Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.132 del 14/05/97 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 5) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Angeli, Bellingeri, Bellion D'Ambrosio, Farassino, Foco, Manica, Rossi e Salerno.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Iniziativa legislativa popolare e degli enti locali - Referendum abrogativo e consultivo

Esame progetto di legge n. 302: "Determinazione dei compensi spettanti ai componenti della Commissione di cui alla L.R. 20/12/1990 n. 55 - Titolo II (Commissione consultiva regionale per i procedimenti di iniziativa legislativa popolare e degli Enti locali e di referendum)"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori con l'esame del progetto di legge n. 302, di cui al punto 19) all'o.d.g.
Relatrice è la Consigliera Minervini, che ha facoltà di intervenire.



MINERVINI Marta, relatrice

Do per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "Illustre Presidente, egregi Consiglieri, la L.R. 20/12/1990 n. 55 che reca 'Modificazioni alla L.R. 16/1/1973 n. 4 in materia di iniziativa legislativa popolare e degli Enti locali e di referendum' prevede al Titolo II l'istituzione di una 'Commissione consultiva regionale per i procedimenti di iniziativa legislativa popolare e degli Enti locali e di referendum', organo consultivo della Regione sulle questioni tecnico giuridiche che concernono l'interpretazione e l'applicazione al caso concreto delle norme dello Statuto e delle leggi regionali in materia di iniziativa legislativa popolare e degli Enti locali e di referendum, nonch delle altre leggi nazionali e regionali di cui si renda necessaria l'interpretazione o l'applicazione nel corso dei predetti procedimenti.
La Commissione è composta da cinque professori di ruolo di materie giuridiche presso gli Atenei del Piemonte, scelti fra quindici designati dai Rettori e da quattro avvocati iscritti all'Albo speciale per il patrocinio davanti alla Corte di Cassazione, scelti tra quelli designati dai Presidenti degli Ordini degli avvocati e procuratori del Piemonte.
Con L.R. 23/4/1992 n. 25, che modificava l'art. 11 della L.R. n. 55/90 si era disposto di erogare ai componenti della Commissione i compensi stabiliti dall'art. 9 della L.R. 16/12/1991 n. 59, dovuti ai componenti del Comitato regionale per il servizio radiotelevisivo. Si stabiliva altresì per i componenti aventi residenza in Comune diverso da quello della sede della Commissione, di erogare un rimborso spese di viaggio di cui all'art.
7, comma settimo, primo periodo, della L.R. 10/7/1991 n. 30 'Norme per il funzionamento dell'organo regionale di controllo'.
Per il combinato disposto dalle norme sopra ricordate, tali compensi erano pertanto stabiliti in L. 130.000 per il Presidente e L. 88.000 per gli altri componenti. Era inoltre corrisposto un rimborso delle spese di viaggio effettivamente sostenute con mezzi di linea, ovvero un quinto del prezzo della benzina super per chilometro.
Con la L.R. 2/1/1997 n. 1 'Istituzione e funzionamento del Comitato regionale per la comunicazione e l'informazione' all'art. 17, punto 3) viene abrogata la L.R. n. 59/91 'Norme per il funzionamento del Comitato regionale per il sevizio radiotelevisivo' e di conseguenza la L.R.
23/4/1992 n. 25 non è più operante.
L'art. 13 della L.R. n. 1/97 'Compensi e rimborso spese', comma primo stabilisce che al Presidente ed al Vicepresidente ed al Segretario del Comitato venga corrisposto un compenso mensile, per dodici mensilità, la cui entità è determinata all'atto dell'insediamento del Comitato stesso dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale in misura non superiore rispettivamente al 30, al 15 e al 10% dell'indennità mensile lorda spettante al Consigliere regionale.
Il comma secondo stabilisce altresì che agli altri componenti del Comitato venga corrisposto un gettone di presenza per ogni giornata di seduta la cui entità è determinata, con le modalità di cui al comma primo dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale in misura non superiore all'80% dell'indennità di presenza per i Consiglieri regionali prevista dall'art. 3 della L.R. 16/5/1994, come modificato dall'art. 2 della L.R.
17/8/1995 n. 69.
Le modalità di pagamento delle indennità di cui al comma primo del citato art. 13 non sembrano rispondenti alle esigenze della Commissione consultiva per i procedimenti di iniziativa legislativa popolare e degli Enti locali e di referendum, che si riunisce molto saltuariamente in relazione alla presentazione di iniziative legislative o di proposte di referendum. A tali esigenze, meglio fa fronte la previsione di un gettone di presenza e del relativo rimborso spese, in quanto dovuto, per ogni seduta.
A tal fine con il presente progetto di legge si propone di modificare la prima parte l'articolo unico della L.R. 23/4/1992 n. 25, facendo riferimento a quanto stabilito dai commi secondo e quarto della L.R. n.
1/97.
Si ritiene inoltre, nell'ambito di una razionalizzazione sia dell'iter burocratico che delle risorse e stante il fatto che la Commissione opera in stretto raccordo con il Consiglio regionale per quanto attiene l'ammissibilità e la ricevibilità delle proposte di legge, che gli oneri relativi debbano essere imputati al capitolo 10220 del bilancio regionale che viene gestito in maniera autonoma dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale che presenta la necessaria disponibilità, anziché a carico del capitolo 2300 del bilancio, gestito dalla Giunta regionale.
Ciò comporta l'abrogazione dell'art. 11, comma secondo, della L.R. n.
55/90.
Con l'art. 3 del testo di legge si ovvia alla vacanza normativa venutasi a determinare dall'entrata in vigore della L.R. 2/1/1997 n. 1.
L'VIII Commissione dopo aver approfondito il dibattito ha approvato il testo così come sopra illustrato e ne raccomanda una sollecita approvazione in aula".



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 27 voti favorevoli 23 astensioni 3 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 27 voti favorevoli 23 astensioni 3 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 27 voti favorevoli 23 astensioni 3 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 3 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 hanno risposto SI' 29 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Rapporti Regione - Parlamento

Esame progetto di legge n. 227: "Introduzione dell'art. 75 bis nella Costituzione italiana"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 227, di cui al punto 20) dell'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Rosso, che ha facoltà di intervenire.



ROSSO Roberto, relatore

Illustre Presidente, signori Consiglieri, l'attuale struttura del referendum abrogativo appare inadeguata e costretta entro limiti legislativi troppo angusti che ne accentuano una valenza oppositiva piuttosto che integrativa. Il ricorrente utilizzo delle opportunità offerte dall'art. 75 della Costituzione ha portato ad un abuso di detto strumento da parte delle forze politiche e ne ha snaturato il significato originario.
Inoltre, la partitocrazia romana ha più volte disatteso le pronunce popolari reintroducendo con legge ordinaria ciò che i popoli avevano abrogato.
E' dunque opportuno inserire nella Costituzione dei correttivi che ampliano le prerogative popolari; si introduce quindi lo strumento del referendum propositivo che possa intrecciare l'iniziativa legislativa ridisegnandola e garantendo al corpo elettorale una funzione più evoluta e moderna.
In base all'articolo della presente proposta di legge, i cittadini possono infatti essere chiamati ad approvare un progetto di legge redatto in articoli mediante la sottoscrizione da parte di almeno un milione di elettori. Sulla richiesta è previsto il giudizio di ammissibilità da parte della Corte Costituzionale, dopo il quale decorre un termine di 180 giorni per consentire eventualmente il compimento del procedimento legislativo da parte del Parlamento.
Ove il progetto di legge sia stato approvato integralmente o con modifiche non sostanziali, il referendum non ha più luogo. Viceversa l'iter referendario procederà secondo le disposizioni della legge ordinaria e il popolo sarà chiamato ad esprimersi democraticamente.



L'VIII Commissione, dopo un approfondito dibattito, ha approvato il testo così come sopra illustrato e ne raccomanda una sollecita approvazione in aula.



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 36 votanti 35 voti favorevoli 24 astensioni 11 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 1 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 votanti 40 hanno risposto SI' 27 Consiglieri hanno risposto NO 6 Consiglieri si sono astenuti 7 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere La legge è approvata.
Se l'assemblea è d'accordo, propongo di inviare il testo di tale legge alla Camera dei Deputati.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Esame progetto di legge n. 185: "Istituzione della Consulta degli Eletti del Piemonte" (richiamato in aula, ai sensi dell'art. 34 del Regolamento interno del Consiglio regionale, dal Consigliere Ghiglia)


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 185, di cui al punto 22) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Grazie, signor Presidente. Devo dire che, quando presentai questa proposta di legge, la presentai con intento semiserio e provocatorio perché era stata presentata e votata la Consulta delle Elette. La richiamo in aula, invece, con intento serio, perché ritengo che la Consulta delle Elette, come ritenevo già quando eravamo nell'altra aula e ci trovammo a votarla, sia un'istituzione assolutamente inutile ed improduttiva, che ha anche dei costi di gestione, e che sia inutile ed improduttiva perch costituisce o può costituire nei suoi intenti un doppione di Consulte che già esistono (quella delle Pari Opportunità, più altre due, sempre per le donne, di cui non ricordo il nome). Quindi le donne sono iperconsultate iperparificate, ipertutelate; credevamo che fossero già autotutelate e che non avessero bisogno di costituire continuamente Commissioni per essere valorizzate, in quanto nessuno di noi osava più da anni - penso - mettere in dubbio la loro condizione, le loro prerogative e le loro capacità.
Questa è una Consulta particolarmente inutile perché è una cosa itinerante che ha, tra l'altro, sollevato nei corridoi, fra le Consigliere che la compongono, o fra talune delle Consigliere che la compongono, tutta una serie di diatribe su chi doveva presiederle, su chi doveva fare da segretario, su chi doveva intervenire in una provincia piuttosto che un'altra, ecc. E la cosa in sé mi è sembrata, non ridicola, perché non mi permetterei mai, ma abbastanza divertente ed improduttiva. Il fatto di andare in giro ad incontrare le elette del Piemonte, secondo me oltretutto, non ha senso. Il Consigliere Chiezzi fa come i preti dei paesi in cui si svolgevano tanti anni fa i comizi del MSI, che cominciavano a suonare le campane, così avendo noi pochi altoparlanti, le persone che ascoltavano dietro le finestre non sentivano mai. Visto che è ingegnere può dare la sua consulenza da un'altra parte!



CHIEZZI Giuseppe

Perché a sentire questi discorsi maschilisti...



GHIGLIA Agostino

Intervieni dopo, a difesa delle donne...



PRESIDENTE

Consigliere Ghiglia, lei cosa vuole fare? Illustrare il suo provvedimento o altro?



GHIGLIA Agostino

Presidente, che i rifondatori siano illiberali, lo so, ma che mi si impedisca di proseguire mi sembra eccessivo.
Secondo me è inutile perché diventa un momento di incontro; non so quanto arricchente per chi lo fa e chi lo subisce, per le promotrici del Consiglio regionale piuttosto che tutte le povere elette piemontesi che nelle varie province si vedono convocate a parlare non so neanche bene di che cosa: dei problemi magari che hanno, ma che debbono affrontare nei Consigli nei quali sono state elette, perché una donna capace credo che riesca a dimostrare tutto il suo valore, come avviene anche in quest'aula nel Consiglio in cui è eletta, senza avere bisogno di Consulte che tra l'altro non è che servano, magari attraverso una sanzione, a risolvere qualcosa, una sorta di super organo di tutela delle Consigliere elette.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, c'è anche la Presidenza che poi prenderà posizione, stia lì. C'è libertà anche di parola.



GHIGLIA Agostino

Se abbandoni, abbandoni. Perché se abbandoni e stai qui ed interrompi... La ritengo, ripeto, una Consulta assolutamente inutile e dispendiosa. Oltretutto, anche nell'intento che molte volte ci siamo dati di semplificazione, di sburocratizzazione, questo è un vero pugno nell'occhio o nello stomaco a questi principi. Mi sono detto: la ricerca e l'obiettivo di tutte queste Consulte è il raggiungimento definitivo della parità, dell'equità in tutti i campi, in tutti i settori. E allora perch non fare anche la Consulta degli Eletti? Perché se io devo essere uguale non posso subire una diminuzione facendo parte di una Consulta in meno rispetto alle colleghe che siedono in quest'aula. Perché io e gli altri colleghi del Consiglio regionale non possiamo itinerare per le varie province del Piemonte invitando tutti gli eletti per poterci confrontare con loro sui problemi che abbiamo? Visto che le pari opportunità sono appunto pari, bisogna porre assolutamente un baluardo a questa che è una vera e propria sperequazione contro i Consiglieri regionali o comunque contro gli eletti. Allora ho presentato questa proposta di legge: proposta di legge che dico subito, signor Presidente, intendo ritirare prima delle votazioni perché l'intento era provocatorio ma semiserio, per dire che la Consulta delle Elette non ha portato risultati, la Consulta delle Elette non è servita a nulla, è servita a parlare, a convocare, magari a firmare delle lettere e mandare in giro degli inviti, ma non è servita a nulla.
Allora noi non possiamo avere delle cose che non servono, Presidente perché se facciamo tante cose che non servono facciamo delle dichiarazioni d'intenti, delle dimostrazioni di intenzione e quant'altro, ma non facciamo delle cose utili. Si possono anche fare le cose inutili quando non costano inoltre la Consulta delle Elette, come la Consulta degli Eletti, se volesse avere invece una validità ed un'efficacia reale dovrebbe essere una Consulta che si riunisce periodicamente, allo Stadio comunale della città di Torino, così aiutiamo anche il Sindaco Castellani a risolvere qualche problema, che riunisce tutte le elette del Piemonte, tutte le elette devono avere parità di accesso, di parola, di diritti; non ci deve essere chi presiede, è una Consulta quindi è un organo in cui tutti parlano, fanno e dicono qualcosa.
Allora io ritiro questa proposta e chiedo che non venga neanche posta in votazione. Chiedo invece a tutti che in futuro si cerchi magari di risparmiare qualche soldo facendo meno cose inutili e magari dando più soldi, per esempio, alla Consulta delle Pari Opportunità o alla Consulta femminile, assicurando a queste, che invece per me un significato e un valore ce l'hanno, la possibilità di operare di più e meglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, voglio solo ricordare che lei in passato non ha posto in discussione ordini del giorno o altri documenti perché non li ha ritenuti degni di essere discussi in quest'aula: mi riferisco all'ordine del giorno sulla felicità. Voglio ricordarle questo, perché è accaduto in quest'aula mentre ha ritenuto degno di discussione questo argomento "serio" del Consigliere Ghiglia. Glielo volevo ricordare.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Ritengo l'iniziativa del Consigliere Ghiglia una bravata, una provocazione. Probabilmente lo ha ritenuto anche lui se poi è arrivato a ritirare la proposta di legge prima che potesse andare in votazione.
Ricordo quando il Consigliere Ghiglia, unitamente ad altri, ha presentato la proposta di legge.



GHIGLIA Agostino

L'ho firmata solo io.



COTTO Mariangela

Questo è positivo. Ricordo che quando aveva presentato la proposta di legge era stato proprio un atto di contrapposizione che nulla aveva a che vedere con le argomentazioni che poi ha portato in aula, perché quando è stata presentata la sua proposta di legge noi non avevamo fatto incontri nelle province, incontri che peraltro sono risultati molto positivi, quindi non so in base a quali conoscenze in possesso del collega egli possa affermare che questi incontri sono stati inutili ed improduttivi.
Chiedo ufficialmente alla collega Minervini, che dall'Ufficio di Presidenza ha la delega per la Consulta delle Elette, di riunire immediatamente le Consigliere per valutare questa provocazione che intendo grave. Non mi risulta che quando questo Consiglio ha approvato la Consulta dei giovani qualcuno abbia presentato proposte per fare la Consulta degli anziani o altro. Lì non se ne è avvertita la necessità: qui si è voluto fare un discorso di cui non capisco neanche il significato politico.
Alle riunioni che abbiamo fatto nelle province hanno partecipato donne di tutti gli schieramenti politici, donne amministratrici che hanno ringraziato per questa legge, perché dà loro la speranza di poter avere più informazione, più confronto, più formazione. La formazione è stata chiesta in tutti gli incontri. E' una cosa molto seria, deve essere regolamentata bene; infatti se c'è stato qualche problema - il Presidente ne è a conoscenza - forse per le difficoltà logistiche di organizzazione, per questo capita a qualsiasi organismo che stia per muovere i primi passi.
Quindi non accetto assolutamente quello che ha ritenuto di dover dire in questo Consiglio il collega Ghiglia; mi spiace che lo abbia voluto fare ad ogni costo, per poi ritirare la proposta: non ho capito il significato politico dell'iniziativa.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Sottolineo e faccio mio tutto l'intervento della Consigliera Cotto che ringrazio, e la proposta, Presidente, che la Consigliera delegata dall'Ufficio di Presidenza agli adempimenti previsti dalla legge, organizzi l'incontro in modo che le Consigliere possano esprimersi.
Non ritengo affatto che l'intervento del collega Ghiglia sia scherzoso io rispetto tutte le posizioni ed essendo una persona libera ritengo di poterle contrastare.
E' probabile che sia vera una sola delle cose che il collega Ghiglia ha detto - a mio parere - cioè quella che ci possono essere altre posizioni come la sua, pensate e non espresse. Credo che il collega Ghiglia, rispetto a queste problematiche, non le conosca, non le capisca, non le abbia approfondite. Credo - mi permetta, Consigliere Ghiglia, io ho ascoltato con attenzione il suo intervento che ritengo serio, ho ascoltato anche la parte finale, perché ho l'abitudine di ascoltare gli interventi - che il Consigliere Ghiglia ignori una parte delle problematiche del mondo. Non mi stupisce che un giovane Consigliere - com'è il Consigliere Ghiglia - venga da una cultura non di parte, non sto facendo un discorso né di parte né di partiti, ma da una cultura che ignora una serie di problematiche vere sentite, che sono problematiche che appartengono ad una parte di coloro che hanno un mandato elettivo, che sono le donne che hanno dei problemi specifici che il collega Ghiglia o non vuole vedere o non riesce a capire o non conosce. Io sono disponibile - proprio perché il Consigliere Ghiglia è una persona, al di là delle sue posizioni, anche intelligente - ad un confronto. Io, che invece ho aderito alla proposta della Consulta degli Eletti in maniera seria e ritengo che questa sia una questione seria inviterei il collega Ghiglia, i Capigruppo che vorranno intervenire, i Consiglieri che vorranno intervenire, a partecipare alle riunioni che continueremo a fare sulla Consulta delle Elette, perché è una problematica che fa parte della vita della democrazia del nostro Paese e non solo del nostro Paese, perché è una problematica di carattere internazionale. Esiste una Consulta delle Elette a livello europeo. Evidentemente c'è una questione sulla quale probabilmente il Consigliere Ghiglia non si è confrontato, quella del ruolo della donna nella nostra società, quindi di uno spaccato specifico, del ruolo della donna nella nostra società che attiene appunto all'elezione nelle assemblee elettive.
Ci possono essere diverse sfaccettature di questo problema.
Personalmente, essendo una persona democratica, ma prima di tutto una donna che, purtroppo, non ha più l'età del Consigliere Ghiglia, sono disponibile ad incontrarmi, ad approfondire, perché, secondo me, è di grande preoccupazione che ci sia un collega giovane, Capogruppo di un Partito molto importante nella democrazia del nostro Paese, che la pensa in questo modo: questo è un grande problema.
A mio avviso, senza enfatizzare nulla, mi stupisce e mi preoccupa che una classe politica - che ha dei dirigenti sui 30/35 anni - abbia degli esponenti che la pensano in questo modo. Secondo me, questo è un problema che noi oggettivamente abbiamo. Una classe dirigente del nostro Paese che avrà davanti, se continua a fare politica, trent'anni di vita politica è grave che abbia degli esponenti che a trentacinque anni la pensano in questo modo.
Vedete, quando si parla di questioni femminili - sono abituata - si sorride, si ridacchia, si tiene questo comportamento "ignobiletto" - mi permettete di dire che è un po' ignobile questo ridacchiare intorno alle questioni femminili, che sono i problemi veri della nostra società.
Credo che tali problemi debbano essere approfonditi, perché, collega Ghiglia, per arrivare all'ultima parte del suo intervento, rispetto ai tanti soldi che possono essere sprecati - e ve ne sono - credo, invece, che questi soldi siano investiti molto bene.
Chiederei alle Consigliere regionali di discutere con i Capigruppo, con il Consiglio - troveremo le sedi opportune - affinché una questione così importante come questa non venga archiviata nel ridacchiamento generale.
C'è ben poco da ridacchiare perché non è un caso che oggi noi abbiamo in Parlamento sempre meno parlamentari, non è un caso che La Repubblica di oggi sottolinei che forse nella Giunta regionale ci sarà una sostituzione "rosa". Non ho capito perché si debba scrivere che ci sarà una sostituzione "rosa", e non si debba eventualmente scrivere che si cercano delle persone competenti e capaci.
Evidentemente ci sono dei problemi molto profondi, non è un caso che quando cinque donne candidate a Sindaco nella recente competizione elettorale si sono incontrate per approfondire una questione molto importante di carattere politico elettorale che atteneva alla democrazia, e hanno ritenuto di inviare una lettera al Presidente della Repubblica sulla questione affrontando le tematiche della legge elettorale, non altre tematiche, il Presidente della Repubblica sapete che cosa ha fatto di quella lettera? L'ha mandata alla Commissione per le Pari Opportunità.
Ho voluto citare soltanto questo per dire che le questioni poste rispetto alle quali il livello culturale è ancora, purtroppo, quello del ridacchiamento, devono andare ad un approfondimento molto serio. Perch proprio questo ridacchiamento generalizzato mi fa dire che quei soldi, che noi spendiamo per la Consulta delle Elette, siano fra i soldi meglio spesi di questo Consiglio regionale, con buona pace del Consigliere Ghiglia, con il quale sarò disponibile personalmente. Sì, vede Consigliere Griffini sono disponibile ad un confronto perché c'è qualcuno che su queste cose alle soglie del Duemila, continua a ridacchiare e c'è qualcun altro che su queste cose ci ha speso la vita e non vorrebbe averla spesa invano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



SPAGNUOLO Carla

E quindi non capisco, in conclusione, perché si ritira questa proposta di legge e non la si mette ai voti.



PRESIDENTE

Si è trattato di un ù importante.
Prego, Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Penso anch'io che il fatto di fare questo gesto e poi di ritirarlo dimostri che si voglia fare una bravata; ma credo che di una bravata non si tratti, ma si tratti di un atteggiamento serio ed estremamente negativo.
Intervengo per dire che, secondo me, non è un problema delle Consigliere, ma di questo Consiglio, di tutti i Consiglieri che hanno approvato quella legge.
Credo che l'iniziativa del Consigliere Ghiglia sia un'ulteriore prova della bontà di quella legge, così come di tutte le iniziative a favore delle pari opportunità, e sia la prova di una mentalità da superare, perch la pari opportunità è lungi dall'essere ottenuta. Tra l'altro, il Consigliere Ghiglia è uno degli artefici di una Giunta monosessuata, fino a che non sarà cambiata, di una Giunta in cui vi sono dodici maschi su dodici componenti.



(Commenti del Consigliere Ghiglia)



PAPANDREA Rocco

Lui queste cose non le vede, perché le trova assolutamente banali basate sul fatto che sono stati scelti "i migliori", probabilmente i più "competenti". Tuttavia, esattamente questa Giunta, sui cui banchi non è mai seduta una donna, è una prova della validità di quell'iniziativa che avevamo votato tutti, una prova del fatto che è stato sollevato un problema serio.
Volevo inoltre segnalare un disagio mio, non solo delle Consigliere nell'affrontare questo tipo di tematiche. Credo che questo atteggiamento sia estremamente poco serio e indice di una mentalità da superare, che comunque riguarda grandi fette del Paese, diciamo la metà del Paese.
Infatti la discriminazione non è presente solo all'interno di quest'aula: chiunque conosca e viva nel mondo del lavoro sa che le discriminazioni esistono e che non si tratta di problemi irrisori. I motivi che esponevo prima e il modo in cui è stata eletta la Giunta sono una prova lampante di questo tipo di comportamento.
Tra l'altro, mi pare che, tra gli uomini, il Consigliere Ghiglia dimostri spesso un atteggiamento più forte, un maggiore attaccamento al potere che fa sì che ricopra numerosi incarichi. Lui è due volte eletto quindi forse, se si fa la Consulta degli Eletti, potrà avere un doppio voto, una doppia partecipazione.



(Commenti del Consigliere Ghiglia)



PAPANDREA Rocco

Credo che uno basti e avanzi, non sono geloso, ma penso che svolgere bene un ruolo sia più che sufficiente; magari, appunto, se uno non avesse troppi compiti, non prenderebbe gli svarioni che hai preso in questa occasione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Il fatto che già due colleghe Consigliere siano dovute intervenire per riportare nel Consiglio un senso dei valori e delle proporzioni dopo l'intervento dai contenuti sorprendenti - lo definisco in termini assolutamente blandi - del collega Ghiglia, non ci può non preoccupare profondamente.
Dico subito, Presidente, e lo dico ai colleghi, che quanto è accaduto cosa che a mio parere ha rappresentato un attacco a valori fondamentali come quello di lavorare per creare le condizioni affinché tutti i cittadini, uomini e donne, possano essere protagonisti nell'esercizio del loro diritto ad essere espressione nelle istituzioni dei valori di cui sono portatori - non può passare sotto silenzio, non può essere definito una bravata (fosse anche considerato come una "cavolata").
Mi rifiuto di pensare che un Capogruppo, essendo tale ed intervenendo comunque come tale, possa mettersi a giocare con argomenti di questo genere, né so che il Consigliere Ghiglia intendeva farlo. Io so che il Consigliere Ghiglia ha riportato qui in modo pesante, anacronistico ed inaccettabile un tratto della cultura fascista, maschilista e discriminante.



RIBA Lido

MAJORINO, Vicepresidente della Giunta regionale



RIBA Lido

C'era anche il settore femminile all'epoca: non le abbiamo decapitate le donne!



(Commenti del Consigliere Ghiglia)



RIBA Lido

Naturalmente non ritengo, signor Presidente, che questo intervento debba rimanere un fatto privato all'interno del Consiglio. Per quanto ci riguarda, comunicheremo in modo formale agli organi di informazione, al Piemonte, l'esistenza di questo atteggiamento. E mi pare che questo tipo di atteggiamento debba essere valutato da parte dei destinatari, direi quasi vittime di questo atteggiamento. Dicano le colleghe e dicano i colleghi se ritengono che sia stato opportuno utilizzare l'istituzione per una bravata di questo genere al fine di proporre non una legge per la Consulta maschile... Perché adesso, se ci mettiamo a non rispettare le istituzioni! Io sono stufo di aver sentito per 15 giorni manomettere i valori del Piemonte da parte di un candidato che non aveva remore, da questo punto di vista. Se si vuole cominciare così...



PRESIDENTE

Atteniamoci solamente all'argomento di oggi: non era sconfinato in termini ideologici.



RIBA Lido

Atteniamoci pure, ma mi pare, Presidente, che si stiano ponendo delle premesse assolutamente gravi per il prosieguo dei nostri lavori.



PRESIDENTE

Ma no!



RIBA Lido

E quella di oggi, non so quanto casuale, addirittura perseguita con la presentazione di una proposta di legge, al fine di avere un'occasione istituzionale per fare un intervento di questo genere, crea una condizione alla quale io non voglio rispondere dicendo che il numero assolutamente esiguo, insufficiente rispetto ai diritti e alle capacità espressi dalle donne in Italia, di quante possono vivere la vita politica dimostri quanto la strada dell'emancipazione sia ancora lunga e quanto la battaglia debba essere ancora impegnata.
Su questo fronte credevo che il Consiglio regionale fosse univoco unitario; oggi invece abbiamo assistito ad una gravissima distinzione, ad una gravissima frattura. Poi naturalmente si può minimizzare, si può dire che è stato un atteggiamento per contestare una spesa; però, poiché ieri alcuni di noi hanno dovuto prendere atto di una spesa di 800 milioni per celebrare un fatto di grande valorizzazione dell'immagine della Giunta visto che qui si fanno molte questioni di immagine, allora noi poniamo una questione di sostanza.
E da questo punto di vista mi pare che non stiamo assolutamente creando un pretesto, perché stiamo ragionando sulla base di ciò che si sta, da un lato, facendo e, dall'altro, dicendo. Quindi, colleghi, non credo affatto che esponenti di altri Gruppi non condividano la preoccupazione che ci scuote, e mi aspetto - ma naturalmente ognuno è libero di tenere l'atteggiamento che vuole - che su questo punto ci siano le dovute risposte.
Naturalmente non credo che si possa ritirare un provvedimento altrimenti si prenderebbe in giro il Consiglio regionale. Si chiede l'iscrizione di un documento all'o.d.g. per avere un'occasione - che non manca mai ad un politico, tanto più al collega Ghiglia, che è Consigliere qui, in Comune e da altre parti - per dire le proprie cose; visto che si è voluto portare l'argomento in questa sede, adesso lo si discute e lo si vota e si prendono le posizioni, altrimenti se l'istituzione la si utilizza in quella maniera, Presidente, creiamo delle premesse... Sapete che il lavoro di un'opposizione... Immaginiamoci: se fa così la maggioranza, che cosa volete suggerire all'opposizione? Sono profondamente - e credo che sia trapelato anche dalla mia maniera di esprimermi - scosso dal fatto che questa fase post-elettorale si apra con una proposizione culturale di questo genere da parte di un'area sicuramente così significativa della maggioranza.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Condivido i toni e i contenuti espressi dal Consigliere Riba, perch ritengo che la questione sollevata dai contenuti dell'intervento del Consigliere Ghiglia non possa essere sottovalutata, né dalle Consigliere n dall'intero Consiglio.
Se questa assemblea ha un'importante immagine esterna non può non scuotersi e ribellarsi di fronte al becero maschilismo - come diceva in un'interruzione il Consigliere Chiezzi - che viene proposto con contenuti assolutamente gravi e in una proposta di legge che viene considerata come una bravata.
Siamo in un Consiglio regionale: non credo che questioni di questa rilevanza possano essere considerate delle bravate; io credo che una proposta di legge, seppur considerata una provocazione o altro, non possa con questi contenuti, essere ritirata. Deve essere votata; il Consiglio regionale si deve esprimere. In particolare, una proposta di legge come quella presentata dal Consigliere Ghiglia non può essere accompagnata da un intervento che riguarda tutt'altro che la Consulta delle Elette. Tale Consulta è nata non per risolvere i problemi dell'universo femminile e nemmeno se lo propone; la Consulta delle Elette è nata perché si riteneva e le Consigliere potevano essere più o meno perplesse, ma poi, perlomeno la sottoscritta, si sono ricredute - che vi fosse l'esigenza reale delle donne amministratici della Regione di avere momenti di confronto rispetto alle tematiche che più direttamente toccano le donne. Ma riempire di contenuti assolutamente beceri questi tipi di argomenti, andando a toccare le questioni delle problematiche femminili con titoli e temi che non possono...



(Brusìo in aula)



SIMONETTI Laura

Ritengo molto grave - ripeto - che si riempia di questi contenuti una proposta di legge che nulla ha a che fare con la questione delle problematiche dell'universo femminile.
Non mi stupisce, invece, che la classe politica e il partito politico che il Consigliere Ghiglia rappresenta affronti in modo così irreale strumentale e grave una Consulta come quella delle elette. Ritengo un tale atteggiamento di disdegno profondo di una cultura che invece credevo e pensavo fosse fatto assunto nel pensiero non solo piemontese, ma della cultura italiana: il fatto che da sempre le donne vivono, e oggi in particolar modo, reali condizioni di inferiorità nell'accedere a determinati luoghi. Solo ieri i mass media riferivano la proposta secondo la quale le donne dovrebbero andare in pensione a 65 anni, come gli uomini non considerando il lavoro gravante sulle donne nella vita sociale.
Ritengo che questo Consiglio si debba pronunciare e che non possano passare inosservate delle dichiarazioni così gravi, che vanno a colpire una cultura di tutte le donne presente nel territorio sociale.
La società civile è fatta di uomini e di donne; in questo Consiglio si sono espressi in modo contrario rispetto all'intervento del Consigliere Ghiglia non solo le Consigliere. Ritengo che il patrimonio sociale e culturale delle donne debba essere patrimonio di tutti; per questi motivi chiedo al Consiglio una sospensione dei lavori per un tempo congruo affinché le Consigliere di questo Consiglio possano ritrovarsi per poter individuare una formula più propria affinché il Consiglio regionale possa esprimersi sulla questione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore alla cultura ed istruzione

Chiedo la parola a nome della Giunta regionale per l'osservazione emersa dal Consiglio a proposito del fatto che la Giunta è composta di soli uomini; osservazione che può sembrare laterale, ma che mi sembra importante. Personalmente sostengo che, di per sé, formazioni miste sono sempre meglio; ricordo quando, in Consiglio comunale, relativamente alla formula per gli scambi-giovani-internazionali, varammo l'ipotesi che si decidesse per un numero equilibrato fra ragazze e ragazzi. A dir la verità ciò fu anche conseguente al fatto che mi trovai da solo, a Malta, con venti ragazze: varammo dunque d'urgenza il provvedimento! A parte le battute, volevo soltanto dire che la Giunta regionale del Piemonte, pur essendo composta di soli uomini, e lo dico pensando a quelle Consigliere che hanno più volte sollecitato tali questioni - penso, oltre alla Consigliera Spagnuolo, alle Consigliere Suino, Bortolin, Cotto e Casari, che rivestono un ruolo importantissimo in Commissione Cultura - è la Giunta regionale che nel settore della cultura al femminile investe maggiormente. Citerò fatti concreti: il concorso teatrale "Aquilegia blu" esclusivamente per la produzione culturale femminile, il premio "Donne nell'arte" a Garda, il concerto annuale delle donne "Clara Wiesmann", il Centro di Cultura e pensiero femminile, con le borse di studio da noi finanziate, il Centro Alma Mater, il Centro multietnico delle donne, la Compagnia teatrale delle donne, e ultimo, perché mi sembra il più importante, il Festival internazionale "Cinema Donne". Ricorderete che al momento della conferenza stampa, il movimento delle donne, che era presente, ha ufficialmente censurato a loro dire il Comune di Torino per essere poco attento alle tematiche femminili e ha invece "promosso" la Regione Piemonte sulle stesse questioni.
Mi sembra quindi che non abbiamo trascurato un settore così importante pur essendo una Giunta composta di soli uomini!



PRESIDENTE

Consigliere, nessuno ha mosso obiezioni alla Giunta su questi argomenti!



CAVALIERE Pasquale

A chi stai esponendo, al Consigliere Ghiglia o a noi?



LEO Giampiero, Assessore alla cultura ed istruzione

Presidente, mi sarò sbagliato, ma secondo me non era irrilevante...



PRESIDENTE

Ma non si trattava di censura della Giunta sui problemi delle tematiche femminili!



LEO Giampiero, Assessore alla cultura ed istruzione

Presidente, comprendo il suo richiamo, ma mi permetto di dire che mi sembrava non irrilevante dire, dopo essermi consultato con il Vicepresidente, che su queste vicende, vista la tanta considerazione dell'esecutivo sull'argomento, c'è stato impegno cospicuo e qualificato.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Casari.



CASARI Raimonda

Brevemente, per dichiarare la duplice delusione che mi sta provocando questo dibattito. In un primo momento, per le affermazioni del Consigliere Ghiglia che, come donna, ovviamente non posso condividere; delusione, per anche nel constatare che poi, immediatamente, la discussione si è svolta non più sui problemi delle donne e su quanto possiamo fare con la Consulta delle Elette, ma è diventata una discussione politica. Noi come donne...



(Interruzione del Consigliere Riba)



CASARI Raimonda

Scusa, collega Riba, ma proprio le tue dichiarazioni, quando si è arrivati a parlare di fascismo, mi sembra che non c'entrino assolutamente nulla con ciò di cui si stava parlando.



(Interruzione del Consigliere Riba)



PRESIDENTE

Consigliere Riba, lei è da poco Presidente del Gruppo e quindi ha una responsabilità in più! Abbia pazienza!



CASARI Raimonda

Consigliere Riba, io non l'ho mai interrotta! Sono assolutamente convinta che questo sia un discorso molto più trasversale; non sono in grado e non sono d'accordo nel dire che questo è un atteggiamento della cultura di destra e non di quella di sinistra: questo è generalmente un atteggiamento di molti uomini, di destra e di sinistra, nei confronti delle donne! Questo è il motivo della mia duplice delusione. Concordo con la collega Simonetti, per cui chiedo anch'io una sospensione che ci dia modo di riunirci e decidere il da farsi.



GHIGLIA Agostino

Chiedo la parola per fatto personale.



PRESIDENTE

Non c'è un fatto personale.



GHIGLIA Agostino

Come no? Mi accusa di fascismo!



PRESIDENTE

Ma non è un fatto personale, è una cosa politica.



GHIGLIA Agostino

No, no! C'è una legge che vieta la ricostituzione del partito fascista e l'accusa di fascista è gravissima!



PRESIDENTE

Ha detto fascismo, non ha detto fascista.



GHIGLIA Agostino

No, ha detto "intervento ispirato da atteggiamenti tipici della cultura fascista e discriminatorio". Quindi io chiedo la parola per fatto personale.



PRESIDENTE

Ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Io sono invece doppiamente soddisfatto di aver sollevato questo problema perché questo ha dimostrato tutta l'ottusa strumentalità faziosità e prevenzione di certi interventi! Io ho concluso il mio intervento dicendo che la Consulta femminile e quella per le Pari Opportunità dovevano essere valorizzate, potenziate, usate di più e meglio proprio per dimostrare tutta la disponibilità e la sensibilità che il mio partito, oltre che il sottoscritto, ha sempre dimostrato e per la quale si è sempre impegnato nei confronti dell'equità di posizioni e di opportunità per gli uomini e per le donne.
Gli attacchi volgari e strumentali che sono stati mossi dimostrano invece tutto un retroterra di cultura illiberale, faziosa, strumentale, che tenta, come in tanti altri momenti di questa nostra vita consiliare semplicemente a perdere tempo! Potrei addirittura dire che il mio partito è quello che ha eletto più Consiglieri di circoscrizione donne rispetto agli altri, ma non lo sto neanche a dire, perché non ho bisogno di giustificare nulla! Ribadisco, come ho detto prima, che se mi si chiederà "è inutile la Consulta delle Elette?", dirò sì, non una volta, ma cento volte! E quando qualcuno mi chiederà "sono inutili le Consulte Pari Opportunità e femminile?", sarò il primo a dire no, non una, ma cento volte!



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Ferrero.



FERRERO Caterina

Desidero anch'io esprimere il mio pensiero nell'ambito del dibattito che si sta svolgendo in aula.
Quando fu proposta la legge di costituzione della Consulta delle Elette io stessa nutrivo delle perplessità, non tanto per le motivazioni di inutilità che ha espresso il collega Ghiglia, quanto piuttosto per una preoccupazione che io in quel momento avevo circa la sovrapposizione di una serie di Consulte al femminile che comunque attualmente ci sono. Ci sono competenze diverse, ma nella realtà io sono ancora convinta che questa sovrapposizione ci sia.
Devo dire però che nonostante avessi queste perplessità, ho comunque deciso di partecipare alle riunioni che sono state indette nelle varie province e ho sicuramente imparato delle cose. Ho imparato intanto che ci sono dei valori che probabilmente non sono così sentiti, così forti in me proprio perché altre donne prima di me, portando avanti certi ideali, certe convinzioni, hanno raggiunto dei risultati e degli obiettivi di cui io adesso beneficio, quindi come donna mi sento di dover ringraziare le donne che tanti o meno anni fa hanno fatto delle battaglie che sono state utili anche per me. Mi sono però resa anche conto che fortunatamente i problemi che sono stati affrontati nelle discussioni con le varie elette che abbiamo incontrato nel corso delle riunioni della Consulta non sono più tanto i problemi tutti al femminile, ma sono problemi, da risolvere, di formazione di migliore amministrazione, di voglia da parte delle elette di avere un ruolo riconosciuto, importante, all'interno dell'attività amministrativa.
Questo è un problema che io ritengo non sia soltanto al femminile, ma un problema di tutti quegli amministratori che si avvicinano a realtà che non conoscono ed è giusto fare in modo che queste realtà possano essere conosciute nel migliore dei modi.
Io non so se la soluzione sia la Consulta delle Elette; non so se si riuscirà ad ottenere quello che nel momento in cui la Consulta delle Elette è stata proposta ci si proponeva, però - collega Ghiglia - per rendersi conto di certi problemi, anziché fare delle provocazioni, bisognerebbe prima cercare di conoscere i fatti così come ho cercato di fare io. Mi sono resa conto che i problemi ci sono, che non sono problemi al femminile, ma sono fortunatamente di tutti, e questo forse anche grazie ad una serie di battaglie che donne prima di noi hanno fatto e di cui probabilmente adesso io stessa ne beneficio. Per cui non so se sia così utile fare questo tipo di provocazioni, non so se da parte nostra sia anche tanto utile a questo punto chiedere una sospensione per controbattere con ordini del giorno o altro. Sono disponibile ad incontri di questo genere, però direi che forse se riportassimo un po' tutti quanti i piedi per terra su quella che è la realtà, probabilmente lavoreremmo in modo più utile tutti quanti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

I colleghi che mi hanno preceduto hanno evidenziato l'assurdità della posizione espressa dal collega Ghiglia che ha soltanto il merito di esprimere pubblicamente la posizione del suo Gruppo che mi pare una posizione anche isolata, non condivisa dal resto della maggioranza.



GRIFFINI Massimo

L'ha firmata solo Ghiglia.



GRIFFINI Massimo

MANCUSO



GRIFFINI Massimo

Il Gruppo non c'entra, l'ha firmata solo Ghiglia!



CHIEZZI Giuseppe

Allora, il Gruppo di Alleanza Nazionale si dissocia, visto che è solo di Ghiglia!



(Commenti dei Consiglieri Griffini e Mancuso)



SAITTA Antonino

Non mi pare che Ghiglia esprima una posizione sua personale.



PRESIDENTE

Va bene, sono posizioni espresse dal Consigliere Ghiglia.



SAITTA Antonino

Posizioni espresse dal Capogruppo di Alleanza Nazionale, che mi pare per le espressioni che ho notato, abbastanza condivise dal resto del Gruppo di Alleanza Nazionale.
Io credo che il coraggio che ha avuto Ghiglia di esprimere questa posizione sia utile perché consente al Consiglio regionale di riaffermare una posizione politica espressa complessivamente quando si discusse della costituzione della Consulta delle Elette, dove ci fu un'ampia maggioranza.
Mi pare che ci sia un ripensamento da parte di una componente della maggioranza, una componente non irrilevante; allora credo che la votazione sulla proposta di legge di Ghiglia debba essere fatta, questa proposta non va ritirata. Il collega Ghiglia dice che qui si perde tempo, veramente è lui che ci fa perdere tempo! Se ha senso discutere, se ha senso dibattere, io credo che il Presidente abbia il dovere anche di mettere in votazione, nonostante l'opinione del collega Ghiglia, questa proposta di legge, perché è il modo più chiaro per esprimere un'opinione, perché non ci possano essere equivoci.
Ritengo quindi, sotto questo aspetto, che si debba procedere alla votazione. Non so cosa prevede il Regolamento, ma ritengo che sarebbe saggio.
Se poi - come dite - è una posizione solo di Ghiglia, vorrà dire che sarà soltanto Ghiglia a votarla e quindi il suo Gruppo lo sconfessa. Ma questo deve essere fatto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Signor Presidente, volevo rinunciare a questo intervento perché credo che, come in altre occasioni ho ricordato, questi temi non possano essere affrontati soltanto dalle donne o soltanto dagli uomini. Devono vedere così come si è visto nel momento in cui si è costituita la Consulta delle Elette, un'unità di intenti sui temi che possono avere un significato specifico. Per questo motivo, per esempio, rigetto immediatamente la richiesta della Consigliera Simonetti, che chiede una sospensione affinch le donne si possano riunire su questo tema.



(Intervento fuori microfono della Consigliera Simonetti)



MONTABONE Renato

No, io ho fatto molta attenzione e così come dico che, per esempio, i problemi di Asti non possono essere affrontati soltanto dai Consiglieri di Asti, i Consiglieri di Cuneo o quelli della Valle di Susa non possono affrontare solo i problemi delle loro zone, a ragion di più, questi temi di largo interesse devono essere affrontati dal Consiglio regionale nel suo insieme.
Io peraltro lo avevo già detto al Consigliere Ghiglia che non condividevo questa sua proposta, anche se io sono - Consigliera Spagnuolo uno di quelli che molto spesso si lascia andare a qualche risolino quando si affrontano questi temi...



SPAGNUOLO Carla

Ti sbagli...



MONTABONE Renato

Mi sbaglio, è nella mia natura, ogni tanto mi scappa, perché ogni tanto va detto che queste cose vengono affrontate, sia da un lato che dall'altro in termini un pochino o molto strumentali. Senza togliere nulla alla Consulta delle Elette e, di più, alla Consulta per le Pari Opportunità. Se dovessimo fare un discorso sereno, non dietro una provocazione, che io non condivido, fatta dal Consigliere Ghiglia, ma andando a verificare effettivamente le pari opportunità delle donne di accedere, per esempio all'attività nelle istituzioni, oppure nel mondo del lavoro, allora avremmo un problema serio da dibattere, sul quale già i numeri in percentuale ci dicono che non c'è ancora una parità rispetto a questo tema.
Da una discussione del genere non devono però uscire termini, forse questa volta non detti dalle donne, ma - l'amico Riba mi permetterà - che classificano in "fascisti" coloro che, magari per provocazione, hanno presentato questo tema. Se sono ispirati al fascismo, lo saranno per altri motivi, certamente non perché fanno una provocazione, gravissima, come questa.
Quindi credo che anche i toni così drammatici che sono stati usati in questo Consiglio rispetto a tale proposta che, per la terza volta, dico di non condividere, probabilmente per arrivare al dibattito sulle cose serie sulle quali le donne probabilmente hanno ragione, dovrebbero essere leggermente diversi. Sapevo che probabilmente avrei rimescolato le acque rintuzzato di nuovo quella che può sembrare da parte mia una polemica, ma sentivo il dovere di dire a Ghiglia quello che mi veniva e a coloro che hanno usato i toni forti su questo tema, altrettanto. Mi sono quindi sentito in dovere di intervenire. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



(La Consigliera Minervini chiede di poter intervenire)



PRESIDENTE

Lei, Consigliera, essendo stata delegata dall'Ufficio di Presidenza a rappresentare l'Ufficio di Presidenza stesso su tale questione, parlerà per ultima, perché credo che possa autorevolmente rispondere e rappresentare la volontà dell'Ufficio di Presidenza. Parla per ultima, perché, naturalmente l'Assessore parla per ultimo e lei in questo caso rappresenta l'Ufficio di Presidenza.
Prego, Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Signor Presidente e colleghi, riprenderò alcuni dei temi che ha test svolto il Consigliere Montabone, perché non tanto e non solo l'intervento del Capogruppo Ghiglia, che ne è l'origine, ma soprattutto il dibattito che ne è seguito, credo meriti qualche commento.
Giudico personalmente (non ne abbiamo discusso all'interno del Gruppo quindi il giudizio è assolutamente mio) non solo inopportuna, ma anche erronea la presentazione del progetto di legge, qualora la si voglia vedere in termini di provocazione da parte del Consigliere Ghiglia. Pertanto, se la procedura prevedesse, come da qualcuno è stato richiesto, che si arrivi al voto, con grande felicità voterò contro, sia perché non condivido il testo di questo disegno di legge e tanto meno l'utilità, in questo momento della provocazione. Più volte, anche su altri argomenti, ho detto che vivevo con difficoltà lo spreco di tempo che interessa tutti, dai cittadini che ci hanno votato fino al Consiglio stesso. In questo caso lo stiamo subendo per un'iniziativa che giudico - ripeto - inopportuna da parte del Capogruppo Ghiglia e quindi in tal senso voterò contro. Poi, però, c'è stato un dibattito nel quale a me preme sollevare alcuni argomenti che continuano a rimanere irrisolti.
Spiace anche a me vedere che il collega Riba abbia volutamente frainteso nei termini e nei modi ciò che non era la sostanza dell'intervento del Capogruppo Ghiglia - credo che basti andare a rileggerlo; invece, se strumentalizzazione c'è stata, è stata, a mio avviso, da parte sua. Spiace che sia stato necessario richiamare (ed è anche stato detto che si stava andando fuori tema) una campagna elettorale che si è conclusa nei veleni, come credo riconoscerà anche la parte che ha vinto, se ha un minimo di onestà intellettuale, perché c'è sempre una parte che vince.
Un giornale (se vogliamo poi fare un seminario - ne facciamo tanti magari a scopo didattico per coloro che poi, tramite questo tipo di informazione, ma non solo, traggono alimento per le proprie decisioni facciamolo) ha dato a mio parere un rarissimo enciclopedico esempio di disinformazione e strumentalizzazione che io considero legittima. Trovo difficile ammettere di avere sofferto solamente come parte vincente di una disinformazione che, se c'è stata, è stata largamente diffusa e professionalmente gestita da chi professionalmente ha la capacità di gestire la politica molto più della parte che io in questo momento rappresento.
Mi spiace anche vedere, ma anche su questo si può fare un dibattito (ne sono stati fatti) come il PCI, oggi Rifondazione Comunista, si sia atteggiato, e qui chiedo consiglio e consulenza a chi - e lo dico senza alcuna ironia - ha certamente più cultura di me, per sapere quale sia stato il ruolo del PCI, oggi Rifondazione Comunista, nei riguardi dei problemi generici del mondo femminile negli ultimi cinquant'anni. Credo che le accuse, oggi strumentalmente rivolte da parte di alcuni, di maschilismo esulassero dal tema, peraltro inutile e provocatorio, di Ghiglia; beh, sul maschilismo credo che in casa di Rifondazione Comunista si possano e siano già stati scritti ampi trattati. Basta andarseli a leggere. Quindi, la collega Simonetti, peraltro giovane anch'essa, come giovane è Ghiglia credo che dovrebbe documentarsi sul rapporto tra il maschilismo e il Partito Comunista.
Spiace, infine, che qualcuno, sempre in presenza di questo Regolamento ormai obsoleto, a mio avviso e non solo mio, che gestisce il Consiglio, si permetta, a microfoni accesi o spenti, di dare giudizi in tema o fuori tema, quando ha passato legittimamente, a mio avviso, e illegittimamente da un punto di vista politico, alcune ore a leggere dei brani interessantissimi, peraltro, di Alice nel Paese delle Meraviglie in una Commissione. Allora credo che ci debba essere anche in questo caso un minimo di rispetto e di memoria per permettersi di giudicare se le argomentazioni siano in tema o no. Se era legittimo, e a mio avviso lo era ampia potrebbe essere la discussione sull'utilizzo dell'ostruzionismo, ma se era legittimo, e a mio avviso lo era, tant'è vero che venne consentita un'ampia continuata lettura, credo che l'intervento di Ghiglia, che ho già giudicato inopportuno politicamente e provocatorio - questo è legittimo non ne capisco ragione, se posso votare contro lo faccio - non fosse più fuori tema di quanto lo fossero altri.
Infine chiudo: sono ignorante anche in tema, in senso lato, di problematiche femminili. Confermo che quando venne votata questa legge io ebbi la sensazione netta, magari erronea, ma di sicuro legittima, di una possibile sovrapposizione tra questa Consulta e la Consulta delle Pari Opportunità, ma probabilmente dimentico qualcosa. Prendo atto con soddisfazione che ci sono stati degli incontri giudicati fruttiferi; nulla mi vieta di pensare, senza che ne derivino immediatamente accuse che riterrei inopportune, che gli stessi incontri e le stesse logiche potrebbero, senza che necessariamente debbano, trovare altra collocazione visto che stiamo parlando di impegno di denaro pubblico e non di incontri che autonomamente vengono organizzati. Il tema, erroneamente nei modi sollevato da Ghiglia, credo sia valido nell'ambito di problematiche non solo femminili, ma per i problemi dell'accesso al lavoro, della rappresentatività politica e di quant'altro a cui non possiamo che associarci.
Credo non sfugga che, per esempio, nell'ambito della cultura della differenza, che è un argomento di cui mi sto interessando (alcuni dei colleghi sanno anche perché), oggi c'è una forte contestazione, se ho ben colto, svolta da una parte della cultura femminile, per esempio sulla logica delle pari opportunità. Certo è che nell'ambito del mondo femminile ciò che ieri è stata considerata una risposta (Commissione Pari Opportunità) oggi non è più da molte giudicata idonea.
Concludo dicendo che voto piacevolmente contro, se me ne viene data la possibilità, perché ritengo questa discussione uno spreco politico e di denaro pubblico; il tema della donna e dei diritti di tutti - come consigliava Carla Spagnuolo - deve essere ripreso e deve essere evidentemente discusso da tutti, perché non è un problema delle donne, ma è un problema della collettività.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Grazie, Presidente. Direi che ci debba essere questa interruzione, la chiedo. Credo che il Presidente potrebbe disporla senza che il Consiglio voti. Mi permetto di dire questo perché molte volte si chiedono delle interruzioni e vengono concesse, ma era un sommesso suggerimento. Visto che il dibattito comunque c'è stato sulla proposta del Consigliere Ghiglia credo che a questo punto si debba mettere in votazione; c'è stato dibattito sulle prese di posizione di un Consigliere, che io non ho assolutamente voluto ascrivere ad una parte politica, ma delle quali ho voluto sottolineare non la drammaticità, ma la gravità, perché è grave che un dirigente politico assuma l'atteggiamento di decidere quali possono essere gli organismi che meglio rappresentano la complessità e la problematicità che le donne sentono di dover mettere in campo. La Consulta femminile, la Commissione per le Pari Opportunità e questa Consulta delle Elette sono cose diverse rispetto alle quali abbiamo fatto un pezzo di strada e se noi interveniamo, non lo facciamo soltanto più a titolo personale o a titolo dei nostri Gruppi, ma interveniamo anche - e credo che la Consigliera Minervini quando interverrà potrà dare atto di una cosa oggettiva - perch abbiamo incontrato circa trecento elette nelle diverse province del Piemonte e possiamo parlare anche a nome loro che ci hanno rappresentato l'importanza di questa Consulta.
Non è uno spreco di tempo questo, è un approfondimento che può essere molto importante. Ho richiesto la parola tuttavia non soltanto per chiedere ulteriormente questa sospensione e poi la messa in votazione, che è un bisogno che abbiamo democraticamente, ma perché mi ha colpito molto - mi rivolgo al Presidente della Giunta - per una volta in negativo l'intervento dell'Assessore Leo. Mi ha proprio profondamente colpita l'intervento dell'Assessore Leo, persona che il Consiglio sa che io stimo però rispetto ad un fatto culturale che il collega Ghiglia ha espresso rispetto al quale io personalmente esprimo senza toni drammatici, ma con convinzione, il massimo del dissenso, mi ha colpito profondamente che un Assessore alla cultura si alzi e dica che la Giunta è a posto rispetto al problema della questione femminile, perché ha dato dei contributi. Questa non è una questione di contributi; una questione così profondamente culturale non può essere esaurita nel fatto che sono stati dati cinque dieci o quindici contributi alle associazioni femminili, se poi, comunque rispetto alle osservazioni poste dal collega Ghiglia si ritiene che sia la logica dei contributi che possa sopperire. Rispetto a questo mi stupisco molto: ho voluto riprendere la parola perché ritengo che fra le tante iniziative dell'Ufficio di Presidenza, molte delle quali io ho condiviso lei sa, Presidente, che, per esempio per gli Stati Generali del Piemonte io ho chiesto più volte che ci fosse una presenza diffusa della componente femminile, perché è una realtà vera delle nostre eccellenze non soltanto culturali, ma di lavoro, di prospettiva, di sviluppo e di storia di questa Regione. Non voglio rivolgere accuse di fascismo in quest'aula a nessuno ma voglio fare una considerazione di carattere storico. E' chiaro che i movimenti femminili nel nostro Paese trovano un terreno favorevole crescono, nascono, si arricchiscono perché migliaia di donne fecero dell'antifascismo una condizione della loro esistenza, si emanciparono attraverso la lotta antifascista e non a caso i primi gruppi di liberazione della donna nascono proprio come una delle espressioni della Resistenza e dell'antifascismo. Io faccio una riflessione di carattere storico, la consegno ancora una volta a quest'aula. Credo che determinati modi di concepire o non concepire le problematiche dell'emancipazione femminile nascano e trovino origine da una risposta che le donne diedero ad una concezione autoritaria che le vedeva subalterne. E' indubbio, come ha detto il Consigliere Burzi, che oggi esiste una tematica molto più ampia rispetto alla quale muoversi, perché noi oggi non ci muoviamo nella logica dell'autoritarismo o non autoritarismo, ma ci muoviamo nella logica del cosiddetto villaggio globale che richiede delle risposte di carattere diverso.
Queste tematiche nascono sempre dalla cultura, dall'economia, dal governo e dalla risposta di potere che evidentemente ha un riflesso pesantissimo sulla condizione femminile.
Credo sia una questione molto importante. Vorrei concludere il mio intervento con la proposta - per guardare sempre in positivo - che si facciano, come Ufficio di Presidenza, come Consulta delle Elette insieme una serie di approfondimenti in questa direzione perché mi sembra sommessamente, che questo Consiglio regionale un poco ne abbia bisogno.



PRESIDENTE

Ricordo a tutto il Consiglio che alle ore 17 si interromperanno i lavori di Consiglio perché così è stato richiesto da due Gruppi politici senza dei quali non si ha il numero legale.
La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Credo, Presidente, che su questioni di tale importanza non si debba consentire a nessuno di scherzare e tanto più se dallo scherzo si passa all'atteggiamento serio e si presenta - come ha voluto fare caparbiamente il Consigliere Ghiglia - in Consiglio una proposta che era, almeno da noi considerata, un atteggiamento quasi goliardico nei confronti invece di una legge molto importante approvata da questo Consiglio.
Ha fatto bene il mio Capogruppo Riba a sottolineare la matrice fascista di un atteggiamento che qui è stato esplicitato, perché sulla questione della presenza delle donne nelle istituzioni, caro Consigliere Montabone anche tu qualche volta sull'argomento ci scherzi - ne va dell'essenza della democrazia nel nostro Paese. Anche tu, Consigliere Montabone, come tutti noi, o almeno una parte di noi, sei convinto che in Italia il percorso compiuto dalle donne è stato estremamente faticoso ed oneroso, lasciando sul campo donne morte nella battaglia antifascista, nelle carceri italiane donne morte nella guerra di liberazione. Come ricordava opportunamente la Consigliera Spagnuolo, in virtù di questo contributo e tributo pagato dalle masse femminili italiane, c'è stato poi il riconoscimento del ruolo e della presenza femminile, in un'Italia diventata Repubblica democratica attraverso l'approvazione della Costituzione repubblicana, del diritto al voto che è datato 1948 nel nostro Paese: storia recentissima.
Credo che sottolineare il significato antifascista e democratico dell'affermazione della presenza delle donne nelle istituzioni sia una sottolineatura molto importante.
Le donne elette nelle nostre istituzioni lo sono perché partecipano alla vita politica, perché attraverso l'organizzazione dei Partiti momento importante della democrazia - fanno politica, svolgono un ruolo nella società, sono portatrici di proposte importanti ed irrinunciabili nella battaglia, nell'opera politica nel nostro Paese. Da qui il riconoscimento anche dell'elettorato, la nomina, le elezioni nelle istituzioni. Ma da questo momento all'affermazione delle necessità delle donne, delle problematiche femminili, ne passa. Noi siamo ancora presenza minoritaria come numero e presenza minoritaria come affermazione di necessità, di bisogni, di idee in questa società.
E' nata la Consulta delle Elette per mettere insieme le donne e ragionare sul percorso ancora da compiere insieme. Noi abbiamo lavorato molto sulle battaglie civili nel nostro Paese, sull'organizzazione della società. Ricordo le lotte delle operaie della mia provincia per affermare i diritti, le otto ore lavorative, i diritti alla tutela della maternità.
Certo, la Consigliera Ferrero dice che non conosce, ma sa che sono state fatte molte cose; forse è il caso di documentarsi, è storia recente, sono conquiste recenti che non lo sono mai una volta per tutte e che dobbiamo difendere sempre con molta grinta, con molta forza di volontà nei confronti di attacchi, quali quello che viene portato oggi in quest'aula consiliare.
Ma perché noi, dopo cinquant'anni, sentiamo ancora di diritto al voto e di presenza nelle istituzioni, sentiamo ancora la necessità di organizzarci per contare? Forse questa è la domanda che i colleghi Consiglieri dovrebbero porsi di fronte alla Consulta delle Elette. L'essenza del ragionamento è che vi è ancora la necessità di organizzarci e di stare insieme per continuare la lotta, perché la nostra presenza non conta, non è sufficiente nel numero per l'affermazione delle idee e delle conquiste che invece sono necessarie e indispensabili. Non per essere di parte, perch non siamo né di parte né minoritarie, ma noi ci battiamo per dare un grosso contributo nella modifica dell'organizzazione di una società che non ci è amica, che regola i tempi in modo da non consentirci di vivere, che regola il sistema di lavoro in modo tale da non consentire la fruibilità del tempo libero, della vita nella famiglia, delle soddisfazioni nel crescere i figli, del diritto al lavoro che è essenziale anche nella nostra regione.
Siamo quindi ancora poco rappresentate, ma anche con la poca rappresentanza di cui godiamo intendiamo, attraverso una seria organizzazione, portare avanti questi problemi a beneficio di tutta la società, uomini compresi.
Mi verrebbe voglia di dire al collega Burzi che tenterò di documentarlo su ciò che il Partito Comunista ha fatto nel nostro Paese per affermare il diritto delle donne e l'emancipazione femminile. Mi farà molto piacere se lei, Consigliere, presterà attenzione a questa parte di storia che è davvero importante per tutto il Paese; altrettanta disponibilità dobbiamo avere rispetto a ciò che avviene nella nostra Europa. Noi facciamo grandi discorsi - consentiremo anche ai Consiglieri di recarsi ai momenti istituzionali europei - e non conosciamo qual è il ruolo delle donne negli altri Stati europei.
Davvero qui non ci siamo e non avremmo il diritto di entrare in Europa perché siamo almeno trent'anni indietro rispetto al resto dell'Europa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Sull'argomento in oggetto sono già intervenuti due compagni del mio Gruppo. Secondo me, questa discussione non può assolutamente essere presa sotto gamba né ridotta ad un'iniziativa estemporanea e goliardica di un solo componente del Consiglio regionale. Evidentemente si tratta di un atteggiamento culturale che già altri due colleghi hanno riferito come possibile riferimento ad una cultura di matrice fascista, che non può non vedere una riflessione matura e di un certo rilievo in quest'aula. Il problema femminile, come lo hanno trattato tutte le colleghe, è un problema della nostra società, è un problema che nel corso degli anni e di questi decenni è stato variamente considerato dalle forze politiche. Di certo, la politica fascista non era rivolta all'inserimento della donna con pari ruolo e pari dignità all'interno della compagine sociale. E' questo che alcuni compagni hanno giustamente richiamato, la matrice fascista di certi atteggiamenti, e cioè una matrice che vede o vedeva nella donna un soggetto sociale estraneo ai livelli di governo e della produzione. La donna semplicemente angelo del focolare e riproduttrice della nostra specie. E questa era una cultura fascista.
Viceversa, tutto il movimento democratico, il movimento di sinistra, il movimento comunista per quanto ci riguarda sono stati movimenti politici che si sono posti il problema di una parità di condizioni, di una parità di accesso, di fornire i servizi necessari per svolgere attività che erano collocate in modo univoco e anche subalterno al mondo femminile.
Su tutto questo c'è una ricca documentazione, perché essere donne è sempre stato più difficile nella nostra società da tantissimi punti di vista ed anche da quello ridicolizzato dal collega Ghiglia, della costituzione della Consulta delle Elette. Sappiamo che le elette sono emarginate rispetto agli eletti, sono di meno, sono di meno nei posti dove contano Questa è una cultura subdola contro la quale occorre combattere e lavorare, perché non vi è solo il Consigliere Ghiglia portatore - almeno lui lo fa esplicitamente - di questo maschilismo di fondo, di questo trattare le donne con sufficienza. Anche il collega Burzi non ha perso la sua occasione per distinguersi nell'attacco alla nostra Consigliera regionale, donna, che giustamente ha reagito di fronte ad una posizione espressa dal Consigliere Ghiglia sul tema femminile: si è alzata in piedi e ha parlato da donna e da comunista.
Immediatamente c'è stato qualcuno, di nome Burzi, che ha preso l'occasione per attaccare la donna comunista per entrambe queste sue caratteristiche, inventando - attendiamo documentazione in proposito colpe di lunga data per il Partito Comunista e adesso per Rifondazione Comunista, nei confronti delle donne. E' stato un attacco veramente spiacevole, che mi fa pensare che il collega Ghiglia non sia poi così isolato su alcune delle questioni che pone all'interno di questo Consiglio.
C'è un maschilismo di fondo connaturato nella storia del mondo, nella storia delle società, di cui qualcuno si fa interprete e propagatore, ed altri, viceversa, cercano di evolverlo e di combatterlo; altri vi si adagiano con piacere e anche con un certo divertimento, come te; altri ancora, invece, come il Consigliere Burzi, cercano di prendere un po' a schiaffi una nostra compagna. Le donne, evidentemente - e le donne comuniste - hanno ancora da combattere contro questa cultura.
Chiedo anch'io che il dibattito non termini qui; adesso sono quasi le 17, quindi bisognerà sospendere anche su richiesta di alcuni Gruppi.
Tuttavia, mi sembra che questa discussione debba continuare e concludersi con un atto di pronunciamento del Consiglio regionale su questo tema che evidentemente, è trascurato dal Gruppo di Alleanza Nazionale, che dà sempre maggiori segni di insofferenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Volevo aggiungere che vi è un problema anche di carattere istituzionale, perché al punto 22) dell'o.d.g. è previsto l'esame del progetto di legge e il collega Ghiglia non ha fatto una comunicazione in proposito: è intervenuto sul progetto di legge, riservandosi eventualmente di ritirarlo, cioè non metterlo ai voti dopo la discussione, tant'è che non l'ha nemmeno ancora ritirato.



(Commenti in aula)



CAVALIERE Pasquale

Ah, l'ha ritirato. Ad ogni modo, credo che non sia mai accaduto sinora, che si usasse così strumentalmente il Processo Legislativo (tra l'altro da parte di forze di maggioranza); tanto più che esistono altri istituti come gli ordini del giorno o le interrogazioni per porre dei problemi, nei quali non entro nel merito, perché sono già stati analizzati.
Ed è questa, collega Burzi, la differenza tra un Consigliere di minoranza che con le sue prerogative si oppone ad una legge o ne propone un'altra, ed un Consigliere di maggioranza che invece utilizza in maniera propagandistica - uso questa parola in senso positivo, cioè per propagandare una tesi - il Processo Legislativo.
Questo è il punto sul quale credo si ponga anche il problema della gestione di questo Consiglio, nel senso che il Presidente, che è sempre molto preoccupato delle gaffes della maggioranza, deve anche scegliere se gestire il dibattito del Consiglio o le gaffes della maggioranza, cosa che fa molto bene, dosando gli interventi e cercando di non far andare oltre certe questioni. Quindi, sul problema regolamentare, il Presidente questa volta si sbaglia; certo, lui conosce molto meglio di me il Regolamento, è anche molto più bravo di me nel capirlo, ma su questo punto credo che il Presidente si sbagli, perché quando un punto all'o.d.g. viene messo in discussione, poi va discusso.
Volevo appunto sottolineare questo fatto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Credo che il problema della presenza femminile nelle istituzioni sia un fatto politico di grande rilevanza e prestigio. Ritengo che la Commissione femminile regionale che si è costituita e che ha discusso nelle varie province - parlo della riunione nella provincia di Alessandria, alla quale ho partecipato - abbia dato un grande contributo, anche formativo, alle nuove elette nei vari Consigli. Ricordo che in quella riunione, dove le presenze femminili erano numerose - mancava la signora Sindaco di Alessandria, ma si era giustificata per la non presenza - erano emersi dei giudizi importanti; si chiedeva soprattutto una continua informazione da parte delle elette di riferimento regionale.
Volevo sottolineare l'importanza della riunione della Consulta femminile nella mia provincia, nella quale era emersa la volontà di costituire questo organismo, rimarcando l'importanza di avere un preciso punto di riferimento per queste nuove elette che si lamentavano di trovare nell'ambito dei loro Consigli comunali e provinciali, una netta difficoltà nell'esercizio delle loro attività istituzionali. Ricordo un Assessore donna di un Comune che diceva: "Pensate, io faccio l'Assessore ai lavori pubblici, e quando ho assunto questa delega la gente non mi attribuiva la dovuta importanza o una sensibilità ai problemi delle strade e delle altre opere edilizie pubbliche". Sosteneva la necessità sia di una maggiore conoscenza delle leggi che di sensibilizzare ai vari livelli la presenza femminile.
Voglio ancora ricordare che è importante discutere di questo problema che non è solo il problema delle elette o delle donne, ma è un problema di tutti e quindi, secondo me, un problema politico che riguarda anche il Consiglio regionale, in prima persona.
Personalmente, vedrei con grande interesse la presenza femminile nell'ambito dell'esecutivo; presenza che sicuramente lo qualificherebbe. Mi riallaccio, ad esempio, ad alcune presenze nel campo dell'assistenza e dell'istruzione; ritengo che il ruolo della donna sia assolutamente importante; per contro, questa società non dà alle donne le dovute garanzie, anche se, per legge, è prevista la presenza di un certo numero di donne nelle varie liste elettorali.
Credo sia importante aver fatto questa discussione, anche se, e me ne rammarico, dai contenuti non certo corretti.
Concludo dicendo che ritengo fondamentale, e quindi qualificante sul piano politico, la presenza delle donne e quindi il ruolo che queste devono rivestire non solo nelle istituzioni, ma anche negli esecutivi e nel Parlamento nazionale.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Minervini, delegata dall'Ufficio di Presidenza a seguire la Consulta delle Elette.



MINERVINI Marta

Chiedo scusa in quanto devo iniziare in un modo che non mi è congeniale. Ritengo che si è trovato il modo di immettere un dibattito politico, all'indomani delle elezioni, che ritengo poteva essere risparmiato da tutti noi, considerando la presenza femminile cosa utile e doverosa nelle istituzioni, da qualunque parte esse stiano. Si è parlato troppo, oggi, e troppo a lungo di un argomento e di una legge - quella sull'istituzione della Consulta delle Elette - che è passata in quest'aula con il voto contrario del mio Gruppo, ma non, per esempio, del mio (mi confermano in questo momento che il voto contrario, all'interno del mio Gruppo, è stato solo quello del collega Ghiglia: io non ho nemmeno seguito il fatto).
Si è voluto fare, forse - scusatemi e ascoltatemi un attimo - un processo a quello che pensa Agostino Ghiglia; anch'io, glielo dico apertamente, non sono molto d'accordo sull'intervento che ha fatto. Forse Agostino Ghiglia doveva pensare un attimo al fatto che del suo Gruppo fa parte una donna. Donna che, peraltro, il Gruppo ha sempre valutato e valorizzato; non posso certo dire di essere stata messa in un angolo.
Qualcuno ha detto che Agostino Ghiglia ha sostenuto una Giunta tutta di uomini; non so come avrebbe potuto sostenere che una donna si spaccasse a metà, per far parte e dell'Ufficio di Presidenza e della Giunta. Non è stato così, dunque.
Non voglio difendere nessuno; ho già detto che, tutto sommato, non condivido l'intervento del collega Ghiglia. Dico però che noi donne dovremo e prendo atto della richiesta, non della sospensione perché ormai siamo alle 16,48 e non è possibile - trovarci come Consigliere. Non appena terminato l'intervento di Agostino Ghiglia ne ho richiesto il resoconto stenografico, perché voglio valutare assieme a voi, bene, le parole di Agostino Ghiglia, che indubbiamente sono pesanti, per carità di Dio! Qualcuno - forse la collega Carla Spagnuolo - ha ricordato la giovane età, che ricordo anch'io. Ma i giovani, Carla, noi che siamo da tanti anni nelle istituzioni lo sappiamo, sono sempre quelli esuberanti che qualche volta non valutano che le parole pesano.



CHIEZZI Giuseppe

Ci sono anche altri giovani...



MINERVINI Marta

Sì, ma anche lei ha detto un qualcosa, che mi riservo poi di dirle a quattr'occhi, che non mi è piaciuto: io, Alleanza Nazionale, Marta Minervini, mi comporto - credo - con tutti nello stesso modo: con le donne di sinistra e con le donne del centro-destra. Ritengo infatti che noi donne dobbiamo portare avanti il discorso della donna e dobbiamo valorizzarlo con il nostro comportamento. Non voglio andare molto più avanti; forse presenteremo in quest'aula un ordine del giorno, che ci riporterà a parlare dell'argomento. Ne abbiamo parlato per due ore, oggi, e praticamente abbiamo sospeso un Consiglio che aveva altri argomenti all'o.d.g.
altrettanto importanti quanto la Consulta delle Elette. Prego le donne presenti di farmi sapere quando ritengono di riunirsi, al più presto possibile; concerteremo un ordine del giorno e una nostra posizione. Chiedo al Presidente del Consiglio regionale che, quando si deciderà di discutere l'ordine del giorno ci permetta nuovamente un dibattito approfondito sulla nostra collocazione.



PRESIDENTE

A conclusione di questo dibattito, che ormai collima con le ore 17, ora di chiusura del nostro Consiglio, vorrei innanzitutto fare alcune precisazioni di ordine formale e procedurale.
Primo. "Il Presidente concede la parola nell'ordine di iscrizione, che può modificare per favorire il confronto delle tesi" (art. 54 del Regolamento, comma terzo: non si tratta del "Regolamento Picchioni").
Per quanto concerne invece l'ammissibilità, questione sollevata all'inizio di questa discussione, "Il Presidente riferisce al Consiglio qualora sorgano dubbi sulla ricevibilità dei progetti di legge presentati qualora i dubbi concernano la loro ammissibilità, la Commissione competente" - in questo caso, l'VIII - "ne riferisce al Consiglio. In entrambi i casi, decide il Consiglio per alzata di mano".
Della legge abbiamo parlato più volte: al momento della sua iscrizione e della presentazione dell'o.d.g. relativo alle sedute consiliari non è mai stata sollevata alcuna questione sulla sua ricevibilità o ammissibilità.
Questione sollevata solamente in aula, cosa che per quanto mi concerne, non mi pare possa riguardare l'ammissibilità stessa della legge.
Inoltre, essendo la legge richiamata in aula perché non è stata discussa in Commissione, la stessa può essere benissimo ritirata dal proponente, a meno che altri Consiglieri non la vogliano fare propria.
Detto questo, che mi pare l'aspetto più marginale della questione, devo all'assemblea, e pertanto a voi tutti, dare testimonianza - non voglio assolutamente tracimare da quella che è la mia valutazione istituzionale dell'iter del lavoro, e del perché la Consulta delle Elette è stata votata dal Consiglio regionale - che il lavoro svolto dalla Consulta delle Elette a livello sia provinciale sia regionale - quando si è tenuta l'Assemblea delle Elette all'Unione industriale; mi pare che fossero presenti i Consiglieri Chiezzi e Montabone - è stato molto. Ci sono stati momenti di grande ed alto confronto, non per storicizzare un problema che, come qui è stato ricordato, ha conosciuto certamente passaggi storici emblematici direi anche forti e sublimi, se vogliamo - il femminismo, ecc. - ma perch l'aggiornamento è di tutta la tematica femminile. Per come quest'ultima è venuta fuori in quelle sedi e per come si è espressa soprattutto nell'assemblea regionale fa sì che diventi perlomeno singolare il fatto che essa possa essere liquidata con parole che possono essere certamente al limite della non conoscenza del problema e della non conoscenza della serietà con cui i lavori della Consulta delle Elette si sono svolti, in tutte le sedi provinciali e regionali.
Questo quanto devo come testimonianza nei confronti del Consiglio; mi piace ricordare e recuperare quanto detto dalla Consigliera Bortolin: il problema dello stare assieme, il problema del "fare numero", del fare squadra, probabilmente è ancora un problema reale. E proprio perché è problema reale, dobbiamo democraticamente, come assemblea, permettere a tutti di trovare i modi, le opportunità, i tempi della loro convivenza e della loro socializzazione. Ciò non per creare dei ghetti, non per creare degli altri sistemi, non per creare delle articolazioni che possono ovviamente dare spunto a riflessioni anche opinabili, ma comunque democraticamente plausibili, ma proprio perché ognuno ha tutto il diritto di rapportarsi il più vicino possibile ai problemi e alle sensibilità che lo possono toccare.
Detto questo, io credo che la richiesta da parte di tante Consigliere di potersi riunire, di poter presentare un ordine del giorno, di poter verificare le questioni anche alla luce della discussione che non è stata assolutamente inutile, anzi ha portato alcune argomentazioni estremamente significative, possa essere senz'altro accolta. La discussione può essere proseguita al di là di questa seduta consiliare e pertanto riprendere al prossimo Consiglio regionale che verrà convocato secondo quanto stabilito dalla Conferenza dei Capigruppo.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale del Piemonte verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 16,50)



< torna indietro