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Dettaglio seduta n.142 del 12/06/97 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 5) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Bortolin, Chiezzi Farassino, Griffini, Leo, Marengo, Pichetto, Racchelli, Rosso, Salerno e Viglietta.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Esame legge regionale approvata dal Consiglio regionale il 26/11/1996 e rinviata dal Governo relativa a: "Modifica degli artt. 17, 40 e 77 della L.R. 5/12/1977, n. 56 'Tutela ed uso del suolo'" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame degli emendamenti relativi all'art. 1 della legge regionale approvata dal Consiglio regionale il 26/11/1996 e rinviata dal Governo relativa a: "Modifica degli artt. 17, 40 e 77 della L.R. 5/12/1977 n. 56 'Tutela ed uso del suolo'", di cui al punto 6) all'o.d.g.
1/19) Emendamento presentato dai Consiglieri Cavaliere, Moro e Papandrea: al comma primo, dopo le parole "il Piano Regolatore Generale è sottoposto a revisione periodica ogni...", le parole "dieci anni" sono sostituite dalle parole "trentadue mesi".
La parola al Consigliere Cavaliere per l'illustrazione.



(Il Consigliere Cavaliere esibisce sul proprio banco un mattone recante la scritta: "ART. 17")



CAVALIERE Pasquale

Mi pare che la maggioranza sia abbastanza rappresentata per questo importantissimo e fondamentale provvedimento. Bisogna darne atto al Presidente, dargli il premio: è qui per il compleanno... La Giunta sta muovendo i primi mattoni.
Ne approfitto per approfondire la questione dell'area Borsetto di Borgaro. Eravamo arrivati a quando gli Enti pubblici non partecipano all'asta: lo viene a sapere una società, che si costituisce qualche giorno prima (Ligresti, Lega delle Cooperative, ecc.), che acquista questa grande area di 3 milioni di metri quadrati, alle porte di Torino. Chiaramente, si comincia subito a parlare di progetti su quell'area: le Università, l'Alta Velocità, chi più ne ha più ne metta.
Il problema era di non cementificare quell'area, perché nessuno poteva proporre di fare un intervento residenziale; ma quando invece si parla di infrastrutture pubbliche è una cosa del tutto diversa! Il Comune di Borgaro, molto attento alla sensibilizzazione soprattutto della Lega delle Cooperative, chiede di poter realizzare su quell'area una serie di progetti. Ultimamente, siccome questa operazione da parte comunale non riesce, alcuni Comuni propongono alla Regione di acquisire quell'area, che verrebbe venduta allo stesso prezzo - fatto molto curioso.
Noi siamo stati tra i primi a dire che gli Enti pubblici avrebbero dovuto partecipare all'acquisto di quell'area, ma adesso ci sorge il sospetto che quell'area voglia essere fatta acquistare dalla Regione perché con la sponsorizzazione della Regione magari è possibile fare un'operazione immobiliare.
Il Presidente Ghigo dovrebbe dire se l'area Borsetto è di interesse per la pianificazione del territorio, ma non come intende il Comune di Borgaro e qualcun altro, per farci qualche realizzazione che il Comune, senza l'art. 17, non riesce a fare. Se invece la Regione è disponibile...



PRESIDENTE

Se i signori della Giunta venissero qui!



BOTTA Franco Maria, Assessore all'urbanistica

Però lui toglie il mattone!



PRESIDENTE

Ci sono stati ben altri precedenti in quest'aula, altro che il mattone!



CAVALIERE Pasquale

Il mattone è del tutto incorporato in me... è una mia proiezione.



PRESIDENTE

Mi auguro che non sia una clonazione, altrimenti i poveri Consigli del Duemila...



CAVALIERE Pasquale

Faccio la dichiarazione di voto prima che il Presidente venga distratto dal telefonino, che io pensavo avesse ormai preso in uggia! Il Presidente Ghigo dovrebbe analizzare il problema e dire se quest'area, cioè questi 3 milioni di metri quadrati nella provincia di Torino sono o non sono di interesse regionale per una pianificazione del territorio o se debbono solo essere oggetto di una qualche attenzione da parte di altri soggetti. In questo senso, visto che abbiamo interrogato la Giunta da otto mesi, ci aspetteremmo una sua presa di posizione.
Si tratta poi di affrontare il problema delle aree industriali e se affrontiamo i problemi delle aree industriali arriveremo a parlare in primis della Lacchiarella del Piemonte. La Lacchiarella del Piemonte attualmente è Tortona, dove la Giunta regionale dovrebbe interrogarsi sull'operazione della Finpiemonte, che partecipa alle compravendite dell'imprenditore Gavio - compravendite utili, come sempre, solo a Gavio pagate lautamente dalla Finpiemonte e sponsorizzate dal solito Palenzona al quale va sempre bene quando va bene a Gavio.
Presidente Ghigo, il problema di queste aree è in qualche modo legato alla deregulation urbanistica di cui si parla, e spiegherò meglio dopo come all'inizio degli anni '80 le aree industriali sono diventate uno snodo importante per l'inizio della speculazione del territorio che c'è stata nella nostra regione, ma anche in Lombardia, e che ha portato alla cosiddetta edilizia concertata.
All'inizio degli anni '80 l'edilizia non è più stata gestita e coordinata dagli Enti locali, ma è cominciata ad essere oggetto di contrattazione politica. Il territorio non è stato più regolato da leggi chiare e precise, ma è diventato oggetto di una mediazione politica.
Vedremo meglio tale questione prendendo in esame dall'inizio le aree industriali che hanno contribuito a queste operazioni e che hanno determinato queste enormi speculazioni edilizie nel territorio piemontese.
Dopo, Presidente, spiegherò meglio anche la questione di Tortona, dove in questo momento la nostra finanziaria, come la Fidilombardia tre-quattro anni fa, sta collaborando ad un'operazione nella quale ci sono tutti gli ingredienti per diventare la Lacchiarella piemontese.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Al di là della pazienza, del buon senso e del buon gusto di assistere ad un dibattito che naturalmente deve dare ampio spazio alle motivazioni di merito filosofico, che il Consigliere Cavaliere vuole esprimere su un tema così importante come l'art. 17 - e faccio appello al Consiglio - non si pu tuttavia accettare che nell'ambito dello stesso vengano fatte delle considerazioni, delle accuse che verranno messe a verbale e trasferite all'autorità competente, comprese quelle a proposito del Presidente della Provincia di Alessandria, che è stato citato ed avvicinato ad un noto imprenditore piemontese.
Io non posso accettare nella maniera più assoluta che vengano fatte illazioni di questo genere nei confronti di operazioni e di scelte strategiche, oltretutto compiute - e qui lo voglio ricordare, ma non è che mi tiri indietro per quanto riguarda la successiva gestione - dalla Giunta precedente, neanche da questo esecutivo, perché il Parco tecnologico di Tortona era nel Piano triennale del DOCUP, precedente a quello promulgato da questa Giunta, ma io me ne sono fatto carico e l'ho portato a compimento.
Mi appello al Presidente del Consiglio a che si evitino queste illazioni, che non so dire se siano legittime o meno, ma che ritengo non opportune in questa sede da parte del Consigliere Cavaliere. Pregherei dunque il Presidente del Consiglio di fare appello al Consigliere Cavaliere affinché si attenga a considerazioni di merito sul tema che in quest'aula sta per essere discusso.



PRESIDENTE

Stamani ho già fatto questa richiesta, questo richiamo ai Consiglieri perché si tenessero coerentemente al tema illustrato; naturalmente la risposta è stata nel senso che qualunque asserzione poteva essere coerente con l'emendamento all'art. 17. Adesso richiamo ancora i Consiglieri affinché siano strettamente coerenti al tema che è stato loro assegnato e che loro desiderano discutere.
Vi prego anche di evitare qualunque illazione di carattere personale altrimenti mi trovo costretto, vista anche la sollecitazione del Presidente, a fare tutti gli atti conseguenti a tutela soprattutto di coloro che non sono qui, dell'onorabilità che loro compete.
La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Continua a ritmo serrato la discussione sulla L.R. n. 56/77, art. 17 con scarsa sensibilità della maggioranza al dibattito. Vedo con piacere che ogni tanto c'è la presenza del capo dell'esecutivo e dell'Assessore competente. Speriamo in successive e diverse valutazioni politiche della maggioranza su questa tematica, soprattutto sull'assurdo provvedimento che stiamo discutendo.
Per le destre in maggioranza in Regione ottenere facili consensi elettorali, derivanti dall'approvazione di questo iniquo e pericoloso provvedimento di legge, non credo si realizzerà tanto facilmente, perché il problema edilizio e dell'abusivismo è ben presente ancora nelle menti delle popolazioni e tra i giovani, per tutti i problemi ed i guasti che ha provocato. Per cui non basta - credo - il placet di alcuni Sindaci interessati, ma qui è di mezzo proprio tutta la politica di vivibilità ambientale e anche di prospettive future per le nostre città e per i giovani soprattutto.
Con il provvedimento di legge n. 56/77 la destra liberista che governa da due anni - proprio oggi sono stati ricordati questi due anni di governo cerca di compromettere seriamente il difficile tessuto urbano di tutto il Piemonte, con la logica cementizia e dell'abusivismo a cui i Piani Regolatori, in qualche modo, avevano fatto da freno rispetto al degrado e allo scempio terrificante del passato. Tutti hanno presente quello che è successo fino a poco tempo fa, ma anche la sconcertante politica regionale sui parchi, che riguarda soprattutto le 44 Comunità montane e quindi i parchi in esse connessi, istituiti come un'oasi verde. Dicevo, anche la politica di governo regionale sui parchi, che tenta di comprometterli attraverso continue modifiche mirate anche ad incentivare l'attività edilizia, è comunque in perfetta linea con l'iniquo e grave provvedimento di legge in discussione. Quindi c'è tutta una correlazione di tempi.
Io invito ancora la maggioranza a tenere conto che questo provvedimento, così come è stato elaborato, è pericoloso e dannoso, e potrebbe creare dei seri guasti a tutto il tessuto territoriale in materia urbanistica. Per cui sarebbe opportuno prendere visione di questi problemi e cominciare anche una discussione seria con i presentatori di questi emendamenti, che intendono invece portare il problema ad una visione più complessiva e soprattutto ad una posizione di importanza, perché è in gioco il futuro del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Firmando questo emendamento, come quelli che l'hanno preceduto, la richiesta che viene esplicitata è di rafforzare e reintrodurre dei meccanismi di regolazione e di controllo, appunto perché critichiamo la proposta di legge che ha un aspetto di smantellamento di determinati controlli, mentre intendiamo agire nella direzione opposta.
Credo che il tema delle possibili speculazioni edilizie abbia a che fare anche con questo, senza andare ad individuare delle cose su cui ci potrebbero essere sospetti di irregolarità anche in casi in cui c'è regolarità. Penso ad un provvedimento che è passato in Giunta qualche settimana fa, che conclude l'iter della ricollocazione delle aree su cui erano situate le Acciaierie Ferrero. Qui probabilmente la procedura è del tutto ineccepibile, però è successo qualcosa di grave. Un'azienda che dava lavoro a seicento-settecento lavoratori ha avanzato la richiesta al Comune di ricollocarsi, sostenendo che serviva il piano di ricollocazione per stabilire in quel luogo l'attività produttiva, in quanto il vecchio stabilimento era situato al centro della città ed inquinava, creando conflitti tra la popolazione di Settimo e i proprietari dell'Acciaieria. Ad un certo punto si è trovata la soluzione di trasferire l'Acciaieria fuori da Settimo eliminando così il problema ecologico e la presenza in città di questa azienda con i danni che arrecava. L'azienda, però, ha sollevato dei problemi economici seri per fare fronte alla ricollocazione. L'azienda cioè, chiede di poter avere una variazione delle aree, l'area che era agricola doveva diventare industriale per permettere il nuovo insediamento e l'area precedentemente industriale doveva essere valorizzata attraverso una trasformazione in area edificabile e commerciale. E' stata chiesta alla Regione una legge che permettesse addirittura di emettere fumi per ancora un anno e mezzo, non rispettando i limiti stabiliti. Quello che è avvenuto dopo lo conosciamo tutti: la ditta ha chiuso e ha preso i soldi previsti dall'Unione Europea. Infatti, la riduzione della produzione di acciaio comporta delle sovvenzioni consistenti da parte dell'Unione Europea, per ha creato problemi di natura sociale per i lavoratori interessati e per le comunità interessate. La ditta, comunque, ha incassato anche la variante.
La variante era precedente; la Regione ha dovuto - credo che il fatto risalga a quattro o cinque settimane fa - analizzare il documento inviato dal Comune, ha detto che era tutto a posto e quindi ha dato il benestare.
Questa vicenda dimostra che non c'è bisogno di ridurre i controlli, ma di aumentarli, di introdurre delle regole che non permettano più una speculazione, anche se del tutto legale, visto che sono state raggirate molte persone, noi compresi, quando abbiamo discusso quel provvedimento.
A noi pare che questo caso - e di casi ve ne sono tantissimi - abbia a che fare con la discussione di oggi: introdurre una filosofia e dei provvedimenti che vanno a ridurre la capacità di controllo e di programmazione degli Enti è negativo e bisogna andare nella direzione opposta.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione dell'emendamento per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI' 3 Consiglieri hanno risposto NO 22 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri L'emendamento è respinto.
1/20) Emendamento presentato dai Consiglieri Cavaliere, Moro e Papandrea: al comma primo, dopo le parole "il Piano Regolatore Generale è sottoposto a revisione periodica ogni...", le parole "dieci anni" sono sostituite dalle parole "trentatré mesi".
La parola al Consigliere Cavaliere per l'illustrazione.



CAVALIERE Pasquale

Innanzitutto volevo far notare che in questo momento, come in altri momenti della mattinata e anche della giornata di ieri, il numero legale e la possibilità di proseguire il ragionamento su questo importante provvedimento è garantito dalla minoranza e non dalla maggioranza. Numero legale che, abbassato dagli ampi congedi, è garantito non dalla maggioranza, dove si notano larghi vuoti, ma dalla minoranza.
Intendo tornare un attimo sull'argomento precedente per dire al Presidente, che getta la pietra e va via, che l'argomento da me sottolineato è del tutto attinente e legittimo alla gestione urbanistica e all'impatto urbanistico sul nostro territorio. Ci troviamo però di fronte ad un'operazione partecipata fortemente dalla finanziaria del nostro Ente i cui contorni sono perlomeno preoccupanti.
Chiedere e segnalare situazioni che non funzionano bene dal punto di vista della coerenza finanziaria di quel tipo di intervento mi pare di tutto interesse del Presidente della Giunta regionale. Presidente che, tra l'altro, recentemente, con nomine molto appropriate, ha rinforzato e sostituito l'establishment della Finpiemonte e quindi è sicuramente molto interessato a che funzioni bene e che intervenga in sinergia con le politiche della Giunta regionale e dell'Amministrazione tutta. A questo punto, mi pare utile segnalare al Presidente - credo che non conosca neppure le implicazioni della vicenda - che nella fattispecie ci troviamo di fronte ad un'operazione territoriale abbastanza stupefacente. Infatti per quel che mi consta, la società partecipata sia da Finpiemonte sia dall'imprenditore Gavio ha visto una compravendita di terreni da parte di quest'ultimo. E questo, se non altro come deontologia, è molto discutibile e si configura come una Lacchiarella piemontese, intendendo con ciò una serie di intrecci poco coerenti e poco chiari che fanno sì che tutte queste operazioni, invece di essere utili e sinergiche con il territorio, non portano alcunché alla collettività e si trasformano in buchi neri - visti gli interventi finanziari cospicui da parte dell'Ente pubblico - e di nessuna utilità o pochissimo impatto come interesse pubblico e generale, da cui era sorto l'impegno del nostro Ente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Prima di entrare nel merito dell'emendamento, volevo chiedere al Presidente lumi su una questione sollevata in un precedente Consiglio ovvero una comunicazione sulle modifiche politiche avvenute.



PRESIDENTE

Consigliere Papandrea, ieri è stata fatta una votazione sull'o.d.g.; ne abbiamo poi parlato alla Conferenza dei Capigruppo: non ritorniamo sulla questione!



PAPANDREA Rocco

Chiedevo solo che si arrivasse alla comunicazione in tempi utili politicamente, prima che, magari, le nuove formazioni fossero già sciolte.
Rispetto al provvedimento, come abbiamo già sottolineato, da perch nostra c'è l'esigenza di migliorare la capacità e la qualità delle possibilità di programmazione e controllo, pur essendo sensibili all'esigenza di semplificazione e di accelerazione delle procedure.
Mi sembra si sia persa l'occasione di affrontare in modo diverso il provvedimento, di individuare tipologie precise con le quali definire in quali casi si può procedere in modo diverso.
Attualmente, nella legislazione nazionale, stanno introducendo collegando la cosa allo sviluppo economico - vedi i contratti d'area delle modifiche che snelliscono, accelerano e semplificano i controlli.
Credo che ciò corrisponda esattamente, alla lettera, a quanto ci ha chiesto il Commissario di Governo: descrivono una tipologia, non fanno un discorso generico.
Ritengo necessario, anche oggi, in questa discussione, lavorare in quel modo. La Giunta regionale dovrebbe sforzarsi di arrivare con delle proposte che definiscano i casi precisi in cui le varianti non vengono sottoposte al vaglio della Regione.
Se si facesse questo, se ad un certo punto cominciassimo ad essere un po' più ragionevoli tutti - magari anche con gesti di ritiro della mole consistente di emendamenti da discutere - si potrebbe individuare un terreno concreto di confronto che ci permetterebbe, innanzitutto, di varare il provvedimento e, in secondo luogo, che lo stesso abbia chance per diventare efficace. Si può fare una politica di un certo genere pur mantenendo capacità di programmazione e controllo. Il descrivere delle tipologie serve infatti ad indicare i limiti concreti in cui si pu esercitare il potere del Comune nel determinare le varianti.
Questo è capacità di programmazione: intervenire in tutti quei casi di possibile speculazione, per limitarli, per fissare limiti precisi, delle condizioni per cui si possa intervenire.
Non siamo gli unici a sostenere queste considerazioni; secondo me anche una parte dei sostenitori del provvedimento hanno preoccupazioni simili alle mie, ovvero di non aprire alcuna strada alle speculazioni. In questo senso, mi aspettavo, in particolare da parte del PPI, con il quale siamo accomunati dal fatto di essere in opposizione in questa fase di governo della Giunta, un maggiore sforzo, una concreta capacità di elaborazione in questa direzione, invece di quanto avvenuto, ovvero l'appiattirsi sulle posizioni della Giunta e addirittura diventandone il settore più estremista nel difendere certe posizioni.
Spero che anche con loro si possa addivenire ad un atteggiamento diverso; sicuramente faciliterebbe l'operazione che ricordavo prima.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Grazie, Presidente. Sia ieri che oggi, durante tutta l'articolata e complessa discussione sull'iniquo provvedimento urbanistico, la modifica alla L.R. n. 56/77, art. 17, è emersa chiaramente la sua gravità e pericolosità, che ci preoccupa molto per il futuro del Piemonte.
Dare ai Comuni la possibilità iniqua di procedere senza controlli agli scempi edilizi, come è avvenuto nel passato, è - a nostro avviso - un fatto gravissimo e pericoloso e la Giunta regionale se ne sta assumendo totalmente la responsabilità.
Per la verità, la vecchia politica cementizia degli Enti locali era stata in parte bloccata dai Piani Regolatori che funzionavano come preziosi strumenti di freno alle speculazioni stesse. Queste ultime hanno provocato come ampiamente già detto, tanti e tali danni ambientali e paesaggistici nonché di peggioramento della qualità della vita nelle città e nei paesi di tutto l'articolato e differente territorio del Piemonte, tanto che ancora oggi se ne sentono i pericoli e le ripercussioni.
Al di là del grave provvedimento edilizio, le attuali procedure di approvazione degli strumenti urbanistici danno già ai Comuni l'autonomia nel decidere su come effettuare le proprie scelte edilizie e sul modo di progettare i propri Piani Regolatori, per cui non riesco a capire la posizione politica delle destre nel voler insistere con questo iniquo provvedimento che annulla qualsiasi tipo di controllo regionale su questi atti per eventuali abusi edilizi e di gravi politiche cementizie dei Comuni interessati a questo grave problema.
Mentre oggi è ancora necessario un intervento specifico della Regione pur avendo i Comuni ampia autonomia sulla materia edilizia, la possibilità data ai Comuni di non avere alcun controllo è francamente un elemento di grossa preoccupazione che noi continuiamo a rimarcare. Speriamo che la Giunta possa al più presto rendersene conto ed eventualmente intervenire con i dovuti accorgimenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere per dichiarazione di voto.



CAVALIERE Pasquale

Nel frattempo mi sono fatto portare i documenti che avevo conservato così avremo modo, per capire il problema, di parlare non del polo tecnologico, come ha dedotto il Presidente, ma dell'area attrezzata di Tortona e spiegare come la stessa, con la partecipazione della Finpiemonte sia stata un'operazione abbastanza discutibile. Aspetto, però, che ritorni il Presidente della Giunta per chiedere cosa intende fare con questa modifica urbanistica nei confronti di questioni di tale natura.
Occorre, a questo punto, fare un bilancio complessivo delle politiche territoriali del nostro Ente sull'urbanistica, sulla gestione delle acque sui parchi che costituiscono un'importante risorsa e sono strategici per la nostra regione; tra l'altro, valorizzati anche dal numero verde dell'Assessorato al turismo. Io proporrei all'Assessore al turismo di modificare il colore di tale linea e di chiamarla "numero nero": il numero nero dell'Assessorato al turismo della Regione Piemonte, perché si tratta di un numero nero! Nero, nel senso di brutta, scura politica per quel che riguarda i parchi del Piemonte. L'Assessore Angeleri si è profuso, durante una conferenza stampa del direttore del Parco del Gran Paradiso, in un attacco al Ministro dell'Ambiente, l'unico Ministro che ha portato a conclusione una delle vicende ambientali più gravi del nostro Paese, come quella dell'ACNA...



ANGELERI Antonello, Assessore regionale

Dell'acne!



CAVALIERE Pasquale

Tu, Angeleri, poco sai di cosa si tratta, ma è una delle vertenze ambientali più importanti del nostro Paese e questo Ministro è riuscito in tempi, credo, rari - a portarla a termine, almeno nella fase principale in maniera ottima per le aspettative del Piemonte.
L'Assessore Angeleri - dicevo - si è profuso in questo attacco, lui che sta trasformando uno dei migliori sistemi di parco del nostro Paese, non dico ammirato, ma osservato con attenzione anche al di fuori del nostro Paese, in una cosa diversa e sta portando la nostra regione indietro come qualità rispetto alle politiche passate.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione dell'emendamento per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 votanti 37 hanno risposto SI' 4 Consiglieri hanno risposto NO 25 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'emendamento è respinto.
1/21) Emendamento presentato dai Consiglieri Cavaliere, Moro e Papandrea: al comma primo, dopo le parole "il Piano Regolatore Generale è sottoposto a revisione periodica ogni...", le parole "dieci anni" sono sostituite dalle parole "trentaquattro mesi".
La parola al Consigliere Cavaliere per l'illustrazione.



CAVALIERE Pasquale

Stavo dicendo al Presidente, che è andato via, che non parlavamo del polo tecnologico, ma dell'area attrezzata di Tortona, sempre compartecipata dalla Finpiemonte - poi spiegherò bene la questione. Stavo dicendo, sempre per parlare delle politiche territoriali del nostro Ente, che il sistema dei parchi del Piemonte, che era guardato con attenzione dal resto del Paese, in pochi anni, in due anni, si è abbastanza squalificato.
L'operazione dell'utilizzo del Valentino, che è un parco comunale, non è un'area protetta, è un parco di valore comunale, per i Mondiali di corsa campestre è stata un'operazione abbastanza discutibile. E' vero che si potrebbero rendere più usufruibili e verdi quelle aree, ma allora si toglie l'asfalto e si lascia l'area verde tutto l'anno e poi, magari una volta all'anno, una volta ogni "tot", si possono anche fare i campionati di cross o cosa si intende fare. Invece, si è portata la terra: ecco la concezione di Angeleri, quella di spostare le montagne, di portare la terra in un posto. Tra l'altro, il Parco del Valentino è conosciuto da tutti i ragazzi che praticano il pattinaggio, perché ha una certa inclinazione. Dopo i Mondiali di cross, le ruspe, avendo tolto il terreno, hanno rovinato anche l'asfalto e non si può più praticare il pattinaggio. Questo mi hanno detto i ragazzi che pattinano: hanno rovinato l'asfalto per cui non possono più pattinare.
Possiamo anche decidere di fare i Campionati di cross lì e di dire che lì è tutto verde, che non c'è l'asfalto, però lo togliamo tutto l'anno facciamo un bel parco verde e una volta ogni tanto possiamo anche fare i Campionati di cross, di sci, di tutto cosa vuole fare Angeleri. E' capace di fare una piattaforma, lo sci acquatico, può fare cosa meglio gli viene proposto dalle varie API che conosce! E allora questa è un'operazione altro è far diventare per un giorno una cosa finta, una cosa che non è rovinare anche la pista di pattinaggio del Valentino per centinaia di giovani pattinatori e non fare né l'una né l'altra cosa. Infatti, al numero verde, come dice l'agenzia ANSA-Turismo della nostra Regione, le chiamate sono aumentate perché tutti telefonano per chiedere: ma è quello l'Assessore ai parchi? Ma è proprio lui l'Assessore ai parchi? Al numero verde dicono: sì è proprio lui e quindi finisce la telefonata senza altro aggiungere. Tra l'altro, questa è l'unica Giunta in cui credo gli Assessorati all'urbanistica e ai parchi possono essere intercambiabili cioè se Angeleri va all'urbanistica e Botta ai parchi non cambia niente.
Questo è significativo: non cambierebbe niente. Se un urbanista si occupa dei parchi, non cambia proprio alcunché ed è abbastanza significativo per questa Giunta. Del resto, Ghigo è contento così, ha già raggiunto due anni noi gliene auguriamo altri cento... No, di governo cento sono troppi; di vita, del resto il Presidente fa sport: ciclismo, ippica, ecc.
Faccio anche la dichiarazione di voto, così risparmiamo un pochino di tempo e siamo utili alla discussione. Mi dispiace che l'Assessore Angeleri vada via e decida di non interloquire sulla gestione, Presidente...



PRESIDENTE

Lei è molto ironico, molto allegro, però teniamoci agli argomenti seri con cui si tengono, per esempio, i colleghi di Rifondazione Comunista, così ci aiutiamo tutti. So che è piacevole anche sentire queste amenità, ma...



CAVALIERE Pasquale

Presidente, sa qual è il problema? Lei ha detto bene, nel senso che si sta a sentire queste cose e si dice: "Sono amenità". E' vero, ma il problema è che sono la realtà. Quello che volevo dire io, Presidente, nel senso che la gestione...



MASARACCHIO Antonino, Assessore regionale

Hegel diceva che basta pensare una cosa per farla esistere...



PRESIDENTE

Lei non sa che l'Assessore Masaracchio la scorsa legislatura, quando era Capogruppo di Alleanza Nazionale, allora MSI, queste lezioni filosofiche ce le dava sempre, ed era sempre molto erudito e preciso, lo devo riconoscere!



CAVALIERE Pasquale

E nessuno lo accusava di allontanarsi dal problema...



PRESIDENTE

No, perché riusciva sempre ad essere inerente al problema. Poi c'era la Consigliera Spagnuolo che era una rigida assertrice dell'ordine! Si proceda alla votazione dell'emendamento per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 votanti 36 hanno risposto SI' 4 Consiglieri hanno risposto NO 25 Consiglieri si sono astenuti 7 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'emendamento è respinto.
1/22) Emendamento presentato dai Consiglieri Cavaliere, Moro e Papandrea: al comma primo, dopo le parole "il Piano Regolatore Generale è sottoposto a revisione periodica ogni...", le parole "dieci anni" sono sostituite dalle parole "trentacinque mesi".
La parola al Consigliere Cavaliere per l'illustrazione.



CAVALIERE Pasquale

Noi dobbiamo anche parlare delle tipologie costruttive che sono state generate dalle varie gestioni, conduzioni, ecc. Abbiamo parlato ieri delle villette a schiera.
Mi è capitato tra le mani un invito che mi era stato mandato un po' di mesi fa: Villa Goglio. Ecco, Villa Goglio è un chiaro esempio di liberty: io non ci sono mai stato, però ho la cartolina che mi ha mandato l'Assessore Goglio. L'ha mandata a me personalmente e a tutti i Capigruppo in occasione di quell'altra riunione, poi Goglio si è offeso e non ha più invitato nessuno, tranne il Polo. Questo è un chiaro esempio di liberty e il liberty dovrebbe essere apprezzato dal Polo delle Libertà; è un esempio di urbanistica diversa dal passato, anzi dal presente, nel senso che queste erano le villette a schiera di cento o centocinquanta anni fa...



MONTABONE Renato

Ma vai a lezione dall'arch. Bianco!



CAVALIERE Pasquale

Non sto dicendo sciocchezze, sto cercando di trasmettere ai miei colleghi il fatto che è cambiata la tipologia di costruzione...



(Brusìo in aula)



CAVALIERE Pasquale

E' cambiata la tipologia costruttiva delle case. Ho usato l'esempio di Villa Goglio perché mi è capitato tra le mani proprio oggi, io conservo sempre tutto. E' cambiato in meglio o in peggio? Certo che una volta vi erano meno abitanti, quindi non c'era la necessità di fare i condomini. E' anche vero che gli stessi centri storici, che erano abitati da tutti avevano una configurazione urbanistica molto diversa dai moderni insediamenti abitativi delle periferie. Mi pare che l'urbanistica spinta quella veloce, quella velocizzabile dall'art. 17, sia un'urbanistica di terza categoria, di tipologia bassa, consumistica nel senso più estremo che non permette una gestione ed una configurazione buona del territorio con buona pace dell'Assessore Masaracchio.
Sull'hegelismo possiamo dire alcune cose, ma Hegel non è stato il precursore del pensiero forte, checché se ne dica. Lei ha un'impostazione scolastica dell'idea filosofica, ma proseguiremo poi questo ragionamento.
Faccio adesso la dichiarazione di voto. Non torno su Villa Goglio, è stato detto tutto, andiamo oltre, sono problemi privati... Anche perché ci ha dato solo la fotografia del cancello, non ci ha permesso di giudicare oltre, ma del resto ha fatto bene, perché solo il Polo può andare oltre nelle cose. Sono stati affrontati problemi fondamentali, però non so se avete discusso, a Villa Goglio, dell'art. 17. Sarebbe un paradosso discutere in una villa liberty di come cambiare l'urbanistica nella regione. E' un po' ironico il fatto, il decidere in un bell'ambiente urbano e fare un'urbanistica brutta. Come si fa a fare questo? Forse è meglio trovarsi nelle capanne per decidere qualcosa di meglio.
E' meglio trovarsi a Villa Scanderebech e pensare ad un'urbanistica più contenuta e diversa! Sappiamo tutti che la ristrutturazione di Via Mongreno fu fatta dal Consigliere Scanderebech, per cui adesso l'ex sede di Forza Italia porta la sua firma e vi resterà nei secoli. Ormai in Via Mongreno non c'è più la sede di Forza Italia, ma resta la firma del Consigliere Scanderebech e pullman di cittadini vanno a visitarla!



(Commenti in aula)



CAVALIERE Pasquale

L'Assessore Angeleri portava la calce e collaborò a mettere le prime pietre di questa ingegneria istituzionale e politica, che è il Polo delle Libertà in Piemonte. Possiamo pertanto dire che in Via Mongreno le prime pietre le misero Scanderebech ed Angeleri; le ultime le volete mettere voi.
Ma questo non è giusto, anche nei confronti del collega Scanderebech.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Volevo ritornare sul tema che prima ho sollecitato, perché credo che in quest'aula sia assolutamente necessario affrontare gli argomenti relativi al tema in discussione. Perciò mi permetto di dire che come maggioranza possiamo accettare tutto, ma sicuramente non accettare che si dileggi in maniera così palese un componente della nostra Giunta.
Inoltre, voglio precisare che la villa dell'Assessore Goglio non è una villetta a schiera: è una signora villa.



PRESIDENTE

Presidente Ghigo, il Consigliere Cavaliere aveva detto che la villa dell'Assessore Goglio è una villa in stile liberty: allora non c'erano le villette a schiera! La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Questo provvedimento innesca degli aspetti preoccupanti rispetto alle pratiche dei Comuni. Mi accorgo che non siamo soli; infatti altri compagni altri Consiglieri (non compagni di partito, ma di lavoro) mi hanno sottoposto una proposta di ordine del giorno in merito a questo problema da votare successivamente.
Dal primo capoverso di questo ordine del giorno emerge la preoccupazione in merito ad un eventuale uso leggero delle possibilità che si danno ai Comuni e, di conseguenza, la preoccupazione di tutelare le Amministrazioni comunali che intendono procedere alla redazione di varianti strutturali.
Si dice: "I Comuni che intendono seguire la strada maestra per le revisioni rischiano di essere svantaggiati, di essere messi in difficoltà e di essere tentati anch'essi di aggirare questa prassi dalla legge stessa per cui questa legge non basta, deve essere accompagnata da qualcos'altro" e quindi si propone di intervenire nuovamente sulla L.R. n. 56/77 per modificare un altro articolo.
Noi ci battiamo contro la modifica dell'art. 17 e speriamo di non giungere alla discussione di questo ordine del giorno. Ad ogni modo rileviamo una certa logica di smantellamento negli stessi sostenitori di queste ipotesi, ma mentre da una parte emergono delle preoccupazioni dall'altra si prosegue nel modificare ulteriormente la L.R. n. 56/77. Poi magari, dopo che avremo toccato l'art. 15, dovremo modificare un altro pezzettino, per cui ritorniamo ai discorsi che abbiamo spesso sottolineato in precedenza.
Sarebbe bene ritirare tutto, azzerare questa realtà - lo dicono gli stessi sostenitori della proposta di modifica - e partire da quello che doveva essere fatto fin dall'inizio: una revisione organica, laddove la Giunta ritiene necessario, della L.R. n. 56/77. Questo è quanto chiediamo da due anni, perché questa discussione è incominciata esattamente il primo mese in cui si è insediata la Giunta, e da subito sono state fatte solo modifiche parziali. Quindi è da due anni che chiediamo questa revisione generale, ma ci accorgiamo invece che nei fatti si prosegue con la politica del "carciofo": foglia dopo foglia, la legge che si deve modificare scomparirà nel suo insieme.
Questo ordine del giorno è stato pensato attentamente e riflette le preoccupazioni che anche noi condividiamo, proprio perché - come dicevo prima - sottolinea la possibilità che ci sia un uso disinvolto della norma che la Giunta intende introdurre. Invitiamo tutte le forze politiche, sia quelle di maggioranza che quelle di minoranza, che sostengono questa proposta a riflettere e a fermare un attimo questa discussione, per cercare di riportarla in un ambito diverso, magari riconoscendo che forse è stato un errore procedere in questo modo, e andare invece ad una discussione seria della revisione della L.R. n. 56/77.
Questa sarebbe la cosa migliore, per cui la Giunta finalmente sarebbe valutata per un provvedimento serio e non per una serie di provvedimenti che, tra l'altro, così come si sono determinati, ormai scontentano gli stessi sostenitori. Una volta piaceva la versione originale varata dal Consiglio regionale; purtroppo questa non è passata al vaglio, però quel testo era gradito a parte dei costruttori, mentre il nuovo testo non lo è più.
Per cui, tenuto conto della realtà in cui ci stiamo muovendo, sarebbe più logico azzerare quanto fatto finora e partire in un altro modo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Vorrei fare delle riflessioni sulla L.R. n. 56/77, richiamandomi in particolare ad un convegno organizzato tempo fa dal Consiglio regionale. In quell'occasione vennero svolte delle considerazioni e si definì come la legge fosse stata comunque espressione del contesto culturale formatosi nei lunghi anni trascorsi, attraverso una profonda analisi critica e generale della realtà e delle sue tendenze. Di conseguenza, si parla di un superamento della L.R. n. 56/77, dopo però aver compiuto un pari impegno culturale e disciplinare.
Questo credo sia anche esemplificativo del messaggio che noi vogliamo proporre a questa assemblea. Infatti, per quanto concerne le procedure della pianificazione, è condivisibile l'approccio fondato sulla linea della cooperazione fra le istituzioni e dell'autonomia delle loro competenze e secondo il principio della reciproca responsabilità in un quadro più concorsuale, meno piramidale e rigido di quello attuale.
In qualche modo viene annunciata la necessità di fare delle semplificazioni che però devono richiedere un impegno culturale molto più profondo: la semplificazione intesa da questa Giunta è assolutamente strumentale.
Sono questioni non nuove e molto delicate, soprattutto rispetto ad un'analisi contrapposta; vi sono esigenze di coordinamento, di coerenza e di controllo delle attività urbanistiche e di autonomia comunale.
L'attività urbanistica comunale non può che collocarsi in uno spazio assolutamente vago ed incontrollabile se viene data libertà ai Comuni di poter procedere senza un minimo controllo da parte della Regione; si giungerebbe ad una cementificazione assolutamente incontrollata, che potrebbe essere anche ingiustificata, del proprio territorio.
La L.R. n. 56/77 ha affrontato questi problemi condizionando il principio di autonomia comunale, attraverso l'esercizio delle competenze regionali che oggi, con la modifica dell'art. 17, invece, vengono assolutamente negate. E' assolutamente inesistente un Piano di sviluppo economico e sociale, perché questa Giunta non ha ancora affrontato il problema; anche il Piano territoriale non c'è, sarà in discussione, da parte della Giunta, con l'approvazione di questa modifica di articolo.
La partecipazione dei Comuni alla pianificazione regionale era affiancata dalla loro rappresentanza nei Comuni.
Per quanto riguarda la procedura proposta, il nodo principale da affrontare risulta l'individuazione chiara delle rispettive competenze ai vari livelli istituzionali: Comune, Provincia e Regione. In questo contesto sarebbe utile capire a che livelli di controllo la Regione si propone di essere. Credo che la Regione abbia, fra i propri compiti prioritari, la funzione di programmazione, che in questo contesto non ha esercitato. Sono ormai due anni che questa Giunta governa il Piemonte, sostanzialmente non ha svolto funzioni di controllo per captare, per registrare come la realtà piemontese reagisca di fronte alle pressioni più o meno economiche o industriali che esistono sul territorio.
Questa facoltà di controllo nei vari casi non è stata esplicitata, per cui ci troviamo, non solo di fronte ad una deregolamentazione completa di istituzioni e di settori molto importanti per il territorio, ma ad una incapacità ed una non volontà della Giunta di capire, di entrare nel merito dei problemi.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI' 4 Consiglieri hanno risposto NO 26 Consiglieri si sono astenuti 7 Consiglieri L'emendamento è respinto.
1/23) Emendamento presentato dai Consiglieri Cavaliere, Moro e Papandrea: al comma primo, dopo le parole "il Piano Regolatore Generale è sottoposto a revisione periodica ogni...", le parole "dieci anni" sono sostituite dalle parole "trentasei mesi".
La parola al Consigliere Cavaliere per l'illustrazione.



CAVALIERE Pasquale

Molti colleghi, soprattutto della maggioranza, oggi pomeriggio sono arrivati in ritardo, perché si sono imbattuti in un grande corteo di cittadini che, come ieri, chiedevano l'approvazione dell'art. 17; come mi suggeriscono i colleghi, hanno perso anche l'illustrazione dei miei emendamenti. Oggi "La Stampa" ha segnalato che ieri vi erano numerosi Sindaci ed imprenditori che premevano affinché venisse approvato l'art. 17 che, come ci ricordava il TG3 del Piemonte l'altro ieri, è atteso da migliaia di cittadini.
Su questo punto ritornerò: credo sia abbastanza palese, almeno per coloro che sono all'interno di quest'aula, che questo non corrisponde alla realtà. Quando si sono svolte le consultazioni su questo punto moltissime Amministrazioni locali non hanno chiesto che si semplificassero le procedure, e tanto meno l'hanno chiesto gli studiosi o le Università: coloro che più hanno seguito e studiato la materia della pianificazione del territorio. A richiedere questo provvedimento sono state le Associazioni dell'imprenditoria legata all'edilizia, che pensano, ancora una volta in modo sbagliato, che attraverso un meccanismo di questa natura possano rilanciarsi l'economia e gli interessi delle loro imprese.
Noi non possiamo semplicemente assecondare queste tendenze, queste volontà; dobbiamo ricordare e favorire il fatto che nel recupero conservativo, nel restauro di queste opere, vi è molto più lavoro, nonch più necessità di materiale, che non nella nuova edilizia.
Chiederei al collega Scanderebech di dirmi se ho ragione o no, se cioè, c'è più lavoro nell'edilizia nuova o nel restaurare uno stabile vecchio, per un'impresa edilizia. La mia non vuole essere polemica: i dati a mie mani danno risposte del tutto diverse da quelle che mi suggerisce il collega Galli. Credo che qui stia il cuore della questione, sul quale nessuno ha confutato osservazioni ed argomentazioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Grazie, Presidente. La severa critica politica di fondo al provvedimento edilizio in discussione, già bocciato dal Commissario di Governo, sta nella determinazione della Giunta regionale e della maggioranza di dare il "via libera" ai Comuni piemontesi attraverso le varianti, per procedere nuovamente alla vecchia politica cementizia e di speculazione, come è avvenuto nel passato.
Chiedo alla maggioranza di prestare maggiore attenzione e sensibilità a questo delicato problema, che invece a me pare venga disatteso completamente - lo dimostra anche il fatto che non si è ancora avuto alcun pronunciamento da parte di alcuno degli esponenti della maggioranza.
Servono regole edilizie diverse e chiare rispetto al passato; un passato che attraverso i Piani Regolatori, peraltro istituiti dagli stessi Comuni, ed il controllo della Regione, davano garanzie di un certo tipo di controllo e di salvaguardia ambientale e territoriale.
Senza questi strumenti si tornerà inevitabilmente alla speculazione selvaggia del passato, che - è già stato ampiamente detto - ha recato enormi e notevolissimi danni, non solo ambientali, ma anche urbani.
D'altronde, la stessa bocciatura del provvedimento da parte del Commissario di Governo indica decisamente l'illegittimità del provvedimento stesso; ma verificando attentamente le osservazioni del Commissario stesso che bocciando il provvedimento ha inviato proprie osservazioni, a me non pare che il documento sia mirato nella corretta interpretazione delle osservazioni che hanno determinato la bocciatura della L.R. n. 56/77.
Desidero ricordare che la delicata materia urbanistica, come si sa, è oggi fondamentale anche per i programmi di governo degli Enti locali, che poco tempo fa hanno votato in Piemonte, su questa materia, quindi si giocano gli assetti politici presenti e futuri ed è necessario ed urgente per il Piemonte una diversa politica urbanistica, che dia un segnale di vera politica di governo urbanistico, che oggi non esiste in tutto il Piemonte. Anzi, attraverso questo iniquo provvedimento di legge si aggrava e si peggiora enormemente la già critica e pericolosa situazione edilizia esistente in Piemonte.
Spero vivamente che ciò non avvenga o che si dia la possibilità di avere i minori danni e guasti possibili, altrimenti, come sempre, saranno le popolazioni e i giovani a doverne subire le gravi conseguenze.



PRESIDENTE

Volevo solamente chiedere ai Capigruppo se intendono, alla fine del dibattito odierno o ad un certo momento del pomeriggio o domani, riunirsi in sede di Conferenza dei Capigruppo per individuare il percorso della prossima settimana.
La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Mi sembra di interpretare la volontà collettiva di riunirci questa sera alle ore 18, o anche un po' prima o un po' più tardi. Effettivamente domani mattina avrà luogo un lungo sopralluogo ad alcune cave di Moncalieri.



PRESIDENTE

Va bene: la Conferenza dei Capigruppo è convocata per le ore 18,30.
La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Volevo proseguire le riflessioni precedenti, prendendo in considerazione anche atti di convegno organizzati dal Consiglio regionale sulla legge urbanistica, in cui l'attribuzione della sfera di autonomia comunale nelle decisioni di pianificazione territoriale pone una differenziazione nella situazione fra i vari Comuni. Credo che questo sia importante, perché in Piemonte più della metà dei 1.209 Comuni ha meno di 1.000 abitanti, e solo 60 Comuni presentano più di 10 mila abitanti.
Le differenze sono quindi rilevanti, riguardano la dislocazione geografica, la dimensione demografica e territoriale, le caratteristiche economiche, le condizioni e le prospettive di sviluppo, le disponibilità di bilancio, le capacità tecniche e strumentali.
E' necessario tenere conto, anche in questa differenziazione territoriale, della diversa articolazione dei livelli di autonomia che ai Comuni si vuol dare. Questo dà il senso di come la modifica dell'art. 17 della L.R. n. 56/77 può incidere negativamente anche sulle differenziazioni geografiche, territoriali, morfologiche, di popolazione e di sviluppo del territorio piemontese. Il Piemonte è differenziato e questo tipo di modifica non fa quasi alcuna distinzione rispetto a questa differenziazione del territorio, dando la preoccupazione reale di influenze negative che questo può avere sul territorio stesso.
Questo è un passaggio non definibile solo sul piano tecnico e burocratico poiché la situazione nell'ambito dell'autonomia comunale vincola completamente i rapporti di comparazione e il principio della corresponsabilità tra le Regioni e i Comuni. Tutta la partita del federalismo, al quale spesso si accede con tanti aggettivi, a nostro parere, in questo contesto, viene analizzata nel modo più inopportuno.
Sotto quest'ultimo aspetto vi è un passaggio che confligge con la globalizzazione, che in questi ultimi tempi è stata fatta, di autonomia ed autarchia, a cui fanno riferimento le leggi istituzionali degli Enti locali. Questo si scontra con una situazione attuale dei rapporti tra le varie istituzioni assolutamente caratterizzata da separazioni, da un lato ed esasperazioni, dall'altro. Ci sono rapporti conflittuali tra gli Enti locali, rapporti con gli Enti locali che risultano concorrenziali e questo certo non può giovare rispetto ad una serenità di rapporti e ad un federalismo tanto auspicato dal punto di vista delle semplificazioni procedurali, per dare la possibilità ai Comuni di poter attuare i loro Piani di intervento e Piani di sviluppo direttamente sul territorio.
Rispetto a tale contesto, questa modifica legislativa non dà alcuna risposta ed è per questo che noi riteniamo di porre l'attenzione con i nostri emendamenti.
L'impostazione proposta rischia di trasformarsi in una pura enunciazione di principi. Occorre invece uno sforzo di elaborazione disciplinare e di progetti della Giunta regionale in un contesto quale quello dello sviluppo, che implica le situazioni più diversificate e sulle quali poi i Comuni dovranno confrontarsi e misurarsi. Dare solo la possibilità ai Comuni di avere una libertà ed un'autonomia negli spazi di cementificazione, perché di questo si tratta, non significa semplificare le procedure amministrative né tentare di dare un'autonomia amministrativa ai Comuni che necessitano di un rapporto costante, quotidiano, con tutti gli Assessorati dell'Ente che governa la Regione Piemonte.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Poiché prima c'era un po' di disattenzione, riprendo quanto stavo sostenendo, cioè che ci troviamo di fronte al fatto che una parte dei sostenitori della modifica all'art. 17 ha firmato e sta sottoponendo ad altri un ordine del giorno in cui, da una parte, si esprimono delle preoccupazioni rispetto ad un uso disinvolto, se non ad abusi, della modifica che si vuole introdurre e, dall'altra, si impegna "la II Commissione consiliare ad esaminare le proposte di legge di modifica dell'art. 15 della L.R. n. 56/77 presentate nei giorni scorsi e a concludere i lavori entro il mese di luglio 1997".
Quindi, una delle conseguenze possibili della discussione di oggi è che si accelera, se non lo smantellamento, certamente la modifica della L.R. n.
56/77. Anziché - lo ripeto - venire qui a discutere la modifica della L.R.
n. 56/77, si continua quello che è stato lo sport preferito dal 1980 in avanti, da parte di chi quella legge non la sopportava proprio perch introduceva elementi di gestione, di controllo e di programmazione del territorio: lo smantellamento della L.R. n. 56/77. Alla fine, articolo dopo articolo, modifica dopo modifica, di questa legge rimane solo più il titolo e il nome del promotore, ma la legge è un'altra cosa! Chi ha scritto questa legge si sta rivoltando nella tomba e sicuramente, se fosse in vita vorrebbe che il suo nome fosse tolto da una legge così saccheggiata, perch quella che era una legge che doveva servire a determinati scopi viene ribaltata e trasformata in un'altra.
Per questo motivo sarà bene che nella riunione dei Capigruppo di questa sera si faccia una riflessione attenta su questi aspetti. Non si pu giocare, perché dopo l'art. 17 arriva l'art. 15 e credo che dopo non rimanga più molto altro da modificare. Il lavoro è fatto e diventa inutile andare a quella modifica strutturale, che si potrebbe discutere, della L.R.
n. 56/77. Emerge fino in fondo quella logica di non governo, ma di smantellamento delle leggi esistenti che denunciavo in precedenza.
Vorrei poi chiedere un parere al Vicepresidente della Giunta, avv.
Majorino, perché ieri l'ho visto interessato alla discussione e in qualche momento ha anche interloquito. Vorrei conoscere il suo parere sulla lettera del Commissario di Governo. Gli chiedo se, come Giunta, sono sicuri che questa nuova proposta elimini gli elementi di genericità che venivano denunciati in quella lettera; io credo che bisogna stare attenti. Anche se non la facciamo noi, che ci siamo opposti, non mi pare positivo per il Consiglio regionale fare la figuraccia di vedere per due volte respingere una proposta di legge, soprattutto dopo che è già stata rinviata. Se il Vicepresidente Majorino ha preso atto di questa comunicazione, cosa che sicuramente avrà fatto, mi interesserebbe conoscere anche il suo parere in proposito.



PAPANDREA Rocco

MAJORINO, Vicepresidente della Giunta regionale



PAPANDREA Rocco

Prima della votazione finale dirò anch'io la mia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere per dichiarazione di voto.



CAVALIERE Pasquale

Approfitto del fatto che il Presidente Ghigo è presente per spiegare meglio la questione di Tortona. Lo farò leggendogli un verbale del Consiglio di amministrazione della Finpiemonte e dicendogli anche che non trattasi del polo tecnologico, ma dell'area attrezzata di Tortona.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Qual è la data del verbale?



CAVALIERE Pasquale

E' il 20/2/1996; poi abbiamo il 29/4/1996, il 2/7/1996, il 26/3/1996 il 21/5/1996. Per focalizzare l'operazione è meglio descriverla in termini chiari, così come ci viene descritto dal verbale del Consiglio di amministrazione della Finpiemonte, che metteva a quella data, al 6) punto all'o.d.g., la decisione circa l'area attrezzata di Tortona. Il rappresentante della Finpiemonte illustra l'iniziativa ricordando che l'intervento riguarda la realizzazione di un'area attrezzata di notevoli dimensioni, sulla quale il Comune di Tortona pone ragionevoli aspettative per il rilancio dell'economia della zona, ecc. In particolare, la collocazione geografica dell'area al centro di una fitta rete di interscambi - e infatti di scambi, come vedremo, ce ne sono molti - anche autostradali, consente di proporre una valorizzazione nel settore della logistica integrata. Il Comitato esecutivo dell'11/10/1995 aveva espresso parere favorevole all'iniziativa e al proseguimento degli sviluppi operativi attivando la società controllata SOPRIN, controllata dalla Finpiemonte. Credo che la conosca il Presidente, anche perché forse ha nominato ultimamente qualcuno. L'area in oggetto è adiacente all'Autoporto di Rivalta Scrivia; ha una superficie territoriale di circa 543 mila metri quadrati e potrà ospitare circa 187 mila metri quadrati coperti.
La Regione Piemonte, ai sensi del Regolamento CEE n. 2081/93, ha deliberato di finanziare il progetto con 7 miliardi e 600 milioni.
L'ipotesi, concordata con i soggetti interessati, prevede che l'operazione sia gestita dalla SOPRIN attraverso un contratto di associazione e in partecipazione con la Finpiemonte stessa, la Cassa di Risparmio di Tortona e il gruppo privato Itinera. Tale ipotesi è già stata illustrata dalla SOPRIN al Comitato esecutivo. L'iniziativa sarà condotta dalla SOPRIN, in convenzione con il Comune di Tortona.
Per quanto riguarda - ecco il punto dolens della questione l'acquisizione dei terreni, è stato raggiunto, tramite l'IPI, un accordo con la FIAT auto S.p.A., proprietaria dell'intera area per la definizione dei costi e delle modalità della cessione. L'accordo prevede un prezzo complessivo di 8 miliardi e mezzo, con dilazioni di pagamento, ecc.
L'Itinera, socia della SOPRIN in questa questione, ha stipulato il compromesso di compravendita impegnandosi a designare come futuro acquirente la SOPRIN.
Notare la questione: l'Itinera è interessata all'intervento, anche come utente - e che utente - e si è impegnata a richiedere un'opzione su una consistente parte dell'area che verrà urbanizzata. Potremmo proseguire vedendo come, piano piano, l'operazione si svolgerà. Credo, Presidente, che lei si debba in qualche modo interessare, perché la vicenda mi pare un po' contorta, già dai primi tratti che abbiamo delineato, ma vedremo poi di approfondire meglio la questione nel tempo che ci resta - abbiamo ancora più di un'oretta di discussione. Per queste ragioni invito a votare l'emendamento.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI' 5 Consiglieri hanno risposto NO 23 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri L'emendamento è respinto.
1/24) Emendamento presentato dai Consiglieri Cavaliere, Moro e Papandrea: al comma primo, dopo le parole "il Piano Regolatore Generale è sottoposto a revisione periodica ogni...", le parole "dieci anni" sono sostituite dalle parole "trentasette mesi".
La parola al Consigliere Cavaliere per l'illustrazione.



CAVALIERE Pasquale

Grazie. Se il Presidente Ghigo continua a seguire, proseguo l'analisi...



PRESIDENTE

Io la inviterei ad attenersi alla spiegazione dell'emendamento. Ci aiuti a capire il perché dell'emendamento. Le vorrei anche ricordare, non l'ho fatto prima perché non ho avuto il tempo, che mi auguro siano documenti di cui può essere data lettura pubblica.



CAVALIERE Pasquale

Sono i verbali del Consiglio di amministrazione della Finpiemonte.



PRESIDENTE

Glielo ricordo semplicemente.



CAVALIERE Pasquale

Se non si può dare lettura dei verbali del Consiglio di amministrazione della Finpiemonte...



PRESIDENTE

Come lei sa, è entrata in vigore una legge. Ho notato che lei è stato attento anche a non fare nomi, glielo ricordavo semplicemente.



CAVALIERE Pasquale

Non ho detto nomi se non nomi collettivi di società.
L'Itinera, nome collettivo, è interessata all'intervento anche come...
Tra l'altro, è da notare che l'Itinera al momento, cioè al 20/2/1996, non era più una società autonoma, ma era una società ormai di proprietà della SATAP, perché era stata acquisita per circa una cinquantina di miliardi dalla SATAP, quando era in difficoltà. La SATAP la compra, la strapaga e diventa sua. "...E' interessata all'intervento anche come utente e si è impegnata a richiedere un'opzione su una consistente parte dell'area che verrà urbanizzata. Il Comune di Tortona", Ente pubblico "sta ultimando l'elaborazione" - allora, al 20/2/1996 - "del PIP, che sarà approvato dal Consiglio Comunale...". "Il Piano economico preliminare, in base alle ipotesi concordate, prevede che la Cassa di Risparmio e l'Itinera apportino l'82,98% del capitale a rischio, la Finpiemonte il 10,64% e che la SOPRIN si impegni per il 6,38%.
Investimento complessivo previsto: L. 17.000 milioni contributo Regolamento CEE n. 2081/93: L. 7.600 milioni importo autofinanziamento totale: L. 9.400 milioni quota ipotizzata Finpiemonte/SOPRIN: L. 1.600 milioni".
Il Presidente della Cassa di Risparmio, che è interessata all'iniziativa, informa che nella bozza di contratto sarà inserita in premessa un'ulteriore clausola che affiderà all'istituto da lui presieduto un ruolo preferenziale nella gestione della tesoreria e dei finanziamenti occorrenti alla realizzazione dell'area e degli stabilimenti.
Più avanti potremo leggere, per la grazia del Presidente, altri passaggi, ma credo che siano stati colti dai colleghi i termini essenziali dell'operazione. Si fa cioè una società fra diversi soggetti, questa società deve acquisire dei terreni, questi terreni vengono acquisiti non dalla società che deve realizzare l'intervento, ma da una società socia della società che dovrà realizzare l'intervento, la quale li rivenderà alla società di cui fa parte per realizzare l'intervento. Il perché di questo passaggio tortuoso per arrivare ad un'operazione abbastanza semplice quale quella di un'acquisizione di un'area sono misteri di Gavio, nel senso che tutte le volte che Gavio acquista qualcosa lo fa attraverso diversi passaggi.
Bisognerà ragionare di queste cose, nel senso che perlomeno ci dovrete spiegare perché l'Ente strumentale Finpiemonte si presta ad un'operazione simile, cioè cosa ha giovato alla Finpiemonte permettere questa operazione se l'operazione è in qualche modo lecita o se invece ci troviamo di fronte ad un'operazione assolutamente non lecita e ancora, se l'operazione risultasse lecita, se ci troviamo di fronte ad un'operazione, sì lecita, ma non opportuna.
Faccio anche la dichiarazione di voto, Presidente, perché finalmente ci ha raggiunto l'Assessore Cavallera e volevo trattare di nuovo con lui la questione dei parchi. Lei c'entra, Assessore, perché stavo spiegando questa mattina ai miei colleghi che anch'io non ho potuto partecipare venerdì scorso alla "Festa dei Parchi" a Venaria; neanche lei? Mentre si svolgeva la "Festa dei Parchi" a Venaria, al secondo piano di Palazzo Lascaris si stava facendo la festa ai parchi, con l'ormai lunga, eterna questione del parco alessandrino, tratto alessandrino del Po, dove per colpa di nove cacciatori che stanno molto a cuore anche a lei Assessore Cavallera... Mi domando come mai un Assessore così "demitiano" come lei si fermi ad un particolare così infimo come il problemino di un comunello. E perché per un particolare si debba modificare la struttura di un parco, quando tutti hanno capito che trattasi della possibilità per nove cacciatori di raggiungere, attraverso un corridoio, una zona paludosa per poter cacciare le anatre.
Assessore, perché vuol far cacciare le anatre in quel laghetto permettendo di fare questo corridoio? Guardi, neanche Angeli lo farebbe.
Lei non è un cacciatore, ma Angeli che è un cacciatore dichiarato riconosciuto, a volte pentito, però neanche lui è d'accordo con questa operazione, dice: "Ma come si fa?".
E' cattiva questa intenzione, perché le anatre si sono abituate a non essere colpite; mentre nelle zone di caccia le anatre si sono in qualche modo fatte furbe e quando arriva Angeli scappano. In quella zona le anatre non scappano, perché sanno che lì c'è il parco. Loro non sanno che c'è Angeleri come Assessore ai parchi e quindi pensano che lì rimanga il parco.
Io non credo che questa operazione sia giusta e quindi ritorni Assessore, al suo "demitismo" e lasci stare il Parco del Po, tratto alessandrino. Questo perlomeno non si assommerà a tutti i disastri che verranno fatti con l'art. 17.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Tra un'ora interromperemo i lavori del Consiglio, in quanto è stata indetta la riunione dei Capigruppo, con la quale auspico si trovi una soluzione per procedere in modo diverso.
Mi soffermo nuovamente sul nostro atteggiamento e sulla nostra impostazione in merito al provvedimento in esame.
Noi ci siamo, fin dall'inizio, opposti a questa legge, ne avevamo individuato la filosofia di fondo, avevamo anche sottolineato più specificamente una serie di problemi, problemi accolti anche dal Commissario di Governo. Quindi, già allora non avevamo sollevato aspetti solo pretestuosi, ma concreti.
Innanzitutto siamo contrari a questa politica del carciofo nei confronti della L.R. n. 56/77 che, pezzo dopo pezzo, viene smantellata.
Ricordavo prima che si tratta di uno sport diffuso: da molto tempo tale legge subisce questo tipo di trattamento, si vede progressivamente svuotata e modificata nei contenuti. Pratica che è andata avanti per tutti gli anni '80 e successivi. Noi riteniamo che - probabilmente come tutte le leggi questa legge abbia aspetti obsoleti, dovuti in parte all'età, ma manteniamo, rispetto alla sua impostazione di fondo e alla sua filosofia un giudizio positivo. Noi non caldeggiamo la modifica di questa legge, ma se deve avvenire, suggeriamo di farlo in modo organico, altrimenti ci troveremo di fronte ad un'assenza di impostazione legislativa sul tema e di fronte ad un'edilizia selvaggia, senza controllo, senza programmazione.
Noi chiediamo più controllo da parte di organi superiori ai Comuni, in modo che possano intervenire sulla programmazione del territorio.
Manteniamo questo tipo di impostazione, però suggeriamo, a chi ha un'altra impostazione, di confrontarsi con la legge nel suo insieme.
Temiamo che, appena modificato l'art. 17, si modifichi un altro articolo suggeriamo di finirla con questa prassi e di cominciare a percorrere una strada nuova, quella di confrontarsi sull'insieme della legge, con la proposta organica.
Riteniamo che questo sia l'unico atteggiamento da assumere da parte di un Ente come il nostro, che dovrebbe caratterizzarsi per la capacità di legiferare e non di distruggere quanto è stato fatto finora.
Se ci sarà quel tipo di proposta, noi ci confronteremo e specificheremo la nostra impostazione, la necessità, da parte nostra, di rafforzare gli elementi di programmazione e di governo sul territorio perché riteniamo che il dissesto del territorio sia negativo da molti punti di vista. E' negativo per chi vive in questi territori ed è negativo perché è stato spesso una delle cause che ha provocato disastri. Quando avvenivano i disastri meteorologici con dei morti, questo era dovuto, per la maggior parte dei casi, ad interventi umani di tipo edilizio del tutto negativi.
Ripeto, se si fa una revisione, questa deve rafforzare la capacità di controllo e programmazione e non ridurla; il problema dell'intervento deve basarsi sulle procedure, sapendo che questo può significare mettere mano agli aspetti della legge che hanno queste caratteristiche.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Sulla tematica dell'iniquo provvedimento di edilizia, in discussione ormai da due giorni, si è cercato, da parte della maggioranza di destra e della Giunta regionale, di presentare il provvedimento, anche attraverso l'informazione televisiva, come il toccasana edilizio delle Amministrazioni locali; enfatizzato anche da alcuni Sindaci interessati che lo hanno ampiamente elogiato. Ed è per questo che la presenza di qualche Sindaco ha dato l'immagine di una massiccia presenza degli Enti locali a questa discussione e la possibilità di avere qualche consenso in più da parte della maggioranza. Non si illuda, quest'ultima, perché a mio avviso questo non avverrà. I gravi guasti ambientali ed urbanistici del passato cementizio sono ancora molto presenti e radicati tra la gente, soprattutto tra i giovani che ricordano e vivono i gravissimi dissesti e danni ambientali ed urbani che sono stati perpetrati nel passato e che ovviamente, sono tuttora visibili e, purtroppo, non ancora corretti.
Non comprendere gli effetti nefasti e devastanti del provvedimento è certamente grave e pericoloso.
La maggioranza regionale non si preoccupa minimamente del possibile nuovo e grave degrado ambientale ed urbanistico che l'approvazione di questo provvedimento edilizio comporterebbe al territorio urbano piemontese, già fortemente penalizzato.
Credo che questa sia una domanda politica importante che la maggioranza si deve porre. E' doveroso cercare una diversa linea politica in materia urbana regionale, che sia più sensibile per la salvaguardia dell'ambiente e che sia contraria all'abuso edilizio, alla sensibilizzazione, alla speculazione e alla cementazione selvaggia. Occorre quindi darsi da fare per realizzarla perché, a mio avviso, la bocciatura del Commissario di Governo va in questo senso: al provvedimento non sono state date tutte le garanzie di legittimità.
Chiedo ancora e sollecito la maggioranza ad attivarsi maggiormente, a dare una diversa sensibilizzazione a questo problema che - ripeto - è di vitale importanza, al di là delle proprie valutazioni di bottega. Il Piemonte non può continuare o quanto meno avventurarsi nuovamente in una grave, ipotetica, nuova linea di speculazioni edilizie.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 hanno risposto SI' 4 Consiglieri hanno risposto NO 24 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'emendamento è respinto.
1/25) Emendamento presentato dai Consiglieri Cavaliere, Moro e Papandrea: al comma primo, dopo le parole "il Piano Regolatore Generale è sottoposto a revisione periodica ogni...", le parole "dieci anni" sono sostituite dalle parole "trentotto mesi".
La parola al Consigliere Cavaliere per l'illustrazione.



CAVALIERE Pasquale

Vorrei segnalare ai colleghi che anche il computer dà una colorazione verde al voto contrario all'art. 17! La macchina elettronica ha già in s il significato politico delle scelte; non solo, la macchina colora il voto nel merito del provvedimento: si può essere in minoranza o in maggioranza il colore è in base alla scelta compiuta! Occorrerebbe però che l'Assessore Masaracchio ci illustrasse come il pensiero hegeliano lo illumina nella gestione quotidiana dell'Assessorato ai trasporti.



PRESIDENTE

Consigliere, la devo richiamare all'illustrazione dell'emendamento.



CAVALIERE Pasquale

Volevo dire che l'attuale gestione dei trasporti, rispetto al suo successivo impatto sul territorio, è poco coerente con un pensiero hegeliano del territorio. E quindi, in qualche modo, l'Assessore Masaracchio dovrà spiegarci questa sua concezione filosofica che parte da Platone e arriva fino a Gavio. Come lei ben sa, signor Assessore Masaracchio, nelle scelte concrete cui ci stiamo apprestando, in ordine all'Alta Velocità, alle infrastrutture autostradali, altro non stiamo facendo che politiche molto precise in favore di alcune altrettanto precise lobby economiche.
Cosa c'entra in questo l'art. 17? C'entra: con la stessa logica andiamo ad approvare un provvedimento che non è di pubblico interesse: non va incontro alle esigenze dell'interesse generale della collettività. Va incontro, viceversa, agli interessi, legittimi peraltro, di settori particolari dell'economia. E fin quando questi settori particolari non rappresentano, a loro volta, interessi confliggenti con l'interesse pubblico, va tutto bene. Ma nel caso in discussione quegli interessi particolari confliggono con l'interesse pubblico. Infatti, è contro l'interesse della collettività e della pubblica amministrazione, che dovrebbe presiedere l'interesse generale della collettività, l'approvare questo provvedimento. Provvedimento, che avrebbe, proprio nelle sue zone Consigliere Rossi, checché ne dica il suo collega Toselli, degli effetti devastanti. Questa è, purtroppo, la realtà dei fatti.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Intendo dare lettura di un intervento dell'Assessore Cavallera ad un convegno organizzato dal Consiglio regionale nel 1995, a proposito del Piano Regolatore e della legge urbanistica del Piemonte. Credo infatti che alcuni elementi emersi dall'intervento dell'Assessore Cavallera possano essere utili alla nostra discussione. Si dice: "Importante è il compito regionale, quello di individuare, guidare e coordinare le scelte strategiche e quelle che incidono su una molteplicità di livelli istituzionali, in modo cooperativo, ma anche autorevole.
Importante è il ruolo della programmazione e, per quanto attiene al Piano Regolatore Generale, può essere condivisibile la scelta di articolarlo in due parti - una strutturale ed una operativa - purché si riesca a definire in maniera chiara ed univoca i rispettivi contenuti. Dovrà essere inoltre ben chiarita la natura della parte cosiddetta operativa".
Mi è sembrato di cogliere al proposito qualche incertezza nella sua definizione. Ritengo che la parte operativa debba essere considerata come uno strumento urbanistico a tutti gli effetti e che non si debba confondere come uno strumento amministrativo di attuazione del Piano. In questa ipotesi andrebbe comunque reinventato uno strumento di attuazione unitario dei due livelli, con contenuti nuovi di temporizzazione e verifica delle scelte di Piano. Mi sembra di capire che in queste ipotesi i Piani Regolatori Generali perderebbero forza rispetto a quanto configurato nella L.R. n. 56/77, scomponendosi gli elementi forti dotati di autonomia. Vedo qualche difficoltà nel governo e nel monitoraggio di questi processi, al di là della correttezza di questa impostazione e mi chiedo se questo possa rispondere positivamente alle richieste di chiarezza e snellezza delle procedure. Siamo certi che la formazione di tali apparati di piano sia più snella e più veloce? Forse più agevole sarebbe solo la possibilità per i Comuni di gestire e modificare autonomamente la parte operativa del Piano però mi pare di poter escludere l'ipotesi di prevedere troppa autonomia dei Comuni escludendo la Regione da una qualsivoglia operatività sul piano della programmazione.
Questo elemento di riflessione è già stato fatto dall'Assessore Cavallera e credo che questo sia esemplificativo. C'è stato, cioè, un momento di riflessione sul livello dell'urbanistica, dei Piani Regolatori Generali, ed anche un momento di riflessione, che va ad avere una sua sinergia, sul ruolo degli Enti locali e sull'autonomia dei Comuni. Quindi è stato importante, anche solo in queste righe, fare una netta differenziazione tra il ruolo che può avere l'Ente comunale nella sua autonomia, nella snellezza delle procedure, ma come questo non possa assumere un livello inferiore rispetto invece alle scelte strategiche che la Regione deve assumersi come responsabilità di governo nel settore dell'urbanistica e del territorio, quindi anche in riferimento all'esigenza di un Piano Territoriale Regionale.
Ritengo pertanto sia utile riprendere alcune delle riflessioni che sono state fatte in passato perché questa discussione non è nata oggi; la L.R.
n. 56/77 è nata da momenti di articolazione ed anche di confronto culturale, per cui una modifica di questo tipo deve presupporre un grande confronto fra tutte le associazioni, non solo i Comuni più piccoli presenti sul territorio, tenendo conto - come è stato rilevato in precedenza - della diversa articolazione territoriale e morfologica che il patrimonio piemontese conserva.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Noi suggeriamo a quest'aula di avere un ripensamento rispetto alla presentazione di questa proposta e di cogliere appieno l'occasione che ci è stata offerta dal Commissario di Governo, con il rinvio, per non insistere sulla stessa strada e cercare invece di percorrere una strada diversa.
Lo abbiamo già detto ieri, noi non riteniamo di trovarci di fronte ad alcuna emergenza abitativa che giustifichi provvedimenti di questo genere che hanno due caratteristiche: da una parte, di introdurre una falsa accelerazione dei procedimenti e, dall'altra, di aprire la strada ad una forte fase di edificazione nei Comuni del Torinese. Edificazione di cui non c'è necessità, perché non è giustificata dalla dinamica della popolazione della nostra regione. Quindi non c'è un elemento di urgenza; è possibile fare un passo indietro e tornare semmai sulla strada della revisione globale della L.R. n. 56/77. Invitiamo il Consiglio ad una riflessione e ad un confronto su questa ipotesi all'interno della quale noi individuiamo due modi di agire: da una parte, rafforzare quell'esigenza di programmazione che nonostante l'esistenza della legge ha dimostrato che può essere aggirata in vari momenti, non evita comunque degli effetti, perché si continua ad operare in modo nocivo per il territorio; occorre quindi individuare ulteriori elementi che permettano una maggiore capacità di programmazione e controllo. Dall'altra parte, intenderemmo intervenire su quella parte della legge che può facilitare una semplificazione delle procedure.
Si tratta, in definitiva, di avere la capacità di introdurre in questa legge elementi di programmazione, di controllo, di limiti entro i quali i Comuni devono muoversi, limiti dovuti, come ricordava la Consigliera Simonetti, proprio al ruolo che la Regione deve esercitare per il governo del territorio. Una volta fatto questo, però, noi siamo pienamente sensibili alle esigenze di semplificare il più possibile le procedure.
Anche se non si tratta solo di problemi di procedura, a volte ci sono anche problemi di organizzazione della struttura regionale che se tali sono non possono diventare elemento per aggredire o per modificare una legge. Se il problema è di struttura, di carenza di organico, di scarsa operatività dovuta ad una serie di fattori, a quelli bisogna rispondere, su quelli bisogna intervenire! Laddove ci sono, invece, elementi di appesantimento dovuti alla procedura, noi pensiamo che si possa studiare il modo di eliminarli, perch riteniamo quanto mai legittima la richiesta dei cittadini di avere degli iter certi e il più rapidi possibile.
Di questo si tratta e noi riteniamo che sarebbe utile per tutti affrontare il problema in questo modo. Altrimenti, lo ricordo ancora una volta, ma lo riprenderò perché il tempo sta per scadere, se non si vuole affrontare la discussione con questa impostazione, ma si intende andare avanti con il provvedimento, credo sia utile che il momento della riflessione parta da un'attenta valutazione della comunicazione del Commissario di Governo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Ci stiamo ormai avviando stancamente verso la conclusione odierna degli emendamenti relativi all'iniquo provvedimento di modifica dell'art. 17 della L.R. n. 56/77, con scarsa sensibilità di ascolto da parte della maggioranza regionale. Tutta l'ampia analisi politica effettuata oggi e ieri sulla L.R. n. 56/77 ha dimostrato senza ombra di dubbio l'iniquità e la gravità della proposta di legge. Tentare di annullare o vanificare i Piani Regolatori dei Comuni attraverso le varianti edilizie, eliminare totalmente il pur timido controllo della Regione sulle ipotetiche speculazioni edilizie, in perfetta sintonia con la linea cementizia e speculativa del passato, è un modo a mio avviso assurdo di governare la politica urbanistica della Regione Piemonte. Quindi, a mio avviso, come maggioranza dovreste evitare di fare ulteriori danni urbanistici ed ambientali al Piemonte, che è avviato ormai verso l'Europa e verso il Duemila.
Dovreste riflettere in modo diverso dando strumenti di controllo reale alla Regione, in modo da non vanificare i poteri di controllo che ha l'Ente territoriale maggioritario, cioè la Regione. Voi governate una Regione che è cerniera con l'Europa ed intervenire su questa legge in modo non consono alle esigenze ambientali ed urbanistiche di un corretto miglioramento della qualità della vita dei nostri Comuni e delle nostre comunità non è un metodo serio e democratico di conduzione di governo per questa Regione.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI' 3 Consiglieri hanno risposto NO 24 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri.
L'emendamento è respinto.
1/26) Emendamento presentato dai Consiglieri Cavaliere, Moro e Papandrea: al comma primo, dopo le parole "il Piano Regolatore Generale è sottoposto a revisione periodica ogni...", le parole "dieci anni" sono sostituite dalle parole "trentanove mesi".
La parola al Consigliere Cavaliere per l'illustrazione.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, questi banchi sono fatti un po' male - me lo consenta quindi ci dobbiamo anche confrontare, oltre che con la cattiva urbanistica anche con gli arredi fatti male, ma questo semmai riguarderà il regolamento edilizio che è ancora fermo in Commissione, ma che è una parte importante del ragionamento che dobbiamo fare sull'urbanistica.
Presidente, essendo ancora sul punto del Piano Regolatore, credo valga la pena di capire che effetti avrebbe la modifica dell'art. 17 nell'area del Cuneese, dove risiedono autorevoli colleghi come Riba, Toselli, Rossi ed altri. Stavo dicendo, ma questo avevamo già avuto modo di dirlo durante la discussione relativa all'Asti-Cuneo, che ora è messa in pericolo dall'approvazione dell'art. 17, collega Riba, nel senso che se ogni Comune fa cosa vuole lungo il tracciato, o Riba va Comune per Comune e li ferma oppure l'Asti-Cuneo...



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

E' inesatto, quello che dice è inesatto. Le varianti sovracomunali...



CAVALIERE Pasquale

E' qui il punto: chi stabilisce che la variante è sovracomunale? Nel provvedimento, così com'è confezionato, non si capisce, è molto soggettivo.
Un Comune può applicarlo in senso proprio, con buonsenso, ragionevolezza e considerare con buonsenso qual è il comunale e qual è il sovracomunale. Un altro Comune può ritenere di interesse comunale una cosa che invece obiettivamente non lo è per nulla, non avendo noi definito in maniera oggettiva questo dato. Il fatto che Riba potrebbe essere costretto a bloccare da solo tutti i Comuni della tratta dell'Asti-Cuneo è un caso...



(Intervento fuori microfono del Consigliere Riba)



PRESIDENTE

Prosegua, Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Proseguo, Presidente. Io, pur essendo contrario all'Asti-Cuneo, e il collega Riba lo sa...



PRESIDENTE

Lei deve scegliere: o Asti-Cuneo o art. 17.



CAVALIERE Pasquale

Sto parlando, Presidente, dell'impatto dell'art. 17 su queste importanti infrastrutture che noi diciamo doversi realizzare. Poi facciamo questo e ci domandiamo come mai non sono più possibili, al di là di entrare nel merito se siano giuste o meno quelle grandi infrastrutture. Su questo siamo evidentemente divisi. Ora, già il governo francese ha un po' ridotto il progetto di Riba, nel senso che il Mercantour è ritenuto dal nuovo Governo socialista di Jospin non utile, non coerente con le politiche territoriali della nuova Francia, che si disegnerà. Il collega Scanderebech voleva un altro mattone per la sua azienda... Già l'art. 17 comprometterà notevolmente questa realizzazione, ancora ci si mette il Governo francese io credo che in qualche modo i cuneesi in toto si debbano opporre alla modifica dell'art. 17. Si deve opporre il collega Toselli e deve smettere di scrivere sui giornali locali che i problemi della nostra regione sono le prostitute e l'art. 17, perché questo io leggo dalla rassegna stampa dei giornali locali: che il collega Toselli batte su due punti, che sono la prostituzione e l'art. 17. Io credo - collega Toselli - che ci sia una profonda relazione...



(Intervento fuori microfono del Consigliere Scanderebech)



CAVALIERE Pasquale

Il Consigliere Scanderebech ci ha degnato di un suo giudizio! Io credo ci sia una profonda relazione - collega Toselli - tra l'art.
17 e il problema da te sollevato con altri diciassette partecipanti alla manifestazione svoltasi a Cuneo. Penso che Toselli, con altre sedici persone, abbia fatto una manifestazione (di diciassette persone) contro la prostituzione; credo ci sia un problema rispetto all'art. 17, perché è la prostituzione del territorio che voi favorite attraverso questo meccanismo.
Il territorio sarà oggetto della più nefasta compravendita, mercimonio e quant'altro di brutto.



TOSELLI Francesco

Però sono coerente.



CAVALIERE Pasquale

No, non sei coerente, perché sei contro la prostituzione - solo delle donne di colore - e sei a favore della prostituzione del territorio. E' questo che io non capisco, eppure anche la terra è una madre!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Questo emendamento, come quelli precedenti, ha due funzioni: una, di correggere l'impostazione della legge, di reintrodurre elementi di programmazione, e, l'altra, di intervenire nel merito di questa legge.
Credo che la riprenderemo la prossima settimana, dopo una pausa di riflessione. Prima ho ricordato l'impostazione di Rifondazione Comunista sul problema, però invito i promotori della legge a riflettere, qualora vogliano andare avanti, per cercare di evitare un secondo infortunio e perché tengano conto delle due paginette che ci sono state date. Spero che dopo la lettura di queste due pagine il discorso sulla semplificazione delle norme non venga ripreso a sostegno di questo procedimento considerato che la comunicazione che abbiamo ricevuto ci dice esattamente il contrario. Questo apparente tentativo di semplificazione contrasta con il principio vero della semplificazione, perché innesca una serie di meccanismi. Speriamo che negli interventi della maggioranza si consideri di agevolare la semplificazione, rispondendo alle preoccupazioni che sono state esposte.
Dato che stiamo cercando di affrontare due problemi (uno è favorire i lavori di quest'aula, ma l'altro è di legiferare in modo corretto), credo che una limitazione del danno e una diversa impostazione dell'o.d.g.
potrebbe portare ad una rivalutazione di Rifondazione Comunista, per cui si potrebbe procedere nei lavori di quest'aula in modo diverso e più spedito.
Non è detto, però, che un atteggiamento tatticamente diverso di Rifondazione Comunista, che non vorrebbe dire un mutamento di giudizio nel merito, accontenti poi il Commissario di Governo. Il Commissario di Governo parla di un procedimento respinto perché generico; per cui non sono convinto che andando a moltiplicare le fasce si riduca la genericità. E' possibile un'interpretazione, però credo che su questo vada fatta una riflessione. Lo dico sinceramente: credo che dovremmo utilizzare il momento anche per capire se un approccio di quel genere è sufficiente oppure no perché la mia impressione è che l'approccio vero debba essere quello di descrivere le tipologie, lo dicevo già prima. Si risponde appieno a questo tipo di considerazioni facendo una cosa diversa, approfondendo il lavoro e non semplicemente introducendo elementi di quantità e di abitazione, ma la tipologia dell'intervento specifico che può non passare al vaglio della Regione, ma che deve essere considerata una variante minore che il Comune può approvare da solo. Credo che se lo sforzo non sarà solo teso a superare l'impasse del lavoro in aula, una riflessione sia d'obbligo. Sentiamo gli uffici, però valutiamo con attenzione, in modo da operare non solo meglio qui, ma meglio in termini più generali.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI' 4 Consiglieri hanno risposto NO 25 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri.
L'emendamento è respinto.
1/27) Emendamento presentato dai Consiglieri Cavaliere, Moro e Papandrea: al comma primo, dopo le parole "il Piano Regolatore Generale è sottoposto a revisione periodica ogni...", le parole "dieci anni" sono sostituite dalle parole "quaranta mesi".
La parola al Consigliere Cavaliere per l'illustrazione.



CAVALIERE Pasquale

Prima abbiamo visto cosa accadrebbe nell'area del Cuneese. Vorrei ricordare che questo progetto di comunicazione globale dell'art. 17 potrebbe essere un'opera dell'artista Nespolo, nel senso che io potrei chiedere al Presidente un miliardo, perché queste sono le tariffe...



BOTTA Franco Maria, Assessore regionale

Però poi lo lasci in dono.



CAVALIERE Pasquale

Io, infatti, questa opera d'arte - il mattone che ho sul banco - la lascerò in dono all'Assessore Botta...



PRESIDENTE

Consigliere Cavaliere, lei sa bene che quella di Nespolo non è arte povera, la sua opera può essere identificata come arte povera...



CAVALIERE Pasquale

Nespolo ha detto di essere arte povera. Che Nespolo sia povero, pu darsi, perché pare che la Regione non gli rimborsi più tutto. Io, come l'artista Nespolo, regalerò alla Regione questo mattone, questa opera d'arte.



MASARACCHIO Antonino, Assessore regionale

La sua, Consigliere Cavaliere, è arte pop.



CAVALIERE Pasquale

Secondo me, no.
Lei, Assessore, quando il suo concittadino pittore ha regalato quel quadro...



MASARACCHIO Antonino, Assessore regionale

Quella non è arte pop.



CAVALIERE Pasquale

Quella è arte classica che è stata trasportata ad Acate.
L'Assessore ai trasporti ha trasportato metà della filarmonica di Trecate - i componenti sono sessanta - ad Acate, in Sicilia, come Assessore ai trasporti, in occasione dell'omaggio di un pittore - di cui l'Assessore Masaracchio ha fatto la critica - di sei icone...



(Commenti dell'Assessore Masaracchio)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI



PRESIDENTE

Assessore Masaracchio, la pregherei di non interrompere l'oratore e chiedo al Consigliere Cavaliere di essere più attinente al tema in discussione.



CAVALIERE Pasquale

Se io sto divagando, cosa fa l'Assessore ai trasporti quando, come sua competenza istituzionale, porta trenta persone della filarmonica di Trecate ad Acate? Se non...



MASARACCHIO Antonino, Assessore regionale

Li ho portati come cittadino.



CAVALIERE Pasquale

No, lei li ha portati in quanto in delibera...



(Commenti dell'Assessore Masaracchio)



CAVALIERE Pasquale

Prendiamo atto che non è stata fatta quella delibera come Assessore ai trasporti, ma come Giunta. Dopo che il dottor Garrone ha vagliato le opere d'arte, è stata approvata la delibera. Il Presidente se ne è assunto la responsabilità ed è stato possibile portare le trenta persone della filarmonica di Trecate ad Acate. Il Paese poi ha giudicato la cosa, tant'è che Alleanza Nazionale e il Polo sono stati sconfitti all'elezione di Trecate, perché dopo queste cose hanno detto...



MASARACCHIO Antonino, Assessore regionale

Quindi ho contribuito alla vittoria della sinistra!



CAVALIERE Pasquale

Va bene, lei continui così. Guardi che a noi è dispiaciuto che lei abbia perso un po' di deleghe...



MONTABONE Renato

Trasporta i Consiglieri comunali di Cirié.



CAVALIERE Pasquale

Ad Acate? Ma non dipingono, lui non vuole portare i mattoni ad Acate perché ad Acate vi è un'architettura barocca, molto rinomata.
La questione interessante è quella che poneva l'Assessore "globale" Burzi, il quale mi diceva che io stavo divagando. Se io divago, cosa fa l'Assessore Masaracchio quando, come sua competenza, non come cittadino non come Sindaco di Trecate, ma come Assessore regionale ai trasporti, fa una delibera - e la fa firmare dal Presidente dopo il vaglio di Garrone - e trasporta mezza filarmonica di Trecate ad Acate? Cosa fa se non una divagazione istituzionale? Se può divagare la Giunta... Però a questo punto, Presidente, visto che l'Assessore ci ha detto che è stato lui ad ispirare questa delibera al Presidente della Giunta, quella - ripeto - di trasporto delle trenta persone, e visto l'amore dell'Assessore Masaracchio per la filosofia, come origine del pensiero, della curiosità umana, ho timore che il vero ispiratore della presa di posizione dei tre filosofi piemontesi, cioè Ghigo, Garrone e Vanelli...



PRESIDENTE

Non sono filosofi, sono solamente i nostri...



CAVALIERE Pasquale

Mi è venuto il dubbio che a furia di chiedere, da parte dell'opposizione al Presidente Ghigo, di togliere Garrone - glielo abbiamo chiesto tante volte, in quanto non si spiegava in alcun modo quella consulenza globale a Garrone - lui abbia capito male e abbia inteso togliere Galante Garrone! Noi intendevamo Garrone di Acqui.



PRESIDENTE

Consigliere, è una dichiarazione di voto, è tutto il giorno che stiamo divagando...



CAVALIERE Pasquale

Intanto abbiamo scoperto chi è l'ispiratore della nouvelle philosophie piemontese...



PRESIDENTE

Il suo mattone "arte povera" è già pronto per cui lo porteremo al Castello di Rivoli...



CAVALIERE Pasquale

Ho già detto, Presidente, che nel momento in cui regalerò questo oggetto d'arte alla Giunta, la Giunta deve dare anche a me un miliardo! Come lo ha dato a Nespolo... la qualità è identica e l'impegno è stato profuso in altrettanto...



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Intervengo per avanzare alcune considerazioni sempre sulla L.R. n.
56/77. In una situazione di revisione della L.R. n. 56/77, che riguarda gli aspetti procedurali, vale la pena mettere in discussione anche i ruoli dei singoli soggetti istituzionali e le relazioni tra i livelli di amministrazione dell'urbanistica. Questo non può avere luogo se non con una riforma nelle relazioni tra i livelli di governo: Regioni, Comuni e Province, in grado di modificare in parte i processi decisionali.
A questo proposito, i nodi da sciogliere rispetto ad una discussione di questo tipo stanno attorno a diverse questioni; da un lato, ci sono le riforme strutturali, quindi nuovi livelli di governo territoriale dall'altro, delle riforme funzionali e procedurali, e quindi una ripartizione dei livelli di governo, le riforme organizzative e le riforme nei modi di assunzione delle decisioni. Se non si procede su questa strada qualsiasi ipotesi non ha possibilità di affermarsi per la complessità della situazione che si intende analizzare. Ma per un'analisi reale dei vari livelli della questione che una legge urbanistica di questo tipo vuole imporre alla discussione, è necessario valutare la complessità del problema. Non ci si può limitare, semplicemente, ad uno smantellamento, ad uno scarico di responsabilità, che invece attengono direttamente al governo regionale, per invogliare i Comuni ad essere più soggetti a rischi di speculazione ambientale, cementizia ed urbanistica, rispetto al loro territorio.
Questo continuo procedere ad una deregulation, comunque, si riverserà inevitabilmente anche sui ruoli che il governo regionale dovrà assumere nel momento in cui, prima o poi, dovrà porsi il problema di effettuare dei seri controlli sul territorio rispetto ad un'esigenza di tutela ambientale del territorio e del regime dei suoli, forte e reale. In realtà, invece, la Giunta regionale non si pone il problema dei controlli rispetto alle speculazioni; alcune tutele ambientali e territoriali non vengono in alcun modo considerate. Si procede man mano, cammin facendo, ad una modifica che appare solamente legislativa, ma che in realtà dà largo spazio all'autonomia dei Comuni che legittima rispetto a determinati settori - sui quali la Giunta regionale non interviene in alcun modo - intervento che i Comuni dovrebbero invece essere messi nelle condizioni amministrative di poter svolgere legittimamente. La Giunta regionale continua ad aprire questa autonomia ai Comuni o comunque agli Enti locali sotto la Regione rispetto a determinate funzioni che invece devono essere necessariamente di competenza regionale. Occorre trovare dei metodi che possano invece liberare i Comuni da alcuni vincoli amministrativi cui sono sottoposti. Il fatto stesso che un Comune ha tempi assolutamente lunghi nell'approvazione dei Piani Regolatori o di variante a Piani Regolatori, che vanno da uno tre o cinque anni, deve far riflettere. Questo non implica, comunque, il fatto che la Giunta regionale debba svincolarsi da qualsiasi tipo di responsabilità relativa alla legge urbanistica e in generale alla territorialità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Grazie, Presidente. Le modifiche alla L.R. n. 56/77 sulla tutela ed uso del suolo, volute dalla Giunta regionale di centro-destra e bocciate dal Commissario di Governo, vanno verso la grave cementificazione e la speculazione selvaggia del territorio piemontese, come nel passato.
Questo è stato ampiamente dimostrato nelle illustrazioni degli emendamenti al provvedimento, che da due giorni stiamo con grande determinazione illustrando.
Non possiamo, come sinistra, come Gruppo di opposizione, accettare una simile impostazione politica di degrado ambientale, quindi siamo seriamente impegnati a contrastarlo con tutti i mezzi giuridici regolamentari compreso l'ostruzionismo.
La Giunta regionale avrà certamente compreso che il provvedimento di legge n. 56/77, art. 17, è iniquo e grave per tutto il territorio piemontese, per cui verrà contrastato dal Gruppo, decisamente e fino in fondo.
Non pensa, la maggioranza, che continuare ad essere sorda su questa tematica sarà comunque deleterio e grave per lo sviluppo del dibattito? Noi ricorreremo nuovamente, in caso di approvazione, al Commissario di Governo perché, così com'è elaborato, riteniamo il provvedimento illegittimo.
Crediamo quindi che verrà nuovamente bocciato. Se questo avverrà ovviamente, darà ampia prova di incapacità di governo della Giunta.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 31 hanno risposto SI' 4 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'emendamento è respinto.
L'esame della legge è temporaneamente sospeso.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorni pervenuti all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18,30)



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