Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.129 del 13/05/97 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute (rinvio)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", comunico che sono stati distribuiti ai Consiglieri, prima dell'inizio della seduta odierna, i processi verbali delle adunanze consiliari del 18 e 19 febbraio e del 4, 7, 11, 17, 18, 25 e 26 marzo 1997 i quali verranno posti in votazione nel corso della prossima seduta.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione n. 349 del Consigliere Cavaliere relativa all'inquinamento a S. Carlo Canavese (TO)


PRESIDENTE

In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interrogazione n. 349 presentata dal Consigliere Cavaliere.
Risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

L'interrogazione del gennaio 1996 è riferita alla presenza di sostanze inquinanti nei pozzi che riforniscono l'acquedotto di S. Francesco al Campo registrate, qualche mese prima della segnalazione fatta, il 20/12/1991 dal Servizio di Igiene Pubblica dell'ex USL 27 di Ciriè, per la presenza di rifiuti industriali nel terreno di proprietà del signor Blotto, richiedendo al Sindaco di S. Carlo Canavese l'emissione di un'ordinanza di bonifica ai sensi del DPR n. 915/82. In particolare, l'interrogante vuole sapere se e quali controlli siano stati effettuati e se esiste un collegamento tra l'inquinamento nel sito di S. Carlo Canavese e quello dei pozzi che riforniscono l'acquedotto di S. Francesco al Campo.
In proposito si riferisce quanto segue: l'acquedotto di S. Francesco al Campo, ai sensi del DPR n. 236/88 è stato oggetto di deroga ai valori del parametro 32, Composti Organo-Alogenati concessa con DGR n. 96-9917 del 28/10/1991 per il rientro dei valori nei limiti di legge è stato individuato un piano di intervento consistente nel potenziamento dell'allacciamento con l'Acquedotto Consortile Sud Canavese l'intervento è stato inserito nel Programma Triennale per la Tutela Ambientale (PTTA) 1994/1996 e la Giunta regionale con deliberazione n. 83 7314, in data 25/3/1996, ha approvato il progetto esecutivo e ha disposto il finanziamento per un importo di L. 150 milioni in base alla deliberazione della Giunta comunale n. 90 in data 24/4/1996 i lavori sono stati appaltati mediante licitazione privata e successivamente, ai fini del recupero delle economie derivanti dal ribasso d'asta, con DPGR n. 2887 in data 17/7/1996 è stato ridefinito il quadro economico del progetto dell'importo complessivo di L. 141.733.900, di cui L. 110.424.000 per lavori al netto del ribasso del 7,2%, L. 17.085.000 per spese tecniche e L. 14.224.900 per IVA in data 3/7/1996 è stato stipulato il contratto con la Ditta ICIM di Ozegna e in data 8/7/1996 sono stati consegnati ed iniziati i lavori, la cui ultimazione era prevista entro il 1996 alla data odierna (marzo 1997: quando si è stesa la risposta) risultano conclusi i lavori previsti in progetto consistenti nella posa di nuove condotte in PVC PN 10 DN 200 mm in Via Barbania. L'interconnessione è in esercizio anche se sono ancora da ultimare i ripristini stradali e alcuni lavori complementari.
Si precisa inoltre che ulteriori notizie in merito, desunte dai risultati delle indagini condotte sui pozzi e sul territorio comunale di S.
Francesco al Campo, attraverso controlli analitici e campionamenti del terreno, possono essere fornite dal competente Servizio Igiene del Territorio dell'Assessorato alla sanità.
Comunque, da un punto di vista strutturale, la situazione di emergenza è stata in qualche modo fronteggiata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Ringrazio l'Assessore per la risposta, che non merita più alcun commento, in quanto ormai il problema datato è quasi risolto. Chieder copia della stessa. Grazie.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Interpellanza n. 277 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea relativa alla missione a Vitoria (Brasile) del Consigliere Salerno


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 277 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea, cui risponde il Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

In risposta all'interpellanza n. 277 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea specifico quanto segue.
Dal 5 all'11/11/1995 si è svolto a Vitoria, in Brasile, un Convegno sull'immigrazione italiana nello Stato di Espirito Santo. Il Convegno è stato organizzato in due tempi: un primo incontro a Torino il 22-23/9/1995 a cui ha partecipato, in rappresentanza della Giunta regionale, l'Assessore Masaracchio, al quale è seguito quello in Brasile.
Non potendo l'Assessore Masaracchio, né io stesso, per impegni istituzionali precedentemente assunti, presenziare a questo secondo appuntamento, ma avendo nel contempo la Banca Bandes (Banca di Investimento), patrocinante, tra gli altri, l'iniziativa, espresso il desiderio di organizzare in occasione del Convegno un incontro con la locale Associazione Industriali, la Giunta regionale, valutata l'importanza della manifestazione, ha ritenuto di richiedere al Consigliere Salerno, in considerazione sia della sua specifica esperienza professionale sia della sua appartenenza alla VII Commissione, la sua disponibilità a partecipare a tale iniziativa, quale unico rappresentante della Regione Piemonte.
L'Ufficio di Presidenza di Consiglio regionale, con deliberazione n.
934 del 9/11/1995, ha preso atto della richiesta della Giunta e ha conseguentemente autorizzato il Consigliere Salerno a rappresentare la Regione Piemonte al Convegno di Vitoria.
Il Consigliere Salerno, di ritorno dalla missione, ha provveduto a relazionare, in modo ampio e dettagliato, non solo alla Giunta regionale ma anche alla Consulta per l'Emigrazione.
Il costo della missione è stato di L. 3.380.680. L'onere di tale spesa è stato sostenuto dal Consiglio regionale, non disponendo, come è noto, la Giunta regionale di capitoli di bilancio su cui imputare spese relative a Consiglieri regionali.
Per quanto concerne, poi, l'ultimo quesito posto, rimando a quanto comunicato ai Presidenti dei Gruppi consiliari dal Presidente Picchioni con nota n. 1450 del 29/1/1997.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Si tratta di un'interpellanza datata, come dimostra il numero.
Nella sua risposta, il Presidente Ghigo ha ricordato la comunicazione del Presidente del Consiglio del gennaio di quest'anno in merito alle missioni dei Consiglieri regionali.
Questa, probabilmente, era una delle prime missioni e con questa interpellanza noi volevamo sottolineare la necessità, rispetto alle missioni, di mettere ordine, che non fossero cioè affidate al caso o ad altri strani meccanismi.
La deliberazione dell'Ufficio di Presidenza, un anno e mezzo dopo, ha recepito questa questione, che peraltro è già stata discussa dai Capigruppo. Pensiamo quindi che sia un problema ormai superato, non solo dal tempo, ma anche dalle decisioni adottate successivamente che regolano in modo più trasparente tutta la materia.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interpellanza n. 374 dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti relativa agli interventi sanitari domiciliari


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 374 presentata dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti.
Risponde l'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

L'interpellanza dei colleghi del Gruppo di Rifondazione Comunista è corposa e attiene a tutta la politica sanitaria degli anziani nella Regione Piemonte, per cui ad alcune delle domande risponderò consegnando agli interpellanti gli elenchi delle RSA autorizzate e quant'altro richiesto.
Il Piano Sanitario Regionale 1997/1999, in attuazione del Piano Sanitario Nazionale 1994/1996, contiene al suo interno linee di indirizzo per l'applicazione sul territorio regionale del progetto obiettivo "Tutela della salute degli anziani" e del progetto handicap.
In questo contesto di revisione normativa è tra gli obiettivi di questo Assessorato introdurre modifiche per consentire la concreta attivazione di programmi di assistenza domiciliare in una prospettiva di superamento degli attuali modelli con cui si sono realizzati i servizi di ospedalizzazione domiciliare e di assistenza domiciliare integrata e di assistenza programmata. In particolare, il Piano Sanitario Regionale 1997/1999 prevede la realizzazione di un modello a rete dei servizi per gli anziani.
Il modello è costituito da tre diversi livelli di complessità di interventi: 1) primo livello di interventi costituito dalle cure domiciliari 2) secondo livello di interventi costituito dall'assistenza residenziale (RSA) e da quella semiresidenziale (centro diurno integrato - day-hospital geriatrico) 3) terzo livello di interventi costituito dall'unità operativa di geriatria dell'ospedale per acuti e dall'unità operativa di riabilitazione e lungodegenza post-acuzie dell'ospedale per post-acuti.
Le cure domiciliari devono costituire - e penso che su questo si possa essere tutti d'accordo - la modalità privilegiata dell'assistenza agli anziani ed occorre ricorrere a questa forma assistenziale in tutti i casi in cui ve ne siano le condizioni.
Le diverse modalità con le quali vengono assicurate agli anziani le cure domiciliari si distinguono in base alla diversa intensità degli interventi sanitari, socio-assistenziali e socio-assistenziali di rilievo sanitario. Colgo l'occasione per dire che è in stato avanzato di programmazione un progetto della Regione per quanto riguarda l'assistenza domiciliare e ospedaliera coniugata che si chiama appunto ADOC. La sperimentazione verrà effettuata inizialmente dagli Ospedali Molinette e Giovanni Bosco di Torino e dall'Ospedale di Savigliano.
L'unificazione in un unico ambito gestionale (il distretto) delle varie forme di assistenza domiciliare, viene prevista dalla Giunta regionale con specifico provvedimento successivo alla pubblicazione della legge di Piano Sanitario 1997/1999.
L'obiettivo che si pone detto piano è di raggiungere il livello di circa 18.000 casi all'anno trattati a domicilio a fronte dei 5.000 del 1996 e dei 4.000 del 1995. Quindi l'obiettivo è quello di raggiungere il 3 degli attuali ricoveri ospedalieri. Come molti di voi sanno, i ricoveri ospedalieri che si effettuano in Regione Piemonte ad oggi sono circa 600.000, di cui 120.000 per patologie oncologiche.
Anche in sede di attribuzione degli obiettivi ai Direttori generali delle Aziende USL, è stata posta particolare attenzione al problema essendo prevista la riconversione del 6% degli attuali ricoveri di soggetti ultrasessantacinquenni in ospedali per acuti in interventi domiciliari.
Per quanto riguarda i centri diurni per i malati di Alzheimer lo stesso Piano Sanitario 1997/1999 prevede quanto segue.
Particolare riguardo viene posto alle esigenze dei soggetti affetti da sindrome demenziale, con un occhio di riguardo per i soggetti affetti da morbo di Alzheimer. Costituisce obiettivo del Piano Sanitario Regionale la realizzazione di un centro semiresidenziale per questi soggetti in ogni Azienda Sanitaria Locale. Inoltre, nelle Residenze Sanitarie Assistenziali autorizzate al funzionamento con più di 60 posti letto, almeno un nucleo di 20 posti letto dovrebbe essere riservato ai soggetti affetti da sindromi demenziali.
La Giunta regionale si impegna ad elaborare uno specifico progetto relativo alla costituzione di una rete regionale di servizi per anziani affetti da morbo di Alzheimer. In particolare, entro il 1997, le quattro Aziende USL torinesi avvieranno il centro diurno per Alzheimer nelle seguenti sedi: ASL 1 presso l'Istituto Carlo Alberto ASL 2 presso la RSA di Via Braccini ASL 3 presso la RSA di Via Valgioie ASL 4 in Via Schio, vicino all'Ospedale Luigi Einaudi (i lavori sono iniziati due mesi fa e sono già a buon punto).
Per quanto attiene all'elenco delle strutture di RSA, come dicevo all'inizio del mio intervento, consegnerò agli interpellanti l'elenco sia per quanto riguarda le RSA autorizzate in base all'art. 20 della L.R. n.
67/88 sia per quanto riguarda le RSA in funzione. Ad oggi, per la verità, i posti letto in RSA autorizzati e in funzione sono pochi rispetto agli 8.000 che noi ci prefiggiamo (sono attualmente 721).
Le unità di geriatria previste dalla L.R. n. 37/90 sono anch'esse elencate in questo foglio che consegnerò subito dopo l'intervento.
In tutte le attuali Aziende Sanitarie Locali sono in funzione i servizi di recupero e rieducazione funzionale.
Per quanto concerne i finanziamenti ex art. 20 L.R. n. 67/88 comunico che sono stati impegnati per le Residenze Sanitarie Assistenziali 238,04 miliardi. Come molti di voi sanno il finanziamento che era stato dato al Piemonte era di 639,634 miliardi. Noi per la verità abbiamo sforato di ben 11 miliardi, che comunque ci sono stati accordati; questi miliardi sono stati così impegnati: RSA psichiatriche: 15,012 miliardi RSA per disabili fisici: 6,4 miliardi RSA per anziani, come ho detto poc'anzi: 238,04 miliardi per i poliambulatori sono stati utilizzati 8.461.000.000 per i laboratori di sanità pubblica, che erano stati già progettati quindi non ancora annessi all'ARPA, 3.960.000.000 per gli ospedali: 378.216.000.000 per un totale di 650.557.000.000.
Per quanto riguarda attualmente le funzioni di geriatria, con posti letto funzionanti in Aziende ospedaliere o in Aziende USL, ad oggi vi è quella delle Molinette, quella del S. Luigi di Orbassano, quella dell'Einaudi, del S. Andrea di Vercelli, quella del Degli Infermi di Biella, quella del Riuniti di Verbania e quella dell'Ospedale Civile di Alessandria. Nel Piano 1997/1999 prevediamo unità operative di geriatria alla USL 2, al Martini, all'USL 3, Maria Vittoria, all'USL 4, al Giovanni Bosco, alla USL 8 di Chieri, alla 9 di Ivrea, all'Azienda ospedaliera di Novara, a quella di Cuneo, all'USL 17 a Savigliano, all'USL 18 ad Alba-Bra all'USL 19 di Asti e all'USL 21 di Casale.
Queste attribuzioni di unità operative autonome avverranno senza costi aggiuntivi perché dovranno essere riconvertiti e riqualificati i posti letto di medicina generale, che indubbiamente dovranno essere ridotti nel momento in cui avremo la disponibilità di posti letto in Residenze Sanitarie Assistenziali per non autosufficienti e di posti di lunga degenza. Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Grazie, Presidente. L'interpellanza riproponeva una questione molto importante, sulla quale ci troveremo a discutere più avanti nel Piano Sanitario, cioè la questione degli anziani, e in particolare andava a sottolineare la carenza nel territorio piemontese di strutture, in questo caso di Residenze Sanitarie Assistenziali, sia per anziani che per disabili, quindi per portatori di handicap.
Le problematiche che noi poniamo in questa interpellanza sono, da un lato, legate a questioni burocratico-normative, quindi il superamento sul quale l'Assessore dice: "prevederemo una modifica di quella deliberazione che fino ad oggi ha impedito il riconoscimento effettivo di tutte le priorità delle cure domiciliari". Ma, dall'altro, il nostro obiettivo era quello di capire in che modo i finanziamenti dell'ex art. 20, quindi i finanziamenti della legge n. 67/88, hanno inciso ed in che modo siano stati realmente concretizzati nel territorio rispetto ai soldi destinati a questo tipo di intervento.
Abbiamo presentato dei dati: 264 miliardi rispetto al primo triennio (quindi dal 1989 al 1991), che dovevano essere pari a 3.300 posti letto; 42 miliardi e 200 milioni per la costituzione di Residenze Sanitarie Assistenziali per handicappati.
Rispetto all'esigenza di strutture sanitarie assistenziali, quindi di RSA, con parametri ben precisi che sono già indicati nel progetto obiettivo di livello nazionale, io credo ci sia un'enorme e forte carenza nel nostro territorio. E credo che nelle varie UU.SS.LL., anche l'intervento di Assistenza Domiciliare Integrata, quindi l'ADI, l'intervento di cure domiciliari non si fa perché esistono reali difficoltà anche organizzative quindi strutturali, ma soprattutto funzionali affinché le UU.SS.LL. possano garantire nel territorio, e quindi agli anziani, ma comunque a tutti i soggetti che necessitano di questo tipo di assistenza, le cure più appropriate.
La risposta che avrei voluto sentire dall'Assessore - oltre ai dati che sicuramente guarderò, che sono interessanti e che serviranno - era una risposta di progettualità e strategia politica rispetto alla quale l'Assessorato intende intervenire, per andare a coprire quelle carenze e quelle effettive difficoltà organizzative che le UU.SS.LL. non riescono a sopperire.
Fra le varie RSA, elencava quella del Carlo Alberto, di Via Braccini Via Valgioie e Via Schio. Però, di queste quattro RSA, una è stata inaugurata poco tempo fa, una è ancora all'inizio della sua ristrutturazione, quindi sicuramente ci vorrà ancora molto tempo affinch possa essere utilizzata. E' comunque ancora una grossa lacuna. Questo parlando delle RSA, quindi di strutture ad hoc rispetto a questo tipo di assistenza e di soggetti assistiti.
Altro discorso riguarda l'intervento delle cure domiciliari e dell'assistenza domiciliare integrata, e su questo non ho sentito e visto nemmeno nel Piano, un intervento concreto se non un buon proposito che noi tutti ci auguriamo e che può essere condiviso da tutti, ma non una reale "strategia" di intervento attraverso la quale decidere di investire anche le risorse organizzative, affinché possa svilupparsi e potenziarsi tale forma di assistenza nel territorio. Ad oggi, infatti, tranne qualche caso sporadico, la realtà dell'assistenza domiciliare integrata è un po' a macchia di leopardo, per cui abbiamo zone assolutamente scoperte da questo tipo di intervento, soprattutto quelle zone che hanno caratteristiche morfologiche e territoriali del tutto diverse e particolari. Io credo che l'intervento della Regione Piemonte dovrebbe essere più evidente e capace di sostenere, ad esempio, anche le esigenze dei territori montani, tenendo conto che queste realtà spesso si trovano senza il supporto essenziale dell'USL e dell'ospedale. Tutto sommato, quindi, oltre ai dati che sono stati forniti dall'Assessore e che adesso valuteremo, non siamo soddisfatti della risposta, perché sappiamo che dalla destinazione del finanziamento fino alla realizzazione dei centri e delle residenze passano anni. Più che altro, il problema è di poter intervenire all'interno delle UU.SS.LL., dove effettivamente c'è una carenza e dove anche gli stessi Direttori generali lamentano la difficoltà di non poter attuare quelle scelte che dovrebbero attuare.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

La Consigliera Simonetti, senza voler fare polemica, molto spesso non vuole recepire le cose che io dico, oppure se le fa sfuggire.
Comincerei dalle RSA: come dicevo poc'anzi sono stati impegnati 238 miliardi per 60 RSA e per 3.292 posti. Posso dire che l'edilizia in ambito regionale ha un grandissimo supporto dalla sanità, perché vi è un cantiere per ogni USL e la cosa più bella è che i contratti sono stati effettuati in modo tale che entro due anni devono essere portati a termine i lavori, con consegna chiavi in mano. Questo per quanto riguarda le RSA.
Per quanto riguarda l'assistenza domiciliare integrata le ho detto che l'obiettivo è di arrivare dai 5.000 casi - seguiti oggi in modo disomogeneo, è vero - a 18.000 casi che rappresentano il 3% dei ricoveri ospedalieri. Ho aggiunto anche che nella prossima Commissione porterò gli obiettivi per la riconferma dei Direttori generali, i quali hanno come finalità l'attivazione, in modo omogeneo sul territorio, dell'assistenza domiciliare integrata.
Dobbiamo chiarirci una volta per tutte sull'impegno di spesa. I fondi per la sanità sono quelli che sono! Infatti - ancorché bisogna dire grazie al Ministro Bindi per essersi impegnata a che non vi fossero tagli sostanziali - la sanità ha avuto comunque un taglio dell'1% rispetto al 1996 e poi i fondi non sono stati adeguati al tasso inflattivo corrente.
Bisogna allocare in modo diverso le risorse nei vari livelli assistenziali: quindi è nostro obiettivo trasferire almeno l'8% dal livello assistenziale "Ricovero ospedaliero" in quello che è l'assistenza domiciliare sia integrata, sia ospedaliera, sia ospedaliera e domiciliare integrata.


Argomento: Spettacoli: teatro, musica, cinema, danza

Interpellanza n. 417 dei Consiglieri Chiezzi e Simonetti relativa al Museo del Cinema


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza n. 417 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Simonetti, alla quale risponde l'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore alla cultura ed istruzione

Voglio rileggere per il Consiglio le preoccupazioni espresse dal Gruppo di Rifondazione Comunista, che erano molto opportune: "Interpellano il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore competente per sapere: se effettivamente l'istituzione torinese e il suo potenziamento sono messi in forse dall'iniziativa romana in quali modi la Regione Piemonte intende scongiurare tale evenienza che per il nostro capoluogo risulterebbe tanto più rovinosa quanto più il Museo del Cinema è elemento strategico allo sviluppo di Torino se non ritengono opportuno impegnarsi per accelerare l'iter parlamentare della proposta di legge ferma in Senato da mesi".
Ho riletto le proposte opportune fatte su un ente assolutamente di grande importanza. Mi duole che questa interpellanza sia discussa in ritardo, ma per certi aspetti questo consente di dare rassicurazioni.
La legge nazionale elaborata con i parlamentari piemontesi di tutte le forze politiche nella scorsa legislatura ha trovato indubbiamente in Parlamento grandi difficoltà, per una serie evidente di opposizioni fatte da deputati di altre aree; abbiamo avuto un incontro specifico con il Ministro Veltroni e abbiamo richiesto un incontro l'Assessore della Liguria, coordinatrice per le manifestazioni culturali, ed io, come coordinatore per i Beni culturali, con la Commissione competente parlamentare. Incontro che dovrebbe avvenire entro breve, così ci è stato garantito. Nel frattempo, proprio sull'indicazione di questa interpellanza abbiamo nuovamente raggiunto tutti i parlamentari piemontesi che si sono impegnati, alcuni particolarmente autorevoli, su questa vicenda; abbiamo parlato segnatamente di questo con il Ministro Veltroni e con il Presidente della Camera, Violante. Entrambi ci hanno fornito assicurazione di sostenere questa iniziativa e di darne ragione come da logica.
In questo senso le attività si sono svolte su due fronti: 1) nel senso nobile del termine, più propriamente di lobbing politico: deputati, Ministro competente, Presidente della Camera per attivare questo meccanismo 2) una richiesta di audizione, sulla quale riferirò prontamente in Commissione, che ci è stata garantita entro il mese di maggio, non soltanto in qualità di Assessore alla cultura del Piemonte e non solo con i colleghi di Provincia e Comune, ma come coordinatore per tutta Italia del Settore Beni culturali. Quindi questa posizione, grazie alla nomina avvenuta successivamente alla vostra interpellanza, può avere un supporto più ufficiale da parte di tutte le Regioni.
In questo senso mi sono preoccupato di armonizzare, con la Regione Lazio e con la Regione Emilia Romagna, le varie ipotesi, cercando di diversificarle e di lasciare questa peculiarità al Comune di Torino e alla Regione Piemonte.
Il secondo punto su cui ci siamo mossi è stato di intensificare le attività sul fronte concreto interno, cioè aumentare i finanziamenti verificare che la progettazione prosegua, incentivare con mostre che sono state numerosissime. Ricordo l'ultima "Il senso religioso nel cinema" e tante altre che hanno rimesso in attività il Museo. Oggi è un Museo vivo, i lavori procedono a tempo, gli stanziamenti sia di Regione che di Provincia che di Comune sono mantenuti.
Mi permetto di approfittare dell'occasione per invitare tutta la Commissione a visitare il palazzo della Mole Antonelliana per verificare di persona lo stato dell'arte e nel contempo mi impegno di riferire come andrà l'audizione alla Commissione parlamentare, che è stato il segno più alto della richiesta.
Ripeto ancora una volta, perché mi sembra importante, che il Ministro Veltroni ci ha detto ufficialmente che intende privilegiare questa istituzione piemontese.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Sono contenta delle assicurazioni dell'Assessore rispetto alle preoccupazioni che avevamo posto nella nostra interpellanza. Non sono riuscita ad apprendere, forse perché non ho seguito attentamente, la questione relativa al primo punto che poniamo nell'interpellanza, e cioè che comunque esiste "un'ambiguità" nel fatto che nei fondi erogati dallo Stato per la recente mostra compaiano questi 3 miliardi, indicativamente messi per trasformare la mostra in un museo stabile.
Date le considerazioni e le assicurazioni dell'Assessore, credo che l'interpellanza assuma un significato. Credo che l'Assessore, nonostante gli incontri avuti con il Ministro Veltroni, debba ancora intervenire per evitare difformità di interpretazione, che poi potrebbero risultare letali rispetto ad una cultura che a Torino - e credo nella Regione Piemonte - è in espansione rispetto al settore del cinema e sta ottenendo successo e anche una forte curiosità ed interesse tra la gente.
Penso che la cultura del cinema, e il Museo del Cinema in particolare abbia dato un indirizzo ed un'inversione di tendenza culturale, se vogliamo, diversa rispetto al passato. Penso a "Cinema Donne" e anche ad altre rassegne che su vari temi hanno voluto sollevare l'attenzione. Credo debba essere sottolineata.
Chiedo all'Assessore, oltreché di farsi promotore nei confronti del Ministro Veltroni di una non difformità di interpretazione rispetto alla questione di bilancio posta in precedenza e quindi di un intervento sostanziale a favore della Regione Piemonte e a sostegno del Museo del Cinema, di sollecitare affinché la proposta di legge possa riprendere il proprio iter parlamentare. Questo perché gli investimenti decisi dall'Assessorato alla cultura del Piemonte sono, perlomeno a mio parere assolutamente appropriati.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore alla cultura ed istruzione

Colgo l'importanza dell'intervento della Consigliera Simonetti; in tal senso, mi permetto di proporre alla Commissione di approvare un ordine del giorno cosicché, quando mi recherò all'incontro della Commissione parlamentare, potrò significativamente portare il parere di tutto il Consiglio regionale e non quello che potrebbe apparire come parere del solo Assessore Leo. Per il resto, rendo al Consiglio tutte le assicurazioni richieste.
Sono particolarmente soddisfatto dell'annotazione della Consigliera Simonetti relativa al Festival Cinema Donne; ciò le fa onore, poich significa che ha seguito con attenzione un evento molto importante, che abbiamo messo in connessione con il Museo del Cinema. In un primo momento infatti, tutte queste iniziative andavano un po' per conto loro.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interpellanza n. 433 dei Consiglieri Chiezzi, Moro e Papandrea relativa al progetto di impianto per il riciclo della carta nello stabilimento Burgo di Germagnano (TO)


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 433 presentata dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Papandrea.
Risponde l'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore all'industria

Il Gruppo Burgo occupa complessivamente in Piemonte circa 1.000 addetti e presenta sul nostro territorio la seguente articolazione: Sede amministrativa di S. Mauro Torinese (TO), dove sono occupati circa 250 addetti Stabilimento di Verzuolo (CN), dove viene prodotta carta patinata, con un'occupazione di circa 620 addetti Stabilimento di Germagnano (TO), dove vengono prodotte carte naturali con un'occupazione di circa 160 addetti.
Questo stabilimento ha avuto negli anni scorsi notevoli difficoltà produttive, che hanno comportato sul piano occupazionale un consistente calo di addetti, passando dai 270 occupati del 1993 agli attuali 160.
Circa le questioni poste dagli interpellanti, l'Assessorato all'ambiente ha rappresentato che il "Comitato per la creazione di un polo integrato per il recupero e la valorizzazione della carta da raccolta differenziata", composto dalla Provincia di Torino, dalla Società Cartiere Burgo, dall'Unione Industriale di Torino, dall'AMIAT e dalla Finpiemonte in data 12/6/1995, ha presentato un progetto per la "Realizzazione di un polo integrato, in area a declino industriale, per il recupero e la valorizzazione, attraverso processi di selezione e disinchiostrazione della carta da raccolta differenziata", per un importo complessivo di L.
56.800.000.000 ed una richiesta di contributo del 50% a valere sul DOCUP Obiettivo 2, triennio 1994/1996, Azione 4.3 "Stoccaggio, smaltimento e riciclaggio rifiuti industriali".
In data 10/10/1995 ha risposto ad una richiesta di integrazioni inoltrata dal Settore Smaltimento Rifiuti in sede di istruttoria dei progetti.
La scheda istruttoria redatta dal Settore Smaltimento Rifiuti individuava il progetto come parzialmente ammissibile a finanziamento per un importo di L. 40.920.000 ed un contributo di L. 20.460.000.000.
I risultati dell'istruttoria sono stati presentati al segretariato tecnico del 21/11/1995, in preparazione del Comitato di Sorveglianza del 5/12/1995, e in tale sede i funzionari comunitari hanno sollevato obiezioni alla legittimità delle Società a partecipazione mista pubblica-privata quali soggetti beneficiari dell'Azione 4.3 "Stoccaggio, smaltimento e riciclaggio rifiuti industriali" per un contributo previsto pari al 50%.
I funzionari CEE hanno infatti osservato che: il finanziamento di società potrebbe favorire le imprese facenti parte delle società stesse rispetto alle altre imprese presenti sul mercato in deroga ai principi della concorrenza le società beneficiarie, esercitando attività di diritto pubblico e contemporaneamente attività tipiche delle competenze del privato commercializzando prodotti ed operando sul mercato, devono sottostare alle regole che tutelano la concorrenza e non possono quindi essere favorite con percentuali di finanziamento superiori a quelle previste dai regimi di aiuto alle imprese.
Il Comitato di Sorveglianza, tenutosi in data 5/12/1995, a seguito di queste osservazioni, ha pertanto deciso di sospendere le procedure di finanziamento per l'Azione 4.3 e di apportare una modifica all'azione stessa.
Per valutare le modifiche da apportare all'Azione 4.3 è stato chiarito da parte dei funzionari regionali che la Società mista era stata individuata quale soggetto beneficiario con il preciso intento di realizzare un progetto di filiera in cui venissero curate, al fine della valorizzazione, tutte le fasi relative alla gestione delle frazioni di rifiuto considerate dall'intervento, dal conferimento e dal trattamento al riutilizzo finale e poiché queste fasi sono parte di competenza pubblica e parte di competenza del privato, le Società miste avrebbero potuto realizzare ed in seguito gestire questi interventi di filiera, assicurando la partecipazione di tutti i soggetti interessati presenti sul territorio.
La modifica apportata all'Azione 4.3, su indicazione dei funzionari CEE competenti, si è così concretizzata nella suddivisione dell'azione in due sottomisure: sottomisura A: avente quali soggetti beneficiari enti o società a partecipazione esclusivamente pubblica con la previsione di un contributo in conto capitale nella misura massima del 70% della spesa ammissibile al netto dell'IVA sottomisura B: avente quale soggetto beneficiario società a partecipazione esclusivamente privata con la previsione di un contributo nella misura massima del 20% della spesa ammissibile al netto dell'IVA per la piccola impresa, del 15% della spesa ammissibile al netto dell'IVA per la media impresa evitando, in questo modo, di perdere l'obiettivo di realizzare il progetto di filiera, ma differenziando le fasi di stretta competenza del pubblico da quelle di competenza del soggetto privato.
Come indicato nel Comitato di Sorveglianza del 5/12/1995, la proposta di modifica è stata sottoposta al parere dei rappresentanti delle diverse Direzioni generali e dai soggetti interessati alla realizzazione dell'azione stessa e in data 17/5/1996 si è avuto il consenso a procedere all'approvazione delle modifiche dell'azione come sopra esposte e delle modalità attuative da parte della Commissione dell'Unione Europea.
Con DGR n. 231-9063 del 17/5/1996 si sono riaperti i bandi per la presentazione delle domande di contributo e la Società Burgo non ha ripresentato il progetto perché non rientra nei parametri CEE che definiscono quali beneficiari dei contributi solo le piccole e medie imprese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Nelle ultime righe della risposta dell'Assessore si legge che praticamente il progetto muore. Era un progetto interessante perché univa due elementi.
Da una parte, la salvaguardia occupazionale in un'area che ne ha bisogno; una zona montana che subisce i problemi del declino, oltre alla crisi economica specifica.
Dall'altra parte, invece, univa un progetto di riutilizzo, quasi totale, dei rifiuti: aspetto molto interessante. Ne abbiamo discusso molte volte in merito alle discariche e si era visto quanto sono sensibili le comunità a tale aspetto e quanto sia oneroso per le comunità e per gli Enti pubblici il problema dello stoccaggio dei rifiuti.
In questo caso il progetto prevedeva un'utilità economica oltre che ambientale ed inoltre si andava incontro alla salvaguardia di posti di lavoro nella zona della cartiera.
L'aver preso semplicemente atto del rifiuto della Burgo è negativo.
Credo che l'Assessorato, la Regione e gli altri Enti si sarebbero dovuti in qualche modo attivare per individuare delle forme per risolvere il problema e per ottemperare alle esigenze poste dall'Unione Europea. Il subire le scelte altrui, a fronte di un progetto che dalla relazione era accolto nello spirito e nelle scelte, è negativo, è la dimostrazione dell'atteggiamento di questa Giunta, di questo Assessorato verso i problemi occupazionali.
Quando sono coinvolte grandi aziende la Giunta piglia atto che non si può fare altro, che sono stati costretti a fare tali scelte, senza muoversi per individuare delle soluzioni che a volte sono possibili.
Occorre trovare delle forme societarie nuove: le aziende hanno molta fantasia nel trovare delle soluzioni quando vogliono e gli Enti locali spesso le appoggiano. In questo caso, invece, si è semplicemente preso atto delle scelte fatte altrove, che, purtroppo, penalizzano pesantemente la nostra Regione, penalizzano l'occupazione e penalizzano delle scelte ambientali che - ripeto - nel progetto avevano una validità anche industriale, una ricaduta economica.
Credo che ciò sia significativo della disattenzione e del fallimento che abbiamo di fronte alle politiche occupazionali di questa Giunta, che non è solo un problema di competenze, ma di capacità di intervento costante.
Probabilmente l'Assessore si sarà occupato del problema per rispondere alla nostra interpellanza, ma non è andato oltre.
Credo che questo sia la dimostrazione di come uno dei problemi più gravi della nostra Regione - in questo caso erano due - non viene tenuto in considerazione.
Siamo ampiamente insoddisfatti della risposta, soprattutto per le soluzioni che non ha implicato e per quelle tragiche che ha implicato.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore all'industria

Non so se dalla lettura dei documenti - stesi nella maniera in cui ne ho dato l'esposizione - siano intelligibili le risoluzioni politiche.
Mi dispiace per il collega Papandrea, però penso che in politica si facciano discorsi fra sordi. Ho detto che abbiamo riaperto la contrattazione con l'Unione Europea, in quanto la Regione Piemonte, anche se è dotata di Finpiemonte, non ha potere diretto di intervento per migliaia o centinaia di miliardi, onde sostituirsi all'iniziativa non dico del privato, ma di chi deve imprendere. Avendo colto che la partita stava per morire abbiamo attivato il Comitato con la presenza di responsabili dell'Unione Europea, del Ministro del Tesoro e del Ministro del Bilancio.
Si sono verificate le situazioni per riaprire il discorso, naturalmente per non prevaricare le regole dettate dall'Unione Europea abbiamo riaperto i bandi. Nell'ambito della riapertura dei bandi, essendo che la Regione non può imprendere direttamente ed essendo che i Partiti non hanno capacità autonoma di imprendere per risolvere i problemi dell'occupazione attraverso la creazione di attività industriali, la Burgo, che era la più interessata, avrebbe dovuto accettare il bando. Altri non hanno aderito al bando. Dopodiché, però, è più facile dire che è l'Assessorato che non è in grado di portare avanti le questioni, non sapendo che ci sono stati mesi e mesi di faticoso lavoro con l'Unione Europea, con il Ministero del Bilancio, con il Ministero del Tesoro, con la Confindustria e con la stessa azienda.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Avevo colto quanto detto dall'Assessore. Noto, come già altre volte un'incapacità dell'Assessorato a convincere le imprese a comportarsi diversamente. Credo che i poteri pubblici dovrebbero avere anche questa capacità.


Argomento: Informazione

Interrogazioni n. 1058 del Consigliere Cavaliere, n. 1061 del Consigliere Ghiglia relative alla Convenzione RAI-Regioni e n. 1157 del Consigliere Cavaliere relativa ai programmi televisivi regionali


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare le interrogazioni n. 1058, presentata dal Consigliere Cavaliere, n. 1061, presentata dal Consigliere Ghiglia e n.
1157, presentata dal Consigliere Cavaliere, alle quali risponde congiuntamente il Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Come è ben noto ai Consiglieri interroganti, con deliberazione del 23/9/1996 la Giunta regionale ha preso doverosamente atto degli accordi intervenuti tra la RAI e le Regioni italiane attraverso la Conferenza dei Presidenti e il CINSEDO, Associazione alla quale aderiscono tutte le Regioni e le Province autonome.
Tale accordo aveva alla base, per tutte le Regioni e quindi anche per il governo del Piemonte, l'intendimento di dare maggiore visibilità attraverso un canale televisivo nazionale, alle problematiche ed alle istanze territoriali delle singole Regioni, nel quadro di una costruttiva e reciproca collaborazione con la RAI. Collaborazione particolarmente apprezzabile in Piemonte anche alla luce della consultazione realizzatasi nei mesi scorsi e concretizzata in un documento comune che quanto prima sarà portato all'attenzione della comunità regionale e nazionale.
Sulla base degli accordi e della convenzione, in Piemonte l'iniziativa è stata seguita da un Comitato editoriale composto dalle seguenti persone: Mario Berardi, responsabile servizi giornalistici RAI Piemonte ed in tale veste responsabile dei programmi da realizzare con la Regione Ferdinando Ventriglia, Presidente del Comitato regionale per la comunicazione, di recente autosospesosi dall'incarico per candidatura elettorale e sostituito - su indicazione del Presidente del Consiglio regionale - da Luciano Conterno, dirigente di settore del Consiglio Roberto Salvio - dirigente del Settore Stampa della Giunta regionale Giuliano Soria, Presidente dell'Associazione Premio Grinzane Cavour, come rappresentante del mondo della cultura piemontese.
Per quanto riguarda i criteri di presenza di esponenti della Regione nel contesto delle trasmissioni, richiamandomi alla citata responsabilità dei Servizi giornalistici RAI Torino, confermo che la valutazione è affidata esclusivamente ai giornalisti RAI ed alla loro competenza professionale, liberi di accogliere o meno eventuali e legittimi suggerimenti forniti dagli uffici regionali sulla base della loro conoscenza dei meccanismi istituzionali e delle singole competenze amministrative.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Mi dichiaro soddisfatto della risposta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Io sono meno ottimista del Consigliere Ghiglia, nel senso che mi pare che il Presidente non abbia risposto: ha semplicemente detto le cose che almeno per quanto mi riguarda, avevo già scritto nell'interrogazione.
Il problema è questo: in passato vi era stato un impegno della RAI con le trasmissioni dal Consiglio regionale. Credo che fosse un modo abbastanza giusto, anche se gestito in modo molto discutibile, perché si usava gestirlo come le Tribune elettorali degli anni '60, cioè non si dava l'informazione bensì lo spazio ai Partiti in base alla percentuale elettorale. Tuttavia, credo che il concetto che l'informazione fosse quella dell'assemblea regionale fosse un concetto giusto.
L'accordo CINSEDO-RAI, che ha visto tra i protagonisti la nostra Giunta, vede invece l'informazione pubblica gestita completamente dall'esecutivo regionale, cioè l'attività regionale diventa quella della Giunta che, di volta in volta, coopta parti del Consiglio, a propria discrezione, per dare voce alle attività del Consiglio. Inoltre, poiché la convenzione prevede che all'interno di questa Commissione ci sia anche un rappresentante della cultura piemontese, ritengo discutibile ed abbastanza limitativo che venga individuato come rappresentante della cultura piemontese il benemerito Soria, che certamente fa tante cose interessanti ma che credo non possano rappresentare in senso lato il mondo culturale piemontese. Ci sarebbero varie altre personalità.
Questo fa sì e ha fatto sì che la gestione di questi programmi sia molto discutibile oltreché preoccupante. Ad esempio, quando si è deciso di fare il programma sull'Argentina, il Comitato editoriale ha deciso di far partecipare alla trasmissione i signori Soria, Nespolo, ecc., cioè poich ne erano gli organizzatori, loro sono andati in televisione.
Questo mi pare abbastanza scandaloso; il tutto permesso della gestione della Giunta regionale, che ha una sua concezione dell'informazione, della comunicazione, di tutto questo capitolo che è la maggiore attività della Giunta regionale. L'attività della Giunta regionale è quella di comunicare le cose che non si fanno. La Regione Piemonte è diventata un "formaggino" e il problema è mettere il logo "Regione Piemonte" ovunque, quasi dovessimo vendere i formaggini o qualcos'altro.
Noi non abbiamo il problema di dover vendere qualcosa come Regione Piemonte, ma questo riguarda tutte le attività. Il centenario della Juventus, ad esempio, e tutte le iniziative simili vengono prese non come occasioni per lanciare vuoi l'attività sportiva, vuoi quella culturale vuoi altre attività, bensì come occasioni per lanciare il logo della Regione Piemonte, quasi che - appunto - dovessimo vendere qualcosa.
Ma forse qualcosa vendiamo: semplicemente l'immagine di questa Giunta regionale, l'immagine del Presidente, venduta a spese di tutti i contribuenti della Regione Piemonte. La Giunta regionale e il Presidente sono un grande spot pagato quotidianamente dai contribuenti piemontesi, e questo io trovo che sia abbastanza scandaloso, inutile e costoso.
Per ritornare all'accordo CINSEDO-RAI, si inserisce in questa logica in questa cultura, in questa gestione, una gestione da consorteria di cose importanti, delicate e che offendono, credo, anche la gestione democratica dell'informazione. E voglio anche aggiungere che la RAI si presta a questa gestione lottizzata e poco democratica dell'informazione pubblica.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Se mi è permesso, vorrei fare due puntualizzazioni. Una è che non metto minimamente in discussione il fatto che possa essere realizzata una trasmissione, come sottolineava il Consigliere Cavaliere, più pluralista e che rappresenti in maniera più ampia la voce del Consiglio.
Dico però - e credo di poterlo dire - che questo è un compito del Consiglio. Io sono Presidente della Giunta, faccio parte del CINSEDO, e questo rapporto con la RAI è stato istituito per iniziativa dei Presidenti di Giunta. D'altro canto, posso anche sottolineare che questa tanto paventata monocraticità che il Consigliere Cavaliere addita a questa Giunta nel gestire la comunicazione è sicuramente e decisamente più blanda di quello che avviene in tante altre Regioni. Di conseguenza, io ritengo che questo sia un accordo delle Giunte regionali con la RAI; se i Consigli hanno intenzione di proporre un livello di comunicazione dell'assemblea naturalmente io sarò l'ultimo ad oppormi, però non vedo perché rinunciare ad un accordo e trasformarlo in una cosa diversa da quello che è stato stabilito con la RAI e fra tutti i Presidenti delle Giunte.
Per quanto riguarda l'appunto che il Consigliere Cavaliere ci muove, e mi muove in maniera particolare, quello di essere un "formaggino", e cioè un prodotto da vendere, voglio ricordare che io sono Presidente di tutti i piemontesi e che di conseguenza, senza cadere in considerazioni di cattivo gusto sul culto della personalità, l'immagine di una Regione passa anche attraverso l'immagine del suo Presidente. Questo non lo dico io, lo dicono persone che hanno forse, anche dal punto di vista politico, più esperienza di quella che ho io. Quello che vorrei ricordare al Consigliere Cavaliere è che da parte mia non c'è assolutamente strumentalizzazione in questo senso né tanto meno strutture.
Siccome il Consigliere Cavaliere è sempre molto attento su questi temi mi sarebbe piaciuto sentirlo contestare la comunicazione che venne fatta circa sei mesi fa, quando il Governo concesse l'incentivazione alla rottamazione. Fummo bombardati per giorni da spot pubblicitari fatti dalle case automobilistiche in cui si diceva: "Il Governo ti dà un incentivo".
Ecco, quello era sicuramente un elemento al quale, penso, il Consigliere Cavaliere avrebbe potuto fare riferimento, tant'è vero che il Giurì della pubblicità bocciò questo tipo di comunicazione e lo spot venne sostituito con: "Lo Stato ti dà un incentivo".
Noi - se mi permette, Consigliere Cavaliere - questi errori non li abbiamo mai fatti, stiamo molto attenti; certo, comunichiamo ed abbiamo la presunzione di pensare che attraverso la comunicazione di quello che fa il governo regionale si possa anche implementare, a livello internazionale e nazionale, l'immagine della Regione Piemonte.


Argomento: Cultura: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 1146 del Consigliere Cavaliere relativa alla Mostra "Nespolo"


PRESIDENTE

Passiamo ora ad esaminare l'interrogazione n. 1146 presentata dal Consigliere Cavaliere.
Risponde il Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Con riferimento all'interrogazione del Consigliere regionale Cavaliere del 25 marzo u.s. si puntualizza che: 1) i consuntivi e le relative verifiche sono in corso. Dai dati in nostro possesso ad oggi (e ulteriori spese non sembrano ipotizzabili se non per i passaggi della Mostra a Cordoba, Mendoza e Montevideo con fondi prevalentemente degli Istituti italiani di cultura locali) sembra di poter assicurare che la spesa è contenuta nell'ambito dei 200 milioni di lire preventivati (di cui circa 86 milioni per assicurazione, trasporti e dogana, compreso altro materiale promozionale, 100 milioni per stampa catalogo, depliant e manifesti, 10 milioni per cerimonia inaugurazione e rinfresco) 2) l'artista, oltre ad aver fornito senza costi il "logo" per iniziative del Piemonte all'estero, si è personalmente impegnato a donare sue opere alla Regione per arricchirne il patrimonio esistente.
Le case di tutti noi sono aperte per verificare, poiché qualcuno pu pensare...



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Il Presidente ricorderà che lo scorso anno la Regione sponsorizzò, anzi realizzò completamente, una mostra di questo rinomato artista dell'arte povera, che è stata visitata da circa 6.000/6.500 persone (scolaresche comprese) e che è costata un pochino più di un miliardo: circa 80.000 lire a visitatore. Però i visitatori - come dire - per vedere l'arte povera è giusto che paghino il dovuto. Questo a priori di ciò che discutiamo adesso.
Alla visita in Argentina - visita abbastanza nutrita, mi pare che il diario abbia titolato "l'Argentina invasa dai piemontesi", forse intendeva dire culturalmente o intendeva dire che erano tanti - qualcuno è andato come delegazione del Consiglio e della Giunta regionale, altri sono andati come iniziativa del Premio Grinzane Cavour (sempre finanziata dalla Regione), ma soprattutto si è ritenuto che l'iniziativa culturale di rilievo rappresentante l'arte e la cultura della nostra Regione fosse quella dell'artista Ugo Nespolo.
Non sono né un critico d'arte né un esperto della materia, però mi limito ad osservare che la cultura, che l'arte di questo rinomato e riconosciuto artista non è certo rappresentativa dell'arte piemontese, e quindi mi è suonato un pochino strano che si sponsorizzasse questa attività.
Poi, man mano che passavano i giorni e le settimane, tutto mi è apparso più chiaro, così come il cattivo gusto di questo artista di accettare l'invito del Presidente Ghigo ad appoggiare il candidato a Sindaco del Polo, Costa.
La cosa mi è sembrata un pochino di cattivo gusto, perché mentre la Regione Piemonte nell'anno precedente aveva stanziato un miliardo e mezzo lasciamo perdere se positivamente o meno, questo può essere un giudizio di merito - che ha indubbiamente promosso il nome di questo artista - ripeto trovo di cattivo gusto il fatto che poi questo artista usi questa rinnovata popolarità in un'operazione politica sponsorizzata dalla Giunta regionale.
Soprattutto mi interesserebbe sapere dal Presidente della Giunta come è stato possibile e attraverso quale meccanismo culturale le opere di questo artista sono state reputate come quelle rappresentative dell'arte piemontese al punto da farle diventare elemento di esportazione di questa iniziativa. Questo non l'ho capito.
Per ritornare al ragionamento di prima, perché c'entra con questo quando il Presidente dice che la loro comunicazione è corretta mentre è stata scorretta, ad esempio, quella del Governo, posso condividere che quella del Governo non sia stata una comunicazione corretta, perché alcune case automobilistiche non potevano dire grazie al Governo. Tuttavia quella pubblicità è conseguente a qualcosa di concreto, che paghiamo noi, ma è conseguente anche ad una promozione economica specifica; ciò ha promosso personalmente non ero d'accordo su cosa promuovere economicamente, se il trasporto pubblico rispetto a quello privato, l'automobile, ecc., ma qui entriamo in un ragionamento di merito - un'attività economica, un pezzo di economia, di occupazione, ecc. La vostra comunicazione che cosa promuove? Voi comunicate il niente, nel senso che l'unica cosa che comunicate è il nome e il logo del Piemonte nel mondo, ma per fare cosa? Per il turismo? Mi pare un po' poco, a patto che poi ci sia la sovrastruttura turistica, che l'Assessore Angeleri ha distrutto, per riuscire a far decollare questo.
La comunicazione di questa Giunta regionale è fine a se stessa: il Presidente Ghigo non promuove la sua attività politica con scelte politiche che determinano maggiore iniziativa turistica, maggiore iniziativa economica, maggiore iniziativa ambientale, no: comunica se stesso, che partecipa di qui e partecipa di là. E che questo sia pagato da tutti i cittadini è un dato di fatto. Certo che il Piemonte siamo tutti noi, ma siamo tutti noi perché paghiamo la promozione artistica del Presidente della Regione (e del suo amico Nespolo).


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 563 del Consigliere Cavaliere relativa alla richiesta di sostituzione gratuita delle valvole fonatorie ai pazienti laringectomizzati


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 563 presentata dal Consigliere Cavaliere.
Risponde l'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Il Consigliere Cavaliere, con la sua interrogazione, chiede come mai non venga effettuata gratuitamente la sostituzione delle valvole fonatorie ai pazienti laringectomizzati e se la Regione ha preso qualche provvedimento in materia.
La prima applicazione di queste valvole fonatorie viene fornita gratuitamente dalla struttura, in quanto il costo della protesi fonatoria a sistema valvolare endoesofageo nel corso del ricovero rientra tra i costi considerati per la determinazione della tariffa associata al DRG corrispondente. Ciò in analogia a quanto avviene per tutte le endoprotesi impiantate in regime di ricovero (protesi d'anca, impianto cocleare, by pass cardiaci, ecc.).
Le forniture della suddetta protesi fonatoria, successive alla prima non possono essere garantite con spesa a carico del Fondo Sanitario Nazionale, in quanto non sono previste dal Nomenclatore Tariffario delle protesi, emanato con decreto ministeriale. Lo stesso dicasi per il materiale d'uso necessario all'utilizzo della predetta protesi fonatoria.
Con provvedimenti regionali viene garantita, come prestazione integrativa, la fornitura di bavaglini per laringectomizzati e relativo materiale d'uso. L'unico ausilio tuttora concedibile ai soggetti laringectomizzati, con spesa a totale carico del FSN, è appunto l'apparecchio fonetico, il laringofono, che come sapete però dà quella voce artificiale, tipo robot, che non aiuta certamente il paziente laringectomizzato a reinserirsi in modo ottimale nella società.
Conoscendo a fondo il problema, già rappresentatomi tra l'altro anche dall'Associazione dei laringectomizzati, ho fatto formulare da un nostro funzionario, componente della Commissione di studio insediata presso il Ministero della Sanità, incaricata per l'aggiornamento del Nomenclatore Tariffario delle protesi, la richiesta per l'inserimento nel predetto Nomenclatore di detta protesi da impiantare nei pazienti sottoposti ad interventi di laringectomia totale, che sicuramente consente loro di recuperare una voce quanto più possibile naturale, permettendo altresì un recupero psicologico e un reinserimento sociale soddisfacente.
I rappresentanti ministeriali ed esperti della tematica rappresentata presenti nella Commissione di studio, hanno dichiarato che trattandosi di endoprotesi, la proposta di inserimento non poteva essere accolta perch nel Nomenclatore Tariffario sono previsti solamente ausilii e protesi esterne.
Alla luce di tali risultanze, con deliberazione n. 143-14242 del 25/11/1996 sono stati disposti finanziamenti specifici regionali gravanti direttamente sul bilancio della Regione Piemonte, al fine dell'erogazione di ausilii tecnici non previsti dal Nomenclatore Tariffario, di cui al DM 28/12/1992, ovvero eccedenti le quantità ivi stabilite in favore di disabili affetti da particolari affezioni (medullolesi e affetti da vescica neurologica, oncopatici uroenterostomizzati, laringectomizzati e pazienti che hanno riportato gravi ustioni).
Per dette forniture è stata erogata dalla Regione a ciascuna Azienda sanitaria USL una quota nell'ambito della somma di L. 1.500 milioni per l'anno 1996/1997. Somma che va ristanziata con una nuova deliberazione per l'anno 1997/1998 e io spero di poter arrivare allo stanziamento di 2 miliardi che ovviamente devono essere ripartiti, come ho detto poc'anzi tra le varie UU.SS.LL.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Ringrazio l'Assessore per la risposta, di cui chiedo copia scritta.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione n. 579 del Consigliere Cavaliere relativa alla convenzione tra USL 9 e Istituto Deanna M. Lanfranco s.r.l. per sperimentazione sanitaria con campi elettromagnetici per affetti da osteoporosi e neoplasia


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 579, sempre del Consigliere Cavaliere, cui risponde ancora l'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

L'interrogazione del Consigliere Cavaliere attiene ad una convenzione tra l'USL 9 di Ivrea e l'Istituto Deanna M. Lanfranco, anch'esso di Ivrea per sperimentazioni sanitarie con campi elettromagnetici (lo sperimentatore preferisce che si dica "con campi elettrici e magnetici") per affetti da osteoporosi e da neoplasie.
L'argomento scientifico oggetto della convenzione tra l'Istituto Deanna M. Lanfranco e l'Azienda USL 9, approvato in data 31/5/1995, è stato sottoposto a giudizio di esperti di chiara fama della Facoltà di Medicina delle Università di Torino, Siena e Roma - Università Cattolica - nonch dall'Istituto Superiore di Sanità e degli Stati Uniti "Food and Drug Administration".
Tali esperti nel luglio 1995 hanno aderito ad un Comitato scientifico internazionale che dal settembre 1995 fa da supervisione all'attività svolta all'interno del progetto stesso. Oltre a questo importante riconoscimento di qualità e serietà scientifica dell'attività condotta all'interno del progetto, un aggiuntivo riconoscimento è venuto di lì a poco (novembre 1995) dal Comitato Etico della Regione Piemonte che ha concesso il benestare all'avvio di un Trial Clinico che viene condotto presso la Divisione di Medicina dell'Ospedale di Castellamonte.
All'inizio del 1996 l'Azienda USL 9 annullava la convenzione con l'Istituto Deanna M. Lanfranco e nello stesso anno veniva formalizzata una collaborazione scientifica specifica con l'Università di Siena. I risultati ottenuti nel 1996 hanno consentito, da parte del Comitato Etico della Regione Piemonte nel novembre di quello stesso anno, l'ampliamento del protocollo sperimentale del Trial Clinico. Tra l'altro, il 30/4/1997 si è riunito a Candia il Comitato scientifico internazionale che ha evidenziato i notevoli successi della sperimentazione che vanno - questo è il suggerimento - proseguiti con le dovute attenzioni e cautele, ma che comunque hanno (non sto a leggervi il resoconto del convegno di Candia) evidenziato l'importanza scientifica della sperimentazione stessa.
Ribadisco che la convenzione con l'Istituto Deanna M. Lanfranco è stata annullata a partire dall'1/1/1996.
Ad ogni modo, in conclusione, soprattutto il rapporto con l'Università di Siena e la collaborazione degli istituti scientifici che ho citato, mi lasciano tranquillo per quanto riguarda la sperimentazione, essendovi dati di fatto inconfutabili. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Non entro nel merito dell'aspetto medico e sperimentale della questione perché non sono un esperto e quindi non posso che prendere atto che autorevoli organismi dicono che la sperimentazione può essere effettuata e dare dei risultati.
Entro però nel merito della gestione di questa sperimentazione. La convenzione con l'Istituto Deanna M. Lanfranco fu interrotta a seguito della chiusura dello stesso istituto ad opera dei NAS. Questa sperimentazione fu quindi portata all'interno dell'USL di Castellamonte attraverso dei meccanismi impropri (furono semiappaltate le strutture). Tra l'altro, l'oggetto principale della sperimentazione, cioè questa macchina per i campi elettrici e magnetici, era stata realizzata da un dottore che poi l'ha portata via, è stata ricostruita in modo diverso, e quella che sta funzionando non è stata autorizzata, a differenza di quella che è stata portata via.
Ci sono quindi altre vicende, Assessore, per le quali io le chiedo di vigilare, perché non ci paiono molto lineari. Quindi, vigili, Assessore.
Grazie.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati - Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche)

Interrogazione n. 582 dei Consiglieri Rosso, Dutto e Bellingeri ed interpellanza n. 623 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea relative alla corretta applicazione della L.R. n. 35/95


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 582 presentata dai Consiglieri Rosso Dutto e Bellingeri.
Risponde l'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore alla cultura ed istruzione

L'interrogazione n. 582 fa riferimento ad una legge regionale molto importante; credo siano già state date delle risposte, ma adesso fornir tutto il dato tecnico, dall'approvazione del bilancio della Regione Piemonte. Come ricorderete, quanto è stato chiesto, almeno in parte, è stato messo a bilancio. Nel contempo, c'è stata in questi ultimi tempi una forte attivazione. Comunque, do lettura della risposta tecnica.
La L.R. n. 35 "Individuazione, tutela e valorizzazione dei beni culturali architettonici nell'ambito comunale" è stata emanata il 14/3/1995 ed è stata uno degli ultimi atti della precedente legislatura.
Al fine di acquisire elementi fondamentali per la preparazione della scheda, quella che viene richiesta nell'interrogazione, con nostra lettera prot. n. 5401/BSC del 4/7/1995, inviata a tutti i Comuni piemontesi, si richiedeva agli Enti interessati di segnalare i caratteri tipologici costruttivi e decorativi ricorrenti e caratterizzanti di specifiche categorie di beni culturali architettonici tipici del rispettivo ambito territoriale.
Gli Enti locali, forse non preparati, forse con personale tecnico a disposizione insufficiente, non hanno risposto nei tempi richiesti e soltanto alla fine dell'anno 1995 gli uffici hanno acquisito un numero inizialmente significativo di dati.
Si è ritenuto quindi di costituire un Comitato scientifico, formato da rappresentanti delle Sovrintendenze ai Beni Ambientali ed Architettonici ed ai Beni Artistici e Storici del Piemonte, dei Settori Beni e Sistemi Culturali, Beni Ambientali e Paesistici, Pianificazione Territoriale Parchi Naturali, Approvazione Strumenti Urbanistici e Turismo della Regione Piemonte, del CSI Piemonte. Il suddetto Comitato ha avviato i suoi lavori nel febbraio 1996, arrivando alla data del 7/6/1996 - successiva all'interrogazione, quindi quando è stata formulata l'interrogazione questo dato non era ancora disponibile, per cui l'interrogazione è servita indubbiamente a sollecitare questo lavoro, ma in quel momento mancava questo dato; mi riferisco alla data dell'interrogazione per ricostruire i passaggi - ad un mese dall'interrogazione (che è dell'8/5/1996) a definire lo schema della scheda prevista dalla legge, art. 2, comma secondo.
E' stato organizzato un momento ufficiale di presentazione e comunicazione di questa scheda così come del progetto di censimento nel quale contesto la scheda si colloca, che si è svolto il 17/7/1996 a Villa Gualino. Voi chiedevate la pubblicizzazione e infatti questo incontro è avvenuto con tutte le Province e tutti i Comuni; l'abbiamo fatto appositamente a Villa Gualino per avere spazio, nel grande Auditorium, a raccogliere indicazioni, ecc.
L'incontro è stato presieduto dall'Assessore Giampiero Leo e dal Presidente della Commissione Cultura, Pino Chiezzi, in modo che anche tramite la Commissione vi fosse immediato ed operativo intervento da parte del Presidente della stessa e vi hanno partecipato i Comuni che avevano dichiarato il loro interesse e disponibilità ad attuare il censimento. E questo è stato un grosso passo avanti, anche se forse dovremo organizzare un incontro, se non per ogni Provincia, almeno uno per ogni due Province perché forse andare più vicino ai Comuni consente una maggiore sollecitazione, anche se quell'incontro ha avuto un notevole successo.
A seguito di questo incontro, con note prot. n. 8406/BSC del 24/7/1996 e n. 8682/BSC dell'1/8/1996, sono stati inviati ai 97 Comuni interessati copia della documentazione attuativa della L.R. n. 35/95, finalizzata alla realizzazione del censimento e copia di un questionario mirato a quantificare il numero di schede che ogni singolo Comune deve compilare per il censimento, così come all'art. 2, comma terzo, della legge citata.
Con DGR n. 131-13767 dell'11/11/1996 è stato approvato lo schema tipo degli elaborati scritto-grafici con relativa presentazione, predisposti dal Comitato scientifico, che era stato insediato nei tempi che ho enunciato e descritto prima, così come previsto dalla legge, art. 2, comma secondo.
Con successive deliberazioni sono state approvate le quote finanziarie necessarie alla realizzazione del censimento da parte dei Comuni che avevano dato adesione al progetto di censimento per l'anno 1995 (DGR n. 128 16604 del 10/2/1997) e per l'anno 1996 (DGR n. 566-15052 del 29/11/1996).
Quindi non abbiamo lasciato nulla in sospeso; abbiamo recuperato tutto il 1995, anche se con ritardo, e invece in tempi congrui varato il 1996.
In seguito sono state assegnate le quote regionali per il suddetto censimento ai Comuni che hanno restituito compilato il questionario di previsione per l'anno 1995 (DGR n. 125-18355 del 14/4/1997) e per l'anno 1996 (DGR n. 125-18356 del 14/4/1997).
Quindi, dal tempo dell'interrogazione, che - ripeto - era opportuna ed importante, tutti i passaggi sono avvenuti. Rimane "inevasa", anche se non vi è un impegno di legge, una richiesta da parte del Consiglio di un aumento dei fondi a disposizione per questa importante legge. Su questo non mi sento di prendere impegni; sarei già soddisfatto - e lo dico parlando all'Assessore al bilancio, che è sempre stato così preciso - se venisse mantenuto l'impegno preso dal Consiglio di reintegrare i fondi dell'anno scorso, mentre fondi superiori, aggiuntivi a quelli stanziati l'anno scorso credo sia difficile poterne beneficiare quest'anno. Come vedete, tutti i passaggi da voi richiesti nell'interrogazione sono nel tempo avvenuti e abbiamo anche recuperato il 1995 oltre che assegnato il 1996.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Possiamo dirci soddisfatti della risposta, prendiamo atto che in effetti è stato realizzato quanto chiedevamo. Notiamo solo che i tempi sono sempre lunghissimi.



PRESIDENTE

Sullo stesso argomento vi è anche l'interpellanza n. 623 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea.



LEO Giampiero, Assessore alla cultura ed istruzione

Ho risposto unitamente all'interrogazione n. 582.
Risottolineo che i ritardi che giustamente lamentavate sono stati colmati con due deliberazioni, una di febbraio (per il 1995) e una di novembre (per il 1996); il tutto è stato assegnato, la scheda spedita, il Comitato istituito. Nell'interpellanza si chiedeva quanto ancora non era stato svolto, ma per le ragioni di cui dicevo, dopo quel momento ufficiale è stato individuato ciò che ancora non era stato fatto. Mi riservo l'opportunità di concordare con la Commissione. Prego eventualmente di comunicare al Presidente della Commissione i momenti di applicazione della legge per le singole Province. Ho effettuato con grande successo questa comunicazione centralmente, però probabilmente avrebbe più efficacia se svolta in ogni Provincia con il Presidente e con la Commissione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE DEORSOLA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 5) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Angeli, Bellingeri, Farassino Majorino e Marengo.



PRESIDENTE

b) Presentazione progetti di legge



PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

d) Revoca rinvio da parte del Governo della legge regionale approvata il 2/4/1997 "Interventi per lo sviluppo dei sistemi di imprese nei distretti industriali del Piemonte"


PRESIDENTE

Comunico inoltre che in prima istanza il Governo ha rinviato in data 2/5/1997 la legge regionale approvata il 2/4/1997 "Interventi per lo sviluppo dei sistemi di imprese nei distretti industriali del Piemonte" a nuovo esame del Consiglio regionale per mancata notifica avvenuta all'Unione Europea. Successivamente il Consiglio dei Ministri, preso atto della comunicazione n. 51651 in data 17/12/1996 con la quale l'Unione Europea ha riconosciuto che la stessa legge non doveva essere notificata ha invitato la Regione a procedere al ritiro della notifica. Quindi la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha disposto la revoca del rinvio della legge al fine di consentirne la promulgazione e la pubblicazione.


Argomento:

Inversione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Mi è stato richiesto dall'Assessore Botta di poter intervenire per una variazione dell'o.d.g.
La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'urbanistica

Grazie, Presidente. Chiedo, come Giunta, se è possibile anticipare l'esame del progetto di legge n. 286 che recita: "Sospensione dell'obbligo di redigere il Programma Pluriennale di Attuazione", che avevamo esaminato in Commissione. Chiederei al Presidente e al Consiglio se fossero d'accordo.



PRESIDENTE

Su questa richiesta possono esserci un intervento a favore e uno contro.
Se c'è il consenso unanime possiamo procedere. Interpreto il silenzio dell'aula come un assenso.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Esame progetto di legge n. 286: "Sospensione dell'obbligo di redigere il Programma pluriennale di attuazione"


PRESIDENTE

Passiamo pertanto all'esame del progetto di legge n. 286, di cui al punto 15) all'o.d.g.
Ricordo che su tale progetto di legge avevano espresso voto favorevole i Gruppi di Forza Italia, Alleanza Nazionale, CDU, Pensionati per l'Europa Lega Nord, PDS, PPI e Patto dei Democratici.
La parola al relatore, Consigliere Grasso.



GRASSO Luciano, relatore

Potrei dare la relazione per letta, visto che il problema è conosciuto da tutti. Si tratta della seconda volta che dobbiamo intervenire su questa problematica. Sappiamo che a livello di programmi di attuazione c'è stata una normativa che si è confusa tra norme legislative statali, per cui ci troviamo nella necessità di dover ricorrere a questo provvedimento urgente di sospensione dell'obbligo di redigere i Programmi Pluriennali di Attuazione. Darei comunque la relazione per letta.



CHIEZZI Giuseppe

La lettura sarebbe istruttiva.



PRESIDENTE

Il Consigliere Chiezzi chiede la lettura e l'illustrazione.
Prego, Consigliere Grasso.



GRASSO Luciano, relatore

Illustre Presidente, egregi Consiglieri, la Regione si trova nella necessità di intervenire, per la seconda volta e con un provvedimento forzatamente non definitivo, sulle conseguenze di decisioni assunte dallo Stato con tecniche legislative non ineccepibili.
Il complesso intreccio di norme statali e regionali che regolano l'obbligo di dotarsi del Programma Pluriennale di Attuazione potrebbe infatti, in mancanza di intervento correttivo da parte della Regione creare difficoltà amministrative nei Comuni con popolazione superiore ai 10 mila abitanti, e anche determinare, dal prossimo 26 luglio, data in cui verrà a scadere la L.R. 3/7/1996, n. 43, un blocco nel rilascio delle concessioni edilizie.
Permangono infatti le conseguenze di incertezza causate prima dalle reiterazioni, protratte per oltre due anni, del decreto legge contenente "Misure urgenti per il rilancio economico ed occupazionale dei lavori pubblici e dell'edilizia privata" e oggi dalla loro mancata conversione e dall'impossibilità di reiterarli per la decisa presa di posizione della Corte Costituzionale nei confronti dell'abitudine della reiterazione dei decreti legge.
Nella successione dei decreti l'istituto del Programma Pluriennale di Attuazione è stato: "abrogato" dal 26/7/1994 al 26/1/1995 (tre reiterazioni); "sospeso", per un termine sempre variabile, nei successivi sei decreti, con scadenza ultima al 15/3/1996, quindi "ripristinato" in anticipo a partire dal 25/1/1996, infine confermato con obbligo per le Regioni, entro un anno dalla futura conversione del decreto, di aggiornare la propria legislazione in materia ed oggi, decaduto l'ultimo decreto rivive per i Comuni con popolazione superiore ai 10 mila abitanti l'obbligo di predisporlo, stabilito dalla legge 25/3/1982, n. 94.
Ancora in pendenza delle prime controverse indicazioni la Regione Piemonte era intervenuta, con la legge 3/7/1996, n. 43, sospendendo l'obbligo di redigere il Programma Pluriennale di Attuazione per dodici mesi, e comunque fino alla data di entrata in vigore della legislazione regionale di attuazione dei definitivi indirizzi stabiliti dalla conversione in legge del decreto, prevedendo, evidentemente con eccessivo ottimismo, che in questo lasso di tempo lo Stato avrebbe emanato disposizioni definitive, o almeno non contraddittorie, che avrebbero consentito ai Comuni di operare con certezza.
In realtà, in seguito all'intervento della Corte Costituzionale, il Governo ha desistito dalla pratica della reiterazione dei decreti legge demandando il riordino della materia a disegni di legge, alcuni attualmente all'esame del Parlamento.
Ne consegue che l'atteso chiarimento nella legislazione statale sulla sorte del Programma Pluriennale di Attuazione è ulteriormente rinviato mentre, per contro, cresce il numero dei provvedimenti legislativi che richiedono interventi sul territorio con tempi di realizzazione ed uso di finanziamenti non del tutto compatibili con le cadenze stabilite dalla legislazione sui Programmi di Attuazione.
Accordi di Programma, Programmi Integrati, Piani di Riqualificazione Urbana, Programmi Triennali delle Opere Pubbliche, e in genere gli interventi da attuare utilizzando, in tempi brevi, risorse finanziarie comunitarie, mal si conciliano infatti con le modalità e i tempi regolati dalle attuali disposizioni in materia di Programmi Pluriennali di Attuazione.
Inoltre anche il disegno di legge n. 2672, presentato dal Governo in sostituzione dei decreti legge non più reiterati, sempre con l'obiettivo di perseguire "la semplificazione delle procedure in materia urbanistica" sembra confermare un orientamento che intende superare l'attuale disciplina del Programma di Attuazione.
Nei fatti il Programma Pluriennale disciplinato dalle leggi vigenti appare uno strumento inadatto a rispondere alle attuali esigenze e, in molte leggi regionali (e forse anche nelle intenzioni del Governo per la proposta di modifica alla legge urbanistica), è assorbito in altri strumenti, il cui contenuto non è solo di programmazione attuativa, ma anche di proposizione urbanistica (cosiddetti "Piani Operativi", "Piani del Sindaco", ecc.).
Permangono quindi, alla luce di queste considerazioni, validi motivi per mantenere la scelta di sospendere l'obbligo di redazione del Programma Pluriennale, effettuata dalla Regione Piemonte con la L.R. 3/7/1996, n. 43 non essendo ancora, se non per le linee di tendenza, definita la legge statale in modo da consentire definitive scelte operative nella legislazione regionale.
La necessità di intervenire ancora sulla legge regionale è dettata dal fatto che l'effetto di sospensione dell'obbligo di redigere il Programma Pluriennale di Attuazione cessa il 26/7/1997 e che la maggior parte dei Comuni assoggettati a tale obbligo, in mancanza di precise scelte legislative, è in difficoltà nel redigere un atto complesso ed impegnativo sotto l'aspetto economico ed organizzativo, senza poterne più apprezzare l'utilità.
Per tali motivi si propone, fatta sempre salva la facoltà per ogni Comune di approvare discrezionalmente il Programma di Attuazione, se lo ritiene opportuno o necessario di proporre all'approvazione del Consiglio un'ulteriore proroga della sospensione dell'obbligo di redigere il Programma Pluriennale, in attesa di una modifica della legge urbanistica consentendo alle Amministrazioni comunali di procedere alla normale attuazione degli strumenti urbanistici esistenti.
La legge, composta di due articoli, che si sottopone all'approvazione del Consiglio ha questo scopo e precisa: al comma primo dell'art. 1 la decisione di sospendere fino al 31/12/1998 l'obbligo di redigere il PPA al comma secondo dell'art. 1 la conferma della natura facoltativa dell'approvazione del PPA al comma terzo dell'art. 1 tutte le possibilità conferite al Comune sull'uso e sulla sorte a cui destinare il PPA vigente; ciò per prevenire tutte le interpretazioni non coerenti con l'impostazione assunta dalla Regione all'art. 2 l'abrogazione della precedente legge regionale che sospendeva fino al 26/7/1997, l'obbligo del PPA.



PRESIDENTE

Passiamo alla discussione di ordine generale.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Dalla lettura della relazione non si comprende il motivo dell'urgenza di discutere questo provvedimento. La sospensione dell'obbligo di redigere il Programma Pluriennale di Attuazione è comunque in vigore fino a luglio di quest'anno, quindi sono un po' oscure le ragioni della richiesta dell'Assessore, al quale chiedere preliminarmente una risposta.
Inoltre, nella relazione viene chiamata in causa l'attività della Giunta regionale, in quanto questo provvedimento sarebbe giustificato dall'attesa di una modifica della legge urbanistica. Sul contenuto della relazione preliminarmente mi piacerebbe conoscere i motivi per cui è stata scritta questa frase, come debba essere interpretata sulla base delle attività svolte dalla Giunta e delle previsioni in ordine a tale modifica della legge urbanistica che la Giunta espone in quest'aula ai colleghi, in modo che noi si possa comprendere il motivo dell'inversione dei punti all'o.d.g. e dell'urgenza che non mi pare ci sia, nonché del collegamento con la variazione della legge urbanistica regionale.
Chiederei questi due preliminari momenti di informazione da parte dell'Assessore. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Intervengo per sottolineare non soltanto il voto favorevole del Gruppo del PPI sul provvedimento, ma anche per dichiarare che condivido l'osservazione del collega Chiezzi, nel momento in cui rilevava poco fa l'incoerenza, la contraddizione tra un provvedimento di sospensione dell'obbligo di redigere il Programma Pluriennale di Attuazione e un allungamento eccessivo dei tempi per la revisione della legge urbanistica.
In effetti, continue sospensioni dei tempi per non dotarsi del Programma Pluriennale di Attuazione sostanzialmente costituiscono la dichiarazione di morte del programma stesso. Noi siamo d'accordo nel dichiarare la morte del Programma Pluriennale di Attuazione, però - ha ragione il Consigliere Chiezzi - la dichiarazione di morte non deve avvenire per agonia, ma per una scelta inserita in un disegno più complessivo che è la nuova legge urbanistica regionale. Noi sappiamo perfettamente che questo provvedimento è molto atteso, sappiamo che il PPA normalmente, tranne qualche rara eccezione, è considerato di fatto, nelle Amministrazioni comunali, un provvedimento prevalentemente burocratico. E' un censimento di tutte le domande di intervento edilizio che si limita ad essere soltanto tale, nel senso che se il privato non interviene, così come ha dichiarato al momento della redazione del programma, non succede assolutamente nulla. Concordo su alcune considerazioni contenute nella relazione; ci sono altri strumenti sicuramente molto più utili e più efficaci del Programma Pluriennale di Attuazione, così come credo che questa necessità di dare attuazione allo strumento urbanistico sia indispensabile attraverso interventi molto più innovativi.
Esprimo il mio consenso su questo provvedimento che è necessario rilevo, però, come venga affrontato con una certa superficialità e soprattutto con grande leggerezza da parte di autorevoli rappresentanti della Giunta qui assenti. Presidente Deorsola, se è più importante la conferenza stampa della Juventus rispetto alla discussione di questo provvedimento, credo sarebbe più utile sospendere il Consiglio regionale aspettare la presenza di tutti gli Assessori, del Presidente della Giunta e degli altri Capigruppo. Non ha senso discutere tra pochi intimi questo provvedimento che ha una certa importanza, non solo per il contenuto, ma per gli impegni che la Giunta nel suo complesso potrebbe assumersi nella predisposizione complessiva della proposta di legge di modifica della legge urbanistica regionale.



PRESIDENTE

Il numero dei Consiglieri è sufficiente. Credo che almeno si potrebbe svolgere la discussione di ordine generale. Proporrei di andare avanti nei lavori, ma ovviamente se la maggioranza dell'aula fosse di diverso avviso potremmo passare ad altre attività.
La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

E' un po' complicato andare avanti in presenza dall'avvenimento che si compie a latere, perché tutti i Gruppi hanno ricevuto una comunicazione di partecipazione a questa iniziativa.
Mi sembrerebbe corretto riprendere i lavori del Consiglio dopo la conferenza ora in atto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

Noi preferiremmo proseguire i lavori, magari svolgendo quei punti all'o.d.g. che non comportano particolari discussioni; potremmo inoltre fare le prove di votazione elettronica per guadagnare tempo.



PRESIDENTE

Visto che la maggioranza dei Consiglieri è per non proseguire su questo argomento, aggiorniamo questo punto al pomeriggio.
Chiederei a tutti i Consiglieri di non abbandonare l'aula perch potremmo, con l'aiuto della dott.ssa Garabello e dei tecnici, sotto la direzione della dott.ssa Rovero, verificare le modalità di votazione con il sistema elettronico.
La IV Commissione si riunirà venerdì 16 dalle ore 15 alle ore 19 seguirà la convocazione.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12,20)



< torna indietro