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Dettaglio seduta n.127 del 13/04/97 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento: Varie

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio e della Presidenza della Giunta in merito all'incendio della Cappella del Guarini, sita nel Duomo di Torino, e dell'ala ovest di Palazzo Reale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Signori, buon giorno e buona domenica.
Credo che la convocazione straordinaria ed eccezionale di questa seduta non meriti interpretazioni e commenti da parte mia. Ritengo però doveroso riassumere i sentimenti dell'intera comunità piemontese, la partecipazione e la solidarietà ai fatti avvenuti proprio nell'aver convocato, grazie anche al consenso dei Capigruppo, questa nostra seduta straordinaria dove ognuno di noi, credo, avrà modo di sottolineare non solamente l'associazione alla comunità che ci rappresenta, ma anche la nostra partecipazione a quei valori religiosi, artistici e culturali che, in fin dei conti, credo costituiscano le nostre più autentiche radici.
Sono sicuro che la Giunta - il Presidente e i colleghi Assessori vorranno in questo momento non solamente esternare la propria partecipazione all'evento, ma soprattutto rendere immediatamente operativi gli eccezionali provvedimenti, dati dall'urgenza e dalla necessità di conservare le opere stesse, prima che diventi assolutamente pregiudicato il loro mantenimento.
Vogliamo anche ringraziare, cari Consiglieri - di cui rilevo qui la quasi totale partecipazione - quanti hanno lavorato e si sono impegnati al limite dell'abnegazione per salvare quanto salvabile, i Vigili del fuoco e soprattutto, se mi permettete, Mario Trematore: coloro che, in sintesi hanno voluto esprimere ancora una volta al più alto livello i valori di questa nostra terra e di questa nostra gente.
Non ci domandiamo perché "è accaduto"; non domandiamoci - perlomeno da parte mia - se sia stata fatalità, dolo, colposità: le polemiche cominciano infatti già a fiorire. Probabilmente queste stesse polemiche oggi ci sviano dal fatto, dalle sue conseguenze, dalla natura autentica dell'accaduto.
Non voglio aggiungere altro, se non ringraziare tutti voi.
Chiedo al Vicepresidente della Giunta regionale, Majorino, di fare la comunicazione attinente all'accaduto a quest'assemblea.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, l'evento dannoso, l'incendio che ha drammaticamente colpito nella notte di venerdì la manica ovest e il torrione di Palazzo Reale, la Cappella guariniana e il Duomo, non hanno certo bisogno di essere da me descritti, perché ormai appartengono al notorio. Alcuni di noi, avendo avuto l'avventura di scendere in piazza hanno assistito al dramma di quella notte; dal giorno dopo, abbiamo avuto tutti la descrizione drammatica del fatto attraverso le televisioni e i telegiornali.
Non è nemmeno il caso di prospettare, di far ridde di ipotesi sulle cause dell'incendio. Come tutti quanti sappiamo è stato aperto un fascicolo della Procura - non contro ignoti - diretto a verificare tramite periti e consulenti tecnici, le cause dell'incendio, sul presupposto di un eventuale incendio colposo. E' quindi il Pubblico Ministero, il Magistrato che sta verificando se siano ravvisabili ipotesi di colpa, negligenza, imperizia od inosservanza di leggi, regolamenti, ordini, discipline e tutta la gamma delle ipotesi che possono configurare un evento dovuto a colpa dell'uomo un evento doloso.
Tale verifica è compito del Magistrato; non mi pare il caso, in questo momento, in cui non abbiamo neppure un pallido indizio, non dico di dolo ma anche solo di colpa, di doverci dilungare su ipotesi delle cause dell'incendio.
I danni. Ci siamo incontrati come Giunta, sia ieri mattina sia ieri pomeriggio, con i tecnici della Sovrintendenza per avere notizie sulla quantificazione dei danni. Non solo ci è stato detto che non si poteva, in poche ore, avere dati più o meno precisi, ma che presumibilmente entro la giornata di lunedì potrà essere fatta una stima per quanto riguarda i danni alle cose mobili - dipinti del 1700/1800 collocati nell'ala superiore della manica ovest di Palazzo Reale, mobili di pregio - ed una quantificazione per sua natura già più complessa, delle strutture immobiliari da rimettere all'onor del mondo.
In questa situazione era comunque necessario soffermare l'attenzione cosa che è stata fatta negli incontri di ieri in Prefettura - sui provvedimenti urgenti da mettere in atto.
Provvedimento urgente ed indilazionabile era ed è - e si sta già provvedendo - la copertura provvisoria della manica ovest e del torrione ovest di Palazzo Reale, la puntellatura di locali di Palazzo Reale scalone, Galleria della Sindone, Galleria delle battaglie, ex biblioteca locali attigui alla Cappella regia e tratto compreso fra la Cappella regia e la Sindone - e tamponamento dei serramenti. Opere estremamente urgenti per le quali - ci è stato detto senza mezzi termini dal Comandante dei Vigili del fuoco - la somma occorrente va quantificata in un miliardo di lire.
Sensibile, com'era doveroso, alla necessità indilazionabile ed urgente di riparare danni che diversamente potrebbero provocarne di ulteriori con conseguenti ulteriori rischi, la Giunta, nella seduta straordinaria di questa mattina, ha predisposto e siglato una deliberazione urgente che stanzia la somma di un miliardo di lire, finalizzata alle riparazioni urgenti che prima ho elencato.
La Giunta, dopo valutazioni fatte su proposta dell'Assessore Leo, ha esaminato a fondo la situazione, compatibilmente con il bilancio, per valutare l'intervento della Regione, per dare il proprio doveroso contributo alla riparazione di questi ingenti danni culturali. La Giunta ha ritenuto, fermo restando il provvedimento di cui dicevo, che è già esecutivo, della somma occorrente per provvedimenti di urgenza, di stanziare la complessiva somma di L. 10 miliardi.
Purtroppo, non è nemmeno possibile - e questo andrà fatto con provvedimento legislativo - scavare nel fondo del barile del nostro bilancio, già approvato. Con il disegno di legge che stiamo predisponendo e che verrà presentato nei prossimi giorni - sicuramente prima della seduta del 22 aprile - si propone questo stanziamento, finalizzato alla ricostruzione, oltre alle ingenti somme che fatalmente dovrà fornirci lo Stato.
Ci risulta che lunedì mattina si svolgerà una riunione straordinaria del Consiglio dei Ministri per l'elaborazione di un'ordinanza - così ha detto ieri sera il Sottosegretario Barberi, proponente l'ordinanza - ad immagine e somiglianza di quella a suo tempo predisposta per la Fenice di Venezia.
Il contributo che abbiamo ritenuto di proporre al Consiglio con disegno di legge verrà strutturato senza indicare un capitolo di bilancio che ahimé, nemmeno l'Assessore Gallarini sa come "inventare", visto che il fondo del barile è già stato raschiato in tante altre occasioni.
L'orientamento è di reperire i 10 miliardi attraverso l'emissione di BOR finalizzati esclusivamente a questo scopo. Sono convinto, vista la reazione e l'emozione mostrata in occasione dell'evento, che i torinesi e i piemontesi - anche se non sono solo loro ad esserne stati colpiti mostreranno solidarietà nel sottoscrivere, fino a concorrenza dei 10 miliardi, BOR finalizzati a questa "ricostruzione".
Come ho detto prima, sarebbero imprudenti previsioni sul costo complessivo; i giornali parlano di 100 miliardi, però il Sovrintendente mi diceva, ancora questa mattina, che siamo un po' lontani dalla cifra realmente necessaria. Noi speriamo nello strumento dei BOR, confidando per nel fatto che il Governo faccia la sua parte; speriamo che nell'ordinanza che verrà emanata lunedì prossimo ci siano gli opportuni e necessari stanziamenti. Per il Castello di Venaria era stato promesso, in via immediata ed urgente, uno stanziamento governativo che non mi risulta ci sia stato; spero che questa volta il Governo faccia la propria parte.
Non ho altro da aggiungere, sicuramente il Presidente Ghigo vorrà non solo completare, ma essere pregnante su questa drammatica questione.



PRESIDENTE

Sottolineo che la presenza dei Consiglieri in aula è molto alta, sono presenti 56 Consiglieri su 60.
La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Vorrei anch'io aggiungere la mia personale costernazione nell'ambito di questo Consiglio a quella emersa dall'intera comunità. Ho avuto modo di recarmi un'ora fa, con l'Assessore Leo e il dottor Vanelli, sul luogo dell'incendio. A fronte delle notizie estremamente negative che abbiamo tutti avuto modo di apprendere in questi giorni, ve n'è una positiva: dopo verifiche della struttura della Cappella guariniana sembra non ci siano rischi di crollo. Elemento che fa ben sperare e ci permetterà di attuare gli interventi del caso.
La seconda considerazione è un ringraziamento alla Giunta, che durante la mia assenza ha assunto atti che vedono il mio totale appoggio, e che ha agito in un momento di particolare eccezionalità con alto senso di partecipazione ed alto senso civico.
Il Ministro Veltroni - che mi ha chiesto di riferire al Presidente Picchioni - ci ha pregato di impegnarci nell'intervento straordinario di un miliardo per la copertura delle strutture. Considerato che nella nostra regione è più di cento giorni che non piove, il grande rischio è che se dovesse arrivare la pioggia in questi giorni la percolazione delle acque danneggerebbe oltremodo le strutture: è assoluta la necessità di preservarle dalle precipitazioni atmosferiche.
Altro aspetto che ritengo meriti una riflessione è la decisione della Regione di stanziare una cifra ampiamente considerevole (10 miliardi) considerate le nostre disponibilità finanziarie, al fine di intraprendere insieme al Comune di Torino che ha stanziato 3 miliardi, ed incentivare un'operazione che veda impegnati nella ricostruzione del simbolo di Torino non solo Enti pubblici. In un certo senso, un gesto propedeutico a sollecitare la coscienza di coloro che, nella nostra regione, sono disponibili a partecipare alla ricostruzione attraverso dei contributi.
Faccio notare che i cittadini stanno già rispondendo alle sollecitazioni: la sottoscrizione che ha aperto La Stampa, attraverso Specchio dei tempi sta dando un grande risultato; non ho dubbi che i cittadini parteciperanno all'acquisto di obbligazioni per coprire il finanziamento di ricostruzione della Cappella della Sindone. Non dimentichiamo che prima che vengano fatti gli appalti, che vengano scelte le ditte, che abbiano inizio i lavori e i pagamenti, probabilmente purtroppo, saremmo già nel 1998. Credo che attraverso la sottoscrizione dei BOR in un certo numero di anni sarà possibile giungere addirittura ad uno stanziamento maggiore rispetto a quello che in prima istanza la Regione ha deciso di mettere a disposizione.
Credo che tutti debbano apprezzare la particolare attenzione dimostrata in questo caso specifico dalla Regione; del resto, relativamente ai beni culturali non ha mai mancato alcun appuntamento: è sempre stata presente ed attenta.
Mi auguro e spero che il Consiglio dei Ministri che si riunirà domani possa intraprendere le dovute iniziative, sostenute da una legge eccezionale o da un decreto legislativo. Le formule verranno decise domani ovviamente, noi faremo la nostra parte, ma naturalmente chiediamo a gran voce che il Governo faccia la propria.
Si tratta di un patrimonio che non è solo della città di Torino, ma di tutta la Nazione.
Di fronte a casi di tale eccezionalità ritengo che il Governo debba intervenire; così come ha fatto per il Teatro La Fenice di Venezia credo debba fare per la Cappella del Guarini e Palazzo Reale.
Parliamo tutti della Cappella del Guarini, sicuramente fiore all'occhiello di Torino, ma i danni strutturali maggiori sono proprio avvenuti nell'ala sinistra di Palazzo Reale, con danni gravissimi alla scala dello Juvarra e allo scalone centrale di Palazzo Reale.
Questo quanto ritenevo di dover dire. Come sapete, non ho vissuto questo evento in prima persona perché ero all'estero, ma sono sempre stato in contatto con i miei colleghi e - torno a ripetere - sono assolutamente convinto che la decisione assunta debba essere valutata in senso positivo e che ci si debba sentire tutti uniti nel tentativo di dare una risposta efficiente, sinergica e, speriamo, anche propedeutica ad un coinvolgimento maggiore da parte di tutti i soggetti della nostra città e della nostra regione. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Ghigo.
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Esprimo la totale condivisione da parte del Gruppo dei Popolari per le scelte compiute dalla Giunta. Lo stanziamento di 1 miliardo mi pare congruo per un intervento immediato, come pure l'ipotesi di ulteriori finanziamenti attraverso il sistema dei BOR. Mi pare un'idea perfettamente condivisibile manifestare solidarietà verso questo grande monumento con un meccanismo di carattere finanziario.
Vorrei però raccomandare al Presidente della Giunta e al Presidente del Consiglio di intervenire nei confronti del Governo affinché l'intervento necessario sia coordinato fra tutti gli Enti.
Credo inoltre opportuna - come è successo per altre occasioni - la nomina di un Commissario con poteri straordinari, in modo da superare i limiti e le difficoltà normali della Pubblica amministrazione, perché se i tempi sono quelli classici gli interventi saranno lunghi e non sarà possibile organizzare i due grandi eventi previsti per i prossimi anni: l'Ostensione della Sindone nel 1998 e in occasione del Giubileo del 2000.
La mia è una semplice raccomandazione in quanto queste due scadenze, per il significato che riveste la Sindone, debbono interessare non soltanto i credenti, ma anche i non credenti.
In questo senso, mi pare che gli interventi programmati dalla Regione si pongono nel solco della tradizione che la Regione ha sempre assunto nei confronti del Duomo e nei confronti della Sindone. Mi ricordava infatti il collega Peano che la teca che custodisce il Sacro Lenzuolo era stata finanziata da parte dell'allora Assessore competente, Nerviani. Pertanto non essendovi nulla di nuovo, il nostro impegno è estremamente doveroso nei confronti di tutta la comunità piemontese.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Saitta, anche per l'essenzialità del suo intervento.
La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Grazie, Presidente. La ringrazio per la convocazione straordinaria del Consiglio regionale, che ritengo estremamente opportuna non tanto come passerella di interventi, oppure perché al Consiglio regionale venga data una visibilità nella fattispecie sicuramente superflua, ma perché il Consiglio regionale ha l'occasione di decidere su atti operativi immediati dei quali è stata promotrice la Giunta in questi giorni, che dovranno essere in grado di salvare il salvabile e soprattutto tesi a non pregiudicare ulteriormente ciò che purtroppo è forse già del tutto pregiudicato.
Credo che il provvedimento della Giunta debba anche essere la sintesi della partecipazione della comunità piemontese, associata ad un dramma che ha colpito la città, la regione e lo Stato intero, indipendentemente dalla fede religiosa e dalle appartenenze confessionali.
In questi frangenti molto spesso ci si domanda quali sono le responsabilità, cui il Vicepresidente Majorino ha fatto cenno. Ci si domanda se ci sono delle responsabilità, se non è stata una beffa del destino, se vi è colposità, se vi è dolo. Certamente oggi non è il caso di esprimere giudizi prematuri e forse un po' avventurosi, però ci sono delle continuità cronologiche rispetto ad altri casi avvenuti in Italia (la Fenice di Venezia e del Petruzzelli di Bari) ed anche ambientali rispetto alla Cappella della Sindone e al Palazzo Reale, dove si stava svolgendo o si era appena svolta la cena con il Segretario Generale dell'ONU. Per oltreché ricercare le responsabilità di oggi è indispensabile individuare responsabilità remote o addirittura remotissime. Infatti, credo che la conservazione e la tutela dei nostri beni culturali dovrebbe essere condotta in modo completamente diverso. Non è possibile pensare che nonostante i mille lacci e lacciuoli e norme di sicurezza, nella nostra regione e in Italia non sia assicurata la prevenzione contro gli incendi su beni che dovrebbero essere tutelati dallo Stato.
Non voglio indulgere sulle polemiche riportate oggi dai giornali, ma vorrei sottolineare il carattere intellettuale o addirittura intellettualistico di alcuni interventi. Su La Stampa di oggi vi è un cronista che si domanda: sarebbe stato meglio che fosse bruciata la Sindone oppure la Cappella? Ebbene, io voglio ricordare alcune risposte riportate dai giornali. Marcello Veneziani ha così risposto all'intelligentissima domanda del cronista: "Era preferibile salvare entrambe, potendolo, ma io oggi preferisco che sia stata salvata la Sindone perché, di fronte alla speranza del mondo che si va voto, anche l'arte deve cedere". Pietro Citati su Repubblica risponde: "La morte di un'opera d'arte è molto più dolorosa della morte dell'uomo. Quando scompare un uomo si abbandona un'esperienza psicologica e storica, per quanto complicata e ricca essa possa esistere.
In qualche modo essa è sostituibile; altri esseri umani potranno prendere il posto, ereditarne la forza e la debolezza, ma chi darà mai un equivalente degli archi, dei pennacchi, dei tamburi e delle nicchie della Cappella del Guarini?". Ovviamente questo è un intervento portato all'eccesso, inserito in un contesto di carattere più generale, ma ha il suo fermo significato.
Credo di dover chiudere questo mio breve intervento esprimendo Presidente, il nostro ringraziamento ai Vigili del fuoco, alle Forze dell'ordine e a tutti quanti si sono prodigati con assoluta abnegazione e si trovano oggi accomunati nel ringraziamento che noi tutti dobbiamo a Mario Trematore - come ha già accennato poc'anzi il Presidente del Consiglio - il cui gesto ha dato esemplarmente prova della massima generosità ed abnegazione di tutti coloro che si sono impegnati nel momento di prima emergenza.
Ringrazio inoltre quanti hanno voluto e vorranno concorrere con il supporto finanziario alla ricostruzione del monumento, al di là di alcuni esempi che sono già avvenuti, riportati dalla stampa e che, se dovessero essere presi come tali, potrebbero essere anche negativi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Grazie, signor Presidente. Concordo a metà su quanto affermato poco fa dal Presidente e dal Vicepresidente della Giunta regionale, ed anche sulle decisioni assunte, sulla spinta dell'emozione, dalla Giunta regionale. Mi spiego meglio.
Anch'io, come tutti noi e come cattolico, sono rimasto particolarmente turbato ed impressionato dal disastro. Sono stato sul luogo con il Vicepresidente Majorino, ma poi, essendomi accorto che dietro ai due candidati Sindaco vi era uno stuolo di candidati al Consiglio comunale, ho preferito andarmene per evitare che la tragedia, come spesso accade in Italia, si trasformasse in una farsa. Ho trepidato e sofferto, come tutti i torinesi, al solo pensiero che la Sindone potesse andare distrutta per sempre.
Non c'è bisogno di ripetere la citazione sublime di Veneziani - già fatta poc'anzi dal collega Montabone - mentre qualcun altro, che si chiama Vittorio Sgarbi, deputato di questa Repubblica, con la solita volgarità, la solita volontà presidenzialistica, che non si ferma davanti a nulla, ha detto che "tanto quel clamoroso falso storico avrebbe potuto bruciare tranquillamente", in quanto a lui non importa niente e avrebbe preferito salvare la Cappella. Se i 35 milioni a gettone che chiede per le sue presenze televisive o in altri luoghi li versasse per un mese a Specchio dei tempi, magari potrebbe contribuire direttamente a fare qualcosa di più produttivo anziché rilasciare interviste idiote ai giornali.
Detto questo, e detto quindi che sono assolutamente d'accordo al miliardo che viene stanziato per provvedimenti urgenti ed improcrastinabili e se c'è da versare di più versiamone di più, perché questo è il nostro dovere responsabile - sono molto perplesso, Presidente Ghigo sull'opportunità di stanziare, come Regione Piemonte, 10 miliardi per non si sa bene cosa, perché non sono stati quantificati i danni, né si sa esattamente cosa ci sarà da fare e da recuperare; sappiamo solo cosa non sarà mai più recuperato.
Ora, senza andare ad individuare né a cercare la causa del disastro, di cui non mi interessa niente perché assolutamente indipendente dal discorso che voglio fare, sono perplesso sul fatto che la Giunta regionale debba stanziare, anzi, debba finalizzare l'emissione di BOR - ma ne discuteremo quando sarà presentato il disegno di legge - alla ricostruzione, al restauro o a quello che sarà. E mi rende ancora più perplesso, signor Presidente, l'intervista rilasciata a La Stampa dal dottor Guariniello.
Tuttavia voglio citare ancora La Stampa - e faccio polemica, perché qui non siamo venuti a piangere, ma ci siamo riuniti per prendere atto di una situazione, per prendere dei provvedimenti urgenti, per valutare i provvedimenti successivi che ci toccherà assumere - dove leggo che il Vicepresidente del Consiglio Veltroni, che ringrazio di essere stato subito presente insieme con gran parte della Giunta regionale sul luogo del disastro, afferma: "Ricostruiremo". Poi sento l'intervista che ha rilasciato dove dice: "Ricostruiremo, convocheremo un Consiglio dei Ministri straordinario" - gliene do atto, ci auguriamo che stanzino tantissimi soldi - per poi aggiungere: "Abbiamo già attivato gli Enti locali, Comuni, Provincia, Regione, che cominceranno a pagare". Questo è il punto, signor Presidente. Si tratta di un bene demaniale, cioè dello Stato italiano, ancorché patrimonio dell'umanità, come è stato definito sia dall'Assessore Leo che dal Segretario Generale delle Nazioni Unite: questo lo condividiamo tutti. Tutto il patrimonio storico ed artistico nazionale è patrimonio dell'umanità, come lo sono - vado volgarizzando - la Torre Eiffel e il Partenone. Ma è un bene demaniale, dal quale è ormai quasi certo, perché sto parlando del Palazzo Reale e non della Cappella del Guarini, che si sono sviluppate le fiamme; il tutto perché un Sovrintendente, che il giorno dopo è attonito, ha concesso la Sala degli Svizzeri di Palazzo Reale, appena restaurato, per una cena, facendo montare tranquillamente delle cucine vicino all'opera barocca probabilmente più importante d'Italia, proprio nel cunicolo di congiunzione tra la Sala e la Cappella.
Il Sovrintendente non deve essere attonito: a mio modesto avviso deve essere cacciato, perché del fatto che lui il giorno dopo sia attonito e disperato non ce ne importa niente, Presidente. Questo irrecuperabile patrimonio nazionale non è adatto per farci un ristorante.
Qualcuno ha ricordato la presentazione della FIAT Punto, che si è svolta nei Giardini Reali, dove forse avrebbe potuto prendere fuoco un albero secolare e magari ci saremmo un po' indignati, ma non credo che queste opere possano essere utilizzate per farci delle cene. Quindi sottolineo le responsabilità del Sovrintendente.
Del Ministro Veltroni, Presidente - mi consenta di dirlo con molto garbo - non mi fido, perché in un anno è già venuto due volte a Torino a promettere 100 miliardi per Venaria...



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Sessanta miliardi.



GHIGLIA Agostino

La prima volta erano 100, poi sono calati.
Non so se l'Assessore Leo ha già ricevuto su conto corrente 60 miliardi per il Castello di Venaria. Ci sono già state due presenze, a Torino, in cui si sono fatte un sacco di promesse, ma poi "non si caccia fuori una lira". Questo lo dico perché il bene è demaniale; prima di assumere impegni su un magrissimo bilancio regionale - e ricordo che i BOR dovevano essere emessi per recuperare il patrimonio storico-artistico-culturale della regione, ma non necessariamente per pagare i danni ad un bene demaniale mi sarebbe sembrato molto più opportuno attendere le decisioni del Governo che sicuramente, visto che il Vicepresidente Veltroni promette "Ricostruiremo", coprirà gran parte della somma necessaria e consentirà a noi, con i BOR, di farci qualcos'altro.
Diventa troppo facile dire "Ricostruiremo", se intanto stanzia 10 miliardi la Regione Piemonte, se i cittadini sottoscrivono, se intervengono i privati, ecc., mentre qualcuno - come dire? - fa anche un pochino di passerella.
Le promesse, in questo caso, si fanno quando si hanno soldi in mano diversamente, se devo rifarmi ad un Magistrato della Repubblica, devo leggere che la colpa è tutta dello Stato. A me non interessa questo; a me Presidente, interessa sapere chi paga. Se lo Stato italiano decide che non può pagare, è giusto che la Regione integralmente si assuma l'onere della ricostruzione. Però potrà andare a dire ai cittadini torinesi e piemontesi "Aumentiamo di 100 lire il prezzo della benzina - per esempio - o emettiamo 80 miliardi di BOR perché vogliamo, come Regione, preservare e rendere fruibile un patrimonio dell'umanità". Lo facciamo noi. Questa decisione, mi sembra, signor Presidente, debba essere subordinata a quanto decide lo Stato che, anche attraverso la decisione improvvida del Sovrintendente ai Beni culturali, ha comunque delle responsabilità. E quindi, ribadisco: sono d'accordo allo stanziamento dell'urgenza, ma sono molto, molto, molto perplesso sul fatto che dobbiamo indebitarci ed emettere delle obbligazioni per recuperare qualcosa su un bene demaniale. Ci dicano di chi è e cosa ci si deve fare. Dopodiché, ovviamente, estendo il mio ringraziamento a tutti coloro i quali - e non sono d'accordo che non ci sia stato coordinamento tra le Forze dell'ordine e i Vigili del fuoco - si sono prodigati al massimo e con tutti i mezzi a loro disposizione per fare in modo di limitare i danni. Non dimentichiamo però che quest'anno il Governo, che fino ad ora ha promesso e solo promesso, ha tagliato del 30% gli stanziamenti per la cultura.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Credo che questa sia davvero la sede più giusta, e l'unica, nella quale sia indispensabile non dare vita, almeno secondo la nostra opinione, a strumentalizzazioni di alcun tipo.
Personalmente, non sono andata alla Sindone, non sono andata in Piazza Castello e nemmeno alle sedi dei giornali; mi sento rappresentata, in quella sede, dalla presenza del Presidente del Consiglio regionale, che mi risulta essere stato sul luogo, e più recentemente dalla presenza del Presidente della Giunta.
Voglio dire subito che il nostro Gruppo, invece, è d'accordo con i primi interventi che la Regione Piemonte ha avviato. Riteniamo di dover parlare di primi interventi, perché i danni straordinariamente ingenti causati da questa maledizione che persegue Torino, determinati dal fuoco prima e dall'acqua poi, che dovranno essere misurati, evidentemente richiedono una straordinarietà di presenza, rispetto alla quale possiamo soltanto cominciare ad annunciare alcuni interventi di carattere economico.
E questo perché il patrimonio che ha subìto danni gravissimi, la Cappella del Guarini, Palazzo Reale, il complesso del Duomo, rappresenta valori culturali, architettonici e storici che a nostro avviso sono del mondo e prescindono dalle strette competenze comunali e regionali. Ci anche se poi è evidente che si deve operare all'interno delle competenze regionali e comunali.
Ritengo, signor Presidente della Giunta in particolare e Presidente del Consiglio, che rispetto ad una tragedia culturale di questo tipo - perch di tragedia si tratta: il patrimonio storico-culturale-artistico quando è distrutto per sua natura, a questi livelli, è assolutamente irripetibile si debbano operare primi stanziamenti, ma anche che si debba esercitare Presidente, tutta la capacità di governo politico ed operativo di queste situazioni, che fanno sì che il raccordo debba essere, indubbiamente, con il Comune, ma anche con il Governo nazionale.
E' già stato detto: ci sono state presenze che noi riteniamo non abbiano assolutamente avuto le caratteristiche della strumentalizzazione ma siano state adeguate alla tragedia che ha colpito il patrimonio culturale della nostra città. Il Vicepresidente Majorino ci ha informati che è stato aperto un fascicolo; le responsabilità saranno sicuramente tutte accertate, senza coperture - non dipende da noi. Se ci sono delle responsabilità queste devono essere accertate: noi le seguiremo, attraverso il Consiglio regionale, attraverso la Giunta regionale. Io credo che ci debba essere un raccordo forte della Regione Piemonte con il Governo nazionale; si è parlato di Commissari straordinari: personalmente non so se la soluzione possa essere questa, ma è evidente che, rispetto al danno straordinario che questo bene irripetibile ha subìto, noi dobbiamo esercitare tutta la nostra capacità di governo di questi fenomeni.
E' altrettanto chiaro che il nostro Gruppo non condivide affatto le dichiarazioni che da più parti sono intervenute - e non soltanto da parte di un parlamentare. Questa mattina, prestissimo, per avere le informazioni necessarie, ho seguito, come tutti, i vari telegiornali e ho avuto modo non le voglio riportare qui - di ascoltare dichiarazioni da parte di esponenti di più parti politiche, che ritenevano, rispetto alla Sindone che non si trattava di gran problema. Noi crediamo, invece, che questo sia un patrimonio simbolico, al di là del credo religioso - che è delle persone.
Ringrazio profondamente le Forze dell'ordine e quel Vigile del fuoco che ha svolto una missione che ritengo passerà alla storia, e che credo Presidente, che dovremo premiare in quest'aula, come gesto di straordinario coraggio, dalla grande simbologia, che non dobbiamo sottovalutare.
Credo debba essere compiuto tutto lo sforzo possibile per recuperare questo patrimonio storico e culturale, per procedere, nei tempi già previsti, all'Ostensione della Sindone; anche questa è un'iniziativa che non è soltanto riferibile ad una cultura religiosa o ad un fatto religioso di alcuni, ma riguarda tutta la nostra Nazione.
Credo, Presidente del Consiglio e Presidente della Giunta, che proprio voi dovrete farvi tramite del nostro Consiglio regionale nel chiedere alle forze economiche e culturali del nostro Paese di concorrere a questo progetto di salvaguardia.
E' evidente che ci possono essere delle responsabilità, è evidente che tutto ciò che attiene alla sicurezza del nostro patrimonio storico deve essere rivisto; dovrà essere stilato anche un programma di emergenza.
Si deve, Presidente, innanzitutto fare un appello alle forze economiche. Non voglio essere assolutamente polemica; ricordo, in passato di avere sentito un'intervista di Gianni Agnelli al quale si chiedeva il motivo del contributo, come FIAT, di un certo numero di miliardi per Palazzo Grassi. L'avvocato Agnelli rispose - cosa sulla quale ero perfettamente d'accordo - che avevano investito su Palazzo Grassi, perch Venezia è del mondo. Anche la Cappella del Guarini è del mondo, anche il complesso del Duomo, la Sindone, Palazzo Reale, parlano non soltanto al cuore del mondo religioso, ma anche al mondo della cultura. I 250 milioni stanziati dalla FIAT devono essere letti come un primo investimento.
Ripeto: si faccia un appello affinché questo patrimonio, che è del mondo, venga salvaguardato.



PRESIDENTE

Ringrazio la Consigliera Spagnuolo anche per l'invito all'Ufficio di Presidenza e al Consiglio di riconoscere in qualche modo il valore del significato dell'atto del Vigile Mario Trematore.
Ricordo a tutto il Consiglio che questa sera alle ore 18,15, presso la Chiesa della Consolata, sarà presente una delegazione ufficiale della Regione Piemonte e del Comune di Torino con i rispettivi residenti delle Giunte e del Consiglio e relativi Gonfaloni. Tutti coloro che volessero partecipare alla cerimonia religiosa sono pregati di comunicarlo alla Presidenza.
La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Luciano

Credo abbia fatto bene il Presidente Picchioni a convocare, in seduta straordinaria, questo Consiglio regionale, perché ci sono momenti nei quali credo che gli atti istituzionali abbiano un profondo significato di collegamento con il sentire comune della gente, oltreché delle altre istituzioni. La convocazione di questo Consiglio straordinario è anche importante perché già oggi siamo in grado di essere informati di alcune scelte che la Giunta intende compiere e quindi di dare, fin d'ora l'appoggio del Consiglio alle scelte che la Giunta intenderà compiere. Ma su questo argomento ritornerò successivamente.
Sono così convinto dell'importanza degli atti politici ed amministrativi, quale quello appunto della convocazione del Consiglio straordinario, che ero favorevole a non intavolare un dibattito sull'evento. Credo sarebbe stato anche questo un gesto di compattezza del Consiglio rispetto ai tragici eventi intervenuti; altri Consiglieri erano di altro avviso, per cui si è deciso di fare dibattito.
La sede del Consiglio - ho già avuto modo di dirlo anche quando le cose ci riguardavano più da vicino, perché coinvolgevano Consiglieri o Assessori non è né un'aula di Tribunale né una sezione staccata della Questura di Torino né una sezione della Magistratura: noi non facciamo indagini. Come ricordava giustamente il Vicepresidente della Giunta, Majorino, sarà compito della Magistratura verificare i fatti e le eventuali responsabilità.
La perdita di un patrimonio storico e culturale riguarda tutti, a prescindere dalle idee religiose, politiche e culturali. Io non sono cattolico, ma non avrei sicuramente gioito se fosse bruciata la Sindone anzi, ne sarei stato profondamente ferito.
Fatti come questi non possono essere volgarizzati a polemica elettorale; gli sciacallaggi elettorali non servono in queste situazioni ed hanno effetto - spero - controproducente, contro gli stessi avvoltoi che si scatenano con l'idea, magari, di individuare - essendo abituati a fare i giudici, sempre - responsabilità altrui.
Credo che di fronte a casi come questi sia importante che le istituzioni trovino un loro momento di solidarietà istituzionale, di coordinamento amministrativo ed operativo fra tutte le istituzioni. Quando succedono fatti come questo, come è avvenuto, purtroppo tragicamente il 5 novembre 1994 con l'alluvione, noi che allora eravamo Giunta di centro sinistra alla guida della Regione Piemonte non abbiamo avuto alcun dubbio: occorreva immediatamente coordinarci con il Governo di centro-destra di Berlusconi e con tutte le altre istituzioni colpite dai tragici eventi.
Le responsabilità, com'è noto, sono state accertate, ci sono Prefetti e Sindaci coinvolti. Non ci siamo chiesti se occorreva intervenire o meno, se era opportuno chiedere solidarietà ai piemontesi o meno solo perché c'erano responsabilità di una parte che consideriamo avversaria politica. Guai a noi se accettassimo questo: sarebbe davvero barbaro. Credo, invece, che si debbano ringraziare i Vigili del fuoco, le Forze dell'ordine e tutti coloro che si sono immediatamente impegnati. Voglio ringraziare anche i torinesi e la gente che la sera, colpita dalla tragedia, è scesa in piazza e ha immediatamente partecipato. Ci sono momenti nei quali la partecipazione e la presenza della gente in piazza ha un significato profondo: aiuta chi deve operare, aiuta a prendere delle decisioni e ad assumere scelte affinché le cose non si aggravino.
In questo senso, sono pienamente d'accordo con le proposte del Vicepresidente Majorino e del Presidente Ghigo, del quale apprezzo la sensibilità istituzionale dimostrata con le decisioni proposte.
Non c'è bisogno - ripeto - di dividerci, oggi, tra istituzioni; occorre un grande sforzo istituzionale. I 10 miliardi proposti (1 miliardo subito e gli altri 9 successivamente con i BOR e con la sottoscrizione) rappresentano un grande sforzo per una Regione come la nostra, ma temo che saranno una goccia rispetto al costo dell'intera operazione. Quindi, c'è spazio per tutti, purtroppo: c'è spazio per tutti coloro che vogliono partecipare alla ricostruzione. Certamente dovremo tallonare il Governo affinché mantenga fede agli impegni, sollecitandolo politicamente ed istituzionalmente ad intervenire, non di fare battaglie politiche a priori come ho sentito affermare poc'anzi.
Non credo che questo Consiglio possa ascoltare i consigli - scusate il bisticcio di parole - di chi vuole metterci fuori dalla logica istituzionale: noi siamo un'istituzione e vogliamo concorrere pienamente con le altre istituzioni a ciò che i torinesi e i piemontesi si aspettano intervenendo presto, bene ed in modo adeguato.
Come è stato ricordato anche dal Consigliere Saitta, occorrerà - e chiedo al Presidente Ghigo di farsene portavoce - un coordinamento operativo molto preciso, che sia in grado di cogliere l'eccezionalità della situazione. Abbiamo bisogno di tempi straordinari, non solo di interventi finanziari straordinari, affinché gli avvenimenti programmati (l'Ostensione della Sindone nel 1998 e il Giubileo nel 2000) possano avere luogo - lo dico non come cattolico, ma perché credo che questi eventi siano fatti importanti per tutta la popolazione, per la Città, per la Regione e per tutto il Paese.
In questo senso, sarebbe importante che - e di questo prego il Presidente del Consiglio Picchioni di farsene carico organizzativo - i Consiglieri regionali aderissero ad una sottoscrizione, perché credo che da questo Consiglio debba provenire una richiesta anche alle forze economiche di questa città affinché ci sia un impegno più preciso e più visibile da parte di tutti e in modo che davvero la solidarietà sia un fatto comune che mette insieme la gente, le istituzioni e le forze economiche che sono in grado di intervenire. Grazie.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Marengo, anche per la sua proposta che esamineremo e cercheremo di mettere in pratica.
La parola all'Assessore Gallarini, che interviene in qualità di Consigliere.



GALLARINI Pierluigi

Anch'io ringrazio il Presidente del Consiglio per avere colto con estrema tempestività l'opportunità di convocare il Consiglio regionale d'altra parte le presenze in aula (56 su 60) dimostrano quanto questa sensibilità è stata recepita ed offerta in contropartita.
Per quanto concerne l'evento, concordo con la relazione del Vicepresidente Majorino. Penso che non sia questa né la sede né il momento per trarre delle conclusioni o per ricercare delle responsabilità per partito preso e per preconcetti scolpiti: ognuno faccia il suo lavoro, la Magistratura avrà modo di fare gli opportuni accertamenti.
Vorrei invece fare alcune considerazioni relativamente a quanto annunciato dal Presidente e dal Vicepresidente della Giunta in merito all'ipotesi di finanziare, oltre al miliardo di emergenza, altri 9 miliardi, o quanto sarà. Qualcuno ha detto addirittura che potrebbe trattarsi dell'inizio di un finanziamento che potrebbe anche essere integrato successivamente, salvo verificare la possibilità e la percorribilità dello strumento delle obbligazioni e dei BOR (giustamente qualcuno mi faceva rilevare che è vero che abbiamo già percorso questa strada, ma finora su immobili di proprietà della Regione o sul Museo delle Scienze Naturali, che non è di proprietà regionale, ma in comodato per un certo numero di anni, come è stato legalmente possibile).
Ritengo che questa sia una strada, dal punto di vista squisitamente politico, non meramente notarile sulle strette competenze del Demanio o della Regione o della Provincia o del Comune, in direzione di un percorso accidentatissimo lungo il quale le Regioni - e la nostra per quanto ci riguarda - sono impegnate in un esame di maturità, a seguito del quale riceveranno autorevolezza, autonomia e maturità istituzionale.
Penso che atteggiamenti di questo tipo potranno contribuire al riconoscimento di questa maturità istituzionale, al riconoscimento di un'autonomia che le Regioni rivendicano in teoria, ma molte volte si dimostrano in pratica incapaci di conquistarsela e non all'altezza di chi invece deve essere in grado di conquistarla.
Quindi penso proprio che dal punto di vista politico questa sia non solo una strada istituzionale, ma di conquista politica, indipendentemente dai colori del contingente per quanto riguarda il piano nazionale, il piano regionale e il piano degli Enti locali e quindi non solo e non tanto perch occorra appoggiare una decisione presa - almeno per quanto ci riguarda come Gruppo. La convinzione è che questa strada vada esplorata, perch politicamente crediamo nel percorso che ci offre e ci propone. Penso inoltre che questa strada sia un tassello che - qui concordo con il collega Ghiglia - debba essere inserito nella cornice che l'ordinanza del Consiglio dei Ministri assumerà domani, come preannunciato dal Vicepresidente Veltroni. Fatte queste verifiche, inserendo questo tassello in modo sintonizzato rispetto alla cornice del Governo nazionale, ritengo proprio che si tratti anche di una rivendicazione di ruoli e di competenze.
Tutti ricordiamo come qualche anno fa venne in campo l'ipotesi di un passaggio dei beni culturali in capo alle Regioni. Questo passaggio non è ancora avvenuto, tuttora osteggiato da un bieco centralismo. Quindi dimostrare l'autonomia e l'iniziativa della Regione in questo campo - e penso che la sottoscrizione aperta da Specchio dei tempi e il riscontro che ha avuto nel giro di poche ore dimostri come sia grandissima la sensibilità nei confronti di questi beni che sono mondiali, come è stato detto da qualcuno, ma che i piemontesi e i torinesi in particolare sentono propri prima ancora di considerarli di dominio pubblico - penso sia uno stimolo istituzionale, non politico, nei confronti del riconoscimento di queste competenze, per quanto riguarda gestione e quant'altro, ad Enti decentrati quali le Regioni, ovvero soggetti che, avendo un bacino geografico e socio economico ben identificato, sono in grado di sintonizzarsi su lunghezze d'onda di sensibilità e di peculiarità di gran lunga superiori a quelle che necessariamente, attraverso azioni centraliste e compromissorie non possono rispondere alla Fenice oggi, al Petruzzelli ieri, e alla Sindone domani.
Un'ultima considerazione sulla Sindone, che ritengo un bene assoluto globale - e mi unisco ai ringraziamenti a tutti coloro che hanno concorso al "salvataggio" - non definibile come bene laico o religioso personalmente sono credente, c'è chi non lo è, ma mi sento di condividere quanto ha detto la Consigliera Carla Spagnuolo, ovvero che all'interno di questa globalità vi sono le sensibilità di ognuno, le credenze di ognuno.
Penso che tutto ciò che aiuta a credere, per chi crede, valga la pena mantenere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Credo che molto opportunamente sia stata convocata questa riunione del Consiglio regionale: grande è l'emozione e la tristezza per il tragico evento.
Intanto, come richiamato da altri colleghi, esprimo un doveroso ringraziamento per gli atti che molte persone e molti componenti dei Vigili del fuoco e delle Forze dell'ordine hanno compiuto in questa occasione.
Ma anche questo dar atto di atti di eroismo non può non far considerare che probabilmente ci sono state delle responsabilità; dico "probabilmente" poiché non voglio intervenire in senso polemico, essendo presto, ed inopportuno in questa sede, svolgere interventi polemici. Sono in corso delle indagini, non solo della Magistratura: occorre lasciare che la Magistratura svolga il proprio lavoro, senza interferire con posizioni più o meno estreme.
Personalmente, ma credo di poter parlare a nome di tutto Gruppo esprimo un giudizio di grande inopportunità relativamente ad alcune valutazioni che ho letto, sempreché i quotidiani riportino esattamente il pensiero degli intervistati, dell'onorevole Sgarbi - ma in questo caso penso si tratti solo del "signor" - che personalmente reputo disgustose. Il non avere l'umiltà di tenere conto delle opinioni degli altri, del credo di altre persone, penso sia da respingere fermamente; personalmente ho trovato quelle valutazioni assolutamente disgustose.
C'è poi profonda amarezza per il verificarsi del fatto tragico, per la perdita, credo irreparabile, di un'opera che appartiene alla città di Torino, ma annoverabile fra le opere che possono essere qualificate come patrimonio del mondo; occorrerà che la Magistratura faccia chiarezza sull'uso improprio o meno di questo bene; sulla possibilità di carenze organizzative, di fatti dolosi. Credo che la vicinanza della riunione di oggi all'accadimento del fatto non permetta di tirare conclusioni definitive, sicure.
Anche noi pensiamo sia meglio essere attenti prima, che attoniti poi. E personalmente non riesco a cancellare l'impressione di un uso improprio di Palazzo Reale, che può aver causato questi fatti.
Sull'intervento dell'Amministrazione regionale reputo assolutamente condivisibile l'intervento caratterizzato dall'urgenza e dall'immediatezza per evitare di aumentare i gravi danni già causati.
Una sola osservazione. Ho chiesto all'Assessore al bilancio - nulla da dire, ripeto, sull'impegno di un miliardo di lire, anzi, dobbiamo apprezzare la tempestività dell'intervento - da quale capitolo verranno attinte le risorse. Scelta che mi provoca qualche perplessità, anche se voteremo a favore della deliberazione. La Giunta dovrebbe impegnarsi in un futuro assestamento di bilancio a non utilizzare il capitolo dal quale viene assunto il miliardo, che ha una destinazione ben precisa e che in qualche modo potrebbe mettere in forse interventi su beni culturali ancorché destinati al culto.
Dunque, intervento urgente deve essere avviato e attuato con immediatezza; relativamente al disegno di legge che è stato annunciato credo debba essere apprezzato il fatto che la Regione, insieme ad altri Enti, ancorché il bene non sia di proprietà regionale, ma per permettere lo svolgimento di celebrazioni già annunciate per i prossimi anni l'Ostensione - se ne sia fatta carico.
In ogni caso, a fronte di un evento eccezionale occorre trovare un finanziamento straordinario da non attingere da capitoli di bilancio. A mio avviso, dovrebbe essere esplorata la strada dei BOR, in coordinamento con altri Enti, in primo luogo il proprietario, lo Stato.
Quindi, relativamente al disegno di legge c'è apprezzamento per l'iniziativa in sé, ma anche qualche riserva in attesa della verifica dell'articolazione della stessa. Questo perché 10 miliardi possono essere tanti o pochi - personalmente ritengo siano pochi. Quindi, prima di impegnarsi oggi in un'iniziativa senza avere una quantificazione precisa dei danni - per quanto mi riguarda ho notizie solo dai giornali, non ho notizie dirette - che in un primo momento pareva dell'ordine di qualche miliardo e che oggi pare invece di qualche centinaia di miliardi, penso occorra una seria verifica. Pur restando, ripeto, l'apprezzamento per l'iniziativa e per il coordinamento invocato tra le varie istituzioni.
Credo che ulteriori approfondimenti, in particolare se dovessero emergere nelle prossime settimane responsabilità da parte di alcune persone e autorità, dovrebbero opportunamente essere fatti in sede di discussione del disegno di legge proposto o in una seduta da convocarsi con questo puntuale argomento all'o.d.g.
Con queste osservazioni, annuncio il voto favorevole del Gruppo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Il Gruppo di Rifondazione Comunista ha immediatamente condiviso la proposta, in un certo senso attesa, del Presidente del Consiglio Picchioni di convocare questa seduta straordinaria del Consiglio regionale, che interpretiamo come un'immediata ed unitaria reazione allo sgomento che ha colpito tutti quanti. Reazione ad un disastro che ha colpito Torino - un colpo tremendo e sconvolgente, ma anche un'intera comunità in tutta Italia.
Questa non sarà certo, per Rifondazione Comunista, occasione di polemiche strumentali. Si tranquillizzi la Giunta regionale, con la quale conserviamo occasioni numerose di contrasto: non sarà questa vicenda che vedrà il Gruppo strumentalizzare con attacchi di maniera questo governo regionale, come non avremmo fatto con nessun altro governo.
Un colpo tremendo: il Duomo stesso, la Cappella della Sindone ed un'ala di Palazzo Reale, avvolti da un incendio che ha distrutto parti importanti di un complesso monumentale, religioso e civile nel quale ci identifichiamo tutti e si identifica l'intera collettività.
La sacra reliquia della Sindone, importante riferimento per la fede cattolica, è stata provvidenzialmente salvata, e ne siamo anche noi sollevati.
Esprimo tutto il dolore del Gruppo per il profondo segno negativo, per la perdita che subisce il Piemonte; e in particolare, a nome del Gruppo esprimo solidarietà e partecipazione al particolare dolore che il Cardinale Saldarini, e con lui tutta la comunità religiosa e cattolica, oggi patiscono.
Esprimo, a nome del Gruppo, apprezzamento alla dedizione, allo spirito e al coraggio civile e fisico che anche in quest'occasione hanno caratterizzato l'intervento dei tanti Vigili del fuoco in servizio o volontari, grazie ai quali i danni sono stati, ad un certo punto, fermati e la sacra Sindone è stata recuperata e messa al sicuro.
Ci troviamo in ogni caso davanti ad una perdita, cari colleghi, che è irreparabile; irreparabile nella distruzione dell'autenticità delle opere che come tali abbiamo perso per sempre. E' questo il motivo di sgomento, di fronte al quale occorre reagire, ma anche riflettere; quei marmi, quegli arredi, quelle strutture non le avremo più.
Certo, tutte cose che dovranno essere restaurate, ripristinate ricostruite - dal campanile di Venezia in poi, com'era dovere, dovremo fare tutte queste cose - messe in sicurezza con un attento e rigoroso impegno di tutta la collettività, cominciando proprio dalle istituzioni, con interventi diretti e responsabili.
Le responsabilità di questa tragedia. Il Gruppo vede due livelli di responsabilità. Intanto, siamo disponibili ad impegnarci nel capire le responsabilità di questa specifica tragedia: l'11 aprile, alle ore 23,35 è successa una tragedia che quindi ha data, ora, motivazioni e contenuti specifici, che chiediamo vengano accertati. Non siamo in grado, oggi, di dire alcunché; come tutti voi abbiamo letto i giornali, abbiamo visto coincidenze - la cena, l'incendio. Non vogliamo né strumentalizzare né ci accodiamo a processi sommari, come la rimozione del Sovrintendente trasformando quest'aula in una sorta di tribunale speciale: non è questo nostro compito, ruolo, né oggi abbiamo conoscenze che ci permettano di pronunciarci definitivamente.
Il Gruppo ritiene che queste responsabilità vadano accertate; e visto che nella Cappella della Sindone la Regione è presente come istituzione avendo finanziato i lavori con cifre ingenti, il Gruppo non ritiene che debba essere esclusa a priori l'opportunità di formalizzare una Commissione d'inchiesta della Regione Piemonte, visto che in altre situazioni se ne sono formalizzate per vicende di ben limitata portata, e di recente.
Noi chiediamo quindi e vogliamo sapere perché è accaduta questa tragedia; il livello di responsabilità specifico di questa situazione.
Chiediamo anche di ragionare tutti insieme, senza strumentalizzazioni, ma anche senza omissioni, quindi con sobrietà di argomenti, ma senza rinunciare alla chiarezza delle valutazioni, sulle responsabilità generali sulle condizioni generali di insicurezza che caratterizzano tanta parte del nostro vivere civile. E quindi l'insicurezza/sicurezza delle cose più attinenti ai luoghi in cui questa tragedia è avvenuta - luoghi religiosi civili, biblioteche, archivi - ma, in generale, della sicurezza di tutti gli edifici pubblici - le scuole - e per estenderci ad altri motivi di sicurezza, che provocano, oltre a danni, lutti: l'insicurezza del suolo che ha investito tragicamente l'Italia e il Piemonte.
Chiediamo che sulla questione della sicurezza in generale ci sia un nuovo scatto di riflessione da parte di tutti noi.
Il Procuratore aggiunto Guariniello dice: "Si piange dopo ogni disastro, continuando ad ignorare che la sicurezza è un bene prezioso per il quale si dovrebbe investire molto denaro e non proroghe di legge".
Magistrato impegnato da sempre in un settore che oggi, non per la prima volta e non legato in alcun modo a questo avvenimento, ripropone il tema della sicurezza.
Io penso che tutti noi dobbiamo fare un passo avanti su questo problema. Vedete, colleghi, questo o un altro governo, in pratica chi di noi si trova a governare, non fa della cultura della manutenzione un filone di lavoro che veda punti alti di discussione o di finanziamento o di impegno. La cultura della manutenzione è cultura che porta ad atti di governo per i quali di solito non si tagliano nastri. Il nastro si taglia sull'inaugurazione di un'opera; molto meno, o molto più di rado, per la manutenzione della stessa. Dobbiamo impegnarci a far crescere questa cultura della manutenzione/sicurezza, enormemente deficitaria, nella società, nella politica e nell'economia.
Conosciamo tutti le difficoltà con cui il DL n. 626 riesce ad essere operativa in varie situazioni. E' su questo che chiediamo di riflettere.
Riteniamo che non si faccia tutto il possibile per comprendere che c'è un punto caldo, inevaso: un nuovo ruolo della sicurezza all'interno delle decisioni del governo pubblico.
Questo il primo elemento.
Inoltre, qual è la forma di decisione, in occasione di questa tragedia più idonea per un'istituzione come la nostra a mettere in primo piano una svolta nelle decisioni in materia di sicurezza? E' quella dei BOR o è un'altra? E' un punto che lasciamo interrogativo, perché ci pare che richiedere un intervento straordinario che esuli da una decisione propria e competente sul proprio bilancio e quindi sulla propria volontà di spesa, sia un modo attenuato di proporre un intervento in materia di sicurezza. E' un modo che può essere adeguato a fronteggiare una tragedia, ma forse non è un modo adeguato a mettere un punto, un a capo, a segnalare a tutti, forze economiche, apparati amministrativi pubblici e privati, che è l'ora di decisioni diverse, che è l'ora di impegnare i nostri bilanci direttamente con somme specifiche in questo settore.
Se non si fa così, le anime belle fioriscono, si tuona sulle prime pagine con fondi sui giornali, dicendo "ma come è possibile tutto questo?".
Noi vorremmo che quando si prendono delle decisioni - e qui ne abbiamo prese tante, anche contrastate, abbiamo faticato molto ad inserire nel bilancio poche decine di miliardi per il sistema della sicurezza - alle parole che possono unirci qui seguano fatti - se non sono seguiti coerenti fatti ieri, che seguano perlomeno coerenti fatti domani; nessuno gioisce del fatto che in Italia nasca un nuovo Commissario straordinario. Noi non siamo per nulla contenti, io non so se il Commissario sia la forma di governo più opportuna per la risoluzione e il ripristino delle condizioni precedenti, per quanto possibile in occasione di questa tragedia: può darsi di sì e può darsi di no; non faccio polemica. Si individui lo strumento più idoneo; sicuramente, un Commissario in più segnala che, nuovamente, ci troviamo di fronte ad un'emergenza. Un'emergenza dovuta a politiche mancate, almeno in parte; un Commissario in più non è motivo di soddisfazione, ma di ulteriore preoccupazione.
Queste le nostre riflessioni.
Esprimo nuovamente il sostegno al Presidente del Consiglio regionale e alla Giunta per gli atti immediatamente compiuti e per l'impegno a valutare con attenzione, criticamente e all'interno del filone che ho proposto, le future decisioni di quest'aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

Signor Presidente, la ringrazio a nome del Gruppo per aver convocato questo Consiglio regionale straordinario in occasione, purtroppo, della morte di un altro pezzo della nostra storia e della nostra cultura.
Personalmente, mi sono recato al Duomo come cittadino e non come Consigliere; non mi sono fatto riconoscere, non ho fatto campagna elettorale: sono andato ad assistere al dramma, ho visto cittadini torinesi piangere, ho visto le Forze dell'ordine e non solo i Vigili del fuoco agire al massimo delle loro possibilità. Ho visto i Vigili urbani tempestati da richieste dei cittadini, che chiedevano se si era salvato l'organo l'altare o quella tal croce del '700.
Sono soddisfatto di trovarmi qui a discutere interventi immediati, lo sono meno, invece, per il fatto che si sia fatto dibattito. I cittadini volevano una risposta semplicissima; i cittadini volevano sapere che cosa faranno il Consiglio regionale, lo Stato, il Comune, la Provincia per riparare il grave danno.
A mio avviso, oggi avremmo dovuto stanziare un miliardo e far vedere che quando accadono tragedie enormi, non c'è Ulivo, Polo, Rifondazione Lega: siamo tutti cittadini piemontesi.
Almeno oggi si dovevano accantonare le polemiche, le campagne elettorali; non parlerò di cene, di ristrutturazioni, di ritardi, di impianti mal funzionanti: è discorso che potremmo fare in seguito, quando la Magistratura avrà indagato, quando sapremo se si è trattato di dolo, di responsabilità di qualcuno o un episodio fortuito. Dovremo parlare anche dello stato attuale, nella nostra regione, delle opere d'arte, dei monumenti; dovremo verificare le somme stanziate, se effettivamente ci sono gli impianti antincendio, se le imprese di ristrutturazione godono effettivamente di tutti i requisiti necessari. Ma sono questioni che vengono dopo: oggi si doveva, semplicemente, dare una risposta ai cittadini.
Si tratta di perdita non solo per la città di Torino, per il Piemonte ma per tutto il mondo; chiedo dunque alla maggioranza, alla Giunta di "spingere" sugli altri Enti e sullo Stato affinché venga risolto al più presto il problema, senza polemiche e senza, soprattutto, le odiose campagne elettorali.
Spero che l'atteggiamento elettorale si ritorca contro chi lo ha messo in atto; ho sentito la gente chiedersi come mai è successo, cosa si farà adesso; non ho sentito parlare di Veltroni, di cene o di altro. Noi, come sapete, non siamo molto seguiti dai mass media e dai cittadini. Oggi forse, siamo al centro dell'attenzione: avremmo dovuto fare una più bella figura e chiudere l'argomento in venti minuti; avremmo dato un esempio di compattezza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pierluigi

Signore Presidente del Consiglio regionale e signor Presidente della Giunta, purtroppo questo Consiglio è stato convocato in seduta straordinaria per il triste evento che ha colpito la nostra città, che ha colpito non solo i cattolici, a tutta la comunità regionale piemontese.
Nel rogo di Palazzo Reale e del Duomo pare sia scomparsa una parte della storia, della nostra cultura e dei nostri ricordi. Non deve essere così: quella parte di ricordi e di storia del nostro Piemonte deve essere ricostruita e alla Regione e alla cattolicità devono essere restituiti la Cappella della Sindone e Palazzo Reale. Una ricostruzione che noi tutti dobbiamo auspicare affinché le solenni Ostensioni del 1998 e 2000 vengano realizzate.
Quindi, signor Presidente, questo Consiglio sia l'artefice di iniziative per la ricostruzione di queste opere e deve essere anche posta a tutela e a garanzia di interventi che dovranno arrivare da Enti e dallo Stato.
Tanti di noi hanno pianto quando hanno visto le fiamme avvolgere la Cappella della Sindone e Palazzo Reale, tanti hanno pianto nel loro cuore tanti davanti alla televisione ove vari politici hanno fatto passerella. Ma anche coloro che non sono stati ripresi mi auguro abbiano nel cuore queste opere di grande valore artistico e religioso.
Ben vengano dunque, signor Presidente della Giunta regionale, i BOR ben venga l'intervento di 1 miliardo, anche se limitato, per le opere immediate, ben venga la nomina di un Commissario per la ricostruzione di tali opere, ma più di tutto ci sia la forza e la volontà di fare presto affinché ancora una volta la burocrazia e le parole non affossino la volontà e l'impegno che qui noi tutti ci assumiamo.
Un grazie a quanti hanno operato per limitare i danni a queste opere religiose e culturali; un grazie ai Vigili del fuoco, Polizia, Carabinieri Vigili urbani, Guardia di Finanza, volontari e al popolo torinese cattolico e non, che ha pianto allibito di fronte al disastro. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie anche a lei, Consigliere Rubatto.
La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Grazie, Presidente. Concordo sugli interventi decisi dalla Giunta e anche sulla convocazione del Consiglio regionale per un primo momento di riflessione. Penso però che, in un successivo momento, meno emotivo, sia necessario dedicare una seduta del Consiglio ad una riflessione sullo stato dei monumenti artistici e culturali piemontesi, perché con questo evento è stato colpito un simbolo (forse il più importante del capoluogo), ma nella stessa condizione si trovano purtroppo decine di altri monumenti di rilievo e centinaia di altri con minore rilievo, ma comunque importantissimi.
Oggi non è stato rimarcato sufficientemente - anche se lo ha affermato il collega Saitta - che la Sindone si è salvata anche grazie ad un precedente intervento regionale: la teca di cristallo che la conteneva era stata finanziata dalla Regione; dobbiamo quindi ringraziare l'oculatezza e la sensibilità dell'allora Assessore competente e dei funzionari regionali.
Propongo al Presidente del Consiglio di convocare una prossima seduta di Consiglio per un esame approfondito sullo stato del ricco patrimonio artistico e culturale del Piemonte e per riflettere se la proposta dei BOR che mi pare un'intuizione positiva - possa avere obiettivi più ambiziosi quale quello, prioritario, della messa in sicurezza dei maggiori monumenti piemontesi. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie anche a lei per la sua proposta.
La parola al Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Colleghi, sono stato il primo tra i presenti ad intervenire sul luogo del disastro in qualità di cittadino italiano prima, piemontese dopo e torinese successivamente.
In quel momento, caro collega Rosso, non ho avuto la percezione di essere Consigliere regionale, ma - ripeto - ho sentito qualcosa che mi ha spinto oltre il fatto di essere politico. Naturalmente ho avvertito la grande responsabilità di rappresentare questa istituzione e sono entrato all'interno della Cappella con i Vigili del fuoco. Ho osservato con la massima emozione e quando sono uscito fuori ho soccorso il Vigile che ha salvato la Sindone. In quel momento ho provato una grande emozione.
Oggi invece nell'ascoltare gli interventi politici ho provato una grande freddezza. Questi episodi ci devono unire fortemente e darci l'occasione di esprimere la nostra responsabilità, come ha dimostrato l'intervento della Giunta e del Presidente del Consiglio.
Ritengo che la cosa più importante sia intervenire urgentemente per dare un grande segnale di compattezza e di presenza da parte delle istituzioni. Pertanto è importante cercare di intervenire con la massima urgenza con il finanziamento di 1 miliardo perché ritengo - e lo sottolineo secondo la mia modesta esperienza professionale, che se non si interviene subito potremmo andare incontro ad una grande catastrofe artistica ed architettonica. Per cui il Presidente Ghigo si è già assunto l'onere e la responsabilità di finanziare questo primo intervento. Ora, tutta la Giunta e chi ne ha le competenze istituzionali si assuma anche la responsabilità di intervenire e coordinare immediatamente i primi interventi di copertura di tutto l'immobile, perché in questo momento è la cosa più importante da fare.
Tutto quanto è stato detto prima è pura politica che non ci porta ad affrontare razionalmente e praticamente il problema.
Quindi noi dobbiamo dare tutti assieme - ripeto - un segnale forte, ma soprattutto dobbiamo intervenire come istituzione per risolvere un grave problema che potrebbe presentarsi: se arrivano le piogge sarà una catastrofe.
Questo, secondo me, deve essere il grande impegno di tutti i Consiglieri regionali: il coordinamento e le procedure le lascio agli organi competenti, soprattutto alle persone qualificate e alle persone che hanno il potere per farlo. Solo questo - ripeto - dopo tutte le emozioni che ho vissuto quella sera, desidero sottolineare. Grazie dell'attenzione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio, che interviene in qualità di Consigliere.



VAGLIO Roberto

Ringrazio il Presidente per la sensibilità dimostrata nel convocare urgentemente questo Consiglio, a seguito del disastro che ha colpito il patrimonio culturale ed artistico della città di Torino e quindi di tutto il Piemonte.
Sulla questione in sé non voglio ulteriormente intervenire, in quanto mi associo alle considerazioni svolte dai colleghi.
Voglio invece ringraziare il Presidente Ghigo che ha voluto dare un segnale importante per la seconda fase dell'intervento, a fronte dei lavori che saranno necessari. Mi riferisco al finanziamento tramite i BOR. Mi pare un modo opportuno con il quale richiedere la solidarietà del Piemonte per un problema gravissimo che ha investito la città di Torino e, di conseguenza, tutta la popolazione piemontese. E' un metodo per coinvolgerci ancor di più - semmai fosse necessario - nel ritrovare l'identità che ci consenta di emergere da una grave crisi strutturale.
Forse, non è stato sufficientemente sottolineato l'intervento operato dai Vigili del fuoco; forse, non è stato sufficientemente sottolineato che Vigili del fuoco sono in azione ventiquattr'ore su ventiquattro dal 3 marzo, per far fronte alla tragedia immane, che non ha avuto la stessa risonanza di quella che ha colpito il Duomo, degli incendi boschivi. I Vigili del fuoco sono in azione dal 3 marzo, senza riposare, senza poter riuscire a far fronte agli impegni richiesti. Questo, assieme a 3.500 volontari - i Vigili del fuoco sono 250 e 200 sono le Guardie forestali che operano in Piemonte -: persone che non pretendono altro che fare il proprio lavoro, ma che devono vedere riconosciuta questa totale, piena adesione ad un dovere che si sono scelti.
Vigili del fuoco - dicevo - che oltre al grande impegno cui sono sottoposti in questo momento, si ritrovano anche in condizioni economiche difficilissime, essendo stati tagliati dal Ministero degli Interni finanziamenti per oltre il 30% rispetto all'anno passato, che non consentono il richiamo in servizio dei volontari. Ecco spiegato il motivo per cui il geom. Mario Tornatore era fuori ufficio - lui, che abitualmente è in ufficio a stilare piani di prevenzione - per intervenire assieme alle squadre: non c'erano altri. Stiamo raschiando il fondo di un barile più volte raschiato, per fare fronte alle emergenze, con risorse che non ci sono più.
Un ringraziamento, dunque, a chi ha voluto dare un'indicazione importante: la Regione deve diventare punto focale della solidarietà regionale, per intervenire laddove, per ristrettezze economiche o per scelte politiche, lo Stato non è più in grado di intervenire. Un grazie anche a tutti voi, che avete voluto ricordare l'operatività e l'impegno delle forze che si sono distinte nello spegnimento.
Volevo necessariamente e doverosamente sottolineare che queste forze sono in prima linea da più di un mese e mezzo, e che, nonostante questo impegno, 5.000 ettari di boschi piemontesi sono andati in fumo. Al danno culturale ed artistico irreparabile che oggi piangiamo, ricordiamo di assommare questo gravissimo danno ambientale, che sarà altrettanto difficile ricostruire ed altrettanto complesso da affrontare in un prossimo futuro.



PRESIDENTE

Signori Consiglieri, abbiamo terminato questa nostra seduta.
Vorrei solamente postillare due osservazioni. Abbiamo richiesto, con il consenso dei Presidenti dei Gruppi, la convocazione di questo Consiglio straordinario non per esigere un diritto di cronaca suppletivo alla nostra assemblea, quasi che dovesse essere o dovesse diventare un controcanto del Consiglio comunale di Torino.
Abbiamo ritenuto, a fronte della tragedia da tutti voi condivisa ed enunciata, che il Vicepresidente Majorino, con gli Assessori Leo, Angeleri Masaracchio, Botta e tutti gli altri, assumessero ieri mattina una decisione che fosse la più immediata ed incisiva possibile.
Il fatto, signor Presidente, che lei abbia raccolto il consenso quasi unanime del Consiglio per le iniziative intraprese, al di là della valutazione più o meno tecnica sui BOR e sulla loro efficacia ed incidenza indipendentemente da quanto potrà fare il Governo centrale, credo possa essere un ottimo viatico per un'azione che non deve assolutamente conoscere né ferie né moratorie per quanto concerne lo stato dei nostri beni culturali.
Sono state fatte delle proposte che voglio ricordare in ordine cronologico: Commissario per il coordinamento, sottoscrizione dei Consiglieri, Commissione d'inchiesta, organizzazione di una seduta particolare del Consiglio sullo stato dei beni culturali del Piemonte individuazione di interventi con il supporto dei BOR per mettere a punto tutte le norme di sicurezza dei nostri beni culturali, ringraziamento ai Vigili e a tutte le Forze dell'ordine che hanno coordinato interventi che sono stati davvero provvidenziali.
Voglio fare un ringraziamento suppletivo - spero non mi diciate che voglio sempre fare il maestro di scuola. Voglio ringraziare voi, colleghi perché mai, forse, come in questa occasione il Consiglio ha raggiunto una compostezza, un silenzio, una partecipazione di civiltà che indipendentemente dalle varie appartenenze politiche, è stata assolutamente esemplare. Mi spiace che la stampa non abbia potuto rilevare quanto questo Consiglio abbia voluto esprimere, in nobiltà di sentimenti e in intelligenza di proposte, in questa occasione.
Permettetemi ancora, al di là delle omissioni che certamente farò, di ringraziare un funzionario valoroso, sempre presente sul campo e sempre intelligente per le sue proposte: Alberto Vanelli, che ieri mattina durante la giornata ed anche oggi, ha voluto certamente anche collaborare con noi perché i nostri passi fossero i più celeri e i più spediti, ma anche i meno precari e i meno avventurosi.
Vi ringrazio ancora per la giornata. Grazie.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 14,45)



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