Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.15 del 03/10/95 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Peano, Racchelli, Rossi e Rosso.


Argomento: Informazione

Esame ordine del giorno in merito allo smantellamento CEA della RAI a Torino (rinvio)


PRESIDENTE

Informo i Consiglieri che è stato presentato un ordine del giorno a firma dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti sulla questione della RAI, più precisamente in riferimento allo smantellamento CEA della RAI a Torino.
Io solleciterei l'assemblea per cercare di arrivare ad un ordine del giorno comune.
Chiedo ai presentatori se fossero così disponibili ad integrare questo ordine del giorno con altri documenti che sono in itinere per arrivare ad un ordine del giorno comune. Grazie.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Siamo favorevoli. Vorremmo capire se l'ordine del giorno sulla RAI verrà comunque approvato oggi.



PRESIDENTE

Potrebbe anche essere, se avremo il consenso da parte di tutti.


Argomento: Immigrazione

Esame proposta di deliberazione n. 23: "Programma 1995 degli interventi a favore degli immigrati extracomunitari di cui alla L.R. 8/11/1989 n. 64" Presentazione relativo ordine del giorno


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 23, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Goglio.



GOGLIO Giuseppe, Assessore alle politiche per l'immigrazione

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, si tratta di una deliberazione che si rifà ad una legge del 1989, la legge n. 64, sull'immigrazione.
Questa deliberazione è una deliberazione programmatica, è stata approvata dalla Consulta regionale degli immigrati e stabilisce in sintesi i criteri le modalità e i termini dell'attuazione della deliberazione stessa. Si tratta di un programma di massima, il quale, oltre ad alcune informazioni statistiche (consistenza globale degli immigrati residenti in Piemonte e il principale dei Paesi di provenienza), prevede essenzialmente i criteri per l'attuazione degli interventi così individuati.
Progetti che si collocano nell'ottica del superamento della pronta accoglienza ed istituzione di centri di accoglienza e servizi. Soltanto in casi eccezionali è possibile prevedere il finanziamento in attività di gestione; nei limiti delle risorse eventualmente disponibili potranno essere ammesse a contributo le iniziative dirette degli immigrati presentate da associazioni e da organizzazioni di cui all'art. 19.
La disponibilità di questo finanziamento è di 600 milioni; sono inoltre previste le modalità di riduzione e revoca dei contributi per le iniziative che non vengono realizzate e l'unica modifica che si chiede nella deliberazione è la data. La data individuata era il 30/9/1995, si chiede per quest'anno di slittarla al 10/11/1995 per consentire la necessità di informazione agli interessati in tempo utile, perché eravamo in ritardo sulla presentazione.
Queste sono le cose essenziali della deliberazione, che è già stata discussa in Commissione e che immagino tutti voi conosciate.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

In merito a questa deliberazione, considerandola un fatto tecnico ognuno si potrà esprimere come meglio crede; per quanto riguarda invece l'aspetto più generale, che è quello relativo al tema che stiamo affrontando e che avrà la necessità di approfondimenti vari, anche a livello di legislazione romana, io, come rappresentante della Giunta, mi impegno a presentare una proposta di revisione della legge n. 64, in quanto ritengo che questa debba essere riattualizzata rispetto ai temi e ai problemi che oggi su questo specifico argomento vanno affrontati. Di conseguenza, questa è la posizione della Giunta: presenteremo a breve una proposta di revisione della legge n. 64.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, rimango molto delusa dall'intervento del Presidente Ghigo, che ha affrontato la deliberazione posta in discussione in termini che ha definito tecnici, "per cui se la deliberazione viene analizzata in termini tecnici, ognuno potrà dire quel che vuole, mentre in termini generali noi, come Giunta abbiamo intenzione di rivedere la legge". In che termini? Questo mi preoccupa molto, visto che si tratta di una Giunta di destra, dove Alleanza Nazionale è ben presente e radicata; mi preoccupano molto i termini in cui la legge n. 64 potrà essere rivista.
A questo punto, visto che la maggioranza, e comunque il Presidente della Giunta, non hanno detto alcunché a proposito di questa legge, quindi a proposito della loro opinione su questa legge e di come intendano comportarsi, io dico a tutti i Consiglieri che noi, come Rifondazione Comunista, abbiamo presentato un ordine del giorno sull'immigrazione e li invito a prenderne visione.
Credo che oggi il fenomeno dell'immigrazione vada governato in modo un po' diverso; vi è una larga presenza di stranieri nella Regione Piemonte che bisogna sottrarre dalla speculazione e dallo sfruttamento che si fa quotidianamente sulle loro vite e sui loro corpi. Questo significa inserirli meglio nel mondo del lavoro, inserirli correttamente, con strumenti legali nel tessuto sociale, in modo da permettere loro di integrarsi pienamente nella società, sviluppando un nuovo terreno culturale sul quale si attuerebbe - io spero ed auspico - un programma di educazione e sensibilizzazione alla pace (quello che aveva annunciato il Presidente Ghigo), e io aggiungerei anche una convivenza e coabitazione con popoli dalle tradizioni diverse dalle nostre.
Dalla stessa proposta di deliberazione emerge che nella Regione Piemonte, alla fine del 1994, gli stranieri dalle diverse provenienze risultavano quasi 54.000, con un incremento pari al 103,76% nell'arco di sei anni. Questi dati sono significativi nel porre un elemento all'attenzione di tutti: la situazione stranieri, in Piemonte come in tutto il territorio nazionale, oggi non può più essere affrontata semplicemente con il carattere dell'eccezionalità o dell'emergenza. La loro presenza sul nostro territorio è un dato di fatto, a partire dal quale deve essere avanzata una chiara linea politica di solidarietà, che a mio parere parte dall'impostazione di un preciso indirizzo culturale, ben diverso da quello che fino ad oggi è stato impostato o mai impostato.
Entrando poi nel merito della deliberazione, non posso non condividere complessivamente una serie di proposte in cui viene annunciato un nodo fondamentale, che a parere mio e del mio Gruppo è fondamentale: quello appunto, del superamento dell'ottica della prima accoglienza. I centri di prima accoglienza, lo sappiamo benissimo, servivano e servono nel momento in cui un fenomeno come quello dell'immigrazione presenta un carattere transitorio, ma oggi - accade realmente - il fenomeno degli extracomunitari non ha più questi connotati. Il fenomeno degli extracomunitari oggi, nella nostra realtà, ha assunto connotati ormai strutturali e permanenti; deve essere chiaramente gestito in un'ottica diversa, che miri ad interventi di accompagnamento nell'inserimento, fornendo così validi strumenti affinch queste persone possano, nella loro piena autonomia, integrarsi, e non solo più inserirsi, pienamente nel tessuto sociale, per essere così nelle condizioni di vivere e non più sopravvivere, e voglio sottolineare in particolare questo punto.
Il Presidente Ghigo sollevava una questione tecnica, ma io solleverei invece l'attenzione tecnica a proposito degli stanziamenti. Sarebbe non solo opportuno, ma necessario, rivedere quel tetto di 600 milioni adeguando lo stanziamento a concrete possibilità di realizzazione degli interventi strutturali; occorrerebbe ricollocare, in aumento ovviamente, la spesa regionale a fronte di esigenze effettive, e non fermarsi al tetto che corrispondeva ad una diversa situazione alla quale si voleva fare fronte.
Un secondo elemento di riflessione è quello di sollecitare con la massima urgenza l'opportunità di convocare la Consulta che si occupa di tutelare i lavoratori stranieri e le loro famiglie per valorizzare il suo ruolo di proposta in merito. Non mi sfugge perciò di chiedermi - e mi rivolgo alla Giunta - come mai, in seguito ad una serie di drammatici episodi che si sono verificati nella nostra città e nella nostra regione la Giunta non abbia mai ritenuto di convocare questo organo; l'ultima convocazione (mi sono informata da loro stessi) risale a fine marzo, quando la Giunta non si era ancora insediata. In questo modo credo che si sfiguri la propria netta posizione nei confronti della situazione immigrazione.
Un altro punto di riflessione. Come ho già affermato, sono d'accordo complessivamente sul merito della deliberazione, con una sola considerazione: che questa sia un punto di partenza; da qui è necessario secondo il nostro Gruppo, un orientamento di tutti gli Enti locali, e in primo luogo della Regione Piemonte, su un elemento culturale che è il fenomeno stranieri e che, al contrario, è sempre stato più posto in termini di ordine pubblico. La micro e la macro criminalità vanno colpite ovunque e nei confronti di chiunque, quindi non è questo il problema da affrontare anche culturalmente; è necessario invece porre in atto iniziative di sostegno, in particolare verso quella fascia di stranieri che, immigrando hanno già sicure le loro mete e la loro destinazione. In particolar modo parlo dei minori e delle donne. Soggetti che, in molti casi, per la loro debolezza, sono ancora con più facilità inseriti nel circuito dello sfruttamento, della prostituzione, dello sciacallaggio sugli affitti e quindi - scusate il termine, ma così è - della speculazione sui loro corpi e sulla loro dignità di persone.
Inoltre, a mio parere, è necessaria una promozione culturale ("conoscersi per capirsi" è uno slogan che ha un significato molto più profondo di quanto si possa pensare) al fine di costruire quelle opportunità che consentano loro di rafforzare un'identità di gruppo rispetto alle loro tradizioni culturali e religiose.
A questo punto mi viene in mente l'episodio verificatosi ai Murazzi: un ragazzo extracomunitario, dopo una lite avvenuta perché era ubriaco, morì annegato nel Po, dove si era buttato per sfuggire all'arresto. Nel momento in cui è stato accertato lo stato di ubriachezza di quel ragazzo, mi sono chiesta come mai questo fosse avvenuto, visto che la loro religione non accetta che si faccia abuso di alcol.
Questo fatto può essere visto con più profondità; non sono una psicologa né voglio farla, però è evidente la situazione di disagio sociale generale - forse sarà una banalità - per cui queste persone vanno anche oltre le loro tradizioni, a cui sono invece molto legate soprattutto dal punto di vista religioso. Quindi, se questa iniziativa si pone come un primo passo verso una politica immigratoria di diverso tipo, avrà tutto l'appoggio e il contributo del Gruppo di Rifondazione Comunista.
Concludo, dicendo alla maggioranza che, secondo noi, la stessa accettando questo primo passo (rappresentato dalla proposta di deliberazione in esame e che prevede una serie di interventi) dimostrerebbe un segno di civiltà e di solidarietà verso razze e culture diverse; se così non sarà, confermerà ancora una volta l'ipotesi che lo spirito razzista è molto radicato in questa maggioranza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Farassino.



FARASSINO Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, sicuramente si dirà che, in questo momento, lo spirito razzista è radicato anche nell'opposizione perché la Lega, da sempre, è contraria a qualunque tipo di tentativo di inserimento nella nostra società di soggetti diversi da quelli che normalmente la compongono, anche perché dobbiamo prima guardare cosa sta succedendo in casa nostra.
La Lega, da sempre, è per una revisione, se non per una sostituzione della legge Martelli, limitando l'immigrazione a quei pochi casi che siano molto chiari di persone che possono venire - per l'amor di Dio! - a lavorare nel nostro Paese, ma deve esserci in questo caso una completa responsabilità, quindi una legge, del datore di lavoro che fa la richiesta di questi lavoratori. Il datore di lavoro deve garantire per loro e garantire anche il reperimento di un'abitazione, di una casa, proprio per evitare che sulla pelle di qualunque persona, non solo di queste, possano avvenire delle speculazioni, come quelle verificatesi a seguito delle immigrazioni interne degli anni '50/'60/'70.
Altri casi da considerare potrebbero essere quelli relativi al diritto allo studio. Per l'amor di Dio, se si dimostra che c'è un'iscrizione ad una facoltà universitaria, la legge dovrebbe consentire l'immigrazione di questi extracomunitari, però specificando bene che il conseguimento di una laurea non dà poi alcun diritto di residenza o di cittadinanza, perch ringraziando il cielo... - abbiamo già troppi disoccupati neolaureati in casa nostra.
La Consigliera Simonetti è preoccupata per la revisione di questa materia, ma io sono preoccupato per alcune cose che le ho sentito dire.
Secondo una certa parte politica, la situazione non è più e non deve essere considerata un fenomeno, ma una realtà, e quindi bisogna addirittura lottare, fare dei sacrifici e stanziare dei soldi per recuperare l'identità collettiva di questi Gruppi.
Quando sento dire queste cose e penso che non tanti anni fa (quattro cinque anni fa) è stato rifiutato come una forma di razzismo il recupero dell'identità di un popolo, quello piemontese, distrutto dal capitalismo industriale negli anni '50/'60/'70 - che invece di esportare il lavoro ha accentrato i mercati attraverso l'immigrazione - mi dico: "Allora non capisco più niente". Se identità collettiva è quella di questa gente, ed io sono per l'identità collettiva di tutti i popoli - ci mancherebbe! - non capisco perché proprio la parte politica che oggi propone il riconoscimento di tale identità abbia contrastato quella del popolo originario della nostra terra.
Io capisco che certi Gruppi politici vadano sempre nella direzione dell'integrazione, al fine di consentire addirittura il voto a queste popolazioni, perché questi voti forse fanno comodo. Noi la pensiamo in modo diverso, anche se qualcuno può pensare che ci sia, non dico del razzismo ma una certa sorta di apartheid, ecc.: non è così.
Il nostro è un Paese con 2 milioni e mezzo di disoccupati, con una presenza tale di extracomunitari che ha fatto sì che non rispettassimo l'accordo di Schengen e che quindi fossimo considerati dall'Europa come lo "Stato gruviera" che crea un corridoio per l'ingresso e l'emigrazione extracomunitaria clandestina non solo nel nostro Paese, ma in tutta Europa.
Sono quindi contrario non soltanto a questa deliberazione, ma a qualunque cosa venga fatta in modo non disciplinato, non coerente, non conveniente per le popolazioni autoctone di questo Paese, contrario all'ingresso di persone che comunque vengono a creare grossi problemi.
Il voto sarà dunque contrario.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, scorrendo l'allegato che ci ha fornito l'Assessorato all'assistenza, abbiamo presente il quadro delle maggiori comunità da cui provengono gli immigrati presenti in Piemonte. E a questo proposito viene subito da fare una considerazione in questo Consiglio regionale: la necessità di affrontare il problema grosso peraltro imminente ed urgente, presente non soltanto da oggi, ma da tempo e che noi rimuoviamo in continuazione: quello delle grandi povertà presenti nella comunità mondiale. La maggioranza degli immigrati che ospitiamo nella nostra Regione proviene appunto dai Paesi che vivono questa grande povertà questa grande miseria.
Il Consiglio regionale deve principalmente operare nei confronti della comunità nazionale, del Governo nazionale (e il Governo nazionale operare nei confronti della comunità mondiale) perché, in modo serio e costante, si affrontino i problemi delle genti che vivono in questi Paesi poveri per aiutarli, non soltanto attraverso enunciazioni di solidarietà, ma concretamente ad affrontare ed avviare a soluzione processi, peraltro lunghi, situazioni economiche disastrose ed invivibili.
Detto questo, è chiaro che noi oggi dobbiamo affrontare - ed è il secondo aspetto che volevo evidenziare con il mio intervento - il problema della presenza degli immigrati nella nostra realtà piemontese. Con un certo disappunto ascolto interventi di alcuni colleghi Consiglieri che parlano di popolazioni autoctone del nostro Piemonte e via discorrendo, quando vedo e conosco (e credo sia presente ad ognuno di noi) qual è la storia del popolo piemontese per quanto riguarda l'emigrazione nel mondo: in Brasile (ho qui davanti una nota stampa che parla di un seminario sull'emigrazione italiana in Brasile, ma anche dal Piemonte sono emigrati in questo Paese), in Argentina, negli Stati Uniti, nell'Africa del Nord, ma anche nei Paesi europei (Belgio, Francia, Germania) e penso a quante sofferenze i nostri concittadini piemontesi sono stati sottoposti per integrarsi in questi Paesi e a quale contributo hanno dato per lo sviluppo di questi Paesi, in termini di lavoro e di intelligenze. E' stata una presenza significativa e quindi un'integrazione altrettanto significativa che possiamo vantare oggi.
Pertanto mi pare giusto e corretto, come piemontesi, porci il problema dell'attuazione indispensabile e necessaria di una legge che la Regione Piemonte ha, rispettosa peraltro delle leggi nazionali, e quindi operare affinché questa integrazione avvenga al meglio: sul fronte della solidarietà, dell'integrazione, sul fronte del lavoro e del sostegno a progetti che prevedono non una presenza di disturbo di questi immigrati nella nostra regione, ma una presenza - ripeto - di integrazione su tutti i fronti.
Da questo punto di vista quindi non può che essere positivo il nostro voto e il nostro giudizio su questo provvedimento; non può che essere positivo lo sforzo che ci viene proposto dall'Assessore, dalla Giunta, per attuare al meglio la legge regionale, per spendere al meglio i soldi che abbiamo messo a disposizione. Siamo d'accordo anche sul prolungamento dei termini per la presentazione dei progetti, ma questo è ovvio altrimenti sarebbe inutile ed inefficace questa deliberazione. Siamo d'accordo anche sulla necessità di rivedere la legge regionale, tutte le leggi sono perfettibili e ancor più quando passano anni e anni significativi anche sul fronte delle novità che si presentano e per quanto riguarda l'immigrazione le conosciamo. C'è la necessità quindi di rivedere la legge regionale, ma non per affrontarla in senso negativo, bensì per rendere positivamente giustizia alle trasformazioni e - ripeto - alle novità che in questi anni sono avvenute anche nel nostro Piemonte per la presenza degli immigrati extracomunitari; riesaminiamola quindi per migliorarla, utilizzando anche le esperienze positive che si vanno facendo.
Credo sia giusto affrontare e dare il necessario rilievo ai problemi che ha la città di Torino, e sono grossi; da questo punto di vista mi trovo totalmente d'accordo con Ernesto Olivero del Sermig sul taglio che dà nell'affrontare questo problema, il lavoro che fa questo servizio missionario per integrare gli immigrati, per aiutarli ad imparare le regole della convivenza in Occidente, per trovare però qualcuno che sia disposto ad insegnare queste regole, ad aiutare a raggiungere un livello di convivenza necessario e indispensabile tra persone, tra umani potrei dire.
Mi trovo altrettanto d'accordo sulla necessità di intervenire per far sì che la gente non sia spaventata e non debba essere spaventata da presenze che possono diventare di grande disturbo se utilizzate a fini di speculazione da parte, in questo caso, di cittadini della nostra regione.
Affrontiamo questi problemi nel modo dovuto; è vero che ci sono anche esperienze non del tutto positive, ma noi dobbiamo soffermarci invece su quelle positive, penso alla realtà di province periferiche rispetto a Torino dove la popolazione sta invecchiando rapidamente, dove le industrie utilizzano l'immigrazione extracomunitaria per farne manodopera anche specializzata, qualificandola, formandola; penso a queste realtà di grande sforzo di integrazione e di convivenza civile e pacifica.
Da questo punto di vista, prendendo evidentemente come esempio e come strada su cui lavorare la realtà del nostro Piemonte, possiamo anche accettare la proposta che fa la Giunta a nome del suo Presidente di porre mano alla legge regionale, ma credo e ripeto nello spirito di migliorarla per rendere la convivenza accettabile per tutti, piemontesi ed immigrati memori della nostra grande tradizione di popolo che è stato per tanti anni e in piccola parte lo è ancora oggi, di emigranti.



PRESIDENTE

Ringrazio la Consigliera Bortolin per il suo contributo.
Ha ora la parola il Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, anticipo subito che il voto del nostro Gruppo su questa deliberazione sarà positivo.
Questa discussione è stata anche l'occasione per svolgere alcune considerazioni da parte dei Gruppi sul problema più generale dell'immigrazione extracomunitaria. Noi pensiamo che la presenza degli immigrati extracomunitari sia una realtà che supera i confini della Regione Piemonte interessando l'intero territorio nazionale. Sarebbe quindi necessaria l'individuazione di una più efficace e complessiva soluzione del problema, tale da consentire provvedimenti immediati, atti da una parte ad impedire o rimuovere irregolarità, dall'altra a realizzare una concreta solidarietà nei confronti di esseri umani in condizioni di indubbio grave disagio.
E' innegabile che gli stranieri con regolare permesso di soggiorno che lavorano nel nostro Paese costituiscono una presenza positiva per l'economia nazionale ed è pertanto equo che le istituzioni garantiscano loro una civile permanenza all'interno della comunità locale.
Al contrario, occorre agire con estremo rigore nei casi di violazione della normativa vigente in materia, onde evitare il continuo reiterarsi di situazioni irregolari, di gravi irregolarità. Tuttavia la delicatezza della questione, che riveste certo carattere sociale, ma che colpisce contestualmente la personalità dell'individuo, impone estrema cautela nel trattare le situazioni già di fatto esistenti.
Si dovrebbe pertanto attivare una serie di interventi in tre direzioni.
Voglio ricordare che in Parlamento è in discussione un disegno di legge sottoscritto oltre che dal nostro Partito e dalle altre forze del Polo anche - mi risulta - dalla Lega Nord, che va in qualche modo in questo senso.
La prima direzione è quella di dare attuazione concreta ad un integrato inserimento senza sperequazioni per gli extracomunitari regolarmente residenti. Questo disegno di legge fa una netta distinzione fra gli extracomunitari regolarmente residenti e gli extracomunitari che si introducono nel nostro Paese in modo illegale e a questo proposito individua un nuovo tipo di reato che è l'associazione finalizzata all'ingresso illecito di extracomunitari, per il quale sono previste pene severe (la pena base è di quindici anni, poi ovviamente ci sono tutti gli aggiustamenti previsti dal Codice di Procedura Penale).
La seconda direzione è la massima severità nell'applicazione della legge per impedire qualsiasi ulteriore immigrazione irregolare.
La terza direzione è la sensibilità nell'individuazione di soluzioni idonee per gli stranieri attualmente presenti.
Purtroppo, uno Stato che presenta difficoltà nel risolvere i problemi occupazionali dei propri cittadini, non riesce a rendersi disponibile verso uomini che da altri Paesi tentano la via dell'immigrazione dotati solo di speranza. Ma ciò non toglie che un popolo, che nella sua storia ha conosciuto le difficoltà e l'amarezza dell'emigrazione e dell'inserimento all'estero, possa e debba esercitare ogni forma possibile di solidarietà.
Ferma restando la necessità di impedire ulteriori immissioni clandestine, sarebbe opportuno valutare la possibilità di sanare realtà presenti, ovvero, laddove non risulti ammissibile alcuna sanatoria individuare efficaci modalità di rimpatrio.
Del resto occorrerebbe prioritariamente dotare le forze dell'ordine di strumenti idonei per un efficace adempimento delle proprie funzioni. Oggi assistiamo ad una situazione in cui l'intimazione di un termine per l'abbandono del territorio italiano non ha alcuna reale speranza di successo, in quanto di fatto si traduce nella determinazione del tempo entro il quale l'immigrato irregolare potrà ricercare una situazione precaria alternativa. Otterrebbe con maggiore certezza l'esito auspicato: un provvedimento immediato di accompagnamento alla frontiera o di imbarco sul mezzo più diretto per il rientro nel Paese di provenienza, sempre tuttavia nel rispetto della dignità dell'individuo.
La nostra forza politica è concorde con chi sostiene che bisogna regolamentare i flussi migratori anche stagionali individuando un termine massimo di sei mesi e di conseguenza c'è l'esigenza di un'identificazione.
Tutti questi punti sono previsti nel disegno di legge: anche quello dell'identificazione; in mancanza della quale, in una situazione normativa carente, si elude la normativa di legge.
Il secondo punto è quello della chiarezza e del rigore. Come ho già detto: pene più severe per chi promuove l'associazione finalizzata all'ingresso illecito di extracomunitari, ma anche espulsione con accompagnamento alla frontiera per chi non è in regola. E non essere in regola vuol dire: non avere il passaporto con il visto quando richiesto, e non avere un'attestazione medica che garantisca che non ci sono pericoli per la permanenza di queste persone nel nostro Paese.
Il terzo punto è l'obbligo di iscrizione presso l'anagrafe per i regolari. Questo è un punto essenziale perché bisogna sempre avere contezza delle persone che ci sono sul nostro territorio.
Infine, solidarietà ovviamente per chi rispetta le regole. Noi non possiamo avere due pesi e due misure a parità di lavoro svolto. Nel programma che è allegato alla deliberazione vediamo nelle priorità molte di quelle cose che sono riprese dall'art. 4 del disegno di legge, così come condizioni civili di permanenza anche attraverso convenzioni con associazioni ed enti vari, e la possibilità di ricongiunzione familiare.
Sono questi alcuni dei punti che sono presenti anche nella deliberazione che noi voteremo in senso positivo e che si ritrovano nel disegno di legge per il quale potrebbe essere opportuno che il Consiglio esprimesse un ordine del giorno di sostegno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, com'era quasi ovvio, il discorso si è spostato da un giudizio sulla deliberazione ad un giudizio sui grandi temi, cioè sul tema dell'immigrazione.
Noi, come Alleanza Nazionale, ovviamente, non ci sottraiamo né all'una né all'altra cosa, però vorrei partire proprio dalla deliberazione.
Preannunciando che il nostro voto alla deliberazione sarà negativo vorrei brevemente motivare questa scelta.
Prima di tutto nella deliberazione stessa non sono stati rispettati i termini di presentazione del programma, che dovevano essere presentati entro il 31 ottobre dell'anno passato: quindi c'è anche un motivo formale di contrarietà a questa deliberazione. Non vorremmo un giorno essere chiamati dalla Corte dei Conti a dover restituire 600 milioni! Si è provveduto a tentare di sanare questa mancata presentazione del programma con una deliberazione della vecchia Giunta che di fatto sanava questa situazione e faceva una delibera quadro degli interventi. Noi non possiamo essere d'accordo sulla delibera quadro circa gli interventi perch riteniamo che la legge che contiene questi interventi - una legge estremamente vaga, estremamente onnicomprensiva - sia superata dai tempi ma soprattutto superata dagli eventi.
Su questo tema dell'immigrazione non siamo mai partiti con una sorta di sudditanza psicologica nei confronti di coloro che tacciano di razzismo tutti quelli che non dicono: "Apriamo le frontiere completamente"; "Siamo favorevoli all'integrazione totale e alla società multirazziale". Invece tentiamo, con molta pacatezza e molto garbo, di rilanciare alcuni ragionamenti che a noi sembrano basilari da un punto di vista umano prima ancora che politico.
Prima di tutto alcune confusioni nelle quali spesso si ricade parlando di immigrazione. Ho sentito fare, da alcuni colleghi che mi hanno preceduto, degli interventi didattici su questo tema. Certo, a bocce ferme: se in Italia il problema, anzi, il dramma immigrazione non esistesse; se non fossero presenti sul territorio nazionale circa un milione di irregolari o clandestini; allora noi potremmo tranquillamente discettare di solidarietà, di integrazione culturale, potremmo tranquillamente parlare di condizioni anche di reciprocità. Non dimentichiamoci comunque che la reciprocità è uno dei capisaldi del diritto internazionale, per cui vengono conferiti ad un determinato soggetto sul suolo nazionale tutti quei diritti che il suo Paese riconosce alle persone dello stesso Stato che eventualmente vi si trasferiscano. Di questo principio del diritto internazionale ovviamente nessuno se ne occupa mai, quindi cerchiamo sempre e soltanto di ragionare sul contingente. Peccato però che noi non stiamo parlando di una posizione teorica sull'immigrazione, quasi che il problema si possa o si potesse presentare in futuro. Il problema è oggi, è attuale ed è drammatico, perché io sinceramente non riesco con tanta pacatezza e con tanta bontà d'animo a sostenere certi ragionamenti quando a San Salvario è impedita la vivibilità di un quartiere ai cittadini italiani quando i miei connazionali - se mi consentite, io sono nazionalista non pentito - sono costretti a svendere i loro appartamenti a mezzo milione al metro quadro perché a San Salvario, centro di Torino, non ci vuole più andare ad abitare nessuno. Io non posso essere pacato, non posso essere tranquillo, perché miei connazionali devono applicare - in quella zona o in altre zone d'Italia, ma rimaniamo a Torino - il congegno gioielleria per filtrare gli ingressi nel loro negozio, salvo subire nel corso dell'anno queste sono statistiche della Questura - venti, trenta assalti da parte di immigrati irregolari clandestini nei loro locali.
Allora, non confondiamo il problema immigrati con il problema immigrati regolari, perché il problema immigrati regolari non sono un problema, non lo sono tanto meno per noi! Gli immigrati regolari, a termini di legge sono quelli che sono in Italia per motivi di studio o per motivi di lavoro e che hanno un regolare contratto con qualche azienda italiana. A questi immigrati regolari, Alleanza Nazionale, insieme a tutte le altre forze che hanno trattato da questo punto di vista il problema, ha sempre assicurato piena cittadinanza e parità di diritti assoluta con gli italiani. Però non confondete, colleghi della sinistra, il discorso tra regolari ed irregolari! L'immigrazione regolare non è un problema perché è regolare.
Chi è regolare ha un lavoro, quindi non è un problema che ricade sulla società. Il dramma vero sono i clandestini, sono gli irregolari, sono quel milione di persone, quei trentamila a Torino - teoricamente non ci sono che ogni giorno si devono alzare e devono procurarsi in qualche modo il loro sostentamento. E' di fronte a questo che ci si deve confrontare. Ho sentito prima parlare del Sermig. Personalmente apprezzo molto la sua attività in favore degli immigrati; Don Ciotti gestisce 80 posti occupati da immigrati regolari e il Comune di Torino ne gestisce 300. Degli immigrati irregolari non importa niente a nessuno.
Proporremo in tal senso una proposta di legge tanto per essere di stimolo alla Giunta, che ringraziamo per l'impegno a voler rivedere la legge. Proponiamo che venga affrontato il tema degli immigrati irregolari dei clandestini. Siamo favorevoli alla creazione di centri di prima accoglienza sanitaria, in attesa che queste persone, se sono in regola con il permesso di soggiorno, possano trovare fino alla scadenza del permesso stesso un'occupazione o una sistemazione; se non sono in regola, vengano inseriti in questi centri di prima accoglienza sanitaria per poi essere accompagnati alla frontiera ed espulsi dal nostro Paese.
Il problema dell'immigrazione clandestina è un problema oltre tutto penale, non facciamo finta di non ricordarlo, non chiudiamo gli occhi di fronte agli atti che quotidianamente questi immigrati irregolari e clandestini commettono nei confronti anche e soprattutto dei nostri connazionali.
Anziché fare della didattica, non andiamo a fare una passeggiata a San Salvario come ha fatto l'Assessore del Comune di Torino, Prele, la settimana scorsa circondato da un plotone di carabinieri, ma andiamo a vivere una settimana a San Salvario, rendiamoci conto di quello che è il problema immigrazione legato esclusivamente alla presenza dei clandestini e degli irregolari.
Non facciamo di tutta l'erba un fascio, confondendo i regolari con gli irregolari, i clandestini con quelli che hanno titolo, perché non facciamo un buon servizio né a loro né a noi stessi. Il buon servizio viene fatto soltanto nei confronti dei regolari, ma quando gli irregolari dormono dietro ai Mercati Generali o sotto i cartoni addirittura davanti al Municipio di Torino, questi non fanno pena a nessuno, tanto non ne parla nessuno, quasi come il problema fossero i regolari in Piemonte.
Vi è poi un'altra questione, sulla quale mi aspettavo la battuta, alla quale, con molto garbo, vorrei rilanciare, perché bisogna anche onorare la storia di questo Paese. Non confondiamoci con gli emigranti italiani e piemontesi in altri Paesi. Non solo questi erano regolari o venivano regolarizzati, altrimenti dovevano tornare indietro, ma hanno costruito le fortune della Volkswagen, della General Motors, ecc.
Vi ricordo che per entrare negli Stati Uniti fino all'anno scorso era necessario, anche per gli europei, un visto di soggiorno e si doveva dimostrare di avere i soldi per tornare indietro. Il nostro è stato un popolo di emigranti, ma non bisogna confondere le carte, perché non è la stessa immigrazione, perché l'immigrazione clandestina al nostro Paese non sta certo portando pace, lavoro e solidarietà, ma sta portando ad un dramma sociale soprattutto per gli italiani.
Auspichiamo che la Giunta regionale riveda la legge in termini restrittivi rispetto a quella attualmente prevista, che è una legge che assolutamente non affronta il problema dell'immigrazione, una legge che basta leggerla, va a dare contributi a pioggia per tematiche varie e vaste non ultimi contributi ad associazioni culturali più o meno fantasma, o magari al Comune di Torino che produce i Compact Disc di gruppi musicali africani, piuttosto che dare il pane a quelli che dormono sotto i cartoni vicino ad una ferrovia.
Auspichiamo che la nuova legge regionale sia fatta sui dettami della legge presentata da Alleanza Nazionale, precisamente da Martinat e Fini che poi è diventata la legge Nespoli di Alleanza Nazionale, licenziata dalla Commissione Affari Costituzionali della Camera. E' una legge restrittiva, che si propone di regolamentare gli accessi, di facilitare le espulsioni per gli irregolari, e si propone parimenti di assicurare un tenore di vita decente, dignitoso, veramente paritario a quello degli italiani per coloro i quali hanno una casa e un lavoro, e quindi i titoli per rimanere in Italia.
Visto che la deliberazione non soddisfa assolutamente le nostre richieste, così come soddisfa quella che sarà la nuova legge nazionale, non possiamo che essere contrari.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio che interviene in qualità di Consigliere.



VAGLIO Roberto

Signor Presidente, i colleghi che mi hanno preceduto hanno dimostrato ancorché ce ne fosse bisogno, che su questo argomento non ci sono questioni di governo o di opposizione. E' un argomento trasversale, sul quale le singole forze politiche devono esprimersi.
La legge n. 64/89 è una legge - e credo che su questo possano concordare tutti - abbondantemente superata. Prevede una consulta di una pletoricità incredibile ed è destinata unicamente a finanziare associazioni ed organizzazioni, non i singoli cittadini extracomunitari residenti operanti ed attivi sul territorio nazionale, ma solo esclusivamente organizzazioni ed associazioni.
Non è per altro che questa legge non è riuscita a trovare applicazione dalla sua pubblicazione fino ad oggi. Però oggi il Consiglio regionale è chiamato a deliberare 600 milioni per finanziare un programma di interventi per il 1995. Ed è su questo punto che la storia si complica, perché il governo Brizio, in carica dal 1990 a fine legislatura, che non era riuscito a rendere operativa la legge n. 64 nei cinque anni di permanenza al governo, nel marzo 1995, quindi a fine legislatura, è riuscito a trovare le risorse da inserire nella finanziaria 1995, e in pochissimi giorni una neoinsediata Consulta presentava il programma di interventi che venne all'epoca approvato dalla Giunta Brizio a tamburo battente.
Quindi è una deliberazione che non ha visto né la collaborazione né il voto positivo della Giunta attuale. Le tre pagine allegate alla deliberazione sono effettivamente, nonostante qualcuno possa rimanere un po' perplesso, un programma di interventi per il 1995 che servono a spendere 600 milioni.
La prima pagina contiene dati vecchi, ad esempio non si tiene conto della mutata residenzialità degli extracomunitari in Italia, che nel solo 1994 è aumentata di 114 mila individui regolari.
La seconda è una pagina di meri richiami, di richiami puri e semplici alla legge n. 64.
Successivamente ci sono quattro righe in terza pagina che danno la priorità agli interventi finanziabili. La priorità 1, tanto per attenersi a qualcosa di pratico, recita: "progetti che si collocano nell'ottica del superamento della pronta accoglienza", "istituzione di centri di accoglienza e di servizi".
E' evidente che nel caso in questione non si fa riferimento a cittadini extracomunitari residenti ed operanti - spesso diseredati al limite della povertà - ma con necessità e diritti al benessere analoghi a quelli dei lavoratori italiani. A questi si dovrebbe parlare in termini di case ed abitazioni, di inserimento scolastico per i figli, di eventuale finanziamento di nuove imprenditorialità.
"Le strutture di accoglienza", di cui sopra, cos'altro sono se non strutture dedicate all'accoglienza di extracomunitari irregolari? I fatti che hanno interessato San Salvario - come diceva il collega Ghiglia - che hanno trovato così larga eco, sono solo un esempio sporadico di quanto accade, praticamente, in tutte le grandi città d'Italia. L'allarme ha raggiunto livelli inaccettabili per la sicurezza pubblica; nel nostro Paese vivono più di 800.000 extracomunitari con regolare permesso di soggiorno le stime - sempre molto approssimative, ma sicuramente non in eccesso dicono che ce ne sarebbero altrettanti entrati in Italia illegalmente.
Il mio Gruppo - Federalisti Liberali - ha intrapreso una campagna di informazione e di sensibilizzazione: si è recato al Viminale prima e alla Questura di Roma e di Torino in seguito, per avere un quadro preciso del problema. I dati emersi confermano in modo allarmante la gravità della situazione. Nel 1994 a Torino sono stati decretati 1.938 provvedimenti di espulsione, ma solo 24 sono stati seguiti da provvedimenti di accompagnamento. Gli stranieri irregolari - come sanno benissimo loro, ma forse molto meno bene noi - possono impugnare il decreto, ricorrendo entro 15 giorni al TAR, del quale ben conosciamo i tempi biblici per potersi esprimere. Anche noi, come credo tutti i Gruppi, abbiamo nel nostro carnet la presentazione di una legge mirata alla sostituzione o, perlomeno, al miglioramento della legge Martelli. Non credo quindi sia questa la sede per lucidare medaglie. Credo sia lecito affermare che il programma di interventi allegati alla deliberazione n. 23 non sia assolutamente rispondente alle finalità della legge n. 64. Finalità che, per inciso ricordo, sono contenute nell'art. 1 della legge e riempiono circa mezza pagina. Non rientra però in tali finalità dichiarate della legge quella di fungere da supporto e d'aiuto per gli irregolari che continuano ad affluire nelle nostre città. Fin da subito, ad eventuali critiche rispondo che la pietà per i derelitti, a cui faceva richiamo la collega di Rifondazione Comunista, non rientra nelle finalità della legge n. 64. Legge vecchia e inadeguata - su questo siamo tutti d'accordo - da sostituire rapidamente ma che fino ad oggi è vigente. Dubito piuttosto della legittimità di finanziarla nelle condizioni attuali, sia per l'iter che ha seguito sia per le strane vicende pregresse della deliberazione. Sarebbe perlomeno decente applicare la legge nella sua interezza, a partire dall'art. 4, comma secondo, che recita: "La Consulta è costituita all'inizio di ogni legislatura e dura in carica per l'intera legislatura". Ebbene, se qualcuno dovrà disporre dei finanziamenti, si tratterà nuovamente di una Consulta insediata laddove la pletoricità ha lasciato spazio alla praticità, alla logica e al buon senso.
Invito il collega Goglio - cui va tutta la mia solidarietà, individuale e di collega di Giunta - a riconsiderare l'intero argomento con l'impegno di mantenere i 600 milioni in aggiunta sul capitolo della prossima finanziaria, ma su un programma diverso, su un programma che consenta di dare effettivamente un finanziamento ai residenti operanti sul territorio e non sia solamente un... - mi vengono alla mente termini poco simpatici aggiramento delle regole per finanziare società, associazioni ed enti, che per gli extracomunitari legalmente presenti sul nostro territorio non hanno alcun interesse.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Grazie, Presidente.
E' un vero peccato - credo - discutere di un problema così importante e delicato in questi termini. Sono stati altri ad anticipare polemiche su una questione così importante, cercando di farla diventare palestra per propri interessi elettoralistici, veramente minimali rispetto alle problematiche che ci troviamo di fronte.
La deliberazione in discussione è un provvedimento di un Paese "normale": quel poco che può fare un Paese normale quando si trova ad affrontare dinamiche di natura - e non lo dico con eufemismo - planetaria.
Questioni che non possono risolvere né leggi restrittive o permissive n altro genere di intervento, poiché riguardano la struttura economica dei nostri sistemi. E, in particolare, il rapporto dei Paesi ricchi - parliamo di noi, dell'Europa - con i fenomeni di povertà del Terzo Mondo e dei Paesi del Nord Africa.
Nel 2030 la popolazione ammonterà a quasi 8 miliardi di persone; di queste, 3 miliardi saranno per il 90% abitanti del Terzo Mondo.
In California ai confini con il Messico è stato costruito un muro per non far transitare i messicani, ma non serve a niente. Finché in alcuni Paesi si muore di fame ed in altri si trova il pane per terra, si espatria in questi ultimi! All'inizio del secolo gli italiani emigravano nelle Americhe da clandestini! Collega Ghiglia, leggi, nei rapporti del Presidente del Consiglio Giolitti, le proteste che il nostro Governo esprimeva nei confronti degli Stati Uniti per come venivano trattati clandestinamente i lavoratori italiani. Questa è storia politica e giuridica dei rapporti fra Stati.
Il fenomeno è sempre lo stesso: nessuno si è mai mosso dal proprio Paese con un rapporto regolare (parliamo dei Paesi dell'emigrazione, non del tecnico specializzato che va a lavorare in Arabia, in Africa o in Brasile). Quando si partiva dall'Italia, agli inizi del secolo, per la crisi dell'agricoltura verso l'America non si avevano i contratti di lavoro: si partiva e si cercava fortuna. Questa cultura del mondo ha fatto nascere i Paesi della civiltà, perché gli Stati Uniti d'America sono nati sull'immigrazione di tutti i Paesi d'Europa e del mondo.
Si sono fatti degli esempi di degrado, per esempio la zona di San Salvario, ma l'emigrazione semmai evidenzia i limiti, i problemi che hanno i quartieri e la città, perché San Salvario era degradata prima che venissero i cittadini extracomunitari. Via Ormea era il luogo della prostituzione storica di Torino, abbiamo dimenticato questo? Così come il centro di Genova, che era già degradato. Chiaramente poi la marginalità dell'immigrazione ha evidenziato il fenomeno, ma sono problemi che c'erano già prima.
Il Piemonte è uno dei pochi casi anche solo in Europa, che nel massimo dell'emigrazione degli anni '60 ha ospitato addirittura cinquecentomila persone, quando la grande Milano ne ospitava due-trecentomila. Il Piemonte ha dimostrato una capacità di fondere la propria cultura con la cultura degli altri Paesi e di saperla mischiare in un prosieguo dell'attività della società. Credo che questo sia un esempio per come ci si debba atteggiare rispetto a questo problema. Gli altri Paesi europei stanno organizzandosi per una regolamentazione del fenomeno, non cogliendo del tutto anche loro i limiti del problema: il rapporto delle società ricche con il Terzo Mondo. Non esprimo tutto ciò che ci sarebbe da dire, ma quando parliamo degli atteggiamenti degli altri Paesi europei, dobbiamo considerare che l'emigrazione extracomunitaria in Francia e in Inghilterra è venti volte superiore a quella italiana. E' diverso il fenomeno con cui si confrontano, certo sono dei Paesi coloniali, ma anche noi, Consigliere Ghiglia, siamo stati Paesi coloniali.
Con questo voglio evidenziare il differente atteggiamento all'interno della maggioranza da parte di Alleanza Nazionale proprio su questo tema.
Nella presentazione del programma di questa Giunta, su questi temi avete detto comunemente delle cose sull'integrazione degli immigrati extracomunitari. Dobbiamo allora pensare che quel programma di Giunta non esisteva, non era quel programma di Giunta? Su questo problema così importante sono molto preoccupato.
Annuncio il mio voto a favore di questo provvedimento, invitando tutti noi a cercare di affrontarlo non facendone, come dicevo prima, palestre per interessi parziali, perché è un problema troppo importante e troppo delicato, che riguarda la dignità non solo di quegli uomini, ma anche la nostra.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Non vi è dubbio che il fenomeno immigrazione rappresenti un grave problema che coglie impreparati Stati e collettività. Il problema dell'immigrazione travalica i confini della Regione, è un problema che non possiamo risolvere da soli, bisogna però rendersi conto che tale fenomeno è soltanto agli inizi e che il prossimo secolo vedrà certamente accentuarsi mobilità e migrazioni intercontinentali causa degli andamenti demografici economici ed ambientali.
In questa ottica è certamente impossibile l'adozione di pratiche di netta chiusura che relegherebbero nell'illegalità vasti strati di popolazione residenti dedita, sotto varie forme, all'accoglienza e la stragrande maggioranza di chi, in qualsiasi modo, tenti di arrivare in Paesi più sviluppati.
Non vi è dubbio che la politica nazionale finora adottata sia stata carente, contraddittoria e inadeguata. Il nostro Paese è in grado di accogliere ed offrire prospettive solamente ad un certo numero di persone provenienti da Paesi extracomunitari.
Ormai bisogna dire che alcuni settori dell'economia nazionale hanno fortemente bisogno di manodopera estranea al nostro sistema economico, in quanto l'evoluzione demografica e l'inurbamento hanno sottratto risorse nuove, non più reperibili.
Occorre prevedere una normativa di lavoro adeguata per l'inserimento degli immigrati, non è sufficiente l'attuale normativa che permette, con procedure abbastanza brevi ed efficaci, l'assunzione dei lavoratori domestici, mentre è complessa, e tante volte non porta a risultati, la procedura per assumere lavoratori stranieri con altre qualifiche.
C'è da pensare alle gravi difficoltà del settore agricoltura, che rischia nei prossimi anni di dover diminuire molte produzioni che richiedono un elevato impiego di manodopera (viticoltura di collina frutticoltura, coltivazione orticola, ecc.) se non fosse possibile regolarizzare e fare arrivare personale disponibile. Non è però pensabile che un qualsiasi Paese sviluppato sia in grado di accogliere sul proprio territorio un elevato numero di individui provenienti dal Terzo Mondo. La protesta che si registra in questi mesi nei quartieri della città di Torino, e anche nelle province, è causata dal numero di extracomunitari presenti sul territorio.
Il problema sta nel numero. Chi viene qui in Italia in cerca di una prospettiva migliore pone al primo posto la ricerca del lavoro. Solo in un secondo tempo, quando vengono meno le possibilità di un impiego, si hanno i fenomeni di illegalità.
Chi fugge la miseria nel proprio Paese la ritrova qui da noi, ed il problema vero che divide i piemontesi dagli immigrati non è il colore della pelle, ma chi vivendo nell'illegalità crea disagio e degrado minacciando la tranquillità e la qualità della vita dei residenti.
Non regolando il flusso migratorio si commette un doppio errore: danneggiamo la popolazione residente, perché la costringiamo a vivere con fenomeni delinquenziali in continua crescita, offendiamo la dignità delle persone che vengono nel nostro Paese in cerca di una prospettiva onesta e che invece a volte trovano nell'illegalità l'unica via per la sopravvivenza.
Occorre quindi che il nostro Paese sappia comportarsi con civiltà e saggezza per non rinunciare a principi di solidarietà nei confronti di chi ha bisogno, rispondendo contemporaneamente alle esigenze della propria cittadinanza e dei propri settori economici. Il fenomeno dell'immigrazione va governato. Lo Stato deve fornire alle forze dell'ordine strumenti efficaci per allontanare dall'Italia chi gestisce attività criminali: siamo cittadini del mondo, il mondo è di tutti, ma ogni comunità stabilisce delle regole che devono essere rispettate. In tale ottica anche i piccoli comportamenti a livello locale da parte della Regione devono essere indirizzati al fine di orientare l'immigrazione verso dimensioni qualitative e quantitative compatibili con la nostra economia e le nostre strutture al fine di rendere la vita qualitativamente accettabile sia ai residenti sia ai nuovi venuti.
La convivenza civile ha bisogno di regole, regole condivise che devono essere rispettate.
Le associazioni di volontariato svolgono un lavoro encomiabile ed i contributi erogati dalla Regione Piemonte entrano nella logica di un corretto approccio alle problematiche sociali. Il principio di tolleranza deve essere difeso innanzitutto con una corretta gestione degli interventi ed un rigore nel rispetto dei criteri di corretta amministrazione e nell'applicazione delle leggi nazionali.
Per rimanere una Regione civile, sensibile ai valori della solidarietà verso i più deboli, c'è bisogno del lavoro e dell'impegno di tutti, non di contrapposizione. E' un tema-problema che va sottratto all'ideologia.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Presidente, io credo che questo dibattito sia uno dei più difficili ed anche uno dei più importanti che il nostro Consiglio dovrà affrontare.
Soprattutto nel momento in cui la presentazione di questa deliberazione per la quale ringrazio l'Assessore Goglio, ha scatenato un dibattito che esiste tra le forze politiche e tra la gente. Ringrazio i pochi Assessori pochi, che stanno seguendo questo dibattito con attenzione, insieme al Presidente del Consiglio, insieme all'Assessore Goglio. Ho notato anche l'attenzione dell'Assessore alla sanità e lo ringrazio di questo.
Vedete, è difficile intervenire cercando di cogliere le tante ragioni e la dimensione internazionale di questo fenomeno che, vogliamo o non vogliamo, questa deliberazione affronta. Non dipende né da Goglio né da Spagnuolo né da Ghiglia: è una dimensione, quella internazionale, che ci sta dentro tutta, perché questa non è soltanto una questione di regole.
Io desidero partire, per cercare di essere il più obiettiva possibile di fronte ad un fenomeno difficilissimo, da alcune parole di una persona che non è certamente della mia parte politica, né della mia estrazione, ma che da sempre apprezzo moltissimo nei suoi interventi; mi riferisco a Sergio Romano.
Ho letto l'inizio di Sergio Romano su La Stampa del 21 settembre di quest'anno, nell'articolo "Voltare pagina", il cui titolo è già importante.
"Mi chiedo" - dice Sergio Romano - "se la classe politica sia ancora capace di comprendere ciò che accade nel Paese e non sia ormai completamente assorbita dalle proprie risse e dai propri teoremi. Nessun partito, né a destra né a sinistra, sembra rendersi conto che il problema dell'immigrazione clandestina è molto più importante, per la società italiana e per la nostra collocazione in Europa, del processo Andreotti o delle ultime dichiarazioni del Presidente della Repubblica. Ma di questo scollamento i partiti, ripeto, sembrano essere del tutto inconsapevoli. Se il Governo propone un disegno di legge per la soluzione (tardiva) di un problema che ogni italiano avverte come grave ed urgente, i partiti non trovano di meglio che ricorrere a parole vuote, tratte da vecchi catechismi ideologici, come solidarietà, severità, rigore, umanità e fratellanza.
Siamo riusciti a far diventare 'di destra' e 'di sinistra' persino uno dei pochi problemi nazionali che tutti in Parlamento potrebbero affrontare, se la smettessero di ragionare fra di loro con buon senso e concretezza".
Mi fermo qui, perché una parte delle analisi che fa Sergio Romano non le condivido, ma condivido l'approccio. Questo è un tema difficilissimo, è un tema rispetto al quale noi ci misuriamo, come ha detto Silvana Bortolin con le grandi povertà e, come ha detto Pasquale Cavaliere, con il fatto che la gente va dove trova le ragioni della sopravvivenza: questo è il nodo del problema. Dove la gente trova le possibilità della sopravvivenza, là c'è la speranza.
E poiché ho un grande difetto, quello di prendere le cose sul serio pensando a questo dibattito, nel quale credo profondamente, mi sono letta un altro articolo bellissimo nella pagina della Cultura de La Stampa, di qualche tempo fa, laddove si raccontava delle valigie degli immigrati clandestini che cadono dalla roccia di Grimaldi. Chi di voi è stato in Francia (qualche volta non solo per andare sulla Costa Azzurra, cosa splendida, peraltro, e che va fatta) conoscerà la roccia di Grimaldi. La roccia di Grimaldi è quello strapiombo dove ci sono alcuni punti dai quali si passa dalla Francia in Italia. C'è una parte dell'articolo che mi commuove, mentre lo ricordo, quando dice che in fondo i cittadini si sono abituati a quei tonfi, a quei rumori sordi, dove nella notte si va, si va comunque. Al fondo di questa roccia ci sono le valigie della gente che della speranza non sa più che cosa fare, perché sono caduti nel vuoto.
Questo è il senso di quello che diceva Pasquale Cavaliere prima, si va dove c'è la speranza.
Ci troviamo di fronte ad un grandissimo problema, perché la classe dirigente di un Paese deve anche cercare di educare l'opinione pubblica su un tema di questo genere. Come è evidente, è facile che prevalgano gli atteggiamenti estremi: ci vuole soltanto la solidarietà e l'umanità oppure, al contrario, è facile dire: "Tutti fuori, tornino al loro Paese noi abbiamo ancora da fare per pensare ai nostri". Ci sono atteggiamenti di questo tipo, pur non avendoli ritrovati in maniera rozza in quest'aula.
Personalmente di questo mi compiaccio.
Dobbiamo andare oltre le righe di quella deliberazione, perché questa non è una questione di singoli, ma di popoli; una questione di governo della nazione. Credo che una Regione grande come il Piemonte, che ha vissuto in termini anche drammatici i fenomeni dell'immigrazione, a partire da quella della propria gente in tempi più lontani, verso altre parti del mondo, dovrebbe aver tratto da queste esperienze qualche elemento culturale in più. Penso ai piemontesi di prima immigrazione, che se ne andavano senza sapere se avrebbero trovato il lavoro, ma con la speranza di trovarlo.
Oggi, però, è molto più difficile, perché le immigrazioni sono tante certamente rispetto a queste immigrazioni abbiamo un dovere come singoli e come popolo, ma sappiamo anche che i nostri cittadini patiscono, patiscono anche molto, si pongono dei problemi. La questione dell'intolleranza non è qualcosa che è scritta nelle deliberazioni, è qualcosa che è dentro di noi rispetto alla quale dobbiamo cercare di dare delle risposte.
Consigliere Ghiglia, non ho bisogno di andare a passeggiare a San Salvario, prima di tutto perché San Salvario la conoscevo bene anche prima e poi, da quando non sono più Presidente, prendo il tram tutti i giorni e prendo il treno quasi tutti i giorni. Prendere il tram oggi a Torino colleghi, ve lo consiglio: colleghi, prendete il tram qualche volta venendo a lavorare in Torino, oppure fatevi un giro in tram. Non altri, io, Carla Spagnuolo, alla sera quando vado a casa - dico la verità - mi giro gli anelli e sono contenta di mettermi anche i guanti, perché esistono dei problemi di sicurezza. Esistono e noi lo sappiamo. La gente li prova dentro di sé. Quando al bar vedo un gruppo di extracomunitari che prende il caffè mi chiedo se sia tutta gente sana, e questi stessi pensieri li ha la gente.
Noi ci dobbiamo confrontare con queste situazioni e se siamo classe dirigente dobbiamo anche tenere conto di questi sentimenti. Tutto ciò per fare in modo che la gente possa andare in tram e le donne non debbano girarsi gli anelli, o che la gente possa andare nei bar pensando e sperando che chi viene a prendere il caffè con me e ha la pelle di un altro colore sia talmente sano - e io abbia concorso a fare in modo che sia talmente sano - che il problema non me lo pongo più. Sono tante le questioni e io credo proprio che sia positivo questo dibattito, perché questo è uno dei temi centrali del nostro tempo, rispetto al quale dobbiamo veramente cercare di coniugare le parole umanità, cristianità e solidarietà (che sono vere, che devono esistere nella quotidianità della vita di tutti i giorni) con le parole realismo e concretezza.
Invece abbiamo la violenza (che certamente esiste e non voglio affatto giustificare), ma voglio capire perché avviene e se abbiamo fatto di tutto per evitarla.
Dobbiamo fare in modo che i cittadini piemontesi, a qualsiasi titolo siano diventati tali, possano circolare sapendo che violenza sopraffazione, sfruttamento e stupro non siano comportamenti realizzati dagli immigrati, ma dobbiamo anche fare in modo che non ci siano forme di sfruttamento verso queste persone. Occorre trovare un equilibrio, dandosi delle regole (certamente le nostre regole, quelle che la nostra comunità si è data) e muovendoci con rapidità.
Questa è un'altra questione estremamente importante: dobbiamo muoverci con rapidità, perché il problema è arrivato a livelli tali da determinare ulteriore intolleranza. Ripeto: sono necessarie delle regole.
E' per questo motivo, Assessore, che noi votiamo la sua deliberazione crediamo che possa concorrere e abbia gli strumenti per far sì che il cittadino extracomunitario che prende il caffè con me sia tanto sano da poterlo bere con tranquillità e che i bambini che sono venuti, che magari sono i suoi figli, e che seguono una speranza, abbiano la possibilità di crescere come tanti immigrati, anche italiani, sono cresciuti, diventando persino dei protagonisti.
Presidente, cinque anni fa in quest'aula abbiamo ricevuto i piemontesi famosi nel mondo; ma i loro nonni, quando sono partiti, non avevano nessuna certezza che alcuni di loro diventassero delle personalità di questo tipo.
Presidente della Giunta, per trovare questo grande equilibrio noi collaboreremo, per quanto ce ne darete la possibilità e per quello che saremo capaci, alla revisione della legge da lei annunciata.
Voglio concludere il mio intervento usando le sue parole, Presidente Ghigo, quando lei, nel dibattito in VI Commissione circa le questioni della cooperazione internazionale, disse: "Ci muoveremo per fare in modo che nella nostra comunità ci sia sempre più tolleranza, che i nostri cittadini capiscano che la tolleranza è una grande regola". Noi possiamo concorrere a dare delle regole che, da un lato, eliminino lo sfruttamento e, dall'altro diano a questa grande questione internazionale delle risposte che facciano delle persone dei soggetti portatori di diritti.
A questo noi non possiamo rinunciare, perché dobbiamo guardare ai diritti dell'uomo mettendo come obiettivo sullo stesso piano coloro che sono residenti e coloro che dobbiamo aiutare a diventarlo a miglior titolo possibile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Signor Presidente e colleghi, chi mi ha preceduto ha posto con grande evidenza l'importanza e la complessità di questo tema. Personalmente raccolgo tutti gli inviti che sono stati fatti a superare le emotività e le irrazionalità nel discutere di questo problema, e soprattutto ad evitare facili slogan.
Sappiamo che questo è un problema complesso, con dei risvolti non soltanto di carattere economico-sociale, ma anche di ordine etico, dal quale nessuna comunità civile può sottrarsi. La questione va quindi affrontata con grande serietà e grande equilibrio, ma anche con grande fermezza. Concordiamo con chi sollecita fermezza nell'affrontare il problema.
Ma al di là di queste considerazioni di tipo generale, volevo esprimere il voto favorevole dei Popolari su questa deliberazione, contenti di contribuire alla sua votazione, al suo varo. Se le forze del centro sinistra non avessero questa posizione favorevole, questa deliberazione non sarebbe approvata, la Giunta sarebbe minoritaria. E' il primo caso in cui assistiamo ad un fatto politico di questo tipo; in altri tempi, in tempi lontani, se si fosse verificata una cosa simile, l'Assessore sarebbe stato dimissionario, ma ormai le cose sono cambiate, per cui l'Assessore, pur non avendo la maggioranza, propone una deliberazione che gli viene approvata con l'aiuto della minoranza.
Per quanto ci riguarda, non vogliamo sottolineare più di tanto questo fatto, perché ci interessa che la deliberazione venga approvata, per notiamo come all'interno della maggioranza ci sia una grande divergenza, ci siano sensibilità diverse. C'è una forte sensibilità dal punto di vista sociale verso questo tema, ma c'è un atteggiamento caratterizzato da slogan e finalizzato a sollecitare gli aspetti irrazionali complessivi dell'opinione pubblica e ai problemi che esistono.
Certamente è strano dover assistere al voto contrario da parte di alcuni Gruppi consiliari verso una deliberazione della Giunta; tra l'altro avevo chiesto al collega Ferraris di esaminare la deliberazione, perch avevo dei dubbi sulla sua data: credevo fosse una deliberazione assunta dalla Giunta precedente.
Ma oltre a tali questioni, credo che su questa vicenda sia utile che il Consiglio conosca la posizione dei Popolari piemontesi. Innanzitutto noi siamo dell'opinione che bisogna sgomberare il campo da un equivoco di fondo: è una finzione immaginare che la fase dell'emergenza sia finita per decreto; è invece certo che siamo ormai di fronte a storie e a fasi diverse dell'immigrazione che richiedono risposte differenziate e flessibili.
La legge dovrà tenere conto dell'emergenza fino al suo superamento continuando a mantenere finanziamenti specifici; in questo senso, la proposta di deliberazione è in sintonia. Si dovrà cominciare a ragionare in termini di azioni positive nei confronti di quell'immigrazione che ha tutte le potenzialità di inserimento, ma che in qualche modo è da animare perch diventi protagonista del proprio sviluppo. Vi sono ancora le categorie della marginalità sociale - e anche in questo senso la deliberazione è in sintonia - per le quali occorre trovare risposte nelle politiche di settore. Vi sono, infine, gli immigrati ormai perfettamente inseriti, ai quali occorre dare le stesse risposte, in termini di servizi e di qualità della vita, che sarebbero dovute nei confronti di qualsiasi cittadino residente, finanziando opportunamente la legislazione ordinaria di riferimento.
Nell'ambito dell'emergenza, un aspetto drammatico è sicuramente - com'è stato rilevato - quello della massiccia presenza di clandestini. Siamo del parere che le azioni di polizia possono essere sicuramente esemplari, per corrono il rischio di essere soltanto propagandistiche e difficilmente risolutive del problema, per cui la nostra opinione è che, nel ridefinire la legge sull'immigrazione, alla Regione siano attribuite delle competenze specifiche.
Primo. Si tratta di continuare, insieme agli Enti locali e con un forte coinvolgimento del volontariato, a rendere agibili le strutture di accoglienza, migliorando o trasformando quanto già esiste.
Secondo. D'intesa con il Governo, occorre affrontare la questione della presenza irregolare di extracomunitari, a cui gli Enti pubblici e privati hanno dato una qualche accoglienza sia per prevenire disordini, sia per motivi sanitari, sia in applicazione di normative di assistenza, sia perch i diritti elementari della dignità umana non possono essere cancellati da una normativa non incarnata nella realtà. Occorre comunque - in questo noi siamo chiari - che ai clandestini che vivono al di fuori della legge in quanto coinvolti in attività malavitose non sia né possa essere consentito il soggiorno sul territorio italiano.
Terzo. Se si vuole dare un segnale istituzionale della volontà di superare l'emergenza, occorre che alle Regioni sia affidato il compito di coordinare sul territorio tutti gli interventi legati all'accoglienza dei cittadini extracomunitari. Ciò consentirebbe di ricondurre ad unità interventi che, pur riguardando le stesse categorie dei cittadini, sono spesso contraddittori e poco produttivi del risultato.
Quarto. Alla Regione va affidata la competenza della gestione post emergenza, intesa come transizione, relativamente all'inserimento dei cittadini extracomunitari, attraverso politiche di sollecitazione di pari opportunità; ad esempio: convenzioni per il superamento della fase più acuta; sistemazione abitativa; istituzione della figura dei mediatori culturali; assistenza scolastica; disponibilità di strutture sanitarie informazione; rappresentatività nelle comunità straniere; formazione, ecc.
Quinto. Occorre ancora che, nell'ambito delle iniziative di cooperazione decentrata di cui alla legge n. 49/87, alle Regioni sia affidata, d'intesa con il Ministero del Lavoro, la gestione di percorsi e progetti formativi finalizzati al rientro dei cittadini extracomunitari.
Sono questi i suggerimenti che intendiamo dare al Consiglio regionale per una riforma della legge nazionale che individui un compito, non secondario da parte della Regione, ed auspichiamo che le forze politiche del Consiglio in qualche maniera ne possano tenere conto. Detto questo, il nostro è un voto favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Signor Presidente, è certamente triste ed avvilente parlare con poche certezze del dramma umano degli extracomunitari residenti nel nostro Paese nella nostra Regione, e non solo a Torino, per la totale insensibilità dei vari Governi succedutisi in Italia che hanno elaborato solo la legge Martelli, ormai superatissima. Questi cittadini extracomunitari sono persone che, per gravi condizioni economiche, ambientali e sociali, hanno dovuto lasciare amaramente le loro famiglie, il loro Paese per cercare, a volte con scarsissimi risultati, di migliorare le proprie carentissime situazioni igienico-umane, economiche, di cittadinanza e di lavoro.
Certamente, il secolare sfruttamento coloniale europeo non è estraneo al sottosviluppo di parecchi Paesi mediorientali, assieme ovviamente alla tragedia della fame, della gravissima crisi economica e dell'enorme povertà.
Nella lunga vigilia elettorale italiana di oggi, anche un problema drammatico umano e sociale come quello degli emigrati di colore diventa elemento di facile consenso, quando si dice: "Badiamo ai nostri interessi e non guardiamo a questi cittadini stranieri". Lo straniero è un estraneo, al più è forza lavoro da sfruttare; l'irregolare è criminale da incarcerare e da espellere; lo zingaro è un ladro da cancellare dal corpo sociale.
Occorre invece molta comprensione ed umanità; anche gli italiani, i piemontesi - qui è stato detto - sono stati un popolo di emigranti in Europa (Francia, Germania, Belgio), in America del Nord, in America del Sud (Argentina), in Australia. Occorre quindi - ripeto - molta comprensione ed aiuto per evitare odiosi processi razzisti.
Le ultimissime proposte liberticide di modifica alla legge Martelli stanno incentivando clandestinità ed espatri (volontari e forzosi). La trattativa aperta nella maggioranza di Governo con la legge sull'incostituzionale ed illiberale testo Nespoli non può fermarsi allo scambio fra espulsioni facili e ad una mini-sanatoria per gli immigrati che lavorano, perché sarebbe uno scambio ineguale.
La sanatoria passa con violazione di diritti fondamentali, quindi va ribadito che la politica migratoria non si fa con le espulsioni, i respingimenti, le galere e i ghetti, ma migliorando la qualità della vita nelle grandi città, dando la possibilità all'emigrante di regolare la propria posizione senza paura, dando assistenza, solidarietà, lavoro istruzione e possibilità di curarsi.
La Regione Piemonte deve intervenire con una legge equa, deve dare risposte chiare e concrete ai numerosissimi extracomunitari presenti a Torino e nel Piemonte, deve dimostrare capacità di governo, stanziando adeguati fondi finanziari. Occorre inoltre promuovere umani centri di prima accoglienza e non dei ghetti, come fino ad oggi si sta verificando; passare dai 600 milioni stanziati dalla Regione nella scorsa legislatura a qualcosa di più concreto, dato il carattere di grave emergenza sociale che riveste questo importantissimo problema umano.
Necessita anche convocare subito la Consulta regionale per i difficilissimi problemi dei lavoratori extracomunitari; potenziare il Piano di sviluppo inerente la L.R. 64/89, dando così un forte segnale di vera democrazia e di civiltà che io credo in questo momento sia necessario al nostro Paese e alla nostra Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Signor Presidente, egregi colleghi, preannuncio il voto favorevole del Gruppo di Forza Italia alla deliberazione in oggetto; credo però sia utile dare un commento alle motivazioni del voto, che sono non politiche, ma tecniche. La deliberazione in oggetto è a seguito di una precedente assunta il 23 marzo scorso, in una delle ultime sedute della Giunta Brizio, con la quale si stanziavano i fondi di cui l'attuale deliberazione si occupa di definire i criteri di idoneità per i soggetti che a tali fondi vorranno attingere in funzione dell'ottemperanza della legge n. 64/89.
Credo che da molti degli interventi dei colleghi siano già emersi secondo me in un momento assolutamente legittimo ma non specificamente attinente all'oggetto del discorso di oggi, suggerimenti peraltro utilissimi per quello che è già stato preso come impegno da parte del Presidente Ghigo e quindi della Giunta di una revisione complessiva della legge n. 64/89 che, evidentemente, appare a molti - e certamente a noi della maggioranza - non totalmente idonea ad essere operante per questa legislatura. Sarà nella formazione del progetto di legge e nel lavoro susseguente in Commissione, certamente anche in Consiglio, che vedremo come il Consigliere Saitta sottolineava, auspicava, suggeriva e temeva - se esistono davvero, come alcuni credono, non certamente io, differenze di opinioni all'interno della maggioranza.
Credo che anche allora la maggioranza saprà, come peraltro ha fatto finora, elaborare progetti di legge che ne rappresentino una continuità nell'ambito della cultura liberale in cui noi ci riconosciamo.
Sottolineo invece due motivazioni tecniche che, secondo me rappresentano un motivo di forza di questa maggioranza. E' stato ricordato dal Consigliere Ghiglia, e successivamente dal collega Vaglio, che forse in questa deliberazione esistono - e a questo mi associo - alcuni piccoli problemi tecnici, perché la legge è molto chiara nel dire che le deliberazioni devono essere prese entro l'ottobre di un anno, impegnando i fondi dei capitoli di competenza del bilancio per l'anno successivo. Questo così non è per questa deliberazione, e quindi, mentre per un certo verso direi che dovremmo congratularci con l'attuale Giunta che per prima dà attuazione agli obblighi presi dalla L.R. n. 64/89, lascio alla Giunta e alla sua competenza definire se tecnicamente questa deliberazione sia sostenibile o no.
Ma proprio per il fatto di esserne a conoscenza - il non averla utilizzata come motivazione, per esempio per un ritiro, che sarebbe sicuramente stato strumentalizzato come non voglia di discutere, mentre io credo che, al contrario, ci sia stata un'ampia discussione - ribadisco che tecnicamente questa deliberazione ha, secondo noi, tutti i crismi tecnici per essere approvata. A parziale differenziazione dal collega Ghiglia sostengo che esistono anche i criteri per poter giudicare l'idoneità dei soggetti che a tale deliberazione faranno ricorso per utilizzare i fondi precedentemente stanziati e rimando a quanto prima, seguendo gli impegni del Presidente Ghigo, l'elaborazione di un progetto di legge di maggioranza e finalmente un dibattito politico esaustivo delle tematiche oggi solo sfiorate.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Per quanto riguarda questo provvedimento (che ricordo ancora una volta è della vecchia Giunta) Alleanza Nazionale non si trova d'accordo sulla tipologia dell'intervento.
Raccolgo il significato dell'intervento della collega Spagnuolo, la quale ha richiamato la gravità del problema per il prossimo futuro di questa Giunta, e vorrei dare questo contributo: se anziché commuoversi oggi, a tempi oramai inoltrati, da una roccia in Costa Azzurra o prendendo un tram, fossimo andati qualche anno indietro nei loro Paesi, forse avremmo pianto per settimane, ma era quello il momento in cui avremmo dovuto dire "li dobbiamo aiutare"; ma non lo abbiamo fatto per quarant'anni, producendo una sacca di disperazione che adesso si trasforma in questi grossi drammi sociali. L'immigrazione è un'altra cosa, l'immigrazione è un movimento da una zona con scarsa offerta di lavoro ad una zona dove c'è offerta di lavoro. Non solo l'Italia, ma tutta l'Europa non offre lavoro, non c'è tasso di crescita tale da assorbire milioni di persone. Così oggi leggo i dati approssimativi di un problema che è arrivato ormai al capolinea: il Piemonte ha nelle liste di collocamento circa 250.000 disoccupati ed è stimata la presenza di immigrati clandestini in circa 100.000 unità. Questo è un fenomeno che storicamente è arrivato ormai al capolinea; assolutamente non è un intervento demagogico, ma squisitamente tecnico, e mi auguro che la proposta di legge di Alleanza Nazionale sia un contributo reale per la risoluzione del problema.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Sono d'accordo che il problema non è ideologico, è un problema serio e credo inevitabile perché a mio avviso rappresenta l'altra faccia della cosiddetta "mondializzazione" dell'economia. Di questo si tratta: noi non possiamo pensare che da una parte ci sia l'esportazione dei capitali e dall'altra non ci sia quello che potrebbe essere considerato il rovescio della medaglia. Purtroppo i due aspetti vanno insieme, li dobbiamo affrontare e ci dobbiamo convivere, ci piaccia o meno, anche con gli aspetti spiacevoli che conosciamo. Tra l'altro, la deliberazione che ci apprestiamo a votare è semmai timida, affronta poco il problema, avrebbe bisogno di una quantità di intervento e di un approccio sicuramente più ampio.
Gli interventi svolti in quest'aula, che dividevano tra immigrati regolari con permesso di soggiorno ed immigrati irregolari, sono a mio parere ipocriti perché io credo che se ci fossimo trovati di fronte ad una deliberazione ben chiara, che ad esempio stanziasse soldi per fare alloggi per chi è in regola con il permesso di soggiorno o, meglio, far sì che una quota di alloggi di edilizia popolare andasse a loro, io sono convinto che ci sarebbe lo stesso tipo di opposizione. Le posizioni che si mascherano dietro il problema della clandestinità esprimono posizioni, secondo me chiaramente razziste, da respingere, e la divisione che c'è stata, il voto in parte lo esprime, non deve essere solo un fatto tecnico, ma deve essere poi un fatto politico. Sarebbe strano che dopo la divisione su un fatto tecnico alcune posizioni si ritrovassero invece politicamente insieme sul complesso del problema.



PRESIDENTE

Assessore Goglio, si sente in dovere oppure in diritto di rispondere ad alcune delle molte riflessioni o indicazioni espresse dal Consiglio?



GOGLIO Giuseppe, Assessore alle politiche per l'immigrazione

Certo, Presidente.
Ringrazio tutti coloro che sono intervenuti in questo dibattito che ritengo positivo e ricco di proposte. E' la prima volta che vedo tutte le forze politiche presenti in Consiglio intervenire su un problema che è molto importante.
Intendo fare alcune riflessioni rispondendo ai Consiglieri intervenuti.
La Consigliera Simonetti ha espresso delle perplessità, più che delle critiche, su quanto ha detto il Presidente Ghigo sulla delibera tecnica (ma il nostro Capogruppo Burzi è stato molto chiaro nello spiegarlo) a proposito della nuova legge n. 64; io penso che sarebbe il caso di conoscere prima qual è la proposta della nuova legge n. 64 e poi magari fare delle critiche oppure esprimere delle perplessità.
Al collega Farassino rispondo che siamo d'accordo sulla revisione della legge Martelli e che devono avere posto solo coloro che hanno diritto ad averlo, cioè coloro che pagano le tasse, che hanno la residenza, e la legge regionale è in perfetta linea con le leggi nazionali, non potrebbe essere differente.
Ringrazio i Consiglieri Deorsola, Vaglio e Cotto, per il contributo che hanno dato, ne faremo tesoro e cercheremo di applicare quanto hanno suggerito.
Al Consigliere Ghiglia, che ha improntato il suo intervento sugli immigrati regolari e non, dico che ha perfettamente ragione: ha detto che gli immigrati regolari non sono un problema ed infatti è proprio su questi immigrati che noi abbiamo presentato questo programma, non sugli altri perché non sono di nostra competenza. Quelli non regolari sono un problema di polizia, comunque non è un problema nostro, quindi non li prendiamo in considerazione.
Ringrazio la Consigliera Spagnuolo che ha posto un problema complesso ha detto che forse è il problema più importante che dovremo affrontare in questa legislatura.
Sono d'accordo anche su quanto ha detto la Consigliera Bortolin ed è per questo che desideriamo coinvolgere tutto il Consiglio ed avere il suo supporto per affrontare un problema che è di tutti e non solo della maggioranza.
Queste erano, a mio parere, le cose salienti. Ringrazio ancora tutti gli intervenuti.



VAGLIO Roberto

Chiedo la parola per dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

Su che cosa? Sulla base delle dichiarazioni dell'Assessore? Ci sono forse degli elementi di novità?



VAGLIO Roberto

No, non c'è alcun elemento di novità, ma visto che non avevo dichiarato il voto contrario sulla deliberazione in esame da parte del Gruppo Federalista Liberaldemocratico, dato il mantenimento della deliberazione mi trovo costretto, mio malgrado, a votare contro.



GHIGLIA Agostino

Chiedo anch'io la parola per dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

Va bene, ricominciamo daccapo. Ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Prenderò solo un minuto, signor Presidente.
Forse è l'Assessore che non ha capito bene qual era stato il senso del discorso perché poi certe cose bisogna avere anche il coraggio di dirsele quando si insiste protervamente nel parlare linguaggi diversi. Io ho detto che gli immigrati regolari non sono un problema ed è di tutta evidenza che questa deliberazione si rivolge agli immigrati regolari altrimenti lei sarebbe un fuorilegge! Ho anche detto che invece a nostro avviso il problema sono gli immigrati irregolari e questi immigrati irregolari, in attesa eventualmente o di essere regolarizzati o di essere accompagnati alle frontiere, debbono avere un'assistenza sanitaria primaria.
Con questo chiarimento il Gruppo di Alleanza Nazionale esprime voto contrario.



PRESIDENTE

Si proceda pertanto alla votazione per appello nominale, come richiesto dai Consiglieri della Lega Nord, della deliberazione testé discussa, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 54 hanno risposto SI' 41 Consiglieri hanno risposto NO 12 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere La deliberazione è approvata.
Il Consigliere Chiezzi, insieme ad altri colleghi, ha presentato un ordine del giorno sullo stesso argomento. Lo possiamo rinviare ad un altro momento oppure lo volete votare subito senza bisogno di illustrazione? Lo volete illustrare. E' uno sfoggio di erudizione o di sensibilità politica? E' un problema politico. Credevamo ci fosse già stato illustrato dai suoi colleghi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, non c'è alcuna tattica dilatoria, i pochi minuti che impiegherò li dedico soprattutto a spiegare il motivo per cui il Gruppo Rifondazione Comunista ha ritenuto opportuno mantenere questo ordine del giorno e proporlo all'attenzione dei colleghi.
Cerco di spiegarlo perché questo motivo è stato soggetto ad una discussione e ad una valutazione sull'opportunità di presentare, dopo una divisione che ha visto la maggioranza su una deliberazione, un ordine del giorno di questo tenore.
Il nostro ragionamento è stato il seguente e lo offriamo a tutti i colleghi.
Al di là dei paraventi - di carattere tecnico - che la maggioranza ha dislocato sui propri confini, in realtà i confini di due culture, di due modi di pensare politicamente nei confronti dell'Amministrazione si sono intersecati con i confini di maggioranza e minoranza.
Quindi, il problema è stato prettamente di carattere politico e il segnale di riconoscimento che questo ordine del giorno richiede è di capire in termini politici quale sia la ragione di questo Consiglio, cioè quale ragione in maggioranza è portatore questo Consiglio regionale nei confronti del tema dell'immigrazione? Dato che nel dibattito, all'interno dei confini della maggioranza, sono state esplicitate forme di revisione della legge, a cui questa deliberazione fa riferimento, in direzione di una sua revisione restrittiva e nella direzione di ridurre l'escursione della legge nel senso della capacità della stessa di rivolgersi ad associazioni, ad organizzazioni di immigrati, cioè di estendere il proprio campo pienamente, così come lo prevede, nella direzione di un'integrazione, e sentite anche altre affermazioni che addirittura negano questa possibilità come una delle possibilità di cui i piemontesi debbano farsi carico, allora ci sembrava e ci sembra utile non semplicemente accettare una divisione della maggioranza che tra l'altro è stata dichiarata tecnica, ma di scoprire le carte di tutti nei termini in cui queste carte vengono poste sul nostro tavolo di discussione politica, che è quello dell'atteggiamento verso l'immigrazione che le forze politiche hanno e che può essere un atteggiamento, come quello che ho sentito in tanta parte degli interventi dell'opposizione, di volontà di integrazione, senso di umanità, organizzazione di una società solidale al di là delle provenienze, delle etnie e delle religioni. E viceversa un'altra parte intervenire con diffidenza, con astio; si dice: "con fondi riconosciuti o non riconosciuti di razzismo" che vedono lo straniero in termini di xenofobia o al massimo di sfruttamento del proprio lavoro.
Questi due grandi filoni politici che fanno riferimento a due culture esistono in questo Consiglio regionale. Ci è sembrato e ci sembra utile andare al di là di una tecnica divisione della maggioranza, che tra l'altro lascia il tempo che trova, e di provare a verificare sui contenuti sintetici che sono quelli che l'ordine del giorno richiama in due punti chiave, e cioè nel rifiuto delle politiche che sulla base di spinte emotive strumentalizzano un disagio che c'è e la volontà di assumere ogni possibile iniziativa mirante la convivenza pacifica e solidale fra tutte le etnie.
Se votiamo questo ordine del giorno, noi riteniamo che si faccia chiarezza vera e non chiarezza tecnica o finta su una questione che rimane sul nostro tappeto dura e cruda così come gli interventi precedenti l'hanno riproposta. Anche noi siamo per non compiere nessuna confusione tra immigrati regolari ed immigrati irregolari. Ma, proprio come ha detto l'Assessore Goglio nel suo intervento, stupisce che da quest'aula membri della maggioranza sparino contro una legge che si rivolge unicamente agli immigrati regolari e chiedano una diminuzione e una variazione, una modifica di questa legge in questo senso. Allora la contraddizione è tutta di chi sta nel mondo politico e culturale che vede l'immigrazione come un nemico, un danno o, al limite, come una massa di manovra da sfruttare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Luciano

Noi abbiamo appena votato una deliberazione dopo un dibattito che ovviamente non si è fermato solo sulla stessa, ma ha affrontato anche questioni più generali, com'era inevitabile. Mi pare però, collega Chiezzi che l'ordine del giorno che è stato proposto ponga dei problemi di carattere molto più generale che attengono alla legislazione e al modo in cui il Consiglio regionale si rapporta con le altre istituzioni, con le associazioni, cioè con le questioni generali dell'immigrazione-emigrazione.
Mi pare che risolvere il tutto in una votazione su un ordine del giorno sia poco, nel senso che su questo - e non lo faccio adesso - ritengo che sia necessaria una discussione che coinvolga l'insieme del Consiglio regionale.
Pertanto, chiedo ai colleghi del Gruppo di Rifondazione Comunista di ritirare l'ordine del giorno. Chiedo alla Presidenza del Consiglio di assumersi l'impegno di affrontare la questione in termini più generali in una prossima seduta che veda un dibattito serio, senza che nessuno possa piantare le proprie "bandierine". La questione è molto più di carattere generale, e quindi è molto più appropriato un dibattito politico vero in una sede che affronti l'insieme delle questioni.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Abbiamo avuto un dibattito complessivamente positivo e molto approfondito; quindi ringrazio fin da adesso il Gruppo di Rifondazione Comunista se volesse consentire, nello spirito di questo dibattito, ai Gruppi di potersi collocare sulle varie sfaccettature della questione partendo dalla deliberazione, guardando alla prospettiva della revisione della legge n. 64 e consentendo a tutti di collocarsi in una dimensione che vada nello spirito dell'ordine del giorno, ma che puntualizzi diverse questioni.
Vi ringrazio preventivamente se vorrete accogliere la nostra richiesta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Abbiamo udito la richiesta e nell'illustrazione dell'ordine del giorno avevamo già segnalato il fatto che, dietro l'opportunità di presentarlo, ci poteva essere una discussione politica. L'abbiamo presentato ugualmente.
Il motivo per cui l'abbiamo presentato è che non siamo assolutamente convinti di una correttezza della maggioranza nella...



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, dica semplicemente se lei è nelle condizioni...



CHIEZZI Giuseppe

Se mi permette, lei faccia il Presidente del Consiglio e non il maestro di scuola.



PRESIDENTE

Io non voglio fare scuola a nessuno. Mi permetta. Lei ha dato le motivazioni un attimo fa, ed ora mi chiede ancora la parola.



CHIEZZI Giuseppe

Ma ora, al momento di votare, ho avuto la richiesta di ritirare l'ordine del giorno, e devo spiegare il motivo per cui accetto o meno la richiesta con degli argomenti che non sono gli stessi che ho usato prima.



PRESIDENTE

Non prenda in giro l'intelligenza altrui, perché sono gli stessi identici argomenti.



CHIEZZI Giuseppe

Se mi lascia finire vedrà che non sono gli stessi.
Stavo dicendo che i motivi per cui l'ho presentato è che non ho fiducia in una modifica costruttiva della legge da parte della maggioranza e che questa fiducia nella maggioranza viceversa ho sentito avere in termini impliciti anche dall'area del centro-sinistra. In questo ci differenziamo.
Per questo motivo avevo chiesto che l'ordine del giorno venisse alla luce, ma anche per questo motivo accedo alla richiesta che mi proviene dal PDS e dalla collega Spagnuolo, perché è un'area all'interno della quale vogliamo confrontarci, colloquiare e concordare anche delle azioni. Lo facciamo, convinti che ogni modifica fatta dalla maggioranza su questa legge temiamo sia una modifica di carattere negativo e regressivo.



PRESIDENTE

Personalmente confido sempre nella sua capacità maieutica.
Quindi, l'ordine del giorno è sospeso e rinviato ad altra seduta.
Pongo infine in votazione l'immediata esecutività della deliberazione (approvata poc'anzi relativa agli interventi a favore degli immigrati extracomunitari), ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva con 43 voti favorevoli, 7 contrari e 4 astensioni.


Argomento: Organi, strumenti e procedure della programmazione - Assestamento di bilancio - Diritto allo studio - Assistenza scolastica - Parchi e riserve

Esame progetti di legge n. 22: "Prima integrazione alla L.R. 23/3/1995", n. 41: "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 1995", n. 23: "Assestamenti ai bilanci di previsione per l'esercizio finanziario 1994 del Parco naturale ed Area attrezzata del Sacro Monte di Crea e dell'Ente di gestione delle aree protette della fascia fluviale del Po - Tratto torinese e della Riserva naturale orientata delle Baragge", n. 24: "Integrazione alla L.R. 23/3/1995, n. 40 per l'accelerazione delle procedure di attuazione del Fondo Investimenti Piemonte", e n. 25: "Assestamento ai bilanci di previsione per l'esercizio finanziario 1995 di Enti di gestione e di aree protette"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame congiunto dei progetti di legge n. 22, n. 23, n. 24 e n. 25, di cui ai punti 6), 7), 8) e 9) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Pichetto, che ha facoltà di intervenire.



PICHETTO FRATIN Gilberto, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, per quanto riguarda il progetto di legge n. 22 espongo breve sunto della relazione, il cui testo recita: "Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la I Commissione ha esaminato ed approvato il disegno di legge predisposto dalla Giunta e relativo alla prima integrazione alla L.R. n. 41/95 'Bilancio di previsione per l'anno finanziario 1995'. L'integrazione concerne i bilanci di previsione per l'esercizio finanziario 1995 del Parco naturale ed Area attrezzata del Sacro Monte di Crea, del Parco naturale di Stupinigi e dell'Ente di gestione del Parco naturale della Valle del Ticino e si rende necessaria in quanto tali bilanci sono pervenuti al Settore competente successivamente alla presentazione al Consiglio regionale dei bilanci degli altri Enti strumentali e comunque non in tempo utile per l'approvazione degli stessi da parte del precedente Consiglio regionale.
La Giunta ha presentato un emendamento sostitutivo relativo al Parco del Ticino e la Commissione ha approvato tale emendamento a maggioranza dei Consiglieri presenti.
La I Commissione rassegna all'aula il testo del progetto di legge n. 22 auspicandone una sollecita approvazione considerato che si tratta di preciso adempimento al disposto della L.R. n. 55/81 recante 'Norme di contabilità regionale'".
Per quanto riguarda il progetto di legge n. 23, dò per letta la relazione, il cui testo recita: "Signor Presidente, Colleghi Consiglieri, la I Commissione ha esaminato ed approvato il disegno di legge predisposto dalla Giunta e relativo all'approvazione degli assestamenti ai bilanci, per l'esercizio finanziario 1994, del Parco naturale ed Area attrezzata del Sacro Monte di Crea e dell'Ente di gestione delle aree protette della fascia fluviale del Po tratto torinese.
La Giunta ha presentato un emendamento integrativo relativo all'assestamento al bilancio di previsione per l'anno 1994 della Riserva naturale orientata delle Baragge e la I Commissione ha approvato tale emendamento a maggioranza dei Consiglieri presenti.
La I Commissione ha rassegnato all'aula il testo del progetto di legge n. 23 auspicandone una sollecita approvazione considerato che si tratta di preciso adempimento al disposto della L.R. n. 55/81 recante 'Norme di contabilità regionale'".
Per quanto riguarda il progetto di legge n. 24, dò per letta la relazione, il cui testo recita: "Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la I Commissione ha esaminato ed approvato il disegno di legge predisposto dalla Giunta che provvede all'integrazione della L.R. 23/3/1995, n. 40 relativa all'accelerazione delle procedure di attuazione del Fondo Investimenti Piemonte (FIP).
La L.R. n. 40/95 ha approvato, con l'allegato A), le schede-guida per la presentazione delle domande di finanziamento relative al Fondo Investimenti Piemonte, per l'esercizio finanziario 1995.
I termini di presentazione delle domande sono stabiliti dalle singole schede di settore. Per la scheda n. 2, relativa al Termalismo, tali termini non possono essere ricondotti ad altre leggi vigenti ma debbono essere definiti nella scheda stessa.
Si propone pertanto che tali termini siano di 30 giorni dall'entrata in vigore nella presente legge. La legge ha carattere di urgenza perché solo una sollecita applicazione consente di chiudere almeno le istruttorie delle domande entro l'anno 1995.
La I Commissione ha rassegnato all'aula il testo del progetto di legge n. 24 auspicandone quindi una sollecita approvazione".
Per quanto riguarda il disegno di legge n. 25, dò per letta la relazione, il cui testo recita: "Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la I Commissione ha esaminato ed approvato il disegno di legge predisposto dalla Giunta e relativo agli assestamenti ai bilanci di previsione per l'esercizio finanziario 1995 di alcuni Enti di gestione Parchi e di Riserve naturali.
La primitiva stesura del progetto di legge n. 25 contemplava l'approvazione degli assestamenti ai bilanci di otto Enti di gestione Parchi e di Riserve naturali.
La Giunta ha presentato un emendamento sostitutivo concernente l'assestamento al bilancio del Parco fluviale del Po e dell'Orba ed un emendamento integrativo relativo all'assestamento al bilancio di previsione per l'anno 1995 del Parco naturale dell'Argentera, al Parco naturale Val Troncea ed all'Ente Parco Lame del Sesia e la I Commissione ha approvato entrambi gli emendamenti a maggioranza dei Consiglieri presenti.
La I Commissione ha rassegnato all'aula il testo del progetto di legge n. 25 auspicandone una sollecita approvazione considerato che si tratta di preciso adempimento al disposto della L.R. n. 55/81 recante 'Norme di contabilità regionale'".
Riepilogando: il progetto di legge n. 22 riguarda una variazione al bilancio di previsione 1995 ed è l'integrazione che concerne i bilanci di previsione del Parco naturale ed Area attrezzata Sacro Monte di Crea Stupinigi e del Parco naturale del Ticino. E' resa necessaria perché non erano pervenuti all'Assessorato al bilancio in tempo per l'approvazione degli stessi. La I Commissione ha approvato.
Il progetto di legge n. 23 riguarda invece gli specifici bilanci dei parchi. La Commissione li ha approvati e sono gli assestamenti di bilancio per l'esercizio 1994 del Parco Sacro Monte di Crea e delle aree protette della fascia fluviale del Po - tratto torinese.
Il progetto di legge n. 24 tratta solo di una copertura di una lacuna della legge sul Fondo Investimenti Piemonte. Nella scheda n. 2 relativa al Termalismo non erano stati posti i termini per le relative domande. Quindi si sono previsti 30 giorni dall'approvazione di questa legge.
Il progetto di legge n. 25 riguarda l'assestamento al bilancio di previsione per l'esercizio 1995 di altri Parchi, il Parco fluviale del Po dell'Orba ed altri due, uno integrativo ed uno sostitutivo presentati successivamente per il Consiglio.



PRESIDENTE

Non essendovi interventi, possiamo passare alla votazione dell'articolato del progetto di legge n. 22.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 51 voti favorevoli 42 voti contrari 5 astensioni 4 L'art. 1 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 51 hanno risposto SI' 42 Consiglieri hanno risposto NO 5 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Calamità naturali

Iscrizione all'o.d.g. ed esame ordine del giorno n. 44 relativo agli eventi alluvionali del novembre 1994


PRESIDENTE

Vista la presenza di tanti Consiglieri, propongo di iscrivere all'o.d.g. l'ordine del giorno n. 44 sottoscritto dai Consiglieri Cotto Griffini, Burzi, Deorsola, Chiezzi, Marengo, Rubatto, Angeli, Cavaliere Bellingeri e Peano relativo agli eventi alluvionali del novembre 1994.
Occorrono 40 voti per l'iscrizione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità dei 51 Consiglieri presenti.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte con riferimento agli eventi alluvionali del novembre 1994 che hanno causato gravi ritardi nell'avvio dei lavori pubblici già programmati o programmati in tempi successivi ed in particolare per quelli inerenti l'edilizia pubblica residenziale incarica la Giunta regionale a predisporre l'elenco dei programmi costruttivi di edilizia sovvenzionata ed agevolata residenziale pubblica già finanziati o potenzialmente finanziabili, che per cause dovute agli eventi alluvionali del novembre 1994 non possono rispettare i tempi stabiliti dalle leggi vigenti in materia, della programmazione e/o dell'inizio dei lavori impegna il Presidente della Giunta regionale a: 1) sottoporre alla Conferenza dei Presidenti l'esigenza della Regione Piemonte ad inoltrare al competente Ministero dei LL.PP. (CER) una specifica istanza di proroga della scadenza onde evitare la sottrazione dei fondi localizzati e/o localizzabili 2) sollecitare le Amministrazioni comunali interessate, in collaborazione con il settore geologico, ad addivenire in tempi brevissimi alla verifica ed all'individuazione delle soluzioni tecnologiche idonee per consentire o l'avvio dei lavori o l'individuazione di altri siti".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 51 Consiglieri presenti.


Argomento: Organi, strumenti e procedure della programmazione - Assestamento di bilancio - Diritto allo studio - Assistenza scolastica - Parchi e riserve

Esame progetti di legge n. 22, n. 23, n. 24 e n. 25 (seguito)


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 23, la cui relazione è stata svolta poc'anzi dal relatore, Consigliere Pichetto.
Se non vi sono Consiglieri che intendono intervenire, possiamo passare alla votazione del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 voti favorevoli 38 astensioni 8 L'art. 1 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 hanno risposto SI' 38 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri La legge è approvata.
Passiamo all'esame del progetto di legge n. 24.
Anche la relazione a tale progetto di legge è già stata svolta poc'anzi dal relatore, Consigliere Pichetto.
Pertanto se non vi sono richieste di parola, possiamo passare alla votazione del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 voti favorevoli 42 astensioni 4 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 voti favorevoli 42 astensioni 4 L'art. 2 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 hanno risposto SI' 44 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri La legge è approvata.
Passiamo infine all'esame del progetto di legge n. 25, la cui relazione è stata svolta poc'anzi dal relatore, Consigliere Pichetto.
Se non vi sono richieste di parola, possiamo passare alla votazione del relativo articolato.
ART. 1 1) Emendamento presentato dall'Assessore Gallarini: Gli assestamenti ai bilanci di previsione per l'esercizio finanziario 1995 dei seguenti Enti: 1) Ente regionale per il diritto allo studio universitario 2) Parco naturale dell'Argentera sono sostituiti dagli allegati al presente emendamento.
"All'articolo unico del progetto di legge n. 25 'Assestamenti ai bilanci di previsione per l'esercizio finanziario 1995 di Enti di gestione e di Aree protette' sono aggiunti gli assestamenti al bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 1995 dei seguenti Enti: 1) Riserva naturale speciale del Sacro Monte Calvario Domodossola 2) Riserva naturale speciale Parco Burcina 'F. Piacenza' 3) Ente di gestione del Parco naturale dell'Alpe Veglia e dell'Alpe Devero 4) Ente di gestione delle Riserve naturali speciali del Sacro Monte di Orta, del Monte Mesma e del Colle della Torre di Buccione 5) Parco naturale della Rocca di Cavour".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 39 voti favorevoli e 4 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 1 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 voti favorevoli 39 astensioni 8 L'art. 1 è approvato.
L'Assessore Gallarini ha presentato il seguente emendamento: 2) aggiungere il seguente nuovo articolo: "ART. 2 - Urgenza.
La presente legge regionale è dichiarata urgente, ai sensi dell'art. 45 dello Statuto, ed entra in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 39 voti favorevoli e 8 astensioni.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 hanno risposto SI' 39 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale)

Esame proposta di deliberazione n. 40: "Conto consuntivo del Consiglio regionale per l'anno 1994"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora la deliberazione n. 40, di cui al punto 10) all'o.d.g.
Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Prego l'Ufficio di Presidenza trascorso di non partecipare ai voti.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 40 voti favorevoli e 4 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri).


Argomento: Rapporti con altre Regioni - Consiglio, organizzazione e funzioni

Esame progetto di legge n. 19: "Partecipazione all'attività della Conferenza dei Presidenti dell'assemblea e dei Consigli delle Regioni e delle Province autonome"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 19, di cui al punto 12) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Deorsola, che non è presente perché ha dovuto assentarsi.
Dò per letta la seguente relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri, recita: "Illustre Presidente, signori Consiglieri, da anni la Conferenza dei Presidenti dell'assemblea e dei Consigli delle Regioni e delle Province autonome opera un'azione di coordinamento fra tali istituzioni, con il proposito di valorizzarne il ruolo, di agevolare lo scambio di esperienze di migliorare l'attività delle assemblee legislative, di rafforzare il collegamento con gli organi del Governo centrale.
L'azione della Conferenza è andata rafforzandosi negli ultimi anni e caratterizzandosi per le iniziative volte a valorizzare la realizzazione di un concreto 'Stato delle Regioni' dando piena attuazione al dettato costituzionale.
In tale prospettiva l'azione di coordinamento ha consentito di promuovere, ai sensi dell'art. 75 della Costituzione, i referendum abrogativi di norme statali istitutive di Ministeri e di disposizioni del DPR n. 616/77, al fine di richiamare in capo alle Regioni competenze che ad esse la Costituzione assegna.
Significativa è stata altresì l'azione promossa dalla Conferenza per giungere alle modifiche della Costituzione per dare vita ad una nuova disciplina dell'istituto regionale.
Molti Consigli regionali hanno infatti proceduto all'approvazione di proposte di legge di modifica della Costituzione, dopo che approfondita analisi della materia e proposte conseguenti sono state svolte da gruppi di esperti a ciò incaricati dalla Conferenza dei Presidenti.
Si è già conseguito il rilevante risultato di un recepimento sostanziale da parte della Commissione per le Riforme istituzionali (la cosiddetta Commissione De Mita - Iotti della XI legislatura del Parlamento nazionale), nel documento Forma di Stato, delle idee di fondo contenute in tali proposte.
L'azione di coordinamento ha altresì consentito di rafforzare il rapporto tra Consigli regionali ed organi centrali dello Stato; si è instaurato un rapporto diretto con la Commissione per le Riforme istituzionali e con la Commissione per le Questioni regionali che ha consentito la costante espressione degli orientamenti maturati nelle singole Regioni.
Di rilievo e di interesse crescente si è poi mostrata la possibilità di identificare questioni di interesse dei Consigli regionali che hanno potuto essere affrontate e definite in sede unica, questioni riferite al rapporto Stato-Regioni, ma altresì allo status dei Consiglieri, al rapporto con l'informazione, in tutte le sue espressioni, al rapporto Regioni-Europa.
Questioni che hanno potuto essere unificate in quesiti posti ad esperti incaricati dalla Conferenza di approfondire le problematiche e portarle a soluzione uniforme ed organica o prospettati agli organi governativi nell'interesse comune, anche attraverso l'adozione di identici atti normativi.
Particolarmente proficuo poi il rapporto instaurato con i gruppi parlamentari della Camera e del Senato che ha portato a confronti utili sul tema delle riforme istituzionali.
La Conferenza è oggi costituita dall'insieme dei Presidenti dell'assemblea e dei Consigli delle Regioni e delle Province autonome. Con atto notarile il 14/1/1994 è stata formalmente costituita l'Associazione 'Conferenza dei Presidenti dell'assemblea, dei Consigli regionali e delle Province autonome' con sede in Roma, presso il Consiglio regionale del Lazio.
Organi dell'Associazione sono: l'Assemblea, il Comitato di coordinamento, il Coordinatore, il Collegio dei Revisori dei Conti. Lo Statuto della Conferenza definisce finalità, compiti, modalità di funzionamento degli organi e disciplina degli aspetti finanziari.
Il consolidarsi dell'attività della Conferenza rende ora opportuno dare forma organica alla partecipazione del Consiglio regionale del Piemonte alla Conferenza: a ciò tende la presente proposta di legge che all'art. 1 norma la partecipazione del Presidente del Consiglio regionale alla Conferenza e all'art. 2 la copertura degli oneri finanziari conseguenti che sono stati quantificati in circa L. 24 milioni annui (L. 15.000.000 annui 2 lire per ogni abitante della Regione).
L'VIII Commissione dopo approfondito dibattito ha approvato il testo così come sopra illustrato e ne raccomanda una sollecita approvazione in aula".
Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 38 astensioni 7 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 38 astensioni 7 L'art. 2 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 hanno risposto SI' 38 Consiglieri si sono astenuti 7 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Problemi del lavoro e della occupazione

Esame progetto di legge n. 16: "Modifiche ed integrazioni alla L.R. 12/11/1986 n. 46 - Istituzione della Commissione regionale per la realizzazione delle pari opportunità fra uomo e donna"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 16, di cui al punto 11) all'o.d.g.
Relatrice è la Consigliera Spagnuolo, che ha pertanto la parola.



SPAGNUOLO Carla, relatrice

"Illustre Presidente, signori Consiglieri, la Commissione regionale per la realizzazione delle Pari Opportunità fra uomo e donna svolge una funzione importante in relazione alle sue finalità istitutive, ma soprattutto rappresenta uno strumento valido per favorire il collegamento fra la componente femminile della nostra società piemontese ed il mondo del lavoro.
La recente istituzione dello sportello informativo, che consente di collegarsi con la Commissione aprendo un rapporto diretto con la comunità regionale su tutti i problemi che riguardano l'occupazione femminile consentirà di avviare, in sostanza, un "osservatorio regionale" al femminile.
E' importante usare appieno le finalità istitutive per la Commissione per le Pari Opportunità anche per esaminare sotto questi profili e con questa particolare attenzione la produzione legislativa ed i suoi necessari adeguamenti a quanto emerge dall'"arcipelago femminile". Ed anche per i provvedimenti che l'esecutivo dovrà assumere, acquista importanza la presenza della componente femminile del Consiglio regionale.
Sulla base di tali considerazioni, la proposta di legge prevede che le Consigliere regionali facciano parte di diritto ed a pieno titolo della Commissione per le Pari Opportunità, riservando invece alle altre componenti i ruoli di cui all'art. 5, comma secondo, della legge istitutiva.
Si ritiene, infatti, che i ruoli di Presidenza e di Vicepresidenza attribuiti alle attuali componenti della Commissione meglio possano consentire un raccordo con le esperienze scientifiche, culturali professionali, economiche e politiche che sono presenti nella Commissione e che legano il mondo del lavoro e dell'impresa, conferendo più forte autonomia alla Commissione stessa.
A queste finalità si ispirano le modificazioni apportate agli artt. 1 e 3 della legge vigente.
L'art. 1 prevede l'obbligo, per la Giunta regionale e l'Ufficio di Presidenza, di trasmettere alla Commissione ogni atto rilevante in tema di "condizione femminile" in modo tale che la Commissione possa formulare i pareri e i suggerimenti richiesti dalla legge senza, peraltro, interferire nel normale processo legislativo.
L'art. 2 introduce, di diritto, le Consigliere regionali in seno alla Commissione, chiarendo però che la presenza è utile unicamente a fini consultivi.
L'VIII Commissione dopo approfondito dibattito ha approvato il testo così come sopra illustrato e ne raccomanda una sollecita approvazione in aula." Mi limito a richiamare, da un lato, l'importanza della Commissione per le Pari Opportunità, che dovrà essere peraltro rinnovata. Le nomine relative sono già all'o.d.g. della Commissione Nomine.
Su questo abbiamo sempre cercato una sorta di intesa fra le Consigliere regionali e anche nel Consiglio, in modo da dare spazio a tutte le rappresentanze delle diverse sfaccettature, professionalità e anche posizioni che esistono nella società. Quindi mi auguro che anche questa volta questo obiettivo possa essere raggiunto.
Il testo di legge prevede di raggiungere due obiettivi. Consegno alla sensibilità del Presidente del Consiglio il raggiungimento di questo obiettivo che comunque è importante; all'interno di qualche riunione informale con le Consigliere ne abbiamo già parlato, seppure sfiorando soltanto l'argomento.
Gli obiettivi sono, sostanzialmente, quello di sottolineare, anche con la presenza delle Consigliere regionali, l'importanza della Commissione per le Pari Opportunità, del lavoro che viene svolto all'interno per il raggiungimento di tutte quelle azioni positive che tendono a migliorare la condizione della donna nella nostra società, partendo prioritariamente dalle dinamiche del lavoro che sono di straordinaria importanza e che per le donne sono sempre più difficili. Questo è un dato che va richiamato anche semplicemente leggendo le statistiche e l'Assessore al lavoro è a conoscenza della grave problematica dell'espulsione delle donne dal mondo del lavoro.
Quindi voglio ringraziare, a nome delle Consigliere regionali che sono firmatarie di questo provvedimento, il lavoro che è stato fatto dalle componenti precedenti la Commissione per le Pari Opportunità. Questo è un primo obiettivo: dare importanza alla Commissione per le Pari Opportunità partecipare a questo lavoro.
Punto secondo: sopperire all'esigenza che ci sia un legame sempre più stretto tra il lavoro della Commissione per le Pari Opportunità e la vita della Regione Piemonte intesa come Giunta e come Consiglio. In questo senso, quindi, le Consigliere che hanno firmato questo provvedimento hanno voluto firmare un ingresso delle Consigliere ad adiuvandum, essere più utili al lavoro della Commissione e delle consultrici cosiddette laiche al raccordo con l'attività della Regione Piemonte: infatti nel passato, dalle varie consultazioni che abbiamo avuto, al di là della buona volontà degli Assessori, si sentiva l'esigenza di costruire dei legami più forti, perch la Commissione potesse esprimersi su tutti quei temi che attengono alla condizione femminile a cominciare, in particolare, dalla problematica del lavoro.
Per evitare anche tutta una serie di appesantimenti, il lavoro delle Consigliere verrà espresso a titolo consultivo, per cui le Consigliere regionali fanno sì parte di diritto della Commissione, ma - ripeto - a titolo consultivo. Questo significa mantenere interamente l'autonomia l'originalità e l'apporto delle componenti della Commissione, votate come espressione della società civile, nel rispetto delle posizioni cosiddette laiche, della ricchezza cosiddetta laica del lavoro che verrà svolto all'interno della Commissione Pari Opportunità.
Colgo l'occasione - e concludo, per rapidità - per dire solo più due cose. Presidente del Consiglio, lo dico a lei ma dovrei dirlo anche e prima di tutto al Presidente della Giunta: sarà importante costruire dei meccanismi automatici in base ai quali tutti i provvedimenti prodotti dal Consiglio e dalla Giunta che si ritiene possano essere di interesse della Commissione Pari Opportunità vengano ad essa trasmessi per poter esprimere dei pareri, ovviamente a titolo consultivo; ciò nel rispetto della ratio della legge nazionale che istituisce la Commissione per le Pari Opportunità.
Infine - e qui chiedo proprio la sua attenzione, Presidente Picchioni affinché ne parli al Presidente della Giunta - la Commissione che ha varato questo provvedimento per l'esame dell'aula e soprattutto le Consigliere regionali proponenti sottolineano un problema che esisteva già nel passato e che con questa legge non poteva essere risolto, cioè quello degli emolumenti delle componenti della Commissione. Attualmente vi è una legge regionale che disciplina la materia in generale; noi poniamo in evidenza che le 13.000 lire ivi previste e corrispondenti al 1973 sono oggi assolutamente inadeguate.
Alle donne che già lavorano e che faranno parte della Commissione per le Pari Opportunità dovremmo ad esempio concedere la possibilità di usufruire di permessi, magari non retribuiti, per partecipare alle riunioni, in modo che vi sia una presenza congrua con un rimborso altrettanto congruo. Finché il problema non verrà risolto, le Consigliere regionali, che oggi parlano attraverso di me, hanno deciso di non collegare la loro presenza ai lavori della Commissione ad alcuna indennità, nemmeno a quelle che la legislazione ordinaria prevede, proprio per sollecitare una soluzione.
Speriamo, attraverso questa presenza, di poter dare un contributo alla Commissione per le Pari Opportunità e soprattutto al collegamento più stretto, che è sentito, tra l'attività di Giunta e Consiglio della Regione Piemonte e la bontà dei provvedimenti che verranno emanati, in modo che risponda maggiormente alla problematica delle pari opportunità.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Vorrei semplicemente, con un breve intervento, motivare l'astensione del nostro Gruppo su questo provvedimento. Credo che il legame che la Commissione Pari Opportunità deve avere con il Consiglio regionale, in particolar modo con le Consigliere regionali, sia importante. A questo proposito, cito un passaggio della relazione, quando dice: "...una particolare attenzione verso la produzione legislativa e i suoi necessari adeguamenti a quanto emerge dall'arcipelago femminile".
Questo è evidente, però il problema che mi pongo è un altro. Io mi chiedo quale sia la necessità di far entrare le istituzioni in un organo come la Commissione Pari Opportunità, nella quale originariamente non era previsto l'inserimento per legge delle Consigliere regionali. Giustamente la Consigliera Spagnuolo - e sono pienamente d'accordo - ha sottolineato il ruolo consultivo che le Consigliere regionali avrebbero in questo contesto lasciando l'operatività agli altri membri del gruppo della Commissione. Io invece avanzerei un'altra richiesta: se il ruolo è di tipo consultivo, le Consigliere regionali potrebbero, per esempio, essere delle invitate permanenti; si permetterebbe così a quelle particolarmente motivate e sensibilizzate sulle condizioni femminili di dare il proprio contributo.
Cosa cambia? Cambia, perché come invitate permanenti non si entra a far parte della Commissione Pari Opportunità dal punto di vista legislativo lasciandole così la sua piena autonomia. Pongo quindi la domanda al contrario: cosa cambierebbe tra l'essere invitate permanenti ed entrare invece a far parte della Commissione di diritto? Sollecito questa risposta.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Svolgo un intervento brevissimo, perché mi rendo conto di come l'ora incomba e l'argomento non sempre "affascini" completamente il Consiglio regionale, soprattutto l'altra metà del cielo del Consiglio regionale.
L'importanza che noi dobbiamo dare a questa proposta, che dal punto di vista normativo è limitata, richiama la necessità di un dibattito che forse dovrebbe essere maggiormente meditato. Le Consigliere regionali hanno incontrato le rappresentanti della Commissione regionale Pari Opportunità e hanno fatto con loro una disamina dei punti critici e dei punti positivi della precedente legislatura.
Raccogliendo l'opinione di tutte le Consigliere, anche quella parzialmente diversa e rispettabilissima della Consigliera che mi ha preceduto - anzi, ritengo che da questa diversità esca una questione da sottoporre a questo Consiglio regionale - è emersa principalmente la necessità di una maggiore interrelazione tra l'attività della Commissione e quella del Consiglio in quanto tale. Questo emerge anche nella nuova formulazione dell'articolo di legge in cui noi richiamiamo la trasmissione degli atti del Consiglio alla Commissione, affinché possano esserci uno scambio ed un confronto vero, nonché una verifica reale, dal punto di vista delle Pari Opportunità, degli atti del Consiglio senza ovviamente impedirne la normale attività. La stessa presenza delle Consigliere regionali si vuole configurare in questo modo, cioè come la possibilità di un lavoro e di un'interrelazione maggiore tra l'attività del Consiglio in quanto tale e l'attività della Commissione Pari Opportunità tra uomo e donna.
Questo è il significato, questa mi sembra sia stata l'osservazione che prevalentemente abbiamo da loro raccolto nel fare il bilancio dell'attività della scorsa legislatura. Non richiamo l'importanza di quanto detto dalla Consigliera Spagnuolo sulla questione del riconoscimento di un diverso gettone di presenza, perché mi sembra che il Presidente l'abbia già significativamente registrata.



PRESIDENTE

Io l'ho accolto, così come nella passata legislatura avevo accolto il problema in generale degli emolumenti dei partecipanti alle varie Commissioni. Sono presenti l'Assessore Gallarini e il Presidente Ghigo: credo che questo problema debba essere affrontato in maniera organica proprio per una dignità del proprio lavoro, della propria presenza, della propria partecipazione.
Credo che lo studio dei meccanismi che possono interessare la Commissione Pari Opportunità in relazione ai diversi strumenti di legge e alle diverse situazioni istituzionali debba anche essere oggetto di un approfondimento che dovremo fare e che senz'altro faremo. Pertanto prego i Consiglieri di prendere nota delle cose che vengono dette e verbalizzate dimodoché si possa ritornare su questo argomento con delle risposte che non siano né evasive né elusive. Come Ufficio di Presidenza ci impegniamo di fronte al Consiglio a studiare i meccanismi più opportuni.
Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 48 voti favorevoli 40 astensioni 8 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 48 voti favorevoli 40 astensioni 8 L'art. 2 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 48 hanno risposto SI' 40 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento:

Convocazione della Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari


PRESIDENTE

Prego i Capigruppo di non assentarsi dall'aula, perché quanto prima terremo una Conferenza dei Capigruppo, per stabilire l'ordine dei lavori della prossima settimana, in quanto venerdì prossimo, per esigenze di lavoro di alcuni componenti, non ci sarà la riunione dei Presidenti dei Gruppi. E' una cosa molto breve.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 21: "Regolamento per l'attuazione del diritto di accesso ai documenti amministrativi approvato con DCR n. 949-DCR 926 del 17/1/1995 e promulgazione con DPGR n. 652 del 13/2/1995. Abrogazione del comma quarto dell'art. 12"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora la proposta deliberazione n. 21, di cui al punto 13) all'o.d.g., sulla quale, se non erro, la votazione in Commissione è stata unanime.
Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 48 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione l'immediata esecutività di tale deliberazione, ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 48 Consiglieri presenti.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame proposta di deliberazione n. 27: "L.R. n. 55/84 e successive modificazioni 'Impiego temporaneo e straordinario di lavoratori disoccupati in cantieri di lavoro di Enti locali' - Adozione della delibera quadro ai sensi dell'art. 4, L.R. n. 55/84"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 27, di cui al punto 14) all'o.d.g.
Anche in questo caso, la votazione in Commissione è stata unanime.
La parola all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore al lavoro

Se lo ritenete necessario, sono in condizione di relazionare. Si tratta di un provvedimento che richiede una certa urgenza, altrimenti non si possono attivare i cantieri di lavoro. Le utilità, nell'ambito di questa attività, sono tantissime, non soltanto per i lavoratori o i disoccupati che meritano una certa partecipazione al mondo del lavoro, ma anche per gli Enti locali. Per la verità, sono ancora pochi quelli che ricorrono a questo strumento; vedremo come sollecitarli in questo senso affinché questa attività, che oltretutto è anche produttiva, possa essere utilizzata appieno.
Gli emolumenti sono tali da soddisfare le attese dei disoccupati; sono salvaguardate le fasce deboli; i sindacati partecipano all'opportuna selezione, altrimenti sarebbe una partecipazione incondizionata, e quindi io chiedo che il parere sia favorevole così come è stato espresso in Commissione.



PRESIDENTE

Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 48 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione l'immediata esecutività di tale deliberazione, ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 48 Consiglieri presenti.


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale

Esame proposta di deliberazione n. 30: "Individuazione dell'ufficio competente per i procedimenti disciplinari ai sensi dell'art. 59, comma quarto, del DL n. 29/93, modificato dall'art. 27 del DL n. 546/93" (rinvio)


PRESIDENTE

Per quanto riguarda la proposta deliberazione n. 30, di cui al punto 15) all'o.d.g., l'Assessore ha pregato di rinviarla ad altra seduta per un ulteriore approfondimento.


Argomento: Enti strumentali

Esame proposta di deliberazione n. 17: "Approvazione, ai sensi dell'art. 2 della L.R. n. 43/91, del programma di attività dell'IRES per l'anno 1995"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora la proposta deliberazione n. 17, di cui al punto 16) all'o.d.g.
Relaziona in merito l'Assessore Majorino.



MAJORINO Gaetano, Assessore agli Enti strumentali

Questo programma, che è stato approvato all'unanimità in sede di Commissione, riguarda appunto il programma dell'IRES relativo al 1995. E' da rilevare che il programma venne formato dalla precedente Giunta, ma non approdò mai in aula in conseguenza dello scioglimento del Consiglio e delle successive elezioni. E' stato riapprovato, ancora dalla precedente Giunta in una delle ultime sedute, nel giugno scorso.
Viene ora in aula e frattanto l'IRES ha svolto la propria attività quindi, come ebbi a rilevare in Commissione - e i Commissari presenti ne convennero - si tratta a questo punto non di approvare, ma di prendere atto di un programma che nelle sue grandi linee e per la massima parte è già stato realizzato. Era presente in Commissione, ed è stato udito, il Presidente dell'IRES, al quale abbiamo ricordato - ed è stato lui il primo a convenirne - che in occasione del programma 1996 ci potrà essere una vera, reale ed effettiva approvazione, cioè a dire approvazione possibilmente a fine novembre, primi di dicembre 1995, onde - prima dell'anno nuovo - possa essere sviscerato in Commissione e poi dibattuto in Consiglio e, se del caso, approvato. In questo momento, ripeto, si tratta in sostanza di prendere atto di quanto si è già verificato e il parere della Commissione è stato unanime.



PRESIDENTE

Ci sono osservazioni in merito a questa deliberazione? La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Il Gruppo di Rifondazione Comunista si astiene su questo provvedimento in parte per le ragioni che ricordava l'Assessore stesso, nel senso che adesso si prende soltanto atto, infatti un bilancio preventivo a fine settembre serve a poco: è già stato in gran parte applicato.
Un elemento che se si fosse potuto discutere avremmo sollevato riguarda l'Osservatorio dell'industria di armamenti che noi anni fa avevamo sollecitato. Ora, risulta che nel 1994 era stato fatto poco o niente e nel 1995 si è continuato nello stesso modo, quindi non c'è una sostanziale novità, c'è anzi continuità.
E' chiaro che se si fosse potuto discutere realmente, in modo preventivo, il bilancio, avremmo fatto anche maggiori osservazioni; il problema è che arrivando tardi prendiamo solo atto di quello che è stato fatto e anche di quello che non è stato fatto.
Per queste ragioni ci asteniamo.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione la deliberazione testé discussa, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregata di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 40 voti favorevoli e 8 astensioni.


Argomento: Sistema informativo regionale

Esame proposta di deliberazione n. 20: "L.R. 15/3/1978, n. 13. Linee di sviluppo del sistema informativo della Regione Piemonte. Piano di sviluppo per l'anno 1995"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 20, di cui al punto 17) dell'o.d.g.
Tale provvedimento è stato licenziato all'unanimità dalla Commissione competente.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregata di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 48 Consiglieri presenti.


Argomento: Comuni

Esame proposta di deliberazione n. 39: "Contestazione dei confini comunali tra i Comuni di Belgirate e Lesa. Archiviazione dell'istanza"


PRESIDENTE

Il punto 18) all'o.d.g. prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 39.
La parola all'Assessore Majorino.



MAJORINO Gaetano, Assessore agli Enti locali

Anche per questo provvedimento la Commissione competente fu unanime nel deliberarlo.
Il Comune di Belgirate aveva chiesto una rettifica dei confini sostenendo che allorquando venne ricostituito lo stesso Comune nel lontano 1947 gli era stata per così dire sottratta una parte, qualche lembo del territorio, sennonché, nonostante le richieste reiterate degli uffici dell'Assessorato, il Comune di Belgirate non ha mai prodotto le mappe (infatti, essendo materia di contestazione o, meglio, di rivendicazione di confini le mappe costituiscono la prova principale e fondamentale).
Nonostante queste reiterate richieste il Comune di Belgirate non si è fatto parte diligente di produrre le mappe pur risultando che esse esistono presso l'Archivio di Stato di Novara.
In questa situazione la proposta della Giunta, accolta in sostanza all'unanimità dalla Commissione, è stata quella di respingere questa rivendicazione di confini, rivendicazione che è una reiezione allo stato degli atti e delle cose nel senso che qualora il Comune di Belgirate dovesse in futuro documentarsi, riproporre la domanda, non è che si troverà di fronte ad una reiezione nel merito del problema, ma solo ad una reiezione per mancanza di documentazione per cui se in un futuro, vicino o lontano, il Comune di Belgirate volesse riproporre la questione documentando la propria richiesta di rivendicazione dei confini, verrà sicuramente riesaminata nel merito e, se ritenuta fondata, ne verrà proposto l'accoglimento.



PRESIDENTE

Non essendovi interventi, si proceda alla votazione di tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 46 voti favorevoli e 2 astensioni.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame ordini del giorno n. 39 e n. 43 relativi alla revisione del concordato fiscale (rinvio)


PRESIDENTE

Il punto 19) all'o.d.g. prevede l'esame dell'ordine del giorno n. 39 presentato dai Consiglieri Salerno, Ghiglia, Mancuso, Casoni, Minervini Burzi, Montabone, Casari, Vaglio e Griffini.
Sullo stesso argomento è stato presentato l'ordine del giorno n. 43 firmato dai Consiglieri Marengo, Angeli, Peano, Cavaliere e Rubatto.
Tali ordini del giorno sono relativi alla revisione del concordato fiscale.
Poiché siamo in attesa di valutare il nuovo testo approvato oggi dalla Camera dei deputati, domando ai proponenti se dobbiamo discutere questi ordini del giorno questa sera oppure se possiamo rinviarli alla prossima seduta.



(Intervento fuori microfono di un Consigliere)



PRESIDENTE

Come dice?



FERRARIS Paolo

Si tratta di capire che cosa ha approvato. E' stato approvato con molti cambiamenti. Poi, comunque, facciamo quello che vogliamo.



PRESIDENTE

In attesa che le parti si mettano d'accordo e che ce lo possano comunicare, passiamo all'esame di un altro punto all'o.d.g.
Pertanto tale argomento viene momentaneamente rinviato.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Esame ordine del giorno n. 40 relativo agli eventi calamitosi dell'agosto 1995. Conseguenti danni alle colture e ai frutti pendenti. Necessità di modificare, anche temporaneamente, criteri di ammissibilità provvidenze previste dalla legge n. 185/92


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 40, presentato dai Consiglieri Bellion, Cotto, Angeli, Toselli, Griffini e Riba, di cui al punto 20) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Quest'anno l'agricoltura della nostra Regione - l'Assessore Bodo avrà dei dati che si vanno consolidando - ha subìto almeno 200 miliardi di danni tra gelate, grandinate ed altri eventi calamitosi.
Come i colleghi sanno, almeno quelli che seguono la materia, esiste una legge nazionale che prevede di indennizzare soltanto i coltivatori per i danni intervenuti alle colture che sono assicurabili e non a quelle assicurate. Le colture assicurabili sono teoricamente tutte, ma quelle assicurate, per una serie di ragioni che per non rubar tempo evito di illustrare, rappresentano una percentuale che oscilla tra il 7 e l'8%; il resto del patrimonio per il momento non è stato assicurato per tante ragioni. Poiché presso la Commissione Agricoltura è in discussione il provvedimento anche per un parere che in questo senso deve esprimere il Ministro dell'Agricoltura, il nostro ordine del giorno è una sollecitazione a consentire che, almeno per quest'anno, e per almeno un anno o due di assestamento della legge, coloro che hanno subìto dei danni per le grandinate possano usufruire del provvedimento che va sotto il nome di Fondo di solidarietà per le calamità naturali.
E' stato approvato all'unanimità in Commissione; credo che l'Assessore concordi sull'opportunità di un atto che si può accostare ad altre iniziative che sono già in corso, ma in ogni caso è anche un atto di solidarietà verso la campagna che è stata colpita quest'anno in modo assolutamente eccezionale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

E' una volontà del Ministro dell'Agricoltura, quindi del Governo, di beneficiare anche le colture danneggiate che non erano assicurate. Per cui non vedo alcuna contrarietà. Sono favorevole, sostanzialmente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Per dare la nostra adesione totale, proponiamo un'aggiunta al testo.
Quando si dice: "chiede alle Commissioni parlamentari di promuovere la modifica, almeno in via temporanea, della legge n. 185 estendendo le provvidenze a tutte le coltivazioni non assicurate", proponiamo di aggiungere: "ma assicurabili". Questo è quanto abbiamo sostenuto anche in Commissione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Potremmo inserire: "ancorché assicurabili".



PRESIDENTE

D'accordo. I proponenti accettano tale modifica.
Pongo pertanto in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte premesso che nel corso dell'agosto 1995 diverse zone del Piemonte ed in particolare i Comuni di cui all'elenco allegato A) facente parte integrante del presente ordine del giorno sono stati colpiti da grandinate ed eventi atmosferici che per intensità, estensione, quantità e qualità dei danni ai frutti pendenti ed alle strutture produttive non possono considerarsi eventi stagionali, ma costituiscono un'ulteriore pesante calamità naturale per estese aree della nostra Regione rilevato che allo stato della sua formulazione la legge n. 185/92 esclude dagli indennizzi - ancorché si tratti di indennizzi limitati ed inadeguati - le colture cosiddette 'assicurabili' considerato che in alcune realtà le produzioni frutticole sono state colpite prima dal gelo (marzo 1995) e poi dalla grandine (agosto 1995) considerate le sollecitazioni numerose e motivate di Comuni ed organismi associativi e sindacali per un intervento che assicuri provvidenze adeguate alle aziende colpite dalle calamità estive chiede alle Commissioni parlamentari di promuovere la modifica almeno in via temporanea della legge n. 185/92 estendendo le provvidenze a tutte le coltivazioni non assicurate, ancorché assicurabili invita la Giunta regionale a richiedere il decreto ministeriale di dichiarazione di zone calamitate per tutti i Comuni di cui all'elenco allegato".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 48 Consiglieri presenti.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Esame ordine del giorno n. 41 relativo all'adozione del Piano Territoriale Regionale. Necessità di riesaminare i contenuti anche attraverso l'avvio del ciclo di consultazioni con gli Enti locali (rinvio in Commissione)


PRESIDENTE

Comunico che l'ordine del giorno n. 41, presentato dai Consiglieri Burzi, Montabone, Ghiglia, Vaglio e Deorsola, di cui al punto 21) all'o.d.g., è stato assegnato all'esame della II Commissione, competente in materia.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame ordini del giorno n. 39 e n. 43 relativi alla revisione del concordato fiscale (seguito)


PRESIDENTE

Sugli ordini del giorno n. 39 e n. 43, relativi alla revisione del concordato fiscale, sui quali ci eravamo soffermati poc'anzi, il Consigliere Salerno desidera prendere la parola per illustrare l'ordine del giorno n. 39. Ne ha facoltà.



SALERNO Roberto

Ho ritenuto doveroso presentare questo ordine del giorno e ritengo altresì doveroso che il Consiglio prenda posizione nonostante che la Camera così mi dicono - abbia approvato un testo - non si sa con quali modifiche. E' essenziale, è un segnale preciso che arriva dalla Regione Piemonte, soprattutto prima che vada anche in Senato per essere definitivamente licenziato.
Il Piemonte ha come tessuto economico una maggioranza di piccole e medie imprese: vuol dire che in Piemonte sono occupati centinaia di migliaia di lavoratori. Ritengo oggi un momento di grave crisi strutturale.
Il nostro ordine del giorno è abbastanza sintetico. E' auspicabile che la Regione si impegni affinché questo concordato, che non ha più una ratio che è onerosissimo e che quindi è intollerabile come costo sia, da questo Governo, promosso a legge definitiva. Ciò impoverirebbe ancora di più con un prelievo quasi obbligato, perché il concordato è sostanzialmente un accertamento che se non si concorda può diventare un accertamento vero e proprio, quindi si ingenera una situazione quasi di paura da parte dei piccoli e medi imprenditori e pertanto è quasi un obbligo dovervi accedere.
La liquidità ormai è ridotta al lumicino, la capacità reddituale delle imprese non può sopportare un prelievo che per il Piemonte è di circa 1.500 miliardi. Mi auguro che tutte le forze politiche qui presenti raccolgano questo "S.O.S." a favore di queste piccole e medie imprese e quindi si voti questo ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 43.



MARENGO Luciano

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, anche noi abbiamo presentato come forze del centro-sinistra, un ordine del giorno sul concordato fiscale, che è diverso da quello illustrato dal collega Salerno. Intanto perché nell'ordine del giorno del collega Salerno non viene ricordata la storia. Questa è una scelta che aveva fatto l'allora Ministro delle Finanze Tremonti, rivelatasi, anziché un concordato, una forma di condono camuffato.
Noi quindi riteniamo che l'attuale Governo abbia commesso alcuni errori proprio perché ha preso supinamente quella che era stata la scelta del Ministro Tremonti e che non abbia controllato il modo in cui veniva gestito il concordato anche rispetto alle richieste che sono state fatte ai cittadini, alle imprese e ai lavoratori autonomi.
Per questo riteniamo che siano inaccettabili le scelte che sono state compiute: ad esempio, quella di mandare a tutti i contribuenti una sorta di ricatto rispetto al pagamento. Quindi chiediamo - ed è qui la differenza che il concordato ritorni al suo originario significato, cioè uno strumento al quale i cittadini volontariamente possono aderire o non aderire senza che questo avvenga in termini di ricatto da parte del Governo.
Si tratta poi di correggere anche alcuni errori nella normativa: ad esempio gli interessi sulle somme dovute non debbono essere pagati e di non procedere all'invio delle cartoline per l'anno 1993. Queste sono le questioni che noi sottolineiamo nell'ordine del giorno.
Peraltro io non so quale efficacia abbia oggi - per questo sei stato favorevole ad un non voto - perché se la Camera ha approvato una cosa diversa rischia di non avere efficacia.



PRESIDENTE

E' un atto di testimonianza nostro.



MARENGO Luciano

Noi manteniamo ovviamente il nostro ordine del giorno e siamo contrari all'altro.



PRESIDENTE

Il dispositivo è abbastanza analogo, per cui potrebbero essere assimilati oppure no, al di là delle premesse politiche che sono state fatte? Altrimenti lo mettiamo ai voti, così non facciamo discussioni superflue.
Pongo in votazione in ordine cronologico l'ordine del giorno n. 39, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte premesso che lo stato di salute economico-finanziario delle piccole e medie imprese nella Regione Piemonte è di grave e profonda crisi strutturale e ciclica che circa 2/3 dell'economia piemontese e nazionale è costituita da piccole e medie imprese che il costo impositivo-fiscale delle attività produttive è ormai voce determinante del maggiore o minore 'impoverimento' finanziario delle stesse che tutto ciò premesso, il cosiddetto 'Concordato di massa' oggi in fase di definizione si caratterizza da altissimi meccanismi di calcolo e da costi finanziari di accesso intollerabili per le generali situazioni aziendali delle piccole e medie imprese che il gettito previsto per tale concordato viene stimato per il comparto piemontese in circa 1.000-1.500 miliardi, cifra che non può essere sostenuta in questo momento congiunturale di crisi profonda e di debole capacità reddituale che la formulazione del 'Concordato', proposta dalle Finanze, appare però oggi pressoché obbligatoria per tutti coloro che hanno ricevuto il 'potenziale accertamento' (appunto da concordare) chiede al Presidente del Consiglio, on. Dini al Ministro delle Finanze, on. Fantozzi: 1) di ridefinire e rivedere tutto l'impianto di calcolo del 'Concordato' in questione per attestare i suoi meccanismi di quantificazione su valori impositivi inferiori e più accettabili con le gravi difficoltà economiche in cui oggi si trovano le imprese 2) di differire la sua scadenza prorogando di sei mesi la data ultima di adesione, cioè al 15/3/1996, introducendo nel contempo la possibilità di rateare l'importo in almeno cinque scadenze bimestrali 3) di riformulare il provvedimento in termini non ambiguamente 'obbligatori', lasciando spazio alla libera e soprattutto serena scelta dei contribuenti l'eventuale adesione al provvedimento".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 25 voti favorevoli, 19 contrari e 2 astensioni.
Pongo ora in votazione l'ordine del giorno n. 43, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte premesso che il Concordato fiscale, deciso a suo tempo dall'allora Ministro delle Finanze Tremonti, si è rivelato in realtà nient'altro che una forma di condono camuffato che tale problema era già stato ampiamente sollevato, in sede parlamentare, all'atto dell'approvazione della normativa in questione che, fatto inaccettabile, sono stati recapitati nelle scorse settimane, a tutti i contribuenti, documenti molto simili a veri e propri avvisi di accertamento chiede al Governo di far tornare, al più presto, il Concordato fiscale al suo originario significato, cioè ad essere uno strumento al quale i cittadini possono volontariamente aderire, non obbligatorio, chiarendo in primo luogo che i contribuenti in regola non sono in alcun modo tenuti ad alcun pagamento di correggere gli errori più evidenti della normativa, a partire dalla decisione di non far pagare interessi sulle somme dovute, come a suo tempo promesso dal Ministro Tremonti di non procedere all'invio delle cartoline per l'anno 1993".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 22 voti favorevoli e 20 contrari.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Iscrizione all'o.d.g. ed esame ordine del giorno n. 42 relativo alla Finanziaria 1996


PRESIDENTE

E' stato presentato dal Presidente della Giunta Ghigo e dall'Assessore Gallarini un ordine del giorno che sollecita il Parlamento ad inserire nella legge finanziaria 1996 e provvedimenti collegati i correttivi necessari ad eliminare le storture che rappresentano un inspiegabile regresso in termini di autonomia finanziaria regionale e ad avviare un vero federalismo fiscale in linea con i tempi, prendendo anche spunto dal documento programmatico predisposto dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome nella seduta straordinaria tenuta ad Udine il 14 settembre scorso.
Questo ordine del giorno, che è stato poi successivamente corretto deve essere iscritto con 40 voti favorevoli.
Chi è favorevole all'iscrizione all'o.d.g. di tale ordine del giorno è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità dei 42 Consiglieri presenti.
Tale ordine del giorno recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte visti i disegni di legge Finanziaria per il 1996 e i provvedimenti collegati preoccupato seriamente per le scelte operate dal Governo che, di fatto non soddisfano, se non in modestissima proporzione, le aspirazioni ad un'autonomia finanziaria 'matura', per dare corpo a Regioni 'adulte'; nella sostanza, comportano per le Regioni un notevole appesantimento sia organizzativo che legislativo ritenuta la manovra nel suo complesso inadeguata alla congiuntura economica e miope nell'individuazione degli obiettivi sollecita il Parlamento ad inserire nella legge finanziaria 1996 e provvedimenti collegati, i correttivi necessari ad eliminare le storture che rappresentano un inspiegabile regresso in termini di autonomia finanziaria regionale e ad avviare un vero federalismo fiscale in linea con i tempi, prendendo anche spunto dal documento programmatico predisposto dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome nella seduta straordinaria tenuta ad Udine il 14 settembre scorso".
La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Chiediamo di poter votare il documento per parti separate, ritenendo una prima parte tutto il documento e una seconda parte la frase: "ritenuta la manovra nel suo complesso inadeguata alla congiuntura economica e miope nell'individuazione degli obiettivi".



PRESIDENTE

Quindi, la proposta è che il documento si voti nella sua interezza tranne il comma: "ritenuta la manovra nel suo complesso inadeguata alla congiuntura economica e miope nell'individuazione degli obiettivi" che verrà votato in parte separata.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Avrei due obiezioni alla radice, ma soprassiedo, nel senso che su argomenti di questo genere sarebbe meglio poter discutere non in questo modo estemporaneo.
Tutto ciò premesso, l'ordine del giorno è in votazione e la nostra opinione è la seguente: è un ordine del giorno con elementi di ambiguità.
Uno è quello segnalato dalla Consigliera Spagnuolo; infatti, la frase "inadeguata alla congiuntura economica..." può essere intesa in diverse direzioni. Quindi, siamo d'accordo a votarlo per parti separate.
Esistono altri elementi di ambiguità; per esempio, cosa si intenda per federalismo fiscale, perché non è univoca l'interpretazione che si pu dare. Se l'ordine del giorno, con questa precipitazione, viene calato sui nostri banchi e ci si obbliga a votarlo, noi lo voteremo con questa indicazione politica: lo votiamo perché in ogni caso è un ordine del giorno contro la Finanziaria, ma non perché sposiamo tutte le cose qui scritte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Mi è parso dall'intervento della collega Spagnuolo che si volesse alleggerire un po' quello che era scritto nell'ordine del giorno nei confronti del Governo centrale.
E' un ordine del giorno che presenta la Giunta, e il Presidente della Giunta dovrà portare queste istanze alla Conferenza dei Presidenti. Ritengo però che così com'è stato scritto questo ordine del giorno sia troppo leggero.
Nella scorsa seduta abbiamo discusso per ore di come si potevano risolvere le problematiche delle nostre industrie. Abbiamo la legge Tremonti passata dimezzata, che va a realizzarsi soltanto più nelle aree del sud d'Italia.
Se non si possono reinvestire i soldi senza che essi siano tassati per le nostre industrie, non so cosa succederà. Passiamo le ore a parlare di Olivetti e di Alenia, e poi presentiamo un ordine del giorno blandissimo nei confronti del Governo centrale che, a mio modo di vedere, non è sufficientemente incisivo, anche se sono certo che il nostro Presidente saprà portare queste istanze.
La seconda considerazione che volevo fare è che, in sostanza, l'unica attribuzione di autonomia fiscale o di federalismo fiscale - così come lo si vuole chiamare in questo momento - è la possibilità - vi lascio immaginare quale popolarità potrà avere! - dell'aumento della benzina fino a 50 lire.
Quando ci troveremo, su proposta dell'Assessore al bilancio, a discutere dell'aumento fino a 50 lire per avere l'accisa sulla benzina, non vorrei che ci trovassimo poi tutte le forze della minoranza che ci sparano addosso! Mentre noi invece dovremmo sostituire dei trasferimenti che lo Stato non ci darà più, perché così è.
Altra cosa che va rilevata alla Conferenza dei Presidenti è il fatto di verificare che i trasferimenti dello Stato comportino veramente la possibilità di comporre il bilancio regionale con libertà ed autonomia finanziaria, perché oggi tutti i trasferimenti dello Stato riguardano materie che lo stesso non riesce a gestire, e ci dice come dobbiamo spendere i soldi. Vorrei sapere che tipo di autonomia finanziaria è questa.
Quindi, secondo me, l'ordine del giorno proposto dalla Giunta è un po' troppo dolce rispetto a quello che penso io in questo momento.



PRESIDENTE

Vuole dare un carico di amaro, Assessore Gallarini?



GALLARINI Pier Luigi, Assessore al bilancio

Penso che l'accentuazione possa essere fatta dal Presidente nel rappresentarlo alla Conferenza.



PRESIDENTE

Riassumendo, mi pare che sia stata fat-ta una proposta dalla Consigliera Spagnuolo Possiamo votare il documento per parti separate. Mi pare che non ci siano obiezioni, viste anche le motivazioni che sottendono ad ogni comportamento politico in merito a questo ordine del giorno.
Pongo quindi in votazione la prima parte dell'ordine del giorno costituita da tutto il documento, tranne il comma: "ritenuta la manovra nel suo complesso inadeguata alla congiuntura economica e miope nell'individuazione degli obiettivi;".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La prima parte dell'ordine del giorno è approvata con 47 voti favorevoli e 1 astensione.
Pongo ora in votazione la seconda parte dell'ordine del giorno, cioè la frase: "ritenuta la manovra nel suo complesso inadeguata alla congiuntura economica e miope nell'individuazione degli obiettivi;".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La seconda parte dell'ordine del giorno è approvata con 27 voti favorevoli e 23 contrari.
I lavori sono conclusi. I Capigruppo sono convocati qui immediatamente.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18)



< torna indietro