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Dettaglio seduta n.123 del 26/03/97 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 5) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Angeleri, Bortolin, Cavallera Dutto, Grasso, Pichetto, Racchelli e Scanderebech.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Ieri, ad inizio di seduta, avevo richiesto il completamento della risposta promessomi dall'Assessore D'Ambrosio, ieri in congedo relativamente alle questioni dei ticket pagati in modo diverso l'uno dall'altro, a parità di esami, in diverse strutture.
Avevo richiesto anche una comunicazione da parte del Presidente della Giunta regionale o dell'Assessore competente sul problema di cui è stata data notizia sui quotidiani circa la proposta di vendita da parte della FIAT Lingotto agli Enti pubblici. Ieri il Presidente mi ha risposto che la cosa sarebbe stata vista successivamente; mi sembra che ai Capigruppo non ne abbiamo trattato, per cui ripropongo la questione.



PRESIDENTE

Devo dirle che io non ho assolutamente avuto modo di parlare con l'Assessore, che quindi non ha nessuna colpa, visto l'avvicendarsi degli eventi di ieri pomeriggio.
Per quanto concerne la situazione della FIAT Lingotto, ho trasmesso la richiesta al Presidente, che si riserva di dare una risposta in aula, non certamente questa mattina, ma speriamo nelle prossime ore.



CHIEZZI Giuseppe

E invece per quanto riguarda l'Assessore D'Ambrosio? Può dare, anche nel corso della giornata, delle risposte?



CHIEZZI Giuseppe

D'AMBROSIO, Assessore alla sanità



CHIEZZI Giuseppe

Non sono sufficientemente informato in merito alla questione nei dettagli, per cui non posso risponderle immediatamente.



CHIEZZI Giuseppe

Si tratta di esami che costano in modo diverso a seconda delle strutture convenzionate, con difformità notevoli.
Avevo segnalato l'esame della risonanza magnetica, che costa: presso la USSL n. 1: L. 800.000 presso la USSL n. 4: L. 600.000 presso un istituto privato: L. 350.000.
Si ricorda che avevo segnalato che per uno stesso esame si pagava in modo differente? Mi chiedevo come ciò fosse possibile.



CHIEZZI Giuseppe

D'AMBROSIO, Assessore alla sanità



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo scusa se non posso darle una risposta questa mattina, ma gliela darò per iscritto sollecitamente, in aula nella prossima seduta.


Argomento:

Sollecito risposta ad interrogazioni


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavaliere; ne ha facoltà.



CAVALIERE Pasquale

Ieri era stato assunto l'impegno a fornire risposta almeno a quattro mie interrogazioni; era stato stabilito nel preliminare del Consiglio. Cosa mi dice, Presidente?



PRESIDENTE

Anche per lei devo dare la risposta che ho dato al Consigliere Riba.
Mi pare che le quattro interrogazioni a cui lei si riferisce riguardino l'Assessore Cavallera. E' così?



CAVALIERE Pasquale

Non credo che riguardino tutte l'Assessore Cavallera.



PRESIDENTE

La dottoressa Di Aichelburg mi diceva che dovrebbero riguardare proprio lui.
Purtroppo, per una regia che assolutamente non riesce a coordinare i movimenti di tutti, l'Assessore Cavallera questa mattina non è presente. Io prendo atto del congedo che mi ha comunicato. Abbia pazienza, Consigliere Cavaliere, la prossima seduta lo solleciterò ancora in questo senso.



CAVALIERE Pasquale

Si può definire questo ostruzionismo?



PRESIDENTE

Non è ostruzionismo, è solamente che siamo un po' "schizzoidi" tutti quanti.
Consigliere Chiezzi - ma non individualmente - lei mi capisce benissimo: tante volte tra Ufficio di Presidenza, Giunta ed aula non riusciamo ad uniformare i nostri comportamenti in maniera razionale. Di conseguenza, domando scusa.
Prego, Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Dato che anche ieri nella riunione dei Capigruppo eravamo tutti un po' preoccupati della lentezza dei nostri lavori, volevo segnalare - in modo che rimanga scritto a verbale - che il Gruppo di Rifondazione Comunista presente in quest'aula alle ore 9,30, ha dovuto aspettare un'ora per trovare presente la maggioranza e iniziare i lavori: abbiamo perso un'ora del nostro lavoro.



PRESIDENTE

La sua segnalazione la condivido pienamente, infatti come Ufficio di Presidenza avevamo stabilito che se entro le ore 10,30 non avessimo raggiunto il numero legale, avremmo sospeso il Consiglio per rinviarlo a dopo Pasqua.
Bisogna dare veramente un segnale in questa direzione.
Come dice, Consigliere Montabone?



MONTABONE Renato

Che condividiamo tutti quello che ha detto il Consigliere Chiezzi anche perché i presenti sono quelli che sono presenti sempre.



PRESIDENTE

Lo so, ma sapete che generalmente la predica si fa a coloro che sono in Chiesa.


Argomento: Opere pubbliche - Trasporti su gomma - Trasporti su ferro

Esame progetto di legge n. 186: "Proposta di legge al Parlamento: 'Autorizzazione di spesa per la realizzazione e l'ammodernamento dei collegamenti internazionali autostradali (Asti-Cuneo-Nizza) e ferroviari (Fossano-Cuneo-Ventimiglia)'" - Presentazione ordine del giorno n. 417 (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo ora l'esame degli emendamenti relativi all'art. 1 del progetto di legge n. 186, di cui al punto 6) all'o.d.g.
14) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moro: al comma primo, aggiungere dopo le parole "...all'esecuzione delle opere ed alla concessione dei contributi appresso indicati": "XIV) L. 700 miliardi per il raddoppio della linea ferroviaria Ceva Carcare".
Il Consigliere Chiezzi intende illustrare l'emendamento? Prego.



CHIEZZI Giuseppe

Questo emendamento è contenuto nella lettera, datata 12/9/1996, che il Vicepresidente avv. Majorino, a nome dell'on. Enzo Ghigo e per conto della Giunta regionale, ha scritto al Ministro Burlando, chiedendo che tale opera, essendo ritenuta prioritaria dalla Regione Piemonte, venisse inserita nel finanziamento da predisporre in capo al CIPE. Questa linea è già citata nella seconda pagina del fascicolo relativo al raddoppio della Ceva-Carcare; il Ministero dei Trasporti è interessato con una progettazione di massima già esistente di 700 miliardi, cosa che pari pari è stata riproposta qui.
Tra l'altro, sappiamo che questa linea interessa il tratto della ferrovia Torino-Savona, ferrovia inadeguata a sopportare grossi volumi di traffico perché a binario semplice tra Ceva e Carcare. Se qualcuno di noi ha preso il treno per andare a Savona, ha avuto modo di constatare che spesse volte il convoglio, una volta giunto in quel di Millesimo, si ferma.
Il Consigliere Rossi dice di sì, la nostra stenotipista dice di sì: esperienza comune. In quella zona, dunque, i treni si fermano, e non so se la velocità media di percorrenza sulla tratta Torino-Savona raggiunge i 60 km/h, proprio a causa di questo "intoppo".
Questo fatto era ben presente all'Assessore Majorino e ai suoi uffici che ripropongono da anni il raddoppio della Ceva-Carcare. Ma c'è di più.
Oggi questo raddoppio si può inserire nella nuova politica ferroviaria che ha proposto il Ministro Burlando. In effetti, per risolvere il problema del volume dei traffici provenienti dall'Estremo Oriente - che giungono nell'alto Mediterraneo, a Genova, in misura crescente da due-tre anni e probabilmente aumenteranno nei prossimi anni - il Ministro Burlando ha fatto un ragionamento di questo tipo: ci sono linee ferroviarie che dall'alto Mediterraneo vanno verso nord, e tutte insieme dovrebbero essere in grado di incanalare il traffico di merci per spostarlo o verso la Pianura Padana o al di là delle Alpi. Una direttrice è senz'altro quella di Genova, dove esiste il problema, anche discusso, se realizzare una nuova linea o ammodernare quella esistente che da Voltri sale verso Novi ed Alessandria. Sappiamo che l'ipotesi più accreditata è quella di far deviare le merci verso Milano, ipotesi che comunque viene contrastata da associazioni, Comuni e comitati vari. Tuttavia, ho sentito fare anche ragionamenti diversi, come quello di utilizzare altre linee ferroviarie che dall'alto Mediterraneo vanno verso nord. In effetti, anche il porto di Savona, in presenza di un arrivo eccezionale - previsto - di container dall'Estremo Oriente, potrebbe anch'esso riequilibrare i traffici e portare sviluppo in altre direttrici nord-sud del Piemonte. Sennonché, arrivati a Savona, i carichi dei container dovrebbero trovare una linea ferroviaria efficiente, in grado di trasportarli prima in Pianura Padana per poi, dalla Pianura Padana, diramarli a seconda delle esigenze.
Questo emendamento propone un investimento consistente - 700 miliardi non sono pochi - che però permetterebbe di dotare il Piemonte, area più centrale rispetto a quella di Milano, di una capacità di trasporto merci in grado di intercettare questi traffici e di dirigerli verso la Pianura Padana, con un conseguente beneficio per i treni passeggeri che, senza correre a 300 km/h, potrebbero perlomeno proporsi l'obiettivo di andare da Torino a Savona non dico a velocità eccezionali, ma sfiorando almeno gli 80/90/100 km/h di media, che sono il minimo per una società civile, senza fare voli pindarici.
Dall'inserimento in questa legge, tale linea, che è ferma alla progettazione di massima, riceverebbe uno slancio. Oltretutto non mi pare neppure che sia estranea al problema dei corridoi, in quanto si tratta di attraversare l'Appennino nel sud Piemonte, ma può e deve essere attraversato da una linea più mediana. Quindi non è nemmeno sghembo rispetto ai problemi che si pongono con questa legge.
Il Gruppo ne caldeggia l'inserimento perché è razionale, è previsto dalla Giunta e porterebbe anche ad un riconoscimento delle fatiche che il Gruppo Rifondazione Comunista sta sviluppando portando argomenti razionali ed incontrovertibili, ma ricevendo degli incredibili, immotivati ed incomprensibili "no" da quest'aula un po' blindata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Com'è già stato detto dal nostro Capogruppo, l'emendamento proposto alla discussione del Consiglio regionale riguarda lo stanziamento di 700 miliardi per il raddoppio della linea ferroviaria Ceva-Carcare.
Intendo ribadire che potenziare questa tratta ferrata, che collega il Piemonte con la Liguria (provincia di Savona), è di estrema attualità ed interesse per tutta la Regione Piemonte.
Desidero anche affermare che questa proposta di legge al Parlamento di 1.500 miliardi limitata ad una sola zona, seppure strategica quale il Cuneese, non può essere considerata corretta e puntuale verso le reali emergenze e priorità dei trasporti e di viabilità di tutto l'ampio ed articolato territorio piemontese.
La Ceva-Carcare è una linea ferrata trascurata, a percorrenza lenta con un solo binario e va raddoppiata assolutamente. La gente della zona interessata è sgomenta, arrabbiata da anni e ha presentato anche molte petizioni al riguardo. Per cui potenziare come Regione Piemonte questa linea ferrata con 700 miliardi penso vada nella giusta e corretta volontà delle popolazioni interessate e darebbe un segno tangibile che l'Ente Regione è presente e non lontano anche verso zone di confine, perché spesso e volentieri qui a Torino si trattano solo problemi torinocentrici e si dimentica la realtà regionale di tutto il Piemonte. Questa - ripeto - è una linea ferrata molto importante, anche se con un binario solo e a percorrenza molto lenta. La gente del posto - e qui i vari Consiglieri regionali devono prendere atto, non è ostruzionismo, che è una linea di estrema attualità ed importanza e che, ribadisco, collega il Piemonte alla Liguria (provincia di Savona) - aspetta da anni un intervento della Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Credo veramente fondamentale che tra le priorità dell'intervento regionale vi sia il potenziamento ferroviario, perché è acclarato che l'80 dei passeggeri usa la ferrovia per percorsi inferiori ai 100 km. Quindi è fondamentale rafforzare il servizio ferroviario locale, che è particolarmente deficitario nella nostra regione.
Credo anche che il provvedimento relativo all'Asti-Cuneo, che si sollecita con questa proposta di legge, trovi soprattutto per i tratti riguardanti la Massimini di Carrù-Cuneo e la Cuneo-Nizza delle difficoltà oggettive che non vengono esplicitate. Anche se nel disegno di legge - su nostra proposta - è stato precisato che il collegamento è quello di Asti Cuneo, senza precisare il percorso di Massimini o di Fossano, è evidente che il percorso che è nell'animo della maggior parte dei proponenti riguarda la cosiddetta "Z" rovesciata.
In merito vorrei ricordare un'interrogazione parlamentare del 1994 alla quale il Ministro Baratta rispose (per capire quali sono i precisi atti ministeriali al riguardo) che con decreto del 1991 il suo Ministero di concerto con quelli del Bilancio e del Tesoro, aveva concesso alla società SATAP la costruzione e l'esercizio del collegamento Asti-Cuneo. A seguito del giudizio negativo del Ministero dell'Ambiente e dei Beni Culturali sulla compatibilità ambientale del progetto, la questione venne sottoposta all'esame del Consiglio dei Ministri, che a suo tempo aveva autorizzato i progetti relativi al tronco Asti-Marene (53 km di nuova costruzione con caratteristiche di superstrada) e al tratto da Massimini a Carrù (22 km di nuova costruzione con caratteristiche autostradali). Si disse anche che il Ministero dell'Ambiente aveva comunicato di non formulare osservazioni negative sulla compatibilità ambientale, in considerazione del fatto che accertamenti tecnici avevano acclarato che il progetto rappresentava la soluzione migliore. In seguito, l'evento alluvionale ha fatto modificare il progetto Asti-Marene, mentre quello relativo alla Massimini-Cuneo è all'esame di compatibilità, anche se per le sue caratteristiche ambientali difficilmente potrà essere compatibile.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Questo emendamento va a toccare un altro tipo di realtà rispetto a quelle affrontate nella seduta di ieri; una realtà territoriale, credo molto particolare, quella che tocca il territorio di Ceva. Si tratta infatti di un'area montana di collegamento fra due territori del tutto diversi tra loro, che sono la Liguria ed il Piemonte, in cui si attraversano aree disagiate sotto tutti i punti di vista.
Considerando il fatto che questa zona, tra l'altro, è attraversata nella parte sottostante dall'autostrada che collega Torino con Savona - e che presenta già delle proprie difficoltà, dei propri disagi - a nostro parere è importante riportare l'attenzione su un territorio con queste particolari caratteristiche, al fine di potenziare una linea ferroviaria, i cui aspetti particolari sono già stati affrontati dal Consigliere Moro.
La linea ferroviaria che collega Ceva è assolutamente insufficiente; è una linea ferroviaria ad un solo binario, il che comporta anche dei ritardi incredibili per l'utenza che usufruisce di questo servizio. E' quindi una linea che, non solo per la sua lentezza, ma anche per le difficoltà di collegamento, risulta avere urgenza di intervento. Ciò considerando anche il fatto che il potenziamento di questa linea ferroviaria non ce lo siamo inventato oggi, ma rientra nell'elenco delle priorità di questa Giunta regionale, la quale ritiene anch'essa questo intervento importante ed urgente, e quindi da attuare in tempi brevi.
Proprio per questo motivo ritenevamo di dover sollecitare l'attenzione dell'esecutivo su un territorio che già di per sé presenta delle caratteristiche di disagio e di difficoltà generale, e che questa sede istituzionale dovesse attivarsi per affrontare i problemi della viabilità e del collegamento in favore dell'utenza e dei cittadini.
Vorrei sottolineare nuovamente a tutti i Consiglieri di quest'aula che affrontare questo tipo di emendamenti significa affrontare anche un modello di sviluppo del sistema dei trasporti e ferroviario in genere. Ciò riguarda anche lo sviluppo del territorio, perché lo sviluppo dei trasporti implica delle conseguenze anche economiche, conseguenze favorevoli anche dal punto di vista della popolazione e quindi dei servizi forniti ai cittadini, e quindi implica un contatto delle sedi istituzionali con il territorio che a nostro parere, manca.
Riflettere su un nuovo modello di sviluppo significa recuperare quel contatto con la gente, ma recuperarlo attuando delle politiche che nascano da esigenze reali e non da esigenze localistiche e quindi superficiali come traspare da queste leggi. Tali politiche non rispondono totalmente alle esigenze della gente, per cui riteniamo doveroso richiamare nuovamente l'attenzione di quest'aula, che non solo appare sorda alle richieste dei cittadini volte ad ottenere determinati servizi che devono essere necessariamente potenziati, ma che non sembra rispondere ai contenuti forti che noi vogliamo proporre.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea per dichiarazione di voto.



PAPANDREA Rocco

Questo nostro emendamento tratta di una zona che ha problemi particolari; tra l'altro, è una zona che è stata anche colpita dagli eventi alluvionali e che presenta seri problemi di collegamento, soprattutto per quanto riguarda la valle che comincia a Ceva e sale verso Garessio.
Inoltre, come ricordavano gli interventi precedenti, esiste anche un problema di collegamento specifico con la ferrovia, che è particolarmente lenta. Ci troviamo dunque con una gran parte dei collegamenti stradali che creano delle difficoltà, sono lenti e rischiosi (nel senso che possono anche interrompersi), ma alternative concrete o non ce ne sono o sono lente da realizzarsi.
Tra l'altro, questo ha fatto sì che nella zona si discuta o si ridiscuta di ulteriori opere. C'è chi pensa, ad esempio, di costruire altri tunnel, verso la Liguria, verso Albenga. Tali proposte non sono del tutto illogiche perché, collegando Garessio ad Albenga con un tunnel, questa valle, che nelle condizioni attuali rischia di morire, si ritroverebbe con uno sbocco verso la Liguria che, insieme all'autostrada, darebbe fiato a queste comunità che sono relativamente isolate; In effetti negli ultimi tempi si è verificato il fenomeno dello spopolamento, proprio dovuto all'isolamento della zona.
Facevo queste considerazioni perché all'interno dell'area sud-ovest del Piemonte i problemi sono molto complessi, e ciò fa sì che si discuta di diverse tematiche, come ad esempio le autostrade di cui abbiamo sentito parlare ed altri progetti, sempre di natura stradale, che rispondono ad esigenze particolari, ma che sono esigenze vere.
Anche per questo motivo continuiamo a ribadire la necessità di una discussione globale all'interno del Piano regionale dei trasporti, in modo da poter offrire alle popolazioni l'organicità di un intervento e non rispondendo solo con un primo provvedimento, come quello in discussione lasciando l'illusione o il timore che una volta eseguito questo intervento non vi sarà più alcun seguito.
L'emendamento di cui trattiamo è strettamente collegato ai problemi della viabilità stradale. Potenziare le ferrovie in modo tale da permettere che una grossa quantità di traffico merci viaggi su rotaia elimina uno di quei problemi che i Consiglieri della Lega, che oggi non sono presenti ieri sottolineavano, cioè l'attraversamento delle città di questa zona da parte dei Tir.
Credo che offrire un'alternativa non solo di tipo stradale, ma una vera alternativa all'intera problematica sia fondamentale, cioè offrire la possibilità alle merci di viaggiare su rotaia fondamentale, perché sappiamo tutti che economicamente costa meno; se poi si fa un'opera seria più globale, dal punto di vista ecologico è sicuramente molto meno impattante.
L'esperienza che abbiamo nel Piemonte, invece, è che spesso la costruzione delle autostrade non risolve il problema dell'attraversamento dei piccoli centri da parte del traffico pesante. Ho in mente in particolar modo la situazione della Valle di Susa, ma non è l'unica, perché una volta costruite le autostrade poi si mettono i pedaggi; sicuramente servono per l'attraversamento, per chi ha fretta, ma bisogna considerare tanti altri elementi, ad esempio il costo dell'autostrada, che sono effetti negativi come il traffico stesso che attraversa i paesi e non va a migliorare l'aspetto per cui è stata costruita l'autostrada.
Immagino che il traffico che si prevede su queste autostrade non sia elevato, ma il rischio che i costi di pedaggio che verranno fissati sia molto elevato è concreto e quindi accentua gli aspetti che ricordavo prima.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto.



CHIEZZI Giuseppe

La questione su questa legge sta diventando ideologica, da parte di questa maggioranza blindata; vogliamo analizzare la natura di questa posizione ideologica e pregiudiziale.
E' strano che il Consigliere Riba si svegli per interrompere un intervento sulla Ceva-Carcare e non si svegli per rispondere, ma è significativo anche questo, il disturbo da retro invece che l'interlocuzione.
La linea ferroviaria che avete richiesto è il rafforzamento di una linea che interpreta meglio quello che può diventare lo sviluppo del Piemonte, perché la nostra Regione, che è una Regione policentrica, se viene innervata da un sistema ferroviario che non vede solo la Milano Genova come privilegiata (che poi taglia fuori il Piemonte per il trasporto merci), ma vede ad esempio un sistema che da Genova invece di convergere a Milano sale verso Alessandria, Novara e Domodossola e rafforza tutte le altre linee ferroviarie, la Savona-Carcare potrebbe diventare utilissima per il trasporto merci; quindi noi presupporremmo un progetto di sviluppo del Piemonte più equilibrato, perché vedete, a parte le cifre gigantesche e la contraddittorietà del progetto di Alta Velocità, in Piemonte dobbiamo fare leva sulle caratteristiche morfologiche, geografiche ed economiche del territorio. Il nostro territorio non vive di un punto soltanto, di un asse di sviluppo; tutto lo sviluppo degli ultimi vent'anni in Piemonte corrisponde non ad una dominanza sempre maggiore, ad esempio, del centro di Torino sugli altri centri della Regione, ma viceversa vede la risalita economica e sociale di tanti centri della Regione Piemonte che hanno assurto un ruolo che vent'anni fa era impensabile. Dire che si potenzia passando dal progetto di massima al progetto esecutivo, una linea che dal mare (questo è un modo di portare il mare a Cuneo, nella pianura padana) sale e arriva non lontano da Cuneo, Ceva e Fossano, sarebbe un asse di riequilibrio importante, sia per il traffico passeggeri che per il traffico merci. Stupisce che un ragionamento di questo genere non venga apprezzato.
Viceversa è un ragionamento apprezzato comunque, tant'è che la Giunta regionale ne ha chiesto il finanziamento. L'assenza di dibattito su queste questioni ha un significato politico preciso: ha il significato di sconfiggere, tutti voi insieme, contro Verdi e Rifondazione Comunista, una minoranza che la pensa diversamente. Quello che è grave politicamente è che voi volete sconfiggere una maggioranza che, pur pensandola come la Giunta sul tema specifico, è irriducibile su altri temi, non si lascia convincere ad un patto che voi avete studiato, o state studiando: volete segnare un confine politico, questo è il significato dei vostri "no". Vediamo quante volte ripeterete questo errore. Chiedo l'appello nominale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

In effetti, Presidente, c'è un problema relativo al mito della grande opera pubblica: è un mito che convince, indice presunto di sviluppo. Chi si oppone, invece, viene individuato come colui che vuole riportare la civiltà alla candela e non spingerla verso il progresso. In realtà, cosa ha prodotto questo mito della grande opera pubblica? Ha prodotto i simboli dello spreco e della dissipazione del denaro pubblico.
Abbiamo sotto gli occhi la situazione dello Stadio Delle Alpi situazione che in questo Consiglio regionale abbiamo discusso: cosa dire, a posteriori, otto anni dopo, sullo Stadio Delle Alpi? Ricordo, nel 1990, un convegno al teatro Romano tenuto dai proponenti lo Stadio Delle Alpi: si discuteva sul nome di questa grande struttura. Eravamo pochi davanti a quel cinema a dire che si stava sbagliando, a dire che non era quello che serviva alla collettività.
Cosa dire ancora sul Lingotto, su questa grande operazione che adesso si rivolge nuovamente al pubblico, dopo che il privato, avendo ottenuto tutto in termini urbanistici... Noi invece dobbiamo considerare che il governo pubblico, la pianificazione stanno rovinando questa nostra regione che ha caratteristiche geomorfologiche ed orografiche particolari. Pensate all'urbanistica: quando riusciremo a discutere complessivamente della situazione urbanistica della nostra regione? Gli abitanti diminuiscono e si ritiene invece necessario aumentare le capacità edificatorie della nostra regione. Le zone collinari (pensiamo alla collina di S. Mauro) si stanno cementificando; adesso c'è una nuova moda: i campi da golf. Vi sono almeno cinquanta proposte in Regione Piemonte: ogni Comune collinare, anche montano, riceve la proposta del campo da golf. Ci si domanda allora: ma quanti giocheranno a golf nella nostra regione, se vi è necessità di cinquanta nuovi campi da golf? E' diventato uno sport di massa? No semplicemente perché, legata al campo da golf, vi è la rendita edilizia perché vicino al campo da golf si costruiscono le villette a schiera bifamiliari, ecc., per cui vendere la villetta a schiera bifamiliare è più redditizio se vicino vi è un'attrezzatura sportiva di questo tipo.



PRESIDENTE

Non essendovi altre dichiarazioni di voto, si proceda alla votazione dell'emendamento n. 14) per appello nominale, come è stato richiesto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI' 5 Consiglieri hanno risposto NO 30 Consiglieri L'emendamento è respinto.
15) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moro: al comma primo, aggiungere dopo le parole "...all'esecuzione delle opere ed alla concessione dei contributi appresso indicati": "XVI) L. 10 miliardi per il potenziamento della linea ferroviaria Cairo Montenotte-Acqui Terme".
La parola al Consigliere Moro per l'illustrazione.



MORO Francesco

L'emendamento proposto dal Gruppo di Rifondazione Comunista riguarda la spesa di 10 miliardi per potenziare la linea ferrata Cairo Montenotte-Acqui Terme.
Desidero ricordare che valorizzare questa linea ferrata di collegamento importante tra la Liguria e il Piemonte, provincia di Savona, città termale di Acqui, è per la Regione Piemonte doveroso e corretto, non certo ostruzionistico e strumentale.
Come si può, come Regione Piemonte, come Giunta regionale, parlare di potenziare lo sviluppo dell'importante settore termale e del termalismo di Acqui Terme, quando in questa importante realtà territoriale del Piemonte sud mancano i reali collegamenti autostradali e di via ferrata? Venerdì scorso in un importante convegno sulla viabilità dell'Acquese alla presenza di ventuno Sindaci della valle, molti anche della Valle Bormida, tenutosi nella città termale a cura dello schieramento politico dell'Ulivo, e precisamente da "Acqui Domani", veniva rimarcato nella quasi totalità degli interventi l'assenza di trasporti tra la città termale con la Liguria e gran parte del Piemonte. Voglio ricordare che tra le varie ipotesi di progetti di viabilità e di trasporti veniva sottolineato anche il potenziamento ferroviario riguardante la linea Cairo Montenotte-Acqui Terme. In quella sede, nel mio breve intervento ho sostenuto la tesi che poc'anzi ho ribadito, e devo dire con molta schiettezza che gli Acquesi vedono con grande interesse, specialmente oggi, dopo l'emendamento Bassanini, lo stabilimento termale acquese che, come altri tredici stabilimenti dello Stato, viene demandato di proprietà alla Regione. Questa città ha interesse estremo a potenziare le sue terme e il termalismo e quindi si aspetta molto dalla Regione Piemonte. Le chiacchiere in questo momento non servono; la città di Acqui non ha collegamenti autostradali; si è parlato di aprire un casello a Predosa, con un potenziamento dalla statale, in modo da evitare l'attraversamento di Strevi, in modo che la città termale sia collegata direttamente e con uno sbocco autostradale inoltre, è necessario un potenziamento ferroviario, perché nella città termale, come tutti sapete, non transitano Intercity, quindi non esiste un collegamento diretto. Le terme di Acqui sono le migliori d'Europa, almeno nel senso curativo, ma lì non arriva alcun Intercity e non esiste un collegamento diretto. Per cui per questa linea, ed è l'unica, che collega il Piemonte alla Liguria, in questo caso con la provincia di Savona, credo che la Regione Piemonte debba prendere in seria considerazione questa ipotesi. Non farlo, secondo me è una grave carenza, un grave fatto che sicuramente verrà rimarcato. Acqui aspetta questo dalla Regione, io sollevo il problema, dirò poi ai giornali della zona che mi sono impegnato severamente affinché, in questo momento di grave degrado per questa città per questa zona (12% di disoccupazione), le terme rivestono un carattere eccezionale. Non potenziare questa linea nel contesto generale dei trasporti significa dimenticare un'importante realtà del nostro Piemonte.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Anche questo emendamento rientra nella lettera dove vengono elencate dalla Giunta regionale le priorità, nell'ambito delle Ferrovie dello Stato da sottoporre al Ministro dei Trasporti.
In particolare, questo emendamento ci sembra possa essere affrontato senza grandi problemi dal punto di vista del finanziamento: noi chiediamo 10 miliardi per il potenziamento di una linea ferroviaria che non solo è assolutamente insufficiente, ma che potrebbe in qualche modo - oltre ad adeguarsi ad un territorio in cui le carenze dei servizi sono ormai evidenti - anche proporre un miglioramento dal punto di vista economico e turistico.
Il fatto che nell'ambito della città di Acqui Terme, quindi del tratto interessato da questa linea ferroviaria che noi riteniamo di dover potenziare, esistano le Terme, è un fatto sul quale la Giunta regionale l'Assessore al turismo e anche l'Assessore ai trasporti devono fare delle riflessioni.
Le terme rappresentano - è già stato espresso molto bene dal Consigliere Moro - un elemento sostanziale di sviluppo economico e turistico per una realtà, quale quella dell'Acquese, segnata da drammatiche condizioni, anche economiche, che necessitano di un intervento forte ed emergente della Regione.
Il fatto che queste zone siano state colpite dal terribile evento alluvionale e non si siano ancora in qualche modo risollevate, necessita di una riflessione più marcata, più evidente della Regione Piemonte e non rimandare ad atti sempre successivi, specialmente in un territorio ormai segnato da drammatiche condizioni.
La linea ferroviaria diventa un servizio molto importante in un territorio particolare dal punto di vista morfologico e anche per la popolazione che non fa parte di questo territorio, quindi per la gente che proviene da altri Paesi e che deve utilizzare il servizio delle terme.
Sottolineo questo assoluto e continuo silenzio della Giunta regionale rispetto a problemi di questo tipo, che poi sono i problemi attuali, perch non è l'autostrada Cuneo-Nizza che risolve i problemi dell'inefficienza dei trasporti o perlomeno è solo una parziale risposta ad un'inefficienza del sistema dei trasporti. Questo silenzio rispetto a questioni così importanti ci lascia sbalorditi. E' un silenzio accompagnato anche da inesistenza di progetti, inesistenza di idee, inesistenza di volontà precise e politiche ad intervenire.
Questa Giunta ama sciacquarsi la bocca di modelli di sviluppo, in progetti che non sono invece esistenti. Questa Giunta - e lo abbiamo già detto in altre sedi - manca di progetti e manca anche di idee, rilancia sempre ovunque un progetto di sviluppo per il Piemonte e poi in realtà, di fronte a temi concreti, non affronta quelle che sono le reali esigenze del territorio. Una maggioranza di centro-destra che, dal punto di vista personale, non ha precisi riferimenti né culturali né di sviluppo. Questo lascia l'immagine ad una Giunta che continua ad approvare progetti politici che sono solo progetti politici per darsi immagine, ma non sono seri e non corrispondono ad un modello di sviluppo per cui la Giunta decide di affrontare, di impegnare le proprie risorse finanziarie e i propri sforzi organizzativi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Questo nostro emendamento, come altri, esprime nei fatti un progetto specifico rispetto al problema dei trasporti, ma si inserisce in una visione più ampia - come è stato detto anche negli interventi precedenti dello sviluppo della Regione. Da questo punto di vista pensiamo ad un'ipotesi che sicuramente sia policentrica, un adeguamento dei trasporti a questo tipo di ipotesi.
Inoltre, all'interno del discorso trasporti c'è, con l'accoglimento dei nostri emendamenti, un privilegiare in modo netto il trasporto su rotaia per ragioni ben note. Nel nostro Paese si è puntato, invece, ad un trasporto prevalentemente privato e su gomma che ha originato vari problemi.
L'emendamento sulla linea che collega Acqui con la Liguria si riallaccia ad altre scelte della Regione. Noi recentemente abbiamo deciso di finanziare, di intervenire sulle terme, che può essere un momento concreto per rilanciare questa struttura e questa zona; si tratta di una zona compresa nell'Obiettivo 2 dei progetti della CEE (n. 2081).
Questo emendamento, così come altri da noi presentati, cerca di dare una visione di insieme al tipo di scelte, di collegare il Piano dei trasporti con il Piano di sviluppo, di far sì che determinati sforzi determinati investimenti, che gli enti istituzionali fanno alla Regione con i vari progetti, abbiano una maggiore efficacia.
Stiamo attraversando una situazione di sottosviluppo. Per questo motivo tutta questa area è stata inserita nell'Obiettivo 2 proprio per i problema di sviluppo che si sono determinati, per la dismissione delle vecchie attività produttive e la necessità di avere un'ipotesi di rilancio.
Un'ipotesi di rilancio in questo caso è il turismo legato alle terme, se poi questo potenziale polo turistico non è collegato adeguatamente creerà dei problemi.
Molti degli emendamenti da noi presentati sono concentrati in quest'area del Piemonte, oltre che per i problemi trasportistici, che abbiamo varie volte sottolineato, anche per questo tipo di aspetto.
Assessore Masaracchio, credo che oggi, con i nostri emendamenti, si faccia un progetto, si delinei un'ipotesi di Piano regionale dei trasporti e in proposito sarebbe utile un colloquio con la Giunta. Anche se la Giunta non accogliesse gli emendamenti, sarebbe comunque un'occasione da parte sua per illustrarci il perché l'Assessorato ha considerato questi come progetti prioritari. A nostro avviso, questo momento di discussione sarebbe molto importante, soprattutto per ricevere alcune spiegazioni da parte dell'Assessorato. Poi, magari, alla fine ci si dice, come ha già fatto il Vicepresidente Majorino, che ci sono due canali, ecc.; in ogni caso ci si spiegherebbe la logica secondo la quale tutti questi progetti sono privilegiati. Ciò sarebbe utile anche perché quando si discuterà il Piano regionale dei trasporti andremo sicuramente di fretta e rischieremo di non dedicare all'argomento il tempo che, per una serie di ragioni, gli stiamo dedicando in questo momento.
Se d'ora in poi da parte dell'Assessore Masaracchio ci fosse questa volontà, ne saremmo soddisfatti: ci sarebbe almeno una parziale interlocuzione. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Quindici giorni fa ho partecipato ad un convegno ad Acqui Terme sul problema del trasferimento alle Regioni delle competenze relative al sistema termale. Come lei sa, Presidente, tale trasferimento oggi è avvenuto, perché mi sembra che il Parlamento abbia approvato l'atto relativo.
In una Regione come la nostra, la situazione termale e turistica di Acqui Terme potrebbe avere un grosso impulso da questa innovazione legislativa, perché per la prima volta le Regioni saranno titolari di queste attività (e anche dei problemi di trasferimento del personale).
Sappiamo che la situazione termale di Acqui Terme non è delle più idonee, nel senso che le capacità di sviluppo di questo settore, inteso come sviluppo economico dell'Acquese e sviluppo economico del Piemonte potrebbero essere di ben maggiore rilievo se succedessero tante cose. Una è già successa: il Parlamento ha deciso il trasferimento di tali competenze alla Regione. A questo punto sta alla Regione attuare una politica rivolta a questo settore turistico ed economico. E come può agire la Regione Piemonte? Anche con i sistemi ferroviari, perché non sappiamo quale sia il tempo medio di percorrenza su treno da Torino ad Acqui Terme e quale "bassa velocità" lo caratterizzi; forse il compagno Moro lo sa.



MORO Francesco

Due ore e quaranta minuti.



CHIEZZI Giuseppe

Dunque: oltre due ore per percorrere circa 120 km.
Le terme non decollano non solo se la Regione Piemonte non investe su queste strutture di eccezionale valore artistico - che hanno bisogno di essere vitalizzate, sostenute con nuovi servizi e anche con interventi di consolidamento delle parti murarie - ma soprattutto se Acqui non diventa un centro accessibile per via automobilistica e ferroviaria.
In effetti, dal punto di vista automobilistico, Acqui non è accessibile, perché manca la bretella di collegamento tra le autostrade e il paese, e in generale la viabilità è insufficiente; un forte impulso inoltre, potrebbe derivare dal rafforzamento e/o miglioramento dei propri collegamenti ferroviari.
Il collegamento ferroviario che noi proponiamo, ovvero il potenziamento della linea Cairo Montenotte-Acqui Terme, porterebbe su Acqui tutto il flusso di traffico proveniente dalla Liguria, perché da Savona a Carcare c'è la derivazione verso Acqui Terme; tra l'altro, è una derivazione molto bella, collega Dutto. Oggi non è presente, ma mi rivolgevo al Consigliere Dutto perché voleva l'autostrada delle Langhe: ecco, qui c'è una ferrovia che attraversa tutte le Langhe, da Cairo Montenotte fino ad Acqui Terme.
Rafforzare, potenziare questa ferrovia vuol dire farlo già nel rispetto dell'ambiente, perché è un'infrastruttura esistente, un'infrastruttura dei tempi in cui l'attenzione all'ambiente era quasi un abito progettuale e non un'imposizione di legge. Adesso per rispettare l'ambiente abbiamo inventato anche le leggi costrittive, le valutazioni di impatto ambientale e così via. Perché? Perché non è più un abito progettuale, non è più una cultura.
Viceversa, una volta gli ingegneri ferroviari avevano attenzione all'inserimento delle strutture nell'ambiente.
Dicevo, abbiamo una ferrovia che serve le Langhe, che porta un flusso di persone, anche dalla Liguria, in direzione di Acqui Terme: potenziamo questa ferrovia, chiediamo che il Parlamento intervenga a sostegno di un progetto della Regione Piemonte che individua nelle Terme di Acqui uno dei possibili poli di sviluppo.
La situazione ad Acqui Terme è difficile; è una zona in cui si produce ancora ricchezza, ma che comincia a perdere colpi (disoccupazione, ecc.).
Le attività termali potrebbero, se opportunamente aiutate, rappresentare un nuovo elemento di sviluppo, per cui caldeggiamo questo inserimento all'interno del Piano dei trasporti.
Tra l'altro, il Vicepresidente Majorino e l'on. Ghigo hanno richiesto con la già citata lettera del 12 settembre dell'anno scorso, l'inserimento della delibera CIPE in una proposta di legge al Parlamento, il che vorrebbe anche dire presentarsi alla città di Acuii con le carte in regola per dire che la Regione Piemonte assume come problema non locale, ma regionale, lo sviluppo delle Terme di Acuii.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Non possiamo continuare ad avere una concezione dell'ambiente, del territorio così come si è avuta negli anni passati, una concezione antropocentrica, che vede l'uomo e le sue possibilità al centro di tutto senza tenere in considerazione questioni sempre più attuali e indifferibili. Anche il Papa la scorsa settimana ha assunto una presa di posizione molto netta nei confronti di quelli che ha definito gli inquinatori; c'è persino il rischio che il Consigliere Riba venga scomunicato...



RIBA Lido

Di nuovo?



CAVALIERE Pasquale

Sì, sempreché sia ancora valida la bolla di Pio XII, per cui è già scomunicato, però potrebbe ricevere un'altra scomunica.
Dicevo, vi è una nuova concezione della natura - a dire il vero non nuova, ma risalente agli anni 1964/1965 - che intende il territorio come un biorganismo: tutto l'equilibrio territoriale è un bioorganismo; modificarlo ed alterarlo significa compromettere totalmente la sua possibilità di equilibrio.
L'altro giorno si è fatta la battuta del mare a Cuneo, ma il buco dell'ozono, il riscaldamento della cosiddetta calotta termica, lo scioglimento dei ghiacciai non sono questioni che non riguardano i nostri atti e comportamenti e quello che possiamo fare noi, la nostra industria le nostre produzioni per impedire che avvengano. Anche perché se non si impedirà tutto questo, il mare a Cuneo sarà una realtà, piaccia o meno senza che il Consigliere Riba faccia una proposta di legge per portarvelo.
Effettivamente bisogna ragionare molto attorno a questi problemi. E veramente questa settimana - l'ho già detto ieri - non per noi, ma per l'ambiente e il territorio piemontese, rischia di essere una settimana di passione, un calvario. L'Asti-Cuneo e tutto ciò che si vuol andare a definire con il cosiddetto art. 17 esporrebbe tutti i piccoli Comuni alla pressione locale determinando una deregulation urbanistica pericolosissima.
Il nostro disequilibrio determinerà il fatto che decideremo di sbancare la nostra pianura - e questo è un altro disegno di legge delle prossime settimane - con diciotto nuove enormi cave per l'Alta Velocità, che bucheremo le nostre montagne togliendo di qui e mettendo di là come è successo in Francia. Pensate a come il tunnel della Manica ha cambiato il paesaggio: enormi colline e montagne artificiali prodotte dai detriti dalla risulta di quell'enorme, quanto inutile ed attualmente deficitaria galleria del tunnel della Manica. Pensate all'Himalaya e a quando si è detto che le Alpi costituiscono un ostacolo, una frattura nella comunicazione. Ebbene, se i proponenti di questo disegno di legge governassero in quei luoghi, cosa proporrebbero? Il traforo dell'Himalaya?



PRESIDENTE

Lei mi sorprende: faccia un'autolimitazione, per cortesia.
La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Ribadisco il mio dispiacere perché questo è un monologo e non c'è un rapporto dialettico all'interno del Consiglio. Ritengo che sia un'occasione sprecata, perché gli argomenti trattati non sono banali.
A questo punto credo che non ci sia la volontà di discutere seriamente questo provvedimento, di migliorarlo, di dargli una veste diversa e più accettabile, ma di affrontare a tutti i costi altri provvedimenti che per certi versi facilitano un rapporto negativo e devastante con il territorio.
Emerge infatti da molti di questi provvedimenti una visione dello sviluppo sostanzialmente legata al fatto che si vuole violentare il territorio con una serie di opere e di nuove costruzioni sia infrastrutturali che di altra natura, come ad esempio il provvedimento relativo alle cave.
Il collega Cavaliere parlava di buchi, ma oltre a questi buchi materiali spesso si costruiscono altri tipi di buchi di natura finanziaria che poi in qualche modo tutti siamo chiamati a pagare: apparentemente queste grandi opere sono utili allo sviluppo, avranno un ritorno, poi invece scopriamo che il ritorno non c'è e siamo poi chiamati a pagare anche in termini pesanti.
Il collega Cavaliere ricordava che quando è stato lanciato il tunnel della Manica sembrava un grande affare, mentre pochi mesi fa la società è fallita lasciando un buco di decine di migliaia di miliardi. I cittadini saranno chiamati a colmare questi buchi attraverso la tassazione oppure attraverso il taglio allo Stato sociale, per cui poi mancheranno i soldi per pagare le pensioni, occorrerà intervenire sulla sanità, ecc.
Quindi, per affrontare più razionalmente le spese relative a queste opere sarà utile inserirle in modo serio in un progetto di sviluppo per verificare la loro effettiva utilità ed in modo che non siano poi incompatibili ecologicamente ed economicamente.
In Piemonte le due cose molto spesso coincidono, perché quando si decide di intervenire bisogna ricordare che ogni anno una parte delle infrastrutture esistenti crollano e poi si spendono notevoli risorse per riattivarle. Con provvedimenti propagandistici, promettiamo ai cittadini chissà quali opere fantasmagoriche, nuove autostrade, ecc., mentre non siamo neanche in grado di riattivare le opere che sono state colpite da eventi alluvionali o di altro genere. Per cui quotidianamente arrivano le proteste delle popolazioni e degli amministratori locali che lamentano dei ritardi.
Pertanto, questo tipo di opere deve rispondere fortemente alle esigenze di viabilità. Come per il collegamento Asti-Cuneo si deve pensare ad un'opera con caratteristiche diverse dall'autostrada: una superstrada che aggiri le località con una serie di circonvallazioni e non un'opera che da una parte è costosa e dall'altra rischia di aggravare i problemi che già queste zone vivono, in quanto i lavori iniziati potrebbero provocare nuove catastrofi naturali.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione dell'emendamento n. 15) per appello nominale, come è stato richiesto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI' 5 Consiglieri hanno risposto NO 30 Consiglieri L'emendamento è respinto.
16) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moro: al comma primo, aggiungere dopo le parole "....all'esecuzione delle opere ed alla concessione dei contributi appresso indicati": "XVI L. 20 miliardi per la variante di Gozzano".
La parola al Consigliere Moro per l'illustrazione.



MORO Francesco

L'emendamento in discussione presentato dal nostro Gruppo riguarda la spesa di 20 miliardi per la variante di Gozzano nella zona di Borgomanero territorio importante e nelle vicinanze di Gravellona Toce, quindi del Lago Maggiore. Potenziare sul piano stradale questa importante area colpita da una gravissima crisi produttiva ed occupazionale significa permettere una maggiore presenza di turisti e pertanto un ritorno economico e finanziario importante - ciò che non è possibile invece in queste condizioni. Ma significa anche dare una presenza della Regione Piemonte in aree degradate depresse e ad alta disoccupazione come questa che spesso e volentieri questa Giunta non tiene nella dovuta considerazione e comunque non nella giusta ottica che dovrebbe tenere un governo regionale.
Venti miliardi per la variante di Gozzano a questo punto sono una cifra doverosa e corretta, anche in relazione alle numerose priorità di viabilità e di trasporti di tutte le otto Province piemontesi più volte ricordate in quest'aula e in questo dibattito importante, ma spesso non tenuto in considerazione dalla maggioranza e dalla Giunta.
Questo emendamento è dunque in perfetta linea politica con la nostra posizione, che tende a modificare e a correggere l'assurda anomalia della proposta di legge n. 186 di finanziare con 1.550 miliardi una sola realtà piemontese, quella cuneese, anche se strategica e decisiva per il Piemonte.
Manca - come è già stato rimarcato più volte - una vera politica regionale della Giunta sui trasporti e sulla viabilità.
Credo che anche questa della variante di Gozzano debba essere considerata un'emergenza che la Giunta e la maggioranza devono tenere nella giusta considerazione. Sottolineo ulteriormente che 20 miliardi spesi in questa ottica vanno nella giusta direzione di rendere il Piemonte sempre più efficiente sul piano dei trasporti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Anche la variante di Gozzano era prevista nella lettera del 12/9/1996 scritta dal Vicepresidente Majorino a nome dell'on. Ghigo per conto della Giunta. Io non conoscevo nello specifico questa situazione e gentilmente l'Assessore Masaracchio mi ha precisato che questo tratto di linea ferroviaria è inserito sulla linea ferroviaria che da Novara va a Borgomanero e poi su, verso Domodossola.
E' indubitabile che questa sia una linea di interesse regionale, ma si tratta - come mi diceva l'Assessore Masaracchio - di deviare leggermente il tracciato ferroviario in ambito strettamente comunale, liberando delle aree che probabilmente servono al Comune per altri servizi. Però, pur trattandosi di linea di interesse regionale e pur risolvendo un problema nel Comune di Gozzano, ricordiamo che siamo sempre lungo l'attrezzatura ferroviaria che, partendo da Novara, imbocca la Valle dell'Ossola e prosegue verso la Svizzera.
Questo potenziamento va dunque letto anche all'interno delle proposte che noi abbiamo avanzato e sosteniamo - e speriamo di avere consenso crescente - che individuano nell'asse Novara-Domodossola-Sempione un asse importante di riequilibrio di tutti i traffici rispetto all'asse dominante che oggi è Genova-Milano-Chiasso e via dicendo.
Il rafforzamento di questa linea, se efficiente, potrà avere un doppio utilizzo, perché in una zona così ricca di attività produttive e di fabbisogno di trasporto merci non è da escludere che anche questa specifica variante di Gozzano permetta di trasferire una quota di merci che originano o hanno destinazione lungo questo tragitto.
Senz'altro può essere una linea che assume una valenza passeggeri più forte del passato. Io penso che - ma l'Assessore Masaracchio conosce la zona meglio di me - tra Borgomanero, Novara ed Arona ci siano dei flussi pendolari notevoli, che potrebbero essere meglio intercettati e trasportati su ferro in presenza di un miglioramento di questo asse ferroviario.
Quindi la proposta della variante di Gozzano, per la quale la Giunta ha a disposizione una progettazione definitiva per cui si può passare immediatamente all'appalto, potrebbe essere un momento di sinergia degli investimenti che la vede inserita in una politica che, per adesso, la Giunta non ha espresso e che noi sollecitiamo; una politica di scelta prioritaria dell'asse Voltri-Alessandria-Novara-Domodossola-Sempione; una scelta politica prioritaria di sviluppo del sistema dei trasporti per quanto riguarda le merci della Regione Piemonte.
Si tratta di un tipico impegno di carattere progettuale della Regione Piemonte, impegno che la differenzia e la pone nei confronti del Governo come un soggetto autonomo che decide il proprio sviluppo, che non piega le ragioni del proprio sviluppo a ragioni che sono molto, molto discutibili e che vedono la dominanza attuale, e ancora più accentuata in futuro, del polo di Milano.
Come Gruppo, lo riteniamo antitetico sia alle esigenze di sviluppo della Regione Piemonte sia ad uno sviluppo dell'insieme della nostra economia, che non può beneficiare di eccessivi elementi di addensamento perché sono sempre causa di diseconomia e di congestione.
Chiediamo di proporre al Ministro (che si è dichiarato disponibile ad una correzione rilevante della filosofia e della concezione dell'Alta Velocità) di intercettare questi enormi flussi di traffico, portandoli da Genova attraverso il nostro territorio ed utilizzando l'Interporto di Rivalta-Scrivia, di Novara Boschetto e su fino a Domodossola. Chiediamo un investimento prioritario, non una voce tra tante altre, per risagomare l'attuale galleria del Sempione ed ipotizzare anche un nuovo tunnel di base.
Tale politica rafforzerebbe il sistema ferroviario nazionale, secondo delle coordinate diverse da quelle sin qui tenute (nel quale la dominanza di Milano è assolutamente evidente), portando ad uno sviluppo che darebbe benefici in tutto l'Alessandrino e il Novese, in tutto il Novarese, da Borgomanero a Domodossola. Ciò sostanzierebbe l'impegno della Regione Piemonte sulle grandi infrastrutture per le quali non abbiamo un pregiudizio di fondo, realizzando quello che il Ministro stesso dice debba realizzarsi, ovvero un'integrazione delle linee di interesse regionale con l'insieme del rafforzamento del sistema ferroviario.
La variante di Gozzano - evidentemente sollecitata dalla comunità locale - potrebbe unire politiche di respiro regionale e con interessi anche locali diffusi, ma giusti, a politiche di carattere nazionale. E questo potrebbe creare beneficio alle une e alle altre.



PRESIDENTE

Non so se è rituale o irrituale: potremmo fare una convocazione dei Capigruppo subito? Sospendiamo la riunione ed invitiamo i Presidenti dei Gruppi a riunirsi in Sala A).



(La seduta, sospesa alle ore 12 riprende alle ore 12,40)


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, in particolare in merito alla modifica dell'art. 17 della L.R. n. 56/77 e alla revisione dello Statuto della Regione Piemonte


PRESIDENTE

La seduta riprende.
La Conferenza dei Capigruppo ha stabilito il seguente itinerario per i nostri lavori, relativo naturalmente agli argomenti da discutere ed eventualmente da approvare: l'esame del progetto di legge n. 186 viene per il momento sospeso e ripreso oggi all'inizio della seduta pomeridiana per dare modo al relatore di recepire alcuni emendamenti strettamente pertinenti al percorso della Asti-Cuneo ed eventualmente anche di formulare un ordine del giorno che possa raccogliere le indicazioni emerse nel corso del dibattito in questo Consiglio.
Domani si svolgerà un incontro del Presidente della Giunta con il Presidente della Provincia in ordine alla modifica dell'art. 17 della L.R.
n. 56/77.
Il 2 aprile sarà convocato nuovamente il Consiglio con all'o.d.g. la discussione generale sulla modifica dell'art. 17. Seguirà l'esame del testo unificato dei progetti di legge n. 164 e n. 63: "Norme per lo sviluppo e la qualificazione dell'artigianato", del progetto di legge n. 213: "Modifiche alla L.R. 14/6/1993, n. 28 'Misure straordinarie per incentivare l'occupazione mediante la promozione e il sostegno di nuove iniziative imprenditoriali e per l'inserimento in nuovi posti di lavoro rivolti a soggetti svantaggiati'", del progetto di legge n. 264: "Modifiche alla L.R.
23/7/1982, n. 16 'Interventi finanziari della Regione nel settore del trasporto pubblico di persone' (collegati ordini del giorno n. 372 e n.
457)", del progetto di legge n. 181: "Interventi per lo sviluppo dei sistemi locali di imprese nei distretti industriali del Piemonte", della proposta di deliberazione n. 439: "Regolamento CEE n. 2081/93 - Obiettivo 2 DOCUP. Triennio 1997/1999", della proposta di deliberazione n. 438: "Adesione all'Associazione AEM (Association des elus de montagne Associazione europea della montagna). Spesa di F.F. 40.000", della proposta di deliberazione n. 446: "Modifiche tecniche, in seguito a nota del CER, al programma di edilizia residenziale agevolata per il quadriennio 1992/1995' formulato con i provvedimenti consiliari n. 21-15138 e n. 273-12410 rispettivamente il 26/9/1995 e il 30/7/1996, ai sensi della legge 17/2/1992, n. 179" e della proposta di deliberazione n. 448: "Criteri tecnici per l'individuazione e il recupero delle aree degradate per la sistemazione e rinaturalizzazione di sponde ed alvei fluviali e lacustri procedura amministrativa per la concessione dei contributi regionali (L.R.
2/11/1982, n. 32, artt. 2 e 12). Approvati con deliberazione C.R. n. 250 11937 del 31/7/1991".
Quindi, il 22 aprile si terrà riunione del Consiglio per obbligo statutario, nel corso della quale verranno discusse interrogazioni ed interpellanze ed eventualmente anche ordini del giorno.
Questo è l'itinerario dei nostri lavori per tutto il mese di aprile.
Dopo il 12 maggio sarà convocato il Consiglio, che riprenderà l'esame dell'art. 17 della L.R. n. 56/77. Al momento il relatore sta esaminando le eventuali modifiche e/o accoglimento delle proposte dei Consiglieri Chiezzi ed altri.
Sospendiamo pertanto l'esame del progetto di legge n. 186 e procediamo con il punto 7) all'o.d.g., relativo alla relazione della Commissione speciale per la revisione dello Statuto della Regione Piemonte al Consiglio regionale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonino

Intervengo per esprimere pubblicamente un'opinione attorno all'accordo intervenuto nella riunione dei Capigruppo, sul metodo che si intende adottare per giungere all'approvazione di alcuni importanti provvedimenti.
Esprimo il disappunto del mio Gruppo perché sostanzialmente si rinvia senza alcuna certezza rispetto ai tempi, l'approvazione della legge rinviata dal Commissario di Governo. Questa decisione noi la riteniamo un fatto estremamente grave, perché c'è una grandissima attesa da parte di molte Amministrazioni comunali. Quando la legge fu approvata si sono fermati tanti Enti locali, in attesa della sua pubblicazione; questa difficoltà delle Amministrazioni comunali continua e quindi ritengo questo rinvio un fatto grave e rilevo come da parte della maggioranza non ci sia convinzione profonda sull'importanza di questa legge. Questa mancanza di convinzione mi pare abbastanza evidente dal disinteresse complessivo con il quale questa vicenda è stata seguita e dalla mancanza di determinazione, da parte della maggioranza, ad approvare la modifica dell'art. 17. Ripeto, è un fatto grave; così come è grave che la maggioranza accolga e legittimi un metodo che viene adottato da alcune minoranze, caratterizzato dall'ostruzionismo. Se è questo che vuole la maggioranza per farsi ascoltare, anche noi procederemo in quel senso.
Come minoranza ci siamo sempre distinti facendo delle proposte di legge, vedi la proposta sulla modifica all'art. 15 della legge n. 56 e tante altre; ma se il problema è quello di presentarsi in aula con tanti emendamenti, per diventare gli unici interlocutori e condizionare o rallentare l'attività del Consiglio regionale, anche noi potremmo farlo.
Non lo riteniamo comunque un fatto corretto, lo sottolineiamo; viene stabilito un precedente estremamente pericoloso, perché si consente a minoranze di bloccare l'attività del Consiglio regionale.
Rilevo i ritardi con cui la maggioranza sta procedendo nell'approvazione dell'art. 17. Il Commissario di Governo fece le sue osservazioni alla fine di dicembre: due mesi per preparare una proposta di modifica ed un mese in Commissione. Sono tempi estremamente lunghi, per cui il mio Gruppo si dissocia da questo metodo, che nella riunione dei Capigruppo ho definito "maggioranza straripante", per adoperare un termine a cui sovente il collega Chiezzi ricorre.
Intendo respingere il dubbio che alcuni colleghi, i Verdi e Rifondazione Comunista, hanno lanciato in quest'aula e cioè che chi sostiene come noi, in modo convinto e determinato, una modifica all'art. 17 che vuol dire più autonomia ai Comuni - sia spinto soltanto dal desiderio di favorire la speculazione o le pressioni nei confronti degli amministratori comunali.
Gli amministratori comunali, lo ripeto, perché non sono stati difesi a sufficienza neppure da parte della maggioranza, non sono dei minorenni sotto tutela, hanno la capacità di scegliere, hanno responsabilità e mi pare di notare che abbiano più responsabilità di alcuni Consiglieri regionali. Desideravo che la nostra posizione di non condivisione fosse chiara.
In conclusione c'è debolezza da parte della maggioranza ed un modo di procedere di una parte della minoranza che non è degno di una corretta attività legislativa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Non intendevo intervenire, Presidente, però sentendo certe affermazioni, un po' sopra le righe, del Consigliere Saitta, mi vedo costretto a farlo, anche se ritengo che l'Assessore Botta su questo dovrebbe dare una risposta precisa e puntuale; soprattutto sui tempi che sono stati citati dal collega Saitta, secondo lui intempestivi, in cui si è redatta una sorta di risposta al Commissario di Governo.
Si parla di una sorta di revisione, di modifica dell'art. 17, quindi chiederei un coinvolgimento dell'Assessore Botta. Questo è il primo punto che ritengo indispensabile per fare chiarezza, altrimenti sembra quasi, ma sicuramente non è nelle intenzioni del collega Saitta, che qui ci sia un difensore di tutti i Comuni torinesi che attendono delle variazioni all'art. 17, mentre tutti gli altri - maggioranze più o meno allargate blindate, perché ogni tanto si usano questi termini - sono quelli che fanno una sorta di gioco delle parti per cui vogliono contrastare questa legge.
Io capisco che ci sarà qualche difficoltà in più per qualcuno ad andare a vendersi sui giornali come proprie le iniziative della Giunta, ma non credo che la questione stia in questi termini. Penso invece che la Giunta e l'Assessore Botta si siano impegnati in primo luogo con il massimo della sollecitudine possibile nel proporre una variazione all'art. 17.
E allora arriviamo al nodo vero del problema. Se noi oggi o questa sera non iniziamo l'art. 17 è semplicemente determinato dal fatto che si sa con certezza assoluta che su questo ci sono delle legittime posizioni di dissenso da parte di alcuni partiti presenti in quest'aula e che queste posizioni di dissenso si concretizzeranno in maniera pesante con la presentazione, io mi augurerei di uno solo, ma credo di alcune centinaia di emendamenti. Allora non bisogna che in quest'aula, visto che siamo tra noi ci prendiamo per il naso e non bisogna soprattutto che si dicano delle cose ingenerose nei confronti di chi ha il dovere e l'onere di amministrare una Regione. Perché non è mancanza di volontà, è mancanza di realismo, perch si conosce benissimo il Regolamento attuale ed i tempi. Peraltro - faccio un inciso - noi avevamo già deciso di interrompere i lavori del Consiglio regionale, proprio per evitare che certi temi andassero ad essere esacerbati da una campagna elettorale sicuramente difficile e complessa dicendo anche però che si sa benissimo che si andrebbe in un certo periodo a creare una situazione di muro contro muro e di scontro fra muri che non si ascoltano per motivi non propri.
E allora qui non ci deve essere chi critica e chi fa il primo della classe, perché questa cosa è fatta in maniera assolutamente stucchevole e forzata. Perché non rispetta la realtà né dell'ordine dei lavori che ci siamo dati, ma neanche della reale procedibilità dell'art. 17. E su questo Presidente, anche se in Conferenza dei Capigruppo - peraltro era già stato annunciato il dissenso del collega Saitta - io ho accettato l'ordine che ci siamo dati per le prossime sessioni e sedute del Consiglio, dico anche che Alleanza Nazionale è comunque disposta, se lo decidiamo tutti insieme, a partire dalla mezzanotte di oggi alla mezzanotte del 26/4/1997, a portare a compimento la modifica dell'art. 17. Perché noi non siamo né quelli che vogliono rallentare né quelli che non vogliono lavorare né quelli che vogliono vessare i piccoli Comuni che tanto attendono questa modifica, che però è stata una modifica - guarda caso - proposta e portata avanti dalla Giunta regionale.
In questo senso, ho ritenuto di dover anch'io dire due cose modeste nel senso che sono dispostissimo come Gruppo a "rimangiarmi" l'accordo e per il bene dei Comuni piemontesi e con la convinzione del Consigliere Saitta, a portare a compimento la modifica dell'art. 17 entro la mezzanotte del 26/4/1997, onde consentirci, per i torinesi, il 27 aprile di poter andare almeno a votare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Intervengo per dire che vi sono dei problemi posti da diversi Enti locali, in quanto sull'argomento vi è una diversità di vedute. Non è vero infatti che tutti i Comuni vogliono questo provvedimento, perché la difficoltà - e mi riferisco all'art. 17 - effettiva di questo provvedimento è il problema relativo a chi controlla chi, nel senso che su queste materie non ci può essere chi gestisce e nello stesso tempo si controlla. Questa è la questione centrale del problema. Non si può su questa materia esporre i piccoli Comuni alla pressione dei cittadini, perché questo espone il territorio ad un pericolo troppo grande che tutte le leggi regionali di tutto il Paese hanno ben chiaro. E anche le deleghe ai Comuni, dove sono state date, come nella Regione Toscana, sono state date su una griglia molto ristretta e messa in positivo, dove sono stati approvati i Piani territoriali provinciali, regionali e comprensoriali.
Credo che questa questione debba vedere la necessità di comprendere tutte le posizioni degli Enti locali, non solo quelle del falso autonomismo, perché non è questo l'autonomismo, l'autonomismo è un'altra cosa, per una proposta che dia effettivamente risposta al vero problema.
Che cioè i Comuni non attendano lunghissimi mesi prima di vedersi approvare le modificazioni agli strumenti urbanistici. Su questo punto manteniamo una netta e contraria posizione alla proposta di modifica proposta dalla Giunta che non tiene in alcun modo in considerazione le obiezioni avanzate dal Commissario di Governo, che ha detto di indicare quali sono le varianti non strutturali, e si continua a non farlo. La domanda è molto chiara: indicare le varianti strutturali... A questa cosa non si risponde e quindi rimane aperto il problema e la nostra posizione. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gallarini, che interviene in qualità di Consigliere.



GALLARINI Pierluigi

Anch'io non avevo intenzione di intervenire, ma le considerazioni del Consigliere Saitta inducono ad una riflessione anche da parte nostra.
Innanzitutto mi sembra che, dopo la riunione dei Capigruppo di ieri e quella di questa mattina, si sia imboccata una strada di realismo e di ragionevolezza, e io ringrazio il collega Deorsola per avere prospettato una soluzione che ci consente quanto meno di affrontare e di non stare qui giorni e giorni in una posizione di stallo come per la verità capitò già in occasione del bilancio. Ma che da questa presa d'atto di un percorso realistico, di un percorso che consenta di affrontare alcune questioni fondamentali, si passi - come ha fatto Saitta - ad accusare la Giunta e la maggioranza intera perché ha speso due mesi e mezzo per rivedere la revisione dell'art. 17... Certo, siamo sempre in campagna elettorale e più passano i giorni più lo siamo, ma al di là di questo la proposta di legge della Giunta, che qualcuno - condivido quello che ha detto il Consigliere Ghiglia - in passato ha fatto proprio cercando di venderlo come un progetto di legge nato da una parte politica diversa rispetto alla maggioranza che sostiene la Giunta, ha trovato consensi più ampi. Ma in quest'aula le maggioranze straripanti - lo si è detto alla Conferenza dei Capigruppo sono maggioranze che, a rotazione, coinvolgono praticamente un po' tutto l'arco dei 360 gradi, per cui non mi sembra il caso di stare a fossilizzarci su una questione del genere.
Dicevo che il Consigliere Saitta ha fatto alcune considerazioni che noi rigettiamo. Non so se l'Assessore Botta ha modo e ritiene opportuno intervenire, precisando quali sono state - io immagino che ci siano, in parte le ho anche vissute all'interno della Giunta e della Commissione - le motivazioni per le quali si arriva due mesi e mezzo dopo a riproporre il progetto di legge. Ritengo comunque di sottolineare il fatto che ragionevolezza e realismo ci hanno consentito di impostare un percorso che mi sembra - torno a ripetere - degno di considerazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Il percorso che abbiamo individuato è anche degno di una correttezza democratica, nel senso che ci siamo trovati di fronte ad un'interruzione obbligatoria del Consiglio di fronte alla quale abbiamo dovuto un po' regolare le nostre forze; se non ci fosse stato questo, si poteva procedere tranquillamente.
Si è trattato di un inciampo per tutti, e quando dico che abbiamo trovato un accordo che rispetta la democrazia, voglio significare che concordemente, pur nella diversità di opinioni (non ci sono maggioranze straripanti qui, ci sono maggioranze di aula che decidono percorsi nell'interesse del Piemonte), in quest'aula c'era una grande maggioranza che ha ritenuto di individuare un percorso e dei temi sui quali - ripeto non abbiamo opinioni uguali, ma che riteniamo temi importanti da discutere e da votare.
Noi non voteremo la legge che abbiamo discusso fino a questo momento non c'è maggioranza straripante sul suo contenuto, e non la votiamo. In un percorso in cui si è deciso che l'artigianato, i distretti industriali, i contributi per l'innovazione ai lavoratori disagiati sono problemi da discutere subito, prima dell'interruzione della seduta, mentre ad esempio il problema di falcidiare ancora una volta una legge urbanistica che, come anche questa maggioranza aveva dichiarato, non sarebbe stata più toccata fino a quando non fosse stata redatta la legge nuova, questa non ci sembrava una proposta urgente da mettere in campo in periodo elettorale; ci sembrava una proposta da discutere successivamente, secondo un percorso rispettoso della democrazia.
Sull'art. 17 della legge urbanistica ci confronteremo; io ho già espresso molto tempo fa l'opinione per cui, se anche si volesse dare ai Comuni una competenza in tema di variante urbanistica, questo dovrebbe essere fatto indicando in modo preciso, come richiesto dal Commissario di Governo, quale variante deve essere eseguita. E questa mia indicazione è giunta molto tempo fa, anteriormente alla prima approvazione di questa variante.
L'Assessore Botta sa che una delle prime considerazioni che ho fatto l'anno scorso - se ben ricordo - era di studiare il modo per indicare precisamente le varianti da intraprendere. Avevo anche annunciato che probabilmente anche su questo punto non si sarebbe trovato il consenso del nostro Gruppo perché riteniamo che l'atto urbanistico debba rimanere complesso. E' un dissenso motivato che evidenziamo in aula e che sarà espresso, mentre l'opposizione che abbiamo svolto fino ad ora deriva dal timore che queste varianti siano assolutamente incontrollabili. Ma su questo torneremo nel dibattito.
Ringrazio il Presidente del Consiglio, perché è anche grazie alla sua opera che siamo riusciti a trovare, nell'interesse del Piemonte, un percorso da seguire da adesso alle elezioni. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galli.



GALLI Daniele

Presidente e colleghi, sono rimasto un po' stupito dell'intervento svolto dal collega Saitta. Sono concorde con lui per le considerazioni fatte circa l'atteggiamento di alcuni Gruppi (Rifondazione Comunista e Verdi), in quanto si è finalmente allineato sulle posizioni di Forza Italia.
L'impostazione espressa dal Consigliere Saitta è sempre stata quella che io e il mio Gruppo abbiamo espresso nell'ambito dell'eterna discussione avvenuta in Commissione sulla prima proposta di legge di Giunta e la seconda. Noi avevamo proposto addirittura una maggiore autonomia degli Enti locali e dei Comuni che arrivava fino al 10%, poi ridotta in Consiglio con alcuni emendamenti pur di far approvare la legge, con mio dispiacere.
Soltanto ultimamente, mi sembra nell'ultima riunione di Commissione, il Consigliere Saitta ha assunto una posizione diversa rispetto a quella della minoranza. Posso pensare che questo suo atteggiamento - e adesso arrivo alla parte per cui non mi trovo d'accordo con il suo intervento - sia dettato, come ha detto il mio Capogruppo Gallarini, da interessi elettorali. Comunque io ritengo che, per quanto possa dispiacermi rimandare una legge molto attesa dalle Amministrazioni locali, le motivazioni addotte siano più che lecite e giustificate.
Per quanto riguarda l'intervento del Consigliere Cavaliere, invece voglio intervenire spiegandogli una cosa: non è un discorso di autonomismo è un discorso di applicazione del principio di sussidiarietà. Se dobbiamo ancora fare il distinguo fra queste due parole, allora dobbiamo aprire una discussione infinita: penso però che non riusciremo mai a capirci.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Per il carattere dell'intesa che abbiamo realizzato circa la metodologia del nostro lavoro, devo sottolineare che se riusciamo ad adattare le nostre regole, pur complicate, forse datate e certamente oggetto di valutazioni critiche ricorrenti da parte di tutti, e ad ottenere comunque un corretto funzionamento del nostro organismo, questo è tanto di guadagnato nell'interesse del Piemonte.
In realtà, non abbiamo raggiunto una vera e propria intesa, anzi questa è l'occasione per sottolineare che è inopportuno parlare sempre di maggioranze straripanti, di inciuci e cose di questo genere quando si trovano delle intese che sono del tutto circoscritte, alle volte casuali alle volte politiche, ma che non comportano certamente modificazioni di collocamento politico generale di nessuno. Non credo ci sia in atto proprio niente di tutto questo, almeno per quanto ci riguarda.
L'avere trovato un'intesa che ci consente di chiudere questa sessione di lavoro con l'approvazione - speriamo - di una quantità di provvedimenti attesi dal Piemonte è un fatto che, in qualche maniera, ci salva dal rischio di un lavoro che poteva essere meno proficuo; d'altronde è inutile invocare le regole ed altre cose, quando il giudizio ricade sul Consiglio.
Quindi apprezzo e ringrazio il Presidente perché con il suo prudente atteggiamento ha saputo, tra ieri ed oggi, governare l'evoluzione del confronto verso questa soluzione. Per quanto detto dal collega Saitta penso che non abbia certamente bisogno di avvocati, però devo dire che è del tutto legittimo che le regole e l'intesa sulle regole si realizzino mantenendo ognuno la propria posizione, magari del tutto diversa sul merito, sulla gestita. L'intesa intanto è in qualche modo operante, perch può essere anche accettata con gradi diversi di adesione o di contrapposizione. In ogni caso, questo ha inteso sottolineare il collega Saitta; andare più in là significherebbe tentare di cambiare in itinere o surrettiziamente il carattere del tutto circoscritto di questa intesa metodologica.
Sul merito del discorso sull'art. 17, certamente ritorneremo con molte posizioni che saranno l'oggetto della ricchezza del nostro dibattito, a cominciare dal dopo elezioni.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'urbanistica

Volevo solo fare alcune precisazioni in riferimento a quanto ho ascoltato da parte dei Consiglieri.
Riallanciandomi anche a quanto detto dal Consigliere Galli, che in Commissione ha seguito i lavori, in Commissione si sono dedicate quattro sedute per poter arrivare all'aula, ma anche qui c'è stato l'atteggiamento poco collaborativo da parte dei Gruppi Rifondazione Comunista e Verdi evidentemente improntati ad una visione diversa dell'urbanistica e che ritengono che comunque tutto debba essere disciplinato (dallo spillo fino all'ultima grande costruzione) dalla Regione Piemonte, non tenendo conto come ha detto il Consigliere Galli - del principio di sussidiarietà che è stato sancito nel Trattato di Maastricht. Quindi si supera la legge n. 1150 del 1942 e in qualche modo si supera o non si tiene conto della legge n.
142, che va nel senso e nell'attuazione del principio di sussidiarietà e cioè che anche in urbanistica quando si possono adattare e variare i Piani Regolatori per esigenze di puro interesse comunale, quindi non di rilievo sovraccomunale (così come abbiamo riscritto nella modifica all'art. 17) sia possibile farlo senza passare ad un livello superiore. Però qui si scontrano due concezioni e due visioni diverse che sono ovviamente in contrasto con il nostro modo di pensare e di vedere. C'è la concezione del Consigliere Chiezzi che, oserei dire, è sovietica e c'è la nostra che è più liberale.



PRESIDENTE

Vi ringrazio per la collaborazione che avete dato in merito allo svolgimento dei nostri lavori.
Mi dispiace raccogliere il disagio del Consigliere Saitta che indipendentemente dall'aver fatto questa mattina un raffinato esercizio salomonico distribuendo le colpe tra maggioranza e minoranza, riesce comunque...



(Interruzione del Consigliere Cavaliere, che chiede di intervenire)



PRESIDENTE

Mi lasci finire!



(Ulteriori interruzioni del Consigliere Cavaliere)



PRESIDENTE

Mi lasci finire, poi lei potrà dire tutto quello che vuole! Il Consigliere Saitta deve anche capire filosoficamente che un passo indietro oggi può significare molti passi in avanti domani. Giustamente è stato ricordato anche dal Consigliere Ghiglia che viviamo in una fibrillazione pre-elettorale, per cui questo non favorisce assolutamente lo sbocco positivo dei provvedimenti che non siano già pacifici.
Mi permetto anche di suggerire che quanto è stato oggetto del richiamo del Commissario di Governo dovrà essere attentamente esaminato anche dall'esecutivo, perché laddove la norma è positiva e chiara non sarà oggetto di speculazione o di incertezze di diritto; probabilmente questo servirà a corrispondere a quel principio di sussidiarietà che è stato ricordato dal Consigliere Galli ed altri.
Voglio ringraziare tutti i Capigruppo e voglio ringraziare anche il Vicepresidente Deorsola che ha svolto una preziosa opera di diplomazia parallela. Tante volte ognuno di noi può avere degli alter ego che possono svolgere tali compiti. Credo che, al di là delle difficoltà veramente oggettive del Regolamento, quando si riesce a trovare una soluzione e dei traguardi positivi questo serve non solamente per la razionalità dei lavori, ma anche per l'espressione democratica dell'assemblea stessa.
Grazie.
Sospendiamo i lavori. Riprenderanno alle ore 14,30 con la relazione del Presidente della Commissione Statuto, Consigliere Burzi.



CAVALIERE Pasquale

Presidente, un inciso brevissimo.
L'Assessore Botta ha parlato della concezione sovietica. E' per questo che la Regione spenderà un miliardo per una mostra sull'architettura sovietica?



(Il Presidente Picchioni, ai sensi dell'art. 56 del Regolamento, si alza pertanto la seduta è tolta)



(La seduta ha termine alle ore 13)



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