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Dettaglio seduta n.134 del 21/05/97 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 5) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Angeleri, Bellingeri, Benso Casari, Farassino e Racchelli.


Argomento: Patrimonio culturale regionale (linguistico, etnologico, folcloristico, storia locale) - Attivita' di promozione

Esame progetto di legge n. 69: "Modifiche ed integrazioni alla L.R. 10/4/1990, n. 26 'Tutela, valorizzazione e promozione della conoscenza dell'originale patrimonio linguistico del Piemonte'" (seguito)


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori con la prosecuzione dell'esame del progetto di legge n. 69, di cui al punto 9) all'o.d.g.
Il Consigliere Dutto aveva richiesto di poter effettuare un intervento in parte in lingua piemontese durante il dibattito di questo progetto di legge. L'Ufficio di Presidenza aveva acconsentito e noi consegneremo a tutti i Consiglieri il testo in piemontese con la traduzione italiana a fronte.
La parola al Consigliere Ghiglia.
GHIGLIA Non vorrei interrompere l'ordine dei lavori, però visto che io non ho gli emendamenti presentati e non ho visto la modifica, chiedo se è possibile averne almeno una copia per ogni Gruppo.



PRESIDENTE

Certamente.
Passiamo ora all'esame dell'articolato.
ART. 1 1) Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Rosso, Dutto, Cotto Spagnuolo e Gallarini: l'art. 1 è sostituito dal seguente: "1. Dopo il comma primo dell'art. 3 della L.R. n. 26/90, è aggiunto il seguente: '1. bis) La Regione attua, d'intesa con le emittenti pubbliche e private trasmissioni culturali e di informazione anche in lingua piemontese e nelle lingue storiche del Piemonte: occitano, franco-provenzale e walser'".
La parola al Consigliere Riba per l'illustrazione.
RIBA Ho firmato gli emendamenti in collaborazione con il collega Rosso perché si trattava di esecuzione dell'indirizzo del dibattito. Lascio la parola al Consigliere Rosso per l'illustrazione dell'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rosso.
ROSSO Grazie, Presidente. Per chiarezza abbiamo preferito ripresentare gli articoli così come verranno, spero, approvati. In pratica la differenza rispetto all'art. 1 della proposta di legge è che facciamo una distinzione tra il contenuto originario della legge n. 26/90 dove si prevedeva che la Regione promuoveva l'informazione giornalistica e radiotelevisiva.
Tale emendamento recita: l'art. 1 è sostituito dal seguente: "1. Dopo il comma primo dell'art. 3 della L.R. n. 26/90, è aggiunto il seguente: '1. bis) La Regione attua, d'intesa con le emittenti pubbliche e private trasmissioni culturali e di informazione anche in lingua piemontese e nelle lingue storiche del Piemonte: occitano, franco-provenzale e walser".
Questo emendamento era stato richiesto dalla Consigliera Spagnuolo, noi lo abbiamo accolto e abbiamo riformulato l'intero articolo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Questo emendamento afferma "la Regione attua... trasmissioni culturali e di informazioni in lingua piemontese nelle lingue storiche del Piemonte".
E' questa una decisione un po' curiosa, infatti mi domando: la Regione attua trasmissioni in lingua italiana? Perché mi sembrerebbe strano prevedere un intervento della Regione per attuare, cosa un po' strana, trasmissioni in altre lingue quando la Regione Piemonte non attua trasmissioni in lingua italiana; che senso ha un articolo di questo genere! O si dice che la Regione attua trasmissioni nelle lingue che crede, dall'italiano, all'occitano, all'inglese, al francese, cioè riconosciamo in una legge la potestà e anche l'onere per una Regione Piemonte di attuare trasmissioni, ma allora non capisco il perch debbano essere solo in lingua piemontese, si cominci dall'italiano e si vada avanti.
Io critico l'intera proposta, non una singola virgola, chiedo che si faccia chiarezza su questa attività della Regione Piemonte, che non mi pare al momento un'attività non so se esistente, ma di certo non di rilievo: la Regione non sta attuando trasmissioni in nessuna lingua.
Se vogliamo aprire un nuovo settore di intervento della Regione Piemonte e vogliamo decidere con legge che la Regione Piemonte attua trasmissioni televisive, mettiamo per iscritto non trascurando - visto che si inseriscono varie lingue nelle quali si possono attuare queste trasmissioni - alcuna lingua. Però occorre avere un progetto politico di intervento della Regione Piemonte per attuare proprie trasmissioni.
Chiederei una discussione su questo argomento.



PRESIDENTE

Era la mia stessa obiezione.
C'è un subemendamento presentato dal Consigliere Ghiglia che recita: sostituire la parola "attua" con la parola "favorisce".
La parola alla Consigliera Spagnuolo.
SPAGNUOLO Nella vecchia legge si diceva già che la Regione "favorisce". Per distinguere i problemi dell'informazione, cosiddetta pubblica dei telegiornali, dall'informazione cosiddetta culturale, si è dato origine a questo emendamento che lascia la prima parte della legge nella forma originaria, ovvero "favorisce l'informazione..." e si inserisce l'espressione "attua" per dare una maggiore accelerazione alle trasmissioni di carattere culturale-informativo. Quindi in realtà, per affrontare il problema dei telegiornali, dell'informazione che può rimanere in lingua italiana, si è lasciata la parola "favorisce" e si è messo, per tutti gli aspetti informativi e culturali l'espressione "attua". Inserendo la parola "favorisce" mi sembra che si torni sostanzialmente al testo originario della legge.
Non so se il subemendamento possa andare bene, perché ci fa tornare al testo originario della legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.
GHIGLIA Il nostro Gruppo ha presentato due emendamenti: uno sull'art. 3 con i colleghi Gallarini e Cotto; quest'ultimo visto che non c'era l'accordo l'ho presentato io per il seguente motivo. Non si tratta di essere sfavorevoli all'attuazione - noi come Gruppo non lo siamo - ma il termine "attua" è troppo impegnativo.
A questa legge seguirà un finanziamento congruo. Ma "attuare" significa fare sicuramente delle cose, che non sappiamo se potremo fare e che non sappiamo neanche se la rete pubblica sarà disponibile a fare, perché la Regione Piemonte non è né proprietaria né azionista della rete pubblica.
Mettiamo ad esempio che la rete pubblica non attui, perché non interessa attuare, cosa fa la Regione Piemonte? Chiede alla rete pubblica di acquistare degli spazi per poter attuare delle trasmissioni di carattere culturale? Impossibile, perché non avremmo i soldi per farlo.
Il termine "favorire" non so se significa tornare indietro, comunque denota una disponibilità. Forse delle televisioni private o emittenti locali saranno anche disponibili a tale iniziativa, mi sembra da un certo punto di vista un'apertura e anche una reale possibilità.
Impegnarci con un verbo preciso su una cosa che non sappiamo se potrà essere realizzata, perché non la realizziamo direttamente noi, mi sembra un impegno eccessivo. E' semplicemente questo lo spirito del subemendamento.



PRESIDENTE

Un terzo elemento di valutazione potrebbe essere "promuove l'attuazione", che è più forte della parola "favorisce".
Ha chiesto la parola la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.
SPAGNUOLO Presidente, mi scusi: "promuove l'attuazione", ma di che cosa? Qui abbiamo voluto distinguere l'aspetto dell'informazione, che io voglio semplificare con il discorso dei telegiornali. L'espressione precedente "attua i telegiornali" favoriva un mare di problemi, quelli detti dal Consigliere Ghiglia e che nella seduta precedente avevo cercato di richiamare, nonché quelli rilevati nell'intervento del Consigliere Chiezzi pur con sfaccettature diverse.
Abbiamo voluto distinguere l'aspetto del favorire quel tipo di informazione, perché può essere una linea di tendenza; però, per evitare che questa sia una legge fatta tanto per farla - questo è il problema che ci eravamo posti - abbiamo suggerito di scrivere "attua iniziative di carattere culturale e di informazione", intese in senso lato. Se si vuole inserire "promuove l'attuazione", a me sembra più orientamento e non realizzazione. Personalmente non sono contraria, però è un qualche cosa di tendenziale e non di concretissimo.
Personalmente non sono contraria, perché penso che si debbano fare delle leggi realizzabili, senza fare, soprattutto in questo campo, delle leggi tanto per scrivere qualcosa. Già nella legge del 1990, che si va a modificare, c'è scritto "favorisce l'informazione"; di fatto, non ha prodotto risultati, pertanto facciamo sì dei passi, ma che poi siano attuabili.
Quindi, il problema non è di mettere qualcosa di più avanzato o di più tendenziale, l'importante è che quello che facciamo si realizzi o si possa realizzare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE Io concordo sulla versione originale del testo. Però, per quanto riguarda l'aspetto specifico dell'informazione, volevo dire che questa è una cosa che già può esistere adesso e non può essere normabile, bensì deve essere non dico contemplato dall'Ordine dei giornalisti, ma in qualche modo considerato. Spiego meglio. Nessuno può vietare alla televisione privata della zona in oggetto di fare il telegiornale in occitano e di valorizzare promuovere ed incentivare questa loro caratteristica. Non credo che sia uno scandalo, anzi, non vedo l'oggetto del contendere, perché ritengo del tutto naturale che vengano valorizzate le parlate, i dialetti e le lingue locali.
Questo non è assolutamente in alternativa con la lingua nazionale che anzi, vive e si alimenta delle parlate, delle lingue e dei dialetti locali.



PRESIDENTE

La parola Consigliere Rosso.
ROSSO Mi sembra di aver dimostrato l'intenzione di collaborare per far sì che questa proposta di legge raggiungesse una maggioranza più ampia possibile.
Non ho quindi alcun problema ad accogliere la proposta del Presidente Picchioni. Mi sembra che la parola "promuove" abbia un po' meno valore di "attua" e un po' di più di "favorisce".
Si potrebbe quindi modificare in tal senso l'emendamento del Consigliere Ghiglia o direttamente il mio, inserendo la parola "promuove" anziché la parola "attua". In questo modo risolviamo il problema.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.
GHIGLIA Se sostituiamo il termine, io ritiro il mio emendamento; oppure, a mio avviso, la soluzione migliore veniva data dal Presidente, quando diceva "promuove l'attuazione", che è un qualcosa di più.



PRESIDENTE

La dicitura "approva l'attuazione" è certamente un qualcosa di più utile anche ad aiutare tutte le emittenti. Pertanto, la formulazione finale dell'emendamento sarebbe la seguente: "La Regione promuove, d'intesa con le emittenti pubbliche e private l'attuazione di trasmissioni culturali e di informazione anche in lingua piemontese e nelle lingue storiche del Piemonte: occitano, franco provenzale e walser".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 30 voti favorevoli, 1 contrario e 4 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 1 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 30 voti contrari 1 astensioni 4 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 2) Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Rosso, Dutto, Cotto Spagnuolo e Gallarini: l'art. 2 è sostituito dal seguente: "1. Il comma secondo dell'art. 4 della L.R. n. 26/90 è sostituito dal seguente: '2. A tal fine la Giunta regionale stabilisce, anche sulla base di proposte formulate dagli Enti di cui al comma primo e sentite le Commissioni consiliari competenti, programmi annuali o pluriennali di ricerca ed istituisce borse di studio e premi annuali per tesi di laurea che riguardino la storia, la cultura e le lingue storiche del Piemonte: piemontese, occitano, franco-provenzale e walser'.
2. Dopo il comma secondo dell'art. 4 della L.R. n. 26/90, è aggiunto il seguente comma: '3. La Regione Piemonte promuove l'istituzione di cattedre relative a storia, cultura e patrimonio linguistico del Piemonte presso le Università della Regione'".
La parola al Consigliere Rosso.
ROSSO Per quanto riguarda l'art. 2 di questa proposta di legge, le differenze rispetto al testo originario sono queste: abbiamo dato pari dignità, che è effettivamente giusta, a tutte le lingue del Piemonte, e quindi abbiamo messo sullo stesso piano la lingua piemontese, quella occitana, quella franco-provenzale e il walser.
Abbiamo eliminato, nel comma secondo, il discorso che fosse proprio l'Assessorato, e solo l'Assessorato alla cultura, a favorire il discorso della cattedra universitaria. Inoltre, un'osservazione, molto intelligente e questo è stato effettivamente un errore: nel testo originario si citava solo l'Università di Torino, e quindi abbiamo aggiunto la dizione "nelle Università del Piemonte". Grazie.



PRESIDENTE

Scusate, non voglio fare il censore, ma al termine "stabilisce" sostituirei il termine "delibera".
La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Intervengo per una breve osservazione; il cambiamento più rilevante rispetto al testo originario della L.R. n. 26/90 è di uscire da una definizione che ritengo apprezzabile, quella di "patrimonio linguistico regionale", che correva lungo tutti gli articoli della legge stessa.
Viceversa, scompare questa definizione assai flessibile e rispettosa di tutte le lingue note, o che possono divenire tali, e presenti storicamente in Piemonte, per passare ad una restrizione di questa definizione con l'elencazione del piemontese, occitano, franco-provenzale e walser. Non mi pare un miglioramento; è un restringimento con elencazione di una fattispecie linguistica che era, viceversa, ben definita nella legge precedente e che viene in questo modo costretta entro quattro precise definizioni.
Per questo motivo tutti gli emendamenti e le proposte che depauperano la vecchia legge, restringendone il significato, non vedono il consenso del nostro Gruppo.
Per quanto riguarda la seconda parte dell'emendamento è chiaramente una contraddizione: se si usa la dizione "patrimonio linguistico" dovrebbe essere usata anche nel comma e nell'articolo precedente.



PRESIDENTE

Non è una contraddizione, è una formula onnicomprensiva.
CHIEZZI Se è onnicomprensiva lo sia sempre! Chissà perché le borse di studio devono essere per quelle quattro lingue, mentre la cattedre devono essere sul "patrimonio linguistico"!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.
DUTTO Intervengo in risposta al collega Chiezzi. Il patrimonio linguistico del Piemonte è composto da queste quattro lingue, che sono anche quelle riconosciute. Effettivamente, non ce ne sono altre; abbiamo anche controllato e chiesto.
La dizione "patrimonio linguistico del Piemonte", nell'ambito di una legge in cui sono già state elencate queste quattro lingue, diventa una dizione comprensibile e riassuntiva di tutto il resto. Ma "buttata lì" senza mai spiegare cosa si intende, si presta ad un'interpretazione che potrebbe portare alla non applicazione della legge: qual è il patrimonio linguistico del Piemonte? Noi, invece, parliamo di quattro lingue: il piemontese, l'occitano, il franco-provenzale, il walser: le uniche quattro lingue riconosciute, le uniche che esistono effettivamente come lingue.
Dopodiché, riassumiamo questa elencazione con "patrimonio linguistico del Piemonte". Prima, però, fissiamo e determiniamo questa dizione diversamente, diventa tutto estremamente vago.



PRESIDENTE

Siccome la preoccupazione del Consigliere Chiezzi è che la dizione "piemontese, occitano, franco-provenzale e walser", possa essere non onnicomprensiva del patrimonio linguistico del Piemonte si potrebbe scrivere "che riguardano la storia, la cultura, il patrimonio linguistico del Piemonte, in specie, le lingue storiche piemontese, occitano, franco provenzale e walser". Questa dizione è accettata dai proponenti l'emendamento? La parola al Consigliere Riba.
RIBA Grazie, Presidente. Un breve intervento perché sull'argomento ne ho già fatti troppi, ma i miei sentimenti mi spingono a collaborare all'iniziativa del Gruppo della Lega Nord.
Il patrimonio linguistico-storico del Piemonte è costituito nell'ordine, dal franco-provenzale, il primo "parlato", il francese, ormai scomparso, l'occitano, il più antico di tutti; è poi arrivato l'italiano ultima acquisizione in ordine di tempo - o, come diceva una nostra collega nella scorsa legislatura, il "dialetto" fiorentino che poi si è imposto come lingua italiana... Mi preoccupa questo "stirare" una legge che ha per suo scopo la tutela specifica del patrimonio storico di lingua e cultura piemontese, ampliandolo ad una serie di possibilità e di integrazioni che in sé sono accettabilissime, ma che certamente sono fuorvianti.
Vorrei anche aggiungere che, attualmente, in Piemonte si parlano diverse lingue: il friulano, il ladino e quant'altro; non solo, da qui ad un po' di tempo si parleranno anche l'arabo e il turco. Ma non è questo che dobbiamo tutelare, poiché il friulano e il ladino lo tutelano in Friuli altre lingue vengono tutelate dove sono lingue storiche. Ripeterei cose che ho già detto. A noi compete di tutelare le nostre.
Siccome qui e là echeggia, non è che sia diffusa, una certa preoccupazione di essere troppo antesignani con queste iniziative di cultura od orientamento un po' autonomistico, io vorrei dire anche in connessione con ciò che si sta svolgendo come dibattito nazionale che anedotticamente Luigi XV, quando ha saputo come andava a finire, avrebbe sicuramente concesso la Costituzione e quant'altro, avrebbe anche rinunciato alla corona pur di salvare la testa, ma il problema è che i movimenti, le aspirazioni, vanno in qualche maniera accompagnate in un loro fatto di crescita e noi stiamo facendo un lavoro in quella direzione altrimenti diventano questioni di scontri, anche tumultuosi, e alla fine non ci si colloca più agevolmente dalla parte della ragione delle istituzioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE Io comprendo lo slancio del collega Riba, però si rischia di non cogliere poi lo spirito delle iniziative della legge. La legge intende valorizzare le parlate, le lingue e i dialetti storici: allora, non sono storici in termini quantitativi perché se così fosse i termini del ragionamento sarebbero diversi, ma in termini anche qualitativi. Allora si tratta di difendere e valorizzare tutte le minoranze linguistiche storiche del territorio piemontese, tutte le minoranza linguistiche! Un altro conto invece sono i dialetti degli emigrati, quella è un'altra questione.
Si parla dei dialetti lingue storiche del Piemonte, ma non si possono ridurre a quei quattro, nel senso che in questa categoria rientra di sicuro, ma credo non solo questo, anche il ladino. Quindi o si mette una formulazione aggiungendo anche altro, oppure la si lascia generica intendendo tutte: credo sia la formulazione più corretta per andare nella direzione che intende, come principio, esprimere questa legge.



PRESIDENTE

La formulazione che ho fatto potrebbe cercare di comprendere le obiezioni che avete sollevato? Che riguardano la storia, la cultura e il patrimonio linguistico del Piemonte, in ispecie - pertanto non escludente il piemontese, l'occitano, il franco-provenzale e il walser.
CAVALIERE Così va bene.



PRESIDENTE

Mi pare che sia onnicomprensivo.
La parola al Consigliere Rosso.
ROSSO Signor Presidente, noi abbiamo fatto delle ricerche. Nel momento in cui emergono in Piemonte quattro lingue storiche, è quello il patrimonio storico! E' come dire che a proposito delle quattro operazioni è necessario specificare che sono l'addizione, la sottrazione, la divisione e la moltiplicazione: se sono quelle, sono quelle e basta.
Non ci risulta che il ladino sia una lingua storica del Piemonte. C'è stato un ampio dibattito su quali lingue inserire. Era già stato inizialmente previsto di lasciare ampi margini, dopodiché sono state fatte le ricerche necessarie e abbiamo individuato quali sono le lingue del Piemonte. A questo punto, non vedo perché non si debba specificare qual è il patrimonio storico linguistico. Il patrimonio storico linguistico è costituito da quattro lingue, non c'è assolutamente alcun dubbio. Se poi per caso gli "archeologi" dovessero trovare altre lingue, io lo dubito, si potrà magari tra cinquecento anni rifare una legge. In questo momento queste sono le lingue che compongono il patrimonio storico del Piemonte.
Non vedo perché dobbiamo andare a modificare questa formulazione.



PRESIDENTE

Ritengo però che la proposta possa essere riassuntiva di tutte le istanze, perché la definizione delle lingue c'è, però non escludiamo. Ci sono venticinque dialetti in Piemonte che sono stati codificati, forse anche di più.
La parola al Consigliere Galli.
GALLI Signor Presidente, colleghi Consiglieri, intendo precisare, essendo firmatario della proposta di legge e quindi potendo esprimere in parte quella che era la mia opinione quando l'ho sottoscritta, che io concordo sulla definizione delle lingue principali nell'ambito della legge. Dobbiamo però avere un margine ampio al fine di poter recepire le altre caratteristiche della Regione Piemonte in campo linguistico.
In premessa, quando avevamo iniziato la discussione su questo testo di legge, avevo detto che io provengo da una zona del Piemonte dove non si parla piemontese, ma dove comunque sono codificati dialetti splendidi, cito ad esempio quello di Borgomanero che è un dialetto splendido, di origini assai remote. Non dimentichiamo, a titolo di cronaca, che nelle vallate sopra Cannobio si parla un dialetto di stretta origine inglese, non faccio la derivazione storica del perché si parla quello, però è comunque patrimonio del Piemonte.
Ripeto, concordo sul definire le quattro lingue principali che hanno una storicità e tutte le caratteristiche necessarie, però dobbiamo anche dare la possibilità alle piccole culture locali - se si può definire piccola la cultura - di essere comunque comprese chiaramente nell'ambito della legge.
ROSSO Signor Presidente, per venire incontro alle esigenze del Consiglio accettiamo l'emendamento.



PRESIDENTE

Ne do lettura: "A tal fine la Giunta regionale delibera, anche sulla base di proposte formulate dagli Enti di cui al comma primo e sentite le Commissioni consiliari competenti, programmi annuali o pluriennali di ricerca ed istituisce borse di studio e premi annuali per tesi di laurea che riguardino la storia, la cultura, il patrimonio linguistico storico del Piemonte, in specie il piemontese, l'occitano, il franco-provenzale e il walser.
3. La Regione Piemonte promuove l'istituzione di cattedre relative a storia, cultura e patrimonio linguistico del Piemonte presso le Università della Regione".
Consigliere Rosso, va bene? ROSSO Sì, va bene.



PRESIDENTE

Lo pongo pertanto in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione dell'art. 2 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 35 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 3) Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Rosso, Dutto, Cotto Spagnuolo e Gallarini: l'art. 3 è sostituito dal seguente: "1. Il comma primo dell'art. 5 della L.R. n. 26/90 è sostituito dal seguente: '1. La Regione Piemonte: a) realizza, d'intesa con i competenti Provveditorati agli Studi nell'ambito dell'istituzione scolastica, corsi di formazione ed aggiornamento diretti agli insegnanti di ogni ordine e grado, al fine di provvedere ad un'effettiva conoscenza del patrimonio linguistico e culturale del Piemonte. Tali corsi sono finanziati dalla Regione stessa b) istituisce, d'intesa con i Provveditorati agli Studi, corsi facoltativi di storia, cultura e lingue piemontese, occitana, franco-provenzale e walser con particolare riguardo alle peculiarità locali di ogni provincia piemontese. Tali corsi sono finanziati dalla Regione stessa distinti per livelli scolastici e con la garanzia di almeno un'ora settimanale di insegnamento c) raccoglie la documentazione prodotta nel corso delle ricerche di cui all'art. 4 o ricevuta in conformità alle disposizioni di cui all'art. 10 e ne dispone il deposito presso la Biblioteca del Consiglio regionale'".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.
Emendamenti presentati dal Consigliere Ghiglia: 4) al punto a), sostituire la parola "realizza" con la parola "promuove" 5) al punto b), sostituire la parola "istituisce" con la parola "promuove".
Il Consigliere Rosso approva tali emendamenti, li pongo quindi in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Sono approvati all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione dell'art. 3 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 33 voti contrari 1 astensioni 5 L'art. 3 è approvato.
Passiamo alle dichiarazioni di voto sull'intero testo della legge.
Ricordo che il Consigliere Dutto farà la propria dichiarazione di voto in piemontese. Il suo testo è stato distribuito con la relativa traduzione.
La parola al Consigliere Dutto.
DUTTO Approfitto di questa occasione per fare un piccolo appello, parlando in piemontese, appello che faccio non solo ai piemontesi di origine, ma anche a tutti quei piemontesi d'adozione che ormai risiedono in Piemonte e che, a mio avviso, farebbero bene a fare un approccio verso la nostra lingua storia e cultura, anche per comprenderci meglio e capirci reciprocamente meglio.
Intervento in piemontese: "Parloma in Piemontèis! Lassoma nen meuire nostra bela lenga. Parloma 'n Piemontèis e mostrom-lo ai nòstri fieuj e ai nòstri novod.
Desmentiè 'l Piemontèis a veul dì desmentiè nòstra coltura, nòstre tradission e nòstra stòria.
Desmentiè 'l Piemonteis a veul dì desmentiè d'esse Piemontèis.
I dovoma nen vergognesse d'esse bon a parlè piemontèis, 'i dovoma ess-ne orgojos.
E'ntlora, parloma 'l piemontèis e 'mprendoma 'l Piemontèis".
Testo in italiano: "Parliamo in piemontese! Non lasciamo morire la nostra bella lingua. Parliamo in Piemontese e insegnamolo ai nostri figli e ai nostri nipoti.
Dimenticare il Piemontese vuol dire dimenticare la nostra cultura, la nostra tradizione e la nostra storia.
Dimenticare il Piemontese vuol dire dimenticare di essere Piemontese.
Non dobbiamo vergognarci di saper parlare Piemontese: dobbiamo esserne orgogliosi.
E allora parliamo il Piemontese e impariamo il Piemontese".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertoli.
BERTOLI Signor Presidente, colleghi Consiglieri, mi permetto di fare una breve considerazione di carattere generale, in cui colloco la nostra posizione su questo progetto di legge. Ci si potrebbe anche chiedere perché la Regione Piemonte pensa di promuovere la conoscenza fra i giovani del patrimonio linguistico-storico del Piemonte e non si propone di diffondere ulteriormente la conoscenza della lingua inglese, che è molto utile sia nel lavoro che per quanto riguarda lo studio, i viaggi, ecc.
La considerazione di carattere generale non la svolgo in modo compiuto anche perché queste problematiche sono trattate in molti articoli e libri e probabilmente faranno parte della discussione presente e futura, quindi le richiamo sinteticamente. Il mondo sta diventando un villaggio globale, le distanze si accorciano, andare da un Paese all'altro è diventato facile e rapido, gli usi e i consumi si uniformano, irreggimentati dal messaggio televisivo, fiumi di gente affluiscono da un mondo all'altro ed è tutto un gran discorrere di mondializzazione dell'economia. La massificazione che sta avvenendo può disperdere il patrimonio genetico del Piemonte. Inoltre questo grande movimento inarrestabile determina tensioni, paure, speranze e conflitti. La stessa campagna elettorale amministrativa che si è svolta in questi mesi a Torino per l'elezione del Sindaco e del Consiglio comunale ha dimostrato quanto queste paure siano presenti e determinino l'orientamento delle persone. Alcune temono di essere travolte da questo fortissimo vento che scuote la loro esistenza quotidiana. In questo contesto, rinforzare le radici, radicarsi al proprio passato conserva un patrimonio culturale originale e forse può permettere a qualcuno di affrontare senza perdersi con più certezze, l'incognita del futuro.
Per questo motivo noi guardiamo con favore a questo progetto di legge che modifica la L.R. 10/4/1990, n. 26: "Tutela, valorizzazione e promozione della conoscenza dell'originale patrimonio linguistico del Piemonte", che tra l'altro forse poteva valere, anzi valeva, era utile già per quel che diceva quell'articolato.
Per queste ragioni siamo favorevoli e daremo il nostro voto a questa legge. La formulazione iniziale di questo progetto di legge aveva degli aspetti che non ci convincevano, che, a nostro avviso, dovevano essere corretti. In Commissione e con gli emendamenti presentati la volta scorsa in aula abbiamo contribuito ad approdare a questo testo che, come dicevo, è ritenuto da noi accettabile. Per queste ragioni, voteremo a favore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Peano.
PEANO Grazie, Presidente. Desidero ringraziare tutti i colleghi intervenuti che hanno arricchito il dibattito la settimana scorsa ed oggi. La proposta pervenuta oggi è sicuramente migliorativa e quanto si è ancora fatto in aula ha migliorato il testo definitivo. Ho apprezzato alcuni interventi ed anche - consentitemi - le preoccupazioni di alcuni colleghi, di Carla Spagnuolo, Chiezzi, ma anche dello stesso collega Ghiglia. La Lega Nord deve avere ancora un attimo di pazienza, le sue proposte sono sempre verificate con maggiore attenzione, anche perché c'è la preoccupazione di fondo di una strumentalizzazione. Tutto questo avviene in quest'aula consiliare, ma è sintomo di un disagio che è presente anche al di fuori di qui.
Alcuni punti molto brevi: l'attuazione di questa legge non dovrà essere un segno di distinzione o di particolarismi, ma un progetto di approccio ad un patrimonio che deve unire. Ritengo sia importante dire questo: il patrimonio linguistico, storico e culturale piemontese deve unire il Piemonte, non deve dividerlo, non deve distinguerlo, non deve creare delle divisioni all'interno delle nostre realtà.
Un secondo aspetto: noi non dobbiamo riscrivere o riscoprire il piemontese, assolutamente. Moltissime persone semplici, ma anche uomini di grande cultura, in tutti questi anni hanno saputo mantenere, migliorare ed accrescere i sacri testi del piemontese e quindi non si è consumata in tutti questi anni una nemesi storica della lingua piemontese. Anzi, è reale, attuale a tutti gli effetti, è vissuta, è scritta, parlata, tanti testi vengono ogni anno raccolti e raccolgono le poesie e gli scritti di tanti autori, di tanti personaggi del nostro Piemonte. Mettere in campo tutti questi personaggi che attendono solo di essere chiamati, che sono i padri putativi di questo patrimonio, penso che sia estremamente importante e indispensabile per poter creare il reale patrimonio di quello che esiste oggi nel nostro Piemonte. A differenza della L.R. n. 26/90, oggi abbiamo una realtà: questa Giunta ha messo a disposizione dei fondi, un capitolo di bilancio. Questo consentirà, a differenza di allora, di riuscire ad attuare dei programmi. Cerchiamo di spendere questi fondi nel migliore dei modi.
Qui richiamo gli Stati Generali: Presidente, sarebbe opportuno importante ed interessante che gli Stati Generali si facessero in qualche modo portavoce ed interpreti della possibilità di riuscire a recuperare tutto il patrimonio storico e culturale del Piemonte, anche attraverso i fondi di bilancio che sono oggi a disposizione.
Al collega Dutto dico soltanto che il suo intervento brevissimo in lingua piemontese è stato interessante ascoltarlo, e per alcuni leggerlo in lingua italiana; per molti è difficile, capisco le preoccupazioni di Scanderebech e di altri. E' difficile leggere questo piemontese ed è il piemontese reale, autentico, la lingua storica. Però pensiamo che 1.209 Comuni piemontesi parlavano piemontese diversamente e non si comprendevano le nostre realtà cuneesi, caro Dutto, a distanza di 3/4 km l'una dall'altra non riuscivano a comprendersi: fra vallata e vallata non ci si comprendeva ed era sempre patrimonio autentico, storico e culturale, accresciuto negli anni e nei secoli da quelle persone che abitavano in quel territorio.
Dobbiamo recuperare il tutto, bisogna recuperarlo in questa ottica, in questa importanza, in modo da poter non distinguere o dividere, ma creare un'unità di cultura che sia importante per questa nostra realtà.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.
GHIGLIA Premetto che, anche se non lo abbiamo dichiarato prima, come Gruppo di Alleanza Nazionale ci siamo assentati dall'aula appena è iniziata la declamazione in piemontese di questa sorta di poesiola, spacciata per dichiarazione di voto dal Consigliere Dutto, perché vogliamo tenere ben distinte le cose. Mentre siamo favorevoli a questa legge per il recupero del patrimonio linguistico, della storia e della cultura del Piemonte, non siamo favorevoli a far sì che questa legge diventi un escamotage o un grimaldello che ci tira poi per la giacca verso altri fini che sono prettamente strumentali e politici; quindi, fingendo di usare uno strumento nobile, si arriva in maniera estremamente impropria al tentativo di perseguire altri obiettivi. Questo come premessa.
Noi ci siamo alzati, come ci alzeremo ogni volta che sentiremo parlare piemontese in quest'aula, proprio perché riteniamo che questo sia il Consiglio regionale del Piemonte, ma non il Consiglio regionale dei piemontesi. E' il Consiglio regionale del Piemonte e di tutti gli italiani e visto che la lingua nazionale è una, quella si deve usare indipendentemente dal fatto che si fornisca o meno la traduzione.
La conclusione è il nostro voto favorevole, che era già stato espresso anche in Commissione su questa legge, perché come tanti altri colleghi siamo assolutamente convinti che sia necessario un maggiore impegno della Regione per quanto riguarda il recupero del patrimonio linguistico culturale del Piemonte in tutte le sue espressioni.
Abbiamo presentato degli emendamenti che rendevano questo progetto di legge un po' meno impegnativo per il Consiglio regionale, proprio perch volevamo che questo progetto di legge diventasse realizzabile e non semplicemente una dichiarazione di intenti.
Concludo esprimendo nuovamente il voto favorevole di Alleanza Nazionale.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.
SPAGNUOLO Una brevissima dichiarazione di voto per sottolineare soltanto un aspetto. Questa è una proposta di iniziativa consiliare e quindi siamo favorevoli, come Gruppo, a prendere in considerazione le proposte che vengono dai Gruppi, proprio perché è importante che venga anche riaffermata l'attenzione nei confronti delle proposte di natura consiliare. Tuttavia vorrei brevemente sottolineare l'iter che ha avuto questa proposta, nel senso che il documento è stato più volte sottoposto all'esame della VI Commissione e ha avuto un cammino tormentato. Si è tuttavia sbloccato quasi un po' in una logica di trattativa tra il gruppo dei presentatori e la maggioranza, nel momento in cui vennero presentati da parte della Lega una marea di emendamenti al bilancio. In questa logica di trattativa si decise di ritirare questi emendamenti e venne data attenzione ad un nostro documento legislativo. Non credo che questo sia il migliore dei metodi possibili, anzi, desidero sottolineare in senso assolutamente negativo questo rapporto tra Gruppi consiliari e maggioranza.
Quindi desidero esprimere a nome del Gruppo un voto che è favorevole rispetto ai contenuti di questo documento, perché tutta la tematica della tutela del patrimonio e della valorizzazione del patrimonio linguistico del Piemonte è indubbiamente importante, con risvolti anche di natura statutaria, quindi in questo senso deve essere sottolineato il contenuto del provvedimento. Credo di dover dire, però, che l'iter politico che lo ha seguito non è stato positivo; credo anche che la stesura del testo sconti un po' questo iter politico farraginoso che c'è stato. E' una stesura che è stata migliorata con il contributo dei lavori dell'aula. Io stessa avevo fatto un'osservazione, poi per la verità, pur avendo sottoscritto gli emendamenti, non ne avevo seguito la stesura, quindi mi scuso un po' rispetto alle numerose imprecisioni di questo testo.
Va detto tuttavia che questa legge, a questo punto, la votiamo per dare un segnale rispetto alla materia, cioè alla valorizzazione del patrimonio linguistico e culturale del Piemonte, ma riteniamo che sia una legge di faticosa attuazione.
Credo che sarebbe bene approvarla con un'intenzione, e lo dico in particolare ai presentatori, perché provo una grande delusione quando vedo approvare del materiale legislativo dal Consiglio regionale in modo "tanto per farlo": mi auguro che questa legge sconti una fase di sperimentazione.
Credo che ciò esista nello spirito dei presentatori, ma nel momento in cui noi votiamo a favore diamo anche il nostro apporto.
Se fra un anno verificheremo che tale provvedimento è stato di scarsa attuazione, che ha incontrato delle difficoltà di attuazione, che ha visto delle incongruità e non ha consentito la realizzazione dell'obiettivo chiedo che si faccia una verifica dell'attuabilità di queste norme. Per cui noi voteremo il provvedimento, ma con questo intendimento.
I presentatori del progetto di legge potrebbero anche proporre un ordine del giorno di accompagnamento della legge stessa e cioè che tra un anno, un anno e mezzo si faccia una verifica dell'attuabilità di queste norme proprio perché si tratta di un argomento di grande importanza, molto sentito dalla comunità regionale piemontese. Proprio perché noi parliamo di federalismo questo è senz'altro un contenuto molto significativo, culturale e anche politico, dall'attuazione del federalismo; mi auguro sia realizzabile una legge congruamente finanziata. Questo è chiaramente un discorso che il nostro Gruppo rivolge alla Giunta e in particolare a quelle componenti della Giunta che magari, per loro cultura o formazione, sono più sensibili in questa direzione.
Quindi un voto favorevole, seppure con una sottolineatura negativa rispetto alla procedura politica che lo ha accompagnato, ma con la volontà di una verifica entro un anno dell'attuale realizzabilità di questo provvedimento.
Se tutte le leggi, una volta approvate, devono essere attuate, credo che in particolare questo tipo di provvedimenti, che attengono alla cultura e ai sentimenti più profondi della nostra comunità piemontese in relazione all'attuazione del federalismo, debbano a maggior ragione presentare queste caratteristiche di attuazione.
Con queste sottolineature e con questa verifica e volontà di sperimentalità, il nostro voto sarà favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE Grazie, Presidente. Anche noi voteremo a favore di questa legge perch pensiamo che la difesa delle minoranze linguistiche da una parte e del patrimonio storico, culturale e linguistico, dall'altra, sia fondamentale per una società che vuole rispettare le propria identità e le proprie differenze. Questo non deve essere realizzato in contraddizione con la proiezione nazionale della nostra società. In questo senso, credo che vi siano accenti sia da parte della Lega Nord, sia da parte di Alleanza Nazionale, non del tutto confacenti all'oggetto del discutere. Da una parte trovo del tutto legittimo, oltre che consueto da parte di Parlamenti anche molto più prestigiosi del nostro, che si faccia ricorso a lingue e dialetti particolari. Invece non mi trovano d'accordo gli accenti, che pur ci sono stati, che vedono il ricorso alla lingua locale, al dialetto, come un muro invece che un ponte. La vera concezione federalistica e di valorizzazione delle minoranze vede, proprio nella più totale promozione della cultura e della lingua locale, un suo più preciso richiamo all'identità. Se un appunto si può fare a questa legge, ma è un appunto e basta, è che forse è un pochino troppo una legge per la valorizzazione dei dialetti, della lingue storico-culturali, troppo indirizzate verso il Cuneese. Chi ha orecchie per intendere intenda.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio, che interviene in qualità di Consigliere.
VAGLIO Ovviamente in questa dichiarazione di voto non intendo colmare le lacune di conoscenza del patrimonio storico e culturale della nostra Regione che alcuni colleghi hanno denotato nei loro interventi. Devo invece, ringraziare di cuore gli interventi di alcuni colleghi dell'opposizione, come la Consigliera Spagnuolo che ha denotato una grande sensibilità nei confronti di questo problema, che è un problema molto serio. Tanto serio che è stato oggetto dell'attenzione, della cura, della compartecipazione sia da parte della Giunta, ma soprattutto da parte del Consiglio regionale attraverso gli Stati Generali. Sono molti oggi i progetti che dalle realtà locali ci vengono proposti in nome e sull'onda di questa ritrovata identità delle nostre genti.
L'ultimo di una lunga serie di progetti in questo senso è un progetto che è stato promosso dagli Stati Generali e dalla Giunta in una conferenza stampa di alcuni giorni fa, alla quale hanno partecipato tutte le Comunità montane e moltissimi Comuni dell'area occitana delle Province di Cuneo e di Torino. E' un grande risultato, dal punto di vista culturale, ma soprattutto dal punto di vista socio-economico: oggi, dalla ritrovata identità, dalle ritrovate radici, stanno partendo non vuoti progetti solamente di difesa culturale, ma progetti concreti di sviluppo, progetti concreti di rilancio delle economie locali e dell'imprenditorialità.
Le culture vere, le culture vive, sono all'origine del rilancio e della rinascita economica dei popoli. Ed è proprio su questa rinascita economica e su questo ritrovato minimo comune denominatore culturale delle genti che si sta per fondare l'Unione Europea. Un'Unione Europea diversa, di popoli un'Unione Europea fondata sulle Regioni. Ben vengano, quindi, iniziative come queste che, seppure tra molte difficoltà di comprensione, hanno portato alla realizzazione di questa legge. Una legge che trova la sua approvazione dopo un iter particolarmente lungo e travagliato, ma sulla quale, al di là di differenziazioni ideologiche, dobbiamo trovarci tutti d'accordo.
Non è infatti sul diverso modo di parlare, sulla diversa lingua materna che avverranno gli scontri nei prossimi anni; non sarà sul fatto che qualcuno, attraverso una televisione piuttosto che un giornale, si esprima in italiano piuttosto che in catalano o in piemontese o in tedesco. Sarà sul fatto che la matrice è unica, così come la volontà di arrivare all'Unione Europea, alle grandi realizzazioni, al federalismo.
Le lingue, le culture non dividono; le lingue uniscono, ed è su questo concetto che noi diamo la nostra più piena adesione allo spirito di questa legge, che - ripeto - è fatta non per dividere.
Nelle intenzioni di chi la sottoscrive ed oggi la vota la legge è fatta per unire anche i piemontesi delle minoranze etniche, linguistiche e religiose in un tutt'uno; ciò al fine di promuovere l'economia della Regione, far credere nelle istituzioni della Regione, far sentire la gente protagonista all'interno delle istituzioni della Regione che recepiscono le istanze locali. E' una legge di grande democrazia e di grande spirito federalista.
Di questo ringrazio ovviamente tutti i colleghi che hanno voluto collaborare sia nel presentarla che nel rielaborarla, e in questo spirito dichiaro il voto favorevole del nostro Gruppo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.
RUBATTO Finalmente possiamo approvare un progetto di legge che pone nuovi strumenti per lo studio e la cultura del nostro dialetto e della nostra storia, la storia del Piemonte. Quindi darò il mio voto a favore di questa proposta di legge, pur non condividendo il metodo utilizzato per presentarla in quest'aula e prima ancora in Commissione. Mille emendamenti o meno - non ricordo il numero esatto - sono stati il ricatto per portare in aula questa proposta di legge.
In molte Commissioni giacciono progetti di legge ben più importanti fermi da più di un anno. Come ho già dichiarato l'altro giorno al Presidente della IV Commissione, io non parteciperò più alle riunioni di questa Commissione fin quando non saranno portati avanti dei progetti.
Siamo tutti capaci, se vogliamo, a presentare degli emendamenti; siamo tutti capaci, se vogliamo, a ricattare la maggioranza, ma personalmente sono contrario a questo metodo.
Il mio voto è comunque favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Il Gruppo di Rifondazione Comunista non si accoda a questa retorica piemontesarda a buon mercato, che etichetta un'attività di conoscenza linguistica (che il Gruppo condivide) con capacità taumaturgiche di unire sotto la lingua piemontese chissà che cosa.
Quanto unisca l'uso della lingua piemontese è dato molto semplicemente da questo foglietto che ci è stato consegnato e senza il quale i 60 Consiglieri sarebbero rimasti disuniti tra di loro, perché non in grado neppure di capirsi. Quindi non facciamo retoriche sul fatto che l'uso della lingua piemontese unisca.
L'uso della lingua piemontese è un elemento di cultura, di conoscenza che va apprezzato, che non va trascurato, che fa parte della storia del Piemonte, così come le altre lingue citate o meno nella legge. Il mio Gruppo, quindi, condivide l'impostazione che in una Regione coesa socialmente e matura culturalmente nulla venga trascurato della propria storia e del proprio patrimonio; che tutto possa essere conosciuto e quanto di esistente e vivo ci sia debba essere aiutato a non perdere la propria identità. E questo è quanto faceva la L.R. n. 26/90.
Dove non siamo d'accordo è su un punto in particolare, che vede un giudizio molto critico: è il punto che riguarda gli istituti scolastici di ogni ordine e grado. La scuola è un punto importante e decisivo, Presidente Picchioni, e in questo momento ha bisogno di molte cose, di molte innovazioni e di progetti. Vi è un Ministro della Pubblica Istruzione che ha predisposto un progetto di riassetto del sistema scolastico. E non è cosa di poco conto intervenire nel sistema scolastico.
Quello che dispiace nel nostro lavoro di oggi è vedere il modo in cui la Regione Piemonte, che non si occupa di scuola e di programmi scolastici si occupa dell'istituzione scolastica. Questa Regione non si è presentata con un progetto di intervento dell'istituzione regionale dentro la scuola in accordo con i Provveditorati e sulla base di un proprio progetto.
Dove abbiamo discusso di cosa abbia bisogno la scuola oggi per stare più al passo con i tempi e consentire una formazione culturale e civile dei giovani? Non l'abbiamo discusso! Non abbiamo impostato un ruolo forte della Regione Piemonte che interloquisca con il Ministero e i Provveditorati (che del Ministero sono l'apparato periferico) per individuare le innovazioni da introdurre all'interno del sistema scolastico sia nei programmi sia nella formazione degli insegnanti.
Non abbiamo fatto questo, non abbiamo discusso un bel nulla! Non abbiamo detto: "La Regione Piemonte insista perché la storia contemporanea..., perché i nuovi linguaggi..., perché si studino gli ipertesi, perché le nuove tecnologie..., perché certi aspetti dell'attività economica e scientifica vengano incrementati". Dove è stato il nostro ruolo? Non esiste! Viceversa, interveniamo solo sullo studio delle lingue, e in particolare della lingua piemontese; ci siamo impegnati e spendiamo il nome della Regione Piemonte, che si caratterizza per un intervento nel sistema scolastico ridotto a questo. E' proprio poco! E' sbagliato. E' stonato.
Corrisponde non ad un ruolo autorevole, riconoscibile, forte, progettuale capace di spingere in avanti la scuola della Regione Piemonte, ma tale operazione deriva semplicemente da una volontà di disinnescare un piccolo conflitto politico con una forza politica che predica la secessione dall'Italia anche scolastica.
A me pare, dunque, che per risolvere un piccolo problema di mille emendamenti ci si sia adagiati nella predisposizione di una norma legislativa delicatissima, che segna un ingresso della Regione Piemonte dentro le scuole senza alcuna politica in merito, riducendola anzi al piemontese. Quando si saprà, in Europa e in Italia, che quanto fa la Regione Piemonte per rinnovare la scuola si riduce a spendere denaro per corsi di formazione sulla lingua piemontese, penso che deriverà non un buon livello del nostro legiferare, ma un livello molto, molto parziale ed insufficiente.
Per questo motivo, il Gruppo di Rifondazione Comunista, continuando a considerare validi i principi di tutela, valorizzazione e promozione della conoscenza del patrimonio linguistico del Piemonte, e che sia dovuto il sostenere quest'insieme di attività, non ritiene che il modo con cui si sono predisposti questi articoli di legge - e, soprattutto, il velleitarismo pasticcione di impegnare la Regione Piemonte all'interno delle scuole di ogni ordine e grado - sia il modo corretto per sostenere una politica di conoscenza delle lingue storiche presenti in Piemonte n per sostenere un ruolo degno dei compiti della Regione Piemonte nel sistema scolastico.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 hanno risposto SI' 39 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Discussione su problematiche connesse con la Consulta degli Eletti ed esame relativi ordini del giorno di non passaggio alla votazione del relativo articolato


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 7 all'o.d.g. che prevede la discussione sulle problematiche connesse al progetto di legge n. 185 relativo alla Consulta degli Eletti.
Sono stati presentati due ordini del giorno: il primo a firma dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea, Simonetti e Spagnuolo; il secondo, a firma dei Consiglieri Gallarini, Montabone e Ghiglia, facendo proprie le risultanze della Conferenza dei Capigruppo di stamani, recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte preso atto del ritiro del progetto di legge n. 185, presentato dal Consigliere regionale Ghiglia, decide di non procedere alla votazione del medesimo".
La parola alla Consigliera Spagnuolo.
SPAGNUOLO Intervengo sull'ordine del giorno che propone il non passaggio ai voti presentato a norma di Regolamento da alcuni Consiglieri. Già nella seduta precedente, mi ero permessa di far notare, in particolare al collega presentatore, che un'amplissima discussione era già stata fatta e che pertanto, il testo avrebbe in allora dovuto essere messo in votazione. Una proposta di legge, anche se di iniziativa di un Consigliere, non rimane "proprietà" dello stesso nel momento in cui viene portata in aula; in qualche modo, si spoglia di tale "proprietà" e diventa di competenza del Consiglio.
Questo quanto mi ero permessa di far notare la volta scorsa, anche perché il Consigliere Ghiglia aveva di fatto, ampiamente e congruamente dal suo punto di vista, motivato la presentazione del testo stesso.
A questo punto, il nostro Gruppo è contrario al non passaggio ai voti proprio perché vi è stata una grande discussione e perché credo che su una materia di tipo politico così ampio, che attiene ad una problematica che continua ad essere la problematica del nostro tempo, il Consiglio deve potersi esprimere.
Pertanto mi stupisce che dopo avere fatto delle dichiarazioni anche così pesantemente argomentate da parte del Consigliere proponente non si consenta poi all'aula di potersi esprimere.
E' stato svolto un dibattito anche di un'elevata qualità nella seduta precedente, credo quindi che per coerenza lo stesso collega, che è stato presentatore di una proposta di legge così particolare, dovrebbe, se mi è permesso, "assumendosi" le sue responsabilità, consentire che l'aula che ha fatto un ampio dibattito comunque si possa esprimere. Non si è trattato come invece aveva accennato nella sua presentazione, di una proposta provocatoria, ma semiseria. Vi è stata un'amplissima motivazione: io ho riletto l'intervento, questo lo dico in particolare alle colleghe Consigliere, ma mi rivolgo a tutta l'aula perché le questioni femminili non sono questioni che interessano solo le colleghe Consigliere, ma interessano la società nel suo complesso, quindi da tutti devono essere prese in considerazione.
Quando un Consigliere fa dichiarazioni del tipo: "Ho presentato questa proposta di legge, proposta di legge che dico subito intendo ritirare perché l'intento era provocatorio, ma semiserio, per dire che la Consulta delle Elette non ha portato risultati, la Consulta delle Elette non è servita a nulla, è servita a parlare, a convocare, magari a firmare delle lettere, a mandare in giro degli inviti, ma a nient'altro..." e tutta una serie di argomentazioni di questo tipo, non può poi non trarre le conseguenze di tutta questa serie di prese di posizione, rispetto peraltro ad un organismo che è in itinere e quindi non consentire il passaggio ai voti.
Pertanto, io chiedo invece a nome del nostro Gruppo che si passi al voto sulla proposta presentata e richiamata in aula dal Consigliere Ghiglia e discussa nella seduta precedente.



PRESIDENTE

Di fatto la sua è anche una dichiarazione di voto contro l'ordine del giorno presentato dai Consiglieri Gallarini, Montabone e Ghiglia.
La parola alla Consigliera Simonetti.
SIMONETTI Anche il Gruppo di Rifondazione Comunista sostiene le argomentazioni che sono state portate dalla collega Spagnuolo.
Quando il Consigliere Ghiglia ha illustrato questa proposta di legge la scorsa seduta non ne ha chiesto, unitamente alla presentazione, il ritiro.
L'illustrazione di questa proposta di legge da parte del collega Ghiglia è stata accompagnata da una serie di argomentazioni e contenuti del tutto personali che però hanno riempito il dibattito del Consiglio regionale con toni anche accesi e con prese di posizione da parte di tutte le forze politiche e ci tengo a dirlo anche delle Consigliere regionali delle forze di maggioranza.
Noi riteniamo che questo dibattito da un lato sia stato di livello alto perché ha riproposto delle tematiche e delle conquiste che noi consideriamo importanti; dall'altro, i contenuti portati dal Consigliere Ghiglia hanno significato un affronto a tutta la questione femminile con toni molto provocatori e irridenti che noi non credevamo conclusi. Tutte queste argomentazioni del tutto provocatorie che hanno accompagnato la presentazione di questa proposta di legge hanno avuto come oggetto la critica accesa alla Consulta delle Elette come organo del Consiglio regionale, delle Consigliere regionali e di tutte le elette del Piemonte.
Riteniamo quindi che questa proposta debba essere posta ai voti perch è stato un atto non solo di proposta legislativa, ma un atto riempito da contenuti politici, in seguito al quale il Consiglio si è espresso.
Voteremo contro l'ordine del giorno presentato dai Consiglieri Gallarini, Montabone e Ghiglia relativo al non passaggio ai voti, perch non riteniamo che un dibattito di due ore e mezza su quel tipo di questione possa essere concluso in questo modo.
Faccio anche un appello alle colleghe della maggioranza per una riflessione su questa questione: un affronto del genere non può e non deve essere considerato come una semplice bravata e come un atto di provocazione. Deve essere conservata agli atti una proposta di legge che in realtà è stata presentata, anche se ritirata, e quindi ritengo che il Consiglio, dopo aver utilizzato - ripeto - circa tre ore del suo tempo per dibattere su una questione del genere, possa a tutti gli effetti esprimersi anche dal punto di vista del voto.
Per la questione invece di contenuto che quel dibattito ha sollevato ci riserviamo in seguito di esprimere delle considerazioni sul fatto che quel dibattito debba essere concluso con un atto politico che conservi le provocazioni che ha sollecitato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.
RIBA Tutta la discussione ci ha consentito di prendere atto che la presentazione da parte del Consigliere Ghiglia della proposta di legge per l'istituzione della Consulta degli Eletti era un atto strumentale finalizzato al medesimo Consigliere Ghiglia ad avere qualche spazio sui giornali sulla base di un rituale o di un comportamento politico legittimo ma certamente disdicevole e particolarmente offensivo e dileggiante nei confronti di quest'aula.
Presidente del Consiglio, mi rivolgo a lei: se qui si permette che lo strumento da utilizzare per "piantare casino" o fare gazzarre in modo da avere dell'audience...



PRESIDENTE

Consigliere Riba, la prego di usare dei termini che siano confacenti a questa assemblea.
RIBA Ho usato espressamente questo termine perché siamo ben oltre! Ho usato il termine più neutrale possibile rispetto ad una situazione del genere.
Comunque la ritiro, Presidente; accetto ben volentieri che lei mi presti l'attenzione che è implicita nel richiamo che mi ha fatto.
Se noi permettiamo che gli strumenti che ci sono assegnati per governare il Piemonte vengano umiliati e dileggiati fino a diventare l'occasione per una gazzarra di richiamo giornalistico a scopo personale io mi rivolgo a tutti i Consiglieri regionali: ma voi sapete che noi siamo in grado di presentarvi cinquecento proposte di legge simili? Certo, che lo sapete! Voglio soltanto capire se c'è da parte della maggioranza la capacità di isolare come ha fatto il Gruppo di Alleanza Nazionale che ha lasciato Ghiglia da solo a farsi questa piazzata.
GHIGLIA L'ho firmata io.
RIBA Da solo. Io dico la mia opinione. Il Gruppo Alleanza Nazionale ha lasciato Ghiglia da solo a fare questa piazzata; io mi aspetto che da parte del Consiglio ci sia un atteggiamento non subalterno, ma di quella che Ghiglia non può non aspettarsi, cioè un minimo di censura perché uno sa che quando fa così si aspetta una censura, come chi sale sui campanili sa che si aspetta una censura. Si sa, quando si usano degli strumenti irrituali e provocatori, che ci si mette in una posizione che un Consiglio, un organo istituzionale non può tollerare.
Mi rivolgo a lei, Presidente, perché se un comportamento di questo genere viene utilizzato - a man salva! - da un esponente così rilevante della maggioranza e dell'area politica del Polo a livello regionale...



(Commenti del Consigliere Ghiglia)



PRESIDENTE

RIBA



PRESIDENTE

Io lo giudico rilevante e non si offenda; se vuole che dica determinante...



PRESIDENTE

GHIGLIA



PRESIDENTE

Diciamo bello.



PRESIDENTE

RIBA



PRESIDENTE

No, bello... Ce ne sono altri più belli di te qui dentro, non mi riferisco a me stesso, naturalmente, ma all'opinione dei mass media, ma parleremo in altra sede di questo...



PRESIDENTE

Consigliere Riba, per cortesia, è arrivato all'ortodossia? RIBA Certo! Se noi permettiamo - Presidente - che si usi in questo modo lo strumento che ci è dato per esercitare la nostra sovranità, lei capisce che la gente avrà di che riflettere sulla fiducia verso l'istituzione. Prendo atto del documento di maggioranza, che mi sembra particolarmente imbarazzata; io capisco anche l'imbarazzo, siamo gente di mondo, quindi capisco l'imbarazzo della maggioranza! Piuttosto non capisco la debolezza della reazione di fronte all'imbarazzo; si dice: "Preso atto che il Consigliere Ghiglia ha ritirato la proposta di legge, si decide di non passare alla votazione degli articoli".



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere, lei è arrivato nei tempi supplementari! I Presidenti dei Gruppi avevano concordato sul non passaggio ai voti degli articoli.
RIBA Sì, ma non "preso atto che il medesimo ha ritirato", perché le due cose sono in contrasto ed assolutamente improponibili. Diciamo che all'atto di frattura verso l'istituzione aggiungiamo anche l'atto della banalità di dire "preso atto che lo ritira, noi non passiamo agli articoli". Abbiamo riaffermato che il documento è stato presentato, la forma richiede che adesso che è di proprietà del Consiglio sia il Consiglio a pronunciarsi. E a quello che fa autorevolmente, ma individualmente, il collega Ghiglia, il Consiglio non è subordinato. Quindi chiedo che quell'ordine del giorno venga modificato con l'eliminazione del "preso atto", come primo punto.
La seconda questione è che tale documento non è proponibile, non per altro, poi qui ci sono degli esperti di linguistica, di letteratura, di semantica, non io naturalmente, come non sono candidato all'oscar dell'immagine! Se c'è una modifica, valutiamola. Noi non voteremo altri ordini del giorno perché ce n'è uno che è firmato collegialmente da tutte le colleghe, tranne qualcuna... Io voglio essere molto rispettoso anche dei vostri problemi; sarebbe un risultato troppo significativo per l'iniziativa del collega Ghiglia se fossi già riuscito ad introdurre degli elementi di divisione. Non ne voglio prendere atto e anticipo che voteremo l'ordine del giorno che è stato individuato dalla maggioranza della Consulta femminile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.
GALLARINI Colleghi, solo per alcune riflessioni in seguito soprattutto all'intervento del collega Riba. Collega Riba, questa mattina, come ha detto il Presidente, abbiamo discusso per quasi tre ore, dopodiché si è deciso che se non andava bene potevamo mettere "visto", ecc.; non è questo il problema, ma a noi va benissimo. Abbiamo discusso per tre ore, anche il collega Marengo ha partecipato a tutta la discussione, poi, virgola più virgola meno, come dico, se anziché "preso atto", vogliamo mettere "visto" va bene, ma la sostanza che è emersa da quella lunghissima discussione dei Capigruppo è questa. Sul resto, anch'io ritengo di esprimere, come Gruppo la considerazione che sarebbe opportuno, e per quanto ci riguarda lo faremo e cercheremo di impedirlo, che non si ripropongano fenomeni analoghi perché condividiamo le critiche espresse relativamente a certi mezzi attraverso i quali raggiungere certi fini. Riteniamo possa essere stata un'eccezione perché, per quel che ci riguarda, non abbiamo mai presentato documenti con questi fini e non ne presenteremo, però sulla sintesi dell'ordine del giorno c'è stata una riunione in cui alla fine i Capigruppo hanno concordato. Quindi, non è sicuramente qualcosa di strano; come ha detto il Presidente, il collega Riba è entrato in campo solo ai tempi supplementari, ma prima c'è stata la partita regolare dei 90 minuti!



PRESIDENTE

Vi prego solo di attenervi a quanto abbiamo stabilito questa mattina nella Conferenza dei Capigruppo, altrimenti riprendiamo tutta la discussione; questo in senso lato, non è diretto a lei, Consigliere Ghiglia.
La parola al Consigliere Ghiglia.
GHIGLIA Grazie, Presidente. Distinguiamo due cose: questa mattina la Conferenza dei Capigruppo ha proposto di prendere atto del fatto che io avessi ritirato il progetto di legge sulla Consulta degli Eletti e di presentare un ordine del giorno perché non si procedesse alla votazione, unicamente per il fatto che nel nostro Regolamento manca una norma che assicuri che nel momento in cui un Consigliere, magari unico firmatario di un progetto di legge, decide di non metterlo in votazione, vi sia una scadenza temporale del progetto di legge medesimo, per cui non possa più essere riassunto eventualmente da altri, perché questo comporterebbe l'implicazione di discussioni, magari di interventi in Commissione, nuovi giri, magari sotto diverso nome e quant'altro. Quindi, ci siamo posti questo come limite, proponendoci anche di fare poi una modifica del Regolamento in questo senso. E questo è il primo elemento.
Il secondo elemento, invece, è politico. Perché io capisco che il Consigliere Riba questa sera tenti una fin troppo accalorata provocazione nei miei confronti, tentando di suscitare una reazione, cioè tentando di solleticare il mio orgoglio personale, per quanto da me presentato la volta scorsa. Questo fa parte dei tentativi che ognuno di noi può fare per farsi un teatrino e per avere un po' di presenza o di attenzione sui giornali perché i modi di fare pubblicità e propaganda - caro Riba - non li devo certo insegnare ai maestri della propaganda, fin dai tempi eroici della rivoluzione d'ottobre! Sono molti, sono gli ordini del giorno, sono le minacce di ostruzionismo, sono la graduazione dell'accaloramento degli interventi: se lo faccio più accalorato succede questo, viene riportato questo, se lo faccio meno accalorato la conseguenza sarà un'altra. Quindi ciò che io contesto, non dando la soddisfazione di ritornare sul tema in oggetto, non è il fatto che si tenti in qualche modo di continuare a dibattere una cosa, che peraltro tutti hanno riconosciuto essere stata ampiamente dibattuta, ma il fatto che si tenti di far passare in maniera impropria, per atto di presenzialismo, la presentazione di un progetto di legge che io stesso avevo definito una provocazione, che io stesso avevo già chiesto di non discutere in Commissione, proprio per evitare di perdere tempo, e che io stesso avevo detto ben tre o quattro volte nel corso del mio intervento che avrei inteso ritirarlo, proprio per non portarlo in votazione. Perché si trattava di sollevare un problema sull'effettiva realizzazione delle leggi, delle Consulte, delle Commissioni che ci siamo dati e questo problema l'ho sollevato cento volte in questo Consiglio regionale, sull'utilità degli strumenti di cui ci dotiamo, e basta.
Questo era l'intendimento, queste sono state le dichiarazioni, queste sono state le disponibilità, dopodiché c'è stata questa mattina, per concludere, ai Capigruppo la decisione di prendere atto che non si intendeva procedere per colmare una lacuna regolamentare. Sinceramente non comprendo la distinzione tra: "preso atto" e "visto"; mettiamo "preso atto", "visto", "considerato", mettiamo "dopo aver letto lo stenografico" mettiamo quello che volete, ma la sostanza credo sia salva. Vogliamo farne un problema di forma? Mettiamo la forma che volete voi; se ne vogliamo fare, invece, un nuovo momento di strumentalizzazione per portare avanti in maniera - consentitemi però a questo punto - veramente ultronea e un po' stucchevole un argomento che abbiamo già abbondantemente discusso l'altra volta, allora è un'altra cosa! Non è quello che abbiamo deciso questa mattina. Dopodiché ognuno, anche il Consigliere Riba, è libero di cambiare idea, però non era quello che avevamo concordato questa mattina.



PRESIDENTE

Credo che questo ordine del giorno possa essere così emendato: "Il Consiglio regionale del Piemonte udita la volontà del ritiro del progetto di legge decide di non procedere alla votazione del medesimo".
Mi pare sia stata una volontà espressa unanimemente questa mattina.
Pongo in votazione l'ordine del giorno come modificato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 35 voti favorevoli, 7 contrari e 1 astenuto.
Consigliere Chiezzi, lei mantiene il suo ordine del giorno? Ne do lettura: "Il Consiglio regionale del Piemonte a seguito della relazione illustrativa della proposta di legge sulla 'Istituzione della Consulta degli Eletti' rilevato che tale proposta, iniziando da considerazioni critiche sull'utilità della Consulta delle Elette e proseguendo con osservazioni che negavano l'attuale diseguaglianza tra i sessi in molti settori della vita economica, sociale e politica, è terminata con l'annuncio di volerla ritirare ritenuta l'iniziativa provocatoria e scarsamente rispettosa delle funzioni legislative del Consiglio regionale riaffermata la validità delle istituzioni che lottano per affermare prassi di pari opportunità, eguali garanzie ed impegno in iniziative legate alle problematiche femminili deplora l'iniziativa del presentatore del progetto di legge 'Istituzione della Consulta degli Eletti', provocatoria e irridente rispetto al problema della diseguaglianza tra i sessi riafferma la validità della Consulta delle Elette, utile strumento per la realizzazione di un'effettiva politica di parità nei confronti delle donne".
La parola al Consigliere Riba.
RIBA Dopo l'atto di benevola votazione dell'ordine del giorno per Ghiglia io avevo valutato che ci fosse un altro ordine del giorno e ne avevo anche annunciato la nostra posizione. Essendoci solo questo ordine del giorno voglio precisare che noi lo votiamo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.
GALLARINI Noi non partecipiamo al voto su questo ordine del giorno.



PRESIDENTE

Altre dichiarazioni? Consigliere Ghiglia? GHIGLIA Io a titolo personale voto contro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Casoni.
CASONI Il nostro Gruppo non partecipa al voto.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione tale ordine del giorno.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 20 voti favorevoli, 3 contrari e 1 astensione (non hanno partecipato alla votazione 17 Consiglieri).


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame proposta di deliberazione n. 462: "Terzo prelievo dal fondo di riserva di cassa di cui al capitolo n. 15970 dello stato di previsione della spesa del bilancio 1997 della somma necessaria per consentire pagamenti relativi alla gestione dei residui"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della proposta di deliberazione n. 462, di cui al punto 14) dell'o.d.g.
Il Consigliere Gallarini ha presentato un emendamento, già a mani dei Consiglieri, nel quale sono elencate le variazioni.
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 23 voti favorevoli, 17 contrari e 1 astensione.
Pongo ora in votazione tale deliberazione, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 23 voti favorevoli, 17 contrari e 1 astensione.


Argomento: Zootecnia - Veterinaria

Esame proposta di deliberazione n. 453: "Certificazioni carni bovine. Modifica del Regolamento di attuazione della L.R. 14/7/1988, n. 35"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della proposta di deliberazione n. 453, di cui al punto 15) all'o.d.g.
In sede di Commissione hanno votato favorevolmente i Gruppi Forza Italia, PDS, Alleanza Nazionale, CDU, Patto dei Democratici e Verdi Democratici.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.


Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Interrogazione n. 1228 dei Consiglieri Saitta, Peano, Gatti e Montabone interpellanza n. 1239 dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti ed interrogazione n. 1225 del Consigliere Cavaliere relative alla partecipazione della Regione Piemonte alle manifestazioni del centenario della Juventus


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 1228, l'interpellanza n. 1239 e l'interrogazione n. 1225 relative alle manifestazioni del centenario della Juventus.
La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.
GHIGO, Presidente della Giunta regionale Rispondo contemporaneamente alle interrogazioni n. 1228 e n. 1225 e all'interpellanza n. 1239 relative alla partecipazione della Regione Piemonte alle manifestazioni Juvecentus.
Il rapporto collaborativo tra Regione Piemonte e Juventus S.p.A. è stato definito nel corso di parecchi mesi densi di incontri, discussioni proposte ed approfondimenti. Mi pare utile tale premessa, intanto per sottolineare la serietà dell'iniziativa assunta, formalizzata dopo una gestazione che, se non ha raggiunto i nove mesi fisiologici, sicuramente ha dato alla luce un accordo chiaro, completo, positivo per l'Ente Regione e per il Piemonte nel suo insieme. La stessa delibera di approvazione vistata senza rilievi dalla Commissione di Controllo - risulta ampia ed articolata e, di per sé, mi parrebbe esaustiva degli intendimenti regionali.
Le obiezioni dei Consiglieri interroganti sono, per chiarezza riscontrabili in tre punti: perché individuare come "testimonial" la Juventus se l'immagine promossa sia quella della Regione o del governo regionale se non sarebbe stato opportuno indirizzare i denari ad altre iniziative.
Per quanto riguarda l'aver individuato la Juventus e non altri soggetti, mi pare che la risposta sia di per se stessa evidente nelle premesse della deliberazione quadro del 28 aprile scorso, riferita al progetto di comunicazione elaborato dal governo regionale.
La squadra di calcio della Juventus, radicata a Torino e in Piemonte celebra i cento anni di vita, e tale circostanza, collegata alla notorietà nazionale ed internazionale della compagine, ritengo giustifichi l'individuazione delle iniziative "Juvecentus" quale testimone di una vivacità e rilevanza del Piemonte anzitutto in campo sportivo senza trascurare le valenze di ordine sociale. Nessun altro soggetto sportivo, in questo momento, avrebbe altrettanta risonanza in Italia e all'estero.
Lo stesso Consigliere Cavaliere ammette tale prestigio, pur obiettando sulla rilevanza della cifra stanziata che peraltro non supererà gli 800 milioni in larghissima misura finalizzati alla grande mostra sulla storia del Club e del suo collegamento con la società torinese e piemontese.
Per quanto riguarda il soggetto del quale promuovere l'immagine, non c'è dubbio che si tratta della Regione Piemonte e del Piemonte nel suo insieme. Non a caso tutte le iniziative del centenario e tutti i materiali promozionali dovranno recare uno ed un solo logo regionale: l'ormai conosciuto e ripetuto "Regione Piemonte - Spirito Europeo" accompagnato dallo stemma croce bianca in campo rosso e dalle dodici stelle dell'Unione Europea. Tale logo non può che significare, agli occhi di tutti, in Italia come all'estero, la presenza istituzionale del Piemonte e dell'Ente Regione, quale componenti essenziali della realtà europea, non già quella di singoli organi od amministratori o comunque parte dell'istituzione.
Non credo che la presenza di rappresentanti del governo o dell'assemblea regionale a questa o quell'iniziativa (con inviti peraltro assai diffusi anche in Regione), su questo o su quel mezzo come momento di informazione, possa essere vista come funzionale all'immagine del singolo organo o della singola persona. A tale proposito, proprio a testimonianza di uno spirito non solo europeo, ma anche di correttezza istituzionale della Giunta, aggiungo essere sempre preoccupazione dei nostri uffici che in tutte le iniziative alle quali vengono dati collaborazione o patrocinio appaia la dizione "Regione Piemonte" senza riferimento di governo o Presidenza o Assessorati.
Resta la questione del quantum e dell'ipotizzata diversa destinazione dei previsti 800 milioni di spesa.
Ammesso che l'occasione sia il centenario della Juventus e che per tale motivo la squadra bianconera sia stata individuata come testimonial sarebbe stato difficile se non impossibile immaginare una diversa destinazione del finanziamento, volto a promuovere come traino comunicativo il Piemonte sfruttando una locomotiva forte e conosciuta internazionalmente. Certo, 800 milioni sono tanti, ma ritengo giustificati dalla robustezza dell'iniziativa e dall'ampiezza dell'immagine che pensiamo ne possa derivare al nostro Piemonte.
Aggiungo che comunque il governo regionale non trascura il vasto e multiforme orizzonte dell'impiantistica sportiva a livello locale in tutto il Piemonte, e rispetto a tale direzione ancora in una delle ultime sedute della competente Commissione consiliare sono giunti positivi apprezzamenti anche da parte delle minoranze. Cito solo due cifre legate ai programmi per la legge n. 93/95: a fronte di progetti ammessi al finanziamento e posti in cantiere per una spesa di 207 miliardi nel biennio 1994/1996, il nostro bilancio interviene per poco meno di 20 miliardi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.
SAITTA Signor Presidente, la nostra interrogazione ha lo scopo di riflettere sulla specifica iniziativa, ma anche rilevare come questa maggioranza, la maggioranza di centro-destra, ma in modo particolare, la Giunta di centro destra, sicuramente ha diversi tratti caratteriali, ma quello che manca, e che è sempre stato elemento che ha contraddistinto anche le destre, è la sobrietà. La sobrietà come valore nel governo della cosa pubblica. Questa è un'iniziativa, ma sono tante le iniziative adottate, sostenute e sponsorizzate dalla Giunta regionale che dimostrano come il valore della sobrietà nella gestione della cosa pubblica non è un interesse da parte di questa maggioranza: 800 milioni sono tanti - l'ha detto anche lei Presidente - e noi riteniamo che siano mal spesi. Non abbiamo proposto di destinare questi denari ad altre iniziative, ma di sostenere questa iniziativa importante - i cento anni della Juventus - con iniziative utili.
Lei, Presidente, e i suoi Assessori, siete ossessionati dal problema dell'immagine. E' vero che non ci sono nomi degli Assessori, non ci sono titoli, ma questo non è importante: il problema è che c'è l'ossessione di apparire, con la convinzione che potenziando l'immagine, diffondendo continuamente il logo del Piemonte sulla stampa, sugli album della Juventus, si possa colmare un vuoto di carattere politico, come se per farsi conoscere fosse necessario essere presenti su queste iniziative.
Noi contestiamo la mancanza di sobrietà e rileviamo come, in un momento di risorse scarse, si debba essere più attenti nella spesa. Essere più attenti nelle spese significa che nel momento in cui si decide di finanziare un'iniziativa, bisogna anche valutarne il vantaggio economico.
Non mi pare che questa valutazione sia stata fatta; credo che l'unica valutazione fatta sia su quante copie di giornali o in quante trasmissioni televisive compaia il logo della Regione Piemonte.
Occorre valutare anche il vantaggio economico, cioè il ritorno di un investimento (perché si tratta di un investimento), nonché il vantaggio sociale. Questo non c'è, non riusciamo a capirlo, per cui siamo contrari.
Riteniamo che sia più opportuno utilizzare questa notevole risorsa per festeggiare i cento anni del Piemonte a vantaggio dello sport, del calcio.
Abbiamo detto - e non in termini banali - che con la stessa cifra sarebbe possibile sostenere tante squadre di calcio, e credo che la stessa Juventus sarebbe contenta di un utilizzo diverso.
Credo inoltre - e questo è l'elemento che ritengo altrettanto importante - che in questo dibattito che c'è in Piemonte e nella città di Torino, sul fatto se la Juventus debba giocare o meno a Torino per le posizioni che ha assunto, l'aver assunto un atteggiamento così molto leggero nella spesa per finanziare questa iniziativa, sia un regalo assolutamente enorme. Questo elemento di carattere economico poteva essere anche utilizzato per aprire un confronto con la Juventus in relazione al problema che ha posto pochi mesi fa in ordine alla questione dello Stadio Delle Alpi.
Questi sono i motivi che ci inducono ad essere contrari, anche se la maggior parte dei presentatori dell'interrogazione sono juventini, ma riteniamo che questo non sia un modo serio di sostenere lo sport: si sostiene soltanto un'immagine del Piemonte senza vantaggi reali non solo in termini economici, ma anche istituzionali.
Questi sono i motivi che ci hanno indotto a presentare l'interrogazione, che ha soltanto il significato di rilevare come anche in questa occasione la maggioranza di centro-destra abbia perduto l'occasione di rilevare un carattere che non ha, per rilevare cioè la mancanza di sobrietà, elemento importante nel governo della cosa pubblica.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.
PAPANDREA Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il nostro Gruppo ha presentato l'interpellanza anche per sollevare un altro problema che non è stato oggetto della risposta e su cui tornerò dopo.
Farò inoltre alcune considerazioni su quello che è stato il centro della comunicazione del Presidente, cioè il finanziamento di 800 milioni alla Società Juventus, di proprietà dell'IFI. Si tratta di un finanziamento ad una società per azioni, controllata dall'IFI, proprietà di una famiglia bisognosa e notevolmente assistita dallo Stato e dalle varie istituzioni tra l'altro, le forme di finanziamento che riceve questa famiglia sono molteplici e ce ne sono altre in atto per altre sue iniziative e per altre sue aziende.
Di fatto la Juventus è gestita come un'azienda. Di recente abbiamo letto che il Presidente dell'IFI, a fronte della valutazione di una serie di suoi giocatori, ha detto: "Va bene, li vendiamo, perché è un affare". Si tratta di una società sportiva, ma che ha sicuramente queste caratteristiche; non so se poi faremo anche un finanziamento per la rottamazione dei giocatori, incentivandone la vendita dopo dieci anni per acquistarne di nuovi.
Ad ogni modo, ritengo scandaloso il finanziamento ad una società con queste caratteristiche, che sicuramente è una società nota e la conosciamo tutti: ha vinto molti Campionati italiani, ed è quella che ne ha vinti più di tutti; ha vinto una serie di Coppe dei Campioni; ci hanno giocato campioni di notorietà mondiale, così come è altrettanto noto che quella squadra è l'espressione della città di Torino. Si sa anche che Torino sta in Piemonte: credo che una serie di fatti legati all'immagine della Juventus siano di per sé scontati. Tutti sanno che è un prodotto della terra piemontese, però dietro tutto questo io non vedo altro.
L'unica cosa che rilevo è che, oltre al fatto di sapere che la Juventus sta a Torino e che Torino è in Piemonte, un po' più di persone conosceranno il simbolo della Regione Piemonte. Il fatto però che questo compaia su un giornale come La Stampa, fa sì che vada in un circolo di persone che già sono a conoscenza di questo. Non vedo altra utilità.
Ritengo quindi scandaloso questo contributo di 800 milioni (che non è poco), perché quando discutiamo di bilancio e chiediamo di intensificare le spese per 600 milioni per iniziative di ben diverso valore, si dice che ci sono vincoli di bilancio; quando si devono finanziare i lavori socialmente utili o iniziative verso le scuole e gli asili nido ci sono problemi di bilancio; quindi altro da fare, sia nel campo sportivo che in altri campi sicuramente ci sarebbe.
Credo che questa sia un'iniziativa del tutto sproporzionata e sia in qualche modo un buttare via i soldi dei cittadini, tra l'altro - ripeto verso chi non ne ha bisogno e che comunque avrebbe fatto quella stessa iniziativa perché i mezzi finanziari li ha! Tra l'altro, come Gruppo rifletteremo su questa vicenda per valutare l'opportunità di presentare un ricorso alla Corte dei Conti su un'iniziativa altrui che ha queste caratteristiche, cioè una società per azioni privata che riceve questo tipo di finanziamento.
Vengo all'ultimo problema. Nella nostra interpellanza abbiamo posto un'altra questione. Abbiamo saputo che il Presidente, in momenti precedenti alla deliberazione, aveva annunciato questo tipo di iniziativa, ma ne aveva annunciata anche un'altra perché non so se tra uno o due anni ci sarà il centenario della FIAT, sempre controllata dalla finanziaria IFI che ho citato prima. Le considerazioni fatte dal Presidente rispetto alla notorietà del marchio Juventus possono valere anche in questo caso, nel senso che se si cancella la parola "Juventus" sostituendola con la parola "FIAT" non cambia nulla e quindi tutte quelle considerazioni valgono. Non vorremmo che tra un anno o due ci trovassimo di fronte ad un'iniziativa per cui l'immagine del Piemonte, il logo del Piemonte viene abbinato al centenario della FIAT dando di nuovo un po' di aiuto a questa famiglia molto "bisognosa", che tra l'altro è cresciuta nel tempo: è composta da moltissimi rampolli e quindi forse ha bisogno di questo tipo di contributi da parte delle istituzioni.
Noi riteniamo che questa iniziativa debba essere ripensata e che si debba ritirare la deliberazione, perché siamo estremamente scandalizzati rispetto a questo assistenzialismo verso i ricchi in una Regione che di solito di soldi da spendere non ne ha molti.



(Il Consigliere Chiezzi appoggia al microfono un depliant relativo alle iniziative di Juvecentus recante la fotografia dell'avv. Gianni Agnelli)



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, le rammento che per Regolamento non può tenere sul suo banco quell'icona.
Ha ora la parola il Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE Il Presidente della Giunta non ha risposto alle domande poste dalle diverse interrogazioni. Intanto, mi pare che nessuno abbia chiesto perch si è individuato quel soggetto; nessuno mette in discussione il fatto che il centenario della Juventus sia un evento importante e che, come tale, la Regione intervenga, sostenga ed utilizzi questo avvenimento per portare avanti la propria azione nell'ambito dello sport e della promozione dell'attività sportiva. Non capisco perché si sia risposto ad un quesito che nessuno ha posto.
Si è chiesto come mai si sia legato questo evento al "progetto comunicazione". Credo che in tutte le nostre prerogative, in tutto quanto dobbiamo fare come Regione, il progetto "comunicazione" sia poco in sintonia. Non so, intanto, di quanto budget, di quante decine di miliardi disponga tale progetto; ho visto diverse iniziative rientrare nel "progetto comunicazione".
Credo che, invece, questa iniziativa riguardi lo sport e le prerogative che il nostro Ente ha nei riguardi e nei confronti dello sport.
Questo per dire che si poteva utilizzare - e si può ancora, Presidente: si intervenga per quanto possibile rispetto alle cose che si possono correggere - l'occasione di un grande evento e di una grande manifestazione, certamente veicolo importante, per dire "costruiamo una serie di impianti", "promuoviamo le attività giovanili" e quant'altro.
So che nell'ambito del calcio professionistico è un grosso problema quello dei grandi calciatori pagati decine di miliardi; a Torino esistevano, ad esempio, i cosiddetti vivai giovanili, quello del Torino in particolare, ma anche della Juventus, che riuscivano a formare quelli che poi erano definiti grandi campioni. Da anni questo avviene sempre meno. Si sarebbe potuta utilizzare l'occasione del centenario per promuovere assieme alla Juventus - che credo sarebbe stata ben contenta di fare questo, o anche questo - tutte le attività giovanili.
Ritengo ci siano, nella nostra Regione, centinaia e centinaia di società calcistiche minori che se ricevessero 20 milioni per la loro attività annuale farebbero "salti alti così" - tanto per fare degli esempi.
Questo per dire che si poteva utilizzare l'evento in modo diverso.
Invece, Presidente, cosa succede? Che 50 milioni vengono utilizzati per la conferenza stampa. E questo va bene... ormai le conferenze stampa costano care! Quelle che organizza Garrone costano 50 milioni: va bene! Quanto rimane viene speso per allestire la mostra alla Promotrice delle Belle Arti. La Promotrice è un ente privato - e credo ci faccia pagare circa un milione al giorno per esporre - ed è una struttura che abbiamo già pagato come Regione - l'Assessore Leo per la propria parte ed altri per la loro almeno dieci volte. Avremmo comprato, cioè, dieci Promotrici delle Belle Arti. Ogni volta che allestiamo una mostra, siccome la struttura non è adeguata, oltre alla mostra paghiamo l'adeguamento delle scale e l'abbattimento di alcuni muri: in pratica, costruiamo un altro edificio.
Questo è già accaduto per Nespolo... Tutto ciò di mostra in mostra miliardaria: alla fine, noi avremo costruito almeno dieci edifici per poter esporre.
Tra l'altro, noi finanziamo delle istituzioni culturali - a chi un miliardo all'anno, a chi 3 miliardi; cavolo! per fare delle mostre utilizziamo quelle strutture! Non spendiamo 700 milioni per fare una mostra! Queste cose le sapete meglio di me.
Rispetto alla Juventus è chiaro che non protesta se le si regalano 800 milioni. Ciò soprattutto se poi la stessa Juventus ne versa gran parte a FININVEST! C'è infatti anche questo aspetto, Presidente. Il centenario prevede grandi iniziative televisive organizzate dalla FININVEST. Dunque non paga la Regione, ma paga la Juventus: prendo di qui, do di là, alla fine il giro è sempre quello.
Questi i fondati rilievi che ritenevo di dover far presente Presidente, che nulla hanno a che fare con la questione "Regione Piemonte Spirito Europeo". Non è importante che in tutto il mondo si veda tale scritta. Cosa gliene importa al mondo? Dobbiamo dimostrare che abbiamo i migliori impianti sportivi, la più grande partecipazione sportiva nel mondo giovanile, i più bei parchi, la più efficiente industria, ecc. Così siamo davvero "spirito europeo" e non certo allestendo in Argentina una mostra su Nespolo; me li immagino, gli argentini: "Questo deve essere un grande artista piemontese!". Per carità, saranno stati contenti, non sapendo com'è; purtroppo, non possono seguire quotidianamente gli eventi culturali del nostro Paese; in fondo, li abbiamo anche gabbati.
A latere di questo intervento, signor Presidente, le comunico che intendiamo trasformare le interrogazioni presentate in un ordine del giorno, sottoscritto da me e da molti altri colleghi, che depositiamo al banco della Presidenza, come previsto dal Regolamento.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI



PRESIDENTE

Deve essere però iscritto all'o.d.g. del Consiglio.
Inoltre, il problema è che un'interrogazione non può richiamare un ordine del giorno; è l'ordine del giorno che richiama l'interrogazione, non viceversa.
Ha ora la parola il Consigliere Montabone, che ha aggiunto la propria firma all'interrogazione presentata dai Consiglieri Saitta, Peano e Gatti.
MONTABONE Signor Presidente, colleghi Consiglieri, in primo luogo devo spiegare perché ho sottoscritto un'interrogazione dei colleghi del Partito Popolare.
L'ho fatto per poter intervenire su questo tema, era l'unico modo per poterlo fare, tant'è vero che io ho sottoscritto l'interrogazione dicendo "per poter intervenire" e ho chiesto la cortesia al collega Saitta se poteva lasciarmi sottoscrivere, con questo intento, l'interrogazione stessa, in quanto il Regolamento non prevede che io potessi intervenire se non quale firmatario di una di queste interrogazioni.
Devo subito dire con assoluta chiarezza che a me sembra che l'idea originante la deliberazione degli 800 milioni e di associare il logo della Regione ad un logo che in questo momento sul mercato è molto forte e "tira" come quello della Juventus è una buona idea. Sono convinto della bontà di questa intuizione. Subito dopo però mi chiedo, Presidente, se sono state fatte delle opportune indagini su come verranno spesi questi 800 milioni.
Lei ci ha detto che prevalentemente questi soldi verranno spesi per la mostra del Club Juventus ed io le domando se la mostra del Club Juventus si addica appieno a quegli intenti promozionali che la Regione si prefiggeva nel momento in cui abbinava il suo logo con un logo forte come quello della Juventus.
Voglio dire con questo che a mio modo di vedere gli 800 milioni possono essere tanti o pochissimi, dipende dagli intenti che si prefiggeva la Regione nel momento in cui sponsorizzava o contribuiva alla manifestazione del centenario di un Club come quello della Juventus.
Perché dico questo? Perché io non sono certo che la mostra del Club juventino fatta a Torino avrà delle ricadute, per esempio, sul piano turistico e culturale che la Regione probabilmente si prefiggeva. Dico questo altresì perché quando si danno 800 milioni di contributo ad un Club come la Juventus è altrettanto importante sapere quanto spende, non quanto ricava dal centenario della Juventus il Club a cui si danno i quattrini.
Io non credo - visto che ho partecipato alla conferenza stampa di presentazione della manifestazione - che la Juventus, oltre ai quattrini che dà in contributo la Regione Piemonte, metta di suo molto di più per festeggiare il suo centenario. Questo lo dico perché vedendo il programma del centenario ho potuto verificare come la Juventus, oltre alla mostra che le paga la Regione Piemonte, partecipa, per esempio, al Trofeo Repubblica di S. Marino, si giocherà la partita Juventus-Cesena o un torneo che da cinque anni sta facendo e per i quali già prende soldi dalla Repubblica di S. Marino! Ho visto che la Juventus all'interno delle manifestazioni del centenario dice di voler fare un albo dei fans della Juventus sottraendo poi contemporaneamente ai fans che sono già iscritti agli Juventus Club quel minimo di potere della tifoseria che c'era all'interno degli Juventus Club! E' poi prevista, in occasione del centenario, una partita contro una squadra inglese che porta i colori bianconeri come la Juventus, la quale invece giocherà in maglia rosa così com'era all'inizio della sua storia.
Quali sono quindi le uscite della Juventus nel momento in cui festeggia il suo centenario? A fronte di un contributo di 800 milioni della Regione qual è la spesa che la Juventus stessa fa? Abbiamo visto gli inserti che riportano il logo della Regione Piemonte che diventa quasi anonimo in quell'inserto, distribuiti insieme a tutte le copie del quotidiano La Stampa. La Stampa in questi giorni ha aumentato la sua tiratura di circa 250.000 copie perché ci sono molte richieste a seguito di questa iniziativa. Lunedì prossimo invece si distribuirà, e sarà molto importante vedere come è stata realizzata, la prima di una serie di cinque videocassette, che La Stampa metterà in vendita al costo di L.
11.900 e può darsi che in quell'occasione ci sia sì il momento promozionale della Juventus a favore della Regione Piemonte e non soltanto viceversa cioè della Regione a favore della Juventus! Chiudo questo intervento ribadendo ancora una volta che questa è un'intuizione geniale. Se si vuole promuovere però la Regione insieme alla Juventus io penso che il programma che è stato predisposto non sia sufficiente a farlo. Io vorrei, per esempio, che il Piemonte fosse promosso dalla Juventus, squadra ormai internazionale, non in Piemonte, ma nel resto del mondo! Vorrei che la Juventus ci aiutasse a promuovere dal punto di vista turistico il nostro Piemonte all'estero! Vorrei, come si vende una scarpa della Nike, che ci fosse un grande campione, che con gli sci ai piedi ai Sestriere, o a Bardonecchia viste le mie origini, dicesse a tutto il mondo "In Piemonte si scia su piste magnifiche"! Questa è un'operazione commerciale, di marketing commerciale, e non pu esaurirsi con 800 milioni dati per una mostra del Club Juventus! Per questo io dico che l'intuizione è geniale, però verificherò a fondo come questi soldi sono stati spesi.



PRESIDENTE

Signor Presidente della Giunta e colleghi Consiglieri, è stato presentato un ordine del giorno che io per correttezza terminologica dovrei far correggere e chiamarla mozione.
CHIEZZI Accettiamo.



PRESIDENTE

Ai sensi dell'art. 91 del Regolamento "La mozione è una proposta intesa a promuovere una discussione o un pronunciamento del Consiglio, allo scopo di dare alla Giunta indirizzi di comportamento o direttive per la trattazione di determinati affari di competenza regionale. La mozione, che deve essere firmata da almeno cinque Consiglieri, è presentata al Presidente del Consiglio che, sentita la Conferenza dei Presidenti, la pone all'o.d.g. dell'assemblea compatibilmente con le esigenze del programma dei lavori".
Pertanto, questa mozione, che voi avete presentato, la portiamo alla Conferenza dei Capigruppo venerdì prossimo dove bisogna essere d'accordo per la relativa iscrizione. Il Regolamento è chiaro perché dice - ripeto "sentita la Conferenza dei Presidenti, la pone all'o.d.g. dell'assemblea compatibilmente con le esigenze del programma dei lavori definito ai sensi dell'art. 12".



(Commenti del Consigliere Cavaliere)



PRESIDENTE

Vi ho detto cosa prevede la norma regolamentare; nulla osta che questa venga riproposta la prossima settimana. E' la Conferenza dei Capigruppo che valuta. Atteniamoci alla norma per quanto possibile.
CHIEZZI Per me va bene.



PRESIDENTE

Il Presidente della Giunta non ha altro da aggiungere.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Comunicazioni della Giunta regionale in merito al grave episodio di intossicazione alimentare che ha colpito i bimbi delle scuole di Moncalieri, Giaveno e Chivasso


PRESIDENTE

Prima di sciogliere la seduta, do la parola all'Assessore D'Ambrosio per una comunicazione al Consiglio su un fatto molto grave accaduto oggi.
D'AMBROSIO, Assessore alla sanità Signor Presidente, colleghi Consiglieri, vi è stata oggi a Torino una grave tossinfezione alimentare che ha colpito i bambini delle scuole elementari, materne e medie di Moncalieri, Giaveno e Chivasso (molto meno per Chivasso). I bambini che hanno fatto ricorso agli ospedali di Moncalieri e Torino sono circa 720, di cui 500 sono sotto osservazione quindi ricoverati. L'augurio del sottoscritto e dei medici è che l'infezione possa essere dovuta a stafilococco o a salmonella, che sono infezioni di lieve entità.
Colgo l'occasione, ovviamente non è di mia competenza, per un certo punto di vista, per dire che gli appalti con queste ditte fornitrici di pasti precotti debbono essere fatti con una serietà notevolissima e debbo dirvi, tra l'altro, che mi è stato detto che la ditta che fornisce i pasti alle tre comunità di Moncalieri, Chivasso e Giaveno, circa 3.200 pasti al giorno, è una ditta che era stata interdetta dal partecipare a pubblici appalti. Spero che questo non sia vero, perché la cosa assumerebbe gravità ancora maggiori.
I risultati precisi della causa della tossinfezione li avremo non prima di 48 ore, perché è vero che le emocolture saranno già pronte domani, ma c'è bisogno di un ulteriore approfondimento. Nessuno dei bambini è in condizioni gravi, però è una tossinfezione alimentare seria perché tutti hanno temperatura che supera i 39 gradi e, ovviamente, hanno disturbi gastrointestinali.
Mi riservo di darvi ulteriori comunicazioni.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore, per la sua sensibilità nell'avere comunicato al Consiglio questa notizia.
Credo che sulla comunicazione dell'Assessore per il momento non ci sia nulla da aggiungere. Eventuali comunicazioni verranno date nella prossima riunione del Consiglio.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale della seduta in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18,15)



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