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Dettaglio seduta n.95 del 16/07/87 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni e interpellanze" viene discussa l'interrogazione n. 809 presentata dai Consiglieri Ferro Acotto e Amerio.
Risponde l'Assessore Alberton.



ALBERTON Ezio, Assessore alla formazione professionale

In merito all'interrogazione dei Consiglieri Ferro, Acotto e Amerio inerente i corsi di formazione professionale in agricoltura, intendo precisare quanto segue.
Non corrisponde a verità la notizia secondo la quale - i corsi di formazione professionale in agricoltura verranno gestiti nel 1988 dall'Assessorato all'agricoltura e foreste della Regione. In conformità con le disposizioni legislative vigenti, la formazione professionale agricola continuerà ad essere di competenza dell'Assessorato alla formazione professionale, anche se necessariamente operando in stretto collegamento con le politiche di settore individuate dall'Assessorato all'agricoltura.
Per quanto riguarda la copertura dei costi della formazione, da parte anche degli operatori agricoli, si assicura che l'affermazione secondo la quale si intenderebbe portare la copertura prevista al 40% non corrisponde al vero, anche se è vero. Invece, che l'Assessorato sta analizzando il problema per individuare una quota da porre a carico dei soggetti formandi.
Questo perché riteniamo necessario individuare una quota da porre a carico dell'utenza, sia per un problema di reperimento di risorse finanziarie, ma ancor più per garantire un adeguamento e un controllo delle effettive esigenze degli operatori agricoli. Essendo i lavoratori interessati lavoratori autonomi, è molto più difficile, che non per altri individuare le forme più appropriate di intervento e una misura della bontà dell'intervento: una contribuzione diretta da parte dell'interessato ci sembra opportuna.
Infine, essendo gli interventi formativi in agricoltura finalizzati in gran parte all'aggiornamento degli operatori agricoli, in una realtà generalmente sufficientemente evoluta, anche per il 1988 si intenderebbe privilegiare i corsi brevi con indicazioni ben precise sui contenuti che dovranno essere in ogni caso orientati al miglioramento della produzione alla tutela della salute dell'agricoltore stesso, del consumatore, oltre che dell'ambiente.
La circolare sarà pronta quanto prima; il ritardo è dovuto al fatto che tutti i funzionari, compresi quelli interessati nel settore, sono stati impegnati nelle prove d'esame dei corsi di formazione consolidati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferro.



FERRO Primo

La risposta dell'Assessore è molto puntuale sui quattro quesiti posti però nello stesso tempo segna una contraddizione. Cerco di spiegarmi. Al di là di quella che può essere la disputa sull'opportunità o meno dei corsi brevi - e noi riteniamo che i corsi brevi dovrebbero essere profondamente rivisti - si sostiene che i corsi brevi dovrebbero essenzialmente essere orientati verso i problemi di tutela dei consumatori e dell'ambiente. Sin qui tutto giusto. Non capisco però, se questo è vero, come questi corsi debbano ancora essere assegnati all' Assessorato alla cultura, dal momento che si pone il problema della tutela dell'ambiente: Questo problema implica un riordino dei servizi di sviluppo ed è indubbio che la formazione professionale è una componente, insieme all'assistenza tecnica e a tutta una serie di altri elementi, dei servizi di sviluppo.
Peraltro, bisogna considerare il fatto che se si vogliono realizzare degli obiettivi significativi in materia di tutela ambientale e in materia di una produzione che rispetti l'ambiente, gli stessi servizi di sviluppo hanno bisogno di un supporto tecnico-scientifico che deve essere valutato nel contesto di un riordino complessivo di questi servizi. Mi pare che da questo punto di vista le cose dovrebbero essere profondamente riviste.



PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 823 presentata dal Consigliere Nerviani.
Risponde l'Assessore Cadetto.



CARLETTO Mario, Assessore all'assistenza

Attuazione alle statuizioni contenute nella L.R. n. 44/84 è stato avviato il censimento delle associazioni di volontariato operanti, nel settore socio-assistenziale e sanitario sia a livello regionale che a livello delle singole UU.SS.SS.LL. ed è stato predisposto lo schema tipo di convenzione tra le UU.SS.SS.LL. e le associazioni medesime.
Tale provvedimento è infatti lo strumentò che regola il rapporto collaborativo tra i due organismi qualora le associazioni intendano concorrere, attraverso la presentazione di specifico progetto, al perseguimento dei fini e dei programmi zonali di attività delle UU.SS.SS.LL., nonché quando l'attività dell'associazione comporti l'accesso alle strutture pubbliche o rapporti con il personale dipendente del Servizio sanitario.
Il rapporto convenzionale deve stabilire l'entità e le modalità del rimborso delle spese vive sostenute dall'Associazione per la realizzazione del progetto e prevedere ai sensi dell'art. 8 della L.R. 44/84 l'assunzione da parte delle UU.SS.SS.LL. dell'onere relativo alle necessarie coperture assicurative contro gli infortuni e, la responsabilità civile verso terzi dei volontari nell'espletamento dell'attività oggetto della convenzione.
Al relativo costo le UU.SS.SS.LL. fanno fronte con le disponibilità di cui all'ultimo comma dell'art. 12 della già citata L.R. 44/84 e per le attività socio-assistenziali con l'utilizzo del fondo di cui all'art. 34 della L.R. n. 20 attualmente assegnato.
Al riguardo, allo scopo di quantificare la spesa e di conoscere l'incidenza in ogni USSL del rapporto collaborativo con il volontariato, è stata richiesta alle stesse una puntuale relazione sullo stato di attuazione della L.R. 44/84 ed è stata richiamata la corretta attuazione delle disposizioni di legge.
La Giunta è intenzionata a sensibilizzare le UU.SS.SS.LL. perch favoriscano lo sviluppo del volontariato operante nei settori sanitario e socio-assistenziale e nel riparto delle risorse terrà conto dei programmi che le UU.SS.SS.LL. medesime hanno attivato o intendono attivare.
In ogni caso la Giunta regionale presenterà al Consiglio una dettagliata relazione sullo stato di attuazione della L.R. 44/84.
Con lettera in data 8 luglio u.s. si è provveduto a ricordare a tutte le associazioni di volontariato, fino ad ora censite, che la Regione stimola, favorisce, valorizza su precise e circostanziate proposte attività di volontariato che sperimentino forme innovative di interesse regionale in campo sanitario e in campo socio-assistenziale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Nerviani.



NERVIANI Enrico

Ringrazio l'Assessore Carletto. La risposta all'interrogazione è stata laconica e pur, a mio avviso, sufficiente. Ha segnalato la volontà personale dell'Assessore e la volontà della Giunta di attivare con tempi più rapidi l'applicazione della L.R. n. 44/84 e soprattutto di intervenire presso le UU.SS.SS.LL. che fossero carenti, perché assolvano si loro doveri di tutelare i volontari che operano in convenzione con l'USSL all'interno delle strutture delle stesse.
L'assicurazione è accolta da me con molta soddisfazione. Non volevo sollevare incidenti di sorta, ma ero preoccupato dalla risposta che era stata data ai "Volontari della notte" dall'USSL n. 51, che aveva affermato di non avere a disposizione le somme per assicurare gli operatori con i quali, peraltro, era in procinto di definire una convenzione.
Mi auguro che l'Assessore Carletto sia intervenuto direttamente presso l'USSL perché motivazioni di questo genere non vengano riprese in quanto sembrano molto fragili.
So che gli impegni, soprattutto quando si è gravati da preoccupazioni più assillanti, sono talvolta insostenibili. Ritengo tuttavia, senza fare della retorica e senza andare a cercare consensi che mi sembrerebbe addirittura colpevole ricercare, che quando si ha a che fare con migliaia di persone che altro non chiedono se non di rendere un servizio generoso al prossimo bisogna essere ugualmente generosi almeno nell'applicare con la necessaria tempestività le leggi che ci siamo dati.
Per questo ringrazio l'Assessore Carletto e lo sollecito nella rianimazione di queste nostre iniziative legislative dando alle stesse la massima efficacia possibile.



PRESIDENTE

Viene discussa ora l'interrogazione n. 740 presentata dal Consigliere Reburdo.
Risponde l'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore all'assistenza

La L.R. n. 20/82 si è dato avvio nella Regione Piemonte al processo di riordino del settore socio-assistenziale, relativamente ai servizi e alle attività inerenti le funzioni trasferite nel quadro delle materie definite dall'art. 22 del DPR n. 616.
Le domande che per prime richiedono una pur breve riflessione sono se si sia attuato il modello di servizi previsto dalla predetta legge e se si sia realizzata l'integrazione tra servizi sanitari e socio-assistenziali.
I dati che più avanti riportiamo offrono il quadro di una situazione regionale assai disomogenea e in lenta e graduale evoluzione, che si pu definire a macchia di leopardo.
Si assiste infatti a zone anche ampie del territorio regionale dove l'assunzione delle funzioni socio-assistenziali è totale e integrata con il sanitario, e zone dove pur essendo realizzato il trasferimento delle funzioni dai Comuni alle UU.SS.SS.LL. questo non rappresenta altro che una sommatoria dei servizi già esistenti a livello di singoli Comuni.
In altre realtà, addirittura, le funzioni sono rimaste in capo ai Comuni e le UU.SS.SS.LL. funzionano da passa carte relativamente alle risorse che la Regione trasferisce loro.
La convenzione con le Province e le Comunità montane, la deliberazione attuativa del decreto dell'8 agosto, che definisce le attività sociali a rilievo sanitario già realizzate, e l'attesa pianta organica del settore che ci auguriamo di poter varare nei prossimi mesi, rappresentano strumenti concreti per la realizzazione del processo di riordino dell'intero settore.
In particolare, rispetto ai contenuti dell'interrogazione e più in specifico relativamente al passaggio delle funzioni socio-assistenziali dai Comuni alle UU.SS.SS.LL. e quindi al quadro istituzionale che si è definito e all'inserimento nell'ufficio di direzione delle UU.SS.SS.LL. stesse del coordinatore dei servizi socio-assistenziali, il quadro è il seguente: n. 45 UU.SS.SS.LL. su 63 hanno deliberato l'assunzione delle funzioni socio-assistenziali n. 22 UU.SS.SS.LL. su 63 hanno individuato, mediante atto deliberativo e in accordo con i Comuni interessati, le prestazioni erogabili dai Comuni singoli n. 49 UU.SS.SS.LL. su 63 hanno nominato il coordinatore socio assistenziale n. 49 UU.SS.SS.LL. su 63 hanno nominato il coordinatore socio assistenziale, il quale partecipa all'ufficio di direzione.
Rispetto alla situazione dell'USSL n. 33 di Nichelino, il coordinatore socio-assistenziale partecipa all'ufficio di direzione in tutti i casi in cui all'o.d.g. vi siano argomenti specifici in materia socio-assistenziale.
Accertata questa situazione, l'USSL è stata formalmente invitata alla corretta osservanza del dettato legislativo, art. 15, ultimo comma, della L.R. n. 833 e art. 10 della L.R. n. 20/82.
Non risultano particolari situazioni di difficoltà rispetto all'USSL n.
31 di Carmagnola che ha nominato il coordinatore dei servizi socio assistenziali, il quale partecipa normalmente alle riunioni dell'ufficio di direzione dell'USSL.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reburdo.



REBURDO Giuseppe

Ringrazio l'Assessore Carletto per la dettagliata risposta che pregherei di farmi pervenire in copia.
La risposta dell'Assessore offre un quadro di riflessione interessante che dovrebbe essere intrecciato con la discussione in Commissione della cosìddetta modificazione della L.R. n. 20/82. Per il momento, salvo ulteriori approfondimenti, mi ritengo soddisfatto della risposta.



PRESIDENTE

Passiamo ora all'interpellanza n. 675 presentata dai Consiglieri Bontempi, Acotto, Calligaro, Marchiaro e Sestero.
Risponde il Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Il finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale avviene con le seguenti modalità: Livello nazionale. Art. 51, legge n. 833/78 "Il Fondo sanitario nazionale destinato al finanziamento del Servizio sanitario nazionale è annualmente determinato con legge di approvazione del bilancio dello Stato".
Ancora l'art. 51 richiama "le somme stanziate a norma del precedente comma vengono ripartite con deliberazioni al Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE), per tutte le Regioni, comprese quelle a Statuto speciale, su proposta del Ministro della Sanità sentito il Consiglio sanitario nazionale, tenuto conto delle indicazioni contenute nei piani sanitari nazionali e regionali e sulla base di indici e standards distintamente definiti per la spesa corrente e per la spesa in conto capitale" Livello regionale. Ai sensi dell'art. 11 della L.R. n. 2/81, le UU.SS.SS.LL. adottano ogni anno entro il 30 novembre il bilancio annuale di previsione, mediante deliberazione dell'assemblea, previa consultazione con i singoli Comuni disposta dal Comitato di gestione entro il 30 settembre di ciascun anno.
La Regione, in applicazione della L.R. n. 42/81, ripartisce fra le UU.SS.SS.LL. il Fondo sanitario regionale. Al fine di poter dare completa e puntuale applicazione alla predetta normativa occorre che la Regione provveda almeno entro il mese di agosto di ogni anno ad operare il riparto fra le UU.SS.SS.LL. del Fondo sanitario regionale per l'anno successivo onde consentire alle medesime di rispettare le scadenze di legge. Detta procedura non è fino ad ora mai stata rispettata, poiché a livello governativo non è mai stato possibile procedere alla determinazione dello stanziamento del Fondo sanitario nazionale, da iscrivere nel bilancio dello Stato, ed al conseguente riparto da parte del CIPE, entro termini compatibili con quanto previsto dalle leggi regionali in materia.
Inoltre per gli anni 1985 e 1986 i seguenti avvenimenti eccezionali ed imprevedibili portarono ad una procedura atipica per la determinazione del riparto ed il rifinanziamento del Fondo sanitario nazionale.
Nel 1985 il Fondo sanitario nazionale, attribuito alle Regioni con deliberazione CIPE del 20 dicembre 1984, è stato sottodimensionato rispetto alle esigenze finanziarie del sistema sanitario nazionale; pertanto è stato necessario trovare un diverso sistema di finanziamento per garantire l'assistenza sanitaria ai cittadini italiani per tutto l'anno 1985.
Il Ministro del Tesoro con comunicazione telegrafica del 18 novembre 1985 indirizzata a tutte le Regioni e alle Province autonome, attribuì alle Regioni stesse la possibilità di autorizzare alle UU.SS.SS.LL. variazioni di bilancio per far fronte alla maggiore spesa inerente l'esercizio finanziario 1985.
L'anno 1986 doveva essere caratterizzato dall'adozione di criteri di riparto del Fondo sanitario nazionale, definiti mediante provvedimento legislativo di proposta governativa, da adottarsi in seguito alla promulgazione della legge 23/10/1985, n: 595 dal titolo: "Norme per la programmazione sanitaria e per il piano sanitario triennale 1986/1988".
Pertanto il CIPE, con propria deliberazione del 19 dicembre dello stesso anno, effettuò una ripartizione provvisoria del Fondo sanitario nazionale 1986, provvedendo nel contempo ad un accantonamento per far fronte alle eventuali variazioni che avrebbero potuto emergere dall'approvazione delle norme di attuazione della legge n. 595/85.
In attuazione di quanto deliberato dal Comitato interministeriale per la programmazione economica, anche in assenza del disegno di legge per i criteri di riparto del Fondo sanitario nazionale, il Servizio centrale della programmazione sanitaria effettuò, di concreto con le Regioni, una valutazione del fabbisogno finanziario del Servizio sanitario nazionale per l'anno 1986, evidenziando anche per questo anno una sottostima del Fondo sanitario nazionale.
Infatti, le risorse attribuite quale Fondo sanitario nazionale 1986 si dimostrarono insufficienti per poter garantire la prosecuzione dell'erogazione dell'assistenza da parte del Servizio sanitario nazionale e pertanto il Ministro della Sanità, d'intesa con il Ministro del Tesoro, con nota telegrafica del 20 novembre 1986, consenti alle Regioni di autorizzare le UU.SS.SS.LL. ad assumere impegni di spesa, in eccedenza alle disponibilità, per assicurare la continuità dei servizi sanitari.
Il necessario rifinanziamento delle gestioni 1985 e 1986 è ora assicurato dal D.L. 21/3/1987 n. 97 che, al capo primo, ha per oggetto: "Ripiano dei bilanci delle UU.SS.SS.LL. per gli anni 1985 e 1986".
La Regione dovrà così provvedere al ripiano dei bilanci delle UU.SS.SS.LL. con modalità straordinarie, quali sono quelle definite dal predetto D.L. n. 97, non potendosi, ovviamente, operare interventi di carattere straordinario utilizzando strumenti e procedure ordinarie quali quelle previste nella normativa regionale.
Infatti, le procedure e le modalità previste dal D.L. n. 97/87 inficiano i criteri e i provvedimenti ordinari di riparto del Fondo sanitario regionale; in questo caso un riparto effettuato sulla base della L.R. n. 42/81 avrebbe limitato l'effetto ad una mera esercitazione teorica attesa l'insufficienza dei fondi disponibili rispetto alle effettive esigenze finanziarie delle UU.SS.SS.LL., necessarie per evitare soluzioni di continuità nell'erogazione dell'assistenza sanitaria, evenienza che prima il CIPE, con riparti del tutto provvisori, e poi i Ministri del Tesoro e della Sanità hanno voluto evitare adottando provvedimenti specifici ed urgenti, concretizzatisi addirittura in telegrammi.
Gli atti e le procedure previste dal D.L. n. 97/87 saranno presentati alla competente Commissione del Consiglio regionale.
Gli uffici dell'Assessorato stanno operando, secondo le procedure di legge, per consentire alla Giunta regionale di proporre al Consiglio regionale il riparto del Fondo sanitario regionale 1987 alle UU.SS.SS.LL.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

Ringrazio il Presidente per la risposta. Faccio notare tra l'altro che l'interpellanza è del 18 febbraio di quest'anno.
La L.R. n. 42/81 ha definito i criteri di riparto del Fondo sanitario regionale di parte corrente vincolato ed in conto capitale.
Noi abbiamo posto tre precise domande: 1) quando consegnerà all'apposita Commissione del Consiglio i provvedimenti di riparto del Fondo sanitario regionale di parte corrente per gli anni 1985/86/87? 2) In base a quali criteri sono stati calcolati i fondi destinati alle UU.SS.SS.LL.? 3) In base a quali provvedimenti legislativi nell'anno 1985 sono stati assunti provvedimenti integrativi alla deliberazione del Consiglio regionale senza che questo ne ratificasse il contenuto? Non posso non notare che la risposta elude le domande poste e comunque quando risponde, risponde in modo contraddittorio.
Le considerazioni sono molto semplici. In primo luogo, i ritardi nell'assegnazione delle risorse da parte dello Stato non inficiano né i criteri né i provvedimenti di riparto del Fondo sanitario regionale. I criteri e i provvedimenti di riparto del Fondo sanitario regionale non sono stati rispettati, a nostro parere.
La L.R. n. 42/81 non è stata rispettata perché ci si è mossi al di fuori della lettera e dello spirito della legge. Questo punto merita un adeguato ed urgente approfondimento.
Altra considerazione. Non vale invocare la eccezionalità degli anni 1985-1986. Il Fondo sanitario nazionale è sempre stato sottostimato, lo è stato nell'anno 1979, lo è stato nell'anno 1980, tant'è che fu incrementato di 2.405 miliardi Nel 1981 il Fondo fu incrementato di 1.500 miliardi; nel 1982 di ben 2.500 miliardi; nel 1983, e carenza rispetto a previsioni già sottostimate, risultò di oltre 2.000 miliardi di lire.
Il maggior fabbisogno quindi c'è sempre stato, ma non c'entra con il ritardo. In passato il ritardo non ha impedito alla Giunta di sinistra di definire il riparto in base alla legge n. 42, di discuterlo e di approvarlo in Consiglio regionale.
Una delle critiche che la DC muoveva alla maggioranza, dall'opposizione allora, motivando il suo voto di astensione, era di un riparto non sufficientemente riequilibratore della spesa. Secondo la legge n. 42, per dare completa attuazione alla sua normativa, la Regione deve provvedere entro il mese di agosto di ogni anno a definire il riparto fra le UU.SS.SS.LL., per l'anno successivo.
Mi permetto di ricordare che la Regione, in base alla legge, ripartisce tra le UU.SS.SS.LL. il Fondo sanitario regionale: Al fine di poter dare completa e puntuale applicazione alla predetta normativa, occorre che la Regione provveda entro il mese di agosto di ogni anno adoperare il riparto fra le UU.SS.SS.LL. in modo da consentire alle medesime di rispettare le scadenze di legge.
Infatti le UU.SS.SS.LL. adottano ogni anno entro il 30 novembre il bilancio annuale di previsione, mediante deliberazione dell'assemblea previa consultazione con i singoli Comuni disposta dal Comitato di gestione entro il 30 settembre di ciascun anno.
Quale lavoro stanno facendo gli uffici? Lavorano per il riparto 1987 o per quello 1988? Dovrebbero lavorare per il riparto 1988, mi risulta per che stiano lavorando per il riparto 1987.
Tra l'altro lo Stato fornisce nella legge finanziaria indicazioni triennali di spesa.
A conclusione della risposta si dice che gli uffici dell'Assessorato stanno operando secondo le procedure di legge per consentire alla Giunta regionale di proporre al Consiglio il riparto del Fondo sanitario 1987.
Questo dimostra che abbiamo perlomeno un anno di ritardo.
Allora è evidente la contraddizione di alcune risposte e la non risposta ad altri interrogativi che avevamo posto.
A noi pare che la Giunta debba dirci se siamo ad un sano ed efficiente pragmatismo, ma non penso che si possa scherzare in questi tempi. Non accettiamo il massimo di discrezionalità nelle scelte di governo. Bisogna in effetti programmare, non si può vivere alla giornata. Vivere alla giornata significa miopia, improvvisazione, inefficienza, può servire a politiche di piccolo cabotaggio, clientelari certamente, ma non migliora i servizi sanitari che hanno bisogno di programmazione, come è dimostrato dai recenti avvenimenti che in larga parte sono avvenuti proprio perché è mancata una linea di indirizzo e di programmazione da parte della Regione.
Noi invitiamo il Presidente ad approfondire questo punto. L'impressione nostra nettissima è che ci si è mossi al di fuori dello spirito e del dettato della legge. Le leggi si fanno per rispettarle naturalmente e consideriamo allora la risposta del tutto insoddisfacente perché in parte reticente, non risponde agli interrogativi posti, in parte assolutamente contraddittorie. Il punto che gli uffici stanno lavorando per il riparto 1987 sta a significare che abbiamo perlomeno un anno di ritardo.



PRESIDENTE

Passiamo ora all'interpellanza n. 768 presentata dal Consigliere Staglianò.
La parola al Consigliere Staglianò per l'illustrazione.



STAGLIANO' Gregorio Igor

E' una vicenda molto delicata che è opportuno tutti i Consiglieri conoscano. D'altra parte per i colleghi più attenti il nome non è nuovo. La CAPI è già risuonata in quest'aula; qualche mese fa si trattava della Cooperativa con questa denominazione che ha sede a Vercelli, quella di questa mattina è la consorella che ha sede a Biella.
E' un'altra triste storia di cooperativa, proprietà indivisa costituita per dare la casa ai lavoratori, usata invece per fini scarsamente mutualistici, punteggiata da più di un episodio di intolleranza e di prevaricazione nei confronti dei soci assegnatari, costellata di pesanti irregolarità amministrative e violazioni statutarie.
In breve, a beneficio dei colleghi e dell'Assessore Genovese, per cercare di aiutarlo nella risposta, dirò come stanno le cose.
La CAPI di Biella ha usufruito di mutui statali e regionali per un ammontare di L. 1 miliardo 195 milioni e 750 mila. Il vincolo posto per la concessione dei mutui pubblici - e non poteva essere diversamente - è costituito dal divieto di cedere in proprietà gli alloggi costruiti. Questo prevede espressamente la norma regionale e quella nazionale.
Contrariamente a tutto questo e quindi contrariamente anche a quanto espressamente è stato scritto all'art. 37 dello Statuto e depositato presso il Tribunale di Biella, nel 1981 la CAPI ha venduto dieci dei sessanta alloggi al Comune di Biella, con una variante apportata alla prima convenzione stipulata il 4 settembre 1978 tra la Cooperativa e il Comune.
Ha venduto, benché la forma giuridica scelta per questa operazione sia quella della messa a disposizione del Comune degli alloggi suddetti per novantanove anni, che è esattamente la durata del diritto di superficie degli alloggi costruiti. Quindi di fatto ci troviamo di fronte ad una cessione di proprietà.
Per questa operazione la CAPI ottiene 293 milioni e rotti. Di questo sicuro introito non ci sono riscontri contabili nelle carte della Cooperativa; tra l'altro, per l'anno 1980 manca il bilancio consuntivo dei costi di costruzione dei sessanta alloggi.
Per questa ragione, in seguito all'esposto presentato dall'ex Presidente della Cooperativa, Antonio Sollazzo, la Guardia di Finanza ha multato tutti gli amministratori in carica.
Nel 1983 la CAPI, non contenta della vendita dei dieci alloggi predetti, vende a terzi, questa volta nemmeno più al Comune, sei locali con i relativi scantinati al piano terra degli stabili; locali e scantinati che erano nati per attività commerciali da assegnare si soci della Cooperativa ricavando per questa ulteriore operazione oltre 300 milioni; nemmeno per questi esisterebbero riscontri scritti negli atti contabili obbligatori della Cooperativa.
Per cui, sommando 300 milioni ai 293, risulta che oltre 500 milioni sono stati maneggiati e di cui non esiste riscontro obiettivo.
Nel novembre 1985, inoltre, i soci di minoranza della Cooperativa ottennero di effettuare un'assemblea generale, la quale approvò la nomina di un perito del tribunale, allo scopo di verificare l'intera contabilità della CAPI. In particolare il rapporto tra la CAPI e la società costruttrice degli alloggi. Il Consiglio di amministrazione però non ha mai predisposto tale deliberazione. Gli amministratori della CAPI di Biella inoltre, come i confratelli di Vercelli, sembrano caratterizzarsi per le vessazioni, esclusioni da socio, intolleranze imposte a tutti coloro i quali non condividono l'operato del Consiglio di amministrazione.
Sono stati presentati per tutte queste vicende, e anche per altro (ad esempio, le modalità di assegnazione degli alloggi), diversi esposti alla Commissione regionale di vigilanza dell'edilizia economica popolare e al Ministero del Lavoro a Roma e a Vercelli.
Stando così le cose, chiedo all'Assessore Genovese di conoscere finalmente gli esiti dei controlli effettuati, sempre se ci sono stati, da parte della Commissione di vigilanza e del Ministero competente.
Chiedo di sapere se la vendita di dieci alloggi più sei locali sia legittima per una cooperativa a proprietà indivisa.
Chiedo di sapere se la determinazione del canone sia stata effettuata in forma legittima e chiedo infine, mettendo un pezzo con l'altro, cioè il capitolo di Biella con il capitolo di Vercelli, se l'Assessore non pensa come noi pensiamo, che sia opportuno, anzi, necessario costituire una Commissione di indagine per l'accertamento di tutte le responsabilità che sono già evidenziate ed evidenziabili da quanto, seppure in maniera sommaria, ho illustrato.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Genovese.



GENOVESE Piero, Assessore all'edilizia residenziale

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, credo che il beneficio che abbiamo avuto, attraverso quanto detto dal collega Staglian l'illustrazione e la ricostruzione puntuale della vicenda, mi esima dall'andare al di là di un'indicazione sostanziale dei fatti e delle circostanze che abbiamo potuto appurare; dicendo subito al collega Staglianò che alcune delle richieste che sono state riformulate a voce questa mattina non potranno avere - come poi spiegherò - ancora una risposta precisa e definitiva in quanto, nonostante il tempo trascorso, che però non è molto, e le nostre sollecitazioni, non siamo ancora a conoscenza di alcuni degli elementi il cui accertamento solo in parte è di competenza della Regione nell'esercizio della vigilanza che le è stato conferito dalla legge n. 457, mentre in altri casi rimane di competenza del Ministero dei Lavori Pubblici e del Ministero del Lavoro.
Questa interpellanza, come è già stato richiamato, riguarda un intervento edilizio di sessanta alloggi realizzato a Biella dalla Cooperativa a proprietà indivisa CAPI; con sede in Biella, aderente alla Lega nazionale delle cooperative mutue, che è la consorella della CAPI, pur da Staglianò richiamata, operante a Vercelli e di cui ci siamo occupati alcuni mesi fa.
In considerazione delle analogie di questa interpellanza con quella a suo tempo presentata dal collega Staglianò relativamente alla Cooperativa CAPI di Vercelli, credo che dobbiamo richiamare alla nostra memoria la risposta data all'assemblea il 26 febbraio a proposito di quest'ultima Cooperativa, per quanto riguarda gli aspetti generali di competenza in materia di vigilanza e di controllo, che sono sostanzialmente da suddividere, temporalmente, con riferimento alla data di entrata in vigore del DPR n. 616/77. Essendo in questo caso la legge statale di finanziamento antecedente all'entrata in vigore del DPR n. 616, le competenze di vigilanza, come nel caso che abbiamo esaminato nel febbraio scorso, sono esercitate fino alla conclusione di tutti gli atti amministrativi (come nel febbraio in modo più diffuso, con il richiamo di normativa e di circolari ministeriali, avevamo illustrato) dai competenti Ministeri.
L'intervento edilizio richiamato nell'interpellanza è cioè soggetto, in quanto finanziato si sensi della legge n. 166/75, alle funzioni consultive ispettive, integrative e consigliative della Commissione provinciale di vigilanza, presieduta dal Prefetto, e alla competenza del Ministero del Lavoro, per quanto concerne la vigilanza e il controllo societario generale. Mentre invece è soggetto alla vigilanza tecnica del Ministero dei Lavori Pubblici fino ad esaurimento di tutti i procedimenti amministrativi non rientrando, come già ho detto, le competenze tra quelle trasferite alla Regione con il DPR n. 616.
Nella precedente risposta avevamo fornito maggiori dettagli e quindi rinviamo a quella risposta per la ricostruzione e il riferimento alla normativa vigente. E' da ritenersi che da parte dei citati Ministeri siano stati effettuati periodici controlli. Abbiamo però provveduto, in data 11 maggio, ad invitare il Ministero dei Lavori Pubblici e il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale a svolgere, ciascuno per le proprie competenze, l'esercizio della vigilanza. Con la medesima richiesta abbiamo trasmesso copia dell'interpellanza del Consigliere Staglianò e abbiamo chiesto di conoscere quali determinazioni eventualmente siano state assunte o saranno assunte in futuro da parte dei rispettivi Ministeri. Non abbiamo per ora una risposta alle sollecitazioni che abbiamo fatto e non siamo a conoscenza di quanto sia stato appurato da parte dei Ministeri stessi.
A noi toccherà assumere le opportune iniziative e pervenire, qualora i suddetti Ministeri riscontrino gravi forme di scorrettezza o di irregolarità amministrativa, come è da ritenersi purtroppo in questa circostanza, alla revoca dei contributi integrativi regionali concessi a valere sulla L.R. n. 28/76.
Relativamente alla precedente interpellanza inerente la Cooperativa per la casa si lavoratori di Vercelli, informo l'assemblea e.il collega interpellante che in data 6 'maggio ho comunicato al Presidente del Consiglio, al Presidente della Giunta e ai Capigruppo l'attivazione dell'esercizio della vigilanza da parte del Ministero del Lavoro, così come si evince dalla nota di quest'ultimo pervenuta in data 27 aprile u.s.
In merito alla legittimità nella forma e nella sostanza del canone di godimento e agli adeguamenti richiesti si soci beneficiari dell'intervento costruttivo realizzato dalla CAPI a Biella, si è provveduto a chiedere, con nota n. 1917.088 del 6 maggio 1987, precise informazioni al fine di disporre eventuali verifiche ed accertamenti. Non essendo pervenuto quanto richiesto non si è in condizione per ora di verificare l'applicazione dei canoni di locazione da parte della Cooperativa; ci attiveremo nuovamente per avere le risposte e le precisazioni che la Regione ha richiesto alla Cooperativa stessa.
In attesa di una più puntuale verifica, che potrà essere svolta dopo l'acquisizione dei dati richiesti, si può comunque fin d'ora concordare con il collega Staglianò, rilevando che non pare possibile e giusto far gravare il canone di dieci alloggi che dall'interpellanza - e poi dall'accertamento risultano ceduti al Comune di Biella per un periodo di novantanove anni equivalente di fatto alla vendita, sui rimanenti cinquanta alloggi occupati dai soci, in considerazione del fatto che il canone deve essere calcolato sulle quote di ammortamento dei mutui a suo tempo concessi per la realizzazione e il godimento da parte dei soci di sessanta alloggi e non di cinquanta.
Infatti, l'applicazione del canone di locazione, ai sensi della L.R. n.
28/76, è costituito dalle quote di ammortamento dei mutui che devono essere rivalutati applicando ogni biennio il 75% dell'aumento dell'indice ISTAT dei prezzi al consumo per famiglie di operai e impiegati, a decorrere dal sesto anno dalla stipula della convenzione comunale, che nel caso in esame risulta avvenuta in data 29 agosto 1978.
Questa rivalutazione (fatta in base dell'indice ISTAT) deve essere versata alla Regione con scadenza 30 aprile e 31 ottobre di ciascun anno.
L'introito configura un rimborso alla Regione di parte dei finanziamenti integrativi regionali concessi in base alla L.R. n. 28/76.
Si conferma invece, per quanto a noi risulta e per quanto è già stato accertato, che le percentuali di rivalutazione applicate dalla Cooperativa corrispondono a quelle comunicate dalla Regione.
Passando agli altri punti dell'interpellanza, in relazione alla vendita dei dieci alloggi al Comune di Biella e di sei locali per uso commerciale a privati, si fa presente che presso gli uffici regionali preposti non esiste alcuna documentazione in tal senso e che siamo venuti a conoscenza del fatto solo a seguito dell'interpellanza del collega Staglianò.
La vendita di fatto dei dieci alloggi, e successivamente di vani e di autorimesse, è del tutto irregolare perché contrastante con le finalità dei finanziamenti pubblici e con la convenzione.
Nessuna deroga al principio della destinazione degli alloggi 'è prevista dalla normativa vigente, ciò neppure quando sussistano gravi necessità come quelle che possono avere motivato la messa a disposizione del Comune di Biella dei dieci alloggi di cui trattasi e tanto meno nel caso della vendita a privati dei sei vani ad uso commerciale.
Poiché la Cooperativa usufruisce direttamente di finanziamenti statali in base alla legge n. 166/75 e successive modifiche e integrazioni concessi con vari decreti del Ministero dei Lavori Pubblici, riteniamo di dovere attendere comunque le determinazioni di quest'ultimo prima di assumere i provvedimenti conseguenti di competenza regionale in ordine all'applicazione della legge n. 28/75.
Relativamente alla mancata registrazione sui libri contabili dei finanziamenti a suo tempo attribuiti, a valere sul primo biennio della legge n. 457/78, con deliberazione della Giunta regionale n. 98-19302 del 19 febbraio 1979 si fa presente che la Cooperativa ha espresso in data 16 giugno 1981 rinuncia scritta al finanziamento, prima dell'attivazione delle procedure amministrative atte a pervenire alla fase di erogazione dei mutui.
In merito al comportamento del Consiglio di amministrazione, devo precisare al collega Staglianò e ai colleghi dell'assemblea che non vi è un potere di controllo della Regione nei confronti dell'andamento societario delle cooperative che dovrebbero consentire già al loro interno una serie di verifiche e di controlli attraverso i compiti assegnati dallo Statuto all'assemblea ordinaria, al Collegio dei revisori dei conti e al Collegio dei probiviri.
Mi auguro di essere stato esauriente e di avere chiarito la situazione in base allo stato degli atti in possesso della Regione; in particolare, di aver chiarito che comunque, per l'attivazione della Regione, per quanto riguarda l'erogazione dei contributi integrativi previsti dalla L.R. n. 28 siamo in attesa di conoscere prima le determinazioni conseguenti all'esercizio dei poteri di vigilanza che competono ai Ministeri del Lavoro e dei Lavori Pubblici, che abbiamo sollecitato e se del caso risolleciteremo ancora.
Nelle more di una più precisa definizione dei provvedimenti che ciascun ente assumerà in base alle proprie competenze, ma in considerazione delle irregolarità chiare che già emergono, comunico che si provvederà a trasmettere tutti gli atti in nostro possesso alla Procura della Repubblica e a nuovamente sollecitare i Ministeri del Lavoro e dei Lavori Pubblici ad attivarsi per l'esercizio delle rispettive competenze.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Ringrazio l'Assessore Genovese perché nonostante la complessità dell'argomento ha dato risposta alle questioni postegli in tempi relativamente brevi.
Sono in particolare contento per l'invito che è stato rivolto 1'11 maggio scorso al Ministero perché venga esercitata la vigilanza che finora non ha dato buoni frutti perché se le cose sono andate avanti come lo stesso Assessore ha confermato evidentemente qualcosa non ha funzionato.
Stando così le cose, mi pare che non si possa attendere oltre per intraprendere la revoca dei mutui; per quanto riguarda la determinazione del canone aspettiamo anche noi. La ringrazio fin d'ora, Assessore, se vorrà mettere a disposizione del sottoscritto e dei colleghi tutte le carte che emergeranno da queste verifiche.
Sono in particolare soddisfatto per la risposta che l'Assessore ha dato in merito alla vendita degli alloggi e quindi alle irregolarità commesse.
Mi chiedo però se sulla base delle irregolarità che già emergono non sia possibile intervenire, non aspettando soltanto la risposta del Ministero.
E' un passo importante che giudichiamo con grande attenzione ed apprezziamo la trasmissione alla Procura della Repubblica di tutti gli atti. Forse però qualcosa va fatto anche sul piano politico-amministrativo.
So che, avendo approfondito l'argomento nella precedente vicenda della CAPI di Vercelli, occorrono delle modifiche legislative per quanto riguarda l'esercizio della vigilanza perché esiste una distanza eccessiva tra Roma e il luogo in cui i soldi vengono utilizzati. E forse da questo punto di vista può essere una buona iniziativa la modifica legislativa da sottoporre al Consiglio, magari rivolta al Parlamento nazionale perché episodi così gravi non si ripetano all'infinito.
Per il momento ringrazio vivamente l'Assessore. Sono in attesa di ulteriori aggiornamenti e auspico un intervento immediato da parte degli organi della Regione oltre per quanto è stato già fatto, anche per tutto quello che è possibile fare sulla base delle irregolarità già emerse.



PRESIDENTE

Infine viene discussa l'interpellanza n. 706 presentata dai Consiglieri Staglianò e Reburdo.
Risponde il Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la struttura di Verrua Savoia denominata "Villa Papa Giovanni XXIII" che ospitava anziani e dimessi da ospedali psichiatrici, costruita presumibilmente nel secolo scorso mostrava segni evidenti di dissesto statico (lesioni e fessurazione dei pavimenti e delle pareti interne in uno dei due corpi di fabbrica) già nell'agosto del 1986.
L'USSL n. 39, su suggerimento di un proprio perito, svuotava i locali lesionati mentre venivano posizionate spie di vetro nelle membrature più vistose e prevedeva controlli periodici.
Nel febbraio 1987, anche in relazione a possibili smottamenti stagionali della collina di Verrua Savoia, l'USSL chiedeva l'intervento del Servizio opere pubbliche e difesa del suolo della Regione Piemonte. Veniva rilevata una lenta e progressiva evoluzione dei fenomeni fessurativi localizzati anche in zone diverse da quelle già lesionate causa la scarsa capacità portante degli strati superficiali di terreno che maggiormente risentono dell'infiltrazione delle acque. Veniva pertanto valutata l'eventualità che eventi meteorologici intensi, modificando l'equilibrio dei terreni di fondazione, potessero determinare ulteriori cedimenti o addirittura il collasso dell'edificio senza apprezzabili segni premonitori.
Di conseguenza si riteneva opportuno prevedere lo sgombero cautelativo dell'edificio e dei locali ove si riscontravano le lesioni, a tutela della pubblica e privata incolumità.
Nella impossibilità di procedere a lavori di consolidamento dell'immobile, che è di proprietà privata, e di proseguire l'attività residenziale tutelare mediante strutture proprie o già convenzionate nell'ambito del proprio territorio, l'USSL n. 39 stabiliva con sua deliberazione il trasferimento degli assistiti presso il "Soggiorno Tre Re" di Peveragno, con l'impegno di raccoglierli entro un anno in una struttura che il Comune di Verrua Savoia intende destinare si servizi dell'USSL. I servizi sanitari e socio-assistenziali dell'USSL n. 39 stanno garantendo il mantenimento del rapporto con gli assistiti attraverso l'intervento bisettimanale di una assistente sociale e le consulenze specialistiche del servizio di salute mentale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Stagliano.



STAGLIANO' Gregorio Igor

La risposta del Presidente Beltrami mi trova soddisfatto per quanto riguarda la descrizione della fatiscenza della struttura incriminata.
Nell'interpellanza si ponevano però altri problemi su cui non è stata data una risposta adeguata. In particolare, alla domanda circa i motivi per cui si è aspettato tanto per superare con alternative adeguate quello stato di cose, perché appunto gli anziani e gli ex degenti di ospedali psichiatrici sono stati lasciati li non da un secolo e mezzo, ma soltanto da qualche anno e la fatiscenza dura appunto da qualche decennio.
In secondo luogo, si metteva in evidenza come gli anziani e gli ex degenti degli ospedali psichiatrici siano stati trattati come pacchi postali, prelevati al mattino e trasferiti lontano dagli ambiti in cui avevano costruito anche rapporti affettivi e avevano ricostruito un ambito umano-sociale dal quale sono stati letteralmente strappati.
Rispetto a questa politica, che è intollerabile dal nostro punto di vista, trattandosi appunto di persone che hanno bisogno del massimo di solidarietà e di attenzione da parte delle istituzioni democratiche, si chiedeva quali sono i progetti presenti nell'USSL n. 39 per la creazione di strutture d'accoglimento, che dalla risposta dell'Assessore non emergono.
Mi fermo qui e auspico che ci sia un intervento più adeguato che, per quanto riguarda gli aspetti sociali, non è emerso dalla risposta che il Presidente della Giunta ha avuto la cortesia di darci.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reburdo.



REBURDO Giuseppe

Ci sono tre questioni che possono essere oggetto di ulteriore riflessione.
La prima riguarda l'indagine giudiziaria in corso, della quale sappiamo poco o nulla. Ci risulta che il proprietario della struttura abbia ventilato l'ipotesi di un rientro. Sarebbe importante capire se questa persona abbia nuovamente stabilito un rapporto con l'USSL n. 39 in ordine al suo ritorno nella struttura, presenza che si è dimostrata scarsamente qualificata, per essere benevoli.
Esiste in secondo luogo il problema della struttura che era fatiscente da tempo e della soluzione alternativa che si doveva ricercare. Si sono trasferiti gli ospiti a Peveragno; comunque quello non poteva essere altro che uno spostamento provvisorio.
Il terzo punto è di capire se l'USSL n. 39 ha attivato tutti gli strumenti che sono indispensabili per il rientro degli ospiti.
Sarebbe interessante capire se tutti questi problemi sono stati affrontati con l'attenzione necessaria da parte dell'USSL n. 39. Noi abbiamo l'impressione che l'USSL n. 39 non stia recuperando in questi termini. Quindi invitiamo l'Assessorato alla sanità a seguire con attenzione questo problema.


Argomento:

Risposta scritta ad interrogazione


PRESIDENTE

All'interrogazione presentata dai Consiglieri Ala e Reburdo inerente al traffico di manufatti esplosivi dalla polveriera di Carezzano alla Stazione FFSS, di Tortona verrà data risposta scritta.
Sono così esaurite le interpellanze e le interrogazioni.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Bergoglio, Carazzoni, Cerchio, Gallarini, Moretti, Olivieri e Vetrino.


Argomento:

a) Congedi

Argomento:

b) Deliberazioni adottate dalla Giunta regionale


PRESIDENTE

L'elenco delle deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nella seduta del 7 luglio 1987 - in attuazione dell'art. 7, secondo comma, della L.R. 6/11/1978, n. 65 - in materia di consulenze ed incarichi, è depositato e a disposizione presso il Servizio Aula.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori in relazione all'assenza del Gruppo repubblicano e presentazione mozione di sfiducia da parte del Gruppo comunista


PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Signor Presidente, prima di iniziare l'esame degli argomenti iscritti all'o.d.g., a nome del Gruppo comunista, vorrei intervenire sulla situazione nella quale ci troviamo ad operare oggi in questo Consiglio.
Perdura l'assenza dell'intero Gruppo repubblicano - lo avevamo già denunciato la scorsa volta - un Gruppo determinante della maggioranza che esprime il Vicepresidente. Credo che non valga invocare scuse o motivi laterali, ma che la questione abbia origine dallo stato di fatto, dalla situazione di paralisi e di crisi che questa fantomatica verifica e la non assunzione delle necessarie decisioni su una serie di problemi portano con sé.
Peraltro questa polemica non esplicitata, non ufficializzata, ma evidente, corrisponde in parte alla nostra analisi che ancora l'ultima volta abbiamo compiuto sulla chiarezza, sull'assunzione di responsabilità di governo soprattutto nei settori che attualmente ne sono privi.
Oggi abbiamo distribuito un promemoria a tutti i Consiglieri sullo stato della sanità, sui problemi che dovrebbero essere immediatamente affrontati e che questa condizione di paralisi impedisce di affrontare.
Per qualsiasi Gruppo dell'opposizione, comunque per il nostro Gruppo si pone il problema di non abilitare con la nostra presenza e con il nostro contributo lo svolgimento dei lavori perché non ha senso in quanto la maggioranza, almeno parte della maggioranza, non esiste o è addirittura alla dichiarazione polemica, politica.
Il Gruppo comunista esaminerà la possibilità di riservarsi iniziative parlamentari chiare, incisive e nette sulla questione: Ci rendiamo conto ché nell'o.d.g. possono esserci dei punti urgenti anche punti che interessano Gruppi dell'opposizione. Chiedo la convocazione dei Capigruppo per decidere che cosa si può fare in queste condizioni politiche. E' impensabile poter assumere provvedimenti ad alta valenza politica, alcuni poi hanno una valenza politica istituzionale. Poniamo la questione a tutti i Gruppi del Consiglio regionale e chiediamo che in sede di Conferenza dei Gruppi si faccia una scelta degli argomenti che in questa condizione di minorità politica della maggioranza si possono esaminare.
Dopo aver valutato queste condizioni determineremo il nostro atteggiamento.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Devo dire per correttezza che avevo chiesto al Presidente del Consiglio di informare sugli argomenti che sono stati svolti or ora dallo stesso Presidente del Gruppo comunista, non certamente per anticipare, ma solo per uno sforzo di non essere assente da questi temi che esistono, che non possono essere ignorati e determinano interrogativi di ogni tipo.
Nella seduta del 2 luglio 1987 ero stato sollecitato da più settori del Consiglio regionale, e anche per avvertita esigenza, ad offrire una corretta informazione. Ho cercato di completare un quadro che già avevo introdotto nella precedente seduta del 25 giugno, allorquando addirittura l'argomento era stato supportato da ordini del giorno presentati da due Gruppi consiliari.
La settimana scorsa, non certo per rifuggire al dibattito, quanto per evitare ripetizioni, non intervallate sotto il profilo temporale, avevo ritenuto di non dare luogo ad altre comunicazioni, semmai confermai con estrema concisione lo stato di cose allorquando l'argomento venne ripreso in sede di dibattito sulla legge che regolamenta e disciplina i laboratori privati.
Nella seduta dei primi di luglio precisai che l'unica fonte di informazione era riconducibile ai normali canali di comunicazione giornali, televisione, radio. Oggi aggiungerei che nei procedimenti nei quali la Regione potrebbe essere coinvolta, attivamente o passivamente intervengono elementi di aggiornamento conoscitivi, attraverso il ricevimento delle copie delle comunicazioni giudiziarie rivolte a coloro che vengono definiti inquisiti e che talvolta la informazione penalizza e condanna in anticipo.
Passi per il discorso sul riservo che è già intervenuto in ogni modo certamente torna difficile non esprimere un giudizio negativo per come impietosamente i mezzi di informazione penalizzano, colpevolizzano aggrediscono l'uomo, ne sconvolgono il presente, ne distruggono il futuro prima che ne sia dimostrato lo stato di vera colpevolezza.
Parrebbe che i filoni di inchiesta investano i laboratori, le convenzioni, la fornitura dei servizi di mezzi e le strutture sanitarie per gli anni 1980/1984.
I procedimenti aperti dalla Magistratura hanno investito, seppure in modi diversi, molti cittadini che con diverse motivazioni e deleghe hanno avuto delle presenze entro il Servizio sanitario.
Siamo ancora nell'attesa di ulteriori e maggiori notizie per capire quali e quanti componenti dello stesso livello di controllo possono essere stati coinvolti dalle iniziative istruttorie. Nè è al momento ipotizzabile lo sviluppo e la dimensione di questo ampio sommovimento, anche sotto il profilo della quantificazione dei coinvolti o dei coinvolgendi.
Il Consiglio, che pur nelle presenze attuali o trascorse ovvero nelle potenzialità di riferimenti, non è di certo isolato dal resto del Paese anche se mi auguro che una illuminante verità azzeri ogni ipotesi di singolo addebito, è però interessato a capire o ad avere delle risposte sulla sofferta posizione del collega prof. Olivieri.
A tal proposito, non avendo i mezzi a mia disposizione né canali preferenziali di informazione, devo dichiarare che permane la situazione che ha visto il collega ristretto alla Casa circondariale di Pinerolo per addebiti ipotizzati che lo toccano, non come Assessore regionale alla sanità, ma per il ruolo svolto come Presidente dell'USSL 1/23. Per cui al momento non si sono ancora determinate condizioni tali da poter superare la precedente comunicazione, cosa che, come dissi allora, non è facile valutare l'obiettiva portata dei fatti, maturare delle definizioni di atteggiamenti, cercare di capire, di riflettere, determinare pensando che la dimensione e la portata di questa iniziativa apertasi a Torino attraverso l'intervento della Magistratura, l'acquisizione dei più ampi elementi di giudizio diviene primaria condizione per definire non un atteggiamento singolo sul problema 0livieri, ma la strategia complessiva della comunità, invocando da un lato la salvaguardia di un esaltante ruolo della giustizia e, contemporaneamente, la strenua difesa dei valori del cittadino che è colpevole solo dopo che una sentenza sia divenuta definitiva.
La Giunta regionale ne diede comunicazione il 2 luglio e avevo convenuto sul fatto che il Presidente della Regione sviluppasse una sua presenza sostitutiva dell'Assessore entro l'area della sanità e dissi altre cose che non ripeto per non tediare e per non sottrarre tempo. Precisai anche taluni percorsi che nell'immediato dovevano essere portati avanti da parte di chi di fatto si è trovato a gestire in prima persona, e collegialmente poi da parte della Giunta, la complessa materia.
La Giunta regionale nella seduta di martedì 14 luglio ha ulteriormente sottolineato il ruolo presidenziale e tanto risulta dal verbale della seduta. E' detto nel verbale: "Su iniziativa del Presidente, la Giunta prende in esame la situazione in atto presso l'Assessorato alla sanità a seguito dei recenti interventi della Magistratura. L'impossibilità di conduzione politica o amministrativa da parte dell'Assessore Olivieri nonché le carenze in parte colmate con provvedimenti urgenti nelle funzioni dirigenziali dei servizi, creano difficoltà, comunque da superare, per consentire la regolare gestione del comparto sanitario, in speciale riferimento alla fase di trasformazione istituzionale della stessa USSL di Torino. La Giunta pertanto concorda sull'opportunità che sia il Presidente ad espletare pro tempore le funzioni della delega sanitaria".
Posso assicurare ora che il settore della sanità è seguito con presenza, cura e attenzione. C'è l'impegno di valutare il documento del Gruppo comunista in ogni aspetto e in ogni modo attivando ogni migliore iniziativa perché le cose che ivi possono essere sollevate, ed altre che contattiamo nella realtà di ogni giorno, abbiano a trovare uno sbocco risolutivo ed una risposta.
Ritengo di poter dire che è passata la legge sui laboratori tentando di inserirsi in un'area che oggi è particolarmente oggetto di attenzione da parte della Magistratura.
Non siamo stati assenti non solo sul problema del FIO, come è apparso ieri sul giornale, per l'Ospedale Molinette, ma anche sulle piccole cose risottolineo "le piccole cose" - di routine quotidiana, tentando di superarne i problemi, cercando, per quanto è possibile e vi dico che c'è vera necessità, di fare iniezione di fiducia, ridare motivazioni a chi le ha perse, fugando per quanto ci è possibile le paure, perché la vita continua, così come continua la domanda di salute della gente.
E questo è possibile perché i funzionari - lo ridico a tutte lettere i collaboratori tirano, stringono i denti, introducono anticorpi, basta leggere le molte note degli operatori della salute. Eppure riconosco che il mio, pur senza soluzione di continuità, è ruolo totalmente transitorio di provvisorietà. Non tocca a me parlare qui di altri passaggi e approfondimenti in atto tra i Partiti che sorreggono il Governo, che necessariamente coinvolgono l'assieme delle deleghe regionali, la stessa loro definizione.
Ho solo un auspicio da fare: che la giustizia nel consentito breve tempo riesca a dare le risposte che la comunità attende, che tutti rendendoci conto che quanto sta accadendo trascende la portata di ogni singolo atto, aspetto, risvolto della vicenda, avvertiamo che è in gioco la credibilità delle istituzioni, il modo di essere, di collocarsi, partito o persona, nella società a servizio della gente.
Siamo quindi d'accordo che intervenga una pausa di approfondimento anche attraverso la convocazione dei Capigruppo, per poter proseguire nei lavori della giornata.
Mi si consenta un riferimento al problema che è stato sollevato dal collega Bontempi circa l'assenza del Gruppo repubblicano.
Non vogliamo ignorare, senza drammatizzare o sdrammatizzare, che in una realtà non facile e sofferta, quale, quella che il Piemonte sanità sta vivendo, è possibile non tanto dare delle interpretazioni diverse, che pur sono state anche date, quanto offrire diverse ed articolate ipotesi operative.
Mi pare di poter dire che è difficile impedire siffatto modo di muoversi. Restano salve le regole del gioco più generali e delle collaborazioni che, per quanto mi consta, non sono state messe in discussione, non sono state intaccate, anzi, se fossero vere le motivazioni accreditate alla non presenza del PRI (non entro nel merito, dico solo che il Vicepresidente Bianca Vetrino, che è stata assente dalla Giunta anche l'altro giorno, mi assicurò che la giustificazione era totalmente, per motivi familiari e non politici), si appalesano come sempre due interpretazioni e mettendone almeno una in positivo mi parrebbe di poter capire che è intenzione di tutti i Gruppi che sostengono la Giunta di non accrescere le odierne difficoltà.
Con ciò il problema resta e io qui, a me stesso, ai componenti della Giunta e al Consiglio, rivolgo l'auspicio che abbia a trovare presto soluzione.



PRESIDENTE

Convoco i Presidenti dei Gruppi consiliari.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11,20 riprende alle ore 12,10)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
In seguito alle comunicazioni del Presidente della Giunta, i Consiglieri che intendono intervenire ne hanno facoltà, ai sensi dell'art.
47 del Regolamento.
La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Intervengo per rilevare che nel corso della seduta del 2 luglio avevo espressamente chiesto, in sede di comunicazioni del Presidente della Giunta, che nella successiva seduta del 9 luglio si procedesse alla verifica del programma della Giunta.
Questo perché, come prospettai in allora, era di tutta evidenza una sostanziale crisi della maggioranza. La crisi normalmente dovrebbe essere espressa attraverso la dissociazione di uno dei Gruppi che sostengono la maggioranza, tuttavia per fatti più che evidenti, più che concludenti, la situazione di crisi c'era.
La mia richiesta è rafforzata sia dall'assenza del Gruppo repubblicano dai lavori dell'aula, assenza che nascondendosi dietro un dito non la si può definire puramente casuale, e sia per un fatto più che evidente, più che concludente, che non è di oggi, ma è anteriore alle elezioni del 14 giugno, quando il Gruppo socialista aveva espressamente detto che il Piano di sviluppo doveva essere rivisto e corretto.
Se una forza della maggioranza come quella socialista, dice che occorre correggere nella sostanza il Piano di sviluppo, e se un'altra forza, quella del Gruppo repubblicano, si assenta dai lavori dell'aula per ragioni fin troppo chiare, penso che ci si trovi in un caso tipico di crisi sostanziale anche se non espressa. Ecco perché rinnovo, a nome del nostro Gruppo, la richiesta formale che giovedì prossimo venga inserita all'o.d.g. la verifica della maggioranza o la verifica della Giunta.
Telegraficamente poche parole sulla seconda parte delle comunicazioni del Presidente. Il 2 luglio avevo anche chiesto che la Giunta risolvesse la questione di non lieve momento dell'Assessorato alla sanità. Non si è verificato, nulla. Desidero ricordare alla Giunta il comportamento istituzionalmente ben più responsabile tenuto dalla Giunta della Regione Toscana. Anche 11 si è verificato l'infortunio dell'Assessore al turismo accusato giustamente o ingiustamente, questo lo si vedrà al momento della sentenza definitiva, e la Giunta della Regione Toscana, avuta la notizia dopo poche ore si riunì e gli revocò la delega. Questo non per sfiducia o perché ritenesse l'Assessore, socialista anch'esso, responsabile, ma perché, di fronte all'oggettiva impossibilità del medesimo di interessarsi del suo Assessorato, ha ritenuto doveroso e istituzionalmente corretto ritirargli la delega.
Sempre a guisa di precedente, sottolineo che il medesimo Assessore dopo pochi giorni di giusta o ingiusta detenzione preventiva, ha rassegnato le dimissioni.
Desidero ricordare il comportamento responsabile, soprattutto della Giunta della Regione Toscana, tenuto in una medesima sostanziale occasione.
A me pare che dopo tre settimane dall'infortunio occorso all'Assessore Olivieri sia doveroso provvedere, non per manifestare a lui sfiducia politica, ma per fare funzionare le istituzioni, per fare funzionare l'Assessorato, alla revoca delle deleghe conferitegli, motivandola con l' "oggettiva impossibilità dell'Assessore di potersi occupare del suo Assessorato".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Stagliano.



STAGLIANO' Gregorio Igor

A noi parevano urgenti le dimissioni e la chiarificazione della situazione che si è determinata già qualche settimana fa. La situazione si è ulteriormente aggravata, anzi, la situazione è oscura.
Nella riunione dei Capigruppo che è appena terminata si sono sentite espressioni come "gioco del silenzio" rispetto all'assenza del Gruppo repubblicano, ormai reiterata in due sedute successive, la settimana scorsa su un argomento di grande rilevanza politica come la questione relativa ai referendum su giustizia e sul nucleare. Si è parlato, per bocca di autorevoli rappresentanti della maggioranza, di gioco del silenzio, di assenza ingiustificata, si è sentito dire che è poco serio non dichiarare le proprie scelte politiche; sono tutte frasi testuali. Qualcuno si assuma la responsabilità di dichiarare che si apre la crisi, si dia un nome e cognome alla crisi. Il convitato di pietra in tutta la discussione evidentemente era il Partito repubblicano. Si è fatta luce soltanto su un elemento: che la signora Vetrino, Vicepresidente della Giunta regionale, è al mare. E' stato detto anche che a metà cammino della nuova legislatura c'è bisogno di una verifica, mi pare più che legittimo; d'altra parte anche Dante Alighieri cominciò un celeberrimo scritto "A metà del camin...".
Penso che sia legittimo, purché l'ex pentapartito non ci metta più di Dante a presentare in quest'aula il suo prodotto.
Penso che ci sia bisogno di glasnost nel PRI e anche in quest'aula quindi, dovendo trarre le conseguenze di una situazione che si è via via aggrovigliata, che sta andando allo sbando su troppi problemi, basti ricordare l'emergenza ambientale, le discariche, per non battere costantemente sul tasto della sanità; la conseguenza da trarre è solo una e cioè che se la maggioranza non ritiene di dover trarre lezione da quello che sta avvenendo, se non ritiene di prospettare delle soluzioni, se la maggioranza non ritiene urgente, impellente questo bisogno, pensiamo di doverle trarre noi le conseguenze e quindi di dichiarare pubblicamente la impossibilità in quest'aula di avere un confronto sui problemi, sulle questioni legislative rilevanti che abbiamo iscritto all'o.d.g. di fronte ad una maggioranza inesistente, perché non esiste il pentapartito che è stato votato 1'1 agosto 1985. Quindi, in questo senso, è impossibile partecipare ai lavori di una seduta finta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.



PEZZANA Angelo

Ritengo giusto intervenire perché credo che i lavori dei Capigruppo debbano essere di dominio pubblico. Ero contrario all'indizione della Conferenza dei Presidenti dei Gruppi perché non mi sembrava opportuno discutere dell'ordine dei lavori quando esiste la riunione del venerdì a mezzogiorno.
Malgrado ciò vi ho partecipato e devo dire che la mia impressione concorda con quella del Gruppo comunista, per quanto quella della Regione del Comune e delle istituzioni può essere definita una crisi sostanziale.
Questa impressione è però contraddetta quando il PCI propone di depennare dall'o.d.g. alcune leggi in discussione. Mi sono permesso di fare al Gruppo comunista, così come poi ho fatto alla Giunta, un altro tipo di osservazioni e cioè che se un Gruppo di opposizione, così folto e numeroso come quello comunista, intende sottolineare una presenza di crisi istituzionale in Regione, ha un metodo molto significativo per farlo ed è quello di uscire in modo compatto dal Consiglio astenendosi dal partecipare alle riunioni; perché gridare tanto al lupo, per poi fare una fischiatina paragonabile a quella di chiedere che alcune leggi vengano depennate, mi sembra un modo molto tenue di fare opposizione.
Così come mi sembra un modo molto tenue da parte della Giunta quello di dichiarare che l'opposizione ha tutto il diritto di svolgere il suo ruolo e la Giunta ha tutto il diritto di seguire l'opposizione quando gli consiglia qualche cosa. La Giunta, se deve governare, governi e abbia il coraggio di dire "no, il programma è questo e noi vogliamo realizzarlo". Non capisco mai quali sono i ruoli tra la Giunta e l'opposizione, questo è un dubbio che mi viene da più di due anni da quando sono qui. Ogni tanto mi permetto di sottolinearlo e poi salta fuori che io do i consigli a destra e a manca.
Questo non è proprio vero, semplicemente, come Consigliere, mi trovo a volte nella impossibilità di capire chi dichiara che esiste una crisi di fatto, ma non fa nulla in conseguenza, e in realtà non decide perch ascolta i consigli e i pareri dell'opposizione.
Secondo me, la Giunta non deve ascoltare alcun parere, alcun consiglio deve governare e l'opposizione ha come diritto, come compito istituzionale quello di far valere la sua presenza con atti che segnino in maniera marcata la sua funzione in Consiglio.
Questo è quanto è avvenuto in questa un po' assurda riunione dei Capigruppo, mi sembra giusto riferirne in Consiglio perché non è argomento ristretto, anzi, questo dibattito dovrebbe essere finalmente svolto in questo Consiglio per capire quali sono i compiti di chi governa e quelli di chi fa opposizione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

La Conferenza dei Capigruppo è frutto di una richiesta posta dal Gruppo comunista.
Devo dire che mi fa piacere che la nostra iniziativa abbia trovato gli altri Gruppi dell'opposizione del tutto concordi sull'analisi, testimonia dell'utilità della riunione dei Capigruppo. Sono naturalmente e per logiche di collocazione in disaccordo con chi mi ha preceduto.
La riunione dei Capigruppo è stata quanto mai utile di fronte alla nostra richiesta di ibernazione della maggioranza, in quanto non è più in grado di operare secondo i canoni di un'istituzione parlamentare, ma è soltanto più in grado di assumere provvedimenti di ordinaria amministrazione. Abbiamo avuto la prova di una divisione profonda all'interno della maggioranza. Il Gruppo socialista ha mostrato di cogliere questo aspetto politico, altri Gruppi invece, come fanno da due anni continuano a dichiarare che tutto va bene.
Ieri a Pinerolo alla consultazione sul Piano di sviluppo abbiamo avuto la prova che alla Regione non si crede più e sono venute alcune critiche di fondo sulla finta che viene perpetrata anche attraverso questo strumento.
Le cose non vanno bene, ma ci sono alcuni Gruppi della maggioranza che continuano a dichiarare che tutto va bene.
La Babele, la confusione, la tecnica di protrarre il tempo da parte della maggioranza su qualsiasi cosa succeda, ha determinato in noi la decisione di porre il problema attraverso questa verifica nella Conferenza dei Capigruppo per trarre da questa riunione le conseguenze possibili.
Le conseguenze possibili sono semplici: il Gruppo comunista ritiene che non esistano più le condizioni di agibilità istituzionale per trattare qualsiasi argomento, neanche quelli di ordinaria amministrazione; ritiene che debba essere accelerato il processo di chiarimento da troppo tempo rinviato sui fatti che abbiamo esposto; non ci accontentiamo della messa all'o.d.g. di questo punto e non riteniamo che sia sufficiente, anche se la apprezziamo, l'intenzione espressa dal Consigliere Rossa di dare un chiarimento tra otto giorni.
Il Gruppo comunista, valendosi della sua forza numerica, presenta a lei, signor Presidente, una formale mozione di sfiducia a questa Giunta e chiede che questa venga discussa prima di qualsiasi altro argomento.
C'è bisogno di chiarezza, anche tra di voi, per un insieme di ragioni che abbiamo individuato fin dall'origine di questa maggioranza e che fa si che andiate avanti all'insegna di uno sfascio sussurrato, non dichiarato ma da tutti percepito.
In questo senso, noi abbandoniamo i lavori del Consiglio ricordando che la legge sulle opere pubbliche ci sta molto a cuore, soprattutto perch per l'atteggiamento della maggioranza e della Giunta, verrebbe svuotata.
Noi abbandoniamo l'aula, se avrete i numeri continuerete.
Chiedo alle forze politiche responsabili all'interno del pentapartito di stare attente a commettere questa gravissima lesione istituzionale.
Preannunciamo anche che utilizzeremo di tutti gli strumenti in nostro possesso perché non sia caducata una legge di questo peso, ricordando un articolo di cui si parla molto all'indomani di questioni giudiziarie quello sulla trasparenza degli appalti. E' una finta l'attuazione che la Giunta ha dato dell'art. 30 del Regolamento.
Ci sono due seri motivi da porre all'attenzione dell'opinione pubblica signori della cosiddetta maggioranza, la questione di non caducare questa legge e la questione di avere di fatto impedito la corretta applicazione dell'articolo fondamentale sulla banca dati degli appalti.
Il Gruppo comunista non procederà ai lavori del Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la dichiarazione fatta dal Consigliere Bontempi mi coglie impreparato. Non posso non rilevarla come un elemento di rammarico, perché mi sembra che la conclusione politica alla quale egli arriva sia molto sproporzionata rispetto alla situazione nella quale ci troviamo, anche se è difficile.
Ribadisco il senso politico della richiesta di incontro per esaminare e valutare l'o.d.g. E' in corso una verifica ed è stato approvato dalle segreterie dei cinque Partiti un documento nel quale si conferma l'impegno dell'alleanza di pentapartito, però si ritiene che questa alleanza di qui alla conclusione della legislatura regionale sia di più alto profilo.
Ci sono delle ragioni di carattere programmatico che hanno bisogno di un'ulteriore accentuazione, di un'ulteriore rivisitazione. Ci sono anche ragioni di carattere politico che riguardano l'assetto, le caratterizzazioni. Noi socialisti riteniamo che di fronte ad una società che sta rapidamente cambiando, come quella piemontese, occorra dare delle risposte di più alto profilo.
Queste cose sono contenute in una breve dichiarazione che le segreterie dei cinque Partiti hanno approvato una decina di giorni fa, confermando la volontà di proseguire in questa alleanza procedendo anche nella direzione di dare delle risposte a livello di programma, di assetti operativi e di governo.
E' necessario questo intervento, occorre tonificare la situazione che si è caricata dei significati che ognuno ha maturato nella propria libera interpretazione, rispetto al fatto che manca il Gruppo repubblicano. Questa assenza non può non creare qualche dubbio anche da parte nostra, anche se rileviamo che il Gruppo repubblicano non ha mai fatto sapere quali sono le ragioni della sua assenza. Sappiamo che il Vicepresidente Bianca Vetrino è al mare, ma non possiamo certo metterci a sfogliare la margherita per sapere per quali ragioni è andata al mare. Basterebbe dire che è andata al mare perché siamo vicini alle ferie, siamo al termine di un anno di duro lavoro, quindi ha colto l'occasione per riposarsi. Qualcuno dice che gli altri due componenti del Partito repubblicano sarebbero assenti giustificati.



PRESIDENTE

Devo fare una correzione per il Consigliere Fracchia che ieri sera ha comunicato all'Ufficio di Presidenza che chiedeva congedo; stamane ha fatto invece comunicare che non chiedeva congedo.



ROSSA Angelo

Ho detto quello che sapevo fino a cinque minuti fa. Il dibattito serve giustamente, allora dico che l'assenza del Partito repubblicano va sempre più caratterizzandosi come un'assenza di carattere politico.
Se ieri il Consigliere Fracchia intendeva essere considerato in congedo e stamattina ha corretto la sua dichiarazione, non possiamo non rilevare il fatto. Lo dico anche con una certa preoccupazione perché tra le forze politiche che danno atto reciprocamente dell'impegno sia all'interno del governo sia nei rapporti tra il governo e l'opposizione di fronte a ragioni di dissenso politico, ci pare che queste debbano essere portate a conoscenza delle altre forze politiche.
Nella riunione dei Capigruppo, quando ancora non si conosceva l'ultimo fatto che abbiamo conosciuto poc'anzi, avevo detto che comunque il Gruppo socialista si assumeva l'impegno di dare entro otto giorni delle risposte di carattere politico in ordine ad una situazione di incertezza della quale siamo molto preoccupati. Se dobbiamo prendere atto che il Partito repubblicano ha virtualmente aperto la crisi del governo regionale prendiamone atto e vedremo incontro a quali prospettive dovremo andare.
Questa è la posizione del Partito socialista.
Auspicherei una posizione meno rigida da parte del Gruppo comunista comunque questa situazione deve essere chiarita. Il rilancio dell'impegno politico nel governo regionale di pentapartito il Partito socialista lo assume con quella chiarezza che deve sorreggere gli impegni politici. Le scelte che abbiamo compiuto a livello di governo sono dirette a dare delle risposte e riteniamo che queste risposte possono essere date indipendentemente dalle valutazioni dell'opposizione.
Questo è il nostro impegno che manterremo nella verifica e chiederemo che le posizioni vengano chiarite nella riunione di giovedì.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Santoni.



SANTONI Fernando

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, l'unica cosa di cui non abbiamo bisogno e aggiungere confusione e confusione e cercherò di essere estremamente chiaro su questa vicenda.
La richiesta del Gruppo comunista di non procedere nell'o.d.g, e addirittura di presentare come decisione una mozione di sfiducia alla Giunta credo si fondi sostanzialmente sull'assenza del Gruppo repubblicano assenza che viene dipinta di significati politici, quasi come dissociazione di un Gruppo di maggioranza dalla maggioranza stessa.
Credo che le scelte politiche di qualunque Gruppo debbano essere chiarite e spiegate all'interno e all'esterno di quest'aula. Il voler dare qui un'interpretazione a questa assenza ritengo sia un esercizio poco utile e soprattutto poco utile per la chiarezza delle posizioni. Se l'assenza del Gruppo repubblicano avesse valenze politiche, sono certo che i colleghi repubblicani lo avrebbero dichiarato o lo dichiareranno nei prossimi giorni.
Certamente, contrasta con questo quanto comunicato dal Presidente dell'assemblea circa la richiesta di congedo dalla seduta di oggi di uno o di più Consiglieri di questo Gruppo. Certo è che se questa situazione dovesse permanere, signor Presidente, interpretando il sentimento, la richiesta e la necessità che emerge dall'aula, vorrà chiedere al Gruppo repubblicano se questa assenza ha un significato politico e vorrà spiegare all'assemblea in termini chiari e certi il significato di questa assenza.
La richiesta di non procedere nella discussione dell'o.d.g. è, come già ricordato dal collega Bontempi, una richiesta di prendere atto di una situazione di crisi. Ebbene, colleghi, noi non siamo disponibili ad aprire crisi senza che questa abbia un padre e una madre e senza che si dica chiaramente chi e perché si è aperta la crisi. I giochi di sponda a noi non piacciono; sono tipici del biliardo, sono esercitazioni in politica bizantine. Credo invece che i problemi vadano affrontati direttamente, se qualche Gruppo della maggioranza ritiene di dovere aprire una crisi farebbe cosa utile a sé e agli altri se lo dichiarasse in quest'aula o lo dichiarasse con documenti formali ed ufficiali.
Questo non vuol dire che dobbiamo fingere che niente è successo. Ho già detto che il Presidente del Consiglio dovrà assumere le iniziative che riterrà di assumere, che credo non potranno non andare nella direzione che abbiamo indicato sia nella riunione dei Capigruppo che in aula. Credo che la maggioranza abbia già iniziato, così come ha deciso di fare, una verifica al proprio interno sulla necessità di stringere i tempi per la realizzazione del programma, così come concordato e per le modifiche laddove sono necessarie, essendo giunti a metà del cammino della legislatura. Se qualcuno ritiene che la strada che la maggioranza ha assunto e ha deciso, senza ritenere di dovere aprire una crisi, debba essere modificata, ci sono modi e termini per dirlo e per procedere in questa direzione; ma non attraverso acrobazie e scelte surrettizie nel senso di non dichiarare la crisi, non procedere nell'esame dell'o.d.g. come se la crisi ci fosse stata perché - ripeto - così si fa soltanto della confusione e non si contribuisce alla chiarezza dei rapporti politici che sono, invece, indispensabili soprattutto in un momento in cui la chiarezza non è di tutti i giorni.
Vedo che dopo la riunione dei Capigruppo, che era stata convocata per decidere la prosecuzione dei lavori, il Gruppo comunista presenta una mozione di sfiducia. Certo, è nel diritto-dovere di qualunque Gruppo presentare una mozione. Mi stupisce però che, essendo la mozione già firmata, dattiloscritta e fotocopiata, quindi non frutto di una decisione successiva alla riunione dei Capigruppo, ma evidentemente precedente a questa, non sia stata comunicata alla riunione dei Capigruppo che doveva discutere proprio dell'ordine dei lavori. Anche questo è un elemento che non contraddice, ma che contribuisce a quella situazione di sfilacciamento tante volte richiamata dal Capogruppo comunista e tante volte giustamente lamentata dallo stesso. Eravamo riuniti per discutere l'ordine dei lavori quindi una mozione di sfiducia era elemento importante nella economia dei lavori dell'aula. Anche questo è un elemento ulteriore di cui dobbiamo tenere conto; forse potremo procedere più chiaramente nella esplicazione delle nostre funzioni sia di maggioranza che di opposizione.
Concludo dicendo che, a prescindere dal problema relativo alla mozione di sfiducia, laddove questa non fosse di per sé ostacolo al procedere o che fosse superata da una decisione, dell'aula, il nostro Gruppo, proprio per le motivazioni che ho esposto, chiede di procedere nell'o.d.g.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Nerviani.



NERVIANI Enrico

Abbiamo appreso che la posizione del Gruppo principale di opposizione in Consiglio è andata accentuandosi nella sua critica e, dalla richiesta di condizionamento della maggioranza, attraverso la riunione dei Capigruppo durante la quale doveva essere imposto un determinato ordine dei lavori, si è giunti con l'ultimo intervento del Capogruppo comunista all'indicazione di una non prosecuzione dei lavori del Consiglio se prima non sarà presa in esame una mozione di sfiducia alla Giunta che dal Gruppo comunista è stata presentata.
Debbo dire, come ho detto altre volte in modo forse un po' polemico che mi pare che si stia abusando di questo eccezionale strumento dell'opposizione qual è l'abbandono dell'aula del Consiglio. Se si verificasse sarebbe la quarta volta in questa legislatura che questo succede. A tutti converrà meditare sull'uso di questi mezzi nel dibattito politico del Consiglio regionale.
Dico ora quello che avrei detto prima se non ci fosse stata la riunione dei Capigruppo ad interrompere la discussione sulle comunicazioni del Presidente della Giunta.
La proposta di discutere l'o.d.g. sulla premessa che noi, come maggioranza, saremmo stati in minorità politica, doveva essere decisamente e fermamente respinta.
Abbiamo accettato la riunione dei Capigruppo per verificare se si riteneva di modificare l'ordine dei lavori su delle ragioni fondate.
Durante la riunione è emersa ancora la denuncia della incapacità della maggioranza a far fronte ai suoi doveri.
Successivamente è stato detto che siamo sostanzialmente ibernati. E' stato anche detto che la sanità non è gestita e non è gestibile per la mancanza dell'Assessore responsabile; è stata poi invocata, come ragione fondamentale della impossibilità a procedere, l'assenza del Gruppo repubblicano.
Rimango, come è mio costume personale e come è costume del nostro Gruppo, ai fatti precisi. Esiste all'interno di questo Consiglio un innegabile disagio. Non siamo nel momento più splendido della forma dell'attuale maggioranza. Vi è una verifica in corso, è cosa nota, si sta sviluppando, si ritiene che possa in tempi del tutto ragionevoli concludersi. Non è questa quindi una ragione di crisi assolutamente obbligata.
Vi è disagio per la situazione in cui si trova l'Assessore alla sanità.
Abbiamo però il Presidente della Giunta che ne ha di fatto assunto le funzioni. Il Presidente della Giunta, diversamente dai Presidenti che prima hanno operato, è attualmente privo di qualunque altra delega. L'assunzione di questa competenza, quindi, è del tutto sostenibile e può consentire lo sviluppo dell'attività della sanità" per tempi che hanno qualche spazio ancora.
Vi è il problema dei Consiglieri repubblicani. Dobbiamo guardare le cose con realismo, lo ha già detto il Consigliere Santoni. Si dice che siano in polemica, si dice che l'assenza sia dovuta a dissenso politico. Ai repubblicani diciamo semplicemente questo: se dissenso c'è, se polemica c'è, la dichiarino ufficialmente, ne prenderemo atto, non siamo abituati mai a discutere sui pettegolezzi, sui capricci, sulle cose dette nei corridoi; siamo abituati a discutere sulle dichiarazioni formali rese in aula e personalmente a livello politico. Di questo soltanto discuteremo. E' evidente che se la situazione dovesse protrarsi sarebbe difficilmente sostenibile, ma, allo stato degli atti e dei fatti, possiamo ritenere che sia ancora comprensibile un atteggiamento di attesa. Giovedì prossimo avremo qualche elemento in più per giudicare in maniera definitiva e per trarre le necessarie conclusioni.
Al presente debbo soltanto dire che il Consiglio regionale per funzionare deve avere la sua pienezza di espressione; per questo rivolgo intensamente l'invito al Gruppo comunista di continuare a partecipare ai lavori; ma il Consiglio ha formalmente la possibilità di operare quando esiste al suo interno il numero legale. Quindi la crisi formale del Consiglio si verifica in quel momento soltanto, che dovremo andare a verificare.
La crisi della Giunta, quella vera, in mancanza di dichiarazioni politiche che la compromettano, esiste quando la Giunta non opera, quando la Giunta si trova in impasse di capacità esecutiva e di capacità propositiva sul piano legislativo. Mi pare che l'o.d.g. di oggi dimostri che la Giunta opera, che la Giunta svolge correttamente e precisamente le sue funzioni e soprattutto è elemento propositore di iniziative legislative; pertanto la crisi denunciata è, al momento presente inesistente.
Ritengo che vi siano ancora, per ora, ragioni strumentali comprensibili sul piano politico, ma sostanzialmente capziose che non possiamo accettare. Riteniamo che questo Consiglio possa operare, riteniamo che il Gruppo comunista debba dare a questo Consiglio l'alta valenza del suo contributo politico e del suo contributo amministrativo. Riteniamo che la Giunta debba continuare nel suo lavoro, in sostanza, che il Piemonte debba essere gestito seriamente e continuativamente con lo sforzo di tutti.
Il Gruppo consiliare della Democrazia Cristiana, non per attaccamento al potere, ma per serietà, ha dato ampie dimostrazioni di grande responsabilità rinunciando faticosamente a posizioni che sono state e che sono sue proprie, ha dato dimostrazioni continue nel senso della responsabilità. Continueremo a darne, certamente, prenderemo atto, quando ci dovessero essere delle dichiarazioni di dissociazione di Gruppi della maggioranza, che è aperta una situazione di emergenza, che si è aperta la crisi, ma soltanto di fronte ad atti certi e dichiarati dei quali ciascuno assume la responsabilità, che consente a tutti di manifestare fino in fondo la propria dignità politica a cui noi teniamo in modo particolarissimo.



(Il Gruppo PCI abbandona l'aula)



PEZZANA Angelo

Chiedo di intervenire.



PRESIDENTE

Non sono previste dal Regolamento le repliche dei Consiglieri. Neanche alla Giunta è data la possibilità di replicare per il semplice fatto che le comunicazioni del Presidente della Giunta si esauriscono con i chiarimenti che vengono richiesti; salvo che si stabilisca, un dibattito, ma il dibattito non ha più la valenza delle comunicazioni della Giunta.
A questo punto, esaurita la comunicazione della Giunta, sospendo i lavori e convoco il Consiglio per il pomeriggio per proseguire nell'esame dell'o.d.g.



(La seduta, sospesa alle ore 13 riprende alle ore 14,45)


Argomento: Opere pubbliche

Esame progetto di legge n. 262: "Legge regionale in materia di opere e lavori pubblici - Proroga dell'entrata in vigore di alcune norme"


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Passiamo al punto 5) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 262.
La parola al relatore, Consigliere Quaglia.



QUAGLIA Giovanni, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la L.R. 21/3/1984, n. 18 doveva trovare concreta attuazione nel maggio 1985, con l'approvazione del relativo Regolamento.
Tale legge, non contenendo disposizioni transitorie, ha determinato difficoltà di applicazione soprattutto con riguardo alle pratiche in istruttoria o già avviate. Tale situazione e contemporaneamente l'impossibilità di rispettare le date previste dalla legge per la programmazione delle iniziative da realizzare e l'impossibilità di gestire il capitolo unico iscritto in bilancio, ai sensi della stessa legge, hanno indotto l'Amministrazione all'approvazione della L.R. 7/8/1986 n. 34. Con tale normativa: venivano sanati gli atti amministrativi adottati in conformità alle leggi di settore che la L.R. n. 18/84 aveva nel frattempo abrogato venivano istituiti nel bilancio regionale capitoli di spesa idonei a consentire la gestione dei singoli interventi previsti si disponeva il rinvio all'1 gennaio 1987 dell'applicazione degli articoli della L.R. n. 18/84 relativi alla "programmazione".
Il Piano pluriennale e i programmi di intervento previsti dalla L.R. n.
18/84, investendo tutte le opere e i lavori pubblici e d'interesse pubblico da eseguire sul territorio regionale, comunque finanziati, si sono dimostrati anche successivamente, per vari motivi, di difficile elaborazione. Basta pensare si diversi tempi di finanziamento che sono stabiliti dalle specifiche leggi settoriali, statali e internazionali, per rendersi conto che una programmazione complessiva di opere e lavori pubblici e di interesse pubblico - così come prevista dalla L.R. n. 18/84 non è definibile in un unico documento e in un unico momento prefissato.
Appare pertanto necessaria una revisione del titolo II della L.R. n.
18/84. La Giunta regionale in ordine a tale necessità ha presentato in data 21 maggio 1987 il disegno di legge regionale n. 263 assegnato alla II Commissione consiliare in data 27/5/1987 annunciato al Consiglio regionale in data 28/5/1987.
In pendenza dell'iter legislativo del suddetto disegno di legge regionale è necessario adottare urgenti provvedimenti legislativi.
Infatti, per poter attivare nell'anno 1987 gli interventi regionali nei confronti di quelle opere che sono state comunque richieste alla Regione in base alle specifiche leggi di settore, la Giunta regionale ha predisposto l'allegato disegno di legge che dispone (art. 1) un ulteriore rinvio delle norme di programmazione e di finanziamento previste dalla L.R.
n. 18/84, e richiama in vigore, relativamente agli stessi punti, le norme settoriali attualmente non applicabili per effetto dell'art. 33 della citata L.R. 18/84.
Conseguentemente, essendo venuta a scadere con il 31/12/1986 la proroga disposta dalla L.R. 7/8/1986 n. 34, occorre disporre la sanatoria dei provvedimenti assunti nel periodo intercorrente tra 1'1/1/1987 e l'entrata in vigore della presente legge (art. 2).
Il disegno di legge in argomento prevede la sospensione dell'applicazione degli artt. 4, 5, 6, 7 e 8 del titolo II della L.R.
21/3/1984 n. 18 fino al 31/12/1988. In pratica, vengono rinviate al 1989 le procedure di programmazione previste dalla citata L.R. n. 18/84.
Il rinvio di diciotto mesi che può apparire eccessivo nei termini, in effetti corrisponde a previste necessità tecniche. Il succitato disegno di legge n. 263 introduce, o comunque la legge che ne discenderà potrà introdurre, alcune modifiche alle norme ed alle procedure di programmazione previste nella più volte citata L.R. n. 18/84, per cui si ritiene opportuno avviare, in termini e modi definitivi, le complesse procedure di programmazione non solo sulla base delle norme contenute nella L.R. n.
18/84, ma a regime legislativo definito con l'approvazione e la successiva entrata in vigore delle norme di cui all'attuale disegno di legge n. 263.
Pare opportuno infine a tale riguardo ricordare che la stessa L.R. n.
18/84, solo per l'ultima fase delle procedure di approvazione dei documenti di programmazione, prevede l'intervallo temporale luglio-dicembre; per cui semplici valutazioni sulle tempistiche mettono in evidenza che anche sotto questo profilo l'entità del rinvio non è eccessiva.
La Giunta regionale si è peraltro impegnata, in attesa di realizzare gli obiettivi di programmazione contenuti nella L.R. n. 18/84 o in quella legge regionale che dovesse sostituire la citata L.R. n. 18/84, ad anticipare momenti programmatori sia pure per settori, ma in coerenza con i principi delle esistenti normative regionali.
Altra norma contenuta nell'allegato disegno di legge è la sanatoria dei provvedimenti già assunti (art. 2 del d.d.l.). Infatti, essendo venuta a scadere il 31/12/1986 la proroga disposta dalla L.R. 7/8/1986 n. 34 ed essendo da tale data stati assunti atti amministrativi in difformità alle norme contenute nei ripristinati articoli della L.R. n. 18/84, occorre disporre la sanatoria di tali provvedimenti.
La norma prevista all'art. 2 del presente disegno di legge ha motivazioni essenzialmente tutoristiche a garanzia della validità di alcuni atti probabilmente assunti non nel rigoroso rispetto delle procedure, la cui validità è stata di fatto ripristinata dall'1/1/1987.
La II Commissione ha terminato l'esame del disegno di legge nella seduta dell'1/7/1987 e ne ha licenziato a maggioranza il testo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, devo innanzitutto ricordare che nel gennaio 1986, allorquando per la prima volta è stata modificata la L.R. n. 18/84 con un provvedimento sostanzialmente identico a quello attuale, io e la collega Minervini ci eravamo collocati con una relazione di minoranza si fini di dissentire sia alla sospensione fino al 31/12/1986 dell'applicazione delle norme relative alla programmazione in materia di lavori pubblici e sia soprattutto relativamente alla sanatoria di quegli atti amministrativi che erano stati compiuti in violazione della legge n.
18, cioè di quegli atti amministrativi che, come si leggeva nella relazione di presentazione della Giunta, non sempre sono stati compiuti nel pieno e scrupoloso rispetto delle nuove normative.
Riconosco adesso, a distanza di tempo, che forse in allora avremmo potuto essere leggermente generosi e riconoscere alla Giunta che proponeva la sanatoria, le attenuanti generiche. Questo perché? Perché la Giunta pentapartitica erasi posta al governo della Regione Piemonte in data 2 agosto 1985 e, in base al meccanismo della legge, i piani pluriennali delle opere pubbliche, previsti dalla programmazione come provvedimento base avrebbero dovuto essere predisposti entro il 31 ottobre successivo.
Effettivamente, viste le cose a distanza di tempo, può anche riconoscersi che mancavano i tempi tecnici per predisporre entro il 31 ottobre 1985 questo piano e quindi una certa qual legittimazione poteva avere la richiesta di slittamento dei termini fino al 31 dicembre 1986. Ma,oggi come oggi, mi pare che il discorso debba cambiare. I casi sono due: o ci si accorge, come si accenna nella relazione svolta dal Consigliere Quaglia e secondo quanto detto in Commissione dall'Assessore Mignone, che la legge non era gestibile così come era stata formulata, e allora si sarebbe dovuto tempestivamente provvedere da parte dell'Assessore pro tempore (non dico da parte dell'Assessore Mignone che si è insediato da poche settimane) a predisporre un disegno di legge di modifica che è stato presentato solo nel maggio 1987 e che, se è esatta, come sicuramente è esatta, la verbalizzazione fatta in Commissione, verrà a sua volta sostituito da un ulteriore provvedimento; oppure non era così e allora ci sarebbero stati tutti i tempi (non va dimenticato che la prima modifica alla L.R. n. 18/84 risale a gennaio-febbraio 1986; dopo il ritorno da parte del Commissario di Governo è entrata in vigore nell'agosto 1986) per predisporre entro il 31 ottobre 1986, termine fissato dalla L.R. n. 18/84, il piano pluriennale. Se era tecnicamente impossibile fare tutto questo, c'era il termine dell'ottobre 1987. Quindi, a mio avviso, la giustificazione che viene addotta dall'Assessore e dal relatore non regge sotto nessun profilo.
C'è anche il secondo comma di questa legge che ci lascia estremamente perplessi. Per la seconda volta sono stati posti in essere degli atti amministrativi, che contenevano anche erogazioni di finanziamenti agli enti destinatari, senza il rispetto della normativa vigente. Sinceramente non ce la sentiamo di poter aderire ad una sanatoria di atti amministrativi senz'altro illegittimi o come si leggeva nella relazione alla prima modifica della legge con un eufemismo "non sempre compiuti nel pieno e scrupoloso rispetto delle nuove normative".
A nostro avviso non è assolutamente possibile, ammesso che si possa superare la prima argomentazione che ho svolto, aderire alla sanatoria visto l'andazzo (tanto per dirla chiara!) del Palazzo di Giustizia, il quale ritiene di poter avere abrogato e di abrogare quella norma del nostro Statuto secondo la quale i Consiglieri regionali non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni e dei voti espressi nell'esercizio delle loro funzioni.
Io e la collega Minervini per un motivo di autotutela non possiamo partecipare alla discussione di un disegno di legge che prevede una sanatoria di norme sicuramente illegittime alla luce dei fatti presenti, ma anche di quelli passati. Alludo al caso della V Commissione verificatosi nel corso dell'altra legislatura nell'ambito della quale la collega Marchiaro e altri colleghi (non il Presidente della Giunta il quale, forse per l'aiuto della Divina Provvidenza, era casualmente assente) si espressero si fini di dare un certo parere favorevole per il finanziamento alla Casa di cura Villa Ida. Come è noto vennero incriminati e poi peraltro prosciolti. Ripeto, non possiamo partecipare alla discussione di una legge che tende ad una sanatoria di provvedimenti legislativi illegittimi. Chi ci dice che anche uno solo degli Enti locali destinatari di provvedimenti amministrativi erogatori di somme per opere pubbliche non abbia avuto nel suo interno una anche piccola e modesta tangente? Se noi saniamo, il Palazzo di Giustizia ci dirà: "Avete sanato e quindi siete responsabili" quindi avremo il mandato di comparizione. Siccome noi dobbiamo doverosamente tutelarci anche a fronte di questo comportamento, a parte la ragione politica prevalente che ho enunciato, a parte che per principio non ci sentiamo di sanare atti illegittimi compiuti da una Giunta che ci vede all'opposizione, per l'ulteriore ragione che ho spiegato non riteniamo di partecipare a questa discussione perché forse il solo avere partecipato alla discussione potrebbe vederci incriminati. Questa è la ragione principale che ci suggerisce di non partecipare ulteriormente alla discussione di questo disegno di legge, ma ce n'è un'altra.
Questa mattina ho richiesto una urgente fissazione di convocazione dell'assemblea ai fini della verifica. Non potevamo porre la mozione di sfiducia perché non siamo un quarto dei Consiglieri assegnati a questa assemblea, quindi abbiamo dovuto superare l'ostacolo esprimendo la nostra opinione alla luce di di quella che secondo noi è una sostanziale crisi e abbiamo chiesto che si faccia quella verifica che è stata chiesta anche da Partiti che sostengono la maggioranza. E, a fronte dell'imprevista presentazione, almeno fino a questa mattina, di una mozione di sfiducia da parte di un altro Gruppo politico e per la nostra richiesta di verifica noi riteniamo che in questa situazione provvedimenti a contenuto politico pregnante avrebbero dovuto essere sospesi nel loro esame.
Per questi due autonomi motivi non ci sentiamo di ulteriormente partecipare alla discussione e alla votazione soprattutto di questo disegno di legge, pertanto usciamo dall'aula.



(Il Gruppo MSI-DN abbandona l'aula)



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Mignone per la replica.



PRESIDENTE

MIGNONE, Assessore si lavori Pubblici



PRESIDENTE

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ringrazio intanto i colleghi che sono intervenuti nel dibattito, in particolare il relatore Quaglia, che ha cercato di riassumere i termini oggettivi entro i quali si colloca il provvedimento oggi all'esame del Consiglio regionale.
Peraltro, debbo ricordare che proprio in presenza delle difficoltà che l'applicazione di questa legge ha presentato in questi anni, la Giunta si era fatta carico di predisporre unitamente a questo provvedimento (di mera proroga dell'entrata in vigore di alcune norme) anche un disegno di legge più organico di modifica complessiva della legge che consentisse una sua piena applicazione. Questo anche per rispondere ad alcune osservazioni fatte dal collega Majorino: effettivamente sia la legge che poi il suo Regolamento attuativo hanno dimostrato nel momento della loro concreta applicazione da parte degli uffici la impossibilità della loro gestione attuativa. Questo punto vale per il d.d.l. che entra più nel merito dell'articolato prevedendone una sua modifica.
Peraltro la Giunta regionale nell'ultima seduta di Commissione, in cui si affrontò l'esame del provvedimento di proroga, ritenne opportuno d'intesa con la Commissione, il ritiro del disegno di legge n. 263 vale a dire quello di una più ampia modifica della L.R. n. 18/84 al fine di una sua ripresentazione. Con settembre, la II Commissione potrà entrare nel merito delle modifiche più complessive per una loro auspicabile rapida approvazione entro l'anno. Proprio il fatto che la Giunta abbia ritenuto di introdurre una modifica più ampia della L.R. n. 18/84 è una delle ragioni che hanno consigliato alla Giunta stessa di chiedere al Consiglio la proroga dell'entrata in vigore di alcune norme della L.R. n. 18/84 al 31 dicembre 1988, per consentire nel frattempo di predisporre da un lato quelle modifiche ritenute opportune alla L.R. n. 18/84 che ne consentano una sua realistica attuazione al di là di quelle che poi si sono dimostrate enunciazioni di principio per molti versi velleitarie e per molti altri inapplicabili e da un altro lato anche il sincronismo tra le disposizioni in ordine alla formulazione di programmi e l'entrata in vigore della stessa L.R. n. 18/84.
Credo vada riconosciuto che non si può sostenere che in questo periodo la Giunta regionale non abbia comunque operato, sia pur per settori diversi e differenziati tra di loro, secondo un minimo di criteri di programmazione. Occorre dire, in verità, che in questi anni sia pur attraverso indicazioni settoriali (quindi non ricomprensibili all'interno di un programma pluriennale complessivo) la Giunta regionale nei singoli settori ha operato il più delle volte attraverso la predisposizione di programmi specifici settoriali. Valga questo nel settore della sanità, nel settore degli acquedotti e nel settore del commercio; vale a dire che sia pur mantenendo una distinzione settoriale, quindi non superata attraverso la predisposizione di un, programma pluriennale, ciò nonostante la Giunta regionale dal 1985 in avanti ha comunque operato attraverso la predisposizione di programmi settoriali che tenevano conto di una serie di criteri e di parametri ai quali attenersi.
L'altra considerazione è che questa legge, nel momento in cui ha cercato di ricondurre ad un unico momento di predisposizione di un programma unitario, si è poi dovuta nei fatti scontrare con una serie di normative statali ed internazionali che invece hanno tempi, procedure e modalità fra di loro del tutto diversificate e difficilmente riconducibili ad un momento unitario. Ad esempio, nel settore dell'agricoltura la normativa CEE ha una sua modulistica, una sua tempistica vincolante per la legislazione regionale che non è modificabile attraverso la legge regionale e quindi diventa difficile il ricondurre all'interno di una norma regionale una serie di prescrizioni e di norme CEE che non sono modificabili con legge regionale.
Debbo peraltro dire che in questi anni in alcune sue parti questa legge ha avuto un avvio di applicazione anche se in alcuni punti vi sono state delle ulteriori difficoltà. Ad esempio, la L.R. 18/84 prevede in un suo articolo che si dia luogo all'Albo regionale dei collaudatori. La Regione si è messa su questa strada e ha avviato le procedure per realizzare questo regolamento, ché però è stato impugnato da un ordine professionale davanti al TAR. Questi ha dichiarato illegittime quelle norme, quindi oggi ci troviamo con un articolo di questa legge che impone alla Giunta di assumere determinati atteggiamenti amministrativi conseguenti e abbiamo un pronunciamento della giustizia amministrativa che invece dice che non possiamo procedere rispetto all'attuazione di questo articolo.
Queste sono alcune ragioni che dimostrano con chiarezza come sia difficile rendere concretamente attuabili quelli che sono dei principi giustamente condivisi dal Consiglio regionale.
Teniamo altresì conto che vi è un altro problema legato al fatto che la L.R. n. 18/84 prevedeva una serie di tempi collegati alla predisposizione dei bilanci dei Comuni e all'invio delle schede operative. Credo che siano note a tutti i colleghi le difficoltà in cui oggi si vengono a trovare gli Enti locali nel predisporre i bilanci comunali legati ai decreti sulla finanza locale, per cui capita ormai sovente in questi ultimi anni che i Comuni siano in condizione di fare i bilanci verso il tardo autunno, quando la Giunta avrebbe già dovuto essere in grado di aver predisposto nei mesi antecedenti il programma pluriennale dell'attività comprensivo anche delle indicazioni dai Comuni. Ma poiché i Comuni legano la predisposizione delle schede programmatiche di cui all'art. 37/bis dei programmi operativi alla predisposizione del bilancio, anche questo ulteriore fatto legato alla crisi dei decreti sulla finanza locale degli ultimi anni ha fatto si che si rende praticamente impossibile dare attuazione a questi articoli della L.R.
n. 18/84. Ciò è legato anche ad un altro fenomeno: le schede dei programmi operativi nell'intenzione del legislatore regionale dovevano consentire di dare alla Regione un quadro complessivo delle richieste dei Comuni per ordine di priorità. Dobbiamo oggi riconoscere molto onestamente che le schede dei programmi operativi sono diventati per gli Enti locali quello che erano una volta le domande ai sensi della legge n. 28/75, la quale prevedeva che entro il 31 gennaio i Comuni facessero richiesta sulle varie leggi per avere contributi nelle varie materie. Succedeva allora che per stare dalla parte della ragione tutti i Comuni entro il 31 gennaio mandavano diverse domande ai sensi della legge n. 28/75. Si decise di introdurre le schede operative per conoscere quanto i Comuni mettevano a disposizione per realizzare certe opere e li invitammo a indicare le priorità. Oggi capita che i Comuni per cautelarsi mandano schede con programmi operativi su tutto lo scibile umano e su tutto quello che si pu realizzare da parte di un ente pubblico come se avesse misure e quantità indefinite di risorse a disposizione, oltretutto senza indicare quanto il Comune ha a disposizione per le singole opere, ma caricando l'entità del finanziamento necessario sulla L.R. n. 18/84.
Anche questo aspetto ci fa ritenere che occorre un ulteriore approfondimento, un ulteriore momento di verifica senza assegnare a questo canale, che avevamo individuato come un canale selettivo, un significato taumaturgico, come molte volte pare invece assumere da parte di alcuni colleghi.
Queste sono alcune delle ragioni che hanno motivato la Giunta regionale nel chiedere la proroga dell'entrata in vigore di alcune norme della L.R.
n. 18/84 e di posticiparle al 31 dicembre 1988. Si è scelta tale strada anche molto onestamente e chiaramente, per evitare delle finzioni.
La Giunta avrebbe potuto indicare qualunque altra data a partire da oggi per arrivare al 31 dicembre 1988, ha invece inteso porre una data che la metta al sicuro rispetto alla possibilità di chiedere ulteriori provvedimenti di proroga, nella convinzione che vi sia realisticamente da oggi a quella data il tempo necessario per predisporre un minimo di programmazione nel campo delle opere pubbliche.
Comunque avremmo dovuto aspettare da parte dei Comuni l'invio delle schede e dei programmi operativi 1988 e, con i tempi dei decreti della finanza locale, non siamo certi che queste schede arrivino entro il 31 luglio 1988, quindi è del tutto precaria l'indicazione che entro il mese di ottobre 1988 si sarebbe potuta realizzare la predisposizione di un programma pluriennale; poi, con gli ulteriori passi in Commissione e in Consiglio, non avremmo avuto la certezza, entro il 31 dicembre, di avere il programma pluriennale.
Questo non vuol dire che la Regione non debba intanto porre in campo tutte le energie, politiche anzitutto, e scientifiche per avviare alcune metodologie che ci consentano in questo anno di definire una strategia per predisporre il programma delle opere pubbliche.
E' comunque uno degli obiettivi che va perseguito dalla Regione Piemonte. Così come mi assunsi a nome della Giunta questo impegno, questo impegno voglio ribadire in Consiglio regionale. Non vi è da parte della Giunta regionale l'intenzione di affossare questa parte della L.R. n.
18/84, vi è invece la seria e onesta intenzione di definire un minimo (o un massimo) di programmazione nel campo delle opere pubbliche. Ma perch questo possa essere fatto in modo serio ed onesto occorrono tempi non brevi, perché occorre anche riflettere attorno ai discorsi sui bilanci consolidati, occorre ridefinire probabilmente le procedure che oggi presiedono alla predisposizione dei programmi operativi dei Comuni slegarli probabilmente dalla predisposizione dei bilanci, visti i tempi dei bilanci dei Comuni.
Se vogliamo evitare delle finzioni, dati questi vincoli, ma ribadito l'impegno di voler predisporre un programma delle opere pubbliche, credo che il tempo che ci è stato dato sia ragionevole per conseguire dei risultati in questa direzione.
Se i tempi saranno più brevi di quelli che immaginiamo, nulla vieta che si possa concretizzare un minimo di programmazione già per l'anno 1988.
Un'ultima considerazione rispetto ai provvedimenti di sanatoria. Non si devono usare dei toni demagogici, ma aver presente quanto è scritto nell'art. 2. La dizione: "sono fatti salvi gli atti compiuti nel periodo intercorrente in conformità alle leggi riportate all'art. 33 della L.R. n.
18/84" vuole significare che con l'1 gennaio 1987 hanno continuato ad essere applicate le normative che presiedevano le singole leggi di settore per quanto riguarda gli atti amministrativi conseguenti a precedenti provvedimenti di impegno di somme. Per esempio, le vecchie normative prevedevano erogazione di anticipi sino all'80%, mentre la L.R. n. 18/84 prevede una diversa disciplina. E' su questi atti che interviene la sanatoria, vale a dire su quegli atti che stanno all'interno di decisioni assunte in precedenza e che sono atti amministrativi meramente interni al procedimento amministrativo regionale. La Regione in questi mesi non ha assunto provvedimenti per l'assegnazione di contributi ai sensi delle leggi abrogate, quindi non vi è stato da questo punto di vista violazione della L.R. n. 18/84. Questo è un elemento importante.
Per queste considerazioni la Giunta regionale ha predisposto questo disegno di legge e ne raccomanda l'approvazione da parte del Consiglio regionale, con la volontà e l'impegno di ordine generale di predisporre, se vi sono le condizioni scientifiche e tecniche, per il prossimo anno un minimo di programmazione che dia conto di quanto è contenuto nel titolo II della L.R. n. 18/84.



PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Emendamento presentato dal Gruppo PCI: - il primo comma è sostituito dal seguente nuovo primo comma: "L'applicazione dell'art. 4 della L.R. 21/3/1984, n. 18, è sospesa fino al 31 dicembre 1987".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 28 voti contrari e 1 astensione.
Emendamento presentato dal Gruppo PCI: - dopo il primo comma aggiungere il seguente nuovo secondo comma: "La Giunta regionale predispone entro il 31/10/1987 un primo programma organico di intervento in materia di OO.PP. che il Consiglio regionale approva contestualmente al bilancio di previsione per il 1988".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 28 voti contrari e 1 astensione.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 1 nel testo originario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 28 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Emendamento presentato dal Gruppo PCI: l'art. 2 è soppresso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 28 voti contrari e 1 astensione.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 2 nel testo originario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 28 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 2 è approvato.



MARCHINI SERGIO



PRESIDENTE

Prima della votazione dell'intero disegno di legge do la parola al Consigliere Nerviani per dichiarazione di voto.



NERVIANI Enrico

Vorrei rapidamente rilevare, come ha già fatto peraltro nella replica l'Assessore Mignone, che la motivazione addotta dal MSI per giustificare l'uscita dall'aula è, almeno parzialmente, inaccettabile perché se si dovesse anche presumere che l'autorità giudiziaria possa intervenire sui membri del Consiglio regionale in conseguenza di un atto legislativo da esso assunto, saremmo si limiti dell'immaginabile. Noi abbiamo invece fiducia nell'autorità giudiziaria e pensiamo che non corra per la mente di alcun giudice che si possa intervenire in un settore come questo, sarebbe il rifiuto di ogni principio di democrazia. Mi pare quindi sorprendente la presa di posizione del collega Majorino su questo problema.
Peraltro l'Assessore Mignone ha fatto rilevare la seconda parte dell'art. 2 in cui si prevede la sanatoria degli atti che sono conseguenti a provvedimenti già assunti sulla base della precedente normativa. Vorrei dire a Mignone tuttavia che la prima parte dell'art. 2 sana non soltanto questi atti, ma atti diversi che sono conseguenti a norme che la L.R. n.
18/84 aveva abrogato, quindi sono due i tipi di atti che sono interessati all'applicazione dell'art. 2. Dico questo per completezza di informazione e anche per tranquillità di coloro che, in mancanza di correzione della L.R.
n. 18/84, hanno dovuto assumere delle iniziative - ritengo - inevitabili.
Bisogna anche avere il coraggio di riconoscere qualche volta le ragioni dell'opposizione quando si fonda accanitamente sul buon senso. Credo che la modifica della L.R. n. 18/84 dovrà essere sostanziale, soprattutto negli artt. 4, 5, 6, 7 e 8. Si deve chiarire con precisione che cosa la Regione deve programmare in maniera vincolante, perché il continuare ad immaginare come qualcuno crede, di normare anche tutte le iniziative delle autonomie locali con nostre azioni programmatorie è atto spropositato che non potrà mai avere applicazione. Questo l'abbiamo detto, l'abbiamo ripetuto insistentemente. Sembrava fosse una posizione pregiudiziale, ma discendeva soltanto dalla conoscenza forse più concreta della vita delle amministrazioni locali. Credo che l'Assessore Genovese ricordi bene il lungo dibattito che si è fatto su questo. La nostra realtà è così articolata che immaginare di imbrigliare tutto in una sorta di pianificazione rigida, propria di altri Stati, è immaginare l'impossibile.
Ci portiamo avanti nel tempo a malincuore. L'indicazione del 31/12/1988 è atto realistico, che si deve necessariamente accompagnare a quello ancora più necessario, della modifica della legge prima del 31/12/1987 così da mettersi in pista anche nel senso raccomandato dalle opposizioni che credo abbiano ragione di suggerire un minimo di conoscenza preventiva delle azioni e degli interventi nei settori dei lavori pubblici. Credo che questo sia un diritto, sia un dovere nostro e sia proprio della nostra competenza il programmare i nostri lavori per quanto ci riguarda.
Esprimo all'Assessore Mignone l'apprezzamento per la competenza che ha acquisito nello specifico settore in questo breve lasso di tempo e lo ringrazio per aver assunto un atteggiamento coraggiosamente realistico.
Questo ovviamente non impedisce di raccomandare di non chiudere gli occhi perché la volta prossima un ulteriore provvedimento potrebbe essere davvero riprovevole.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di intervento, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 28 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale)

Esame progetto di legge n. 253: "Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 1986" (rinvio)


PRESIDENTE

Il punto 6) all'o.d.g. prevede l'esame progetto di legge n. 253.
Relatore è il Consigliere Santoni che ha facoltà di intervenire.



SANTONI Fernando

Signor Presidente, questa mattina mi era parso che non ci fossero tutte le condizioni per poter esaminare questo punto all'o.d.g.



PRESIDENTE

Questa mattina si ipotizzava che l'Assessore al bilancio non sarebbe stato in grado di fornire un dato di conoscenza, ora invece l'Assessore comunica di avere questi dati, pertanto ha facoltà di intervenire.



TURBIGLIO Antonio, Assessore al bilancio

Non ho alcuna difficoltà a discutere oggi il progetto di legge oppure rinviarne l'esame alla prossima seduta.
La richiesta di spostamento della discussione era pervenuta al sottoscritto da parte del Consigliere Biazzi perché una informazione ulteriore sull'argomento non gli era ancora stata trasmessa. L'informazione comunque non fa parte dei documenti che dovevano essere presentati.
Se si intende rinviare l'esame di tale provvedimento alla prossima settimana non ho nulla in contrario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Nerviani.



NERVIANI Enrico

Ringrazio l'Assessore per queste spiegazioni e per queste assicurazioni. Debbo dire che alla riunione dei Capigruppo di questa mattina era stato detto al Gruppo comunista che quest'oggi non si sarebbe esaminato questo progetto di legge.
Siccome il Gruppo comunista non è presente, mi sembrerebbe doveroso e corretto non esaminare la legge, perché le premesse portavano ad altre conseguenze. Siccome vorremmo mantenere questo atteggiamento, pregheremmo il Presidente del Consiglio di rinviare la trattazione di questa legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Il nostro Gruppo è del parere di proseguire.



PRESIDENTE

L'Assessore ha detto di essere in grado di fornire questo dato di conoscenza, ma non sta a me decidere di proseguire, bensì alla Giunta. Dica la Giunta cosa intende fare.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Se l'Assessore è nella condizione di coprire gli spazi che attenevano al dubbio sulla proposta di legge, direi che potremmo andare decisamente avanti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Turbiglio.



TURBIGLIO Antonio, Assessore al bilancio

Vorrei fare una breve precisazione. Il mio comportamento nei confronti di tutti, Consiglieri di maggioranza o di minoranza, è sempre stato lineare. Non vorrei che si verificassero adesso delle incomprensioni.
Non ero presente alla riunione dei Capigruppo e non so che cosa sia stato detto in quella sede. So che in Commissione era stato richiesto un documento ulteriore che però non fa parte dei normali documenti da presentare per un rendiconto. Il Gruppo comunista voleva avere una lettura più particolareggiata su diverse aree del bilancio e aveva pregato l'Assessorato di fornire un'informazione supplementare che però non è determinante, ritengo, per la valutazione del rendiconto. Questo documento in effetti non è stato consegnato al Gruppo comunista.
Se la questione vuole essere chiarita fino in fondo, non ho niente in contrario a spostare a giovedì prossimo la discussione sul rendiconto quando anche l'ulteriore delucidazione richiesta dal Gruppo comunista sarà pervenuta. Non vorrei fare una forzatura e neanche essere accusato di aver detto una cosa e poi di avere agito in modo diverso.



PRESIDENTE

Ritengo che la spiegazione dell'Assessore possa essere accolta pertanto l'esame del progetto di legge è rinviato alla prossima settimana.


Argomento: Centri intermodali

Prosecuzione del dibattito sull'inquinamento delle acque


PRESIDENTE

Passiamo al punto 8) all'o.d.g. che prevede la prosecuzione del dibattito sull'inquinamento delle acque.
La discussione generale ha avuto luogo in precedenti sedute.
Occorre ora procedere alla votazione dei vari ordini del giorno e della mozione che sono stati presentati sull'argomento.
Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 100 presentato dai Gruppi PCI e DP.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 28 voti contrari e 1 astensione.
Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 256 presentato dal Gruppo Lista Verde.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 28 voti contrari e 1 astensione.
Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 261 presentato dal Gruppo Lista Verde.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 28 voti contrari e 1 astensione.
Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 267 presentato dal Gruppo PCI.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 28 voti contrari e 1 astensione.
Pongo in votazione la mozione n. 275 presentata dal Gruppo PCI.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La mozione è respinta con 28 voti contrari e 1 astensione.
Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 302 presentato dal Gruppo Lista Verde.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 28 voti contrari e 1 astensione.
I testi dei predetti ordini del giorno e della mozione saranno allegati al processo verbale della seduta in corso.
Pongo ora in votazione l'ordine del giorno n. 322 presentato dalla maggioranza, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale a conclusione del dibattito sull'inquinamento delle acque impegna la Giunta per gli interventi nel settore dell'agricoltura a continuare e migliorare le azioni già intraprese in materia di assistenza tecnica e di formazione professionale affinché le forze produttrici siano messe in condizione di sempre maggiore certezza per quanto concerne le questioni della salubrità dei prodotti e della loro economicità.
Chiede alla Giunta per tutti i problemi inerenti l'uso di antiparassitari, pesticidi diserbanti nelle produzioni agricole, di farsi parte attiva, in collegamento con le Regioni della Pianura Padana, interessate dalle stesse esigenze, nel sollecitare i Ministeri competenti e in particolare quello dell'Agricoltura e Foreste, a realizzare il piano di intervento preannunciato dal Ministro, tendente ad affrontare e risolvere in maniera coordinata ed omogenea i temi dell'inquinamento nel settore agricolo impegna la Giunta per gli interventi nel settore degli acquedotti a procedere ad interventi immediati, a medio termine e a lungo termine.
a) Gli interventi immediati riguardano: l'acquisizione di impianti di potabilizzazione sufficientemente sperimentati di tipo fisso e mobile per il trattamento fisico-chimico delle acque estratte dai pozzi inquinati ed utilizzate per usi idropotabili un'indagine estesa a tutto il territorio e diretta ad individuare i pozzi o i sondaggi che possono essere motivo di inquinamento delle falde profonde. Se necessario si provvederà ad una loro chiusura. Si dovranno fornire ai Comuni l'assistenza amministrativa e tecnico-specialistica relativa.
b) Gli interventi a medio termine si riferiscono a quelle opere intese a ripristinare le condizioni di potabilità delle fonti di attingimento dell'acqua per usi potabili. Dovranno essere perforati nuovi pozzi destinati ad utilizzare le falde più profonde tuttora non inquinate. A queste trivellazioni si dovranno far precedere sondaggi finalizzati a riconoscere l'esistenza e la consistenza di falde utilizzabili nonch programmare gli interventi onde evitare che azioni spontanee e mal condotte possano compromettere in misura irreparabile le caratteristiche di potabilità delle acque che si intendono utilizzare. A, tale riguardo gli uffici del Genio Ci vile dovranno fornire dettagliate norme per la trivellazione dei pozzi, a cui tutti gli Enti dovranno adeguarsi. Parimenti non dovrà essere concessa ai privati l'autorizzazione ad approfondire i propri pozzi. Dovranno essere attuate misure di salvaguardia delle zone circostanti pozzi e sorgenti.
c) Gli interventi a lungo termine dovranno essere indirizzati a: rilevare in un quadro organico le necessità idriche, sia potabili che industriali e agricole, della popolazione piemontese individuare, anche attraverso studi condotti tramite convenzioni con l'Università, tutte le risorse idriche esistenti, sia di falda che di bacino che superficiali, censendone le loro potenzialità quantitative qualitative e di utilizzazione, comprese quelle idroelettriche, operando subito per approvvigionare le popolazioni attraverso il potenziamento degli acquedotti esistenti e la costruzione di nuovi. Dovrà comunque essere preferito il sistema dei grandi acquedotti che, partendo dalle testate delle vallate alpine ed appenniniche, porteranno l'acqua potabile dai bacini montani alle città della pianura. Priorità dovrà essere data all'acquedotto consortile destinato a servire tutta l'area vercellese novarese ed alessandrina, di cui alla relazione dell'Assessore Maccari. In questa occasione potrà essere verificata la soluzione di un progetto plurimo che preveda usi idropotabili ed irrigui delle acque invasate nei serbatoi di accumulo fissare gli ambiti territoriali ottimali, dimensionati alle esigenze sia potabili che industriali o agricole, che permettano la più razionale distribuzione, commisurata alla captazione e al trasporto. Dovrà dotarsi di adeguati strumenti per razionalizzare le reti esistenti, oggi troppo frammentate nell'esercizio e nella proprietà favorire con ogni mezzo la gestione unificata di tutti i servizi del ciclo dell'acqua: acquedotti, fognature con depurazione, centrali idroelettriche, attraverso strutture di tipo misto pubblico-privato o aziende municipalizzate.
Impegna la Giunta per gli interventi nel settore della tutela delle acque destinate al consumo umano a procedere a breve, a medio e a lungo termine: a) interventi a breve termine potenziamento delle strutture di analisi delle UU.SS.SS.LL. territoriali competenti approvazione della legge regionale sull'organizzazione dei L.S.P.
predisposizione, alla luce dei dati attualmente in possesso, di una prima mappa regionale sulla qualità dell'acqua destinata al consumo umano, sulle conseguenze sanitarie della popolazione nonché relazione tossicologica delle principali sostanze inquinanti attivazione, in attuazione della L.R. n. 25/87, di uno specifico programma di attività di vigilanza nella materia in oggetto acquisizione di tre piccole attrezzature per la ripotabilizzazione delle acque da utilizzarsi in situazioni di emergenza, mettendole a disposizione di quei Comuni che possono trovarsi in grave disagio.
b) Interventi a medio termine realizzazione della rete regionale dei L.S.P., prevista dalla L.R. n. 7/82 riconfermata nella L.R. n. 59/85 predisposizione di protocolli regionali operativi per tutte le UU.SS.SS.LL.
nell'ambito dell'attività di vigilanza, prelievo campioni ed analisi delle acque destinate al consumo umano sia di falda che superficiali; al fine di uniformare tali procedure per garantire elaborazioni statistico-analitiche in grado di valutare lo stato di salute della popolazione predisposizione di un programma specifico di educazione sanitaria nella materia in oggetto che veda coinvolta tutta la popolazione ed in particolare i giovani, mirato ad un utilizzo corretto ed idoneo dell'acqua predisposizione di un'indagine epidemiologica specifica sui diserbanti che sono presenti nelle acque piemontesi attuazione di primi momenti di bonifica di quei pozzi c/o falde inquinate.
c) Interventi a lungo termine attuazione del programma di educazione sanitaria definizione della mappa regionale sullo stato chimico-fisico delle acque sia proveniente da falde che da corsi d'acqua' superficiali, destinate al consumo umano in Piemonte avvio dell'indagine epidemiologica su tassi di mortalità, patologie ecc.
completamento delle bonifiche dei pozzi e/o falde messa in funzione dei protocolli d'indagine e d'analisi nelle UU.SS.SS.LL.
adeguamento di tutta l'acqua fornita alla popolazione alle caratteristiche chimiche fissate dal D.P.C.M. 8/2/1985, anche predisponendo presso tutti i punti di attingimento di siatemi di ripotabilizzazione".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 28 voti favorevoli e 1 astensione.
Comunico che le votazioni sono valide perché per il numero legale non vengono computati i Consiglieri in congedo, ai sensi del quarto comma dell'art. 50 del Regolamento interno del Consiglio.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Esame progetti di legge nn. 113 e 128: "Interventi nei confronti di associazioni ed enti a struttura associativa, finalizzati al sostegno delle attività svolte a favore dei cittadini disabili"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 9) all'o.d.g. che prevede l'esame dei progetti di legge nn. 113 e 128.
La relazione del Consigliere Cerchio viene data per letta.
Non essendovi interventi possiamo passare alla votazione del relativo articolato.
ART. 1 - Emendamento presentato dal Gruppo PLI: dopo la parola "attività" aggiungere la parola "istituzionale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto con 28 voti favorevoli e 1 astensione.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 1 nel testo emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 28 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Emendamento presentato dal Gruppo PLI: dopo la parola "contributi" sono aggiunte le parole "alle associazioni di carattere nazionale con articolazione regionale." La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore all'assistenza

La Giunta non accoglie questo emendamento e di conseguenza anche quello presentato all'art. 3 in quanto legato al precedente.
La non accoglibilità di questi emendamenti è legata al fatto che propongono di limitare i contributi alle associazioni di carattere nazionale con articolazioni regionali.
In verità il testo approvato dalla Commissione e condiviso dalle forze politiche è condiviso anche dalla Giunta dopo l'ampio dibattito che si è svolto in Commissione. Inizialmente la Giunta aveva proposto un testo che prevedeva l'articolazione nazionale e regionale delle associazioni, quindi in pratica il testo iniziale della Giunta era simile a quello che propone oggi il Gruppo liberale. In Commissione, dopo discussioni e approfondimenti sull'opportunità di lasciare quell'articolato, la Giunta ha condiviso la scelta che consente le due possibilità, vale a dire la possibilità di accedere a contributi da parte di associazioni di carattere nazionale ed anche a quelle che, pur non avendo articolazioni nazionali, sono presenti sul territorio regionale.
Peraltro esistono griglie negli articoli successivi che indicano che per accedere ai contributi stessi l'associazione deve svolgere la propria attività almeno da tre anni, deve avere programmi e progetti, deve essere inserita nel contesto sociale della Regione in modo assai radicato; in altre parole, l'associazione nata ieri non ha diritto di accedere a contributi. Queste griglie ci consentono di dire che l'articolazione su base anche regionale permette di dare contributi ad associazioni che in verità sono da tempo presenti e in modo assai positivo; sarebbe una ingiustizia escluderle.
Per queste ragioni, che sono state oggetto di approfondimento e di ragionamenti in Commissione, la Giunta non intende approvare gli emendamenti agli artt. 2 e 3 proposti dal Gruppo liberale. Chiederei quindi al Gruppo liberale se ritiene di ritirarli.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Santoni.



SANTONI Fernando

L'intenzione del Gruppo liberale nel proporre questi emendamenti non era certo quella di discriminare le associazioni a seconda delle loro caratteristiche territoriali, ma di introdurre un filtro che consentisse di non facilitare il proliferare di associazioni dell'ultima ora che venivano costituite al solo scopo di concorrere a questi contributi e che non avessero un radicamento reale nella società e sul territorio.
Ci sembra che l'interpretazione e le osservazioni della Giunta vadano nella stessa direzione e che quindi questo interesse e questa necessità siano garantite diversamente, pertanto ritiriamo gli emendamenti.



PRESIDENTE

L'emendamento è pertanto ritirato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 2 nel testo originario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 28 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Emendamento presentato dal Gruppo PLI: al primo comma, lett. 2), dopo la parola "nazionale" sopprimere le parole "o regionale".
L'emendamento viene ritirato dal proponente.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 3 nel testo originario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 28 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 28 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Emendamento presentato dal Consigliere Cernetti: al terzo comma, dopo la parola "programma" aggiungere "articolato su base provinciale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 28 voti favorevoli e 1 astensione.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 5 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 28 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 28 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 28 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 7 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 28 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Attivita' di promozione - Ricerca scientifica (Istituti regionali di studi e ricerche)

Esame progetto di legge n. 261: "Interventi regionali a favore dell'attività scientifica e culturale dell'Istituto Elettrotecnico Nazionale Galileo Ferraris di Torino"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 10) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 261.
La relazione del Consigliere Martinetti viene data per letta.
Non essendovi interventi possiamo passare alla votazione del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 28 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 28 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 28 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 3 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 28 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Formazione professionale

Esame proposta di deliberazione n. 608: "Attività di formazione professionale di base nel settore sanitario. Piano dei corsi per l'anno scolastico. 1987/1988"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 608, di cui al punto 11) all'o.d.g.
Pongo in votazione la deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 28 voti favorevoli e 1 astensione.


Argomento: Rapporti Regione - Parlamento

Esame progetto di legge n. 206: "Proposta di legge al Parlamento del Consiglio regionale del Piemonte relativa a 'Modifica di alcune disposizioni della legge 7/8/1982 n. 516' "


PRESIDENTE

Passiamo al punto 12) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 206.
La relazione del Consigliere Ferrara viene data per letta.
Non essendovi interventi possiamo passare alla votazione del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 28 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 28 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 28 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 28 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 28 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 5 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 28 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura - Cooperazione

Esame legge rinviata dal Governo relativa a: "Interventi regionali straordinari per il consolidamento e lo sviluppo della cooperazione agricola di valorizzazione dei prodotti agricoli"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 14) all'o.d.g. che prevede l'esame della legge rinviata dal Governo relativa a: "Interventi regionali straordinari per il consolidamento e lo sviluppo della cooperazione agricola di valorizzazione dei prodotti agricoli".
Relatore è il Consigliere Rossa che dà per letta la relazione.
Non essendovi interventi possiamo passare alla votazione del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 28 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 28 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 28 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 28 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 28 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 28 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: .
presenti e votanti 29 hanno risposto SI 28 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 28 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 28 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 9 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 28 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Interventi per lo sviluppo dell" offerta

Esame proposta di deliberazione n. 612: "Revoca della deliberazione n. 382 - C.R. 2427 del 20/2/1987 'Programma regionale degli interventi per lo sviluppo dell'offerta turistica per il biennio 1987/1988' "


PRESIDENTE

Il punto 15) all'o.d.g. prevede l'esame della proposta di deliberazione n.
612.
Pongo in votazione la deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 28 voti favorevoli e 1 astensione.


Argomento: Calamità naturali

Esame proposta di deliberazione n. 610: "D.G.R. n. 99-13761, L.R. n. 38/78. Riconoscimento di calamità grave degli eventi dei mesi di gennaio febbraio, marzo, aprile ed agosto 1986 ai fini dell'attuazione dell'intervento previsto dall'art. 2, lett. e). Autorizzazione a partecipare alla costituzione del fondo di cui all'art. 8. Modificazioni alla D.G.R. n. 206-10125 del 16/12/1986"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 16) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 610.
Pongo in votazione la deliberazione il cui testo è e mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 28 voti favorevoli e 1 astensione.
La presente deliberazione viene dichiarata immediatamente eseguibile ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Esame ordine del giorno n. 162 presentato dal Consigliere Pezzana relativo alla situazione delle carceri piemontesi


PRESIDENTE

Il punto 17) all'o.d.g. prevede l'esame dell'ordine del giorno n. 162 presentato dal Consigliere Pezzana relativo alla situazione delle carceri piemontesi.
La parola al Consigliere Pezzana.



PEZZANA Angelo

Premetto che si tratta di un ordine del giorno che ho richiamato all'attenzione dei Capigruppo perché l'argomento si è riproposto in questo mese con pressante attenzione.
La situazione era di grande urgenza già nel settembre 1986, quando ci fu uno sciopero della fame, uno sciopero di protesta non violento che si era esteso in tutta Italia e anche alle Nuove di Torino. Questa è un'emergenza superata, il che non toglie che l'argomento carcere abbia attualità ancora oggi in Consiglio per quanto riguarda soprattutto il nuovo carcere delle Vallette.
Le due carceri di Torino, quello delle Vallette e quello delle Nuove presentano situazioni molto differenti. Prima di entrare nel merito dell'ordine del giorno del settembre 1986, vorrei sapere se il Presidente della Giunta regionale ritiene opportuno dividere questa discussione e parlare oggi, anche se non molto diffusamente, ma in maniera sufficientemente approfondita, del nuovo carcere delle Vallette e rinviare alla discussione di giovedì prossimo l'altra parte della discussione che riguarda il vecchio carcere delle Nuove.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Su questo argomento in effetti c'è un ordine del giorno presentato dal Consigliere Pezzana il 4 settembre 1986, ed è quello che stava Illustrando e c'era un'interrogazione del 24 settembre 1986 alla quale penso di avere risposto; ho la copia della risposta, ma non ricordo se l' ho data per iscritto.
Nella Conferenza dei Capigruppo si era anche convenuto di dare vita ad un dibattito sul problema del penitenziario e in tal senso la Giunta aveva rassegnato all'attenzione del Consiglio regionale sin dal 28 gennaio 1987 un documento piuttosto corposo.
Non ho alcuna difficoltà ad accedere allo smembramento richiesto dal Consigliere Pezzana. Ho però segnalato nella riunione dei Capigruppo che forse sarebbe stato interessante dare luogo ad un'unica discussione sull'argomento, oggi o quando lo volessero i Consiglieri. La Giunta è disponibile ad approvare questo ordine del giorno, ritengo però che per il tempo trascorso si dovrebbe modificare. Ripeto, non c'è riserva mentale perché proprio mentre qui parliamo al Palazzo della Regione si inaugura una mostra del prodotto artigianale dei carcerati, quindi siamo in sintonia con questo modo di avvertire il problema.



PEZZANA Angelo

Infatti, anche per sostenere questa richiesta, mi richiamo al documento datato 26 gennaio 1987 e che è all'attenzione del Consiglio, ma che in realtà il Consiglio non ha mai analizzato. Chiedo al Presidente Beltrami se è disposto giovedì prossimo a dare una comunicazione per quanto riguarda la situazione carceraria ed avviare un dibattito in Consiglio.
Sarei anche disposto a rinunciare oggi al mio intervento e rinviarlo a giovedì prossimo. Però devo dire che questa sensibilità non l' ho vista nel redigere il programma della seduta di oggi, perché se parliamo oggi di carcere, questo è dovuto unicamente all'assenza del Gruppo comunista nell'o.d.g. questo argomento è infatti iscritto al penultimo posto. Il Partito comunista ha dato una grande dimostrazione di sentirsi europeo perché con la presenza di oggi si sta avvicinando alle quote che ha negli altri Paesi d'Europa.
Ripeto, non essendoci il Partito comunista in questo momento, l'ordine del giorno viene digerito molto in fretta. Se invece ci fosse stata una riunione normale, credo che avendo iscritto l'esame di questo documento al penultimo posto dell'o.d.g. oggi non ne avremmo discusso malgrado che durante la riunione dei Capigruppo di venerdì scorso, avessimo tutti convenuto sull'urgenza di questo argomento.
Convengo con il Presidente della Giunta che questa discussione si pu rinviare, a patto però che nell'o.d.g. della prossima seduta questo argomento venga considerato con la dovuta attenzione perché ci sono dei problemi urgentissimi che riguardano il nuovo carcere delle Vallette che non possono essere procrastinati.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta,Regionale

Il nostro documento è questo, non so se sarò in grado per giovedì prossimo di aggiornarlo perché temo che il funzionario che segue questi lavori sia assente da Torino per un Convegno a Trento per tre o quattro giorni. Mi impegno totalmente per quanto è possibile, non intendo eludere o rinviare il problema. Questo per un atto di correttezza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Santoni.



SANTONI Fernando

Sono molto sensibile a questo problema e quindi ritengo anch'io che debba essere affrontato.
L'ordine del giorno del Consigliere Pezzana però si fonda su due parti di cui una relativa all'amnistia e all'indulto è superata, mentre la seconda parte riguarda un invito alla Giunta a predisporre un documento analitico sulla situazione delle carceri piemontesi e sulle iniziative che si intendono intraprendere nel campo.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Potremmo convenire che se riesco per il giorno 23 luglio a predisporre l'aggiornamento, discuteremo il documento quel giorno, altrimenti lo discuteremo il 30 luglio.



PEZZANA Angelo

A me può andare benissimo questo impegno. Visto però che il documento preparato dalla Giunta il 26 gennaio è un documento abbastanza corposo e che il Gruppo democristiano e il Gruppo liberale non l' hanno nemmeno visto, mi chiedo con quale attenzione venga seguito il lavoro fatto dalla Giunta. Questo denota lo scarsissimo interesse del governo verso un problema importante come quello del carcere.
Prendo atto che il Presidente Beltrami ha interesse e volontà di discutere questo documento preparato peraltro da lui e chiedo che questo documento venga calendarizzato prima della chiusura dei lavori per la pausa estiva. Chiedo inoltre di trovare uno spazio anche minimo oggi pomeriggio per parlare almeno della situazione del carcere delle Vallette.



PRESIDENTE

D'accordo, esaminiamo il problema del carcere delle Vallette. Ha ancora facoltà di intervenire il Consigliere Pezzana.



PEZZANA Angelo

Quando leggiamo sul giornale che nel carcere San Vittore si è sviluppato un incendio e sono morti quattro detenuti, ci chiediamo come questo è stato possibile. Sono stato venerdì scorso nel carcere delle Vallette. Basterebbe una verifica per vedere che l'unica cosa che ho trovato funzionante nel nuovo carcere delle Vallette è la Cappella. Semmai può essere un dato positivo rispetto a Padre Ruggero che si è dato da fare.
Non lo dico con malanimo; non è l'anticlericale che fa un'affermazione, ma è un laico che va a vedere una situazione e nota che l'unica cosa che funziona, chissà come mai, è la Cappella. Sarà un merito. Bisogna però dire che è un demerito il fatto che tutto il resto non funzioni.
Ho preso nota delle cose che mi hanno detto i detenuti, le guardie di custodia, i funzionari della sanità che lavorano nel carcere, quindi non è una campana che suona solo da una parte, ma è la situazione generale.
Non esiste un tossicologo per i tossicodipendenti, quando noi sappiamo quanto incida la carcerazione per chi è spinto a un delitto dal bisogno di droga.
Il laboratorio odontoiatrico c'è, ma non c'è il permesso di usarlo, non solo ma l'inagibilità vale per tutti gli altri laboratori esistenti nel carcere. Quando si ha mal di denti non si può aspettare, invece li si deve aspettare il sabato e mettersi in coda alle Nuove per farsi curare.
Lo psicologo, l'educatore e l'assistente sociale non sono quasi mai presenti. Questo non lo dicono i detenuti (che magari forse non ne sentono neanche tanto il bisogno) ma le guardie di sorveglianza.
Il centro chimico non funziona ancora. E' presente un solo medico per trecento detenuti. Il campo di football non è operativo, è inagibile; lo stanno ristrutturando rifacendolo tutto.
Nella palestra (che non era stata prevista e che è stata ricavata alla bell'e meglio) non si può giocare a pallacanestro né fare altro sport perché il soffitto è troppo basso, quindi si può fare solo ginnastica piegandosi e alzandosi.
I detenuti si lamentano non tanto della pena che devono scontare, ma perché mancano lavoro e studio, quindi possibilità di impiegare il proprio tempo; ci sono diplomati che hanno tre, quattro anni di condanna e che vorrebbero studiare per dare gli esami all'Università. Quello che è un diritto alle Nuove non è previsto per il nuovo carcere delle Vallette.
La biblioteca non c'è, stanno adibendo i locali ad un anno quasi dall'inaugurazione.
I detenuti giocano a football sul cemento perché il prato verde non è previsto. Un detenuto non deve stare in mezzo al verde in quanto dicono che può passare la droga attraverso il verde (non mi sembra però che la droga entri nelle carceri attraverso le aiuole). Per cui giocano a football sul cemento, naturalmente cadono e si feriscono. Ne ho visti molti feriti.
Gli agenti di custodia dal 15 giugno non hanno avuto un'ora di riposo settimanale e alcuni agenti da dodici mesi non vanno a casa.
Evidentemente mancano interesse, attenzione e controllo anche da parte della Regione. A me risulta che c'è un funzionario responsabile in Giunta regionale e mi domando se è mai andato al carcere delle Vallette. La persona responsabile non ha mai fatto queste domande semplicissime? Non ha mai guardato quello che avviene? Immaginiamo l'animo di quegli agenti di custodia che non vanno a casa da dodici mesi. Che animo possono avere? Come non possono provocare qualche volta qualche detenuto che risponde malamente, come non può instaurarsi un rapporto di violenza di chi ha la divisa o la pistola e di chi magari provocato risponde male? Un altro servizio che lamentano tutti, tranne una minoranza che ha l'automobile, e un pulmino che era previsto ed è stato promesso dal Comune da un anno e mai dato. Gli agenti di custodia che vivono nel carcere sono isolati da qualunque centro vicino a Torino perché non ci sono mezzi di trasporto, quindi vivono 24 ore su 24 chiusi dentro il carcere.
Le ore d'aria sono poche al mattino e pochissime al pomeriggio, in una situazione dove il calore dei mesi estivi crea problemi inenarrabili.
L'unica forma di aria permessa è la corrente d'aria che, si sa, non fa bene: quando rimane aperta la porta di chiusura che si chiama "blindo", con l'oblò che si apre tra una cella e l'altra, c'è corrente d'aria; se la si chiude, nelle celle si soffoca.
La situazione è ancora ottimale perché nel carcere, che è previsto con piccolissime celle con letti a castello, la popolazione carceraria è di 300 350 detenuti, mentre 800-850 sono ancora alle Nuove. Quando il carcere Nuove sarà chiuso ci troveremo con celle piccolissime per due persone rinchiuse l'una addosso all'altra senza aria o nella corrente d'aria.
I detenuti hanno due ore d'aria al mattino e due ore e mezzo al pomeriggio (dall'una e mezzo alle tre e mezzo, ore in cui il sole è più forte; infatti stanno tutti contro un muro perché è l'unico punto dove c'è un po' di ombra) e il resto del tempo lo passano stesi sul letto a guardare la televisione perché in quella cella di pochi metri quadrati è impossibile qualunque attività.
La porta di ferro poi viene chiusa alle 11,30 di sera per essere riaperta alle 9 del mattino, quindi non circola aria nella notte.
Vorrei ora fare un discorso gravissimo che si richiama alla prevenzione incendi. Si dovrebbe fare un'indagine sull'impresa che ha costruito il sistema di prevenzione incendi e su chi ha rilasciato il nulla osta, anche da parte regionale. Il sistema prevede idranti lunghi 15 metri, quando i bracci sono di 30 metri circa. Quindi, se si sviluppa un incendio oltre i 15 metri l'idrante non ha la possibilità di intervenire. Ci sono a metà braccio dei vuoti che dovrebbero incardinare degli altri idranti, almeno una metà erano vuoti perché non erano ancora arrivati gli idranti. Quelli da noi provati, per verificarne il funzionamento, perdevano acqua.
Quindi, quello è un carcere dove se per la protesta di un detenuto che brucia il materasso, si sviluppa del fumo, la morte potrà essere provocata non tanto dalle bruciature causate dalle fiamme quanto dal soffocamento per il fumo e la possibilità di intervenire, almeno nella metà dei bracci del carcere nuovo delle Vallette, non esiste.
Questo è un piccolo riassunto di, quello che dovrebbe essere già presente a quelle persone che in Giunta dovrebbero seguire la situazione carceraria. Non è una situazione che faccia onore, sempre che si ritenga che il carcere debba essere una struttura che debba servire per rieducare per far capire a chi ha sbagliato che esiste una possibilità di vivere una vita differente.
Rimando poi altre osservazioni di carattere generale al dibattito che ci sarà in una prossima riunione, mi auguro al più presto, come ha detto il Presidente della Giunta. Mi auguro che giovedì prossimo questo argomento venga inserito nell'o.d.g. e che la Giunta, si esprima perché non è possibile avere una situazione di questo genere. Ho sentito dalle guardie di custodia che entrambe le case circondariali saranno mantenute tali e quali, quindi le Nuove non si sposteranno; questo carcere rimarrà così com'è, nessuna riforma è prevista. Insomma chiedo formalmente che la Giunta si informi su quanto ho detto, si informi su tutto quello che riguarda la carceri a Torino e che poi sia puntuale e soprattutto ampiamente responsabile su quanto ci dirà giovedì prossimo.



PRESIDENTE

Il Consigliere Pezzana ha sollevato delle questioni di estremo interesse. Il Presidente della Giunta intende replicare?



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Le ho annotate fedelmente.



PRESIDENTE

Il nuovo carcere delle Vallette presenta effettivamente quelle caratteristiche. Noi l'abbiamo visitato molte volte. Le celle sono state rese a tale punto per cui l'ambiente è diventato quasi animale. Abbiamo cercato di aiutare il Direttore e Padre Ruggero; anche il Consigliere Penasso ha dato la sua opera circa il taglio dell'erba per il campo da gioco; in verità c'è un pezzo di verde che si potrebbe sistemare.
Ci sono tali e tante ragioni che portano a ritenere che una discussione più ampia debba essere introdotta sulle due carceri di Torino.
Torino può meritare tutto, ma due carceri non le merita proprio. Uno è nuovo e ritengo che sia più che sufficiente. L'altro potrebbe essere messo a disposizione della città per altre ragioni sociali.


Argomento: Nomine

NOMINE


PRESIDENTE

Esaminiamo infine il punto 4) all'o.d.g. che reca: "Nomine".
Si distribuiscano pertanto le schede per la seguente nomina: Comitato per l'edilizia residenziale (CER) - (art. 2, legge 22/10/1971 n. 865). Nomina di un rappresentante.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Giulio Parise.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

Le interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegate al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17)



(La seduta ha termine alle ore 17)



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