soltanto di flusso da Torino verso la valle, ma anche di turismo internazionale. E' impensabile che una cittadina che di confine primo punto di riferimento dopo la frontiera con la Francia, non abbia una fermata del TGV, cosa che avviene in tutti i Paesi del mondo: sui primi capisaldi delle frontiere sono previste fermate ovunque.
Siccome il problema è stato risolto positivamente, mi dichiaro estremamente soddisfatto della risposta dell'Assessore; chiederei soltanto di vigilare affinché questioni del genere non si ripropongano di tanto in tanto e producessero problemi che rischiano di ingrandirsi più del dovuto.


Argomento: Viabilità

Risposta scritta ad interrogazione n. 798


PRESIDENTE

Comunico che verrà data risposta scritta all'interrogazione n. 798 da parte dell'Assessore Masaracchio, come richiesto dal Consigliere Cavaliere relativa al progetto generale ANAS della variante alla strada statale 24 del Monginevro nel Comune di Cesana Torinese.
Sospendo la seduta per dieci minuti per l'assenza sia degli Assessori sia dei Consiglieri interroganti. Mi dispiace per questo incidente.
La seduta riprenderà alle 10,30 naturalmente con pregiudizio per tutto il nostro ordine dei lavori.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10,15 riprende alle ore 10,30)


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati - Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Interrogazioni nn. 1179, 1260 e 1268 inerenti a "Partecipazione della Regione Piemonte alla manifestazione 'Yes for Europe 1997'"


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Nell'ambito delle interrogazioni sollecitate - mi auguro che nel frattempo siano pervenuti i documenti relativi - c'è la possibilità di discutere le interrogazioni n. 1179 dei Consiglieri Chiezzi, Moro Papandrea e Simonetti, n. 1260 del Consigliere Cavaliere e n. 1268 dei Consiglieri Saitta, Peano e Gatti, inerenti tutte alla partecipazione della Regione Piemonte alla manifestazione "Yes for Europe 1997".
La parola all'Assessore Angeleri.



ANGELERI Antonello, Assessore al turismo, sport e tempo libero

In merito all'interrogazione n. 1268 dei Consigliere Saitta, Peano e Gatti e all'interrogazione n. 1260 del Consigliere Cavaliere sulla iniziativa "Yes for Europe 1997", vorrei fare, per correttezza, la cronistoria di della manifestazione internazionale che si è tenuta il 9 maggio nella città di Torino.
Sulla parte inerente agli aspetti legali interverrà il Vicepresidente della Giunta, Majorino.
"Yes for Europe" è la prima esperienza di spettacolo interattivo televisivo e di comunicazione che aveva come fine il contribuire al processo di unificazione ed integrazione pacifica dei popoli europei.
Questa è stata la motivazione per la quale anche la Comunità Europea si è apprestata ad organizzare questa manifestazione. Le caratteristiche progettuali, peculiari di questa iniziativa, almeno per il 1996, hanno avuto un notevole impatto sociale e politico.
Voglio ricordare che la manifestazione è giunta, il 9 maggio 1997, alla terza edizione. Supportata, fin dall'inizio, dalla Commissione europea è divenuta l'iniziativa più importante e prestigiosa delle tremila iniziative che vengono organizzate con il supporto della Commissione per la celebrazione della festa dell'Europa.
In tre città d'Europa si dovevano articolare, per tutta la giornata del 9 maggio, iniziative diverse. Il momento culminante di questa festa era rappresentato da uno show a carattere prevalentemente musicale trasmesso dalle televisioni in diretta via satellite.
L'evento del 1996, ospitato da Torino, da Bruxelles e da Lisbona, ha suscitato in Europa molta attenzione ed entusiasmo da parte del pubblico e della critica, sia in ambito giornalistico che istituzionale, dimostrando la sua qualità di esperienza e di comunicazione che potremmo definire rivoluzionaria nel suo genere.
Complessivamente hanno assistito allo show nelle tre piazze più di centocinquantamila persone. Il programma è stato trasmesso in Italia da RAI Uno, in Portogallo dalla RTO, in Belgio dalla RTBF, lingua francese, e dalla RTE lingua fiamminga, in Spagna dalla TVE.
Secondo le stime effettuate, l'audience televisiva complessiva, inclusi i Paesi nei quali il programma è stato distribuito, è stata di circa 32 milioni di telespettatori.
L'edizione del 1997 di "Yes for Europe" era destinata ad assumere stante le cose che poco fa ho detto, un significato di rilievo ancora maggiore, giacché erano in programma, proprio in quelle date, i festeggiamenti dei quarant'anni del trattato di Roma.
L'edizione 1997 prevedeva due distinte trasmissioni: made in Europe una magazine europea della durata di circa 90 minuti destinata alla fascia mattinale della programmazione radiotelevisiva; un programma di carattere redazionale dedicato ai grandi avvenimenti, scoperte e realizzazioni nei campi della scienza, medicina, arte ed ecologia.
La struttura della trasmissione prevedeva collegamenti di durata diversa con i vari Paesi dell'Unione Europea che si sono distinti nel corso del 1996 nella ricerca, nelle innovazioni.
"Yes for Europe": tre città europee che accolgono, anche in questa edizione, una parte di spettacolo e di pubblico. Da tre set simultaneamente, sarebbe dovuto nascere in diretta un unico spettacolo televisivo europeo; le tre platee, a rotazione, sarebbero state luogo dell'evento. Simbolicamente le tre piazze avrebbero dovuto formare un'unica piazza simbolica, rappresentativa dell'Europa.
Inizialmente "Yes for Europe" aveva come sede l'Italia, la Germania e la Spagna. Le città simultaneamente e interattivamente collegate sarebbero dovute essere e sono state: Torino, Stoccarda (che poi non ha partecipato) e Madrid. Le televisioni sono state RAI e TVE. La durata complessiva del programma televisivo sarebbe dovuto essere di 120 minuti durante i quali si sarebbero dovuti esibire gli artisti più famosi, rappresentativi delle musica europea, presentando alcuni dei brani più noti e cari al pubblico ed esibendosi anche nella formula, sempre spettacolare ed entusiasmante, della jam session.
Tutto questo ovviamente da parte della Regione è stato introdotto in una deliberazione che è stata proposta dal sottoscritto alla Giunta regionale che aveva come oggetto: "partecipazione alle spese di organizzazione dell'iniziativa "Yes for Europe" 1997, Torino, Madrid Stoccarda, 9 maggio 1997", spesa lire 500 milioni".
Nel corso dei mesi abbiamo dovuto richiamare più volte la ditta che la Comunità europea aveva incaricato di organizzare la manifestazione, in quanto la ditta non aveva espletato quanto previsto contrattualmente.
Di questo l'avvocato Majorino parlerà intervenendo successivamente dettagliando quanto i Consiglieri hanno richiesto nella loro interrogazione.
Vorrei solamente sottolineare che quello di questa Giunta è stato un comportamento completamente trasparente, che - anzi - ha tutelato e continua a tutelare la Regione, tant'è che oggi la pratica di liquidazione della manifestazione è sospesa, anche se devo constatare che la sua realizzazione ha avuto un successo che è stato richiamato più volte anche per esempio, dall'altro Ente che ha patrocinato e sponsorizzato l'iniziativa, ovvero il Comune di Torino, il quale è intervenuto con una cifra di poco inferiore a quella con cui è intervenuta la Regione Piemonte.
Voglio ricordare che ad oggi la cifra erogata, come normalmente avviene per questo tipo di manifestazioni, è nella misura del 70%, per cui si parla di una cifra non di 500 milioni, ma di 240 milioni più IVA; la cifra del Comune di Torino ammonta a 180 milioni.
Voglio inoltre ricordare che il 9 maggio la manifestazione ha avuto un epilogo direi curioso, se andiamo a guardare coloro che hanno oggi interrogato la Giunta, perché alla fine del concerto, che è stato trasmesso dalle televisioni di cui accennavo prima, compresa la RAI successivamente, non in diretta, ma in differita - è stato distribuito un volantino, il cui committente responsabile è un certo Antonio Altamura, in cui si inneggia alla manifestazione come a una delle manifestazioni di primaria importanza che si sono tenute all'interno della città di Torino.
Il volantino recita testualmente: "Yes for Europe: anche quest'anno Torino è in Europa attraverso il collegamento televisivo con dodici Paesi".
Perché Torino? Perché Torino in quattro anni è diventata capitale internazionale della cultura, della musica e dello spettacolo. E c'è tutta una serie di dati che concretizzano queste affermazioni: 47.000 presenze a "Identità e Differenza"; 53.000 visitatori alla Biennale dei Giovani Artisti.
Il volantino conclude dicendo: "Oggi dicono che tutto questo è uno spreco" - ovviamente il volantino parla della manifestazione, e si rivolge probabilmente agli organizzatori - "Non permettere che tutto ciò finisca l'11 maggio".



CAVALIERE Pasquale

Non ho capito: di chi è quel volantino?



ANGELERI Antonello, Assessore al turismo, sport e tempo libero

Il committente responsabile è un certo Antonio Altamura.
Questo volantino è stato distribuito al termine della manifestazione "Yes for Europe", ed è palese in qualche modo l'inneggiamento, il favore nei confronti della manifestazione.



CHIEZZI Giuseppe

Mi scusi, ma che cosa ne trae da questa cosa qui?



ANGELERI Antonello, Assessore al turismo, sport e tempo libero

Ne traggo una conseguenza, che è semplicemente questa: la città di Torino, che ha sponsorizzato la manifestazione insieme alla Regione Piemonte e che vede al suo interno una maggioranza in cui sono presenti i Verdi, il Partito Popolare e Rifondazione comunista, da una parte tiene un comportamento che è fortemente a favore della manifestazione, dall'altra si scandalizza di una sponsorizzazione che è quanto meno al pari della città stessa.
Allora diventa difficile comprendere la posizione di quella maggioranza, e diventa difficile comprendere la posizione degli interroganti.



CHIEZZI Giuseppe

Ma Rifondazione non c'era!



ANGELERI Antonello, Assessore al turismo, sport e tempo libero

Lascerei la parola per i dettagli tecnici all'avvocato Majorino.



CAVALIERE Pasquale

Ma perché non risponde alle domande?



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo che dal verbale dell'intervento dell'Assessore Angeleri venga tolta l'affermazione che Rifondazione comunista ha sostenuto l'operazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Majorino.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Presidente e colleghi Consiglieri, completerò, per quanto di ragione quanto esposto dall'Assessore Angeleri, con riferimento alle considerazioni e alle domande poste dagli interroganti.
Premesso che l'Assessore Angeleri ha chiaramente spiegato motivi moventi e ragioni per cui la Giunta ha fatto la scelta di inserirsi in questa manifestazione, da parte mia farò delle precisazioni con riferimento ripeto - alle considerazioni svolte dagli interroganti circa l'insuccesso della manifestazione e la spesa prevista (poi vedremo in quali limiti) di 500 milioni, che in sostanza sarebbe stata uno spreco.
Nella delibera di Giunta, attraverso gli allegati, si precisano gli obblighi che la società "Eventi" si era assunta nei confronti della Regione Piemonte. Sottolineo che tale società non è stata scelta dalla Giunta, ma era la società organizzatrice con esclusiva della manifestazione, per cui non potevamo fare una manifestazione parallela o abnorme accanto a quella principale la cui organizzatrice esclusiva era la società "Eventi".
Non appena ci siamo resi conto che c'era qualche cosa che non funzionava, che c'era odor di bruciato nei confronti e da parte dei comportamenti della società "Eventi", abbiamo mosso, attraverso una motivata lettera di cui io e l'Assessore Angeleri siamo stati i materiali estensori...



CAVALIERE Pasquale

In che data?



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

La lettera è datata 21 aprile 1997.
Quando ci siamo resi conto che si stavano verificando - o potevano verificarsi - delle inadempienze da parte della società concessionaria con esclusiva della manifestazione, abbiamo mosso le contestazioni che andr enunciando. E quindi - lo sottolineo tra parentesi - non è esatto quanto ebbero a dichiarare al quotidiano La Stampa gli interroganti colleghi Saitta e Cavaliere, cioè a dire che le contestazioni ci sono state solo dopo la presentazione delle interrogazioni, che risalgono al 2 giugno - ma questo ha importanza relativa: non si tratta di verificare chi sia stato primo o secondo. Comunque, nella realtà, la Giunta, che seguiva attentamente l'evolversi e l'attuazione di quanto deliberato con provvedimento del 21 aprile, ebbe a esporre le seguenti contestazioni alla società "Eventi": "Abbiamo rilevato che si è manifestato, da parte dell'organizzatore, di sostituire la sede di Stoccarda con Parigi e che tale sostituzione riduce gli effetti promozionali della manifestazione in quanto un mercato turistico primario come quello tedesco verrebbe sostituito da un mercato, quello francese, meno interessante." Quest'ultimo, infatti, era uno dei punti della convenzione, che ebbe come "madre" la deliberazione di Giunta.
Seconda contestazione: "Non risulta previsto dal palinsesto RAI il collegamento in diretta televisiva della manifestazione - bensì la differita. Non risulta definito il testing della manifestazione. Pare sia smentita - come in realtà si è verificato a posteriori - la partecipazione della Filarmonica di Berlino; non risultano programmate le tre conferenze stampa". Concludevamo tali contestazioni rilevando che la compartecipazione da parte della Regione Piemonte era stata valutata congrua nell'importo di L. 500.000.000, a condizione che tutti i corrispettivi funzionassero; si iniziava infatti a capire che non funzionavano del tutto e che ci sarebbero state delle inadempienze.
Concludevamo la contestazione rilevando che si imponeva fatalmente, a fronte delle contestazioni mosse e delle carenze organizzative, una revisione del giudizio di congruità a suo tempo espresso dagli Uffici regionali. Era quindi necessario "rideterminare l'intervento finanziario regionale". Abbiamo così abbondantemente messo "le mani avanti", attraverso serie, precise, puntuali contestazioni.
Riceviamo una risposta prima della manifestazione del 29 aprile 1997 abbastanza umoristica: dato che "l'operazione era di oggettiva complessità possono effettivamente essersi verificate delle carenze"; in ci assicurando il possibile e l'impossibile affinché artisti di primaria importanza, compresa la Filarmonica di Berlino, partecipassero alla manifestazione attraverso tutte le prestazioni dichiarate e promesse dalla società "Eventi" - e che sono dettagliatamente indicate negli allegati alla deliberazione di Giunta.
Non soddisfatti della risposta, molto evasiva, ma in certo senso confermativa della veridicità delle contestazioni che avevamo mosso abbiamo redatto il 30 aprile - l'Assessore Angeleri ed io - una seconda lettera, laddove dicevamo: "Dobbiamo ribadire tutto quanto ripetutamente esposto in precedenza - oltreché verbalmente attraverso i funzionari dell'Assessorato al turismo, i quali, dopo la prima contestazione (del 21 aprile) con la società concessionaria seguivano la situazione - rilevando la divergenza del programma della manifestazione rispetto a quanto da voi proposto, tra l'altro con cambiamenti di sedi, mancanza di collegamenti televisivi in diretta, mancata partecipazione alla manifestazione degli artisti previsti. Contrariamente a quanto da voi affermato, appare di tutta evidenza che siffatta divergenza incide fatalmente sugli elementi essenziali della convenzione" - che costituivano il corrispettivo dei 500 milioni. Di questi ultimi, tra parentesi, ne erano stati versati, come d'uso, a guisa di anticipo, 300.



CAVALIERE Pasquale

Con quale data di mandato?



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Indubbiamente anteriore alla nostra prima contestazione del 21 aprile.
Come d'uso, nella convinzione che tale società avesse adempiuto ai suoi obblighi contrattuali, è stato erogato l'acconto di 300 milioni.
Soggiungevamo ancora, proseguendo nelle nostre contestazioni...
"siffatta divergenza avrebbe inciso - lo ribadivamo per la seconda volta sulla determinazione del corrispettivo. La perdurante disorganizzazione incertezza delle effettive caratteristiche della manifestazione avrebbero avuto un peso". Continuavamo su questo tono: "Invitando a trasmettere il programma definitivo, specificando in particolare i collegamenti televisivi che verranno effettuati, oltreché le modalità degli stessi...", ecc.
Concludevamo dicendo che se non avessero adempiuto a tutte le prestazioni dicta e promissa attraverso la convenzione stipulata, ci saremmo riservati consueta formula di stile, ma che era ed è di sostanza - ogni diritto azione e ragione in seguito all'inadempimento contrattuale.
Ultimata la manifestazione i funzionari dell'Assessorato hanno iniziato la verifica. E' stato chiesto - peraltro abbiamo la risposta della società "Eventi" - un consuntivo da parte loro. E questo avverrà a giorni: non dopo le ferie o chissà quando: sicuramente entro luglio. La società "Eventi", da noi incalzata, come dicevo non solo attraverso le due lettere che ho riassunto, ma anche attraverso i funzionari dell'Assessorato al turismo dovrà darci un consuntivo preciso e dettagliato di tutto quanto ha fatto in concreto. Ovviamente, tale consuntivo non verrà considerato veritiero tout court, ma verificato con la lente d'ingrandimento; dopodiché si assumeranno le decisioni del caso. Decisioni che saranno in ogni caso di controllo se quel tanto o poco fatto dalla società "Eventi"- indubbiamente meno rispetto a quanto concordato - possa valere 300 milioni. Siccome presumibilmente la cifra è da ritenersi sensibilmente inferiore, si esperirà - e non c'è altro da fare di fronte ad un soggetto inadempiente, scelto peraltro oculatamente da parte nostra - una robusta azione giudiziale per conseguire tutto quanto in più dei 300 milioni può essere stato conseguito, facendo valere anche la penale prevista.



CHIEZZI Giuseppe

Ma i 300 milioni sono stati pagati perché la convenzione diceva così o no? Il Vicepresidente ha usato la frase "Come d'uso": la convenzione prevedeva un ordine di pagamento...



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Ritengo di poter dire, che secondo la prassi costante...
Non si paga... Se le cose fossero andate bene - voi avreste comunque fatto le contestazioni circa l'opportunità politica in senso lato di fare questo. Però, se le cose fossero andate bene, era peraltro non contestabile l'avere versato un acconto a una società che organizza una manifestazione così elefantiaca.



CHIEZZI Giuseppe

Di prassi nella convenzione c'è scritto come deve essere pagata: tanto all'inizio, tanto a metà, tanto alla fine. Cosa diceva la convenzione? Se l'avete rispettata, avete ragione; se siete usciti, invece...



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Darò una risposta, magari scritta, più precisa su questo punto.



CHIEZZI Giuseppe

Basta leggere la convenzione!



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Comunque io ho finito; semmai interverrò nuovamente se mi sarà consentito, vista l'importanza della questione, salvo che l'Assessore Angeleri ne sappia più di me, siccome è l'Assessorato al turismo, che fa capo all'Assessore Angeleri, che ha seguito l'evolversi della delibera anche nella sua fase contrattuale, su questo punto penso che possa rispondere.
Non sono informato in questo momento rispetto alla domanda dettagliata.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente Picchioni, possiamo acquisire la convenzione? E' semplicissimo.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Penso di sì, che si potrà acquisire.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente.
La parola agli interroganti.
Prego, Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Il Vicepresidente della Giunta ha risposto "per quanto di ragione": perlomeno, ha esordito così.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

"Per quanto di mia competenza".



CAVALIERE Pasquale

No, ha detto "per quanto di ragione".



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Avrei potuto dire: "Per quanto di mia competenza"; è una forma di stile.



CAVALIERE Pasquale

Da ciò desumo che l'Assessore Angeleri abbia risposto "per quanto di torto", perché la risposta duplice non è affatto soddisfacente.
L'Assessore Angeleri ne ha fatto oggetto di una polemica politica con la Giunta del Comune di Torino, mentre non si è entrati, da parte degli interroganti, nel merito stesso della manifestazione, su cui evidentemente possiamo poi discutere in termini generali su questo tipo di manifestazioni.
Si è asserito, con l'interrogazione, che vi era un contratto e si domandava alla Giunta se questo contratto fosse stato o meno rispettato. Da quel che ci dice, "per quanto di ragione", l'avvocato Majorino, il contratto non è stato rispettato, al di là dell'ulteriore verifica che intende fare il Vicepresidente. Non credo che ci sia bisogno di questo per stabilire se il contratto è stato o meno rispettato perché ciò è dato dagli elementi contrattuali.
Da quel che desumiamo, da cosa ci ha detto l'Assessore Majorino, il contratto non è stato rispettato e quando ciò avviene l'Amministrazione pubblica ha solo una strada, non ne ha tre o quattro: è quella di impugnare quel contratto, non in forma consensuale, come sta facendo questa Amministrazione, ma nelle forme previste dalle leggi. Il contratto, a mio parere, è da impugnare nelle forme previste dalla legge, cioè rescindendolo e chiedendo i danni agli interlocutori.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Ci sono due lettere che anticipano questo alla società "Eventi".



CAVALIERE Pasquale

Sì, ma lei ha detto: "richiederemo un consuntivo, vedremo se ciò che è stato realizzato è congruo con quanto già anticipato".
Questa è una strada molto morbida nei confronti degli interlocutori e non attinente a quella che è la consuetudine delle sue delibere! Io leggo tutti gli ordini del giorno della Giunta e vedo tutte le sue delibere soprattutto di incarichi dati ad avvocati.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Normalmente interni.



CAVALIERE Pasquale

Vedo tanti incarichi dati ad avvocati, che sono quasi sempre gli stessi. Avvocato Majorino, quando non si rispetta un contratto, lo si rescinde! Allora, se il contratto, per quel che era detto sulla delibera non è stato rispettato, dovete rescinderlo: punto!



ANGELERI Antonello, Assessore al turismo, sport e tempo libero

Il Comune di Torino cosa sta facendo?



CAVALIERE Pasquale

Quando dovremo ragionare del Comune di Torino, ragioneremo del Comune di Torino. Adesso - per sfortuna della Regione - tu sei qui in Regione quindi discutiamo di cosa fa la Regione; quand'eri in Comune discutevamo di cosa faceva il Comune, adesso che sei in Regione discutiamo di cosa fai in Regione! Allora, Angeleri dovrebbe a mio parere scrivere alla Comunità Europea per comunicarle che i suoi rappresentanti (perché ci ha detto che erano incaricati dalla Comunità Europea) hanno agito in questa maniera.
Non credo ci sia altro aggiungere, se non l'ulteriore constatazione dalle risposte degli Assessori, quella "per quanto di torto" di Angeleri e quella "per quanto di ragione" di Majorino, che erano del tutto fondati gli assunti delle interrogazioni, che le conclusioni parziali della Giunta non stanno in piedi e che bisogna essere conseguenti alle cose che sono state anche oggi comunicate.
Se non vi è questa conseguenza credo che la Giunta sia in grave torto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Signor Presidente, a mio parere l'Assessore Angeleri ha fatto male a porre la questione nei termini in cui l'ha posta, cioè facendo immaginare dei risvolti politici. Il nostro ruolo qui è un ruolo di controllo e credo che le altre forze politiche di minoranza in Regione hanno il diritto e il dovere di porre le stesse questioni e se il Comune di Torino ha commesso degli errori deve essere richiamato.
Per quanto ci riguarda, però, l'Assessore Majorino ha giustamente contestato con largo anticipo alcune questioni alla società organizzatrice.
Questo mi pare un fatto positivo; constato che la contestazione avrebbe dovuto essere molto più completa perché la deliberazione di Giunta (se non vado errato, del marzo 1997) indicava degli impegni molto precisi e particolari alla società "Eventi". Quella diffida non è stata completa; a mio parere avrebbe dovuto essere più completa.
Ho in mano quella delibera e leggo al punto 3) dell'allegato che erano previsti materiali informativi e promopubblicitari, cioè la ditta avrebbe dovuto far stampare: 15.000 poster, 600.000 volantini, 100.000 brochures ecc.
Quando un ente decide di promuovere e finanziare un'iniziativa di questo genere, dovrebbe essere nelle condizioni di verificare che tutti gli elementi contrattuali vengano rispettati. Gli Assessori hanno contestato forse gli aspetti più evidenti, non le questioni particolari che possono sembrare solo apparentemente particolari, ma nel momento in cui si va in contenzioso diventano elementi fondamentali per giungere alla rescissione del contratto.
Quindi, quella diffida è stata opportuna, ma è una diffida incompleta.
A nostro giudizio avrebbe dovuto essere più precisa, più particolare.
Probabilmente la Regione...



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Quando verranno a rendere i conti, si parlerà anche di quello.



SAITTA Antonino

Io riconosco che è stato fatto; citavo il punto 3), ma avrei potuto anche citare le modalità con le quali sono state organizzate le conferenze stampa che non corrispondono a quanto prevede la deliberazione. Penso, ad esempio, agli elementi di sponsorizzazione della Regione Piemonte che sono mancati.
Dopo questa interrogazione, risulta evidente, perché è stato confermato anche dalle parole, anche se capisco le difficoltà e gli imbarazzi, che la manifestazione è stata un totale fallimento. Nel senso che il lancio dell'iniziativa è stato palesemente debole ed insufficiente, cioè non ha risposto agli elementi contenuti nella delibera, nel contratto.
A tale manifestazione non hanno partecipato i grandi artisti che erano stati annunciati, è mancato il collegamento con Stoccarda, ecc.. Possiamo parlare del '96, ma il '96 non ha nessuna importanza; noi dobbiamo verificare se gli impegni della delibera sono stati mantenuti. Quindi, è mancato il collegamento con Stoccarda e Madrid, su... non è comparsa la pagina "Yes for Europe", non hanno partecipato altri personaggi televisivi che erano stati annunciati, la manifestazione non è stata trasmessa all'ora annunciata (ma è stato anche detto dall'Assessore), ma è stata trasmessa di notte, ecc..
Allora, qual è la conclusione che noi traiamo da questi fatti? Gli Assessori, anche se hanno fatto le diffide allora, continuino nelle diffide su questi elementi, che sono gli elementi di fondo: è stato un fallimento e questo giustifica la rescissione dal contratto, perché limitarsi a dire di aver fatto delle diffide prima dell'evento è insufficiente.
Qui c'è stato il fallimento, la manifestazione, così com'era stata annunciata, non si è tenuta. Quindi, noi, se si procede in questo senso come noi sollecitiamo, vi diamo degli elementi, dei suggerimenti per giungere alla rescissione dal contratto.
Il fatto di chiedere il consuntivo delle spese che avete realmente sostenuto, è insufficiente, Assessore. Lei ha esperienza nel settore: è insufficiente. Se una parte non sta ai patti, il contratto va rescisso; non solo - la nostra posizione è ancora più radicale - vanno chiesti i danni perché questi signori della società "Eventi", non nominati dalla Commissione Europea - non mi risulta, ma se non è così, ditecelo - hanno utilizzato il marchio della Regione Piemonte per chiedere altre sponsorizzazioni.
La Regione Piemonte ha avuto, dunque, un danno, perché ha dato l'immagine all'esterno, cosa peraltro confermata anche da altri "Eventi" di essere una Regione che sperpera denaro.
E' "lo sperpero europeo", non "lo spirito europeo"! Questa immagine non la possiamo confermare e gli Assessori hanno il dovere di essere molto più rigidi e severi, soprattutto coerenti. Qui si tratta di rescissione, ed è importante, ma si tratta soprattutto di chiedere i danni.
Assessore Majorino, faccia fare una stima dei danni che ha subìto la Regione per il fallimento di questo evento, faccia indennizzare la Regione Piemonte. Questo è il dovere che noi abbiamo e non soltanto semplici e normali diffide di consuetudine, anche perché, se avevate questa opinione io non avrei dato l'acconto - 300 milioni - perché mi rendo conto che oggi è molto più difficile gestire tale situazione.
Se c'erano questi timori, si doveva fermare tutto; non si danno 300 milioni se non si hanno le garanzie che le società che organizzano tali avvenimenti sono serie.
Mi risulta che questa società ha creato situazioni simili anche nella zona ovest; probabilmente bisognerebbe stare con gli occhi più aperti, non lasciarsi entusiasmare soltanto dal luccichìo delle conferenze stampa, dei manifesti, che danno una sensazione di importanza.
Cedere a questi fatti è un limite di questa Giunta, che continuiamo a notare, ed è avvenuto anche per questo evento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Confermo la preoccupazione del Gruppo su questa vicenda, con particolare riguardo all'esborso di denaro effettuato in modo non chiaro perché in Consiglio, poco fa, nessuno dei due Assessori, non so se il Presidente della Giunta possa saperne di più, è stato in grado di spiegare per quale motivo amministrativo, quindi cogente relativamente ad una stipula di convenzione, la Regione Piemonte, prima di iniziare qualsiasi attività, ha versato 300 milioni a questa ditta.
Questo è molto preoccupante, perché l'affermazione di Majorino, fatta dai banchi della Giunta - non l'avrebbe mai fatta dai banchi del Consiglio è stata: "Come di prassi abbiamo cominciato a versare 300 milioni...". A me non risulta che ci sia una prassi generica in base alla quale si versino così, a occhio, a simpatia, a discrezione, delle somme quando si stipula una convenzione relativamente alle somme da versare.
Le somme da versare sono fissate nei tempi e nei modi dal dettato della convenzione. Mi stupisce che nessuno dei due Assessori, ad una domanda così semplice, la cui risposta non è detto debba essere contraria alle azioni della Giunta, anzi potrebbe essere positiva per l'azione della Giunta, non diano risposta in quest'aula, dimostrando anche una loro impreparazione ad affrontare i banali quesiti che l'aula propone.
Avete stipulato una convenzione con una ditta fallimentare, gli avete versato i soldi prima del tempo, ve ne accorgete dopo e contestate il tutto, venite qua e non ci sapete nemmeno dire perché avete versato i soldi.
Controllate questa convenzione, perché se nella convenzione c'era scritto che al momento dell'esecutività della delibera dovevate versare tanto, siete all'interno di un percorso amministrativo, dal punto di vista amministrativo, ineccepibile.
Ma se così non è, se la convenzione non diceva nulla o, peggio, diceva cose diverse, allora non si tratta solo più di chiedere alla Giunta di rescindere il contratto con la ditta "Eventi", ma si tratta di chiedere al Consiglio di rescindere il contratto con la Giunta. Dirvi, cioè: "E' ora che prendiate atto della vostra incapacità ad amministrare". Se non è così dovreste però essere in grado di rispondere a Chiezzi, dicendo: "Guardi Consigliere, che la convenzione prevedeva questo". Perché non lo dite e non dirimete una polemica che invece rimane tale?



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Angeleri.



ANGELERI Antonello, Assessore al turismo, sport e tempo libero

Volevo brevemente aggiungere che non posso accettare le affermazioni del Consigliere Saitta, che accusa questa Giunta di sperperare il denaro pubblico. Porto, rispetto a queste affermazioni, sicuramente gravi, un dato che parla da solo: rispetto alla promozione che questa Giunta ha fatto in questi ultimi due anni, l'unica Regione che ha avuto un aumento di turisti stranieri, a livello nazionale, è stata proprio il Piemonte, con un aumento del 5%. Questo significa che la promozione a livello internazionale che è stata fatta è una promozione che ha portato già i primi risultati e di cui si vedrà maggiormente la concretizzazione negli anni successivi.
In ordine alle richieste del Consigliere Cavaliere, che richiedeva che fossero effettuate da questa Giunta anche delle valutazioni tecniche sul concerto, queste valutazioni tecniche, come ha già asserito il collega Majorino, sono state effettuate e dovrebbero essere concluse nel giro di pochi giorni; saranno quelle che ci daranno concretamente in mano la possibilità di valutare una azione presso l'autorità giudiziaria. Entrando nel merito, ritengo poi che il concerto non sia stato assolutamente un totale fallimento; c'è stato, da parte della società, un servizio nei confronti anche della Regione perché nei titoli di coda, ma anche nei titoli iniziali, il logo della Regione Piemonte è stato proiettato: sono state proiettate immagini della Regione Piemonte a livello europeo e sono queste le cose che stiamo valutando tecnicamente. Aggiungo, e concludo, che è curioso il comportamento duplice dei Consiglieri Cavaliere e Saitta rispetto ad una posizione del Comune, che è simile alla nostra, ma dove in effetti nulla è accaduto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Solo per dire che l'Assessore ha riassunto...



PRESIDENTE

Il problema è questo. Mi scusi.
Assessore, se lei interviene dopo che gli interroganti hanno riposto alla sua replica, ovviamente lei innesca una catena a reazione. Lei non doveva intervenire; io credevo che intervenisse per dare delle delucidazioni tecniche rispetto alle richieste che sono state fatte.
Mi scusi, io non voglio fare il Violante della situazione, ma lei ha dato ancora un giudizio politico.



CAVALIERE Pasquale

Visto che l'Assessore...



PRESIDENTE

Con le interrogazioni non è possibile la replica.
Nell'interpellanza c'è l'illustrazione da parte dell'interpellante, la risposta da parte dell'interpellato e la risposta ancora da parte dell'interpellante, per dire se è contento o non è contento.
Nell'interrogazione, invece, c'è la risposta dell'Assessore e la risposta dell'interrogante; se però l'Assessore risponde a sua volta all'interrogante, ovviamente si innesca una catena infinita.



CAVALIERE Pasquale

E l'interrogante deve di nuovo dire se è contento o non è contento.
Presidente, dieci secondi per dire che l'Assessore, con l'ultimo intervento, ha fatto una difesa d'ufficio della società responsabile di un'inadempienza contrattuale e credo che questo, Vicepresidente Majorino sia una cosa molto grave di cui prendiamo atto e agiremo di conseguenza.


Argomento: Trasporti su ferro

Esame ordini del giorno n. 512 e n. 536 su "Ricostruzione del ponte ferroviario Asti-Chivasso" (collegate interrogazioni n. 1269 della Consigliera Spagnuolo e n. 1282 del Consigliere Cavaliere)


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 51) all'o.d.g. che prevede l'esame degli ordini del giorno n. 512 del Consigliere Cavaliere e n. 536 dei Consiglieri Spagnuolo, Angeli, Riba, Cavaliere, Saitta e Chiezzi, inerenti alla ricostruzione del ponte ferroviario Asti-Chivasso ed alle interrogazioni collegate n. 1269 della Consigliera Spagnuolo e n. 1282 del Consigliere Cavaliere.
La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Le interrogazioni e gli ordini del giorno sono molto chiari.
Io volevo fare un brevissimo richiamo ai fatti e porre un interrogativo, Assessore. Il richiamo ai fatti è indubbiamente la drammaticità dell'evento alluvionale del '94 che ha fatto crollare il ponte, per cui immediatamente ci si è collocati sul problema della ricostruzione del ponte stesso.
Le Ferrovie dello Stato hanno presentato e ottenuto i finanziamenti di competenza per il progetto di ricostruzione e di ampliamento del ponte.
Bisogna anche dire che nella bozza di Piano dei trasporti della Regione e della Provincia è prevista la Asti-Chivasso; risulta che sono state destinate delle risorse finanziarie cospicue a favore delle Ferrovie dello Stato, ma che tuttavia, o per intoppi o per lentezze, non sono state spese.
Questa è la ricostruzione dei fatti, che è abbastanza semplice, se vogliamo; esiste però un problema alla radice della presentazione dell'interrogazione ed è da un lato l'esigenza di questa opera, che indubbiamente riguarda migliaia di cittadini che sono interessati al collegamento tra queste due importanti aree, quella della zona precollinare chivassese e la realtà di Asti e d'altro canto, Assessore, esiste un problema nel senso che anche in sedute ufficiali è stato detto che il tutto non procedeva perché la Regione non avrebbe risposto al fatto che l'esigenza sia della ricostruzione del ponte e sia della linea.
Questo contrasta con gli atti, perché oggettivamente nel Piano dei trasporti questa linea è prevista e quindi credo che anche a fronte degli incontri recenti che ci sono stati prima al 18 marzo e successivamente in maggio e ancora più recentemente ci debba essere una risposta puntuale su queste questioni, perché è abbastanza grave che si faccia ventilare che delle opere così importanti sono ferme perché la Regione non avrebbe adempiuto non tanto alla parte programmatica, ma proprio alla parte di governo di questa situazione non avendo colloquiato sufficientemente con le Ferrovie dello Stato.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni

Ringrazio la collega Spagnuolo per questa sollecitazione che dà modo di chiarire in Consiglio qual è il livello di rapporto che l'Assessorato pu avere con le FS e anche perché sia chiarito una volta per tutte quali sono le intenzioni dell'amministrazione regionale nei riguardi delle strutture viarie per il trasporto locale nel territorio della Regione, concordate con i colleghi che poi alla fine hanno determinato sia il testo delle interrogazioni che il possibile ordine del giorno, che certamente il Consiglio regionale vorrà votare senza distinguo di parti politiche.
Il disastro alluvionale del 1994 ha fatto crollare anche il ponte nel territorio di Chivasso delle FS e in data marzo '97 si è avuta una riunione presso la Prefettura di Torino al fine di stabilire responsabilità di intervento e competenze specifiche e in quella occasione è emerso chiaramente che nell'interesse della Regione Piemonte è prioritario anche l'intervento sul ponte di Chivasso e sulla Bra-Ceva, per analogo problema.
In quell'occasione era stato chiesto dalle Ferrovie dello Stato che si rivedesse l'opportunità di ricostruire il ponte nel territorio di Chivasso oltre a quello sulla linea Bra-Ceva. Ciò in funzione della scarsa utenza delle linee e quindi l'opportunità di non spendere risorse pubbliche. Le Ferrovie dello Stato dicevano che al limite si sarebbero restituiti tali finanziamenti al Governo, ma questo non è avvenuto; nascondendo la verità di non aver saputo approfittare di altri 150 miliardi messi a disposizione dal Ministero competente per il ripristino di opere collaterali! Emergeva fin da allora, che le Ferrovie dello Stato avevano già speso circa dodici miliardi di tutte le risorse che erano state stanziate per la ricostruzione dei due ponti. Da qui è nata tutta la questione del contendere.
In data 5 marzo 1997 - per rimarcare la volontà della Regione che le risorse stanziate per la ricostruzione dei ponti venissero spese per tali opere - ci siamo messi in contatto con Edoardo Gorzegno, direttore regionale trasporto locale del Piemonte delle Ferrovie dello Stato. A seguito dell'ultimo incontro, avvenuto l'11 marzo presso la Prefettura di Torino, alla nostra valutazione sulla esistenza delle condizioni perché si eseguissero le opere, le Ferrovie dello Stato hanno messo in discussione la questione.
Nella stessa lettera dicevamo che eravamo pronti a sostenere tutto quanto era di competenza della Regione in attesa della delega che la legge Bassanini dovrà mettere in atto. Delega per la gestione diretta del traffico locale relativo alla mobilità e, quindi, del ripristino delle opere. Non potevamo garantire risorse di miliardi per la ricostruzione dei ponti.
Per quanto riguardava la richiesta delle Ferrovie dello Stato di un contributo per dieci-quindici anni, per i costi della non utenza delle stesse linee, affermavamo che il tutto doveva essere affidato ai contratti di servizio, e quindi eravamo disponibili ai contratti di servizio.
In base a questa comunicazione l'ingegnere Vaciago ci comunicava, il 19 giugno del 1997, che prendeva atto che la Regione non era disposta ad intervenire sui problemi che emergevano sulle due tratte, sia la Ceva-Bra sia l'Asti-Chivasso.
Così abbiamo sollecitato - congiuntamente a quanto avveniva anche da parte della Provincia di Asti, della Provincia di Cuneo, della Provincia di Alessandria, a nome del Prefetto di Alessandria che era stato nominato Presidente del comitato per gli interventi per il ripristino delle opere alluvionate nel 1994 - presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri interessando direttamente il prof. Franco Barberi, una riunione che chiarisse il tutto.
Avvenuta la riunione si sono rilevati tutti gli elementi che davano ragione agli Enti locali della Regione Piemonte e alla Regione Piemonte stessa, ovvero che non è possibile che delle risorse stanziate per il ripristino di talune opere vengano dirottate ad altre, pur concernenti l'attività di ripristino, ma non al ripristino dei ponti.
Al rientro abbiamo ricevuto, da parte del Sottosegretario Barberi un'opportuna, quanto preziosa comunicazione: la verbalizzazione dell'incontro, che ci siamo preoccupati di trasmettere agli interessati e cioè ai Comuni di Asti, Bra, Ceva, Chivasso, Cuneo e Mondovì, ai Presidenti della II e della V Commissione, a tutti i Capigruppo del Consiglio regionale, all'Assessore competente Cavallera, al Presidente (ovviamente) della Regione Piemonte, on. Ghigo, per far conoscere loro quanto stabilito nell'ambito di quella riunione. Per quanto riguarda il ripristino del ponte crollato della linea Cuneo-Mondovì le Ferrovie dello Stato, nella persona dell'ing. Laganà, hanno assunto l'impegno di comunicare, entro brevissimo tempo, l'intendimento dell'ente circa la riattivazione della linea in questione, preannunciando a tal proposito un orientamento favorevole.
Restiamo pertanto in attesa di ulteriori notizie in merito che ci siano trasmesse con la dovuta sollecitudine.
Per quanto riguarda la riattivazione della linea Asti-Chivasso la risposta è stata la seguente: "...le Ferrovie dello Stato, nella persona dell'ingegnere Laganà, la Regione Piemonte da me rappresentata in quell'occasione, le Province di Torino e di Asti, rappresentate dai rispettivi Presidenti, la dottoressa Bresso e il dott. Goria, hanno manifestato il comune intendimento di procedere entro brevissimo termine ad un incontro operativo nel corso del quale approfondire le problematiche relative alla futura configurazione di esercizio della linea in questione al fine di poter assumere una decisione concertata sui tempi e le modalità del ripristino".
Quindi si conferma che c'è soltanto da concertare sui tempi e sulle modalità del ripristino e che il ripristino dovrà comunque essere fatto.
Per la riattivazione - non è detto nell'interrogazione e nell'interpellanza, perché si analizza soltanto la questione inerente il ponte di Chivasso e il ponte sulla Bra-Ceva - si è rimasto d'accordo che la provincia di Cuneo potrebbe soprassedere al ripristino di quel tratto.
Sempreché - in accordo con le Ferrovie dello Stato, la Regione e la Provincia di Cuneo - emerga l'opportunità di attivare in quella direttrice di traffico tutta una struttura compatibile con le esigenze dello sviluppo dell'economia del territorio della Provincia di Cuneo. Non è escluso comunque che si debba ripristinare anche quel tratto di ferrovia, anche perché la Regione Piemonte come tutti sanno - presto ne discuteremo in Consiglio regionale - nell'ambito di tutto ciò che è l'alta qualificazione del trasporto, anche quello locale, vorrebbe che ci fosse un potenziamento di tutte le strutture collaterali, come quella che normalmente, anche se impropriamente, oggi si chiama "Alta velocità".
Il 10 luglio, per quanto riguarda tutti questi argomenti, abbiamo inviato al Sottosegretario Barberi una comunicazione per significare quanto è stato di piena soddisfazione delle nostre richieste, e per ribadire in ogni caso la nostra volontà di essere disponibili, come ci compete, a trattare con le Ferrovie dello Stato per tutto ciò che nelle percorrenze rappresenta la scarsa utenza di oggi e che dovrebbe essere la migliore utenza di domani, quando avremo migliorato quei tratti ferroviari.
Leggo il testo di tale lettera, perché penso sia di utilità alla cognizione di tutti: "Con riferimento all'incontro da Lei presieduto, on. Barberi, in data 8 luglio, desidero ringraziarLa per la disponibilità prestata, nonch ribadire l'interesse dell'Amministrazione regionale affinché le due linee ferroviarie oggetto della discussione, Asti-Chivasso e Bra-Ceva, siano prontamente ripristinate per la ripresa dell'esercizio ferroviario.
Con l'occasione si ribadisce che è nella progettualità del nostro Piano regionale dei trasporti l'avviamento dei contratti di servizio per il trasporto locale.
In tale contesto è ovvio che si dovrà procedere ad attivare i protocolli d'intesa con le Ferrovie dello Stato e altri soggetti per il potenziamento e la migliore capacità delle linee secondarie su ferro.
Si richiama, a tale proposito, quanto concordato per la Torino-Chieri con la piena soddisfazione anche degli Enti locali interessati.
In tale contesto la Regione Piemonte concorre con il 35% delle spese previste.
Pertanto si ribadiscono le disponibilità e l'impegno a contribuire al ripiano di esercizio non appena e certamente il trasferimento delle competenze in materia di trasporto ferroviario locale consentirà di ovviare ad ogni problema relativo".
In data 4 luglio abbiamo inviato la comunicazione di una possibile concertazione alla Prefettura di Asti, alla Prefettura di Torino, al Presidente della Provincia di Torino, al Presidente della Provincia di Asti e ai Comuni di Asti, Bruzolo, Brusasco, Casalborgone, Cavagnolo, Chivasso Cocconato, Lauriano, Montella Po, San Sebastiano Po.
Per le ore 16,30 del giorno 17 luglio di quest'anno, nella Sala delle Conferenze di Piazza Castello, è stata convocata una riunione avente per oggetto il ponte ferroviario Chivasso-Asti, per dare notizia anche ai Comuni interessati di quanto è stato attivato da questo Assessorato senza perdere tempo, e ciò non dopo le sollecitazioni, ma sin dall'inizio.
Le Ferrovie dello Stato, per il momento che stanno vivendo a livello di vertici (ribadendoci che sono Azienda e non certamente quello che furono un tempo Ferrovie dello Stato, dimenticando che in ogni caso il maggiore azionista è il Tesoro dello Stato e quindi sono ancora Ferrovie dello Stato), per risolvere i loro problemi vorrebbero - attraverso quella che io chiamo la scusa degli orari ferroviari - abbattere delle percorrenze e non eseguire delle opere commissionate per loro e che quindi devono essere da loro realizzate con degli stanziamenti opportuni.
Tutto ciò ci fa pensare che, in ogni caso, questi due ponti dovranno essere ripristinati in quanto, nell'ambito di tutto il trasporto locale soprattutto per la tratta di Chivasso, quella gronda rappresenta quanto di meglio si possa prefigurare fin da adesso ed in vista della Tangenziale Est di Torino, che purtroppo ancora oggi è posta in discussione; si sta cercando di valutare come poterla realizzare, magari a tratti, per disimpegnare in tutto il sistema tutto ciò che coinvolge negativamente i Comuni interessati.
Oltretutto abbiamo prospettato questa opportunità a livello ministeriale, presenti le Ferrovie dello Stato con l'ingegner Laganà: una volta realizzata la cosiddetta Alta Velocità, dovesse esserci un qualche incidente, il ponte di Chivasso costituirebbe per noi struttura adeguata per una bretella-disimpegno e per le manovre conseguenti, onde evitare che si blocchi il tutto con grave nocumento per la percorrenza normale e non soltanto quella veloce.
Le intenzioni sono queste. Ripeto, per la Torino-Chieri la Regione ha già dimostrato ampiamente - insieme al Comune di Torino e alla Provincia che hanno stanziato ciascuno per la propria parte il 20% delle risorse occorrenti per la realizzazione del potenziamento di questa tratta - che vuole attivare il proprio Piano regionale dei trasporti, naturalmente nel pieno della soddisfazione di tutto ciò che nel territorio è struttura storica, che non può essere liquidata sic et simpliciter come vorrebbero le Ferrovie.
In sostanza, il contendere con le Ferrovie è in atto; la risposta del Sottosegretario è stata quanto di più incisivo potesse esserci in quel momento, tant'è che lo abbiamo ringraziato perché ha rappresentato le prerogative della Regione, dei Comuni, della Provincia in perfetta coerenza con quanto disposto dalle risorse stanziate specificamente per la ricostruzione di quei due ponti.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore. Mi dovrebbe gentilmente dire se accetta gli ordini del giorno presentati dal Consigliere Cavaliere e dalla Consigliera Spagnuolo.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni

Sì, li accetto tutti e due.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavaliere; ne ha facoltà.



CAVALIERE Pasquale

Ho chiesto la parola solo per dire che mi pare che ora l'Assessore abbia preso il problema per il verso giusto, differentemente dal passato dove il problema era stato completamente abbandonato.
Noi auspichiamo che l'azione dell'Assessore si concretizzi in termini precisi in breve tempo, per ripristinare questa indispensabile infrastruttura in quella zona e per fa sì che i collegamenti si riaprano nel più breve tempo possibile.
Ben vengano tutte le azioni, anche l'ordine del giorno proposto, per far sì che si dia un chiaro indirizzo in questo senso.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Ringrazio l'Assessore Masaracchio per aver accolto gli ordini del giorno.
Indubbiamente il problema con le Ferrovie dello Stato c'è stato e anche dalla dettagliata relazione dell'Assessore devo dire che in parte c'è ancora, per cui io auspico che ci sia un'attenzione pressante dell'Assessorato in particolare proprio sulle Ferrovie dello Stato nell'interesse di queste comunità che vedono nei collegamenti ferroviari e non la possibilità anche di un loro sviluppo, perché altrimenti sono zone che in qualche modo possono ancora di più impoverirsi.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste di parola, pongo in votazione l'ordine del giorno n. 512, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte premesso che: il ponte ferroviario in oggetto è crollato con l'alluvione del novembre 1994 la ricostruzione dell'opera è stata inserita dallo Stato nell'elenco degli interventi prioritari, ottenendo i relativi finanziamenti l'Ente Ferrovie ha presentato il progetto di ricostruzione del ponte e tale progetto ha già ottenuto i necessari visti di competenza, i finanziamenti e la prima tranche dei lavori, che è già stata appaltata risulta ferma per un contenzioso tra l'Ente Ferrovie e la ditta appaltatrice l'appalto della seconda tranche è stato attivato e giace fermo in attesa dell'individuazione ufficiale del vincitore considerato che: il ponte in oggetto è dato per esistente sia nella bozza di Piano dei trasporti della Regione che nel Piano dei trasporti della Provincia di Torino i Sindaci dei Comuni interessati alla riattivazione della linea si sono incontrati, l'11 marzo 1997, nella sede della Prefettura di Torino, con funzionari della Regione, Provincia di Torino e dell'Ente Ferrovie, i quali si sono impegnati ad eseguire l'opera in questione con una nota del 18 marzo 1997 l'Ente Ferrovie dice chiaramente che pur esistendo le condizioni per poter eseguire le opere mette in discussione la validità dell'intervento sotto il profilo economico, nel merito la decisione potrebbe essere rivista solo a condizione che la Regione si dichiari disponibile a ripianare, per un periodo di 10/15 anni, il costo del servizio i Sindaci dei Comuni interessati alla linea hanno richiesto, con lettera del 2 aprile 1997, all'Ente Ferrovie impegni precisi sulla riattivazione della linea che, nel recente passato, ha visto investimenti di miglioramento e modernizzazione tale linea riveste un'importanza primaria per la zona e il perdurare di tale situazione rappresenta un elemento di disagio ed esasperazione della popolazione interessata.
Tutto ciò premesso e considerato il Consiglio regionale impegna il Presidente della Giunta regionale per un'azione decisa per sbloccare tale situazione e chiarire le eventuali responsabilità nell'operato delle parti in causa".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 42 Consiglieri presenti.
Pongo ora in votazione l'ordine del giorno n. 536, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerato che il ponte ferroviario Asti-Chivasso, crollato a seguito dell'alluvione del '94, la cui opera di ricostruzione, già finanziata, è stata inserita dallo Stato nell'elenco degli interventi prioritari considerato che l'Ente Ferrovie dello Stato ha già presentato ed ottenuto i necessari visti di competenza per il progetto di ricostruzione ed ampliamento del ponte, la cui prima tranche risulta essere appaltata, ma ferma per un contenzioso con la ditta appaltatrice, mentre la seconda tranche è in attesa dell'individuazione del vincitore essendo l'opera data per esistente sia nella bozza di Piano dei trasporti della Regione che in quella della Provincia di Torino considerato che in una riunione congiunta Regione Piemonte, Provincia di Torino, l'Ente Ferrovie dello Stato si è impegnato ad eseguire i lavori, ma con successiva nota del 18 marzo c.a. subordina l'esecuzione degli stessi ad una disponibilità della Regione a ripianare, per un periodo di 10/15 anni, il costo del servizio impegna la Giunta regionale 1) a volersi fare parte attiva adottando tutti gli interventi utili al fine di: superare la situazione venutasi a creare con l'Ente Ferrovie dello Stato chiarire eventuali responsabilità che hanno di fatto bloccato l'avvio della ricostruzione del ponte ferroviario sul Po, elemento di rilevante importanza, la cui mancata realizzazione colpisce ulteriormente gli interessi di una comunità già fortemente provata in passato 2) a voler ribadire la non disponibilità della Regione Piemonte ad assumersi quegli impegni sui quali fanno leva le Ferrovie dello Stato considerato che l'Ente ha ottenuto dallo Stato significative risorse da utilizzare per la specifica ricostruzione del ponte sul Po e non per generiche opere, pertanto non può, oggi, mettere in rapporto la realizzazione del ponte con la redditività della linea ferroviaria Asti Chivasso, non valutabile con una semplice misurazione del numero di utenti".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 42 Consiglieri presenti.


Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale sulla questione dei contributi regionali per le manifestazioni "Juvecentus"


PRESIDENTE

La parola la Presidente della Giunta regionale, Ghigo, che svolgerà una comunicazione sulla questione dei contributi regionali per le manifestazioni "Juvecentus".



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Nella seduta precedente mi ero impegnato ad aggiornare il Consiglio sull'evoluzione dell'interpretazione dell'ordine del giorno votato in Consiglio regionale, in relazione alla deliberazione "Juvecentus".
Mi sono permesso, se me ne darete l'opportunità, di fare anche alcune riflessioni di carattere generale sull'argomento, che vi leggo.
L'investimento per "Juvecentus" è finalizzato alla promozione internazionale del Piemonte attraverso i suoi punti di eccellenza: in ambito sportivo la Juventus rappresenta, da questo punto di vista, un eccezionale veicolo di immagine per la nostra regione e non già, come si legge nell'ordine del giorno n. 506, strumento "funzionale ad un impatto di immagine della Giunta regionale". Questo tenevo a sottolinearlo.
Il Consiglio regionale ha probabilmente sottovalutato la risonanza dal punto di vista della promozione dell'immagine, che il progetto "Juvecentus" è in grado di dare al nome del Piemonte nel mondo.
La Regione Piemonte, del resto, persegue da tempo una strategia di valorizzazione dei principali eventi sportivi come canali di promozione e valorizzazione dell'immagine del Piemonte: basti pensare ai Campionati mondiali di Sci del Sestrière - che noi abbiamo solo gestito: non è sicuramente stato merito nostro averli acquisiti, ma dell'amministrazione prevedente - e ai Campionati mondiali di Cross Country svoltisi proprio nella nostra città nel 1997. prioritaria appare la valenza di comunicazione che lo sport può assumere. Mai come oggi l'interesse verso lo sport quale veicolo principale della comunicazione pubblicitaria è stato tanto vivo. Lo sport e le grandi squadre sportive sono diventati uno strumento di comunicazione di grande rilievo, posto in concorrenza con gli altri media in fase di pianificazione pubblicitaria.
Voglio inoltre sottolineare che, il 17 e 18 settembre prossimi si terrà a Bruxelles il Forum del Comitato delle Regioni che avrà per tema: "Lo Sport, veicolo dell'identità delle Regioni e delle Città". Nel documento appositamente elaborato per l'occasione dalla DG X dell'Unione Europea si legge testualmente: "Il Comitato delle Regioni consentirà a Regioni e Città di evidenziare l'impatto dell'organizzazione di eventi internazionali e l'influenza dei Clubs sportivi famosi sul loro contesto economico e sociale e, parimenti, sull'immagine e sull'identità dei medesimi. "In tale sede internazionale, il Piemonte sarà chiamato ad illustrare proprio l'iniziativa di "Juvecentus".
In relazione a quanto riportato nell'ordine del giorno n. 506 circa l'opportunità di finanziare le attività sportive giovanili e la diffusione della pratica sportiva tra i giovani, il Governo regionale in carica si è dotato - attraverso la legge regionale 22 dicembre 1995, n. 93 "Norme per lo sviluppo dello sport e delle attività fisico-motorie" - di un significativo strumento adeguato a rispondere alle sopracitate esigenze. In particolare la Regione concede contributi per: la realizzazione di campagne di sensibilizzazione, educazione, informazione per la diffusione ed il corretto esercizio delle attività sportive e fisico-motorie e la realizzazione di campagne di sperimentazione nel campo della promozione sportiva e fisico-motoria, nonché di azioni per la diffusione della pratica sportiva tra i giovani in età scolare.
Le risorse disponibili per il 1996 su questa legge sono state di 700 milioni di lire, mentre il bilancio 1997 ha segnato un incremento significativo, portando lo stanziamento a 1 miliardo e mezzo.
In realtà sullo specifico tema richiamato nell'ordine del giorno c'è stata, a copertura di una legge regionale un incremento di stanziamento maggiore del 100%.
Valutato comunque l'orientamento espresso dal Consiglio regionale nel documento già citato, la Giunta ha proposto agli organizzatori di "Juvecentus" l'inserimento di iniziative di valorizzazione e promozione delle scuole di calcio e delle società sportive calcistiche giovanili.
Verificata la disponibilità del coordinatore Juventus s.p.a., ci ripromettiamo di convocare al più presto i potenziali interessati per costruire insieme a loro le nuove iniziative per la promozione del calcio.
Si ritiene comunque di dover ribadire per doverosa informazione che l'accordo a suo tempo raggiunto in ordine alle celebrazioni del centenario della Juventus non prevede interventi diretti di alcun genere nei confronti della società ma è invece finalizzato soprattutto alla promozione della cultura dello sport. La mostra del centenario è un'iniziativa di indubbio carattere storico-culturale alla quale collaborano eminenti studiosi universitari e ben rientra nei compiti istituzionali della Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Signor Presidente del Consiglio, si pone un problema. Cosa si fa quando un atto d'indirizzo del Consiglio, che obbliga la Giunta in un certo senso non viene preso in considerazione? Cosa facciamo? Il Presidente Ghigo inizia il suo intervento con delle considerazioni generali sul "Progetto comunicazione", su cui peraltro avrei tante cose da dire ad iniziare dal fatto che continua l'opera di pubblicità della Giunta a spese dei cittadini, con inserti sui quotidiani locali, con interviste agli Assessori. Continua la propaganda della Giunta a spese dei cittadini riviste private continuano a pubblicare foto di Assessori, di dirigenti della Regione - riviste su cui la Regione farà apparire la propria pubblicità. Le deliberazioni relative sono pronte in Assessorato al turismo: abbiamo solo da verificare il "pozzo di san Patrizio" della Giunta regionale. Ci sarebbe da parlare ore sul "Progetto comunicazione..." Entrando nel merito della mozione, voglio darne non l'interpretazione autentica, ma quella oggettiva. La mozione dice che non si doveva fare la promozione di quell'evento in quel modo, con 800 milioni.
Questo, Presidente Ghigo, può piacere o meno, ma lei non può continuare a dire "No: era giusto." Può dire: "Mi rammarico che un'idea giusta sia stata modificata dal Consiglio". Non può sostenere "Continuiamo così perch quell'idea era giusta". Non può dirlo in questi termini, istituzionalmente! Lei, invece, ci continua a ripetere che sono stati aumentati i soldi sulla legge per la promozione dell'attività sportiva...: ma quella è la legge per la promozione dell'attività sportiva che, per l'appunto, ho solo un miliardo e mezzo. Tutte le attività sportive della Regione Piemonte inserite in quel comparto vengono finanziate con un miliardo e mezzo; e con una deliberazione si propone di spendere quasi altrettanto in una sola iniziativa. Noi abbiamo detto: "Si usi anche l'evento sportivo di "Juvecentus", importante appuntamento che può essere un momento di veicolo dell'attività sportiva in collaborazione con la Juventus, facendogli assurgere un determinato ruolo, ma si usi il denaro per promuovere l'attività sportiva". Questo chiedeva la mozione, oltre al fatto che, per quanto ancora possibile, si modificasse quanto deciso. E' qui il punto Presidente. Lei ora si contraddice, senza dire ciò che non ha detto.
La scorsa settimana lei ha detto che le preoccupazioni che si sia andati troppo avanti che non si sia intervenuti subito, non ci sono, perch non è stato messo nulla in essere che non possa essere modificato. Delle due, l'una: se è come ha detto la scorsa settimana, si modifichi. La mostra si allestisca in termini diversi e diventi altra cosa: un percorso itinerante di promozione sportiva, non l'evento che era stato concepito perché questo è quanto le ha chiesto il Consiglio, con l'atto di indirizzo rappresentato A questo punto, però, pongo un problema di carattere politico istituzionale; la scorsa settimana ci era parso di aver capito male: il Presidente Ghigo oggi invece ci ha ribadito che non gliene importa niente di quanto ha deciso il Consiglio e che lui va avanti per la sua strada.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Mi associo alle considerazioni del collega Cavaliere che ha perfettamente "centrato" le questioni di carattere istituzionale che stanno alla base di questa vicenda.
Anch'io ho sentito le dichiarazioni del Presidente e mi è parso chiaro (questa volta chiaro, la volta scorsa probabilmente ero caduto in un equivoco) che il Presidente della Giunta regionale non intende seguire le indicazioni contenute nell'ordine del giorno approvato a maggioranza dal Consiglio regionale. Ha esordito dando proprie interpretazioni e contestando il contenuto dell'ordine del giorno; a questo punto, Presidente Ghigo, le ricordo che la sua non è un'elezione diretta, la sua fonte di legittimazione è il Consiglio regionale, lei è stato eletto dal Consiglio regionale! Deve rendere conto al Consiglio e accoglierne i suggerimenti e le indicazioni che provengono - anche - dalla sua maggioranza. Se si fosse trattato soltanto di un'indicazione della minoranza, l'ordine del giorno non sarebbe stato votato anche dalla maggioranza: lei deve tener conto delle indicazioni del Consiglio regionale nella sua interezza! Dopodiché, lei può andare avanti tranquillamente - la deliberazione è della Giunta - con tale metodo lei rompe il rapporto istituzionale esistente tra Presidente della Giunta regionale e Consiglio! E' un fatto di estrema gravità, che probabilmente lei ha sottovalutato e sottovaluta enormemente, ma è opportuno che le minoranze ne tengano conto, come spero faranno anche le maggioranze! Sottolineo questo aspetto perché lei dimentica che la discussione sulla Juventus avvenne in un momento particolare: quando, cioè, si discuteva anche dello Stadio delle Alpi. In quell'occasione qualche Consigliere addirittura di maggioranza, fece rilevare che il contributo poteva avere senso se inserito in un ragionamento più ampio attorno alla soluzione dello Stadio delle Alpi. Mi pare fosse il collega Montabone a dire "c'è questo argomento sul piatto: se può servire per una soluzione, ha senso".
Invece niente, non si tiene assolutamente conto di nulla! Le posizioni del Consiglio sono state chiare: il contributo andava ridotto e una parte di questo andava utilizzato per la promozione sportiva.
Lei, la volta scorsa, ci ha detto una bugia, Presidente: ci ha detto che quella era una strada di ritorno, ovvero che la deliberazione era stata assunta, ma anche che era stata in qualche maniera bloccata, poiché era stata finanziata solo la conferenza stampa (non per nulla un giornale torinese ha scritto: "centomila lire a tartina").
Immaginavamo che si potesse ancora discutere, che il Presidente stesse ridiscutendo, che la Giunta stesse ripensando quella scelta.
Non si vuole tornare indietro: è fatto di estrema gravità. E non muovo una critica soltanto al Presidente della Giunta; credo che anche il Presidente del Consiglio abbia il dovere - quando riterrà opportuno, per parte mia lo sollecito a farlo - di richiamare pubblicamente, nella sua autorità, il ruolo del Consiglio: egli rappresenta le decisioni del Consiglio! Se la Giunta ritiene di dover cancellare quell'ordine del giorno, ne presenti un altro di annullamento, sostenendo che quella precedente è stata una decisione sbagliata! Lo assuma chiaramente: non possono assolutamente esserci sotterfugi e ipocrisie! Mi fermo nel sottolineare questo aspetto; attendo una risposta del Presidente del Consiglio e una presa di posizione nei confronti dell'esecutivo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Il Presidente Ghigo ha di fronte a sé due possibilità e deve scegliere tra le due: non può comportarsi come ha fatto finora.
La prima possibilità è accogliere l'invito che il Consiglio gli ha rivolto: mutare una sua decisione e finanziare con gli 800 milioni attività di promozione sportiva. E' una possibilità, non un obbligo: il Consiglio ha espresso un indirizzo molto critico nei confronti di una sua decisione, lo ha invitato a cambiarla; il Presidente della Giunta può scegliere di accogliere l'invito.
Il Presidente della Giunta ha un'altra possibilità davanti a sé: non accogliere l'invito, cosa che sta facendo, e quindi dimettersi dall'incarico. Non ci sono altre strade.
Di fronte a un mandato che le proviene dal Consiglio - e non dal popolo! - lei ha una libertà di azione che si concretizza in due soluzioni: accogliere l'invito o andarsene! Non è data la soluzione di non accogliere l'invito e di non dimettersi da Presidente della Giunta. Questa non è possibile! Allora, fino a che il Presidente della Giunta regionale non risolve questa sofferenza di rapporti tra l'aula consiliare che le ha consegnato la responsabilità di Presidente della Giunta e la sua attività concreta, per quanto riguarda il nostro Gruppo l'aula è immobile, in attesa che questa crisi istituzionale venga risolta dal Presidente della Giunta regionale.
Noi siamo fermi, aspettiamo una sua scelta! E la scelta è quella - l'ordine del giorno è preciso - del 27 maggio 1997, quando il Consiglio le disse: "correggere per quanto è possibile". Allora, se relativamente agli 800 milioni al 27 maggio nessun impegno era ancora stato assunto, e dato che l'ordine del giorno diceva "è più corretto finanziare, anziché questa manifestazione, la promozione dell'attività sportiva", significa che le cifre erano disponibili e passibili di cambiamento nella propria destinazione. E questo lei deve farlo se non vuole dimettersi! Anzi, non "deve" farlo, può anche dire: "no, il Consiglio ha sbagliato ritengo valida - come ha detto - la manifestazione e questo finanziamento quindi, entrando in contraddizione con un mandato ricevuto dal Consiglio rassegno le mie dimissioni, poiché non rinuncio alle mie idee". Ma lei non può non rinunciare a idee che il Consiglio ha detto sbagliate e di cui si è chiesta la correzione, e rimanere inattivo rispetto all'obbligo del Consiglio.
Questa è un'impasse - e mi rivolgo al Presidente Picchioni - che va preventivamente risolta, prima che l'aula proceda ad altre incombenze.
Questo è un momento di crisi istituzionale evidente e di un rapporto di sfiducia che il Presidente della Giunta regionale evidenzia nei confronti del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Si sta discutendo di problemi molto importanti: vi prego! Io non so se non avete la sensibilità di cogliere cosa si sta discutendo in questo momento!



CHIEZZI Giuseppe

Questa è un'evidente crisi di sfiducia che il Presidente della Giunta regionale esprime con i propri atti nei confronti del Consiglio regionale.
Siamo al vertice dei problemi politici e, senza una risoluzione - in un senso o nell'altro - non penso che si possa procedere.
Rimangono aperti dei codicilli, tipo conoscere - ma questo può essere un accertamento successivo - la cifra disponibile al 27 maggio.
Se qualche impegno finanziario differente da quello indicato dall'ordine del giorno del Consiglio inerente a questa spesa è stato assunto dalla Giunta regionale successivamente al 27 maggio, chiedo di conoscerlo, perché mi premurerò di segnarlo alla Corte dei Conti, in quanto si tratterebbe - a mio modo di vedere - di una spesa effettuata in contrasto con un indirizzo di comportamento dato dal Consiglio regionale.
Quindi, o il Presidente Ghigo chiarisce in uno di questi due sensi la propria indicazione oppure per quanto ci riguarda - avremo un confronto con altre forze di opposizione - non c'è modo di procedere nei nostri lavori fino a quando non avremo risolto questo rapporto di fiducia.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Naturalmente questo è un argomento che si presta ad un dibattito anche sul rapporto e sulle considerazioni fatte dai Consiglieri intervenuti.
La cosa strana è che, quando conviene, sono direttamente eletto dai cittadini; quando non conviene, sono eletto dal Consiglio: insomma, ce n'è per tutte le stagioni! Ma a prescindere da questo, vorrei precisare che con la risposta data non ho messo in dubbio o detto di non voler prendere in considerazione l'ordine del giorno del Consiglio, perché questa frase nessuno me la pu addebitare, tanto meno mi sono contraddetto rispetto all'intervento della settimana precedente. In effetti, non avevo parlato in maniera così chiara.
Naturalmente c'è chi vuole dare una propria interpretazione, come è anche giusto che avvenga in un'aula come questa, però ritengo doveroso precisare il senso delle cose che ho detto prima, almeno dal punto di vista della Giunta regionale, in modo che non ci siano equivoci.
Prima di tutto, nessun atto deliberativo è stato assunto dopo la data del 27 maggio, elemento che interessava al Consigliere Chiezzi; al di là di quella spesa per la tartina (che costa 100 mila lire, come ha ricordato il Consigliere Saitta e come riportato sul giornale Repubblica), credo questo lo posso affermare - che si debba rimarcare un altro aspetto: l'ordine del giorno votato recitava: "per quanto ancora possibile".
Il problema, per essere chiari, espliciti e senza girare intorno a strumentalizzazioni e considerazioni di questo genere, è che io continuo perché questa naturalmente è una mia opinione personale - a sostenere che l'interpretazione che l'aula ha dato su questa deliberazione della Giunta è stata di tipo strumentale di carattere politico.
E' un'interpretazione che comunque rispetto, perché espressione di un'assemblea, e ne prendo atto.
Tuttavia quella data alla deliberazione è un'interpretazione secondo me sbagliata.
Ripeto: è una delibera di investimento pubblicitario da parte del Piemonte e non di contributo nei confronti della Juventus, come invece è stata disegnata.
D'altro canto, c'è anche da considerare che il rapporto con la Società Juventus S.p.A. per l'organizzazione di questo evento è datato da mesi, nel senso che ci sono state diverse interlocuzioni e sono stati assunti degli impegni.
Mi trovo dunque nella situazione di avere un ordine del giorno del Consiglio regionale che mi dice "per quanto ancora possibile"; ma - domando se io rispondessi: "Non è più possibile", sarebbe sufficiente? Non credo, perché in questo ordine del giorno si dice anche che questi soldi avrebbero dovuto essere spesi per promuovere lo sport giovanile.
La deliberazione, in sostanza, presuppone un investimento specifico per quanto riguarda la realizzazione della mostra "Juvecentus", che si terrà alla Promotrice: al di là della conferenza stampa, tutto il resto dell'investimento va in quella direzione.
Tra l'altro, vi sarà occasione di un'altra ulteriore polemica quando discuteremo della questione Stadio, perché come qualcuno sosteneva le due sono, per certi versi, correlate. E vorrei ricordare che se una soluzione sia pure criticata da qualche parte, è stata assunta...
Naturalmente l'aula sarà nuovamente sovrana su questo argomento, ma vedremo quale sarà l'atteggiamento dell'assemblea, quando la Giunta dovrà assumere o proporre al Consiglio un atto deliberativo in quel senso.
Ritornando all'argomento "Juvecentus", mi trovo nella situazione di dover in un certo senso modificare o venir meno o recidere l'impegno di un'organizzazione di un evento che, naturalmente, non è di poco conto.
Potrei tranquillamente, lavandomene le mani e non assumendomi le mie responsabilità, telefonare alla Juventus e dire: "Il Consiglio, che è sovrano, ha firmato un ordine del giorno, per cui per quanto riguarda gli impegni assunti con la Juventus, pazienza: fateci pure causa o fate le considerazioni che volete, ma non posso procedere come concordato".
Tuttavia, anche interpretando la maggior parte delle considerazioni che avete fatto, credo che questo non sarebbe obiettivamente un comportamento corretto.
L'iniziativa ha comunque una ricaduta sulla città e, secondo me, se il Consiglio sarà disponibile ad interpretare in senso positivo questo sforzo può trovare una declinazione un po' più ampia di quella che invece è stata criticata in quest'aula.
Mi spiego meglio, raccogliendo un'indicazione del Consigliere Cavaliere all'interno del suo intervento. Se la mostra, invece di tenersi solo a Torino, incomincia ad essere itinerante per le varie Province, creando un minimo di partecipazione da parte delle collettività locali, questo evento potrebbe avere una diversa connotazione.
Torno a ripetere: questo intervento è stato giudicato negativo dal Consiglio, ma io rimango comunque della mia opinione, e cioè che è stato giudicato negativamente perché si è voluta dargli una lettura che non è quella reale.
Si tratta unicamente di un investimento di promozione pubblicitaria dell'immagine della Regione Piemonte: niente altro.
E' ovvio che io non ho nessun motivo per non prendere in considerazione l'istanza del Consiglio; non nascondo, però, che nella gestione con l'interlocutore in questione ho delle oggettive difficoltà a trovare una soluzione: non è cosa che posso immediatamente realizzare e con facilità.
Ci sto provando, stiamo facendo delle riunioni: le mie considerazioni non sono portate ad escludere l'interpretazione dell'ordine del giorno che il Consiglio ha votato a maggioranza. Non sono così sciocco! Nonostante abbia poca esperienza politica, in questi due anni, ho imparato qualcosa soltanto guardando l'espressione del Consigliere Chiezzi quando parlo. Non sono proprio così sprovveduto: so benissimo che non posso permettermi di non prendere in considerazione un ordine del giorno votato alla maggioranza dal Consiglio regionale.
Avrei un'altra soluzione, oltre a quella di dimettermi: convincere la maggioranza a presentare un ordine del giorno a favore della deliberazione.



CHIEZZI Giuseppe

Solo che poi lo votiamo di nuovo a scrutinio segreto, quindi...



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Non è questa la strada che io voglio percorrere, come non è quella di dimettermi su un argomento come questo.
In questo senso mi rivolgo al Consiglio: chiedo di darmi il tempo di modificare questo rapporto con la società Juventus, con la quale ci siamo come Giunta - presi un impegno, in modo che voi possiate trovare soddisfazione nelle proposte di formulazione di questo evento che io riuscirò a realizzare, considerando che non c'è alcun atto formale di impegno di denaro, ma c'è, obiettivamente, una trattativa ed una discussione per applicare in maniera concordata con la Juventus l'ordine del giorno votato a maggioranza dal Consiglio regionale.
Naturalmente, se il Consiglio ritiene di non darmi questa possibilità e di volere immediatamente una soluzione, posso solo dire che allo stato attuale delle cose la soluzione chiara e definitiva di come verrà realizzato questo evento non ce l'ho - ne stiamo parlando.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta colleghi Consiglieri. A suo tempo, pur facendo un intervento critico rispetto al finanziamento di 800 milioni per i festeggiamenti del centenario della Juventus, non ho votato quella mozione perché ritenevo l'impostazione della stessa non confacente alle esigenze della Regione.
Le critiche non erano rispetto alla logica di usufruire di una manifestazione per lanciare il "prodotto Regione Piemonte", ma perch nutrivo dei dubbi sul tipo di manifestazioni che si andavano a sponsorizzare: molto probabilmente non ci sarebbe stata la ricaduta positiva che si auspicava nella deliberazione stessa.
Ancora oggi non concordo sull'impostazione di alcuni Consiglieri di minoranza, secondo la quale la cifra dovrebbe essere devoluta per la promozione di attività sportive - così dice la mozione.
Ha ben ragione il Presidente Ghigo quando ricorda che sulla promozione delle attività sportive e fisico-motorie c'è una legge ad hoc, che demanda la promozione ad Enti a questo preposti: gli Enti di promozione sportiva.
Sarebbe assurdo, quindi, devolvere una tale cifra da parte della Regione direttamente ad una S.p.A. al fine di promuovere l'attività sportiva di base: non è sua competenza.
Sono assolutamente d'accordo, pur nutrendo ancora dei dubbi su un'effettiva ricaduta positiva dell'investimento - così come si spera - che si debba perseguire quella finalità come promozione dell'Ente Regione, e non come attività promozionale sportiva.
Vengo all'ordine del giorno. Pur non condividendolo, il Consiglio regionale l'ha votato a maggioranza, dando una chiara indicazione alla Giunta regionale su come muoversi: impostare la problematica rispetto alla promozione dell'attività sportiva.
Credo non ci sia alternativa, rispetto allo stato delle cose: presentare un altro ordine del giorno che chiarisca l'interpretazione di questo fatto; diversamente, non si riesce ad uscire dal problema.
Mi permetterò - assieme ad altri colleghi eventualmente d'accordo - di cercare di stendere quest'ordine del giorno, perché sono decisamente contrario a quanto detto in quest'aula rispetto alla promozione sportiva che rasenta quasi il limite della legalità -: c'è una legge ad hoc sulla promozione sportiva.
Mi propongo dunque di stendere, assieme ad altri colleghi che intendano sottoscriverlo - e formularlo - un ordine del giorno che superi quello precedente. Il Presidente della Giunta, con la sua interpretazione sarebbe messo a rischio da eventuali ricorsi alla Corte dei Conti, e crediamo che questo non debba avvenire.
Preghiamo comunque il Presidente della Giunta di verificare le possibili ricadute sulla promozione, nel suo insieme, della Regione Piemonte - dall'esistente progetto in fase di avanzamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Grazie, signor Presidente. Ovviamente, sulla comunicazione del Presidente si tenta di innestare una polemica che ha altri obiettivi e non solo quello della comunicazione o della deliberazione o dell'ordine del giorno di cui stiamo discutendo: un attacco a 360 gradi su quella che viene ritenuta propaganda istituzionale della Giunta. Propaganda istituzionale che, sia personalmente sia come Gruppo, condividiamo assolutamente. Ahim non godiamo spesso di mezzi d'informazione che danno atto di quanto si fa in genere, s'interessano quasi esclusivamente di polemiche, spesso di corridoio. Quindi, è giusto che ci sia una propaganda istituzionale della Giunta, che condividiamo in toto; il fatto che ci sia la foto di un Assessore su una rivista - devo dire che è anche una bella foto l'Assessore è fotogenico - non mi stupisce. D'altronde non potremmo neanche pretendere che quando la FIAT o la STET - una società privata ed una pubblica - pagano dei quotidiani per la pubblicità, non comparisse più la foto di Gianni Agnelli o del Presidente della Telecom! E' la stessa cosa: se la Telecom fa pubblicità su La Stampa, gliela paga: una società pubblica paga la pubblicità ad una privata.
A questo punto, La Stampa non dovrebbe più pubblicare la foto del Presidente della Telecom? Si tratta di una polemica assolutamente strumentale, che non c'entra niente con l'oggetto della nostra discussione.
Un conto è parlare di "Juvecentus", della mozione presentata, altro è un attacco indiscriminato su una propaganda istituzionale, che a mio avviso deve continuare ed essere anche intensificata. Chiudo questo capitolo.
"Juvecentus": Presidente, ci sarebbe una terza via.
Premesso che lei sicuramente non si deve dimettere, deve assolutamente aderire agli impegni della mozione. Se lei volesse uscirne furbescamente potrebbe basarsi su quel punto molto chiaro dell'impegnativa: "per quanto possibile": non è possibile.
Potrebbe dire: "I soldi ho deciso di spenderli. Voi mi dite 'per quanto è possibile'. Per quanto possibile rimangono, dall'accordo fatto, 10 milioni: vedremo, con questi 10 milioni, di finalizzare la promozione dell'attività sportiva".
Condivido quanto detto dal Consigliere Montabone: non si sta finanziando il progetto "Juvecentus", progetto di altissimo livello, per fare promozione sportiva - che non spetta alla Juventus e che comunque non ha bisogno di soldi per farla. L'interesse che la Giunta ha perseguito con quella deliberazione era diffondere il marchio Piemonte ovunque la Juventus possa portarlo in giro.
Qual è la parte in cui il Presidente della Giunta si può muovere, "per quanto possibile", senza doversi né rimangiare la deliberazione né fare passi indietro - oltre ad accedere all'opportunità di un nuovo ordine del giorno? E' chiedere alla Juventus una maggiore disponibilità nell'uso del marchio Regione Piemonte. Purtroppo, infatti, questa nostra partecipazione rischia in effetti di essere un po' sottodimensionata.
Faccio un esempio: il 23 luglio la Juventus presenterà la squadra al Delle Alpi - dello stadio è meglio parlarne un'altra volta. Sarà la squadra che vincerà il prossimo campionato, la prossima Coppa dei Campioni e tutto il resto: un grande evento.
Con un certo dispetto ho dovuto annotare che su RTL, che ascolto ogni tanto quando viaggio in macchina, e su altri network radiofonici nazionali dopo tutta una lunga spiegazione connessa al centenario della Juventus alla presentazione della squadra e quant'altro, la Regione non viene ricordata nemmeno con una frasetta del tipo "con la collaborazione della Regione Piemonte". Questa potrebbe essere una cosa che si può ottenere altra cosa potrebbe essere il far girare il marchio "Spirito Europeo". Non andiamo a parlare di federalismo, di deleghe, di rapporti diretti che possiamo avere in Europa. Il fatto che il marchio Regione Piemonte giri è importante per il futuro strategico ed economico del Piemonte. Si potrebbe pretendere dalla Juventus che questo marchio sia riportato sulle magliette dei calciatori: sono già pieni di stemmini: quello della Coppa dei campioni, quello dell'Italia, 86 scudetti: perché no? Sono una squadra piemontese, abbiano una bandiera piemontese. Perché non proporre, per esempio alla Juventus e al Torino, come squadre piemontesi, di mettere lo stemma Regione Piemonte sulle magliette? Questi sono sistemi di promozione legittima che mi permetto di sottolineare al Presidente della Giunta, se vuole prendere iniziative in tal senso.
Detto questo, se servisse un altro ordine del giorno saremmo disposti a firmarlo e votarlo; il "per quanto possibile", comunque, pone il Presidente al riparo da qualsiasi interpretazione eccessiva della mozione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Vorrei premettere un richiamo ai ripetuti interventi - non soltanto miei - relativi all'eccesso di politica di promozione dell'immagine della Regione.
Il collega Gallarini mi ha risposto dicendo che l'immagine è un problema: voglio riprendere il ragionamento da quel punto: sono infatti sinceramente preoccupato di questa tecnica di comunicazione regionale attraverso marche di sigarette, sardine, gatti e giornali.
A mio modo di vedere, è inopportuno per la Regione acquisire popolarità usando questi mezzi di comunicazione - ed uso "popolarità" e non "prestigio", perché non si tratta certo di questo. Non si può competere con il più corrente mercantilismo della tecnica di comunicazione dell'immagine per veicolare le conoscenze sull'esistenza di questo o di quel prodotto ben sapendo che la tecnica della comunicazione è usata dal mercato a prescindere dalla qualità intrinseca del prodotto.
Sarebbe preoccupante se anche la Regione, come istituzione, potesse essere veicolata nella popolarità della gente, a prescindere da qualsiasi contenuto. Non avremmo difficoltà a trovare delle situazioni, dei regimi delle circostanze, delle istituzioni che si sono "promozionate" a scapito dell'interesse pubblico diffuso e consolidabile, attraverso la tecnica dell'immagine. E la Giunta-Ghigo insiste: credo si tratti di monomania.
Così non si può andare avanti! Alla gente non interessano le parole: "Regione Piemonte-Spirito europeo"; ai pescatori del lago Maggiore - dei quali ogni tanto ci occupiamo - ai coltivatori delle Langhe che aspettano il distretto del vino o al qualcun altro che aspetta il riordino sanitario o l'approvazione del Piano dei rifiuti, interessa sapere se esiste la Regione Piemonte. Dovremmo andare al recupero di un'immagine popolare conosciuta, nota.
Pertanto - mi rivolgo soprattutto ai colleghi della maggioranza questa è una di quelle strade sulle quali non siamo più disposti a seguirvi! Se siete disposti a seguire la Giunta su quella strada vuol dire che andremo verso un confronto che cominciamo a considerare deteriore per il modo di essere, di lavorare, di proporsi di questa Regione.
Vorrei poter vedere il Presidente Ghigo in polemica magari con il Presidente Prodi su questioni portanti: federalismo, riforme istituzionali investimenti, sviluppo della nostra regione: perché no?: svolgerebbe il proprio ruolo. Non mi sembra invece così opportuno vedere facce sorridenti di Assessori che promuovono, salutano, e che in ultima analisi promuovono se stessi con pubblicità come quella di un qualsiasi prodotto che entra nel consumo e nella conoscenza quotidiana della gente. Non va bene! Non voglio dirimere oggi una situazione del genere, ma un'istituzione dallo spessore derivante da un mandato istituzionale deve tendere ad altre cose. Capisco l'enorme difficoltà di comunicazione in un sistema che bisognerà scandagliare più a fondo, ma se la tecnica della comunicazione è quella di passare attraverso un contratto di pubblicità - come ha fatto la Giunta regionale - beh, colleghi del Consiglio, questa cosa ci riguarda tutti e dobbiamo saperlo! Bisogna rivisitare la struttura, il modo di operare, le strategie della stampa regionale, della RAI e di quant'altro.
Collega Montabone, lei ha ragione, dal suo punto di vista, a proporre un altro ordine del giorno, ma state attenti, colleghi Capigruppo della maggioranza, non siete voi, ma alcuni dei vostri Consiglieri che lo hanno votato insieme a noi! Quindi, a nome di quei Consiglieri non possiamo parlare né voi né voi; se non sono loro a parlare, rimaniamo vincolati alla validazione, che deve essere conseguente a tutti gli atti, di un comportamento sovrano del Consiglio, ancorché non rituale dal punto di vista della composizione della maggioranza e della minoranza.
Guardate che non è un problema da risolvere con la vecchia tecnica: "se non va bene questo documento, visto che su questo abbiamo perso rigiochiamo la partita e questa volta vinceremo". Ma quella partita è definitiva, poiché la mozione è inequivoca.
Da parte del Presidente della Giunta ci vuole una dichiarazione di adesione, è un fatto automatico, nella misura in cui è stata ipotizzata la possibilità di non considerare quel documento.



(Brusìo in aula)



RIBA Lido

Vista la consultazione sui banchi della Presidenza, aspetto per continuare il mio intervento. E' una consultazione a livello di Presidenti d'altra parte i miei colleghi stanno leggendo i giornali, quindi...
Vedete, gli altri Gruppi leggono di meno, magari si documenteranno anche di meno... La consultazione è finita, continuo il mio intervento.
Ritengo che la questione della dichiarazione di adesione alla mozione del Consiglio, da parte del Presidente Ghigo, non si ponesse come esigenza era un fatto automatico, de iure; si pone nel momento in cui viene adombrata l'ipotesi, la possibilità di non aderire. Mi preoccupa che di conseguenza ci sia un rincalzo da parte della maggioranza che dice: "Ma se non va bene quella mozione, guardate che ne facciamo un'altra che la supera, visto che abbiamo perso la partita, rigiochiamola così abbiamo più possibilità di vincerla". Non è così. Il dibattito è stato più ampio e c'è un problema di contenuto politico.
Credo che il Presidente Ghigo non abbia difficoltà a ripetere la sua adesione alla mozione, tanto più che gli consentiva un'interpretazione rispetto agli impegni già assunti, che il Consiglio non era in grado di conoscere. Però a questo punto bisogna che ci sia una esposizione di che cosa si intende fare.
Per quanto riguarda la tecnica del sistema di comunicazione della Regione nei confronti dei cittadini e delle istituzioni, chiedo alla maggioranza una rivisitazione di questi due anni di esperienze. Crediamo di porre una questione profondamente correlata al nostro modo di immaginare di pensare l'istituto regionale nella sua area di comunicazione con l'esterno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Credo che non si dovrebbe fare questa discussione perché esiste una strada maestra che è l'applicazione della deliberazione votata qui in Consiglio. Noi abbiamo votato un'indicazione e credo che la strada sia quella, il resto è tentare di arrampicarsi sui vetri.
Mi rendo conto che colui che ha trattato precedentemente l'impegno possa essere a disagio, però deve prendere atto di questo. Faccio un esempio: alcuni mesi fa noi in quest'aula abbiamo discusso un'interpellanza discussa anche successivamente, quando sono giunti i vertici di EXPO 2000 dove era stata annullata un'iniziativa prevista: un ente, che era quello che doveva deliberare quell'iniziativa (si trattava della mostra dei camion, dei veicoli pesanti) ha deciso che non si faceva. Tra l'altro EXPO 2000 ha subito un danno, anche perché non erano previste penali.
Anche noi dobbiamo prenderne atto: c'è un ente - che è la Regione - che ha valutato il provvedimento ed ha deciso determinate cose: bisogna prenderne atto.
Nel caso contrario si dà uno schiaffo ai Consiglieri, dicendo: "voi non contate niente e noi facciamo come nulla fosse".
Credo che il Presidente della Giunta, anche se l'indicazione non corrisponde alle sue aspettative, debba correttamente svolgere il suo ruolo e fare questo, a meno che gli impegni non fossero cogenti, ma precedenti al momento in cui noi abbiamo presentato la mozione.
Tra l'altro noi abbiamo la nostra immagine della Juve, ma la Juve ha un'immagine molto variegata, in proposito voglio ricordare un episodio della Juve.
Alcuni anni fa nel dicembre del 1993, Borsano è stato interrogato da un giudice ed ha ufficialmente dichiarato questo: "Ufficialmente il Torino ha venduto Baggio all'Inter per quattro miliardi e mezzo, io trattai la cessione con la Juventus, ma poi, per accordi intervenuti tra la Juventus e l'Inter e aventi per oggetto l'allenatore Trapattoni, fu l'Inter ad acquistare il calciatore, il nero relativo alla vendita di Baggio fu di quattro miliardi. Fu la Juventus a pagare in nero e questi quattro miliardi sono confluiti nel mio conto svizzero attraverso un bonifico proveniente da un altro conto estero. Non intendo dire chi ha disposto tale bonifico".
Successivamente la cosa è stata confermata da Montezemolo, Presidente della Juventus, il quale ha detto di aver dato 4 miliardi e mezzo in nero alla Juve".
Anche questa è la storia della Juve, società alla quale abbiniamo la nostra immagine, regalandole una parte di soldi per farsi pubblicità regalandoli pure all'avvocato Agnelli, comparso bene sulle foto, che ha poi riconosciuto di essere stato lui personalmente a pagare quella tangente in nero, tra l'altro con soldi frodati al fisco italiano.
Come minimo, dovremmo chiedere che, se si fa la mostra, venga inserita nella storia della Juventus anche questa vicenda.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Ci troviamo di fronte a una questione di carattere un po' emblematico ed esiste a mio avviso un aspetto di carattere particolare importante ed un altro invece di carattere generale.
Vorrei prima affrontare i due aspetti di carattere generale, e cioè: che cos'è l'immagine della Regione? E' un patrimonio della Giunta? E' un patrimonio del Consiglio? Anche volendo, come si può distinguere l'immagine della Giunta da quella voluta dal Consiglio? Siamo nella più assoluta difficoltà! Credo dunque che si debba ragionare prima di tutto su un aspetto: l'immagine della Regione è una. Che poi essa sia fortemente influenzata dalle iniziative della Giunta, che oggettivamente oggi ha più strumenti rispetto al Consiglio, è un dato indubbio.
Allora io mi rivolgo al Presidente del Consiglio e della Giunta ponendo questo tipo di riflessione: nel momento in cui si parla di immagine della Regione, la Giunta regionale, proprio perché ha più strumenti, deve farsi carico delle volontà che il Consiglio esprime, là dove esso le ha espresse, soprattutto in alcune situazioni.
Ciò proprio perché è praticamente un'opera funambolica quella di pensare di poter distinguere le immagini.
Nell'interesse del cittadino, la Regione che cosa fa? La Regione come si esprime? L'immagine è un tutt'uno. Poi ci possono essere delle situazioni nelle quali prevale la posizione di un soggetto rispetto a quella di un altro, ma ripeto - quella dell'immagine è questione che ci riguarda tutti.
E questo a maggior ragione - mi rivolgo in particolare al Presidente della Giunta - rispetto ad una Giunta che ha fatto dell'immagine uno strumento di attività politica, usando quelli che sono gli elementi di comunicazione del nostro tempo, ritenendo che la comunicazione sia anche un modo di far politica.
Questo, in via teorica, è un dato positivo. Ma allora, proprio perch ha compiuto questa scelta, a mio avviso, questa Giunta regionale, più di altre, deve farsi carico del problema dell'immagine e del fatto che l'immagine che poi raggiunge il cittadino è sostanzialmente una.
Anche perché non tutti i cittadini sono così avveduti da poter leggere all'interno delle delibere della Giunta regionale se siano state approvate o meno all'unanimità o magari solo dalla maggioranza o dalle opposizioni successivamente in Consiglio.
Questo per quello che attiene all'immagine.
Credo inoltre che vi siano altre problematiche di carattere generale che in seguito esaminerò nello specifico.
Per questa seconda serie di questioni, mi rivolgo in particolare al Presidente del Consiglio, perché è evidente che la questione dell'immagine si collega a quelle dell'informazione, della comunicazione, della pubblicità. E ciò è evidente anche a seguito delle difficoltà che sono intervenute.
Presidente Picchioni, mi sembra opportuno calendarizzare, per la prima seduta alla ripresa dei lavori del Consiglio regionale, una riunione su questi argomenti, perché la comunicazione, la politica della Giunta l'immagine della Regione, che cos'è l'immagine della Regione, la pubblicità sono ormai degli strumenti che noi abbiamo, sono ormai questioni rispetto alle quali non possiamo più dilazionare la discussione e le scelte.
All'interno di queste tematiche esiste anche un'altra questione, perch una cosa sono gli strumenti del nostro tempo - voi sapete che io ho chiesto con una certa insistenza che i Gruppi potessero utilizzare non solo la carta stampata, ma anche la televisione, ecc. - altra cosa sono i veicoli attraverso i quali noi usiamo tali strumenti.
Queste le questioni di carattere generale.
Sulla questione specifica, desidero essere chiarissima. Io sono stata fortunata, perché con l'allora Presidente della Giunta regionale avevo un'ottima intesa.
Per anni ho avuto un'ottima intesa con il Presidente Brizio, ma tutte le volte che c'erano delle incrinature, ho persino preso carta e penna e gli ho scritto: "Presidente, come ha attuato gli ordini del giorno approvati dal Consiglio regionale?"; ovviamente prendevo questa posizione quando c'era un qualche contenzioso.
Con ciò voglio dire che gli ordini del giorno del Consiglio, qualunque sia il percorso con il quale sono stati approvati, devono essere attuati.
Su questo non ci piove, anzi credo che sia una delle competenze da attuare.
Lei, Presidente Ghigo, ha dato ad uno dei suoi Assessori una delega speciale, quella dei rapporti tra Giunta e Consiglio. Credo che se dovessimo riempirla di contenuti - visto che oggi, tra le altre cose parleremo di declaratorie e del personale - una delle prime cose che dovremmo scrivere è: "Attuazione da parte della Giunta degli ordini del giorno approvati dal Consiglio regionale".
Oltretutto, venendo al merito di questo ordine del giorno (lo leggo, ce l'ho in mano), rilevo che è stato stilato con grande attenzione anche nei confronti della Giunta; infatti, se guardiamo la parte ultima, quella del dispositivo, si dice: "Invita la Giunta regionale a correggere nel senso sopra indicato, per quanto è ancora possibile, le iniziative in oggetto".
E' dunque un ordine del giorno che, in qualche modo, ha delle caratteristiche di flessibilità.
Allora, per cercare di essere operativi e di salvaguardare una questione rispetto alla quale, oltretutto, non c'è una dichiarazione perentoria, ci sono delle indicazioni, credo che il Presidente della Giunta, in maniera un po' dettagliata - io ero fuori, ma ho sentito il suo intervento e credo che ci sia bisogno di un maggiore dettaglio - ci debba dire in che modo vuole rispondere a questo invito.
Questa non è una questione solo di merito, è proprio una questione generale, nel senso che i rapporti tra Giunta e Consiglio si sostanziano anche in questo momento di incontro tra gli ordini del giorno che il Consiglio approva ed il contenuto che la Giunta vuol dare loro.
E ciò a maggior ragione oggi - e concludo - che abbiamo un Ministro per gli Affari del Consiglio regionale, il quale come primo compito dovrebbe avere quello - perché, consentitemi un inciso, secondo me non è detto che l'Assessore che ha l'incarico di avere i rapporti con il Consiglio deve obbligatoriamente partecipare alla Conferenza dei Capigruppo - di dare attuazione prevalentemente alle decisioni prese dal Consiglio.
Per cui, poiché il percorso è stato molto difficile dal punto di vista politico - e non lo si può negare - a maggior ragione questo ordine del giorno dovrebbe essere applicato.
Faccio un esempio, che troverete nelle carte della documentazione della Regione. Quando abbiamo fatto la battaglia sull'ACNA - Presidente, lei lo sa - ci siamo appellati alla specifica risoluzione parlamentare e su quella base siamo andati avanti per sei anni, riuscendo a vincerla. Ciò dimostra l'importanza delle risoluzioni parlamentari (e mi rifaccio al discorso del collega Riba).
Questo è un Parlamento che ha assunto una determinata decisione addirittura, la maggioranza sull'argomento si è spaccata.
Per tale ragione, questo ordine del giorno deve essere applicato più di altri, proprio perché prodotto di una riflessione politica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

Grazie, Presidente.
Sinceramente, caro Presidente Ghigo, sono estremamente deluso. La strategia d'investimento pubblicitaria adottata non riesco proprio a comprenderla: normalmente, l'investimento in pubblicità è finalizzato al prodotto o al servizio che s'intende vendere. Che servizio o prodotto stiamo vendendo? Prima di fare della pubblicità dovremmo pensare a risolvere i problemi del nostro Piemonte; dovremmo pensare a rendere efficiente la struttura regionale, dopodiché potremo anche andare orgogliosi della Regione Piemonte ed iniziare a pubblicizzare i grandi successi di questo Consiglio e di questa maggioranza.
Ma così non è. Allora perché dare 800 milioni alla Juventus, che sicuramente non ne ha bisogno? Voglio ricollegarmi a quanto detto dal collega Ghiglia sul discorso della bandiera del Piemonte sulle maglie della Juventus e del Toro. Ebbene, voglio ricordare che la Juventus, ricattando sia Torino sia il Piemonte, non merita di sicuro di poter indossare il drapeau storico del Piemonte. Invece di finanziare i cent'anni di Juventus occorreva ricordarle che ha tradito cento anni di storia: non pu minacciare di abbandonare Torino e il Piemonte, dopo cent'anni, sì, di successi, ma anche di fedeltà da parte dei tifosi di tutto il Piemonte.
Tornando all'ordine del giorno...
Dov'è finito il Presidente?



PRESIDENTE

Si è assentato un momento. La ascolto io.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale.

Ci sono io e ci sono altri componenti della Giunta...



ROSSO Roberto

Sì, però volevo fare dei rilievi al Presidente Ghigo. Chiedo al Presidente Picchioni se è possibile la presenza del Presidente Ghigo in aula.



PRESIDENTE

Arriva fra un attimo.



ROSSO Roberto

Allora sospendiamo un istante.
Ecco il Presidente Ghigo: siccome le dichiarazioni le ha fatte lei volevo farle presente alcune questioni.
La mozione in discussione, approvata dal Consiglio regionale, è stata votata non da una minoranza che in un certo momento ha avuto i numeri per poterla fare approvare, ma da una maggioranza che comprendeva almeno otto Consiglieri. Quindi, lei non può dire che non riesce a disdire gli impegni assunti in precedenza. Attenzione: siccome gli scontenti sono anche Consiglieri della maggioranza che la sta sostenendo, lei è stato quantomeno sprovveduto. Prima di prendere decisioni di questo tipo forse un Presidente della Giunta si deve preoccupare di sentire almeno gli esponenti della propria maggioranza, anche se sarebbe più democratico sentire anche i Consiglieri dell'opposizione.
Presidente Ghigo, si trova di fronte a due strade: la prima è quella di deludere l'avvocato Agnelli, la seconda di deludere questo Consiglio. Non so quali siano le conseguenze di deludere l'avvocato Agnelli; quelle di deludere questo Consiglio, secondo me, sono le dimissioni da Presidente della Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



PRESIDENTE

GALLARINI



PRESIDENTE

Avevo chiesto di intervenire qualche turno fa, ma mi fa piacere che il Presidente abbia fatto scorrere alcuni altri interventi poiché mi ha dato modo di avere un quadro più complessivo di tutti gli interventi da parte del Consiglio.



PRESIDENTE

Non sono stati assolutamente alterati né l'ordine né la sequenza delle richieste di parola. D'altronde lei è anche Capogruppo della maggioranza relativa...



PRESIDENTE

GALLARINI



PRESIDENTE

Scomporrei l'intervento in due parti; la prima, relativa alla mozione che mi sono riletto con attenzione - confesso che non ricordavo alcuni dettagli: è passato un po' di tempo. In effetti, tralasciando la prima parte "il Consiglio regionale, pur ritenendo - ed elenca alcune considerazioni - invita la Giunta regionale a correggere nel senso sopraindicato per quanto ancora possibile".
Occorre dar atto al Presidente Ghigo dell'onestà intellettuale con la quale si è presentato e con la quale, soprattutto nel secondo intervento ha ribadito i propri intendimenti. Sarebbe potuto tranquillamente venire a dire: "Signori, ho speso ore ed ore di trattativa con l'interlocutore - e che le trattative con la Juventus non siano facili, a fronte di una deliberazione adottata a suo tempo, è indiscutibile - ma purtroppo non ce l'ho fatta. Le cose stanno così. Sono venuto qui per assecondare e perseguire, pari pari, la mozione - non era un ordine del giorno e lo ricordiamo, così come ricordiamo i dettagli attorno alla stessa - ma non ce l'ho fatta".
Il Presidente Ghigo cos'ha detto, invece? "Sto tentando: fino ad oggi non ho sortito risultati da esibire, ma intendo seguire l'ordine del giorno, e quindi dar corpo alla volontà del Consiglio. La trattativa è difficile; ci sono delle difficoltà". Penso che questo sia ragionevole riconoscerglielo: non potrebbe che essere così. Il Presidente sostanzialmente chiede del tempo per perseguire l'obiettivo che l'ordine del giorno votato dal Consiglio - e che ha ribadito il Presidente intende seguire - lo invitava a fare.
Fatta questa premessa, direi che non si può equivocare su affermazioni di questo tipo. Certo, dal punto di vista letterario ci si può costruire quanto si crede. Direi però che la parte essenziale, stringata, matematica è questa.
Successivamente, è nata qualche bozza di proposta da parte di qualche collega. Per esempio, il Consigliere Montabone sostiene che potremmo riproporre un ordine del giorno. Personalmente, andrei cauto in una riproposizione del genere, non solo perché non ci sembra questo il modo più elegante per uscire da una situazione politica dalla quale possiamo uscire in modo elegantissimo, attraverso l'ultimazione del percorso che il Presidente Ghigo ha intrapreso nei confronti dell'interlocutore e che io sono convinto - non penso di essere il solo - sarà in grado di perseguire con il grado massimo di risultato "per quanto ancora possibile". Questa dizione, questo passaggio intercalare compreso fra due virgole, se fosse stato giocato in modo furbesco, la parentesi sarebbe già stata chiusa.
Non è stato così: diamo atto al Presidente di questa onestà intellettuale e della volontà di perseguire il risultato.
Ritengo che ci sia la possibilità di perseguire, in una misura percentualmente molto soddisfacente, il risultato che questo intercalare rende ancora possibile, e quindi mi fermerei a questo.
Per carità, non siamo contrari a trovare delle soluzioni con i colleghi di maggioranza (e non solo con loro), quindi non chiudiamo assolutamente le saracinesche su proposte che hanno la buona fede e l'intenzionalità di consentire di superare questa situazione.
Tuttavia, in questo momento riteniamo non molto opportuno presentare un ordine del giorno, che tra l'altro non potrebbe essere messo sullo stesso piatto della bilancia dove dall'altra parte pesa una mozione.



PRESIDENTE

Consigliere, mi permetta: quello approvato è un ordine del giorno, non una mozione. E' l'ordine del giorno n. 506.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

GALLARINI



PRESIDENTE

Mi scusi, Presidente, mi sono fatto prendere dalle osservazioni del Consigliere Cavaliere e di qualche altro in questo senso. Comunque la sostanza resta questa.
Chiusa questa prima parte, c'è la seconda parte, che sostanzialmente inizia con l'intervento del Consigliere Riba, prosegue con l'intervento della Consigliera Spagnuolo e da ultimo, anche se con toni differenziati con l'intervento del Consigliere Rosso.
Già in passato, seppure di striscio, abbiamo avuto modo di svolgere considerazioni su questo argomento di fondo.
Io non modifico - collega Riba - la posizione espressa in allora; certo la si può articolare meglio e siamo disponibili a che il Consiglio dedichi uno spazio sufficiente a dibattere attorno a questa situazione.
Siamo convinti che la discussione fatta ieri in Commissione Statuto relativamente al ruolo che la Regione si accinge a svolgere - Parlamento o Assemblea o addirittura solo Consiglio, così come sembra Costituzione e Statuto oggi consentano - sia stata alta e politicamente con la P maiuscola; si tratta di un dibattito interessantissimo, di contenuto alto sul ruolo delle assemblee regionali e dei parlamenti regionali.
Non possiamo però dimenticare - mi rivolgo soprattutto a te, Riba - che siamo alla vigilia del Duemila, non siamo più a 25 anni fa.
E così come negli anni '60 Andy Warrol cominciò a dipingere la zuppa Campbell's e le bottiglie di Coca Cola - e quella fu arte e fu un'innovazione cosmica, per cui oggi quei quadri valgono miliardi e Warrol fece scuola - oggi, a mio parere, l'istituto Regione non si può ancora affermare sulla lunghezza d'onda usata i primi anni, dal '70 in poi.
L'allora Presidente Viglione - e gli si dà merito di questo - riteneva che il filone di affermazione dell'istituto regionale fosse quello di acquistare degli immobili o di acquisirli in comodato gratuito, investendo miliardi in giro per il Piemonte. E oggi la Regione su molti di questi immobili ha costruito tradizioni e culture di grosse iniziative.
Eravamo negli anni '70, nei primi anni '80, e questa era una lunghezza d'onda adatta a quei tempi.
Oggi mi sento di affermare che, accanto al fatto di sviluppare il dibattito al quale abbiamo appena accennato ieri in Commissione Statuto accanto al DDL sul personale (poi ognuno può avere i propri giudizi) accanto al Piano sanitario; accanto al Piano dei rifiuti - sto parlando di provvedimenti di peso specifico robusto che sono o stanno piombando in dirittura d'arrivo - esiste anche il problema della comunicazione e dell'informazione.
Come dicevo, siamo ormai alla vigilia degli anni 2000, c'è Internet esistono nuove possibilità.
E così come quella pop-art cambiò registro rispetto alla rappresentazione dell'arte, possiamo attuare una pop-politica (passatemi il termine), nel senso che oggi la Regione è un'istituzione che dobbiamo contribuire a rendere popolare.
Non sto dicendo che comunicazione e informazione devono finalizzarsi al nulla; non sto dicendo che non occorre fare nulla (né dal punto di vista dell'esecutivo né dal punto di vista dell'assemblea) e poi comunicare questo nulla.
Dico che occorre fare il più possibile, il più profondamente possibile occorre fare il più - mi permetto di dire - riformisticamente possibile rispetto alla situazione esistente. E non sottovaluterei nemmeno il fatto che quanto si fa è giusto, è corretto, è istituzionale che venga comunicato, creando quasi una sorta di educazione verso certi argomenti.
Quanti oggi, dei 4.300 abitanti del Piemonte, sono in grado di avvicinarsi al dibattito che può nascere in Consiglio regionale circa la diatriba Parlamento - Consiglio - Assemblea? Quanti dei 4.300? Pochi, ma non per colpa loro, perché la realtà di oggi è che ad un dibattito di questo tipo vi arrivano solo gli addetti ai lavori, vi arriva solo una cerchia molto ristretta di gente, quasi fosse un'élite.
La comunicazione, invece, può raggiungere strati più ampi, più estesi più capillari, e attraverso questa comunicazione e il raggiungimento di strati sempre più ampi si ha la possibilità di avvicinare la popolazione all'istituzione. Gradualmente, questo avvicinamento consentirà anche un'elevazione culturale e quindi, pian piano, vi sarà una percentuale sempre più elevata di chi si avvicina all'Ente. Ciò magari avverrà grazie ad un solo spot, ad un'immagine della Regione abbinata ad un marchio che dobbiamo riconoscere - evasione fiscale o meno - è quello di maggior qualità e di maggiore eclatanza di cui si può fregiare oggi il Piemonte (e penso che questo sia sotto gli occhi di tutti).
Detto questo, ben venga un dibattito in questo senso: ritengo proprio che fosse il caso di arrivarci.
Infine - mi scuso per la lunghezza dell'intervento, hanno sforato in molti, sforo anch'io, ma di pochi secondi - voglio fare un breve accenno per quanto riguarda la solita strumentalizzazione della foto del Presidente o degli Assessori.
Collega Riba, ero presente in questo consesso anche nell'anno in cui l'Assessore lo facevi tu. Le foto che vedevo sulle riviste di agricoltura lo dico senza polemiche - non ti mostravano lacrimante, eri sorridente anche tu, così come sono sorridenti gli Assessori di turno. Anche perché mi sembra che quando l'istituzione ci affida un ruolo, il ruolo debba essere rappresentato infondendo serenità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pierluigi

Io sono stato uno dei Consiglieri che ha votato a favore dell'ordine del giorno presentato dalle opposizioni.
Come le ho già annunciato, Presidente della Giunta, sono anche contrario ad eventuali contributi che stanno per essere donati - e preciso donati - per lo Stadio delle Alpi.
Questo non è un attacco politico, è semplicemente una richiesta affinché i soldi della Regione Piemonte vengano indirizzati, vengano spesi meglio.
Dico meglio, perché nel settore dello sport questi denari possono essere spesi per la promozione sportiva, al di fuori di una grossa società che è la Juventus, al di fuori di grosse iniziative sportive, al di fuori dello Stadio delle Alpi che, veramente, è stato un insuccesso storico dello sport torinese.
Sono anche contrario all'eventuale presentazione di un altro ordine del giorno; contrario perché questo ordine del giorno raccoglierebbe le firme dei Consiglieri della maggioranza, che sono proprio coloro che, signor Presidente, le hanno votato contro nella votazione del documento presentato dalle opposizioni.
Le hanno votato contro senza dirlo e non sappiamo ancora chi sono anche se oggi tutti i Capigruppo della maggioranza hanno detto che erano contrari a quell'ordine del giorno.
Quindi, l'unica cosa che le chiedo, Presidente, è che venga ritirata questa delibera di contributo per "Juvecentus", che una nuova delibera e che questi 800 milioni vengano dati ad attività di promozione sportiva.
Anche se Montabone dice che ci sono delle leggi appropriate, vengano dati questi fondi, a società ed enti di promozione sportiva affinché il nostro Piemonte possa davvero fare qualcosa a servizio dello sport.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Intendo anch'io intervenire brevemente nella discussione relativa alla vicenda "Juvecentus" che si è conclusa come la negativa campagna acquisti e cessioni di un club politico in via di retrocessione e sono totalmente d'accordo con le affermazioni poc'anzi fatte dal collega Rubatto che sono state espresse in modo molto chiaro, quindi mi congratulo con la sua posizione.
Debbo dire con rammarico che l'opinione pubblica piemontese non ha molto capito l'argomento ed il finanziamento eccessivo di 800 milioni alla Juventus, cioè è stato visto con incredulità e perplessità, come un'allegra e quasi folle gestione amministrativa.
La delibera della Giunta regionale, poi bocciata clamorosamente dal Consiglio a scrutinio segreto, che stanziava 800 milioni a favore di un club prestigioso ed importante come la Juventus e non intervenire, come maggioranza, nelle gravissime crisi economiche, produttive e occupazionali del Piemonte sud o del Piemonte in genere, con fabbriche in pericolo di chiusura e con cassaintegrati, quindi famiglie in forti difficoltà francamente è un fatto politico poco edificante e certamente qualificante per questa maggioranza.
Credo quindi che occorra, anche al di fuori delle appartenenze calcistiche, porre fine a questa incredibile vicenda, inquadrandola nella giusta dimensione di un normale contributo per una mostra sportiva di un importante club, campione d'Italia e tra i più forti del mondo, comunque sempre una mostra calcistica e quindi non certamente un finanziamento alla Juventus che in questo caso impersonifica molto anche la FIAT.
Abbiamo una Regione che versa in uno stato di gravi difficoltà, quindi una discussione del genere e le risultanze di questa vicenda non sono certamente positive, anzi sono squalificanti.



MINERVINI MARTA



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavaliere; ne ha facoltà.



CAVALIERE Pasquale

Reintervengo su quanto precisato dal Presidente Ghigo per dire che le affermazioni del collega Montabone sono per certi versi esatte, cioè per togliersi l'imbarazzo - posto che si possa rivotare sullo stesso argomento (cosa di cui dubito) - la maggioranza potrebbe votare qualcosa di contrario a ciò che è stato deciso.
La mozione - e di mozione si tratta come verrà certamente desunto dai verbali - non affronta il problema se il finanziamento è dato per la comunicazione, per lo spirito europeo o per lo sport, dice semplicemente che per quell'avvenimento quel finanziamento è eccessivo e visto che comunque si riconduce a un evento, a un motivo sportivo, meglio avrebbe fatto la Giunta a investire quei soldi per incrementare l'attività sportiva, al di là delle leggi che esistono e quant'altro. Questo è l'assunto della mozione.
Il Presidente Ghigo può dire tutto e il contrario di tutto, ma la scorsa settimana ha detto che non era vero che erano stati persi due mesi che tutto era ancora aperto, che si poteva decidere ciò che si voleva: questo è stato detto la scorsa settimana! Il Presidente Ghigo deve essere conseguente a questo.
Vorrei terminare dicendo che si tratta, tra l'altro, e così l'abbiamo inteso, di un finanziamento diretto. In questo - caro Gallarini - quale trattativa? La trattativa è prendere e dare qualcosa, non è in corso nessuna trattativa perché facciamo un finanziamento diretto, così come allo Stadio. Allo Stadio poi cercheremo o di fare una legge ad hoc o di comprare servizi, comunque daremo tre miliardi, in un modo o nell'altro.
Qui, o con la comunicazione o con altro, abbiamo dato comunque 800 milioni, per un'iniziativa prevista dalla Juventus, perché la mostra era già stata prevista dalla Juventus! Questo è il problema! Il Presidente Ghigo vuol dar corso alla mostra, così come era stata concepita, invece di fare...



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI



PRESIDENTE

Consigliere Cavaliere, le dò sempre questa rendita di posizione, ma lei ha già parlato! Altrimenti tutti si riprendono...



CAVALIERE Pasquale

E' un'interrogazione, Presidente!



PRESIDENTE

Sì, ma lei ha già risposto prima; il Presidente ha parlato...



CAVALIERE Pasquale

Ma il Presidente Ghigo è reintervenuto.



PRESIDENTE

Sì, ma il Presidente della Giunta - Consigliere Cavaliere - è reintervenuto per dare una spiegazione ulteriore alle sue parole. Lei adesso reinterviene, ma non possiamo riprendere...



CAVALIERE Pasquale

Non si possono discutere le cose che dite?



PRESIDENTE

Si discute ad abundantiam.



CAVALIERE Pasquale

Si può discutere e decidere cosa si vuole, tanto poi istituzionalmente non ve ne frega niente!



PRESIDENTE

Stia tranquillo che non è così.
Siccome sono stato chiamato in causa sia dal Consigliere Cavaliere che dal Consigliere Saitta, devo innanzitutto dire, come già ebbi modo di affermare, che la correttezza istituzionale del Presidente della Giunta è sempre stata nel corso di questi due anni, per quanto concerne il mio giudizio di Presidente del Consiglio, al di sopra di ogni sospetto e che mai azione prevaricatrice o di qualunque soperchieria può aver intaccato le funzioni di questo Consiglio che sono certamente di controllo e di verifica, ma sono anche di indirizzo politico.
Se un'azione di questo genere, non nei tempi passati, che non si è mai registrata, né nei tempi presenti perché bisogna leggere le dichiarazioni del Presidente della Giunta, né nei tempi futuri, dovesse mai appalesarsi al nostro orizzonte, certamente io come Presidente del Consiglio indipendentemente dal ruolo cui sono stato destinato dalla maggioranza difenderei soprattutto - Consigliere Saitta - le prerogative del Consiglio regionale, Juventus o altri interessi che possono entrare in campo.
Secondo punto.
E' stato presentato, Consigliere Cavaliere, un ordine del giorno.



CAVALIERE Pasquale

L'ha chiamata mozione durante la votazione!



PRESIDENTE

Ma perché lei vuole insistere sempre contro la verità palese? Io ho il testo scritto qui, cancellato di pugno, autografo! Era un'interrogazione urgente che è stata modificata nell'ordine del giorno n. 506!



CAVALIERE Pasquale

E poi è stato cambiato.



PRESIDENTE

No!



CAVALIERE Pasquale

Sarà smentito come sempre dai fatti!



PRESIDENTE

Allora io le ricordo, anzi ricordo al Consiglio e non a lei, perché è inutile ricordarglielo, quanto recita l'art. 91 del Regolamento, primo comma: "La mozione è una proposta intesa a promuovere una discussione o un pronunciamento del Consiglio, allo scopo di dare alla Giunta indirizzi di comportamento o direttive per la trattazione di determinati affari di competenza regionale".
Lessicalmente la parte rilevante di questo primo comma dell'art. 91 è: "dare alla Giunta indirizzi di comportamento o direttive".
L'ordine del giorno invece - ma qui non vogliamo fare un fatto causidico, lo dico solamente perché è importante anche rileggere questi commi che sono il più delle volte ostici - "è una proposta diretta a promuovere un pronunciamento su argomenti di interesse generale, su questioni di particolare interesse politico oppure a manifestare orientamenti o a definire indirizzi su specifici argomenti".
Fatta questa precisazione, voglio anche ricordare a chi stamani ha sollevato l'ipotesi di ripresentare l'ordine del giorno, che non mi parrebbe assolutamente corretto, anche perché la volontà dell'Assemblea non si può contraddire a giorni dispari rispetto ai giorni pari, o viceversa che per analogia con l'art. 84 "Ripresentazione dei progetti respinti" dico per analogia, non c'è una norma positiva in questo senso - "non possono essere ripresentati i progetti di legge che riproducono sostanzialmente il contenuto di progetti precedentemente respinti se non sono trascorsi 6 mesi dalla data della reiezione".
Lo dico solamente a memoria.
Detto questo, come Presidente del Consiglio mi pare di essere nella situazione di richiamarmi, anche fiscalmente, al rispetto degli indirizzi del Consiglio. La Consigliera Spagnuolo ha dato, già prima di ogni altro pronunciamento - ma questo è un mio pronunciamento personale - la chiave di lettura più oggettiva dell'ordine del giorno n. 506, quando ha chiarito a tutti il carattere di flessibilità. Io non voglio fare l'avvocato, ma non solamente nell'ambito del dispositivo, in cui si "invita" e in cui non si "impegna", non solamente per quanto è ancora possibile, che naturalmente è una possibilità data alla Giunta di interpretare l'ordine del giorno secondo le convenienze di quello che è già stato fatto o secondo i condizionamenti di quello che è già stato fatto o secondo quanto è ancora possibile fare, ma perché nell'ambito anche del dispositivo - e qui entro certamente nel merito ma devo tutelare le prerogative del Consiglio e della Giunta - il cospicuo finanziamento destinato dalla Regione per i festeggiamenti del centenario della Società Juventus, per lo più destinato a manifestazione d'immagine, sarebbe stato istituzionalmente più corretto se avesse finanziato una promozione dell'attività sportiva. Sarebbe è un termine condizionante o un termine condizionato; questo poi nulla toglie ai rilievi che sono stati fatti, mi pare da Montabone ed altri, se la Juventus è una società che promuove lo sport di base, ma qui non voglio assolutamente entrare nel merito, voglio solamente riportarmi correttamente al testo integrale dell'ordine del giorno, non per trovare degli escamotage che eludano il problema politico, perché c'è certamente un problema politico che ha avuto il necessario risalto da parte di tutti gli interventi che io ho molto apprezzato, perché al di là di quello che potevano essere i pronunciamenti conclusivi e finali sulle dimissioni o meno della Giunta, certamente il problema che è stato posto soprattutto da Saitta e da Cavaliere è un problema di rilevante importanza.
Altre cose sono emerse; anch'io - Consigliera Spagnuolo - mi preoccupo su come finiscono gli ordini del giorno e devo rilevare, oggi stesso far una comunicazione da parte dell'Onorevole Panattoni, sull'Authority delle telecomunicazioni, che tante volte è autorità di Governo e i parlamentari rispondono alla Presidenza del Consiglio sull'iter più o meno felice, più o meno fortunato della navigazione di questi ordini del giorno.
Per quanto concerne il problema dell'immagine che è stato qui sollevato con dovizia di argomenti, ieri mi sono permesso, nella Commissione Istituzioni, per quanto concerne il problema dello Statuto, di evidenziare un fatto di cui tutti dobbiamo prendere atto, perché in un'epoca di politica maggioritaria, o di legge maggioritaria, il rapporto del potere con il rapporto della comunità, con il rapporto della cittadinanza, è un potere diretto. Lo si dica, lo si voglia o non lo si voglia. E il potere diretto nei confronti della comunità, della cittadinanza, dell'elettorato è il problema della comunicazione.
Non sono io che lo dico, sono dei sociologi di sinistra, direi anche di estrema sinistra che lo pongono oggi. Per cui, il problema delle istituzioni nella sua globalità, nel suo complesso (come deve agire e come deve collocarsi e come deve comunicare, certamente come istituzione o come organo monocratico, che è la Giunta, ecc.), come complesso dell'istituto regionale che noi rappresentiamo è un problema certamente di grandissima rilevanza politica. Giustamente è stato detto: è uno strumento di per se stesso di grande e rilevante attività politica.
Ora, su questo problema è stata sollevata, nell'ambito dei Capigruppo l'esigenza di una giornata di riflessione che dobbiamo calendarizzare e che non dobbiamo più rimettere, perché proprio su questo problema "comunicazione interna, comunicazione esterna, comunicazione autoreferenziale degli Assessori, ecc.", ci sono delle sensibilità scoperte che devono essere delle sensibilità attentamente valutate. Credo che su questo - poi lo preciseremo nell'ambito della Conferenza dei Capigruppo occorra effettivamente una mezza giornata di riflessione che, se potremo fare nell'ambito del seminario che organizzeremo sul problema dello Statuto Piemonte, potrebbe essere un momento ed un'occasione ravvicinata, direi disintossicata da quelle che possono essere le discussioni in aula su un problema che certamente è rilevante, che è stato portato alla nostra attenzione ed al quale dobbiamo certamente dare tutta l'attenzione possibile.
Per tornare all'oggetto dell'argomento, credo che l'ultima intenzione del Presidente sia quella di non rispettare gli intendimenti e gli indirizzi del Consiglio e credo che potrà trovare tutte le formulazioni adatte perché il Consiglio non si senta assolutamente defraudato dalle sue possibilità, dai suoi doveri di indirizzo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente per queste sue considerazioni sotto forma di comunicazione a tutto il Consiglio. In parte mi ritrovo, in parte aggiungerei qualcosa che lei - capisco - non ha trattato adeguatamente, che è proprio la materia di cui si parla.
Il fatto che lei ha dichiarato, Presidente Picchioni, che senz'altro il Presidente Ghigo non ha nessuna intenzione di non attuare quanto invitato dal Consiglio, però il Presidente Ghigo non ha detto questo. Anzi, nel suo intervento - lo ricordo - ha parlato di interpretazione sbagliata del Consiglio regionale su una deliberazione della Giunta. Interpretazione sbagliata del Consiglio regionale; ha detto: "Si è voluto dare una lettura che non è quella reale".
Che un Presidente della Giunta si permetta di rivolgersi in questo modo al Consiglio è assolutamente straordinario nella sua gravità politica; è legittimo, ma è di carattere straordinario ed eccezionale e segna una evidente crisi di fiducia da parte del Presidente della Giunta nei confronti del Presidente del Consiglio.
Per quanto riguarda il nostro Gruppo, sino a che questa crisi di fiducia non viene rimossa, il nostro Gruppo considera quest'aula una zona di scontro. Non c'è santi: sino a che non c'è un rispetto del Presidente della Giunta verso il Consiglio, il nostro Gruppo si atteggerà di conseguenza.
Mi sono fatto inviare la delibera della Giunta regionale datata 28 aprile; in questa delibera del 28 aprile si accantonavano semplicemente gli 800 milioni e si diceva di demandare a successivi atti deliberativi l'impegno delle spese per le cose da fare.
Siamo al 28 aprile e la Giunta decide di accantonare 800 milioni descrive anche come intenderebbe farlo e dice: "...però ogni lira sarà deliberata quando avremo deciso sul serio". Il 27 maggio, il Consiglio invita la Giunta, per quanto possibile, a utilizzare queste somme nel modo in cui l'ordine del giorno descrive.
L'"ove possibile" non è un'interpretazione né del Presidente Picchioni né del Presidente Ghigo, né di alcuno di noi: il possibile è tutto ciò che non è stato fatto tra il 28 aprile e il 27 maggio. Perché è chiaro che se tra il 28 aprile, giorno della delibera, e il 27 maggio la Giunta avesse deliberato, vorrebbe dire che quelle delibere sono avvenute prima di un pronunciamento del Consiglio e non le contesto; ma dal 27 maggio non dovrebbe più essere successo nulla di contrario all'invito rivolto dal Consiglio alla Giunta.
Cosa è successo in quel mese, Presidente Ghigo? Avete preso impegni? Li avete sottoscritti? Evidenziate questi fatti e per quanto riguarda il mio Gruppo non sarà possibile influire su quei fatti che, pur criticati, non saranno oggetto di contestazione. Se non avete assunto alcuna deliberazione o alcun atto cogente e significativo dal punto di vista amministrativo, allora voi dal 27 maggio siete diventati liberi di poter fare tutto il possibile per accogliere questo invito.
Cosa avete fatto dal 27 maggio ad oggi, lei, Presidente, non l'ha detto in quest'aula: ha detto che nei giorni prossimi forse verificherà qualcosa.
Questo è troppo poco.
La sua risposta è stata elusiva e recidiva; gli argomenti che ha usato del tutto opalescenti; in più ha ribadito una sfiducia in questo atto del Consiglio; ce n'è abbastanza per dire "risolva, Presidente Ghigo, questa sofferenza che lei ha creato".
Chiederei anche, come ultima cosa, eventualmente, una Commissione d'inchiesta o d'indagine per vedere quali atti avete compiuto dal 28 aprile al 27 maggio. Lo chiedo formalmente, in alternativa alla risoluzione, da parte del Presidente Ghigo, di questa crisi di fiducia; un'altra alternativa alle dimissioni del Presidente è quella di avviare, come Consiglio, tutti noi che a maggioranza abbiamo votato questo documento, una Commissione d'indagine per verificare gli atti intrapresi e le possibilità ancora aperte.



PRESIDENTE

Consigliere Saitta, ancora lei? Ma è un'interrogazione!



SAITTA Antonino

Sarò breve. Concordo con la sua conclusione, Presidente Picchioni perché è totalmente coerente con il suo ruolo di Presidente del Consiglio.
Ha fatto bene, Presidente, a richiamare l'impraticabilità procedurale e l'assurdità politica di rimettere in discussione un ordine del giorno votato dalla maggioranza del Consiglio regionale.
Mi pare giusto aver assunto questa posizione forte e chiara per disincentivare chi in questa aula ha ritenuto che si potesse, in qualche maniera, ripresentare un ordine del giorno e cancellare ciò che era capitato.
Quindi concordiamo su questa sua determinazione, la condividiamo completamente; ci auguriamo che il Presidente della Giunta accolga e condivida le indicazioni che lei ha dato in quanto Presidente del Consiglio e ci auguriamo anche che questa sua sollecitazione venga esplicitata anche da parte del Presidente della Giunta.
Posso dire al Presidente Ghigo che se ritiene che ci sia una sorta di imbarazzo nei confronti della Juventus per motivare un cambiamento di opinione, chiamiamo la Juventus in Commissione. Come minoranza lo possiamo fare; poi vedremo chi della maggioranza, chi dei franchi tiratori.
I Capigruppo della maggioranza possono anche interpretare la volontà dei franchi tiratori.



PRESIDENTE

Il Consigliere Chiezzi faceva riferimento alla prima fase. Io sono intervenuto in una seconda fase nella quale ho dato ampie assicurazioni che confermo in questo momento. Non voglio assolutamente sottrarmi all'impegno che l'ordine del giorno - e mi sembra che sia stato appurato che è meglio che sia ordine del giorno - indica all'azione della Giunta.
L'ordine del giorno, naturalmente, è stato ricordato in alcuni interventi, riporta dei passaggi che impegnano "dove è possibile" la Giunta. Lei faceva dei riferimenti agli aspetti temporali e obiettivamente il 28 aprile è stata assunta la delibera dalla Giunta, che è chiaramente frutto di un percorso procedurale di impegno dovuto a incontri con l'interlocutore in oggetto. E' un atto deliberativo, io mi sento impegnato...



CAVALIERE Pasquale

La deliberazione è una cosa, i contratti un'altra!



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Personalmente mi sento impegnato e questo credo sia un fatto che nessuno mi può confutare.
Il 12 maggio è stato deliberato l'impegno per la conferenza stampa dopodiché da quel momento non è stato assunto più nessun atto deliberativo né tanto meno di impegno. E' stata intrapresa un'interlocuzione con la Juventus per verificare le modalità di attuazione dell'ordine del giorno votato in Consiglio. Perché l'ordine del giorno specificatamente indica anche un indirizzo in relazione all'utilizzo di queste risorse.
Questa è la fase nella quale siamo ancora; la cosa che naturalmente posso ribadire, oltre a sottolineare con forza che non ho nessuna intenzione di sottrarmi a quello che è l'ordine del giorno del Consiglio perché non ne vedo il motivo, è quella di prendermi l'impegno entro la fine di luglio di comunicare il contenuto dell'attuazione dell'ordine del giorno, nel senso che più che questo al Consiglio non posso garantire.
Posso relazionare in maniera più particolareggiata il risultato di questo rapporto con la Juventus, poi il Consiglio in base al contenuto dell'ordine del giorno dirà se questo sarà sufficiente o meno; non sarà sufficiente andrò alla Juventus a riferirlo.
Siccome è un atto deliberativo che non rappresenta un impegno e non c'è nessun tipo di contratto firmato questo può avvenire.
Quello che posso ribadire è l'impegno a non sottrarmi all'ordine del giorno ed entro il 31 luglio relazionare in Consiglio regionale l'esito dell'attuazione dell'ordine del giorno che non ho nessun motivo di sottrarre al rapporto con la Juventus.
Aggiungo, in conclusione, che ritengo assolutamente utile addivenire alla richiesta della Consigliera Spagnuolo per un dibattito sulla comunicazione, che si svolgerà in quest'aula, perché lo ritengo un tema sul quale è necessario fare chiarezza e realizzare un percorso e della progettualità.
Invito il Consigliere Chiezzi ed il Gruppo di Rifondazione comunista ad accettare questa mia dichiarazione in modo che anche il Gruppo di Rifondazione possa con profitto, come in genere succede, partecipare serenamente al dibattito consiliare dei prossimi giorni, con un impegno specifico, ripeto, da parte mia nel relazionare entro il 31 luglio il risultato dell'attuazione dell'ordine del giorno sulla deliberazione "Juvecentus".



PRESIDENTE

Grazie Presidente, la seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,40)



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