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Dettaglio seduta n.135 del 27/05/97 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 5) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellion e Farassino.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Alla Conferenza dei Capigruppo sono state sollecitate in via preferenziale le seguenti interrogazioni ed interpellanze: n. 1245 dei Consigliere Cavaliere e n. 780 dei Consiglieri Rosso e Farassino relative alla costituzione di una nuova holding bancaria tra la Fondazione Cassa di Risparmio di Verona e la Cassa di Risparmio di Torino n. 742 dei Consiglieri Dutto, Farassino e Bellingeri relativa alla linea ferroviaria Cuneo-Fossano e n. 855 dei Consiglieri Vindigni, Riggio Marengo e Bellion relativa alla linea ferroviaria Torino-Pinerolo n. 1199 del Consigliere Montabone relativa alle APT della Valle di Susa e Valle Chisone n. 1171 del Consigliere Rubatto relativa al Teatro Macario n. 1243 del Consigliere Rubatto, n. 1247 dei Consiglieri Spagnuolo e Angeli e n. 1244 dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti relative all'intossicazione nelle mense scolastiche.
L'Assessore D'Ambrosio può rispondere in merito alle mense scolastiche? Forse è in grado di integrare la comunicazione svolta la volta scorsa. Per non è presente il Consigliere Rubatto. Possiamo passare intanto all'interpellanza n. 319 dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Io sono ben disponibile, ma dato che si annunciano prenotazioni di interpellanze che poi non trovano possibilità di essere trattate, non so per le assenze di chi, a questo punto chiedo che di quelle prenotazioni non si tenga più conto e si proceda secondo l'ordine di presentazione delle interpellanze. Chi ha prenotato ci sia, cambiamo regola e per oggi andiamo avanti così.



PRESIDENTE

Il suo rilievo è esatto; però il Consigliere Cavaliere è in aula e il Presidente Ghigo ha domandato solamente due minuti per poter rispondere.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 1243 del Consigliere Rubatto, interrogazione n. 1247 dei Consiglieri Spagnuolo e Angeli ed interpellanza n. 1244 dei Consiglieri Chiezzi, Papandrea, Moro e Simonetti relative all'intossicazione nelle mense scolastiche di Moncalieri e Giaveno - Accertamento responsabilità della ditta Sogerco


PRESIDENTE

In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo pertanto le interrogazioni n. 1243 e n. 1247 e l'interpellanza n. 1244.
Risponde l'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente. Cortesi colleghi, non ho ancora preso visione dei documenti presentati e quindi più che rispondere sulle mense scolastiche in genere comunicherei al Consiglio la situazione per quanto riguarda la recente intossicazione alimentare che ha colpito soprattutto i bambini delle scuole materne, elementari e medie di Moncalieri e di Giaveno.
Ieri è stato dimesso l'ultimo bambino, per cui, fortunatamente per tutti i bambini ricoverati - e sono stati in tutto 680 - possiamo affermare con estrema tranquillità che per la loro salute non c'è alcun pericolo.
Nel frattempo provo ad esporre cosa si è fatto e quale è stato l'agente patogeno che ha determinato la tossinfezione: purtroppo ad oggi, nonostante tutti gli esami effettuati, anche quelli di tipo biologico, i risultati sono tutti negativi. Sabato c'è stata un'ulteriore riunione in Assessorato sono state nominate due Commissioni e questa mattina è stata completata la Commissione tecnica, che è composta da illustri professori universitari micro-biologi, agronomi, tecnici di laboratorio, responsabili del Dipartimento di chimica analitica, che da domani saranno affiancati da due funzionari dell'Istituto Superiore di Sanità per vedere quale sostanza pu aver determinato tutto ciò. Sostanza che, alla luce dei fatti, può essere indubbiamente un agente; quello batteriologico è stato definitivamente escluso, potrebbe essere anche una sostanza chimica.
Gli esami effettuati sul contenuto del prodotto preparato, sia a livello della ditta produttrice, che è una ditta emiliana, sia sui prodotti prelevati alla ditta di Borgaro, hanno dato tutti risultati negativi.
Quindi, per quanto riguarda l'eziologia della tossinfezione alimentare, per il momento si brancola nel buio.
Cosa si ha intenzione di fare, invece? Va rivista tutta la normativa per quanto riguarda gli alimenti e le bevande. La normativa vigente attualmente è una normativa nazionale del 1980.
Ho parlato personalmente con il Ministro e con i responsabili, per cui noi dal Piemonte ci faremo promotori di linee guida che, unitamente al supporto ministeriale, dovrebbero portare alla ridefinizione delle cose.
Linee guida soprattutto per quanto attiene alla vigilanza, alla prevenzione e anche all'impegno da parte degli esperti di dieta a formulare ed approvare solo menù che possano veramente essere giudicati con favore da tutti. Infatti la perplessità è stata notevole, anche da parte mia, nel momento in cui ho visto che il menù della giornata, che ha provocato presumibilmente la tossinfezione, comprendeva come secondo piatto tonno e mais, per bambini della scuola materna (!).
La situazione igienico-sanitaria della ditta, dalla relazione presentatami dalla USL n. 6, che è la USL territoriale competente, non ha evidenziato gravi irregolarità e anche da colloqui avuti con altri settori istituzionali mi è stato riferito che quando ve ne erano - non mi riferisco ai settori della sanità pubblica, che hanno provveduto ai sopralluoghi non erano comunque tali da poter fare presupporre che le tre o quattro mattonelle mancanti nella cucina o un'igiene non ottimale in una cella frigorifera potessero causare la tossinfezione in oggetto. Comunque la ditta da ieri ha chiuso per ammodernare le proprie strutture.
Termino il mio intervento ringraziando ufficialmente tutti gli operatori della sanità che hanno dimostrato un'abnegazione notevolissima ringrazio i responsabili dell'emergenza a tutti i livelli, i pediatri di base, i papà e le mamme e i nonni i quali, con un civismo veramente degno di rilievo, hanno collaborato in modo determinante. Affermo, quindi, senza autocelebrazione - sarebbe fuori luogo - che la struttura sanitaria piemontese ha retto bene all'impatto dei 1.480 ricoverati, adulti (ce ne sono stati 42) e bambini, che hanno consumato il pasto della ditta Sogerco.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pierluigi

Sono pienamente soddisfatto di quanto ci ha comunicato l'Assessore D'Ambrosio. Volevo anche ringraziarlo per l'efficienza e la capacità dimostrata in occasione di questa emergenza sanitaria.
Avevo chiesto se la sanità aveva retto bene a questa emergenza l'Assessore ce lo ha confermato. Spero che questa prova della sanità piemontese possa essere utile anche - speriamo che non ve ne siano - in altre emergenze.
Nella mia interrogazione chiedevo maggiori controlli interni e maggiori controlli sugli appalti in questi stabilimenti che preparano i pasti per le mense scolastiche, affinché tali eventi non si verifichino più.
Avevo anche chiesto una Commissione d'inchiesta; ho visto che l'Assessore ha predisposto una Commissione ad alto livello e quindi questa mia richiesta è stata esaudita. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeli.



ANGELI Mario

Non mi posso dichiarare soddisfatto della risposta dell'Assessore. Ha fatto quello che compete ad un Assessore, la struttura sanitaria ha svolto le sue mansioni, però per il momento non siamo ancora totalmente fuori pericolo. Infatti, dopo una settimana dall'accaduto, non si è ancora scoperta la causa dell'intossicazione. Assessore, non credo che la causa siano le due piastrelle rotte, la cella frigorifera o qualcosa di chimico in quanto il mais conservato ha ben poco di chimico. Ci si dovrebbe informare meglio su come avviene il trasporto dalla ditta alle varie scuole, con quali mezzi, con quali accorgimenti: c'è una certa disorganizzazione, che esiste da sempre su tali trasporti.
Si dice che la struttura sanitaria ha retto bene, ma occorre sottolineare che non c'erano casi molto gravi. Mi domando se bastano gli strumenti di cui ha parlato l'Assessore per trovare delle soluzioni.
Inoltre se le gare d'appalto, come vengono fatte, si fanno al risparmio non sono d'accordo. Non sono mai stato d'accordo quando rivestivo la carica di Sindaco in una piccola città di provincia, tanto meno sono d'accordo in una città come Torino. Credo che la qualità dei prodotti debba essere puntualmente verificata, in qualsiasi momento, il più spesso possibile.
Noi non riusciamo, in Italia, ad avere le analisi delle acque che usiamo con la dovuta cadenza! Questo potrebbe essere una causa. Io ho la ferma convinzione che il tutto sia dovuto ad incuria nel trasporto di questi cibi, in particolare di quelli già conservati che vengono trasportati con mezzi non idonei e quindi subiscono una variazione di temperatura creando problemi di infezione.
Mi sono ritrovato nella mia città, quando ero Sindaco, a dover fare una scelta; la scelta fatta è stata quella di mantenere le mense comunali.
Ossia la preparazione con cibi freschi e non conservati; in alternativa che in ognuna di queste ditte ci siano perlomeno dei dietologi. Se non ci sono dei dietologi all'interno della ditta diventa difficile fare dei controlli.
Vediamo quindi di trovare delle soluzioni diverse sia per gli appalti sia per i controlli, dei quali debbono rispondere in prima persona i responsabili delle ditte.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Anche noi abbiamo presentato un'interpellanza su tale questione. Sulle dichiarazioni dell'Assessore non siamo soddisfatti, perché viene definito che c'erano delle irregolarità, ma che queste irregolarità - così è stato detto - non erano tali da poter determinare questa forma di intossicazione che si è verificata. Io richiederei all'Assessore un po' di chiarimenti rispetto a queste irregolarità. Che margini ci sono affinché delle irregolarità possono essere pericolose per la salute dei bambini? Nella nostra interpellanza avevamo chiesto quali fossero i riferimenti normativi, quindi le leggi che definivano i requisiti sia strutturali sia funzionali sia organizzativi cui le strutture addette alla refezione dovevano ottemperare, e se la ditta in questione - in questo caso la Sogerco - avesse ottemperato.
Il fatto che esistessero, sulla base degli ultimi controlli effettuati delle effettive irregolarità e che la ditta Sogerco ha comunque ritenuto di chiudere per ampliare ed ammodernare la propria struttura, ci lascia un po' perplessi: forse effettive sicurezze ed ottemperanze rispetto ai requisiti richiesti per una perfetta fornitura della refezione da parte di questa ditta non vi erano.
Pertanto inviterei l'Assessore a seguire con attenzione l'evolversi dei fatti e anche le indagini ispettive poste in atto dal Procuratore aggiunto.
Chiederei inoltre di andare a scovare nel passato quali sono state le motivazioni per cui la ditta Sogerco è stata esclusa dall'appalto indetto precedentemente dal Comune di Torino, esclusa perché ritenuta inidonea a svolgere tale mansione. Successivamente tale ditta è stata considerata idonea, quindi vincitrice della gara d'appalto, da un altro Comune.
Nella nostra interpellanza chiedevamo quali sono stati i controlli e quali le autorità sanitarie competenti ad effettuarli, il numero dei controlli effettuati e sulla base di quale normativa. E' vero che esiste una normativa, infatti l'Assessore diceva che è necessario un riordino di linee rispetto alle normative degli istituti di refezione. E' anche vero che, forse, sono stati pochi i controlli. E poi, quali controlli sono stati fatti, per esempio, sul cibo dall'atto della conservazione all'atto del consumo da parte dei bambini? L'Assessore ha aggiunto che forse non si tratta di una causa batteriologica, ma di una causa chimica; in questo caso, i responsabili sarebbero direttamente le strutture della Sogerco o quelle messe a disposizione dalla stessa.
Quindi, senza entrare più nel merito dell'accaduto, sul quale sono ancora in corso delle indagini per l'accertamento dei fatti accaduti voglio fare una sollecitazione all'Assessore. E' opportuno riflettere su questi casi; quanto accaduto è stato un caso drammatico perché ha coinvolto oltre 1.400 bambini. E' opportuno riflettere, da un lato, sulla procedura delle gare di appalto, per cui, come già accennavano altri Consiglieri risulta inopportuna la sola valutazione economica e quindi al massimo ribasso; dall'altro, risulta invece fondamentale ed urgente una valutazione qualitativa e anche un controllo frequente sulle strutture che sono addette a questo tipo di servizio.
Chiedo inoltre se non si ritenga opportuno rivalutare e ripensare anche nella nostra Regione, alla possibilità, da parte dell'Assessorato alla sanità, che è preposto alla tutela della salute dei cittadini, di riprendere in carico le mense scolastiche. Il concetto delle mense scolastiche è stato abbandonato per una valutazione di tipo economico, per una considerazione sui costi che, tra l'altro, non sono stati osservati, in quanto anche le gare d'appalto, i servizi di refezione da parte delle ditte appaltatrici hanno ormai costi maggiori, a fronte di una diminuzione della sicurezza dei bambini che si rivolgono a determinati servizi di refezione con una minore garanzia di avere prodotti di qualità.
Nella nostra interpellanza ponevamo anche un altro tipo di problema: chiedevamo se non fosse opportuno sollevare anche al Ministero, nel contesto delle linee guida che riprendono l'intero capitolato della refezione (gare d'appalto, ecc.), la questione di un'autocertificazione delle ditte e dei loro titolari a livello nazionale, per evitare casi in cui alcune ditte vengono scartate da una parte per inidoneità, carenze ecc., e dall'altra vengono invece appaltate per questo tipo di servizio.



(Il Consigliere Cavaliere chiede la parola)



PRESIDENTE

Comunico che il Presidente Ghigo ed io ci assentiamo per 10 minuti circa, perché è venuto in visita alla Regione il Governatore del Michigan.
Il Presidente risponderà dopo all'interrogazione da lei presentata.



PEANO PIERGIORGIO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, al di là delle singole o collettive responsabilità, che andranno comunque riconosciute e perseguite dalle autorità competenti, resta un fatto abbastanza ineluttabile, cioè che la popolazione, i consumatori, sulla questione centrale della qualità dei consumi, soprattutto alimentari, sono troppo esposti, in particolare le fasce più deboli (i bambini, le mense scolastiche, le scuole).
Da questa vicenda - che non è purtroppo la prima, ma speriamo possa essere l'ultima - emerge che dobbiamo attrezzarci da un punto di vista legislativo ed organizzativo a livello regionale, per far sì che possa esserci un controllo maggiore rispetto a quello esistente, un controllo maggiore dei consumi alimentari di tipo collettivo, quali le mense, in particolare le mense scolastiche.
Mi pare che questa sia una questione abbastanza elusa proprio dalla cultura della tutela del consumatore. Pertanto, al di là della gestione dell'emergenza, il problema è di gestire la prevenzione, una prevenzione che deve avere come punto di riferimento la crescita di una cultura della difesa del consumatore.
Sulla questione generale delle sofisticazioni siamo tutelati parzialmente per certi aspetti; mi riferisco alla carne, agli allevamenti anche se non totalmente. Voglio infatti ricordare che, ad esempio, in tutte le mense, anche in quelle scolastiche, viene ancora consumato il vitello da sanato, cibo non sano, il cui allevamento in Piemonte è autorizzato.
Su tale questione abbiamo da tempo giacente un disegno di legge che tutti condividono, dagli allevatori più attenti agli esperti della materia.
E' una questione che sembrerà parziale, ma c'entra con la cultura generale della tutela del consumatore.
Credo che da questo tipo di esperienza, che - ripeto - purtroppo non è l'unica, debba scaturire un'iniziativa legislativa adeguata.
Inoltre, credo anche che nel Piano sanitario che abbiamo in discussione e in dirittura d'arrivo nel suo esame in Commissione occorrerà inserire alcune linee future di programmazione su questo problema.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio per una breve replica.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Penso che tutti noi si sia d'accordo sulle carenze della legislazione in materia e quindi sull'obbligo (purtroppo in parte disatteso per il passato, ma che questa esperienza recente ci sollecita) di individuare linee guida in questa materia. Vi assicuro che andremo in tal senso e che le Commissioni insediate - oltre a quella di esperti il cui compito è di individuare la causa - vi stanno già lavorando. Ovviamente ci raccorderemo con gli Enti locali e con quant'altri possono contribuire a far sì che si disciplini la materia nel modo migliore possibile, soprattutto perch oltre al dovere di proteggere il consumatore, si tratta di bambini di tre anni, per cui occorre un'attenzione notevolissima.
Per quanto riguarda la ditta in questione - e rispondo alla Consigliera Simonetti - debbo dire che il controllo effettuato dai NAS due mesi fa non aveva evidenziato irregolarità nei rilievi, così come il controllo effettuato dai responsabili della USL n. 6 dopo la tossinfezione. Le irregolarità sono state evidenziate da una Commissione inviata in loco dal dottor Guariniello, irregolarità comunque non tali da far procedere alla chiusura immediata della ditta, tant'è vero che c'è stata un'autodeterminazione in tal senso.
A proposito di autodeterminazione, debbo dire che, fra l'altro, questa è una delle ditte che provvedeva all'autocontrollo che, ancorché non perfezionato, era però sintomatico di una volontà di fare le cose per il meglio. Con questo, non intendo assolutamente difendere la ditta in oggetto: è bene che questo si sappia.
Per quanto riguarda le gare di appalto, viste le linee guida per quanto compete al mio Assessorato e definendo il tutto anche con gli Enti locali è indispensabile stabilire che le gare al ribasso non sono possibili, così come l'allestimento di una mensa degna di tale nome, con pasti pagati 5.000 lire l'uno.
Personalmente mi attiverò, nonostante le notevoli e prevedibili difficoltà con gli Enti locali, per ridiscutere la possibilità di mense scolastiche singole. Sarebbe la soluzione ottimale, quanto meno per le scuole materne.


Argomento: Spettacoli: teatro, musica, cinema, danza

Interrogazione n. 1171 del Consigliere Rubatto relativa alla chiusura per fallimento del Teatro Macario di Torino


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 1171 presentata dal Consigliere Rubatto.
Risponde l'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore alla cultura e istruzione

La questione relativa al Teatro Macario, per la verità, mi è stata sollecitata da più Consiglieri; segnatamente, oltreché dal Consigliere Rubatto, dal Consigliere Cavaliere.
Come comunicato al collega Rubatto, sono in grado già questa mattina di dare comunicazione formale di quanto l'Assessorato ha fatto, quanto stanziato anno per anno, quanto prevede la legge, quanto è stabilito.
Avendo però ben compreso sia le intenzioni del Consigliere Cavaliere che quelle del Consigliere Rubatto, ovvero di studiare ed affrontare una complessa questione legale, ho convocato una riunione con dei legali, con l'Assessore comunale Perone - appena riconfermato - e l'Assessore della Provincia, Giuliano.
Ripeto: non credo sia di interesse sapere solamente quanto ha erogato finora l'Assessorato, ma che si possa proporre una soluzione o, comunque un aiuto.
Mi sono premurato di dare questa precomunicazione per dire che rispetto alle sollecitazioni ricevute, oltreché la risposta scritta con tutti i dati a disposizione, posso garantire che è stata concordata la riunione di cui dicevo, rispetto alla quale si potrà operare concretamente. Su quanto definito farò relazione in aula e/o in Commissione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Visto che siamo in tema di comunicazioni, volevo sapere dall'Assessore Leo se è in grado di riferire all'aula rispetto a notizie che circolano in ordine alle dimissioni della Sovrintendente del Teatro Regio. La ringrazio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pierluigi

Avevo presentato l'interrogazione proprio perché il Teatro Macario ossia l'Associazione Teatro Macario, sta per essere dichiarata fallita.
Abbiamo sentito un momento fa le dichiarazioni dell'Assessore Leo spero che l'incontro organizzato si dimostri utile: sta infatti per chiudere uno dei principali teatri dialettali del Piemonte. Da una parte assistiamo ad un contributo di 800 milioni per il centenario della Juventus, contemporaneamente assistiamo alla chiusura di un teatro dialettale piemontese, per il quale basterebbe un contributo di 150/160 milioni per scongiurarne il fallimento.
Chiedo che la Giunta riesamini l'intero problema e che i contributi regionali vengano suddivisi fra tutti gli enti culturali del Piemonte.
Spero che, a breve, la Giunta venga in aula con qualche buona notizia sul Teatro Macario, che non deve assolutamente chiudere.


Argomento: Spettacoli: teatro, musica, cinema, danza

Comunicazioni della Giunta regionale in merito alle annunciate dimissioni della Sovrintendente del Teatro Regio di Torino


PRESIDENTE

La parola all'Assessore Leo per una brevissima comunicazione sulle annunciate dimissioni della Sovrintendente del Teatro Regio. Prego il Consiglio di non aprire un dibattito sull'argomento; eventualmente, sarà inserito all'o.d.g. di una successiva seduta.
Prego, Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore alla cultura e istruzione

Ringrazio la Consigliera Spagnuolo per la consueta sensibilità e gli altri colleghi che chiedono informazioni su vicende così importanti.
Sono in grado di poter rendere una comunicazione al Consiglio perch ieri ho avuto personalmente un colloquio di un'ora e mezza con la Sovrintendente Tessore. Io stesso, infatti, ho avuto un sobbalzo, sentita la notizia delle sue dimissioni.
La Sovrintendente Tessore mi ha detto esplicitamente - ed io questo posso riportare - che alla base della sua decisione non vi sono né ragioni politiche né personali nel senso di malessere. La Sovrintendente ha addotto due motivazioni che ha delineato con molta chiarezza: sette anni e mezzo di sovrintendenza l'avrebbero affaticata non solo fisicamente, ma soprattutto psicologicamente. Il vertice di un Ente come il Teatro Regio ha sicuramente un suo peso, una sua tensione. La Sovrintendente si è dichiarata molto soddisfatta dei risultati raggiunti in questi sette anni e mezzo - credo le si possa dare atto di questo - e, dovendo affrontare una fase propulsiva nuova - vista la proposta di legge nazionale in tal senso - ritiene di aver dato al Regio il massimo suo possibile.
"Ho il timore, andando avanti" - ha detto - "di ripetermi. Credo che in una fase come questa occorra qualcuno che parta in resta con la stessa energia, con lo stesso entusiasmo che avevo quando ho assunto questo incarico. Ritengo che, oggi, una persona nuova potrebbe affrontare le enormi fatiche della trasformazione in fondazione, con tutto il dinamismo e l'elasticità mentale necessaria".
La Sovrintendente rilevava anche di lasciare un teatro in ottime condizioni, con una buona struttura amministrativa, un forte affiatamento ed una delle migliori condizioni in Italia.
Potrei dire al Consiglio quanto ho replicato - ma non so se questo possa essere d'interesse - ovvero il riconoscimento del picco di eccellenza raggiunto, in un momento in cui Comune e Regione stanno attuando un grande sforzo culturale (ad esempio, il decentramento in tutta la Regione).
La Consigliera Spagnuolo ha comunque opportunamente anticipato una comunicazione che mi ero preparato doverosamente a riferire domani in Commissione Cultura. Mi sono permesso di dire che le mie erano reazioni personali emotive; che, pur rispettando le sue ragioni, non riuscivo a non essere dispiaciuto ed anche un po' inquieto; che avrei comunque sentito più propriamente tutta la Commissione, ma che adesso, per fortuna, intervenendo in Consiglio, anticipo. Oltretutto l'Assessore ha inteso sottolineare che la Sovrintendente voleva che la notizia uscisse sui giornali solo mercoledì come al solito c'è stata una fuga - e che prima di dimettersi doveva parlare con il Sindaco, con l'Assessore Perone, con il Presidente Ghigo e con me. Infatti, ieri abbiamo avuto questo lungo colloquio.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Questa è una forma di interrogazione, e per una volta posso dire che il Consiglio batte l'informazione giornalistica. Non mi sembra male che per una volta le notizie vengano acquisite qui, direttamente dall'Assessore e non dai giornali. Almeno questo è un elemento positivo che ci fa ragionare in quest'aula.
Credo sia necessario, Assessore - e di questo la ringrazio approfondire la questione anche in sede di Commissione Cultura, perché le motivazioni che evidentemente lei non poteva che riferire sono motivazioni di non completa chiarificazione, anche perché l'Ente è in una fase di transizione proprio per le motivazioni di politica nazionale che lei ha voluto richiamare in questo settore. Per questa ragione, credo che nella Commissione Cultura valga la pena di affrontare i problemi del trapasso degli Enti lirici.
Non ho partecipato alle consultazioni sulla musica che sono state fatte dalla Commissione Cultura, perché questa materia non ho potuto seguirla; mi sembra però di avere colto che recentemente ci sia stata una visita programmata al Teatro Regio. Il fatto che questa notizia non abbia fatto parte del bagaglio delle informazioni in quel momento, vuol dire che evidentemente ci sono elementi nuovi.
E' nostro compito capire se sono soltanto elementi di carattere personale, perché su questi non si può mai giudicare, o quali siano le motivazioni che attengono invece alle politiche culturali della musica, in particolare quella lirica, che è di straordinaria importanza, a fronte anche del fatto che la Sovrintendente, per valutazione collettiva, ha svolto un ottimo lavoro, del quale anche in quest'aula va reso merito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Ho appreso con stupore l'improvvisa decisione della Sovrintendente al Teatro Regio di lasciare il proprio incarico, ma anche con rammarico perch la Sovrintendente Tessore ha avuto un ottimo rapporto con l'istituzione regionale piemontese, con la quale ha colloquiato spesso con richieste di partecipazione diretta della Regione Piemonte alla risoluzione di alcuni problemi fondamentali del Teatro Regio, in ordine al riparto dei fondi dello Stato, ed ha sempre illustrato in VI Commissione, in un ottimo rapporto, i programmi del Teatro Regio che, con la gestione Tessore bisogna dirlo - hanno avuto una netta svolta di qualità anche dal punto di vista della gestione amministrativa. I conti economici hanno avuto anche il plauso della Corte dei Conti, sia per il pubblico sia per l'immagine complessiva dell'Ente teatrale che era un po' appannata negli anni precedenti e che, con la gestione Tessore, ha avuto senz'altro un rilancio sia in sede nazionale sia in sede internazionale; ottenere per due volte sulla RAI-TV nazionale, in prima serata, gli spettacoli svolti a Torino presso il Teatro Regio è un indubbio successo.
Quindi, stupore e rammarico e pieno consenso all'attività svolta dalla Sovrintendente Tessore sino ad oggi. Pare che le sue dimissioni - l'ha confermato anche l'Assessore Leo - siano reali. Abbiamo avuto alcune anticipazioni: risulta che oggi pomeriggio ci sia una conferenza stampa in cui tutto sarà spiegato ed ascolteremo quanto verrà detto. La signora Tessore avrà fatto i suoi ragionamenti e corrisponderanno senz'altro all'illustrazione di situazioni serie e non a mosse senza senso. Pertanto se la Sovrintendente ha preso questa decisione, la illustrerà in modo serio ed approfondito ed ascolteremo le sue motivazioni; rimango comunque fermo nell'alta considerazione del lavoro svolto, nello stupore e nel rammarico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Non sono né stupito né rammaricato, nel senso che pare faccia più riferimento ad una gestione politica dell'incarico, come del resto è l'origine della nomina, però si addivenga ad una nomina tecnica di una competenza e di un livello diverso per una gestione meno personalistica e culturalmente più elevata della grande istituzione culturale che è il Teatro Regio.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione n. 742 dei Consiglieri Dutto, Farassino e Bellingeri relativa ai disservizi e ai disagi a carico dei pendolari sulla tratta ferroviaria Cuneo-Fossano ed interpellanza n. 855 dei Consiglieri Vindigni Riggio, Marengo e Bellion relativa alla linea ferroviaria Torino-Pinerolo


PRESIDENTE

Passiamo ora ad esaminare l'interrogazione n. 742 presentata dai Consiglieri Dutto, Farassino e Bellingeri e l'interpellanza n. 855 presentata dai Consiglieri Vindigni, Riggio, Marengo e Bellion.
Risponde l'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e comunicazioni

Il Protocollo d'accordo dell'11/2/1993, firmato dal Ministero dei Trasporti, Regione Piemonte ed Ente FS, ribadisce l'impegno degli Enti per il riordino del trasporto di persone e merci attraverso una diversa ripartizione modale dei traffici, che veda un progressivo e costante aumento della quota di domanda di mobilità soddisfatta mediante i collegamenti ferroviari.
La realizzazione dell'Alta Velocità, o Alta Capacità, deve avvenire parallelamente alla realizzazione di soluzioni tecniche e tecnologiche idonee a velocizzare ed intensificare il servizio anche sulla rete ferroviaria regionale.
Le parti si impegnavano a verificare congiuntamente lo sviluppo della domanda del trasporto ferroviario e lo stato delle infrastrutture e dei servizi delle linee secondarie.
Questi studi per il potenziamento della rete, compresi i raddoppi e le elettrificazioni mancanti, veniva ad essere localizzato sui principali bacini regionali, tra cui quello di Pinerolo.
Queste valutazioni, peraltro in ritardo, sia perché si è iniziato a verificare i problemi dei Nodi (Novara e Torino) sia perché fortemente legate alla capacità e funzionalità dei Nodi stessi, sono ancora da ultimare.
Nel documento consegnato al Ministro Burlando, in occasione della sua ultima visita in Piemonte, tra le linee di interesse regionale, per le quali viene richiesta una verifica di adeguamento infrastrutturale e tecnologico, anche in relazione al sistema Alta Velocità, è stata inserita la linea Pinerolo-Torino (con la richiesta specifica di attuazione del sistema ATC).
Il sistema ATC (Controllo automatico dei treni), già omologato come apparecchiatura di bordo, ha come vantaggio immediato la sicurezza, in quanto dà una protezione automatica al treno rispetto agli ostacoli che questi può incontrare lungo la linea e alle condizioni di circolazione.
Il sistema richiesto è, infatti, in grado di garantire la massima sicurezza anche con l'esercizio dell'agente unico a bordo.
All'aumento della sicurezza è comunque associato quello delle potenzialità, dovuto ad una più tempestiva informazione (riduzione dei tempi morti).
Ciò a dimostrazione dell'interesse su tale direttrice che attualmente ha un traffico superiore a quello segnalato dai Consiglieri interpellanti.
Occorre ancora specificare che il potenziamento delle varie direttrici non deve essere visto solo come la realizzazione di opere infrastrutturali, ma lo stesso, può aversi anche grazie ad un nuovo sistema di esercizio (integrazione ferro-gomma tra i vettori operanti lungo la direttrice) e per la parte ferroviaria, nuovo materiale rotabile e nuovo sistema di segnalamento; in questo ambito il potenziamento della linea è ritenuto dalla Giunta regionale di fondamentale importanza per il trasporto pubblico di persone.
Analoga interrogazione era stata presentata anche dai Consiglieri Dutto, Farassino e Bellingeri, e potrebbe essere soddisfatta da quanto ho letto per l'interpellanza presentata dai Consiglieri del Gruppo PDS.
Ad ogni modo, siccome ci sono talune valutazioni che non si differenziano da quanto testé letto, che comunque sono complementari, io procedo alla lettura della risposta agli interroganti Dutto, Farassino e Bellingeri.
"La lettera del 15/4/1996, con la quale le Ferrovie dello Stato hanno fatto presente che il raddoppio della linea Cuneo-Fossano non rientra nelle previsioni del Contratto di Programma, ha suscitato nella Giunta vivo rammarico, poiché tale progetto costituisce un punto fermo non solo della minoranza (vedasi proposta di legge n. 186 di cui si è fatta tanta attività anche in Consiglio per l'approvazione), ma anche della maggioranza che oltre a condividerlo, lo ha inserito nel secondo Piano regionale dei trasporti al capitolo relativo al 'potenziamento del servizio e della rete infrastrutturale, sia di quella definita integrativa della rete commerciale sia di quella locale'.
Inoltre, con riferimento ai programmi e progetti di investimento da proporre al CIPE (punto 4 della delibera del CIPE del 12/7/1996), con nota n. 12278 del 12/9/1996 del Presidente della Giunta regionale al Ministro Burlando è stato inviato l'elenco dei progetti ferroviari prioritari per la Regione Piemonte, fra cui risulta inserito quello del raddoppio della linea Cuneo-Fossano.
Infine, durante l'ultimo incontro a Roma del 3 dicembre u.s., fra il Presidente Ghigo, il Presidente delle FS S.p.A. Cimoli e il Capo di Gabinetto del Ministero dei Trasporti Panettoni, come pure nell'incontro del 1 ottobre u.s. di Torino con l'allora Ministro dei Lavori Pubblici Di Pietro e il Sottosegretario ai Trasporti Albertini, è stato anche espressamente richiesto il raddoppio di tale linea".
Posso anche assicurare - sempre che non sia contraddetto da ulteriori comunicazioni negative da parte delle FS - che, in riferimento al protocollo d'intesa per la Torino-Chieri-Trofarello, il monte di tutto quello che è il pacchetto delle percorrenze è stato mantenuto, così come per il 1996, anche per il 1997 e il 1998. Abbiamo anche ottenuto, in presenza dell'ing. Vaciago, per quanto riguarda la suddivisione delle risorse che si verrebbero ad attribuire alle Regioni nel caso in cui avremo la gestione diretta del traffico minore delle ferrovie, il mantenimento delle risorse di circa 30.000 km che verrebbero in questo momento sospesi.
Anzi, la sospensione di questi 30.000 km di percorrenze è da attribuire al fatto che si è spostato l'abbattimento che era stato minacciato nei tratti dove si è verificato il crollo dei ponti (linee Asti-Chivasso e Cuneo Mondovì).
Quindi, avendo trasferito gli abbattimenti nelle percorrenze dove comunque queste non potranno essere attivate per il crollo dei ponti abbiamo ottenuto che tutto il pacchetto dei cosiddetti orari ferroviari del 1996 è stato reiterato per gli anni 1997 e 1998.
Questo è quello che ci risulta; se per caso ci dovessero essere delle novità attraverso i nuovi orari ferroviari, ne prenderemo atto e reagiremo affinché si tenga fede al protocollo d'intesa che è stato firmato dalle FS e dalla Regione Piemonte anche in rappresentanza della Provincia di Torino e di taluni Comuni interessati alla Torino-Chieri: si tratta di ciò che ha dato a noi la possibilità di mantenere le percorrenze di cui si teme il taglio nel nuovo orario ferroviario.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI



PRESIDENTE

Grazie. Prima di dare la parola agli interroganti, desidero informare l'assemblea che il Governatore del Michigan, la cui capitale è Detroit desidera venire in Consiglio per rivolgere un saluto all'assemblea. Per cui, se non ci sono difficoltà, lo possiamo accettare con la nostra tradizionale ospitalità.
Comunico inoltre che l'Assessore D'Ambrosio sta per incontrare la delegazione della DIAPSI in Sala Viglione.
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente. La risposta dell'Assessore Masaracchio alla nostra interrogazione mi sembra abbastanza positiva. Però, dai dati e dalle notizie che mi sono giunti, le cose non stanno realmente così.
Per prima cosa, sembra che le FS non abbiano alcuna intenzione di raddoppiare la Torino-Cuneo e nemmeno di elettrificare la Cuneo Ventimiglia, e questo è in netta contrapposizione ai programmi regionali ma comunque sulla base di programmi già stilati dalle FS. A fianco di questo trova una conferma quanto è stato detto dall'Assessore; le Ferrovie hanno praticamente assunto la decisione di abbandonare definitivamente le linee dove sono crollati i ponti, cioè la Cuneo-Mondovì, la Bra-Ceva e, se non vado errato, la Chivasso-Casale. Oltre a tutto questo, con l'entrata in vigore del nuovo orario, almeno nella zona del Cuneese, sono preannunciati dei tagli abbastanza drastici. Verrebbero soppressi alcuni treni e per la Cuneo-Torino verrebbe soppresso l'ultimo treno serale che da Torino raggiunge Cuneo, che è un treno decisamente importante per i cuneesi che si recano a Roma, Milano o Bologna e devono rientrare a casa. Infatti nella fascia oraria fra le 22,15 e le 23,40 chi arriva a Torino non troverebbe più il treno che prosegue per Cuneo, per cui sarebbe costretto a cambiare mezzo di trasporto o a pernottare a Torino.
Altri tagli drastici, di cui mi è dato sapere, sono quelli relativi alla linea Cuneo-Saluzzo, dove addirittura il servizio verrebbe ridotto a tre treni in un senso ed a quattro nel senso opposto, cioè una vera presa in giro per gli utenti.
Di fronte a queste notizie, non posso che essere totalmente insoddisfatto per questa politica delle FS che continuano con i tagli senza procedere alle ricostruzioni delle linee interrotte, anzi, sembra, con l'intenzione di procedere ancora ad altre chiusure. Per cui inviterei l'Assessore a seguire effettivamente cosa sta succedendo nelle ferrovie piemontesi e ad intervenire. E' inutile che auspichiamo il passaggio del trasporto merci e del trasporto passeggeri dalle strade alla rotaia, quando poi sulle rotaie i servizi vengono eliminati e non potenziati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Spero di non avere capito male e soprattutto di non essermi distratto durante l'intervento dell'Assessore Masaracchio, ma dalle cose che ho sentito ho tratto l'impressione che il protocollo d'intesa tra la Regione e le Ferrovie dello Stato del 1993, che impegnava l'Ente FS a fare una serie di approfondimenti su alcune delle principali direttrici ferroviarie regionali, non abbia avuto seguito. La cosa, peraltro, non mi meraviglia più di tanto, perché da allora ad oggi ci sono stati diversi cambi della guardia all'interno delle Ferrovie dello Stato e finalmente oggi si sta facendo chiarezza sulla reale situazione finanziaria dell'Ente, come dimostrano le recenti dichiarazioni dell'Amministratore Cimoli a proposito della mancanza di liquidità dell'Ente per il 1997, cosa che comporta un ritardo nel programma degli investimenti dell'Ente stesso. Però, proprio perché da parte delle Ferrovie negli anni passati abbiamo avuto parecchie promesse, mi aspettavo dalla Regione e dall'Assessorato una maggiore capacità di incalzare l'Ente affinché gli impegni assunti fossero mantenuti. Certamente uno di questi impegni dovrebbe riguardare la Torino Pinerolo, perché nell'ottica del potenziamento delle grandi trasversali ferroviarie, che si porta avanti con il quadruplicamento o l'aumento della capacità della linea Torino-Milano-Venezia, è fondamentale prestare attenzione all'aumento della domanda su questa linea attraverso le cosiddette adduttrici. Certamente la Torino-Pinerolo è una delle principali adduttrici, sia perché oggi è caratterizzata da una domanda di trasporto elevata, sia perché le funzioni di trasporto di quest'area sono destinate a rafforzarsi, sia soprattutto perché la Torino-Pinerolo dovrebbe diventare uno dei rami principali del cosiddetto nodo di Torino, che è costituito non solo dal passante ferroviario classico con il quadruplicamento della tratta da Lingotto sino a Chivasso, ma è costituito anche da una spina dorsale verso la quale convergono sia le ferrovie concesse sia alcuni rami come la Torino-Pinerolo e la Susa-Torino.
In questa prospettiva la funzione di questo tronco è destinata a crescere e l'attuale stato dell'infrastruttura non è in grado di fare fronte alla domanda, perché tutto quello che si poteva tirare fuori da questo tronco è stato tirato fuori. Forse pochi colleghi sanno che in realtà il numero dei convogli che viaggiano su questa linea negli ultimi quindici anni ha subìto un incremento, ma l'incremento subìto non può avere un'ulteriore evoluzione perché si tratta di un'infrastruttura a semplice binario. Di conseguenza, il raddoppio si impone, ma per fare il raddoppio ormai l'abbiamo capito tutti - occorre avere i progetti, perché la progettazione è condizione indispensabile per operare.
Anche su questo aspetto abbiamo chiesto alla Regione se intendeva qualora assistesse ad una certa inerzia che mi pare di registrare da parte delle Ferrovie, operare autonomamente, come peraltro aveva fatto anche negli anni '70 facendo lo studio di massima del nodo di Torino, senza il quale probabilmente non ci sarebbe stato il raddoppio.
Noi riteniamo che oggi la Regione debba avere lo stesso atteggiamento e con questo atteggiamento deve preparare investimenti futuri, perché con il completamento degli interventi sull'area torinese centrale bisognerà pensare ad altri investimenti sull'intera Area metropolitana, compreso il tronco Torino-Pinerolo. Per fare questo occorre avere chiarezza, e l'elemento sul quale la Regione può fare chiarezza sui propri intendimenti è il secondo Piano regionale dei trasporti.
Mi scuso per aver ripreso questi temi, ma erano i temi oggetto dell'interpellanza; non avendo avuto risposta soddisfacente a queste domande da parte dell'Assessore, mi è sembrato opportuno informare i Consiglieri delle ragioni e dell'inquadramento del problema, altrimenti sarebbe incomprensibile - per quelli che hanno avuto la pazienza di ascoltare l'Assessore - la stessa risposta dell'Assessore.
Pertanto mi auguro che quanto prima venga presentato il secondo Piano regionale dei trasporti e in quella sede avere finalmente una posizione chiara della Giunta regionale rispetto a questo problema.


Argomento: Interventi a favore dell'economia - normative organiche nei vari settori

Interpellanza n. 1245 del Consigliere Cavaliere ed interrogazione n. 780 dei Consiglieri Rosso e Farassino relative alla costituzione di una nuova holding bancaria tra la Fondazione Cassa di Risparmio di Verona e la Cassa di Risparmio di Torino


PRESIDENTE

Il Presidente della Giunta, Ghigo, risponde ora all'interpellanza n.
1245 presentata dal Consigliere Cavaliere e all'interrogazione n. 780 presentata dai Consiglieri Rosso e Farassino.



CHIEZZI Giuseppe

Questa potrebbe essere considerata una comunicazione?



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Sì, naturalmente per correttezza e procedura rispondo all'interpellanza n. 1245 e all'interrogazione n. 780.
Con riferimento all'interpellanza e all'interrogazione di cui all'oggetto, ritengo che possano essere svolte le seguenti considerazioni: una direttiva del Ministero del Tesoro impone alle Fondazioni bancarie di cedere, entro la fine del 1999, la maggioranza del capitale azionario delle banche da esse possedute. Ed il clima politico nazionale che ruota intorno alle Fondazioni è tale che si può ragionevolmente prevedere che i termini delle dismissioni subiranno un'abbreviazione ed un'accelerazione.
A seguito della Legge Amato, le Fondazioni bancarie che detengono pacchetti azionari di maggioranza in istituti di credito si stanno adeguando a quanto imposto dal legislatore, essendovi peraltro costrette da una normativa che ovviamente non prevede alternative.
Come in ogni altra Regione d'Italia, anche il tessuto creditizio del Piemonte era - ed è - composto da molti istituti di credito, da quelli che assumono da sempre un'importanza ultraregionale (Istituto S. Paolo, Cassa di Risparmio di Torino e Banca Popolare di Novara), a quelli di media piccola e medio-piccola levatura, legati a nicchie di specifici prodotti finanziari e/o dediti a servizi destinati ad un'utenza fortemente circoscrivibile in termini geografici.
A seguito dell'entrata in vigore della Legge Amato, tutti gli istituti di credito della nostra regione si sono messi in moto per adeguarsi ai disposti di legge, ma senza un apparente coordinamento operativo. E allo stato attuale, fatta eccezione per il S. Paolo, si profila la possibilità che molti istituti minori del Piemonte vengano "rilevati" da importanti aziende di credito extraregionali. Ed è il caso della Cassa di Risparmio di Alessandria, entrata nell'orbita di Carinord/Cariplo. E' il caso delle Casse di Risparmio di Biella e Vercelli: nell'arco di un triennio è, infatti, previsto il passaggio alla Banca Commerciale Italiana del pacchetto di maggioranza di Biverbanca S.p.A.
ovvero della Banca sorta dalla fusione delle due Casse suddette. Ma bisogna anche sottolineare il fatto che gli amministratori di varie Fondazioni bancarie piemontesi hanno agito in un momento in cui il mercato non è ancora troppo affollato e quindi, secondo molti analisti, hanno potuto negoziare al meglio.
Inoltre, va considerato che è entrata in vigore una normativa in base alla quale la Banca d'Italia deve ufficialmente vigilare direttamente in materia di fusioni e scissioni fra banche. E prima di dare il via libera ad eventuali "matrimoni" dovrà entrare nel merito degli accordi, analizzando conti e budget, passando in rassegna l'assetto organizzativo dei nuovi enti e soppesando la struttura dei controlli.
E' pur vero, però, che al momento quello che emerge è un panorama in cui ognuno procede in una legittima quanto altrettanto autonoma ricerca di soluzioni. Una ricerca non soltanto dovuta alla necessità di ottemperare alle direttive imposte dal Ministero del Tesoro, bensì anche per adeguare le proprie strutture organizzative e di management (nonché i mezzi finanziari) ad un mercato sempre più articolato ed "internazionalizzato" in cui le medie, o micro-aziende, non possono più figurare come competitive.
Da ciò, si può verosimilmente desumere che fra pochi anni gli sportelli del settore creditizio piemontese nel suo complesso potrebbero essere controllati da imprese extraregionali, con la sola eccezione del S.
Paolo di Torino.
Ma, nel fotografare la situazione piemontese, occorre evitare precipitosi ed ingiustificati allarmismi circa il versante occupazionale e circa le possibili, mancate ricadute finanziarie che tali operazioni comportano sul territorio. Parimenti appare fuori luogo qualunque sorta di campanilismo sterile e/o di provincialismo economico. Perché se da un lato risulta evidente che bisognerebbe fare in modo che i centri direttivi dei "nostri" istituti di credito restino in Regione, oggi d'altro canto il mercato dei servizi richiede, anche alle imprese del credito, di essere più "grandi" per garantirsi strutture e strumenti adeguati a competere in campo nazionale ed internazionale.
Alla Regione Piemonte non spettano poi poteri di nomina dei Consiglieri di amministrazione nelle varie Fondazioni bancarie - nella rivisitazione degli Statuti mi è stato comunicato che sarà a breve prevista la nomina di un Consigliere nella Fondazione della Cassa di Risparmio e un Consigliere nel S. Paolo. Però, ad oggi, questo non è avvenuto e non so neanche in che tempi avverrà - ma queste scaturiscono invece da enti morali od associazioni attraverso nomine provinciali e comunali. Quindi, nomine pubbliche. E dunque: ci si è domandati quali indirizzi abbiano ricevuto dai loro designanti i soggetti designati nei Consigli di amministrazione delle Fondazioni in merito alle attuali operazioni di fusione, cessione, scorporo e/o collocamento sul mercato di pacchetti azionari? Forse è prevalso soltanto il mercato. O forse è prevalsa una logica di puro opportunismo da parte dei singoli Consigli di amministrazione. In ogni caso, si rischia di perdere l'occasione per fare del Piemonte il centro di aggregazione di istituti locali che erano a totale controllo pubblico.
Alla Regione, intesa come massimo organismo amministrativo del territorio piemontese, rimane soltanto un ruolo di pura autorità politica che potrebbe esplicitarsi in un forte stimolo al coordinamento rivolto ai soggetti controllanti. In questo senso - e conoscendo soltanto da fonti giornalistiche i termini dell'accordo tra Cariverona e CRT per la creazione di UniSpa - la Giunta regionale non può fare altro che associarsi al disagio di tutti coloro (e sono tanti) che temono sia proprio Verona - e non Torino - la sede operativa della nuova holding (il capitale ordinario di UniSpa sarà suddiviso pariteticamente tra Fondazione CRT e Fondazione Cariverona), nella quale dovrebbe confluire il 100% della Cassa di Risparmio di Torino.
La Giunta, inoltre, può esprimere un pressante invito ai soggetti designanti - ed ai rappresentanti dell'Istituto torinese - affinché venga opportunamente salvaguardata, senza cedere a subalternità di sorta l'immagine di Torino e della regione, ferma restando comunque l'esigenza di lasciare agli operatori la ricerca del maggior vantaggio economico possibile per l'Ente stesso.
Per quanto attiene poi al quesito più strettamente relativo alle funzioni di tesoreria della CRT - questa è una domanda rivolta nell'interrogazione dei colleghi della Lega - la Giunta regionale ritiene che la regola del maggior vantaggio economico debba essere perseguita senza confini, fermo il privilegio, a parità di condizioni, per i soggetti locali di offrire anche benefici indiretti e rilevanti quali ricadute occupazionali e compartecipazione ad iniziative pubbliche.
In conclusione, è bene sottolineare come sia la legge Amato - che ha determinato la separazione fra banche e soggetti proprietari, in larga parte "enti morali" - e sia le successive direttive suscitano purtroppo non poche perplessità. Credo che uno dei compiti principali che gli Enti pubblici dovranno esercitare nei confronti delle Fondazioni è trovare il sistema di suggerimento e di coordinamento per quanto concerne quelle risorse che le Fondazioni avranno a disposizione e quelle sì dovranno necessariamente ed obbligatoriamente essere impegnate sul territorio di presenza degli istituti di credito. Si parla, infatti, di cifre piuttosto considerevoli, qualcuno dice che ci sono per la Fondazione S. Paolo circa 4 mila miliardi; aspetto non da poco nell'ambito delle disponibilità finanziarie e delle ricadute sul territorio. Infatti, è certamente opportuno arrivare alla creazione di banche private che sappiano contrastare in modo efficace la concorrenza dei soggetti esteri in un regime di apertura dei mercati alla libera concorrenza nel settore del credito. Ma non vi è dubbio che le normative sopracitate hanno determinato una scoordinata e repentina messa in liquidazione di un ingente patrimonio pubblico. D'altronde, non poteva essere diversamente, dal momento che risulta assente qualunque regola di controllo e di indirizzo per quanto concerne l'investimento degli ingenti realizzi delle operazioni in corso. E non sempre i nominati nei Consigli di amministrazione paiono saper operare con una visione più "allargata", né tantomeno sembrano disponibili a cogliere gli indirizzi degli enti di vertice.
Per rispondere all'interpellanza del consigliere Cavaliere, è pur vero che normativamente la conversione delle azioni privilegiate totalmente possedute dalla Cariverona può dare alla stessa la quasi maggioranza assoluta e quindi mettere in posizione di subalternità la CRT. E' auspicabile - in questo senso sono state fornite ufficiosamente delle garanzie - che esistono dei patti parasociali che vincolano a condizioni di equità fino a completa privatizzazione. L'impegno della Giunta regionale è quello di vigilare per far sì che ciò avvenga.


Argomento: Varie

Saluto al Consiglio regionale da parte del Governatore dello Stato americano del Michigan, John Engler


PRESIDENTE

Sospendiamo brevemente i nostri lavori per un saluto al Consiglio regionale da parte del Governatore dello Stato del Michigan, John Engler.



(La seduta è sospesa per alcuni minuti)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO


Argomento: Interventi a favore dell'economia - normative organiche nei vari settori

Interpellanza n. 1245 del Consigliere Cavaliere ed interrogazione n. 780 dei Consiglieri Rosso e Farassino relative alla costituzione di una nuova holding bancaria tra la Fondazione Cassa di Risparmio di Verona e la Cassa di Risparmio di Torino (seguito)


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Riapriamo la discussione relativa alla fusione CRT e Cariverona.
La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Non sono molto soddisfatto delle risposte del Presidente, perché si tira un po' fuori dalla questione, considerando solo le strette competenze del nostro Ente e non già il dovere della Regione Piemonte di governare per quanto possibile, le trasformazioni e le dinamiche economiche della nostra Regione.
L'interpellanza prende vita da una questione fondamentale, che non ci era stata detta durante l'audizione dei Capigruppo con la Fondazione Cassa di Risparmio, e cioè che non è vero, come era sempre stato sostenuto, che dal punto di vista finanziario ci sarebbe stata la pariteticità all'interno dell'operazione. Leggendo i documenti ufficiali, è emerso che questa pariteticità, sin da subito, non esiste; tra l'altro, Presidente, è scritto nell'accordo che la sede operativa è a Verona.
C'è poco da auspicare che non sia così: è già scritto che la sede è a Verona, ed è risaputo. A Torino vi sarà la sede legale formale, ma pare più un contentino politico formale, mentre di fatto, per una serie di motivi tecnici ed economici, ma soprattutto per il motivo di fondo che l'operazione è finanziariamente sbilanciata verso la Fondazione Cassa di Risparmio di Verona, la questione è di questa natura.
Pertanto, la preoccupazione formulata nell'interpellanza, è del tutto fondata, soprattutto perché è noto che vi è una totale non presa in considerazione di tutte le dinamiche che ruotano attorno al problema. Lo spostamento, le dinamiche messe in atto non sono solo riferite ai dipendenti o ad aspetti del genere che di per sé possono essere di poco conto o relativamente importanti; la proiezione locale e regionale di questo importante istituto bancario non più collocato nella dimensione economica torinese e piemontese può generare dinamiche economiche estremamente negative.
Mi pare insomma, Presidente, che la questione non sia per nulla valutata ed osservata, e che il governo regionale sia abbastanza distratto abbastanza estraneo ad una delle dinamiche economiche più importanti sulla scena economica dell'ultimo anno nella nostra Regione. Da parte della maggioranza mi è parso di cogliere il completo disinteresse ed il semplice prendere atto di quanto sta avvenendo. Anche nella sua risposta Presidente, mi pare che nell'attingere le sue informazioni sia andato a chiedere all'hostess se il vino era buono e non abbia cercato, in maniera neutra, di capire con i mezzi a sua disposizione - pochi o tanti che siano le reali dinamiche attorno all'operazione.
E' reale che l'Europa obbliga, così come le altre dinamiche governative che lei ha elencato, ad una ristrutturazione di questi istituti bancari che tra poco tempo entreranno in competizione con la concorrenza europea. Ma d'altro canto notiamo che da parte del sistema bancario piemontese non vi è stato alcun tentativo di operazioni unitarie per costituire gruppi bancari unendo energie ed esperienze piemontesi che potessero essere della stessa natura. L'istituto bancario piemontese in oggetto, quindi, compie sì un'operazione di questo tipo, ma in una dimensione di sudditanza verso il polo bancario veneto, il quale, inevitabilmente, porterà a dinamiche economiche negative per la nostra Regione.
Inoltre, capire il motivo per cui nell'operazione la Fondazione di Verona sia stata valutata maggiormente della Fondazione di Torino e perch quest'ultima valga quel pochino di meno, credo stia dentro la storia di questo istituto bancario. E' per questi motivi che quando il Presidente sosteneva che come Regione non abbiamo alcun membro nel Consiglio di amministrazione, ho pensato: "Meno male!". Le nomine approvate dai vari Enti locali e regionali in passato, all'interno degli istituti bancari e della Cassa di Risparmio in particolare, hanno fatto riferimento a logiche che tutti conosciamo e che poco avevano ed hanno a che fare con lo sviluppo sano degli stessi istituti bancari, ma sono servite ad operazioni e, forse anche, in un certo qual modo, a determinate dinamiche.
Presidente, le rinnovo il giudizio negativo sulla sua risposta; la invito, seppur in ritardo, ad occuparsi della questione e a coinvolgere anche gli altri Enti locali ad occuparsi della questione; lei, in fondo, è chiamato a governare questi processi economici e non ad osservarli dalla finestra di Piazza Castello.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Il Consiglio si è occupato della questione circa due mesi fa, a seguito di una nostra interpellanza.



PRESIDENTE

Ed anche in seguito ad un'audizione, Consigliere.



CHIEZZI Giuseppe

L'abbiamo fatta dopo. A seguito di una discussione svolta in un Consiglio anche abbastanza disattento, il Presidente Picchioni propose un'audizione con la Fondazione Cassa di Risparmio, che si tenne a livello di I Commissione e di Capigruppo. Infatti, le preoccupazioni di un accordo tra Cassa di Risparmio di Torino e quella di Verona, che penalizzasse la situazione economica piemontese era già allora in tutta evidenza: la Giunta, però, non se n'era accorta. Tale disattenzione della Giunta quindi, è ripetuta.
Durante l'audizione, presente il Presidente Picchioni, a fronte delle nostre preoccupazioni il Presidente della Fondazione "rassicurò"; non neg l'esistenza dei problemi, ma negò che la risoluzione degli stessi penalizzasse la Regione Piemonte. Questa la dichiarazione del Presidente della Fondazione che, mi sembra, si disse anche disponibile a tenere aggiornata la Regione Piemonte sull'evolversi della situazione.
Ora, tale situazione si sta evolvendo; i patti sociali vengono messi per iscritto, divengono un po' più chiari, e le preoccupazioni che generavano le notizie sintetiche di cui allora eravamo a conoscenza, invece di scemare, si acuiscono.
La proposta è di ricominciare da dove ci eravamo fermati, Presidente Picchioni, e quindi di richiedere alla Fondazione Cassa di Risparmio un incontro ufficiale per aggiornare la situazione, per avere conforto ed una discussione franca su quanto sta avvenendo. Infatti, quanto avviene nei due maggiori istituti bancari piemontesi - lo si era detto in occasione della scorsa discussione - non può essere trattato in modo disattento. E' mia opinione che, viceversa, rispetto ai rappresentanti - degni e non indegni della Regione Piemonte sarebbe utilissimo avere notizie, visto il ruolo della Regione Piemonte rispetto all'economia di questi due istituti.
A mio modo di vedere, una presenza d'indirizzo, con propri rappresentanti, della Regione Piemonte all'interno degli istituti di credito è cosa da acquisire ed ottenere. Ovviamente, una presenza di qualità, cosa che non è sempre avvenuta in questi anni.
Sollecito i colleghi e il Presidente del Consiglio a discutere sin d'ora questa proposta: se riteniamo opportuno discutere direttamente alla luce del sole in sede di Commissione tutti i problemi che sono qui emersi.



PRESIDENTE

Senz'altro la sua proposta verrà esaminata favorevolmente.
La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

E' successo un fatto sicuramente grave, Presidente Ghigo. E' successo che noi eravamo preoccupati per le sorti della Cassa di Risparmio di Torino; abbiamo richiesto questa audizione con il Presidente della Fondazione della Cassa di Risparmio, il quale ci ha rassicurato che questa fusione avrebbe mantenuto un'equità tra le due banche. Ci ha anche rassicurato che in passato si è fatto di tutto per ricercare quella collaborazione che si voleva tra istituti bancari piemontesi per andare verso una "Cariplo piemontese", tanto per capirci, dopodiché verifichiamo dai documenti che tutto questo non è vero.
Questo mi ricorda molto quando eravamo preoccupati per le sorti dello stabilimento di FIAT Mirafiori, allorquando chiedemmo un incontro e, invece di avere subito questo incontro, ci hanno portati con il carrello a fare un giretto per lo stabilimento. Sono preoccupato per l'autorevolezza di questa maggioranza e per la scarsa considerazione che evidentemente si ha di questo Consiglio da parte delle forze economiche.
Ci troviamo di fronte alla perdita di un altro ente, e ne abbiamo già persi tanti a Torino in questi anni. Sposo quindi la richiesta del collega Chiezzi di una nuova audizione, però chiedo anche al Presidente della Giunta che si cominci a pensare ad un piano generale su tutto il Piemonte che porti ad evitare che ogni due o tre mesi ci si trovi in questo Consiglio a parlare di quello che si è perso e di quello che si sarebbe potuto fare per non perderlo, perché è sempre meglio prevenire piuttosto che curare.
Rimane un grande interrogativo. Se anche questa volta abbiamo perso un ente, in questo caso un'intera banca, sarebbe opportuno che il Presidente della Giunta verificasse, indagasse, capisse per poi spiegare al Consiglio a chi giova tutto questo. Perché una banca deve perdere la sua tradizione piemontese, la sua identità, andandosi a mettere nelle mani di un'altra banca? Questo io non lo so; non ho il dono della preveggenza del Consigliere Cavaliere, che riesce sempre a scoprire i "truschi e truschini". Chiedo però che questa maggioranza prenda dei provvedimenti e convochi di nuovo la dirigenza della Fondazione, perché questa volta dobbiamo cominciare a dire basta e comunque tutti insieme esprimere il nostro dissenso.



PRESIDENTE

Il Presidente della Giunta desidera replicare? No: prende atto. Pertanto, convocheremo la dirigenza della Ca.Ri.To. e cercheremo di trovare nelle sedi più opportune e con le date più immediate la possibilità di un confronto corretto e soprattutto estremamente veritiero.


Argomento: Industria - Commercio - Artigianato: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 1121 dei Consiglieri Vindigni, Marengo e Riba relativa alla deliberazione CIPE 8/8/1996 - Adempimenti della Regione Piemonte


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 1121 presentata dai Consiglieri Vindigni, Marengo e Riba.
Risponde l'Assessore Angeleri.



ANGELERI Antonello, Assessore al turismo, sport e tempo libero

La deliberazione CIPE 8/8/1996, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale l'8/10/1996, stabiliva che i programmi attuativi regionali dovevano essere presentati al Ministero dell'Industria entro 120 giorni, ossia entro il 3/2/1997.
Gli uffici del Settore Turismo, presa visione della notizia dalla Gazzetta Ufficiale, segnalavano l'iniziativa al Settore Commercio e in collaborazione, ciascuno per la parte di competenza, si procedeva alla predisposizione del programma attuativo regionale.
Per quanto attiene la parte turistica, da alcuni anni si lavora in un'ottica di progettualità di sistema per l'attuazione dei Documenti di Programmazione (DOCUP) sia nelle aree Obiettivo 2 che Obiettivo 5b del Regolamento n. 2081/93. Con la deliberazione CIPE è parso logico cogliere l'opportunità per completare la realizzazione di progetti organici di sviluppo turistico di area già presentati alla Regione con particolare attenzione alle realtà dell'Obiettivo 5b.
La Giunta Regionale ha quindi formulato una proposta di programma regionale seguendo i criteri previsti per l'utilizzo dei fondi strutturali con l'obiettivo di realizzare una serie di progetti: da un lato di riqualificazione delle attività commerciali e turistiche in zone del centro urbano di Torino; dall'altro di riqualificazione e rivitalizzazione di sistemi turistici e commerciali di località turistiche termali e montane.
La caratteristica dei progetti proposti è determinata dall'integrazione di interventi infrastrutturali pubblici e da interventi da parte delle imprese turistiche e commerciali, in modo tale da realizzare un vero e proprio intervento di sistema capace di incidere sulla riqualificazione turistica e commerciale dell'area.
Così come non sarebbe produttivo l'intervento infrastrutturale senza che vi sia un corrispondente intervento per la riqualificazione o l'insediamento di imprese ai fini del consolidamento dello sviluppo di un sistema economico, d'altra parte le imprese per effettuare investimenti hanno bisogno di operare in un contesto territoriale e di servizi che garantisca uno sbocco favorevole ai loro interventi. Non per tutti i progetti è stato proposto il finanziamento contemporaneo di interventi infrastrutturali e di imprese, o perché alcuni interventi sono già stati realizzati o finanziati in altro modo o perché parti del progetto saranno realizzati in fasi diverse. Tutti i progetti presuppongono comunque nella loro attuazione a regime un'integrazione di interventi.
Il programma è articolato in n. 8 proposte progettuali organiche che saranno attuate: nel centro storico di Torino, nelle zone montane della provincia di Cuneo e della provincia di Verbania. In dettaglio, i progetti riguardano: Torino, quartiere di S. Salvario Torino, Piazza della Repubblica, mercato coperto alimentare, padiglione IV Macugnaga, riqualificazione delle attività turistiche Bognanco, riqualificazione turistico-ambientale Limone Piemonte, riqualificazione turistico-ambientale e consolidamento attività commerciale Frabosa Soprana, riqualificazione turistico-ambientale e qualificazione attività commerciale Frabosa Sottana, riqualificazione turistico-ambientale e qualificazione attività turistico-commerciale Vicoforte, riqualificazione turistico-ambientale e consolidamento attività turistico-commerciale.
In sede di presentazione programma è stata consegnata una circolare ministeriale datata 16/1/1997 e protocollata con il numero 34152 contenente indicazioni contraddittorie rispetto alle finalità e agli obiettivi della deliberazione. In questa nota, infatti, sono esclusi dai benefici dei contributi gli interventi infrastrutturali degli Enti pubblici.
Poiché la deliberazione CIPE prevede che le Regioni siano sentite in sede di istruttoria dal Comitato di valutazione, qualora vengano confermate le indicazioni del Ministero, il programma proposto dovrà essere modificato escludendo gli Enti pubblici. In sostituzione dei progetti pubblici potrà essere emanato un bando pubblico per la presentazione di ulteriori progetti, oltre a quelli che abbiamo già individuato e che sono stati menzionati.
La ricaduta in termini sociali ed occupazionali è misurabile in termini di correzione della tendenza negativa che ha caratterizzato i due quartieri torinesi negli ultimi anni e di mantenimento dell'occupazione in realtà turistiche montane.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE DEORSOLA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Non sono soddisfatto della risposta data dall'Assessore perché è una risposta evasiva, per alcuni aspetti e per altri sfugge ai quesiti che avevamo posto. Evasiva perché tende a dare al Consiglio un'idea delle finalità del programma CIPE che non corrisponde alle direttive del CIPE stesso. Infatti, la deliberazione CIPE 8/8/1996 dice: "Ritenuto di dover destinare le altre risorse disponibili" - si tratta di un complesso di circa 250 miliardi, di cui 80 miliardi destinati alle Regioni - "ad interventi mirati a favorire l'associazionismo e l'integrazione fra le imprese, allo scopo di sviluppare nelle aree depresse sistemi logistici e reti telematiche, di valorizzare l'offerta commerciale turistica, nonché di riqualificare con testi urbani e territoriali con positive ricadute in termini sociali ed occupazionali". Quindi, la delibera di CIPE parla esplicitamente di aiuti alle aree depresse, cioè alle zone che hanno maggiormente bisogno di sostegno anche nel nostro territorio regionale.
L'Assessore, nell'elencare i Comuni che beneficeranno di questi contributi laddove il Ministero accetterà le proposte formulate dalla Giunta, ha citato alcuni Comuni, che sono fra i più ricchi del Piemonte. In particolare, faccio presente il Comune di Macugnaga che con un reddito medio per abitante di L. 46.908.000 risulta quindi essere il Comune più ricco del Piemonte ed ipotizzando una media regionale di 100, Macugnaga arriva a 172; a tale Comune vengono dati contributi per 279 milioni.
Ancora, al Comune di Limone Piemonte, che nella graduatoria regionale ha un valore di 130, vengono assegnati complessivamente investimenti per 2 miliardi e 858 milioni. Di conseguenza, la deliberazione regionale, se vengono confermate queste scelte, contraddice i principi della deliberazione CIPE.
Per concludere ricordo che, dei sette Comuni che godono di questi contributi, ben quattro hanno un reddito superiore alla media regionale e solo tre hanno un reddito inferiore; esattamente i Comuni di Frabosa Soprana, Vicoforte e Bognanco. Quindi, nella scelta della Giunta, sarebbe stato opportuno tenere maggiormente conto delle finalità della deliberazione CIPE.
Il secondo aspetto della modalità seguita dall'Assessore che non ci convince è la scarsa informazione che è stata data su queste possibilità tant'è che i Comuni non sono stati informati, anzi molti non sanno nemmeno che erano previsti i Comuni, quindi le organizzazioni presenti sul territorio non conoscono tale scadenza e il compito che avrebbe dovuto svolgere la Regione. Che questa sia stata una scelta discutibile lo dimostra il fatto che l'Assessore si è impegnato per il futuro a fare un bando pubblico, laddove dice: "Poiché il CIPE" - o il Ministero dell'Industria, ha citato una circolare, non so a quale Ente faccia capo "ha già detto che non finanzierà interventi infrastrutturali che fanno capo ad Enti pubblici" - e ciò libererà delle risorse - "faremo un bando pubblico per acquisire altre proposte". Questo vuol dire che la nostra interrogazione ha centrato il problema e ha toccato nel segno, perché ha posto proprio la domanda alla quale l'Assessore ha risposto solo in maniera implicita, sulla scarsa trasparenza con la quale questa opportunità è stata gestita dall'Assessore. Evidentemente, poiché siamo in una fase di costruzione del programma, in cui la Giunta interloquisce con il Ministero dell'Industria e del Commercio, attraverso l'apposito Comitato che è stato insediato presso il Ministero dell'Industria e del Commercio, noi ci auguriamo che si possa rimediare a questi errori od ingiustizie che, come credo di aver dimostrato, la deliberazione di Giunta si porta dietro.


Argomento: Organizzazione turistica

Esame ordine del giorno n. 508 relativo alla sede dell'ATI di Susa-Pinerolo (connessa interrogazione n. 1199)


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 508 presentato dal Consigliere Montabone, di cui al punto 26) all'o.d.g., che ricomprende l'interrogazione n. 1199, sempre del Consigliere Montabone.
La parola al Consigliere Montabone per l'illustrazione.



MONTABONE Renato

Grazie, Presidente. Colleghi Consiglieri, ho presentato tempo fa circa un mese fa - un'interrogazione urgente perché appariva sui giornali sia locali che di tiratura nazionale, in particolare sulla cronaca di Torino e provincia, una sorta di decisione da parte della Provincia di Torino di localizzare la sede dell'Agenzia di accoglienza e della promozione turistica locale a Pinerolo.
Ricordo bene quale fu il dibattito relativo alla L.R. n. 75/96. Ricordo anche bene quali furono le difficoltà del Consiglio sulle attribuzioni che venivano mantenute da parte della Regione in materia di promozione turistica e quali potevano essere le competenze che venivano delegate alle Province.
Nell'ambito del dibattito emerse con assoluta non equivocità il fatto che il turismo concepito in chiave moderna dovesse avere una visione sovraterritoriale; addirittura l'ambito dei confini regionali era troppo ristretto per poter parlare di promozione turistica.
Ripeto l'esempio che portai allora: probabilmente, in una logica turistica proiettata verso paesi extra-italiani e addirittura non continentali, sarebbe assurdo e drammatico pensare che la promozione turistica si facesse localmente per singole territorialità. Ritengo importantissimo che tutti i Consiglieri, quei pochi che seguono questo dibattito, riescano ad esprimere la loro posizione rispetto alla promozione turistica. Dissi allora e dico adesso che non può essere considerata turistica la festa paesana che sposta persone da un paese ad un altro limitrofo: questo non è turismo.
Il turismo è quanto riesce a procurare economicamente, dal punto di vista internazionale, moneta forte che viene in Italia, o almeno economia che viene da altre Regioni verso il Piemonte. Ricordo, nel mio intervento di essere stato colui che in qualche modo cercò di sbloccare l'idea di delega che si doveva dare alle Province in materia turistica e tutti assieme si decise che certamente era, invece, una competenza stretta delle Province quella di cercare di organizzare, in accordo con gli Enti locali e cioè i Comuni, il sistema dell'accoglienza.
Sarebbe impensabile che un istituto di promozione turistica, con ampio raggio e grandi vedute proiettato verso l'esterno, non considerasse il fatto che le Province e i Comuni, Enti territorialmente preposti, non possano essere i detentori del potere dell'accoglienza turistica. Questo fu l'indirizzo che in quella legge venne dato.
Faccio questo preambolo perché ritengo sia necessario, nel momento in cui le Province discutono dei comparti turistici, prendere in considerazione i flussi di traffico turistico più importanti nella nostra Regione, rispetto a dove devono essere insediate le sedi per l'Agenzia di accoglienza e promozione turistica locale, promozione turistica che è tutt'altra cosa rispetto a quella di carattere regionale.
Io non so - perché siamo a metà fra un'interrogazione e un ordine del giorno presentato - quali siano stati gli intenti della Provincia di Torino che l'hanno spinta a scegliere, come sede dell'accoglienza turistica Pinerolo. Non so quali siano stati questi intenti, ma conoscendo un pochino il comparto di Pinerolo e quello di Susa, certamente non è a Pinerolo che vi è il maggior flusso turistico. Aspetterò la risposta dell'Assessore per riservarmi, in un successivo intervento, magari in dichiarazione di voto sull'ordine del giorno, le considerazioni nel merito.
Vorrei solo aggiungere un'altra cosa: si parla spesso in Consiglio regionale della Valle di Susa. Il Consiglio non mi ha mai visto portare questioni di campanile, come invece capita da altre parti; le lobby dei Consiglieri regionali della Valle di Susa, che una volta c'erano, non portavano le istanze solo della Valle di Susa, ma facevano i Consiglieri regionali di tutta la Regione. Mi viene da concludere l'intervento in questo modo: sarà mai possibile che quando devono passare delle grosse tratte sia autostradali, sia di Alta Velocità, sia di elettrodotti, non si immagini altra soluzione che il passaggio in Valle di Susa, e quando invece, per esempio, si debbono localizzare i compartimenti dell'ENEL si pensi che l'elettrodotto possa passare di qui e la gente possa fare riferimento a Pinerolo per i servizi? Io porto questo esempio, perché attraverso le esasperazioni di questi concetti - probabilmente non sono giustificabili - cominciano a prendere corpo le reazioni che avvengono in queste valli. Lo dico con molta chiarezza, lo dico all'Assessore non riferendomi a cause che lui ha, ma impegnandolo insieme al Presidente della Giunta e a tutto il Consiglio affinché chi deve scegliere per delega, ammesso che la delega sia stata sulla promozione turistica e non sull'accoglienza, scelga con dei criteri che non possono essere soltanto di massima città con maggior numero di abitanti. Ricordo soltanto che la Valle di Susa parte dal basso e vede vari tipi di turismo, piccoli laghi, grandi monumenti, uno dei quali è simbolo della Regione Piemonte, e non cito soltanto la Sacra di S. Michele: la Sacra non è a Pinerolo! Cito S. Antonio di Ranverso, cito l'Abbazia della Novalesa, cito la città romanica di Susa, l'Arco di Augusto, l'Arena romana, la Cattedrale. Cito i Parchi archeologici che insistono prevalentemente sulla Valle di Susa, cito i parchi che devono essere uno degli obiettivi del nostro turismo in Piemonte e non soltanto frutto di negatività. Sono tutti situati lì! Caso strano, si assume la decisione per l'accoglienza turistica andando a posizionare la sede da un'altra parte che tutte queste cose non ha.
Mi riservo di intervenire subito dopo la risposta dell'Assessore all'interrogazione e per dichiarazione di voto sull'ordine del giorno che ho presentato. Ricordo anche i grandi impianti turistici dell'alta valle perché sono conosciuti da tutti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Condivido gran parte dell'intervento del collega Montabone, per intendo aggiungere una considerazione di ordine generale che già abbiamo avuto modo di formulare quando la legge turistica è stata approvata.
Abbiamo considerato tale legge abbastanza poco strutturale, cioè una legge fatta in fretta, fatta male che non riuscirà - perché questa è la condizione - ad organizzare in maniera ottimale, seria ed economicamente vantaggiosa per il Piemonte, la domanda turistica. Si tratta di una legge che crea pochi strumenti di servizio agli operatori esistenti. Invece, noi abbiamo bisogno di una legge che faccia da volano non solo all'esistente ma programmi ed immagini uno sviluppo molto più vasto rispetto all'esistente.
Da sei mesi a questa parte si dice che sono già pronte le nuove agenzie turistiche; in ogni conferenza stampa, su qualsiasi argomento, nelle cartelline dei giornalisti c'è scritto: "Sono partite le..."; cose assolutamente non vere, nel senso che non è ancora partito alcunché, tant'è che abbiamo all'o.d.g. l'approvazione degli ambiti.
Credo debba essere detto qualcosa anche sull'operazione APT: con il tempo si è capito almeno cosa parzialmente è servita tale operazione. Prima di formulare la nuova legge sono state tolte, commissariate le APT, ma le stesse hanno continuato e continuano tuttora ad operare nello stesso modo.
Non solo operano nello stesso modo, ma addirittura vengono utilizzate come braccio operativo dell'Assessorato. Con l'operazione - e qui lo voglio denunciare in forma chiara e netta - dei Mondiali di sci si sono usate le APT - e in particolare quelle di Pinerolo e di Susa, che avrebbero dovuto gestire i servizi turistici attorno ai Mondiali - come pie' di lista economico dell'Assessore. Cioè tutte le spese che l'Assessore ha ritenuto di fare, ha presentato fatture alle APT e le ha fatte rendicontare alle stesse. Mi riservo, con una documentata interrogazione, di chiedere al Consiglio di discutere di questo argomento.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere. Le sue parole le abbiamo sentite, credo che nel prosieguo lei possa documentare tali affermazioni, che mi paiono di una certa pesantezza.
La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Visto che il Consigliere Montabone ha fatto un richiamo allo sviluppo della Valle di Susa, all'insieme delle opere previste in questo territorio denunciando un diverso trattamento per cui gli interventi pesanti vengono attuati nella Valle di Susa e gli interventi a favore del settore terziario verso altre zone, vorrei ricordare che la Giunta regionale nel 1995 nell'ambito degli studi per la formazione del Piano territoriale regionale che dovremmo discutere questa sera, aveva avviato degli studi di pianificazione del territorio valsusino, in quanto si riteneva di avocare alla Regione la pianificazione di un territorio ritenuto di importanza strategica. Sarebbe opportuno che, con l'occasione, l'Assessore competente rispondendo all'interrogazione presentata dal collega Montabone, ci dicesse a che punto sono questi studi.



PRESIDENTE

Prima che l'Assessore svolga il suo intervento, pregherei il colleghi che devono assentarsi dall'aula di portare con loro i telefonini, in quanto disturbano non poco lo svolgimento dei lavori.
La parola all'Assessore Angeleri per la replica.



ANGELERI Antonello, Assessore al turismo e tempo libero

Ho avuto modo di leggere l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Montabone. Devo dire che l'invito e l'impegno rivolto alla Giunta è quanto mai di buonsenso. Si invita la Regione a concorrere con la Provincia - Ente delegato a promuovere le Agenzie di informazione ed accoglienza locale - su quella che sarà la futura sede di accoglienza di promozione turistica nel rispetto delle reali esigenze turistiche, con riferimento al bacino di utenza interessato dai più cospicui flussi turistici.
Questo è stato un impegno richiesto espressamente al sottoscritto, al Presidente della Giunta regionale e a tutta la Giunta: mi pare condivisibile a tutti gli effetti.
L'ordine del giorno è la conseguenza di un'interrogazione, formulata dal Consigliere Montabone, che aveva per oggetto la sede dell'Azienda di informazione ed accoglienza turistica di Susa e di Pinerolo.
Qui si pone di fatto il problema non solo per Susa e Pinerolo, ma per tutto quello che riguarda le sedi delle dodici Agenzie di informazione ed accoglienza locale che le Province hanno individuato o stanno per individuare in sede di applicazione della L.R. n. 75/96.
Vorrei fare presente che l'Assessorato al turismo, con una nota del 12 maggio, ha richiesto alla Provincia di Torino di fornire elementi conoscitivi in merito al proponimento dell'Amministrazione provinciale di istituire in Pinerolo la sede della futura Azienda di accoglienza e promozione turistica locale nell'ambito territoriale della Valle di Susa e del Pinerolese.
Vorrei però precisare a questo proposito che l'Assessorato, già con lettera del 23 gennaio, aveva invitato le Amministrazioni provinciali a valutare attentamente l'opportunità che le sedi delle Agenzie fossero collocate nelle aree di maggiore gravitazione dei turisti e di maggiore presenza di risorse e di imprese turistiche, cioè quello che viene oggi richiesto nell'ordine del giorno. Mi pare che questo sia un riferimento, se non l'unico, per individuare le future sedi, sicuramente il principale.
Il Consigliere Montabone, nel suo intervento, richiedeva quali sono stati gli intenti che hanno fatto sì che si scegliesse Pinerolo da parte della Provincia. Da parte della Provincia è pervenuta una risposta, che leggo testualmente, anche per chiarezza: "La Provincia di Torino, a cui spetta di costituire tre ATL, tra cui quella in esame, ha preliminarmente e dettagliatamente analizzato attraverso studi propri, consulenze e dibattiti pubblici (tre nel corso dei mesi di marzo e aprile 1997), le problematiche inerenti. Rispetto a queste possono farsi le seguenti considerazioni.
1) Tra i principi ispiratori contenuti nella L.R. n. 75/96, quello fondamentale riguarda la commistione tra pubblico e privato in materia di accoglienza e promozione turistica. Tant'è che la formula giuridica suggerita da codesta Regione e adottata è quella del Consorzio privato come è disciplinato dall'art. 2602 del Codice Civile.
2) Ne discende che l'atto costitutivo dell'Agenzia è un vero e proprio contratto di diritto privato, dove ciascun partecipante conta per quanto è disposto ad investire.
3) I probabili consorziati sono quelli indicati nell'allegato prospetto (e sono la Provincia do Torino, ovviamente; la Camera di Commercio; le Comunità montane interessate di quest'area; i Comuni di Susa, Torre Pellice, Cavour, Pinerolo, Clavière; il Parco regionale della Val Troncea e della Valle Sangone; i Comuni di Prali, Pragelato e Fenestrelle; l'UNPLI l'ASCOM; l'Associazione Pinerolo Sì e tutta una serie di altri soggetti privati tra cui: Dacar Viaggi; Piemonte Arte e Natura; CNA; Società De Stijl; PL Oulx; PL Susa; EPAT; AIAT; FIAVET; Cooperativa Culturale Comunicazioni Sociali; ASCOM Pinerolo; CNA Pinerolo; '13 Laghi' S.p.A.
Museo Etnografico di Pinerolo; Albergian; Europorto; Formont; Jacarè Viaggi di Pinerolo).
4) La scelta della sede è avvenuta, dopo ampio dibattito, nell'ultima riunione dei consorziandi interessati (9/4/1997) in condizione paritaria poiché non esistono ancora le quote.
5) Le considerazioni fatte in quella riunione sono state tutte improntate alle esigenze di funzionalità ed economicità, tenendo conto che le funzioni connesse alla sede (esclusivamente amministrative) poco incidono sulle scelte di promozione turistica e sull'operatività dell'Agenzia. Si è ritenuto, proprio in riferimento alle funzioni amministrative, che la sede legale si trovasse nel demograficamente maggiore centro urbano di ciascuno degli ambiti (Torino, Pinerolo, Ivrea), così come è logico e funzionale disporre se non esistono altre ragioni prevalenti.
6) Dette considerazioni hanno condotto alla soluzione di avere, oltre alla sede principale (sede legale), anche una sede decentrata a Oulx, così scelta per ragioni geografiche dei preponderanti attuali flussi turistici e per ragioni economiche, avendo lì subito a disposizione locali da poco approntati allo scopo con fondi comunitari. In sostanza, non si è fatto altro che continuare nella situazione già esistente: l'utilizzo delle attuali sedi delle due APT interessate e rientranti nel nuovo ambito turistico.
7) Sotto l'aspetto propositivo ed operativo la sede di Oulx non si differenzia rispetto a quella di Pinerolo. Anzi, una certa autonomia rappresentativa è garantita da due specifiche disposizioni statutarie della futura Agenzia: a) l'art. 15, che prevede che due Consiglieri del Consiglio direttivo siano designati dai soci operanti rispettivamente nelle aree corrispondenti ai bacini turistici della Valle di Susa e del Pinerolese b) l'art. 14, che prevede la possibilità di istituire Comitati consultivi rappresentativi di area più o meno estesa".
E qui conclude la comunicazione dell'Assessore provinciale Accossato che dovevo comunicare al Consiglio e in particolare al Consigliere Montabone che nell'interrogazione chiedeva chiarimenti su quali fossero stati gli intenti che avevano fatto individuare in Pinerolo la sede dell'Agenzia.
Mi sembra che, rispetto a questo, ci sia stato anche da parte dell'Assessorato - lo ripeto, sia il 23 gennaio che successivamente un'indicazione che faceva riferimento principalmente a quelli che sono i flussi turistici e non a quello che invece è scritto all'interno di questa lettera, quando dice che si fa riferimento ad un fattore esclusivamente demografico. Mi sento quindi di condividere l'indicazione che proviene dal Consiglio e di riformulare, a maggior ragione, un intervento nei confronti della Provincia, per dare ulteriormente indicazioni in merito.
Il Consigliere Cavaliere parlava di una legislazione carente in materia e di una legge che non è attuabile, che sarà di difficile attuazione da parte della Regione. Devo comunicare al Consiglio che tutte le Province hanno inoltrato la comunicazione alla Regione di adesione all'Agenzia regionale; che hanno lavorato e si sono mosse per promuovere le Agenzie di informazione ed accoglienza locale; in questo mese, e precisamente il 30 giugno, scadrà la funzione delle Aziende di promozione turistica.
Uno dei motivi principali per cui - torno a ripetere - abbiamo voluto rivedere la legge di promozione turistica nella nostra Regione, è proprio quello, in qualche modo sottolineato dal Consigliere Cavaliere, di evitare un uso distorto delle Aziende di promozione turistica e di avere invece una promozione coordinata a livello generale, coadiuvata da un'informazione e un'accoglienza adeguata sul territorio dove abbiamo individuato, anche per un risparmio di costi - è bene dirlo - dodici Agenzie anziché le venti precedenti.
Mi sembra quindi che l'intervento del Consigliere Cavaliere sia in parte contraddittorio, proprio perché abbiamo voluto evidenziare quelle che erano le storture della legge precedente, che sicuramente è stata dichiarata da tutti obsoleta. Nel momento in cui si accusa di aver utilizzato le APT di Pinerolo e di Susa, che erano comunque preposte a lavorare in particolare per l'evento mondiale, mi sembra che la contraddizione sia palese e non accettabile.
In questo mese che ci separa dalla chiusura delle Aziende di promozione turistica, sarà cura dell'Assessorato al turismo seguire la formazione delle Agenzie di informazione ed accoglienza locale e, ovviamente, quella dell'Agenzia regionale. Quanto prima verremo a relazionare in sede di Commissione, proprio per informare i Consiglieri dell'avvenuta costituzione.



MINERVINI MARTA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone per dichiarazione di voto.



MONTABONE Renato

Non è la risposta dell'Assessore al turismo della Regione Piemonte che non mi soddisfa, ma quella dell'Assessore al turismo della Provincia di Torino. Risposta che non rientra in quanto contenuto nelle circolari interpretative della legge che l'Assessore al turismo della Regione Piemonte ha inviato a tutte le Province. Infatti, se come l'Assessore ci dice, è stata inviata - mi sembra il 23 gennaio - una comunicazione alle Province, con la quale si dava indicazione che come sede di accoglienza e promozione turistica doveva venir scelta una località di massima gravitazione turistica, appare di tutta evidenza che la scelta attuata in una di queste località della Provincia di Torino non è quella corrispondente ai requisiti richiesti.
Invito l'Assessore - come mi sembra si sia reso disponibile a fare - a rivedere la posizione con la Provincia; proprio questo tipo di scelta potrebbe rivelarsi uno dei fallimenti annunciati della L.R. n. 75/96.
Mi sono fatto rielencare, appositamente, gli Enti locali aderenti a questo tipo di iniziativa; rispetto alla deliberazione - che esamineremo in seguito, anche questa frutto di lungimiranza da parte delle Province, in particolare della Provincia di Torino - vedremo che dei circa trecento Comuni della Provincia di Torino quasi tutti sono turistici. Occorre accordarsi sul significato del termine "turistico". E' sufficiente affermare che Piscina appartiene ad una comunità montana o ad un lago o alle terme o alle colline o che è compresa in un parco, per dire che è un paese turistico? Il turismo che intendiamo noi è lo stesso che intende la Provincia di Torino? Se non ci mettiamo su questa lunghezza d'onda, non possiamo parlare di turismo.
Risulta dall'elenco che ci ha letto l'Assessore, comunicatogli dalla Provincia di Torino - e mi scusi l'Assessore se mi accaloro, ma l'accaloramento non è rivolto a lui, ma ad altri - che i maggiori Comuni turistici della Provincia di Torino, che fanno parte del turismo montano probabilmente non aderiscono all'Agenzia di accoglienza e di promozione turistica. Ma dove li inseriamo Bardonecchia, Sauze d'Oulx, Ulzio, rispetto al turismo estero, alla moneta forte che arriva nel nostro Piemonte rispetto ad una funzione turistica rilevante? Dove li mettiamo? Nessuno gliel'ha impedito; certo è che se si considerano Comuni turistici di rivelante importanza Comuni come Piscina, probabilmente ci sono dei parametri totalmente diversi da rispettare rispetto alle Agenzie di accoglienza.
Ho citato il Comune di Piscina perché è il primo che mi è venuto in mente; riprenderò il discorso nel momento in cui si esaminerà la deliberazione contenente l'elenco dei Comuni turistici e verificheremo se per accontentare tutti, non si li scontenterà comunque tutti.
Il turismo non lo si fa accontentando tutti; la promozione turistica in Piemonte, la si può fare soltanto promuovendo il vero turismo presente in Piemonte; se facciamo di ogni erba un fascio, non risolviamo il problema turistico.
Ho dimenticato di rilevare - cosa che peraltro ha rilevato l'Assessore al turismo della Provincia di Torino nella sua risposta - che, vedi caso ad Ulzio erano state spese ingenti somme di quattrini per risistemare la sede dell'APT precedente, attrezzata per ospitare in tutto e per tutto, per ospitare sia legalmente che nelle sue funzioni importanti di accoglienza del sistema turistico delle nostre vallate. Così non è.
Ricordo poi all'Assessore regionale - invitato ad un'audizione in I Commissione, mi sembra, per giovedì prossimo - la logica del finanziamento delle Agenzie turistiche regionali e, si legge nella deliberazione che ha presentato, anche di quelle provinciali.
Personalmente, intendo solo far rilevare che se la Regione deve finanziare Agenzie turistiche provinciali assunte con questo criterio l'Assessore in questo momento ha un'arma forte per far capire alle Province che il turismo è altra cosa. Diversamente, non merita di essere finanziata.
Se il turismo è l'elenco dei Comuni che ci è stato letto, non merita di essere finanziato; se il turismo è quello che abbiamo dibattuto al momento dell'approvazione della legge, merita - invece - di essere finanziato.
Mi scuso ancora per essermi un po' accalorato: è la materia che mi accalora! Combinazione si tratta di una valle che mi ha sempre accalorato.
Credo quindi sia stato opportuno - ripeto - dando valore a tutte le località turistiche del Piemonte, non bluffando, però, sulle cose importanti.
I Campionanti del Mondo sono stati gestiti da alcune persone che, vedi caso, hanno origini in valli limitrofe alla Valle di Susa, dove si vanno oggi a localizzare le sedi turistiche. Relativamente ai Campionati del Mondo presenterò forse un'interrogazione per conoscere lo sbilanciamento economico di cui sono stati oggetto. Durante tali Campionati abbiamo visto iniziative di Sestrière che facevano riferimento ad un'USL di Susa chiedere di far riferimento su un'USL di Pinerolo, salvo poi spendere quattrini dello Stato e della Regione nelle politiche dei trasporti, per collegare Sestrière attraverso l'autostrada della Valle di Susa.
Occorre allora una riflessione a tutto campo rispetto alla questione.
Non si può richiedere l'intervento dello Stato italiano e dire che "se non si fa così, per certi servizi ci collegheremo alla Francia". E' ora di smetterla! E' ora che le politiche di programmazione regionale vadano fatte con criteri ed intenti precisi e si possa parlare alle Amministrazioni ed alle popolazioni locali con intenti chiari. Ebbene, l'intento che spinge la Provincia di Torino a localizzare a Pinerolo la sede, anche se legale dell'accoglienza e della promozione turistica locale non è chiara.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertoli.



BERTOLI Gian Pietro

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, vorrei - e in proposito mi riprometto di presentare un emendamento all'ordine del giorno - fare presente a tutto il Consiglio che in questi mesi in cui si è aperta la discussione tra le Province e le comunità locali per la costituzione delle Agenzie di accoglienza locale è emersa con una certa forza la volontà da parte di alcuni - ipotesi all'inizio fatta anche propria dall'Assessore della Provincia di Torino - di non collocare nella nostra Provincia tre Agenzie di accoglienza locali così come prevede la nostra legge, ma di prevederne una sola in Torino. Di conseguenza, a razionalizzazione avvenuta, si arriverebbe ad avere il bel risultato di prevedere in Torino due Agenzie: una regionale e l'altra provinciale, quindi di fatto ancora regionale.
Credo che questo sia da contrastare, perché creerebbe delle grosse difficoltà politiche diffuse sul territorio regionale che andrebbero ad aggiungersi a quelle già esistenti. E mi pare che il dibattito negli ultimi mesi stia andando nella direzione prevista dalla L.R. n. 75/96. Però - ed è per questo che mi sono permesso di presentare l'emendamento che poi far avere alla Presidenza - non vorrei che questo discorso che sta venendo fuori, cioè la difficoltà nel localizzare le Agenzie locali sul territorio perché tutti tirano ad averla dalla propria parte (giustamente, con considerazioni talvolta oggettive, talvolta meno), non vorrei - dicevo che questa difficoltà a collocare concretamente le localizzazioni ridesse forza all'ipotesi di avere una sola Agenzia di accoglienza locale nella Provincia di Torino, che rappresenterebbe una difficoltà ulteriore che io ritengo si debba sventare.
Per questa ragione chiedo che nell'ordine del giorno venga inserito un emendamento, dopo le parole "di assistenza per i turisti", cioè prima di "tutto ciò premesso", che ribadisca che la L.R. n. 75/96 prevedeva che gli ambiti turisticamente rilevanti nella Provincia di Torino fossero tre ovvero l'Area metropolitana di Torino, la Valle di Susa e il Pinerolese, il Canavese e le Valli di Lanzo.
Concludo questo mio intervento di illustrazione dell'emendamento che ho presentato facendo presente una considerazione di carattere più generale all'Assessore, che è quella che noi abbiamo concesso, con la nostra astensione, un'apertura di credito rispetto ad una nuova organizzazione del turismo e della promozione turistica nella nostra Regione, però non possiamo non constatare e sottolineare negativamente che questo permanere di una situazione di commissariamento delle APT è sicuramente un problema grave, un problema di democrazia, di mancanza di coinvolgimento, che deve essere rimosso, che non può permanere ancora per molto tempo. Chiediamo quindi che ci sia un'iniziativa forte affinché questa sospensione di partecipazione, che va contro il dibattito generale sul processo di delega venga rimossa, perché - ripeto - non può perdurare ulteriormente.
Consegno l'emendamento e spero che venga accolto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Ricordo al Consiglio che durante i Campionati del mondo di sci al Sestrière ebbi modo di presentare un'interrogazione perché mi chiedevo come era stata possibile una gestione così univoca e localizzata in Sestrière di una manifestazione così importante come i Mondiali e tralasciare, anche con delle manifestazioni collaterali, secondarie, tutta quella vallata che si spiega da Bardonecchia ad Ulzio, fino a Sestrière. Mi chiedevo come fosse stato possibile che neanche come sede di allenamento di qualche squadra nazionale (ad esempio, l'Austria e la Francia) non si fosse riuscito a dare a Bardonecchia una piccola motivazione di entrare in qualche modo in una manifestazione così importante. Ebbi a lamentarmi anche pubblicamente di come era stata gestita a favore di un Comitato nel quale era troppo presente una famiglia e non era stato invece visto nel più globale interesse di tutte le vallate una manifestazione così importante.
Ma se quello fu un piccolo schiaffo in faccia alla Valle di Susa, non so cosa pensare oggi, a due anni dall'entrata in funzione dell'autostrada della Savoia. Infatti, durante un'audizione della Commissione Trasporti è stato detto che entro il 1998 dovrebbe entrare a regime l'autostrada che collega Chambery a Torino, con uno sviluppo turistico e del passaggio di merci, persone e turisti, che forse non riusciamo a valutare come dimensione, che oggi non c'è perché percorrere la strada statale della Maurienne attualmente è un'impresa impossibile. Di fronte a questo futuro sviluppo, non è solo uno schiaffo in faccia, ma è anche un calcio nel "didietro" a tutta la Valle di Susa! Mi chiedo quindi, a tre anni dall'abolizione del Ministero del Turismo e quindi oggi questa programmazione è tutta responsabilità dell'Assessorato regionale al turismo, se non sia veramente utile ripensare - questo è un suggerimento, un auspicio - alla sede dell'Agenzia turistica, che ora è in un'altra zona turistica, lontana molti chilometri, che ne fanno in un'area geografica incredibilmente lunga. E' quindi auspicabile un ripensamento relativamente all'ubicazione dell'Agenzia di promozione turistica che non dovrebbe essere nel Pinerolese, ma nella Valle di Susa e in ispecie nella stessa città di Susa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Mi pare non inopportuno questo dibattito, che magari sarebbe opportuno svolgere più ampiamente sull'intero problema dell'applicazione di questa legge importante, strategica, che ricordo noi abbiamo sostenuto con le riserve che derivavano da quella parte non accolta delle nostre proposte e dei nostri indirizzi che tuttora consideriamo validi.
Nel caso specifico si tratta di prendere atto che sicuramente c'è una complessità connessa all'attuazione di questo indirizzo. Devo ricordare che quando abbiamo scelto - è stato un lungo lavoro in sede di Commissione - di dare un indirizzo un po' coattivo alle Province per la riorganizzazione delle loro sedi per evitare che il tutto sostanzialmente riproponesse uno schema polverizzato come quello precedente, a svantaggio dell'efficienza e dell'efficacia delle nuove strutture; facendo questo nei confronti della Provincia di Torino avevamo in effetti fatto - l'Assessore lo ha presente una grossa forzatura, nel senso che si trattava di arrivare a dare tre Aziende per una dimensione di quasi 2 milioni di abitanti, rispetto agli altri territori che hanno situazioni molto più facili da gestire.
Ai fini di poter dare un voto all'ordine del giorno, devo preliminarmente prendere le distanze dal ragionamento del collega Montabone, nel senso che viene proposta una valutazione molto critica nei confronti della Provincia, che - secondo me - non deve essere il nostro approccio a questo tipo di problema. Il nostro approccio deve essere quello di dare un contributo, e in questo senso sono invece d'accordo sull'indirizzo di chiedere un supplemento di lavoro alla Giunta, assieme alla Provincia di Torino, per realizzare un'intesa efficace ed accettata.
Altrimenti, il carico che abbiamo trasferito alle Province viene accompagnato da un atteggiamento di delega ostile. E' vero che è difficile fare un elenco dei Comuni turisticamente rilevanti ed è vero che ci sono delle imperfezioni; è anche vero che la materia è ancora in larga parte in corso di formazione, però vorrei anche capire quale importanza diamo alla possibilità di costituire sedi operative decentrate. In fondo queste strutture non sono come gli Uffici del Catasto o del Registro; se ci ritroviamo ad avere una visione così burocratizzata, così centralizzata bulgara - diciamo - del modello organizzativo, sicuramente non andiamo nella direzione della fluidità, dell'elasticità che dovrebbero avere strutture di questo genere per poter aderire alle opportunità, alle domande articolate del territorio e magari trovare anche forme di localizzazione che possono essere non strettamente sottese alle maggiori aree di presenza oggi, perché devono anche fare delle politiche. Ma questo non è affermato in linea aprioristica né escluso. Quindi, un indirizzo di lavoro svolto insieme è uno dei casi che, tutto sommato, la legge comporta.
Come atteggiamento politico è chiaro che non siamo assolutamente disponibili, anche se - ripeto, poiché votiamo l'ordine del giorno e non gli interventi - l'ordine del giorno, con la precisazione di miglioramento dell'indirizzo, della leggibilità che ha proposto il collega Bertoli potrebbe anche essere accolto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Racchelli.



RACCHELLI Ettore

Il Consigliere Montabone ha fatto alcune considerazioni, nell'ambito di una discussione che riguarda il settore della promozione turistica e l'applicazione della L.R. n. 75/96, che ha comunque dato indicazioni nuove e ha voluto perseguire obiettivi diversi su un'effettiva promozione ed un'effettiva riqualificazione degli investimenti, in un settore che ha necessità di sviluppare un'effettiva industria nel turismo. Trovo che tali considerazioni abbiano una grande importanza e soprattutto bisogno di essere discusse più ampiamente.
Dando un'occhiata all'elenco di quei Comuni che le Province ci hanno indicato come di ampia rilevanza turistica, credo che le riflessioni siano diverse e soprattutto indirizzate a cosa si voglia effettivamente realizzare con la L.R. n. 75/96, se consideriamo turistici alcuni Comuni o alcune aree che di turistico hanno nulla. Certo, se abbiamo delle somme da riversare in questo settore le dobbiamo ottimizzare, rendere senz'altro catalizzatrici di progetti che riqualifichino il territorio.
Francamente credo ci siano, in ogni elenco delle Province, dei Comuni che non hanno alcuna valenza, alcuna caratteristica, alcuna logica per essere considerati Comuni turistici. La prima deduzione è che una razionalizzazione della spesa e degli investimenti su Comuni che di turistico hanno nulla, di fatto impoverisce la risorsa e la qualificazione degli investimenti stessi. Sarebbe come comprendere, in un elenco di paesi ad alta vocazione industriale, un Comune come Stresa. Chiaramente, il Comune di Stresa non ha alcuna valenza, alcuna possibilità di essere inserito come Comune ad alta densità industriale.
La seconda considerazione che va fatta deve rispondere ad una domanda: qual è il vero turismo esistente in Piemonte? Quali sono gli effettivi ambiti che in Piemonte meritano l'attenzione, gli investimenti, l'effettiva capacità anche legislativa per consentire un salto di qualità, soprattutto in visione di uno sviluppo socio-economico che ormai in Piemonte non è più procrastinabile? Uno sviluppo socio-economico legato ad un indirizzo o ad un settore particolare ci permette senz'altro di riavviare la macchina che dall'occupazione giovanile ad una qualità della vita che senz'altro passa attraverso lo sviluppo economico, deve essere uno dei risultati che questa legge si pone.
La considerazione che reputo fondamentale è la valutazione che il collega Montabone ha fatto forse un po' di corsa, ma che varrebbe la pena di riprendere. Qual è il flusso turistico reale per l'industria del turismo piemontese? E' forse il turismo del sabato, che da Torino si sposta al Sestrière per sciare, o è il flusso turistico che da Torino si sposta nelle zone montane del Piemonte o del Torinese per passare i fine settimana? O l'industria del turismo, invece, è la ricerca di appropriarsi di quote di mercato internazionale, per cui in questa regione si portino soldi e risorse economiche internazionali in valuta pregiata, che ci permettano effettivamente di avere un beneficio e una riproduzione moltiplicata esponenziale sui settori che sono importanti e che sono legati ad uno sviluppo dell'economia turistica: l'artigianato, il commercio, il terziario in generale, anche l'economia dei servizi? E' chiaro che se riusciamo a portare flussi turistici reali, portiamo economie reali, economie che non sono nostre e che non sono funzionali ad investimenti che possano, di fatto, essere condizionanti dello sviluppo stesso, ma portiamo una ricchezza pulita, che nasce da investimenti in altri Paesi e che trovano nella nostra regione la logica esclusiva di una riconversione di settori che per noi sono fondamentali e vitali, che sono quelli che vi ho esposto precedentemente.
Non è questa la sede, ma io credo che occorra fare una riflessione su quello che le Province ci hanno indicato e che noi, secondo me, non dobbiamo fare nostre, perché abbiamo fatto una legge reputando che gli investimenti e la spesa nel settore turistico non fossero una spesa che qualificasse il settore turistico, ma una spesa finalizzata esclusivamente alla gestione dell'ossatura turistica.
Allora noi non possiamo accettare che, ipso facto, le Province ci indichino come sede di APT luoghi che noi non reputiamo funzionali agli investimenti che andremo a fare, perché noi, come Ente regionale, andremo a fare forti investimenti in quell'area, con soldi regionali; inoltre non accettiamo che ci vengano propinati degli elenchi di Comuni, anche - vi devo dire - nella mia provincia, che è forse la provincia turistica piemontese per eccellenza. Voglio ricordarvi un dato: la provincia del Verbano Cusio Ossola rappresenta il 70% del turismo straniero di tutta la Regione Piemonte. Trovo che alcuni Comuni nella mia provincia che sono stati indicati come turistici, di turistico non hanno assolutamente nulla.
Allora, perché dobbiamo andare a svilire un impegno finanziario ed economico, anche politico, nella direzione di uno sviluppo dell'industria del turismo piemontese, senza fare una verifica di quello che gli Enti locali ci propongono come tessuto verso il quale indicare e promuovere gli investimenti? Credo che il dibattito sia aperto a tutto campo e che vadano fatte delle valutazioni nell'ambito di questo Consiglio, perché non potranno che migliorare l'applicazione di questa legge, e credo che le considerazioni del Consigliere Montabone siano fortemente critiche verso una situazione che non rappresenta lo spirito per cui questa legge è stata pensata, è stata votata ed è stata resa legge regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

Ascoltando le riflessioni che hanno fatto i colleghi su questo tema che abbiamo già discusso ampiamente in occasione dell'approvazione della L.R. n. 75/96, credo che nello spirito effettivo di questa legge ci fosse come intento primario quello di dare degli indirizzi precisi ad una nuova politica del turismo, cioè dare soprattutto un segnale.
Il turismo va orientato verso quelle che sono le sue caratteristiche di mercato e non va più orientato verso gli interessi localistici e clientelari, che hanno fatto nascere tanti equivoci nella gestione delle Aziende di promozione turistica. Quindi concordo pienamente con quanto ha detto il Consigliere Racchelli sul fatto di far comprendere, anche alle Province, che occorre introdurre un lavoro anche di cultura turistica proprio a partire dagli organi istituzionali: mi rendo conto che gli organi istituzionali su questa materia hanno una visione abbastanza ferma, non mobile come lo è il mercato del turismo, in particolare.
Quindi dobbiamo far capire che se vogliamo rimettere in moto il volano dell'economia turistica regionale dobbiamo orientarci verso caratteristiche di gestione che siano il più possibile vicino alle logiche di mercato.
Partendo da questo presupposto è logico che - passo ad un altro settore la sede del parmigiano reggiano sia Parma, quando si produce il parmigiano reggiano a Reggio Emilia, quando si produce il formaggio in quella zona, ed è logico che la centrale istituzionale sia laddove esiste la produzione chiamiamola così in termini generali, del prodotto.
Anche nel turismo bisogna cercare di adottare una strategia che si avvicini il più possibile a quelle che sono oggi le maggiori potenzialità turistiche della Regione, quindi occorre istituire queste sedi nelle località che hanno più vicinanza con i problemi, che possono avere più operatori interessati, più sinergie locali, più potenzialità nello sviluppo futuro di questo settore.
Anch'io concordo sul fatto che la lista dei Comuni che è stata presentata debba essere esaminata più attentamente, perché in effetti non vorremmo ritrovarci con un'accozzaglia di nomi per cui ogni piccolo Comune che magari non ha alcuna incisività sul mercato, viene equiparato a Comuni o località che hanno un'effettiva potenzialità di mercato per attrarre quel tipo di turismo cui si faceva riferimento prima. Veniva appunto detto che non deve essere il turismo domenicale o il turismo del singolo che si sposta da Torino ad Alba o da Torino a Sestrière; noi dobbiamo andare ad attaccare i mercati internazionali del turismo e cercare di portare in Piemonte gente che si fermi possibilmente una settimana, quattro o cinque giorni, che pernotti nelle varie località del Piemonte. Anche per questo dobbiamo valutare le opportune sinergie; difficilmente un turista si ferma dieci o quindici giorni in una località. Bisogna creare dei circuiti turistici che solo delle Agenzie attive, presenti sul territorio nelle località fulcro dell'attività turistica, secondo me, possono concorrere a formare. Poi, se ci sono Comuni che hanno invece velleità turistiche e puntano ad arrivare a questo obiettivo, secondo me prima dovrebbero presentare progetti e programmi adeguati, perlomeno per poterli valutare.
Sulla carta tutti si dicono Comuni turistici; in realtà sappiamo che il turismo in Regione Piemonte è una Cenerentola in termini statistici economici: abbiamo poca economia turistica ed abbiamo centinaia e centinaia di Comuni turistici. Allora mi chiedo dove stia la logica in questa questione.
Ridisegnando la visione su questo settore, secondo me è importante dare dei capisaldi. Come Regione noi abbiamo già dato l'indirizzo con la legge: ci devono essere un'Agenzia regionale di promozione esterna e delle Agenzie locali di accoglienza, informazione e promozione locale. La promozione locale, l'informazione e l'accoglienza vanno fatte laddove il turista giunge in numero maggiore. Già oggi sappiamo dove sono le potenzialità maggiori per poterla fare; poi, con la logica di decentramento cui accennava anche il Consigliere Riba, allora sì che si può arrivare anche alle sedi magari meno interessanti. Però, secondo me, l'Agenzia locale deve avere sede laddove è più logico sia ubicata in base al flusso turistico della zona.



PRESIDENTE

Vi do ora lettura dell'emendamento presentato dal Consigliere Bertoli: inserire prima di "tutto ciò premesso", "considerato inoltre che la L.R.
n. 75/96 prevede che gli ambiti turisticamente rilevanti nella Provincia di Torino siano tre: 1) Area metropolitana di Torino 2) Valle di Susa e Pinerolese 3) Canavese e Valli di Lanzo".
Se i firmatari lo accolgono... mi pare che l'Assessore lo abbia già accolto.
La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Io non avrei nulla da dire rispetto all'accoglimento di questo emendamento. Non vorrei però che l'accoglimento di questo emendamento annacquasse un po' tutta la questione, e la questione esiste.
La questione è specifica: io appositamente ho fatto un discorso di carattere generale per arrivare ad una questione specifica. Non vorrei che questo emendamento - perché se così fosse non lo accetterei - sminuisse tutto, perché nella risposta dell'Assessore alla Provincia c'è scritto con chiarezza che le scelte sono tre: una è Torino, l'altra è Ivrea per il Canavese e l'altra è Pinerolo. Quindi questo è già implicito nella risposta dell'Assessore alla Provincia.
C'è un fatto specifico ed è Pinerolo per il comprensorio Valle di Susa e Pinerolese. Credo quindi che questo emendamento, senza voler togliere nulla al collega, sia accettabile, ma abbia poco a che fare con l'ordine del giorno stesso.
Per cui chiedo al collega Bertoli di ritirarlo.



PRESIDENTE

Il Consigliere Montabone chiede al collega Bertoli di ritirare l'emendamento.
La parola all'Assessore Angeleri.



ANGELERI Antonello, Assessore al turismo, sport e tempo libero

Mi pare che la precisazione del Consigliere Montabone sia alquanto corretta. Oggi si vota un ordine del giorno che fa riferimento ad una specifica interrogazione che riguarda il bacino di utenza turistica della Valle di Susa e del Pinerolese, che è uno dei tre luoghi individuati dalla L.R. n. 75/96.
Se questa è una preoccupazione, penso che si possa votare l'ordine del giorno senza l'emendamento. L'indicazione che vogliamo dare, con questo ordine del giorno, è quella di dare un'ulteriore indicazione alla Provincia affinché nella scelta della sede dell'Agenzia di informazione ed accoglienza turistica di Susa e Pinerolo individui una sede che faccia riferimento alla gravitazione turistica e non esclusivamente al fatto demografico, come specificato dalla lettera dell'Assessore provinciale che ho menzionato poc'anzi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Intervengo in quanto firmatario dell'ordine del giorno. Prima di sviluppare il mio intervento, vorrei capire se l'Assessore ha espresso il suo assenso all'emendamento Bertoli o meno.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Angeleri.



ANGELERI Antonello, Assessore al turismo e tempo libero

Forse, Consigliere, non ha prestato attenzione a quanto ho detto. Ho detto che se l'emendamento - vorrei, Consigliere, che prestasse attenzione per evitare di ripetere per la terza volta le stesse cose - inficia quello che è lo spirito dell'ordine del giorno, allora da parte del sottoscritto come rappresentante della Giunta, penso sia opportuno votare l'ordine del giorno senza l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Mi pare si stia cadendo in una sorta di commedia degli equivoci per ragioni che niente hanno a che fare con il merito. Ho letto il merito dell'ordine del giorno che vede come primo firmatario il collega Montabone e lo condivido. Infatti tale documento recita: "Il Consiglio regionale impegna il Presidente della Giunta a concorrere con la Provincia all'individuazione della sede dell'Agenzia di accoglienza e promozione turistica locale delle Valli di Susa e del Pinerolese nel rispetto delle reali esigenze turistiche e con riferimento al bacino di utenza interessato dai più cospicui flussi turistici". Proprio perché ritengo che questa indicazione valga urbi et orbi o erga omnes, cioè per qualunque scelta si debba fare sul territorio regionale, mi pare che l'emendamento presentato dal collega Bertoli, richiamando i tre ambiti scelti a livello provinciale e sottolineando fra questi tre ambiti quello della Valle di Susa corrisponde - tant'è che parla di Valle di Susa e Pinerolese - esattamente allo spirito con il quale è stato presentato l'ordine del giorno del Consigliere Montabone.
Mi pare che con l'emendamento presentato dal Consigliere Bertoli ci sia un rafforzativo dello spirito dell'ordine del giorno presentato dal Consigliere Montabone. A meno che non si voglia surrettiziamente, per porre delle bandierine, creare delle artificiose divisioni.
Ho firmato l'ordine del giorno in esame con questo spirito ed invito il Consigliere Montabone e lo stesso Assessore a riportare il voto del Consiglio su questo binario anziché creare delle artificiose contrapposizioni.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Angeleri.



ANGELERI Antonello, Assessore al turismo, sport e tempo

E' stato chiarificatorio l'intervento del Consigliere Vindigni. Con questo chiarimento penso che l'emendamento del Consigliere Bertoli non infici assolutamente nulla dello spirito generale dell'ordine del giorno.
Quindi da parte del sottoscritto c'è l'adesione ad inserirlo e a votarlo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Ringrazio il Consigliere Montabone perché tale ordine del giorno ha permesso di sviluppare un dibattito molto interessante.
Il dibattito ha consentito ad alcune Province, tipo Asti - che ovviamente vedono il problema del turismo in Piemonte dalla loro angolatura e probabilmente il loro sguardo si limita all'ambito territoriale di competenza, non potrebbe che essere così - di calibrare la previsione e la programmazione con molta serietà, ambizione e soprattutto selezione. Mi sembra che gli interventi dei Consiglieri Montabone e Racchelli - senza sottovalutare gli altri interventi che si sono susseguiti - abbiano elevato il tono della discussione e abbiano dimostrato come la Regione, per quanto riguarda la politica istituzionale sul turismo - visto che l'obiettivo della legge è compiere un salto di qualità in questa direzione - abbia la dimensione e la visione politica complessiva in grado di stare ad una certa quota per quanto riguarda le ambizioni innovative. Mi sembra che gli esempi citati vadano in questa direzione e quindi consiglierei ed inviterei l'Assessore e la Giunta ad avere coraggio in questa direzione.
Il dibattito di oggi ha riscontrato largo consenso circa l'innalzamento della qualità del livello rispetto ad una visione che molte volte - non perché fatta dalle Province - diventa provinciale e provincialistica, forse per realtà dalle quali è difficile districarsi. Penso invece che siano emersi suggerimenti e valutazioni che consentono una soglia assai più elevata di quanto non sia stata in passato e quindi la conseguente possibilità di finalizzare le cose in modo migliore.
Alla luce di tali considerazioni, penso che l'emendamento Bertoli ci "possa stare", purché - l'Assessore lo ha detto ed io appoggio la sua considerazione, che faccio mia - ci stia nella misura in cui considera alcune realtà relative alla Provincia di Torino, mentre il dibattito e l'ordine del giorno che ne conseguono hanno fatto emergere che il taglio di tutto il problema ha dimensione regionale, con l'ambizione di catturare flussi turistici non solo extraregionali, ma addirittura internazionali.
Penso che questo debba essere l'obiettivo prioritario.
Quanto diceva il Consigliere Racchelli relativamente al fatto che il 70% del flusso turistico e dell'energia che la turbina economica-turistica fa girare in Piemonte venga da una certa zona, è un dato di fatto. E che in quella zona, all'interno di quella realtà, il 40-50% della moneta "catturata" dalla nostra Regione e alla fin fine dal nostro Paese, sia straniera, sia un dato di qualità dal quale non solo diventa difficile prescindere, ma che deve diventare una bussola ispiratrice per elevare il livello della prospettiva turistica per quanto ci riguarda come Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Intervengo brevemente per dire, partendo dall'ultima considerazione del collega, che la legge e gli ambiti di rilevanza turistica individuati hanno fotografato i flussi turistici esistenti. Ed è vero; il polo turistico per antonomasia è quello indicato. Noi, però, volevamo una legge che proiettasse turisticamente il Piemonte in una dimensione più ambiziosa utilizzando dei volani che, sino a questo momento, non erano stati utilizzati. Va da sé che i laghi siano un momento storico di turismo e che vadano potenziati, migliorati, ecc., ma l'occhio doveva spaziare sui vari ambiti turistici di tutto il Piemonte ed organizzarlo utilizzando quelle porzioni di territorio che potevano essere congeniali a tale obiettivo. E ce ne sono tantissimi.
Da questo punto di vista, la legge ha operato una suddivisione geografica facente riferimento in parte a questo modello e in parte a dinamiche e logiche che non si sono capite, più di contrattazione politica che di ambizione e di sviluppo turistico.
E' quindi successo che quanto definito può funzionare per il Verbano per le Langhe, forse per l'Astigiano, ma di sicuro non funziona per l'Alessandrino né per la Provincia di Torino: ambiti turistici modellati sulle aspirazioni di alcune piccole organizzazioni economiche poco lungimiranti. Il tutto, invece, poteva essere organizzato, anche in forma privatistica, attorno a quelli che sono i poli turistici della Provincia di Torino. Cito alcuni esempi, ma potrei farne molti altri nella Regione. Un polo turistico di un certo tipo è sicuramente rappresentato dalla Valle di Susa e dal Pinerolese, ma in forma diversa in relazione alla Valle di Susa.
La Valle di Lanzo con il Canavese ed Ivrea non c'entra niente: come si possa organizzare il turismo in Valle di Lanzo da Ivrea non lo si capisce vista la peculiarità del tutto diversa.
Sotto questo aspetto, la legge è fatta male; dà infatti la stessa forma organizzativa ad ambiti che non possono avere le stesse forme; perché è sulla varietà, sulla differenza, sulla ricchezza che si modellano le proposte organizzative, economiche, ecc., per lanciare il turismo. E' in questo senso che ho letto il tentativo del Consigliere Montabone di cercare di legare questa legge ad una problematica reale del Piemonte, che non mi pare trovi oggi una risposta seria.



PRESIDENTE

Credo di aver capito di poter mettere in votazione l'ordine del giorno integrato dall'emendamento presentato dal Consigliere Bertoli.
Mi sembra che la maggioranza degli interventi, compreso quello dell'Assessore, abbiano evidenziato questa intenzione.
Pongo dunque in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Visti i principi ispiratori contenuti nella L.R. 22/10/1996 n. 75 'Organizzazione dell'attività di promozione, accoglienza ed informazione turistica in Piemonte' considerato l'art. 12 della legge su menzionata che definisce gli ambiti turisticamente rilevanti ai fini dell'individuazione delle località in cui operano le Agenzie di accoglienza e promozione turistica locale constatato che l'art. 9 della normativa richiamata dispone che le Agenzie locali hanno la finalità di valorizzare le risorse turistiche locali, fornire la conoscenza mediante l'attività di informazione, migliorare il sistema di accoglienza e di assistenza per i turisti considerato inoltre che la L.R. n. 75 del 1996 prevede che gli ambiti turisticamente rilevanti nella provincia di Torino siano tre: 1) Area metropolitana di Torino 2) Valle di Susa e Pinerolese 3) Canavese e Valli di Lanzo.
Tutto ciò premesso impegna il Presidente della Giunta e l'Assessore com-petente a concorrere con la Provincia all'individuazione della sede dell'Agenzia di accoglienza e promozione turistica locale delle Valli di Susa e del Pinerolese nel rispetto delle reali esigenze turistiche e con riferimento al bacino di utenza interessato dai più cospicui flussi turistici".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 37 voti favorevoli e 5 astensioni.
I lavori del Consiglio riprenderanno oggi pomeriggio.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,45)



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