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Dettaglio seduta n.137 del 10/06/97 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute (rinvio)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", comunico che sono stati distribuiti ai Consiglieri, prima dell'inizio della seduta odierna, i processi verbali delle adunanze consiliari del 26 marzo e 2 aprile 1997, i quali verranno posti in votazione nel corso della prossima seduta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 5) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bortolin, Casari e Cavallera.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interpellanza n. 633 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea relativa al licenziamento della dipendente Antonia Ghironi dall'Azienda ospedaliera di Novara


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" erano state segnalate con particolare urgenza alcune interrogazioni ed interpellanze, che desidero proporre all'assemblea in modo prioritario.
Esaminiamo in primo luogo l'interpellanza n. 633, presentata dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea, cui risponde l'Assessore D'Ambrosio.
D'AMBROSIO, Assessore alla sanità In relazione all'interpellanza dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea relativa al licenziamento della signora Antonia Ghironi dall'Azienda ospedaliera "Maggiore della Carità" di Novara, avvenuto in data 24/5/1996 il Servizio competente, a seguito di opportune verifiche, ha potuto riscontrare quanto segue a) l'Azienda in questione ha provveduto all'adeguamento dei locali per operatori tecnico-centralinisti non vedenti, ai sensi dell'art. 8 della legge 29/3/1985, n. 113, relativa alla disciplina del collocamento al lavoro e del rapporto di lavoro dei centralinisti non vedenti. Il centralino dell'Azienda risulta costituito da tre posti di operatore, di cui due appositamente equipaggiati per non vedenti sin dal secondo semestre del 1993 b) sia dalle indagini di Polizia Giudiziaria, sia dalle dichiarazioni rilasciate a verbale da alcuni dipendenti dell'Azienda, sembrerebbero non esserci stati episodi di colluttazione né eventuali lesioni riportate, a seguito degli stessi, dalla signora Ghironi, né esisterebbero elementi probatori atti a collegare il trauma cranico refertato con l'aggressione lamentata c) agli atti dell'Azienda non risulta alcuna denuncia di infortunio presentata dalla suddetta signora Ghironi d) per quanto concerne la richiesta di trasferimento presentata in data 18/4/1995, l'Azienda ha fatto presente all'interessata, in data 11/5/1995 che, pur prendendo atto del parere favorevole espresso dal responsabile del servizio di appartenenza, il trasferimento avrebbe potuto avvenire solo per "compensazione" a causa dell'assetto provvisorio delle piante organiche e) per quanto riguarda il licenziamento, secondo quanto relazionato dall'Azienda, lo stesso è stato comunicato all'interessata, con preavviso in data 20/5/1996 direttamente dall'Ufficio Disciplinare a causa di assenza ingiustificata ed arbitraria dal servizio per il periodo dal 21/12/1995 al 28/4/1996.
Sintetizzo brevemente come sono andate le cose per quanto riguarda il licenziamento della signora in oggetto.
E' stata assunta ai sensi dell'art. 6 della legge 29/3/1985, n. 113 sul collocamento dei centralinisti non vedenti, presso l'ex USSL n. 51 con la qualifica di Operatore tecnico-centralinista in data 14/7/1992.
In data 22/3/1995 è iniziato il procedimento disciplinare a carico della signora Ghironi con la contestazione del seguente addebito: di non aver comunicato tempestivamente al diretto superiore la sua assenza per malattia e di essere rimasta assente dal servizio dal 6/2/1995 al 13/3/1995 senza autorizzazione al congedo ordinario richiesto e senza giustificazioni successive.
Tale procedimento si è concluso con la comminazione da parte della Commissione di disciplina in data 29/9/1995 della sanzione della riduzione dello stipendio nella misura di 1/10 e per la durata di tre mesi per assenza prolungata dal servizio senza giustificazione.
In data 2/2/1996 è stato iniziato nei confronti della signora Ghironi Antonia un altro procedimento disciplinare con la contestazione del seguente addebito: di essersi assentata ingiustificatamente ed arbitrariamente dal servizio dal 21/12/1995 al 2/2/1996 (la sunnominata è rimasta assente ingiustificata sino a tutto il 28/4/1996).
Il procedimento si è concluso in data 20/5/1996 con la comminazione da parte dell'Ufficio disciplinare della sanzione del licenziamento con preavviso per assenza ingiustificata ed arbitraria.
La signora Ghironi in data 7/6/1996 ha proposto ricorso al Collegio Arbitrale, previsto dall'art. 59 del DL 3/2/1993, n. 29, il quale, in data 2/9/1996, ha respinto il ricorso, confermando la sanzione del licenziamento con preavviso inflitta dall'Ufficio disciplinare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.
PAPANDREA Chiediamo se sia possibile avere la risposta scritta all'interpellanza in discussione.
Mi pare che il problema sia dovuto in parte anche alle caratteristiche della lavoratrice che, essendo una cieca totale, rappresenta un caso particolare. E' vero che la signora Ghironi è incorsa nelle citate infrazioni del contratto di lavoro, per cui se è stata accertata l'assenza ingiustificata, credo che effettivamente questa ci sia stata; il problema è che questi lavoratori difficilmente trovano poi un altro lavoro.
Penso che ci sarebbero stati altri aspetti più complessivi su cui indagare, legati magari alla sua vita extra-lavorativa, per capire come mai la signora Ghironi sia arrivata a tenere quel comportamento. Perch ripeto - alla fine, anche se è tutto formalmente corretto, abbiamo una lavoratrice in condizioni difficili che è stata licenziata.
Mi rendo conto che il contratto è quello che è e che le regole sono quelle che sono; tuttavia, credo che in questi casi forse un'interpretazione o un rapporto più flessibile avrebbero potuto essere possibili. Ad esempio, in modo posticipato, si sarebbe potuto riconoscere diversamente quel periodo, dare una giustificazione per l'assenza: si sarebbe potuto procedere anche in questa direzione. Bisognerebbe anche capire perché non si sono volute tentare soluzioni di questo tipo per salvaguardare il posto di lavoro.
Ad ogni modo, prendiamo atto della vicenda.


Argomento: Opere pubbliche - Edilizia: argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 1126 del Consigliere Cavaliere relativa all'ipotesi di appalto "Global Service"


PRESIDENTE

Passiamo ora ad esaminare l'interpellanza n. 1126, presentata dal Consigliere Cavaliere.
Risponde l'Assessore Burzi.
BURZI, Assessore al patrimonio Rispondo volentieri, anche perché si tratta di un'interpellanza urgente. Non ho un testo scritto, e comunque credo che su questo argomento ritorneremo.
Per quanto riguarda l'ambito del primo capoverso, confermo che esiste una consulenza - come dice l'interpellante - "al fine di realizzare un capitolato d'appalto per l'affidamento di tutta una serie di forniture in un sistema di 'Global Service'". Questo è vero.
La gestione dello studio è molto avanzata e credo renderà la Giunta in grado, ancora prima dell'interruzione estiva, di procedere alla definizione, dapprima in delibera e poi in appalto, dell'affidamento all'esterno, tramite gara europea, di tutta una serie di servizi; la base di gara - come prospettato dall'interpellante - dovrebbe essere vicina ai 100 miliardi di lire.
Qui occorre fare una prima precisazione: ancorché - ripeto - la fase di consulenza e di studio della struttura non sia ancora definita, all'interno di questa cifra ci sarà una serie di servizi, che già in questo momento la Regione acquisisce all'esterno da utenze diverse e, contestualmente l'acquisizione una tantum di una serie di prodotti. Ne cito due, perché mi paiono rilevanti: un inventario complessivo del patrimonio della Regione evidentemente dal punto di vista tecnico dell'inventario, in modo che tale patrimonio sia poi manutenibile e gestibile per ogni esigenza, e gli adeguamenti normativi che sappiamo essere molto onerosi sia per l'evoluzione delle norme sia per l'entità del patrimonio stesso della Regione.
Convengo con quanto detto dall'interpellante, che "le forme di appalto di 'Global Service' possono essere efficaci e positive se finalizzate a settori omogenei e comunque per un numero di anni limitati"; per quanto riguarda l'ipotesi che la Regione sta seguendo (stiamo esaminando la possibilità di avere una gara su base novennale), se l'interpellante o quant'altri - perché questo parrebbe di poter desumere da questo capoverso dell'interpellanza - hanno parametri obiettivi, ovvero in grado di poter essere esaminati, consultati e quindi verificati, che fanno ritenere che un numero diverso di anni renda l'appalto per sua natura più o meno efficace siamo disponibili come Assessorato a sentire pareri e a conoscere informazioni tecniche sulla durata del contratto.
Mi limito a dire che a noi, come Ente, interessa che la durata di un contratto sia la più lunga possibile, innanzitutto per garantire il massimo degli obiettivi che l'Ente Regione si pone nel definire un contratto. E quali sono, nel caso specifico? La certezza dei prezzi; la certezza dei servizi e dunque da un lato un risparmio nell'acquisizione dei prodotti e dall'altro un'efficienza nell'utilizzo delle risorse interne della Regione ad altro dedicate rispetto a quanto avviene oggi. Attualmente abbiamo un numero di gare intorno alle 25/30 annue per gli stessi servizi (questa è la media degli ultimi tre anni); è intenzione dell'Assessorato dedicare le risorse che verrebbero liberate ad altre attività, a nostro avviso più utili per lo sviluppo dell'Ente. Quindi - dicevo - sulla durata e su elementi tecnici sia di filosofia di "Global Service" che di ritorno dell'investimento c'è una notevole disponibilità da parte dell'Assessorato a sentire consigli. Siamo invece totalmente contrari all'ultima considerazione sul fatto che "l'ipotesi di appalto 'Global Service', così come considerato attualmente dalla Giunta, non darebbe alcuna garanzia di efficienza ed economicità delle forniture e limiterebbe oltremodo il ruolo della piccola imprenditoria torinese". Qui sono molto preciso. Nell'ambito dei dati oggi a nostra disposizione - dopo aver adeguato il prezzo del riscaldamento che, come alcuni dei colleghi qui presenti ricorderanno, è stato oggetto anche di interrogazioni, se non ricordo male, in un recente passato - e quindi a livello di stima, perché di stime non possiamo che parlare in questa fase, si è ipotizzato prudenzialmente che ad esempio, per il riscaldamento, i prossimi contratti possano essere più onerosi; quindi in questo caso si tratterebbe di un maggior costo, ma - ripeto - stiamo sempre parlando di ipotesi.
Comunque, la base di gara che delibereremo garantirà un'efficienza economica certa per la Regione; garantirà una trasparenza assoluta, che è uno dei presupposti che abbiamo inserito in programma sia elettorale che di questa Giunta. E il semplice fatto di ridurre le gare da 25/30 all'anno ad una credo sia un elemento su cui ci possa essere una riflessione, con le sinergie e le efficienze che tale risparmio di risorse potrà, a nostro avviso, garantire a tutti.
"Limiterebbe oltremodo il ruolo della piccola imprenditoria". E questo è l'elemento più squisitamente politico. Non ho ancora un inventario completo delle aziende che nel corso degli ultimi anni hanno fornito questa tipologia di servizi alla Regione. Mi limito a dire che il totale complessivo di queste aziende è - se i miei dati sono corretti, ma lo verificherò quanto prima - nettamente inferiore al centinaio; che non un piccolo numero di queste aziende, che hanno legittimamente vinto le gare d'appalto in oggetto, non appartengono (pur avendo legittimo diritto di esercitare il loro lavoro qui) all'imprenditoria né torinese né piemontese quindi sono aziende che hanno gareggiato e vinto servizi arrivando da Milano, dall'Emilia Romagna, da Napoli e da dove ritenevano opportuno approcciare i servizi che la Regione stava appaltando; che il livello quantitativo - 9 miliardi - ed il numero di imprese, pur avendo significatività come numero e come quantità, non è certamente espressivo io credo - dell'imprenditoria e soprattutto della piccola e media imprenditoria piemontese; in ultimo, che l'obiettivo che l'Ente si propone è non di essere il mercato, ma di essere uno degli attori, non certamente l'unico, che fa sì che le regole del mercato - che, ripeto, è al di fuori dell'Ente, non è l'Ente, non lo è di per sé - si svolgano invece adeguatamente. Cioè, il nostro compito è quello di garantire un Ente più agile, più snello, più sburocratizzato, più rispondente alle esigenze che molte categorie - che legittimamente oggi lamentano alcune delle cose tra l'altro qui ricordate dall'interpellante - hanno chiesto a più riprese. Il compito della Regione - e noi crediamo che anche tramite iniziative come questa possa essere assolto - è quello di dare un Ente più snello, più agile, più trasparente, più efficiente, che risparmia soldi del pubblico e che tali risorse investe non necessariamente in occasioni di mercato, ma in strutture onde permettere agli operatori del mercato - che, ripeto, è al di fuori di noi - possano trovare nell'Ente un partner, un soggetto cui porre domande e ricevere risposte e non semplicemente o solamente gare d'appalto a cui conseguentemente partecipare e vincere.
E' intenzione dell'Assessorato contattare i firmatari di una lettera che, articolatamente, hanno esposto alcuni dubbi su questa iniziativa peraltro costoro erano già stati contattati ed uditi dal mio predecessore comunque lo faremo nei prossimissimi giorni e ribadisco che è intenzione dell'Assessorato parlarne in Giunta in una delle prossime sessioni arrivando - se possibile - ad una delibera e alla successiva fase operativa di gara europea prima dell'estate.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE L'Assessore ha ereditato questo problema dal suo predecessore, non lo ha certo iniziato lui, anche se mi è parso di capire che ne condivide le filosofie di fondo.
Anch'io sono abbastanza d'accordo con il metodo del "Global Service" cioè il metodo di appaltare assieme tipologie di servizi in modo da avere un'efficacia maggiore dell'Ente pubblico e tutte le altre efficienze che ci debbono essere in questo tipo di servizi. Tuttavia, le varie esperienze del campo hanno dimostrato che i "Global Service" onnicomprensivi di tutto sono molto, molto, molto discutibili, soprattutto in quanto ad efficienza dei servizi. Di fatto un "Global Service" unico sarebbe comunque un consorzio di imprese; in questo caso è meglio che l'Ente pubblico faccia dei "Global Service" riferiti alle tipologie dei servizi, ovvero per le pulizie, per il riscaldamento, per gli impianti elettrici, ecc. Questo permetterebbe di evitare la polverizzazione degli appalti e di avere un'efficienza e una controllabilità maggiore.
Anche la durata dell'affidamento è molto discutibile. Infatti, è discutibile che una durata superiore ai due anni sia indice di efficienza anzi, nei "Global Service" la durata eccessiva degli anni si traduce in uno svantaggio per l'Ente pubblico - questo è del tutto evidente.
Per quanto riguarda i 100 miliardi sono un impegno finanziario che nella stragrande maggioranza dei casi vede coinvolte le piccole e medie imprese piemontesi, ma la Regione - sono il primo a dirlo - non può essere il mercato, e non può nemmeno sconvolgere e condizionare il mercato. Un appalto della durata di nove anni, onnicomprensivo, sconvolgerebbe il mercato.
Credo, invece, che dovremo tenere elevata la competizione e la qualità della piccola e media imprenditoria piemontese. Dobbiamo, quindi, adeguare il sistema di appalto tenendo presente l'efficacia e l'efficienza. Nel caso contrario ci troveremo di fronte ad un curioso paradosso: da un lato ad avere una normativa, una legge regionale sugli appalti, la più arretrata esistente oggi sul panorama politico-amministrativo. Una legge vecchia, non efficiente, non trasparente che permette di fare tutte le deliberazione possibili, ma con problemi come quelli che gli Assessori hanno avuto perché non è una legge efficace. Dall'altro lato, un progetto avanzatissimo.
Questa discrepanza è evidente e non credo sia sintomo di un percorso coerente e di buonsenso per addivenire, con ragionevolezza, ad una maggiore efficacia ed efficienza.
Chiedo quindi all'Assessore - che ha ribadito che intende con queste caratteristiche appaltare prima dell'estate - di rendersi disponibile per un approfondimento nella Commissione competente affinché questo progetto che dovrebbe essere una novità del nostro Ente, abbia i contributi e le osservazioni di tutti i Consiglieri.
Alcune precisazioni ed alcune opinioni le ho svolte io oggi, ma chiedo comunque, per permettere anche agli altri colleghi di entrare nel merito di portare il progetto, una volta che sia più delineato, in Commissione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Dato che non ho presentato delle interpellanze in proposito, ma vorrei interloquire, chiederei che venga ufficializzata la disponibilità dell'Assessore a discutere il problema nella prossima riunione di Commissione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.
BURZI, Assessore al patrimonio Domani nel corso della riunione dei Consiglio risponderò all'ultima richiesta avanzata dal Consigliere Cavaliere.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 319 dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti relativa ad ipotetiche pressioni politiche nel Settore regionale della sanità


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 319, presentata dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti, alla quale risponde l'Assessore D'Ambrosio.
D'AMBROSIO, Assessore alla sanità Indubbiamente è un'interpellanza ultra datata, dicembre 1995. Entrando nel merito della stessa debbo comunque evidenziare che non risponde al vero che una o addirittura più delibere di Giunta, destinate a dare attuazione al DL n. 502/92 e seguenti, relativamente alla determinazione delle nuove modalità di finanziamento alle strutture pubbliche e private eroganti prestazioni sanitarie, abbiano subìto modificazioni sostanziali a seguito di pressioni da parte di esponenti politici.
L'unica modificazione alla DGR n. 70-1459 del 18/9/1995 è stata apportata per correggere un mero errore materiale relativo alla disposizione del fascicolo allegato e omessa introduzione dell'allegato riguardante le tariffe dei presidi ospedalieri di base che sono anche quelle di riferimento rispetto all'intera operazione di calcolo delle tariffe.
Quanto sopra è verificabile presso la Segreteria di Giunta che custodisce l'intera documentazione ad ulteriore riprova delle non precise notizie date all'epoca da alcuni mezzi di informazione.
Inoltre, la deliberazione in oggetto è stata impugnata davanti al TAR dall'Associazione di categoria AIOP (Associazione Italiana Ospedali Privati) della quale fa parte anche la Casa di cura di cui è titolare un familiare dell'esponente politico citato nell'interpellanza.
E' indubbio che se da un intervento presso gli uffici regionali fosse derivata una stesura del provvedimento gradita alle Case di cura private queste non sarebbero arrivate all'impugnativa.
E' stata invece sollevata, in un convegno svoltosi in quest'aula, una critica dal precitato esponente politico al provvedimento della Giunta.
Debbo precisare che le prese di posizione di esponenti politici pro o contro le decisioni dell'esecutivo non hanno minimamente inciso sull'autonomia delle decisioni del mio Assessorato e della Giunta stessa.
Le decisioni assunte dalla Giunta in ambito di tariffazione delle prestazioni ospedaliere sono conformi alla legislazione statale vigente.
In tale ambito, infatti, si collocano la già citata DGR n. 70-1459 del 18/9/1995 e la DGR n. 90-5263 dell'8/1/1996, con la quale la Regione Piemonte procedendo ad una prima attuazione dei DD.LL. n. 502 e n. 517 del 1992 ha provveduto alla determinazione delle tariffe ospedaliere.
In un'ottica di progressivo perfezionamento del nuovo sistema fondato sull'accreditamento, la Giunta regionale ha di recente approvato una nuova deliberazione (1/4/1997) riguardante le tariffe da riconoscersi agli erogatori privati ancorando il riconoscimento delle tariffe aggiornate al possesso dei requisiti stabiliti dalla normativa vigente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Non capisco il motivo per cui l'Assessore si sia reso disponibile a rispondere all'interpellanza solo ora. Evidentemente è un'interpellanza che dà fastidio, perché mette in luce l'intreccio di interessi di un parlamentare, Michele Vietti, nel mondo della sanità - che notizie stampa affermano vengano trasferiti, pari pari, all'interno della propria attività politica di parlamentare. La stampa ha dunque messo in luce l'interesse specifico nel settore della sanità privata di questo parlamentare che sosteneva l'articolo in questione, "Si è mosso per influire a favore dei propri interessi, in deliberazioni della Giunta regionale".
Prendiamo atto che l'Assessore sostiene che nessuna deliberazione è stata modificata, se non per aspetti materiali, successivamente all'approvazione della Giunta regionale. Non sappiamo - l'Assessore non l'ha detto - se la costruzione della deliberazione abbia subìto influenze da parte degli interessi del suddetto parlamentare, e se, quindi, sia già stata costruita in modo tale da venir loro incontro. L'Assessore non ha smentito il fatto che questo parlamentare, insieme ad un altro collega sempre di Alleanza Nazionale, in un convegno ad hoc che trattava problemi della sanità privata, ha elevato forti critiche. E' certo il rapporto fra gli interessi rappresentati da Vietti e questa deliberazione; rapporto dovuto al fatto, oggettivo, che un'associazione che tutela gli interessi nella sanità privata si è poi opposta alla deliberazione - e quindi ha attuato per via amministrativa quanto probabilmente il parlamentare Vietti ha tentato di fare, non so con quale risultato, nell'ambito delle strutture politiche. All'epoca il Presidente della Giunta regionale respinse le accuse, incontrando i rappresentanti delle cliniche private, che avevano protestato.
La preoccupazione è per questo intreccio pericolosissimo di interessi tra politica e sanità privata; stupisce che abbiate risposto con un anno e mezzo di ritardo ad una questione di pulizia e trasparenza che, viceversa avrebbe dovuto preoccupare fortemente. Notizie di questo genere, se non corrispondono al vero, dovrebbero tempestivamente essere smentite nell'interesse di chi governa. Viceversa, non è un bel procedere rispondere ad una sollecitazione di un Gruppo, che chiede innanzitutto chiarezza, dopo un anno e mezzo. In questo anno e mezzo chissà quante altre volte il parlamentare Vietti si sarà fatto vivo presso le strutture dell'Assessorato a perorare una causa o l'altra! Di questo l'Assessore non ci ha dato notizia: si ferma ad un anno e mezzo fa.
Chiederei all'Assessore di illustrare i rapporti di questo ex parlamentare con le strutture dall'Assessorato, operando in questo modo un atto di doverosa trasparenza nei confronti dell'aula.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.
D'AMBROSIO, Assessore alla sanità Brevissima risposta; innanzitutto, mi rammarico di aver potuto rispondere all'interpellanza solo oggi. In ogni caso, però, le deliberazioni che fanno testo non sono state minimamente toccate. Come ho detto poc'anzi, il parlamentare di cui lei ha fatto il nome, attraverso l'Associazione AIOP, ha fatto ricorso al TAR, perché evidentemente non condivideva la deliberazione regionale. Quest'ultima è rimasta pari pari così com'era stata fatta: segno concreto di nessun intreccio tra politica ed ospedalità privata.
Personalmente, mi sento estremamente tranquillo sia per la deliberazione in oggetto sia per quelle che verranno in seguito.
Recentemente, il parlamentare in questione ha frequentato spesso l'Assessorato perché è divenuto Presidente dell'AIOP e i miei funzionari hanno il dovere di riceverlo. L'essenziale è che gli atti successivi agli incontri siano limpidi e trasparenti come penso sia, nella sua globalità il mio Assessorato.
CHIEZZI Ci sono dei verbali di questi incontri? D'AMBROSIO, Assessore alla sanità Certamente.
CHIEZZI Potremmo vederli? D'AMBROSIO, Assessore alla sanità Con certezza non so dirglielo, ma in linea di massima penso di sì; dir ai funzionari di procedere in tal senso.


Argomento: Varie

Risposta scritta ad interpellanza


PRESIDENTE

All'interpellanza n. 540 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea, relativa alla Conferenza intergovernativa, viene data risposta scritta da parte del Presidente della Giunta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 706 del Consigliere Cavaliere relativa al Centro oncologico di Candiolo (TO)


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 706, presentata dal Consigliere Cavaliere, alla quale risponde ancora l'Assessore D'Ambrosio.
D'AMBROSIO, Assessore alla sanità Cortesi colleghi, l'interrogazione del collega Cavaliere attiene al Centro oncologico di Candiolo, che dovrebbe entrare in funzione entro la fine dell'anno.
La gestione del Centro oncologico di Candiolo - rispondo ai quesiti che il Consigliere ha posto - è attribuita, per quanto concerne le strutture necessarie ad attività clinico-assistenziali, comprese quelle ambulatoriali generali e specialistiche, nonché quella alberghiera per i ricoveri diurni o a tempo pieno dei pazienti, direttamente all'Ordine Mauriziano in virtù di una convenzione siglata nel 1988 tra l'Ordine Mauriziano stesso e l'Istituto per la ricerca e la cura del cancro. L'Istituto per la ricerca e la cura del cancro, quindi, nel 1988 ha definito una convenzione con il Mauriziano per la gestione dell'Istituto stesso.
Inoltre, la Giunta regionale, con proprio atto n. 72-8905 del 17/5/1996, ha stipulato un Accordo di programma tra Regione e Azienda sanitaria USL 1 e l'Ordine Mauriziano per attribuire, considerata anche la necessità di assicurare un più ampio servizio oncologico all'utenza nelle more della definizione del Piano sanitario regionale, la funzione oncologica al Presidio ospedaliero Mauriziano, compreso nel territorio dell'Azienda USL 1, che già svolge tale funzione presso il Presidio ospedaliero S. Giovanni antica sede.
La pianta organica necessaria per la gestione dell'attività assistenziale verrà definita dall'Ordine Mauriziano per poter essere inserita, eventualmente, nell'integrazione della convenzione in atto tra la Regione e l'Ordine Mauriziano stesso a seguito di approvazione da parte del Ministero della Sanità.
La mia risposta può sembrare disarticolata, ma si tratta di risposte specifiche ai quesiti posti dall'interrogante che avrà cura, in sede di replica, di evidenziarli con chiarezza.
I servizi previsti nella fase di avvio sono: attività assistenziale ambulatoriale, diagnostica, attivazione di prestazione in "day-hospital" nonché attività di ricerca, che già è stata attivata. E' stata attivata Consigliere Cavaliere - perché tale attività è stata mantenuta dall'Istituto per la ricerca e la cura del cancro.
Nell'emanando Piano Sanitario Regionale 1997/1999 si prevede che l'Istituto di Candiolo faccia parte, a regime, del Centro Interdivisionale di riferimento regionale per l'oncologia, costituito anche dalle seguenti strutture: Azienda ospedaliera OIRM - S. Anna Azienda ospedaliera S. Giovanni Battista Ospedale S. Giovanni Antica Sede Azienda Ospedaliera S. Luigi Centro di Prevenzione Oncologica.
Pertanto, il Centro di Candiolo non svolgerà la propria funzione in maniera autonoma rispetto alla rete oncologica regionale, ma sarà inserito in questa attraverso l'integrazione funzionale con le altre strutture che costituiscono il "Centro di Riferimento regionale" per l'oncologia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE Ringrazio l'Assessore per la risposta.
Necessitavamo di queste informazioni per capire il problema, quindi non replico sulle singole questioni.
Mentre è tutto chiaro l'aspetto del Centro ricerche e la configurazione del rapporto con la Regione, mi pare tortuosa, invece, tutta la gestione convenzionata con l'Ordine Mauriziano e a sua volta con l'USL. Perché è mancato un convenzionamento diretto con l'USL, dato il fatto che comunque il Centro ha una configurazione tecnica abbastanza autonoma? Vorrei avere lumi in proposito.
D'AMBROSIO, Assessore alla sanità Il Mauriziano insiste sul territorio della USL 1, la quale quindi è una delle parti istituzionali che addiverranno e sottoscriveranno la convenzione che deve essere definita, perché è ancora in itinere. Quindi non è che l'USL 1 sia esclusa: la convenzione va definita tra l'USL 1, il Mauriziano e la Regione Piemonte.
CAVALIERE E perché non tra la Regione e il Centro di Candiolo? Questa è la domanda.
D'AMBROSIO, Assessore alla sanità La cosa sarebbe stata di mio gradimento, però l'Istituto di ricovero e cura ha dato in gestione la struttura al Mauriziano per sette anni, per cui noi, per poterne usufruire per tutto ciò che riguarda la parte alberghiera per il ricovero, sia per quanto riguarda gli ambulatori e il resto, non potevamo, viste le necessità dell'oncologia piemontese, non riconoscere al Mauriziano la parte oncologica che il Mauriziano esplica a Candiolo, in realtà.
Una cosa però devo sottolineare: la convenzione definitiva con il Mauriziano per Candiolo sarà oggetto di notevole approfondimento nei giorni a venire. Ribadisco ancora che la Fondazione ha dato in gestione la struttura per sette anni al Mauriziano, quindi siamo stati in realtà obbligati dalla necessità di avere strutture oncologiche per il Piemonte.


Argomento: Controllo sugli atti degli enti locali

Interpellanza n. 748 dei Consiglieri Manica e Marengo ed interrogazione n. 764 dei Consiglieri Farassino e Dutto relative all'atteggiamento del Co.Re.Co. verso il Comune di Oleggio (NO)


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'interpellanza n. 748 presentata dai Consiglieri Manica e Marengo.
Risponde il Presidente della Giunta, Ghigo.
GHIGO, Presidente della Giunta regionale Al fine di accertare quanto esposto dagli interpellanti, è stata effettuata da parte della Segreteria della Giunta regionale un'accurata verifica mediante la raccolta di notizie e dati richiesti direttamente al Co.Re.Co. di Novara.
L'indagine conoscitiva ha messo in evidenza che dal mese di maggio 1995 al mese di maggio 1996, il Comune di Oleggio ha fatto pervenire al Co.Re.Co. n. 106 deliberazioni delle quali 30 sono state annullate.
Cinque annullamenti riguardano altrettante deliberazioni adottate dalla Giunta comunale e trasmesse al controllo su istanza di Consiglieri comunali. I restanti 25 provvedimenti sono stati assunti su deliberazioni del Consiglio comunale. Cinque annullamenti si riferiscono a vizi di legittimità diversi, mentre ben 20 sono dello stesso tenore. Questi ultimi sono conseguenti al vizio di legittimità sollevato in violazione del Regolamento di funzionamento del Consiglio comunale da parte di alcuni Consiglieri comunali: in particolare, lamentano per iscritto il mancato deposito, da parte dell'Amministrazione, delle proposte di deliberazione oggetto di approvazione da parte del Consiglio comunale.
Il Comitato Regionale di Controllo di Novara, per effetto della denuncia, ha richiesto al Comune deduzioni, a seguito delle quali ha ravvisato la violazione degli artt. 7 e 24 del citato Regolamento di funzionamento del Consiglio comunale, le cui norme prescrivono, per ciascun oggetto iscritto all'o.d.g., il deposito della relativa proposta di deliberazione, almeno due giorni utili prima dello svolgimento della seduta. Ne consegue che finché è in vigore tale norma, la stessa debba essere osservata: se il Consiglio comunale non lo ritenesse più coerente con il buon andamento delle sedute consiliari, ha sempre la facoltà di apportare in piena autonomia le variazioni adeguate nel rispetto della legislazione generale che disciplina tale materia.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.
MANICA Ringrazio il Presidente Ghigo per la risposta data della quale chiedo se possibile, di avere copia scritta.
Questa situazione relativa al Comune di Oleggio configura alcuni elementi di preoccupazione. Come il Presidente rilevava nella sua risposta il numero di deliberazioni inviate al Co.Re.Co., su cui è stata fatta una segnalazione e di cui il Comitato di controllo si è occupato, è francamente esorbitante per un solo ed unico Comune. Indubbiamente si tratta di una situazione che non è solo di ordine burocratico e regolamentare, ma di tensione, che deve essere in qualche modo alleggerita non solo attraverso interventi rigidamente burocratici da parte dell'organismo di controllo - e da questo punto di vista è benvenuta la legge Bassanini perché la situazione di impossibilità di governo e di funzionamento istituzionale sereno all'interno dell'Amministrazione comunale perdura ormai da troppo tempo.
Ringrazio ancora il Presidente per la risposta e attendo copia del testo scritto.



PRESIDENTE

Consigliere Dutto, sullo stesso argomento è stata presentata da lei e dal Consigliere Farassino l'interrogazione n. 764.
Desidera interloquire oppure è soddisfatto della risposta del Presidente Ghigo? DUTTO Non ho potuto seguire l'intervento del Presidente Ghigo, per cui chiedo di avere copia del testo scritto.



PRESIDENTE

D'accordo, riceverà gli atti relativi. Pertanto, anche l'interrogazione n. 764 viene data per discussa.


Argomento: Enti strumentali

Interpellanza n. 792 della Consigliera Cotto relativa all'avviso di sostituzione di un Consigliere di amministrazione del CSI, pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interpellanza n. 792 presentata dalla Consigliera Cotto, la quale ha facoltà di illustrarla.
COTTO Comunico solo che il titolo dell'interpellanza non è esatto e lo si evince dal contenuto; l'interpellanza, cioè, non è riferita alla sostituzione di quel componente, ma al fatto che l'avviso di sostituzione è stato pubblicato nel mese di agosto, dando solo 15 giorni di tempo per le autocandidature. Ho quindi voluto sottolineare che pubblicare tale avviso sul Bollettino Ufficiale del 7 agosto significa non dare la possibilità ai cittadini di poterne venire a conoscenza. Questo, indipendentemente da chi fosse la persona da sostituire.



PRESIDENTE

Quindi, sul metodo.
COTTO Infatti, ma il titolo è diverso. Non vorrei che il Presidente fosse indotto in errore nel rispondermi: è sul metodo della pubblicazione avvenuta nel mese di agosto.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.
GHIGO, Presidente della Giunta regionale Il 30 luglio scorso perveniva alla Commissione Nomine del Consiglio regionale la comunicazione delle dimissioni del componente Massimiliano Motta dal Consiglio di amministrazione del Consorzio per il Sistema Informativo Regionale (CSI).
Premesso che il tempo minimo del procedimento amministrativo di nomina in sostituzione di un componente dimissionario di qualsivoglia Ente, ai sensi della L.R. n. 39/95, ammonta ad un mese e considerato che il periodo di sospensione dei lavori consiliari fino al 9 settembre avrebbe ulteriormente dilazionato il completamento della sostituzione indispensabile per consentire la convocazione del Consiglio di amministrazione, reintegrato nel minor tempo possibile, si procedeva alla pubblicazione del bando sul Bollettino Ufficiale, nella prima data utile ad espletare le procedure di nomina, con le loro specifiche tempistiche ovverosia il 7 agosto.
In tal modo, venendo a scadere i termini di presentazione delle candidature il 22 agosto, gli uffici le avrebbero potute sottoporre all'esame della Commissione Nomine, durante la sua sessione, dopo la riapertura dei lavori consiliari, prevista per la seconda settimana di settembre.
In effetti, durante la sua prima convocazione, dopo la ripresa dell'attività consiliare, l'11 settembre, la Commissione Nomine deliberava la messa in votazione in Consiglio delle candidature pervenute e il 17 settembre veniva così nominato Carlo Di Giacomo, nel Consiglio di amministrazione del CSI.
A quanto consta, nei primi giorni di ottobre poteva così essere convocato il Consiglio di amministrazione del Consorzio per il Sistema Informativo Regionale.
Da quanto sopra, si può agevolmente desumere che le ragioni di efficienza ed efficacia nell'espletamento del procedimento amministrativo sono state ritenute primarie e prevalenti, quindi rispetto ad altri parametri pure valutabili.
Inoltre, sotto il profilo giuridico, la pubblicazione di un qualunque provvedimento sul Bollettino Ufficiale della Regione, che il legislatore non ha ritenuto di sospendere neppure in periodo di vacanza degli altri organi regionali, costituisce di per sé un sufficiente elemento di trasparenza dell'azione amministrativa ed informazione del cittadino che ove interessato, ha l'opportunità di essere costantemente aggiornato sui provvedimenti che lo riguardano.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.
COTTO Le hanno preparato una risposta in perfetto "burocratese": 7 agosto la pubblicazione sul Bollettino. Sappiamo agli abbonati arriva verso il 10 e sappiamo che, in genere, in quella settimana c'è maggiore disattenzione. E' vero, sono stati rispettati tutti i termini di legge, però io chiedo al Presidente della Commissione Nomine di valutare questi problemi ed evitare laddove è possibile, sempre nel rispetto della legge, di pubblicare avvisi per queste nomine a ridosso del Ferragosto.


Argomento: Varie

Interrogazione n. 749 del Consigliere Galli relativa alla chiusura della "Cassa Bollette" ENEL di Borgomanero (NO)


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 749 presentata dal Consigliere Galli.
Risponde il Presidente della Giunta, Ghigo.
GHIGO, Presidente della Giunta regionale Lo sportello per l'incasso delle bollette dell'Agenzia di Borgomanero è stato chiuso a partire dall'1 agosto c.a. Tale iniziativa si inquadra nel programma di razionalizzazione e di contenimento dei costi dell'attività di incasso dalla clientela, da tempo impostata in ambito compartimentale.
Il programma prevede la chiusura di una serie di sportelli ancora in funzione in località diverse dalle sedi di zona, dove il rapporto tra i volumi incassati ed i costi di presidio degli sportelli (personale, locali ecc.) appare decisamente sfavorevole. Di norma, infatti, gli incassi riguardano solo una parte dell'utenza del Comune medio-piccolo, sede dello sportello stesso. In particolare, a Borgomanero venivano mediamente incassate circa 180 bollette al giorno.
Nel contempo, il Compartimento prosegue l'attività di promozione delle domiciliazioni bancarie e postali dell'incasso delle bollette, che vede già l'adesione di quasi un terzo dell'utenza, pari a quasi il 40% del fatturato. L'eventuale pagamento presso sportelli bancari, oltre che postali, è ormai molto agevole, data la grande crescita del numero di filiali e di agenzie realizzatesi negli ultimi anni su tutto il territorio.
Da tempo, peraltro, è stata conclusa l'ipotesi di accollare all'ENEL il costo della commissione bancaria, come invece è auspicato nell'interrogazione trasmessaci.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galli.
GALLI Mi dichiaro soddisfatto. E' stata recepita la problematica da me posta il cui obiettivo era di addebitare all'ENEL, quindi non all'utente, il maggiore costo del pagamento fatto presso altri istituti; un ulteriore onere che l'ENEL ha pensato bene di scaricare sull'utenza. Questa innovazione, anche se necessaria per potenziare la rete, non deve far pagare all'utente il disagio che crea. Grazie.


Argomento: Trasporti su ferro - Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 533 dei Consiglieri Manica, Bortolin, Riba e Vindigni interrogazione n. 677 del Consigliere Rosso ed interrogazione n. 600 del Consigliere Dutto relative alla decisione dell'Ente FS di dismettere le stazioni di Bellinzago Novarese (NO), Varallo Sesia (VC) e Centallo (CN)


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame congiunto dell'interpellanza n. 533 presentata dai Consiglieri Manica, Bortolin, Riba e Vindigni e delle interrogazioni n.
677 presentata dal Consigliere Rosso e n. 600 presentata dal Consigliere Dutto.
Risponde l'Assessore Masaracchio.
MASARACCHIO, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni I quesiti sopra esposti vertono principalmente sui problemi di impresenziamento delle stazioni di Bellinzago Novarese, Varallo Sesia e Centallo.
La ragione dell'impresenziamento di queste stazioni, come pure di molte altre, anch'esse collocate su linee ferroviarie di interesse regionale, è soprattutto di natura economica.
Le FS intendono intervenire in modo razionale sui costi che incidono sul bilancio della Società medesima.
Gli investimenti in tecnologie da parte delle FS, tipo l'adozione del sistema di circolazione, controllo, traffico centralizzato, l'introduzione di telecomandi per l'automazione degli scambi ed altro, hanno limitato l'esigenza del presenziamento di alcune stazioni, consentendo in tal modo una notevole diminuzione di costi di gestione delle linee.
Comunque, nel merito dei quesiti posti, dai dati in possesso e da informazioni assunte direttamente dalle FS, Divisione Servizi di Stazione nonché dalla Società Metropolis, è emerso quanto segue.
Per quanto attiene all'interpellanza n. 533 e poi alla conseguente interrogazione n. 677, relative alle Stazioni di Bellinzago Novarese e Varallo Sesia, in data 6/6/1996 - preciso che l'interrogazione urgente n.
677 è del Consigliere regionale Roberto Rosso - la II Commissione del Consiglio regionale ha incontrato il Sindaco di Bellinzago Novarese, il quale ha descritto i disagi causati dalla chiusura della locale stazione ferroviaria.
Successivamente, con lettera del 31/7/1996 ho illustrato al Direttore regionale Trasporto Locale delle FS del Piemonte le problematiche sorte a seguito della disabilitazione dei servizi di stazione, rimarcando nel contempo il comportamento negativo delle FS che, nell'attuare tali strategie, non hanno concordato preventivamente con i Comuni interessati le iniziative da adottare. A questo incontro erano presenti i Sindaci dei Comuni interessati. Di fronte a tali decisioni i Comuni si sono trovati a tenere conto dei disagi di quanti utilizzano il mezzo ferroviario nel proprio territorio.
In data 6/11/1996, con lo scopo di ricercare una soluzione ai problemi sollevati non solo dal Comune di Bellinzago Novarese, ma anche dal Comune di Varallo Sesia, ho indetto una riunione invitando oltre ai Sindaci dei due Comuni anche i Presidenti della Provincia di Novara e di Vercelli, la Divisione regionale Trasporto Locale delle FS, la Divisione Servizi di Stazione delle FS e la Società Metropolis S.p.A.
La riunione ha consentito, dopo ampio dibattito, di addivenire ad un accordo fra le parti.
Per quanto riguarda Bellinzago Novarese, le FS si sono impegnate ad installare un segnalatore acustico in stazione, a garantire sporadicamente la presenza di un addetto per la vendita dei biglietti e a sottoporre al Comune una bozza di contratto per la gestione dei locali (a titolo non oneroso).
Tale ipotesi di accordo è già stata presentata e prevede altresì l'utilizzo di stazione da parte di un esercizio pubblico, nonché la cessione dell'alloggio sovrastante al futuro gestore dell'esercizio. Per tali locali sarà bandita una gara.
Per quanto riguarda, invece, Varallo Sesia le FS si sono impegnate a cedere i locali di stazione in gestione al Comune, il quale nel contempo ha chiesto l'utilizzo di parte dei medesimi per l'inserimento di un'edicola.
Successivamente, su richiesta del Comune medesimo, le FS cederanno il piazzale davanti alla stazione che sarà adibito a parcheggio, nonché un fabbricato nei pressi della stazione, sempre di proprietà delle FS, da adibire come magazzino deposito al servizio del comune. A tale ultima cessione sarà applicato un canone simbolico.
In merito all'interrogazione n. 600 del Consigliere Dutto, la Divisione Servizi di stazione delle FS ha sottoposto al Comune di Centallo uno schema di convenzione che prevede la cessione e l'uso di locali di stazione al Comune, a titolo non oneroso, da utilizzare come punto di informazione e sala d'aspetto.
Attualmente è stata indetta una gara con lo scopo di affidare in gestione uno dei locali per l'inserimento di un servizio pubblico (bar rivendita giornali) al quale sarà affidata l'incombenza della vendita di biglietti ferroviari, dall'apertura e chiusura della sala d'attesa e dell'igiene dei locali.
In calce posso dire che ho dato mandato agli uffici competenti dell'Assessorato di fare un monitoraggio su tutte le realtà esistenti nel territorio, onde considerare un rapporto con la Società Metropolis che consenta l'avviamento di una contrattazione con gli Enti locali per servirci, o perché queste strutture siano al servizio della collettività nel territorio, con l'intervento degli Enti locali che ne potrebbero ricavare un maggior utile e tanto vantaggio.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.
MANICA Ringrazio l'Assessore per la risposta. Ricordo anch'io l'audizione, che peraltro avevo sollecitato, del Sindaco di Bellinzago in II Commissione.
Chiedo di poter avere la risposta scritta, come nel caso della precedente interrogazione.
Ricordo che la vicenda della chiusura di stazioni in diversi Comuni di piccole e medie dimensioni rappresenta un enorme problema in quanto si tratta di linee ferroviarie che servono prevalentemente i pendolari che si recano dai Comuni di appartenenza ai capoluoghi di provincia. E' un problema estremamente consistente, esistente nell'intera Regione.
La strada seguita dalle FS in questo momento, che fa prevalere per alcuni aspetti, in modo giusto e corretto, delle gestioni aziendali di tipo privatistico, nello stesso tempo deve tenere conto delle esigenze di trasporto pubblico profondamente sentite all'interno della Regione e soprattutto di queste realtà di pendolarismo per ragioni di studio o di lavoro, che sono estremamente significative.
In questo senso, ritengo che la Regione e l'Assessore competente debbano svolgere un ampio, serio e consistente livello di contrattazione senza interruzioni, in questa direzione. I Sindaci dei singoli Comuni non possono essere lasciati da soli davanti ad una situazione come questa altrimenti il risultato sarà inappellabilmente negativo.
Invito pertanto l'Assessore Masaracchio a continuare in questa direzione e a svolgere una seria contrattazione con le FS in merito a queste problematiche.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Interrogazione n. 733 delle Consigliere Casari e Cotto relativa ai disagi per i pendolari e confusione per i viaggiatori occasionali e ai turisti Carenza di informazioni sui collegamenti con le località minori


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 733 presentata dalle Consigliere Casari e Cotto.
Risponde l'Assessore Masaracchio.
MASARACCHIO, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni Le disfunzioni evidenziate dall'interrogazione, relativamente al servizio ferroviario, cause di disagi per pendolari, viaggiatori occasionali e turisti, sono state più volte segnalate alla Direzione regionale Trasporto Locale delle FS, che nel prenderne atto ha fatto presente che è impegno della società fornire il miglior servizio monitorando sistematicamente le disfunzioni riscontrate.
Per quanto riguarda le carenze di informazione nell'ambito delle stazioni, la stessa Direzione regionale, nel riconoscere la possibilità che ciò possa verificarsi, ha ribadito che probabilmente tali inconvenienti sono riferiti a giornate di grandi perturbazioni del traffico per scioperi vari, interruzioni, avarie ed altre cose. Comunque, anche su questi rilievi, si cercherà nel futuro di rimediare, per quanto possibile, ai disagi dei viaggiatori.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.
COTTO Ringrazio per la risposta.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione n. 746 della Consigliera Manica ed interpellanza n. 1102 dei Consiglieri Manica, Bortolin, Riba e Vindigni relative al disagio di 185 abbonati della linea ferroviaria Novara-Domodossola


PRESIDENTE

Esaminiamo ora congiuntamente l'interrogazione n. 746 presentata dalla Consigliera Manica e l'interpellanza n. 1102 presentata dai Consiglieri Manica, Bortolin, Riba e Vindigni.
Risponde ad entrambe l'Assessore Masaracchio.
MASARACCHIO, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni In merito a quanto richiesto, l'Assessorato ai trasporti ha interessato del problema la Direzione regionale Trasporto Locale delle FS del Piemonte la quale, con nota 7 aprile c.a., ha fatto presente che il servizio ferroviario sulla linea Novara-Domodossola è svolto con parametri simili all'intera rete di trasporto locale del Piemonte.
In particolare, nel 1996 i valori di puntualità sono stati: entro 5 minuti: 81,63 entro 10 minuti: 92,45%.
Il materiale rotabile attualmente utilizzato è del tipo navetta con locomotore D 445 e materiale ordinario con locomotore D 345, mentre solo per alcuni collegamenti, limitati alla tratta Novara-Omegna, il servizio viene effettuato con automotrici diesel AL n. 668.
Tale materiale potrà essere sostituito dopo l'elettrificazione della linea, prevista per fine 1999 (punti 2 e 3 dell'interpellanza).
In merito a quanto richiesto al punto 1) dell'interpellanza, le FS hanno fatto presente che attualmente non vengono eseguiti interventi per eliminare gli inconvenienti che si verificano a seguito delle precipitazioni atmosferiche, in quanto non sono al momento ritenuti necessari, mentre vengono periodicamente eseguite opere di manutenzione ordinaria, ritenute sufficienti a tale scopo.
Per quanto attiene, infine, il punto 4) dell'interpellanza, le FS hanno fatto presente che per tale linea si procederà ad impresenziare i Fabbricati Viaggiatori quando non sia necessario per garantire la circolazione dei treni.
Comunque, il servizio commerciale della vendita di biglietti ed abbonamenti viene preliminarmente garantito con reti di Punti Vendita a terra e con ricevitorie SISAL.
Le FS sono disponibili a concordare con gli Enti locali l'utilizzo e la gestione dei locali a servizio della clientela, cosa peraltro già avvenuta per la stazione ferroviaria di Bellinzago Novarese, dove, con l'intervento dell'Assessorato ai trasporti, si è riusciti a raggiungere un accordo ritenuto soddisfacente dal Comune.
In aggiunta, posso dire che la settimana scorsa sono stato in Svizzera per avere un rapporto con la struttura del trasporto svizzero che si riversa verso il Sempione, e pare che la progettualità di quel Cantone nei nostri confronti sia tale da consentirci di credere effettivamente al potenziamento di tutta la struttura di passaggio dal Sempione verso Arona e Borgomanero, cosa che ci collegherà con l'alta qualificazione e il potenziamento delle strutture.
Per quanto riguarda la navetta, ho avuto rapporto con i dirigenti del trasporto ferroviario svizzero. In quel caso l'utenza è talmente bassa per cui la navetta che era operante al momento in cui è stata presentata l'interrogazione in merito, oggi è stata sospesa, per quanto riguarda il trasporto del mezzo pubblico. C'è quindi questa difficoltà, non dovuta certamente alla non presenza dell'attività dell'Assessorato, che anzi sta cercando di risolvere questi problemi, che diventano sempre più pesanti attraverso quanto consente in questo momento la struttura ferroviaria trasportistica della Svizzera. Di conseguenza, la data prefissata per il 1999 (alta qualificazione e potenziamento) possiamo dichiararla come una data certa.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.
MANICA Ringrazio l'Assessore e anche questa volta chiedo di poter avere il testo scritto della risposta.
Penso che per queste interrogazioni possano valere le stesse considerazioni che avevo precedentemente fatto in ordine alla vicenda delle stazioni, perché la problematica è analoga e riguarda appunto quelle linee importanti soggette all'utilizzo dei pendolari per ragioni di studio o di lavoro.
Sottolineo il fatto che la coincidenza della risposta a due interrogazioni come queste nella stessa mattinata risollecita ulteriormente la necessità di una forte contrattazione regionale con le FS e di un monitoraggio costante della situazione.


Argomento: Navigazione (lacuale e fluviale)

Interpellanza n. 756 dei Consiglieri Manica, Cavaliere, Chiezzi, Angeli e Saitta relativa alla rampa di alaggio per motoscafi nel Comune di Pella (NO)


PRESIDENTE

L'Assessore Masaracchio risponde ancora all'interpellanza n. 756 presentata dai Consiglieri Manica, Cavaliere, Chiezzi, Angeli e Saitta.
MASARACCHIO, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni L'obiettivo regionale è volto alla promozione dello sviluppo dell'offerta turistica, la quale, nel caso della sponda occidentale dell'Orta, si è concretizzata nella realizzazione di strutture pubbliche utili a migliorare la qualità del soggiorno e l'uso del tempo libero da parte dell'utenza diportistica.
La realizzazione della rampa di alaggio sita in Comune di Pella (finanziamento approvato con deliberazione della Giunta regionale in data 29/11/1991) si inserisce infatti nell'ambito di un progetto più ampio che prevede la realizzazione nell'area interessata sia di un piazzale attrezzato che di un'area a parcheggio.
La necessità di prevedere un'apposita zona atta ad effettuare l'alaggio ed il varo delle imbarcazioni dei turisti pendolari si era resa necessaria in quanto, non esistendo lungo la sponda occidentale del Lago d'Orta apposite aree pubbliche attrezzate, tali operazioni venivano effettuate dall'utenza diportistica disordinatamente in posti impropri, creando problemi sia alla sicurezza pubblica sia al traffico stradale.
La realizzazione dell'intervento non appare peraltro contrastare con i contenuti della normativa in vigore, disciplinante la navigazione sulle acque del Lago d'Orta; ci riferiamo al Regolamento promulgato con DPGR 2906 dell'1/7/1992.
Le finalità del succitato Regolamento sono volte a garantire la sicurezza della navigazione e della balneazione e la salvaguardia dell'ecoesistenza lacustre, al fine di promuovere lo sviluppo socio economico delle comunità locali, favorendo un turismo compatibile con l'esigenza di protezione dei beni culturali ed ambientali.
Peraltro i divieti vigenti di navigazione e stazionamento della succitata regolamentazione riguardano esclusivamente le unità di navigazione aventi una stazza lorda superiore alle 6 tonnellate ed una larghezza superiore a m 3,50. In relazione a ciò la navigazione è consentita solamente alle unità a motore e non di piccolo e medio cabotaggio.
Assai più restrittiva è la regolamentazione vigente sul Lago di Mergozzo, che prevede il divieto di navigazione a tutte le unità a motore.
Nella fattispecie, per quanto riguarda il Lago di Mergozzo, vi sono delle pressioni affinché in questo specchio d'acqua ci siano delle attività sportive piuttosto articolate, anche per soddisfare le esigenze di un certo gruppo di attività per i disabili. Infatti, da parte dell'Assessorato, si vorrebbe che il Comune competente nella disciplina del territorio, o quanto meno per una programmazione delle attività che riguardano il territorio, ci desse con atti deliberativi un'indicazione precisa per soddisfare quelle esigenze che nello specchio d'acqua del piccolo Lago di Mergozzo, molto delicato, creerebbero grande disagio e certamente non un'attività compatibile con l'ambiente.


Argomento: Viabilità

Interrogazione n. 826 dei Consiglieri Vindigni e Marengo relativa agli interventi da realizzare per il potenziamento della rete ANAS del Piemonte con i fondi 1996 ed attuazione della mozione n. 179


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 826, presentata dai Consiglieri Vindigni e Marengo, alla quale risponde l'Assessore Masaracchio.
MASARACCHIO, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni Sul primo quesito è stato fatto il punto con la Direzione del Compartimento ANAS del Piemonte da cui si è potuto ricavare la seguente situazione alla data odierna.
Interventi di cui agli elenchi B e C della deliberazione del Consiglio regionale n. 240 - CR 6951 del 26/3/1996: SS n. 232 - Cossato Valle Mosso II lotto: affidato, lavori in corso SS n. 456 - Variante di Isola d'Asti: progetto esecutivo ancora sempre in fase di definizione presso il Compartimento ANAS; al momento non è possibile fare previsioni per la conclusione del lavoro di revisione per l'adeguamento alla legge n. 109 bis ed il conseguente invio alla Direzione Generale per l'approvazione in linea tecnica e successivo appalto.
In ogni caso, dai rapporti avuti fino ad oggi si può credere utilmente che entro la fine dell'anno il progetto andrà in appalto; successivamente potrò essere più chiaro in merito alle motivazioni del ritardo. Il progetto prevedeva l'attraversamento della collina e quindi la sua perforazione; si pensava che il terreno fosse ad argilla secca e invece si è accertato che è ad argilla bagnata, per cui si è dovuto dare un incarico specifico all'ANAS. E' comunque presumibile che l'opera possa essere appaltata entro la fine dell'anno.
Proseguendo l'elenco degli interventi prima richiamati, abbiamo: SS n. 590 - Variante di S. Mauro II lotto stralcio: già inviato alla Direzione Generale per l'approvazione in linea tecnica e successivo appalto. L'impresa ATI, aggiudicataria del I lotto stralcio, ha interposto ricorso ex art. 7 per estensione funzionale dell'intervento; si è in attesa del parere della nuova Commissione ministeriale per la soluzione dei contenziosi amministrativi, da nominarsi da parte del nuovo Ministro dei Lavori Pubblici (essendo nel frattempo scaduto il mandato della precedente), onde concludere la procedura della gara di appalto sospesa in attesa del suddetto parere SS n. 460 - Varianti di Frera e Fornolosa: il progetto è sempre ancora in rielaborazione presso il Compartimento ANAS per adeguarlo al parere contrario del Servizio decentrato OO.PP. Difesa Suolo di Torino ai fini dell'autorizzazione idraulica ex TU n. 525/24 SS n. 28 - Variante di Vicoforte: manca solo l'autorizzazione DI.CO.TER.
già sollecitata, per poter procedere all'appalto SS n. 661 - Variante di Dogliani: manca solo l'autorizzazione DI.CO.TER.
già sollecitata, per poter procedere all'appalto.
Sul secondo quesito dell'interrogazione, riguardante l'attuazione degli impegni affidati alla Giunta con la mozione consiliare n. 179, su sollecitazione della stessa Giunta regionale, l'Amministratore dell'Ente ANAS, dott. Giuseppe D'Angiolino (oggi non più Amministratore ANAS presso la Regione Piemonte: è stato sostituito), ha formalmente assicurato in più occasioni, ed in particolare nel corso del recente incontro del Ministro dei Lavori Pubblici con la Regione Piemonte dell'1/10/1996, che i ribassi d'asta conseguiti sulle opere oggetto di nuovo appalto con finanziamenti 1996, o di nuovo affidamento conseguente alla soluzione del contenzioso amministrativo ex art. 7, andranno a finanziare le opere dell'allegato D della deliberazione del Consiglio regionale n. 240 - CR 6951 del 26/3/1996 che non trovano copertura finanziaria sui fondi 1996. Analogamente per quanto riguarda i fondi residui non ancora impegnati sulle vecchie convenzioni Regione/ANAS del 1984 da rivedere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.
VINDIGNI La risposta dell'Assessore è chiaramente datata in quanto predisposta al momento della nomina del prof. Costa a Ministro dei Lavori Pubblici fatto avvenuto alcuni mesi orsono.
Le questioni poste nell'interrogazione hanno trovato in parte risposta e saranno oggetto di una più puntuale precisazione quando discuteremo del Piano triennale ANAS 1997/1999, licenziato dalla Commissione in condizioni piuttosto tormentate e ancora non discusso in Consiglio; in quell'occasione potremo ritornare anche su alcune delle considerazioni fatte dall'Assessore.
Senza abusare della sua pazienza, vorrei chiedere all'Assessore un'ulteriore precisazione in merito all'utilizzo dei fondi residui derivanti dai ribassi d'asta per le opere appaltate in occasione dei Campionati mondiali di sci 1997 e sui fondi non utilizzzati in forza della convenzione stipulata con l'ANAS nel 1985.
L'Assessore ha fatto un'affermazione molto precisa e direi molto importante, in quanto, richiamando impegni formali dell'Amministratore delegato ANAS D'Angiolino, ha riferito che queste risorse sarebbero state messe a disposizione della Regione Piemonte. Poiché nel frattempo l'ANAS ha assegnato alla Regione Piemonte - se ricordo bene - 330 miliardi circa per il triennio 1997/1999, vorrei sapere dall'Assessore se questi 330 miliardi comprendono le somme risparmiate negli anni passati oppure se sono aggiuntive e su quali opere si pensa di impegnarle.
In base alla risposta che darà l'Assessore a questo ulteriore quesito potrò esprimere il giudizio di soddisfazione o meno sulla risposta complessiva fornitami.



PRESIDENTE

La parola ancora all'Assessore Masaracchio.
MASARACCHIO, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni Per quanto riguarda i quesiti, preciso che i 323 miliardi sono quanto è stato assegnato alla Regione Piemonte durante la Conferenza Stato-Regioni dopo aver "patteggiato" - se questo è un termine che i colleghi Consiglieri possono accettare - una partita in rapporto a percentuali che sono state determinate a livello ministeriale per le varie Regioni d'Italia.
E' quindi un pacchetto di risorse che servono per il 1997/1998/1999, a slittare, presumibilmente per indicare che, ove fosse possibile aprire i cantieri, quanto meno dal 1997 al 1998, nello slittamento, alla Regione Piemonte potrebbero essere assegnate altre risorse nell'ambito di ciò che viene definito "lo stralcio delle opere pubbliche per la viabilità e per i trasporti".
Quindi i ribassi d'asta non ci sono nei 323 miliardi assegnati. I ribassi d'asta sono una trattativa intercorsa tra l'Assessorato e la DI.CO.TER. per poter avere maggiori disponibilità; il tutto si trova indicato nell'allegato D del documento già presentato in Commissione e che verrà dibattuto in Consiglio regionale. Più di tanto non mi pare di dover dire. Gli argomenti già letti o quanto meno visti in Commissione consiliare ci daranno la possibilità di avviare ulteriori trattative con l'ANAS e per via dell'ANAS con la DI.CO.TER. Ad oggi non mi è stata fornita la data precisa di convocazione della Commissione parlamentare dove si stabilirà la credibilità delle quote per ciascuna Regione.
Ho comunicato il problema a tutti i deputati della Regione Piemonte che fanno parte della Commissione affinché si facciano parte attiva, onde ottenere quei 40 miliardi in più sufficienti per completare l'opera di alcuni investimenti - a memoria non so quali sono le strade interessate, ma nel documento presentato in Commissione c'è l'elenco di queste strade.
Quaranta miliardi aggiuntivi che noi reputiamo utili per quelle opere, onde non essere costretti, nell'esecuzione delle opere, a rivedere le partite che andranno in appalto, che sono già andate in appalto ma che hanno avuto dei contenziosi nel passato, anche con quei 40 miliardi.
Vedremo quanto le pressioni politiche, a livello di Commissione parlamentare, saranno utili per la Regione Piemonte; per altre Regioni le stesse pressioni politiche sono state utili in quanto è stato loro riconosciuto qualcosa in più rispetto alla Regione Piemonte.
Cercherò ora nella mia documentazione la risposta all'interrogazione n.
853 e se la trovo fornirò la risposta, altrimenti mi farò cura di far pervenire il testo scritto agli interroganti senza con ciò non rendermi disponibile in Consiglio per ulteriori delucidazioni.


Argomento: Immigrazione

Interpellanze n. 862 dei Consiglieri Chiezzi e Simonetti e n. 885 dei Consiglieri Manica, Bortolin, Riggio e Suino relative al Campo nomadi di Novara


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare le interpellanza n. 862 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti e n. 885 presentata dai Consiglieri Manica Bortolin, Riggio e Suino, alle quali risponde l'Assessore Goglio.
GOGLIO, Assessore alle politiche per l'immigrazione Con le interpellanze n. 862 e n. 885 i Consiglieri interpellanti richiedono notizie relativamente a: se si è a conoscenza della situazione creatasi presso l'Amministrazione comunale di Novara che in sede di approvazione delle variazioni al bilancio preventivo ha cancellato 400 milioni già stanziati per la costruzione di un campo nomadi a Novara quali iniziative si intendono assumere nei confronti dell'Amministrazione comunale di Novara per il rispetto della L.R. n. 26/93 e in relazione agli stanziamenti regionali in materia quale è stato il ruolo della Consulta regionale per la tutela della popolazione zingara in merito alla vicenda.
In proposito, sulla base delle informazioni in possesso degli uffici all'uopo fornite dal Sindaco di Novara (nota n. 12 del 7/2/1997) si fa presente quanto segue.
Con deliberazione n. 126 adottata in seduta 14/10/1996 il Consiglio comunale di Novara, a maggioranza assoluta, in sede di approvazione delle variazioni agli stanziamenti di parte di investimenti del bilancio 1996, ha destinato la somma di L. 400 milioni - in un primo tempo prevista per la realizzazione del campo nomadi - alla realizzazione di una struttura polivalente per anziani.
La decisione del Consiglio comunale è stata contestata con esposti alla locale Sezione del Comitato Regionale di Controllo anche da parte di Associazioni direttamente interessate alla problematica dei nomadi.
Il Comitato Regionale di Controllo, sulla base degli esposti presentati, ha richiesto al Comune di Novara chiarimenti relativamente alla succitata deliberazione.
Nel fornire tutti i chiarimenti richiesti, l'Amministrazione comunale di Novara fa presente che si è trattato di una scelta sicuramente politica proiettata nell'ottica di andare incontro alle problematiche sempre più crescenti degli anziani, giudicate prevalenti rispetto alla pur legittima aspettativa dei nomadi.
In ogni caso, l'Amministrazione comunale di Novara assicura che non mancherà di dedicare in futuro particolare attenzione alle problematiche dei nomadi, soprattutto sotto il profilo sociale e di assistenza ai minori.
Per quanto riguarda il rispetto della L.R. n. 26/93 in relazione agli stanziamenti regionali in materia, si precisa che l'Amministrazione comunale di Novara non ha ad oggi presentato all'Amministrazione regionale alcuna domanda di contributo per la realizzazione di progetti relativi alla realizzazione di area sosta attrezzata per nomadi. E' stato concesso un contributo di L. 25 milioni nell'anno 1994 per la realizzazione del progetto di sostegno alla scolarizzazione dei minori nomadi.
Successivamente, e sempre ai sensi della L.R. n. 26/93, relativamente al programma 1996, il Comune di Novara ha presentato la domanda di contributo per la realizzazione di un progetto sempre di scolarizzazione dei minori nomadi che l'Amministrazione regionale non ha ritenuto di finanziare in quanto, in attesa della revisione della legge stessa, sono state finanziate le sole iniziative a carattere strutturale degli Enti locali, rivolte alla realizzazione e/o adeguamento di aree sosta attrezzate per nomadi, subordinando l'attuazione delle restanti iniziative ad una più puntuale programmazione degli interventi a favore della popolazione zingara.
Infine, per quanto attiene il ruolo assunto nella vicenda dalla Consulta regionale a tutela della popolazione zingara, occorre precisare che la stessa non è ancora stata istituita. In proposito si è ritenuto che l'opportunità di istituire la Consulta è strettamente connessa all'eventuale previsione della L.R. n. 64/89 sull'immigrazione che dovrebbe prevedere in capo ad un'unica normativa la regolamentazione in materia di immigrazione e nomadismo.
Se vi interessa ho qui a disposizione la documentazione relativa ai rapporti intercorsi tra l'Assessorato e il Comune di Novara.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.
MANICA Ringrazio l'Assessore, ma ero già a parziale conoscenza delle delucidazioni che ci ha fornito; chiedo di avere la risposta scritta.
La risposta è un po' datata, dal momento che arriva in aula troppo tempo dopo la data di presentazione.
A Novara oggi la situazione perdura in un'estrema gravità e precarietà nel senso che il campo nomadi non è stato comunque realizzato secondo le indicazioni che la legge regionale fissava. I finanziamenti regionali in questa direzione non trovano l'adeguato utilizzo, la situazione quindi continua ad essere precaria e in difficoltà e riguarda non solo i nomadi ma soprattutto i cittadini che abitano in alcuni quartieri di Novara.
Su tale situazione più volte è intervenuto il Prefetto della città. Noi ci auguriamo che la riapertura di un confronto con la nuova Amministrazione, con tutte le organizzazioni a questo deputate e con la Regione Piemonte possa portare al più presto ad una soluzione che si configuri non disagevole, ma definitiva nel rispetto dell'integrazione di tutti i vari momenti della popolazione novarese.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.
SIMONETTI Non siamo soddisfatti della risposta dell'Assessore. E' vero che la nostra interpellanza è datata, per cui i problemi posti allora sono in parte superati, ma è anche vero che ci aspettavamo delle risposte, delle prese d'atto e di posizione da parte dall'Assessorato rispetto a questo tipo di situazione, ma rispetto anche a situazioni future che sono assolutamente prevedibili, in quanto credo che questioni di questa rilevanza e delicatezza debbano colpire maggiormente la coscienza e la responsabilità dell'Assessorato all'assistenza.
Il fatto di sensibilizzare i Comuni e gli Enti locali a formulare dei progetti relativamente a capitoli di bilancio che la Regione mette a disposizione per la realizzazione degli stessi, deve essere sostenuto.
Il Comune di Novara aveva inizialmente espresso la volontà di realizzare un progetto perché la zona adibita al campo nomadi non era idonea dal punto di vista sanitario. Questo progetto comunque prendeva in considerazione una parte consistente di nomadi - 70 persone di cui oltre 30 minorenni - quindi serviva un bacino di utenza assolutamente disagiato, ma anche importante per una realtà come quella novarese; invece la Giunta - e quindi la maggioranza che sostiene questa Giunta - cambia posizione e decide di non utilizzare gli stanziamenti che erano stati stanziati precedentemente.
Credo che l'Assessorato debba assolutamente intervenire rispetto a situazioni di questo tipo. Nel momento in cui l'Assessorato all'assistenza decide, anche se non in maniera prioritaria ed importante vista l'esiguità dei finanziamenti riferiti alla legge, che i progetti debbano essere attuati, non basta stanziare denaro nei relativi capitoli di bilancio, ma è necessaria una maggiore informazione sul territorio, direttamente nei Comuni, affinché i progetti possano essere realizzati e i finanziamenti possano essere richiesti, realizzando concretamente la legge.
In assenza della volontà, anche politica, dello "spingere" i Comuni a realizzare i progetti in condizioni di serenità e di maggior tranquillità è chiaro che situazioni del tipo in discussione possono scaturire da minoranze politiche ben precise, che però, come un treno a lunga durata possono colpire oggi questo Ente locale e domani quell'altra Amministrazione locale.
Non siamo quindi soddisfatti né rispetto alla risposta sul ruolo dell'Amministrazione regionale nel contatto con le Amministrazioni locali né sul ruolo che la Consulta in riferimento alle popolazioni nomadi ha potuto esprimere in questo senso.
Allargando il discorso, la questione delle Consulte, assai più ampia deve essere analizzata, soprattutto in settori come quelli dell'assistenza disagio sociale, emarginazione - dove diventa importante un contributo non solo consultivo, ma anche di indirizzo politico rispetto all'attività del governo regionale.


Argomento: Viabilità

Interrogazione n. 967 della Consigliera Benso relativa al Servizio Telepass per il pagamento di pedaggi autostradali


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 967, presentata dalla Consigliera Benso.
Risponde l'Assessore Masaracchio.
MASARACCHIO, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni L'attivazione del Servizio Telepass sulle autostrade piemontesi esula in effetti dalle competenze regionali, trattandosi di materia amministrata dall'Ente Nazionale Strade (ENAS) su direttive del Ministero dei Lavori Pubblici, assunte di concerto con i Ministri del Bilancio e del Tesoro trattandosi di attività imprenditoriali soggette a concessione governativa i cui piani finanziari di esercizio e di investimento e relativi bilanci sono soggetti ad approvazione in linea tecnica e finanziaria dei competenti organi ministeriali su proposta dell'ENAS e conseguenti decreti interministeriali.
Comunque, sulla questione, l'Assessorato si è mosso nelle dovute sedi sollevando da tempo sia con l'ANAS sia con le società, la necessità di modernizzare nel complesso il sistema autostradale piemontese, anche ed in particolare spingendo per l'attuazione dei dettami dell'art. 15 della legge n. 531 del 1982, sull'attuazione delle interconnessioni di rete e sull'introduzione di sistemi automatici di esazione, onde adeguare il sistema alle esigenze dell'utenza e renderlo sempre più funzionale ed attrattivo, riducendo code e tempi morti, che si traducono in costi di tempo e di danno ambientale, oltreché il particolare caso del SATT, gli unici in grado di permettere un'equa ripartizione del costo in ragione dell'effettiva percorrenza, come ha ben dimostrato lo studio attuato dalla Provincia di Torino con il pieno consenso dell'Assessorato.
L'argomento è stato, infatti, recentemente oggetto di approfondito esame tra l'Assessorato regionale ai trasporti e comunicazioni, la Provincia di Torino, le Società autostradali e l'ANAS, nell'ambito del seminario tenutosi presso la Provincia e sulle conclusioni dello studio di cui sopra, affidato al CSST dell'Amministrazione provinciale in accordo con la Regione, per delineare le linee di indirizzo per un nuovo sistema di esercizio del SATT, più rispondente alle esigenze di modulazione del traffico e di equità del padaggio, alle barriere del medesimo da rapportarsi mediante l'attuazione di un complesso programma di rilevamento informatizzato dei transiti, alle effettive percorrenze dell'utenza e poi successivamente, nel corso di un incontro tenutosi a Roma presso la Direzione Generale dell'ANAS sull'argomento.
Nel corso di questi incontri si è potuto riscontrare positivamente che tutte le Società concessionarie hanno nei loro programmi di sviluppo e piani finanziari di investimento l'attivazione in tempi brevi del sistema nazionale Telepass, ad eccezione di SITAF per le ragioni in appresso descritte e, nell'arco di un triennio, la completa interconnessione della rete piemontese al sistema autostradale nazionale con la soppressione delle barriere di Altare sulla A6 Torino-Savona e di Piacenza sulla A21 Torino Piacenza-Brescia.
Un possibile ritardo nell'attivazione integrale del sistema Telepass all'intera rete autostradale piemontese potrebbe però nascere dal fatto che il sistema Telepass nazionale dovrà uniformarsi al sistema Telepass europeo, per il quale sono in lizza il sistema Telepass italiano messo a punto da Autostrade IRI ed il sistema Telepass franco-tedesco sulla scelta dei quali si attende a breve la decisione dell'Unione Europea, che qualora decidesse per l'adozione del sistema Telepass franco-tedesco comporterebbe per le Società italiane una riconversione del sistema Telepass di Autostrade IRI in fase di attivazione, con conseguenti tempi più lunghi dovuti all'adeguamento del software e forse anche dell'harware allo standard scelto dall'Unione Europea.
Proprio e principalmente per questo motivo la Società SITAF concessionaria sia del Traforo del Frejus sia dell'autostrada A32 Torino Bardonecchia, ramo di interconnessione tra la rete autostradale italiana e la rete autostradale francese, attende le determinazioni dell'Unione Europea per la scelta definitiva del sistema Telepass da attivare sul proprio sistema autostradale, dovendosi necessariamente raccordare con la consorella società francese che gestisce il tratto francese del Traforo del Frejus e la costruenda autostrada A43 della Maurienne, anch'essa in attesa della standardizzazione europea, per cui l'attivazione del sistema Telepass sulla A32 e sul Traforo del Frejus subirà un ritardo rispetto all'attivazione del sistema Telepass sulle altre autostrade piemontesi ritardo che la società stima al massimo in un triennio.
Peraltro SITAF ha nel programma di automazione della riscossione del pedaggio attualmente in corso l'incremento delle porte automatiche di esazione pedaggio alle barriere di Avigliana e di Salbertrand ed al Traforo del Frejus tramite tessere Viacard, Carte di credito e tessere aziendali scalari prepagate, oltreché avere in corso di esame per l'autorizzazione presso la concedente ANAS la proposta di introdurre, analogamente a quanto già fatto da ATIVA per il SATT, tessere in abbonamento per gli utenti pendolari della A32 abilitate anche all'uso sul SATT tramite una convenzione con ATIVA.
Tutte le altre Società concessionarie operanti in Piemonte stanno invece già procedendo all'attivazione del sistema nazionale Telepass oltrechè naturalmente ad incrementare il numero delle porte automatiche delle barriere e dei caselli alla riscossione del pedaggio anche tramite Viacard, Bancomat e Carte di credito. In particolare ATIVA ha già avviato da metà gennaio, in via sperimentale, il sistema Telepass al casello di Settimo, abilitando a detto sistema anche le tessere in abbonamento, e si appresta, conclusasi detta fase sperimentale con la società di gestione Telepass, ad estenderlo alle barriere del SATT e a tutta la A5 Torino Quincinetto-Aosta, oltreché incrementare il numero delle porte automatiche abilitate al pagamento tramite tessere Viacard e in abbonamento delle barriere del SATT.
SATAP completerà entro luglio il programma di automazione dell'esazione mediante l'attivazione di porte automatiche Telepass, Viacard, Bancomat e Carte di credito in tutti i caselli ed alle barriere terminali di Villanova e Piacenza della A21 e prevede di completare l'interconnessione con la rete nazionale eliminando la barriera di Piacenza entro tre anni.
ATS ha attivato dal dicembre 1996 il sistema Telepass alle barriere terminali di Carmagnola e di Altare della A6 Torino-Savona e prevede di concludere il programma di automazione della riscossione del pedaggio e l'estensione del Telepass a tutti i caselli entro la fine del 1997 o al più tardi entro i primi mesi del 1998. Sono stati inoltre autorizzati i lavori per l'interconnessione con la A10 Dei Fiori all'interscambio di Savona che permetterà l'eliminazione della barriera di Altare, permettendo di completare l'interconnessione della rete autostradale piemontese alla rete autostradale nazionale, come già detto.
Infine, ASTM ha in programma l'installazione entro il 1997 del sistema Telepass ai caselli principali ed alle barriere terminali di Ghisolfa e Rondissone della A4 Torino-Milano e nel triennio successivo a tutti i caselli, oltreché aumentare il numero esistente delle porte automatiche abilitate alla riscossione tramite Viacard e Carte di credito.
Come si può notare, il sistema sta per essere attivato su tutta la rete. Questo ci consentirà - una volta capito quali possono essere le interconnessioni con le strutture viarie del territorio - di snellire fortemente, con la partecipazione degli Enti locali, il rapporto di confluenza nelle autostrade che si presume nel tempo diventino la struttura portante che sostituirà la struttura della vecchia strada statale che dovrebbe poi diventare regionale, con competenze quindi delle Province e dei Comuni. Con questo sistema si potrà avere anche una partecipazione di tipo sociale per quelle fasce che con il Telepass potranno avere un accredito a loro favore per sopportare meglio tutto ciò che è il peso, nel costo del lavoro, della mobilità dei pendolari, dipendenti nelle attività produttive.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Benso.
BENSO Ringrazio l'Assessore Masaracchio per la risposta data che è stata esauriente ed articolata, ma soprattutto per aver manifestato il suo interessamento con gli Enti competenti.


Argomento: Acque minerali e termali

Interrogazione n. 910 del Consigliere Foco relativa agli investimenti sul sistema del termalismo di Acqui


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 910 presentata dal Consigliere Foco.
Risponde l'Assessore Angeleri.
ANGELERI, Assessore alle acque minerali e termali Le Terme, in passato, erano considerate una sorta di ambulatorio a cui demandare cure a lungo decorso. La nuova visione del comparto e la loro stessa sopravvivenza non può più essere demandata agli aspetti sanitari, ma deve sempre più assumere connotazioni turistiche.
La Regione Piemonte ha sottolineato il suo interesse per tale obiettivo con la L.R. n. 40/95 "Accelerazione delle procedure di attuazione del Fondo Investimenti Piemonte - FIP" e successivamente con le LL.RR. n. 10/96 e n.
59/96 "Provvedimento generale di finanziamento per l'anno 1996 degli interventi previsti da leggi regionali" e "Modifiche ed integrazioni alle LL.RR. n. 43/94 e n. 10/96", individuando nel termalismo uno dei settori di intervento. L'attenzione al settore è stata ulteriormente mirata dal Consiglio regionale nella seduta del 25/1/1996 con l'ordine del giorno n.
114, con il quale impegnava la Regione a destinare significativi investimenti per l'occupazione nell'area Acquese.
L'Assessorato al turismo, che in precedenza aveva già promosso uno studio apposito, attraverso le schede guida Termalismo del FIP e i fondi strutturali dell'Unione Europea, si è sforzato di incentivare e riqualificare l'offerta termale. Tale indirizzo passa attraverso la riconversione degli stabilimenti termali da presidi sanitari in infrastrutture termali competitive, mediante la ristrutturazione dei reparti di cura e la creazione di nuovi reparti benessere, piscine termali bagni romano-irlandesi e quant'altro possa servire a sviluppare interesse attorno a quest'area.
Nel 1995 per gli interventi nel settore sono stati stanziati sul FIP 4 miliardi, dei quali 2 miliardi sono stati impegnati a favore di un progetto di miglioramento strutturale delle Terme di Acqui. Il progetto riguardava gli stabilimenti Regina in zona Bagni; il contributo attiva un investimento di oltre 4,7 miliardi.
Con il medesimo strumento anche per il 1996 sono stati previsti finanziamenti per uno stanziamento complessivo di 8 miliardi. Gli interventi ammissibili a finanziamento devono favorire lo sviluppo qualitativo e quantitativo del sistema termale piemontese, mediante la destagionalizzazione dell'attività, la riorganizzazione e la maggior qualificazione della ricettività alberghiera e degli stabilimenti di cura.
Questo era quanto scritto nella scheda guida FIP sul termalismo.
In ottemperanza a quanto definito nel citato ordine del giorno del Consiglio regionale, la Giunta regionale ha istituito un gruppo tecnico composto da funzionari di vari settori regionali per approfondire le problematiche dell'Acquese e proporre soluzioni.
La Giunta regionale, sulla base delle risultanze elaborate da tale gruppo di lavoro, ha promosso un Accordo di programma (ai sensi dell'art.
27 della legge n. 142/90 e dell'art. 9 della L.R. n. 43/94) che vede come attori la Regione Piemonte, la Provincia di Alessandria, il Comune di Acqui e la Società delle Terme di Acqui.
Le finalità di tale Accordo di programma sono: la riqualificazione degli stabilimenti termali di Acqui; il rilancio della stazione attraverso una progettualità complessiva che, rivalutando le Terme sia dal punto di vista sanitario che dal punto di vista del turismo termale, contribuisca ad una rivitalizzazione del territorio e dell'economia Acquese nel suo complesso.
Il progetto, che prevede la mobilitazione di rilevanti risorse finanziarie e il coinvolgimento di numerose competenze, non ultima quella che riguarda la viabilità di tutto l'Acquese, prevede interventi volti a rendere funzionali e compatibili le strutture termali, rispetto all'assetto territoriale del comprensorio su cui insistono le strutture termali stesse.
Per quanto di competenza dell'Assessorato al turismo e alle acque minerali e termali, un supporto economico a tale azione potrà essere dato dal Fondo Investimenti Piemonte, anche per il 1997. Ricordo che è stata confermata la scheda sul termalismo mediante la predisposizione di un'apposita scheda che individui quanto sopra abbiamo già detto e che è stato ritenuto valido per la scheda del Fondo investimenti Piemonte del 1996.
Ovviamente, la scheda guida al termalismo dovrà essere finanziata oggi nell'assestamento di bilancio che dovremo effettuare nel mese di giungo e per quanto riguarda il bilancio 1997, si potranno intravedere anche azioni promozionali che peraltro sono già state effettuate dall'inizio dell'anno e a tal fine mirate alla costituenda Azienda per la Promozione Turistica del Piemonte, che dovrà in qualche modo valorizzare queste aree proprio per questo bacino di utenza turistica particolare.
Uno degli interventi che voglio ricordare è già stato promosso nell'Alessandrino: è la promozione sui Castelli, che interviene nella zona dell'Alessandrino, dell'Astigiano, del Cuneese e prevalentemente del Torinese. Penso sia anche un utile supporto sinergico al bacino di utenza turistico-termale che, anche in questo modo, vogliamo rivitalizzare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Foco.
FOCO Ringrazio l'Assessore per la sua ampia ed articolata risposta.
L'interrogazione in oggetto - non vorrei fare ironia su questo - era datata 7/11/1996; certo non è colpa dell'Assessore né del sottoscritto, per sicuramente occorre trovare un metodo per discutere le interrogazioni urgenti.
L'Assessore ha fatto un ampio excursus, ricordando anche le leggi sull'argomento. Sono stato tra i promotori e relatore di una di queste, per cui sono a conoscenza delle problematiche del termalismo.
L'interrogazione nasceva da un fatto specifico: correva voce in Acqui che la Regione avesse stanziato 28 miliardi - vedo il suo stupore, ma fu anche il mio quando fui interpellato - per il rilancio della zona dell'Acquese e del termalismo. Siccome in quel periodo erano in discussione alcuni disegni di legge riguardanti il bilancio della Regione Piemonte, le mie povere forze non erano riuscite ad individuare questi 28 miliardi. Sono riuscito ad individuare una cifra che anche l'Assessore potrà confermarmi se fa mente locale a quei disegni di legge, e che oscillava attorno ai 6 miliardi e mezzo; un altro miliardo poteva essere utilizzato su un altro capitolo di bilancio. A questi si aggiungevano altri stanziamenti su altri capitoli e comunque complessivamente non si superavano gli 8 miliardi.
Ecco allora la necessità di interrogare urgentemente, perché tutti coloro, compreso il sottoscritto, che hanno interesse ad un rilancio dell'Acquese, volevano capire da dove venissero i 28 miliardi. Nelle settimane successive alla presentazione dell'interrogazione ognuno di noi ha cercato di capire meglio: i 28 miliardi sono la somma di tutti gli immaginabili e possibili interventi non ancora finanziati sull'Acquese, che riguardano la viabilità, le opere infrastrutturali, ecc. Quindi, la discussione di oggi, Assessore, può essere al limite utile ed importante perché ci sono stati gli opportuni ritocchi, correzioni e adeguamenti. Per esempio, l'Accordo di programma non teneva conto del Piano Regolatore di Acqui; venivano previsti interventi, costruzioni, ristrutturazioni là dove il Piano Regolatore di Acqui prevedeva che le cose restassero così com'erano, in modo particolare per l'edificio conosciuto come le Nuove Terme. Quell'Accordo di programma va quindi non solo ripensato e riaggiornato, ma bisogna avere la volontà - e mi pare che ci sia, anche se un po' ondivaga - di coinvolgere le forze locali, tenere conto della realtà locale, ma soprattutto - ed è la mia ultima riflessione - risolvere il problema se gli interventi devono essere fatti "oltre Bormida" - tanto per capirci - cioè fuori dal centro cittadino, o nel centro cittadino.
Il Piano Regolatore, mantenendo la conformazione attuale del centro cittadino, non può che obbligare a fare gli interventi sul complesso Nuove Terme. Quindi, una parte dell'operazione al di là del fiume Bormida tramonta, bisogna trovare le risorse per investire nel centro.
Mi rivolgo a lei, ma anche alla Giunta nel suo insieme, perché per rilanciare le Terme di Acqui e con esse tutto l'Acquese c'è bisogno molto di più delle risorse stanziate a bilancio: 8 miliardi, Assessore, non per giocare sempre al "più uno", non sono sicuramente sufficienti. Attorno a quell'Accordo di programma bisogna chiamare, oltre ad aumentare lo stanziamento da parte della Regione, tutte le forze pubbliche e private dell'Acquese (gli Enti locali, la Provincia, ecc.), perché se veramente crediamo nel rilancio del termalismo Acquese sicuramente l'investimento dovrà essere, almeno per la fase iniziale - non vorrei sembrasse che sto raccontando delle barzellette - attorno a quei famosi 28 miliardi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Angeleri per una breve replica.
ANGELERI, Assessore alle acque minerali e termali Ho anch'io difficoltà a rispondere ad un'interrogazione datata come questa. Aggiungo che è un'ottima occasione il parlarne oggi, perché ne parliamo all'indomani del Bassanini 1, che fra le tante cose dà le competenze alle Regioni, in modo specifico dà alla Regione Piemonte la proprietà e la gestione dello stabilimento delle Terme di Acqui. Abbiamo quindi dal 15 marzo, da pochi mesi, una grande possibilità di rilancio che io condivido debba essere confrontata con gli Enti locali e con le realtà che sono già inserite in quell'Accordo di programma di cui parlavo prima.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interrogazione n. 850 dei Consiglieri Rosso e Dutto relativa alla verifica della trasparenza degli atti amministrativi dell'ATC


PRESIDENTE

Proporrei di procedere nei lavori in questo modo: l'Assessore Botta risponde all'interrogazione n. 850 presentata dai Consiglieri Rosso e Dutto. Poi, considerato che è convocata una Commissione alle ore 13,30 potremmo sospendere i lavori ed aggiornali alle ore 15 per dare modo di definire gli ultimi dettagli relativamente all'esame del disegno di legge relativo alla modifica dell'art. 17.
Prego, Assessore Botta.
BOTTA, Assessore all'urbanistica Rispondo all'interrogazione dei Consiglieri Rosso e Dutto che si riferisce alla verifica della trasparenza degli atti amministrativi dell'Agenzia Territoriale per la Casa e si forniscono i seguenti chiarimenti.
Anteriormente all'entrata in vigore della L.R. 26/4/1993, n. 11, che ha riformato l'ordinamento degli Enti gestori di patrimonio di edilizia residenziale pubblica, imponendo, tra l'altro, agli stessi la trasmissione alla Regione dei propri documenti contabili, e in assenza di una legge quadro nazionale di settore, attesa da anni, ma mai approdata ad una definitiva approvazione, i controlli sugli atti delle ATC erano disciplinati da una circolare del Presidente della Giunta regionale del 1989.
Nonostante la carenza normativa, la situazione deficitaria dell'allora IACP di Torino era nota all'Amministrazione regionale. Infatti, l'istituto fu già commissariato nel 1985 e nel 1986.
Soltanto nel luglio 1990, però, la Regione ottenne che venissero approvati i conti consuntivi delle gestioni degli anni 1982, 1983, 1984 e 1985. Il 31/1/1991 venne poi approvato il conto consuntivo dell'esercizio 1986. Sempre nel 1991 furono, quindi, approvati in differenti date i documenti consuntivi delle gestioni 1987, 1988 e 1989, mentre occorre attendere il febbraio 1992 per vedere approvato dal Consiglio di amministrazione dell'istituto il conto consuntivo 1990. Infine, in data 22/7/1992, venne approvato il conto consuntivo dell'esercizio 1991.
La fase di attuazione della succitata L.R. n. 11/93, coincidente peraltro con il più lungo commissariamento dell'ATC di Torino, in atto dal febbraio 1993 al giugno 1996, si è caratterizzata certamente per una maggiore trasparenza e puntualità dei comportamenti amministrativi dell'ATC e delle verifiche sugli stessi condotte dagli uffici regionali.
La stessa L.R. n. 11/93 attribuisce alle stesse ATC dei compiti di vigilanza sull'operato dei Comuni, compresi nel proprio ambito territoriale di competenza, che gestiscono il proprio patrimonio di edilizia pubblica proprio al fine di evitare casi di mancata riscossione dei canoni di locazione.
Nell'esercizio dell'attività di impulso e di controllo attribuita dalla L.R. 11/93 alla Regione, si è inoltre ottenuta l'approvazione da parte delle ATC, ai sensi della legge n. 241/90, di appositi regolamenti disciplinanti l'attività amministrativa e l'accesso ai documenti, che hanno portato a conoscenza di tutti gli assegnatari i tempi e le modalità di svolgimento delle diverse procedure.
In questo quadro di riassetto organizzativo del comparto si inseriscono le norme più operative che definiscono i criteri di assegnazione degli alloggi e di determinazione dei canoni di locazione.
Il Consiglio regionale ha recentemente approvato la L.R. n. 46/95, poi modificata dalla L.R. n. 51/96, che norma, per l'appunto, tali materie prima disciplinate dalle L.R. n. 33/84 e n. 64/84 e loro modificazioni - e che è uniformata ai principi stabiliti dal Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica, finalizzati al raggiungimento del pareggio costi ricavi di amministrazione delle ATC. La Regione Piemonte ha, in più inteso definire i canoni di locazione in modo da gravare nella minor misura possibile sulle fasce più deboli della popolazione.
Si segnala, infine, che con la recente entrata in vigore della legge finanziaria 1997 è stata approvata una norma di carattere eccezionale che consentirà all'ATC di Torino di sottoporre all'approvazione regionale un piano di risanamento finalizzato all'estinzione del consistente debito dell'Agenzia nei confronti degli Istituti bancari.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.
DUTTO Grazie, Presidente. La risposta è molto articolata, ma non risponde esattamente alle nostre domande, cioè alla questione del debito pregresso e dei 70 miliardi di morosità difficilmente recuperabili da parte dell'ATC nei confronti di inquilini. In definitiva non risponde alla domanda se effettivamente su questo deficit siano stati scaricati dei costi che in realtà erano di competenza di altri settori, quale il settore socio assistenziale.
Chiedo all'Assessore che ci venga consegnata la risposta scritta, ma chiederei anche un'integrazione alla risposta stessa.



PRESIDENTE

I lavori sono sospesi e sono aggiornati alle ore 15.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12,40)



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