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Dettaglio seduta n.110 del 18/02/97 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 5) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Benso e Farassino.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame progetto di legge n. 260: "Provvedimento generale di finanziamento per l'anno 1997 degli interventi previsti da leggi regionali nonch disposizioni finanziarie per l'anno 1998" (seguito)


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori con il proseguimento dell'esame del progetto di legge n. 260, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Dò lettura della lettera inviata dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania con cui comunica il ritiro degli emendamenti presentati al progetto di legge n. 260: "Il Gruppo consiliare Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania con la presente informa che ha deciso il ritiro degli emendamenti presentati al progetto di legge n. 260 ad eccezione dei seguenti: dal n. 209 al n. 215 (contributi per bande musicali) dal n. 315 al n. 318 (prodotti vinicoli) dal n. 319 al n. 327 (produzione zootecnica) dal n. 386 al n. 400 (Museo Ferroviario) dal n. 403 al n. 406 (navigazione interna) dal n. 417 al n. 421 (contributi imprese artigiane) n. 480 (guide alpine) dal n. 747 al n. 748 (giovani agricoltori) dal n. 819 al n. 822 (credito imprese commerciali)".
Gli emendamenti ritirati saranno conservati agli atti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Annuncio che il Gruppo di Rifondazione Comunista presenterà svariati emendamenti su alcuni capitoli di bilancio; in particolare sul cap. 23980 relativo al programma "Suolo sicuro", che è uno dei centri della nostra attenzione, e sul capitolo relativo alle bonifiche. Li stiamo preparando e li consegneremo appena pronti.



PRESIDENTE

D'accordo.
Nel frattempo, prosegue l'esame degli altri emendamenti relativi all'art. 1.
137/1) Emendamento presentato dai Consiglieri Marengo, Miglietti, Manica Bortolin, Riba, Angeli, Saitta, Peano, Foco, Cavaliere ed altri: il cap. 11690 è aumentato di L. 500.000.000 prelevando in diminuzione dal cap. 15950.
La parola al Consigliere Cavaliere per l'illustrazione.



CAVALIERE Pasquale

E' un emendamento molto importante perché chiede di sostenere gli Enti locali nelle attività teatrali; infatti la legge di riferimento, la n.
68/80, recita che la Regione Piemonte in attuazione dell'art. 4 dello Statuto e della L.R. n. 58 promuove e sostiene le attività teatrali di prosa svolte da Enti locali singoli od associati, enti teatrali pubblici enti ed associazioni culturali, al fine di contribuire ad una maggiore fruizione sociale dello spettacolo di prosa e alla crescita civile e culturale dei cittadini.
Credo che questo basti a spiegare l'importanza del finanziamento di questo capitolo, perché, al di là delle grandi istituzioni teatrali, il cosiddetto teatro diffuso, cioè quelle attività che si svolgono in maniera itinerante in tutto il Piemonte, senza questo tipo di sostegno non pu essere svolto. Quindi, non solo non vi è la fruizione, da parte di un numero consistente di cittadini, di questi spettacoli e quindi di un modo di allargare i propri orizzonti culturali, ma nel contempo non si aiuta la stessa istituzione culturale teatro, che, proprio da questa attività attinge un momento di sostegno. E' vero che il teatro nella nostra regione non ha una grandissima tradizione, come invece ha avuto nella città di Torino, e a differenza di altri Paesi europei, come l'Inghilterra, il teatro non è l'istituzione centrale attraverso cui si è formata la cultura del Paese; ma è anche vero che rappresenta una delle arti principe sulla quale bisogna in qualche modo investire. E' per questo che chiediamo che venga approvato il nostro emendamento e finanziata questa attività.
Viceversa ci troveremo a vedere finanziate solo istituzioni teatrali che a volte poco hanno a che fare con la storia ed il teatro stesso. Mi riferisco al Teatro Regio, che, se rimane unico punto di riferimento, non vive quella concorrenza necessaria per mettere a confronto la gestione, molto discutibile, del teatro stesso.
Questi, Assessore, sono i tanti motivi per cui le chiediamo di sostenere questo emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Questo emendamento, che se i colleghi sono d'accordo firmeremmo anche noi come Gruppo, è importante per rilanciare un'iniziativa che veda il teatro come luogo sociale, come crocevia di culture diverse: è un obiettivo che le Regioni devono avere se intendono avviare un maggiore ruolo ed una maggiore presenza istituzionale nell'ambito della società.
Siamo anche di fronte ad un processo di concentrazione culturale dovuto alle nuove forme di comunicazione, che presenta un rischio di egemonia nelle forme di comunicazione più forti. E' indubbio che il teatro sia un antidoto a tutto questo, ma è anche indubbio che il teatro sia la forma di comunicazione critica che ha più difficoltà ad emergere e ad esistere. Sappiamo che anche il peggiore dei film, quello che ha meno cassetta, ha un numero di spettatori maggiore di un ottimo spettacolo teatrale. Questo è uno degli handicap forti dell'attività teatrale.
Contrastare questa egemonia di altri mezzi di comunicazione, dare voce a tutte quelle realtà, soprattutto periferiche, che agiscono sotto la forma di attività culturale di alto livello, è senz'altro una delle attività che la Regione dovrebbe svolgere. E' certo che questo tipo di emendamento e di impegno regionale deve avvenire all'interno di un quadro nazionale che non esiste.
A questo proposito, il Gruppo parlamentare del mio partito, ha presentato una proposta di legge sul teatro di carattere nazionale, entro la quale è prevista in modo specifico l'attività delle Regioni. Noi sosteniamo che all'Italia delle mille città e alle regioni delle cento città debbano corrispondere cento teatri, e non solo uno per la città grande, perché spesso facciamo l'errore di abbinare alla parola città l'idea che si parli delle grandi città. Non è così, non vogliamo che sia così; in Italia riteniamo sbagliato che sia così, perché ci sono centri intermedi vivacissimi, sia dal punto di vista economico sia culturale, che hanno anche strutture teatrali.
Come VI Commissione abbiamo avuto l'occasione, nei nostri incontri e sul tema della musica, di visitare alcune strutture decentrate Alessandria, Vercelli - di eccezionale valore, ma che abbisognano di molti interventi. Sono strutture che possono consentire che le città che ne dispongono vedano sorgere delle compagnie, magari meglio se compagnie di giovani individuate con criteri rigorosi; teatri che abbiano servizi di laboratorio, servizi per la scenografia e i costumi; teatri che dispongano anche di una biblioteca specializzata. Inoltre, dove i teatri sono presenti, ma sono in condizioni non ottimali, occorre fare gli investimenti, e dove non ci sono i teatri creare le condizioni affinché i teatri nascano, se non come strutture edilizie fisse, per le quali vi è molto da spendere, almeno come strutture che possono essere utilizzate per attività teatrali e che, con modesti investimenti, possono diventare il luogo grazie a cui, soprattutto le compagnie di piccolo livello o anche le volontà di dare vita ad attività teatrali, possono trovare collocazione.
L'emendamento aiuta ad andare in questa direzione. E' una disattenzione che la Giunta ha avuto ed il nostro Gruppo si associa, se possiamo firmare questo emendamento, nel sostenere questo, auspicando che la Giunta sia sensibile alla nostra sollecitazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Ieri abbiamo dedicato molta attenzione ai problemi dell'identità del Piemonte e la riflessione su come conservare e rilanciare la memoria delle tradizioni, della cultura, dei valori della nostra regione mi pare debba essere ripresa e diventare un filo conduttore del nostro lavoro.
Certamente, gli Stati generali, con lo specifico gruppo di lavoro sull'identità, costituiscono il punto di riferimento politico istituzionale e culturale attraverso cui la Regione dialoga con la società però sono gli atti amministrativi, basati proprio sull'impiego delle risorse e sulle scelte politiche che stanno a monte che consentono di incarnare completamente la nostra volontà di dare un ruolo adeguato all'identità regionale. E un aspetto, attraverso il quale l'identità, non solo regionale, ma di quella miriade di comunità che costituiscono la nostra regione, si è formata e tuttora lascia tracce importanti, è costituito proprio dalle rappresentazioni teatrali. Nella nostra regione non c'è solo il teatro della corte, il teatro della capitale; c'è una ricchezza di manifestazioni teatrali profondamente radicate nella storia e nella cultura delle comunità locali, alle quali è bene prestare attenzione anche con sostegni economici significativi. Non a caso, il capitolo del quale stiamo parlando ha come oggetto i contributi da dare ad Enti locali associati o singoli, oltreché al Teatro Stabile. E voglio soffermare la mia attenzione proprio sugli Enti locali associati o singoli. Voglio ricordare che negli anni passati, quando la cultura veniva considerata come cultura con la "c" maiuscola, che poteva essere prodotta solo nella capitale, si guardava con una certa sufficienza alle iniziative culturali della periferia. In tanti luoghi questa tradizione è stata tenuta viva con grande fatica da parte degli Enti locali, delle associazioni di volontariato e dei gruppi locali. E' proprio grazie alla passione e all'impegno di questi gruppi ed associazioni locali che oggi si è mantenuta viva una tradizione di teatralità che può essere recuperata e rilanciata proprio con le scelte della Regione. Mi riferisco a quella particolare espressione culturale costituita dalle sacre rappresentazioni. Le sacre rappresentazioni, in parte, oggi sono un elemento consolidato; penso a Sordevolo, a tutte le ricostruzioni, ai presepi viventi del Cuneese, ma voglio spezzare una lancia a proposito delle sacre rappresentazioni nelle zone montane patrimonio non solo del Piemonte, ma di tutto l'arco alpino in generale.
Voglio ricordare, per esempio, la sacra rappresentazione di Sant'Andrea alla Ramat, le cui origini risalgono al '600/'700, che si rappresentava ogni ventuno anni; voglio ricordare il lavoro che si sta facendo nella zona di Giaglione, che costituisce un'enclave culturale di grande interesse e dove esistono gruppi locali che stanno operando in maniera non solo dignitosa, ma scientificamente apprezzabile nel silenzio generale. Voglio ricordare che proprio questo gruppo ha organizzato qualche tempo fa un convegno sulle culture franco-provenzali, che ha avuto un elevato livello di partecipazione sul piano internazionale e scientifico e voglio ricordare il lavoro che si sta facendo in questo piccolo Comune per il recupero delle sacre rappresentazioni e per quella di S. Barbara in particolare. In questo senso, l'emendamento che presentiamo vuole essere, non solo di tipo finanziario, cioè che aggiunge risorse a quelle che sono già previste dal bilancio, ma un emendamento finalizzato a favorire concretamente quelle espressioni della teatralità locale che hanno un valore non solo in termini culturali o storici, ma anche in termini partecipativi. E' proprio attorno a momenti tipici - e concludo, Presidente - di religiosità che la comunità prendeva consistenza, si ritrovava, si manifestava nei confronti del territorio e attraverso la teatralità organizzava momenti di partecipazione e di socialità.
Queste motivazioni dovrebbero essere sufficienti per apprezzare il nostro emendamento ed essere accolto dalla Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Credo che l'Assessore, prima di esprimere un'opinione su questo emendamento, avrebbe dovuto ascoltare anche le ragioni che ci hanno indotto a presentarlo. I colleghi che mi hanno preceduto hanno definito bene gli obiettivi dell'emendamento, mi limito solo ad aggiungere che sono interessato a conoscere i motivi per cui nello schema di bilancio, che noi abbiamo, nel 1996 i residui passivi sono stati di L. 1.108.980. Conoscere le motivazioni può essere utile per comprendere la risposta della Giunta che probabilmente sarà negativa. Resta il fatto che per il 1997 non è previsto alcun finanziamento della legge n. 68 per quanta riguarda la promozione del teatro di prosa.
Credo che oggi la Giunta possa disporre di elementi sufficienti per fare una valutazione, non tanto sul fatto che questa è una proposta delle minoranze - in questo caso del centro-sinistra - ma anche su un altro elemento molto più concreto che sono le domande presentate dagli Enti pubblici che avrebbero dovuto essere presentate entro il 31 ottobre. Quindi ci sono elementi sufficienti per rendersi conto se quanto è stato non previsto di finanziamento può essere incrementato come proponiamo noi di 500 milioni.
Quando abbiamo sottoscritto questo emendamento lo abbiamo fatto anche pensando non soltanto all'esistenza di numerosi gruppi teatrali che non dispongono neppure di spazi minimi per fare le prove - non dico spazi per le rappresentazioni - ma anche che il territorio piemontese è ricco di strutture teatrali - oltre alle strutture che sono state prima ricordate dai colleghi che mi hanno preceduto - penso, ad esempio, ai teatri degli oratori che sono tanti. Fanno riferimento a queste strutture parecchi gruppi teatrali, ma sono anche strutture non a norma. Dopo la vicenda del Cinema Statuto hanno avuto dei problemi: le parrocchie non hanno risorse sufficienti per mettere le strutture a norme di sicurezza.
Credo che con un'estensione dell'art. 6, laddove si parla di recupero e restauro delle strutture teatrali pubbliche, ma prevedendo anche il recupero delle strutture teatrali oratoriali, attraverso forme di convenzioni con i Comuni e con le Regioni, sia possibile rendere disponibile ai gruppi teatrali un patrimonio notevole molto diffuso sul territorio.
Per quanto ci riguarda l'emendamento in esame non ha soltanto il significato di finanziare in modo puro e semplice la legge n. 68, ma anche di una possibile modifica della legge n. 68 per consentire la messa a norma delle strutture teatrali degli oratori.
Ci pare una risposta opportuna, interessante perché con poche risorse è possibile disporre di strutture in modo diffuso.
Pertanto invito la Giunta, prima di ripetere un "no" definitivo sull'emendamento, a tenere conto di quanto detto.
E' chiaro che - sta entrando in aula l'Assessore Leo - questa richiesta di finanziamento è anche in previsione per finanziare una serie di esigenze soprattutto dei teatri oratoriali che non sono a norma e le parrocchie non riescono, per i motivi noti, a farvi fronte. Quindi questo emendamento ha questo significato. Siccome so, avendo parlato con l'Assessore, che c'è una sensibilità nei confronti di questo settore, una risposta positiva sarebbe interessante.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

L'emendamento in discussione è positivo, va in una direzione precisa dal punto di vista dell'investimento culturale e la Regione Piemonte in primo luogo, come portavoce, potrebbe farsi punto di riferimento a livello nazionale.
L'investimento richiesto non è esagerato, è significativo: 500 milioni per sostenere tutto il potenziamento della ricchezza del patrimonio culturale che i teatri nella nostra regione portano avanti.
Noi non riteniamo che il teatro in quanto tale debba contenere una cultura omogenea ed unitaria. Come già si diceva in altri interventi i teatri riflettono, nella maggior parte dei casi, una realtà territoriale un patrimonio storico e culturale, quindi riteniamo che questo patrimonio che si esprime a livello anche embrionale a livello territoriale, debba essere valorizzato perché è l'espressione di una comunicazione non solo culturale, ma anche sociale che si esprime nei territori.
Sono molti i teatri che hanno una forte necessità di ristrutturazione noi lo abbiamo visto anche con le consultazioni che con la stessa Commissione siamo andati a fare nelle province a proposito della parte musicale, dove abbiamo avuto l'occasione di conoscere il patrimonio teatrale che caratterizza la nostra regione. Sono molti i teatri che hanno una forte necessità di ristrutturazione, di potenziamento per andare a coprire quelle compagnie teatrali che non solo - come diceva il Consigliere Saitta - hanno un'esigenza di rappresentazione delle loro opere, della loro ricchezza e del loro lavoro, ma hanno anche un'estrema difficoltà nel poter fare anche semplicemente delle prove.
Noi crediamo sia centrale il nodo del decentramento, di uscire dall'area metropolitana, per poter fare sì che possano rappresentarsi queste grandi ricchezze a livello territoriale.
E' qui che la Regione può intervenire in modo significativo possibilità che le è fornita dalla mancanza di leggi - per potenziare e fare propria questa volontà di potenziamento di questo settore culturale che noi reputiamo importantissimo.
Noi, a livello nazionale, come è già stato detto in precedenti interventi, stiamo per presentare una proposta di legge che mira alla salvaguardia del patrimonio culturale portato avanti dai teatri e che ha come punti nodali la storia del teatro e quindi l'espressione del teatro in quanto cultura, vita sociale, ma vuole ricondursi globalmente e complessivamente a settori che invece riteniamo strategici nell'ambito della vita sociale ed economica di questo Paese. Quindi, il potenziamento di più forme territoriali di teatro può dare una spinta forte, a nostro parere, anche nel settore che noi definiamo dei lavori socialmente utili e quindi convogliare più forze, più potenzialità nell'ambito sociale verso una direzione culturale.
In questo contesto può inoltre potenziarsi e rappresentarsi anche una volontà dell'investimento nell'ambito della formazione, quindi della formazione culturale.
Con questo ragionamenento un po' più complessivo tentiamo di convogliare l'attenzione dell'Assessore su un aspetto che reputiamo molto importante, che è quello del teatro, ma che si riconduce più complessamente alla vita culturale che la nostra Regione esprime.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Signor Presidente, l'emendamento in discussione sui finanziamenti ai teatri è molto importante politicamente, perché è atto a promuovere più centri di cultura e la loro divulgazione in Piemonte.
Dare come Regione Piemonte più fondi finanziari ad Enti locali e associazioni culturali significa anche fare e produrre cultura periferica provinciale e non solo torinese. Significa aiutare i gruppi locali che hanno tenuto viva negli anni la teatralità provinciale e che va assolutamente salvaguardata e potenziata per il futuro; diversamente ci non potrebbe verificarsi.
Occorre anche più cultura per le Sagre montane e collinari che nell'Alessandrino, nel Cuneese e nell'Astigiano hanno enorme rilevanza storico-turistico-culturale ed anche occupazionale. E' quindi importante politicamente aiutare le piccole compagnie teatrali, anche quelle del dialetto piemontese, come momento di socialità e di approfondimento di cultura locale e provinciale.
Rispetto al passato, credo che questo investimento significativo (500 milioni) sia di salvaguardia dell'esistente storico-culturale e territoriale e abbia anche importanza a livello di comunicazione sociale come è stato ribadito dalle consultazioni svoltesi in periferia.
Credo che salvaguardare i nostri teatri significhi dare molto per la cultura e soprattutto per il prestigio della nostra Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Vorrei richiamare brevemente la significativa ed importante iniziativa che storicamente la Giunta regionale assunse nel campo della promozione culturale, e segnatamente teatrale, ai tempi delle Giunte cosiddette "rosse", nel quadro di un'animazione culturale che aveva avuto molti effetti positivi sul nostro territorio.
Vorrei ricordare che l'iniziativa dei Punti Verdi, poi ripresa anche da Roma, era nata proprio in Piemonte, partendo dal contributo anche culturale che potevano dare le strutture permanenti della produzione della recitazione. In quel quadro erano nate, o praticamente rinate, le iniziative teatrali di quasi tutte le Province del Piemonte.
Io adesso non ho i dettagli; ricordo le iniziative di Asti, quelle diffuse nell'Alessandrino e nella provincia di Cuneo. Il Teatro Toselli per esempio, che era stato restaurato, ma era inattivo da parecchi anni per mancanza di stanziamenti e di dotazioni di bilancio, mantenne ben sei stagioni teatrali, che furono l'occasione per una rinascita dell'interesse in questo campo; in sostanza, lì e in altre aree ci fu la rinascita delle condizioni per l'accesso e la frequentazione all'opera lirica.
All'epoca ci fu un vero e proprio attacco frontale da quelle parti sociali e anche da quelle aree politiche che possono essere considerate gli antenati politici di questa Giunta, di Forza Italia; nel contrattaccare queste iniziative, si era distinto molto l'allora Movimento Sociale.
L'Assessore Leo, che conosce bene questi avvenimenti perché in quel periodo - se non ricordo male - aveva la delega ai problemi giovanili nella Città di Torino, sa quanto beneficio portò quel quadro di iniziative fornendo ai giovani degli indirizzi di impegno culturale dal quale in seguito nacquero anche impegni associativi e sociali. E' a tutti noto come il contrattacco al cosiddetto "effimero" fu una bandiera del moderatismo e della reazione.
Non credo che l'Assessore Leo in particolare sia mai stato convinto di questo contrattacco moderato contro il cosiddetto effimero; in realtà si trattava di cultura, anche se per cultura, naturalmente, non si deve intendere soltanto la recitazione della Tosca, che sia pure con l'abbandono della Caballé andrà in onda ugualmente con la restituzione del valore dei biglietti ai malcapitati che avevano puntato a cogliere quell'occasione. Lo dico perché anch'io avevo prenotato un posto, ma ci andrò lo stesso; al di là della presenza di Montserrat Caballé, sarà ugualmente un'occasione culturale.
Come sapete, in quegli anni è partita una politica tesa a radere al suolo le iniziative dei Punti Verdi e le manifestazioni della distribuzione culturale da parte della Regione. I finanziamenti per tutti i teatri sono stati prosciugati. Potrei ricordare, della mia provincia, il Teatro Marengo, che è un gioiello, e il Teatro di Savigliano: sostanzialmente sono entrambi fermi per la mancanza di programmi di sostegno.
Mi pare che - per assurdo - quando abbiamo cominciato ad occuparci di meno di manifestazioni culturali e di Punti Verdi, abbiamo dovuto cominciare ad occuparci di più dei problemi giovanili, della droga, di S.
Salvario e di altre questioni analoghe. Non voglio stabilire un parallelo dico che certamente gli antefatti per superare gli elementi della disgregazione vanno anche ricercati nelle politiche che si fanno per i giovani.
Vorrei far presente - in particolare all'Assessore che molto cortesemente mi sta ascoltando, e ne parlavo prima con i colleghi - che l'occasione di fare qualche intervento in più su queste materie oggetto degli emendamenti - credete - non è per noi un modo per perdere tempo o per farne perdere, ma è un'opportunità per affrontare alcuni argomenti che non abbiamo mai occasione di approfondire, perché l'o.d.g. non ce lo consente o perché siamo pressati da una modalità di lavoro che ci sottrae troppo tempo per tali questioni.
Voglio ricordare l'esperimento del "Teatro di strada" avviato questa estate nelle colline delle Langhe, che ha avuto un successo clamoroso.
Quella sera - chiamo a testimonianaza i molti esponenti della Regione presenti, insieme al Presidente del Grinzane Cavour, Giuliano Soria, e all'Assessore che aveva contribuito a quelle iniziative - erano presenti ben 2 mila persone, in un paese di 450 abitanti, a seguire la chiusura delle manifestazioni: un successo - ripeto - senza precedenti.
Ritengo che chiedere 500 milioni in più per rianimare un processo culturale di queste dimensioni, creando dei supporti ai soggetti che sanno usare bene i soldi, sia un'operazione con pari dignità di altri stanziamenti che sono stati qui ricordati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Io voglio soprattutto soffermarmi sull'importanza di sostenere i Comuni singoli od associati nell'iniziativa per il teatro di prosa. Da ex Sindaco ricordo come questi momenti siano veramente importanti, non soltanto per le attività culturali, ma anche per la socializzazione dei cittadini.
In un nostro manifesto ci lamentiamo che "i piemontesi sono chiusi" noi Sindaci abbiamo fatto in modo che i cittadini lascino il più possibile la scatola magica, la televisione, a casa e abbiano altre possibilità attraverso l'occasione di un'iniziativa pubblica, soprattutto di un'iniziativa che comporta un intervento diretto di operatori, quindi non un'iniziativa passiva come la proiezione di un film, ma ad esempio un'iniziativa teatrale, dove la gente venga coinvolta in prima persona. In questo modo, nascono degli stimoli che, chi li ha vissuti, può sicuramente testimoniare; nascono degli stimoli ad incontrarsi, a discutere. Alla fine la democrazia si ritrova fondamentalmente in questo, nel fatto di potersi incontrare, di potersi ritrovare con un'occasione, uno spunto culturale.
Nascono degli stimoli anche importanti per i nostri giovani o per tutta una serie di talenti che spesso vengono ignorati, e nascono stimoli che non possiamo assolutamente trascurare. Quando si è intervenuti in merito al problema della tossicodipendenza tutti hanno puntato il dito sull'importanza della prevenzione. Che cos'è allora la prevenzione se non l'occasione per fornire ai ragazzi tutta una serie di indicazioni alternative? Lo sanno bene gli insegnanti che nelle scuole, con mille sacrifici, svolgono attività di animazione teatrale, la quale però non riesce a trovare uno sbocco nel sociale perché non ci sono fondi disponibili.
Ricordiamo inoltre che anche per un Comune di medie dimensioni, come Nichelino, organizzare una stagione teatrale significa impegnare circa metà del bilancio a disposizione dell'Assessorato alla cultura. Possiamo pertanto immaginare che cosa avverrà nei piccoli Comuni (il Piemonte ne ha moltissimi) che, a fronte di iniziative di questo genere, sono costretti a rinunciare con grave danno per tutta la cittadinanza, oppure ad investire rinunciando poi ad interventi di ben altro significato.
Per quanto riguarda gli anziani, il problema è stato rilevato dall'Università della Terza Età, che in tutte le sue sedi ha dato vita a corsi di animazione teatrale proprio perché è forte questa volontà di gestualità, che deve essere recuperata. E' veramente una cosa importante dal punto di vista della socializzazione e del coinvolgimento.
Ieri il collega Bellingeri diceva che non bisogna parlare di cultura ma la cultura è poi il punto fondamentale per valorizzare la nostra risorsa principale. Qual è il ruolo della Regione se non quello di valorizzare le nostre risorse attraverso un'attività di pianificazione e di promozione? La Regione non deve trasformarsi in un grande Comune che gestisce in prima persona: la Regione deve avere una capacità di promozione e di propulsione.
Non si può avere questa attività di promozione e di propulsione soltanto con dei piani scritti sulla carta, bisogna dare degli incentivi concreti bisogna dare delle risorse. Ecco spiegata la richiesta di finanziamento aggiuntivo di L. 500 milioni che, dal mio punto di vista e conoscendo quanto sia vasta la comunità piemontese, sono veramente pochi.
Un'ultima cosa a proposito dell'importanza di favorire l'attività dei Comuni associati, in quanto molto spesso per i piccoli Comuni si tratta di impegni economici eccessivi. Questo può essere un momento importante Vicepresidente Majorino, per immaginare un Piemonte con Comuni meno piccoli con la volontà di associarsi, nel senso che la Regione, dando degli incentivi economici, può favorire l'incontro dei Comuni a partire proprio da queste occasioni, che paiono effimere e che invece possono essere fondanti per la nostra comunità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertoli.



BERTOLI Gian Pietro

Signor Presidente, difficilmente la vita scorre in situazioni di equilibrio: ci sono tempi in cui ci si deve autocensurare, costringersi, e ci sono invece momenti in cui è più facile o necessario dilungarsi esprimersi, dire le cose che si pensano anche se sono ampie rispetto all'argomento che si tratta.
L'emendamento al cap. 11690 è estremamente importante. Intanto non ricordo se nel bilancio che approvammo in dicembre fossero già previsti degli stanziamenti, ma certamente non prevedere neanche una lira in previsione di competenza per l'anno 1997 su un capitolo così importante non è un atto rispondente alle esigenze della nostra Regione.
Il teatro è una forma culturale rivolta al popolo. Come la pittura, fu una delle prime forme con le quali si cercò di dialogare, di comunicare, di far conoscere i problemi, le teorie, gli obiettivi delle classi culturali che avevano da esprimere le loro concezioni della vita. Quindi, nacque come voce, come espressione di dialogo verso il popolo. Invece in questi ultimi tempi è diventata una forma di cultura tipicamente da élite. Mentre nascono in tutta la realtà piemontese e italiana centinaia di istituzioni centinaia di forme culturali, che in modo volontaristico rappresentano aspetti locali, forme culturali tipiche, sarebbe opportuno che le istituzioni accompagnassero questo moto spontaneo dei piemontesi.
Ci sono inoltre delle situazioni veramente tragiche. Vorrei ricordare un'istituzione teatrale prestigiosa come il Teatro Giacosa di Ivrea, chiuso da più di dieci anni per difficoltà e complicazioni dovute a mille ragioni.
Ma se la Regione Piemonte si facesse carico, per quanto le compete, di intervenire economicamente per aiutare le istituzioni in gravi difficoltà probabilmente anche i battenti del Teatro Giacosa si potrebbero riaprire.
Ci sono poi teatri minori, come quello civico di Cuorgnè, chiuso da decine di anni. Se la Regione Piemonte assumesse con più responsabilità il ruolo che le compete nell'aiutare ogni forma di cultura, soprattutto relativamente ai teatri esistenti sul territorio, le cose andrebbero meglio.
Per cui, concludendo, chiedo all'Assessore - che è sempre disponibile attento e sensibile e che annuisce in continuazione - di farsi carico di questi problemi e di accogliere il nostro emendamento, che non è grande cosa - ce ne rendiamo conto - ma sarebbe comunque un segno di disponibilità per andare incontro ai problemi che abbiamo sottolineato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Credo che già altri Consiglieri abbiano illustrato il valore culturale l'importanza politica e sociale di questo emendamento, quindi aggiungo alcune considerazioni che in parte sono già state fatte.
Non mi appassionano molto i dibattiti sulle riforme istituzionali sulla necessità di decentrare, di dare una sensazione alla popolazione della presenza dello Stato, quando sono astratte. Quando penso alle riforme penso a come risolvere il problema della disoccupazione, come affrontare il problema della casa, il problema dell'isolamento e della sensazione di abbandono che le popolazioni vivono. Se i cittadini si lamentano e poi vivono una situazione di estraneità nei confronti delle istituzioni, in parte può essere dovuto ai meccanismi istituzionali stessi, ma fondamentalmente è dovuto ad elementi diversi: alla mancanza, nella vita quotidiana della gente, di una presenza reale, concreta, visibile e positiva da parte delle istituzioni. E indubbiamente la cultura è uno di quegli aspetti su cui questo problema è più evidente perché c'è una tendenza in atto che io credo sia anche economica, nel senso che ormai per quanto riguarda i momenti culturali così come quelli di spettacolo, c'è una tendenza alla concentrazione, a far sì che sia solo il grande evento quello che può avere un impatto mediatico forte e quindi su questo si concentrano e si accentrano le risorse, assorbendole quasi totalmente. Assistiamo infatti sempre più ad una serie di megaeventi e questo - ripeto - vale in tutti i settori. Gli sport si riducono: c'è ormai il calcio e poco altro, e il calcio si riduce sempre più al calcio di Serie A e prima o poi si ridurrà al calcio europeo della Champions League. Per quanto riguarda la musica, si parla moltissimo del Pavarotti che fa il concerto classico o magari insieme ai cantati rock in un determinato momento, e una serie di grandi eventi, ma tutto il resto viene sempre più impoverito.
Per quanto riguarda lo sport, al di fuori del calcio gli altri sport assumono sempre minore importanza, vengono abbandonati e questo significa bassa concentrazione di risorse.
Lo stesso avviene nello spettacolo. Gli spettacoli importanti sono pochi e obiettivamente se si lega lo spettacolo al grande artista, alla grande realizzazione, questi non possono essere tanti, sia per le risorse che richiedono, sia per il fatto che il grande artista di turno ha un tempo limitato, può offrire poche date e queste ovviamente vanno alle grandi città, alle grandi metropoli, a detrimento di una serie di eventi culturali che possono andare invece verso l'insieme della popolazione. Tra l'altro questo accresce l'elemento di frustrazione della gente. Chi è lontano da una città in cui gioca una grande squadra di Serie A, generalmente si accontenta della televisione, è sfortunato, non può vedere i suoi idoli dal vivo. Il giovane che ama la musica rock non riuscirà a vedere il concerto di Springsteen perché se ne faranno solo due in Italia e quindi in chi non partecipa si accentua questa sensazione di esclusione, di non partecipazione, perché non vive nella grande città, nella metropoli, quindi la frustrazione che subisce viene portata anche da questi elementi.
Le istituzioni dovrebbero cercare di rovesciare questo tipo di impostazione, cioè dovrebbero cercare di promuovere una politica che ostacoli queste cose. Io sono convinto che l'Assessore Leo è sensibile su questi problemi; credo che in una serie di iniziative che io ho seguito con interesse questa volontà di decentramento ci sia. Ma proprio perché ha questa sensibilità, dovrebbe a maggior ragione valorizzare un emendamento come questo che chiede di valorizzare non solo le strutture decentrate, ma gli stessi Comuni, gli stessi enti che vengono in qualche modo ad avere un ruolo.
Riteniamo che per questi motivi la Giunta dovrebbe dare una risposta non rigida come ha dato prima.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Foco.



FOCO Andrea

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, l'occasione della presentazione di questo emendamento, che aumenta il capitolo di 500 milioni, è diventata anche l'occasione per un dibattito sulla capacità di intervento della Regione per quanto riguarda la realtà teatrale piemontese.
Spiace che questa discussione avvenga come elemento marginale all'interno di una discussione complessiva sul bilancio. Vorrei cogliere questa occasione non solo per richiamare l'attenzione della Giunta e dell'Assessore sull'essere conseguenti tra dichiarazioni e stanziamenti a bilancio, nel senso che i 1.700 milioni previsti nel cap. 11690, se vanno a confermare uno stanziamento che si è dimostrato di gran lunga già insufficiente (l'Assessore ce ne può dare atto sicuramente) nel corso del 1996, diventa maggiormente insufficiente se noi guardiamo al 1997. Questo non solo in termini astratti, ma proprio facendo il conteggio della percentuale di svalutazione o delle possibilità storiche di intervento della legge n. 68 che tutti sappiamo essere, per certi aspetti estremamente datata, non solo perché è una legge del 1980, ma perché già all'inizio della scorsa legislatura (mi pare già nell'estate del 1990) si parlava della necessità di una sua modifica. Questo fu anche confermato dal convegno che si tenne ad Alessandria, a mio parere estremamente importante e dovremmo rileggere con più attenzione gli atti. Fu infatti un'importante occasione di incontro che vide la presenza di tutte le principali compagnie della Regione Piemonte e anche dell'articolazione della presenza teatrale nella nostra Regione. In quell'occasione emersero tutte le perplessità su una conduzione ripetitiva della legge n. 68 e dei criteri che erano e sono di guida per la distribuzione delle scarse risorse regionali. Non dimentichiamo che emerse anche la necessità di dare un maggiore spazio alla sperimentazione e ad alcune iniziative che avevano visto associarsi le varie compagnie. Vorrei sottolineare quanto importante sia stato questo elemento. Non dimentichiamo che le compagnie hanno tra di loro una giusta e competitiva rivalità, sia per l'aspetto artistico, che per la possibilità di poter poi attingere alle risorse regionali. Eppure, queste compagnie si resero conto della necessità di uno sforzo di aggregazione, di dare vita a forme, se non di consorzio, su specifici progetti, di aggregazione per poter meglio "sfruttare" la legge e quindi cercare di percorrere quelle fasi sperimentali necessarie e fondamentali per la presenza teatrale piemontese. Ricordo, ad esempio, l'esperienza del "Teatro giovani" o del "Teatro ragazzi", che hanno bisogno di ulteriori risorse. Mi spiace che in questo intervento io abbia potuto solo accennare a queste problematiche, ma sono convinto che una parte degli interventi che mi hanno preceduto e quelli che seguiranno riusciranno a definire meglio il problema.
Mi si permetta solo un ultimo esempio, e poi termino veramente: la scarsità di risorse fece chiudere l'unico laboratorio che esisteva per i giovani artisti che operano nel mondo lirico. Era l'unico laboratorio lirico sperimentale per voci nuove non solo in Piemonte, ma a livello nazionale ed era organizzato dall'Azienda Teatrale Alessandrina.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Il capitolo sul quale proponiamo questo emendamento di implementazione riguarda in primis il Teatro Stabile, sul quale tante volte abbiamo ragionato in VI Commissione, ma non riguarda solo il Teatro Stabile, perch si parla di professionalità, di produzione e di distribuzione, dei punti qualificanti di questo titolo. Quante volte, in VI Commissione, abbiamo affrontato questo discorso con l'Assessore Leo, assolutamente disponibile e sensibile in merito. Quindi, riteniamo di ragionare in sintonia nel momento in cui, parlando di professionalità, di promozione e di distribuzione ci preoccupiamo, oltreché dei grandi teatri, e quindi giustamente dei grandi eventi, anche di tutta quell'altra ricchezza esistente sul territorio piemontese. Ieri parlavamo di identità subalpine, perché se è vero che siamo in un'epoca di multimedialità è altrettanto vero - ci siamo detti più volte - che l'arte più antica dell'espressione è quella del teatro, ma non è fatta soltanto dei grandi eventi, ma anche del teatro amatoriale.
Poc'anzi il collega Saitta parlava giustamente della ricchezza presente ai vari livelli oratoriali, ma dobbiamo ricordare che questo teatro è nato come prima forma di espressione; basta citare le agorà, le prime forme che risalgono all'epoca dei Greci, per non parlare poi di epoche ancora più remote. Gli Incas hanno testimoniato un apporto significativo alla cultura teatrale e sono stati capaci di farne uno dei punti qualificanti della loro grande e ricca cultura.
Ieri si parlava di identità e si rilevava la povertà di certe culture e la ricchezza della nostra. Certo, è una ricchezza, ma è una ricchezza reduce anche da epoche colonialistiche, che forse hanno impoverito e danneggiato le culture fondanti della ricchezza del genere umano. Si parla di teatro di base, di teatro amatoriale; come è possibile parlare di professionalità, di distribuzione e di promozione se ci preoccupiamo soltanto, anche se giustamente, di implementare e sostenere i grandi teatri e non tutto il resto che esiste sul territorio? Innanzitutto c'è un problema di carattere edilizio, quindi tutta una serie di strutture e di edifici che necessitano di fondi; chi, più della Regione, può erogare i fondi per la ristrutturazione e la messa a norma, secondo il DL n. 626, ed offrire di conseguenza un miglior servizio al cittadino, in quanto utente? In questo settore siamo molto carenti e ne siamo consapevoli. Quanti sono i teatri chiusi nella nostra regione? Questo è l'aspetto di carattere edilizio. L'altro, invece, è un aspetto di contenuti, di cultura. Si tratta di sostenere associazioni e Comuni, perché il teatro di base possa trovare un'implementazione, ma non solo. Parliamo di multimedialità, di identità di intercultura, ma dimentichiamo che il teatro è la forma di base della più grande ricchezza espressiva, di cui abbiamo due importanti testimonianze.
Con l'Assessore alla sanità abbiamo ragionato in più occasioni sulla significativa esperienza che si vive in alcune carceri, in particolare nel carcere delle Vallette. Attraverso un laboratorio teatrale, diretto da un bravo regista, che valorizza l'espressione psico-corporea e l'espressione culturale, diversi detenuti, peraltro affetti da sieropositività, vivono un percorso di autocoscienza, un cammino che li porta verso mete che fino a qualche anno fa non pensavano di poter raggiungere.
Inoltre, c'è un'altra esperienza che con l'Assessore Leo abbiamo vissuto nella nostra città, forse troppe volte sottovalutata o per lo meno simbolizzata soltanto con i grandi eventi ed i grandi teatri. Abbiamo provato l'esperienza del teatro interculturale, che vede donne di origini culture, religioni ed appartenenze familiari diverse confrontarsi attraverso l'espressività della forma teatrale e raggiungere gli obiettivi concordati insieme.
C'è ancora un aspetto, e concludo: quello della scuola. Una volta Assessore Leo, coinvolgevamo le scuole nei laboratori e il teatro è una delle forme culturali più ricche. Potrei portare via parecchio tempo, vista la mia professione, ma conto sull'intelligenza dell'Assessore, che ben comprende il problema.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeli.



ANGELI Mario

Relativamente all'implementazione di questo capitolo vorrei fare riferimento ad alcune situazione reali della nostra periferia. In particolare, voglio riferirmi a quelle cittadine che hanno dei teatri anche storici che in parte sono stati ristrutturati con finanziamenti statali; la Regione, a suo tempo, aveva dato un certo tipo di finanziamento. E' un lavoro da terminare; era necessario fare rivivere la cultura e il teatro nelle nostre città.
Il problema che si presenta è che noi, come Regione, siamo superati dalle stesse Amministrazioni comunali, che si stanno attivando assieme alle banche per trovare delle soluzioni alla ristrutturazione dei teatri stessi.
Mi riferisco alla mia città; teatro oggi Romualdo Marenco, già Carlo Alberto. Nel periodo del regno di Piemonte era stato inaugurato con ricche sovvenzioni da parte di privati. Si sta ripercorrendo quella strada con la Cassa di Risparmio di Alessandria, per vedere di trovare delle soluzioni per la ricostruzione reale e concreta di quel piccolo gioiello che assomiglia, per certi versi, al Carignano di Torino. In questi anni abbiamo avuto delle collaborazioni tra il Teatro Stabile di Torino e teatri alternativi: ad esempio, con il teatro della società Italsider, quando era ancora Italsider. A suo tempo, ci sono state delle collaborazioni con la Regione per poter portare, nella periferia del basso Piemonte, delle manifestazioni che diversamente non sarebbe stato possibile rappresentare.
Questo grazie all'interessamento fattivo e costruttivo della Giunta regionale. Si è riusciti addirittura a rappresentare l'Aida; in mancanza del teatro abbiamo utilizzato un campo sportivo e abbiamo tenuto l'Aida all'aperto. Capisco che rappresentare l'Aida in un teatro sia abbastanza difficile, e sarebbe meglio andarla a vedere all'Arena di Verona, però se noi riusciamo ad aumentare la cifra al cap. 11690, magari riducendo il capitolo successivo, anziché il cap. 15950 - che è già stato sufficientemente martoriato - si potrebbe arrivare a qualcosa di più dei 500 milioni e dare un segnale concreto a quelle compagnie teatrali che attualmente "sopravvivono".
Ieri si è stanziato un miliardo per la salvaguardia della lingua e della cultura piemontese, ma la cultura piemontese si salvaguarda anche con le compagnie dialettali, che sono tantissime nella nostra Regione. Teniamo presenti questi aspetti e cerchiamo di andare nella direzione di costruire anche come Regione, un programma completo che possa dare delle risposte non soltanto sulla carta. Cerchiamo di dare delle risposte concrete, con una programmazione concreta sulla cultura e sul recupero dei vari teatri del Piemonte. E' un tipo di programmazione che non ho mai visto e vorrei poterla vedere. Sarei felice se l'Assessore Leo presentasse questo tipo di scelta; ne sarei soddisfatto. Credo che in questo modo salvaguarderebbe molto di più la cultura piemontese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gatti.



GATTI Agostino

Grazie, Presidente. Intervengo su questo argomento perché lo considero di estrema importanza, soprattutto dal punto di vista locale. Faccio tuttavia alcune considerazioni di tipo generale; c'è una crisi della televisione, crisi che considero addirittura benefica, che si dovrebbe assecondare anche per il bene dei nostri figli. C'è una crisi latente nel grande sport nazionale, il calcio, che si vede soltanto attraverso la pay TV. Credo che inizi ad avanzare in modo sommesso, ma abbastanza diffuso una cultura più sensibile e più raffinata. Per usare un termine caro forse, al nostro Presidente, una cultura più elegante. Mi sono chiesto se quanto disposto dalla Giunta su questo capitolo possa avere un significato.
Faccio alcune critiche: in particolare, ritengo sia un investimento torinocentrico, perché questo finanziamento servirà sì e no allo Stabile di Torino, mentre c'è una grossa carenza a livello locale. Abbiamo teatri di una certa importanza che ormai sono fatiscenti e ritengo, pertanto, che sia dovere dell'Assessore, e in particolare della Giunta, porre attenzione a questo problema.
Suggerisco sommessamente due filoni di interventi: uno è sulla gestione dei teatri ancora vivi. Cito in proposito il teatro di Alessandria; grazie all'Amministrazione comunale si è riusciti ad affossare l'attività nell'ultimo anno, non ultima la crisi della nomina del direttore.
Un altro aspetto molto importante è quello di intervenire sulle strutture e sui locali che ormai sono in disuso. Considerando la nuova necessità di assecondare questa cultura che sta avanzando, si dovrebbe intervenire sulle strutture e sulla messa a norma di quelle esistenti.
Infine, mi si consenta un'altra considerazione: c'è un fervore nuovo nelle compagnie, c'è la possibilità di dare un piccolo contributo all'occupazione, perché questa è un'occasione di nuovo lavoro per i giovani. Credo che abbiamo chiesto poco; sarebbe auspicabile poter usufruire di ulteriori finanziamenti per intervenire in un settore che poteva essere considerato a suo tempo un po' snob, ma che rappresenta oggi una grande occasione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Con l'emendamento al cap. 11690 noi sostanzialmente chiediamo che rispetto allo stanziamento già previsto di 1.700.000.000 vi sia l'aggiunta di ulteriori 500 milioni. Questo per un duplice ordine di ragioni e vorrei articolare il mio intervento in due parti.
La prima ragione riguarda - e qui vorrei richiamarlo facendo precisazioni ulteriori rispetto all'intervento del Consigliere Foco - la legge n. 68 del 1980, legge di una certa importanza che ha come finalità la promozione dell'attività teatrale in Piemonte.
Vi è poi una seconda ragione particolare che riguarda la promozione in particolare di un certo tipo di attività teatrale ed un certo tipo di rapporto con il territorio e gli Enti locali.
Concordo con il Consigliere Foco che tale legge è in parte datata e che ci sono ulteriori punti molto importanti da sviluppare. Sono molto d'accordo con il Vicepresidente del Consiglio Veltroni quando afferma come questo Paese stia attraversando una nuova fase: abbiamo avuto un momento in cui le questioni di ordine ambientale sono state oggetto di grande importanza nella loro interrelazione con le questioni di ordine urbanistico, oggi, forse, quella dei beni culturali è la grande risorsa da riscoprire e rappresenta una grande risorsa anche di innovazione e di sviluppo per l'intera nostra collettività e per il modo in cui questo Paese può porsi rispetto all'Europa.
Se è vera l'affermazione del Vicepresidente del Consiglio - io la condivido - rispetto ad una legge pur datata, è importante andare a rivedere quali erano i soggetti che si individuavano per questa attività di promozione, quali le attività particolari e con questi ulteriori 500 milioni quali promuovere.
La legge si rivolgeva agli Enti locali singoli od associati, al Teatro Stabile di Torino, per la realizzazione dell'attività ordinaria di produzione e di promozione, agli enti e alle associazioni culturali che operano e che operavano in continuità nel campo teatrale con adeguate strutture.
La legge aveva poi due finalità. All'art. 3 promuovere iniziative di produzione teatrale realizzate da aziende municipali, da enti teatrali pubblici; in secondo luogo, sviluppare un'attività di distribuzione, di programmazione operata sempre dai Comuni, dagli Enti locali singoli od associati. C'è poi l'art. 4 - questa è la parte importante che vorremmo sviluppare: questi 500 milioni non vanno in direzione di un'attività ordinaria per quanto riguarda il teatro, (il mantenimento dell'esistente dell'ordinarietà di intervento) quella è già rappresentata dal vostro miliardo e 700 milioni. Questi 500 milioni vogliono segnare invece un intervento in direzione della sperimentazione, della ricerca e dell'attività di promozione; un intervento non solo in direzione del far girare, di paese in paese, gli spettacoli, soprattutto nei capoluoghi di provincia del Piemonte. Penso, ad esempio, a Novara dove recentemente non solo è stato ristrutturato un teatro, come il Coccia, ma è stata promossa un'attività di promozione, di ricerca e di formazione. Perché anche i restauri di importanti e storici teatri, come il Coccia appunto, ma anche di molti altri, se non vengono accompagnati da questa realtà vivace che sul territorio deve essere creata attraverso la promozione dei momenti più innovativi che già nella legge erano contenuti, non sarebbero sufficienti.
Per questa ragione sollecitiamo l'approvazione di questo emendamento di 500 milioni.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Grazie, Presidente. Molti interventi che mi hanno preceduto hanno messo in evidenza una pluralità di sfaccettature che testimoniano il valore della legge regionale che noi stiamo esaminando, relativa alle norme per la promozione delle attività del teatro di prosa.
Noi non possiamo dire che la Regione Piemonte non abbia, nella presentazione del bilancio, valorizzato questa proposta. Nel programma, che lo stesso Assessore ci aveva presentato in Commissione, esiste una progettualità che va in questa direzione di cui vogliamo dare atto all'Assessore del valore e della bontà di queste proposte che già sono in corso.
Credo che l'emendamento, che noi abbiamo presentato, che prevede un incremento di 500 milioni, debba e possa essere preso in considerazione soprattutto perché questo tipo di attività si inserirebbe, peraltro, nella multiforme attività dell'Assessorato alla cultura. La collega Manica ha evidenziato la destinazione di questi 500 milioni che potrebbero riguardare le norme dell'art. 4, vale a dire la sperimentazione e la ricerca.
Voglio, Assessore Leo, ricordare a lei in particolare, un campo di applicazione della sperimentazione e della ricerca; per esempio, tutte le iniziative, che riteniamo importantissime, rivolte al mondo dei minori, per esempio al teatro per i ragazzi.
Questo è un campo estremamente vasto della sperimentazione e della ricerca, che peraltro gli Enti locali hanno messo in cantiere da molti anni. Direi che uno dei filoni di applicazione, di diffusione ulteriore dello sviluppo delle attività del teatro di prosa è proprio quello dedicato al mondo dei minori, che vedono nella possibilità sia di assistere e sia di fare, essendo a loro volta assistiti da professionisti e da tecnici, una grande occasione non soltanto di crescita culturale, che va bene ed è sempre positiva in tutte le direzioni, ma anche una partecipazione al processo di formazione degli individui e delle personalità.
In questo senso, è necessario pensare ad ulteriori fondi, ulteriori finanziamenti e contributi agli Enti locali, al Teatro Stabile di Torino alle associazioni culturali che operano nel campo teatrale, per quanto riguarda la sperimentazione e la ricerca dedicata in particolare a tutto il settore giovanile, quindi con spettacoli ad hoc, con rappresentazioni, con forme anche di partecipazione dei giovani. Ricordo tante iniziative richieste al Comune di Torino perché i giovani delle scuole potessero partecipare anche in forma attiva, nel senso di assistere al teatro, o di partecipare ad iniziative per costruire il teatro di prosa. Il Teatro Stabile fu antesignano di tutta questa serie di proposte culturali che per applicate ai giovani, alle scuole, possono essere un'occasione anche speciale per gli insegnanti, per tutto il corpo docente. Non soltanto per scegliere o per contribuire a scegliere, insieme al Comune, insieme agli enti treatrali quelle che possono essere le applicazioni migliori, le applicazioni che più possono riguardare ed essere attinenti ai giovani alla loro personalità, alla loro sensibilità, ma anche ai processi di formazione, proprio per una cultura della pace, per una cultura della non violenza, per una cultura del rispetto degli altri, per una cultura della tolleranza, che indubbiamente il teatro può portare.
E allora io credo - e concludo, Presidente - che la specializzazione la ricerca, la sperimentazione che riguardano questo vastissimo comparto potrebbero fare farte di quel grande progetto della prevenzione che, a mio parere, dovrebbe essere, soprattutto per un Assessore alla cultura, la linea conduttrice di tutta la sua attività.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bellion.



BELLION Marco

Già molti colleghi - e in particolare il Consigliere Riba - hanno ricordato le grandi aspettative che la legislazione e le iniziative, ma soprattutto le politiche sviluppate negli anni '70, suscitarono nella nostra Regione e, per la prima volta, in tutto il nostro territorio; ed oltre alle aspettative, anche la possibilità di poter sperimentare direttamente, dopo anni di silenzio, cosa significava il teatro e soprattutto che cos'era un certo tipo di teatro.
Le piazze dei paesi del nostro territorio, in particolare delle nostre valli, attraverso lo sforzo fatto allora da quegli Enti che stavano nascendo (mi riferisco alle Comunità montane), potevano offrire ai propri abitanti e alla popolazione turistica - avvenendo soprattutto questi fatti durante il periodo estivo - momenti di grande cultura; furono soprattutto momenti che svilupparono e permisero di sviluppare quello che successivamente, negli anni '80 - come già veniva ricordato - fu boicottato.
L'emendamento che noi proponiamo al cap. 11690 consiste in una cifra di 500 milioni. Sicuramente, se analizziamo la portata della legge n. 68, che è oggetto del finanziamento di questo capitolo, la cifra è ancorché ridotta rispetto - ad esempio - a ciò che citiamo all'art. 6, considerato che parliamo di recupero e restauro delle strutture pubbliche.
Già molti - penso al collega Bertoli, ad esempio - hanno ricordato la situazione del Canavese, ma potrei citare quella del teatro sociale di Pinerolo, incendiato ormai da più di quindici/vent'anni e che non riesce a trovare, man mano che passa il tempo, le risorse disponibili per un suo recupero, lasciando a bocca asciutta un territorio di 150 mila persone come quello del Pinerolese, le quali, pur avendo tradizioni e culture tipiche che contraddistingono quelle valli, devono comunque spostarsi verso Torino per poter accedere ad un teatro di un certo livello.
Quindi - come dicevo - questo emendamento è finalizzato sostanzialmente ad avere qualche speranza di attuare ciò che la legge n. 68 del 1980 indica con grande chiarezza e a cui gli Enti locali, singoli od associati o di secondo grado, e in particolare le Comunità montane e gli altri soggetti ammessi al contributo (gli enti teatrali pubblici e le associazioni culturali), con grande attesa stanno da anni cercando di proporci e di concretizzare.
Ripeto: al di là della sperimentazione e della ricerca, al di là dei finanziamenti per la formazione, vorrei evidenziare come il recupero e il restauro delle strutture teatrali pubbliche siano elementi degni di finanziamento. Dico questo perché la maggior parte di queste strutture, che con gli anni hanno visto il degradarsi del proprio aspetto, ma anche della propria funzionalità, si trovano sovente nei centri storici delle nostre cittadine, contribuendo al degrado che gli stessi centri storici stanno avendo, in assenza di finanziamenti e di politiche finalizzate per l'appunto al loro recupero.
Quindi, pur riconoscendo all'Assessore la sensibilità che da sempre ha dimostrato nel settore, lo invito a prestare particolare attenzione a questo tipo di strutture presenti nella nostra Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Noi abbiamo proposto questo emendamento sul cap. 11690 di 500 milioni motivato dal fatto che dal 1975/1976, nel momento in cui a livello nazionale e regionale vi era la cultura dell'effimero, che ha dato dei grandi risultati per quanto riguarda la diffusione della partecipazione popolare e dei cittadini al mondo dello spettacolo, alcuni Comuni della cintura torinese, anziché costruire per conto loro, in un decentramento strutturale, hanno stipulato con il Teatro Stabile di Torino delle convenzioni. Ciò in modo da offrire sia ai ragazzi delle scuole sia agli anziani la possibilità, a prezzi convenzionati e quindi con uno stimolo dovuto anche al non carico economico su queste categorie di cittadini, di usufruire di un bene che io ritengo essenziale per quanto riguarda la formazione dell'individuo nell'età scolare e per quanto riguarda il recepimento e il godimento del tempo libero quando si è ormai raggiunta l'età della pensione.
Una struttura come quella dell'organizzazione del Teatro Stabile, ma anche dello stesso Teatro Regio, è una pregevole iniziativa della Città di Torino, ma è evidente che deve essere supportata, come ben stiamo discutendo, da un finanziamento da parte della Regione Piemonte. Noi abbiamo ritenuto che la cifra di 1 miliardo e 700 milioni dovesse essere rimpinguata affinché, pur non perseguendo la politica del decentramento strutturale, si potesse consentire ai Comuni di poter almeno usufruire in termini concreti di quelle che sono le grandi potenzialità dei nostri teatri cittadini.
Mi rendo conto che il bilancio regionale è ancora estremamente contenuto; se pensiamo a quelle che sono le disponibilità, cioè le risorse libere da destinare alle iniziative di aiuto alla comunità da parte della Regione Piemonte, sono assolutamente esigue. Per questo motivo, perseguiamo il decentramento anche sotto il profilo dell'imposizione. Quindi il "federalismo" (pseudoparola che oggi viene conclamata da tutti) dovrebbe servire al governo piemontese e a tutte le altre Regioni per avere a disposizione maggiori risorse.
Pertanto, riteniamo che debbano essere implementati questo capitolo e gli altri capitoli che riguardano le attività decentrate del Teatro Regio in quanto crediamo che siano un bene assolutamente perseguibile.
Chiediamo alla sensibilità della maggioranza e del governo regionale di accogliere questi emendamenti che sarebbero, ad onor del vero, un concreto e tangibile atto di riconoscimento, anche per le dichiarazioni venute da più parti. Ricordo, ad esempio, l'intervento del Presidente Picchioni in occasione dell'insediamento degli Stati Generali del Piemonte, in cui riservava un'attenzione particolare alla grande potenzialità del nostro sistema teatrale e quindi al recupero delle tradizioni della Regione Piemonte. Visitando in altre città alcune strutture decentrate del Teatro Regio e da una relazione svolta in VI Commissione da parte del Sovrintendente è emersa la necessità non soltanto di incrementare le attività decentrate, ma di ammodernare le strutture. Quindi... Mi dica Presidente...



PRESIDENTE

La volevo ringraziare. Il suo tempo è trascorso. Lei sta parlando da oltre sei minuti.



MIGLIETTI Franco

Mi permette ancora un brevissimo momento per chiudere il mio intervento?



PRESIDENTE

La Consigliera Spagnuolo intercede per lei, per cui può concludere.



MIGLIETTI Franco

Vede, Presidente, quando ci si deve arrampicare sui vetri della Mole Antonelliana...



PRESIDENTE

L'ostruzionismo è anche un boomerang, per cui pone dei termini...



MIGLIETTI Franco

Presidente, l'ostruzionismo non è mai un boomerang, perché quando l'ostruzionismo viene sollecitato dalla stessa maggioranza, è un boomerang...



PRESIDENTE

Adesso non andiamo a vedere qual è la genesi dell'ostruzionismo.
Concluda il suo pensiero.



MIGLIETTI Franco

Vorrei spiegare che l'ostruzionismo non è certamente nella nostra cultura, anzi fa parte della nostra sottocultura, ma in certi momenti è assolutamente necessario adottarlo pur con grande sforzo.
Concludo in merito al sistema culturale decentrato. Se la Regione Piemonte definisse una convenzione con gli enti teatrali e con gli stessi Comuni che possono utilizzare questo sistema di decentramento e anzi di accentramento del sistema teatrale ed operistico, credo che darebbe un grande impulso anche a quei cittadini che normalmente non possono accedere a tali strutture.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Luciano

Grazie, Presidente. E' vero che l'ostruzionismo può essere un boomerang, però basta ripercorrere i quasi ventiquattro mesi di nuova legislatura per capire contro chi si dirige e per capire ciò che questo significa nei rapporti tra maggioranza ed opposizione, non solo rispetto al bilancio, ma più in generale se non si affrontano le questioni politiche che abbiamo posto.
Per venire al merito dell'emendamento, pensiamo che l'incremento di 500 milioni sia una richiesta assolutamente ragionevole. Mi rivolgo soprattutto all'Assessore Leo, al Presidente della Giunta e al Presidente del Consiglio perché credo che questa nostra richiesta si incontri con le scelte politiche che a più riprese e in diverse occasioni sono state fatte dal Presidente della Giunta, dall'Assessore alla cultura e dal Presidente del Consiglio, che hanno dimostrato sensibilità rispetto a questi problemi. A volte ho anche criticato l'esagerazione in quanto pensavo che l'intervento sulla cultura fosse quasi sostitutivo di altri interventi per rilanciare lo sviluppo del Piemonte. Però, mi pare che le questioni poste - ripeto - in più occasioni (ultimamente nei recenti incontri relativamente alla Reggia di Venaria) siano state di carattere più generale per un rilancio di iniziative molto concrete a supporto dell'identità piemontese in vista degli Stati Generali. Quindi, con la nostra richiesta siamo coerenti rispetto alle iniziative proposte dalla Giunta.
Credo inoltre che incrementare i finanziamenti a favore non solo del Teatro Stabile, ma in direzione della promozione da parte degli Enti locali di iniziative teatrali, sia un fatto molto importante, perché credo che questo sia il modo reale per riuscire ad avviare un'integrazione fra turismo e cultura nelle diverse situazioni del Piemonte.
Per fare un esempio sul quale ci siamo soffermati nel passato (che non siamo riusciti a concretizzare, ma che credo sia giunto il momento di concretizzare), penso ad un'iniziativa del Teatro Stabile di decentramento con il coinvolgimento, ad esempio, delle dimore sabaude e dei castelli dell'Albese e del Braidese, dove già esiste il Parco culturale di Grinzane.
Si tratterebbe di un'integrazione reale di iniziative in quella direzione e in quel territorio, che permetterebbe di coinvolgere giovani e scuole, e permetterebbe davvero di rilanciare, anche attraverso le attività teatrali l'appropriazione culturale della propria identità e della propria storia.
Sarebbe molto più importante questo che non la scelta che è stata fatta ieri, in modo molto superficiale, di destinare un miliardo per il patrimonio linguistico sanza avere finalità precise. Credo che questo sia molto più importante e che risponda molto di più alle aspettative delle popolazioni. Sappiamo che non sono i 500 milioni che risolvono il tutto tant'è che dopo abbiamo altri emendamenti che vanno in questa direzione non specificamente sul Teatro Stabile, ma che contribuiscono alla promozione e alla creazione di iniziative culturali perché questo è un modo per creare dei punti di aggregazione.
Mi rivolgo soprattutto ai colleghi che ho citato prima, perché mi pare che siano particolarmente sensibili e quindi mi aspetto delle risposte concrete e precise in questa direzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Peano.



PEANO Piergiorgio

Il mio intervento è successivo a quello che il collega Saitta ha fatto qualche minuto fa e che riguarda soprattutto i teatri oratoriali, che sul territorio piemontese sono tantissimi. Ho visto che l'Assessore Leo è stato attento agli interventi che sono venuti a sostegno di questo emendamento lo ha fatto con un'attenzione particolare anche perché lui stesso arriva da una realtà locale, piccola, nasce in quella realtà, nasce dagli oratori, la sua cultura nasce di lì. Vorrei dire all'Assessore Leo soprattutto questo.
In questi anni di Regione ho vissuto un'esperienza molto interessante ho visto una grande attenzione al Teatro Stabile, al Teatro Regio, al Teatro Macario, grosse realtà; qualcuno ricordava prima ad un nostro amico qui in sala che negli anni precedenti l'Assessore Alberton volle influenzare una cultura politica indirizzando finanziamenti soprattutto al recupero del teatro storico; per anni la Giunta fece questo. Oggi da parte di tutti quanti noi c'è una cultura più diffusa sul territorio; nonostante si parli ormai da tempo di area metropolitana ci accorgiamo che questa non è soltanto più Torino, ma è un'area che deve coprire tutto il territorio piemontese e quindi questa capacità di riuscire a comprendere la nostra volontà politica deve diffondersi su tutto il territorio.
Si fa grande musica qui a Torino, ma non dimentichiamo che da dieci anni ormai in tutte le realtà piemontesi sono nati licei musicali, scuole comunali musicali. Pensiamo alle nostre bande musicali che da anni fanno sensibilità e cultura musicale. Andiamo allo stadio la domenica, ammiriamo i grandi giocatori, li vediamo nelle grandi partite internazionali, ma i grandi giocatori dove nascono? Nascono quando da piccoli nei nostri oratori, nelle nostre piccole realtà comunali, cominciamo a muovere i primi passi, magari qualcuno li aiuta, li fa diventare grandi e poi verranno assorbiti dalle grandi squadre torinesi.
Le case del popolo, le biblioteche: quante altre cose sono nate! Gli studenti che arrivano a Torino, all'Università, nascono nelle realtà locali, nelle piccole scuole comunali che magari oggi andiamo a chiudere nelle nostre montagne.
Questo per dirvi quanto la realtà locale deve essere qui presente più che mai. Ecco allora che con l'emendamento vogliamo esortare la Giunta regionale e in particolare l'Assessore Leo a finanziare le piccole realtà territoriali. E' uno sforzo che la Giunta può fare in occasione di questo emendamento e può farlo anche attraverso una sensibilità più attenta al territorio.
Quando tutti i giorni faccio il lungo viaggio dalla mia realtà locale a quella torinese, attraverso tanti Comuni, e sostando ai tanti semafori lungo molti chilometri penso a quei comunelli dove ogni giorno tante piccole cose vengono fatte. Tante piccole realtà tentano di aggregarsi, di mettersi insieme attraverso spazi comuni di musica, sport e cultura (teatri e biblioteche), ed è proprio a queste realtà che dobbiamo guardare con attenzione.
Devo fare un piccolo appunto personale all'Assessore. Oggi sono contento di vederla attenta in modo particolare a quello che stiamo dicendo, di vedere che c'è una sensibilità che nasce in questa Giunta, per devo anche dirle che sovente soffro vedendo le sue deliberazioni che sono rivolte in particolar modo alla realtà torinese. Capisco che lei vive qui e quindi ha una sua realtà, ma la sua attenzione attraverso i finanziamenti e i contributi è troppo rivolta alle realtà torinesi. Vorrei invece che ci fosse la capacità sua di essere più attento anche alle piccole realtà.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Leo per la replica.



LEO Giampiero, Assessore alla cultura e istruzione

Dico che è un peccato, un vero peccato, che si svolga, ma è anche un'opportunità, tale dibattito in questo contesto in cui assume, come è stato in qualche modo accennato, una certa valenza.
Devo dire, e non è per piaggeria, che se fossero raccolti (li prender dai verbali) gli interventi di questo dibattito ci sarebbe tanta, ricca e positiva materia. Credo di poter condividere quasi tutto quello che è stato detto, di poter dare anche delle risposte, non sullo specifico emendamento altrimenti, questo è stato già spiegato dall'Assessore al bilancio, si scombina definitivamente l'impianto, ma nella sostanza - e sostanza vuol dire anche nelle cifre - spiegherò come e perché è positivo.
Parto dall'unica cosa che non condivido. Il Consigliere Peano ha detto due cose, una che condivido molto e a cui darò risposta positiva, e una che non condivido. L'unica cosa che non condivido è che ci sia stata poca attenzione per le realtà locali. Mi facevano notare alcuni colleghi molto attenti della Commissione (colleghi nella fattispecie di Torino, penso alla Consigliera Suino ed altri) quanto tutti i nuovi interventi siano stati improntati, cioè tutto quello che è nato nuovo, abbiamo deciso di farlo nascere fuori Torino. Penso al festival intorno al parco culturale Grinzane Cavour che è stato citato (io non posso ricordare tutti gli interventi, ma li ho seguiti tutti); mi pare sia stato prezioso l'intervento del Consigliere Riba che ricordava che moltissima gente vi ha partecipato.
Tutti i nuovi festival, dico tutti e per dire tutti voglio anche significare che quindi ne sono nati, sono stati fatti fuori Torino, nelle realtà decentrate. Molti colleghi hanno seguito e sono molto attenti (per esempio, il Consigliere Miglietti e la Consigliera Spagnuolo): noi abbiamo deciso di fare questo grazie ad un dibattito - l'ho detto tante volte, ma non mi stancherò di ripeterlo - che è stato preziosissimo in sede di Commissione. A me fa bene ascoltare la Commissione e raccogliere indicazioni, e allora cito questo: abbiamo aumentato decisamente il decentramento.
Negli ultimi anni questo capitolo ha avuto due incrementi successivi: uno nella Giunta Brizio e uno nella prima Giunta Ghigo; dopo essere stato per dieci anni e più fermo. Quindi negli ultimi due anni ha avuto due successivi incrementi, e io penso avendo spiegato com'è la situazione che in assestamento, andando a completare il quadro dell'anno scorso, avrà un ulteriore aumento. Faccio presente tra l'altro che le cifre che esaminiamo oggi sono paragonate con le cifre finali dell'anno, come ha spiegato molto bene l'Assessore Gallarini in più occasioni e anche il Presidente, quindi noi oggi mettiamo a bilancio già a inizio anno quanto l'anno scorso avevamo messo con l'assestamento. Chi conosce bene i meccanismi sa che questo è già un dato in più.
Vengo ora ai punti specifici politici citati.
Dialetto: dall'anno scorso noi promuoviamo una stagione di teatro dialettale, tramite il decentramento dello Stabile, e abbiamo voluto che andasse nelle province esterne. Dirò alla fine la questione che mi vede in sintonia e quindi ad accoglimento. Il teatro dialettale, iniziativa approvata l'anno scorso in Commissione, si è svolto tutto nelle province esterne; non abbiamo fatto nulla nel Torinese. Così come - lo ricordava il Consigliere Papandrea di Rifondazione Comunista - siamo passati da una grande stagione di jazz soltanto a Torino, ad una stagione diffusa su tutto il territorio.
Ricordo i "Punti verdi", giustamente citati da diversi colleghi: da quest'anno interverremo come promozione pubblicitaria anche sui "Punti verdi", organizzati dal Comune di Torino insieme ai Comuni dell'Area metropolitana. C'è anche, quindi, questo passaggio ulteriore.
Darò ancora altri dati, molto concreti, per essere preciso e per dimostrare che doverosamente, in Commissione, ho ascoltato quanto mosso dai colleghi. Sono contento che si sia parlato della sensibilità - realissima del Presidente Picchioni e del Presidente Ghigo - e, mi permetto di aggiungere, dell'Assessore Gallarini, vero "fuochista" della macchina. Se in passato, l'anno scorso in particolare, non ci fosse stata la sensibilità dell'Assessore che ha deciso un forte aumento finanziario sul settore quanto ho appena detto non sarebbe stato possibile.
Il mio compito è spendere bene il denaro; per poterlo fare, occorre ascoltare gli interventi del Consiglio, che oggi sono stati particolarmente pregevoli.
Dalla fine dell'anno scorso, è nato un tavolo sul teatro - ed anche su questo punto è stata richiesta programmazione e coordinamento - che raccoglie il Teatro Stabile e tutte le compagnie private. Se facessimo un parallelo tra quanto offerto dalla nostra e quanto dalle altre Regioni ci renderemmo conto di essere molto avanti.
C'è stato un richiamo - mi pare da parte della Consigliera Suino sull'importanza del rapporto con la scuola: colgo l'occasione per informare che abbiamo appena firmato un Protocollo d'intesa che aggiunge ai 500 milioni che voi chiedete, ben 250 in più, su altro capitolo, per "Il teatro scuola Piemonte". Da quest'anno faremo - con il Ministero dell'Istruzione teatro nelle scuole. Il Piemonte è la prima Regione, la Regione pilota partirà una grande programmazione. Abbiamo quindi acquisito dei fondi, li abbiamo spesi, li abbiamo programmati. Hanno partecipato a questa programmazione - lo dico per tutti i Consiglieri, in particolare per quelli non della provincia di Torino, per il Consigliere Peano - tutti gli otto Provveditorati delle province.
Quindi, il teatro scuola che parte da quest'anno con 250 milioni aggiuntivi per due anni - per un totale di 500 milioni - funzionerà in tutte le province del Piemonte. Come Assessorato regionale, partendo da una convenzione proposta all'attivissimo Provveditore Bertiglia a Torino abbiamo chiesto che tutti i Provveditorati fossero coinvolti. Ricordo segnatamente, perché si è presentato, che il Provveditore di Cuneo ha espresso grande soddisfazione per il fatto che la sua provincia sia stata coinvolta in questo progetto.
Raccolgo un suggerimento della Consigliera Spagnuolo, in Commissione: è importante che l'Assessore si muova. Personalmente, cerco di muovermi il più possibile.
Ultime annotazioni. La modifica molto importante della legge n. 68 è problema consiliare. Relativamente al "Teatro ragazzi" abbiamo appena firmato un accordo, il coordinatore è Graziano Melano, che prevede un incremento e una circuitazione nazionale per il "Teatro ragazzi" piemontese.
Un ultimo dato, sulla "Biennale dei giovani"; rispetto alle cifre proposte, accogliendo l'indicazione della Commissione che era per il decentramento su tutta la Regione, la Giunta regionale ha stanziato in bilancio 350 milioni aggiuntivi, per interventi in ogni provincia del Piemonte; ci sarà quindi un intervento specifico concordato e seguito dall'Assessorato in ogni provincia.
Ho ritenuto doveroso fornire tutti questi dati che ritengo concreti e che credo siano un modo di rendere merito a tutto il Consiglio regionale per l'attenzione dimostrata, a partire dalla sua più alta espressione, la Presidenza del Consiglio, e all'Assessore al bilancio, che ha il diritto di sapere come lavoriamo ed utilizziamo il carburante che ci mette a disposizione.
Ebbene, ho colto, in particolare negli interventi dei colleghi Saitta e Peano, un'attenzione oltreché sul bilancio corrente, anche sulle strutture e in particolare modo sui teatri minori. Annuncio - lo troverete nelle spese in conto capitale - che intendiamo destinare almeno mezzo miliardo e forse più alle strutture teatrali minori, ampliando e dando riconoscimenti non solo ai teatri di proprietà comunale, ma anche a quelli con funzione pubblica, di proprietà non comunale.
La novità di quest'anno è proprio questo riconoscimento finanziario a questi teatri; è un ulteriore passaggio sulla strada del pluralismo. Ci saranno quindi, sul conto capitale, 500 milioni.
Il vostro calcolo, avendo ipotizzato 500 milioni, è stato assolutamente realistico; noi andremo in aggiunta, non su questo capitolo, ma per iniziative sul teatro, fino a 700 milioni.
Il calcolo fatto dai Consiglieri, la precisione, l'intervento dimostra una grande padronanza della materia, non consueta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere per dichiarazione di voto.



CAVALIERE Pasquale

Vorrei fare una proposta: sul capitolo successivo, relativo alle iniziative culturali di rilievo regionale, sul quale tra l'altro presenteremo un emendamento per chiedere maggiori sostegni, potremmo viceversa - e non è contraddittorio - spostare 500 milioni.
Dico questo perché le iniziative culturali di rilievo regionale sono proprio quelle che abbiamo molto criticato perché, intanto, di un'enorme soggettività e soprattutto determinano una gestione da parte della Regione con promozioni dirette di personale abbastanza in contrasto con quello che dovrebbe essere il coordinamento e la promozione culturale che meglio si addice, ad esempio, al sostegno ai Comuni con questo tipo di attività.
Quindi, si potrebbe fare un semplice trasferimento di 500 milioni dal capitolo successivo a questo. Se l'Assessore, come ha sempre detto, è d'accordo a sostenere i Comuni e le iniziative diffuse sul territorio, non può non essere d'accordo con questa proposta.
Voglio aggiungere, proprio a testimonianza dell'importanza di questo settore e perché compare sui giornali di oggi, che l'attore Giorgio Molino ha iniziato lo sciopero della fame per protestare contro il fatto che la sua compagnia comica, che annovera trentasei dipendenti, non è finanziata e deve chiudere; uno sciopero della fame per chiedere il sostegno degli Enti pubblici all'attività teatrale. Certo, il finanziamento di questo capitolo sarebbe un sostegno indiretto, ma comunque con esso non sosteniamo queste situazioni. So che adesso l'Assessore dirà che l'Assessorato sta già sostenendo, però il capitolo successivo è di 4 miliardi e mezzo. Non voglio ritornare su come sono stati spesi l'anno scorso quei 4 miliardi, ma proporre come spenderli l'anno prossimo: meno personale gestito direttamente dall'Assessorato, più sostegno ad attività culturali di rilievo regionale, ma che trovino una sinergia con le istituzioni culturali presenti sul territorio e con le Amministrazioni locali. Credo che questa sia una politica di sostegno e promozione della cultura nella nostra regione. Ripeto: chiediamo l'aumento di 500 milioni per questo capitolo prendendoli dal capitolo successivo. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti per dichiarazione di voto.



MIGLIETTI Franco

Grazie, signor Presidente. Sarebbe stato utile sentire l'Assessore, ma se non è possibile ci atteniamo al Regolamento e anche all'autoregolamentazione che ci siamo dati.
Ho condiviso tantissimo le cose dette da tutti i colleghi intervenuti e sono particolarmente lieto delle dichiarazioni che ha fatto test l'Assessore, sempre che queste siano condivise da tutta la maggioranza. Non riesco a capire, e vorrei che mi venisse spiegato, il motivo per il quale su 1 miliardo per il patrimonio linguistico, è stata rigettata la nostra proposta di incominciare da 500 milioni e poi rivedere in assestamento di bilancio. Ritengo vi sia stata una chiarissima discriminazione; il Presidente del Consiglio diceva che l'ostruzionismo ha i suoi boomerang, ma vorrei ricordare che i nostri ottanta emendamenti sono mirati ed argomentati; ogni Consigliere intervenuto ha motivato ed argomentato gli emendamenti, quindi i nostri ottanta emendamenti e quelli di Rifondazione Comunista non sono assolutamente strumentali, su ognuno abbiamo fatto dei ragionamenti, stime ed approfondimenti.
La nostra proposta - rifiutata - riguardo al patrimonio linguistico è esattamente quella che ha fatto adesso l'Assessore Leo, dicendo: "Riprenderemo questo argomento in assestamento di bilancio". A volte c'è la destra che fa la politica di sinistra e la sinistra che fa la politica di destra, a seconda dei momenti, dell'evoluzione temporale, delle contingenze in cui ci si trova, per cui poi i cittadini non capiscono più nulla, ma va bene anche questo. Noi chiediamo solo quel minimo di coerenza assolutamente indispensabile. Su un problema assolutamente condivisibile dalla maggioranza, e che riteniamo debba essere approfondito, dite che si vedrà in fase di assestamento di bilancio, mentre mancano i progetti e non si sa che cosa verrà finanziato. Non sappiamo che cosa verrà finanziato: forse il Centro linguistico piemontese, il cui Presidente è probabilmente qualche Consigliere di questo Consiglio? Faremo molta attenzione a questi fatti, perché non vorremmo che fosse un finanziamento di tipo garibaldino: vogliamo sapere dove andranno i finanziamenti, chi verrà finanziato, per che cosa verrà finanziato, su quali progetti e su quali programmi questi finanziamenti arriveranno.
Condividiamo che una parte di quell'emendamento venga recepito, per chiarezza, perché nessuno abbia dubbi nel merito; sicuramente non sulle motivazioni che ha addotto il Consigliere Bellingeri, ma conformemente a quanto ha detto ieri il nostro Capogruppo Marengo: eravamo pronti a sottoscriverlo perché ci pareva conforme ad una moderazione di linguaggio totalmente diversa e a supporti di tipo umano ben diversi dalle dichiarazioni del Consigliere Rosso. Ci dovete spiegare perché su questo emendamento, condiviso credo anche dalla maggioranza, si debba dire di andare in assestamento di bilancio, poiché non è recepibile, e non si faccia uno sforzo, anche parziale.
Siamo pronti a ritirare l'emendamento successivo, sul cap. 11720, se c'è un riconoscimento su questo emendamento, ma ci deve essere un pronunciamento in cui si dica che sul cap. 11690 vi è la volontà immediata della maggioranza di recepirlo e non di rinviarlo in sede di assestamento.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo per dichiarazione di voto.



SPAGNUOLO Carla

Signor Presidente e signori Consiglieri, nella dichiarazione di voto del collega che mi ha preceduto, vale a dire Cavaliere, è stata fatta una proposta, alla quale peraltro non abbiamo potuto, per regolamento, sentire la replica dell'Assessore. Anche il collega Miglietti si è spiegato molto chiaramente; invece non ho capito il senso della prima replica dell'Assessore, per la verità.
L'Assessore Leo, che peraltro ha un bilancio ricco, che ha voluto largamente anticipare nella prima parte, non è stato chiaro nel perchè non accettava questa impostazione, che è conseguente al nostro emendamento di aumento di 500 milioni del cap. 11690. Assessore Leo, se altri emendamenti in altri settori non vengono accolti, perché c'è più difficoltà, per certi versi lo posso capire. Per la mia funzione di Capogruppo di un gruppo di modesta entità, mi divido in molte Commissioni e quindi ho modo di assistere agli svariati rapporti degli Assessori nelle diverse Commissioni e non posso non rilevare la fortissima differenza del rapporto che l'Assessore Leo ha con la sua Commissione consiliare rispetto ad altre situazioni.
Il programma culturale dell'Assessore Leo in Commissione è stato votato quasi all'unanimità, forse c'è stata l'astensione di Rifondazione Comunista e dei Verdi: comunque a larghissima maggioranza, possiamo dire. Certamente il suo rapporto con la Commissione consiliare è molto diverso da quello che tengono molti altri Assessori. Il programma ha raccolto una larga maggioranza in Commissione: proprio per questo mi stupisco del fatto che alcuni emendamenti che vanno nella direzione del programma, seppure in senso migliorativo, con delle osservazioni che attengono prevalentemente alla ricerca, alla sperimentazione e al decentramento, che è un problema molto sentito, non vengano riconosciuti utili. Assessore, questo emendamento di fatto viene proposto da una maggioranza che in larga misura ha approvato il suo programma e non viene accolto. Nella sostanza, questo emendamento non viene accolto! Mi è sembrata opportuna la precisazione pronunciata dal Consigliere Cavaliere. Capisco che il Presidente abbia detto che si era ormai in dichiarazione di voto, per cui l'Assessore non poteva rispondere: questo è il regolamento. Però l'Assessore avrebbe potuto chiedere una breve interruzione e spiegare alla Commissione se la proposta ulteriore del Consigliere Cavaliere poteva o non poteva essere accolta. Noi, Assessore abbiamo approvato il suo programma culturale; l'abbiamo approvato noi come Gruppo, mi sembra che il PDS l'abbia approvato, mi sembra di ricordare che i Popolari l'abbiano approvato, la prossima volta daremo delle valutazioni di carattere diverso. Quindi, grande dispiacere perché non è coerente la posizione politica dell'Assessore rispetto ad una vasta maggioranza di cui il suo programma ha beneficiato.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Spagnuolo, per i tempi rigorosamente rispettati.
La parola al Consigliere Papandrea per dichiarazione di voto.



PAPANDREA Rocco

Credo anch'io che nella sua replica l'Assessore Leo abbia esplicitato una serie di apprezzamenti per il modo in cui questo emendamento è stato sostenuto. Il problema è che poi l'apprezzamento si deve tradurre in fatti concreti. Alla sostanza dei fatti verifichiamo come l'apprezzamento sia puramente formale, ma non sostanziale. Non c'è, da parte della Giunta dentro i vincoli del bilancio, una volontà di venire incontro. I vincoli del bilancio sono molto flessibili e politici, dipendono da elementi che non sono puramente matematici; hanno altre caratteristiche. E' evidente che la Giunta, nelle sue valutazioni, ritiene di dare altre priorità e di non venire incontro al tipo di proposte che su questo punto noi e gli altri abbiamo espresso, nonostante la bontà della nostra proposta. Questa bontà non viene valorizzata, quindi voteremo a favore dell'emendamento e ci spiace per questo tipo di atteggiamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta per dichiarazione di voto.



SAITTA Antonino

Voteremo a favore dell'emendamento. Evidentemente ci dispiace per questa conclusione, perché il dibattito e la prima parte della replica lasciavano sperare qualcosa di diverso. Abbiamo apprezzato, ancora una volta, la sensibilità da parte dell'Assessore Leo rispetto alle tematiche che tutti abbiamo introdotto in questo dibattito. Ci pareva logico che venisse finanziata questa legge, perché un finanziamento avrebbe consentito, soltanto con una piccola modifica, quell'operazione che abbiamo suggerito e che l'Assessore condivide. Questa, secondo noi, è la strada più facile da perseguire; personalmente non ho ben capito come possa essere attuato il meccanismo delle spese di investimento.
Un minor rigore da parte del Presidente nella gestione della seduta avrebbe forse permesso qualche occasione di chiarimento in più. Per noi sarebbe stato più immediato che questa legge fosse finanziata e fosse finanziato il cap. 11690.
Il collega Cavaliere ha individuato un'ipotesi che non mi sembra campata in aria; però un capitolo specifico che tratti di questo tema è importante, anche perché non mi pare che esista un altro capitolo che permetta di finanziare le strutture teatrali in base alla legge n. 68, con l'obiettivo della promozione del teatro di prosa. A meno che non abbia letto bene, non esiste assolutamente, ci sono dei capitoli generici di finanziamento per il recupero di immobili di privati, di interesse storico ed architettonico, ma è un'altra cosa rispetto alle strutture teatrali che tutti quanti in Consiglio regionale abbiamo ritenuto di importanza fondamentale.
Continuo a ripetere che per noi era importante il finanziamento di questo emendamento. Mi auguro che il dibattito e la replica siano serviti.
Penso che - non per fare un appunto al Presidente del Consiglio regionale se ogni tanto, attraverso il confronto, indipendentemente dal fatto se siamo in dichiarazione di voto, emerge qualche elemento utile al dibattito credo bisognerebbe anche fare qualche "strappo" al Regolamento - pu essere utile rispetto ad una chiusura molto rigida. In ogni caso, sapere dove sono i 500 milioni sarebbe interessante.



PRESIDENTE

Sono d'accordo nel raccogliere la sua sollecitazione, però non vorrei che questo innescasse, come ha fatto ieri, una discussione generale sulle risposte da parte dell'Assessore: l'autodisciplina deve avvenire da parte di tutti. Non si può solamente richiamare la Presidenza ad essere rigorosi o corretti, perché se io avessi dovuto applicare ieri il Regolamento certamente avremmo potuto risparmiare metà del tempo.
Se volete che l'Assessore faccia una piccola replica per chiarire, io sono d'accordo, non voglio assolutamente costringere la discusione in termini puramente burocratici, però atteniamoci tutti a quello che è il Regolamento.
Prego, Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore alla cultura e istruzione

Mi rendo conto che non è semplice spiegare. Voi avete fatto presente che è indispensabile fare più interventi tramite i Comuni e gli Enti locali, per compagnie, per associazioni, per realtà locali teatrali, specie in collaborazione con i Comuni.
Sul cap. 11725 - mi rivolgo al Consigliere Cavaliere - ho già prodotto una diminuzione di 1 miliardo e 700 milioni per spostarlo su altri capitoli, accogliendo, Consigliere Cavaliere, quanto lei mi aveva suggerito. Quello che bisogna comprendere è che si tratta di un capitolo omnibus. Non so quanto servirà questa risposta, mi impegno ad utilizzare 500 milioni del capitolo per manifestazioni culturali per fare specificamente quanto è stato chiesto, perché la promozione di circuiti teatrali non è avvenuta sulla legge n. 68, è avvenuta sulla promozione vedo che la Consigliera Suino, che ha seguito molto i lavori della Commissione, annuisce. In realtà, voi mi chiedete di accogliere una cosa che io posso accogliere, ma su un altro capitolo, cioè fare più interventi in questo settore. Più interventi di promozione e di sostegno alle realtà teatrali, che non sono sulla legge n. 68, che è parametrato al numero di spettacoli al bordereau, ma sulla progettualità.
Mi impegno quindi a fare fronte a questo.
Inoltre, ci saranno 500 milioni in conto capitale per le strutture teatrali.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 137/1).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 18 voti favorevoli e 30 astensioni.
137/2) Emendamento presentato dai Consiglieri Marengo, Manica, Bortolin Riggio, Angeli, Foco, Cavaliere, Saitta ed altri: il cap. 11720 è aumentato di L. 500 milioni prelevando in dimunuzione dal cap. 15950.
La parola alla Consigliera Suino per l'illustrazione.



SUINO Marisa

L'emendamento che riguarda il cap. 11720, che ci vede richiedere un aumento di 500 milioni, è il capitolo che affronta, in un modo più onnicomprensivo, contributi ad Enti locali, associazioni ed istituzioni per iniziative culturali di rilievo regionale. Nel momento in cui abbiamo formulato questa proposta l'abbiamo fondata sulla convinzione che la cultura, così come peraltro anche la qualità della vita, possono essere, se vogliamo un luogo di frontiera, uno spartiacque dove la partecipazione volontaria dei vari cittadini a vario titolo può rendere più possibile o meno possibile un'offerta di un servizio di qualità migliore. Questa offerta però deve avvenire ad un numero sempre più esteso e più intenso anche quantitativamente, di fruitori, di cittadini, di clienti oltre che di utenti. Nel contempo, un'altra convinzione è che si tratta di consentire a chi ne ha le possibilità - qui ci riferiamo alle istituzioni e alle associazioni - di contribuire in qualche modo fattivamente professionalmente il più possibile al fatto culturale in sè, ad un accrescimento della qualità della vita nelle nostre città, nei nostri Comuni.
L'Amministrazione in questione, l'Assessorato e la Giunta sono interessati solo a promuovere in proprio, autonomamente per se stessi delle iniziative culturali? Noi non crediamo che questo sia un obiettivo che l'Assessore Leo, la Giunta e la maggioranza vogliono perseguire.
Certamente, c'è anche la convinzione di diffondere tutte le iniziative possibili, in parte è già in corso attraverso l'Assessorato alla cultura attraverso la VI Commissione, di diffondere più iniziative possibili grandi e piccoli eventi, nati autonomamente o attraverso la promozione dell'Assessorato competente che abbiano la capacità di proporsi come offerta appetibile, significativa a tutti i cittadini della regione.
La cultura - siamo convinti ed è ciò che anima profondamente questo emendamento - deve tornare ad adempiere a quella che è la sua funzione fondamentale, un luogo dove la comunicazione e lo scambio diventano i principali protagonisti, un luogo dove ci si può incontrare, e non scontrarsi. Fare cultura sul serio offre l'opportunità di avere incontri e mai scontri, il luogo dove si può dialogare anche tra culture diverse, tra realtà diverse, il luogo dove si possono valorizzare anche le differenze. E quando parliamo di differenze, contrariamente a quanto facevano alcuni colleghi ieri, continuiamo a parlarne come risorsa, come ricchezza, come opportunità. Fare scaturire un'immagine complessa in cui ciascuno si pu riconoscere rappresenta la capacità di dare un volto comune all'intera comunità della Regione Piemonte.
La cultura non significa quindi distribuire a pioggia dei contributi non è nemmeno dare a sinistra per giustificare ciò che si dà a destra o viceversa. E' un qualcosa di più. E' la libertà innanzitutto dell'espressione culturale, è lo sviluppo diffuso ed omogeneo delle attività e delle strutture culturali, è l'incremento della ricerca nel campo della storia umana e della nostra Regione. Promuovere attività teatrali, musicali, cinematografiche; allestire mostre, conferenze convegni, esposizioni, tendenti a che cosa? Ad elevare il livello culturale, ad aumentare la presa di coscienza di ogni singolo cittadino, ad approfondire le scienze.
Di tutto questo siamo convinti. E' possibile, attraverso un'implementazione di questo capitolo, fare un po' più sul serio, fare ancora di più di quanto già viene fatto, assumendo direttamente le attività promozionali, censendo i beni culturali e facendone delle pubblicazioni che siano poi divulgate, coordinando, promuovendo, sostenendo e - perché no Assessore? - offrendo anche una consulenza agli Enti locali, perch facciano meglio quanto viene coordinato attraverso la sua capacità di regia.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Su questo capitolo si finanziano due leggi. La prima è la n. 68 del 1994, che si riferisce alla Sacra di S. Michele, peraltro assunta come simbolo da parte della Regione Piemonte.
Noi riteniamo che se davvero si vuole valorizzare questo simbolo bisogna impegnarsi fino in fondo a renderlo fruibile, e quindi a compiere quelle ristrutturazioni e quegli interventi che consentano a tutti i cittadini del Piemonte, ma non soltanto, di poter visitare la Sacra e di poterla valutare, valorizzare per il significato che noi le abbiamo voluto dare. I lavori e gli interventi da fare sono ancora tanti ed occorrono cospicui finanziamenti.
Questo capitolo finanzia poi la legge n. 58 che, all'art. 1, richiama finalità estremamente importanti nel campo della cultura, ricordandoci che questa legge è stata istituita, votata ed approvata dal Consiglio regionale per incrementare la ricerca nel campo della storia umana della nostra Regione, ma innanzitutto per diffondere tra i cittadini, in particolare fra i giovani, la conoscenza dei principi di libertà che sono principi ispiratori della Costituzione della Repubblica italiana. Quindi, è una legge estremamente importante, è una legge da finanziare adeguatamente e peraltro da fare anche compiutamente funzionare.
Con la legge n. 58 si istituisce anche la Consulta regionale per i beni e le attività culturali ed una Commissione per le biblioteche ed i musei di interesse locale della Regione. Io voglio qui sottolineare la necessità parlo all'Assessore, ma anche alla Giunta e al Consiglio regionale - di riprendere gli intenti, le volontà che noi abbiamo voluto inserire in molte leggi della nostra Regione, offrendo un momento di partecipazione e di decentramento e quindi chiamando i cittadini dei vari Comuni e della comunità piemontese ad interagire, a lavorare con noi per compiere le scelte, per dare anche un giusto significato agli interventi che vogliamo attuare di interesse regionale che hanno valore a livello territoriale.
Purtroppo devo rilevare che molte di queste Consulte, molte di queste Commissioni sono da noi istituite, ma poi purtroppo non vengono utilizzate non vengono fatte funzionare. Allora credo che momento importante per il governo della Regione, per la Giunta sia quello del rapporto con la Commissione consiliare, ma momento altrettanto importante per l'Assessorato e per la Giunta - mi riferisco alla cultura, ma faccio un discorso di carattere generale - sia davvero quello di ottemperare ai dettati previsti nelle nostre leggi, valorizzando quindi questi momenti di partecipazione e di democrazia nel governo della Regione Piemonte, che sono estremamente importanti e fondamentali.
Noi parliamo di partecipazione e di decentramento dello Stato a livello di Regioni, di Province e di Comuni; abbiamo nelle nostre leggi momenti significativi di partecipazione e di decentramento che, però, sono vanificati da una prassi che vede da anni dimenticata questa nostra volontà, espressa nella L.R. n. 58 in modo particolare.
Richiamo quindi la necessità di accogliere la proposta che è compresa in questo emendamento, di consistentemente ancora finanziare queste due leggi. Ricordo appunto che sulla Sacra di S. Michele vi è un impegno di tutto il Consiglio regionale; sarebbe interessante sapere come si vuole andare incontro a questo grande impegno, anche attraverso il bilancio 1997 magari utilizzando appieno la legge n. 58 e riprendendone i principi fondamentali. Tutto ciò senza naturalmente dimenticare il momento estremamente importante e necessario della partecipazione.



PEANO PIERGIORGIO



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Anche questo emendamento, pur avendo un riferimento più specifico da un lato e più complesso dall'altro, si ricollega a quella condizione generale "di fame" delle nuove generazioni che si vive nell'ambito culturale.
Iniziative promosse a livello regionale, e in particolare non quelle scaturite dal vertice centrale quale può essere la Regione, ma da alcuni Enti locali di maggior spicco e che provengono quindi dal basso, con degli impulsi forti, dei fermenti forti, e quindi dalle associazioni che fanno cultura, da varie forme partecipative: questo, secondo me, è un momento culturale da esaltare in particolar modo. Da esaltare da un lato perch presenta un fermento e una voglia di fare cultura da parte del territorio e, dall'altro, perché presenta una possibilità aggregativa, partecipativa e di protagonismo anche sociale per le nuove generazioni che noi, come Gruppo di Rifondazione Comunista, reputiamo fondamentale.
Occorre quindi dare spazio, in qualche modo, a forme di associazionismo e a forme che promuovano dei momenti di incontro culturale, in particolare ed è questa la questione che vorrei sollevare all'attenzione dell'Assessore - per tematiche che appaiono come nuove. Nuove come, ad esempio, la differenza; la differenza da un lato e la ricchezza culturale dall'altro fra razze e culture diverse, ricercando momenti di integrazione forte in grado di esprimere una grande ricchezza e un grande confronto questa necessità per le nuove generazioni di uscire da momenti che esprimono un grave conflitto anche sociale interiore. Penso, ad esempio alla droga, alla prostituzione e ad altri momenti vissuti male nella società di oggi come, ad esempio, l'omosessualità. Recentemente si è svolta in Commissione un'audizione che sollecitava anche in campo culturale l'attenzione verso un campo specifico che anche in questo modo vuole proporre una nuova cultura.
Credo che la Regione Piemonte, che è stata portavoce e pilota in progetti importanti e di grande interesse a livello nazionale, dando quindi un'immagine in senso positivo, si possa fare espressione di nuove tematiche e di nuove esigenze che non sono più quelle tradizionali, peraltro importantissime, su cui bisogna lavorare tantissimo, ma su cui bisogna ancora puntare. Queste nuove tematiche emergono dalle associazioni e dalle esperienze a livello regionale, ma che non sono solo e specificatamente concesse dall'ambito generale.
Su questo tema, che riprende una globalità di intervento dell'Assessorato alla cultura, credo che l'Assessore - sempre molto sensibile rispetto alle problematiche e alle nuove tematiche - potrà esprimere un'attenzione particolare ed accettare l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

La ringrazio, Presidente, per avermi dato la parola con precedenza rispetto ad altri colleghi.
In merito alla nostra proposta di incremento sul capitolo relativo al finanziamento delle iniziative culturali sul territorio, vorrei richiamare alcuni fatti legislativi (in parte consolidati, in parte in itinere per il lavoro del Consiglio) che si richiamano strettamente al recupero, difesa valorizzazione e consolidamento delle culture presenti sul territorio come elementi di identità dei territori medesimi.
In primo luogo, vorrei fare riferimento al lavoro dell'Assessore Vaglio, che cortesemente mi ascolta, anche perché - torno a ripetere - in questa occasione di approfondimento è bene che lo facciamo toccando alcuni aspetti che in genere sfuggono a dibattiti più specifici, e ci mancherebbe che non fosse così.
Nella legge nazionale sulla montagna è previsto un articolato riferito al recupero, difesa e valorizzazione della cultura, delle tradizioni e degli elementi che costituiscono identità. Abbiamo cominciato a discutere su come tradurre questi elementi in un'organizzazione (la legge quando è corretta indica dei principi astratti; si dice che le leggi possono nascere da due impostazioni: fatti culturali significativi, acquisizioni politico intellettuali che hanno bisogno di essere normati da leggi, oppure più modesti fatti clientelari anche nel senso alto del termine: "faccio la legge per risolvere dei problemi di soggetti di utenza") e ora stiamo ancora faticando molto, anche se devo dare atto sia all'Assessore Leo sia all'Assessore Vaglio di non avere né trascurato né sottovalutato il problema della creazione di opportunità culturali per i territori montani sia perché i nostri maggiori giacimenti culturali sono lì, storicamente intesi e come elementi che risalgono alle civiltà precedenti a quella che stiamo vivendo, sia perché in ogni caso siamo convinti che l'identità è un elemento che promuove orizzonti di crescita, di sviluppo e dà sicurezza: pensiamo come ha contribuito allo sviluppo del nostro Paese il senso di identità della classe operaia. Non abbiamo ancora costruito il senso dell'identità montana perché a grandi mazzate stiamo invece disperdendo quel patrimonio. Se anche in questo capitolo - chiedo scusa, non è che il dibattito di oggi nasce anche da alcune questioni di ordine politico avessimo alcuni elementi in più per incrementare questa strategia, non sarebbe male.
Seconda questione: l'identità montana che ci è stata proposta dal livello nazionale. A livello regionale abbiamo un ceppo di ragionamento che ci trova d'accordo in molti (non so quanto l'Assessore Bodo sia d'accordo perché non ho ancora avuto modo di appurarlo: spero che sia d'accordo, ma sto aspettando alcune verifiche) in merito alla cultura intesa come risorsa per lo sviluppo delle società specifiche dislocate sui territori. Per esempio, la legge sulla collina, che è stata, almeno in parte, accolta a livello di destinazione di uno stanziamento nel bilancio, proprio perch deriva da quel ceppo di ragionamenti che hanno ispirato la legge sulla montagna, la legge sui distretti del vino e la legge sulla collina, propone la riutilizzazione e la valorizzazione della cultura del territorio come elementi di identità per le popolazioni della collina, ma non si tratta di un'indistinta collina (dovendosi distinguere tra colline moreniche e colline di estrazione geologica originale), ma delle popolazioni delle colline (Monferrato, Canavese, ecc.) che hanno dei loro elementi di identità. Vorrei sapere quando affronteremo questo argomento e quale Assessore se ne occuperà. Io vedrei bene che ci fosse un po' di collegialità anche sotto la direzione dell'Assessore alla cultura: non lo vedo come una diminutio, lo vedo come un atto di sensibilizzazione. Vedete quanto ci propongono gli occitani e quanto noi diamo delle risposte troppo circoscritte, oppure non usiamo quella strategia. Far crescere ed affermare la cultura come elemento di identità sul territorio è un fatto che rappresenta una proposta strategica per la Regione.
Non dico che lo stanziamento sia adeguato (in genere gli stanziamenti li discutiamo fin dove arrivano, se dovessimo dire dove non arrivano ogni stanziamento sarebbe clamorosamente ed infinatamente inferiore alle esigenze), però questi capitoli si prestano alla considerazione che noi finora abbiamo sviluppato molte politiche orizzontali (per esempio politica per l'artigianato utilizzata in modo orizzontale su tutta la regione; agricoltura, leggi di settore utilizzate in modo orizzontale su tutta la regione). Alla fine succederà che nel territorio sviluppato il cavallo beve ed utilizza, nel territorio non sviluppato la risorsa non viene utilizzata, quindi le leggi orizzontali creano nuovi squilibri.
Con queste politiche cerchiamo di prevedere degli sviluppi di tipo verticale, di tipo territoriale, individuiamo un fattore di sviluppo nella ricostruzione delle identità culturali e cerchiamo di trasferire in qualche maniera questo orientamento nel bilancio. Mi pare che questo sia quasi un capitolo ad hoc relativamente alle iniziative culturali sul territorio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

La nuova organizzazione federalista dello Stato comporterà sicuramente dei problemi dal punto di vista dell'interazione fra i vari livelli dello Stato. Uno Stato centralista prevede sicuramente, o almeno dovrebbe essere burocrazia permettendo, che una direttiva così come parte dal centro alla stessa maniera arrivi in periferia. Applicando fino in fondo, e questo è quello che auspichiamo tutti quanti, il principio della sussidiarietà si verrà a creare inevitabilmente una serie di conflitti tra i vari livelli istituzionali. Da un lato, sarà sostenuto il principio di responsabilità da parte dei Comuni; dall'altro lato, sicuramente fra i Comuni e le Province e soprattutto fra i Comuni e le Regioni - e di questo contrasto strisciante già si vedono le tracce in questo inizio di dibattito della riforma istituzionale - potranno determinarsi dei momenti di conflitto.
Sarà impegno della Regione cercare di fare in modo che ci sia il massimo di armonia. Questo significa che la Regione deve abdicare a quella che è la sua attività di gestione in prima persona e deve invece impegnarsi quanto più è possibile in un lavoro di pianificazione, di coprogettazione insieme ai Comuni. Quindi la Regione, riconoscendo la loro autonomia, la loro capacità di autodecisione, deve nello stesso tempo essere capace di indirizzarli secondo un progetto, una finalità globale. Questa finalità globale in campo culturale viene evidenziata attraverso dei piani e delle strategie che fanno in modo di trasformare in risorse quelli che sono i nostri giacimenti culturali che esistono e che si tratta di mettere in movimento.
Faccio riferimento, ad esempio, alle Regge sabaude. Io vengo da un Comune che possiede uno dei beni più grandi del Piemonte: la Palazzina di Caccia di Stupinigi. Questi giacimenti sono anche nelle iniziative che danno un significato ad eventuali percorsi che poi possono avere un significato anche dal punto di vista turistico perché le iniziative culturali a carattere regionale e le iniziative di alto livello che la Regione mette in campo sono il contraltare del giacimento oggettivo, del dato oggettivo che, ad esempio, esiste nelle Regge sabaude e nei nostri beni e patrimoni. Si tratta di andare a trasformare questi beni e patrimoni in qualcosa di vivo, di attento e di visibile.
Se ci mettessimo nell'ottica del turista che voglia visitare una Regione, dovremmo considerare che devono esistere delle opportunità, delle occasioni e dei percorsi. Questi percorsi non possono essere decisi in modo centralistico dalla Regione, oppure essere affidati semplicemente al caso o al fatto che esistono delle oggettività e dei beni quali giacimenti inerti.
Si tratta di metterli in movimento non passando sulla testa delle autonomie locali, ma andando a costruire dei percorsi insieme.
Molto spesso i Comuni hanno delle idee e delle proposte che possono significare anche la rinascita di antichi mestieri o di vecchie tradizioni che sono state dimenticate. C'è un forte dibattito al momento attuale per andare a recuperare nel castello di Vinovo l'attività della ceramica che tanto ha significato per quell'area andando a costruire un polo piemontese per quello che riguarda la ceramica, in dialettica con gli altri centri della ceramica. Questo può essere fatto, progettato od immaginato da qualcha fantasioso e volenteroso amministratore locale, ma c'è il rischio che poi il progetto si trasformi semplicemente in sogno perché non esistono le risorse, non esistono le competenze, non esistono le capacità per andare a verificare le compatibilità con un progetto globale che soltanto la Regione può mettere in campo. E la Regione può mettere in campo questo progetto globale insieme alle risorse perché le risorse economiche non vanno disgiunte dalla capacità progettuale che deve essere messa in piedi.
Queste risorse diventano quindi elemento fondamentale, insieme alla capacità progettuale, per costruire un dialogo fra la Regione e l'Ente locale in un'ottica di nuovo federalismo, di rapporto diverso fra la Regione, ente pianificatore, e le autonomie locali che vengono valorizzate al massimo nel loro spirito di responsabilizzazione nella costruzione del momento culturale.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglietti.



MIGLIETTI Franco

Signor Presidente, colleghe e colleghi Consiglieri, per questo capitolo noi abbiamo previsto un aumento di 500 milioni a fronte di uno stanziamento di 5,6 miliardi per quanto riguarda le poste del 1997. Abbiamo posto all'attenzione del Consiglio questo aumento finalizzato a quelle che sono le attività preminentemente degli Enti locali - se dico cose errate prego poi l'Assessore di riportarmi sulla giusta strada - per quanto riguarda l'attività istituzionale, non soltanto delle realtà locali e quindi degli Enti locali, ma anche di tutte quelle associazioni ed organizzazioni che hanno competenza nel campo della cultura.
Prendo spunto da questa discussione non tanto per entrare nel merito di questo capitolo, ma per portare alla vostra attenzione il fatto degli spazi che vengono e che dovrebbero essere, da parte proprio della Regione Piemonte con un suo atto di programmazione di tipo generale, indirizzati per quanto riguarda principalmente le nostre valli.
In Valle di Susa abbiamo una grande struttura, la Sacra di S. Michele che è già stata utilizzata per una serie di spettacoli, ma credo che non sia assolutamente sufficiente; vi è tutta la parte dell'alta valle partendo dal Comune di Avigliana fino ad arrivare a quello di Moncenisio dove non vi è un locale adatto, quanto meno organizzato e trattato per poter avere sul territorio questo decentramento di tipo culturale in termini generali.
Vorrei citare l'esperienza della Francia di cui l'Assessore Leo, ma credo anche altri Assessori abbiano avuto modo di rendersi conto. In Francia, anche nei piccoli paesi di 300/500/600 abitanti, vi è un centro culturale pubblico in cui vengono svolte un'infinità di attività: dal centro anziani alle attività dei giovani, alla biblioteca, alla proiezione di film di filoni connessi alla contemporaneità e alla cultura. Credo che sarebbe molto utile se la Regione Piemonte, come Parlamento del governo di tutta la Regione, iniziasse con un piano di finanziamento, anche tramite se non direttamente, il Fondo Investimenti Piemonte (FIP), per quella che è la realizzazione di queste interessantissime strutture polivalenti (proprio prendendo spunto dal nostro Paese confinante, la Francia), che permetterebbero veramente di amalgamare il vivere comune e il vivere a contatto. Sarebbe molto utile per il decentramento della produzione, che avviene in termini accentrati all'interno del Teatro Stabile e dello stesso Teatro Regio per quanto riguarda la musica, il teatro e l'operistica; credo che anche l'operettistica sia una cosa interessante e sarebbe utile poterla decentrare sul territorio.
Se l'Assessorato, approfondendo queste motivazioni, iniziasse a lavorare su un piano di tipo decennale, tra qualche giorno potremmo essere noi a sostituire lo sforzo che questa maggioranza sta compiendo e magari dare un ulteriore impulso di non affaticamento. Questo potrebbe essere visto, nella prospettiva, come un insediamento all'interno delle nostre comunità, principalmente delle Comunità montane; sarebbe un'iniziativa pregevole e molto apprezzata dalle stesse popolazioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gatti.



GATTI Agostino

Combinazione il capitolo riguarda la legge n. 68 che abbiamo già discusso prima e in più si parla dell'art. 7 della legge n. 58.
Ritengo di dover sottolineare ancora una volta la portata che pu assumere questo intervento, da parte della Giunta, rispetto all'occupazione. In particolare la legge n. 68 prevede contributi relativamente alla produzione degli Enti locali, cooperative ed imprese associative. Questo richiama il discorso del localismo, cioè la possibilità di intervenire anche in periferia. C'è un intervento che prevede contributi per la sperimentazione e la ricerca e soprattutto interventi - questo riguarda i tecnici - per la formazione e la riqualificazione del personale.
Faccio un caldo invito a meditare su queste cose, perché è inutile l'approccio generoso e convinto di molti di noi in Commissione se poi viene vanificato questo tipo di interventi.
Per quanto riguarda l'art. 7 della legge n. 58 mi richiamo alla sensibilità dell'Assessore: è un articolo molto generico, soprattutto nelle procedure e nella metodologia. Mi permetto di suggerire, sempre con spirito ottimistico, l'accettazione di questo emendamento, per poter intraprendere una serie di iniziative; l'Assessorato può assumere provvedimenti di contributi che non hanno la possibilità di essere controllati e provvedere ad un'ottimale selezione di quanto viene prodotto; può consentire un intervento a pioggia che non è certo il nostro obiettivo. In particolare sollecitiamo all'Assessore una serie di iniziative per sollecitare produzione all'interno delle singole province. Questa è una particolare raccomandazione che viene dal nostro Gruppo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertoli.



BERTOLI Gian Pietro

Presidente, mi permetta una piccola digressione su un suo avviso quando ha richiamato i pericoli, per chi pratica l'ostruzionismo, di una sorta di effetto boomerang che si ritorce contro chi lo lancia. Sicuramente discutiamo senza porci limiti di tempo, ci poniamo solo quelli del Regolamento, che lei si preoccupa di far rispettare; ma vorrei rifarmi ad un'esperienza che abbiamo avuto in questi giorni, proprio in occasione della discussione sul bilancio, dove è stato presentato un numero altissimo di emendamenti. Praticamente non sono quasi mai stati illustrati e i tempi per accumulare ritardi sono stati soltanto quelli della chiamata per appello nominale.
Questa sorta di ostruzionismo semplice, molto semplificata, non è che non abbia prodotto degli effetti, anzi direi che risultati ne ha ottenuti e in una certa misura questa ne è una conseguenza. Per cui l'effetto boomerang si ritorce contro chi lo lancia solo se non coglie nel segno.
Il cap. 11720, fa riferimento a due leggi: la prima del 28/8/1978 n. 58 e la seconda del 1968 n. 94, che si ispirano all'art. 23 della Costituzione, che vorrebbe uno sviluppo diffuso ed omogeneo delle attività e delle strutture culturali in tutto il territorio regionale. Questo potrebbe favorire l'accesso, da parte di tutta la popolazione, ai beni culturali e promuovere l'incremento e la gestione democratica delle relative strutture. Penso, in modo specifico, alle biblioteche, e a questo proposito vorrei fare alcune sottolineature. In certe realtà periferiche del Piemonte, particolarmente quelle di montagna, chiudono le scuole, i cinema sono spariti e le uniche forme culturali fruite da tanta parte della popolazione sono rimaste le biblioteche, frequentate da giovani. In questo modo possono permettersi un arricchimento culturale al di fuori dello schema omogeneizzante e poco dialettico della televisione.
Questa legge, se opportunamente finanziata, permetterebbe di rispondere alle grosse difficoltà economiche degli Enti locali, che già pressati da esigenze contingenti di bilancio non possono in alcun modo rispondere a questa necessità di culture riflessive. Se noi aiutassimo o contribuissimo a finanziare queste istituzioni daremmo risposta ad un problema molto importante.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Credo che alcuni Consiglieri, sicuramente il Presidente del Consiglio sicuramente l'Assessore Leo, siano al corrente del fatto che l'anno scorso è stato siglato un Accordo di programma tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministro per l'Ambiente rivolto a dirottare flussi turistici internazionali verso le aree ricche di patrimonio storico-artistico culturale ed ambientale.
Questo Accordo di programma è aperto, e vi possono aderire altre istituzioni - segnatamente le Regioni - ed anche società private. Qual è la ratio di questo Accordo di programma, del quale si parla poco e che potrebbe costituire un'occasione importante per la nostra Regione? E' quella di distribuire su tutto il territorio nazionale i flussi turistici internazionali che tradizionalmente vengono nel nostro Paese - che come sappiamo tutti è una delle mete di turismo internazionale più agognate vista anche l'occasione dei grandi eventi che si stanno preparando alla vigilia del terzo millenio - si parla di qualcosa come quaranta milioni di turisti che dovrebbero essere richiamati dal Giubileo.
Sappiamo benissimo che i flussi turistici portano risorse, ricchezza quindi, entrare in questo business costituisce una delle carte da giocare per diversificare la struttura economica della nostra Regione, che ha delle chance importanti da giocare. Anche se la sua immagine, così come si è venuta a determinare soprattutto nell'ultimo secolo, è legata alla produzione industriale, di recente l'avvenimento internazionale, che si è testé concluso, dei Campionati del mondo di sci alpino ha focalizzato l'interesse dei mass media a livello mondiale sulla nostra Regione: esistono dunque le condizioni per attrarre flussi turistici internazionali.
Il Piemonte è ricco di quei valori storici-artistici-culturali-ambientali che stanno alla base dell'Accordo di programma richiamato.
La legge n. 58 del 1978 era stata voluta proprio per valorizzare il patrimonio culturale della nostra Regione; è da vent'anni, quindi, che si fanno investimenti attraverso questa legge: è arrivato il momento di raccogliere i frutti.
Nel momento in cui proponiamo un incremento, non considerevole, ma ragionevole del cap. 11720 che, sia detto per inciso, si è chiuso nel 1996 con una somma a disposizione di 5 miliardi e 580 milioni, che viene portata, attraverso il primo stanziamento approvato a dicembre 1996 e con il nuovo stanziamento previsto dalla legge in esame a 6 miliardi e 400 milioni, quindi con un incremento già sulla conclusione 1996 di circa 1 miliardo, proponiamo un ulteriore incremento di 500 milioni, portando lo stanziamento complessivo a 6 miliardi e 900 milioni proprio per iniziare a creare le basi per la partecipazione del Piemonte a questo Accordo di programma promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Ministero dei Beni Ambientali.
Le parti del territorio regionale verso cui si possono indirizzare questi flussi turistici sono molto ampie. Mi pare che sinora si sia fatto un ragionamento rispetto ai grandi eventi di fine millennio, Sindone da un parte e Giubileo dall'altra, sostanzialmente concentrati sulla città di Torino.
Gli itinerari mi pare siano più d'immagine che di sostanza. Occorrono politiche per indirizzare lungo questi itinerari e quindi lungo queste parti del territorio regionale questi flussi turistici.
La domanda che pongo all'Assessore Leo e anche all'Assessore Angeleri è: come ci si intende muovere per far aderire la Regione Piemonte a questo Accordo di programma? Perché non si aumenta la dotazione del cap. 11720 al fine di creare le basi economiche per poter aderire all'Accordo di programma non solo con una progettualità generica, ma anche con delle risorse? Con questa proposta sottolineo l'emendamento presentato dal nostro Gruppo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Questo capitolo, ma tratterò allo stesso modo quello successivo, fa parte di quelli che più hanno fatto discutere relativamente alla politica culturale del nostro Ente.
Abbiamo sempre detto che la ricaduta reale di queste sette/otto grandi iniziative è abbastanza minima sull'humus culturale che generano.
Aggiungerei una considerazione a quella di qualche mio collega, che ha detto "basta con i contributi a pioggia", dizione usata storicamente per indicare un genere di intervento che accontenta un po' tutti.
Credo che nel nostro caso si debba coniare un nuovo termine nella gestione dell'Assessore Leo e parlare dei "contributi a neve". Nel senso che si possono intendere come contributi che cadono soffici su tutto spandendo un manto che tiene calda la cultura, il tessuto culturale del nostro territorio, ma che però non fa germogliare nulla: è una neve artificiale dalla quale non sbucano i bucaneve! Bisognerebbe approfondire questo aspetto, perché non si riesce a dare una vera immagine culturale del Piemonte.
Il collega Vindigni faceva una serie di esempi, sulle occasioni anche future che potrebbero rappresentare un volano per il Piemonte. Ma sono pochi gli elementi che abbiamo sui quali possiamo immaginare i flussi turistici: la Sindone è importante, ma peraltro anche discutibile; il carbonio 14 ha una valenza che anche la Chiesa dovrà, prima o poi riconoscere. Bisogna, invece, costruire un vero tessuto culturale che superi le istituzioni, che in qualche modo dovranno avere una loro identità, ma soprattutto una loro consistenza economica autonoma. Penso al Castello di Rivoli, al Teatro Regio, al Grinzane Cavour, a tutte quelle iniziative che non possono continuare ad essere gestite, da un lato, in modo privatistico, perché così vengono gestite, e, dall'altro, essere quasi completamente sostenute dalla Regione Piemonte. Non si esprime, inoltre quell'intervento che potrebbe anche essere a pioggia o a neve, ma che deve essere soprattutto rivolto alle politiche di sostegno alla cultura giovanile, di crescita della cultura giovanile, perché è quello che più serve nella nostra regione.
Questo è quanto ci sentiamo di dire su questo capitolo, che contiene le risorse per attivare importanti politiche che possono servire alla nostra Regione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Abbiamo presentato questo emendamento che fa un esplicito riferimento alla legge n. 58 e io vorrei toccare una problematica collegata, Assessore Leo, perché la legge n. 58 è una legge importante, ma è anche una di quelle leggi che contengono al loro interno una grande lacuna di gestione.
Infatti, all'art. 2 prevede la Consulta regionale per i beni e le attività culturali. Una Consulta che viene nominata appunto con decreto della Giunta regionale, che è composta da lei, Assessore Leo, dall'Assessore al turismo e al tempo libero, perché ormai è accertato che il volano delle attività che riguardano i beni culturali è collegato e ricollegabile, sì all'attività dell'Assessore alla cultura, ma sicuramente ad una programmazione integrata di attività tra l'Assessore alla cultura, per esempio, e l'Assessore al turismo e al tempo libero. Poiché la nostra è una Regione caratterizzata da una grande politica per i parchi culturali, non a caso la Consulta per i beni e le attività culturali prevede anche la presenza dell'Assessore ai parchi culturali, che, in questo caso - la scelta fu opportuna - è delega ricollegata, nella nostra Giunta, allo stesso Assessore Angeleri, in questo momento assente.
L'assenza dell'Assessore Angeleri in questa discussione è sinonimo di non sensibilità, perché se l'Assessore Angeleri fosse consapevole che la questione dei beni culturali riguarda sì la cultura, ma riguarda anche il territorio e quindi espressamente le sue deleghe, sarebbe presente.
Evidentemente non ritiene che vi sia alcun nesso, ma sarebbe bene che si sedesse al suo posto, cosa che mi auguro faccia, perché l'emendamento che noi abbiamo presentato riguarda una sua competenza, tra l'altro, perché la gestione dei beni culturali è una delle questioni più grandi che hanno le Regioni in generale, ma soprattutto la nostra Regione, che peraltro ha dimostrato nel tempo una propria sensibilità. Ebbene, io vorrei spezzare una lancia, certamente per l'emendamento, ma su questo hanno parlato in particolare i Consiglieri che mi hanno preceduto; vorrei spezzare una lancia a suo favore perché, accolto o non accolto l'emendamento dei 500 milioni, questa è la sede nella quale chiedere, e mi rivolgo sempre all'Assessore Angeleri che continua a parlare...



ANGELERI Antonello, Assessore regionale

Io ho anche la capacità di ascoltare.



SPAGNUOLO Carla

Sì, ma lei dovrebbe dimostrare anche di ascoltare. Questo sarebbe il suo primo dovere; poi, se è capace di fare le due cose insieme è una cosa in più che riguarda lei. Invece la prima cosa riguarda lei, ma anche noi.
Detto questo...



ANGELERI Antonello, Assessore regionale

Lei è molto gentile!



SPAGNUOLO Carla

No, io non sono gentile e non ho neanche intenzione di esserlo al momento... Vede, Assessore Angeleri, lei dovrebbe fare una cosa, per prima fare il suo dovere e, dopo che ha fatto il suo dovere, ascoltare... Invece io sono qui per giudicare l'operato della Giunta e in particolare il suo in particolare in questo dibattito di bilancio e mi stupisco che una persona che è Assessore al turismo, durante tutto il dibattito sugli Enti culturali e sulle questioni culturali, non sia mai stata al suo posto e poi reagisca anche in questo modo, quando cortesemente e anche per la parte del mio intervento scherzosamente la si richiama.
Detto questo, continuo. Sarebbe bene che questa fosse un'occasione per la Consulta regionale per i beni e le attività culturali, presieduta dall'Assessore Leo e dall'Assessore Angeleri, affinché venisse fatta funzionare. Abbiamo chiamato intorno a noi alcune delle intelligenze in questo campo che in realtà mi risulta vengano coinvolte pochissimo. Allora è importante che ci siano le risorse economiche, Presidente, ma è anche importante che ci siano le persone che facciano da volano delle idee, delle attività e dei programmi che mettiamo in campo. La ringrazio e la ringrazio anche per aver ascoltato almeno l'ultima parte del mio intervento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Foco.



FOCO Andrea

Grazie, Presidente. Il dibattito che si sta sviluppando in aula sta affrontando alcuni temi centrali dello sviluppo del Piemonte. Prima ragionavamo sul teatro, adesso ragioniamo su un insieme di attività e di interventi che vedono, da un lato, la Regione Piemonte promotrice di iniziative e, dall'altro lato, la Regione Piemonte in grado di coordinare queste iniziative sul territorio. Quindi, un impegno ed uno sforzo a livello programmatico che non può non coinvolgere una serie di soggetti presenti sul nostro territorio. Per questo motivo, il problema delle risorse a disposizione per questi progetti non è elemento secondario.
Noi ci rendiamo conto che il nostro emendamento è poca cosa rispetto al budget stabilito su questo capitolo di bilancio che è abbastanza considerevole ed aumentato rispetto all'anno precedente. Di questo ce ne rendiamo conto, riusciamo a leggere, a vedere l'evoluzione di questo capitolo e di questo tipo di spesa. Però il nodo diventa, e si collega, a mio parere, al discorso che facevamo ieri, cioè è abbastanza difficile capire e comprendere come il ragionamento fatto prima sul cap. 11690 e il discorso di oggi sul cap. 11720 non siano collegabili al discorso di ieri.
Pertanto ci risorge il dubbio - manifestato nel dibattito di ieri ribadito oggi e a nostro parere anche volutamente frainteso - sulla difficoltà - almeno mia - di non riuscire a comprendere come ci sia un'immediata disponibilità. Noi per quel capitolo prevedevamo un aumento di soli 100 milioni, di fronte all'emendamento di un altro Gruppo consiliare che chiede un miliardo. Noi allora dicemmo che non era possibile limitare il ruolo e la funzione del Piemonte, delle sue tradizioni, solo ed esclusivamente all'aspetto linguistico. Il ruolo e la funzione della nostra Regione, delle sue tradizioni è data da un complesso di attività, di impegni e di interventi. Abbiamo constatato questa mattina che avendo deciso, come scelta politica, ma non di politica culturale, ma solo per voler privilegiare una parte politica, di aver indirizzato un miliardo in una certa direzione, oggi ci sentiremo, mi auguro di no, ma sono facile profeta, ripetere una serie di "no" per quanto riguarda invece un'altra serie di interventi che andrebbero a completare quel discorso.
Riconosciamo come interessante ed importante la disponibiltà di investimento di un miliardo, ma non è corretto e utile indirizzarlo tutto su un capitolo: abbiamo bisogno che questa cifra sia spalmata su più capitoli.
Questo non avviene, non è avvenuto anche se ci auguriamo che ci sia un'inversione di tendenza e quindi la possibilità di aggiungere e andare oltre quel miliardo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Questo emendamento al cap. 11720, come il precedente di 500 milioni, fa riferimento ad una previsione di competenza per il 1996, da parte dell'Assessorato che era di 4 miliardi e 600 milioni, con un incremento per il 1997, di 5 miliardi e 600 milioni.
La ragione di questo emendamento non è perché noi non riconosciamo una sensibilità, un'iniziativa su questo capitolo dell'Assessorato, le ragioni sono in parte simili a quelle dell'emendamento precedente che si riferiva esclusivamente alla legge n. 68, le norme per la promozione delle attività del teatro di prosa, e in parte di ordine più complessivo.
Infatti, nel riferimento che noi facciamo all'art. 7 della legge n. 58 richiamiamo importanti finalità di una legge come questa che si propone di promuovere la tutela e lo sviluppo dell'attività e dei beni culturali in Piemonte, non solo per quelle iniziative di ordine e di valenza regionale e anche sovraregionale, ma anche per l'attività ordinaria dei Comuni, delle Amministrazioni. Tale legge fissava degli strumenti significativi in questa direzione, dalla Consulta, al servizio per i beni e per attività culturali alla Commissione per le biblioteche e i musei di interesse locale e regionale.
Qual è la nostra preoccupazione? La nostra preoccupazione è che non ci siano attività in relazione ai beni culturali e allo sviluppo delle attività culturali semplicemente di promozione di prodotti già confezionati, che non promuovano la cultura locale, non promuovano le attività di formazione e di ricerca. E' in questa direzione che abbiamo proposto ulteriori stanziamenti su questi capitoli per un'attività di ordine più generale a livello di Amministrazioni comunali, ulteriori stanziamenti per una finalità precisa che riguarda la promozione del teatro di prosa.
In altri interventi, Consiglieri del mio Gruppo, ma anche di altri Gruppi del centro-sinistra, hanno richiamato come nel momento in cui affrontiamo questo dibattito sulla spesa, sia utile, nel richiamo più complessivo alla legge n. 58, esaminare anche il funzionamento di alcuni degli strumenti che questa legge si è data. Un strumento, molto importante che vede la presenza non solo dell'Assessore alla cultura, ma anche dell'Assessore al turismo, è appunto lo strumento della Consulta. Sulle Consulte potremmo forse aprire una riflessione più generale, questi strumenti hanno un'utilità particolare su argomenti come quello che stiamo trattando dei beni culturali, semprechè vengano utilizzate, valorizzate e fatte funzionare.
Qualora questo non avvenga o non possa avvenire implica un ripensamento anche di ordine complessivo sui poteri e sulla funzionalità dello strumento stesso e un ordine di attenzione in questa direzione.
Abbiamo quindi voluto sollecitare, con questo emendamento, non solo un'attività di tipo ordinario da parte dell'Assessorato. Pur riconoscendo che in questo campo l'attività dell'Assessorato è rilevante, riteniamo opportuno utilizzare gli ulteriori stanziamento previsti da questi emendamenti, che permetterebbero di avviare una serie di attività innovative per promuovere la capacità autonoma degli Enti locali territoriali, e che si indirizzino non tanto verso un'attività esclusivamente di distribuzione, ma verso la promozione della ricerca e della formazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Luciano

Con il mio intervento intendo sottolineare che noi stiamo cercando di valorizzare una scelta che la Giunta ha già fatto. Questo emendamento non è contro, così come peraltro non lo sono gli altri che abbiamo presentato.
Vorrei che questo fosse chiaro alla Giunta, perché mi pare che in questo dibattito non si riesca a comprendere, cioè che ci sia quasi una strumentalità nel dire che siamo contrari a scelte che sono state compiute.
Invece, nel caso specifico di questo emendamento, noi siamo per valorizzare le scelte compiute, nel senso che il nostro obiettivo è quello di aumentare la quantità del finanziamento, non quello di andare contro le intenzioni della Giunta e in particolare dell'Assessore competente.
Sottolineo questo, perché è importante che ci sia da parte della Giunta un segnale di accoglimento. Perché? Perché questo è un emendamento, così come quello discusso prima e anche quello successivo, utile a valorizzare tutte le capacità di iniziativa che esistono nella nostra Regione sia a livello degli Enti locali sia a livello di associazioni e di privati, che credo abbiano bisogno di avere le necessarie risorse al fine di esprimersi al meglio.
E' evidente che se le risorse locali non hanno un contributo da parte della Regione non sono in grado di affrontare determinate questioni infatti i Comuni, dovendo fronteggiare le diverse situazioni, scelgono sempre quella che è l'emergenza, e questa in generale non è considerata un'emergenza. Io credo che non si tratti di un'emergenza, ma che sia comunque importante riuscire a valorizzare le iniziative culturali che si riescono a sviluppare a livello locale.
Ritengo che l'accoglimento di questa nostra proposta da parte della Giunta significhi andare oltre lo specifico dell'emendamento, nel senso che sarebbe da un lato un bell'esempio di capacità programmatoria dell'esecutivo (i finanziamenti vengono comunque finalizzati da parte della Giunta attraverso un'attività programmatoria), e dall'altro di forte decentramento, anche se improprio, da parte delle associazioni, delle istituzioni private e delle stesse istituzioni locali. E credo che questo sia ancora più importante rispetto alla fase di riforma istituzionale che abbiamo teso a portare avanti in Consiglio regionale e nel Paese.
Ancora più importante è accompagnare questo processo di riforma istituzionale con delle concrete scelte di bilancio, in modo da dare l'idea che la capacità di avere delle risorse proprie è elemento essenziale per portare avanti una riforma istituzionale che punti fortemente al federalismo sul piano generale e al decentramento per ciò che riguarda la nostra Regione. In quest'ottica, la valorizzazione di iniziative portate avanti anche da privati è una giusta articolazione per trovare l'equilibrio utile alla creazione di condizioni di partenza che siano paritarie tra privati, iniziative pubbliche ed iniziative locali.
Credo - consentitemi l'osservazione - che soprattutto una Giunta di centro-destra dovrebbe essere interessata a portare avanti questo discorso.
Quindi, anche per questo motivo, invito la Giunta a fare proprie queste considerazioni, nel senso che io credo che muoversi in questa direzione sia il modo per far esprimere delle capacità che esistono e che a volte non riescono ad esprimersi per povertà di risorse. Credo che sarebbe sbagliato non riuscire a fare esprimere queste capacità in modo articolato e in modo da portare avanti la programmazione nei termini in cui dicevo prima.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Anche il Gruppo dei Popolari ritiene di dover sottolineare con questo intervento l'importanza dell'accoglimento dell'emendamento che è stato presentato, cioè del finanziamento del cap. 11720, per i motivi che sono stati prima ricordati dai colleghi che mi hanno preceduto con notevole comtetenza, ma anche per sottolineare come all'interno di questo cap. 11720 ci sia la necessità di un'attenzione particolare al finanziamento della legge n. 68 del 1994 relativa alla valorizzazione della Sacra di S.
Michele. Con tale importante legge venne appunto riconosciuto questo simbolo del Piemonte come testimonianza di spiritualità, di ardimento d'arte, di cultura e per l'ammirevole sintesi delle più peculiari caratteristiche che può offrire del Piemonte, nonché per la sua eccezionale collocazione e visibilità.
L'importante decisione assunta a suo tempo da parte della Giunta regionale deve però trovare seguito da parte di questa Giunta, in modo che l'obiettivo contenuto nell'art. 1 delle finalità trovi concretamente attuazione attraverso un notevole, consistente contributo finanziario per realizzare le iniziative di valorizzazione di questa decisione assunta dalla Regione. Non ne conosco attentamente i dettagli, per cui chiedo all'Assessore come intende dare attuazione a questa legge e qual è il rapporto tra le decisioni che intende assumere la Regione con la comunità locale, in modo particolare con il Comune di S. Ambrogio.
Ho letto di una volontà da parte del Presidente Ghigo di finanziare un'ipotesi, mi pare del Comune, di costruire il famoso collegamento l'ascensore, ecc. Vorrei sapere se questa è soltanto una battuta, se corrisponde al vero e se corrisponde al vero qual è realmente il contributo che la Giunta intende dare per dare attuazione a questo impegno che, per adesso, è un impegno giornalistico da parte del Presidente Ghigo.
Al di là di questa sottolineatura, volevo anche riprendere una valutazione che prima faceva il Capogruppo del PDS Marengo in ordine al fatto che, potenziando il finanziamento di questo capitolo, si dava un segnale agli Enti locali: la Regione dà un segnale agli Enti locali, anche sulle modalità con cui intende il federalismo. Può sembrare fuori luogo, ma è stato rilevato in più occasioni come ci sia una sorta di sfiducia da parte degli Enti locali nei confronti della Regione per le modalità con le quali si pone nei confronti degli Enti locali.
Gli Enti locali accusano la Regione di essere centralista, di un centralismo ancora più pericoloso rispetto a quello nazionale. Questo rilievo, che è un rilievo vero, che sicuramente sarà un rilievo che la Commissione Bicamerale terrà presente nel momento in cui dovrà impostare un progetto per la seconda parte della Costituzione, deve essere presente nelle nostre valutazioni, nei nostri pensieri, nelle nostre scelte, perch anche le modalità con le quali si interviene con i contributi agli Enti locali per le finalità previste dalla legge, cioè per iniziative culturali siano modalità diverse rispetto al passato. Per la verità, seguo poco i lavori di questa Commissione, ma credo che ci sia la necessità di riordinare le modalità di intervento, stabilendo qualche scala di priorità perché non tutti gli interventi che vengono suggeriti sono di rilievo regionale. Quindi, bisogna definire quelli che hanno una rilevanza regionale e che richiedono un intervento consistente da parte della Regione.
Ci sono inoltre interventi diversi, con caratteristiche diverse, quindi bisogna scegliere la modalità di intervento diretto della Regione, che deve essere fatto sulle grandi iniziative. Poi le modalità di intervento di iniziative di livello inferiore come le capacità di attrazione che devono essere finanziate dai Comuni (come normalmente fanno), pertanto si tratta di intervenire sui Comuni. Quindi, tutto questo settore va valutato perch in certi momenti si ha la sensazione di un intervento disordinato, non mancanza di intervento, interventi ce ne sono, il capitolo è anche consistente, c'è ormai una consolidata modalità di intervento da parte della Regione, ma bisogna riordinare tutto il settore.
Il finanziamento da noi proposto può consentire di dare un segnale consistente agli Enti locali; ma se è collegato ad una riflessione molto più ampia su una modalità di intervento della Regione, il segnale diventa non soltanto di tipo finanziario, ma di tipo politico di un certo interesse.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Qualche aggiunta alle considerazioni svolte dal collega Saitta sul problema di prestare una maggiore attenzione, al di là delle cifre stanziate a bilancio, sul modo con il quale poi queste cifre trovano la loro strada e la loro realizzazione. Da questo punto di vista l'attenzione che abbiamo dedicato a questo tema forse può essere migliorata.
Sappiamo che l'Assessore si presenta in Commissione con le proposte di questo dobbiamo dare atto - ma forse bisognerebbe fare in modo che la Commissione riuscisse ad esaminarle in modo adeguato e per tempo.
L'Assessore non può rispondere a bruciapelo a questioni che, analizzando attententamente la documentazione, potrebbero essere sollevate, anche perché se si trattasse di un gruppo sanguigno, l'Assessore sarebbe il gruppo O, perché donatore universale. Ci troviamo sempre di fronte ad una raggiera a 360 gradi di interventi regionali che - condivido l'opinione del collega Saitta - sarebbe meglio analizzare e ordinare secondo priorità che possono essere priorità di legislatura, ma possono anche essere priorità annuali. Devo dire che non ho mai visto queste priorità, ho sempre visto questa spinta universalistica dell'Assessore, che mai si nega e mai nega e in questo modo qualche volta falla: clamoroso esempio il finanziamento per il festeggiamento di un'Associazione, che mi sembra abbia ricevuto 30 milioni per fare la sua festa.
Sono favorevole che in questi settori gli stanziamenti siano più che adeguati, vengano incrementati e così via, ma faccio un fioretto così entro nel modo di pensare dell'Assessore: bisogna stare più attenti e staremo più attenti nella fase di definizione dei programmi. Poi in VI Commissione chiederemo anche che questi programmi giungano per tempo affinchè tutti possano affrontarli.
Penso che il lavoro di tutta la Commissione in merito a questo settore Assessore Leo, sia da considerare da parte sua come un contributo critico costruttivo. Però perché questo avvenga nei rapporti tra la maturazione delle sue proposte e il parere della Commissione, forse si può anche inventare qualche passaggio prima di tutto questo, nella fase di formazione di queste idee, perché penso che alla fine la Regione Piemonte qualificherà maggiormente questi interventi, che sono fra gli interventi più preziosi se sono ben fatti, viceversa diventano contributi di bassissimo profilo se non c'è un controllo, una discussione aperta fra chi governa e promuove tali interventi e il Consiglio che per legge deve comunque sostenere con un parere la proposta dell'Assessore. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore alla cultura e istruzione

Colgo in particolare l'ultimo passaggio in cui si dice che sono stati fatti degli interventi costruttivi. Infatti, devo dire che in Commissione e dovrei chiamare come correttissimi testimoni la Consigliera Bortolin ed altri che hanno partecipato negli anni scorsi - c'è effettivamente uno sforzo in tal senso. Il Presidente della Commissione, Chiezzi, sa che sul discorso delle Fondazioni, che non era mai stato approfondito come criteri stiamo facendo uno sforzo come lo si sta facendo in tutti i settori.
Voi sapete che ho rapporti con tutte le Regioni e gli Enti locali d'Italia e la critica che normalmente viene fatta alle Giunte (perché mai si trova un punto di equilibrio in cui si dice che un Assessore è equilibrato; siete a conoscenza degli scontri sia in Lombardia per un verso o in Liguria dall'altro) è di essere partigiane e faziose. Consigliere Chiezzi, lei sa che in Lombardia c'è stata una feroce polemica, dove le minoranze lamentano che le Giunte privilegiano soltanto la propria parte politica o vicinale e non sappiano essere universaliste - per usare un termine che mi piace molto. E' vero, fra i due rischi io preferisco correre quello di un forte pluralismo; è altrettanto vero che questo richiede da parte dell'Assessore un atteggiamento di particolare attenzione; ed è altrettanto vero che questo richiede uno sforzo eccezionale alla Commissione. Infatti, trovo molto positivo che la Commissione abbia dedicato tanto sforzo e tante intelligenze a questi temi.
Rispetto ad alcuni interventi specifici. Il Consigliere Riggio auspicava una cosa molto importante: evitare in ogni modo che vi sia un contrasto strisciante o palese fra gli Enti locali e, come capita in molte parti d'Italia - il Consigliere Riggio ha ragione, evidentemente è bene informato - ci sia una paralisi da contrasti istituzionali o politici.
Abbiamo partecipato in molti al dibattito svoltosi nei vari Saloni in merito ai vari interventi sull'arte o sulla cultura, sui giovani artisti, e molti dei presenti, fra i quali Assessori comunali, con Giunte di tutti i colori, lamentavano di essere assolutamente snobbati dalla Regione, mentre c'era stato un riconoscimento unanime proprio per quello che è un mio difetto, ma che a volte può salvare delle vite perché essere donatore universale vuol dire essere pronto a qualsiasi salvataggio. Ebbene, io ritengo che questo riconoscimento sia rivolto a tutto il Consiglio e al lavoro della Commissione perché senza questa attenzione non sarebbe così perfezionato.
Mi permetto di fare un annuncio rispetto al discorso del contrasto fra gli Enti locali - l'ho già accennato in Commissione, ma molti Consiglieri intervenuti, pur attentissimi alle tematiche culturali come il Consigliere Riggio, non fanno parte della Commissione); ebbene, noi abbiamo prodotto un documento d'intesa fra Comune di Torino, come capofila dell'ANCI, Provincia di Torino, come capofila delle Province piemontesi, e Regione, d'intenti di decentramento - è un documento molto importante - che prevede l'esatta ripartizione di ruoli fra Comune, Provincia e Regione, cioè quello che il Consigliere Riggio auspicava. Mentre in molte Regioni - ha ragione lui - si sta litigando su chi deve avere le deleghe e sulle competenze, quello che lui elegantemente chiama contrasto strisciante fra Enti locali, in realtà è virulento e impedisce passaggi di competenze e impedisce anche Accordi di programma, quelli che il Consigliere Vindigni opportunamente richiamava perché quando le parti contraenti sono in contrasto tra loro emergono delle difficoltà. Noi addirittura abbiamo un accordo che prevede i ruoli dei tre enti, concordato dagli enti, che mi sembra una cosa non solo molto importante, ma unica in Italia allo stadio attuale. Abbiamo consegnato questo documento al Ministro Veltroni, che lo ha molto apprezzato come esempio per le altre Regioni.
A questo proposito, ribadisco l'importanza di perseguire la strada degli Accordi di programma e fra l'altro con alcune Province sono già nati organici Accordi di programma, concordati di volta in volta con l'Assessore provinciale, o in taluni casi anche comunale. Basti pensare, ad esempio, a quelli con Asti e Vercelli, che sono in corso di definizione, ma che sono su questo canale.
Un'altra cosa importante è che è stata scelta come sede della Conferenza Stato-Regioni per i beni culturali e la cultura la Regione Piemonte. Quindi, la prossima settimana incontrerò tutti gli Assessori alla cultura di tutte le Regioni d'Italia perché è stato chiesto al Piemonte grazie anche all'intervento del Presidente Ghigo, che la Conferenza Stato Regioni abbia come capofila il Piemonte su questo settore, e se è stato accettato il fatto non è del tutto casuale.
Dell'intervento del Consigliere Cavaliere, a parte le similitudini poetiche che mi sono molto piaciute (io in Calabria la neve non l'ho mai vista, quindi capite che esercita un certo fascino su di me, perché mi sembra una cosa magica), voglio però assolutamente sottolineare il richiamo fortissimo che ha già fatto altre volte alle politiche e alla promozione giovanile. E' sostanziale che intervenga nei gangli della società: questo deve essere lo sforzo prioritario dell'Assessorato, lo è già in parte, ma deve essere molto affinato su questo.
Non riprendo altri interventi, che condivido, riferiti agli Accordi di programma o l'accenno che faceva la Consigliera Manica relativamente alla capacità di innovazione. Ebbene, una serie di iniziative, dal Festival "Cinema donne" al "Teatro delle ombre", ai Centri interculturali che citava la Consigliera Suino, al Parco antropologico che stiamo definendo, sono esattamente in questa direzione: un'attenzione all'avanguardia all'emergente, al nuovo, alla sperimentazione. Questo mi sembra molto importante.
Il Consigliere Marengo richiamava l'importanza di un programma di decentramento, che stiamo dimostrando nei fatti (quest'anno è arrivato in Commissione il programma suddiviso per Province), ma soprattutto faceva un forte richiamo alla valorizzazione delle energie vivaci presenti nella società e anche del privato. Mi sembra un richiamo culturalmente molto importante ed alto. Mi permetto di dire che con l'Assessore Gallarini e il Presidente Ghigo stiamo andando in questa direzione; basti pensare agli accordi con realtà che sono nate dal mecenatismo privato come la Fondazione Sandretto e la Fondazione Bricherasio o tante altre realtà, che non cito per brevità, nelle varie Province del Piemonte.
Importantissimo è il richiamo del Consigliere Saitta alla Sacra di S.
Michele e assolutamente non vi deve essere un nuovo centralismo. Da quello che mi risulta, e che è risultato anche all'incontro svoltosi per le politiche giovanili di tutta Italia, non solo delle Regioni, ma anche di Comuni e Province, la Regione Piemonte è stata votata nel Comitato di Presidenza delle politiche giovanili di Comuni, Province e Regioni proprio perché è stato riconosciuto dai rappresentanti degli Enti locali del Piemonte presenti che, fra tutte le Regioni, la nostra è quella che dialoga di più con gli Enti locali, e questo è un riconoscimento che è venuto da loro e non da noi.
Invece sulle priorità bisogna fare degli affinamenti. Costantemente stiamo affinando queste cose (cito l'art. 7 e l'art. 6) e il fatto che vi sia dibattito e che la Commissione ne discuta è indubbiamente un incremento.
Rispetto al bilancio, all'interno di ogni capitolo darò una risposta ma su questo c'è già stato un incremento di 800 milioni, concordato in Commissione e già visto; non possiamo stampare carta moneta, quindi è impossibile, anche per le considerazioni fatte prima, fare ulteriori incrementi su questo capitolo, ma è più un discorso di bilancio che di politica culturale. Mentre nei fatti, come cerco di dimostrare in Commissione, c'è un continuo affinamento della strada che abbiamo intrapreso, che mi sembra molto buona e che sta dando risultati che altrimenti non sarebbero così visibili. Forti di una volontà complessiva del Consiglio e della Giunta su questo affinamento, mi impegno anche sul percorso che il collega Chiezzi ha proposto per la Commissione, cioè affinare questo percorso.



PRESIDENTE

Ringrazio l'Assessore per la sua risposta puntuale.
Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione dell'emendamento n. 137/2) per appello nominale, come richiesto dal Consigliere Marengo.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 hanno risposto SI' 17 Consiglieri si sono astenuti 30 Consiglieri L'emendamento è respinto.
Gli emendamenti dal n. 138) al n. 159), presentati dalla Lega Nord sullo stesso capitolo, sono ritirati.
Tali emendamenti saranno conservati agli atti.
L'esame del progetto di legge n. 260 è momentaneamente sospeso e riprenderà oggi pomeriggio.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 14)



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