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Dettaglio seduta n.126 del 02/04/97 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 5) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Angeleri, Bellion, Bortolin Cavallera, Farassino, Ghiglia, Leo, Peano, Saitta e Vindigni.


Argomento: Artigianato

Esame testo unificato dei progetti di legge n. 164 e n. 63: "Norme per lo sviluppo e la qualificazione dell'artigianato" (seguito)


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori con la prosecuzione dell'esame dell'articolato del testo unificato dei progetti di legge n. 164 e n. 63, di cui al punto 10) all'o.d.g.
ART. 7 3) Emendamento presentato dai Consiglieri Viglietta, Foco, Salerno e Peano: al comma primo riscrivere la lettera c): "c) tre esperti in materie economiche, giuridiche e aziendali, anche su indicazione delle Confederazioni artigiane regionali maggiormente rappresentative".
La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Sono favorevole alla modifica se però mantiene le due righe successive.
Dica in che ambito sono individuati.



PRESIDENTE

"Individuati nell'ambiente universitario, negli Istituti di ricerca...
esperienza in materia di artigianato", qui non è scritto così; dice "anche su indicazione delle Confederazioni artigiane regionali maggiormente rappresentative".



PAPANDREA Rocco

Corregge le prime due righe.



PRESIDENTE

I relatori mantengono il testo.
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 25 voti favorevoli e 3 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 7 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 voti favorevoli 26 astensioni 3 L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 voti favorevoli 26 astensioni 3 L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 voti favorevoli 26 astensioni 3 L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 voti favorevoli 26 astensioni 3 L'art. 10 è approvato.
ART. 11 4) Emendamenti presentati dai Consiglieri Viglietta, Foco, Salerno e Peano: al comma secondo, lettera b), sopprimere le parole "la riserva della carica di Presidente del Consiglio di amministrazione ad un rappresentante della Regione Piemonte e" al comma secondo, lettera b), dopo le parole "Consorzio, di", sopprimere le parole "almeno altri".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Sono approvati all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione dell'art. 11 come emendato, per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 31 astensioni 4 L'art. 11 è approvato.
ART. 12 5) Emendamento presentato dai Consiglieri Viglietta, Foco, Salerno e Peano: al comma terzo, dopo le parole "lo Statuto del Consorzio", sopprimere le parole "da approvare con deliberazione della Giunta regionale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.
6) Emendamenti presentati dai Consiglieri Viglietta, Foco, Salerno e Peano: al comma terzo, lettera b), sopprimere le parole "la riserva della carica di Presidente del Consiglio di amministrazione ad un rappresentante della Regione Piemonte e" al comma terzo, lettera b), dopo le parole "Consorzio, di", sopprimere le parole "almeno altri".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Sono approvati con 31 voti favorevoli e 4 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 12 come emendato, per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 32 astensioni 4 L'art. 12 è approvato.
ART. 13 7) Emendamento presentato dai Consiglieri Viglietta, Foco, Salerno e Peano: al comma secondo, sostituire l'intera lettera b): "b) per i finanziamenti agevolati con l'abbattimento fino all'80% del tasso di riferimento".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 32 voti favorevoli e 4 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 13 come emendato, per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 32 astensioni 4 L'art. 13 è approvato.
ART. 14 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 32 astensioni 4 L'art. 14 è approvato.
ART. 15 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 32 astensioni 4 L'art. 15 è approvato.
ART. 16 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 32 astensioni 4 L'art. 16 è approvato.
ART. 17 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 32 astensioni 4 L'art. 17 è approvato.
ART. 18 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 32 astensioni 4 L'art. 18 è approvato.
ART. 19 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 32 astensioni 4 L'art. 19 è approvato.
ART. 20 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 32 astensioni 4 L'art. 20 è approvato.
ART. 21 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 32 astensioni 4 L'art. 21 è approvato.
ART. 22 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 32 astensioni 4 L'art. 22 è approvato.
ART. 23 8) Emendamento presentato dai Consiglieri Viglietta, Foco, Salerno e Peano: al comma primo, dopo le parole "La Regione", aggiungere le parole " sentite le Organizzazioni sindacali regionali di categoria".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione dell'art. 23 come emendato, per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 34 astensioni 4 L'art. 23 è approvato.
ART. 24 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 34 astensioni 4 L'art. 24 è approvato.
ART. 25 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 34 astensioni 4 L'art. 25 è approvato.
ART. 26 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 34 astensioni 4 L'art. 26 è approvato.
ART. 27 - Si proceda alla votazione per alzata di mano ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 34 astensioni 4 L'art. 27 è approvato.
ART. 28 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 34 astensioni 4 L'art. 28 è approvato.
ART. 29 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 34 astensioni 4 L'art. 29 è approvato.
ART. 30 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 34 astensioni 4 L'art. 30 è approvato.
ART. 31 9) Emendamento presentato dai Consiglieri Viglietta, Spagnuolo, Angeli Foco, Peano, Salerno, Montabone e Picchioni: al termine del comma primo, dopo le parole "botteghe scuola", aggiungere le parole "sulla base di apposite convenzioni che soddisfino appieno la prevalente funzione formativa".
Il suddetto emendamento assorbe l'emendamento presentato dai Consiglieri Viglietta, Foco, Salerno e Peano che recita: alla fine del comma primo aggiungere le parole ", sulla base di apposite convenzioni".
L'emendamento è stato ampiamente illustrato questa mattina dalla Consigliera Spagnuolo.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 37 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione dell'art. 31 come emendato, per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 33 astensioni 4 L'art. 31 è approvato.
ART. 32 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 33 astensioni 4 L'art. 32 è approvato.
ART. 33 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 33 astensioni 4 L'art. 33 è approvato.
ART. 34 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 33 astensioni 4 L'art. 34 è approvato.
ART. 35 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 33 astensioni 4 L'art. 35 è approvato.
ART. 36 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 33 astensioni 4 L'art. 36 è approvato.
ART. 37 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 33 astensioni 4 L'art. 37 è approvato.
ART. 38 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 33 astensioni 4 L'art. 38 è approvato.
ART. 39 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 33 astensioni 4 L'art. 39 è approvato.
ART. 40 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 33 astensioni 4 L'art. 40 è approvato.
ART. 41 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 33 astensioni 4 L'art. 41 è approvato.
ART. 42 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 33 astensioni 4 L'art. 42 è approvato.
ART. 43 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 33 astensioni 4 L'art. 43 è approvato.
ART. 44 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 33 astensioni 4 L'art. 44 è approvato.
ART. 45 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 33 astensioni 4 L'art. 45 è approvato.
ART. 46 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 33 astensioni 4 L'art. 46 è approvato.
ART. 47 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 33 astensioni 4 L'art. 47 è approvato.
ART. 48 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 33 astensioni 4 L'art. 48 è approvato.
ART. 49 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 33 astensioni 4 L'art. 49 è approvato.
ART. 50 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 33 astensioni 4 L'art. 50 è approvato.
ART. 51 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 33 astensioni 4 L'art. 51 è approvato.
ART. 52 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 33 astensioni 4 L'art. 52 è approvato.
ART. 53 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 33 astensioni 4 L'art. 53 è approvato.
ART. 54 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 33 astensioni 4 L'art. 54 è approvato.
ART. 55 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 33 astensioni 4 L'art. 55 è approvato.
ART. 56 10) Emendamento presentato dai Consiglieri Viglietta, Foco, Salerno e Peano: al comma sesto, le parole "iscritti nella lista della sezione" sono sostituite dalle parole "iscritti nelle liste della Provincia".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 34 voti favorevoli e 4 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 56 come emendato, per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 34 astensioni 4 L'art. 56 è approvato.
ART. 57 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 34 astensioni 4 L'art. 57 è approvato.
ART. 58 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 34 astensioni 4 L'art. 58 è approvato.
ART. 59 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 34 astensioni 4 L'art. 59 è approvato.
ART. 60 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 34 astensioni 4 L'art. 60 è approvato.
ART. 61 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 34 astensioni 4 L'art. 61 è approvato.
ART. 62 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 34 astensioni 4 L'art. 62 è approvato.
ART. 63 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 34 astensioni 4 L'art. 63 è approvato.
ART. 64 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 34 astensioni 4 L'art. 64 è approvato.
ART. 65 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 34 astensioni 4 L'art. 65 è approvato.
ART. 66 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 34 astensioni 4 L'art. 66 è approvato.
ART. 67 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 34 astensioni 4 L'art. 67 è approvato.
ART. 68 11) Emendamento presentato dai Consiglieri Viglietta, Foco, Salerno e Peano: aggiungere il seguente comma terzo: "3. Nella fase di prima applicazione della presente legge, a valere per il 1997, il termine per la presentazione delle domande, di cui al comma terzo dell'art. 22 e comma quarto dell'art. 23, è fissato nel novantesimo giorno dalla pubblicazione della presente legge sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione dell'art. 68 come emendato, per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 34 contrari 4 L'art. 68 è approvato.
ART. 69 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 34 contrari 4 L'art. 69 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI' 37 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento internazionale extra-comunitario - Assistenza e sicurezza sociale: argomenti non sopra specificati

Iscrizione all'o.d.g. degli ordini del giorno n. 474, n. 486, n. 487 e n. 488 relativi alla situazione in Albania


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. i seguenti documenti relativi alla situazione in Albania: ordine del giorno n. 486 presentato dal Consigliere Cavaliere ordine del giorno n. 487 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro Papandrea e Simonetti ordine del giorno n. 488 presentato dai Consiglieri Montabone, Ferrero Ghiglia, Rubatto, Saitta, Peano, Cotto, Bellingeri, Marengo, Angeli, Rossi e Deorsola ordine del giorno n. 474 presentato dai Consiglieri Benso, Gallarini Galli, Peano, Rubatto, Angeleri, Botta, Bodo, Angeli, Vaglio e Toselli.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Sono iscritti all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.


Argomento: Industria (anche piccola e media) - Problemi del lavoro e della occupazione - Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Esame progetto di legge n. 213: "Modifiche alla L.R. 14/6/1993 n. 28 'Misure straordinarie per incentivare l'occupazione mediante la promozione e il sostegno di nuove iniziative imprenditoriali e per l'inserimento in nuovi posti di lavoro rivolti a soggetti svantaggiati' e successive modifiche ed integrazioni"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del progetto di legge n. 213, di cui al punto 11) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Racchelli.



RACCHELLI Ettore, relatore

Signor Presidente, signori Consiglieri, il disegno di legge n. 213 giunge oggi in aula dopo un lungo iter nella Commissione competente e penso non giunga a caso se consideriamo che anche il Governo ultimamente si è mosso e ha operato nella direzione di individuare possibilità, modi incentivi, strumenti e mezzi per far sì che l'occupazione trovi una nuova possibilità di sviluppo e nuovi canali di orientamento.
Il disegno di legge n. 213 funge da modifica alla famosa legge n. 28 che ha funzionato egregiamente per quanto riguardava l'inserimento occupazionale dei soggetti deboli sul mercato del lavoro. L'Assessorato competente in questi anni ha operato per circa un centinaio di assunzioni però questa legge non ha funzionato come si sarebbe voluto o come si pensava potesse funzionare per quanto riguarda la creazione di nuove attività imprenditoriali. In questa fascia in effetti la legge n. 28 non ha funzionato e non ha dato i risultati prefissi.
Crediamo invece che la presente legge, anche con un finanziamento adeguato, possa incentivare l'attività di nuove imprese.
Sono state ampliate significativamente le categorie che possono beneficiare di questa legge: si tratta di giovani dai 18 ai 35 anni, di lavoratori provenienti da attività in crisi, di lavoratori provenienti da settori specifici, soprattutto di carattere territoriale.
Un'altra particolarità delle modifiche alla legge n. 28 riguarda l'inserimento delle lavoratrici e dei lavoratori ultracinquantenni che, con gli strumenti oggi in essere, sono fortemente penalizzati, e i portatori di handicap.
Inoltre questa legge lascia una finestra aperta alla Giunta regionale affinché possa individuare eventuali categorie, fasce economiche ed occupazionali legate, nell'arco degli ultimi due anni, a specifiche situazioni di crisi di determinati settori economici.
Sono stati anche uniformati i relativi contributi e sono stati previsti incentivi per l'adeguamento dei posti di lavoro per i portatori di handicap.
E' stata inserita un'innovazione all'insegna della delegificazione: l'autocertificazione, che di fatto permette un'utile sburocratizzazione e soprattutto la diminuzione di procedure penalizzanti per i soggetti svantaggiati.
Credo che questa legge non sia la panacea della crisi occupazionale attraversata oggi dal Piemonte e dall'Italia in generale, ma uno strumento che, se applicato bene, potrà effettivamente garantire un margine di intervento soprattutto tra le nicchie del mercato che permettono al Piemonte di ammortizzare le grandi crisi e i progetti che mi auguro l'Assessorato metterà in campo. L'occupazione potrà trovare effettivi sbocchi, effettive politiche di investimento e di sviluppo in settori che fino ad oggi sono stati marginali nell'economia piemontese e che non possono più essere mantenuti in quel limbo di "vedo non vedo, credo non credo, finanzio o finanzio poco".
Il presente disegno di legge è uno strumento interessante, che ha trovato anche un ampio consenso nell'ambito della discussione nella Commissione competente.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO



PRESIDENTE

E' aperta la discussione generale.
La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Credo che questa legge potrebbe dar adito ad un dibattito interessante perché si tratta di una modifica ad una legge che quando era stata elaborata aveva grandi ambizioni rispetto al problema di come confrontarsi rispetto alle crisi economiche e ai problemi della mobilità.
Devo premettere che arriviamo oggi a questa discussione anche grazie all'insistenza del nostro Gruppo per farla iscrivere all'o.d.g., il che dimostra che nonostante la nostra astensione - dirò poi le ragioni per cui lo abbiamo fatto - ci interessava che la stessa venisse discussa. Da tempo era stata approvata dalla Commissione ed iscritta all'o.d.g. del Consiglio.
Ci stupivamo che la Giunta e l'Assessore competente non facessero pressione per accelerarne l'iscrizione.
L'assenza oggi dell'Assessore in occasione della discussione di una legge così importante è un fatto estremamente grave, ma dimostra la disattenzione con cui si seguono i problemi occupazionali; in qualche modo fa il paio con il dibattito sui capitoli del bilancio relativi alle questioni occupazionali, quando abbiamo dovuto superare le resistenze dell'Assessore per far investire maggiori risorse di quelle che erano state previste. Tra l'altro, anche in merito all'altra legge che riguarda il medesimo Assessorato, mi pare diventi difficile discuterne in assenza dell'Assessore competente, anche se per fortuna non sembra necessario il suo parere. Però credo sia utile sottolineare questo tipo di atteggiamento nei confronti delle leggi in discussione.
Come dicevo prima, questa legge è nata con l'ambizione di confrontarsi con i problemi della crisi industriale nella nostra Regione. Con le modifiche proposte, questa ambizione viene meno.
Sono forse modifiche necessarie, probabilmente dovute a difficoltà di applicazione, però da una legge che voleva in qualche modo favorire la ricollocazione dei lavoratori colpiti dalle aziende in crisi passiamo ad una legge con caratteristiche diverse, più assistenziali - non uso il termine assistenziale in termini negativi - che interessa fasce particolari del mercato del lavoro (gli handicappati, gli ex carcerati) e non affronta più il problema delle crisi industriali.
Da questo punto di vista, anche se possono essere dettate dal buon senso, queste modifiche sottolineano con maggiore forza la mancanza di strumenti e leggi in grado di affrontare il problema delle crisi industriali. Il problema dell'occupazione non coincide solo con quello della disoccupazione delle fasce deboli o marginali, di cui certamente ci si deve occupare. Quindi non siamo contrari a leggi che affrontano queste problematiche, però siamo privi di leggi e questa legge ha solo un titolo che corrisponde a questo aspetto, ma che poi non corrisponde alla realtà.
Siamo in assenza di una legge, di un corpo di leggi che affrontino il problema della crisi industriale nel Piemonte e della lotta alla disoccupazione che dovrebbe essere, a mio avviso, un compito urgente ed importante.
Non penso che faremo ulteriori dichiarazioni di voto in sede finale dico però che queste modifiche possono essere accolte solo accettando questa diminuzione del valore della legge, cioè sapendo molto bene che d'ora in poi, al di là di alcuni aspetti formali che ci sono nella prima parte, questa è una legge che si rivolge a figure ben precise, figure che è bene aiutare nella ricerca del posto di lavoro. A questo - ripeto - non ci opponiamo, ma dovremo poi pensare a come affrontare il resto della problematica, a meno che non si continui ad illudere che stimolando un po' l'impresa, facendo una politica assistenziale nei confronti dell'impresa come sta avvenendo finora, questa automaticamente sia una politica che favorisce l'occupazione oppure una politica in grado di frenare il processo di deindustrializzazione della nostra Regione.
Con queste premesse - ripeto - noi non voteremo contro la legge, ci asterremo perché ci rendiamo conto dei problemi che affronta e delle esigenze a cui va in qualche modo incontro, però vogliamo denunciare come oggi sia ancora più evidente la mancanza di una politica sul terreno della deindustrializzazione e sul problema dell'occupazione che invece dovrebbe essere il problema numero uno nella Regione.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 25 astensioni 5 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 25 astensioni 5 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 25 astensioni 5 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 25 astensioni 5 L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 25 astensioni 5 L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 25 astensioni 5 L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 33 astensioni 5 L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 33 astensioni 5 L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 33 astensioni 5 L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 33 astensioni 5 L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 33 astensioni 5 L'art. 11 è approvato.
ART. 12 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 33 astensioni 5 L'art. 12 è approvato.
ART. 13 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 33 astensioni 5 L'art. 13 è approvato.
ART. 14 E' stato presentato un emendamento di carattere finanziario da parte della Giunta. Poiché non è allegato il parere della I Commissione, chiedo al Presidente della stessa come ci possiamo esprimere su tale emendamento.
La parola al Consigliere Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Questo emendamento non è stato visto dalla I Commissione e quindi non è stato espresso il parere di norma. Visto che i componenti della I Commissione sono presenti e sentito anche il parere dell'Assessore al bilancio (comunque l'emendamento è stato steso dal Servizio Finanziario pertanto il parere è favorevole), chiedo al Presidente se a termini di Regolamento occorre sospendere la seduta o se i membri della Commissione possono esprimere verbalmente tale parere in aula.



PRESIDENTE

Io propenderei per una breve sospensione dei lavori, in modo tale da consentire alla I Commissione di riunirsi attorno al tavolo della Presidenza e di sentire l'Assessore al bilancio per esprimere il parere.
La seduta è pertanto sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15,45 riprende alle ore 15,50)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Pregherei i Consiglieri di prestare attenzione al dibattito.
La parola al Consigliere Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto

La I Commissione ha espresso parere favorevole all'incremento di 1 miliardo e 100 milioni sul capitolo 11178 che va ad emendare l'art. 14.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Intervengo brevemente sull'art. 14.
Uno degli elementi che aveva impedito l'efficacia della legge sul piano occupazionale è sempre stata la scarsa quantità di risorse investite per questa legge. La legge non poteva intervenire nei processi di crisi industriale proprio perché non ha mai avuto una dotazione finanziaria adeguata. E' chiaro che mutando il tipo di legge, per cui va su figure particolari, la dotazione resta insufficiente rispetto ai problemi anche di queste figure, però in qualche modo si rapporta meglio al quel tipo di problema.
Per cui noi abbiamo espresso voto favorevole all'emendamento perch aumentava la dotazione, però manteniamo il voto di astensione sull'articolo, perché questo incremento doveva essere superiore.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento all'art. 14 nel testo seguente: dopo il comma terzo aggiungere il seguente comma terzo bis: "3 bis. La dotazione del capitolo n. 11178 è incrementata di L. 1.100 milioni cui si provvede mediante riduzione di pari importo del capitolo n.
15960".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 39 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione dell'art. 14 come emendato, per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 34 astensioni 4 L'art. 14 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI' 36 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Esame progetto di legge n. 264: "Modifiche alla L.R. 23/7/1982 n. 16 'Interventi finanziari della Regione nel settore del trasporto pubblico di persone'" - Esame ordini del giorno n. 372 e n. 457


PRESIDENTE

Esaminiamo ora il progetto di legge n. 264, di cui al punto 14) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Mancuso, che ha facoltà di intervenire.



MANCUSO Gianni, relatore

Dò per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "Illustre Presidente, egregi Consiglieri, abbiamo ora in esame il testo del disegno di legge n. 264 di modifica degli artt. 6 bis e 9 della L.R. n.
16 del 1982.
Analizzando l'articolato emerge quanto segue.
Art. 1. L'art. 6 bis vigente prevede la possibilità di un contributo regionale integrativo delle sovvenzioni statali (ex legge 10/4/1981 n.
151): tale contributo è definito a parziale ripiano dei minori introiti tariffari effettivi del concessionario fino alla misura minima stabilita dal Ministero dei Trasporti.
La modifica introdotta con il disegno di legge in esame riguarda da un lato il procedimento di erogazione, dall'altro un aggiornamento delle finalità dell'intervento.
Per quanto riguarda il primo aspetto l'attuale procedura prevede l'erogazione rispetto al rendiconto aziendale dell'anno precedente.
Valutando l'esperienza finora compiuta, si è constatato che i tempi tecnici necessari per avere i dati di consuntivo sono in generale incompatibili con le scadenze per formalizzare gli impegni di spesa: pertanto nella presente modifica si propone di regolare il contributo rispetto alle risultanze dei bilanci di previsione per l'anno di competenza, salvo conguaglio, rispetto ai dati di rendiconto consuntivo, da effettuarsi in sede di determinazione dei contributi a saldo ex legge n. 151/81.
Per quanto riguarda il secondo aspetto, con il presente disegno di legge si ritiene di individuare le linee principali di intervento, rinviando alla Giunta regionale i provvedimenti specifici.
Si deve infatti considerare che l'attuale normativa di riferimento, la legge n. 151/81, prescrivendo il rispetto di ricavi minimi del traffico nella regolazione dei contributi in conto esercizio, di fatto rende impossibile intervenire rispetto alla soglia del 38% per le autolinee extraurbane: si ritiene che alcune situazioni particolari rappresentino allo stato attuale le motivazioni principali determinanti i minori introiti del traffico alle aziende e che quindi rispetto a queste linee principali sia giustificato l'intervento regionale.
Tali situazioni particolari sono specificate al comma quarto e precisamente: garantire i servizi di trasporto pubblico locale rispetto alle linee a scarsa utenza, ma di interesse sociale che determinano bassi ricavi del traffico favorire la mobilità di particolari categorie di utenti che avvalendosi di tessere gratuite o scontate possono abbattere i ricavi aziendali.
Inoltre, si ritiene in via straordinaria di introdurre la possibilità di un contributo integrativo per fronteggiare eccezionali situazioni di riduzione notevole dei ricavi effettivi del traffico al fine di avviare lo sviluppo di sistemi di integrazione tariffaria per aree e direttrici con le Ferrovie dello Stato ed altri vettori.
L'ultimo comma dell'articolo prevede la decorrenza dei criteri dal 1994 ai fini delle procedure amministrative già adottate. Sono comunque esclusi oneri aggiuntivi a carico degli esercizi finanziari trascorsi.
Art. 2. La modifica introdotta all'art. 9 riguarda il passaggio di beni strumentali fra aziende e relativa regolamentazione dei contributi regionali in conto capitale ancora da ammortizzare. La precedente versione dell'art. 9 limitava tale passaggio nell'ambito della cessione di linee fra azienda cedente e subentrante: poiché tale limitazione risulta eccessivamente vincolativa tenuto anche conto delle minori risorse disponibili a partire dal 1990 in termini di contributi in conto capitale alle aziende di trasporto, si propone di ammettere il trasferimento a qualunque altra azienda concessionaria di servizi di trasporto pubblico.
La II Commissione ha esaminato il testo del progetto di legge presentato dalla Giunta nella seduta del 30 gennaio u.s. Dopo l'illustrazione e il dibattito generale sull'articolato, ha licenziato a maggioranza il testo che si allega e di cui raccomando una pronta approvazione da parte di quest'aula".



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, in una tale situazione di disattenzione credo sarebbe meglio discutere qualcos'altro. Il provvedimento in esame, che nasce nel silenzio assessorile e in quello del relatore nonché nella disattenzione dell'aula, viceversa, è un provvedimento importante, che cerca di riorganizzare la materia degli interventi finanziari della Regione nel settore del trasporto pubblico, che non sono assolutamente irrilevanti.
Si tratta, Assessore, di cifre notevolissime! E dato che si tratta di cifre erogate in un settore non organizzato, Assessore, nel migliore dei modi, in forma consolidata - diciamo così... - sarebbe bene, in questa occasione disporre di accurate e dettagliate relazioni sullo stato delle cose esistenti.
Inoltre, riterrei opportuno che un provvedimento del genere di quello in esame lo affrontassimo a seguito dell'esposizione da parte dell'Assessore di una propria relazione, che illustri con maggiore dovizia di particolari quanto aveva già detto in Commissione in proposito. Il che era, tra l'altro, tutt'altro che tranquillizzante dal punto di vista della normale routine nella quale versa questo settore. Routine che viene adesso modificata con questo disegno di legge, che - ripeto - non è cosa da poco e che andrebbe illustrato con dovizia di argomenti. Questo anche perché le cifre che eroga la Regione Piemonte, in situazioni di dubbia leggibilità e coerenza, sono nell'ordine di grandezza di decine e decine, se non centinaia, di miliardi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e comunicazioni

Personalmente, sono stupito dalle affermazioni del Consigliere Chiezzi: le Commissioni, che sono consultive e non deliberanti, hanno o meno valore? Mi riferisco, per esempio, a quanto accaduto testé per l'attribuzione di 1 miliardo e 100 milioni all'art. 14 dell'altra legge. E' vero che la Commissione non ha potuto deliberare perché c'è stato un inghippo di ordine burocratico-amministrativo con i vari funzionari dell'Assessorato al bilancio, ma è anche vero che il Consiglio regionale è sovrano. La Commissione, quindi, è consultiva e dà il suo parere; successivamente il Consiglio decide quanto da farsi.
Se andassimo a contestare quanto accaduto testé per l'art. 14 dell'altra legge, il Consigliere Chiezzi avrebbe ragione di dire: "Adesso che siamo in aula, dibattiamo l'intero provvedimento"; se invece le Commissioni hanno un valore, ricordo che in quella sede non c'è stato silenzio assessorile - mentre è giusto che vi sia in Consiglio, altrimenti non se ne viene più fuori e non si riuscirebbe a portare a termine alcun disegno di legge e quindi ad operare in sede amministrativa. Le Commissioni hanno dunque fatto il loro iter.
Per quanto riguarda le affermazioni sul contesto generale della struttura dei trasporti, sappiamo che gli stessi dal sistema concessionario dovranno passare al sistema dei contratti di servizio: ma non è problema che pu essere risolto da questa legge! Il disegno di legge presuppone di mettere a posto i bilanci per tutto ciò che è nell'ordine burocratico delle cose.
Sono risorse accantonate per le aziende di trasporto pubblico, che devono essere corrisposte alle stesse per il cosiddetto "minore introito" e non certamente per la ristrutturazione dei trasporti.
Cosa si intende per "minore introito"? Le aziende concedono delle facilitazioni a coloro i quali appartengono alle fasce deboli; fra queste ultime, addirittura, si è trovato l'escamotage per dare qualche contributo a coloro i quali, per via del maggiore importo stabilito dalla convenzione della cosiddetta area metropolitana, si sono trovati svantaggiati: dai lavoratori pendolari, agli anziani, agli handicappati, a coloro i quali portano una qualche malformazione fisica - anche se si dovrebbero avere strutture capaci di dare qualcosa di più che non l'abbonamento quasi gratuito... Il calcolo dei minori introiti è quanto di più nell'alchimia delle valutazioni possa essere elucubrato dal sistema dei computer, che ci registrano la percorrenza, la contropercorrenza e quant'altro, per cui accade che un'azienda può avere un maggior contributo in quanto nella propria percorrenza ci sono valutazioni che rendono utile il maggior contributo per sostenere il peso di tutto ciò che le aziende di trasporto rappresentano nell'ambito della finanza pubblica, che non è quella regionale.
Sono risorse dello Stato che vengono trasferite; noi facciamo da passacarte e le attribuiamo: e guai a non attribuirle! Al Consigliere Chiezzi, quanto mai collega del Consigliere Papandrea, dico che se per caso non attribuissimo queste risorse, le aziende chiuderebbero; chiudendo le aziende verrebbe a mancare il servizio - chiuderebbero magari strumentalmente, per reazione contro un'azione mal fatta dell'amministrazione della Regione; si avrebbe dunque il licenziamento dei dipendenti. Dopodiché dovremmo inventarci una nuova legge n. 28, che non potrebbe essere quella che ci viene richiesta dai banchi di Rifondazione Comunista poiché la Regione Piemonte, non essendo a Statuto speciale, non può intervenire direttamente con proprie risorse per risanare le aziende! Dopodiché, avremmo soltanto dei pannicelli caldi.
Quella in esame è una legge che consente di attivare l'ordinaria amministrazione nell'attribuire risorse non nostre ad aziende che altrimenti minacciano di chiudere il loro rapporto con l'utenza. Si tratta di ordinaria amministrazione che purtroppo in sede regionale viene gestita con un disegno di legge: sono le incongruenze per cui hanno ragione coloro i quali chiedono l'autonomia delle Regioni, che abbiano un altro modo di gestire le finanze proprie e quelle altrui, per sapere qual è il destino di tutti gli strumenti operativi nel territorio, senza che si sia affidati ad una malversa gestione di cose che, alla fine, non hanno congruità ed attinenza vere e proprie con il territorio.
Qui ha ragione il collega Chiezzi. Ma che ci possiamo fare? Non approviamo questo disegno di legge? Fate pure!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Intervengo solo per ricordare all'Assessore che - se non sbaglio - a seguito di questo esame fatto in Commissione c'era stata la richiesta di capire in modo più dettagliato quale fosse la situazione esistente.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e comunicazioni

E' stato consegnato persino l'elenco di tutte le aziende.



CHIEZZI Giuseppe

Ed infatti abbiamo visto l'elenco di quelle situazioni, ma, come l'Assessore ricorderà, egli stesso aveva citato dei casi di sovrapposizione delle linee.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e comunicazioni

Quella era un'altra cosa, tant'è che sono stati restituiti 6 miliardi alla Regione.



CHIEZZI Giuseppe

La situazione era stata esaminata in Commissione e aveva - ricordo allarmato un po' tutti. E' per questo che mi aspettavo non una sbrigativa e un po' insofferente dichiarazione dell'Assessore su questo tema, ma una relazione accurata che mettesse in luce i problemi che l'Assessore non nega, che rendesse noti gli stessi all'aula, in modo da mettere questo provvedimento nella giusta luce e nella giusta attenzione. Perché essere passacarte di denaro, che poi viene erogato in forme che non sono corrette...



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e comunicazioni

Questa è correttissima.



CHIEZZI Giuseppe

Non corrette perché all'interno di un sistema non regolato a perfezione questo l'ha detto l'Assessore: mi sembra che sia un elemento che vada messo in luce e non sottaciuto solo perché se n'è parlato in Commissione.
La legge l'approva il Consiglio, non la Commissione, quindi ritenevo necessario che ci fosse il giusto argomentare da parte dell'Assessore su questa legge; vedo, viceversa, che c'è una mal disposizione a fare tutto ciò.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

In Commissione ci eravamo astenuti su questa proposta di legge, perch avevamo anche noi bisogno di capire meglio come si poteva articolare il complesso sistema del trasporto pubblico locale attraverso l'analisi e il raffronto dei dati di esercizio di tutte le aziende, quindi le percorrenze annuali, ecc. In seguito, approfondendo la questione, ho visto che questa proposta di legge può andare avanti, perché - se sono chiare le informazioni che mi sono state date - permette di sbloccare una delibera di pagamento sui minori introiti tariffari pari a 6 miliardi e mezzo - dico bene, Assessore? - per i servizi di linea extraurbana.
Questo intervento va a favore di quelle aziende che hanno oggettive difficoltà di incassare la quota prevista, il 38% del costo, attraverso la vendita dei biglietti e degli abbonamenti. Dovrebbe quindi tutelare i Comuni e le zone scarsamente popolate, garantendo il mantenimento dei servizi minimi (è un tipo di intervento che non interessa i grossi centri e le aziende dell'area torinese).
In passato è stato scarsamente sollecitato ed utilizzato; infatti per l'anno 1997 la cifra messa a bilancio è modesta, 1 miliardo e mezzo circa.
Le aziende che beneficeranno in maniera consistente di questo tipo di intervento sono soprattutto alessandrine, astigiane e cuneesi, tutte aziende che servono popolazioni più svantaggiate dal punto di vista dei percorsi.
Chiederei quindi al Consiglio di andare avanti nell'esame di questa legge che sblocca una pratica complessa, che crea delle attese - ha ragione l'Assessore, ci sono delle aziende che potrebbero anche chiudere l'attività fermo restando il discorso che faceva il Consigliere Chiezzi di approfondire in Commissione tutto e meglio il sistema dei trasporti. Tra l'altro, ho anche chiesto di collegare a questa pratica un ordine del giorno presentato quasi sei mesi fa, che eventualmente illustrer successivamente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Ringrazio la Consigliera Cotto, perché ci ha permesso di capire meglio l'art. 1; l'art. 2, invece, tratta di contributi in conto capitale per l'acquisto di mezzi. Dico questo sinceramente, perché fino ad ora, dalla relazione dell'Assessore, non era così chiaro.
Credo, tra l'altro, che sia inaccettabile sovrapporre i problemi nella discussione, cioè forse doveva prima intervenire a proposito dell'occupazione e poi affrontare anche i problemi che si sollevano in modo concreto. Tutti quanti siamo sensibili al problema occupazionale, per questo non vuol dire che, quando la Regione eroga dei contributi finalizzati a dei servizi, non si faccia anche attenzione alla qualità dei servizi erogati e che le cose poi corrispondano ai fatti.
Io non so bene qual era la ditta a cui sono stati tolti i 6 miliardi e rotti, però noi stessi, ad esempio, in alcune interpellanze avevamo denunciato una ditta - mi pare del Novarese - per pratiche simili. Siamo al corrente di fatti del genere, e ne abbiamo discusso anche a proposito di una ditta di Cafasse, nel Canavese. Però, un conto è sapere che a volte le ditte possono rischiare di chiudere se vengono a mancare quei contributi e quindi intervenire affinché questo non avvenga, ma gli strumenti possono essere molti; cioè, nel momento in cui si passa da una concessione ad un'altra, si può anche intervenire per salvaguardare l'occupazione.
Tuttavia l'occupazione non può essere un alibi per far sì che i servizi non siano poi quelli che devono essere prestati.
Ripeto: quando riprenderemo il problema ci dovrà essere un'informazione precisa, perché ci troviamo spesso di fronte a ditte che non solo sovrappongono i chilometraggi, ma addirittura a volte annunciano servizi che poi non vengono resi. Mi rendo conto invece del problema che sollevava la Consigliera Cotto relativamente alle zone montane, alle zone meno popolate; probabilmente riguarda anche alcune zone della provincia di Torino, ma soprattutto le zone montane poco abitate, dove il servizio deve essere garantito anche se l'utenza non è molto alta. Pensiamo agli anziani ai bambini che devono andare a scuola o a situazioni di questo genere.
Questi servizi devono essere garantiti, per cui, se così finalizzato, è indubbiamente un tipo di contributo che va erogato; credo, però, che sarebbe utile esaminarlo in modo più generale e non parziale. Ad esempio di recente ho discusso di problemi simili in Val Pellice e in Val Chisone: il problema è più diffuso di quanto appaia. Se se ne discute, è perché si tratta di problemi seri; la relazione in Consiglio dovrebbe permetterci di capire - non tutti fanno parte della Commissione competente - quello di cui stiamo discutendo.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, possiamo passare all'esame dell'articolato.
ART. 1 1) Emendamento presentato dai Consiglieri Cotto, Montabone, Mancuso Griffini e Grasso: al punto 1), dopo le parole "Giunta regionale", aggiungere le parole "sentiti gli Enti concedenti" al punto 5), dopo le parole "Giunta regionale", aggiungere le parole "sentiti gli Enti concedenti".
La parola alla Consigliera Cotto.



COTTO Mariangela

Per parlare chiaro. Mi chiedevano quali sono gli Enti concedenti: pu essere la stessa Regione per linee regionali e le Amministrazioni provinciali e i Comuni, a seconda della titolarità della concessione. Mi sembra ovvio che debbano essere informati.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Questo articolo decide che la Regione Piemonte impiega proprie risorse per integrare i ricavi del traffico delle aziende, quindi siamo non più dei notai, come diceva prima l'Assessore Masaracchio, ma degli attori primari.
Su questo siamo noi che decidiamo il da farsi.
Questo articolo è congegnato in questo modo: la Giunta regionale, dice al primo comma, con deliberazione, ed informata la Commissione consiliare competente decide il contributo ad integrazione dei ricavi. Quindi la Giunta delibera il contributo, poi si dice anche che il contributo è calcolato sulla base dei bilanci di previsione delle aziende e non dei consuntivi, adducendo il motivo che basandosi sul consuntivo non ci sarebbero tempi congrui dal punto di vista economico per erogare i contributi. Poi, nel comma quarto, si dice che la Giunta regionale è autorizzata a definire il contributo annualmente, tenuto conto dei seguenti principi: ed enumera due principi, garantire il servizio di trasporto per linee ad interesse sociale a scarsa utenza e favorire la mobilità di particolari categorie.
Quindi nel comma quarto si dà una delega, un'autorizzazione alla Giunta regionale a definire questo contributo; quello che non capisco sono questi due commi che definiscono un comportamento della Giunta che non mi sembra sia coordinato, nel senso che dal primo comma una deliberazione di Giunta accorda il contributo e sembrerebbe tutto finire lì. Poi nel comma quarto si autorizza la Giunta a definire il contributo: va inteso sempre con la deliberazione di cui al primo comma o è un'altra deliberazione? Questi principi, che vengono qui enunciati, fanno parte nella deliberazione di un'illustrazione di applicazione concreta o la Giunta può esulare in deliberazione dall'indicazione di come applica questi principi? Il mio interrogativo è se la Giunta, sulla base di questa legge, non debba definire all'interno di questi principi dei criteri e nel momento in cui viene autorizzata non sia anche obbligata a stendere una deliberazione con dei criteri di applicazione di questi principi. Non so se sono riuscito a spiegare il ragionamento mancante in questi due commi.
Secondo me, manca il comma in cui la Giunta regionale delibera autorizzata dal Consiglio, l'applicazione contenente i criteri di questi principi che deve deliberare. Altrimenti, Consigliera Cotto, come deciderà la ripartizione dell'integrazione? Diventa difficile. Noi deleghiamo la Giunta, seguendo certi principi, a dare contributi. Bisognerebbe dire che questa è una delibera...



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, non vorrei entrare nel campo di Agramante, però le sue osservazioni potrebbero essere anche oggetto di un ordine del giorno ottativo affinché la deliberazione tenga conto...



CHIEZZI Giuseppe

Oppure scrivendo al fondo "tenuto conto dei seguenti principi", o "deliberazione motivata sui criteri". Aggiungere deliberazione motivata della Giunta regionale.



PRESIDENTE

L'Assessore farà tesoro delle sue osservazioni.
La parola all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e comunicazioni

L'art. 1 fa riferimento alla legge n. 1 del 23/1/1986, che in questo campo stabilisce esattamente che cosa la Regione debba operare in merito.
Per quanto riguarda il comma quarto, dove dice che la Giunta regionale è autorizzata a definire il contributo annualmente, non è tanto per definire le modalità della distribuzione, quanto la quantità del contributo, in relazione all'esercizio finanziario e per quello che compete.



(Interruzione del Consigliere Chiezzi)



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e comunicazioni

Nei limiti delle possibilità. E poi ribadisce che la Giunta regionale è autorizzata a definire il contributo annualmente, "tenuto conto dei seguenti principi". Ribadisce un concetto, nulla di diverso. C'è il richiamo ai principi e i principi sono: garantire i servizi di trasporto per linee di interesse sociale a scarsa utenza e favorire la mobilità di particolari categorie di utenti, portatori di handicap, titolari di pensione sociale e manca l'eccetera: è bene che manchi l'eccetera.
Dopodiché tu chiedi con quali criteri vengono ripartiti i fondi. Con i criteri dell'individuazione dell'interesse sociale nel trasporto dove le linee sono a scarsa utenza e non certamente stabilendo di volta in volta così come opportunamente ha determinato l'emendamento che è stato presentato dalla Consigliera Cotto, "sentite le esigenze locali attraverso gli Enti" che sono quelli che hanno dato la concessione.
Se poi vogliamo entrare nel dettaglio, non penso che un disegno di legge debba essere un regolamento: il dettaglio viene nell'ordine naturale del "sentita la Commissione", infatti quando saranno da attribuire le risorse si sentirà la Commissione ancora una volta e in quella sede si stabilirà la ripartizione (nel caso in cui ci fosse una ripartizione diversa da quanto è detto dal punto a) e dal punto b) del comma quarto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Mi permetto di intervenire solo perché presente in sede di Commissione all'esame del documento.
Al comma primo dell'articolo fondamentalmente si dà un limite alle disponibilità finanziarie, mentre al comma quarto si specifica che la definizione avviene annualmente. Non siamo in presenza di concetti di deliberazioni diverse; al comma primo si tratta una fissazione di limite all'interno delle disponibilità finanziarie, al comma quarto si dà una cadenza temporale annuale. Principi chiariti dall'utenza, di grande interesse sociale, al fine di favorirne la mobilità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Propongo oralmente il seguente emendamento modificativo, poi consegner il testo scritto: al comma quarto, dopo le parole "principi", aggiungere le parole "motivati in deliberazione".



PRESIDENTE

L'Assessore Masaracchio accetta l'emendamento modificativo del comma quarto dell'art. 1, testé letto dal Consigliere Chiezzi, che pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione dell'art. 1 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 30 astensioni 4 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 30 astensioni 4 L'art. 2 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI' 33 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri La legge è approvata.
Esaminiamo ora gli ordini del giorno n. 372, presentato dai Consiglieri Cotto, Ferrero, Mancuso, Dutto, Bortolin e Angeli e n. 457, presentato dai Consiglieri Rosso, Farassino, Dutto e Bellingeri, collegati al progetto di legge testé approvato.
La parola alla Consigliera Cotto per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 372.



COTTO Mariangela

Dò lettura dell'ordine del giorno n. 372: "Il Consiglio regionale del Piemonte premesso che la Regione, ai sensi dell'art. 1 della L.R. 18/4/1989 n. 23 può concedere ai Comuni o ai Consorzi di Comuni contributi in conto capitale per l'acquisto di scuolabus da destinare al trasporto degli alunni al fine di perseguire la gratuità della scuola materna e dell'obbligo e di facilitarne l'accesso alla frequenza visto che il DM 18/4/1977 determinando le caratteristiche costruttive degli autobus ne prevede l'utilizzo in via esclusiva per il trasporto degli scolari constatato che da sommarie valutazioni di natura sociologica emerge la drastica riduzione della popolazione in età scolare e prescolare e che da ciò deriva un utilizzo solo parziale dei posti e dei mezzi a disposizione tenuto presente peraltro il contestuale forte incremento del numero di persone anziane la cui condizione di solitudine è aggravata anche dalla mancata possibilità, di fatto, di spostarsi rilevato inoltre che anche a prescindere dalle considerazioni sovraesposte i limiti di utilizzo contenuti nella normativa statale non tengono conto che una più razionale diversificazione del servizio garantirebbe una risposta più adeguata ai materiali bisogni della collettività impegna il Presidente della Giunta regionale a promuovere tutte le iniziative che si rendono necessarie al fine di produrre un riesame della normativa vigente tale da permettere ai servizi sociali dei Comuni di rispondere alle esigenze socio-assistenziali-sanitarie degli abitanti, esigenze che spesso possono essere soddisfatte solo nel paese o nella città vicina".
Aggiungo che questa proposta di ordine del giorno era stata letta anche durante l'incontro con il Ministro Burlando avvenuto ad Asti presso l'Amministrazione provinciale. La Provincia di Asti si è detta concorde sulla necessità di utilizzare gli scuolabus; il Ministro aveva risposto in quell'occasione che era all'esame lo studio di un nuovo decreto che doveva prevederne in qualche modo l'utilizzo. Invece, il decreto uscito in data 31 gennaio, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 27/2/1997, modifica in parte la gestione del servizio di trasporto scolastico, ma non permette ancora questo tipo di utilizzo.
E' quindi veramente necessaria un'azione forte del Consiglio regionale del Piemonte, in modo che nella Conferenza dei Servizi Stato-Regioni il problema venga affrontato con maggiore impegno.
L'ordine del giorno è stato firmato in modo trasversale, in particolare dai Consiglieri delle Province - anche se, forse, non l'abbiamo neanche fatto pervenire ai Consiglieri della Provincia di Torino, poich probabilmente Torino non ha questo genere di problema che è sentito invece dalle Comunità montane e da quelle collinari.
I Comuni vorrebbero poter utilizzare, tramite il proprio autista, lo scuolabus per trasportare gli anziani al vicino ospedale o per altri motivi, ma non lo possono assolutamente utilizzare. Alcuni a volte danno loro un passaggio per evitare di farli camminare, però non possiamo costringere questi conducenti a fare un uso illegale del proprio mezzo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 457.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente. Il nostro ordine del giorno è del tutto simile a quello proposto dai Consiglieri Cotto ed altri anche se affronta un problema diametralmente inverso: il trasporto dei bambini delle scuole materne. Ne dò lettura: "Visto il decreto del Ministro dei Trasporti e della Navigazione, in data 4/7/1994, concernente la normativa per l'immatricolazione in uso proprio degli autobus vista la circolare, in data 12/1/1995, con la quale la Direzione Generale della Motorizzazione Civile detta disposizioni in materia di immatricolazione degli scuolabus e sulle modalità di gestione degli stessi da parte dei Comuni rilevato in particolare che con la suddetta circolare viene stabilito che gli autobus adibiti al trasporto degli alunni delle medie possono trasportare anche gli alunni frequentanti le scuole elementari e viceversa senza consentire che possano altresì prendere posto i bambini delle scuole materne considerato che la determinazione assunta dal Ministero dei Trasporti risulta gravemente limitativa e pregiudizievole per quei Comuni soprattutto di piccole dimensioni e montani, come quello di Curino (BI), in quanto non certamente in grado di dotarsi di un altro automezzo da adibirsi esclusivamente al trasporto degli alunni delle scuole materne ed elementari rilevato altresì che la circolare non tiene minimamente in considerazione il grave disagio che causa alle famiglie impossibilitate ad usufruire di un servizio pubblico che altrimenti potrebbe essere espletato ritenuto di dover esprimere vibrata protesta all'indirizzo del competente Ministero per il modo con cui ha inteso disciplinare un servizio di indubbia importanza per le piccole comunità locali tutto ciò premesso, il Consiglio regionale del Piemonte invita il Ministero dei Trasporti - Direzione Generale della Motorizzazione Civile a procedere ad una modificazione delle disposizioni, precedentemente impartite, onde renderle più aderenti alle reali esigenze dei piccoli Comuni montani".
In sostanza, sommando i due ordini del giorno, i piccoli Comuni sarebbero costretti ad avere un autobus per le scuole materne, uno per le elementari e medie ed un terzo per gli anziani, onere che però non possono assolutamente permettersi. Si tratta pertanto di arrivare ad una normativa che permetta di trasportare sullo stesso mezzo dai bambini agli anziani.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

La Consigliera Cotto ha terminato il proprio intervento dicendo che occorre tutta la forza della Regione per riuscire ad ottenere le modifiche che permettano l'utilizzo degli scuolabus da parte di diversa utenza.
Vorrei sapere se viene escluso pregiudizialmente il Gruppo di Rifondazione Comunista. Se non è così, noi potremmo esprimere i nostri quattro voti favorevoli aggiungendo una firma all'ordine del giorno secondo la logica provinciale tanto cara alla collega, perché il collega Moro proviene dalla provincia di Alessandria e in quanto tale potrebbe firmare a nome del nostro Gruppo. Se è così, noi firmiamo.



COTTO Mariangela

E' così, collega Chiezzi, e lo stesso discorso vale anche per il Partito Popolare. Infatti, se anche il collega Gatti vuole aggiungere la sua firma, siamo d'accordo.
Quando abbiamo presentato l'ordine del giorno speravamo di poterlo discutere nella stessa giornata, solo che io non ho il potere del Consigliere Cavaliere che riesce a far discutere gli ordini del giorno appena presentati.
Il nostro ordine del giorno è stato presentato frettolosamente sei mesi fa: il collega Angeli aveva firmato per la provincia di Alessandria, il collega Mancuso per la provincia di Novara, la collega Bortolin per la provincia di Biella e il collega Dutto per la provincia di Cuneo. Pertanto non c'era l'intenzione di escludere qualcuno, anzi abbiamo bisogno di supporti.



PRESIDENTE

Va bene.
Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 372 presentato dalla Consigliera Cotto ed altri, integrato da altre firme.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 37 Consiglieri presenti.
Pongo ora in votazione l'ordine del giorno n. 457 presentato dai Consiglieri Rosso, Farassino, Dutto e Bellingeri.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 25 voti favorevoli e 7 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri).


Argomento: Industria (anche piccola e media) - Problemi del lavoro e della occupazione

Esame progetto di legge n. 181: "Interventi per lo sviluppo dei sistemi locali di imprese nei distretti industriali del Piemonte"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 16) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 181.
La parola al relatore, Consigliere Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, relatore

Grazie, Presidente. Con questo progetto di legge la Regione Piemonte si appresta a regolamentare l'organizzazione degli interventi nelle aree definite distretti industriali, ai sensi della legge n. 317/91, che prevedeva gli interventi per l'innovazione e lo sviluppo delle piccole imprese.
Il distretto industriale è un raggruppamento geografico e settoriale di imprese. In Piemonte tali raggruppamenti sono abbastanza diffusi e sono altamente competitivi, per imprenditorialità molto diffusa, flessibilità aziendale e creatività da parte dei soggetti imprenditori.
Queste caratteristiche fanno della capacità di innovazione, di adattamento tempestivo alle mutevoli esigenze del mercato, il loro punto di forza.
La forte capacità di innovazione poggia su diversi elementi di caratterizzazione. Fra questi i più importanti sono dati dalla settorialità che va a determinare in modo informale lo scambio di informazioni nell'ambito dei soggetti che svolgono quell'attività di settore informazioni non tutte con criteri ed organizzazioni scientifici, ma basate sulla sedimentazione storica, sul know how culturale della popolazione che risiede in quelle determinate zone.
L'alta competitività fra le imprese (tutte di piccole e medie dimensioni) determina i ricicli continui di questi complessi, crea una situazione paragonabile ad una grande azienda formata da più reparti, in forte e vivace concorrenza fra di loro ed operanti nelle stesse condizioni ambientali.
L'alta forma di compensazione, quindi di questa monosettorialità determina uno scambio di conoscenza molto vivace e capacità a tutti i livelli del personale impiegato perché sono frequenti gli scambi di ruolo e perché la notevole dinamicità provoca la necessità di continuo adattamento superando le rigidità delle grandi imprese.
Tali fenomeni innaturali, che fortemente caratterizzano la nostra economia, sono in evidenza oggi più che mai perché hanno anche dimostrato di essere i baluardi della competitività a livello di globalizzazione dei mercati e, fatto importantissimo in un momento storico come questo, luoghi di alto indice di occupazione.
Naturalmente questa parte della medaglia ha anche un rovescio perché a fronte di questa spontaneità di crescita che nel Piemonte ha diverse aree già individuate con una deliberazione di qualche anno fa (cito le più importanti: la zona del Verbano, la zona di Valenza, l'Albese e il Biellese) ci sono anche dei punti deboli nel confronto con lo sviluppo dell'economia e lo sviluppo sociale.
Uno dei punti deboli che mi preme rimarcare è che normalmente queste sono aree di descolarizzazione perché la caratteristica di avere una forte capacità occupazionale comporta quasi automaticamente un deflusso dalla scuola alle imprese. Quindi uno degli elementi che bisogna prendere in considerazione per fare delle correzioni perché poi diventerà fonte di debolezza è quello della descolarizzazione di queste aree.
Un altro elemento che sta assumendo sempre più importanza è lo scarso sviluppo dei grandi sistemi finanziari perché la parcellizzazione comporta l'incapacità di organizzare autonomamente, per iniziativa propria dal basso, un sistema finanziario che abbia competitività a livello mondiale.
Quindi è necessario intervenire anche su questo settore, così come su quello che costituisce una parte di coordinamento.
Pertanto, il disegno di legge che è in approvazione oggi intende affrontare questi argomenti finalizzando le proprie risorse a progetti che possano accrescere la coesione tra le imprese e favorire lo sviluppo dei servizi di raccordo di queste imprese, quindi creare una struttura di terziario a servizio delle imprese globalizzato; infine a progetti che possano supportare il ruolo di penetrazione internazionale e quindi sostenere nuove imprenditorialità. Nuove imprenditorialità che hanno come base proprio questa dinamicità del settore di mercato che vede - mi preme ricordarlo - una forte mortalità di imprese dovuta anche ad una forte natalità di imprese, conseguente al ricambio e a questa dinamicità che è necessaria per mantenere il passo con l'ambiente economico circostante.
Questo ha come risultato finale il mantenimento dei livelli qualitativi di produzione e l'incremento dei livelli di conoscenza professionale e quindi occupazionale.
Chiedo pertanto il giudizio favorevole dell'aula su questo disegno di legge che principalmente - sintetizzo - intende aprire sportelli di informazione ed agevolazione alla formazione, centri di servizi comuni ed agevolare un sistema di ricerca integrata dando delle vie scientifiche ad aggiunta di quelle che sono le vie informali di trasferimento delle conoscenze.
Ritengo che l'approvazione di questo disegno di legge, che - ricordo attua giuridicamente i Comitati di distretto e quindi realizza il soggetto che era individuato dalla legge statale n. 317, sia un atto di forte responsabilità del Consiglio regionale del Piemonte ed un atto importante per lo sviluppo della nostra Regione.
Come relatore ho presentato, dopo averlo concordato con alcuni colleghi, un emendamento al testo di legge licenziato dalla Commissione che si aggiunge ad un paio di emendamenti presentati dalla Giunta regionale. Non so se l'Assessore intenderà illustrarli, comunque io posso dire che degli emendamenti presentati dalla Giunta regionale, il primo è una pura correzione che si è resa necessaria all'art. 6, comma secondo; il secondo va a correggere una disfunzione politica che abbiamo avuto in Commissione. La disfunzione politica che abbiamo avuto in Commissione riguarda una parte dell'articolato dove noi prevedevamo che i Comitati di distretto dessero parere sui contratti di programma. La riflessione ci ha portati a dire che una norma di questo genere rivolta ad un'assise che non è politica ed istituzionale, portando i Comitati di distretto ad esprimere parere sull'Accordo di Programma, che comunque è un contratto, rischiava di portare dei soggetti che erano beneficiari dei contributi ad esprimere il parere sul contributo che loro stessi percepivano. Questo senza fraudolenza, ma con rischi che lascio immaginare a tutti i colleghi del Consiglio.
Come relatore esprimo quindi il parere favorevole su entrambi gli emendamenti presentati dalla Giunta.
L'emendamento invece presentato dal sottoscritto e da altri colleghi prevede un raccordo fra il termine - è un accordo anche terminologico "programma di sviluppo" e "documento programmatico" che si trovano nell'art. 2, commi sesto e settimo, definendo praticamente con un unico intento che il documento programmatico non è che l'elaborazione di un determinato programma e dandone le caratteristiche.
Questa è l'intenzione trasparsa in Commissione, nel momento della formazione della legge, a molti di noi, non a tutti, poi sono nate anche delle discussioni. Ritengo che con questo emendamento, che fornisce un unico documento da produrre al Comitato di distretto, si offra veramente un servizio alla non confusione e si renda chiara una procedura che deve essere anche rapida.



PRESIDENTE

E' aperta la discussione generale.
La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Probabilmente qualcuno più rappresentativo di me del Gruppo dirà che il mio Gruppo è favorevole a questo disegno di legge.
Io voglio esprimere la soddisfazione per la presentazione di questo disegno di legge, specialmente in questa ultima formulazione, così come è stato poi licenziato, dopo l'ampio dibattito in Commissione, una Commissione di cui io purtroppo non faccio parte per motivi di disponibilità di tempo, ma che mi sta particolarmente a cuore come ex Sindaco.
Voglio ricordare come i Comuni stanno cambiando volto; prima i Comuni erano fondamentalmente dei Municipi, cioè delle istituzioni decentrate dello Stato che si occupavano di garantire la carta di identità, il certificato di nascita, di matrimonio, e così via; oggi si sono trasformati specialmente nel dopoguerra, in istituzioni caratterizzate soprattutto come enti erogatori di servizi.
Dalla legge n. 142 in poi il Comune si è caratterizzato con una definizione che al momento attuale non trova ancora piena attuazione, ma che diventa sempre più importante ed impellente. La legge n. 142 chiede al Comune di preoccuparsi dello sviluppo locale del proprio territorio. Questo dovrebbe essere l'elemento caratterizzante dell'attività principale dei Comuni. Quando rivestivo la carica di Sindaco mi sono accorto che pochissimi Comuni avevano un Assessore alle attività economiche, cosa che invece andrebbe sempre più valorizzata, perché è necessaria una forte attenzione da parte delle comunità locali allo sviluppo economico.
Noi possiamo garantire questo o quel servizio, ma se manca la possibilità di lavorare tutto svilisce, con il risultato di avere una città sempre più povera. Possiamo avere i migliori servizi culturali, possiamo avere gli asili nido che funzionano benissimo, ma siamo costretti a chiuderli perché non abbiamo risorse sufficienti e quindi la nostra attività economica finisce per languire.
Questa legge va in una direzione giusta se la Regione saprà fare il suo dovere che è quello di costruire linee di indirizzo e fare in modo che gli Enti gestori, che sono soprattutto le istituzioni locali, vengano messi in grado di costruire quei meccanismi di concertazione che diventano poi lo strumento fondamentale per il governo del territorio. Il governo del territorio non può risolversi in un'iniziativa che si chiude nella cinta daziaria del Comune, ma deve svilupparsi in un rapporto dialettico tra Comuni contigui, quindi con un lavoro di tipo orizzontale e con un rapporto anche con altri enti, istituzioni e soggetti. Questi soggetti sono gli imprenditori, le banche. Il relatore del disegno di legge diceva che alcuni limiti di questi distretti industriali sono, per esempio, la scarsa scolarizzazione - ed è vero - o lo scarso sviluppo del sistema bancario.
Chi può intervenire in modo ampio su tutto questo se non l'istituzione locale? Però non può caricarsi di questo tipo di problema se non attraverso il meccanismo della concertazione.
Pertanto questa legge si incardina su quella che è la trasformazione di sussidiarietà che noi vogliamo e che auspichiamo in questo momento. In primo luogo, perché costruisce un rapporto diverso tra la Regione, i vari Comuni e il territorio. In secondo luogo, perché dà ai Comuni l'indicazione di un rapporto orizzontale con gli altri Comuni. In terzo luogo, perch incita i Comuni ad un rapporto con altri soggetti, che sono soggetti privati, come per esempio gli imprenditori e le banche, e soggetti istituzionali, come per esempio la scuola per costruire un percorso di crescita e di sviluppo globale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Foco.



FOCO Andrea

Il nostro Gruppo è favorevole. Riteniamo di aver partecipato con attenzione ed impegno alla stesura definitiva di questo testo di legge e riteniamo che anche questa volta sia stato estremamente importante significativo e rilevante il lavoro svolto in Commissione. Oggi il relatore proseguiva, nel momento in cui presentava il testo di legge, le discussioni e i ragionamenti che abbiamo fatto in Commissione, nel momento in cui ci rendevamo conto che con questa legge portavamo a termine un percorso "obbligato" da una normativa nazionale, ma che arrivava in Regione attraverso un percorso di analisi e di studio della nostra realtà territoriale.
Lo sforzo, il tentativo, è quello di riempire di contenuti e ruoli quelle individuazioni territoriali. Il nodo è la funzione che deve avere il distretto, cioè quale tipo di dinamica si riesce ad introdurre all'interno di un certo territorio perché tutta una serie di energie, di potenzialità e di risorse trovino modo di essere programmate, coordinate attraverso un preciso obiettivo, che è quello dello sviluppo, del miglioramento e dell'aumento dell'occupazione. A queste va aggiunta anche la capacità di riuscire a reggere la sfida che l'Unione Europea ci lancia.
Mi pare che questa sessione di Consiglio, anche se passata - mi si permetta - un po' nella disattenzione generale, sia stata una delle più ricche.
Innanzitutto, il Testo Unico sull'artigianato, che segna un punto di riferimento preciso; successivamente, l'adeguamento e l'aggiornamento della legge n. 28, anche se arrivati in ritardo; inoltre, anche se non so se riusciremo oggi, dovremo anche discutere il documento unico di programmazione.
Con il provvedimento in esame abbiamo, non so se volontariamente o involontariamente, chiuso la sessione antecedente le votazioni al Comune di Torino con un bel pacco di provvedimenti riguardanti l'economia e lo sviluppo di questa Regione. E non mi pare senza significato che il Consiglio regionale su questi provvedimenti abbia votato all'unanimità e che anche laddove non c'è stata unanimità complessiva nel voto finale la comune volontà di intenti sia stata abbastanza chiara e precisa.
Questo mi fa ben sperare, Presidente. Lo dico al termine di un intervento che più che entrare nel merito della legge vuole essere un auspicio che ricavo dal fatto che le varie forze politiche presenti in Consiglio regionale sono riuscite a trovare punti di confronto anche serrato e di dibattito anche acceso. In Commissione non abbiamo certo lavorato facendoci i complimenti reciprocamente, ma ciò nonostante correggendo alcuni passaggi, alcuni commi, per esempio attraverso l'emendamento del collega Pichetto correttivo di un certo entusiasmo iniziale, siamo riusciti, alla fine della discussione, a tradurre in termini legislativi il pensiero emerso dal confronto comune, nella convinzione di lavorare per un riequilibrio territoriale all'interno del Piemonte e per una valorizzazione delle sue potenzialità.
Dunque, punti di confronto, di riflessione, ma anche di collegamento ad altri argomenti. Ad esempio, per quanto affermava il collega Pichetto nel suo intervento, che però non chiamerei con il termine di "descolarizzazione", ma "non proseguimento degli studi a livello di perfezionamento" dopo la scuola secondaria media o secondaria superiore. La "fuga" al quindicesimo/sedicesimo anno per me è una distorsione che va corretta e non solo letta ed analizzata: va corretta perché diversamente darà poco respiro anche a quelle realtà che in questo momento, come si suol dire, "stanno tirando" e quindi riescono a dare un'occupazione al 100%.
Dovremmo tornare a riflettere sul ruolo e sulla funzione del livello massimo di scolarizzazione e di ricerca, l'Università, ma anche sul ruolo e sulla funzione, Assessore, della formazione professionale di secondo livello.
Queste le mie riflessioni. Forse abbiamo caricato il testo di legge di troppe aspettative, ma riteniamo anche di aver fornito, una volta tanto uno strumento alle forze economiche, sociali, imprenditoriali e sindacali per potersi trovare a lavorare, e quindi, in quella sede, vedere come rapportarsi. Non ultimo, per ribadire il ruolo della Regione, l'importanza fondamentale che riveste nei patti territoriali e per quanto riguarda la sua funzione riequilibratrice e miglioratrice a livello territoriale.
Naturalmente, come ho già detto all'inizio dell'intervento, il mio voto sarà favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Il Consigliere Foco ha già illustrato il clima in cui si è lavorato in Commissione nell'elaborazione del testo in esame che, oltre a far sì che si applichi una legge nazionale, colma un vuoto legislativo che cominciava a sentirsi pesantemente.
Indipendentemente da questo, credo anche che si fornisca un parziale strumento per interventi di programmazione economica e per politiche di reindustrializzazione e conseguentemente per un rilancio occupazionale.
Nonostante il nostro voto, che come Gruppo sarà di astensione, abbiamo cercato di apportare il nostro contributo; crediamo sia stato più volte esplicitato nel testo della legge che parallelamente ad un rilancio economico, ad un processo di reindustrializzazione, deve esserci rilancio occupazionale.
Come Gruppo abbiamo molto insistito su questo punto, perché riteniamo che non sia automatico e che non si tratti di banalità; nei fatti non c'è alcun automatismo: i due aspetti del problema, sottolineati quali priorità enunciate dalla legge, devono "marciare" insieme.
Noi chiediamo un rilancio produttivo, una politica che favorisca la reindustrializzazione della nostra Regione, ma anche la capacità di individuare delle priorità, e quella esplicitata all'art. 8 - quella per noi principale - è quella occupazionale.
Su questo punto insisteremo anche nei prossimi anni, affinché nel momento in cui si comincerà a verificare l'efficacia di questa legge ci sia la capacità di analizzare le reali ricadute del provvedimento. Non vorremmo che la scelta attuata divenga una sorta di fiore all'occhiello "messo lì" ma che vi sia una reale applicazione.
Ripeto: noi riteniamo che i due aspetti del problema siano collegati e che il rilancio di una Regione come il Piemonte non possa essere affidato soltanto al turismo, alla cultura ed altro, ma che necessiti di una politica industriale degna di tale nome. In tal senso, crediamo che la legge fornisca uno strumento, anche se parziale.
Occorrerebbe una politica più complessiva; nel primo articolo della legge si fa riferimento alla necessità di una programmazione dei distretti.
Manca il quadro entro il quale i distretti devono attuare questo tipo di programmazione: occorre un Piano regionale di sviluppo. Noi variamo questa legge che, in fondo, richiede come strumento il Piano regionale di sviluppo, che però non abbiamo. Il Consigliere Riggio diceva: "Speriamo che la Giunta poi operi"; da questo punto di vista sono preoccupato, perch invece continuiamo ad avere una politica parziale, mentre mancano quegli strumenti che dovrebbero essere di coordinamento.
Oggi - lo ricordava anche il Consigliere Foco - abbiamo già discusso alcune leggi importanti da un punto di vista economico ed occupazionale come la legge sull'artigianato e le modifiche alla legge n. 28; forse ne affronteremo una ancora più importante, il documento unico di programmazione, però tutto questo avrebbe avuto bisogno, specie questi due ultimi provvedimenti, di quello strumento. Questo è uno dei motivi principali per cui esprimiamo un'astensione unitamente ad un atteggiamento di vigilanza e di preoccupazione che vogliamo sottolineare non solo con l'intervento, ma con il voto che daremo.
Ripeto, nel prosieguo dovremo verificare due aspetti. Primo, l'applicazione concreta, che tipo di ricadute ha, e a questo proposito sarà importante avere annualmente il bilancio, la verifica sull'applicazione della legge secondo, dovremo verificare, anche alla luce di questo, la dotazione finanziaria che la legge ha, perché poi le politiche si traducono anche in scelte di natura finanziaria ed economica.
E' chiaro che arrivando tardi, già nel corso dell'anno, la legge probabilmente diventerà operativa solo verso la fine dell'anno.
L'investimento iniziale può quindi essere sufficiente, però verificheremo se negli anni successivi, a fronte di uno sviluppo pieno, di una capacità piena di questa legge di entrare in vigore, la dotazione che abbiamo previsto sinora è sufficiente, oppure se dovrà essere potenziata per rispondere alle esigenze che ricordavo prima.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gatti.



GATTI Agostino

Anche il sottoscritto intende portare il voto favorevole a questo provvedimento, concretizzatosi dopo un lavoro molto proficuo nelle Commissioni. Inoltre, come il collega Foco, desidero rimarcare la giornata particolarmente proficua e positiva relativamente ai lavori consiliari della seduta odierna, durante la quale abbiamo approvato diversi provvedimenti, dalla legge sull'artigianato alla legge n. 28 e a quella sui trasporti.
Per quanto riguarda quest'ultima, un particolare riconoscimento va al relatore della legge, che ci ha consentito di discutere, di portare modifiche ed arricchimenti durante il lavoro in Commissione. Si tratta di un quadro felice soprattutto per l'Alessandrino, in quanto, per un positivo connubio, mentre abbiamo avuto i patti territoriali per una buona parte del territorio della Provincia, attraverso i distretti di Casale e di Valenza abbiamo la possibilità di completare un quadro di sviluppo.
E' una legge che premia soprattutto la concertazione locale, il lavoro di squadra, e in questo modo abbiamo dato un giusto riconoscimento e un giusto premio ai momenti locali, offrendo loro un aiuto concreto.
Positivo altresì il primo finanziamento previsto per il 1997 e, come ha detto il Consigliere Papandrea, se effettivamente ci sarà una ricaduta sarà poi compito di questo Consiglio regionale dare adeguate opportunità e finanziamenti alla legge, perché se il risultato è positivo sarà un cospicuo e concreto aiuto alle nostre località.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 34 astensioni 4 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 1) Emendamento presentato dai Consiglieri Pichetto, Scanderebech e Grasso: al comma sesto, lettera a), dopo la parola "comunitaria", sopprimere la parola "anche" al comma settimo, dopo la parola "costituzione" e prima della parola "un", aggiungere le parole "il programma di sviluppo di cui all'art. 1 comma secondo, consistente in".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 30 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione dell'art. 2 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 28 astensioni 4 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 28 astensioni 4 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 28 astensioni 4 L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 28 astensioni 4 L'art. 5 è approvato.
Ha chiesto la parola il Consigliere Pichetto; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Presidente, all'art. 3 c'è un emendamento della Giunta.



PRESIDENTE

Non lo abbiamo, ce n'è uno all'art. 6.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Presidente, nel mio intervento avevo illustrato l'emendamento della Giunta. E' proprio quello che esclude il parere dei Comitati di distretto sui contratti dove loro devono prendere i soldi. Nel mio intervento ho anche detto "mi pare che agli atti ci siano gli emendamenti della Giunta" perché io ne ho avuta copia.



PRESIDENTE

Non li abbiamo, mi dispiace.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Diversamente facciamo una porcheria legislativa, cioè la prossima volta andiamo a correggere una legge testé approvata: mi spiace.



PRESIDENTE

Io mi attengo agli atti, ai testi, non ai "detti"; tra l'altro, questo è importante.
Vediamo se possiamo inserire una norma transitoria finale per ovviare a questo incidente di percorso.
Proseguiamo l'esame dell'articolato.
ART. 6 2) Emendamento presentato dall'Assessore Masaracchio: al comma secondo, dopo le parole "i soggetti beneficiari degli interventi devono avere sede", aggiungere le parole "ad eccezione di quelli di cui alla lettera d) del precedente comma".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 28 voti favorevoli e 4 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 6 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 28 astensioni 4 L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 28 astensioni 4 L'art. 7 è approvato.
ART. 8 Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

All'art. 8, proprio perché contiene le priorità e dà un rilievo alla priorità occupazionale, noi siamo favorevoli.



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione dell'art. 8 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 28 astensioni 4 L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 28 astensioni 4 L'art. 9 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI' 31 Consiglieri si sono astenuti 5 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Programmazione: argomenti non sopra specificati - Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 439: "Regolamento CEE n. 2081/93 Obiettivo 2 - DOCUP (Documento Unico di Programmazione). Triennio 1997/1999" - Esame ordine del giorno n. 489


PRESIDENTE

Passiamo al punto 22) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 439.
La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Provo un certo disagio ad intervenire sul documento in esame. La relazione svolta in Commissione recita: "L'intero programma prevede l'attivazione di investimenti complessivi pari a circa L. 3.484 miliardi" si tratta di un provvedimento di straordinaria importanza per la nostra Regione, ma tutto ciò avviene troppo in fretta. Si tratta di un provvedimento che, come entità di risorse, supera vari bilanci annuali di questa Regione. Pertanto dovrebbe rivestire una notevole importanza per la politica e per lo sviluppo della Regione, ma non c'è una relazione, non si interviene, non si discute. Credo sia relativamente scandaloso per il Consiglio, non solo per la Giunta, il modo in cui seguiamo questo tipo di attività. Questi soldi non sono una manna che arriva dal cielo, sono soldi che provengono dall'Unione Europea, ma prima glieli abbiamo dati noi.
Ci siamo trovati già in Commissione con una programma chiuso, ci è stato detto che non c'era tempo nei fatti per una discussione minimamente approfondita, però, giunti in Consiglio, non c'è neanche quel minimo di discussione: ciò è grave! Motivo brevemente il nostro voto contrario al documento unico di programmazione, in parte già anticipato nel mio intervento precedente.
Innanzitutto votiamo contro in quanto non si è mai discusso il Piano regionale di sviluppo, quindi inseriamo, così come abbiamo già inserito altre leggi, ma in questo caso non si tratta di una legge, ma di un programma preciso di investimenti che sono molto consistenti, li inseriamo senza un programma. Nei fatti questo può essere, per un'area della Regione il documento sostitutivo.
Questi finanziamenti giungono alla nostra Regione legati a dei problemi: siamo in una situazione di elevata disoccupazione e di reindustrializzazione e la finalità di questo programma dovrebbe essere quella di rilanciare, di invertire la tendenza, e in questo caso le risorse messe in moto dovrebbero permetterlo.
Sempre dalla relazione emerge che si prevede, con questi 3.484 miliardi, la creazione di circa 5.000 nuovi posti di lavoro: lo 0,6% di tutta l'area. Questo e il primo degli elementi che ci trova contrari.
Un programma che ha come finalità centrale il rilancio occupazionale mi sembra un po' poco. Nella discussione in Commissione Europea ci è stato detto che era una valutazione ottimistica.
D'altro canto, è stato impossibile fare una valutazione più attenta, è mancato, dal punto di vista delle ricadute, un bilancio delle fasi precedenti degli investimenti legati all'Obiettivo 2. Eravamo in difficoltà a dire che erano scelte del passato, pertanto la ricaduta è stata di questo genere. Ad oggi in Consiglio non è stata presentata una relazione esauriente di come sono stati spesi i soldi precedenti.
In questo caso, con una previsione ottimistica siamo sulla creazione di un posto di lavoro per ogni 700 milioni attivati. Credo sia troppo poco proprio per la priorità occupazionale.
Si crea una serie di infrastrutture che forse serviranno al rilancio produttivo, ma la ricaduta sul rilancio produttivo è anche qui relativamente dubbio.
Pertanto riteniamo che si rischia, con le scelte fatte, di sprecare un'occasione irripetibile.
Trovandoci di fronte ad un documento chiuso, daremo il nostro voto contrario. Denunciamo questo aspetto, tra l'altro anche il clima non lo permetterebbe di intervenire analizzando misura per misura ed apportare eventuali correzioni.
Le proiezioni fatte sono di tipo matematico, non si specifica che vengono spesi 15 miliardi nell'area tale, si prevede la creazione per esempio di 69 posti di lavoro. Quando si leggono queste cifre si pensa che esista un bilancio concreto: no, i 69 posti sono una proiezione matematica.
Se poi non vengono raggiunte queste cifre i fondi vengono erogati ugualmente; si tratta di un auspicio, non è un vincolo il raggiungimento di quegli obiettivi.
Anche per questo ritenevamo che occorresse fare un DOCUP prima di tutto all'interno di un Piano regionale di sviluppo che delineasse meglio gli assi di investimento, non un programma "a pioggia", un programma più finalizzato sia ad ipotesi di reindustrializzazione e di crescita economica di questa Regione, sia al suo rilancio occupazionale, che poi sono cose non indipendenti l'una dall'altra, ma collegate e sicuramente così come lo sviluppo aiuta l'occupazione anche l'aumento dell'occupazione è una leva per favorire lo sviluppo economico.
Queste sono le considerazioni che volevo sollevare, se ci fosse stato un dibattito più ampio sarebbe stato possibile anche un'interlocuzione diversa. Concludo dichiarando il nostro voto contrario ed esprimo disagio sul modo con cui viene approvato questo provvedimento.



PRESIDENTE

Ricordo, Consigliere Papandrea, che il Presidente ne ha parlato lungamente - c'ero anch'io quella mattina in Commissione - e in maniera esaustiva. Quindi non si può scandalizzare del fatto che il Presidente non ripeta le cose dette in Commissione.



PAPANDREA Rocco

Ma il Consiglio segna il termine dell'iter legislativo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Casoni.



CASONI William

Come ha accennato il Presidente del Consiglio, questo documento è già stato dibattuto in VII Commissione in diverse sedute, proprio per un ulteriore approfondimento come richiesto dall'opposizione. L'iter è iniziato circa un mese fa ed ora si sta concludendo.
Questo documento è stato portato all'attenzione del Consiglio regionale mentre in altre Regioni è stato approvato a livello di Giunta regionale.
Quindi non è nemmeno passato al vaglio del Consiglio. L'Emilia Romagna non si è premurata di portare il documento all'attenzione della Commissione del Consiglio regionale, ma è stato attuato come provvedimento di Giunta chiusa e quindi non c'è stato nemmeno modo di dibatterlo né in Commissione né in aula.
Il collega Papandrea ha parlato di 5.000 nuovi posti di lavoro, senza considerare che nell'ambito di queste risorse è previsto invece il mantenimento di altri 70.000 posti di lavoro. Sappiamo infatti che per supportare l'occupazione non è necessario unicamente creare nuovi posti di lavoro, ma mantenere quelli esistenti che sono in pericolo e le misure qui previste sono volte soprattutto a mantenere i posti di lavoro. Con queste misure i posti di lavoro che si intendono mantenere sono oltre 70.000.
Quindi 5.000 rappresentano solo la creazione di nuovi posti di lavoro oltre a quelli che ci sono, ma noi dobbiamo anche preoccuparci - ripeto di mantenere l'esistente; pertanto il provvedimento non va letto con questa chiave.
Inoltre, queste misure sono state concordate dai funzionari con la competente Commissione europea ed è utile ricordare che questa è la seconda tranche di un programma. Infatti, stiamo parlando del triennio 1997/1999 esiste quindi già un precedente.
Voglio anche ricordare al Consigliere Papandrea che in VII Commissione esiste una relazione in merito all'attuazione degli interventi precedenti e gli interventi previsti in queste misure sono stati fatti tenendo proprio conto anche dei risultati che i vari assi e le varie misure avevano ottenuto negli anni precedenti, integrandoli anche con assi e misure nuove.
Ritengo quindi, a differenza del collega Papandrea, che questo sia un documento da approvare assolutamente e velocemente perché - ripeto - lo abbiamo già ritardato in Commissione proprio per dare modo a tutti i Consiglieri di verificarlo in tutte le sue parti. Sappiamo anche che entro il mese di aprile questo documento dovrà pervenire a Bruxelles per la sua definitiva approvazione e l'erogazione dei relativi finanziamenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gatti.



GATTI Agostino

Ribadisco alcune precisazioni. Quando questo provvedimento è stato portato all'esame della Commissione - lo ricordo al collega Casoni - noi avevamo chiesto, come Commissione, di valutare la possibilità di fare alcune modifiche. Questo ci è stato impedito dati i tempi e le possibilità di ricorrere poi all'Unione Europea in ritardo.
Pertanto, a nome del Gruppo, esprimo voto di astensione.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione la deliberazione testé discussa, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 30 voti favorevoli, 2 contrari e 2 astensioni.
Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta; ne ha facoltà.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Chiedo la votazione per appello nominale dell'immediata esecutività di tale deliberazione.



PRESIDENTE

ongo pertanto in votazione per appello nominale l'immediata esecutività della deliberazione testé approvata, ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI' 36 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri La deliberazione è immediatamente esecutiva.
Pongo ancora in votazione l'ordine del giorno n. 489, presentato dai Consiglieri Galli, Miglietti, Marengo, Angeli, Gallarini, Rubatto Montabone, Bertoli, Riggio, Rossi e Casoni, connesso alla deliberazione, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte esaminato il DOCUP redatto in applicazione del Regolamento CEE n. 2081/93 Obiettivo 2 (periodo di programmazione 1997/1999) presentato dalla Giunta regionale sottolineati positivamente gli elementi di novità introdotti nel suddetto documento richiamati in particolare gli assi e le misure riguardanti la valorizzazione e lo sviluppo locale (quali ad esempio: Misura 2.3 'Valorizzazione del patrimonio culturale'; Misura 5.3 'Progetti di riqualificazione urbana'; Misura 6.1 'Progetti integrati di bacini economici locali, aree-sistema e distretti'; Misura 6.2 'Servizi di accoglienza, accompagnamento e formazione per la creazione di nuove imprese'; Misura 6.4 'Iniziative locali per l'occupazione e giacimenti occupazionali') preso atto che oltre al DOCUP è stato predisposto un programma parallelo denominato 'Overbooking' finanziato con risorse pubbliche nazionali prevalentemente regionali impegna la Giunta regionale a: 1) predisporre una relazione illustrativa sullo stato di attuazione del DOCUP che dovrà essere presentata ogni semestre alla competente Commissione consiliare 2) presentare alla competente Commissione consiliare entro la fine del 1998 un rapporto dettagliato dal quale si evinca l'attuazione di ciascuna misura del DOCUP: qualora si riscontrassero livelli insufficienti nell'attuazione di alcune misure di provvederà ai conseguenti travasi finanziari dando priorità ad assi e misure dedicati allo sviluppo locale 3) utilizzare - analogamente - il programma parallelo denominato 'Overbooking' travasando eventuali residui sulle misure rivolte a soggetti pubblici e a progetti di sviluppo locale.
Circa i travasi finanziari di cui ai punti precedenti, fatta salva la priorità data alle misure di sviluppo locale, si dovrà tenere conto del principio della cantierabilità nonché della garanzia dell'assorbimento delle risorse pubbliche previste dal DOCUP entro i tempi dati dall'Unione Europea, anche in ottemperanza a precise direttive in merito emanate dall'Autorità statale capofila".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 36 voti favorevoli e 2 astensioni.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 438: "Adesione all'Associazione AEM (Association Européenne des elus de montagne - Associazione europea della montagna). Spesa di F.F. 40.000"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 438, di cui al punto 23) all'o.d.g.
Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti.


Argomento: Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 448: "Modifica alla deliberazione del Consiglio regionale n. 250-11937 del 31/7/1991 'Criteri tecnici per l'individuazione ed il recupero delle aree degradate e per la sistemazione e rinaturalizzazione di sponde ed alvei fluviali e lacustri, procedura amministrativa per la concessione dei contributi regionali (L.R. 2/11/1982 n. 32, artt. 2 e 12)'"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora la proposta di deliberazione n. 448, di cui al punto 25) all'o.d.g.
Poiché la deliberazione va in Consiglio in un momento (fine marzo) in cui le richieste di contributo per il 1997, ed i relativi progetti, sono già state o stanno per essere presentate dai Comuni e dalle Comunità montane entro la scadenza di legge del 31 marzo, e sono ovviamente impostate secondo le prescrizioni della vecchia deliberazione, ad evitare qualsiasi confusione ed equivoco, sembra opportuno far entrare in vigore le nuove norme a partire dal 1998.
Si propone pertanto l'aggiunta alla deliberazione di approvazione del testo normativo già approvato in Giunta regionale dei seguenti commi: in premessa: "- visto che gli Enti, Comuni e Comunità montane, abilitati alla richiesta di contributi per il recupero delle aree degradate ex L.R. 2/11/1982 n. 32 hanno già presentato, o stanno presentando, per il 1997 richieste di contributo impostate secondo le prescrizioni e le indicazioni contenute nella DCR n. 250-11937 del 31/7/1991 ritenuto opportuno che, ad evitare qualsiasi confusione ed equivoco, tali richieste di contributo vengano istruite secondo le norme contenute nella succitata DCR n. 250-11937 del 31/7/1991 e che il testo approvato con la presente deliberazione entri in vigore a partire dal prossimo esercizio 1998" nel dispositivo: "- di prescrivere che le norme contenute nella presente deliberazione entrano in vigore a partire dall'1/1/1998".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 36 voti favorevoli e 2 astensioni.
Pongo pertanto in votazione la deliberazione come emendata, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 36 voti favorevoli e 2 astensioni.


Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento internazionale extra-comunitario - Assistenza e sicurezza sociale: argomenti non sopra specificati

Esame ordini del giorno n. 474, n. 486, n. 487 e n. 488 relativi alla situazione in Albania (rinvio)


PRESIDENTE

Esaminiamo ora i quattro documenti relativi alla situazione in Albania precedentemente iscritti all'o.d.g. Si tratta dei seguenti ordini del giorno: n. 486 presentato dal Consigliere Cavaliere n. 487 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti n. 488 presentato dai Consiglierei Montabone, Ferrero, Ghiglia, Rubatto Saitta, Peano, Cotto, Bellingeri, Marengo, Angeli, Rossi e Deorsola n. 474 presentato dai Consiglieri Benso, Gallarini, Galli, Peano Rubatto, Angeleri, Botta, Bodo, Angeli, Vaglio e Toselli.
La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Senza entrare nel merito dei contenuti dei quattro ordini del giorno volevo cogliere l'occasione per aggiornare il Consiglio sulla situazione che vede il Piemonte - in sede di Conferenza dei Presidenti delle Giunte regionali - aver dato la propria disponibilità e solidarietà sia al popolo albanese sia alle Regioni più direttamente coinvolte in questo esodo: Puglia, Calabria, Marche ed Emilia Romagna.
Volevo anche aggiornarvi sulla situazione a ieri, dopo aver parlato con il Prefetto: in realtà, non ci sono ancora indicazioni dal Ministero degli Esteri su un contingente di profughi albanesi che dovrà accogliere il Piemonte; c'è soltanto l'indicazione che anche in Piemonte dovranno essere accolti dei profughi albanesi, ma allo stato attuale delle cose - notizie di ieri sera - il Ministero degli Interni non ha ancora assegnato una quota di questi profughi alla Regione Piemonte.
Nel caso in cui questo avvenisse, Sua Eccellenza il Prefetto Moscatelli avrà un compito di coordinamento per conto del Ministero degli Interni.
Come saprete, come Regione ci siamo permessi un minimo di polemica perch il decreto del Ministero degli Interni ha demandato ai Prefetti tutta la gestione del caso albanese, scavalcando qualsiasi tipo di livello istituzionale decentrato.
Questo comporta che Sua Eccellenza il Prefetto Moscatelli avrà compiti di coordinamento di tutti gli aspetti del caso sul territorio piemontese alcuni altri Prefetti hanno dichiarato avere grossissime difficoltà, in alcune Province, a recepire profughi nel caso in cui ci venissero assegnati.
Allo stato attuale delle cose si è identificato il sito di Lombardore per l'accoglienza di duecento profughi albanesi. Purtroppo il sistema adottato è quello del casermaggio; si sta provvedendo alla ristrutturazione della Caserma di Lombardore con interventi di ripristino, per esempio, per quanto riguarda i servizi igienici e la recinzione.
In ogni caso, allo stato attuale delle cose non abbiamo notizie certe sentirò nuovamente il Prefetto domani mattina - di profughi albanesi assegnati alla regione Piemonte. E' ovvio - e lo sottolineo - che la Regione Piemonte in sede istituzionale si è resa subito disponibile ad intraprendere tutte quelle azioni che potessero mettere questi profughi nella situazione di poter essere accettati.
Informo il Consiglio regionale che quasi tutti i Comuni, parecchi Consigli comunali, hanno espresso degli ordini del giorno in cui si dichiaravano assolutamente non disponibili a recepire dei profughi albanesi.
Questa la situazione; sul territorio piemontese non c'è, da parte della quasi totalità delle Amministrazioni comunali, grande disponibilità ad accettare ed accogliere i profughi. Situazione che il Prefetto ha ben presente e che cercheremo di gestire nella maniera più consona e più chiara possibile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale Pasquale

Intervengo per dichiarazione di voto sugli ordini del giorno in discussione.
Personalmente, al di là delle opinioni di tutti noi, che su questo come su altri argomenti potranno e possono essere diverse, non credo che il nostro Consiglio regionale come mi è parso di comprendere, possa non dire niente sulla tragedia del Canale di Otranto. Mi stupisce che altri ordini del giorno non sentano il bisogno, perlomeno, di esprimere il cordoglio di un'alta istituzione come la nostra, appartenente al sistema del nostro Paese.
Allo stesso modo mi paiono abbastanza contraddittorie le proposte avanzate da un lato, nessun tipo di intervento, nessun tipo di accoglienza, nessuna forma di solidarietà, dall'altro, sempre da parte di esponenti della maggioranza, vi sono espressioni del tipo "valutiamo di destinare come Regione Piemonte 500 milioni, prelevandoli" - tra l'altro - "dal capitolo sulla fame del mondo, perché sempre di fame si tratta". Mi paiono atteggiamenti totalmente diversi, risposte talmente contraddittorie che non permettono di fare quanto sarebbe opportuno.
Innanzitutto dobbiamo compiere un grande sforzo nei confronti della comunità piemontese; una società come la nostra, che soffre la disoccupazione, che soffre molti problemi sociali, tende a rifiutarsi di farsi carico di altri problemi. E' questo un dato reale, un atteggiamento diffuso, ma che non possiamo condividere. Non possiamo condividere il sentimento comune della gente - "gente" intesa come sostiene Furnari perché un Paese civile non può non applicare le regole del diritto internazionale. Dobbiamo in qualche modo, di fronte a questa immane tragedia, applicare le regole del diritto internazionale, e semmai intervenire nei confronti della comunità internazionale affinché si affronti collettivamente il problema. Sarebbe ben diverso e ben altre sarebbero le conseguenze per il nostro Paese se esplodesse completamente la situazione albanese. Ben altre sarebbero le conseguenze.
Sono anche molto costernato per le scelte che si fanno; mi riferisco all'indicazione del Presidente Ghigo del poligono militare di Lombardore luogo storico di internamento. Nel poligono di Lombardore furono internati dopo Gaeta, 5.000 soldati napoletani, perché appunto non potevano essere integrati nell'esercito regio: è una risposta sbagliata, incivile - io credo - a questo problema.
L'ordine del giorno che propongo dice che la vicenda del Canale di Otranto si inserisce anche in questo clima generale che c'era nel nostro Paese; non ci sono responsabilità - ci potranno anche essere - del tal ufficiale di marina o del tal altro. E' stato chiesto, tutto il Paese ha chiesto di bloccare; a poco serve scandalizzarsi se poi questo viene fatto concretamente, anche nei termini in cui è avvenuto. Il documento inoltre chiede di farsi carico in modo civile della questione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Credo che in tutti gli ordini del giorno presentati ci sia qualcosa da approvare e probabilmente in tutti, a seconda delle parti da cui li si vede, possono esserci degli argomenti non condivisibili. Per esempio riferito all'ordine del giorno presentato dal collega Cavaliere, non posso che dichiararmi d'accordo con le premesse; laddove intravvedo qualcosa di non condivisibile è l'invito ai Comuni piemontesi al senso di responsabilità e condivisione che ha sempre contraddistinto il nostro Paese, quasi che i Comuni piemontesi, dal 1991 in poi, rispetto a profughi di ogni parte del mondo, ma in particolare di quelli albanesi, non abbiano fatto la loro parte.
Sono convinto che i Comuni piemontesi, con la prima ondata di emigrazione avvenuta dall'Albania intorno agli anni 1991/1992, abbiano fatto appieno la loro parte, e non solo abbiano fatto la loro parte di accoglienza di primo momento, ma abbiano fatto di tutto per l'integrazione di questi profughi all'interno delle comunità locali. In alcuni casi ci sono riusciti, in altri no, e molto spesso il fatto che non ci siano riusciti è stato dovuto all'alta concentrazione di profughi che erano stati mandati nei singoli Paesi.
Negli anni scorsi abbiamo potuto verificare come, in alcuni posti, il numero dei profughi era di gran lunga superiore al 15-20% delle popolazioni residenti.
Come è possibile integrare - signor Presidente e colleghi Consiglieri profughi con cultura e tradizioni diverse nei nostri paesi, quando numericamente i profughi sono di così rilevante entità? Tant'è vero che oggi si sta ripetendo esattamente quello che si è verificato allora: si concentrano in ex caserme, ex presidi militari tutti i profughi, creandone quasi una sorta di riserva, di concentrazione troppo elevata, per cui questi profughi non riescono ad integrarsi con il resto dei nostri paesi.
Io non voglio ricordare l'interrogazione presentata assieme al collega Vaglio qualche mese fa, perché oggi, di fronte ad un problema così importante, non si parla della delinquenza, che esiste in tutte le popolazioni del mondo. Il tema non è questo.
Con l'ordine del giorno presentato assieme ad altri colleghi della maggioranza e della minoranza in tempi non drammatici come questi - eravamo al 25 di marzo, quando la situazione non era ancora così drammatica com'è oggi - si è voluto far emergere che molto spesso, attraverso la lunga mano dello Stato rappresentato dai Prefetti, vengono impartiti ordini alle comunità locali rispetto ad esigenze che sono reali. E l'esigenza è reale.
Non credo che si possa fare un discorso di integrazione se con l'imposizione vengono mandati i profughi nelle comunità locali, non dando loro l'assistenza e l'accoglienza necessarie. Questo non è possibile.
L'integrazione non può avvenire, quell'accoglienza non può essere altro che la riserva dei profughi in quel momento, e sappiamo tutti come vanno a finire le riserve: con le estinzioni.
Chiedo che quell'interrogazione venga oggi trasformata in un ordine del giorno, che si concluda con un forte invito al Presidente della Giunta a fare in modo che ci sia un tavolo intorno al quale Regioni, Province Comuni, cioè gli Enti che gestiscono il territorio, siedano assieme al Prefetto, rappresentante del Governo in quel caso o al Commissario del Governo, per stabilire le opportunità migliori di accoglienza.
Dopodiché, per fare in modo che la storia non si ripeta - mi riferisco agli anni 1991/1992 - sono dell'avviso che non si possano fermare le chiatte che arrivano verso l'Italia attraverso dei blocchi navali; ma sono anche dell'avviso che i profughi, dopo essere stati accolti, curati per un certo periodo di tempo - così dice il Governo che intende fare - vengano rimpatriati con la tutela delle forze internazionali e con gli sforzi economici dei vari Stati che permettano loro di vivere dignitosamente nel loro Paese di origine.
Se questo non avviene e se questo lo Stato italiano, le Regioni d'Italia, gli Enti locali d'Italia non hanno la forza di voler fare, noi non risolveremo il problema, perché non avremo profughi albanesi integrati in Piemonte, ma avremo dei disadattati che, non per loro volontà, saranno costretti ad attuare delle attività, le più svariate, per sopravvivere. Non si può chiamare accoglienza quella che si è fatta in Italia dal 1991 ad oggi (e quindi non sto parlando di un Governo di un tipo o di un altro) rispetto ai profughi, in particolare albanesi, ma di ogni parte del mondo.
Queste sono le cose che ho cercato di dire oggi e che ho cercato di interpretare attraverso questo ordine del giorno. Ripeto, condivido tutta la parte iniziale dell'ordine del giorno del Consigliere Cavaliere, per quel richiamo ai Comuni piemontesi al senso di responsabilità ritengo che non ci debba essere, perché i Comuni piemontesi sono già ampiamente responsabili.
Esaminerò la possibilità di votare a favore di questo ordine del giorno e chiedo che l'emendamento aggiuntivo che ho proposto all'ordine del giorno, firmato da molti, non condiviso da altri in questo momento, venga messo in votazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente, care colleghe e cari colleghi. Una questione sta di fronte a noi e penso che sia una questione sulla quale non possa esistere una differente valutazione.
Siamo in presenza di profughi provenienti da una nazione che si trova in gravissime difficoltà nell'esercizio delle funzioni proprie di uno Stato sono profughi che viaggiano e arrivano nel nostro Paese: profughi civili donne, bambini e quant'altri.
La prima questione che abbiamo di fronte, questione civile di umanità è quale posizione assumere, come istituzione, di fronte a questo problema: i profughi che cercano salvezza ed accoglienza nel nostro territorio.
Questa questione va separata da tutte le questioni che la provocano.
Il nostro ordine del giorno, di fronte alla questione dei profughi propone una posizione chiara e netta, inequivocabile. Noi proponiamo che la nostra Regione, parliamo per essa, dichiari la propria disponibilità ad accogliere in modo civile ed umano, quindi senza ripetere errori fatti, i profughi provenienti oggi dall'Albania ed i profughi in generale. D'accordo con Montabone, siamo di fronte ad un problema di quel tipo. Accogliamo questi profughi anche con un impiego di risorse finanziarie della Regione Piemonte e dichiariamoci pronti a svolgere una funzione di coordinamento istituzionale con tutti gli Enti che si occupano di questo problema.
Nell'interruzione mi si proponeva di rispondere "per quanto tempo": per il tempo necessario a non farne più dei profughi. Verremo poi a cosa deve succedere perché queste persone non siano più dei profughi, ma intanto il nostro ordine del giorno dice "li accogliamo!", a voce alta e piena, non inseguendo, da questo punto di vista, le campagne xenofobe che da vario tempo impegnano una parte della nostra collettività. Noi non le inseguiamo in alcun modo, perché sono campagne che si sa dove cominciano, ma non sappiamo come il sentimento di xenofobia - anzi lo sappiamo bene - possa spingersi oltre l'interpretazione letterale del termine e come la xenofobia possa facilmente diventare intolleranza verso altri, verso i diversi o verso chi può meno di altri. Primo fatto.
Secondo elemento: le vittime del Canale di Otranto sono vittime di una scelta che è corsa dietro a questo sentimento di xenofobia. Decidere un pattugliamento, come è stato deciso ed eseguito - personalmente sono convinto sia stato eseguito secondo le regole di un pattugliamento - e andare con navi di 1.200 tonnellate a fianco di barchette, può lasciare immaginare che fine fa l'imbarcazione pattugliata, soprattutto se stracarica. Mettere vicino una nave ad un canotto, anche viaggiando a pochi nodi all'ora, vuol dire far dare il giro a questo canotto.
Senza entrare nel merito del come è successo, chi dà ordine di pattugliare un tratto di mare avvicinando delle imbarcazioni per dissuaderle dal continuare la loro rotta ed invitarle - io dico intimidirle al punto di far cambiare loro rotta, senza sparare, ma andando solo vicine con la prua, vuol dire che ha messo in conto tragedie di questo genere! Noi chiediamo che si smetta questa azione di pattugliamento per evitare altre tragedie. Vorrò vedere quando andremo a tirare fuori dalla stiva, a 800 metri di profondità, donne e bambini su quella carretta di nave! Questa operazione deve immediatamente cessare e noi chiediamo che questo sia fatto.
C'è poi il problema dell'Albania, che mi rimane oscuro dal punto di vista delle responsabilità italiane nei fatti di Albania; leggendo i giornali non emerge una grande chiarezza su questo, l'unica cosa chiara è che Berisha l'abbiamo fatto cavaliere della Repubblica e questo getta una certa luce sui rapporti della Repubblica italiana con il Presidente Berisha. Temo che ci siano fatti a noi sconosciuti che tengono in vita un regime che è andato al potere - a parere di commentatori di varie parti in modo irregolare e comunque sia...



(Interruzione del Consigliere Griffini)



CHIEZZI Giuseppe

Stiamo parlando di Berisha che è ancora al potere con un Paese che non risponde più, in larga parte, a quel potere costituito.
Quindi penso che anche l'indifferenza, contro la quale eleviamo grandi lamenti, dell'Europa su questa vicenda abbia ragioni nascoste in fatti e rapporti di livello internazionale che ai cittadini devono essere tenuti nascosti, perché i cittadini non devono sapere i segreti di Stato! Noi individuiamo nella necessità di dare un nuovo ordine democratico, che prescinda dal sostegno a Berisha, la soluzione dei problemi per ricomporre una situazione di ordine democratico in Albania e proponiamo, senza nominare il Presidente Berisha, che la Regione Piemonte inviti il Governo a sostenere il tentativo che il Governo Fino e i partiti democratici stanno facendo nel coinvolgere i comitati degli insorti per ritrovare un nuovo equilibrio in Albania.
L'ordine del giorno si ferma qui e tralascio tutte le altre cose che potrebbero essere scritte sugli aiuti economici da dare all'Albania - non come sono stati dati finora - evitando di costruire marchingegni finanziari, ai quali non so se siamo del tutto estranei, che hanno mandato per aria un pezzo di Paese. Occorre dare aiuti in modo serio.
Questo ordine del giorno vuole evidenziare la prima cosa da fare, sulla quale non siamo per accettare alcuna incertezza o equivocità o temperamento del problema: dichiariamoci disponibili ad accettare i profughi. Questo è il primo passo di una nazione civile nei confronti di questo problema.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

Xenofobia, solidarietà, sento queste parole in quest'aula, le ho sentite ai telegiornali, dai mass media; mi sembra che sull'antixenofobia e sulla solidarietà la sinistra abbia da sempre basato le sue campagne elettorali, ma è il governo di sinistra che ha attuato il blocco navale.
In questi giorni abbiamo visto un po' di tutto, anche le lacrime di Berlusconi; forse è giusto che in questo Consiglio si affronti seriamente senza fare propaganda politica e strumentalizzazioni, il discorso degli albanesi.
Ho sentito prima il Presidente Ghigo lamentare la gestione di tutta la questione "profughi albanesi" da parte dei Prefetti, ma questa è la conferma di quello che noi diciamo da anni: è possibile che non ci si renda conto che su temi di grande importanza ci lasciano fare quello che vogliamo finché fa comodo? Roma, tramite la lunga mano dei Prefetti, del Commissario del Governo, dei Questori, prende in mano la situazione e scavalca gli Enti locali.
Questi sono esempi di federalismo, del tanto decantato federalismo che ormai - dicono - è trasversale. Talmente trasversale che per paura di quei Comuni, che stanno rifiutando l'arrivo di centinaia e centinaia di profughi albanesi, si scavalcano i Comuni e si dà il potere totale ai Prefetti di decidere qualsiasi invio, in qualsiasi Comune. Ma non si è detto, e non si è pensato, che in mezzo a questi profughi, dove tutti abbiamo visto donne e bambini, ci sono anche gli evasi dalle carceri albanesi che hanno un grande interesse ad abbandonare l'Albania. Non abbiamo considerato che ci sono un sacco di "barchette" - come diceva il Consigliere Chiezzi - che non arrivano ufficialmente delle quali non abbiamo il conteggio. Dove andranno i profughi che sono arrivati in maniera nascosta in Italia? Non andranno nei centri di accoglienza.
In Piemonte abbiamo avuto troppi esempi. Ho sentito, purtroppo, dei drammi in Valle di Susa, due omicidi per furto: scoperti sul fatto hanno ucciso i proprietari delle case. Questo non vuol dire xenofobia, questa è una denuncia della situazione, perché noi diciamo chiaramente che i veri profughi hanno bisogno di aiuto, ma lanciamo un grido d'allarme: "Guardate che in mezzo ai veri profughi ci sono tante persone che vengono in Italia per ricostruirsi una vita delinquenziale, per iniziare nuovamente quello che in Albania stavano pagando nelle carceri". Vengono qui, hanno una seconda possibilità di riscattarsi, magari pensano che gli italiani sono più tranquilli, non sono così duri, forse non vengono messi in galera. Ma chi penserà a controllare questi falsi profughi? I Prefetti, per adesso parlano di centri di accoglienza, non ho ancora sentito parlare di misure di prevenzione e di controllo su queste persone. E l'Europa dov'è? L'Europa parla tanto: mi viene in mente Oslo, dove si è scritto sui muri dell'Ambasciata, e guarda caso queste scritte contro il blocco navale sono state eseguite da un gruppo che si dichiara antifascista - forse non sanno chi è al governo in Italia o forse lo sanno.
Però questo deve far pensare, perché se l'Italia si deve assumere delle responsabilità, ciò deve succedere anche per l'Europa, non si possono scaricare le responsabilità solo sull'Italia. L'Italia non è una discarica dove si può scaricare tutto perché l'italiano è quello poi più bravo, che accetta sempre tutto.
Non accettiamo prediche dall'Europa, se non ci sono delle proposte concrete, di aiutare l'Italia ad accogliere i veri profughi.
Ho apprezzato l'ordine del giorno del Consigliere Montabone, a piccoli passi si avvicina alla Lega, prima o poi gli darò la tessera. A parte gli scherzi, un problema reale: Comuni piccolissimi, invasi da centinaia di profughi...



(Commenti del Consigliere Cavaliere)



ROSSO Roberto

...e in questi Comuni gli albanesi, giustamente, vorranno mantenere la loro cultura, però sicuramente snatureranno quello che è l'equilibrio culturale dei residenti. Pertanto ho firmato l'ordine del giorno del Consigliere Montabone perché propone l'unica via possibile e cioè accogliere i profughi albanesi facendo un controllo su tutte le persone che arrivano e rispedendo indietro quelle sospette. Accoglierli, controllarli, non lasciare che si disperdano sul territorio e poi, quando in Albania si sarà ristabilita la pace e la tranquillità, fare in modo che i cittadini albanesi possano tornare nel loro Paese d'origine.
Da quel momento invece di mandare in Albania, come nel Terzo Mondo, i formaggini scaduti, piuttosto che le arance marce, si dovrebbe fare una politica di aiuto e di sviluppo economico. In questo modo non dovremmo tutte le volte parlare di immigrazione extracomunitaria e di problemi di microdelinquenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Vorrei fare una riflessione: ogni qualvolta ci troviamo di fronte ad un dramma umano di queste dimensioni occorrerebbe rispondere non come l'uomo della strada, l'uomo qualunque che riflette per reazione, magari con dei gesti, delle azioni eclatanti, qualcuno magari piangendo.
A mio parere, il compito di un Consiglio regionale, anche di un Parlamento, è quello di filtrare questo tipo di emozione e di guardare le cose con una certa razionalità, altrimenti il nostro dovere di politici viene meno, e diventiamo come l'uomo qualunque - non in senso dispregiativo che di fronte ad una situazione di questo genere può piangere, può ridere o fare altro.
Disapprovo questo tipo di reazione e cerco di vedere invece le cose con una dinamica e una distanza obiettiva per poter decidere in maniera più lucida.
Relativamente all'ordine del giorno del Consigliere Chiezzi, come si fa a parlare di xenofobia o di blocco navale? Ma quale blocco navale! Mi pare di aver letto attentamente che ci hanno perfino sparato addosso e non abbiamo risposto! In presenza di un blocco navale che sia tale, non solo non ci si può sparare, ma non si ci si avvicina nemmeno se prima non si mettono in atto delle condizioni di chiara resa o di non bellicosità! Caro Chiezzi, è stato sparato addosso ad una nostra motovedetta e non abbiamo risposto! Durante il cosiddetto blocco navale sono comunque transitate delle imbarcazioni che sono giunte ai porti della Puglia! E' quindi totalmente falsa l'idea di un blocco bellicoso, militarista e quindi assassino che la stampa ed alcune forze politiche vanno affermando.
Credo invece che le "barchette", come dice Chiezzi, quando vengono riempite a dismisura non sono più controllabili, girano, affondano quasi da sole! Ancora di più se fanno uno zig-zag per sfuggire, chiaramente per sfuggire! Non dico che siano ribaltate da sole, ma nel caso di fuga davanti ad una motovedetta non sono governabili e in uno zig-zag sono entrate in collisione. Non credo che il comandante della nave italiana si sia permesso di entrare in collisione volutamente. Se siamo seri questo non possiamo assolutamente dirlo! Vorrei ancora aggiungere un concetto già espresso in quest'aula e cioè che i problemi di queste nazioni che si disgregano ed entrano in una situazione drammatica localmente devono cercare di essere risolti nel loro territorio perché i tre milioni di albanesi, senza un minimo di controllo diventerebbero probabilmente molti di meno (uno o due milioni di meno) e verrebbero in Italia. Ma dove andiamo a finire? Non si può ragionare in termini non obiettivi di fronte a problemi di questo genere.
Personalmente mi asterrò su tutti gli ordini del giorno e voterò conto quello presentato dal Consigliere Chiezzi perché di tutto si può parlare fuorché di xenofobia e di blocchi navali di tipo militare, per i motivi che ho detto prima.
Lascio quindi al Gruppo la facoltà di decidere come votare su ogni ordine del giorno.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FOCO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Griffini.



GRIFFINI Massimo

Dichiaro il mio voto contrario a tutti gli ordini del giorno per un semplice motivo. Tutti questi ordini del giorno hanno parti condivisibili e parti assolutamente incondivisibili. Il problema, secondo me, è molto più complesso di quello che viene presentato in questi documenti.
Ritengo che una grossa responsabilità di quello che sta succedendo oggi in Albania una parte di italiani ce l'abbia. Dobbiamo considerare che c'è stato qualcuno che ha guadagnato nel 1991 a portare gli albanesi in Italia poi c'è stato qualcuno che ha approfittato di questi albanesi che erano giunti in Italia; poi c'è stato qualcuno che quando questi hanno messo da parte due soldi ha pensato bene di portarglieli via in Albania. C'è ancora qualcuno che adesso avrà un approvvigionamento di armi per qualche anno con le armi che sono state prese dagli albanesi nelle loro caserme e a parte quelli che hanno guadagnato di nuovo per portare quest'altra ondata ci sarà sempre qualcuno che guadagnerà sulla ricostruzione dell'Albania. Fra questi ci saranno senz'altro tanti italiani.
Il problema di rimandare indietro i profughi è una cosa molto complicata perché gli albanesi non hanno documenti come gli italiani, sono ancora registrati tutti nel documento del capofamiglia. Rischiamo quindi di avere gente che ha mandato in Italia come profughi la moglie e i figli e che per strada si sono trovati un accompagnatore che li ha costretti a dire che era il marito e il padre dei bambini per ricevere asilo politico. E' perciò molto difficile riconoscere fra questi profughi la parte onesta dalla parte disonesta.
Bisogna effettivamente cercare di fare in modo che rimangano là perché se una guerra civile, ancorché fatta in un Paese di tre milioni di persone, dà un risultato di cento morti con tutta la popolazione armata che spara per aria, io penso che se facciamo un Capodanno "serio" in certi paesi d'Italia di morti ce ne siano di più.
Bisogna vedere che cosa hanno trasmesso le nostre televisioni e che cosa hanno detto i nostri giornali. Sapete benissimo che tutti gli albanesi hanno l'antenna parabolica e vedono quindi tutti i telegiornali italiani.
Se si mostra che tutto il sud del Paese, che è la parte democratica e che come dice Chiezzi, rimpiange Oxa (sarà il 15% della nazione albanese), sta insorgendo contro la parte antidemocratica che è l'85% degli albanesi che appoggia Berisha e sta salendo verso Tirana (cosa che poi non è successa Tirana non è stata invasa), uno che abita a metà strada la prima cosa che fa è scappare. Ecco allora un'altra responsabilità degli italiani che secondo me hanno dato notizie che non corrispondevano al vero.
Comunque questa non è una questione solo italiana: tutta l'Unione Europea si deve muovere per fermare l'esodo, anche perché in questo momento di pericoli veri per la vita in Albania non ce ne sono o ce ne sono pochissimi, ci può essere qualche ritorsione, qualcuno che si ammazza per vecchie storie loro, ma una guerra civile dà esiti diversi da quelli che si stanno verificando oggi in Albania. O l'Unione Europea si impegna a fermare questo esodo dando una possibilità agli albanesi, là, di riprendere a lavorare, altrimenti vi dico che se questi albanesi arrivano in Italia il dividere la parte buona dalla parte cattiva diventa quasi impossibile.
Ci ritroveremo poi, come è già successo nel 1991 quando hanno svuotato le prigioni e ce li hanno mandati tutti qui, o in gran parte, a dire che gli albanesi sono tutti delinquenti, cosa che non è assolutamente vera perché ci sono delle bravissime persone anche fra gli albanesi che poi vengono messi nel mucchio e passano tutti per delinquenti; altrimenti quelli che avremo qui creeranno veramente dei grossi problemi e sarà molto difficile risolvere questo problema.
A titolo personale dichiaro il mio voto contrario a tutti gli ordini del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Luciano

Dalla discussione che stiamo facendo, dagli ordini del giorno presentati, dalle firme che accompagnano gli ordini del giorno e dalle dichiarazioni di voto, emerge in modo chiaro che noi stiamo affrontando quello che è un vero dramma, quello dell'Albania, con grande strumentalità politica. Con grande leggerezza affrontiamo delle questioni complesse; ad esempio, continuiamo a parlare di profughi quando mi pare che la condizione di profughi sia assolutamente inesistente. Mi pare sia giusto - ma non per questo io dico che è meno grave la situazione - parlare di immigrati che legittimamente aspirano ad emigrare in un altro Paese. Lì non c'è la condizione di profughi sancita dai trattati internazionali. Non esiste questa condizione! Esistono altre condizioni, che forse faremmo bene tutti insieme ad affrontare.
Il nostro cordoglio alle vittime è il più profondo, non toglie nulla alla strumentalità politica che intorno al dramma albanese si cerca di giocare, utilizzando anche il tragico incidente del Canale di Otranto! Questo sì è vergognoso! Non ciò che si tenta di dire, ad esempio nell'ordine del giorno di Rifondazione Comunista, affermando che c'è una campagna xenofoba vergognosa. Vergognoso è utilizzare queste questioni magari guardando verso le elezioni amministrative.
Credo che la questione vada affrontata come sta avvenendo in tutti gli altri Paesi, cercando di affrontarla insieme, Governo, opposizioni verificando quella che è la situazione reale, affrontando quelli che sono i problemi reali. Qui ci sono dei Consiglieri che hanno firmato tutto e il contrario di tutto, che votano per dare solidarietà agli immigrati albanesi e contemporaneamente votano per prenderli e rimandarli in Albania. Se questa non è confusione, non è strumentalità politica, mi dovete spiegare che cos'è la confusione e la strumentalità politica.
Credo che le tre scelte compiute dal Governo italiano siano giuste d'accordo con il Governo albanese di Fino, non con altri, caro Consigliere Chiezzi, perché il pattugliamento è stato concordato con il Ministero degli Esteri, il Ministero degli Interni dell'Albania, del Governo Fino.
Sono stati accolti 13 mila immigrati albanesi in queste ultime due settimane in modo civile e degno da parte dell'Italia: grazie all'intervento di tanti volontari, ma grazie anche alle scelte compiute dal Governo italiano, d'accordo, anche qui, con il Governo albanese. Così come credo sia stata giusta la posizione assunta dal Governo italiano nei confronti dell'Unione Europea per la missione internazionale umanitaria anche questa concordata con il Governo albanese, come condizione per ricreare un minimo di istituzioni e di legalità in Albania. Questa è la condizione se vogliamo affrontare il problema, e se vogliamo che qualsiasi tipo di aiuto economico, sociale ed umanitario abbia la minima possibilità di realizzarsi.
Non è sicuramente stando ad osservare lo scontro tra bande armate perché di questo si tratta, dell'utilizzo che ne ha fatto la mafia anche italiana, anzi soprattutto della mafia italiana, degli albanesi, prima sfruttandoli e poi facendoli guadagnare e poi portando via loro i soldi: da questi elementi è scaturito il caos in Albania.
Pertanto mi pare un po' improprio parlare di guerra civile, soprattutto per un Paese, che sì ha avuto una guerra civile. Parlare di guerra civile quando di ben altro si tratta, e quindi parlare di condizione di profughi ripeto per l'ennesima volta - quando di ben altro si tratta.
Proprio perché la priorità è ricostruire le istituzioni e la legalità se vogliamo affrontare davvero il dramma albanese come dramma albanese, e non come piccolo cabotaggio ad uso di bottega di ciascuna forza politica di ciascun partito. Noi abbiamo bisogno di affrontarlo nei termini in cui dicevo prima, cioè come lo sta affrontando con tutta responsabilità il Governo italiano.
Per questo motivo noi voteremo contro tutti gli ordini del giorno.
Chiedo che l'ordine del giorno presentato il 25 marzo venga suddiviso in due parti e che venga votato indipendentemente dall'emendamento presentato dal Consigliere Montabone ed altri che per quanto riguarda il contenuto è esattamente l'opposto dell'ordine del giorno presentato dal Consigliere Cavaliere, ma che vengono entrambi sottoscritti da Consiglieri di maggioranza: basta sottoscrivere per essere contro il Governo. Questo è il punto. Non è una mia interpretazione, sono le firme e i contenuti dei documenti che parlano da soli: qualcuno li vuole mandare via, qualcuno li vuole accogliere...



MONTABONE Renato

Basta leggere bene il testo.



MARENGO Luciano

Questo conferma ciò che io sto dicendo, si gioca sul dramma dell'Albania, questo è vergognoso! A questo dovremmo pensare un po' di più tutti.
Chiedo inoltre - mi dispiace non sia in aula il Presidente della Giunta, ma è presente il Vicepresidente che peraltro ha la delega anche agli Enti locali - che vengano raccolti tutti gli ordini del giorno presentati nei vari Consigli comunali del Piemonte e di farne un dossier da distribuire a tutti i Consiglieri, in modo che possiamo renderci conto della situazione, di cosa pensano i Consigli comunali rispetto a questo problema, in modo da farne una valutazione di carattere più complessivo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Intervengo per illustrare la nostra posizione in merito agli ordini del giorno.
Sicuramente le nostre posizioni sono sufficientemente chiare, sicuramente non motivate da problemi di natura elettorale, non sono posizioni popolari purtroppo. Dico purtroppo in quanto la tendenza del Paese è diversa.
Quando si parla di xenofobia, ne abbiamo sentito qui dentro degli accenti precisi, quando per esempio si dice che accogliere gli albanesi ci si considera una discarica, quindi si considerano gli albanesi dell'immondizia. Se questo non è xenofobia voglio capire cosa lo è. Queste cose sono state dette, così come è sembrato che gli 80 morti abbiano voluto andare sotto la nave italiana per vocazione. Noi non abbiamo detto che sono stati deliberatamente speronati, però abbiamo detto che quel tipo di operazione comportava quei rischi. Li comporta, ed è per questo che chiediamo che vengano sospese queste operazioni.
Inoltre crediamo che ci siano - lo diceva già il collega Chiezzi - delle responsabilità nostre rispetto alla situazione attuale, quella che ha creato la situazione attuale in Albania, ed è per questo che siamo contrari ad un'ipotesi di intervento che veda coinvolti gli italiani, non è un caso che in una zona dell'Albania dicano esplicitamente che non vogliono l'intervento italiano. Quindi è evidente che creerebbe tensione e non migliorerebbe la situazione. Temo fortemente che serva a garantire la continuità del Presidente Berisha, appoggiato finora da noi, e che quell'intervento possa avere la stessa funzione.
Credo che sia del tutto fuori luogo pensare ad un intervento che veda coinvolte anche truppe italiane, ed è per questo che, rispetto all'ordine del giorno presentato dal Consigliere Cavaliere, noi siamo d'accordo su quasi tutto il testo tranne l'ultima frase che parla di un intervento di pace. Credo che oggi come oggi non ci siano le condizioni per cui l'intervento italiano sia di pace. Per il resto voteremo a favore se il proponente accetta la votazione per parti separate.
Per quanta riguarda l'ordine del giorno presentato dalla Consigliera Benso credo che non sia corretto chiedere di utilizzare 500 milioni del fondo previsto per la fame nel mondo. Se si vogliono investire 500 milioni per i motivi illustrati nell'ordine del giorno si faccia, ma non si utilizzino quelli, altrimenti prima di aver individuato in un qualsiasi modo di utilizzare i 1.800 milioni in una zona dove c'è il problema della fame, li avremo spesi dieci volte in altri posti. Ritengo si debba cercare una fonte diversa per il prelievo dei 500 milioni, diversamente voteremo contro l'ordine del giorno; voto contrario anche per quanto espresso in quest'aula da parte dei sostenitori del documento - per esempio il Consigliere Rosso: posizioni assolutamente xenofobe ed inaccettabili da parte nostra.
Per questi motivi siamo contrari all'ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rubatto.



RUBATTO Pierluigi

Volevo solo, signor Presidente, confutare alcune affermazioni del Consigliere Marengo: firmando l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Montabone, non era mia idea firmare un documento di richiesta dell'allontanamento dal territorio italiano degli immigrati albanesi. Si trattava in realtà di una richiesta di impegno da parte del Consiglio regionale ad operare al servizio degli immigrati albanesi affinché in tempi più pacifici del loro Paese potessero tornarvi, ricostruire i loro averi e portare avanti iniziative ed attività familiari. Quindi, un impegno del Consiglio regionale in questo senso e non, assolutamente, per rimandare i profughi albanesi nel loro Paese. Impegno che dovrebbe essere valido per qualsiasi altro tipo di profugo, di immigrato. Anche se nel caso in discussione non dovremmo parlare di profugo, in quanto non esiste guerra civile; vige una legge internazionale che stabilisce chi può essere considerato tale.
L'ordine del giorno deve essere considerato come impegno a dare la possibilità a queste persone di poter ritornare nel loro Paese portando avanti le loro iniziative.
Come Gruppo dunque, voterò questo ordine del giorno e mi asterrò sugli altri.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gallarini.



PRESIDENTE

GALLARINI, Assessore regionale



PRESIDENTE

Semplicemente, in tanta confusione, chiederei un momento di chiarezza: c'è ancora il numero legale in aula?



PRESIDENTE

In questo momento, in aula, non c'è numero legale. Se i Consiglieri fuori dall'aula rientrano forse lo raggiungiamo; è comunque da mezz'ora che manca il numero legale.
Visto che non rientra nessuno, la discussione su tali ordini del giorno è rinviata.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19,10)



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