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Dettaglio seduta n.145 del 18/06/97 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 5) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Farassino, Ferrero Foco, Goglio e Griffini.


Argomento:

b) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo se è possibile, al fine di sbarazzare i nostri lavori da questa attesa, avere informazioni circa la nascita dei nuovi Gruppi consiliari e circa anche le notizie, sempre relativamente alla composizione dei Gruppi che oggi i giornali pubblicano, di passaggi di Consiglieri da un Gruppo all'altro che pare stiano per avvenire.
Allora, dato che vi sono stati la nascita di un nuovo Gruppo, il ridimensionamento di un altro e il fatto, pare, che alcuni di noi si apprestino a mutare collocazione nell'ambito dei Gruppi; ritenendo che si tratti di momenti importanti per la nostra assemblea, chiedo se è possibile avere una comunicazione in merito.



PRESIDENTE

Speriamo di farlo nell'ambito della mattinata; al momento non sono presenti gli interessati, mi riferisco al Consigliere Montabone per quanto concerne il Gruppo MPPE. Nell'ambito di questa seduta, procederemo senz'altro in merito.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie.


Argomento: Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Esame proposte di deliberazione n. 443: "Esame e controdeduzioni alle osservazioni presentate al Progetto di Piano Stralcio Fasce Fluviali (art. 18, commi ottavo e nono, legge 18/5/1989, n. 183)" e n. 444: "Progetto di Piano Stralcio Fasce Fluviali: espressione del parere regionale ai sensi dell'art. 18, comma nono, legge 18/5/1989, n. 183)" - Esame ordine del giorno n. 529


PRESIDENTE

In attesa che giungano in aula i Consiglieri interessati ai vari provvedimenti iscritti all'o.d.g., passiamo all'esame delle proposte di deliberazione n. 443 e n. 444, di cui ai punti 20) e 21) all'o.d.g.
L'esame di questi provvedimenti rientrava tra i punti concordati ieri sera nella Conferenza dei Capigruppo.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Ritengo utile ricapitolare la situazione per richiamare l'attenzione dei colleghi, anche perché nella precedente seduta mi era stato consegnato un appunto da parte del Consigliere Cavaliere che ho esaminato.
In sostanza, noi ci troviamo nella sede non di approvazione finale del piano perché questa compete all'Autorità di bacino, ma di coinvolgimento del Consiglio regionale nel processo di espressione di un parere che poi ovviamente, come tutti i pareri, sarà esaminato dal Comitato tecnico e anche dal Comitato istituzionale dell'Autorità di bacino.
Abbiamo dato molta pubblicità a questo documento, è stata data notizia a tutti i Comuni e a tutte le associazioni, è stato depositato in varie sedi. Sono pervenute circa duecento osservazioni, il che vuol dire, sotto il profilo della partecipazione democratica, che è stato raggiunto un certo risultato.
Per quanto riguarda il provvedimento che andiamo ad adottare, dalla sua rilettura è emersa la necessità di raccordarlo con la "direttiva estrazioni" approvata alcuni anni fa dall'Autorità di bacino (all'inizio degli anni '90, dopo la legge n. 183) ed aggiornata nel 1995. Poiché nel provvedimento non c'era questo riferimento, mi sono permesso di presentare un emendamento che richiama l'attenzione del Segretario generale dell'Autorità di bacino su questo aspetto, proprio per un coordinamento di normativa.
Inoltre, nel merito delle osservazioni contenute in un documento della minoranza - me l'aveva consegnato il Consigliere Cavaliere, ma credo ne avesse parlato anche con altri - devo dire che vi sono tre grosse questioni.
Una attiene al punto 5) delle osservazioni, laddove si richiama una serie di nodi idraulici. Cito per tutti il nodo del Ribes di Ivrea. Lo scopo di questa osservazione non ha alcuna finalità di stravolgimento, ma solamente di elencazione di problemi di tipo idraulico, che non devono essere affrontati in questa sede, ma complessivamente dall'Autorità di bacino. Desidero dunque tranquillizzare coloro che hanno sollevato questa osservazione (tra l'altro contenuta nella filosofia dell'appunto che mi era stato consegnato): lo scopo è solo dialettico, perché il giudizio su questi richiami compete al Comitato tecnico dell'Autorità di bacino. Al punto in cui siamo, non ci sono certamente le condizioni per stravolgere il provvedimento, che è in fase finale ed è auspicabile da parte di tutti che venga approvato.
Per quanto riguarda le altre due osservazioni, una si riferisce alla salvaguardia dei diritti acquisiti e l'altra fa riferimento alla manipolazione di sostanze pericolose nell'ambito delle fasce fluviali. In merito al discorso delle sostanze pericolose, e quindi la proposta di modifica dell'art. 8, sono d'accordo: la richiesta, al limite, è pleonastica. Noi, soprattutto nelle osservazioni, ci siamo riferiti ai manufatti piuttosto che alle attività, nel senso che bloccando la realizzazione di manufatti, ergo, si bloccano di conseguenza anche le attività che all'interno di questi manufatti vengono svolte.
Personalmente non ho formalizzato un emendamento, però sono disponibile ad accogliere la richiesta in termini di verbale, per cui si pu tranquillamente formalizzare lo stralcio della proposta di modifica all'art. 8.
Per quanto riguarda invece la proposta di modifica all'art. 4, ci siamo attenuti alla giurisprudenza costante: che si scriva o non si scriva, i diritti acquisiti vengono comunque salvaguardati. A tale proposito ci sono veramente tanti centimetri di sentenze, che i nostri consulenti giuridici interni ci hanno sottoposto, per cui raccomando al Consiglio di lasciare le cose come sono, perché si tratta soltanto di attestarsi al livello della giurisprudenza consolidata e nulla di più.
In conclusione, sottolineando che i richiami ai nodi idraulici hanno un'attenzione di carattere generale, l'accoglimento della proposta di modifica dello stralcio per l'art. 8 è un fatto acquisito, mentre, per quanto riguarda la proposta di modifica all'art. 4, comma secondo, lascerei il testo così come è stato presentato.
Infine, sull'argomento vi è un ordine del giorno firmato e presentato da alcuni Gruppi, che fa riferimento a tre questioni. La prima: sollecitare i tempi di approvazione del piano, perché a questo punto rimanere a metà del guado non è a vantaggio di nessuno, nel senso che si prefigurano vincoli, si fa riferimento al Piano Fasce, ma giuridicamente questo non è ancora entrato in funzione. E' quindi opportuno mandarlo in porto, anche per ribadire la volontà politica della Regione Piemonte - che tanto ha collaborato per stendere questo piano - a che si arrivi alla sua approvazione.
La seconda questione è il discorso delle rilocalizzazioni. E' chiaro che alcune attività in essere sono incompatibili con una condizione di deflusso e di sicurezza. Sotto questo profilo, il Governo ha già presentato un provvedimento, che è in aula, che tende ad utilizzare parte dei fondi residui dell'alluvione (visto che ci sono stati dei risparmi) per favorire un piano di rilocalizzazione di attività ubicate nella fascia A).
Per quanto riguarda la terza questione, si richiama l'attenzione sulle attività agricole che, oggettivamente, subiscono delle limitazioni affinché il legislatore competente, che è quello nazionale, verifichi la possibilità di introdurre, se del caso, delle misure di compensazione, che qualcuno individua a livello di sgravio fiscale o questioni similari. Devo comunque sottolineare il fatto che, per tutte le attività agricole ubicate in questa zona, possono eventualmente essere utilizzate le provvidenze dei Regolamenti dell'Unione Europea già esistenti a questo scopo.
Queste, in sintesi, sono le ulteriori considerazioni che volevo in qualche modo richiamare in questa sede.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori (seguito)


PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonino

Intervengo soltanto per una mozione d'ordine. Al piano di sopra c'è una consultazione avviata: i Consiglieri di minoranza, che hanno grande rispetto verso i consultati, sono presenti, mentre non c'è alcun componente della maggioranza.



PRESIDENTE

Adesso sì.



SAITTA Antonino

Però a questo punto, vista la situazione, per consentire ai Consiglieri di minoranza di partecipare alla consultazione - anche perché bisogna intervenire sugli argomenti all'o.d.g. - probabilmente vale la pena di sospendere la seduta per un attimo, fin quando viene raggiunto un numero non dico legale, ma sufficiente di Consiglieri che partecipano alla seduta del Consiglio ed anche alla consultazione: mi pare fondamentale.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Sono stati richiamati tutti i Consiglieri. Ci sono anche riunioni di lavoro, di ufficio nelle varie aule. Ieri abbiamo preso un accordo: si sapeva che ci sarebbe stato qualche problema. Ci sono delle riunioni che sono anche di competenza assessorile, ci sono delle consultazioni.
La Consigliera Cotto è salita al piano di sopra; l'Assessore Burzi è dall'altra parte: c'è una riunione per il problema dell'Astigiano dall'altra, per cui è chiaro che ci può essere un ingolfamento dei lavori ma non mi pare il caso di sospendere la seduta.
Per il momento c'è questa discussione: alla fine di questo provvedimento valuteremo se sospendere o meno la seduta. Abbiate un minimo di pazienza!



CHIEZZI Giuseppe

Ci sono dieci Consiglieri di maggioranza presenti in aula.



PRESIDENTE

Ce ne sono di più. L'Assessore Goglio è ad Ivrea per la questione Olivetti (purtroppo non ha - nemmeno lui - il dono dell'ubiquità); è insieme all'Assessore Pichetto.


Argomento: Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Esame proposte di deliberazione n. 443: "Esame e controdeduzioni alle osservazioni presentate al Progetto di Piano Stralcio Fasce Fluviali (art. 18, commi ottavo e nono, legge 18/5/1989, n. 183)" e n. 444: "Progetto di Piano Stralcio Fasce Fluviali: espressione del parere regionale ai sensi dell'art. 18, comma nono, legge 18/5/1989, n. 183)" - Esame ordine del giorno n. 529 (seguito)


PRESIDENTE

Continuiamo quindi la discussione sulle proposte di deliberazione n.
443 e n. 444.
In sede di Commissione hanno espresso voto favorevole i rappresentanti dei Gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e CDU; si sono astenuti i rappresentanti dei Gruppi PDS, Patto dei Democratici, Lega Nord per l'indipendenza della Padania e Rifondazione Comunista.
La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Grazie, Presidente. E' in discussione la proposta di deliberazione presentata dalla Giunta regionale attraverso l'Assessore competente Cavallera, relativa al progetto di Piano Stralcio Fasce Fluviali, legge n.
183, che è stata esaminata in II e III Commissione, congiuntamente, il 27 marzo scorso.
Su questa delicata materia desidero fare alcune brevi considerazioni.
Dopo che sulla Gazzetta Ufficiale del 15/3/1996 veniva data notizia dell'avvenuta adozione, da parte della Regione Piemonte, del Piano Stralcio delle Fasce Fluviali, con le dovute consultazioni, sono pervenute in Regione circa novantadue osservazioni, tutte con specifiche motivazioni che mi pare non siano state prese con la dovuta considerazione nell'attuazione del piano stesso.
Questo Piano delle Fasce Fluviali dovrebbe essere concepito come uno strumento importante e prezioso per individuare le linee di assetto dei progetti dei corsi d'acqua del bacino idraulico del Po, come la sicurezza idraulica, l'uso del suolo e la salvaguardia delle componenti naturali ed ambientali. Purtroppo la situazione esistente in Piemonte è ancora molto critica e pericolosa nonostante la tragedia alluvionale del 1994 che non è ancora stata superata. E' anche opportuno che l'Autorità di bacino composta dai Ministeri competenti, proceda ad una più chiara esplicitazione delle leggi in materia e c'è la necessità di modificare ed aggiornare il sistema normativo vigente. Quindi, oltre alle soluzioni necessita una diversa filosofia, un diverso Piano Stralcio delle Fasce Fluviali del Bacino del Po, e noi ci siamo astenuti anche perché non sono rimarcate tutte nella proposta che l'Assessore ha fatto poc'anzi. Per questo motivo in Commissione ci siamo astenuti.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, se potessimo sospendere...



PRESIDENTE

Va bene, sospendiamo la seduta.



(La seduta, sospesa alle ore 10,42 riprende alle ore 11,02)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ricordo ai Consiglieri che si sono già svolti la relazione dell'Assessore Cavallera e l'intervento del Consigliere Moro.
La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Questo provvedimento era atteso da tempo. Noi ci auguriamo che possa concludere il suo iter rapidamente al fine di poter proporre all'Autorità di bacino le posizioni della nostra Regione rispetto al Piano delle Fasce Fluviali.
Abbiamo anche firmato un ordine del giorno che correda questo provvedimento. Ci auguriamo che, da parte del Governo e dell'Autorità di bacino, i contenuti di tale ordine del giorno possano trovare rapida attuazione. Ci pare di poter dire che, nel recepire una parte delle osservazioni che sono pervenute in gran copia, la Regione dà delle indicazioni su quello che dovrà essere il secondo Piano Stralcio, cioè la seconda parte degli interventi in maniera impropria. Per questo motivo avremmo dovuto fare un'azione di cesello, di affinamento nelle osservazioni e quindi del parere nel suo insieme. Ci rendiamo conto che questa operazione sarebbe stata estremamente complessa e tale da rimettere in discussione l'impalcatura generale del provvedimento che viene presentato all'approvazione.
Per tale motivo ci asteniamo, riservando di dare le nostre valutazioni definitive nel momento in cui sarà presentato il secondo piano degli interventi in funzione del quale saranno modificate le fasce.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galli.



GALLI Daniele

Annuncio il voto favorevole del mio Gruppo su questo Piano Stralcio.
E' un provvedimento che riteniamo urgente e puntuale; tra l'altro, è stato elaborato, nella fase iniziale di studio, concordemente con l'Autorità di bacino e portato avanti in tal senso dall'Assessorato. E' uno dei tre Piani Stralcio che serviranno a regolamentare tutta la zona alluvionale, tutta la zona relativa al bacino e agli affluenti del Po.
Ovviamente, va sottolineata l'esigenza, da parte governativa, quindi da parte nazionale, di urgenti interventi, di sostegno per quelle attività che devono essere ricollocate, quindi le attività industriali e le attività artigianali comprese in una fascia in cui non possono più sussistere, anche se ormai in molti casi sono da centinaia di anni presenti in questa fascia anche per le attività agricole, le quali devono essere chiaramente sovvenzionate per i condizionamenti che dovranno subire da questa nuova disposizione.
Come ricordato anche dal Consigliere Vindigni, penso che questo piano anticipi già in parte quelle decisioni che verranno prese successivamente in un piano succedaneo; indubbiamente quando andremo a discutere del secondo Piano Stralcio entreremo nel merito, quindi si svilupperà la discussione in Commissione per individuare le scelte che dovrà predisporre l'Amministrazione regionale.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, indìco la votazione nominale mediante procedimento elettronico, su tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 26 votanti 25 hanno risposto SI' 21 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 3 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere La deliberazione è approvata.
In merito alla proposta di deliberazione n. 444 l'Assessore Cavallera ha presentato i seguenti emendamenti: 1) a pag. 8 del parere allegato alla proposta di deliberazione, dopo il primo capoverso aggiungere il seguente: "Occorre inoltre integrare le norme di piano con i contenuti principali della Direttiva n. 20 relativa alla regolamentazione dell'attività estrattiva nelle aree fluviali la quale verrebbe a decadere con l'approvazione del presente piano".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 27 voti favorevoli e 3 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
2) Al punto 5, paragrafo a), sostituire le parole "non rilocalizzabili" con le parole "industrie per le quali attualmente non è prevista la rilocalizzazione".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 26 voti favorevoli e 5 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
3) A pag. 13, stralciare la proposta di modifica dell'art. 8, comma quarto.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 26 voti favorevoli e 5 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
Pongo infine in votazione la deliberazione come emendata, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 27 voti favorevoli e 7 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).
Pongo altresì in votazione il connesso ordine del giorno n. 529, firmato dai Consiglieri Gallarini, Ghiglia, Cotto, Montabone, Vaglio e Bertoli, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte all'atto dell'espressione del parere sul Piano Stralcio Fasce Fluviali auspica che l'iter di approvazione di questo importante stralcio del Piano di Bacino sia completato al più presto.
Con l'occasione il Consiglio regionale richiama l'attenzione del Governo e dell'Autorità di bacino del fiume Po sulla necessità di approntare adeguati strumenti normativi e finanziari per favorire la rilocalizzazione delle attività produttive e degli insediamenti ubicati nelle fasce a rischio individuate dal citato Piano Stralcio.
Allo stesso modo richiama l'attenzione sulle conseguenze per le attività agricole derivanti dalle norme di attuazione del Piano Fasce.
Infine invita la Giunta regionale a concorrere, all'interno degli Organi collegiali dell'Autorità di bacino, alla definizione degli elaborati finali del Piano Stralcio delle Fasce Fluviali migliorando la normativa ed il suo raccordo con la legislazione regionale e con le altre norme statali".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 31 voti favorevoli e 5 astensioni.


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale)

Esame progetto di legge n. 316: "Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 1996"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del progetto di legge n. 316, di cui al punto 13 all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi, relatore

Nel corso della discussione, in sede di I Commissione, del progetto di legge n. 316 sono stati citati alcuni esempi relativi a taluni Assessorati in particolare quello all'agricoltura, al fine di sviluppare un'analisi che consentisse di capire qualcosa in più rispetto al rendiconto 1996.
Con l'intento di non appesantire la relazione, per quanto riguarda i dati finanziari, faccio rinvio alla relazione presentata dalla Giunta regionale.
Ritengo invece utile formulare alcune osservazioni e considerazioni sulle quali richiamare l'attenzione dei colleghi.
Innanzitutto, è vero che formalmente il rendiconto per l'anno 1996 è simile a quello degli anni precedenti e che seguirà lo stesso percorso procedurale, è però anche vero che nel corso del 1996 la Regione Piemonte ha deciso di emettere obbligazioni e che a tal fine ha chiesto il "rating" (termine inglese che nella sostanza esprime la valutazione complessiva sulla modalità economica e finanziaria dell'Ente che lo richiede).
Come riportato dai giornali, alla Regione Piemonte è stato assegnato un rating di "AA+" che la colloca immediatamente al di sotto di quello massimo attribuibile per motivazioni più formali che sostanziali.
Se la situazione economico-finanziaria della Regione è solida ne deriva anche che: la Regione Piemonte, nel suo piccolo, ha contribuito al raggiungimento dei parametri di Maastricht quando verrà attuato il federalismo, compreso quello fiscale, la nuova o maggiore autonomia impositiva potrà essere utilizzata per nuovi interventi e non per coprire disavanzi pregressi e quindi la Regione Piemonte potrà decidere se applicarla o meno e, in caso affermativo, per finanziare nuove iniziative.
Il rendiconto non deve, però, essere solo una elencazione di quantità finanziarie ed è per questo che la relazione finanziaria è stata integrata con una relazione dell'attività svolta dagli Assessorati nel corso del 1996, che è stata consegnata in sede di Commissione: vengono così evidenziati non solo i dati finanziari, ma anche quelli reali, utili per una valutazione più complessiva e completa.
La relazione sull'attività è migliorabile e va considerata come un primo tentativo anche nell'ottica di quanto avverrà con l'applicazione del DL n. 29/93.
L'unica considerazione che intendo fare a latere della relazione è che a fronte di notizie, tipo quelle che nei giorni scorsi abbiamo appreso circa un buco scoperto di 500 miliardi nel bilancio della vicina Regione Lombardia, avendo noi avuto una certificazione esterna siamo tranquilli che questo bilancio, vista l'emissione dei BOR che c'è stata nel 1996, si possa costruire su basi solide.



PRESIDENTE

Passiamo ora alla discussione generale del progetto di legge n. 316.
La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Nel corso della discussione su questo progetto di legge in sede di I Commissione ci è stata segnalata la bontà, dal punto di vista gestionale del bilancio della Regione. E' un aspetto indubbiamente positivo e di questo siamo tutti soddisfatti, anche del fatto che ci sia corrispondenza tra il bilancio preventivo e quello consuntivo, nel senso che non si tratta di bilanci fittizi. Considerando che in questo periodo, non solo altre Regioni, ma anche la più grande azienda di Torino è stata denunciata e condannata per falso in bilancio, credo che questo sia - ripeto - un elemento positivo.
Detto questo, noi riteniamo che insieme ad una verifica della bontà del bilancio occorra fare quello che fanno le aziende: quando discutono il bilancio lo inseriscono in una valutazione dell'attività che esse svolgono.
Oltre ai conti economico-finanziari si dice, ad esempio, come l'azienda o quelle controllate stanno sul mercato, si fa una valutazione della dinamica del mercato, di cosa significano quei numeri.
Credo che anche nel caso della nostra Regione bisognerebbe cominciare ad introdurre elementi di valutazione degli effetti dei soldi spesi più ampia di quanto sia stato fatto finora. Di solito si discute all'inizio del processo; quando si definisce il bilancio c'è discussione, dopo le valutazioni vengono meno.
Quest'anno, rispetto all'anno scorso (non sono un esperto delle precedenti legislature), abbiamo avuto da parte di una serie di Assessorati ulteriori elementi. Apprezzo questo sforzo e in alcuni casi, ad esempio l'Assessorato all'ambiente e quello alla cultura, il rendiconto politico che è stato fornito è stato abbastanza ampio. In altri casi mi è parso che fosse abbastanza simile a quello finanziario, cioè avevano ricevuto "x" fondi e c'era un elenco di progetti. Credo valga la pena sottolineare questo aspetto, perché ci interessa che si continui e si approfondisca questa strada; è stato fatto uno sforzo in più, si è cercato di dare una descrizione delle cose fatte. Manca ancora, però, a mio avviso, il cappello generale: manca un documento generale che inquadri l'insieme del bilancio rispetto a tutti gli Assessorati. Il documento che ci è stato consegnato insieme al bilancio era più che altro un assemblaggio di informazioni, più o meno complete, fornite non da tutti gli Assessorati; mancava però una valutazione globale che, secondo me, dovrebbe essere svolta dallo stesso Presidente della Giunta. L'Assessore al bilancio fa la sua parte, per questa valutazione politica dovrebbe fornirla il Presidente della Giunta come elemento di valutazione del suo operato nel corso dell'anno.
Devo dire che c'è stata una certa carenza di informazione rispetto ad una valutazione di impatto delle politiche relative ai temi che ci sono più cari. Gli aspetti economico-occupazionali delle politiche che la Giunta svolge sono quelli dove gli elementi di informazione o erano assenti o largamente carenti, quindi non in grado di permettere una valutazione. Ed io volevo fare queste brevi considerazioni, perché credo che come minoranza questa dovrebbe essere la nostra pratica.
Leggendo gli appunti presi, credo che soprattutto rispetto alle spese significative di ogni Assessorato occorrerebbe un bilancio più attento.
Penso, ad esempio, all'Assessorato alla cultura. In questo campo l'anno scorso sono state promosse importanti iniziative (importanti da un punto di vista finanziario, come quella di Nespolo più volte richiamata): sarebbe interessante capire se, oltre all'importanza finanziaria, ha avuto un impatto positivo, sapere, ad esempio, se un buon numero di cittadini l'ha visitata.
Secondo me, quando in una singola iniziativa si spende una cifra consistente, bisognerebbe verificare se vi è stato anche un richiamo al di fuori della Regione. Ad esempio, tra meno di un mese si svolgerà un importante festival musicale con artisti famosi. E' presumibile che il richiamo sia prevalentemente regionale, ma potrebbe anche superare i confini del nostro territorio.
Credo dunque che nel fare una valutazione occorrerebbe capire i motivi per cui facciamo queste cose, in quanto è sì necessario dare un certo smalto alle politiche culturali della Regione, ma è anche utile che queste siano collegate ad un rilancio di tipo più economico, legato al turismo della Regione.
Queste sono le considerazione che volevamo fare e speriamo che il prossimo anno si vada oltre, con una più organica valutazione delle politiche che la Giunta svolge.
Detto questo, noi avevamo votato contro il bilancio quando era stato presentato, in parte per gli elementi che ricordavo prima, cioè per il fatto che proprio sugli aspetti che noi ritenevamo più importanti era mancata quella valutazione per noi fondamentale. Pertanto voteremo contro anche in questa occasione, anche se apprezziamo lo sforzo fatto e soprattutto la sanità finanziaria - e ci teniamo a sottolinearlo.



PRESIDENTE

Ricordo che tale provvedimento in Commissione aveva avuto il voto favorevole dei Gruppi di Forza Italia, Alleanza Nazionale, CDU e CCD; il voto contrario dei Gruppi PDS e PPI; si era astenuto il Gruppo della Lega Nord per l'indipendenza della Padania.
Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 20 voti contrari 7 astensioni 3 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 20 voti contrari 7 astensioni 3 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 20 voti contrari 7 astensioni 3 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 20 voti contrari 7 astensioni 3 L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 20 voti contrari 7 astensioni 3 L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 20 voti contrari 7 astensioni 3 L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 20 voti contrari 7 astensioni 3 L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 20 voti contrari 7 astensioni 3 L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 20 voti contrari 7 astensioni 3 L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 20 voti contrari 7 astensioni 3 ART. 11 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 20 voti contrari 7 astensioni 3 L'art. 11 è approvato.
ART. 12 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 20 voti contrari 7 astensioni 3 L'art. 12 è approvato.
Indìco infine la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 hanno risposto SI' 21 Consiglieri hanno risposto NO 6 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali - Interventi di promozione della domanda

Esame progetto di legge n. 317: "Sottoscrizione quote di partecipazione al Consorzio 'Agenzia regionale per la promozione turistica del Piemonte'"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 317, di cui al punto 10) dell'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi, relatore

Illustre Presidente, egregi colleghi, la I Commissione ha esaminato il disegno di legge n. 317 predisposto dalla Giunta regionale recante: 'Sottoscrizione quote di partecipazione al Consorzio Agenzia regionale per la promozione turistica del Piemonte'.
In base all'art. 8 della L.R. 22/10/1996, n. 75 'Organizzazione dell'attività di promozione, accoglienza ed informazione turistica in Piemonte', la Regione con il concorso delle Province e delle Camere di Commercio sta procedendo alla costituzione dell'Agenzia regionale per la promozione turistica del Piemonte.
Il comma secondo del predetto articolo prevede che l'Agenzia sia costituita in forma di Consorzio, cui partecipano anche i soggetti privati interessati alla promozione del turismo piemontese, e che l'adesione della Regione all'Agenzia sia deliberata dal Consiglio regionale.
Lo stesso comma prevede che la Regione concorra al finanziamento del Consorzio mediante il versamento delle quote di adesione per la costituzione del capitale iniziale oltre che di contributi annuali per l'attività.
Con deliberazione del Consiglio regionale si sta provvedendo ad approvare l'adesione della Regione al Consorzio predetto. E' necessario quindi procedere anche al versamento delle quote per la sottoscrizione del capitale iniziale del Consorzio.
A norma dello Statuto del Consorzio, le quote hanno un valore nominale di L. 1.000.000 ciascuna ed è necessario sottoscriverne almeno dieci.
La Regione ritiene di dover assicurare l'apporto di maggioranza all'Agenzia regionale per la promozione turistica del Piemonte e pertanto di sottoscrivere 2.000 quote consortili per un valore complessivo di L.
2.000.000.000.
Il presente disegno di legge, fermo restando quanto già stabilito dalla L.R. n. 75/96, determina l'ammontare delle quote da versare ed apporta le necessarie variazioni al bilancio regionale.
La I Commissione ha approvato a maggioranza il testo di legge e lo rassegna all'aula per l'approvazione.



PRESIDENTE

E' aperta la discussione.
La parola al Consigliere Bertoli.



BERTOLI Gian Pietro

Grazie, Presidente. In merito a questo provvedimento, prima di formulare un giudizio complessivo, vorremmo avere, se possibile, in quest'aula ancora delle risposte che non abbiamo avuto in altre circostanze, neanche in Commissione, come avevamo chiesto.
Noi eravamo e siamo favorevoli ad una razionalizzazione del sistema della promozione turistica in Piemonte, tanto che ci siamo astenuti sulla legge regionale relativa all'organizzazione dell'attività di promozione accoglienza ed informazione turistica in Piemonte. Però, non possiamo non constatare che il 30 giugno scompariranno le commissariate APT e non sappiamo in questo momento cosa sta avvenendo per le costituende Aziende per il Turismo Locale. Abbiamo chiesto informazioni all'Assessore a questo proposito e non le abbiamo ottenute; credo che sarebbe il caso di poterle avere in quest'aula: quante aziende per la promozione ATL sono state costituite su territorio, magari qualche informazione su cosa sta avvenendo, le difficoltà che ci sono, i problemi che si sono incontrati, le esperienze che sono state fatte. Non vorremmo che il complesso delle attività locali, questa importante presenza sul territorio, questo lavoro questo patrimonio di conoscenza che è stato fatto in tutti questi anni, che comunque è stato fatto, venisse disperso perché non si pone la necessaria attenzione a conservare quello che in questi anni di lavoro è stato fatto in Piemonte.
Noi oggi dovremo deliberare la sottoscrizione della quota di partecipazione della Regione al costituendo Consorzio Agenzia regionale per la promozione turistica del Piemonte. Questa quota che si intende proporre al Consiglio regionale è di 2 miliardi. E' un impegno consistente; abbiamo visto in Commissione che questa quota copre circa il 60% dell'intera quota.
Ma quello che ci interesserebbe anche sapere, proprio per non dimenticarci dell'altra parte, quella dell'accoglienza e del coinvolgimento dell'intero sistema del turismo piemontese, è quanto sarà dato, quanto rimarrà a disposizione, quale sarà il contributo economico della Regione Piemonte per le costituende aziende locali.
La spesa storica per finanziare le defunte APT mi pare si aggiri intorno agli 8 miliardi; 2 miliardi è nell'intenzione della Giunta indirizzarli verso il Consorzio regionale. Quello che ci interesserebbe sapere anche dall'Assessore - se presta un attimo di attenzione - è quale sarà la quota che si intende dare, qual è il contributo che la Regione Piemonte intende fornire perché nascano le ATL che, secondo noi, sono una delle componenti perché il sistema dell'informazione, della promozione e dell'accoglienza turistica in Piemonte possa funzionare. Perché la costruzione dell'Agenzia regionale non sia soltanto un'azione centralistica, pur necessaria, ma parte del disegno regionale sul turismo che sia una presenza diffusa sul territorio, è necessario che veda coinvolti gli Enti locali, che veda coinvolto il volontariato organizzato nelle Pro Loco, insomma tutto quel complesso ed articolato mondo che ruota intorno al turismo. Senza lo sforzo e senza la partecipazione unanime di tutto questo complesso ed articolato concorso di forze, riteniamo che non si potranno ottenere quei risultati di cui necessita questo importante settore, a cui la Giunta regionale e noi stessi attribuiamo un'importanza rilevante. Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Quando in Commissione ci siamo trovati a discutere questo provvedimento, abbiamo ascoltato una relazione da parte dell'Assessore che secondo lo spirito della legge, parlava con slancio di questo Consorzio sottolineava un'integrazione significativa tra pubblico e privato e valorizzava significativamente questo aspetto. Poi abbiamo scoperto che nelle valutazioni dell'Assessore le strutture come Expo 2000 sono private o le Associazioni della Camera di Commercio sono private, mentre, perlomeno dal punto di vista di chi le finanzia, questo è dubbio. Abbiamo verificato come, oltre alla Regione, i principali sottoscrittori di quote allo stato attuale (non abbiamo avuto, dopo quella riunione, ulteriori informazioni) fossero prevalentemente Enti pubblici: rappresentavano forse addirittura il 90% (la Regione era al 60% e la Camera di Commercio contribuiva al 30%). Si dovevano aggiungere appunto Expo 2000, le Province ed eventuali Comuni.
Il primo problema che ci poniamo è questa integrazione: se è vista come numero di sigle, può darsi che esista un'integrazione adeguata tra privato e pubblico; se invece è da un punto di vista delle risorse immesse, c'è una sfasatura. I privati in questo partecipano simbolicamente perché in fondo è un'attività che deve stare in gran parte sulle spalle del pubblico, questo lo possiamo capire anche noi. Il problema è poi chi indirizza, cioè come vengono svolte le politiche perché, se il pubblico mette i soldi, non vorremmo che, come al solito, chi è ideologicamente contro il pubblico, lo ritenga elemento vantaggioso quando finanzia, interviene e tira fuori i soldi e sia molto meno interessante quando decide, quando interviene anche per l'utilizzo di queste risorse. Quindi, il pubblico va bene per fornire le risorse e un po' meno per decidere la gestione delle stesse. Rischiamo quindi - come avviene in altri settori dell'economia - che conta non più la quantità, ma la qualità e che i privati, in base non si sa a quale fatto strano, abbiano una qualità notevole, quindi anche se esborsano pochi soldi diventano determinanti nell'elaborare le strategie.
In Commissione ci eravamo trovati di fronte alla sfasatura di non corrispondenza tra relazione e realtà concreta di chi sottoscrive; il fatto era rimasto un po' nell'ambiguità e rimane tuttora.
Oggi, non avendo avuto una relazione che superasse tale situazione, le ambiguità permangono. Noi, a differenza di altri, non avevamo votato il provvedimento nella sua prima stesura; il fatto poi che la legge stenta a trovare un'applicazione su un aspetto significativo e, permanendo questo stato di cose, noi voteremo contro la legge.
Credo che tutti dovremmo prestare attenzione, anche se poi eravamo tutti d'accordo sul fatto che venisse discussa per evitare intoppi problemi seri.
Nonostante questo noi esprimiamo il nostro dissenso sulla legge e laddove il pubblico pesa con le risorse che spende, vorremmo avesse un peso reale determinante e non che si verifichino fatti strani che non condividiamo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, la sottoscrizione delle quote di partecipazione al Consorzio dell'Agenzia regionale per la promozione turistica del Piemonte ci obbliga ad una riflessione sulla gestione turistica e sull'efficacia e bontà di questo strumento legislativo.
Credo - ne ero convintissimo già quando avete approvato questa legge ne sono ancora più convinto oggi, dopo aver visto muovere i primi passi verso queste dinamiche - che questa sia la più brutta legge che la Regione Piemonte poteva varare per il turismo.
Infatti, questa legge non si pone l'obiettivo di valorizzare le vere aree turistiche e di usare le stesse come volano per l'economia turistica della nostra regione, ma fa piccole operazioni territoriali di poco senso che nulla hanno a che fare con la necessità di lanciare l'industria turistica della nostra regione.
Si sostituiscono le vecchie APT - a nostro parere andavano sostituite perché avevano esaurito il loro ruolo - con delle strutture più o meno analoghe, con ragionamenti geografici diversi, perché accade questo con tale legge. Le APT, abbiamo visto, servivano solo per gestire i Mondiali di sci in modo un po' particolare da parte dell'Assessore al turismo, ma di questo ne parleremo più approfonditamente successivamente.
Inoltre, oltre ad avere riproposto degli ambiti geografici incomprensibili e degli strumenti più o meno simili, si demanda poi all'Agenzia regionale il compito di organizzare tutto: questa Agenzia coordinerà e razionalizzerà le altre Agenzie più piccole.
Questo modo di organizzare le Agenzie non aiuterà e non contribuirà in nulla e per nulla a quella che potrebbe essere la politica turistica della nostra regione. La nostra regione dovrebbe prendere i grandi iceberg, le punte di richiamo turistico - i laghi, la montagna, l'architettura, la collina, l'enogastronomia, le Langhe, ecc. - e costruire intorno a questi poli di attrazione - in tutto l'ambito regionale - la politica turistica.
L'operazione che si sta facendo è di tutt'altra natura, sarà un fallimento totale dell'industria turistica nella nostra regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Racchelli.



RACCHELLI Ettore

Credo che il progetto di legge n. 317 sia da considerarsi per quello che è: la partecipazione, in termini finanziari, ad un'Agenzia regionale per la promozione turistica. Credo sia un atto dovuto, in quanto la legge che abbiamo votato è molto chiara e non lascia dubbi sull'interpretazione della partecipazione della Regione Piemonte all'Agenzia stessa.
In termini finanziari e partecipativi si tratta di una garanzia per questo Consiglio regionale e per l'Ente regionale nel suo complesso: la Regione Piemonte parteciperà con una somma rilevante: il 60% delle quote dell'Agenzia stessa. Questo dovrebbe darci la tranquillità, la sicurezza e la serenità per affrontare un discorso sulla promozione turistica e sugli indirizzi che l'Agenzia stessa dovrà seguire, sapendo che l'Agenzia dovrà comunque confrontarsi con un socio di maggioranza che è la Regione Piemonte.
Le considerazioni sugli interventi che mi hanno preceduto sono riferite alla discussione sulla proposta di deliberazione n. 445 e all'ordine del giorno ad essa collegata che, credo, seguirà l'esame del progetto di legge n. 317.
Quindi il progetto di legge n. 317 credo sia una formula di garanzia che la Regione si è data per controllare, verificare e soprattutto modificare eventuali comportamenti che non fossero in linea con l'indirizzo che in questa legge si è voluto dare ad un'effettiva promozione turistica.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Angeleri per la replica.



ANGELERI Antonello, Assessore al turismo, sport e tempo libero

Io non ritengo che questa legge affossi il turismo nella nostra Regione. Questa non è solo una mia convinzione, ma è in fondo la constatazione che faccio in quest'aula a fronte anche di un'adesione che gli Enti coinvolti hanno voluto dare alla costituenda Agenzia.
Rispondo quindi al Consigliere Papandrea che ha richiesto che fosse dato l'elenco dei partecipanti all'Agenzia regionale. Questi sono essenzialmente privati: Associazione piemontese dei Consorzi esportazione Unione Industriale, ARPIET, Unione regionale del commercio, Confcommercio Turin Hotels International, Ente turismo Langhe-Roero, Francorosso (che è uno dei tour-operator maggiormente conosciuti a livello non solo regionale ma anche nazionale), Automobile Club d'Italia (che metterà a disposizione gli ottanta uffici sul territorio piemontese come uffici di informazione ed accoglienza), SAGAT-Aeroporto di Caselle, Consorzio alberghi Lago Maggiore e di Stresa, Comune di Torino (che tra l'altro partecipa con una quota consistente di circa 100 milioni), Camere di Commercio di Cuneo e di Vercelli, URAPA, Associazione Ristoratori Italiani, Comunità montana Valle Maira, Federazione dei Consorzi di tutti gli operatori turistici del Piemonte, Imprenditalia, Province di Asti e di Biella che hanno già mandato la loro adesione (ovviamente stanno arrivando le adesioni delle altre Province), infine l'Unioncamere che riunisce tutte le Camere di Commercio del Piemonte.
Questo elenco sottolinea l'attenzione da parte del privato, ma non solo, anche da parte di alcuni Comuni turisticamente rilevanti già nella fase iniziale della costituenda Agenzia.
C'è un aspetto da sottolineare, lo diceva già prima il Consigliere Racchelli: questa è la sottoscrizione delle quote all'Agenzia, che arriva in base alla lettura dall'art. 8 della L.R. n. 75/96. Il comma secondo di detto articolo prevede infatti che l'Agenzia sia costituita in forma di consorzio in cui partecipano oltre ai soggetti privati che ho appena elencato anche i soggetti pubblici e tra questi l'adesione della Regione che deve essere ovviamente deliberata dal Consiglio regionale. Lo stesso comma secondo dell'art. 8 prevede che la Regione concorra al finanziamento del Consorzio mediante il versamento delle quote di adesione per la costituzione del capitale iniziale oltre ai contributi annuali per l'attività dell'Agenzia stessa.
Noi abbiamo voluto, sottoscrivendo 2 mila quote che sono del valore nominale di un milione l'una, stanziare 2 miliardi, una quota consistente che dovrebbe farci raggiungere all'incirca il 60% del Consorzio "Agenzia regionale per la promozione turistica". Non solo, quindi, si è rispettato il dettato della legge, laddove stabilisce che il 51% deve essere di parte pubblica, ma addirittura si è andati oltre sottolineando la partecipazione della Regione Piemonte come gestore del turismo nella nostra Regione.
Un altro aspetto che occorre sottolineare, e che è collaterale al passaggio di questo disegno di legge, è stato evidenziato dal Consigliere Bertoli in merito alla partecipazione della Regione alle Agenzie di informazione ed accoglienza locale. Con le Province abbiamo raggiunto un accordo per quanto riguarda le spese fisse che dovranno sostenere le Agenzie: proprio per sottolineare ancora una volta il ruolo della Regione come unica istituzione deputata a promuovere il turismo in Piemonte l'adesione sarà ovviamente a tutte le Agenzie e garantirà tutte le spese fisse. Infatti, nel bilancio regionale 1997 è iscritto un apposito capitolo con 3,858 miliardi; con ciò rispondo alle osservazioni sollevate dal Consigliere Bertoli. In questo modo noi garantiamo l'informazione e l'accoglienza sul territorio attraverso le Agenzie stesse.



CAVALIERE Pasquale

Assessore, posso farle una domanda? Perché avete deciso di impegnare altri 750 milioni?



ANGELERI Antonello, Assessore al turismo, sport e tempo libero

Non mi risulta che questa deliberazione sia passata né all'interno del Consiglio né all'interno della Giunta.



CAVALIERE Pasquale

L'avete ritirata, però la presenterete più avanti!



ANGELERI Antonello, Assessore al turismo, sport e tempo libero

Non mi risulta, Consigliere. Se a lei risulta, vuol dire che ha degli atti che non sono assolutamente...



CAVALIERE Pasquale

Quello che ho in mano è l'o.d.g. della Giunta di lunedì!



ANGELERI Antonello, Assessore al turismo, sport e tempo libero

Non mi risulta - ripeto - che questa deliberazione sia passata né in Consiglio né in Giunta regionale.



(Commenti del Consigliere Cavaliere)



PRESIDENTE

Consigliere Cavaliere, la prego, lasci parlare l'Assessore Angeleri.



ANGELERI Antonello, Assessore al turismo, sport e tempo libero

Le Province, peraltro, hanno richiesto nel corso di un incontro svoltosi venerdì scorso una proroga rispetto ai tempi di attuazione della legge. La legge infatti prevede la scadenza del 30 giugno; abbiamo però di fronte a noi la stagione estiva che comunque deve essere salvaguardata. Le Province, nel corso di questo incontro avvenuto su loro espressa richiesta hanno richiesto - ripeto - una proroga rispetto ai tempi fissati: la possibilità di arrivare alla fine dell'estate. E' una richiesta che noi ovviamente stiamo valutando perché dobbiamo garantire in qualche modo che la promozione non solo a livello generale, ma anche a livello locale venga svolta; è evidente che noi dobbiamo andare nella direzione che oggi ci consente di approvare la sottoscrizione delle quote e la partecipazione della Regione al costituendo Consorzio, perché - ripeto - noi dobbiamo garantire come Regione che complessivamente la promozione sul territorio venga svolta. Con le Province, che stanno aderendo alla costituenda Agenzia, c'è un rapporto di collaborazione che è sottolineato anche da questa richiesta a cui la Regione penso possa aderire.
Sicuramente si tratta di un avvio un po' macchinoso e difficoltoso, ma come avviene per tutte le riforme importanti credo che in questo clima, con questo rapporto di collaborazione, si possa garantire ancora una volta l'adeguata promozione che il territorio piemontese merita.



PRESIDENTE

Ha così termine la discussione di carattere generale. Passiamo quindi alle dichiarazioni di voto.
La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Uso il tempo per la dichiarazione di voto, ma vorrei che l'Assessore spiegasse al Consiglio come mai, nel momento in cui si sottoscrivono le quote di un'Agenzia che non è ancora in fase di esercizio, ha nel contempo preventivato l'accantonamento di 750 milioni per la fase transitoria della legge n. 75. E' vero, la deliberazione - l'ho desunto dall'o.d.g. postumo della Giunta - è stata rinviata, ma perché lei ha presentato questa deliberazione, che è solo stata rinviata, non annullata?



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Intervengo anch'io, perché avevamo già spiegato che avremmo votato contro e lo ribadisco.
L'Assessore non ha assolutamente risposto al problema che gli avevamo posto. Il lungo elenco di sottoscrittori che è stato letto lo conoscevamo sapevamo di questi Enti privati e di quelli pubblici (ACI, Province, ecc.) però quello che avevamo rilevato è che la legge prevedeva una presenza del pubblico oltre il 50%, mentre, al momento, arriviamo abbondantemente oltre il 90%, e non so cosa succederà nel futuro.
Attualmente, al di la dei nomi, non conosciamo l'entità delle singole quote. Avevamo chiesto di avere, a fianco di quei nomi, l'entità delle quote acquisite. Ci è stato detto che il Comune di Torino - mi pare interviene con 100 milioni, ma le quote degli altri Enti non ci sono state comunicate.
Sulla base della prima informazione fornita, avevamo verificato come invece già solo Regione e Camera di Commercio (l'Unioncamere) arrivassero a coprire il 90%. A mio parere, quindi, permane l'elemento per cui formalmente, vi è la partecipazione di pubblico e privato (e di fatto lo è da un punto di vista delle quote sottoscritte), ma non nella sua conduzione e finalità.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio regionale alla delegazione argentina del Comune di Umberto I


PRESIDENTE

Desidero salutare la delegazione argentina del Comune di Umberto I, che si è gemellato con il Comune di Faule. Saluto il Sindaco di Umberto I, il Sindaco di Faule, il deputato del Consiglio provinciale della Provincia di Santa Fé e tutti gli ospiti, ai quali rinnoviamo il nostro benvenuto in terra italiana.



(Applausi da tutti i banchi del Consiglio)


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali - Interventi di promozione della domanda

Esame progetto di legge n. 317: "Sottoscrizione quote di partecipazione al Consorzio Agenzia regionale per la promozione turistica del Piemonte" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguono le dichiarazioni di voto sul progetto di legge n. 317.
La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Intervengo per dichiarare il mio voto favorevole a questo disegno di legge. Ancora una volta, è necessario sottolineare come questo provvedimento, soprattutto nella previsione di spesa, non può che essere temporaneo. In Commissione l'Assessore ci ha riferito che l'impegno della Regione in questo momento è di sottoscrivere almeno il 60% delle quote, che permetteranno il decollo dell'Agenzia regionale turistica. Non può quindi che essere - ripeto - un momento soltanto temporaneo, soprattutto per quanto riguarda la quota economica, perché si auspica veramente il coinvolgimento dell'iniziativa privata rispetto ad un'Agenzia che dovrà in toto badare alla promozione turistica della nostra Regione.
Personalmente mi auguro che i 2 miliardi che oggi vengono stanziati non siano sufficienti. Ripeto: auspico che, una volta decollata l'Agenzia turistica, questa sottoscrizione delle quote - che, ricordo, da parte della Regione deve raggiungere un minimo del 51% delle quote totali - non sia sufficiente.
Occorre riuscire a sensibilizzare i privati che si occupano di promozione turistica in Piemonte e se - come è stato detto - già un miliardo è stato sottoscritto dalla Camera di Commercio, auspico che in futuro i privati che si occupano di turismo e di promozione turistica sottoscrivano molte più quote, in modo che la Regione Piemonte debba in assoluto aumentare la quota capitale. Tutto questo in funzione della logica secondo la quale, a mio parere, il turismo in Piemonte deve essere considerato soltanto ed esclusivamente come una posizione economica forte e non può essere concepito diversamente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

Preannuncio il voto favorevole di Alleanza Nazionale a questo provvedimento e, prendendo spunto da quanto hanno detto i colleghi nel corso della discussione, ricordo al collega Papandrea che la legge regionale prevedeva che la Regione avesse comunque una partecipazione superiore al 50% in questa Agenzia regionale, proprio per determinarne controllo politico e programmatico eccezionali; quindi mi sembra che questa delibera sia in linea con quanto prevedeva la legge.
Inoltre, desidero anche sottolineare che l'adesione per un miliardo delle Camere di Commercio può essere sì considerata come l'adesione di un organismo pubblico, ma è anche vero che non si era mai vista un'adesione così pronta ad un'iniziativa da parte di un Ente che rappresenta comunque aziende, albergatori, ecc. Quasi tutti i gestori di attrezzature turistiche aderiscono alla Camera di Commercio, e io ho notato che in questa occasione c'è stata prontezza nell'adesione a queste quote.
Per quanto riguarda il fatto che vi debba essere l'apporto dei privati io credo che, soprattutto in questa prima fase, debba esserci un particolare apporto di professionalità. Francorosso, che è il secondo o terzo operatore italiano per fatturato, ha già dato l'adesione a questa iniziativa, e questo non mi sembra un fatto insignificante. Mi risulta che anche altri operatori, quale il maggior operatore nazionale, stiano pensando di andare in questa direzione.
Questo sta a dimostrare l'interesse esistente nei confronti di questo provvedimento. Inoltre, il fatto che finalmente, con questo provvedimento si possa gestire una fase in sinergia con il settore privato aiuterà senz'altro ad evitare quelle storture, Consigliere Cavaliere, che in passato le APT hanno determinato. Queste, essendo entità localizzate e locali, svolgevano funzioni di promozione prettamente per la loro area e non realizzavano alcuna sinergia, non dico a livello regionale, ma nemmeno a livello provinciale. Per quanto riguarda la Provincia di Cuneo, sono testimone di politiche contrastanti tra una APT e l'altra a livello turistico.
Credo che tentare la strada della sinergia sia un fatto positivo d'altronde, il settore privato ci insegna che, dove esiste una sinergia di fattori umani, di fattori commerciali e di fattori propedeutici al turismo i risultati ci sono. Lo dimostra il fatto che ormai i pacchetti turistici che vengono offerti non sono più singoli, ma - come ho già avuto modo di dire in un'altra occasione - sono pacchetti turistici integrati. Non è più pensabile che un turista venga in Piemonte e si fermi quindici giorni in una località; deve ottenere una proposta che integri il prodotto a livello regionale e addirittura, secondo me, dovrebbe integrarlo a livello macro regionale cioè inserire anche altre Regioni, perché dobbiamo realizzare queste sinergie.
Credo che in quest'ottica l'adesione di queste entità (ripeto: Camera di Commercio, Francorosso e l'attenzione da parte di molti operatori turistici a questo provvedimento) denoti che, da parte del settore privato c'è un'attenzione che in passato non si era mai rivelata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Il mio Gruppo aveva concorso significativamente, anche con proposte di indirizzo, alla stesura e al perfezionamento della legge; una parte di questi nostri contributi però non è stata recepita e noi, nonostante le intenzioni di origine, non abbiamo potuto votare a favore della legge.
Rilevo che l'approvazione della quota di sottoscrizione, da parte della Regione, del capitale dell'APT regionale è, insieme all'approvazione della legge, un fatto altrettanto significativo e il terzo capitolo riguarda l'insediamento e il funzionamento delle ATL. Devo rilevare su questo punto positivamente, il fatto che comunque - capisco che l'Assessore sia particolarmente impegnato con il Consigliere Racchelli, ma è interesse del Consiglio regionale che la questione non si concentri esclusivamente nell'irrisolvibile contrasto tra Torino e Verbania! - la messa in funzione dell'Agenzia regionale per la promozione turistica del Piemonte rappresenta, insieme all'approvazione della legge e all'insediamento delle ATL, uno dei tre elementi strategici dell'operazione.
Evidenzio alcune problematiche: penso che l'Assessore debba su questa materia fare largamente riferimento ai contributi, alla consapevolezza e alle critiche, anche, di tutto il Consiglio, avendo ben presente che la Regione Piemonte sta facendo un'operazione che il PDS ha condiviso, nel cercare di risolvere il problema del deficit di realizzazione dei soggetti puramente pubblici nel campo della promozione turistica con un'operazione di sinergia tra soggetti pubblici ed economia privata. Il punto - è stato sottolineato più volte dal collega Cavaliere e dai compagni di Rifondazione Comunista - sta anche nel fatto che quando si fa riferimento all'economia privata, al mercato, noi non abbiamo un soggetto indistinto che agisce e coagisce all'unisono - vero, Assessore? - ma abbiamo delle segmentazioni infinite, alcune delle quali si staccano dall'interesse generale, altre lo trainano, altre ancora hanno un interesse proprio. In mezzo a tutta la situazione, questa è un po' come - scusate l'accostamento - la gestione dei rifiuti solidi, che ha un fatturato di soli 500 miliardi, ma come interesse coinvolge tutto il Piemonte perché usa territorio, coinvolge sensibilità e quant'altro. Non è questione di fatturato, è questione di soggetti. In questa situazione, quello che rappresenta un problema per tutti coloro che seguono questa strategia, e anche per noi, è che abbiamo sì un'area di tour operator significativi che collaborano, entro limiti non particolarmente impegnativi per il loro bilancio, ma significativi come traiettoria politica, ed abbiamo invece un'economia diffusa che è l'economia diffusa del Piemonte, fatta di una miriade di soggetti che agiscono attraverso una situazione di condizionamenti, di motivazioni, di condizioni soggettive delle aziende, che dicono di non trovarsi coinvolti. Io sto inventariando da questo punto di vista un problema. E la preoccupazione ce l'ho perch e questo bisognerebbe poterlo dire anche al Presidente Ghigo, ma sono già contento che siano presenti alcuni Assessori - l'Agenzia per la promozione del turismo in Piemonte ha bisogno di elementi strutturali ed organizzativi su cui la Regione, si può essere d'accordo o meno, sta cercando di impostare un suo filone. Ha però bisogno di una sinergia istituzionale e di programmazione economica, che è altrettanto fondamentale. Mi spiego: se a Torino non ci potranno mai essere alberghi della catena Ibis o della catena Uno (catene che forniscono il pernottamento a 30.000 lire, ed è già alto perché alcuni lo forniscono anche a meno), ci spieghiamo tra di noi con quali argomenti facciamo concorrenza alle città francesi, quando attorno a Parigi si può dormire a 30.000 lire, mentre attorno a Torino non si trova a meno di 120/130.000 lire, a meno che non si vada in un posto dove poi non si ritorna più? E' vero che la richiesta della catena internazionale Uno di costruire un albergo in Piemonte non ha trovato risposta, perché non c'erano i Piani Regolatori, così l'hanno costruito lungo l'autostrada! Va dunque a finire che i soldi messi da una parte, non correlati ad altre politiche, finiscono per produrre dei risultati parziali. Tuttavia, i soldi sono soldi, quindi per ognuno costituiscono un elemento forte del proprio progetto di impresa, per cui ecco che i soldi li vogliono tutti; Racchelli li vuole per il Verbano, un altro li vorrebbe per un altro territorio e così via. E le politiche? Cos'è oggi che ci mette in competizione con un sistema organizzativo della promozione turistica? E' il collegamento con le iniziative culturali, che peraltro non sono di scarso rilievo, che stiamo realizzando qui? Ma ne dico un'altra: il collegamento con le enoteche.
Abbiate pazienza, Assessori all'agricoltura, al turismo e alla cultura, vi parlo collegialmente: abbiamo un sistema nostro e non riusciamo a mandarlo avanti perché continua ad esserci una frammentazione che non rileva punti di coordinamento! Queste condizioni fanno sì che chi parla dall'opposizione debba scegliere, sempre più con grande difficoltà, tra un ragionamento di merito sulle cose da fare, che richiede però un'altra disponibilità corale da parte della Giunta. Su questo voglio essere chiaro: mi riferisco anche all'agricoltura, a situazioni di reticenza che mi sembrano da correggere oppure allora ci si mette dall'altra parte, si fischiano i falli e si segnalano le cose enormi che non possono andare avanti così! Voi capite che entrambe le questioni sono assolutamente motivate, opportune, politicamente corrette e doverose. Dobbiamo anche capire qual è il messaggio che viene dalla parte politica che abbiamo scelto. Il collega Racchelli sta facendo un discorso per un settore di economia che non si ritrova ed anche i nostri rappresentanti locali ci segnalano forti disagi sul posto. Sarete testimoni che non abbiamo preso niente in mano per gestire qui, nelle sedi che continuiamo a considerare quelle autorevoli, ma voi capite anche, ed è doveroso dirlo almeno una volta prima di passare a conseguenti comportamenti, che nessuno è interessato a lasciare che si svolga una diatriba all'interno della maggioranza, come se il resto del Consiglio fosse di forze politiche comprimarie. Cose da dire ne avremmo, ne abbiamo e chiediamo. Quello che domando, Assessore, essendo d'accordo su questo provvedimento rispetto al quale potremmo dire che le Camere di Commercio sono Enti istituzionali, comunque sono collocate con fisionomie diverse sono quegli elementi di traiettorie europea che hanno anche natura privatistica e quindi va bene che ci siano. Potremmo dire che c'è una serie di problemi tra le Province e la formazione delle ATL - ne ha già parlato il collega Bertoli. Chiederemmo, sull'ordine del giorno, l'inserimento di un impegno a favore delle ATL per evitare che ci sia in qualche maniera una ritrazione che ci complica i rapporti che devono essere unitari.
La domanda che vogliamo porre è se esiste, a livello di Giunta un'ipotesi di evoluzione di questi comportamenti frammentati per poter utilizzare più sinergie, non è assolutamente un richiamo, è una condizione: se non si realizza questo non solo fra di noi, ma anche fra di voi cominceranno ad emergere delle diversificazioni, delle articolazioni, delle contraddizioni che sono già oggettive, rispetto alle quali l'imbarazzo di tutti si tradurrà in fatti politici.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Angeleri.



ANGELERI Antonello, Assessore al turismo, sport e tempo libero

Gli interventi che si sono susseguiti dei Consiglieri Riba, Montabone e Casoni li condivido. Sono emerse alcune domande da parte del Consigliere Cavaliere su una deliberazione che era all'o.d.g., ma che è stata rinviata.
Il motivo del rinvio è dovuto al fatto che le Province hanno richiesto espressamente che la data del 30 giugno venisse prorogata per garantire la promozione sulle aree territoriali competenti del turismo locale.
Questa deliberazione, tra l'altro prevista dal cap. 5 della legge n.
75, prevede che nella fase transitoria la Regione contribuisca alla costituzione degli uffici di informazione ed accoglienza locale sul territorio e quindi preveda il contributo alle Province e ai Comuni.
Proprio sulla base di tale richiesta la deliberazione è stata rinviata, ma non ritirata. Verrà ripresentata nel momento in cui con le Province si sarà trovato l'accordo per il rinvio della data del 30 giugno.
Rispondo anche alla domanda del Consigliere Papandrea: leggo le quote delle varie realtà private e pubbliche che partecipano - tutte le quote ovviamente sono da raddoppiare così come previsto nello Statuto: Associazione Piemontese Consorzi: 10 milioni ACI: 20 milioni SAGAT: 10 milioni Unione Industriale: 10 milioni ARPIET: 10 milioni Unione regionale Confcommercio: 10 milioni Turin Hotel International: 10 milioni Ente turismo Langhe-Roero: 10 milioni Francorosso: 10 milioni Enoteca regionale di Acqui Terme - rispondendo alla sottolineatura del Consigliere Riba sul lavoro che l'Assessorato all'agricoltura intende fare con le enoteche in termini di promozione, devo dire che la Presidenza ha aderito al costituendo Consorzio pubblico-privato.
Continuo nell'elenco: Consorzio Lago Maggiore: 10 milioni Comune di Torino: 100 milioni Camera di Commercio di Cuneo: 10 milioni URAPA: 10 milioni Associazione ristoratori italiani: 10 milioni Turin Marathon, Comunità montana Valle Maira, Federazione Consorzio operatori turistici, Imprenditalia, Provincia di Asti, Provincia di Biella Camera di Commercio di Vercelli: 10 milioni Unioncamere: 500 milioni.
Per cui i 2 miliardi della Regione Piemonte corrisponderebbero al 65 circa.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 25 voti contrari 6 astensioni 6 L'art. 1 è approvato.
Indìco infine la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI' 27 Consiglieri hanno risposto NO 7 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori (seguito)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Poiché sono le ore 12,35 chiedo che sia, come promesso già da tempo e anche oggi stesso, fornita un'illustrazione sulla movimentazione dei Consiglieri regionali all'interno dei Gruppi di antica o recente formazione.



PRESIDENTE

Ora, Consigliere Chiezzi, passiamo alla proposta di deliberazione n.
445; successivamente verrà fornita un'illustrazione sulla movimentazione dei Consiglieri all'interno dei Gruppi.


Argomento: Organizzazione turistica

Esame proposta di deliberazione n. 445: "Partecipazione della Regione al Consorzio 'Agenzia regionale per la promozione turistica del Piemonte'" Esame ordine del giorno n. 524


PRESIDENTE

Esaminiamo pertanto la proposta di deliberazione n. 445, di cui al punto 22) dell'o.d.g.
In Commissione tale proposta di deliberazione ha ottenuto i voti favorevoli da parte dei Gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale e CDU; si sono astenuti i Gruppi PDS, Patto dei Democratici e Rifondazione Comunista.
La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Volevo solo ribadire, rispetto ai ragionamenti fatti prima, che essendo questo un provvedimento collegato, la sinergia con il privato io non la vedo proprio. Mi pare più una discrasia, nel senso che un impegno di 10 milioni della Francorosso, ad esempio, e un impegno di 2 miliardi della Regione Piemonte, non creano alcuna sinergia!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Racchelli.



RACCHELLI Ettore

Ho chiesto di intervenire anche perché devo fare delle considerazioni in merito a quanto ho sentito dire dal Consigliere Riba sul precedente provvedimento.
Quello del turismo non è un problema che fa parte di un'area o di una componente territoriale del Piemonte. Quando si parla di industria del turismo e quindi di investimenti in questo settore, Consigliere Riba, non si parla di investimenti che devono essere tutela o patrimonio di un'area bensì di investimenti che sono propedeutici allo sviluppo armonico di un settore economico nell'intero territorio piemontese. Certo che se noi partissimo dalla considerazione che per sviluppare l'industria turistica piemontese occorra prendere come esempio la capacità economica di una Provincia che di turismo non fa nulla, probabilmente assimileremmo dei parametri o inseriremmo nello strumento legislativo delle particolari procedure che di funzionale allo sviluppo economico e sociale del turismo e di un'industria del turismo effettivamente promossa non avrebbero pressoch nulla, perché non esisterebbe la cultura, non esisterebbero le tecniche non esisterebbero le capacità, non esisterebbero le competenze, non esisterebbe il know-how, quello che nel mondo significa progresso! Io dico che dall'industria del turismo si possono ricavare enormi risorse economiche e anche risorse sociali perché in questo settore noi possiamo trovare grandi passaggi verso un'effettiva riqualificazione di occupazioni dismesse o anche di imprenditorialità giovanile che altrimenti non avrebbe possibilità in questa Regione di essere occupata. Attraverso un'effettiva promozione del settore turistico è possibile sviluppare settori che tradizionalmente negli ultimi anni hanno trovato una dismissione e una recessione funzionale. E allora chi meglio può pensare di intervenire, di promuovere, di aiutare, di far propria una filosofia di questa Regione che nel settore turistico vuole creare un polo di sviluppo? C'è un'area turistica piemontese che sviluppa il 40% del turismo della nostra Regione e ben il 65% dell'unico turismo reale che esiste nel mondo che è il turismo straniero, perché io non considero turismo quello dei torinesi che il sabato sera partono dalla città per andare in Valle di Susa a trascorrere il fine settimana! E' un turismo anche quello, ma non è un turismo reale! I flussi reali di turismo sono quelli che provengono dall'estero, perché portano valuta pregiata, portano economia estera portano prodotto estero in Italia! E ci permettono di recepire fondi che immessi nel circuito degli investimenti producono occupazione, economia e sviluppo! Quindi, cosa discuto con l'Assessore Angeleri? Discuto di queste cose che non sono discussioni di un Consigliere regionale del Verbano Cusio Ossola che vive di turismo, ma sono considerazioni di un Consigliere regionale del Piemonte che avendo visto che questa Regione vuole investire nel settore turistico - altrimenti non ci sarebbe nemmeno da discutere! dice che se si vuole veramente investire soldi pubblici nel settore turistico non si può prescindere dalle valutazioni che dal settore turistico nascono! Ecco cosa intendo io, Consigliere Riba, quando parlo di turismo e quando parlo di una legge che è fatta ed è studiata, mi auguro per sviluppare l'industria del turismo e non per creare nuovi posti o promuovere ambiti che di turistico non hanno nulla! Discuteremo poi, sempre in quest'aula, se vogliamo discuterne seriamente, di un elenco di Comuni che ci è stato propinato, ma che di turistico non hanno nemmeno il nome! Allora, su che cosa l'industria del turismo deve pensare di poggiare la propria piattaforma politica e di sviluppo per sviluppare il Piemonte? Su quattro cose sostanziali, che sono il motore di questa economia: i laghi la montagna, la cultura e, di conseguenza, l'enogastronomia. Questo è il motore che deve recepire la benzina per tirare avanti il carro dell'economia turistica; è l'unico motore che ci permette di entrare in Europa e nel mondo e che può portare al carro e alla sostanza anche le altre realtà turistiche che sono meno conosciute, che hanno avuto meno fortuna, meno investimenti, meno capacità di farsi conoscere e hanno avuto un'orografia territoriale che non le ha privilegiate. Ma non possiamo pensare di distribuire soldi a pioggia per portare località inesistenti nel turismo! Solo con questi quattro pilastri del turismo piemontesi (ripeto: laghi, montagna, cultura ed enogastronomia), con questi quattro "missili" possiamo arrivare in Europa e nel mondo portando anche il paese sconosciuto che ha una chiesa particolare o una produzione viticola particolare, questo è il turismo! O pensare di portare i 2/3 milioni di visitatori che abbiamo in una determinata area turistica piemontese a visitare anche le Langhe Roero, perché queste siano conosciute, perché quei turisti non ci andrebbero mai nelle Langhe-Roero! Vengono in Piemonte perché c'è una caratteristica fondamentale che porta tanti cittadini del mondo a visitare determinati musei o godere di paesaggi unici al mondo e fa fare alla gente migliaia e migliaia di chilometri. La gente viene in Piemonte per quattro cose, non per altro! Noi abbiamo un elenco invece che ci dice che turistico è tutto: no! Se vogliamo mirare gli investimenti, se vogliamo produrre effettivamente sviluppo, se vogliamo creare posti di lavoro, se vogliamo creare aziende che si moltiplichino e che diano effettivamente il risultato degli investimenti, dobbiamo sapere che il turismo in Piemonte sono quattro cose e su queste quattro cose si deve investire e ci si deve impegnare, capendo che sono quattro cose che fanno parte della Regione Piemonte e che lo scopo finale è promuovere la Regione Piemonte! Questo volevo dirle, Consigliere Riba, lo dico a lei perché è simpatico, perché se lo dicessi ad altri probabilmente toccherei la suscettibilità: non si difende una terra, un'area o un'economia, si difende il Piemonte!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba per dichiarazione di voto.



RIBA Lido

Signor Presidente, intervengo in veste di "nuora" di Racchelli, visto che - come le suocere - ha detto che si rivolgeva a me perché ero simpatico.



PRESIDENTE

Parlava a lei perché è simpatico e perché sentissero i cinquantanove antipatici.



RIBA Lido

Quindi posso dire che ha parlato ad una specie di nuora. Tra l'altro, è un ruolo che non mi imbarazza affatto, in questo caso naturalmente! Presidenti della Giunta e del Consiglio, Assessore Angeleri, mi pare comunque che questo dibattito, che peraltro non era particolarmente previsto in quanto si svolge su un elemento circoscritto, un po' laterale ha messo in evidenza tre questioni.
La prima: finalmente la materia turistica sta fortemente coinvolgendo la sensibilità di questo Consiglio regionale e per uno come me che poneva queste questioni - chiedo la testimonianza del Presidente Picchioni - già nella precedente legislatura, come questione delle economie delle periferie, per certi versi, o del territorio, questa è una cosa che non pu che fare piacere.
Seconda questione. Abbiamo messo in evidenza il fatto che in Piemonte vi sono perlomeno due situazioni diverse: in alcune zone il turismo è un'attività economica funzionante quasi a livello industriale; in altre aree, invece, è solo un progetto. E' chiaro che, quando si pensa di industrializzare una Regione, non si pensa certamente a deindustrializzare i suoi poli più avanzati, anzi quei poli devono fornire know-how, ricerca tecnologia e conoscenze. Questo è un progetto più complesso, che non riguarda solo l'Azienda, riguarda la cultura, l'Università, i Centri di ricerca, e su questo siamo totalmente d'accordo.
La terza questione riguarda il percorso ancora un po' solitario che sta facendo il settore del turismo, con difficoltà a registrare le convergenze e anche - se volete - le deleghe: nella collegialità ci sono anche delle deleghe. Io sono convinto che alcune operazioni debbano essere pilotate dal Settore Turismo con la collegialità del caso, perché - e torno al mio esempio - se dovessi parlare della funzione delle enoteche con chi si occupa di turismo, avrei una condizione di approccio diversa rispetto a quella che avrei con chi si occupa di agricoltura o di altre cose.
Voglio dire che noi abbiamo bisogno di realizzare qui una capacità di trasformazione in valenze economiche, di sviluppo occupazionale e di reddito di tutto ciò che facciamo, ivi compresa la cultura, e ciò non è una svalutazione, ma è una modernizzazione.
Quindi, collega Racchelli, il suo messaggio viene da me pienamente recepito e - credo - in questi termini rilanciato, nel senso che chiederei alla Giunta una Conferenza sul turismo, promossa dalla Regione, da realizzare in autunno, una volta messo a punto tutto il nostro nuovo sistema - Agenzia regionale, ATL - fatto un consuntivo della stagione turistica e misurato l'esito di una sperimentazione, sempre nel rispetto delle reciproche posizioni e dei diversi punti di vista. Aggiungo solo una cosa, Consigliere Racchelli: ai generatori di flusso turistico bisogna aggiungere gli attrattori tipo "le città d'arte". Il Piemonte non riesce a sfruttare appieno queste potenzialità, perché ricavare un vantaggio economico da questo genere di iniziative è una questione che mette in discussione le Giunte, mette in discussione i modelli amministrativi delle città, che devono fornire anche spunti ed orizzonti.
Ricordo che la settimana scorsa, nella città di Rivoli, promosso dal PDS locale, si è svolto un convegno sulle prospettive turistiche di quella città. Ed è emerso come Moncalieri da un lato e Rivoli dall'altro, nonch le colline moreniche, rappresentano dei patrimoni di grande pregio, che devono essere valorizzati a partire da uno sviluppo, uno snodo culturale sul territorio.
Allora, sarebbe auspicabile concludere questo parziale dibattito con l'indirizzo di promuovere, a chiusura della stagione estiva e prima di quella invernale, una Conferenza regionale sul turismo, per consentire al Consiglio regionale nel suo insieme e agli operatore turistici di tutto il Piemonte di avere un appuntamento organizzato sulle materie cultura turismo, agricoltura, territorio e fruibilità delle nostre potenzialità.



PRESIDENTE

Sono stati presentati i seguenti emendamenti: 1) Emendamento presentato dal Consigliere Racchelli: all'art. 16, comma settimo, dopo le parole "del Consorzio tenendo" aggiungere la parola "inderogabilmente". Pertanto la frase sarà: "del Consorzio tenendo inderogabilmente conto, nelle scelte di promozione ecc.".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 35 voti favorevoli e 6 astensioni.
2) Emendamento presentato dall'Assessore Angeleri: vengono soppresse le ultime due linee del dispositivo.
Si sopprime perché è stata approvata la legge precedente: si tratta quindi di un mero fatto tecnico di aggiustamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 28 voti favorevoli e 10 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri).
Pongo pertanto in votazione la deliberazione come emendata, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 27 voti favorevoli, 5 contrari e 10 astensioni.
Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 524, firmato dai Consiglieri Montabone, Vaglio, Ghiglia, Cotto, Gallarini, Rubatto e Casari, collegato alla deliberazione testé discussa, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte premesso che la L.R. n. 75/95 'Organizzazione dell'attività di promozione, accoglienza ed informazione turistica in Piemonte' inaugura l'industria del turismo del Piemonte, definisce la struttura, la strategia e le risorse finalizzate a promuovere la regione come unico, competitivo prodotto turistico l'industria del turismo del Piemonte è riconosciuta come volano fondamentale per lo sviluppo economico e sociale, per la creazione di nuova occupazione e nuove professioni, per la tutela e la valorizzazione del territorio, del patrimonio artistico, culturale, ambientale enogastronomico, del commercio e dell'artigianato l'industria del turismo del Piemonte ha prodotto nella stagione 1996 oltre 8 milioni di presenze, di cui oltre 3 milioni straniere, determinando di fatto un forte interesse economico nazionale derivante dal cospicuo afflusso di valuta estera l'industria del turismo del Piemonte rappresenta una capacità ricettiva media di n. 3,8 posti letto per 100 abitanti, con punta nel Verbano Cusio Ossola di 21,11 posti letto per 100 abitanti la L.R. n. 75/95 indica un processo formativo nelle imprese, nelle attività, nelle professioni e negli Enti locali rivolto alla creazione e riqualificazione del prodotto turistico, dell'accoglienza e dei servizi di assistenza del sistema turistico territoriale la legge regionale affida all'Agenzia regionale per la promozione turistica le relazioni con il mercato turistico la L.R. n. 75/95 all'art. 11 definisce gli ambiti turisticamente rilevanti, a preminente economia turistica, così come in seno all'Agenzia regionale per la promozione turistica è previsto nello Statuto che il piano pluriennale ed annuale delle attività e degli investimenti siano predisposti tenendo in debito ed oggettivo conto gli indici economici territoriali prodotti dal reale flusso turistico nazionale e straniero elaborati dal competente Assessorato impegna la Giunta e il Consiglio regionale a: individuare opportuni provvedimenti e linee di indirizzo capaci di sostenere lo sviluppo territoriale del prodotto turistico con riferimento agli oggettivi e reali flussi e all'interesse economico nazionale derivante dall'apporto della valuta estera prodotto dal sistema turistico regionale sostenere l'investimento per la riqualificazione del sistema turistico regionale con provvedimenti di semplificazione e velocizzazione burocratica, di riqualificazione e razionalizzazione della spesa pubblica intraprendere nei confronti di Province e Comuni ogni azione utile a predisporre qualificanti e concreti interventi per il miglioramento del sistema territoriale di accoglienza".
A questo documento è stato presentato il seguente emendamento da parte dei Consiglieri Bertoli, Riba e Angeli: al termine dell'ordine del giorno aggiungere un nuovo punto: "finanziare, con non meno del 50% della spesa storica delle disciolte APT la costituente ATL".
La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Pregherei il collega Bertoli, visto il tenore dell'ordine del giorno che è specifico e riguarda in modo particolare la vera promozione turistica, di ritirare l'emendamento.
Se noi non capiamo la filosofia dell'intervento del collega Racchelli confondiamo parecchie cose del turismo; confondiamo la promozione, che deve essere rivolta agli altri Stati europei e Oltreoceano, con l'accoglienza turistica. Rischiamo cioè di confondere l'Agenzia regionale per la promozione turistica con le Agenzie di accoglienza locale, perché questo dice la legge. Io sono d'accordo a votare la proposta di Bertoli separatamente da questa, perché non ha alcun senso metterle insieme.
Poc'anzi il collega Casoni ha ricordato alcune cose, Racchelli le ha ribadite, io credo che se noi mischiamo l'una e l'altra cosa rischiamo di non aver capito la vera funzione della promozione turistica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertoli.



BERTOLI Gian Pietro

Mi pare che gli interventi del nostro Gruppo, a proposito dell'intera questione, siano stati più che esaustivi. Vorrei soltanto aggiungere alcune argomentazioni in merito all'emendamento che abbiamo proposto. Intanto l'ordine del giorno conclude facendo un preciso riferimento che richiamo.
Cioè nel dispositivo c'è scritto: ad intraprendere, nei confronti di Province e Comuni, ogni azione utile a predisporre qualificanti e concreti interventi per il miglioramento del sistema territoriale di accoglienza.
Quindi ne parla in termini qualitativi. Con il mio intervento volevo soltanto che l'ordine del giorno, da un punto di vista qualitativo, si trasformasse anche quantitativamente per dare delle certezze ad una realtà che in questo momento è in fibrillazione. E' inutile dire che il settore del turismo piemontese è riconosciuto come volano fondamentale dello sviluppo, ecc., dopodiché siamo all'inizio di una stagione turistica per eccellenza, l'estate, e ci troviamo con le APT allo sbando. Con il patrimonio che esiste sul nostro territorio, ricco, composito, magari anche dispersivo, in alcuni casi sicuramente dispersivo, ma che non va annullato va aiutato e ricomposto in un disegno unitario. Perché per costruire il nuovo credo che non si debba perseguire questa strada, quella di tagliarsi i ponti alle spalle, fare territorio bruciato, ma occorra dare delle certezze all'esistente, aiutandolo ad integrarsi nel disegno regionale. Non basta dire: intendiamo aiutarvi. A bilancio ci sono circa 4 miliardi e penso che dare delle certezze finanziarie sia un aiuto importante alla costruzione di un sistema che deve essere ricomposto e che non può essere disperso.
Concludo dicendo che noi abbiamo parlato di almeno il 50% della spesa storica. Perché almeno il 50%? Perché riteniamo che questo sforzo di accompagnamento della Regione nei confronti di questo mondo composito che esiste, che va aiutato all'inizio, quando si ricostruisce, si ristruttura debba essere sempre maggiore. Anzi, forse sarebbe meglio graduare e dire: all'inizio sosterremo le ATL con l'80% della spesa storica, poi il 70%, poi il 50%. Poichè non vogliamo dare indicazioni troppo particolareggiate, ci sembrava che l'indicazione contenuta nell'emendamento si inserisse benissimo nell'ordine del giorno. Ordine del giorno che concludeva con affermazioni e che un'indicazione - e mi ripeto - quantitativa sarebbe stata una certezza che poteva dare garanzie, spingere i timidi ad organizzarsi nelle ATL. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertoli. L'Assessore ora le darà una risposta conclusiva.
Prego, Assessore Angeleri.



ANGELERI Antonello, Assessore al turismo, sport e tempo libero

Pensavo di avere già risposto precedentemente, quando ho dichiarato che la Giunta regionale all'inizio dell'anno aveva predisposto un apposito capitolo in cui aveva inserito poco meno di 4 miliardi da destinare alle Agenzie di informazione ed accoglienza, proprio per coprire le spese fisse rendendosi conto che era compito della Regione Piemonte operare anche la promozione del territorio, quindi garantire che gli uffici sul territorio l'informazione e l'accoglienza in particolare, fossero aperti. Voglio solo sottolineare che questo non è un dato casuale, ma parte da un calcolo che è relativo alla riduzione delle APT che abbiamo effettuato sul territorio.
Avevamo venti APT, stiamo creando dodici Agenzie di informazione ed accoglienza locale, con la partecipazione del pubblico e del privato che sinergicamente dovrebbero operare, oltre che nelle Agenzie, anche sul territorio.
Per tutta questa serie di fattori abbiamo pensato che, rispetto ai circa 6 miliardi che prima si spendevano all'interno delle Agenzie di promozione turistica, probabilmente il 60% di questa cifra potesse coprire le necessità delle Agenzie sul territorio. Voglio solo sottolineare che noi possiamo dare almeno il 50% - e almeno il 50% di 6 miliardi fa 3 miliardi contro i quasi 4 che abbiamo messo a bilancio. Per me, ovviamente l'emendamento, così come è proposto, può essere votato. Ritengo che mancherà di assicurare alle costituende Agenzie sul territorio un lavoro oltre che di promozione, essenzialmente di carattere organizzativo, e che sia necessaria una cifra maggiore che è quella che la Giunta, nel mese di gennaio, ha già messo a bilancio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

So che non è opportuno intervenire troppe volte su una materia. Si è però inserito un passaggio discorsivo che bisogna completare, quindi chiedo scusa per questo. Ciò che pongono le Province è che intanto, siccome le APT hanno continuato a funzionare e continueranno fino al 30 giugno e verosimilmente anche dopo, laddove non sono ancora entrate in funzione le ATL, per mille motivi, questa spesa storica verrà in realtà ancora assorbita in termini di stanziamento dalle APT vigenti e funzionanti.
Quello che si richiede è che le ATL che verranno costituite possano usufruire di fondi adeguati che non rappresentino un depotenziamento, una riduzione. Poi, se vogliamo esprimerlo in altro modo, possiamo accogliere l'impegno politico che, fino a smentita, è un fatto politico anch'esso. Si tratta di essere assicurati sul fatto che le ATL, tenuto conto che devono ereditare personale e, in alcuni casi, spese fisse (situazione che evidentemente non può essere smontata né riorganizzata in tempi rapidissimi), abbiano ancora dalla Regione le condizioni di cui hanno usufruito prima.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Angeleri.



ANGELERI Antonello, Assessore al turismo, sport e tempo libero

La Giunta non ritiene opportuno inserire questo emendamento nell'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Qual è la sua risposta, Consigliere Riba?



RIBA Lido

La risposta è che quando uno cade da cavallo può dire che voleva scendere; in sostanza, è la stessa cosa. Siccome spetta alla Giunta accettare l'introduzione di nuovi elementi, mi sembrava un'eccessiva sollecitudine, visto che aveva già detto che avrebbe respinto l'emendamento; comunque lo ritiriamo.



PRESIDENTE

Pongo dunque in votazione l'ordine del giorno n. 524 nel testo di cui ho dato lettura in precedenza.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 27 voti favorevoli, 1 contrario e 15 astensioni.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori (seguito)


PRESIDENTE

L'ordine dei lavori prevede una dichiarazione da parte del Gruppo CDU in merito alla formazione del nuovo Gruppo MPPE che in questo Consiglio per adesso si costituisce come Gruppo Misto.
Nella seduta di domani si potrebbe, se tutti i Gruppi sono d'accordo passare subito all'esame della proposta di deliberazione sul diritto allo studio e poi il Piano territoriale.
Il Presidente vuole aggiungere - oltre a quanto dico io - alcune sue indicazioni per il percorso successivo in merito all'art. 17 della L.R. n.
56/77.
La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



PRESIDENTE

GHIGO, Presidente della Giunta regionale



PRESIDENTE

In relazione al percorso dei lavori che il Presidente Picchioni ha disegnato, mi permetterei di sottoporre questa ipotesi al Consiglio: domani potremmo discutere in merito al diritto allo studio e al Piano territoriale, dopodiché penso che il Consiglio, convocato per venerdì possa essere sospeso. Dedicherò la giornata di venerdì per fare l'esploratore - siccome devo fare l'esploratore, mi metterò il cappello come mi ha suggerito il Consigliere Cavaliere - sperando di trovare la disponibilità di tutti ad approfondire e valutare la proposta che si sta configurando per quanto concerne la soluzione legata all'art. 17 della L.R.
n. 56/77 in modo che - come mi auguro - si possa addivenire ad una soluzione. La prossima settimana, il giorno in cui il Consiglio regionale deciderà di convocare la seduta, si potrà riprendere la discussione sull'art. 17 che a quel punto potrà essere ripresa con l'approvazione del Piano territoriale già attuata.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Dibattito in merito al passaggio dei Consiglieri Montabone e Picchioni dal Gruppo CDU al Gruppo Misto Movimento Popolare per l'Europa


PRESIDENTE

Ha ora la parola il Consigliere Montabone per una comunicazione al Consiglio.



MONTABONE Renato

Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta colleghi Consiglieri, il contesto in cui noi operiamo quotidianamente carico se non addirittura sovraccarico di incombenze amministrative, non ci consente talvolta neppure, nell'attività dei Gruppi consiliari esterna al Consiglio stesso, di approfondire le tematiche di carattere politico presenti nel dibattito dei Partiti e degli organismi istituzionali del nostro Paese.
Ci viene così a mancare spesso la disponibilità non solo di approfondire i temi e di svilupparne le argomentazioni, ma anche di cogliere gli elementi di innovazione che sono assolutamente necessari alla politica da qualunque parte essa venga esercitata, tanto da coloro che puntano a stabilire e conservare un nuovo ordine sociale, quanto da quelli che tentano di elaborare e di imporre nuove regole di convivenza.
Alla base di tutto questo si pone l'idea di riscrivere un patto, un contratto sociale, che, oltre a fissare i meccanismi di funzionamento delle istituzioni, sia portatore di un radicale cambiamento nell'organizzazione e nella capacità di proposta delle forze politiche.
Se la Bicamerale servisse soltanto a far calare dall'alto presunte riforme e colpi di maggioranza artificiali, artificiose e perfino virtuali rispetto a quelli che sono poi nella normale vita parlamentare gli equilibri, i pesi, i contrappesi reali, poco servirebbe il dibattito culturale che qualcuno, approfittando, se così si può dire, del suo insediamento, ha pensato di intraprendere e sviluppare con assoluta onestà intellettuale.
Quali che siano le riforme di Stato, di Governo, di apparato giudiziario, di legge elettorale, che ne risulteranno rispetto alle quali non possiamo certo dirci indifferenti, quello che vorrei tuttavia sottolineare con particolare rilevanza è che la Bicamerale si pone innanzitutto come sintesi istituzionale di un processo di cambiamento che partendo dal basso sta connotando tutti gli ambiti della sfera pubblica.
Processo contrassegnato dall'instabilità delle alleanze, dalla mobilità delle persone e dalla circolazione delle idee che un tempo sarebbe stato definito una rivoluzione culturale.
In questo quadro le Regioni sono presenti come soggetti che, grazie all'intraprendenza di coloro che le guidano in prima persona, stanno acquistando e conquistando una forte e qualificata titolarietà riformatrice.
Ciò che sta avvenendo, ad esempio, nell'elaborazione di una nuova statualità di tipo federalistico, esprime al meglio questa vitalità e questa capacità di essere presenti nel dibattito nazionale.
Ma rivoluzione culturale vuol dire anche che i patrimoni genetici ideologici di destra e di sinistra vengono a mescolarsi pericolosamente con il rischio di confondere i cittadini e di rendere sempre più instabile e precario il Paese.
Questa reciproca transizione destra-sinistra, sinistra-destra implica però, un passaggio obbligato attraverso il centro.
Un dover fare i conti con quello che resta della sua eredità storica.
Di qeusta eredità cattolica, liberale e socialista noi vogliamo essere testimoni non secondari ed interpreti il più possibile fedeli.
La ricostituzione del centro nel quadro nazionale non è, non può e non deve essere, il risultato di una semplice addizione.
Non può esserlo perché, se così fosse, rappresenterebbe un'operazione effimera, velleitaria, una prova di resistenza, una parata senza speranza di pochi salvati, a fronte dei tanti sommersi dal vortice politico e sociale dei primi anni '90.
Non deve esserlo perché, parlando non di ricomposizione, ma di rifondazione, ricostituzione del centro, occorre soprattutto trovare nuove fonti di energia, di partecipazione e di impegno, direi anche di coraggio di intraprendere nuove strade, nuovi percorsi.
In questo senso va intesa la nostra decisione di dare vita al Movimento Popolare per l'Europa e di presentarlo oggi in questo Consiglio come Gruppo autonomo nel quadro dell'Alleanza del Polo delle Libertà.
Noi vogliamo rimanere attivi in questo contesto di valori, di programmi e di intenzioni: quello nel quale siamo stati eletti nel 1995.
Ma abbiamo anche detto - e qui lo vogliamo ribadire - di volerci presentare come soggetto critico e dialettico, capace di essere autenticamente centrale e cioè il centro di un dibattito, che non può non rappresentare un punto di contatto, ma non un punto di fuga e neppure una linea divisoria incapace di registrare, a livelli più alti del nostro, la circolarità delle opzioni e degli interessi politici.
Specie quando il confronto politico-istituzionale e sociale del nostro Paese, dimostra, come di fatto avviene in questi giorni, di non vivere solo di alleanze di passaggio.
La posizione del Consigliere Picchioni e mia è conseguente a queste considerazioni ed è portatrice in questo Consiglio di una volontà che, pur nella distinzione trasparente delle parti, rappresenti a livello istituzionale il massimo impegno affinché i valori fondanti di questa assemblea possano essere sempre le idee guida del nostro comportamento politico.
Oggi, peraltro, disposizioni regolamentari nate per fronteggiare situazioni contingenti del passato, neppure adeguate rispetto ai mutamenti normativi intervenuti di recente relativi all'organizzazione e al funzionamento dei Gruppi consiliari, ci impongono di costituirci in Gruppo Misto, pur convinti di esprimere e di rappresentare una ben precisa identità politica. Ed è questa la ragione per cui auspichiamo interventi non solo di carattere normativo, che ci consentano di poter svolgere al meglio la nostra azione politica di supporto e di pieno sostegno all'attuale maggioranza.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Noi rispettiamo le motivazioni che hanno suggerito ai colleghi Picchioni e Montabone di costituirsi in Gruppo Misto.
Salutiamo con simpatia ed amicizia l'adesione di Caterina Ferrero al Gruppo del CDU. Chiedo che domani alla collega Ferrero sia reso possibile intervenire, in quanto oggi non è presente perché è rimasta coinvolta in un incidente stradale. Mi ha detto che aveva preparato una dichiarazione che voleva rendere in aula; siamo stati colti di sorpresa, altrimenti avrei chiesto di rinviare a domani questo punto in modo che lei potesse intervenire.
Come Gruppo CDU confermiamo la nostra fiducia al Presidente Ghigo nella continuità del programma.



PRESIDENTE

Mi auguro che non sia grave l'incidente occorso alla Consigliera Ferrero.



COTTO Mariangela

Mi ha detto che andava a fare una visita di controllo; speriamo che non sia nulla di grave.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Ritengo opportuno fare una breve dichiarazione in proposito, in quest'aula, anche perché vi è un interesse politico nelle cose dette e se volete vi è anche un elemento di cortesia politica che può prendere posto ufficialmente in quest'aula. Altre volte è successo nei corridoi.
Di fronte a questa iniziativa scissionistica all'interno di un Gruppo e di frammentazione della maggioranza e di, almeno momentaneo, indebolimento di chi ha provocato e voluto questa iniziativa, mi sono chiesto in queste settimane perché questo fosse successo e cercavo di capire - devo dire senza giungere alla comprensione - i motivi in base ai quali due colleghi (un Capogruppo e il Presidente del Consiglio) hanno deciso una mossa che obiettivamente li indebolisce e trattandosi, come tutti i sessanta, di persone intelligenti, tutto questo era un problema. Adesso l'illustrazione di una posizione politica da parte del Consigliere Montabone cosa mi fa capire? Non molto. Perché l'indebolimento rimane, vi è dietro una proposizione che per certi versi è condivisibile: l'analisi che ci troviamo di fronte a molti movimenti nella nostra società (movimenti di persone movimenti di idee e quindi instabilità), di alleanze o alleanze che cambiano a seconda dei temi che si trattano, la circolazione delle persone una generale precarietà - è stato detto - della situazione, è un'analisi che si può condividere. Ho capito che questo movimento, che avviene dichiaratamente all'interno di un sistema di valori rappresentato dalla maggioranza che ha vinto le elezioni, tenderebbe a realizzare una forza centripeta verso il centro. C'è un tentativo, non a tavolino, ma sui problemi, di fare leva su momenti critici (mi sembra rivolti a tutti, anche alla maggioranza) affinché in modo centripeto questo centro diventi qualcosa di più vero, di più serio, di più capace di fare politica di quanto ora avviene, sia nazionalmente che localmente.
Sugli aspetti critici che avete enunciato come uno degli elementi di questa formazione politica costituita in Gruppo consiliare noi segnaliamo attenzione, nel senso che tutti gli elementi di critica sono utili. E il fatto che si formi in questo Consiglio un Gruppo che dichiara una proposizione politica che noi non condividiamo - l'accentramento verso il centro, un centro moderato e ben organizzato - non lo condividiamo, però il fatto che i passi che muovete in questa direzione comprendano un'analisi critica di quello che avviene, su questo può darsi che ci si trovi nel criticare più o meno nello stesso modo alcuni fatti. Questo può essere un elemento di dibattito interessante che si introduce in quest'aula, mentre non siamo d'accordo, anzi contrastiamo l'idea di fondo che l'Italia e la Regione Piemonte abbiano bisogno del centro così come avete delineato.
Come sapete la nostra posizione è tutt'altra, noi siamo per un rafforzamento delle idee, della forza delle proposizioni e delle critiche di una sinistra estesa, ampia, ma non riteniamo che questa calamita che voi cercate di costruire verso il centro sia la risoluzione dei problema dell'Italia, anzi, a mio modo di vedere, è un fattore di negazione della risoluzione dei problemi.
Ringrazio i colleghi per aver svolto questa informazione che comunque è un elemento che ha almeno maggiormente reso meno tenebroso questo passaggio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Non entro nel merito delle motivazioni politiche esposte dal collega Montabone che stanno alla base delle scelte all'interno del raggruppamento di cui faceva parte; ne prendo semplicemente atto.
Voglio però, da questa vicenda, cercare di cogliere degli aspetti che mi paiono evidenti perché contestualmente sono avvenute in queste settimane, così abbiamo letto sui giornali, fuoriuscite di Consiglieri dal Gruppo di Forza Italia e vi è stata anche una sfiducia alla Giunta sulla vicenda della delibera "Juvecentus" su cui non si è poi riflettuto, nel senso che si è poi saltata una settimana di Consigli regionali contribuendo ad ingolfare i lavori attuali, ma degli indicatori da quella vicenda devono essere colti.
Al di là dei vari aspetti interni alle forze politiche che componevano la coalizione del Polo, emerge una difficoltà del Polo nel suo complesso e dell'idea di governo, quindi della Giunta ed anche del Presidente della Giunta nella sua azione di governo. Una difficoltà di proiezione politica chiara, egemone, trascinante, che genera evidentemente delle implosioni interne. Questo è ciò che mi pare di notare e quindi di dover segnalare come dato politico che sta emergendo in questa fase: Assessori che annunciano dimissioni, sfiducie, Consiglieri che se ne vanno! Questo è ci che leggiamo dai mezzi di informazione, che si verifica poi anche quotidianamente, e non mi pare che sia un segno di buona salute della Giunta del Polo.
Mi permetta ancora, Presidente, una digressione. Il collega Montabone richiamava anche il fatto che il Regolamento non è più adeguato. A me non pare - o almeno lo è, ma per una forma contraria a quel che sostiene il collega Montabone - nel senso che il Regolamento era aderente e adeguato al tipo di elezione proporzionale. Semmai un Regolamento più adeguato ad un proporzionale maggioritario misto va in senso contrario alle necessità richiamate, a meno che, nelle tante modifiche proposte dal Vicepresidente Deorsola, non si voglia inserire anche una nuova figura di Consigliere cioè il Consigliere interinale, ovvero in affitto. Possiamo vedere se è possibile introdurre questa figura; se così fosse, occorrerebbe capire chi ha i "cartellini", perché anch'io avrei bisogno di un paio di Consiglieri quindi li prenoterei.



PRESIDENTE

Faccio presente che dobbiamo lasciare libera l'aula alle ore 13,40 perché alle ore 14 si svolgerà una consultazione della IV Commissione.
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Credo che quella del collega Montabone sia una dichiarazione di grande interesse, perché permette una riflessione su due aspetti: primo, sulle difficoltà complessive della maggioranza di centro-destra; secondo, sul ruolo del centro anche in questa assemblea regionale. Le difficoltà della maggioranza derivano dal fatto che questa decisione - come altre decisioni e come altri fatti accaduti - è indicativa di una grossa difficoltà di carattere politico.
Quando dei Consiglieri passano da un Gruppo all'altro, come è successo ad esempio con la Consigliera Caterina Ferrero che passa da Forza Italia al CDU, quando altri colleghi passano in maggioranza, e soprattutto quando questi spostamenti avvengono all'interno della maggioranza, tutto ciò è sicuramente indice di una debolezza di carattere politico. Probabilmente manca l'elemento politico unificante, il collante politico che permette di tenere assieme una maggioranza.
Quando vengono espresse, come sono state espresse dal collega Montabone non soltanto oggi e anche da parte di altri colleghi, penso anche al CDU e al CCD - alcune riflessioni critiche, sempre fermo restando il voto favorevole e leale in aula, sulle decisioni della maggioranza e sulle decisioni della Giunta, anche questo è un segno di difficoltà.
E' evidente che la maggioranza non riesce a comporre le anime diverse che esistono al suo interno; anime diverse dal punto di vista politico, ma anche dal punto di vista culturale: non riesce a comporre alcune posizioni estreme con alcune di carattere moderato. Io dò questo tipo di lettura: i cambiamenti all'interno della maggioranza avvengono non per caso, ma perch ci sono delle difficoltà. Su queste non mi soffermo, perché mi sembrano evidenti.
L'altra considerazione che mi induce a fare il collega Montabone è sul ruolo del centro. In fondo, questo sistema, sul quale noi oggi abbiamo ricostruito le istituzioni (sistema che io non chiamo "bipolare", ma "maggioritario"), com'è noto, ha portato e sta portando, e sempre più, alla frammentazione del centro. Quello che ha detto il collega Montabone ne è indice, cioè in questo Consiglio regionale il centro è notevolmente frammentato. E quando dico "centro" dico anche "Forza Italia", non parlo soltanto degli ex democristiani.
Ritengo che questa frammentazione sia un fatto complessivamente negativo, perché credo che questo Paese, ma anche questo Piemonte, abbia bisogno del centro. E quando dico "centro" non intendo soltanto un luogo geometrico, ma intendo una posizione politica capace di assumere un'iniziativa per risolvere i problemi.
Questo è il ruolo che ha sempre svolto il centro. E non immaginiamo lo dico al collega Montabone, ma anche agli altri colleghi che fanno riferimento a questo luogo geometrico - che una ripresa del ruolo del centro possa avvenire attraverso una differenzazione o soltanto attraverso la rivendicazione di una posizione geometrica, ma deve avvenire attraverso una proposizione forte di carattere politico. E credo che chi si rifà ad una tradizione nobile - a mio parere, e così è stata definita anche da altri - abbia sicuramente la capacità di esprimere una posizione politica non riferita a fatti concreti, a singole deliberazioni, a singole leggi, ma una posizione politica di carattere alto, capace di fare sintesi per dare forza al centro in quanto tale.
Il paradosso di questo nostro Paese è che, mentre da tutte le parti le Regioni, i Paesi vengono governati dal centro, da noi il problema è questo: con il tempo è avvenuto che le posizioni tradizionalmente definite di destra e di sinistra oggi governano guardando al centro. Oggi il problema è quello della conquista del centro.
Io credo che nessuno possa ignorare il fatto che Alleanza Nazionale o il PDS non si pongano il problema della conquista del centro: questo è il vero problema. E chi tradizionalmente occupava queste posizioni, in qualche maniera, viene espropriato di un ruolo; ma questo non è avvenuto e non avviene per una sorta di sventura che ci portiamo addosso, ma perch dobbiamo avere la capacità, ognuno all'interno dei propri sistemi e delle proprie coalizioni, di assumere un ruolo forte dal punto di vista politico.
La presa di posizione del collega Montabone ha questo valore, e ci pu permettere, da questo momento, di fare una riflessione più ampia all'interno delle varie alleanze sulla necessità, anche in questa Regione di un'iniziativa politica tesa a superare questa sorta di impaludamento in cui ci troviamo, perché le posizioni di buon senso, che sono sempre state quelle tradizionalmente espresse da forze moderate, non hanno più il valore ed il peso necessario.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Signor Presidente, stiamo innovando una prassi, ma credo che questa travagliata stagione politica che da anni stiamo attraversando porti tutti a ragionare in maniera profonda sulle novità ed anche sulle difficoltà che le forze politiche sentono. Credo che quelle forze politiche che sono state tradizionalmente forze di governo (quelle che il Consigliere Saitta indicava come forze moderate e che sono quelle che da sempre governano i Paesi) debbano e possano trovare delle ragioni di confronto.
Non voglio assolutamente entrare nel dibattito che la comunicazione del Consigliere Montabone potrebbe avviare circa il ruolo di questo nuovo Gruppo all'interno della maggioranza e i problemi che può aver incontrato dal fronte della maggioranza: non è nemmeno all'o.d.g. e finiremmo per fare un ragionamento di carattere affrettato. Ci limitiamo ad augurare che questo nuovo Gruppo riesca a raggiungere gli obiettivi per i quali ha voluto costituirsi.
Il sistema maggioritario ha indubbiamente risolto alcuni problemi e ne ha creati moltissimi altri; ha creato il grosso problema delle identità che esiste in molti anche all'interno di questo Consiglio regionale. E' un problema diffuso nel Paese e all'interno delle diverse aggregazioni, sia di quelle di centro-destra che delle forze che si riconoscono nel centro sinistra. Ciò sapendo che le forze moderate hanno sovente delle ragioni dei motivi e delle volontà di incontro che prescindono dalle posizioni di centro-destra o di centro-sinistra, soprattutto in alcuni grandi temi e soprattutto in quella che è proprio un po' la filosofia di governo maturata maggiormente in quelle forze che nella moderazione e nella volontà di riformismo trovano una loro caratterizzazione.
Voglio concludere appunto con questo augurio fatto ai colleghi che hanno scelto una strada che indubbiamente può essere più impervia di quella che attiene alle collocazioni tradizionali; vorrei però cogliere una questione specifica che riguarda questo Consiglio regionale. Credo che il Regolamento in vigore debba, in qualche modo, essere rivisitato ed ulteriormente valutato, perché discende da una stagione che aveva leggi elettorali profondamente diverse da quelle attuali. E se è vero che il maggioritario è un sistema ancora imperfetto, magari anche transitorio, ma che per il momento possiamo dire essere un sistema imperfetto, si deve porre anche nel nostro Regolamento la questione dell'identità, che è cosa che prescinde dall'appartenenza ad uno schieramento piuttosto che ad un altro. L'esigenza dell'identità anche all'interno dei poli è un'esigenza forte. Il Gruppo che si è costituito, di cui noi prendiamo atto e a cui noi auguriamo buon lavoro perché poi il resto del dibattito avremo tante occasioni per poterlo fare, è il sintomo di questa esigenza di identità che il nostro Regolamento sovente non garantisce.
Credo che questa questione debba e possa essere ripresa sia all'interno della Conferenza dei Capigruppo, che potremo eventualmente calendarizzare per un ragionamento di questo tipo, sia all'interno della Commissione per il Regolamento, perché se la questione dell'identità, pur all'interno del maggioritario, potesse essere garantita meglio, probabilmente anche le problematiche che in maniera sorridente il collega Cavaliere prima richiamava non avrebbero ragione di esistere. E' evidente, quindi, che se questa è la questione, deve essere affrontata perché non nasce né si pu esaurire in questo Consiglio regionale! Questa è una questione che esiste nel Paese perché - ci piaccia o no - il sistema maggioritario esiste, i poli esistono, ma noi abbiamo visto nelle ultime consultazioni elettorali nelle grandi città, per esempio, come ci sia stato un proliferare di liste perché la questione dell'identità e la questione del peso che oggi le forze moderate devono poter avere anche in maniera più rilevante è una questione oggettiva che attiene al governo dei fenomeni e al governo delle comunità.
Per cui io penso che, senza nulla togliere alle questioni del maggioritario e delle aggregazioni nei Poli, l'identità sia un problema essenziale.
Noi sappiamo anche che questa questione delle identità delle forze minori ha dei grandi nemici e non è un caso che nella Bicamerale il grande scontro sia collegato a questi temi, ma penso che noi come Consiglio regionale potremo affrontare questa questione anche nell'organizzazione dei Gruppi consiliari.



PRESIDENTE

Ringrazio la Consigliera Spagnuolo che ha sottolineato un problema estremamente importante, che semmai mi permetterò di riprendere.
La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Presidente e colleghi, dico sinceramente che non sapevo se intervenire lo faccio perché il rito è andato in questa direzione. Da un lato, non volevo affrontare in maniera troppo circoscritta la problematica di tipo culturale e politico che ha posto il collega Montabone al Consiglio regionale, indipendentemente dalla finalità o dalla determinazione relativa alla collocazione sua e del, in questo caso collega, Presidente Picchioni tuttavia, mancando probabilmente un'altra sede, questo è il momento per fare qualche considerazione di merito.
La prima, quella più ottimista. I temi posti a riferimento della scelta politica illustrata dal collega Montabone sono temi notevoli, temi che condividiamo e che sono sicuramente un elemento di antitesi peraltro del rapporto tra il Gruppo che si forma e la maggioranza alla quale aderisce perché quei temi erano interamente posti, anche perché credo che in ogni caso non fosse estranea alla cultura degli autorevoli membri del Partito Popolare per l'Europa la stesura del documento programmatico generale della maggioranza e della Giunta Ghigo, quei temi c'erano.
Poiché ho detto in varie occasioni che i presupposti culturali assunti per la determinazione e definizione della maggioranza erano molto parzialmente adottati nell'iter della scelta, dell'iniziativa, del lavoro del governo regionale, capisco e condivido che il fatto di doverli riproporre ed assumere come un elemento di differenziazione vada considerato in termini di una sollecitazione del tutto positiva per il Consiglio regionale. Da questo punto di vista, colleghi, davvero ben vengano, sono temi sui quali noi siamo non soltanto interessati a che il Consiglio regionale si misuri, ma crediamo anche che se questo non avverrà questo Consiglio regionale continuerà a circolare all'interno di un raggio sempre più ristretto di vivacità, di vitalità e alla fin fine di prestigio.
Su questo non c'è dubbio.
Seconda considerazione. Il centro, questo percorso attraverso il quale dice Montabone - la destra, la sinistra, i poli, non possono che in qualche maniera vedere un attraversamento di culture in un ambito di trasferimenti intellettuali e culturali che si verificano nella vita politica italiana. Si può accettare, però con qualche considerazione. Noi guardiamo con simpatia e con affetto all'autoconsiderazione, in parte motivata, del centro, delle ragioni del centro, della posizione del centro.
Tuttavia, non possiamo non rilevare che si tratta di una situazione più geografica che politica. Abbiate pazienza, ma lo dico perché se c'è una proposta di argomenti io contropropongo degli argomenti di discussione, non per dire "è giusto o non è giusto"; dico che sembra al nostro Gruppo avendo anche fatto qualche valutazione, che la questione ci sembra più geografica che politica perché nel momento in cui confluite tutti al centro, cioè si confluisce in molti, molti confluiscono al centro, poi il centro ha bisogno di ridividersi per rappresentare i molti. E la sintesi unitaria, forte ed eventualmente interlocutrice nei confronti dei poli di questo centro, mi pare non si formi, non si individui, ma soprattutto non si possa granché individuare in futuro.
Cosa vuol dire? Una rinuncia alla nettezza delle posizioni? Una posizione di ponte? Un elemento interlocutorio della vicenda politica italiana? E' tutto aperto, guai a me se presumessi di dare delle risposte io mi limito a constatare su un piano culturale, senza tema di smentita naturalmente, ben essendo certo di non avere un consenso esplicito, che il Presidente Picchioni nella contesa, non parlo elettorale, ma culturale che c'è stata tra Valentino Castellani e il suo antagonista Costa, sui termini culturali, sulle modalità di affrontare i problemi della civiltà e della società, io non dubito, naturalmente non chiedo conferma perché sarei smentito, che il Presidente Picchioni stesse con Castellani e non con Costa, questo è del tutto evidente, non solo Picchioni, ma anche tanti di voi (spero tutti).
Il problema non è questo, è che poi l'alleanza è quella! E' che poi l'alleanza in qualche maniera, se non sviluppa un dato più autonomo, in cui si vedano meglio i tratti della cultura che vince e che prevale, le alleanze (vale anche per l'alleanza di centro-sinistra, vale anche per i problemi dell'Ulivo) non sono un fatto di appiattimento nei quali alla fin fine dove c'è il governo quello finisce per ridistribuire delle opportunità a tutti e dove c'è l'opposizione quanto meno le opportunità delle tribune assolve ad un problema di capacità di espressione e di iniziativa di tutti.
Il problema delle alleanze pone qualcosa di più! Noi non riusciamo, anche se lo auspichiamo, a vedere accentuazioni, differenziazioni, e non parlo nelle contese sull'art. 17, che pure sono significative. La strategia, il percorso, il progetto politico è un qualcosa di complesso.
Ora, il centro specifico del nostro Consiglio regionale registra: il CCD, il CDU, i Popolari per l'Europa, ma credo anche che il Pensionato si consideri un po' di centro visto che viene da sinistra, se non altro per la questione dell'incrocio che è stata posta, prima di arrivare a destra passerà cinque minuti per il centro, o qualcun altro come il Consigliere Galli che viene dalla Lega non so bene dove collocarlo, e naturalmente Forza Italia che a pieno titolo si considera una forza di centro.



(Commenti dai banchi della maggioranza)



RIBA Lido

E' una questione di autocoscienza soggettiva: è di centro chi si sente tale; a questo punto, visto che non lo posso desumere dagli atti, lo desumo dalle affermazioni. Se uno dice di essere di centro sarà di centro; Ghiglia non dice di essere di centro, neanch'io dico di essere di centro e credo neppure Cavaliere. Abbiamo alcuni punti chiari ed altri che sono ancora "de iure condendo".



(Commenti del Consigliere Cavaliere)



RIBA Lido

Il Consigliere Cavaliere è di centro e pone un problema significativo per la definizione univoca del centro, questo l'ho appreso adesso, non ne ero così avvertito.
In ogni caso questa situazione dinamica non rappresenta un fatto privato dei soggetti che ne sono in qualche maniera gli autori, lo spostamento di alcuni colleghi e colleghe, la ridefinizione del Gruppo del CDU. E' un fatto che rappresenta un dato politico, siamo interessatissimi a ragionare, discutere, considerare le conseguenze di tipo politico che produrranno.
Dovrebbe esserci una visibilità, una caratterizzazione delle posizioni politiche, anche di merito oltre a quelle riferite alla Bicamerale che è un organismo esterno al nostro, perché lì tutto si somma, poi tutto si ritrova nella stessa situazione di prima.
All'interno della nostra istituzione, colleghi Montabone e Picchioni nell'augurarvi buon lavoro e successo nel vostro impegno, aspettiamo di vedere e valutare i fatti politici attraverso i quali si identificherà il Gruppo che si è formato al di là della sua collocazione geografica all'interno del centro.



MINERVINI MARTA



PRESIDENTE

La parola al Presidente del Consiglio regionale, Picchioni, che interviene in qualità di Consigliere.



PICCHIONI Rolando

Ringrazio innanzitutto i colleghi per tutta l'attenzione che hanno voluto riservare, prima sollecitandola e promuovendola e poi naturalmente ascoltandola, alla relazione del Consigliere Montabone.
Voglio subito sgombrare il campo da quelli che potrebbero essere degli equivoci presenti sempre nelle parole scritte e pertanto nelle parole che riescono meglio a dissimulare il pensiero di quando uno parla a braccio.
Voglio soprattutto dire che la nostra posizione politica non viene da una verifica di crisi, più o meno incipiente, nell'ambito della maggioranza di governo della Regione Piemonte. Sono riflessioni lontane che portano lontano. Sono riflessioni politiche che hanno portato alcuni di noi, come il Consigliere Renato Montabone ed io, a verificare, forse criticamente, la posizione del nostro Segretario nazionale Rocco Buttiglione, la sua azione di governo del Partito, la sua strategia, nel rispetto delle opzioni che lui ha voluto usare e delle tattiche con cui le ha volute accompagnare.
Era un problema che ci siamo posti, caro Consigliere Chiezzi. Il problema di una linea politica non si gioca pensando di mettere la propria pelle su un bastone, oppure facendo il ragionamento se Parigi val bene una messa; una linea politica, indipendentemente dai vantaggi o dagli svantaggi che essa può comportare, se uno sente di condividerla la deve seguire fino in fondo.
Ebbene, se questo è lo scenario di riferimento culturale e politico al quale noi abbiamo aderito e che ha portato, inevitabilmente, ad una richiesta di giusta, sacrosanta richiesta da parte degli amici del CDU, di una propria visibilità che non poteva essere ulteriormente sottostimata e sottovalutata rispetto a quello che poteva essere ancora un compromesso di cogestione interna del Gruppo, noi, aderendo ad una richiesta formulata anche correttamente, dalla Consigliera Cotto, dall'Assessore Leo e dall'Assessore Cavallera, abbiamo creduto opportuno dare vita ad un Gruppo che, pur nella sua minuscola entità, possa rappresentare almeno un segno di chiarezza all'interno della vecchia compagine o una delle vecchie compagini postdemocristiane.
Credo che questo sia opportuno e serva anche per quella fisiologia di rapporti che devono esistere comunque senza cadere nella ormai scontata, e quasi canonica, visione degli "ex" che tra di loro si combattono.
Detto questo e pertanto ancorato una posizione politica ad un fatto strettamente nostro, noi ci dobbiamo porre - è stato posto - un discorso come i Consiglieri Chiezzi, Saitta, Spagnuolo, Cavaliere e Riba, sul problema del centro. Il problema del centro lo possiamo discutere e abbiamo infinite chiavi di lettura. Il centro è per sua natura a geometrie variabili. Lo è per sua natura, perché mentre noi da una parte abbiamo la polarizzazione delle forze, le quali certamente hanno un loro consolidamento, un loro perimetro geopolitico ben preciso, il centro, non per una questione geografica, ma per una questione di compenetrazione direi sociologica della società italiana o delle opzioni che esistono in essa non può che essere una formazione a geografia variabile.
Perché a geografia variabile? Perché, al di là di quanto il Consigliere Riba ha voluto identificare dalla contrapposizione "Castellani-Costa", il problema di recuperare alcuni valori che sono comunque comuni, al di là e al di sopra e ben al di là e ben al di sopra, di una legge lettorale, e ben al di là e ben al di sopra di una formazione maggioritaria, permane comunque, prima ancora che per formazioni politiche, nelle scelte culturali e ideologiche di ogni cittadino. Perché io, per esempio, posso essere assolutamente vicino a certe posizioni dell'ala progressista o dell'Ulivo per quanto concerne alcune scelte di campo e di governo, mentre sono senz'altro, per la mia formazione, per la mia area, per la mia concezione moderata dello Stato e della società italiana, vicino ad altri valori.
Questa non è una ricerca di un'identità geografica precisa o di una posizione geografica artificiale; è un modo, è una concezione, è una sensibilità culturale che passa al di sopra del Partito, oppure passa attraverso i Partiti.
Quando parliamo del recupero di un'identità culturale, che può essere cattolica, socialista, laica o riformista, non vogliamo riferirci soltanto a quelli che sono archetipi della formazione politica del nostro Paese come si è verificato in questo secolo. No, vogliamo trovare i punti di contatto oggettivi che esistono tra queste culture. Guai se queste culture fossero l'una contro l'altra, armate e schierate, direi quasi incomunicanti. Per fortuna, ed è questa la forza del nostro Paese, possiamo dire che questi punti di contatto esistono ed accomunano tutti da Rifondazione Comunista ad Alleanza Nazionale. Per fortuna, ci sono degli elementi comuni che possono contemperare alle diverse esigenze e renderle compatibili con un disegno del nostro Stato e pertanto della nostra società.
Noi siamo forse gli ultimi reduci del centro, siamo coloro che sono sopravvissuti rispetto agli infiniti caduti, però questo è il senso di una nostra presenza, di una nostra classificazione, di una nostra collocazione politica.
Poi vi è il problema dell'identità. Giustamente il Consigliere Cavaliere ha fatto un'osservazione, ripresa dalla Consigliera Spagnuolo sul problema del Regolamento. Si tratta di un fatto puramente tecnico siamo d'accordo con il Vicepresidente Deorsola - per cui oggi il maggioritario fa sì che tutte le forze politiche, nell'ambito di quel maggioritario, possano esprimere il voto plurimo - tu hai detto prima che il Regolamento era figlio del sistema proporzionale. Se oggi dobbiamo cambiare il Regolamento, dobbiamo storicizzarlo sulla base della legge proporzionale, oppure dobbiamo - come tu hai detto - aggiustarlo e pertanto aggiornarlo sulla base del sistema maggioritario. Cosa vuol dire questo? Vuol dire che i Gruppi che appartengono ad un sistema maggioritario sono rappresentativi, non solamente della propria identità, ma dell'identità complessiva di quei Gruppi che compongono la lista maggioritaria? E allora ritorna il grave problema della Consigliera Spagnuolo: l'identità dove va a finire? E l'identità come si può renderla compatibile rispetto ad una rappresentanza complessiva che comunque il maggioritario tecnicamente propugna? E allora questo ritorna ancora ad essere un discorso politico perché proprio nel momento in cui il maggioritario volesse omologare od omogeneizzare tutte le forze politiche, ritorna proprio l'indissolubile necessità che noi abbiamo di rappresentare una propria identità, che pu avere sfumature diverse, che può avere anche tatticismi, come voi potete richiedere o pensare, che può avere collocazioni strumentali, ma vivaddio se il maggioritario riesce ad omologare, ad omogeneizzare attraverso una legge elettorale, che comunque non è una legge che può rappresentare la ricchezza e la vitalità della società civile, allora proprio per questo dobbiamo affermare la nostra identità, anche attraverso i Regolamenti.
Perché se i Regolamenti, nella legislatura passata, hanno permesso, per esempio, per quanto concerneva il mondo variegato dei Verdi, di dare ad ognuno di essi, ed anche a Rifondazione Comunista, la propria visibilità e la propria rappresentanza politica, allora stiamo anche molto attenti a far sì che nell'ambito di questo Consiglio, per un tentativo coatto di omologazione, le identità di ognuno si vadano a perdere. Il problema non è tanto quello che noi ci realizziamo - come ha detto qualcuno - sul territorio. Ci si realizza nell'attraversata, nel ricercare la grande metafora del viaggio, e la metafora di ognuno di noi è di ricercare sempre qualcosa che lo porta ad avere delle posizioni più avanzate o perlomeno delle posizioni più conformi alla sensibilità e anche all'analisi culturale del nostro tempo. Ma questo cosa vuol dire (per togliere qualunque equivoco)? Vuol dire che noi, a due anni dalla formazione della Giunta Ghigo mettiamo in crisi - non abbiamo i numeri - ma mettiamo comunque in crisi dal punto di vista politico la nostra appartenenza a questa Giunta? Vuol dire che noi tradiamo un'alleanza? Vuol dire che la nostra articolazione interna vuole significare comunque il primo tarlo di un termitaio che potrebbe corrodere dall'interno la stessa formazione politica? No, non è questo. Intanto perché io devo al Presidente Ghigo - e lo dico qui per la prima volta, parlando da questi scranni del mio Gruppo il riconoscimento e lo faccio senza nessuna piaggeria, perché sapete come io sono, fin troppo. Io devo a Ghigo il riconoscimento di un livello di alta concezione istituzionale dell'assemblea e del rapporto tra le forze politiche e tra le istituzioni. Fin quando questa alta funzione istituzionale può collimare con quanto noi pensiamo e con quanto noi crediamo debba esserci nel rapporto tra le forze politiche - perché questo è importante per me, e credo anche per il Consigliere Montabone - nei confronti della Giunta e nei confronti del Presidente, non solo va la nostra massima lealtà, ma il nostro massimo apprezzamento. Io credo assolutamente che questa nostra società, come ha detto giustamente Renato Montabone, dove c'è una circolarità politica totale, dove oggi Fini parla con D'Alema e Berlusconi parla con Bertinotti e dove il fatto costituzionale incipiente è quello di una modifica della nostra stessa carta costituzionale, perché si fa non sulle divisioni, ma sul consenso e sulla convergenza, deve avere anche in questa sede, anche in quest'aula la possibilità che l'esplorazione avvenga a tutto campo e pertanto tutti quegli atti, dal Regolamento - fatto minore fino allo Statuto - cioè alla nostra massima costituzione - devono avere il concorso di tutti. E io, come Presidente dell'assemblea, ma qui parlo certamente come Consigliere, fin quando vedo nel Presidente Ghigo la tutela, la garanzia e soprattutto il rispetto di tutte le forze politiche in campo, io non posso che dare al Presidente Ghigo tutta la mia fiducia e tutto il mio apprezzamento.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Interrogazioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni e degli ordini del giorno pervenuti all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale saranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 14)



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