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Dettaglio seduta n.10 del 31/07/95 - Legislatura n. VI - Sedute dal 23 aprile 1995 al 15 aprile 2000

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCHIONI


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", non essendovi osservazioni, i processi verbali delle adunanze consiliari del 28 e 29 giugno e 11 luglio 1995 si intendono approvati.


Argomento: Industria - Commercio - Artigianato: argomenti non sopra specificati - Opere idrauliche ed acquedotti

Interpellanza n. 2 dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti inerente il finanziamento delle banche alle imprese alluvionate


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 2 presentata dai Consiglieri Chiezzi, Moro Papandrea e Simonetti.
Risponde l'Assessore Viglietta.



VIGLIETTA Matteo, Assessore al commercio e artigianato

La Regione Piemonte già nei giorni immediatamente successivi l'evento del 4-6 novembre 1994 aveva individuato all'interno della struttura regionale un'unità di crisi per monitorare l'andamento delle operazioni di intervento a sostegno dell'occupazione e a sostegno delle imprese industriali, commerciali, artigianali e dei servizi.
Successivamente, anche alla luce dei primi provvedimenti assunti dal Governo, che di fatto hanno escluso le Regioni da qualsiasi possibilità di intervento a favore del sistema produttivo entrato in crisi a seguito dell'evento, la Regione Piemonte ha rivendicato un proprio ruolo che solamente a seguito dell'emanazione del DL n. 691/94 è stato riconosciuto tramite l'istituzione del tavolo di confronto all'interno della Conferenza Stato-Regioni.
In quella sede, infatti, le Regioni sono state ascoltate più volte per individuare i criteri per l'erogazione delle provvidenze finanziarie messe a disposizione dalle disposizioni di legge, criteri che naturalmente sono poi stati adottati.
Dati.
Può essere utile riferire in questa sede il quadro dei danni al tessuto produttivo che è stato stimato dalle Camere di Commercio, a seguito della compilazione da parte delle aziende danneggiate di apposite "schede" di rilevazione.
I danni complessivi delle Province ammontano a: - per l'artigianato 249,5 miliardi per il commercio 432,6 miliardi per l'industria 699,6 miliardi per i servizi 215,8 miliardi per un totale di 1.597,5 miliardi.
La rilevazione è datata marzo 1995 e riteniamo possa essere sufficientemente attendibile. In ogni caso, a seguito delle iniziative di cui faremo cenno più avanti in applicazione della L.R. n. 59/94, entro poche settimane potremo essere in grado di fornire i dati definitivi relativi ai danni subìti e censiti. Questi dati naturalmente non tengono conto dei danni subìti dal settore agricolo, le cui stime sono elaborate con criteri e metodologie diverse direttamente dagli uffici dei settori decentrati dell'agricoltura regionali.
La Regione e il sistema bancario piemontese.
Nel corso delle settimane successive all'evento, la Regione ha instaurato proficui rapporti con il sistema bancario per avviare rapidamente la ripresa produttiva del sistema delle imprese danneggiate dall'alluvione. Le banche hanno risposto nell'unico modo a loro possibile mettendo a disposizione somme molto elevate, ma a tassi appena più bassi del "Prime Rate ABI". Con più precisione, la situazione della disponibilità bancaria è stata la seguente: alla data del 30/11/1994 erano 28 gli istituti di credito che avevano risposto alla sollecitazione della Regione Piemonte con una disponibilità di poco meno di 3.000 miliardi di lire, a tassi variabili dal 5,5% al 7,5% per rientri previsti in 12 o al massimo 24 mesi.
In questi incontri, svoltisi nella sede della Giunta regionale, hanno talvolta partecipato i rappresentanti del Governo centrale (l'ex Ministro degli Interni, on. Maroni, e l'ex Ministro Costa) ai quali la Regione ha posto con forza la questione delle risorse finanziarie sia in conto capitale sia in conto interesse che lo Stato in prima persona avrebbe dovuto mettere immediatamente a disposizione.
In particolare, la Regione Piemonte può affermare di aver dato un contributo decisivo per il conseguimento del risultato relativo alla concessione del contributo in conto capitale (20% del danno subìto nel limite massimo complessivo di 200 milioni di lire per ciascuna impresa) che nella stesura del primo provvedimento, il DL n. 691/94 poi convertito con la legge n. 34 del 16/2/1995, non era previsto. Lo testimoniano molti incontri con i parlamentari piemontesi e le decine di lettere con le richieste di emendamenti inviate non solo al Governo, ma anche alle Commissioni parlamentari direttamente interessate alla conversione in legge dei provvedimenti.
Grazie quindi all'azione della Regione nel corso dei mesi scorsi sia all'interno della Conferenza Stato-Regioni (e naturalmente all'interno dei suoi Comitati tecnici istituiti per approfondire le problematiche inerenti le metodologie per l'erogazione delle risorse) sia nel proficuo ruolo di mediazione tra le istanze provenienti dai territori danneggiati e rappresentate dai Comitati degli alluvionati e le istanze istituzionali (Conferenza Stato-Regioni, parlamentari, rappresentanti del Governo) molto lavoro è stato portato a conclusione con il conseguimento di importanti risultati.
Le risorse finanziarie disponibili.
Le provvidenze che lo Stato ha messo a disposizione delle aziende danneggiate tramite gli Istituti di Credito Speciale Artigiancassa S.p.A.
(per il settore artigiano) e Mediocredito Centrale (per industria commercio e servizi) e naturalmente tramite le banche sono riportate nello specchietto che segue:



VIGLIETTA Matteo, Assessore al commercio e artigianato

SETTORE MODALITÀ' ENTE INTERM RISORSE



VIGLIETTA Matteo, Assessore al commercio e artigianato

M/DI



VIGLIETTA Matteo, Assessore al commercio e artigianato

COMMERCIO 234 (1995) INDUSTRIA C/INTER MEDIOCRED 207 (1996) SERVIZI 117 (1997)



VIGLIETTA Matteo, Assessore al commercio e artigianato

COMMERCIO INDUSTRIA C/CAPIT MEDIOCRED 75 SERVIZI



VIGLIETTA Matteo, Assessore al commercio e artigianato

ARTIGIANATO C/INTER ARTIGIANCAS 200 ARTIGIANATO C/CAPIT ARTIGIANCAS 25



VIGLIETTA Matteo, Assessore al commercio e artigianato

Inoltre sono stati finanziati lire 50 miliardi per incrementare i fondi di garanzia fidi.
La situazione attuale.
Al momento attuale 1/7/1995 la situazione delle erogazioni ai beneficiari aventi titolo è la seguente: conto capitale (fondo perduto pari al 20% della spesa ammissibile) n. domande presentate: 3.270 risorse erogate: 91 miliardi conto interessi (mutui decennali al 3% con ammortamento a partire dal terzo anno) n. pratiche avviate: 1.135 risorse impegnate: 325 miliardi.
Bisogna qui evidenziare che sia Artigiancassa sia Mediocredito hanno esaurito le disponibilità del conto capitale. Peraltro su questo tema il Parlamento si è impegnato, tramite una modifica al DL n. 226 (che è la reiterazione del DL n. 109 recante la proroga dei termini fiscali per alluvionati), a reperire una somma pari a 40/45 miliardi da aggiungere alla somma di 100 miliardi già erogata con l'art. 3 bis del DL n. 691/94 convertito con legge n. 35/95.
Il sistema bancario.
Da più parti sono pervenute critiche al sistema bancario per la lentezza con cui sono state avviate le procedure di finanziamento agevolato alle imprese. Alcuni parlamentari piemontesi hanno persino proposto la costituzione di una "Commissione parlamentare sul comportamento delle banche dopo l'alluvione".
Parte della responsabilità per i ritardi che si sono verificati per l'avviamento delle procedure sono da imputare all'entrata in vigore del DL n. 691/94 soltanto dopo il 16/2/1995 per le modifiche sostanziali approvate, divenute necessarie (ricordiamo per tutte l'istituzione del contributo in conto capitale nella misura del 20% che nella versione originaria del decreto legge non era prevista). Si tenga inoltre conto del fatto che l'effettiva data di operatività del provvedimento è slittata alla seconda metà di aprile 1995, a seguito della pubblicazione, solo in quella data, di decreti ministeriali attuativi.
Per quanto attiene alla questione dell'accelerazione delle procedure da parte delle banche, sicuramente anche la Giunta regionale si sente di aderire a questa richiesta, anche se occorre tenere presente che l'ultimo provvedimento (il DL n. 154/95 convertito con la legge n. 265/95) non consente questa rapidità per alcuni errori materiali che si sono accumulati nella versione del testo licenziato dal Senato. La Camera, di fronte all'alternativa tra lasciare gli errori convertendo il decreto legge in legge o correggere gli errori, ma facendo decadere il provvedimento per decorrenza dei termini, ha giustamente preferito la prima soluzione.
Si fa particolare riferimento al comma terzo, lettera b-bis), dell'art.
5 della legge n. 265/95 che detta norme in materia di disponibilità del fondo di garanzia, il quale prevede che potrà essere accordato con un massimale pari al 100% delle perdite ed ha natura sostitutiva.
Purtroppo, non essendo stato abrogato (o modificato) il comma ottavo dell'art. 2 che tratta lo stesso argomento della garanzia, questo pu essere accordato con un massimale del 90% ed ha natura integrativa.
Tale incongruenza formale mette gli Istituti di Credito dalla parte della ragione, perché le norme vigenti contrastano tra loro.
Per questo motivo la Regione Piemonte ha sollevato la questione presso il relatore del provvedimento di conversione (on. Oreste Rossi), perch venga sanata, appunto nella sede di conversione, questa difformità.
Tutto ciò premesso, la Regione Piemonte ha già convocato una riunione con l'ABI, Mediocredito e Artigiancassa, presenti i Comitati alluvionati e alcuni parlamentari, per procedere ad un monitoraggio della situazione e poi analizzare nel dettaglio le cause che impediscono la piena operosità delle banche. A seguito di questa riunione è stata individuata una task force tecnica che dovrebbe elaborare proposte in tal senso.
La Regione Piemonte per le garanzie.
Nel dicembre scorso il Consiglio regionale ha approvato la L.R. n.
59/94 con la quale venivano messe a disposizione dei consorzi fidi e delle strutture collettive di garanzia di primo grado L. 2 miliardi per agevolare l'erogazione di prestiti bancari a tasso agevolato alle aziende colpite.
Per maggiore operatività è stata individuata la Finpiemonte quale soggetto intermedio a cui far pervenire le domande da parte dei consorzi fidi e delle cooperative.
Entro fine luglio - e questa mattina ho già firmato qualche deliberazione - è prevista l'erogazione delle somme la cui ripartizione è avvenuta secondo i criteri dettati dalla deliberazione della Giunta regionale n. 7-44384 del 30/3/1995.
Conclusioni.
Dalle molte considerazioni espresse a margine della descrizione di molti interventi effettuati per consentire alle imprese colpite di poter presto riprendere l'attività interrotta, emerge con chiarezza l'inadeguatezza della "macchina" dello Stato nell'affrontare emergenze di questo genere. E' già stato detto, ma occorre in questa sede ripetere, che nel nostro Paese emergenze di questo genere sono purtroppo molto frequenti: si calcola che in media ogni 18 mesi si verifichino alluvioni, frane inondazioni, terremoti, ecc., seppur di dimensioni di gran lunga inferiori a quanto da noi subìto.
Ebbene, l'assenza di una legge cornice, di un quadro di riferimento a cui ricorrere in questi frangenti pare essere la "questione morale" da cui occorre rapidamente uscire.
Se moltissime sono ancora le aziende danneggiate a novembre 1994 che non hanno percepito le risorse finanziarie previste dalla legge, pensiamo allora alle imprese che sono state danneggiate nel settembre 1993, che ancora non sono state indennizzate, per l'effetto perverso di una procedura farraginosa e assai più complicata di quella messa in atto nell'ultima emergenza.
Quanto sopra fa quindi riflettere sulla non opportunità di tendere a leggi speciali per questo tipo di eventi: è decisamente meglio avere leggi normali.
L'impegno che la Regione Piemonte intende assumersi è quello di proporre al Governo ed al Parlamento nelle sedi competenti lo studio di uno strumento legislativo che, nel dare il giusto rilievo ed una maggiore capacità di intervento alle Regioni, consenta agli strumenti tecnici che verranno individuati di poter affrontare tali emergenze nel più breve tempo possibile.
Infine, la Giunta regionale si impegna a predisporre una relazione organica al Consiglio regionale sulla "questione alluvione" per il prossimo mese di settembre 1995, allo scopo di fornire un'informazione esauriente sugli interventi effettuati dalla Regione Piemonte a sostegno delle imprese colpite dall'alluvione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

La relazione dell'Assessore, per certi versi ampia e con un connotato di carattere burocratico, non mi ha consentito di capire cosa si proponga di fare la Regione di fronte all'affermazione, fatta dallo stesso Assessore, che, in emergenze di questo genere, lo Stato ha dimostrato tutta la sua inadeguatezza. Dico questo nel senso che la Regione Piemonte è parte dello Stato: siamo proprio uno dei gangli dello Stato.
E' vero che in questa occasione, sin dall'inizio, la Regione Piemonte ancora con il Presidente Brizio, ha avviato un rapporto critico molto netto con la primaria impostazione che lo Stato e i Ministeri volevano dare alla questione. Ricordo la discussione con il Ministro Maroni, che chiedeva di accentrare tutto in una competenza prettamente ministeriale.
Però - e spero che questo possa emergere da parte dell'Assessore nella relazione che ha promesso per il mese di settembre - quello che non viene fuori è con quale forza e con quali idee la Regione Piemonte affronta quella che rimane un'emergenza. I fatti di queste ultime settimane, le proteste, le marce e anche episodi drammatici, quali quelli di persone che si sono tolte la vita, segnalano infatti che la situazione è tutt'altro che risolta.
Anche per quanto riguarda le cifre relative ai danni fornite dall'Assessore - ho fatto una rapida somma e i danni ammontano a circa 1.500 miliardi - le somme disponibili raggiungono circa la metà di questi stanziamenti. Si capisce quindi il motivo per cui, a parte i ritardi, ci sono ancora malcontenti, ed ogni tanto veniamo informati, o a mezzo di notizie stampa o dalla televisione, di situazioni allucinanti in cui si trovano alcune aziende, piccole imprese che, quasi in modo fatalistico dicono: "Chiuderò, non potrò più far nulla". Siamo di fronte ad uno scompenso enorme, di cui la Regione Piemonte è parte in causa.
Quello che non vorrei è che noi non ci sentissimo, dal punto di vista organizzativo e politico, come una parte dello Stato che non ha funzionato.
Quello che mi lascia dubbioso è l'aspetto della relazione dell'Assessore, che tende a scaricare su uno Stato indeterminato un problema che, viceversa, penso debba essere di tutti, compresa la Regione Piemonte.
Aspetto dunque questa relazione e la sollecito. Però solleciterei anche una visione critica per tutti di uno stato di cose che vede purtroppo attività economiche e cittadini patire situazioni economiche, sociali e anche personali gravissime, che portano ancora adesso a fatti incresciosi a lutti e soprattutto all'impossibilità di una ripresa economica di queste zone.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Interpellanza n. 7 dei Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti inerente l'approvazione da parte della Regione del PRGC di Torino


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 7 presentata dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti.
Risponde l'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'urbanistica

La vicenda è nota e, nella successione dei fatti, è esattamente descritta nell'interpellanza; questa, però, suggerisce un'interpretazione degli stessi fatti che, così come viene proposta, a nostro avviso, è inesatta.
Il Commissario del Governo aveva infatti vistato la deliberazione di approvazione del Piano regolatore di Torino, invitando contestualmente la Regione a riesaminare l'opportunità di mantenere la modifica introdotta ex officio all'art. 33 delle norme tecniche di attuazione. Ciò a seguito di un'istanza del Comune di Torino, secondo il quale la modifica avrebbe determinato una situazione difficilmente governabile, comportando l'inattuabilità di piani esecutivi approvati dal Consiglio comunale nel periodo di tempo intercorrente tra l'adozione del progetto definitivo e la comunicazione da parte della Regione delle osservazioni.
L'invito a riconsiderare l'opportunità della decisione non comportava la sospensione dell'approvazione del Piano regolatore, provvedimento non assunto dalla Commissione di controllo che, anzi, ha autorizzato l'ulteriore corso.
Pertanto la precedente Giunta regionale, con la pubblicazione della deliberazione, ha provveduto a completare l'iter di approvazione del Piano regolatore. La Giunta regionale ha ritenuto infatti che la Commissione di controllo avesse inteso contemperare due diverse esigenze. Riconoscendo legittime le determinazioni della Regione e identificando l'interesse generale con una sollecita approvazione del Piano regolatore ha, da un lato, consentito l'ulteriore corso della deliberazione di approvazione dall'altro, a seguito delle richieste del Comune, ha richiamato l'attenzione della Regione con un invito insolito, ma non illegittimo sulle difficoltà segnalate dal Comune ed invitato a riesaminare l'opportunità, e non la legittimità, della precedente valutazione.
Nello spirito proposto dalla Commissione di controllo, la precedente Giunta regionale ha quindi avviato una riflessione sull'argomento richiedendo un approfondimento istruttorio all'Assessorato all'urbanistica e un parere alla CTU.
Gli uffici dell'Assessorato hanno riesaminato la documentazione relativa all'articolo in oggetto noto all'Assessorato, e soprattutto le argomentazioni addotte dal Comune nei vari documenti a sostegno del comportamento tenuto, fornendo alla Giunta regionale una relazione contenente gli elementi per assumere una decisione.
La stessa relazione è stata sottoposta anche alla Commissione Tecnica Urbanistica per acquisire un parere, che, reso a maggioranza, è risultato favorevole all'accoglimento dell'istanza.
L'attuale Giunta regionale, sulla scorta di tali atti, e pur riconoscendo l'importanza delle preoccupazioni manifestate non solo dal Comune di Torino, ma anche dalle organizzazioni imprenditoriali per possibili conseguenze sul piano economico ed occupazionale collegate alla vicenda, ha tuttavia ritenuto di non procedere alla correzione della deliberazione di approvazione e, anche per motivi di trasparenza amministrativa, ha suggerito all'Amministrazione comunale di Torino di formulare la propria richiesta come variante al Piano, impegnandosi comunque ad un esame della stessa in tempi rapidi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, colleghe e colleghi, la vicenda descritta dall'Assessore Botta si è, a mio avviso, conclusa correttamente ed in termini prevalentemente ed esclusivamente tecnici, almeno per quanto riguarda la mia interpretazione. Al di là del percorso un po' sinuoso contenuto nella relazione dell'Assessore Botta - dal quale si capisce che qualche discussione dovete pur averla avuta - e al di là di interpretazioni leguleie, a me pare non si possa approvare un Piano regolatore più di una volta. E nel caso in cui si fosse corretta la deliberazione, come dice con bonomia l'Assessore Botta, in realtà ci saremmo trovati di fronte al caso del tutto eccezionale ed illegittimo di un Piano regolatore approvato una prima volta in un modo ed una seconda volta con 350 mila mc da costruire in più, grazie alle pressioni del Collegio Costruttori, e non si sa di quante altre istanze pubbliche, private, istituzionali e non.
Da questo punto di vista, quindi, bene ha fatto la Giunta regionale attuale - ed anche quella precedente - a non compiere un atto che, a giudizio del Gruppo di Rifondazione Comunista, sarebbe stato viziato da gravissime irregolarità.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bertoli, Ghiglia e Vindigni.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Nomine - Personale del servizio sanitario

Richiesta del Consigliere Chiezzi di una comunicazione da parte della Giunta regionale in merito alla sentenza del TAR sulla nomina dei Direttori generali delle UU.SS.LL.


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Prima di procedere all'esame dell'o.d.g., volevo porgere una richiesta al Presidente Ghigo, ovvero se sia possibile avere, da parte della Giunta regionale, una comunicazione in merito alla sentenza del TAR riguardante la nomina dei Direttori generali delle UU.SS.LL. che, a mezzo di notizie stampa, sappiamo essere stata emessa e che, avendo annullato le suddette nomine, pare stia provocando notevoli problemi.
Pertanto chiederei una comunicazione sul merito della sentenza, che non conosciamo; inoltre chiedo se la Giunta non ritenga utile (se non sbaglio da notizie lette sui comunicati stampa, la Giunta si riunisce domani) sentire, sulla base della comunicazione che si appresta a fare, le opinioni dei Gruppi su ipotesi di comportamento a seguito della sentenza del TAR.
Mi piacerebbe che la comunicazione rassicurasse tutti noi sull'effettiva validità di tutte le deliberazioni assunte dai Direttori generali dal loro insediamento fino ad oggi.
Chiedo questa comunicazione perché mi sembra necessario che il Consiglio sia informato direttamente dalla Giunta e che ciascuno di noi non prenda iniziative solo sulla base di articoli di giornale.



PRESIDENTE

Presidente Ghigo, lei potrebbe accedere alla richiesta del Consigliere Chiezzi: la valuti lei.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Mi permetto di fare due considerazioni, poi passerei la parola al Vicepresidente Majorino per alcune considerazioni di carattere più specificatamente tecnico, cioè in merito all'interpretazione che noi diamo di questo annullamento.
Dico semplicemente che la Giunta, come risulta dagli organi di informazione (io non ho avuto la fortuna di leggerli), si riunirà proprio domani mattina alle ore 10 e prenderà in esame questa evenienza che - devo dire - ci è capitata e che cercheremo di risolvere nel miglior modo possibile. In quella sede verranno fatte le opportune considerazioni e valutazioni, che saranno poi messe a conoscenza di tutto il Consiglio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Majorino.



MAJORINO Gaetano, Assessore al legale

Intervengo per dare una risposta anche sotto il profilo tecnico al Consigliere Chiezzi, il quale ha chiesto informazioni sul contenuto della sentenza del TAR, di cui - com'è noto - hanno dato diffusamente notizia i giornali. Effettivamente la sentenza del TAR annulla ventisei nomine di Direttori generali effettuate...



PRESIDENTE

Mi permetta, Assessore, volevo solamente sapere se si inizia una discussione di carattere generale su questo problema, cosa che non posso consentire, perché bisognerebbe inserirlo all'o.d.g. Se invece è solamente una risposta doverosa al Consigliere Chiezzi, sulla base di quanto la Giunta intenderà fare o promuovere o discutere su questo argomento, la risposta è già stata data dal Presidente Ghigo. Per cui - scusi se le prendo la parola - mi limiterei solamente alla risposta del Presidente Ghigo e passerei ai prossimi punti all'o.d.g.



MAJORINO Gaetano, Assessore al legale

Scusi, senza voler contraddire il Presidente, vorrei solo rispondere telegraficamente alla richiesta fatta dal Consigliere Chiezzi, fra l'altro dicendo cose note perché sono già state esposte con una certa precisione dai quotidiani. C'è una sentenza che ha annullato le ventisei nomine; la Giunta, come ha già detto il Presidente, assumerà le determinazioni conseguenti all'esistenza di una sentenza del TAR che dichiara nulle ventisei nomine di Direttori generali. Questo è compito primario e doveroso della Giunta e in tal senso assumeremo le nostre determinazioni.



PRESIDENTE

La ringrazio, anche se era una ripetizione di quanto espresso prima dal Presidente Ghigo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Sulla base di queste due comunicazioni molto sintetiche e scarne fatte dal Presidente e dal Vicepresidente della Giunta, chiederei, a norma dell'art. 49 del Regolamento, che si apra la discussione sulle comunicazioni della Giunta, per poter dire la nostra.



PRESIDENTE

L'art. 49 del Regolamento recita: "1. All'inizio di ogni seduta, dopo le comunicazioni del Presidente del Consiglio, ha facoltà di parlare, per comunicazioni al Consiglio, il Presidente della Giunta o un Assessore da lui incaricato. Su tali comunicazioni ogni Consigliere può chiedere chiarimenti".
Lei li ha chiesti, no? "2. Tre Consiglieri o il rappresentante di un Gruppo possono chiedere che sulle comunicazioni della Giunta si apra la discussione. In tal caso il Consiglio decide se e quando svolgere tale discussione; può altresì decidere che la discussione si svolga in Commissione.
3. Sulle proposte di cui al secondo comma è ammesso l'intervento di un solo Consigliere a favore ed uno contro".
Il Consigliere Chiezzi ha parlato ovviamente a favore; vorremmo sapere se c'è l'intervento di un Consigliere contro.
La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Se è contro la richiesta di aprire la discussione, mi accollo volentieri l'onere, per il semplice motivo che - e mi sembra che la risposta del Presidente unita alle dichiarazioni dell'avv. Majorino non abbiano fatto altro che corroborarla di motivazioni - al momento il Consiglio regionale, e certamente per quanto mi riguarda, è pesantemente ignorante delle motivazioni che hanno addotto il TAR ad annullare le nomine. Domani mattina ci sarà una riunione di Giunta che velocemente si prenderà l'onere di discutere le motivazioni e - come ha già detto il Presidente Ghigo - di trarne tutte le conclusioni, in modo che la comunità abbia il minor danno possibile da questa decadenza di nomine.
Credo che il Consiglio regionale, onde poter discutere e dibattere debba conoscere; in questo momento siamo in una fase di totale ignoranza quindi la discussione avverrebbe soltanto su temi empirici per cui è del tutto inutile.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Burzi. Hanno quindi parlato un Consigliere a favore ed uno contro.
Pongo ai voti la proposta del Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo che la votazione avvenga per appello nominale.



PRESIDENTE

Si proceda pertanto alla votazione per appello nominale della proposta del Consigliere Chiezzi.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 57 hanno risposto SI' 9 Consiglieri hanno risposto NO 47 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere La proposta è respinta.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. i seguenti provvedimenti: progetto di legge n. 9: "Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1995" progetto di legge n. 15: "Istituzione del fondo di rotazione per interventi urgenti di bonifica di aree inquinate da rifiuti".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 57 Consiglieri presenti.


Argomento: Assestamento di bilancio

Esame progetto di legge n. 9: "Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1995"


PRESIDENTE

Passiamo quindi all'esame del progetto di legge n. 9.
La parola al relatore, Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la I Commissione ha esaminato ed approvato la proposta di assestamento predisposta dalla Giunta.
Dall'illustrazione fatta dall'Assessore al bilancio e dalla successiva discussione, sono emerse le seguenti considerazioni: il bilancio regionale è in sostanziale equilibrio l'assestamento è, praticamente, un assestamento tecnico.
Per comprendere appieno la prima affermazione, basata sui dati del consuntivo 1994 di recente approvazione, occorre ricordare che le operazioni di rientro dall'inflazione, adottate dal Governo all'inizio degli anni '80, hanno ottenuto un contenimento della spesa pubblica che ha comportato non poche difficoltà alla finanza delle Regioni a Statuto ordinario.
La conseguenza più evidente per la nostra Regione era stata l'impossibilità di coprire, con il solo avanzo, la reimpostazione delle economie dei fondi statali vincolati.
In una prima fase si è completata la copertura con una quota del mutuo autorizzato nei limiti dell'indebitamento: questa via è stata oggetto di riserve, seppur blande, da parte del Ministero del Tesoro.
Successivamente, si è scelta la via dell'esplicita autorizzazione dello slittamento delle reimpostazioni; l'operazione è stata autorizzata con specifici articoli inseriti nella legge di assestamento e, per renderla proponibile, è stata accompagnata da un piano di rientro da concludere nell'arco di cinque anni, e così è avvenuto.
Un bilancio regionale in equilibrio, oltre che essere in linea con le norme di contabilità pubblica, è uno strumento flessibile che pu consentire intervento di sostegno per i settori economici in difficoltà transitorie.
In altre parole: un bilancio in equilibrio consente di fare scelte di bilancio; nell'altro caso le scelte sono predeterminate dalla necessità di coprire i debiti pregressi; ovviamente quanto sopra vale nei limiti della purtroppo ancora angusta, autonomia finanziaria regionale.
La seconda affermazione trova fondamento nel fatto che l'assestamento proposto è quasi integralmente costruito prendendo come riferimento i dati del consuntivo 1994, sulla cui base sono stati aggiornati i dati relativi ai residui attivi e passivi ed alle reimpostazioni delle economie dei fondi statali vincolati.
La nota di variazione presentata dalla Giunta comporta un aumento delle previsioni di L. 25.440 milioni, di cui 11.740 sono fondi trasferiti dalle Province per attività socio-assistenziali; 1.200 sono versamenti da privati per interventi regionali di soccorso; 2.500 derivano dai proventi dell'alienazione delle aree relative alla realizzazione dell'Interporto di Orbassano alla Società SITO S.p.A.; 10.000 sono l'adeguamento del provento della tassa regionale di circolazione. Vale la pena sottolineare che tale ultimo adeguamento è stato stimato in maniera del tutto prudenziale anche per non alterare, per sovrastime delle entrate, l'equilibrio di bilancio.
Delle maggiori entrate suelencate, l'unica utilizzabile in maniera discrezionale è quella di 10.000 milioni derivante dalla tassa di circolazione; le altre sono vincolate a canali di spesa precedentemente fissati.
L'incremento delle entrate correnti è stato utilizzato ad integrazione dei seguenti settori: cultura ed istruzione per L. 3.100 milioni prevenzione incendi L. 600 milioni; artigianato L. 2.000 milioni; parchi e riserve naturali L. 2.500 milioni; interventi per la Bosnia L. 1.800 milioni.
Sono state incrementate anche alcune spese di investimento mediante riduzione di L. 11.750 milioni del capitolo relativo agli immobili regionali; tale somma è stata così utilizzata: 5.000 milioni per l'Ospedale di Asti; 3.000 milioni per favorire l'accesso al credito delle piccole e medie imprese commerciali; 750 milioni per il Servizio Cartografico; 2.000 milioni per i musei, le biblioteche e i beni storici ed artistici; 200 milioni per il Servizio Geologico; 300 milioni per gli asili nido; 500 milioni per il commercio e l'artigianato.
Per gli altri dati finanziari faccio rinvio alla relazione del disegno di legge presentato dalla Giunta.
Data la natura e le caratteristiche dell'assestamento 1995, lo ritengo meritevole di approvazione da parte del Consiglio.
La I Commissione ha esaminato ed approvato, dopo un approfondito dibattito, il disegno di legge n. 9 recante "Assestamento al bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 1995".
La discussione ha avuto come oggetto anche i pareri formulati dalle altre Commissioni consiliari nelle materie di rispettiva competenza.
I predetti pareri sono allegati alla presente relazione ai sensi del disposto dell'art. 33, comma primo, del Regolamento del Consiglio regionale.
In particolare, la Commissione ha preso atto delle proposte avanzate in materia di cooperazione e di impianti per macelli; sugli argomenti la Giunta regionale si è impegnata a verificare l'inserimento degli opportuni stanziamenti nel fondo globale per le spese obbligatorie per quanto riguarda la cooperazione e sui fondi FIP per l'anno 1996 per quanto riguarda i macelli.
La Commissione assegna all'aula il testo del disegno di legge n. 9 auspicandone una sollecita approvazione.



PRESIDENTE

Sulla relazione del Consigliere Montabone è aperta la discussione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ferraris; ne ha facoltà.



FERRARIS Paolo

Credo che su questo disegno di legge, in poche ore, siano successe molte cose e il contrario di molte cose, suscitando in molti di noi sconcerto per i comportamenti tenuti dalla maggioranza. Mi sembra quindi opportuna una veloce ricostruzione dei fatti che consenta anche di motivare le posizioni di voto che esprimeremo alla fine.
Con i colleghi dello schieramento di centro-sinistra giovedì scorso abbiamo partecipato ai lavori della I Commissione con l'intento di esprimere un voto favorevole all'assestamento di bilancio e alla prima variazione dello stesso. Era un orientamento dettato dal fatto che l'assestamento è un atto puramente tecnico; che le proposte di variazione erano di modesto importo e nella sostanza non intaccavano la struttura di un bilancio che, come vecchia maggioranza di centro-sinistra, avevamo proposto in conclusione della legislatura e che era un bilancio in equilibrio finanziario, che perseguiva obiettivi secondo noi adeguati allo sviluppo del Piemonte; che consideravamo positive e condividevamo alcune delle proposte di variazione avanzate della Giunta ed infine perch l'Assessore aveva chiesto tempo fino al mese di settembre per poter svolgere una più complessiva valutazione della politica finanziaria per poi proporre, con una successiva legge di variazione, le modificazioni ulteriori.
Ci sembrava che questo fosse un atteggiamento condivisibile, che ci permetteva di esprimere il giudizio quando fosse stata presentata la riflessione conclusiva della Giunta. Avevamo detto queste cose perché ci sembrava fosse un modo serio, di merito e non pregiudiziale di confrontarci con la maggioranza: quando le differenze ci sono e non si condividono le opinioni, si vota contro; quando le opinioni coincidono è giusto che si accettino e che si voti a favore.
Entrando nel merito del dibattito, in I Commissione ci eravamo permessi di dire, come centro-sinistra, che concordavamo sostanzialmente senza riserve su due delle modificazioni proposte: il contributo di 5 miliardi per l'Ospedale di Asti, che veniva a completare un disegno di finanziamento di un primo lotto di 150 miliardi, al quale la Giunta uscente aveva dato il proprio contributo presentando un disegno di legge per un'anticipazione di 80 miliardi sul secondo triennio dell'art. 20 e l'ulteriore stanziamento di 3 miliardi a favore delle piccole e medie imprese.
Avevamo tuttavia espresso, peraltro in modo abbastanza sommesso, alcune preoccupazioni. Prima di tutto perché queste politiche venivano finanziate con le risorse che derivavano dal finanziamento del capitolo del patrimonio, capitolo che deve servire alla politica di acquisizioni delle sedi o della sede, secondo quella che sarà l'opinione della Giunta. Ci sembrava che con questa scelta si impoverisse in un modo abbastanza consistente un capitolo e si rendesse più difficile una politica alla quale si sarebbe dovuto procedere con un mutuo e che avrebbe quindi intaccato le possibilità complessive di investimento.
Inoltre, avevamo espresso riserve circa l'incremento dei fondi per le consulenze, che sono uno stanziamento già molto elevato (oltre 8 miliardi peraltro conservato per il 50% in quanto la vecchia Giunta ne aveva impegnata solo la metà nei primissimi mesi); e poi le iniziative proposte di cui avevamo notizia ci sembravano iniziative alternative ad attività che le strutture regionali possono comunque garantire.
Avevamo espresso perplessità per l'incremento di tanti piccoli capitoli che erano stati limitati nel bilancio di previsione del 1995 per garantire una politica di minor diffusione in tanti rivoli di spesa, a vantaggio di maggior rigore ed equità, e che invece nella proposta di variazione venivano, almeno in parte, reintegrati dagli Assessori più svelti. Non si trattava di una polemica sulla sveltezza o sulla furbizia di qualche Assessore, che credo di conoscere abbastanza, ma era il vedere annunciarsi con timore, di una tendenza che porta all'affievolimento di criteri di rigore e la riesplosione di una politica di spesa diffusa ed inefficace.
In quella sede avevamo ricordato l'esigenza che a settembre si riattivasse la politica di programmazione come unica cornice indispensabile per orientare la politica finanziaria della Regione; avevo infine ricordato che le decisioni assunte - qui forse qualche malinteso c'è stato - dal Comitato di solidarietà in relazione ai fatti di Bosnia erano diverse dalle comunicazioni o dalle cose che l'Assessore aveva annunciato.
In conclusione, si erano presentati due emendamenti di modesto importo ma che consentivano di concludere due politiche regionali. Una proposta era quella di integrare il finanziamento per i macelli (già finanziati per 6 miliardi) con altri 2 miliardi, a fronte di una richiesta dei potenziali beneficiari di questa legge di oltre 8 miliardi, per far sì che almeno trenta-quaranta aziende fossero messe in condizioni di adeguarsi più agevolmente alla normativa CEE. Vorrei ricordare che questo tipo di iniziativa rientra nelle politiche del Fondo Investimenti Piemonte, quindi in quelle politiche finanziate con un fondo di rotazione e non con contributi a fondo perduto.
Il secondo emendamento riguardava, per 2 miliardi, l'integrazione dei capitoli che finanziano la cooperazione, a fronte di una richiesta esistente di domande per quell'importo, domande che consentono non come una promessa, ma come un fatto già concreto, di finanziare ed avviare cento nuovi posti di lavoro.
Tutto questo ci sembrava, e ci sembra tuttora, un atteggiamento responsabile e degno di considerazione e di rispetto da parte della maggioranza. Non nascondo che avremmo potuto fare diversamente. Di fronte agli stessi problemi avremmo potuto ricordare che, dopo una campagna elettorale che avrebbe dovuto chiarire ai piemontesi le ragioni di scelta a 90 giorni dalle elezioni è inconcepibile che non si sappia come cambiare un bilancio e non si sia in grado di produrre, come prescrive la legge un'opinione sul programma regionale di sviluppo; che si avviava un significativo impoverimento delle risorse disponibili, in assenza di un disegno sulla gestione del patrimonio; che si praticava una scandalosa politica di consulenze; che si riprendeva una politica di spesa clientelare senza obiettivi; che si procedeva per la Bosnia con una vergognosa iniziativa definita "Mondino-Bertrand Russel"; che si impegnavano 5 miliardi per l'Ospedale di Asti, che sono inutili se non si approva il disegno di legge di 80 miliardi che, pur essendo all'o.d.g., agli atti della Commissione, non è ancora presente all'esame e all'approvazione di questo Consiglio regionale.
Su tanti altri temi avremmo potuto assumere un atteggiamento di altrettanta durezza, ma non l'avevamo fatto per le ragioni che abbiamo detto. La risposta dell'Assessore in conclusione di quella seduta è stata sorprendente, dura, in alcuni casi anche irosa.
Io non ho spiegazioni per quanto è successo e non voglio cercarle.
Ricordo ancora che, sempre in sede di dichiarazioni di quella Commissione venne la "ciliegina" del Consigliere Salerno: "No all'emendamento sulla cooperazione, perché le cooperative usufruiscono già di esenzioni fiscali e quindi non sono meritorie di contributi da parte della Regione".
In merito a questo, vorrei solo ricordare che attingono ai finanziamenti della Regione industriali, commercianti, artigiani agricoltori e costruttori. Tutti gli operatori economici della Regione attingono a questi finanziamenti. Quindi, escludere le cooperative, non tanto le centrali delle cooperative, quanto le aziende cooperative, mi sembra un atteggiamento veramente discriminatorio e molto grave.
Di fronte a questo atteggiamento di chiusura, l'atteggiamento inizialmente favorevole dei Gruppi del centro-sinistra non poteva che cambiare. Pur riservandosi il voto in aula, nella sostanza ci si preparava ad un voto negativo.
Ma le sorprese non erano finite. Nella I Commissione di stamani, dopo che nelle varie Commissioni la maggioranza aveva votato a favore di un bilancio che non comprendeva gli emendamenti - quindi nella sostanza aveva respinto gli emendamenti, salvo in III Commissione dove si era raggiunta un'intesa per finanziare i macelli - l'Assessore e la Giunta regionale hanno mutato opinione, dicendo: "Sì al finanziamento alle cooperative, ma per quanto riguarda il finanziamento sui macelli ci riserviamo di valutarlo più tardi in sede di esame complessivo e finale del bilancio".
Prendiamo atto positivamente di questo cambiamento di opinione prendiamo atto che il buonsenso si è nuovamente affacciato e che si è compiuto un passo in avanti nel merito e nel metodo istituzionale.
Mi permetto soltanto di ricordare che per i macelli il provvedimento non può aspettare, perché esiste un decreto legge che, se convertito impegnerà entro un mese le aziende ad avviare i processi di adeguamento alla normativa CEE, e che comunque la proroga decisa dal Governo scade il 28/1/1996; quindi non c'è assolutamente tempo per ulteriori rinvii.
Invito la Giunta a considerare attentamente queste cose. Mi sembrerebbe opportuno introdurre queste modificazioni subito; se ciò non fosse possibile, a fronte di un impegno preciso, mi sembrerebbe peraltro opportuno che, in presenza di un emendamento dell'Assessore, che modifica l'art. 3 iscrivendo tra le spese obbligatorie alcuni capitoli di spesa, ci fosse la possibilità di inserire anche il capitolo 27160 per le spese obbligatorie, in modo da consentire con un atto amministrativo, alla ripresa dei lavori consiliari e fatte le considerazioni generali l'immediato finanziamento di questo capitolo.
Se queste proposte saranno accolte, il voto dei Gruppi del centro sinistra sarà favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

La mia sarà una breve dichiarazione di voto. Il Gruppo di Rifondazione Comunista voterà contro la manovra costituita dall'assestamento e dalla nota di variazione. Votiamo contro l'assestamento in via principale perch si tratta di un assestamento ad un bilancio al quale noi eravamo contrari alla radice e che mantiene tutte le caratteristiche negative che avevamo evidenziato. Ci sono inoltre alcune preoccupazioni di fondo.
La prima è la seguente. La Giunta è appena insediata e, dal punto di vista della scelta amministrativa, quella dell'assestamento è una scelta senz'altro tecnica ed incontestabile. E' però contestabile, dal punto di vista del merito delle scelte di amministrazione, quella di accompagnare all'assestamento una piccola manovra.
Questa è chiaramente una scelta politica, sembra un po' un "arraffa arraffa", cioè riuscire a dare brevi sistemazioni nel giro di pochi giorni a priorità che non possono che essere molto indecifrabili dal punto di vista politico. Sarebbe stato preferibile fare un assestamento di carattere tecnico, predisponendo un documento di programmazione serio, sul quale potersi confrontare a ragion veduta.
Viceversa, ci sembra vi sia la fretta di qualcuno di riuscire a mettere le mani su poste ancora libere e a sistemare alcuni problemi. Altro motivo di disappunto è il problema dell'aumento delle consulenze, ma su questo potremo parlare fra poco.
L'altro fatto, sul quale anche in Commissione il Gruppo di Rifondazione Comunista ha sollevato dei problemi, riguarda la scelta di fare finta di finanziare l'Ospedale di Asti. L'Ospedale di Asti poteva essere finanziato in toto attraverso una decisione pubblica evidente e trasparente.
Viceversa, l'Assessore, che non è presente - non so se sia in congedo e se stia continuando a girare il Piemonte promettendo ospedali in ogni Provincia - ha pensato, dopo la visita ad Asti, di stanziare una cifra assolutamente insignificante ed inutile per il supposto finanziamento dell'Ospedale di Asti, che di 5 miliardi non se ne fa proprio niente.
Noi, invece, avevamo chiesto chiarezza su questo fatto, che è rimasto indecifrabile. Ci sono questi 5 miliardi che non consolidano alcunché e non danno alcuna sicurezza.
Questi sono gli elementi di carattere negativo a ragione del nostro voto contrario alla manovra.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Intervengo solo per riprendere il discorso fatto dal Consigliere Ferraris circa la presunta mancanza di buonsenso in Commissione sulla questione dell'emendamento alle cooperative.
La nostra preoccupazione era che tutta l'economia del Piemonte girasse a buon regime e ho rilevato come le cooperative sociali, in sostanza, già godessero di una certa affrancatura da un peso fiscale e sociale che le altre piccole e medie imprese del Piemonte invece subiscono. Tra le altre cose, invito ad aggiornarsi anche leggendo giornali diversi, tipo Il Sole 24 Ore, dove si può rilevare che, con un piccolo ricatto del Governo, si rastrelleranno altri 12.000 miliardi a carico delle piccole e medie imprese e non già delle cooperative cosiddette sociali.
Per cui va benissimo un intervento a sostegno delle cooperative sociali, purché inserito in un quadro di sostegno complessivo, quindi con un ridisegno di tutte le attività produttive non mirato alla cooperativa sociale. Torno a ripetere: dei 12.000 miliardi che il concordato fiscale varato da qualche giorno chiederà quasi obbligatoriamente alle piccole e medie imprese (e non alle cooperative), probabilmente 3.000-4.000 miliardi peseranno sul Piemonte; in questo modo si andrà a raccogliere altra liquidità ad un sistema già in crisi.
Quindi il mio invito era quello di una riflessione, non già di un netto rifiuto delle cooperative sociali, la cui esistenza legislativa e il presupposto delle funzioni sono chiaramente lodevoli, sebbene con qualche distinguo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Intervengo solo per una brevissima dichiarazione di voto, anzi, per la precisione di non voto.
La Lega Nord, che non era rappresentata nella precedente legislatura oggi è un Gruppo di opposizione. Pertanto non ha partecipato alle decisioni ed agli atti che hanno determinato le variazioni del bilancio oggi in discussione.
Nell'esame di queste variazioni sono sorte diverse perplessità, per cui la decisione è di non partecipare al voto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Sono appena tornato dal promettere qualche ospedale nelle Province del Piemonte! Consigliere Chiezzi, noi speriamo fermamente che le cose cambino.
L'Assessore D'Ambrosio - ad Asti con il Presidente Ghigo - sta girando il Piemonte per vedere la realtà della sanità e spera fermamente che si possa cambiare una volta per tutte. Soprattutto lei deve sapere - e lo confermai nella replica svolta nel dibattito relativo alla costituzione della Giunta - che il nuovo modo di gestire la sanità non deve essere quello partitocratico, quello partitico degli anni passati, ovvero quello a lei noto e noto a tanti amici che siedono in questo consesso e che ha dilapidato risorse umane ed economiche notevolissime.
Io non ho promesso, tanto meno l'ha fatto il Presidente Ghigo, alcunch in nessuna città e a nessun Sindaco dei Comuni visitati. Inoltre debbo dire che siete - dico siete, perché sabato c'è stato un articolo su La Stampa a nome di Rifondazione Comunista relativo ad Asti - molto male informati perché quando, nonostante i 39 gradi di temperatura, sono stato a Biella ho detto nel modo più pacato possibile che mi rendevo conto della necessità che avevano, ma che non c'era una lira a loro disposizione e non c'era la possibilità di costruire l'ospedale a Biella, se non riuscivano a trovare da soli dei fondi.
A Mondovì, in presenza del Ministro Guzzanti, abbiamo detto che prendevamo atto del progetto, ma che secondo noi Mondovì non costituiva priorità, e così abbiamo fatto in altre parti del Piemonte.
Ho la vaga sensazione che il Gruppo di Rifondazione Comunista non abbia granché voglia che si costruisca l'ospedale ad Asti, mentre ad Asti l'ospedale è una necessità impellente. Ci sono tre o quattro reparti che andrebbero chiusi; c'è un Pronto Soccorso indecente per una città capoluogo, per cui il nostro impegno per Asti è massimo. E se la Giunta ha stanziato questi primi 5 miliardi che serviranno, tra l'altro, per far andare avanti il progetto, non la si può incolpare di alcunché, tanto meno di fare pratica clientelare. Ben lungi da noi! Questo è quanto debbo doverosamente dirle, Consigliere Chiezzi. Io continuerò a girare per il Piemonte e le assicuro che non prometterò niente a nessuno (non ne avrei, tra l'altro, né la possibilità né è nella mia natura).
Questo è quanto devo, doverosamente, sottolineare con molto, molto rammarico.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi, Assessore al bilancio

Signor Presidente, ritengo doverose alcune considerazioni, pur le più sintetiche possibile, relativamente sia all'assestamento sia alla nota di variazione.
Ho ascoltato sconcertato il Consigliere Ferraris, che ha usato vocaboli quali "scandaloso", "vergognoso": a me sembra che in questi giorni di scandaloso e vergognoso non ci sia stato alcunché. Anzi, in modo pacato ognuno esprimendo le proprie opinioni, all'interno di ben otto Commissioni e con il tempo dovuto - non è sempre successo così in questi ultimi anni: ho personalmente assistito, da diverse posizioni in quest'aula all'approvazione di provvedimenti analoghi a questo avvenuta in un quarto d'ora, in una sola Commissione, la I - c'è invece stato modo, fra venerdì e questa mattina, di filtrare l'intero assestamento in otto Commissioni ripeto - con pacatezza e serenità. Assestamento, tra l'altro, di importo minore rispetto, ad esempio, ai 35 miliardi dell'assestamento dell'autunno del 1994.
Relativamente al merito del provvedimento, non sto a ribadire quanto già detto su Asti o sulla Bosnia, e personalmente non vorrei più parlarne fino a quando non ci saranno condizioni quanto meno migliori (speriamo!).
Per quanto riguarda le consulenze, non ritengo scandaloso che l'attuale Giunta, in 25 giorni, ne abbia affidata una per 105 milioni. Ci sono casi nel recente passato, in cui, dopo 25 giorni, ne era stata affidata almeno una di importo doppio: 180 milioni. Ma non voglio fare paragoni...
L'argomento è all'o.d.g., ognuno dirà la sua.
Personalmente ritengo che le consulenze vadano affidate quando necessitano, ricordandosi che la qualità va pagata! Se si chiedono consulenze di un certo tipo, occorrono i quattrini per poterle mettere in essere. E' bene dire anche che, all'interno degli 8 miliardi - chi avesse ascoltato il Consigliere Ferraris potrebbe essersi fatto l'idea che tale cifra sia per consulenze fatte tutte allo stesso modo - 2.600 milioni vanno all'IPLA. Si tratta quindi di una consulenza sui generis: 2 miliardi e 600 milioni rappresentano quasi il 40% rispetto all'intero importo.
Relativamente agli emendamenti, Consigliere Ferraris, non mi sembra di essere stato iroso; in I Commissione ho detto semplicemente che, per quanto mi competeva, respingevo gli emendamenti proposti. Prima di tutto per una questione di correttezza nei confronti del collega Masaracchio, cui spettava la competenza ed assente non per essere "a spasso", ma a Roma dal Ministro del Lavoro; mi riservavo quindi di parlargliene, cosa che ho fatto questa mattina. Dopo averne discusso con il collega Assessore, disponibile ad una risposta nei limiti dei possibile, questa mattina, sia nella I che in sede delle altre Commissioni a cui ho partecipato, ho semplicemente raccolto e tradotto l'impegno.
Per quanto riguarda la questione dei macelli, il discorso è diverso.
Nel FIP - Fondo Investimenti Piemonte - nel corso del 1995 l'importo complessivo fu di 55 miliardi; all'interno di tale cifra l'impegno relativamente ai macelli era di 6 miliardi. Richieste ulteriori ammontavano a 7 miliardi e 600 milioni: quindi, addirittura, maggiori del 100%. Mi sembra quindi serio riconsiderare il tutto verso la fine di settembre.
E' vero, collega Ferraris, che sono passati 90 giorni dalle elezioni ma è altrettanto vero che ne sono passati solo 25 da quando la Giunta si è costituita; fino a 26 giorni fa in Giunta c'erano altri colleghi, non noi... Chiediamo quindi un tempo politico che ci sembra dovuto - fino a settembre - per poter considerare tutta la politica economica che la Giunta in modo alto o meno alto, saranno i fatti a decidere - intenderà impostare.
Ci impegniamo a considerare ed eventualmente a rifinanziare il tassello in esame, non minuto ma innegabilmente importante, all'interno del FIP, se riterremo che nell'ambito della nostra programmazione economica ci sarà spazio per intervenire in questa direzione.
Mi permetto un'ulteriore considerazione, che non vuole essere banale n offensiva, ma realistica: i 2 miliardi proposti nell'emendamento non servirebbero a coprire tutte le esigenze. Torno a ripetere che si tratterebbe di reperire 7 miliardi e 600 milioni in più per dare risposta esaustiva al 100% delle richieste. Ci sembra che il problema possa essere considerato a settembre con pacatezza, serenità e con senso di responsabilità, così come abbiamo detto a proposito dell'impegno di carattere generale per quanto riguarda il disegno di legge di anticipo degli eventuali fondi sulla sanità del secondo triennio, relativamente ad Asti e agli altri problemi sul tappeto.
"Piccola manovrina", questione sollevata dal Consigliere Chiezzi.
Certo, si tratta di una piccola manovrina: in 25 giorni penso che alcuni di noi abbiano imparato a stento il nome della via ed il numero civico in cui è ubicato l'Assessorato. E' normale! Anche se in Giunta ci fosse stato Einstein, probabilmente non avrebbe avuto modo, in 25 giorni, di apprendere di più. Abbiamo solo cercato di dare risposte piccole, minute rispetto a problemi certamente emergenti; nessuno di noi ha avuto la presunzione tramite la nota di variazione, di dare indirizzi di alto respiro politico.
Inoltre, anche fra gli Assessori - non si tratta di furbizia o di essere svelti o meno - ve ne sono alcuni con un trend di continuità tale per cui sono in grado di conoscere più a fondo i problemi, nonché le iniziative intraprese in passato che intendono portare a compimento, ed altri che non hanno avuto nemmeno il tempo materiale di rendersi conto di quali sono le iniziative dell'Assessorato prima ancora di intraprenderne di proprie.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 votanti 39 voti favorevoli 36 astensioni 3 non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 votanti 39 voti favorevoli 36 astensioni 3 non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 votanti 39 voti favorevoli 36 astensioni 3 non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
ART. 4 1) Emendamento presentato dai Consiglieri Gallarini, Majorino e Masaracchio: all'elenco di capitoli di cui all'art. 4 del progetto di legge n. 9 sono aggiunti i seguenti: "14600; 20075; 20140".
La parola all'Assessore Gallarini per l'illustrazione.



GALLARINI Pier Luigi, Assessore al bilancio

Gli emendamenti sono a firma degli Assessori Gallarini, Majorino e Masaracchio; quello in questione è un emendamento integrativo.
La motivazione per cui si è giunti a questa formulazione - suggeritami dai dottori Lesca e Moratto - è che, essendo i volumi relativi all'assestamento ormai stampati, ed essendo notoriamente il mese di agosto un mese non tra i più felici relativamente al funzionamento degli apparati regionali, avremmo dovuto buttare il tutto e ristampare. In questo modo c'è la possibilità di agire con delle deliberazioni; non si vuole assolutamente fare qualche cosa di strano, ma si prende l'impegno politico di agire in un certo modo per quanto riguarda i prelievi.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 36 voti favorevoli e 5 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri).
2) Emendamento presentato dai Consiglieri Ferraris, Angeli, Marengo e Rubatto: all'elenco di capitoli di cui all'art. 4 del progetto di legge n. 9 è aggiunto il seguente: "27160".
La parola al Consigliere Ferraris per l'illustrazione.



FERRARIS Paolo

Si tratta di una richiesta affinché le spese relative ai macelli seguano la stessa procedura che consente una maggiore flessibilità di intervento alla Giunta, qualora a settembre ci siano delle risorse da destinare ai macelli. Con questo emendamento si chiede di deciderlo con un provvedimento amministrativo e non con un disegno di legge. Mi sembra che questo renda più compatibile tutto quello che è stato detto prima.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi, Assessore al bilancio

La Giunta non accoglie questo emendamento, perché ho già spiegato prima il motivo per cui questi 7 miliardi e 600 milioni, che rappresentano l'entità del problema, vanno affrontati in un quadro generale. Può darsi che a settembre, anziché i 2 miliardi chiesti dall'emendamento, ce ne siano uno, quattro o cinque.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferraris.



FERRARIS Paolo

In questo emendamento non c'è nessuna quantificazione; si tratta soltanto dell'iscrizione nell'elenco delle spese obbligatorie per consentire di valutare al tempo, quando avrete gli elementi...



GALLARINI Pier Luigi, Assessore al bilancio

Se questo significa richiesta di iscrizione, senza che noi come Giunta si prenda l'impegno di stanziare in ogni caso una cifra, ma potremo, a seconda di come staranno le cose, stanziare o meno e la cifra la si vedrà al momento opportuno, accogliamo l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo dunque in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 43 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri).
Si proceda alla votazione dell'art. 4 come emendato per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 51 votanti 46 voti favorevoli 41 astensioni 5 non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 51 votanti 46 voti favorevoli 41 astensioni 5 non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 51 votanti 46 voti favorevoli 41 astensioni 5 non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 51 votanti 46 voti favorevoli 41 astensioni 5 non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 57 votanti 51 hanno risposto SI' 46 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non hanno partecipato alla votazione 6 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame progetto di legge n. 15: "Istituzione del fondo di rotazione per interventi urgenti di bonifica di aree inquinate da rifiuti"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 15, precedentemente iscritto all'o.d.g., che è stato approvato in V Commissione.
Relatore è il Consigliere Griffini, che ha facoltà di intervenire.



GRIFFINI Massimo, relatore

Chiedo al Consiglio di poter dare per letta la relazione, il cui testo a mani dei Consiglieri, recita: "A seguito di quanto disposto dalla legge 29/11/1987 n. 441, art. 5, e dai DD.M. Ambiente 16/5/1989 e 30/12/1989 attuativi dei Piani di bonifica redatti dalle Regioni, hanno avuto inizio le opere relative.
Gli interventi di bonifica realizzati da Enti pubblici derivano dall'esercizio dei poteri sostitutivi in caso di inadempienza del soggetto obbligato e pertanto l'Ente è tenuto a svolgere nei confronti dei responsabili la prescritta azione di rivalsa, secondo il dettato dell'art.
2055 del Codice Civile. Tale concetto è anche esplicitamente richiamato dalla legge n. 349/86, art. 18, punto 3).
Anche la CEE, con direttiva del Consiglio delle Comunità Europee del 18/3/1991, n. 91/156/CEE che modifica la direttiva n. 75/442/CEE relativa ai rifiuti, stabilisce all'art. 15 il principio che 'chi inquina paga'.
Tali assunti hanno comportato la determinazione del paragrafo 5.1.8.
'Fondi di rotazione' del capitolo V del programma triennale 1994/1996 per la tutela ambientale, approvato con deliberazione del 21/12/1993 dal Comitato interministeriale per la programmazione economica e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 58 dell'11/3/1994 che prevede: per gli interventi di bonifica in danno le Regioni sono autorizzate ad utilizzare le risorse disponibili per anticipazione anche attraverso l'implementazione di fondi di rotazione qualora previsti dalle normative regionali nel caso di ricorso ad anticipazioni valgono le procedure di cui al precedente punto. Nel caso di fondi di rotazione, la Regione provvederà all'identificazione degli interventi con le procedure previste dalla normativa regionale le somme derivanti dall'esercizio obbligatorio di rivalsa sono riutilizzate dalla Regione con le procedure di cui alla lettera b) del paragrafo 5.1.7. della deliberazione CIPE 21/12/1993. Nel caso di fondi di rotazione la Regione può riassegnarle al fondo medesimo nel caso che, ad avvenuta realizzazione di uno o più progetti, siano conseguite economie rispetto a quanto preventivato, tali risorse possono essere destinate dalla Regione competente al finanziamento di altri interventi inclusi nel documento di programma e riferiti alla medesima area programmata.
L'attuale normativa regionale non prevede di poter usufruire delle risorse finanziarie derivanti dalle azioni di rivalsa attuate nei confronti dei soggetti obbligati ed inadempienti; inoltre non prevede il recupero degli stanziamenti programmati per specifici interventi sia con fondi regionali che statali qualora gli stessi interventi vengano eseguiti dai soggetti obbligati in tempi successivi all'adozione dell'impegno di spesa.
L'adozione della norma che consente l'istituzione del fondo di rotazione è finalizzata ad un duplice obiettivo: 1) consentire il rientro e la contestuale assegnazione su appositi capitoli rispettivamente in entrata e in uscita dei fondi derivanti da azioni di rivalsa nei confronti dei soggetti obbligati ed inadempienti 2) consentire altresì che gli stanziamenti programmati per specifici interventi, sia con fondi regionali che statali, possano essere recuperati qualora gli interventi siano eseguiti dai soggetti obbligati in tempi successivi all'adozione dell'impegno di spesa.
Appare dunque urgente istituire tale fondo di rotazione, così da utilizzare al meglio le limitate risorse disponibili.
La V Commissione ha esaminato il testo e lo ha approvato a maggioranza nella seduta del 31/7/1995; lo rassegna ora all'aula, raccomandandone una sollecita approvazione".



PRESIDENTE

La discussione di carattere generale è aperta.
Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonino

Intervengo per annunciare il voto favorevole su questo disegno di legge, ma anche per esprimere alcune considerazioni relativamente a questo articolato ed evidenziare alcune problematiche che sarebbe bene che la Giunta, e in modo particolare l'Assessore, tenesse presente.
Un primo problema è sul potere di disporre di interventi urgenti di bonifica in termini sostitutivi; mi riferisco al discorso qui previsto con un'ordinanza del Sindaco o del Presidente della Giunta regionale. Già in Commissione ho rilevato come, molto spesso, questo potere di ordinanza del Sindaco relativo ad interventi urgenti di bonifica è un potere soltanto apparente, perché è sufficiente ricorrere (e ciò succede soprattutto da parte di grandi lobby in questo settore) per annullare praticamente l'effetto di queste ordinanze, in quanto il TAR normalmente dà la sospensiva.
Qui è prevista la possibilità di ordinanza anche da parte del Presidente della Giunta, ma la normativa non è chiara. C'è stato un impegno, che vorrei venisse preso anche qui in Consiglio, affinché le Regioni italiane, a partire dalla Regione Piemonte, assumessero una posizione attiva per definire meglio, a livello legislativo nazionale quali sono i casi di ordinanza del Sindaco, in modo da garantire maggiormente i Sindaci. E' un problema, questo, reale, che dobbiamo porci mi è capitato personalmente, ma occorre un impegno forte anche in quest'aula.
La seconda considerazione, invece, è relativamente alle modalità di utilizzo del fondo. Oggi ci è stato dato il Piano delle bonifiche che, per verità, ho letto molto velocemente. C'è un problema molto più generale, che non riguarda evidentemente il fondo di rotazione per il quale siamo d'accordo. L'elenco delle aree che devono essere disinquinate riguarda (a quello che ho letto) circa 1.604.000 metri cubi, una quantità enorme di aree che devono essere disinquinate; ciò solleva il problema dei finanziamenti, delle modalità di intervento e soprattutto solleva un problema di impianti di trattamento dei rifiuti, perché pensare di bonificare delle aree senza avere a disposizione gli impianti di trattamento per i rifiuti vuol dire spendere i soldi inutilmente.
Vanno spesi, perché c'è un problema di tipo sanitario, di tipo ambientale, ma, pur dando il nostro voto favorevole, vorremmo che questa materia venisse meglio approfondita, soprattutto con un Piano che non prevedesse soltanto a disinquinare le aree inquinate, ma anche al trattamento dei rifiuti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galli.



GALLI Daniele

Come Lega Nord ci asteniamo, in quanto non condividiamo parte dei contenuti di cui all'art. 1, ritenendolo carente nei confronti di eventuali e possibili corresponsabilità degli Enti locali che, molte volte, sono latitanti nell'ottemperare il disposto di legge a tutela del territorio.
Inoltre, ci asteniamo per la sicura confusione che verrà generata nell'associare (mi riferisco sempre all'art. 1) nelle varie responsabilità figure aventi funzioni assai diverse, quindi difficilmente accomunabili. Si suggerisce pertanto la modifica del testo di cui all'art. 1 come segue: "Le spese... sono a carico del soggetto che ha provocato l'inquinamento" (senza citare le successive figure), oppure sostituendo la frase "in quanto siano corresponsabili" con la frase "in quanto solo se corresponsabili". Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Nel dichiarare il voto favorevole a questo provvedimento, devo rilevare che, pur trattandosi di un provvedimento di natura tecnica (chiamiamolo così), si introduce su degli aspetti (già richiamati dall'intervento del collega Saitta) che sono fondamentali. Infatti, se noi andassimo a vedere ognuno di quei siti a cui fa riferimento il Piano delle bonifiche della Regione, dietro ognuno troveremmo delle storie di furbizie, di scandali, di truffe che hanno potuto proliferare in un'assenza totale di governo del problema dei rifiuti nella nostra Regione. Tale problema non riguarda solo la nostra Regione, ma in particolare nella nostra Regione il problema non è stato governato, per cui chi era - e ciò si verifica ancora attualmente in possesso di un qualsiasi impianto, sia esso per rifiuti industriali o solamente per rifiuti civili, ha governato il problema.
La recente legge dell'ultima legislatura, la n. 59, ha degli enormi buchi; lo stesso Piano delle bonifiche soffre di problemi strutturali e non a caso si vanno a bonificare quasi per intero aree dove non esistono più proprietà.
Il problema è differente da quello che poneva il collega della Lega Nord, proprio perché in questi casi abbiamo avuto delle triangolazioni o addirittura delle quadriangolazioni. A questo proposito credo sia esemplare il caso della Fidom di Piossasco, dove i proprietari, i subproprietari, gli affittuari, ecc., sono stati d'accordo nel regalare tutto quello che è stato regalato alla comunità locale, stante l'esistenza di leggi - Codice Civile compreso - che non riescono ad intervenire e a tutelare le comunità locali e la salute pubblica.
E' un tema generale che credo debba essere affrontato a partire da settembre; ancora questa mattina in Commissione abbiamo rimandato il problema, invitando l'Assessore a relazionare in merito a settembre, per dirci cosa intende fare. Credo, però, che ci siano dei bocciati già da subito, e i bocciati sono quelli che nella struttura funzionariale, mentre gli Assessori andavano e venivano (qualcuno andava solo e non tornava più) hanno continuato a gestire questa mancanza di gestione del problema, una mancanza di gestione che era ed è congeniale a certe dinamiche. Questo c'entra relativamente, ma tuttavia c'entra con il provvedimento che andiamo a votare.
Esprimiamo quindi il nostro voto favorevole, perché anche quando si vorrà intervenire, senza questo strumento tecnico sarà impossibile farlo ritengo comunque fondamentale affrontare subito, a settembre, i problemi sollevati dal collega Saitta e che mi sono permesso di risottolineare.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Nel ringraziare i colleghi intervenuti in Consiglio e soprattutto in Commissione, colgo l'occasione per ribadire quanto già detto in quella sede. Questo è un provvedimento che va ad arricchire la "cassetta degli attrezzi" che sono a nostra disposizione per intervenire in una vicenda che ha tutte le sfaccettature illustrate prima dai colleghi. E' chiaro che quelle legate alle bonifiche, sono storie che vengono da lontano e probabilmente, nel momento in cui andremo a rivisitare il quadro dei siti da bonificare, avremo anche la necessità di ampliare questi elenchi e di rilevare che le cose procedono a rilento.
Credo che tutti i problemi richiamati siano sacrosanti. Vi sono problemi di legislazione quadro nazionale, ma per fortuna adesso c'è un Ministero dell'Ambiente e un Piano triennale dell'ambiente, nonché delle direttive CEE che ribadiscono ad ogni pie' sospinto che chi inquina deve pagare. Questo è il principio al quale si devono improntare e raccordare tutte le norme legislative. Purtroppo, le norme legislative ormai non sono più adeguate alla realtà attuale; alcune risalgono addirittura ad alcuni decenni, come quelle relative alle potestà di ordinanza che competono alle varie autorità.
Si è parlato dei poteri di ordinanza; direi che è un fatto molto importante che l'ordinamento preveda la possibilità di intervenire in caso di emergenza, però rimane una potestà vuota - chi ha fatto il Sindaco lo sa se non è sostanziata da un lato dalle risorse finanziarie e dall'altro dalle strutture per dare corso alle ordinanze. Molte volte nel nostro Paese si discute se sia giusto che il Sindaco di Torino o di una grande metropoli abbia gli stessi poteri di ordinanza o di intervento del Sindaco di un piccolo Comune. Ecco allora la necessità di prevedere nelle leggi regionali, in una realtà frastagliata ed articolata come la nostra (1.209 Comuni su 8.000 Comuni italiani), la possibilità di intervenire ai vari livelli. Ritengo che questa materia debba essere discussa a lungo con le Amministrazioni provinciali, con le nuove Amministrazioni, anche alla luce dei nuovi poteri che vengono loro conferiti da recenti leggi.
In sostanza, quello che si è detto in Commissione, ed ogni intervento successivo lo conferma, richiede un confronto approfondito, e questo vale tanto per il neo Assessore quanto per i Consiglieri. Siamo all'inizio di una tornata amministrativa, per cui dobbiamo intenderci su come possiamo intervenire per il meglio nell'ambito delle risorse prevedibilmente disponibili, svolgendo un'opera di raccordo che è insostituibile. Non a caso il Governo ha emanato delle ordinanze e il Consiglio dei Ministri si è interessato dei tre siti, Ciriè, Piossasco e Tortona. E' stata infatti la Regione Piemonte, nelle settimane precedenti, a svolgere, insieme alle Amministrazioni comunali, un'opera di pressione, ma soprattutto fornendo tutti quei supporti tecnici ed amministrativi necessari per consentire al Governo una precisa individuazione delle priorità.
Sarà senz'altro un'opera difficile. Il fondo di rotazione ci faciliterà, perché in sostanza creerà un cestino dal quale si potranno attingere di volta in volta risorse per poter intervenire urgentemente fermo restando che prima di tutto bisogna far pagare i responsabili, se sono individuati o individuabili, che vanno perseguiti. Inoltre ci sono e ci devono essere dei fondi straordinari per affrontare le situazioni pregresse. E' chiaro che, se nei decenni scorsi, si è svolto nel nostro Paese un certo tipo di attività produttiva, non rispettando tutta una serie di canoni, oggi, a fianco del perseguimento dei responsabili, è necessario che la comunità nazionale si faccia carico di questo problema.
Siamo una delle regioni più industriali del nostro Paese, abbiamo dato tanto alla nazione, e adesso chiediamo che ci sia un intervento, anche in termini di solidarietà. Quindi noi prefiguriamo un'azione a vari livelli in varie direzioni, sia dal punto di vista legislativo che dal punto di vista amministrativo, a partire dall'impegno diretto della Giunta e dell'Assessorato; ma di questo - lo riconfermo - avremo modo di discutere a settembre, quando si farà la comunicazione in merito e si presenteranno i documenti, insieme - mi auguro - ad un organico disegno di legge regionale sulle bonifiche che, in qualche modo, tenda a superare e a colmare quei vuoti e quelle lacune messe in risalto dai colleghi.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 34 astensioni 8 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 34 astensioni 8 L'art. 2 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 55 votanti 54 hanno risposto SI' 46 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere La legge è approvata.


Argomento: Personale socio - assistenziale

Esame proposta di deliberazione n. 18: "Aggiornamento del profilo professionale e dei requisiti di formazione dell'Assistente domiciliare e dei servizi tutelari - Revoca della DCR n. 772-11265 del 15/11/1984"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 4) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 18.
La parola al Consigliere Grasso.



GRASSO Luciano

Intervengo per doverosa informazione a chi in Consiglio non fa parte della Commissione, visto che nessun altro vi ha provveduto.
La IV Commissione ha esaminato la proposta di deliberazione in esame frutto di studio della passata Amministrazione, ripresa dell'attuale Giunta e quindi portata in Commissione dove i funzionari Teppa ed Arduino hanno relazionato in merito a quella che è stata definita una ripuntualizzazione dei percorsi formativi per assistenti domiciliari e servizi tutelari che dopo dieci anni dall'applicazione della normativa, necessitavano di una nuova conformazione.
Si è quindi approvato il riordino dei servizi domiciliari e, dopo ampio dibattito, si è pervenuti ad un esito favorevole ad ampio raggio, con il consenso dei Gruppi del Patto dei Democratici, della Lega Nord Piemont, del PDS, del PPI, di AN, del CCD e di Forza Italia, nessuno contrario e l'astensione di Rifondazione Comunista.
Il dibattito in Commissione ha dunque chiarito che le parti in causa avevano una visione omogenea del provvedimento.



PRESIDENTE

Non essendovi richiesta di altri interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 50 voti favorevoli e 3 astensioni.


Argomento: Formazione professionale

Esame proposta di deliberazione n. 19: "Approvazione del profilo professionale, dei requisiti di formazione e del programma dei corsi triennali per animatori professionali"


PRESIDENTE

Esaminiamo la proposta di deliberazione n. 19, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Grasso.



GRASSO Luciano

Si tratta di un provvedimento approvato con identiche modalità e nella stessa seduta di Commissione della precedente deliberazione, provvedimento avente come oggetto il profilo professionale, i requisiti di formazione e del programma dei corsi triennali per animatori professionali.
Nell'attuale mondo socio-assistenziale vi è la presenza diffusa di animatori professionali, categoria non ancora inquadrata e senza alcuna regolamentazione di legge definita.
Questa proposta di deliberazione fa sì che la figura di animatore professionale abbia un inquadramento definito, come, ad esempio, nel Comune di Torino, dove esistono sessanta animatori nel campo socio-assistenziale.
Era dunque reale la necessità di definire la figura di questa professione delineandone i requisiti e le modalità per ottenere un titolo che dia la possibilità di poter operare. E' stata quindi prevista tutta una serie di programmi di corsi, per regolamentare questa possibilità di lavoro.
Il voto in Commissione si è espresso come il precedente: in larga misura favorevole - Patto dei Democratici, Lega Nord Piemont, PDS, PPI, AN CCD, Forza Italia - con nessun voto contrario e l'astensione del Gruppo di Rifondazione Comunista.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Personalmente concordo con la proposta di deliberazione e ritengo doveroso un ringraziamento alla Commissione di studio che l'ha preparata.
E' una proposta esaustiva, che mi pare abbia individuato una figura di animatore abbastanza equilibrata rispetto alle diverse possibilità sul piano pratico.
La deliberazione è dunque estremamente utile; pongo un unico quesito all'Assessore: nella deliberazione si rinviano a successivi provvedimenti le modalità inerenti la programmazione e l'organizzazione regionale dei corsi (ovvero l'applicazione concreta). Vorrei conoscere, se possibile, i tempi pensati dall'Assessore per dare attuazione a questa importante deliberazione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Intervengo brevissimamente, visto che l'Assessore darà una propria risposta. Chiederei di inquadrare questa attività nell'ambito delle iniziative dell'Assessorato, illustrando la deliberazione stessa.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Goglio.



GOGLIO Giuseppe, Assessore all'assistenza

I tempi di attuazione non sono stati indicati, perché manca ancora una programmazione regionale e, soprattutto, manca il Piano dei finanziamenti.
Si tratta di una deliberazione che abbiamo ereditato dalla vecchia Giunta; abbiamo solamente aggiunto, in finale di deliberazione, su richiesta della Commissione: "...nonché i criteri di valutazione delle professionalità già acquisite".



BORTOLIN Silvana

Chiedo scusa, signor Assessore, ma non ho capito quanto ha detto.



PRESIDENTE

Assessore, può dare risposta alla Consigliera Bortolin, visto che la precedente non è giunta?



GOGLIO Giuseppe, Assessore all'assistenza

Credevo fosse sufficiente l'illustrazione del Presidente della Commissione.
Questa deliberazione fissa i criteri e i provvedimenti relativi alla programmazione e all'organizzazione regionale dei corsi di formazione per animatori professionali; i corsi durano tre anni. Si è intervenuti per mettere un po' di ordine a quello che già esisteva. I giovani, dopo la scuola dell'obbligo, possono partecipare a questi corsi e conseguire una qualifica per questa professione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonino

Vorrei sapere qual è la pratica esecuzione di questa importante deliberazione che fa riferimento a successivi momenti per quanto riguarda la sua attuazione. Vorrei sapere quali sono i tempi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Goglio.



GOGLIO Giuseppe, Assessore all'assistenza

E' un lavoro congiunto con la formazione professionale, con la quale individueremo tempi, metodi e finanziamenti: cercheremo di farlo nel più breve tempo possibile.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 40 voti favorevoli e 9 astensioni.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Esame proposta di deliberazione n. 28: "Adesione della Regione a Transalpes (GIP), con sede a Lione, fra enti pubblici e società di interesse pubblico francesi. Approvazione nuovo Statuto"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 28, di cui al punto 6) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e telecomunicazioni

Non ho da aggiungere niente di più a quello che si è detto nell'altra seduta, in quanto mancava solamente la traduzione del testo. In Commissione è stato adeguatamente delucidato il tutto e mi pare non siano sorti problemi.
C'è stata una richiesta di chiarimento sul perché non attribuiamo alcuna risorsa a quel GIP; la risposta è che si tratta di una questione che riguarda la Francia: grazie ancora che siamo riusciti ad entrarci senza alcuna spesa! Manca un anello di congiunzione. Anche noi dobbiamo organizzare, istituire il GIP, ovvero un gruppo di iniziativa pubblica farà parte delle nostre competenze attivare lo studio necessario per capire quanto danno può provocare l'Alta Velocità e come si debba coinvolgere attraverso la problematica dell'Alta Velocità, tutto il pacchetto della viabilità e del trasporto.
Queste idee potranno essere ben delucidate in sede di Commissione, e a questo proposito si chiederà anche alle opposizioni la massima collaborazione per il migliore risultato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Care colleghe, cari colleghi, questa deliberazione è stata discussa nell'ambito dei lavori della I Commissione permanente. In realtà la deliberazione avrebbe dovuto essere discussa, per problemi di merito, nella Commissione territorio, in quanto è la Commissione che si occupa del problema dell'Alta Velocità; viceversa è stata discussa solo in I Commissione, come se si trattasse di un semplice problema di carattere istituzionale. E' indubitabile che il problema istituzionale specifico c'è ed è bene che sia trattato nella I Commissione.
Immaginavo di poter svolgere su questa deliberazione non solo argomentazioni di carattere statutario, ma soprattutto argomentazioni relative al merito dell'impegno della Regione Piemonte sull'Alta Velocità.
Questo non è stato possibile. Spero, e mi rivolgo direttamente al Presidente Ghigo, che questa Giunta regionale nel mese di settembre consenta al Consiglio di discutere il merito del problema dell'Alta Velocità in modo approfondito, facendo il punto di tutte le iniziative in corso e degli intendimenti della Giunta che, ad oggi, non mi sembrano tanto diversi da quelli della Giunta precedente. Ma non si sa mai. Le riflessioni possono maturare e le posizioni possono anche avere delle evoluzioni dal punto di vista del merito e della dialettica.
Noi continuiamo a sostenere che vi è un proliferare di iniziative su una nuova linea ad Alta Velocità da Torino a Lione che cercano di predisporre le condizioni affinché gli Enti locali continuino a sostenere un progetto che è soprattutto di interesse di grandi gruppi di imprese e forse gruppi finanziari. Quando chiediamo di fare chiarezza sulla vicenda della Torino-Lione è perché in effetti, al di là dei proclami e delle grandi parole, su questo tema non siamo mai riusciti a vederci chiaro, a vedere in cosa consista - al di là della volontà di qualcuno di scavare un tunnel di 56 chilometri e costruire nuove massicciate ferroviarie concretamente la forza e la fattibilità di questo progetto. Questo non è ancora chiaro a nessuno.
Sulla Torino Lione ci sono stati "appetiti", iniziative di livello ancora modesto (studi e progetti), su cui si sono visti impegni di molti: la Regione Piemonte, il Comitato Alta Velocità, il Comune di Torino, la SITAF, altri gruppi di studio, di progettazione nazionali, internazionali.
A noi piacerebbe sapere se c'è una prospettiva seria di realizzare un investimento di questo genere attraverso l'utilizzo di risorse pubbliche (ma queste ci sono? Pare di no) e di risorse private (ci sono? Pare di no).
Un progetto di cooperazione tra capitale pubblico e capitale privato pone il problema del ritorno economico dei capitali investiti. Il ritorno economico di un investimento di questo genere comporta delle analisi e delle previsioni di traffico che io vorrei, una volta per tutte, riuscire a discutere in Commissione e poi in Consiglio regionale, perché sinora è solo fumo. L'unico arrosto che c'è (un po' piccolo) è quello relativo a qualche spicciolo, qualche decina o centinaia di miliardi rispetto alle cifre di cui si parla, che sono le migliaia di miliardi; sono questi spiccioli che adesso fanno un po' agitare professionisti, progettisti, studi di impatto ambientale, sondaggi e via dicendo, perché occorre predisporre un progetto progetto che viene valutato nell'ordine di 100-200 miliardi di investimento.
Pare che gli unici soldi che ci sono siano quelli del progetto. Dato che - viceversa - sulla Torino-Lione si continua a dire che entro pochi anni inizieranno i lavori e finiranno agli albori del 2000, penso che sia giunto il momento di fare il punto della situazione.
Noi continuiamo a sostenere che la Valle di Susa e la linea ferroviaria della Valle di Susa opportunamente ammodernata consente di elevare il transito di traffico, sia merci che passeggeri, e di velocizzare lo stesso in modo assolutamente sufficiente ad una realtà economica e sociale moderna. Ma se si sostiene, viceversa, la necessità di costruire un'altra linea veloce, almeno si facciano i conti alla luce del sole e si scoprano le carte: perché non ci sono i finanziamenti pubblici? E i finanziamenti privati dove stanno? Allora io chiedo se per cortesia, nel mese di settembre, gli Assessori competenti, istituzionali di merito organizzeranno un punto della discussione che permetta a ciascun Gruppo di definire la propria posizione politico-amministrativa su questo problema.
Sull'adesione voteremo contro, perché si inserisce in questo brulicare di interessi attorno all'Alta Velocità; in particolare, votiamo contro le deleghe alla Giunta regionale, contenute nel dispositivo della deliberazione, di predisporre ed attuare i successivi conseguenti adempimenti, che non capisco in cosa consistano e che anche per questo motivo penso sarebbe bene mantenere alla responsabilità del Consiglio regionale.
Se l'Assessore è d'accordo, potrei presentare l'emendamento di soppressione del punto 5) della deliberazione, cioè quello di demandare alla Giunta regionale la predisposizione e l'attuazione dei successivi conseguenti adempimenti. Se si tratta degli adempimenti notarili di adesione, allora non solleviamo eccezioni, l'osservazione si ferma a quel punto; se è generico, chiederei una precisazione all'Assessore. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Masaracchio.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e telecomunicazioni

Si tratta soltanto di essere autorizzati a firmare dal notaio questa adesione, punto e basta.
Per quanto riguarda tutto ciò che non ha...



(Commenti del Consigliere Chiezzi)



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e telecomunicazioni

Si capirà tutto quando avremo costituito il GIP, che sarà lo strumento attraverso il quale si renderà operativa l'azione politica. Adesso cosa possiamo dire? Che i gruppi finanziari non ci sono? Ma come possono non esserci i gruppi finanziari! Che non ci sono gli interessi dei gruppi delle aziende? Ma come potrà essere che non ci siano gruppi di aziende interessate alla questione! Che non ci siano le Ferrovie? Che non ci sia l'ANAS? Ma come può essere che non ci siano tutte queste strutture! E' il concreto! Quando saremo di fronte alla realizzazione del progetto o dello studio del progetto, allora incomincerà ad emergere tutto quello che fino adesso non può emergere. Diversamente, faremmo sì confusione e tergiverseremmo sul grande problema rappresentato dall'impatto economico di 60.000 miliardi nell'ambito della produttività dell'azione politica della Regione, che non si limita soltanto al tratto Lione-Torino, ma comprende una rete complessiva europea che parte dal Portogallo e dentro la quale non possiamo fare a meno di stare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavaliere.



CAVALIERE Pasquale

Voterò contro questa adesione e cercherò brevemente di motivare questa mia posizione. Intanto credo ci sia un pochino di confusione su tutta la materia e mi incuriosisce la posizione dell'Assessore, che prima ha esordito dicendo che questo strumento ci servirà a capire come l'Alta Velocità potrà fare meno danni possibile.



(Commenti dell'Assessore Masaracchio e del Consigliere Chiezzi)



CAVALIERE Pasquale

Credo che il nostro Consiglio dovrà fare una riflessione ulteriore su questo progetto, sulle implicazioni della Torino-Milano, sul nodo di collegamento e soprattutto sulla Torino-Lione. Riflessioni che non sono tanto di ordine ideologico sul sì o no all'Alta Velocità, ormai superate da decisioni governative, ma di valutazione su quale deve essere il nostro rapporto, soprattutto con la Francia, in ordine agli strumenti di cui abbiamo bisogno.
Se il problema è quello delle merci, la soluzione che era stata prospettata pare molto deficitaria da questo punto di vista; dobbiamo quindi fare queste riflessioni in modo veramente serio, per vedere quale potrà essere la soluzione migliore senza sposare tesi aprioristiche.
Credo anche che nel ragionamento vi siano delle turbative che pesano molto. Ad esempio, le continue intromissioni - le chiamo così - da parte della SITAF, che continua ad ordinare progetti ed anche indagini sociologiche nella Valle di Susa sull'Alta Velocità (in una delle ultime la SITAF ha speso una somma rilevante per un'indagine tra i valsusini su quanti sono a favore e quanti contrari all'Alta Velocità), mi paiono eccedere rispetto ai compiti di questa società, ma la dicono lunga su quali possono essere le commistioni.
Questi sono ragionamenti che bisognerà fare e bisognerà soprattutto avere chiari quali sono gli iter e i prossimi livelli decisionali, perch anche su questo si gioca una partita importante.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Signor Presidente del Consiglio e signor Presidente della Giunta confesso un certo disagio in quest'aula, perché la lettura di alcuni documenti mi convince a votare favorevolmente; quando però arrivo in aula e sento il commento di qualche Assessore, confesso che cambio opinione.
Questo vale non solo per quanto riguarda la deliberazione in esame, ma anche per quella precedente, commentata senza grandi approfondimenti da parte dell'Assessore regionale Goglio.
Invito quindi il Presidente del Consiglio ad essere più attento nel dirigere i lavori del Consiglio e soprattutto il Presidente della Giunta a richiamare i propri Assessori a fornire risposte puntuali, perché non siamo qui per perdere tempo o per intervenire casualmente.
Nel momento in cui vengono fatte delle richieste specifiche, precise sui tempi, su alcuni elementi non chiari, abbiamo la necessità di avere risposte precise e chiare, perché se questo è l'andamento non può che confermare il giudizio che abbiamo dato sin dall'inizio di questa attività del Consiglio regionale di grande superficialità ed incompetenza da parte di molti Assessori.
Per quanto riguarda questa deliberazione, noi siamo d'accordo. Lo avevamo già detto la volta scorsa: siamo d'accordo, ma il modo con il quale il tema dell'Alta Velocità viene affrontato ci spinge a fare qualche considerazione, se non addirittura completamente a riprenderlo, spero a settembre. Deve essere chiaro anche il quadro di attenzione verso questo problema, Assessore Masaracchio. Attenzione verso i problemi della Valle di Susa non vuol dire essere contro l'Alta Velocità, ma si tratta di vedere se, ad esempio, la Giunta è intenzionata a dare applicazione alla deliberazione con la quale gli Enti locali venivano coinvolti nella progettazione.
Questo tema è stato affrontato con diversi interventi su La Repubblica da parte di esponenti importanti non solo del mondo culturale, ma anche di quello politico. E' necessaria un'azione di governo del processo, onorevole Ghigo. Qui non si tratta soltanto di costituire qualcosa che pensi agli appalti, perché questa è la fase successiva: noi abbiamo la necessità di costituire un momento di attenzione e di trasparenza sulla fase della progettazione.
Temo che la nascita di associazioni e di comitati disperda in mille rivoli il processo decisionale; ritorneremo sull'argomento a settembre e credo che il Consiglio dovrà fare un dibattito ampio. Forse bisognerà "riempire" quella deliberazione della Giunta regionale nel senso di coinvolgere gli Enti locali, ma comunque tutta la questione deve essere oggetto di grandissima attenzione, non soltanto con battute che possono venire da parte dell'Assessore o di noi Consiglieri regionali. Ripeto: questo argomento merita un'attenzione particolare.
In ogni modo, sulla deliberazione così com'è stata formulata e proposta ancora dalla precedente Giunta siamo completamente d'accordo, ma quello che chiediamo è il rispetto nei momenti in cui vengono poste delle questioni da parte dei singoli Consiglieri.



PRESIDENTE

Le rispondo per la mia parte. Io non posso far altro se non registrare il dissenso o il consenso da parte dei Consiglieri rispetto a quanto viene detto dai singoli Assessori. Lei, d'altra parte, si può dichiarare soddisfatto o insoddisfatto e tradurre questa sua soddisfazione o insoddisfazione in un relativo voto di consenso o di dissenso.
Io non posso assolutamente implementare la testa di nessuno e surrogarne la funzione; non posso far altro che pregare gli Assessori di rimanere in aula, perché possano rispondere in maniera confortante alle richiesta di chiarezza, di delucidazione, di trasparenza e soprattutto di merito, che vengono rivolte dai Consiglieri.
Per quanto mi concerne, quindi, Consigliere Saitta, non accetto assolutamente quello che potrebbe sembrare un suo richiamo. Gli Assessori sono maturi, hanno la necessaria caratura politica, tecnica e professionale, per poter rispondere; lei naturalmente ha tutta la libertà per consentire o dissentire.



(Commenti dell'Assessore Masaracchio)



PRESIDENTE

Per cortesia, Assessore Masaracchio! Lei può intervenire solo quando le viene data la parola! E' inutile che facciamo delle battute: è stato detto un momento fa con un certo rigore da parte di un Consigliere che non si devono fare battute su argomenti particolarmente specifici. Se lei chiede la parola, io gliela dò.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e telecomunicazioni

Chiedo la parola.



PRESIDENTE

Per quale motivo?



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e telecomunicazioni

Per spiegare qual era l'argomento all'o.d.g.



PRESIDENTE

Allora parli come Assessore e non come Consigliere!



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e telecomunicazioni

No, preferisco parlare dai banchi del Consiglio.
Le occasioni, cari colleghi, non devono essere buone per fare battute o dare schiaffetti sull'orecchio. Noi qui dobbiamo dare un voto sull'adesione ad un gruppo che si chiama GIP e che è fuori dal nostro territorio.
Stiamo forse svolgendo un dibattito sull'Alta Velocità? Quando faremo il dibattito sull'Alta Velocità saranno dati tutti quei chiarimenti che agli Assessori saranno richiesti! Non si può approfittare dell'occasione per aprire il dibattito sull'Alta Velocità oppure sull'altra velocità!



PRESIDENTE

Aveva già espresso il suo parere prima.



MASARACCHIO Antonino, Assessore ai trasporti e telecomunicazioni

E' meglio ribadire.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Signor Presidente, la Lega Nord voterà a favore di questo provvedimento per due motivi.
Innanzitutto prendiamo atto che la Transalpes è, di fatto, un regalo degli Enti francesi alla Regione Piemonte, in quanto ci vengono regalate delle quote, anche se solo due, di questa società. Dobbiamo prendere atto che questa società si occuperà della linea ad Alta Velocità fino al confine francese, per cui, rispondendo al collega Chiezzi, dico che è giusto che questa fosse esaminata nella I Commissione e non nella II, perché per il momento non va a toccare il territorio piemontese. Dall'esame della I Commissione è inoltre emerso chiaramente che l'adesione a questa società non avrebbe comportato costi per la Regione, ma solo benefici.
Approfitto dell'occasione per affrontare un secondo argomento, quello dell'Alta Velocità. Non sono d'accordo con il collega Chiezzi quando dice che l'Alta Velocità riguarda solo i gruppi finanziari: riguarda molto di più, riguarda soprattutto il Piemonte, che deve uscire dall'isolamento in cui è collocato in questo momento; ma direi che riguarda non solo il Piemonte, bensì tutta l'Italia nord occidentale.
Noi non possiamo che essere favorevoli all'inserimento del Piemonte in una linea transeuropea che da Parigi, ma anche dalla Spagna e dal Portogallo, tramite Lione e Milano, vada verso i Balcani e l'Europa dell'Est.
Siamo invece sempre disponibili a discutere con l'opposizione, ma soprattutto a confrontarci con la popolazione, in quanto siamo i primi a sostenere che la costruzione di questa linea ad Alta Velocità non debba in alcun modo danneggiare l'ambiente e il territorio piemontesi, tanto meno non debba danneggiare l'economia delle zone attraversate. Auspichiamo dunque una presa di posizione della Giunta per partecipare fattivamente e con tutto il suo peso alla progettazione della parte italiana, soprattutto della linea che attraversa la Valle di Susa, proprio con gli scopi che ho appena citato.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marengo; ne ha facoltà.



MARENGO Luciano

Io non avevo nessuna intenzione di intervenire su una deliberazione proposta al Consiglio e che è frutto dell'elaborazione della precedente Giunta della quale io ho fatto parte; però anch'io, come il collega Saitta sono più che sconcertato dell'atteggiamento tenuto in aula da qualche Assessore, in questo caso dall'Assessore Masaracchio.
Qui discutiamo di problemi e di argomenti molto importanti che riguardano la vita del Piemonte: non ci può essere questa arroganza nello zittire e nel riprendere i Consiglieri regionali quando giustamente...



PRESIDENTE

C'è stata vivacità, non arroganza.



MARENGO Luciano

No, c'è stata arroganza, Presidente Picchioni! E non ci deve essere quando si affrontano da parte dei Consiglieri problemi così importanti. Se questo è l'atteggiamento della Giunta nei confronti del Consiglio, sono molto preoccupato per la gestione di questo provvedimento come di altri.
Ovviamente su un provvedimento di merito, frutto dell'elaborazione della precedente Giunta, votiamo a favore, ma non siamo assolutamente d'accordo con la gestione e con l'atteggiamento tenuto dagli Assessori della Giunta attuale.
Credo sia anche sconcertante il fatto che il Presidente della Giunta si sia alzato e se ne sia andato durante una discussione politica riguardante i rapporti tra Giunta e Consiglio. Stigmatizzo questo modo di comportarsi all'interno del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Presidente Ghigo, il Consigliere Chiezzi voleva avere un'assicurazione da parte sua circa l'appuntamento del mese di settembre in cui l'argomento così delicato e complesso dell'Alta Velocità verrà discusso sotto tutti i suoi aspetti formali e sostanziali, com'è stato evidenziato nel corso di questa discussione. Se lei potesse dare un'assicurazione in merito le sarei grato.
La parola al Presidente della Giunta regionale, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Dal punto di vista sostanziale sono assolutamente disponibile ad affrontare un dibattito, anche in aula, con il coinvolgimento di tutti i Consiglieri su un argomento così importante.
L'atteggiamento della Giunta nei confronti del progetto dell'Alta Velocità è quello che lei ha sottolineato e che conosce. Questo non rappresenta necessariamente una soluzione di continuità con la Giunta precedente, come lei ha tentato di sottolineare.
Si tratta semplicemente di un'assonanza d'intenti su un lavoro, che ho più volte giudicato estremamente positivo, che la Giunta precedente ha realizzato e che noi intendiamo proseguire.
Riteniamo assolutamente necessario dotare la nostra Regione, e - come ha detto il Consigliere Dutto - tutto il nord dell'Italia e l'Italia nel suo insieme, di una linea ad Alta Velocità per evitare l'isolamento dall'Europa: dal punto di vista formale sono assolutamente d'accordo.
Nei mesi che ci separano dalla fine dell'anno questa discussione potrà sicuramente avvenire. Prendere ora un impegno per il mese di settembre onestamente, mi sembra un po' eccessivo; se non sarà settembre, sarà ottobre, sarà novembre, ma comunque sono assolutamente d'accordo ad affrontare tale discussione all'interno dell'aula consiliare.



CHIEZZI Giuseppe

Questo non è un impegno: è una risposta evasiva.



PRESIDENTE

No, Consigliere Chiezzi, questa risposta non è evasiva: è giustificata dal fatto che dobbiamo ancora stabilire l'inizio dei lavori autunnali pertanto non si può essere così avventurosi nel definire una data.
Inoltre, mi pare che l'importanza del problema meriti qualche pausa di riflessione per calendarizzare meglio questo nostro incontro nel mese di ottobre, compatibilmente con i lavori che dovremo compiere.
Ha chiesto la parola la Consigliera Spagnuolo; ne ha facoltà.



SPAGNUOLO Carla

Molto brevemente, credo di dover esprimere un voto di astensione rispetto a questo provvedimento, non per il contenuto del provvedimento stesso, che può essere condivisibile, ma per il modo con il quale si è svolto il dibattito, per i nervosismi da parte di alcuni Assessori in diverse materie, già segnalati nella discussione in Commissione, a cui oggi in aula se ne aggiungono altri. Nervosismi che oggi si registrano ulteriormente in una delle materie e in un progetto che indubbiamente sarà centrale nella vita della Regione Piemonte nei prossimi anni, sia che si possa essere favorevoli o contrari.
Mi permetto di invitare la Giunta ad affrontare le sedute di Consiglio e i provvedimenti, anche quando sembrano pacifici, con un approfondimento superiore a quello che abbiamo visto oggi in quest'aula. Pur comprendendo la novità delle materie per alcuni Assessori, nel rispetto del lavoro che viene fatto, inviterei ad un maggiore approfondimento e a minori nervosismi, soprattutto quando le materie sono così delicate ed importanti.
Non avevo intenzione di intervenire, ma l'atteggiamento del Presidente della Giunta, che pure ha dimostrato attenzione alla materia in esame, ci induce ad astenerci sul provvedimento come segnale di carattere politico.
Infatti, stante l'importanza della materia, sarebbe opportuno avere una data più determinata, perché dire settembre è una cosa, dire ottobre oppure novembre significa lasciare un po' troppo nell'indefinito una riflessione ed un approfondimento della Giunta e del Consiglio rispetto a materie che possono rappresentare un volano di attività per il Piemonte.
Per queste ragioni di carattere più generale e complessivo ci asteniamo, e prendiamo l'occasione di questo provvedimento per sottolineare la nostra preoccupazione.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 44 voti favorevoli, 5 contrari e 2 astensioni.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Esame ordine del giorno n. 26 relativo al riparto fondi statali per l'agricoltura


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 26 relativo al riparto fondi statali per l'agricoltura, presentato dai Consiglieri della III Commissione, di cui al punto 7) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Riba per l'illustrazione.



RIBA Lido

La III Commissione ha licenziato all'unanimità tale ordine del giorno ed ha proposto al Consiglio l'approvazione dello stesso con il quale si richiede una modifica ed un adeguamento a criteri di equità del progetto di riparto fra le varie Regioni dei fondi nazionali destinati all'agricoltura.
L'antefatto risale alla costituzione del Ministero dell'Agricoltura e Foreste; in precedenza c'erano criteri di erogazione di fondi diversificati a seconda dei vari fondi. Con la costituzione del Ministero si è verificato un fatto politico del quale siamo tutti al corrente: il tentativo del Ministero di assegnare funzioni, tranne quelle che hanno caratteristiche più strategiche, ma soprattutto di assegnare quantitativi di fondi più limitati. L'attuazione di una certa politica nell'erogazione dei fondi nasce in parte dal protrarsi di una situazione storica per la quale esisteva un fondo, il cui 60% era riservato alle Regioni del sud e il residuo 40% alle Regioni del nord.
Ovviamente questo tipo di vincolo non esiste più. A livello ministeriale è cominciata un'operazione molto intricata e complicata per l'individuazione di parametri fissi per la ripartizione del fondo previsto per il quinquennio 1995/1999.
Si tratta di un fondo di circa 5.000 miliardi, che sono anche pochi considerato l'insieme dell'agricoltura italiana; tuttavia sono tutto quanto il Ministero delle risorse agricole e forestali ripartirà tra le Regioni nel quinquennio 1995/1999. La discussione, che naturalmente non ha trovato una convergenza unanime nell'ambito della Commissione competente della Camera, è arrivata comunque ad un testo che costituisce l'ipotesi definitiva.
Evito naturalmente una serie di argomentazioni che arricchirebbero la discussione, perché mi rendo conto del limitato tempo a disposizione voglio però ringraziare il Consiglio dell'attenzione, perché la materia è significativa.
In questa bozza - che costituisce il testo in dirittura d'arrivo sebbene non ancora licenziato dalla Commissione della Camera e che dovrà essere poi esaminato dal Senato - le percentuali di riparto fra le varie Regioni sono le seguenti: Piemonte 6%; Liguria 2%; Lombardia 6,5%; Veneto 6,5%; Emilia Romagna 8,1%; Toscana 6,1%; Umbria 2,7%; Marche 3,5%; Lazio 7,2%; Abruzzo 5,5%; Molise 3,9%; Campania 12,4%; Puglia 13%; Basilicata 6,6%; Calabria 9%.
Queste cifre sono state ottenute - si dice - attraverso un gioco di parametri che tengono conto, per esempio, del numero delle aziende e del numero degli occupati. Il numero delle aziende è un elemento che rappresenta la polverizzazione, non la dimensione reale dell'agricoltura di una Regione, così come quello degli occupati; questi sono comunque dati stagionali utilizzati a vari fini.
Il lavoro svolto anche con gli uffici dell'Assessorato ci ha portato a rilevare che l'incidenza dell'agricoltura piemontese rispetto a quella nazionale è di circa il 9%, tenuto conto che la produzione lorda vendibile rappresenta circa l'8%. Le percentuali sono basse rispetto a quella che poteva essere la valutazione empirica della dimensione dell'agricoltura piemontese, però bisogna tenere conto che noi abbiamo un sottodimensionamento storico dell'agroindustria, che fa alzare la media ponderata del nostro fabbisogno rispetto a quello globalmente destinato all'agricoltura, che si aggira sul 9%.
Naturalmente questa discussione è molto attiva a livello della Commissione parlamentare competente; bisogna però dire che le Regioni del nord sono massicciamente penalizzate, anche se la Lombardia, il Piemonte e il Veneto, in sede di un confronto a livello di conferenza regionale contano per tre.
Credo che l'Assessore Bodo si sia trovato di fronte agli stessi problemi. Questa legge è in discussione da oltre due anni e noi non possiamo fare altro che far pervenire una presa di posizione del Consiglio regionale nel suo insieme che sia un elemento di indirizzo e di rivendicazione di proposta corretta, motivata, seria nei confronti della Commissione agricoltura della Camera e del Senato. Tale rivendicazione deve essere portata avanti anche nei confronti degli esponenti parlamentari della nostra Regione che, a livello della Commissione della Camera, seppur in numero esiguo (un parlamentare del PDS ed uno dei popolari), sono certamente una presenza significativa dal punto di vista delle capacità individuali.
La proposta di ordine del giorno licenziata all'unanimità dalla Commissione ha prospettato al Consiglio la richiesta di una rivalutazione una rivisitazione dei parametri proposti, senza indicare cosa debba essere attribuito a questa o a quell'altra Regione.
Noi chiediamo che il parametro riconosciuto al Piemonte sia del 9%.
Credo di poter assicurare i colleghi che questo è un parametro oggettivo calcolato in modo serio e difendibile. Tale parametro non chiede di collocare il Piemonte al primo, secondo o terzo posto fra le Regioni agricole, perché non è questa la nostra collocazione: siamo soltanto al sesto posto. Le potenzialità tuttavia sono superiori e certamente avremo modo di lavorare (anche in questa legislatura come nel passato specialmente nell'ultimo periodo) per poter costruire e sviluppare un'agricoltura all'altezza del suo potenziale, proponendo, come III Commissione, di compiere questo primo atto.
Concludo, Presidente, rilevando che su 5.500 miliardi la partita in gioco, al 3%, ammonta a 150 miliardi; si tratta di 150 miliardi in più o in meno che potremo avere come assegnazione a livello nazionale nel prossimo quinquennio, dal 1995 al 1999. Credo che la dimensione materiale del fondo completi la spiegazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moro; ne ha facoltà.



MORO Francesco

Signor Presidente, nella dichiarazione di voto il Gruppo di Rifondazione Comunista ritiene sufficiente il documento politico della Commissione agricoltura illustrato poc'anzi dal Presidente Riba e sottolinea l'enorme importanza di questa tematica nel contesto economico regionale.
Il testo sottoscritto è di ferma protesta contro il Parlamento sui contenuti della proposta di legge relativa alla ripartizione dei fondi per il Piemonte per i prossimi cinque anni, che passerebbero in percentuale dal 6 al 9% con contenuti più tecnici che politici.
Rifondazione Comunista vuole fermamente ribadire che il Piemonte, per la sua importante realtà agricola, la sua ubicazione geografica, i suoi prodotti agroalimentari e vitivinicoli di altissima qualità, ha bisogno di una diversa considerazione del Parlamento e di una seria ed organica programmazione da parte del Governo regionale.
Occorre perciò un preciso piano di progetti per un diverso e più incisivo sviluppo agricolo ed occupazionale. In particolare, bisogna potenziare e promuovere precise scelte politiche ed economiche verso la cooperazione e l'associazionismo nella zootecnia, vitivinicoltura ed allevamenti alternativi come quelli caprini ed ovini, valorizzando l'agriturismo piemontese.
In Piemonte vi sono circa 1.800 aziende contadine singole o associate di pianura, collina e montagna; molte sono state distrutte o fortemente danneggiate dalla drammatica alluvione del 5 e 6 novembre 1994 nell'Astigiano, Alessandrino e Cuneese e, ad otto mesi dal disastro, non sono ancora state risarcite.
La nostra Regione è anche deficitaria di circa 300 milioni di mc.
d'acqua all'anno, una parte molto preziosa per l'irrigazione ed opere idrauliche per un'agricoltura di tipo europeo; perciò bisogna fortemente protestare con il Parlamento, con il Governo centrale per ottenere non solo maggiori ripartizioni, ma anche notevoli finanziamenti; ad esempio, per potenziare la ricerca, la sperimentazione, i viaggi-studio di contadini in altre realtà socio-economiche italiane ed europee, non sprecando invece le risorse in altre attività come in piani produttivi tipo quello per l'Alta Velocità.
Infine, desidererei sapere quando l'Assessorato all'agricoltura colmerà la grave dimenticanza delle cantine sociali e dei prodotti vitivinicoli dell'Acquese, del Gavi, dei Colli tortonesi, nel contesto promozionale delle cento cantine piemontesi che tanto fa discutere ed indignare una parte notevole del Piemonte sud, già così drammaticamente colpita dall'alluvione del 1994.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bodo.



BODO Giovanni, Assessore all'agricoltura

Per quanto riguarda l'ordine del giorno, credo di essere più che favorevole all'iniziativa, anche perché evidentemente fa piacere se riusciremo ad aumentare questa percentuale di ripartizione rispetto a quella proposta e votata dal precedente Comitato degli Assessori nell'ambito del Comitato Agro-Alimentare.
Per quanto riguarda le questioni delle acque, è iniziativa dell'Assessorato una proposta di legge regionale sulle bonifiche, che preveda dei compiti specificatamente di ricerca di maggiore quantità di acqua per l'agricoltura e per il consumo. La presentazione della proposta di legge non tarderà molto e probabilmente avverrà entro fine anno.
Per quanto riguarda la questione del vino, io ho registrato le difficoltà esistenti in una riunione avvenuta circa otto giorni fa ad Alice Bel Colle; mi riservo di approfondirle a livello di Assessorato e possibilmente anche con la disponibilità della Commissione agricoltura per verificare, nell'ambito - questo sia chiaro - delle disposizioni comunitarie e delle leggi vigenti, quel che è possibile fare per soddisfare queste che sono una parte delle legittime pretese dei produttori agricoli.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale preso atto dello schema di ripartizione del fondo nazionale per l'agricoltura così come indicato nella tabella A) allegata all'art. 7 del testo unificato della proposta di legge attualmente in discussione alla Camera, che assegna al Piemonte solo il 6,079% del fondo stesso considerato che tale ripartizione è particolarmente penalizzante inaccettabile ed iniqua per il Piemonte in quanto non tiene conto della dimensione reale e delle esigenze effettive dell'agricoltura nella nostra Regione nonché del fatto che l'incidenza ponderata dell'agricoltura piemontese su quella nazionale, così come emerge dai dati ufficiali, è di circa il 9 rilevato inoltre che la percentuale attribuita è assolutamente non coerente rispetto al perseguimento degli obiettivi che la stessa proposta di legge nazionale pone all'art. 2. In particolare per quanto attiene: a) alla riduzione del pesantissimo deficit della rete irrigua b) alla necessità urgente di sviluppo delle filiere agro-industriali per ridurre la storica debolezza del Piemonte in questo settore c) al recupero agricolo e agro-silvo-pastorale dei territori montani che riguardano oltre il 60% della superficie regionale d) al recupero di competitività delle produzioni tipiche in particolare nei settori ortofrutticolo e della zootecnia da carni che, per la mancanza di strutture hanno perso competitività rispetto al mercato interno ed internazionale chiede al Parlamento di voler ridefinire le percentuali di più equo riparto dei fondi per l'agricoltura con una riparametrazione che, coerentemente con le considerazioni esposte, assegni al Piemonte non meno del 9% dello stanziamento globale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 55 Consiglieri presenti.


Argomento:

NOMINE


PRESIDENTE

Passiamo al punto 11) all'o.d.g.: "Nomine".
Si proceda alla distribuzione delle schede per le seguenti nomine: Istituti di ricerca, sperimentazione e aggiornamenti educativi IRRSAE Piemonte - Consiglio Direttivo. Nomina di tre rappresentanti (art.
289 DL n. 297/94).
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Rodolfo Manta, Giuseppe Ficca e Fiorenzo Alfieri (quest'ultimo in rappresentanza delle minoranze).


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Esame ordine del giorno n. 15 relativo al diritto allo studio universitario


PRESIDENTE

Esaminiamo l'ordine del giorno n. 15, presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti, di cui al punto 8) all'o.d.g.
La parola alla Consigliera Simonetti.



SIMONETTI Laura

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, sono convinta che è importante che prima delle vacanze - visto che questo è l'ultimo nostro Consiglio - dobbiamo farci carico... Pregherei l'Assessore Leo di ascoltarmi.



LEO Giampiero, Assessore all'assistenza universitaria

Sto parlando al Presidente dell'importanza di questo ordine del giorno.



SIMONETTI Laura

Come dicevo, dobbiamo farci carico di problemi economici gravi che riguardano tutte quelle fasce di studenti che molto probabilmente in vacanza non ci andranno a causa di quel decreto legge n. 280 del 1995.
Infatti, a ridosso delle iscrizioni nelle Università, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 165 del 17 luglio il decreto legge che fa salvi gli aumenti delle tasse e tutti i contributi universitari oltre il tetto di un 1.200.000 lire. Come promette il Ministro dell'Università Salvini, il nuovo provvedimento d'urgenza adottato dal Governo il 13 luglio stabilisce che, anche per il prossimo anno accademico gli Atenei potranno fissare le proprie rette superando il limite massimo fissato dalla legge, la n. 537 del 1993, uno dei primi provvedimenti che prevedevano un aumento delle tasse con la manovra del 1994.
Ora, francamente, mi sembra assolutamente inaccettabile che in un momento di crisi economica generale si chieda un ulteriore sforzo finanziario agli studenti che già per la maggior parte sono disoccupati e dipendono perciò dalle famiglie, che non sempre, anzi quasi mai, sono in grado di sopportare questi aumenti.
Io ho partecipato con estremo coinvolgimento personale e politico alle manifestazioni studentesche dell'autunno scorso. Forse la stragrande maggioranza dei Consiglieri presenti non ha vissuto l'intensità e la rabbia di quei momenti e forse quei momenti non sono stati nemmeno capiti. Ma non è né di capire né di confortare che si esemplificava la richiesta degli studenti. Le loro battaglie avevano come sentimento guida la rabbia verso tutti gli enti istituzionali, che ancora oggi dimostrano di porre in secondo piano la tutela effettiva del diritto allo studio.
Oggi la situazione si è aggravata ancora di più. Secondo una logica di mercanzia e di bassa politica, viene lasciato lo spazio libero ad ogni Ateneo di stabilire le regole di accesso all'Università. Ma se davvero lo studio è un diritto, io mi chiedo come e secondo quale antidemocratico criterio si possano stabilire delle regole di accesso. Come si pu stabilire un numero chiuso obbligando gli studenti a superare test attitudinali, ponendoli nella condizione di essere trattati come numeri e non invece come degni protagonisti di una società che a loro non offre alcuna prospettiva? Ricordando ancora come molti studenti purtroppo trovano nell'Università un parcheggio culturale e professionale aspettando con ansia un posto di lavoro che possa assicurare loro una sicurezza futura, voglio sollecitare ancora di più l'attenzione della Giunta e dell'Assessore Leo verso questo grave provvedimento. Già nella Commissione cultura, con la presenza dell'Assessore Leo, abbiamo discusso sulle diverse e varie esigenze degli studenti oggi. Molte delle loro esigenze vengono soddisfatte con la disposizione di servizi e di strutture sociali, con la disposizione di aiuti finanziari (penso alle borse di studio).
Anche se a mio parere i criteri ed i metodi con cui vengono o non vengono disposte queste strutture sono discutibili, sta di fatto che, per fortuna, qualche struttura viene disposta al servizio degli studenti universitari che appartengono a fasce più deboli, anche se sono scarse le strutture ed altrettanto scarsi i risultati.
Ben detto! C'è un'unica condizione: essere studenti universitari! Per essere studenti, però, è necessario iscriversi... Ma se ogni anno le tasse aumentano in maniera così sproporzionata, quanti saranno gli iscritti all'Università il prossimo anno? Sempre meno, sicuramente! E allora io mi rivolgo ancora alla Giunta, e in particolare all'Assessore Leo, dicendo che, data la volontà di dimostrare sensibilità verso la cultura ed il diritto allo studio con lo stanziamento in più di 2 miliardi rispetto alla scorsa legislatura, mi chiedo se non sia necessario e doveroso esprimere preoccupazione come noi verso questo nuovo provvedimento del Governo.
Unitamente a questa preoccupazione, ritengo di esprimere il mio invito alla Giunta e all'Assessore Leo di intervenire tempestivamente per impegnare i Rettori delle nostre Università a non procedere secondo le forme che prevedono questo inaccettabile aumento.
Chiedo quindi, sperando in una risposta positiva, di non lasciar morire la cultura e calpestare il diritto allo studio in questo modo. Non sottovalutiamo questo problema, perché dopo l'emergenza lavoro questo è il problema che più tocca tante famiglie; prevedo che nel prossimo autunno come già nello scorso, tanti studenti occuperanno le strutture e incendieranno le piazze per rivendicare un loro giusto e legittimo diritto quello allo studio.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, ha facoltà di replicare l'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore all'assistenza universitaria

Chiedo scusa alla Consigliera Simonetti, ma fin dalle prime battute seguivo questo ordine del giorno con grande attenzione, tant'è che mi sono permesso di sottolineare l'importanza al Presidente della Giunta, che mi ha subito detto: "E' questione di importanza".
Non entro nel merito delle posizioni emerse a proposito del numero chiuso od altre questioni, perché ritengo che il dibattito ci porterebbe lontano, le considerazioni sarebbero molto più ampie e coinvolgerebbero un discorso generale sull'Università. Quello che invece mi sento di condividere totalmente è la sensibilità e l'attenzione della Consigliera che ha posto la questione rispetto al problema del diritto allo studio universitario.
Mi permetto di dire, con dati alla mano - e la Consigliera Simonetti lo ha ricordato con grande correttezza - che proprio recentemente abbiamo approvato (con una disponibilità enorme da parte di tutti i Consiglieri che hanno fatto i salti mortali) una deliberazione che aumenta l'importo complessivo delle borse di studio da 4 a 6 miliardi ed aumenta da 4 a 6 milioni l'importo minimo per la borsa di studio per quanto riguarda i fuori sede, mentre più che raddoppia per gli studenti in sede. Questo perché, ha ragione la Consigliera Simonetti, effettivamente per molte categorie è diventato estremamente oneroso studiare. Già nella precedente amministrazione avevo manifestato una forte preoccupazione per l'aumento eccessivo delle tasse universitarie; ci eravamo preoccupati immediatamente di correre ai ripari per la parte di nostra competenza, che non pu determinare le vicende della didattica o delle tasse universitarie, ma che ha visto una risposta immediata di tre tipi da parte della Regione Piemonte.
Devo, per onor di storia e nella speranza di non creare imbarazzi ringraziare l'allora Vicepresidente Marengo ed altri che avevano seguito tempestivamente questa vicenda con grande attenzione facendo tre cose: 1) aumento degli stanziamenti, e l'Assessore Gallarini ci è venuto subito in soccorso.
2) Stipula di una convenzione Regione - Università - Politecnico che mi permetto di dire, è la prima in Italia; non c'è nessun'altra Regione che si sia così tempestivamente attivata per i servizi relativi al diritto allo studio universitario, che una legge nazionale molto matrigna, molto arcigna, molto severa, pone in discussione o pone una border-line in cui non è chiaro se siano o meno competenza della Regione.
Noi abbiamo scelto unanimemente la linea di considerare consentito permesso, approvato tutto ciò che non è espressamente vietato; questo anche forzando un po' la mano ad interpretazioni burocratiche di una parte della dirigenza regionale. Quindi abbiamo fatto la scelta politica di dire: "Consideriamo nostro dovere realizzare tutto quello che non è espressamente proibito".
3) Sforzo straordinario - lo ricordava recentemente il Consigliere Peano - per i posti letto. Ne ho parlato con il Presidente della Giunta e con l'Assessore al bilancio: è necessario un impegno straordinario per i posti letto, perché Torino è città ai minimi livelli. Pertanto, nelle varie provvidenze ci sarà sicuramente questa attenzione.
Noi proseguiremo in questa linea di attenzione verso il diritto allo studio attraverso la collaborazione con gli Atenei e di potenziamento delle strutture per il servizio allo studio.
Mi permetto di dire che questo dibattito avviene in un momento in cui avendo approvato la Commissione a larghissima maggioranza questi primi provvedimenti, non partiamo solo da un impegno formale, ma già da una base di sostanza sulla quale contiamo di continuare a muoverci.
Personalmente condivido la sensibilità e la necessità di rivolgere un appello all'Università che ritengo doveroso.
Aggiungo ancora che con il movimento degli studenti c'era stata immediatamente interlocuzione e non disattenzione (facendo anche numerosi incontri presso le Università e i Collegi universitari e dovunque questi fossero richiesti), ma una grande attenzione da parte degli amministratori.



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola per dichiarazione di voto, pongo in votazione l'ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerato che il provvedimento riguardante l'Università, adottato dal Consiglio dei Ministri in data 13/7/1995, prevede tra i punti delineati l'estensione all'anno accademico 1995/1996 della deroga al 'tetto' massimo di L. 1.200.000 per le tasse universitarie considerato che nel frattempo il 30% effettivo dei fondi per il funzionamento delle Università è stato cancellato dalla manovra economica considerato che la Conferenza nazionale dei Rettori ha annunciato l'adozione necessaria di una serie di misure di contenimento delle iscrizioni agli Atenei, dalla chiusura di interi corsi di laurea ai 'numeri chiusi', all'introduzione diffusa dei test attitudinali ricordando che già nello scorso autunno era scoppiata una forte protesta degli studenti contro l'aumento delle tasse universitarie, per la difesa del diritto allo studio impegna la Giunta regionale a far pervenire al Governo nazionale il proprio dissenso verso tali provvedimenti che, oltre a non collegarsi ad un provvedimento risolutivo per la già drammatica situazione in cui versano gli studenti, provocherebbe una ancor più accesa protesta di massa per la giusta rivendicazione del diritto allo studio a porre in essere iniziative che garantiscano il diritto allo studio considerando che allo stato attuale gli studi universitari per molti giovani diventano una scelta obbligata di fronte ad una forte insicurezza futura in campo lavorativo; è sbagliato e antidemocratico trasformare tale diritto in un diritto d'élite, sottolineando ancora una volta la difficoltà delle fasce sociali più deboli ad inserirsi nel tessuto sociale universitario".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 21 voti favorevoli e 32 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).


Argomento: Incarichi e consulenze esterne

Esame ordine del giorno n. 21 relativo alla DGR n. 1-124 del 17/7/1995 relativa al progetto di comunicazione globale per la Giunta regionale. Affidamento incarico allo Studio Garrone di Acqui Terme


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 21, presentato Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti, di cui al punto 10) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

C'è un fatto che penso sia conosciuto, ma che voglio richiamare, perch magari qualche nuovo collega non ha ancora avuto tempo di documentarsi. Per dare delle consulenze bisogna osservare delle norme. Ne segnalo due.
La prima, relativa alla legge n. 6 del 1988, dice: "La Regione pu avvalersi di consulenze a condizione che la professionalità richiesta non consenta di utilizzare personale regionale". Vogliamo osservare le leggi o no? Se osserviamo le leggi, possiamo dare consulenze solo se le professionalità non sono presenti all'interno della Regione.
Vi è poi una seconda norma, una legge che correggeva la precedente, che dice: "Le collaborazioni possono essere date sulla base di indirizzi annualmente definiti dalla Giunta regionale e preventivamente discussi con le organizzazioni sindacali". Quindi, poiché la Giunta è nuova, e non ha indirizzi della Giunta precedente, dovrebbe, appena insediata, in occasione del primo bilancio preventivo e sentite le Organizzazioni sindacali predisporre un piano di consulenza.
Questo non è avvenuto ed è una chiara violazione della legge.
Le competenze per effettuare il progetto di riorganizzazione dell'attività di comunicazione ed informazione all'interno del Consiglio regionale e della Giunta regionale sono numerose e di alta qualificazione.
La Giunta regionale e il Consiglio regionale hanno due settori che si occupano in modo specifico dell'informazione e dell'organizzazione dell'attività d'informazione.
Sono due settori, Informazione e Relazioni Esterne, nei quali vi sono due dirigenti apicali, cioè del massimo livello - II qualifica dirigenziale entrambi giornalisti professionisti, che dirigono una struttura che ha a disposizione, per quanto riguarda il Consiglio, ventitré persone, di cui cinque giornalisti (due giornalisti professionisti e tre pubblicisti praticanti) e, per quanto riguarda la Giunta, diciotto persone, di cui dieci giornalisti (quattro professionisti e sei pubblicisti praticanti).
Queste sono due strutture per l'informazione e la comunicazione che, a norma delle leggi e delle circolari annesse alle leggi, devono predisporre l'organizzazione, il funzionamento dell'attività di informazione attraverso la ricerca, la redazione e la diffusione di informazione su tutte le attività della Giunta e degli organi consiliari, dei rapporti con la stampa; inoltre hanno come competenza l'attività diretta a favorire la partecipazione dei cittadini. Uno di questi dirigenti apicali, ad abundantiam, è anche iscritto alla Fe.R.P.I. (Federazione Relazioni Pubbliche).
La Giunta regionale invece cosa fa? Tralascia di darsi un piano di indirizzi, di consultare le Organizzazioni sindacali, di fare queste cose in occasione del bilancio, ed affida ad una persona iscritta alla Fe.R.P.I.
il seguente incarico (leggo testualmente dalla deliberazione): "...predisposizione di un progetto organizzativo generale idoneo ad individuare i necessari strumenti e raccordi che possano garantire un effettivo ed efficace coordinamento per la diffusione dell'informazione".
Ma questo è proprio quello che devono fare entrambi i settori che ho citato e che hanno al loro interno competenze specifiche in questa materia! L'incarico è quindi del tutto generico ed è già ricoperto da specifiche competenze professionali all'interno del Consiglio e della Giunta. Questo è tutto quello che si dice nell'incarico, con l'aggiunta: "Fa parte dell'incarico l'analisi e l'eventuale proposta di rimodulazione dell'articolazione e delle funzioni del settore informazione".
Nella deliberazione e nella convenzione vi sono le frasi che vi ho letto. Non c'è nulla di più.
Che tutto questo possa essere fatto da un iscritto alla Fe.R.P.I. che non ha mai frequentato le strutture regionali e non possa essere fatto da iscritti alla Fe.R.P.I. che stanno dirigendo le strutture regionali è assolutamente contestabile.
La genericità dell'incarico, il fatto che il buon funzionamento dell'Ente è senz'altro auspicabile - se la Giunta ritiene che oggi il coordinamento non sia sufficiente - ci porta a dire: "Chi, meglio dei Capi Settore, può riorganizzare e diffondere nel modo che la Giunta ritiene migliore le informazioni che si producono?".
Ripeto, si tratta di un incarico del tutto generico. Mi verrebbe voglia e lo faccio - di leggere un passo della sentenza del TAR sulle nomine dei Direttori generali delle UU.SS.LL., perché è attinente al tema. Infatti, la recente sentenza dice: "La Giunta può far cadere la propria scelta fondandosi su sensazioni o impressioni non riducibili ad argomentazioni razionali che possano essere esposte in una intelleggibile spiegazione?".
Queste parole le appoggio sopra la deliberazione e la convenzione. Ma dove sono le intelleggibili spiegazioni che possono convincere un Consigliere regionale di maggioranza o di opposizione che non esistevano all'interno della Regione le forze per condurre a termine un progetto così poco intelligibile, che non va al di là della volontà "facciamo un po' meglio la diffusione dell'informazione"? E' troppo generico ed indeterminato, ma il compenso no. Non si sa bene cosa si debba fare, perché la situazione attuale in deliberazione non viene descritta né per com'è né per come la si vorrebbe, cioè mancano entrambi i connotati di chiarezza della deliberazione.
La sentenza del TAR dice: "Se le deliberazioni non sono chiare, sono nulle". Qui non descrivete accuratamente l'attuale sistema di diffusione dell'informazione, né cosa volete, se non "Lo vogliamo migliore".
Viceversa, per la retribuzione della consulenza generica si stanziano 105 milioni, 100 milioni forfetari più 5 milioni, ipotizzando alcuni movimenti fuori Regione, ma lasciando alla discrezionalità dell'incaricato di muoversi quanto crede.
Ma lasciamo pure i 5 milioni. In cambio di cosa vengono dati questi 100 milioni? O di un progetto preciso, nel qual caso fate un capitolato di elaborati che devono essere costruiti e portati all'approvazione della Giunta; ma questi non ci sono, perché c'è solo: "Voglio la comunicazione globale"; oppure scegliete un'altra strada per misurare un lavoro svolto: la strada dei giorni di impegno. Potreste dire: "Il tal consulente deve produrre tante giornate di lavoro"; visto che gli mettete a disposizione anche un locale gratuitamente e gli date la possibilità di servirsi di tutti coloro che dovrebbero poi aiutarlo, io dico che, a questo punto dovrebbero fare loro e consentire all'incaricato di intascare i 100 milioni.



PRESIDENTE

Non facciamo riferimento alle persone, altrimenti sono costretto...
Consigliere, era stato abilissimo fino adesso.



CHIEZZI Giuseppe

Ha ragione, Presidente. Non voglio andare in seduta segreta.
Assolutamente. Sia cancellato ogni riferimento a persona.
Quindi, l'indeterminatezza della cifra è assolutamente tormentosa perché le cifre che vengono riconosciute non possono essere date semplicemente in maniera forfetaria. I Consiglieri regionali, ma anche gli organi di controllo delle deliberazioni, devono contare sulla possibilità di avere un metro di misura, qualunque esso sia: gli elaborati, il numero di ore da svolgere, il numero di giornate da svolgere e via dicendo. Nella deliberazione non c'è traccia di tutto questo.
Per questo motivo, noi presentiamo tale ordine del giorno, molto preoccupati della sorte che potrebbe avere una deliberazione di questo genere, affinché al più presto ci si possa sbarazzare di questo ingombrante atto deliberativo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Ferrero.



FERRERO Caterina

Un giornalista, parlando con i suoi cronisti, disse che per informare correttamente i lettori occorre essere convinti di quanto si scrive e soprattutto avere fiducia in chi guida il giornale. Ritengo che questo monito possa valere anche per chi, dai palazzi della Regione Piemonte, è chiamato ad informare sia i media sia i cittadini delle diverse iniziative non solo politiche a cui l'Ente che noi amministriamo vuole dare risonanza.
In quest'ottica diventa importante valutare i compiti e i ruoli che l'Ufficio Stampa va ad assumere, individuare qual è la strategia di fondo e, non ultimo, il responsabile o - se volete - il direttore di questa variegata, spesso anonima, redazione.
Ho fatto questa premessa per tentare di capire come si compenetrano il ruolo dell'Ufficio Stampa, che negli anni ha certo fatto crescere e consolidato diverse competenze a livello di Presidenza di Giunta, di Consiglio e dei diversi Assessorati, e quello di un comunicatore super partes (nel caso in questione il dottor Garrone) al quale dovrebbe essere affidato il compito di curare l'immagine complessiva della Regione Piemonte, in particolare quella della Presidenza, ma anche quello di ridisegnare le strategie complessive di comunicazione.
Mi si consenta di non entrare nel merito del quantum economico - che, a mio parere, deve essere valutato sulla base dei servizi offerti e delle tariffe Fe.R.P.I., che sono certa il Presidente e la Giunta avranno verificato con attenzione sulla base delle potenzialità dall'offerta, della congruità della richiesta e della professionalità dello studio incaricato quanto piuttosto di richiamare l'attenzione sull'opportunità di creare una guida omogenea per tutto il settore della comunicazione della nostra Regione.
L'Ufficio Stampa ha compiti diversi che vanno dalla cura dell'immagine dell'Ente alla diffusione di tutte le notizie, anche minime, che scaturiscono dalla vita dei diversi Assessorati, delle Commissioni e degli Enti collegati alla Regione. Il tutto - mi auguro - valutato nell'ambito di un progetto complessivo.
Sulla base del modello proposto, dovrebbero coabitare due direttori: uno della struttura delegata alla comunicazione e uno delegato alla macchina regionale intesa nel suo complesso. Sono portata a diffidare di un sistema che comporta competenze che si sovrappongono, anche se comprendo profondamente la necessità della Presidenza di dare impulso al settore della comunicazione, soprattutto in questo momento in cui la Regione è chiamata a grandi scelte che vanno dalla pianificazione del territorio al piano per l'Alta Velocità e al riassetto della struttura sanitaria.
Mi chiedo quindi qual è e come il Presidente immagini debba essere il ruolo di questo comunicatore, di un professionista del settore nel contesto regionale e, in particolare, anche per non disperdere le competenze e le professionalità che sono proprie dell'Ufficio Stampa, quale possa essere il rapporto di collaborazione tra la persona incaricata e i funzionari, che almeno fino a ieri hanno fatto marciare la macchina dell'informazione regionale.
Inoltre vorrei capire se all'interno degli uffici esistono competenze sufficienti a ricoprire il duplice ruolo di portavoce della Presidenza e di organizzatore della strategia di comunicazione. Se esistono, il problema è risolto dall'interno. Ma se non è possibile reperirle, allora concordo con chi ritiene che tutto questo vada richiesto nel mondo professionale esterno e quindi sia necessario dare il sostegno e gli apporti necessari a tale esigenza, purché le nuove figure costituiscano, grazie alla loro professionalità (che deve essere palese), uno strumento di crescita professionale per i nostri funzionari in un'ottica di collaborazione a 360 gradi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gallarini, che interviene in qualità di Consigliere.



GALLARINI Pier Luigi

Sono venuto a questo banco, ma penso che non abbia molta importanza l'angolatura dalla quale si parla: contano invece molto le cose che si dicono.
Innanzitutto voglio dire che, poiché questa deliberazione è andata in Giunta (non è che io possa dire alcune parole da questa parte e poi correre dall'altra per dirne altre), porta la firma del Presidente e dell'Assessore Gallarini in quanto Assessore al personale.
Le considerazioni che voglio fare sono più di natura politica che di natura assessorile o tecnica o di stretta delega. Il Consigliere Chiezzi ci ha fornito l'occasione - e lo ringrazio - per discutere intorno a tale questione. E' la prima di questo genere che viene in Consiglio. Immagino per le intenzioni che abbiamo come maggioranza, che non sarà l'ultima quindi non è - e non sarà - un tassello singolo ed isolato nei confronti di una politica che questa maggioranza vuole impostare e che, per la verità ha già annunciato nella parte programmatica, bensì un tassello inserito nell'ambito di un mosaico che rappresenta una vera e propria proposta politica.
Il Consigliere Chiezzi ne fa una questione di forma. Ovviamente in politica ogni parte fa delle proposte, espone alcune considerazioni sulla base del taglio dato alle risposte in merito ai problemi posti. Ritengo però che questa sia una questione di sostanza; ovviamente nel merito politico ognuno può fare delle affermazioni e ritenere di perseguire alcuni obbiettivi in un modo piuttosto che in un altro.
Ma il Consigliere Chiezzi ne fa sostanzialmente una questione di forma laddove dice: "Questa deliberazione è illegittima". Io mi auguro che non lo sia. Non so se lo sia o meno, ma oso sperare che non lo sia, perché la Giunta ha dei supporti tecnici, dei quali ovviamente si è servita in modo molto riflessivo e pacato, riflettendo a lungo sulla forma con la quale "vestire" questa deliberazione, così come le altre che verranno nel prossimo futuro; quindi penso proprio che sotto questo aspetto si possa essere cautelati.
E' vero, Consigliere Chiezzi, il tutto dovrebbe essere omogeneo rispetto ad una proposta complessiva di consulenza, ma è altrettanto vero che se una Giunta non inizia ad operare dal primo di gennaio, ma dal 29 di giugno di un certo anno, i casi sono due: o sta ferma per sei mesi, fino al primo gennaio dell'anno successivo, allorquando sarà stato stilato un bilancio di previsione che avrà tracciato delle linee per quanto riguarda la consulenza, oppure si mette ad operare. Se si mette ad operare, fra l'altro nel segno di una deliberazione programmatica e di alcune impostazioni che sono state presentate e votate in questo Consiglio regionale, avrà la possibilità di impostare le cose nel tentativo di perseguire, con particolari mezzi, determinati obiettivi.
Pertanto, sulla forma non dovremmo avere dubbi, perché abbiamo avuto l'avallo di tutte le parti tecniche, e non ci siamo serviti di funzionari esterni o di consulenze esterne, ma di funzionari di ruolo della Regione Piemonte.
Penso che l'occasione di discussione fornita dal Consigliere Chiezzi debba essere colta, ma non alle ore 19,10 del 31 di luglio; proporrei di dedicare, all'inizio di settembre, una seduta di Consiglio per dibattere su queste questioni. La maggioranza avrà così modo di esporre le proprie linee e di illustrare i metodi, perfettamente legali, per perseguire determinati obiettivi; dopodiché, ogni forza politica potrà discuterne ed eventualmente proporne di alternativi.
Noi abbiamo ritenuto, in questo caso come in altri, che esistono all'interno della Regione valide, profonde e qualificate professionalità ma riteniamo anche che, se ci si chiudesse nelle stanze, molte volte asfittiche, dei palazzi regionali e si disquisisse esclusivamente fra i soliti addetti ai lavori, molto probabilmente le risposte che riusciremmo a dare non sarebbero all'altezza di una legislatura che vede sostanzialmente la Regione con una veste completamente nuova. Infatti, non si deve ignorare il fatto che questa Giunta, questo Presidente della Giunta e questa maggioranza sono stati eletti, per la prima volta, direttamente dall'elettorato, dai 4 milioni e 300.000 abitanti del Piemonte, e questa non è una considerazione secondaria. Ovviamente ha vinto questa maggioranza, ma avremmo le stesse convinzioni se avesse vinto lo schieramento alternativo.
Questo significa che la Regione, dal 23 aprile in poi, è molto più presidenzialista di quanto non fosse prima; significa che la Giunta ha caratteristiche completamente diverse rispetto a quelle di prima. Pertanto riteniamo che, di fronte a questa nuova realtà, le risposte che potevano essere date in passato, relativamente a certe impostazioni, non siano più valide.
Riteniamo - è una valutazione politica, ovviamente condivisibile o meno che occorra inventare delle risposte nuove, non a tasselli isolati e contingenti, ma attraverso una filosofia di fondo. E la filosofia di fondo per quanto riguarda le consulenze, non è tanto quella di stare nei 100 milioni o nei 4 miliardi - nessuno ha l'intenzione di dilapidare il bilancio regionale attraverso delle consulenze - ma di coniugare il tutto per dare delle risposte più incisive e più calzanti rispetto a questa nuova realtà.
Teniamo anche conto che ci accingiamo ad affrontare la questione dell'applicazione del decreto legislativo n. 29; ci apprestiamo ad affrontare il problema delle sedi, peraltro già affrontato e non risolto (immagino solo per questioni di tempo, dalla Giunta precedente); ci apprestiamo ad affrontare la questione relativa ai metri quadrati di queste sedi, anche per quanto riguarda lo sportello del cittadino che vogliamo istituire sia in Torino che in periferia, nei capoluoghi di provincia. Il tutto sarà calibrato come si riterrà opportuno.
Riteniamo, però, che per affrontare tali questioni (e questo è il primo tassello), così come sarebbe sbagliato affidarsi esclusivamente a consulenze esterne, che certo portano il fiato, il polso e il respiro della società civile che vive fuori dai palazzi, da cui molte volte noi siamo condizionati ed ingabbiati, senza riuscire a cogliere quanto sta interamente intorno a noi, sarebbe altrettanto sbagliato se ci limitassimo a fare l'opposto.
Quindi la filosofia di fondo che ispirerà la deliberazione relativa alle consulenze, come pure l'azione della Giunta e della maggioranza sulle questioni di fondo, sarà quella di coniugare la professionalità interna della Regione con quella esterna. Ci dovrà essere un'azione di sburocratizzazione e di delegificazione che, anche in questo caso, dovrà vedere l'impegno di chi opera all'interno dell'Ente, ma dovrà avere anche porte e finestre aperte alla società civile.
Questa è la filosofia di fondo che ha ispirato questo tassello che ripeto, fa parte di un mosaico che maggioranza e Giunta hanno fatto propri in questi pochi giorni. Credo che l'occasione di oggi debba essere colta con questo respiro. E' ovvio che ognuno la può pensare a modo suo.
Probabilmente le posizioni politiche non troveranno un punto di incontro spero che così non avvenga.
Per quanto riguarda la forma, riteniamo di essere in regola, perch secondo il parere dei più alti livelli della Giunta regionale, dal punto di vista tecnico siamo in una botte di ferro. Questo tassello è l'inizio di una nostra concezione sulla quale vogliamo costruire delle impostazioni politiche per risolvere i problemi di fondo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Luciano

Presidente, colleghi Consiglieri, svolgerò un breve intervento per sottolineare che l'intervento dell'Assessore Gallarini ha confermato che le opinioni che ho avuto modo di esprimere pubblicamente una settimana fa erano esatte.
Nell'ordine del giorno presentato dal Consigliere Chiezzi ci sono delle questioni di forma, ma anche delle questioni di sostanza. Io non so se la deliberazione assunta dalla Giunta sia illegittima nella forma o meno questo lo decideranno gli altri organismi a ciò preposti (il Commissario del Governo, la Corte dei Conti o altri). Anche a me pare che ci siano delle questioni di forma, ma non è su questo che voglio soffermarmi.
Le questioni sulle quali voglio soffermarmi sono questioni di sostanza.
Io ho già avuto modo di dire - e l'intervento del Consigliere Gallarini lo ha confermato, tant'è che dice: "Discutiamo a settembre o al più presto il modo come noi intendiamo procedere" - che questa Giunta sta dando in appalto la Regione.
Questa è l'illegittimità vera, questo è il problema politico sostanziale che ha di fronte questo Consiglio e che soprattutto ha di fronte la dignità dei dirigenti e dei lavoratori di questa Regione.
Questo è il problema politico sul quale bisogna discutere. E l'occasione per discuterne io spero venga al più presto, quando esamineremo la proposta di legge sulla riorganizzazione dell'Ente e del personale da noi presentata. Le forze di centro-sinistra hanno presentato una proposta di legge per la riorganizzazione dell'Ente, la riorganizzazione del lavoro e della struttura del personale: quella sarà l'occasione per discutere.
Ma - ripeto - l'illegittimità di sostanza vera è la questione che sottolineavo prima: qui ci sono le competenze, tanto più in questo settore specifico. A proposito di settore specifico, la Consigliera Ferrero prima parlava di un comunicatore super partes; io ho avuto modo di conoscere il dottor Garrone quando non faceva esattamente un lavoro super partes, ed era durante la campagna elettorale.



PRESIDENTE

Mi permetta di consigliarle di evitare degli accenni personali.



MARENGO Luciano

Ho avuto modo di conoscere la persona definita super partes durante un'occasione in cui non faceva un lavoro proprio super partes, ma intendiamoci...



PRESIDENTE

Può sempre tramutare le sue funzioni.



MARENGO Luciano

Certamente, ma è assolutamente legittimo - intendiamoci - che svolgesse quel suo lavoro allora, anzi io credo che fosse giusto, legittimo e dignitoso. La questione che io sottolineo non è che una persona non possa fare un altro lavoro, ma che si possa fare un lavoro a fronte del fatto che in Regione sono presenti persone in grado di svolgere lo stesso lavoro.
Il Settore Stampa della Giunta e il Settore Stampa del Consiglio hanno le competenze per svolgere fino in fondo il lavoro del quale debbono rispondere, che credo sia il lavoro di comunicazione che deve fare una Giunta regionale ed un Consiglio regionale.
Ma, come dicevo, la giustezza di queste opinioni, di queste posizioni mi è stata confermata dall'intervento del Consigliere Gallarini, il quale dice che anche su altre questioni la Giunta pensa di procedere in questo modo. E questo, appunto, è l'appalto della Regione.



(Commenti dell'Assessore Majorino)



MARENGO Luciano

Anche tu, caro Majorino, mi stai maggiormente confermando delle opinioni che io mi sono fatto, me le stai confermando davanti al Consiglio e con grande gravità.
Qui non si tiene minimamente conto delle professionalità presenti all'interno della Regione, si lede la dignità dei dirigenti, dei funzionari e dei lavoratori di questo Ente. Noi questo non lo permetteremo. Già le Organizzazioni sindacali della Regione hanno assunto una posizione molto precisa in ordine a questo; per ciò che ci riguarda, nelle prossime settimane, alla ripresa dei lavori, faremo incontri con le Organizzazioni sindacali, con i dirigenti e con i lavoratori per spiegare la nostra posizione.
Su questa sostanza politica faremo una battaglia politica di fondo in questo Consiglio regionale, perché - ripeto - riteniamo che questa sia la vera illegittimità che compie questa Giunta. Quindi il mio Gruppo, ma credo anche i Gruppi delle altre forze del centro-sinistra, voterà a favore dell'ordine del giorno presentato dal Consigliere Chiezzi.
Chiedo che su questo ordine del giorno si proceda alla votazione per appello nominale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Intervengo non tanto per una dichiarazione di voto - ovviamente votiamo a favore - quanto perché intendiamo chiedere al Presidente del Consiglio che l'ordine del giorno e gli atti del dibattito vengano inviati alla Corte dei Conti.



PRESIDENTE

Adesso non so dirle se questa è la prassi; valuteremo in seguito.
La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, mi pare che buona parte dell'intervento che cercherò in breve tempo di svolgere sia stata riepilogata, ma ci sono tre o quattro punti sui quali vale la pena di soffermarsi.
Esiste una parte formale, e l'ordine del giorno del collega Chiezzi ha una serie di motivazioni attinenti essenzialmente alla forma; al riguardo ne conviene perfino il collega Marengo - non è detto che la deliberazione sia illegittima, anzi esistono autorevoli pareri di esperti di questa Regione che hanno per anni lavorato con le Giunte precedenti che ne sostengono l'assoluta legittimità.
Si è detto: "Non è sul tema della validità formale della deliberazione" (nonostante, ripeto, questa fosse l'impostazione dell'ordine del giorno del Consigliere Chiezzi) "che ci si vuole soffermare". Si dice che la deliberazione sia illegittima nella sostanza, e questo, francamente, è quello che trovo più grave nelle tesi sostenute dal Consigliere Marengo.
Visto che di strumentalizzazione in questo caso se n'è fatta molta sui media e non vorrei che ciò avvenisse anche in quest'aula (perché in questi primi due mesi francamente non ho mai visto momenti di strumentalizzazione e non mi piacerebbe diventasse un'abitudine, qualunque parte sia a volerla utilizzare), mi domando che difficoltà ci siano a vedere nell'intervento della Giunta, che ha votato all'unanimità questa deliberazione (intervento che io invece vorrei sottolineare per la trasparenza dell'Assessore Gallarini), e nell'intervento della Consigliera Ferrero quello che essi effettivamente hanno detto, sospendendo il giudizio prima che i risultati parlino per tutti.
Mi spiego meglio. La Giunta ritiene, dopo ampia discussione, di sostanza e non di forma (perché la forma, ripeto, l'abbiamo esaurita o demandandola ad altre sedi o comunque non ritenendola importante per questa riunione), che l'utilizzo di questa consulenza, strumento tutt'altro che non consueto, che non inusuale anche per Giunte precedenti (al di là dell'utilizzo che di tali consulenze si sia fatto, la consulenza è uno strumento, non può mai essere giudicata di per se stessa, ma bensì per i fini che ottiene, per il rapporto tra i fini e il costo che viene sostenuto), sia utile per le proprie azioni.
Mi permetto di sottolineare due aspetti. Se parliamo di comunicazione francamente, collega Chiezzi, non è argomentando con il numero o il livello delle risorse presenti, se non si vuol fare un discorso di legittimità ma di sostanza, che si può argomentare se sia utile o no.
Faccio due esempi. Nelle Giunte precedenti, che io sappia, non è mai stato utilizzato (o se lo è stato, lo è stato in misura estremamente minima) il termine di "sponsorizzazioni", che tra l'altro è una specifica competenza professionale con tanto di associazione di categoria regolarmente riconosciuta, che io ritengo, anzi so, sarà uno degli strumenti che questo esecutivo utilizzerà nel prossimo autunno per procedere in quel cammino di sviluppo che costituisce uno dei punti del programma.
Secondo: si è detto che la comunicazione è una professione. Nell'ambito di questo progetto di comunicazione integrata, lo Studio incaricato da parte della Giunta sarà uno degli attori e non l'unico, perché è specificamente prevista un'assoluta collaborazione, un'assoluta sinergia con le risorse già presenti e qualificate in Regione. So che una delle modalità è quella di introdurre in maniera specifica, palese, trasparente criteri di equità e di congruità; so che si stanno studiando, perch esistono anche tecniche in tal senso, le aree di dispersione della comunicazione attuale, perché il fatto di avere risorse idonee per professionalità non significa necessariamente che esse siano impiegate al meglio della loro professionalità e non significa soprattutto che un esecutivo che si pone ambiziosi progetti di sviluppo non possa non ritenere utile impiegare tali risorse in altra direzione.
Tutto ciò, collega Marengo - mi sia consentito per la parte che rappresento - per sostenere: perché argomentare prima? Perché non aspettare molto semplicemente che questo strumento, che è uno dei tanti che la Giunta predispone (può essere uno strumento umano, può essere un disegno di legge sarà comunque una scelta che l'esecutivo farà, e devono essere scelte ambiziose, ma su questa parte ritornerò), porti a dei risultati? Perch volere a tutti i costi estremizzare - e in questo senso io vedo una forte deliberata volontà strumentalizzatrice - il discorso di prima? Se volessimo fare polemiche, credo che non sarebbe così difficile andare a trovare in un passato, che coinvolge ora questa ora quella parte politica, utilizzi di strumenti non necessariamente umani (possono essere scelte in termini di patrimonio o in termini di strumenti di varia natura) che potrebbero essere criticabili. Da un lato appartengono comunque ad un passato e, dall'altro, visto che questa Giunta ha come obiettivo quello di fare le cose dette in termini di programma e di farle in fretta, perché non giudicare l'idoneità dello strumento dal costo e dai risultati, e non in senso aprioristico? Mi spiego ancora meglio e concludo. Con la seduta di oggi noi Consiglieri (so che la Giunta avrà ancora un paio di riunioni) pian piano ci avviamo verso un piccolo periodo di riposo; c'è chi lo chiama ferie, per i fortunati che hanno un lavoro, e chi lo chiama vacanza, ma il concetto è uguale. Ebbene, io credo di non voler essere affatto un portatore di demagogia nel dire che, mentre noi andiamo a riposarci e quasi tutti noi riteniamo che questo riposo sia abbastanza meritato, in questo periodo di intervallo chi ha problemi, e sono i piccoli e medi imprenditori, la gente senza lavoro, le fasce comunque deboli, evidentemente questi problemi non solo non li vedono risolti, ma li vedono ulteriormente appesantiti da una fase di pausa in cui non si ha nemmeno l'interlocutore verso il quale lamentarsi dei problemi non risolti.
Credo di non essere considerato un portavoce anomalo di questa Giunta ma certamente un autorizzato portavoce del Gruppo che rappresento per dire che da settembre, finiti i preparativi, questa Giunta si deve preparare vuole prepararsi, è pronta a cominciare a realizzare i grandi progetti che ne hanno contraddistinto il programma. Si dovrà dunque parlare di ambiente di pianificazione territoriale, di sviluppo, di supporti, di strumenti tali da permettere la realizzazione di tutto ciò che era specificamente indicato nel programma, dapprima elettorale e poi impegnativo di questa Giunta.
Dico questo perché credo che lì ci sarà ampia materia per discutere di scelte e, nell'ambito delle scelte, di diversi modelli a cui questa o quella parte politica si dovrà indirizzare. Quello sarà il momento, secondo me, in cui maggioranza ed opposizione si dovranno confrontare davvero sulle scelte; ciò non può avvenire nell'ambito di questi strumenti, qualunque essi siano, umani o meno, se non in termini di legittimità formale, da cui esulo perché non ho la competenza (sono certo che i consulenti legali della Giunta ben avranno consigliato l'esecutivo nelle scelte che ha fatto).
Quello sarà il momento in cui credo sarà opportuno, morale ed etico confrontarci, ed è quanto penso anche la gente fuori si aspetti da noi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, l'ordine del giorno che il Gruppo consiliare di Rifondazione Comunista ha portato alla nostra attenzione - partendo da uno spunto che non è marginale, ma è pur sempre una deliberazione che impegna solo 100 milioni - pone un problema molto più ampio: quello del rapporto tra il personale regionale, cioè tra i dipendenti al massimo livello e le collaborazioni esterne.
E' un problema nei confronti del quale noi, come Centro Cristiano Democratico, riteniamo di intervenire, dicendo che il personale regionale gode di tutta la nostra stima per la qualificazione che ha saputo realizzare in questo periodo ormai lungo, dalla nascita della Regione ad oggi. Riteniamo tuttavia necessario innovare in un senso diverso quello che è il rapporto con il riferimento esecutivo e riteniamo possano esserci delle integrazioni. Vediamo la deliberazione di cui si parla come una di queste integrazioni, di questi utilizzi; pertanto, oltre al doveroso riconoscimento per la professionalità del personale regionale, riteniamo possano esserci delle integrazioni e quindi non vediamo delle illegittimità in questa deliberazione.
Riteniamo però di porre il problema e la stessa Giunta, sia per dichiarazioni di oggi sia per dichiarazioni rese in sedi giornalistiche, si è fatta carico della valorizzazione del personale dipendente e di un equilibrato utilizzo delle consulenze esterne, cioè la consulenza esterna va acquisita quando si ritiene che non esistano le condizioni all'interno dell'Ente e la Giunta in questa occasione ha ritenuto fosse necessario il ricorso alla consulenza esterna. Crediamo però che la Giunta bene farebbe ad individuare con precisione e con attenzione questi rapporti tra il personale dipendente e le consulenze esterne. Il Presidente Ghigo, in qualche misura, ne ha fatto cenno e, se ho ben inteso, ciò verrà fatto nei prossimi mesi.
Esprimendo comunque fiducia a quello che è stato il deliberato della Giunta, riteniamo che questo approfondimento e questo confronto debbano essere realizzati con molta attenzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bellingeri.



BELLINGERI Gian Franco

Signor Presidente, egregi Consiglieri, nell'esprimere la dichiarazione di voto, desidero fare alcune considerazioni sul dibattito che si è test tenuto, e mi rivolgo principalmente al Presidente Ghigo, ricordando il dibattito sul programma di questa Giunta. In effetti, se lei ricorda Presidente, quando abbiamo discusso il suo programma abbiamo posto delle perplessità fondamentali sul modo con il quale era scritto, sul fatto che non era specificato come venisse svolto e soprattutto con quanta superficialità si dicesse: "Ragazzi, lasciateci lavorare".
Alla prima occasione ci ritroviamo di fronte ad una posizione della Giunta che determina una certa inquietudine, ma non è inquietudine sui discorsi demagogici sentiti in quest'aula. L'inquietudine è sulla sostanza.
Presidente Ghigo, le rammento ancora il discorso della managerialità della novità, argomenti che vengono ripresi dai nostri colleghi. Quando in un'azienda si prende una decisione - ormai lo fanno tutte le scuole manageriali - si fa una scelta di make or buy, cioè "O me lo faccio io o lo compro fuori". Noi abbiamo delle risorse interne e si sceglie di andare fuori: va benissimo.
Il collega Burzi dice: "Per migliorare bisogna dare un plusvalore a quelle che sono le potenzialità interne". Spiegateci quali sono questi plusvalori, perché abbiamo dirigenti, abbiamo strutture, abbiamo costi e se abbiamo bisogno di maggior plusvalore, motivatecelo, altrimenti ci mettete nella condizione di avere delle inquietudini.
La cosa che poi mette ancora più inquietudine è il discorso dell'Assessore Gallarini, quando dice: "Questo è il primo; quando arriveranno le altre decisioni, le faremo in fretta, non staremo a discutere tanto". E qui entriamo nella metodologia, nell'iter, nel comportamento deontologico di qualsiasi organismo che gestisce del denaro pubblico. Certo che prenderete la decisione di affidare gli incarichi fuori: ma a chi? Con quale sistema? Con quali valori di scelte? Con la scelta della competitività, della trasparenza? A questo punto mi sorge una domanda: questo signore, che non conosco e non faccio illazioni - è amico di chi? E' l'unico sulla piazza? C'è stato un appalto, c'è stata una valutazione, c'è stato un progetto, sono stati chiamati vari esperti del settore che hanno fatto delle offerte, e c'è stata una scelta? Questo non l'avete detto, perché se dite questo, va bene ma se avete scelto unitariamente quel signore, qual è la funzione che date alla maggioranza? Quella di andare a fare un'indagine per capire di chi è amico questo signore, mettendoci in brutte situazioni.
Prendo atto del discorso del collega Burzi che dice: "Adesso andiamo in vacanza". Vorrei trasmettere un ulteriore messaggio a quello dato dal collega Burzi. Andiamo in vacanza, ma per favore prendete in considerazione queste parole, perché esistono dei comportamenti, esistono delle regole che dobbiamo cercare di seguire: managerialità è seguire queste regole, non fare in fretta, perché "non abbiamo tempo da perdere, non abbiamo da burocratizzare". Se dobbiamo sburocratizzare, facciamolo attraverso regole chiare, trasparenti e una deontologia significativa.
Nell'esprimere il nostro voto favorevole all'ordine del giorno presentato dal collega Chiezzi, rimaniamo con la nostra inquietudine e come abbiamo già fatto in occasione della nostra critica al vostro programma, vi invitiamo per la seconda volta a ripensarci, perché questi metodi non vanno bene.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Signor Presidente, la preoccupazione di cui parlava poco fa il collega Bellingeri mi pare non sia soltanto una preoccupazione della minoranza, ma più diffusa. Vorrei che chi ha responsabilità si rendesse conto di questo.
E' una preoccupazione sentita da autorevoli rappresentanti di questo Consiglio regionale, ma anche da parte di alcuni Assessori.
Tra gli interventi che si sono succeduti finora, quelli della maggioranza sono indicativi di una preoccupazione vera, altrimenti non si capirebbe una certa attenzione attorno a questo dibattito e all'ordine del giorno connesso.
La preoccupazione esiste, e giustamente è fondata, anche perché i richiami fatti dal collega Chiezzi, commentando l'ordine del giorno, sono di una certa gravità, e quindi non possono lasciare tranquilli i singoli Consiglieri, indipendentemente dal fatto che si trovino in minoranza o in maggioranza.
Non è leggero o di passaggio il riferimento alla sentenza del TAR; è un riferimento forte che deve, in qualche maniera, preoccuparci, così come tutti gli altri riferimenti e gli annunci di battaglie, non soltanto politiche, fatti in questo Consiglio.
Credo che qualche riflessione, qualche riconsiderazione attorno a questa decisione debba essere assunta, cercando di essere onesti con se stessi, perché - collega Burzi - non è nominando un comunicatore che si manda avanti il programma e si fa in fretta. Si nomina un comunicatore e poi la Giunta deve lavorare.
Le osservazioni fatte dalla collega Ferrero mi paiono giuste ed intelligenti. Il problema del rapporto tra questa nuova figura e la struttura non è irrilevante.
Trovo anche grave - e ciò aumenta la mia preoccupazione ma credo debba aumentare anche la preoccupazione di tutti i Consiglieri - l'intervento dell'Assessore al legale, Majorino, il quale faceva riferimento ad altre vicende, facendo dei paragoni, delle similitudini. Sarebbe bene conoscere il parere legale dell'Assessore sulla deliberazione, non soltanto relativamente alla sua legittimità, ma anche alla sua opportunità politica ed amministrativa.
Credo che l'Assessore abbia una certa esperienza in fatto di giudizi di coloriture; quando si parlava di pennarelli attorno ai nomi dei dirigenti della Regione, è stato detto che il comunicatore sarebbe al di sopra delle parti: non so che colore di pennarello utilizzerebbe il collega Majorino per segnare una persona super partes; probabilmente sarebbe utile all'aula conoscerlo. Non so come sarà il mese di settembre: presumo che conterà 180 giorni, vista la quantità di questioni che dovremo discutere (e discuteremo anche di questa vicenda).
L'invito al Presidente Ghigo è di ripensarci; discutendo del problema credo sia necessario prendere in considerazione una notizia apparsa sui giornali: il comunicatore - chiamiamolo così per non citarne il nome - ha iniziato a svolgere tale ruolo prima ancora dell'approvazione della relativa deliberazione. Dunque, oltre a giudizi sull'opportunità o legittimità della deliberazione, esiste anche un problema comportamentale certamente non irrilevante in una Pubblica Amministrazione.
E' fatto grave che un esterno alla Pubblica Amministrazione svolga un ruolo all'interno della stessa con il conforto di tutta la struttura: Presidente, Assessore al personale e quanti altri. Se la notizia apparsa sui giornali non è vera - ed io spero non lo sia - chi ne ha la responsabilità la deve smentire; diversamente, si tratta di un elemento che aggiunge gravità a gravità, preoccupazione a preoccupazione.
Personalmente - insieme al mio Gruppo - sono dell'opinione che la struttura attualmente esistente, sia per il Consiglio sia per la Giunta abbia sicuramente capacità e competenze per svolgere questo ruolo di comunicazione; ruolo che deve essere rilanciato con attenzione, con un progetto. Ritengo che quella compiuta dalla Giunta sia stata una scelta errata; prima che sulla vicenda si torni a discutere, magari in termini molto pesanti, di forte conflitto non solo politico, invito ad un ripensamento, a mio parere doveroso ed utile per l'immagine complessiva del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Mi limiterò semplicemente a dire quanto segue. La comunicazione mi risulta essere, oggi, una delle scienze moderne; non voglio fare disquisizioni puramente didattiche, ma ritengo che insieme all'informatica la comunicazione rappresenti una delle due scienze moderne che devono accompagnare qualsiasi atto e qualsiasi ente che viva una realtà moderna.
Mi associo al collega Burzi nel dire che tutte queste preoccupazioni queste inquietudini devono lasciare il passo ad un sereno giudizio sicuramente a posteriori. Credo che la comunicazione sia necessaria anche come rivisitazione. Per ritornare all'intervento del collega Marengo, non mi risulta che siano stati smantellati gli Uffici Stampa; credo ci sia un collegamento, una rivisitazione nel quale questo professionista dovrà essere giudicato esattamente su quanto farà.
Per carità, collega Chiezzi, possiamo non cambiare nulla, in questa Regione: la macchina è perfetta, possiamo non muoverci. Personalmente, sono andato poc'anzi ai telefoni: le guide telefoniche risalgono al 1993. E' questione simbolica, ma siamo quasi alla fine del 1995! Possiamo anche pensare che ci sia realmente necessità di curare, non il look del Presidente, ma l'intera informazione e comunicazione. Non è questione di com'è pettinato il Presidente Ghigo; penso si sia tutti abbastanza responsabili da pensare che non è questo il punto. Mi sembra che l'obiettivo del dottor Garrone sia ben diverso e ben più tecnico.
Non penso nemmeno si possa parlare di appalto; l'esiguità della somma con tutto il rispetto per l'intervento del collega Marengo, sul bilancio generale è dello 0,0 periodico.
Relativamente a quanto detto dalla collega Ferrero, quando ha parlato di persona super partes, ritengo che l'immagine e la comunicazione rappresentino anche un fatto di fiducia. Non credo sia sbagliato affidare un incarico ad una persona di fiducia: aspettiamo con serenità di verificare il lavoro svolto da questo signore.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Spagnuolo.



SPAGNUOLO Carla

Spero di dare al mio intervento caratteristiche di pacatezza, che mi auguro traspaia dal tono delle mie brevissime osservazioni.
Personalmente, ho cercato di meditare abbastanza a lungo sulla vicenda.
Da un lato posso comprendere come questa Giunta, che vuole presentarsi con caratteristiche nuove, che nasce a seguito di un sistema elettorale nuovo il collega Gallarini lo ha ricordato - voglia, per quanto possibile, in tutti i campi e in tutte le sue facoltà, caratterizzarsi con elementi di novità.
E comprendo anche che in tutto l'approccio del cosiddetto "programma Ghigo" traspaia la volontà di dare alla questione comunicazione, che è una delle grandi questioni del nostro tempo, una rilevanza assoluta. Alla luce di tali rilevanti elementi, vale a dire il sistema elettorale ed il modo con il quale si è arrivati all'elezione del Presidente designato ed anche per la verità, la parte politica dalla quale proviene il Presidente Ghigo si conferisce notevole importanza al settore comunicazione.
Ho voluto mettere a fuoco queste due questioni come esigenza che la Giunta sente fortemente, per cercare di capire come, anche attraverso questa figura del comunicatore, la Giunta voleva utilizzare e sottolineare il rapporto costi-benefici rispetto al Piemonte.
Debbo però dire che la mia preoccupazione, Presidente Ghigo, è di natura tecnica. Lo dico ad adiuvandum, con pacatezza. La perplessità che ho, al di là di quelle di natura politica che si possono nutrire o meno, è di natura tecnica, Presidente: dalla lettura degli articoli riferiti ad alcuni passi riguardanti la sentenza del TAR emerge che viene dato sempre meno come acquisito tout court il principio della discrezionalità della Pubblica Amministrazione.
Mi pare questa la questione rispetto alla quale ci si deve raffrontare.
Ad esempio, il Consigliere Bellingeri ha detto una cosa che intendo riprendere senza polemica, per metterla sul tappeto ad adiuvandum: non sempre l'opposizione va, lancia in resta, contro tutto! Non c'è stato un progetto sul quale sia stato detto: "Meraviglioso progetto!", ma si è detto ad una persona: "Affiancaci e fa in modo - io ho capito questo - che ci che la Giunta fa venga presentato al meglio". Al meglio perché, per esempio, la persona alla quale abbiamo assegnato questo incarico la sentiamo più vicina, magari ci è più vicina; al meglio - anche questo lo dico senza polemica - perché riteniamo che questa persona abbia delle caratteristiche idonee a questo compito.
Però, per fare questo - parlo persino come vecchio Assessore al legale in quanto nella mia esperienza di pubblico amministratore sono stata anche Assessore al legale al Comune di Torino - bisognava porre a confronto dei progetti. Questo invece non si è verificato, perché il progetto deve essere ancora stilato. In realtà sarà la Giunta a fare tutta una serie di azioni sulle quali l'interessato, nella deliberazione, costruirà il progetto o i progetti.
Mi sembra che questo sia un aspetto che non funziona. Secondo me, non funziona proprio dal punto di vista tecnico, perché l'impressione che dà la stesura della deliberazione è di una sorta di assunzione surrettizia. Mi sembra che deliberazioni di questo tipo nel passato (non nel passato della recente Giunta Brizio) non siano state mai consentite, nel senso che si affidava un incarico per un progetto oppure che un incarico scaturiva da tutta una serie di progetti a confronto.
Quindi, innanzitutto, a mio avviso, non sta in piedi dal punto di vista tecnico; poi c'è una serie di osservazioni di natura politica. C'è un contesto nel quale una scelta che poteva essere fatta qualche anno fa oggi, con le stesse caratteristiche, per la questione del principio della discrezionalità della Pubblica Amministrazione, sempre più è messa in discussione.
Inoltre, il fatto che un ipotetico consulente abbia già lavorato presso le strutture della Regione potrebbe essere molto problematico. C'è poi una preoccupazione che invece è politica, ed è quella relativa all'intervento dell'Assessore al bilancio. Sono preoccupata che la nuova Giunta si appresti a lavorare costruendo un mosaico di consulenze di carattere generico. Questo mi preoccuperebbe molto, e lo dico da subito.



GALLARINI Pier Luigi, Assessore al bilancio

Non sono di carattere generico.



SPAGNUOLO Carla

Va bene, cambio l'aggettivo se non le piace: un insieme di consulenze che affiancano la Giunta per la valorizzazione generica o mirata di settori di intervento o di politiche di intervento. Questo, nella sostanza, pu rappresentare un'esautorazione della struttura che esiste e che comunque ha anche numerosi elementi di valore o elementi che noi dobbiamo valorizzare sempre di più.
Per questa serie di considerazioni, molto pacatamente ma con approfondimento prima di tutto di natura tecnica, amministrativa e poi evidentemente anche con qualche significativo riflesso di carattere politico, inviterei tutti a riflettere bene su questo provvedimento prima di renderlo operativo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moro.



MORO Francesco

Signor Presidente, credo che su questo fatto grave occorra una netta e secca smentita da parte della Giunta e del Presidente, perché è un fatto illegale. E' un fatto che rasenta gli interessi privati in atti d'ufficio.
Quindi penso che, a questo punto, occorra una netta smentita da parte della Giunta e del Presidente.



PRESIDENTE

Va bene. Il Presidente poi risponderà.
La parola al Consigliere Montabone.



MONTABONE Renato

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, intervengo innanzitutto per annunciare e motivare il voto contrario del mio Gruppo all'ordine del giorno presentato dai Consiglieri di Rifondazione Comunista. Mi sembra che questo documento vada soltanto alla ricerca della forma e della presunta illegalità di una deliberazione della Giunta regionale.
Se io avessi sentito delle motivazioni di carattere politico sulle scelte fatte dalla Giunta con questa deliberazione, probabilmente alcune di queste motivazioni avrebbero anche potuto trovarmi concorde. Invece, la ricerca esasperata dell'illegalità, contenuta nell'ordine del giorno presentato dai Consiglieri di Rifondazione Comunista, mi fa dire che io e il mio Gruppo voteremo contro.
L'unico collegamento di carattere politico sulla scelta, e quindi non sulla forma, è quello che viene dal fatto che la Regione avrebbe già degli uffici per l'informazione che possono svolgere questo compito.
Ebbene - poi verrà la risposta del Presidente Ghigo - credo che si dovrebbe spiegare, anche in quest'aula, che questo incarico non viene dato soltanto per l'informazione. Nessuno mette in discussione in questo momento la professionalità degli Uffici Stampa o delle Relazioni Esterne della Giunta o del Consiglio. Sarebbe veramente grave che alcuni di noi, dopo aver potuto verificare la professionalità dei funzionari che seguono questi settori, mettesse in discussione il loro lavoro e il loro operato.
Spero, auspico, sono certo che le motivazioni che addurrà il Presidente Ghigo ci diranno che questo progetto è qualcosa di più. Molte volte ci siamo ritrovati a dire, proprio in quest'aula, che la Regione, essendo un ente più giovane di altri, meno collegato al territorio (perché più lontano dalle varie parti territoriali del Piemonte), aveva bisogno di farsi conoscere, di avvicinarsi di più alla gente. Molte volte abbiamo dichiarato in quest'aula che spesso gli Assessori svolgevano la loro mansione guardando soltanto alle loro competenze, senza essere coordinati all'interno da un'azione che viene sì in via politica da parte del Presidente, ma che deve necessariamente avvenire anche in via tecnica da qualcun altro.
Spero che la figura del comunicatore serva da coordinamento tra le professionalità interne dell'informazione e che con questo intervento dall'esterno (perché è difficile che una riforma delle modalità di informazione nasca dall'interno) si possa migliorare questo concetto di informazione. Spero, auspico che questa figura in qualche modo coordini tutte quelle attività di informazione e di comunicazione verso l'esterno di cui necessita la Regione Piemonte.
In ultima analisi, voglio dire: può anche darsi che questa sia una scelta sbagliata, ma credo che dal punto di vista politico dovrà farsene carico la Giunta intera che ha votato questa deliberazione e, dal punto di vista della forma, gli uffici con la Giunta che l'hanno stilata. Non si pu chiedere al Consiglio di farsi carico di responsabilità di forma e di eventuale illegalità: ci sono degli organi competenti per valutare la legittimità degli atti, non può farlo il singolo Consigliere dando il suo voto.
In questo momento mi preme però ribaltare, buttare un po' in là nel tempo la possibilità di ritrovarci e verificare - questo è un incarico che mi sembra sia stato dato per sei mesi - quali sono i frutti di questo lavoro, e cioè se ci sarà un netto miglioramento rispetto alle varie problematiche - ripeto, non solo a quelle dell'informazione che svolgono già appieno in questo momento gli Uffici Stampa del Consiglio e della Giunta - in modo da avvicinare la Regione al territorio e alla cittadinanza piemontese.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio, che interviene in qualità di Consigliere.



VAGLIO Roberto

Grazie, Presidente, e grazie soprattutto al collega Chiezzi, perché con l'ordine del giorno di oggi mi fa ringiovanire di quindici anni. Infatti lo stesso ambiente, gli stessi discorsi, gli stessi toni a volte un po' meno drammatici o comunque molto solenni io li ho sentiti puntualmente in tutte le assemblee sindacali e non sindacali di quelle aziende che rientravano in un piano di ristrutturazione e, salvo i termini, credo che quello a cui il Consiglio oggi è di fronte è un inizio di ristrutturazione del sistema funzionariale, del sistema di funzionamento del nostro Ente.
Come qualche collega di maggioranza ha già ricordato, se le cose fossero funzionate al meglio, di questa necessità non avremmo avuto sicuramente bisogno. Ma, collega Bellingeri, prendendo una frase cara al suo Capogruppo Farassino, qui non si tratta di "fare la punta ai fusi"; qui si tratta di vedere chiaramente qual è la situazione e di sapere che con le risorse interne non si è mai fatta nessuna ristrutturazione, perché il personale addetto ad un servizio si porta dietro l'esperienza ed anche la riottosità al cambiamento tipico di un ambiente chiuso, e Dio lo sa se la Regione è ambiente chiuso, all'interno del quale c'è pochissima comunicazione tra settore e settore, tra linea funzionale e linea funzionale.
Quindi, come ha detto giustamente, secondo me, il collega Gallarini questo è il primo tassello, un tassellino di un progetto più ampio di ristrutturazione a cui comunque chiunque avrebbe dovuto mettere mano.
L'opposizione di centro-sinistra ha nel cassetto un progetto per la ristrutturazione del personale. E' un progetto; noi ovviamente ne abbiamo un altro, per poter avere la macrofotografia della situazione e per sapere con esattezza - sfido chiunque dei colleghi che si sono occupati di questo argomento a dirmi se sono a conoscenza di questi dati - quali sono i carichi di lavoro, quali sono i flussi, quali sono i tempi di risposta.
C'è necessità di avere una figura - erroneamente definita super partes esterna (esterna è il termine esatto) che, senza remore e senza grossi problemi, possa verificare e riferire; ovviamente le successive decisioni sono politiche e quindi le ristrutturazioni non sono sicuramente appaltate come ha detto qualcuno. L'appalto (se di appalto si deve parlare) è solo per la redazione pratica di questa fotografia che ci consentirà, in un secondo tempo (noi ci auguriamo molto prossimo), di mettere mano ad una ristrutturazione funzionale che dia tempi di risposta certi e rapidi alla nostra utenza, che è la cittadinanza piemontese.



PRESIDENTE

Bene. Abbiamo terminato questo lunghissimo carosello; l'argomento è stato sviscerato in tutti gli aspetti tecnici, politici, procedurali, ecc.
credo che il Presidente Ghigo adesso voglia prendere la parola per dare una risposta compiuta alle osservazioni che sono state sollevate.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Colleghi, secondo quello che ritengo sia il mio stile, lascerò da parte una quantità di foglietti che mi sono arrivati nell'arco di questo dibattito con citazioni di consulenze date in tempi passati, date da una parte all'altra, intrecciate: questo tipo di argomentazione non fa parte del mio modo di agire e voglio metterlo da parte. Voglio invece spiegare in maniera spero semplice, tecnica (perché ho alcuni appunti) le motivazioni e la legittimità di questa deliberazione. Scusate se leggo, ma poiché si tratta di termini tecnici, preferisco non essere male interpretato.
La competenza a deliberare l'affidamento di consulenze in ordine a problemi ed attività proprie della Giunta regionale è riconosciuta alla Giunta stessa dalla L.R. 25/1/1988, n. 6. In particolare, gli artt. 4 e 5 descrivono specificatamente quelle forme di collaborazione che sono la progettazione e la consulenza; l'incarico affidato alla persona in oggetto rientra esattamente nelle fattispecie previste.
Quanto alle affermazioni di cui alla proposta di ordine del giorno circa l'asserita capacità del Settore informazione a svolgere l'incarico di cui è caso, nonché la necessità che lo stesso sia assegnato in base a principi annualmente definiti dalla Giunta ed illustrati nel corso del dibattito sul bilancio, preventivamente discussi con le Organizzazioni sindacali, preciso che: la natura dell'incarico richiede competenze e conoscenze molto più complesse ed ampie della semplice esigenza di informare e di consentire pubbliche relazioni corrette si mira a realizzare un sistema coordinato di flussi informativi e formativi sia da e verso la Regione (aspetto esterno) sia da e verso i vari Assessorati (all'interno).
E' perciò un progetto che io chiamo di comunicazione integrata all'esterno, ma soprattutto all'interno, perché sicuramente una delle cose delle quali mi sono accorto in maniera più preoccupante è che in Regione i vari settori non comunicano, nel senso che un Assessorato non sa quello che fa un altro, un funzionario o un dirigente non sa qual è la professionalità di un altro dirigente. Non c'è vaso comunicante, non c'è nessuna possibilità di migliorare il personale all'interno della Regione attraverso uno scambio ed un confronto, cose che obiettivamente io ritengo essere invece necessarie.
L'obiettivo è quello di massimizzare la resa delle risorse già disponibili, spesso incomunicanti fra loro o sovrapponentesi anche parzialmente. Affermare che questo possa essere progettato da risorse interne, chiaramente peraltro in primis alle necessarie collaborazioni vuol dire o non conoscere la realtà o misconoscerla, perché ha detto bene il collega Vaglio: nell'ambito di una ristrutturazione o nel tentativo di dare una nuova organizzazione ad una struttura, obiettivamente non si è mai visto che le strutture interne siano in grado di rimotivarsi in senso autonomo, hanno la necessità di avere un riferimento esterno.
Del resto, è abbastanza intuitiva la difficoltà ad operare una vera metamorfosi anche culturale ad opera di chi per anni ha operato in contesti particolari e consuetudinari (anche questo è stato citato).
I criteri di cui all'art. 3 della legge citata, sulla cui base si chiede vengano assegnate le collaborazioni, sono esattamente quelli che la cessata Giunta ha illustrato nell'approvare la L.R. 6/8/1991, n. 36, e di cui traccia può desumersi dai dibattiti relativi ai bilanci degli esercizi 1992 e 1993. Non essendoci stati mutamenti si ritiene che di fatto essi sono stati conservati in vigore e ad essi ci si è attenuti anche senza esplicitarlo.
Si deve aggiungere altresì che a nostro giudizio non c'è violazione di legge (perché non è che io faccio il Presidente della Regione con il gusto e il desiderio di violare le leggi, lo faccio proprio nel rispetto delle leggi, e la Giunta con me); non c'è genericità nell'incarico stesso, che verrà valutato nelle risultanze del progetto presentato, e c'è un termine temporale nella deliberazione che il Consigliere Chiezzi non ha citato: "almeno 120 giorni". Al contrario, il corrispettivo è largamente inferiore alle diarie riconosciute da esperti della Fe.R.P.I., nel senso che nella retribuzione ci siamo tenuti anche al di sotto di quelle che sono le diarie della Fe.R.P.I.



CHIEZZI Giuseppe

Per quanti giorni la diaria?



PRESIDENTE

Per cortesia, Consigliere Chiezzi!



CHIEZZI Giuseppe

Ma come? Questi sono soldi pubblici!



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, per cortesia, adesso lasci parlare il Presidente!



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

C'è scritto nella deliberazione: "almeno 120 giorni".



PRESIDENTE

L'ha detto prima. Lei, che è così solerte nel vedere tutto, può anche cogliere quanto ha detto il Presidente: 120 giorni.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Ripeto, almeno 120 giorni: c'è scritto.
Il curriculum è stato depositato agli atti.
Devo poi un'altra risposta a proposito di una considerazione che mi è stata fatta e sulla quale è stata chiesta smentita: io sostengo che la frequentazione che la persona in oggetto ha prodotto prima della firma di questa deliberazione fosse nell'ottica della messa a punto del progetto e di conseguenza, di quelle che sono le valutazioni e le conoscenze.
Voglio poi ancora rispondere alla preoccupazione già espressa su un quotidiano (almeno, io ne ho letto uno solo) da parte del Consigliere Marengo sul fatto che la Regione sia stata data in appalto a qualcuno.
Questo lo dimostreranno solo i fatti: io non ho elementi così convincenti per dissuaderlo da questa sua convinzione; posso solo lavorare insieme a tutta la Giunta per dimostrargli che questa non è una cosa assolutamente vera, anzi c'è da parte nostra, e in maniera specifica mia, l'assoluta volontà di valorizzare quello che è il personale della Regione, di tutti i livelli, non solo dei dirigenti. Chiaramente incominceremo con i livelli dirigenziali per passare poi ai livelli che io chiamo quadri e che non so in Regione come vengano definiti; in ogni caso, mi riferisco a quelli precedenti ai livelli dirigenziali.
Le dichiarazioni dell'Assessore Gallarini, per certi versi, sono state male interpretate, perché in definitiva lui ha detto che a settembre verremo qui a proporvi il nostro modello. Avremo pure il diritto di presentare un modello di riorganizzazione! Credo che questo sia il compito che voi avete assolto nella Giunta precedente e che noi dobbiamo assolvere in questa Giunta, perciò verremo qui a presentarvi un modello che sarà discusso, raccoglieremo le istanze che l'opposizione farà e cercheremo di migliorarlo in relazione ad un proficuo dibattito.
Tuttavia questo è il modello della Giunta che gli elettori, ad aprile hanno deciso di mandare a governare la Regione Piemonte, ed è un modello che prevede una riorganizzazione. E' stato anche male interpretato, perch non è che questo modello accederà in maniera massiccia alle consulenze. No adesso siamo ricorsi a questa, perché ritenevamo assolutamente necessario agire in quel settore della comunicazione, ma può darsi benissimo che in altri settori le professionalità interne alla Regione, che sono tante siano sufficienti, anche se non sono valorizzate. Questo bisogna dirlo: non sono valorizzate, non sono state valorizzate né prima né tanto prima; sono da valorizzare e noi cercheremo di valorizzarle oggi, perché sono tutte persone che hanno delle grandi capacità, ma che sentono l'assoluta necessità di sentirsi utilizzate in maniera più proficua.
Non ho altro da aggiungere se non auspicare, in relazione alle considerazioni che spero di aver esplicitato in maniera chiara e coerente che il Consiglio respinga l'ordine del giorno in discussione.



PRESIDENTE

Come richiesto dal Consigliere Marengo ed altri, si proceda alla votazione per appello nominale dell'ordine del giorno n. 21, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte vista la deliberazione della Giunta regionale n. 1-124 del 17/7/1995 avente per oggetto 'Predisposizione di un progetto di comunicazione globale per la Giunta regionale. Affidamento incarico allo Studio Garrone P.R. e I.
di Acqui Terme. Spesa L. 105.000.000 (cap. 10870/95) visto che si è inteso affidare 'l'incarico di predisposizione di un progetto organizzativo generale idoneo ad individuare i necessari strumenti e raccordi che possano garantire un effettivo ed efficace coordinamento per la diffusione dell'informazione e della comunicazione, sia all'interno che all'esterno dell'Ente, nonché un'efficace risposta dell'Amministrazione ai bisogni e istanze dei cittadini' precisando che 'fa parte dell'incarico l'analisi e l'eventuale proposta di rimodulazione dell'articolazione e delle funzioni del Settore Informazione, Stampa e Pubbliche Relazioni della Presidenza della Giunta e dei settori di attività connesse, onde ottimizzarne il ruolo nell'ambito del sistema realizzando della 'comunicazione' regionale' visto che per tale attività di consulenza si è previsto un compenso 'forfettariamente concordato' di L. 100.000.000 al lordo di IVA - IRPEF cui va aggiunto l'onere delle eventuali spese sostenute per missioni compiute fuori dal territorio regionale, stimato in L. 5 milioni con riferimento alle tariffe degli associati Fe.R.P.I. che prevedono una base giornaliera minima di L. 1,3 milioni visto che il signor Pier Domenico Garrone avrà a disposizione un locale per operare in sede e potrà utilizzare le attrezzature e il supporto operativo degli uffici della Presidenza, d'intesa con i dirigenti responsabili delle strutture interessate osservato che l'incarico affidato può essere svolto con competenza e professionalità dal personale regionale del Settore Informazione, Stampa e Pubbliche Relazioni della Presidenza della Giunta e dei settori di attività connesse che del problema dell'organizzazione ottimale dell'informazione e comunicazione sono responsabili ed in modo specifico capaci; sulla base delle richieste del Governo di adeguare continuamente la funzionalità del settore alle esigenze del Governo osservato che l'affidamento di un incarico a personale esterno in presenza della possibilità di svolgere l'incarico da parte di personale regionale comporta la violazione dell'art. 1 della L.R. n. 6 del 25/1/1988: 'Norme relative allo svolgimento di collaborazioni nell'ambito dell'attività dell'Amministrazione regionale' e successive modificazioni osservato che le collaborazioni sono disposte (ex art. 3 L.R. n.
6/88) sulla base di indirizzi annualmente definiti dalla Giunta regionale ed illustrati in occasione del dibattito sul bilancio preventivo e preventivamente discussi con le Organizzazioni sindacali osservato pertanto che la deliberazione di incarico vìola l'art. 3 della L.R. n. 6/88 e successive modificazioni osservato che il contenuto dell'incarico è palesemente generico privo di precisi requisiti di analisi, di documentazioni, di obiettivi riconoscibili e quantificabili, nulla di più di un'esigenza informe di miglioramento di uno stato di cose che non viene descritto ed analizzato n per come è né per come lo si vorrebbe osservato che la retribuzione dell'incarico è viceversa molto precisa e quantificata in L. 100.000.000 e che tale cifra non è messa in relazione ad alcun elaborato concreto da produrre o ad alcun impegno di tempo a cui riferirla e per questi motivi appare non giustificata, non comprensibile non ancorata a dati e misure certe ma imperscrutabile nella sua discrezionalità osservato che la deliberazione non descrive alcun curriculum dell'incaricato ritenuto per i succitati motivi la deliberazione di incarico al signor Pier Domenico Garrone: in contrasto con la L.R. n. 6/88 e successive modificazioni in quanto esistono strutture regionali propriamente responsabili dell'informazione e della comunicazione in contrasto con i principi, le norme e le prassi di corretta amministrazione a causa dell'indeterminatezza dell'incarico e dell'assenza di qualsiasi indicazione sugli elaborati di progetto oggetto della consulenza, dell'assenza di precisi impegni di lavoro da parte del consulente, dell'assenza di riferimenti certi e comprensibili per la determinazione del compenso preoccupato che la succitata deliberazione comporti un uso improprio, scorretto e di spreco del denaro pubblico richiede alla Giunta regionale di revocare immediatamente la deliberazione n. 1-124 del 17/7/1995 avente per oggetto 'Predisposizione di un progetto di comunicazione globale per la Giunta regionale. Affidamento incarico allo Studio Garrone P.R. e I.
di Acqui Terme. Spesa L. 105.000.000 (cap. 10870/95)'".
Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 56 hanno risposto SI' 25 Consiglieri hanno risposto NO 31 Consiglieri L'ordine del giorno è respinto.


Argomento: Questioni internazionali

Esame ordine del giorno n. 14 relativo alla condanna a morte del giornalista nero di Philadelphia Mumia Abujamal


PRESIDENTE

Passiamo infine all'esame dell'ordine del giorno n. 14, presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moro, Papandrea e Simonetti, di cui al punto 9) dell'o.d.g.
La parola al Consigliere Papandrea per l'illustrazione.



PAPANDREA Rocco

Questo ordine del giorno meriterebbe una discussione più ampia, per data l'ora non ne abbiamo forse tanta voglia.
Il 17 agosto prossimo è prevista la sentenza, cioè la pena di morte di questo giornalista; dobbiamo quindi pronunciarci in tempo. Tra l'altro, su questa vicenda ci sono state grosse mobilitazioni nel nostro Paese e fuori molte Amministrazioni si sono già pronunciate in merito, auspicando la sospensione della condanna a morte nonché la revisione del processo.
Il nostro ordine del giorno si riferisce in particolare alla sospensione della condanna a morte e alla condanna in generale della pena di morte. Dati i tempi, c'era la necessità di affrontarlo rapidamente per cercare di rendere possibile quanto sopra. Ricordo che, tra gli altri anche il Comune di Torino ha già discusso l'argomento e votato all'unanimità un ordine del giorno simile.
Ritengo quindi opportuno che anche il Consiglio regionale intervenga ed unisca la sua voce a questa condanna.



PRESIDENTE

Non ci sono altre richieste di parola. Prima che i colleghi si allontanino rivolgo a tutti auguri di buone vacanze.
Abbiamo chiuso questa piccola sessione pre-feriale con qualche nota polemica in più, con qualche inquietudine sottolineata eccessivamente.
Ritengo che queste siano state delle prove tecniche di comunicazione; spero che nel prossimo autunno ci possa essere quella ponderazione necessaria per cui le parti contrapposte possano verificare i rispettivi punti di vista senza quella aggressività che tante volte ha caratterizzato le nostre discussioni.
Credo che nel dibattito siano emersi alcuni elementi importanti. Non voglio assolutamente aprire il caso.
Primo: il principio della discrezionalità, che è stato sottolineato dalla Consigliera Spagnuolo e che potrebbe essere in contraddizione non solamente con la legge n. 142, ma con il dibattito in atto nel Paese.
Secondo: il problema delle collaborazioni, per cui mi ricollego a quanto ha detto il Presidente Ghigo prima: non si tratta solamente di collaborazioni di risorse umane, ma anche di collaborazioni strumentali (e mi ricollego pure a quanto detto dal Consigliere Burzi).
Terzo: il problema del personale che non si risolve con l'inamovibilità.



(Proteste del Consigliere Cavaliere)



PRESIDENTE

Mi permetta, Consigliere, sto facendo soltanto delle riflessioni che possono essere trasmesse a futura memoria per quanto concerne il nostro dibattito d'autunno. Può permettermi di esprimere il mio pensiero? La Presidenza auspica che le osservazioni - che non sono state n banali né fortuite né casuali, ma che hanno innescato una serie di problemi, non solamente di conduzione del Consiglio o di rapporto tra maggioranza e minoranza - possano essere riprese nel dibattito autunnale affinché alcune opinioni espresse dalla minoranza e dalla maggioranza possano portare ad una riflessione compiuta.



(Interruzioni del Consigliere Cavaliere)



PRESIDENTE

Io non faccio nessuna scuola. Dico solamente che raccolgo le riflessioni che sono state fatte e mi faccio parte diligente - visto che è stato sollecitato anche l'intervento della Presidenza - affinché non vengano obliterate e dimenticate, ma vengano riproposte nelle sedi opportune, istituzionalmente corrette, nella prossima ripresa autunnale.
Non essendoci altri interventi, pongo in votazione l'ordine del giorno n. 14, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte appreso che Mumia Abujamal, ex militante delle Black Panthers Presidente dei giornalisti neri di Philadelphia, conosciuto come la 'voce dei senza-voce', detenuto da tredici anni in un carcere di massima sicurezza della Pennsylvania, è stato condannato a morte appreso inoltre che tale esecuzione è fissata per il 17/8/1995 e che avverrebbe tramite iniezione letale considerato che l'episodio per cui è stato condannato risale al 1981 quando Mumia intervenne in difesa di suo fratello malmenato da un poliziotto per aver infranto il Codice stradale. Il poliziotto spar ferendo all'addome Mumia che fu colpito immediatamente da paralisi. Un uomo tra la folla sparò verso i poliziotti, uccidendone uno. Mumia fu accusato di quell'omicidio e, dopo un processo-farsa, condannato a morte impegna la Giunta regionale a far pervenire con urgenza una protesta ufficiale per sottrarre Mumia ad una condanna a morte profondamente ingiusta ad unirsi a tutti coloro che lottano contro l'ingiustizia dei forti verso i deboli, che rifiutano la pena di morte e che, vicini a Mumia chiedono l'immediata sospensione della condanna, la riapertura del processo e la sua liberazione di rendersi protagonista di una batta glia per l'opposizione, comunque e dovunque, all'utilizzo della pena capitale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 56 Consiglieri presenti.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
A questo punto, non posso far altro che formulare a tutti gli auguri di buone vacanze, tenendo presente che, presumibilmente, il Consiglio si convocherà nella seconda metà del mese di settembre e che le Commissioni verranno probabilmente convocate prima. Ricordo che prima delle ferie ci sarà una riunione dell'Ufficio di Presidenza e che domani, innanzitutto, è prevista per le ore 9 - lo ricordo ai Consiglieri che ne fanno parte - la convocazione del Comitato di solidarietà.
Questo è il cammino che ci compete da qui alla fine del mese di agosto.
Credo che una riunione dei Capigruppo potrà essere convocata compatibilmente con tutte le vostre esigenze, per i primissimi giorni di settembre.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 20,30)



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