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Dettaglio seduta n.113 del 04/03/97 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 377 della Consigliera Spagnuolo relativa alla crisi occupazionale dell'Azienda Metalmeccanica di Nichelino (TO)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 4) all'o.d.g. "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interrogazione n. 377 presentata dalla Consigliera Spagnuolo.
La parola alla Consigliera Spagnuolo.
SPAGNUOLO L'interrogazione poneva in allora la questione della Viberti di Nichelino; richiamo il nome dell'azienda perché nel titolo non è stato ripreso. Evidentemente, a questo punto, vorremmo conoscere in maniera aggiornata la situazione, se l'Assessore ha elementi nuovi da esporre perché ci saranno state delle modificazioni dal momento in cui l'interrogazione è stata presentata.
La ringrazio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio.
MASARACCHIO, Assessore al lavoro In ogni caso, leggerò la relazione in riferimento all'interrogazione poi, in calce, dirò che cosa risulta allo stato attuale delle cose.
Gli impegni assunti dalla nuova Società Viberti S.p.A. (Acerbi-Gepi) per quanto riguarda l'occupazione sono scaglionati nel tempo e prevedono il quasi totale riassorbimento della manodopera nell'arco di tre anni dall'avvio della produzione, cioè dal settembre 1995.
I traguardi occupazionali fissati nell'accordo tra le parti raggiunto in Regione il 26/7/1996 sono legati al raggiungimento di determinati volumi produttivi, e sono: 130 lavoratori entro il 1996, corrispondenti alla produzione di 400 veicoli 200 lavoratori entro il 1997, corrispondenti alla produzione di 1.800/2.000 veicoli riassorbimento quasi totale (esclusi prepensionamenti, ecc.) entro il 1999, legato alla produzione di 2.500/3.000 veicoli.
Comunque, mi risulta che per questi dati gli impegni sono stati ottemperati.
Il punto debole di questo piano di ripresa produttiva, al quale per non esistevano alternative, consiste in alcune scoperture rispetto all'indennità di mobilità che erano prevedibili fin dall'inizio per alcuni lavoratori da riassorbire nel 1999.
A tale proposito esiste l'impegno dei Comuni limitrofi a costruire "ponti" verso il ritorno in azienda, avviando ogni utile iniziativa a sostegno del reddito che la normativa permette e permetterà. Si tratta di tutto ciò che riguarda i lavori socialmente utili e i cantieri di lavoro.
Circa la gestione del piano, si registra qualche ritardo attribuibile sia al fatto che negli ultimi due anni di attività la gestione Calabrese della Viberti-Veicoli Industriali S.p.A., poi fallita, non ha provveduto ad alcun aggiornamento tecnico dei veicoli né alla creazione di modelli su nuove tipologie di gruppo motore/telaio Iveco, sia all'attuale crisi di mercato. Inoltre, l'aggiornamento e la messa a norma di sicurezza dei modelli stessi ha comportato tempi burocratici inevitabili (anche se si è fatto ogni possibile sollecito direttamente tramite Anfia sul Ministero dei Trasporti) per la loro riomologazione.
Le difficoltà tecniche sono in fase di superamento, mentre sul piano commerciale il buon accoglimento da parte del mercato del marchio non riequilibra la fase depressiva in corso.
L'1/12/1996 gli operai riassorbiti erano circa 80. La produzione comunque prosegue, così come la consegna ai clienti dei veicoli. La crisi del mercato accentua gli elementi di criticità perché ritarda i riassorbimenti e fa crescere la scopertura economica dei lavoratori i cui riassorbimenti vanno, in un numero crescente di casi, oltre il periodo di percepimento dell'indennità di mobilità.
Su questo problema la Regione ha attivato il Governo per chiedere l'equiparazione al Mezzogiorno delle normative ex 223 riguardo l'indennità di mobilità, limitatamente alle aree del Nord riconosciute dal Regolamento CEE n. 2081, ma non è ancora riuscita ad ottenere risposta. Anzi, allo stato attuale delle cose, possiamo dire che la risposta è stata del tutto negativa.
Diviene quindi urgente l'attivazione da parte dei Comuni di progetti socialmente utili tali da permettere un "ponte economico" ai lavoratori verso il riassorbimento in azienda. Per questo si sono avuti incontri anche con gli Enti locali del bacino e si è in attesa che vengano progettati i lavori socialmente utili, per i quali ci sono anche delle risorse aggiuntive.
Il 14 marzo p.v. avremo un incontro con il Sottosegretario Pizzinato che verrà a confermare quanto è maggiormente disponibile nel pacchetto degli interventi per i lavori socialmente utili progettati dai Comuni.
Gli incontri di verifica svoltisi in Regione nel gennaio 1997 hanno infatti portato alle seguenti conclusioni.
La Direzione Viberti S.p.A. si è impegnata a gestire gli assorbimenti di febbraio-marzo in modo da ridurre il numero dei lavoratori scoperti di indennità di mobilità nel 1997 a non più di 35/40. Tale numero potrebbe ulteriormente ridursi con la revisione degli assorbimenti già precedentemente compiuti (così come elencato prima) per verificare se possono essere "ripescati", con opportuni interventi formativi, circa 5/10 esclusi.
Su una cifra di lavoratori scoperti dall'indennità di mobilità non superiore a 25/30 potrebbero intervenire progetti coordinati tra di loro e con la Regione, per lavori socialmente utili, predisposti dai Comuni di residenza degli interessati.
La Regione, appena note le disponibilità di risorse per i lavori socialmente utili (seconda metà di marzo), convocherà i necessari incontri con le parti sociali ed i Comuni interessati. Vedremo il 14 marzo quale sarà l'atto risolutivo del Governo. Al mattino avremo un incontro con il Sottosegretario Pizzinato presso la Commissione regionale per l'impiego e al pomeriggio ci sarà un incontro con l'organizzazione dei Comuni e delle Province piemontesi, cui parteciperanno vari dirigenti e rappresentanti.
Dopodiché saranno convocati i Sindaci dei Comuni interessati per concordare l'azione della copertura di queste decine di unità di lavoratori che rimarrebbero completamente tagliati fuori e che non possono essere ripescati dal Regolamento CEE n. 2081, che per le zone a declino industriale prevede - per l'Obiettivo 1 e non per l'Obiettivo 3 - di attivare le risorse dell'Unione Europea. Tutto sommato, si può dire con assoluta tranquillità che tutto quello che si era prefigurato fortemente negativo fin dai primi del 1996 è stato pressoché risolto.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.
SPAGNUOLO Assessore, ho sentito la sua risposta e la ringrazio se mi farà pervenire la copia scritta.
Mi sembra che praticamente anche con il Sottosegretario la prossima settimana ci si appresti a fare il punto della situazione; una situazione partita in maniera gravemente negativa, seguita da una vastissima azione anche politica, sia degli Enti locali che del Comune interessato, e vedo che c'è stato anche un intervento della Regione, malgrado i tempi siano stati lunghissimi.
Mi rivolgo al Presidente del Consiglio e in questo momento anche al Presidente della VII Commissione, Scanderebech, perché ho sentito che verrebbe il Sottosegretario Pizzinato per incontrasi anche con i Comuni e l'Associazione delle Province. Mi domando, e vorrei domandare al Presidente della VII Commissione, se non fosse possibile - certamente con l'assenso dell'Assessore, questo mi sembra prioritario - avere anche un momento di confronto con la VII Commissione. Visto che viene il Sottosegretario Pizzinato, potremmo fare una scaletta di problemi. L'Assessore avrà il suo incontro o i suoi incontri - questo è evidente, l'autonomia della Giunta è ovvia - però, visto che ci sono degli incontri anche con altre realtà (io li ritengo positivi), ovvero con i Comuni e con l'Associazione delle Province, potremmo avere anche un confronto in Commissione. Se l'Assessore è d'accordo, si potrebbe calendarizzare un'ora di incontro.
Credo che quando si propongono delle iniziative - Presidente, lo voglio dire per un'altra questione anche a lei - bisognerebbe cercare di ottenere il massimo dei risultati possibili, e in questo senso mi permetto di dire una cosa che mi sta molto a cuore.
Ieri è stato organizzato dal Consiglio regionale, d'intesa con la Commissione Statuto e con l'VIII Commissione, un seminario interessantissimo di assoluta attualità, nel quale il prof. Pizzetti ha illustrato la problematica dei cosiddetti decreti Bassanini che stanno per diventare provvedimento di legge. Io mi rammarico - e lo voglio dire in quest'aula - dell'assenza totale della Giunta perché, come abbiamo visto ci saranno delle scadenze di competenze molto ravvicinate; Presidente Burzi, in particolare lo voglio dire a lei, anche se l'avevo detto già ieri, ci saranno delle scadenze molto ravvicinate che la Giunta dovrà attuare e purtroppo - dato che dopo c'è stato un dibattito anche molto interessante, per la verità - non abbiamo avuto nessuna idea di quello che la Giunta potrebbe fare o che avrebbe intenzione di fare. C'è stato un breve intervento di una dirigente che il Presidente Ghigo ha ritenuto di mandare a questo seminario, ma non abbiamo avuto una voce da parte dell'esecutivo.
Sappiamo che il problema esiste, ne abbiamo parlato anche in sede di bilancio e in tante altre occasioni; tutta la partita delle deleghe è complessa, e il decreto Bassanini, cioè i provvedimenti Bassanini, dicono molto in ordine a questo.
Volevo dire appunto, cogliendo l'occasione della presenza del Sottosegretario, che quando si avanza un'iniziativa, in particolare quando la avanza il Consiglio, sarebbe auspicabile - se non doveroso - che la Giunta fosse presente, in modo da ottenere il massimo dei risultati possibili.
Ieri c'è stato un dibattito, è intervenuto il collega Montabone e diversi colleghi (Riggio ed altri, ma adesso non li ricordo tutti); il Presidente del Consiglio ha aperto quella seduta, che ha visto anche la presenza estremamente qualificata di moltissimi dirigenti della Regione Piemonte: rispetto all'esecutivo, è stata un po' un'occasione mancata.
Questo più che altro per ricordarlo, in maniera da sollecitare la presenza della Giunta, anche perché sono compiti a cui l'esecutivo dovrà rispondere.
Quindi abbiamo perso la possibilità di sentire, su un tema importante (già più volte dibattuto in sede di VIII Commissione), che cosa la Giunta prospetta di fare, anche perché i tempi previsti dal Bassanini sono peraltro un po' iugulatori.
Ho voluto dirlo a lei affinché la prossima volta si solleciti la presenza dell'esecutivo proprio perché è importante che ci sia quella che oggi si chiama sinergia e che io credo potrebbe essere ottenuta con un po' di diligenza anche da parte degli Assessori che magari anche solo come Consiglieri hanno ricevuto la lettera di convocazione, ma che avrebbero dovuto sentire il dovere di essere presenti.



PRESIDENTE

Ringrazio la Consigliera Spagnuolo per aver fatto presente un problema condiviso da tutti noi. Mi dispiace che l'esecutivo non fosse presente, è un rammarico che ho già esternato ieri al Presidente della Giunta. Mi dispiace anche rilevare come sia molto difficoltoso avere la presenza degli Assessori a tempo debito: sono le 10 e mezza e siamo già in ritardo di un'ora per l'esame delle interrogazioni e delle interpellanze. Teniamo anche presente che i Bassanini intersecano anche con alcune valutazioni che noi facciamo, ad esempio per quanto concerne la legge sul personale.
Allora, forse ieri poter raccordare i tempi politici e tecnici dei Bassanini rispetto a quanto noi stiamo oggi discutendo per quanto concerne la legge sul personale credo potesse essere un'osservazione certamente congrua e pertinente alla discussione del nostro iter di legge.
La parola all'Assessore Gallarini, che interviene in qualità di Consigliere.
GALLARINI A me spiace che ieri non ci sia stata la presenza della Giunta, per ieri mattina si è riunito il CREL (convocato da quindici giorni), al quale il Presidente Ghigo, Gallarini e Masaracchio - ovviamente io parlo per noi che dovevamo assolutamente essere presenti - hanno dovuto presenziare in merito a problemi relativi all'occupazione, all'indizione della Conferenza ecc. Dico questo non a giustificazione, ma probabilmente c'è un problema di raccordo fra le iniziative della Giunta e le iniziative del Consiglio.



PRESIDENTE

Non è presente l'Assessore agli Enti locali, però ieri poteva essere presente, in quanto si trattava di sua specifica competenza.
Assessore Masaracchio, vuole ancora rispondere in merito all'interrogazione? MASARACCHIO, Assessore al lavoro Per quanto riguarda la presenza di Pizzinato a Torino non si tratta di un'iniziativa dell'Assessorato, ma di un'iniziativa della Presidenza della Commissione regionale per l'impiego, nel seno della quale il sindacalista Lodi della CGIL a suo tempo chiese questo incontro per definire i tempi e le modalità che sono nell'opportunità che si offre alle varie Regioni per i lavori socialmente utili con un pacchetto di risorse a latere. Per cui il Sottosegretario Pizzinato viene nell'ambito della Commissione regionale per l'impiego, così come è accaduto precedentemente con l'on. Montecchi Sottosegretario al Ministero del Lavoro. In questa occasione si è creduto opportuno farlo incontrare con i rappresentanti dei Comuni e delle Province, in quanto sono gli Enti che dovranno essere attivati perché i loro progetti possano rappresentare ciò di cui si è detto anche nell'interrogazione a favore dei lavoratori.
Se mi consente, Presidente, per quanto riguarda la presenza della Giunta nelle attività del Consiglio, qualunque sia l'attività del Consiglio, partendo da quelle delle Commissioni, è necessario che non si dimentichi - lo dico come Consigliere, non come Assessore - che ciascuno deve assolvere al proprio ruolo, che il Consiglio è sovrano, che nel Consiglio ci sono i rappresentanti dei Gruppi, che la Giunta rappresenta anche il Consiglio e i Gruppi e che per quanto riguarda il coinvolgimento di ciascun Assessore o della Giunta nel suo complesso è necessario che le date, i tempi e i modi vengano concordati, altrimenti se tutte le attività della Giunta potessero avere una partecipazione di correlazione con il Consiglio lì per lì quando le cose vengono sviluppate, alla fine non sapremmo neanche come...



PRESIDENTE

Noi volevamo solo la presenza dell'Assessore competente, una cosa estremamente limitata, minimalista, non volevamo...
MASARACCHIO, Assessore al lavoro Credo che l'Assessore competente abbia presente tutto il processo del Bassanini.



PRESIDENTE

L'Assessore competente può anche confrontare tutto il processo Bassanini con l'organo istituzionale per eccellenza che è...



(Interruzione dell'Assessore Masaracchio)



PRESIDENTE

Mi permetta, Assessore, non faccia delle questioni che sono metodologiche! Qui c'è un rispetto nei confronti del Consiglio che credo sia dovuto da lei e prima di tutto da me.
MASARACCHIO, Assessore al lavoro Da tutti.



PRESIDENTE

La prego di non interrompere.
Siccome è stata rilevata da parte del Presidente di un Gruppo la necessità che su questo ci sia un raccordo sinergico, non volendo prevaricare né nell'ordine dei lavori né nelle competenze né nel carico di lavoro, io credo che su una questione così importante come i Bassanini, che sono più importanti di tutte le altre, l'Assessore competente doveva essere presente, senza che lei faccia l'avvocato d'ufficio.
MASARACCHIO, Assessore al lavoro Non faccio l'avvocato d'ufficio, faccio il mio dovere di Consigliere.



PRESIDENTE

Passiamo alla seconda interrogazione.



(Ulteriore interruzione dell'Assessore Masaracchio)



PRESIDENTE

La prego, Assessore. La richiamo, anche perché, nonostante il Consiglio sia convocato alle ore 9,30, si arriva alle ore 10,30 con la presenza della Giunta a ranghi ridotti, non rispettando né l'ordine delle interrogazioni né delle interpellanze. Pertanto io difendo la priorità del Consiglio anche di fronte all'esecutivo.
MASARACCHIO, Assessore al lavoro E qui ha ragione.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 687 dei Consiglieri Angeli e Spagnuolo relativa alla mancanza di sicurezza negli uffici di Via S. Teresa n. 7 - Torino


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 687, presentata dai Consiglieri Angeli e Spagnuolo, alla quale risponde l'Assessore Gallarini.
GALLARINI, Assessore al personale e sua organizzazione Con riferimento all'interrogazione di cui all'oggetto si comunica quanto segue.
Innanzitutto, si fa presente che la materia oggetto dell'interrogazione non è di competenza della Giunta regionale. Infatti, il Consiglio nella scelta dei locali da assegnare ai Gruppi è completamente autonomo e provvede direttamente, avvalendosi del proprio ufficio tecnico che ne valuta l'idoneità e provvede alla stipulazione dei relativi contratti (fra l'altro, l'ufficio tecnico ha delle carenze che ci sono state segnalate recentemente dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio e proprio in questi giorni stiamo provvedendo ad integrarlo con un'altra figura). Gli oneri per la gestione e per il funzionamento delle sedi sono a carico del bilancio del Consiglio.
Quindi, del problema è stato investito l'Ufficio di Presidenza al quale spetta proporre alla Giunta regionale l'assegnazione del personale occorrente per il funzionamento dei Gruppi consiliari o disporre direttamente l'assegnazione ai Gruppi stessi del personale già in servizio presso il Consiglio.
A tal proposito, il Presidente del Consiglio Rolando Picchioni, con nota prot. n. 017518 del 15/11/1996, richiedeva a questo Assessorato l'assegnazione urgente di due semestrali per lo svolgimento di funzioni di vigilanza, comunicando altresì che i medesimi sarebbero stati collocati nell'androne del palazzo di Via S. Teresa n. 7.
L'Assessorato interpellato rispondeva con nota prot. n. 18510/PER del 28/11/1996, chiedendo di precisare se l'androne del palazzo fosse munito di apposito locale di portineria, ritenendolo un elemento indispensabile per poter destinare il personale addetto a tale funzione. In caso negativo riteneva più opportuno l'affidamento del servizio a ditta esterna.
Riassumendo, nell'ultimo anno e mezzo siamo ricorsi a qualche prestazione esterna relativamente a questo genere di questioni.
Recentemente l'Ufficio di Presidenza ci ha chiesto quattro custodi in più e un supporto per l'ufficio tecnico del Consiglio.
Per quanto riguarda il supporto tecnico stiamo provvedendo; nel giro di pochi giorni ci sarà la figura richiesta e a questo proposito ieri mattina c'è stato un incontro tra l'Ufficio di Presidenza e la Giunta durante il quale sono state concordate le modalità.
Per quanto riguarda invece la richiesta dei quattro custodi, abbiamo la possibilità di averne uno tramite trasferimento, che potrà quindi prendere servizio nel giro di pochi giorni; per gli altri tre, ieri ho portato in Giunta le modalità per espletare un'assunzione tramite ricorso all'Ufficio di Collocamento, per cui ci sarà la possibilità di integrare questo personale nel giro di poco tempo. Questo è lo stato delle cose.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.
SPAGNUOLO Quando il Presidente ha richiamato questa interrogazione, volevo quasi ritirarla, perché ritenevo che l'Assessore Gallarini potesse fornire qualche risposta precisa sui tempi per definire la questione del nostro Gruppo. In sostanza, si tratta di un trasferimento, perché anche se lì si metterà un custode o del personale di servizio, il problema non sarà risolto, per tutta l'amplissima questione della sicurezza e dell'inadeguatezza che in più lettere, per conto del Gruppo Patto dei Democratici, ho segnalato.
Credevo, appunto, che l'Assessore Gallarini ci desse delle scadenze dei termini; mi stupisco un po' - se mi permette, forse ha letto una risposta che era preparata allora, datata, ma me ne rendo conto e non ne faccio un dramma - però non ritengo neanche che sia giusto richiamare delle responsabilità della Presidenza del Consiglio, perché quando a suo tempo vennero stipulati i contratti, gli uffici erano idonei.
Il problema dell'inidoneità è determinato dal fatto che tutti gli altri locali di quella scala sono stati dismessi. Gli uffici del Gruppo sono in un palazzo completamente vuoto, oltre tutto con uno stranissimo atteggiamento della proprietà, che è di una società milanese che lascia addirittura gli uffici aperti. Vi sono permanentemente dei personaggi estranei per le scale e anche a me è capitato di essere avvicinata da un signore che chiedeva dei soldi, uno di quei tanti che si possono incontrare per strada.
E' quindi una situazione non recuperabile rispetto a quello che avevamo chiesto molti mesi fa, e cioè di poter sostituire la custodia e avere una portineria funzionante. Questa non c'è e comunque fuori dall'orario d'ufficio resterebbero tutti i problemi.
Pensavo che ci fosse una risposta diversa in ordine a questo, per cui sono un po' delusa, anzi molto delusa e preoccupata.



PRESIDENTE

L'Assessore può integrare, perché mi pare che abbia delle notizie più fresche.
GALLARINI, Assessore al personale e sua organizzazione In effetti è da due mesi che mi porto, ogni giorno di Consiglio, queste interrogazioni, anche la n. 687, che in effetti è datata 17/12/1996. Da allora le cose sono cambiate e, come mi ha suggerito il Presidente Picchioni, posso integrare la risposta.
Proprio con la Consigliera Spagnuolo, poco più di un mese fa, abbiamo fatto un sopralluogo nel palazzo adiacente e posso comunicare all'intero Consiglio che siamo a buon punto per quanto riguarda l'acquisizione della proprietà Banco di Sicilia. In tale edificio ci sarà la possibilità di collocare tutti i Gruppi che attualmente sono all'esterno, salvo quelli ubicati nei locali di Via S. Francesco d'Assisi, peraltro proprietà regionale che abbiamo acquistato recentemente dal Mediocredito.
Devo ammettere che anche con il Banco di Sicilia, così come è avvenuto con il Mediocredito, siamo responsabili - e me ne assumo personalmente la responsabilità - di aver ritardato di qualche mese le trattative; tuttavia tale periodo è servito a far risparmiare alcuni miliardi alla Regione.
Infatti, rispetto a queste proposte di vendita da parte degli istituti non esistono interlocutori; anzi, per la verità, il mercato immobiliare di Torino ,è tale per cui c'è una grossa offerta di vendita. ma non c'è domanda, soprattutto per immobili da destinare ad uffici e non a residenze.
Quindi, trattando direttamente con il Banco di Sicilia, dopo due-tre mesi di trattativa, abbiamo portato le cifre a valori molto più accessibili, quasi dimezzati rispetto alla richiesta iniziale. Al momento c'è un accordo di massima; semplicemente stiamo aspettando che il Banco di Sicilia risolva qualche problema con alcuni inquilini, convinti come siamo che, se andiamo all'atto notarile e la Regione acquista mentre ci sono ancora quegli inquilini, diventerà poi pressoché impossibile sfrattarli.
Sappiamo bene che, non appena subentra il pubblico, le cose vanno in un certo modo; la Banca si sta attivando, anche con incentivi, affinché questi inquilini liberino i locali.
Nel giro di pochissimo tempo avremo gli immobili liberi e la possibilità di stipulare l'atto notarile, dando risposte definitive e non più interlocutorie e provvisorie a problemi tipo quelli sollevati dalla Consigliera Carla Spagnuolo.
SPAGNUOLO La ringrazio per l'aggiornamento.



PRESIDENTE

Grazie all'Assessore per il suo impegno di oggi e di ieri, e spero anche di domani. Solo una domanda, se la posso fare, fuori riga: gli appartamenti sfitti possono già essere occupati oppure bisogna fare un contratto globale nei confronti dell'immobile, ecc.? Perché questo potrebbe facilitare la sistemazione di...
GALLARINI, Assessore al personale e sua organizzazione Da domani mattina mi attiverò con il Banco di Sicilia affinché sia possibile, già nelle more dell'atto notarile, arrivare ad avere questa anticipazione.
CAVALIERE Posso fare una domanda?



PRESIDENTE

Prego.
CAVALIERE Io ho una preoccupazione, perché mi è capitato di vedere quegli uffici del Banco di Sicilia nel 1995 e mi erano parsi molto vetusti. La domanda che pongo è: siete sicuri che siano uffici adeguati e che non bisognerà fare poi degli investimenti molto cospicui per renderli utili alla bisogna?



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gallarini.
GALLARINI, Assessore al personale e sua organizzazione Sì, siamo sicuri; voglio dire, non è l'esecutivo che deve fare queste verifiche. Abbiamo avuto le relazioni del patrimonio, del servizio tecnico l'ing. Turinetti e gli altri tecnici del Settore patrimonio ci dicono che sostanzialmente, è sufficiente una modica spesa di rinfrescatura.
D'altra parte, durante il sopralluogo che ho fatto con la collega Spagnuolo, ho potuto personalmente rendermi conto che le condizioni sono tali per cui, praticamente, con tinteggiature e piccoli ritocchi di questo genere, quindi con spesa e tempo da dedicarci molto limitati, saranno non solo abitabili, ma discreti e degni.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni - Beni demaniali e patrimoniali

Interrogazione n. 690 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea relativa allo stato di avanzamento dei lavori di ristrutturazione della sede del Consiglio regionale ed interpellanza n. 694 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea relativa ai lavori di ristrutturazione dell'aula consiliare


PRESIDENTE

Passiamo ora ad esaminare contestualmente l'interrogazione n. 690 e l'interpellanza n. 694, presentate dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea alle quali risponde l'Assessore Gallarini.
GALLARINI, Assessore al patrimonio In merito ai quesiti posti con l'interrogazione n. 690 e con l'interpellanza n. 694 presentate dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea aventi ad oggetto la ristrutturazione dell'aula consiliare di Palazzo Lascaris, si fa presente quanto segue.
In data 3/6/1996 i lavori venivano sospesi, in attesa della consegna in cantiere dei corpi illuminanti e delle poltrone per i Consiglieri e per il pubblico, la cui fornitura dipendeva da altri contratti conclusi direttamente dall'Amministrazione (rispetto ovviamente alla ditta Zoppoli e Pulcher che aveva in appalto le opere appaltate con gara di tipo europeo).
Essendo stati installati i banchi dei Consiglieri, i lavori, oggetto dell'appalto, venivano ripresi parzialmente, limitatamente agli impianti audio-votazione elettronica, traduzione simultanea ed elettrici, relativi ai banchi degli stessi, a far data dal 10/7/1996, e totalmente in data 2/9/1996.
La sospensione di cui sopra rispondeva ad esigenze di pubblico interesse e necessità ai sensi dell'art. 30 del DPR 16/7/1962 n. 1063. Si precisa inoltre che sono in corso (la data della risposta di cui sto dando lettura è 13/12/1996) le operazioni di collaudo affidate in data 15/7/1996 ad un funzionario regionale.
L'aula consiliare potrà essere riutilizzata nella seduta ordinaria di gennaio 1997 (è quello che è avvenuto), alla ripresa dei lavori dopo le vacanze natalizie del 1996. Non sono previsti altri oneri oltre a quelli già autorizzati (e così, per la verità, è stato).



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Non ho capito quanto è durata la sospensione lavori.
GALLARINI, Assessore al patrimonio Sono stati sospesi in data 3/6/1996 e sono stati ripresi, parzialmente a far data dal 10/7/1996, quindi sono stati sospesi dal 3 giugno al 19/7/1996. I lavori sono stati ripresi totalmente a far data dal 2/9/1996.
CHIEZZI L'Assessore Gallarini ha chiarito che la sospensione è dovuta al fatto che l'Amministrazione aveva stipulato altri contratti di fornitura autonomamente dal contratto firmato per l'impresa, per la fornitura delle poltrone e dei corpi illuminanti. Questa è una decisione che ha carattere discrezionale, nel senso che all'interno dell'unico corpo di appalto poteva benissimo essere prevista la fornitura delle poltrone e dei corpi illuminanti e non si capisce perché chi ha fornito questi banchi, e li ha forniti l'impresa, non dovesse occuparsi anche di fornire quel che sta dietro i banchi e chi ha eseguito tutto l'impianto elettrico non potesse fornire anche i corpi illuminanti.
Questa è già una scelta discrezionale e, se permette l'Assessore discutibile.
Il modo in cui la procedura scelta per affidare con contratti separati queste due forniture ha però provocato un inciampo nei lavori, nel senso che non sono stati fatti questi contratti in modo tale da garantire un proseguimento dei lavori. L'Amministrazione ha scelto una procedura che ha inciampato i lavori, costringendo l'Amministrazione stessa a concedere una sospensione dei lavori sull'appalto principale, e questo è un elemento che ha portato all'utilizzo di quest'aula in tempi più lunghi di quelli che inizialmente erano stati indicati.
Non posso quindi essere soddisfatto da questa risposta perché non mi addentro fino a richiedere all'Assessore le ragioni dei ritardi delle due forniture, cioè se vi sia una responsabilità da parte dei fornitori di poltrone e di corpi illuminanti o se ci sia stata un'imprevidenza da parte della pubblica amministrazione nel regolare questi due contratti separati in tempi incompatibili con la buona esecuzione dei lavori da parte dell'impresa principale.
Ci sono due ipotesi.
Nella prima, c'è una responsabilità delle due ditte fornitrici; nella seconda, una responsabilità della Giunta regionale che non ha ben congegnato queste cose.
Rimane poi poco comprensibile questa ripresa parziale dei lavori perch l'Assessore non ha chiarito quali conseguenze amministrative siano state messe in atto in conseguenza di una ripresa solo parziale dei lavori e non totale, per cui rimangono anche i dubbi su questo procedere per inciampi nella ripresa dei lavori.
Per questi motivi sollecito la Giunta ad essere più attenta nella conduzione di questi lavori perché anche questo è un lavoro pubblico finito con grave ritardo e monco di una parte per le vicende che ben conosciamo di annullamento parziale di delibere di contratto.
Non mi sembra che la Giunta sia molto attenta sui temi contrattuali sia di appalto di opere sia di fornitura delle stesse opere, quindi la invito ad essere più rigorosa in questi procedimenti.


Argomento: Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 704 dei Consiglieri Chiezzi, Moro e Papandrea relativa al Piano bonifiche delle aree contaminate


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'interpellanza n. 704, presentata dai Consiglieri Chiezzi, Moro e Papandrea, alla quale risponde l'Assessore Cavallera.
CAVALLERA, Assessore all'ambiente Signor Presidente, altre interpellanze sulla materia avevano già avuto una risposta in Commissione; la risposta è articolata con una parte introduttiva e una serie di allegati che avevo illustrato in sede di Commissione. A quella seduta non era presente l'interpellante del Gruppo Rifondazione Comunista, il quale, ovviamente, aveva mantenuto la richiesta di risposta in aula, per cui adesso provvederò a leggerne una parte e consegnerò copia di tutta la risposta articolata ai Consiglieri interpellanti, anche per evitare di essere prolisso in questa sede.
Faccio anche presente che la risposta è datata 27/7/1996, ma per una serie di ragioni, pur essendo all'o.d.g., finora non si era mai provveduto a rendere la risposta in aula.
L'interpellanza, relativa allo stato di attuazione del Piano di bonifica delle aree contaminate approvato dalla Regione nel 1991, secondo le direttive del DM 16/5/1989, che comprendeva fra l'altro la bonifica della località Basse di Stura di Torino, si propone di conoscere qual è lo stato di attuazione del Piano di bonifiche per l'immediato, quali i siti già bonificati, quando si intende dare inizio ai sondaggi ed alle verifiche relative alla località Basse di Stura.
Il Servizio bonifiche del Settore regionale smaltimento rifiuti e risanamento atmosferico ha predisposto la relazione che poi provvederò a consegnare all'interpellante; la stessa è già stata trasmessa ai Consiglieri regionali Vindigni e Suino in relazione a due precedenti interrogazioni in materia (n. 614 e n. 679) che avevamo discusso in Commissione.
La risposta - vado per titoli e poi consegno la relazione all'interpellante, Consigliere Chiezzi - disamina, tra l'altro, gli interventi con finanziamenti statali. Si parte dai siti di Castellazzo Bormida e di Saliceto e si va avanti enumerando tutti gli stanziamenti con importi precisi; si fa riferimento al sito di Salmour e si danno anche notizie circa lo stato di attuazione delle singole bonifiche che o fanno capo al Ministero dell'Ambiente oppure, come quelle Ecolibarna di Serravalle Scrivia, di Settimo Vittone, di Carbonara Scrivia e di Tortona sono soggette a provvedimenti della Protezione Civile. Allo stesso modo, la Protezione Civile ha finanziato la bonifica di Baratta di Alessandria, di località Zienda di Sezzadio e di Maura di Coniolo (la famosa bonifica Ecosystem); sono tutti nomi che in questi anni molte volte sono ricorsi sui giornali.
Per quanto riguarda invece gli interventi con finanziamento regionale il Piano regionale di bonifica prevede una prima fase attuativa denominata "Programma di interventi di bonifica a breve termine" e comprende siti che per rischio ambientale e sanitario riscontrato, presuppongono interventi più urgenti. Ecco qui allora gli interventi di Carbonara e di Tortona, in parte promossi anche dalla Provincia di Alessandria con propri fondi, e poi altri interventi anche a seguito di un ordine del giorno del Consiglio regionale del 1990 che impegnava la Giunta ad intervenire nel campo delle bonifiche; in sostanza sono stati fatti vari stanziamenti nel corso del tempo, stabilendo anche azioni e modalità procedurali. Per titoli, faccio riferimento solo ad alcuni interventi, rimandando poi alla lettura della relazione: Orbassano: L. 3.349.000.000 Corio Canavese: L. 13.000.000 Giaveno: L. 17.000.000 Leinì, Strada Lonna: L. 378.000.000.
Inoltre: Pomaro Monferrato, Strevi, Marano Ticino, Saluggia Alessandria (località Cantalupo), Scarnafigi, ecc., per venire ad interventi più recenti come quello sui Magazzini Eternit a Casale e a Cavagnolo sull'Ex Stabilimento Eternit, rispettivamente per L. 675.000.000 e L. 150.000.000.
Nei vari bilanci regionali, come enumera la relazione, ci sono stati ulteriori interventi; per esempio, per Orbassano (località Fraschei) Giaveno (ex TGS), Rivalta Torinese, fino all'intervento rilevante autonomo della Regione per lo Stabilimento Eternit di Casale: L. 3.000.000.000 nella precedente legislatura e L. 3.000.000.000 nel 1996. A questo proposito comunico che il Comune di Casale ha presentato il progetto di bonifica dello stabilimento, che dovrebbe essere esaminato a giorni dal Comitato tecnico regionale per essere finalmente dato all'attuazione.
Siamo arrivati al bilancio 1995 con stanziamenti di L. 8.000.000.000, e qui si era completato l'intervento ex TGS di Giaveno, la Cascina Truffaldina di Santhià, Pontestura (cava Roleto), Provincia di Asti (Cava Codana, Montiglio: un intervento di qualificazione del sito di L.
300.000.000 affidato alla Provincia, di cui aspettiamo l'esito), Casale (argine Morano), Galliate (Villa Fortuna), Pianezza (Cassagna) e inoltre la bonifica rilevante della Nuova RO.MA. di Tortona, dove a fronte di un'ordinanza della Protezione Civile, la Regione partecipa con circa L.
5.000.000.000.
Nel bilancio 1996 - ne abbiamo discusso da non molto - vi è l'intervento in località Fagnana di Pomaro Monferrato e una serie di altri interventi, fino ad arrivare a quelli che riguardano Trecate e Borgofranco d'Ivrea; naturalmente questi sono interventi che vengono eseguiti in danno ovvero con rivalsa, così come tutti, ma in modo particolare quello di Trecate è anche coperto da una convenzione con la SNAM.
Infine, come dicevo, arriviamo alle discussioni che abbiamo fatto recentemente con il bilancio 1997, in cui abbiamo previsto un'integrazione all'intervento predisposto dalla Giunta, su richiesta anche di Gruppi consiliari. A mio avviso, abbiamo la possibilità di disporre nell'immediato di una serie di risorse abbastanza rilevanti, soprattutto per compiere gli accertamenti necessari per qualificare l'entità della bonifica e il costo della stessa, senza provvedere a stanziamenti di massima che poi o sono insufficienti oppure sono superiori rispetto alle effettive necessità.
Concludo riconfermando che consegnerò copia di questa relazione agli interpellanti ed aggiungo che per quanto riguarda la materia ambientale l'IPLA, ora ARPA, sta completando l'aggiornamento del Piano delle bonifiche che, a monte del nuovo decreto legislativo Ronchi, non sarà più un Piano che viaggia isolatamente, ma sarà una componente importante del Piano di gestione dei rifiuti.
Non dimentichiamo che il decreto legislativo Ronchi rafforza il ruolo degli Enti locali in materia di bonifica, tant'è che prevede che l'approvazione finale del progetto di bonifica competa al Comune.
Questo dovrà essere esaminato nell'ambito della nostra Regione, avendo 1.209 Comuni; abbiamo delle realtà comunali che hanno la struttura tecnica per affrontare istruttorie di questo genere e probabilmente dovremo metterci a disposizione, come lo siamo già di fatto, dei Comuni per far sì che l'approvazione di interventi di bonifica che a volte riguardano sostanze pericolose o comunque richiedono professionalità non indifferenti possa avere tutto quel supporto specialistico, a fianco del sostegno finanziario, da parte della Regione anche nel nuovo quadro normativo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.
MORO E' in discussione l'interpellanza urgente presentata dal Gruppo di Rifondazione Comunista nel luglio 1996, relativa al Piano bonifiche delle aree contaminate del Piemonte.
Ho già accennato all'Assessore Cavallera che sono passati parecchi mesi, francamente troppi, per dare risposte politiche su una tematica così delicata e difficile, per cui spesso le risposte del governo regionale sono molto tardive.
Nell'interpellanza urgente si chiedeva all'Assessorato competente e al Presidente dell'esecutivo a che punto era lo stato di attuazione del Piano di bonifiche secondo le direttive del decreto ministeriale del 16/5/1989 quali i siti già bonificati, quando si intendeva dare inizio ai sondaggi ed alle verifiche relative alle località Basse di Stura.
La risposta dell'Assessore è stata sì completa, ma vaga nei contenuti burocratica, molto parziale nelle assicurazioni, per cui come Gruppo ci riteniamo insoddisfatti. Ringraziamo però l'Assessore per la risposta scritta che ci farà pervenire.


Argomento: Istituti di credito

Interrogazione n. 710 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea relativa all'accordo tra la Cassa di Risparmio di Torino e la Cassa di Risparmio di Verona


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 710 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea.
La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Questa interrogazione chiede alla Giunta regionale notizie circa l'accordo intercorso tra la Fondazione Cassa di Risparmio di Torino e la Fondazione Cassa di Risparmio di Verona.
Partendo da questo accordo, l'interrogazione vorrebbe in realtà sollecitare la Regione Piemonte nei suoi organi di governo e di rappresentanza ad interessarsi in modo un po' più preciso delle politiche del credito che i due principali istituti presenti nella nostra Regione attuano; politiche del credito dalle quali deriva, a seconda dell'assetto dello stato di salute stesso degli istituti e anche in particolar modo delle alleanze che questi istituti mettono in atto... Scusi, Presidente, ma l'Assessore che risponde chi è? GALLARINI, Assessore al bilancio Io: conosco l'argomento.
CHIEZZI Dicevo, dalle politiche del credito in generale, ma di questi due istituti in particolare (Cassa di Risparmio di Torino e Cassa di Risparmio di Verona), dipendono o le basi di lancio di una nostra economia o le situazioni di ripiego dell'intera nostra economia.
Penso che le notizie pervenute in relazione all'accordo delle Casse di Risparmio, ma anche i problemi aperti della strutturazione delle Fondazioni accanto a questi istituti di credito, non siano da sottovalutare, ma debbano costituire per la Regione uno dei campi principali di impegno proprio a sostegno delle politiche regionali, ammesso che queste ci siano ma questo è un altro discorso.
Questo accordo tra la Fondazione Cassa di Risparmio di Torino e la Fondazione Cassa di Risparmio di Verona, che ipotizza la creazione di una holding con contenuti prevalenti, se non assoluti, di carattere finanziario, ha destato una grandissima preoccupazione non solo nel mondo del lavoro, ma anche in quello imprenditoriale, che del credito - come sappiamo - deve servirsi. La preoccupazione è dovuta al possibile spostamento del baricentro degli interessi della Cassa di Risparmio in un'altra Regione. Dato che io ritengo che questa sia una preoccupazione della nostra comunità economica, sociale e forse anche degli indirizzi politici di tutti noi, l'interrogazione chiede conto di questa alleanza. Ci chiediamo se questo sia utile, sia stato utile o se diverrà utile alla nostra economia, agli interessi dei nostri risparmiatori e dei nostri imprenditori.
Solleviamo il problema che forse sarebbe più giusto che le Casse di Risparmio, nel loro principale business, nel loro modo di essere, nelle loro prospettive, rimanessero ancorate alla realtà regionale, collegandosi magari prioritariamente con le Casse di Risparmio che sono nate e radicate in questa nostra Regione.
Solleviamo anche il problema di questo nuovo istituto delle Fondazioni che è nato in maniera molto indefinita circa la sua futura potenzialità di agire. Sappiamo che è un istituto che ha dato molto da pensare e molto da discutere sui reali poteri che si consegnano alle Fondazioni e sul reale controllo che su queste Fondazioni si può poi avere, una volta che queste sono messe in ballo, e sui rapporti tra la Fondazione stessa e gli istituti di credito, problema non ancora risolto. Dal punto di vista del mio partito costituisce un errore sia tecnico che politico, e chiediamo se non si ritenga quindi che queste Casse di Risparmio debbano vedere nella Regione Piemonte un interlocutore che chiede loro di non abbandonare la realtà economica dalla quale sono nate, ma che le rafforzi ed aiuti.
Il discorso, Assessore, lo vorrei estendere anche all'Istituto S.
Paolo, con il quale abbiamo scarsi rapporti. La Regione Piemonte non ha sede ed è estranea alle sedi di indirizzo - l'Assessore ci dirà come della stessa Fondazione. Inoltre, mancano sufficienti rapporti finalizzati ad una sinergia che dovrebbe esserci tra Regione Piemonte ed istituti di credito, perché mi sembra che l'uno o l'altro o tutti e due gli istituti di credito siano alimentati da non irrilevanti risorse da parte della Regione Piemonte, che non si contano in miliardi, ma in migliaia di miliardi che la stessa fa affluire alle casse dei due istituti. Quindi, penso che si debba mettere a fuoco meglio il rapporto tra la Regione Piemonte e questo settore del credito rappresentato da questi due istituti che costituisce il motore la condizione o l'inciampo - se non funziona bene - per la Regione Piemonte per avviare una situazione di rilancio economico senza i quali istituti diventa difficile pensarlo.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio regionale, Picchioni, agli allievi della IV classe del Liceo Scientifico di Ciriè


PRESIDENTE

Prima di dare la parola all'Assessore Gallarini, voglio salutare gli allievi della IV classe del Liceo Scientifico di Ciriè. Si tratta della prima classe che visita quest'aula rinnovata, per cui li ringrazio per la loro presenza, anche perché spero che sia un fatto augurale per i nostri lavori. Grazie.


Argomento: Istituti di credito

Interrogazione n. 710 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea relativa all'accordo tra la Cassa di Risparmio di Torino e la Cassa di Risparmio di Verona (seguito)


PRESIDENTE

Riprendendo l'esame dell'interrogazione n. 710, la parola all'Assessore Gallarini per la risposta.
GALLARINI, Assessore al bilancio Non conoscevo l'interrogazione, però mi presto volentieri visto che sono al corrente di come stanno le cose per avere avuto in capo nel 1996 il rinnovo della convenzione di tesoreria con la Cassa di Risparmio di Torino e l'Istituto S. Paolo. La tesoreria è stata rinnovata, attualmente capofila è la Cassa di Risparmio di Torino per due anni, mentre per gli altri due come da intesa, sarà il S. Paolo.
All'interno di tale convenzione - rispondendo ad un quesito di concetto posto dal Consigliere Chiezzi - sono previste condizioni attraverso le quali esiste la possibilità di un tasso agevolato per quanto riguarda l'imprenditoria. Per la verità finora non c'è stata molta sperimentazione in merito a questo aspetto, ma noi abbiamo cercato di diffondere ed informare il più possibile circa questa potenzialità. Comunque esiste e potremmo fornire eventualmente al Consigliere Chiezzi e a tutti i Consiglieri una copia della convenzione, in modo tale che possano essere chiari i termini al di là dei quali il pool di tesoreria, che è composto da questi due istituti bancari, non solo dà alla Regione un miliardo all'anno (che poi la Regione può ovviamente destinare), ma consente al mondo imprenditoriale di accedere a crediti a tassi di favore. Certo, le agevolazioni non sono consistentissime, ma sono incentivanti.
Quindi i rapporti ci sono, i due istituti fanno parte del pool di tesoreria e, nei limiti del possibile, hanno anche concesso alla Regione delle condizioni di un certo favore per il credito che passa attraverso i loro sportelli.
Per quanto riguarda la questione Cassa di Risparmio di Torino - Cassa di Risparmio di Verona, proprio tre giorni fa il Presidente Filippi mi diceva che, prima di tutto, l'accordo non è ancora stato fatto e, in secondo luogo (dopo che la Cariplo, che finora nel nostro Paese aveva costituito sempre il punto di sintesi delle Casse di Risparmio, si sta rivolgendo per buona parte della propria attività ad altri settori di mercato e ad altri interessi), la Cassa di Risparmio di Torino, sentendo la necessità di trovare dei partner, ha individuato la Cassa di Risparmio di Verona, non perché all'interno della Regione Piemonte non vi siano altre Casse di Risparmio, ma perché le Casse di Risparmio di Cuneo, Asti, ecc.
sono di piccole dimensioni. Pertanto, se l'accordo avvenisse tra la Cassa di Risparmio di Torino e queste ultime, l'aumento del valore aggiunto sarebbe minimo. Invece, la collaborazione Cassa di Risparmio di Torino Cassa di Risparmio di Verona aumenterebbe molto di più il valore aggiunto dato che le masse dei due istituti sono pressoché identiche, anche se la Cassa di Risparmio di Verona è leggermente inferiore per dimensioni. Si ha così la possibilità di creare una sinergia con delle potenzialità notevoli.
Le difficoltà c'erano e ci sono ancora, per cui ad un certo punto siccome nessuna delle due vuole avere il 49% (tutte e due vorrebbero avere il 51% e questa è la ragione pratica per cui finora l'accordo non è andato in porto), si è pensato anche all'eventualità che un terzo istituto (si è fatta l'ipotesi della Banca Popolare di Novara) possa partecipare alla cordata, magari con un'impostazione del 40/40/20 all'interno del 100% delle azioni. Inizialmente questa ipotesi è stata frenata dalle condizioni piuttosto disastrose della Banca Popolare di Novara negli ultimi anni. Per l'ultimo bilancio 1996 ha recuperato molto, soprattutto attraverso tagli al personale (in tutta Italia sono stati praticati grossi tagli agli sportelli periferici). Quindi il bilancio non è risanatissimo, ma si sta avviando verso un risanamento soddisfacente e può anche darsi - diceva Filippi - che si consideri ancora questa possibilità. Queste ipotesi sono ancora oggetto di trattativa e la Regione Piemonte ovviamente non può interferire dal punto di vista né istituzionale né privatistico all'interno di un discorso di questo genere.
Riteniamo quindi che non ci sia assolutamente il pericolo che paventava il Consigliere Chiezzi e cioè che il baricentro venga spostato nei confronti della Cassa di Risparmio di Verona. Non solo questo accordo porterà al mantenimento degli sportelli attuali con il baricentro a Torino come è sempre stato, ma rischi di questo genere non ce ne sono.
Mi rendo conto che forse ho dato una risposta un po' raffazzonata, per ritengo che all'interno di questo raffazzonamento alcuni punti possano tranquillizzare, più che Chiezzi, tutti noi relativamente al fatto che se potenziamento ci sarà, sarà un potenziamento che va in una direzione di interesse per quanto riguarda la società economica piemontese e non invece una soluzione che depotenzia le presenze all'interno della nostra Regione.



PRESIDENTE

Signori Consiglieri, l'argomento è di grandissima importanza. Non credo che questa sia un'interrogazione che si può aggiungere alle altre, perch il congiungimento fra sistema finanziario, sistema economico e sistema istituzionale piemontese tante volte lascia a desiderare, almeno a livello di conoscenza. Io proporrei ai Presidenti dei Gruppi un'audizione con il Presidente della Fondazione della Cassa di Risparmio e il Presidente della Fondazione S. Paolo, proprio perché credo che il Consiglio abbia tutta la titolarità politica per conoscere, al di là delle spiegazioni rese dall'Assessore Gallarini, qual è lo stato dei fatti sia rispetto alla questione della privatizzazione del S. Paolo, sia anche alla possibilità di joint-venture con Verona. Si tratta di un annunzio che potremo formalizzare nell'ambito della Conferenza dei Capigruppo, in quanto credo che questo argomento meriti un supplemento di indagine.
La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Mi dichiaro insoddisfatto della risposta dell'Assessore e condivido l'opportunità di sentire in un'audizione i due vertici delle Fondazioni.



PRESIDENTE

Pregherei pertanto il Presidente della VII Commissione, Scanderebech di prendere formalmente contatti con i Presidenti della Fondazione della Cassa di Risparmio di Torino e la Fondazione S. Paolo.


Argomento: Viabilità

Interrogazione n. 712 dei Consiglieri Cavaliere, Rosso, Rubatto, Saitta Deorsola, Gallarini, Ghiglia, Cotto, Riba e Angeli relativa alla situazione dei lavori sull'Autostrada Torino-Savona


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione n. 712 presentata dai Consiglieri Cavaliere, Rosso, Rubatto, Saitta, Deorsola, Gallarini Ghiglia, Cotto, Riba e Angeli.
Risponde l'Assessore Masaracchio.
MASARACCHIO, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni Non ho qui presenti i quesiti, che andrebbero riletti, comunque mi riferisco a questa interrogazione, citando i quesiti come se fossero numerati.
Circa il primo quesito, sono in corso di costruzione i lotti 2 della tratta Rio Colorè-Stura, 7, 8, 9, 9 bis della tratta Priero-Gay di Monti 13, 14, 15 e 16 della tratta Rivere-Montecala, i cui finanziamenti sono assicurati da precedenti concorsi finanziari dello Stato.
Tenuto conto delle tratte già realizzate (72 km) e di quelle già avviate o di imminente avvio (26,2 km), entro il 1997 risulteranno a doppia carreggiata 98,6 km, ovvero il 78% dell'intera autostrada.
E' stata completata la progettazione esecutiva dei lotti 3, 4, 5 e 6 della tratta Stura-Gay di Monti per i residui 21,3 km, per i quali la legge finanziaria 1997 ha definitivamente assicurato lo stanziamento di L. 400 miliardi in dieci annualità costanti e che permette all'Autostrada Torino Savona di completare il programma di raddoppio nei tempi tecnici previsti dal programma.
Il Governo ha quindi finalmente rispettato gli impegni assunti dal Ministro Di Pietro durante l'incontro tenutosi l'1 ottobre con la Giunta ed il Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE Noi prendiamo atto di ciò che ha dichiarato l'Assessore e anche che i lavori sull'autostrada in oggetto sono diventati una priorità anche nell'impegno governativo.
Volevo però ricordare che c'era stato l'impegno di una comunicazione al Consiglio da parte del Presidente della Giunta sulla situazione complessiva delle società autostradali piemontesi. Ribadisco questa necessità e chiedo al Presidente che calendarizzi con la Giunta questa comunicazione.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza n. 715 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea relativa alla crisi occupazionale presso l'azienda Elcat


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 715, presentata dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea, alla quale risponde ancora l'Assessore Masaracchio.
MASARACCHIO, Assessore al lavoro La Elcat di Bairo Canavese è entrata in crisi con l'intero gruppo operante nella componentistica auto (sedili) sia per la crisi del settore che del rapporto con la Lear Seating che, a causa dei processi di integrazione con la componentistica FIAT, aveva acquisito dalla medesima l'esclusiva della fornitura di sedili.
Occorre sottolineare che la Lear Seating assunse così una posizione dominante trasformando di fatto, pur senza nessuna modifica contrattuale nei rapporti Elcat-FIAT, la Elcat stessa in subfornitore.
In teoria, la Lear Seating avrebbe dovuto subentrare negli impegni di FIAT verso Elcat, ma questo non avvenne, strozzando di fatto finanziariamente questo gruppo.
Una delle motivazioni di questi comportamenti era la difficoltà di rapporto tra le proprietà della Elcat e la FIAT stessa o meglio suoi dirigenti passati successivamente alla Lear Seating che, quando erano ancora in servizio alla FIAT, avrebbero fatto di tutto per acquisire, "a prezzi stracciati", il pacchetto di controllo della Elcat, operazione che fallì per la tenace resistenza della proprietà stessa.
Vista la situazione, la stessa Direzione aziendale pensò che la cessione a terzi del pacchetto azionario avrebbe potuto interrompere la spirale negativa del gruppo, ma ogni trattativa si aren sull'indisponibilità pratica della Lear Seating che, interpretando capziosamente gli accordi di fornitura, sosteneva che non riteneva di essere vincolata ai volumi produttivi a suo tempo concordati tra FIAT ed Elcat.
Nemmeno l'intervento, oltre che della Regione, della Presidenza del Consiglio dei Ministri poté sbloccare la situazione e si giunse, scartando senza comprensibili motivazioni il ricorso alla legge Prodi, ad una dichiarazione di fallimento di dubbia legittimità (anche se poi venne comunque confermato in appello), tanto che la Regione Piemonte si costituì parte ad adiuvandum nel ricorso contro il fallimento intrapreso dalla proprietà.
Dopo questi avvenimenti, prendendo atto dell'irreversibilità della procedura, la Regione si attivò per far sorgere attorno ad un noto ed importante imprenditore dell'Alto Canavese una cordata imprenditoriale che intendeva operare, per superare ogni problema di committenza, in un settore diversificato.
La cordata si formò fornendo al Curatore fallimentare ed al Tribunale tutte le assicurazioni necessarie per poter procedere all'affittanza e riassorbire in varie attività gran parte delle maestranze, fornendo tutte le assicurazioni di successiva acquisizione dell'asta fallimentare.
Su queste basi, che alla Regione parevano serie, non fu possibile raggiungere alcun accordo, perché la Curatela poneva a base dell'operazione una valutazione dello stabilimento molto elevata, in quanto comprensiva di un "avviamento commerciale" solo fittizio, avendo la Lear Seating dichiarato, anche durante la fase concorsuale, che non intendeva comunque trasferire ad un qualsiasi nuovo proprietario alcun volume produttivo. Lo stesso magazzino subiva una valutazione corrispondente alla situazione di azienda in esercizio, a nostro avviso non realistica.
Fallito ogni tentativo di ripresa produttiva, la procedura fallimentare fece il suo corso e si ritiene, a questo punto, improbabile una vendita accorpata tale da permettere una ripresa produttiva in termini brevi.
Non è del tutto da scartare l'ipotesi che l'eventuale acquirente del capannone possa avviare qualche attività in grado di produrre modesti riassorbimenti o comunque nuova occupazione.
Attualmente i lavoratori sono in gran parte in mobilità, dopo aver fruito della legge n. 56; qualcuno ne è già addirittura uscito e si trova in disoccupazione speciale, mentre circa 35/40 lavoratori, su un totale residuo di un centinaio, hanno trovato una nuova occupazione in modo autonomo.
Rimane l'amarezza per l'epilogo negativo di una crisi che probabilmente, mediante una maggiore collaborazione delle varie parti interessate, poteva avere sbocchi positivi.
Da qui traspare quanto di "mestiere" ci sia nel momento in cui talune aziende, andando a fallimento, vengono affidate al Tribunale, e quindi si procede all'affittanza, che consente una concorrenza - io dico, assumendomi tutte le responsabilità politiche del caso - di accaparramento delle stesse aziende.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.
PAPANDREA Questa è una vicenda vecchia; ne avevamo già discusso nel momento in cui, forse, era possibile intervenire per cercare di indirizzare diversamente la crisi di questa azienda.
Dalle poche righe che ha letto l'Assessore derivano dei fatti di una certa gravità, che noi avevamo già rilevato. La crisi è nata non perch l'azienda non era in grado di stare sul mercato, quindi dovuta ad elementi industriali, ma è stata determinata da una crisi di rapporto tra FIAT ed Elcat. La Elcat produceva sedili per auto e in Italia i sedili per auto hanno un unico compratore, la FIAT, la quale nel corso degli anni aveva consolidato il rapporto con la Elcat tanto da garantirle determinati volumi produttivi. Sulla base di quegli accordi erano stati fatti i necessari investimenti, quindi l'azienda ha raggiunto dimensioni notevoli e credo sia utile ricordare che, alla fine, i lavoratori che ci hanno rimesso il posto di lavoro sono centinaia nell'area del Canavese ed oltre mille in tutta Italia, perché la vicenda ha riguardato anche molte altre aziende localizzate in prossimità di altri stabilimenti FIAT (stabilimenti di carrozzeria). Infatti, poiché si tratta di sedili per auto, generalmente le aziende tendono a collocarsi in prossimità del committente finale, dove cioè i sedili vengono montati.
Dicevo prima che la crisi è dovuta ad una crisi di rapporto e al fatto che l'azienda FIAT non ha tollerato una capacità di indipendenza da parte dell'azienda Elcat, la quale non ha accettato una discussione sul costo.
Normalmente la FIAT "strozza", come si suol dire, i fornitori, impone loro dei prezzi utilizzando la sua situazione di assoluto monopolio. In Italia infatti la FIAT è l'unica azienda automobilistica, e non è poi tanto vero che le aziende del settore possono mettersi sul mercato, perché quando si producono, come in questo caso, dei sedili per auto non si possono poi spedire in Spagna o chissà dove, perché i costi di trasporto sono tali per cui o si ha un accordo con quell'azienda o si è destinati a fallire. In questo caso la FIAT per una certa fase ha sviluppato una propria attività nel settore della produzione dei sedili e si è messa quindi in condizione ad un certo punto di fare anche a meno delle consegne di questa ditta e una volta che si è trovata in quella situazione ha imposto la sua legge. Dal momento in cui la Elcat non ha accettato i prezzi della FIAT perché li riteneva fuori mercato, non ha più avuto lavoro e centinaia di lavoratori si sono trovati in questa situazione.
C'è stato poi un tentativo, che non si capisce bene, da parte di dirigenti FIAT in quanto tali o dirigenti FIAT magari in accordo con l'azienda stessa, di comprare per quattro soldi la Elcat che era un'azienda estremamente valida. Questo può anche essere un caso da studiare. Quando si parla del dinamismo delle piccole e medie aziende ci accorgiamo che poi specie in aree come le nostre, le cose sono più complesse, proprio perch la presenza di monopoli, la presenza di grandi aziende che, quando vogliono, fanno proliferare le piccole e medie aziende come proiezione dell'azienda madre stessa, in altri momenti invece decidono i loro destini dicendo che si deve fare altrimenti per cui queste aziende chiudono.
Rimane l'amarezza di questo epilogo. Della questione si sta discutendo anche in Parlamento dove sono giunte delle interpellanze simili a questa quindi noi speriamo che si possa ancora intervenire.
Tra l'altro, la FIAT è un'azienda che riceve costantemente da parte dello Stato aiuti in tutti i momenti. In questi giorni sappiamo del benessere, relativo, che sta godendo la FIAT grazie al provvedimento dello Stato che l'aiuta a vendere le macchine. Aziende come queste, però, proprio perché hanno questi aiuti consistenti da parte della collettività, non possono tenere comportamenti come questo che invece richiedono da parte delle istituzioni una capacità di intervento più forte. Non possiamo permetterci semplicemente di dare e poi di subire atteggiamenti di questo tipo.
Anche quanto sta avvenendo in questi giorni rispetto alle cosiddette assunzioni in FIAT è preoccupante perché io credo che alla fine lo Stato avrà versato qualche centinaio di miliardi, almeno un paio, con il provvedimento sugli aiuti fiscali per 2 mila assunzioni a tempo determinato: il costo di queste assunzioni mi sembra veramente eccessivo.
Le politiche industriali dovrebbero essere maggiormente discusse perch queste aziende che vogliono avere mano libera, poi chiedono sistematicamente di essere aiutate, di essere mantenute dalla collettività.
Non si possono più tollerare certi comportamenti.
Questo è un esempio, ma se si andasse a scavare si scoprirebbe che non è un esempio isolato.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza n. 716 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea ed interrogazione n. 858 del Consigliere Cavaliere relative alla chiusura dello stabilimento Rockwell di Grugliasco (TO)


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame contestuale dell'interpellanza n. 716 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea e dell'interrogazione n. 858 presentata dal Consigliere Cavaliere.
Risponde l'Assessore Masaracchio.
MASARACCHIO, Assessore al lavoro Signor Presidente, colleghi Consiglieri, concordo con la necessità affermata dal Consigliere Cavaliere nell'interrogazione n. 858 e dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea nell'interpellanza n. 716, quando si affrontano i gravi problemi della componentistica e della filiera automobilistica, di andare oltre il caso per caso ed anche di intendere nelle crisi di singole aziende, segnali premonitori, purtroppo negativi sul futuro dell'auto a Torino; segni che d'altra parte stanno crescendo di intensità al punto tale che solo un cieco non li vedrebbe e che smentiscono le rassicurazioni che la FIAT ha dato a tutte le istituzioni locali che fiduciosamente, con qualche eccezione a livello personale, le hanno assunte indipendentemente da quanto sta accadendo attraverso il provvedimento governativo sulla rottamazione, ma anche quanto sta accadendo, a mio avviso, è un fatto del tutto occasionale di cui vedremo le ripercussioni negative appena si saranno esauriti gli effetti del provvedimento.
L'esigenza di strategie globali è evidente ed occorre avviare una specifica riflessione nella Conferenza sull'occupazione già programmata e nel CREL, creando inoltre apposite sedi interistituzionali di confronto.
Per quanto riguarda la Conferenza sull'occupazione, che è meglio definire sull'economia e l'occupazione, ieri presso la sede del CREL si è concordato che entro la fine di maggio e i primi di giugno si potrà attivare quanto è necessario, dopo aver creato le concertazioni utili con tutte le parti sociali e con le varie categorie che concorrono nella valutazione di quanto la Regione può mettere in campo attraverso il suo prodotto di natura finanziaria. Abbiamo recentemente dibattuto il bilancio quindi ci sono anche, seppur limitate, risorse per quanto riguarda il cosiddetto comparto del lavoro.
Anche al di là della grave crisi del mercato interno dell'auto, la globalizzazione della FIAT Auto va assunta come dato inevitabile e quindi affrontata - dicevo - dalle istituzioni locali come un asse portante di un approfondimento attento sullo sviluppo di Torino, dell'area metropolitana torinese, dell'intera Regione a cui insieme alle forze sociali, anche all'Università e al Politecnico, lo stesso Gruppo FIAT a livelli apicali significativi, dovrà contribuire. E' questo un tema di eccezionale peso e vastità tale da non poter essere affrontato in questa sede.
Vogliamo qui solo affermare come il nostro sviluppo dovrà andare verso produzioni di beni e di servizi tali da richiedere livelli di professionalità, di tecnologia, di ricerca, di valore aggiunto tali da permetterci di sfuggire alla tenaglia della concorrenza sia sui livelli higt-tech dei Paesi mitteleuropei, del Giappone, degli Stati Uniti, sia sui livelli delle produzioni di massa dei Paesi emergenti registrando, tra l'altro, la progressiva trasformazione da produttori di beni finali a produttore di beni strumentali complessi.
Sono tendenze che devono concretizzarsi in modo così ampio da garantire alla nostra regione un sostanziale equilibrio della sua bilancia occupazionale. E' del tutto evidente che finora siamo di fronte a limitate esperienze talvolta anche di grande interesse culturale e tecnologico, ma di limitata incidenza quantitativa.
Perché questi limiti? Perché non è possibile avviare un simile processo a livello locale senza disporre come Regione di reali competenze e risorse in campi fondamentali come la ricerca, gli strumenti di politica industriale, ecc.
Perché non è possibile che una trasformazione quantitativa e qualitativa di questo genere possa avvenire in misura rilevante senza che vi partecipino i grandi gruppi finanziari e produttivi presenti nella nostra regione, a partire dal Gruppo FIAT, che ha finora blandito le istituzioni con le rassicurazioni, ma ha evitato ogni confronto più impegnativo.
Questa affermazione non vuole essere un inutile j'accuse, ma un richiamo alla concretezza, poiché il Piemonte è ad una svolta: o parte un nuovo sviluppo di cui anche la FIAT può essere protagonista importante ed apprezzata o le conclamate radici torinesi di questo gruppo sono inutile retorica che non attenua una fase di decadenza che potrebbe essere di lungo periodo e che è già iniziata.
La Rockwell costituisce in questo decadimento un tassello significativo: la crisi della branca italiana è iniziata nel momento in cui questo grande Gruppo multinazionale, presente nella componentistica con stabilimenti in Francia, Spagna, Cecoslovacchia, Cina, Giappone ed Australia, ha rifiutato la cosiddetta filosofia, spesso gestita in modo jugulatorio del c.d. 3x5 (cioè di una contrazione del 15% dei prezzi rateizzati in tre anni), pretendendo una discussione "alla pari" con la FIAT.
Da quel momento sono via via calate le commesse, soprattutto per Grugliasco, esistendo nell'area metropolitana torinese possibilità alternative di rifornimento "just in time".
La crisi ha covato sotto la cenere per almeno tre anni, come dimostra il ricorso alla cassa integrazione, anche se la Direzione europea della Rockwell automotive ha fornito fino all'ultimo rassicurazioni che forse sono state credute con troppa facilità dalle stesse Organizzazioni sindacali.
D'altra parte, la Rockwell di Grugliasco non ha potuto differenziare a livello europeo la committenza, come ha fatto molta componentistica piemontese, trattandosi di uno stabilimento "di area".
L'intervento della Regione è avvenuto in tre fasi: 1) tentare di fare rientrare lo stabilimento Rockwell di Grugliasco nell'ambito di una consistente fornitura FIAT, stimolando la Rockwell a limare i costi al massimo possibile (comunque lontano dalle richieste FIAT) con processi di ristrutturazione, che si sono rivelati inadeguati per gli scorsi finanziamenti provenienti dalla holding, impegnata a ripianare le perdite 2) a crisi aperta tentare perlomeno di identificare le produzioni che non producevano perdite (o risanabili) per mantenere un presidio produttivo.
Purtroppo la decisione della Direzione europea era invece orientata verso la chiusura 3) chiedendo l'intervento del Comitato per il Sostegno all'Occupazione presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri almeno 20 giorni prima della scadenza della procedura di legge. La convocazione è avvenuta nonostante i nostri reiterati solleciti, a procedura conclusa con i lavoratori già collocati in mobilità e la situazione sostanzialmente irreversibile.
Questo ritardo ha determinato anche la perdita di un'opportunità forse possibile: fare precedere la messa in mobilità dei lavoratori da 12/24 mesi di cassa integrazione straordinaria per crisi aziendale con il corrispondente periodo di anzianità previdenziale, seppur figurativo, che avrebbe permesso ad un maggior numero di lavoratori di agganciarsi ai prepensionamenti.
Attualmente i lavoratori in mobilità sono una sessantina, avendo almeno altrettanto trovato sistemazioni lavorative o comunque raggiunto il pensionamento.
Metto a disposizione dei Consiglieri interpellanti copia di questa risposta.
Tutti i colleghi avranno notato che, nel dare la risposta, ho voluto dare delle motivazioni di interpretazione politica dei fatti dell'economia piemontese, dentro cui insiste tutta la grossa partita della FIAT.



PRESIDENTE

Il Consigliere Papandrea è soddisfatto? PAPANDREA Il problema non è tanto della soddisfazione che possiamo avere noi purtroppo, il problema è che - come ricordava l'Assessore - alla fine registriamo perdite di posti di lavoro, licenziamenti. Di conseguenza, non possiamo mai essere soddisfatti, anche se prendiamo atto delle risposte che ci vengono date.
Primo ho parlato della vicenda Elcat; certo non avevo preventivato che immediatamente dopo si sarebbe discusso di un caso del tutto analogo perché anche qui si tratta di un'azienda dell'indotto FIAT. Una grande azienda dell'indotto FIAT, perché rispetto all'Elcat, azienda pure di grandi dimensioni, ma comunque molto più modeste rispetto alla FIAT stessa in questo caso siamo di fronte ad un gruppo multinazionale di dimensioni notevoli e non ad uno dei tanti piccoli o medi committenti con cui la FIAT ha a che fare.
E' utile però sapere - magari non tutti lo sanno - che l'azienda in questione precedentemente era FIAT, cioè l'azienda che è stata chiusa era un'azienda della FIAT e che la FIAT ha venduto alla Rockwell. Assistiamo spesso a passaggi di proprietà all'esterno del corpo di un'azienda dentro un processo che viene presentato come una forma di razionalizzazione, di maggiore capacità di questo settore di stare sul mercato; invece questi passaggi troppo spesso diventano il preludio di una successiva chiusura.
L'azienda madre, la FIAT, ha difficoltà ad attuare un processo di espulsione dei lavoratori, perché magari attraverso strumenti contrattuali si può trovare il modo di collocare le persone in altre aziende del gruppo ma una volta avvenuto il passaggio, l'espulsione rappresenta l'unica strada, non essendovi più quella possibilità che era quasi automatica, che era una conseguenza logica finché si rimaneva nel gruppo FIAT.
Quindi si fa un piano industriale che viene presentato come valido ed efficace; l'azienda viene messa fuori dalla FIAT stessa, viene venduta, e diventa una proprietà nuova, oltretutto una proprietà di una multinazionale americana, su cui ovviamente è difficilissimo poter fare dei controlli trattandosi di un padrone lontano, con cui non si può trattare, anche se c'è una direzione europea. In questo modo si può licenziare più facilmente ma per i lavoratori è lo stesso, anzi è peggio, perché in questo caso è più difficile lottare per la salvaguardia dei posti di lavoro.
Io credo che i rapporti storici tra Rockwell e FIAT, che non sono degli ultimi anni, ma sono consolidati, possono anche far pensare che certe cose avvengono non del tutto per caso e che magari fin dall'inizio fosse in qualche modo preventivato questo tipo di sbocco. Quindi ancora una volta ci troviamo di fronte a responsabilità della FIAT nei confronti dell'indotto in questo caso maggiori perché è un indotto che ha creato lei stessa: ai lavoratori che aveva collocato presso un'altra azienda ha dato questo tipo di soluzione.
Abbiamo un'altra similitudine con il caso Elcat. Anche qui la FIAT pure nei confronti di un'azienda delle dimensioni della Rockwell, vuole imporre i prezzi, dicendo: "Ogni anno dovete ridurre i prezzi del 5%".
Tutti sappiamo che la FIAT non fa così, la FIAT non riduce i prezzi delle macchine ogni anno del 5%; credo che proprio ieri li abbia aumentati dell',1,6% e comunque i prezzi delle macchine aumentano, ce ne accorgiamo ogni volta. Invece la FIAT, nei confronti delle aziende dell'indotto, ha questa politica: "Quest'anno dovete darci il prodotto al 5% in meno" politica che abbiamo visto cosa ha voluto significare per la Elcat e vediamo cosa significa in questo caso.
Certo, la Rockwell non chiude, perché è un'azienda di enormi dimensioni, però la Rockwell di Grugliasco sì. La Rockwell di Grugliasco chiude e i lavoratori di Grugliasco si ritrovano in quella situazione, tra l'altro in un'area (area ovest di Torino) già appesantita dalla crisi industriale (Mandelli, ecc.) e in un settore in cui il livello di disoccupazione è già elevato.
Questa politica dell'azienda FIAT nei confronti dell'indotto io credo che sia molto preoccupante, perché adesso la Rockwell ha potuto dire: "Io non ci sto" e quindi chiude (le conseguenze sociali le pagano altri), per c'è qualche azienda che ha accettato i prezzi imposti dalla FIAT. Prezzi che determinano il ricorso al lavoro nero e a condizioni di lavoro molto negative, perché chi è obbligato a competere con quei prezzi si rifà sui lavoratori e, a mio avviso, si rifà anche sul prodotto.
Penso che questo tipo di politica rappresenti una delle cause per cui la qualità del prodotto FIAT in Europa non sia ai primi posti, non sia considerata a livello delle concorrenti. Si cerca di scaricare all'esterno tutta una serie di costi: è chiaro che poi i piccoli o medi imprenditori obbligati a subire i prezzi della FIAT si rifaranno sulle condizioni dei lavoratori, il che è molto negativo, e sulla qualità del prodotto, il che è altrettanto negativo. Alla lunga, questa, rischia di essere una politica industriale miope, e sono convinto che l'immagine FIAT negativa come qualità di prodotto sia dovuta anche a questo tipo di scelte.
Sono queste le considerazioni che volevo fare; certo non risolvono l'amarezza dei lavoratori che, anche in questo caso, non hanno visto risolta la loro crisi.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 1106 del Consigliere Cavaliere relativa all'informatizzazione nel settore della sanità


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 1106 presentata dal Consigliere Cavaliere, cui risponde l'Assessore D'Ambrosio.
D'AMBROSIO, Assessore alla sanità Cortesi colleghi, non sfugge a nessuno l'importanza dell'informatizzazione nel settore della sanità, soprattutto della sanità del 2000 che nell'informatizzazione deve trovare un supporto indispensabile.
Cos'è stato fatto attualmente dal mio Assessorato, vista l'urgenza e la necessità dell'informatizzazione? Il nostro referente, il CSI, ha dato, per quanto gli è possibile, risposte sufficienti, ma non ottimali, soprattutto per le carenze che esistono a livello di UU.SS.LL., ma anche di Assessorato. In realtà il CSI non ha avuto delle domande precise a cui rispondere e io, un mese fa, ho ritenuto di incaricare due esperti di informatica per avere un quadro completo dell'informatizzazione della sanità. E' chiaro che l'unico referente informatico è il CSI. Nel frattempo penso che questo sia stato il motivo che ha indotto il Consigliere a presentare l'interrogazione - è stato presentato dalle Organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative dei medici di medicina generale un progetto per l'informatizzazione degli studi dei medici di base.
Ad oggi questa è la situazione della quale io posso rispondere. Quindi c'è un progetto per l'informatizzazione dei medici di base ed è chiaro che il nostro unico referente informatico è il CSI. Nel momento in cui si deciderà noi incaricheremo il CSI, il quale avrà poi la possibilità di portare avanti il progetto o eventualmente di renderne partecipe la RTP stessa.



PEANO PIERGIORGIO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE Non è stata fornita risposta a due o tre quesiti importanti, cioè come si considera il contributo di quasi 1 miliardo al Centro di supercalcolo Piemonte, la nomina del Presidente del CSI e la nomina del signor Bonesso alla Finpiemonte.



PRESIDENTE

L'Assessore vuole aggiungere altro? Prego, Assessore.
D'AMBROSIO, Assessore alla sanità Le richieste sono giustissime, ma le risposte non competono al sottoscritto. Per quanto riguarda una parte, deve rispondere l'Assessore Leo e, per l'altra parte, deve rispondere il Presidente. Non è certo di mia competenza rispondere a queste domande, ancorché giuste nella formulazione.



PRESIDENTE

Quindi mi pare che l'interrogazione non abbia avuto risposta. Ne rimandiamo pertanto l'esame alla prossima riunione, per dare agli Assessori competenti la possibilità di rispondere.
CAVALIERE Signor Presidente, non rimandiamo alla prossima volta perché nella riunione dei Capigruppo è stato stabilito che si sarebbe risposto oggi. La Giunta si è impegnata a rispondere, quindi risponda chi creda più opportuno nelle parti che può rispondere.



PRESIDENTE

Mi consente di conferire un attimo con il Vicepresidente della Giunta Majorino? Consigliere Cavaliere, l'assenza del Presidente Ghigo impedisce di dare una risposta esaustiva alla sua interrogazione. Se ritiene, sarà discussa come primo punto all'o.d.g. nella prossima riunione, in quanto il Vicepresidente Majorino, non essendo di sua competenza, non è in grado di rispondere. E' d'accordo? CAVALIERE Subisco.



PRESIDENTE

La ringrazio.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento: Cultura: argomenti non sopra specificati

Esame ordine del giorno n. 435 relativo agli adolescenti disadattati Creazione sedi alternative alle sale giochi


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 435, presentato dai Consiglieri Spagnuolo, Saitta, Cotto, Casari, Manica, Bortolin, Ferrero Angeli, Suino, Simonetti, Chiezzi, Leo, Minervini e Foco, di cui al punto 21) all'o.d.g.
La discussione di tale punto viene anticipata, in quanto sono presenti in aula gli alunni di Cirié.
La parola alla Consigliera Spagnuolo per l'illustrazione dell'ordine del giorno.
SPAGNUOLO Grazie, Presidente. L'ordine del giorno n. 435 vuole segnalare la gravissima questione della proliferazione dei videogame, che stanno diventando sempre più gli interlocutori diretti dei giovani, soprattutto nelle fasce inferiori di età. Infatti ci sono scolari, molte sovente di scuola media, che trascorrono ore ed ore nelle sale giochi, nelle quali si ritrovano soli di fronte ad una macchina. In questo modo assistiamo all'evoluzione, in termini assolutamente negativi ed antieducativi, di giochi che portano i ragazzi ad uno sviluppo incontrollato della violenza e a misurarsi con situazioni di pornografia sempre più ampie e gravi. Il tutto in una situazione di assoluta mancanza di controlli e senza una discussione che dovrebbe avvenire probabilmente nelle scuole e nelle famiglie.
Si tratta di una condizione di libertà un po' senza regole e senza freni, per cui i giovani si trovano a misurarsi con gli istinti, anzi, sono anche premiati nel momento in cui riescono a dare uno sviluppo ed un seguito a manifestazioni di violenza e di sopraffazione. I giornali sono pieni di titoli di questo tipo: "Novità in sala giochi: lo spogliarello virtuale", "Ragazzo uccide la propria madre perché nega i soldi per la sala giochi", "Rapina per i videogame", "Dacci i soldi per giocare". Ci rendiamo conto che queste sono punte di esasperazione e non rappresentano certo la normalità del rapporto con il videogioco. Quello che ci preoccupa è che stanno venendo sempre più avanti dei videogiochi che sviluppano la pornografia fine a se stessa, ponendo il ragazzo solo rispetto a questo fenomeno, oppure sviluppano gli istinti della sopraffazione verso l'uomo: ci sono giochi che invitano ad uccidere un uomo che già è ferito gravemente, si è premiati a seconda di quanti uomini si riesce ad uccidere quindi una situazione di profonda immoralità nella quale i giovani sono soli.
Non voglio assolutamente togliere spazio al dibattito, ma credo che ci dobbiamo porre rispetto a questo fenomeno, come dovrebbero fare la scuola e le famiglie, coinvolgendo i ragazzi stessi. E' evidente che si devono fare delle riflessioni.
Oggi si parla molto di prevenzione. Recentemente si è svolto un dibattito nel quale è stato posto il problema del disadattamento giovanile dell'esigenza di progetti di prevenzione; abbiamo posto il problema dell'aggregazione di giovani, dello stanziare anche dei fondi per lo sviluppo di biblioteche e di sedi alternative decentrate. In realtà, ci troviamo con un numero sempre più elevato di ragazzi che nell'inserirsi nel mercato dei videogame, si trovano soli ed indifesi, senza un supporto e senza un ausilio da parte di chi invece avrebbe il dovere di aiutarli.
L'ordine del giorno non parla di censure in maniera esplicita, ma esprime una condanna verso questi giochi che certamente non aiutano i ragazzi e non consentono loro nemmeno di sviluppare una capacità di discernimento rispetto a determinati sentimenti che dovrebbero invece essere valutati. A tal fine, si dovrebbe attuare tutta una serie di azioni e di interventi di supporto educativo e pedagogico.
Quindi noi poniamo il problema: che cosa fare di fronte a tutto questo? Come può intervenire la scuola? E noi, come Regione, come possiamo intervenire? Quali progetti in termini concreti di prevenzione possiamo fare noi per i giovani? Esiste poi un altro livello di intervento. Al punto 3) del nostro documento chiediamo che venga istituita una sede nazionale di riflessione intorno a questo argomento per l'esame e la selezione di questi videogame prima della loro immissione in commercio, sulla base del loro valore educativo. Infatti, ci rendiamo conto che l'accesso a queste sale giochi viene regolato in maniera assolutamente marginale; dovrebbero esserci dei controlli rispetto agli orari e all'età, ma questo non viene fatto.
L'ordine del giorno - poi interverranno anche gli altri colleghi - è orientato non ad una repressione tout court, ma ad un coinvolgimento di tipo legislativo ed anche di coloro che hanno responsabilità rispetto alle varie componenti e rispetto all'educazione dei giovani, affinch nell'evoluzione di questi giochi, che hanno come fine ultimo il profitto ci sia un'attenzione collettiva. Questo è il problema, verso il quale abbiamo delle responsabilità. E dunque, che cosa possiamo fare come Regione, anche in relazione alla presenza dei molti giovani e degli insegnanti che ci stanno ascoltando in questo momento? Voglio inoltre fare una proposta, che non è contenuta nell'ordine del giorno, ma che credo debba essere la base del nostro impegno e della nostra attenzione. Chiedo, a chi ha competenza nella Giunta (all'Assessore alla cultura, ai Gruppi consiliari, al Presidente della Giunta, che ha la competenza relativamente al programma giovani) di avviare, come Consiglio un'iniziativa di riflessione in ordine a queste tematiche, coinvolgendo il Provveditorato agli Studi, gli insegnanti, gli educatori, per capire anche quali sono i riflessi sociali oltre che culturali.
Evidentemente i giovani, attraverso questi giochi, si danno anche delle risposte, che magari noi siamo convinti siano delle risposte sbagliate e rispetto alle quali dobbiamo intervenire. In questo senso bisogna far parlare i ragazzi, per capire, rispetto a questo fenomeno, che viene strumentalizzato (pensiamo, ad esempio, che sono stati creati immediatamente dei giochi che riproducono la vicenda folle del lancio dei sassi di Tortona), come intervenire.
Occorre analizzare questo fenomeno, capirlo, bloccarlo là dove è necessario, ma soprattutto occorre ragionare, non da soli come adulti, ma coinvolgendo il mondo dei giovani e degli insegnanti, perché è un fenomeno che, se lasciato a se stesso, risponde a delle logiche che si ritorcono contro i giovani e il loro diritto a costruirsi una giovinezza serena.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.
BORTOLIN E' fuor di dubbio che l'aspetto e le problematiche affrontate nell'ordine del giorno fanno parte di quel complesso problema che vede nell'espressione del disagio giovanile una delle punte dell'iceberg che noi dobbiamo affrontare e per le quali non abbiamo grandi mezzi, se non il tentativo di sperimentare un modo nuovo di organizzare la nostra società, a cominciare dalla scuola, dai luoghi dove naturalmente dovrebbe svolgersi l'attività culturale, di apprendimento, dai luoghi in cui tutti noi, e in particolare i giovani, dovremmo trovare momenti di soddisfazione nel tempo libero.
E' altrettanto fuor di dubbio che viviamo in un periodo di grandi rivolgimenti, non soltanto a livello politico, ma anche di organizzazione della vita della nostra società. Valori come quelli, ad esempio, della fruizione del verde, del piacere di stare insieme, dello sviluppare capacità di essere generosi, di essere curiosi, di essere amorevoli nei confronti del prossimo, e di avere coraggio anche intellettuale sono possibilità che vengono offerte sempre meno.
In particolare, i nostri giovani sono sempre più attratti dal soddisfacimento facile di problemi e di disagi, che a loro volta si esprimono nell'avvicinarsi a quella devianza di cui abbiamo discusso tante volte e che vede una forte propensione all'uso di droghe, ma anche alla frequentazione delle sale giochi per trascorrere il proprio tempo libero rinchiusi in locali che diventano dei veri e propri luoghi di abbruttimento. Uso questo termine perché, allorquando un giovane vive all'interno di una sala giochi 2-3-4 ore quotidiane, credo non si possa che parlare di vero e proprio abbruttimento e di mancanza di capacità di rapporto a livello sociale.
Dialogano, ma con Internet; parlano di sentimenti, ma attraverso il computer; giocano, ma con i videogame, da soli. A nostro parere, questo problema va affrontato complessivamente, coinvolgendo più soggetti, e mi spiace che non vi sia il Presidente della Giunta, perché delegato a livello del governo della Regione all'impegno della realizzazione e dell'attuazione della legge sui giovani.
Io non credo che possiamo, Assessore alla cultura, convocare semplicemente i Provveditori agli Studi e fare insieme un progetto che veda un intervento diverso nella scuola. Questo è sì importante - dovremo anche farlo in previsione dei grossi cambiamenti che si stanno prefigurando a livello di Governo nazionale e in considerazione del fatto che il Ministro Berlinguer ha avviato una fase di consultazioni su una proposta molto interessante per la riforma della scuola, che dovrebbe produrre poi una legge del nostro Parlamento - ma credo che sia necessario convocare i Provveditori anche per discutere con loro dell'utilizzo dell'enorme patrimonio che insieme abbiamo costruito. Parlo delle palestre, delle biblioteche delle scuole, dei nuovi mezzi, delle moderne tecnologie di cui vogliamo le nostre scuole siano dotate (e lo sono) e che al momento della chiusura, al termine dell'orario scolastico vengono chiuse a chiave e rese inutilizzabili per tutto il resto della giornata e per il complesso della società.
Io non so se qualcuno di noi, come amministratore locale, abbia provato a proporre dei programmi di utilizzazione di questi luoghi e a confrontarsi con la scuola (Provveditorati, Presidi, Direttori didattici); credo che in ogni caso abbia trovato - e parlo di amministratori, non di ragazzi - la totale chiusura nei confronti di qualsiasi discorso di utilizzo di questi luoghi.
Non parliamo poi a fini sociali: perché la laurea di un ragazzo che è stato allievo di un istituto e che magari ha mantenuto con l'istituto un buon rapporto non può essere festeggiata nell'aula magna della scuola? Perché una festa di Carnevale deve essere per forza organizzata in una discoteca, con i rischi e con i problemi che le discoteche pongono e gli orari che obbligano a rispettare e non in una palestra o in un salone della scuola, con tutte le garanzie che certamente da una parte e dall'altra devono essere date? Perché non rendere le biblioteche scolastiche luoghi dove i giovani possono non solo studiare, ma anche discutere e confrontarsi oltre l'orario della scuola, oltre la scuola, imparando a stare insieme davvero a sviluppare quel sentimento di amore e di solidarietà nei confronti degli altri, di chi è più dotato dal punto di vista dell'intelletto e di chi è meno dotato, un mutuo aiuto per procedere insieme nell'ambito dell'apprendimento? Nel nostro Paese, e credo complessivamente nelle città e nei paesi della nostra Regione, disponiamo di un patrimonio immenso in questo senso possiamo offrire a questi ragazzi l'opportunità di vivere in modo diverso la realtà della scuola. Disponiamo anche di luoghi dove i minori di 14 anni non devono necessariamente fingere di avere qualche anno in più per andare ad utilizzare un computer che diversamente non potrebbero utilizzare.
Organizziamo le sale delle biblioteche pubbliche, non solo quelle scolastiche; organizziamo i luoghi che abbiamo, non per fare soltanto assistenza o attenzione nei confronti di coloro che esprimono problematiche, ma sviluppiamo la possibilità di fruire di questi luoghi per farne davvero luoghi di socializzazione, di cultura, di dibattito, di incontro, ma anche di festa.
La Consigliera Spagnuolo ricordava anche i problemi legati all'apprendimento sessuale, all'avvio di un rapporto con l'altro sesso da parte dei giovani. Certamente lo spogliarello o il sesso virtuale non risolve questi problemi, ma io voglio ricordare al Consiglio regionale che da almeno un anno e mezzo giace in Commissione una proposta di legge che chiede alla Regione Piemonte di interagire con altri soggetti per avviare quell'opera necessaria, indispensabile, di insegnamento, anche a livello scolastico, dell'educazione e dell'informazione sessuale. Forse anche attraverso questa via noi possiamo risolvere problemi che oggi altri risolvono facendo ancora una volta del giovane oggetto di profitto sfruttando la voglia, la curiosità, la necessità che il giovane ha comunque di stare fuori dalla casa e di vivere in questa società che gli è il più delle volte nemica, sfruttandolo al fine, appunto, di guadagno personale.
Non si chiede un ulteriore impegno in campo finanziario, quanto piuttosto un impegno politico, culturale, di espressa volontà di operare nei confronti di questi problemi; credo che come Consiglio regionale si possa fare davvero molto in questo senso.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.
SIMONETTI Ringrazio i colleghi intervenuti con i quali in parte mi trovo d'accordo.
Io, essendo giovane, vivo saltuariamente anche l'esperienza delle sale giochi e delle discoteche; non credo che la sala giochi di per sé possa essere nociva ed in modo drammatico al giovane in quanto tale. Se le sale giochi sono nate e i giovani si trovano ad andarci è perché c'era questa esigenza da parte del tessuto giovanile, dei giovani di oggi, i quali sono diversificati, e io non vorrei avere un'immagine prototipo, ideale, di un giovane che è il giovane studente che va in biblioteca. I giovani oggi giustamente e necessariamente, hanno delle esigenze diverse, per cui hanno l'esigenza del gioco, di frequentare dei luoghi di aggregazione come i circoli, ma anche le strade e le discoteche. Questo è un problema che ha investito la cultura e che gran parte di noi ha contribuito, purtroppo, a fare in modo che fosse così: si è creata una società e una cultura dell'immagine, una cultura della violenza, una cultura per cui si impone l'immagine perfetta di un giovane, non solo nel monitor di un videogioco e quindi di una sala giochi, ma anche in un orario assolutamente accessibile a tutti (ore 20,30) su un film ad alta visione, con immagini di violenza e di stupro, di un rapporto perverso con la sessualità, con le persone dell'altro sesso, di un rapporto diverso tra i forti e i deboli.
Questa cultura in qualche modo ha imposto e stimolato un treno ad alta velocità che va verso la violenza e quindi verso un diverso rapporto tra le nuove generazioni e quelle più anziane, quindi il rapporto tra giovani e anziani.
Questo ordine del giorno ha preso come esempio dei fatti di denuncia drammatica che si sono effettivamente verificati e che rispondono anche ad una perdita complessiva dei valori delle nuove generazioni. In questo senso è necessario attuare e prendere qui - mi rivolgo in particolare all'Assessore Leo - impegni concreti affinché si possano sottolineare i primi due punti del documento, secondo me i più importanti e qualificanti rilanciando le sedi naturali della cultura, e quindi, come dicevano già gli altri colleghi prima di me, le biblioteche e i luoghi della scuola dove i giovani possano svolgere altre attività oltre a quella meramente istituzionale e didattica. Per esempio, inserire l'educazione sessuale nelle scuole, per cui dalla base dell'informazione i giovani possono anche affrontare in modo diverso il problema della sessualità che nell'adolescenza è una delle questioni fondamentali su cui si sviluppano poi i rapporti con gli altri, quindi i rapporti sociali.
Non solo; occorre, io ritengo, studiare un intervento, chiamiamolo "emergenza giovani", "emergenza minori", sul territorio per predisporre dei programmi rivolti alle realtà giovanili, ma che rispondano alle attese e alle necessità che i giovani di oggi hanno, per cui io ritengo sia fondamentale anche potenziare ed ampliare le biblioteche. D'altro lato però, mi pongo anche un problema: le esigenze, le necessità, le attese dei giovani possono essere non solo leggere, ma per esempio trovare un luogo dove fare musica, dove trovare aggregazione. E non è possibile che in una società che dovrebbe perlomeno porsi un'evoluzione culturale, questi luoghi non esistano! Nella città di Torino, o se vogliamo l'area metropolitana esistono pochissimi spazi dove i giovani possono aggregarsi e fare musica per cui è necessario ricorrere a strutture private per avere la disponibilità di spazi.
Invito l'Assessore Leo a portare, eventualmente in sede di Commissione cultura, la predisposizione di interventi in questa direzione, che possono partire dal teatro di strada, dal coinvolgimento della cultura nella gente per le periferie, ma che devono anche rivolgersi ad altri settori come quello musicale, tentando con interventi istituzionali di sostituire quelle sedi che sono le sale giochi, ma che inevitabilmente ci sono e che però, se da un lato rispondono alle curiosità dei giovani, dall'altro a mio parere non sono un luogo di socializzazione, per cui il singolo individuo (ragazza o ragazzo che sia) si trova comunque ad interloquire con una macchina, con uno spazio, per cui non sono nemmeno dei luoghi di socializzazione.
Ecco, rilanciamo questo tema ed evitiamo che esista questa forte necessità di ricorrere a quelle strutture che sono per esempio i videogame che non solo non sono luoghi di socializzazione, ma in altri casi - come abbiamo visto in casi eclatanti e drammatici - addirittura stimolano la violenza delle persone, in questo caso dei giovani.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.
GHIGLIA Il Gruppo di Alleanza Nazionale voterà a favore di questo ordine del giorno, anche se ne condivide solo in parte le premesse e le conclusioni.
Dobbiamo fare un passo indietro. La collega Simonetti prima diceva: "Io sono giovane". Io non posso più dirlo, perché ho trentuno anni suonati, ma lo sono stato fino a pochi anni fa e ho un po' di esperienza di giovani essendo stato fino a tre anni fa Vicesegretario nazionale dell'organizzazione giovanile del mio partito.
I giovani vivono l'attualità. L'attualità è fatta, oggi, di un mondo sempre più virtuale, per quanto riguarda i giochi, di un mondo sempre più telematico ed informatico, di apparecchiature ed innovazioni tecnologiche che stanno entrando nella vita di tutti noi ogni giorno, e ci stanno entrando con prepotenza.
Io, che continuo a leggere Topolino perché lo trovo comunque istruttivo e perché mi piace, guardo con preoccupazione il fatto che nelle edicole si inizino a trovare, ad esempio, dei Cd-Rom con i cartoni animati, perch questo significa che il bambino che guarda il cartone animato non solo e non tanto accende la televisione (che già di per sé potrebbe essere dannosa, oltre un certo monte ore quotidiano), ma addirittura prende un dischetto e ha già la capacità - tremenda, per un bambino piccolo di fare una cosa così - di infilarlo in un computer o in un hard-disk e di attivarlo (per questo lo invidio, oltre a provare dei complessi di colpa per la mia discreta ignoranza in materia): ha la capacità - per usare un brutto termine, ma anche questo di attualità - di interagire con questo strumento.
Il problema delle sale giochi, a questo punto, diventa assolutamente relativo, perché i videogame, quelli di violenza, di sesso, di stupro, di guerra, di morte e quant'altro ci sono in tutte le edicole, ci sono in tutti i negozi specializzati. La sala giochi in sé è un'impresa come tante altre, come quelli che vendono armi o, per i tendenti all'obesità come me come le pasticcerie, cioè rappresentano un pericolo. Ma un pericolo che è ormai diffuso. Infatti non esiste più la sala giochi come momento strumento, vettore del peccato o del principio perverso per cui le giovani generazioni si occupano o occupano gran parte del loro tempo con questi giochi virtuali. Questi giochi esistono e sono diffusi ovunque. Normative a tutela dei più giovani in questo campo o normative - facciamo per attenzione - di censura in questo campo non ne esistono, come non ne esistono ad esempio nei fumetti, e questo è un altro fatto estremamente preoccupante. Infatti, credo che in un ordine del giorno si potrebbero fare richieste analoghe sui fumetti.
Quando ero piccolo (o giovane) leggevo l'Intrepido e il Monello, oltre che Topolino; leggevo anche Tex Willer, Zagor, Mister No, il Grande Black e il Comandante Mark...



PRESIDENTE

E' uno sfoggio della sua cultura giovanile! GHIGLIA E' l'unica cultura che ho assunto in tanti anni e poi è una captatio benevolentiae nei confronti dell'Assessore Leo, che è un altro appassionato di fumetti.
Dicevo, l'Intrepido e il Monello erano fumetti in cui c'erano storie di ordinaria violenza: vi erano scontri tra cow-boy e indiani; c'era il detective che risolveva tutto e ogni tanto ammazzava qualcuno; c'era lo scontro metropolitano tra la polizia e le bande di aggressori, ecc. Già allora, avessimo voluto, lo stesso Tex Willer non è mai stato un campione "dalemiano" di buonismo. Tex Willer era uno tosto, cattivo, picchiava sparava, ne faceva di tutti i colori.
Ho riletto per curiosità l'Intrepido e il Monello dopo tanto tempo durante il quale mi sono occupato di altre cose, e ho letto anche altre riviste destinate ad un pubblico di giovani o giovanissimi, per acquistare le quali non c'è un'età minima; sono, ad esempio, Skorpio e Lancio Story più altre che non sto a citare. Ebbene, io non sono assolutamente un bacchettone né un moralista, ma quando ho letto questi fumetti devo dire che mi sono un pochino spaventato.
Quando frequentavo le caserme della Repubblica (nel senso che ho fatto il militare) c'erano giornalacci di vario tipo, con nomi che non sto qui a ripetere perché sono contro la decenza. Questi giornalacci o giornalini pornografici, un po' osé, avevano dei nomi inequivocabili, la loro vendita era vietata, e i militari che ovviamente in caserma si alienavano, ne compravano in gran copia e quindi tutti noi ne eravamo dei consumatori.
Tuttavia, questi giornali, anche in tema di violenza sessuale o di cultura dell'abuso e della violenza in genere, non erano assolutamente nulla nei confronti dei fumetti di oggi.
I fumetti di oggi (Skorpio, Lancio Story, Monello, ecc.) sono assolutamente terrificanti: ci sono squartamenti, violenze di ogni tipo sangue, cervelli che sprizzano, occhi che cadono e così via. Lo dico perch è una preoccupazione sincera, e mi chiedo: io che oggi ho, ahimè...



PRESIDENTE

Scusate, Consiglieri, a me pare che questo dibattito sia interessantissimo, per cui dimostriamo attenzione, anche nei confronti di coloro che ci vedono e ci ascoltano.
Mi sembra che questo argomento abbia veramente un taglio sociale culturale, sociologico che merita tutta l'attenzione del Consiglio.
GHIGLIA Grazie, Presidente.
Dicevo, io che leggevo questi fumetti quando avevo dodici o tredici anni, non so come il bambino di dieci, undici, dodici anni possa recepire delle storie così. A parte il fatto che si tratta di storie tutte improntate al pessimismo, molte volte all'era post-atomica, in un mondo decivilizzato, un mondo di distruzione, un mondo di ratti, di fogne, di periferie suburbane, quindi con un immaginario collettivo di per s terrificante, dove ci sono delle manifestazioni di violenza che neanche le menti più perverse o pervertite avrebbero potuto immaginare.
Fra alcuni - pochi - libri che ho letto, cito ad esempio (proprio come paragone) "Le centoventi giornate di Sodoma" di un certo De Sade, che è considerato comunque un classico della letteratura ed è un classico della chiamiamola così - cripto-pornografia o del cripto-erotismo, con delle fantasie morbose indecenti, che tuttavia non arrivano neanche a sfiorare quelle che oggi sono le fantasie, evidentemente morbose, degli autori di fumetti. Ma sto un po' sviando sul tema.
Tutto questo per dire, cari colleghi, che forse il passo indietro lo dobbiamo fare tutti, e dico una banalità: è il ritorno alla famiglia, il ritorno ai valori della famiglia, il ritorno ad un'impostazione che anche la scuola deve fornire di preparazione, di predisposizione delle giovani generazioni, ma non tanto a non giocare ai videogame, a non recarsi nelle sale giochi e a non leggere i fumettacci (che potrebbe già essere una buona cosa), ma che è un invito almeno allo studio critico. Perché, ad esempio nelle classi non si leggono assieme ogni tanto, visto che si occupa tanto tempo, dei fumetti di questo tipo, per vedere le reazioni dei giovani, per sentire cosa ne pensano, per sentire anche i sentimenti, magari scritti magari anonimi, su questi fumetti.
Io non sono così convinto che ci sia un legame tra la violenza che scoppia, facciamo l'esempio, dai sassi del cavalcavia di Tortona piuttosto che quella della curva sud di qualche squadra; non sono convinto che ci siano dei collegamenti, perché da piccolo giocavo anch'io con mitra pistole e spade (a quell'epoca spade di Sandokan oppure di Zorro, versione girata negli anni '50/'60), anche allora la gente si ammazzava, si sparavano tutti, c'erano i superboom, le pistole che facevano anche il rumore, oltre che la puzza. Ma pochi, una parte marginale di noi è diventata poi delinquente abituale, serial-killer o quant'altro.
In sostanza, il mio timore è, nel tentativo censorio, di andare oltre.
Allora il tentativo che a nostro avviso noi dobbiamo fare è innanzitutto far decollare presto la legge sulla famiglia che la Giunta ha presentato e che anche i Gruppi della minoranza hanno presentato, perché è il primo posto in cui i giovani - ed è l'unica salvaguardia che possiamo dare loro possono assumersi, conformarsi, avere una coscienza critica. Noi abbiamo un unico compito, che non è quello di censurare, ma quello di aiutare e di invitare le giovani generazioni a pensare, a riflettere criticamente e a formarsi una coscienza per poter discernere da soli qual è il bene e quale il male, senza criminalizzare nessuno e soprattutto senza tentare di andare contro un mondo che è quello dei videogame, delle sale giochi, dei Cd-Rom dell'informatica e della telematica, che mettono in discussione il nostro stesso modello di sviluppo, che mettono in discussione il sistema capitalistico, che mettono in discussione la nostra stessa quotidianità e soprattutto il nostro futuro mediato ed immediato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.
SAITTA Questo ordine del giorno mi pare di grandissima attualità, ed è opportuno che il Consiglio regionale assuma una presa di posizione chiara definita, così come è indicato nell'ordine del giorno stesso, che noi evidentemente condividiamo avendolo sottoscritto.
Mi pare che le riflessioni dei miei colleghi siano state tutte di grandissimo interesse; certamente il tema è molto ampio e non può essere affrontato con una semplice discussione, ma richiederebbe qualche approfondimento.
E' stato detto da alcuni colleghi, e io lo ripeto: se c'è un utilizzo di questa tipologia di videogiochi, ci sono delle motivazioni. Qualcuno giustamente ha fatto riferimento ad un disagio giovanile - ma non soltanto giovanile - che trova un tentativo di risposta in questi videogiochi, e i colleghi hanno richiamato - condivido tutto - la necessità invece di una politica rivolta ai giovani per contrastare tale disagio.
Mi pare questa la strada che dobbiamo seguire. Bisogna individuare le modalità più utili, partendo dalla constatazione - e qui indico più un'esperienza di tipo personale come ex amministratore comunale - che non è pensabile di progettare delle politiche rivolte ai giovani senza la partecipazione dei giovani. Le esperienze di tutte le Amministrazioni comunali quando hanno trattato questo tema sono fallite, perché sono state progettate a tavolino senza tenere conto delle esigenze reali.
Se c'è un utilizzo di questo strumento di evasione, c'è una motivazione e quindi credo che, ancor prima di pensare a degli interventi, credo che bisognerebbe sondare molto bene la realtà, cercando di capire quali sono le esigenze e anche le proposte che derivano da parte dei giovani. Questo mi sembra fondamentale.
Per tutte le problematiche che fanno riferimento al disagio non possiamo assumerci una posizione autoritaria, pensando di avere la soluzione dei problemi. L'atteggiamento non può che essere di ascolto, è il modo migliore: soltanto dopo l'ascolto possiamo immaginare, progettare ed impegnare risorse per le politiche giovanili.
Non bisogna demonizzare i videogame - nessuno l'ha fatto, in fondo è un gioco - però come Consiglio bisogna esprimere chiaramente - io lo esprimerei in modo ancora più forte e in questo senso insieme ad altri colleghi abbiamo presentato un emendamento - ancora prima di indicare la metodologia per fare fronte al problema, una condanna esplicita per la vendita e l'utilizzo di videogame violenti, pornografici e non rispettosi della dignità della persona umana.
Ho sottoposto la questione a tutti i colleghi perché mi sembra molto importante. Questo è un giudizio etico, e in politica noi dobbiamo esprimere dei giudizi etici, così come credo che bisognerebbe aggiungere un'altra riflessione che non si può indicare nell'ordine del giorno: quando si tratta di questioni della coscienza individuale, soprattutto relative al mondo giovanile (ma secondo me non soltanto giovanile, perché il problema non riguarda solo i giovani), dobbiamo avere chiaro che il mercato da solo non è in grado di risolvere i problemi dell'educazione, i problemi della crescita individuale, il mercato risolve soltanto le questioni del profitto. Non voglio demonizzare il mercato, il quale ha sicuramente delle funzioni importanti per l'accumulazione delle risorse, ma quando trattiamo di questioni che fanno riferimento alla coscienza è importante un ruolo da parte dello Stato e degli Enti pubblici. In questo senso, è importante fare un'esplicita condanna, così come deve fare il Governo, per l'utilizzo di tutti gli strumenti che in qualche modo possono danneggiare la crescita dell'individuo, non soltanto giovane, ma di tutti. Pertanto noi condividiamo completamente l'ordine del giorno presentato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.
CAVALIERE Grazie, Presidente. Intervengo brevemente, in quanto i colleghi hanno già affrontato e focalizzato il problema. Ribadisco però che esiste una relazione fra certi tipi di "svaghi" - mi riferisco in modo particolare a certi tipi di videogame - e gli atteggiamenti giovanili devianti, perch nella mancanza completa di forti riferimenti culturali e ideali il vuoto diventa fantasia e la fantasia diventa realtà. La situazione non è determinata dai videogame, che possono essere un aspetto, ma è determinata dal fatto che le sale giochi diventano uno dei pochi luoghi di aggregazione dei giovani, in quanto non ne esistono altri. Solo alcune parrocchie e pochissime Amministrazioni comunali hanno costituito luoghi di aggregazione per i giovani. Ricordo in questo senso il fallimento completo dei centri di incontro, che erano partiti nella città di Torino come luoghi di aggregazione per i giovani, hanno funzionato molto bene per gli anziani, ma sono spariti perché sono stati tolti fisicamente gli spazi.
Inoltre, vi è una carenza di analisi su questa tema. Ricordo, ad esempio, che nel dibattito svoltosi in occasione dell'insediamento degli Stati Generali, il prof. Vattimo ebbe a scrivere che le fasce marginali dei giovani sono i centri sociali. Non è vero, in quanto i giovani che frequentano i centri sociali paradossalmente hanno risolto in qualche modo il loro problema di aggregazione, nel senso che sono aggregati su una proposta culturale, quindi sono in un certo modo salvati dall'assenza di valori. Invece sono fasce emarginate e soggetti alla devianza tutte le fasce giovanili non aggregate. Recenti indagini sociologiche hanno determinato che solo il 30% dei giovani partecipa all'attività di associazioni varie (culturali e per la gran parte sportive), mentre la stragrande maggioranza non partecipa ad alcun tipo di aggregazione, e di questa stragrande maggioranza un'alta percentuale fa parte di auto organizzazioni (le cosiddette bande giovanili, che senza alcun riferimento si aggregano semplicemente sulla strada).
Questi sono i problemi centrali. I videogame c'entrano, sono negativi assieme e dentro questo panorama. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grasso.
GRASSO Molto brevemente, visto che il dibattito è stato ampio e sono stati sviluppati tantissimi temi.
Siamo favorevoli all'ordine del giorno, in particolare riteniamo molto importante quanto evidenziato al punto 4), che recita: "...a sollecitare ad una maggiore vigilanza tutte le istituzioni, ognuna per le proprie competenze, per tutelare quella fascia di adolescenti maggiormente a rischio ed arginare 'l'avanzata del deserto che a noi si sta presentando'" è una frase che mi ha colpito particolarmente - "in modo da evitare drammatiche ripercussioni".
In questo dibattito si dimentica però un aspetto di difficile concretizzazione, ma che potrebbe essere il supporto per risolvere il problema giovanile: il lavoro. Erano chiaramente altri tempi, però noi quando eravamo giovani non siamo mai stati con le mani in mano, abbiamo sempre avuto un tipo di lavoro da svolgere, non importa se piccolo, grande semiabusivo o abusivo. In questo modo ci siamo creati una giusta proporzione fra il tempo libero, il gioco, lo svago, le attività di studio e le attività di lavoro, che ci ha permesso di concretizzare una certa coscienza e una certa predisposizione per il mondo che cresceva.
Non è facile oggi con gli strumenti che abbiamo, con i regolamenti fare sì che un giovane possa occupare qualche ora con il lavoro, perch abbiamo molti problemi a livello di adulti. Servirebbe invece uno strumento che permetta al giovane di trascorrere il suo tempo non solo nel gioco e nello studio, ma anche nel lavoro, seppure in minima parte.
Questa chiaramente è una riflessione che non possiamo fare solo in questa sede, bensì a livello nazionale, valutando qual è il rischio maggiore. Grazie.



PRESIDENTE

Ringrazio i giovani presenti nella tribuna del pubblico per l'attenzione che hanno prestato al nostro dibattito.
La parola all'Assessore Leo.
LEO, Assessore alla cultura Cari colleghi del Consiglio regionale, in realtà non è che propriamente l'Assessore debba rispondere. Come sappiamo la delega generale fa capo addirittura alla Presidenza della Giunta, però io da tempo ritengo importantissimo questo argomento e devo assolutamente sottolineare il fatto che questo Consiglio regionale alla fine della passata legislatura con la legge giovani ha posto, e adesso sta tornando a porre, con grande evidenza la questione giovanile, specie sotto il profilo del lavoro e sotto quello educativo. Questo lo dico con convinzione e lo ripeto un po' in tutte le sedi; pur essendo l'Assessorato ai beni culturali e alla cultura un grande Assessorato, io cerco sempre di parlare di questo settore, perché mi sembra assolutamente importante.
Allora, io non faccio oggi - potrei farlo dal mio punto di vista di cattolico - un'analisi sociologica, un'impostazione di un certo tipo, un discorso sui valori, sulla "scristianizzazione" della società, ecc., ma cerco di essere operativo, di dare delle risposte, di collegarmi, di saldarmi, di essere in relazione con gli importantissimi interventi che sono stati fatti, perché - ripeto - considero questo tema importantissimo.
Premetto: la Regione Piemonte non è che sia più indietro di altre Regioni, anzi, è sicuramente la Regione più avanti, perché si è posta il problema e non sto ad illustrare oggi - perché non è questo il punto quante cose sono state attivate in generale sulle politiche giovanili.
Quello che voglio dire rispetto agli interventi è, in primo luogo, che condivido totalmente l'ordine del giorno e anche l'emendamento, al quale mi associo; l'intervento iniziale della Consigliera Carla Spagnuolo ha centrato perfettamente il problema, ha posto la questione nei giusti termini e ha individuato quattro punti fondamentali, sui quali alla fine dirò alcune cose più concrete. Il primo di questi quattro punti è un invito categorico alla Giunta e alle Amministrazioni del Piemonte a proseguire fortemente su questo settore.
Non nascondo che, fino a qualche tempo fa, si era ritenuto che le Regioni avessero poca competenza in materia. Infatti, pochissime Regioni in Italia si sono poste la questione, non più di due o tre, e la Regione Piemonte è stata la prima, quindi la maturità del Consiglio regionale è rilevante, perché prosegue in questa direzione.
Allora, per dare immediatamente una risposta al problema, credo che il primo punto debba trasformarsi in un progetto specifico collegato al Piano giovani e alla legge sui giovani che a suo tempo, per fortuna, questo Consiglio regionale approvò. Ricordo che quella legge fu contestata, in aula; una parte significativa delle forze politiche presenti in Consiglio riteneva risibile il fatto che il Consiglio regionale si occupasse di questi argomenti.
Rammento i miei interventi di allora, ma ancora di più proprio quello della Consigliera Bortolin, che era stata anche la relatrice della parte finale della legge. Dicevo, una gran parte dei Consiglieri riteneva risibile che il Consiglio si occupasse di questo, quasi non fosse una questione importante, ma un divertissement, dicendo: "Se i Consiglieri che se ne occupano vogliono divertirsi, anziché occuparsi delle grandi questioni che competono alla Regione, facciano pure".
Quindi sono contento che globalmente il clima culturale sia cambiato.
Per tornare al primo, è davvero molto importante predisporre progetti per rilanciare quelle naturali sedi di cultura come biblioteche, musei cineclub, circoli culturali, ecc., anche perché, come giustamente diceva il Consigliere Cavaliere, "quando c'è il vuoto, qualcuno lo riempie". Ed effettivamente mancano centri di aggregazione reali (o sono molto pochi), e per centri di aggregazione anch'io mi riferisco dagli oratori ai centri culturali ed a iniziative varie.
Ad esempio, io avevo contribuito a farne nascere uno in Torino, il Centro Totò, che qualcuno forse ricorderà; era proprio un tentativo di andare oltre il centro di incontro e favoriva la tendenza dei giovani al protagonismo. Avevo anche sostenuto, pur fra mille complicazioni l'insediamento del circolo El Paso, purché ci fosse un significato, ci fossero luoghi di aggregazione diversissimi per rispondere alle esigenze dei giovani; che andassero dall'area più anarchica all'area più cattolica o all'area dell'impegno culturale non politico, purché ci fossero delle offerte reali con una valenza educativa.
Quindi il primo punto, che è stato citato opportunamente nell'ordine del giorno e che opportunamente ha sottolineato il Consigliere Cavaliere mi sembra importantissimo. A questa tematica - oggi non c'è il Presidente Ghigo, ma ieri gliene ho parlato e ringrazio chi mi ha segnalato il problema di questo dibattito - dovremo riservare una parte peculiare dei nostri lavori - poi dirò come - in rapporto con la Consulta regionale dei giovani; dovremo studiare un piano specifico per potenziare queste strutture, destinando dei fondi ad hoc in più, a metà strada fra la legge giovani e le attività culturali, riconvertendo parte della legge n. 58.
Insomma, occorrerà affrontare la questione, investendo una cifra significativa, perché senza le cifre non ci sono poi sviluppi concreti, e conseguentemente potremo riferire in Commissione entro pochi mesi sugli obiettivi prefissati.
Il secondo punto: creare progetti ed obiettivi di concerto con i Provveditorati. Anche questo è molto importante. Come sapete c'è un dialogo particolare, soprattutto con il Provveditore di Torino, la prof.ssa Bertiglia, ma anche con gli altri Provveditori. Si stanno facendo convenzioni, accordi di programma, iniziative le più varie; l'ultima positiva è stato il Teatro Scuola Piemonte. Come ho già annunciato un'altra volta, il Piemonte si è aggiudicato questo progetto che dovrebbe coinvolgere tanti giovani della scuola; questo ricordando e prestando grande attenzione - come diceva la Consigliera Simonetti - alla questione dei giovani, alle loro esigenze, alle risposte da dare e a tutto quanto evidenziato anche nell'ordine del giorno sull'importanza di un coinvolgimento globale del mondo della scuola.
Io non mi illudo che da soli un Assessorato, una Regione possano cambiare il mondo o il mondo di riferimento dei giovani, ma senz'altro possono dare input e stimoli.
Terzo punto. Mi sembra opportunissima anche la questione "sollecitare il Governo affinché venga istituita una Commissione composta da esperti".
Potremmo predisporre un documento, una lettera da inviare - credo che sia una cosa gradita - al Ministro signora Livia Turco, la quale ha la delega per le politiche giovanili. A mio parere, questo messaggio, magari preparato in Commissione cultura, potrebbe rappresentare una sollecitazione alla signora Ministro, che so sensibile ed attenta a queste cose, anche perché quando si terrà a Torino la Biennale dei giovani artisti ci sarà pure un convegno molto importante, proprio su queste tematiche, a cui dovrebbero intervenire il Ministro signora Livia Turco e il Ministro Veltroni.
Noi abbiamo chiesto che ci sia questo raccordo, una Conferenza specifica; è l'unico esempio in cui Comuni, Province e Regioni siedono in un consesso comune, cioè una Commissione nazionale, un coordinamento nazionale per le politiche giovanili, che ha chiesto di rapportarsi con il Ministro signora Livia Turco, con il Ministro Berlinguer, con il Ministro Veltroni, ecc. Ripeto, è l'unico caso in cui c'è un coordinamento trasversale, non c'è la Conferenza Stato-Regioni per conto suo o Province UPI e ANCI per conto loro. C'è stato questo sforzo di comprensione ed anche lo voglio dire al Consiglio, alla Presidenza, alla Giunta - un salto di qualità, nella consapevolezza che, trattandosi di un problema globale questo non potesse essere affrontato dall'ANCI con la sua Commissione dall'UPI con la sua e dalle Regioni con provvedimenti legislativi del tutto staccati.
Quindi esiste un tavolo comune di coordinamento delle Regioni, delle Province e delle Città per affrontare questo problema, tavolo comune al quale - grazie a questo Consiglio regionale e anche all'attenzione della Giunta - nell'Ufficio di Presidenza composto da sei membri per tutta Italia siedono due rappresentanti del Piemonte, l'Assessore Alfieri del Comune di Torino e il sottoscritto per le Regioni.
Quindi, come dicevo, mi sembra opportuno mandare un messaggio preciso al Governo e al Parlamento, Parlamento che - i colleghi che hanno seguito queste cose, la collega Spagnuolo, la collega Bortolin ed altri lo ricorderanno - in vent'anni non è riuscito ad approvare la legge sui giovani. Ricordate che si diceva: "Aspettiamo che il Parlamento approvi la legge quadro" e questa non arrivava mai? E' da vent'anni che deve essere approvata una legge quadro sui giovani; per fortuna la Regione Piemonte si è mossa, anticipando il Parlamento, per cui mi sembra molto importante questo rilancio e che si riapra una stagione di attenzione, dopo il declino di quella dell'inizio degli anni '90.
Anche sul quarto punto mi trovo totalmente concorde; non l'ho firmato ma vorrei sottoscrivere l'emendamento.
Rispetto alle altre questioni poste, credo che sia importante anche un'iniziativa di riflessione. Alcuni colleghi hanno detto giustamente chiedo scusa, so di essere un po' prolisso, ma è una questione importante sulla quale ho riflettuto molto e cercato anche di operare - che manca proprio un'iniziativa di riflessione; per colmare questa lacuna occorrerebbe attivarsi su diversi fronti, appoggiandosi a sociologi, a realtà del mondo giovanile, ad esperti (penso, per esempio, ad alcuni sociologi di Torino, ma anche a realtà come il mondo salesiano, che sull'educazione giovanile lavora molto) e a tante altre realtà che possono essere coinvolte.
Credo quindi che un'iniziativa di riflessione, magari promossa insieme con la Presidenza del Consiglio e con la Consulta regionale sui giovani possa essere un fatto importante per dare indicazioni, e su questo sono molto d'accordo.
Il Consigliere Saitta ha detto cose che condivido totalmente; ha ricordato l'importanza dei coinvolgimento. Sottolineo ancora una volta l'importanza del dialogo con la Consulta regionale dei giovani, che fa capo proprio al Consiglio regionale e che era nata sotto la Presidenza di Carla Spagnuolo, che dobbiamo attivare in tutti i modi, ma anche con l'Informagiovani e le Consulte delle altre città del Piemonte.
In questa settimana sarò a Vercelli per un incontro sulle politiche giovanili e la mia intenzione è di girare tutta la Regione. Ne approfitto altresì per dire che domani sarò a Roma (lo dico soprattutto ai colleghi della Commissione), per cui non sarò presente in Commissione in quanto parteciperò ad un incontro sulle iniziative per il Giubileo e sulle politiche per i giovani nonché ad un incontro degli Assessori alla cultura di tutte le Regioni, di cui la Regione Piemonte è coordinatrice, e ad un incontro al CNEL. Di questi importanti incontri riferirò immediatamente alla Commissione; già il giorno 12 potrei riferire circa gli incontri che ci saranno a Roma domani, perché mi pare siano materia di immediata attualità.
Chiedo scusa al Presidente che mi invita a concludere, ma è una questione molto importante, per cui voglio ancora ricordare al Consiglio le iniziative che sono state avviate.
Come giustamente è stato detto, si tratta di una questione globale abbiamo avviato il progetto "Città educative"; si terrà a marzo nella nostra Regione un convegno mondiale sull'educazione del movimento di cooperazione educativa (è stata scelta la Regione Piemonte non a caso) per rilanciare queste riflessioni. Ci sono poi altre iniziative che già conoscete: la Biennale dei giovani artisti, il progetto della casa degli artisti, casa teatro ragazzi, il progetto del parco antropologico, il progetto di Experimenta e tanti altri.
Questo per dire che mi sto muovendo, ma la sottolineatura importante secondo me va affinata con iniziative di riflessione, quindi questo grande convegno culturale, con iniziative di coinvolgimento (quindi la Consulta dei giovani), con un piano specifico sui luoghi di aggregazione e anche con questo monito, questo appello, queste indicazioni al livello nazionale.



PRESIDENTE

Possiamo integrare l'ordine del giorno n. 435 con la presentazione e l'accoglimento di due emendamenti: 1) Emendamento presentato dai Consiglieri Montabone, Cotto, Casari, Foco Bortolin, Picchioni, Saitta, Spagnuolo, Gallarini e Rosso: aggiungere dopo la prima parte e prima di "Impegna": "Il Consiglio regionale condanna la vendita e l'utilizzo dei videogiochi violenti pornografici e non rispettosi della dignità della persona umana, in particolar modo quelli rivolti ai minori".
2) Emendamento presentato dai Consiglieri Montabone, Cotto, Casari Spagnuolo, Bortolin, Picchioni, Foco, Simonetti, Cavaliere, Saitta, Casoni Gallarini e Chiezzi: al punto 5) aggiungere: "Impegna inoltre la Consulta regionale dei giovani su tutti i progetti riguardanti le suddette tematiche".
Per quanto concerne la Consulta regionale dei giovani, comunico che sono pervenute entro la data utile del 22/2/1997 tutte le indicazioni delle Province relative alle associazioni giovanili colà operanti. E' stato un problema estremamente travagliato; adesso si può insediare la Consulta in quanto abbiamo avuto tutti gli elementi affinché la stessa possa procedere alla votazione dei suoi organi.
Ha chiesto la parola la Consigliera Simonetti; ne ha facoltà.
SIMONETTI Chiedo che il primo emendamento venga posto in votazione separatamente dal resto dell'ordine del giorno, perché il nostro Gruppo intenderebbe votare in maniera differenziata e non soltanto sull'intero testo.
Sull'emendamento che condanna la vendita dei videogiochi non parteciperemo al voto perché è un approccio che non ci trova concordi in una politica che a questo punto diventa quasi di proibizionismo, quando ci sono tantissime altre forme per poter accedere alla pornografia anche da parte dei minori. Ci sembra un elemento quasi di buonismo e molto limitativo rispetto al drammatico problema del business della pornografia che è composto anche da cassette pornografiche e non solo esclusivamente da videogiochi.
La violenza si combatte anche, per esempio, andando a chiudere nei bowling quelle sale che sono allestite da guerra virtuale, perché oggi ormai si vanno diffondendo non solo più nelle sale giochi, ma in tantissimi altri luoghi di aggregazione, forme di espressione virtuale di violenza.
Ripeto che questo ci sembra un elemento molto limitativo e pertanto non parteciperemo al voto.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 2) viene pertanto considerato parte integrante del testo dell'ordine del giorno che verrà posto in votazione.
La Consigliera Simonetti chiede, però, di porre ai voti separatamente l'emendamento n. 1).
Pongo quindi in votazione l'emendamento n. 1).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 37 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri).
Pongo ora in votazione l'ordine del giorno n. 435 come emendato, il cui testo recita: "Di fronte alle notizie di cronaca: episodi gravissimi di violenza, di azioni criminose messe in atto da adolescenti che si inseriscono in una cosiddetta 'fascia del disadattamento e del disagio'; disadattamento e disagio prodotti dalla nostra società, condanna l'opulenta violenza espressa in numerosi videogame preoccupati dalle notizie di questi giorni apparse su quotidiani circa 'novità in sale giochi: lo spogliarello virtuale', 'ragazzo uccide la propria madre perché nega i soldi per la sala giochi', rapina per il videogame: dacci i soldi per giocare' preoccupati per la dipendenza, l'assuefazione ad una realtà virtuale fatta di videogame, dove vince chi 'uccide' più nemici, con risultati spesso tragici considerato che ci troviamo di fronte ad un numero sempre più in crescita di ragazzi in età scolare presenti nelle sale giochi nei giorni e nelle ore di lezione il Consiglio regionale del Piemonte condanna la vendita e l'utilizzo dei videogiochi violenti, pornografici e non rispettosi della dignità della persona umana, in particolar modo quelli rivolti ai minori impegna il Presidente della Giunta regionale: 1) a voler predisporre progetti per rilanciare quelle naturali sedi di cultura, biblioteche, musei, cineclub, circoli culturali che potrebbero diventare importantissimi luoghi per la socializzazione 2) creare progetti-obiettivo, di concerto con i Provveditorati agli Studi affinché 'la scuola venga frequentata fuori dalla scuola' sperimentando forme nuove di partecipazione attiva dei ragazzi con la presenza di specialisti: medici, psicologi, sociologi, sessuologi. Offrire a questi ragazzi maggiore possibilità di utilizzare tutte le strutture che la stessa scuola offre, dai laboratori fotografici, di informatica, di chimica, alle palestre e spazi attrezzati 3) sollecitare il Governo affinché venga istituita una Commissione composta da esperti e specialisti dell'età evolutiva, per l'esame e la selezione prima dell'immissione in commercio, dei videogame sulla base del loro valore educativo, con particolare attenzione verso quei giochi che saranno presenti nei locali pubblici rispetto a quali non risulta esserci alcuna regolamentazione. La normativa esistente, peraltro non rispondente ai nostri tempi, riguarda esclusivamente gli orari di apertura e chiusura degli esercizi sancendo il libero accesso agli stessi senza porre limiti di età, fatto salvo 'l'obbligo per l'esercente di non consentire l'accesso ai giochi ai minori di anni quattordici prima delle ore 14, nei giorni di lezione delle scuole elementari e medie inferiori'. Tutto ciò ampiamente disatteso 4) a sollecitare ad una maggiore vigilanza tutte le istituzioni, ognuno per le proprie competenze, per tutelare quella fascia di adolescenti maggiormente a rischio e arginare 'l'avanzata del deserto che a noi si sta presentando' in modo da evitare drammatiche ripercussioni impegna inoltre la Consulta regionale dei giovani su tutti i progetti riguardanti le suddette tematiche".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 5) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bellingeri, Benso, Ferrero, Ghigo e Vaglio.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

La Commissione Nomine è convocata per le ore 14,30. Il documento relativo all'incontro con il Ministro Burlando è stato consegnato a tutti i Consiglieri. Il Presidente Ghigo non ha potuto questa mattina essere presente in Consiglio per impegni con la Commissione Bicamerale. Peraltro avrei dovuto esserci anch'io.
Colgo intanto l'occasione per ringraziare gli studenti che questa mattina hanno seguito con attenzione i nostri lavori.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.
CHIEZZI Sull'ordine dei lavori. Abbiamo ricevuto una documentazione da parte del Presidente Ghigo.



PRESIDENTE

Ne arriverà una seconda.
CHIEZZI Ecco, perché è una documentazione che non corrisponde alla lettera scritta.



PRESIDENTE

Il documento è composto di due parti.
CHIEZZI Va bene.
Chiedo che la comunicazione avvenga comunque in aula e che quindi sia trasferita alla prossima seduta.


Argomento: Caccia

Sollecito risposta all'interpellanza n. 1117 del Consigliere Cavaliere relativa all'acquisto di trappole per scoiattoli (richiamata in aula dai Consiglieri Chiezzi e Cavaliere, ai sensi dell'art. 89, comma nono, del Regolamento consiliare)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavaliere; ne ha facoltà.
CAVALIERE Come le ho già anticipato, signor Presidente, intendo chiedere la discussione dell'interpellanza urgente avente per oggetto l'acquisto di trappole per scoiattoli, e quindi illustrerei brevissimamente il problema nel senso che nel mese di novembre...



PRESIDENTE

Lei vuole illustrare l'interpellanza adesso? CAVALIERE Sì.



PRESIDENTE

Non ritiene opportuno sentire prima se la Giunta è disponibile? CAVALIERE No, prima illustro l'interpellanza, poi la Giunta si esprimerà.



PRESIDENTE

Prego.
CAVALIERE Vorrei che fosse presente l'Assessore Viglietta.



PRESIDENTE

E' presente il Vicepresidente della Giunta.
CAVALIERE Vedo che è arrivato l'Assessore Viglietta e quindi procedo nell'illustrazione.
Ritengo che sia avvenuto un fatto molto grave nella gestione dell'Assessorato caccia e pesca, perché è stato deciso l'acquisto di strumenti per eradicare lo scoiattolo nel Parco di Racconigi, per un progetto sperimentale che è stato consigliato all'Assessorato.
Non entrando nel merito della questione specifica, cioè se sia giusto eradicare o meno lo scoiattolo - questa riflessione la lasciamo in altra sede - credo che sia del tutto sconcertante che il deliberato esponga il fatto che si sia ritenuto di procedere ad una trattativa privata con una ditta perché questa era stata individuata come unica importatrice di tali trappole prodotte in Inghilterra.
Casualmente, ho potuto accertare che questa ditta non è stata l'importatrice delle trappole dall'Inghilterra, nel senso che viene a mancare il nesso principale di individuazione del motivo della trattativa nei confronti di quella ditta, perché - io non so se questo fosse a conoscenza o meno dell'Assessore - importa le trappole non dall'Inghilterra, ma da Fossano, precisamente dalla ditta Matteo Viglietta il grosso ferramenta di Fossano.
Ritengo questa cosa un pochino singolare e quindi chiedo che venga immediatamente data risposta a questo fatto. Però devo già anticipare che gli elementi di cui dispongo non mi inducono a dubbio, perché ho potuto vedere la bolla di accompagnamento di quel bene: è proveniente dalla ditta Matteo Viglietta. Non credendo a questo fatto, ho anche telefonato alla ditta Garione, chiedendo da dove avesse preso quel prodotto e mi è stato detto che non lo si è importato, ma preso dalla ditta Matteo Viglietta di Fossano.
Ritengo quindi che questo sia un fatto grave, nel senso che ci troviamo di fronte ad un falso evidente del deliberato e quindi chiedo, per il momento, l'opinione della Giunta, riservandomi di fare ulteriori osservazioni.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta, Majorino.
MAJORINO, Vicepresidente della Giunta regionale La Giunta, sentito il contenuto dell'interpellanza quale esposto dal Consigliere Cavaliere e, al di là delle parole grosse che sono state usate a commento dell'espositivo dell'interpellanza stessa, risponderà esaurientemente, con la massima chiarezza, nella prossima seduta di Giunta.
Non si può pretendere che ad una interpellanza letta in questo istante nel contesto della quale si fanno affermazioni di una certa gravità, la Giunta possa rispondere immediatamente.
La Giunta, esaurientemente, risponderà nella prossima seduta di Consiglio; sarà la prima interpellanza alla quale verrà data risposta.



PRESIDENTE

Grazie. Chiuderei la seduta.
Consigliere Cavaliere, forse voleva intervenire perché lei è l'interpellante? Va bene: ha tutto il diritto della replica.
CAVALIERE Presidente, io credo che ci sia un altro problema per cui è inaccettabile la risposta del Vicepresidente Majorino.
L'Assessore ha già avuto modo di esprimersi sull'argomento, dicendo che questo fatto non risulta, per alcuna ragione, vero.
Allora io chiedo all'Assessore se conferma questa sua risposta, cioè se ritiene del tutto non veritiero quanto da me constatato. E' una risposta che io pretendo adesso in quest'aula, perché l'Assessore ha tutti gli elementi per potermi rispondere su questo punto e credo, Presidente, che lei debba garantirmi, in questo momento, che mi sia data risposta su questo punto da parte dell'Assessore.
Se la Giunta non ritiene di avere gli elementi, l'Assessore sul punto specifico li deve avere; quindi voglio e pretendo - perché questo è giusto ed è nella prassi e nel Regolamento del nostro Consiglio - che ci sia questa risposta.



PRESIDENTE

Io non so se l'Assessore voglia rispondere. Adesso siamo in fase di discussione dell'interpellanza, per cui non ci sono comunicazioni, ecc.
semmai, in sede di Conferenza dei Capigruppo, si potrà ritornare su quello che lei ha detto.
Se l'Assessore ritiene che questo possa già essere il momento opportuno per rispondere agli interrogativi - più che interrogativi, affermazioni direi quasi apodittiche - sollevati dal Consigliere Cavaliere, è liberissimo; se non ritiene, ovviamente ci rimettiamo alla prossima seduta.
L'Assessore ha detto che si riserva di parlare martedì prossimo.



(Proteste del Consigliere Cavaliere)



PRESIDENTE

Consigliere, lei non può più...
CAVALIERE Posso. Vuole che glielo spieghi? Perché intendo presentare un ordine del giorno collegato all'interpellanza.



PRESIDENTE

Quando lo presenterà, lo discuteremo. In questo momento non c'è alcun ordine del giorno depositato alla Presidenza, per cui abbia pazienza! CAVALIERE Presidente, glielo sto annunciando!



(Il Consigliere Chiezzi chiede la parola)



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, lei non può parlare adesso.
CAVALIERE Presidente, il Regolamento è una cosa seria.



PRESIDENTE

Il Regolamento vuole che lei mi porti l'ordine del giorno; l'ordine del giorno non ce l'ho, per cui non può essere collegato ad un'interpellanza! CAVALIERE Ma glielo sto annunciando, Presidente!



PRESIDENTE

Ebbene, quando arriverà ne discuteremo! Signori, mi dispiace. Consigliere Chiezzi, questa non è una questione...
CHIEZZI Domando di intervenire.



PRESIDENTE

Per che cosa? CHIEZZI Vorrei parlare sulla comunicazione resa dal Vicepresidente della Giunta a proposito dell'interpellanza.



PRESIDENTE

Non era una comunicazione: era una risposta all'interpellanza. C'è stata l'illustrazione dell'interpellanza, la risposta del Vicepresidente e la replica dell'interpellante.
CHIEZZI L'interpellanza è stata illustrata: lei dice che ha avuto una risposta?



PRESIDENTE

Certo.
CHIEZZI Ma è quanto ha negato il Vicepresidente, che ha appena detto: "Non rispondo, risponderò".



PRESIDENTE

Appunto: la risposta di non rispondere.
CHIEZZI Allora, questa risposta di non rispondere è una comunicazione in aula...



(Brusìo e commenti in aula)



PRESIDENTE

Richiamo il rispetto dell'aula.
CHIEZZI Cos'altro è? E' una comunicazione in aula, di fatto...



PRESIDENTE

Non è una comunicazione! CHIEZZI Cos'altro è?



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,14)



(Vibrate e reiterate proteste da parte del Consigliere Cavaliere in merito alla decisione di chiudere la seduta)



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