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Dettaglio seduta n.121 del 25/03/97 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PEANO PIERGIORGIO


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 5) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Casari, Cavallera, D'Ambrosio, Foco e Ghigo.


Argomento: Boschi e foreste

Interrogazione n. 964 del Consigliere Cavaliere relativa al progetto di apertura di una pista forestale nel territorio del Comune di Casale Corte Cerro (VB)


PRESIDENTE

In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interrogazione n. 964 presentata dal Consigliere Cavaliere.
Risponde l'Assessore Vaglio.
VAGLIO, Assessore alle foreste L'interrogazione è relativa al progetto di apertura di una pista forestale nel territorio del Comune di Casale Corte Cerro (VB), il quale ha presentato domanda per ottenere un contributo finanziario per la sua realizzazione.
La massima parte del territorio montano, posta a nord del capoluogo fino a circa 1.000 metri s.l.m. è ricoperta da associazioni forestali diverse per composizioni specifiche, fertilità, condizioni vegetative forma di governo e di trattamento. Si passa dal ceduo semplice e matricinato alla fustaia sopra ceduo ed alto fusto. Alle quote inferiori domina il castagno per poi lasciare spazio al faggio e ad alcuni rimboschimenti di larice, anche di vecchia costituzione.
Scarsi risultano i trattamenti di governo del bosco per la difficile accessibilità, costituita da sentieri. In molte zone sono presenti vistosi danni provocati da incendi che, purtroppo, si verificano a scadenza abbastanza ravvicinata.
Nella parte montana, a quota superiore ai 1.000/1.200 metri s.l.m.
sono presenti vari alpeggi, sia privati che comunali, più o meno volti a forme di degrado per la scarsità di bestiame pascolante a causa delle difficili condizioni, per carenza di servizi, di utilizzo dei pascoli stessi.
L'Amministrazione comunale di Casale Corte Cerro intendendo affrontare seppur con gradualità, le cause del succitato degrado, ha programmato nel 1990, come primo intervento significativo, la realizzazione di una pista agro-silvo-pastorale per il raggiungimento dei seguenti obiettivi: a) valorizzazione economica ed ambientale delle superfici boscate pubbliche e private b) consentire un primo recupero di aree pascolive con la possibilità, in futuro, di una loro totale riutilizzazione, avvalendosi anche delle possibilità offerte dai finanziamenti CEE c) realizzare un primo intervento antincendio in zona altamente soggetta al passaggio del fuoco.
A questo primo lotto funzionale dovrebbe fare seguito un secondo intervento che, proseguendo la pista in quota, verrebbe a completare sia il recupero silvo-pastorale quanto la difesa antincendio di una cospicua parte del territorio.
Ciò premesso, il Servizio decentrato dell'economia montana e forestale di Novara sottolinea quanto segue: a) la pista agro-silvo-pastorale, finanziata ai sensi della legge n. 63/78 art. 23, ha come obiettivo primario la valorizzazione dei boschi e, solo di riflesso, costituisce la base per successivi interventi per il miglioramento dei pascoli, sia delle loro superfici erbose quanto per un recupero dei fabbricati d'alpe. Il collegamento dei medesimi, partendo dall'Alpe Quaggione, come proposto quale soluzione subordinata dai ricorrenti, è inattuabile, sia per motivazioni economiche stante la maggiore distanza da percorrere per raggiungere gli alpeggi quanto ed essenzialmente per ragioni di tracciato che dovrebbe attraversare almeno tre valloni, tra cui la valle del Rio Lessa, solo superabili con costosi viadotti in zone altamente impervie e ad elevato impatto ambientale.
Devo premettere che questa pista è anche oggetto di un ricorso da parte di un Gruppo consiliare di Casale Corte Cerro a cui fa riferimento l'interrogante.
In merito alla contestata funzione antincendio dell'opera, va ricordato che, come richiamato nell'esposto stesso, gli incendi boschivi generalmente hanno origine dal piano di Gravellona Toce per poi essere spinti, dai venti locali, verso la montagna retrostante di Casale Corte Cerro. La progettata pista ha la funzione di costituire una barriera che, partendo dal basso e spingendosi sino a quota 1.000, impedisce lo svilupparsi dell'incendio, in altro modo non contenibile. E' per questa sua funzione che la Comunità montana, con nota n. 1533 del 28/8/1991, ha dichiarato la costruzione della pista forestale opera integrativa del piano degli interventi in materia di prevenzione degli incendi boschivi ed il Comune di Casale Corte Cerro ha inserito, nella delibera del Consiglio comunale del 1991 di approvazione del piano antincendio-boschivi, la realizzazione della pista tra gli interventi più significativi.
b) In riferimento alla possibile illegittimità della delibera del Consiglio comunale, che approva la proposta di variante al PRGC, punto 5) dell'esposto, adducendo come motivazione la L.R. n. 72 del 9/10/1995, che demanda alle Comunità montane una programmazione degli interventi sul proprio territorio e la predisposizione di una carta di destinazione d'uso va evidenziato: a) il piano di sviluppo socioeconomico dovrà essere adeguato ed aggiornato entro un anno dall'entrata in vigore della L.R. n. 72, quindi entro il 9/10/1996. La delibera del Consiglio comunale non era pertanto soggetta a detto riscontro di conformità alla data dell'interrogazione b) qualsiasi documento di programmazione non può prescindere dalla consultazione degli Enti locali ricadenti nel territorio di propria competenza e nel recepire gli interventi che già si inseriscono nelle linee guida individuate dalla Comunità montana come nel caso specifico.
c) Nel merito del punto 7) dell'esposto va evidenziato che l'opera è stata autorizzata su parere conforme del Servizio Geologico regionale, con nota n. 1080 del 7/3/1994, mentre il parere dei Beni ambientali è stato espresso con DGR n. 290-10858 del 25/11/1991.
Ai soli fini conoscitivi si sottolinea che il finanziamento dell'infrastruttura trae origine da una richiesta del Comune di Casale Corte Cerro, datata 31/12/1990, presentata ai sensi dell'art. 23 della L.R.
n. 63/78. Alla domanda ha fatto seguito il progetto esecutivo approvato dalla Giunta comunale di Casale Corte Cerro con delibera n. 228 del 27/7/1991 e per un importo complessivo di L. 176.282.616. La Giunta regionale con delibera n. 272-10840 del 25/11/1991 ha concesso, per la realizzazione dell'opera, un contributo di L. 135.726.000. Da tale data novembre 1991, sino al mese di marzo 1994, la pratica è rimasta in attesa del parere del Servizio Geologico oltremodo impegnato nell'istruttoria di pratiche varie.
Successivamente il ricorso del Comune all'accensione di un mutuo presso la Cassa Depositi e Prestiti per il reperimento della somma pari al 20% del costo dell'opera; un primo appalto andato deserto; una rideterminazione dei costi con nuovo piano economico-finanziario; l'esigenza manifestatasi di inserimento dell'opera in PRGC con proposta di variante alla Regione, hanno impedito, ad oggi, di giungere ad una nuova gara di appalto dei lavori.
L'aggiornamento successivo che mi è stato inviato sempre dal Settore Economia Montana e Foreste di Novara, mi sottolinea che: 1) per poter procedere all'appalto dei lavori si è reso necessario, da parte del Comune di Casale Corte Cerro, adottare la procedura di cui alla legge 3/1/1978, n. 1, art. 1, comma quinto, per l'approvazione della variante al Piano Regolatore. Con deliberazione della Giunta regionale n.
30-12437 del 30/9/1996 è stata approvata la variante richiesta 2) essendo in scadenza la validità dell'autorizzazione ai sensi delle leggi n. 1497/39 e n. 431/85 il Comune, con nota n. 4290 del 3/10/1996, ha presentato una nuova istanza di autorizzazione. Il Servizio Beni Ambientali ha comunicato, con nota n. 19203/96 del 4/11/1996, l'inizio del procedimento 3) qualora il Comune avesse provveduto all'appalto dei lavori di che trattasi senza tenere conto delle prescrizioni dettate ai sensi della legge n. 431/85 e della L.R. n. 45/89 (opere d'arte da realizzarsi in pietra a spacco di cava, ecc.), lo stesso dovrà provvedere ad apposita variante 4) la Comunità montana Cusio-Mottarone, con nota n. 2380 del 7/12/1995 (all. 2), comunica al Comune di Casale Corte Cerro che il piano A.I.B.
della Comunità prevede la realizzazione di una pista tagliafuoco tra Arzo e l'Alpe Grandi. Altresì la stessa Comunità montana, con nota n. 1533 del 28/8/1991 (all. 3), dichiara che la pista oggetto dell'interrogazione si integra nel piano degli interventi in materia di prevenzione degli incendi boschivi 5) non essendo emersi sino ad oggi fattori di incompatibilità tra l'intervento in oggetto e l'assetto idrogeologico dell'area, il Servizio Geologico della Regione, competente in materia, non ha ritenuto di chiedere progetti alternativi e ha provveduto a rilasciare parere positivo (all. 4).
Ugualmente favorevole il parere espresso, per quanto attiene l'impatto ambientale, dal Servizio Beni Ambientali (all. 5) 6) al momento la situazione è ferma; dovrà essere cura del Comune di Casale Corte Cervo verificare e provvedere a che l'infrastruttura non venga utilizzata per scopi diversi dalle finalità individuate dalla Regione Piemonte.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE Vorrei invitare l'Assessore ad una più attenta riflessione sull'argomento, perché non ci troviamo di fronte ad un intervento realizzato per le finalità che l'Assessore elencava, e cioè per una difesa antincendio della zona boschiva, per un recupero degli alpeggi, per una valorizzazione delle aree pascolive, ecc. Il timore - che non è solo un timore - è quello che, nella fattispecie in zone di pregio, si aprano strade in montagna - e questo purtroppo non è l'unico esempio semplicemente a servizio delle seconde case, recuperate negli alpeggi.
Queste non sono di per sé negative, ma è il fatto di prevedere strade che poi diventano anche asfaltate o altre opere di questo tipo non a servizio delle cose che sono state dette ed autorizzate, ma ad interesse delle seconde case, che rappresenta veramente un problema. Allora, Assessore, non bisogna nascondersi dietro il dito, ma si devono verificare quelle situazioni. A quanto ci risulta, i motivi da lei elencati non sussistono.
Sussisterebbero invece le finalità per una pista agro-silvo-pastorale, che poi non sarebbe agro-silvo-pastorale, ma a servizio delle abitazioni di villeggiatura.
Un'altra considerazione, che la dice lunga sulla questione, è che la delibera regionale prescriveva, tra le varie cose, che tutte le opere dovevano essere realizzate in pietra a spacco di cava, mentre a quanto ci risulta nei lavori vengono eseguiti anche dei muri in calcestruzzo.
Bisognerebbe verificare tutte queste cose, ma soprattutto verificare la finalità di questa strada. Siccome l'opera non è ancora interamente realizzata, prego l'Assessore di intervenire urgentemente per una verifica obiettiva e seria della situazione; soprattutto per verificare se siano state rispettate le finalità per cui era stata concessa l'autorizzazione in maniera abbastanza leggera - credo - senza un controllo preventivo. Il controllo preventivo non è stato fatto; che si faccia almeno quello in corso d'opera. Grazie.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Interrogazione n. 1053 del Consigliere Cavaliere relativa alla L.R. 6/8/1996 n. 61 "Accesso alle Scuole materne dei bambini extracomunitari handicappati, autistici e sieropositivi"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 1053 presentata dal Consigliere Cavaliere.
Risponde l'Assessore Leo.
LEO, Assessore alla cultura e istruzione Con questa interrogazione il Consigliere Cavaliere evidenzia la necessità di assicurare l'accesso alle Scuole materne anche ai bambini extracomunitari, handicappati (specie se intellettivi), autistici sieropositivi, in affidamento familiare ed ospiti in comunità alloggio, per i quali non esiste una tutela specifica.
Il Consigliere Cavaliere, sottolineando l'importanza di questo obbligo chiede se l'Assessorato non ritenga opportuno chiarire ulteriormente attraverso una circolare, l'obbligo da parte delle Scuole di accogliere anche le tipologie di bambini sopra descritte.
A me questa sembra una cosa dovuta ed assolutamente opportuna. La risposta è formulata così: "L'art. 2 della L.R. n. 61/96 impone che le Scuole materne non statali e non dipendenti da Enti locali territoriali, istituite e gestite nell'ambito della normativa vigente, per poter richiedere il contributo regionale debbono essere aperte alla generalità dei cittadini.
Tale obbligo viene ribadito ulteriormente dall'art. 4 della medesima legge, che prevede tale disposizione anche tra gli adempimenti indispensabili ed essenziali per la stipula della convenzione tra la Scuola e il Comune.
La previsione, pertanto, dimostra chiaramente la volontà del legislatore, che non vuole espressamente limitazioni all'accoglimento dei bambini nelle Scuole materne non statali e non dipendenti da Enti locali che chiedono alla Regione i benefici di cui alla citata legge".
Siccome l'osservazione del Consigliere Cavaliere è assolutamente importante e pertinente e "al fine di rafforzare e chiarire ulteriormente l'obbligo posto dalla norma, l'Assessorato ha inviato apposita nota n. 7125 del 23/10/1996 a tutti i Comuni e a tutte le Scuole materne autonome, con la quale evidenzia e chiarisce particolarmente gli adempimenti per la Scuola e tra questi l'obbligo di accogliere indistintamente tutti i bambini di ambo i sessi, in quanto la Scuola deve essere aperta alla generalità dei cittadini".
Io, però, formulerei una proposta al Consigliere Cavaliere: in questi dieci giorni farei una verifica per vedere se la norma è chiara e se la circolare è stata compresa, perché la volontà del legislatore è assolutamente in quel senso.
Anch'io ho inviato una circolare, ma siccome è melius abundare quam deficere e siccome la questione che pone il Consigliere Cavaliere è molto importante e di grande valore civile, potremmo verificare se sussista un minimo dubbio d'interpretazione ed eventualmente inviare entro venti giorni un'ulteriore circolare, magari sottoponendola preventivamente alla Commissione competente, se si ritiene di non essere stati abbastanza chiari con la precedente.
Sempre per il criterio che è melius abundare, si potrebbe stilare una nuova circolare, da far leggere bene anche in Commissione, per ribadire ulteriormente il concetto, anche se - ripeto - i miei uffici, lo spirito della legge e la circolare già inviata dovrebbero essere stati adeguatamente chiari.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE Ringrazio l'Assessore per la risposta tempestiva all'interrogazione credo che la cosa più importante sia di verificare se vi siano stati casi del genere, come risulterebbe, perché poi è questa la questione importante.
Fatta questa verifica, se risultasse che effettivamente vi sono stati casi di questo tipo, bisognerà in qualche modo riprecisare la norma, che è chiarissima, e che non dovrebbe permettere questo.
LEO, Assessore alla cultura e istruzione Mi impegno a fare una verifica prestissimo.


Argomento:

Sollecito risposta ad interrogazioni


PRESIDENTE

Le interrogazioni sono non dico esaurite, ma comunque discusse: passiamo dunque all'esame dell'o.d.g.
CAVALIERE No, non sono esaurite.



PRESIDENTE

Cioè? Prego, Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE C'era una serie di interrogazioni che andavano discusse. Le faccio un esempio: all'interrogazione di venti giorni fa sul CSI, interrogazione molto importante, mi fu data solo una risposta parziale dall'Assessore alla sanità, dicendo che l'altra parte di risposta non competeva alla sanità e che sarebbe stata integrata nel Consiglio successivo; si sono svolti due tre Consigli e il completamente della risposta non è arrivato.



PRESIDENTE

Purtroppo l'Assessore D'Ambrosio è in congedo; mi interesserò affinch domani mattina possa essere data la risposta e pertanto possa essere completata l'informazione che lei desidera.
CAVALIERE Ci sono però altre questioni, nel senso che alla Conferenza dei Capigruppo - e forse il Consigliere Deorsola ha frainteso - è stato chiesto che venisse data risposta almeno alle interrogazioni che erano richiamate tre mesi fa ai sensi dell'art. 89; non a tutte, ma che a qualcuna, almeno a quelle del 1995, venisse data risposta.
CHIEZZI Anche ad alcune delle nostre.



PRESIDENTE

Mi pare che la Giunta sia pronta a rispondere a quattro delle interrogazioni. Io non lo sapevo, credevo che l'iter dei lavori oggi prevedesse subito la discussione del progetto di legge n. 186.
Quali sono dunque le interrogazioni per le quali la Giunta è pronta a rispondere? Consigliere Cavaliere, mi vuole aiutare, per cortesia? Mi vuole gentilmente fornire i numeri? Nel frattempo, per favore, fate entrare l'Assessore Masaracchio in aula. Prego, Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE Interrogazioni n. 349 del 2/1/1995; n. 484 del 20/2/1996; n. 485 del 20/2/1996; n. 539 del 26/3/1996.



PRESIDENTE

In elenco non ce n'è nemmeno una. Ad esempio, la n. 349 a cosa corrisponde? CAVALIERE Non ho dietro l'elenco, Presidente.



PRESIDENTE

Allora possiamo rinviare a domani mattina queste quatto risposte? Abbia pazienza, anche perché c'era stato un impegno del Vicepresidente. Si tratta di numeri antidiluviani, non presenti nell'elenco delle interrogazioni ed interpellanze di oggi.
Ci impegniamo a dare le risposte al Consigliere Cavaliere domani mattina.


Argomento: Lavoro - Movimenti migratori: argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 683 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea relativa ai comportamenti antisindacali alla FIAT Mirafiori Carrozzeria


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.
CHIEZZI C'era anche l'interpellanza n. 683 relativa a Mirafiori.



PRESIDENTE

Assessore Masaracchio, può rispondere? Credo che l'interpellanza richiamata dal Consigliere Chiezzi sia di sua pertinenza.
MASARACCHIO, Assessore al lavoro Non ho qui la risposta, ma posso comunque rispondere.



PRESIDENTE

La parola pertanto all'Assessore Masaracchio, che risponde all'interpellanza n. 683 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea.
MASARACCHIO, Assessore al lavoro Riconoscere che ci siano dei comportamenti antisindacali è troppo semplice, troppo facile. In effetti, nell'ambito della contrattazione, dei rapporti tra sindacato e datore di lavoro interviene tutta una disciplina entro la quale a volte la Regione può trovare momenti di concertazione.
Nella fattispecie, così come è stato detto per altre interrogazioni simili - non ho qui un testo da leggere per dire, per esempio, che cosa si è potuto fare intervenendo presso i sindacati e presso i datori di lavoro le competenze dell'Assessorato al lavoro sono ben che niente.
Dalla delega per il cosiddetto mercato del lavoro che il Governo dovrebbe darci - e dopo l'approvazione in Senato vedremo quali saranno i risultati concreti del cosiddetto decreto Bassanini - ci si attende che la Regione abbia dei poteri di intervento diretto, partendo addirittura dalla concertazione per la cassa integrazione, quanto meno alla base della problematica che poi sarebbe comunque definita a livello ministeriale per il concorso delle risorse finanziarie. In questo ambito si colloca tutta la grande polemica di contrapposizioni, di contestazioni e di verifica di quale debba essere lo sviluppo dei rapporti politico-sindacali ed amministrativi nell'ambito del concordato che di volta in volta viene registrato a livello nazionale.
Dopodiché mi pare che i sindacati abbiano avuto degli incontri a livello di Governo centrale. Già nel settembre scorso si sarebbe dovuta svolgere la grande Conferenza per il Patto del lavoro a Napoli, ma il tutto è stato rinviato. Sono notizie che apprendiamo non dai giornali, ma che viviamo per la partecipazione diretta delle competenze politiche che ciascuno di noi rappresenta nella società.
Allo stato attuale delle cose, il tutto viene conciliato - questa è un'espressione gradibile - dalla FIAT, la quale, nella concertazione, ci sta dando una mano attraverso la rottamazione, con l'assunzione di duemila unità nuove a tempo determinato, anche se naturalmente non tutte nell'ambito del territorio piemontese.
Francamente, non credo di potermi assumere altra responsabilità politica, indipendentemente dal ruolo amministrativo che rivesto quale Assessore al lavoro. A buoni intenditori, poche parole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.
PAPANDREA Sono ovviamente insoddisfatto della risposta in quanto generica e non nel merito dell'interpellanza. Si può presentare una qualsiasi interpellanza che la risposta è sempre quella: si parla della rottamazione dei rapporti generali tra sindacato, Governo ed imprenditori; del fatto che forse ci sarà un decentramento delle competenze; però questo cosa c'entra? Noi abbiamo posto dei problemi. Presentiamo delle interpellanze perch solleviamo dei problemi concreti, specifici e non generali! In questo caso si tratta di violazioni di diritti che tra l'altro non sono neanche tanto presunte: sono violazioni concrete, addirittura sanzionate dalla Magistratura, quindi non parliamo di cose generiche abbiamo segnalato fatti concreti, di rappresentanze sindacali che si vedono negate il diritto a svolgere attività sindacale. Su questo il Tribunale di Torino ha dato ragione ai lavoratori.
Poiché una grande azienda che riceve sostanziosi aiuti dallo Stato svolge questo tipo di attività, io credo che le istituzioni debbano far sentire la propria voce. Ritengo cioè che quando avvengono fatti del genere, violazioni di diritti fondamentali e democratici dei lavoratori bisogna intervenire. Il fatto che ci sia il muro o il cancello della fabbrica non vuol dire che al di là di quello non ci sia più la Repubblica italiana, che varcato quel muro le leggi non sono più in vigore; le leggi sono in vigore! Ripeto che in questo caso ci troviamo di fronte alla violazione di una legge, che noi non condividiamo e che riteniamo debba essere modificata perché dà già strapotere alle Organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative e lo dà molto meno ai sindacati nuovi che stanno nascendo ed inoltre è una legge che riconosce molto più il diritto delle Organizzazioni sindacali che non dei lavoratori e dei rappresentanti eletti dai lavoratori. Nonostante questi limiti, che hanno portato anche al referendum su parti di questa legge, neanche questa viene applicata! Ci troviamo di fronte a lavoratori che sono stati eletti dai loro compagni tra l'altro con risultati anche positivi (sono tra i primi eletti alle elezioni alle Carrozzerie), ai quali la FIAT impedisce di muoversi, non concede i permessi sindacali, cioè non dà loro le condizioni minime necessarie per svolgere l'attività sindacale.
Su questo - ripeto - le istituzioni e i settori delle istituzioni che sono più vicine ogni tanto dovrebbero avere anche un'attenzione a questo aspetto e far sentire la propria voce, cioè far sentire che in fondo la Regione tiene a che nelle fabbriche del suo territorio ci si comporti correttamente.
Sollevo altri due problemi. Noi abbiamo spesso discusso di riforme istituzionali e varie volte ho detto che si parla di democrazia e di riforme in modo molto astratto. Per esempio, due anni fa c'è stato un referendum abrogativo su una parte della legge n. 300 e dopo quello non c'è stato nulla; ci siamo lamentati, per esempio, in merito ai referendum relativi all'abolizione di determinati Ministeri. Raramente però ho sentito levarsi qui la voce che su un referendum che è stato approvato dai cittadini italiani e che riguarda milioni di persone, i lavoratori, il Parlamento non abbia assolutamente legiferato, non abbia tenuto conto di un referendum svoltosi regolarmente. Quando parliamo di Bicamerale, di riforme istituzionali, dovremmo ricordare la complessità del fenomeno e anche affrontare questo problema.
L'iniziativa del Consigliere Riba di presentare una proposta di legge al Parlamento nazionale mi ha fatto pensare che il Consiglio regionale potrebbe promuovere una legge su questo terreno che riguarda centinaia di migliaia di cittadini della nostra Regione.
Dico un'ultima cosa rispetto alle considerazioni avanzate dall'Assessore Masaracchio.
Ritengo che il provvedimento del Governo in ordine alla rottamazione sia un elemento in più per far sentire la nostra voce proprio perché lo Stato dà soldi alle aziende. Occorre considerare, a mio avviso, il fatto che questa legge ha avuto delle ripercussioni estremamente limitate sul nostro territorio: mille - non di più! - lavoratori assunti a tempo determinato, senza neppure il blocco del turnover, quindi i lavoratori che ne hanno diritto continueranno ad andare in pensione. A fine anno avremo questa situazione: i mille non ci saranno più se la rottamazione non proseguirà perché sono a tempo determinato, ed avremo un calo occupazionale perché nel frattempo non sono stati sostituiti coloro che hanno abbandonato la fabbrica, che saranno sicuramente più di mille nell'arco dell'anno.
Devo dire che è ben poca cosa per un provvedimento che costa all'incirca 200 miliardi! Questo aspetto dovrebbe farci riflettere in ordine alle nostre politiche sull'occupazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio.
MASARACCHIO, Assessore al lavoro Forse io mi spiego male, ma in effetti il rapporto con chi strumentalizza il rapporto consiliare per fatti esterni all'attività del Consiglio serve per dimostrare che io non capisco che cosa mi si chiede.
Dopodiché al Consigliere Papandrea, al quale ho già dato risposte su questi stessi argomenti, dico che sarebbe meglio anziché presentare un'interpellanza all'Assessore al lavoro, che non ha competenze di intervento diretto né sulla concertazione sindacale né per quanto riguarda problematiche per le quali si investe la Magistratura, che presentasse un ordine del giorno tanto da coinvolgere tutto il Consiglio affinché esprima un parere su quello che è ovviamente, giustamente ed opportunamente criticato, non tanto dalla pubblica opinione, ma dalle responsabilità politiche. Se poi il Consiglio è un'occasione per esprimere giudizi politici, l'ha fatto, si prenda la mia risposta, ma non dica che io non ho capito e che non conosco i problemi.
Per quanto riguarda quello che non ho voluto dire, io ho scritto per tempo e da tempo, anche di fronte alle problematiche della rottamazione che ho chiamato in ballo; per dire che tutto il diritto sindacale è messo in discussione in termini fortemente contestativi, fino al punto di ricorrere alla Magistratura, come nel caso FIAT! Se non ci fosse il problema FIAT dentro cui i sindacati confederali hanno concertato tutto quello che hanno ottenuto, certamente non ci sarebbe questa opposizione per la libertà sindacale nell'attività aziendale.
Capisco che il referendum è stato fatto per togliere potere ai sindacati attraverso i comitati spontanei, attraverso l'elezione di rappresentanti dei lavoratori sganciati dal collegamento con i sindacati, ma non è un problema dell'Assessorato al lavoro! Quando tornerò a fare il sindacalista e sono l'unico politico che in Regione Piemonte si è dimesso dal sindacato nel momento in cui ha assunto l'onere dell'amministrazione dell'Assessorato al lavoro - ci troveremo a discutere di queste cose anche in piazza! Io non ho ancora ricevuto alcuna risposta ad una mia precisa richiesta avanzata all'Amministratore delegato Romiti e al dottor Cantarella proprio per avere un incontro e capire come loro intendono muoversi nell'ambito delle problematiche che investono questa grossa azienda che fa parte della nostra economia, in positivo e in negativo. Ho ricevuto una telefonata dal dottor Panzani, in questi giorni, che si rende disponibile, visto che n Romiti né Cantarella si sono resi disponibili ad avere un incontro con l'Assessore al lavoro! Pensa tu, caro collega Papandrea, se io non sono tale da poter avere un rapporto diretto con Romiti e con Cantarella figuriamoci che cosa potrò fare quando devo interessarmi anche delle problematiche sindacali nella concertazione o contro la concertazione.
Ti ringrazio comunque; aspetto un ordine del giorno, vedremo come si esprimerà il Consiglio sui giudizi che hai dato.


Argomento: Viabilità

Interpellanza n. 760 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea relativa agli interventi urgenti nel tratto di strada del Colle della Maddalena in provincia di Cuneo sulla strada statale n. 21


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.
CHIEZZI Chiedo se è possibile avere la risposta all'interpellanza n. 760 iscritta all'o.d.g. della seduta odierna, rivolta sempre all'Assessore Masaracchio, in merito agli interventi urgenti nel tratto di strada del Colle della Maddalena in provincia di Cuneo, che tra l'altro è tema attinente anche alla legge che stiamo discutendo.



PRESIDENTE

Va bene, l'Assessore è disponibile.
Passiamo pertanto ad esaminare ancora l'interpellanza n. 760 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea.
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.
CHIEZZI La vicenda della strada statale n. 21 è annosa perché anche negli anni passati, durante l'inverno, si è verificata più volte l'interruzione di questa linea di accesso alla Francia, a causa di una cattiva manutenzione della strada stessa e a causa di valanghe e frane che più volte l'hanno ostruita. In passato, anche in provincia di Cuneo vi sono state proteste ci sono stati anche interventi da parte di colleghi in Consigli comunali e al Consiglio provinciale. Nell'inverno 1994/1995 la strada è rimasta chiusa diversi mesi ed è stato impedito quindi il collegamento con la Francia.
L'Amministrazione provinciale di Cuneo, di fronte alle sollecitazioni pervenute da nostri colleghi, ha sempre risposto di non entrare per nulla nella questione, essendo tale questione di competenza dell'ANAS o della Regione.
Alla data della formulazione dell'interpellanza (agosto 1996) si parlava di un'ipotesi di costruzione di paravalanghe in numero di otto per una spesa di 50 miliardi; di questo finanziamento si vorrebbe sapere se esiste.
Inoltre, si era ventilata la possibilità di avere in sede di accordi Interreg anche dei contributi da parte dell'Unione Europea.
La situazione a questo punto andrebbe chiarita, nel senso che l'inverno è passato, se ne prospetta un altro, il tempo per eseguire dei lavori adesso ci sarebbe e quindi chiediamo all'Assessore notizie sullo stato della progettazione e del finanziamento di questa opera di mantenimento in funzione durante tutto l'anno di questa importante strada di collegamento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio.
MASARACCHIO, Assessore ai trasporti e comunicazioni Sul problema delle valanghe che annualmente interessano il Colle della Maddalena sono interessati numerosi soggetti tra cui anche il Servizio Viabilità della Regione Piemonte.
La competenza per quanto riguarda la transitabilità della strada statale è dell'ENAS (Ente Nazionale per le Strade, ex ANAS), che risulta non disporre delle strutture e dei fondi necessari per gli interventi atti a garantire la transitabilità in sicurezza della strada nel periodo invernale.
A tal fine la Regione Piemonte, attraverso i propri servizi, si è attivata per individuare gli interventi atti a risolvere il problema che oggettivamente non è di facile soluzione in tempi brevi.
La soluzione definitiva prevederebbe la realizzazione di paravalanghe per un costo presunto di circa 50 miliardi. Questo è quanto risulta dai progetti di massima finanziati con fondi regionali, della Provincia di Cuneo e della Comunità europea (Interreg I - Programma Operativo Pluriennale n. 25 C - importo complessivo 130 milioni) che il Servizio Viabilità ha seguito e concluso in questi mesi (la risposta è stata redatta nello scorso mese di ottobre).
Tale intervento prevede la realizzazione di una galleria paravalanghe in difesa di undici punti pericolosi. Comunque tale intervento lascerebbe scoperti almeno tre siti che si presentano pericolosi con minor frequenza ma che pur sempre esistono.
Purtroppo tale intervento, se realizzato, tenendo conto dei tempi burocratici, renderebbe realisticamente fruibile l'intervento non prima degli otto-dieci anni.
Con tale programma è stato anche realizzato un ponte radio fra i competenti servizi francesi e italiani al fine di mantenere una costante informazione sulla transitabilità in sicurezza dell'importante arteria.
Per quanto riguarda il Servizio Viabilità si prevede di richiedere con i fondi Interreg II il finanziamento dei progetti esecutivi dei paravalanghe. Altre iniziative di più immediata applicazione si stanno valutando nell'ambito di un gruppo di lavoro appositamente costituito tra Prefettura di Cuneo, Comuni, Comunità montana, ANAS e Provincia, su iniziativa della Comunità montana Valle Stura della quale fa parte anche un rappresentante del Servizio Viabilità.
Risulterebbe praticabile in tempi relativamente brevi la realizzazione di impianti per il distacco artificiale della neve costituiti da apparecchiature funzionanti a gas (GPL) che attraverso esplosioni anche in sequenza e comandate a distanza provocano la caduta della massa nevosa che potrebbe essere rapidamente rimossa.
Verrebbero così minimizzati i tempi di chiusura della strada. Tale metodologia non può però prescindere dalla creazione di un costante servizio informativo che coinvolgerebbe anche organismi di volontariato al fine di mantenere sotto costante controllo i versanti soggetti a valanghe al fine di intervenire con la massima tempestività e precisione nelle operazioni che prevedono: a) la chiusura al transito veicolare della strada: b) la verifica che non vi siano presenze lungo tutto il tratto stradale (sgombero poligono): c) procurare il distacco della neve, che non può essere fatto in qualunque momento, ma deve avvenire in condizioni ben definite che talvolta si verificano nell'arco di frazioni di ora: d) procedere quindi alla rimozione della neve e) riaprire infine al transito la strada.
Il costo per la realizzazione di tali procedure è relativamente contenuto (circa 5 miliardi) e i tempi di realizzazione relativamente brevi.
Tenendo conto che si dovrebbero installare circa dieci impianti in alta montagna ed in condizioni che richiedono l'uso dell'elicottero e che quindi possono essere costruiti solo nel periodo estivo, tali impianti non potrebbero comunque essere operativi prima dell'inverno 1997/1998. Stante però le grandi responsabilità che tutte queste operazioni comportano, è evidente che in assenza di un servizio che garantisca l'assoluta sicurezza per tutte le operazioni citate né il Sindaco né il Prefetto tanto meno l'ANAS intendono assumersi responsabilità che coinvolgono l'incolumità pubblica. Sulla questione è comunque in fase di predisposizione una specifica normativa regionale da parte del Settore Protezione del rischio meteorologico, geologico e sismico, dell'Assessorato regionale all'ambiente, energia e lavori pubblici.
La valutazione di tale iniziativa è all'esame del competente Settore Protezione del rischio meteorologico, geologico e sismico, dell'Assessorato regionale all'ambiente, energia e lavori pubblici.
Per quello che ho potuto apprendere nell'incontro che ho avuto la settimana scorsa a Roma con l'ing. Simonini (Direttore compartimentale ANAS della Regione Piemonte), presenti alcuni deputati e senatori che hanno risposto positivamente alla mia richiesta di incontro presso l'ufficio della Regione in quella città, posso dire che il problema esposto anche dall'interpellanza del Gruppo di Rifondazione Comunista è un problema annoso, grave e pesante non soltanto per l'interruzione, quanto anche per le responsabilità civili e penali contro cui si oppongono le responsabilità amministrative locali. Ecco la ragione per cui a volte è determinata anche in altre situazioni del territorio la chiusura delle strade, ancorquando ci siano motivi di grave disagio del movimento delle persone.
Nel caso in cui l'ANAS possa essere regionalizzata, è allo studio un'attribuzione specifica per coinvolgere tutti gli Assessorati regionali competenti e anche gli Enti locali nel territorio affinch indipendentemente dalle risorse assegnate per viabilità e trasporti, ci sia un pacchetto di risorse a latere da cui attingere per mettere a regime queste situazioni che non sono isolate in una zona anziché in un'altra; si trovano in tutte le situazioni - scusate la ripetizione - che insistono sulle montagne e che hanno creato anche momenti di lutto, per cui alcuni funzionari, non essendoci diretta responsabilità dell'ANAS, rischiano persino di essere condannati per responsabilità oggettive. Quindi il problema esiste, è grave, è pesante e ci si attende che l'ENAS, quella che si chiama ANAS ancora oggi, abbia dallo Stato, dal Governo, un'attribuzione di risorse a latere, con cofinanziamenti possibili di Regione, Province e Comuni, che consentano il pronto intervento e comunque la messa a regime delle opere: paravalanghe e sistemi di prevenzione delle valanghe stesse in tempi utili ed opportuni nella stagione invernale. D'altro non so dire.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Ringrazio l'Assessore per la risposta, della quale chiedo cortesemente copia scritta perché mi è sfuggito il costo previsto per la realizzazione di queste gallerie. Non ho capito bene la cifra, allorquando l'Assessore ha parlato della realizzazione di gallerie paravalanghe.
L'Assessore ha illustrato lo stato della situazione che è ancora il medesimo di quello citato dall'interpellanza e oggetto di tanti disagi per le popolazioni che dovrebbero utilizzare questa strada.
Assessore, il problema è di priorità e di scelta politica. Il primo problema da affrontare è quello relativo alle competenze in materia di sicurezza della viabilità. Mi è sembrato di capire che ci sia una situazione per cui di fronte a possibili incidenti sulla strada statale, a scanso di ogni responsabilità, le strutture responsabili dell'ANAS fanno chiudere immediatamente la strada, determinando quindi un'irregolarità di funzionamento della stessa.
Mi stupisco del fatto che sia mancato un coordinamento tra responsabilità dello Stato (Prefetti ed ANAS) e responsabilità della Regione per quanto riguarda la protezione civile e anche di tutti gli Enti locali, che non abbia affrontato e risolto questo nodo, perché in effetti abbandonare responsabilità rilevantissime semplicemente a funzionari che all'interno della struttura dell'ANAS hanno la competenza di gestire un tratto di strada forse è cosa incongrua rispetto al problema.
L'altro elemento è quello del finanziamento. Occorre che la Regione Piemonte, al di là di chiedere ad altri di finanziare questa opera, decida una buona volta anch'essa qual è il livello di finanziamento sul quale decide di impegnarsi. L'Assessore su questo non ha detto nulla; ha detto che vi è un costo, lo Stato deve fare un finanziamento aggiuntivo laterale, al di là delle risorse ordinarie; anche altri Enti possono contribuire a questo finanziamento, però è difficile essere convincenti quando si richiedono somme ed investimenti solo ad altri Enti, soprattutto allo Stato, senza impegnare alcunché del proprio bilancio. Questa è una forma di scaricabarile, è una posizione comoda e demagogica.
La Regione Piemonte, viceversa, se disponesse di un Piano regionale di sviluppo e di un Piano regionale dei trasporti, potrebbe decidere, per dare forza alle proprie richieste nei confronti dello Stato, di impegnare una propria risorsa. Io penso che la strada statale n. 21 del Colle della Maddalena sia uno dei punti forti della politica regionale in tema di viabilità. La Regione non deve impegnarsi in grandi, costose e devastanti opere stradali, ma dovrebbe impiegare la propria progettualità, i propri studi e il proprio bilancio soprattutto in opere di stretto interesse regionale, che in questo caso, con la strada statale n. 21, hanno anche un rilievo internazionale.
Non è vero che i collegamenti tra le nazioni devono avvenire solo attraverso giganteschi investimenti per costruire autostrade e tunnel di decine di chilometri e non è vero soprattutto nell'ambito della politica regionale. Viceversa, ci si impegna in prima persona indicando il futuro sviluppo del Piemonte sorretto in modo prioritario da grandi investimenti per autostrade attraverso le Alpi, le richieste di sistemazione della strada della Maddalena vengono fatte perché, sotto la pressione delle popolazioni, nessuno si tira indietro, e quindi vengono sempre citate a margine dell'altra richiesta di impegno in autostrade, ma poi, all'atto pratico, non sono credibili e convincenti, tant'è che succede che le grandi opere vanno avanti e vengono finanziate e le popolazioni che chiedono di andare in Francia attraverso la statale continuano a vedere questo collegamento inutilizzabile per buona parte dell'anno.
Occorre fare una scelta politica alternativa alle attuali, scelta politica che non mi è sembrato di vedere. L'Assessore ha risposto in termini abbastanza corretti sullo stato dell'arte, sulle complicazioni che ci sono, sui tanti problemi da risolvere, però non ha dato il segno di una volontà di affrontare e risolvere questo problema prioritariamente rispetto ad altri.
Da questo punto di vista, quindi, la risposta è insoddisfacente.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio.
MASARACCHIO, Assessore ai trasporti e comunicazioni Il riferimento alle grandi opere può essere positivo perch nell'economia altre risorse aggiunte possono creare quel valore aggiunto per cui alla fine anche la Regione possa intervenire. Il problema dei cofinanziamenti, sollevato dal collega Chiezzi, è un problema opportunamente individuato. Preciso che nell'ambito di quanto ci si attende per le attribuzioni governative con una legge, attraverso una regionalizzazione dell'ANAS, in effetti è presente questa nuova necessità dei cofinanziamenti anche per "ottenere" qualche lira di più nei confronti di altre Regioni.
Per quanto riguarda il Colle della Maddalena, è un problema posto all'attenzione di tutto e di tutti, non soltanto per le sollecitazioni delle comunità locali, ma anche perché è un problema che riguarda, in Piemonte e in quella zona, il ripristino di attività che storicamente rappresentano l'unico collegamento che al tempo si aveva con la vicina Francia. Quindi, quello che è stato detto è opportuno, però non risponde a verità che l'Assessorato non abbia posto attenzione a questi problemi. E' vero che comunque il bilancio dei trasporti e della viabilità - come tutti sanno, perché è stato discusso e dibattuto - risentendo delle scarse e magre risorse di cui si ha disponibilità per interventi cosiddetti liberi in quanto le competenze su questa strada non sono della Regione, non consente di fare quello che si dovrebbe. Ho suggerito persino in Giunta di applicare, per quanto non siano molti miliardi, quell'aumento sulla benzina che è cosa fattibile in tutte le Regioni d'Italia tranne che in Piemonte tanto da poter finalizzare le risorse che si ricaverebbero proprio per viabilità e trasporti e quindi, concertando in Consiglio gli interventi, si potrebbero avere quei 70/80 miliardi di investimenti, oltre a quei pochi o tanti cofinanziamenti che dovrebbero venire dalle competenze della Provincia, se la strada è provinciale, dei Comuni, se le strade sono comunali o intercomunali, e del Governo centrale, per le strade che sono statali, ed entro le quali la Regione può dire nulla.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Sollecito risposta all'interpellanza n. 277


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.
CHIEZZI Vorrei sollecitare, poiché vedo i due colleghi interessati - quindi la cito adesso prima che il Consigliere Salerno si allontani - la risposta all'interpellanza n. 277 relativa al viaggio in Brasile del Consigliere Salerno. Chiedo una risposta perché è un'interpellanza del 21/11/1995 quindi non è cosa ignota alla Giunta. Chiedo se è possibile avere una risposta adesso oppure domani mattina.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Salerno; ne ha facoltà.
SALERNO E' previsto, oltre alla risposta della Giunta, anche un intervento per motivo personale del sottoscritto?



PRESIDENTE

Per fatto personale, sì.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Richiesta di chiarimenti da parte dell'Ufficio di Presidenza in merito ad una lettera inviata dal Consigliere Toselli su carta intestata del Consiglio regionale


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavaliere; ne ha facoltà.
CAVALIERE Mi è giunta una lettera del Consigliere Toselli, intestata "Consiglio regionale del Piemonte", che inviterebbe ad una marcia anti-prostituzione per sabato 5 aprile, che parte dalla Prefettura di Cuneo, in Piazza Galimberti. Siccome mi hanno detto che aderirebbe anche l'Ufficio di Presidenza, sono un po' preoccupato di questo e vorrei avere lumi sulla questione, perché dopo le lettere di Scanderebech, questa ed altre lettere...



PRESIDENTE

A meno che qualcuno faccia il mio ventriloquo, io non ne so nulla, non ne abbiamo mai parlato in Ufficio di Presidenza, non conosco quella lettera e nemmeno l'iniziativa.
CAVALIERE Visto che è intestata "Consiglio regionale del Piemonte"...



PRESIDENTE

Consiglio regionale del Piemonte non significa Ufficio di Presidenza.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Industria (anche piccola e media)

Richiesta di comunicazioni dalla Giunta regionale in merito alla notizia della vendita del Lingotto da parte della FIAT e in merito alla visita del Ministro alla Sanità Rosy Bindi in Consiglio regionale


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.
CHIEZZI Solo per richiedere una comunicazione al Presidente Ghigo o all'Assessore competente in merito alla notizia - riportata dai quotidiani con una certa rilevanza - secondo la quale la FIAT avrebbe trattato con la Regione ed altri Enti relativamente alla vendita del Lingotto. Secondo alcuni articoli pare che ci sia stato un incontro tra il Presidente Ghigo Romiti ed altri Presidenti.
Dato che è questione di eccezionale interesse per le implicazioni a bilancio del nostro Ente, riterrei opportuno che la Giunta regionale illustrasse le richieste pervenute dalla FIAT e dicesse quali impegni o promesse ha eventualmente espresso.



PRESIDENTE

La questione sarà portata all'attenzione della Conferenza dei Capigruppo.
CHIEZZI Il Presidente Ghigo è in congedo?



PRESIDENTE

E' in congedo questa mattina.
CHIEZZI Inoltre, l'Assessore D'Ambrosio aveva promesso di dare una risposta oggi.



PRESIDENTE

L'Assessore D'Ambrosio oggi è impegnato con il Ministro Bindi.
CHIEZZI Relativamente alla visita del Ministro Bindi in questo Consiglio - che lei ci ha comunicato con lettera - vorrei sapere come si svolgerà l'incontro, nel senso che al nostro Gruppo interesserebbe poter rivolgere qualche osservazione al Ministro su temi rilevanti della sanità in Piemonte. Sarà possibile? L'organizzazione dei nostri lavori cosa prevede?



PRESIDENTE

Mi dispiace, Consigliere Chiezzi, il Ministro si fermerà quindici minuti al massimo, per cui credo che i tempi siano talmente ristretti che non sarà possibile alcun intervento. Si tratta di un invito pervenuto alla Presidenza del Consiglio di ricevere il Ministro Bindi, il quale ha dimostrato interesse a visitare il nostro Consiglio per un saluto ed alcune dichiarazioni.
CHIEZZI Quindi rilascerà anche delle dichiarazioni?



PRESIDENTE

Cosa viene a fare allora? Non viene per vedere i nostri banchi! CHIEZZI Presidente, è come quando è venuto Berlusconi...



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, per cortesia, non facciamo certe questioni...
CHIEZZI Noi siamo un'istituzione che sta lavorando...



PRESIDENTE

Esatto. Sospenderemo la seduta per i dieci minuti in cui il Ministro Bindi...
CHIEZZI Noi sospendiamo la seduta per fare cosa?



PRESIDENTE

Il Ministro ha espresso il desiderio di venire in questo Consiglio per rivolgere un saluto e basta. Se voi non volete riceverlo...
CHIEZZI Vogliamo solo capire come viene impiegato il nostro tempo. Pensavo che un Ministro che si presenta nell'aula di un Consiglio regionale potesse anche pensare di dare un saluto e di darci la possibilità di sentire qualche opinione.



PRESIDENTE

Ha dei tempi estremamente ristretti perché un quarto d'ora dopo dovrà visitare il Mauriziano. Inoltre ha una serie di impegni nei diversi livelli istituzionali torinesi.
CHIEZZI Ne prendo atto e mi adeguo all'organizzazione dei lavori. Dico solo che se il Ministro saluta è un saluto e basta, se viceversa il Ministro interviene per proporre indirizzi, affermazioni e commenti sulla politica sanitaria, anche se poi scompare, richiedo che il Consiglio regionale subito dopo, se lo ritiene, possa aver modo di commentare tale visita.



PRESIDENTE

No, Consigliere Chiezzi, non si commenta nulla. E' un saluto e poi naturalmente se si vorranno trovare le occasioni per commentare, lo si farà nelle sedute successive, secondo quanto sarà stabilito dalla Conferenza dei Capigruppo.
CHIEZZI Signor Presidente, lei poi non mi darà la parola, ma, sulla base delle affermazioni del Ministro Bindi, in riapertura di seduta il mio Gruppo si riserva di chiedere la parola.



PRESIDENTE

Va bene.


Argomento: Opere pubbliche - Trasporti su gomma - Trasporti su ferro

Esame progetto di legge n. 186: "Proposta di legge al Parlamento: 'Autorizzazione di spesa per la realizzazione e l'ammodernamento dei collegamenti internazionali autostradali (Asti-Cuneo-Nizza) e ferroviari (Fossano-Cuneo-Ventimiglia)'" - Presentazione ordine del giorno n. 417 (seguito)


PRESIDENTE

Torniamo ora al progetto di legge n. 186, di cui al punto 6) all'o.d.g., con l'esame degli emendamenti relativi all'art. 1.
7) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moro: al comma primo, aggiungere dopo le parole "all'esecuzione delle opere ed alla concessione dei contributi appresso indicati": "VII) L. 1 miliardo per passerelle metalliche linea Torino-Ceres riguardante i Comuni di Germagnano, Traves, Mezzenile e Ceres".
La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Grazie, Presidente. Torniamo ad esaminare questa legge dopo un'interruzione di una settimana che spero abbia consentito a tutti i colleghi di riflettere sulla sua impostazione che, secondo me, non tiene conto dell'unicità del problema dei trasporti nella Regione Piemonte e che in assenza di un quadro di riferimento minimo di una politica regionale ritaglia una problematica che esiste e che il nostro Gruppo non nega, ma la estranea da una politica regionale e, senza alcun impegno diretto al proposito - quindi inerente i contenuti degli obiettivi che si propongono rilancia la palla allo Stato dicendo che sia lo Stato a dare dei finanziamenti per una serie di opere. Questo genera molto disagio Presidente, perché non si capisce per quale motivo questa procedura anomala e contraddittoria con le leggi vigenti venga proposta ai lavori del Consiglio regionale. Stupisce anche, Presidente, che questo venga fatto con una concezione della politica di tipo molto propagandistico. Nessuno si tira indietro nel chiedere finanziamenti purchessia allo Stato, sia che li condivida in tutto, sia che li condivida semplicemente in parte, in quanto ogni finanziamento corrisponde ad una necessità anche limitata e discutibile, ma perché dire di no ad una richiesta di contributo dello Stato su una qualsiasi opera? Come ho già detto, non mi sembra che questa legge, firmata da oltre venti Consiglieri regionali, abbia un contenuto di serietà apprezzabile anche se, facendo un lungo elenco di opere, ve ne sono alcune sulle quali in un contesto diverso, anche il Gruppo di Rifondazione Comunista potrebbe essere d'accordo.
In secondo luogo, il nostro Gruppo rimarca la contraddizione tra l'assenza del Piano dei trasporti nel Piano regionale di sviluppo ed un'elencazione puntuale di opere. Il nostro tentativo, sorda la grande maggioranza che sostiene questa legge, è quello, in assenza di linee di programmazione, di costruire almeno un progetto di legge da presentare al Parlamento che tenga conto delle esigenze prioritarie espresse da tutto il Piemonte. In questo senso, ci siamo serviti delle elaborazioni a mano della Giunta regionale, frutto del lavoro di questi anni, nelle quali si indicavano al Governo - ma si richiedevano anche, Presidente - specifiche forme di finanziamento, in modo da correggere una legge squilibrata territorialmente, per renderla almeno una legge del Consiglio regionale del Piemonte che si riferisse ai bisogni di tutto il Piemonte e non a quelli relativi a parti di esso, anche con contraddizioni che comunque avremo ancora modo di rilevare.
In modo specifico, questo emendamento fa parte di quelle richieste che la Giunta regionale il 12 settembre dell'anno scorso ha rivolto al Ministro dei Trasporti, sollecitandone il finanziamento. Di fronte ad un emendamento che si riferisce ad una richiesta specifica dell'on. Ghigo e dell'avv.
Majorino (penso per conto dell'Assessore Masaracchio), non si capisce perché non si inseriscano all'interno di questa legge, che chiede al Governo dei finanziamenti, opere per le quali la Giunta aveva già richiesto il finanziamento al Ministro Burlando. Questo è veramente incomprensibile.
Risposte non ve ne sono; il confronto si fa aspro anche per questo motivo. Non ci si spiega come mai la Giunta voti contro le proprie richieste e non le rimetta in circolo oggi, quando si chiedono allo Stato finanziamenti nel settore dei trasporti. E allora insistiamo, come ci consente questo nostro confronto, a riproporre, caso per caso, questa situazione.
Vedo che i minuti a mia disposizione sono terminati; continuerò il discorso nella dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE Il disegno di legge di cui stiamo discutendo rappresenta un processo legislativo abbastanza anomalo, nel senso che, più che un disegno di legge è un manifesto politico, un impegno politico, una spinta politica che pone una problematica esistente seria. Le risposte a questa problematica seria però, sono abbastanza sbagliate, perché nel Piano regionale dei trasporti o, meglio, nell'ipotesi di Piano regionale dei trasporti, tra le priorità storicamente individuate dalle Giunte ci può certamente stare l'Asti-Cuneo intesa come tratto Asti-Marene, ma non si concepisce assolutamente una priorità sulla Cuneo-Nizza e quindi sul Mercantour rispetto ad altri interventi regionali molto più urgenti.
Tra l'altro, la Cuneo-Nizza non è una soluzione per il problema dell'isolamento - com'è stato detto - di Cuneo. Si fa uscire Cuneo dall'isolamento con l'Asti-Cuneo, con il collegamento con la A6, con un sistema ferroviario efficiente. La Cuneo-Nizza, viceversa, provocherebbe un'invasione di TIR a Cuneo, senza garantire alcun beneficio economico al territorio. Ricordiamo che il Cuneese - è già stato detto da qualcuno nella "sventura" ha comunque preservato un territorio che oggi pu diventare il volano di un'economia diversa, di un diverso modo di concepire lo sviluppo. Si tratta di una zona che, pur con la Cuneo-Nizza, non potrebbe avere le stesse caratteristiche di sviluppo di altre province come ad esempio Novara e Alessandria. Ecco, la volete far diventare così? Non credo che lo sviluppo di Cuneo possa e debba essere quello.
Quindi ha senso una proposta di legge che chiede al Parlamento la somma di 1.500 miliardi per le opere pubbliche principali del Piemonte (tra Cuneo e le altre province), considerandole prioritarie. E' questo il modo migliore per risolvere un problema locale, perché si può risolvere un problema locale in una logica globale. Il localismo fine a se stesso non aiuta nemmeno il livello locale. Solo avendo la dimensione generale delle problematiche, solo conoscendo bene il problema dei trasporti in Piemonte si può collocare un giusto intervento in un dato ambito.
E poi, con tutte queste strade, Consigliere Riba, si creerebbero i problemi di sicurezza posti dal Consigliere Toselli. Allora, ha senso costruire altre strade, se poi si creano i problemi? Sulle ferrovie, ad esempio, problemi di questo genere non ve ne sono: ecco un altro elemento di riflessione.



PRESIDENTE

Il proponente? RIBA Tutta la questione dell'inserimento dei tratti ferroviari, che abbiamo già discusso dopo la comunicazione del Presidente Ghigo sull'incontro con il Ministro Burlando, può essere oggetto - lo condividiamo - di una valutazione che potrebbe costituire il contenuto di un ordine del giorno ma sta seguendo un'altra area di percorsi.
Invece, per quanto è stato detto nell'illustrazione di questo emendamento, devo dire che non abbiamo portato avanti una posizione di parte, e lo dimostra il fatto che ci siano molte firme. Come peraltro il collega Chiezzi sa, tante volte in questo Consiglio ci sono dei provvedimenti che hanno l'approvazione di tutti i Gruppi, quindi vuol dire che sono largamente condivisi; altri invece l'hanno di molti Gruppi, sono un po' meno condivisi, però non è una situazione particolarmente rara.
Questo è il lavoro giunto fin qui, proveniente dal pronunciamento unanime ed unitario di tutte le Amministrazioni comunali dell'Astigiano e del Cuneese, tranne - devo dire - l'astensione (o il voto contrario, non ricordo bene, ma mi pare l'astensione) del Gruppo di Rifondazione Comunista del Consiglio provinciale di Cuneo; tutti gli altri pronunciamenti sono stati in questa direzione.
Io - ripeto - penso che di argomenti ce ne siano e che vadano ulteriormente recuperati in un altro pronunciamento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio.
MASARACCHIO, Assessore ai trasporti e comunicazioni Ribadisco, come l'altra volta, e una volta per tutte, che la proposta di legge è del Consiglio, non è una legge della Giunta per l'Amministrazione regionale. E' una proposta che prevede una richiesta di risorse onde risolvere un problema che è connesso a tutto ciò che dovrà essere potenziato nel territorio, nell'ambito di un Piano generale dei trasporti; in ogni caso, è collegato allo sviluppo del potenziamento delle linee ferrate e del trasporto su gomma, che consenta al Piemonte di avere uno sviluppo economico.
Inserire tutte le richieste possibili ed immaginabili, compatibili per le attività del territorio con le sue annose questioni, significa fare di questo progetto di legge una richiesta di circa 10.000 miliardi (forse 7/8.000 miliardi), significa fare in modo che il Parlamento non l'approvi.
Se è questo che vuole il Gruppo di Rifondazione Comunista lo dica chiaramente; può darsi, invece, che 1.500 miliardi o poco più possano arrivare alla Regione Piemonte attraverso questa proposta di legge. Chiaro e netto, una volta per tutte. Quindi non mi si facciano più altre richieste.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto.
CHIEZZI Noi continueremo a fare le richieste sia all'Assessore sia al relatore perché, a questo punto - l'Assessore è la seconda volta che lo dice - se è pur vero che questa è una legge proposta dal Consiglio, è altrettanto vero che l'aula comprende il Consiglio e gli Assessori eletti. Allora cerchiamo di amalgamare questa legge e di non consolidarla e rinsecchirla nella legge del Consiglio che la Giunta vota per accordi tra maggioranza e un pezzo dell'opposizione.
Cerchiamo di ragionare in aula tutti insieme e toglieteci, per cortesia, l'impressione, che è sempre più evidente, che si risponda di no ai nostri emendamenti perché se si rispondesse di sì questa legge perderebbe alcuni suoi connotati personalizzati. E' questo il problema? Cioè il problema è che inserire delle richieste, peraltro già formulate dalla Giunta regionale, su altri potenziamenti di linee viabili e ferroviarie, porterebbe questa legge ad essere qualcosa di diverso della "personalizzazione" licenziata dalla Commissione? Comincio ad avere questo sospetto, perché non si capisce un comportamento di questo genere. Stiamo legiferando tutti insieme, non c'è né Consiglio né Giunta: c'è un Gruppo che solleva il problema che ci troviamo di fronte ad una richiesta di 1.550 miliardi mirati solo ad un settore di intervento della Regione Piemonte.
Chiediamo - visto che chiediamo soldi allo Stato - di inserire anche altri settori sui quali la Giunta ha già deciso - sono i vostri settori - e ci si dice: "Questo non si può fare". Allora non si può fare perché si toglie la personalizzazione, non si può fare - ha detto adesso l'Assessore Masaracchio - perché se facciamo un monte di 10.000 miliardi invece di 1.550 ci dicono di no! Ma allora avete fatto finta di scrivere al CIPE chiedendo di finanziare questi progetti!



(Commenti dell'Assessore Masaracchio)



PRESIDENTE

CHIEZZI



PRESIDENTE

Ma no, non è un'altra parte, sono sempre soldi allo Stato!



PRESIDENTE

Assessore, sono degli exploit dialettici: lasci stare! CHIEZZI No, non sono exploit dialettici, poi mi rivolgerò anche a lei. Non sono dialettici, sono conseguenti. Se l'Assessore dice: "Attenzione, non possiamo mettere tutto in una legge", nega la serietà con cui ha richiesto allo Stato, il 12 settembre scorso, i miliardi che noi chiediamo vengano ributtati dentro questa legge. Allora l'Assessore faceva finta! MASARACCHIO, Assessore ai trasporti e comunicazioni Non è così, non ce li danno dal CIPE! CHIEZZI Allora andremo a dire a tutti questi interlocutori che voi avete fatto per finta. Perché se voi mettete le stesse cose che avete chiesto al CIPE dentro questa legge, non ci sarà nessun soldo, ma poiché lo Stato decide per tutti una volta sola, e i finanziamenti che vengono in Piemonte li deciderà sulla base delle richieste che avete fatto al CIPE e di questa legge, allora questo è un argomento che non sta in piedi, Assessore! Dite chiaramente che è una richiesta fasulla! Mi rivolgo adesso al Presidente del Consiglio, che ha capito perfettamente la natura di questa incredibile contraddizione. Le dichiarazioni di voto si fanno anche per convincere i colleghi; pertanto per avere un piccolo segnale di pace, chiedo in prima istanza al relatore e all'Assessore di approvare tutti i nostri emendamenti, in cinque minuti chiudiamo questa legge e passiamo ad altro. In subordine, vista la cocciutaggine di questi due interlocutori, e visto che disponiamo tutti di un garante nostro, garante di tutto, anche della correttezza del confronto politico, chiedo se il Presidente del Consiglio non si sia fatto almeno parzialmente convincere dalle nostre tesi e non possa eventualmente astenersi in questa votazione, per segnalare che quanto è stato detto non è proprio del tutto estraneo allo stato delle cose esistenti.
Il Gruppo di Rifondazione Comunista coglierebbe un segnale di questo genere come un segnale di pace ed evolutivo rispetto ad un confronto che noi riproporremo tale e quale per tutte le volte che consentono questi emendamenti, per riuscire a riformulare una legge in termini - ci sembra più seri rispetto a quanto si è detto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere per dichiarazione di voto.
CAVALIERE In effetti, ci sono delle questioni che quando hanno la maggioranza assoluta opprimono la democrazia. Cioè, cos'è la maggioranza? Il Consigliere Riba assomma maggioranza con bontà del provvedimento, e dice: "Il provvedimento è buono, perché è maggioranza", e visto che stiamo parlando dell'Asti-Cuneo, verrebbero in mente le parole di Lajolo sulle maggioranze: "Tutti fascisti, tutti democratici".
Quando una maggioranza vuole una guerra, questa è giusta perché la vuole una maggioranza? Cioè, cos'è la maggioranza? C'è il ricatto dello sviluppo: "o volete la strada o siete contro lo sviluppo". "Volete lo sviluppo"? "Sì". Chi è che dice no allo sviluppo? Nessuno. Non vogliamo il sottosviluppo! Lo sviluppo è l'Asti-Cuneo? Vogliamo lo sviluppo! Lo sviluppo è il Mercantour? Vogliamo lo sviluppo! E via di seguito.
Quindi sarebbe veramente interessante che quando ci sono delle maggioranze complessive per la democrazia e il dibattito, il Presidente cerchi di tenere aperto in Consiglio uno spazio dialettico dando cittadinanza e lealtà a tutte le posizioni, anche quelle di minoranza.
L'Assessore Masaracchio, avendo sottoscritto anche lui il compromesso autostradale, dice al Governo che la Cuneo-Nizza - badi bene, la Cuneo Nizza! - e il traforo del Mercantour sono prioritari rispetto all'elenco che citava il collega Chiezzi. Lei dice questo al Governo, avendo detto alla Provincia di Novara altre cose, e noi lo diremo - questo - alla Provincia di Novara: che lei ritiene prioritaria non l'Asti-Cuneo, che riteniamo tutti prioritaria e infatti bisognerebbe fare una legge dove si dice che noi avremmo bisogno di 10.0000 miliardi, ma che ci rendiamo conto di tutti i problemi. Ne possiamo avere subito 1.500? Bene, vogliamo fare l'Asti-Cuneo; poi vogliamo fare gli interventi a Novara, quelli prioritari! Ci sono quattro o cinque interventi prioritari sui trasporti e le comunicazioni in Piemonte, prima della Cuneo-Nizza, Assessore? Questo è il problema! Prima della Cuneo-Nizza ci sono interventi prioritari in Piemonte? Non prima della Asti-Cuneo! L'Asti-Cuneo è un intervento prioritario, ma dopo l'Asti-Cuneo c'è qualche altro intervento prioritario? Sì, questo lo ammetterebbe perfino Riba.
RIBA Sì, c'è la Cuneo-Nizza.
CAVALIERE Infatti, la Cuneo-Nizza. Ma io voglio sentirlo dire dall'Assessore Masaracchio! Quando l'Assessore Masaracchio dirà in quest'aula la stessa cosa che dice Riba, che è comprensibile che lo dica Riba perché è della sinistra localista, mentre non è comprensibile che lo dica l'Assessore ai trasporti e le comunicazioni della Regione Piemonte e cioè - lo ripeto che dica che la Cuneo-Nizza e il traforo del Mercantour sono per il Piemonte prioritari! Avremo modo negli altri emendamenti di affrontare la questione, visto che ha sottoscritto la stessa legge e che Riba dà questa interpretazione se questa è l'interpretazione, bene; noi per nostro conto faremo in modo che questa questione si sappia. Non ci è stato risposto, ancora una volta.



PRESIDENTE

Comunque nel prosieguo della discussione sugli emendamenti ci sarà la possibilità anche da parte vostra di rispondere.
Ringrazio i Capigruppo di minoranza, Chiezzi e Cavaliere...
CHIEZZI E' una dichiarazione di voto questa, Presidente?



PRESIDENTE

Mi avete dato mandato se volevate un voto, il mio voto appunto, ma non è una dichiarazione di voto, potrebbe anche esserlo, ma dovrei andare dall'altra parte.
Il mio non è un voto pesante, è uguale a quello di tutti i Consiglieri e non può avere né in questa né in altre occasioni un significato diverso se non quello puramente di esprimere una soggettività assolutamente personale e pertanto non implicante, non coinvolgente nessuno al di là della mia persona.
Voglio però dire al Consigliere Cavaliere che il garantismo di quest'aula mi pare sia sempre stato assicurato in ogni circostanza; la cittadinanza è stata assicurata a tutti, il diritto di parola, di replica di quel dialogo che forse non c'è tanto stato, forse non c'è sempre stato ma di quella dialettica che invece ha preso così le mani all'intera assemblea, perché qui semmai c'è un eccesso di assemblearismo, non c'è tanto una democrazia decidente, almeno in certi momenti. Però crediamo che questo debba essere la rendita di posizione che ogni minoranza intelligente, e certamente la vostra lo è, assume ed amministra, anche con il compiacimento di altri Gruppi.
Voglio anche dire che il problema del nostro Consiglio è un problema che dovremo affrontare in termini dialogici e lo affronteremo forse dopo le elezioni amministrative, proprio perché non ci sia alcuna incidenza ed alcuna interlocuzione impropria, anche sulla base di quanto gli altri Consigli regionali hanno fatto e stanno facendo, oppure desiderano fare.
Credo sia necessario, giunti quasi alla metà del nostro mandato, fare una puntualizzazione che ci veda tutti corresponsabilmente coinvolti per poter gestire i nostri lavori secondo quel desiderio che credo l'opinione pubblica esiga dal Consiglio della Regione Piemonte e secondo anche quella necessità di governare indipendentemente dal ruolo che si può assumere nell'ambito della maggioranza e nell'ambito della minoranza.
Adesso vorrei passare alla votazione dell'emendamento n. 7).
Il Consigliere Chiezzi chiede l'appello nominale.
Si proceda pertanto alla votazione per appello nominale dell'emendamento n.
7).
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI' 5 Consiglieri hanno risposto NO 36 Consiglieri L'emendamento è respinto.
8) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti: al comma primo, aggiungere dopo le parole "all'esecuzione delle opere ed alla concessione dei contributi appresso indicati": "VIII) L. 200 miliardi e L. 600 miliardi per il completamento del nodo ferroviario di Torino, fasi 1 e 2".
La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Grazie, Presidente. Questo emendamento è uno dei più importanti che proponiamo dal punto di vista dell'impegno finanziario e si riferisce alla priorità che il nostro Gruppo assegna alla conclusione di quell'opera fondamentale per tutto il sistema dei trasporti ferroviario che è la definizione del nuovo passante ferroviario nella città di Torino.
Questo è un intervento che, fatta la scelta di quadruplicare i binari in sede esistente delle ferrovie, è la condizione per ogni tipo di sviluppo del sistema ferroviario, non solo quello di carattere internazionale, ma anche quello di carattere regionale. Sappiamo che i tempi di costruzione di questo passante sono molto lenti, è un'opera che richiede eccezionali finanziamenti, ma è un'opera senza la quale non possono trovare soluzioni né miglioramenti strategici di interesse nazionale ed internazionale n quei miglioramenti di livello locale che sarebbero permessi se tutta quest'opera venisse realizzata. In più la realizzazione di quest'opera consentirebbe anche - se eseguita in un certo modo - di ricucire i quartieri della città di Torino che oggi sono separati dalla trincea ferroviaria. Su questo è aperta una questione perché il Piano Regolatore di Torino prevede - ahimé - di trasformare questa copertura dell'asse di attraversamento ferroviario in una gigantesca, inquinante autostrada urbana, spezzando per altra via nuovamente i quartieri e la città di Torino e introducendo nella città di Torino un volume di traffico e di inquinamento acustico ed ambientale dell'aria giganteschi, ma questa è una scelta che sarà oggetto di battaglie successive. Anche il Gruppo di Rifondazione Comunista ritiene che questo sia un intervento prioritario altrimenti il potenziamento delle linee locali, quelle da Torre Pellice Pinerolo, che potrebbero proseguire fino a Pont Canavese con linee ferroviarie veloci e con cadenze commisurate alle esigenze dell'utenza e del pendolarismo, devono trovare all'interno del passante ferroviario lo spazio, i binari, i tempi, il servizio possibile, e su questo cito che ci sono popolazioni che da tempo combattono per trasformare queste linee ferroviarie in un sistema su ferro efficiente. Annosa è la battaglia che conducono i cittadini, ad esempio, del Pinerolese che senza la conclusione del passante non vedranno un servizio adeguato. Ci sono stati pronunciamenti recentissimi nel febbraio di quest'anno: hanno inviato anche per conoscenza a me una mozione presentata dal Partito Democratico della Sinistra a Pinerolo, mozione nella quale si chiede di intervenire presso la Regione Piemonte affinché sia inserita nel redigendo II Piano regionale dei trasporti la necessità del raddoppio della linea tra Pinerolo e Sangone.
Raddoppio che fa tutt'uno con la richiesta di determinare un volume di investimenti tale da scegliere, io dico invece di altre scelte, la conclusione rapida del passante ferroviario come uno degli elementi di integrazione del sistema ferroviario in tutti i suoi livelli, da quello regionale a quello nazionale ed internazionale. Questa sarebbe una scelta di vitalità per l'intera Regione, in particolare per quell'area che gravita attorno a Torino, per la stessa situazione ambientale del Comune di Torino.
Quindi raccomanderei almeno una riflessione, perché il problema del finanziamento del passante non è risolto. Vorrei capire, su questo tema come si colloca la Giunta regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE Effettivamente, questa è un'opera fondamentale per la quale l'Assessore regionale ai trasporti, che adesso ha smesso di telefonare, dovrà anche dire se, nelle priorità di organizzazione del servizio dei trasporti e dei nodi ferroviari metropolitani, viene dopo la Cuneo-Nizza.
Sulla questione abbiamo, sia a livello nazionale che a livello regionale, due modelli ben precisi. Negli anni '60 si è sviluppato portandolo a livello di primato in Europa, per una serie di motivi storici ed economici, il trasporto su gomma, come modello di sviluppo che non è più adeguato alla realtà, alle necessità; una concezione più attenta, non solo dell'ambiente, ma anche della capacità dei trasporti. Trent'anni dopo quando in tutta Europa si pone come fondamentale, soprattutto per le merci il trasporto ferroviario, noi vogliamo aprire una grande arteria di comunicazione autostradale nel sud Europa, che non ha alcun livello di comunicazione economica con il Cuneese. Questo è anacronistico - lo dicevo già la volta scorsa al collega Riba - e porta la sinistra alle concezioni di sviluppo degli anni '70. E invece dovrebbe nascere una nuova sinistra ferroviaria, alternativa alla sinistra autostradale.
Assessore, lei che in questo momento è molto attento al dibattito dovrebbe rispondere a questa fondamentale domanda: ritiene che in Piemonte dopo l'Asti-Cuneo, che tutti riconosciamo prioritaria, e prima della Cuneo Nizza, ci siano altre priorità? MASARACCHIO, Assessore ai trasporti e comunicazioni Lo stralcio è prioritario.
CAVALIERE Non è vero, perché lei nello stralcio, approvando contestualmente questa legge, anzi approvandola prima, non dice: sono tutte prioritarie, ma dice: sono prioritarie l'Asti-Cuneo, la Cuneo-Nizza, il Mercantour e in subordine viene tutto il resto. Questo c'è scritto negli atti deliberativi amministrativi e legislativi che stiamo prendendo.
L'altro aspetto del problema è quello sollevato, ma che avremo modo di volgere con compiutezza nelle sedi adeguate, dal Presidente, quando dice che qui è sempre stata garantita la dialettica del Consiglio, ma si pone secondo il Presidente - un problema perché tutti ci rendiamo conto che il Consiglio è "imballato"... Presidente, lei ha il senso politico; è forse uno dei Consiglieri che ha maggiormente il senso politico delle questioni per cui si renderà conto che un Consiglio si "imballa" - passatemi il termine - non per troppa democrazia, non si è mai "imballato" un Consiglio per troppa democrazia, per troppo spazio alla dialettica, per troppe possibilità di emendare, ma si "imballa" quando ce n'è poca. Quando si rompe la dialettica, quando si creano maggioranze anomale, allora la democrazia va in tilt.
Questo è il problema del Consiglio ed è un problema politico che non potrà assolutamente trovare risposte nel Regolamento. E' un problema politico e non è un eccesso di democrazia, ma troppo poca democrazia perché quando si creano antichi consociativismi, soprattutto in un sistema che va verso il bipolarismo, la democrazia va in tilt.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere, anche per la puntualizzazione che ha fatto.
Sul problema del garantismo nei confronti dell'assemblea: il garantismo è nei confronti di ogni Consigliere. Però, il problema del garantismo anche nei confronti delle minoranze sarà oggetto di un tavolo delle regole, sulla base di come altre Regioni, di altro segno politico, hanno cercato di raggiungere un equilibrio complessivo per cui i diritti delle minoranze diventino compatibili con quelli delle maggioranze. Non voglio assolutamente anticipare quello che proporrò ai Capigruppo come un mio personale contributo, ma certamente gli istituti che verranno individuati od ipotizzati saranno proprio sulla via di queste garanzie che dovremo assicurare a tutte le minoranze, proprio perché questo eccesso - che secondo me è di assemblearismo, non di democrazia - possa essere contemperato con il diritto di cittadinanza che lei ha ricordato.
Vorrei salutare, prima che vadano via, tutti i signori amici argentini che hanno voluto presenziare per alcuni minuti ai nostri lavori ed augurare loro una buona permanenza in Italia.
La parola al Consigliere Papandrea.
PAPANDREA Anch'io parto dalle ultime considerazioni: credo che ci siano vari modi di allungare, "imballare" i tempi di discussione del Consiglio e che questo vada affrontato con serietà. Ci sono anche soluzioni concrete e pratiche per esempio, nel discutere il Piano regionale dei trasporti, ogni Provincia potrebbe proporre una legge al Parlamento nazionale, girarla al Consiglio in modo da poterla discutere. Perché i localismi possono anche proliferare possono introdurre nella discussione una legge che è chiaramente propagandistica.
Credo si debbano fare le proposte di legge al Parlamento, quando per si fanno con quest'ottica particolaristica rischiano una proliferazione e possono diventare un elemento, al di là delle modifiche del Regolamento, di difficoltà di lavoro del Consiglio. Se invece anche da parte di chi governa si presentasse in tempo una discussione che affronta l'argomento in modo globale, una discussione sul Piano regionale dei trasporti, sarebbe superata l'attuale proposta.
Con i nostri emendamenti chiediamo un approccio non limitato e che si fissino delle priorità non casualmente. Vogliamo una discussione globale sul problema dei trasporti che faccia una gerarchia degli interventi necessari e delle scelte prioritarie: ad esempio, il trasporto su ferro rispetto al trasporto su gomma e poi, all'interno delle priorità, saper individuare le scelte. Credo che all'interno di una discussione di questo tipo sarebbe stato più facile mettersi d'accordo sulle priorità. Invece ci non è stato fatto. Mi pare, tra l'altro, che i presentatori di questa legge abbiano dato priorità - su questo vorrei sentire il parere dell'Assessore competente - al trasporto su gomma e non su ferro e che il trasporto ferroviario sia stato messo come un fiore all'occhiello, ma che non si voglia assolutamente portarlo avanti realmente.
Quando è stato illustrato il provvedimento si è manifestata una certa enfasi che evidentemente andava in quella direzione. Mi piacerebbe essere rassicurato, perché a mio avviso rischiamo che ad un certo punto si finanzieranno le autostrade e non le linee ferroviarie per Ventimiglia e per Torino. L'altro giorno, durante le comunicazioni del Presidente, si è accennato al fatto che in qualche modo sia garantito il raddoppio della Cuneo-Fossano-Torino. In questo senso occorreranno delle garanzie e se già ci fossero sarebbero un elemento da valutare e rafforzare all'interno di questa legge.
Chiedo al primo presentatore della legge e all'Assessore di intervenire su questo aspetto specifico che si collega con l'emendamento che abbiamo presentato, in quanto un collegamento con Torino è inerente, perch permette a chi arriva dal sud-ovest del Piemonte di potersi allacciare meglio all'insieme della rete nazionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Farassino.
FARASSINO Vorrei esprimere - come è già stato espresso dal mio Gruppo - il completo appoggio a questa legge. In effetti si tratta di una legge prioritaria, amico Cavaliere, perché non dimentichiamo che l'autostrada Cuneo-Nizza è legata al discorso europeo, la rete transeuropea dei trasporti, tant'è vero che l'inserimento dell'autostrada Cuneo-Nizza nella rete transeuropea dei trasporti modestamente è passata con un mio emendamento.
Perché è importante avere questo? E' importante perché l'Europa sicuramente dice che se non c'è l'interessamento dello Stato membro, perch mai dovrebbe dare un contributo? Quindi, è determinante che lo Stato italiano presenti una sua volontà specifica per avere questo tipo di collegamento che lega l'Italia direttamente alla Francia attraverso un'autostrada. I francesi stanno spingendo e dimostrano il loro interessamento nei confronti dell'Unione Europea. Se l'Italia tace, vuol dire che ci sarà un punto a sfavore del nostro Paese e continueremo a lamentarci di essere la periferia nord-ovest del nostro Paese. Se non dimostriamo che abbiamo delle volontà specifiche in tutti i campi, ma particolarmente nel campo dei trasporti, sappiamo benissimo che tutte le tratte anche di Alta Velocità partiranno prima nel privilegiare l'asse Milano-Mezzogiorno e tutt'al più andranno verso est. Tant'è vero che anche l'Alta Velocità rischieremo di farla tardi e male, invece che presto e bene, perché, a causa della nostra indifferenza o addirittura di contraddizioni al nostro interno nel prevedere dei miglioramenti nella nostra Regione, sarà dato l'avvio e forse sarà terminata prima la linea Milano-Verona-Brennero che non la Lione-Torino-Milano-Venezia. Ma l'Alta Velocità è un altro discorso, che si lega comunque alle vie di comunicazione del Piemonte per dare uno sbocco diretto alla nostra Regione verso l'Europa.
Certo, si può dire che Cuneo tira l'acqua al suo mulino, ma - va dato atto - avrà sicuramente un vantaggio specifico in più. D'altronde, penso che la provincia di Cuneo lo merita se è riuscita a sopravvivere e ad essere una provincia florida nonostante il suo isolamento. Chiunque, se vuole averne una prova, può percorrere la strada che da Asti va verso Saluzzo, dove potrà vedere che quando si arriva a Isola d'Asti termina la cosiddetta Autostrada dei Vini e ci sono solo più strade da far ridere i polli, con il traffico enorme che si sviluppa da quelle parti. Quindi, è importantissimo il discorso che riprende prima l'Alta Velocità e poi un'autostrada che leghi la bretella dell'Autostrada Torino-Savona con la Asti-Cuneo per proseguire poi verso la Francia. E' inoltre prioritario pensare al Colle di Tenda che è una carrozzabile, costruita per le diligenze, che cade a pezzi.
Comprendo le conflittualità politiche, ma mi auguro che tutto questo si consolidi, sia un appianamento che consenta di far valere la forza del Consiglio regionale nei confronti del Governo italiano affinché a sua volta faccia una pressione che esprima la volontà della gente piemontese che non vuole essere l'ultima ruota del carro nei confronti dell'Unione Europea.
Quindi il tutto si allarga e che sia data attuazione a questo progetto.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto.
CHIEZZI Evidentemente il contrasto a questo progetto di legge corrisponde, per la parte di inasprimento della proposizione da parte nostra, anche ad un aspetto improprio con il quale la legge viene formata, senza un quadro di riferimento. Tuttavia, pur superando questo elemento e pensando ad una legge costruita in termini di serietà, esiste ugualmente una differente valutazione delle leve dello sviluppo alle quali pensiamo.
Consigliere Farassino, negli ultimi trent'anni ci sono stati trenta Ministri dei Trasporti: è facile dire che il Ministro dei Trasporti l'ha fatto la FIAT, ed è facile verificare questa affermazione in tutti i dati sulle quote percentuali di trasporto passeggeri e merci e sulla loro evoluzione in questi anni.
Il contrasto che esprimiamo anche per Cuneo è che questa proposizione di legge in questa forma propagandistica segue quella stessa onda, segue il Ministro dei Trasporti occulto dato dagli interessi economici legati al trasporto su gomma e ai petrolieri.
FARASSINO Allora possiamo anche dire che dietro i contributi per l'immigrazione c'è la CGIL, la Chiesa...
CHIEZZI Dillo! Io dico che dietro questo ci sono gli interessi dei costruttori di mezzi su gomma e dei petrolieri, com'è stato in questi ultimi trent'anni! E non penso che questo tipo di sviluppo automobilistico sia quello del quale possa beneficiare una comunità come quella lungo l'asse che da Asti a Cuneo va verso le Alpi e la Francia! Spostare questi finanziamenti a livello autostradale attraverso la Cuneo-Nizza, a mio modo di vedere ha un rilievo, ma non per il trasporto passeggeri, perché il trasporto passeggeri dalla città di Cuneo, che oggi è isolata, può essere benissimo risolto attraverso il collegamento Asti Cuneo, sul quale noi abbiamo delle riserve relativamente al tipo di sezione autostradale, ma non sulla necessità di farlo. Una volta che la città di Cuneo sarà collegata con il sistema autostradale vigente, da Cuneo a Nizza si andrà in modo non molto diverso, come passeggeri, da come si potrebbe andare con l'autostrada Cuneo-Nizza; non molto diverso, dunque non c'è una giustificazione di un impegno finanziario di quel genere per consentire ai passeggeri di arrivare a Nizza un quarto d'ora prima. Purtroppo l'effetto di questa proposta di rafforzamento dell'asse autostradale avrà solo l'effetto di evitare, una volta per tutte, ogni possibilità di trasferire su ferro il trasporto merci, perché a quel punto apriremo nel sud del Piemonte (nelle valli e nelle città di Cuneo e di Asti) un'invasione di TIR, e non ci saranno più i mezzi finanziari per un progetto politico diverso.
Come dici, collega Dutto? DUTTO Cuneo oggi è già invasa dai TIR. Con l'autostrada li togliamo dalla città e li mandiamo altrove.
CHIEZZI Ma voi con l'autostrada vi farete anche...
DUTTO Ma ci sono lo stesso. Non ci saranno le strade, ma i TIR ci sono! CHIEZZI I TIR ci sono perché oggi ci sono, ma domani...
DUTTO Domani passeranno sull'autostrada! CHIEZZI No, collega Dutto: domani ce ne saranno di più o di meno di oggi.
Tu dici: "Ma passano a casa d'altri, non li vedo più, non li sento più". Li sentirà però qualcun altro, li sentiranno gli abitanti della zona.



PRESIDENTE

Consigliere Dutto, se vuole potrà fare la dichiarazione di voto, ma adesso lasci terminare il Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI E' interessante questo discorso, è interessante capire l'orizzonte del ragionamento del collega Dutto, che dice: "Attenzione: i TIR li abbiamo": certo che li abbiamo! "Danno fastidio": certo che danno fastidio! Ma apprestiamo politiche per averne di più o per averne di meno? Lui dice: "Apprestiamo politiche per farli passare un po' più in là".
Noi diciamo: "No". Noi chiediamo una riduzione del numero di TIR che viaggiano, Consigliere Dutto. Sì, è difficile, ma noi abbiamo questa prospettiva politica di cambiare il mondo; tu non ce l'hai, ti accoccoli lì, tienti i tuoi TIR e spostali a casa del vicino.
Da questo punto di vista abbiamo un contrasto, che però, collega Farassino, non riusciamo a discutere come dovrebbe essere all'interno di un progetto complessivo, perché il Piano regionale di sviluppo non si discute nel quadro in cui questi ragionamenti potrebbero confrontarsi e perché il Piano regionale dei trasporti non lo si discute, mentre potrebbe essere un altro quadro.
Siamo costretti, come opposizione, ad infilarci dentro una legge che dimenticando tutto il resto, dice: "Asti-Cuneo", introducendo impropriamente degli argomenti che, viceversa, avrebbero dovuto avere un peso e un significato diverso.
Mi scuso di queste interlocuzioni un po' grossolane e tirate giù con il "piolèt" (tipo il Ministro, chi è o chi non è), ma purtroppo - e questo fa male, dal nostro punto di vista - in quest'aula sarebbe stato bene vedere l'opposizione unita nel chiedere a quella Giunta che non governa di fare i piani e i programmi entro i quali tutti noi potessimo confrontarci a suon di argomenti seri; viceversa l'esecutivo si accomoda con la maggioranza ed accetta di ritagliare tutti i discorsi. Scusi, Presidente, questo solo per dire che siamo qui dentro con un po' di insofferenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE Il problema è sempre quello, cioè quale tipo di sviluppo, collega Farassino. Lei al Parlamento europeo ha fatto - credo - il suo buon lavoro e anche delle proposte molto interessanti, ad esempio quella della navigazione sui fiumi, che è proprio l'aspetto importante che si sta affrontando anche nel nostro Paese rispetto ai mari.
L'Italia è una penisola ed è quindi circondata dai mari, per cui il trasporto via mare è più economico di quello su gomma e su ferrovia.
RIBA Non abbiamo il mare a Cuneo! CAVALIERE Consigliere Riba, tu saresti anche capace di fare una proposta di legge per portare il mare a Cuneo.
FARASSINO In compenso tu porteresti i prati verdi in Piazza Castello! CAVALIERE Non penso a Piazza Castello, ma certo che Piazza Vittorio, sistemata un po' meglio e con un'area verde, sarebbe molto più bella di quanto lo sia adesso.
In ogni caso, collega Dutto, il problema non è di portare i TIR a due chilometri da Cuneo. Quando sull'asse Cuneo-Nizza passeranno migliaia di TIR, il problema sarà quello della rovina di tutto l'ambiente naturale del Cuneese. Dunque, il problema non è il trasporto su gomma.
Voglio agganciarmi ad un'altra questione posta dal collega Farassino ovvero al fatto che i francesi spingono. L'abbiamo già sentito dire quando si è costruita l'autostrada del Frejus: dobbiamo fare in fretta perché i francesi sono già pronti, i francesi hanno già fatto. Ebbene, noi abbiamo terminato l'autostrada, mentre i francesi stanno ultimando adesso l'ultimo tratto. Per cui la storiella che i francesi "spingono" non regge.
Sono invece leggermente in disaccordo con il collega Chiezzi sul problema di "a chi giova". Io credo che lo sviluppo degli anni '60 sia stato maggiormente dovuto alla grande impresa automobilistica; lo sviluppo autostradale degli anni '80 e '90 è invece molto comprensibile nel sistema di auto-alimentazione delle società autostradali, perché noi abbiamo creato dei meccanismi in base ai quali, per sopravvivere, devono continuare a costruire autostrade.
Questo è il meccanismo del sistema delle concessioni delle società autostradali; in particolar modo in Piemonte, dove quelli che negli anni '60 erano i piccoli soci di minoranza, privati, delle società autostradali pubbliche, proprio con il sistema della concessione, con il sistema degli appalti, svincolate da ogni regola e da ogni meccanismo di appalto pubblico, sono diventati i più grossi costruttori del Paese.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

CAVALIERE



PRESIDENTE

No, non mi riferisco a questo, ma è un meccanismo che bisogna conoscere, altrimenti non si capisce cosa succede. Mi riservo - avendo solo più pochi secondi - se avrò occasione di ritornare su questo argomento, di dettagliare questo meccanismo, perché credo sia importante che i colleghi lo conoscano, per quanto io ne sono a conoscenza.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione per appello nominale dell'emendamento n. 8).
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI' 5 Consiglieri hanno risposto NO 35 Consiglieri L'emendamento è respinto.
9) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moro: al comma primo, aggiungere dopo le parole "all'esecuzione delle opere ed alla concessione dei contributi appresso indicati": "IX) L. 12 miliardi per la linea ferroviaria Asti-Chivasso".
Ha chiesto la parola il Consigliere Marengo; ne ha facoltà.
MARENGO Voglio fare una domanda a lei, come Presidente del Consiglio, in modo che riesca a chiarirmi una questione che non riesco a capire. Io ho sentito questo emendamento, come altri, e non riesco a capire bene cosa c'entrino con questa legge.



PRESIDENTE

Lo so. E' un'obiezione che ho fatto anch'io nella Conferenza dei Capigruppo sull'ammissibilità di questi emendamenti; non abbiamo per alcuna rete di protezione rispetto a cose del genere, per cui non c'è alcuna possibilità.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Noi non abbiamo alcuna possibilità di giudicare sull'ammissibilità degli emendamenti o meno. Abbiamo parlato prima dell'opportunità di mettere in pista, subito dopo le elezioni amministrative, una riforma del Regolamento, per cui verificheremo anche questo aspetto, che non è assolutamente improprio o secondario.
Naturalmente alcuni hanno dato delle spiegazioni che, dal loro punto di vista più che legittimo, sono logiche rispetto al quadro generale dei trasporti in Piemonte. Pertanto il problema di stornare alcune cifre rispetto ad alcuni investimenti ipotizzati e ad altri che potrebbero essere proponibili è certamente nella logica delle considerazioni di ogni Gruppo.
La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI L'emendamento chiede di inserire in questa legge un finanziamento di 12 miliardi per la linea ferroviaria Asti-Chivasso. Sulla lettera che la Giunta regionale ha scritto al Ministro Burlando è scritto: "La Regione Piemonte ritiene tali progetti prioritari".
E' questo il punto di partenza del ragionamento sui nostri emendamenti: un atto ufficiale della Giunta regionale che, a parole, indica come prioritari al Ministro i finanziamenti di alcuni progetti; nella tabellina allegata, a proposito del finanziamento della linea Asti-Chivasso, si dice che la progettazione è esecutiva.
Grazie, Assessore Masaracchio, per essere rientrato in aula. Citavo la lettera rivolta al Ministro, nella quale ritenevate prioritari i progetti.
Il progetto che noi segnaliamo all'attenzione dell'aula è a livello di progettazione esecutiva, quindi potrebbe essere immediatamente finanziato.
Allora perché non inserire questo progetto all'interno di questa legge? Questa domanda inevasa continua a far soffrire il nostro dibattito e a questo punto, oltre all'impressione di una certa personalizzazione alla quale non si vuole rinunciare, comincia anche ad affacciarsi l'impressione di essere oggetto di una qualche discriminazione politica perché non riceviamo risposta su una considerazione così semplice. Siamo in argomento chiediamo soldi allo Stato, lo chiediamo nel settore dei trasporti, lo chiediamo nel settore ferroviario, la Giunta ha già scritto che sono interventi prioritari, Rifondazione Comunista presenta un emendamento per aggiungere una scelta prioritaria della Giunta in materia ferroviaria, non ci si risponde, si dice di no! Cos'è? Siamo in presenza di una discriminazione politica nei confronti della proposta solo perché fatta propria dal Gruppo di Rifondazione Comunista? Può anche darsi che sia questo.
Di fronte però ad una situazione di questo genere, Presidente del Consiglio, guardi che non c'è Regolamento che tenga che possa evitare un contrasto. Io ho seguito con preoccupazione le sue allusioni a quanto si proporrà in futuro per ridurre alla ragione i contrasti. I contrasti sono sempre ridotti alla ragione finché abbiamo argomenti di merito e pertinenti, però non c'è contrasto che possa essere soffocato da alcun tipo di invenzione di poli di ogni genere, che possa fermare un contrasto del quale si intravvede una natura di discriminazione politica, perché su quello allora il contrasto diventa perenne e non c'è Regolamento che possa chiudere le porte ad azioni di contrasto o di protesta per questa cosa perché a questo punto le dichiarazioni del mio Gruppo sono anche di protesta! Perché non otteniamo risposta su una cosa evidente ed incontrovertibile! MAJORINO, Vicepresidente della Giunta regionale Ma anche se le richieste di cui alla lettera non vengono introdotte nel disegno di legge, sono peraltro vive e vitali! Valgono, non è che muoiono: questa è la risposta che ha dato l'Assessore Masaracchio! CHIEZZI Ma sono su altro piano: sono sotto, Vicepresidente Majorino! L'Assessore ha detto che se noi le mettiamo in questa legge, la cifra non è più di 1.550 miliardi, diventa di 3.000, 5.000, 8.000, 10.000! E allora la proposta non è più credibile.
MAJORINO, Vicepresidente della Giunta regionale Quindi è meglio aggirare l'ostacolo.
CHIEZZI Da questo ne deriva che questa legge passa davanti a queste richieste e queste richieste dovranno attendere! Dato che dal punto di vista del mio Gruppo queste richieste sono quelle più urgenti per vivificare il sistema ferroviario e gli interessi del Piemonte, noi chiediamo che vadano almeno alla pari degli altri! Almeno alla pari della Cuneo-Nizza: questo è il punto! Che è vostro, di politica!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.
PAPANDREA In riferimento alle affermazioni fatte adesso dal Vicepresidente Majorino e ai contenuti della legge, avevo chiesto prima all'Assessore competente e anche ai proponenti che cosa pensassero della parte della proposta di legge che riguarda la Fossano-Cuneo-Ventimiglia. Sono state fatte delle affermazioni; però io ho qui una lettera datata 21/10/1996 del Gabinetto del Ministero dei Trasporti, a firma dell'ingegner Laganà, che è stata inviata in risposta ad un ordine del giorno del Comune di Magliano Alfieri proprio in riferimento a questo argomento. Questa lettera dice delle cose diverse da quelle che sono state dette qui e da quelle contenute nella legge. Credo che sia nota agli amministratori ed è una lettera che rafforza le preoccupazioni che abbiamo più volte espresso.
Il testo di tale lettera è il seguente: "Oggetto: ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale di Magliano Alfieri. Realizzazione e ammodernamento collegamento ferroviario viario Fossano-Cuneo-Ventimiglia.
In esito alla nota a riferimento concernente la richiesta di notizie circa la realizzazione di interventi di investimento sulla linea ferroviaria indicata in oggetto si fa presente quanto segue.
Il Contratto di Programma 1994/2000 sottoscritto dal Ministero dei Trasporti in data 25/3/1996 prevede solo il completamento dell'attrezzaggio tecnologico della direttrice (peraltro quasi ultimato), mentre non ci sono accordi stipulati da questa società con la Regione Piemonte che prevedono interventi sul citato collegamento ferroviario. D'altronde la potenzialità della linea è ampiamente superiore al traffico esistente e quindi l'offerta ha notevoli margini di crescita. In particolare sulla tratta Fossano-Cuneo circolano attualmente 44 treni al giorno a fronte di una potenzialità della stessa di 74 treni/gg.; in presenza quindi di oltre il 40% di capacità non satura non si giustificherebbe in alcun modo il raddoppio richiesto dal Comune di Magliano Alfieri.
Per quanto concerne la linea Cuneo-Ventimiglia, si evidenzia che le prestazioni in termini di velocità, in relazione ai vincoli del tracciato planoaltimetrico, non sono migliorabili e l'elettrificazione della linea non sarebbe efficace neanche per il traffico merci, considerato che la categoria della linea è gia buona e che il peso trainabile delle locomotive diesel 445 non ha pregiudicato lo sviluppo del traffico merci, oggi quasi assente per mancanza di 'domanda'.
E' da rilevare, inoltre, che l'elettrificazione sarebbe molto onerosa sia per l'adeguamento delle numerose gallerie sia perché probabilmente richiederebbe la chiusura della linea per un lungo periodo, con pregiudizio per il traffico viaggiatori esistente.
Per tali motivi il potenziamento della linea in questione non rientra nelle strategie delle Ferrovie dello Stato".
Pertanto, quando noi chiediamo che ci sia un approccio globale è anche alla luce di questi elementi. Noi diciamo che ci dovrebbe essere un piano territoriale che affronti questi nodi. Tra l'altro, sarebbe bene che queste notizie un Consigliere non le ricevesse da parte del Comune di Magliano Alfieri, perché penso si tratti di notizie a conoscenza anche degli uffici dei competenti Assessorati regionali che invece vengono a dirci delle cose diverse. Infatti, la scorsa settimana ci hanno dato per garantito il raddoppio della Fossano-Cuneo, un fatto ormai in fase di conclusione.
Quando noi poniamo con insistenza l'esigenza di privilegiare il trasporto su ferro è perché siamo di fronte a fatti come questo, che ci preoccupano. Riteniamo che quella legge, oltre alle caratteristiche negative che abbiamo già ampiamente sottolineato, privilegi esclusivamente il traffico su gomma, con tutte le conseguenze negative che abbiamo più volte illustrato.
Se i Consiglieri sono interessati farò distribuire loro copia della lettera del Gabinetto del Ministero dei Trasporti di cui ho dato lettura.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE Credo che gli emendamenti siano abbastanza concernenti la materia perché questa proposta di legge, per sua stessa volontà, è un atto politico che non sancisce null'altro che dare una priorità a determinate opere.
Ora, è vero quanto dicono i Vicepresidenti, però il problema è...
MAJORINO, Vicepresidente della Giunta regionale C'è un solo Vicepresidente.
CAVALIERE Sì, volevo dire Vicepresidente e Assessore, mi sono confuso.
Il problema è che restano in vita le altre indicazioni, ma diventano subordinate, perché quando al Governo arriva il Piano e una proposta di legge dove ci sono alcune opere che sono anche in quel piano, è chiaro che l'opera politica è quella di dare una priorità. Mentre tutti abbiamo detto che la priorità della Asti-Cuneo nessuno la mette in discussione, quella della Cuneo-Nizza, in relazione alle altre opere, non solo ferroviarie, ma soprattutto ferroviarie, la mettiamo eccome in discussione! L'Assessore su queste cose non ha risposto, se non spiegando il meccanismo di priorità che poi non è risultato convincente perch oggettivamente così non è.
L'altra questione che volevo sottoporre è che questa proposta di legge indubbiamente divide la politica dell'Ulivo, nel senso che non è una proposta di legge dell'Ulivo, ma - non a caso - di alcune forze politiche di maggioranza e di minoranza che si trovano d'accordo su una concezione dei trasporti, delle infrastrutture, quindi di sviluppo, molto arretrata rispetto alle nuove esigenze del nostro Paese. E' anche una proposta di legge che nonostante le volontà dei proponenti non mette come prioritarie le opere sul tappeto, ma neanche tanto paradossalmente rende prioritario chi dovrà costruire quelle opere, perché questa è l'operazione politica che fa questa legge, che non approfondisce in alcun modo e non fa intervenire la Regione laddove doveva intervenire, cioè sugli impegni della SATAP che in autofinanziamento avrebbe già dovuto realizzare la Asti-Cuneo, perch questo è stato l'impegno della SATAP quando ha ottenuto il rinnovo delle concessioni oltre il 2000! Nei protocolli e nei piani finanziari vi era l'impegno per l'autofinanziamento della Asti-Cuneo e questa è una questione che è sul tappeto dal 1991 e non c'è stata alcuna opera nei confronti dei Governi, nei confronti del Consiglio regionale e della Regione perché fosse fatto rispettare questo problema e quindi in qualche modo fosse realizzato quel tratto autostradale. Si bypassa la questione e si consentirà alla SATAP di ottenere di nuovo un regalo dallo Stato per fare ciò che doveva già realizzare!



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.
SIMONETTI E' già stato detto come questo emendamento abbia un contenuto forte rientra nell'ambito dei progetti ritenuti prioritari dalla Giunta all'interno della delibera del CIPE e noi chiedevamo 12 miliardi per un progetto ritenuto esecutivo, quindi un progetto che già da domani potrebbe avere le condizioni per essere finanziato. La richiesta, in questo caso per un potenziamento della linea ferroviaria Asti-Chivasso è assolutamente legittima sia rispetto alla priorità ritenuta dalla Giunta regionale e comunque dagli uffici competenti rispetto ad un potenziamento della linea ferrata in questa direzione, ma sia anche rispetto all'esigenza del territorio, quindi dei cittadini che devono usufruire di questo servizio che è assolutamente carente e necessario come via di collegamento tra due zone, quelle di Asti e Chivasso che altrimenti risulterebbero scoperte da un servizio che colleghi i due territori, ma che sia anche concreto efficiente e sicuro.
Sul problema della sicurezza vorrei spendere due parole. Esistono molte linee ferroviarie che presentano caratteristiche di disagio ed incompletezza. Questa incompletezza e questo depotenziamento che invece noi desideriamo ripristinare attraverso i nostri emendamenti, volgono in qualche modo l'attenzione anche ai disagi che implicano la sicurezza stessa del servizio. Noi riteniamo che soprattutto in termini di servizi, in questo caso servizi di trasporto, offerti ai cittadini che peraltro a volte non hanno alternative, che quindi devono utilizzare questo servizio anche giornalmente per recarsi al lavoro, devono assolutamente rispondere a criteri non solo di praticità ed efficienza, ma anche di sicurezza. Sul territorio piemontese invece, in particolare per quanto riguarda la linea Asti-Chivasso, ma non solo (più avanti avremo un emendamento relativo alla linea Ivrea-Chivasso-Aosta), abbiamo delle condizioni in cui si perdono le caratteristiche di sicurezza del trasporto su rete ferrata. Ci sono delle implicazioni non solo sul versante degli eccessivi ritardi nel trasporto che quindi possono avere delle ripercussioni sulla vita quotidiana dei cittadini che svolgono attività lavorative, ma anche dal punto di vista della sicurezza per cui una sola linea ferroviaria a volte può implicare dei disastri, come è già avvenuto sulla linea ferroviaria di Ivrea qualche anno fa, sui quali le forze di governo non possono riflettere sempre a posteriori, ma devono porsi il problema in questa sede! Noi riteniamo superficiale questa legge rispetto alle priorità dei problemi da affrontare non solo nell'ambito dei trasporti e quindi della sicurezza della viabilità delle strade, ma anche della sicurezza dei servizi. Le forze di governo devono porsi questo problema - ripeto - adesso e non a posteriori quando i disastri ormai sono successi! Pensiamo ad esempio all'alluvione: è indispensabile fare un ragionamento diverso sui servizi dal punto di vista della sicurezza, ma anche sul chi si vuole agevolare intervenendo con opere e finanziamenti di una certa corposità.
In questo caso riteniamo che la Cuneo-Nizza sia assolutamente svantaggiante rispetto alle necessità di trasporto che i cittadini di tutto il territorio piemontese, ma non solo, ritengono come prioritaria e va ad agevolare un'utenza che a nostro parere non è quella che deve essere agevolata in modo prioritario in un momento in cui il disastro e l'inefficienza dei trasporti non solo va ad incidere su disastri dal punto di vista ambientale, ma anche dal punto di vista umano perché non si pu poi tornare indietro. Quindi bisogna riflettere adesso e noi chiediamo ancora uno sforzo alla Giunta perché i nostri non sono emendamenti ostruzionistici, ma propongono contenuti forti.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione per appello nominale dell'emendamento n. 9).
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI' 5 Consiglieri hanno risposto NO 32 Consiglieri L'emendamento è respinto.
L'esame degli emendamenti relativi al progetto di legge n. 186 riprenderà oggi pomeriggio.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 14,10)



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