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Dettaglio seduta n.140 del 11/06/97 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 5) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Bortolin, Chiezzi D'Ambrosio, Farassino, Salerno e Viglietta.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici - Beni ambientali - tutela del paesaggio (poteri cautelari, vincoli

Esame legge regionale approvata dal Consiglio regionale il 26/11/1996 e rinviata dal Governo relativa a: "Modifica degli artt. 17, 40 e 77 della L.R. 5/12/1977, n. 56 'Tutela ed uso del suolo'" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo il punto 6) all'o.d.g. che prevede l'esame della legge regionale approvata dal Consiglio regionale il 26/11/1996 e rinviata dal Governo relativa a: "Modifica degli artt. 17, 40 e 77 della L.R. 5/12/1977 n. 56 'Tutela ed uso del suolo'".
Non essendovi interventi, procediamo con l'esame dell'articolato.
ART. 1 1/1) Emendamento presentato dal Consigliere Cavaliere: al comma primo, dopo le parole "il Piano Regolatore Generale è sottoposto a revisione periodica ogni...", le parole "dieci anni" sono sostituite dalle parole "tredici mesi".
La parola al Consigliere Cavaliere per l'illustrazione.



CAVALIERE Pasquale

Il testo proposto dalla Giunta, dopo la bocciatura del Commissario di Governo, non è adeguato a quanto chiedeva lo stesso Commissario di Governo.
Infatti, il Commissario di Governo bocciava la legge dicendo che quella che era stata approvata è censurabile, in quanto nel disciplinare le varianti al Piano Regolatore Generale, comunale ed intercomunale, non risulta in linea con i principi indicati. Cioè all'art. 1, comma settimo, "sono escluse dall'approvazione regionale le varianti che non incidono sull'impianto strutturale e sull'organizzazione funzionale, generale del territorio comunale".
Questo non è in linea con i principi della legislatura statale dove infatti, le varianti prevedono il necessario concorso della volontà del Comune, della Regione nelle scelte urbanistiche. Per cui l'eliminazione dell'intervento regionale può essere consentito per ben individuate e circoscritte ipotesi di varianti, incidenti soltanto su interessi di livello comunale.
Questo è il punto fondamentale: le varianti, cioè questa operazione da parte della Regione, può essere consentita solo per individuare in modo circoscritto le ipotesi di varianti, incidenti soltanto su interessi di livello comunale.
Noi invece con questo provvedimento lasciamo praticamente carta bianca e soggettività estrema ai Comuni, creando loro, tra l'altro, notevoli problemi. I Comuni dovranno fare delle scelte, saranno obbligati a fare delle scelte con delle gravi responsabilità, non avendo, in modo preciso circoscritto quale possa essere il loro intervento. Se noi invece avessimo indicato, in modo chiaro, quali erano le varianti di interesse comunale avremmo determinato il fatto che il Comune su queste varianti di suo interesse avrebbe potuto decidere. Invece rimarrà a pieno la soggettività del loro intervento con dei gravi problemi che, praticamente, avranno tutti i Comuni.
Non si tratta quindi di rispondere al problema posto in origine dal provvedimento, cioè quello di sveltire le procedure amministrative, ma praticamente si andrà ad incidere in maniera molto pesante sulle questioni territoriali, in una logica abbastanza espansiva, perché la logica dei Comuni in questa fase è una logica di sviluppo edilizio, ma avremmo modo di spiegare bene questi meccanismi.
Di qui la necessità che si voti questo emendamento per cercare di aggiustare questo provvedimento. Chiedo, Presidente, la votazione per appello nominale.



PRESIDENTE

Non può chiederla soltanto lei, sono necessari tre Consiglieri.



(I Consiglieri Moro e Papandrea sottoscrivono gli emendamenti del Consigliere Cavaliere e si associano alle richieste di quest'ultimo in merito ad eventuali richieste di votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

L'emendamento presentato dal Consigliere Cavaliere, che noi sottoscriviamo perché lo condividiamo, è importante perché affronta uno dei nodi del problema.
Le considerazioni del Commissario di Governo appaiono come un invito a specificare i casi in cui determinate varianti non devono più passare al vaglio della Regione, quindi avere un determinato tipo di procedure. Credo che non si tratti di un problema di quantità, ma di casi specifici. Se lo leggiamo in questa ottica, dovremmo individuare i momenti in cui il Comune può dire "mi muovo da solo", ma non si tratta di una modifica delle condizioni generali. Mentre invece il tipo di provvedimento che abbiamo di fronte ha questa caratteristica, con il motivo, più o meno valido, di voler accelerare le procedure (naturalmente noi siamo perché le procedure siano il più snelle possibile). Però, con tale pretesto non si va in tale direzione, ma verso una deregolamentazione generale: tutta una serie di provvedimenti, infatti - ma può trattarsi anche di un provvedimento unico che ne contiene molti al proprio interno - non passa più al vaglio della Regione. Credo invece che lo spirito giusto sia quello di dire che ci sono solo singoli casi, ben precisi, per il quale non occorre il vaglio regionale. Il mantenere questo tipo di generalità, a nostro avviso, non risponde al tipo di argomentazioni avanzate. Tra l'altro, in tal modo si rischia che il Commissario di Governo rinvii nuovamente il provvedimento.
Questo è uno dei motivi principali per cui invitiamo il Consiglio a riflettere attentamente sul modo con il quale vengono dette le cose: invece di accelerare i lavori del Consiglio, rischiamo il va e vieni di una legge.
Prendiamo, ad esempio, un grande Comune: una variante che rientra nelle quote previste dalla proposta di legge è una variante generale, non di tipo particolare e circoscritta. Il mantenere un carattere di generalità raccoglierebbe molte di queste varianti.
Per questo motivo, invitiamo a riflettere e a votare a favore dell'emendamento, che a nostro avviso faciliterebbe il passaggio successivo della legge. In caso di non accoglimento dell'emendamento sottolineeremo le nostre considerazioni al Commissario di Governo, poiché riteniamo compito del Consiglio rispondere a questo tipo di sollecitazioni e di mantenere la legge consona con la legislazione nazionale.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione l'emendamento non accolto dalla Giunta, per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 49 votanti 47 hanno risposto SI' 10 Consiglieri hanno risposto NO 28 Consiglieri si sono astenuti 9 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'emendamento è respinto.
1/2) Emendamento presentato dai Consiglieri Cavaliere, Moro e Papandrea: al comma primo, dopo le parole "il Piano Regolatore Generale è sottoposto a revisione periodica ogni...", le parole "dieci anni" sono sostituite dalle parole "quattordici mesi".
La parola al Consigliere Cavaliere per l'illustrazione.



CAVALIERE Pasquale

Per ritornare su quanto tentavo di illustrare nell'intervento precedente, voglio innanzitutto affrontare la questione del cosiddetto "federalismo", insito in questo provvedimento. Infatti, quando il Commissario di Governo bocciò la proposta di legge che aveva già ottenuto la nostra ferma opposizione, i giudizi della Giunta furono tutti improntati sul dire che il Governo bocciava la Regione federalista che voleva fare un provvedimento federalista. A me questo provvedimento non pare molto federalista, perché si confondono i livelli di sussidiarietà e di responsabilità che bisogna concedere agli Enti locali. Ci sono dei problemi per forza di cose di natura sovracomunale. Questo ci viene facile da spiegare ad esempio sul problema della viabilità dei centri cittadini.
Quante volte ci siamo trovati ad affrontare il problema delle circonvallazioni dei paesi: non dico quasi tutti, ma moltissimi Comuni sono interessati da questo problema perché furono fatte le prime circonvallazioni che non sono servite a circonvallare il paese, ma ad urbanizzare quelle zone, quindi bisogna fare le circonvallazioni alle circonvallazioni! Questo è il problema attuale. Circonvallazioni che di nuovo si urbanizzeranno e quindi non sarà possibile risolvere il problema.
Conosco moltissimi Comuni della provincia di Torino che non possono più affrontare il problema della circonvallazione - mi riferisco ad Alpignano Venaria e a tanti altri - perché hanno urbanizzato tutte le aree che potevano essere urbanizzate senza alcun livello di programmazione, senza avere la capacità di capire dove andava programmato lo sviluppo del paese e dove non andava programmato, se il paese cresceva in quella misura come si affrontavano i problemi di viabilità e via di seguito. Questo non è stato fatto in alcun modo perché non vi era una visione sovracomunale del problema. Lo vedremo meglio più avanti quando affronteremo la questione delle aree industriali ed altre questioni di questa natura, ma su questo il problema è abbastanza lampante.
Tra l'altro, nell'incontro informale che si è svolto in sede di Giunta (nella "accogliente" sede della Giunta), si è parlato della realizzazione di infrastrutture come l'Alta Velocità o l'Asti-Cuneo, opere verso cui io sono profondamente contrario, ma i Comuni con gli strumenti che hanno adesso, senza che alcuno gli possa dire "no, lì non intervenire perch abbiamo progettato questa grande infrastruttura", urbanizzeranno il territorio senza permettere questo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Voglio precisare ulteriormente perché noi appoggiamo questi emendamenti. Devo premettere che noi non pensiamo che i Comuni e i Sindaci siano tutti quanti dei vandali e ci sia a questo livello una vocazione alla devastazione del territorio. A volte nel dibattito, nel modo in cui esponiamo le cose, potrebbe essere interpretato un atteggiamento di questo genere, ma noi pensiamo che non sia così, cioè crediamo che sicuramente molti Sindaci, molte comunità faranno un uso attento e parsimonioso di questa legge che si sta discutendo e che noi cerchiamo di ostacolare per le implicazioni che ricordavo prima, però là dove invece esistono determinate pressioni e dove certe attenzioni vengono meno, potrebbe determinarsi quel tipo di atteggiamento, cioè quello scempio del territorio ricordato prima dal Consigliere Cavaliere per una serie di strutture.
Pensiamo quindi che occorra stare attenti e combattere questi atteggiamenti perché una volta che avvengono fatti di questo genere, i guasti non si possono recuperare in fretta, anzi restano per un periodo duraturo. Dal momento in cui si decide al momento in cui gli effetti di quella decisione si manifestano nella sua interezza passa del tempo, per poi quelle strutture restano in modo duraturo e manifestano pertanto quelle difficoltà che ricordavo prima: l'assenza di una visione d'insieme e la mancanza della capacità di programmazione dei Comuni.
Questo è uno degli elementi che ci porta, da un lato, a non approvare nel suo insieme la proposta e, dall'altro, a spingere perché abbia comunque un effetto il più limitato possibile, perché pensiamo che in fondo una fase iniziale di sperimentazione, di attenzione, possa servire. In ogni caso però siamo contrari proprio perché pensiamo che rispetto a situazioni di questo genere non si possa intervenire in modo parziale, poco per volta: o si ha la capacità di affrontare globalmente i problemi che stanno dietro la L.R. n. 56/77 e la revisione che necessita, oppure secondo noi si corre il rischio di creare dei disastri, di fare sì delle riforme della L.R. n.
56/77, ma riforme che hanno come caratteristica quella della sua non applicabilità, del suo smantellamento. Rischiamo cioè, su questo come su altri provvedimenti, di trovarci di fronte ad uno stile di governo che è determinato dal non governo, cioè che si dia il messaggio che il modo migliore di governare è non governare, non esserci, lasciar fare, lasciare che le cose si muovano da sole! Purtroppo fasi di questo genere le abbiamo già conosciute e sono fasi che hanno lasciato un segno profondamente negativo e devastante sull'insieme del territorio.
Noi pensiamo che questa legge così come è stata fatta dalla Giunta già dalla sua prima versione sia negativa per queste caratteristiche, perch manifesta un'intenzione e un atteggiamento da parte di Giunta che si caratterizza come la Giunta del non governo, non come la Giunta che ha un modo diverso di governare. L'impronta di questo governo è quella di dire "noi lasciamo fare, ritiriamo la capacità di programmazione e pensiamo che ci sia una capacità di autoregolamentazione". Noi riteniamo che questa sia una speranza illusoria, oppure voglia dire subire pressioni ed interessi che dovrebbero, invece, essere tenuti a bada.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galli.



GALLI Daniele

Sarò brevissimo. A me sembra che, nonostante quello che ha detto il collega Papandrea, si evidenzi sempre più il giudizio di irresponsabilità che il Consigliere Cavaliere e il Gruppo di Rifondazione Comunista, nelle premesse fatte ieri, danno alle Amministrazioni comunali. Non si vuole riconoscere la facoltà delle Amministrazioni comunali di gestire il territorio per quel minimo di possibilità che gli diamo, al di là di tutti i vincoli a cui sono già sottoposti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Grazie, Presidente. Voglio anch'io chiarire che il Gruppo di Rifondazione Comunista non intende ostacolare l'attività edilizia dei Comuni; noi vogliamo solo evitare che vengano perpetuati dei danni gravi, a partire dalla cementazione e dalla continua speculazione edilizia.
D'altronde, siamo in coerenza con il testo di L.R. n. 56/77, che all'art.
17 è stato bocciato dal Commissario di Governo perché non conforme alle richieste di legittimità. Ciò dimostra che l'argomento è importante.
Noi vogliamo che i Comuni possano procedere, ma non senza controlli o un chiaro pronunciamento regionale, mentre questo provvedimento tende a dare carta bianca, quindi a non dare quelle certezze che invece devono essere date per una migliore vivibilità dei Comuni.
Non vogliamo fare un'attività ostruzionistica, ma una battaglia di civiltà e correttezza verso le popolazioni, ma soprattutto non intendiamo essere inseriti come un'ostilità verso i Comuni e i Sindaci. Vogliamo che i Comuni abbiano la possibilità di essere controllati su quelle varianti che potrebbero, con troppa possibilità di intervenire anche in un modo non corretto, creare danni maggiori.



PRESIDENTE

La Giunta si dichiara contraria a tale emendamento, che pongo in votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI' 4 Consiglieri hanno risposto NO 28 Consiglieri si sono astenuti 12 Consiglieri L'emendamento è respinto.
1/3) Emendamento presentato dai Consiglieri Cavaliere, Moro e Papandrea: al comma primo, dopo le parole "il Piano Regolatore Generale è sottoposto a revisione periodica ogni...", le parole "dieci anni" sono sostituite dalle parole "quindici mesi".
Ha chiesto la parola il Consigliere Riba; ne ha facoltà.



RIBA Lido

Chiedo che ci vengano consegnati gli emendamenti presentati dalla Giunta e dai Gruppi, anche per avere sotto mano cosa viene proposto specialmente dalla Giunta.



PRESIDENTE

Dalla Giunta è pervenuto solamente un emendamento; glielo faremo avere.



RIBA Lido

Chiedo di sospendere i lavori finche non abbiamo gli emendamenti della Giunta.



PRESIDENTE

Adesso non sono in discussione gli emendamenti della Giunta, ma quelli del Consigliere Cavaliere. Cammin facendo glieli faccio pervenire.



RIBA Lido

Allora fateci pervenire gli altri sui quali votiamo.



PRESIDENTE

Sono questi, sono talmente semplici. Quando si dice: "Il Piano Regolatore Generale è sottoposto a revisione periodica ogni quindici mesi invece di dieci anni", è chiaro. Sono scalari dal punto di vista numerico credo che possa benissimo capirli.



RIBA Lido

Oggi è difficile capire...



PRESIDENTE

Ma qui siamo ai livelli di numeri elementari, non solamente di matematica superiore! Comunque le faremo pervenire gli altri emendamenti.
La parola al Consigliere Cavaliere che illustra l'emendamento n. 1/3.



CAVALIERE Pasquale

Nell'illustrare questo emendamento volevo rispondere al collega Galli che prima ha accennato alla nostra concezione di condizione responsabile dei Comuni, da cui discende il nostro atteggiamento nei confronti di questa modifica. Io, collega Galli, vorrei partire innanzitutto da una questione: ricordo quando il Presidente Ghigo tornò da Verbania, dopo l'alluvione, e disse (non eravamo in quest'aula, ma al piano di sopra): "Devo riscontrare che in effetti i problemi dell'alluvione sono stati molteplici, ma il problema della speculazione edilizia - intendendo per speculazione delle collocazioni edilizie non appropriate - è un problema che esiste e su cui dobbiamo fare qualcosa". Mi ha ricordato Berlusconi quando è andato a Brindisi per gli albanesi e si è messo a piangere. E' la stessa cosa, per è avvenuto prima. E' un vizio di famiglia.
Dopo che il Presidente ci ha detto queste cose l'Assessore Botta ha proposto l'art. 17. Credo che ci debba essere un po' di coerenza nelle cose che vengono dette e fatte.
I Comuni non chiedono, non tutti almeno, e poi bisogna precisare. Ieri ad esempio, ho sentito il servizio del TG3 e l'ho ritenuto molto scorretto perché si è detto che la Regione sta discutendo questa legge, un provvedimento richiesto da tutti i Comuni - cosa falsa - e da migliaia e migliaia di cittadini. Io non ho visto alcun corteo di cittadini che chiedono petizioni e manifestano affinché la Regione approvi l'art. 17 mentre è vero che non tutti, ma moltissimi Comuni, hanno chiesto questa modifica.
Bisogna distinguere, non fare di ogni erba un fascio, perché le richieste sono molteplici. La richiesta che accomuna tutti, mi è parso di capire, è quella di una semplificazione burocratica del rapporto sull'urbanistica con la Regione. Credo che questo lo chiedano veramente tutti i Comuni e forse anche i cittadini. Ma questo è un problema: è giusto che un Comune chieda che il proprio Piano Regolatore sia approvato in sei mesi invece che in sei anni. Infatti, quando abbiamo chiesto all'Assessore Botta come mai in tutte le aree della nostra Regione le risposte alle pratiche urbanistiche relative all'approvazione dei Piani Regolatori hanno questi tempi e invece nell'area di Alessandria in sei mesi si fa tutto, non abbiamo ricevuto risposta. In altre aree della Regione occorrono tre o quattro anni. C'è problema di personale? Spiegateci qual è il problema, per poterlo rimuovere. Se non capiamo qual è la causa di simili ritardi, come facciamo ad affrontare le questioni? Andiamo a tentativi.
L'Assessore Botta ci ha detto che non c'è alcun tipo di problema, ma più avanti potremo riprendere il ragionamento. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Volevo in parte replicare all'intervento del Consigliere Galli, perch credo che si riferisse direttamente alle cose che avevo detto. Ribadisco che il problema non sta nell'individuare nei Sindaci l'elemento di responsabilità. Credo che sicuramente ci siano sensibilità diverse. Credo che il problema non stia nella responsabilità del singolo, ma nel tipo di rapporto con il territorio e con la programmazione. Il Sindaco evidentemente, ha una visione limitata perché fa il Sindaco di quel Comune e non è compito suo avere una visione di insieme rispetto al contesto intercomunale: non è compito suo - può anche occuparsene, molti magari se ne occupano - però sicuramente la sua attenzione è più concentrata sulla situazione locale. Chi è che deve avere una visione d'insieme? E' appunto una struttura superiore, la Provincia o la Regione. Proprio per questo, tra l'altro, uno degli elementi su cui lavoriamo per modificare la proposta è il ruolo della Provincia. Il problema è quello di individuare il livello che ha una capacità per funzione, perché gli è attribuito il compito di avere una visione d'insieme. Per questo noi riteniamo che ridurre il ruolo di Regioni e Province sia un errore, perché partiamo da esperienze già verificate. Questa autorità di controllo si è costruita proprio perché si erano verificati determinati fatti.
Allora credo che su questo bisogna stare attenti. La filosofia che emerge dalla proposta di questa legge, l'elemento che ci sta alle spalle è abbastanza preciso. Ricordava prima il collega Cavaliere che il problema che quasi tutti sollecitano è un problema di tempi, di rapidità nelle procedure. Bisogna individuare se le lentezze sono insite nel processo, se sono nella procedura stessa, oppure se sono di natura burocratica. Invece quello che traspare dalla posizione di questa legge è che il miglior modo di operare si riduce ad eliminare le procedure e i controlli. Tu cominci a dire che lo eliminiamo al 10-8-3%, ma trattandosi di percentuali si pu anche andare oltre, non c'è un limite ben preciso. La logica è: se non c'è controllo si fa più in fretta. Se la procedura non deve sottostare ad una serie di controlli i tempi sono più veloci. Io credo che questo sia erroneo, perché può essere esteso in modo generalizzato.
Spesso si utilizza il fatto che ci sono delle lentezze per dire che bisogna modificare i controlli: inserire non un singolo e ben preciso caso che fra l'altro deve essere normato, ma delle varianti che hanno una caratteristica generale, perché riguardano una percentuale del territorio e non un singolo caso. Ora, se si comincia a procedere in questo modo è un cedimento e un passo a favore di chi, in futuro, dirà che il modo migliore per intervenire e riformare le leggi è quello di abolirle e di eliminare ogni controllo.



PRESIDENTE

Se non vi sono altri interventi, si proceda alla votazione dell'emendamento per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 hanno risposto SI' 4 Consiglieri hanno risposto NO 28 Consiglieri si sono astenuti 13 Consiglieri L'emendamento è respinto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Riba; ne ha facoltà.



RIBA Lido

Intervengo ancora sulla procedura. Chiedo formalmente, a nome del Gruppo, che sia consegnata almeno una copia di tutti gli emendamenti ad ogni Gruppo. Insisto per avere anche quelli della Giunta, che avrebbe già dovuto farceli pervenire.
Francamente, non è giornata in cui ci possiamo fidare della Giunta medesima: stiamo già facendo lo sforzo di confidare nelle buone intenzioni.
Presidente, lei sa che alla situazione di oggi non si è pervenuti per un fatto attribuibile ai Gruppi i cui emendamenti si stanno discutendo né al nostro Gruppo. Ci si è arrivati per una precisa, determinata volontà della Giunta - peraltro secondo noi priva di discernimento - di navigare a vista verso una rottura di rapporti politici con il Consiglio.
Chiedo quindi - e lo chiedo formalmente, perché è nostro dovere, a questo punto - l'applicazione delle procedure formali. Dopodich esamineremo l'emendamento della Giunta e valuteremo gli emendamenti da presentare a nostra volta.



PRESIDENTE

Se non sono sufficienti le spiegazioni fornite, gli emendamenti verranno consegnati subito.



RIBA Lido

Permetta, Presidente, chiedo che si sospenda la discussione degli emendamenti, finché non ci verranno consegnati.



PRESIDENTE

Adesso vi verrà consegnato il primo blocco di dieci emendamenti; man mano saranno consegnati gli ulteriori blocchi.



RIBA Lido

Presidente, noi abbiamo il diritto di vedere tutti gli emendamenti.



PRESIDENTE

Va bene, vedrà gli emendamenti man mano che li presenteremo.



RIBA Lido

Presidente, credo di stare esercitando un diritto legittimo.



PRESIDENTE

Le manderò gli emendamenti che sono in fase di fotocopiatura.
Sospendiamo la seduta per pochi minuti, il tempo necessario perché arrivi il primo blocco degli emendamenti a tutti i Capigruppo.



(La seduta viene momentaneamente sospesa in attesa che vengano distribuiti gli emendamenti ai Capigruppo)



PRESIDENTE

E' stato distribuito il primo plico di venti emendamenti e verranno progressivamente distribuiti gli altri; appena avremo gli emendamenti della Giunta, verranno subito consegnati.
1/4) Emendamento presentato dai Consiglieri Cavaliere, Moro e Papandrea: al comma primo, dopo le parole "il Piano Regolatore Generale è sottoposto a revisione periodica ogni...", le parole "dieci anni" sono sostituite dalle parole "sedici mesi".
La parola al Consigliere Cavaliere per l'illustrazione.



CAVALIERE Pasquale

Devo dire che questo argomento è di diretto supporto alla motivazione dell'emendamento.
L'Assessore - che è molto interessato all'approvazione dell'art. 17 e si nota dalla sua costante presenza a tutti i dibattiti del Consiglio rispondendo alle osservazioni del collega Galli e a noi che gli chiedevamo quali erano i motivi per cui i Comuni in alcune aree aspettano molto, ha risposto che motivi non ce ne sono, cioè che non c'è, ad esempio, carenza di personale nella struttura; anzi, ha aggiunto: "Sono i Comuni che perdono tempo". Queste sono le cose - e mi dispiace che non possa contraddirle che l'Assessore ha detto in Commissione a tutti noi.
Allora, se è vero questo, noi dobbiamo rispondere al problema che quasi tutti i Comuni pongono; una parte di Comuni, invece, vorrebbe approvare velocemente strumenti urbanistici per fare un'espansione edilizia sul proprio territorio. In questo caso, quindi, dobbiamo entrare nel merito specifico del provvedimento e capire se questo provvedimento va incontro a questa tendenza e se, sposandosi con questa tendenza, non determini, non crei e non favorisca nel territorio vieppiù questa dinamica.
Io credo di sì, e l'ha detto, in termini molto seri e decisi, il collega Saitta, che è convinto assertore di questo provvedimento. Ha detto: "Sì, questo provvedimento può provocare, può favorire uno sviluppo edilizio e questo lo reputiamo positivo". E' una posizione che io non condivido per nulla, ma molto chiara, che credo sia anche in animo e nelle argomentazioni di chi conosce le esatte implicazioni di questo provvedimento.
Credo anche che - non so nell'Assessore Botta - molti esponenti della Giunta e della maggioranza conoscano l'argomento. Vi è la consapevolezza che, così come è formulato l'articolato, determinerà ciò nel territorio.
A questo punto, dobbiamo domandarci se il patrimonio edilizio abitativo della nostra regione è, oppure non è, sufficiente. Come si disse negli anni '60 - dovendo rispondere ad una grossa domanda abitativa, soprattutto nelle aree metropolitane, in particolare quella torinese - non vi è un patrimonio edilizio adeguato e dunque favoriamolo con i grandi impulsi. Quindi l'edilizia degli anni '60/'70 portò, in particolare a Torino, a costruire grandi conglomerati come le Vallette, la Falchera e Mirafiori Sud.
Il tempo a mia disposizione è scaduto; continuerò questo argomento in sede di dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Credo sia importante sottolineare, con questi emendamenti, il fatto che la modifica dell'art. 17 va sostanzialmente ai limiti della legislazione nazionale in termini urbanistici. Il Commissario di Governo considera la modifica dell'art. 17 censurabile in quanto sono state escluse dall'approvazione regionale tutte le varianti che non incidono sull'impianto strutturale, sull'organizzazione funzionale, generale del territorio comunale. In questo senso, l'articolo in esame non risulta in linea rispetto alla legislazione nazionale che, invece, prevede il concorso della volontà e della legislazione nazionale, del governo regionale in merito all'espressione dei pareri che devono vedere l'intervento regionale come l'intervento comunale, uniti insieme anche nell'iter procedurale.
Il fatto che questa modifica di legge sia stata chiesta da molti Comuni risponde al fatto che vi è effettivamente un'esigenza di semplificazioni amministrative e procedurali, ma il fatto stesso che questa modifica viene collocata in una legge, qual è la L.R. n. 56/77 sull'urbanistica, in un articolo importante, non si colloca a caso, ma in un contesto del governo regionale che ha dimostrato sostanzialmente la sua incapacità a poter presentare degli atti seri e veri di programmazione.
Noi ci troviamo di fronte ad un contesto assolutamente privo di progetti politici. In questo caso specifico ci troviamo in una situazione in cui manca il Piano Territoriale Regionale, per cui anche questo tipo di discorso risulta molto più difficile ad essere affrontato con una certa coerenza rispetto ad indirizzi regionali che, in realtà, ad oggi non ci sono perché non esistono dei progetti, non esiste una progettualità politica della Giunta regionale in questo settore.
Questa Giunta in due anni non ha presentato sostanzialmente dei piani e dei progetti che possono rappresentare la sua idea di programmazione e di un progetto di sviluppo per la Regione Piemonte. Per cui l'unico percorso che si è deciso di perseguire è quello di una sostanziale deregolamentazione per cui si modificano quelle leggi che, tutto sommato ponevano dei paletti, ponevano, in maniera chiara, la serietà e l'importanza del governo regionale rispetto a progetti del territorio che non implicano necessariamente una sorta di programmazione. Questo è un vuoto molto grave che lancia un grave senso di preoccupazione anche fra tutti i cittadini. Un governo regionale che non presenta dei progetti, che non ha una programmazione, ma che si limita, attraverso questi atti di modifica, ad un'elemosina anche agli Enti locali sotto di lui, quindi gli Enti locali che hanno minori competenze, a dare questi segnali intendendoli come segnali di semplificazione, non mi sembra ancora una volta all'altezza della sfida che la Regione Piemonte, invece, necessita soprattutto in termini di pianificazione territoriale ed urbanistica e soprattutto rispetto ad un'estrema necessità di un Piano territoriale che invece possa ricollocarla in un progetto di sviluppo più complessivo.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Grazie, Presidente. Credo sia grave la volontà politica della maggioranza di continuare ad essere sorda a questo problema così importante relativo alla L.R. n. 56/77: dare carta bianca ai Comuni per cambiare in sostanza i Piani Regolatori senza il dovuto controllo della Regione.
Si tratta di un provvedimento indecente perché consente di continuare nella vecchia politica del passato, una politica che con la cementazione con gli abusi edilizi, ha provocato dei danni enormi al nostro Paese, ai nostri Comuni e ha determinato delle situazioni di invivibilità.
Il non tenere conto di avere agito, come sta agendo la maggioranza e la Giunta, è un fatto politico gravissimo; lo stesso Commissario di Governo come è già stato più volte ricordato, ha bocciato il provvedimento sulla legittimità. Quindi ha dato un giudizio negativo su questa materia e sul modo di procedere.
Invece di pensare di avere degli avalli, anche elettorali, eventuali complimenti da parte di alcuni Sindaci, di alcuni Comuni, sarebbe invece opportuno tenere conto di tutto quanto le minoranze in questo momento stanno proponendo che è di procedere con maggiore serietà, i Comuni devono avere un controllo più severo altrimenti nei prossimi anni avremmo sicuramente dei danni ambientali e di vivibilità che saranno poi pagati dalle future generazioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Intendevo riprendere soprattutto alcune considerazioni finali del Consigliere Cavaliere. Credo che nell'analisi di un procedimento bisogna anche capire l'utilità del procedimento stesso, la domanda a cui rispondere. Abbiamo già visto come da una parte c'è una domanda a cui si risponde male, cioè quella di una velocizzazione della procedura che si deve affrontare in altro modo che non con lo smantellamento delle procedure stesse, mentre dall'altra la legge viene varata perché risponde a delle esigenze. Anche il Consigliere Saitta vedeva positivamente il favorire l'aumento della capacità abitativa dei Comuni. Determinate affermazioni, a mio avviso, non possono prescindere da un'analisi della dinamica della popolazione, delle sue caratteristiche, della stessa domanda di abitazioni.
Credo sia davanti agli occhi di tutti il declino del Comune di Torino in termini abitativi, la diminuzione costante degli abitanti - in parte dovuta a trasferimenti fuori città. L'ultima analisi sulla situazione sociale del Piemonte dell'IRES - uno degli Enti strumentali che lavora in stretto collegamento con la Regione - prevede in prospettiva una sostanziale stabilità - se non abbassamento - della popolazione. Non siamo in situazioni, quali quelle in cui ci siamo trovati in passato, di dover rispondere tempestivamente a pressanti domande abitative. Chiunque vada in giro per la città si rende conto che ci sono case in cui i cartelli "affittasi" rimangono esposti per mesi - idem valga per i "vendesi" - anche se c'è un certo rapporto cifra richiesta - tempo di esposizione. In una tale situazione, non riusciamo a comprendere il motivo per cui si deve urgentemente smantellare la legge; non c'è alcuna necessità sociale in tal senso. C'è invece la volontà di eliminare delle regole, di non affrontare i problemi in modo globale. Si ricerca solamente lo smantellamento di una serie di vigenti leggi di programmazione.
Come ricordava in precedenza la Consigliera Simonetti, questo è lo stile dell'attuale Giunta. Cito nuovamente lo studio dell'IRES, pubblicato da un paio di mesi; nel testo si fa riferimento costante al Piano regionale di sviluppo, ovvero ad un qualcosa che non esiste! Ad un documento che avrebbe dovuto essere approvato; ma così non è stato, come per tutta una serie di altri Piani che si sarebbero dovuti discutere ed approvare. Lo stesso Piano territoriale non è ancora vigente; pur essendo all'o.d.g. in questa sessione di legislatura, non si è mai voluta, neanche oggi, una discussione ordinata. Anche attraverso questo modo di preordinare gli o.d.g. si esprime il tipo di filosofia alla base delle decisioni della Giunta: non intende avere a che fare con la programmazione! Il suo modello di governo è il non governo. La nostra difesa della L.R. n. 56/77 serve appunto a sottolineare e a denunciare questo tipo di non politica.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galli.



GALLI Daniele

Quando Rifondazione Comunista fa riferimento alle condizioni del mercato, io sono più che contento! Però, se, come affermato, non c'è mercato - e l'opposizione ha strutturato tutti i propri interventi sul discorso residenziale - nulla deve temere: non ci sarà espansione! Vorrei anche intervenire sui livelli di programmazione. Un conto è il Piano Territoriale Regionale, un conto è il Programma Territoriale Provinciale, altro è la competenza che l'art. 17 affida alle Amministrazioni comunali. Sono programmi di livello diverso; con l'art. 17 l'Amministrazione comunale può intervenire laddove non va ad interagire con i Piani di livello superiore. Pertanto, non c'è alcun pericolo di interferenze sulla grande viabilità; se l'espansione di un Comune va ad interferire con una circonvallazione, questa non sarà più circonvallazione ma secondo anello di viabilità interna. Sono questioni di gestibilità oserei dire, quasi elementare. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere per dichiarazione di voto.



CAVALIERE Pasquale

Le considerazioni del collega Galli ci inducono a ragionamenti più approfonditi. Mi rammarico che sul problema non si sia mai riusciti a sentire le persone più esperte della Giunta in materia urbanistica; non riesco a capire come mai, su questo argomento, non si sia mai espresso, per esempio, il collega Scanderebech. Forse perché anch'egli sa che questo provvedimento avrà effetti assai nefasti. Questo, secondo me, il motivo per cui gli esperti dell'argomento non si sono mai espressi.
Torniamo ai ragionamenti precedenti, quando mi chiedevo se il patrimonio edilizio esistente sia sufficiente o meno rispetto alle necessità - altro sono le questioni di mercato, che possiamo anche approfondire... Tutti gli indicatori, ISTAT e quanti altri, ci dicono che abbiamo un patrimonio abitativo nella nostra Regione - ma non solo in Piemonte - di gran lunga superfluo rispetto alle necessità, e che semmai si tratta di adeguare il patrimonio abitativo alle esigenze attuali. Faccio un esempio per tutti: che senso ha - mi riferisco ad aree urbanistiche che conosco - costruire nuove residenze, in volumi e grandezze elevate nell'immediata periferia di Torino come prevede il Piano Regolatore comunale torinese, e non mettere mano, invece, alle grandi aree degradate del centro? Problemi sociali come quelli attuali di Porta Palazzo, ad esempio, sono dovuti anche al sommarsi di degradazione su degradazione. Occorre capire come mai in quelle aree degradate interi palazzi sono stati affittati a centinaia e centinaia di immigrati extracomunitari. Si tratta ovviamente di aree degradate, perché le problematiche non si vanno ad inserire in altre aree urbanistiche: non avremo problemi del tipo che viviamo oggi a Porta Palazzo nella zona Crocetta o in collina, perché non abbiamo problemi di degrado urbanistico! C'è una profonda correlazione tra i problemi sociali che conosciamo in epoca moderna e la gestione urbanistica, in particolare il problema del recupero delle aree degradate. Parlo di Torino perché la conosco bene e tutti sappiamo che le aree degradate sono ancora immense.
Vedo che il tempo a mia disposizione è terminato per cui mi riservo di proseguire queste riflessioni nel mio prossimo intervento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea per dichiarazione di voto.



PAPANDREA Rocco

Confermo che voteremo a favore di questo emendamento.
La discussione è utile per fare emergere tutta una serie di problemi che il fatto che questi articoli sono stringati, un po' tecnici (parlano di numeri), in parte nasconde. Da una parte, emerge il fatto che la domanda a cui si tende rispondere non è una reale domanda abitativa dovuta a problemi di crescita della popolazione della nostra Regione; dall'altro, anche una filosofia del modo in cui si deve rispondere alla domanda.
Il recupero delle aree degradate è un tema che va molto bene in convegni, in dibattiti sociologici; quando invece poi si deve tradurre in politiche concrete le strade che si preferisce percorrere sono altre. Sono quelle di nuove costruzioni, perché? Perché sono più funzionali a determinati interessi! Sappiamo bene che i grandi costruttori preferiscono di gran lunga intervenire su un territorio vergine e quindi edificare ex novo, che non dovere rispettare dei vincoli e rispondere ad una politica di recupero. Qui emerge il problema di che tipo di interessi e di domande ci sono dietro certi provvedimenti. Io credo che, alla fine, la domanda a cui si vuole rispondere e gli interessi che si tende a favorire, siano un qualcosa di nefasto.
La logica di produrre tanto per produrre, di costruire tanto per costruire, ha già portato ad effetti disastrosi per la vivibilità, per l'ambiente, per la qualità della nostra vita e se si continua, come questo provvedimento sicuramente tende a fare e a sollecitare, su questa strada credo che gli effetti saranno più gravi, soprattutto perché si inseriscono in una situazione che è già compromessa! Dobbiamo pensare alle future generazioni, ai nostri figli e all'ambiente in cui vivranno. Rischiamo di trovarci in situazioni allucinanti, come da film di fantascienza. Prendo a riferimento alcune realtà presenti negli Stati Uniti dove le grandi città vengono abbandonate, dove enormi città come Los Angeles o New York diventano dei ghetti invivibili per cui, tutt'intorno, si costruiscono delle belle città-fortino superprotette, con belle villette in cui si vive bene (ovviamente quelli che hanno la fortuna di poterci vivere), mentre invece fette crescenti di popolazione vivono in situazioni di estremo degrado.
Dietro certi provvedimenti credo ci sia questo tipo di filosofia e politica che tra l'altro è estranea non solo al nostro Paese, ma al nostro continente. Credo invece che la salvaguardia della propria tradizione e della propria cultura dovrebbe essere un valore di questa politica.
Elemento in più, quindi, per continuare questa discussione e per cercare di far riflettere al fine di andare su una strada diversa da quella contenuta nel provvedimento.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'urbanistica

La Giunta è contraria.



PRESIDENTE

Si proceda dunque alla votazione dell'emendamento per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 hanno risposto SI' 4 Consiglieri hanno risposto NO 30 Consiglieri si sono astenuti 11 Consiglieri L'emendamento è respinto.
1/5) Emendamento presentato dai Consiglieri Cavaliere, Moro e Papandrea: al comma primo, dopo le parole "il Piano Regolatore Generale è sottoposto a revisione periodica ogni...", le parole "dieci anni" sono sostituite dalle parole "diciassette mesi".
La parola al Consigliere Cavaliere per l'illustrazione.



CAVALIERE Pasquale

In effetti volevo saltare il 17 perché già l'art. 17 non porta tanto bene al territorio! Su questa questione, la curiosità del provvedimento è che sullo stesso si sono espressi un po' tutti; perfino il Consigliere Toselli, sui giornali locali del Cuneese, ha fatto un mucchio di dichiarazioni sul problema dell'urbanistica, dell'art. 17, ecc. Non abbiamo avuto, però, la fortuna di ascoltare queste motivazioni nelle sedi in cui c'è stato il confronto su tali problemi. E' vero che Toselli si occupa di questi problemi, come quello dell'artigianato saluzzese e del suo confronto conflittuale con le autorità venete, che abbiamo letto, però sarebbe stato importante che il Consigliere Toselli e l'Assessore Botta, perché anche Botta ha poco da entrare nel merito a questo provvedimento, nel senso che non lo vediamo né in Commissione né da altre parti e tanto meno in questa occasione, argomentare, ribattere, spiegare, confutare delle argomentazioni che non so se siano argute, sagge oppure no, ma sono senz'altro delle argomentazioni che andrebbero in qualche modo contestate dall'Assessore Botta.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Usa lo stesso sistema usato dalle Giunte di sinistra dall'80 al '90 anni in cui l'Assessore, di fronte ad emendamenti corposi, si limitava a dire "no".



CAVALIERE Pasquale

Io credo che lei, Assessore Majorino, contestasse quel metodo, quando rivestiva i panni di oppositore.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

No, lo subivo.



CAVALIERE Pasquale

Semmai lo subiva, credo ed auspico, reagendo a questo. Infatti, anch'io subisco, non faccio altro; registro semplicemente che l'Assessore non ha alcunché da argomentare e questa non è una tattica per non favorire un'ipotesi ostruzionistica, ma è che proprio ha niente da dire. E' questo il problema, nel senso che l'Assessore Botta ha avuto niente da dire in Commissione, ha niente da dire sull'argomento, perché non ha argomenti perché il provvedimento è un provvedimento fasullo. Il federalismo che propone è quello che io chiamo "il federalismo del mattone", cioè in realtà si vuole favorire uno sviluppo urbanistico smodato e dire che questo è ci che chiedono i Comuni. Io credo che questo sia parte di ciò che chiedono i Comuni e se questa è la richiesta dei Comuni, è una richiesta sbagliata. I Comuni fanno una richiesta sbagliata perché abbiamo detto prima che il fabbisogno abitativo è superiore alle nostre esigenze, che oltretutto la popolazione piemontese è in diminuzione e che quindi non vi è alcuna ragione perché si vada verso un ulteriore sviluppo edilizio. Questo quando non vi è alcun tipo di intervento nell'andare a recuperare storia patrimonio ed anche risorse e spazi abitativi. Pare, ad esempio, che dopo lungo tempo il progetto delle dimore sabaude sia diventato una cosa reale concreta, che si vada verso questa direzione e ciò è un bene perché siamo di fronte ad un patrimonio, più che abitativo, storico, culturale di un valore inestimabile che ad ogni costo va recuperato e valorizzato. Ma noi abbiamo un altro valore che non è forse di carattere storico, ma in parte lo è anche, certamente è di grande valore culturale, come tutta la vecchia edilizia di campagna, e mi riferisco alle grandi e vecchie cascine del Piemonte. Quelle grandi e vecchie cascine nemmeno tutte censite - e non c'è alcun intervento dell'Assessore Botta per fare questo - sono un esempio non solo di un certo tipo di urbanistica, ma anche di una storia, una cultura ed un modello di vita esistente nella nostra regione. Se voi notate l'organizzazione urbanistica di quelle cascine, noterete anche un'organizzazione sociale molto precisa: le cascine quadrate, con gli spazi collettivi, dove le famiglie vivevano in una forma di comunità diversa; le città hanno modificato anche la vita dei cittadini nel condominio. La vita del condominio ha capovolto il modello sociale della vita delle cascine rurali, che rappresentavano un modello di vita legato al tipo di lavoro che trovava e vedeva delle mansioni comuni, delle mansioni anche collettive chi badava a certi lavori della cascina lo faceva per tutte le famiglie.
C'era un modello sociale solidaristico, pre-capitalistico - oserei dire dove anche vi erano pensieri, ma questo è un problema che semmai approfondiremo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Anche questo emendamento è stato da noi sottoscritto, quindi vi invitiamo ad una riflessione per votarlo. Il fatto che sia simile a quelli che l'hanno preceduto è un fatto tecnico, ma stiamo portando elementi di riflessione per cercare di capire l'implicazione che ha questo tipo di procedimento che stiamo discutendo.
Volevo tornare alle raccomandazioni che ci sono state fatte, il perch tale provvedimento è stato respinto ed è tornato in questa discussione. Una delle cose che solleva il Commissario di Governo è proprio quella della semplificazione usata spesso come argomento principe per dire che il provvedimento della Giunta è positivo, ma qui c'è un problema di semplificazione. Al punto b) delle considerazioni si dice: "La genericità del criterio adottato per escludere la competenza regionale nel procedimento di formazione delle varianti contrasta inoltre con il principio di semplificazione dei procedimenti amministrativi di cui alla legge n. 241/90, comportando inevitabilmente un diffuso contenzioso in quanto relativo al procedimento di un atto incidente su situazioni giuridiche soggettive di privati, sia con l'interesse nazionale alla chiara formulazione delle esposizioni normative".
Quindi il parere del Commissario di Governo è che quel provvedimento lungi dal semplificare, va contro la semplificazione; allora, credo che quando interveniamo dobbiamo tenerne conto, perché il Commissario di Governo, una volta che esaminerà di nuovo il provvedimento, rileggerà le considerazioni che aveva fatto e verificherà se ne abbiamo tenuto conto.
Rischiamo di aver perso vari mesi e avere fatto attendere invano, visto che c'è l'attesa da parte dei Comuni, un provvedimento migliore. Continuiamo a pensare che un provvedimento più consono consisterebbe in una revisione generale laddove necessaria, non in provvedimenti di questo tipo. Forse non abbiamo fatto una lettura attenta, perché alcuni Consiglieri, non partecipando alla Commissione, si ritrovano per la prima volta a discuterne, ma sottolineo l'aspetto di sostanza quando, parlando del provvedimento che si può assumere, diciamo che si prevede il necessario concorso della volontà del Comune e della Regione nelle scelte urbanistiche, per cui l'eliminazione dell'intervento regionale - questione che stiamo discutendo adesso - può essere consentita soltanto per "ben individuate e circoscritte ipotesi di variante". Invece, noi ci troviamo di fronte a varianti che non hanno ben individuate e circoscritte ipotesi, ma a varianti con caratteristiche generiche, se non generali, perché non riguardano casi particolari ed affrontano l'insieme del problema.
Su questo, mi pare che il lavoro fatto dalla Giunta, nel momento in cui ha ripresentato il testo, non vada in questa direzione, perché ci ripropone le argomentazioni che ricordavo prima. Ci è stato detto che si tratta di una semplificazione, mentre nel parere del Commissario di Governo si affermano altre cose e le afferma qualcuno che poi vaglierà nuovamente la legge. D'altra parte, sul contenuto specifico ci troviamo di fronte ad un provvedimento con le stesse caratteristiche di generalità e non di intervento individuato e circoscritto rispetto all'insieme. Anche per questo è bene riprendere il lavoro fatto ieri, incomprensibilmente abbandonato e che ci ha portato ad una situazione da cui non so bene quando usciremo.
Concludo dicendo che anche a noi piacerebbe avere un botta e risposta con la Giunta nel momento in cui discutiamo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Dalle argomentazioni che emergono in questo dibattito sulla L.R. n.
56/77 si capisce e si comprende quanta insensibilità ambientale e di vivibilità caratterizza la politica dell'attuale maggioranza del Consiglio regionale. Non comprendere gli effetti molto negativi del provvedimento legislativo in discussione è a mio avviso molto grave e pericoloso. Forse si pensa solo ai consensi elettorali che eventualmente possono dare certi Sindaci, magari per sistemare alcune cose di loro vecchia pertinenza in edilizia, però si va certamente a compromettere il difficile tessuto urbano di oggi, con la logica della vecchia politica della cementazione e dell'abuso edilizio che crea ulteriori e gravi danni.
Credo che sia incredibile pensare di procedere con nuove costruzioni corrispondendo ad interessi edilizi specifici, invece di sanare o correggere i guasti del passato, per evitare il controllo regionale sulle varianti, che dà invece precise garanzie di salvaguardia dell'ambiente e del territorio di oggi. Tutto ciò comprometterebbe una logica del passato fatta di abusi, di speculazione e di arricchimenti. Credo che invece si debba procedere secondo un'altra logica e soprattutto tenere conto dei gravi guasti del passato e non solo sorvolarli od ignorarli. Invece si dà la possibilità ai Comuni di evitare i controlli e di procedere nelle speculazioni e nel degrado più assoluto.
E' evidente che il Commissario di Governo valuterà anche la legittimità del provvedimento; la cui ulteriore bocciatura avrebbe conseguenze sicuramente penose per questa maggioranza.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Solo due parole per sottolineare come questa Giunta sembra rincorrere delle situazioni che diventano sempre più difficili e sempre più complicate dal punto di vista di una legittimità amministrativa. Questo perché sono state parecchie le leggi su cui i Commissari di Governo hanno espresso grandi perplessità, ma nonostante tutto la Giunta regionale continua a presentare leggi non solo fatte male, ma che addirittura e nella maggior parte dei casi delegittimano altri riferimenti legislativi nazionali.
Questa difficoltà legislativa non può che registrare un'incapacità, a nostro parere, di programmazione di questa Giunta regionale. Lasciare spazio ai vari Comuni che hanno richiesto questo tipo di modifica per ottenere una grande apertura non implica il controllo di una situazione che poi potrebbe ripercuotersi negativamente anche sulla Regione Piemonte. Su questo l'Assessore, che tra l'altro non è presente, non si è espresso.
Registro anche un mancato interesse dell'Assessore stesso ad una discussione su una legge che riguarda direttamente il suo Assessorato e sulla quale non si è espresso in aula... Sottolineo un mancato intervento della Giunta, ma in particolare dell'Assessore, in termini politici di progettualità e di intervento. Questo evidenzia una grossolana incapacità di gestire una situazione quale quella odierna, ma anche un dibattito più generale che coinvolge tutto il territorio. Noi ci domandiamo come l'Assessore riterrà di poter intervenire, come riterrà di poter effettuare una qualche forma di controllo sul territorio nel momento in cui questa legge venisse approvata anche dal Commissario di Governo (penso di no). Una situazione di questo tipo è assolutamente incontrollabile. Nel momento in cui ci si incanala in un percorso, in una strada che non ha una via di uscita, senza forme di regolamentazione, senza stabilire delle priorità di progetti, senza stabilire priorità anche di competenze ai vari livelli istituzionali, la Giunta si troverà in gravi difficoltà a gestire una situazione che, con il passare del tempo, risulterà assolutamente ingestibile.



PRESIDENTE

La Giunta?



BOTTA Franco Maria, Assessore all'urbanistica

E' contraria.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere per dichiarazione di voto.



CAVALIERE Pasquale

Era scontato che la Giunta non dicesse niente, perché non ha argomenti e non ne avrà di alcuna natura. Noi crediamo che questo provvedimento sia profondamente sbagliato, perché determinerà in maniera pesante un'espansione edilizia. Per questo chiediamo di votare questo emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea per dichiarazione di voto.



PAPANDREA Rocco

Anche noi, nonostante l'Assessore "non tenga botta" al dibattito vogliamo precisare il nostro voto, che emergeva già chiaramente dagli interventi svolti in precedenza. E' un voto favorevole all'emendamento perché siamo contrari a questa legge che - abbiamo già ripetuto - ha due caratteristiche negative.
Una di grande spessore, di sostanza, in quanto la legge in discussione ha una grossa potenzialità di effetti negativi rispetto al territorio, se non addirittura devastanti. Infatti, se proiettassimo l'effetto sull'insieme dei Comuni della provincia di Torino - ed evidentemente è un calcolo teorico - e se ogni Comune andasse a rispondere pienamente le possibilità che ci sono in questo provvedimento, utilizzandole fino in fondo, credo che ci ritroveremmo di fronte ad un accrescimento della cementificazione e ad un amento della dimensione abitativa del Piemonte del tutto sproporzionata, tanto più - e lo si diceva prima - in una situazione in cui non c'è questo tipo di esigenza. Questo calcolo ci permetterebbe di capire che non si tratta di problemi di poco conto o di piccole varianti ma di misure di enorme spessore enorme.
L'altro elemento negativo è la concezione che si ha del territorio come un qualcosa da spremere, da sfruttare, ma non da valorizzare. Invece proprio per le caratteristiche del nostro territorio e della dinamica della popolazione, il puntare su una valorizzazione del territorio così come storicamente si è determinato (quindi anche con gli insediamenti abitativi che si sono storicamente determinati), puntare ad un miglioramento e ad una valorizzazione degli insediamenti esistenti servirebbe non solo alla qualità della vita dei cittadini piemontesi (perché vivrebbero in posti migliori e più confortevoli, meno degradati), ma probabilmente permetterebbe anche di utilizzare questo territorio come risorsa economica dal punto di vista turistico, cosa alla quale la Regione tiene molto.
Infine, argomento che avevo già affrontato in precedenza, questa legge è tornata in aula, perché abbiamo una lettera del Commissario di Governo che illustra nei dettagli le motivazioni del rinvio. Pertanto, io credo che sia da un punto di vista di contenuto che da un punto di vista formale questa legge non va e, con i nostri emendamenti, continuiamo a cercare di sottolinearlo.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione dell'emendamento per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI' 4 Consiglieri hanno risposto NO 29 Consiglieri si sono astenuti 11 Consiglieri L'emendamento è respinto.
1/6) Emendamento presentato dai Consiglieri Cavaliere, Moro e Papandrea: al comma primo, dopo le parole "il Piano Regolatore Generale è sottoposto a revisione periodica ogni...", le parole "dieci anni" sono sostituite dalle parole "diciotto mesi".
La parola al Consigliere Cavaliere per l'illustrazione.



CAVALIERE Pasquale

Se noi potessimo dare una forma materiale alla modifica di legge che l'Assessore Botta ci chiede di approvare, questa avrebbe sicuramente la forma di un mattone; così come le delibere dell'Assessore Leo hanno le stigmate nel senso che sono tutte delibere sante.
Questa proposta di legge, se visualizzata in maniera virtuale, avrebbe la forma di un mattone perché è spiegato nella relazione originaria del disegno di legge che voglio ricordare ai colleghi. Quando fu proposta la modifica agli artt. 17, 21 e 22 vi era scritto in due righe - l'Assessore Botta non ci ha ancora detto chi le ha scritte - "dopo la caduta del muro di Berlino... modifichiamo l'art. 17 della legge n. 56 del 1977".
Nessuno ha capito la relazione. Io subito obiettai chiedendo se i mattoni avanzati al muro di Berlino li volevamo utilizzare in quel di Bardonecchia. Mi si rispose che non c'era più spazio a Bardonecchia perch ormai è stato costruito quasi tutto, anche se qualche spazietto resta, come ben sappiamo, soprattutto nelle mire di alcuni costruttori e di alcuni progetti in essere. Del resto, perfino i responsabili di una delle più emblematiche speculazioni del nostro territorio, cioè Campo Smith a Bardonecchia, chiedono i danni alla Regione. La Regione si è messa nelle condizioni, non di chi ha visto danneggiato il proprio territorio, di chi ha visto sottrarre alla collettività dei beni di interesse generale, ma di chi è chiamato in causa e gli vengono richiesti i danni.
Si tratta di un provvedimento che non ha nulla a che vedere con le cose che vengono affermate dagli organi di informazione, cioè che il provvedimento in esame è per i poveri Comuni che non riescono mai a decidere, e questa Regione, così sensibile, fa questo gesto. Il motivo è un altro, è tutto ideologico. Mi fermo qui perché sono scaduti i cinque minuti.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Sono convinto che il provvedimento ideologico non sia solo ideologico ha sicuramente aspetti ideologici: questa Giunta si caratterizza con la filosofia del lasciar fare, del non governare, del non programmare e del distruggere.
In questo senso c'è un aspetto ideologico, anche se poi non si capisce dopo l'abbattimento del muro, se si vogliono costruire altri piccoli muri per costruire case.
Oltre a questo aspetto, indubbiamente ideologico, c'è l'aspetto di rispondere ad una determinata logica anche economica in voga negli anni '80. Gli anni '80 sono stati anni di enormi speculazioni edilizie, interi quartieri di Londra abbattuti e ricostruiti interamente, ci sono state grandi speculazioni edilizie in Giappone.
Quindi per un po' di anni determinati interessi sono stati stimolati da questo tipo di ipotesi di sviluppo.
Credo sia utile riflettere su come sono andate a finire le cose. In alcuni Paesi si sono rischiati dei veri e propri crolli del sistema bancario per quel tipo di scelte. Ci sono degli istituti bancari che sono scomparsi, si sono dovuti fondere con altri perché si erano bruciati tutto il patrimonio in operazioni di tipo speculativo. Chi ha fatto quel tipo di speculazione edilizia a Londra è fallito, poi ci sono stati altri che hanno comprato a prezzi bassi che hanno potuto in qualche modo specularci nuovamente sopra, però quel modello di sviluppo non ha avuto neanche quell'esito, anzi in certi momenti ha fatto traballare perfino la stabilità finanziaria di alcuni grandi Paesi. Credo che anche le banche giapponesi siano tuttora in sofferenza, il sistema bancario giapponese è abbastanza in sofferenza per gli interventi speculativi di questa natura.
Quindi c'è una logica economica: rispondere ad interessi economici anche se forse fuori tempo massimo rispetto a quando sono state fatte queste grandi speculazioni altrove. Il fatto che vengano fatte fuori tempo massimo dovrebbero farci riflettere; le cose non sempre riescono come sono state progettate e falliscono.
Credo che, oltre agli aspetti che sono poi quelli che ci stanno più a cuore della natura e della tutela del territorio, dell'ambiente dell'evitare delle devastazioni, anche da un punto di vista di rispondere a certe sollecitazioni e certi interessi economici, non è il tipo di logica più razionale. Quindi anche per questo sosteniamo l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Grazie, Presidente. Credo, che nessuno possa disconoscere che la discussione sull'art. 17 della L.R. n. 56/77 sottolinea che il provvedimento legislativo in discussione è sbagliato e pericoloso. Vi saranno - ed è stato rimarcato nei vari interventi - effetti negativi e degradanti sul territorio piemontese; le varianti permetteranno ai Comuni di continuare nell'abuso edilizio del passato e nella cementificazione.
Dunque, il degrado ambientale prolifererà sempre di più.
Sia nei contenuti sia nella forma il provvedimento legislativo è indecente e penso anche non corretto sul piano legale; vi è già stato un pronunciamento negativo del Commissario di Governo: per parte mia, credo fermamente che ve ne sarà un altro, successivo, dello stesso tenore.
Cercare di non programmare, come fa la Giunta attuale, anche in materia edilizia permetterà ai Comuni, con assurde varianti, di modificare i Piani Regolatori, che erano stati approntati anche per regolare - come dice lo stesso termine - l'abuso cui negli anni passati si era cercato di porre fine. Diversamente, come stava sottolineandosi, avremmo avuto un degrado di ancor più vasta dimensione.
Credo che la posizione "sorda" della Giunta e della maggioranza, che non vuol tenere conto che esistono questi problemi, non sia certamente fatto da non sottolineare nella sua estrema gravità. Credo quindi che la discussione durerà a lungo; in ogni caso, non tenere presenti tali problemi, non pensare che sia opportuno intervenire non è né democratico n serio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere per dichiarazione di voto.



CAVALIERE Pasquale

L'Assessore mi invitava a smettere di parlare di Bardonecchia e a parlare un po' di più di Sestriere. Abbiamo ancora molto tempo, potremmo parlare di Cinzano, di Gattico... di tante altre località del nostro Piemonte! Su Sestriere direi le stesse cose dette per Bardonecchia, nonch per altre zone caratteristiche della nostra montagna, che sono sotto gli occhi di tutti. Non credo che in un Paese civile si possa permettere di costruire certi obbrobri urbanistici! Tra l'altro, Assessore, non mi risulta che ci sia alcun provvedimento che cerchi di preservare da certi obbrobri, così come abbiamo affermato in precedenza, parlando delle caratteristiche urbanistiche della campagna, della tipologia costruttiva della montagna. Non abbiamo alcun tipo di vincolo, da questo punto di vista, per cui a 2/3 mila metri si può costruire così come si può fare in pianura.
A chi tocca mettere mano legislativamente, normativamente, a questi problemi, se non a lei, Assessore? Eppure lei frequenta Bardonecchia e sicuramente può vedere, tutte le volte che vi si reca, lo scempio edilizio appesantito anche dalla mirabile promozione invernale che ne ha fatto il suo collega Angeleri! I Campionati mondiali di sci al Sestriere sono stati l'occasione per abbruttire ulteriormente Sestriere, per impoverirla culturalmente e per determinare nessun vantaggio economico per il Sestriere e la Valle di Susa. Anzi, le operazioni economiche che sono state compiute con i Mondiali di sci sono state a dir poco discutibili - vedasi l'operazione dell'albergo cui la Regione ha contribuito con uno stanziamento a fondo perduto di 10 miliardi, senza ottenere alcunché in cambio. Non capisco quale tipo di interesse pubblico abbia operato l'intervento della Regione. Ma avremo modo di discuterne: un bilancio prima o poi, andrà pur fatto! Assessore - visto l'invito che mi ha rivolto - dia lei un giudizio su Sestriere, su Bardonecchia, su Sauze o su "chi più ne ha più ne metta", e su come secondo lei si applicherebbe in quelle realtà questa nuova normativa. Mi dica, Assessore, obiettivamente, cosa succederebbe, in tutte le zone che lei conosce, con questa nuova normativa?



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione dell'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli, 27 contrari e 10 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).
1/7) Emendamento presentato dai Consiglieri Cavaliere, Moro e Papandrea: al comma primo, dopo le parole "il Piano Regolatore Generale è sottoposto a revisione periodica ogni...", le parole "dieci anni" sono sostituite dalle parole "diciannove mesi".
La parola al Consigliere Cavaliere per l'illustrazione.



CAVALIERE Pasquale

Stavo dicendo alcune cose a cui l'Assessore Botta non ha ancora potuto rispondere. Io mi auguro che lo faccia, ma sarebbe interessante sentire sulle stesse cose, cioè sulla ricaduta urbanistica dei Mondiali di sci del Sestriere, l'opinione del collega Montabone, il quale non ha intenzione evidentemente, di esprimerla.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Secondo me, questa non è una tavola rotonda in cui lei può chiedere al Consigliere Montabone di parlare. Secondo me - parlo a titolo personale questa volta e non per la Giunta - lei dovrebbe solo illustrare l'emendamento.



CAVALIERE Pasquale

Lo sto illustrando.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Direi proprio di no! E' una tavola rotonda!



CAVALIERE Pasquale

No, no, sto illustrando, signor Vicepresidente! Guardi, abbiamo un altro problema che credo la riguardi di più di quel che stavo osservando.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Vorrei capire perché diciannove mesi anziché dieci anni! Veniamo al sodo!



CAVALIERE Pasquale

Glielo spiego. Prendiamo ad esempio, signor Vicepresidente, il problema dei campi da golf. Vedo che interessano anche all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Giuseppe, Assessore al coordinamento politiche per la montagna

Certo, collega. Io conosco il territorio e tu no!



CAVALIERE Pasquale

Ecco, lui conosce il territorio e sa benissimo che come Giunta sarà chiamato...



VAGLIO Giuseppe, Assessore al coordinamento politiche per la montagna

Io lo conosco il territorio, tu no!



CAVALIERE Pasquale

Lo conosci come Grotto! Conosci la montagna come la conosceva Ivan Grotto!



(Commenti dell'Assessore Vaglio)



PRESIDENTE

Vi prego di attenervi ad un colloquio civile, come è stato finora.
Consigliere Cavaliere, lei ha tutto il tempo di esprimere le sue opinioni senza bisogno di sfruculiare.



CAVALIERE Pasquale

L'Assessore Vaglio mi provoca, perché mi pare che abbia lo stesso approccio ai problemi della montagna!



(Commenti dell'Assessore Vaglio)



CAVALIERE Pasquale

Andava con l'elicottero anche lui! Allora, signor Vicepresidente, il problema dei campi da golf che lei si sta trovando ad affrontare c'entra con gli anni di verifica del Piano Regolatore. Perché? Perché non dico tutti, ma moltissimi Comuni del Piemonte negli ultimi anni si sono visti presentare progetti di campi da golf. Verrebbe da dire che in Piemonte sia aumentata in maniera esponenziale la pratica di questa importante e nobile disciplina sportiva.
Abbiamo quindi cercato di capire se era così, se cioè erano aumentati di moltissimo i giocatori di golf tanto da dover disporre di almeno una cinquantina di nuovi impianti. Abbiamo visto invece che questi campi da golf servono in realtà da volano alle famose "villette a schiera"! Nel senso che se si costruisce un bel complesso di villette a schiera vicino ad un campo da golf, le stesse vengono vendute meglio. Infatti si legge la solita pubblicità: "Villetta a schiera bifamiliare, in splendida posizione montana, vicina ad infrastruttura sportiva", che sarebbe il campo da golf! Che poi venga usato oppure no poco importa, quel che conta è che l'acquirente possa comprare una casa vicino ad un grosso impianto sportivo e quella casa costerà un pochino di più, ma potrà vivere vicino ad un campo da golf! Per cui l'utilizzo del campo da golf diventa una cosa del tutto marginale rispetto al fatto che invece questo serve da volano - infatti il campo da golf è una parte piccola, Sizzano docet! - quindi campo da golf con 180 mila metri cubi di realizzazioni: villette a schiera...



PRESIDENTE

Se fa la dichiarazione di voto congiunta la lascio ancora parlare altrimenti la devo interrompere perché sono già trascorsi i cinque minuti regolamentari.



CAVALIERE Pasquale

Faccio la dichiarazione di voto congiunta così posso spiegare meglio e il Vicepresidente vedrà che sono in tema e che non cerco in alcun modo di svicolare.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Vorrei capire perché riducendo a diciannove mesi lei risolve il problema dei campi da golf.



CAVALIERE Pasquale

Ho detto prima "Sizzano docet" perché il campo da golf si porta dietro 180 mila metri cubi di realizzazioni (albergo, villette a schiera e via dicendo), in una zona verde, incontaminata ed isolata, che vedrebbe catapultarsi questo progetto. Analoghe proposte sono in altre zone, come ad esempio a Sauze d'Oulx dove abbiamo molti onorevoli che si stanno interessando ad un campo da golf, ma non è un campo da golf...



VAGLIO Giuseppe, Assessore al coordinamento politiche per la montagna

A S. Sicario.



CAVALIERE Pasquale

Ma ce n'è uno anche a Sauze d'Oulx.



VAGLIO Giuseppe, Assessore al coordinamento politiche per la montagna

Ti sbagli.



CAVALIERE Pasquale

E' un altro onorevole, quello.



VAGLIO Giuseppe, Assessore al coordinamento politiche per la montagna

Sarà qualche amico tuo.



CAVALIERE Pasquale

A S. Sicario la stessa dinamica, la stessa cosa.
Cosa c'entra, Vicepresidente, con i diciannove mesi? Con l'articolato che abbiamo di fronte, stiamo cercando nelle anguste righe di questo articolato di estrapolare dei pezzi tecnici atti a dimostrare che non abbiamo bisogno di una deregulation ulteriore a quella che già esiste nella nostra legge urbanistica, che negli anni passati è già stata mortificata e defraudata delle sue possibilità di pianificare il territorio, ma che anzi occorrerebbe una più attenta pianificazione dei problemi. Quindi dire che un Piano Regolatore andrebbe verificato prima dei dieci anni va in questa direzione, nel richiamare la necessità che venga fatto questo. Credo non le sfugga la profonda relazione di questo ragionamento e il fatto che gli argomenti non sono per nulla fuori luogo, ma sono del tutto attinenti all'oggetto che stiamo trattando.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Due questioni. Il Consigliere Cavaliere è intervenuto nel merito dell'emendamento che anche noi abbiamo sottoscritto, e volevo riallacciarmi al suo esempio proprio per sviluppare quanto avevo detto nell'intervento precedente, cioè come, in fondo, chi appoggia, condivide o viene condizionato da queste logiche di speculazione edilizia dovrebbe pensare che un po' di programmazione non guasta, perché - esattamente gli elementi che ricordavo prima - molte speculazioni sono nate su questo tipo di aspirazione, di una valorizzazione notevole legata a determinati fatti. Se ci troviamo con tantissimi campi da golf con tantissime villette intorno si rischia che queste speranze vengano vanificate dal fatto che se ne sono fatte troppe. Anche da questo punto di vista forse un po' di programmazione non guasterebbe, ancora di più se si vogliono evitare questi fatti, come è nelle nostre intenzioni. Se si guarda questo tipo di provvedimento con la genericità che esso ha e con le possibilità indiscriminate che esso contiene, si potrebbe permettere un'eccessiva proliferazione di questi tipi di interventi.
Al Vicepresidente Majorino devo dire che se ogni tanto tentiamo di interloquire con altri è perché è un po' triste fare il soliloquio! Vorremmo, cioè, capire un altro aspetto: ci era parso, ad un certo punto della giornata di ieri, di non trovarci solo di fronte ad un dialogo tra sordi, ma che si tentasse di intervenire sul provvedimento in modo diverso.
Quindi oggi non ci mettiamo a leggere né un giornale né un libro, ma cerchiamo di entrare nel merito della discussione, perché vorremmo tentare di mantenere aperta quella pista che avevamo aperto ieri, per cui siamo andati avanti insieme ieri e che speriamo possa portare ad un tipo di dibattito che, introducendo anche delle innovazioni e dei miglioramenti nel testo proposto, permetta sia una modalità di discussione sia un'approvazione che possa passare al vaglio del Commissario di Governo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Signor Presidente, è da alcune ore che si tratta di questa L.R. n.
56/77, che è certamente materia urbanistica delicata ed importante. Credo non vi siano dubbi, da quest'ampia trattazione che emerge dal dibattito nel sottolineare che emerge sempre più chiaramente l'assurdità del provvedimento in discussione. Molte speculazioni edilizie del passato sono avvenute per mancanza di strumenti urbanistici e i Piani Regolatori avevano in qualche modo frenato in molte parti la grave speculazione che era avvenuta nel nostro Paese. Con il provvedimento si tenta di lasciare nuovamente carta bianca ai Comuni, di distruggere quanto di positivo si era costruito. Come ho già sottolineato nel mio precedente intervento, credo che la discussione debba essere tenuta nella dovuta considerazione altrimenti noi non faremo un'azione politica in campo urbanistico corretta e seria per le future generazioni. Viceversa, daremo nuovamente spazio a quello che di peggiore è stato in questo Paese, cioè la distruzione dell'ambiente, la distruzione dei paesaggi e soprattutto il creare quegli scempi edilizi che i colleghi Papandrea e Cavaliere, riferendosi ad alcune località del Piemonte, andavano sottolineando.
Credo quindi che la nostra sia una battaglia importante, che non è assolutamente ostruzionistica, ma che è assolutamente politica, di sensibilizzazione del problema che spesso e volentieri non è tenuto nella dovuta considerazione; non ci si rende conto che cambiare strada in materia urbanistica sarebbe grave in questo momento, ma soprattutto, per i nostri figli, nel futuro.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta, Majorino.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

La Giunta, con riferimento a questo emendamento e a tutti gli altri emendamenti che presumibilmente seguiranno e che tendono a ridurre il periodo previsto di dieci anni per la revisione dei Piani Regolatori, si esprime in senso negativo. La Giunta, infatti, ritiene che sia congrua e perfetta la norma vigente che risale ancora alla legge Astengo n. 56 del 1977, laddove si dice: "Il Piano Regolatore Generale è sottoposto a revisione periodica ogni dieci anni". Siccome formare un Piano Regolatore e sottoporlo a revisione non è evidentemente cosa facile e semplice, come insegnano l'esperienza e la realtà, a noi, Giunta, pare opportuno politicamente e legittimo mantenere questa norma contenuta nella ormai antica legge Astengo. Va tenuto presente che, come sappiamo, si parla di sottoposizione a revisione periodica ogni dieci anni, quindi il Piano Regolatore vive, sopravvive e mantiene la sua efficacia fino a questa nuova revisione, oppure sino all'approvazione delle successive revisioni o varianti che possono evidentemente essere proposte, come è altrettanto noto, in qualsiasi momento in cui ce ne sia l'opportunità e la necessità dopo l'approvazione del Piano Regolatore.
Questa è la motivazione pura e semplice, secca ed altrettanto precisa per cui riteniamo che la normativa della sottoposizione a revisione ogni dieci anni non debba venire toccata. D'altro canto, questa normativa portata in sede di prima stesura della revisione dell'art. 17, non è stata censurata dal Governo sotto nessun profilo, quindi non si vede perché ci si debba fare eccessivamente carico per sviscerare se i dieci anni debbano essere eventualmente ridotti; d'altro canto, basta leggere la serie degli emendamenti per capire che sono veramente strumentali.
Non comprendo - evidentemente saranno i miei limiti - perché il Consigliere Cavaliere, proponente di questo e degli altri emendamenti meramente ostruzionistici, nel tentativo di motivarli inserisca il discorso dei campi da golf. Questo significa voler fare una specie di piccola tavola rotonda su tale questione. Ricordo che l'installazione di un campo da golf è soggetta ad una complessa normativa vigente, che noi non abbiamo nemmeno emanato, perché risale a diversi anni fa. In questa normativa rientrano le competenze del settore forestale, geologico e dei beni ambientali.
Dal momento che la presa di posizione del Consigliere Cavaliere nei confronti dei campi da golf è provocatoria e si riferisce in particolare a S. Sicario, gliela spiego in due parole. Per S. Sicario la società gestrice ha ritenuto di fare una prima domanda nel 1992 per chiedere di potere installare un campo da golf, respinta nello stesso anno su parere dei tre soggetti interessati, intendendo per soggetti i tre settori. La società ha ritenuto, pur avendone il potere, di non ricorrere; essendo un provvedimento amministrativo che denegava la possibilità di costruire il campo da golf avrebbe potuto, se lo avesse voluto, ricorrere al TAR. Avendo scelto di non farlo, il provvedimento è divenuto definitivo: ma nell'estate 1996 è stata riproposta la domanda, con aggiustamenti rispetto alla prima domanda. La Giunta responsabilmente esaminerà questa domanda. Non è facile mi consenta l'espressione - come fare una pizza, ma deciderà con delibera, che lei dopo qualche ora conoscerà di sicuro. So che ormai la metodologia è questa, e d'altro canto quando una delibera di Giunta pubblicata vive come una sentenza del giudice, dal giorno della pubblicazione chiunque ne sia interessato e che la attende, se la legge.
Lei si muoverà qualche ora dopo la pubblicazione della delibera di Giunta che concederà o no la costruzione del campo di golf. Questo ci consenta ancora di valutarlo; non pretenda che le dica di no o di sì, perché sarei io solo, e non sarò ovviamente l'unico decisore né potrei esserlo anche se lo volessi. La Giunta deciderà con particolare attenzione sulla questione e non solo sulla questione del campo da golf di S. Sicario o di quelle altre località che lei citava, che non riguarda nessuno perché non esiste.
Comunque per S. Sicario verrà esaminata a fondo, ab immise e funditus - mi consenta di fare un po' di sfoggio di erudizione - la questione del campo da golf. Sarà presa la decisione secondo giustizia, soprattutto secondo rispetto dell'ordinamento vigente.



PRESIDENTE

Se non vi sono altri interventi, pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli, 28 contrari e 9 astensioni.
1/8) Emendamento presentato dai Consiglieri Cavaliere, Moro e Papandrea: al comma primo, dopo le parole "il Piano Regolatore Generale è sottoposto a revisione periodica ogni...", le parole "dieci anni" sono sostituite dalle parole "venti mesi".
La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Volevo ricordare che la L.R. n. 56/77 - è già stato ampiamente detto è un provvedimento grave, perché mette nuovamente i Comuni in condizione di poter procedere nella violazione anche di alcune norme sui Piani Regolatori. Con l'istituzione di questi strumenti urbanistici si era invece creato un elemento di controllo e di freno alla speculazione edilizia, la quale aveva - come ho già detto prima - drammaticamente segnato un'epoca di depauperamento e distruzione paesaggistica delle nostre città e del nostro territorio.
Questo provvedimento potrebbe certamente determinare un elemento politico favorevole da parte dei Comuni, dei Sindaci in primo luogo, i quali spesso e volentieri, anche con campanilismo, con queste varianti hanno la possibilità di assecondare una parte del proprio elettorato. Ma continuare a pensare di avere dei consensi sulla base di questi fattori, a mio avviso, non è un elemento politico che possa qualificare questa maggioranza tanto meno questa Giunta.
Come ho già detto prima - e lo ripeto ancora adesso - noi facciamo una battaglia politica, perché riteniamo che, per le prossime generazioni, le città e quindi la regolamentazione della vivibilità dei centri dell'articolato territorio piemontese non debbano essere depauperate o distrutte da un'eventuale nuova possibilità di gravi danni ambientali e soprattutto urbanistici.
Il dibattito alquanto omogeneo da parte della sinistra e della minoranza in generale e il fatto che non ci sia la compartecipazione della maggioranza di per sé dimostra quanto ho già sostenuto prima, cioè che esiste una scarsa sensibilità su questo problema o quanto meno che il problema, sicuramente delicato, non viene tenuto nella giusta considerazione, per cui tutto quanto da noi elaborato su questa L.R. n.
56/77 non viene assolutamente né ascoltato né tanto meno discusso. Ci si limita a dire di no ai nostri emendamenti, senza peraltro entrare nel merito, il che, secondo il mio modesto modo di pensare, non è certamente serio e democratico.
Tuttavia ritengo - e concludo questo breve intervento anche per stare nei minuti consentiti - che questa sia una discussione che ci dovrebbe coinvolgere tutti, perché è di basilare importanza; non ottemperare a questo dibattito e portare in porto il provvedimento così come è stato presentato pensando di avere dei consensi creerà sicuramente dei guasti e delle grosse incomprensioni, quanto meno si tornerà con la vecchia politica di cementazione che ha creato dei gravi danni. Per cui esorto ancora la maggioranza a tenere in considerazione le nostre proposte, i nostri emendamenti, ad essere più seri e ad intervenire nella discussione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Il Vicepresidente Majorino sta cercando di entrare nel merito dei nostri rilievi e lo ringrazio, perché lo conosco come persona corretta e che cerca di rapportarsi nella giusta maniera con la dialettica del Consiglio regionale.
Mi consenta però, Vicepresidente, di osservare che, ad esempio, sulla questione di S. Sicario è un po' di mesi che state riflettendo. A tale proposito mi pare che la scelta sia un po' di tipo politico, per le implicazioni che vi sono e perché il parere dei Beni Ambientali è negativo.
Quindi la Giunta ha già un elemento di discussione e deve semmai motivare un eventuale parere positivo; ad ogni modo, mi pare che queste determinazioni (Beni Ambientali, Forestale, ecc.) siano già datate di qualche mese.
Comunque a me non interessa e non interessava parlare del caso particolare; mi interessava piuttosto parlare delle dinamiche urbanistiche insite nel nostro territorio e di quelle che si stanno sviluppando sul nostro territorio.
Ritornando alle argomentazioni iniziali - non per fare la tavola rotonda, ma perché il collega Galli ha argomentato a sua volta alcune questioni - è evidente che gran parte dei Comuni intende esprimere un'espansione edilizia.
Chiaramente, io non sono d'accordo con questa espansione edilizia, e vorrei che la Giunta non dicesse: "Noi vogliamo fare questo provvedimento per facilitare le pratiche burocratiche dei Comuni", ma dicesse le cose come stanno. Dicesse cioè: "Con questo provvedimento vogliamo favorire lo sviluppo edilizio ed urbanistico", perché di questo si tratta, in modo da confrontarci sull'argomento.
Io obietterei e obietterò che non sono contro lo sviluppo edilizio, ma credo che l'industria edilizia, il lavoro, l'economia, l'occupazione insite in questa attività possano esprimersi anche in maniera più elevata nel recupero conservativo e che le pratiche legislative, gli indirizzi legislativi, le norme, le opportunità, gli sforzi della Giunta (per quel che la Regione può fare in questo campo) debbano esprimersi nel favorire politiche e pratiche edilizie ed urbanistiche di questa natura. Anche perché - collega Galli - nel recupero conservativo c'è molto più lavoro molto più uso di materiali, di edilizia, ecc., che non nella nuova costruzione.
Si tratta di un modello diverso, diverso dalle villette a schiera. Io continuo a parlare delle villette a schiera, perché lo ritengo il simbolo sbagliato di espansione urbanistica nel nostro territorio, in quanto crescono come funghi in ogni angolo, in ogni dove, in ogni cittadina del nostro Piemonte, anche nelle zone più pregiate che ancora di più dovrebbero essere oggetto di attenzione e che invece, al di là di tutte le questioni di tutti i cosiddetti vincoli che vengono richiamati... E' terminato il tempo a mia disposizione, proseguirò il discorso nell'intervento successivo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Noi, pur apprezzando l'intervento del Vicepresidente della Giunta Majorino - che è avvenuto dopo la presentazione di un certo numero di emendamenti - pensavamo servisse a segnalare delle novità rispetto al dibattito che non vede una grande partecipazione, ma alle spalle c'era la possibilità di andare in altra direzione.
Credo che la nostra speranza di dialogo sia anche quella di cercare in qualche modo di individuare un'impasse, oltre ad intervenire nel merito del provvedimento e ribadire - tramite la mole di emendamenti che sono stati presentati congiuntamente dal nostro Gruppo e dal Gruppo dei Verdi l'importanza del provvedimento. Noi riteniamo che alle spalle di questo provvedimento ci siano questioni non secondarie, non marginali, ma essenziali; una logica che avremmo voluto vedere superata e riportata all'interno di un approccio diverso.
Ed è per questo motivo che il dibattito continuerà nella forma che stiamo vedendo in quanto non intravediamo una via d'uscita, continuiamo comunque a sperare che le prossime ore possano portare ad un nuovo intervento da parte della Giunta per riprendere quel dialogo che si è ora perso.
Di fronte a questo atteggiamento della Giunta, ribadiamo la nostra posizione di sostegno a questo emendamento.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli, 28 contrari e 9 astensioni.
1/9) Emendamento presentato dai Consiglieri Cavaliere, Moro e Papandrea: al comma primo, dopo le parole "il Piano Regolatore Generale è sottoposto a revisione periodica ogni...", le parole "dieci anni" sono sostituite dalle parole "ventuno mesi".
La parola al Vicepresidente della Giunta, Majorino.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Continua la turbativa del buon funzionamento del Consiglio! Posso capire tutti i ragionamenti, ma quando c'è la raffica delle varianti da dieci anni, ad otto anni e via dicendo, è una turbativa! Questa è la mia opinione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

E' un'opinione legittima la sua. Io potrei dire che è anche una turbativa - oltre al fatto che la legge è fatta male - quando la Giunta con lo stesso meccanismo - ventuno mesi, ventidue mesi - eroga 700/800/1.000 milioni in maniera sbagliata rispetto a quelle che dovrebbero essere le prerogative istituzionali dell'Ente.
Questa non è forse una turbativa del buon funzionamento di un organo di governo della Giunta che distrae risorse verso indirizzi non istituzionali? Per la Juventus sono soldi, per noi sono opinioni.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Stiamo parlando dei lavori del Consiglio.



CAVALIERE Pasquale

Io sto parlando dei lavori della Giunta, poi possiamo parlare anche di Corso Bolzano, di cosa vogliamo...



(Voci in aula)



CAVALIERE Pasquale

Il nostro ruolo è soggettivo, l'oggettività sta nelle regole, che tutti dobbiamo osservare e rispettare. Personalmente, osservo e rispetto le regole che regolano i nostri lavori.
Come Giunta, avete presentato una legge che trova l'opposizione dei massimi esperti, docenti e professori universitari piemontesi, nonché della maggior parte degli urbanisti della nostra regione, perfino di coloro che sono stati interpellati dall'Assessore Botta al fine di elaborare una modifica alle legge urbanistica. Capite il paradosso? L'Assessore sceglie professionisti - tra l'altro, nessuno di loro è un estremista ambientalista, ma neanche pallidamente ambientalista - conosciuti per una logica "sviluppista" dell'urbanistica, senza dare a questo termine un'accezione del tutto negativa. Ebbene, questi stessi consulenti, che stanno ragionando sulla modifica generale della legge urbanistica, in più riunioni pubbliche hanno affermato che la modifica di legge che stiamo discutendo sarebbe una scelta sbagliatissima. Cosa dovrebbero dire, a questo punto, gli ambientalisti e il Verde di questo Consiglio regionale: "Fate pure"? "Che bravi che siete"? Noi non possiamo che esprimere la nostra profonda contrarietà a questo provvedimento, attraverso gli strumenti, le leggi, i regolamenti che ci fornisce questo Consiglio regionale.
Quando poi l'avv. Deorsola avanzerà una proposta di modifica del Regolamento, ci confronteremo con quanto verrà proposto. Per adesso ragioniamo - può piacere o meno - con quanto ora ci è permesso. A me pu non piacere quanto fa la Giunta - non intendo a livello istituzionale - e dunque interrogo, interpello: utilizzo gli strumenti, le facoltà, le prerogative di cui dispongo. Lei, Assessore, userà come ha fatto e sta facendo, gli strumenti per obiettare, sempre confrontandosi con leggi regole e i regolamenti che ci sovrintendono. Sopra tutti noi c'è il Presidente Picchioni, che governa il nostro dibattito e controlla che tutto avvenga in modo regolare.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

In ogni caso, quando fa ostruzionismo, lei turba i lavori del Consiglio.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Dichiariamo ancora l'inopportunità di procedere ad ulteriori modifiche della vigente L.R. n. 56/77 su temi di notevole rilevanza in materia urbanistica, in assenza sia di una riforma globale della legge urbanistica regionale sia del Piano Territoriale Regionale.
A mio parere, nel riassetto di tutte le competenze istituzionali in materia sia di controllo sia di utilizzo del territorio, si evidenziano i limiti delle proposte che appaiono nel testo legislativo. Limiti che per non possono essere superati attraverso una modifica che appare non solo superficiale, ma, se vogliamo, anche strumentale. Il fatto stesso che molti Comuni siano ovviamente interessati a questo tipo di modifica, che potrebbe apparire, superficialmente, un tentativo di snellezza burocratica, dà il senso di come la Giunta intenda il ruolo della programmazione, del governo: ruolo che si basa su atti episodici, su modifiche sostanziali soprattutto di leggi che pongono limiti in materia urbanistica.
La modifica di legge in discussione andrà, sostanzialmente, ad incrementare l'attività di speculazione e di demolizione, non certo di costruzione. Una realtà come quella del Piemonte che ha aree particolari insediamenti produttivi nonché zone di estrema povertà, necessita urgentemente di un Piano Territoriale Regionale, di una riforma della legge urbanistica. Provvedimenti che non solo mancano, ma sui quali non si è nemmeno iniziato a discutere.
Il nostro atteggiamento vuole attirare l'attenzione - usando gli strumenti che il Regolamento ci mette a disposizione - sul fatto che atti episodici e modifiche del tipo di quelle in discussione non possono che aggravare la situazione in cui versa il Piemonte; c'è la necessità di strumenti seri di programmazione.
La modifica di legge proposta non persegue alcun obiettivo; è inoltre contraddittoria, perché laddove si definiscono insediamenti produttivi si realizza parallelamente una diminuzione gravante dei servizi; non si tiene conto, infine, del fatto che moltissimi Comuni non dispongono di strumenti legislativi che possano sburocratizzare le leggi.
In alcuni emendamenti precedenti si faceva riferimento al fatto che i Comuni necessitano di snellezze burocratiche che consentano loro di approvare determinate varianti in tempi utili e non, invece, in tempi biblici come avviene attualmente; si tratta di una richiesta che proviene dalle comunità locali. Un provvedimento superficiale e strumentale di questo tipo è, a nostro parere, un atto di inciviltà che non tiene conto delle necessità del Piemonte, di come la nostra regione si propone ovvero come un'area molto diversificata, per insediamenti e realtà produttiva.
Intendiamo quindi sottolineare la gravità di questo fatto; tenteremo di sensibilizzare la Giunta su provvedimenti di questo tipo, tra l'altro, a nostro parere, ai limiti del ricorso. La completa indifferenza della Giunta lascia alquanto preoccupati non solo noi, ma anche tutte le comunità locali interessate in maniera complessiva all'assetto e ad un impiego del territorio più adeguato alle esigenze di tutti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Riprendo in parte le considerazioni del Vicepresidente Majorino. Ho detto prima che già ieri, ma anche oggi, abbiamo testimoniato la volontà e l'interesse ad un altro tipo di dibattito. Il fatto che lo ribadiamo vuol dire che non è occasionale; quindi qualora si volesse affrontare questo problema noi siamo pronti e pensiamo che si possa fare. Aspettiamo un segno, un messaggio.
A questa situazione siamo giunti per una serie di considerazioni che intendo ribadire, rispetto proprio alla forma che sta assumendo il dibattito. Se ben ricordate quando abbiamo discusso la prima volta questa legge, ci eravamo già trovati di fronte ad un atteggiamento di questo tipo.
Già allora avevamo spiegato le ragioni per cui tenevamo questo atteggiamento; già allora avevamo sottolineato il fatto che si stava facendo una discussione che non andava da alcuna parte e devo dire che i fatti poi ci hanno dato parzialmente ragione, tant'è vero che siamo di nuovo qui. Abbiamo sostenuto, tra le altre cose, che il provvedimento da discutere deve essere consono alla comunicazione ricevuta dal Commissario di Governo.
Ci sono molti modi di fare ostruzionismo e molti modi di fare non governo, anche quello di favorire delle discussioni che non portano da nessuna parte e quindi atteggiamenti di questo genere. La mia impressione è che ci troviamo di fronte ad una strategia di non governo nella nostra Regione e tutta una serie di fatti lo conferma. Questa impressione forse non vale per l'insieme degli Assessorati, ma è sicuramente prevalente. Non vorremmo che il vero ostruzionismo fosse fatto da altri: questa è la prima considerazione.
Seconda considerazione: noi non ci troviamo di fronte ad un atto di legificazione, bensì di delegificazione. Gli atti legislativi che propone la Giunta non sono leggi, ma cancellazioni di leggi! Quello che noi stiamo facendo, quindi, è la difesa delle leggi e il fatto che esistano, che funzionino e che non vengano cancellate! Non ci troviamo di fronte, come noi abbiamo più volte chiesto, ad una proposta di legge globale, ma a tentativi di smantellamento e distruzione di questo muro, non più materiale, ma di natura diversa; si tenta di distruggere la concezione stessa dell'esigenza di governo e di programmazione dei singoli aspetti della vita della nostra Regione.
Nel momento in cui si viene in quest'aula a dire: "Cancelliamo tutte le leggi", noi faremo una battaglia ostruzionistica a fondo. Vi abbiamo più volte invitato, invece, a seguire altri percorsi, altre strade.
Ribadisco questo invito - a fronte di una disponibilità che si era manifestata e che poi si è persa - a percorrere altre strade, strade su cui sembrava ci fosse un accordo. Si potrebbe riprendere quel filo del dialogo ed arrivare a soluzioni diverse da quelle cui ci troviamo di fronte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Il provvedimento legislativo di modifica della L.R. n. 56/77 - è già stato ampiamente detto in questo lungo dibattito consiliare - è grave e pericoloso per l'assetto urbanistico futuro delle città e dei paesi di tutto il Piemonte.
E' già stato anche rimarcato che nell'articolato territorio piemontese vi sono dinamiche urbanistiche pericolose e preoccupanti che se non vengono regolate con rigore possono arrecare gravi danni all'ambiente e peggiorare seriamente la qualità della vita dei nostri centri urbani, in collina come in pianura e in montagna.
La maggioranza di centro-destra della Regione Piemonte ha presentato un provvedimento urbanistico indecente perché trova contrari - come è già stato detto dal collega Cavaliere e da altri - i più importanti docenti urbanistici, i professionisti dell'urbanistica piemontese e non solo torinese, quindi non viene attribuita alcuna credibilità da parte di esperti e professionisti importanti del settore edilizio.
Pertanto, mi stupisco molto che continuiate a non tenere conto di quanto stiamo elaborando, avallato anche da quanto - ripeto - hanno detto i tecnici, e dei pericoli che realmente sono presenti.
E' per questi motivi che come Gruppo di Rifondazione Comunista riteniamo importante la nostra battaglia politica su questo provvedimento.
Manteniamo aperta però l'intenzione al dialogo, se vi saranno le condizioni politiche per farlo perché la battaglia politica che stiamo conducendo insieme al collega Cavaliere è importante e decisiva, quindi anche di strategia politica. Insistiamo affinché ci sia più valutazione e maggiore sensibilità onde arrivare presto ad un accordo su questi temi che sono qualificanti per il nostro futuro.



PRESIDENTE

La Giunta è contraria.
La parola al Consigliere Cavaliere per dichiarazione di voto.



CAVALIERE Pasquale

Mi rivolgo al Vicepresidente Majorino che è ormai diventato l'unico interlocutore di questo dibattito, facendo l'Assessore Botta una "deambulazione urbanistica", nel senso che non si ferma a lungo nell'argomentare le motivazioni contrarie della Giunta. Il Vicepresidente Majorino ha osservato che non trattasi le nostre di argomentazioni di merito, ma di pratica ostruzionistica.



(Commenti del Vicepresidente della Giunta, Majorino)



CAVALIERE Pasquale

Vorrei ristabilire con il Vicepresidente Majorino una comprensione almeno su quelli che sono i nostri lavori, dicendogli che la pratica ostruzionistica, quand'anche fosse la pratica oggi in atto, sarebbe del tutto legittima. Nel senso che il suo partito è da poco addivenuto ad un pieno riconoscimento del sistema democratico, pur esistendo nella pratica parlamentare dal Dopoguerra. Quando si pone una pratica di questa natura su una questione del tutto irrilevante, questa non è politicamente giustificabile, ma quando questo avviene su una questione ritenuta in modo giustificato da un Gruppo politico, o da più Gruppi politici che sono espressione di sensibilità della nostra società e ritengono che la questione che viene modificata o proposta o aggiunta riguardi un fondamentale principio, questo Gruppo ha il dovere e il diritto di utilizzare il Regolamento, comunemente riconosciuto in tutte le sue forme per cercare di modificare questo atteggiamento di governo. Credo che questo sia del tutto mal sopportabile, ma è una volontà che deve essere rispettata e non etichettata, o in altro modo commentata, come turbativa.
Il Consiglio trova in questa forma e in questo frangente la sua massima espressione, perché un provvedimento fortemente voluto da questa maggioranza è fortemente contrastato da altri Gruppi politici e questa è la storia della democrazia e delle scelte importanti che possono avvenire nelle nostre assemblee democratiche. Questa modifica è molto grave, perch tocca non in maniera blanda e limitata - come è avvenuto per altre modifiche della L.R. n. 56/77 - ma in maniera fondamentale uno dei pilastri di una legge importante. Ciò suscita in noi una profonda avversione, quindi una profonda opposizione, credo ampiamente argomentata.



PRESIDENTE

Se non vi sono altri interventi, pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli, 31 contrari e 6 astensioni.
Siamo giunti alla prima decade delle 160 che ci aspettano. Vale a dire un tempo di crociera di 80 giorni.
1/10) Emendamento presentato dai Consiglieri Cavaliere, Moro e Papandrea: al comma primo, dopo le parole "il Piano Regolatore Generale è sottoposto a revisione periodica ogni...", le parole "dieci anni" sono sostituite dalle parole "ventidue mesi".
La parola al Consigliere Cavaliere per l'illustrazione.



CAVALIERE Pasquale

Volevo tornare sulla questione delle villette a schiera, perché credo siano il simbolo, l'emblema, dell'art. 17. Anche a Susa ci sono le villette a schiera.



MONTABONE Renato

No, a Susa ci sono le ville patriarcali.



CAVALIERE Pasquale

C'è stata un'evoluzione. Provate a partire dalla villa romana e arrivate alle villette a schiera. Proprio l'altra settimana leggevo un libro sull'urbanistica della repubblica romana, non la repubblica del 1800 ma quella di duemila anni fa.
Si ricordava prima che a Roma esistono 400.000 richieste di condono edilizio, ma noi rischiamo di arrivare ad una regolamentazione dell'urbanistica meno importante di quella di duemila anni fa; duemila anni fa, per esempio, era vietato, nella città di Roma, edificare case più alte di cinque piani, perché vigeva una norma urbanistica molto chiara. Mentre arriveremo con le nostre villette a schiera che, certo, sono basse, a definire una concezione, una cultura urbanistica molto diversa. La villetta a schiera rappresenta il sogno americano dei piemontesi; ormai è ciò che agogna ogni famiglia. Avete mai visto le villette a schiera? Hanno il giardino, l'orto, per cui ognuno ha il suo orticello piccolino e ha l'illusione, essendo in una città, di essere in campagna, nel verde. La villetta a schiera dà l'illusione virtuale di essere nel verde e tutti vogliamo essere nel verde, però tutti contribuiremo - in questo modo - a distruggere e a togliere il verde. E' indubbio che questo provvedimento determina il fatto che una città, un paese con popolazione inferiore ai 10 mila abitanti, e credo sia la maggior parte dei Comuni della nostra regione, che vede - per una storia particolare della regione stessa - la presenza di tanti Comuni, ebbene questi Comuni sotto i 10 mila abitanti quindi Comuni di 5 mila, di 3 mila, di 6 mila, di mille abitanti potranno aumentare di 700/800 abitanti. Quell'aumento è determinato non sul numero degli abitanti, ma sulla loro previsione, per cui molti Comuni di 23 mila abitanti hanno una previsione di crescita sul modello dei Piani Regolatori di qualche anno fa, che immaginavano espansioni anche decuplicate; i paesini di mille o duemila abitanti potranno raddoppiare. Questo potrà avvenire dicendo che è una variante di interesse comunale, senza avere alcun impatto nel coordinamento territoriale che deve per forza avere un ente sovracomunale e questo verrà spacciato per federalismo: i Comuni che possono fare cosa vogliono.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Credo che il Consigliere Cavaliere abbia fatto bene a riportare, dopo una lunga diversione anche su altri argomenti, ai contenuti concreti di questa discussione. Si parla del patrimonio abitativo e non solo degli abitanti; non sono molti, ma ci sono dei paesi che hanno magari solo alcune centinaia di abitanti, ma un patrimonio abitativo di gran lunga superiore.
Sono paesi generalmente turistici, ma che attraverso questa variante possono andare ben oltre il raddoppio della loro popolazione. Io, per esempio, vado in vacanza a Pragelato, che ha 400 abitanti, però la dimensione delle case permetterebbe la presenza di svariate migliaia di persone. Quindi, una variante su quelle caratteristiche già esistenti potrebbe diventare un elemento pericoloso. Interesserebbe magari quei Comuni che sono già intervenuti con operazioni molto dubbie, da ogni punto di vista, perché hanno delle costruzioni che sono dei veri scempi, dal punto di vista del rispetto dei criteri con i quali si dovrebbe costruire e magari anche le società che hanno costruito sono fallite, proprio a causa del metodo con il quale hanno costruito.
Per questo motivo ribadiamo il tipo di opposizione e soprattutto io continuo a ribadire - l'ho già detto varie volte - che il Commissario di Governo ci ha esortato a parlare d'altro; che si deve parlare di varianti che siano ben individuate e circoscritte e che non possono essere un'ipotesi di aumento indiscriminato. Non possono essere questo. Con questa legge dobbiamo metterci a lavorare sulla descrizione della casistica, le varianti cioè hanno queste caratteristiche e tendenzialmente queste dimensioni, devono essere dei casi, non una generalità. Diversamente, il Commissario di Governo, così come non ha approvato una volta la legge, non l'approverà una seconda. E allora riprenderemo, magari per la seconda volta, se non c'è un rinsavimento da parte della Giunta rispetto ai criteri, con questa snervante discussione. Questo perché la legge ha alle spalle questi elementi, cioè questi contenuti, ma anche il problema più limitato e specifico che riguarda il motivo per il quale la legge è stata rinviata.
Per questo motivo abbiamo sottoscritto anche questo emendamento. Ormai la seduta di oggi si sta concludendo senza aver introdotto novità, per come ricordava il Presidente - di questo passo arriviamo alle ferie estive! Ripeto - l'ho detto più volte - che fondamentalmente questa Giunta non è interessata a governare e oggi ne abbiamo la conferma.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Grazie, Presidente. L'insieme della lunga discussione di oggi sul provvedimento della L.R. n. 56/77 dimostra chiaramente l'iniquità del progetto di legge che, se approvato, creerebbe gravi danni. E' difficile politicamente dimostrare il contrario, e cioè che si intende - come maggioranza regionale - agevolare l'attività edilizia dei Comuni con questo assurdo provvedimento, magari anche con il placito di qualche Sindaco clientelare che ovviamente è interessato al provvedimento. Ma credo che non si possa scherzare sugli abusi edilizi, sui gravi danni urbani perpetrati con la politica della cementazione del passato. Si è preteso e voluto da tutte le forze politiche il Piano Regolatore come strumento prezioso per sanare i guasti ambientali ed urbanistici e ora si vuole assurdamente tornare al passato con la possibilità negativa di distruggere il poco di costruttivo e di realizzato. Credo che ciò non sia più possibile; voglio dire cioè che la gente si renderebbe conto che questa svolta in negativo creerebbe dei problemi. Ecco perché il nostro Gruppo è impegnato politicamente a combattere questa battaglia che io definisco di civiltà e di cultura urbanistica e che sarà sicuramente importante per il futuro, non solo nostro, nel senso di avere ben chiaro che questo provvedimento creerebbe dei gravi guasti ambientali urbanistici, ma, come dicevo, anche per un futuro diverso per il nostro Piemonte.



PRESIDENTE

La Giunta è contraria.
La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Volevo solo pregarla di fare una verifica del numero legale. Visto che noi siamo qui disciplinatamente assisi sui nostri scanni, vorremmo che ci fossero anche gli altri Consiglieri.



PRESIDENTE

Con la prossima votazione facciamo la verifica.
La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Vorrei solo riprendere una parte degli interventi svolti poco fa sul come l'urbanistica incida anche su tutte le condizioni di vivibilità delle persone. Seppure sia un argomento che non conosco in modo approfondito credo che l'urbanistica sia uno strumento che organizza la vita del territorio, l'ambiente, le strutture e, nello stesso tempo, anche la vita dei cittadini.
Il fatto che la struttura del territorio possa essere organizzata a pura discrezione degli Enti locali o dei Sindaci, che non hanno dei ruoli di governo di una certa rilevanza come può essere invece il governo regionale, non mi pare un elemento positivo.
La Regione ha, o per lo meno dovrebbe avere, un ruolo forte di programmazione, ma non sembra il caso di questa Giunta regionale. Il nostro è quindi l'organo preposto alla programmazione e all'organizzazione delle attività del territorio regionale; da qui deriva la nostra forte preoccupazione sul come le città, il territorio, i paesi possono trasformarsi. E possono trasformarsi in che modo? Magari non sulla base delle esigenze dei cittadini, delle donne, degli uomini e dei bambini.
Il fatto che il Sindaco possa decidere se realizzare o meno una struttura, senza l'assenso diretto o comunque senza la partecipazione diretta del governo regionale, impone delle riflessioni molto serie su come le nostre città e il nostro territorio possano trasformarsi, e nel giro di poco tempo. Si potrà cioè verificare una situazione che, anziché portare il nostro Piemonte, le città, il territorio ad un'organizzazione per adeguarlo alle esigenze ambientali e di vivibilità dei cittadini, porterà ad un processo di smantellamento che potrà aprire una strada molto pericolosa. La situazione risulterà sicuramente ingestibile per il fatto che non ci si potrà più avvalere di uno strumento quale il Piano Territoriale Regionale e/o il Piano dell'urbanistica.
In mancanza di atti di questa rilevanza, modifiche quali quelle in discussione a nostro parere possono generare non solo delle forti critiche ma anche una grande preoccupazione per il futuro delle città e della loro vivibilità.



PRESIDENTE

La Giunta ha risposto di no.
Si proceda dunque alla votazione dell'emendamento per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI' 4 Consiglieri hanno risposto NO 31 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri L'emendamento è respinto.
1/11) Emendamento presentato dai Consiglieri Cavaliere, Moro e Papandrea: al comma primo, dopo le parole "il Piano Regolatore Generale è sottoposto a revisione periodica ogni...", le parole "dieci anni" sono sostituite dalle parole "ventitre mesi".
La parola al Consigliere Cavaliere per l'illustrazione.



CAVALIERE Pasquale

Io vorrei proseguire il discorso in merito alle villette a schiera, che è una questione interessante. Vi è poi un'altra questione che credo interessi molto il collega Montabone ed è quella relativa ai pìloti o pilòti (il collega Scanderebech usa il termine inglese, perché chiaramente è molto più erudito di noi).
Tale questione è molto importante, perché nelle zone geologicamente a rischio - e nella nostra Regione sono tante - viene impedito, viene consigliato, viene decretato di non costruire le villette a schiera o qualsivoglia villetta con le fondamenta. Nel senso che la costruzione deve avvenire a raso. La costruzione può essere di un piano, due piani, tre piani, ma non c'è la classica fondamenta con cantina (che a volte poi diventa anche tavernetta): ci sono i "pilotis" che sono praticamente dei pali, con il risultato che si costruisce una moderna palafitta.
Siamo nelle palafitte del Duemila, solo che nell'era neolitica la palafitta rappresentava l'antico rischio compatibile con le necessità della vita. Però questo rischio compatibile moderno, sancito nel programma della Giunta Ghigo laddove c'è scritto: "nell'urbanistica dobbiamo addivenire al rischio compatibile...", non ha senso di esistere, non siamo a Los Angeles! Questi "pilotis", che vengono sistemati nelle zone geologicamente a rischio, dovrebbero legare la costruzione su un terreno particolare pericoloso, franoso o comunque a rischio e a loro volta fungono da pilastri, muri maestri, garage e cantine opportunamente, statisticamente e normalmente condonate. Per cui noi abbiamo una miriade di ville a schiera costruite in zone geologicamente non adeguate. Questo succede normalmente sulla collina torinese come, ad esempio, a S. Mauro. Consigliere Griffini tu sai che in Perù le case hanno questi problemi perché le montagne del Perù hanno anche dei grossi rischi geologici, e ci riporterai questa esperienza in modo da poter confrontare...



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Nella lunga discussione urbanistica di oggi è emersa chiaramente, da tutti gli interventi, da tutte le argomentazioni sugli emendamenti l'iniquità del progetto di legge relativo alla L.R. n. 56/77.
Si è ripetutamente parlato di varianti edilizie, di abusi edilizi nei Comuni piemontesi, e si è ripetutamente rimarcato il ruolo dei Piani Regolatori come prezioso elemento urbanistico di controllo e di verifica per gli eventuali abusi.
Pensavamo che la sensibilità politica della maggioranza, della Giunta su questo provvedimento fosse un'altra. Ovvero, che ci fossero dei pronunciamenti chiari e che soprattutto si prendesse atto che il problema di gravità ambientale edilizio esiste e quindi non è solo una battaglia del Gruppo di Rifondazione Comunista e del Gruppo dei Verdi solo per tenere "inchiodata" una Giunta e una maggioranza, ma si tratta di un problema decisivo e determinante per il prossimo futuro della nostra Regione e anche per l'intero Paese.
Pertanto, credo che la maggioranza debba necessariamente riflettere valutare tutte le argomentazioni e tenere in considerazione il problema.
Noi aspettiamo un pronunciamento da parte della Giunta. Ovviamente la nostra è una battaglia non solo ideologica, la controparte dimostra chiaramente di proporre un provvedimento ideologico in base alle proprie posizioni filosofiche in materia edilizia e noi rispondiamo con una volontà di lotta verso la civiltà e verso quell'impegno politico, ambientale che noi ci siamo sempre prefissati nella nostra impostazione politica e sicuramente di regolamentazione per far sì che l'attività edilizia dei nostri Comuni, di tutti i 1.300 Comuni del Piemonte, abbia, nel prossimo futuro, uno sviluppo diverso e non certamente di politica cementizia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galli.



GALLI Daniele

Intervengo, Presidente, per ovviare la tematica della villetta a schiera. Detesto questo tipo di struttura edilizia che comunque assolve diverse problematiche. Vorrei spostare l'attenzione su quelle che sono le attività produttive, sul tempo infinito, stante il regolamento attuale, che ci vuole per ampliare una struttura di carattere produttivo.
La nostra piccola-media industria - non l'industria di Stato, di monopolio che gravita sulla grande città come Torino e la condiziona moltissimo - quella che mantiene in piedi la struttura economica italiana e specie quella piemontese, ha bisogno di avere un'enorme flessibilità, in maniera tale da potenziare le proprie capacità insediative velocemente, non con i tempi burocratici ed infiniti a cui è costretta ad andare incontro.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione dell'emendamento per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI' 4 Consiglieri hanno risposto NO 31 Consiglieri si sono astenuti 5 Consiglieri L'emendamento è respinto.
1/12) Emendamento presentato dai Consiglieri Cavaliere, Moro e Papandrea: al comma primo, dopo le parole "il Piano Regolatore Generale è sottoposto a revisione periodica ogni...", le parole "dieci anni" sono sostituite dalle parole "ventiquattro mesi".
La parola al Consigliere Cavaliere per l'illustrazione.



CAVALIERE Pasquale

Qualche collega mi chiede di approfondire la questione "pilotis", ma prima vorrei argomentare al collega Galli che quanto contenuto nel provvedimento in discussione c'entra pochissimo con il problema che egli ha posto, attinente ai tempi burocratici di rapporto con la Regione, che non possono essere "saltati" in questo modo. Analizziamo dunque tali problemi ed approntiamo un provvedimento che tenda a risolverli.
A me pare che accada parzialmente quanto sostiene il collega Galli. So di industrie che hanno seri problemi di ricollocazione, di adeguamento alle necessità produttive; parallelamente, vedo sorgere come funghi zone industriali vuote. Sterminate zone industriali coprono il territorio della nostra Regione; non si sa cosa debba avvenire, cosa arriverà: pare di essere alla moltiplicazione dei pani e dei pesci: zone industriali ovunque! Comuni limitrofi si competono zone industriali vuote, senza parlare del fenomeno dei capannoni agricoli convertiti in capannoni industriali, con esposti i cartelli "affittasi" ed eternamente vuoti.
Questa la realtà del problema, che non si può certamente affrontare come sostiene il collega Galli - con l'art. 17: significherebbe prendersi in giro.
Credo che avremo modo, domani, di parlare dei "pilotis", con un discorso un po' più approfondito, applicato alla realtà di Susa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Credo si debba capire di cosa discutiamo e la funzione del dibattito che stiamo facendo.
Le attività produttive sono un problema talmente serio da essere affrontato da una serie di provvedimenti, anche di natura nazionale, che va nella direzione della possibilità, per progetti seri di insediamento, di seguire procedimenti più snelli e celeri. Ma questa possibilità esiste già non credo serva la moltiplicazione di procedure in tal senso.
Come ho detto precedentemente, uno dei motivi per cui ci è stato rinviato il provvedimento dal Commissario di Governo è che il provvedimento che abbiamo varato "contrasta inoltre con il principio di semplificazione dei procedimenti amministrativi di cui alla legge n. 241/90". Il provvedimento in discussione continua a mantenere tali caratteristiche dobbiamo eliminare quella parte di provvedimento che contrasta con la legge n. 241/90.
Vista l'ora tarda e dato che domani ci sarà una serie di altri emendamenti da discutere, avremo tempo per riprendere ed approfondire ulteriormente il tema.
Voteremo a favore dell'emendamento che abbiamo sottoscritto.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli, 28 contrari e 2 astensioni.
L'esame della legge è temporaneamente sospeso e riprenderà domani.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno presentati all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio è convocato domani mattina alle ore 9,30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19,00)



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