Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.141 del 12/06/97 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 5) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Bortolin, Chiezzi Farassino, Griffini, Leo, Marengo, Peano, Rossi, Salerno e Viglietta.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Esame legge regionale approvata dal Consiglio regionale il 26/11/1996 e rinviata dal Governo relativa a: "Modifica degli artt. 17, 40 e 77 della L.R. 5/12/1977, n. 56 'Tutela ed uso del suolo'" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo il punto 6) all'o.d.g., in merito alla legge regionale approvata dal Consiglio regionale il 26/11/1996 e rinviata dal Governo relativa a: "Modifica degli artt. 17, 40 e 77 della L.R. 5/12/1977, n. 56 'Tutela ed uso del suolo'", con l'esame degli emendamenti all'art. 1.
1/13) Emendamento presentato dai Consiglieri Cavaliere, Moro e Papandrea: al comma primo, dopo le parole "il Piano Regolatore Generale è sottoposto a revisione periodica ogni...", le parole "dieci anni" sono sostituite dalle parole "venticinque mesi".
La parola al Consigliere Cavaliere per l'illustrazione.



CAVALIERE Pasquale

Se il collega Angeli me lo consente, prenderei il giornale che sta consultando perché è interessante. Infatti, relativamente alle cose che dicevo ieri, il quotidiano piemontese riporta il nostro dibattito, i nostri problemi e dice che ieri - eravamo tutti qui - "fuori dall'aula erano presenti numerosi Sindaci": io non ne ho visti.



PRESIDENTE

Erano travestiti da fantasmi!



CAVALIERE Pasquale

Può darsi, Presidente. "Numerosi Sindaci ed imprenditori aderenti all'API, ma non solo" - quindi non solo aderenti all'API - "premono" premevano, infatti il Palazzo si è un po' inclinato - "affinché la legge che semplifica le procedure per rilanciare l'edilizia sia approvata".
Ringrazio il Consigliere Angeli e mi scuso per avergli tolto il giornale.



PRESIDENTE

Bravo: bisogna lavorare in équipe!



CAVALIERE Pasquale

Tutto questo è importante, perché indica il vero senso di questo provvedimento. Non si tratta di semplificare per rendere la vita dei Comuni più facile, ma si tratta di semplificare per rilanciare l'edilizia. Allora io credo che ci siano modi e modi per rilanciare l'edilizia.
L'altra settimana mi è giunto un invito per un convegno della Regione Piemonte, al quale parteciperà anche l'Assessore Botta. Nell'epigrafe c'è scritto che la Regione Piemonte, con il totale dei suoi contributi costruisce una città.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'urbanistica

Ogni cinque anni.



CAVALIERE Pasquale

Ha detto bene, Assessore Botta, questo è il modello: la Regione Piemonte, ogni cinque anni, costruisce una città. Questo è incredibile per i problemi che abbiamo, nel senso che l'industria dell'edilizia ha molto più lavoro, più consumo di materiali, ecc., nel recupero conservativo. Di conseguenza, dobbiamo capire di cosa abbiamo bisogno. Noi non abbiamo bisogno di nuove case - se non in situazioni limitate - ma abbiamo bisogno di razionalizzare e ristrutturare l'enorme patrimonio abitativo esistente nel nostro territorio.
Non possiamo continuare a consumare territorio, perché questo è sbagliato, soprattutto in una situazione già complicata e storicamente definita come quella dei Comuni piemontesi e italiani, parcellizzati. Il sistema antropico della nostra regione, come del nostro Paese, è caratterizzato da questa parcellizzazione della presenza, dando né un senso negativo né positivo; non si può su questo modello pensare che ogni nucleo rappresentato da ogni Comune continui l'espansione costituendo di fatto un unicum urbanistico ovunque.
Ad esempio, il modello francese di urbanistica tende a costruire dove già è stato costruito - se il Consigliere Galli vorrà dire la propria opinione, potremo ascoltarla. Per quel che conosco io, tende a permettere alta volumetria nelle conurbazioni urbane, per cui si può costruire anche molto in altezza nelle grandi città, mentre si può costruire e si tende a costruire molto meno nei piccoli centri, proprio per rappresentare un modo un modello ed una forma diversa di preservazione del territorio, facilitata senz'altro dalla condizione del territorio francese, che rispetto al nostro Paese è più vasto, con poche città più raggruppate, ecc. Su questo modello si è insistito con la regola urbanistica, lasciandolo, e personalmente credo sia un modello migliore. Noi, invece, abbiamo agito in termini del tutto diversi.
Ieri sera - e credo che questo c'entri molto - mi è capitato di partecipare, dopo la riunione consiliare, ad un incontro con i cittadini del "Comitato 8 Ottobre" di S. Francesco al Campo, dove è caduto l'aereo.
Ricordate quella vicenda? I Comuni di S. Francesco, di S. Maurizio e di Caselle prevedono delle varianti ai Piani Regolatori di grande espansione addirittura, il Comune di S. Maurizio Canavese prevede un raddoppio - oltre alla questione della pista, che è tutta un'altra vicenda - della popolazione, tra l'altro nella zona di pertinenza dell'Aeroporto.
Faccio questo esempio perché con la modifica della legge per questi Comuni sarebbe possibile - senza nulla osta da parte della Regione espandersi, magari limitatamente, in zona aeroportuale senza che alcuno possa dire nulla, né la Provincia - che ha ammesso che le dessimo le competenze perché non ha gli strumenti per poter osservare questo - n qualunque altro Ente. Faccio questa osservazione perché è pertinente, oltre tutte le altre implicazioni che stanno dentro a questo complicatissimo e grande problema.
Quindi si tratterebbe, a nostro parere, non di permettere ai Comuni di modificare gli strumenti urbanistici per ampliarsi, ma di poter semplificare le procedure per poter applicare meglio i propri strumenti urbanistici. A me pare che tutto ciò che sa di regola non piaccia al Polo che ha una concezione liberista, per cui il termine "Piano Regolatore", che ha il senso di regolare qualcosa, non piace. Il Piano Regolatore non va bene perché regola e quindi bisogna in qualche modo togliere le regole. La vera concezione economica liberista, invece, è quella di un libero mercato all'interno di chiare e ferme regole e leggi.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

A proposito delle regole, è chiaro che questa Giunta non vuole introdurre elementi di normativa più stretti o comunque che possano rispondere alle esigenze di semplificazione dei Comuni.
I tempi medi di redazione ed approvazione di un Piano Regolatore Generale sono assolutamente lunghi. Li elenco: tempo medio di adozione del programma preliminare, 505 giorni; tempo di adozione del programma definitivo, 340 giorni; tempo di trasmissione alla Regione, 170 giorni totale tempo di redazione, 1.015 giorni. Quindi, i tempi procedurali attraverso i quali il Comune può approvare una propria variante del Piano Regolatore Generale sono assolutamente lunghi: passano da un anno a tre anni.
Di fronte alla necessità di semplificare le procedure, e quindi di dare uno strumento ai Comuni per snellire burocraticamente queste pratiche, al fine di rispondere in modo tempestivo alle esigenze del proprio territorio la Regione cosa fa? Invece di introdurre elementi di semplificazione elimina quelle poche regole, quei paletti che sono stati introdotti, per esempio, da questa legge. Come è già stato accennato ieri, è una metodologia che questa Giunta ha assunto come proprio metodo di lavoro; non è un fatto episodico, ma è uno strumento di prassi, quello di procedere allo smantellamento delle regole e delle leggi. E' un episodio che si verifica in continuazione e che rappresenta il nucleo fondamentale della politica di questa Giunta. In realtà i Comuni chiedono ben altro. Il Piemonte ha il maggior numero di piccoli Comuni rispetto alla realtà italiana (assomiglia a quella della Lombardia); ebbene, di fronte a questa situazione, la Regione si pone solo l'obiettivo di eliminare i cosiddetti lacci e lacciuoli per tentare, a suo parere, di semplificare. Non è questo l'obiettivo che si dovrebbe prefiggere questa Giunta, ma un programma sull'uso del suolo anche dei Piani Regolatori Generali, formati mediante la L.R. n. 56/77.
Le informazioni relative alla produzione dei Piani Regolatori acquistano maggiore rilevanza se si considerano i dati sugli usi che vengono fatti dei suoli esistenti e quelli realizzati anche da alcune ricerche. Noi abbiamo una ricerca che è stata fatta su un campione di 121 Comuni. Dallo sviluppo di questa ricerca (che sconta ovviamente i limiti di un'indagine campione per cui non può che essere sommaria) emerge che oltre 72 mila ettari esistenti sono destinati a vaste aree di uso privato all'interno delle stesse aree di urbanizzazione delle città. Di fronte a questo, la formazione dei nuovi Piani non tiene conto degli impianti in questo caso collocati su aree private e quindi la zona residenziale, la zona industriale e quella terziaria.
La quantità del suolo prevista per tale uso vede quindi un incremento del 25% circa. Man mano che si va avanti, si vede dunque un deciso processo di industrializzazione delle città che, anziché concorrere alla tutela dell'ambiente, conservano uno stato rispetto ad una volontà di speculazione cementizia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Dopo la lunga discussione di ieri pomeriggio sugli emendamenti relativi all'iniquo provvedimento legislativo di modifica della L.R. n. 56/77 in materia urbanistica, credevo ci fosse oggi una diversa posizione della maggioranza o perlomeno un ripensamento di giudizio. Invece si continua con la più ottusa linea dell'indifferenza, come se nulla fosse successo, al di là delle proprie posizioni.
Se veramente non si intende intervenire per ridurre i rischi ambientali e di speculazione edilizia a seguito della modifica dell'art. 17 della L.R.
n. 56/77, la ventilata ipotesi di cementazione selvaggia per i Comuni piemontesi diventerà purtroppo realtà, con gravissime ed inimmaginabili conseguenze per il futuro delle città e dei paesi di pianura, di collina e di montagna del Piemonte. E' un fatto gravissimo che va rimarcato soprattutto in questo momento politico.
Parlando con molti amministratori locali, non solo torinesi, ma anche delle altre province del Piemonte, posso dire che non è vero che i Comuni aspettano con ansia questo provvedimento! Solo pochi Sindaci sperano di assecondare le loro varie richieste edilizie speculative e pericolose senza i controlli regionali e senza, ovviamente, i Piani Regolatori.
Ci auguriamo dunque una riflessione della Giunta e della maggioranza anche se oggi non mi pare sia intenzionata a farlo, come dimostra la scarsa attenzione al dibattito - affinché non dia la possibilità ai Comuni di continuare su quella vecchia linea speculativa che ha causato danni irreparabili all'ambiente urbano, non solo nel passato, e i Piani Regolatori venuti successivamente hanno dato anche una certa parvenza di miglioramento ambientale. Non intervenire su questa tematica, che è di primaria importanza per quanto riguarda la civiltà e il progresso delle future generazioni, significa - a mio avviso - non essere in grado di governare una regione importante come il Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Signor Presidente, nel caso ci trovassimo nuovamente di fronte ad una massiccia presenza di Sindaci ed imprenditori che vengono ad interessarsi al nostro dibattito, la invito a sospendere i lavori perché noi siamo disposti ad incontrarli e spiegare qual è la nostra posizione. E' bene che ciò avvenga in forma diretta e non riportata. Non so se i Sindaci di ieri erano reali o virtuali, però, nel caso in cui ci trovassimo di fronte a presenze reali, noi non sfuggiremo all'esigenza di confronto e di rapporto perché crediamo sia utile dare un'informazione, da parte nostra, del perch noi conduciamo questa battaglia. Questo vale per gli amministratori a cui apparentemente questo provvedimento è rivolto, cioè i primari terminali dell'intervento. Dall'articolo in discussione, così come è emerso ieri dal dibattito, emerge un problema che sta al fondo del tipo di emendamenti che presentiamo. Presentiamo questi emendamenti perché vogliamo introdurre in altra forma una possibilità di controllo e programmazione che viene smantellata dal provvedimento. Pertanto diciamo sì, anche se a volte in modo paradossale nei tempi; diciamo di ridurre i momenti della verifica. Se tutta una serie di cose non sono più sottoposte a verifica, ci sia almeno un momento in cui si ritorna ad una discussione generale ed il Piano, nel suo insieme, con le sue varianti, che sono nel frattempo intercorse, possa tornare alla valutazione della Regione. E' questo il contenuto specifico dell'emendamento: abbreviare significativamente il periodo in cui il Piano Regolatore viene sottoposto a verifica, proprio per contrastare lo smantellamento. Di fronte, cioè, alla procedura che può diventare lunga quello che abbiamo è l'eliminazione della procedura ed è questo l'aspetto che contrastiamo principalmente. Soprattutto, non di piccole cose, ma in modo generale. Non si dice: "Quell'intervento, con quelle caratteristiche...". La legge non dice questo, dice che un intervento con determinate caratteristiche può non essere..., però già lo descrive, parla di una genericità di interventi. Su questo siamo assolutamente contrari riteniamo che la genericità voglia dire che quegli aspetti, che gli altri interventi ricordavano, rispondano poi agli interessi di aumentare la quantità di case che vengono costruite nei Comuni in modo indiscriminato.
Ritornerò sull'assurdità di un'impostazione di questo genere, di assoluta mancanza di programmazione e vedremo che, nel prosieguo della discussione ci saranno altri elementi per cercare di introdurre la programmazione anche in sostituzione della Regione.
Quello che mi stupisce è l'atteggiamento dei colleghi del PPI. Capisco che possano avere una visione diversa dalla nostra, cioè puntino maggiormente allo sviluppo edilizio, questo è del tutto legittimo da parte loro, però mi era sempre parso di cogliere in loro un interesse alle regole, a che questo non avvenga in modo selvaggio, non controllato. Mi era parso ci fosse quell'esigenza su cui il confronto può avvenire; mi era parso che avessero interesse che questo avvenisse in modo governato o programmato. Mi stupisce quindi che, a fronte delle difficoltà che tutti recepiscono, che i Sindaci sollecitano nelle procedure, anche loro, ad un certo punto, accettino un'impostazione di smantellamento delle procedure.
Mi pareva che ciò non facesse parte del modo in cui si sono caratterizzati finora e spero ci sia da parte loro un ripensamento su tale aspetto.



PRESIDENTE

La Giunta esprime il proprio parere contrario all'emendamento.
Si proceda, come richiesto, alla votazione dell'emendamento per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 votanti 40 hanno risposto SI' 4 Consiglieri hanno risposto NO 29 Consiglieri si sono astenuti 7 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'emendamento è respinto.
1/14) Emendamento presentato dai Consiglieri Cavaliere, Moro e Papandrea: al comma primo, dopo le parole "il Piano Regolatore Generale è sottoposto a revisione periodica ogni...", le parole "dieci anni" sono sostituite dalle parole "ventisei mesi".
La parola al Consigliere Cavaliere per l'illustrazione.



CAVALIERE Pasquale

Grazie, Presidente. La Giunta assume dei provvedimenti che sono contraddittori con le altre azioni che vuole mettere in piedi. Leggo infatti una grave discrasia nel modo di muoversi dei due Assessori giovani della nostra Giunta: Angeleri cerca di fare e Botta distrugge.
Voglio darvi lettura di una notizia ANSA (voi sapete che l'ANSA segue il turismo della Regione Piemonte con quaranta agenzie al giorno, perché è una cosa importante, un vecchio accordo dell'ANSA con il turismo regionale) dalla quale si apprende che la Germania scopre il Piemonte; sono state 1.490 le telefonate arrivate in sette giorni dalla Germania al numero verde della Regione Piemonte. Non so come abbiano fatto, perché quando ho provato io al numero verde non risponde nessuno. Però dalla Germania hanno telefonato in 1.490, in sette giorni. Non so se è stato Ghigo con il telefonino dall'Argentina... Questo è stato l'effetto della campagna pubblicitaria "Piemonte: 23.500 km di vacanza". Non si capisce se in metri cubi. Questa è la campagna pubblicitaria apparsa sui principali quotidiani tedeschi, perché i quotidiani piemontesi sono ormai stracolmi della pubblicità della Giunta regionale, quindi bisogna per forza occupare spazi fuori dal Piemonte.
In particolare, i tedeschi sono molto interessati ai laghi piemontesi alle Langhe, alla montagna, all'enogastronomia delle Langhe. I laghi piemontesi - e bene lo sa il collega Racchelli - non possono continuare ad essere cementificati come lo sono stati in passato. La cultura urbanistica moderna più matura dei Paesi europei la riscontriamo in Germania, dove vediamo che alcune bellezze naturali uniche sono trattate in modo totalmente diverso da come le trattiamo noi: queste sono state le parole di Ghigo, che ha riconosciuto, dopo l'alluvione, che non si può continuare...
Allora, come pensiamo di far diventare effettivamente il Piemonte un volano del turismo, attirando turisti anche esteri, in ragione delle nostre bellezze naturali (i laghi, la montagna, le Alpi, caratteristiche ed uniche nel panorama montano dell'Europa), se deformiamo il nostro territorio?



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Signor Presidente, è già stato ampiamente ripetuto in tutti gli interventi, sia di ieri che di questa mattina, che il testo di L.R. n.
56/77 all'art. 17 non è per niente conforme alla richiesta di legittimità del Commissario di Governo, per cui è stato bocciato seccamente e oggi ne discutiamo le forme della sua sostanziale modifica.
Gli emendamenti presentati vanno in questa direzione, cioè nella direzione di correggere questa assurdità. La stessa metodologia dell'attività di governo di questa Giunta regionale, di inefficienza nella politica economica sociale ed occupazionale piemontese a partire dalla materia urbanistica, è la prova lampante dell'incapacità a capire i gravi rischi di degenerazione ambientale e cementizia di questo iniquo provvedimento che stiamo discutendo e che inesorabilmente, più ne parliamo più appare iniquo e pericoloso.
Non tenere conto delle eventuali pericolose speculazioni edilizie anche selvagge e di degrado dell'ambiente cittadino, è vera miopia politica ed inefficienza governativa, soprattutto in questa materia che è decisiva e determinante per il progresso civile ed economico.
Su questa materia, come è già stato detto, si sono formate maggioranze e minoranze, quindi è una delle priorità assolute in qualsiasi programma di governo ed elettorale delle varie forze; è una materia su cui continuamente ci si confronta e sovente le maggioranze diventano minoranze, e viceversa.
Con questo provvedimento si cerca in tutti i modi di compromettere il difficile tessuto urbano di oggi, un tessuto che nel passato ha subìto un grave abuso edilizio con danni urbani irreparabili.
Noi, con la nostra battaglia, intendiamo modificare questa situazione e intendiamo, soprattutto, dare un contributo di civiltà e di prospettive future per i giovani. Futuro che oggi, con questo testo di legge che è, a nostro avviso, deleterio e negativo, potrebbe essere seriamente compromesso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Credo sia già emerso nella discussione di ieri e di oggi il valore che intendiamo dare a questa materia, rispetto ai modelli di sviluppo possibili nella nostra regione.
Siamo sicuramente in una regione che vive una situazione difficile, di transizione: eravamo una regione ad altissimo sviluppo industriale ed oggi siamo qualcosa di diverso. Basta passare nelle nostre città, in particolare in questa, dove ha sede il Consiglio regionale, per vedere le enormi aree in cui una volta erano collocate aziende ed industrie: ci lavoravano decine di migliaia di persone, ora sono abbandonate. Tra l'altro, questi stabilimenti non sono stati abbandonati per costruirne altri, magari nella cintura, perché anche lì sta avvenendo un procedimento analogo.
Alcuni anni fa abbiamo assistito alla chiusura dello stabilimento Lancia di Chivasso, che era uno dei nuovi stabilimenti industriali.
Sappiamo che è in discussione la sorte di uno degli ultimi due grandi insediamenti industriali della FIAT Auto, e che anche questo rischia di chiudere. In questo caso, sarebbe fuori Torino. Questa è la realtà della nostra regione.
Pensiamo ad Ivrea o a quanto sta avvenendo nella provincia di Alessandria con gli stabilimenti siderurgici, a quanto è avvenuto presso le aziende chimiche in altre zone del Piemonte.
Dobbiamo tentare di individuare ipotesi di rilancio, di reindustrializzazione, ma anche nuove proposte di sviluppo economico che puntino ad altro.
Una delle ipotesi ripetutamente proposta è quella di puntare sulla cementificazione: da una parte, grandi infrastrutture e, dall'altra, un via libera alle costruzioni.
Io credo che in questo modo si rischi di deturpare concretamente la regione, che proprio in seguito alla crisi industriale aveva scoperto di avere altre chance. Non è un caso che le zone più dinamiche del Piemonte siano quelle meno industrializzate: ci sono specializzazioni come l'enogastronomia. Poi si è scoperto che il Piemonte è anche una bella regione dal punto di vista paesaggistico ed anche grazie ad alcune iniziative fatte recentemente, quelle sui castelli nel Canavese ed altre analoghe, si è scoperto che abbiamo un patrimonio artistico di notevole valore, sottovalutato rispetto a quello esistente in altre regioni, le quali hanno saputo valorizzare il loro patrimonio, cosa che noi finora non abbiamo fatto.
Credo ci sia concretamente un'alternativa tra l'ipotesi di cui stiamo discutendo, che punta semmai ad abbandonare i vecchi centri storici e non a risanarli, e la possibilità di valorizzare l'esistente in modo da creare del turismo, abbandonando l'idea di cementificare ed edificare in periferia. Tra l'altro, credo che chiunque conosca il turismo, chiunque vada in Toscana o in altre zone simili sappia riconoscere qual è il vero interesse verso i centri storici, cioè quello di recuperarli, in modo da riuscire a mostrare appieno il loro valore.
Anche per quanto riguarda questo aspetto, credo che l'impostazione di sviluppo economico che emerge in questo provvedimento sia alquanto miope questa cementificazione non porterà molto, non darà risultati, ma rischierà di aggravare e compromettere definitivamente il tentativo di valorizzare le diverse possibilità che noi abbiamo ed in parte si comincia ad intravedere la possibilità che vengano usate.
Non so bene se il numero di telefonate di cui si è parlato corrisponda al vero o meno, ma credo che chiunque frequenti le Langhe possa accorgersi che la quantità di gente che parla lingua di origine germanica in alcuni periodi dell'anno è consistente, il che dimostra un interesse reale, non inventato. Si deve cercare quindi di andare oltre quell'aspetto; analogo discorso vale per il Canavese, il Monferrato, ecc.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere per dichiarazione di voto.



CAVALIERE Pasquale

Intanto - come diceva il collega Papandrea - se anche oggi avremo una grande pressione dei Sindaci e dell'API, se anche oggi ci saranno cortei e manifestazioni che richiedono l'art. 17, chiedo al Presidente di ricevere queste persone e di poter discutere con loro, perché è importante ascoltare le migliaia di cittadini che - come ha detto il telegiornale - stanno aspettando questo provvedimento e capire perché lo stanno aspettando.
Detto questo, credo che il Presidente Ghigo, che non è riuscito a mettere mano alle importanti leggi che dovrebbe fare la Regione, sarà ricordato per aver fatto una legge che cementifica il Piemonte e per aver dato 800 milioni alla Juventus: non sarà ricordato per altre cose. E credo che questo non faccia del bene nemmeno al centro-destra, che avrà pure una linea politica liberista.
Esisterà pure una cultura urbanistica di destra: ci possiamo confrontare con questa cultura di destra? Pare proprio di no. Pare che non ci si possa confrontare con questa cultura, perché quando la Giunta presentò il proprio programma, sull'urbanistica disse semplicemente due righe, e cioè che "bisognerà convivere con il rischio compatibile".
Non abbiamo capito cosa vuol dire questo, se non che bisogna comunque costruire nelle aree geologicamente a rischio. In altro modo non comprendiamo questo assunto, in quanto non viene presentato un modello urbanistico generale. Ad esempio, la cultura di destra del mercato - parlo della cultura storica di destra, non della destra italiana, che non esiste la cultura storica e liberale di destra esprime un pensiero molto chiaro e, per quanto riguarda il mercato, questo pensiero molto chiaro dice che il libero mercato si esprime all'interno di regole molto precise. Cioè, una volta individuate delle regole molto precise, dentro queste regole precise si esprime il libero mercato.
Il libero mercato quindi non è l'assenza di regole: è poche regole, ma chiare. Ma noi le vogliamo vedere queste poche regole! Sull'urbanistica, la destra quali poche regole ci indica? Lo vogliamo capire, perché...



GHIGLIA Agostino

Il centro-destra.



CAVALIERE Pasquale

Il centro-destra. Il Consigliere Ghiglia, in questa sua prolusione vuole - credo - dire sottilmente che la destra forse delle regole le ha, il centro un po' meno. Mi è parso di capire questo, anche se sulla rassegna stampa ho letto che il Consigliere Ghiglia è "caduto" sui fumetti del Gruppo Abele relativi all'ecstasy.
Concludo, perché ho terminato il tempo a mia disposizione.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione dell'emendamento per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 votanti 40 hanno risposto SI' 4 Consiglieri hanno risposto NO 28 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'emendamento è respinto.
1/15) Emendamento presentato dai Consiglieri Cavaliere, Moro e Papandrea: al comma primo, dopo le parole "il Piano Regolatore Generale è sottoposto a revisione periodica ogni...", le parole "dieci anni" sono sostituite dalle parole "ventotto mesi".
La parola al Consigliere Cavaliere per l'illustrazione.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, l'avvocato Deorsola non ha ancora capito che ormai questo provvedimento è diventato la linea del Piave del movimento ambientalista piemontese. Sono trascorsi i termini del buonsenso e della ragionevolezza e ora si devono confrontare due modelli: due modelli di urbanistica e due modelli di concezione del territorio.
Voglio usare il tempo a mia disposizione, che non sarà dilazionato strumentale e fuori argomento, per illustrare alcuni problemi. Visto che alle interrogazioni non si risponde e molti problemi in questo Consiglio non vengono trattati, propongo ai colleghi di seguire alcune questioni che ora proporrò. Questioni emblematiche del territorio piemontese e come rispetto a queste aree territoriali, la modifica dell'art. 17 si inserisce.
Abbiamo avuto, ad esempio, nella nostra provincia - oggetto anche di un'interrogazione e di riunioni che il Presidente Ghigo ha avuto con i Sindaci e con la città di Torino - il caso dell'immobiliare Borsetto.
L'immobiliare Borsetto è quella che ha rilevato la famosa area della "Città satellite" di Borgaro. Si tratta di una famosa vicenda di cui si occupò il Sindaco di Torino, Picco, ora consulente del CCD; l'immobiliare che fu del Vaticano all'inizio degli anni '60, con Sindona, si occupò di acquisire delle aree nella provincia di Torino, nell'area sita fra Torino a Borgaro.
Furono costituite una trentina di società che man mano acquisirono i terreni; queste società, paradossalmente, venivano chiamate "i soliti" e succedeva che "i soliti uno" compravano una certa quantità di metri quadrati, poi "i soliti due" ne compravano un'altra quantità, così "i soliti tre", "i soliti quattro", ecc. Comprarono "i soliti", finché questi terreni assommarono a 3 milioni di metri quadrati. Tre milioni di metri quadrati erano oggetto di un progetto al quale collaborò l'allora Sindaco di Torino, Picco, e il progetto prese il nome di "Città satellite". Città satellite del programma della Giunta Ghigo, nel senso che la Giunta Ghigo nel suo programma, ha detto che bisogna immaginare città nuove, modellate in modo diverso. Questa città satellite doveva essere una città ex novo di circa 30 mila abitanti. Ma la città non si costruì perché vi fu la sollevazione dei cittadini, ci furono enormi cortei, non per chiedere l'art. 17, ma per chiedere che non avvenisse quella grande speculazione edilizia alle porte di Torino. Speculazione che era stata preparata in tutti i suoi particolari: pensate che la tangenziale di Torino, che doveva sorgere 2 km più a nord, fu realizzata a 2 km più a sud perché doveva fungere da servizio a quella realizzazione immobiliare (pensate agli addentellati nell'ANAS, nel Ministero, ecc.).
Il fallimento di quell'operazione, con il fallimento di Sindona, con tutte le vicende finanziarie che si susseguirono, preservò paradossalmente questa grande area di territorio dalla normale speculazione edilizia che aveva interessato le aree analoghe in tutta la provincia di Torino. Per cui noi abbiamo, nell'area nord, fra Torino e Borgaro, 3 milioni di metri quadrati di territorio completamente integri.
Succede che nel 1990/1991 questo terreno viene messo all'asta, nessun Ente pubblico e tanto meno la Regione - nonostante che il valore fosse abbastanza minimo - partecipò a quelle aste fatte da enti strani o da liquidatori a cui hanno partecipato ditte, imprese e società che si sono formate cinque minuti prima di dover partecipare a quella gara. Queste almeno si sono costituite cinque minuti prima; le ditte dell'Assessore Leo si devono ancora costituire prima di prendere l'appalto! Però, queste imprese che si costituiscono appositamente per partecipare a quell'incanto a quella licitazione, acquisiscono, per poco meno di 30 miliardi, 3 milioni di metri quadrati, alle porte di Torino. E, guarda caso, questa società è formata dal conosciuto imprenditore Ligresti, dalla Lega delle Cooperative e da altri imprenditori. Come sapete, la comunione tra Ligresti e la Lega delle Cooperative è sempre stato forte cemento nella vicenda non solo milanese, ma anche piemontese, o comunque di tutto il nord Italia.
Ebbene, di fronte a questa situazione ed ai tentativi immediati di trasformare quel terreno agricolo in terreno edificabile - questo è successo nel 1992/1993/1994/1995 - c'è stata la totale assenza, il totale disinteresse degli Enti pubblici: Regione, Provincia e Comune di Torino. A nessuno interessa governare questo problema, prendere atto dell'esistenza di una risorsa e chiedersi cosa farne. Tale risorsa è oggetto solo di attenzioni speculative: è chiara a tutti l'appetibilità di un'area che paradossalmente, per il fallimento di una speculazione, è rimasta libera, a differenza di tutte le aree analoghe nell'anello della provincia di Torino completamente urbanizzate.
Per adesso termino qui il mio ragionamento; spiegherò meglio nel prosieguo le implicazioni assai negative, anche su quest'area, della modifica dell'art. 17 proposta dalla Giunta regionale.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Volevo riprendere il discorso interrotto in precedenza rispetto all'utilizzo di altre possibilità di rilancio economico della Regione, che permettano una diversificazione delle iniziative. In particolare, intendo riferirmi all'aspetto turistico. Penso non sia un discorso astratto; sono già molti gli elementi di un rilancio in atto da questo punto di vista.
Fra tre anni, come tutti sappiamo, si profila un'occasione storica per la nostra regione, quella del Giubileo. E' fatto noto che Roma non avrà capacità di accoglienza dell'enorme quantità di turismo che l'evento solleciterà: si parla di decine di milioni di persone. Si deve dunque pensare ad un accoglimento di queste persone su terreno nazionale sicuramente, non sarà sufficiente la struttura romana. Inoltre, è possibile che molte di quelle persone, arrivando da Paesi molto lontani, abbinino alla venuta a Roma una visita più ampia del nostro Paese. Realtà come Venezia e Firenze sono già punti di riferimento costante per il turismo anche Napoli è riuscita, negli ultimi anni, a rilanciare la sua immagine da questo punto di vista. Credo che anche a noi venga data l'occasione storica di abbinare il rilancio del Piemonte al Giubileo.
La Sindone, per fortuna, è stata salvata dall'incendio; abbiamo la possibilità concreta di far sì che una fetta significativa di quel turismo abbia Torino come punto di riferimento ulteriore. Ed anche per i problemi logistici che ricordavo prima, il Piemonte potrebbe addirittura divenire una prima tappa di accoglienza dei turisti, che potranno proseguire poi per Roma.
Parrebbe assurdo, da questo punto di vista, far sì che coloro che arrivano si ritrovino in una regione, che cose da ammirare ne ha parecchie piena di gru, di lavori in corso attorno alle Abbazie, a situazioni che potrebbero invece essere inserite all'interno di progetti di valorizzazione turistica ulteriori rispetto a quanto su cui, finora, si è fatto leva. Si potrebbero lanciare situazioni che non sono mai state prese in considerazione. Pensiamo, per esempio, alla valorizzazione storica delle Abbazie e dei numerosi luoghi sacri presenti nella regione.
Vista la certezza - e non l'ipotesi - di quanto puntualmente si verificherà tra qualche anno, dovremmo lavorare per organizzare tutto questo, per partecipare appieno all'evento ed utilizzarlo affinché divenga elemento turistico di cui fruire nel tempo e far sì che il Piemonte diventi punto di riferimento costante per il flusso turistico in arrivo nel nostro Paese.
Da questo punto di vista, mi sembra contraddittorio un provvedimento che rischia di offrire, in quel momento, un'immagine della nostra regione completamente diversa, e di aprire la strada ad una cementificazione e ad un deturpamento dell'immagine della nostra regione, quando dovremmo puntare invece all'effetto opposto: valorizzazione del patrimonio esistente e offerta dello stesso come elemento per il turismo e il rilancio della regione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Credo che in questa discussione sia importante anche sottolineare l'importanza che i Piani della legge urbanistica regionale hanno nel territorio, soprattutto a partire dai piccoli Comuni.
Questo proprio perché la modifica dell'art. 17 della L.R. n. 56/77 è stata inserita pretestuosamente dalla Giunta regionale in un contesto di necessità, da parte dei piccoli Comuni, di semplificazioni procedurali quindi nel tentativo di adeguare lo strumento legislativo alle esigenze del territorio.
In realtà, le considerazioni generali che abbiamo tentato di offrire al Consiglio ci consentono di considerare i Piani adeguati alla legge urbanistica come un grande mosaico normativo, che ricopre la maggior parte del territorio regionale, in grado, quindi, di poter dare una forma di regolamentazione nell'ambito dei regimi e degli usi del suolo.
Sembra importante anche in quest'aula sottolineare, con i nostri interventi, con alcune considerazioni, l'importanza del suolo e dell'utilizzo del territorio in un processo e in un progetto di sviluppo delle città e dei paesi.
Secondo la strategia della legge urbanistica, nella prima fase dell'attività di pianificazione, i Piani Regolatori Generali comunali devono essere indirizzati al soddisfacimento di tutti i bisogni pregressi ed al recupero del patrimonio edilizio sottoutilizzato o abbandonato. Io credo che questa frase sia un po' esemplificativa della necessità odierna di uno strumento urbanistico e quindi di uno strumento legislativo rispetto alle esigenze territoriali.
Dare strumenti ai Comuni affinché siano soddisfatte queste esigenze significa una riqualificazione del territorio, a partire dalla riqualificazione delle periferie nelle grandi città, ma anche una riqualificazione di tutti quei territori sottoutilizzati ed abbandonati una protezione delle aree più ricche, più fertili, delle aree agricole da tutelare. Questa mi sembra un'esigenza forte che proviene da tutta la realtà del territorio piemontese, che non è soddisfatta in alcun modo dalla modifica di questo articolo.
L'obiettivo, le esigenze e le richieste che provengono dai Comuni sono molto più complesse; non si limitano ad una semplificazione procedurale quale quella che la Giunta intende presentare con questa modifica. Rispetto a queste richieste c'è invece un grande silenzio e un grande vuoto di progettualità, anche politica, da parte dell'Assessore e di tutta la Giunta regionale. Ma - ripetiamo - questo non è un caso: si colloca nel vuoto legislativo che il progetto di centro-destra ha dato al Piemonte in questi due anni.
Un'altra osservazione riguarda la congruenza dei contenuti di un Piano Territoriale Regionale che, ad oggi, non abbiamo ancora discusso. Questi appunto, devono essere congruenti con le leggi e con gli indirizzi della legge urbanistica.
Anche questa considerazione si colloca in un contesto assolutamente anomalo della discussione di questo Consiglio: ci troviamo infatti a discutere di una modifica della L.R. n. 56/77, senza aver discusso prima di un contesto assolutamente importante qual è il Piano Territoriale Regionale, sul quale si identificano dei progetti, delle linee di percorsi di sviluppo per la Regione Piemonte e sul quale noi ci aspettavamo una discussione approfondita, precedente e prioritaria rispetto a questa modifica legislativa.
Come Gruppo, avevamo richiesto un'inversione dei punti all'o.d.g. per poter discutere prima quella questione, che noi ritenevamo preliminare. Ma tale richiesta è stata bocciata senza alcuna parola da parte dell'Assessore. Questo dimostra ancora una volta qual è il progetto - il progetto inesistenza - della Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Desidero ancora e per l'ennesima volta ricordare e sottolineare che la discussione serrata sulla L.R. n. 56/77, relativa all'iniquo provvedimento edilizio, è a senso unico da parte del Gruppo di Rifondazione Comunista e dei Verdi. E' una battaglia politica di civiltà e di progresso, non solo ostruzionistica.
Con l'illustrazione degli emendamenti, si sottolinea sempre che questa delicatissima materia non può essere ignorata in modo così vistoso dalla maggioranza della Regione.
Voglio anche rimarcare che la gravità del provvedimento di legge è quella di dare carta bianca ai Comuni per cambiare, in sostanza, l'assetto urbano, senza freni e controlli: questa è un'assurdità. Che la filosofia liberista della politica della Regione Piemonte sia presente anche nel problema urbanistico è certamente sconcertante e pericoloso.
Come ha già sottolineato il collega Cavaliere, penso che tale filosofia liberista - e mi permetto di dire anche capitalista - abbia delle norme nei vari campi, compreso quello edilizio. Ma qui non se ne vede traccia.
Questo provvedimento di legge è del tutto inconcepibile e squalificante su tutti gli aspetti, anche perché contrastato, e direi anche in modo vistoso, da illustri docenti universitari, da tecnici e da esperti importanti di questo settore, quindi non solo dalla nostra logica di sinistra progressista.
Qual è allora la logica politica di questo provvedimento iniquo e anche, sotto certi aspetti, grave? E' quella, a mio avviso, di cercare i consensi elettorali da eventuali Sindaci interessati alla vecchia logica cementizia ed alle speculazioni edilizie. Questo mi sembra poco serio e corretto.
A conclusione di questa illustrazione, dico di non vedere in che modo una Giunta regionale, una maggioranza non possa non interloquire con le minoranze su questa delicata materia; soprattutto non penso sia serio non rendersi conto che questa materia, che - come ho già detto più volte - ha determinato maggioranze e minoranze, perché appunto rappresenta una tematica molto importante, non debba essere presa nella dovuta considerazione anche per dare delle soluzioni positive.
Non rendersi conto di questo significa che non si è all'altezza di governare una Regione importante come il Piemonte.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione dell'emendamento per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 votanti 37 hanno risposto SI' 3 Consiglieri hanno risposto NO 25 Consiglieri si sono astenuti 9 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'emendamento è respinto.
1/16) Emendamento presentato dai Consiglieri Cavaliere, Moro e Papandrea: al comma primo, dopo le parole "il Piano Regolatore Generale è sottoposto a revisione periodica ogni...", le parole "dieci anni" sono sostituite dalle parole "ventinove mesi".
La parola al Consigliere Cavaliere per l'illustrazione.



CAVALIERE Pasquale

Grazie, Presidente facente funzioni. Stavamo affrontando la questione dell'area Borsetto; io però vorrei fare una digressione, peraltro in tema con la gestione del territorio, sulle politiche ambientali della nostra Regione e in particolare sulle politiche dei parchi. Abbiamo assistito negli ultimi giorni - e vorrei sapere cosa ne pensa il Presidente Ghigo - a forsennati attacchi dell'Assessore Angeleri al Ministro per l'Ambiente, Edo Ronchi, perché è da dieci giorni che l'Assessore Angeleri attacca il Ministro dell'Ambiente, Edo Ronchi, perché tutela poco i parchi. Cosa è successo? E' successo che dieci giorni fa il Ministro non ha dato il suo impegno a partecipare al Convegno "Festa dei Parchi" - tra l'altro, anch'io non ho potuto partecipare perché ero impegnato in V Commissione. Mentre l'Assessore Angeleri faceva la "Festa dei Parchi", in V Commissione si stava facendo la "festa" ai parchi, tentando di togliere un pezzo del Parco tratto Po Alessandrino dove - Cavallera conosce bene il problema - per l'interesse di nove cacciatori (si segua bene, nove cacciatori, non dieci non undici), i quali sono interessati ad un laghetto, ad una zona paludosa dentro questo parco in cui si fermano le anatre, come avviene in tutte le zone umide, si è chiesto al Comune di farsi parte perché venga tolta una striscia di quel parco che porta a quel laghetto, in modo da poter andare a cacciare le anatre che si fermano in quel laghetto. Questo è diventato il "tormentone" di Cavallera perché, essendo una sua zona elettorale, pare che questi nove cacciatori siano fondamentali per i prossimi successi elettorali del Polo nell'Alessandrino.
Mentre era in corso la "Festa dei Parchi" (senza la presenza Ministro impegnato in una vicenda ambientale in quel di Trieste) e dopo la telefonata del Direttore del Parco di Yellowstone negli Stati Uniti l'Assessore Angeleri ha dichiarato: "Basta! Siamo stufi di questi politici della Prima Repubblica". Ho dimenticato: "Siamo abituati...". Adesso non ho il pezzo sottomano, comunque: "Siamo stufi e siamo abituati a questi politici della Prima Repubblica...".
Io credo che un pochino di senso del decoro - mi suggerisce qualche intenditore - ci debba essere, che l'erede di quel pacchetto di tessere...



PRESIDENTE

Consigliere, se ci avventuriamo in giudizi personali dobbiamo passare a sedute non pubbliche.



CAVALIERE Pasquale

E facciamo la seduta segreta!



(Risate in sottofondo)



CAVALIERE Pasquale

Mi pare che dobbiamo proprio addentrarci in queste cose, perché voglio anche spiegare la politica personale dell'Assessore, nell'Assessorato ai parchi.
La politica personale - faccio anche la dichiarazione di voto Presidente - stavo dicendo...



PRESIDENTE

Magari, dato che ci sono ancora molti emendamenti e il tempo è finito lei ci riserva nell'ulteriore intervento...



CAVALIERE Pasquale

Uso il tempo della dichiarazione di voto; non le dispiace, credo.
Quando metto assieme anche la dichiarazione di voto risparmiamo tempo perché tra il prendere e il dare, tra il microfono che si accende, ecc.
collaboro affinché i tempi siano il più ristretti possibile.



PRESIDENTE

La ringraziamo.



CAVALIERE Pasquale

Dicevo, l'erede di quel pacchetto di voti che veniva venduto di anno in anno nelle correnti democristiane del Torinese... Così accadeva: si aveva un pacchetto di voti che veniva addirittura venduto alla corrente di anno in anno e l'erede di ciò dice: "Siamo stufi di questi politici, siamo abituati a questi politici".
Io trovo, Presidente Ghigo, del tutto assurdo che lei non riprenda in alcun modo l'Assessore Angeleri, che poi ha continuato sulla vicenda del Parco del Gran Paradiso.
Per il Parco del Gran Paradiso, la Regione, il Consiglio regionale da più di un anno non effettua le nomine perché il Polo non si mette d'accordo. Mettete chi volete, mettete un cacciatore, mettete anche un bracconiere, ma nominate questo rappresentante nel Parco del Gran Paradiso in modo da far funzionare il Consiglio di amministrazione! Il Consiglio regionale, per colpa del Polo, non fa funzionare il Consiglio di amministrazione del Parco del Gran Paradiso e Angeleri attacca, distrugge e mortifica tutti i parchi del Piemonte, tranne il Parco del Valentino che per lui è diventato il vero Parco. Infatti, ha anche dichiarato che il Parco del Valentino è piemontese, quello del Gran Paradiso no. Questo è Angeleri, il nostro Assessore ai parchi. Però, al di là degli scherzi Presidente, non si può tollerare, perché se un Ministro di qualsiasi colore politico - di sinistra, di destra, verde, giallo o bianco - commette qualche scorrettezza, io credo che sia del tutto giusto che l'Assessore competente, i Consiglieri e via dicendo, richiamino, facciano il loro dovere. Ma quando si tratta di fare "polemicucce" ingiustificate, tra l'altro da un pulpito non molto autorevole dal punto di vista della salvaguardia dei parchi del nostro territorio, credo che questo non sia del tutto lecito.
Tra l'altro, l'Assessore Angeleri parteciperà la prossima settimana, a Baldissero Torinese, ad un Convegno sulla nuova legge dei parchi, approvata il 15 febbraio scorso! Io mi sono interessato, perché pensavo che mi fosse sfuggito qualcosa (abbiamo approvato la nuova legge e non me ne sono accorto!), ho rovistato tutte le leggi e ho notato che non abbiamo approvato alcunché; eppure l'Assessore Angeleri parteciperà ad un Convegno sulla nuova legge dei parchi, approvata il 15 febbraio scorso!



PRESIDENTE

Consigliere Cavaliere, pur con tutte le premesse possibili, la prego di restare al tema.



CAVALIERE Pasquale

Vengo al tema - e come! - della tutela del nostro territorio. Dobbiamo anche fare un'analisi dell'impatto dei Mondiali di sci sul territorio e di come l'urbanistica sia stata tralasciata, ma poiché il tempo a mia disposizione è scaduto avremo modo di fare - in sedute aperte o segrete come credete - altre considerazioni.



PRESIDENTE

Desidero precisare che se ci sono delle valutazioni politiche su Consiglieri o Assessori, queste ovviamente vengono svolte in seduta non segreta, ma aperta. Se invece ci sono delle valutazioni su persone ancorché congiunti di Consiglieri, queste devono essere svolte in seduta segreta.
La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Riprendo le considerazioni fatte nel mio precedente intervento rispetto all'importanza del Piano territoriale. Una valutazione di merito che viene elaborata per ogni Piano e viene realizzata da parte dei servizi che sono direttamente uniti alla Giunta regionale. Rispetto alla complessità e al necessario controllo - sottolineo la parola controllo - e vigilanza rispetto ad un'omogeneità dei Piani e della diversa qualità tecnica degli stessi, questi devono essere oggetto di discussione e in seguito di approvazione da parte della Giunta e del Consiglio regionale.
La mancanza della volontà di controllo ed una situazione - come ha espresso bene il Consigliere Cavaliere nel suo precedente intervento - in cui ci sono episodi assolutamente rari ed altri invece continuamente frequenti, portano il Piemonte ad essere quasi un giocattolino attraverso il quale la Giunta può soddisfare alcuni interessi e non rendersi conto invece, della grande esigenza di programmazione che ha e sulla quale continua a registrarsi un vuoto assolutamente preoccupante.
Il processo di pianificazione territoriale non ha prodotto fino ad oggi risultati operativi. L'attività di pianificazione urbanistica a livello comunale ha risentito di una grave mancanza di riferimenti generali ed anche di una grave mancanza di coordinamento e di progetto complessivo, per cui ha prodotto quasi sempre dei Piani privi di un quadro complessivo e strategico.
Vorrei ancora fare riferimento all'importanza che in questo contesto vanno ad assumere le autorità pubbliche, quindi i Comuni stessi. E' chiara ed assume un peso sempre più forte, la pressione che i privati e gruppi di privati esercitano nei confronti degli Enti locali, in particolare delle piccole comunità. Di fronte alla pressante richiesta dei privati, la Giunta non fa una valutazione complessiva sul territorio regionale. Questo è in riferimento all'urbanistica in particolare, ma è un riferimento che coinvolge tutto il processo e il modello di sviluppo della Regione a partire dal territorio, quindi a partire da una legge urbanistica che poi inevitabilmente tocca tutti i settori della vita quotidiana, dai trasporti alla sanità.
Questa mancanza di dialogo trasparente con le strutture ed i gruppi del privato esistenti in Piemonte, ma non solo, porta ad una situazione assolutamente non chiara.
Mi spiego meglio: di fronte alle richieste dei privati non c'è un progetto che tiene conto di tutti gli aspetti, bensì un'offerta che recepisce esattamente le richieste tecniche e metodologiche che i privati fanno. Questo avviene in tutti i settori, in particolar modo nel settore della sanità dove l'apertura assolutamente sregolamentata ai privati porta a situazioni - lo vediamo anche oggi sui giornali - in cui la garanzia del cittadino va sempre in secondo piano.
Come si colloca questa modifica di legge rispetto alle esigenze e alle garanzie dei cittadini e alle esigenze e alla tutela, in questo caso, del territorio e dell'ambiente? Come si colloca questa modifica di legge rispetto alla tutela degli spazi che sono destinati non solo ai cittadini, ma anche al verde, in un complesso ed articolato progetto di sviluppo per il nostro territorio? A queste domande non ci sono evidenti risposte, ma si prosegue assolutamente con il silenzio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Ricordavo prima come occorrerebbe puntare ad una diversa ipotesi di sviluppo della nostra regione, e dare concretezza a questa ipotesi individuando una strada possibile e praticabile nel prossimo periodo, e come questo provvedimento sia in contraddizione con tale possibile strada.
Questa possibile strada, però, non è solo nostra. Per esempio, questa Giunta ha sempre dichiarato di voler diversificare e di puntare su nuovi settori come il turismo, ne ha addirittura fatto una bandiera. Noto quindi una mancanza di coerenza da parte della Giunta rispetto a questo suo progetto. Non si tratta di un progetto solo nostro, ma di un'ipotesi che la Giunta stessa ha fatto.
Spesso, nei dibattiti che svolgiamo, emerge questo scoordinamento tra i vari settori, per cui rispetto a visioni complessive ci sono poi dei comportamenti che non sono in coerenza e derivano da un fatto a mio avviso ben preciso: una certa non volontà o incapacità di programmare da parte di questa Giunta.
Credo che uno degli elementi che finora ha caratterizzato la Giunta che compie oggi due anni - auguri! - sia la mancanza di atti di programmazione significativi, anche laddove erano previsti.
Arriviamo all'assurdo che ricordavo ieri: nello studio dell'IRES sulla situazione socio-economica del Piemonte si parla del Piano regionale di sviluppo come di un fatto reale, ma questo fatto non esiste. Può darsi che ci siano dei documenti che girano, però, per diventare un fatto, deve passare dall'aula e deve essere votato. Finché non c'è questo passaggio, il fatto non esiste. Non solo non c'è stato questo passaggio, ma le opposizioni e i Consiglieri che non fanno parte della Giunta non hanno potuto accedere ad alcuna documentazione.
Credo siano pochi gli Assessorati che si sono caratterizzati per la capacità di lavorare sulla programmazione. Questo aspetto si caratterizza anche nello specifico dell'argomento ed è uno degli elementi che per noi dovrebbe distinguere un governo serio. La capacità di programmazione è uno degli elementi che ci ha spinti a chiedere che oggi, in questa seduta, ci fosse un'inversione dei punti all'o.d.g. per dare priorità al Piano Territoriale Regionale e subordinare la discussione su questo argomento dentro la cornice che il Piano territoriale voleva offrire. Invece - ripeto non si è voluto fare. Il contenuto specifico dell'intervento - l'ho già detto varie volte - è una delegificazione, cioè un intervento di eliminazione delle regole. Allora è chiaro che chi ha come impostazione principale per il proprio governo quella di eliminare le possibilità di programmazione e di controllo, non ha interesse ad avere i Piani, i documenti cornice in cui inserire le varie ipotesi.
Ho cercato di mettere in luce, in una serie di interventi che ho fatto questa mattina, come questa assenza di programmazione e di documenti di riferimento diventi elemento negativo per l'ipotesi di sviluppo della regione, diventi occasione persa in modo serio, in modo concreto per noi per l'economia e per i cittadini.
Credo che, da questo punto di vista, dovremmo ribaltare questo atteggiamento e ricordo che nei nostri emendamenti si sottolinea come ci debba essere una maggiore attenzione ed una maggiore programmazione riducendo i tempi del momento in cui si deve fare la revisione del Piano Regolatore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Grazie, Presidente. Continuando la discussione per l'illustrazione degli emendamenti sulla L.R. n. 56/77, art. 17, mi domando come la maggioranza di centro-destra non comprenda gli effetti nefandi, anche in materia ambientale, dell'approvazione di questo provvedimento di legge squalificante.
Si riesce o no a comprendere che oggi non si deve più tornare in materia urbanistica al passato cementizio e di abusivismo, previa preclusione della qualità della vita per le future generazioni? Credo che su questo problema non ci possano essere dubbi.
Perché non si tiene conto dell'importanza dei Piani Regolatori come strumenti preziosi di controllo verso l'abuso edilizio? Purtroppo le gravi politiche regionali ambientali e quelle sui parchi della Regione Piemonte sono in perfetta sintonia con questo assurdo provvedimento urbanistico. Dove ci porterà questa politica cementizia del governo di destra, politica di avallo di abuso edilizio, francamente non lo sappiamo. Certo, ci preoccupa moltissimo ed è per questo che, come Gruppo di Rifondazione Comunista, ci battiamo in quest'aula in un'iniziativa non solo ostruzionistica, ma politica di civiltà e di cultura.
Speriamo che si possa aprire un dialogo diverso e costruttivo su questa materia, anche perché non è possibile non intervenire per impedire che i Comuni abbiano la possibilità di continuare a degradare e distruggere quanto i Piani Regolatori avevano cercato di bloccare, cioè la gravissima speculazione edilizia che tanti gravi danni ha dato alla nostra regione e all'Italia.



PRESIDENTE

La Giunta si è dichiarata contraria all'emendamento. Si proceda dunque alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 votanti 38 hanno risposto SI' 4 Consiglieri hanno risposto NO 27 Consiglieri si sono astenuti 7 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'emendamento è respinto.
1/17) Emendamento presentato dai Consiglieri Cavaliere, Moro e Papandrea: al comma primo, dopo le parole "il Piano Regolatore Generale è sottoposto a revisione periodica ogni...", le parole "dieci anni" sono sostituite dalle parole "trenta mesi".
La parola al Consigliere Cavaliere per l'illustrazione.



CAVALIERE Pasquale

Per continuare il ragionamento che abbiamo fatto ieri - perché forse qualcuno può ritenere le mie affermazioni di prima come di libera interpretazione - volevo leggere le dichiarazioni sul tema che prima richiamavo, ovvero la gestione del Parco del Gran Paradiso...



PRESIDENTE

Lei ritiene che questa lettura possa essere utile per la migliore comprensione?



CAVALIERE Pasquale

Sì; non è la lettura di un testo o di un saggio o di qualche altra cosa: è una dichiarazione dell'Assessore.
Sul tema della gestione e dei problemi relativi al Gran Paradiso l'Assessore Angeleri ha dichiarato al quotidiano Repubblica del 9 giugno quanto segue: "Antonello Angeleri, Assessore regionale alle riserve naturali, promette che la Regione si impegnerà, ma non si deve parlare di burocrazia inafferrabile" - non parliamo di burocrazia inafferrabile - "se uno non è capace di fare il Ministro, non lo faccia". Questo è quanto ha dichiarato l'Assessore.
Io non voglio scendere nella facile battuta "Ma quanto è capace di fare l'Assessore, Angeleri?", perché sarebbe un po' troppo scontata. Anche perché, a mio parere, Angeleri lo fa bene l'Assessore alla non gestione dei parchi, nel senso che lui, molto correttamente, con il programma che si è dato, appena ha capito la differenza che passava tra un parco ed un'autostrada - ci ha messo qualche mese, ma ha capito che il parco è una cosa e l'autostrada è un'altra - ha deciso che i parchi non servono molto.
E allora cosa ha fatto? Ha affidato uno studio, uguale a quello che l'Assessore Botta ha affidato per la riforma della legge urbanistica...



PRESIDENTE

Vorrei invitarla a restare nel tema, perché mi sfugge il collegamento.



CAVALIERE Pasquale

Lo coglierà subito, Presidente, non stenterà a coglierlo. Appena riuscirò a collegare i pensieri, si renderà conto anche lei che dobbiamo riuscire a spiegare bene tali questioni e converrà con me che non sto assolutamente divagando o usando strumentalmente il mio tempo per non parlare della questione.



(Commenti del Vicepresidente della Giunta, Majorino)



CAVALIERE Pasquale

Ho interesse, Vicepresidente Majorino, a parlare della questione e le politiche territoriali sono strettamente connesse a cosa stiamo facendo alla modifica dell'art. 17, ecc. Quindi, spiegare come questo meccanismo dell'art. 17 si intrecci con la gestione del territorio e con quella dei parchi: dire che non c'entra niente con l'urbanistica penso sia perlomeno inopportuno.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Non c'entra niente con il sostegno di quell'emendamento.



CAVALIERE Pasquale

La mia tesi è che il Polo, non appena sente la parola "regola" o "regolatore", ha un sobbalzo. Perché arrivare dunque ad una diversa configurazione dell'articolo? Ma, forse, il Vicepresidente ha interesse a farmi perdere il filo per potermi dire che divago!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Avrei apprezzato che la pignoleria con cui a volte si riprendono gli interventi del nostro Gruppo fosse stata applicata anche ad un altro fatto importante, che ho già ricordato. Noi siamo qui a discutere perché abbiamo ricevuto una comunicazione del Commissario di Governo che puntualizza il motivo del rinvio a questa assise del provvedimento.
Abbiamo sentito, dai sostenitori del provvedimento, ribadire molte volte la necessità di semplificare le procedure. Al punto 2) della lettera del Commissario di Governo - l'ho già letto, ma forse è bene rileggerlo perché di questo dobbiamo tenere strettamente conto e forse sarebbe stato bene che Giunta e Consiglieri di maggioranza, globalmente, ne avessero tenuto conto al momento della proposta del provvedimento - c'è scritto che "la genericità del criterio adottato per escludere la competenza regionale nel procedimento di formazione delle varianti, contrasta inoltre" - non "coincide", ma "contrasta" - "con il principio di semplificazione dei procedimenti amministrativi di cui alla legge n. 241". Si accusa quindi il provvedimento, nella sua genericità, di contrastare con la semplificazione poiché si aprirebbe poi "una serie di conflitti di competenze" che non finirebbe più.
C'è poco da fare; se si rilegge il provvedimento ci si rende perfettamente conto che mantiene la genericità per la quale ci è stato rinviato dal Commissario di Governo. All'art. 1, quando parla di varianti che possono non passare al vaglio della Regione, si dice che questo pu essere consentito per ben individuate e circoscritte ipotesi. Il provvedimento viene respinto perché si sostiene che la dizione è generica.
Dovete spiegare perché delle cifre circostanzierebbero delle situazioni; non si capisce perché tutti i Comuni al di sotto di "tot" abitanti possano significare un qualcosa di circostanziato.
In realtà, l'indicazione che ci è stata data è di descrivere la tipologia degli interventi che vengono esclusi dal vaglio regionale e non di dare delle indicazioni generiche.
Ribadisco che mi sarebbe piaciuto che la giusta pignoleria che viene applicata nei nostri confronti fosse applicata anche nei confronti del provvedimento nel suo insieme.



PRESIDENTE

Il nostro è un richiamo al rispetto del Regolamento, la vostra è una valutazione politica.



PAPANDREA Rocco

Parzialmente politica. Ci si invita al rispetto delle leggi; rispetto che dovrebbe in qualche modo fare parte del nostro modo di operare. In ogni caso, il provvedimento è stato rinviato perché non consono alle leggi; se viene riapprovato così com'è, e non si colgono i suggerimenti e le considerazioni che abbiamo sollevato, si rischia di dover ritornare in futuro ad un'ennesima discussione sullo stesso argomento.
Un'ultima questione. Se per caso la legge dovesse ritornare, spero che l'elemento sollevato ieri dal Vicepresidente Majorino venga tenuto in considerazione all'inizio del percorso e non al momento in cui la legge approda in aula. Le decisioni vengano prese all'inizio. Se avessimo prestato maggiore attenzione a questi aspetti - tutti quanti, anche noi naturalmente - forse oggi avremmo una discussione diversa e probabilmente più proficua. Comunque, penso si possa ancora correre ai ripari e fare quanto ci compete: una legge utile, che superi il vaglio del Commissario di Governo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Ci troviamo sempre a sottolineare questioni che noi riteniamo fondamentali. La modifica della L.R. n. 56/77, art. 17, viene discussa in quest'aula in mancanza di progetti di sviluppo per la regione.
Vorrei analizzare uno studio fatto su 121 Comuni, relativo allo stato della pianificazione a dieci anni dall'entrata in vigore della L.R. n.
56/77.
Tale studio, seppur considerato sommario, perché non può fare certamente riferimento a tutta l'area piemontese, credo ci offra un'impressione chiara sullo stato di attuazione della gestione degli strumenti urbanistici nella nostra realtà.
Si tratta di uno studio complesso ed articolato; i Piani Regolatori gli strumenti dell'urbanistica, devono comunque contribuire a verificare e ad aggiornare gli orientamenti di un progetto politico di sviluppo.
E qui viene il punto: il progetto di sviluppo ed una progettazione più complessiva, che dovrebbe venire dalla Regione Piemonte, in realtà non esiste. Diventa, quindi, sempre più difficile capire l'importanza della semplificazione, che la Giunta ritiene solamente procedurale, ma che in realtà si colloca nel vuoto completo di una legislazione in questo senso.
Gli elementi nuovi che caratterizzano la formazione del Piano riguardano essenzialmente la necessità di analisi e la conoscenza puntuale che la Giunta dovrebbe realizzare sullo stato di fatto, e quindi la definizione operativa e la previsione degli interventi pubblici e degli interventi privati.
Tale previsione non esiste; la Giunta regionale procede in ogni campo in ogni settore, ad un accreditamento di soggetti privati e quindi a dare una certa fiducia a soggetti che difendono determinati interessi, senza porsi il minimo problema di come questi incidano ed influenzino il territorio.
Se parliamo di sanità, ci troviamo a discutere e a salvaguardare la tutela della salute della gente, ma quando parliamo di territorio, questo implica tutto. Un Piano Regolatore Generale, gli strumenti urbanistici implicano e condizionano tutti gli elementi quotidiani della vita dei cittadini, e quindi vanno a salvaguardare - perlomeno questo dovrebbe essere l'obiettivo - le aree, quindi a tutelare l'ambiente, ma anche a salvaguardare la cementificazione delle nostre città.
Noi crediamo in un modello di città a misura d'uomo, a misura di bambino, a misura di donna. E il progetto che viene presentato dalla Giunta regionale non tiene conto di questo tipo di considerazioni ed esigenze. In questo modo si lascia pura discrezione ai Comuni, senza fare distinzioni nel poter procedere ad atti che potrebbero rovinare il nostro territorio e le nostre città, senza porre limiti e senza introdurre una discussione sulla linea di sviluppo che questa Giunta intende dare al Piemonte.
In presenza di questi vuoti, ritengo scandaloso che la Giunta proceda ad atti episodici di smantellamento di nuove aree, fermo considerando che su tutti i giornali quotidiani, compresa "La Stampa", sono continuamente riportati scandali a fronte di un'enorme deregolamentazione della legislazione vigente. Questa enorme deregolamentazione non è una parola buttata al vento, ma incide direttamente sulle garanzie dei cittadini.
Allora, prima di andare a togliere i cosiddetti lacci e lacciuoli, credo che la Giunta dovrebbe proporsi di effettuare un'analisi sulle leggi che esistono, sia in materia urbanistica che in altri settori, per capire come queste si collocano rispetto alle esigenze dei cittadini.
Ma queste sono parole che non hanno alcun interesse per la Giunta regionale. Di fronte alle nostre proposte e alle nostre osservazioni continua il silenzio; noi ne prendiamo atto e continueremo la nostra battaglia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Il provvedimento legislativo della Giunta regionale in materia edilizia (L.R. n. 56/77, art. 17) è già stato più volte definito in quest'aula, in tutti gli interventi, grave e pericoloso. Grave e pericoloso soprattutto per lo sviluppo urbano e territoriale del Piemonte, ma anche un pessimo esempio per l'intera nostra Italia.
Con questa legge gli Enti locali piemontesi possono fare varianti edilizie su tutte le strutture ed aree urbane adiacenti anche con molta disinvoltura e pericolosità perché non hanno controlli.
Verificando le folli politiche urbanistiche degli anni passati fino ai nostri giorni e gli esempi di cui parlava il Consigliere Cavaliere relativi al Sestrière e ad altre zone importanti, perpetrate in molte zone turistiche montane e collinari del Piemonte, appare evidente l'importanza politica che avrebbe avuto per la Regione Piemonte un diverso provvedimento edilizio, un provvedimento di più severa politica di controllo e di sviluppo edilizio.
Si è persa l'opportunità di sanare i gravi danni all'ambiente e alla vita delle nostre città con un diverso provvedimento, che non c'è stato.
Anzi, la destra che governa questa Regione cerca il consenso facile mascherando l'abusivismo edilizio con la necessità di accelerare le pratiche edilizie dei Comuni. Certo, molti Sindaci interessati al problema sono soddisfatti e sicuramente saranno dei magnifici attivisti per dare consensi a questa maggioranza; tuttavia, questo modo di procedere nell'attività politica mi pare poco serio e corretto.
Lo sapete, lo sanno tutti: questo Paese - lo ripeto per l'ennesima volta - è stato bruscamente penalizzato da un'attività edilizia speculativa distruttiva, che ha creato delle ricchezze a poche persone, ma che ha distrutto la vivibilità e la qualità della vita nelle nostre città e nei nostri centri.
Avrebbe dovuto essere resa diversa, invece questa politica grave ed assurda ha distrutto l'ambiente del nostro Paese, per cui noi, nella nostra battaglia che continuiamo con grande determinazione, cerchiamo di dare un contributo di cambiamento a questa assurda situazione.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere per dichiarazione di voto.



CAVALIERE Pasquale

Vedete questo mattone? E' l'art. 17. Nel senso che voi sapete che la Giunta è molto attenta alla... Come dite? Sì, anche l'emendamento n. 1/17 infatti in occasione dell'emendamento n. 1/17, come suggerito dallo studio Garrone, abbiamo preparato questo progetto di comunicazione sull'art. 17: il mattone.
Dicevo, la Giunta è sempre molto attenta a dare un logo ad ogni suo progetto. Ad esempio: per i Mondiali di sci vi è stato l'elefantino Angeleri; per il sito Internet, il famoso disegno di Nespolo, quello del Piemonte, che l'artista pare aver regalato... tra l'altro senza ottenere i ringraziamenti di alcuno...



PRESIDENTE

Ma lei è informato fino a questo punto?



CAVALIERE Pasquale

No; prendo atto che lei, Presidente, non ha mai ringraziato pubblicamente, a nome di noi tutti, l'artista Nespolo per averci regalato il disegno.



PRESIDENTE

Sa anche questo: va bene.



CAVALIERE Pasquale

Tutte le campagne piemontesi sono aperte, i castelli sono aperti, le casse della Giunta sono aperte; è tutto aperto: credo che il logo migliore per questo provvedimento di legge sia questo mattone. Non è lo sponsor della nostra opposizione, ma potrebbe essere lo sponsor della modifica dell'art. 17.
Dico queste cose in maniera ironica, ma purtroppo le cose stanno così lo dimostra l'enorme corteo di ieri, di Sindaci e di Associazioni, con cartelli e striscioni recanti le parole: "Vogliamo l'art. 17!". La RAI ha dato ampio spazio a questo straordinario evento, dicendo che si tratta di un provvedimento atteso da tutti i Comuni e da migliaia di cittadini; ieri ne abbiamo avuto conferma con quell'enorme pressione di masse popolari che hanno invaso il Palazzo del Consiglio regionale per chiedere ad alta voce la modifica dell'art. 17.
Questo mattone sarà dunque il logo della modifica dell'art. 17, che caratterizzerà anche il compleanno della Giunta Ghigo.
Come ricordava prima il collega Papandrea, la Giunta Ghigo compie due anni e, così come i bambini a due anni muovono da soli i primi passi possiamo dire che l'esecutivo, nell'occasione del secondo compleanno, muove i suoi primi mattoni.



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione dell'emendamento per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 votanti 42 hanno risposto SI' 4 Consiglieri hanno risposto NO 30 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'emendamento è respinto.
1/18) Emendamento presentato dai Consiglieri Cavaliere, Moro e Papandrea: al comma primo, dopo le parole "il Piano Regolatore Generale è sottoposto a revisione periodica ogni...", le parole "dieci anni" sono sostituite dalle parole "trentuno mesi".
La parola al Consigliere Cavaliere per l'illustrazione.



CAVALIERE Pasquale

Signor Presidente del Consiglio, mi rivolgo a lei perché si era assentato quando ho affrontato la questione che riguarda anche lei, in qualità di Presidente di questa assemblea, anche se direttamente se ne dovrebbe occupare il Presidente Ghigo, il quale però non può occuparsene perché ha stretto con l'Assessore Angeleri un'alleanza di ferro per cui non può criticarlo. Mi riferisco alle dichiarazioni dell'Assessore Angeleri contro il Ministro per l'Ambiente, che si ripetono da dieci giorni. La prima è stata quella sulla mancata partecipazione del Ministro Ronchi alla "Festa dei Parchi" a Venaria, presenza che Ronchi non aveva assicurato perché era da un'altra parte, e Angeleri ha dichiarato: "Siamo abituati a questi politici della Prima Repubblica!".
La seconda dichiarazione è stata rilasciata al quotidiano Repubblica il 9 giugno; l'Assessore Angeleri dice: "Non si deve parlare di burocrazia rispetto al Parco del Gran Paradiso, di burocrazia inafferrabile, ma se uno non è capace di fare il Ministro, non lo faccia!" Questo ha detto l'Assessore Angeleri, un membro di questa assemblea che, al di là delle sue funzioni esecutive o consiliari, si è espresso in maniera immotivata. Nel senso che, ad esempio, anche tra il Presidente Formigoni ed il Ministro Bindi è in corso una polemica, ma credo sia una polemica del tutto motivata, con un oggetto di valutazioni diverse, mentre l'oggetto della polemica di Angeleri non è per nulla comprensibile soprattutto considerando il fatto che l'Assessore Angeleri, da quando ha preso in mano la gestione dei parchi piemontesi e dopo i primi tre mesi ha capito la differenza tra un parco e un'autostrada, ha deciso che i parchi in qualche modo dovevano essere limitati e ha affidato a consulenti di sua fiducia un progetto per la riorganizzazione dei parchi, così come ha riorganizzato le APT, allo stesso modo! Da qui deriva la nostra preoccupazione, perché se la riorganizzazione dei parchi avverrà nello stesso modo in cui Angeleri ha riorganizzato le APT, noi in pochi mesi...



PRESIDENTE

Ma cosa c'entra questo con l'emendamento in discussione?



CAVALIERE Pasquale

L'impatto territoriale. Adesso spiego come l'art. 17 si inserisce in questo discorso, ma prima devo dire che se l'Assessore Angeleri intende organizzativamente creare una struttura simile e nello stesso modo in cui ha operato per le APT, abbiamo modo di essere preoccupati, perché con le APT...



PRESIDENTE

Consigliere, ma qui si parla di Piano Regolatore! A me fa molto piacere sentire la sua ironia, però la prego di attenersi al tema. Lo so che è difficile sostenere una corvée come sta facendo lei però vorrei la logica!



CAVALIERE Pasquale

Arrivo alla logica.



MONTABONE Renato

Il tema è "essere mattone"!



PRESIDENTE

No, in questo caso è più calcina che mattone.



CAVALIERE Pasquale

Il nesso c'è, adesso arrivo. Volevo ancora dire che l'Assessore Angeleri ha cambiato i Commissari precedenti con Commissari di sua fiducia.



PRESIDENTE

Vada alla fine!



CAVALIERE Pasquale

Ci arrivo, ci arrivo! I Mondiali di sci hanno permesso all'Assessore Angeleri di dare i soldi all'APT di Susa e all'APT di Pinerolo, ma di spenderli lui e poi consegnare le fatture all'APT di Susa e all'APT di Pinerolo, perché i Commissari erano di sua fiducia!



PRESIDENTE

Consigliere Cavaliere, io le do tutto il tempo regolamentare dovuto però, proprio per correttezza e rispetto dell'assemblea, non utilizzi il tempo che lei ha a disposizione per fare una summa di tutte le cose che lei considera irregolari, non opportune, di problematiche, ecc. Si attenga al tema.
A me piace questo suo divagare come un fantasista sudamericano, ma vorrei che lei si attenesse di più al tema, anche perché la gente che vuole essere chiamata in causa...



CAVALIERE Pasquale

E' facile fare il fantasista sudamericano con una Giunta sudamericana però, Presidente, io arrivo al nesso e mi rendo conto che il suo richiamo è giusto. Il nesso è che la gestione urbanistica dei Mondiali è stata di un impatto molto negativo. E questo è successo a Sauze, a Cesana, a Sestrière.
E visto che l'Assessore Botta ieri mi chiedeva: "Perché tu osservi solo su Bardonecchia e non osservi anche su Sestrière il modello urbanistico?", io gli ho risposto - e qui stavo a rinforzare questo mio giudizio - che il mio giudizio sulla gestione urbanistica di Bardonecchia e Sestrière è simile, è della stessa natura: scempi ed obbrobri edilizi. E dico che questi scempi e questi obbrobri edilizi continuano e saranno ancora maggiori con la riforma di questo articolo.
Allora, noi, negli atti che facciamo, con il turismo, con gli eventi straordinari come possono essere i Mondiali, ecc., non usiamo gli strumenti di legge che sono anche quelli dello scavalcamento dei Piani Regolatori per fare delle cose migliori, ma li usiamo urbanisticamente solo per fare delle cose peggiori. Per esempio, quando si sono svolti i Mondiali di sci in Svezia negli anni precedenti, le infrastrutture che vennero costruite per il villaggio degli atleti furono di tipo sociale e si trasformarono in scuole o in edifici utili. Noi, invece, non abbiamo questa cultura; gli edifici, le infrastrutture che sono state costruite per i Mondiali si sono trasformate in alberghi, oltretutto senza alcun beneficio per il pubblico nel senso che non ha avuto alcuna ragione il fatto che la Regione abbia dato 10 miliardi a fondo perduto per costruire un albergo che ne costava 30, se poi l'albergo non ha avuto alcun utilizzo di tipo pubblico. Se, ad esempio, la Regione si fosse convenzionata con questo albergo al quale ha dato 10 miliardi, con la condizione che per vent'anni i giovani, quelli delle scuole di sci, potessero partecipare ed usufruire di questa struttura a tariffe ridotte, allora vi sarebbe stata una ragione del nostro impegno finanziario. Noi, invece, abbiamo dato soldi a fondo perduto per un'iniziativa del tutto privata che è servita, certo, per quindici giorni agli atleti, ma che adesso e per gli anni a venire è del tutto privata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Credo che il fatto di aver ricordato le gestioni commissariali che, in qualche modo, sono state utilizzate proprio per avere quella famosa accelerazione e semplificazione che viene richiesta a pie' di polmoni dagli esponenti della maggioranza, così come dalle virtuali manifestazioni che si svolgono nei corridoi del Consiglio regionale, sia utile proprio perch queste esperienze si sono dimostrate sempre estremamente negative. Oltre ai Mondiali di sci, che ricordava precedentemente il Consigliere Cavaliere abbiamo avuto un altro evento sportivo mondiale significativo che ha coinvolto la Regione: i Mondiali di calcio del 1990. Abbiamo quel monumento costruito nella periferia di Torino, abbattendo una vecchia cascina che aveva, tra l'altro, mobilitato in sua difesa settori della popolazione torinese, ed anche lì quella gestione commissariale, quindi quel bypassare le regole, farne a meno, era stato un esempio abbastanza nefasto, proprio perché ci troviamo di fronte ad una costruzione che persino gli amici del Commissario dell'epoca dei Mondiali di calcio, gli amici stretti di Montezemolo, pensano sia un edificio inutile e non ci vogliono più far giocare il proprio giocattolo, che è la squadra di Torino, quella dei famosi 800 milioni. Abbiamo esperienza che tutte le volte che si cerca di accelerare si fanno un po' di disastri, quindi anche questo ci dovrebbe portare a riflettere un pochino sulla proposta di legge.
Si dice spesso che si parla di piccoli Comuni, quando si parla della quota dell'8%, quindi è un evento poco significativo. Poi, tra quei piccoli Comuni, come popolazione, ci sono Comuni come Sestiere in cui invece il problema abitativo non è così piccolo, così insignificante, dove i problemi di speculazione e di abusi edilizi credo siano davanti agli occhi di tutti.
Chiunque percorre quelle strade si accorge di quello che è stato fatto, e incrementare anche "solo" dell'8% quanto è avvenuto è un elemento che ci preoccupa.
Con l'emendamento che abbiamo sottoscritto ribadiamo quindi la necessità di riportare ad un controllo della Regione lo sviluppo e la programmazione del territorio.
L'ultima cosa che voglio dire è che il 17 è stato un numero non fortunatissimo per la Giunta; noi comunisti non abbiamo molta antipatia per il 17, anzi abbiamo un certo feeling storico! Speravo quindi che, avendo superato il diciassettesimo emendamento, avvenisse qualche novità, che ci si ricordasse della giornata di oggi e del fatto che non più di due giorni fa, in queste ore, erano in corso delle riunioni dei Capigruppo che sembrava potessero portare ad un diverso percorso e sviluppo della discussione e della legge. Quando si sono aperti i lavori abbiamo precisato quale sarebbe stato il nostro atteggiamento nel caso quel percorso si fosse attivato. Spero che, superato il secondo emendamento n. 17, che poteva portare a qualche nuova dif ficoltà, si rifletta sulla possibilità - invito l'Assessore e la Giunta a farlo - di poter riprendere quel momento, quel percorso.



PRESIDENTE

Prima di procedere alla votazione dell'emendamento, ricordo che alle ore 13 è convocata la I Commissione e alle ore 14 la IV Commissione.
Pongo ora in votazione l'emendamento testé discusso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli, 22 contrari e 9 astensioni.
Sospendiamo momentaneamente l'esame della legge. I lavori del Consiglio riprenderanno oggi pomeriggio.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12,45)



< torna indietro