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Dettaglio seduta n.101 del 21/01/97 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 5) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Casari e Farassino.


Argomento: Rapporti Regione - Parlamento

Esame disegni di legge n. 250: "Proposta di legge al Parlamento 'Modifica della parte II della Costituzione della Repubblica Italiana in senso federalista'" e n. 251: "Proposta di legge al Parlamento 'Modifica della parte II della Costituzione della Repubblica Italiana'" (seguito) - Esame ordini del giorno n. 409 e n. 410


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame dei disegni di legge n. 250 e n. 251, di cui ai punti 6) e 7) all'o.d.g.
Questa mattina sono state svolte le due relazioni e il Consigliere Rosso è intervenuto in merito ai numerosi emendamenti presentati dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania.
E' aperta la discussione generale.
La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Il mio intervento non vuole entrare in anticipo sulla discussione tecnica del provvedimento, quanto invece vuole essere una piccola risposta all'intervento del Consigliere Rosso, poiché ho nuovamente riconosciuto nel suo intervento, i toni demagogici e bellicosi, per non dire intimidatori, della Lega Nord.
A parte le espressioni: "come al solito i fratelli del sud", "la Padania", "i popoli", mi è sembrato doveroso prendere una posizione circa quel suo "non accettiamo dogmi dai quattro magistrati di turno". Vorrei ricordare al Consigliere Rosso, tanto per fissare dei paletti, che i magistrati in Italia, con il nostro ordinamento giuridico, non sono cittadini qualunque, ma sono coloro deputati a far rispettare la legge e la Costituzione italiana, la quale non prevede secessioni o divisioni di altra natura o genere. Questo tanto per mettere dei paletti sull'intervento del Consigliere Rosso.
Permettetemi ancora una riflessione: la poca attenzione, da parte della Lega Nord, all'Europa, unica - in questo momento - e vera organizzazione che tende a quel federalismo sicuramente difficile, perché c'è un'integrazione economica che ha i suoi lati, non dico negativi, ma molto difficoltosi per le nazioni. Quanta poca attenzione all'Unione Europea, che è un'idea veramente illuminata e moderna che dovrebbe catturarci tutti culturalmente per andare verso questa Europa, consegnando simbolicamente uno Stato più efficiente, con delle autonomie regionali fiscali amministrative e politiche. Certo, lo vogliamo anche noi uno Stato più efficiente e più sano. Quanto modesta, ancora, è l'attenzione della Lega Nord verso quelle rivendicazioni, verso quei quattro imprenditori del Nord che non pagavano l'IVA, non pagavano tasse e volevano la secessione perch non arrivassero le cartelle esattoriali da Roma! Quanta attenzione modesta a questi tipi di rivendicazione... Questa è una riflessione che consegno al Consigliere Rosso, invitandolo anche a guardare la cartina geografica dell'Europa e vedere come gli Stati dell'Europa, di circa 50 milioni di abitanti e un'estensione geografica conseguente, sono all'interno sicuramente non omogenei: pensate ai francesi bretoni, ai francesi della Savoia, pensate ai tedeschi della Baviera con i sassoni. Ma ciò nonostante sono Stati unitari, sono Stati sovrani, nazionali ed unici.
Con questo voglio fare un piccolo invito alla Lega Nord a fissare dei paletti ben precisi quando si dichiara: "Non accettiamo dogmi da qualcuno".
I magistrati non sono qualcuno, è bene non far passare sin dall'inizio definizioni di questo tipo. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Signor Presidente, questo serrato dibattito in Consiglio regionale, in relazione all'esame del disegno di legge n. 251 per proporre al Parlamento nazionale la modifica della seconda parte della Costituzione italiana avviene in una difficile fase storico-politica-occupazionale del Paese e del Piemonte. Non entro nel merito delle argomentazioni faziose e di bassa politica della Lega Nord. Da anni è in atto un'ampia discussione tra le forze politiche, sociali e sindacali nel vano tentativo di riformare lo Stato. A volte la tematica è strumentale, con gravi accentuazioni presidenzialiste e secessioniste di divisione del Paese o per la realizzazione di esecutivi forti e antidemocratici che creano parecchie preoccupazioni ed incertezze democratiche per svolte autoritarie quasi eversive.
Nel nuovo Parlamento nazionale, dopo il voto del 21 aprile, sta per essere eletta la Commissione Bicamerale, che dovrà trasmettere alle Camere entro il 30/6/1997, uno o più progetti di legge e di riforma della seconda parte della Costituzione. In relazione all'avvio dell'attività della predetta Commissione, per le Regioni è utile che esse assumano un ruolo attivo di proposte sui temi delle proprie competenze istituzionali. Occorre perciò uno Stato regionalista, incardinato sullo sviluppo democratico delle autonomie locali, per eliminare sprechi, inefficienze, labirinti burocratici, scarsa democrazia lungo il percorso dello sviluppo democratico indicato dai principi fondamentali della Costituzione che deve rimanere integra nella sua validità e concezione di unità nazionale ed antifascista.
Per molti anni le Regioni sono rimaste strutture estranee ad altri livelli locali di governo, considerate dal Governo centrale mero terminale del Ministero del Tesoro, prive di autonomie finanziarie, scadenti ai compiti di programmazione e pianificazione territoriale.
La nostra proposta di legge intende immettere nell'ordinamento della Repubblica una profonda innovazione costituzionale. Come comunisti, si propone di modificare radicalmente l'attuale struttura dell'istituzione parlamentare, sostituendo il bicameralismo paritario con una sola Camera dei Deputati. Ciò rafforza e razionalizza i percorsi della democrazia ovviamente l'elezione politica deve avvenire con la proporzionale e non certamente con la fantomatica maggioritaria pura, che penalizzerebbe e distruggerebbe le minoranze e le forze politiche minori. Così pure vanno esclusi decisamente i pericolosi riferimenti al presidenzialismo ed al rafforzamento autoritario degli esecutivi.
La proposta costituzionale di Rifondazione Comunista è molto rappresentativa delle reali esigenze democratiche del Paese e risponde all'urgenza di un moderno Stato democratico, per un nuovo e più corretto rapporto politico tra Parlamento e Governo. La riforma monocamerale corrisponde quindi ad esigenze di grande efficienza e funzionalità e valorizza lo strumento più alto della democrazia parlamentare.
Per questo abbiamo presentato la nostra proposta che, ovviamente poniamo in discussione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente. Molto brevemente per fare alcune considerazioni.
Oggi non vorrei parlare degli aspetti formali della proposta in discussione. Non intendo discutere gli aspetti strettamente formali perch non stiamo discutendo e poi votando una nuova legge (e non potrebbe probabilmente esserlo perché è monca di tutta una parte, proprio nei contenuti, che riguarda la prima parte della Costituzione); è unicamente un contributo che il Consiglio regionale del Piemonte e tutte le Regioni italiane possono dare alla Bicamerale. E' un contributo che ha una parte sostanziale e una parte di metodo abbastanza rilevanti. La parte sostanziale riguarda il contesto ambientale in cui ci stiamo muovendo contesto ambientale che, tutti ci rendiamo conto, deve cambiare; contesto ambientale istituzionale, di rapporti burocratici, di governo della realtà nazionale italiana. L'Italia, dal 1945 al 1996 o al 1992, per alcuni, ha vissuto in una strana situazione di monopolio politico, governata d'altra parte con un oligopolio di tipo misto economico spurio, dove lo Stato, il sindacato, la grande impresa determinavano gli accordi, che non avevano alternative. Un'altra parte dei cittadini italiani partecipava alle elezioni, ma poi di fatto era esclusa dalle determinazioni.
E' stata una fase obbligatoria, e ce ne rendiamo conto, ma una fase ormai finita, una fase in cui non c'era un mercato libero, quindi non c'era quel concetto di mercato che regola la produzione, che organizza la distribuzione; non c'era un diretto rapporto tra la volontà popolare e il governo delle istituzioni, della nazione. La stessa volontà popolare, già manifestatasi con i referendum del 1992, l'internazionalizzazione dei mercati, stanno rendendo coscienti tutti noi della necessità di cambiare.
Necessità, quindi, di un cambiamento profondo del modello istituzionale che è il sistema delle istituzioni che ci deve governare, cercando, ognuno con le proprie posizioni politiche, un rapporto più diretto fra i cittadini e le istituzioni, un sistema di sussidiarietà decisionale e un confronto tra proposte e persone anziché tra blocchi ideologici. Credo, quindi, che la proposta dei Presidenti delle Regioni vada nella giusta direzione.
Certo, va integrata nel senso di renderla più federale, va integrata nella modifica che noi auspichiamo sia quella di una forma di tipo presidenzialista o semi-presidenzialista, va integrata modellando il sistema del nostro Stato sul modello di Stato liberale. Uno Stato in cui lo Stato centrale abbia delle proprie funzioni, uno Stato dove le Regioni diventino organi legislativi responsabili con funzioni attribuite e non delegate (su questa parte del suo intervento sono d'accordo con il collega Rosso). Ed è pure una questione di metodo che ci porta ad esprimere il nostro favore a questa proposta. La questione di metodo è stata quella di far sentire alla Bicamerale che tutte le Regioni italiane hanno un'esigenza in comune: quella di poter governare i loro territori liberamente, con funzioni proprie, e quella di avere un Governo nazionale che coordini. E' un accordo un po' ridotto, forse di minima, ma che ritengo importante.
Così come ritengo importante che la Bicamerale non ignori queste manifestazioni di volontà. Anch'io ho già avuto modo di esprimere un certa sfiducia o, meglio, un po' di pessimismo su quelli che potranno essere i risultati della Bicamerale, ma ricordiamo che, qualora dovesse fallire l'esperienza della Bicamerale, non ci sarebbe altra alternativa che quella di arrivare ad una fase costituente generale, con l'elezione di un'assemblea costituente eletta da una precisa espressione di volontà popolare. Noi intendiamo rappresentare tale espressione con un concetto di federalismo, di presidenzialismo, perché l'unico modo per mantenere l'equilibrio dello Stato in caso di federalismo è una presenza forte anche a livello nazionale, a livello di confederazione.
L'augurio è che comunque la Bicamerale riesca nell'intento di riformare la Costituzione, anche la parte prima con le sue proposte, ancorché il compito riguardi la parte seconda della Costituzione, ed è lo stesso augurio che a suo tempo abbiamo fatto al Parlamento quando abbiamo presentato e votato in quest'aula i dodici referendum in questi giorni all'esame.



PRESIDENTE

Informo il Capogruppo della Lega Nord, Consigliere Rosso, che il suo intervento di stamani, unitamente agli emendamenti che riguardano il Titolo I della Costituzione (dal n. 1 al n. 49) verranno inviati, come convenuto in sede di Conferenza dei Capigruppo, oltre agli altri documenti proposti in Consiglio, alla Commissione Bicamerale. Ai fini dell'esame dell'articolato, tali emendamenti si considerano ritirati e vengono esaminati i restanti emendamenti (dal n. 50 al n. 110).
Passiamo dunque all'esame dell'articolato del disegno di legge n. 250.
ART. 1 50) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: l'art. 1 è sostituito dal seguente: "L'Assemblea federale si compone dell'Assemblea nazionale e dell'Assemblea delle Regioni.
L'Assemblea federale si riunisce in seduta comune dei membri delle due Assemblee nei soli casi stabiliti dalla Costituzione".
La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

L'art. 1, secondo il nostro progetto di revisione costituzionale, verrebbe modificato con il seguente: "L'Assemblea federale si compone dell'Assemblea nazionale e dell'Assemblea delle Regioni.
L'Assemblea federale si riunisce in seduta comune dei membri delle due Assemblee nei soli casi stabiliti dalla Costituzione".
Questa è solo la prima parte del nostro progetto che vedremo articolo per articolo. E' un'impostazione differente rispetto alla proposta di legge al Parlamento presentata da tutti i Presidenti delle Giunte regionali, in quanto, al di là di cambiare il nome (nella proposta di legge al Parlamento è chiamato Senato federale), si vedrà poi la differenza di competenze e di funzionamento di questa Assemblea federale composta da una doppia assemblea.
Negli emendamenti successivi spiegheremo quali sono le competenze che rimangono allo Stato e quelle che invece verrebbero date totalmente alle Regioni.
Informo i Presidenti di Giunta e Consiglio che tutti i nostri emendamenti sono da considerare in maniera globale.
Ribadisco che negli emendamenti successivi spiegheremo ruolo e funzioni dell'Assemblea nazionale e dell'Assemblea delle Regioni, come vengono elette, da chi sono composte e, in maniera particolare - questo è quello che ci interessa maggiormente - quali sono le deleghe che mantiene lo Stato e quali sono le competenze che vanno alle Regioni.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

La Giunta non ritiene accoglibile l'emendamento in quanto snatura di fatto il contenuto e la forma della proposta presentata dalla Giunta regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

Visto che questi emendamenti sono stati presentati per vedere qual è la posizione di tutti i Consiglieri, magari anche in maniera trasversale chiedo che su tutti gli emendamenti la votazione avvenga per appello nominale.



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione per appello nominale dell'emendamento n. 50).
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 hanno risposto SI' 3 Consiglieri hanno risposto NO 43 Consiglieri L'emendamento è respinto.
Si proceda alla votazione dell'art. 1 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 voti favorevoli 39 voti contrari 7 astensioni 1 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 51) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: l'art. 2 è sostituito dal seguente: "L'Assemblea delle Regioni è composta dai membri dei Governi regionali, che li nominano e li revocano; i medesimi Governi regionali nominano e revocano per ciascun proprio membro dell'Assemblea un sostituto, egualmente membro del Governo regionale, che può rappresentare il titolare. Ogni Regione ha almeno tre membri dell'Assemblea, cui si aggiunge un membro per ogni due milioni di abitanti o frazione. I membri dell'Assemblea appartenenti alla medesima Regione esprimono voto unitario e numericamente pari al numero dei membri, o sostituti, presenti".
La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

In questo secondo articolo diamo la composizione dell'Assemblea delle Regioni. Leggo l'articolo: "L'Assemblea delle Regioni è composta dai membri dei Governi regionali che li nominano e li revocano; i medesimi Governi regionali nominano e revocano per ciascun proprio membro dell'Assemblea un sostituto, egualmente membro del Governo regionale, che può rappresentare il titolare. Ogni Regione ha almeno tre membri dell'Assemblea, cui si aggiunge un membro per ogni due milioni di abitanti o frazione. I membri dell'Assemblea appartenenti alla medesima Regione esprimono voto unitario e numericamente pari al numero dei membri, o sostituti, presenti".
Questa parte è leggermente modificata rispetto a quella della proposta di legge al Parlamento, anche come composizione numerica, perché secondo la nostra visione questa Assemblea sarebbe composta da minori membri rispetto alla composizione emersa dalla proposta di legge al Parlamento.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Siamo contrari.



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione per appello nominale dell'emendamento n. 51).
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 48 hanno risposto SI' 3 Consiglieri hanno risposto NO 45 Consiglieri L'emendamento è respinto.
Si proceda alla votazione dell'art. 2 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 38 voti contrari 7 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 52) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: l'art. 3 è sostituito dal seguente: "L'Assemblea nazionale è eletta a suffragio universale e diretto.
Il numero dei deputati all'Assemblea nazionale è di duecento.
Sono eleggibili a membri dell'Assemblea nazionale tutti gli elettori che nel giorno delle elezioni hanno compiuto la maggiore età. La ripartizione dei seggi tra le Regioni si effettua, dopo aver assegnato un minimo di due seggi per ciascuna Regione, dividendo il numero degli abitanti della Repubblica, quale risulta dall'ultimo censimento generale della popolazione, per il numero restante dei seggi e distribuendoli in proporzione alla popolazione di ogni Regione, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti.
Ciascuna Regione adotta e modifica le norme per l'elezione dei membri dell'Assemblea nazionale ad essa spettanti".
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

L'art. 3 regolamenta la composizione dell'Assemblea nazionale prevista nel modello costituzionale, scaturito dai nostri emendamenti.
L'emendamento cita testualmente: "L'Assemblea nazionale è eletta a suffragio universale e diretto.
Il numero dei deputati all'Assemblea nazionale è di duecento.
Sono eleggibili a membri dell'Assemblea nazionale tutti gli elettori che nel giorno delle elezioni hanno compiuto la maggiore età. La ripartizione dei seggi tra le Regioni si effettua, dopo aver assegnato un minimo di due seggi per ciascuna Regione, dividendo il numero degli abitanti della Repubblica, quale risulta dall'ultimo censimento generale della popolazione, per il numero restante dei seggi e distribuendoli in proporzione alla popolazione di ogni Regione, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti.
Ciascuna Regione adotta e modifica le norme per l'elezione dei membri dell'Assemblea nazionale ad essa spettanti".
Vorrei sottolineare, rispetto all'attuale Costituzione, come il numero dei componenti dell'Assemblea nazionale verrebbe ridotto a 200, contro gli attuali 630 deputati e 315 senatori. Numeri che riteniamo oggi pletorici e sotto un certo punto di vista controproducenti. Con un maggior numero di rappresentanti in Parlamento non necessariamente corrisponde una maggiore produzione legislativa, soprattutto in termini qualitativi, anzi, sulla base dei risultati ad oggi conseguiti dal Parlamento italiano, si può ben presumere esattamente il contrario.
Facciamo ancora notare come i componenti dell'Assemblea nazionale verrebbero equamente distribuiti tra le Regioni. Alle Regioni più piccole verrebbe comunque riservato un minimo di rappresentanza, due rappresentanti oltre a quelli spettanti in proporzione alla popolazione, andando così a penalizzare le Regioni più popolose, ma dando una maggiore rappresentanza e pertanto un maggior peso, una maggiore autonomia alle Regioni con un basso numero di abitanti.
L'ultima questione che sottolineo e ritengo innovativa è che ogni Regione potrebbe adottare il sistema di elezione - elezione con il sistema proporzionale o elezione con il sistema maggioritario o con il sistema misto - che più ritiene opportuno, indipendentemente da quello adottato dalle altre Regioni. Questo è un ennesimo punto di maggiore autonomia lasciato alle singole Regioni che potranno scegliere, a livello regionale il sistema elettorale.
Chiediamo la votazione per appello nominale.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

La Giunta è contraria all'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione per appello nominale l'emendamento n. 52).
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 hanno risposto SI' 3 Consiglieri hanno risposto NO 43 Consiglieri L'emendamento è respinto.
Si proceda alla votazione dell'art. 3 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 voti favorevoli 40 voti contrari 6 astensioni 1 L'art. 3 è approvato.
ART. 3 bis - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 voti favorevoli 40 voti contrari 6 astensioni 1 L'art. 3 bis è approvato.
ART. 4 53) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: l'art. 4 è sostituito dal seguente: "L'Assemblea nazionale è eletta per cinque anni".
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente. L'art. 4 va a regolamentare la durata dell'Assemblea nazionale e cita testualmente: "L'Assemblea nazionale è eletta per cinque anni".
Vorrei far notare che in questo caso l'articolo è perfettamente in linea con l'attuale legislazione nonché le previste modifiche istituzionali: la durata di cinque anni per un Parlamento è comunque ritenuta una durata ragionevole, equa, anche se, purtroppo, nelle ultime legislature abbiamo notato che ben difficilmente un Parlamento riesce a compiere la legislatura completa. Negli ultimi casi, infatti, i Parlamenti italiani sono stati regolarmente sciolti in anticipo.
Prevediamo dunque la durata di cinque anni; inviterei la Giunta ad un minimo di attenzione: non mi sembra che questo emendamento sia contrario a quanto previsto dal progetto di legge parlamentare e, tanto meno, a quanto già previsto dall'attuale Costituzione. Forse si potrebbe fare un'eccezione e andare in votazione con una diversa maggioranza.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Non possiamo accettare l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione per appello nominale l'emendamento n. 53).
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI' 2 Consiglieri hanno risposto NO 41 Consiglieri si è astenuto1 Consigliere L'emendamento è respinto.
Si proceda alla votazione dell'art. 4 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 38 voti contrari 5 L'art. 4 è approvato.
ART. 5 54) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: l'art. 5 è sostituito dal seguente: "Le elezioni dell'Assemblea nazionale hanno luogo fra il novantesimo ed il sessantesimo giorno precedente la fine della precedente. La prima riunione ha luogo non oltre il ventesimo giorno dalle elezioni.
Finché non sia riunita la nuova Assemblea nazionale sono prorogati i poteri della precedente".
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente. Anche questo è un articolo tecnico che va a regolamentare il funzionamento dell'Assemblea nazionale.
L'emendamento cita testualmente: "Le elezioni dell'Assemblea nazionale hanno luogo fra il novantesimo ed il sessantesimo giorno precedente la fine della precedente. La prima riunione ha luogo non oltre il ventesimo giorno dalle elezioni.
Finché non sia riunita la nuova Assemblea nazionale sono prorogati i poteri della precedente".
Faccio rilevare che secondo questo articolo non ci sarebbero tempi morti, in cui nessuna Assemblea è al lavoro, come invece succede oggi: prima vi è lo scioglimento del Parlamento e poi vengono indette nuove elezioni; finché il nuovo non viene insediato la nazione risulta essere senza Parlamento. Nel modo proposto, invece, si avrebbe una continuità per cui la nuova Assemblea nazionale inizierebbe i lavori esattamente il giorno successivo a quello dello scioglimento della precedente Assemblea.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

La Giunta non accoglie l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione per appello nominale l'emendamento n. 54).
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 hanno risposto SI' 2 Consiglieri hanno risposto NO 43 Consiglieri si è astenuto1 Consigliere L'emendamento è respinto.
Si proceda alla votazione dell'art. 5 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 voti favorevoli 39 voti contrari 6 astensioni 1 L'art. 5 è approvato.
ART. 6 55) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: l'art. 6 è sostituito dal seguente: "L'Assemblea nazionale si riunisce di diritto il primo giorno non festivo di febbraio e di ottobre.
Ciascuna Assemblea può essere convocata in via straordinaria per iniziativa del suo Presidente o del Presidente della Repubblica o di un terzo dei suoi componenti".
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Anche l'art. 6 regolamenta il funzionamento dell'Assemblea nazionale.
L'emendamento da noi presentato recita: "L'Assemblea nazionale si riunisce di diritto il primo giorno non festivo di febbraio e di ottobre.
Ciascuna Assemblea può essere convocata in via straordinaria per iniziativa del suo Presidente o del Presidente della Repubblica o di un terzo dei suoi componenti".
Si tratta di un articolo che ricalca la legislazione attuale, non introduce importanti variazioni e fissa una durata minima di funzionamento del Parlamento, che normalmente è ampiamente superata dal funzionamento effettivo, in via straordinaria, già oggi. Pertanto non va ad incidere sulla legislazione attuale, ma in questo caso la riconferma.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

La Giunta non accoglie l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

Ho chiesto che le votazioni avvenissero per appello nominale per un motivo semplicissimo. Infatti, ciò mi servirà per fare un ragionamento in sede di dichiarazione di voto; non vorrei che si pensasse che la mira della Lega Nord sia quella di andare alle calende greche, anche perché, l'ho già detto in sede di Capigruppo, se si voleva fare ostruzionismo sarebbero stati presentati duemila emendamenti. In questo caso si tratta di un discorso politico.
Pertanto, chiederò la votazione per appello nominale solo per gli emendamenti più importanti. In merito all'emendamento illustrato poc'anzi va bene la votazione per alzata di mano.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Rosso, per la sua collaborazione.
Pongo pertanto in votazione l'emendamento n. 55).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 42 contrari.
Si proceda alla votazione dell'art. 6 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 50 voti favorevoli 43 voti contrari 6 astensioni 1 L'art. 6 è approvato.
ART. 7 56) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: l'art. 7 è sostituito dal seguente: "Ciascuna Assemblea elegge fra i suoi componenti il Presidente e l'Ufficio di Presidenza.
Quando l'Assemblea federale si riunisce in seduta comune, il Presidente e l'Ufficio di Presidenza sono quelli dell'Assemblea nazionale".
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Anche l'art. 7 va a regolamentare il funzionamento non solo dell'Assemblea nazionale, ma di entrambe le Assemblee, nonché delle sedute comuni delle due Assemblee.
L'emendamento recita: "Ciascuna Assemblea elegge fra i suoi componenti il Presidente e l'Ufficio di Presidenza.
Quando l'Assemblea federale si riunisce in seduta comune, il Presidente e l'Ufficio di Presidenza sono quelli dell'Assemblea nazionale".
In questo caso le norme attuali vengono applicate al tipo di Parlamento previsto dai nostri emendamenti relativi al progetto di legge parlamentare senza stravolgere nulla rispetto a quanto succede attualmente, ma andando a regolare anche il funzionamento delle due Assemblee in seduta comune.



PRESIDENTE

La Giunta non accoglie.
Pongo in votazione l'emendamento n. 56).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 41 contrari.
Si proceda alla votazione dell'art. 7 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 37 voti contrari 2 L'art. 7 è approvato.
ART. 8 57) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: l'art. 8 è sostituito dal seguente: "Ciascuna Assemblea adotta il proprio regolamento a maggioranza assoluta dei suoi componenti.
Le sedute sono pubbliche; tuttavia ciascuna delle due Assemblee e l'Assemblea federale riunita possono deliberare di adunarsi in seduta segreta.
Le deliberazioni di ciascuna Assemblea e dell'Assemblea federale non sono valide se non è presente la maggioranza dei loro componenti, e se non sono adottate a maggioranza dei presenti, salvo che la Costituzione prescriva una maggioranza speciale.
I membri del Governo, anche se non fanno parte delle Assemblee, hanno diritto di assistere alle sedute. Se richiesti, hanno obbligo di assistere alle sedute, anche tramite rappresentanti appartenenti al proprio dicastero. Devono essere sentiti ogni volta che lo richiedano".
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente. Anche l'art. 8 va a regolamentare il funzionamento delle due Assemblee previste dagli emendamenti al progetto di legge parlamentare. Cita testualmente: "Ciascuna Assemblea adotta il proprio regolamento a maggioranza assoluta dei suoi componenti.
Le sedute sono pubbliche; tuttavia ciascuna delle due Assemblee e l'Assemblea federale riunita possono deliberare di adunarsi in seduta segreta.
Le deliberazioni di ciascuna Assemblea e dell'Assemblea federale non sono valide se non è presente la maggioranza dei loro componenti, e se non sono adottate a maggioranza dei presenti, salvo che la Costituzione prescriva una maggioranza speciale.
I membri del Governo, anche se non fanno parte delle Assemblee, hanno diritto di assistere alle sedute. Se richiesti, hanno obbligo di assistere alle sedute, anche tramite rappresentanti appartenenti al proprio dicastero. Devono essere sentiti ogni volta che lo richiedano".
Anche in questo caso si tratta di semplici regole di funzionamento delle Assemblee, che non vanno a sconvolgere l'attuale legislazione, ma che restano pienamente in linea con essa e quindi anche con quanto previsto dal progetto di legge parlamentare che dovrebbe andare a modificare la Costituzione. Non ci sono pertanto grosse novità e non vediamo il caso di richiedere la votazione per appello nominale.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 57).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 39 contrari.
Si proceda alla votazione dell'art. 8 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 39 voti contrari 6 L'art. 8 è approvato.
ART. 9 58) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: l'art. 9 è sostituito dal seguente: "La legge determina i casi di ineleggibilità e di incompatibilità con l'ufficio di deputato. Nessuno può appartenere contemporaneamente alle due Assemblee".
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Anche questo è un emendamento di pura regolamentazione del funzionamento delle Assemblee. Lo cito testualmente: "La legge determina i casi di ineleggibilità e di incompatibilità con l'ufficio di deputato. Nessuno può appartenere contemporaneamente alle due Assemblee".
Anche in questo caso l'emendamento ricalca la legislazione vigente senza andare quindi a stravolgerla o a creare delle nuove intromissioni.
Anche in questo caso non ritengo necessaria la votazione per appello nominale, vista la questione strettamente tecnica dell'emendamento, che andava però a concludere.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 58).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 29 contrari.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rosso; ne ha facoltà.



ROSSO Roberto

Voglio solo capire una cosa. Al di là del fatto che non mi sembra che ci sia molta attenzione da parte del Presidente della Giunta, magari se fa una dichiarazione in cui dice di essere contrario a tutti i nostri emendamenti, evitiamo poi di richiamarlo, perché non mi sembra che la Giunta si sia pronunciata su questo emendamento.
Può dire di non essere d'accordo su tutto il progetto della Lega Nord e facciamo prima.



PRESIDENTE

Il Presidente della Giunta, Ghigo, è sicuramente attento al prosieguo dei lavori.
Si proceda alla votazione dell'art. 9 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 29 voti contrari 2 L'art. 9 è approvato.
ART. 10 59) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: l'art. 10 è sostituito dal seguente: "L'Assemblea nazionale giudica dei titoli di ammissione dei suoi componenti e delle cause sopraggiunte di ineleggibilità e di incompatibilità".
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente. Ci troviamo ancora di fronte ad un emendamento che prevede la regolamentazione del funzionamento delle Assemblee. Lo leggo: "L'Assemblea nazionale giudica dei titoli di ammissione dei suoi componenti e delle cause sopraggiunte di ineleggibilità e di incompatibilità".
Non ci sono stravolgimenti rispetto all'attuale situazione e rispetto a quanto unanimemente è sempre stato accettato. Anche in questo caso, non riteniamo di dover richiedere l'appello nominale.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

La Giunta è contraria.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 59).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 31 contrari.
Si proceda alla votazione dell'art. 10 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 voti favorevoli 31 voti contrari 2 L'art. 10 è approvato.
ART. 11 60) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: l'art. 11 è sostituito dal seguente: "I membri dell'Assemblea federale non possono essere perseguiti in sede penale, civile ed amministrativa per le opinioni espresse e i voti dati nell'esercizio delle loro funzioni.
Senza autorizzazione dell'Assemblea alla quale appartiene, nessun membro dell'Assemblea federale può essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, salvo che sia colto nell'atto di commettere un delitto per il quale è obbligatorio il mandato o l'ordine di custodia.
Eguale autorizzazione è richiesta per trarre in arresto o mantenere in detenzione un membro dell'Assemblea federale in esecuzione di una sentenza anche irrevocabile. Eguali autorizzazioni sono richieste per gli atti amministrativi equipollenti".
La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

Questo è un articolo importante su cui chiediamo, lo annuncio fin d'ora, la votazione per appello nominale. Ne dò lettura: "I membri dell'Assemblea federale non possono essere perseguiti in sede penale, civile ed amministrativa per le opinioni espresse e i voti dati nell'esercizio delle loro funzioni.
Senza autorizzazione dell'Assemblea alla quale appartiene, nessun membro dell'Assemblea federale può essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, salvo sia colto nell'atto di commettere un delitto per il quale è obbligatorio il mandato o l'ordine di custodia.
Eguale autorizzazione è richiesta per trarre in arresto o mantenere in detenzione un membro dell'Assemblea federale in esecuzione di una sentenza anche irrevocabile. Eguali autorizzazioni sono richieste per gli atti amministrativi equipollenti".
Sarebbe importante questo articolo visto quello che è successo proprio ai nostri parlamentari (anche se la Costituzione prevede già un articolo simile) che sono stati malmenati dalle Forze di Polizia, alla faccia dell'autorizzazione parlamentare per la perquisizione! Chiediamo quindi l'attenzione dei colleghi su questo articolo per garantire i politici italiani in questo futuro Stato federale dalle intromissioni delle Forze di Polizia.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

La Giunta è contraria.



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione per appello nominale dell'emendamento n. 60).
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI' 2 Consiglieri hanno risposto NO 26 Consiglieri si sono astenuti 9 Consiglieri L'emendamento è respinto.
Si proceda alla votazione dell'art. 11 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 33 voti contrari 2 astensioni 1 L'art. 11 è approvato.
ART. 12 61) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: l'art. 12 è sostituito dal seguente: "I membri dell'Assemblea nazionale ricevono un'indennità stabilita dalla legge".
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Si tratta di un articolo che si commenta da solo: "I membri dell'Assemblea nazionale ricevono un'indennità stabilita dalla legge".
Penso che nessuno potrebbe permettersi di fare il parlamentare gratuitamente o, se ciò venisse previsto da una qualsiasi legislazione andremmo a restringere la possibilità di fare il parlamentare a chi vive di rendita, quindi ad una classe abbiente, tagliando così fuori tutti coloro che svolgono un'attività lavorativa per vivere, cioè la grande maggioranza della popolazione attiva.
Quindi, come già succede, è più che logico che i parlamentari ricevano un'adeguata indennità per il servizio che svolgono.



PRESIDENTE

La Giunta?



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

La Giunta è contraria.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 61).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli, 27 contrari e 2 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 12 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 33 voti contrari 2 astensioni 1 L'art. 12 è approvato.
ART. 13 62) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: l'art. 13 è sostituito dal seguente: "L'iniziativa delle leggi appartiene al Governo, a ciascun membro delle Camere ed agli organi ed enti ai quali sia conferita da legge costituzionale.
Il popolo esercita l'iniziativa delle leggi, mediante la proposta, da parte di almeno 50 mila elettori, di un progetto redatto per articoli.
Sono presentati all'Assemblea delle Regioni i progetti di legge di iniziativa del Governo e dei membri della stessa Assemblea delle Regioni gli altri progetti sono presentati all'Assemblea nazionale".
La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

Questo emendamento recita: "L'iniziativa delle leggi appartiene al Governo, a ciascun membro delle Camere ed agli organi ed enti ai quali sia conferita da legge costituzionale.
Il popolo esercita l'iniziativa delle leggi, mediante la proposta, da parte di almeno 50 mila elettori, di un progetto redatto per articoli.
Sono presentati all'Assemblea delle Regioni i progetti di legge di iniziativa del Governo e dei membri della stessa Assemblea delle Regioni gli altri progetti sono presentati all'Assemblea nazionale".
Si illustra da solo.



PRESIDENTE

La Giunta è contraria o favorevole?



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

E' contraria.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 62).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 1 voto favorevole e 35 contrari.
Si proceda alla votazione dell'art. 13 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 36 voti contrari 1 astensioni 1 L'art. 13 è approvato.
ART. 14 63) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: l'art. 14 è sostituito dal seguente: "Lo Stato è competente ad esercitare la funzione legislativa in via esclusiva nelle seguenti materie: leggi costituzionali nazionali e di revisione della Costituzione elezione del Parlamento federale ed europeo ordinamento degli organi e degli uffici nazionali cittadinanza stato civile relazioni internazionali e conclusioni di trattati ed alleanze nel solo ambito delle competenze nazionali difesa e forze armate servizi speciali di sicurezza rapporti con la Chiesa Cattolica e le altre Confessioni religiose moneta, credito a carattere federale, contabilità dello Stato normativa tecnica, pesi, misure, determinazione del tempo ordinamento delle giurisdizioni statistica federale poste e telecomunicazioni ed informazione televisiva di interesse federale ordinamento della navigazione marittima ed area ordinamento amministrativo, contabile e tributario federale ordinamento civile, penale e processuale immigrazione ed emigrazione diritto del lavoro statuti previdenziali obbligatori ordinamento delle professioni livelli minimi inderogabili di prestazioni sanitarie armi ed esplosivi di uso non individuale criteri fondamentali per la ricerca scientifica e tecnologica tutela della concorrenza energia nucleare trasporti e comunicazioni di interesse federale disciplina della circolazione tutela della proprietà letteraria, artistica ed intellettuale, marchi e brevetti opere pubbliche e disciplina delle espropriazioni per pubblica utilità afferenti le materie di competenza federale".
La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

Questo è forse l'emendamento più importante, perché stabilisce quali sono, secondo la Lega Nord, le competenze che dovrà mantenere lo Stato federale. Adesso le leggiamo, non sono tantissime, perché nel nostro progetto di riforma federale la gran parte del potere legislativo è delle Regioni: "Lo Stato è competente ad esercitare la funzione legislativa in via esclusiva nelle seguenti materie: leggi costituzionali nazionali e di revisione della Costituzione elezione del Parlamento federale ed europeo ordinamento degli organi e degli uffici nazionali cittadinanza stato civile relazioni internazionali e conclusioni di trattati ed alleanze nel solo ambito delle competenze nazionali difesa e forze armate servizi speciali di sicurezza rapporti con la Chiesa Cattolica e le altre Confessioni religiose moneta, credito a carattere federale, contabilità dello Stato normativa tecnica, pesi, misure, determinazione del tempo ordinamento delle giurisdizioni statistica federale poste e telecomunicazioni ed informazione televisiva di interesse federale ordinamento della navigazione marittima ed area ordinamento amministrativo, contabile e tributario federale ordinamento civile, penale e processuale immigrazione ed emigrazione diritto del lavoro statuti previdenziali obbligatori ordinamento delle professioni livelli minimi inderogabili di prestazioni sanitarie armi ed esplosivi di uso non individuale criteri fondamentali per la ricerca scientifica e tecnologica tutela della concorrenza energia nucleare trasporti e comunicazioni di interesse federale disciplina della circolazione tutela della proprietà letteraria, artistica ed intellettuale, marchi e brevetti opere pubbliche e disciplina delle espropriazioni per pubblica utilità afferenti le materie di competenza federale".
Si può notare che lo Stato federale manterrebbe un potere di indirizzo su tematiche di interesse federale o comunque tutte quelle tematiche che hanno rapporti con l'estero, ma tutti i grandi comparti rimarrebbero di esclusiva competenza delle Regioni. Questo è un punto fondamentale della nostra proposta di riforma federale dello Stato italiano. Quindi chiedo, su questo emendamento, l'appello nominale.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta, Majorino.



MAJORINO Gaetano, Vicepresidente della Giunta regionale

La Giunta è contraria per le stesse ragioni per cui è stata contraria agli emendamenti che hanno preceduto questa normativa e per la medesima ragione lo sarà anche per i successivi emendamenti.
Con gli emendamenti della Lega Nord si incide sulla sostanza e sull'impianto dell'intero disegno di legge, che è stato elaborato unanimemente, dopo approfondite valutazioni e discussioni dei Presidenti delle Giunte regionali, nelle quali anche questa Giunta si riconosce in toto senza smagliature e senza modifiche all'intero impianto.



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione per appello nominale dell'emendamento n. 63).
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI' 2 Consiglieri hanno risposto NO 38 Consiglieri L'emendamento è respinto.
Si proceda alla votazione dell'art. 14 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 36 voti contrari 5 astensioni 1 L'art. 14 è approvato.
ART. 15 64) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: l'art. 15 è sostituito dal seguente: "Ogni disegno di legge, presentato ad un'Assemblea è, secondo le norme del suo regolamento, esaminato da una Commissione e poi dall'Assemblea stessa che l'approva articolo per articolo e con votazione finale.
Il regolamento stabilisce procedimenti abbreviati per i disegni di legge dei quali è dichiarata l'urgenza.
Può anche stabilire in quali casi e forme l'esame e l'approvazione dei disegni di legge sono deferiti a Commissioni, anche permanenti.
Anche in tali casi, fino al momento della sua approvazione definitiva, il disegno di legge è rimesso all'Assemblea, se il Governo o un decimo dei componenti dell'Assemblea o un quindi della Commissione richiedono che sia discusso e votato dall'Assemblea stessa oppure che sia sottoposto alla sua approvazione finale con sole dichiarazioni di voto. Il regolamento determina le forme di pubblicità dei lavori delle Commissioni.
La procedura normale di esame e di approvazione diretta da parte dell'Assemblea è sempre adottata per i disegni di legge in materia costituzionale ed elettorale e per quelli di delegazione legislativa, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali, di approvazione di bilanci e consuntivi".
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Cito testualmente l'emendamento: "Ogni disegno di legge, presentato ad un'Assemblea è, secondo le norme del suo regolamento, esaminato da una Commissione e poi dall'Assemblea stessa che l'approva articolo per articolo e con votazione finale.
Il regolamento stabilisce procedimenti abbreviati per i disegni di legge dei quali è dichiarata l'urgenza.
Può anche stabilire in quali casi e forme l'esame e l'approvazione dei disegni di legge sono deferiti a Commissioni, anche permanenti.
Anche in tali casi, fino al momento della sua approvazione definitiva, il disegno di legge è rimesso all'Assemblea, se il Governo o un decimo dei componenti dell'Assemblea o un quinto della Commissione richiedono che sia discusso e votato dall'Assemblea stessa oppure che sia sottoposto alla sua approvazione finale con sole dichiarazioni di voto. Il regolamento determina le forme di pubblicità dei lavori delle Commissioni.
La procedura normale di esame e di approvazione diretta da parte dell'Assemblea è sempre adottata per i disegni di legge in materia costituzionale ed elettorale e per quelli di delegazione legislativa, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali, di approvazione di bilanci e consuntivi".
Anche questo è un emendamento di normale regolamentazione di funzionamento di un'Assemblea, non si discosta molto dai termini vigenti, per cui non chiediamo la votazione per appello nominale.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 64).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli, 39 contrari e 1 astensione.
Si proceda alla votazione dell'art. 15 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 37 voti contrari 5 astensioni 1 L'art. 15 è approvato.
ART. 16 65) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: l'art. 16 è sostituito dal seguente: "L'esercizio della funzione legislativa non può essere delegato al Governo se non con determinazione di principi e criteri direttivi e soltanto per tempo limitato o per soggetti definiti.
Il Governo non può, senza delegazione delle Camere, emanare decreti che abbiano valore di legge ordinaria".
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Con questo emendamento andiamo ad affrontare una questione molto delicata, che se non va a difformarsi sostanzialmente da quello che è previsto dall'attuale Costituzione, va invece a difformarsi da quanto è avvenuto in pratica negli ultimi anni nel nostro Parlamento e nel nostro Governo.
L'emendamento recita testualmente: "L'esercizio della funzione legislativa non può essere delegato al Governo se non con determinazione di principi e criteri direttivi e soltanto per tempo limitato o per soggetti definiti.
Il Governo non può, senza delegazione delle Camere, emanare decreti che abbiano valore di legge ordinaria".
Ho già accennato al fatto che oggi, in pratica, avviene esattamente il contrario da quanto previsto in questo articolo. Cioè abbiamo un Parlamento che è praticamente chiamato solo a ratificare provvedimenti legislativi emanati dal Governo.
Ci troviamo pertanto di fronte ad un Governo che, impropriamente, è anche diventato Parlamento o perlomeno ha surrogato l'attuale Parlamento nei suoi compiti. Ci troviamo di fronte ad un Parlamento delegittimato, non più propositivo che va semplicemente a ratificare o a discutere su decreti legge già emanati, già in vigore.
Riteniamo questo modo di legiferare addirittura anticostituzionale rispetto alla Costituzione attuale e quindi, in una futura legislazione riteniamo essenziale porre in modo ben chiaro questi principi, porre in modo ben chiaro la differenziazione dei compiti del potere esecutivo e del potere legislativo.
Riteniamo, quindi, questo nostro emendamento di fondamentale importanza. A tale titolo chiediamo la votazione per appello nominale.



PRESIDENTE

Pongo in votazione per appello nominale l'emendamento n. 65).
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI' 2 Consiglieri hanno risposto NO 36 Consiglieri L'emendamento è respinto.
Si proceda alla votazione dell'art. 16 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 30 voti contrari 5 astensioni 1 L'art. 16 è approvato.
ART. 17 66) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: l'art. 17 è sostituito dal seguente: "Le leggi sono promulgate dal Presidente della Repubblica Federale entro un mese dall'approvazione.
Se le Assemblee, ciascuna a maggioranza assoluta dei propri componenti, ne dichiarano l'urgenza, la legge è promulgata nel termine da esse stabilito.
Le leggi sono pubblicate subito dopo la promulgazione ed entrano in vigore il quindicesimo giorno successivo alla loro pubblicazione, salvo che le leggi stesse stabiliscano un termine diverso".
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Ci troviamo nuovamente di fronte ad un articolo di regolamentazione del funzionamento delle Assemblee e del sistema generale legislativo.
L'emendamento cita testualmente: "Le leggi sono promulgate dal Presidente della Repubblica Federale entro un mese dall'approvazione.
Se le Assemblee, ciascuna a maggioranza assoluta dei propri componenti, ne dichiarano l'urgenza, la legge è promulgata nel termine da esse stabilito.
Le leggi sono pubblicate subito dopo la promulgazione ed entrano in vigore il quindicesimo giorno successivo alla loro pubblicazione, salvo che le leggi stesse stabiliscano un termine diverso".
Anche qui non ci troviamo di fronte a grossi stravolgimenti rispetto alla legislazione attuale. L'emendamento non fa che ricalcarla: non vedo quindi grossi problemi per l'opposizione all'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 66).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 1 voto favorevole e 29 contrari.
Si proceda alla votazione dell'art. 17 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 31 voti contrari 5 L'art. 17 è approvato.
ART. 18 67) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: l'art. 18 è sostituito dal seguente: "E' indetto referendum popolare per deliberare l'abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge o per approvare una proposta di legge, quando lo richiedono 500 mila elettori o due Regioni.
Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali.
Hanno diritto di partecipare ai referendum tutti i cittadini chiamati ad eleggere l'Assemblea nazionale.
La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi.
La legge determina le modalità di attuazione del referendum.
Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali.
Hanno diritto di partecipare al referendum tutti i cittadini chiamati ad eleggere l'Assemblea nazionale".
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Si tratta di un altro articolo che riteniamo importante. L'emendamento cita testualmente: "E' indetto referendum popolare per deliberare l'abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge o per approvare una proposta di legge, quando lo richiedono 500 mila elettori o due Regioni.
Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali.
Hanno diritto di partecipare ai referendum tutti i cittadini chiamati ad eleggere l'Assemblea nazionale.
La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi.
La legge determina le modalità di attuazione del referendum.
Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali.
Hanno diritto di partecipare al referendum tutti i cittadini chiamati ad eleggere l'Assemblea nazionale".
Se questo articolo fosse introdotto nella Costituzione permetterebbe oltre alla conservazione del referendum abrogativo, di inserirvi il referendum propositivo, ridando ai cittadini italiani e a tutti i popoli italiani il diritto di poter proporre delle leggi e non vedere vanificato il tentativo di cambiarle con il referendum abrogativo.
Sappiamo bene che già nel 1993 erano stati aboliti determinati Ministeri che poi sono stati ricostituiti, cambiando leggermente le vecchie leggi. Ci pare di capire che, in questo momento politico particolare, in Italia ci sia scollamento tra la volontà del popolo e le leggi emanate a livello romano. E' quindi necessario introdurre nella Costituzione lo strumento del referendum propositivo.
Volevo fare ancora rilevare che questo Consiglio regionale ha approvato una mozione in cui si impegnava il Consiglio a preparare una proposta di legge per l'introduzione del referendum propositivo. La Lega Nord ha presentato una sua proposta di legge in Commissione, che in questo momento è in qualche cassetto: vorrei rammentare che molti Gruppi della maggioranza avevano partecipato alla votazione in Commissione in modo favorevole contribuendo all'approvazione del documento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione per appello nominale l'emendamento n. 67).
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI' 2 Consiglieri hanno risposto NO 36 Consiglieri L'emendamento è respinto.
Si proceda alla votazione dell'art. 18 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 33 voti contrari 5 astensioni 1 L'art. 18 è approvato.
ART. 19 68) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: l'art. 19 è sostituito dal seguente: "Le Assemblee deliberano lo stato di guerra e conferiscono al Governo i poteri necessari".
La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

L'emendamento relativo all'art. 19 recita: "Le Assemblee deliberano lo stato di guerra e conferiscono al Governo i poteri necessari".
Abbiamo voluto specificare che sono le Assemblee, quindi i federali, che decidono lo stato di guerra, visto che molti affermano che, se vincesse il federalismo della Lega Nord, le Regioni si farebbero la guerra o tenterebbero di annettersi i rispettivi territori. Questo è assolutamente falso in quanto rimane sempre compito dello Stato federale decidere la triste eventualità della guerra. Speriamo che non capiti mai, ma è giusto inserirlo in una Costituzione.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 68).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 35 contrari.
Si proceda alla votazione dell'art. 19 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 32 voti contrari 5 astensioni 1 L'art. 19 è approvato.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Vorrei sapere a quanto assomma il numero legale in questo momento.



PRESIDENTE

Il nostro numero legale è 30, quindi siamo ampiamente al di sopra.



CHIEZZI Giuseppe

No, i favorevoli ad una proposta di legge che rifà l'Italia variano da 32 a 33 a 35.



PRESIDENTE

Sono 32.



CHIEZZI Giuseppe

Quindi sono molto vicini alla soglia per poter deliberare.
Guardo con stupore e rammarico al disinteresse di numerosissimi Consiglieri di questa superlativa maggioranza che dovrebbe proporre alla Bicamerale una profonda riforma del nostro Stato.
In questa situazione, se questa superlativa maggioranza non dovesse raggiungere il numero legale, noi come Gruppo - l'annunciamo per correttezza a tutti i colleghi - d'ora in poi non garantiamo, se i nostri voti sono determinanti, il numero legale in quest'aula. Grazie.



PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame dell'articolato.
ART. 20 69) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: l'art. 20 è sostituito dal seguente: "L'amnistia e l'indulto sono concessi dal Presidente della Repubblica federale su legge di delegazione delle Assemblee.
Non possono applicarsi ai reati commessi successivamente alla proposta di delegazione".
La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

Mi associo alla dichiarazione del collega Chiezzi perché, al di là del fatto che vedo scarsissimo interesse alla proposta della Lega Nord, che pu piacere oppure no...



(Interruzione del Consigliere Ghiglia)



ROSSO Roberto

Ghiglia, io non pretendo che ti interessi, però so che al di fuori di quest'aula molti politici di varie forze politiche dicono che la Lega Nord non ha proposte, che gioca su un sentimento di protesta; quando per arrivano le proposte della Lega Nord c'è molto disinteresse.
Se questa maggioranza, non solo la maggioranza di destra (in questo caso la maggioranza è composta anche dalle forze dell'Ulivo), non riesce a garantire in quest'aula il numero legale, non saremo noi a garantirlo.
L'emendamento all'art. 20 recita: "L'amnistia e l'indulto sono concessi dal Presidente della Repubblica federale su legge di delegazione delle Assemblee.
Non possono applicarsi ai reati commessi successivamente alla proposta di delegazione".
Anche questa è una questione tecnica e si illustra da sola.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 69).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 34 contrari.
Si proceda alla votazione dell'art. 20 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 33 voti contrari 5 astensioni 1 L'art. 20 è approvato.
ART. 21 70) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: l'art. 21 è sostituito dal seguente: "Ogni accordo o trattato di natura internazionale è portato dal Governo a conoscenza delle Assemblee prima della sua sottoscrizione.
Su richiesta di un quarto dei componenti di una delle Assemblee, da presentarsi entro i successivi trenta giorni, il Parlamento si pronuncia sull'accordo o trattato. Decorso il termine senza che sia stata presentata la richiesta di esame, si intende che il Parlamento consente, a tutti i fini, l'ulteriore corso dell'accordo o trattato.
E' sempre autorizzata con legge la ratifica degli accordi o trattati internazionali che importano variazioni del territorio od oneri alle finanze o modificazioni di leggi e di quelli relativi all'assunzione di obblighi militari".
La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

Leggo testualmente: "Ogni accordo o trattato di natura internazionale è portato dal Governo a conoscenza delle Assemblee prima della sua sottoscrizione.
Su richiesta di un quarto dei componenti di una delle Assemblee, da presentarsi entro i successivi trenta giorni, il Parlamento si pronuncia sull'accordo o trattato. Decorso il termine senza che sia stata presentata la richiesta di esame, si intende che il Parlamento consente, a tutti i fini, l'ulteriore corso dell'accordo o trattato.
E' sempre autorizzata con legge la ratifica degli accordi o trattati internazionali che importano variazioni del territorio od oneri alle finanze o modificazioni di leggi e di quelli relativi all'assunzione di obblighi militari".
Anche in questo caso, va a sfatare le voci che dicono che ogni Regione farebbe i trattati e gli accordi internazionali per suo conto, ma riconosciamo che sia lo Stato federale ad avere questo compito. Grazie.



PRESIDENTE

Il Vicepresidente Majorino ha già dato parere complessivo a tutti gli emendamenti a seguire.
Pongo dunque in votazione l'emendamento n. 70).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 35 contrari.
Si proceda alla votazione dell'art. 21 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 34 voti contrari 5 astensioni 1 L'art. 21 è approvato.
ART. 22 71) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: l'art. 22 è sostituito dal seguente: "Le Assemblee approvano ogni anno i bilanci e il rendiconto consultivo presentati dal Governo. L'esercizio provvisorio del bilancio non può essere concesso se non per legge e per periodi non superiori complessivamente a quattro mesi.
Con la legge di approvazione del bilancio non si possono stabilire nuovi tributi e nuove spese.
Ogni altra legge che importi nuove e maggiori spese deve indicare i mezzi per farvi fronte".
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

L'emendamento recita: "Le Assemblee approvano ogni anno i bilanci e il rendiconto consuntivo presentati dal Governo. L'esercizio provvisorio del bilancio non può essere concesso se non per legge e per periodi non superiori complessivamente a quattro mesi.
Con la legge di approvazione del bilancio non si possono stabilire nuovi tributi e nuove spese.
Ogni altra legge che importi nuove e maggiori spese deve indicare i mezzi per farvi fronte".
E' un articolo di pura regolamentazione, ma contiene, rispetto alle disposizioni attuali, una grossa innovazione: con le leggi di approvazione del bilancio il Parlamento non può stabilire nuovi tributi e nuove spese.
Per affrontare nuove spese durante l'anno, a fronte di nuove leggi che le prevedano, dovrà indicare nuovi mezzi per farvi fronte. In sostanza, se dovranno esserci nuovi tributi, questi saranno specificatamente destinati a sostenere nuove spese. E' un'innovazione che va nel senso della trasparenza, cioè fino ad oggi noi siamo soggetti ad un'imposizione arrivata ormai a livelli assurdi e vediamo la montagna di soldi che paghiamo in imposte andare in un mucchio unico, da cui poi viene prelevata e dispersa in mille rivoli, con - fra l'altro - sprechi, corruzione ed altri gravi difetti. Con questo articolo, siccome ogni nuova spesa dovrebbe indicare chiaramente come farvi fronte, cioè dovrebbe indicare chiaramente la nuova entrata, si fa, come ho detto, della trasparenza e della chiarezza, in modo che il cittadino sappia se deve pagare una nuova imposta, per quale motivo deve pagarla, per quale destinazione e dovrà pertanto accorgersi immediatamente del risultato, cioè l'effetto positivo che ha avuto l'imposta che ha pagato.
Io vedo questo articolo decisamente innovativo e pertanto con una certa importanza; richiedo quindi la votazione per appello nominale.



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione per appello nominale dell'emendamento n. 71).
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 hanno risposto SI' 2 Consiglieri hanno risposto NO 44 Consiglieri L'emendamento è respinto.
Si proceda alla votazione dell'art. 22 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 49 voti favorevoli 43 voti contrari 5 astensioni 1 L'art. 22 è approvato.
ART. 23 72) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: l'art. 23 è sostituito dal seguente: "Ciascuna Assemblea può disporre inchieste su materie di pubblico interesse. A tale scopo nomina fra i propri componenti una Commissione formata in modo da rispecchiare la proporzione dei vari Gruppi. La Commissione di inchiesta procede alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell'Autorità giudiziaria".
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

L'emendamento all'art. 23 recita: "Ciascuna Assemblea può disporre inchieste su materie di pubblico interesse. A tale scopo nomina fra i propri componenti una Commissione formata in modo da rispecchiare la proporzione dei vari Gruppi. La Commissione di inchiesta procede alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell'Autorità giudiziaria".
Direi che non ci sono grosse innovazioni rispetto alla legislazione vigente, perciò non chiediamo la votazione per appello nominale.



PRESIDENTE

D'accordo. La Giunta ha già espresso parere negativo.
Pongo pertanto in votazione l'emendamento n. 72).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 43 contrari.
Si proceda alla votazione dell'art. 23 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 voti favorevoli 40 voti contrari 5 astensioni 1 L'art. 23 è approvato.
ART. 24 73) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: l'art. 24 è sostituito dal seguente: "Il Presidente della Repubblica è eletto dall'Assemblea federale.
L'elezione ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza dei membri. Se nella terza votazione non sia stata raggiunta la prevista maggioranza, si procede ad una successiva votazione di ballottaggio fra i due che hanno ottenuto nel precedente scrutinio il maggior numero di voti. E' eletto chi consegue il maggior numero di voti; in caso di parità è eletto il più anziano".
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

L'art. 24 recita: "Il Presidente della Repubblica è eletto dall'Assemblea federale.
L'elezione ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza dei membri. Se nella terza votazione non sia stata raggiunta la prevista maggioranza, si procede ad una successiva votazione di ballottaggio fra i due che hanno ottenuto nel precedente scrutinio il maggior numero di voti. E' eletto chi consegue il maggior numero di voti; in caso di parità è eletto il più anziano".
Questo articolo fissa innanzitutto il principio base che il Presidente della Repubblica continua, come accade oggi, ad essere eletto dall'Assemblea federale, cioè dalle due Assemblee riunite, e non viene quindi eletto direttamente dal popolo.
L'articolo prosegue poi fissando i criteri tecnici di votazione prevedendo il caso di parità e prevedendo oltre la terza votazione una votazione di ballottaggio.



PRESIDENTE

La Giunta è contraria.
Pongo quindi in votazione l'emendamento n. 73).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 42 contrari.
Si proceda alla votazione dell'art. 24 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 39 voti contrari 5 astensioni 1 L'art. 24 è approvato.
ART. 25 74) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: l'art. 25 è sostituito dal seguente: "Può essere eletto Presidente federale ogni cittadino che abbia compiuto quarant'anni d'età e goda di diritti civili e politici.
L'ufficio di Presidenza della Repubblica è incompatibile con qualsiasi altra carica. L'assegno e la dotazione del Presidente sono determinati per legge".
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

L'emendamento all'art. 25 recita: "Può essere eletto Presidente federale ogni cittadino che abbia compiuto quarant'anni d'età e goda di diritti civili e politici.
L'ufficio di Presidente della Repubblica è incompatibile con qualsiasi altra carica. L'assegno e la dotazione del Presidente sono determinati per legge".
Direi che non c'è nulla di innovativo, perlomeno non stravolge la legislazione attuale; pertanto anche in questo caso non chiediamo la votazione per appello nominale.



PRESIDENTE

D'accordo.
Pongo in votazione l'emendamento n. 74).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 40 contrari.
Si proceda alla votazione dell'art. 25 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 39 voti contrari 5 astensioni 1 L'art. 25 è approvato.
ART. 26 75) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: l'art. 26 è sostituito dal seguente: "Il Presidente federale è eletto per quattro anni.
Quaranta giorni prima che scada il termine, il Presidente dell'Assemblea nazionale convoca in seduta comune l'Assemblea federale per eleggere il nuovo Presidente federale.
Se l'Assemblea federale è sciolta o mancano meno di tre mesi alla sua cessazione, l'elezione ha luogo entro quindici giorni dalla riunione della nuova Assemblea. Nel frattempo sono prorogati i poteri del Presidente in carica".
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

L'emendamento all'art. 26 recita: "Il Presidente federale è eletto per quattro anni.
Quaranta giorni prima che scada il termine il Presidente dell'Assemblea nazionale convoca in seduta comune l'Assemblea federale per eleggere il nuovo Presidente federale.
Se l'Assemblea federale è sciolta o mancano meno di tre mesi alla sua cessazione, l'elezione ha luogo entro quindici giorni dalla riunione della nuova Assemblea. Nel frattempo sono prorogati i poteri del Presidente in carica".
Di innovativo c'è la decisa riduzione della durata in carica del Presidente rispetto a quella prevista dall'attuale Costituzione: verrebbe ridotta a soli quattro anni, che riteniamo più congrui per il tipo di carica ricoperta.
Come già accaduto per le Assemblee, viene poi previsto un criterio per cui non ci sia uno spazio di vacanza, cioè il Presidente duri in carica fino all'entrata in carica del Presidente neo eletto. Anche in questo caso non chiediamo la votazione per appello nominale.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 75).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 42 contrari.
Si proceda alla votazione dell'art. 26 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 38 voti contrari 6 astensioni 1 L'art. 26 è approvato.
ART. 27 76) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: l'art. 27 è sostituito dal seguente: "Le funzioni del Presidente federale, in ogni caso egli non possa adempierle, sono esercitate dal Presidente dell'Assemblea nazionale.
In caso di impedimento permanente o di morte o di dimissioni del Presidente federale, il Presidente dell'Assemblea nazionale indice l'elezione del nuovo Presidente federale entro quindici giorni, salvo il maggior termine previsto se l'Assemblea nazionale è sciolta o mancano meno di tre mesi alla sua cessazione".
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

L'emendamento all'art. 27 recita: "Le funzioni del Presidente federale, in ogni caso egli non possa adempierle, sono esercitate dal Presidente dell'Assemblea nazionale.
In caso di impedimento permanente o di morte o di dimissioni del Presidente federale, il Presidente dell'Assemblea nazionale indice l'elezione del nuovo Presidente federale entro quindici giorni, salvo il maggior termine previsto se l'Assemblea nazionale è sciolta o mancano meno di tre mesi alla sua cessazione".
Anche in questo caso, trattandosi di un articolo tecnico, si pu procedere alla votazione per alzata di mano.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 76).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 43 contrari.
Si proceda alla votazione dell'art. 27 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 voti favorevoli 39 voti contrari 6 astensioni 1 L'art. 27 è approvato.
ART. 28 77) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: l'art. 28 è sostituito dal seguente: "Il Presidente federale è il Capo dello Stato e rappresenta la federazione.
Indice le elezioni dell'Assemblea nazionale e ne fissa la prima riunione.
Promulga le leggi ed emana i decreti aventi valore di legge e i regolamenti. Indice il referendum popolare nei casi previsti dalla Costituzione. Nomina, nei casi indicati dalla legge, i funzionari dello Stato. Accredita e riceve i rappresentanti diplomatici, ratifica i trattati internazionali, previa, quando occorra, l'autorizzazione delle Assemblee.
Ha il comando supremo delle Forze armate, presiede il Consiglio supremo di difesa costituito secondo la legge, dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Assemblee. Può concedere grazie e commutare le pene".
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

L'emendamento all'art. 28 recita: "Il Presidente federale è il Capo dello Stato e rappresenta la federazione.
Indice le elezioni dell'Assemblea nazionale e ne fissa la prima riunione.
Promulga le leggi ed emana i decreti aventi valore di legge e i regolamenti. Indice il referendum popolare nei casi previsti dalla Costituzione. Nomina, nei casi indicati dalla legge, i funzionari dello Stato. Accredita e riceve i rappresentanti diplomatici, ratifica i trattati internazionali, previa, quando occorra, l'autorizzazione delle Assemblee.
Ha il comando supremo delle Forze armate, presiede il Consiglio supremo di difesa costituito secondo la legge, dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Assemblee. Può concedere grazie e commutare le pene".
Anche qui direi che non ci sono stravolgimenti rispetto alla vigente legislazione, non sto quindi a commentare ulteriormente l'articolo, e possiamo procedere alla votazione per alzata di mano.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 77).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 43 contrari.
Si proceda alla votazione dell'art. 28 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 voti favorevoli 39 voti contrari 6 astensioni 1 L'art. 28 è approvato.
ART. 28 bis - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 voti favorevoli 39 voti contrari 6 astensioni 1 L'art. 28 bis è approvato.
ART. 29 78) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: l'art. 29 è sostituito dal seguente: "Nessun atto del Presidente federale è valido se non è controfirmato dai Ministri proponenti, che ne assumono la responsabilità.
Gli atti che hanno valore legislativo e gli altri indicati dalla legge sono controfirmati anche dal Presidente del Consiglio dei Ministri".
La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

L'emendamento all'art. 29 recita: "Nessun atto del Presidente federale è valido se non è controfirmato dai Ministri proponenti, che ne assumono la responsabilità.
Gli atti che hanno valore legislativo e gli altri indicati dalla legge sono controfirmati anche dal Presidente del Consiglio dei Ministri".
Si illustra da solo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 78).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 43 contrari.
Si proceda alla votazione dell'art. 29 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 38 voti contrari 6 astensioni 1 L'art. 29 è approvato.
ART. 30 79) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: l'art. 30 è sostituito dal seguente: "Il Presidente federale non è responsabile degli atti compiuti nell'esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione.
In tali casi è messo in stato di accusa dall'Assemblea federale in seduta comune, a maggioranza assoluta dei suoi membri".
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

L'emendamento all'art. 30 recita: "Il Presidente federale non è responsabile degli atti compiuti nell'esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione.
In tali casi è messo in stato di accusa dall'Assemblea federale in seduta comune, a maggioranza assoluta dei suoi membri".
Anche qui non c'è nulla da commentare.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 79).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 43 contrari.
Si proceda alla votazione dell'art. 30 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 38 voti contrari 6 astensioni 1 L'art. 30 è approvato.
ART. 31 80) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: l'art. 31 è sostituito dal seguente: "Il Presidente federale, prima di assumere le sue funzioni, presta giuramento di fedeltà alla Federazione e di osservanza della Costituzione dinanzi all'Assemblea federale in seduta comune".
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Il nostro emendamento recita: "Il Presidente federale, prima di assumere le sue funzioni, presta giuramento di fedeltà alla Federazione e di osservanza della Costituzione dinnanzi all'Assemblea federale in seduta comune".
Non ci sono specifici commenti da fare.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 80).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 43 contrari.
Si proceda alla votazione dell'art. 31 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 38 voti contrari 6 astensioni 1 L'art. 31 è approvato.
ART. 32 81) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: l'art. 32 è sostituito dal seguente: "Il Governo federale è composto dal Primo Ministro federale e dai Ministri federali".
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

L'emendamento all'art. 32 recita: "Il Governo federale è composto dal Primo Ministro federale e dai Ministri federali".
Questo è in linea con tutto il resto dei nostri emendamenti e non richiede una specifica illustrazione.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 81).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 43 contrari.
Si proceda alla votazione dell'art. 32 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 38 voti contrari 6 astensioni 1 L'art. 32 è approvato.
ART. 33 82) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: l'art. 33 è sostituito dal seguente: "Il Primo Ministro federale dirige la politica generale del Governo e ne è responsabile. Mantiene l'unità di indirizzo politico ed amministrativo promuovendo e coordinando l'attività dei Ministri.
I Ministri sono responsabili collegialmente degli atti del Governo e individualmente degli atti dei loro dicasteri.
La legge provvede all'ordinamento del Governo e determina il numero, le attribuzioni e l'organizzazione dei Ministeri".
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

L'emendamento all'art. 33 recita: "Il Primo Ministro federale dirige la politica generale del Governo e ne è responsabile. Mantiene l'unità di indirizzo politico ed amministrativo promuovendo e coordinando l'attività dei Ministri.
I Ministri sono responsabili collegialmente degli atti del Governo e individualmente degli atti dei loro dicasteri.
La legge provvede all'ordinamento del Governo e determina il numero, le attribuzioni e l'organizzazione dei Ministeri".
Non ci sono specifici commenti da fare.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 82).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 43 contrari.
Si proceda alla votazione dell'art. 33 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 38 voti contrari 6 astensioni 1 L'art. 33 è approvato.
ART. 34 83) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: l'art. 34 è sostituito dal seguente: "Il Primo Ministro federale è eletto dall'Assemblea federale su proposta del Presidente federale.
E' eletto se ottiene i voti della maggioranza dei membri dell'Assemblea nazionale.
Se il proposto non ottiene tale maggioranza, l'Assemblea nazionale entro dieci giorni si riunisce per procedere all'elezione, con la medesima maggioranza, di un Primo Ministro federale che non sia quello precedentemente proposto.
Se la votazione non ha luogo entro il termine fissato o non dà esito positivo, il Presidente federale scioglie l'Assemblea nazionale.
Il Presidente federale, a seguito dell'esito positivo della votazione dell'Assemblea nazionale, nomina il Primo Ministro federale".
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

L'emendamento all'art. 34 recita: "Il Primo Ministro federale è eletto dall'Assemblea federale su proposta del Presidente federale.
E' eletto se ottiene i voti della maggioranza dei membri dell'Assemblea nazionale.
Se il proposto non ottiene tale maggioranza, l'Assemblea nazionale entro dieci giorni si riunisce per procedere all'elezione, con la medesima maggioranza, di un Primo Ministro federale che non sia quello precedentemente proposto.
Se la votazione non ha luogo entro il termine fissato o non dà esito positivo, il Presidente federale scioglie l'Assemblea nazionale.
Il Presidente federale, a seguito dell'esito positivo della votazione dell'Assemblea nazionale, nomina il Primo Ministro federale".
E' un articolo tecnico che non richiede uno specifico commento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 83).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 43 contrari.
Si proceda alla votazione dell'art. 34 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 voti favorevoli 34 voti contrari 6 astensioni 1 L'art. 34 approvato.
ART. 35 84) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: l'art. 35 è sostituito dal seguente: "I Ministri federali sono nominati e revocati dal Presidente federale su proposta del Primo Ministro federale.
Ciascun ramo dell'Assemblea federale può proporre una mozione di sfiducia contro un singolo Ministro; se la mozione è approvata, il Presidente federale revoca il Ministro.
Non è consentito, attraverso la procedura della sfiducia individuale sfiduciare l'insieme dei Ministri".
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

L'emendamento all'art. 35 recita: "I Ministri federali sono nominati e revocati dal Presidente federale su proposta del Primo Ministro federale.
Ciascun ramo dell'Assemblea federale può proporre una mozione di sfiducia contro un singolo Ministro; se la mozione è approvata, il Presidente federale revoca il Ministro.
Non è consentito, attraverso la procedura della sfiducia individuale sfiduciare l'insieme dei Ministri".



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 84).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 43 contrari.
Si proceda alla votazione dell'art. 35 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 38 voti contrari 6 astensioni 1 L'art. 35 è approvato.
ART. 36 85) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: l'art. 36 è sostituito dal seguente: "L'Assemblea nazionale può esprimere la sfiducia al Primo Ministro federale solo se elegge a maggioranza dei suoi membri un nuovo Primo Ministro federale".
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

L'emendamento all'art. 36 è il seguente: "L'Assemblea nazionale può esprimere la sfiducia al Primo Ministro federale solo se elegge a maggioranza dei suoi membri un nuovo Primo Ministro federale".
E' un testo molto breve e si commenta da solo, anche se contiene una grossa innovazione rispetto al passato.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 85).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 43 contrari.
Si proceda alla votazione dell'art. 36 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 38 voti contrari 6 astensioni 1 L'art. 36 è approvato.
ART. 37 86) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: l'art. 37 è sostituito dal seguente: "Il Primo Ministro federale può proporre una mozione di sfiducia; qualora essa non sia approvata dalla maggioranza dell'Assemblea nazionale, il Presidente federale scioglie l'Assemblea federale entro venti giorni, a meno che questa, entro tale periodo di tempo, non abbia eletto a maggioranza dei suoi membri un nuovo Primo Ministro federale.
Non può porsi questione di fiducia da parte del Primo Ministro federale su alcuna materia in votazione".
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Leggo testualmente l'emendamento: "Il Primo Ministro federale può proporre una mozione di sfiducia; qualora essa non sia approvata dalla maggioranza dell'Assemblea nazionale, il Presidente federale scioglie l'Assemblea federale entro venti giorni, a meno che questa, entro tale periodo di tempo, non abbia eletto a maggioranza dei suoi membri un nuovo Primo Ministro federale.
Non può porsi questione di fiducia da parte del Primo Ministro federale su alcuna materia in votazione".
Anche questo emendamento tecnico non ha bisogno di particolari commenti.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 86).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 43 contrari.
Si proceda alla votazione dell'art. 37 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 38 voti contrari 6 astensioni 1 L'art. 37 è approvato.
ART. 38 87) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: l'art. 38 è sostituito dal seguente: "Il Governo è in carica sino alla nomina del successivo".
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

L'emendamento all'art. 38 recita testualmente: "Il Governo è in carica sino alla nomina del successivo".
E' un emendamento molto breve e molto chiaro, non ha bisogno di commenti.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 87).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 43 contrari.
Si proceda alla votazione dell'art. 38 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 38 voti contrari 6 astensioni 1 L'art. 38 è approvato.
ART. 39 88) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: l'art. 39 è sostituito dal seguente: "L'amministrazione pubblica è disciplinata da Statuti e Regolamenti sulla base di principi determinati dalle leggi.
Gli indirizzi dell'Amministrazione sono determinati dagli organi istituzionali degli Enti.
Le Amministrazioni sono separate dai rispettivi organi istituzionali.
Gli organi istituzionali sono coadiuvati, nell'esercizio delle proprie funzioni, da uffici composti da personale strettamente necessario allo scopo.
Le autorità indipendenti sono costituite con legge. Gli organi istituzionali non ne determinano gli indirizzi né la composizione".
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

L'emendamento all'art. 39 recita: "L'amministrazione pubblica è disciplinata da Statuti e Regolamenti sulla base di principi determinati dalle leggi.
Gli indirizzi dell'Amministrazione sono determinati dagli organi istituzionali degli Enti.
Le Amministrazioni sono separate dai rispettivi organi istituzionali.
Gli organi istituzionali sono coadiuvati, nell'esercizio delle proprie funzioni, da uffici composti da personale strettamente necessario allo scopo.
Le autorità indipendenti sono costituite con legge. Gli organi istituzionali non ne determinano gli indirizzi né la composizione".
Si tratta di un emendamento tecnico che non ha bisogno di particolari commenti.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 88).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 43 contrari.
Si proceda alla votazione dell'art. 39 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 38 voti contrari 6 astensioni 1 L'art. 39 è approvato.
ART. 40 89) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: l'art. 40 è sostituito dal seguente: "Contro le azioni ed omissioni dell'Amministrazione è sempre ammessa la tutela giurisdizionale per motivi di legittimità.
La tutela deve essere efficace e comprendere il risarcimento per ogni lesione arrecata illegittimamente.
La legge prevede ricorsi amministrativi ed altri istituti idonei a favorire la risoluzione non giurisdizionale delle controversie con la pubblica amministrazione.
La legge definisce i requisiti di ammissione ed i criteri di specializzazione dei magistrati addetti agli organi giurisdizionali che conoscono delle controversie con la pubblica amministrazione".
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

L'emendamento all'art. 40 recita: "Contro le azioni ed omissioni dell'Amministrazione, è sempre ammessa la tutela giurisdizionale per motivi di legittimità.
La tutela deve essere efficace e comprendere il risarcimento per ogni lesione arrecata illegittimamente.
La legge prevede ricorsi amministrativi ed altri istituti idonei a favorire la risoluzione non giurisdizionale delle controversie con la pubblica amministrazione.
La legge definisce i requisiti di ammissione ed i criteri di specializzazione dei magistrati addetti agli organi giurisdizionali che conoscono delle controversie con la pubblica amministrazione".
Anche questo è un emendamento tecnico che non ha bisogno di particolari commenti.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 89).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 43 contrari.
Si proceda alla votazione dell'art. 40 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 38 voti contrari 6 astensioni 1 L'art. 40 è approvato.
ART. 41 90) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: l'art. 41 è sostituito dal seguente: "La giustizia è amministrata in nome del popolo.
I giudici e i magistrati inquirenti sono soggetti soltanto alla legge".
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

L'emendamento all'art. 41 recita: "La giustizia è amministrata in nome del popolo.
I giudici e i magistrati inquirenti sono soggetti soltanto alla legge".
Si tratta di due principi riconosciuti ormai universalmente e quindi non c'è bisogno di un commento particolare.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 90).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 43 contrari.
Si proceda alla votazione dell'art. 41 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 38 voti contrari 6 astensioni 1 L'art. 41 è approvato.
ART. 42 91) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: l'art. 42 è sostituito dal seguente: "La funzione giurisdizionale è esercitata da magistrati ordinari istituiti e regolati dalle norme sull'ordinamento giudiziario.
Non possono essere istituiti giudici straordinari o giudici speciali.
Sono istituite sezioni specializzate per determinate materie, anche con la partecipazione di cittadini idonei estranei alla magistratura.
La legge regola i casi e le forme della partecipazione diretta del popolo all'amministrazione della giustizia".
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

L'emendamento all'art. 42 recita: "La funzione giurisdizionale è esercitata da magistrati ordinari istituiti e regolati dalle norme sull'ordinamento giudiziario.
Non possono essere istituiti giudici straordinari o giudici speciali.
Sono istituite sezioni specializzate per determinate materie, anche con la partecipazione di cittadini idonei estranei alla magistratura.
La legge regola i casi e le forme della partecipazione diretta del popolo all'amministrazione della giustizia".
Si tratta sempre di un emendamento tecnico, quindi non ha bisogno di particolari commenti.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 91).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 43 contrari.
Si proceda alla votazione dell'art. 42 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 38 voti contrari 6 astensioni 1 L'art. 42 è approvato.
ART. 43 92) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: l'art. 43 è sostituito dal seguente: "La magistratura costituisce un ordine autonomo indipendente da ogni altro potere".
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

L'emendamento all'art. 43 recita: "La magistratura costituisce un ordine autonomo indipendente da ogni altro potere".
Anche questo è un principio universalmente accettato perciò non ha bisogno di commenti.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 92).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 43 contrari.
Si proceda alla votazione dell'art. 43 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 38 voti contrari 6 astensioni 1 L'art. 43 è approvato.
ART. 44 93) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: l'art. 44 è sostituito dal seguente: "Il reclutamento dei magistrati è previsto su base regionale.
I ruoli dei magistrati sono suddivisi tra inquirenti e giudicanti.
La legge sull'ordinamento giudiziario disciplina la nomina, elettiva, di magistrati onorari per tutte le funzioni non inquirenti attribuite a giudici singoli".
La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

Questo non è un emendamento tecnico perché contiene una proposta. Tale emendamento recita: "Il reclutamento dei magistrati è previsto su base regionale.
I ruoli dei magistrati sono suddivisi tra inquirenti e giudicanti.
La legge sull'ordinamento giudiziario disciplina la nomina, elettiva, di magistrati onorari per tutte le funzioni non inquirenti attribuite a giudici singoli".
Qui si introduce un concetto da sottolineare, il discorso del reclutamento dei magistrati previsto su base regionale.
Visto che è un concetto politico importante, chiedo la votazione per appello nominale.



PRESIDENTE

Si proceda dunque alla votazione per appello nominale dell'emendamento n.
93).
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 50 hanno risposto SI' 2 Consiglieri hanno risposto NO 47 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'emendamento è respinto.
Si proceda alla votazione dell'art. 44 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 52 voti favorevoli 45 voti contrari 6 astensioni 1 L'art. 44 è approvato.
ART. 45 94) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: l'art. 45 è sostituito dal seguente: "I magistrati sono inamovibili. Non possono essere dispensati o sospesi dal servizio né destinati ad altre sedi o funzioni se non in seguito a decisione dell'organo di autogoverno, adottato per i motivi e con le garanzie di difesa stabiliti dall'ordinamento giudiziario o con il loro consenso.
Il Ministro della Giustizia ha facoltà di promuovere l'azione disciplinare.
Il Pubblico Ministero gode delle garanzie stabilite nei suoi riguardi dalle norme sull'ordinamento giudiziario".
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

L'emendamento all'art. 45 recita: "I magistrati sono inamovibili. Non possono essere dispensati o sospesi dal servizio né destinati ad altre sedi o funzioni se non in seguito a decisione dell'organo di autogoverno, adottato per i motivi e con le garanzie di difesa stabiliti dall'ordinamento giudiziario o con il loro consenso.
Il Ministro della Giustizia ha facoltà di promuovere l'azione disciplinare.
Il Pubblico Ministero gode delle garanzie stabilite nei suoi riguardi dalle norme sull'ordinamento giudiziario".
Non credo ci siano particolari commenti da fare.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 94).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 49 contrari.
Si proceda alla votazione dell'art. 45 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 52 voti favorevoli 45 voti contrari 6 astensioni 1 L'art. 45 è approvato.
ART. 46 95) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: l'art. 46 è sostituito dal seguente: "Le norme sull'ordinamento giudiziario e su ogni magistratura sono stabilite con legge.
La legge assicura l'indipendenza dei giudici, del Pubblico Ministero e degli estranei che partecipano all'amministrazione della giustizia".
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

L'emendamento all'art. 46 recita: "Le norme sull'ordinamento giudiziario e su ogni magistratura sono stabilite con legge.
La legge assicura l'indipendenza dei giudici, del Pubblico Ministero e degli estranei che partecipano all'amministrazione della giustizia".
Non c'è bisogno di particolari commenti.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 95).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 49 contrari.
Si proceda alla votazione dell'art. 46 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 52 voti favorevoli 45 voti contrari 6 astensioni 1 L'art. 46 è approvato.
Abbiamo ora una serie di quindici emendamenti che potremmo definire come articoli aggiuntivi all'art. 46.
96) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: dopo l'art. 46 è inserito il seguente: "La Magistratura inquirente dispone direttamente della polizia giudiziaria".
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

L'emendamento aggiuntivo recita: "La Magistratura inquirente dispone direttamente della polizia giudiziaria".
Direi che è chiarissimo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 96).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 49 contrari.
97) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: dopo l'art. 46 è inserito il seguente: "Tutti i provvedimenti giurisdizionali devono essere motivati.
Contro le sentenze e contro i provvedimenti sulla libertà personale pronunciati dagli organi gurisdizionali è sempre ammesso ricorso alla Cassazione per violazione di legge. Si può derogare a tale norma soltanto per le sentenze dei Tribunali militari in tempo di guerra".
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

L'emendamento recita: "Tutti i provvedimenti giurisdizionali devono essere motivati.
Contro le sentenze e contro i provvedimenti sulla libertà personale pronunciati dagli organi giurisdizionali è sempre ammesso ricorso alla Cassazione per violazione di legge. Si può derogare a tale norma soltanto per le sentenze dei Tribunali militari in tempo di guerra".



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 97).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 49 contrari.
98) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: dopo l'art. 46 è inserito il seguente: "Il Pubblico Ministero ha l'obbligo di esercitare l'azione penale".
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

L'emendamento recita: "Il Pubblico Ministero ha l'obbligo di esercitare l'azione penale".
Più chiaro e limpido di così! Non c'è bisogno di commento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 98).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 49 contrari.
99) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: dopo l'art. 46 è inserito il seguente: "Contro gli atti della Pubblica Amministrazione è sempre ammessa la tutela giurisdizionale dei diritti e degli interessi legittimi dinanzi agli organi di giurisdizione.
Tale tutela giurisdizionale non può essere esclusa o limitata a particolari mezzi di impugnazione o per determinate categorie di atti.
La legge determina quali organi di giurisdizione possono annullare gli atti della Pubblica Amministrazione nei casi e con gli effetti previsti dalla legge stessa".
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

L'emendamento recita: "Contro gli atti della Pubblica Amministrazione è sempre ammessa la tutela giurisdizionale dei diritti e degli interessi legittimi dinanzi agli organi di giurisdizione.
Tale tutela giurisdizionale non può essere esclusa o limitata a particolari mezzi di impugnazione o per determinate categorie di atti.
La legge determina quali organi di giurisdizione possono annullare gli atti della Pubblica Amministrazione nei casi e con gli effetti previsti dalla legge stessa".
Anche in questo caso non c'è bisogno di commento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 99).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 49 contrari.
100) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: dopo l'art. 46 è inserito il seguente: "La Magistratura costituisce un potere autonomo e indipendente da ogni altro potere. Il Consiglio superiore della Magistratura è presieduto dal Presidente della Federazione.
Ne fanno parte di diritto il primo Presidente e il Procuratore generale della Corte di Cassazione. Gli altri componenti sono eletti per un terzo dai magistrati inquirenti, per un terzo dai magistrati giudicanti e per un terzo dagli avvocati, tra gli appartenenti alle rispettive categorie.
Il Consiglio elegge un Vicepresidente.
I membri elettivi del Consiglio durano in carica quattro anni e non sono immediatamente rieleggibili.
Non possono, finché sono in carica, essere iscritti negli Albi professionali né far parte del Parlamento di un'Assemblea pubblica elettiva".
La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

Signor Presidente, siccome gli articoli che proponiamo sono squisitamente tecnici, li farei votare senza illustrarli, anche perché mi sembra non importi niente a nessuno. Tutto ciò è legittimo, signor Presidente, per carità! Non lamentatevi, però, quando ci sono milioni di persone che vanno sul Po e vogliono la secessione. Io sapevo già che gran parte degli emendamenti sarebbero stati bocciati, pensavo però ci sarebbe stata un po' più di attenzione; magari una risposta della Giunta - a parte che è da un po' che la Giunta non dice più niente - in cui ci venisse detto: "Va beh! Non possiamo accettare l'emendamento perché stravolge la nostra proposta, però siamo molto attenti su questa tematica...". Nulla di tutto questo. Anzi, la Giunta ha detto che non si poteva modificare il disegno di legge in quanto frutto di accordo fra Presidenti delle Giunte regionali: so che invece il Presidente Formigoni, in Lombardia, ha presentato - per tenere buona Alleanza Nazionale - ben quindici emendamenti che renderanno la proposta della Lombardia diversa da quella delle altre Regioni.
Si sarebbe anche potuta discutere l'introduzione di alcuni dei concetti di cui abbiamo parlato. Non è stato fatto; ne prendiamo atto.
A questo punto, Presidente, metta in votazione gli emendamenti uno dietro l'altro.
Mi riservo, alla fine della votazione degli articoli, di intervenire con dichiarazione di voto, per esporre gravi considerazioni che secondo me sono emerse oggi in quest'aula consiliare.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Pongo in votazione l'emendamento n. 100).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli, 41 contrari e 1 astensione.
101) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: dopo l'art. 46 è inserito il seguente: "La redazione dei conti pubblici deve essere fondata sui principi della trasparenza e della chiarezza, in modo che siano individuate le fonti, la natura, la destinazione e l'entità delle entrate e delle spese annuali pluriennali e permanenti.
I bilanci dei Comuni, delle Province, delle Regioni e della Repubblica sono predisposti sulla base del principio della competenza economica.
La legge, tramite il piano contabile nazionale, identifica i criteri di valutazione e i tempi di pubblicazione dei preventivi e dei consuntivi.
La Repubblica è competente a prevedere la concessione di aiuti finanziari alle Regioni per investimenti di particolare importanza in tali aree, al fine di impedire una turbativa dell'equilibrio economico generale e per equilibrare la natura e lo stato dei servizi prestati alle rispettive popolazioni. Gli aiuti finanziari hanno luogo sulla base di contributi sostenuti per metà con risorse della Repubblica e per metà con risorse delle Regioni interessate. Tali aiuti devono essere autonomamente evidenziati nei bilanci dei rispettivi enti territoriali a seconda che siano in uscita o in entrata. La politica di coesione e solidarietà tra gli Stati e le Regioni sono attuate dalla Repubblica mediante risorse derivanti da specifica imposizione federale.
Ogni legge, diversa da quella di bilancio, che comporti nuovi o maggiori oneri deve indicare i mezzi di copertura finanziaria per l'intero periodo di applicazione".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli, 41 contrari e 1 astensione.
102) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: dopo l'art. 46 è inserito il seguente: "Ogni ente territoriale previsto dalla Costituzione sostiene le spese relative ai propri compiti in modo autonomo e ha piena autonomia impositiva, salvo diversa disposizione della Costituzione. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività, di trasparenza e di semplicità.
Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche degli Enti locali e delle Regioni. Le imposte federali non possono superare complessivamente il 20% del prodotto interno lordo in ogni Regione. Tale quota include l'eventuale imposta federale per le politiche di solidarietà e coesione.
Le eventuali politiche di solidarietà, coesione e perequazione tra le Regioni sono finanziate dalle risorse generate da una specifica imposta federale. Tali politiche possono essere effettuate solamente in favore di quelle Regioni che dimostrano di avere preventivamente attivato una pressione fiscale non inferiore a quella massima tra le Regioni che non abbiano richiesto interventi di solidarietà e coesione in quell'esercizio finanziario".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli, 41 contrari e 1 astensione.
103) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: dopo l'art. 46 è inserito il seguente: "Gli enti pubblici territoriali sono autonomi e reciprocamente indipendenti in materia di bilancio".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli, 41 contrari e 1 astensione.
104) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: dopo l'art. 46 è inserito il seguente: "La Corte Costituzionale federale giudica: sulle controversie relative alla legittimità costituzionale delle leggi e degli atti aventi forza di legge, come pure dei regolamenti, della Repubblica e dello Stato sui conflitti di attribuzione fra i poteri della Repubblica e su quello tra la Repubblica e le Regioni e tra le Regioni sulle accuse promosse contro il Presidente della Repubblica sull'ammissibilità dei referendum popolari a livello federale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli, 41 contrari e 1 astensione.
105) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: dopo l'art. 46 è inserito il seguente: "La Corte Costituzionale federale è composta di sedici giudici nominati per metà dall'Assemblea federale, per metà dall'Assemblea delle Regioni.
I giudici della Corte Costituzionale sono scelti fra i magistrati delle giurisdizioni superiori, i professori ordinari di Università in materie giuridiche e gli avvocati che abbiano esercitato la professione per almeno venti anni e siano stati iscritti negli Albi per le giurisdizioni superiori.
I giudici della Corte Costituzionale sono nominati per sette anni decorrenti per ciascuno di essi dal giorno del giuramento costituzionale e non possono essere nuovamente nominati.
Alla scadenza del termine il giudice costituzionale cessa dalla carica e dall'esercizio delle funzioni.
La Corte elegge tra i suoi componenti, secondo le norme stabilite dalla legge, il Presidente, che rimane in carica sino alla scadenza dall'ufficio di giudice.
L'ufficio di giudice della Corte è incompatibile con qualunque carica elettiva, con l'esercizio della professione di avvocato e con ogni carica ed ufficio indicati dalla legge".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli, 41 contrari e 1 astensione.
106) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: dopo l'art. 46 è inserito il seguente: "Nei giudizi d'accusa contro il Presidente della Repubblica federale intervengono, oltre i giudici ordinari della Corte, sedici componenti tratti a sorte da un elenco di cittadini aventi i requisiti per l'eleggibilità a membro dell'Assemblea nazionale, che l'Assemblea nazionale compila ogni nove anni mediante elezione con le stesse modalità stabilite per la nomina dei giudici ordinari".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli, 41 contrari e 1 astensione.
107) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: dopo l'art. 46 è inserito il seguente: "Quando la Corte dichiara l'illegittimità costituzionale di una norma di legge o di un atto avente forza di legge, la norma cessa di avere efficacia dal giorno successivo alla pubblicazione della decisione.
La decisione della Corte è pubblicata e comunicata all'Assemblea nazionale ed all'Assemblea delle Regioni.
Contro le decisioni della Corte Costituzionale non è ammessa alcuna impugnazione".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli, 41 contrari e 1 astensione.
108) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: dopo l'art. 46 è inserito il seguente: "Se non altrimenti previsto dalla Costituzione, le leggi di revisione della Costituzione sono adottate a maggioranza assoluta dall'Assemblea nazionale con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi e successivamente, dall'Assemblea delle Regioni con unica votazione, a maggioranza dei due terzi dei componenti.
Le leggi stesse sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei componenti di ciascuna Assemblea o un quarto delle Regioni o 500 mila elettori.
La legge sottoposta a referendum non è promulgata se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli, 41 contrari e 1 astensione.
109) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: dopo l'art. 46 è inserito il seguente: "Le leggi di revisione costituzionale volte a modificare la ripartizione delle competenza tra i vari enti territoriali devono essere approvate dalla maggioranza assoluta di ciascuna Assemblea federale e dalla maggioranza dei tre quarti delle Regioni".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli, 41 contrari e 1 astensione.
110) Emendamento presentato dal Gruppo Lega Nord Piemont per l'indipendenza della Padania: dopo l'art. 46 è inserito il seguente: "La forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli, 41 contrari e 1 astensione.
Pongo ora in votazione le norme transitorie.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Le norme transitorie sono approvate con 35 voti favorevoli e 6 contrari.
Passiamo, infine, alle dichiarazioni di voto sull'intero testo della legge.
La parola al Consigliere Rosso.



ROSSO Roberto

Grazie, Presidente. Avevo già esposto questa mattina, nella lunga relazione, i motivi per i quali non possiamo votare questo disegno di legge alla Bicamerale e non voglio ripetere i concetti già espressi. Voglio invece, fare un esame di quello che è successo in quest'aula oggi pomeriggio. Noi abbiamo assistito ad un inciucio tra i Presidenti delle Giunte. E' legittimo, magari si sono trovati d'accordo, ma abbiamo assistito, almeno in Piemonte - non so come stia andando nelle altre Regioni - ad un inciucio generale e ad un generale accordo sul progetto eccetto i Gruppi Lega Nord, Rifondazione Comunista ed alcune astensioni, ad esempio mi sembra di Cavaliere. Va bene l'accordo, ma nessuno ha chiesto in nessun momento, nemmeno una delucidazione su un misero articolo, quando abbiamo parlato di concetti fondamentali. Durante la riunione dei Capigruppo mi è stato detto che la prima parte non la si poteva discutere perché non era previsto. Perfetto, l'importante è che venga mandata a Roma perché la Bicamerale sappia che c'è una forza al nord che dice: "La Costituzione non si tocca se non si tocca in maniera completa". Ma quando si è venuti a discutere di quello che era il vero punto all'o.d.g., tutti "se ne sono sbattuti altamente" di quello che dice la Lega Nord.
Nell'annunciare il nostro voto contrario a questo provvedimento, le considerazioni della Lega Nord denunciano quindi la propria amarezza. Voi sapete che noi siamo nati per trasformare l'Italia in uno Stato federale abbiamo fatto di tutto, abbiamo anche voluto mettere al corrente quest'aula di quali sono le nostre proposte, ma in questo anno e mezzo di legislatura abbiamo elaborato delle proposte di legge ispirate da un discorso federale.
Queste proposte di legge, però, tranne una, che io stesso ho chiesto di non calendarizzare per un certo periodo di tempo - quella sulla cultura e sulla storia piemontese - sono tenute nei cassetti delle rispettive Commissioni.
La Lega Nord ha sempre seguito, anche se all'opposizione, un criterio propositivo; certo, ha vinto il Polo, governa il Polo, ma noi diamo il nostro contributo e il Presidente Ghigo o il Presidente Picchioni non possono non certificare che la Lega Nord diverse volte ha dato una mano concreta alla maggioranza, magari non ne aveva bisogno, però noi abbiamo condiviso alcuni progetti presentati dalla maggioranza, abbiamo sempre cercato di fare un'opposizione moderata e propositiva nei confronti di questa maggioranza. Noi speravamo che queste proposte di legge, visto che tutti si dichiarano federalisti, venissero prese in esame.
La mozione approvata da questo Consiglio è scandalosa. Si diceva di adottare questa proposta di legge e la proposta di legge è nel cassetto non discussa. Senza contare la proposta di legge sulla Polizia Municipale il discorso del piemontese. Tutti parlano - abbiamo anche fatto gli Stati Generali - di riscoprire la cultura del Piemonte, eppure ho dovuto sospendere l'esame della proposta di legge perché nessuno ha appoggiato la proposta. Sono sempre stato non molto favorevole al tipo di opposizione portata avanti in questo anno e mezzo dai Gruppi Rifondazione Comunista e Verdi, un'opposizione spesso dura. Noi abbiamo provato l'opposizione propositiva, ma questa maggioranza, al di là delle parole, non ha ascoltato; la Lega Nord, dunque, dopo questa giornata di totale sordità da parte della maggioranza, annuncia che con il cambio dell'anno e dell'aula cambia anche la strategia del proprio Gruppo.
Passeremo anche noi ad un'opposizione dura e vi preannuncio che sulle grandi leggi, per esempio quella del bilancio politico, la Lega Nord sta preparando mille emendamenti. Questo sarà il nuovo corso; poiché con il ragionamento non volete ascoltare, vedremo se ascolterete con altri sistemi. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Signor Presidente e colleghi, prima di entrare nel giudizio della proposta che è stata votata, vorrei svolgere una considerazione attorno all'intervento del collega della Lega Nord, per dire che non siamo intervenuti sugli emendamenti, non perché impreparati o disinteressati, ma perché c'è una differenziazione di fondo tra la proposta della Lega Nord e le nostre proposte, in termini istituzionali. Nel senso che noi non condividiamo ciò che è stato detto dal collega Rosso, che la soluzione ai problemi italiani sia un federalismo per separazione o addirittura per secessione. Noi siamo nettamente contrari.
La proposta presentata ed illustrata dal Presidente parla di un federalismo cooperativo che è qualcosa di totalmente diverso. Per cui, entrare nel merito di una proposta non condivisibile nei principi sarebbe stato sicuramente tempo perso. Così come sarebbe stato forse inutile approvare e discutere una proposta che assomiglia più allo Statuto della Padania, cioè un'entità che non esiste completamente.
Ribadiamo, quindi, il concetto che sicuramente esistono istituzioni non idonee a rappresentare le capacità, le risorse del nostro Paese, ma l'idea della Lega Nord di una società padana, di uno Stato padano, non è condivisibile. Il fatto che in questo Consiglio regionale, come in tanti Consigli regionali, su questo argomento ci sia una posizione comune, ci siano delle maggioranze superlative - come le definisce Chiezzi - è un fatto sicuramente positivo.
Credo che non ci sia da scandalizzarsi se questa proposta è condivisa da tanti Consiglieri, da tante forze politiche, perché è il segno positivo che la strada che stiamo imboccando è quella utile, cioè è la rinuncia a tante posizioni particolari per definire una posizione mediata, e questo lascia ben vedere. In sostanza, per il lavoro che è stato finora compiuto anche qui in aula, esprimiamo una soddisfazione profonda perch sostanzialmente è iniziato, non soltanto a livello nazionale, ma anche a livello di Regione Piemonte, un viaggio che ci deve condurre in tempi brevi, come prevede la legge istitutiva della Bicamerale, alla riforma dell'ordinamento della Repubblica. L'avvio tranquillo e sereno, come si sta verificando in questi giorni, lascia ben sperare che si giunga in tempi anche brevi ad un risultato positivo per poi passare dalla Bicamerale all'esame delle Assemblee.
L'atmosfera che deve caratterizzare il nostro lavoro quando parliamo di questi temi, cioè dell'ordinamento del nostro Paese, deve essere serena e dovrebbe nascere dalla consapevolezza che il lavoro che stiamo compiendo non è banale, non è una legge qualunque, ma è un compito ampio che purtroppo viene compiuto in tempi brevi (avrebbe richiesto sicuramente più tempo di quello che ha a disposizione la Commissione Bicamerale). Occorre cioè un alto sentimento della politica che trascenda dalla dialettica del quotidiano e il fatto che oggi ci siano dei Gruppi di maggioranza e di opposizione che concordano su un unico testo è indicativo che in qualche maniera si trascende dal quotidiano e da altre questioni sulle quali ci siamo divisi. Le riforme non possono essere concepite come affermazione di una parte politica sull'altra. E' questo che la Lega Nord deva capire, ma sicuramente non intende capirlo. Non può esserci una prevaricazione: le riforme che hanno questa portata non devono segnare il prevaricamento di una posizione sull'altra; devono essere il risultato di ragionati e pacati confronti, e credo che i Presidenti delle Giunte e dei Consigli regionali abbiano lavorato in questo senso. Ragionati e pacati confronti tra forze politiche diverse e che partono da motivazioni diverse, ma con un unico obiettivo: quello di dare un ordinamento giuridico e democratico al nostro Paese, adeguato alla mutata realtà.
Occorre cioè la convinzione, che non ha la Lega Nord, che l'ammodernamento del nostro Paese passa attraverso una ristrutturazione profonda dello Stato, ma mantenendo l'unità del Paese. Allora la scelta che viene compiuta del federalismo regionale e delle autonomie deve rinnovare così come noi pensiamo, attraverso questa proposta, il ruolo dei Comuni delle città, delle Province e delle Regioni, cioè il ruolo della grande tessitura storica e geografica dell'Italia, dell'articolazione istituzionale del nostro Paese.
In questo modo si può consolidare il sentimento di identità nazionale e di cittadinanza che dal livello locale passa al livello nazionale ed anche al livello europeo.
La politica secessionistica - collega Rosso - con tutte le anticaglie simboliche alle quali abbiamo assistito durante quella "scampagnata" sul Po, oscilla tra la farsa e il dramma. Noi potremmo fare appelli alla Regione, che pare però non vengano intesi, ma sicuramente la risposta che viene data attraverso questa proposta è una concreta azione politica fatta di riforme amministrative ed anche di riforme fiscali; penso al disegno di legge Bassanini, che disegna un forte impianto autonomistico ed un quadro federale della Repubblica. Questa è la risposta adeguata ad una proposta di tipo secessionistico.
Credo sia da rilevare - in questo noi ci differenziamo da alcune considerazioni fatte dal Presidente Ghigo - come il processo avviato attraverso questa proposta si distingue enormemente, in modo consistente rispetto all'altro processo avviato da alcune Regioni attraverso i referendum. Noi non abbiamo condiviso quel metodo per fare le riforme e oggi ne siamo più convinti. Il fatto che si passi da una proposta referendaria, che è una proposta negativa, che tratta gli argomenti con l'accetta del sì e del no, ad una proposta completa è indice anche di una maturazione che è avvenuta in questi mesi nelle forze politiche e in particolare in quelle del centro-destra. Bisogna avere la convinzione rispetto a chi continua a propugnare la strada dei referendum, che quella referendaria è una strada radicale che ha sempre danneggiato la democrazia soprattutto quando c'è un abuso, quando c'è una pioggia referendaria.
Davvero il Presidente Ghigo ritiene che le riforme si possano fare con l'accetta del sì e del no? Io penso che non si possano fare e neppure penso che il Presidente Ghigo abbia questa posizione; lo fa per una doverosa coerenza con alcune posizioni politiche. Credo che anche lui, in quanto moderato, sia convinto che la strada non può che essere quella di una proposta articolata e seria come quella che viene presentata.
Come Popolari, concordiamo su questa proposta. Voi sapete che in termini istituzionali la nostra proposta è quella del Cancellierato tedesco; il riferimento che viene fatto attraverso la proposta odierna al sistema tedesco ci mette nelle condizioni di esprimere un giudizio totalmente positivo. Noi riteniamo che la proposta federale tedesca sia oggi la più avanzata ed innovativa per dare una risposta alle necessità di un Paese che ha bisogno di decentramento e di una unità. Una risposta alle necessità di modernizzazione e di efficienza: si tratta appunto di federalismo cooperativo che mantiene, in termini anche forti, sulle questioni essenziali il ruolo dello Stato centrale, per cui è estremamente positiva.
Come è positivo il fatto che il tipo di Parlamento che viene disegnato nella proposta è un Parlamento di tipo differenziato, con la Camera eletta direttamente e invece il Senato eletto dalle Regioni, costituito con le rappresentanze delle Regioni. Il vantaggio mi pare evidente, rispetto ad un sistema paritario di Camere indifferenziate, perché si snellisce il processo legislativo che oggi è molto complesso e si ha la capacità di definire una sede che è il Senato delle Regioni per consentire una partecipazione vera alla gestione del sistema federale.
Come sono positive anche le proposte che vengono fatte in relazione alla partecipazione delle Regioni alla costituzione di alcuni organismi costituzionali, come la Corte Costituzionale; questo è un fatto di grande importanza. Così pure la Corte dei Conti, la formazione dei TAR, la definizione delle materie enumerate sulle quali hanno competenza lo Stato e tutte le altre residuali alle Regioni, è un cambiamento importante che riprende il disegno di legge Bassanini. Anche la proposta che la Regione possa darsi un proprio ordinamento organizzativo, quindi uno Statuto diverso dai limiti che attualmente abbiamo, è un fatto importante; così come quello di darsi una propria legge elettorale all'interno di un disegno nazionale, è un fatto positivo.
Credo che questa proposta abbia comunque dei limiti, e sono stati evidenziati dal collega Vindigni nel corso della relazione da lui svolta a nome della Commissione. Più che limiti sono argomenti aperti: ci sono dei dubbi se il Senato delle Regioni debba essere costituito dagli esecutivi oppure dalle rappresentanze dei Consigli regionali. Mi pare che la discussione sia seria e sicuramente la Bicamerale l'approfondirà. In questa fase, noi riteniamo che la rappresentanza degli esecutivi sia utile perch permette realmente di costituire un Parlamento differenziato nelle competenze. Una rappresentanza dei Consigli regionali crea un'altra Camera fortemente politicizzata con una grande complicazione nella formazione del processo decisionale in termini legislativi, però credo che se arriveranno approfondimenti saranno sicuramente utili. Questa impostazione, così com'è è importante, anche se capisco le osservazioni che vengono fatte rispetto a questa proposta.
Un'altra questione è quella relativa alla partecipazione delle autonomie locali, cioè delle Province e dei Comuni a questo processo di riforma. La risposta che viene data nel progetto presentato è quella di far partecipare i Comuni al Consiglio delle autonomie regionali, quindi come organo regionale in alcune materie: mi pare una risposta intelligente, così come è intelligente avere previsto una dignità costituzionale ai Comuni e alle Province, una dignità forte. C'è un articolo che garantisce questo ruolo costituzionale.
Quindi, mi pare che questa risposta sia positiva. Potrebbe esserci l'altra risposta, che sicuramente la Bicamerale esaminerà, che è quella di consentire, invece, una partecipazione vera alle autonomie locali, ai Comuni e alle Province nel Senato federale. Mi pare, questa, un'esigenza espressa da più parti: non soltanto l'ANCI, ma alcuni autorevoli rappresentanti politici ed istituzionali, hanno posto questo problema.
Potrebbe esserci questa possibilità, ma credo che aver presentato una proposta, come Regione, sotto questo aspetto sia un fatto positivo. Per questo motivo, esprimiamo un giudizio positivo e voteremo a favore della proposta, con le osservazioni che ho fatto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Grazie, signor Presidente. Noi, come Gruppo di Alleanza Nazionale voteremo a favore di questa legge, anche se con delle enormi riserve e anche se molto a malincuore. Con delle enormi riserve perché, come ho avuto modo di dire più volte in Commissione, questa legge mi sembra, in molti punti, assolutamente irrazionale, non funzionale e anche, nei meccanismi rappresentativi, poco democratica; ma sul merito tornerò dopo.
La votiamo a malincuore perché, come è stato fatto in altre Regioni dove il testo base è stato modificato - avremmo desiderato essere un po' più protagonisti del cambiamento costituzionale della nazione; quindi avremmo desiderato dare dei contributi un po' più peculiari rispetto alla nostra esperienza e rispetto alle esigenze che abbiamo compreso essere prioritarie in questo anno e mezzo di attività per le riforme dello Stato e della Costituzione.
Diciamo un sì in senso minimalista; è un sì costretto non dalla fedeltà alla maggioranza, ma dal fatto che, perché di questo dobbiamo fare ammenda anche Alleanza Nazionale fin dall'inizio si è piegata alla logica che la legge dovesse essere questa e che si dovesse comunque dare un "segnale" alla Commissione Bicamerale e che il segnale dovesse essere omogeneo.
Omogeneo, come ho detto prima, non è stato; noi lo abbiamo omogeneizzato e oggi lo omogeneizzeremo con il nostro voto: ci è mancato, a mio avviso quel protagonismo anche politico ed istituzionale che il Piemonte, a pieno titolo, avrebbe potuto interpretare ed esprimere.
Io sono d'accordo con chi sosteneva, come il collega Rosso, che si sarebbe potuto, da parte nostra, visto che dobbiamo presentare un documento di modifica, proporre magari una modifica più ampia della Costituzione, non limitandoci esclusivamente alle nostre competenze specifiche; tuttavia l'approccio, da questo punto di vista, giustamente, è stato un altro e quindi ci siamo ridotti al nostro orto. Però, quello che nell'ambito del nostro orto è fortemente mancato - parlo come partito di maggioranza - è stata una chiara ed inequivocabile spinta in senso presidenzialista. La cosa che io patisco un po', pur votando a favore della legge, è il fatto che in una Regione governata dal Polo, o nelle altre Regioni governate dal Polo - che non necessariamente devono avere la stessa idea sulle riforme istituzionali che si ha nelle Regioni governate dall'Ulivo - non ci sia stato un minimo di afflato in senso presidenzialista delle riforme, neanche una dichiarazione di intenti nell'accompagnamento della legge, neanche una richiesta forte di prendere in esame questa ipotesi. Noi ci siamo allineati esclusivamente ed assolutamente sul documento che tutti i Presidenti delle Giunte hanno deciso di votare insieme.
Io questo l'ho accettato, ne sono complice - chiedo scusa - lo voto però, come già ho fatto in Commissione e ho detto che avrei fatto in aula lo voto a malincuore, perché ci è mancato questo protagonismo della politica e questa autonomia di scelta che ogni momento siamo pronti a rivendicare e vogliamo rivendicare nei confronti dello Stato centrale.
Soprattutto ci è mancato quel taglio, anche un po' più alto della politica che ti porta anche ad avere delle idee e non fare soltanto delle piccole modifiche amministrative. L'idea era quella del presidenzialismo e noi non l'abbiamo sviluppata.
Vorrei dire al collega Rosso - io non sono stato assolutamente attento sugli emendamenti perché li avevo letti prima - che sono stato attento alla relazione da lui svolta dall'inizio alla fine; peccato che se la prende con l'avversario sbagliato, perché chi non vuole un federalismo vero in Italia è la sinistra, è il PDS, è la sinistra centralista e statalista, che per bocca del Presidente del Consiglio, Prodi, ieri ha dichiarato che i referendum proposti dalle Regioni servono a distruggere e non a costruire.
Quindi l'avversario non è la Giunta di centro-destra della Regione Piemonte o la maggioranza di centro-destra della Regione Piemonte, allargata ad altri, che vota il progetto proposto dai Presidenti delle Regioni.
L'avversario vero delle riforme in senso federalista dello Stato l'avete enorme davanti agli occhi su tutti i giornali, penso anche su La Padania di questa mattina. L'ha detto chiaramente, perché dire che i referendum proposti dalle Regioni sono referendum che servono per distruggere e non per costruire, significa dire no a qualsiasi ipotesi addirittura minimale di federalismo vero. Quindi c'è un solo avversario di tutti i federalisti convinti: voi, che andate un po' oltre - io ovviamente non condivido le ipotesi di stampo secessionistico - e noi che invece siamo degli assertori di un federalismo vero, reale, unito al presidenzialismo: il Governo.
Vengo brevemente al merito della legge; perché è una legge irrazionale? E' una legge irrazionale innanzitutto perché non è democratica, perché ci potrebbe essere l'ipotesi, se ad esempio non si modifica la legge di elezione dei Consigli regionali, di "senatori" che non hanno alcun tipo di legittimazione popolare e democratica. Ci potrebbe essere un Consigliere regionale eletto nella lista bloccata, quindi che non prende i voti, poi diventa Assessore, senza prendere i voti, poi diventa "Assessore Senatore" ma nessuno lo ha eletto. Quindi un rappresentante del popolo che diventa rappresentante mediato e non immediato degli elettori.
Questa a mio avviso è una carenza, un difetto di democrazia, perch l'importanza del vaglio dell'elettorato, dei voti che prendi, della persona che in qualche modo si rende credibile e che attraverso un meccanismo elettivo va a rappresentare i cittadini, è fondamentale ed importante in una democrazia, altrimenti si rischia di scadere nell'oligarchia, in chi nomina dall'alto senza passare dalla legittimazione dal basso, che è quella popolare, l'unica fonte di legittimazione che in democrazia debba essere sostenuta.
C'è di più e c'è di peggio: stando alla logica dei numeri, io non so chi abbia fatto i conti su questa legge, il Piemonte avrebbe sette "Assessori Senatori". Oggi la maggioranza è di 35; se da 35 sottraiamo 7, il risultato è 28. Ciò significa che in un'ordinaria seduta di Consiglio regionale ovviamente non potremmo coordinare il fatto che il Senato delle Regioni si riunisca nel giorno in cui la Regione Piemonte si riunisce per la seduta di Consiglio - noi ci troveremmo sempre in quest'aula con la mancanza del numero legale.
Quindi, anche da questo punto di vista, la legge non funziona.
La legge è tutta da modificare; noi in questo modo facciamo un puro atto di fede, diamo un segnale - non so quanto politico - per dire che c'eravamo anche noi, che abbiamo presentato anche noi il nostro pezzo di carta, ancorché - lo ripeto - irrazionale.
E' un approccio, questo, di basso profilo.
Oltretutto continua a non funzionare, noi abbiamo rinunciato - nelle altre Regioni il testo non è questo, è passato un testo emendato - a presentare degli emendamenti, perché se avessimo dovuto presentare degli emendamenti avremmo detto che, anche accettando la logica del fatto che l'Assessore Senatore" possa non avere alcun tipo di legittimazione popolare, avremmo dovuto aumentare il numero dei Consigli regionali, quindi fare una modifica della legge regionale, oppure chiedere una modifica della legge, nel senso di nominare un numero di Assessori senza portafoglio che pur partecipando alle riunioni della Giunta, perché la ratio della legge è di assicurare unitarietà di intenti all'esecutivo e al Senato romano, non avrebbero dovuto avere delle responsabilità territoriali.
Oltretutto è assolutamente impossibile che un Assessore - e questo gli Assessori lo sanno meglio di me - possa fare il Consigliere e l'"Assessore Senatore".
Il nostro è un atto di fede e di testimonianza, non è un atto politico credo che la politica, intesa come idee, come volontà di cambiamento di uno Stato, intesa soprattutto in senso di una modifica della Costituzione quindi della base stessa del nostro diritto, sia qualcos'altro. Sia anche un forte atto di protagonismo, di presenza e di coraggio che noi, Alleanza Nazionale, con tutti gli altri, oggi non abbiamo avuto.
Ribadisco, comunque, il voto favorevole alla legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Mi asterrò su questa legge per un motivo fondamentale, non perch ritenga che nella proposta non ci siano questioni condivisibili, importanti e da farsi, ma perché credo che le Regioni, in questa fase, abbiano perso l'occasione di apportare un contributo serio alla necessaria riforma dello Stato. Non credo cioè si possa discutere di queste questioni, non prevedendo che, assieme alla profonda riforma di quello che è stato stabilito essere lo Stato centralista, non debba esserci anche una profonda riforma delle Regioni centraliste, di Regioni modellate sullo stesso modello dello Stato centrale, con gli essi stessi limiti, gli stessi difetti, le stesse difficoltà.
Noi non stiamo ragionando - da quando è entrato in crisi il nostro modello politico - su cosa o su dove si debbano cambiare dei modelli: nei modi negli atteggiamenti, nelle forme. Non credo, come ripetutamente viene posto, che noi riusciremmo a governare meglio il territorio, quindi più vicini ai cittadini, semplicemente trasferendo risorse dallo Stato centrale alle Regioni.
Se questa Regione, invece di gestire 13 mila miliardi, gestisse oggi 30/40 mila miliardi, non credo che per i cittadini piemontesi sarebbe meglio. Non lo credo, perché non considero questa Regione in grado essendo male organizzata - di essere una cosa utile ai problemi quotidiani dei cittadini. Credo che tutte le questioni sottese a questo punto siano state completamente eluse da un nostro contributo.
Il problema non è sul numero dei Senatori (sono tutte questioni importanti), ma il nostro contributo dovrebbe essere quello di mettere mano per primi alle necessarie riforme della macchina regionale. Mi riferisco ad esempio, alla legge del personale: dove è finita questa legge? Dove è finita la grande enfasi di voler cambiare, di voler modellare, di far sì che funzioni tutto meglio? Credo si stia fallendo nel nostro contributo alla riforma dello Stato.
Noi ci poniamo come pezzo di nomenclatura che non mette in moto un percorso serio di riforma, ma semplicemente si pone al centro di un'autoriforma impossibile, perché si dice che queste sono le riforme, questo è il modello futuro di Stato che decentrerà una serie di cose, le Regioni poi decideranno come regolamentarsi, come gestirsi, quali leggi darsi, ma tutto questo senza una riflessione sui difetti, come accade in natura. Io, le Regioni, le vedo come dei bonsai, che sono delle riproduzioni naturali piccole di alberi grandi che però non danno i frutti come gli alberi veri.
Abbiamo questo limite e, se non lo riconosciamo, non credo si vada molto avanti.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Oggi affrontiamo un'altra tappa di un lunghissimo dibattito che in questi anni, dal punto di vista politico ed istituzionale, è stato ripreso molte volte. Credo che dovremmo fare il tentativo di affrontare questo dibattito, ma non semplificandolo, bensì affrontandolo con forte realismo.
Sarebbe troppo facile semplificare e dire che il centralismo o il decentramento rappresentano un certo tipo di risposta di una certa parte politica, che si traduce nell'assunzione di un certo tipo di responsabilità.
Abbiamo lavorato, ancora una volta, intorno ad una proposta di modifica della seconda parte della Costituzione: mi auguro davvero che tutti coloro che voteranno a favore di questa proposta di legge abbiano la consapevolezza di essere all'imbocco di un cammino estremamente complesso e che il compito dei legislatori regionali è tutt'altro dall'essere esaurito con questo tipo di provvedimento.
Abbiamo già detto in Commissione che voteremo a favore del provvedimento, con tutti i limiti e i dubbi di carattere locale e nazionale che abbiamo dentro di noi e che la situazione comporta.
Stiamo predisponendo un alto atto di responsabilità, un atto di stimolo forte, che, partendo dalle Regioni, sia presente nei confronti della riforma della Costituzione in senso federalista.
Un altro passo, dicevo. E' indubbio, infatti, che se avessimo fatto un esame approfondito dei singoli articoli forse non saremmo arrivati al risultato di un voto dal prevalente significato politico di stimolo, di sollecitazione, di presenza regionale, non solo nei confronti dell'ultima Bicamerale i cui lavori cominceranno prossimamente, ma nei confronti di quelle istanze di centralismo che negli ultimi cinquant'anni sono stati alla base del rapporto fra centro e periferia.
Oggi è più maturo parlare di decentramento.
Spesso lei, Presidente, nelle varie Province, nelle varie realtà, parla di identità riferendosi agli Stati Generali del Piemonte. Ritengo che oggi, in questo senso, sia stato compiuto un significativo passo avanti; c'è stata infatti, una risposta politica più forte in senso federalista, rispetto alle realtà regionali, anche in termini di popolo e in termini culturali! E' per democrazia che abbiamo voluto che la Lega Nord potesse svolgere la sua relazione, prescindendo da formule rigide di tipo regolamentare. Ma al tipo di impostazione che la Lega Nord ha presentato, riteniamo non si debbano dare risposte di carattere articolato; si tratta infatti di una proposta che affonda le proprie radici nel separatismo, che non ci convince e alla quale rispondiamo complessivamente un convinto "no".
Riteniamo, però, che la coscienza piemontese sia oggi permeata da una volontà di tipo federalista del Piemonte così com'è oggi, non dei piemontesi perché nativi del Piemonte, ma dei piemontesi che hanno concorso a farne la storia, la produzione, la cultura, e che si riconoscono in questa regione, che vi riconoscono i propri figli, il proprio futuro, le proprie speranze, che ricercano le intelligenze di ciò che il Piemonte pu proporre non soltanto perché hanno radici di nascita o di un'identità di carattere separatista.
Per queste ragioni, ci siamo dichiarati non favorevoli alle proposte della Lega Nord, non con scarsa attenzione o non volontà di argomentazione.
La volontà l'abbiamo dimostrata nella Conferenza dei Capigruppo, quando abbiamo proposto, o aderito alle proposte di un determinato tipo di percorso.
Crediamo che oggi inizi un lavoro importante per il Consiglio regionale, alla luce dell'esperienza di questi tanti anni e dei problemi che ancora oggi individuiamo.
L'ho già detto, ma voglio ribadire in aula che non soltanto i Presidenti delle Giunte e i Presidenti dei Consigli regionali dovranno seguire i lavori della Bicamerale con grande attenzione politica, badando che ci portino ad un federalismo e ad una modificazione dei relativi articoli della Costituzione, ma anche che i Consiglieri regionali, le Commissioni istituzionali del nostro Consiglio dovranno muoversi e lavorare nella direzione di una forte attenzione politico-istituzionale ai lavori che la Bicamerale dovrà portare avanti.
E' indubbio che dovremo esprimerci ulteriormente; anch'io ritengo che il Senato delle Regioni, così come formulato nella proposta di legge che andremo a votare, probabilmente dovrà essere rivisto. Personalmente, mi auguro fortemente che venga il momento nel quale discutere la proposta sarà nostro compito svolgere un lavoro tendente a limitare le istanze di centralismo, presenti non soltanto in alcune forze politiche; il centralismo è qualcosa di estremamente più trasversale. Magari le responsabilità si potessero individuare nell'ultima dichiarazione del Prodi di turno! Se il problema fosse questo - e non è questo - avremmo molto meno lavoro da fare; invece, il decentramento, il trasferimento dei poteri reali, il riconoscere autonomie reali, le reali identità, e quindi l'organizzazione autonoma delle identità, è qualcosa di molto più complesso, che trova nemici radicati nella cultura, prima ancora che nelle divisioni di carattere politico. Se poi vogliamo andare alle divisioni di carattere politico - anche qui - non fermiamoci all'ultimo esempio; molti di noi erano - ero - in quest'aula quando furono votati dei referendum di abolizione di determinati Ministeri, che in buona parte sono ancora là, al loro posto. Eravamo in un quadro politico diverso, con responsabilità di governo diverse da quelle attuali, ma sarebbe troppo semplice per ognuno di noi limitarci a riportare l'esempio che ci è più comodo. Il percorso è difficilissimo, ma l'attuale nuova sensibilità da parte delle comunità locali, delle autonomie locali, la nuova spinta dell'economia, possono più di prima sollecitare una diversa organizzazione dello Stato, più rispondente ai bisogni e alle sensibilità.
In questo senso, si può anche passare su alcune normative che non ci soddisfano; a differenza di altre forze politiche intervenute in precedenza, noi avevamo aderito alla formulazione recente dei referendum in questa tornata legislativa, perché la ritenevamo una spinta forte di cui il grande scontro tra centralismo e decentramento ha ancora bisogno.
Credo che il voto debba essere dato, che il voto serva. In questo senso chiedo non soltanto alla Conferenza dei Presidenti dei Consigli e delle Giunte di seguire l'azione della Bicamerale, ma anche ai singoli Consiglieri e alle Commissioni istituzionali di questo Consiglio, affinch si avvii una fase istituzionale forse più sentita per le ragioni che ho cercato di dire in precedenza, più forti in questo momento storico culturale e anche economico del nostro Paese, rispetto a momenti precedenti, ma comunque ad una fase molto difficile, dove il ruolo delle Regioni deve essere più forte di prima.
E' vero, si può dire che da quindici anni le riforme non si fanno, per è altrettanto vero che non si potrà continuare a dire che le Regioni sono delle realtà a realizzazione istituzionale e politica incompiuta. Diamo quindi, tutto il nostro potenziale di potere e pressione politica in questa direzione e in questo senso il nostro voto favorevole al provvedimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Luciano

Credo davvero di stare nei cinque minuti previsti per le dichiarazioni di voto, annunciando il voto favorevole del mio Gruppo alla legge che abbiamo discusso. Voto favorevole perché credo che abbiano lavorato bene i Presidenti delle Giunte regionali, con la proposta che hanno portato alla discussione dei diversi Consigli regionali e credo che, altrettanto abbiamo lavorato bene noi, soprattutto per un motivo di fondo: a prescindere dalle collocazioni di governo o di opposizione - ma lo stesso si è verificato nei Consigli dell'Emilia Romagna o della Toscana - negli altri Consigli regionali, laddove si è discusso - a prescindere dal fatto che i Presidenti delle Giunte regionali fossero del Polo o dell'Ulivo hanno elaborato questa proposte di legge, che considero fatto importante e positivo. Avere elaborato una proposta di legge per la riforma dello Stato perché questo ci apprestiamo a votare oggi, in senso concretamente federale, anche rispetto alle indicazioni che diamo con questa legge, è un fatto politico importante.
E' questo il metodo giusto e l'unico modo per fare le riforme e per riscrivere le regole. Devo anche dire che oggi, ancora una volta, abbiamo sentito esprimere, proprio su questo concetto, al di là del merito dei singoli articoli, le differenze profonde culturali e politiche che esistono tra le forze di questo Consiglio. E non mi riferisco tanto alla Lega Nord che ha avanzato la sua proposta di merito - che io ho seguito e che non condivido assolutamente, ma che è comunque una proposta politica di merito quanto soprattutto a quelle forze che votano questa legge solo perch appartengono alla maggioranza di questa Regione. Perché i distinguo di Ghiglia sono dei distinguo profondi, sono i distinguo di chi pensa che le regole e le riforme vadano scritte da una maggioranza; questo lui ha detto.
Quando esorta a fare la scelta presidenzialista è evidente che cerca di far sì che ci sia una maggioranza che determini le regole e le riforme, e questa è una differenza profonda che c'è non solo rispetto al PDS o ad Alleanza Nazionale, ma da parte di Alleanza Nazionale e delle altre forze ho sentito la relazione del Presidente della Giunta questa mattina - che compongono la maggioranza stessa. Ritengo che questo non sia altro che una conferma di ciò che è avvenuto in Consiglio rispetto a qualsiasi discussione affrontata. Peraltro, anche dicendo cose inesatte. Forse il Consigliere Ghiglia non ricorda che i referendum proposti dalla Regione sono stati votati, svolgendo un ruolo determinante ed importante da parte nostra. E allora non si può, rispetto alle regole e alle riforme utilizzare tutto per una parte politica, perché questo è il modo per non fare le riforme né riscrivere le regole. Spero che anche da questo punto di vista, con questo metodo e questa scelta, si riesca a dare un contributo positivo ai lavori della Bicamerale.
Penso che, rispetto all'articolato della legge, ognuno di noi abbia delle questioni che vorrebbe affrontare, che dovrebbero essere discusse meglio, che andrebbero anche modificate. Credo che questa legge sia sicuramente migliorabile. Apprezzo la scelta dei Presidenti della Regione che va nella stessa direzione del ritiro della loro proposta - di aver presentato un documento in modo che si tenga conto delle diverse indicazioni che ci sono, ma che si muove in una direzione politica molto precisa, che è appunto quella di dare un contributo alla Bicamerale e di essere, come Regione, interlocutori della Bicamerale stessa.
Credo che la scelta che abbiamo compiuto oggi ci ponga nelle condizioni di essere interlocutori della Commissione Bicamerale. Se non avessimo fatto questa scelta, se non avessimo proposto ed approvato questa legge, non saremmo interlocutori della Bicamerale. Ritengo, invece, che questo punto ci ponga nella condizione di essere interlocutori e quindi di iniziare davvero un percorso che vada nella direzione della possibile autonomia delle Regioni. Da questo punto di vista, sarà importante che i lavori della Bicamerale vengano seguiti, non solo dalla Presidenza della Giunta e del Consiglio, ma con l'apporto di tutto il Consiglio, dando quindi la giusta informazione (che chiedo già fin d'ora al Presidente del Consiglio e al Presidente della Giunta), in modo che sia possibile seguire i lavori intervenire, fare le necessarie pressioni politiche per andare nella direzione della riforma federalista dello Stato, che è la scelta che abbiamo compiuto.
Il necessario sostegno che si dovrà dare sarà poi costituito dagli altri due aspetti di grande riforma: la legge elettorale e la forma di governo. Oggi abbiamo discusso unicamente la riforma della forma dello Stato; sicuramente la legge elettorale e la forma di governo non possono non tenere conto delle scelte che abbiamo compiuto.
Ribadisco, quindi, il voto favorevole del mio Gruppo; credo che questo metodo e questa possibilità di larghe convergenze, a prescindere dalle posizioni di maggioranza o di opposizione e quindi a prescindere dalle posizioni pregiudiziali di ciascuna forza politica, sia un metodo che abbiamo inaugurato oggi e spero che possa proseguire nel futuro per dare risultati positivi davvero sul piano più generale delle grandi riforme.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gallarini, che interviene in qualità di Consigliere.



GALLARINI Pierluigi

Anche il nostro Gruppo ritiene di dover svolgere alcune considerazioni relativamente agli ultimi interventi e non solo alla relazione iniziale della Lega Nord, alla presentazione degli emendamenti e alle considerazioni finali del suo Capogruppo, Rosso, rispetto alle quali estrapolo subito un tassello.
Per quanto riguarda i disegni di legge che giacciono nei cassetti, noi siamo disponibili ad unire gli sforzi affinché vengano tolti dai cassetti ed inizino il loro percorso. Questa disponibilità la diamo perché ci sembra giusto, riprendendo anche le ultime considerazioni fatte dal collega Marengo e da molti altri interventi, che l'occasione di oggi sia un primo passo. Non è un passo isolato, è forse il primo, anche se ci sono stati i referendum, non sarà sicuramente l'ultimo.
Alle enunciazioni fatte dal collega Marengo aggiungerei anche la Commissione Statuto, non solo perché il suo Presidente è un collega di Gruppo, ma perché riteniamo che quella sia una Commissione fondamentale, di certo indotto meramente interno, ma solo attraverso un riassetto interno si può colloquiare con l'esterno, quindi con lo Stato centrale, per diventare interlocutori che saranno ascoltati, perché a noi interessa essere interlocutori ascoltati.
Pertanto, anche noi ci esprimiamo con un certo entusiasmo, che in questi ultimi tempi pervade un po' tutti, nei confronti del federalismo.
Noi non lo chiameremo decentramento, noi continuiamo a parlare di federalismo perché riteniamo che il decentramento sia un'altra cosa e noi non condividiamo la strada del decentramento, ma sosteniamo la strada dell'autonomia, quindi del federalismo.
L'analisi della Lega Nord per modificare le regole esistenti coincide con la nostra analisi, si possono sovrapporre quanto meno al 90%; ci differenziamo, però, rispetto al progetto di superamento dello Stato.
Condivisa molta parte dell'analisi, quel che ci divide è l'ipotesi federalismo o l'ipotesi secessione; noi riteniamo che la modifica dello Stato si ottiene o attraverso il non fare nulla, e quindi si è nel conservatorismo più bieco, o facendo le rivoluzioni, e noi non siamo neanche d'accordo con chi le vorrebbe fare. Oppure, si percorrono le strade del riformismo e del gradualismo, quindi della politica dei piccoli passi compatibili con la realtà in cui si è immersi.
Noi riteniamo che la realtà odierna del nostro Paese sia molto complessa.
Il collega Ghiglia ha citato l'intervento di Prodi: se ci si fosse dovuti fermare all'intervento del Capo del Governo, relativamente ai referendum probabilmente non sarebbe nemmeno valsa la pena di affrontare la giornata di oggi, perché tagliare la strada rispetto ai referendum con interferenze così pesanti nei confronti di chi si deve esprimere sulla legittimità di quei referendum è sicuramente un atteggiamento da condannare, ma anche all'interno della maggioranza di governo gli atteggiamenti non sono univoci.
La situazione politica che oggi vive il nostro Paese è di instabilità è di contingenza tale per cui all'interno sia dell'uno che dell'altro schieramento esistono i conservatori e i riformisti, ma nei prossimi mesi dovranno addivenire ad aggregazioni più sintonizzate su lunghezze d'onda politiche di questo tipo che non su casualità, perché l'uscita di Prodi mortifica veramente le Regioni che hanno votato i referendum.
Il Consigliere Marengo ricordava che anche il PDS ha votato la stragrande maggioranza dei referendum (solo due non furono votati), così come la Toscana, che è una Regione non governata dal Polo, pure votò quei referendum. Quindi, quella di Prodi noi la interpretiamo come un'uscita molto inopportuna, ma, per i distinguo che già sono nati, riteniamo non sia la posizione univoca all'interno delle forze che compongono la maggioranza di governo.
In una situazione così complessa non possiamo certo gioire di entusiasmo nei confronti del tentativo di risposta che si sta costruendo a fronte della spietatezza dell'analisi fatta dalla Lega Nord, e che da parte nostra in gran parte può essere condivisa, ma riteniamo che la responsabilità anche la collega Spagnuolo ha citato questo vocabolo - suggerisca di iniziare un percorso della riforma che sia graduale, quindi della ricerca determinata, di un minimo comun denominatore che consenta di uscire da una contrapposizione netta.
Se in questo caso non si fosse imboccata la strada della Bicamerale e ci si fosse contrapposti così come sulla Finanziaria, è facile intuire che ci si sarebbe trovati muro contro muro e il tutto non avrebbe sortito nulla.
Allora noi riteniamo che in questa fase nel nostro Paese ci sia l'estrema necessità di ingoiare rospi piccoli o grandi, al fine di imboccare una strada che raccolga le volontà politiche di tutti coloro che si riconoscono in un percorso di gradualità, in un percorso di riforma che consenta di uscire da una situazione di stallo e di contrapposizione per approdare, in futuro, ad una condizione che consenta poi di ridisegnare, alla luce delle nuove regole, schieramenti che possano maggiormente incidere e premere sull'acceleratore, perché ci saranno condizioni di governabilità tali da consentire quel che oggi non è consentito.
Ci limitiamo a queste poche considerazioni. Penso sia pleonastico dire che il voto del nostro Gruppo è favorevole, con un alto senso di responsabilità e di coscienza, perché pretendere oggi in modo presuntuoso ed irrealistico di andare oltre quella che è la gradualità del percorso possibile in queste difficilissime condizioni sarebbe utopistico e finirebbe con l'essere deleterio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Condivido con il collega Marengo il fatto che oggi in quest'aula, e nei giorni scorsi in Commissione, si sia fatto uno sforzo per giungere ai risultati della seduta odierna, ma lo sforzo non è tanto il lavoro che abbiamo fatto, quanto la disponibilità di ciascuno di noi ad avvicinarsi alle posizioni degli altri. E questo è uno sforzo che ritengo assolutamente necessario quando si parla di riforme costituzionali. E' impensabile, cioè che una proposta di riforma costituzionale, qualunque essa sia, sia presa da posizioni di parte. Ne è un esempio la nostra storia, ne è un esempio la Costituzione della Repubblica italiana. In quel momento non c'erano divisioni di parte perché non potevano esserci degli interessi di parte da difendere, altrimenti la Costituzione italiana non si sarebbe avverata.
Ritengo che oggi in quest'aula si sia fatto un ulteriore sforzo e l'ha fatto il Gruppo Rifondazione Comunista, presentando la sua proposta di legge che non ha voluto assolutamente boicottare, come avrebbe potuto fare signor Presidente, i lavori della proposta di legge che stiamo per approvare.
L'ha fatto anche la Lega Nord questo sforzo, e va riconosciuto, perché non si può fare un unico mazzo di tutto quello che è stato proposto dalla Lega Nord.
Credo che alcune cose importanti l'amico Capogruppo Roberto Rosso le abbia proposte, e i colleghi Consiglieri della Lega Nord altrettanto.
Ha fatto anche lo sforzo il collega Ghiglia: io non interpreto, come ha fatto Marengo, ciò che ha detto il collega Ghiglia. Io, la sua, la interpreto una disponibilità ad arrivare ad una proposta che sia il più possibile unitaria, con lo spirito costituzionale.
Questi sforzi li abbiamo fatti anche noi Consiglieri, che più o meno siamo stati attenti alla discussione in aula e in Commissione, rispetto a questo provvedimento. Lo sto facendo anch'io uno sforzo, però parto dal presupposto che spesso la ricerca del meglio non è il bene in assoluto. Se ciascuno di noi fosse entrato nel merito di questi singoli articoli - è già stato detto da Ghiglia - probabilmente noi non riusciremmo ad approvare questo provvedimento così come ci è stato proposto.
Bisogna, però, verificare anche cosa hanno fatto le altre Regioni in merito a questo provvedimento. Mi risulta che l'Emilia e la Toscana, che hanno già approvato questo provvedimento, l'abbiano sostanzialmente modificato rispetto a quello che andremo a votare noi adesso. Noi, invece lo votiamo così com'è perché ci è stato detto che questo provvedimento deve essere il più possibile uguale per tutte le Regioni d'Italia.
Allora, se è vero che altre Regioni l'hanno modificato, noi avremmo potuto fare un ulteriore sforzo e non ci saremmo trovati condizionati dalle date delle Bicamerali che, in modo altalenante, per mesi, sono arrivate alla soluzione della Bicamerale stessa.
Nel discutere questo provvedimento, penso si debba dire, da parte dei Gruppi consiliari, e credo sia utile che io lo dica in questo momento, che vi sono dei forti dubbi che si possano fare delle riforme costituzionali attraverso una Bicamerale - con questo non voglio dire che non bisogna partecipare attivamente ai lavori della Bicamerale, noi stiamo facendo una proposta alla Bicamerale stessa. Probabilmente la Bicamerale avrebbe potuto mettere mano alla Costituzione, non per modificarla, ma, per esempio, per invertire l'art. 117 della Costituzione, così come prevediamo noi di poterlo fare, e alcuni giuristi e costituzionalisti dicono che si sarebbe potuto fare anche senza la modifica della Costituzione. Vale a dire: lo Stato decida quali sono le materie di competenza legislativa propria e tutte le altre materie sono di competenza delle Regioni. Ma è difficile che una Bicamerale, composta da parlamentari, siano essi deputati o senatori preveda, per esempio, la modifica delle Camere parlamentari: io non ci credo. Sarei positivamente sorpreso se questo avvenisse, ma non ci credo.
Io non credo che un senatore della Repubblica in carica voterà per l'autoeliminazione dalla propria sedia: non ci credo. Questo non vuol dire che io non voglio, attraverso le mie dichiarazioni, partecipare ai lavori della Bicamerale. Il lavoro della Bicamerale potrà essere positivo rispetto ad altre tematiche.
La Conferenza dei Presidenti delle Giunte - un ulteriore sforzo è già stato ricordato da Luciano Marengo prima - quando i Presidenti del Consiglio, pur avendo una proposta, l'hanno ritirata, proprio perch credevano anch'essi che il meglio non fosse la ricerca assoluta del bene non so se sia convinta che questa fosse la migliore proposta che si poteva fare. Non credo neppure che i segretari dei partiti, a livello nazionale siccome qualcuno ha detto che le posizioni di Berlusconi, D'Alema ed altri accondiscendono a questo tipo di soluzione, abbiano preso in esame approfondito quanto noi stiamo facendo in questo momento.
Non ci credo; perché? Faccio alcuni esempi: se noi andiamo ad esaminare quali sarebbero le rappresentanze delle Regioni all'interno di questo Senato federale, vediamo che alcuni orientamenti sono un pochino fatti a spanne, vale a dire: fino a 200 mila persone, un rappresentante; fino a 500 mila persone, due rappresentanti. La democrazia è fatta di numeri: la rappresentanza popolare deve avere regole certe e non "fino a 500 mila persone, due rappresentanti", "fino a 1 milione di persone, tre rappresentanti". Credo che questa sia una cosa sulla quale la Bicamerale si dovrà soffermare, se prenderà in esame le proposte delle Regioni per attuare meglio la democrazia periferica rispetto al livello centrale.
E' già stato detto che ci sarà una grossa discussione rispetto a quali devono essere i rappresentanti nel Senato delle Regioni: se saranno essi rappresentanti degli esecutivi, se saranno essi rappresentanti dei Consigli lo citava Saitta. Da una posizione certamente noi dobbiamo partire, ed è quella che lo Stato deve decentrare il potere legislativo di quasi tutte le materie alle Regioni e le Regioni devono decentrare il potere amministrativo agli Enti locali, siano essi le Province, le Comunità montane e i Comuni.
Questa proposta, secondo me, è incompleta perché manca di una parte sostanziale, se non vogliamo che la Bicamerale, nell'attuare qualcuna delle nostre proposte, possa intravedere anche la possibilità di rappresentanze di un Senato, dove vengono coinvolti anche alcuni degli Enti locali vedasi le Aree metropolitane; non si capisce più da chi sarebbero rappresentati i restanti Comuni, perché c'è una discussione a cascata.
Oggi, anche i Sindaci delle Aree metropolitane dovranno riconoscere ai Comuni più piccoli le prerogative dei Comuni più piccoli, anche in termini amministrativi; non possono fare la parte dei leoni solo i Sindaci delle grosse città, come si tende a fare adesso e come questo Governo centrale sta avallando. Non è casuale il fatto che ci siano le Conferenze dello Stato centrale con i Sindaci delle Aree metropolitane: il Governo centrale ci dovrà dire se crede in quelle funzioni, pur cambiate, delle Regioni stesse. Se non ci crede, dovrà dircelo.
Se non vogliamo che questa proposta venga presa con le rappresentanze degli Enti locali, siano pure i Sindaci delle grandi città, si dovrebbe tenere conto di una proposta similare a quella che noi facciamo, del Senato delle Regioni, di una Camera degli Enti locali presso il Consiglio regionale.
Sto finendo, non ho parlato in tutta la giornata, credo che, pur essendomi molto amico, Presidente, lei possa sopportare che parli ancora due minuti.
Dico "pur essendomi molto amico", perché lei non richiama mai quelli che non sono molto amici! Il mio Gruppo voterà, quindi, a favore del provvedimento in esame. Come altri hanno detto, credo che il provvedimento non possa essere che un primo passo - l'Assessore Gallarini lo diceva - verso questi temi sui quali dovremo confrontarci a fondo. Non è casuale che questo confronto possa avvenire - perché le modifiche saranno stravolgenti - per esempio nella Commissione Statuto, che avrà fortissime modificazioni.
Il Consigliere Ghiglia ha sottolineato come sia difficile che i rappresentanti dell'esecutivo possano rappresentare le Regioni, in un Senato delle Regioni, se continuano a mantenere i carichi di lavoro di tipi amministrativo che hanno tutt'oggi.
Quindi, o gli Assessori diventeranno tutti senza portafoglio, perch avranno delegato quelle funzioni amministrative, oppure bisognerà fare veramente la riforma degli Statuti.
Termino il mio intervento con questa frase - un po' di polemica ci vuole: se il Presidente Prodi dice che il federalismo non nasce dai referendum, io termino il mio intervento nutrendo forti dubbi che le riforme costituzionali si possano fare con le Bicamerali.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio, che interviene in qualità di Consigliere.



VAGLIO Roberto

Intervengo per sottolineare un passaggio, uno dei tanti atti sulla strada della riforma della nostra Costituzione. Il disegno di legge in discussione non mi piace, ma mi adeguo. Mi adeguo perché è una tappa importante sulla strada della riforma in senso federale del nostro Paese.
Ricordo ai colleghi che nel 1992 questo Consiglio approvò una proposta di riforma della Costituzione, una proposta di legge del Consiglio regionale del Piemonte al Parlamento, che aveva ben altri accenti e che aveva ben altre adesioni.
Ricordo a tutti che quello fu il primo passaggio su un confronto tra federalisti e centralisti che vedeva i federalisti in minoranza, in grande minoranza, rispetto ad una maggioranza schiacciante che proponeva un piccolo decentramento, un piccolo incremento del ruolo delle Regioni nel governo di questo Paese.
Oggi, molte di quelle persone, che allora votarono una riforma estremamente blanda e non certo in senso federalista, sono su posizioni simili alle mie. Sono su posizioni che definirei decisamente federalistiche, ma è cambiato il quadro. Nel 1992 ci fu un confronto tra centralisti e federalisti, dove i centralisti vinsero in grande maggioranza; oggi c'è un confronto tra federalisti e centralisti, dove i federalisti hanno assunto la fisionomia di maggioranza. Ma oggi esiste anche una terza via: la via di quelli che non ci credono più, di quelli che, a cinque anni di distanza, vedono replicare una battaglia con le spade di latta, vedono replicare la burla della Bicamerale e non ci stanno più.
Hanno superato le posizioni federaliste perché non credono che il federalismo possa essere la soluzione dei problemi del nostro Paese.
Comprendo questa posizione, pur non condividendola. La comprendo ed è il motivo per cui oggi il Consigliere Rosso - ho letto i tuoi emendamenti li ho profondamente condivisi, ma non mi sento di approvarli - ha ottenuto un risultato minimale, di confronto vincente sul centralismo. Credo ci sia ancora lo spazio per tentare la riforma in senso federale di questo Paese visto che le dichiarazioni dei colleghi in un certo senso consentono un certo ottimismo. C'è un distinguo. Ho sentito le dichiarazioni dei colleghi di maggioranza, ho sentito le dichiarazioni dei colleghi dell'opposizione e devo dire che c'è un distinguo importante da fare: un conto è la collaborazione sulla strada delle riforme, un conto è la collaborazione nell'ambito dell'ennesima Commissione Bicamerale, un conto sono le scelte di governo, un conto sono le alleanza di governo, un conto sono le linee programmatiche e soprattutto i metodi di attuare le linee programmatiche.
Non credo che l'approvare lo stesso disegno di legge, il voler collaborare alla riforma dello Stato, possa comportare una compenetrazione tra i governi di centro-destra e le opposizioni di centro-sinistra, o viceversa. Non credo che questa sia la sede idonea, il momento idoneo per lanciarsi messaggi cifrati. Le scelte di governo sono una cosa troppo seria per essere scambiate con accordi per la riforma delle istituzioni.
Ricordiamo l'esempio importante che ha dato l'Assemblea costituente a questo Paese, un'Assemblea costituente in cui tutte le forze politiche parteciparono, collaborarono e portarono alla stesura di un documento che nel bene e nel male, ha governato il Paese per oltre cinquant'anni.
Noi dovremmo scegliere le stesse strade, dovremmo percorrere le stesse strade, tenendo ben distinti - e questo lo ricordo a me e ai colleghi di maggioranza - i ruoli. Una cosa è il governo, una cosa sono le riforme del Paese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Da questo dibattito, al di là di certi aspetti un po' umoristici che ho udito e che penso debbano essere trattati non con asprezza, in questo caso semmai con una certa simpatia, mi sembra ci sia una questione sulla quale anche il Gruppo Rifondazione Comunista si sente in sintonia con tutti quanti, pur nelle contraddittorie posizioni espresse. Il punto è il seguente: tutti insieme, in vario modo, stiamo affermando che in questo momento di avvio di riforma dell'assetto dello Stato è bene che le Regioni facciano sentire la propria voce. Mi sembra questo il filo che ci unisce; e non è un filo da poco. Non voglio sottovalutare questa sintonia e questa base comune di partenza, base che, però, mi sembra si fermi qui. Già nell'affrontare il nodo della Bicamerale, gli argomenti si frangono e ci sono colleghi che, pur ritenendo che le Regioni debbono far sentire la loro voce alla Bicamerale, nella frase successiva esprimono dubbi sulla stessa.
Direi, comunque, non asprezza, ma simpatia: elementi di sofferenza presenti in un processo di riforma dello Stato, non facili per nessuno e per i quali nessuno ha la verità in tasca.
In questo quadro, il Gruppo Rifondazione Comunista ha fatto la scelta di non contrastare altre idee, compresa quella della Lega Nord, e, in secondo luogo, di fare il ragionamento seguente: se occorre fare una proposta alla Bicamerale, vogliamo almeno votare una proposta in cui grosso modo, crediamo. Questa è stata la nostra scelta, tradottasi nella presentazione di una nostra proposta di legge, dall'ossatura per noi convincente, che non avremmo proposto se fossimo stati in grado di discuterne, non in termini di prepotenza culturale e propositiva, ma in termini di colloquio e di confronto. Penso che questo succederà nella Bicamerale.
Purtroppo non è stato possibile, Presidente - come ben sanno i colleghi dell'VIII Commissione - avere il tempo necessario per poter colloquiare ad un livello tale da consentire altre composizioni delle idee. Tempi mancati per le vicende note - Bicamerale che andava e veniva - e questo solo per spiegare l'atteggiamento del nostro Gruppo, che ha tenuto fermo il proprio disegno di legge e voterà contro - così come alle proposte della Lega Nord al provvedimento in esame, per ragioni di coerenza.
Viceversa, rimangono altri aspetti, un po' curiosi, di un dibattito che vede alcuni nostri colleghi votare contro proposte che condividono e a favore di proposte che non condividono. Non idealizziamo le Regioni! Le Regioni non esistono in forma di unità ideale delle stesse! Anche in questa vicenda, la Regione Piemonte si è ben connotata; non è una monade che sta lì per conto suo, una sfera di cristallo solitaria. La Regione Piemonte ha visto il Presidente Ghigo agire nella Conferenza dei Presidenti delle Giunte e portare un progetto di riforma dello Stato; ha visto il Presidente Picchioni agire, in altra direzione e in altra sede, con i Presidenti dei Consigli regionali e poi ha visto colleghi esprimere assensi e dissensi, ed anche chi vota in modo più convinto, come i colleghi Marengo e Saitta aggiunge che non si tratta della verità e via dicendo.
C'è quindi una situazione di sofferenza molto variegata; le Regioni sono tante cose: non sono un'idealità che riassume in sé una rotondità della politica. Vi sono varie sfaccettature. Come Regione, diamo un contributo alla Bicamerale - ma alcuni di noi hanno perfino il dubbio che la Bicamerale sia utile - ma questo è il nostro punto di partenza.
Un collega si è lamentato dicendo "Mah, in una Regione governata dal Polo forse si sarebbe potuto fare anche qualcosa di diverso". Ma la nostra è una Regione governata dal Polo? Sarebbe utile qualche riflessione sul tema. In una Regione governata dal Polo - o dall'Ulivo - gli atti di governo dovrebbero avere carattere di forte autonomia, di forte riconoscibilità politica, che stanno di fronte ad altri atti e ad altre proposte di altrettanta chiara connotazione politica alternativa.
Forse, in Regione Piemonte, ad un anno e un pezzo dall'insediamento della Giunta del Polo, si potrebbe fare un esame degli atti di grandissima rilevanza. Quali atti di governo possono essere considerati qualificati? E' il governo del Polo o è qualcos'altro? Personalmente, da un semplice elenco di decisioni fondamentali di questa Regione, rilevo che non sono atti "del Polo", di questa maggioranza che oggi definivo superlativa. Il mio vuole essere un elemento di riflessione: non so, a questo punto, colleghi, se questa Regione sia proprio "governata" dal Polo o se non ci sia un contributo, ormai stabilizzato, che trabocca oltre le forze del Polo e che trasforma l'acqua della Giunta Ghigo in brodo, come fosse un dado che, gettato nell'acqua si scioglie... Rimaniamo comunque sulla simpatia, almeno in questa fase; ci anche perché mi sento, veramente, come Gruppo, unito in questo sforzo plurale, diverso, ma nel quale, penso, siamo tutti convinti. Facciamo sentire la nostra voce: i documenti sono due, ma le voci sono molte. Chiedo anch'io al Presidente del Consiglio regionale di poter partecipare, come Consiglio regionale, al lavoro della Bicamerale.
Non interverremo più, come Gruppo, sulla legge.



PRESIDENTE

Voglio ringraziare l'intero Consiglio per l'odierno confronto, molto civile e costruttivo.
Prendo a prestito le ultime parole del Consigliere Chiezzi, che ha sottolineato il filo conduttore di questo dibattito, che, al di là delle posizioni politiche, ha voluto ratificare anche una volta la volontà riformista di questa assemblea.
Forse abbiamo pagato - o peccato - di una disciplina eccessivamente sabauda - se mi si permette la parola - nel senso che hic stabunt, hic cadent: la legge non si cambia, se no cade. E questo l'abbiamo visto nell'ambito dei referendum ed anche nell'ambito di questo progetto, se è vero - com'è vero, mi pare che qualcuno l'abbia rilevato - che altre Regioni d'Italia hanno apportato delle modifiche che potevano essere anche suscettibili di essere portate da parte di questa Regione.
Il Consigliere Chiezzi sostiene esserci stato un apporto variegato potremmo dire minimalista o massimalista a seconda dei punti di vista probabilmente noi abbiamo messo nel cassetto un progetto di riforma, quello della scorsa legislatura, che poteva essere molto più organico e completo.
Crediamo comunque che quel progetto sia stato veramente il risultato della volontà generale di un'assemblea che si espresse - allora dopo lungo dibattito - ad altissimo livello.
Probabilmente, oggi, presentiamo una legge di cui conosciamo anche i vizi, oltreché le virtù. Virtù di essere un battistrada rispetto a quanto noi vorremmo avvenisse in tempi brevi: probabilmente questo non corrisponde a tutte le esigenze palesate dalla Lega Nord. Gruppo al quale voglio dare un riconoscimento non solamente per la pazienza con cui ha presentato, in maniera direi inane, senza nessun riconoscimento dello sforzo compiuto, una serie di emendamenti. Emendamenti che volevano significare una precisa posizione politica, che però, per via del momento in cui sono stati presentati, nell'economia dei lavori, non hanno potuto avere, come tante volte succede in questa assemblea, la necessaria attenzione.
Voglio però dare al collega Roberto Rosso e agli amici della Lega Nord il riconoscimento - anche a tutti gli altri Capigruppo, ovviamente - di una presenza qualificante, di un discorso che ha espresso, com'è stato detto da qualcuno, la filosofia politica - accettabile o meno - di un determinato impianto, che noi abbiamo accolto non nel senso di averlo recepito, ma certamente di averlo ascoltato. E questo credo sia stato comunque un punto di arricchimento e di partenza del nostro Consiglio, per quella che noi auspichiamo possa essere effettivamente una stagione delle riforme.
Ringrazio ancora il Presidente della Giunta per averci informato con la sua dichiarazione di stamani, così come ha fatto nell'ambito della Commissione. Voglio anche ringraziare il Consigliere Vindigni per la fatica resa nel cercare di comporre le tessere di un mosaico che poteva essere forse incomponibile, se non per quanto concerne una morfologia di astrattezza.
Terminata la discussione generale, procediamo con la votazione dell'intero testo del disegno di legge n. 250.
Ricordo che seguirà la votazione del progetto di legge n. 251, già illustrato questa mattina dal relatore Chiezzi. Prima ancora di questo, ci sono due ordini del giorno presentati dalla Lega Nord.
Devo dire che questo disegno di legge, se l'assemblea è d'accordo, lo presenteremo al ramo della Camera dei Deputati, non al Senato. Lo dico proprio perché abbiamo un Presidente della Camera dei Deputati che è torinese, per cui valgono anche queste affinità che possono essere parentali o semi-parentali. Questa è solo un'indicazione, chiedo a voi se siete d'accordo.
In seguito darò anche alcune indicazioni per i lavori di questa settimana.
Si proceda dunque alla votazione per appello nominale dell'intero testo del disegno di legge n. 250.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 hanno risposto SI' 39 Consiglieri hanno risposto NO 6 Consiglieri La legge è approvata.
Informo il Consiglio che le consultazioni per il Piano Sanitario Regionale che si sarebbero dovute tenere domani 22/1/1997, alle ore 14,30, presso il Palazzo Guasco, alla Provincia di Alessandria, saranno tenute presso la Sala consiliare di Palazzo Ghilini, Piazza Libertà 17.
Informo, altresì, che la IV Commissione non si riunisce più domani mattina, ma venerdì 24 alle ore 15, in sede.
I Capigruppo, ancora, otterranno la loro riunione venerdì alle ore 12, come d'abitudine.
Consigliere Rosso, vuole illustrare gli ordini del giorno, oppure li diamo per letti?



ROSSO Roberto

Presidente, vista l'ora, non ho intenzione di illustrarli in senso ampio, anche perché si riferiscono ad argomenti che ho già trattato questa mattina. Direi, però, che una lettura degli ordini del giorno è necessaria.



PRESIDENTE

Possiamo allora votare prima il disegno di legge n. 251 e poi passare agli ordini del giorno.
Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 1 è respinto.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 2 è respinto.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 3 è respinto.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 4 è respinto.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 5 è respinto.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 6 è respinto.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 7 è respinto.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 8 è respinto.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 9 è respinto.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 10 è respinto.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 11 è respinto.
ART. 12 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 12 è respinto.
ART. 13 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 13 è respinto.
ART. 14 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 14 è respinto.
ART. 15 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 15 è respinto.
ART. 16 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 16 è respinto.
ART. 17 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 17 è respinto.
ART. 18 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 18 è respinto.
ART. 19 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 19 è respinto.
ART. 20 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 20 è respinto.
ART. 21 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 21 è respinto.
ART. 22 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 22 è respinto.
ART. 23 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 23 è respinto.
ART. 24 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 24 è respinto.
ART. 25 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 25 è respinto.
ART. 26 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 26 è respinto.
ART. 27 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 27 è respinto.
ART. 28 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 28 è respinto.
ART. 29 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 29 è respinto.
ART. 30 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 30 è respinto.
ART. 31 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 31 è respinto.
ART. 32 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 32 è respinto.
ART. 33 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 33 è respinto.
ART. 34 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 34 è respinto.
ART. 35 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 35 è respinto.
ART. 36 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 36 è respinto.
ART. 37 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 37 è respinto.
ART. 38 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 38 è respinto.
ART. 39 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 39 è respinto.
ART. 40 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 40 è respinto.
ART. 41 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 41 è respinto.
ART. 42 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 42 è respinto.
ART. 43 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 43 è respinto.
ART. 44 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 44 è respinto.
ART. 45 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 45 è respinto.
ART. 46 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 46 è respinto.
ART. 47 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 47 è respinto.
ART. 48 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 48 è respinto.
ART. 49 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 49 è respinto.
ART. 50 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 50 è respinto.
ART. 51 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 51 è respinto.
ART. 52 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 52 è respinto.
ART. 53 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 53 è respinto.
ART. 54 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 54 è respinto.
ART. 55 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 55 è respinto.
ART. 56 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 56 è respinto.
ART. 57 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 57 è respinto.
ART. 58 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 58 è respinto.
ART. 59 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 59 è respinto.
ART. 60 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 60 è respinto.
ART. 61 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 61 è respinto.
ART. 62 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 4 voti contrari 36 L'art. 62 è respinto.
Non essendo stati accolti gli articoli, si presenta un problema procedurale. Si deve procedere alla votazione per appello nominale di un testo che non esiste? Consigliera Spagnuolo, dia il suo lume.



SPAGNUOLO Carla

Non si può votare. Alla Bicamerale vengono mandati, così come si era detto, la relazione e i documenti.



PRESIDENTE

Passiamo pertanto all'esame degli ordini del giorno presentati dalla Lega Nord, che sono connessi alla proposta di legge al Parlamento test votata.
Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 410, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerato che la natura centralista della nostra Costituzione, nell'interpretazione datane dalle Corti e dai partiti politici, costituisce una delle cause di maggiore degrado del nostro Paese, avendo determinato soprattutto il mancato sviluppo del Meridione e la formazione di un'economia duale che progressivamente si è divaricata fino a dare luogo a due economie distinte e sempre più lontane tra loro ricordando che come già nel corso del dibattito in Assemblea costituente l'art. 5 della Costituzione, originariamente posto come art. 106 all'interno del Titolo V le Regioni, le Province, i Comuni - della parte II, venne definito dall'allora Presidente della Commissione Meuccio Ruini 'nel suo complesso un'introduzione ed un'epigrafe a tutto il titolo... una sintesi larghissima dell'esigenza decentratrice in generale' (on. Meuccio Ruini, in Assemblea costituente, resoconto stenografico del 27/6/1947, pagine 2397/2398) rilevando che il Presidente del Consiglio dei Ministri, Romano Prodi, nelle dichiarazioni programmatiche del Governo al Parlamento, in occasione del dibattito sulla fiducia, ha affermato che il Governo 'vuole e saprà rispondere alle legittime domande' emerse con il 'voto espresso in aree fortemente produttive, che con la loro proiezione internazionale contribuiscono al generale benessere del Paese', cogliendo in tale voto l'affermazione di 'una pressante e fondata domanda di riforma e di ammodernamento dello Stato' nelle medesime dichiarazioni programmatiche - preso atto della 'pretesa connaturata ad uno Stato fortemente centralizzato come il nostro, di legiferare su tutto, di decidere su tutto e di governare tutto dal centro del sistema... sempre più in contrasto con le necessità di una società complessa, articolata e differenziata nei suoi sistemi economici, culturali e sociali' - viene finanche riconosciuto che 'è utile, oltreché necessario dare voce e spessore alle differenze. Si potranno così valorizzare meglio le ricchezze e le risorse del Paese' e che 'è dunque giunta davvero l'ora che si dia ad una stagione 'alta' di riforme istituzionali e costituzionali all'insegna del dialogo' sottolineando che l'art. 1 della Carta delle Nazioni Unite, così come ribadito al successivo art. 55, stabilisce che una delle finalità fondamentali riconosciute dal documento è quella di sviluppare amichevoli relazioni tra le nazioni 'fondate sul rispetto del principio dell'uguaglianza dei diritti e dell'autodecisione dei popoli' altresì come l'atto finale della Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa, nella dichiarazione sui principi che regolano le relazioni fra gli Stati partecipanti, al Capo VIII, ribadisca solennemente l'impegno per gli Stati a rispettare 'l'uguaglianza dei diritti dei popoli e il loro diritto all'autodeterminazione', in virtù del quale principio 'tutti i popoli hanno sempre il diritto in piena libertà di stabilire quando e come desiderano il loro regime politico... e di perseguire come desiderano il loro sviluppo politico, economico, sociale e culturale' tenuto conto dell'art. 1 della Costituzione che dichiara che 'la sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione' del messaggio che, il 6/6/1991, il Presidente della Repubblica Francesco Cossiga ha inviato alle Camere sulla questione delle riforme istituzionali nel quale, relativamente alle forme di revisione della Costituzione particolarmente rilevante appare il significato conferito al ruolo di mediazione che in un processo costituente deve comunque essere svolto dal popolo, in quanto 'l'ordinamento costituito si fonda anch'esso su una norma fondamentale ad esso preventiva e ad esso sovraordinata: il principio di sovranità popolare... principio coessenziale al concetto stesso di Repubblica e di Stato democratico' impegna il Presidente della Regione Piemonte a promuovere, d'intesa con le altre Regioni del Nord, lo svolgimento del referendum popolare avente per oggetto l'indipendenza e la secessione al fine di dare una coerente ed adeguata risposta alle stringenti domande che provengono soprattutto da quelle Regioni che si riconoscono nella Padania".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 2 voti favorevoli, 39 contrari e 2 astensioni.
Pongo ora in votazione l'ordine del giorno n. 409, presentato dalla Lega Nord sulla stessa materia, il cui testo recita: "Premesso che: senza una profonda revisione della parte I della Costituzione repubblicana, in vigore dal 1948, non è possibile modificare in senso federale nessuna parte dell'ordinamento della Repubblica il riassetto federale di uno Stato unitario precostituito come quello delineato dagli artt. 1 (Sovranità limitata dalla Costituzione), 2 (formazioni sociali e non territoriali) e 5 (Repubblica una ed indivisibile) richiede il passaggio intermedio ed ineludibile della dissociazione per secessione delle comunità dei governati dal potere statuito, al fine di riacquistare l'originaria sovranità (tutti gli uomini nascono liberi e sovrani) solo dopo questo passaggio, quando cioè tutti i soggetti rappresentativi (istituzioni e/o movimenti) dei governati, avendo riacquistato libertà e sovranità hanno conseguito pari capacità contrattuale, è possibile ridiscutere un nuovo patto sociale, ovvero una nuova Costituzione nel nostro caso, come in quello di tutta la Società Padana, consideriamo questo negoziato come desiderabile ed accettabile preminentemente in funzione della costituenda Europa delle Regioni e dei Popoli constatato che la proposta di modifica costituzionale che siamo chiamati a votare non solo non recepisce questa assunta pre-condizione, ma si rifiuta di permetterne l'emendazione in tal senso il Consiglio regionale approva la seguente Dichiarazione di Principi per l'attuazione dell'ordinamento da allegare alla proposta di legge al Parlamento sulle Modifiche alla Costituzione che il Piemonte ha espresso. L'ordinamento della Repubblica nelle sue articolazioni comunali, provinciali, regionali e statali, dovrà corrispondere ai seguenti principi generali: 1. Principio di autodeterminazione dei popoli e delle istituzioni locali che li rappresentano, nelle quali all'assemblea elettiva potrà sempre subentrare l'assemblea dei cittadini mediante referendum propositivo.
2. Principio di sussidiarietà; tutti i poteri non espressamente delegati allo Stato appartengono alle comunità locali di Governo a cominciare da quella più vicina al cittadino e al popolo.
3. Principio della separazione tra potere legislativo e potere amministrativo, secondo il quale per le materie assegnate dalla Costituzione (e non per legge ordinaria) alla potestà amministrativa non vi può essere interferenza legislativa.
4. Principio della non interferenza nei poteri legislativi delle articolazioni della Repubblica secondo il quale le istituzioni della Repubblica sono fra loro esclusive nel procedimento legislativo per le materie rispettivamente assegnate dalla Costituzione e non intrusive nella potestà amministrativa dei Comuni e delle Province.
5. Principio della delegificazione per le leggi esistenti sulle materie assegnate ai Comuni e alle Province dalla Costituzione.
6. Principio di coerenza e lealtà, per il quale tutti gli organi della Repubblica hanno un solo elemento fondante al quale disciplinarsi, ovvero alla Costituzione.
7. Principio della elettività popolare degli organi inquirente e giudicanti della Magistratura, secondo il Collegio di appartenenza.
8. Principio della separazione tra ordine pubblico, che non può che essere locale, dalla difesa della sovranità e della libertà che ormai date le condizioni storiche non può che essere a livello di UEO. Per questo principio oltre all'unificazione delle forze di polizia giudiziaria bisognerà procedere alla loro ristrutturazione in corpi distinti nella responsabilità e nella gerarchia a partire dal livello comunale via via fino al livello residuale dello Stato.
9. L'art. 117 dovrà essere completamente riformulato nel senso di attribuire responsabilità residuali e transitorie (fino alla completa integrazione europea) allo Stato limitatamente alle materie: affari finanziari inclusa la moneta, imposizione diretta con esclusione dell'imposizione indiretta e delle contribuzioni sociali, riequilibrio delle zone deboli limitatamente agli interventi di investimento in conto capitale, giustizia internazionale, rapporti internazionali in cooperazione con le altre articolazioni della Repubblica, difesa militare nei confronti delle aree extracomunitarie, protezione dell'ambiente limitatamente alle questioni normative.
10. Principio della separazione tra legislazione e gestione, per il quale il legislatore al fine di monitorare e controllare la buona attuazione delle leggi, dovrà servirsi delle articolazioni repubblicane dotate di potestà amministrativa e dunque dotate delle necessarie risorse gestionali.
11. Principio delle fonti delle leggi e delle norme: secondo i principi generali sanciti dall'ordinamento internazionale generalmente riconosciuto l'unica fonte delle leggi e delle norme è e non può che essere il popolo.
Ogni volta che si verifica un conflitto tra l'imperio della legge, ivi inclusa quella costituzionale, e la volontà del popolo è sempre quest'ultima a prevalere quando sia espressa dalla sua maggioranza.
12. Principio della stazionabilità della pubblica amministrazione, per il quale la Corte Costituzionale, sovrana custode dei diritti popolari sanciti dalla Costituzione, può procedere allo scioglimento del Governo all'incriminazione per violazione della Costituzione dei suoi componenti in solido (vedi decreti Stammati, leggi speciali per il Mezzogiorno)".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 2 voti favorevoli e 38 contrari.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19,45)



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