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Dettaglio seduta n.149 del 01/07/97 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 5) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Casari, Frassino, Foco Marengo e Toselli.


Argomento: Università

Richiesta pregiudiziale di informativa da parte del Consigliere Chiezzi in merito a "Seconda università del Piemonte"


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Intervengo per una questione pregiudiziale. Mi risulta che il Presidente Ghigo sia stato interessato da reiterate telefonate da parte della Provincia di Vercelli, che sono rimaste senza una benché minima risposta. La richiesta - contenuta anche in un ordine del giorno che abbiamo approvato mi pare o a larghissima maggioranza o all'unanimità - era quella di incontrare Regione ed Enti locali sul problema della seconda Università del Piemonte.
Chiedo al Presidente Ghigo per quale motivo non organizza questo incontro, perché il Presidente della Provincia di Vercelli mi scrive auspicando un'iniziativa del mio Gruppo per sollecitare tale incontro.
Mi faccio dunque parte diligente di questa sofferenza di rapporti tra la Provincia di Vercelli e il Presidente della Giunta regionale.
Se vuole, consegno copia di questa lettera.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Montabone; ne ha facoltà.



MONTABONE Renato

Io avrei almeno 10 domande da fare al Presidente Ghigo, sull'onda di quella testé fatta dal Consigliere Chiezzi, però vorrei sapere dal Presidente del Consiglio se può diventare uso e consuetudine, in apertura di seduta, fare queste richieste.



PRESIDENTE

E' uso anche fare queste richieste, salvo poi rispondere nel tempo, nel modo e nei termini convenuti.
Ricordo che alla Camera, all'inizio di ogni seduta, si può sollecitare il Governo a rispondere, salvo poi il Governo riservarsi di prendere tutti i tempi necessari per dare la risposta. E' una sollecitazione.



MONTABONE Renato

Basta saperlo.



PRESIDENTE

E' una sollecitazione d'aula.
Il Presidente della Giunta vuole dare subito una risposta; ne ha facoltà.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

E' abbastanza inusuale che un rappresentante delle istituzioni si rivolga ad un Gruppo consiliare.



CHIEZZI Giuseppe

E' disperato.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Non è disperato: è disperante, che è un po' diverso.
Il Consigliere Chiezzi deve sapere che io posso documentare, con testimoni, di aver telefonato un giorno alla Provincia di Vercelli, alle ore 16.30, e di non aver trovato nessuno: alle ore 16.30 di un giorno lavorativo, non c'era nessuno, con un centralino che ha risposto "Gli uffici della Provincia sono aperti dalle ore 8.30 alle ore 14.30", e ritorni un altro giorno.
Ho telefonato due volte, sempre con testimoni, al numero del cellulare del Presidente Valeri: disattivato.
Il mio dovere l'ho fatto, nel senso che mi sono preoccupato di mettermi in contatto con il Presidente Valeri, che ha sollecitato un intervento.
D'altro canto ho avuto un incontro a Roma, precisamente giovedì della scorsa settimana, con il Sottosegretario del Ministero della Pubblica Istruzione, Guerzoni, dopo il pronunciamento del Senato Accademico dell'Università di Torino, il quale si era ulteriormente espresso sull'ipotesi dell'Università reticolare e non del secondo polo universitario, come invece viene chiesto dall'ordine del giorno firmato all'unanimità da parte del Consiglio regionale.
Nella prima riunione a Roma con il Sottosegretario Guerzoni, ho sostenuto ed enunciato tale ordine del giorno e analogo comportamento ho tenuto nelle successive riunioni con i parlamentari, i rappresentanti degli Enti locali piemontesi di Alessandria, Vercelli e Novara.
Il Sottosegretario Guerzoni mi ha rappresentato il suo imbarazzo dicendomi che, naturalmente, la questione è piuttosto articolata e difficile.
Lui, giovedì scorso, si è impegnato - ed è per questo che non ho dato seguito a convocare una riunione - a riconvocare, come del resto ci disse quando andammo a Roma tre mesi fa, un'altra riunione presso il Ministero della Pubblica Istruzione, per vedere di trovare una soluzione a questo tema.
Ha anche aggiunto che non esclude di dover coinvolgere il Ministro su questa decisione. Si tratta di una decisione che, dal suo punto di vista segue un percorso logico che è quello dell'università piemontese reticolare; tale percorso trova un grosso contrasto tra gli Enti locali compreso questo Consiglio regionale. La posizione espressa da questo Consiglio regionale è di mantenere il polo universitario del sud-Piemonte mentre la posizione del Ministero è diametralmente opposta.
Il percorso di mediazione è molto difficile; il Sottosegretario Guerzoni si è impegnato a portarlo avanti.
Io, facendo mente locale alla telefonata del Presidente Valeri, il quale avrebbe probabilmente voluto sottopormi questo tipo di tensione, ho dato per scontato che questa convocazione venisse fatta dal Sottosegretario. Credo che la convocherà, ho provato a telefonare al Presidente Valeri, non l'ho trovato e di conseguenza ritengo di aver svolto il mio dovere. Al di là del fatto che il Presidente Valeri vorrebbe essere chiamato dieci volte al giorno per esternare tutte le sue preoccupazioni di Presidenti di Provincia ve ne sono nove, non ve ne è uno solo; io devo trovare tempo per tutti, non solo per il Presidente Valeri. Anche Pallenzona, fino a prova contraria, è Presidente della Provincia di Alessandria! Siamo in attesa che il Sottosegretario Guerzoni convochi gli Enti, le università, i Sindaci per discutere questo problema.


Argomento: Calamità naturali

Esame ordine del giorno n. 531: "Nubifragi e trombe d'aria sull'astigiano il 16 giugno 1997" e collegata interrogazione n. 1298


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 25) all'o.d.g., esame ordine del giorno n. 531 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea, Simonetti, Cotto Grasso, Bortolin, Cavaliere, Spagnuolo e Casari e collegata interrogazione n. 1289 della Consigliera Spagnuolo.
La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

L'interrogazione è chiarissima e si collega all'ordine del giorno che numerosi Consiglieri hanno presentato sulle vicende che hanno colpito recentemente l'astigiano. Vicende che si sono svolte in un periodo abbastanza ristretto di ore ed hanno riguardato non soltanto le colture e quindi l'agricoltura, ma anche il patrimonio architettonico e in alcuni casi il patrimonio storico della città.
Il nostro Gruppo ha presentato un'interrogazione per conoscere l'entità di questi danni e soprattutto per conoscere quali possono essere gli interventi della Regione Piemonte, in quanto il danno ha riguardato un patrimonio di rilevanza regionale e non soltanto di rilevanza locale.
Quindi, l'interrogazione è rivolta al Presidente della Giunta e agli Assessori competenti, in particolare all'Assessore Cavallera.
Colgo l'occasione per dire che mi ha un po' stupito come l'interrogazione sia stata presentata dai quotidiani. Ho già parlato di questo con l'Assessore competente, la stampa ha fornito un aspetto polemico, che assolutamente non era nelle mie intenzioni, e non mi sembra nemmeno che si possa ravvisare nelle parole con le quali l'interrogazione è stata scritta. Mi sono chiesta, in maniera assolutamente trasparente, qual era stato l'esito dell'incontro dell'Assessore competente con gli amministratori, atteso il fatto che il quotidiano La Stampa ne parlava, ma non ne dava, appunto, le caratteristiche né tanto meno le conclusioni.
Quando si verificano degli eventi - e mi rivolgo in particolare al Presidente della Giunta e al Presidente del Consiglio - di portata eccezionale, come questo, che coinvolgono delle realtà che vanno al di là della dimensione provinciale, se vi sono degli incontri che possono riguardare i vari Assessori, credo debbano essere resi noti quanto meno ai Capigruppo o ai Gruppi del Consiglio regionale, proprio perché la Regione non è una somma di Province o di Consiglieri provinciali che si incontrano e che discutono di problematiche locali. Di fronte ad eventi di carattere eccezionale è importante che ci siano anche delle procedure che coinvolgano tutti i Consiglieri, non solo il Consigliere eletto nella circoscrizione.
E' questa anche un'occasione per affrontare il problema sulle procedure che molti Consiglieri sentono, ma assolutamente non si ricollega ad un intento polemico di questa interrogazione, che tende invece al merito del problema proprio perché l'amministrazione provinciale ritengo debba avere giustamente, un aiuto anche di carattere economico proprio per questo patrimonio edilizio di rilevante valore architettonico ed artistico.
Ringrazio molto l'Assessore per le notizie che ci fornirà.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore ai lavori pubblici e tutela del suolo

Nella serata di lunedì 16 giugno alcuni comuni dell'astigiano sono stati interessati da un violento temporale caratterizzato da breve durata con precipitazioni intense, anche sotto forma di grandine e soprattutto da eccezionali raffiche di vento.
L'evento avvenuto tra le ore 21 e le 22,30 ha interessato, da ovest verso est, i territori dei Comuni di Villanova, Villafranca, Montafia Cantarana, Castellero, Monale, Baldichieri, Revigliasco, Asti Porta Comaro Scurzolengo, Castagnole, Monferrato, Montemagno, Refrancore, Viarigi.
Questo viene detto non per esaurire l'elenco dei comuni interessati, ma allo scopo di dare un'idea ai colleghi della entità e della diffusione territoriale del fenomeno.
La precipitazione intensa è stata di breve durata, intorno ai quindici minuti, ed è stata caratterizzata da ingenti apporti di grandine. Si sono registrati localmente valori di spessore della grandine intorno ai dieci quindici centimetri. Mentre sono state stimate raffiche di vento ad oltre cento chilometri all'ora.
Proprio la violenza del vento ha prodotto i maggiori danni in un'area ampia circa cinque chilometri che interessa la provincia di Asti nella sua parte centrale, con qualche punta anche nelle due province confinanti (Cuneo da una parte, ma soprattutto il Monferrato casalese nella provincia di Alessandria).
Localmente si sono verificate vere e proprie trombe d'aria e le zone maggiormente colpite riguardano areali non contigui disposti a macchia di leopardo.
La violenza della pioggia e il vento hanno provocato danni di questo tipo: sradicamento di alberi (pioppi, abeti, pini, tigli), caduta di rami allagamenti di strade e scantinati, danni a linee elettriche, e telefoniche, intasamento di reti fognarie e di depuratori, scoperchiamento di tetti di case di civile abitazione, di aree industriali, ingenti danni alle colture (competenza dell'Assessore Bodo), viabilità invase da fango e manto stradale danneggiato, puntuali dissesti lungo le strade comunali, in genere in quei tratti dove vi erano già situazioni di dissesto che l'evento ha contribuito ad aggravare.
Il fortunale ha soprattutto prodotto danni all'agricoltura, nel nord est della provincia si sono verificati ingenti danni ai pioppeti e alle colture a vite; particolarmente colpita è la zona dei vigneti e del DOC Monferrato-Chiano, ma ovviamente queste sono notizie con riserva di precisazioni da parte del collega, Assessore all'agricoltura.
La viabilità principale e secondaria ha richiesto interventi di pulizia dal fango e dalla vegetazione; si sono verificate interruzioni all'erogazione dell'energia elettrica a causa di danni alla rete elettrica in particolare per la caduta di alcuni cavi e danneggiamenti delle cabine.
Le interruzioni dell'erogazione di energia elettrica si sono protratte per circa 12 ore e in alcuni casi addirittura di frazioni isolate ci sono state interruzioni fino anche a 48 ore di durata. In particolare, questi eventi più gravi hanno riguardato i Comuni di Castellero, Villa Franca Viarigi, Refrancore, Castagnole, Scurzolengo, ma un po' tutti anche gli altri Comuni che prima ho citato.
Ovviamente, il nostro servizio geologico ha anche poi dettagliato Comune per Comune, i principali danni rilevati a prima vista (sono poi in grado di fornire copia ai colleghi che lo desiderano), così come il funzionamento del nostro sistema radar ci dà anche la possibilità di visualizzare, ad intervalli di un quarto d'ora, l'evoluzione del fenomeno: alle ore 20,00 la provincia di Asti non rileva addensamenti di nubi significative; poi, se andiamo alle 21,00, vediamo la situazione che si annerisce, vale a dire concentramento di nubi e vortici di vento; poi la situazione si evolve per tornare ad un livello di attenzione minima verso le 22,30, confermando quindi le osservazioni al suolo da parte dei nostri osservatori.
Per quanto riguarda la valutazione dei danni non entro nel merito di quelli agricoli; stiamo facendo le rilevazioni, perché credo che piuttosto che dare cifre che non corrispondono alla realtà sia opportuno procedere subito utilizzando i nostri servizi decentrati, in particolare il servizio "Opere Pubbliche" per la ricognizione dei danni, facendo dei sopralluoghi o comunque contattando le Amministrazioni e gli uffici tecnici comunali.
A tutt'oggi possiamo dire che questo evento viene stimato sulla base di danni di circa 10 miliardi, di cui quasi la metà per opere pubbliche in senso lato: opere idrauliche, dissesti idrogeologici, danni al patrimonio edilizio comunale, ordinario, storico, ecc., danni al patrimonio abitativo per circa 3 miliardi e circa 1-2 miliardi (sono prime valutazioni, con riserva di precisazione) per quanto riguarda le attività produttive.
Personalmente condivido anche i contenuti dell'ordine del giorno presentato, perché richiama e sollecita la Giunta a fare quello che io ritengo faccia normalmente, ma in questo caso si richiama particolarmente l'attenzione sollecitando la Giunta a dare risposte anche sulla base della legislazione regionale vigente.
A questo proposito ritengo opportuno fare alcune precisazioni di carattere più ampio perché, quando parliamo di dissesti e di eventi particolari (alluvionali, nubifragi, ecc.) nella nostra regione, non possiamo non partire dal '94 e non richiamare gli eventi dello scorso anno che hanno caratterizzato il Verbano nel mese di luglio, e in modo particolare la provincia di Cuneo nel mese di ottobre.
Ritengo si possa accogliere questo ordine del giorno con piena convinzione, facendo una riserva o comunque una precisazione: nel momento in cui la Protezione Civile, sulla base non dico delle promesse, ma delle disponibilità manifestate dal Sottosegretario Barberi, dovesse finanziare il saldo dell'alluvione di Cuneo, che per quanto riguarda le opere pubbliche - e il Consigliere Peano lo sa - attende ancora una trentina di miliardi per completare l'opera di ricostruzione in quella provincia allora noi saremo in grado, con le nostre risorse, così come chiede l'ordine del giorno, di provvedere ad interventi tempestivi per quanto riguarda i danni all'edilizia pubblica e privata, le opere pubbliche, e far scattare i provvedimenti per l'attività produttiva.
Se i colleghi ritengono opportuno, posso anche dare qualche informazione sommaria sugli eventi di questo fine settimana, che hanno interessato altre aree della regione.
Qualora la Protezione Civile non fosse in grado di finanziare il saldo di Cuneo, allora, da un punto di vista puramente finanziario, non di interventi, che sono perfettamente condivisi, potremmo anche tornarci sopra, in sede di assestamento di bilancio. Abbiamo l'occasione di fare questo perché viene presentato il disegno di legge di assestamento del bilancio, quindi in quella sede potremmo assestare queste partite.
Devo anche precisare che, al fine di favorire il finanziamento da parte della Protezione Civile del "saldo di Cuneo", che ammonta a 30 miliardi, ci eravamo dichiarati disposti ad intervenire nell'ammortamento di un eventuale mutuo; si era ipotizzato un mutuo di 30 miliardi, di cui il 75% a carico della Protezione Civile e il 25% a carico della Regione.
Per concludere, devo dire che questi sono gli elementi ricognitori di cui oggi disponiamo, ma ovviamente gli uffici decentrati sono al lavoro in costante collegamento con i Comuni per rilevare "a botta calda" - come si dice - tutti i dati. Perché poi, passati alcuni mesi, non sempre le situazioni corrispondono alla situazione che si visualizza meglio all'indomani del disastro.
Per quanto riguarda la situazione di questo ultimo fine settimana visto che ho la parola, per non fare troppi interventi anche successivamente, preciso che noi non siamo stati interessati da quegli eventi che sono stati registrati, per esempio, dalla regione Lombardia, per lo meno negli effetti, però abbiamo avuto degli innalzamenti preoccupanti dei livelli idrometrici.
Il Consigliere Racchelli saprà che il Lago Maggiore si è avvicinato ai livelli preoccupanti, quindi siamo andati oltre il livello di guardia.
Le zone più colpite, sono: le Valli di Lanzo, la Val Chiusella ed anche nel Sesia si sono registrati momenti di attenzione.
Una prima rilevazione dei danni, ma molto sommaria, perché siamo appena a due giorni dall'evento, richiama l'attenzione sul Comune di Ingria, di Ronco Canavese, Borgo Franco di Ivrea, Andrate, Lugnaco e, in provincia di Vercelli, il Comune di Riva Valdobbia, peraltro Comune già bersagliato da situazioni particolari, tant'è che è all'attenzione del Consiglio regionale una deliberazione della Commissione (mi sembra che verrà discussa giovedì prossimo) che dichiara un evento grave, isolato, per fortuna, ma che si era verificato anche negli scorsi mesi in provincia di Vercelli.
Quindi, una situazione di particolare attenzione che, oltre a richiedere risposte mirate e correlate agli eventi che abbiamo registrato richiama la nostra attenzione sul completamento degli interventi di sistemazione di tutto il bacino, soprattutto del bacino del Tanaro che si trova a metà del guado, nel senso che ha avuto parecchi interventi cosiddetti di pronto intervento e adesso deve registrare da parte del Magistrato per il Po tutte quelle opere che sono necessarie in tempi rapidi.
A questo proposito è positivo che alla fine della scorsa settimana il Ministro Napolitano, delegato alla Protezione Civile, ovviamente d'intesa con il Sottosegretario Barberi, abbia sottoscritto un'ordinanza che era ferma da tempo, io non so se l'addensare delle nubi in qualche modo ha favorito la firma, ma questo è un fatto positivo perché il Magistrato per il Po è stato sollecitato a procedure più accelerate, non più pubblicazione su Gazzetta Ufficiale, ma su quotidiani, numero più ristretto di partecipanti alle gare: un sistema che salvaguarda la pubblicità degli incanti, ma che comunque accelera notevolmente le procedure. Oltretutto, il Magistrato per il Po è stato anche autorizzato ad assumere temporaneamente una decina di ingegneri, proprio per rafforzare i quadri organici che devono presiedere agli interventi di salvaguardia dai grandi rischi.
Quindi, concludendo, l'evento della Provincia di Asti è importante per quanto riguarda gli effetti negativi e disastrosi che si sono registrati concentrati, e che richiedono, a mio avviso, un intervento di aiuto e di concorso nel ripristino. Voi sapete che si è svolto recentemente, promosso dal Governo, un grosso convegno sulla Protezione Civile e in quella sede è emerso che, soprattutto in prospettiva, si punta ad impostazioni alternative. Da un lato, cioè, si parla di concorso nel ripristino per le attività produttive; dall'altro, per le attività abitative, forse si andrà ad ipotizzare forme di assicurazione. Soprattutto, comunque, non si parla mai di un intervento al cento per cento nella rifusione dei danni: si deve cercare di aiutare i danneggiati a riprendere la normale attività sia essa abitativa sia essa produttiva.
Questo è quanto, dal punto di vista dell'Assessore alla difesa del suolo, vi era da dire in questa sede, con riserva di ulteriori approfondimenti e informazioni in sedute successive.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moro; ne ha facoltà.



MORO Francesco

Desideravo anch'io intervenire in questa discussione sui danni causati da un violento nubifragio e da una tromba d'aria che si è abbattuta lunedì 16 giugno sulla Provincia d'Asti e anche in alcuni Comuni dell'Alessandrino casalese, perché credo che occorra un intervento immediato della Regione non solo per quanto riguarda le opere pubbliche, ma anche l'agricoltura.
Sono 17 i Comuni colpiti duramente, che corrispondono innanzitutto alla fascia centrale della Provincia di Asti: Viarigi, Montemagno, Refrancore Castagnole Monferrato, Scurzolengo, Portacomaro, Revigliasco, Tigliole Castellero, Villafranca, Cantarana, San Damiano e altri. Ma ci sono anche i Comuni delle Alte Langhe: Roccaverano, San Giorgio Scarampi, Olmo Gentile.
Questo 1997 sta dimostrando sempre più di essere l'"anno terribile" per l'agricoltura e non solo per le opere pubbliche, quindi occorre intervenire non solo a parole, ma con i fatti.
Come Gruppo regionale di Rifondazione abbiamo presentato un ordine del giorno dove chiediamo innanzitutto un impegno veramente straordinario della Giunta regionale ad intervenire con la massima urgenza. A me pare che, in linea di massima, l'impegno ci sia, ma occorre concretizzarlo seriamente per definire l'entità dei danni e per predisporre, con il concorso ovviamente degli Enti locali e delle associazioni interessate, gli interventi di sostegno attuabili da parte della Regione, che io ritengo debbano essere duplici: sia per quanto riguarda le opere pubbliche sia per quanto riguarda i danni all'agricoltura.
Noi chiediamo che la Giunta si impegni ad intervenire con stanziamenti adeguati, urgenti, perché abbiamo già dovuto registrare, nei mesi scorsi gli ingenti danni provocati dalla siccità, dal gelo e dalla grandine. Ora si è abbattuto, nella Provincia di Asti in maggioranza, un violento nubifragio con trombe d'aria che hanno sconvolto una grandissima fetta del territorio astigiano, soprattutto in termini di agricoltura.
Ribadisco quindi la nostra richiesta di intervento immediato, ma soprattutto uno stanziamento adeguato ai gravissimi danni che hanno colpito ancora una volta il Piemonte e soprattutto la Provincia di Asti e la parte relativa anche alla Provincia di Alessandria.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Ho firmato l'ordine del giorno in cui si chiede alla Giunta un impegno straordinario e ci auguriamo che presto venga sciolta la riserva, in modo da far sapere ai cittadini danneggiati dal nubifragio del 16 giugno, chi e come interverrà.
Ringrazio gli Assessori Bodo e Cavallera per la sensibilità e la disponibilità dimostrate subito il giorno dopo il terribile nubifragio.
L'Assessore Bodo si è messo subito in contatto con l'Ufficio decentrato dell'Agricoltura di Asti; l'Assessore Cavallera, assente quel giorno dal Consiglio perché a Roma, ha accettato immediatamente l'invito, rivolto mio tramite da alcuni sindaci che si trovavano alla sera per un'associazione di piccoli Comuni, a parlare con loro.
Quando capitano questi disastri, il primo bisogno che hanno i cittadini è di comunicare i loro sentimenti, di comunicare la loro rabbia. Vorrei leggere due righe scritte da un giornalista astigiano: "Ci sono agricoltori che dovranno rinunciare alla vendemmia, altri che avevano seminato il mais lo hanno dovuto riseminare perché la siccità non lo aveva lasciato attecchire e ora vedranno seccare le piantine crivellate dai chicchi di grandine e piegate dal vento". Non vanno lasciati a se stessi con la loro rabbia.
Io mi auguro che l'ordine del giorno venga approvato da tutti e che i cittadini danneggiati dal maltempo, cittadini di tutto il Piemonte, da quelli della Provincia di Asti a quelli recentemente danneggiati nell'ultimo fine settimana, non siano lasciati soli con la loro rabbia.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Signor Presidente, intervengo sia come replica all'interrogazione sia per dichiarazione di voto all'ordine del giorno.
L'Assessore Cavallera ha fornito dei dati abbastanza dettagliati: 10 miliardi testimoniano della rilevanza e della eccezionalità delle calamità naturali che si sono abbattute su questo territorio, che sono anche più gravi perché è un territorio che recentemente è stato fortemente compromesso da problemi alluvionali. E' per questo che la Regione Piemonte certamente per l'attenzione degli Assessori, ma anche per il dovere degli Assessori, io mi permetto di sottolineare, deve continuare a monitorare questo territorio. Da un lato si sono verificati danni che hanno caratteristiche di eccezionalità legati agli eventi atmosferici, che indubbiamente si sono ulteriormente aggravati perché esiste, con ogni probabilità, un forte dissesto che deve essere tenuto in osservazione e monitorato dalla Giunta, e in particolare dall'Assessore Cavallera, che mi sembra sia più direttamente competente per queste caratteristiche di eccezionalità del problema in questione.
Credo che la nostra attenzione non debba fermarsi. In particolare chiederei all'Assessore Cavallera, nei tempi che lui riterrà congrui - ci ha già fornito dei dati praticamente a una settimana di distanza, quindi sono dati con una buona approssimazione e anche con un discreto livello di prontezza - che entro un mesetto, prima della pausa estiva, ci possa relazionare in Commissione, perché lui ha detto che la maggioranza del patrimonio che è stato danneggiato è il patrimonio di carattere pubblico.
Allora, in particolare su questo patrimonio che si affianca ai danni subìti dai privati, che certamente in agricoltura dovranno essere valutati dall'Assessorato competente (su questo noi dovremmo avere una scaletta con i percorsi dei finanziamenti e i tempi del ripristino) ci prendiamo buona nota e l'Assessore stesso potrà in qualche modo ulteriormente aggiornarci.
Proprio in questa Provincia, sia per questo ultimo fattore, ma anche per la scorsa alluvione, esiste tutta una serie di danneggiamenti che si ascrivono alla straordinaria amministrazione, quindi richiedono un monitoraggio un po' più ravvicinato.
Con questa precisazione, se l'Assessore è d'accordo, voteremo ovviamente l'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Grazie. La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Io sono ben conscio che l'annata agraria '96/'97 dal punto di vista delle intemperie climatiche, dei conseguenti danni per calamità atmosferiche alle produzioni agricole, è stata fino ad oggi nefasta per l'agricoltura piemontese. Fin dalla primavera le colture sono state toccate dal gelo; sono già state delimitate le zone danneggiate e quantificati i danni, 116 miliardi. E' poi seguita la siccità; gli uffici stanno lavorando per poter gestire e delimitare le aree in cui la produzione lorda vendibile perduta è superiore al 35%. Ad aggravare il quadro poco felice di questa situazione, negli ultimi 15-20 giorni non passa giorno senza che non ci siano temporali che accompagnano grandinate e che colpiscono vaste zone dell'Astigiano e dell'Alessandrino, arrecando ulteriori danni consistenti alle produzioni agricole. I settori decentrati sono attualmente impegnati nella delimitazione delle zone colpite da siccità e grandine al fine di trasmettere al Ministero per le Politiche agricole la richiesta di riconoscimento della calamità, per fare scattare gli interventi che la legge 185/92 contempla secondo i tipi di coltura agraria danneggiata.
E' da specificare che per quanto riguarda la siccità la Regione Piemonte, grazie all'attendibilità dei nostri dati agro-meteorologici, è stata la sola regione in Italia ad avere riconosciuto dall'Unione Europea lo stato di calamità, ottenendo lo slittamento al 15 giugno per la data di semina di mais, sorgo e soja, al fine dell'ottenimento dei contributi nell'ambito del regime di sostegno al reddito di cui al Regolamento dell'Unione Europea 1765/92.
Questo slittamento, interamente dovuto alla capacità degli uffici dell'Assessorato, su richiesta del sottoscritto, ha permesso a centinaia di agricoltori piemontesi di non perdere gli incentivi che in alcuni casi sono un reddito indispensabile per le aziende. La notizia dell'accoglimento dello stato di calamità per la siccità ci è stata comunicata dal Ministro dell'Agricoltura, Michele Pinto, in data 23/5/97 e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea. L'entità dei danni dovuti alle calamità atmosferiche che interessano l'intero nostro Paese sono a tutt'oggi valutati e quantificati in oltre 3 mila miliardi di lire e sempre a livello nazionale si sta studiando un intervento speciale che tenga conto dello stato di disagio in cui si vengono a trovare gli imprenditori agricoli colpiti.
Sicuramente un intervento serio che sostenga le aziende danneggiate non può essere fronteggiato con stanziamenti su capitoli di bilancio destinati alla calamità di 240 miliardi a livello nazionale decisi dalla legge finanziaria. Dalle notizie in nostro possesso il Ministero pare orientato a stanziare in tempi ragionevoli i 240 miliardi già disponibili per fronteggiare i danni del gelo a favore delle poche Regioni, tra cui il Piemonte, che hanno già presentato tutta la documentazione a Roma.
Occorre quindi che il Governo si attivi per incrementare gli stanziamenti altrimenti rischiamo di vedere vanificate le speranze di tutti i produttori agricoli. Da parte nostra non potremmo fare altro che sollecitare questi provvedimenti.
Una considerazione particolarmente importante deve essere fatta e cioè che la legge 185/92 prevede nei suoi interventi un aiuto limitato, un aiuto che deve servire per ripristinare le condizioni produttive delle aziende agrarie danneggiate. Non si tratta quindi di un risarcimento del danno subito, come da più parti si chiede, non solo da oggi, sull'onda delle emozioni. Il risarcimento, è bene ricordarlo, può avvenire solamente nel caso in cui il produttore abbia assicurato, tramite i consorzi per le calamità atmosferiche, il proprio raccolto beneficiando di un concorso dello Stato pari al 50% del premio assicurativo. Questa è a mio modo di vedere la vera soluzione possibile per gli eventi-grandi rischi.
Per quanto riguarda l'intervento della Regione Piemonte, appare al momento essere possibile solo attraverso la concessione di prestiti a tasso agevolato sino al momento dell'intervento statale. L'Assessorato, ed io personalmente, vorrebbe fare tesoro delle precedenti esperienze attivate dalla Regione in quest'ultimo quarto di secolo per far fronte alle avversità climatiche verificatesi quest'anno e che gli interventi di cui la Regione può disporre non si pongano in contrasto con le norme nazionali e comunitarie.
Non rimane altro, quindi, che attivarsi fin dove è possibile con celerità, così come ha già fatto l'Assessorato, augurandoci che la ventilata modifica della 185 di cui si sta discutendo in sede ministeriale vada in porto dotandoci di una legge più adeguata alle esigenze e ai mezzi finanziari a disposizione. Augurandomi, infine, che tali eventi che danneggiano le colture non abbiano più a verificarsi nel corso del corrente anno.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera, telegraficamente.



CAVALLERA Ugo, Assessore ai lavori pubblici e tutela del suolo

Accolgo sicuramente l'invito della collega Spagnuolo di riferire in Commissione sull'avanzamento dei finanziamenti.
Inoltre, faccio rilevare che sarà mia cura mantenere i contatti con i parlamentari piemontesi, perché, fino adesso, questa collaborazione ha sempre dato buoni effetti: come diceva il collega Bodo, è necessario garantirci, anche a livello nazionale, il sostegno di tutte le nostre iniziative.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte premesso che la sera di lunedì 16 giugno si è abbattuto su una vasta zona dell'Astigiano un nubifragio con tromba d'aria di potente intensità, in meno di mezz'ora sono caduti circa 120 millimetri di pioggia, con raffiche di vento ad oltre 100 km. ora sono 17 i Comuni colpiti, che corrispondono alla fascia centrale della Provincia: Asti, Viarigi, Montemagno, Refrancore, Castagnole Monferrato Scurzolengo, Portacomaro, Revigliasco, Tigiole, Castellero, Villafranca Cantarana, Valfenera, San Damiano, sono inoltre stati colpiti anche alcuni paesi delle Langhe: Roccaverano, San Giorgio Scarampi, Olmo Gentile il 1997 si presenta per l'agricoltura come "anno terribile" caratterizzato prima dalle brinate, poi da una siccità mai riscontrata negli ultimi anni, infine da nubifragi caratterizzati da grandinate devastanti il Servizio regionale decentrato per l'Agricoltura ad Asti ha completato il rilievo dei centri sconvolti dal nubifragio dal quale emerge un quadro di compromissione di tutte le colture agricole compresa la produzione dei seminativi, l'intera zona vitivinicola vocata a "grignolino" e "ruchè" non produrrà più per il '97 anche i Comuni hanno subito gravi danni alle infrastrutture, edifici pubblici e servizi, mentre si segnalano pesanti danneggiamenti alle strutture commerciali, in particolare in alcune zone di Asti impegna la giunta regionale ad intervenire con la massima urgenza per definire l'entità dei danni e predisporre, con il concorso degli Enti locali e delle Associazioni interessate, gli interventi di sostegno attuabili dalla Regione: per i danni alle strutture comunali pubbliche: attraverso le risorse di "pronto intervento" a disposizione dell'Assessorato all'Ambiente e Lavori Pubblici per i danni all'agricoltura: attivando rapidamente i rimborsi previsti dal "fondo solidarietà nazionale" e destinando risorse proprie per i danni subiti dai privati: predisponendo provvedimenti regionali che possano consentire ai privati mutui particolarmente favorevoli." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Prosecuzione esame legge regionale approvata dal Consiglio regionale il 26 novembre 1996 e rinviata dal Governo "Modifica degli artt. 17, 40 e 77 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 'Tutela ed uso del suolo'"


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 6) all'o.d.g.: Prosecuzione esame legge regionale approvata dal Consiglio regionale il 26 novembre 1996 e rinviata dal Governo "Modifica degli artt. 17, 40 e 77 della legge regionale n. 56".
La parola al Presidente della Giunta Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Dopo gli ulteriori approfondimenti avvenuti in queste due settimane che ci hanno separati dall'ultima discussione relativa alla modifica dell'art.
17 della legge n. 56 relativa all'urbanistica, avendo ricevuto da parte della maggioranza un mandato a perlustrare una possibile soluzione di mediazione tra le varie posizioni che si erano ampiamente manifestate, in maniera anche piuttosto articolata, all'interno del Consiglio, ritengo di rendere noto all'aula quello che è emerso da questo percorso, da questo processo di mediazione.
Gli elementi fondamentali e di principio che mi permetto di esprimere sono di due generi. Uno per quanto riguarda una considerazione di carattere generale, chiamiamola filosofica, relativa ad una considerazione legata alla possibilità di insediamento abitativo teorica sul territorio piemontese, dovuta alla approvazione, ormai per il 99% dei casi, di Piani regolatori della nostra Regione.
In sostanza circa il 99% dei 1209 Comuni della nostra regione hanno un Piano regolatore. Nella quasi totalità questi Piani regolatori prevedono rispetto all'insediamento attuale, la possibilità di incremento di insediamenti abitativi piuttosto consistenti. Uno dei casi più ricorrenti che nell'ambito della discussione è stato fatto, è quello del Comune di Cirié che ha - non so se dico le cifre esatte, ma i parametri sono gli stessi - una popolazione di 19.000 abitanti e ha un Piano regolatore che permette un insediamento abitativo ulteriore fino a 25.000 abitanti.
Quindi, ha un bonus di 6.000 abitanti.
Noi abbiamo ritenuto che questo elemento, che è un elemento di programmazione territoriale, perché i Piani regolatori sono strumento di regolamentazione e di sviluppo territoriale, per quanto riguarda gli insediamenti abitativi, dovesse essere ritenuto punto limite, cioè livello al quale fare riferimento per ulteriori insediamenti abitativi.
In questo senso, all'art. 1.4, alla lettera e) l'emendamento che proponiamo recita: "Incrementano la capacità insediativa residenziale del Piano regolatore generale vigente". Questa enunciazione porta ad una definizione esplicita e chiara, cioè tutte quelle modifiche che sono proiettate ad aumentare l'insediamento abitativo stabilito dal Piano regolatore sono da considerarsi varianti strutturali.
Di conseguenza, esulano dall'art. 17.
Sono stato chiaro, Consigliere Chiezzi?



CHIEZZI Giuseppe

Purtroppo sì.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Sono varianti strutturali - dicevo - e di conseguenza devono venire in Regione.
Sempre all'art. 1.4, lettera f), l'emendamento che proponiamo come Giunta, ma che è stato concordato in questo tentativo di mediazione, la lettera f) viene sostituita con: "Incrementano le superfici territoriali o gli indici di edificabilità del Piano regolatore generale, relativi alle attività economiche, produttive e direzionali, turistico-ricettive risultanti dagli atti del Piano medesimo, in misura superiore al 6% nei Comuni con popolazione non eccedente i 10.000 abitanti, al 3% nei Comuni con popolazione non eccedente i 20.000 abitanti, al 2% nei restanti Comuni con popolazioni superiori ai 20.000 abitanti.
Tali incrementi devono essere realizzati su aree a confine con quelle urbanizzate o contigue a quelle urbanizzate o a quelle di nuovo impianto previste dal Piano regolatore generale vigente".
Questi sono i due emendamenti fondamentali che la Giunta ritiene di presentare, nel tentativo - come del resto mi sembra di aver colto nella riunione di questa mattina - di rendere e di legiferare a proposito dell'art. 17.
Uno serve a stabilire quali sono le varianti di tipo strutturale, cioè tutte quelle al di fuori del limite teorico del Piano regolatore approvato e lo stralcio, per quanto riguarda gli insediamenti e gli incrementi di possibilità di insediamento di aree industriali.
Ho ricevuto ancora due "emendamentini" - come li ha chiamati l'Assessore Botta - che credo vi verranno distribuiti in fotocopia: "All'art. 1, comma 4, lettera b), le parole 'per più di 1 metro quadrato' sono sostituite dalle parole 'per più di 0,5 metri quadrati'".
L'altro emendamento, sempre all'art. 1, comma 4, lettera c): "Le parole 'per più di 1 metro quadrato' sono sostituite dalle parole 'per più di 0,5 metri quadrati'".
La Giunta ha dunque presentato due "emendamentini" - come li chiama l'Assessore Botta - e due "emendamentoni" - come li chiamo io - perché sono stati frutto di una discussione piuttosto articolata.
Questa la posizione della Giunta.



PRESIDENTE

Ci sono interventi sulle dichiarazioni del Presidente? Si tratta degli emendamenti finora giunti al banco della Presidenza, che mi pare siano nelle mani del Presidente.
Altri non sono ancora arrivati, ne parliamo quando arrivano...
Non possiamo presumere che arrivino...
Consigliere Chiezzi, prenda la parola.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, siamo all'interno di una procedura che ha previsto un'esplorazione da parte del nostro Presidente. Esplorazione che si propone, penso, di giungere ad un accordo che permetta di conoscere quale sia l'intendimento della maggioranza in questo Consiglio circa l'esito di questa proposta di legge.
Siamo fermi? Allora, dato che la vicenda è complicata, è noto a tutti il perché, io penso che la soluzione di questo incarico sia determinata dall'assunzione da parte della maggioranza del Consiglio di una posizione precisa su tutte le proposte in campo. E questo è un minimo di correttezza reciproca; non possiamo, almeno per quanto riguarda il mio Gruppo riprendere una discussione con emendamenti che saranno successivamente presentati e di fronte ai quali si potranno determinare diverse maggioranze e minoranze.
Chiedo quindi, disponibile a cominciare anche subito, che si inizi con conoscenza di fatto da parte di tutti i Gruppi delle posizioni e degli emendamenti che ogni Gruppo intende presentare e con una dichiarazione, da parte del Presidente della Giunta regionale, a nome della Giunta, di quale posizione intende assumere nei confronti dell'universo degli emendamenti che verranno presentati.
Il mio Gruppo, se nulla accade, i propri emendamenti li ha presentati.
Noi dichiariamo che non abbiamo al momento, così stando le cose, ulteriori emendamenti.
Però chiediamo se questo vale per tutti i Gruppi, altrimenti aspettiamo che i Gruppi maturino proprie proposte e cominceremo la discussione quando queste saranno maturate.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Penso che il collega Chiezzi abbia sostanzialmente ragione rispetto a questo; mi dispiace dovergliela dare in aula, essendo stata, la modifica dell'art. 17, frutto di più trattative, che sembra abbiano portato ad una soluzione con il ritiro di più emendamenti che erano stati presentati nelle successive sedute.
Credo che, a questo punto, gli emendamenti, se sono frutto di un accordo, non possono che essere gli emendamenti della Giunta, che vengono illustrati tutti prima. Altrimenti, mi spiace dirlo, io ne ho visti alcuni che sono arrivati a mie mani che non so se sono stati presentati. Mi sembrerebbe inopportuno che singoli Consiglieri o singoli Gruppi potessero giocare sul discorso dell'emendamento rispetto a una trattativa che invece è già sostanzialmente chiusa.
Quindi, pur condividendo alcuni emendamenti che io ho visto, credo che la Giunta debba farli propri, se sono condivisi, se fanno parte di un accordo, e su questo si possono fare liberamente dei ragionamenti, ma devono stare a significare che sono, appunto, frutto di un accordo.



PRESIDENTE

Prego i Consiglieri di prestare attenzione perché il dibattito è estremamente importante, non solamente per il testo, ma anche per i nostri lavori.
Consigliere Mancuso, io apprezzo moltissimo che lei parli con la Consigliera Benso, però mi piacerebbe avere un silenzio che aiutasse a prestare la massima attenzione a quanto dicono i Consiglieri. Abbia pazienza, questi rumori di fondo disturbano la cognizione esatta di quanto si dice in aula.



MONTABONE Renato

Certamente non c'è il rumore degli assenti!



PRESIDENTE

Io adesso devo sentire anche come condurre l'assemblea rispetto agli assenti.
Prego tutti i Consiglieri che sono nei corridoi di prendere il loro posto; è un momento cruciale.
Il Consigliere Montabone ha parlato, praticamente dando ragione, come metodologia di lavoro e di impostazione, al Consigliere Chiezzi: la necessità di avere tutti gli emendamenti, perché sia su quelli della Giunta sia su quelli presentati dall'opposizione o dagli altri Gruppi di maggioranza, ci sia un pronunciamento formale, chiaro e limpido da parte della Giunta.
Ha chiesto la parola il Consigliere Riba; ne ha facoltà.



RIBA Lido

Signor Presidente, preliminarmente voglio riaffermare che l'orientamento, l'intenzione del nostro Gruppo, è sempre stato quello di varare questo provvedimento e di vararlo in tempi rapidi, così come richiedevano i problemi che il provvedimento intende affrontare.
Questo nostro orientamento, favorevole ai tempi rapidi e ad un'approvazione del provvedimento, che peraltro avevamo già dato alla prima stesura (non mi pare, infatti, che in qualche modo avessimo posto dei problemi di merito insuperabili), non ci ha tuttavia impedito, e lo voglio ribadire perché l'abbiamo fatto con totale convinzione, di concorrere con la nostra posizione politica, del maggiore gruppo di opposizione, a richiedere per l'iter di questo provvedimento tempi e modalità che consentissero di lavorare attorno alla definizione di questo testo da parte di tutti i Gruppi e segnatamente da parte dei Gruppi di Rifondazione e dei Verdi, che più di altri avevano segnalato il loro interesse, la loro vocazione e la loro, ovviamente, piena legittimità di lavorare intensamente nell'apprestamento del provvedimento definitivo.
Questo lavoro credo sia stato fatto, quindi che sia stato fatto grazie anche alla metodologia di lavoro adottata da parte nostra, proposta e condivisa.
Questa è la parte positiva.
Non sono aduso a svolgere critiche troppo frequenti al Presidente della Giunta, però oggi mi trovo veramente costretto a farlo. Presidente Ghigo l'avere presentato l'approdo - se così si può dire - al quale perviene oggi la maggioranza come un elemento di mediazione, di intesa, di razionalità secondo me non corrisponde al dato reale. Non c'è stata mediazione. Noi abbiamo fatto delle proposte, a suo tempo, consistenti dal punto di vista della ricerca di un percorso politico. La maggioranza non le vuole cogliere.
Vorrei parlare a tutta la maggioranza, una volta tanto mi ascoltino anche i colleghi della maggioranza, per non fare sempre un dialogo tra alcuni di noi e i giornali. Se la Giunta intendeva procedere sulle ipotesi che mi pare siano adesso assunte come base di conclusione, poteva dircelo tre mesi fa o sei mesi fa e avremmo recuperato molto tempo nella vita della nostra istituzione.
Se la Giunta intendeva e intende ricercare delle convergenze (noi abbiamo lavorato su questo punto), doveva e deve essere capace di trovare queste convergenze, perché si possono trovare. Bisogna soltanto lavorare sulla base della volontà politica che io credo sia di tutti, in questi tempi di disagio che cominciano dal vertice della Bicamerale per scendere a tutte le altre istituzioni; bisogna lavorare per trovare delle intese e non per rinunciare a delle posizioni.
Ritengo che questo lavoro vada concluso nel giro di dieci minuti, credo che la Giunta abbia tutta l'autorevolezza. Noi poniamo un paio di questioni che riteniamo imprescindibili.
Consentitemi di fare un po' di chiarezza: questa storia che in Piemonte esistono capacità insediative superiori di 1 milione di abitanti a quelle effettivamente esistenti, è come dire che ci sono cittadini che hanno miliardi di ricchezza ed altri che non ne hanno, ma la media può fare miliardi! Io so che questa situazione si è largamente verificata, per un aspetto speculativo che si è sviluppato con due diverse prospettive: una è quella di quanti hanno inserito più aree possibili per accontentare tanta gente prevedendo - come il caso citatissimo di Cirié - di arrivare addirittura a 25.000 abitanti là dove ce ne sono 15.000; e poi ci sono i Comuni che hanno fatto la speculazione ancora più fine di inserire pochissime aree per farle maledettamente salire di prezzo, per cui nell'un caso come nell'altro si è trattato di speculazione, col fatto che alcuni adesso fanno il teorico milione in più di insediamenti, che non serve a niente per quei Comuni che hanno addirittura previsto degli insediamenti inferiori a quelli che sono andati a realizzare! Il fatto poi di riferirsi sempre alla cintura torinese, dove questo fenomeno era in un certo senso stimabile, è un limite del Consiglio regionale nel suo insieme, che non tiene conto che nei territori astigiani da Cocconato in là, non prevedevano certo...



(Commenti del Consigliere Cavaliere)



RIBA Lido

Visto che sono stati previsti, lasciati fare, lasciati approvare di qui, io credo che ci siano delle responsabilità molto gravi che vanno ripensate e ridiscusse. Anzi, comincio a chiedere all'Assessore Botta che dia conto di queste cose, perché non si può lasciare circolare l'idea che noi abbiamo 1 milione di cittadini in più di insediamenti previsti rispetto a quelli attuali e la situazione, peraltro, vede diverse possibilità edificatorie assolutamente bloccate! Le cose sono collocate in una maniera assolutamente assurda.
Il punto che noi chiediamo è molto breve. Visto che l'intesa, o come è stato detto la mediazione, non userei questi termini perché mi pare invece una completa dismissione del ruolo della ricerca di un'intesa su punti di equilibrio, ritengo che debba prevedere, per quanto riguarda le attività produttive, il ripristino del testo originale che recitava, visto che c'è già stato un accordo su questo, "incrementano le superfici territoriali o gli indici di edificabilità nel Piano regolatore generale relative alle attività economiche:" e si specificava "produttive, commerciali direzionali, turistico ricettive", risultante dagli atti del piano medesimo, chiedo che sia ripristinata questa dicitura; non vedo perch un'attività considerata economica debba essere considerata meno economica di un'altra attività economica, per cui quella industriale rimane, quella commerciale si toglie, come non sapessimo che le attività di servizio, per esempio di centri elettrocontabili o altro, sono considerate commerciali e quindi dovrebbero essere tolte. Non fanno forse parte delle moderne attività produttive, oppure c'è una vetero considerazione per cui in qualche maniera tutto ciò che ha un termine "servizi" o "commercio" deve essere automaticamente visionato? Non è la nostra cultura; io chiedo che sia ripristinato questo termine così come era stato proposto originariamente, che vuole dire esattamente "attività economiche: produttive, commerciali, direzionali, turistico ricreative".
Moltissime segnalazioni ci pervengono da parte di Comuni che sono a disagio perché non hanno disposizioni. Le aree furono allocate male per tanti motivi, per poter intervenire a favore delle aree di edilizia sovvenzionata, cioè di edilizia pubblica; i termini di 30, 60, 90 giorni al massimo consentiti per l'assegnazione delle aree, molto spesso non consentono di fare nessuna operazione se non ritoccando in parte gli indici. Credo di parlare a persone che sanno benissimo di cosa si tratta.
Trattandosi di edilizia pubblica ritengo che siamo assolutamente al di fuori di ogni fatto speculativo, per cui, alla proposta della Giunta che eliminerebbe ogni espansione per quanto riguarda l'edilizia privata chiederemmo un emendamento assolutamente tenue, circoscrivibile ed imprescindibile, di acconsentire dal 2 al 3% limitatamente alla realizzazione di insediamenti di edilizia pubblica sovvenzionata o convenzionata.
Preliminarmente a decidere sui singoli emendamenti chiediamo una risposta alla Giunta (a chi ritiene di darcela) rispetto alla disponibilità di considerare questi due aspetti, che ci sembrano gli elementi minimi e imprescindibili perché l'equilibrio sia tale da rappresentare un grosso contenimento rispetto al progetto iniziale; contenimento sul quale noi conveniamo, salvaguardando l'oggettività dei comportamenti imprescindibili da parte delle amministrazioni in direzione delle attività produttive intendendosi per tali tutte, e dell'edilizia pubblica che, non credo di dover spiegare a questo Consiglio che ha fatto tante leggi in materia rappresenta pure un dato di interesse collettivo e non di interesse privato nella gestione dei territori comunali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

L'emendamento è ad una proposta della quale volevo illustrare i limiti non solo la paternità, perché è un po' il risultato di una riflessione comune che abbiamo fatto nella riunione dei Capigruppo.
Prima di entrare nel merito volevo rilevare come per la conclusione di questa modifica all'art. 17 bisogna evitare di ritenere che la modifica perché sarebbe ridicolo, risolva tutti i problemi dell'urbanistica in Piemonte delle amministrazioni comunali.
Bisogna essere convinti, nel momento in cui si approverà questo testo che la proposta di modifica all'art. 17 è una piccola cosa, è un piccolo pezzo della legge urbanistica che consente alle amministrazioni comunali di dare qualche piccola risposta; è soltanto questo, quindi non possiamo caricare l'art. 17 di tanti significati che l'art. 17 non può avere. Nel senso che non possiamo caricare di significato gli insediamenti commerciali, industriali, il terziario, perché questo riguarda tutta la legge urbanistica n. 56, che deve essere modificata per renderla adeguata ai cambiamenti (non sto a dilungarmi, perché ne abbiamo discusso diverse volte).
Rispetto all'ultima riunione, anche per collegarci ad una riflessione politica fatta qui in Consiglio regionale, parlando dell'art. 17 i colleghi, e in modo particolare Chiezzi e Cavaliere, avevano posto un problema non irrilevante, facendo una critica all'impostazione della modifica.
Sostenevano che in fondo dobbiamo considerare come tetto massimo di crescita quello della capacità residenziale, che è un dato teorico. Per in effetti, questo è il dato.
Mi pare che la mediazione svolta dal Presidente Ghigo, che ringrazio per il lavoro che ha svolto, abbia tenuto conto di questa riflessione, di questo ragionamento, e all'interno di questo tetto che è stato fissato sostanzialmente è stata accolta la sollecitazione dei colleghi Chiezzi e Cavaliere e all'interno di questo ragionamento si è fatta una riflessione più puntuale sul testo, introducendo un principio nelle riflessioni, che è quello della differenziazione: si è detto che la capacità insediativa residenziale è un dato teorico che può essere stato raggiunto dalle amministrazioni comunali oppure no. Se si tiene soltanto il tetto della capacità residenziale teorica, si può assumere un atteggiamento anche punitivo nei confronti delle amministrazioni che hanno raggiunto, invece una capacità residenziale teorica. Qui è il senso dell'emendamento che è stato predisposto: per quei Comuni, soprattutto piccoli, che hanno raggiunto la capacità residenziale teorica, bisogna prevedere un incremento residenziale nella misura del 4% per i Comuni piccoli inferiori ai 10.000 abitanti. A condizione che la crescita avvenga in zone contigue ad altre zone residenziali che siano già urbanizzate.
E' un po' questo il significato che recupera un principio sul quale eravamo d'accordo, che era quello della differenziazione tra Comuni grandi e Comuni piccoli. Mi pare questo un principio importante. Se la Giunta lo accoglie mi pare che sia in linea con il dibattito che si è qui sviluppato.
Concludendo queste riflessioni mi pare che la proposta della Giunta che raccoglie molte delle osservazioni fatte, sia una mediazione, quindi ci trova non felici, però ci sembra già importante riuscire a dotare le amministrazioni comunali di qualche strumento in più rispetto a quelli che hanno attualmente.
In ogni caso è una proposta che riceve il nostro consenso (poi vediamo nell'articolato lo specifico), perché introduce non soltanto il principio dello snellimento nelle procedure, ma introduce il principio della responsabilità, che è un fatto importante. Si acquisisce, per la prima volta, che le autonomie locali contano nella gestione del territorio, che le autonomie locali all'interno della capacità insediativa possono variare il Piano regolatore, quindi non è soltanto uno snellimento, ma anche responsabilità. E' un principio importante perché è il nostro modo di intendere il federalismo, che non vuol dire soltanto decentramento di funzioni dello Stato, ma vuol dire anche decentramento di funzioni della Regione, quindi sotto questo aspetto è un passo politico importante che ci teniamo a sottolineare.
E' evidente che avendo accolto questo principio del tetto massimo della capacità insediativa residenziale, che è un principio importante, lascio aperto un altro problema per quei Comuni che vogliono rivedere la propria capacità insediativa, che debbono poterlo fare, poterlo proporre.
Con la norma che introduciamo, cioè con la modifica dell'art. 17 creiamo una situazione differenziata: i Comuni che vogliono fare le piccole varianti, lo possono fare all'interno della capacità prevista; se la situazione è satura, lo possono fare con quegli incrementi; se invece vogliono fare una revisione organica del proprio Piano Regolatore, non lo possono fare o, perlomeno, sono disincentivati, perché scatta il meccanismo dell'art. 15, che è un meccanismo complesso.
Credo dunque che occorra un impegno da parte del Consiglio ad introdurre delle modifiche all'art. 15, in modo da snellire le procedure per le varianti strutturali, per quelle di una certa consistenza.
In sostanza vuol dire che, pur mantenendo il controllo regionale - sul quale non sono d'accordo - il controllo non può essere esercitato a conclusione dell'iter del Piano Regolatore, ma deve essere esercitato prima, cioè deve essere una sorta di anticipazione. Questo lo dico in modo che si sappia che cosa capiterà.
C'è una differenziazione: chi vuole fare le cose complesse è disincentivato; chi vuol fare le piccole varianti le può fare e ha una risposta, però chi vuole rivedere il suo Piano deve seguire i mille giorni previsti dal Piano Regolatore.
In questo senso ci sono due proposte depositate in Consiglio, una da parte di Forza Italia ed una da parte dei Popolari per ridurre - anche qui i tempi.
Credo che una soluzione vada trovata. Non so quale possa essere la modalità, ma quello di snellire le procedure per una revisione generale è un altro tema che ci deve vedere impegnati.
Se il Consiglio ritiene di dover fissare dei termini - che noi abbiamo indicato in un ordine del giorno - in modo che la Commissione si esprima in tempi veloci su quelle due proposte, ben venga, altrimenti noi proporremmo modestamente, di richiamare in aula quella proposta di modifica all'art.
15.
Concludendo, non siamo entusiasti della mediazione, come credo gran parte delle forze politiche presenti in Consiglio regionale; in ogni caso ci pare un piccolo e importante passo avanti rispetto alle attese delle Amministrazioni comunali.



PRESIDENTE

Emendamento presentato dai Consiglieri Ghiglia, Gallarini, Ferrero e Montabone: il testo dell'art. 1, comma IV, lettera e) è sostituito dal seguente: "e) incrementando la capacità insediativa residenziale del P.R.G. vigente fatta eccezione per i Comuni con popolazione fino a 15.000 abitanti con capacità residenziale esaurita, per i quali valgono le norme di cui al comma 7.".
La parola al Consigliere Ghiglia per l'illustrazione.



GHIGLIA Agostino

Per quello che riguarda il Gruppo di Alleanza Nazionale e, in particolare, per quanto riguarda me, che sono uno dei presentatori di questo emendamento, su richiesta della Giunta lo ritiriamo.
Tuttavia, pur ritirandolo, e quindi pur venendo incontro alla richiesta della Giunta, una cosa la voglio dire.
Questo era un emendamento di mediazione, perché proponeva di ricomprendere nel comma 7, che è quello oggetto dell'ultimo emendamento del "gruppone", i Comuni fino a 15.000 abitanti.
Perché? Perché non si capiva il motivo per cui si dovessero ricomprendere solo i Comuni fino a 10.000 abitanti, se non per puro spirito di mediazione.
I Comuni fino a 15.000 abitanti non vengono considerati grandi Comuni non li considera tali neanche la legge elettorale, tant'è che i Comuni fino a 15.000 (e non fino a 10.000 o 7.000 o 6.000) hanno un certo tipo di legge elettorale, votano a turno unico e non hanno il ballottaggio: sono considerati piccoli Comuni.
L'emendamento, pur nella mediazione fatta in questi giorni, in questi mesi - non in questi anni, ma se andiamo avanti così poco ci manca - era anche un tentativo di equità.
Facciamo attenzione: con la fretta rischiamo di far nascere i gattini ciechi. Perché, a mio modestissimo avviso - dopodiché ribadisco che lo ritiriamo - non c'è alcuna logica a considerare piccolo il Comune di 9.999 abitanti rispetto al Comune di 10.002, così come non è logico considerare piccoli i Comuni di 10.000 rispetto a quelli di 12.500 abitanti.
La legge considera piccoli Comuni quelli sotto i 15.000 abitanti, e allora noi rischiamo, se veramente quest'opera di mediazione è servita a dare una possibilità ai piccoli Comuni - ma a tutti i piccoli Comuni - di fare una sperequazione e un'ingiustizia nei confronti di quelli che sono piccoli Comuni e che hanno magari 1.000 abitanti in più.
Ripeto, per quanto riguarda Alleanza Nazionale, lo ritiriamo per spirito di maggioranza, perché ce lo chiede la Giunta, ma non ne siamo assolutamente convinti.
Permetteteci almeno di poter ribadire pubblicamente in aula che questa ci sembra una sperequazione nei confronti di quei Comuni che piccoli sono ugualmente.



PRESIDENTE

Gli emendamenti sono stati illustrati, anche quello testé ritirato dal Consigliere Ghiglia a nome della maggioranza.
Il Presidente Ghigo vuole pronunciarsi sugli emendamenti che via via sono pervenuti al tavolo della Presidenza?



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, si potrebbe almeno numerare questi emendamenti? Ci sono delle firme illeggibili e non riesco nemmeno a capire i nomi dei presentatori.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Io partirei dai quattro emendamenti presentati dalla Giunta, che numeriamo...



PRESIDENTE

Se permette, Presidente, partiamo dall'emendamento n. 2 a firma del Consigliere Pino Chiezzi, all'art. 1, comma 4, lettera b).



(Commenti del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Ci dia allora il tempo per poterle consegnare una fotocopia degli emendamenti nell'ordine che abbiamo noi. Però, non interrompiamo la seduta e proseguiamo con i lavori.


Argomento:

NOMINE


PRESIDENTE

Mentre il personale addetto provvede alla numerazione degli emendamenti di cui si stava trattando, procediamo con il punto 50) all'o.d.g.: "Nomine".
Si proceda alla distribuzione delle schede per la seguente nomina: Ordine Mauriziano (legge 1596/62) - Collegio dei Revisori dei Conti Nomina di un rappresentante supplente (Integrazione).
E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletto il signor Riccardo Quaglino, quale rappresentante supplente in seno al Collegio dei Revisori dei Conti dell'Ordine Mauriziano.
Si proceda alla distribuzione delle schede per la seguente nomina: Parco Nazionale del Gran Paradiso (legge 473/1925 e legge 561/1956) Consiglio Direttivo - Nomina di 1 rappresentante scelto tra persone particolarmente qualificate in materia di conservazione della natura.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletto il signor Luigi Rivoira, quale rappresentante in seno al Consiglio Direttivo del Parco Nazionale del Gran Paradiso.
Si proceda alla distribuzione delle schede per la seguente nomina: Commissione Tecnica Urbanistica - C.T.U. (art. 12, L.R. 70/91) Sostituzione del signor Maurizio Pegoraro (esperto in discipline che interessano l'urbanistica e la geologia) E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletto il signor Alberto Tognoli, quale esperto in discipline che interessano l'urbanistica e la geologia in seno alla Commissione Tecnica Urbanistica.
Si proceda alla distribuzione delle schede per la seguente nomina: Comitato tecnico regionale per lo smaltimento ed il riutilizzo dei rifiuti (L.R. 59/95) - Sostituzione del signor Nicola Giorgione medico esperto in Igiene Ambientale.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletto il signor Nicola Mammoliti, quale medico esperto in Igiene Ambientale in seno al Comitato tecnico regionale per lo smaltimento ed il riutilizzo dei rifiuti.
Si proceda alla distribuzione delle schede per la seguente nomina: Consiglio regionale di Sanità ed Assistenza - CO.RE.SA. - (L.R. n. 30/84 art. 1 L.R. 20/85) - Sostituzione del signor Cravero Dario.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletto il signor Antonino Calvano, quale esperto (designato congiuntamente dall'A.N.P.A.S. e C.R.I.) in seno al Consiglio regionale di Sanità ed Assistenza - CO.RE.SA.
Si proceda alla distribuzione delle schede per la seguente nomina: Fondazione "L. Firpo" Centro Studi sul Pensiero Politico (art. 7 Statuto) Consiglio di Amministrazione - Nomina di 2 rappresentanti.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletto il signor Silvano Scannerini, quale rappresentante in seno al Consiglio di Amministrazione della Fondazione "L. Firpo" Centro Studi sul Pensiero Politico. Si procederà successivamente all'integrazione dell'organo.
Si proceda alla distribuzione delle schede per la seguente nomina: Commissione regionale per il Lavoro a domicilio (art. 6 legge 877/73) Nomina di 3 rappresentanti.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletto il signor Elio Lodi, quale rappresentante eletto in seno alla Commissione regionale per il Lavoro a domicilio, in rappresentanza delle minoranze ai sensi del combinato disposto dell'art. 9, comma 7, L.R.
n. 39/95 e dell'art. 72 del Regolamento. Successivamente si procederà all'integrazione dell'organo.
Si proceda alla distribuzione delle schede per la seguente nomina: Fondazione per le biotecnologie (art. 9 Statuto) - Consiglio di Amministrazione - Nomina di 2 membri.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletto il signor Silvano Scannerini, quale rappresentante in seno al Consiglio di Amministrazione della Fondazione per le biotecnologie.
Successivamente si procederà all'integrazione dell'organo.
Si proceda alla distribuzione delle schede per la seguente nomina: Istituto Addestramento lavoratori del Piemonte - I.A.L. - Collegio dei Sindaci - Nomina di 1 Sindaco.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Poiché nessuno dei candidati ha riportato la maggioranza richiesta dall'art. 3, comma quarto, della L.R. n.
30/91, dichiaro non valida la votazione.
Si proceda alla distribuzione delle schede per la seguente nomina: Ente Acli Istruzione Professionale - EN.A.I.P. (art. 14 Statuto) Collegio Sindacale - Nomina di 1 Sindaco effettivo e di 1 Sindaco supplente.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletti, in seno al Collegio Sindacale dell'Ente ACLI Istruzione Professionale - EN.A.I.P., quale Sindaco effettivo la signora Luisa Molinaro e quale Sindaco supplente il signor Adriano Marello.
Si proceda alla distribuzione delle schede per la seguente nomina: Enti di Gestione delle ree Protette (art. 14 bis L.R. n. 12/90 mod. L.R.
36/92) Collegio dei Revisori - Sostituzione del signor Giulio Balestra.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletta, in seno al Collegio dei Revisori degli Enti di Gestione delle aree Protette, la signora Bruna Borio.
Si proceda alla distribuzione delle schede per la seguente nomina: Ente diritto allo studio universitario (art. 19 L.R. 16/92) - Consiglio di Amministrazione - Sostituzione della signora Manuela Lamberti.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Poiché nessuno dei candidati ha riportato la maggioranza richiesta dall'art. 3, comma quarto, della L.R. n. 30/91, dichiaro non valida la votazione.
Si proceda alla distribuzione delle schede per la seguente nomina: Sezione decentrata della Commissione regionale per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali ed ambientali - Sede di Torino (art. 8 L.R. 20/89) - Sostituzione del signor Giulio Blanc.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Poiché nessuno dei candidati ha riportato la maggioranza richiesta dall'art. 3, comma quarto, della L.R. n. 30/91, dichiaro non valida la votazione.
Si proceda alla distribuzione delle schede per la seguente nomina: Consiglio regionale di Sanità ed Assistenza - CO.RE.SA. (L.R. n. 30/84 art. 1, L.R. 20/85) - Sostituzione del signor Giuseppe Poli.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletto il signor Giorgio Palestro, quale esperto (designato dall'Università di Torino) in seno al Consiglio regionale di Sanità ed Assistenza - CO.RE.SA.
Si proceda alla distribuzione delle schede per la seguente nomina: Commissione Provinciale Tecnica e di Vigilanza Farmaceutica della Provincia di Novara (art. 13 D.P.R. n. 94/89) - Sostituzione del signor Filippo Lavatelli.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletto, in seno alla Commissione Tecnica e di Vigilanza Farmaceutica della Provincia di Novara, il signor Silvano Travaglini.


Argomento: Parchi e riserve

Esame proposta di deliberazione n. 492: "Approvazione piano stralcio di variante al Piano d'Area del Parco naturale Alpi Marittime. Legge regionale 21 luglio 1992, n. 36 - Legge 8 giugno 1990, n. 142, art. 27"


PRESIDENTE

Esaminiamo la deliberazione n. 492, di cui al punto 23) all'o.d.g.
approvata da tutti i Gruppi.
Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 489: "Quarto prelievo dal fondo di riserva di cassa di cui al capitolo n. 15900 dello stato di previsione della spesa del bilancio 1997 della somma necessaria per consentire pagamenti relativi alla gestione dei residui"


PRESIDENTE

Esaminiamo la deliberazione n. 489, di cui al punto 24) all'o.d.g.
In Commissione si sono espressi a favore i Gruppi di Forza Italia Alleanza Nazionale, CDU, MPPE; si sono astenuti i Gruppi di Lega Nord e PDS; contrario il Gruppo di Rifondazione comunista.
Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 26 voti favorevoli, 6 contrari e 6 astensioni.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Prosecuzione esame legge regionale approvata dal Consiglio regionale il 26 novembre 1996 e rinviata dal Governo "Modifica degli artt. 17, 40 e 77 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 'Tutela ed uso del suolo'"


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del punto 6) all'o.d.g.
Passiamo alla discussione sugli emendamenti.
La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

L'emendamento n. 2, a firma dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti, recita: "Art. 1, comma 4.
Viene introdotto il seguente, nuovo, punto a): 'a) Le varianti al Piano regolatore generale che contrastano con le norme e gli indirizzi del Piano territoriale regionale'".
La Giunta non lo accoglie.
L'emendamento sostitutivo 2 bis, recita: "All'articolo 1, comma 4, lettera b), le parole 'per più di 1 metro quadrato' sono sostituite dalle parole 'per più di 0,5 metri quadrati'".
La Giunta lo accoglie.
L'emendamento sostitutivo 2 ter, recita: "All'articolo 1, comma 4, lettera c), le parole 'per più di 1 metro quadrato' sono sostituite da 'per più di 0,5 metri quadrati'".
La Giunta lo accoglie.
L'emendamento n. 3, a firma dei Consiglieri Riba, Riggio, Manica, Bellion e altri, recita: "Il testo dell'art. 1, punto 4, lettera e), è sostituito dal seguente: 'Incrementano la capacità insediativa residenziale del Piano regolatore generale risultante dagli atti del Piano medesimo in misura superiore al 6 nei Comuni con popolazione non eccedente i 10.000 abitanti, al 4% nei restanti Comuni con popolazione non eccedente i 20.000 abitanti e del 2 nei restanti Comuni con popolazione superiore ai 20.000 abitanti'".
La Giunta si astiene.



RIBA Lido

Questo non è politicamente possibile. Io voglio solo che la Giunta dica cosa pensa, perché non esiste l'astensione della Giunta.



PRESIDENTE

Consigliere Riba, dopo farà le sue dichiarazioni sulla base di quanto dice il Presidente, complessivamente. Prosegua, Presidente Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

L'emendamento n. 4, a firma dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti, recita: "Art. 1, comma 4, punto e): Il punto risulta così modificato: e) incrementano la capacità insediativa residenziale del Piano regolatore generale, risultante dagli atti del Piano medesimo".
La Giunta non lo accoglie.
L'emendamento n. 5, sub-emendamento al sub-emendamento, recita: "La lettera e) del comma 4, dell'art. 1, è sostituita dalla seguente: 'e) incrementano la capacità insediativa residenziale del Piano regolatore generale vigente, fatta eccezione: 1) per i Comuni con popolazione sino a 10.000 abitanti con capacità residenziale esaurita, per i quali valgono le norme di cui al comma 7 2) per gli interventi di edilizia residenziale pubblica, fruente di finanziamenti pubblici, per i quali è ammesso un incremento della capacità insediativa residenziale stessa in misura non superiore al 3 per cento.
Tale incremento deve essere realizzato su aree contigue a quelle residenziali già esistenti o a quelle residenziali di nuovo impianto previste dal Piano regolatore generale vigente'".
La Giunta si astiene.
Il sub-emendamento n. 5 bis, della maggioranza, recita: "Il testo dell'art. 1, comma 4, lettera e) è sostituito dal seguente: 'e) incrementano la capacità insediativa residenziale del Piano regolatore generale vigente, fatta eccezione per i Comuni con popolazione fino a 15.000 abitanti con capacità residenziale esaurita, per i quali valgono le norme di cui al comma 7'".
La Giunta lo accoglie.
Il sub-emendamento n. 5 recita: "Il testo dell'art. 1, comma 4, lettera e), è sostituito dal seguente: 'e) incrementano la capacità insediativa residenziale del Piano regolatore generale vigente, fatta eccezione per i Comuni con popolazione fino a 15.000 abitanti con capacità residenziale esaurita, per i quali valgono le norme di cui al comma 7'".
La Giunta lo accoglie.
L'emendamento n. 5 recita: "All'art. 1, punto 4, lettera e), il testo è sostituito con il seguente: 'e) incrementano la capacità insediativa residenziale del Piano regolatore generale vigente'".



CHIEZZI Giuseppe

Scusi Presidente. Il sub-emendamento n. 5 era identico all'emendamento n.
4, sul quale la Giunta ha votato contro. E' identico, è una delle nostre proposte che la Giunta non ha accolto. Dato che il nostro emendamento era stato presentato il 10 giugno ed è assolutamente identico, potreste anche dire che votate l'emendamento di Rifondazione Comunista.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Scusi, Consigliere, l'emendamento del Gruppo di Rifondazione Comunista dice: "incrementano la capacità insediativa residenziale del Piano regolatore generale, risultante dagli atti del Piano medesimo"; il nostro dice: "incrementano la capacità insediativa residenziale del Piano regolatore generale vigente".
Credo, Consigliere Chiezzi, che sia sufficiente il chiarimento che lei ha fatto.
L'emendamento n. 6, a firma dei Consiglieri Spagnuolo e Angeli, recita: Al paragrafo e) del comma 4, dopo le parole "in misura superiore all'...." sostituire con "6% nei Comuni con popolazione non eccedente i diecimila abitanti, al 4% nei restanti Comuni con popolazione non eccedente i ventimila abitanti, al 2% nei restanti Comuni con popolazione superiore ai ventimila abitanti".
La Giunta si astiene.
L'emendamento n. 7, a firma dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti, recita: "Art. 1, comma 4, punto f) Il punto risulta così modificato: 'f) incrementano le superfici territoriali o gli indici di edificabilità del Piano regolatore generale relativi alle attività economiche: produttive, commerciali, direzionali, turistico-ricettive, risultanti dagli atti del Piano medesimo'".
La Giunta non lo accoglie.
L'emendamento n. 8, a firma dei Consiglieri Pichetto ed altri, recita: "All'art. 1, punto 4, lettera f), il testo è sostituito con il seguente: 'f) incrementano le superfici territoriali o gli indici di edificabilità del Piano regolatore generale, relativi alle attività economiche: produttive, direzionali, turistico-ricettive, risultanti dagli atti del Piano medesimo, in misura superiore al 6% nei Comuni con popolazione non eccedente i diecimila abitanti, al 3% nei Comuni con popolazione non eccedente i ventimila abitanti, al 2% nei restanti Comuni con popolazione superiore ai ventimila abitanti.
Tali incrementi devono essere realizzati su aree contigue a quelle urbanizzate o a quelle di nuovo impianto previste dal Piano regolatore generale vigente".
La Giunta lo accoglie.
L'emendamento n. sub 8, a firma dei Consiglieri Riba ed altri, recita: "All'art. 1, punto 4, lettera f), il testo è sostituito con il seguente: 'f) incrementano le superfici territoriali o gli indici di edificabilità del Piano regolatore generale, relativi alle attività economiche: produttive, commerciali, direzionali, turistico-ricettive, risultanti dagli atti del Piano medesimo, in misura superiore al 6% nei Comuni con popolazione non eccedente i diecimila abitanti, al 3% nei Comuni con popolazione non eccedente i ventimila abitanti, al 2% nei restanti Comuni con popolazione superiore ai ventimila abitanti.
Tali incrementi devono essere realizzati su aree contigue a quelle urbanizzate o a quelle di nuovo impianto previste dal Piano regolatore generale vigente".
La Giunta si astiene.
L'emendamento n. 9, a firma dei Consiglieri Riba e Altri, recita: "Art. 1, comma 7: Abrogare 'Provvista del visto di legittimità'".
La Giunta lo accoglie. E' un emendamento puramente tecnico; è un adeguamento alla legge Bassanini, perciò è un contributo costruttivo.
L'emendamento n. 10, art. 17, comma 7 a firma del PDS, abrogare "contestualmente all'invio al Comitato Regionale di Controllo".
La Giunta lo accoglie.
L'emendamento n. 11, art. 1, comma 7 sostituire "valutazione del progetto preliminare della variante parziale a adozione".
La Giunta non lo accoglie.
L'emendamento n. 12, art. 1, comma 7, sostituire "aree" a "fabbricati".
La Giunta lo accoglie.
L'emendamento n. 13, a firma del PDS, sostituire all'art. 1, comma 7 sostituire "è depositata in visione presso la Segreteria comunale e si pubblica presso l'Albo Pretorio del Comune" a "è pubblicata per 30 giorni presso la Segreteria comunale".
La Giunta lo accoglie.
L'emendamento n. 14 a firma del Consigliere Saitta, la Giunta decide di farlo proprio e lo accoglie.
Emendamento aggiuntivo alla legge regionale approvata dal Consiglio regionale il 26 novembre 1996 e rinviata a nuovo esame dal Governo.
Il testo dell'art. 1, comma 7, è sostituito dal seguente: "7. Sono varianti parziali al Piano Regolatore Generale, la cui adozione spetta al Consiglio comunale, quelle che non presentano i caratteri indicati nei commi 4 e 6, che individuano previsioni tecniche e normative con rilevanza esclusivamente limitata al territorio comunale con indicazione nella deliberazione da parte dei Comuni interessati della compatibilità con i piani sovracomunali, quelle che ammettono nuove destinazioni d'uso delle unità immobiliari di superficie pari o inferiore a duecento metri quadrati, site in fabbricati esistenti dotati di opere di urbanizzazione primaria, e quelle che consentono alle Amministrazioni Comunali con popolazione inferiore a 10.000 abitanti che hanno Piani Regolatori Generali vigenti con capacità insediativa residenziale esaurita di incrementare la capacità insediativa residenziale stessa non oltre il 4%. Tali incrementi devono essere realizzati su aree contigue a quelle residenziali già esistenti o a quelle residenziali di nuovo impianto previste dal Piano Regolatore Generale vigente, comunque dotate di opere di urbanizzazione primaria collegate funzionalmente con quelle comunali. La delibera di adozione, provvista del visto di legittimità, è pubblicata per 30 giorni presso la segreteria comunale. Dal quindicesimo al trentesimo giorno di pubblicazione, chiunque ne abbia interesse, ivi compresi i soggetti portatori di interessi diffusi, può presentare osservazioni e proposte anche munite di supporti esplicativi. Entro trenta giorni dallo scadere del termine di pubblicazione il Consiglio comunale delibera sulle eventuali osservazioni e proposte ed approva definitivamente la variante.
Nel caso in cui, tramite più varianti parziali, vengano superati i limiti di cui al comma 4, la procedura di cui al presente comma non può più trovare applicazione. La deliberazione di approvazione è trasmessa contestualmente all'invio al Comitato regionale di controllo, alla Regione unitamente all'aggiornamento degli elaborati del Piano Regolatore Generale".
L'emendamento n. 15 viene ritirato.
Emendamento n. 16, dopo il primo periodo del comma 7, art. 1, è aggiunto il seguente: "nell'ambito di tali varianti parziali l'individuazione di nuove aree residenziali è ammessa solo in zone contigue a quelle edificate oppure a quelle di nuovo impianto previste dal Piano Regolatore vigente". Credo che sia superato dall'altro, che invece accogliamo. Su questo la Giunta si astiene.
L'emendamento n. 17 a firma del Gruppo PDS, art. 1, punto 7, dopo le parole "opere di urbanizzazione primaria", aggiungere il seguente testo: "Le delibere di approvazione di varianti parziali devono essere inviate alla Provincia che entro 30 giorni si pronuncia con delibera di Giunta sulla compatibilità della variante, con i progetti e i piani sovracomunali approvati".
La Giunta lo accoglie.
L'emendamento n. 18 è ritirato.
All'emendamento n. 19, art. 1, punto 7, dopo le parole "definitivamente la variante" aggiungere il seguente testo: "Qualora la Provincia avesse espresso parere di non compatibilità con piani e progetti sovracomunali, la delibera di approvazione definitiva dovrà dare atto del recepimento delle indicazioni espresse dalla Provincia ovvero essere corredata di definitivo parere favorevole della Giunta provinciale".
La Giunta si astiene.
Il sub emendamento all'emendamento n. 19 è ritirato.
All'emendamento n. 20 presentiamo un sub emendamento: al comma 7 dell'art. 1, dopo le parole "non può più trovare applicazione" è aggiunto il seguente periodo: "a conclusione delle procedure della pubblicazione il Consiglio comunale delibera su tutte le osservazioni pervenute e la deliberazione di approvazione nella quale si deve espressamente dare atto di quanto deliberato dalla Giunta provinciale è trasmessa" - e noi con il sub emendamento vogliamo cancellare "contestualmente al Comitato regionale di controllo" - "alla Regione dalla Provincia".
L'emendamento soppressivo n. 21 alla legge regionale approvata dal Consiglio regionale il 26/11/96 e il n. 22 presentati dalla Giunta e dal PDS sono identici: "Il comma 8 dell'art. 1 è soppresso". Si unificano.



PRESIDENTE

La Giunta ha espresso il suo parere su tutti gli emendamenti presentati. Il quadro globale è a disposizione di tutti i Consiglieri.
La seduta è sospesa.



(La seduta sospesa alle ore 17,15 riprende alle ore 17,25)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Gli emendamenti sono stati illustrati. La Giunta ha dichiarato il suo assenso, il suo dissenso e la sua astensione, pertanto ognuno di voi conosce le posizioni.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Vorrei partecipare anch'io ai salotti, così si fa fatica a lavorare! Sulla base di quanto ha dichiarato il Presidente della Giunta, la situazione mi pare chiara; condivisibile o meno, però mi pare che siamo giunti al punto in cui ognuno deve assumere la propria posizione politica.
Mi auguro che tutta la mediazione che è stata fatta porti ad un ripensamento di quelli che potrebbero essere dei momenti di dissenso e che si proceda con la migliore volontà, anche sulla base delle dichiarazioni che sono state fatte stamattina nella Conferenza dei Capigruppo, ad un esame degli emendamenti nella misura più serena e costruttiva possibile. Lo so che ogni legge è una mediazione; le mediazioni ci sono state a tutti i livelli e in tutte le direzioni. Se per caso dovessimo ancora oggi affrontare una azione ostruzionistica probabilmente l'art. 17 verrebbe messo da parte perché non si possono paralizzare i lavori del Consiglio in attesa di trovare un consenso generale che è difficilissimo da trovare.
Tutti hanno dovuto rinunciare a qualcosa, tutti hanno dovuto mettere del loro meglio per arrivare ad un contributo positivo. Mi auguro che le finalità della legge, primaria è quella della deregulation, siano l'obiettivo che tutti vogliono perseguire, pertanto non posso che non appellarmi a tutte le forze del Consiglio perché questo provvedimento possa avere uno sbocco conclusivo.



PRESIDENTE

La parola al Presidente del Gruppo PDS, Consigliere Riba.



RIBA Lido

Abbiamo ascoltato attentamente e con imbarazzo le prese di posizione del Presidente Ghigo e riteniamo che le posizioni che ha espresso non ci consentano, se non c'è un ripensamento significativo, di partecipare a quell'intesa di cosiddetta mediazione.
Chiedo pertanto la cortesia del Consiglio di concederci un quarto d'ora di sospensione dei lavori per riunire il nostro Gruppo.



PRESIDENTE

D'accordo. La seduta è nuovamente sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17,30, riprende alle ore 18,40)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Avevamo chiesto, e lei gentilmente ha concesso, in una giornata di tensione e difficile come questa, la riunione del nostro Gruppo per discutere gli elementi che avevamo già segnalato sulla esistenza tra l'altro di un documento votato con la scorsa approvazione in cui si impegnava la Giunta a trasferire addirittura le competenze alle Province entro il 30 giugno. Quindi il corso di queste modifiche dell'art. 17 per noi non sarebbe accettabile se non potesse intervenire l'organo competente non come organo tutore, ma come organo titolare di una sovranità territoriale, cioè la Provincia, per potersi pronunciare sulla compatibilità delle varianti parziali dei Comuni, con i progetti sovracomunali e con i piani territoriali provinciali approvati ai sensi della legge 56, che sono entrambi strumenti che devono essere cogenti rispetto alle decisioni dei Comuni.
Noi ribadiamo la richiesta che il nostro terzo emendamento, rubricato con il n. 19, che dice "qualora la Provincia avesse espresso parere di non compatibilità con i piani e i progetti sovracomunali, la delibera di approvazione definitiva dovrà dare atto del recepimento delle indicazioni espresse dalla Provincia ovvero essere corredata di definitivo parere favorevole della Giunta provinciale".
Voglio solo sottolineare che si tratta di una imposizione del tutto rispettosa delle opportunità di snellimento burocratico per cui il pronunciamento di non compatibilità da parte della Provincia non comporta una riproposizione della delibera comunale al visto della Provincia, ma semplicemente la dichiarazione da parte della Provincia che le modifiche proposte dalla Provincia sono state integralmente recepite.
Ricordo che durante una delle tante discussioni preliminari, qualche neo Assessore allora Consigliere (mi pare Pichetto), di fronte alla mia perplessità sul fatto che questo recepimento potesse essere espresso in maniera incerta o opinabile, aveva detto "io lo condivido; una dichiarazione non corrispondente al vero sarebbe un falso in atto pubblico e seguirebbe un'altra categoria di trasgressioni o di reati, quindi va bene il recepimento".
La Giunta aveva recepito soltanto il nostro emendamento relativo al pronunciamento della Provincia; è chiaro che un pronunciamento della Provincia, senza la cogenza richiesta con questo emendamento che ho citato adesso, sarebbe un atto del tutto platonico ed anche inutile. La suddivisione in due emendamenti era dovuta al fatto che si doveva seguire il testo della proposta di legge.
Se ci sarà da parte dei colleghi, da parte della maggioranza, da parte della Giunta, un accordo su questa proposta, credo che il nostro atteggiamento resterà quello di sostenere ovviamente i nostri emendamenti ma di prendere anche atto che questo importante adempimento di recepimento delle esigenze di coordinamento sovracomunale sarebbe stato assunto come da noi richiesto.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Partendo dal presupposto che il provvedimento deve assolvere al principio fondamentale, che è quello di rendere più snello il flusso burocratico tra Comuni e Regioni, riteniamo che si possa, nella mediazione tra l'emendamento n. 17 e l'emendamento n. 19 - emendamenti che riguardano obiettivamente la tematica del posizionamento della Provincia all'interno del provvedimento - trovare la formulazione confacente.
Non dimenticando che i Piani territoriali provinciali vengono approvati dalla Regione, non sono Piani che le Province possono adottare in senso autonomo, sono Piani che devono far riferimento al Piano territoriale regionale - che abbiamo già approvato -.
Quindi, inserendo la clausola transitoria, nella quale si definisce il termine perentorio di "approvati" (...)



(Voci in aula)



RIBA Lido

"Approvati" era già scritto.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

In sostanza potremmo iniziare a discutere gli emendamenti e trovare la formulazione confacente, accettando la considerazione del Consigliere Riba.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Ritiro gli emendamenti precedenti all'emendamento n. 2.



PRESIDENTE

2) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea Simonetti: Art. 1, comma 4, viene introdotto il seguente, nuovo, punto a): "a) Le varianti al Piano Regolatore Generale che contrastano con le norme e gli indirizzi del Piano Territoriale Regionale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 5 voti favorevoli, 26 voti contrari e 9 astensioni (1 Consigliere non ha partecipato alla votazione).
Consigliere Cavaliere, il suo malloppo di emendamenti ostruzionistici viene ritirato?



CAVALIERE Pasquale

Sì, li ritiro.



PRESIDENTE

2 bis) Emendamento presentato dagli Assessori Goglio, Botta e dal Presidente Ghigo: all'art. 1, comma 4, lettera b) le parole "per più di 1 metro quadrato" sono sostituite dalle parole "per più di 0.5 metri quadrati".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 43 voti favorevoli (1 Consigliere non ha partecipato alla votazione) 2 ter) Emendamento presentato dagli Assessori Goglio e Botta e dal Presidente Ghigo: all'art. 1, comma 4, lettera c) le parole "per più di 1 metro quadrato" sono sostituite dalle parole "per più di 0.5 metri quadrati".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 43 voti favorevoli (1 Consigliere non ha partecipato alla votazione).
3) Emendamento presentato dal Gruppo del PDS: il testo dell'art. 1, punto 4, lettera e) è sostituito dal seguente: "incrementano la capacità insediativa residenziale del Piano Regolatore Generale risultante dagli atti del Piano medesimo in misura superiore al 6 nei Comuni con popolazione non eccedente i 10.000 abitanti, al 4% nei restanti Comuni con popolazione non eccedente i 20.000 abitanti e del 2 nei restanti Comuni con popolazione superiore ai 20.000 abitanti".
La Giunta ha dichiarato la sua astensione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 7 voti favorevoli, 5 voti contrari e 27 astensioni (3 Consiglieri non partecipano alla votazione).
4) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea Simonetti: art. 1, comma 4, punto e) il punto risulta così modificato: "e) incrementano la capacità insediativa residenziale del Piano Regolatore Generale, risultante dagli atti del Piano medesimo".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto 7 favorevoli, 25 voti contrari e 10 astensioni (1 Consigliere non ha partecipato alla votazione).
5) sub emendamento all'emendamento n. 5, presentato dai Consiglieri Riba Miglietti, Vindigni e altri: la lettera e) del comma 4 dell'art. 1 è sostituita dalla seguente: "e) incrementano la capacità insediativa residenziale del Piano Regolatore Generale vigente, fatta eccezione: 1) per i Comuni con popolazione sino a 10.000 abitanti con capacità residenziale esaurita, per i quali valgono le norme di cui al comma 7 2) per gli interventi di edilizia residenziale pubblica, fruente di finanziamenti pubblici, per i quali è ammesso un incremento della capacità insediativa residenziale stessa in misura non superiore al 3 per cento.
Tale incremento deve essere realizzato su aree contigue a quelle residenziali già esistenti o a quelle residenziali di nuovo impianto previste dal Piano Regolatore Generale vigente".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 8 voti favorevoli, 5 contrari e 30 astensioni (3 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione).
5) sub emendamento all'emendamento n. 5, a firma dei Consiglieri Saitta e Peano: il testo dell'art. 1, comma 4, lettera e) è sostituito dal seguente: "e) incrementano la capacità insediativa residenziale del Piano Regolatore Generale vigente, fatta eccezione per i Comuni con popolazione fino a 10.000 abitanti con capacità residenziale esaurita, per i quali valgono le norme di cui al comma 7.".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 39 voti favorevoli, 4 contrari e 1 astensione ( I Consigliere non ha partecipato alla votazione).
5) Emendamento presentato dagli Assessori Goglio e Botta e dal Presidente Ghigo: all'art. 1, punto 4, lettera e) il testo è sostituito con il seguente: "e) incrementano la capacità insediativa residenziale del Piano Regolatore Generale vigente;".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 40 voti favorevoli (1 Consigliere non ha partecipato alla votazione).



PRESIDENTE

6) Emendamento presentato dai Consiglieri Angeli e Spagnuolo: al paragrafo e) del comma 4, dopo le parole: "in misura superiore all'..." sostituire con "6% nei Comuni con popolazione non eccedente i 10.000 abitanti, al 4% nei restanti Comuni con popolazione non eccedente i 20.000 abitanti, al 2% nei restanti Comuni con popolazione superiore ai 20.000 abitanti.".
Il Consigliere Angeli ritira l'emendamento, in quanto ritenuto superato.
I Consiglieri Saitta e Peano dichiarano di ritirare i numerosi emendamenti presentati all'art. 1, comma 4, lettera e), che restano conservati agli atti. Così pure i Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti sul medesimo punto. Tali emendamenti rimangono conservati agli atti.
7) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: art. 1, comma 4, lettera f), il punto risulta così modificato: "f) incrementano le superfici territoriali o gli indici di edificabilità del Piano Regolatore Generale, relativi alle attività economiche produttive, commerciali, direzionali, turistico-ricettive, risultanti dagli atti del piano medesimo.".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli, 24 contrari e 12 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
8) sub emendamento all'emendamento n. 8 presentato dai Consiglieri Riba Miglietti, Suino ed altri: all'art. 1, punto 4, lettera f) il testo è sostituito con il seguente: "f) incrementano le superfici territoriali o gli indici di edificabilità del Piano Regolatore Generale, relativi alle attività economiche produttive, commerciali, direzionali, turistico-ricettive, risultanti dagli atti del piano medesimo, in misura superiore al 6% nei Comuni con popolazione non eccedente i 10.000 abitanti, al 3% nei Comuni con popolazione con eccedente i 20.000 abitanti, al 2% nei restanti Comuni con popolazione superiore ai 20.000 abitanti.
Tali incrementi devono essere realizzati su aree contigue a quelle urbanizzate o a quelle di nuovo impianto previste dal Piano Regolatore Generale vigente;".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 7 voti favorevoli, 7 voti contrari e 32 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
8) Emendamento presentato dagli Assessori Botta, Pichetto e Vaglio: all'art. 1, punto 4, lettera f) il testo è sostituito con il seguente: "f) incrementano le superfici territoriali o gli indici di edificabilità del Piano Regolatore Generale, relativi alle attività economiche produttive, direzionali, turistico-ricettive, risultanti dagli atti del piano medesimo, in misura superiore al 6% nei Comuni con popolazione non eccedente i 10.000 abitanti, al 3% nei Comuni con popolazione non eccedente i 20.000 abitanti, al 2% nei restanti Comuni con popolazione superiore ai 20.000 abitanti.
Tali incrementi devono essere realizzati su aree confine a quelle urbanizzate o a quelle di nuovo impianto previste dal Piano Regolatore Generale vigente.".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 41 voti favorevoli e 5 contrari (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
9) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Bertoli, Riba, Bellion Miglietti, Manica, Riggio e Vindigni: art. 1, comma 7, abrogare "Provvista del visto di legittimità".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 46 voti favorevoli (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
10) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Bertoli, Riba, Bellion Miglietti, Riggio, Vindigni e Manica: art. 1, comma 7, abrogare "contestualmente all'invio al Comitato Regionale di controllo".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 46 voti favorevoli (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
11) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Bertoli, Riba, Bellion Miglietti, Manica, Riggio e Vindigni: art. 1, comma 7, sostituire "Valutazione del progetto preliminare della variante parziale" a "adozione".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 9 voti favorevoli, 30 contrari e 7 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
12) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Bertoli, Riba, Bellion Miglietti, Manica, Riggio e Vindigni: art. 1, comma 7, sostituire "aree" a "fabbricati".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 9 voti favorevoli, 29 contrari e 7 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
13) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Bertoli, Riba, Bellion Miglietti, Manica, Riggio e Vindigni: art. 1, comma 7, sostituire "è depositata in visione presso la Segreteria comunale ed è pubblicata presso l'Albo Pretorio del Comune" a "è pubblicata per 30 giorni presso la Segreteria comunale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 41 voti favorevoli e 4 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
14) Emendamento presentato dai Consiglieri Saitta e Peano: il testo dell'art. 1, comma 7, è sostituito dal seguente: "7. Sono varianti parziali al Piano Regolatore Generale, la cui adozione spetta al Consiglio comunale, quelle che non presentano i caratteri indicati nei commi 4 e 6, che individuano previsioni tecniche e normative con rilevanza esclusivamente limitata al territorio comunale con indicazione nella deliberazione da parte dei Comuni interessati della compatibilità con i piani sovracomunali, quelle che ammettono nuove destinazioni d'uso delle unità immobiliari di superficie pari o inferiore a duecento metri quadrati, site in fabbricati esistenti dotati di opere di urbanizzazione primaria, e quelle che consentono alle Amministrazioni Comunali con popolazione inferiore a 10.000 abitanti che hanno Piani Regolatori Generali vigenti con capacità insediativa residenziale esaurita di incrementare la capacità insediativa residenziale stessa con oltre il 4%. Tali incrementi devono essere realizzati su aree contigue a quelle residenziali già esistenti o a quelle residenziali di nuovo impianto previste dal Piano Regolatore Generale vigente, comunque dotate di opere di urbanizzazione primaria collegate funzionalmente con quelle comunali. La delibera di adozione, provvista del visto di legittimità è pubblicata per 30 giorni presso la segreteria comunale. Dal quindicesimo al trentesimo giorno di pubblicazione, chiunque ne abbia interesse, ivi compresi i soggetti portatori di interessi diffusi, può presentare osservazioni e proposte anche munite di supporti esplicativi. Entro 30 giorni dallo scadere del termine di pubblicazione, il Consiglio comunale delibera sulle eventuali osservazioni e proposte ed approva definitivamente la variante.
Nel caso in cui, tramite più varianti parziali, vengano superati i limiti di cui al comma 4, la procedura di cui al presente comma non può trovare applicazione.".
Ha chiesto la parola il Consigliere Angeli; ne ha facoltà.



ANGELI Mario

Credo che si debba eliminare "la deliberazione di approvazione entro il mese, contestualmente all'invio al Comitato Regionale di Controllo."



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere. "La deliberazione di approvazione" - dunque - "è trasmessa alla Regione unitamente all'aggiornamento degli elaborati del Piano regolatore generale", omettendo "contestualmente all'invio al Comitato Regionale di Controllo".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 38 voti favorevoli, 4 contrari e 1 astensione (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
15) Emendamento presentato dagli Assessori Botta e Vaglio e dai Presidenti Ghigo e Deorsola: dopo il primo periodo del comma 7 dell'art. 1 è aggiunto il seguente: "Nell'ambito di tali varianti parziali, l'individuazione di nuove aree residenziali è ammessa solo in zone contigue a quelle urbanizzate oppure a quelle di nuovo impianto previste dal Piano Regolatore vigente.".
Tale emendamento è ritirato.
16) Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Bertoli, Foco, Miglietti Bellion, Vindigni e Suino: dopo il primo periodo del comma 7 all'art. 1, è aggiunto il seguente: "nell'ambito di tali varianti parziali l'individuazione di nuove aree residenziali è ammessa solo in zone contigue a quelle edificate oppure a quelle di nuovo impianto previste dal Piano Regolatore vigente".
Tale emendamento si considera superato.
17) sub emendamento all'emendamento n. 17 presentato dal Presidente Ghigo e dall'Assessore Botta: sostituire le parole "i Progetti e i Piani sovracomunali approvati" con "Piani territoriali provinciali e progetti sovracomunali approvati".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 33 voti favorevoli e 9 voti contrari (1 Consigliere non ha partecipato alla votazione).
17) Emendamento presentato dai Consiglieri riba, Bertoli, Foco, Miglietti Riggio, Manica, Bellion, Suino e Vindigni: all'art. 1, punto 7) dopo le parole "opere di urbanizzazione primaria" aggiungere: "le delibere di approvazione di varianti parziali devono essere inviate alla Provincia che entro 30 giorni dalla ricezione si pronuncia con delibera di Giunta sulla compatibilità della variante con i Progetti e i Piani sovracomunali approvati.
Il pronunciamento si intende espresso in modo positivo se la Provincia non delibera entro il termine sopra indicato".



RIBA Lido

Erano stati registrati i 45 giorni nel coordinamento?



PRESIDENTE

Può dichiarare che i 30 giorni diventano 45 dalla ricezione.



RIBA Lido

Dichiariamo che i 30 giorni diventano 45 dalla ricezione. Questo era nel testo sottoposto al coordinamento.



PRESIDENTE

Si propone di modificare il termine "30 giorni" con "45 giorni".
Pongo in votazione l'emendamento testé modificato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 36 voti favorevoli e 4 astensioni (1 Consigliere non ha partecipato alla votazione).
18) Emendamento presentato dagli Assessori Botta e Vaglio e dai Presidenti Ghigo e Deorsola: al comma 7, dell'art. 1, dopo le parole "anche munite di supporti esplicativi", è aggiunto il seguente periodo: "contestualmente all'avvio della pubblicazione la variante parziale è trasmessa all'Amministrazione provinciale competente; nel termine perentorio di 30 giorni dal ricevimento la Giunta Provinciale verifica la compatibilità della variante parziale con i progetti sovracomunali approvati e nel caso di contrasti comunica al Comune le eventuali correzioni ritenuti necessarie.". Tale emendamento è ritirato.
19/A) sub emendamento all'emendamento n. 19 dell'Assessore Botta e del Presidente Ghigo: dopo le parole "Piani e Progetti sovracomunali" aggiungere "approvati".
19/B) sub emendamento all'emendamento n. 19 dell'Assessore Botta e del Presidente Ghigo: sostituire la parola "avesse" con "abbia" e la frase "Piani e Progetti sovracomunali" con la seguente "Piani territoriali provinciali e Progetti sovracomunali approvati"; sostituire la parola "dovrà" con "deve".
La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Se è possibile vorrei capire cosa vuole dire "ovvero".



PRESIDENTE

"Qualora la Provincia avesse espresso parere di non compatibilità con piani e progetti sovracomunali la delibera di approvazione definitiva dovrà dare atto del recepimento delle indicazioni espresse dalla Provincia ovvero essere corredata di definitivo parere favorevole della Giunta provinciale".
Credo che linguisticamente il Consigliere Montabone abbia ragione, "ovvero" non è "oppure".



MONTABONE Renato

Prendo la parola per spiegare quello che penso. Quando in delibera il Comune prende atto delle osservazioni della Provincia non deve chiedere in più, di nuovo, alla Provincia che deliberi e alleghi al progetto stesso che poi deve rinviare in Provincia. Mi sembra un'esagerazione. Ho l'impressione alla fine che questa modifica all'art. 17 anziché migliorare peggiori la situazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Essendo probabilmente autore di questa inverosimile contraddizione linguistica, ma non essendo le nostre proposte degli ukase ma semplicemente delle idee che possono essere anche emendate, si riteneva da parte nostra che "ovvero" stesse per "oppure", ma naturalmente in linguaggio giuridico è giusto dire "oppure" nel senso che le cose sono alternative.
Tuttavia, al di là della precisione linguistica, mi pare che la confusione sarebbe stata sostanzialmente impossibile.



PRESIDENTE

Usiamo la terminologia esatta e mettiamo "oppure".



MONTABONE Renato

Non è solo linguistica la cosa, è proprio politica. Una volta che un Consiglio comunale ha deliberato che recepisce le osservazioni della Provincia, mi sembra assurdo che oltre aver recepito le osservazioni della Provincia possa o debba ancora allegare la deliberazione definitiva della Provincia che dice "va bene". Altrimenti i passaggi diventano molti di più di quelli che si fanno adesso.



RIBA Lido

Se il Comune non recepisce e la Provincia gli dà ragione mandando una delibera che corregge l'altra, tu inserisci la delibera e non recepisci.
Era per evitare di specificare 42 cose, sennò mettiamo l'elenco delle varianti parziali così almeno abbiamo di nuovo ricominciato l'esercizio da capo, ma nel momento in cui uno manda alla Provincia e la Provincia pu controdedurre, poi il Comune dà atto di essersi adeguato, oppure ha detto alla Provincia di non essere d'accordo, la Provincia può essere d'accordo con il Comune e manda un'altra delibera. Mi pareva assolutamente scorrevole, o dà atto o sennò c'è un'altra delibera che modifica oppure che conferma.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Non capisco, in questo testo, perché si usi questa circonlocuzione che confonde "dare atto del recepimento delle indicazioni espresse". Non basta "deve recepire le indicazioni espresse"? Perché scrivete "dare atto del recepimento delle indicazioni espresse"? Cosa significa "deve dare atto del recepimento"? Non capisco.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Credo che l'interpretazione originaria dell'"ovvero" o dell'"oppure" fosse in un certo senso lo sforzo di rendere la procedura più snella perch "deve recepire" è troppo imperativo nel senso che può anche, nel caso in cui non ci siano considerazioni negative, non recepire, quindi diciamo "ovvero non recepire"; deve o no.



PRESIDENTE

Consigliere Riba, siccome lei è stato l'estensore, faccia un ultimo sforzo.



RIBA Lido

Mi dimetto da esegeta di queste cose. Adesso possiamo usare questa maniera di approfondire le questioni che per la verità a me piace molto nel senso che gli aspetti linguistici, quelli semantici, quelli idiomatici quelli sofistici, sono tutte cose che mi sollecitano sinceramente, essendo io meno addentro, sono anche spettatore del dibattito.
Di questa materia se ne era discusso perfino con la consulenza di Picco in un momento di tensione particolare dei medesimi, di Deorsola e di Pichetto che adesso non mi stanno aiutando, perché la formulazione che "il Comune deve recepire" non è sufficiente in quanto quella delibera non passa più ad altri vagli; se invece la vogliamo far passare ad altri vagli va bene tutto, tanto la Provincia si ripronuncia. Ma se vogliamo evitare che la Provincia si pronunci, bisogna che il Comune recepisca e che dia atto di avere recepito espressamente, altrimenti interviene quello che qualcuno chiamava un falso in atto pubblico, per cui possiamo prendere l'autocertificazione del Comune che dichiara di avere recepito e si chiude lì la partita. Se invece di recepire è la Provincia che ha modificato il proprio atteggiamento, manda un'altra delibera, ma l'operazione era assolutamente stringata.
Lei ha capito, Presidente?



PRESIDENTE

Sì, è una specie di declaratoria: deve avere recepito le indicazioni espresse dalla Provincia.



RIBA Lido

Riconosco la sua competenza e dimestichezza con la materia semantica.



PRESIDENTE

No, ho capito qual era il significato che lei voleva dare a queste parole.
Il sub emendamento 19/A è ritirato.
Pongo dunque in votazione il sub emendamento 19/B.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 39 voti favorevoli e 5 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
19) Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Bertoli, Foco, Miglietti Riggio, Manica, Bellion, Vindigni e Suino: art. 1, punto 7, dopo le parole "definitivamente la variante" aggiungere "qualora la provincia avesse espresso parere di non compatibilità con Piani e Progetti sovracomunali la delibera di approvazione definitiva dovrà dare atto del recepimento delle indicazioni espresse dalla Provincia oppure essere corredata di definitivo parere favorevole della Giunta Provinciale.".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 39 voti favorevoli e 5 contrari (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
20) Emendamento presentato dagli Assessori Botta e Vaglio e dai Presidenti Ghigo e Deorsola: al comma 7 dell'art. 1, dopo le parole "non può più trovare applicazione" è aggiunto il seguente periodo "A conclusione delle procedure della pubblicazione il Consiglio comunale delibera su tutte le osservazioni pervenute e la deliberazione di approvazione - nella quale si deve espressamente dare atto di quanto è trasmesso contestualmente al Comitato regionale di controllo, alla Regione e alla Provincia, unitamente all'aggiornamento degli elaborati prescrittivi del Piano Regolatore Generale".



RIBA Lido

Ma non è stato ritirato?



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

No, non è stato ritirato.
Si è chiesto di fare un sub emendamento, che credo sia stato presentato, col quale si toglie la dicitura "contestualmente al Comitato regionale di controllo", perciò l'emendamento n. 20 viene votato con questo sub emendamento.



PRESIDENTE

E' la soppressione che aveva chiesto il Consigliere Angeli.



RIBA Lido

Guardate che c'è una contraddizione; è in contrasto con la deliberazione di recepimento, tant'è che prima abbiamo detto che questo era superato. Chiedete all'Assessore Botta.



PRESIDENTE

L'ultimo periodo del comma 7 recita: "La deliberazione di approvazione definitiva è trasmessa, contestualmente all'invio al Comitato regionale di controllo (che viene soppresso), alla Regione unitamente all'aggiornamento degli elaborati del Piano Regolatore Generale".
Viene così modificato: "La deliberazione di approvazione definitiva è trasmessa alla Provincia ed alla Regione unitamente all'aggiornamento degli elaborati del Piano Regolatore Generale". Praticamente si aggiunge la Provincia.
La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Può rileggere l'emendamento, Presidente?



PRESIDENTE

L'ultimo periodo del comma 7 viene modificato nel seguente modo: "La deliberazione di approvazione è trasmessa alla Provincia ed alla Regione unitamente all'aggiornamento dell'elaborato del Piano Regolatore generale".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 36 voti favorevoli e 4 astensioni (1 Consigliere non ha partecipato alla votazione).
21) Emendamento presentato dagli Assessori Botta e Pichetto e dai Presidenti Deorsola e Ghigo: "Il comma 8 dell'art. 1 è soppresso".
22) Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Foco, Riggio, Manica Bellion, Vindigni ed altri: "Il comma 8 dell'art. 1 è soppresso".
Pongo in votazione tali emendamenti.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Sono approvati con 38 voti favorevoli, 4 contrari e 1 astensione (1 Consigliere non ha partecipato alla votazione).
Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 45 votanti 44 voti favorevoli 32 voti contrari 4 astensioni 8 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 45 votanti 44 voti favorevoli 32 voti contrari 4 astensioni 8 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 45 votanti 44 voti favorevoli 32 voti contrari 4 astensioni 8 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 3 è approvato.
Passiamo ora alle dichiarazione di voto.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Legge pessima, votiamo contro, faremo ricorso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

Sarò sintetico come il collega Chiezzi.
Noi non parteciperemo al voto, perché consideriamo la legge già approvata, non riconoscendo il rinvio del Commissario di Governo.
Complimenti, comunque, per il gran pastrocchio che avete combinato. Tra l'altro c'è una novità: questa Regione è governata dalla sinistra!



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Il nostro voto, sull'intero testo, sarà di astensione. Tale voto è motivato da alcune questioni. Innanzitutto vogliamo evidenziare come la votazione, testé avvenuta sugli emendamenti relativi alle Province implichi un elemento positivo e soprattutto un atto di coerenza da parte di questo Consiglio regionale rispetto ad un ordine del giorno che aveva accompagnato il testo della legge in sede di prima votazione in quest'aula testo che poi venne rinviato dal Commissario di Governo.
Quell'ordine del giorno, relativamente al tema del decentramento di compiti alle Province, in applicazione dell'art. 15 della legge n. 142, era ancora più netto ed esplicito in questa direzione. Parlava esplicitamente di un passaggio di deleghe alle Province su importanti competenze di ordine urbanistico. Il fatto che noi abbiamo voluto, con gli emendamenti presentati e poi votati in aula, richiamare quell'elemento di coerenza - di grande importanza - ha avuto questo significato.
Abbiamo, invece, dei forti elementi di perplessità rispetto al testo complessivo della legge, sulla disattenzione che la Giunta ha dimostrato relativamente agli insediamenti produttivi e all'edilizia pubblica convenzionata, agevolata, sovvenzionata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

E' una dichiarazione di voto sulla modifica dell'art. 17? Lo chiedo perché non ho più capito, dopo tutti gli ultimi emendamenti se stavamo ancora parlando della stessa cosa di cui iniziammo a parlare tre mesi fa. Ho voluto solo accertarmene; visto che mi avete riportato al tema a questo mi attengo.
Inizio il mio intervento con l'unica nota positiva di questa operazione politica: l'impegno continuo e disponibile dell'Assessore Botta e poi del Presidente della Giunta per venire incontro a tutte le richieste, oppure a tutti i consigli, che poi si sono tramutati in modifiche reali e sostanziali delle opposizioni.
Questa Giunta ha dimostrato una grande pazienza, un grande spirito di mediazione ed equilibrio, io non ne sarei mai stato capace, infatti io non faccio parte della Giunta, ci mancherebbe altro! Li ringrazio comunque per l'impegno, perché hanno dimostrato una pazienza veramente encomiabile.
Detto questo, sono assolutamente d'accordo con quanto sostenuto dal collega Chiezzi poco fa: è una pessima legge, è venuto fuori un bel pastrocchio - dico "bello" in senso ironico - perché in realtà è brutto.
Tuttavia né faccio ricorso, né voterò contro, ma voteremo a favore.
Noi votiamo a favore per fedeltà di maggioranza, votiamo a favore perché il Presidente della Giunta e l'Assessore Botta ci hanno chiesto di votare a favore, però - l'ho detto anche prima al Capogruppo di maggioranza relativa - dopo tutto ciò che ci è toccato deglutire in questi mesi consentiteci almeno la "caramellina" nell'esprimere tutta la nostra insoddisfazione per il progettaccio che è venuto fuori da queste nostre votazioni. Soprattutto, nel punto in cui si ribadisce di fatto, camuffato o meno, il nuovo centralismo della Provincia rispetto alla Regione. Una cosa che, l'ho già detto in Commissione e ai Capigruppo più volte, a mio avviso rappresenta un elemento burocratizzante e aggravante rispetto alla legge precedente. Non fosse altro che per un motivo: le Province sono tante e la Regione è una.
Io spero che tutte le Province, quando avranno approvato i Piani territoriali e quant'altro, abbiano la capacità di avere, su casi analoghi giudizi analoghi e non, su casi analoghi, giudizi diversi; altrimenti anziché la sburocratizzazione e lo snellimento, avremo raggiunto la confusione e il caos, con possibili sperequazioni e differenze interpretative da zona a zona.
Questa legge la votiamo lo stesso; la votiamo lo stesso, anche se vedo che il Presidente Ghigo c'è ancora, grazie perché usa un po' di pazienza anche con la maggioranza - rappresenta un punto di svolta nella vita di questa Regione. E lo dico senza drammatizzare: è la realtà. Noi non siamo più in grado di portare avanti delle mediazioni, ma siamo soltanto in grado di far votare dei compromessi, e questa è una cosa che io ritengo politicamente grave, Presidente.
Ma non è colpa nostra, non è colpa del Presidente Ghigo, non è colpa del Presidente Picchioni, non è colpa degli Assessori. Questa è una Regione che, suo malgrado, sta andando avanti a compromessi.
A me hanno insegnato che la politica deve essere mediazione continua perché deve essere l'arrotondamento degli spigoli, perché deve essere il contemperamento degli interessi, ma non deve essere necessariamente il compromesso per arrivare ad un voto.
Noi, con questo provvedimento abbiamo sancito un nuovo principio: non il principio della "mediazione", ma quello del compromesso. E allora questo ci deve far riflettere sul fatto che è ormai indifferibile una modifica degli strumenti regolamentari e, se del caso, statutari che regolano i lavori di questa Regione. Perché non è possibile e non è democratico che le minoranze o una minoranza o un singolo appartenente di una minoranza, grazie ad un Regolamento assolutamente antistorico assolutamente fuori dal mondo, rispetto ai Regolamenti della Camera, del Senato, dei Comuni e delle Province, blocchi la democrazia e blocchi le impostazioni politiche e programmatiche di chi ha vinto le elezioni.
Concludo ribadendo, nonostante questo piagnisteo, il voto favorevole di Alleanza Nazionale sul provvedimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeli.



ANGELI Mario

Prendo la parola per annunciare il nostro voto favorevole, facendo alcune raccomandazioni: una è quella di non picconare più la legge 56, ma di rivederla complessivamente per avere uno strumento più agile.
Al contrario del collega Ghiglia, io sono d'accordo di passare il tutto, uomini e mezzi, alle Province e ai Comuni, per poter gestire l'urbanistica. Al contrario di Ghiglia, io ho fatto il Sindaco, quindi la vedo in questi termini.
L'altra cosa che chiedo, molto brevemente, recuperando anche il tempo in più che ha usato il Consigliere Ghiglia, vista la fretta che noto nel Presidente, è la raccomandazione che si faccia quella famosa circolare esplicativa dove vengano normati i vari interventi che si faranno, con il contributo che avevo portato, come Gruppo, alle riunioni. Vi ringrazio.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Angeli.
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Non vorrei dare la sensazione che il Gruppo dei Popolari sia l'unico Gruppo convinto di questa proposta, visto che i Gruppi di maggioranza hanno delle perplessità.
Dico che, realisticamente, questo è il massimo del risultato che era possibile raggiungere su questo tema, con questo Regolamento e in questo Consiglio regionale. Certamente, la portata della proposta precedente era superiore, tuttavia mi pare che questo sia l'unico risultato possibile.
Noi voteremo a favore, tuttavia riteniamo ci sia un aspetto positivo (quello che richiamavo nell'intervento precedente), quello dell'autonomia e della responsabilità dei Comuni, dell'avere introdotto il principio del trasferimento delle competenze alle Province, con un'accortezza che mi sembra importante, di deleghe possibili e compatibili con l'esistenza del Piano territoriale provinciale.
Questo mi pare importante per fare in modo che fino a quel momento si eviti una moltiplicazione di alcune nuove forme di centralismo, magari di tipo provinciale. Noi abbiamo dato il nostro contributo a questa mediazione per raggiungere questi due obiettivi che ci sembrano importanti; tuttavia non possiamo non rilevare come si sia perso del tempo per entrare nel merito della proposta.
Indubbiamente, questo modo di legiferare, con emendamenti presentati in aula, per forza di cose produce un prodotto legislativo in alcune parti sicuramente incompatibile e non sempre coerente. Credo che questa legge avrà delle difficoltà di applicazione ed interpretazione.
Questo sicuramente avviene perché quando si costruisce un testo, come abbiamo fatto oggi, per forza di cose vengono fuori dei punti che sicuramente in alcune parti sono incoerenti. Se si fosse entrati subito nel merito, cosa che non è avvenuta, ma per responsabilità diffusa tra maggioranza e opposizione, probabilmente in Commissione avremmo potuto costruire un testo di qualità legislativa superiore rispetto al testo che approveremo.
Invito la Giunta e i Consiglieri a riprendere il tema della modifica dell'art. 15, questo è importante, perché non sono ottimista sui tempi di una nuova legge urbanistica regionale, per cui bisogna porre mano, a differenza di quanto dice il collega Angeli, anche a una modifica dell'art.
15 per evitare quelle disparità che avverranno sicuramente con questo testo.
Con questi motivi, il nostro è un voto a favore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Credo che Saitta abbia sintetizzato, nel suo intervento, tutte le difficoltà che ci hanno fatto pervenire a questo risultato, che a mio avviso non è quello ottimale, ma è pur sempre un risultato. Se devo dipingere il mio stato d'animo, devo dire che mi trovo nelle stesse condizioni in cui mi trovai quando venne approvata la legge sulla caccia cioè mi trovo nelle stesse condizioni di ricatto - legittimo - rispetto alle volontà che avrei espresso e le minoranze hanno voluto porlo rispetto a mucchi di emendamenti che andavano e venivano dal tavolo della Presidenza. Quindi, molto spesso, il compromesso non è neanche troppo bilanciato, ogni tanto è addirittura sbilanciato dalla parte delle minoranze. Dico anche il perché: a mio modo di vedere, se questa modifica dell'art. 17 ha una gravissima pecca è proprio quella di essere antistorica, perché nel momento in cui la Regione dovrebbe fare delle deleghe agli enti locali per decentrare il suo potere, non fa altro che delegare un altro ente locale che accentrerà il potere su di sé, senza poterlo delegare a sua volta (perché non ha il potere legislativo) agli enti locali veri e propri che sono i comuni; questo è un problema veramente grave rispetto a quello che abbiamo fatto oggi, è il vero problema dell'antistoricità di questa legge. Le deleghe agli enti locali non possono essere considerate soltanto come le deleghe alle Province; gli enti locali per eccellenza sono, in tutto il nostro Paese, i comuni. Le Province devono avere necessariamente dei poteri intermedi e dei poteri soltanto di coordinamento sovracomunale. Noi non abbiamo potuto, lo dico come Capogruppo di un gruppo di maggioranza, fare sì che questa delega agli enti locali si sviluppasse fino in fondo.
Vorrò poi leggere il testo definitivo, ma io ho paura che con la modifica che abbiamo attuato oggi all'art. 17, anziché perseguire lo scopo che ci eravamo dati, molto probabilmente non abbiamo snellito di molto quelle che erano le procedure iniziali. E' un timore questo, perché poi con i vari emendamenti non ci si raccapezza più. Probabilmente bisognerà arrivare anche alla modifica dell'art. 15, ma bisognerà fare una riflessione su tutte le modifiche che si faranno alla legge n. 56, su tutte le modifiche che si sono fatte. E' possibile che oggi - in ogni legislatura lo si dice - non si metta mano fino in fondo alla modifica intera della legge urbanistica, perché si ha paura. E' mai possibile che una legge datata come la legge n. 56 non possa essere rimossa, senza tener conto delle istanze di tutti i Gruppi consiliari, di maggioranza e minoranza, per far sì che sia una legge più moderna, non datata, che aveva come concetto principale quello di concentrare il potere sulla Regione, cosa che oggi dal punto di vista storico non si deve più fare? Finisco dicendo che non volevo fare questa dichiarazione di voto, però visto che altri colleghi l'hanno fatta su una proposta così...
Non mi fa concludere? Va bene.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Sarò sinteticissimo. Forza Italia vota a favore, penso sia di buon gusto non fare commenti, perché probabilmente la Regione oggi perde per tutte quelle considerazioni che abbiamo fatto prima. Ci resta una sola consolazione, un punto di inversione di tendenza rispetto a tutti questi anni e cioè il comune che timidamente vince. Dell'introduzione delle Province non parlo, condivido molte affermazioni e considerazioni che sono state fatte. Voteremo a favore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Il voto del nostro Gruppo sarà a favore e desidero ringraziare, per l'impegno profuso, non solo l'Assessore, ma anche il Presidente della Giunta che ha concluso positivamente il faticoso iter di questo provvedimento. Un provvedimento che avremmo voluto più articolato e diverso, un provvedimento che nella configurazione che è stata votata rappresenta l'unica configurazione possibile in questo momento. Il nostro voto non è entusiastico, ma è un voto su un provvedimento possibile.
Credo anch'io che si debba aprire una discussione sulla legge n. 56 in generale; l'Assessore credo che abbia ormai in dirittura di arrivo un provvedimento complessivo che potremo valutare dopo la pausa estiva, dato che ci sono altri provvedimenti all'esame dell'aula in questo periodo.
Nella revisione della legge n. 56 si potranno correggere e precisare i rapporti tra Regione, Provincia e Comuni. Credo che in questa rivisitazione della legge urbanistica debbano essere introdotti quei principi di sussidiarietà che erano presenti in modo più marcato nella formulazione originaria, che oggi sono stati un po' attenuati, ma insieme a questa modifica della legge n. 56 credo debba essere aperto un dibattito in una delle prossime riunioni sulle modalità di formazione della volontà politica, sul nostro Regolamento che, oggettivamente, crea delle difficoltà, non insormontabili, perché si è arrivati ad una conclusione, ma difficoltà di misura straordinaria e non sempre accettabile ai lavori del Consiglio. Concludo ripetendo che il nostro voto sarà favorevole.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Ferrero.



FERRERO Caterina

Anch'io sarò molto breve e preannuncio il voto favorevole da parte del mio Gruppo. Svolgo una breve considerazione; probabilmente soltanto da una rilettura delle modifiche che sono state apportate all'art. 17 riusciremo veramente a capire se poi nella realtà quell'intenzione, che mi pare fosse arrivata da parte di tutto il Consiglio di semplificare e sburocratizzare perlomeno questa parte della legge 56, siamo veramente riusciti a renderla.
I Comuni si attendevano da noi un po' più di coraggio, da noi maggioranza e da voi minoranza; vedremo nell'ambito di quella che poi sarà l'applicazione di questo articolo, qualora dovesse passare, la fattibilità o meno delle modifiche che abbiamo apportato. Sicuramente potrà essere questo uno strumento di verifica della nostra capacità di sburocratizzare e della nostra effettiva volontà di proseguire nell'ambito della variazione della legge 56. Questo è un augurio che io mi faccio e che spero possa essere portato avanti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pierluigi

Sarò molto breve, annuncio il mio voto favorevole. E' stata la grande opera di mediazione del Presidente della Giunta e dell'Assessore Botta che ha portato alla Regione questa legge, che è stata accolta favorevolmente da quasi tutti i Gruppi.
In secondo luogo, è stata una grande lezione di democrazia. Qualcuno ha detto che è stato applicato il Regolamento, per me è stata una grande lezione politica perché se il Regolamento deve essere applicato in questo modo, chi vuole ottenere qualche cosa al servizio della popolazione accetterà questa lezione di democrazia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Signor Presidente, non ho capito bene come devo votare perché adesso i contrari votano a favore ed allora non riesco più a raccapezzarmi.



CAVALIERE Pasquale

MASARACCHIO, Assessore regionale



CAVALIERE Pasquale

Allora anche tu dovresti votare a favore.



CAVALIERE Pasquale

Eh sì, essendo contrario dovrei votare a favore, ma la mia contrarietà a questo provvedimento non è certamente di oggi. Esprimerò, invece, un voto di astensione, perché sono state riconosciute alcune ragioni degli ambientalisti che rendono questo provvedimento meno devastante sul territorio rispetto a quello precedente.
Noi riteniamo non si debba più procedere, come ha ricordato giustamente il collega Angeli, a ritocchi di una legge che ha comunque una sua filosofia, una legge che non è - collega Montabone! - del 1956, ma è la n.
56 del 1977, e che crediamo debba essere modificata in maniera organica e con una logica. Una logica che non può non considerare una cosa che in tutti questi giorni abbiamo notato essere mancante, cioè la reale lettura dello stato del territorio! Questo è emerso come dato mancante, in tutti i ragionamenti che abbiamo fatto.



SALERNO Roberto

Inizia da San Salvario!



CAVALIERE Pasquale

Certo, iniziamo anche da San Salvario. Tu conosci poco di San Salvario sicuramente! Dopodiché, Presidente, con l'auspicio che si voglia affrontare, con conoscenza di quelle che sono veramente le implicazioni del nostro territorio, un vero dibattito sulla legge urbanistica, io esprimo questo voto di astensione che non toglie la contrarietà assoluta verso questo provvedimento, a mio parere non necessario nelle forme in cui è stato espresso.
Voglio infine rivolgermi al collega Ghiglia dicendogli che non potrà mai esistere alcuna modifica del regolamento che potrà ottenere l'effetto di dare ragione a chi non ce l'ha.



GHIGLIA Agostino

Fatti spiegare dal compagno Violante come funziona il Regolamento della Camera!



PRESIDENTE

Non vi sono altre dichiarazioni di voto.
Ricordo a tutti i Consiglieri, per senso di responsabilità, che il provvedimento posto ora in votazione deve ricevere 31 voti favorevoli trattandosi di una legge in seconda approvazione.
Ringrazio anch'io la Giunta, tutti i Capigruppo e tutto il Consiglio per l'azione svolta, che è stata certamente defatigante, però è stata una mediazione, che ognuno può giudicare come vuole, che ha portato all'approvazione di un provvedimento senza quelle tensioni che purtroppo in occasioni del genere sono frequenti. Voglio quindi ancora ringraziare il Consiglio perché questo è di buon auspicio per i provvedimenti certamente importanti che ci attendono la prossima settimana.



(Commenti del Consigliere Scanderebech)



PRESIDENTE

Ognuno può esprimere quello che vuole. La democrazia è anche mediazione e la mediazione può giocare al ribasso oppure al rialzo. La Bicamerale ci può insegnare.



PEANO MARIO



PRESIDENTE

Si proceda pertanto alla votazione per appello nominale dell'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 47 votanti 46 hanno risposto SI' 34 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere La legge è approvata.
Ricordo ai Capigruppo che la Conferenza dei Presidenti è convocata per venerdì alle ore 12.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Richiesta di precisazioni da parte dell'Assessore Angeleri sulle dichiarazioni svolte dal Consigliere Cavaliere in una conferenza stampa in merito alla fusione fra CRT e Ca.Ri. Verona


(L'Assessore Angeleri si reca ai banchi del Consiglio e chiede la parola)



PRESIDENTE

Assessore Angeleri, intende fare una dichiarazione in qualità di Consigliere?



ANGELERI Antonello

Sì. Chiedo scusa al Consiglio per questo intervento in questo momento ma ci sono alcune dichiarazioni riportate su La Stampa di sabato scorso che penso tutti quanti abbiano letto, che mi hanno lasciato alquanto perplesso, relative alla conferenza stampa organizzata dal Consigliere Cavaliere in merito all'Unicredito, cioè la fusione tra la Ca.Ri.Verona e la Cassa di Risparmio di Torino. Non ritengo che si debba parlare di un argomento così importante - lo capisco - in chiusura di seduta. E' certo però che da parte del Consiglio regionale ci deve essere una riflessione attenta rispetto ad un problema su cui quanto meno, come forze politiche si deve esprimere la preoccupazione di questo Consiglio regionale per quanto riguarda i dipendenti dell'istituto, ma soprattutto per quanto riguarda la situazione economica piemontese e più in generale l'assetto del sistema bancario piemontese.
Ieri abbiamo assistito ad uno sciopero dei dipendenti di una società della Cassa di Risparmio, la Findata System: non ci sono garanzie sul futuro dell'occupazione per i dipendenti della Cassa di Risparmio di Torino, ci sono dichiarazioni da parte delle dirigenza che sono completamente diverse dalle dichiarazioni rilasciate dal Consigliere Cavaliere.
Vorrei capire, esprimendo preoccupazione, chi dice la verità: se la dirigenza della Cassa di Risparmio di Torino, oppure il Consigliere Cavaliere, delle cui affermazioni non posso dubitare.
A questo punto è opportuno che il Consiglio regionale - che ha richiesto tra l'altro, attraverso lo stesso Consigliere Cavaliere, ai vertici della Cassa di Risparmio di Torino di partecipare ad un'audizione che non è avvenuta per indisponibilità degli stessi vertici - possa apprendere da parte della dirigenza quale sia la verità in ordine a questi fatti.
Sono in ballo migliaia di posti di lavoro e, da quello che risulta dalle dichiarazioni del Consigliere Cavaliere, questi potrebbero essere anche posti di lavoro fortemente a rischio.
Il Piemonte non può sopportare un'altra situazione difficile come quella che sta accadendo.
Chiedo, pertanto, la necessaria attenzione da parte del Consiglio regionale su questo tema.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

La ringrazio Assessore per aver sollevato il problema, ma il Consiglio non è in condizione di proseguire la discussione. La conferenza dei Capigruppo di venerdì potrà utilmente deliberare quali iniziative e quali momenti ulteriori di confronto ci potranno essere su questo argomento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cavaliere. Le chiedo, Consigliere di essere breve, non possiamo aprire il dibattito ora, mi pare che il Consiglio non sia in condizioni di...



RIBA Lido

Se si apre il dibattito, lo si apre a tutti gli effetti!



PRESIDENTE

Noi non apriamo il dibattito, il Consiglio non è in condizione di affrontare un ulteriore dibattito.



RIBA Lido

Non si può piantare "casino" in questo modo!



PRESIDENTE

Colleghi, non possiamo aprire un dibattito anche perché il numero legale comincia a scemare.
Le raccomando, collega Cavaliere, di essere breve.
La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Sarò brevissimo, però il collega Angeleri ha ripreso questioni che sono state anche oggetto di interrogazioni e discussioni che questo Consiglio regionale ha dibattuto circa un mese fa. L'impegno che si erano assunti sia la Giunta che il Consiglio di indire un'audizione con la Fondazione CRT notizie apprese nella scorsa riunione dei Capigruppo - non ha avuto prosieguo.
Il Presidente Picchioni ci ha comunicato, nella scorsa riunione dei Capigruppo, che c'erano delle difficoltà. Difficoltà non certo dovute all'incapacità del Consiglio regionale ad accogliere la delegazione della CRT, ma dell'interlocutore a partecipare all'audizione. Di norma queste difficoltà non si verificano; quando si verificano sono degli incidenti diplomatici, nel senso che non credo affatto che un grande Gruppo come la FIAT, così come altri soggetti, si sia mai rifiutato di partecipare ad un'audizione richiesta da un ente autorevole quale la Regione.
Abbiamo anche assistito agli attacchi, da parte del Presidente Ghigo all'istituto S. Paolo di Torino, mentre abbiamo appreso dalla stampa della sua prossima partecipazione nella Fondazione Cassa di Risparmio di Torino.
Credo che di queste cose occorra parlare urgentemente. Mi rendo conto che non è possibile continuare così il dibattito, ma certamente proporremo di proseguirlo nella prossima riunione dei Capigruppo e anche nel prossimo Consiglio.



PRESIDENTE

Non possiamo però anticipare in questa sede la discussione, la questione sarà portata all'attenzione nella conferenza dei Capigruppo di venerdì.
La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Messa in un modo o nell'altro, questa discussione è tutt'altro che fuori luogo. Il PDS non è né per il municipalismo bancario né per quello industriale, ma ha comunque parecchie questioni da sollevare in merito al sistema bancario piemontese e più in generale sulla operatività del nostro sistema creditizio.
Si potrebbe accennare ad una lunga filiera di situazioni che riguardavano i tipi di fusione che ci sono stati prima tra banche e casse di risparmio nostre e altre sul territorio nazionale: la Cassa di Risparmio di Cuneo con la Banca del Monte; la Cassa di Risparmio di Torino con la Cassa di Risparmio di Bra, lasciando però l'amministrazione separata per motivi puramente politici.
Presidente, dato che il Consigliere Cavaliere ha fatto riferimento ad un'ipotesi di nomina - se ho capito bene - del Presidente, la mia opinione penso sia anche opinione di tutto il Gruppo, ma su una materia di questo genere è il caso di approfondire - è che ci debba essere una assoluta incompatibilità.
Prima di tutto una incompatibilità ragionata prima che sia dichiarata giuridicamente. Sappiamo che hanno messo in discussione la questione delle Fondazioni delle banche che sono quello che voi conoscete. Sappiamo che i Presidenti delle Province storicamente partono da lì per inserirsi nelle banche e in altre cariche; penso che questo sia lesivo della figura dei Presidenti delle Province e delle Regioni, delle assemblee, qualora loro ritengano per avere bisogno di un'affermazione o di un ruolo, non adeguato il loro ruolo di Presidenti delle massime istituzioni: Parlamento Provincia, Comune e Regione. Quindi questo vale per i Sindaci, per i Presidenti di Provincia e anche per i Presidenti delle Regioni.
Obiettivamente, è un elemento di grande imbarazzo quando un Presidente di una grande assemblea, Provincia o altro ente, si deve impegnare in un Consiglio di amministrazione, fosse anche quello di una Fondazione che è ancora peggio degli altri, dal punto di vista delle cose che comporta e magari che non realizza. Credo che la Presidenza di un'istituzione soprattutto quelle apicali, sia il massimo livello al quale si devono esprimere gli uomini che le rappresentano.
Chiedo, pertanto, che al primo punto all'o.d.g. della prossima seduta di Consiglio venga iscritto il dibattito sui problemi delle istituzioni bancarie e del sistema creditizio piemontese, così ne parliamo per bene. Io non voglio inviare un messaggio al Presidente Ghigo, che non l'ha sollecitato, io voglio inviarlo ai Presidenti delle Province, voglio inviarlo ai rappresentanti delle istituzioni. E' assolutamente assiomatico che non bisogna indebolire le figure dei Presidenti delle istituzioni soprattutto con il sistema di elezione che usiamo adesso, riproponendoli in altri organismi che per loro natura devono essere distinti, distanti e sicuramente diversi.



PRESIDENTE

Ritengo valida la richiesta come punto da discutere in riunione di Capigruppo.
La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pierluigi

E' un argomento assai grave quello sollevato dall'Assessore Angeleri e da Cavaliere. Sono stato preceduto dal collega Riba, ma volevo chiedere anch'io che tale argomento fosse posto al primo punto dell'o.d.g. del prossimo Consiglio regionale.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 20,14)



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