Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.148 del 01/07/97 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute (rinvio)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", comunico che sono stati distribuiti ai Consiglieri, prima dell'inizio della seduta odierna, i processi verbali delle adunanze consiliari del 2, 13 e 22 aprile e del 13 maggio 1997, i quali verranno posti in votazione nella prossima seduta.


Argomento: Assistenza e sicurezza sociale: argomenti non sopra specificati - Sanita': argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 843 dei Consiglieri Chiezzi e Simonetti inerente a: "Gestione delle RSA nell'USL n. 45 di Vercelli"


PRESIDENTE

Per quanto riguarda il punto 4) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze", informo che l'Assessore Majorino risponderà il prossimo martedì a tutte le interrogazioni che lo interessano, e sono ben sette.
Adesso esaminiamo l'interpellanza n. 843, presentata dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti, cui risponde l'Assessore Goglio.



GOGLIO Giuseppe, Assessore all'assistenza e servizi

In relazione all'interpellanza in oggetto, inerente alla gestione di una Residenza socio-assistenziale per ricoverati dell'ex Ospedale Psichiatrico, si è provveduto a richiedere all'USL n. 11 gli elementi di risposta.
Il Commissario dell'Azienda USL n. 11, nella sua risposta del 2/1/1997 ha evidenziato che, per quanto riguarda il pregresso, l'attuale direzione dell'USL "non ha avuta parte alcuna, sia per quanto attiene l'impostazione di ordine generale, sia per quanto concerne l'accertamento di particolari circostanze di fatto", e non ha quindi fornito risposta sui quesiti specifici posti dall'interpellanza.
D'altra parte, l'Assessorato all'Assistenza non può fornire risposta ai problemi sollevati dagli interpellanti che riguardano fatti relativi alla gestione interna complessiva dell'Ospedale Psichiatrico di Vercelli, che erano di competenza del Settore Sanitario.
La risposta pervenuta dal Commissario dell'Azienda USL n. 11 precisa comunque, quanto segue: tutta la vicenda da cui trae origine l'interpellanza di cui si tratta discende da provvedimenti assunti dall'ex USL n. 45 di Vercelli nell'anno 1988, con i quali veniva dato avvio al processo di superamento del residuo manicomiale mediante trasformazione di due reparti (n. 9 e n. 11) in strutture di carattere residenziale con gestione mista; l'assistenza infermieristica era garantita da personale dipendente dell'USL stessa e l'assistenza alla persona mediante affidamento in appalto a cooperativa.
In ogni caso tutta la citata problematica è oggetto della delibera n.
3667 del 19/12/1996, integrata con la deliberazione n. 1 del 2/1/1997 relativa all'approvazione dei provvedimenti di superamento e riconversione dell'Ospedale Psichiatrico di Vercelli, che in ogni caso si allegano per opportuna informazione.
3) La rivalutazione degli ospiti ha identificato 29 adulti portatori di handicap, 10 anziani non autosufficienti e 54 pazienti propriamente psichiatrici. In fase transitoria per i 29 pazienti portatori di handicap viene proposto per 2 di questi un programma individuale di riabilitazione di circa due anni in una struttura ex art. 26, e una successiva collocazione presso una comunità alloggio di tipo socio-assistenziale; per i restanti 27 ospiti si propone, nel periodo transitorio, di collocarli nell'edificio dell'ex Reparto 9 con l'impegno da parte dell'A.S.L. 11 di Vercelli di dotare i locali dei requisiti strutturali minimi richiesti dalla normativa vigente.
Le consulenze specialistiche di natura psichiatrica saranno garantite dal Dipartimento di Salute Mentale.
Si darà mandato ai servizi socio-assistenziali di provenienza degli utenti di trovare nel prosieguo una collocazione definitiva.
Si prevede che tale situazione transitoria abbia una durata massima di due anni.
Sono a disposizione gli atti intercorsi tra la Regione e il Commissario dell'USL 11 di Vercelli.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Non sono assolutamente soddisfatta della risposta fornita dall'Assessore.
L'Assessore Goglio ha iniziato la sua risposta all'interpellanza dicendo che la competenza non è sua, limitandosi a citare quanto detto dal Direttore generale dell'USL.
Quando è stata stilata, l'interpellanza ha proposto delle problematiche, rimandando la risposta agli Assessori competenti. Questo dunque, è anche un problema di smistamento rispetto agli Assessorati e di quale sia la reale competenza.
Quando parliamo di RSA, infatti, ci riferiamo sostanzialmente ad una struttura sanitaria, per cui, da questo punto di vista, ci aspettavamo una risposta da parte dell'Assessore alla sanità, e su alcune problematiche socio-assistenziali anche una risposta da parte dell'Assessore Goglio.
In sostanza, l'Assessore Goglio non ha risposto ai problemi che noi avevamo posto alla Regione in quanto Ente che si fa carico di legiferare e di legittimare le funzioni socio-assistenziali di competenza dell'USL.
E l'Assessore non può rispondere a questa interpellanza facendo riferimento a risposte di altri: se avessimo voluto una risposta rispetto alle competenze e a quanto fatto dalle UU.SS.LL., avremmo inviato una lettera o ci saremmo messi direttamente in contatto con l'USL n. 45 di Vercelli! L'Assessore, poi, non ha risposto a dei problemi seri che noi avevamo presentato. Si dice che il personale sia di dipendenza dell'USL, ma noi ponevamo il problema che il personale di dipendenza di questa RSA non fosse specifico nei limiti professionali: si tratta di personale assolutamente generico, assunto con mansioni specifiche, ma in realtà quelle qualifiche specifiche non gli appartengono.
Inoltre, nell'interpellanza abbiamo fatto riferimento ad alcuni trasferimenti interni di pazienti, che non sono giustificati. E ancora, le valutazioni cliniche che precedentemente definivano alcuni pazienti con patologie di un certo tipo e che in seguito attribuivano agli stessi patologie di altro genere, rappresentano un problema al quale l'Assessore in qualche modo doveva trovare una soluzione.
Non è stato detto in quale modo e con quale metodo è stata affidata con gara d'appalto la funzione socio-assistenziale ad una cooperativa: l'Assessorato dovrebbe dire qualcosa rispetto alla metodologia con cui le gare d'appalto vengono affidate a delle cooperative sociali ed in che modo queste possono garantire la qualità del servizio socio-assistenziale.
Finora non è stata data risposta.
In particolare avevamo chiesto perché risultasse che in tale struttura fossero ricoverati utenti anziani per vari presidi, ai quali veniva richiesto specifico pagamento nonostante una deliberazione regionale avesse impedito l'acquisizione di nuovi ospiti dall'esterno.
Una delibera regionale impedisce l'acquisizione in una struttura di ospiti dall'esterno e la struttura, sulla base di indicazioni che possono essere discutibili, decide invece di lasciare accedere a tale presidio degli utenti che presentano patologie completamente diverse; di fronte a un tale atteggiamento, forse, mi sembra d'uopo un intervento della Regione.
Questa interpellanza pone un problema serio: vi è una gestione assolutamente distorta di una residenza sanitaria ed assistenziale in una USL particolare, che noi citiamo, la cui tipologia è totalmente diversa da quella che la stessa RSA deve avere. Visto e considerato che su questo la Regione Piemonte deve avere non solo un ruolo di programmazione e di legiferazione, ma anche un ruolo di supervisione e di controllo, che noi auspichiamo soprattutto rispetto alle gestioni private; ma auspichiamo un controllo con il buon senso e il consenso di tutti.
Su questo l'Assessore non ha dato alcuna risposta e non ha detto come la Regione intende intervenire su fatti di questo tipo e di questa rilevanza, visto che si tratta di servizi pubblici che in parte vengono gestiti da privati; l'Assessore non ha enunciato le motivazioni che in questa RSA hanno determinato un ulteriore ingresso di ospiti, nonostante che una deliberazione regionale lo vietasse; non ha detto come mai le motivazioni che attribuiscono la gestione della RSA siano state completamente distorte rispetto ai requisiti previsti per legge, per cui richiederei all'Assessore di fornirci elementi di discussione. Pu fornirceli anche per iscritto, perché la nostra insoddisfazione è assoluta rispetto a questa risposta.


Argomento: Lavoro - Movimenti migratori: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 734 dei Consiglieri Rosso, Bellingeri, Farassino, Dutto inerente a "Iniziative dei CILO (Centro di Iniziativa Locale per l'occupazione) nei Comuni sede di Circoscrizione"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 734, alla quale risponde l'Assessore Goglio.



GOGLIO Giuseppe, Assessore al lavoro

I CILO sono una struttura snella facente capo agli Enti locali normalmente Comuni, organizzati per bacini territoriali corrispondenti come territorio alle circoscrizioni per l'impiego, ma sono soprattutto un tentativo di costruire reti tra strutture e competenze diverse pubbliche e private nella sperimentazione di nuovi servizi personalizzati alle persone ed alle imprese (consulenza) e nella progettazione di iniziative di sviluppo locale.
La legge regionale n. 48/91 e le delibere di programmazione hanno specificato le caratteristiche che deve avere il servizio e soprattutto le risorse professionali che lo compongono.
I vincoli che pone la normativa di base riguardano pertanto: 1) minimo di quantità di persone definito con almeno una persona "qualificata" impegnata a tempo pieno e destinata a svolgere da riferimento per l'attività di progettazione e di coordinamento. Per queste persone si dichiara la disponibilità dell'Ente a che questo personale partecipi ad attività di formazione e riqualificazione organizzata dalla Regione 2) vengono date anche indicazioni sull'apertura del servizio al pubblico per un tempo congruo, sul rispetto della riservatezza delle informazioni raccolte nei rapporti con le persone, sulla gratuità dei servizi alle persone 3) si individuano inoltre alcuni capitoli per piccoli contributi di primo impianto e per contributi annuali sulla base di una accurata illustrazione dell'attività svolta nell'anno precedente e dell'attività che si intende svolgere nell'anno successivo.
Questi piccoli contributi non risolvono, ovviamente, i problemi del finanziamento dell'attività, che avviene, oltreché per il sostegno degli Enti locali del bacino territoriale di riferimento e delle Province, anche e soprattutto attraverso il ricorso su progetto a fondi settoriali esistenti su specifiche normative regionali, nazionali o comunitarie 4) in sostanza abbiamo due funzioni principali sulle quali si concentrano le attività dei CILO: l'area dei servizi di consulenza a persone e ad imprese comprensive di funzioni di informazione ed orientamento, con una forte tendenza a sperimentare meccanismi integrati in collaborazione con circoscrizioni per l'impiego, servizi sociali, agenzie formative, imprese, ecc.
la progettazione in rete con altri attori pubblici e privati di iniziative di sviluppo locale che puntino sia a riqualificare e ad inserire lavorativamente aree di popolazione maggiormente in difficoltà, sia con una forte accentuazione nel corso degli ultimi due anni a costruire nuove occasioni di sviluppo locale e di occupazione.
A quattro anni di distanza dal concreto avvio operativo della legge (fine 1992) in Piemonte hanno fatto richiesta per l'istituzione di CILO 37 bacini su 50 potenziali. Di questi 30 sono pienamente operativi, alcuni hanno fatto richiesta di riconoscimento e sono in via di strutturazione.
Altri Enti locali hanno manifestato il loro interesse.
Da un punto di vista quantitativo il risultato sembrerebbe essere abbastanza buono visto che la maggior parte dei bacini territoriali potenziali è stata interessata all'istituzione dei CILO (circa l'80%), ma è dal punto di vista della qualità delle iniziative che occorre guardare per cercare di capire se la direzione intrapresa è corretta.
Fermo restando che l'attività di rapporto con le persone e con le imprese è in forte sviluppo sia perché le collaborazioni in rete con le strutture decentrate del Ministero del Lavoro sono in aumento, vista la prospettiva del decentramento e dell'apertura del mercato, sia perché è richiesta in modo crescente la prestazione di servizi di consulenza personalizzata, ancora molto vi è da fare per consolidare una prospettiva di consolidamento di servizi moderni di consulenza e di sostegno all'incontro tra la domanda e l'offerta di lavoro. Un merito dei CILO è la sperimentazione di servizi di consulenza e di sostegno, che comprendono ma non si esauriscono nella distribuzione di informazioni. Queste sperimentazioni coinvolgono già oggi in modo consistente altri uffici o servizi esistenti in quella prospettiva di lavoro in rete che costituisce una delle modalità tipiche dell'organizzazione di politiche del lavoro a livello locale.
Le attività che hanno maggiormente caratterizzato la sperimentazione iniziale dei CILO riguardano la progettazione di interventi locali di qualità che concernono sia la riqualificazione di gruppi particolari di popolazione in difficoltà sul mercato, sia progetti di inserimento lavorativo, sia progetti di sviluppo locale nella prospettiva della creazione di nuove imprese. In particolare negli ultimi due anni si è sviluppata la consapevolezza che gli stessi interventi rivolti alla qualificazione delle risorse umane sono sostenibili se si inseriscono in una più generale prospettiva volta a valorizzare le occasioni di sviluppo locale. Hanno preso maggiore consistenza i tentativi volti a promuovere e rafforzare i servizi e le professionalità in grado di costruire un rapporto con il sistema delle imprese esistenti, nuove occasioni di sviluppo locale e di sostenere la creazione di nuove imprese.
Le strutture che hanno supportato questa sperimentazione sono quantitativamente e logisticamente ridotte: gli operatori direttamente coinvolti ammontano almeno ad un centinaio. Quelli coinvolti nelle reti sono ovviamente molti di più.
L'utenza coinvolta nei servizi di informazione e consulenza non è facilmente quantificabile, ma le indicazioni disponibili (si vedano le schede allegate) consentono di farsi una prima idea della loro entità.
I progetti coprono aree di intervento molto differenziate (si vedano le schede allegate), non è possibile avere al momento una quantificazione precisa del loro numero che è comunque considerevole; si segnalano ricadute significative di questa accresciuta capacità di progettazione a livello locale sia per quanto concerne l'accesso a strumenti normati dalla legislazione regionale (cantieri, formazione, cooperazione, inserimenti lavorativi, ecc.), sia per quanto riguarda l'utilizzo di risorse nazionali e comunitarie.
Per quanto riguarda specificamente l'area della provincia di Novara notiamo come accanto all'istituzione di alcuni CILO (Arona, Borgomanero Oleggio) ha fatto richiesta di costituzione del CILO anche il Comune di Novara, anche se non risulta che a questa domanda sia stato dato seguito con altri atti.
Rileviamo che una interpretazione errata, che ad un certo punto sembrava creare ostacoli, fosse che l'istituzione del CILO fosse alternativa alla collaborazione con altre strutture e specificamente con la società Promolavoro (di cui fanno parte la Provincia di Novara, la Camera di Commercio di Novara e le parti sociali). In incontri a livello delle istituzioni locali è stato chiarito che essendo il CILO una struttura molto flessibile che risponde innanzitutto alle esigenze autonome di politica del lavoro e dello sviluppo del Comune e del bacino territoriale di riferimento, non vi è nessuna controindicazione a che il Comune realizzi le sue politiche attraverso tutte le forme di collaborazione che ritiene all'uopo opportune.
Tra l'altro riteniamo che la sperimentazione di modalità moderne dell'incontro domanda-offerta realizzate da Promolavoro con la Circoscrizione di Novara sia interessante e da sostenere per l'organizzazione di collaborazioni integrate sul territorio come molte altre esistenti nell'ambito piemontese. Queste collaborazioni corrispondono ad una delle finalità di base dei CILO che intendono proporre il superamento di una impostazione burocratica e meccanica dei servizi attraverso la collaborazione in rete con tutte quelle strutture a cominciare dalle Circoscrizioni del Collocamento interessate all'attivazione di servizi moderni e funzionali sia rispetto alle persone che rispetto alle imprese.
Fondamentale è poi il compito della Provincia sia perché si richiede ad essa un compito di regolazione, controllo e coordinamento dei CILO, sia perché è fondamentale la sua funzione di sostegno mediante incentivi e servizi specialistici da fornire a livello di area vasta. Si pensi in particolare alla organizzazione di servizi specialistici a sostegno della creazione di impresa o a servizi che favoriscano l'accesso a risorse europee, nazionali, regionali, ecc.
Per sperimentare strade nuove in questa direzione la Provincia sembra avere individuato anche lo strumento Promolavoro; al di là delle scelte di merito la Regione non può che vedere come positivi gli sforzi dell'Ente Provincia di ricercare strade nuove per dare strumenti ad una politica locale del lavoro e dello sviluppo.
L'unica raccomandazione che si deve sottoscrivere in una fase largamente sperimentale e per certi versi caotica come l'attuale, è che tali sperimentazioni avvengano in un quadro di ricerca di compatibilità reciproca alla quale la Regione ha cercato di fornire e fornirà il proprio contributo.
Tabella dei CILO operanti sul territorio piemontese.
La tabella vuole offrire un primo quadro sinottico sulle attività realizzate nei CILO operanti sul territorio piemontese. - E' stata compilata estrapolando e sintetizzando quantità e qualità degli interventi descritti nelle schede inviate per la richiesta di contributo annuale 1995: essi sono quindi forzatamente semplificati si riferiscono alle attività svolte nel 1995 (molti CILO hanno potenziato attività di sportello e progetti speciali nel 1996) per facilitare la comparazione la tabella non considera i CILO istituiti recentemente le cui attività sono comunque ricavabili dalla documentazione agli atti degli uffici; nel prossimo febbraio, con la scadenza dei termini per la richiesta del contributo annuale, sarà possibile aggiornare la tabella al 1996.
Colonna 2 (addetti): i numeri riferiti al personale comprendono sia responsabili e addetti a tempo pieno che a tempo parziale; in alcuni casi comprendono anche volontari e obiettori di coscienza. Si deve inoltre tener conto che molti CILO sono collegati all'Informagiovani Colonna 3: i numeri riferiti all'utenza comprendono solo le attività di sportello e non quelle descritte in progetti specifici (Colonna 4); non tutte le schede consentono di distinguere con precisione tra passaggi consulenze personalizzate, inserimenti in banche dati. Tali informazioni sono inserite nei casi in cui è possibile desumerle dalle schede. - Colonna 4: sono citati i progetti speciali avviati o sostenuti dai diversi CILO: per una più puntuale descrizione si rinvia alle schede e ai progetti ad esse allegati i progetti di cantieri e le L.S.U. sono stati segnalati in quanto di particolare qualità (collegati a formazione, orientamento e possibili sbocchi occupazionali) le schede descrivono anche le numerose collaborazioni stabilite con altri soggetti (aziende, S.C.I., scuole, servizi sociali, ecc.); si rinvia la descrizione delle modalità, si rinvia ad una nota successiva.
Le schede comprendono anche la descrizione dei costi sostenuti e delle fonti di finanziamento: si rinvia alla nota più generale la descrizione dei contributi regionali, ma si sottolinea che i contributi regionali coprono percentuali bassissime dei costi sostenuti per il funzionamento dei CILO e per la realizzazione di progetti speciali. I costi sono coperti direttamente dall'Ente locale con propri fondi o, in qualche caso, con fondi ricavati da altre vie (finanziamenti CEE, per esempio).



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Mi ritengo soddisfatto della risposta, chiedo di avere la risposta scritta con i documenti allegati.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 822 dei Consiglieri Manica, Bellion, Foco, Marengo inerente a "Iniziativa Promolavoro"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 822, alla quale risponde l'Assessore Goglio.



GOGLIO Giuseppe, Assessore al lavoro

Con la surrichiamata interpellanza i Consiglieri del PDS, esprimendo un sostanziale giudizio positivo sull'iniziativa "Promolavoro", domandavano alla Giunta regionale se: a) si intenda riconoscere il ruolo innovativo e sperimentale dell'esperienza condotta in Provincia di Novara anche in base alla legge n.
63/95 b) si intenda promuovere un'integrazione tra i CILO e Promolavoro, anche in relazione alla creazione di reti territoriali di servizi per l'impiego c) si intendano assumere impegni per valorizzare la Convenzione in atto a Novara fra Ufficio Provinciale del Lavoro e Promolavoro.
Come certamente sapranno i Consiglieri interpellanti, nel corso del mese di ottobre il Consiglio Provinciale di Novara ha approvato il documento di "Politiche del Lavoro" ai sensi della L.R. n. 63/95.
In tale documento sono stati meglio definiti gli obiettivi che la Provincia di Novara dovrà realizzare: 1. il completamento delle reti territoriali dei Centri di Iniziativa Locale per l'Occupazione (CILO) 2. il rafforzamento del nucleo di dipendenti della Provincia di Novara destinato alla promozione dell'attività del CILO ed al loro coordinamento 3. l'utilizzo di Promolavoro per la ricollocazione e lo sviluppo delle risorse umane.
Dagli atti in possesso dell'amministrazione regionale risulta alquanto evidente il ruolo di supporto operativo che Promolavoro ha assunto nei confronti della Provincia di Novara.
Senza entrare nel merito delle polemiche che nei mesi scorsi hanno caratterizzato il dibattito locale intorno a Promolavoro, si ricorda che l'amministrazione regionale intende favorire l'integrazione dei Servizi all'impiego su scala territoriale.
In questo senso la Regione collabora ormai da tempo al Coordinamento Ministero del Lavoro/Regioni in ordine all'attuazione del decentramento amministrativo dei Servizi all'impiego.
E' quindi del tutto evidente che l'Assessorato al lavoro è interessato ed intende promuovere iniziative su scala provinciale di coordinamento dei Servizi.
Si coglie anzi l'occasione per annunciare che si ritengono ormai maturi i tempi per uscire dalla fase sperimentale dei CILO per definire normativamente un assetto che riconosca alle Province il necessario coordinamento territoriale.
Si ricorda ancora che è in atto una convenzione tra Ufficio Regionale del Lavoro, Agenzia Regionale per l'Impiego ed Assessorato al lavoro che tra le altre cose ha avviato in questi mesi il censimento di tutti gli sportelli disponibili di Servizi all'impiego.
In questo ambito risulta del tutto evidente come la Regione sia interessata a valorizzare tutte le esperienze che si collochino nel quadro di riferimento sopradescritto.
Nella prospettiva di dare corpo a quanto sopraindicato, la funzione di Promolavoro va riconosciuta in quanto strumento che si colloca nell'ambito del Piano per il lavoro della Provincia di Novara, Piano che, nel suo complesso, risponde alle strategie regionali di politica del lavoro.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Ringrazio l'Assessore per la risposta e chiedo di poter avere il testo scritto della stessa.
Faccio solo due considerazioni: prendo atto del riconoscimento che l'Assessorato regionale al lavoro fa di un'esperienza innovativa come quella di "Promolavoro" nella Provincia di Novara; prendo anche atto dell'intenzione di andare a rafforzare ed incrementare iniziative come queste a livello di altre Province, che mi paiono riconoscimenti tanto più significativi rispetto all'incomprensione e alle polemiche che spesso un'iniziativa avanzata come questa ha incontrato nella realtà territoriale.
Chiedo all'Assessore un impegno costante in questa direzione ed un sostegno vero e reale a queste iniziative e a tutte le altre che all'interno delle Province, si andranno a realizzare, essendo un momento importante che consente non solo di intervenire sulla formazione, ma teso a favorire quel momento d'incontro tra domanda e offerta con politiche attive per l'occupazione il lavoro, che mi paiono le esperienze più interessanti ed avanzate anche nel dibattito e nell'esperienza europea.


Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento comunitario

Interrogazione n. 678 dei Consiglieri Vindigni, Marengo, Riba, Bertoli Bellion, inerente a "Partecipazione regionale ai programmi di iniziativa comunitaria ed ai programmi di azioni innovatrici"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 678, cui risponde l'Assessore Goglio.



GOGLIO Giuseppe, Assessore al lavoro

Darò una parte della risposta dell'interrogazione, perch l'interrogazione riguarda l'Assessorato ai trasporti e alle comunicazioni al lavoro, all'industria e alla formazione professionale.
"Per quanto riguarda il settore lavoro: INTERREG 1 L'Assessorato al Lavoro della Regione Piemonte partecipa ad un progetto a titolarità Regione Valle d'Aosta e C.F.C. des Savoies presentato su Interreg 1, Misura 1.1 denominato 'Complementarità, differenze e prospettive di collaborazione transfrontaliera' che prevedeva due fasi di ricerca, con un Seminario di lancio del progetto, un Seminario di verifica intermedia ed un Seminario di valutazione dei risultati.
Il primo seminario è stato svolto a Torino nella metà del 1994 (di esso si allegano i risultati, contenuti nel rapporto di ricerca prodotto dopo tale incontro), il terzo si sarebbe dovuto svolgere ad Aix Les Bains entro la fine del '95.
Difficoltà da parte francese (licenziamento del responsabile di ricerca prima, dimissioni del direttore C.F.C poi) hanno via via spostato tale data.
Ora, la parte francese ha ridefinito la propria struttura di riferimento e dai contatti intercorsi il seminario ed il rapporto finale di ricerca si dovrebbero effettuare entro l'autunno 1996, utilizzando quindi a tale fine le dilazioni temporali previste per la chiusura dei progetti Interreg 1.
ADAPT La Regione Piemonte ha presentato un Progetto "Agire per lo sviluppo" sull'iniziativa comunitaria Adapt. Tale progetto è stato approvato dopo l'istruttoria condotta in sede nazionale e regionale con un budget ridotto per consentire l'approvazione di un numero maggiore di progetti in ambito regionale.
Con il progetto "Agire per lo sviluppo" si intendono rafforzare le capacità di risposta del sistema delle imprese e dei servizi alle imprese ed alle persone alle esigenze poste dal cambiamento strutturale nella produzione di beni e di servizi.
E' evidente che questa capacità di adattamento del sistema coinvolge e richiede la promozione di iniziative adeguate da parte dell'operatore pubblico, in particolare per quanto riguarda lo sviluppo locale, la ricollocazione, il sostegno alle PMI (non soltanto azioni formative).
In questo contesto, il progetto della Regione Piemonte, cui hanno aderito le Province del Piemonte ed almeno 15 Enti locali facenti capo ad altrettanti bacini territoriali, intende qualificare e rafforzare le strategie di intervento, di promozione e di regolazione delle iniziative le quali, però, possono essere realizzate soltanto con il concorso attivo delle imprese e delle risorse del privato.
Con questa iniziativa la Regione e gli altri Enti coinvolti intendono caratterizzare un proprio orientamento strategico secondo il quale le politiche del lavoro sono sempre più collegate alle politiche dello sviluppo ed al rapporto con la domanda di lavoro attuale e potenziale espressa dal sistema delle imprese, sollecitando i diversi livelli dell'operatore pubblico a guardare alla promozione dello sviluppo locale come alla strada maestra per rompere con il vecchio taglio assistenzialistico delle politiche sociali e con la tradizione burocratico amministrativa della struttura pubblica.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
La parola al Consigliere Bertoli.



BERTOLI Gian Pietro

Ringraziamo l'Assessore per la risposta parziale che ci ha dato e chiediamo, se possibile, di avere il testo scritto per poterlo valutare attentamente e, sempre se possibile, di aggiungere quelle parti mancanti che riguardano gli altri Assessorati, per poter dare un giudizio complessivo eventualmente in Commissione su questa complessa vicenda.
Grazie.


Argomento: Lavoro - Movimenti migratori: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 937 dei Consiglieri Mancuso, Ghiglia, Minervini, Casoni Salerno, Griffini inerente a "Modifica requisiti accesso a posti di IV qualifica funzionale presso il Comune di Cameri"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 937.
La parola all'Assessore Goglio, per la risposta.



GOGLIO Giuseppe, Assessore al lavoro

In merito all'interrogazione dei Consiglieri Mancuso, Ghiglia Minervini, Casoni, Salerno e Griffini, si conviene con gli interroganti stessi che per un profilo professionale assimilabile al IV livello del Contratto Collettivo Nazionale Lavoratori EE.LL. non sia ammissibile l'espletamento di un pubblico concorso, bensì l'orientamento a selezione ai sensi dell'art. 16 della L. 56/87.
L'aver previsto, tra i requisiti indispensabili per accedere alla qualifica, un precedente lavorativo in mansioni assimilabili al IV livello o addirittura superiori, ci sembra un modo per eludere le disposizioni del citato art. 16 e del CCNL EE.LL. per l'accesso alla qualifica.
Questa posizione è stata più volte ribadita dalla Commissione Regionale per l'Impiego del Piemonte e una comunicazione in merito era stata inviata ai vari CO.RE.CO. dall'allora Vicepresidente della Giunta Regionale e Assessore, Cerchio.
I diversi CO.RE.CO. del Piemonte però hanno ritenuto spesso di non condividere un simile orientamento.
Per quanto si è adesso informati dai Consiglieri interroganti, il CO.RE.CO. di Novara ha assunto un orientamento contrario alle procedure dell'art. 16 L. 56/87 e quindi contrario all'orientamento CRI.
La delibera andrebbe pertanto impugnata presso il Tribunale Amministrativo regionale proprio dai lavoratori iscritti a tali liste visto che risulta leso un loro diritto soggettivo.
Purtroppo tale ricorso risulta oneroso e quindi difficilmente praticabile per i lavoratori disoccupati di lungo periodo, con scarse risorse finanziarie a disposizione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mancuso.



MANCUSO Gianni

Ringrazio l'Assessore per la risposta di cui chiedo cortesemente di avere copia scritta.


Argomento: Assistenza e sicurezza sociale: argomenti non sopra specificati - Sanita': argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 993 dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti inerente a "Appalto presso RSA Madonna Dorotea di Bioglio (Biella)"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interpellanza n. 993 dei Consiglieri Chiezzi, Moro Papandrea e Simonetti.
La parola all'Assessore Goglio.



GOGLIO Giuseppe, Assessore all'assistenza e servizi

A seguito dell'interpellanza in oggetto, l'Assessorato all'Assistenza ha provveduto a richiedere le necessarie informazioni al Direttore Generale dell'Azienda Sanitaria Regionale n. 12 di Biella, il quale, in data 18/03/1997, ha precisato quanto segue.
"Con atto deliberativo n. 2449 del 29/12/1995 veniva indetta da questa A.S.R. gara di licitazione privata per l'affidamento triennale del servizio di gestione integrata della R.S.A. di Bioglio.
In seguito all'espletamento della gara in parola la Commissione Tecnica, incaricata di esaminare le offerte, redigeva verbale conclusivo dei lavori dal quale emergeva la seguente classifica, risultante dalla somma dei punteggi assegnati per qualità e prezzo: 1) KURSANA RESIDENCE - Bergamo punti 192 2) S.C.A.T.A. - Alessandriapunti 172.08 3) QUADRIFOGLIO - Pinerolo punti 155.68 4) ELLEUNO ASSISTENZA - Vercelli punti 154.08 5) IL POLIEDRIO - Vercelli punti 150.48 6) C.R.M. - Milano punti 149.04.
Successivamente l'Amministrazione di questa A.S.R. invitò la Cooperativa KURSANA RESIDENCE a fornire chiarimenti circa le modalità di formazione del prezzo offerto, in particolare la rispondenza ai commi 3 e 5 dell'art. 10 del Capitolato Speciale nei quali si prevede esplicitamente che "L'Appaltatore, anche se Società Cooperativa, si impegna a fornire con proprio personale un trattamento economico e previdenziale non inferiore a quello previsto dal C.C.N. di categoria per i lavoratori dipendenti" e che "La Ditta aggiudicatrice dell'appalto dovrà corrispondere al proprio personale impegnato nel servizio (dipendenti, soci lavoratori, soci prestatori d'opera) i disposti normativi, retributivi e previdenziali previsti dal C.C.N.L. di riferimento per i Lavoratori dipendenti".
In risposta alla richiesta di chiarimento la Società KURSANA RESIDENCE inviò una nota nella quale, fra l'altro dichiarava "...confermiamo l'intendimento di applicare quale trattamento economico previdenziale ai dipendenti delle R.S.A. di Bioglio ciò che prevede il C.C.N.L. per il personale dipendente del Settore Socio Assistenziale Contratto UNEBA ANASTE, nonché quanto rilevabile dal D.M. del 1994 valevole per la Provincia di Biella aggiornato al 1996, ovvero lire 32.000/giorno per 22 giorni mese...".
In conseguenza di quanto sopra, e confortata dal parere del proprio Legale, questa A.S.R., ritenuto che, oggettivamente, l'offerta presentata dalla Società KURSANA RESIDENCE non ottemperasse alle esplicite e vincolanti condizioni di gara e precisamente all'obbligo per l'appaltatore di corrispondere al proprio personale (sia dipendente che soci) un trattamento economico e previdenziale non inferiore a quanto previsto da C.C.N.C. di categoria per i lavoratori dipendenti, con deliberazione n. 27 del 15/1/1997 stabilì di escludere dalla graduatoria la Cooperativa KURSANA RESIDENCE e di aggiudicare il servizio in parola alla seconda classificata Società S.C.A.T.A. di Alessandria in associazione Temporanea di Impresa con la Cooperativa "LA BETULLA" di Bioglio (BI).
La predetta Cooperativa S.C.A.T.A. ha fatto pervenire in data 14/1/1997 dichiarazione del rispetto delle condizioni previste ai già citati commi 3 e 5 dell'art. 10 del Capitolato Speciale ed attualmente svolge il servizio correttamente a partire dal 17/2/1997.
A titolo informativo si fa presente che la Società KURSANA RESIDENCE in data 6 Febbraio 1997, ha presentato ricorso al TAR del Piemonte chiedendo l'annullamento, previa sospensione, del provvedimento di esclusione della gara e di aggiudicazione alla S.C.A.T.A.. Avverso tale ricorso questa A.S.R. ha proposto formale opposizione.
Dalla documentazione in possesso di questa A.S.R. e allegata all'offerta, risulta che la Società KURSANA RESIDENCE sia una Cooperativa a Responsabilità Limitata, iscritta al Registro delle Imprese del Tribunale di Bergamo al n. 42200 e non una Cooperativa Sociale".
Dai contenuti della risposta fornita dal Direttore Generale si evince che il problema sollevato nell'interpellanza è stato superato.
Per quanto attiene ai rapporti tra la Cooperativa KURSANA S.c.a.r.l. e la multinazionale PEDUS SERVICE S.r.l., questo Assessorato non è in grado di fornire risposte, essendo, entrambe, Società non legate al territorio piemontese.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Prego l'Assessore di farmi avere copia scritta della risposta per poter analizzare meglio la questione.
Vorrei sollevare due questioni sulle quali non ci sono state risposte esaurienti da parte dell'Assessore. In questo contesto io non sono soddisfatta rispetto alla domanda che noi avevamo posto sulla copertura contributiva dei lavoratori.
Nell'interpellanza avevamo posto il problema che la ditta in oggetto dopo aver vinto la gara di appalto, pare non abbia rispettato la clausola aggiunta successivamente nel capitolato, relativa al pagamento intero degli oneri contributivi, in quanto il forte ribasso che era stato offerto di oltre 420 milioni in meno rispetto al precedente anno era stato calcolato proprio non rispettando tale clausola contrattuale.
Visto che sovente le cooperative in questo contesto, purtroppo prevedono salari più bassi, la non garanzia dei diritti minimi sindacali e la non copertura contributiva, con il rischio di far perdere quindi ai 24 operatori attualmente alle dipendenze della cooperativa SCATA circa la metà della loro pensione futura o addirittura l'allungamento del servizio lavorativo, ci ha allarmati al punto di interrogare sulla gestione di tale servizio socio-assistenziale. Servizio gestito, quindi, da una cooperativa sociale che in questo caso è stata scelta col criterio del massimo ribasso senza considerare che il massimo ribasso e quindi il dispendio in qualche modo di denari in altri settori aveva e potesse determinare una lacuna rispetto alle garanzie per i lavoratori che in quel servizio operavano.
Considerato che l'Assessore Goglio, oltre ad avere le deleghe nella gestione delle funzioni socio-assistenziale, è anche Assessore al lavoro io mi aspettavo una risposta più approfondita rispetto a tale questione noi la riteniamo importante perché coinvolge da un lato la gestione complessiva di un servizio assistenziale da parte di una cooperativa sociale che avrebbe dovuto avere, in questo caso con la gara d'appalto specifiche caratteristiche; dall'altro ci aspettavamo una risposta rispetto alla tutela delle garanzie dei lavoratori che in questo servizio dovevano lavorare.
Anche rispetto alla legislazione vigente e all'offerta economica che questa ditta andava a proporre, mi sembrava, in un contesto assolutamente chiaro ed evidente, che vi fosse una forma di irregolarità rispetto al fatto che non basta una lettera con la quale la cooperativa sociale dichiara di assolvere a tutti gli obblighi contrattuali nei confronti dei dipendenti, perché poi, nei fatti, il massimo ribasso - e quindi 420 milioni in meno - andavano in qualche modo a gravare sulla copertura contributiva degli stessi dipendenti.
Questa interpellanza nasce dal fatto che sono apparsi diversi articoli sui giornali in cui si diceva che la stessa Azienda USL di riferimento aveva fatto presente all'Assessorato questo tipo di problema; ma ad oggi non c'è stata una risposta chiara da parte della Regione Piemonte.
Ripeto, dovrebbe esserci un maggiore coinvolgimento, su questioni di tale rilevanza, da parte di un Assessore che oltre a svolgere funzioni socio-assistenziali in termini di programmazione, è oggi l'Assessore al lavoro.


Argomento: Immigrazione

Interrogazione n. 1098 dei Consiglieri Vindigni, Marengo e Suino inerente a "Interventi a favore dell'integrazione socioculturale degli immigrati nella Valle di Susa" (rinvio)


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 1098 dei Consiglieri Vindigni Marengo e Suino, la cui risposta compete ancora all'Assessore Goglio.
Ha chiesto la parola la Consigliera Suino; ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Scusi, Presidente, chiederei di rinviare l'esame di questa interrogazione, considerata l'assenza del Consigliere Vindigni. Grazie.



PRESIDENTE

D'accordo.


Argomento: Cooperazione

Interrogazione n. 848 dei Consiglieri Rosso e Dutto inerente a "Sospensione ispezioni alle Cooperative per tagli del bilancio pubblico"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 848, presentata dai Consiglieri Rosso e Dutto.
La parola all'Assessore Goglio per la risposta.



GOGLIO Giuseppe, Assessore al lavoro

Il Servizio Cooperazione del Settore Lavoro - Occupazione ha contattato il Ministero del Lavoro, e precisamente la Direzione V, preposta alle ispezioni ordinarie e straordinarie alle cooperative, nella persona del dott. Garofalo, sottoponendo alla sua attenzione la problematica citata.
L'autorevole funzionario ha risposto che il problema delle ispezioni straordinarie si è avuto alla fine dello scorso anno per l'esaurimento dei fondi previsti per le trasferte degli ispettori, ma si è ovviato al problema demandando agli ispettori della provincia competente territorialmente il compito di effettuare le ispezioni straordinarie anziché agli ispettori straordinari scelti solitamente extra provincia.
Il dott. Garofalo ha precisato inoltre che non ci sono problemi per quanto riguarda l'anno in corso, infatti è regolarmente espletata l'attività di vigilanza straordinaria alle cooperative.
Intendo inoltre affermare, come Assessore alla Cooperazione, che una vera e propria sospensione delle ispezioni straordinarie non c'è stata e lo può testimoniare il fatto che il Servizio Cooperazione ha richiesto, nel 1996, delle ispezioni straordinarie al Ministero del Lavoro, a carico di alcune cooperative che destavano perplessità dal punto di vista mutualistico, ispezioni che sono state regolarmente realizzate.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Grazie. Anche in questo caso richiediamo la risposta scritta.


Argomento: Problemi energetici

Interrogazione n. 586 dei Consiglieri Rosso e Dutto inerente a "Linee ad alta tensione nel Comune di Grugliasco"


PRESIDENTE

Esaminiamo adesso l'interrogazione n. 586 presentata dai Consiglieri Rosso e Dutto.
La parola all'Assessore Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

Per rispondere all'interrogazione proposta dai Consiglieri regionali Roberto Rosso e Claudio Dutto gli uffici regionali hanno assunto informazioni ed elementi presso la Direzione dell'A.E.M., l'Istituto Elettrotecnico Nazionale Galileo Ferraris, il Comune di Grugliasco e il laboratorio ARPA di Grugliasco (ex L.S.P. USL n. 5).
Infatti l'elettrodotto a 132.000 volt nei pressi del fabbricato sito in Grugliasco, C.so F.lli Cervi nn. 101, 103, 105 è stato realizzato antecedentemente all'entrata in vigore della L.R. n. 23 del 26/4/1984, con conseguente rilascio dell'autorizzazione alla costruzione e all'esercizio dello stesso da parte del Ministero dei Lavori Pubblici (decreto n. 5164/Co del 9/4/1955).
Tale intervento si trova inserito nell'ambito di un importante collegamento a 130 kV realizzato dall'A.E.M. all'inizio degli anni '50 tra la Centrale di Rosone e la Stazione A.T. di Torino.
La linea si estende per poco più di 52 Km ed è composta da 213 tralicci a doppia terna tubolari Dalmine di diversa tipologia ed altezza, con conduttori in alluminio-acciaio da 307,7 mq.
Per quanto concerne lo stabile costruito in prossimità dell'elettrodotto citato (Comune di Grugliasco, C.so F.lli Cervi nn. 101 103, 105), si è verificato che la concessione edilizia venne rilasciata in data 9 ottobre 1987. Alcune varianti, poi, costituirono oggetto di successive concessioni.
Pertanto, nel rispondere alla domanda "se è stata interpellata l'A.E.M.
al momento della messa in opera di tale edificazione", si chiarisce che la Commissione Igienico-Edilizia del Comune, nella seduta del 24/3/1987 esprimeva parere favorevole all'accoglimento della domanda di concessione edilizia per la suddetta costruzione, chiedendo però il rispetto di alcune condizioni, tra le quali che l'A.E.M. si pronunciasse circa la distanza del fabbricato dall'elettrodotto.
A tale riguardo, in data 1/10/1987, l'A.E.M. esprimeva parere favorevole, ritenendo compatibile la nuova costruzione con l'elettrodotto purché fosse osservata la distanza di metri 12,70 tra l'asse di linea e il punto più vicino al fabbricato.
A tale proposito, pertanto, si osserva che dal punto di vista giuridico non pare sussistere alcuna violazione della normativa vigente in materia di distanze di rispetto dagli elettrodotti. L'art. 5 del citato D.P.C.M.
23/4/1992, infatti, per le linee non superiori a 132.000 volt, fissa a 10 metri il limite minimo di distanza da qualunque conduttore della linea. La distanza in discussione, peraltro, dalla documentazione pervenuta risulta pari a 12,70 e a 10 metri e come tale conforme alla norma. Naturalmente vi è una progressione di distanze perché la linea è po' inclinata rispetto al fabbricato.
Per quanto concerne, poi, l'interrogativo "se un piano di controllo sul pericolo dei campi elettromagnetici sugli abitati è stato avviato", si sottolinea che su incarico dell'A.E.M., nei mesi di ottobre e novembre 1995, l'Istituto Elettrotecnico Nazionale Galileo Ferraris di Torino provvedeva ad eseguire le misure dei campi elettrico e magnetico in prossimità degli edifici più vicini all'elettrodotto in questione. Questo al fine di verificare il rispetto di quanto disposto dal D.P.C.M.
23/4/1992, recante norme sui "Limiti massimi di esposizione ai campi elettrico e magnetico generati alla frequenza industriale nominale (50hz) negli ambienti abitativi e nell'ambiente esterno" e dal suo decreto di attuazione del 28/9/1995.
Tale verifica, pertanto, dava esito favorevole, confermando che i valori dei campi elettrico e magnetico, rilevati nei punti più critici e con l'elettrodotto a pieno carico, rientravano abbondantemente entro i limiti fissati dalla citata normativa.
In particolare, nella relazione dell'Istituto Elettrotecnico Galileo Ferraris si trovano illustrati i criteri osservati e gli strumenti utilizzati nell'esecuzione della campagna di misura, volta a valutare l'intensità dei campi elettrico e magnetico in prossimità delle linee elettriche aeree ad alta tensione di proprietà dell'A.E.M.
Nella suddetta relazione, infatti, si legge che, per quanto riguarda il campo elettrico, le misure sono state effettuate utilizzando un misuratore con sonda unidirezionale, avente sensibilità pari a 10 Volt/metro. I valori di induzione magnetica, invece, sono stati rilevati con uno strumento munito di sonda isotropa, avente sensibilità pari a 10 microTesla.
Nel caso del campo elettrico, è stata misurata la componente verticale rispetto al terreno mentre, nel caso dell'induzione magnetica, il misuratore isotropo ha fornito direttamente il valore efficace del campo risultante. In particolare, per l'induzione magnetica, le misure sono state effettuate a livello del terreno e ad altezze diverse sui lati degli edifici più prossimi alla linea aerea.
Per il campo magnetico i valori ottenuti, anche nelle condizioni di massimo carico della linea, non superano il 15% del limite indicato dal D.P.C.M. del 23/4/1995 e il 2,5% del valore indicato dalla norma CEI III-2.
Analogamente per il campo elettrico, i valori misurati non superano il 25 del valore limite indicato dal suddetto D.P.C.M. (5 KiloVolt/metro) e il 12,5 del valore indicato dalla norma CEI (10 KiloVolt/metro).
Per quanto riguarda, infine, il quesito "se è stato effettuato un controllo da parte del laboratorio di Igiene Pubblica dell'U.S.L. n. 5 sugli eventuali effetti negativi di induzione elettromagnetica dell'elettrodotto in questione sulla salute degli abitanti di tali alloggi", è stato accertato quanto segue.
A seguito di apposita richiesta da parte del Comune di Grugliasco datata 20 dicembre 1995, i tecnici del citato Laboratorio effettuavano il 7/2/1996 un sopralluogo presso il fabbricato di via F.lli Cervi al fine di effettuare le misure di campi elettromagnetici presso le abitazioni prospicienti l'elettrodotto.
Detti tecnici, pertanto, constatavano che per i nn. civici 103 e 105 non sussistevano problemi trovandosi, questi, ad una distanza tale da escludere, con un buon grado di sicurezza, la presenza di campi al di sopra dei limiti di legge. Al contrario, lo stabile corrispondente al n. 101 risultava quello più esposto, posto che le abitazioni del terzo e quarto piano si trovavano ad una distanza di circa 8-10 metri dai conduttori dell'elettrodotto.
A tale riguardo, i tecnici non potevano effettuare le misurazioni richieste trovandosi di fronte il diniego degli abitanti degli alloggi più esposti.
Nel concludere, si ritiene opportuno sottolineare che il problema degli effetti dei campi elettromagnetici sull'ambiente e sulla salute è peraltro, un problema su cui si discute da anni e per il quale, anche se è stata dimostrata la sensibilità di alcuni soggetti biologici in condizioni rischiose di distanza e di permanenza nel campo, i pareri sugli effetti finali sono controversi e non ancora suffragati da specifiche campagne epidemiologiche.
La stessa Commissione tecnico-scientifica, di cui all'art. 8 D.P.C.M.
23/4/1992, che ha il compito di approfondire queste tematiche, aveva già confermato come i dati scientifici disponibili non suggerivano l'adozione di ulteriori misure rispetto a quelle previste dallo stesso decreto.
Ciò non esclude, comunque, l'opportunità di mantenere un atteggiamento fortemente prudenziale sull'argomento, incentivando la ricerca medica nel settore e richiedendo, per le nuove realizzazioni lineari, prescrizioni e distanze maggiormente cautelative, soprattutto in presenza di zone abitate anche superiori a quelle dettate dalle norme vigenti, così come la Giunta Regionale ha, tra l'altro, richiesto in una deliberazione relativa ad un elettrodotto di interconnessione (il noto elettrodotto che collega con la Francia, dove si sono chiesti limiti non inferiori ai 50 metri, in via prudenziale vale a dire una distanza doppia o tripla rispetto la norma).
Si coglie l'occasione, in ultimo, per rammentare che l'art. 7 del citato D.P.C.M. puntualmente prevede la definizione, da parte degli esercenti elettrici, di specifici piani di risanamento da sottoporre al Ministero dell'Ambiente cui seguiranno i progetti di intervento sulle tratte degli elettrodotti che presentano punti in violazione dei limiti e delle distanze di cui agli artt. 4 e 5 dello stesso D.P.C.M.
Questi piani devono essere attuati entro 6 o 7 anni; c'è comunque una data di scadenza ed un iter che prevede la presentazione al Ministero dell'Ambiente dei progetti di modifica ed adeguamento per allontanare, in via prudenziale, il più possibile gli elettrodotti dai complessi edilizi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Grazie Presidente. La risposta è molto articolata e tecnica, pertanto chiedo di averne una copia scritta.
Voglio solo sottolineare un argomento su cui mi vedo d'accordo con l'Assessore, cioè il fatto di non autorizzare nuovi insediamenti abitativi lungo gli elettrodotti, perché in un momento in cui non si sa ancora esattamente quali sono gli effetti negativi della corrente sulla persona fisica, è bene agire con il massimo della prudenza e tenere le case il più lontano possibile. Questo appunto per evitare che in futuro si debbano spostare gli elettrodotti se si scoprisse che producono effetti nocivi.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati - Patrimonio culturale regionale (linguistico, etnologico, folcloristico, storia locale)

Interrogazione n. 751 del Consigliere Dutto inerente a "Circolare Ministeriale MI.A.C.E.L. n. 4/96 del 18/2/1996. Necessità di garantire competenze regionali in sede di utilizzo nomi dialettali in toponomastica"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 751, alla quale risponde l'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore alla cultura e istruzione

Avevo esaminato, anche con gli uffici, con attenzione questa interrogazione del Consigliere Dutto perché in effetti in una logica di federalismo, di un minimo di autonomia, è sicuramente conseguente.
Come il Consigliere fa rilevare, non abbiamo al momento competenze.
L'interrogazione scrive con grande precisione che le Regioni, pur avendo competenze esclusive in materia, debbono conformarsi alle disposizioni per il bilinguismo.
Pertanto l'interrogazione presentata dal Consigliere Dutto è estremamente precisa, competente e rispondente alla realtà.
Abbiamo inviato una nota al MI.A.C.E.L.; pertanto penso che sarebbe opportuno discuterne in sede di applicazione della modifica della legge n.
26, per la quale peraltro è stata preparata una completa relazione sull'attuazione, in modo che il Consigliere Dutto, così attento a queste vicende, possa vedere come fino ad oggi sia stata applicata la legge n. 26.
Entro il mese di luglio discuteremo in Commissione Cultura il programma dell'Assessorato e in quella sede inizierò ad avanzare delle proposte che potranno essere integrate, corrette ed arricchite dalla competenza dei colleghi su questa materia. Quindi, se il Consigliere Dutto ritiene potrei dare lettura di tutta l'attuazione della legge n. 26. Potrei inoltre dare anche la risposta scritta con tutti i dati, assumendomi l'impegno entro fino luglio, quando faremo il dibattito in Commissione, di riprendere fortemente queste tematiche, di potenziarle e, di conseguenza, riproporre la proposta di legge che il Consiglio regionale ha approvato a larga maggioranza e formulare insieme un ordine del giorno indirizzato al Governo per sostenere queste posizioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Mi ritengo soddisfatto e ringrazio l'Assessore per la copia scritta che mi farà pervenire.


Argomento: Patrimonio culturale regionale (linguistico, etnologico, folcloristico, storia locale)

Interpellanza n. 819 dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti inerente a "Rimozione di 170 bandiere del Movimento Politico e Sindacale Italiano"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 819, alla quale risponde l'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore alla cultura e istruzione

L'interpellanza, giustamente molto articolata e precisa, ripercorre tutta la storia delle bandiere in maniera dettagliata, e pone un accento di allarme sul potenziale rischio di un loro spostamento.
Sono qui per rassicurare i colleghi Consiglieri che hanno opportunamente presentato questa interpellanza e dire che le notizie sull'intenzione di rimuovere dall'Aula del Parlamento del Museo del Risorgimento in Palazzo Carignano le 170 bandiere, per fortuna, risultano abbiamo interloquito, ecc. - infondate: possiamo garantire che non c'è questa intenzione.
C'era stato un ragionamento in merito; lo spostamento delle bandiere infatti potrebbe essere preso in considerazione, in via solo temporanea quale provvedimento indispensabile per consentire il restauro dell'Aula del Parlamento. In quel caso, verrebbero comunque messe al sicuro e poi riposizionate nel luogo originario.
Ripeto: se ciò dovesse avvenire - cosa che potrebbe essere auspicabile viste le gravi condizioni e il degrado in cui si trova l'Aula citata - le bandiere verrebbero trasferite e collocate temporaneamente in altro luogo.
Abbiamo comunque segnalato che, qualora ciò avvenisse, queste dovrebbero essere collocate in altro luogo altrettanto adeguato al loro grande rilievo storico-culturale.
Inoltre abbiamo anche trasmesso la vostra interpellanza, appoggiandola e sostenendo che le considerazioni svolte erano condivise dalla Regione e dall'Assessorato competente.
Ad ogni modo, abbiamo avuto la garanzia che se lo spostamento avvenisse, le bandiera verrebbero messe sotto cautela, in un luogo adeguato e poi riportate al loro posto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

La risposta ci soddisfa. E' possibile che l'avere concentrato l'attenzione sul fenomeno abbia influito sul fatto che siano state date queste garanzie, e ne prendiamo atto. Voglio però segnalare un precedente che ci riguarda.
Al primo piano c'era un quadro del Pelizza da Volpedo che, per dei lavori transitori, si è dovuto spostare; lo spostamento è poi proseguito: non vorremmo che succedesse la stessa cosa.
Se, come auspichiamo, la Sala sarà ristrutturata, saremo vigili affinché lo spostamento delle bandiere nella fase dei lavori non diventi da transitorio a definitivo, e queste tornino al loro posto.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione n. 684 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea inerente a "Elettrificazione della linea Torino-Aosta e linee ferroviarie che gravitano su Torino"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 684, alla quale risponde l'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni

In riferimento agli argomenti sollevati dall'interrogazione in esame sulla necessità dell'elettrificazione di alcune linee ferroviarie collocate a nord di Torino e dell'adeguamento del parco rotabile conseguentemente al raddoppio binari da parte delle F.S. S.p.A. della tratta "stazione Dora Porta Susa", si fa presente che tutti gli interventi previsti sono solo quelli contemplati dall'Accordo di Programma Stato-Regione, il quale, nel caso specifico, non contempla l'elettrificazione di dette linee, mentre nel contempo prevede l'adeguamento del parco rotabile della ferrovia Canavesana gestita in concessione dalla SATTI.
Da contatti avuti da questo Assessorato con la SATTI e con la Direzione regionale Trasporto locale delle Ferrovie dello Stato S.p.A. si è potuto apprendere quanto segue: CANAVESANA La SATTI ha redatto un progetto di massima per l'elettrificazione della linea da Torino a Rivarolo Canavese e lo ha sottoposto, in questi giorni all'esame del Ministero dei Trasporti sia dal punto di vista tecnico sia di quello economico.
Si è in attesa di risposta.
TORINO-AOSTA La Regione Valle d'Aosta ha chiesto alle F.S. S.p.A. uno studio di fattibilità per l'elettrificazione della linea, studio che è in corso di redazione e che sarà presentato tra un paio di mesi.
La Direzione regionale delle F.S., da noi interpellata, ha fatto presente che detto progetto, allo stato attuale, non è supportato da risorse economiche.



PEANO PIERGIORGIO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

L'interrogazione riguardava più nello specifico la linea per Aosta linea che incontra diversi problemi, perché non è elettrificata e corre su un solo binario; occorre quindi un rafforzamento per permettere che il traffico si svolga regolarmente.
Teniamo conto che è una delle linee che concentra una grossa quantità di traffico pendolare ed è anche una di quelle che registra più problemi relativi a ritardi e disfunzioni.
Quindi, se si considera questo aspetto, risulta positiva l'iniziativa della Regione Valle d'Aosta, che a questo proposito ha avviato uno studio di fattibilità, dimostrando il suo interesse a questa linea.
Ci spiace che la nostra Regione non sia altrettanto interessata, anche perché la maggior parte della linea si snoda attraverso aree significative del Piemonte (Ivrea e dintorni).
L'Assessore informa: "Le Ferrovie dello Stato ci dicono che non ci sono i fondi, non rientra nei loro progetti".
A tale proposito rilevo diverse perplessità.
In primo luogo, noi continuiamo ad andare avanti senza il Piano regionale dei trasporti.
E' chiaro che non possiamo affidare alle Ferrovie dello Stato decisioni di questo tipo, e sicuramente il fatto - che ritengo grave - che continui a non esserci una programmazione da parte della nostra Regione, del nostro Consiglio, sicuramente aiuta le Ferrovie dello Stato a fare quello che vogliono.
Se poi teniamo conto che questa linea rientra nel Piano di regionalizzazione che dovrebbe rapidamente entrare in funzione - è una classica linea di quelle regionali - la carenza dell'atto di programmazione da parte del governo regionale risulta ancora più grave.
Con questa interrogazione volevamo sollecitare questo problema così come ne abbiamo sollevati altri, ma soprattutto sollecitiamo il governo della Regione a presentare gli atti necessari, in modo da permettere al Consiglio di avere un dibattito su questo tema.
Ripeto, l'Assessore spesso dice: "Quando arriverà il federalismo, la regionalizzazione, le cose cambieranno".
Io temo che non sia così. Lo dimostra il fatto che, anche su settori a proposito dei quali è noto che da parte del Governo centrale sono ormai varati atti amministrativi che rapidamente dovrebbero dare questo tipo di competenze alla Regione, la Regione invece è in ritardo, se non inadempiente.
Noi invitiamo ad operare con l'atto di programmazione generale, ma all'interno di questo occorre anche riflettere seriamente sulle esigenze di un grosso bacino di utenza, quale quello di questa zona.
Questo tipo di intervento è necessario, soprattutto alla luce di una politica che deve continuare a mirare al rafforzamento del trasporto su rotaia.
Sicuramente il miglioramento dell'esercizio favorirà l'utilizzo di questo tipo di mezzo; so che attualmente certi treni arrivano talmente pieni nelle ultime stazioni che non si può neanche salire. Quindi, il passeggero non solo subisce il ritardo, ma un treno che magari esiste vedo che il Presidente fa cenno di assenso, di conoscere questo tipo di realtà - nei fatti è come se fosse inesistente, in quanto non può essere utilizzato.
Questi problemi, se adeguatamente valutati, ci portano a fare scelte diverse da quelle fatte dalle FS, ma mi pare che l'Assessore si sia limitato a fare il lettore di una comunicazione burocratica e non a fare l'Assessore ai trasporti con una propria proposta e capacità di affrontare i problemi in modo diverso.


Argomento: Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 726 del Consigliere Cavaliere, inerente a "Servizio taxi all'Aeroporto di Caselle".


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 726 del Consigliere Cavaliere.
La parola all'Assessore Masaracchio, per la risposta.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni

Con la D.G.R. n. 86-4534 dell' 11/12/1995 la Giunta Regionale ha provveduto a definire, ai sensi ed ai soli fini dell'applicazione della L.R. 24/1995 ed in via di prima attuazione della stessa, l'ambito relativo all'Area Metropolitana torinese e l'ambito territoriale dell'Aeroporto "Città di Torino". La Giunta regionale, nella stessa deliberazione, si è riservata di prendere atto di eventuali successive proposte della Provincia di Torino, sentiti i Comuni interessati, relativamente a variazioni nella composizione degli ambiti definiti con la D.G.R. in parola.
Proprio la riserva di cui all'ultimo punto concede ampia autonomia alla Provincia di Torino, consentendo alla stessa di proporre variazioni degli ambiti definiti con la suddetta D.G.R..
In merito alle distinzioni previste dalla D.G.R. in argomento si espongono nel seguito le motivazioni che hanno determinato la deliberazione medesima.
Il comma 8 dell'art. 3 della L.R. 24/95 incarica la Giunta regionale di definire gli ambiti di cui al precedente comma 7 e non pone ad essa vincoli di alcun genere, né tantomeno prevede che gli ambiti non possano essere sovrapposti. Sarebbe d'altro canto almeno singolare vincolare la Giunta regionale a definire ambiti mai sovrapposti fra loro quando possono esistere, ed esistono, in un'area sovrapposizioni di esigenze di servizio per l'utenza. Quindi, la Giunta regionale ha operato nel pieno rispetto della legge.
Il fatto di avere individuato ambiti tra loro parzialmente sovrapposti è il risultato del rispetto della realtà esistente sul territorio e della consapevolezza della necessità che il servizio di trasporto pubblico non di linea debba essere regolamentato dalla Provincia di Torino con norme speciali atte ad assicurare una gestione uniforme e coordinata del servizio.
E' da rilevare altresì che l'individuazione degli ambiti relativi all'area metropolitana torinese ed aeroportuale non deve intendersi come pura individuazione geografica di aree comunali, ma il presupposto che sta alla base dell'individuazione è da ricercarsi nella diversa e peculiare tipologia di servizio richiesto dall'utenza.
Infatti le necessità e le esigenze dell'utenza aeroportuale si ritengono sostanzialmente diverse da quelle dell'utenza che si muove in area metropolitana, pur svolgendosi tali spostamenti di utenza su di una medesima superficie territoriale.
E' ovvio che tali diversi servizi per l'utenza devono essere appositamente regolamentati mediante norme e regolamenti specifici, ma tra loro coordinati.
Il fatto che alcuni Comuni facciano parte sia dell'area metropolitana torinese che dell'ambito territoriale dell'aeroporto è dovuto alla collocazione territoriale dell'aeroporto, situato nelle immediate vicinanze della Città di Torino: quest'ultimo è da ritenersi un elemento sicuramente casuale e assolutamente non dovuto ad una scelta della Giunta regionale.
Non da ultimo è da evidenziarsi che la D.G.R. in oggetto ha definito gli ambiti al fine di consentire alla Provincia di Torino di operare e quindi di poter provvedere alla predisposizione del/i Regolamento/i per il servizio, lasciando comunque, e proprio in funzione di quanto prima esposto, ampi margini di autonomia propositiva in materia di modificazioni degli ambiti medesimi, così come stabilito nella D.G.R. stessa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Brevemente, perché è un'interrogazione molto vecchia, che risale ad un anno e mezzo fa circa, relativa alla problematica dei tassisti, in particolare di Torino.
Credo, Assessore, per essere conseguenti, una volta che gli operatori tassisti di Torino hanno chiesto la liberalizzazione, che questa debba essere totale ed estesa a tutti i tassisti della provincia di Torino.
Perché deve riguardare solo quelli di Torino e non quelli della provincia, ricadendo l'utilizzo dell'aeroporto in tutta la provincia? Quindi, sia conseguente e non solo in merito ad una sollecitazione corporativa, se si fa un provvedimento di un certo tipo, perché la ragione dei tassisti locali è che comunque il disagio provocato dall'aeroporto abbia almeno delle ricadute in termini locali. Comunque, era già prevista una presenza dei tassisti di Torino.
La liberalizzazione totale ha portato a nessun beneficio per nessuno perché non si è riusciti a risolvere il problema, né per i tassisti di Torino né per altri, ma solo a penalizzare quelli locali.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione n. 580 dei Consiglieri Dutto e Rosso, inerente a "Dichiarazione degli organi di stampa di soppressione fermate a Vercelli di treni sulla tratta Milano-Torino-Lione".


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 580 dei Consiglieri Dutto e Rosso.
La parola all'Assessore Masaracchio, per la risposta.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni

Molto brevemente, senza entrare nel merito specifico delle cose, perch altrimenti mi introdurrei in un dibattito consiliare, cosa che non voglio fare.
Questo lo dico anche in merito a quanto mi è stato replicato dagli interroganti precedenti.
Le previsioni dell'orario invernale delle FS 1996/97, che prevedeva l'abolizione delle fermate dei treni TGV a Vercelli e a Bardonecchia, non sono state più attuate a seguito di intervento da parte del Prefetto di Torino, e anche da parte nostra, con l'Amministratore Delegato delle FS SpA, con l'Amministratore GEIE Giorno SpA e con il Direttore Regionale Trasporto Locale FS del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

In effetti l'interrogazione era completamente superata, comunque ringrazio l'Assessore.


Argomento: Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Interrogazione n. 775 dei Consiglieri Rosso e Farassino inerente a "Nuovo metodo per la determinazione della tariffa di riferimento per i servizi idrici"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 775, alla quale risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla pianificazione e gestione delle risorse idriche

I Consiglieri regionali interroganti, con riferimento al Decreto ministeriale firmato 1 agosto 1996 dall'allora Ministro dei Lavori pubblici, Antonio Di Pietro, relativo al metodo normalizzato per la determinazione delle tariffe di riferimento del servizio idrico integrato intendono sapere: se e quali benefici sul piano dell'efficienza e dell'economicità dei servizi può apportare il D.M. alla nostra Regione e qual è stato il parere espresso dal rappresentante del Piemonte alla conferenza permanente Stato Regioni in merito al nuovo metodo per la determinazione della tariffa di riferimento per i servizi idrici.
In proposito per opportuna e più completa documentazione consegno, in allegato, il documento delle osservazioni regionali al metodo normalizzato.
Lo stesso, infatti, riassume le osservazioni concordate dai rappresentanti delle diverse Regioni in sede di Segreteria Tecnica della Conferenza Stato Regioni e discusse con i rappresentanti dei componenti i Ministeri.
Gli emendamenti derivanti da dette osservazioni sono stati poi sostanzialmente accolti nel decreto del 1 agosto 1996, con il quale il Ministro dei Lavori pubblici ha approvato il metodo tariffario.
Il metodo tariffario definisce: le componenti della tariffa (costi operativi, ammortamenti e remunerazione del capitale) le formule parametriche, i criteri ed i limiti per il calcolo dei valori massimi ammissibili per ciascuna componente di costo la percentuale di riduzione dei costi operativi per tener conto degli obiettivi di recupero di efficienza delle gestioni il livello tariffario iniziale (nella media ponderata delle tariffe preesistenti) la dinamica di crescita delle tariffe in funzione del programma di investimenti e del tasso programmato di inflazione annua la percentuale di massimo incremento annuo della tariffa.
I benefici attesi dall'applicazione del nuovo metodo tariffario possono essere così riassunti: recupero di efficienza e riduzione dei costi operativi a vantaggio degli investimenti copertura integrale dei costi di gestione del Servizio progressivo trasferimento della spesa per il potenziamento degli impianti e delle reti idriche dal gettito fiscale (contributi statali e regionali) alle disponibilità finanziarie derivanti dai rientri tariffari conseguimento di livelli tariffari omogenei a livello regionale.
L'applicazione del metodo tariffario resta comunque subordinata alla concreta realizzazione della riforma dei servizi idrici ai sensi della legge n. 36/94 e della legge regionale n. 13/97. In particolare dovranno essere preventivamente attuate le seguenti tappe della riforma: definizione degli Ambiti territoriali ottimali (questo lo abbiamo fatto come Consiglio regionale istituzione ed organizzazione delle Autorità d'Ambito; (è in corso) definizione del programma di investimenti definizione delle modalità di gestione del servizio e scelta del soggetto (o dei soggetti) gestore dell'ambito.
Questi ultimi due sono in sostanza degli adempimenti che competono alle Autorità d'Ambito. Vi è da dire che, in modo particolare, la nostra legge regionale, attuativa della legge Galli, prevede una riduzione sostanziale delle tariffe per le zone disagiate; intendendo all'interno di queste zone disagiate, soprattutto quelle montane, che avranno poi, in termini di investimenti, dei ritorni per la difesa idrogeologica.
Ho ritenuto opportuno ricordare anche questi ultimi due contenuti vista la provenienza del Consigliere Dutto e la sensibilità dimostrata durante la discussione del disegno di legge.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Mi dichiaro soddisfatto della risposta, prego l'Assessore di fornirmi la risposta scritta.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Interrogazione n. 725 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea inerente a "Contributi alle Aziende di trasporto in particolare per quanto riguarda la Ditta Comazzi s.r.l. di Borgomanero (NO)"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 725, alla quale risponde l'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni

Si tratta di un'interrogazione del 18 luglio 1996, ci è pervenuta il 6 agosto del 1996, l'abbiamo trasmessa al settore Trasporti il 7 agosto del 1996. E' giunta al settore Trasporti il 3 marzo 1997, l'abbiamo poi inviata il 4 marzo 1997 al Presidente affinché venisse discussa in Consiglio, il sollecito è avvenuto il 12 febbraio 1997.
Dico questo per sottolineare che i tempi burocratici non dipendono assolutamente dalla volontà dell'Assessore.
L'Azienda Autotrasporti Comazzi di Borgomanero attualmente è concessionaria rispetto alla L.R. n. 1/86 di autolinee di competenza provinciale per un totale di Vett./Km 1.150.316 annuali e di autolinee di competenza regionale per un totale di Vett./Km 105.178 annuali.
Le predette percorrenze provinciali dall'1/1/996 sono state ripartite in Vett/Km 755.434 di pertinenza della Provincia di Verbania ed in Vett./Km. 394.882 di pertinenza della Provincia di Novara. La competenza amministrativa è stata delegata fin dall'1/4/1987 all'Amministrazione Provinciale di Novara.
Sugli autoservizi di linea viene svolta periodicamente attività di vigilanza al fine di accertare la regolarità di effettuazione dei servizi ossia il rispetto degli orari, delle modalità di esercizio autorizzate nonché delle norme contenute nel disciplinare di concessione.
Detta vigilanza di sensi della L.R. 23/1/1986, n. 1, viene svolta da ciascun Ente Concedente quindi dalle Province per le autolinee provinciali e dalla Regione per le autolinee interregionali.
In ordine a quanto sopra, i competenti uffici del Settore Trasporti nell'espletamento dell'attività di vigilanza, nel mese di giugno 1996 hanno effettuato verifiche sull'autolinea interregionale Borgomanero Comignago Sesto Calende Gallarate in concessione alla Ditta in questione senza riscontrare alcuna irregolarità di servizio.
Rispetto alle restanti questioni sollevate nell'interpellanza l'Assessorato regionale ai trasporti non avendo competenze specifiche si rimette agli organi competenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Bisognerebbe capire quali sono gli organi che possono effettuare un controllo, perché questa interpellanza noi l'abbiamo presentata a seguito di una lettera che ci è pervenuta da un dipendente che ha vissuto un'odissea, che tra l'altro prosegue. Questa persona denunciava una serie di fatti abbastanza gravi, perché se accertati dimostrano un atteggiamento di frode da parte della ditta nei confronti della Regione: farsi pagare, ad esempio, su alcune tratte due volte il percorso; utilizzare i pullman, per i quali riceve un finanziamento, per altri scopi (gite e cose di questo genere).
Dato che la denuncia viene da un lavoratore che era al servizio di questa azienda, credo che si debba controllare con maggiore attenzione e non semplicemente dire che il controllo è stato fatto. Non si capisce fino a che punto, perché i meccanismi abbastanza sofisticati con cui questa ditta, per esempio, si fa pagare due volte il chilometraggio non vuol dire che non passa il pullman, ma che riesce, attraverso un meccanismo, ad avere la tratta pagata due volte e uno dei due pullman sicuramente passa. Quindi se uno ci sale sopra verifica che il pullman c'è e forse c'è una certa regolarità negli orari, ma non era questo l'aspetto.
Il secondo elemento che noi facevamo notare è che questi pullman vengono utilizzati per scopi diversi da quelli per cui l'azienda riceve i contributi dalla Regione e per cui la gente paga tariffa piena; quando i pullman vengono affittati per le gita viene pagata la tariffa piena e, tra l'altro, attraverso questo passaggio, ci è stato detto che venivano disattivati una serie di meccanismi per il controllo dei chilometri. Chi è competente, e la Giunta dovrebbe comunque attrezzarsi per individuare chi è competente, faccia i controlli! A fronte di denunce di questo genere - se non lo farà la Giunta lo faremo noi - ad un certo punto bisogna trasmettere le informazioni alla Magistratura competente. Ma se la Giunta si limita a rispondere che ha fatto i controlli io sono insoddisfatto! L'Ente che paga deve essere più preoccupato.
Teniamo conto che, oltre a questo, questa azienda ha un comportamento antisindacale nei confronti dei dipendenti, non perché colpisce dei rappresentanti sindacali, ma perché i diritti dei lavoratori non vengono tutelati! Il lavoratore in questione è stato licenziato, ha vinto le cause fino in Cassazione (ha avuto ragione, quindi ha vinto le cause a tutti i livelli), è stato pagato per il periodo in questione; il giorno dopo invece di essere reintegrato sul posto di lavoro è stato immediatamente nuovamente licenziato! C'è stato un nuovo licenziamento arbitrario che fa sì che si riparta con il meccanismo delle cause; avrà sicuramente ragione perché il licenziamento è arbitrario esattamente come il precedente. Tra l'altro è una ditta con oltre quindici dipendenti, quindi ha una certa dimensioni; deve tener conto dei diritti dei lavoratori e oltre a questo lavoratore pare che anche altri, recentemente, siano incorsi in problemi di questo genere.
Il fatto che delle aziende che ricevono contributi pubblici, anche consistenti, abbiano poi un atteggiamento di rispetto della legge e dei contratti è un elemento su cui occorre avere un controllo.
Tra l'altro, uno degli elementi che ci veniva nuovamente segnalato sempre da parte di questo lavoratore, era la quantità rilevante di straordinari che facevano, di cui una parte pagata fuori busta. Dato il tipo di lavoro che fanno questi lavoratori (conducono dei pullman con della gente sopra) non vorremmo che i problemi emergessero nel momento in cui succede qualcosa, quando magari il fatto di aver guidato l'automezzo per molte più ore del previsto, possa provocare un incidente in cui, oltre all'autista stesso, magari anche i viaggiatori potessero subìre dei danni.
Anche questo è un aspetto di controllo, perché in genere gli straordinari sono regolati e non devono superare un determinato numero di ore. In particolare dovrebbe avvenire per queste categorie di lavoratori che svolgono un'attività che riguarda la sicurezza di molte altre persone.
Questo è un elemento su cui il controllo, della Regione o di altri, va comunque esercitato.
Sono insoddisfatto - ripeto - del modo in cui si risponde a questi problemi, che sono gravi da quanto ci risulta, e a fronte di questo atteggiamento vedremo di individuare altre strade per far sì che i controlli scattino e siano seri.
Non vorremmo che capitasse quanto è avvenuto nella formazione professionale, che quello che non vedono gli ispettori della Regione o della Provincia lo vedano invece altri organi dello Stato: non è sicuramente una bella figura per la Regione trovarsi in questo tipo di situazioni.



PRESIDENTE

L'interpellanza è discussa.
E' così terminato l'espletamento delle interrogazioni e interpellanze di questa seduta.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento: Norme generali sui trasporti

Sollecito risposta ad interrogazione urgente sulle autostrade piemontesi


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Salerno; ne ha facoltà.



SALERNO Roberto

Vorrei sollecitare la risposta ad un'interrogazione urgente che ho presentato all'Assessore ai trasporti e al Presidente della Giunta riguardante la situazione delle autostrade piemontesi in questo periodo antecedente il grande esodo di agosto, quando migliaia di automobilisti si metteranno in viaggio, provenienti soprattutto dall'estero.
Mi risulta che sulle autostrade piemontesi, in questo momento, siano aperti lunghissimi tratti di cantieri di manutenzione; si parla della Torino-Piacenza nei primi 60 km. (quasi 30 chilometri di riduzione di corsie e cambi di senso di marcia) e dell'autostrada del Fréjus (addirittura interruzione con semaforo nel tratto montano). Chiedo se questa interrogazione possa eventualmente essere messa in discussione al prossimo Consiglio regionale di modo che sia tempestiva, perlomeno nei tempi di una discussione ragionevole.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni

Comunico che a giorni avremo un incontro con le concessionarie autostradali. Il lavoro sul Piano regionale dei trasporti per quanto riguarda le consultazioni ormai è stato esaurito, e tutti ne hanno notizia e contezza; sarà portato in Consiglio dopo il dibattito necessario nella Commissione competente, ovvero la II Commissione. In quell'ambito verificheremo, nella competenza relativa al rapporto che noi abbiamo con le concessionarie da una parte e le Ferrovie dello Stato dall'altra, quali sono i provvedimenti che si intendono adottare. Sono disponibile a rispondere nel corso della prossima seduta; se avrò notizie nel frattempo le trasmetterò all'attenzione del Consigliere che ha avanzato la richiesta.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo se, nell'ambito delle risposte alle interrogazioni ed interpellanze, si può dare risposta in aula anche all'interpellanza sulla questione Convegno Sanità organizzato dal Gruppo di Alleanza nazionale.



PRESIDENTE

Sì, il Presidente Ghigo si stava accingendo a farlo.



CHIEZZI Giuseppe

E poi, terminate le interpellanze, volevo sollevare il problema che il Gruppo del PDS sta lavorando e quindi non mi sembra giusto, in sua assenza proseguire a trattare i punti all'o.d.g.



PRESIDENTE

Infatti avevamo previsto di interrompere i nostri lavori alle ore 12,30 e continuare l'esame dei punti all'o.d.g. oggi pomeriggio. Avremmo per potuto trattare l'ordine del giorno relativo ai nubifragi e alle trombe d'aria, sottoscritto da tutti i Consiglieri; ci sarebbero da fare anche le nomine, ma le rinviamo alla seduta pomeridiana.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cavaliere; ne ha facoltà.



CAVALIERE Pasquale

Mi scusi, Presidente, volevo solo sollecitare la parte mancante di risposta dell'Assessore Burzi all'interrogazione sul "Global Service" credo che sia una cosa molto importante.



PRESIDENTE

Esatto. Chiamiamo in aula l'Assessore Burzi, perché questa era una sollecitazione fatta da lei già nella Conferenza dei Capigruppo.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 1320 dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti inerente a "Utilizzo scorretto delle risorse e delle funzioni della Regione Piemonte e dell'USL di Savigliano"


PRESIDENTE

Il Presidente Ghigo risponde all'interpellanza urgentissima n. 1320 presentata dai Consiglieri di Rifondazione comunista; prego.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

In riferimento all'interpellanza urgentissima del Gruppo consiliare di Rifondazione comunista, credo di dover riconoscere all'Assessore D'Ambrosio, in questi due anni di amministrazione, di aver sempre agito solo ed esclusivamente nell'interesse dell'Amministrazione e di non aver mai abusato per fini politici o tanto meno partitici - cosa che del resto è corretto che sia - del ruolo di amministratore in un settore così importante come quello della sanità.
Nel caso specifico, il Gruppo consiliare a cui appartiene l'Assessore aveva interpellato e informato circa le modalità organizzative e propagandistiche del Convegno incriminato. L'Assessore ha solo dato la sua disponibilità a partecipare, come del resto avviene molte volte anche da parte mia: vengo sollecitato e partecipo a Convegni sia di partiti di maggioranza che di partiti di opposizione. Di conseguenza, credo di poter dire che non c'è nessun tipo di responsabilità imputabile all'Assessore D'Ambrosio come Assessore della sanità.
L'Assessore mi ha informato di aver incaricato il settore competente dell'Assessorato di verificare la correttezza dell'operato dell'Azienda sanitaria USL n. 17; in base alle risultanze verranno - siatene certi adottati tutti i provvedimenti del caso.
In questo caso specifico credo di dover dare sostegno all'Assessore D'Ambrosio e, se mi permettete di dare un'interpretazione a quanto è successo, sia pur criticando quello che è accaduto e non sottraendo questa Giunta a eventuali responsabilità, credo che l'iniziativa sia stata soprattutto - ma questa non è una giustificazione - una grossa leggerezza.
Una grossa leggerezza della quale non penso che possa essere imputato l'Assessore D'Ambrosio: è stato un errore, anche grossolano, dovuto voglio pensare - all'inesperienza.
Chi amministra e chi riveste ruoli amministrativi deve avere ben chiaro ch e non devono mai esserci minimamente conflitti o intersecazioni tra ruolo amministrativo e ruolo politico: sono due ruoli che devono sempre essere assolutamente distinti, e distinti naturalmente secondo le prospettive dei due ruoli: quello politico lo si esercita in un modo quello amministrativo lo si deve esercitare in un altro.
Al di là dell'impegno da parte dell'Assessore a fare le considerazioni e gli approfondimenti nell'ambito della struttura dell'Assessorato, mi permetto dunque di dire - e mi rendo conto che questa giustificazione potrà essere ritenuta insufficiente - che ci troviamo di fronte a un errore, sia pure grossolano, dovuto - voglio sottolineare - all'inesperienza e alla non conoscenza approfondita di quelli che sono gli atteggiamenti che un Amministratore deve assumere nel momento in cui esercita il ruolo di Amministratore, che non è solo un ruolo politico, ma è un ruolo nei confronti di tutti i piemontesi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Ringrazio il Presidente Ghigo per la risposta, nella quale intendo che risponda per quanto riguarda gli atti della Giunta e non per altri, a meno che non ci dica che ha avuto deleghe da altri soggetti istituzionali a rispondere in vece loro. Quindi io intendo che il Presidente Ghigo dichiara che l'Assessore nulla sapeva dell'oggetto sollevato con l'interpellanza ovvero che nulla sapeva dell'uscita di un invito per una manifestazione intestato "Assessorato alla Sanità" e che nulla sapeva di un'organizzazione messa in moto non si sa da chi, che ha portato a distribuire gli statini nell'Ospedale di Savigliano insieme al suddetto invito.
Io non ho motivo di dubitare di queste dichiarazioni e quindi non ho motivo per essere sollevato, sulla base della parola d'onore o di altro ma tanto mi basta - dalla preoccupazione che si sia realizzato un improprio connubio tra l'attività di un Gruppo consiliare e l'attività dell'Assessore.
La controprova, però, dovrebbe emergere, perché se le cose stanno come ha ipotizzato il Presidente della Giunta, la convalida di questo stato delle cose dovrebbe venire dal Gruppo di Alleanza Nazionale. In assenza di questo, rimane un punto interrogativo.
Non essendo istituzionalmente possibile e corretto che la Giunta regionale parli a nome di un Gruppo, io aderisco e non discuto e non metto in dubbio quanto dichiarato dal Presidente Ghigo, ma lo faccio sulla base di un atteggiamento di correttezza morale che ritengo pervada il modo d'essere e di far politica del nostro Gruppo.
Non abbiamo alcuna prova, si smentisce un fatto, noi lo prendiamo per buono. Però il fatto esiste, l'invito c'è, circola nella Regione Piemonte e negli Ospedali, il Convegno del 10 luglio sarà fatto.
C'è - dice il Presidente Ghigo - una responsabilità della Giunta che ha promosso tutto questo. Il fatto incriminato non è rimosso; perché l'invito vive di propria vita ed è in distribuzione!? e quindi siamo ancora in ballo, Presidente Ghigo, nel senso che questo invito, con sopra scritto "Assessorato alla Sanità", è in vita, sta agendo presso tutti gli interessati nella comunità piemontese. Di fronte a questo fatto quali iniziative prendete? Consentite che viva un invito, scorretto dal punto di vista amministrativo e gravemente lesivo dell'attività e del buon nome della Giunta Regionale, perché è gravemente lesivo. Cosa state facendo per portare chiarezza e per impedire che questa improprietà di iniziativa abbia, come si dice in altre sedi, ulteriori conseguenze? Su questo mi aspettavo qualcosa di più che non la dichiarazione di assoluta correttezza, nella quale credo; però bisogna accompagnare questa dichiarazione di assoluta correttezza con atti amministrativi che fermino quest'azione. Che la fermino! Ecco, questa è un po' la preoccupazione che rimane. Vi è stata evidentemente, un'organizzazione sulla distribuzione di un invito di un gruppo al punto da riuscire a trovare un canale di comunicazione, questi son tutti punti interrogativi, tra il gruppo promotore, visto che non è la Giunta, e strutture amministrative all'interno della U.S.L. n. 17. Quindi conoscenze, non solo conoscenze, ma anche attivazione di volontà e anche consenso all'interno della U.S.L. n. 17 nel compiere un atto - che io penso sia fuor di dubbio, anche per chi l'ha compiuto - improprio, perché non penso che chi deve distribuire i cedolini degli stipendi pensi che rientri nei propri compiti quello di aggiungere al cedolino qualsivoglia invito proveniente da qualsivoglia parte.
Allora questo, Presidente Ghigo, ci fa pensare che la questione possa essere anche nata sotto la specie della leggerezza e della grossolanità può anche darsi che sia nata così, ma non è cresciuta così, è cresciuta in un altro modo. Nata come grossa leggerezza, si è però poi affermata secondo criteri di una certa capacità organizzativa e anche di una certa capacità di persuasione, perché è riuscita a trovare, non so se facilmente o con molta fatica, facendo opera di convinzione, facendo opera di pressione all'interno della struttura sulla quale la Giunta vigila, l'U.S.L. n. 17 il modo di giungere presso dipendenti della U.S.L. addirittura legato allo stipendio. Su questo si potrebbero anche dire tante cose: elementi di pressione, inviti a essere presenti in modo pressante.
Sono tutte cose sulle quali non voglio dilungarmi perché dovrei usare delle argomentazioni molto pesanti che preferisco non fare.
Io ho inviato questa nostra interpellanza, comunicato stampa, la fotocopia dell'invito - l'ho detto prima in via breve, lo dico anche qui per cortesia verso l'Assessore - alla Procura della Repubblica per eventuali iniziative di loro competenza. Quindi io non sono soddisfatto, al momento, della risposta. Grazie.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Io posso aggiungere, in relazione a queste sue ultime considerazioni la lettura di una lettera che mi è stata recapitata da parte del Capogruppo di Alleanza Nazionale, Agostino Ghiglia, che recita: "La presente per scusarmi, a nome di tutto il Gruppo di AN, per l'uso improprio dello stemma della Regione Piemonte accompagnato dalla dicitura Regione Piemonte Assessorato Sanità, indebitamente accostato al simbolo di Alleanza Nazionale, stampato su un cartoncino di invito al convegno 'Lo scenario futuro della sanità piemontese', organizzato dal gruppo medesimo. Si è trattato di una semplice leggerezza da parte dell'estensore materiale dell'invito, il quale in ogni caso non intendeva coinvolgere direttamente l'istituzione e ciò è dimostrato dal fatto che, sul retro dell'invito compare chiaramente la dicitura 'Organizzazione Gruppo AN - Regione Piemonte - Torino'.
Pur respingendo le assurde e chiassose strumentalizzazioni sul caso desidero precisare che all'Assessore D'Ambrosio non è imputabile alcuna responsabilità in quanto l'invito è stato prodotto senza che egli avesse la possibilità di prenderne visione.
Pregandola di dare lettura al Consiglio regionale saluto cordialmente.
Agostino Ghiglia".
Questa è la comunicazione che mi è giunta da parte del Gruppo di Alleanza Nazionale. Vorrei anche aggiungere che all'apparizione della sua interpellanza, è stata chiaramente sospesa in modo preventivo e immediato qualsiasi ulteriore divulgazione di questo comunicato, nel senso che l'errore c'è stato, ci è stato fatto notare, dal momento in cui ci è stato fatto notare è stato sospeso qualsiasi tipo di comunicazione. E' indubbio che anch'io giudico la cosa particolarmente grave, ma bisogna trarre, anche da situazioni così negative, un aspetto positivo che ci servirà, in base a qualche nostra piccola intemperanza o inesperienza, per le prossime occasioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi per una brevissima replica.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie. E' più utile che parli qui, ma da questa vicenda la Giunta e la Regione Piemonte hanno avuto un danno. Il ristoro di questo danno di immagine, come viene ricercato? Se mi dà una copia della lettera del Presidente Ghiglia mi fa una cortesia, mi sembra sia una lettera di scuse verso la Giunta e il Consiglio...non so.
Ma il danno vi è stato.



(Voci fuori campo)



CHIEZZI Giuseppe

Il danno rimane, per cui nei confronti di questo danno come intendete agire? Quali iniziative intendete prendere affinché questa iniziativa venga portata a termine, dal punto di vista del ristoro per l'immagine di tutta la Regione Piemonte? Questo è il punto che vi chiedo.
Mi sembra inevitabile che, nel momento in cui voi vi dichiarate estranei a un atto, nel momento in cui dichiarate che questo atto è improprio, nel momento in cui chi l'ha intrapreso dichiara che è stato improprio e chiede scusa, in Pubblica Amministrazione ci siano anche atti amministrativi doverosi e conseguenti. Grazie.



PRESIDENTE

Volevo solamente dire che il Presidente, nella lettura della lettera a lui indirizzata da parte dell'Assessore D'Ambrosio, ha detto che il Settore competente dell'Assessorato si incaricherà di verificare la correttezza dell'operato dell'Azienda sanitaria n. 17. Sulla base di quanto verificherà, si potranno poi prendere le decisioni che si riterrà opportuno.


Argomento: Contratti ed appalti

Informazione in merito a "Global Service"


PRESIDENTE

Passiamo al completamento dell'informazione sul Global Service richiesto dal Consigliere Cavaliere.
La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al patrimonio

Più che di un completamento di informativa c'era, se non ricordo male una richiesta - non ricordo se fatta dal Consigliere Cavaliere o dal Consigliere Chiezzi, comunque che proveniva da loro - di approfondire il tema in ambito di Commissione competente.
Io dissi che avrei risposto nella seduta successiva; la seduta successiva, come i colleghi ricorderanno, è stata occupata da altre tematiche, quindi mi scuso del ritardo.
Sono ovviamente disponibile a che ciò avvenga; credo che la Commissione interessata sia la I, per naturale collocazione delle deleghe al patrimonio. Sentirò quindi la Presidente della I Commissione e, insieme ai Capigruppo, organizzeremo la modalità e l'iter della riunione. Mi farebbe molto comodo, e credo che su questo si possa convenire anche da parte dei richiedenti, che tale approfondimento avvenisse nel corso dei prossimi giorni. Quindi - ripeto - delegherei i Capigruppo alla gestione e all'organizzazione dell'approfondimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Ringrazio l'Assessore per questa disponibilità. Credo, del resto, che essendo un provvedimento strutturato, nel senso di una certa importanza valga la pena approfondirlo per capirne le implicazioni.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 5) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Casari e Toselli.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12,30)



< torna indietro