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Dettaglio seduta n.131 del 14/05/97 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 5) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Angeli, Bellingeri, Bellion Farassino, Manica e Salerno.


Argomento: Trattamento economico dei Consiglieri - Fondo di previdenza dei Consiglieri

Esame progetto di legge n. 280: "Modifiche alle LL.RR. 30/12/1981 n. 57 'Assicurazione contro gli infortuni dei Consiglieri regionali' e 13/10/1972 n. 10 'Determinazione delle indennità spettanti ai membri del Consiglio regionale e della Giunta regionale'"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori con l'esame del progetto di legge n. 280, di cui al punto 9) all'o.d.g.
Relatrice è la Consigliera Minervini, che ha facoltà di intervenire.



MINERVINI Marta, relatrice

Se i Consiglieri sono d'accordo, darei per letta la relazione per accelerare i tempi del nostro lavoro.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera.
Possiamo iniziare la discussione generale sul provvedimento. Chi domanda la parola? Prego, Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Sarebbe necessario - almeno per noi lo è - sentire la relazione, anche per riportare l'attenzione dell'aula sul provvedimento che stiamo per discutere ed approvare.



PRESIDENTE

Va bene.
Prego, Consigliera Minervini.



MINERVINI Marta, relatrice

Con le LL.RR. 1/3/1995 n. 27 e 17/8/1995 n. 69 sono state introdotte alcune significative innovazioni alla normativa concernente lo status dei Consiglieri regionali, con particolare riferimento al trattamento indennitario ed alla tutela dei rischi connessi all'espletamento del relativo mandato.
L'esperienza maturata in questi due anni nella periodica gestione di tali istituti ed il confronto con le altre Amministrazioni regionali che hanno applicato analoghi principi, hanno evidenziato la necessità di proporre ulteriori interventi legislativi diretti, da un lato, a completare le garanzie assicurative contro i rischi connessi all'attività di Consigliere regionale e, dall'altro, a definire in modo chiaro ed univoco la natura e le modalità di erogazione di alcuni benefici indennitari.
Procedendo quindi ad un'analisi dettagliata del nuovo articolato proposto, si espongono qui di seguito le seguenti considerazioni.
Art. 1. La modifica proposta con il presente articolo rappresenta le esigenze emerse in occasione di un dibattito consiliare e le conseguenti dovute riflessioni. In particolare, alla luce delle osservazioni formulate dai Consiglieri, appare opportuno, in relazione alla peculiarità di alcune garanzie assicurative (ad esempio Kasco e responsabilità), consentire ai Consiglieri stessi una facoltà discrezionale di adesione e non viceversa come attualmente previsto dalla norma, un obbligo inderogabile.
Art. 2. La proposta normativa introduce una copertura assicurativa a favore dei Consiglieri regionali in carica precedentemente non prevista. La circostanza di decesso di un Consigliere durante il periodo di mandato evento peraltro già ripetutamente avvenuto in questi ultimi anni - comporta in alcuni casi per i familiari problemi di natura economica, venendo a mancare nella circostanza il più delle volte l'unica fonte di reddito possibile. Al riguardo, la stipula di una specifica assicurazione vita, di cui una parte del premio ovviamente a carico del Consigliere interessato consentirebbe, al verificarsi dell'evento luttuoso, la possibilità di fornire un aiuto tangibile in momenti particolarmente difficoltosi. Tale copertura assicurativa garantirebbe peraltro l'Amministrazione regionale da eventuali richieste di risarcimento qualora venisse accertato che la causa del decesso è in qualche modo collegata con il mandato consiliare.
Art. 3. La nuova formulazione del testo di legge integra l'attuale copertura assicurativa a favore dei Consiglieri regionali per i rischi derivanti da infortunio, inserendo tra questi le eventuali spese sanitarie e di ricovero, qualora non coperte dal Servizio Sanitario Nazionale.
Art. 4. La norma proposta, come peraltro disposto da altre Regioni, ha lo scopo di fornire un'interpretazione formale circa la natura dei rimborsi spese corrisposti in forma forfettaria mensilmente ai Consiglieri. In particolare, si ribadisce che tali emolumenti rientrano nella fattispecie espressamente prevista dalla normativa nazionale per i quali non sussiste obbligo di ritenuta fiscale.
Art. 5. La modifica proposta al vigente testo normativo eleva dagli attuali cinque ad undici il numero dei viaggi effettuati dai Consiglieri regionali per espletamento del mandato da porsi a totale carico del bilancio del Consiglio regionale. Rispetto alla legge attuale la modifica proposta prevede inoltre che tali viaggi possano essere effettuati anche in località diverse da Roma, introducendo inoltre la facoltà di poter pagare ai Consiglieri fino ad un massimo di tre viaggi annuali presso le sedi istituzionali dell'Unione Europea. E' stato comunque posto un tetto massimo di spesa corrispondente alle tariffe ordinarie delle compagnie di bandiera per undici viaggi andata/ritorno Torino-Roma e per tre viaggi andata/ritorno Torino-Bruxelles.
Art. 6. L'interpretazione autentica tende a fornire un chiarimento definitivo sulle modalità di adeguamento annuale degli assegni vitalizi corrisposti agli ex Consiglieri regionali.



L'VIII Commissione, dopo approfondito dibattito, ha approvato il testo così come sopra illustrato e ne raccomanda una sollecita approvazione in aula.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Minervini, anche perché mi pare che la sua relazione sia estremamente chiara.
Iniziamo dunque la discussione generale. Chi chiede la parola? Prego, Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, io sono abbastanza critico con questo provvedimento, perch mi pare che si continui ad andare nella direzione di aumentare lo status generale di Consigliere, mentre complessivamente diminuiscono gli strumenti veri per espletare la funzione di Consigliere. Nel senso che il Consigliere regionale ha meno strumenti che in passato - o, se ha gli stessi, sono comunque insufficienti - per poter effettivamente espletare la propria funzione. Non è invece stato investito alcunché per l'informatizzazione delle notizie, per cui un Consigliere è obbligato a fare la spola tra gli Assessorati per avere la documentazione minima che gli permetta di informarsi, attivare quanto dovrebbe essere sua prerogativa e svolgere i propri compiti.
Quindi, pur non volendo far opera demagogica contro alcuno, mi pare che si scelgano le strade più facili che però non affrontano - l'ho già detto diecimila volte - il funzionamento delle questioni minime: la posta interna, ad esempio. Una lettera continua ad impiegare dodici giorni per essere recapitata da un Gruppo consiliare alla Giunta e viceversa - e non intendo addentrarmi in altri problemi. Non capisco, dunque, la necessità di alcuni provvedimenti insiti nel progetto di legge in discussione. Non capisco il motivo per cui noi si debba avere - rispetto, ad esempio all'assicurazione vita - uno status diverso da qualsiasi altro cittadino lavoratore della nostra Regione. Perché se capita una disgrazia ad un Consigliere regionale le conseguenze che ne derivano per i familiari devono essere diverse da quelle che colpiscono qualsiasi altro cittadino? La questione dell'assicurazione per i danni a terzi nell'espletamento del proprio mandato, invece, non precisa se questi comprendono anche com'era avvenuto nella precedente formulazione - quelli arrecati al proprio Ente di appartenenza. Visto che non è precisato, presumo che si reiteri il modello assicurativo precedente, dando solo la facoltà a chi non vuole avvantaggiarsene di non farlo. Questa cosa mi trova totalmente in disaccordo; non è possibile assicurare un Consigliere per i danni al proprio Ente di appartenenza causati a terzi. Non capisco nemmeno come una Compagnia assicuratrice possa prendere in considerazione questo caso; a mio avviso, è impossibile, e se qualche Compagnia si presta, penso lo faccia violando le norme generali assicurative - che pure esistono - creando situazioni anomale e di qualche imbarazzo per situazioni che potrebbero verificarsi.
Per tutti questi motivi, signor Presidente, voterò contro questo provvedimento, chiedendo che si investa maggiormente e meglio per rafforzare le funzioni reali del Consigliere regionale, che al momento sono, invece, molto limitate. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Intervengo per far presente al Consiglio un'esigenza manifestata nella discussione in VIII Commissione, ovvero che a cura dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio si possa predisporre una sorta di vademecum nel quale siano dettagliatamente e compiutamente indicate le condizioni relative allo status dei Consiglieri. Esigenza espressa, in attesa di un Testo Unico, perlomeno dai Consiglieri facenti parte la Commissione suddetta. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Anche il mio Gruppo condivide le osservazioni critiche e di perplessità illustrate dal collega Cavaliere. Ci sono condizioni di svolgimento del nostro lavoro che potrebbero essere maggiormente incentivate ed agevolate.
Questo provvedimento, viceversa, si occupa di altre questioni, che non mi pare siano, al momento, da mettere all'o.d.g.
L'unico aspetto che il Gruppo condivide è quello relativo alla possibilità di movimento dei Consiglieri regionali sul territorio italiano e in Europa. In un momento in cui si discute a livello nazionale della riforma della Costituzione e di un forte decentramento dei poteri alle Regioni variamente inteso, o sotto la sigla del federalismo o, come sosteniamo noi, sotto l'obiettivo di uno Stato regionale forte, in effetti si può richiedere ai Gruppi di avere contatti molto più frequenti e necessari rispetto al passato con le altre realtà regionali del territorio italiano. Questo è l'unico aspetto che condividiamo della proposta di legge in discussione, poiché riguarda la capacità del Gruppo di conoscere, di informarsi, di scambiare opinioni, di confrontare leggi e deliberazioni con altri Gruppi consiliari.



PRESIDENTE

Personalmente, posso rispondere per quanto so, non voglio assolutamente non prendere in considerazione quanto detto dai Consiglieri Cavaliere Vindigni e Chiezzi.
Stiamo lavorando per l'informatizzazione del Consiglio regionale, credo in modo cospicuo; mi pare che Internet sia stata assicurata a tutti i Gruppi e così pure la posta elettronica. Quello della posta interna è un problema: ha ragione il Consigliere Cavaliere. Non sappiamo dove siano le occlusioni tali da non permettere una circolazione sufficientemente rapida è certamente compito e soprattutto responsabilità nostra, mia. Appronteremo uno studio tecnico per verificare il motivo per cui una corrispondenza che dovrebbe essere normalmente trasmessa e pertanto recepita in termini quasi reali, non trovi ancora la giusta fluidificazione della sua comunicazione.
Per quanto concerne, invece, l'assicurazione cui ha fatto cenno il Consigliere Cavaliere, l'art. 2 della proposta di legge scaturisce certamente da considerazioni basate non su fatti astratti, ma decisamente concreti, nei confronti dei quali l'Ufficio di Presidenza si è trovato assolutamente impossibilitato a recepire le istanze della famiglia del deceduto. Teniamo però presente che l'art. 2 si basa anche sull'ultimo comma: "Tale copertura assicurativa garantirebbe peraltro l'Amministrazione regionale da eventuali richieste di risarcimento qualora venisse accertato che la causa del decesso è in qualche modo collegata con il mandato consiliare".
Per quanto concerne invece l'art. 3 sulla responsabilità amministrativa è stato tolto l'obbligo di legge, che sembrava inderogabile, ed è stata data la facoltà, che certamente è legata alla disponibilità di ciascun Consigliere, di poter accedere ad un'assicurazione che lo tuteli da quelli che potrebbero essere gli infortuni di ordine assicurativo.
Voglio ancora collegarmi a quanto detto dal Consigliere Vindigni. E' giusto fare un vademecum dello status del Consigliere: quali sono tutte le sue indennità, quali sono i cosiddetti benefit, quali sono le misure di supporto al suo lavoro, non solamente di ordine assicurativo, ma anche di ordine tecnico. Credo che una diagnosi compiuta sullo status del Consigliere possa evidenziare le luci e le ombre che lo accompagnano.
Stiamo perfezionando il nostro lavoro. Le istanze di cui la legge si fa portatrice sono state suggerite non solamente dal confronto con altri Consigli regionali, ma sono anche pervenute dai singoli Consiglieri. Non abbiamo voluto prevaricare nessuno, abbiamo raccolto queste richieste e queste istanze e cercato di far sì che venissero recepite nella maniera più consona sia al lavoro del Consigliere sia all'esigenza di mantenere i costi entro limiti accettabili.
Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 27 voti contrari 5 astensioni 4 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 25 voti contrari 5 astensioni 4 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 34 votanti 33 voti favorevoli 25 voti contrari 4 astensioni 4 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 25 voti contrari 5 astensioni 4 L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 29 voti contrari 1 astensioni 3 L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 27 voti contrari 5 astensioni 3 L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 27 voti contrari 5 astensioni 3 L'art. 7 è approvato.
Passiamo alle dichiarazioni di voto sull'intero testo della legge.
La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Vorrei precisare il mio pensiero. Io non ritengo che non ci debbano essere adeguamenti e quant'altro, però non è credibile il fatto che quando si fa riferimento allo status degli altri Consigli regionali si considerino solo le parti che interessano. Non nego la necessità di fare degli aumenti ma bisogna avere anche il coraggio di correggere delle storture, quando si ragiona su questi provvedimenti. Faccio un esempio: che senso ha il rimborso chilometrico per chi utilizza la macchina di servizio? Non ha senso! Bisogna avere il coraggio di dire che se si utilizza la macchina di servizio non si ha diritto al rimborso chilometrico.



MONTABONE Renato

E' già così.



CAVALIERE Pasquale

Non è già così, perché ci sono alcuni meccanismi (ad esempio, quello delle ventidue presenze) che fanno sì che ci siano tutti e due gli aspetti.
Ho fatto questo esempio per dire che bisognerebbe mettere mano a questo "spagnolismo" della macchina di servizio. Credo che non possa essere più gestito come in passato, andrebbe senz'altro modificato in generale.
Torno a ripetere che non è stato investito negli anni alcunché per riuscire a dare al Consigliere gli strumenti necessari allo svolgimento della sua attività. E' stato fornito - in ritardo - il servizio Internet; è abbastanza inutile e lo sarà per alcuni anni ancora. Ma le strutture della Giunta e del Consiglio non sono informatizzate, nel senso che io mi posso collegare con gli Stati Uniti, ma non con la Giunta! Non posso conoscere le delibere, e mi riferisco a quelle approvate, non quelle in itinere! Al momento si riesce ad avere le delibere già approvate solo dopo avere insistito, solo se la funzionaria del mio Gruppo si mette a fare le fotocopie. Non credo che questo sia congruente! Si preferisce però lo status, tutti sono un po' più contenti e non si fa caso invece alle cose più necessarie. Così come, ad esempio, si continuano a spendere moltissimi soldi in telegrammi e lettere quando esiste il fax! La questione su cui però, Presidente, in particolare non mi ha risposto è se questa assicurazione, quella cioè sui danni a terzi nell'adempimento della funzione, ancorché prevista per chi ne vuole usufruire, comprenda anche i danni arrecati al proprio Ente di appartenenza. Se comprende questo, io le voglio segnalare che a mio parere è del tutto illegittimo e determinerà, nel caso in cui si verificasse qualche situazione di questo tipo, delle incongruenze di carattere anomalo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Signor Presidente, condivido soltanto alcune osservazioni che sono state fatte dai colleghi. Quella che condivido di più, che non è collegata direttamente alla legge, è che i Consiglieri avrebbero veramente l'esigenza di un Testo Unico. In assenza di questo, sarebbe opportuno che i Consiglieri avessero una specie di vademecum, così come ha chiesto il collega Vindigni, Presidente della Commissione, e che da molti Commissari è stato rilevato. Io giudico estremamente innovativa e positiva questa legge in particolare laddove non si vincolano più i Consiglieri, come avveniva un tempo, ad alcuni viaggi legati soltanto alla capitale. Io credo che questo fatto politicamente sia significativo, perché oggi ragioniamo sempre più sull'Europa delle Regioni, e io credo che le Regioni d'Italia per diventare Regioni d'Europa devono essere collegate fra di loro e non soltanto con Roma e quindi con il Governo centrale.
Questo ci darà modo di sviluppare le nuove politiche, anche di livello federalista, riferite all'Italia e all'Europa.
Per quanto riguarda gli altri articoli va rilevato - e lo rilevo io perché in nessuno degli interventi è stato fatto - che molti degli interventi che sono previsti in questi articoli sono almeno in parte a carico dei Consiglieri stessi; non vi è obbligatorietà della Regione a sottoscrivere delle polizze assicurative, ma è facoltà di ogni singolo Consigliere di intervenire con propri denari per sottoscrivere delle assicurazioni.
Credo che, addirittura, trattandosi di un corpo consiliare sufficientemente vasto, una trattativa - e così ho già detto in Commissione rispetto alle assicurazioni, potrebbe fare in modo che il Consiglio regionale non abbia maggiori spese per sottoscrivere delle assicurazioni di questo tipo. Si sa che sul mercato assicurativo una singola assicurazione costa certamente di più che un blocco di sessanta/cinquanta/trenta assicurazioni sulla vita. E dunque darei all'Ufficio di Presidenza, e quindi al Consiglio regionale, la prerogativa di essere mediatore rispetto al discorso assicurativo, organizzatore di questa polizza, in maniera tale che l'essere organizzatore faccia sì che non ci siano maggiori spese per il Consiglio regionale, se non quelle che incidono direttamente sui Consiglieri regionali, pur avendo una polizza quasi globale, seppur sottoscritta dai singoli, rispetto per esempio all'assicurazione sulla vita.
Devo rilevare - peraltro è già stato rilevato in una riunione dei Presidenti dei Gruppi - quello che diceva prima il collega Cavaliere: noi abbiamo la necessità, come Gruppi, di poter svolgere al meglio il nostro lavoro e credo che su alcuni indirizzi di finanziamento ai Gruppi noi siamo ampiamente coperti, mentre su altri siamo completamente scoperti. Faccio solo rilevare - è già stato fatto rilevare da altri alla riunione dei Capigruppo - che noi siamo stati assoggettati ad un aumento delle poste per le spedizioni e che già allora era insufficiente la possibilità di spedizione, sia da parte dei Gruppi piccoli sia per i Gruppi grandi.
Quell'impegno, che peraltro è già stato rilevato dall'Ufficio di Presidenza per una verifica su questo tema, credo vada ricordato anche in quest'aula.
Concludo dicendo che siccome sono estremamente liberale rispetto a questo tipo di azione, i Consiglieri che non condividono il fatto di doversi assicurare, per esempio sulla vita, basta che non vi aderiscano e non saranno assicurati. Quindi, faranno in modo che dalla loro indennità non vengano trattenuti dei quattrini per questo tipo di intervento e faranno in modo che il Consiglio regionale non debba, seppure in piccola parte, spendere dei quattrini per loro.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI' 30 Consiglieri hanno risposto NO 5 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale in merito alle riunioni delle Commissioni fissate per la settimana successiva


PRESIDENTE

Comunico che la IV Commissione si riunirà venerdì 16 p.v. dalle ore 15 alle ore 19. Seguirà la convocazione di rito.
Comunico altresì che la VII Commissione, già convocata per mercoledì 21 maggio alle ore 9,15 è anticipata al giorno martedì 20 maggio alle ore 9,15, in quanto il Consiglio è convocato per il giorno successivo. Così la IV Commissione è anticipata da mercoledì a martedì 20 p.v. alle ore 14 e la VI Commissione alle ore 11,30.
La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Sulle comunicazioni che ha fatto circa la convocazione della IV Commissione noi non siamo d'accordo che si svolga in concomitanza con la III Commissione, perché fino ad ora, tranne in casi eccezionali, non è successo, considerando che tra l'altro un esponente del nostro Gruppo, il Consigliere Moro, fa parte di entrambe le Commissioni. Credo quindi sia suo diritto partecipare ad entrambe le Commissioni e considerando che la III Commissione è convocata alle ore 14 con all'o.d.g. un seminario sulla proposta di legge della collina.
Considerando che tutti i Consiglieri potrebbero essere interessati a partecipare alla Commissione, esprimo "una protesta" rispetto a questo modo di affrontare i lavori: non si dà la possibilità a tutti i Consiglieri di poter partecipare alle Commissioni di cui fanno parte o a cui sono interessati.



PRESIDENTE

Purtroppo non posso assolutamente dirimere una situazione del genere.
Posso solo rilevare che la convocazione della Commissione con l'o.d.g. è prevalente rispetto ad un seminario. Per cui bisogna fare anche di necessità virtù. Il seminario non può prevalere sulla Commissione; la Commissione ha un o.d.g. preciso, per cui è formalizzata e vale di più di un seminario. Una è la discussione di un testo di legge, altro è solamente un seminario. Cerchiamo di trovare una compensazione.



MORO Francesco

Io le faccio una domanda molto semplice. Faccio parte delle due Commissioni: vorrei chiederle come posso partecipare a tutte e due, visto che voglio parteciparvi. Mi sento anche umiliato sul piano della correttezza, perché non è possibile essere trattati in questo modo.



PRESIDENTE

Non sono io che convoco le Commissioni né sono io che ho deciso. Il problema è che i termini sono ristretti per tutti; capisco benissimo il disagio.



CHIEZZI Giuseppe

Si può scaglionare l'orario.



PRESIDENTE

Voglio solamente dare un ordine di precedenza; se fosse così automatica la parità delle Commissioni è chiaro che una Commissione con l'o.d.g. dove si sta discutendo un provvedimento di legge è prevalente rispetto ad un seminario.
La parola al Consigliere Gatti.



GATTI Agostino

Intervengo per contestare "l'importanza". Era già stato rimandato il seminario, che si chiama seminario, ma è la discussione di una legge importante che si è deciso di approfondire, anche perché ci sono degli interventi a livello di Unione Europea che vogliamo esaminare.
Credo che ci sia la possibilità di far slittare l'orario di convocazione per consentire due ore di discussione. Spostiamo la riunione dalle 15 alle 16,30.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grasso.



GRASSO Luciano

Intanto il problema mi pare sia già risolto secondo le indicazioni del collega Gatti, perché non c'è contestualità. Il seminario comincia, mi pare, alle 14 e la Commissione alle 15,30, per cui contestualità non ne esiste. La IV Commissione termina alle ore 19, come previsto. Al limite non cambia nulla la mezz'ora: se invece delle 15 si comincia alle 15,30 non succede nulla. E' stata comunque chiesta al Presidente della III Commissione, Riba, la durata prevista per i lavori della Commissione: ha riferito che potrebbe finire alle 15,30. Quindi questo grosso problema non esiste.
Il Piano sanitario è comunque ritenuto da tutti di importanza determinante.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Presidente e colleghi, la III Commissione è collocata al venerdì pomeriggio in un orario particolarmente faticoso. Faticoso non per me, ma complessivamente per il personale e un po' per tutti. In quella situazione è probabile che subisca già dei problemi di notevole condizionamento. Mi rendo conto della difficoltà che si presenta, il collega Grasso me ne ha parlato; però la riunione è collegata ad un seminario su una materia consistente (la legge sulla collina) e non è stata fissata fuori dall'orario normale di convocazione della Commissione. Non posso oppormi, o creare altre difficoltà, se viene convocata un'altra Commissione.
Sulla base dei nostri calendari bisogna considerare che questo seminario deve essere svolto con il tempo che richiede; proprio per rispetto verso la legge in questione non vorrei svolgere un lavoro che risultasse poi amputato dalle difficoltà di partecipazione di alcuni colleghi.



PRESIDENTE

Ne sono firmatario anch'io, per cui sono assolutamente convinto della bontà di quel testo. Vorrei anch'io partecipare. Credo che una differenza di mezz'ora possa essere compatibile. Se la discussione sul seminario dovesse protrarsi si può fare una seconda convocazione.
La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Credo che dovreste fare qualche riunione dei Presidenti delle Commissioni. Era già stato deciso, in conseguenza delle decisioni della Conferenza dei Capigruppo, che il lavoro delle Commissioni si sarebbe organizzato con una Commissione al mattino e una al pomeriggio. Questa era stata la richiesta, reiterata più volte, con lettere che arrivano in ritardo, ma che poi arrivano.
Tale questione, Presidente, fa capo a lei, non fa capo ai Presidenti delle Commissioni. Siccome il problema è a monte, è legato alle otto Commissioni che sono state fatte per problemi politici della maggioranza (che però si riverberano su tutti i lavori del Consiglio regionale) risolvetelo! E' un problema che si presenta tutte le settimane; o si risolve, oppure nel momento in cui non si parteciperà più alle Commissioni il lavoro delle Commissioni lo farà il Consiglio.



PRESIDENTE

Faremo una convocazione dei Presidenti delle Commissioni la prossima settimana. Ne abbiamo fatta una recentemente, la faremo di nuovo.
La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Da qualche mese noi sentiamo disagio nei lavori della Commissione Sanità, ma non soltanto. E' vero, in discussione vi sono due provvedimenti importanti: il disegno di legge relativo al Piano sanitario ed il Piano socio-assistenziale.
Mi pare che tutti i Consiglieri - credo che il Presidente farebbe bene a darne atto qualche volta - abbiano dato estrema disponibilità per lavorare parecchie ore alla settimana, tant'è che nel periodo di non convocazione del Consiglio regionale la IV Commissione si è riunita di martedì tutto il giorno (come una giornata di Consiglio regionale) e il mercoledì fino a tarda ora.
Tutti avvertiamo la necessità di discutere ampiamente, di procedere velocemente nel licenziare dalla Commissione questo disegno di legge affinché venga presentato in aula per l'approvazione; tutti i Gruppi sono politicamente d'accordo a non prolungare i tempi.
Bisogna però avere un po' più di disponibilità nei confronti delle esigenze dei Consiglieri se vogliamo che i lavori continuino ad andare avanti in modo proficuo. Non credo sia giusto - anche se si è disponibili a lavorare fino alle ore 21 - convocare una Commissione il venerdì fino alle ore 19 su un problema, quale quello della sanità, dopo - ripeto - una settimana di lavoro di Consiglio e di Commissioni.
Non credo sia giusto fare delle forzature, perché, se andiamo per forzature, non so quando verrà licenziato il disegno di legge dalla Commissione.
Noi lo discutiamo bene, con tranquillità, se vi è la disponibilità da tutte le parti. Ripeto, se vi sono forzature non si lavora bene.
C'è l'esigenza, espressa da alcuni Consiglieri e anche mia, di partecipare al seminario - ma poi, per carità, sono disponibile a non partecipare alla IV Commissione; se questa esigenza non viene recepita, si finirà con lo svolgere in aula tutto il lavoro che non si è potuto fare in Commissione. Ma allora torniamo al discorso che ciò che non è stato chiarito in Commissione, cari colleghi Consiglieri, ve lo troverete qui nel discutere il disegno di legge relativo al Piano sanitario! E' questo l'interesse e l'economia dei lavori per il Consiglio? No, e non credo lo sia nemmeno per la Commissione impedire che lì si svolga correttamente, in modo adeguato, la discussione e l'approfondimento su quel disegno di legge.
Ripeto, credo non sia opportuna la convocazione di venerdì. Giustamente il Presidente non mette più nella convocazione "sentito il Vicepresidente" altrimenti non avrebbe avuto il mio consenso. Non sono d'accordo che il venerdì alle ore 16,30 si convochi la IV Commissione, perché si sovrappongono i lavori in modo tale da non consentirci di essere sereni.
Propongo di rinviare di una settimana tale disegno di legge; questa settimana il Consiglio si è riunito due giorni, diamoci un appuntamento suppletivo per la prossima settimana, trovando l'accordo di tutti i Consiglieri, altrimenti ricominciamo ad avere in sede di Commissione contestazioni che finora abbiamo accuratamente evitato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grasso.



GRASSO Luciano

Mi rendo conto di aver sottoposto i membri della IV Commissione ad un tour de force abbastanza difficile. Chiaramente questo tour de force è anche determinato dall'esigenza di portare a termine, in tempi non faraonici, il provvedimento che organizzerà la sanità sul territorio piemontese.
Ritengo il venerdì una giornata di lavoro, per cui, dal mio punto di vista, ultimare il lavoro venerdì nel tardo pomeriggio non la considero una violenza all'attività lavorativa normale. Io sono sempre stato abituato a lavorare non solo il venerdì, ma anche il sabato; probabilmente i ritmi lavorativi in Consiglio regionale sono leggermente diversi dai ritmi abitualmente svolti nel mondo del lavoro. Comunque, se vi è la disponibilità, per una maggiore considerazione per la legge sulla collina di riunire la Commissione martedì prossimo lavorando proficuamente cominciando i lavori alle ore 14 e ultimandoli magari anche alle ore 20, io sono d'accordo. Però chiederei, in questo caso, la collaborazione di tutti i Commissari della IV Commissione affinché il martedì pomeriggio si possa lavorare anche oltre le ore 19 e recuperare il tempo di venerdì.



PRESIDENTE

La convocazione della IV Commissione è rinviata a martedì alle ore 14 fino al termine, che verrà stabilito dal Presidente della Commissione.
Annuncio che la Conferenza dei Presidenti delle Commissioni è fissata per martedì 20 p.v. alle ore 13.


Argomento: Stemma - Gonfalone

Esame progetto di legge n. 190: "Disposizioni per l'uso e l'esposizione della bandiera della Regione Piemonte"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del progetto di legge n. 190, di cui al punto 14) all'o.d.g.
In Commissione tale progetto di legge ha ottenuto voto favorevole da parte dei Gruppi di Forza Italia, Alleanza Nazionale, Federalisti, PDS e Lega Nord.
Relatore è il Consigliere Rosso, che ha facoltà di intervenire.



ROSSO Roberto, relatore

Do per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "Il Consiglio regionale con legge del 24/11/1995, n. 83, ha adottato la bandiera della Regione Piemonte.
La L.R. n. 83/95 non detta alcuna disposizione in merito all'uso della bandiera della Regione Piemonte.
In mancanza di specifiche norme in materia d'uso ed esposizione della bandiera regionale, fino ad oggi, si sono applicate le norme dettate dal DPCM del 3/6/1986 'Disposizioni per l'uso della bandiera della Repubblica da parte delle Amministrazioni dello Stato e degli Enti pubblici'.
Visto il vuoto normativo regionale e la parziale disciplina offerta dal DPCM del 3/6/1986, il presente progetto di legge, per le suesposte ragioni intende dettare una precisa e specifica disciplina dell'uso e dell'esposizione della bandiera regionale da parte delle Amministrazioni e degli Enti pubblici operanti od aventi sede nella Regione Piemonte affiancata dalla bandiera nazionale e dell'Unione Europea.
All'art. 2 è prevista l'esposizione della bandiera regionale all'esterno degli edifici pubblici della Regione, nei casi previsti dalla legge e, previa autorizzazione del Presidente del Consiglio regionale, per avvenimenti di particolare importanza e solennità regionale e allorché la Giunta o il Consiglio regionale, provinciali, comunali e circoscrizionali sono riuniti; è altresì prevista l'esposizione all'esterno degli edifici scolastici in occasione dell'inizio e della fine dell'anno scolastico ed accademico".
Colgo l'occasione per spiegare un emendamento che abbiamo presentato per rendere più comprensibile l'intero testo.
Questa legge regolamenterà l'esposizione della bandiera del Piemonte assieme alla bandiera italiana e anche alla bandiera europea per quanto riguarda le Amministrazioni e gli Enti pubblici operanti sul territorio piemontese e la regolamenterà in maniera particolare per la Giunta regionale, il Consiglio regionale, i Consigli provinciali, comunali e circoscrizionali e gli edifici scolastici in occasione dell'inizio e della fine dell'anno scolastico. Abbiamo dato la possibilità, delegando il Presidente del Consiglio regionale, di concedere l'autorizzazione in occasione di avvenimenti che rivestono particolare importanza e solennità regionale locale. Faccio un esempio: se per la festa dell'Assietta - festa in cui la bandiera del Piemonte normalmente viene esposta - gli organizzatori volessero esporre la bandiera in maniera ufficiale, varando questa legge, dovrebbero fare richiesta al Presidente del Consiglio.
Quindi, per essere più chiari, nell'art. 1, che recita: "La presente legge disciplina le modalità d'uso ed esposizione della bandiera della Regione Piemonte da parte delle Amministrazioni e degli Enti pubblici operanti o aventi sede nella Regione Piemonte, purché affiancata dalla bandiera nazionale e da quella dell'Unione Europea", io aggiungerei le seguenti parole: "ed in occasione di avvenimenti che rivestano particolare importanza e solennità regionale o locale", collegandomi al contenuto degli artt. 2 e 4.



PRESIDENTE

Quindi si tratterebbe di aggiungere: "ed in occasione di avvenimenti che rivestano particolare importanza e solennità regionale o locale". E' stata svolta la relazione e l'illustrazione dell'emendamento.
Siamo in discussione generale: qualcuno chiede la parola?



SIMONETTI Laura

Può rileggere l'emendamento?



PRESIDENTE

L'emendamento dice, nel primo comma: "La presente legge disciplina le modalità d'uso ed esposizione della bandiera della Regione Piemonte da parte delle Amministrazioni e degli Enti pubblici operanti o aventi sede nella Regione Piemonte, purché affiancata dalla bandiera nazionale e da quella dell'Unione Europea, ed in occasione di avvenimenti che rivestano particolare importanza e solennità regionale o locale".
La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Avevamo rilevato anche noi un'incongruenza dell'art. 1 rispetto all'art. 4, dove si prevedono i casi in cui la bandiera della Regione Piemonte non deve essere esposta insieme a quella della Repubblica italiana, mentre poi, al punto b), si prevede il caso in cui può essere esposta insieme ad altre.
Con l'inserimento dell'emendamento della Lega, questo tipo di incongruenza rimane ugualmente, perché all'art. 1 si definisce che la bandiera della Regione Piemonte debba essere affiancata a quella nazionale e a quella dell'Unione Europea, mentre poi, all'art. 4, si definiscono i casi in cui l'esposizione della bandiera del Piemonte possa essere prevista da sola, contraddicendo quindi il dettato dell'art. 1.
Chiedo al Consigliere Rosso se può chiarirmi questo punto.



ROSSO Roberto

Spiego meglio. All'art. 1 si dice che la bandiera della Regione Piemonte viene esposta da parte delle Amministrazioni e degli Enti pubblici insieme a quella dell'Italia e a quella dell'Unione Europea - così è scritto - "quando" viene specificato nell'art. 2, comma secondo, dove ci sono i punti a), b), c) e d). In quel caso è obbligatorio esporre la bandiera italiana, anche perché è previsto per legge e non potremmo comunque andare contro la normativa italiana.
Quindi, in quei quattro casi, quando viene esposta da un Ente pubblico o dalle Amministrazioni piemontesi, è necessaria anche la bandiera italiana, e noi aggiungiamo quella piemontese e quella europea. Dopodich abbiamo voluto inserire quei particolari casi locali del Piemonte, quelle feste - cito quella dell'Assietta perché è un po' considerata la festa del Piemonte - durante le quali si potrebbe esporre ufficialmente la bandiera del Piemonte; ad esempio, so che già diverse volte è stato chiesto al Consiglio regionale di portare il gonfalone della Regione Piemonte alla festa dell'Assietta. Il gonfalone esiste tuttora, ma abbiamo approvato anche una bandiera.
In sostanza, per queste feste che non sono propriamente organizzate da Enti locali o da Amministrazioni, ma sono feste del Piemonte o particolari avvenimenti e manifestazioni, lasciamo la libertà di poter richiedere alla Presidenza del Consiglio la possibilità di esporre ufficialmente la nostra bandiera.
Questo è il discorso che si riaggancia all'art. 4; il comma secondo dell'art. 4 si applica esclusivamente per questi casi particolari, perch in tutti gli altri l'uso della bandiera italiana - e lo si dice nel comma primo dell'art. 4 - è già previsto dal DPCM 3/6/1986.
Fatto salvo quanto previsto dalla normativa, alla festa dell'Assietta su richiesta, potrebbe essere esposta anche solo la bandiera del Piemonte ovviamente, se decidono di esporre la bandiera italiana, si torna ad applicare il DCPM 3/6/1986, quindi la bandiera italiana sarà al centro e sulla destra vi sarà la bandiera del Piemonte.
Quindi non esiste questa incompatibilità, perché - per riassumere - il "purché affiancata da bandiera nazionale e dell'Unione Europea" è riferito ad Enti pubblici ed Amministrazioni del Piemonte.
Sono stato chiaro, Consigliera Simonetti?



PRESIDENTE

Consigliere Rosso, solo per venire fuori da questo problema: lei ha in mente le ricorrenze che potrebbero richiedere l'esposizione della bandiera regionale? Perché si potrebbe modificare l'articolo con "la presente legge disciplina le ricorrenze e le modalità...", però bisogna poi specificare le ricorrenze.



ROSSO Roberto

Ho fatto volutamente l'esempio dell'Assietta, perché so già che esiste questo tipo di richiesta. Ci sono anche altre feste a carattere più locale che possono richiedere l'esposizione di questa bandiera.
Abbiamo voluto essere generici, proprio perché non è un fatto automatico, ma l'esposizione viene fatta sulla base di una richiesta alla Presidenza del Consiglio, che poi può valutare se si tratta di una festa veramente locale, e quindi di scarso interesse, o se merita invece accoglimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Mi pare che anche questa legge non abbia un equilibrio razionale comprensibile. Inoltre c'è anche un problema di merito, che non è chiaro.
Questa legge disciplina la modalità d'uso della bandiera da parte di Amministrazioni ed Enti pubblici ed afferma che, in questo caso l'esposizione deve essere affiancata dalle altre bandiere.
A me sembra che, se vogliamo normare l'uso della bandiera, questa debba essere una caratteristica presente in tutte le manifestazioni: quando si espone la bandiera piemontese, questa viene affiancata dalla bandiera nazionale.
Non capisco perché si voglia inventare una fattispecie in cui ce n'è solo una e non l'altra, o meglio, lo capisco benissimo, ma non mi sembra giusto prevedere dei casi in cui si espone solo la bandiera del Piemonte.
Esponiamo la bandiera del Piemonte e quella della Repubblica italiana oltretutto, per quanto riguarda i casi in cui non debba essere esposta, è anche scritto in modo non chiaro. "Nei casi in cui il comma secondo dell'art. 4...": ma chi l'ha detto che non debba essere esposta? E' una tautologia: chi lo dice? Cioè c'è una richiesta in cui un qualche soggetto dice: "Non voglio esporre l'altra bandiera"? Ma dove siamo? "Non debba essere esposta" non è una scrittura di legge! Io rimarrei fermo al primo articolo, dove si dice che la bandiera viene esposta insieme alle altre due. Punto. E poi continuerei in coerenza con questo, senza aprire, e in questo modo, una falla del genere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Questo provvedimento è stato discusso in Commissione in più occasioni e il presentatore, collega Rosso, è stato anche nominato relatore. A me pare opportuno che la questione posta ritorni in Commissione per poter essere esaminata attentamente, anche perché attiene ad un momento importante e delicato dell'individuazione delle ricorrenze attorno alle quali l'intera Regione si riconosce. E io credo che la bandiera del Piemonte, come elemento attorno a cui la Regione si ritrova, non possa essere utilizzata in maniera generica e casuale.
La bandiera rappresenta la Regione nella sua unità; le occasioni nelle quali la sua esposizione assume un carattere di ufficialità non devono essere lasciate al caso, ma definite da questo Consiglio. Pertanto, mi pare che una discussione di questo tipo non possa essere affrontata estemporaneamente, ma in sede appropriata (la Commissione), se questo argomento lo si vuole riprendere ed approfondire. Poiché lunedì si riunisce la normale seduta di Commissione e mercoledì è convocato il Consiglio, il relatore potrebbe riportare l'argomento in quella sede per assumere una decisione definitiva, proprio perché io attribuisco ai simboli della nostra Regione la massima importanza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

La parte della legge che prevede la possibilità di richiedere la presenza della bandiera del Piemonte è stata inserita perché sappiamo benissimo che nelle fiere di paese, nelle feste, nelle manifestazioni varie viene esposta la bandiera del Piemonte, e a questo proposito ampio dibattito si è svolto al momento dell'adozione della bandiera (frange colori, ecc.).
Mi chiedo: perché dobbiamo metterci a discutere di quali sono le feste che meritano o non meritano l'esposizione della bandiera piemontese, dal momento che se ne possono creare di nuove o vi possono essere manifestazioni che si svolgono solo in quel determinato anno? Questa è una discussione che è già stata affrontata in VIII Commissione, la quale ha stabilito di delegare questa funzione decisionale al Presidente del Consiglio, per valutare di caso in caso.
Di conseguenza, io non vedo il motivo di stilare un elenco di fiere che sarebbe comunque incompleto in quanto non possiamo prevedere il futuro ovvero eventuali nuove manifestazioni o feste. In più, ripeto, siccome in Commissione la cosa è stata esaminata e votata e non ci sono state queste obiezioni, non capisco perché dobbiamo tornare nuovamente in quella sede.
La legge ha completato il suo iter in Commissione e non sono emersi fatti nuovi né sono stati presentati degli emendamenti che ne stravolgono il testo. Chi era interessato a proporre elenchi o emendamenti lo poteva fare in Commissione; è stato fatto in parte ed alcune modifiche sono anche state accettate. Ora ci troviamo di fronte ad un testo che è stato votato in Commissione, per cui o si formalizzano degli emendamenti oppure si vota la legge.



PRESIDENTE

Il suo emendamento lo mantiene?



ROSSO Roberto

Certo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Personalmente non ho seguito tutto il dibattito su questa proposta nel suo complesso, al di là dei singoli articoli che normano le occasioni e le modalità dell'esposizione della bandiera della Regione Piemonte; tuttavia su alcune interpretazioni di tipo politico, soprattutto quella della Lega non siamo completamente d'accordo, in quanto si continua a giustificare la bontà di un progetto politico secessionista che non condividiamo attraverso un fatto normale come quello dell'esposizione di una bandiera.
Se si procede nell'approvazione di queste condivisibili norme accogliendo quindi indirettamente l'impostazione politica che dà qui la Lega, ho la sensazione che si eroda giornalmente quel patto nazionale sancito con la Costituzione italiana, che dichiara la nostra Repubblica unica.
E quando sento certe forzature non sono assolutamente d'accordo. Ad esempio, l'art. 4 della proposta, secondo comma, dice: "...nei casi in cui la bandiera della Regione Piemonte non debba essere esposta con quella della Repubblica italiana...". Noi non siamo assolutamente d'accordo. La bandiera della Regione Piemonte deve essere sempre esposta con il tricolore, ci sembra un fatto fondamentale. Non possiamo lasciarci prendere dalla tentazione di seguire posizioni che apparentemente sembrano di decentramento, di federalismo, ma che in realtà mettono in discussione il patto costituzionale.
Questo voler sottolineare enormemente l'identità, anche sotto l'aspetto politico, è estremamente pericoloso.
In una recente pubblicazione leggevo pochi giorni fa che se si continua in questa direzione il passo successivo conduce ad un'eccessiva sottolineatura dell'identità etnica e della ricerca della purezza, il che contiene elementi di carattere razzistico. Stiamo attenti! Il patto nazionale deve essere l'elemento fondamentale, per cui questa proposta secondo noi deve essere rivista con questa impostazione. Cioè con la concezione unitaria del nostro Paese, che può sicuramente essere articolato in modo diverso, attraverso un decentramento più o meno consistente, ma tenendo fermo ed irrinunciabile il patto nazionale come elemento centrale.
Quindi noi siamo contrari ad alcuni aspetti contenuti in questa proposta, ma soprattutto agli elementi che hanno motivato e che motivano alcuni interventi che mettono in dubbio questo patto, che per noi è un fatto importante.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Signor Presidente e colleghi, credo che alcune osservazioni fatte, se non portate all'esasperazione, siano estremamente condivisibili condivisibili anche dai proponenti la stessa legge.
Penso che in Commissione, dopo un ampio dibattito, si volesse in qualche modo regolamentare il fatto che, laddove veniva esposta la bandiera italiana, potesse a pieno diritto essere esposta anche la bandiera piemontese, assieme - nella logica dell'Europa delle Regioni - a quella europea. E mi sembra che su questo tema i proponenti fossero d'accordo.
A me sembra che occorra inserire una serie - dico una serie perch probabilmente bisogna introdurli in più punti della legge - di piccoli emendamenti, che partano dal titolo stesso che non può essere soltanto "esposizione della bandiera piemontese", ma "esposizione della bandiera del Piemonte, con quella nazionale e con quella europea". Di conseguenza, per caduta su tutti gli articoli che interessano questo tipo di intervento aggiungere queste due frasi.
Credo infatti che si possa raggiungere lo scopo che i proponenti, e coloro che come me hanno aderito a questo tipo di iniziativa, avevano nel proporre e nell'aderire alla proposta di legge stessa.
Il collega Casoni - che mi ha lasciato la parola - si sta attivando per apportare quelle piccole modifiche che possano risolvere tutte le motivazioni di principio in contrasto le une con le altre. Con questa piccola sottigliezza, non escamotage, penso si possa raggiungere un risultato condivisibile da tutti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Credo che sul provvedimento in esame vi siano preoccupazioni eccessive da parte di alcuni settori del nostro Consiglio. Si tende a contestualizzare il provvedimento nella contingenza politica delle posizioni secessionistiche che recentemente ha assunto la Lega. Credo invece che il provvedimento in sé sia del tutto pacifico, legittimo ed "innocuo": precisare una particolarità non è alternativa all'appartenenza generale ad una Nazione. Anzi, una Nazione forte è quella che più riesce a precisare le sue particolarità, a difendere e valorizzare le sue minoranze.
Personalmente, sono totalmente d'accordo con il provvedimento, anche se ritengo che non vi sarebbe alcun bisogno di promuoverlo, perché quanto prevede dovrebbe essere del tutto pacifico e possibile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

Stiamo trovando un accordo su un paio di emendamenti che potrebbero redimere la questione. In tal senso, chiediamo ai colleghi, con i quali non abbiamo avuto modo di parlare, di sottoscriverli.
Sostanzialmente, gli emendamenti comporterebbero l'abrogazione dell'art. 4 della legge e, nel testo e in tutti i paragrafi dove compare la frase "uso ed esposizione della bandiera della Regione Piemonte", si aggiungerebbe il comma "con la bandiera italiana ed europea". In questo caso, l'esposizione della bandiera regionale rimarrebbe legata a quella della bandiera nazionale ed europea; l'art. 4, che stabiliva una sorta di meccanismo di priorità, verrebbe totalmente abrogato.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio, che interviene in qualità di Consigliere.



VAGLIO Roberto

Intervengo solo per sottolineare l'intervento precedente di Pasquale Cavaliere. Personalmente, sono profondamente convinto della bontà della legge proposta, della necessità di applicazione della stessa, ma anche di un'unica inopportunità, consistente nel fatto che la legge arriva sull'onda di questioni emotive dovute all'occupazione del campanile di S. Marco e quant'altro.
Tutta la serie di questioni sollevate dai separatisti, dagli occupatori di campanili, dai propugnatori di rivoluzioni, con l'esposizione del nostro vessillo storico-tradizionale non c'entrano nulla e non devono c'entrare nulla. Non dobbiamo dare alcuna omologazione a questi personaggi di rappresentare una storia, una cultura, una tradizione, con cui non hanno niente a che spartire. Non dobbiamo assolutamente farci espropriare da questioni che non c'entrano.
Effettivamente, uno o due ritocchi alla legge, motivati dalle questioni sollevate dal Consigliere Montabone, mi pare possano essere opportune, ma la sostanza della legge deve rimanere invariata; non solo, deve essere approvata da questo Consiglio nel modo più ampio possibile, proprio per dimostrare che il Piemonte non si fa espropriare di un proprio patrimonio comune da frange politiche. Questo è il significato che dobbiamo dare alla legge, con risposta unanime del Consiglio nell'approvarla.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

Grazie, Presidente. Innanzitutto, ritiriamo l'emendamento presentato in precedenza, in quanto ne abbiamo sottoscritto un altro con altri Consiglieri. Il punto nodale della questione era la frase "l'esposizione della bandiera del Piemonte senza l'obbligo dell'esposizione della bandiera italiana ed europea", in alcuni casi.
Ci siamo resi conto dell'inopportunità dell'art. 4 e quindi l'emendamento che abbiamo firmato chiede la semplice soppressione dello stesso articolo. Ciò è sufficiente a chiarire l'art. 1, comma primo, dove l'esposizione della bandiera del Piemonte viene vincolata solo ed esclusivamente all'affiancamento a quella nazionale e a quella europea.
Questo varrebbe sia per i casi previsti nel comma secondo dell'art. 2 fuori del Consiglio regionale, provinciale, comunale, ecc. - sia nel caso di manifestazioni o avvenimenti di particolare rilievo.
Togliamo quindi ogni dubbio sul fatto che la bandiera del Piemonte possa essere esposta senza la bandiera italiana.



PRESIDENTE

L'emendamento presentato dal Consigliere Rosso all'art. 1 è pertanto ritirato.
Si proceda con l'esame dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 33 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 33 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 33 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Casoni, Rubatto, Spagnuolo Saitta, Rosso, Montabone e Gallarini: abrogazione dell'intero art. 4.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 33 L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 33 L'art. 6 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI' 39 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Riba; ne ha facoltà.



RIBA Lido

Signor Presidente, la informo che il Gruppo PDS avrebbe l'esigenza di concludere i lavori entro le ore 17 per una serie di impegni in forza dei quali non sarebbe in grado di garantire un'adeguata presenza.
Ho preferito anticipare questa richiesta del nostro Gruppo affinché il Presidente possa disporre un ordine dei lavori in funzione delle presenze dei Consiglieri.



PRESIDENTE

Potremmo procedere fino alle ore 13 nell'esame e nell'approvazione dei testi di legge, anziché discutere le interrogazioni ed interpellanze.
Nel pomeriggio, infatti, è già previsto l'esame del provvedimento sul patrimonio linguistico e di quello sull'accesso dei mezzi di comunicazione televisivi. Manca però il Presidente della Commissione, Chiezzi.



SPAGNUOLO Carla

Il Consigliere Chiezzi mi ha detto che alle 15 sarà presente.



PRESIDENTE

D'accordo. Potremmo ora procedere nell'approvazione di alcuni provvedimenti.



PAPANDREA Rocco

Ricordo che è opportuno esaminare anche l'ordine del giorno in merito alla siccità.



PRESIDENTE

Certo, lo facciamo; prima però potremmo approvare qualche provvedimento.
La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Vorrei ribadire quanto suggerito dal collega Papandrea. I danni causati dalla siccità alla nostra agricoltura ci impongono l'esigenza e l'urgenza di affrontare questo problema.
Le associazioni agricole sollecitano l'approvazione del provvedimento in mancanza del quale non saremmo corretti nei confronti del mondo contadino.
Chiedo pertanto che il Presidente, nel programmare l'ordine dei lavori consideri l'assoluta necessità di portare all'approvazione del Consiglio regionale l'ordine del giorno n. 494 relativo alla richiesta dello stato di calamità naturale per il Piemonte. Diversamente credo che non ottempereremmo al ruolo di Consiglieri regionali.



PRESIDENTE

Per darle la garanzia lo pongo subito in discussione.


Argomento: Calamità naturali

Esame ordine del giorno n. 494 relativo alla richiesta di stato di calamità naturale per il Piemonte


PRESIDENTE

Passiamo pertanto all'esame dell'ordine del giorno n. 494, a firma dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti, di cui al punto 41) all'o.d.g.
Chi desidera illustrare questo documento? La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

La ringrazio, Presidente.
L'intero territorio regionale vive da ormai quasi tre mesi un periodo di siccità che fatica a trovare riscontri da inizio secolo ad oggi. Tale difficilissima situazione ha già provocato ingenti danni alle colture di ortaggi, frutta, cereali, oleaginose e foraggio. E' stato colpito anche l'ambiente in generale con vasti incendi che hanno devastato ampie zone montane e collinari, specie nell'Alessandrino (Ovadese e Novese). Grave anche è la situazione di aridità dei corsi d'acqua che danneggia il patrimonio ittico e mette in seria discussione il sistema irriguo agricolo piemontese.
Unitamente alla siccità, il freddo di metà aprile ha provocato gelate che hanno duramente colpito le coltivazioni che si trovavano già in uno stato molto avanzato di fioritura, causando enormi danni specie in aree vitivinicole e frutticole di grande qualità, pregio e quantità nell'Alessandrino, nell'Astigiano e nel Cuneese. Secondo una prima stima approssimativa, il danno è calcolato intorno al 70% del potenziale raccolto.
Le Associazioni di categoria sono concordi nel rilevare l'eccezionalità degli eventi calamitosi atmosferici che hanno messo in ginocchio le aziende agricole, singole ed associate, delle tre Province del Piemonte. Il settore agricolo è già fortemente in crisi e da sempre penalizzato dalle folli politiche agrarie sia nazionali che regionali.
Si chiede pertanto, con estrema urgenza, la totale attivazione dell'Assessorato regionale competente e del Presidente della Giunta per richiedere al Governo lo stato di calamità naturale affinché si crei un apposito fondo di solidarietà per le zone danneggiate e di prevedere altresì, sgravi fiscali e contributivi per le aziende agricole colpite.
L'Assessorato regionale deve poi intervenire presso le Amministrazioni locali interessate affinché procedano, come previsto, alle loro funzioni istituzionali.
Credo che questo sia uno dei compiti importanti che dobbiamo svolgere.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Su questo ordine del giorno in linea generale mi dichiaro d'accordo.
Intanto vorrei rassicurare il collega Moro che gli uffici dell'Assessorato, centrali e periferici, si stanno occupando di questo grave problema da almeno venti giorni. Vorrei anche dire che è stata attivata una nostra iniziativa, presso i Sindaci dei Comuni e presso le Commissioni comunali per l'agricoltura, per conoscere dettagliatamente la situazione in modo da suffragare le richieste che la Regione Piemonte presenterà al Ministero.
Devo però sottolineare un aspetto. In questo momento il Ministero è contrario ad una dichiarazione di calamità naturale che investa tutto il territorio della regione, giustificandolo con due elementi di supporto: la carenza di fondi finanziari e il fatto che interventi di questo genere andrebbero anche ad avvantaggiare produttori che di fatto non hanno perso il 35% complessivo della produzione globale aziendale o, in questo caso, il 35% della produzione globale di tutto il territorio.
Fatte queste precisazioni, sono disposto ad accettare l'ordine del giorno. Chiedo, però, di sopprimere l'ultimo comma perché in proposito c'è una legge nazionale, la n. 195 del 1992, ma anche perché a livello di Conferenza Stato-Regioni, cioè Assessori-Ministro, si sta valutando l'opportunità di un provvedimento specifico per intervenire sulle calamità atmosferiche del 1997, date le dimensioni del fenomeno, che si estendono a tutto il territorio nazionale. Non vedo, quindi, in questo momento l'opportunità di inserire una disposizione che di fatto porterebbe la Regione ad avere degli interventi di carattere strutturale, in attesa della modifica della legge n. 195 o di un provvedimento ad hoc, tenendo conto che, con ogni probabilità, nel corso dell'annata agraria si manifesteranno altre situazioni di danno, per cui su questa problematica potremmo ritornarci e valutare meglio il tutto.
Accetto, quindi, l'ordine del giorno chiedendo però ai firmatari di sopprimere l'ultimo capoverso.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
I proponenti accettano l'eliminazione dell'ultimo capoverso del documento.
Pongo dunque in votazione l'ordine del giorno n. 494, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerato che la Regione Piemonte vive da ormai quasi tre mesi un periodo di siccità che fatica a trovare riscontri in tutto l'arco del XX secolo la situazione ha già provocato danni irreparabili sia alle colture quali ortaggi, frutta, cereali, oleaginose e foraggio sia all'ambiente in generale con vasti incendi che hanno devastato ampie zone montane e collinari e con situazioni di aridità dei corsi d'acqua che danneggiano il patrimonio ittico piemontese unitamente alla siccità, il freddo dei giorni 16/17/18 aprile ha provocato gelate che hanno duramente colpito le coltivazioni, specie le viticole e le piante da frutta, che si trovano ad uno stato molto avanzato di fioritura, causando danni quantificabili, secondo una prima stima approssimativa, mediamente intorno al 70% del potenziale raccolto che si preannunciava molto positivo sotto tutti gli aspetti questa congiuntura non riguarda solo il Piemonte, ma è estesa a tutto il nord-Italia e la Regione Lombardia ha già chiesto lo stato di calamità naturale le Associazioni di categoria, Coldiretti e CIA, sono concordi nel rilevare l'eccezionalità degli eventi atmosferici che mettono in ginocchio le aziende agricole piemontesi e hanno invitato la Regione Piemonte a richiedere lo stato di calamità naturale impegna la Giunta regionale a richiedere con urgenza lo stato di calamità naturale per la gravissima situazione determinata da siccità e gelate ad intervenire con urgenza nei confronti del Governo affinché si incrementi adeguatamente il fondo di solidarietà per le zone danneggiate e a prevedere altresì sgravi fiscali e contributivi per le aziende colpite ad iniziare immediatamente un monitoraggio dei danni venutisi a determinare sul territorio sia dal punto di vista agricolo che ambientale tramite il massimo impegno dei propri uffici territoriali ad interessare le Amministrazioni comunali affinché forniscano una mappatura completa dei danni subìti nel proprio territorio".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno approvato all'unanimità dei 39 Consiglieri presenti.


Argomento: Norme generali sui trasporti - Trasporti su gomma

Esame testo unificato progetti di legge n. 191 e n. 211: "Modifica alla L.R. 23/2/1995, n. 24 'Legge generale sui servizi di trasporto pubblico non di linea su strada'"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del testo unificato dei progetti di legge n. 191 e n. 211, di cui al punto 16) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Papandrea, che ha facoltà di intervenire.



PAPANDREA Rocco, relatore

Do per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "Illustre Presidente, signori Consiglieri, in fase di applicazione della L.R. 23/2/1995 n. 24 'Legge generale sui servizi di trasporto pubblico non di linea su strada' sono pervenute segnalazioni da parte delle Organizzazioni sindacali di categoria e da parte di alcune Amministrazioni provinciali piemontesi con le quali viene richiesta una revisione dell'art.
5 'Commissioni consultive sull'esercizio dei servizi e sull'applicazione dei regolamenti'.
Le richieste avanzate riguardano nello specifico il terzo comma del suddetto art. 5 nella parte riguardante la rappresentanza delle Organizzazioni sindacali nella Commissione consultiva provinciale.
Il testo attuale della legge stabilisce che in seno alla Commissione sia posto, tra gli altri, un rappresentante designato dalle Organizzazioni sindacali di categoria maggiormente rappresentative a livello nazionale.
A seguito delle suddette richieste di modificazione si è svolto apposito incontro il giorno 28/3/1996, presso gli Uffici del Settore regionale Trasporti con i rappresentanti delle Organizzazioni sindacali di categoria, delle Associazioni degli artigiani di categoria e delle Organizzazioni cooperative di categoria.
La legge nazionale non entra nel merito del numero di rappresentanti parla genericamente di rappresentanza adeguata; in un contesto tanto frammentario si può ragionevolmente affermare che un solo rappresentante sia una scelta limitativa che riduce anche la possibilità di ricoprire tale ruolo in modo adeguato.
Oltretutto entrambe le leggi, quando parlano delle Organizzazioni sindacali, fanno riferimento ad un concetto, quello della maggior rappresentatività giuridicamente superato, in quanto nel 1994 è stata abrogata quella parte dell'art. 19 della legge n. 300 a cui il concetto faceva riferimento.
Non appare però proponibile, data la forte frammentarietà del quadro sindacale, adottare come criterio la rappresentanza, nella Commissione, di tutte le Organizzazioni sindacali, ognuna con un suo rappresentante.
Proponiamo di dare una definizione obiettiva al criterio di rappresentatività, cioè che esso sia reale e non presunto.
Allo stesso tempo occorre garantire anche il pluralismo esistente.
Pertanto ci sembra che individuare a priori non il numero dei rappresentanti dei sindacati che devono stare nella Commissione consultiva provinciale, bensì il criterio con cui tali rappresentanti devono essere designati sia la strada migliore da perseguire, permettendo alla Commissione di entrare finalmente in funzione.
Il criterio individuato è l'ampiezza delle adesioni alle Organizzazioni sindacali. Proponiamo cioè che abbiano diritto di nominare rappresentanti nella Commissione tutte le Organizzazioni sindacali con un numero di iscritti pari o superiore al 10% del totale dei lavoratori (tassisti) iscritti all'insieme delle Organizzazioni sindacali.
Questa soluzione fa sì che il numero dei componenti di parte sindacale cresca significativamente anche se è non in misura eccessiva in quanto lo sbarramento del 10% degli iscritti pone un preciso limite.
Questa soluzione fa emergere contemporaneamente la necessità di riequilibrare la composizione della Commissione anche nelle altre componenti.
Le Associazioni degli artigiani di categoria hanno proposto e richiesto l'introduzione delle modifiche dell'art. 5, comma terzo, lettera g), della L.R. 23/2/1995 n. 24 riguardante la rappresentanza dell'Associazione degli artigiani di categoria, negli stessi termini di cui alla richiesta delle Organizzazioni sindacali, con il riconoscimento della rappresentanza delle Associazioni degli artigiani di categoria maggiormente rappresentative a livello nazionale per ognuna di esse".
Brevemente, per fare mente locale su quello che stiamo discutendo.
Si tratta di due provvedimenti che affrontano il medesimo argomento e in II Commissione siamo riusciti, lavorando, ad individuare un unico testo.
Si tratta di una Commissione che non riusciva a decollare perché non si riusciva a completare la sua composizione. C'erano dei problemi in particolare per quanto riguardava la rappresentanza sindacale di categoria dei tassisti, che era prevista nella Commissione.
La legge regionale, elaborata precedentemente, individuava in un unico rappresentante il criterio; la legge nazionale parlava di rappresentanza adeguata, quindi non dava indicazioni precise.
Noi abbiamo lavorato partendo da due testi originariamente diversi, che interpretavano appunto un ampliamento di questa rappresentanza e abbiamo individuato un criterio che ci pare corrispondere a questa adeguata rappresentanza, senza che diventasse pletorica, una rappresentanza aperta anche a chi rappresenta magari l'1 per mille della categoria. Quindi abbiamo individuato un criterio che permetta di superare il problema di quell'unico rappresentante su cui le organizzazioni non riuscivano a trovare accordo. Un criterio che è obiettivo di rappresentanza reale (il 10% almeno degli iscritti) e tutte le organizzazioni che hanno questa caratteristica possono essere rappresentate.
Nello stesso tempo, si è colta l'occasione di modificare anche la composizione di altri aspetti della Commissione, perché si erano verificate altre anomalie; quindi si è utilizzata questa modifica, anche per riequilibrare con una maggiore rappresentanza degli Enti pubblici il fatto che le categorie sindacali avevano una maggiore rappresentanza.
Questa è la legge; noi speriamo che a partire da questo momento, con questa modifica, la Commissione possa lavorare e funzionare, cosa di cui si ha bisogno perché tale Commissione decide anche sulle nuove licenze. C'è dunque un aspetto operativo importante.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Non essendoci interventi, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 39 L'art. 1 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI' 39 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Gruppi consiliari

Esame progetto di legge n. 229: "Integrazione al comma terzo dell'art. 2 della L.R. 10/11/1972, n. 12, aggiunto dall'art. 1 della L.R. 14/1/1991, n. 2 e all'art. 4 della L.R. 14/1/1991, n. 2 in materia di funzionamento dei Gruppi consiliari"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 8) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 229.
Relatrice è la Consigliera Spagnuolo, che ha facoltà di intervenire.



SPAGNUOLO Carla, relatrice

Do per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "Illustre Presidente, egregi Consiglieri, la L.R. 14/1/1991 n. 2 ha tra l'altro disciplinato, integrando la normativa vigente, la dotazione di servizi che l'Ufficio di Presidenza deve fornire ai Gruppi consiliari per il loro funzionamento in particolare per quanto attiene le spese postali telefoniche e di cancelleria e di stampa e fotocopiatura. In allora, non si era disciplinata la parte relativa alla messa a disposizione dei Gruppi consiliari di banche dati informatiche, che stanno invece diventando sempre più indispensabile strumento di lavoro e che costituiscono un supporto fondamentale per lo svolgimento dell'attività del legislatore.
Si pensi non solo alle banche dati giuridiche, da quelle della Cassazione a quelle delle due Camere e del Poligrafico, ma anche ad altre banche dati di tipo economico, sociale e genericamente di informazione e documentazione. Analogamente non si era allora disciplinato il fatto che i Gruppi possono dare informazione sulla loro attività non solo ricorrendo alle tradizionali forme di stampa di bollettini, notiziari e fascicoli di documentazione, ecc., ma anche avvalendosi delle altre tecniche di comunicazione (radio, televisione, televideo, Internet, ecc).
A tale proposito, su richiesta dell'VIII Commissione, il Settore Stampa e Relazioni esterne del Consiglio regionale ha effettuato un'indagine sulla disponibilità delle emittenti televisive del Piemonte ad accordare spazi di informazione a pagamento, garantendo a tutti i Gruppi analoghi ed idonei spazi.
Hanno risposto positivamente diciotto emittenti su trenta, sia pure con alcune puntualizzazioni rispetto alla collocazione degli spazi riservati ai Gruppi all'interno dei rispettivi palinsesti.
Si ritiene opportuno tuttavia evidenziare tre condizioni che alcune emittenti pongono: 1) gli spazi assegnati ai Gruppi devono essere collocati al di fuori dei normali spazi informativi 2) il rispetto della par condicio nell'accesso dei Gruppi non può essere demandata esclusivamente all'emittente 3) da parte dell'emittente deve esistere la possibilità di rifiutare la messa in onda di messaggi ritenuti contrari in modo netto ed evidente alla linea ed alle scelte editoriali dell'emittente stessa.
Si ritiene quindi necessario adeguare i contenuti dell'art. 1 della legge regionale citata al fine di permettere ai Gruppi di usufruire di servizi rispondenti alle esigenze di queste nuove tecniche di comunicazione.
L'impegno di spesa relativo può essere per quest'anno, stante la fase sperimentale, contenuto nello stanziamento già disposto per il funzionamento dei Gruppi consiliari previsto in bilancio. Per l'esercizio 1998 si valuterà l'eventuale impatto di spesa sulla base dell'esperienza maturata.
La modifica proposta comporterà che l'Ufficio di Presidenza, sentiti i Gruppi consiliari, provveda agli oneri sostenuti dai Gruppi per le spese di spedizione e postali, telefoniche, di cancelleria, di fotocopiatura duplicazione e stampa, di informazione anche radiotelevisiva nonché per l'accesso a banche dati esterne, nei limiti stabiliti con apposita deliberazione e regolamenti l'accesso dei Gruppi al Centro Stampa del Consiglio regionale.
Con la presente proposta si intende anche risolvere un'altra questione relativa all'imputazione di spesa per i Gruppi.
Attualmente, gli oneri per i rimborsi ai Gruppi consiliari delle spese previste dall'art. 1 della L.R. 14/1/1991 n. 2 (di spedizione e postali telefoniche, di cancelleria, di fotocopiatura e stampa) gravano totalmente sugli articoli di spesa del capitolo 30 (10210), sui quali vengono imputati gli analoghi costi occorrenti per il funzionamento delle strutture operative del Consiglio regionale (coerentemente con quanto dispone l'art.
4, lettera a), della L.R. n. 2/91).
Pertanto sia per evitare che spese, senza attinenza di rilievo sottraggano disponibilità a capitoli/articoli del bilancio preposti al finanziamento delle strutture operative del Consiglio regionale, sia per poter gestire e quantificare in modo univoco il flusso della spesa che viene attivato annualmente, ai sensi dell'art. 1 della L.R. 14/1/1991 n. 2 si propone di imputare i finanziamenti a favore dei Gruppi consiliari a titolo di rimborso delle spese previste dall'art. 1 della L.R. 14/1/1991 n.
2 e successive modifiche al cap. 50 (10030) 'Spese per il funzionamento dei Gruppi consiliari'.
L'VIII Commissione dopo approfondito dibattito ha approvato il testo così come sopra illustrato e ne raccomanda una sollecita approvazione in aula".



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 1) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: dopo il termine "radiotelevisiva", inserire le parole "previa stipula di una convenzione tra il Consiglio regionale ed emittenti nazionali e locali".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione dell'art. 1 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 31 L'art. 1 è approvato.
2) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: dopo l'art. 1, inserire l'art. 1 bis) recante: "Dopo l'art. 2 della L.R. n. 12/72 e s.m. e i., è inserito l'art. 2 bis): 'La convenzione di cui all'art. 2 è deliberata dall'Ufficio di Presidenza e deve prevedere: a) accesso garantito a tutti i Gruppi consiliari b) parità di tariffe secondo le fasce orarie del palinsesto c) adeguato supporto tecnico alle trasmissioni proposte dai Gruppi consiliari'".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento, e pertanto il nuovo articolo, è approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 31 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 31 L'art. 3 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI' 41 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Opere pubbliche

Esame progetto di legge n. 255: "Modifica della L.R. 21/3/1984 n. 18 'Legge generale in materia di opere e lavori pubblici'" (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo al punto 17) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 255.
Relatore è il Consigliere Pichetto, che ha facoltà di intervenire.



PICHETTO FRATIN Gilberto, relatore

Questo disegno di legge è stato modificato durante il suo iter di Commissione. All'inizio aveva natura permanente. Era un compenso permanente ai membri del CROP per smaltire un notevole arretrato ed era proiettato verso lo smaltimento delle pratiche ordinarie. Su questa questione si è innestata nuovamente la discussione sull'aumento più o meno diretto dei compensi o l'adeguamento ai membri delle varie Commissioni o Consulte che nella Regione Piemonte ci sono e a seconda di questo si è anche chiarito che trattavasi in modo specifico di una corresponsione di compenso per un lavoro professionale che verrebbe a svolgere i membri del CROP. In questa discussione si è sollevata la questione della validità di mantenere alcune Commissioni e lo stesso CROP almeno su determinati argomenti. Alla fine la Commissione a maggioranza ha ritenuto, a seguito di emendamenti sul testo presentato dalla Giunta, ma con il consenso della Giunta, di rendere temporaneo il provvedimento perché permetta nell'immediato di smaltire tutto ciò che è presente come arretrato nell'ambito della Commissione, e renderlo temporaneo fissando la data del 31/12/1998, data entro la quale devono essere affidati tutti gli incarichi di definizione dell'arretrato.
E' chiaro che con tutto questo c'era anche un impegno della Giunta e di tutta la Commissione ad approfondire e valutare, invece, un regime di regolarità del CROP se deve esistere con queste funzioni; quindi un regime di ordinarietà.
La legge, quindi, è stata varata solo per il fine di superare una temporanea emergenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Non abbiamo ricevuto la copia 24 ore prima della seduta di Consiglio e nella copia consegnata oggi l'art. 2 è illeggibile.



PRESIDENTE

La copia è stata consegnata in tempo, anche se in effetti è illeggibile.
Stiamo facendo rifare la copia.
Questo punto all'o.d.g. è rinviato in attesa della ristampa.


Argomento: Formazione professionale

Esame progetto di legge n. 298: "Modifiche alla L.R. 13/4/1995 n. 63 (Disciplina delle attività di formazione ed orientamente professionale)"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del progetto di legge n. 298, di cui al punto 18) all'o.d.g.
Il relatore, Consigliere Salerno, oggi è in congedo.
Do pertanto per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri, recita: "Illustre Presidente, egregi Consiglieri, la proposta all'esame del Consiglio prevede due modificazioni tecniche alla legge relativa alla disciplina delle attività di formazione ed orientamento professionale.
La prima modificazione è volta a sopprimere la facoltà di ammettere a rendiconto i costi relativi alla fideiussione bancaria; ciò in quanto tale norma risulta in contrasto con le disposizioni nazionali e comunitarie sulle spese ammissibili a finanziamento.
La seconda modificazione fonda sul presupposto che le norme comunitarie per le realizzazioni della programmazione annuale delle attività di formazione professionale prevedono tempistiche sempre più strette.
Particolarmente delicata appare la fase di rendicontazione finale delle attività la quale coinvolge oltre mille soggetti presentatori. La modificazione proposta prevede che la Giunta regionale possa avvalersi, per compiere tale funzione meramente tecnica, di società di revisione iscritte all'Albo speciale istituito presso la CONSOB. E' comunque specificato che tale attività riguarda unicamente il controllo e la certificazione dei rendiconti di spesa relativi ai corsi di formazione professionale affidati alle agenzie formative".
La parola al Consigliere Foco.



FOCO Andrea

Ho letto la relazione a firma del Consigliere Salerno, ma francamente avrei preferito che il relatore avesse avuto la possibilità di interloquire in aula perché questo disegno di legge, che viene posto come puramente tecnico, di modifica della legge n. 63, dal nostro Gruppo non viene interpretato in questo modo.
La prima modifica proposta è sicuramente di tipo tecnico, di adeguamento alle norme dell'Unione Europea: su questa modifica siamo d'accordo. Mentre per quanto riguarda la seconda proposta riteniamo che affronti un aspetto estremamente importante e delicato che va discusso con estrema attenzione dal Consiglio regionale, perché una parte del controllo della documentazione e dei conti, quindi la rendicontazione dei corsi di formazione professionale, potrebbe essere demandata all'esterno dell'apparato amministrativo.
Riteniamo questo un argomento non tecnico, non marginale, ma estremamente importante. Sappiamo distinguere la differenza tra controllo meramente burocratico e controllo sull'operato. Ritengo però che attraverso i controlli effettuati dalla Guardia di Finanza, siano emerse discrepanze tra quanto dichiarato e quanto è stato realizzato - non uso i termini usati a suo tempo dall'Assessore. Pertanto ritengo che questo argomento sia stato affrontato con estrema superficialità.
La verifica e il controllo sulle rendicontazioni non è mai un'operazione puramente tecnica o marginale rispetto ad un discorso complessivo. Attraverso la verifica dei conti possono emergere anche cose che potrebbero richiamare l'attenzione dell'Assessorato e dell'Assessore.
Siamo di fronte alla terza o alla quarta modifica della legge n. 63.
Capisco che una legge regionale, nella fase di prima applicazione, ha bisogno di ritocchi, ha bisogno di essere rivista, ha bisogno di essere messa a regime, mi pare però che in questo caso si stia adottando il sistema dello stillicidio della legge n. 63 e né a livello di Commissione...



(Brusìo in aula)



FOCO Andrea

Probabilmente l'aspetto del controllo sul funzionamento di un comparto della Regione sul quale in quest'aula è stato detto che è era una "porcilaia", è un aspetto marginale! Presidente, mi permetta questo sfogo quando cerchiamo di richiamare l'attenzione dell'aula avendo usato fino ad ora sia a livello di voce, sia a livello di parole, estrema attenzione, ad un certo punto lo sfogo aiuta a richiamare l'attenzione sul rischio e sul pericolo che noi denunciamo: che una parte del controllo sui corsi della formazione professionale sia data ad istituti esterni e privati, anche se sono studi professionali, sono studi sicuramente con tutte - come viene detto nella legge - le garanzie. Comunque si rinuncia ad una propria funzione importantissima di controllo, in un settore dove in quest'aula è stato detto che era una "porcilaia" - affermazione che noi non condividiamo.
Chiedo scusa per lo sfogo, rientro nel mio stile normale e dico che noi vorremmo anche avere, sia in Commissione sia in aula, una relazione sull'applicazione della legge n. 63. In particolare, sull'art. 15, ovvero sul passaggio di quella che era la gestione diretta ai Consorzi misti pubblico-privato. Le due cose non sono distinte e scisse tra di loro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Anche il nostro Gruppo in Commissione ha espresso un voto negativo.
Sull'articolo che recepisce una modifica di normative effettivamente non c'è nulla da eccepire in quanto è un atto dovuto. Invece sull'aspetto legato al fatto che ci sia stato un indebolimento della struttura formazione, per cui le attività che dovevano essere svolte dalla struttura si accumulano, non si fanno e quindi la soluzione è quella di affidarle all'esterno, noi non siamo d'accordo. Noi pensiamo che si debbano individuare altre strade che mantengano all'interno dell'Ente il controllo medesimo. Anche, appunto - lo ricordava il Consigliere Foco - alla luce di fatti recenti che noi avevamo precedentemente sottolineato in una nostra interpellanza a proposito del Consorzio del Canavese.
Tra l'altro, speriamo siano in atto dei fatti che modificheranno la composizione di questo Consorzio; un Consorzio che era privato e che probabilmente diventerà a maggioranza pubblica per l'intervento degli Enti locali. A seguito di indagini svolte dalla Guardia di Finanza si è scoperto che questi ricevevano finanziamenti per corsi e spese mai attuate; un controllo sugli scontrini ha fatto emergere questo tipo di anomalia ed è stata appurata una serie di spese legate ad alcuni corsi che non si erano mai svolti.
Noi crediamo che questo fatto, come altri che abbiamo sottolineato dimostri la necessità della Regione di porsi il problema del controllo vero, cioè non solo quello finale, ma anche quello in corso d'opera. I soldi che vengono erogati non devono essere un finanziamento improprio alle aziende, ma devono essere dati sulla base di determinate attività e per quello devono essere spesi.
Alla luce di quanto leggiamo sui giornali, concordiamo sul fatto che non si debba andare a strutture private. Ad esempio, di recente la nostra più grande azienda del Piemonte è stata condannata per falso di bilancio (ed era sicuramente un bilancio certificato da fior fiore di Enti) precedentemente anche la Gemina aveva avuto incidenti di questo genere.
Credo che tutte le aziende condannate in tribunale per falso di bilancio avessero il bilancio certificato, quindi malgrado ci si affidi a strutture della CONSOB - che sono strutture con un pedigree quanto mai notevole - quando poi si fanno delle indagini, si scoprono dei bilanci falsi. Pensiamo quindi che affidarsi a queste strutture non rappresenti una garanzia e che la responsabilità debba rimanere all'Ente, purché questo venga messo in grado di funzionare.
Questo è il motivo per cui noi abbiamo votato contro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

Io invece volevo far notare come questo disegno di legge vada ad inserirsi in un filone che potrebbe anche essere razionalmente valutato.
Oggi, tutti noi chiediamo che siano sburocratizzate alcune funzioni.
Questa proposta di legge, nella sua seconda parte, dice - leggo testualmente - che "la modificazione proposta prevede che la Giunta regionale possa avvalersi, per compiere tale funzione meramente tecnica, di società di revisione iscritte all'Albo speciale istituito presso la CONSOB". Ora, molte grandi aziende e diverse multinazionali (quasi tutto il settore privato), in caso di transazioni di enorme valore, si affidano a società di certificazione.
E' pur vero - come diceva il Consigliere Papandrea - che in alcuni casi si sono verificate delle anomalie, ma è altrettanto vero che in tutte le altre Regioni italiane se ne sono verificate un numero statisticamente maggiore di quelle verificatesi in aziende certificate dalla CONSOB.
Indipendentemente dalle valutazioni soggettive di ciascuno di noi, a me sembrerebbe una garanzia di tutela maggiore il fatto di affidare questi incarichi ad aziende certificate, e che vivono di questo anche sul mercato quindi sull'equità, sul controllo e sulla certificazione dei bilanci; sono forse le più allenate a visionare rendiconti, spese, a capire quando ci possono essere cose che non quadrano e a poterle approfondire.
Ritengo quindi che questa sia proprio una legge che porta ad una maggiore trasparenza. Così come le società del settore privato, quando hanno loro interessi, preferiscono avvalersi di queste società piuttosto che istituire Commissioni interne od esterne, non vedo perché, fermo restando il controllo politico finale dell'Assessorato sul lavoro esperito non si possa finalmente usufruirne anche noi. Tra l'altro, gli uffici dicono di essere sovraccarichi e di non riuscire nemmeno ad esperire il loro lavoro, ritardando l'esecuzione di tutto quanto previsto, con notevoli ritardi anche per quanto riguarda la formazione professionale.
Mi dichiaro dunque totalmente favorevole a questa disposizione e pregherei la maggioranza di volerla supportare, perché ritengo che sia un passo in avanti verso la trasparenza, cosa che non sempre in passato è avvenuta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore alla formazione professionale

In effetti, dopo l'intervento del Consigliere Casoni, potrei dire che non ho nulla da aggiungere, in quanto in Commissione gli argomenti sono stati sviscerati, comparati e, alla fine, si è arrivati alla determinazione di avviare la proposta del disegno di legge in Consiglio regionale per averne l'imprimatur.
L'occasione, però, è stata buona per il collega Foco per ribadire cose che comunque, nel tempo, sono state non dico verificate, ma contraddette opportunamente dal Consiglio e fuori dal Consiglio, in Commissione e sui giornali, e per ribadire ciò che in effetti questa legge vuole superare.
Indipendentemente da quanto si possa individuare nell'ambito della gestione di miliardi (parecchi, tantissimi) nell'aziendalizzazione della formazione, la struttura regionale non è in condizione, allo stato attuale delle cose, di esercitare questo potere di tipo fiscale, sempreché non si presenti un altro disegno di legge, dove sia detto che la Regione si assume in assoluto la responsabilità anche nel momento in cui c'è la verifica della certificazione da parte di chi dirige l'Ente, che controfirma tutti i dati e tutte le carte relative ai bilanci. In questo caso, il rapporto tra l'Assessorato e l'Ente è un rapporto che si basa su carte certificate con assunzione di responsabilità da parte di chi dirige l'Ente.
Tutto ciò per evitare che, per una qualche occasione, fosse anche un'indicazione anonima da parte di dipendenti o di sindacalizzati fra i dipendenti, arrivi la Magistratura ed avvii un'indagine tramite la Finanza come è accaduto per l'Istituto Valperga. Ad ogni modo, il rapporto di tale Istituto con la Regione è stato un rapporto disciplinato nel controllo di quanto la formazione ha dato, indipendentemente da quanto sia stato acquistato o non acquistato dall'Istituto Valperga per crearsi le proprie strutture.
Per quanto riguarda - giacché ci siamo - l'invito a presentare in Consiglio regionale il panorama completo dell'attuazione della benedetta legge n. 63, è stato già detto che in Commissione - ed è stata anche fissata la data per il giorno 21 - sarà data piena lettura di quanto è possibile dimostrare e, successivamente, avremo il dibattito in Consiglio regionale.
Per quanto riguarda l'art. 15 per la privatizzazione o il consorziamento degli Enti, tutto è nell'ambito di quel 1998/1999 che è stato già determinato sia in Commissione (e concordato con i sindacati) che in Consiglio. Dopodiché siamo all'opera. Potrei dire che nella zona del Cuneese il Consorzio è pressoché fatto; potrei dire che nell'ambito di Vercelli il Consorzio è pressoché fatto, ma sono atti amministrativi di tanta delicatezza, per cui un po' di pazienza non guasta.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 23 voti contrari 14 astensioni 1 L'art. 1 è approvato.
Passiamo alle dichiarazioni di voto sull'intero testo della legge.
La parola al Consigliere Foco.



FOCO Andrea

Confesso di non essere stato molto convinto dalle parole del Consigliere Casoni, del cui intervento non ho capito in che cosa consistesse effettivamente la sburocratizzazione. Se sburocratizzare - tra l'altro questo termine non l'ho mai usato, è usato nel programma della Giunta Ghigo - significa trasferire i controlli all'esterno, a me pare che si rinunci ad una funzione e non si sburocratizzi. Sburocratizzare significa eliminare una serie eventuale di passaggi inutili, puramente formali e non sostanziali.
Il Consigliere Casoni, nel momento in cui spiega che si tratta di un atto tecnico, come dice la legge, aggiunge contemporaneamente che le società di certificazione entrano nel merito. Bisogna che ci chiariamo perché a me pare di aver capito che nel testo di legge si parla di appaltare una pura verifica tecnica e solo di quella, senza che gli incaricati possano entrare nel merito; nel merito non possono che entrare gli uffici preposti, e mi sembra che la legge si limiti e debba limitarsi anche se noi non lo condividiamo - a quello.
Quindi vi pregherei anche di chiarirvi, perché non vorrei che poi l'Assessore dicesse che è d'accordo con quanto affermato dal Consigliere Casoni e non avesse bisogno di intervenire e quindi non chiarisse nemmeno questo aspetto che nella legge a me sembrava già chiaro: controllo puramente tecnico che non entra minimamente nel merito.
Il richiamo al famoso benedetto art. 15 non era un richiamo banale. In quell'articolo e in quelli precedenti la legge 63, nel prevedere il passaggio a Consorzi misti pubblico-privato, prevede l'eventualità di esubero di personale. Ecco perché il richiamo non era casuale, né voleva essere un ennesimo richiamo.
Ci scusiamo se ogni tanto disturbiamo con i nostri interventi, ma fare il punto sulla legge n. 63 era importante ed utile, perché rischiamo di delegare funzioni importanti ad un supporto privato esterno. In questa fase gli organici dell'Assessorato possono anche non essere adeguati, ma nell'arco di brevissimo tempo potremmo avere del personale in mobilità o non utilizzato: bisognerebbe poter prevedere questi passaggi e valutare in che termini e in che modi il personale può essere utilizzato, se professionalizzato, all'interno delle strutture regionali.
Non c'era, dunque, alcuna volontà di voler divagare o riaprire dei discorsi per noi, tra l'altro, non chiariti a livello di Commissione.
In sostanza, noi confermiamo il nostro voto contrario, perché riteniamo che non sia questa la legge che elimina i passaggi burocratici o garantisce un migliore controllo.
Inoltre voglio solo ricordare che, a suo tempo, i toni allarmistici in quest'aula non sono stati portati dai Consiglieri, ma fu lo stesso Assessore ad usare un linguaggio che non mi sono mai permesso di utilizzare nei confronti di una nostra struttura. Se avessi dovuto fare simili denunce avrei segnalato dove avvenivano o non avvenivano certe cose. Quindi rimando al mittente certe affermazioni che non sono né nel mio stile personale n in quello del nostro Gruppo.
Ribadisco: voto contrario.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 33 votanti 32 hanno risposto SI' 29 Consiglieri hanno risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 2 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere La legge è approvata.
I lavori del Consiglio riprenderanno oggi pomeriggio.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12,50)



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