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Dettaglio seduta n.128 del 22/04/97 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", non essendovi osservazioni, i processi verbali delle adunanze consiliari del 26 novembre e del 3, 4, 10, 11, 17, 18 e 20 dicembre 1996 si intendono approvati.
Comunico inoltre che sono stati distribuiti ai Consiglieri, prima dell'inizio della seduta odierna, i processi verbali delle adunanze consiliari del 21 e 28 gennaio e del 4, 5, 6, 11, 17 e 18 febbraio 1997, i quali verranno posti in votazione nel corso della prossima seduta.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Comunicazioni della Giunta regionale in merito alle tariffe disomogenee per gli esami della TAC (Tomografia Assiale Computerizzata) e della risonanza magnetica


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori con una comunicazione dell'Assessore D'Ambrosio in merito alle tariffe disomogenee per gli esami della TAC (Tomografia Assiale Computerizzata) e della risonanza magnetica.
Prego, Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Il collega Chiezzi aveva sollecitato il sottoscritto per avere chiarimenti in merito alle tariffe disomogenee per gli esami della TAC (Tomografia Assiale Computerizzata) e della risonanza magnetica.
Le tariffe che oggi vengono attuate fanno riferimento alla deliberazione del 1993, nella quale, per quanto riguarda la risonanza magnetica, si stabiliva una tariffa massima per ogni singolo segmento di 500 mila lire; per due segmenti la tariffa aumentava proporzionalmente e così per tre o più segmenti. Ad oggi, quindi, le tariffe massime praticate sia nel pubblico che nel privato sono di 500 mila lire per un segmento, di 800 mila per due segmenti e di 1 milione per tre segmenti. Essendo data ai Direttori generali la possibilità di convenzionarsi con strutture private è chiaro che alcune Aziende si sono convenzionate ad un prezzo inferiore rispetto alla tariffa massima. Il tutto verrà sanato nel momento in cui noi applicheremo le tariffe del DM del 22/7/1996, cosa che avverrà nel mese di maggio. Tali tariffe, entro fine anno, andranno ulteriormente rivisitate perché ci sono alcune voci sottostimate ed altre soprastimate. Ed è un lavoro che sta effettuando un'apposita Commissione a livello regionale.
Per quanto riguarda la TAC, la tariffa minima - come vi dicevo - non è stabilita, perché le singole Aziende possono arrivare ad un convenzionamento diverso con le strutture private. La tariffa massima è comunque stabilita in 200 mila lire per TAC, che è aumentata con un massimo del 50% se la TAC stessa viene fatta con mezzo di contrasto.
Per quanto riguarda il convenzionamento con le strutture private, ho un elenco della situazione di ogni singola USL e, se volete, lo posso leggere in aula. Se il Consigliere Chiezzi lo desidera, posso fornirgli l'elenco.
Comunque, fondamentalmente, il ticket che il cittadino paga è sempre il massimo, cioè 70 mila lire. La difformità esiste, ma il riferimento è alla deliberazione del 1993, che - ripeto - verrà definitivamente superata quando applicheremo le tariffe del DM del 22/7/1996.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente, e grazie all'Assessore per la comunicazione, che però mi suscita molte preoccupazioni.
Sarebbe bene che il Consiglio, soprattutto i colleghi che si occupano del settore sanità, prendesse nota dell'illustrazione del Presidente. Le notizie che avevo avuto informalmente vengono purtroppo confermate dall'Assessore e sono, a mio parere, un po' sconcertanti.
Avevo anticipato la situazione relativamente ad un esame che un cittadino doveva effettuare e che, a seconda della USL alla quale si rivolgeva, veniva a costare cifre differenti; il cittadino, per il proprio esame, paga sempre un ticket di 70 mila lire, ma vi è anche un'integrazione della sanità, a seconda del bilancio dell'USL.
L'Assessore conferma che per certi tipi di esami - come, ad esempio, la risonanza magnetica - le diverse UU.SS.LL., tutte sotto il controllo della Regione, hanno costi diversi.
A me sembra sconcertante che la sanità pubblica sia governata in modo tale che strutture pubbliche autonome, ma riferite tutte ad una gestione pubblica, a qualche centinaio di metri di distanza l'una dall'altra paghino una risonanza magnetica l'una 800 mila lire e l'altra 600 mila lire. Mi sembra una situazione di non governo di un problema.
Sapendo che le UU.SS.LL. devono avere i bilanci controllati, devono far tornare i conti, la Regione Piemonte assiste inerme ad una situazione in cui ogni USL avrà un bilancio più o meno in regola, a seconda dei contratti convenzionali che fa con strutture private? Ma le strutture private dovrebbero essere ricondotte dalla Regione Piemonte a fornire pari prestazioni per pari prezzi! In assenza di questo, la struttura non pu convenzionarsi con l'USL. Siamo veramente nella prateria: ogni struttura privata decide i prezzi e l'USL se ne serve o non se ne serve, a capocchia! Questa non è managerialità e non è nemmeno - Assessore - un modo di affrontare il problema, quello di dire: "E' così". Non può essere così: il costo di una risonanza magnetica, a parità di esame, deve essere uguale per tutti. Devo dire che mi trovo in una situazione di imbarazzo, perché vedo che il Consiglio è poco interessato alla vicenda, e non so se l'Assessore replicherà a queste osservazioni assumendo degli impegni immediati.
In sostanza, chiedo che non vengano approvati pagamenti di esami da parte di strutture private se non rientranti in un livello di corrispettivo economico che metta tutte le UU.SS.LL. nella stessa condizione.
Attualmente l'USL n. 1 paga 800 mila lire presso un istituto di cui non faccio il nome, l'USL n. 4 ne paga 600 presso un altro istituto di cui non faccio il nome, mentre un istituto privato, l'Istituto di Medicina Sportiva, effettua lo stesso esame per 350 mila lire. Si parla di sanità pubblica, di Stato sociale, di problemi di bilancio, di tagli, di economie mentre in questo caso siamo in una situazione di assoluto sbando e, a mio avviso, di irregolarità di questi atti.
Mi piacerebbe che i colleghi che si occupano di tali questioni interloquissero qui o verificassero se le cose dette dall'Assessore e riprese dal sottoscritto generano altrettante preoccupazioni, per affrontarle in modo attento e non come sta accadendo in questo momento magari in una seduta di Commissione. Questa non mi sembra una situazione regolare; non so cosa ne penserà la Corte dei Conti o se ci saranno altri problemi, ma i prezzi parlano: le strutture private incassano cifre molto differenti per lo stesso tipo di esame. Mi sembra che ci sia materia da regolare. O no?



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio per una breve replica.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Di irregolare non c'è assolutamente niente, perché le deliberazioni del 1990 e del 1993 stabilivano i prezzi massimi e davano ampie possibilità alle singole UU.SS.LL. di convenzionarsi con i privati in modo differente.
Ecco l'importanza di far sì che le tariffe del DM del 22/7/1996 vengano approvate quanto prima, e nel mese di maggio verranno approvate. Con queste tariffe si pagherà la stessa quota sia nel pubblico che nel privato.
Oggi come oggi, però - mi permetta, Consigliere Chiezzi - non c'è alcuna irregolarità, malgrado anch'io trovi veramente strano che si possa pagare per lo stesso esame 350 mila lire in una struttura e 600 in un'altra. Tuttavia - ripeto - questo è nell'assoluta regola, in riferimento alle deliberazioni del 1990 e del 1993 che stabilivano le tariffe massime.
Ho qui le tariffe convenzionate con i privati di ogni singola USL, che poi consegnerò.
Che cosa farà il sottoscritto per omogeneizzare in tutta la Regione la retribuzione per questi esami? Applicherà sollecitamente il tariffario come ho già detto nel mio primo intervento - del DM del 22/7/1996, che per entro fine anno andrà rivisitato, in quanto vi sono alcuni esami sottostimati ed altri sovrastimati. Anche per quanto riguarda il tariffario, Consigliere Chiezzi, ho a disposizione tutto il tabulato, del quale farò avere copia.



CHIEZZI Giuseppe

Scusi, Assessore, come mai l'applicazione della deliberazione del luglio dell'anno scorso non è avvenuta?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Quale?



CHIEZZI Giuseppe

Perché il DM del 22/7/1996 lo applicate solo a maggio?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Perché fino a fine anno nessuna Regione l'aveva applicato, tranne la Lombardia.
La valutazione fatta in quel decreto ministeriale era stata criticata da più parti, tant'è vero che anche noi ci adegueremo, ma era nostra intenzione poter integrare la valutazione della nostra Commissione con le tariffe del decreto ministeriale.
Le dirò, tra l'altro, che alcune voci del decreto ministeriale concedono addirittura la possibilità di una retribuzione maggiore rispetto a quella attuale. Comunque, il decreto ministeriale, che era mia intenzione far partire in aprile - ne abbiamo discusso in aula - sarà applicato senz'altro in maggio, con una sola modifica per quanto riguarda la retribuzione per le visite specialistiche.


Argomento: Enti strumentali

Interrogazioni n. 1143 dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti relativa ad EXPO 2000 e n. 1099 della Consigliera Spagnuolo relativa all'annullamento della manifestazione "Salone dei Trasporti '97" - Esame ordine del giorno n. 447


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interrogazione n. 1143, presentata dai Consiglieri Chiezzi Moro, Papandrea e Simonetti, cui risponde il Presidente della Giunta Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

In relazione all'interrogazione n. 1143 a firma dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti su EXPO 2000, che è molto articolata spero di essere esauriente nel ricostruire i fatti e nel rappresentare le prospettive, perché comunque si parla di prospettive e di valutazioni tutte in itinere.
Tempo fa (mi riferisco a cinque-sei mesi fa) gli esponenti della FIAT presenti nel Consiglio di amministrazione di EXPO 2000 mi informarono della loro volontà, espressa ufficialmente, di farsi da parte nella gestione della società fieristica. Come voi sapete, il Vicepresidente è il dottor Pralormo, mentre il dottor Bubnich è l'Amministratore delegato della società e la sua attuale presenza come socio EXPO 2000-FIAT è pregnante (non so attraverso quale tipo di ragione sociale). Come vedete l'operatività e la struttura di gestione di EXPO 2000, sia per quanto riguarda l'aspetto espositivo che congressuale, avviene di fatto attraverso una struttura composta da uomini che provengono dalla FIAT.
Voglio premettere che questa è una situazione che l'attuale Amministrazione ha trovato già in essere, ereditandola da quelle precedenti, per cui non è una decisione o un'identificazione di struttura scelta da questa Amministrazione.
C'è stata una dichiarazione da parte del dottor Panzani nella quale è emerso il desiderio di perlustrare delle possibili soluzioni che, nel tempo e nei modi dovuti, permettessero alla FIAT di uscire dalla gestione di EXPO 2000. A fronte di questa loro dichiarazione, mi sono posto il problema insieme al Presidente di EXPO 2000, di cominciare a valutare come tutto ci avrebbe potuto avvenire e in che modo si potesse realizzare questo genere di richiesta.
La prima considerazione che ci siamo posti è stata in relazione all'obiettivo-risultato di ricaduta sulla città e sulla regione del Centro fieristico EXPO 2000. Voglio ricordare a tutti voi che nel 1996 l'indotto della città di Torino - in maniera specifica il dato si riferisce ai pernottamenti in albergo - ha avuto un incremento del 6% rispetto all'anno precedente, in una situazione e tendenza di mercato che vedeva - e vede generalmente un decremento di presenze. Ho voluto precisare questo dato perché EXPO 2000 rappresenta, nelle scelte strategiche che la Regione Piemonte ha deciso di assumere, una grossa opportunità nell'ottica della diversificazione e del rilancio dell'immagine della nostra città.
Prima considerazione. EXPO 2000, oggi, vede la presenza della Camera di Commercio e della Regione Piemonte, che insieme ne detengono la maggioranza: perché non coinvolgere gli altri Enti locali nella struttura societaria? In relazione a tale considerazione, mi sono mosso nei confronti del Sindaco Castellani e della Presidente della Provincia, Bresso, e ho presentato loro l'invito ad entrare in EXPO 2000. Invito recepito in senso positivo: allo stato attuale delle cose stiamo infatti formulando delle ipotesi di revisione dello Statuto che permettano l'ingresso di Comune e Provincia nel capitale sociale, e naturalmente nel Consiglio di amministrazione. Questo, naturalmente, dovrebbe comportare una diminuzione della presenza della FIAT.
Oltre a questo primo obiettivo, dal quale partiranno tutte le considerazioni e le scelte che l'Amministrazione dovrà fare in accordo con Comune e Provincia, ritengo opportuno farvi presenti altri due importanti aspetti.
Ricapitolando. Primo obiettivo, la cui definizione dovrebbe arrivare con la prossima Amministrazione comunale: ingresso di Comune e Provincia in EXPO 2000, sperando comunque di allargare ancora la partecipazione societaria - verrà intentato anche un coinvolgimento della fondazione bancaria - in modo che tutti i soggetti preposti agli aspetti economici della città si sentano coinvolti in questo impegno. In effetti, di impegno si tratta: EXPO 2000 costa all'Amministrazione non poco denaro! Secondo aspetto, immediatamente successivo: valutare quale tipo di struttura e gestione conferire. Naturalmente, accogliendo la richiesta della FIAT di uscire dalla gestione, il nuovo gruppo societario dovrà decidere come e da chi far gestire EXPO 2000.
Ultima considerazione: la valutazione dell'offerta pervenuta dalla FIAT di acquisto del contenitore di EXPO 2000 (anch'essa in itinere, perché al di là delle notizie giornalistiche apparse sui giornali, non esiste, da parte dell'Amministrazione, alcun tipo di impegno specifico). Relativamente a tale offerta, presentata a me personalmente, al Sindaco Castellani, alla Presidente della Provincia Bresso e al Presidente della Camera di Commercio, abbiamo istituito un gruppo di studio e di valutazione che dovrebbe, in tempi brevi, rappresentarci la consistenza e l'economicità dell'offerta e gli eventuali mezzi finanziari necessari.
Questa la situazione oggi sul tappeto.
Mi preme dire al Consiglio che non sono state assunte decisioni in alcuna direzione; è ovvio che mi auguro che Comune e Provincia addivengano ad una loro dichiarazione di disponibilità ad entrare nel gruppo di amministrazione di EXPO 2000.
Per rispondere alla domanda postami dal Consigliere Chiezzi, per l'anno 1996 la passività di EXPO 2000 si aggira sull'ordine dei 6 miliardi. Vorrei far presente - riflessione che trasferisco all'assemblea - che gli Enti fieristici di altre Regioni sono finanziati dagli Enti pubblici in maniera decisamente più considerevole di quanto si sia fatto in Piemonte fino ad oggi. Riflessione che mi rendo conto essere di carattere generale e che non vuole essere comprovante né su una tesi né sull'altra; è indubbio che se noi - come personalmente credo giusto - consideriamo EXPO 2000 e il Lingotto elementi di promozione, di rilancio e di diversificazione dell'economia della nostra Regione, con tutte le cautele del caso, con tutte le iniziative che si riterranno opportune, sarà necessario intervenire anche finanziariamente nella gestione di questo Ente.
Risponderò eventualmente alle domande che potranno emergere nell'ambito delle considerazioni di questa mia risposta; spero comunque, anche se in maniera semplice, di aver soddisfatto quanto richiesto nell'interrogazione del Consigliere Chiezzi.



PRESIDENTE

Informo il Consiglio che, in collegamento alla comunicazione del Presidente Ghigo, vi è anche l'interrogazione n. 1099 presentata dalla Consigliera Spagnuolo e l'ordine del giorno n. 447 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea, Simonetti e Spagnuolo.
Ha chiesto la parola la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Il Presidente Ghigo ha reso una comunicazione sui problemi aperti di EXPO 2000, che fanno un po' da cornice all'interrogazione da me presentata circa due mesi fa, seguita da un ordine del giorno dei colleghi di Rifondazione Comunista, che ho anche sottoscritto, su un'altra questione delicata, probabilmente del tutto ricollegabile alle problematiche che lei ha annunciato, riguardante il Salone del veicolo industriale.
Abbiamo avuto la notizia della soppressione del Salone del veicolo industriale da un'informazione giornalistica relegata in due colonnine in fondo ad una pagina di giornale: una di quelle notizie cui, chiaramente, si decide di non dare rilievo alcuno, di dare la minore visibilità possibile.
Il Salone del veicolo industriale ha sempre rappresentato, per Torino qualcosa di molto importante come ci risulta anche da contatti diretti con il Presidente di EXPO 2000, al quale ho telefonato per avere informazioni in quanto referente più diretto. Con grande rammarico il Presidente mi disse che la decisione di annullare il Salone del veicolo industriale decisione sulla quale la nostra grande azienda FIAT ha senz'altro avuto una parte importante - era stata assunta abbastanza all'improvviso, con gli spazi per il Salone praticamente venduti al 70%, quindi con una perdita elevata da parte di EXPO 2000.
Riteniamo che questa sia una questione molto grave; certamente si inserisce in quel clima di disinteresse che il Presidente ha già richiamato da parte della FIAT rispetto ad EXPO 2000. Comunque, è un'ulteriore perdita per Torino e per il Piemonte di un Salone importante. Per carità, ci sono tante iniziative per cercare di incentivare le presenze nazionali ed internazionali su Torino e sul Piemonte; la Giunta regionale stessa - non entro nel merito se è un fatto positivo o negativo - fa tutta una serie di campagne per il cosiddetto "spirito europeo", per rilanciare Torino e il Piemonte in un circuito internazionale di attenzione e quindi di ritorno economico. Ma quando ci troviamo di fronte ad iniziative importanti, come il Salone del veicolo industriale, queste vengono stracciate.
Mi chiedo, e le chiedo, quale è stato il coinvolgimento della Giunta regionale del Piemonte rispetto a questa decisione; se EXPO 2000 ha informato la Giunta regionale e che atteggiamento ha assunto la stessa rispetto a questo diniego: si è trattato, comunque, di una perdita secca.
La passività di EXPO 2000 di per sé non sarebbe neppure drammatica Presidente, perché molti Enti hanno delle passività: se vogliamo rilanciare degli Enti, è chiaro che dobbiamo investire e definire un tempo per il rilancio. Però, se avvengono cose di questo tipo, con delle perdite di centinaia di milioni, perdite in termini economici e perdite in termini di sviluppo di immagine dell'Ente, di utilizzo della società EXPO 2000, credo sia un fatto molto grave.
In passato erano state prese delle contromisure affinché questo non avvenisse. Che cosa ha risposto la Regione Piemonte a conoscenza della decisione di annullare il Salone del veicolo industriale a Torino e quali iniziative assumerà affinché non ci sia una decisione definitiva di depauperamento? E' vero che devono essere coinvolti gli istituti bancari, però è altrettanto vero che iniziative di questo tipo poi vanificano altri interventi di carattere strutturale a sostegno. Mi sembra che la società EXPO 2000 sia stata utilizzata finché serviva e che - ancora una volta venga un po' abbandonata quando bisogna cominciare ad addossarsi delle responsabilità o degli oneri.
Credo che questa politica di utilizzare gli Enti pubblici e poi di abbandonarli quando gli oneri diventano troppo pesanti debba essere denunciata e rispetto a tutto ciò occorre una presa di posizione molto netta da parte della Giunta regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Il sistema economico torinese, che si è sempre preoccupato di far conoscere i suoi prodotti, si è organizzato autonomamente per raggiungere obiettivi di promozione della propria attività. Desidero accennare brevemente alle grandi esposizioni tenutesi a Torino alla fine del secolo scorso, che ebbero risalto anche internazionale. Accennerò soprattutto alla costituzione, avvenuta sul finire degli anni '40, della società "Torino Esposizioni".
La società "Torino Esposizioni", che aveva realizzato con mezzi propri i locali che hanno ospitato per oltre quarant'anni le attività espositive del sistema piemontese - proprio nella zona di Corso Massimo D'Azeglio - ha sempre chiuso i bilanci in attivo fino al 1993/1994.
Nel 1993 la FIAT, che era azionista di maggioranza di "Torino Esposizioni", ma anche azionista di maggioranza o comunque in grado di controllare l'attività di EXPO 2000, ha di fatto imposto l'incorporazione di "Torino Esposizioni" in EXPO 2000. Si diceva che questa operazione doveva servire proprio per rilanciare le attività espositive del Piemonte.
Oggi, secondo quanto ci dice il Presidente Ghigo, dobbiamo constatare che EXPO 2000 non ha raggiunto questi obiettivi o fa fatica a raggiungerli: ha accumulato nel 1996 un deficit per 6 miliardi. Lo stesso deficit era stato accumulato nel 1995, e ciò a pochi anni di distanza dal 1992/1993 quando "Torino Esposizioni" chiudeva i bilanci, se non in attivo certamente in pareggio.
Credo che, prima di assumere degli impegni rispetto alla partecipazione della Regione in una società in difficoltà, sia necessario valutare le ragioni per cui, nel giro di così poco tempo, si sono accumulate perdite tanto rilevanti.
Caro Presidente, ho qualche reminiscenza di latino imparato al liceo e voglio ricordare il detto: "Timeo Danaos et dona ferentes", più che mai valido in questa circostanza.
Vorrei avere qualche informazione più precisa rispetto all'offerta di acquisire una parte del capitale azionario; sull'ingresso nella compagine azionaria di una società che dà perdite così rilevanti e sulla proposta di vendere alla Regione il contenitore nel quale sono ospitate le attività di EXPO 2000, cioè una parte del Lingotto. Sarebbe opportuno un supplemento di informazione per capire esattamente i termini dell'offerta.
Termino il mio intervento dicendo che dobbiamo prestare, come Regione la massima attenzione alla promozione dei prodotti locali. Stiamo facendo parecchio: eroghiamo annualmente un contributo cospicuo al Centro Estero della Camera di Commercio; abbiamo contribuito per la costituzione del fondo di dotazione della Fondazione per la promozione di Torino e del Piemonte; abbiamo inserito nel documento unico di programmazione una misura che, di fatto, è a favore di questa Fondazione e mette a disposizione risorse rilevanti.
Tuttavia, credo che non si debba procedere a spizzichi e bocconi, ma si debba avere una strategia complessiva. In tal senso, occorre inserire anche il discorso delle attività espositive, cercando di capire esattamente quali prospettive reali si possono offrire per la piazza torinese in un quadro nazionale ed internazionale.
A me risulta che il peso specifico di Torino nel settore stia diminuendo pesantemente. Attualmente non più del 4% dei visitatori si recano nelle mostre organizzate a Torino, mentre altre città - penso a Verona e Bologna - crescono in maniera significativa. Si tratta di capire la ragione di ciò, se questa tendenza è irreversibile e in che misura pu essere eventualmente contrastata.
Poiché ritengo che si debba contrastare questa tendenza anche con una forte azione di tipo mediatico e di immagine, vorrei che si esplorasse la possibilità di realizzare forme di coordinamento tra il sistema espositivo lionese, il sistema espositivo ginevrino e il sistema espositivo torinese in maniera tale da mettere in campo un pool espositivo che possa vendere i propri prodotti e quindi accrescere i propri spazi e la propria capacità di relazioni proprio sul piano internazionale e non solo sul piano nazionale attraverso forme di cooperazione e di integrazione fra sistemi che saranno sempre più integrati. Non a caso parliamo di miglioramento dei collegamenti fra Torino e Lione; non a caso mi pare che recentemente siano stati raggiunti dei Protocolli di accordo fra queste tre città, proprio per intraprendere delle azioni comuni, candidandole ad essere congiuntamente capitali della cultura nell'anno europeo della cultura (non ricordo se ricorrerà nel 1998 o nel 1999).
Credo che questa possibilità debba essere esplorata e che questo argomento debba essere ripreso, magari nelle proprie sedi consiliari, e in particolare presso la Commissione competente, in maniera tale da raggiungere la massima consapevolezza prima di fare passi avventati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

La vicenda di EXPO 2000 non può essere vista in modo scollegato dal vero problema che è stato posto all'attenzione di tutti noi: il futuro del Lingotto. EXPO 2000 è solo una piccola lampadina di allarme, ma cosa sta dietro a questo richiamo di attenzione sul ruolo di EXPO 2000, in realtà, è l'atteggiamento della FIAT nei confronti del Lingotto. E qui, caro Presidente Picchioni e Presidente Ghigo, bisogna fare un po' mente locale sull'attuale situazione rispetto alle decisioni che l'Amministrazione pubblica ha preso nei confronti di una proprietà FIAT. Questo è da discutere! Nel 1980 - lo stabilimento del Lingotto era ancora in funzione - la FIAT richiese al Comune di Torino, che stava redigendo il primo programma pluriennale di attuazione, l'inserimento di 40 mila nuovi metri quadrati in sotterraneo, davanti allo stabilimento del Lingotto, ad uso industriale.
Quindi, nel 1980, la FIAT chiese un ampliamento del proprio stabilimento al Lingotto.
Qualche mese dopo questa richiesta la FIAT chiuse lo stabilimento del Lingotto e, da quel momento, iniziò una lunga vicenda. A quel punto, il valore di quel manufatto (valore area più immobile del Lingotto, riferito ad un'esigenza di carattere industriale), ampiamente messo in ammortamento nei lunghi anni, dagli anni '30 in cui è stato costruito sino agli anni '80, dal punto di vista industriale divenne vicino allo zero, nel senso che per un'attività industriale uno stabilimento vuoto è privo di valore.
Cosa è successo da quel momento in avanti? E' successo che attraverso vari percorsi amministrativi, responsabilità amministrative, a passi piccoli o meno piccoli, la FIAT è riuscita prima ad ottenere dal Comune di Torino la possibilità di effettuare piccole opere di manutenzione all'interno di uno stabilimento che altrimenti sarebbe ammalorato, e poi passo passo, ha ottenuto che su quell'area e per quell'immobile di propria proprietà ed inutilizzabile a fini industriali l'Amministrazione pubblica (Comune e Regione) cambiasse, con un provvedimento urbanistico, la destinazione d'uso di quel fabbricato - ripeto, inutilizzabile e privo di valore industriale - facendo sì che si passasse da una destinazione d'uso industriale ad una di tipo fieristico-espositiva e congressuale.
Questo tipo di cambiamento di destinazione d'uso, dal punto di vista degli interessi della proprietà immobiliare, è uno dei più graditi, perch tra i più remunerativi: quelli che fanno balzare la rendita urbana, ridotta a zero se l'area e l'immobile rimangono a destinazione industriale, a valori tra i più alti sul mercato. Infatti la destinazione congressuale fieristico-espositiva, è quella che le leggi di mercato indicano come la destinazione che rende valori immobiliari, rispetto a valori precedenti tra i più alti spuntabili sul mercato. Se vogliamo usare la parola speculazione, usiamola: è quella che consente la massima speculazione immobiliare, cioè la massima acquisizione di valori economici rispetto ai precedenti (ho un terreno che vale niente, con una variante urbanistica ho un terreno che vale moltissimo).
La FIAT spuntò tutto questo e da un vecchio, obsoleto stabilimento ottenne di poter, come privato, realizzare un centro fieristico. E' una delle più grosse decisioni che una Città possa prendere, è una delle decisioni più delicate, perché il fatto di generare ricchezza a favore di un privato è una decisione che può avere un senso solo se inserita in un provvedimento di interesse collettivo. E una variante urbanistica nella quale il sistema pubblico decide che questo vantaggio riconosciuto ad un privato è in realtà un vantaggio per tutta la collettività.
Quindi si fece la variante urbanistica, e la FIAT si mise in tasca un valore delle aree che prima era quasi nullo e dopo è divenuto altissimo.
Questa era la logica di consentire alle attività private, per le quali suonano così tante campane, di dispiegare la loro capacità di muovere il mondo e quindi di generare ricchezza, di fare le fiere, di dare fiato all'economia, di dare impieghi di lavoro e, in ultimo, di dare lustro alla città di Torino.
La variante è stata approvata, la FIAT ha fatto il proprio affare, ha montato su il Lingotto e nel Lingotto è riuscita anche ad imporre una decisione urbanistica molto discutibile per l'interesse collettivo, ovvero di comprendere nei manufatti del Lingotto da salvare, oltre alla palazzina del Lingotto e allo stabilimento vero e proprio, anche la pista sul tetto (declamato da Le Corbusier), palazzina e stabilimenti che, personalmente ritengo meritevoli di essere salvati. Ottenne - purtroppo per la città, dal mio punto di vista - che venisse conservata pure la volumetria della cosiddetta "zona presse", un gigantesco, anonimo, banale ed orrendo capannone industriale di vecchio tipo, con pilastrature, con l'interasse di 12x12, una vecchissima struttura assolutamente inadatta ad un moderno e competitivo centro fieristico.
Le strutture fieristiche moderne non richiedono pilastri in mezzo, che ingombrano, che penalizzano ed impediscono la libera organizzazione degli spazi secondo le esigenze di chi espone, obbligando ad un'esposizione di tipo vecchio, ottocentesco; gli spazi espositivi nuovi - come già lo spazio di Torino Esposizioni - sono spazi liberi.
Come dicevo, la FIAT ottenne il salvataggio, all'interno di un'area priva di valore, anche dell'area presse, che è diventata il nostro centro espositivo e fieristico. Centro poco gradito anche dalle case automobilistiche, che l'hanno a lungo disertato. La FIAT ottenne tutto questo: salvare ogni pietra valida e non valida posata su quel terreno. E fece dunque il centro fieristico, con tutto quello che sappiamo.
Arriviamo ad oggi, ma tenendo presente che siamo in una situazione in cui un privato ha realizzato un gigantesco affare economico, grazie ad una decisione della Pubblica Amministrazione. Adesso, anni '90, la FIAT si sveglia e dice: "Voglio disfarmi del Lingotto". E in questa discussione si infila anche il problema della partecipazione FIAT alla società EXPO 2000.
Ma EXPO 2000 è una società di gestione, come lo era la Promark. Avere la società che gestisce i centri fieristici, vedere i pesi del pubblico e del privato, in effetti, è un problema.
Il Presidente Ghigo dice: "Il pubblico deve avere un grosso peso, qui ne abbiamo ancora poco, il pubblico deve investire di più". Può darsi che l'attività di promozione fieristica, contrariamente a quanto è stato detto in quest'aula quando abbiamo sciolto la Promark, sia un'attività in cui il pubblico deve mettere risorse a fondo perduto, per scopi di interesse generale.
Può darsi che sia così, può darsi che non sia così. Può darsi, invece che i privati debbano occuparsi della promozione; ma questa non è una polemica, perché sono aperto a discutere quanto e se il pubblico debba dare in risorse finanziarie a fondo perduto, quindi a discutere della fiscalità generale e di quello che i cittadini devono versare ad una società fieristica per promuovere il prodotto italiano. Può darsi che questo debba essere. Può anche darsi che la FIAT voglia uscire dalla gestione di EXPO 2000, ma questa è piccola cosa.
Quello che chiede la FIAT è di disfarsi, vendendolo agli Enti pubblici del Lingotto così come è divenuto. E allora, cari colleghi, il problema è di non poco peso, perché la FIAT ha ottenuto una variante urbanistica con l'impegno di realizzare un centro fieristico e congressuale, realizzando gli utili che avrà realizzato in tutta questa complessa operazione, Se adesso la FIAT ritiene di uscire da questa vicenda, quale dovrebbe essere l'atteggiamento dell'Ente pubblico? A mio modo di vedere, l'Ente pubblico deve tornare a pagina 1, nei confronti di un privato che ha ottenuto una variante urbanistica e ha trasformato un terreno e un immobile privi di valore. Questo complesso poteva essere trasformato in un'area verde, tenendo la palazzina per qualche ufficio pubblico, magari regionale. Invece la FIAT ha ottenuto questo cambiamento.
Se alla fine del cambiamento, il privato esce dall'operazione, bene: si ridiscute, ma si ridiscutono le condizioni economiche a partire dal valore zero dell'area, quello che aveva prima della variante urbanistica. Pu anche darsi che la FIAT decida di uscire dal Lingotto; allora, se ne deve uscire, lo regali per una lira, se non intende utilizzare i benefici urbanistici cui tanto teneva e cui ha "obbligato" la Città, consegnandole uno dei più brutti centri fieristici che ci siano (parlo della sala presse non dell'area Lingotto).
Presidente Ghigo, chiedo che l'Amministrazione regionale e tutte le Amministrazioni pubbliche prendano un'immediata posizione in cui si dica che nessuna speculazione è concessa alla FIAT e che nessun riconoscimento di valore da parte della Pubblica Amministrazione verrà dato alla FIAT su questo immobile, come derivante dalla variazione di destinazione urbanistica. Nessun riconoscimento.
La FIAT ha fatto tutto questo pandemonio: se vuole uscire dal Lingotto dia una stretta di mano agli Enti pubblici, alla collettività che gli ha permesso la variante urbanistica e se ne vada. Se invece - ho finito Presidente, ma ritengo che non sia un problema dei più semplici - le cifre che si sono lette sui giornali (si parla di richieste da parte della FIAT di 300/360 miliardi) sono quelle sulle quali la Giunta sta ragionando invito il Presidente Ghigo a riflettere molto attentamente sulla questione perché mi sembrerebbe veramente una "pochade"! E' una situazione in cui un privato ha un terreno che vale nulla ed ottiene dalla Pubblica Amministrazione di lastricarlo d'oro; dopodiché pretende che la fiscalità pubblica, la Pubblica Amministrazione paghi per quell'intervento.
Le chiederei anche un aggiornamento costante su questa tematica in Consiglio, senza aspettare oltre l'evolversi della situazione, anche tenuto conto del ritardo che ha contrassegnato questa sua comunicazione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Chiezzi.
Teniamo presente che alle ore 11,50 dobbiamo sospendere il Consiglio.
Abbiamo anche alcune leggi urgenti da approvare, per cui mi raccomando alla vostra concisione.
La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Volevo riprendere alcuni altri aspetti, altrettanto preoccupanti come quelli del Lingotto. Non dimentichiamo che abbiamo deciso di rendere pubblica EXPO 2000 il 2/8/1996, in una riunione che è durata fin verso le 23,30. Quindi si tratta di un fatto recente.
EXPO 2000 era della FIAT e, meno di un anno fa, abbiamo deciso di diventarne l'azionista di maggioranza, insieme alla Camera di Commercio.
Quando abbiamo discusso di quel problema si era detto che la perdita di gestione era un fatto transitorio e che l'entrata della Regione doveva servire a rilanciare l'Ente, per cui avremmo avuto degli effetti diversi.
Invece, un anno dopo, verifichiamo che il deficit si incrementa e a questo punto il privato, che già l'anno scorso si era sganciato parzialmente decide di socializzare ulteriormente le perdite.
E' ormai una tradizione cercare di privatizzare tutto quello che rende e scaricare sul pubblico quello che rende poco, anche se poi mi stupisco che una Giunta di centro-destra, che normalmente combatte tutto quello che è pubblico, si presti a questo gioco. Le argomentazioni ci sono: "Serve all'immagine del Piemonte"; si trovano tutti gli argomenti validi, ma allora mi si deve spiegare perché si vendono gli acquedotti, si vendono cose di pubblica utilità vera e si prende il Lingotto. Le argomentazioni si troveranno sicuramente, ma di fronte agli ordini della FIAT le ideologie cambiano e si va incontro alle esigenze della FIAT.
Tra l'altro sono preoccupato, perché nell'interrogazione e nell'ordine del giorno, che ricordava anche la Consigliera Spagnuolo, in cui parlavamo della perdita di un'importante attività espositiva, la FIAT c'entra, in quanto è il secondo produttore europeo di veicoli industriali: dopo la Mercedes, in Europa c'è la FIAT. In Europa si fanno pochissime esposizioni di questo genere; se ne facevano tre e adesso si decide di farne solo due e oltretutto in località molto vicine tra loro, una in Olanda e una in Belgio, mentre tutto il resto d'Europa, compreso il sud d'Europa, viene tagliato fuori. Ma questa decisione l'hanno presa i produttori di veicoli industriali, l'hanno presa le associazioni dei veicoli industriali, al cui interno c'è la FIAT, con un peso non secondario perché - ripeto - si tratta del secondo produttore europeo di questo genere di prodotti.
La FIAT dunque, mentre da una parte si sgancia da EXPO 2000 dall'altra, come produttore di veicoli industriali, agisce contro; cioè invece di avere una politica promozionale nei confronti di Torino, ha un'iniziativa che va nella direzione opposta.
Già negli anni scorsi vi sono state parecchie critiche da parte di diversi costruttori automobilistici nei confronti del Salone dell'Auto di Torino, sia per quanto riguarda la sua localizzazione che l'organizzazione non vorremmo che, con il fatto che la FIAT si sgancia definitivamente da EXPO 2000, anche il Salone dell'Auto vada a finire da un'altra parte sempre con la decisione del costruttore in questione, che in questo tipo di scelte ha un notevole peso. Credo dunque che non si possa semplicemente rispondere agli ordini, perché sarebbe un fatto grave.
Un ultimo problema. Ho letto recentemente che un gruppo di imprenditori piemontesi ha deciso di costituire una società per organizzare esposizioni e fiere. Vorrei capire come mai, se si è a conoscenza di questa iniziativa e se è stata valutata, perché è pazzesco che i privati entrino da una parte (quella che rende di più) e poi ne escano quando non vi è più convenienza continuando però, in qualche modo, a mantenere una loro presenza nel settore.
Mi pare che - noto la disattenzione del Presidente - mentre la nostra istituzione decide di investire pesantemente soldi in questo settore, i privati abbiano un atteggiamenti estremamente contraddittorio e, anche qui lo ricordava il Presidente inizialmente - gli utili per i privati ci sono, perché le presenze negli alberghi sono aumentate, però questi non si vogliono fare carico della parte che rende poco. Credo che ciò sia sbagliato, così come ritengo sia stato sbagliato, un anno fa, entrare in EXPO 2000 e proseguire lungo questa strada; ritengo che, soprattutto alla luce delle cose che ricordavo prima, la questione vada realmente ponderata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Farassino.



FARASSINO Giuseppe

Aggiungo due parole anch'io su questo grosso problema per la nostra città.
Una volta tanto mi trovo allineato con quanto ha detto il collega Chiezzi. Ricordo benissimo che l'operazione relativa a EXPO 2000 è partita proprio all'inizio della passata legislatura - ero presente in questi banchi - ed era stata affidata alla Consigliera Vetrino.
Dissento invece quando il Consigliere Chiezzi dice che allora la FIAT ottenne dalla Pubblica Amministrazione, così come oggi vuole ottenere...
Molto probabilmente è qualcosa di più: il tuo è un eufemismo, caro Chiezzi.
Quel voto probabilmente ordinò alla Pubblica Amministrazione di farsi carico di questa struttura che, svuotata della funzione per la quale era nata, non serviva più a niente: era solo un cumulo di macerie, non essendoci alcun cambio di destinazione.
E va anche detto chiaramente che è stata proprio la Pubblica Amministrazione a contribuire per gran parte (forse interamente) alla creazione di EXPO 2000; se non vado errato, il contributo ammonta ad 1 miliardo all'anno da parte della Regione Piemonte e a 3 miliardi all'anno da parte del Comune di Torino. Quindi la ristrutturazione finalizzata ai Saloni è stata effettuata anche dalla Pubblica Amministrazione ed è chiaro che a questo punto il re di denari - che ordina, non chiede - è stanco svogliato, forse lascerà il trono, magari sarà santificato, ma nell'attesa deve fare fuori le colonie che non rendono più. E chi può comprare le colonie che non rendono se non la Pubblica Amministrazione, se non questa Città, che l'ha sempre considerato il re, che ha sempre piegato non soltanto la testa, ma anche le terga, alla volontà del re di denari? Bisogna inoltre considerare che non è assolutamente un affare, perch se oggi EXPO 2000 ha dei passivi è anche dovuto alla mancanza di una gestione in grado di saper affrontare il mercato delle fiere. Ad esempio io ho provato a chiedere il Salone per fare un convegno per il mio partito per la Lega Nord, e mi è stata richiesta la somma di 30/35 milioni al giorno, cifra assolutamente fuori mercato per la struttura che offrono.
E' stato anche detto che bisogna salvare il Salone dell'Auto, per evitare che l'auto vada da un'altra parte. L'auto va da un'altra parte perché fintanto che EXPO 2000 sarà di proprietà della FIAT gli altri costruttori (Renault, Volkswagen e via dicendo) non vogliono assolutamente pagare ed esporre a casa di un loro concorrente, per un principio ed un punto anche di prestigio delle singole marche automobilistiche.
Sono assolutamente d'accordo sul fatto che, al di là di tutte queste considerazioni, se le voci che si sentono sono vere (si parla addirittura di 600 miliardi per l'acquisto di questa struttura), questo non è un affare e porrebbe la Pubblica Amministrazione in grosse difficoltà per quanto riguarda la gestione. La Pubblica Amministrazione non ha mai gestito convenientemente nulla, e quindi sono d'accordissimo sulla soluzione proposta dal Consigliere Chiezzi: se proprio il re di denari vuole gravarsi di questo grosso peso, faccia una volta tanto in vita sua un gesto nobile regalando questa struttura alla nostra città, che penso ringrazierebbe senza commuoversi.



PRESIDENTE

La parola al Presidente Ghigo, che vorrebbe ancora dare una risposta.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

In prima istanza avevo dimenticato di dare una risposta puntuale all'interrogazione n. 1099 della Consigliera Spagnuolo, che adesso non vedo in aula; posso comunque fonirla per iscritto e fare invece una considerazione conclusiva.
Vedo che la Consigliera Spagnuolo è rientrata in aula, per cui, in relazione alle tematiche da lei rappresentate sull'annullamento della manifestazione "Salone dei Trasporti '97", posso comunicare che noi non ne siamo stati informati tempestivamente. Questa decisione è stata presa in senso monobinario ed inopinatamente a Bruxelles dall'ACEA.
La società EXPO 2000 è stata informata dell'annullamento in tempi ormai a ridosso della manifestazione, comunque tali da consentire alle case produttrici di veicoli industriali e commerciali che avevano un contratto di poterlo tempestivamente disdire senza incorrere in sanzioni o risarcimenti che troverebbero ampia giustificazione.
L'attività di EXPO 2000, per rendere la manifestazione ancora più significativa rispetto alle precedenti edizioni, è stata intensa e portatrice di risultati pieni, tant'è che gli spazi espositivi a disposizione della società, 74.000 mq lordi, erano stati interamente prenotati ed impiegati. Le case costruttrici che avevano disposto con EXPO 2000 la loro partecipazione sono quelle più importanti del mondo e il danno derivante dalla mancata esposizione è di circa 2 miliardi.
Come tutti sapranno, la decisione è stata assunta da un organo comunitario, l'ACEA; al riguardo, si può fare ogni tipo di supposizione che probabilmente potrebbero anche essere condivise. In ogni caso, quando ne siamo venuti a conoscenza attraverso i nostri rappresentanti - e torno a ripetere che non siamo stati preventivamente informati - abbiamo intrapreso tutte le azioni che potessero tutelare EXPO 2000 relativamente al suo esercizio.
Mi permetto di rendere al Consiglio altre riflessioni. E' indubbio che alcune considerazioni del Consigliere Chiezzi, soprattutto quelle riguardanti il passato da lui ripercorso ampiamente, potrebbero essere completamente condivise, proprio per la loro evidenza.
Fatta questa precisazione, mi permetto però di sottolineare che la situazione che personalmente ho riscontrato nell'assumere il ruolo di Presidente è quella che è. Si possono enunciare tutte le considerazioni più o meno in linea con quelle del Consigliere Chiezzi, ma rimane il fatto che il Lingotto-EXPO 2000 è una realtà presente sul territorio, della quale come Regione non possiamo non tenere conto.
La situazione è molto spinosa e difficile, perché il tema affrontato è di portata estremamente importante e le decisioni relative non sono certo da assumere con leggerezza, tanto per accontentare un soggetto piuttosto che un altro.
Per questi motivi auspico che il Consiglio, nella sua autonomia, possa aiutare la Giunta ad assumere la decisione più corretta e più giusta, visto che fino ad ora di decisioni non ne sono state assunte. Si sta procedendo nelle valutazioni, raccogliendo anche la sollecitazione del Presidente dell'VIII Commissione, Vindigni.
Personalmente, mi impegno a presentare alla Commissione competente le ipotesi che gli uffici regionali e la Commissione di valutazione formuleranno.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Relativamente alla risposta all'interrogazione, pur comprendendo l'insieme delle valutazioni del Presidente della Giunta regionale, mi dichiaro insoddisfatta. Ci sono due aspetti a mio parere da tenere presente.
Il primo: la perdita di ordine economico, che il Presidente stesso ha quantificato in 2 miliardi; 2 miliardi, per una società che ha un passivo di 6 miliardi sono qualcosa di gravissimo.
Secondo punto. Presidente, ritengo che non si debba in assoluto più verificare, né per questa società né per altri Enti strumentali o comunque realtà collegate all'esecutivo regionale, che su questioni di questo tipo la Giunta regionale non sia informata preventivamente. E' indispensabile che l'Ente Regione, quando si presentano problematiche di questo tipo in Enti strumentali e società nelle quali la Regione ha livelli di partecipazione, sia preventivamente informato.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Ma è da Bruxelles che non abbiamo avuto informazioni; EXPO 2000 ci ha informato!



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Bruxelles ci ha messo di fronte al fatto compiuto!



SPAGNUOLO Carla

Mi permetto di dirle, Presidente Ghigo, che questo non l'aveva precisato!



PAPANDREA Rocco

Scusate, colleghi, ma l'ACEA è l'Associazione dei costruttori, non è un Ente dell'Unione Europea.



SPAGNUOLO Carla

Parlando con il Presidente di EXPO 2000 ho raccolto una serie di preoccupazioni serissime. Anche a supporto di coloro che designiamo a rappresentanza della Regione Piemonte in questi Enti, l'azione di governo della Regione Piemonte dovrebbe essere assai forte. Tant'è che mi permetto Presidente, di chiedere un'audizione in I Commissione degli esponenti regionali da noi eletti in EXPO 2000, a cominciare dal Presidente, perch dobbiamo verificare quanto è possibile fare, quali sono le prospettive reali e cosa può essere recuperato, anche in virtù del fatto che - raccolgo quando detto dal Consigliere Papandrea - l'ACEA non è un organismo che aleggia nell'etere europeo, ma è una realtà con profonde radici.
Mi risulta che in questo organismo del veicolo industriale europeo abbia parte prioritaria la FIAT. Non è che noi non sappiamo, non abbiamo o non possiamo avere questo tipo di collegamenti, o che queste decisioni piovano sulla nostra testa all'improvviso.
Per tutta questa serie di ragioni, dunque, mi ritengo un po' insoddisfatta rispetto all'interrogazione presentata. I colleghi di Rifondazione Comunista chiederanno che l'ordine del giorno venga messo in votazione; per parte mia, chiedo che i rappresentanti della Regione Piemonte, ad iniziare dal Presidente, dottor Sartoris, vengano sentiti in I Commissione.
Conosco le preoccupazioni dei nostri rappresentanti in EXPO 2000: nella particolare fase che questa società sta attraversando, le direttive della Regione Piemonte devono essere forti, in una logica di supporto alla società stessa. Ne ho parlato - e concludo - anche con il Presidente di EXPO 2000: ho creduto doveroso portare in aula la sua adesione a questa richiesta.



PRESIDENTE

Il suggerimento è accolto: attraverso le vie procedurali consuete cercheremo di organizzare l'audizione nel più breve tempo possibile.


Argomento:

Saluto agli studenti della Scuola media "Anna Frank" di Manduria (TA)


PRESIDENTE

Voglio salutare gli studenti della Scuola media "Anna Frank" di Manduria, in provincia di Taranto, che sono a Torino per una settimana ospiti del Comune per il gemellaggio con la Scuola media "Leonardo Da Vinci". Li ringrazio per la loro presenza e la loro compostezza e rivolgo loro il saluto nostro e di tutta la Regione Piemonte.


Argomento: Enti strumentali

Interrogazioni n. 1143 dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti relativa ad EXPO 2000 e n. 1099 della Consigliera Spagnuolo relativa all'annullamento della manifestazione "Salone dei Trasporti '97" - Esame ordine del giorno n. 447 (seguito)


PRESIDENTE

Ritorniamo al dibattito in merito alle interrogazioni e all'ordine del giorno relativi ad EXPO 2000.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Intervengo a corredo dell'illustrazione dell'ordine del giorno che ci accingiamo a votare. Sulla vicenda della mancata assegnazione del Salone del veicolo industriale, anche se - scriveva Sole 24 Ore il 19/2/1997 - non in modo definitivo, chiederei al Presidente della Giunta regionale se non pensa utile esercitare, in sede di ACEA, oltre ad una sollecitazione sui nostri parlamentari europei, una sollecitazione diretta sui due Commissari Monti e Bonino. Ritengo che all'interno di questo organismo di carattere continentale, che decide dove ubicare il Salone - pare in quattro luoghi due definiti e due non definiti - debba doverosamente essere richiesto un interessamento dei nostri Commissari che hanno, innanzitutto, competenze specifiche, ma che vediamo spesso intervenire, giustamente, anche su temi di carattere generale.
Ritengo che, soprattutto Monti, possa essere ufficialmente interessato dalla Regione Piemonte, intanto del problema conseguente alla decisione di non svolgere un Salone già indetto, e in secondo luogo del problema che l'Italia e il Piemonte potrebbero venir privati di una manifestazione fieristico-espositiva molto importante. Si priverebbe un Paese dell'Unione Europea di un'esposizione legata ad un settore produttivo rilevante nell'economia piemontese, e tutto ciò non corrisponde a criteri di logica e di razionalità.
Il Commissario Monti - forse non è stato messo a conoscenza del problema - potrebbe intervenire; la Giunta regionale potrebbe chiedere un intervento diretto, un'audizione, una sollecitazione da parte dei due Commissari europei.



PRESIDENTE

E' stato presentato un ordine del giorno a firma della Consigliera Spagnuolo e del Gruppo di Rifondazione Comunista.
Il Presidente Ghigo accetta questo documento? La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Accettiamo l'ordine del giorno n. 447.



PRESIDENTE

Non essendoci richieste di parola, pongo in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte premesso che EXPO 2000 è la Società per Azioni, con prevalente capitale della Regione Piemonte, che doveva organizzare, dal 23 al 27 aprile, al Lingotto di Torino, l'unico Salone internazionale del veicolo industriale e commerciale in programma in Italia secondo indiscrezioni trapelate e riportate dagli organi di informazione in una recente riunione a Bruxelles i costruttori europei di veicoli industriali aderenti all'ACEA, l'associazione che rappresenta l'industria autoveicolistica continentale, hanno concordato di partecipare annualmente ad un unico Salone europeo, ospitato a rotazione in quattro Paesi, tra i quali sicuramente la Francia (Parigi) e la Germania (Hannover); per gli altri due si è parlato di Belgio (Bruxelles) ed Olanda (Amsterdam), ma non in modo definitivo considerato che gli industriali del settore hanno altresì concordato di attuare subito la decisione, nonostante gli impegni, l'imminenza della manifestazione torinese e il grave nocumento che verrebbe arrecato ad EXPO 2000 se tale decisione dovesse risultare irreversibile peraltro EXPO 2000, non appena conosciuto l'esito dell'incontro di Bruxelles, ha deciso di annullare la rassegna del Lingotto e di comunicarlo agli iscritti alla manifestazione secondo quanto fatto sapere dai promotori a 'Trasporti '97' avevano aderito tutti i maggiori costruttori europei del settore, oltre a carrozzieri e componentisti tanto che è risultata prenotata tutta la superficie disponibile (circa 70 mila metri quadrati) a conferma della validità e della competitività del 'complesso Lingotto' impegna la Giunta regionale ad aprire un immediato confronto con i vertici di EXPO 2000 per chiarire ed approfondire le dinamiche che hanno portato ad escludere per il 1997 un Salone espositivo la cui organizzazione era già stata avviata a confrontarsi immediatamente con gli industriali italiani produttori di veicoli industriali che risultano essere fra i maggiori in Europa e nel mondo (nel 1996 dalle fabbriche nazionali sono usciti 227 mila veicoli industriali a fronte degli 89 mila del Belgio e dei 33 mila dell'Olanda) con l'Iveco al secondo posto nella classifica dei costruttori con più clienti nell'Europa occidentale a comunicare al Consiglio regionale l'entità dei costi che ha dovuto sostenere EXPO 2000 per avviare l'organizzazione di 'Trasporti '97', costi che non saranno recuperati a meno di un ripensamento sul luogo della manifestazione stessa ad intraprendere ogni possibile iniziativa, con EXPO 2000 e gli industriali italiani del settore, per far sì che 'Trasporti '97' si possa svolgere al Lingotto e per evitare che le future edizioni del Salone dei veicoli industriali vedano la definitiva esclusione, come sede ospitale, di Torino e dell'Italia".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 42 Consiglieri presenti.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Alle ore 11,50 sospenderemo la seduta di Consiglio; alle ore 12 ci sarà la cerimonia di premiazione dei Corpi che hanno prestato servizio durante l'incendio della Sindone e del Duomo. La cerimonia durerà al massimo 15 minuti. Potremmo concludere i lavori del Consiglio entro le ore 13.


Argomento: Nomine - Sanita': argomenti non sopra specificati

Comunicazioni della Giunta regionale in merito alla nomina del dottor Mario Lombardo quale Commissario straordinario alle Molinette (connessa interpellanza n. 1177 dei Consiglieri Chiezzi, Papandrea e Simonetti)


PRESIDENTE

L'Assessore alla sanità, D'Ambrosio, ha chiesto di fare alcune comunicazioni al Consiglio in merito alla nomina del Commissario straordinario alle Molinette.
Lo ringraziamo anche per la tempestività con cui comunica al Consiglio il provvedimento assunto dalla Giunta regionale.
La parola pertanto all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

La mia comunicazione è anche una risposta all'interpellanza n. 1177 presentata dal Gruppo di Rifondazione Comunista.
Il dottor Carnevali ha, nei giorni scorsi, reiteratamente manifestato l'intendimento di rinunciare all'ufficio di Direttore generale dell'Azienda ospedaliera S. Giovanni Battista di Torino.
A fronte di detto intendimento, si è ritenuto che fosse venuta meno ogni possibilità di far permanere in vita quel rapporto fiduciario che deve necessariamente intercorrere fra organo proponente e preposto.
Conseguentemente, la Giunta regionale, con deliberazione n. 1-18402 del 18/4/1997, ha disposto la risoluzione del contratto con il dottor Carnevali.
Contestualmente è stato approvato un accordo transattivo tra le parti con cui le stesse, vicendevolmente, rinunciano a qualsivoglia pretesa derivante dall'applicazione del predetto contratto.
Al fine di ovviare con immediatezza alla vacanza dell'ufficio direttoriale così determinatasi, con deliberazione n. 134-18535 di ieri 21/4/1997, la Giunta regionale ha disposto il Commissariamento dell'Azienda, nominando Commissario il dottor Lombardo Mario, già Direttore sanitario dell'Azienda.
Detta soluzione consente di ricostituire la triade direttoriale mantenendo un assetto istituzionale di vertice dell'Azienda completo di ogni sua componente e garantisce, in virtù della pregressa specifica esperienza aziendale del dottor Lombardo (fatta soprattutto in ambito delle Molinette), una capacità immediata di dare risposte adeguate ai problemi organizzativi dell'Azienda.
Circa poi la scelta del nuovo Direttore generale, che certo non potrà avvenire in tempi brevissimi, la Giunta regionale si impegna a sottoporre in termini ravvicinati alla competente Commissione consultiva per le nomine le proprie determinazioni relative ai nuovi criteri di nomina del Direttore generale dell'Azienda ospedaliera, avviando la completa procedura necessaria (quindi bando, selezione e nomina).
Contiamo, presumibilmente entro quattro mesi e mezzo o sei mesi, di poter arrivare alla nomina del nuovo Direttore generale dell'Azienda S.
Giovanni Battista di Torino.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Care colleghe e colleghi, un Direttore generale, scelto dalla Giunta regionale, dopo pochissimo tempo dal proprio incarico, decide di rinunciare.
Prima osservazione: quale oculatezza e lungimiranza nelle vostre scelte! Stupisce che in un incarico così importante - deciso dopo lunghissima e penosa gestazione - una persona da voi individuata come capace e di fiducia decida di rinunciare.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Se ci ha dato una pugnalata alla schiena, non è colpa nostra!



CHIEZZI Giuseppe

E' questo che volevo sentire. Se vi ha dato una pugnalata alla schiena allora non si rinuncia a qualsivoglia pretesa. Se ha dato una pugnalata alla schiena, allora è persona che non merita la fiducia di chi la pugnalata l'ha ricevuta. Coerenza vuole che un soggetto che si comporti in questo modo non abbia alcun benefit da parte di chi ha avuto fiducia in lui e lo ha responsabilizzato con un incarico di altissimo livello.
La risoluzione del contratto dovrebbe avvenire con la riserva della richiesta di tutti i danni (materiali, di immagine ed organizzativi) che questa persona ha procurato alla Regione Piemonte. Perché è indubitabile che una persona di questo genere, con un atto siffatto, ha procurato gravissimi danni. Uno dei danni è quello di spendere ore del nostro lavoro per discutere, danno da addebitare al dottor Carnevali, unitamente a tutti di danni, diretti e indiretti, che la delicata organizzazione delle Molinette sta subendo e ha subito dal momento dell'annunciazione della rinuncia all'incarico.
Prima osservazione: rimuovete questa deliberazione, annullatela stilatene una nuova, nella quale vi riservate, accertati i fatti e i danni di agire contro questa persona, nell'interesse della Regione Piemonte.
Seconda richiesta: va via il dottor Carnevali e nominate un Commissario? Come mai? Stupisco un po' di questa scelta: torniamo ad avvitarci nella nomina di un Commissario e addirittura nella formazione di un nuovo bando? Questo lo capisco ancora di meno. Come mai, in presenza di un inciampo, instaurate una procedura che prevede un nuovo bando; sino a ieri non avete utilizzato...



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Grazie al cielo è finita la storia...



CHIEZZI Giuseppe

E' finita, ma non l'ha spiegata, Assessore. Io sono rimasto all'utilizzazione di una "graduatoria", alla nomina, intersecando nomi e spostandoli da un posto all'altro sulla base dell'altro bando, senza sapere nulla di nuovo rispetto alla procedura utilizzata per la nomina dei Direttori generali; adesso, in conseguenza dell'andata a riposo di un Direttore generale delle Molinette, si commissaria e si fa un nuovo bando.
Un nuovo bando potevate farlo anche prima! Come si inserisce la decisione di un nuovo bando rispetto alle ventisette nomine per le quali avete utilizzato il bando precedente? Come mai decidete un nuovo bando, che comporta tempi lunghi e di conseguenza una fase di commissariamento di qualche mese, fase che sicuramente non pu portare beneficio né alla struttura che lavora, né ai pazienti che vengono ad utilizzare il servizio? Chiederei un supplemento di spiegazione all'Assessore, perché può darsi che io non conosca normative o scadenze, ma in questa situazione tale scelta appare discrezionale e non corrispondente a certe esigenze di immediatezza della sostituzione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Svolgo una brevissima replica. Con la nomina dei ventotto Direttori generali, effettuata nel febbraio scorso, si è chiusa la partita attinente alla famosa deliberazione del novembre 1994, per cui in qualsiasi Azienda in qualsiasi...



CHIEZZI Giuseppe

Spieghi al Consiglio cosa vuol dire "si è chiusa".



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

In qualsiasi Azienda, se per un motivo qualsiasi un Direttore generale va via, oppure si dimette per cause familiari, si rifà un nuovo bando questa è la legge, in tutte le Regioni d'Italia.



CHIEZZI Giuseppe

Ma quando la Magistratura ha annullato le nomine, perché non avete fatto un nuovo bando?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Poteva anche essere fatto. Comunque sappia che da quando sono stati nominati i ventotto Direttori generali, la famosa graduatoria, o quella che era stata la valutazione delle cinque Commissioni esaminatrici dei quattrocentoventi candidati, è definitivamente chiusa. Per cui, se per un qualsiasi motivo venisse a determinarsi la mancanza di Direttori generali verrebbe emanato un nuovo bando e nominato il Direttore generale in base al bando.
Perché abbiamo deciso di nominare un Commissario alle Molinette? Proprio perché, non potendo essere brevi i tempi, come ho detto nel mio precedente intervento, era necessario che venisse ricomposta una triade per affrontare i molteplici problemi di quell'Azienda; si è scelto il dottor Lombardo per la sua esperienza, per la sua capacità e per il fatto che conosce l'Azienda, avendo lavorato alle Molinette per più di quindici/sedici anni.
Per quanto riguarda la risoluzione consensuale con il dottor Carnevali posso dire che le richieste avanzate dal dottor Carnevali erano notevoli e potevano avere un certo riconoscimento. Siamo arrivati alla risoluzione consensuale, proprio perché c'erano i presupposti per un ricorso al TAR da parte del dottor Carnevali e il conseguente contenzioso che sarebbe durato a lungo.
Ho chiesto ai colleghi delle altre Regioni d'Italia se nelle loro Regioni era capitato qualche caso simile. E' successo in Toscana e in Emilia: qual è stata la soluzione? Emilia Romagna: un Direttore ha dato le dimissioni e la Regione ne ha semplicemente preso atto; hanno trovato un accordo ed è stato nominato un altro Direttore.
Nella Regione Toscana, dopo il primo anno, due Direttori riconfermati hanno chiesto la risoluzione. Uno è rimasto fino alla nomina del successore; l'altro è stato temporaneamente sostituito con un Commissario.



CHIEZZI Giuseppe

Sempre con bando nuovo?



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Sì, sempre con bando nuovo.
Come Assessori regionali alla sanità ci impegneremo a rivedere questo contratto privatistico. Il contratto privatistico della nomina dei Direttori generali nel rapporto convenzionale con la Regione non prevede alcuna penale, né prevede un modo ottimale per la risoluzione del contratto stesso. Per cui, in mancanza di queste clausole, a nostro modo di vedere non c'erano altre soluzioni.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta, Majorino.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Al Consigliere Chiezzi vorrei innanzitutto dire che affermare che non c'è stata oculatezza e lungimiranza non è esatto, perché nella motivazione della deliberazione che designò il dottor Carnevali responsabile dell'Unità Sanitaria Locale delle Molinette si notano tutti i passaggi che avevano suggerito alla Giunta l'opportunità e la convenienza, avendone egli tutti i requisiti, di designarlo come tale. Che cosa è capitato? Ai primi di aprile, il dottor Carnevali chiede di risolvere consensualmente il contratto; senza averne egli additato la ragione, si rilevò che pensava di avere un altro incarico.
La risposta secca della Giunta regionale è stata che non intendeva addivenire a risoluzione consensuale del contratto. Pervenne quindi una seconda lettera del dottor Carnevali, del 9 aprile, con la quale egli dichiarava di recedere per giusta causa: seconda secca replica a firma del Presidente della Giunta, con la quale si dice che il recesso per giusta causa è inaccettabile ed illegittimo, perché non esiste la giusta causa.
A questo punto, il dottor Carnevali fa sapere che comunque intende "abbandonare" la struttura. Al che l'Assessore D'Ambrosio ed io gli abbiamo fatto presente che era incaricato di un pubblico servizio e non poteva abbandonarlo puramente e semplicemente, provocando indubbiamente dei danni per cui si assumeva certe responsabilità. Peraltro, ci si era resi conto che mantenendo la posizione, più che legittima, più che opportuna e conveniente di non accettare la recessione dall'incarico, non solo si creava una situazione di perdita di fiducia nei confronti del dottor Carnevali, ma soprattutto si sarebbe continuato ad avere un gran burocrate che dal 9 aprile ad oggi, ed anche in futuro se la situazione fosse andata avanti così, avrebbe gestito la sanità senza impegnarsi più di tanto.
A questo punto, si sarebbe fatalmente creato un contenzioso, anche perché il dottor Carnevali aveva detto chiaramente che, indipendentemente dalla risoluzione consensuale o meno, avrebbe adito all'Autorità giudiziaria per chiedere il pagamento di incentivi - mi pare siano previsti dal contratto - relativamente agli anni 1995/1996 e primi mesi del 1997.
Questa cifra era piuttosto ingente; ci eravamo resi conto che avrebbe senz'altro iniziato un contenzioso e, appunto, ai fini di evitarlo, e di evitare - come dicevo - di avere un manager che sarebbe stato semplicemente e puramente un grande burocrate, abbiamo ritenuto di sederci ad un tavolo di trattativa per raggiungere un accordo transattivo, che è stato raggiunto tenendo presente che la pretesa - non l'ha mai scritta, ma l'aveva detto si aggirava sugli 80 milioni.



(Commenti del Consigliere Chiezzi)



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Un conto era stato fatto. Si poteva anche trovare un pretore del lavoro che gli avrebbe riconosciuto gli 80 milioni: comunque il contenzioso sarebbe sorto sulla legittimità o non legittimità del recesso e sulla cifra richiesta. Dal canto nostro si è detto: "Quale nostro contro credito potremmo poi opporgli?". Il nostro contro credito per danni, ridotto all'osso, era meramente teorico, perché attraverso la nomina del Commissario danni ingenti alla struttura Molinette non ci sono stati, non ci sono.
Quindi, di fronte a questa pretesa avanzata, ad un contenzioso possibile che non si sapeva come sarebbe finito, ci siamo avvalsi della classica regola della transazione, naturalmente non dandogli neppure una lira, ma in base alla regola molto terra terra "chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato". E mi pare proprio che questa transazione sia stata non dico conveniente - tutte le transazioni non sono né convenienti n sconvenienti - ma opportuna per chiudere la vicenda.



PRESIDENTE

La seduta riprenderà alle ore 12,30 per dare luogo alle ore 12 alla cerimonia di premiazione.
Preghiamo gentilmente i rappresentanti dei Gruppi di lasciare gentilmente libero lo spazio, perché gli ospiti devono avere ospitalità in aula. Grazie.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11,50 riprende alle ore 12,55)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta riprende.
In merito al punto 5) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Ghiglia, Goglio Mancuso, Simonetti e Vaglio.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori (seguito)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Solo per chiedere di cominciare dal punto in cui avevamo sospeso il Consiglio la scorsa volta, come d'intesa con i Capigruppo, cioè dalla discussione sulla situazione in Albania.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Rispetto alla questione richiamata poc'anzi, chiedo perché non si è ritenuto di dover riconoscere anche l'opera svolta da un nostro collega Consigliere regionale che è stato tutta la notte...



PRESIDENTE

Lei sa che l'ufficio di rappresentanza non può essere svolto nei confronti né dei membri del Consiglio né del suo personale.



CAVALIERE Pasquale

Sono costernato.


Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento internazionale extra-comunitario - Assistenza e sicurezza sociale: argomenti non sopra specificati

Esame ordini del giorno n. 474, n. 486, n. 487 e n. 488 relativi alla situazione in Albania (seguito)


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 6) all'o.d.g. che prevede l'esame degli ordini del giorno n. 474 presentato dai Consiglieri Benso, Gallarini, Galli Peano, Angeleri, Botta, Bodo e Angeli, n. 486 presentato dal Consigliere Cavaliere, n. 487 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti e n. 488 presentato dai Consiglieri Montabone, Ferrero, Ghiglia Rubatto, Peano, Saitta, Cotto, Bellingeri, Marengo, Angeli, Rossi e Deorsola relativi alla situazione in Albania.
Su questi ordini del giorno si è arrivati ad un documento comune o rimangono iscritti i singoli ordini del giorno? La discussione è stata svolta ampiamente; mancava il numero legale al momento della votazione.
In ordine cronologicamente decrescente, abbiamo il n. 474.



MONTABONE Renato

Bisognerà fare un piccolo riepilogo, se si vuole discutere questi ordini del giorno.



PRESIDENTE

Sono già stati tutti discussi.



MONTABONE Renato

Per la verità, ci sono stati degli interventi sui quali io vorrei replicare.



PRESIDENTE

Allora si possono fare delle dichiarazioni di voto, perché la discussione - io non ero presente nella parte finale della discussione - è stata fatta, è terminata.
Chi lo desidera, può fare la dichiarazione di voto sull'insieme degli ordini del giorno.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Sì, però giustamente è stato ricordato che questo era il primo punto all'o.d.g. da esaminare.
Poi ci sono due piccole leggi, cioè una che mi pare pacifica, la legge sulla Sindone che è stata approvata in Commissione all'unanimità, e l'altra, la n. 301, relativa alla proroga dei termini dell'art. 18 della legge n. 59, i cui termini scadono (è un primo adeguamento al decreto legislativo).
Vi sono inoltre degli altri ordini del giorno, per cui, se siamo sufficientemente solleciti, potremmo finire nell'arco di un'ora.



CAVALIERE Pasquale

E' inutile riunire i Capigruppo per decidere una cosa e poi farne delle altre.



PRESIDENTE

No, questo è l'ordine che si era deciso di seguire.



CAVALIERE Pasquale

Sull'ordine di priorità non discuto però, oltre alla medaglia di bronzo, ai Capigruppo era stato stabilito un orario di chiusura.



PRESIDENTE

Però, se ci sono delle comunicazioni che vanno al di là del tempo dovuto, e ci sono degli argomenti importanti, o io costringo le successive repliche nei termini regolamentari, oppure dò lo spazio che queste comunicazioni meritano.
Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Montabone; ne ha facoltà.



MONTABONE Renato

E' difficile ricollegarci al dibattito che si è svolto la scorsa seduta consiliare su questo tema, perché effettivamente tutti gli ordini del giorno presentati allora avevano delle sfumature che sono state riprese nel momento della loro illustrazione, anche da chi, in termini contrari, li contestava.
Personalmente sono firmatario di un ordine del giorno e di un emendamento aggiuntivo al documento stesso; ordine del giorno firmato in larga misura da componenti di maggioranza e di minoranza, emendamento aggiuntivo firmato solo da alcuni membri di maggioranza e di minoranza.
Con l'emendamento tendevo a sottolineare l'esigenza - rispetto ad una situazione certamente anormale ed estremamente difficile, che vedeva alcuni albanesi sbarcare sulle nostre coste - di indicare quelle che potevano essere, dal nostro punto di vista, le possibili soluzioni ad un dramma che si è verificato e che continua a verificarsi tutt'oggi, a quasi un mese di distanza. Con l'emendamento non mi spostavo di molto dalle intenzioni dichiarate dal Governo italiano. Auspicavo, infatti, che i profughi albanesi fossero accolti, curati e, dopo questa accoglienza e cura rimandati nel loro Paese di origine, con la tutela delle Forze internazionali ed unitamente ad aiuti economici di livello internazionale che, in questo momento, si stanno rivolgendo verso l'Albania; ciò, affinch fosse garantito loro un minimo di sopravvivenza e tutela rispetto alla loro condizione di profughi rimpatriati.
Questo era l'emendamento all'ordine del giorno che avevo presentato.
Ricordo che qualche Consigliere ebbe a dire che non avevo la sensibilità necessaria all'accoglienza; qualche Consigliere della minoranza contestò questo fatto, dicendo: "Montabone li vuole accogliere e poi li vuole rispedire". Non era esattamente nel mio intento questo, però ritengo oggi - come ritenevo allora - non che l'Italia non possa farsi carico di questo problema, ma che i profughi vivano in condizioni certamente più esasperate e meno dignitose oggi in Italia che non tutelati, anche economicamente, dalle Forze dell'Ordine Internazionali nel loro Paese.
Questo è emerso anche dalle varie trasmissioni televisive dove sono avvenuti i confronti dopo i fatti gravi verificatisi nel Canale di Otranto e molte delle popolazioni albanesi hanno proprio chiesto queste cose. Si tratta dunque di un ulteriore passo di solidarietà che si chiede, che non può essere strumentalizzato, perché sarebbe ben più facilmente strumentalizzabile dire che i profughi albanesi che sono venuti in Italia possono diventare, con il tempo, se ne trovano le condizioni, cittadini non solo d'Italia, ma anche d'Europa.
Ringrazio per avermi dato la possibilità di spiegare brevemente quello che ho inteso con l'emendamento all'ordine del giorno che ho firmato ed auspico che questo ordine del giorno trovi un'ampia convergenza rispetto agli intenti che mi ero prefissato.



PRESIDENTE

Consigliere Cavaliere, il suo ordine del giorno mi pare superato dagli eventi. Il suo documento dice: "Impegna la Giunta regionale a chiedere al Governo italiano di accertare con tempestività la responsabilità dell'accaduto" - questo può rimanere "e di desistere dall'insensata azione rappresentata dal blocco navale" effettuata questa settimana, non esiste più blocco navale, anche in modo formale e surrettizio - "sollecitando la comunità internazionale per un intervento urgente atto a ripristinare la pace in Albania".
Mi pare che sia superato in grandissima parte. Lo ritira?



CAVALIERE Pasquale

Sì.



PRESIDENTE

Consigliera Benso, mi pare che anche il suo ordine del giorno, visto che la comunità internazionale si è prodigata in questi ultimi tempi non solamente attraverso la forza multinazionale, possa essere ritirato.
Ha chiesto la parola l'Assessore Angeleri, che interviene in qualità di Consigliere.



ANGELERI Antonello

Noi abbiamo presentato questo ordine del giorno all'indomani della comparsa su parecchi quotidiani di alcune fotografie che ci hanno toccato particolarmente, di alcune indicazioni che non possono passare sulla nostra pelle senza avere una risposta. E allora abbiamo cercato di non dire le solite parole che molto spesso si dicono nelle assemblee e abbiamo cercato di trovare una soluzione che fosse in qualche modo concreta e che desse una risposta immediata ad una sensazione di disagio nel vedere determinate immagini, nel vedere un popolo completamente allo sbando sia nel loro che nel nostro Paese, per cause che non stiamo qui ad affrontare; nel vedere dei bambini e delle donne morire, certamente per cause che non possono avere alcuna giustificazione. La reazione che abbiamo avuto è stata dettata dalla solidarietà umana che tocca ognuno di noi, e che ha toccato tutti coloro che hanno voluto firmare questo ordine del giorno, per cui ritengo debba esserci una solidarietà concreta.
Abbiamo dunque cercato nei capitoli del nostro bilancio e abbiamo individuato un capitolo, il n. 27170, che parla dei fondi globali destinati ad iniziative finalizzate all'assistenza ed al miglioramento delle condizioni di vita in cui si trovano attualmente, per esempio, proprio i profughi albanesi. Abbiamo chiesto che il Consiglio regionale valutasse con attenzione l'opportunità di destinare parte di questi fondi a quelle famiglie che sono state dimezzate, che addirittura sono scomparse.
Questo è il motivo per il quale abbiamo voluto presentare e firmare l'ordine del giorno, per cui vogliamo mantenerlo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Ricordo, in tema di dibattito di tutti questi ordini del giorno, che il collega Griffini aveva illustrato - secondo me con grande chiarezza - qual era la situazione dell'Albania.
Un altro intervento da me approvato e molto apprezzato è stato quello del Consigliere Marengo, che aveva invitato tutti a non strumentalizzare la tragedia di quei giorni: l'affondamento di quella nave supercarica di profughi. Non strumentalizzarla sicuramente per il momento grave che si stava attraversando, soprattutto per l'esodo dei profughi e per la situazione che andava evolvendosi.
In questa chiave, quindi, l'ordine del giorno a firma del Consigliere Ghiglia, con l'ulteriore integrazione del Consigliere Montabone, è approvato per dichiarazione di voto mio e del Gruppo di Alleanza Nazionale.
Invece, sugli altri ordini del giorno e sull'ultimo, commentato dal collega Angeleri, noi ci asterremo, perché riteniamo che drammi di questo genere vadano moltiplicandosi; detrarre fondi da un capitolo destinato ad un dramma per destinarli ad un altro, fondamentalmente non risolve il problema.
Voteremo contro gli altri due ordini del giorno, soprattutto contro quello presentato dal Gruppo dei Verdi Democratici...



PRESIDENTE

E' stato ritirato.



SALERNO Roberto

Avremmo, comunque - lo dico anche per dichiarazione di voto - votato contro, in quanto un Ministro della Repubblica è andato al porto di Brindisi a manifestare contro le truppe italiane. Qualche soldato italiano spero di no - potrebbe anche morire in questa missione; non vedo perch un Ministro Verde della Repubblica debba manifestare contro la missione ONU, proprio nel porto di Brindisi.
Sull'ordine del giorno presentato dal Gruppo di Rifondazione Comunista voteremo altrettanto contro, proprio perché strumentalizza la vicenda specialmente nella parte che recita: "...porre immediatamente fine al blocco navale". Era un pattugliamento pacifico, l'incidente c'è stato, ma non criminalizziamo e non strumentalizziamo politicamente una tragedia di questo genere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Svolgo la dichiarazione di voto sull'ordine del giorno presentato dall'Assessore Angeleri.
Io non voglio entrare nel merito delle intenzioni lodevoli dell'Assessore e dei suoi intendimenti nella questione; tuttavia, ritengo del tutto sbagliato che per questi interventi vengano identificati dei fondi che sono stati impegnati solo due mesi fa con altri intenti similari, ma diversi.
Il miliardo e 800 milioni destinato a progetti atti a contrastare la fame nel mondo vogliono essere utilizzati per un progetto di cooperazione decentrata di un'area del nostro pianeta interessata dal fenomeno della grave denutrizione. Questa è la finalità di quello stanziamento, questo è quello che ha votato il Consiglio regionale. Il Consiglio regionale pu decidere un mese dopo una cosa diversa, è consentito, ma io lo ritengo politicamente non serio.
Questo è ciò che volevo dire sull'argomento, per cui voterò contro l'ordine del giorno dell'Assessore Angeleri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

L'ordine del giorno n. 474 è un documento condivisibile per quanto riguarda l'impegno finanziario a sostegno delle condizioni dei profughi albanesi, però - come diceva il Consigliere Cavaliere, e io concordo - va a sottrarre fondi che avevamo deciso di destinare ad altri provvedimenti.
Chiederei, se i colleghi sono d'accordo, di aggiungere a questo ordine del giorno l'impegno della Giunta regionale a ripristinare nell'assestamento di bilancio l'intera cifra già prevista per gli altri interventi umanitari. Mi sembrerebbe corretto.



ANGELERI Antonello, Assessore regionale

Allora cambiamo il capitolo.



CHIEZZI Giuseppe

No, sullo stesso capitolo ripristinare, in sede di assestamento di bilancio, la somma che domani si deciderà di impegnare a sostegno dei profughi albanesi, in modo da lasciare libera la Giunta di destinare quanto crederà, anche perché l'ordine del giorno non indica una cifra precisa. Se la Giunta decide di destinare 300/400/500 milioni per i profughi albanesi l'ordine del giorno la impegna ad aggiungere su questo capitolo nell'assestamento di bilancio, 300/400/500 milioni o quanto decide di impegnare.
Se i colleghi accettano questo impegno, che mi sembra ripristini quelle condizioni di correttezza verso la cooperazione decentrata che unanimemente avevamo deciso, il Gruppo di Rifondazione Comunista voterà questo ordine del giorno.
Voteremo contro l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Montabone ed altri: non ci sembra adeguato alla situazione.
Manteniamo così com'è il nostro ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gallarini.



GALLARINI Pierluigi, Assessore regionale

Il mio intervento sarà molto sintetico.
Per quanto ci riguarda, come Gruppo voteremo l'ordine del giorno iniziale firmato dai Consiglieri Montabone, Ferrero ed altri, il cui emendamento abbiamo anche sottoscritto; comunque, votiamo sia l'ordine del giorno che l'integrazione.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno a firma dei Consiglieri Benso Angeleri ed altri, che pure abbiamo sottoscritto, lo votiamo. Tuttavia come Gruppo, non ci sentiamo di prendere impegni nell'ipotecare cifre all'interno dell'assestamento. Saranno cose che potranno essere certamente considerate, e sono disponibile a considerarle; oggi come oggi, però, ci sembra prematuro prendere questi impegni e quindi votiamo contro l'ordine del giorno presentato da Rifondazione Comunista.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Griffini.



GRIFFINI Massimo

Solo per non ripetere le motivazioni che ho già espresso l'altra volta comunico a titolo personale che voterò contro tutti gli ordini del giorno.



PRESIDENTE

Non ci sono altre dichiarazioni di voto.
La proposta del Consigliere Chiezzi non è stata accolta da Gallarini in quanto Assessore, oltreché Capogruppo, per cui l'ordine del giorno n. 474 rimane immutato.



CHIEZZI Giuseppe

Con il massimo rispetto, non mi sembra che l'Assessore Gallarini abbia firmato l'ordine del giorno.



PRESIDENTE

E' la seconda firma, Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Mi riferivo ai primi firmatari, ai quali di solito ci si rivolge per avere una risposta.



PRESIDENTE

Però qui c'è stata una risposta come Assessore al bilancio, come Gruppo. Non so: c'è sempre questa funzione anfibia...



CHIEZZI Giuseppe

Però, colleghi, dato che la dichiarazione fatta a nome del Gruppo di Rifondazione Comunista su questo ordine del giorno non mi sembrava strumentale...



PRESIDENTE

Sentiamo cos'ha da dire la Giunta.
La parola al Vicepresidente Majorino.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

La Giunta si allinea in ogni sua parte a quanto detto dal collega Gallarini, nella sua veste non tanto di Capogruppo, quanto di Assessore al bilancio, e condivide l'impostazione e la risposta data.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Ritengo la questione politicamente rilevante e sull'argomento intendo conoscere l'opinione del Presidente della Giunta regionale.



PRESIDENTE

Il Vicepresidente ha già espresso l'opinione della Giunta regionale.
Comunque, Consigliere Cavaliere, siamo in sede di dichiarazione di voto: mi aiuti a far rispettare la procedura. In seguito, le verranno date tutte le risposte che lei merita e desidera.
Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 474, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte vista la drammatica situazione in cui versano i profughi albanesi constatato che molti di essi sono bambini ed anziani quindi bisognosi di particolari cure ed assistenza auspica una particolare attenzione da parte del Governo nazionale in favore dei profughi albanesi chiede al governo regionale di verificare con urgenza la possibilità di utilizzare una parte dei fondi iscritti al capitolo n. 27170, elenco 5 fondi globali, ad iniziative finalizzate all'assistenza ed al miglioramento delle condizioni di vita in cui si trovano attualmente i profughi albanesi".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 17 voti favorevoli, 13 contrari e 8 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).
L'ordine del giorno n. 486 è stato ritirato dal proponente, Consigliere Cavaliere.
Pongo ora in votazione l'ordine del giorno n. 487, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte di fronte alla tragedia avvenuta venerdì 28 marzo nel Canale di Otranto dove sono morte 85 persone di origine albanese tra le quali donne e bambini osservato che tale tragico avvenimento è accaduto a seguito di un'azione di pattugliamento avente lo scopo di dissuadere ed intimidire le imbarcazioni cariche di profughi allo scopo di impedirne la rotta verso l'Italia e costringerle a cambiare rotta verso l'Albania ritenuto che tale tragico fatto disonora il nostro Paese di fronte a tutto il mondo ritenuto che l'azione di pattugliamento è stata realizzata per inseguire campagne xenofobe alimentate da esponenti politici ed amministrativi indegni di una nazione civile, democratica ospitale e solidale come è e rimane l'Italia ritenuto che costituisce un errore storico e politico inseguire sul loro terreno gli xenofobi, le loro prove di disumanità e le loro demagogiche incoerenze (lacrime a Brindisi, pugno di ferro a Torino) ritenuto che viceversa occorre contrastare chiarendo che l'accoglienza nei confronti dei profughi è un dovere di tutta la collettività nazionale impegna la Giunta regionale a dichiarare al Governo italiano la disponibilità della Regione Piemonte ad accogliere i profughi albanesi in modo umano e civile anche predisponendo uno specifico finanziamento e svolgendo un'azione di coordinamento tra gli Enti locali interessati a richiedere al Governo italiano: 1) di favorire il tentativo del Governo albanese presieduto da Fino e dei partiti democratici di coinvolgere i comitati degli insorti nel ristabilimento di un ordine democratico 2) di porre immediatamente fine al blocco navale in modo da evitare altre tragedie".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 3 voti favorevoli, 36 contrari e 1 astensione.
Pongo infine in votazione l'ordine del giorno n. 488, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte visto il DL 20/3/1997 n. 60 che autorizza i Prefetti, in relazione ai flussi migratori di profughi albanesi, ad operare anche in deroga alla normativa vigente al fine di garantire la necessaria attività di soccorso ed assistenza considerato che il succitato decreto attribuisce all'autorità Prefettizia un fortissimo potere discrezionale in grado di superare qualsiasi deliberazione effettuata dagli organi elettivi di Comuni, Province e Regioni valutati gli allarmanti disordini sociali e le gravi tensioni che deriverebbero da scelte non armonizzate, magari in aperto contrasto con la disponibilità e le politiche di assistenza adottate dalle singole Amministrazioni invita il Presidente della Giunta regionale ad intervenire presso il Commissario di Governo per la costituzione di un tavolo di coordinamento Regione Prefetti, al fine di garantire un corretto alloggiamento degli immigrati albanesi in relazione alle reali possibilità di accoglimento delle singole comunità locali auspica infine che il Governo nazionale, dopo aver dato assistenza e cure temporanee ai profughi albanesi, li rimpatri tutelandoli nel loro Paese con le forze internazionali e con gli aiuti economici necessari".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 21 voti favorevoli, 16 contrari e 4 astensioni.


Argomento: Varie

Iscrizione all'o.d.g. ed esame progetto di legge n. 300: "Interventi della Regione a seguito dell'incendio alla Cappella della Sindone, al Duomo di Torino e all'ala ovest del Palazzo Reale dell'11/4/1997"


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. il progetto di legge n. 300: "Interventi della Regione a seguito dell'incendio alla Cappella della Sindone, al Duomo di Torino e all'ala ovest del Palazzo Reale dell'11/4/1997".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.
Passiamo pertanto all'esame di tale progetto di legge.
Relatrice è la Consigliera Cotto, che ha facoltà di intervenire.



COTTO Mariangela, relatrice

Dò per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "L'incendio sviluppatosi nella notte dell'11 aprile u.s. che ha danneggiato la cupola guariniana della Sindone e l'ultimo piano dell'ala ovest di Palazzo Reale ha prodotto danni ingenti che potrebbero essere aggravati se gli edifici non venissero immediatamente fatti oggetto di interventi di somma urgenza di protezione di quanto rimasto.
La Giunta regionale, con deliberazione n. 1-18230 del 13 aprile u.s.
ha autorizzato un primo impegno di £. 1.000.000.000 (un miliardo) per fare fronte a tali interventi.
Successivamente, il Governo, nella seduta del 14 aprile, ha emesso un'ordinanza che istituisce una Commissione per gli interventi urgenti di recupero, presieduta dal Prefetto, nominato Commissario straordinario composta dalla Regione Piemonte, dalla Provincia di Torino, dalla Città di Torino, dalla Sovrintendenza dei Beni Artistici e Storici, dalla Sovrintendenza per i beni architettonici ed ambientali, dal Provveditorato alle Opere Pubbliche del Piemonte, dal Comando Provinciale dei Vigili del fuoco e che prevede uno stanziamento di 12 miliardi.
La Giunta regionale con il presente disegno di legge ha proposto di destinare complessivamente 10 miliardi per i lavori che si renderanno necessari per la ristrutturazione del complesso, raccordandosi con le altre istituzioni dello Stato, degli Enti Locali e dei privati e ha ritenuto opportuno, per la copertura finanziaria, ricorrere ad un'emissione obbligazionaria da realizzarsi sotto la forma dell'offerta pubblica.
Con questo stanziamento regionale e gli altri già approvati da Enti locali, banche, aziende e dalla sottoscrizione dei privati, si raggiunge la somma di circa 35 miliardi, cifra che consente di avviare e procedere nel recupero del complesso monumentale colpito".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

Premetto innanzitutto che la mia è una dichiarazione di voto a titolo personale, quindi non coinvolge il Gruppo, anche se in qualità di Vicecapogruppo di Alleanza Nazionale ho concordato questa posizione in una riunione. Questo per dimostrare che non c'è alcuna volontà da parte del Gruppo di Alleanza Nazionale di ostacolare la deliberazione di Giunta, anzi i componenti di Alleanza Nazionale l'approveranno con voto favorevole.
A titolo personale, però, mi asterrò per porre in evidenza un problema che ritengo di estrema importanza. Abbiamo terminato, con la premiazione appena avvenuta, la parte emotiva dell'avvenimento; dobbiamo ora passare alla fase più razionale, valutando responsabilità, competenze e impegni di tutti.
Nonostante le promesse fatte in sede torinese da alcuni esponenti governativi, il Governo ha stanziato 12 miliardi per il recupero della cappella guariniana, che personalmente ritengo assolutamente insufficienti soprattutto se rapportati allo stanziamento della Regione Piemonte: mi aspettavo, sinceramente, che lo Stato provvedesse in maniera più congrua.
In riferimento all'integrazione promessa sui fondi destinati alla celebrazione del Giubileo, non vorrei che questo finanziamento si ritorcesse nuovamente a danno della Regione Piemonte. Mi spiego meglio: sono state stanziate diverse migliaia di miliardi per opere da realizzare in occasione del Giubileo da parte dello Stato; non vorrei che venisse attuata una transazione di cassa e che i fondi eventualmente destinati per adesso sono solo promesse - al recupero della cappella guariniana venissero stornati dal contributo governativo alla Regione Piemonte per la celebrazione del Giubileo.
Tenevo a fare presenti queste considerazioni, anche perché stiamo ancora aspettando i fondi che il Ministro Veltroni ci aveva promesso per il Castello di Venaria Reale, che a tutt'oggi non abbiamo visto.
Personalmente, mi asterrò dal votare tale progetto di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Il Gruppo di Rifondazione Comunista conferma il proprio voto favorevole, anche se riconferma l'opinione che lo stanziamento diretto con prelievo dalle poste di bilancio della Regione Piemonte sarebbe stato un segnale più concreto di una svolta nella politica della sicurezza. Grazie.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 voti favorevoli 40 astensioni 1 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 voti favorevoli 40 astensioni 1 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 voti favorevoli 40 astensioni 1 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 voti favorevoli 40 astensioni 1 L'art. 4 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 48 votanti 47 hanno risposto SI' 46 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere La legge è approvata.


Argomento: Delega di funzioni regionali agli enti locali - Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame progetto di legge n. 301: "Proroga termini dell'art. 18, comma quarto, L.R. 13/4/1995, n. 59 (Norme per la riduzione, il riutilizzo e lo smaltimento dei rifiuti) e delega ai Comuni per il rilascio delle autorizzazioni all'esercizio delle discariche per inerti"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 301, di cui al punto 7) all'o.d.g.
Il provvedimento in Commissione ha avuto la seguente votazione: favorevoli i Gruppi Forza Italia, Alleanza Nazionale, CDU, PDS, PPI e Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania; non ha partecipato alla votazione il Gruppo di Rifondazione Comunista.
Relatore è il Consigliere Gatti, che ha facoltà di intervenire.



GATTI Agostino, relatore

Dò per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "La presentazione disegno di legge di cui trattasi si rende necessaria per evitare gli effetti della mancata approvazione del Piano regionale per lo smaltimento dei rifiuti entro la fine del mese di aprile 1997, nonch per disciplinare le deleghe in materia di discariche di seconda categoria tipo A, per i rifiuti inerti e per effettuare un primo recepimento del DL n. 22/97.
La legge n. 59/95 all'art. 18 pone il divieto di smaltire in discarica i rifiuti speciali e speciali tossici e nocivi provenienti da altre regioni, divieto derogabile solo a seguito di specifiche intese interregionali, prevedendo per i contratti in essere alla data di entrata in vigore della legge regionale validità fino alla scadenza, comunque non superiore a due anni, termine che scade con la fine di aprile 1997.
Ora, poiché il Piano regionale di smaltimento dei rifiuti, in recepimento del DL n. 22/97, individua tra l'altro la procedura per la deroga a tale divieto e poiché lo stesso Piano non potrà essere approvato entro la fine del mese di aprile 1997, occorre prorogare la data di validità dei contratti per lo smaltimento dei rifiuti provenienti da fuori regione fino all'approvazione del Piano per evitare problemi al sistema dello smaltimento dei rifiuti industriali che si potrebbero venire a creare. Tale proroga si prevede fino al 31/7/1997.
Per quanto concerne la materia delle deleghe di cui sopra, occorre precisare che il DL n. 22/97 all'art. 87, comma secondo, fa salve le 'funzioni delegate o trasferite già conferite dalle Regioni alle Province in attuazione della legge n. 142/90': il riferimento è effettuato solamente per le deleghe conferite alle Province e non per quelle ai Comuni.
La Regione Piemonte, con L.R. n. 59/95 all'art. 29, comma terzo, ha delegato ai Comuni il rilascio dell'autorizzazione all'esercizio ed i relativi provvedimenti di rinnovo per le discariche di seconda categoria tipo A, di potenzialità inferiore a 30.000 metri cubi per i rifiuti inerti.
Tale delega però, con l'entrata in vigore del DL n. 22/97, viene meno e la materia ritorna di competenza della Regione.
Vista la competenza maturata dai Comuni, si ritiene di procedere a delegare nuovamente in capo agli stessi il rilascio dell'autorizzazione all'esercizio delle discariche per inerti di potenzialità inferiore ai 30.000 metri cubi.
Inoltre, l'art. 55, comma primo, del DL n. 22/97 affida ai Comuni l'irrogazione delle sanzioni amministrative relative all'abbandono dei rifiuti, mentre l'art. 38, comma undicesimo, L.R. n. 59/95 affida alle Province anche tale competenza.
Tuttavia, l'art. 57, comma secondo, del DL n. 22/97, facendo salve le deleghe della Regione alle Province, riattribuisce implicitamente tali competenze alle Province stesse.
Alla luce di quanto sopra esposto, si ritiene opportuno uniformarsi a quanto previsto dal legislatore statale in merito alle competenze dei Comuni relative all'irrogazione delle sanzioni amministrative.
Per quanto riguarda l'abbandono dei rifiuti, il DL n. 22/97 con l'art.
14 norma questo particolare aspetto e con l'art. 51, comma primo, lo sanziona, mentre l'art. 38, comma nono, della L.R. n. 59/95 sanziona l'abbandono dei rifiuti di cui all'art. 9 ex DPR n. 915/82. Si ritiene quindi di proporre ai fini del coordinamento e della semplificazione della norma l'abrogazione dell'art. 38, comma nono, della L.R. n. 59/95.
Infine, l'art. 30 della L.R. n. 59/95 impone specifici obblighi a chi effettua il deposito in azienda e il trasporto in conto proprio di rifiuti speciali non assimilabili agli urbani, estendendo la tenuta del formulario di identificazione anche ai rifiuti speciali non assimilabili agli urbani e l'art. 38, comma settimo, della L.R. n. 59/95, per il mancato rispetto di tali obblighi, prevede sanzioni amministrative da 1 a 10 milioni.
Considerato che, con l'emanazione del DL n. 22/97, le stesse attività sono disciplinate dall'art. 6, comma primo, lettera m), dall'art. 28, comma quinto, e dall'art. 15 e sanzionate dagli artt. 51 e 52 del medesimo DL n.
22/97, si ritiene di uniformarsi alla legge nazionale e quindi si propone l'abrogazione dell'art. 30 della L.R. n. 59/95 per evitare duplicazione di documenti ed appesantimento di procedure.
La V Commissione ha esaminato il testo e lo ha licenziato a larga maggioranza e richiede all'aula consiliare una pronta ed unanime approvazione".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Sul progetto di legge in esame in Commissione ci eravamo astenuti poiché manca il Piano dei rifiuti per la Regione Piemonte, oggi voteremo contro.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 35 voti contrari 3 astensioni 1 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 35 voti contrari 3 astensioni 1 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 35 voti contrari 3 astensioni 1 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 35 voti contrari 3 astensioni 1 L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 35 voti contrari 3 astensioni 1 L'art. 5 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 hanno risposto SI' 43 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 1 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 431: "Modifica all'art. 66 (Forma di votazione) del Regolamento consiliare"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora la proposta di deliberazione n. 431, relativa alla nuova foma di votazione mediante dispositivi elettronici.
Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 46 voti favorevoli e 4 astensioni.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Iscrizione all'o.d.g. ed esame ordine del giorno n. 495 relativo alla crisi presso la Morteo Industriale S.p.A. di Pozzolo Formigaro (AL)


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. l'ordine del giorno n. 495 relativo alla crisi presso la Morteo Industriale S.p.A. di Pozzolo Formigaro (AL) presentato dai Consiglieri Foco, Moro, Angeli, Griffini, Cavallera e Gatti.



MONTABONE Renato

Io voto contro l'iscrizione, perché non si fa così.



PRESIDENTE

Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto con 43 voti favorevoli e 1 contrario.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerato il lungo protrarsi della crisi della Morteo Industriale S.p.A. di Pozzolo Formigaro (AL), l'importanza produttiva dell'azienda, il gravissimo danno che dalla chiusura ne deriverebbe per i lavoratori e per l'area del Novese già duramente colpita dai processi di deindustrializzazione visto che la gestione commissariale è stata incapace di rilanciare l'attività industriale dell'azienda e che ogni ritardo della ripresa produttiva ne pregiudica il futuro impegna il Governo alla rapida vendita dell'azienda mantenendone il carattere complessivo e la continuità produttiva alla salvaguardia dell'occupazione alla vigilanza affinché la vendita dei terreni prospicienti l'azienda non si risolva in un'operazione speculativa, ma sia finalizzata alla creazione di nuovi posti di lavoro.
Il presente ordine del giorno verrà inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri, on. Prodi, al Ministro dell'Industria, on. Bersani, e al coordinatore del Comitato per l'occupazione, on. Borghini".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 43 voti favorevoli e 1 contrario.


Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento comunitario

Esame ordine del giorno n. 462 relativo all'Unione Europea democratica e nuovo trattato Costituzione


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 462 presentato dai Consiglieri Bortolin, Angeli, Peano, Suino, Cavaliere, Manica, Foco, Rubatto, Cotto Spagnuolo, Gallarini e Minervini, di cui al punto 8) all'o.d.g.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Considerato che la Conferenza Europea Intergovernativa, il cui compito avrebbe dovuto essere quello di realizzare un'Unione Europea democratica, capace di agire e più vicina ai cittadini, si sta avviando alla conclusione senza avere risolto nessuno dei problemi fondamentali per cui era stata convocata aggravando così ulteriormente la frattura tra opinione pubblica ed istituzioni europee che il metodo intergovernativo, che impone decisioni all'unanimità ed esclude il popolo europeo dal processo costituente, rende impossibile costruire un'Europa democratica e più vicina ai cittadini nella convinzione che il trasferimento delle sovranità monetarie nazionali alla Banca centrale europea, previsto per l'1/1/1999, debba essere accompagnato dall'istituzione di un Governo democratico dell'Unione, con poteri sufficienti per affrontare i maggiori problemi economici, come lotta alla disoccupazione e allo sviluppo dell'economia europea che gli attuali problemi di politica estera dell'Unione - quali l'allargamento, i nuovi rapporti con gli Stati Uniti, con la Russia, i Paesi del Mediterraneo, quelli emergenti e del ruolo che l'Unione vorrà assumere nella riforma dell'ONU - non possano essere affrontati efficacemente senza un governo democratico europeo e senza un sistema europeo di difesa il Consiglio regionale del Piemonte ricorda che nella fase di fondazione della Comunità il Governo italiano, grazie all'iniziativa di De Gasperi, è riuscito a far affidare (il 10/9/1952) dai Ministri degli Esteri dell'Europa dei Sei all'Assemblea allargata della CECA (poi denominatosi Assemblea ad hoc) il mandato di redigere un progetto di costituzione per la Comunità politica europea che il popolo italiano, il 18/6/1989, con una maggioranza dell'88% si è già pronunciato per l'attribuzione di un mandato costituente al Parlamento europeo impegna il Governo a proseguire senza esitazioni l'azione per consentire all'Italia di far parte del nucleo iniziale di Paesi che darà vita alla moneta europea l'1/1/1999 a sostenere presso gli altri governi dell'Unione - nella Conferenza Intergovernativa ed in qualsiasi altra sede in cui sia in discussione il futuro dell'Unione - la necessità di appellarsi alla sovranità popolare per costruire un'Europa democratica, affidando ad un'Assemblea costituente europea il mandato per la redazione di un nuovo Trattato-Costituzione da sottoporre successivamente alle ratifiche nazionali".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 44 Consiglieri presenti.


Argomento: Protezione civile

Iscrizione all'o.d.g. ed esame ordine del giorno n. 496 relativo agli incentivi per iniziative educativo-promozionali in materia di Protezione Civile


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. l'ordine del giorno n. 496, presentato dai Consiglieri Gallarini, Griffini, Rossi, Montabone, Rubatto e Deorsola relativo agli incentivi per iniziative educativo-promozionali in materia di Protezione Civile.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto all'unanimità dei 43 Consiglieri presenti.
Pongo pertanto in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte vista la legge n. 225 del 24/2/1992 'Istituzione del Servizio Nazionale della Protezione Civile', che all'art. 12, punto 2), assegna alle Regioni il compito di predisporre ed attuare i programmi regionali di previsione e prevenzione dei rischi, in armonia con le indicazioni dei programmi nazionali visto che la Direttiva sperimentale per l'attività preparatoria e le procedure di intervento in caso di emergenza per protezione civile, emanata dal Dipartimento della Protezione Civile nel dicembre 1995, dà indicazioni sulle modalità con le quali le Regioni debbono concorrere alla predisposizione ed all'attuazione delle attività di protezione civile vista la L.R. n. 41 del 3/9/1986 'Disciplina degli interventi regionali in materia di protezione civile', che all'art. 5, comma settimo, prevede, da parte della Regione, la realizzazione di attività informative in favore delle popolazioni interessate alle diverse ipotesi di rischio, sui comportamenti da tenere per prevenire gli eventi calamitosi e ridurre gli effetti dannosi e, al comma ottavo, prevede la realizzazione di iniziative educativo-promozionali da concordare con l'Assessorato all'istruzione e con le Autorità scolastiche, per la creazione fra i giovani di una predisposizione favorevole all'azione preventiva e all'intervento nelle calamità considerata l'importanza di sensibilizzare l'opinione pubblica ed in particolare i giovani alle tematiche di protezione civile, affinché il cittadino acquisisca una vera e propria 'cultura della sicurezza' che gli consenta, in situazioni di pericolo, non solo di proteggere se stesso, ma di evitare rischi indotti da inefficienza, decisioni errate, ritardi nelle operazioni di soccorso, carenza nel coordinamento degli interventi valutata l'importanza di coinvolgere nella suddetta attività di sensibilizzazione la scuola, attraverso la collaborazione con i Provveditorati agli Studi, dando vita ad un'approfondita azione culturale sulla prevenzione e sulla sicurezza, nell'ambito del processo educativo volto a preparare i cittadini e gli amministratori del futuro considerato indispensabile il coinvolgimento degli Enti locali (Province e Comuni), in relazione ai loro compiti istituzionali in materia di protezione civile e in relazione al loro rapporto più diretto con la cittadinanza e con le associazioni ed i gruppi di volontariato visto infine che il 5 novembre, anniversario dell'alluvione 1994 in Piemonte, rappresenta una data significativa per la Protezione Civile e per la memoria collettiva impegna la Giunta regionale ad indire la Giornata Regionale della Protezione Civile nel giorno 5 novembre di ogni anno e a definire i conseguenti impegni organizzativi e finanziari per la realizzazione della stessa, con particolare attenzione all'erogazione di eventuali contributi a Province e Comuni per incentivare le attività da svolgere sul proprio territorio".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 36 voti favorevoli e 10 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,45)



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