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Dettaglio seduta n.102 del 28/01/97 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 5) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Farassino, Racchelli e Rubatto.


Argomento: Viabilità

Interpellanza n. 638 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea relativa all'ipotesi di tracciato di Alta Velocità ed interrogazione n. 695 dei Consiglieri Marengo, Ferraris, Vindigni e Spagnuolo relativa alla progettazione ed all'esecuzione della linea ferroviaria AV Torino-Lione


PRESIDENTE

In merito al punto 4) dell'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 638 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea, cui risponde l'Assessore Masaracchio.



VINDIGNI Marcello

Scusi, Presidente, volevo chiedere se è possibile trattare anche l'interrogazione n. 695, che riguarda lo stesso argomento. Mi è stato detto che l'Assessore è pronto a discuterla.



PRESIDENTE

Va bene.
Prego, Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni

Io ho già due risposte stese sin dal tempo in cui sono state presentate sia l'interpellanza sia l'interrogazione. Tuttavia, in questo momento non riesco a fare un discorso globale, per cui prima leggerò la risposta all'interpellanza presentata dai Consiglieri Chiezzi e Papandrea e poi risponderò a quella presentata dai Consiglieri Marengo, Ferraris, Vindigni e Spagnuolo.
Va bene, signor Presidente?



PRESIDENTE

D'accordo.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni

In merito ai quesiti posti nell'interpellanza n. 638, si precisa quanto segue: a) la cartografia della quale sono venuti in possesso i Consiglieri interpellanti è un vecchio elaborato grafico (datato 1994), che riporta alcune ipotesi di linea di cintura esterna di collegamento tra le future linee ferroviarie veloci Torino-Milano e Torino-Lione, di larga massima allegato alle "Modifiche ed approfondimenti al progetto Sistema Ferroviario ad Alta Velocità - tratta Torino-Milano" prodotto e presentato da FIAT S.p.A., non su incarico della Regione Piemonte, ma quale General Contractor di TAV S.p.A., per il parere ex art. 6, legge n. 349/86. Tali ipotesi sono state riprese e riportate in scala maggiore (1:25.000) da quanto ipotizzato, in larghissima massima (scala 1:100.000), nello "Studio per l'inserimento della linea Alta Velocità Torino-Lione nel territorio della Valle di Susa" prodotto dalla Regione Piemonte nell'aprile del 1993.
b) Rispetto al problema della linea di cintura esterna la Giunta regionale attraverso il parere sul SIA, ex art. 6, legge n. 349/86, relativo alle "Modifiche ed approfondimenti" sopra citati, con DGR n. 92-32806 del 7/3/1994 ha richiesto ai proponenti che il progetto prevedesse: "...la definizione e la valutazione contestuale degli interventi riguardanti l'innesto della linea Alta Velocità nel nodo di Torino con ipotesi di collegamento con la rete europea Alta Velocità in direzione Lione, nonch con le proposte di potenziamento del sistema ferroviario regionale, per la tratta critica Torino-Chivasso, prendendo in considerazione e valutando attentamente le proposte avanzate dagli Enti locali interessati (Settimo Brandizzo, Chivasso e Volpiano). Tali approfondimenti dovranno essere effettuati nell'ambito del previsto SIA sul nodo di Torino, che dovrà definire altresì l'articolazione delle fasi e i tempi per la realizzazione delle connessioni, nonché valutare le soluzioni per l'instradamento del traffico su una linea esterna alla conurbazione torinese, connessa, per il traffico merci, con lo scalo di Orbassano".
Successivamente la Giunta regionale, sempre attraverso l'espressione del parere sul SIA, ex art. 6, legge n. 349/86, relativo al progetto Tronco ferroviario di collegamento della tratta Alta Velocità Torino-Milano con il nodo di Torino, attraverso la DGR n. 167-46535 del 5/6/1995 ha deliberato che: "...il corridoio esterno presenta una validità nell'ipotesi che sia esistente la tratta Torino-Lione e, di conseguenza, la necessità di un forte collegamento con la tratta Torino-Milano (nell'ipotesi contraria verrebbe a meno la necessità di un corridoio esterno). Solo in presenza della progettazione di massima della tratta internazionale si potrà considerare la necessità del corridoio esterno e dunque l'individuazione delle aree interessate da vincolare attraverso uno specifico strumento di pianificazione territoriale, regionale o provinciale".
c) Oltre a quanto sopra citato, a seguito di incontri con i progettisti della linea Torino-Milano, di cui l'ultimo tenutosi il 12/6/1996 su convocazione dell'Assessore ai trasporti per verificare lo stato di avanzamento della progettazione e delle problematiche ancora aperte, tra Regione Piemonte e Società incaricate della progettazione dell'opera (TAV Italferr, FIAT Engineering, Cav. To.Mi.), l'Assessorato ai trasporti ha ribadito la richiesta di affrontare la fattibilità della linea di interconnessione esterna (Torino-Milano / Torino-Lione) attraverso la redazione di un apposito studio che i progettisti dovranno presentare prima della riapertura della Conferenza dei Servizi. Appena in possesso dell'apposito studio della linea di interconnessione richiesto l'Assessorato ai trasporti provvederà ad attivare un apposito tavolo di confronto e concertazione con tutti i Comuni e gli Enti istituzionali coinvolti dagli ipotetici corridoi e tracciati.
d) Infine, questo Settore Trasporti non è a conoscenza che siano in atto interventi di compravendita di aree interessate dai tracciati che compaiono sulla cartografia allegata all'interpellanza.
In merito all'interrogazione n. 695, si precisa quanto di seguito.
Rispetto alla linea ferroviaria Torino-Lione, nell'ambito degli accordi internazionali, venne costituito nel 1991 un Comitato di pilotaggio italo francese, con la partecipazione di rappresentanti delle due reti FS e SNCF che a seguito di studi ed ipotesi progettuali, alla fine del 1993, conferm la necessità che il progetto prevedesse un tunnel di base di circa 54 km da Susa a St. Jean de Maurienne.
Come noto, al fine di attuare le direttive e le indicazioni del Comitato di pilotaggio e nel rispetto degli indirizzi dei rispettivi Governi, le due reti ferroviarie SNCF e dello Stato, in data 24/11/1994 hanno costituito un Gruppo Europeo di Interesse Economico - GEIE denominato Alpetunnel.
La costituzione di tale organismo, quale emanazione delle due reti, era motivata dalla necessità di dare immediato avvio sia allo studio della sezione internazionale sia per rispondere alla richiesta di approfondimento degli aspetti socio-economici e finanziari indicati dal Comitato di pilotaggio; al riguardo, nell'ambito dello Statuto GEIE, la sezione internazionale è stata definita, in linea di massima, tra St. Jean de Maurienne e Bussoleno.
Scopo istituzionale di Alpetunnel è quindi quello di effettuare l'insieme degli studi tecnici, i sondaggi e tutti gli altri interventi necessari alla definizione e messa a punto del progetto della sezione internazionale assicurandone la coerenza con i progetti delle restanti due sezioni nazionali ricadenti nei rispettivi territori, che autonomamente le due reti devono provvedere a sviluppare (fino a Montmèlian per la tratta francese, e fino a Torino per la tratta italiana), al fine di addivenire ad un progetto globale e coerente tra Lione e Torino.
Per quanto riguarda gli aspetti economici, finanziari e giuridici Alpetunnel dovrà, altresì, effettuare i necessari studi per la definizione della sezione internazionale, delle strutture di finanziamento, della costruzione e della gestione complessiva della stessa, ricercandone i finanziamenti.
In ordine a questi aspetti, la Regione ha ritenuto e ritiene indispensabile attuare una funzione di verifica e confronto sulle ipotesi progettuali che saranno proposte da "Alpetunnel" (velocità di progetto tipologie strutturali, ecc.) ricercando soluzioni che forniscano garanzie di funzionalità trasportistica ed al contempo siano le meno impattanti sul territorio attraversato.
Per l'esame di tutti questi aspetti, per promuovere e verificare lo sviluppo della progettazione del nuovo collegamento ferroviario veloce affinché essa sia correttamente integrata con le esigenze di riqualificazione territoriale e con la tutela dell'ambiente attraversato la Regione Piemonte ha provveduto ad istituire un "Comitato di coordinamento fra gli Enti istituzionali" per l'Alta Velocità in Valle di Susa, stabilendo che esso sia esclusivamente composto dagli Enti istituzionali, ed inoltre che le sue finalità e funzioni siano impostate come "tavolo di raccordo" tra gli Enti istituzionali della Valle di Susa della Regione Piemonte, della Provincia di Torino e le FS, problematiche poste dalla realizzazione del collegamento ferroviario AV Torino-Lione.
Nello specifico, il Comitato di coordinamento ha come compiti: a) definire un programma di studi ed approfondimenti progettuali, da concordare, nell'ambito del Comitato medesimo, con FS e con tutti gli Enti componenti b) sviluppare e verificare i risultati degli studi e dei progetti individuati, utilizzando le risorse messe a disposizione dalla legge finanziaria 1995 (questo è quanto è stato deliberato anche dal Consiglio regionale, ovviamente si sono avuti tutti gli incontri utili per questa definizione).
Al fine di assicurare al Comitato di coordinamento un supporto tecnico per la verifica, in itinere, delle ipotesi progettuali proposte e prodotte (anche attraverso l'esame di possibili alternative di tracciato utilizzando la metodologia prevista per la valutazione di impatto ambientale), nonché verificare i programmi di attività, predisposti da FS relativi all'espletamento dell'analisi e degli studi per la predisposizione della progettazione, nelle varie fasi di fattibilità e di massima 1996, la Regione Piemonte ha costituito un "Comitato tecnico", all'interno del quale sono presenti tecnici in rappresentanza di tutti gli Enti istituzionali comprese le Comunità montane Alta e Bassa Valle di Susa.
I compiti che il Comitato tecnico ha, e sui quali ha già cominciato ad operare sono: analisi della domanda di traffico analisi del territorio interessato analisi del sistema di riferimento (previsione della domanda, offerta di trasporto, ecc.) analisi delle famiglie di tracciato verifica sul territorio.
Tutto ciò permetterà di verificare se quanto contenuto negli studi esaminati sia o meno sufficiente per procedere alle fasi progettuali.
In caso negativo, potrà emergere la necessità di dover eseguire mirati studi integrativi, che saranno conseguentemente realizzati. Questo iter operativo permetterà al Comitato tecnico di poter svolgere correttamente la sua funzione di supporto tecnico al Comitato di Coordinamento Istituzionale.
Per completezza di informazione si osserva che si sono tenute n. 3 riunioni del "Comitato del Coordinamento degli Enti istituzionali" rispettivamente l'1 marzo, il 29 marzo e il 18 ottobre 1996 e n. 2 riunioni del Comitato tecnico il 2 marzo e il 18 giugno 1996. Nell'ultima riunione del Comitato tecnico del 12 giugno u.s. si è analizzato il Piano di attività degli studi riguardanti la sezione internazionale.
Sulla base della relazione programmatica, predisposta da FS attraverso Alpetunnel, oltre a definire contenuti e modalità di esecuzione delle attività preliminari di studio, si è fornita una ricostruzione del quadro complessivo delle attività investigative.
In virtù di questo sono emerse le seguenti considerazioni sullo sviluppo della progettazione: l'impostazione complessiva degli studi e delle indagini geognostiche è stata ampiamente condivisa da tutti i rappresentanti, anche perché si è ravvisata la necessità che un progetto di questa natura e complessità venga supportato e giustificato da adeguati strumenti conoscitivi; tutti i componenti il Comitato hanno pertanto concordato che non sussistessero elementi ostativi all'avvio del programma di attività per le indagini geognostiche preliminari, presentato da Alpetunnel i componenti del Comitato hanno concordato sull'opportunità che oltre agli approfondimenti conoscitivi, ora predisposti per la tratta internazionale e che andranno integrati e completati, vengano attivate, da subito e con tempi compatibili per la predisposizione di un unico progetto per l'intero collegamento, medesime attività di studio anche per il tratto di linea che attraversa la Valle di Susa fino a Torino. Questa necessità deriva dal fatto che, anche nel tratto nazionale, le difficoltà e le criticità da affrontare saranno numerose e di non facile soluzione.
Si è concluso ribadendo la necessità che si definisca il rapporto di collaborazione con il Politecnico e quindi si produca una proposta di argomenti da sottoporre al gruppo di lavoro FS S.p.A. - Alpetunnel.
Indicativamente sono stati prospettati, come futuri ambiti di lavoro: le valutazioni dei dati di traffico alla luce degli esiti delle recenti campagne di rilevazioni appositamente commissionate da Alpetunnel le analisi ambientali per tutto il collegamento (su questo aspetto FS Alpetunnel si è impegnata a consegnare un analogo programma delle attività di studio entro l'anno).
Quindi, in conclusione, attualmente sono in atto tutte quelle attività conoscitive, geognostiche, di valutazione dei flussi di traffico propedeutiche alla fase di progettazione vera e propria che si potrà attuare solo dopo aver acquisito tutti questi elementi di valutazione.
Per quanto riguarda il secondo punto, recependo le indicazioni dell'ordine del giorno n. 136 del 7/2/1996 citato nell'interrogazione del Consiglio regionale, si è proposto di costituire una specifica struttura: la Segreteria Tecnica per le Infrastrutture Strategiche, denominata SETIS.
I compiti principali della SETIS, che opererà su progetti di intervento indicati in modo specifico dalla Giunta regionale, saranno: unificazione ed integrazione di tutte le competenze tecnico amministrative regionali, delle procedure istruttorie, della proposta dei relativi atti amministrativi, compresa la procedura di VIA coordinamento dell'acquisizione dei provvedimenti e dei pareri degli Enti locali e dei soggetti interessati rapporti con gli organismi, gli Enti competenti e promotori a livello comunitario, intergovernativo, nazionale e regionale attivazione di una comunicazione sistematica agli organi regionali, agli Enti locali e ai soggetti pubblici e privati interessati.
Dal punto di vista organizzativo il progetto prevede: l'utilizzo di professionalità esistenti nel Settore Trasporti l'utilizzo di ingegneri di prossima assunzione l'utilizzo di consulenze esterne attraverso convenzioni l'utilizzo attraverso distacco a metà tempo di professionalità dei Settori competenti rispetto alle procedure autorizzative l'utilizzo part-time di professionalità regionali in materia di comunicazioni, amministrativo-informatica.
Il progetto SETIS è stato approvato con deliberazione della Giunta regionale in data 14/10/1996.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, oltre a chiedere la copia delle risposte fornite dall'Assessore, chiedo anche la copia della relazione programmatica FS Alpetunnel che fornisce un quadro complessivo dell'attività in corso.
Le due risposte dell'Assessore mi sono sembrate un po' datate, nel senso che la prima risposta, relativa ad una nostra interpellanza del giugno dell'anno scorso, si ferma nell'illustrazione delle attività, grosso modo a quel periodo.
Penso che da giugno dell'anno scorso ad oggi si siano svolti altri incontri ed altre attività inerenti la Torino-Milano e l'eventuale raccordo esterno di questa linea con l'eventuale linea Torino-Lione e che però siano stati omessi dall'Assessore.
La mia impressione deriva anche dalle notizie sull'attualità dell'attivazione della Conferenza dei Servizi per la Torino-Milano, che mi sembra il Presidente Ghigo abbia affermato essere di imminente convocazione. Dato che precedentemente la Conferenza dei Servizi aveva posto come criterio indispensabile per esprimere il parere di VIA l'analisi delle soluzioni proposte per il nodo di Torino, cui questa interpellanza si riferisce, ne deduco, visto che il Presidente Ghigo parla di riapertura della Conferenza dei Servizi - in una situazione in cui la Regione ha riaffermato che la riapertura ci sarebbe stata solo se fosse stato risolto il nodo di Torino - e sentendo dall'Assessore una risposta datata giugno dell'anno scorso - quando ci ha detto che il nodo di Torino non era assolutamente risolto, andava indagato - che, dando per scontato un coordinamento tra l'attività dell'Assessore e l'attività del Presidente Ghigo, manchi una parte di risposta. Quindi chiedo che l'Assessore integri questa risposta con gli avvenimenti dal giugno dell'anno scorso ad oggi.
Gradirei un cenno di assenso da parte dell'Assessore.
Giungo ad una proposta, Presidente. Come lei avrà potuto osservare, non stiamo trattando di piccoli problemi: a livello nazionale il Ministro Burlando, in varie occasioni, sulla stampa o a convegni a cui ha partecipato recentemente - l'ho sentito io stesso a viva voce - ha affermato che sul progetto Alta Velocità, per il quale il Governo entro il 31 gennaio deve presentare al Parlamento una verifica sullo stato delle cose, ha detto con molta chiarezza, ed è a verbale anche di un convegno organizzato da Rifondazione Comunista la scorsa settimana, che il Governo è pronto a discutere. A discutere tutto: questo ha detto Burlando, non ci sono tabù di nessun genere.
C'è l'impegno a rafforzare il ruolo del sistema ferroviario per i passeggeri, ma soprattutto per le merci. Non c'è alcun tabù sulla velocità: cosa sia l'Alta Velocità, ha detto il Ministro, è una cosa da intendere.
Non è scritto da nessuna parte che l'Alta Velocità siano solo treni, o linee per treni, che viaggiano a 350 km/ora.
Lui si trova di fronte, come tutti i Governi, ad un'inerzia delle cose preesistenti, ma si è dichiarato ben disponibile a verificare tutto ciò che venga richiesto e ha fatto un'affermazione molto importante: ha detto che finché avrà, come Ministro, questa responsabilità, le comunità locali saranno non solo ascoltate, ma rispettate nelle loro decisioni e che mai avverrà, Ministro Burlando in funzione, che con l'opposizione di un Comune ci sia un provvedimento cogente da parte del Ministero.
Queste sono affermazioni importanti, nuove, che, almeno dal punto di vista della mia forza politica, aprono spazi importanti ad un progetto che deve ancora essere messo in condizioni operative e che rappresenta, a seconda di come viene interpretato, uno dei fattori importanti di un progetto di sviluppo del sistema economico italiano. Questo è un elemento di novità che anche la Regione Piemonte dovrebbe valutare e in conseguenza del quale dovrebbe assumere una posizione di nuova valutazione di quanto è stato progettato e delle intenzioni che si hanno.
Per questo, Presidente, ritengo che, oltre all'aggiornamento doveroso sulla risposta all'interpellanza, l'insieme di questi fatti - il Ministro Burlando che ha detto queste cose, il Presidente Ghigo che parla della Torino-Milano, l'Assessore Masaracchio che ci illustra la situazione del nodo di Torino (ma a quasi un anno fa) - richiederebbe, acquisite in forma scritta le due risposte, compresa la relazione delle FS, un'integrazione dell'Assessore la prossima settimana, per quanto riguarda la risposta a questa interpellanza, e la trasformazione della sua risposta in comunicazione, in modo che in un'ora, ora e mezza, nel prossimo Consiglio regionale tutti i colleghi interessati a questo discorso possano esporre la posizione dei vari Gruppi ed individuare, vista la finestra aperta dal Ministro Burlando, il modo di procedere, che può, a mio modo di vedere essere anche innovativo rispetto alle posizioni cristallizzate che su questo tema sono state espresse anche in quest'aula.
Ho ritenuto la posizione del Ministro Burlando una posizione razionale di grande apertura e disponibilità a discutere. Penso che nei confronti di questa Giunta regionale si possa avere, su questo tema, un confronto diverso dal passato ed aperto alle nuove possibilità che, anche a livello nazionale, il Ministro Burlando ha manifestato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vindigni.



VINDIGNI Marcello

Io intendo la risposta dell'Assessore, per una parte, come smentita della dichiarazione e della notizia ANSA del 25/6/1996, dalla quale si ricavava che, a parere di funzionari della Regione Piemonte, la progettazione del tunnel di base Susa - St. Jean de Maurienne della linea di Alta Velocità Torino-Lione sarebbe stata ultimata a breve; tant'è che si prevedeva l'inizio dei lavori per il 2000 e la conclusione degli stessi nel 2004.
L'Assessore non ha smentito formalmente questa notizia, ma dalla sostanza delle cose che ha detto mi pare che si possa ricavare questa opinione. Mi piacerebbe che in sede di replica l'Assessore dicesse se la mia impressione è fondata o sbagliata.
Per quanto riguarda la problematica sollevata dall'interrogazione condivido l'opinione del collega Chiezzi, secondo cui le risposte date dall'Assessore sono certamente datate. Su questo bisognerebbe riflettere perché ci sono delle interrogazioni o interpellanze che, comunque conservano l'attualità nel tempo e possono essere discusse anche a distanza di mesi dalla loro presentazione, ma ci sono altri argomenti che richiedono una risposta immediata, oppure, qualora la risposta venisse data più in là nel tempo, occorrerebbe che questa risposta fosse aggiornata.
Sulla questione della Torino-Lione, tutti noi abbiamo letto che proprio nei giorni scorsi, a Lione si è svolto un incontro al quale ha partecipato il Presidente Ghigo (non so se anche l'Assessore Masaracchio) durante il quale il Presidente del Comitato promotore della linea di Alta Velocità Torino - Lione - Venezia - Budapest ha detto: "Si parta comunque si spendano 200 miliardi per cominciare a ridurre i tempi di percorrenza di 50 minuti". Non solo, ma in quell'occasione è stato fatto cenno ad un progetto di fattibilità, o di larghissima massima, predisposto dalla Provincia di Torino, che prevederebbe soluzioni alternative rispetto a quella di cui sinora si è parlato. Senza dire che le novità che stanno emergendo a livello nazionale sono piuttosto importanti; avremo modo di conoscere ufficialmente il parere del Ministro Burlando nella relazione che farà alla Commissione Trasporti di Camera e Senato entro il 31 di gennaio.
Tutto ciò dovrebbe indurre la Giunta regionale a fare un aggiornamento della situazione al Consiglio regionale. Peraltro, in questo Consiglio regionale le discussioni sull'Alta Velocità sono quasi cicliche; chi legge i verbali riscontra come almeno una volta all'anno, giustamente, il Consiglio regionale è stato coinvolto sull'argomento.
Noi condividiamo la richiesta proposta dal collega Chiezzi che ci sia al più presto una comunicazione su questo tema.
Nella comunicazione, caro Assessore, si dovrà chiarire, una volta per tutte, la questione delle diverse alternative di tracciato, almeno per quanto riguarda il tratto montano. L'ordine del giorno, oggetto della nostra interrogazione, e soprattutto le deliberazioni istitutive del Comitato di coordinamento interistituzionale e del Comitato tecnico che affianca il Comitato di coordinamento, parlano esplicitamente di ricerca delle diverse alternative di tracciato da valutare con le metodologie della valutazione di impatto ambientale. Di conseguenza, non si può, a priori considerare che la base di lavoro, anche per il Comitato tecnico, sia l'ipotesi del tunnel di 54 km (St. Jean de Maurienne - S. Giuliano di Susa oggetto dell'accordo internazionale fra il Ministro Santuz e il Ministro Delabarre); occorre fare chiarezza.
Poiché il tempo stringe - ed ho abusato del tempo concesso per le repliche - concludo il mio intervento sottolineando che questi argomenti devono essere affrontati più compiutamente in sede di discussione di una comunicazione della Giunta. Inoltre ho presentato, recentemente un'interrogazione con richiesta scritta di aggiornamento del quadro della situazione. Inviterei l'Assessore, in fase di comunicazione - qualora venisse accettata la proposta del collega Chiezzi e del sottoscritto - di tenere conto anche dei quesiti posti in questa ultima interrogazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni

Mi rendo conto delle necessità consiliari che, comunque, debbono rispettare il primato del Consiglio. Per quanto riguarda le risposte considerate datate e non riflettenti l'attualità della situazione, rispondo nel seguente modo: l'interpellanza del Consigliere Chiezzi è datata fine luglio; sottolineo che da quella data ad oggi non è successo nulla di particolarmente rilevante sul piano dei rapporti nazionali ed internazionali, neppure attraverso ciò che è stato sviluppato dai vari comunicati alla ricerca di elaborazioni nuove che diano la ragione ultimativa di quanto dovrà essere operato per l'Alta Velocità.
Per quanto riguarda invece l'interrogazione del Consigliere Vindigni preciso che è datata fine ottobre. Se da luglio ad oggi non ci sono grandi novità, tranne quelle del dibattito, della ricerca e della verifica, a maggior ragione da ottobre ad oggi.
Preciso che la Commissione intergovernativa, alla quale partecipano le parti rappresentative del Governo nazionale e del Governo francese, non ha accolto la richiesta della Regione Piemonte di farvi parte, per sapere tutto ciò che è necessario al fine di evitare che i dibattiti fra noi possano essere sterili ed inutili.
Per quanto concerne il Comitato di coordinamento Lione-Torino, si tratta di un Comitato reiterato di recente, di cui fa parte il Presidente della Giunta, che cerca - secondo me - di trovare un modus operandi, nell'ambito dei rapporti internazionali, per capire se in effetti la tratta Lione Torino debba essere realizzata o meno anche nella specificità degli interventi dalla Francia, in positivo o in negativo, per quanto riguarda le risorse finanziarie di cui leggiamo anche sulla stampa internazionale.
Per quanto riguarda invece il Comitato tecnico, istituito dal Consiglio regionale con voto specifico, operando, così come sa operare - si tratta di un Comitato tecnico che, in ogni caso, ha in quota-parte da soddisfare esigenze di contestazione all'Alta Velocità - è collegato con il Politecnico e dovrà fornirci i risultati di quanto concordato per una definitiva soluzione politica del problema. Fermo restando che la maggioranza - parlo come Assessore, ma anche come componente di un Gruppo di maggioranza - ha stabilito che l'Alta Velocità, comunque la si voglia considerare, o come potenziamento della linea attraverso il quadruplicamento oppure come velocità vera, concreta, alta anche per i passeggeri in tutti i nodi difficili, è un problema che investe l'economia del Piemonte.
Si tratta di un problema che ha due corna: uno è il problema della Torino-Milano, con problematiche radicalmente diverse da quelle della Lione Torino; l'altro è la Lione-Torino. Si è determinato sul piano politico, ed è questo l'intervento per il quale ci sarà a breve - spero entro marzo anche per trovare una risoluzione - la Conferenza dei Servizi, all'interno della quale in ogni caso, qualunque sia stato il risultato delle concertazioni con i Comuni, a quel livello tutte le parti decideranno quale sarà la risoluzione. Pare emerga forte la possibilità che tutto il traffico, dal Mediterraneo verso il nord Europa, possa transitare da Genova e andare a Milano, per poi riferirsi a Bologna per l'est e a Napoli per il sud, evitando che ci sia la compromissione (così si va dicendo da parte di chi è ostativo nei confronti del potenziamento della linea attraverso l'Alta Velocità della Regione Piemonte).
Queste problematiche non hanno ancora avuto una risposta risolutiva da parte di chi ha competenze specifiche e responsabilità anche politiche (per esempio, Novara e Chivasso), quindi tutto ciò che si imputa alla Regione potrebbe essere imputato erroneamente.
E' un problema che ci coinvolge a tutti i livelli, partendo dall'interno del Consiglio, attraverso l'Assessorato, attraverso la Giunta e attraverso quello che si muove all'esterno sul piano politico, nella partecipazione del dibattito politico.
Per quanto riguarda invece la Lione-Torino il problema è enorme: non sappiamo innanzitutto se potrà essere realizzata tale linea; allo stato attuale delle cose non mi consta che ci sia un progetto esecutivo; si verificherà se il tunnel dovrà essere alto o basso, se le pendenze potranno essere compatibili con la velocità e con tutto quello che interessa la montagna e se il sondaggio, che si dovrà fare alla montagna, ci darà la risposta esatta della fattibilità di questo tunnel. La risposta di ciò è nelle ragioni tecniche e non certamente nelle ragioni politiche.
Indipendentemente dal fatto che il collegamento da Lione a Torino potrebbe essere tanto vantaggioso per il Piemonte in quanto, viceversa, avremmo il passaggio da Genova verso Milano by-passando il Piemonte e magari, per il nord Europa, il by-passamento lo si avrebbe verso il Brennero; sono tutte cose di cui stiamo discutendo e di cui abbiamo contezza.
Accolgo con interesse anche politico quanto richiestomi a riferire a breve in Consiglio regionale quali saranno stati gli ultimi risultati di questi concordati, di questi incontri, che possono garantirci, alla vigilia della Conferenza dei Servizi, che quanto la Regione Piemonte deve perorare in funzione della salvaguardia degli interessi del territorio e dell'ambiente sia attraverso il SIA e attraverso il VIA, compatibile con tutte le responsabilità che ci competono.
Sicuramente la mia risposta contemplerà delle dimenticanze; la richiesta del colleghi presentatori dell'interpellanza sottende una miriade di altri problemi, già dibattuti in Consiglio regionale (per i quali ci sono i relativi documenti). Abbiamo istituito con voto di Giunta la SETIS non tanto per avere supporti esterni più di quanto sia necessario nella fattispecie, ma perché fra le strutture della Regione quella dei trasporti non ha il peso organizzativo che merita - il che implicherebbe addirittura, il distacco pro tempore di funzionari e dirigenti, creando un vuoto nell'attività corrente dell'amministrazione.
Visto che non facciamo parte della Commissione intergovernativa, la SETIS oltre ad essere sportello di collegamento fra gli interessi specifici di tutta l'imprenditoria interessata all'Alta Velocità, ha lo specifico valore di coordinamento con quanti fanno parte della pubblica amministrazione.
Questa mia risposta sarà integrata a breve; mi premurerò affinch quanto meno in un prossimo Consiglio possa aggiornare quanto ora parrebbe non esserlo e vedremo come risolvere i problemi a conoscenza di tutti.
Problematiche difficoltose anche a livello governativo per quanto riferito dal Ministro Burlando; è stato detto che l'Alta Velocità è in funzione delle merci e che per quanto riguarda l'attraversamento del territorio interno alle città la velocità sarà tale da poter usufruire la diversa struttura di binari. D'altronde, è al centro della polemica di questi giorni tutto ciò che riguarda la tenuta delle strutture ferroviarie e quali sono i veri, effettivi, motivi di un intervento atto a metterci in condizioni di rivedere le nostre strutture.
Le velocità dovranno essere compatibili; nulla è perentoriamente deciso, anche a livello governativo: staremo a vedere. Certo è che il potere e le competenze della Regione, tranne il deliberare la non scelta dell'Alta Velocità, è molto relativo, così come risulta relativo il potere degli Enti locali su progetti di questo genere, che implicano problematiche politiche sovranazionali.


Argomento: Nomine

Richiesta di una comunicazione da parte della Giunta regionale in merito alle nomine alla Finpiemonte e dei Direttori generali delle Aziende Sanitarie Locali


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cavaliere; ne ha facoltà.



CAVALIERE Pasquale

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, non intervengo in merito ad un'interrogazione, ma per chiedere se non sia opportuna - come io ritengo una comunicazione del Presidente della Giunta in ordine alle nomine alla Finpiemonte e dei Direttori generali delle Aziende Sanitarie Locali: questioni di attualità che credo debbano avere il conforto di un chiarimento e di un approfondimento del Consiglio.



PRESIDENTE

Informerò immediatamente il Presidente della richiesta; d'altra parte lei ha presentato un'interrogazione urgente in merito: potrebbe essere quella l'occasione e l'opportunità per rispondere.


Argomento: Programmazione sportiva (impianti e attivita")

Interrogazione n. 929 del Consigliere Salerno relativa ai Campionati mondiali di sci alpino 1997 a Sestrière - Esclusione di Bardonecchia


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 929 presentata dal Consigliere Salerno.
Risponde l'Assessore Angeleri.



ANGELERI Antonello, Assessore al turismo, sport e tempo libero

Il Comitato organizzatore dei Campionati mondiali di sci alpino 1997 che com'è noto fa capo allo Sporting Club Sestrière, è pervenuto alla determinazione di organizzare le singole gare in un'unica località, per una serie di esigenze organizzative e tecniche, ma anche finanziarie.
E' stata quindi scartata l'ipotesi iniziale di effettuare alcune gare in altre località della Via Lattea - per esempio a S. Sicario - in quanto lo stesso Comitato organizzatore non riteneva di poter garantire tutte le condizioni tecniche richieste dalla Federazione Italiana di Sci (innevamento garantito, impianti di risalita dedicati e di tecnologia avanzata, la duplicazione di strutture logistiche e di strutture per i media: stampa, radio e televisione), che comportavano, oltretutto, un forte incremento dei costi da affrontare.
A fronte di questa scelta, la Regione Piemonte ha sempre improntato la propria strategia e i propri interventi per far sì che i Campionati di sci si trasformassero di fatto in una grande occasione di sviluppo turistico di promozione dell'immagine dell'intera area della Valle di Susa e della Val Chisone.
Secondo questa logica, i progetti di sviluppo delle infrastrutture turistiche e di sostegno delle imprese turistiche hanno riguardato tutta l'area sopraindicata; è stato elaborato uno studio e sono stati attivati progetti per la riqualificazione turistica ed ambientale di ben ventuno Comuni della Valle di Susa e della Val Chisone, e con la collaborazione delle tre Comunità montane la Regione ha avviato un progetto integrato di sviluppo turistico di area e gli interventi regionali per il miglioramento della depurazione hanno riguardato non solo Sestrière, ma anche Sauze di Cesana e Bardonecchia.
Parallelamente, anche l'attività di promozione della domanda si è sviluppata seguendo lo stesso obiettivo, cercando cioè di proporre sui mercati turistici non una stazione (Sestrière), ma un'area turistica in cui le varie località devono esprimere al meglio le proprie potenzialità per integrare l'offerta piuttosto che entrare in una sterile concorrenza campanilistica. Tant'è che i Campionati del mondo del Sestrière, come ben sapete, vengono denominati anche "dell'Alta Valle di Susa".
La produzione di materiale pubblicitario, la presenza in saloni e work shop, il sostegno all'organizzazione di manifestazioni da parte della Regione sul territorio sono state, e continuano ad essere, dirette a valorizzare tutte le potenzialità turistiche dell'area considerata ed hanno sempre coinvolto ampiamente la località di Bardonecchia.
Certamente, la situazione di stallo in cui si è venuto a trovare il Comune di Bardonecchia in quest'ultimo periodo non ha favorito la messa in atto di iniziative che avrebbero forse consentito alla località di cogliere maggiormente le ricadute positive dei Campionati mondiali di sci.
Nella fase attuale di definizione del calendario delle gare e dell'organizzazione pare del tutto improponibile lo spostamento di sedi di una o più gare; d'altra parte, sembra opportuno che nel periodo dei Mondiali di sci vengano programmate a Bardonecchia altre competizioni sciistiche di secondo piano, che non avrebbero alcuna visibilità n potrebbero attrarre ulteriore clientela turistica in un periodo di piena saturazione delle strutture ricettive.
La località di Bardonecchia potrebbe invece esaltare quelle che sono le sue peculiarità, organizzando nel periodo dei Mondiali - cosa che mi pare abbia fatto - qualche iniziativa non di carattere prettamente sciistico, ma di carattere culturale, di spettacolo, puntando quindi a rafforzare la sua immagine di stazione turistica bistagionale, ad ampia gamma di fruibilità potenziando ed ampliando per il 1997/1998 le manifestazioni e le iniziative sportive e sciistiche di altro genere, che già nel 1996 in inverno ed anche in estate - voglio ribadirlo - sono state attivate sempre con il sostegno della Regione.
Superati i problemi di carattere amministrativo, abbiamo già verificato sul campo una notevole attività; sono già state avanzate delle proposte per cui c'è, nei confronti del Comune di Bardonecchia, come degli altri Comuni della Valle di Susa, un'attenzione particolare per uno sviluppo futuro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Non sono soddisfatto, non già della risposta dell'Assessore Angeleri in quanto il suo Assessorato è relativamente giovane rispetto al progetto dei Mondiali di sci; certamente non sono soddisfatto guardando, a ritroso alla mancanza di programmazione, che la Regione avrebbe dovuto avere in un avvenimento che - ripeto - non è soltanto di tipo sportivo.
Ci voleva veramente ben poco per dare a Bardonecchia una presenza attiva in questo Mondiale. Non dimentichiamo la "botta" al turismo che ha dato lo scioglimento per mafia, purtroppo, del Comune di Bardonecchia anche per questo motivo, avrebbe dovuto ricevere un'attenzione particolare per un suo rilancio, in una fase difficile del suo turismo, della sua posizione.
Non dimentichiamo che Bardonecchia ha un servizio di collegamento unico in Europa: il TGV si ferma a Bardonecchia e fra un anno e mezzo o due un'autostrada collegherà anche Lione, oltre che Torino. Di conseguenza, ci voleva veramente poco, e non parlo solo di una gara di sci, bastava anche una manifestazione folcloristica del costume piemontese a Bardonecchia spostando non già tanto una questione di immagine sportiva, quanto una questione di immagine del luogo, della località e del nostro costume.
Saranno centinaia di migliaia le persone che non conoscono la valle che arriveranno a Sestrière e torneranno indietro, passando per Bardonecchia: ci sarà così soltanto il danno del traffico che avrà congestionato ulteriormente la possibilità di Bardonecchia di vivere quel turismo che in questo momento è sofferente ed è di secondo piano.
Bastava non già una manifestazione folcloristica - e sarebbe stata importante - quanto anche soltanto ubicare Bardonecchia come la sede di allenamento delle squadre nazionali. So che, per esempio, la nazionale tedesca o quella francese o svizzera sono itineranti, hanno cercato delle sedi per poter essere servite. Anche qui non c'è stata una programmazione sportiva.
Vorrei capire perché di fronte a questi grandi avvenimenti non si abbia un punto di riferimento unitario, un punto di regia affinché non si abbia soltanto un flash su Sestrière e tutto finisca lì, ma si abbia qualcosa di più programmato, pianificato, che abbia un senso.
Mi dicono anche, per esempio, che a Sestrière, domenica (non due o tre mesi fa), quando tutto è già pronto, non esiste un sistema sanitario di pronto soccorso al di là di quattro autolettighe militari. Attualmente l'unico che possa definirsi centro - uno studio in un fabbricato un'accoglienza di tipo dignitoso - è privato. Quindi non si è operato parlo di questa organizzazione che avrebbe dovuto essere anche tallonata da questo punto di vista - nel senso più moderno e civile di una manifestazione. Mi è stato detto che domenica, per una semplice visita di pronto soccorso, per un bambino si è pagato 700 mila lire, perché questo pronto soccorso è privato. Immagino cosa voglia dire quando avremo decine di migliaia di persone che dovranno quindi andare a Pinerolo o a Torre Pellice.
Non sono dunque molto soddisfatto, non tanto per l'opera di questo Assessorato, che - ripeto - arriva molto in ritardo rispetto all'ultimazione di tutta la manifestazione. Certo è che trovo molto deludente la mancanza di un riferimento unitario, di una programmazione, di una pianificazione sportiva, turistica ed economica di tutta la manifestazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Angeleri per una breve replica.



ANGELERI Antonello, Assessore al turismo, sport e tempo libero

Comprendo le ragioni che hanno mosso l'interrogazione del Consigliere Salerno e posso anche condividerle in parte. Purtroppo, se dobbiamo andare a guardare le responsabilità, dobbiamo andare molto indietro nel tempo e nell'affidamento da parte della Federazione dei Campionati del mondo ad una società privata. E' la prima volta che capita nel nostro Paese; ovviamente questo ha significato le ripercussioni che noi abbiamo cercato in qualche modo, come Regione Piemonte, non dico di tamponare, ma attraverso una pianificazione spalmata su tutta la Valle di Susa e la Val Chisone, abbiamo cercato di far tornare quegli effetti di ricaduta che i Mondiali avranno non solo sulla cittadina del Sestrière, ma ovviamente su tutti i Comuni della Valle di Susa e della Val Chisone.
L'impegno da parte nostra c'è stato; le infrastrutture comunque sono state costruite, c'è stata una grande collaborazione, come torno a ripetere, anche con gli Enti locali (i Comuni appunto, la Provincia di Torino e le Comunità montane). Penso che l'investimento che abbiamo fatto sia un investimento che tornerà nel tempo e che non è assolutamente riferito solamente alla stazione sciistica del Sestrière.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Richiesta di una comunicazione da parte della Giunta regionale in merito all'incontro tra una delegazione del Coordinamento Sanità - Assistenza regionale e l'Assessore regionale D'Ambrosio


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Simonetti; ne ha facoltà.



SIMONETTI Laura

Il mio intervento non riguarda un'interrogazione.
Poiché fuori dal Palazzo Lascaris una delegazione del Coordinamento Sanità - Assistenza regionale ha chiesto di incontrare l'Assessore D'Ambrosio, domando se dopo tale incontro sia possibile per l'Assessore informare il Consiglio sui risultati della discussione.



PRESIDENTE

Va bene, credo che non ci sia alcun ostacolo.


Argomento: Contratti ed appalti

Interpellanze n. 969 dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti relativa ai contratti appalto per la pulizia ordinaria dei locali di Palazzo Lascaris, n. 970 dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti relativa alla deliberazione per l'acquisto di un tavolo in cristallo per l'ufficio del Presidente del Consiglio regionale, n. 971 dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti relativa all'assegnazione del servizio di pulizia dell'aula consiliare regionale, n. 972 dei Consiglieri Chiezzi e Papandrea relativa alla tinteggiatura dei locali di Palazzo Lascaris e n. 984 del Consigliere Chiezzi relativa alla gara a trattativa privata per l'affidamento di due anni della gestione di tutti i servizi di mensa e ristoro di Palazzo Lascaris


PRESIDENTE

Passiamo ora ad esaminare congiuntamente le interpellanze n. 969, n.
970, n. 971, n. 972 e n. 984.
Domando ad uno degli interpellanti, Consigliere Chiezzi, se intende illustrarle complessivamente oppure se vuole fare un'illustrazione singolare per ogni tipo di interpellanza.



CHIEZZI Giuseppe

Dal punto di vista della procedura, non pongo ostacoli ad un accorpamento dei temi trattati, ma auspico che questa procedura riceva, da parte di chi risponderà alle interpellanze, un'adeguata risposta ai problemi politici che pongo; problemi che, per quanto riguarda il Gruppo che rappresento, appaiono piuttosto gravi.
Quindi, Presidente, illustro in una volta sola il merito del problema che è un filo che percorre tutte queste interpellanze, auspicando una risposta esauriente, che mi pare proverrà dal Presidente della Giunta mentre gli atti che qui vengono criticati sono atti compiuti dall'Ufficio di Presidenza.
Una voce vale l'altra, se c'è una congrua risposta; in ogni caso, mi aspetto di poter udire in quest'aula delle risposte da parte dei responsabili politici di queste procedure, chiunque essi siano, non importa se direttamente o per interposta persona: a me interessa avere delle risposte. A quale questione? Si tratta di quattro o cinque interpellanze che riguardano le gare d'appalto.
Ho notato, in questo modo di effettuare le gare d'appalto, una procedura che mi pare contrasti in modo palese con le tante perorazioni o indicazioni generiche dei mass media sulla correttezza che deve improntare la vita amministrativa di un Ente allorché si percorrono le strade degli appalti. E' chiaro che tale correttezza va a toccare il problema del fare politica.
Anche recentemente vi sono stati vari pronunciamenti di organismi competenti a vario titolo in cui si sostiene che il malaffare e la corruzione non sono finiti; si sono avute lamentazioni circa il ruolo della Magistratura, che in questi anni ha invaso campi non propri; sono stati chiesti anche passi in avanti dal punto di vista della politica. Questa politica era rimasta indietro e allora la Magistratura si è fatta avanti e ha scoperto corruzioni e malversazioni da parte del decisore politico, che attraverso contratti d'appalto drenava tangenti a favore di persone e di partiti; di qui un grande clamore per fermare la Magistratura, ove questa avesse debordato dai propri compiti, e la perorazione affinché la politica si facesse avanti.
Chissà cosa vuol dire "la politica si faccia avanti". Compia lei un passo? Certamente uno dei passi che la politica può compiere per una maggiore correttezza nel settore degli appalti pubblici è quello di essere molto attenta a come si predispongono le gare d'appalto in questo sistema di mercato e nell'ambito del sistema legislativo vigente.
In tal senso le nostre interpellanze chiedono una risposta, anche perché le forme dell'appalto prescelte dall'Ufficio di Presidenza sono le più rischiose tra quelle che una pubblica amministrazione possa decidere di gestire, le più rischiose in assoluto, le più discrezionali, discutibili e pericolose. Un'Amministrazione comunale, regionale o provinciale non dovrebbe mai ricorrere a questi tipi di gara e di affidamenti, tranne certo - rarissime, motivate e discusse eccezioni. E' dunque compito dell'opposizione, nel momento in cui non ci sono soltanto chiacchiericci ma fatti concreti, chiedere il motivo per cui si estende un contratto d'appalto del valore di circa mezzo miliardo (400 milioni di estensione di contratto).
Nella fattispecie, è in corso un contratto. Bene, l'amministrazione pubblica decide che non si fa la gara d'appalto, chiedendo a chi ha vinto la gara la scorsa volta di continuare i lavori. Certo, chiede alla ditta di continuare in modo tale che non sia visibile un danno per la pubblica amministrazione - ci mancherebbe altro! - e quindi di continuare con una convenienza economica per la pubblica amministrazione.
Tuttavia questo modo di procedere è pericoloso: non può essere l'elemento bruto di una convenienza economica a regolare i rapporti tra la pubblica amministrazione e il mercato; se così fosse, tra persone "oneste" e aziende "oneste", la cosa migliore sarebbe sempre che i rappresentanti dei due soggetti si sedessero attorno ad un tavolo e, senza tante storie n tante perdite di tempo per gli uffici, si mettessero d'accordo sul prezzo più giusto.
In astratto, la trattativa privata tra persone oneste sarebbe la cosa migliore: siamo persone oneste, ci sediamo attorno ad un tavolo, decidiamo i prezzi; in questa trattativa, il pubblico amministratore, se è bravo oltre che onesto, incalza il privato e spunta le condizioni economicamente migliori. Ma è questo il sistema? Siamo in grado di reggere un sistema di questo genere? No.
Le garanzie di trasparenza, di concorrenza tra le imprese, tanto proclamate da chi crede nel mercato, richiedono gare pubbliche tra più soggetti possibili, sempre e sempre gare, perché questo è il male minore certo, non è la perfezione, costa come costa la democrazia, costa tempo gli uffici devono disporre di personale sufficiente, ma questa è la strada: le gare.
Viceversa, quando per un appalto di pulizie - tra l'altro appalti non semplici in tutta Italia e per tutte le Amministrazioni - mi trovo di fronte ad un rinnovo senza gara, sollevo il problema: come mai senza? C'erano dei motivi? Capite che per qualunque ditta avere un rinnovo contrattuale senza gara è come avere un abbonamento; il giornale si compra in edicola oppure si fa l'abbonamento, e il rinnovo dell'abbonamento comporta una certa convenienza, che nel nostro caso è di carattere eccezionale, per una ditta che non deve più confrontarsi con il mercato.
Invece l'Ufficio di Presidenza, tranquillo tranquillo, propone una deliberazione leggendo la quale non mi pareva ci fossero incontrovertibili motivi di eccezionalità per richiedere la continuità del contratto alla stessa ditta.
A margine di questi 400 milioni in estensione di contratto, vi sono poi altre ciliegine: L. 17.671.000 per la pulizia straordinaria. Si dirà che è una cifra piccola, ma una cosa tira l'altra; di conseguenza, oltre ad avere rinnovato il contratto di pulizie per un anno senza gara a 400 milioni, si aggiunge un'ulteriore spesa, motivandola più o meno così: "Perché avrei dovuto fare una gara per un servizio di 20 milioni?". E quindi si aggiunge servizio a servizio. Anche questo è un altro elemento di sofferenza.
E poi - sempre per capire il modo di agire dell'Ufficio di Presidenza ci sono lavori di tinteggiatura, anche di piccola entità - ma è anche nelle piccole cose che bisogna stare attenti - in cui si interpella una sola ditta per effettuarli. A mia memoria, non c'è piccolo servizio o lavoro o acquisto che, in forma anche di trattativa privata, non preveda, anche nella trattativa privata, sempre la cautela di avere più offerte in busta chiusa, arrivate alla buona e senza tante complicazioni amministrative.
In questo caso, invece, vedo che si interpella una sola ditta.
Interpellare una sola ditta non è una prassi corretta, non è una prassi di amministrazione pubblica corretta. Qui non stiamo amministrando casa nostra. Vedete, sono fili che vanno tutti in una stessa direzione, con pesi diversi, secondo un modo di operare che ritengo preoccupante.
Veniamo poi all'appalto sulla mensa. Vedo che per un appalto biennale non piccolo, ma di una certa prospettiva di lavoro - si invitano soltanto tre ditte. Mi chiedo come mai soltanto tre e non una decina o una dozzina o una ventina. Come mai invitarne solo tre? Fare pochi inviti vuol dire restringere il mercato; restringere il mercato vuol dire correre dei rischi di spartizione del mercato stesso e via dicendo. Dunque, solo tre ditte invitate e tutte con sede a Milano. Avete dunque scelto anche un territorio da invitare. Chissà perché ditte di Milano e non del Piemonte? Non lo so.
Di queste tre ditte, Presidente e Vicepresidente Majorino, mi pare che solo una abbia presentato la propria offerta. In sostanza, invitiamo solo tre ditte, ma poi due non ci sono. Anche qui mi chiedo: come mai non hanno fatto la loro offerta le altre due? Chi lo sa? Di certo ci siamo messi nella condizione di far sì che questo potesse accadere: restringo le ditte di riferimento e poi due decidono che non sono interessate; rimane una sola interessata e a quel punto l'Ufficio di Presidenza decide che, malgrado vi sia stata una sola offerta, va bene così e l'accetta.
L'accetta perché il prezzo è congruo, dice la deliberazione. Tuttavia se si legge la motivazione della congruità, non c'è una dichiarazione molto perentoria e l'Ufficio è più cauto nel predisporre il parere; l'Ufficio parla ed espone la propria opinione dicendo: "Si può dire" - che è diverso da "si dice" - "che i prezzi appaiono sostanzialmente, nel loro insieme congrui", che è un modo di parlare un po' diverso dal dire: "I prezzi sono congrui". Quindi c'è una certa cautela da parte dell'Ufficio nel dire al proprio responsabile politico: "Sì, sostanzialmente, nel loro insieme, i prezzi possono apparire congrui". Così si affida, con una sola offerta, un servizio biennale di mensa a questa ditta, l'unica ad aver fatto l'offerta.
Il relativo contratto è molto preciso nei dettagli e indica le grammature di tutti gli alimenti (a partire dai contorni), perché un contratto ad un corrispettivo richiede una precisione e quindi gli gnocchi di patate sono 200 grammi a crudo su tutte le voci. Ma il contratto prevede anche dei prezzi per i servizi di catering, quei servizi che noi vediamo con una cadenza non infrequente venire offerti nei nostri locali: qui - se lei, Presidente Ghigo, va a vedere - non c'è più la stessa precisione tra il corrispettivo che viene pagato per questo servizio e le quantità offerte dal servizio stesso, qui la cosa si slabbra e diventa indecifrabile.
Faccio un esempio: in base a questo affidamento, il servizio di aperitivo prevede (a partire da un minimo di 20 sino ad un massimo di 50 partecipanti) per ciascuna persona un costo di 14.000 lire. E' un buon prezzo, nel senso che la ditta esistente fornisce già un aperitivo per 14.000 lire. Cosa si serve in questo aperitivo? La descrizione è assolutamente generica: flûte di spumante brut, acqua minerale, bevanda cocktail e stuzzichini. Quanti? Non è detto. E' a discrezione? Ma le 14.000 lire, invece, sono precise. Quando prendiamo un aperitivo con mille stuzzichini in un bar del centro non spendiamo più di 5/6 mila lire. In questo caso il prezzo esiste ed è preciso, mentre la descrizione no.
Ritengo che una pubblica amministrazione non possa stipulare un contratto di questo genere, né per l'aperitivo né per il coffee-break. Il coffee-break, altro esempio, costa alla Regione 12.000 lire a persona, e prevede: tè, caffè, latte, acqua minerale, spumante e pasticceria secca.
Sì, ma quanta pasticceria secca? La pubblica amministrazione non può stipulare un contratto di questo tipo non può lasciare il tutto alla discrezionalità. Così come per il riso bollito sono previsti 100 grammi a crudo, perché non ci deve essere per questo altro servizio un'analoga e, secondo me, dovuta precisione? Converrà con me, Presidente, che le cose dette prima (in particolare quest'ultimo appalto con una gara sui generis, con un solo concorrente, al quale è stato affidato il servizio con delle voci così sfocate) impongono a mio modo di intendere, al nostro Gruppo di sollevare la questione e di aspettare delle risposte; risposte che aspettiamo per il merito delle cose dette dall'organo politico, non dai funzionari, che non si devono n spaventare né adontare di questa attenzione da parte del mio Gruppo, perch sanno di essere funzionari di una pubblica amministrazione e non addetti ad un soggetto privato: lavorano nella pubblica amministrazione, all'interno della quale ci sono i ruoli di controllo dell'opposizione o, comunque, dei Consiglieri regionali.
Infine, vi è l'ultima interpellanza, che si riferisce più ad una nota di stile, nel senso che al mio Gruppo non pare che in questo periodo sia così necessario fare nuovi acquisti di arredi che rientrano sotto la specie della decisione voluttuaria. In sostanza, non ci sembra il caso di spendere 2 milioni per un tavolino di cristallo, perché di tavolini nella Regione Piemonte, di cristallo o meno, penso ce ne siano; d'altronde, sono stati tirati fuori e rimessi in ordine arredi che erano stati dimenticati nei magazzini di qualche Castello.
Come Gruppo abbiamo voluto segnalare anche questo per indurre nell'Ufficio di Presidenza un comportamento più sobrio negli acquisti. Non siamo contrari agli abbellimenti, non siamo contrari a che l'ente pubblico sia capace di far vedere quanto nel corso dei secoli il Piemonte ha prodotto in termini di arredi o di quanto la comunità piemontese dispone in termini di quadri non utilizzabili dal pubblico, perché non inseriti nelle sale espositive della Galleria dell'Arte Moderna (noi ci facciamo tramite della possibilità di chi assiste ai nostri lavori di rendersi conto della nostra storia, della nostra arte e della nostra cultura, che sono attività che non contestiamo); viceversa, andare in un negozio del centro e spendere 2 milioni e 70 mila lire per un tavolino in cristallo curvato, di 20 millimetri di spessore, riteniamo che sia un'attività che doveva rientrare nelle soddisfazioni che ciascuno di noi può avere a Natale quando decide di comprarsi un tavolino di cristallo, ma non nelle attività proprie dell'Ufficio di Presidenza di questo Consiglio regionale.
Attendo dal Presidente Ghigo, o dai componenti dell'Ufficio di Presidenza che ritengano di dover rispondere, ove il Presidente Ghigo legga semplicemente uno scritto che non risponde ai quesiti che ho posto in aula di avere delle risposte adeguate. Grazie.



PRESIDENTE

Le cinque interpellanze sono state illustrate.
La parola al Presidente Ghigo, al quale purtroppo dobbiamo lasciare la risposta in diretta, anche se l'argomento concerne l'Ufficio di Presidenza.
Speriamo che nella Commissione Regolamento si possa innovare la possibilità di rispondere direttamente, e non per interposta persona, a cose che riguardano l'Ufficio di Presidenza e non certamente la Giunta. Se vi sarà la necessità di integrare, integreremo.
Prego, Presidente Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Risponderò singolarmente ad ogni interpellanza, a partire dalla n. 969 del 12/12/1996, che riguarda la gara d'appalto per i contratti di pulizia ordinaria di Palazzo Lascaris e delle varie sedi dei Gruppi consiliari.
Con deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 897 dell'11/11/1996 veniva stabilito di applicare ad alcuni contratti, in ragione delle loro peculiarità, la fattispecie prevista dall'art. 44 della legge 23/12/1994 n.
724, la quale prevede, al secondo comma, la possibilità del rinnovo espresso dei contratti di appalto subordinatamente alla sussistenza dei requisiti di convenienza ed interesse pubblico.
A tale proposito, si osserva che le ragioni tecniche che hanno consigliato questa decisione riguardano la circostanza che i servizi prestati dalle ditte interessate ai quattro contratti rinnovati attengono ad elementi nevralgici del sistema manutentivo della sede del Consiglio regionale - la cui efficienza deve essere costantemente garantita - e che un eventuale cambiamento delle attuali imprese appaltatrici (le quali hanno acquisito in questi anni competenza tecnica e conoscenza dei beni immobili e degli impianti tecnologici loro affidati) comporterebbe inevitabilmente disagi e difficoltà nell'erogazione dei servizi in questione, soprattutto in un periodo come l'attuale dove Palazzo Lascaris è interessato da ampi lavori di ristrutturazione. In particolare, il contratto (Rep. n. 1446 del 16/3/1992) attualmente in vigore per i servizi di pulizia di Palazzo Lascaris e delle sedi dei Gruppi consiliari (al quale si è aggiunto, alla fine del 1994, quello per il settimo piano di Via Arsenale n. 14) venne aggiudicato mediante l'espletamento di una gara a licitazione privata a livello nazionale (ai sensi dell'art. 29, lettera b), della L.R. 23/1/1984 n. 8) alla quale vennero invitate n. 18 imprese - provenienti da tutta Italia - che avevano richiesto di partecipare alla gara avendone i requisiti. L'offerta della "Lucentezza s.r.l." - ditta che si aggiudic l'appalto - venne giudicata equa ed economica.
Per quanto riguarda la scelta di rinnovare detto contratto per il 1997 ai sensi dell'art. 44 della legge 23/12/1994 n. 724, si devono considerare le seguenti circostanze: 1) l'Amministrazione regionale aveva già più volte manifestato l'intenzione a breve termine e possibilmente entro i primi mesi del 1997 - di acquisire nuovi immobili per i Gruppi consiliari e gli uffici distaccati del Consiglio regionale (con relative dismissioni degli attuali locali) 2) in conseguenza dei previsti movimenti di locali sarà necessario contestualmente ridefinire gli impegni contrattuali in essere per i corrispondenti servizi di pulizia (potendosi solo allora predisporre gli eventuali capitolati per le necessarie gare d'appalto che tengano conto delle effettive unità immobiliari occupate) 3) affrontare la gara europea per i servizi di pulizia, la quale comporta tempi lunghi e costi non indifferenti, nell'attuale situazione transitoria è in evidente contrasto con i principi di efficienza ed economicità dell'azione amministrativa 4) a supporto di detta decisione e del contestuale rinnovo dei contratti d'appalto per il servizio di pulizia in questione vi sono i pareri di convenienza tecnica ed economica dei competenti uffici del Settore Amministrazione del Consiglio regionale sulle attuali condizioni contrattuali ed i relativi importi.
Più precisamente, alla base del positivo parere del Responsabile dell'Ufficio Tecnico del Consiglio regionale (prot. Sett. Amm. n. 2286 del 23/9/1996) per il rinnovo alle stesse condizioni e senza variazione di prezzi dei contratti in questione, non è solamente l'affidabilità l'esperienza e la competenza tecnica dimostrata dalle ditte affidatarie, ma l'economicità dei servizi svolti in ragione delle tariffe di mercato attualmente praticate per lavori similari.
Le ragioni appena illustrate dimostrano ampiamente, in fatto ed in diritto, che questi casi particolari di rinnovo sono motivati e convenienti, ponendo quindi l'Amministrazione al riparo da qualsiasi rischio.
Per quanto riguarda l'interpellanza n. 970 concernente l'acquisto di un tavolo di cristallo per l'Ufficio di Presidenza.
Con deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 899 dell'11/11/1996 veniva autorizzato l'acquisto di un tavolo basso in cristallo curvato per una sala aulica di Palazzo Lascaris quale complemento d'arredo di tipologia appropriata.
A tale proposito si fa presente che nell'ambito della risistemazione degli arredi delle sale auliche e di rappresentanza del primo piano di Palazzo Lascaris, si è ravvisata l'opportunità, nonché la necessità di integrare - per evidenti questioni di funzionalità - l'arredo di una di dette sale con un tavolino basso.
Affinché l'omogeneità ed il decoro complessivo dell'arredamento della citata sala fosse rispettato, venne stabilito - dopo opportuni studi in merito - di orientarsi verso un tavolino di cristallo curvato di forma e dimensioni appropriate. Venne a tale proposito - essendo l'importo contrattuale assai modesto (ai sensi dell'art. 31, lettera g), della L.R.
23/1/1984 n. 8 così come modificata dalla L.R. n. 18/92) - interpellata per la relativa trattativa privata, una ditta seria, specializzata nel settore e facilmente reperibile sulla piazza di Torino, in quanto risultava all'atto pratico in grado di fornire prontamente il modello richiesto.
La ditta interpellata si dichiarava disposta a fornire il tavolino in questione applicando alcuni sconti (assai vantaggiosi, pari al 17% circa) sul prezzo di listino (L. 2.089.000). L'importo relativo pari a L.
1.739.500 oltre l'IVA veniva ritenuto congruo dal Responsabile dell'Ufficio Tecnico del Consiglio regionale con nota n. 2852 del 7/11/1996.
Passiamo all'interpellanza n. 971, riguardante l'assegnazione del servizio di pulizia straordinaria dell'aula consiliare.
Con deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 907 dell'11/11/1996 veniva autorizzato l'affidamento alla ditta "La Lucentezza s.r.l." del servizio di pulizia straordinaria e radicale per termine dei lavori di ristrutturazione dell'aula consiliare e di tutti i relativi locali interessati, per la definitiva rimozione di detriti, polveri e calcinacci vari.
A tale proposito si fa presente che, terminati detti lavori - appaltati dalla Giunta regionale - per la ristrutturazione dell'aula consiliare, si doveva provvedere senza indugio alla radicale pulizia degli stessi.
Si ravvisava - quindi - l'opportunità nonché la convenienza economica di interpellare per i lavori di pulizia straordinari (ai sensi dell'art.
31, lettera g), della L.R. 23/1/1984 n. 8 così come modificata dalla L.R.
n. 18/92) l'impresa "La Lucentezza s.r.l." in quanto già svolgeva i lavori di pulizia ordinaria di Palazzo Lascaris.
L'offerta prodotta da detta impresa di pulizia per effettuare il servizio in questione venne ritenuta congrua dal Responsabile dell'Ufficio Tecnico del Consiglio regionale (prot. Sett. Amm. n. 2897 dell'11/11/1996).
Passiamo all'interpellanza n. 972 relativa alla tinteggiatura di alcuni locali di Palazzo Lascaris.
Con deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 906 dell'11/11/1996 si autorizzava l'affidamento alla Ditta SA.MA.RA. s.n.c. della tinteggiatura delle pareti degli scaloni (lato pubblico e lato Consiglieri) ed atrio biblioteca, quale necessario intervento conseguente all'ultimazione dei lavori di ristrutturazione dell'aula consiliare.
A tale proposito si osserva quanto segue.
Dal punto di vista giuridico si è applicata la L.R. 23/1/1984 n. 8 Norme concernenti l'amministrazione dei beni e l'attività contrattuale della Regione - nella quale è previsto alla lettera g) dell'art. 31 (così come modificata dalla L.R. n. 18/92) che per i contratti di importo non superiore a L. 50.000.000, esclusi gli oneri fiscali, si può procedere con una sola ditta. A tale proposito, essendo l'importo ampiamente al di sotto della citata somma, il competente Ufficio Tecnico del Consiglio regionale ha ravvisato l'opportunità, nonché la convenienza economica di richiedere un preventivo alla ditta SA.MA.RA. s.n.c. (che aveva il cantiere già aperto in loco nell'ambito dei lavori appaltati dalla Giunta regionale per la ristrutturazione di detta aula consiliare) per la tinteggiatura dei locali di competenza del Consiglio stesso (scaloni lato pubblico e lato Consiglieri ed atrio biblioteca) contigui all'aula stessa.
Infine si informa che, in base alle rilevazioni effettuate dai competenti funzionari dell'Ufficio Tecnico del Consiglio regionale, per l'affidamento dei lavori in questione, le superfici oggetto della tinteggiatura risultano le seguenti: tinteggiatura pareti e soffitti a vari colori: mq 880,18: zoccolo a smalto: m 40,60 zoccolo smaltato e decorato: m 107,75 parte di colonna smaltata e decorata: mq 7,36 mancorrente a smalto: m 20,60 radiatori a smalto: n. 9.
L'importo complessivo dei lavori, pari a L. 9.785.000 oltre l'IVA veniva ritenuto congruo dal Responsabile dell'Ufficio Tecnico del Consiglio regionale con nota n. 2893 dell'11/11/1996.
L'interpellanza n. 984 riguarda la gara per l'affidamento per due anni della gestione di tutti i servizi di mensa e di ristoro di Palazzo Lascaris.
Con deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 1057 del 4/12/1996 veniva autorizzato l'espletamento di una gara con il metodo della trattativa privata per la gestione dei servizi di ristoro di Palazzo Lascaris.
A tale proposito si comunica quanto segue.
Considerato che la Giunta regionale aveva poco prima espletato una gara europea con procedura aperta per la gestione del servizio di ristorazione di tutte le mense della Regione Piemonte, tenuto conto della modesta entità del servizio da svolgere in Consiglio regionale nel biennio (rientrante nell'ambito di applicazione dell'art. 31, lettera g), della L.R. 23/1/1984 n. 8 così come modificata dalla n. L.R. n. 18/92), l'Amministrazione del Consiglio regionale ritenne opportuno: 1) invitare ditte che avessero un serio interesse a partecipare alla gara 2) avere una ragionevole certezza nelle capacità tecniche ed economiche delle ditte invitate, nel soddisfare i requisiti del capitolato (per analogia similare a quello della Giunta regionale).
Si stabilì - quindi - di invitare alla gara stessa le tre società che avevano partecipato all'asta pubblica, a livello europeo, espletata dalla Giunta regionale e cioè: 1) Onama, Via degli Olivetani n. 4 - 20123 Milano 2) Gemeaz Cusin s.r.l., Via Cassanese n. 224 - 20090 Segrate (MI) 3) Pass Lunch Sodexho s.r.l., Via Gallarate n. 201 - 20151 Milano.
Pertanto l'unico criterio che ha ispirato la scelta delle ditte da invitare è quello menzionato: la provenienza geografica delle suddette ditte invitate è puramente casuale.
Per quanto riguarda le considerazioni del Consigliere Chiezzi sul catering sia per quanto riguarda il servizio caffè che per quello aperitivo, non essendo questo specificamente oggetto dell'interpellanza, credo che ci debba essere concesso il tempo per stendere una risposta e presentarla in una prossima seduta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo di avere anche i testi scritti di queste risposte, mentre attendo sull'ultima precisazione.
Non sono convinto della necessità di affidare in questo modo tali servizi.
Fra tutte le estensioni di contratto (quattro) che avete stipulato abbiamo scelto di sollevare la questione sulle pulizie. Se qualche elemento di valutazione può esserci per i servizi in corso ad alto contenuto tecnologico (ascensori, impianto elettrico, discutibili anche quelli) sull'argomento delle pulizie questo tipo di valutazione non esiste.
La risposta del Presidente Ghigo cita elementi nevralgici, ad alta tecnologia, che non potevano essere disturbati dall'ingresso di una nuova ditta (le ditte di manutenzione degli ascensori subentrano le une alle altre senza danni alcuni), mentre sul problema delle pulizie era un po' più difficile argomentare in questo modo, e questa argomentazione la ritengo insufficiente.
La motivazione sul fatto che nel corso del 1997 potrebbe cambiare tutto, dato e non concesso che questo avvenga, vale per tutti i contratti vecchi e nuovi. Anche con questa ditta, se cambia tutto, dovrete aprire un tavolo di discussione. Se lo aprirete con questa ditta, perché non aprirlo con una ditta che ha partecipato ad una gara, l'ha vinta e quindi avete stipulato un contratto? Nulla impediva, probabilmente, di prevedere già nel capitolato questa evenienza, ma in ogni caso, non essendo stata prevista, non capisco perch debba essere più facile discutere con questa ditta il cambiamento delle norme contrattuali che non con una ditta che ha vinto regolarmente un contratto. Quindi, da questo punto di vista, non c'è alcuna soddisfazione.
L'ultimo argomento, Presidente Ghigo, riguarda le tariffe. Lei dice che sono motivate e convenienti. Ci mancherebbe che non lo fossero! Non faccio la gara, estendo un contratto e la pubblica amministrazione pure ci perde.
Questo non può essere addotto come elemento di tranquillità. Lei Presidente, ha citato l'art. 44 della legge n. 724: è chiaro che, in linea generale, la pubblica amministrazione deve poter fare atti di questo genere; non si può, in via legislativa, estendere un contratto senza avere tutte le fattispecie, e la pubblica amministrazione deve essere anche in grado, quando è necessario, di fare questo atto. Dice la legge "purch conveniente", ma si tratta sempre di un atto fuori dalle regole di garanzia della concorrenza! Questo è un atto e un contratto che elimina la concorrenza in quel momento, in quel luogo e per quel servizio. Per questo dico che "mai" si dovrebbe compiere, tranne casi eccezionali. A me non sembra che il rinnovo dell'appalto di pulizia sia un caso eccezionale.
Per quanto riguarda poi la pulizia straordinaria, viene da sé che si è stipulato un contratto marginale per la pulizia straordinaria, però vede Presidente Ghigo, uno degli elementi di attenzione è proprio il corrispettivo.
Perché sono nate le gare nella pubblica amministrazione? Perché mai si è deciso di fare le gare? Uno dei motivi è che determinare un prezzo non è cosa semplice. Quindi la gara è un modo per dire al mercato "perfetto" di confrontarsi con un problema e di esprimere le soluzioni a questo problema.
In questo modo la pubblica amministrazione fa i conti, sceglie l'offerta migliore. Quando non c'è gara, Presidente, le cose si aggrovigliano. Si aggrovigliano, per esempio, in tutti gli appalti in cui vi sono le perizie suppletive che prevedono nuovi prezzi, quando in una gara, vinta da un contraente, si iniziano i lavori e nascono nuove esigenze e bisogna discutere dei nuovi prezzi. Gli uffici, sia del Consiglio regionale che della Giunta, sanno quanto si suda in quei frangenti, quanto si suda a determinare un nuovo prezzo senza fare una gara con un'impresa. C'è un'elevatissima sproporzione di argomenti, di contenuti convincenti fra l'impresa con cui si confronta in quel momento l'amministrazione pubblica e l'impresa che ha il cantiere, i tempi ed una miriade di argomenti per sostenere una tesi. Questo servizio costa tanto. La pubblica amministrazione non ha tutti questi argomenti, è sempre in difficoltà.
Per tale motivo, chiedo che sempre siano attivate le gare, ma non con la fiducia cieca e un po' ingenua e beota che le gare siano sempre perfette (questo è un altro discorso: è un problema del mercato, della correttezza delle imprese, della pulizia di questo nostro mondo; è un altro tema). Come Amministrazione mi metto al riparo ed evito il più possibile di discutere di prezzi con una sola impresa, anche della pulizia dell'aula che si è deciso debba costare 17 milioni; voglio vedere quelle discussioni e gli argomenti che noi possiamo portare avanti nei confronti di un'impresa che ha tutto in mano e dice: "O 17 milioni o niente".
Quindi sono situazioni difficili, pericolose, anche per i tecnici di turno che si occupano di queste contrattazioni, situazioni in cui io eviterei di metterli. Sono situazioni di estrema difficoltà, sempre gare.
La stessa cosa vale per la tinteggiatura. In questo caso si tratta di cifre piccole, ma la chiarezza vale per tutto; questo è un compito che io interpreto di opposizione, ve lo segnalo.
Anche sulla mensa il comportamento non mi sembra oculato. Il Presidente dice che per il Consiglio regionale, visto che la Giunta regionale aveva fatto a suo tempo una gara, visto che aveva invitato diciotto ditte, visto che ai tempi della gara d'appalto della Giunta solo tre ditte vi avevano partecipato, la scelta politica è: "Invitiamo solo le ditte che hanno un serio interesse" (così era stato scritto dal Presidente Ghigo). E quali sono queste tre ditte? Le tre ditte che ha presentato la Giunta. C'è una stonatura; non condivido la scelta: come fa l'ente pubblico ad arrogarsi la certezza che nel momento in cui indice una gara d'appalto, solo tre ditte siano seriamente interessate? Si tratta di un'illazione; ogni gara ha una sua storia: tempi e possibilità cambiano continuamente, giorno per giorno.
Una ditta pensa di avere una grossa commessa e non partecipa ad una gara d'appalto; il giorno dopo può perdere quella commessa sulla quale avrebbe giurato ed è immediatamente interessata ad un'altra gara.
Come si può, amministrativamente, decidere a cosa è interessato il mercato solo perché qualche giorno prima è stata indetta una gara d'appalto analoga? Il mercato è mobile, soprattutto in questo momento; le commesse vanno e vengono, i conti si cambiano tutti i giorni. Quindi, non è vero non è giusto ed è rischioso aver invitato solo quelle tre ditte; tant'è che la gara è finita con una sola ditta. E quando le gare finiscono in questo modo, bisognerebbe aguzzare bene la vista: non sono gare che finiscono bene quelle che partono in tre e finiscono con una sola ditta. Non sono gare che finiscono bene... In definitiva, a me non pare, cari colleghi Consiglieri regionali che ricoprite il ruolo dell'Ufficio di Presidenza e della Giunta regionale, che con questo vostro modo di procedere abbiate prodotto qualche passo avanti della politica nella materia della trasparenza e della correttezza degli appalti.



PRESIDENTE

Con l'approvazione della legge n. 42 sul personale, applicheremo subito, immediatamente, una legge relativa alla n. 29, per cui la competenza e la responsabilità saranno solamente dell'amministratore.



CHIEZZI Giuseppe

Sì, ma l'esempio che diamo finché abbiamo queste competenze conta oggi e anche per il futuro; non si potranno chiedere ad altri soggetti comportamenti dissimili da quelli che teniamo oggi.



PRESIDENTE

Lei è troppo intelligente, Consigliere, per non conoscere il processo delle decisioni.



CHIEZZI Giuseppe

Sul processo delle decisioni eccepisco con argomenti dal punto di vista della cautela e del rispetto del mercato; procedure meno a rischio sono valide adesso e per chiunque le debba effettuare. Il fatto è che questa critica o viene fatta, adesso, da parte di tutti, o investe la convinzione solo di alcuni. Personalmente, ho verificato, dalla risposta del Presidente Ghigo, che per voi tutto è andato nel modo migliore possibile: "Non si poteva fare che così...", "La procedura è ineccepibile...". A me questo non pare: il passo avanti non è stato compiuto. Siamo sempre fermi allo stesso punto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Mi è parso che nel blocco di interpellanze citate ci fossero anche la n. 690 e la n. 694: in tal caso, non è stata data risposta.



PRESIDENTE

No, c'erano solamente quelle sollecitate dal Consigliere Chiezzi alla Conferenza dei Capigruppo.


Argomento: Nomine

Comunicazioni della Giunta regionale in merito alle nomine alla Finpiemonte e dei Direttori generali delle Aziende Sanitarie Locali (connessa interrogazione n. 1052 del Consigliere Cavaliere relativa alle nomine alla Finpiemonte)


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interrogazione n. 1052 presentata dal Consigliere Cavaliere.
Non essendo stata ancora distribuita, ne leggo il testo: "Il sottoscritto Consigliere regionale interroga urgentemente il Presidente della Giunta regionale per conoscere i criteri attraverso i quali sono stati individuati i componenti della società finanziaria regionale e se si ritenga siano state rispettate nelle forme e nella quantità le designazioni riguardanti i componenti di minoranza".
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Dato che l'interrogazione è stata presentata solo questa mattina, ne vorremmo presentare una analoga seduta stante, per poterla discutere. Se il Presidente acconsentisse a trasformare la sua risposta in una comunicazione, darebbe modo a tutti di intervenire. Diversamente, mi dia il tempo di scriverne una analoga.



PRESIDENTE

Se il Presidente della Giunta regionale acconsente, si può procedere ad una comunicazione. Presidente Ghigo, spetta a lei decidere.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Va bene: tanto il risultato non cambia!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Volevo semplicemente porre alcune questioni; successivamente, in base alla risposta del Presidente, mi riservo di ritenermi soddisfatto o meno.
La questione è la seguente: è evidente che le nomine in discussione hanno rappresentato un problema per il Presidente della Giunta regionale...



MONTABONE Renato

Scusate: il Presidente della Giunta si appresta a fare una comunicazione ed un Consigliere interviene? Siccome l'argomento interessa tutti, e non solo il Consigliere Cavaliere chiedo al Presidente della Giunta regionale di fare la sua comunicazione: gli interventi verranno dopo.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Risponderò in relazione alla metodologia che mi ha guidato nel promulgare le nomine in esame.
I termini sono scaduti il 10 gennaio, ma nonostante le nomine fossero state inserite in ben due o.d.g. dei lavori della Giunta, non si è deliberata alcuna decisione. Ho quindi evocato il ruolo di eccezionalità previsto dalla L.R. n. 39/95, art. 18; in virtù di tale legge ho dato un'interpretazione che mi ha portato ad esprimere, attraverso decreto, le nomine che ho espresso.
Questa l'interpretazione che come Presidente della Giunta ho voluto dare; mi riservo di ulteriormente approfondire, dal punto di vista legale e legislativo, le considerazioni che credo emergeranno dagli interventi e di relazionare ad una riunione di Capigruppo che decideremo mie ulteriori valutazioni su questa mia interpretazione - suffragata, ripeto, dalla L.R.
n. 39/95, art. 18.



CHIEZZI Giuseppe

Ma qual è l'interpretazione?



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Credevo fosse data per scontata, perché l'interrogazione è sul mio operato... Ho ritenuto fosse sufficiente assegnare alle opposizioni tre posizioni, nell'ambito del Consiglio di amministrazione, su undici l'interpretazione dell'articolo di legge che ho testé citato mi ha portato a questa decisione. La legge parla infatti di "un terzo"; io ho ritenuto di dare un'interpretazione in difetto anziché in eccesso; siccome un terzo è 3.65, ho ritenuto che le opposizioni fossero tutelate e rappresentate con il numero di tre Consiglieri e di conseguenza ho preso questa decisione considerando che l'art. 18 della L.R. n. 39/95, in caso di eccezionalità mi dava addirittura il potere di scegliere Consiglieri al di fuori delle candidature. Avevo dunque qualsiasi tipo di opportunità e di possibilità per scegliere anche persone al di fuori, cosa che non ho fatto.



PRESIDENTE

Il Presidente Ghigo ha terminato la sua comunicazione.
I Consiglieri intendono intervenire? Prego, Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Dopo questa spiegazione del Presidente Ghigo, penso che la questione sia bell'e risolta. A parte l'evocazione - poteva farlo, si tratta di un discorso politico sull'opportunità del Presidente di essere operativo su questa questione - il discorso politico è: perché avete fatto scadere i termini? Non eravate d'accordo? Dipendeva da voi? Perché non l'avete fatto? Questa è la vostra incapacità di governare, il vostro pressapochismo, è politica: sono i giudizi politici che noi diamo sul vostro operare non da oggi.
Invece sulla questione precisa, mi sembra che il Presidente si sia semplicemente sbagliato, dando un'interpretazione che non sta al mondo, nel senso che 3.65 è due cose: la prima è che è 3.65, è un numero; se non è quello - e ci possono essere casi in tutti i settori, dalla fisica alla chimica alla politica in cui un numero non può essere sé stesso e deve essere un'altra cosa - se 3.65 non è 3.65, allora è 4, questo vale anche nei calcoli del cemento armato, vale in tutto, è 4 e non può essere 3 perché 3.65 o è quello o è 4, in tutto il mondo e per tutti i problemi. Si tratta di uno svarione del Presidente che può essere rapidamente corretto penso. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere. Altri interventi sulle comunicazioni del Presidente? Prego, Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Visto che mettiamo i quadri tematici degli o.d.g. delle sedute, oggi ci stava bene un quadro con un pallottoliere, in modo che il Presidente facesse i conti, come si fa alla scuola elementare. Ma non c'è solo questo aspetto, che anzi direi è quello meno grave; su queste nomine c'è un tornare indietro a metodi che pensavamo fossero stati superati. E' vero non abbiamo messo mano ad una legge seria sulle nomine, ed è un problema che dovremo affrontare, ma abbiamo comunque superato un'epoca e quindi anche con metodi vecchi è possibile cercare di fare cose non dico nuove, ma un pochino più avanzate del passato.
Queste nomine sono state ostaggio per due mesi delle varie candidature mi pare per lo più dentro il Polo, che hanno poi trovato la soluzione che ha deciso il Presidente. Non commento quelle nomine, perché il Regolamento attuale le permette in quei termini; credo che il Regolamento attuale non dia una preminenza alla professionalità e su di quello ci si è fermati.
Ciò che ritengo grave è che il Presidente, oltre ad essersi macchiato di ingordigia in termini politici facendo i conti in quel modo e quindi non dando la possibilità e la rappresentanza che la legge riconosce alle minoranze, abbia anche fatto una scelta sbagliata e non dettata da alcuna logica dentro la minoranza, nel senso che il Presidente ha dichiarato, ad una mia richiesta, che aveva solo tre indicazioni delle minoranze, quando e ci sono i protocolli - sono arrivate cinque indicazioni delle minoranze.
Il Presidente Ghigo deve dire in base a quali criteri ha effettuato le scelte della minoranza. Per questi ordini di motivi, Presidente del Consiglio, chiedo che nell'intervallo del Consiglio sia convocata la Commissione Nomine per affrontare questo aspetto politico di interpretazione del metodo delle nomine.



PRESIDENTE

Per quanto concerne la sua richiesta, forse oggi non è possibile, ma potremmo convocare la Commissione domani o comunque nel più breve tempo possibile.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Io invece ringrazio il Presidente della Giunta per aver nominato all'interno del Consiglio di amministrazione della Finpiemonte degli esponenti della minoranza, o segnalati dalla minoranza, e ringrazio questa Giunta per non aver ancora messo mano - come io invece auspicherei - ad una nuova legge sulle nomine che cancelli completamente lo spazio delle minoranze all'interno delle nomine effettuate non solo dalla Giunta, ma anche dal Consiglio.
Vi spiego subito il perché. Non da oggi sostengo la necessità dello spoil system, con tutto quello che ciò implica: la responsabilità e quindi la nomina delle persone che si ritengono adatte professionalmente e funzionali a quello che è un disegno politico, strategico ed amministrativo. Faccio notare ai colleghi che è ora di finirla con queste ipocrisie, perché i colleghi sanno benissimo che nei Comuni e nelle Province i Sindaci e i Presidenti delle Province - e qui a Torino abbiamo due campioni, che io ho sempre attaccato - non hanno alcun obbligo di riconoscere alle minoranze e alle opposizioni alcunché e fanno man bassa di tutte le nomine, senza consultare nessuno, senza dover aderire a deliberazioni o a leggi sui criteri, senza dover rispettare alcuna tutela della minoranza. Non solo, ma addirittura nelle Commissioni alle minoranze non viene neanche riconosciuto - pensate voi - il diritto ad una Vicepresidenza, quindi è troppo facile fare questo discorso secondo dove ci si siede.
Io non contesto la libertà assoluta di scelta che i Sindaci eletti dal popolo, che i Presidenti dei Consigli provinciali eletti dal popolo, che i Presidenti delle Giunte regionali designati dal popolo hanno di decidere chi mettere nei vari "posti" oppure, se la contesto, la contesto in toto. E quindi la normativa deve essere uniforme, perché sicuramente le nomine che fa liberamente, non consultando nessuno, il Sindaco di Torino, il Presidente della Provincia di Torino piuttosto che quelli di altre Province non sono meno importanti di quelle che si fanno in questa Regione.
Ho detto provocatoriamente, ma non tanto, che io invece sarei per presentare una legge in cui la maggioranza prende tutto, e vi spiego anche l'ulteriore motivo. Perché qui c'è un altro distinguo da fare. E' chiaro che nell'ambito delle minoranze ci sono delle diversificazioni e quindi è chiaro che ogni parte della minoranza segnali le persone che ritiene professionalmente adatte per quella nomina. Allora cosa succede? Succede che anche quando la Giunta rispetta la legge e quindi assegna in base a un criterio, cioè un terzo delle nomine alla minoranza, una parte della minoranza è giustamente soddisfatta; l'altra parte della minoranza, che in qualche modo è rimasta fuori - ahimé non si possono variare tutti i Consigli di amministrazione secondo il numero dei partiti ospitati in un Consiglio! - protesta, quindi la maggioranza è sempre attaccata sia che non nomini nessuno della minoranza sia che nomini qualcuno.
E' per questo che dico: facciamo una legge in cui la minoranza non è più rappresentata, così almeno attaccherà una volta sola, attacca tutti, ma la sostanza non cambia. Non si può accusare il Presidente della Giunta di seguire logiche vecchie rispetto ad una legge, soltanto perché non tutti sono contenti o accontentabili.
Concludo dicendo che condivido l'impostazione data dal Presidente della Giunta, avvalendosi dei criteri che gli avrebbero addirittura permesso di scegliere all'esterno; non l'ha voluto fare, e quindi ha rispettato le indicazioni che provenivano tramite le autocandidature. Tuttavia ritengo che qualcuno avrà dato al Presidente della Giunta un parere sulla legittimità, non ovviamente sul "chi", ma sul "quantum".
Concludo, signor Presidente del Consiglio, dicendo una cosa. L'altra volta non ho partecipato alla Commissione Nomine, perché in questa Commissione si andavano ad individuare i criteri per la nomina dei Direttori delle UU.SS.LL., nomine di esclusiva pertinenza della Giunta, per le quali io mi sento assolutamente incompetente ad esprimere qualsiasi giudizio. Io giudico se ho una qualche possibilità di scelta; se non ho alcuna possibilità di scelta e devo giudicare dei criteri che poi vengono messi in atto per altri, no. Dico di più. Su queste nomine sono assolutamente contrario - poi ne discuteremo ai Capigruppo - a riunire la Commissione Nomine per valutare le scelte del Presidente della Giunta perché noi non diamo una valutazione degli atti del Presidente della Giunta assolutamente personali sul caso concreto. No, perché...



PRESIDENTE

Per valutare la rispondenza dei criteri, non per valutare le scelte del Presidente.



GHIGLIA Agostino

No, perché è la Giunta che avrà valutato se quei criteri sono rispondenti alla legge; io non sono assolutamente in grado di farlo.
Presidente, le annuncio già che non parteciperò a quella Commissione perché io non dò alcun giudizio - se non positivo, ma politico amministrativo e di tipo legale sull'adesione della scelta del Presidente della Giunta ai criteri, perché non ne ho la competenza.
Sono anche contrario alla convocazione della Commissione, ma di questo chiedo che ne parlino i Capigruppo e che non venga convocata così, sic et simpliciter, soltanto per aderire ad una richiesta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Presidente, avrei voluto limitarmi soltanto alla questione della Finpiemonte, ma l'intervento del collega Ghiglia mi impone di fare qualche considerazione in più.
Capisco il suo nervosismo e capisco anche che Alleanza Nazionale condivida la scelta del Presidente. Credo che Alleanza Nazionale sia contenta dei numeri e della rappresentanza, probabilmente così non è per altri componenti della maggioranza, ma non è compito della minoranza valutare le questioni della maggioranza.
Tuttavia, dalla considerazione che faceva prima il Consigliere Ghiglia quasi a ritenere che le minoranze non debbano avere una presenza all'interno degli Enti, mi pare ci sia un passo molto lungo. Tra l'altro il Consigliere Ghiglia ogni tanto dovrebbe ricordare che qui è in maggioranza, è ben rappresentato in Giunta, ha una buona rappresentanza di Assessori e molto spesso è leader di questa maggioranza, quindi se ritiene di dover cambiare le leggi, può farlo tranquillamente, se ne ha la capacità, la voglia e il consenso. Quindi, se avesse voluto, avrebbe potuto cambiare la legge sulle nomine, ma probabilmente le sue posizioni non sono condivise all'interno della maggioranza. Questo non è un problema della minoranza.
In ogni caso la normativa esiste, sono leggi che conosciamo e non condivido neppure una certa ipocrisia quando si parla di UU.SS.LL. Non so se gli altri colleghi siano nella stessa situazione in cui mi trovo io.
Leggo spesso i giornali locali della regione, leggo anche alcune pagine delle edizioni provinciali de "La Stampa", che continuano a riportare notizie di Direttori che vengono confermati o spostati, di incontri, di prese di posizioni... Mi pare di capire che ci sia una sorta di regia, non so bene se di tipo politico o di tipo partitico, che gestisce momento per momento questa situazione.
Ho posto questo problema all'interno, mi pare, dell'ultima riunione dei Capigruppo e mi è stato detto: "Ma quelle non sono cose ufficiali". In realtà qualcosa sta avvenendo, e credo anche pesantemente, dal punto di vista partitico, per cui bisogna essere molto attenti.
Le decisioni vanno assunte in fretta e con criteri il più possibile trasparenti, perché quando il tempo passa, quando le questioni vanno a finire sui giornali, quando alcune scelte sembrano dettate più da convenienze di partito, io ho delle grandissime preoccupazioni, le stesse preoccupazioni espresse dal collega Ghiglia all'interno della Commissione Nomine, perché probabilmente all'esterno degli organi istituzionali avvengono dei rapporti che non conosciamo e che sono estremamente pericolosi.
Ma vengo alla questione della Finpiemonte. Il Presidente ha assunto una decisione che non è conforme alla legge. Non c'è una questione di interpretazione, Presidente, il problema reale è che tre non è un terzo e quindi la minoranza non è garantita. Tale rappresentanza è prevista dalla legge istitutiva della Finpiemonte e in questo caso non viene assolutamente garantita. Mi pare una questione molto semplice: il numero di quattro avrebbe garantito la minoranza. Non sto qui a rivendicare una presenza dei Popolari, questa è un'altra questione. Intervengo soltanto perché le minoranze siano garantite, e questo è un dovere del Presidente della Giunta, a maggior ragione quando assume una decisione di tipo monocratico come quella che ha assunto. E' una questione di sensibilità che bisogna avere nei confronti delle minoranze, tutte: ripeto, quattro era il numero che avrebbe garantito la loro presenza. Non solo, ma la decisione da lui assunta attraverso questo decreto (mi pare si chiami così) è una decisione che, anche sul piano giuridico, non regge molto per alcuni errori che sono stati commessi ed alcune leggerezze.
Attendiamo dunque le decisioni che il Presidente vorrà assumere in ordine alla decisione presa, a questo decreto, dopodiché nel giro di qualche giorno valuteremo se ricorrere dal punto di vista amministrativo perché a nostro avviso ci sono tutti gli elementi di carattere giuridico per impugnare di fronte al Tribunale amministrativo questo atto estremamente lacunoso.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola ai Consiglieri Burzi e Marengo, desidero ricordare al Consigliere Ghiglia, il quale la scorsa volta ha sollevato il problema della sua non partecipazione alla riunione della Commissione Nomine per quanto concerne i criteri generali, che l'art. 24 dello Statuto dice: "Una Commissione di cui fanno parte Consiglieri rappresentanti di tutte le forze politiche presenti nel Consiglio in relazione alla loro consistenza, secondo modalità previste nel Regolamento, viene consultata dal Presidente della Giunta sui criteri di carattere generale in base ai quali la Giunta stessa o il suo Presidente provvedono alle nomine di loro competenza negli Enti e negli organismi in cui la Regione partecipa".
Questo era per un'obiezione.
Poi voglio ancora ricordare che l'art. 7 della legge n. 39/95 recita: "Per le nomine di competenza della Giunta regionale spetta alla Commissione consultiva per le nomine la verifica sulla rispondenza delle nomine stesse ai criteri di cui all'art. 2, comma terzo, e sul rispetto della rappresentanza delle minoranze ai sensi del terzo e dell'ultimo comma dell'art. 72 dello Statuto. A tal fine la Giunta regionale trasmette alla Commissione consultiva per le nomine, nel termine di 20 giorni prima della data entro la quale la nomina deve essere effettuata, lo schema del provvedimento con gli elementi necessari alle verifiche di competenza della Commissione stessa".
In più, l'art. 18 della legge n. 39/95, al secondo comma recita: "Qualora il Consiglio o la Giunta regionale non procedano a quanto di propria competenza almeno tre giorni prima del termine previsto dal comma primo per il rinnovo, la relativa competenza viene esercitata con decreto rispettivamente dal Presidente del Consiglio regionale e dal Presidente della Giunta regionale, che procedono alla nomina tenendo conto anche delle candidature presentate ai sensi della presente legge, nonché del parere, se espresso, della Commissione consultiva per le nomine".
Ecco, il busillis sta nelle ultime parole "del parere, se espresso". Il parere significa - almeno così si intende - che deve essere richiesto; se il parere non viene espresso...



(Interruzioni)



PRESIDENTE

Sì, altrimenti non ci sarebbe questo inciso. Naturalmente ognuno dà le sue interpretazioni, però voglio ricordare le norme che sono a monte di queste decisioni che devono essere prese e per le quali naturalmente ognuno di voi può interpretare in maniera diversa, ma questo è praticamente quanto le norme stesse recitano.
La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Signori Presidenti e colleghi Consiglieri, credo che gli interventi del Presidente prima e quelli dei Consiglieri Cavaliere e Saitta poi meritino alcune precisazioni.
Il Presidente è stato, come suo solito, notevolmente disponibile a dare delle spiegazioni che non erano né d'obbligo né tanto meno d'obbligo oggi credo che però talora la disponibilità venga, strumentalmente, confusa con la debolezza.
La spiegazione del Presidente è stata chiarissima. Ha detto quando erano scaduti i termini e con che modalità ha preso le decisioni. Vi sono alcuni punti da ricordare, e uno l'ha già ricordato il Consigliere Ghiglia.
Personalmente sono certo, non ho dubbi, che un parere di legittimità sia stato dato, ma non è questo il problema, perché il dialogo con le minoranze è stato rispettato da questa Giunta, da questa maggioranza, molto al di là della legge per scelta politica chiara, mai per ora messa in contestazione.
Qui bisogna che qualcuno con chiarezza dica: "Se vogliamo che il rapporto maggioranza e minoranza venga definito per legge...", ma io - lo dico prima sono contrario qualunque sia la legge che difende le minoranze. Sono contrario alla legge n. 39/95, che è stata parecchie volte criticata per alcuni criteri di nomina da quasi tutti i membri della Commissione Nomine.
Se è criticata, credo che abbiamo l'autorevolezza per cambiarla e renderla più idonea a quello che le nostre parti politiche e il nostro pensiero di Consiglieri ritiene adeguato. Tuttavia al momento, nonostante tante siano le critiche, nessun Gruppo, nessun Consigliere ancora - probabilmente anche per la presenza di necessità - ha proceduto a delle verifiche e a degli emendamenti di questa legge.
Lo stesso vale per la legge istitutiva di Finpiemonte, perché credo che il terzo a cui si allude non sia quello della legge di competenza per le nomine del Consiglio regionale, bensì della legge di competenza di Giunta.
Di conseguenza, credo che la legge istitutiva dell'Ente Finpiemonte sia afferente e che come tale, come tutte le leggi, se esiste accordo politico può essere modificata. Sono contrario a queste leggi come ero contrario alla legge che difendeva la presenza delle donne nelle liste e a tutte le leggi che definiscono ciò che, essendo un principio politico, deve essere definito per accordo fra le parti.
E allora il Consigliere Saitta, che vuole aspettare le decisioni per valutare o meno di risolvere un problema politico effettuando un ricorso che avrà poi l'esito che avrà (la legge è lì apposta per giudicare) - anche se, ripeto, sono certo che un parere di legittimità sia stato dato - non deve poi dimenticare né lui né noi della maggioranza quello che è stato il rapporto sistematico che questa maggioranza ha avuto con la minoranza dal giorno del suo insediamento. Nessuno ci obbligava a definire i rapporti delle Commissioni, è stata una scelta politica, possiamo discuterne eventualmente al nostro interno, ma certamente non c'era una legge. Nessuno ci ha obbligato ad un sistematico confronto, che è durato diciotto mesi non fissato per legge, ma per scelta, che eventualmente come maggioranza ridiscuteremo, ma non certamente perché il Consigliere Saitta o il Consigliere Cavaliere lo richiedono per legge. Le leggi ci sono, se le vogliamo cambiare basta presentare proposte di modifica.
La minoranza, che soltanto ieri ha ricordato di essere così autorevolmente presente, presenti le leggi nelle Commissioni che presidia.
Visto che noi siamo assenti in quelle Commissioni, probabilmente (è stata anche ricordata la capacità propria della minoranza di far passare le leggi secondo i propri disegni) le modificherà nella misura in cui lo ritiene opportuno.
La maggioranza ricordi che il rapporto con la minoranza che abbiamo avuto finora è stato frutto di una scelta, non di una legge; quindi essendo una scelta, deve essere mantenuta rigidamente ancorata a quel principio di discrezionalità politica che non può essere invocato quando fa comodo e dimenticato quando non lo fa.
Il Presidente è stato molto chiaro nel dire che è stata una sua scelta.
Credo che ciò sia in linea con quello che la maggioranza ha sempre chiesto.
Noi siamo e vorremmo rimanere un movimento presidenzialista (il presidenzialismo si fa anche quando la legge ancora non lo ha formalmente definito). A proposito di ingordigia - per carità, in politica è tutto lecito - mi piacerebbe che il Consigliere Cavaliere mi definisse il comportamento del Sindaco Castellani e della Presidente Bresso: cannibalismo? Furto con scasso? Rapina? Se questa non è ingordigia... Basta andare a vedere le nomine che ha fatto questa Giunta. Io non ho memoria, ma credo che se verifichiamo con attenzione le nomine di questa Giunta, non possiamo intenderle come frutto di simpatie politiche; credo che francamente sia un eccesso definire ingorda la Giunta Ghigo. Al Consigliere Cavaliere molti eccessi sono consentiti, non tutti però devono essere tollerati.
Legge sulle nomine (io faccio parte della Commissione Nomine). Tutte le volte che la Giunta discrezionalmente - come ha ricordato il Presidente del Consiglio, non è un obbligo - ha chiesto una consultazione sulle nomine già effettuate, da parte di molti - mi permetto di chiamare in causa per primo il Consigliere Marengo - e certamente da parte mia si è detto che vorremmo che fosse modificata la legge - qui siamo probabilmente colpevoli per non averne proposto la modifica - e che non riteniamo che abbia alcun senso politico ex post giudicare dell'idoneità e non della discrezionalità di ci che la Giunta fa. Se ha senso eventualmente si potrebbe agire prima, se non ha senso - per me non lo ha - la Giunta faccia le nomine e se ne assuma le responsabilità.
E' stato detto e ripetuto da quasi tutti i Commissari presenti in Commissione Nomine, compresi il Consigliere Cavaliere e tutti i Capigruppo della minoranza, che questa parte della legge deve essere modificata.
Quindi - lo dico con tranquillità come membro della Commissione Nomine non gradisco che la Giunta ci chieda a posteriori un parere su ciò che ha fatto. Del suo operato si assuma gli onori e gli oneri.



PRESIDENTE

Questo è stato più volte ripetuto. Facciamo una richiesta formale alla Presidenza.



BURZI Angelo

Per questa autocritica non dobbiamo metterci molto, perché se vogliamo modificare questa legge, basta modificarla.
Discrezionalità. Il Presidente ha fatto le nomine perché erano scadute le ha scelte pur potendo evitarlo con quel rispetto che ha sempre contraddistinto il suo modo di agire e quello della Giunta nell'ambito delle candidature.
Visto che il Consigliere Cavaliere sa benissimo leggere ed usare i giornali anche al di fuori di quest'aula, credo non abbia difficoltà ad aver letto che alcuni screzi, alcune dichiarazioni appartenenti alla maggioranza testimoniano in maniera chiara ed inequivocabile che questa maggioranza non era così compatta nell'aver suggerito al Presidente Ghigo le scelte proprio perché il Presidente le scelte le ha fatte da solo.
Questo è il cambiamento: ognuno giudichi se è positivo o meno. Questo giudizio è un fatto politico, ma certamente non si può parlare di lottizzazioni.
Il dialogo con la minoranza - e qui concludo - si fa per scelta politica e non per legge, perlomeno questa è la scelta di questa maggioranza. Mi piacerebbe sapere come la minoranza definisce il dialogo della maggioranza con l'opposizione, e non sarebbe male sentire in proposito la Presidente Bresso e il Sindaco Castellani, autorevoli testimoni in tal senso. Grazie.



PRESIDENTE

Vorrei soltanto ricordare, al di là dei paragoni in casa altrui, che noi abbiamo il vincolo dello Statuto, che al terzo comma dell'art. 72 recita: "La legge regionale stabilisce le modalità e i tipi dei controlli e le norme relative alla composizione degli organi e all'amministrazione degli enti e delle aziende ed assicura la rappresentanza delle minoranze consiliari".
La Commissione Statuto è certamente al lavoro, per cui provveda secondo i propri input politici ad assolvere le preoccupazioni che sono state esternate in aula.
La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Luciano

Grazie, Presidente. Vorrei che in questa discussione non si facesse confusione tra quelli che sono i rapporti politici tra maggioranza ed opposizione e quelle che sono le regole, gli Statuti e le leggi, perch sono due questioni molto diverse.
In questa diversità è evidente che i rapporti politici non possono mai venir meno al rispetto delle leggi, delle regole e degli Statuti - in questo caso la sottolineatura del Presidente del Consiglio nel richiamare lo Statuto mi pare chiara. Non vorrei che si facesse confusione tra i rapporti politici e le regole, altrimenti si rischia di sbagliare strada lo dico soprattutto alla maggioranza.
Il collega Ghiglia con il suo radicalismo da oppositore riesce sempre a semplificare le questioni politiche - di questo lo ringrazio - nel senso che evidenzia sempre un suo pensiero totalizzante: l'ha fatto oggi, l'ha fatto martedì scorso durante la discussione della proposta di legge di modifica della Costituzione (ho avuto modo di dirlo già in seguito a quel suo intervento); credo che, posta come l'ha posta il Consigliere Ghiglia la questione sia inaccettabile, ma non solo perché lo Statuto della Regione Piemonte prevede un'altra cosa: è inaccettabile dal punto di vista della correttezza amministrativa e anche della correttezza dei rapporti politici e non solo politici tra maggioranza ed opposizione.
Sono convinto che il governo debba avere delle responsabilità che non possono essere messe in discussione da regole e norme che in qualche modo inficiano questo potere di responsabilità da parte del governo.
Sono d'accordo all'attuazione, anche con nuove regole e nuove norme, di quella che il Presidente della Camera - mio compagno di partito - Luciano Violante definisce democrazia decidente.
Perché è inaccettabile come l'ha posta il Consigliere Ghiglia? Credo che questa sia una questione che va rivista; peraltro è già stata parzialmente rivista - collega Ghiglia, se hai la compiacenza di verificarlo - con alcune modifiche introdotte nella legge n. 39/95 rispetto alla precedente legge sulle nomine, nel senso che credo che ci siano diversità tra gli Enti: ci sono degli Enti nei quali ci deve essere solo la presenza della maggioranza, quindi solo delle indicazioni definite dal governo, dalla Giunta; ci sono degli altri Enti, altre strutture ed altri livelli nei quali il controllo è quello che rende legittima l'azione amministrativa e politica che fa quel determinato Ente e quindi lì è necessaria una presenza delle minoranze, dell'opposizione. Credo, però, che per affrontare questa questione - avevo fatto questa proposta circa un anno fa, in occasione della discussione sul bilancio, dopo la relazione del Presidente della Giunta, Enzo Ghigo - occorra istituire un Tavolo delle regole (io sono affezionato al Tavolo delle regole) per verificare. In quel caso non ci sarebbero audizioni "Angelo Burzi in proprio", ma un coinvolgimento che, anche nell'ottica della proposta di legge che abbiamo discusso la settimana scorsa (federalismo), credo possa aiutare un coordinamento ed un confronto a livello regionale ed a livello degli Enti locali, forze di maggioranza e di opposizione, per definire un Tavolo delle regole in Piemonte. Mi sembra un fatto importante, al quale dare seguito e sul quale procedere.
Questo non toglie nulla alla discussione che si è aperta oggi, anzi. Qui è già stato ricordato che la Commissione Nomine ha alcuni poteri, non altri: la Commissione Nomine ha il potere di verificare i curricula, e quindi la loro congruità rispetto alle scelte che debbono essere compiute; ha la possibilità e il potere di verificare le delibere ed i criteri che vengono presentati dalla Giunta - e l'abbiamo fatto in altre occasioni, non solo nell'ultima rispetto ai Direttori generali delle UU.SS.SS.LL. -; ha il potere di verificare se le scelte che sono state compiute rispettano o meno la legge sulle nomine. Non ha altri poteri. Non ha il potere di verificare le scelte dei nominativi che sono state compiute, non è questo un potere della Commissione Nomine! La Commissione Nomine ha il potere di verificare che tutto sia congruo rispetto alla legge.
Io peraltro, così come quasi tutti gli altri colleghi delle minoranze quando è la Giunta che ha la responsabilità di nominare e far pervenire alla Commissione Nomine i nominativi scelti, non partecipo al voto; non partecipo né dò giudizi, perché voglio che quella responsabilità non sia mia, ma della Giunta fino in fondo.
Quindi io non partecipo, come è a verbale di tutte le Commissioni Nomine, con un mio giudizio rispetto ai nominativi che sono stati presentati da parte della Giunta, e così fanno quasi tutti gli altri colleghi delle minoranze.
Ma questa questione, ripeto, non mette in discussione il fatto che la legge vada rispettata: io ritengo che nelle nomine di Finpiemonte la legge non sia stata rispettata, perché i rappresentanti delle opposizioni, sulla base dell'attuale legge, dovevano essere quattro e non tre.
Credo che chi ha dato questo parere di interpretazione della legge a sostegno della posizione del Presidente della Giunta abbia dato un parere sbagliato.
Io non ho sentito l'intervento del Presidente Ghigo perché ero impegnato in un'altra riunione; chiedo al Presidente della Giunta di verificare la questione della congruità o meno, che secondo me è in contraddizione rispetto alle indicazioni della legge. I rappresentanti delle minoranze dovevano essere quattro: chiedo di fare questa verifica e in tempi brevi di poterne discutere per approfondire la questione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

La questione nomine in questo Consiglio regionale è stata sempre complessa e ci ha sottoposto anche a dei carichi di approfondimento delle regole, regole che esistono, e che in taluna parte sembrano essere un po' contrastanti. Infatti anche in questa tornata legislativa non è la prima volta che discutiamo della questione nomine, in particolare dell'interpretazione del rispetto delle quote delle minoranze che devono essere tenute in conto.
Credo che si tratti, prevalentemente, di una questione di carattere regolamentare, che vorrei distinguere in due aspetti: c'è una questione specifica Finpiemonte e normativa Finpiemonte. Ho già avuto modo di dire che ritengo che in questo caso il rispetto della quota delle minoranze avrebbe dovuto portare alla nomina di quattro rappresentanti delle minoranze. Si approfondisca la normativa. Il Presidente ha parlato di un regime di eccezionalità nel quale egli avrebbe operato come organo monocratico. Si approfondisca anche questo punto: verificando se il fatto di avere lavorato come organo monocratico può consentire al Presidente di eccepire alla normativa più generale che attiene alla rappresentanza delle minoranze.
Io non ritengo questo; ritengo che, anche avendo il Presidente agito in regime di organo monocratico, il rispetto delle minoranze per Finpiemonte avrebbe dovuto portare alla nomina di quattro rappresentanti: questa è una questione. Esiste un'altra questione, che riguarda invece il Presidente del Consiglio, in quanto Presidente della Commissione Nomine.
Desidero ricordare che vi è stato un precedente. Nel momento in cui si chiede la convocazione della Commissione Nomine un po' a posteriori diciamo - credo che quel precedente debba essere richiamato. Ricordo personalmente in questa legislatura - sono andata anche a ricercarmi la documentazione ieri - che in occasione della discussione nella Commissione Nomine del pacchetto che riguardava l'IPLA, io posi il problema ai rappresentanti delle minoranze, ma anche a lei, Presidente, e chiesi se le minoranze dovevano esprimersi collettivamente in quanto minoranze. La risposta fu che eravamo chiamati, in quella circostanza, a dare il parere sui singoli curricula, perché non era stata posta una delibera di criteri da parte della Giunta rispetto alla quale esprimerci. Si disse che dovevamo semplicemente esprimerci sulla rispondenza dei curricula alla legislazione di settore, poi la Giunta avrebbe deciso nel rispetto della normativa vigente.
Quindi noi non siamo stati chiamati ad esprimere dei pareri, perché non c'era una delibera di criteri che la Giunta avesse proposto, e ritengo anche che la Giunta non avesse motivo di proporre una delibera di criteri.
Credo, ed è semplicemente su questo che volevo esprimermi, che noi possiamo anche decidere collettivamente di cambiare la normativa delle nomine, ma che forse ci sarebbero dei profili che non mi troverebbero d'accordo nel discutere oggi, in una Commissione Nomine, su dei criteri non soltanto a posteriori, ma anche alla luce di quel precedente. E' proprio ispirandomi a quel precedente che ritengo, da un lato, che la normativa prevedeva, a mio avviso, quattro rappresentanti delle minoranze ma che poi fosse autonomia della Giunta rispondere sui nominativi che riteneva di scegliere. Muoverci a posteriori, in questo caso, credo sarebbe un errore. Esiste un problema generale, cioè di revisione eventuale delle nomine, del rapporto tra nomine di competenza della Giunta e rappresentanza delle minoranze, ma è tutta una questione de iura condendo.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Credo che il tema sia stato ampiamente sviscerato, almeno per quanto riguarda l'aspetto di legittimità. La controversia emerge su due livelli di interpretazione: quello che mi sono permesso di esprimere io in queste nomine e quello che, invece, buona parte dei Consiglieri ritengono essere più corrispondente ai regolamenti e alle leggi. Su questo farò le mie dovute riflessioni e comunicherò, come del resto mi è stato chiesto da parte di alcuni Consiglieri, quello che la Giunta intende fare sulla vostra richiesta.
Vorrei fare due considerazioni su aspetti di carattere politico espressi in quest'aula in merito a queste nomine.
Non ho motivo - come ha già fatto il Consigliere Burzi, ma voglio risottolinearlo - di non dichiarare in totale autonomia che queste nomine sono frutto di una mia scelta personale. Scelta che è stata difficile: fare le nomine è sicuramente una delle cose che mi piace di meno di questo lavoro, ma sono frutto solo ed esclusivamente di una mia decisione, perci non imputabile a nessuno, come la decisione, certo suffragata da un parere di legittimità, di assegnare solo tre Consiglieri all'opposizione.
Decisione che ho assunto io e di conseguenza me ne assumo la responsabilità nel bene e nel male.
Le considerazioni di carattere politico invece sono un po' fuorvianti mi ricollego in questo anche alla richiesta di chiarimenti avanzata dal Consigliere Saitta sulle nomine alle UU.SS.LL. che verranno fatte lunedì.
Le nomine alle UU.SS.LL. fanno parte di una storia dolorosa, molto difficile, di cui forse in quest'aula tanti dovrebbero sentirsi partecipi invece che, dal di fuori, criticare una situazione complessa, articolata.
Sicuramente l'attuale legislazione italiana non ci ha dato un aiuto per risolvere questo complicatissimo problema. Non ho ritardato i tempi, come qualcuno di voi ha voluto sottintendere, dicendo che abbiamo passato delle serate in Segreteria di un partito piuttosto che di un altro pensando di spartirci i Direttori generali delle UU.SS.LL. Questo, mi dispiace dirvelo non è proprio avvenuto, e questa è la grande novità di questa amministrazione, che naturalmente l'opposizione, dal punto di vista strumentale, non vuole riconoscere.
In questo Consiglio regionale c'è veramente qualcosa di nuovo; questo al di là di quelli che possono essere errori interpretativi, che naturalmente sono umani. Quello che mi preme dire e sottolineare è che non accetto - a questo lavoro dedico tutto il mio tempo e tutte le mie capacità che qualcuno pensi che questa amministrazione e questa Giunta si spartiscano il potere di questa Regione: non corrisponde a verità.
Volevo sono puntualizzare questo aspetto e dire al Consigliere Cavaliere che così non è. Certo, possiamo compiere degli errori. Sarete voi, come opposizione, a giudicare le nostre capacità, ma siamo una cosa nuova. Questo credo debba esserci riconosciuto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Intervengo per delle spiegazioni sull'annuncio del Presidente Ghigo che la Giunta regionale dovrebbe fare le nomine lunedì prossimo. Il fatto che la Commissione Nomine debba ancora essere riunita...



PRESIDENTE

Noi ci siamo riuniti per i criteri generali, lo abbiamo già fatto.



CHIEZZI Giuseppe

E' stato detto che si sarebbe riunita una seconda volta prima delle nomine.



PRESIDENTE

No, non è così.



CHIEZZI Giuseppe

Io l'ho chiesto esplicitamente; mi è stato detto che di certo la Commissione Nomine si sarebbe riunita ancora prima della decisione della Giunta regionale. A me è stato detto questo, ma non ne faccio una questione, mi basta sapere se la Commissione Nomine sarà convocata ancora o meno e quindi se lo schema del provvedimento sia ancora da valutare da parte della Commissione Nomine o meno, perché l'art. 7 della legge sulle nomine prevede che prima dei venti giorni dalle nomine...



PRESIDENTE

Volevo dire che prima che il Presidente faccia il decreto di nomina dei Direttori generali, ovviamente si riunisce la Commissione Nomine, come è stato fatto l'anno scorso, per verificare la congruità dei titoli dei singoli Direttori.



CHIEZZI Giuseppe

Quindi lunedì prossimo la Giunta regionale che cosa farà?



PRESIDENTE

Proporrà, ma non farà ancora il decreto.



CHIEZZI Giuseppe

Ritengo che una comunicazione sia doverosa adesso, anche perché dopo la sentenza del TAR, che ha annullato la decisione di nominare i Commissari che era stata dal Gruppo che rappresento contestata e dichiarata illegittima, anche con un ricorso al Commissario di Governo...



PRESIDENTE

Ma non sulla procedura seguita la scorsa volta; adesso la Giunta indica i nomi con le motivazioni con cui questi nomi sono stati indicati.



CHIEZZI Giuseppe

Scusi, Presidente, non ha sentito quello che ho detto: stavo parlando della sentenza del TAR che ha annullato la decisione di nominare i Commissari. Mi dicono che non è stata annullata, ma sospesa; va bene, ma questo significa che i Commissari non ci sono più.
Noi avevamo contestato la possibilità di nominare come Commissari gli ex Direttori generali o Direttori amministrativi, poi diventati Direttore supplenti, riconfermati Commissari a termine, ma senza l'indicazione del termine. In sintesi questi Commissari non ci sono più.
Non so se l'Assessore in questi giorni abbia fatto delle telefonate alle UU.SS.LL. cominciando a chiedere chi sia il più anziano tra il Direttore sanitario, il Direttore amministrativo, per conferire, per la seconda volta, l'incarico di Direttore amministrativo o sanitario e contemporaneamente l'incarico di Direttore generale supplente o meno. Mi sembra che debba essere fatta chiarezza, perché in questo momento non sappiamo in che modo siano dirette le UU.SS.LL., con quali prospettive quali ruoli rivestano gli attuali Commissari.
L'Assessore può dare subito un'informazione all'aula in cui dice se sta facendo queste telefonate, se siamo già in presenza di Direttori generali supplenti e non più di Commissari, scelti tra i più anziani? Questa situazione è veramente intricata e non fa onore alla Regione Piemonte.
In secondo luogo, chiedo che questi criteri di nomina vengano, quanto prima, discussi nella Commissione Nomine, perché vorremmo capire se la strada che sta percorrendo questa Giunta regionale è identica a quella percorsa - ahimé catastroficamente - dai colleghi precedenti o meno.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Rispondo a quanto richiestomi dal Consigliere Chiezzi, soprattutto relativamente alla sospensiva del TAR per quanto riguarda i Commissari. E' una sospensiva, per la verità, stranissima: non sarebbe successo, a mio modo di vedere, in nessuna parte d'Italia. Quando l'avvocato dei ricorrenti chiede il rinvio - e non la sospensiva - e quando gli avvocati della Regione - nella fattispecie la dott.ssa Ciavarra e l'avv. Monti - dicono che la procedura è in atto, che l'iter è pronto e che le nomine potranno essere effettuate venerdì prossimo (e quindi fra tre giorni) ed il TAR decide comunque una sospensiva, è perché, indubbiamente, è successo qualcosa di strano. Faremo regolare ricorso al Consiglio di Stato.
Ad oggi, la situazione nelle varie UU.SS.LL. è la seguente: tutti gli ex Commissari hanno avuto la comunicazione che il loro mandato è finito e che verranno sostituiti. Non potevamo certamente mantenerli in carica avendo il TAR determinato la sospensiva, ancorché c'era l'ipotesi perseguibile sotto il profilo giuridico, di lasciarli in carica per 10/15 giorni, rinominandoli. Abbiamo però preferito, ottemperando all'ordinanza del TAR, far decadere i Commissari e sostituirli con il Direttore amministrativo o sanitario più anziano. Tali persone hanno avuto regolare comunicazione ieri del loro mandato, che durerà 8/10 giorni, perché a mezzogiorno di venerdì comunicheremo i nominativi e speriamo di avere sollecitamente la convocazione di una Commissione Nomine nella quale verranno valutati i nominativi stessi. Dopodiché pensiamo, entro giovedì di far sottoscrivere il contratto ai neo Direttori generali.
Niente di così assurdo, dott. Chiezzi. E' un fatto del quale indubbiamente, mi rammarico; sono successe cose abbastanza strane, ma non per spartizioni a cui spesso l'opposizione fa riferimento.



CAVALIERE Pasquale

Cosa intende per "cose strane?"



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Quando dico "cose strane" mi riferisco soprattutto alla decisione del TAR, che comunque rispetto come ogni Assessore e cittadino deve rispettare.
Tuttavia penso, Consigliere Cavaliere, che forse in nessuna parte d'Italia si chieda una sospensiva quando mancano cinque giorni alle nomine, come si rilevava dall'esibita documentazione. Saprete benissimo che nelle Aziende dove esiste il triennio, nella fattispecie il S. Luigi e l'Azienda di Novara, la nomina viene fatta d'intesa con l'Università: ebbene l'Università ha reso la propria risposta solo ieri sera.
Per quanto riguarda la deliberazione dei criteri, c'è stata una richiesta di chiarimenti da parte del Commissario di Governo; tale deliberazione sarà quindi licenziata venerdì prossimo. Ribadisco che quest'ultima in realtà si rifà, pari pari - e non poteva essere diversamente in base a quanto definito dal Consiglio di Stato e dal TAR - a quella del 15/11/1994. Procederemo allo stesso modo, sperando di non incappare in una nuova ordinanza del TAR. Ripeto: procederemo allo stesso modo, anche perché, comunque, non potevano essere decisi criteri aggiuntivi.



CAVALIERE Pasquale

Ma questa "cosa strana" del TAR...



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Penso di aver risposto sufficientemente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Intervengo solo per dire che a seguito di questa comunicazione non posso pensare che la sentenza del TAR, dietro la quale sono successi questi fatti strani, sia una sentenza censurabile in questo modo, perché la scelta di nominare i Commissari è stata una scelta politica insindacabile.
Avete voi, politicamente, deciso di nominare i Commissari; potevate fare, allora, quanto state tentando di fare oggi: potevate nominare i Direttori generali scegliendoli nel modo in cui credevate; avevate una graduatoria! La scelta del Commissario non è obbligata, Assessore. Sembra quasi che lei si trovi su una navicella da altri portata: no, la navicella dei Commissari l'avete scelta voi. E si è rivelata navicella sbagliata tant'è che oggi questi Commissari non ci sono più. Quindi, questo fatto non può non essere giudicato dal punto di vista politico; lei non si pu estraniare.
Oggi, nominerà dei Direttori generali supplenti in persone - andremo a vedere che nomine deciderà - che in passato o erano Commissari o erano Direttori generali non riconfermati come Commissari, in un pandemonio di procedura che, penso, l'Italia non abbia mai visto da nessuna parte. Non sono tanto le sentenze del TAR ad essere mai viste ed inaudite, quanto il comportamento di questa Regione, che sul tema dei Commissari e dei Direttori generali ne ha combinate di tutti i colori. Siamo al ridicolo! La Regione Piemonte, dall'inizio di questa vicenda, non ha fatto altro che fare brutte figure e di condannare la sanità in una situazione di incertezza che vedo continuare anche oggi.
Stia attento, Assessore, a non ripetere quanto fatto in precedenza per filo e per segno. Mi sembra ci siano tutti i presupposti!



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Volevo chiarire, Consigliere Chiezzi, che non si potevano fare le nomine dei Direttori generali senza conoscere le decisioni del Consiglio di Stato: è una piccola inesattezza la sua! Nel momento in cui il Consiglio di Stato avesse accettato il ricorso dei Direttori generali dichiarati decaduti, ci saremmo trovati con due Direttori generali per ogni Azienda.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Presidente, mi sento estremamente a disagio in quest'aula, perché sto discutendo su questioni per le quali non sono pronto a dibattere. Ho l'impressione che in chiunque abbia un problema da porre alla Giunta, sia esso all'o.d.g. o meno, in quest'aula lo possa fare. E' avvenuto, come tentativo, almeno due volte questa mattina: la prima volta sono riuscito prima della comunicazione del Presidente sulle nomine di Finpiemonte, a fare una mozione d'ordine, in questo secondo caso non sono riuscito a svolgere questa funzione.
Non credo sia opportuno un dialogo fra i banchi in questo modo, su questioni non riconducibili all'o.d.g. o non richiamate in aula da una precisa interrogazione, anche urgente, portata al mattino, dopo una riunione dei Capigruppo che tenga conto delle urgenze della discussione da farsi in aula.
Credo quindi che questa discussione debba essere immediatamente sospesa. Ritengo che neanche l'Assessore dovesse fare una comunicazione sul tema, in questo momento, pur nella sua libertà di poterlo fare.
E' questa una mia opinione, spuria da posizioni politiche, ma dettata soltanto dal punto di vista del metodo che stiamo attuando in aula, oggi.



PRESIDENTE

Volevo dire che la Giunta può fare le sue comunicazioni in qualunque momento; secondariamente, mi pare che siano argomenti di rilevante importanza, anche come elemento di attualità e non di archeologia politica terza cosa, c'è anche l'elemento della trasparenza.
Ricordo che la scorsa legislatura, la Presidente di allora, Spagnuolo iscrisse all'o.d.g., prima di Natale, una complessa ed articolata discussione su sollecitazione della Consigliera Vetrino, proprio sul tema delle nomine.
Dunque, su questi problemi non ci deve essere assolutamente alcuna reticenza. Questa mattina abbiamo affrontato quattro argomenti importanti l'Alta Velocità, l'Ufficio di Presidenza, Finpiemonte e Sanità: mi pare si sia coperto il tempo non su vaghe facezie, ma su argomenti estremamente importanti.
La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Grazie, Presidente. Concordo con lei, su questo punto. Dirò di più: noi abbiamo interrogazioni molto vecchie e credo - almeno, lo porrò alla prossima riunione dei Capigruppo - che bisognerà che ogni Gruppo possa nel Consiglio successivo chiedere la discussione di un'interrogazione urgente.
Questo è un problema da affrontare.
Non conosco, non ho vissuto, tutte le vicende che portarono alla nota questione dei Commissari UU.SS.LL. Ho invece seguito come ho potuto gli atti di questa Giunta, della nostra Amministrazione successivamente. E ho anche notato che vi erano all'interno della Giunta pareri diversi, più che della Giunta, dei vari partiti della maggioranza. So che si è discusso e mi è parso di aver capito in passato che l'Assessore fosse più indirizzato verso una strada più chiara che prevedesse un nuovo concorso; avevo letto alcune dichiarazioni dell'Assessore in questo senso. Non conosco bene tutti i passaggi giuridici e burocratici, ma credo che quella strada sarebbe stata ed è la migliore, quella cioè di andare a superare tutte le questioni passate (senza entrare nel merito, se giuste o sbagliate o altro).
Credo, anche per rispondere al Presidente Ghigo, al quale non interessa questa discussione, che la Giunta si sia resa responsabile di nomine un po' discutibili e anche con una forte connotazione politica di parte, che una volta si chiamava lottizzazione. Voglio ricordare che in questa Amministrazione abbiamo nominato perfino i membri dei Co.Re.Co. solo come maggioranza, ed è già una cosa un po' fatta male. Il Co.Re.Co. - credo che conveniamo tutti - è un organo di controllo e non dovrebbe rispondere a parti politiche. Quando questo avviene con la sola investitura di una maggioranza è preoccupante. Come è preoccupante, cosa che non è stata smentita, che sulle ultime nomine - Assessore D'Ambrosio - in Giunta vi siano stati veti di Assessori per la richiesta di questo piuttosto che di tal altro Commissario, a questa piuttosto che a tal altra UU.SS.LL. Questo è avvenuto e non è stato smentito.
Sono preoccupato per quando...



PRESIDENTE

Consigliere, le comunicazioni prevedono brevissimi interventi da parte dei Consiglieri.



CAVALIERE Pasquale

Chiudo subito, dicendo una cosa che mi interessa molto. Sono molto preoccupato quando l'Assessore D'Ambrosio, che nelle sue parole è sempre misurato e attento, adombra sulla decisione del TAR quei termini, le parole e i sospetti che ha adombrato.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Questa è una sua interpretazione.



CAVALIERE Pasquale

E' una mia interpretazione, è evidente, ma ho premesso che lei è sempre misurato nelle parole e quindi non ha mai dato modo di capire cose diverse da quello che ha detto.
Voglio capire cosa si intende su questo: se vi è stata da parte del TAR un'ingerenza politica, se la decisione del TAR in qualche modo tendeva o ha teso condizionare politicamente la Giunta o attaccare le decisioni che stava prendendo o che vuol prendere la Giunta. Questo credo che sia preoccupante perché questo è stato adombrato.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Sarò brevissima. Una considerazione per dire che non possiamo, come Gruppo del PDS, essere d'accordo con l'osservazione che il Consigliere Montabone faceva, in riferimento alla discussione sui criteri e sulle scelte ancora a livello di valutazioni e di criteri che la Giunta sta compiendo per quanto riguarda le nomine dei Direttori generali. Non possiamo essere d'accordo perché credo che guai a noi se considerassimo l'aula del Consiglio e il dibattito che avviene in Consiglio regionale del tutto estraneo a ciò che avviene sul territorio della Regione Piemonte. Da allora, credo che ogni Consigliere, senza richiamare la storia di queste nomine, per alcuni Consiglieri dolorosa, per altri vissuta attraverso i giornali e richiamata per necessità di presenze in questo Consiglio, ha dietro non soltanto nomine effettuate e poi annullate o nomine travagliatissime di Direttori Generali, ma porta in sé anche la gestione della sanità nella regione Piemonte. Ed è una gestione che in questi anni che vedono anche la presenza dell'Assessore D'Ambrosio, ha avuto un dato di fondo: quello dell'estrema precarietà rispetto ai responsabili dell'Azienda sanitaria della nostra regione, che hanno significato purtroppo anche una estrema difficoltà a compiere le scelte invece necessarie ed indispensabili per far fare quel salto di qualità nell'erogazione dei servizi, nelle scelte, nella programmazione, nella gestione dei servizi sanitari nella nostra regione.
Per cui è materia di estrema delicatezza ed è materia che vede oggi i cittadini estremamente attenti, con la preoccupazione che il governo della Regione Piemonte, la Giunta, ma soprattutto con l'attenzione totale del Consiglio, faccia le nomine più opportune possibili, quindi con una scelta ragionata e ponderata al massimo al di là dell'appartenenza partitica, ma faccia anche delle nomine che veda poi la direzione dell'Azienda sanitaria corrispondere alle aspettative dei cittadini che - mi permetto di dire - da troppo tempo stanno aspettando risposte importanti.
Per questa ragione, credo che il Consiglio possa anche dedicare qualche minuto a questa discussione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Brevemente, signor Presidente. Chiaramente la Giunta è libera, quando vuole, di fare le comunicazioni che vuole. Io so che è prassi consolidata che le comunicazioni della Giunta o degli Assessori vengano concordate nelle riunioni dei Capigruppo. Questo lo dico perché si sta creando in aula un clima sbagliato e non del tutto corretto, causato dall'assoluta disponibilità del Presidente della Giunta e di tutti gli Assessori a dare comunicazioni su qualunque cosa, anche sugli accadimenti eccezionali all'ultimo momento, senza essere mai stati avvertiti preventivamente. Ci ovviamente, dà la possibilità alla minoranza, che ha un proprio obiettivo legittimamente lo fa e lo può fare - di innescare continuamente polemiche interruzioni, tra l'altro anche parlando di altre cose, perché il discorso sulla Finpiemonte l'avevamo già chiuso; poi si può approfittare e ricominciare a parlare di lottizzazione sulla Finpiemonte, poi domani sulle quote latte, ecc., quindi mettendo all'interno ragionamenti assolutamente non attinenti all'oggetto.
Questa disponibilità eccessiva della Giunta non solo viene, secondo me sfruttata strumentalmente in negativo, ma dovrebbe essere previamente concordata, proprio come comunicazione, all'interno della Conferenza dei Capigruppo.
E questo lo dico perché, nonostante la disponibilità sia sempre dei singoli, io non vedo bene il fatto che tutti vengano tirati per la giacca all'ultimo momento a dover dare delle spiegazioni. Abbiamo delle regole abbiamo una Conferenza dei Capigruppo che si riunisce tutte le settimane possiamo, nei tempi e nei modi dovuti, chiedere le cose, ma in modo tale che il dibattito, ed anche il clima dell'aula, rimanga sereno.
Io non vedo assolutamente - e qui vengo anch'io all'oggetto della discussione - reticenze né nelle dichiarazioni dell'Assessore D'Ambrosio n in quelle del Presidente prima; dopodiché la loro disponibilità a fare delle comunicazioni su cose sulle quali avrebbero potuto tranquillamente tacere e parlarne tra venti giorni, quando tutto il clima sarebbe sbollito quando i giornali non ne avrebbero più parlato, quando nessuno se ne sarebbe più occupato, viene sempre usata in maniera tale da creare, a mio avviso, ripeto, un clima sbagliato e delle risposte - condivido al cento per cento quello che ha detto l'Assessore D'Ambrosio - esclusivamente strumentali.
Quindi chiederei, anche da questo punto, non un rispetto delle regole perché di regole certe parti ne parlano solo e non le applicano mai nei confronti degli altri - che le comunicazioni e i lavori del Consiglio venissero, come dovrebbe essere, concertati nelle riunioni dei Capigruppo.



PRESIDENTE

La ringrazio, anche perché questo è un richiamo che fa alla Presidenza che giustamente si sente chiamata in causa. Cercheremo, pure nella Conferenza dei Capigruppo, di raccogliere il suo suggerimento.
Devo aggiungere che, prima di dare la parola sulle comunicazioni, ho interpellato il Presidente e l'Assessore per sapere se erano disponibili a rispondere; ovviamente se loro avessero declinato la possibilità di rispondere sugli argomenti sollecitati, questa discussione si sarebbe aggiornata ad un'altra data. Invece loro sono stati assolutamente disponibili: prendiamone atto.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

In termini generali può avere ragione anche il Consigliere Ghiglia, ma in termini specifici dobbiamo dire che il Presidente è sempre disponibile a dare delle risposte...



(Commenti dei Consiglieri Ghiglia e Saitta)



PRESIDENTE

Non si può negare che il Presidente Ghigo non voglia dare risposte in tempo reale: le ha sempre date, e così anche l'Assessore.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Non facciamo alcun dialogo. Voglio solamente dire che, di fronte alle sollecitazioni e alla sensibilità del Consiglio, come Presidente permettetemi di fare il tutore e devo dire che il Presidente e gli Assessori, una volta interpellati, si sono sempre dimostrati disponibili a rispondere in tempo reale, quasi, alle sollecitazioni dei Consiglieri.
La parola al Vicepresidente della Giunta, Majorino.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Ho chiesto di intervenire per concludere, d'accordo con lui, la comunicazione fatta dall'Assessore D'Ambrosio, alla luce delle osservazioni che sono state fatte immediatamente dopo la sua comunicazione.
Dirò brevissimamente. Quando l'Assessore D'Ambrosio ha detto che la decisione di sospensiva del TAR era strana, ha inteso muovere una critica ad una decisione giurisdizionale. Strana e ingiusta, a nostro modo di vedere; strana soprattutto perché i difensori di coloro i quali avevano impugnato davanti al TAR la nomina dei Commissari straordinari avevano chiesto, essi stessi (l'udienza, salvo errori, era il 16 gennaio)...



CAVALIERE Pasquale

Scusi, Presidente, nella giurisprudenza non esiste "strano", esiste "giusto" o "ingiusto".



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Strano, ingiusto. Strano perché - lo stavo dicendo - i difensori dei ricorrenti avevano chiesto al Tribunale amministrativo - poiché si erano responsabilmente resi conto che le nomine erano imminenti, perché l'avevano detto i difensori della Regione - di dilazionare, di rinviare pressoch sine die la decisione sulla sospensiva.
Il Tribunale, in Camera di Consiglio, ha ritenuto viceversa di dover decidere sulla sospensiva e l'ha concessa, anche se - ecco perché strana ed ingiusta - normalmente la sospensiva viene concessa allorquando i ricorrenti abbiano subìto o stiano per subire un danno grave ed irreparabile. Ora, i ricorrenti non potevano subire un danno grave ed irreparabile, visto che oggettivamente le nomine dei Direttori generali erano pronte ad essere fatte. Però questo è un motivo di ingiustizia e di stranezza della decisione di sospensiva.
Il Consigliere Cavaliere ha detto che, secondo lui, si sarebbe sbloccata la situazione procedurale e dell'esattezza e della giustezza delle scelte da fare, delle nomine da fare facendo un nuovo concorso. Gli dico subito che questo è stato oggetto di approfondita meditazione da parte della Giunta; dopodiché, di fronte alla possibilità in astratto di effettuare questa scelta - patrocinata effettivamente dall'Assessore D'Ambrosio, dal suo punto di vista, all'interno della Giunta - ho suggerito, e la Giunta ha accolto, di richiedere un parere al Consiglio di Stato in sede consultiva (art. 100 della Costituzione, che indica nel Consiglio di Stato l'alto organo consultivo del Governo, così si diceva nella Costituzione, e poi divenuto alto organo consultivo delle Regioni).
Abbiamo posto il quesito: di fronte a tutto quanto si è verificato (annullamento delle decisioni prese dalla Giunta Brizio nel novembre dicembre 1994), è possibile riaprire i termini, fare un nuovo concorso? Il Consiglio di Stato, responsabilmente, ci ha detto: "Non è possibile"; dopodiché l'ipotesi, pur seria, pur avendo certi requisiti ed una certa legittimità, è stata ritenuta, da questo alto organo consultivo non praticabile.
Il Consigliere Chiezzi ha parlato di confusione procedurale. Non c'è stata alcuna confusione procedurale, perché allorquando nel luglio 1995 ci siamo trovati di fronte alle sentenze dei TAR che annullavano le nomine dei Direttori generali, abbiamo applicato la legge vigente. La legge vigente è la L.R. n. 10, se non sbaglio; questa, chiamandola affettuosamente con il numero 10, prevede che in caso di vacanza dei Direttori generali delle UU.SS.LL. si nomini... Quando c'è vacanza significa che il Direttore generale non può neppure pagare uno stipendio, neppure comprare una matita e allora è stata fatta la scelta obbligata di nominare il più anziano di età fra il Direttore amministrativo e il Direttore sanitario. Questo era la legge che lo prevedeva. La vacanza c'era, non voluta da noi, ma provocata dalle decisioni del TAR di annullamento. Dopodiché, siccome la questione si trascinava davanti al Consiglio di Stato, perché le decisioni sono state impugnate dagli interessati, le cui nomine erano state ghigliottinate abbiamo ritenuto, di fronte ai mesi che ancora decorrevano, di nominare i Commissari straordinari, cosa - anche questa - prevista dalla legge. E' stata una scelta di opportunità, a nostro avviso valida.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Mi scusi se la interrompo, soprattutto per ricostituire la terna.



(Commenti del Consigliere Chiezzi)



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

La scelta dei Commissari è stata fatta nel marzo 1996, e perché è stata fatta? Perché ci siamo resi conto che ritardavano i tempi tecnici della decisione del Consiglio di Stato. Poiché il Consiglio di Stato avrebbe anche potuto, in ipotesi - quindi era una questione tecnico-giuridica riformare le sentenze dei TAR e dichiarare, statuire che erano valide le nomine effettuate dalla Giunta Brizio, cosa avremmo dovuto fare? Come suggeriva qualcuno di voi - mi pare lo stesso Consigliere Chiezzi - avremmo dovuto nominare i Direttori generali? Allora sì che ci saremmo trovati in una situazione paradossale di confusione normativa ed istituzionale.
Pertanto, nel dubbio che il Consiglio di Stato potesse riformare le decisioni del TAR, abbiamo nominato i Commissari straordinari (marzo 1996) la cui scelta è stata impugnata da alcuni soggetti, ai quali non andavano bene tali nomine. Qualche mese dopo, nel marzo 1996 - Consigliere Chiezzi c'è stata la richiesta di sospensiva (quella che è stata decisa qualche giorno fa) e all'udienza stessa il ricorrente ha detto: "Va bene, abbiamo fatto il ricorso per una questione di principio, perché volevamo vedere se era valida o meno la nomina dei Commissari straordinari, però non insistiamo sulla sospensiva" (questo avveniva nell'aprile 1996). Dopodich c'è stata la decisione del TAR di rimandare al 22/1/1997.
A quel punto, colpo di scena: nonostante la richiesta di ulteriore dilazione, questa volta - devo riconoscerlo - sono stati gli stessi ricorrenti che responsabilmente hanno detto: "Visto che i difensori della Regione ci garantiscono, al di là delle notizie giornalistiche, che le nomine sono vicine, anche noi chiediamo una dilazione". Quindi sono state fatte razionalmente sia la nomina dei Commissari straordinari, perch dovevamo aspettare il giudicato del Consiglio di Stato, sia l'opposizione alla sospensiva.



(Interruzione del Consigliere Cavaliere)



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

I giudici hanno, a nostro avviso, erroneamente interpretato il concetto di danno grave irreparabile previsto dalla legge per dare le sospensive.



CHIEZZI Giuseppe

Hanno dimostrato un'indipendenza di giudizio. E' una stranezza...



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

Una stranezza, un'ingiustizia.



(Interruzione del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, lasci la stranezza...



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

La dò io l'interpretazione autentica della parola "stranezza".



PRESIDENTE

Non è un termine politico, lasciamolo così. Nel nostro linguaggio ci sono tante eccezioni.
Il Vicepresidente Majorino ha terminato il suo intervento.
I lavori del Consiglio sono terminati e riprenderanno oggi pomeriggio alle ore 15.
Relativamente all'ordine del giorno in merito alle quote latte, comunico che la riunione della III Commissione è convocata alle ore 14,45.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,30)



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