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Dettaglio seduta n.94 del 09/07/87 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


VIGLIONE ALDO



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 814 presentata dai Consiglieri Bontempi Guasso, Biazzi, Ferro, Calligaro, Amerio, Acotto e Chiezzi.
Ha facoltà di intervenire per l'illustrazione della interpellanza il Consigliere Guasso.



GUASSO Nazzareno

L'illustrazione è breve anche perché l'interpellanza indica chiaramente i problemi collegati alle nostre linee ferroviarie.
Prima di dimettersi il Governa Craxi, e per esso il Ministro Signorile ci ha fatto un nuovo regalo, che è in contraddizione con i normali regali pre-elettorali. Infatti, in data 15 aprile 1987, l'ex Ministro Signorile ha emanato un decreto che detta disposizioni all'Ente ferroviario in materia di linee di interesse locale e regionale o, come più comunemente suol dirsi, delle linee a scarso traffico.
Riassumo brevemente quel decreto. Nel primo articolo autorizza l'Ente Ferrovie a mantenere la soppressione dei servizi viaggiatori su rotaia sulle linee di interesse locale indicate su una tabella. In esso si dice inoltre che per le linee indicate nell'allegato A) del decreto si pu sopprimere anche il trasporto merci.
Questa è la riconferma dell'abolizione del servizio passeggeri sulla linea Airasca - Saluzzo e, con la seconda parte dell'art. 1, l'abolizione del servizio merci, quindi la cancellazione definitiva della linea Airasca Saluzzo.
L'art. 2 stabilisce che l'Ente Ferrovie dovrà continuare a svolgere il servizio viaggiatori e merci su rotaia su una serie di linee e ne indica la tabella. Aggiunge che su tali linee di interesse locale dovrà, ove è necessario, d'intesa con le Regioni e gli Enti locali, ritrovare dei sistemi economici di esercizio e dei provvedimenti di integrazione con altre modalità di trasporto. Se non avverrà questo accordo, l'Ente Ferrovie il 30 giugno 1988 sarà autorizzato a togliere il servizio viaggiatori e merci su tutte le linee indicate dall'allegato B). L'eventuale mantenimento dei servizi ferroviari in questione, se non si troverà questo accordo comporterà da parte del Ministero, a decorrere dal 1 gennaio 1989, la sospensione dei contributi a bilancio del Ministero dei Trasporti per coprire il deficit di esercizio.
L'art. 3 dice: "Per le linee di interesse locale, di cui si precedenti articoli, l'Ente Ferrovie potrà stipulare accordi con le Regioni...".
Questo significa che se non si trova l'accordo con la Regione e gli Enti locali sulla gestione, le linee Saluzzo - Cuneo, Savigliano - Saluzzo, Asti Casale, Santhià - Biella, Cavallermaggiore - Cantalupa, Biella - Novara Chivasso - Asti, Asti - Castagnole Lanze, Pinerolo - Torre Pellice, Ceva Ormea, Susa - Bussoleno, Trofarello - Chieri, Varallo - Vignale, dal 1 gennaio 1989 non avranno più il contributo dallo Stato per sopperire ai loro deficit.
In sostanza, si ripete la situazione di un anno e mezzo fa; non solo si abolisce la prima e la seconda fase, ma si sopprime definitivamente la linea Airasca - Saluzzo (si deve soltanto più togliere i binari, e poi non ci sarà più nulla) e tutte le altre linee della prima e della seconda fase quindi 500 chilometri di linee ferroviarie piemontesi.
Questo fatto è di una gravità assoluta, ecco perché ho parlato di un regalo che non ha precedenti nei classici regali elettorali.
Noi riteniamo che la Regione Piemonte debba respingere con fermezza il decreto del Ministro, intanto per una questione di metodo perché nessun Ministro è autorizzato ad imporre ad un Ente autonomo decisioni sulle quali l'Ente stesso aveva dichiarato la propria contrarietà e poi perché un Ministro non può decidere in proposito senza interpellare le Regioni, i Comuni e le Comunità montane.
Il Piemonte, che alla metà dell'Ottocento per primo incominciò a costruire le ferrovie, di ferrovie ne avrà sempre di meno e probabilmente vedrà sparire quelle di interesse locale.
Chiediamo alla Giunta di avviare immediatamente la trattativa, che da mesi langue, con l'Ente Ferrovie e di puntare sul ripristino del servizio sulla linea Airasca - Saluzzo. Inoltre chiediamo che procedano gli aspetti positivi dello studio che il Piemonte, unica Regione in Italia, aveva prodotto per dare un contributo di idee e di proposte. Esiste già un impegno finanziario per interventi infrastrutturali e di ammodernamento delle linee ferroviarie prodotto un anno fa. La novità di oggi è che finalmente è venuto alla luce lo studio che l'Ente Ferrovie dello Stato aveva commissionato alla Società Transystem la quale, attraverso la segreteria del Piano generale dei trasporti, per sollecitazione nostra e dell'Ente Ferrovie dello Stato ha condotto un primo studio sulla fattibilità e validità o meno delle linee di interesse locale e regionale.
Questo studio, che porta la data del 13 febbraio 1987, in parte dà ragione alle nostre proposte e dimostra che non eravamo dei visionari, che non avevamo fatto degli studi di parte, ma che avevamo dato giudizi concreti che l'ex Ministro non ha voluto capire.
Lo studio della Transystem (consegnerò la documentazione, che credo sia in possesso dell'Assessore e dei funzionari della II Commissione, affinch possa essere messo a disposizione degli interessati a questo problema) relativo a tutte le linee - io ho estrapolato solo quelle piemontesi propone due ipotesi: una situazione di ferrovia non ristrutturata, una situazione di ferrovia ristrutturata. Ogni alternativa è valutata in termini di costi sostenuti dall'Ente, compresi i costi occupazionali e quelli sostenuti dagli utenti.
Il raffronto avviene su otto scenari.
Nella tabella riassuntiva delle linee che si vorrebbe mantenere vi è al primo posto la linea Cuneo - Saluzzo in cui la ferrovia risulta favorita nei confronti della strada in sei scenari su otto; la linea Trofarello Chieri, in cinque scenari su otto; la Susa - Bussoleno in quattro scenari su otto; la linea Chivasso - Asti in quattro scenari su otto; la Pinerolo Torre Pellice in tre scenari su otto; la Santhià - Biella - Novara in due scenari su otto; la Savigliano - Saluzzo in due scenari su otto e la Cavallermaggiore - Cantalupa in uno scenario su otto.
Non c'è scenario favorevole alla ferrovia solo per tre linee: la Asti Casale, la Varallo - Vignale e la Ceva - Ormea.
Lo studio della Transystem non include nei costi l'eventuale sistemazione delle strade su cui far viaggiare gli autobus e i costi derivanti dall'inquinamento atmosferico aggiuntivo. Se poi si considerano le tre linee che non hanno scenario favorevole al trasporto ferroviario, la linea Ceva - Ormea serve una vallata alpina per cui i problemi del rapporto strada - ferrovia sono pesanti; esistono gli stessi problemi per la linea Varallo - Vignale e la linea Asti - Casale che corre su un tratto collinare. Per tali linee, quindi, occorrerebbe aggiungere ai due costi rilevati dalla Transystem anche i nuovi costi derivanti dalla sistemazione delle strade e, ad esempio, dall'aumento dell'inquinamento ambientale e atmosferico.
Riteniamo sia necessario riunire nei primi giorni di settembre tutte le Comunità locali interessate a tali linee al fine di concordare lo sviluppo dell'iniziativa.
Mi pare inoltre importante che l'Assessorato acceleri i tempi di stesura del documento di obiettivi e indirizzi da consegnare alle Province affinché avviino l'elaborazione degli schemi di Piano dei trasporti provinciali, che è il primo passaggio per la costruzione del nuovo Piano regionale dei trasporti, secondo quanto stabilisce la legge n. 1 del 1986.
E' importante che il processo di pianificazione e di costruzione degli schemi provinciali e del Piano regionale venga attuato con celerità perch la struttura ferroviaria è una struttura portante del Piano stesso sappiamo che un Piano ha un valore se ha una ferrovia e ne ha un altro se non l' ha.
Le questioni poste nella nostra interpellanza sono chiare e urgenti quindi è necessario prendere decisioni perché abbiamo delle scadenze da rispettare che gravano come spade di Damocle e che dobbiamo rispettare.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Mignone.



MIGNONE Andrea, Assessore ai trasporti

Come ricordato dal collega Guasso, che sempre con grande passione ed attenzione segue questi problemi, la questione dei cosiddetti rami secchi o linee ferroviarie a scarso traffico ha avuto, dopo il 1985 un'accelerazione improvvisa che ha obbligato la Regione a rincorrere una situazione di volta in volta prospettata come acquisita. Com'è noto, il Ministero dei Trasporti aveva presentato nell'ottobre 1985 una Proposta di piano per la graduale soppressione delle linee ferroviarie a scarso traffico. Il Piemonte è interessato, nelle due fasi in cui si articolava il Piano, per un totale di 14 linee; nella prima fase erano inserite sette linee per circa 240 chilometri.
La Giunta e il Consiglio regionale del Piemonte, ribadendo l'inaccettabilità di quella scelta, avevano attivato, tramite l'Assessorato, un confronto con il Ministro che era sfociato nella definizione di un Protocollo d'intesa relativo alle linee della prima fase siglato il 6/12/1985, che aveva consentito di attivare uno studio per una più economica gestione delle sette linee succitate.
I primi risultati di tale studio erano stati presentati a Roma nell'aprile 1986 in un incontro tra Assessorato regionale, Ministro dei Trasporti, Presidenza dell'Ente Ferrovie dello Stato e le organizzazioni sindacali. A seguito di tale incontro, soprattutto per poter definire e concordare gli aspetti di carattere politico istituzionale di un eventuale coinvolgimento della Regione nella gestione futura delle linee piemontesi a scarso traffico, il Ministro aveva deciso di rimandare la chiusura di dette linee al 28 settembre 1986. Entro il 30 maggio 1986, come era previsto nel Protocollo d'intesa, l'Assessorato regionale aveva portato a termine lo studio che reca come titolo: "Valutazione tecnico - economica su linee ferroviarie piemontesi a scarso traffico", studio che non partiva da posizioni aprioristiche, ma raccordava i dati, le cui risultanze sono state dibattute anche in Consiglio regionale.
In considerazione degli elementi emersi da tale studio, che dimostra la possibilità di una gestione economica delle linee ferroviarie a scarso traffico, la Regione Piemonte, proseguendo nella linea di condotta adottata e mirante alla razionalizzazione e alla economicità di gestione delle linee ferroviarie in oggetto, si era impegnata, nell'ambito delle proprie competenze, a collaborare dal punto di vista tecnico con gli organi preposti alla realizzazione degli interventi opportuni e a contribuire finanziariamente a fianco degli Enti locali interessati, ai sensi della legge regionale n. 73 del 1978, con un impegno complessivo di 10 miliardi e 600 milioni per la realizzazione delle opere sostitutive (attraversamenti e raccordi viari) necessarie per consentire la soppressione dei passaggi a livello attualmente in funzione sulle sette linee piemontesi considerate a scarso traffico ed inserite nella prima fase del Piano di riclassificazione funzionale della rete delle ferrovie dello Stato.
Al riguardo alcune Province, come ad esempio quella di Cuneo, si sono già mosse attivando incontri con i Comuni interessati e con le organizzazioni di categoria, ed hanno dichiarato ufficialmente la loro disponibilità ad intervenire sia sul piano tecnico che sul piano economico assieme alla Regione e all'Ente Ferrovie per avviare gli interventi di nostra competenza. Tuttavia, si richiama il fatto che, nonostante tutti i protocolli d'intesa (ed è uno degli elementi su cui anche l'interpellante si è soffermato), l'Ente Ferrovie dello Stato ha comunque assunto autonomamente delle decisioni, come la soppressione di alcune corse, che in realtà vanificano questo sforzo e questa intesa, perché tale politica finirà per disaffezionare l'utenza dal prendere questo mezzo di comunicazione, e finirà per dimostrare ulteriormente che sono linee a scarso traffico.
Oltre al succitato impegno finanziario sono state parallelamente attivate alcune iniziative atte a raggiungere l'effettiva economicità nell'esercizio delle linee ferroviarie considerate, realizzando una opportuna integrazione fra trasporto su ferro e trasporto su gomma razionalizzando gli orari, in sintonia sia con l'esigenza di riduzione delle corse sia con le reali esigenze dell'utente. In detto ambito si inserisce la sottoscrizione del Protocollo di accordo per la costituzione di un Comitato permanente di coordinamento regionale piemontese (tra Ente Ferrovia e organizzazioni sindacali regionali) per l'adeguamento del servizio ferroviario regionale alle esigenze dell'utenza con particolare riferimento agli orari e agli aspetti ad essi connessi, finalizzato all'organizzazione di specifiche conferenze orari. A seguito dei lavori relativi a detto Protocollo, il 22 dicembre 1986 la Regione ha convocato una conferenza orari per comunicare le proposte di modifica all'orario ferroviario delle linee piemontesi di interesse regionale.
Abbiamo visto che purtroppo con l'orario estivo il Piemonte è stato penalizzato rispetto sia ai percorsi lunghi sia alla rete di interesse regionale.
Le suddette iniziative rientrano peraltro in quanto indicato nell'art.
2 del Decreto ministeriale 73 T) che è oggetto specifico dell'interpellanza dei colleghi.
Si fa altresì presente che, in merito al mancato coinvolgimento delle Regioni in sede di predisposizione dei provvedimenti ministeriali l'Assessorato regionale ai trasporti ha inviato al Ministero e all'Ente Ferrovie una nota di protesta che così recita: "Con riferimento ai Decreti nn. 73 e 74, la Regione Piemonte esprime il proprio disappunto per la mancata consultazione in sede di predisposizione di tali provvedimenti e per non aver nemmeno previsto il successivo invio dei Decreti (ufficialmente alla Regione i Decreti non sono stati comunicati. Capita pure questo in un paese dagli strani accadimenti), anche in considerazione dei contenuti dei Decreti stessi che stabiliscono l'opportunità della ricerca di intese con le Regioni e con gli Enti locali per l'attuazione di sistemi economici di esercizio". "Si ricorda il ruolo - prosegue la nota di protesta - sin qui svolto dalla Regione Piemonte e l'impegno profuso per tale obiettivo con lo studio di Valutazione tecnico - economica inviato alle personalità in indirizzo un anno fa. Non analogo atteggiamento è stato tenuto nei confronti della Regione per lo studio commissionato dal Ministro alla Società Ansaldo. Infatti è mancato un confronto tra i due studi e neppure è stato consentito un opportuno raffronto almeno in ambito regionale. Si ribadisce comunque la volontà di attivare successivamente tale confronto e si rinnova l'invito a voler fare riferimento agli impegni sottoscritti con il Protocollo di accordo tra Ministero e Regione Piemonte.
Quindi si richiede un urgente incontro per fare il punto sulla situazione delle linee ferroviarie piemontesi di interesse locale, compresa la linea Airasca - Saluzzo già chiusa e per la quale si rinnova l'invito a prevederne il ripristino al fine di individuare concretamente le indicazioni di prospettiva e l'attivazione degli interventi già previsti dagli studi regionali".
Oltre ad aver inviato questa nota di protesta, non appena siamo venuti a conoscenza dei Decreti, abbiamo preso contatti telefonici sia con il compartimento di Torino che con Roma e speriamo di riuscire, entro luglio ad avere un incontro con la direzione delle Ferrovie a livello romano.
Per quanto riguarda la linea Airasca - Saluzzo, come già comunicato al Ministero e alla direzione dell'Ente, dallo studio che la Regione ha fatto risulta che detta linea non denuncia deficit di esercizio più gravoso delle altre linee ferroviarie esaminate e, dai dati relativi ai possibili sistemi di esercizio futuri esaminati nel suddetto studio, emerge una situazione paragonabile, se non migliore, alle altre linee che non sono state oggetto del provvedimento di soppressione del servizio di trasporto su rotaia.
Infatti il deficit annuo, prima della chiusura, pone l'Airasca - Saluzzo al quarto posto su sette linee esaminate e il deficit annuo, nell'ipotesi di un sistema integrato ferro - gomma, è per la stessa linea il terzo in ordine di grandezza. Elementi tecnici ed economici che peraltro - come ha ricordato il collega Guasso - nello studio vengono ribaditi e confermati se ce n'era bisogno, a testimonianza che la Regione seriamente si è mossa su questa strada.
La posizione, quindi, della Regione Piemonte in merito a tale linea si può così sintetizzare.
Si ribadisce la convinzione che l'esercizio ferroviario debba essere ripristinato in quanto lo studio specifico dimostra che, con gli opportuni interventi infrastrutturali e di integrazione con le autolinee, è possibile una gestione relativamente economica della stessa linea. E' altresì all'esame a livello parlamentare il disegno di legge n. 2390 relativo alla delega alle Regioni delle competenze amministrative in materia di ferrovie in concessione, di ferrovie secondarie attualmente gestite dall'Ente Ferrovie. Tale provvedimento prevedrebbe - tra l'altro - la possibilità di assunzione da parte delle Regioni delle competenze relative alle linee ferroviarie che l'Ente Ferrovie non ritiene funzionali alla rete primaria a seguito di richieste presentate dalle Regioni stesse entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge.
Alla luce di quanto sopra esposto e in considerazione dei provvedimenti e delle scadenze indicate nel Decreto ministeriale n. 73, l'Assessorato regionale ai trasporti, secondo le decisioni che verranno assunte collegialmente dalla Giunta, provvederà a prendere gli opportuni contatti con il Ministero e con la direzione delle Ferrovie per la discussione dell'assetto generale dei trasporti nel territorio piemontese continuando peraltro, nelle iniziative già intraprese tendenti ad una economizzazione nei costi di esercizio delle linee ferroviarie e ad una razionalizzazione e integrazione dei mezzi di trasporto secondo le indicazioni del Piano generale dei trasporti e del Piano regionale dei trasporti.
Per quanto riguarda in specifico la richiesta di accelerare i tempi di stesura del documento di obiettivi e di indirizzi per la formazione del Secondo piano regionale dei trasporti, si informa che verranno sottoposti alla Sottocommissione trasporti del Comitato regionale di coordinamento dei trasporti e della viabilità i risultati del programma di lavoro approvato dalla Giunta regionale il 14 ottobre 1986 e verranno discussi dalla Sottocommissione in una apposita riunione il 15 luglio, a cui sono già stati rassegnati tutti i documenti metodologici predisposti dagli enti incaricati. In quella stessa data verrà presentata alla sottocommissione la proposta del documento di obiettivi e di indirizzi e, qualora le risultanze della discussione lo rendano possibile, tale documento verrà presentato entro la fine di luglio al Comitato di coordinamento.
Verrà inviata alla II Commissione consiliare una nota informativa sulle procedure sin qui seguite e sullo stato dei lavori, ivi compresi i documenti già predisposti.
Sta comunque continuando l'attività di supporto metodologico ed operativo alle Province per la stesura del primo schema di Piano. E' chiaro che diventa importante in questo quadro, stante queste urgenze, dare un'accelerazione a tutti i nostri lavori èd è ovvio che all'interno dei Piani provinciali e del Piano regionale il discorso della ferrovie assume una rilevanza eccezionale.
Ringrazio il collega Guasso che, come sempre, su questi temi interviene con grande serietà ed impegno costruttivo.
In sostanza i nuovi Decreti, nell'abrogare i vecchi, formulano delle ipotesi di previsione per quanto riguarda possibili accordi di gestione.
L'atteggiamento della Regione al riguardo si può riassumere con un no deciso ad atti e provvedimenti che non ci vedono coinvolti nella fase della loro predisposizione: ciò contraddice tutti gli impegni sottoscritti dal Ministero e dall'Ente Ferrovie dello Stato nel momento in cui abbiamo realizzato un Protocollo di intesa e vanifica lo sforzo costruttivo della Regione che, anziché fare delle barricate di protesta, ha lavorato seriamente attorno a delle ipotesi alternative, giustificate dal punto di vista tecnico ed economico.
In questo quadro ribadiamo il rifiuto alla soppressione della linea Airasca - Saluzzo e registriamo con grande preoccupazione l'inserimento della Busca - Dronero tre le linee di cui si prevede anche la soppressione del servizio merci. Abbiamo già attivato con una nota di protesta iniziative nei confronti del Ministero e dell'Ente Ferrovie, l'abbiamo proseguita con contatti telefonici per vedere di realizzare un incontro entro luglio in cui ribadire le nostre valutazioni, che mi auguro siano anche confortate, da questa discussione del Consiglio regionale.
Se lo si ritiene, questa discussione può essere rafforzata da un ordine del giorno. Attiveremo anche un incontro del Comitato di coordinamento per valutare a livello regionale le iniziative da assumere.
Rimane in piedi anche la questione dei servizi sostitutivi. Credo vada presa una posizione decisa nel senso che comunque non può passare la linea che i servizi ferroviari sostitutivi hanno costi che debbono andare a carico del Fondo Nazionale di cui alla legge 151. Qualora venisse adombrato o esperito questo indirizzo dovrà essere nettamente respinto; è una questione che hanno sollevato nell'ultimo incontro gli Assessori ai trasporti delle varie Regioni. Il giorno 16 avremo un altro incontro e fra le questioni che inseriremo all'interno di un documento da sottoporre al Governo e al Ministro vi sarà quella dei servizi sostitutivi che non potrà gravare sul Fondo Nazionale di cui alla legge 151, ma che dovrà trovare copertura all'interno di altri provvedimenti.
La Giunta quindi è contraria al contenuto di questi Decreti, ha avviato iniziative a livello nazionale per far valere le sue ragioni èd è disponibile, qualora le forze politiche del Consiglio lo ritengano, a valutare l'opportunità di predisporre insieme un documento che dia forza all'azione intrapresa a livello centrale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Guasso per la replica.



GUASSO Nazzareno

Ringrazio l'Assessore per la risposta. Prendo atto dell'accoglimento di alcune richieste contenute nella nostra interpellanza. Chiedo all'Assessore Mignone copia della risposta data.
Vedremo poi se sarà opportuno presentare un ordine del giorno.
Abbiamo dovuto "trangugiare" un protocollo d'accordo alla fine del 1985 e abbiamo dovuto remare controcorrente per cercare di non esser tagliati fuori. Adesso un Ministro, prima di andarsene, riconferma quel protocollo come se nulla fosse avvenuto, anzi, continua a minacciare l'ente Ferrovie dicendo: "o fai così, o ti taglio i soldi in bilancio". E' chiaro che noi dobbiamo andare ad una trattativa organica non con il Ministero ma con l'Ente Ferrovie che gestisce il servizio ferroviario in piena autonomia e che deve decidere.
Ci sono diversi problemi aperti in tema di ferrovie, investimenti grandi progetti, scelte prioritarie che sono nel Piano generale dei trasporti e che interessano la politica dell'Ente Ferrovie in Piemonte e su questi progetti dobbiamo definire un protocollo d'intesa complessivo entro il 1987. Se non ci sarà questo protocollo d'intesa non potrà decollare il Piano regionale dei trasporti nella Regione Piemonte.
Il protocollo deve avere due condizioni. Abbiamo già dichiarato la nostra disponibilità a fare la parte che ci compete che riguarda eventuali interventi sulle infrastrutture, nel momento in cui, linea per linea decollano i progetti di ammodernamento. Il Piemonte è l'unica Regione in Italia che ha messo in bilancio un impegno di 10 miliardi per agire su passaggi a livello, su strade poderali e così via, tutte questioni connaturate con i progetti di ammodernamento per ogni linea. Noi riconfermiamo questo impegno. Non c'è dubbio che, al di là di quello che potrà avvenire con il disegno di legge n. 2390, la gestione del servizio ferroviario in Italia compete all'Ente ferroviario dello Stato e non alla Regione Piemonte, così come stabilisce il Piano generale dei trasporti votato dal Parlamento.
Non si possono gabellare sottomano delle pseudo - operazioni che scaricano tratti di ferrovie dello Stato alle Regioni, le quali non sono nemmeno in grado di sostenere fino in fondo i trasporti locali che sono di loro competenza. Se sarà così, noi non ci staremo e torneremo ad occupare le linee, cosa che non abbiamo fatto da un anno e mezzo per grande senso di responsabilità.
Rinnovo la richiesta che siano convocati a Torino i dirigenti del nuovo Consiglio d'Amministrazione dell'Ente Ferrovie per un confronto e per definire il protocollo d'accordo. Chiediamo inoltre che l'Assessorato convochi, entro luglio se è ancora possibile oppure ai primissimi giorni di settembre, una riunione tra i membri della II Commissione e coloro che con noi sono stati i protagonisti di questi due anni di lotta, le Organizzazioni sindacali, le Comunità montane, i Comuni e i Comitati di lotta. Questi, come la Regione Piemonte, avevano il diritto di essere informati sul Decreto dell'ex Ministro Signorile, così come hanno il diritto di sapere come la Regione intende muoversi per ottenere ciò che da due anni cerchiamo di ottenere.



PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Ala. Ne ha facoltà.



ALA Nemesio

Ho presentato con il Consigliere Reburdo il 19/3/1987, quindi in data precedente rispetto alla data in cui è stata presentata l'interpellanza del Gruppo comunista, una interrogazione sulle ipotesi di taglio ai cosiddetti rami secchi. Vedo che tocca sempre ai Verdi suscitare i problemi. Comunque non abbiamo avuto risposta né separatamente né congiuntamente con l'interpellanza discussa oggi.
Segnalo questa anomalia e il fatto che molte volte si dà una diversa attenzione ai documenti a seconda del peso politico e numerico delle forze politiche che li propongono.



PRESIDENTE

Devo dire che sono state date più risposte ai Gruppi minori che ai Gruppi maggiori.
L'Assessore Mignone è pronto a rispondere all'interrogazione dei Consiglieri Ala e Reburdo?



MIGNONE Andrea, Assessore ai trasporti

Chiedo di avere il testo della interrogazione. Questo fatto mi sembra comunque strano.
In ogni caso, la risposta alla interpellanza è stata puntuale.



PRESIDENTE

Non c'è problema a discuterla. Quando si è cominciato a discutere questa interpellanza era sufficiente ricordare che c'era anche un'altra interrogazione. Se l'Assessore in questo momento è disposto a rispondere a questa interrogazione, non ho difficoltà a dargli la parola. Bisogna vedere se l'Assessore è disposto a rispondere.



REBURDO Giuseppe

Ogni volta dobbiamo uscire allo scoperto per richiamarvi su determinate questioni.



PRESIDENTE

Parla a nome del Gruppo comunista o del Gruppo dei Verdi?



ALA Nemesio

Siamo due Consiglieri.



REBURDO Giuseppe

Sono firmatario di una interrogazione. La domanda la pongo come Consigliere.



PRESIDENTE

Si tratta di mettere insieme le questioni. Non si tratta di diversa attenzione verso i Gruppi minori, tant'è vero che a Gruppi maggiori, come la DC, non è ancora stata data risposta ad alcune interrogazioni di vecchia data. Ho detto che, se aveste posto all'inizio la questione dell'interrogazione, avrei chiesto all'Assessore se si potevano unire le risposte.
Farò fare una ricerca su quante risposte sono state date ai Gruppi minori e quante ai Gruppi maggiori.
Chiede la parola il Consigliere Pezzana. Qual è il motivo?



PEZZANA Angelo

Il motivo è di avere una informazione. Da quanto mi risulta il collega Reburdo appartiene al Gruppo comunista. Dato che parla come se appartenesse ad un Gruppo minore, mi chiedo se fa ancora parte del PCI.



REBURDO Giuseppe

Probabilmente sei duro di comprendonio. Forse leggi troppi libri e non hai capito che ho firmato con il collega Ala l'interrogazione, ma non faccio parte del Gruppo dei Verdi.



PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza n. 794 presentata dal Consigliere Ala.
Poiché l'interpellante non intende illustrarla, ha facoltà di rispondere l'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla tutela ambientale

Il 1 luglio è stato richiamato alle Province piemontesi - a mente del punto 531 della deliberazione del Comitato interministeriale del 27/7/1984 l'obbligo di pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione dell'autorizzazione rilasciata dalle stesse per lo smaltimento dei rifiuti tossici e nocivi.
Affinché la Regione possa provvedere a quanto disposto, le Province dovranno provvedere a trasmettere entro 15 giorni dalla data di esecutività copia delle autorizzazioni dei provvedimenti di sospensione e di revoca delle autorizzazioni stesse. Con deliberazione della Giunta regionale del 30/6/1987 le spese di pubblicazione sul Bollettino Ufficiale sono state assunte dalla Regione Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Ringrazio per la tempestiva risposta che però era doverosa perché da troppo tempo era disattesa una disposizione del Comitato interministeriale.
Considerata la sinteticità della risposta, credo di aver capito che d'ora in avanti le Province dovranno trasmettere, entro 15 giorni, ogni provvedimento relativo a deliberazioni su rifiuti tossici e nocivi (le quali verranno pubblicate sul Bollettino). Mi pare pertanto che la situazione da me prospettata venga risolta.
Ritengo però che sia necessario pubblicare, seppure in ritardo, tutte le deliberazioni approvate dai Consigli provinciali inerenti la materia e quindi recuperare il pregresso e non limitarsi a pubblicare soltanto quanto verrà disposto d'ora in avanti. Si tratta di ovviare infatti ad una carenza della Regione, che risale al momento in cui si è votata la legge regionale n. 18.



PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interpellanza n. 754 presentata dal Consigliere Staglianò alla quale risponde l'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla tutela ambientale

L'interpellanza in oggetto trae origine dalle visite effettuate dagli esperti dell'Euratom e dell'Enea agli impianti operanti nel sito nucleare di Saluggia, ma si articola in diversi punti riguardanti nel complesso le problematiche connesse all'affidabilità degli impianti stessi e alle conseguenti misure di sicurezza adottabili.
Ricorderò i dati acquisiti al riguardo dagli enti e dalle società di gestione ivi operanti.
In data 18 febbraio e 23 marzo di quest'anno i funzionari della Direzione controllo di sicurezza dell'Eneatom, accompagnati da funzionari della Direzione Enea Disp. si sono recati in visita presso gli impianti Eurex dell'Enea e deposito Avogadro della Fiat Cei confinanti con la società Sorin siti in Saluggia. Alla visita del 23 marzo ha partecipato anche una delegazione dell'Aiea.
Scopo della visita è stato quello di discutere e di definire con i rappresentanti dell'impianto e dello Stato le tecniche di salvaguardia da applicare per tali impianti secondo quanto previsto dall'accordo di verifica Euratom Aiea del 5/4/1973 (legge 23/4/1975 n. 398) in applicazione del trattato di non proliferazione delle armi nucleari.
Per quanto risulta a questi uffici nessun tipo di controllo è stato effettuato nel corso delle visite, in quanto tale attività viene svolta esclusivamente nell'ambito delle ispezioni che i due organismi internazionali effettuano in applicazione dell'art. 70 del succitato accordo di verifica.
Le attività della Sorin Biomedica, che riguardano manipolazione di elementi radioattivi, sono esclusivamente concentrate in due settori: 1) Divisione radiofarmaci, Produzione di sostanze radioattive per applicazioni mediche, Medicina nucleare e Usi industriali 2) Divisione immunodiagnostici, Produzione di reagenti kit per analisi chimico - cliniche che includono traccianti radioattivi a bassa radioattività.
Tutte le altre attività incluse nel settore degli organi artificiali pace-maker, valvole cardiache, filtri per emodialisi, non comportano in alcun modo contatti con radioattività.
Per quanto riguarda l'edificio del reattore e la piscina adibita oggi a deposito di barre di combustibile, esso non appartiene più alla Sorin bensì alla Fiat Cei ex TTG che gestisce direttamente i rapporti con l'Enea.
Le attività delle due Divisioni sopra citate, in particolare quelle della Divisione radiofarmaci, sono svolte in locali e laboratori classificati come impianto per l'impiego e il deposito di isotopi radioattivi.
L'esercizio degli impianti Sorin è autorizzato, in base agli artt. 55 e 34 del DPR 185 del 13/2/1964 con licenza rilasciata dal Ministero dell'Industria in concerto con i Ministeri della Sanità, Lavoro interno sentiti i pareri Enea Disp. dell'Istituto superiore di sanità dell'Istituto superiore per la previdenza e sicurezza sul lavoro dell'Ispettorato medico centrale del lavoro e del Comando provinciale dei vigili del fuoco.
Nei Decreti di autorizzazione sopra citati sono stabilite le prescrizioni da seguire. Sulla loro osservanza l'Enea Disp. in base alle specifiche competenze affidate dalla legge a questo ente, effettua periodicamente dei controlli.
Le norme di esercizio previste dall'autorizzazione comportano infatti rigidi schemi organizzativi per quanto riguarda la natura dei locali, la qualificazione del personale, le norme di sicurezza, lo stoccaggio e lo smaltimento dei rifiuti radioattivi e ogni altra procedura operativa.
Del rispetto di queste norme derivate dal già citato DPR 185 del febbraio 1964 nonché da tutta la legislazione nel campo nucleare e in particolare dalle norme di radioprotezione, sono garanti oltre al datore di lavoro sia l'esperto qualificato che il medico autorizzato in base a specifici dettami sempre del DPR 185.
Per quanto riguarda gli scarichi degli affluenti radioattivi della Sorin nel fiume Dora, essi si effettuano nel rispetto di una formula di scarico stabilita a suo tempo dall'Enea Disp nell'ambito delle prescrizioni della licenza di esercizio dell'impianto, ai sensi del citato art. 55 del DPR 185 del 1964. Tale formula è stata ovviamente elaborata tenendo conto sia del tipo di radioisotopi a vita breve (scaricati da Sorin) sia degli effetti sull'ambiente dei livelli di radioattività ammessi allo scarico non solo da parte della Sorin, ma anche da parte dell'Enea.
Anche l'addestramento del personale e le procedure per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi rientrano in questa serie di procedure operative che sono appunto, come già detto, oggetto di controllo delle ispezioni periodiche effettuate dall'Enea Disp.
E' ovvio che anche la dotazione strumentale dei laboratori di chimica e di radioprotezione nonché il loro grado di operatività rientrano in questi schemi di controllo.
Queste informazioni sono già state fornite dalla Sorin negli ultimi mesi al Ministero della Sanità, all'Assessorato regionale alla sanità e alla Prefettura di Vercelli e sono state accertate in ispezioni da parte di Enea Disp e dell'USSL 40 di Ivrea per conto dell'USSL 39 di Chivasso nonch di una Commissione dell'Assessorato regionale alla sanità il 22/1/1987 di cui esiste regolare rapporto.
I dati e le notizie ancora mancanti, riguardanti l'esercizio degli altri impianti operanti nell'area di Saluggia, saranno comunicati non appena disponibili.
Si coglie altresì l'occasione per confermare, secondo quanto precedentemente emerso in sede di VII Commissione consiliare, la disponibilità degli enti competenti e dei titolari degli impianti di produzione del ciclo nucleare operanti in Piemonte a concordare tempi e modalità per l'effettuazione di incontri e visite presso gli impianti di Saluggia e Boscomarengo al fine di conoscere lo stato e l'affidabilità degli impianti medesimi, i cicli di lavorazione e i programmi di esercizio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, chiedo cortesemente all'Assessore Maccari di mettermi a disposizione la risposta in modo da poterla leggere con attenzione. Non posso dichiararmi soddisfatto delle risposte alle domande che sottoponevo alla Giunta; domande che, prendendo spunto dalla visita di una Commissione di esperti ad alto livello della Aiea di Vienna e dell'Euratom, ponevano il dito in almeno tre piaghe, che riassumo affinch rimangano agli atti oltre che per segnalare ulteriormente all'Assessore quei punti sui quali, a nostro giudizio, è opportuno un approfondimento.
Si chiedeva di conoscere i motivi delle visite al deposito radioattivo su cui, dalla risposta dell'Assessore, qualche cosa si è riusciti a sapere si chiedeva però anche se i controlli dell'Euratom e della Aiea nel comprensorio industriale di Saluggia fossero da mettere in relazione al precario stato di conservazione nel quale si trova la piscina Avogadro.
Non so se mi è sfuggito qualche passaggio, ma non mi pare di aver sentito riferimenti al riguardo, eppure non è per nulla insignificante Assessore e colleghi che cortesemente state ascoltando, tale riferimento.
In una lettera del 31 maggio 1987 inviata dal Consiglio di fabbrica della Sorin Biomedica S.p.A. al Sindaco di Saluggia, nonché ad autorità politiche ed istituzionali, dal Ministero dell'Ambiente fino ai Gruppi politici anche di questo Consiglio, i rappresentanti sindacali dei lavoratori scrivevano: ".., l'Enea Disp. l'Euratom e la Aiea controllino correntemente anche gli altri insediamenti italiani dove sono custoditi materiali fissili, come afferma la Fiat Cei nella citata lettera del 27/4." C'è stato, colleghi, un lungo carteggio tra Consiglio di fabbrica ed autorità sullo stato di salute di quello che è stato definito quadrilatero nucleare. "Non ci tranquillizza per nulla, visto che proprio in questo periodo (fine di maggio) la Procura della Repubblica di Piacenza sta indagando sulle condizioni di sicurezza della centrale elettronucleare Enel di Caorso e più precisamente sulle 600 barre di uranio esaurito, sistemate in una piscina analoga a quella di Saluggia, situata accanto al fabbricato che protegge il reattore, ma in una costruzione separata e con ben diverse garanzie di tenuta. Se i magistrati dovessero decidere di trasferire le attuali scorie sotto accusa o quelle che si produrranno in futuro, visto che la loro piscina è ormai satura, non vorremmo essere noi i destinatari come già lo siamo per le barre di Trino Vercellese e del Garigliano".
L'Assessore Maccari non ha preso in considerazione questi elementi, che pure sono a sua conoscenza anche senza bisogno dell'interpellanza da me sottopostagli.
Ma non è solo questo il punto su cui non c'è stata data risposta.
Chiedevo anche, signor Presidente, di conoscere se la Giunta non ritenesse opportuno acquisire e mettere a disposizione del Consiglio regionale i dati dei controlli effettuati dalla Commissione nucleare comunale di Saluggia nel periodo intercorso dall'incidente alla Sorin Biomedica dell'ottobre scorso fino ad oggi, riferimento ripreso anche nella risposta dell'Assessore Maccari.
E' grave che l'Assessore non si sia soffermato su questa domanda e non abbia dato un'opportuna risposta.
Perché, sempre nella già citata lettera del Consiglio di fabbrica della Sorin Biomedica, i rappresentanti sindacali scrivevano: "I cittadini di Saluggia, molti dei quali dipendenti della Sorin Biomedica, nelle assemblee aperte del 18 giugno e del 18/19/20 luglio 1979, come espressamente richiamato in premessa della convenzione (la convenzione tra Comune di Saluggia e Sorin S.p.A. stipulata per l'esercizio del deposito di materiale radioattivo nella piscina dell'ex reattore Avogadro) avevano vincolato la stipula della convenzione al riconoscimento - cito testualmente - del diritto di attingere anche direttamente dall'esercente informazioni riguardanti la regolarità dell'esercizio, in modo che alla cittadinanza fosse garantito in ogni momento il controllo del normale stato di sicurezza radiologica e protezione sanitaria del deposito in oggetto da parte dell'Amministrazione comunale".
Mi rendo conto che queste cose non suscitano grande interesse, anche perché il territorio piemontese è diventato ormai, come abbiamo più volte denunciato, la pattumiera nucleare italiana. E non soltanto più questo perché, come qualche collega ha potuto leggere dagli organi di informazione, il nostro territorio è diventato anche terreno di transito verso il nord Europa di un enorme quantitativo di scorie radioattive. Ben 12000 bidoni di 150 chilogrammi ciascuno, per un totale di 1800 tonnellate di materiale radioattivo, transiteranno dalla stazione ferroviaria di Novara provenienti da Caorso (ritornano sempre gli stessi nomi) per far un giro turistico in Europa (Germania, Belgio, Austria, Svezia, Francia) per ritornarci di nuovo: parliamo sempre di scorie di un problema, cioè, che nessuno sa come risolverlo.
Non mi sorprendo della distrazione che registro su questi argomenti perché, ormai, gli organi di governo di questa Regione sono proni alle volontà dell'Enel e di tutti quelli che con l'Enel hanno a che fare.
Nonostante questo, signor Presidente, vado avanti perché ritengo che la questione sia importante e decisiva. Riguarda l'incolumità di decine di migliaia di persone di questa regione, ragion per cui non possiamo assolutamente accontentarci di risposte burocratiche, piattamente notarili da parte di un Assessorato che ha la funzione di verifica politica e di vigilanza rispetto a quanto avviene sul proprio territorio.
Orbene, ci troviamo di fronte ad un caso palmare di violazione di patti stipulati da parte della Sorin nei confronti dell'Amministrazione comunale di Saluggia, la quale Amministrazione comunale non rispetta gli impegni assunti pubblicamente in Consigli comunali formalmente convocati nei mesi scorsi. I cittadini di Saluggia posero una condizione, quella cioè di poter sapere direttamente cosa avveniva all'interno degli stabilimenti ospitati sul proprio territorio, e per questo fu istituita una Commissione comunale nucleare che doveva essere affiancata da esperti qualificati. Una Commissione che avrebbe dovuto avere l'incarico di controllare che le misure radiometriche di radioattività ambientale ottenute direttamente o tramite la concessionaria Fiat Cei fossero corrette ed effettuate con regolare metodicità in modo che la sicurezza radiologica e la protezione sanitaria potessero essere confermate periodicamente alla popolazione dall'Amministrazione comunale o dalla propria Commissione nucleare.
Ebbene, questo che era un diritto è diventato, per le Organizzazioni sindacali e per i cittadini, quasi una questua. Sono costretti a rivolgersi ad organi istituzionali vieppiù importanti perché non si sono avute le dovute risposte dalle istituzioni che dovrebbero stare a maggior contatto con i cittadini.
I rappresentanti sindacali della Sorin - ho finito il tempo a disposizione, signor Presidente; ci sarebbero moltissime altre cose da aggiungere, ma credo che questi piccoli flash possano essere già sufficienti per i colleghi che vogliono trarre le opportune conseguenze dalla vicenda - riguardo l'insediamento della Commissione nucleare comunale aggiungevano: "A noi non risultano mai nominati e tanto meno utilizzati esperti qualificati iscritti all'albo, mai segnalata la costituzione della Commissione nucleare, quali e quanti siano i membri che la compongono, che siano stati invitati a farne parte i Consigli di fabbrica della Sorin Biomedica e dell'Enea Centro Ricerche di Saluggia e infine che siano stati affissi in passato comunicati per rassicurare la cittadinanza sulla perfetta regolarità del deposito in argomento".
Questo è il punto. Su queste questioni l'Assessore Maccari non pu continuare a far finta di non vedere; egli è evidentemente responsabile sul piano morale oltre che sul piano politico, di tutto quello che pu avvenire a Saluggia. Le sue non risposte non possono che alimentare anche la nostra inquietudine, oltre che la nostra indignazione.



PRESIDENTE

Sono così esaurite le interrogazioni e le interpellanze.



PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Reburdo. Ne ha facoltà.



REBURDO Giuseppe

Il 13 marzo 1986 il Consiglio regionale ha approvato all'unanimità un ordine del giorno riguardante le industrie a rischio.
Con il Consigliere Ala ho fatto due segnalazioni alla Presidenza del Consiglio (in data 9 gennaio 1987 e in data 20 maggio 1987) per chiedere alla Giunta una relazione oppure una comunicazione sullo stato di applicazione di quell'ordine del giorno, anche di fronte agli avvenimenti che hanno colpito Ravenna e Genova, che potrebbero avere riflessi anche nella nostra regione. Chiediamo di avere una risposta alle nostre sollecitazioni e una prima relazione scritta al riguardo.



PRESIDENTE

Mi pare che le due lettere siano state inviate direttamente agli organi interessati. Ora la sua richiesta è giunta anche al Presidente della Giunta regionale il quale provvederà a relazionare su questo argomento.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Carazzoni, Gallarini, Genovese, Martinetti e Olivieri.


Argomento:

a) Congedi

Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale della seduta in corso.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge

Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco delle leggi vistate dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale della seduta in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo

Argomento:

d) Deliberazioni adottate dalla Giunta regionale


PRESIDENTE

L'elenco delle deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nella seduta del 30 giugno 1987 - in attuazione dell'art. 7, secondo comma, della L.R. 6/11/1978, n. 65 - in materia di consulenze ed incarichi, è depositato e a disposizione presso il Servizio Aula.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Convalida nuovi Consiglieri eletti


PRESIDENTE

Comunico che la Conferenza dei Presidenti ha deciso di iscrivere all'o.d.g. la convalida dei nuovi Consiglieri eletti.
La parola al Presidente della Giunta delle Elezioni, Consigliere Santoni, che relaziona in ordine ai lavori della Commissione.



SANTONI Fernando, Presidente della Giunta delle Elezioni

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la Giunta delle Elezioni ha preso in esame le condizioni di eleggibilità e di compatibilità relative ai Consiglieri subentranti Martinetti, Chiezzi, Montefalchesi, Picco Gallarini e Strobbia. Nei confronti dei Consiglieri Martinetti, Chiezzi Montefalchesi, Picco, che hanno fatto pervenire la dichiarazione di non sussistenza di cause di incompatibilità e di ineleggibilità, e per quanto di conoscenza alla Giunta delle Elezioni, non sussistono ragioni di incompatibilità e di ineleggibilità, pertanto la Giunta delle Elezioni propone al Consiglio di convalidare l'elezione degli stessi.
Il Consigliere Gallarini non ha fatto pervenire analoga dichiarazione e la Giunta delle Elezioni ha sospeso le determinazioni in attesa della dichiarazione dell'interessato.
L'ultima posizione presa in esame dalla Giunta delle Elezioni è quella del Consigliere Strobbia, che subentra al Consigliere Benzi, dimissionario.
Per quanto riguarda la posizione del Consigliere Strobbia, è pervenuta al Consiglio regionale istanza dell'avv. Giuseppe Bara, in qualità di elettore, ai sensi dell'art. 7 della legge 23 aprile 1981, n. 154 (che regola le incompatibilità e le ineleggibilità), che chiede al Consiglio di non convalidare l'elezione del Consigliere Strobbia in quanto sussistente una causa di ineleggibilità al momento della presentazione delle liste delle elezioni nel giugno 1985. Tale causa si sostanzierebbe nella assunzione da parte del Consigliere Strobbia, all'epoca, della presidenza dell'Azienda Autonoma Turismo di Ivrea.
La questione va esaminata alla luce della legge 23 aprile 1981 n. 154 che regola le condizioni di incompatibilità e di ineleggibilità. Tale legge distingue la situazione di incompatibilità e di ineleggibilità, per quanto riguarda il caso che ci interessa, in relazione a quelle aziende che risultano dipendenti dalle elezioni e dipendenti dalla Regione, quindi sussisterebbe una causa di ineleggibilità, o semplicemente sottoposte a vigilanza della Regione per cui sussisterebbe una causa di incompatibilità eliminabile secondo la legge del 1981 medesima. Nel caso specifico, per relazionare sui fatti, il Consigliere Strobbia si è dimesso da tale carica nell'aprile 1987, prima che questo Consiglio prendesse in esame il problema della sua surrogazione nei confronti del Consigliere Benzi.
Il problema che la Giunta ha affrontato è se l'Azienda Autonoma di Turismo debba essere ricompresa nella previsione di cui all'art. 17 della Costituzione (aziende che hanno un rapporto di dipendenza con l'ente principale) o se invece deve essere ricompresa nella previsione degli artt.
18 e 130, aziende che sono enti locali territoriali autonomi, che si trovano quindi in un rapporto non di dipendenza, ma di vigilanza rispetto all'ente tutore.
La Giunta ha esaminato la legislazione in materia ed in particolare la legge 20 agosto 1960, n. 1042 sul riordino delle aziende autonome di cura soggiorno e turismo e la normativa successiva che ha trasferito alle Regioni la competenza in tale materia, vale a dire il DPR 24 luglio 1977 n. 616, nonché la legge 17 maggio 1983, n. 217 e la legge regionale 5 marzo 1987, n. 12. Per quanto riguarda queste due ultime norme, la Giunta delle Elezioni ha ritenuto non applicabili al caso di specie, in quanto pur essendo la legge 17 maggio 1983, n. 217 precedente alle elezioni, essa ha trovato applicazione in Piemonte soltanto con la legge regionale 5 marzo 1987, n. 12 che ha istituito le aziende di promozione turistica e quindi per quanto riguarda il periodo che ci interessa, cioè giugno 1985, questa legge non aveva vigenza in Piemonte e doveva farsi riferimento alla legislazione precedentemente citata.
La legge 27 agosto 1960 n. 1042 sul riordino delle aziende autonome di cura, soggiorno e turismo stabilisce sostanzialmente due principi: che queste aziende sono enti locali non territoriali e che sono enti locali non territoriali dotati di autonomia amministrativa. In questo caso verseremmo e versiamo in una ipotesi non di dipendenza ma di vigilanza dell'azienda rispetto all'ente tutore, quindi non sussisterebbe causa di ineleggibilità ma di semplice incompatibilità.
Taluno, e tra questi alcune sentenze dei giudici amministrativi diverse da altri che citeremo, ha ritenuto pur tuttavia che il trasferimento delle deleghe, con legge 24 luglio 1977, n. 616 in capo alla Regione, abbia non solo trasferito i poteri e le competenze, così come erano originariamente in capo al Ministero del Turismo, ma abbia altresì sostanzialmente mutato la natura dell'ente trasformandolo da ente locale non territoriale a ente strumentale della Regione.
In questo senso ritroviamo alcune sentenze del giudice amministrativo e due sentenze del Consiglio di Stato; contrariamente e diversamente da questo troviamo invece altre sentenze di altri giudici amministrativi che ritengono che la situazione non sia mutata rispetto alla normativa del 1960, quindi anche il soccorso giurisprudenziale non è stato sufficiente a sciogliere questo problema in quanto ci troviamo di fronte a decisioni contrastanti all'interno della stessa magistratura amministrativa.
La Giunta per le Elezioni della Regione, aderendo allo spirito e alla lettera della normativa presa in considerazione, e in particolare verificata la legge 17 maggio 1983, n. 217, che espressamente ha modificato la natura di questi enti trasformandoli da enti autonomi a enti di fatto strumentali della Regione, ha ritenuto che al momento della presentazione delle liste delle elezioni nel giugno del 1985, dovesse farsi riferimento alla normativa che abbiamo citato, che si fonda sostanzialmente sulla legge 27 agosto 1960, n. 1042, e che il trasferimento alle Regioni successivo sia stato esclusivamente un trasferimento di competenze dal Ministero del Turismo alle Regioni, che non ha mutato la natura delle aziende medesime che sono rimaste, fino alla legge regionale del marzo 1987, enti locali non territoriali dotati di autonomia amministrativa.
A conforto di questa decisione della Giunta per le Elezioni stanno anche in concreto il tipo di rapporto che è stato mantenuto dalla Regione Piemonte nei confronti di queste aziende, che è stato un rapporto di vigilanza e non di dipendenza. Per cui l'atto qualificante di questo rapporto è nella verifica del bilancio. I bilanci delle aziende autonome di turismo sono sempre stati sottoposti al controllo amministrativo della Giunta regionale, mentre quelli degli enti dipendenti sono approvati dal Consiglio insieme al bilancio regionale, tale da trasferire la competenza delle aziende in un vero e proprio rapporto di dipendenza dalla Regione quindi anche sotto questo profilo è stato mantenuto un rapporto di vigilanza e non di dipendenza.
Per tutti questi motivi la Giunta delle Elezioni ha ritenuto di non accogliere l'istanza presentata dall'avv. Giuseppe Bara, di respingere l'istanza stessa e di proporre al Consiglio la convalida dell'elezione del Consigliere Strobbia.



PRESIDENTE

Signori Consiglieri, sentita la relazione del Presidente della Giunta delle Elezioni, possiamo procedere alla votazione della convalida dei Consiglieri per ordine alfabetico.
Convalida del Consigliere regionale Giuseppe Chiezzi.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 41 Consiglieri schede bianche 2.
Il Consiglio approva.
Comunico che copia della deliberazione di convalida sarà depositata nella Segreteria del Consiglio per l'immediata pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione, ai sensi dell'art. 16 del Regolamento interno del Consiglio regionale, e sarà trascritta nel processo verbale della seduta in corso.
Convalida del Consigliere regionale Bartolomeo Martinetti.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 44 Consiglieri schede bianche l.
Il Consiglio approva.
Comunico che copia della deliberazione di convalida sarà depositata nella Segreteria del Consiglio per l'immediata pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione, ai sensi dell'art. 16 del Regolamento interno del Consiglio regionale, e sarà trascritta nel processo verbale della seduta in corso.
Convalida del Consigliere regionale Corrado Montefalchesi.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 36 Consiglieri schede bianche 6.
Il Consiglio approva.
Comunico che copia della deliberazione di convalida sarà depositata nella Segreteria del Consiglio per l'immediata pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione, ai sensi dell'art. 16 del Regolamento interno del Consiglio regionale, e sarà trascritta nel processo verbale della seduta in corso.
Convalida del Consigliere regionale Giovanni Picco.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
Il Consiglio approva.
Comunico che copia della deliberazione di convalida sarà depositata nella Segreteria del Consiglio per l'immediata pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione, ai sensi dell'art. 16 del Regolamento interno del Consiglio regionale, e sarà trascritta nel processo verbale della seduta in corso.
Convalida del Consigliere regionale Stefano Strobbia.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 37 Consiglieri schede bianche 7.
Il Consiglio approva.
Comunico che copia della deliberazione di convalida sarà depositata nella Segreteria del Consiglio per l'immediata pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione, ai sensi dell'art. 16 del Regolamento interno del Consiglio regionale, e sarà trascritta nel processo verbale della seduta in corso.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Conclusioni del dibattito sulle discariche: determinazioni conseguenti. Votazione mozione e ordini del giorno


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, dobbiamo concludere il dibattito sulle discariche di cui al punto 4) all'o.d.g., con la votazione della mozione e degli ordini del giorno presentati al riguardo. Chiede la parola il Consigliere Petrini. Ne ha facoltà.



PETRINI Luigi

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, avevamo auspicato in quest'aula, dopo la presentazione della prima relazione della Commissione di indagine sull'inquinamento e le comunicazioni dell'Assessore Maccari che le conclusioni del dibattito sulle problematiche legate allo smaltimento dei rifiuti e ai fatti di inquinamento ad esso connessi potessero trovare un'espressione unitaria del Consiglio regionale.
Peraltro una posizione unitaria era emersa dai lavori della Commissione di indagine nonché nel Consiglio stesso al momento dell'approvazione dei due ordini del giorno del 28 e 29 maggio u.s., relativi rispettivamente alla predisposizione di progetti di cantieri di lavoro, per la raccolta differenziata dei rifiuti e alla ricerca di garanzie di massima informazione e trasparenza relativa ad ogni impresa autorizzata o autorizzata per impianto di smaltimento rifiuti.
Al fine di raggiungere una possibile conclusione unitaria del dibattito, stante le numerose proposte di mozioni e ordini del giorno presentati dai vari Gruppi, si era dato incarico ad un gruppo di Consiglieri di procedere alla redazione di un testo di ordine del giorno che trovasse l'accordo di tutti i Gruppi consiliari. In assenza di un formale documento della Giunta regionale, tutti i Gruppi ovviamente erano liberi di presentare le proprie proposte. Da parte del Gruppo della DC è stata presentata una proposta di ordine del giorno conclusiva, redatta come documento aperto che fungesse da base per addivenire ad una stesura definitiva, dopo il necessario confronto fra i Gruppi.
A seguito dei due incontri di lavoro, in particolare dell'ultimo avvenuto il 7 luglio, che ha visto presenti i rappresentanti dei Gruppi comunista e democristiano e del rappresentante dell'Assessore all'ecologia questa proposta di documento è stata esaminata ed emendata. Il Gruppo comunista ha però espresso la propria difficoltà allo stato attuale delle cose a trovare un punto di riferimento comune e complessivo sul documento in quanto questo, ad esempio, non conteneva riferimenti espliciti alla creazione dell'agenzia regionale per lo smaltimento dei rifiuti industriali, punto nodale della mozione del Gruppo comunista.
In ogni caso il documento, così com'è risultato al termine degli incontri, viene oggi presentato alla Presidenza del Consiglio, dal sottoscritto e dal collega Consigliere Picco a nome del Gruppo democratico cristiano al fine di contribuire ad un pronunciamento da parte del Consiglio, con l'intesa che il documento è ovviamente aperto ai contributi di tutti e con l'auspicio che si possa pervenire ad una concreta ed unitaria conclusione di questo lungo e sofferto dibattito consiliare.
In questo senso presento il documento alla Presidenza del Consiglio.



PRESIDENTE

La Presidenza ha ricevuto formalmente il documento che viene contestualmente consegnato ai Presidenti dei Gruppi.
Chiede la parola il Consigliere Ferro. Ne ha facoltà.



FERRO Primo

Senza voler prendere troppo tempo ad una discussione che ormai volge al termine, a noi pare che debbano essere riprese alcune questioni essenziali.
Nella discussione generale abbiamo cercato di ricondurre i caratteri distintivi - e voglio sottolineare questo termine - della nostra posizione sui temi e sulle proposte che abbiamo espresso in termini compiuti nella nostra mozione. Quella mozione la presentammo non solo per segnare una posizione, cosa certamente importante ma non esaustiva in un dibattito consiliare, ma con l'intento di definire un punto alto dei termini reali su cui doveva confluire il confronto politico ed eventualmente anche il contrasto di carattere politico.
Le nostre posizioni sono state caratterizzate dalla mozione che abbiamo presentato, ma se il confronto politico voleva essere alto e l'eventuale contrasto chiaramente marcato questo confronto è stato eluso. Certo, il fatto che il dibattito sia stato avviato, sospeso, ripreso e poi sospeso nuovamente può avere concorso a produrre uno sfarinamento del dibattito stesso. Ma, al di là di questo, una questione come quella affrontata meritava ben altra attenzione da parte della Giunta.
Per essere franchi non credo che i nodi veri del dibattito siano quelli espressi dall'Assessore Maccari nella parte propositiva del suo intervento.
Di fronte all'emergenza che il Piemonte ha attraversato e attraversa questa parte propositiva è un mix di ordinaria amministrazione, di percorsi obbligati, di elementi che rimangono al di qua delle misure e delle iniziative che una situazione di emergenza dovrebbe imporre.
Nei quaranta minuti spesi nell'intervento non vi è stata una sola parola sulle nostre proposte. Ecco perché il confronto che abbiamo trascinato per diverse sedute finisce col diventare una specie di rito, un confronto finto. Ci saremmo aspettati che la Giunta, specie dopo la comunicazione fatta in Consiglio e le perplessità che quella comunicazione ha suscitato, offrisse la base di un confronto vero.
Un confronto serio lo si ha nel momento in cui si individuano i nodi concreti e si dichiarano quali sono gli strumenti, i percorsi e i tempi per aggredirli. Noi abbiamo proposto l'agenzia. Non si è d'accordo? Ebbene, lo si dica, ma si facciano anche proposte diverse, si individuino gli indirizzi propositivi che si intende portare avanti e gli strumenti sui quali si intende far leva.
Il problema non è marginale, tanto più se si intende affrontare una politica sistemica nel trattamento dei rifiuti, problema che è stato eluso anche nella proposta presentata dal collega Petrini a nome del Gruppo DC.
La questione non è marginale anche di fronte agli appuntamenti imposti dal Decreto governativo: la redazione dei piani di bonifica entro il 31/3/1987.
Mi chiedo chi farà i piani di bonifica e con quali strumenti. Per il futuro come si predispone un sistema organico di trattamento e di smaltimento? Si deve presumere dai silenzi e dalle cose non dette che la Giunta si colloca contro le nostre proposte.
Tuttavia, proprio perché vogliamo che ci sia su questi problemi un confronto molto più stringente, chiameremo in aula la nostra proposta di legge, almeno usciremo da un dibattito che per molti aspetti giudichiamo finto e cercheremo di far venire alla luce quanto nel dibattito non è emerso.
So bene che l'ordine del giorno proposto dalla DC cerca di offrire alla Giunta una specie di passe-partout per aprire un percorso programmatico che recepisca alcuni elementi essenziali del dibattito. Ma se facessimo finta di niente, se non tenessimo conto del dibattito e delle novità politiche di questo periodo, quelle che sono da ricondurre alla verifica, finiremmo con avvalorare un confronto in cui vi è un gioco delle parti, dove ciò che conta è produrre un ordine del giorno finale in cui ci si trovi d'accordo.
Le ragioni per cui non votiamo l'ordine del giorno sono questioni di contenuto, quelle che ricordava poc'anzi il collega Petrini, il fatto che si sorvola rispetto alla proposta da noi avanzata dell'agenzia, si sorvola su una concezione sistemica a livello regionale del trattamento dei rifiuti.
Queste ragioni di contenuto sono sufficienti, ma ce ne sono altre di carattere politico più generale; nell'ordine del giorno vengono indicate alcune date per i piani di smaltimento e di bonifica, previste dal Decreto governativo, da realizzarsi entro il 31 dicembre 1987 e il 31 marzo 1988.
Ebbene, noi non crediamo all'attuazione di una qualsiasi soluzione entro tali date. Un corretto piano di smaltimento parte dal presupposto che ci sia a regime il catasto che, per quanto riguarda il Piemonte, è assai lontano. Le due date riportate potrebbero forse con qualche probabilità sei mesi più, sei mesi meno, essere rispettate se l'emergenza ambientale piemontese venisse davvero aggredita.
Certo, si può votare un ordine del giorno tanto per concludere un dibattito e liberare il Consiglio da questo problema, ma parliamoci chiaramente: la testa è altrove, la testa è sulla verifica. Allora, un programma non è credibile quando chi deve dirigerlo è paralizzato da logiche e condizionamenti tutti interni alla verifica e alle questioni che essa pone.
La testa e gli impegni di lavoro sono altrove. La Regione ha fatto acqua durante i fatti registratisi nell'Alessandrino, nella prima fase dell'emergenza e non si capisce come, con una verifica, possa essere credibile il programma, in verità minimo indicato dal collega Petrini.
Quindi la chiave che la DC offre alla Giunta mette fine ad un dibattito lungo, frammentato e, per alcuni aspetti, troppo rituale. I problemi tuttavia restano, i ritardi sono quelli che sono e le cose non si muovono certo nella direzione che noi abbiamo chiesto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.



PEZZANA Angelo

Ho avuto questo ordine del giorno solo adesso e la prima tentazione è stata quella di dare un voto positivo, sennonché questo ordine del giorno contiene molte implicazioni che mi impediscono di farlo, anche se contiene un'esclusione che mi ha impressionato positivamente: non sono più citate le agenzie a capitale misto che, a mio avviso, sono alla base di tutto quello che non ha funzionato finora e che ha creato una diffusione non soltanto vaga, ma concreta di sospetti sul reale funzionamento di accordi tra privato e pubblico.
E' un ordine del giorno fatto a conclusione di una lunga sequela di riunioni, di discussioni e di dibattiti consiliari su un problema tragico come quello delle discariche, mentre invece questo doveva essere un discreto programma che l'Assessore Maccari avrebbe dovuto presentarci due anni e mezzo fa nel momento in cui assumeva l'incarico di Assessore all'ambiente e poteva essere un buon programma di intenti.
A metà legislatura questo ordine del giorno ci viene a proporre un programma di cose tutte da fare. Addirittura, al punto 9) impegna la Giunta regionale "a fornire alla competente Commissione regionale dati informativi in merito all'attività della Commissione tecnica regionale, istituita ai sensi della legge regionale n. 18/86, nonché ad attivare le modalità di accesso alle informazioni dei dati ambientali disponibili".
Ho presentato un anno fa una proposta di legge che riguarda l'accesso alle informazioni, ma quella proposta di legge, come tante altre, è finita in un cassetto in attesa che qualcuno della Giunta abbia la compiacenza di leggerla. Mi chiedo - anzi non me lo chiedo più perché sono ripetizioni che annoiano persino me, immagino chi le ascolta - con quale capacità, con quale sicurezza o con quale speranza il Gruppo DC ci chiede di firmare questo documento. E' un ordine del giorno aperto che sostiene cose che sarebbe difficile smentire, ma è totalmente non puntuale e ci viene quasi a prendere in giro.
Credo che il Gruppo DC abbia fatto i salti mortali per redigerlo in difesa di un Assessorato che ha mancato completamente il suo compito in questi due anni e mezzo di legislatura. Questo denota la scarsissima attenzione che l'Assessorato ha nei confronti di chi in questo Consiglio ha proposto sempre in positivo dei progetti di legge, dei metodi di azione per quanto riguarda il degrado ambientale e mi chiedo se si possa onestamente chiedere alle forze di minoranza di approvare un ordine del giorno che è in contrasto con tutta l'attività svolta dall'Assessorato in due anni e mezzo.
E' un ordine del giorno che mi imbarazza. Non sono abituato a votare contro o a favore in base agli schieramenti, però chiedo al collega Petrini se si sente oggettivamente e onestamente di proporlo al Consiglio regionale a metà legislatura.



PETRINI Luigi

E' il risultato di un dibattito durato tre sedute, se tu fossi stato presente in Commissione l'altro giorno avresti potuto sollevare le tue osservazioni. E' inutile farle qui.



PEZZANA Angelo

Credo che alcune malattie siano infettive, vedo che anche il collega Petrini si è ammalato della malattia del PCI nei miei confronti: io dovrei essere presente da tutte le parti.
Ripeto, è un ordine del giorno che rappresenta una mozione di intenti che vorrei dire indecente perché doveva semmai essere un buon programma che l'Assessore competente avrebbe dovuto impegnarsi a realizzare due anni e mezzo fa. Lo dico con tutta tranquillità senza timore di schierarmi da una parte o dall'altra.
E' chiaro che riassume i lavori della Commissione e le indagini, ma deve anche mantenere un'indicazione alla Giunta la quale, da questo punto di vista, non è credibile, visto che ha aspettato di arrivare a metà legislatura per raccogliere l'indirizzo del Consiglio su quello che deve fare. L'Assessore Maccari non mi saluta quasi più e penserà che io ce l'abbia con lui, in realtà i discorsi che faccio a lui li farei a qualsiasi altra persona che fosse al suo posto e che non avesse compiuto il suo dovere.



MACCARI Eugenio

Sei il mio angelo.



MACCARI Eugenio

BOSIO



MACCARI Eugenio

Incontratevi una sera.



PEZZANA Angelo

Caro Maccari, io ho dei sentimenti laici, non credo di doverti tanto.
Ci fosse al posto dell'Assessore il collega Bosio gli direi le stesse cose. Non si tratta di trovarci una sera, c'è il problema di usare questo Consiglio per dire le cose che si devono dire. L'Assessore ha sentito per due anni e mezzo tutte le critiche che doveva sentire. Non ne ha mai tenuto conto, da questo punto di vista ritengo che sarebbe indecoroso per me firmare questo ordine del giorno, non tanto per il suo contenuto quanto perché è in ritardo di due anni e mezzo, e ha sbagliato destinazione perch andava rivolto due anni e mezzo fa all'Assessore Maccari.



PRESIDENTE

Signori Consiglieri, poiché non è stato possibile addivenire ad un documento unitario, occorre procedere alla votazione dei vari documenti. La votazione dei documenti avverrà per ordine di presentazione.
Iniziamo con la mozione n. 171 presentata dal Gruppo comunista. Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valeri per l'illustrazione. Ne ha facoltà.



PRESIDENTE

VALERI



PRESIDENTE

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, alla stretta della discussione era nostro convincimento che ci sarebbe stato un momento di confronto più ravvicinato. Ma così non pare. Non voglio ripetere le cose dette dal Consigliere Ferro, il quale ha manifestato il malessere che si prova nel constatare la discrasia esistente tra il livello di impegno, che la Giunta e la maggioranza sono in grado di esprimere, e la natura di problemi sicuramente drammatici e difficili. E' impensabile sostenere che tali problemi possano ritenersi adeguatamente affrontati da una mozione di meri intenti, senza scadenze precise, e che ignora i necessari impegni operativi.
Ricordo, tanto per fare qualche esempio, che il catasto dei rifiuti, è tuttora inoperante e che da parte delle Province, nel corso degli incontri avuti, vi è stato un coro di critiche nei confronti della Regione perch non ha ancora provveduto ad inviare i moduli indispensabili, ossia lo strumento per poter addivenire alla costruzione del catasto. Mi risulta Assessore, che il Comitato tecnico scientifico ha già da tempo predisposto lo schema di questi moduli, ma cionondimeno i moduli non ci sono ancora.
Giustamente, diceva Ferro, è impensabile costruire un piano dei siti e della organizzazione dei servizi di smaltimento senza avere a disposizione almeno un rudimento di conoscenza della mappa dei rifiuti nella nostra regione; mappa che, però, è costruibile soltanto attraverso un catasto dei rifiuti di là da venire, ora leggiamo, al primo punto dell'ordine del giorno della maggioranza che entro il 31 dicembre 1987 la Giunta si impegna a predisporre il piano per la individuazione della zone idonee in cui realizzare gli impianti di smaltimento. Ma che significa? C'è qualcuno in quest'aula che crede in una affermazione di tal genere? Siamo quindi in presenza di una nuova finzione, che è tanto più sconcertante in quanto si manifesta su di un problema di notevole rilevanza sociale, economica ed ambientale.
Può darsi che la sottolineatura di questo malessere non smuova alcunch all'interno di una maggioranza che si manifesta sempre più refrattaria alle sue stesse responsabilità di governo. Tuttavia non ci rassegniamo a compiere gli sforzi necessari per cercare di realizzare un reale confronto anche se, come nel caso odierno, essi vengono miseramente fatti naufragare in una sorta di palude che tutto assorbe e nulla consente di verificare e di approfondire nel concreto.
Fatte queste precisazioni dichiariamo di ritirare l'ordine del giorno che avevamo presentato nell'intento di facilitare il confronto che non c'è stato. Manteniamo invece la mozione che avevamo presentato già sin nell'ottobre 1986 e ribadiamo il nostro voto contrario all'ordine del giorno presentato dalla maggioranza.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale mozione, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale preso atto della diffusione in Piemonte di una vasta area di discariche clandestine e abusive di rifiuti provenienti da lavorazioni industriali e da altre fonti e del quadro allarmante proposto dal censimento effettuato dal Ministero della Protezione Civile con il concorso delle Prefetture, della Regione delle Province ribadito che tale quadro concorre a delineare in modo ancora più evidente la situazione di grave emergenza ambientale e che pertanto la Regione deve darsi un proprio piano di misure e di interventi in grado di affrontare organicamente l'emergenza, sia risanando il territorio sia rimovendo le cause del diffondersi delle discariche clandestine, particolarmente per quanto riguarda i rifiuti e i fanghi di origine industriale per i quali non esistono adeguate strutture di smaltimento sottolineato che la legge 18/86 per le cose che prevede di mettere a regime (catasto dei rifiuti articolato per Province, Piano di organizzazione regionale dello smaltimento, Piano dei siti per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti industriali, etc.) implica l'avvio di un processo, non facile né agevole la cui realizzazione compiuta non potrà avvenire che tra qualche anno, in cui manca tuttavia la chiara indicazione degli strumenti e delle strutture che permettono di affrontare con rapidità ed efficacia l'organizzazione del Sistema di smaltimento rifiuti considerato che l'emergenza non può che essere intesa come un anello di saldatura tra il risanamento della situazione esistente e la realizzazione a regime di un sistema regionale per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti industriali ritenuto che la ratio della legge 915 configuri un forte ruolo pubblico anche nello smaltimento dei rifiuti industriali pur lasciandone la responsabilità e il carico finanziario ai privati impegna la Giunta alla definizione di un 'sistema di trattamento e smaltimento dei rifiuti industriali', che coinvolga nella sua organizzazione e gestione le forze pubbliche e private con competenze nel settore, che dia assicurazione alla popolazione piemontese sulla provenienza e destinazione dell'ingente massa di rifiuti industriali prodotta annualmente nella regione, garantendo il suo corretto smaltimento.
Strumento di gestione del Sistema rifiuti industriali sarà un'Agenzia regionale a cui partecipino gli enti strumentali (CSI, Finpiemonte, IPLA) la CISPEL settore ambiente, la Federpiemonte e le altre associazioni imprenditoriali, la Lega delle Cooperative, altre organizzazioni competenti nel settore. L'Agenzia costituirà il cuore e il cervello del sistema ed avrà il compito di aiutare la Regione nella attività di programmazione del Sistema (Piano dei siti e Piano di smaltimento) e di tradurre in progetti operativi le linee programmatiche reperendo anche i finanziamenti necessari. Nella fase di avvio l'intervento dell'Agenzia sarà rivolto si rifiuti e fanghi industriali (compresi i fanghi di depurazione): successivamente l'intervento potrà allargarsi a consulenze e progetti nel campo del trattamento dei rifiuti urbani.
La struttura del sistema sarà basata sulle seguenti articolazioni: individuazione e organizzazione di Centri di stoccaggio provvisorio.
Avvalendosi di strutture pubbliche (Aziende Municipalizzate di Rifiuti) e private e sotto il controllo delle Province, si allestiranno Centri di stoccaggio provvisorio di rifiuti industriali per ognuno dei quali, anche per le caratteristiche dell'impianto e delle strutture, dovranno essere definite la qualità dei prodotti stoccati, la quantità e i tempi di stoccaggio.
In questi centri potranno essere portati i rifiuti recuperati dalle discariche clandestine e quelli prodotti dalle aziende industriali, che ovviamente, dovranno pagare il costo dello stoccaggio obbligo per i trasportatori autorizzati di portare i rifiuti che ricevono in consegna ai centri di stoccaggio provvisorio oppure segnalare alla Regione (o, avvenuto il passaggio di poteri, alla Provincia) dove li trasportano, pena la revoca dell'autorizzazione istituzione di laboratori di analisi presso i centri di stoccaggio che provvedono ad analizzare il contenuto dei rifiuti conferiti allo scopo di reperire le informazioni necessarie a programmare le strutture per lo smaltimento definitivo trasmissione dei dati al CSI, che sta lavorando alla messa in opera della sintesi regionale del catasto dei rifiuti e che potrà quindi fornire i dati relativi all'insieme dei flussi provenienti dal sistema produttivo compresi quelli sui quantitativi di rifiuti smaltiti in strutture private regolarmente autorizzate elaborazione da parte della Regione di direttive politico programmatiche relative al Piano di smaltimento dei rifiuti industriali in Piemonte ed al Piano dei siti per gli impianti stessi, con la collaborazione delle Commissioni previste dalla legge 18/86 riordino della legislazione regionale in materia di rifiuti e dei relativi regolamenti applicativi tesa alla semplificazione della normativa e all'inserimento nella stessa delle disposizioni contenenti la presente mozione istituzione della Agenzia regionale per lo smaltimento dei rifiuti e dei fanghi industriali, costituita con l'apporto delle competenze pubbliche e private di maggior livello esistenti nella regione: Finpiemonte, la CISPEL settore ambiente, IPLA, CSI, Federpiemonte, Lega delle Cooperative, ANCI Associazioni industriali e artigiane di categoria. Compito dell'Agenzia è di ricevere il flusso di informazioni relativo alla situazione attuale della domanda arretrata di smaltimento dai Centri di stoccaggio e dai dati man mano affluenti dal CSI e di definire un Progetto operativo di trattamento e smaltimento dei rifiuti industriali in Piemonte, alla cui realizzazione chiamare a partecipare tecnicamente e finanziariamente gli stessi soci dell'Agenzia ed altri soggetti potenzialmente interessati. Il progetto operativo sarà orientato al recupero, anche energetico, e al riciclaggio massimo dei rifiuti. A tal fine l'Agenzia potrà anche avviare l'organizzazione di 'Borse Rifiuti' generali o specializzate individuazione dei siti e definizione del relativo piano, dove possano essere localizzati i centri di smaltimento di cui ai punti seguenti e le discariche ad essi collegate, partendo dal principio che la discarica non può essere un luogo dove sistemare rifiuti pericolosi ma che il rifiuto deve essere recuperato o riciclato ogni qualvolta sia possibile o altrimenti reso inerte prima della messa a discarica istituzione di Centri di smaltimento di primo livello in grado di trattare i rifiuti meno complessi provenienti dai centri di stoccaggio o dalle aziende industriali. In fase di primo avvio dovrà prevedersi l'istituzione immediata di tre o quattro centri per provvedere ai fabbisogni più urgenti. Nella gestione e nel finanziamento di tali centri potranno essere coinvolti operatori del settore e capitali privati attraverso la istituzione di società miste a capitale pubblico e privato istituzione di due o tre Centri di smaltimento di secondo livello predisposti per il trattamento e lo smaltimento di rifiuti con composizioni complesse. Si tratta di individuare in Piemonte alcune zone dove procedere al trattamento di rifiuti con caratteristiche complesse per assicurarne o l'inertizzazione o, attraverso processi di lavorazione, la trasformazione in prodotti riutilizzabili in attività produttive. Anche per questi centri potrà prevedersi la costituzione di società miste organizzazione delle strutture dei centri di smaltimento con caratteristiche modulari in modo da poter essere adattati all'evolversi della domanda e delle tecnologie e da essere differenziati a seconda dei bacini di utenza. Ogni centro di primo e secondo livello disporrà quindi dei moduli corrispondenti alla tipologia dei rifiuti prodotti nel proprio bacino di utenza possibilità di utilizzazione dell'Agenzia per fornire competenze e/o consulenze per la definizione del Sistema dei Controlli da parte di Province e UU.SS.SS.LL. e per interventi o consulenze nel settore del trattamento dei rifiuti urbani predisposizione delle strutture, attrezzature, personale, costi di formazione e di specializzazione del personale e dei quadri, e mezzi finanziari per far si che le funzioni di autorizzazione e di controllo possano essere svolte in modo adeguato dalla Regione stessa e dagli enti delegati garanzia della rigorosa valutazione dell'impatto ambientale di tutte le strutture previste e della massima partecipazione dei cittadini, delle Amministrazioni interessate e delle forze sociali, nelle diverse fasi di realizzazione del progetto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La mozione è respinta con 19 voti favorevoli e 27 contrari.
Do ora lettura dell'ordine del giorno n. 230 presentato dal Consigliere Staglianò: "Il Consiglio regionale visto l'art. 6, penultimo comma, del DPR 10 settembre 1982, n. 915, che affida, fra l'altro, alla Regione la promozione di iniziative dirette a limitare le formazioni dei rifiuti considerato che tra le cause di degrado ambientale a seguito dell'abbandono dei rifiuti sul territorio, quella riconducibile alla dispersione incontrollata di contenitori (sacchetti ed altro) di plastica assume particolarissima rilevanza per il livello quantitativo raggiunto (se ne calcolano diverse decine di miliardi) e per l'assoluta non biodegradabilità delle sostanze componenti considerato altresì che il 1987 è stato dichiarato 'Anno Europeo dell'Ambiente' e che già alcuni Comuni hanno emesso un'ordinanza che vieta l'uso dei contenitori di plastica ritenuta necessaria ed improcrastinabile un'azione, sia pure inizialmente settoriale, tendente ad ovviare all'inconveniente gravissimo descritto, al fine di evitare ulteriori guasti ambientali in un contesto già fortemente deteriorato valutati, nel contempo, possibili e praticabili gli utilizzi di altre composizioni di contenitori, come già in alcuni settori economici riscontrato, senza eccessivi aggravi di costi impegna la Giunta nell'ambito dei piani regionali di smaltimento (ex art. 6 DPR citato, ex art. 5 L.R. 18/86) a definire apposite direttive applicative delle descritte esigenze in direzione dei Comuni del Piemonte, secondo le procedure previste dalla L.R. 18/86 (artt. 11 e 12), per evitare la circolazione, l'utilizzo e la dispersione incontrollata sul territorio, dei contenitori non biodegradabili in argomento, nonché ad intraprendere in collegamento con organizzazioni ed enti interessati ogni iniziativa di informazione ed educazione nei confronti della popolazione e di promozione nei confronti degli operatori addetti, e a sostenere iniziative volte all'individuazione di materiali alternativi".
Pongo in votazione tale ordine del giorno.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 17 voti favorevoli, 26 contrari e 2 astensioni.
Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 263 presentato dal Consigliere Ala il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte preso atto della Prima relazione al Consiglio della Commissione di indagine conoscitiva sull'inquinamento e lo smaltimento dei rifiuti, istituita ai sensi della Deliberazione C.R. 185-9231 del 19/6/1986 preso atto della Comunicazione della Giunta regionale in merito allo stato di attuazione del DPR 915/82 in Piemonte richiamate la normativa statale e regionale in materia di smaltimento dei rifiuti e le competenze specificatamente attribuite alla Regione, ed in particolare quelle espressamente previste dall'art. 6 del DPR 915/82 richiamata altresì la necessità di dare inizio ad una politica, a livello regionale, limitativa della produzione dei rifiuti non biodegradabili e maggiormente rispettosa della tutela della salute pubblica, delle risorse ambientali e paesaggistiche, e capace, nel contempo, di coordinare e programmare - anche finanziariamente e scientificamente - le numerose iniziative che Enti locali piemontesi hanno attuato e stanno attuando in questo settore, con particolare attenzione per gli interventi volti alla riduzione dell'uso delle materie plastiche e nel campo della raccolta differenziata, del riciclaggio e della riduzione dei rifiuti considerato con preoccupazione il perdurare di una situazione di sostanziale inerzia da parte dell'Assessorato competente, per quanto riguarda la definizione di una politica regionale in materia di smaltimento dei rifiuti, in assenza della quale - stante le caratteristiche di indirizzo e di programmazione che competono all'Amministrazione regionale le singole iniziative ed interventi, sia di fonte imprenditoriale che legate all'attività volontaria di associazioni e cittadini, diventano di difficile attuazione impegna la Giunta regionale 1) a predisporre provvedimenti, prevedendo adeguati finanziamenti già nel Bilancio di previsione per il corrente anno, al fine di procedere d'intesa con gli Enti locali interessati - alle operazioni di bonifica delle numerose discariche abusive esistenti in Piemonte (a partire da quelle segnalate dal censimento predisposto dalle Prefetture, si sensi dell'O.M. 727/FPC/ZA del 6/5/1986, o individuate dalla Commissione regionale di indagine, o segnalate da gruppi, associazioni o privati cittadini). Queste operazioni, da attuarsi entro il 31 marzo 1988, dovranno riguardare soprattutto quella miriade di 'piccole' discariche abusive, la cui esistenza rappresenta sia un pericolo attuale di inquinamento e di deturpazione ambientale, sia un potenziale pericolo futuro.
2) ad avviare straordinarie e sollecite procedure per verificare l'efficacia dell'attività delle Province per quanto riguarda le deleghe loro attribuite ai sensi della L.R. 18/86, prevedendo la trasmissione tempestiva da parte delle Province di tutti quanti gli atti relativi alla materia.
3) a fornire al Consiglio una esauriente comunicazione in merito alle procedure di controllo e verifica fin qui attuate dalla Regione in merito alle funzioni delegate.
4) a fornire regolarmente alla competente Commissione consiliare informazioni in merito all'attività della Commissione tecnica regionale istituita ai sensi della L.R. 18/86.
5) a regolamentare, entro tre mesi, l'accesso all'informazione in materia di smaltimento dei rifiuti sul territorio regionale, considerato il protrarsi dei tempi di realizzazione del catasto (previsto dalla L.R.
18/86), ivi compresa la previsione dell'accesso in materia di informazione esteso alle funzioni delegate, si sensi del DPR 915/82 e della L.R. 18/86.
6) a riproporre con urgenza al Consiglio regionale l'insieme della materia e delle procedure contemplate nella ritirata Proposta di deliberazione n.
154: Norme integrative per l'organizzazione dei servizi di smaltimento e le procedure di controllo e autorizzazione (art. 6, lettera f), relativa ai criteri ed alle procedure di ammissione in discarica, ammissione in impianti di trattamenti, in impianti di ammasso, deposito e stoccaggio provvisorio di rifiuti speciali, di cui ai nn. 1 e 5, quarto comma, e dei rifiuti tossici e nocivi di cui al quinto comma dell'art. 2 del DPR 915/82 recependo i pareri ed i suggerimenti espressi al riguardo da parte del Comitato tecnico regionale per l'attuazione del DPR 915/82 (seduta del 16/12/1986).
7) ad emanare, sempre con riferimento al campo delle competenze di cui all'art. 6, lettera f) del DPR 915/82, norme urgenti nel campo dello stoccaggio provvisorio (riprendendo - come termini massimi - quelli previsti dalla sopra richiamata Proposta di Deliberazione, ovvero: sei mesi per i rifiuti speciali, tre mesi per i rifiuti tossici e nocivi); a prevedere norme per la tenuta dei registri di carico e scarico, per le procedure di accettazione e di controllo, per l'obbligo di comunicazioni periodiche, per le caratteristiche e la compilazione dei formulari di identificazione.
8) a predisporre la pubblicazione, entro l'anno, di un supplemento al 'Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte', contenente tutte le autorizzazioni vigenti in materia, per le diverse attività di smaltimento ivi comprese le attività specifiche, le ragioni sociali, i siti, la tipologia dei rifiuti prodotti, trattati, trasportati, smaltiti, ecc.
9) a predisporre rapidamente (entro l'anno in corso) il piano regionale di smaltimento dei rifiuti provenienti da ospedali e case di cura, non assimilabili agli urbani.
Il Consiglio regionale del Piemonte considerato inoltre che gran parte dei punti sopra richiamati avrebbero dovuto essere da tempo regolamentati con idonei provvedimenti da parte della Giunta regionale considerata la mancanza, di fatto, di una politica regionale in materia di smaltimento dei rifiuti, in particolar modo di quelli di origine industriale, pur in presenza di una situazione di grave compromissione ambientale, che numerosi fatti occorsi negli ultimi anni in Piemonte hanno più volte evidenziato considerato che, spesso, l'attività regionale si è limitata ad una gestione puramente amministrativa della materia esprime una profonda censura nei confronti dell'operato dell'Assessorato competente e della Giunta regionale".
Ha chiesto la parola il Consigliere Ala. Ne ha facoltà.



ALA Nemesio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, avevo chiesto di votare l'ultima parte dell'ordine del giorno (di censura dell'Assessorato) successivamente ai punti precedenti. L'ordine del giorno contiene, infatti distinti punti. Ritenevo la parte finale più "politica" e i primi nove punti quasi banali.
Riconfermo ora la richiesta di votazione per parti separate.



PRESIDENTE

Si proceda quindi alla votazione dell'ordine del giorno per parti separate: a) fino al punto 9 incluso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 20 voti favorevoli e 26 contrari.
b) parte finale.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinta con 20 voti favorevoli e 26 contrari.
Pongo ora in votazione l'ordine del giorno n. 255 presentato dal Gruppo comunista, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale richiamate le finalità di cui all'art. 6 del DPR n. 915 che, tra l'altro affida alle Regioni il compito di promuovere iniziative dirette a limitare la produzione di rifiuti ritenuto che il diffondersi esasperato ed incontrollato sul territorio dei rifiuti di plastica costituisce una tra le maggiori cause di degrado ambientale considerato il fatto che è opportuno, fin d'ora, incominciare a costituire le condizioni favorevoli, scongiurando, tra l'altro, il ricorso ai soliti rinvii, all'entrata in vigore del Decreto 21 dicembre 1984 del Ministro dell'Industria, del Commercio e dell'Artigianato recante 'Norme .., sulla vendita a peso netto delle merci' al fine di avviare, proprio in occasione della proclamazione dell'Anno Europeo dell'Ambiente, una concreta ed esemplare, ancorché parziale politica limitativa della produzione dei rifiuti non biodegradabili nell'intento di assicurare il raggiungimento del massimo livello di tutela della salute pubblica, delle risorse ambientali e paesaggistiche impegna la Giunta a far si che siano osservate, entro il più breve tempo possibile, le seguenti disposizioni: a) la concessione di contributi, erogati dalla Regione per manifestazioni culturali, convegni ed iniziative anche di promozione turistica a tutti gli Enti e le Associazioni che ne hanno diritto in base alle vigenti leggi regionali, è subordinata all'accettazione, da parte dei destinatari, di una clausola che impegna i destinatari stessi a non usare contenitori di plastica per la diffusione di materiale riguardante le loro iniziative b) in occasione di riunioni, convegni e manifestazioni, l'uso delle sale della Regione Piemonte può essere concesso a condizione che gli aventi diritto si impegnino a non diffondere atti, documenti, libri ed altro materiale informativo e pubblicitario in valigette, borse o altri contenitori di plastica c) gli organizzatori degli incontri sopra richiamati possono, ove lo ritengano opportuno, organizzare colazioni di lavoro nei locali della Regione a condizione che i cibi e le bevande non siano contenuti n distribuiti in contenitori di plastica d) le iniziative assunte direttamente dalla Regione si conformeranno alle prescrizioni di cui ai punti b) e c); e) è vietato l'imballaggio delle pubblicazioni della Regione con materiale non biodegradabile f) ad ogni ordine di acquisto effettuato dalla Regione vengono aggiunte le seguenti clausole contrattuali: 'E' vietato imballare e/o confezionare il materiale di cui al presente ordinativo con plastica o materiale plastificato. La violazione della condizione sopra espressa è causa di annullamento del presente ordine. Eventuali spese conseguenti all'annullamento dell'ordinazione saranno a carico della ditta in indirizzo' g) le pubblicazioni inviate gratuitamente agli Uffici regionali ed imballate in materiale plastico o plastificato saranno restituite al mittente il quale, nello stesso tempo, verrà informato del contenuto del presente Ordine del Giorno e cortesemente pregato di uniformarvisi.
Chiede che le disposizioni di cui al presente Ordine del Giorno siano pubblicizzate, oltreché su 'Notizie' della Regione Piemonte, su quotidiani e settimanali al fine di consentire, fin d'ora, agli interessati di adeguarvisi".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 16 voti favorevoli e 26 contrari.
Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 274 presentato dal Consigliere Pezzana, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte rilevato che sia nella normativa comunitaria che in quella nazionale in tema di smaltimento di rifiuti, ricopre un ruolo prioritario l'attività di recupero e riutilizzo dei rifiuti stessi, nonché la loro diminuzione attraverso interventi alla fonte della produzione del rifiuto considerata la pressoché totale assenza di iniziative in Piemonte nel settore del recupero e riutilizzo di rifiuti domestici, e la scarsa diffusione di iniziative di ricupero di materiali riciclabili quali la carta, il vetro, l'alluminio e la stessa plastica ritenuto importante provvedere con urgenza all'avvio di iniziative che progressivamente ma definitivamente eliminino dall'uso quotidiano le plastiche da imballaggio e che comportino un recupero completo della quota di plastiche che si debbano ancora utilizzare considerato infine che ogni iniziativa che tenda alla riduzione della produzione di rifiuti, all'eliminazione di contenitori o materiali in genere non biodegradabili, al recupero e riutilizzo degli stessi, deve essere accompagnata da una adeguata campagna di informazione ed educazione della popolazione sul tema impegna la Giunta regionale ad intraprendere una capillare campagna di informazione ed educazione civica rivolta alla popolazione piemontese sui rifiuti in generale ed in particolare sui rifiuti di origine domestica, sui modi migliori per la loro riduzione, il loro recupero ed un conseguente migliore smaltimento.
La campagna deve essere effettuata parallelamente nei confronti dei nuclei famigliari e delle scuole di ogni ordine e grado, in collaborazione con gli Enti locali e le istituzioni scolastiche, nonché con le aziende di raccolta rifiuti.
L'impegno di spesa da parte della Regione deve essere sufficiente per il raggiungimento di obiettivi apprezzabili, e comunque tale da rendere l'attività informativa il più capillare ed efficace possibile.
ad avviare, in collaborazione con Enti locali ed associazioni di categoria, iniziative specifiche per la raccolta differenziata della plastica, del vetro, dell'alluminio e della carta, soprattutto nei centri urbani a maggiore concentrazione abitativa a sostenere iniziative volte all'individuazione di materiali alternativi a quelli non biodegradabili per l'imballaggio, ed a sostenerne la diffusione e l'uso a farsi promotrice di un intervento presso le aziende produttrici di plastiche da imballaggio e per uso alimentare per la completa eliminazione del PVC dai componenti di detto materiale, così come espressamente richiesto dalle grandi società di distribuzione alimentare italiane.
Impegna altresì la Giunta regionale a presentare al Consiglio un Piano dettagliato delle iniziative avviate in base al presente ordine del giorno entro tre mesi dall'approvazione dello stesso".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Faccio rilevare che, per parecchie ragioni, sarebbe opportuno fare delle dichiarazioni di voto, in particolare sull'ordine del giorno presentato dal Consigliere Pezzana. Mi sembra di capire che la maggioranza respinge in blocco, a prescindere dagli argomenti, qualsiasi ordine del giorno proveniente dalle opposizioni.
Noi per ragioni politiche voteremo contro, proprio per differenziarci dallo schieramento nuovo che si viene a creare sull'ordine del giorno di Pezzana, il cui merito era ignorato.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, vorrei chiederle di essere confortato sul fatto che l'eventuale approvazione di questo ordine del giorno non fa decadere altri ordini del giorno.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno a firma Pezzana è articolato sull'informazione del rifiuto in generale e sul problema della plastica. Essendo contenuti tali elementi nell'ordine del giorno riassuntivo della maggioranza non si pu procedere a estrapolazioni dagli ordini del giorno in quanto il problema non verrebbe determinato con esattezza.



MARCHINI Sergio

Quindi, la votazione di questo ordine del giorno non comporta che gli altri decadano.



PRESIDENTE

No, certamente. Ogni ordine del giorno ha una sua articolazione ....



PEZZANA Angelo

Una parte del mio breve ordine del giorno riguarda elementi che non sono contenuti nell'ordine del giorno della maggioranza. Nel mio documento è detto: ".., impegna la Giunta regionale a farsi promotrice di un intervento presso le aziende produttrici di plastiche da imballaggio e per uso alimentare per la completa eliminazione del PVC (diossina) dai componenti di detto materiale, così come espressamente richiesto dalle grandi società di distribuzione alimentare italiane".
Mi rivolgo al Gruppo comunista per dire che fra le grandi ditte distributrici italiane, che hanno fatto questa precisa richiesta al Governo, c'è la COOP.
Questa e altre parti del mio ordine del giorno non sono comprese in quello della maggioranza.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Pezzana.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli, 19 contrari e 17 astensioni.
Comunico che gli ordini del giorno n. 300 dei Consiglieri Rossa e Bergoglio, n. 301 dei Consiglieri Rossa e Petrini e n. 317 del Consigliere Ferrara, vengono ritirati dai proponenti.
Do infine lettura dell'ordine del giorno n. 321 presentato dal Consigliere Petrini ed altri: "Il Consiglio regionale preso atto con approvazione della Prima Relazione redatta dalla Commissione di Indagine Conoscitiva sull'inquinamento in Piemonte, nonché della comunicazione della Giunta regionale sullo stato di attuazione del DPR 915/82 e sulle linee operative da seguire, anche alla luce della normativa del D.L. 2/5/1987, n. 168, riapprovato con modifiche il 26 giugno 1987 sentito il dibattito consiliare svoltosi nei giorni 21 aprile, 21 e 28 maggio sulla situazione di emergenza ambientale in cui si trova il Piemonte e l'urgenza di una incisiva azione da parte della Regione a che si doti, in collaborazione con gli Enti locali ed il Governo centrale, di un piano di misure efficaci per affrontare organicamente tale situazione sottolineata l'urgenza di portare a regime i processi pianificatori ed organizzativi previsti per l'intero settore dello smaltimento rifiuti richiamate a tal proposito le normative statali e regionali in materia e le competenze da esse specificatamente attribuite ai vari livelli di Governo centrale, regionale e locale impegna la Giunta regionale l) a predisporre entro il 31 dicembre 1987 i piani di organizzazione dei servizi di smaltimento rifiuti con l'individuazione delle zone idonee in cui realizzare gli impianti di trattamento, riciclaggio e stoccaggio temporaneo e definitivo dei rifiuti, secondo le procedure previste dalla L.R. n. 18/86 e dal D.L. approvato il 26/6/1987 2) a realizzare con urgenza il programma di lavoro per la formazione del Catasto dei Rifiuti, approvato dalla Giunta regionale stessa il 31 marzo 1987 3) ad elaborare, in accordo con ALA NemesioCI, CISPEL e URPP, indicazioni operative che superino le difficoltà che hanno impedito e impediscono ai Comuni di procedere sulla via dei Consorzi Intercomunali per una corretta politica di smaltimento dei rifiuti solidi urbani 4) a definire, in connessione agli inventari delle fonti d'inquinamento idrico ed atmosferico, un sistema di controllo dei rifiuti industriali che coinvolga nell'organizzazione dei trattamenti e gestione degli smaltimenti gli operatori pubblici e privati con competenze nel settore, al fine di garantirne il corretto smaltimento e di assicurare la conoscenza puntuale sulla provenienza e destinazione dell'ingente massa di rifiuti industriali prodotta annualmente nella regione 5) ad esperire ogni iniziativa affinché vengano realizzati impianti di trattamento e di stoccaggio definitivo per rifiuti speciali, almeno uno per ogni Provincia, e per rifiuti tossici e nocivi, almeno uno a servizio dell'intero territorio regionale 6) a provvedere al potenziamento, sia negli strumenti che negli organici dei servizi di Igiene Pubblica, Ambientale e Medicina del Lavoro delle Unità Sanitarie Locali nonché dei Laboratori di Sanità Pubblica al fine di consentire in modo continuativo e capillare sul territorio l'espletamento efficace dei controlli di competenza 7) a predisporre entro il 31 marzo 1988 un inventario regionale ed il piano di bonifica delle aree inquinate come previsto dall'art. 5 del nuovo D.L.
approvato il 26 giugno 1987, tenendo conto dei censimenti di discariche abusive effettuati sia dalle Prefetture, sia dalla Commissione di Indagine Conoscitiva, sia da Associazioni ambientaliste, prevedendo adeguati finanziamenti nel bilancio regionale al fine di procedere alle necessarie operazioni di bonifica, d'intesa con gli Enti locali interessati, nel quadro del piano suddetto 8) a fornire al Consiglio regionale dettagliata comunicazione in merito allo svolgimento delle funzioni delegate alle Province con la L.R. n.
18/86, nonché alle procedure di controllo e verifica attuate dalla Regione in merito all'esercizio di tale delega, sollecitando, se del caso, le Province a trasmettere le relazioni consuntive previste dall'art. 7, sesto comma, della L.R. n. 18/86.
9) a fornire alla competente Commissione consiliare dati informativi in merito all'attività della Commissione tecnica regionale, istituita ai sensi della L.R. n. 18/86, nonché ad attivare le modalità di accesso all'informazione ai dati ambientali disponibili Il Consiglio regionale inoltre sottolineata la necessità di avviare, in occasione dell'Anno Europeo dell'Ambiente, una politica regionale concreta ancorché parziale, limitativa della produzione di rifiuti non biodegradabili, a tutela della salute pubblica, delle risorse ambientali e paesaggistiche, nonché capace di coordinare e programmare - anche finanziariamente e scientificamente - le numerose iniziative che Enti locali piemontesi hanno attuato nel settore, con particolare attenzione per gli interventi volti alla riduzione dell'uso delle materie plastiche e alla raccolta differenziata, riciclaggio e riduzione dei rifiuti rilevato che le normative comunitaria e nazionale assegnano un ruolo prioritario all'attività di recupero e riutilizzo nonché alla diminuzione della produzione dei rifiuti ritenuto urgente intervenire con direttive regionali nel settore dei contenitori e degli imballaggi, in previsione dell'entrata in vigore dell'art. 15 del D.M. 29/12/1984, n. 356 recante 'Norme .., sulla vendita a peso netto delle merci' visto l'art. 6 del DPR n. 915/82 che affida alle Regioni la promozione di iniziative dirette a limitare la formazione dei rifiuti, a favorirne il riciclo e la riutilizzazione impegna la Giunta regionale l) a incentivare la raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani nonché gli studi sui sistemi di recupero e riutilizzo delle risorse, come da collaborazioni in corso con l'ANCI, l'URPP, il CISPEL. l'AMRR di Torino e l'IPLA; 2) a definire apposite direttive in attesa di norme statali e secondo le indicazioni emerse dalle Raccomandazioni del Comitato Tecnico Scientifico istituito dal Ministero dell'Ambiente, nel quadro dei piani regionali di smaltimento ai sensi della vigente normativa, per incentivare la minor produzione specifica di rifiuti nonché il riciclo, con particolare riferimento alla plastica, al vetro, all'alluminio ed alla carta 3) a sostenere iniziative volte all'individuazione di materiali alternativi a quelli non biodegradabili per l'imballaggio, sostenendone la diffusione e l'uso 4) a intraprendere, in collegamento con organizzazioni ed Enti interessati anche a livello scolastico, ogni iniziativa di informazione ed educazione nei confronti della popolazione e di promozione nei confronti degli operatori del settore".
Pongo in votazione tale ordine del giorno.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 28 voti favorevoli, 12 contrari e 2 astensioni.
Signori Consiglieri, a questo punto sospendo la seduta. Riprenderemo i lavori alle ore 14,30.



(La seduta, sospesa alle ore 12,45 riprende alle ore 14,30)


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Esame ordini del giorno sulle iniziative referendarie e sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Nella Conferenza dei Capigruppo si è convenuto che nella prima parte della seduta pomeridiana si sarebbe proceduto alla votazione degli ordini del giorno sulle iniziative referendarie. Sull'ordine dei lavori ha chiesto la parola il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

E' iscritto all'o.d.g. anche il progetto di legge sui laboratori.
Riteniamo che nella seduta di oggi debbano essere affrontati gli ordini del giorno sui referendum e la legge sui laboratori. Il Gruppo comunista manifesta la sua disponibilità a rimanere in aula fino al completamento dei lavori e chiede alle altre forze politiche di fare altrettanto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mignone.



MIGNONE Andrea

Signor Presidente, stamattina sono arrivato in ritardo alla riunione dei Presidenti dei Gruppi e mi è stato comunicato che è stato deciso l'inserimento nell'o.d.g. della votazione degli ordini del giorno sullo svolgimento dei referendum. Non ho personalmente alcuna obiezione a che ci avvenga; mi permetto però di ricordare che in tutte le riunioni dei Presidenti dei Gruppi i Gruppi hanno sempre posto in rilievo il fatto che non avrebbero consentito l'inserimento di argomenti all'o.d.g. che non fossero stati esaminati dalle Commissioni in via preventiva.
Mi trovo oggi ad esaminare alcuni problemi che sono al di fuori dell'o.d.g. che ciascun Consigliere ha ricevuto. Non mi oppongo a questo mi permetto soltanto di farlo rilevare e mi aggancio alla dichiarazione del collega Bontempi per chiedermi se, in questa situazione, per la Regione Piemonte, per il Consiglio Regionale, per le proprie competenze, non sia molto più importante e qualificante definire le problematiche che attengono alla legge sui laboratori (rientrante appieno nella competenza della Regione) che non discutere l'ordine del giorno su cui la Regione ha rilievo e competenza di ordine politico, ma non di ordine tecnico - operativo immediato.
Chiedo pertanto se non è il caso di proseguire seguendo l'o.d.g. con l'esame della legge sui laboratori e di passare successivamente sull'altro argomento.
L'ordine del giorno, dal punto di vista delle competenze regionali, ha meno pregnanza rispetto all'argomento che è già iscritto all'o.d.g., tanto più che il Consiglio è avvertito dell'esigenza di affrontare questo problema con la dovuta urgenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Nerviani.



NERVIANI Enrico

Faccio mie le considerazioni del collega Mignone (mi riferisco a Mignone perché non ho negligentemente ascoltato il collega Bontempi). Penso che il Presidente del Consiglio abbia ragione nel proporre l'o.d.g. che dovrebbe segnare i lavori di quest'oggi; stamattina non vi sono state contestazioni forse per fretta, forse per trascuratezza; certamente la domanda che si è posto Mignone me la sono posta io stesso e i colleghi del Gruppo della DC. In sostanza, ci siamo chiesti se, dopo averne tanto parlato, si debba sacrificare il dibattito sulle legge dei laboratori, che attiene propriamente alla nostra Regione, per discutere di problematiche generali nelle quali abbiamo un limitato diritto di intervento, oppure se si debba invece privilegiarle in modo assoluto. Lo chiedo con meno forza con quanto l'avrei chiesta in condizioni diverse. Il Presidente del Consiglio avrà comunque l'opportunità di verificare il clima generale e di rivalutare le decisioni che già sono state assunte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, non ho niente in contrario se l'orientamento della assemblea è di procedere nella discussione della legge sui laboratori vorrei però ricordare, dal momento che nella Conferenza dei Capigruppo abbiamo proposto l'iscrizione degli ordini del giorno sui referendum ed abbiamo preso l'impegno di discuterli nel primo pomeriggio, che sarebbe opportuno che prima della conclusione della giornata si discutano tali ordini del giorno. Se da una parte riconosciamo la necessità di discutere la legge sui laboratori, dall'altra possiamo acquisire anche l'impegno di discutere gli ordini del giorno sui referendum. Non abbiamo nessuna posizione pregiudiziale, riteniamo che ambedue i problemi abbiano la stessa urgenza, quindi possono essere discussi tutti e due entro la giornata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, manifesto la nostra disponibilità e volontà politica ad affrontare entro questa seduta entrambi gli argomenti.
Ritengo che il riferimento del collega Mignone al criterio generale riferito ai documenti prodotti dalle Commissioni - il collega Mignone sa bene che ad ogni Conferenza dei Capigruppo il sottoscritto, insieme a pochi altri, è costretto a battersi ripetutamente per gli strappi apportati dalla maggioranza - sia assolutamente fuori luogo perché qui stiamo parlando di un problema che non è stato né deve essere istruito da alcuna Commissione.
D'altra parte ritengo che sia quanto meno ipocrita, se non falso, affermare che i Consiglieri si trovano oggi ad affrontare un argomento di cui non erano a conoscenza, perché quando presentammo gli ordini del giorno in questione, il 25 giugno, si discusse già allora su come e quando affrontarli avendo quindi ben chiaro che il problema era sul tappeto. Per cui la nostra volontà, nonché disponibilità, è quella di affrontare entrambi gli argomenti iniziando, come è stato concordato nella riunione dei Capigruppo di stamani, dalla questione del referendum. E' poi un vincolo di disciplina d'assemblea per tutti, cominciare l'esame di una legge e portarla fino in fondo, anche se sarà necessario rimanere in aula fino alle dieci di questa sera.
Quindi mi esprimo affinché si comincino i lavori del pomeriggio con la discussione degli ordini del giorno relativi ai referendum richiesti da un milione di cittadini.



PRESIDENTE

C'è l'impegno ad esaminare ambedue i provvedimenti per cui non c'è alcun sospetto che non si vogliano adottare. Nella precedente Conferenza dei Capigruppo già si era deciso questo o.d.g. Stamani i Capigruppo hanno esaminato tre problemi: la convalida dei nuovi Consiglieri eletti, le nomine e l'inserimento all'o.d.g. della votazione degli ordini del giorno sullo svolgimento dei referendum. Si è detto sostanzialmente che si seguiva l'o.d.g., lasciando per il primo pomeriggio di dar vita alla discussione sui referendum, che io reputo debba essere assai breve, per cui ritengo che fino alle ore 16 si potrà discutere degli ordini del giorno sui referendum e poi si inizierà la discussione sui laboratori.
L'ordine di presentazione degli ordini del giorno è esattamente 25 giugno e 8 luglio.
Chiede la parola il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

L'ordine del giorno dei Consiglieri Staglianò, Ala e Reburdo è stato protocollato precedentemente al nostro, ma è stato presentato dopo.
Chiediamo la conferma di questo fatto e la messa in discussione del documento secondo il principio dei fatti così come sono avvenuti. Si tenga presente che saremmo anche interessati all'unificazione dei documenti.



PRESIDENTE

Sono stati presentati nella stessa giornata.
La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Siccome Gruppi diversi hanno presentato questo ordine del giorno, penso sia opportuno che si manifestino le volontà politiche in merito alle questioni poste. Sull'ordine di presentazione dei documenti mi pare non ci sia bisogno di negare il fatto che il Gruppo comunista ha presentato prima di noi l'ordine del giorno. Noi, come già abbiamo avuto modo di dire il 25 giugno, rinnoviamo la proposta che i due ordini del giorno vengano unificati e quindi messi ai voti assieme.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Faccio parte di un altro Gruppo, quindi credo di avere il diritto di esprimere la mia posizione. In effetti si è trattato di un disguido.
Ritengo, inoltre, che i quattro documenti siano formalmente identici: non solo quelli presentati da Ala, Reburdo e Staglianò e dal Partito comunista, ma anche quello dell'ovviamente assente Consigliere Pezzana e quello del Consigliere Rossa e, con alcune leggere differenze, quello del Movimento Sociale. Questo implica alcune questioni sia dal punto di vista regolamentare che dal punto di vista della possibilità di unificare i documenti. Pregherei quindi i firmatari degli ordini del giorno di riflettere sull'unificazione dei diversi documenti anche perché sono nella sostanza, una volta tanto, semplici, chiari, precisi e univoci. Il nostro ordine del giorno parla soltanto delle norme sulle scelte nucleari, ma credo che i miei due coestensori - Reburdo e Staglianò - non abbiano nessuna difficoltà a ritenere che l'anticipazione dai noi richiesta dei referendum implichi un provvedimento di legge che porta necessariamente con sé l'anticipazione di tutti i referendum, qualsiasi ne sia l'oggetto.
L'unica differenza esistente tra il nostro e gli altri ordini del giorno è dal nostro punto di vista, già superato. Ripeto, quindi, l'invito ad una elaborazione comune ed una unificazione dei documenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Le argomentazioni di Ala sono stringenti e convincenti. Abbiamo quattro ordini del giorno, ma in questo momento ne considererei, per comodità di ragionamento, soprattutto tre, perché uno dei proponenti è assente (e ci avviene dopo un'assenza sistematica).
Vediamo con favore che tutti gli ordini del giorno hanno la stessa sostanza e la stessa posizione, quindi siamo immediatamente disponibili alla unificazione, ci rivolgiamo a tal fine ai presentatori degli altri ordini del giorno che portano la stessa sostanza.



PRESIDENTE

Certo, che se i documenti si unificano diventa tutto più semplice, e si raggiunge l'obiettivo molto più facilmente. Bisogna però valutare i pareri dei vari presentatori degli ordini del giorno. Angelo Pezzana, per esempio non è presente, quindi non possibile unificare il suo documento. Sentiamo il parere dell'altro proponente Angelo Rossa.



ROSSA Angelo

Prendo atto delle dichiarazioni fatte dai rappresentanti degli altri Gruppi che hanno presentato ordini del giorno e della semplificazione che ne deriverebbe, ritengo però di mantenere quello da me presentato, anche perché mi sembra doveroso prima di tutto ascoltare dal dibattito le posizioni degli altri Gruppi, dopodiché valuteremo la posizione da assumere.



PRESIDENTE

Sono unificati due ordini del giorno che fanno capo ai Consiglieri che hanno dichiarato di essere d'accordo sull'unificazione.
Passiamo alla illustrazione degli ordini del giorno.
Per il documento presentato dal Gruppo comunista ha la parola il Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Il nostro documento parte dalla constatazione che lo svolgimento dei referendum sulla giustizia è stato rinviato a seguito dello scioglimento delle Camere.
Facciamo naturalmente una valutazione sull'istituto del referendum, sul senso di democrazia diretta, richiamato dall'art. 75 della Costituzione strada sulla quale il Gruppo comunista da tempo ha determinato forme ed espressioni di democrazia, specie in un momento come questo.
L'art. 34 della legge n. 352 del 25/5/1970 sospende la possibilità di celebrare i referendum, ma questo rinvio lungo in realtà è in clamoroso contrasto con l'opportunità e l'urgenza di assumere decisioni in tempi reali e rapidi in tema di nucleare e di giustizia (pensiamo a Chernobyl, al dibattito politico sul nucleare e alla situazione della giustizia).
Al Parlamento, Camera e Senato, proponiamo, speriamo con volontà concorde del Consiglio regionale, di modificare l'art. 34 della legge 352 affinché si possano svolgere i referendum nel prossimo mese di ottobre.



PRESIDENTE

Chiede la parola, per illustrare il proprio ordine del giorno, il Consigliere Staglianò. Ne ha facoltà.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Nel nostro ordine del giorno ci siamo soffermati in particolare sul referendum relativo alle scelte nucleari, senza per ciò negare importanza e validità agli altri quesiti referendari sottoposti ai cittadini italiani.
A noi pare che il gioco che è stato tentato di sottrarre si cittadini questo diritto costituzionale non sia riuscito. Manca questo tassello ulteriore, la modifica della legge che regola l'istituto referendario. Per questo salutiamo, pur nei toni della battaglia politica che pensiamo di dover mantenere alta comunque, con grande soddisfazione l'allargamento del fronte referendario che nel nostro Paese è cresciuto a tutela di un diritto costituzionale di tutti. In questo senso ritengo sia necessario lavorare alla fine di questo dibattito per pervenire ad un unico documento firmato da tutti i sottoscrittori degli ordini del giorno sottoposti all'attenzione del Consiglio affinché ci sia l'espressione più ampia possibile di volontà politica da indirizzare al nostro Parlamento nazionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino che illustra il proprio ordine del giorno.



MAJORINO Gaetano

L'ordine del giorno del nostro Gruppo, presentato stamani, è identico sia nella motivazione sia nel dispositivo, a quello presentato da altri Gruppi.
Nel dispositivo noi puntualizziamo un invito ai Presidenti della Camera e del Senato della Repubblica di avvalersi di tutte le procedure d'urgenza previste dai regolamenti, onde le proposte già presentate in Parlamento (sia dal nostro Gruppo parlamentare il 30 giugno, sia da altri Gruppi proposte che risultano nella sostanza identiche e tendenti a far celebrare i referendum, in tal senso modificando la legge attuativa dell'art. 65 entro il termine massimo di 180 gg. dall'insediamento delle nuove Camere) vengano esaminate con la dovuta urgenza. Perché, in difetto, verrebbe a vanificarsi quel principio che poggia sulla sovranità popolare di far pronunciare la collettività, sia pure in maniera meramente abrogativa, su determinati provvedimenti di legge. Naturalmente, vista la identità di posizioni, sia nelle motivazioni che nel dispositivo, e vista la nostra puntualizzazione ad un invito ai Presidenti della Camera e del Senato onde si avvalgano della loro facoltà per un rapido esame del provvedimento nelle rispettive aule parlamentari, siamo favorevoli ad una possibile unificazione.



PRESIDENTE

Chiede la parola, per l'illustrazione dell'ordine del giorno, il Consigliere Rossa. Ne ha facoltà.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, l'ordine del giorno da me sottoscritto parte dalla constatazione che l'anticipazione delle elezioni politiche ha determinato il rinvio dei referendum, secondo quanto stabilito dalla legge n. 352 del 25/5/1970, all'anno successivo.
Le materie sottoposte a referendum, giustizia e nucleare, sono state inserite in uno scenario di carattere politico che tutti conosciamo.
Con lo scioglimento anticipato delle Camere riteniamo che il milione e più di cittadini che avevano firmato per esprimersi su queste materie è stato espropriato di un diritto sancito dalla Costituzione e dalle leggi dello Stato.
Da più parti si è riconosciuta questa legittima ragione, tant'è vero che lo stesso governo Fanfani, all'atto del suo insediamento, aveva rilevato che esisteva un contrasto tra l'implicanza e la pregnanza della materia e il rinvio dei referendum.
Si è quindi determinata la necessità di accelerare i referendum entro due o tre mesi.
La nostra proposta è semplice, tende a far si che il Consiglio regionale interpreti questo pensiero dei cittadini piemontesi.
Desideravo ascoltare le posizioni dei vari Gruppi e mi auguro che trovino la più ampia convergenza.
Sarei anche disponibile ad una sospensione dei lavori per qualche minuto per trovare una linea unitaria considerato che attorno a queste materie non dovrebbero verificarsi dei contrasti. Se invece si vogliono dare dei significati politici, prenderemo atto delle eventuali divergenze.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

I liberali considerano questo argomento di grande delicatezza e ritengono che, così come non bisogna avere troppi scrupoli nel difendere posizioni del passato, non bisogna enfatizzare e dare troppo senso politico si fatti che avvengono.
Ricordo che nel lontanissimo 1959 i liberali fecero una battaglia contro questo istituto perché ritenevano che questo istituto in quegli anni, così come la realizzazione contrattuale e non politica delle Regioni fosse l'avvio di un processo di completamento del dettato costituzionale che appunto non fosse nel corso della elaborazione costituzionale, ma fosse nel corso della contrattazione politica.
Di questa idea rimaniamo. Pensiamo che se le Regioni fossero state realizzate più tardi, a seguito di uno sviluppo del sistema delle autonomie e non come prezzo pagato a una svolta politica, probabilmente sarebbero nate in modo diverso.
Negli stessi anni facemmo la battaglia contro il referendum, ma, non molti mesi fa, abbiamo sottoscritto e partecipato alla elaborazione di un referendum. La politica ci insegna ad essere più vicini alla realtà senza ancorarci a posizioni prese in altra data, e ci pare doveroso essere molto prudenti nel dare il significato politico a fatti che avvengono nel contingente. Mi spiego.
A livello nazionale la nostra forza politica ha aderito ad una iniziativa legislativa che tende a ridurre i tempi di moratoria dell'effettuazione dei referendum rispetto al momento elettorale. E' una decisione che i liberali piemontesi condividono, anche se non possono non sottolineare che quando il costituente e il legislatore hanno previsto un tempo alla nuova Camera non erano poi tanto lontani dall'interpretare questo spazio come diretto a recuperare, tra il corpo elettorale e gli eletti, quella frattura che l'indizione dei referendum aveva dimostrato essersi realizzata. Quindi ridurre in tempi troppo stretti la possibilità del Parlamento di legiferare in ordine a una materia sottoposta al referendum è probabilmente l'avvio di un processo che deve vederci molto attenti.
L'attenzione con cui guardiamo a questo ci porta a rifiutare il fronte referendario, termine che è stato usato qui. Esistono adesioni ad iniziative legislative, a singole proposte di referendum di forze politiche fortemente diverse, divise ed avversarie, e queste coincidenze non debbono determinare agli occhi della pubblica opinione la crescita di termini quali "fronti" che vengono letti come momenti di saldatura politica. Così non è.
Quindi noi ci atteggeremo nel voto coerentemente, cercheremo di fare in modo che l'atteggiamento della Regione Piemonte sia in linea con l'esigenza di effettuare i referendum nei tempi più stretti possibili, in coerenza con la scelta nazionale; però riteniamo anche di atteggiarci rispetto al voto in relazione a quanto avverrà in questo momento.di mediazione e di verifica sui testi degli ordini del giorno, perché non siamo disponibili a che questo passaggio di ricerca di un testo unificato venga utilizzato come un passaggio per la costruzione di fronti.
Confidiamo che ci possa essere un testo che trovi la convergenza di tutte le forze del Consiglio e su questo daremo il nostro voto; se invece la convergenza su un testo sarà cercata, accentuata e non resa praticabile anche ad altre forze politiche, dovremo misurare - e lo faremo in una riunione di Gruppo - con molta prudenza il nostro atteggiamento di voto che dovrà tenere conto di un'esigenza di coerenza rispetto alla nostra posizione nazionale, che è favorevole all'effettuazione a breve dei referendum, e alla nostra esigenza di non dare ad intendere nella Regione Piemonte che si avviino delle forme di colleganza tra forze politiche che possano essere interpretate al di fuori e al di là del contingente, cioè il nostro ordine del giorno sui referendum.
In questo spirito, per accelerare i lavori del Consiglio, chiedo alla cortesia dei colleghi presentatori dell'ordine del giorno di consentirci di essere presenti al lavoro di riscrittura dei testi. Questo non toglie niente alla legittimazione, che solo loro compete, di elaborare sui testi e evidentemente ci dà modo di misurare, nei tempi più stretti possibili, in ordine alla decisione sul voto che dovremo assumere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Nerviani.



NERVIANI Enrico

Non nascondo il molto sconsolato imbarazzo di fronte a questa discussione che comunque pospone, al di là delle intenzioni dichiarate nel tempo passato anche dai Gruppi di opposizione, argomenti di rilevanza eccezionale per il nostro Piemonte a discussioni che hanno, nella migliore delle ipotesi, caratteristiche d'accademia, se non quelle peggiori di forte ed inconsueta strumentalità.
Mi chiedo come i disabili della regione possano facilmente capire che oggi qui si discute della modifica dell'art, n. 34 della legge 352 del 1970 e mi torna difficile capire per quale ragione la legge sui laboratori tanto invocata come elemento distintivo del buon governo, venga comunque differita di qualche tempo rispetto ad una discussione che ha una rilevanza assolutamente modesta ed inconsistente per la nostra vita regionale.
Detta questa mia sconsolata amarezza (che segnala anche il fatto che si lavora nelle istituzioni e con le istituzioni in modo quanto meno contraddittorio, per non usare altri aggettivi), dico subito che noi ci comporteremo per dare forza, credibilità e governabilità a questo nostro Consiglio regionale e le nostre decisioni saranno soprattutto riferite a questa prima assoluta necessità del Piemonte.
Sono anche dispiaciuto che trattando di questi argomenti si usi la via più breve a dimostrazione del non senso di questa discussione, perché o la discussione è rilevante, e allora si esplorano i campi in lungo e in largo o la discussione non è rilevante ed allora è posposta e differita nei tempi liberi del nostro dibattito.
Ma se è rilevante, come noi riteniamo che sia, dal punto di vista politico non attinente alla Regione, qualche considerazione di natura generale abbiamo il dovere di fare.
Noi non abbiamo mai osteggiato, come tenta di far credere un ordine del giorno che è stato presentato, l'iniziativa referendaria e lo svolgimento dei referendum. Abbiamo nella partecipazione popolare la più profonda fiducia, abbiamo proposto iniziative, abbiamo subito sconfitte, abbiamo ottenuto vittorie, non abbiamo comunque temuto il giudizio della gente, non abbiamo impedito mai che la gente si esprimesse su argomenti che riteneva utili esaminare e discutere. Ma dobbiamo pure, per l'onestà di mente che deve caratterizzarci, dare a tutti gli argomenti le valenze che sono loro.
Non si può dare - come si cerca di dare da parte di alcuni - schieramenti valenze antinucleariste a referendum, anche se debbo riconoscere che sono vagamente esemplari, perché questa metodologia innesca processi di diseducazione alla partecipazione, di riduzione del valore della partecipazione, innesca processi in sostanza di impropria partecipazione che vanno proprio nel senso opposto a quello che la democrazia suggerisce.
Sono lettore attento di molti giornali e credo anche di essere obiettivo e forse con un po' di presunzione onesto nei giudizi e, anche se può essere considerato interessato per la parte che rappresenta, non penso che si possa sottacere un autentico saggio di Andrea Manzella pubblicato su "La Stampa" di qualche giorno fa a proposito della disputa sui referendum.
Il titolo dell'editoriale, che però ha la caratteristica del saggio, è il "Parlamento saltato".
Leggo soltanto due passi sottraendo un po' di tempo, ma l'argomento ne vale la spesa, affinché scenda alla riflessone di tutti e poi ciascuno operi conseguentemente.
"Vi è però anche un punto" - dice Manzella - "di grave preoccupazione ed è la sottintesa pregiudiziale sfiducia nella capacità delle Camere legislative di risolvere quei problemi prima che i referendum abbiano luogo. Sfiducia si badi non in un vecchio, ma in un nuovo Parlamento rinnovato assai profondamente negli uomini e nelle possibilità di coalizione e con tredici inediti deputati verdi che, per esempio sulla questione nucleare, qualcosa certamente potrebbero dire anche nei modi e nelle forme previste dai regolamenti della Camera". Il secondo passo è questo: "La reiterata richiesta di votare ad ottobre non è solo diretta ad abbreviare i termini, ma mira a stravolgere la logica della vigente legge di attuazione costituzionale che salvaguarda il diritto delle nuove Camere di verificare almeno lo stato dell'arte, prima di cedere eventualmente il passo ai referendum. E tutto questo avviene nel caso specifico arroccandosi su certi smozzicati quesiti referendari che hanno un senso tecnico assai approssimato e che sono pressoché incomprensibili agli elettori, ma sono dotati di un senso politico che li travalica assai ben definito"..
Mi fermo a questo punto del saggio per dire che condivido appieno la preoccupazione di sfiducia nel Parlamento che, in primo luogo, è delegato a semplificare i processi di formazione legislativa, che è rappresentato dal popolo ad interpretare il popolo stesso e che ha il dovere di farlo e deve avere il tempo di farlo. La ratio legislativa che è dietro alla Costituzione ed anche dietro alla legge di cui si sta parlando oggi tiene conto di questa preminenza legislativa del Parlamento sopra ogni altra iniziativa che ha comunque e sempre caratteristica di emergenza. Richiamo questo sia per dovere di colleganza consiliare sia per rispetto a questa istituzione e alle nostre istituzioni, ma debbo subito aggiungere che non abbiamo, come Gruppo consiliare, alcuna pretesa di arrivare al conflitto su materia di questo tipo, in quanto, soprattutto l'ordine del giorno socialista, è chiaramente orientato non già all'esame generale della problematica nucleare, della giustizia, della problematica politica che c'era prima dell'elezioni e a quella che c'è ora, ma è destinato alla modifica di una legge che prevede 365 giorni di tempo prima che venga svolta la consultazione referendaria prevista nella legislatura che si è conclusa. Siccome l'ambito diventa estremamente ristretto ed è di caratteristica fortemente tecnico - legislativa e sulla quale noi stessi possiamo tranquillamente convenire, diciamo, con Marchini del Gruppo liberale, che siamo disponibili a partecipare ad una formulazione di ordine del giorno che ci può non vedere contrari, a meno che non ci siano nell'intenzione dei promotori, valenze strumentali e valenze politiche di schieramento, che in questo caso vanno onestamente dichiarate perché la lotta politica è tutta legittima purché venga svolta nei termini della chiarezza più assoluta. Quindi, con la premessa delle nostre posizioni generali di ordine politico, con la disponibilità della nostra collaborazione in termini tecnico - legislativi, con la richiesta di chiarezza nei nostri confronti, noi ci disponiamo a partecipare ai lavori della omogeneizzazione degli ordini del giorno che sono stati presentati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.



PEZZANA Angelo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, spero che il collega Nerviani non me ne vorrà se definirò il suo intervento contraddittorio, perché dopo quanto ha detto all'inizio non mi aspettavo questa disponibilità finale a discutere l'ordine del giorno del capogruppo socialista per arrivare eventualmente a convergere sulla possibilità di aderire. E' contraddittorio perché gli argomenti che ha usato il collega Nerviani per rinnovare la sua fiducia nel Parlamento a scapito di quella dell'elettorato che si è espresso per la richiesta dei referendum, mi hanno fatto venire in mente quando il suo stesso Partito indisse un referendum proprio per abrogare una legge fatta dal Parlamento, quella che istituiva il divorzio. Avendo riconosciuto, come qualunque persona politicamente onesta ha dovuto riconoscere, pieno diritto alla Democrazia Cristiana di chiedere attraverso una consultazione popolare, l'abrogazione di una legge fatta dal Parlamento italiano, mi chiedevo però con quali argomenti oggi il collega Nerviani, in quanto democristiano, possa sostenere lecitamente la priorità di un Parlamento, Parlamento che, almeno per quanto riguarda la giustizia con il pacchetto Rognoni (che ha fatto inorridire avvocati, giuristi e chiunque si intende di diritto a tutti i livelli, anche tra i democristiani) non è riuscito ad andare avanti neanche di un centimetro. Se avesse proposto qualche soluzione e se avesse potuto modificare, nel senso voluto dai richiedenti il referendum, la questione della giustizia in Italia, sicuramente avrebbe avuto non dico un'affermazione positiva in Parlamento, ma comunque sarebbe stato accolto con un'attenzione diversa.
Le argomentazioni del collega Nerviani invece, pur comprendendole per arrivare alla fine ad una proposizione che mi vede abbastanza d'accordo, si richiamano a delle argomentazioni pericolose. Se per impedire l'indizione anticipata di un referendum vengono richiamate con la modifica di una legge, mi chiedo se questo tipo di prevalenza legislativa parlamentare rispetto alla richiesta dei cittadini, tramite il referendum che è previsto dalla nostra Costituzione, non possa poi ritorcersi su una legge, che magari potrà essere approvata dal Parlamento, ma non essere di gradimento del Gruppo democristiano.
Detto questo, se ci sarà una riunione per capire se potranno essere unificati i vari ordini del giorno, dichiaro subito la mia disponibilità a far convergere o a fare entrare il mio ordine del giorno in uno unificato perché credo che l'argomento essenziale, che deve interessare chi ha a cuore l'indizione dei referendum sulla giustizia e sul nucleare, sia quello di accelerare i tempi, al di là dei bizantinismi che hanno visto quest'aula discutere in maniera molto arroventata su quella che invece avevo considerato una presa in giro delle popolazioni interessate qual era il referendum consultivo proposto da DP e dal PCI sulla questione del nucleare. Referendum consultivo che veniva ad essere richiesto sovrapponendosi ad uno già effettuato di tipo abrogativo e che in sostanza prendeva in giro il voto della popolazione che si era già ampiamente espressa su quello abrogativo. Quel giorno purtroppo non ero in Consiglio ma se ci fossi stato (fu imputata a me l'assenza e non capisco perché dato che mancavano otto esponenti del PCI) avrei votato contro, perché non trovavo giusto che le popolazioni dell'area Po2 fossero truffate in maniera ignobile facendo passare un referendum consultivo per qualche cosa che avesse un valore e che in realtà non aveva.
Questo invece è un obiettivo reale, immediato e su questo si misurerà la volontà di chi non fa politica di schieramento, non fa demagogia, ma ha in mente dei fatti concreti e li vuole realizzare.
Non dimentichiamo che le elezioni anticipate sono state volute da tre Partiti (DC, PCI, MSI) per rinviare sine die i referendum. Il Ministro Fanfani ha dichiarato che si sarebbe prodigato in questo senso e che era disponibile per anticipare ad ottobre i referendum. Ci sono state delle prese di posizione. Questi referendum si dovevano tenere il 14 giugno e le forze politiche che ritengono seriamente, onestamente e concretamente di volerli tenere in ottobre hanno la possibilità di far si che questo Consiglio si esprima in questo senso. Dichiarandosi indisponibili eventualmente ad accettare qualche modifica non sostanziale alle proprie posizioni, significa in realtà voler fare politica di schieramento boicottare la politica concreta e di questo i cittadini dovranno essere informati ampiamente dai mezzi di stampa. Vedremo su questo argomento chi si schiererà e in che modo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Strobbia.



STROBBIA Stefano

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ho sentito con interesse le osservazioni portate ad illustrazione dei vari ordini del giorno proposti e mi pare di aver capito che da parte dei presentatori ci sia, almeno nelle intenzioni, la volontà di trovare un'adesione unitaria su un unico ordine del giorno.
Da parte del Gruppo socialdemocratico non ci sono grosse riserve o perplessità. Penso che la storia di questi ultimi tempi abbia chiaramente delineato qual è il nostro atteggiamento su queste vicende. Abbiamo precisato con assoluta chiarezza e determinazione la nostra posizione in merito alla cosiddetta "questione nucleare" avanzando una proposta di "moratoria" che intendeva superare con un no questo tipo di scelta nucleare in questo momento particolare della conoscenza scientifica e della realtà sociale ed economica.
Ci era parso che un percorso diverso da quello scelto per i referendum proposti da altri Partiti, in particolare in merito alle vicende del cosiddetto pacchetto sulla giustizia, potesse essere preferenziato, dando privilegio al potere di intervento e al dovere popolare di rappresentatività del Parlamento.
Siamo dell'avviso che - a prescindere dal fatto che noi non abbiamo aderito partecipando attivamente alla raccolta delle firme - il sacrosanto diritto referendario deve essere salvaguardato e condivido il giudizio di coloro che sono intervenuti dicendo che se si sono avute le elezioni anticipate e non si sono celebrati i referendum vi sono delle precise e individuate responsabilità politiche fra coloro che denunciavano queste cose. Purtroppo, non sempre si è accumulato consenso e solidarietà da parte dell'opinione pubblica.
Mi auguro che oggi in questo Consiglio regionale, tenendo conto anche delle osservazioni sottili e molto pregevoli fatte dal presidente del Gruppo democristiano, si raccolga unanimità di adesioni. Se ciò non dovesse avvenire, il Gruppo socialdemocratico aderirà alla proposta formulata dai compagni del Gruppo socialista.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, nessuno con questo tipo di discussione vuole menomare l'operatività dell'assemblea su argomenti importanti che toccano la collettività. Credo che in questa materia oggetto in questo momento di discussione, come in altri casi, non si sia fatta dell'accademia a danno di quelli che sono i problemi reali della nostra società. Sono aspetti rilevantissimi della vita.civile della nostra società che vanno affrontati anche in questa assemblea elettiva.
Il significato e le ragioni per le quali il Presidente ha voluto dare dei tempi limitati a questa discussione è che oggi questa assemblea elettiva vuol far giungere un suo orientamento al Parlamento e al Paese per rendere più agibile lo strumento referendario, sollecitando quindi una modifica di quella parte della legge che prevede delle limitazioni a rendere efficace lo strumento referendario.
Senza dilungarmi su questo aspetto, che meriterebbe un approfondimento credo che anche attraverso questa strada si possa concorrere ad avvicinare realmente il cittadino al processo decisionale.
E' certo che il tema dei referendum è un tema complesso, un tema che presenta dei limiti e che va analizzato a fondo nel suo valore; non credo sia il caso di pensare ad un seminario per perlustrare quelle che possono essere le varie vie alternative per rendere ottimale la proposta nell'utilizzo di questo strumento.
La proposta del capogruppo Rossa è ragionevole ed è rivolta a cercare una soluzione che possa dare la forza maggiore possibile ad un'espressione di una assemblea elettiva, quella di trovare la convergenza massima possibile.
Il Gruppo socialista a questa ricerca di convergenza pone alcuni punti fermi, e li pone qui in quest'aula per evitare che la discussione sia fatta poi al chiuso di una stanza. I punti fermi sono i tempi: ottobre o novembre, quindi tempi estremamente stretti in cui l'assemblea elettiva chiede l'intervento per rendere agibile sotto forme nuove lo strumento; che non ci sia timore a fare riferimento si due referendum che sono stati sospesi per indire le elezioni politiche anticipate; ma non si tratta di trovare una soluzione legislativa si tempi posti in evidenza dai due referendum, questo è un aspetto più generale, è l'accorciamento dei tempi di operatività dei referendum dinnanzi ai vincoli che vengono posti e che la legge contempla.
Quindi è essenziale, se la sospensiva richiesta verrà accettata, che ci siano tempi rapidi, ma non si tratta qui di chiedere al Parlamento iniziative; ovviamente il Parlamento è sovrano e agirà in questo senso e potrà trovare anche delle soluzioni legislative che possono teoricamente rendere non più percorribile la strada dei due referendum. A noi interessa parlare in senso generale dell'istituto del referendum.



PRESIDENTE

Signori Consiglieri, ci eravamo ripromessi di iniziare la discussione sui laboratori alle ore 16. E' stato proposto di concordare un ordine del giorno unitario. Un rappresentante per ogni Gruppo può partecipare alla trattativa.
Chiede la parola il Consigliere Pezzana. Ne ha facoltà.



PEZZANA Angelo

Chiedo alla cortesia del Presidente e alla comprensione del Consiglio se è possibile iniziare qualche minuto più tardi la discussione, così importante, sui laboratori, per permettere ai Consiglieri che andranno a discutere questi ordini del giorno di essere presenti. Visti i tempi morti di questo Consiglio, non mi sembra una richiesta improponibile.



PRESIDENTE

Non è questo il problema. Il fatto è che ci eravamo ripromessi di iniziare la discussione sui laboratori alle ore 16.
La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Credo sia possibile conciliare l'impegno assunto dal Presidente e la conclusione di questa discussione con la stesura di un ordine del giorno unitario.
I testi dei cinque ordini del giorno sono sostanzialmente identici quindi l'identificazione di un testo unitario è fattibile in pochi minuti.
Chiederei una breve sospensione.



PRESIDENTE

D'accordo, sospendo brevemente la seduta.



(La seduta, sospesa alle ore 16,30 riprende alle ore 16,45)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Signori Consiglieri è stato concordato il seguente ordine del giorno unificato (n. 320), che è sottoscritto dai Consiglieri Bontempi, Pezzana Ala, Staglianò, Rossa, Marchini, Strobbia e Majorino, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale richiamato l'art. 75 della Costituzione Italiana che garantisce ai cittadini la possibilità di esprimersi, nelle forme stabilite, in merito all'abrogazione, totale o parziale di una legge; ricordato che, ai sensi dell'art. 2 dello Statuto, la Regione Piemonte opera 'per realizzare l'effettiva partecipazione di tutti i cittadini all'attività politica economica e sociale della comunità regionale e nazionale' riconoscendo 'che la partecipazione dei cittadini alle scelte politiche ... è condizione essenziale per lo sviluppo della vita democratica' riaffermato che l'istituto referendario 'contribuisce a realizzare il rapporto tra gli orientamenti che maturano nella comunità' e gli organi di azione legislativa, come evidenziato dall'art. 53 dello Statuto regionale dato atto del fatto che la legge 25/5/1970 n. 352 di attuazione del referendum abrogativo, nel prescrivere un lungo lasso di tempo tra elezioni politiche ed effettuazione di un referendum, rende di certo meno incisiva ed immediata, pur se non la vanifica del tutto, l'espressione diretta della volontà popolare garantita dalla Costituzione stessa, incidendo, così negativamente sulla proficuità del rapporto democratico tra cittadini ed istituzioni rilevata la grande importanza delle questioni sottoposte a referendum, sia per quanto riguarda la giustizia che le tematiche nucleari, e rilevato che questi referendum sono stati sottoscritti da oltre un milione di cittadini elettori constatato che l'art. 34 della legge 25/5/1970 n. 352 al secondo e terzo comma stabilisce: 'Nel caso di anticipato scioglimento delle Camere o di una di esse, il referendum già indetto si intende automaticamente sospeso all'atto della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del decreto del Presidente della Repubblica di indizione dei comizi elettorali per l'elezione delle nuove Camere o di una di esse. I termini del procedimento per il referendum riprendono a decorrere a datare dal trecentossentacinquesimo giorno successivo alla data delle elezioni'.
Osservato che, mancando atti legislativi che superano nel senso indicato dai promotori le ragioni che hanno motivato le iniziative referendarie, il lungo rinvio contrasta con l'urgenza di assumere in tempi stretti decisioni relative alla manifestazione della volontà popolare su temi di interesse generale riguardanti la vita dei cittadini rilevato che alla Camera dei Deputati eletta il 14 giugno 1987 sono già state presentate alcune proposte dirette a ridurre al termine massimo di 180 giorni l'indizione dei referendum, allorquando gli stessi - per scioglimento anticipato delle Camere - non si siano potuti tenere invita il Parlamento ed il Governo italiano ad approvare entro brevissimo tempo le necessarie modifiche alla legge 25/5/1970 n. 352 affinché i referendum abrogativi sulla giustizia e sul nucleare possano svolgersi entro il prossimo ottobre invia il presente Ordine del giorno al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Presidente della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, a tutti i Presidenti dei Gruppi parlamentari sia della Camera che del Senato".
La parola al Consigliere Nerviani per dichiarazione di voto.



NERVIANI Enrico

La mancata firma del Gruppo DC è conseguente alla posizione che abbiamo da sempre assunto su argomenti che non attengono in maniera specifica al Consiglio regionale e che in fondo ci portano fuori dalle nostre attività più pressanti.
Aderiamo comunque alla sostanza del documento presentato privilegiando ., la governabilità della Regione rispetto ad altri valori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, nell'esprimere soddisfazione per il fatto di essere giunti ad un ordine del giorno ampio ed unitario su un tema che con la nostra iniziativa abbiamo inteso privilegiare, non posso non rilevare i cammini tortuosi di questa vicenda.
Un colpo rivelatore di tali tortuosità è la motivazione data dal Consigliere Nerviani sulla mancata apposizione della firma del Gruppo consiliare che rappresenta. Il Gruppo della DC sostiene di non firmare ordini del giorno che non riguardino la vita regionale; ricordo però che sull'Afghanistan, sulla Polonia e su altri argomenti di ordine internazionale (anch'essi non direttamente attinenti al Consiglio regionale), se non vado errato, la DC non solo ha firmato i documenti ma se ne è resa addirittura proponente.
E' tortuoso tutto questo percorso, d'altronde lo stesso Nerviani ha dichiarato che il Gruppo ha adottato questa linea per la governabilità della Regione. Ed è curioso che si spendano parole impegnative come "governabilità" relativamente ad un ordine del giorno che non riguarda i problemi di governo della Regione, è curioso che in una dichiarazione preventiva il Gruppo democristiano abbia addirittura richiamato il non senso di questa discussione, quindi con l'implicita censura alla decisione adottata dalla Presidenza dopo la riunione dei Capigruppo, ed è davvero curioso che vengano richiamate solo in queste occasioni tali questioni quando in realtà quello che appare da questo ordine del giorno non è la governabilità, ma, per una intesa che deve essere nell'apparenza mantenuta in piedi, si riescono a trangugiare anche dei bocconi come quello di sostenere i referendum che a livello nazionale non si sostengono.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Esprimo anch'io la mia soddisfazione perché si è giunti ad un testo unitario, come avevo auspicato circa un'ora fa in quest'aula. Ho una sola perplessità, in merito alle dichiarazioni del collega Nerviani. Per noi, il problema del nucleare riguarda sempre ed in ogni caso la governabilità anche della nostra Regione. Troppe volte abbiamo sostenuto che il processo con cui il Piemonte continua ad entrare nel nucleare, attraverso il cantiere di Trino e le centrali già esistenti, è ormai totalmente non governato da questa Regione e dagli altri Enti locali istituzionalmente preposti. Pensiamo che tocchi proprio ai cittadini italiani, e anche piemontesi, pronunciarsi in merito, sia pure con quesiti referendari che in questo invece ha ragione Nerviani - non toccano tutte le tematiche nucleari. Però per la memoria di Nerviani vorrei ricordare che un referendum presentato molti anni addietro (molti rispetto alle vicende politiche, non molti rispetto alla cronologia spicciola) che toccava la legge 393, cioè il punto centrale della scelta nucleare, fu bocciato dalla Corte Costituzionale.
Va tenuto presente che quando, dopo l'incidente di Chernobyl, si è ritornati sulla proposta di abrogazione referendaria di temi afferenti e relativi al nucleare, si constatò facilmente quanto fosse ristretto il margine di manovra lasciatoci dalla Corte Costituzionale. Sarebbe stato suicida riproporre un quesito referendario già bocciato in precedenza. Non vorrei richiamare, se non con un breve cenno, il tema della caccia, per vedere ugualmente come venga più volte sottratto alla popolazione il diritto di esprimersi attraverso i referendum.
Tali considerazioni, in questo momento, possono essere messe in un canto. Su tutto, fa premio il fatto che oggi, se i conti e le parole tornano, per la prima volta sarà possibile ottenere un pronunciamento del Consiglio regionale in materia referendaria ed in riferimento alle tematiche nucleari consono con la volontà della popolazione piemontese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.



PEZZANA Angelo

Per quanto mi risulta il Piemonte è la prima Regione che esprime un invito al Parlamento e al Governo con atteggiamento unanime.
Dicendo questo voglio dare atto della scelta del capogruppo democristiano Nerviani, perché sono convinto che la sua non firma sul documento, ma il suo voto positivo, da quanto ha affermato, sia stata una decisione sofferta; sofferta perché la Democrazia Cristiana appartiene al pentapartito, ha responsabilità di governo, per cui esprimersi in questo momento in maniera così chiara su due argomenti quali la giustizia e il nucleare credo richieda una notevole dose di coraggio e di ciò bisogna dare merito.
Molto più merito, che non ad altri Partiti, oggi all'opposizione. Per carità, non giudico la buona fede, guardo agli atti e quindi ho votato ...



(Si ride nei banchi comunisti)



PEZZANA Angelo

Il Partito comunista potrà sorridere fin che vuole, ma non sorridono i cittadini piemontesi che si ricordano benissimo che il nucleare in questa regione l' ha voluto il Partito comunista. Noi stiamo discutendo una questione che avete innescato voi, cari compagni comunisti, che oggi vi permettete di sorridere dopo aver innescato il meccanismo nucleare.
Voi avete negato la validità otto anni fa di un referendum proposto dai radicali dicendo che era improponibile, mentre oggi firmate. Cambiare posizione non è grave, è lecito, anzi onorevole. Si diceva una volta che soltanto gli asini non cambiano mai opinione, quindi, non è grave cambiare opinione, però visto che in quest'aula ci si è richiamati tante volte alle memorie storiche, mi chiedo perché un Gruppo così folto come quello comunista debba sorridere quando a questa memoria storica mi richiamo. Caro collega Bontempi ...



BONTEMPI Rinaldo

Non sorridevo per questo.



PEZZANA Angelo

Ridevate, non è che sorridevate.



BONTEMPI Rinaldo

Sorridevamo perché credevamo che ci dessi degli asini!



PEZZANA Angelo

Con il potere che avete in questa Regione, perché non chiedete le elezioni anticipate? Questa sarebbe una vera opposizione. E' li che ci si misura. Voi l'opposizione la fate qualche volta, ma debolmente. La gente se ne accorge, i Consiglieri queste cose le sanno.
Nel chiedere le dimissioni della Giunta e le elezioni anticipate non credo di fare un favore o di dare un grande riconoscimento al pentapartito.
Voi lo valuterete diversamente, io invece appartengo a quella categoria di persone che se anche un avversario politico ...



PETRINI Luigi

Bisogna capire qual è il bersaglio.



PEZZANA Angelo

Può anche darsi.
Io però non sparo. L'Arcicaccia l'avete voi, non l' ho io. Non sparo n alto né basso, dico solo che quando ad un avversario politico si deve riconoscere lealtà e anche sofferenza nel momento in cui si prende una decisione di questo genere, gli va riconosciuta e non si devono fare quelle finte opposizioni che fanno sempre i cari, numerosi, folti, compagni del Gruppo comunista.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Al di là delle divagazioni di Angelo Pezzana, penso che si possa affermare da parte nostra con piena soddisfazione come sia positivo che oggi si pervenga ad una decisione ampiamente maggioritaria che intende affidare, finalmente, alla sovranità popolare la scelta in merito a questioni di vitale importanza per il futuro della nostra comunità.
Signor Presidente e colleghi, ciò a noi appare ancor più rilevante per le scelte sul nucleare, oltre che su quelle per la giustizia, in maniera che, sulla base del voto popolare che potrà effettuarsi in autunno, potrà pesare in maniera decisiva quella volontà nella ridefinizione del piano energetico nazionale per impedire che l'Enel realizzi il suo piano e cioè quello dei fatti compiuti come vuole fare ancora qui in Piemonte.
Voglio soltanto rimarcare, signor Presidente, che all'appello, di fronte a questa richiesta che richiama la nostra Costituzione repubblicana mancano soltanto due forze: una che non ha firmato, ed è Nerviani che ha cercato di arrampicarsi su tutti i vetri che aveva a disposizione, bench nella riunione dei Gruppi ci fosse stata la massima disponibilità a recepire anche il punto di vista democratico cristiano, e manca soprattutto cosa che non può passare inosservata e mi auguro che gli osservatori la colgano - l'assenza di una componente importante di questo Consiglio quella del Partito repubblicano. E' un atto grave che tutti e tre i Consiglieri, quanti sono quelli di cui il Partito repubblicano dispone oggi si sottraggano a prendere posizione in merito ad un diritto costituzionale che affida alla sovranità di tutto il popolo la scelta su questioni decisive.
Noi salutiamo con grande soddisfazione la conquista a questi diritti di libertà che la Costituzione tutela, ma non possiamo nello stesso tempo non sottolineare il comportamento inaccettabile di coloro i quali si nascondono dietro le tende pur di non prendere posizione in merito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Il nostro Gruppo aveva sospeso il suo giudizio sugli ordini del giorno.
Dà atto ai presentatori che hanno fatto un sforzo apprezzabile per ridurre l'ordine del giorno, che ci viene sottoposto, a un documento di tipo istituzionale che prescinde da ogni strumentalizzazione finalizzata alla nostra vicenda regionale. Non apre alcun elemento di polemica in ordine ai comportamenti delle forze politiche sulle tematiche.
Questo è un documento di natura strettamente istituzionale, sul quale il nostro Gruppo ha ritenuto doveroso riconoscersi e quindi lo sottoscrive.



PRESIDENTE

Signori Consiglieri, se non vi sono altre dichiarazioni di voto possiamo procedere alla votazione dell'ordine del giorno n. 320.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 45 Consiglieri presenti.


Argomento: Presidi privati di diagnosi e cura

Esame progetti di legge nn. 205 e 238: "Requisiti minimi dei laboratori di analisi di cui al D.P.C.M. 10/2/1984"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 5) all'o.d.g. che prevede l'esame dei progetti di legge nn. 205 e 238. Relatore è il Consigliere Cernetti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Signor Presidente, voglio fare una dichiarazione preliminare per dare conto, a nome del mio Gruppo, della nostra collocazione di fronte a questa situazione anomala.
Dobbiamo approvare una legge importante del settore sanità in una situazione perdurante di impedimento e di assenza da parte dell'Assessore.
Soprattutto ci troviamo a dover affrontare questa legge, nel momento in cui abbiamo reiteratamente richiesto alla Giunta di esplicare con chiarezza la posizione istituzionale della sanità di fronte alla confusione che non è stata sciolta dalle dichiarazioni del Presidente fatte l'altra volta, con le conseguenze sul settore che, per i noti avvenimenti e per i vari disastri che si sono accumulati, necessiterebbe non di un solo Assessore ma probabilmente di cinque o sei Assessori. Invece ci troviamo di fronte a un caso di grave insensibilità da parte della Giunta regionale che ha conseguenze pratiche rilevanti. Non possono essere invocate le ragioni personali, certo dolorose, dell'impedimento quando è noto che l'impedimento e l'isolamento riguardano soprattutto l'istruttoria e non fatti che hanno attinenza alle presenze istituzionali. Riteniamo che ciò sia subordinato non tanto alla situazione personale ma al gioco dei bussolotti in questa verifica di cui sentiamo parlare e che appare come una lotta interna per la spartizione di posti e di poltrone. Credo che il motivo di fondo sia questo, non quello dei referendum, per cui il Gruppo repubblicano in blocco non ha ritenuto di partecipare oggi a questa seduta.
La responsabilità istituzionale è forte e noi non vogliamo esserne coinvolti. E' per questo che annunciamo l'eccezionalità, ma anche la ragione, della nostra partecipazione e collaborazione a votare questa legge. Si tratta di una legge necessaria che ha origine nel lavoro fatto nella scorsa legislatura. Non crediate però che possiamo ancora accettare di far parte di un'istituzione che, per le ragioni già dette, lasci in condizione di confusione, di debolezza e di incertezza un settore importante. La discussione e la nostra collocazione su questa legge è quindi un fatto eccezionale che ha diretta rispondenza nella volontà di misurare come questa Giunta è in grado di dare risposta ai nostri emendamenti.
La necessità di una norma è una responsabilità che sentiamo come autori della prima proposta di legge.



PRESIDENTE

La parola al relatore, Consigliere Cernetti.



CERNETTI Elettra, relatore

Signor Presidente e signori Consiglieri, sono rimasta alquanto stupefatta quando mi è stato chiesto se intendevo svolgere o meno la relazione. Ritengo che una relazione sia doverosa per illustrare le norme e i requisiti minimi dei laboratori di analisi.
L'art. 43 della legge n. 833, istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale, traduce in concreto da una parte l'esigenza della tutela della salute di tutti i cittadini e dall'altra la garanzia di una libera iniziativa privata. Oltre che dalla normativa nazionale, la necessità di normare con legge regionale il regime autorizzativo e la vigilanza delle istituzioni sanitarie private, iniziando dai laboratori di analisi cliniche quali strutture sanitarie organizzate con valenze multidisciplinari e multiprofessionali, deriva da alcune situazioni di fatto che nella nostra regione hanno nell'attuale momento storico un particolare significato.
L'elevato numero di richieste di autorizzazione all'apertura di strutture private negli ultimi anni ed un incremento ulteriore dei consumi non giustificato, se non in parte, da motivi di salute, non sembra poter trovare possibilità di freno in assenza di normativa specifica che disciplini le singole spinte.
Inoltre recenti vicende giudiziarie dimostrano come, in carenza di chiare norme che assicurino la massima trasparenza nell'esercizio delle attività sanitarie, siano possibili degenerazioni legate alla eventuale commistione indebita di interessi pubblici e privati, causa a sua volta oltre che di distorsione del servizio pubblico di alterazione delle condizioni di mercato e quindi anche della presenza abnorme nel settore di una pseudo - imprenditorialità precaria e parassitaria priva delle necessarie caratteristiche qualitative, fattori che generano entrambi danno per la salute dei cittadini e per la pubblica finanza.
Tali indispensabili criteri devono essere sostenuti da una seria e pertinente legislazione regionale, in grado di fornire ragionevoli certezze e un quadro operativo di riferimento inequivocabile ai pubblici amministratori, ai pubblici funzionari, agli operatori sanitari e anche agli imprenditori privati del settore.
Ciò aveva già condotto a suo tempo, nella precedente legislatura, ad una legge regionale di regolamentazione che tuttavia fu rinviata dal Governo con numerose osservazioni, il cui accoglimento fu ritardato per uniformare le norme alle disposizioni del Decreto ministeriale del 10/2/1984 e non fu poi riapprovata prima del termine della legislatura stessa pur dopo un'avvenuta ampia discussione in Consiglio.
Recentemente tutte le componenti di questo Consiglio, anche sotto la spinta delle note vicende giudiziarie, hanno dato vita ad un dibattito, da cui sono scaturiti impegni per la Giunta, nonché l'istituzione di una Commissione consiliare di inchiesta.
Inoltre il Consiglio dei Ministri ha approvato, su iniziativa del Ministro della Sanità, un decreto legge concernente alcune norme severe in materia di incompatibilità tra attività pubbliche e private che, pur essendo attualmente decadute assieme al decreto, completano gli atti di indirizzo del Governo in materia e di cui la legislazione regionale non pu non tener conto.
I concetti guida sui quali si muove il disegno di legge, attualmente presentato sulla base degli atti legislativi succitati e sugli indirizzi scaturiti dal dibattito consiliare, sono i seguenti: la correlazione tra requisiti strutturali e funzionali in termini di personale e attrezzature e il numero di esami eseguiti nell'anno solare la determinazione della gamma di esami che tutti i laboratori sono tenuti a eseguire in condizioni di affidabilità le determinazioni di un numero minimo di esami annuo cui correlare un minimo basale di struttura operativa in termini di personale e mezzi strumentali la definizione del punto di prelievo e la correlazione funzionale operativa con la struttura di esecuzione, di cui è parte integrante, con una limitazione territoriale, garanzia circa l'affidabilità degli esami e argine all'incentivazione incontrollata del consumo di accertamenti di laboratorio l'uniformità della metodologia del sistema per la formulazione raccolta e archiviazione dei dati informativi nell'area pubblica e nell'area privata la necessaria qualificazione del personale e soprattutto del direttore tecnico con sostanziale uniformità tra l'area privata e pubblica la vigilanza continua affidata tecnicamente alle UU.SS.SS.LL.
guidata dalla Regione dalla necessaria uniformità e il controllo delle situazioni che interessano più UU.SS.SS.LL., l'adeguamento permanente e periodico dei requisiti quale garanzia della continuità nel tempo delle prestazioni affidabili e infine l'introduzione di norme cogenti sulla trasparenza della proprietà e sulle incompatibilità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

Il clamoroso scandalo che ha coinvolto i laboratori privati e l'USSL l/23 di Torino è tutt'altro che concluso. Almeno tre cause cominciano ad assumere contorni precisi, interferenze interessate a favorire il privato fino a determinare una vera e propria commistione fra pubblico e privato: la mancata integrazione unitaria delle strutture dei laboratori intra ed extra ospedalieri; l'assenza di una disciplina per l'autorizzazione l'apertura e l'esercizio dei laboratori privati; il mancato funzionamento dei servizi di vigilanza ed ispettivi.
Lo scandalo è esploso all'inizio di quest'anno; nel mese di gennaio il Gruppo comunista ha sentito il dovere di presentare il progetto di legge n.
205: "Disciplina per l'apertura, l'esercizio e la vigilanza dei laboratori privati".
Vi sono stati confronti serrati con la Giunta e, nel mese di marzo anche quest'ultima ha presentato un proprio disegno di legge titolato "Requisiti minimi dei laboratori di analisi".
I commissari comunisti in V Commissione hanno fatto tutto quanto era nelle loro possibilità per accelerare l'iter, hanno dimostrato la massima disponibilità a unificare i due testi sostanzialmente uguali, ma non identici. Il testo è stato unificato e licenziato a maggioranza. In Commissione la maggioranza ha emendato l'art. 21, snaturando lo spirito della legge; infatti, nel disegno di legge regionale 238, proposto dalla Giunta, il terzo comma dell'art. 21 recitava: "Le strutture diagnostiche di laboratorio a conduzione privata sono utilizzate nei casi previsti dalla legge mediante stipula di specifica convenzione ai sensi dell'art. 44 della legge 23/12/1978 n. 833. Tali convenzioni hanno durata annuale, sono tacitamente rinnovabili, comunque non oltre la scadenza del Piano regionale triennale". Nel testo unificato, sempre all'art. 21, sempre terzo comma, è mutato profondamente il dispositivo: "Le strutture diagnostiche di laboratorio a conduzione privata sono utilizzate mediante stipula di specifica convenzione". Tralascio la legge 833 e arrivo al punto dolente: "Tali convenzioni hanno durata triennale e sono tacitamente rinnovabili".
E' evidente che questa modificazione, almeno ai nostri occhi, appare in tutta la sua gravità. Diciamolo chiaramente: è l'emendamento richiesto dall'associazione dei laboratori privati. La maggioranza ha accolto questa sollecitazione nonostante tutto quello che è avvenuto. Le motivazioni riguardano gli investimenti i quali Impongono una durata della convenzione di almeno tre anni; ma, fatto l'investimento iniziale per avere i requisiti minimi, fatti gli investimenti di adeguamento tecnico, i tempi di obsolescenza delle apparecchiature non sono così rapidi, non sono tali comunque da giustificare una durata triennale della convenzione.
Tale profonda modifica stravolge lo spirito della legge. Tra l'altro la legge recita: "Requisiti minimi per attività di laboratorio da parte di soggetti privati". Questa modificazione paradossalmente vincola il pubblico, la Regione e le UU.SS.SS.LL., obbliga la Regione e le UU.SS.SS.LL. a convenzioni triennali. Si stabilisce uno strano rapporto fra Regione e UU.SS.SS.LL., la Regione impone la norma dei tre anni che deresponsabilizza del tutto le UU.SS.SS.LL. Tale modificazione determina posizioni di rendita per i privati e una sorta di misura protezionistica a loro favore a spese della collettività; tra l'altro favorisce imprenditori meno competitivi, meno dinamici. E' una sorta di proposta che potrebbe essere così riassunta: è una GEPI, una finanziaria pubblica che ha lo scopo di assistere i laboratori decotti e non competitivi.
Lo scandalo ha messo tra l'altro in luce l'esistenza di una particolare figura di imprenditore, che è vicino a determinati partiti, che fiuta l'affare, che si improvvisa imprenditore, che non sempre è affidabile sotto il profilo professionale, che è propenso ad operare ai limiti della correttezza e spesso sconfina nell'illecito.
Chiediamo alla maggioranza un profondo ripensamento su questo punto chiediamo il ripristino del testo originario. Abbiamo presentato un preciso emendamento. Riteniamo questa Impostazione coerente innanzitutto con il secondo comma dell'art. 21 del presente testo di legge, che recita: "In questo quadro le strutture diagnostiche di laboratorio a conduzione privata svolgono una funzione integrativa e di supporto della rete pubblica quando ne venga rilevata la necessità in sede di formulazione del Piano socio sanitario regionale nonché dei programmi zonali di riordino predisposti dalle singole UU.SS.SS.LL.". Inoltre con tale sistema viene realizzata una corretta impostazione tra strutture private poiché le prime sono stimolate a rendere i servizi utilizzando al massimo le proprie potenzialità garantendo a quelle private convenzionate l'intervento integrativo, fermo restando il diritto del cittadino di rivolgersi al mercato privato a proprie spese.
La nostra impostazione è coerente con la recente sentenza della Corte Costituzionale e con il pronunciamento del Consiglio Sanitario Nazionale che ha esaminato lo schema tipo di convenzione (ex art. 44 della legge 833 del 1978) per erogazione, prestazione diagnostica strumentale e di laboratorio.
All'art. 16, che ha per titolo "Vigilanza e sanzioni", consideriamo le sanzioni stabilite irrisorie. Devono essere innalzate in modo tale da scoraggiare l'attività di laboratorio senza autorizzazione. A questo proposito abbiamo presentato un emendamento che moltiplica di dieci volte le sanzioni previste. Tra l'altro prevediamo una capacità operativa dei laboratori di centomila esami all'anno, tale capacità operativa scaturisce da parametri definiti dalla legge. I parametri debbono essere rigidamente rispettati anche per scoraggiare in partenza imprenditori non sufficientemente prudenti e oculati o troppo disinvolti. E' quindi un necessario punto di riferimento e una garanzia per l'operatore economico serio che deve fare investimenti solo se in grado di ammortizzarli in tempo ragionevole e non si trovi costretto a rincorrere a tutti i costi le convenzioni con l'ente pubblico per sopravvivere.
Ci sono voluti oltre quattro mesi per portare in aula questo testo unificato. Si tratta della legge 27 per ben due volte approvata nella passata legislatura e per ben due volte respinta dal Commissario di Governo. Resta moltissimo da fare. Quanto tempo sarà necessario per realizzare tutto il resto e con chi lo realizzeremo? Il resto lo si ricava dalle prime considerazioni e valutazioni della Commissione di inchiesta, il resto è un insieme di esigenze urgentissime.
Questo, qualora vengano accolti gli emendamenti, è un primo consistente passo in avanti, ma è solo un passo, moltissimi ne restano da fare. Voglio ricordarli per sommi capi.
Occorre definire una normativa che regoli l'attività ispettiva e di vigilanza permanente e periodica di competenza della Regione e delle singole UU.SS.SS.LL.
Bisogna predisporre una normativa di attuazione del DPR 16 maggio 1980 con la quale si precisi che i dipendenti del Servizio sanitario regionale addetti alle autorizzazioni per il ricorso alle prestazioni erogate dalle strutture private convenzionate possono concedere le medesime solo dopo essersi accertati che la rete dei servizi regionali competenti per territorio e branca specialistica non sia in grado di soddisfare le richieste secondo i tempi e le modalità previste dal citato DPR.
E' necessario approvare la legge regionale di controllo di qualità delle analisi, in modo da impedire una ripetizione delle stesse analisi sul singolo soggetto nel giro di pochi giorni in diverse strutture pubbliche.
E' necessario predisporre analoghi strumenti legislativi in modo tale da regolare i laboratori di radiodiagnostica e di recupero e riabilitazione funzionale. Voglio ricordare che nel corso dell'inchiesta è emerso che la domanda di recupero e di riabilitazione funzionale è soddisfatta (per modo di dire) solo nella misura del 1096 dalle strutture pubbliche.
E' necessario in tempi brevissimi decentrare l'USSL l/23. E' necessario attuare il principio della mobilità della spesa in base alla quale l'USSL che autorizza le prestazioni deve provvedere si relativi pagamenti.
Ho ricordato le incombenze più urgenti senza le quali la legge di per sé conta poco se non si attivano i servizi di vigilanza e di ispezione, se non si definiscono le leggi anche per la radiodiagnostica e la riabilitazione, se non si decentra l'USSL l/23.
In sostanza, con quale struttura assessorile, con quale direzione politica dell'Assessorato alla sanità, si pensa di attuare tutti i punti che ho citato per sommi capi? Da almeno sei mesi la sanità torinese e piemontese è nella bufera.
Tutti abbiamo dovuto prederne atto. La maggioranza di questo Consiglio si ostina a non prendere atto che la sanità oltre che nella bufera è priva di qualsiasi governo; non è più possibile ostinarsi e ignorare un dato di fatto, se non con grave danno per la comunità piemontese e per l'istituzione regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente e colleghi, questo testo di legge giunge in quest'aula con quattro anni di ritardo sulla tabella di marcia che doveva avere in relazione al Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che dettava le norme generali da articolare opportunamente a livello regionale.
E giunge con un ritardo aggravato nelle ultime settimane dall'assenza del titolare della sanità per le ragioni giudiziarie che noi sappiamo. Per cui quando sentivo il collega Nerviani impennarsi nel precedente punto all'o.d.g. contro l'apposizione, che riteneva di affrontare anche il problema referendario senza dimenticarsi di questa esigenza che stiamo provando ad affrontare, il collega Nerviani dimenticava questi dati di fatto molto stringenti che a nostro avviso non possono essere taciuti mettendoli in premessa della nostra collocazione politica in merito alla proposta di legge. Se ritardo c'è stato, è addebitabile ad una maggioranza che su questo problema, come su molti altri, non fa la sua parte, come i bisogni della gente pretendono.
Detto ciò, a nostro avviso il testo di legge in oggetto va giudicato sotto due diversi aspetti. Innanzitutto come risposta necessaria alla domanda di regolamentazione di tutto il settore di attività sanitaria privata intrecciata alle carenze ancora presenti nel Servizio sanitario regionale. Come risposta, in particolare, alle vicende criminose che la nostra Regione ha vissuto intorno ai nodi delle convenzioni facili, alle carenze di controlli adeguati, all'insufficienza di dati conoscitivi della reale attività dei vari laboratori privati, ma anche spesso pubblici, nodi che sono al centro della delicata, e noi giudichiamo politicamente importantissima, analisi che la Commissione di inchiesta del Consiglio regionale sta conducendo.
Nonostante tutti i ritardi a cui non potevo non fare riferimento, mi chiedo se nel caso in cui non ci fosse stata l'indagine della Magistratura oggi avremmo discusso di questo problema.
Sotto questo primo aspetto, quello di regolamentare tutto il settore di attività sanitarie private intrecciate con il Servizio sanitario regionale sicuramente il testo di legge in esame è un primo passo in grado di rispondere ad alcune tra le principali esigenze di regolamentazione secondo noi con alcuni necessari aggiustamenti, alcuni dei quali convergono anche con quanto poc'anzi è stato detto dal collega Calligaro. In ogni caso noi lo riteniamo, in campo sanitario, un passo avanti positivo nella correttezza potenziale dei rapporti tra strutture pubbliche e strutture private.
In questo senso forse è opportuno richiamare quelli che ci paiono essere i punti più importanti al riguardo. In primo luogo la riaffermazione del diritto - dovere del potere pubblico di governare tutte le attività, anche private, che incidono sulla salute dei cittadini. In secondo luogo la definizione di procedure di autorizzazione più chiare e certe, la definizione di procedure di controllo potenzialmente meno episodiche, la necessità di dare un ruolo preponderante agli esperti del settore pubblico nella Commissione consultiva. Vincoli certi, nello stesso tempo, rispetto alle strutture private che chiedono di essere autorizzate.
Ed infine norme precise di incompatibilità per superare l'inaccettabile mescolanza di interessi privati con funzioni di governo e controlli pubblici ai vari livelli. Questo però è uno dei profili sotto i quali guardare le norme che ci apprestiamo ad esaminare.
C'è un secondo profilo che deve essere considerato, cioè quello di assumere questo provvedimento come una parte integrante di norme che regolino tutta l'attività sanitaria nella nostra regione; quindi, in questo senso l'attuazione piena dei principi della riforma sanitaria è ancora largamente incompleta e contrastata, come sappiamo.
Mi riferisco, in sostanza, all'esigenza di guardare queste norme in relazione al migliore Servizio sanitario regionale. Sotto questo profilo che è quello in sostanza della programmazione del bisogno salute e delle risposte che le istituzioni pubbliche danno a questo bisogno salute, il testo di legge è largamente carente e ci vede largamente critici.
La mancanza di programmazione contraddistingue il modo di governare di questa Giunta ed essa risulta evidente proprio in questo provvedimento.
Su questo secondo aspetto ci siamo soffermati in particolare negli emendamenti che sottoponiamo all'attenzione dei colleghi. Nel definire le finalità della legge, all'art. 1, a noi pare indispensabile riferirci e reintrodurre il principio della programmazione territoriale dello sviluppo delle strutture sanitarie, come base di riferimento per ogni tipo di iter autorizzativo di strutture sanitarie private.
Signor Presidente e colleghi, la salute dei cittadini per noi non pu essere in nessuno modo attività di lucro, ma deve diventare innanzitutto un servizio sociale. Per questa ragione ci rivoltiamo tutte le volte - e cenni in questo senso ci sono nella relazione pur apprezzabile in altri punti della collega Cernetti - che si tratta la materia come se fosse una qualsiasi attività imprenditoriale per garantire appunto il giusto profitto a chi intraprende l'iniziativa. Non è una qualsiasi attività imprenditoriale quella che noi andiamo a regolamentare e ad autorizzare.
Noi nel libro bianco di DP sul funzionamento della Sanità piemontese l'abbiamo chiamata non casualmente "industria della malattia", proprio perché la realtà drammatica e anche criminosa è sotto gli occhi di tutti i cittadini piemontesi oltre che delle autorità giudiziarie.
In riferimento all'esigenza prioritaria della programmazione del servizio da rendere ai cittadini e quindi inevitabilmente in relazione alla subordinazione che l'attività dei laboratori privati deve avere a questi principi programmatori generali, assume il giusto rilievo il riferimento che noi facciamo negli emendamenti che presentiamo all'assunzione dei necessari dati conoscitivi della realtà sanitaria piemontese sia pubblica che privata. Chi ha lavorato, chi sta lavorando con.impegno nella Commissione d'inchiesta sa che, parafrasando Socrate, la sanità piemontese non conosce se stessa, in questo senso ci pare che tutte quelle attività di controllo, di verifica dei dati, di acquisizione di conoscenze siano essenziali per poter procedere a quell'attività programmatoria senza la quale esiste la giungla e la legge del più forte (economicamente più forte s'intende) che può consumarsi soltanto a danno della salute dei cittadini e anche del buon costume degli amministratori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Devecchi.



DEVECCHI Armando

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il documento legislativo che ci apprestiamo ad esaminare ci pare risponda ai requisiti essenziali voluti da una legge che intenda e voglia dettare norme precise in una materia tanto delicata qual è quella dei laboratori privati di analisi. Infatti, se da un lato è urgente ed opportuno rendere sempre più incisivi i controlli pubblici - e Dio sa, se ve ne era bisogno soprattutto per il passato - e più rigide le disposizioni a cui debbono attenersi presidi che per la loro natura sono indirizzati a svolgere un'attività tanto delicata e magari anche economicamente remunerativa, dall'altro ritengo sia altrettanto indispensabile che la parte pubblica non debba soffocare quanto di onesto e di moderno l'iniziativa privata è riuscita a realizzare, magari in anticipo anche nel settore dei laboratori.
Del resto non va dimenticato che manca ancora oggi una precisa normativa di carattere nazionale in materia, fanno eccezione disposizioni sporadiche.
Noi pensiamo quindi che con questo provvedimento, non si voglia aprioristicamente e genericamente attribuire patenti poco simpatiche a chicchessia, né tanto meno lasciar credere che tutti i laboratori privati di analisi, operanti sino ad oggi nella nostra regione, abbiano svolto la loro attività in maniera scorretta e abbiano prodotto e incentivato un certo malcostume, che è stato da tutti deprecato e che va combattuto con molta decisione cercando soprattutto di prevenirne l'insorgere.
Lo scandalo a cui si è fatto cenno ha messo in luce tutto quello che è avvenuto di poco corretto, soprattutto nel settore dei laboratori e mi sembra che ad oggi, per quanto è dato sapere, le colpe non siano solo dei privati. Altri hanno ritenuto opportuno di anticipare qui quelle che sono state le conclusioni della Commissione d'inchiesta, io non lo ritengo opportuno e non ritenevo che oggi se ne dovesse ancora parlare, anche per correttezza verso i colleghi.



CALLIGARO Germano

E' stato distribuito il documento.



DEVECCHI Armando

Tu hai ritenuto opportuno farlo, io invece ritenevo che per correttezza si dovesse dare il tempo si colleghi quanto meno di conoscerlo. Ognuno ha il suo modo di comportarsi.
Lo scandalo che ha messo in luce quanto di scorretto è avvenuto nei laboratori privati, ha dimostrato che vi sono molte colpe tra gli imprenditori privati, ma non sono le uniche e le sole purtroppo. Dobbiamo registrare che vi sono anche altre responsabilità che vanno perseguite.
Ritengo opportuno non approfondire in questa sede questo argomento e ritengo invece che questa legge, in questo particolare momento della vita politico - amministrativa della Regione, rappresenti nel suo insieme una risposta efficace e corretta - forse ritardata è vero - ad un fenomeno più volte denunciato e del quale la Magistratura, la Commissione di inchiesta e la stampa si sono occupate e si stanno occupando.
Non possiamo sapere oggi se tutte le norme proposte da questa legge risponderanno completamente anche a questi interrogativi e ai problemi connessi al funzionamento di quella parte della sanità ad essa connesse; ce lo auguriamo.
E' lecito presumere che questa legge rappresenti un notevole passo avanti e che contribuisca a dare una migliore trasparenza al settore della sanità in generale. Solo l'esperienza e il tempo ci sapranno dire quanto e in che maniera questo nostro lavoro sia utile.
Noi riteniamo opportuno che non si perda altro tempo e che quindi si passi all'esame e all'approvazione della legge stessa, pronti eventualmente a ritornare su quelle norme che si rivelassero inefficaci o perlomeno insufficienti.



PRESIDENTE

Signori Consiglieri, se non vi sono altre richieste di intervento darei la parola per la replica al Presidente della Giunta regionale Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, chi vi parla ha lasciato questa materia nell'ormai lontano 1983, e oggi è chiamato a ricostruire nella sua memoria i passaggi di allora per far fronte alle incombenze derivate da quanto è manifestato oggi sul territorio, sugli interrogativi che la stessa Magistratura pone su questo argomento. Ringrazio comunque chi è intervenuto, chi ha lavorato nella passata legislatura per tentare di dare una risposta a questi problemi, chi ha lavorato in questa legislatura.
Ringrazio il relatore, la collega Elettra Cernetti, perché con estrema sinteticità ha detto tutto quanto andava detto in questa circostanza, non lasciandosi catturare dalle tensioni ricorrenti, dall'emotività o da considerazioni che tornerebbe tanto facile fare in questa curva.
E' una materia che nel passato e ancora oggi ha prodotto e produce non pochi stati di conflittualità. Mi ricordo gli atteggiamenti, le riserve, il pensare a taluni aspetti che erano riferiti addirittura ad un titolo costituzionale per dare luogo ad un tipo di presenza all'interno di una comunità di questa struttura, si grandi confronti, quasi che si stesse combattendo una grande battaglia a carattere patriottico; poi il tempo riesce a sopire le tensioni, a far riflettere, i fatti stessi che sono maturati in questi giorni hanno indotto a pensare a più profonde riflessioni, anche se sono convinto che, allora come oggi, chiunque si muova entro questa materia è portato a tentare di dare il suo contributo perché la produzione legislativa possa essere più in sintonia con il dettato costituzionale, con le aspirazioni e con il bisogno della gente.
Non si tratta della disputa tra il bene o il male quella di consentire anche il livello imprenditoriale. Questa valutazione di per sé è bastevole per giustificare un tipo di presenza, ma può addirittura investire un modo di essere, una dottrina e teorizzare una posizione anche a livello scientifico all'interno di una scelta.
Ho partecipato qualche tempo fa ad un convegno sui protocolli diagnostici terapeutici e di controllo e mi era parso di registrare chiaramente quali fossero gli intendimenti, le tracce, le linee operative e soprattutto i sentieri che intendevano percorrere gli scienziati, gli uomini di cultura e di dottrina per tentare di dare tante risposte ad ogni singolo interrogativo che era posto dalla comunità, quasi che si potessero dare, con una disciplina stretta di misura, organizzata, totalmente pianificata, delle risposte quasi meccaniche, anche a quelle aree che attengono alle intuizioni, alla capacità di interpretare taluni stati d'animo, taluni stati di malessere nelle singole persone.
Comunque, quanto è accaduto fa riflettere, rende veramente pensosi e per quanto attiene questo disegno di legge o questa fusione di due progetti di legge, tende a far capire e a far emergere la funzione integrativa e di supporto di questa attività che noi tentiamo di disciplinare.
Dagli interventi è emerso un interrogativo di questo genere: se non ci fosse stata l'indagine della Magistratura saremmo qui? E' una domanda provocatoria. Dovrei dire che questa Regione era qui ancor prima di questa legislatura, con progetti che potevano essere condivisi o meno, ma già da allora aveva tentato di disciplinare questa materia, quindi non siamo all'anno zero. E' stato citato Socrate. E' stato detto che la sanità piemontese non conosce se stessa. Devo ammettere che non conosco Socrate non conosco la letteratura greca. C'è una frase latina: "nosci te ipsum" che potrebbe riproporre una dimensione più umana, più ridotta di un tipo di presenza che soprattutto vuol proporre a me i limiti personali sulle materie che vengono trattate e soprattutto sulla impossibilità fisica di contenere tutto quanto appartiene allo studio, alla scienza, alla dottrina e soprattutto a manifestare intenzioni estremamente pulite e serene.
Certo, quanto è accaduto a Torino non è scossone da poco; ne siamo tutti coinvolti, non passa giorno nel quale i giornali, con grande gusto non riescano a riproporre un quadro di costruzione o distruzione del sistema riuscendo in questo modo a distruggere le persone. Alla fine proprio per riferirmi si limiti personali cui mi sono richiamato poco fa sono d'accordo che le furberie, le sottigliezze, i calcoli inconsulti, la spregiudicatezza debbano rientrare, ma penso anche che il generalizzare, il recuperare tutta la società politica sul piano delle accuse possa indurre a considerazioni di tristezza.
Temo che la generalizzazione delle accuse, la demonizzazione del sistema crei, nel lungo tempo, guasti maggiori di quanto possa aver creato la disfunzione del sistema stesso. Non posso indulgere all'ottimismo, ma stento a trovare aree di pessimismo attorno a questi problemi. Certamente chi ha responsabilità di governo non ignora la situazione, ma non pub accrescere le paure. Ci si sforza di fare verifiche in profondità e di mirare più in alto.
Stamattina una struttura organizzativa del Consiglio regionale, il Coresa, che pur opera in regime di prorogatio, non è riuscita ad esprimere la necessaria maggioranza delle presenze, e chi ha responsabilità di conduzione ha inviato alcune lettere alla Regione attraverso le quali si capisce che esiste uno stato di ragionata paura o di timore di assumere delle responsabilità, per cui, per esempio, stamattina, dovevano essere assunte precise prese di posizione relativamente al settore dei laboratori privati, e ci si è trovati nella condizione che poco fa sono stati inviati dei telegrammi ai Presidenti della Giunta e del Consiglio denuncianti l'impossibile sopravvivenza dell'azienda e quindi l'esigenza di porre in stato di licenziamento 130 persone privando di lavoro altri 300 collaboratori esterni, se determinate pratiche non procedono.
Non vorrei con questo quadro, che può generare tristezza, tragedia e preoccupazione, dire che siamo in una curva estremamente pericolosa, voglio solo sottolineare che chi ha responsabilità di governo tenta di portare una nota di equilibrio, resistendo anche alla tentazione di indulgere nell'assumere provvedimenti o atti di rigore che alla fine sconfinano nel nulla creando condizioni di impotenza da parte delle strutture o delle persone o degli enti destinatari delle nostre attenzioni.
Facendo queste affermazioni porto appresso lo sforzo di chi, trovandosi a dover sostituire per un periodo (che mi auguro estremamente breve) il responsabile o comunque chi può essere chiamato a responsabilità di questo settore, avverte i limiti della sua possibilità operativa, i costringimenti che spazialmente e temporalmente lo assediano e talvolta rendono bloccante la sua attività e soprattutto questo quadro di demotivazione che è nell'aria, che è nella gente, che fa suonare sfiducia, che fa addirittura pensare che non esista un futuro per il mondo della sanità piemontese.
Non sono rassegnato a dover passare in termini negativi o su posizioni passive questo breve tempo nel quale mi trovo a dover attivare in proprio un certo tipo di presenza né mi sento oggi di aggiungere motivi ad altri che già avevo indicato la volta scorsa. Auguro a me stesso e a tutti che si possa nel breve uscire da uno stato, non dico di incertezza, ma che riconduce a zone di attesa che non possono che avere delle sollecitazioni per essere superate nel breve.
Senza rispondere a tutte le osservazioni fatte a mo' di emendamento a questo disegno di legge o ai due progetti di legge, devo dire che abbiamo cercato di valutare gli emendamenti che erano stati presentati dai colleghi Staglianò, Ala e dal Gruppo comunista. Oggi pomeriggio ci siamo trovati una serie di altri emendamenti il cui esame torna più superficiale di quello oggetto di approfondimento nella giornata di ieri. Siamo comunque destinati a superare ogni tipo di difficoltà anche perché taluni emendamenti sono ripetitivi di altri o possono essere superati da altri interventi. Sotto questo aspetto devo dire che per quanto attiene l'art. 21 (tratteremo in sede propria questo argomento) la Giunta ha presentato un emendamento che recupera il discorso. Non ho interrotto il Consigliere Calligaro perch l'avevo già interrotto in altre circostanze e non volevo far pensare che esistesse un filo conflittuale tra noi. Dico adesso che l'emendamento proposto dalla Giunta dovrebbe dare risposta agli interrogativi posti dal Gruppo comunista. Per quanto attiene alla normativa ispettiva, c'è la legge regionale n. 26 che riguarda il servizio ispettivo. Non è stata ancora attivata l'altra legge che precisa le aree e le funzioni nel settore della vigilanza, penso che sia un problema che dovremmo affrontare e risolvere nel breve.
Per quanto riguarda la mobilità della spesa, si aspetta dal Consiglio nazionale della sanità una certa produzione in questo settore, mentre è già operante per quanto attiene l'interno della disciplina delle case di cura sia a livello nazionale sia a livello regionale.
Per quanto attiene il servizio ispettivo, la Giunta regionale nell'ultima riunione ha licenziato il provvedimento che costituisce l'unità che segue il servizio ispettivo. E' operante l'altro gruppo di lavoro con compiti di consulenza attorno ai problemi della verifica del rapporto convenzionale tra l'ente pubblico e i settori dell'attività privata.
E' stato fatto l'auspicio che si desse luogo in tempi brevi alla ristrutturazione della distribuzione sul territorio delle Unità socio sanitarie per la città di Torino con la riduzione a dieci Unità socio sanitarie locali.
Recentemente sono stato sollecitato da Gruppi di opposizione ad intervenire sull'argomento sollecitando il Commissario prefettizio ad assolvere gli adempimenti di sua competenza sull'USSL l/23 perché potesse dare luogo nel breve al superamento di questi adempimenti; quello sull'individuazione del settore apicale è superato da tempo, l'altro che attiene al passaggio del personale da distribuirsi dall'USSL unica sulle altre Unità è in fase di avanzata elaborazione non solo di studio, ma di operatività. Esistono problemi di carattere tecnico legati alla mobilità anch'essi in fase di superamento; sono state predisposte le strutture di impostazione burocratica dell'aspetto finanziario attraverso la predisposizione dei prebilanci delle UU.SS.SS.LL. 1/10 di Torino.
Si aveva motivo di pensare che entro la fine di luglio fossimo posti nella condizione di licenziare i decreti e quindi di rendere operanti le 10 nuove Unità sanitarie. Devo dire che esiste qualche handicap su questo piano che non è strettamente legato al governo della Regione, ma alle cose che sono nell'aria. Almeno nove persone, che dovrebbero far parte dei Comitati di gestione, sono inquisite dalla Magistratura e si presume che difficilmente possano entrare con tranquillità all'interno delle dieci Unità sanitarie.
Stiamo cercando di porre dei limiti temporali (rifacendoci ad un dettato legislativo ben preciso) nei confronti dell'assemblea che deve deliberare l'eventuale sostituzione di queste persone, esercitando il potere sostitutivo o nominando i commissari ad acta. E' un discorso che stiamo seguendo con estrema serietà, nei limiti delle fisiche possibilità e delle individuali capacità, certamente con un grande sforzo e con grande buona volontà di dare giorno su giorno risposta ai molti problemi che si affacciano sul piano della domanda e delle esigenze al governo della Regione.
Questi progetti di legge che sono stati oggetto di fusione, pur non votati complessivamente dalle forze presenti nel Consiglio regionale, a mio avviso, dovrebbero costituire una risposta ad un problema molto impegnativo per un settore che ha dimostrato di essere tanto delicato, ma soprattutto vulnerabile all'interno della comunità piemontese.



PRESIDENTE

E' conclusa la discussione generale. Possiamo procedere all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Emendamento presentato dal Consigliere Staglianò: "L'autorizzazione all'apertura ed all'esercizio dei laboratori privati di analisi di cui al precedente comma, è, inoltre, subordinata alla programmazione delle necessità territoriali previste per le singole UU.SS.SS.LL., o loro raggruppamenti, contenuta nel Piano Sanitario Regionale in corso".
La parola al Consigliere Staglianò che l'illustra l'emendamento.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Debbo dare atto alla Giunta della disponibilità di verificare, a margine della discussione che stiamo svolgendo, le argomentazioni che avevamo inteso portare per motivare questo emendamento.
Ritengo opportuno richiamare brevissimamente questi argomenti in modo che la Giunta possa a sua volta replicare socializzando a beneficio di tutti i colleghi le discussioni che è stato possibile avere sinora.
In sostanza riteniamo che l'autorizzazione all'apertura e all'esercizio dei laboratori privati di analisi debba essere resa coerente con la programmazione territoriale delle UU.SS.SS.LL. L'obiezione che viene portata su questo punto riguarda la tutela della libera intrapresa privata per quanto riguarda le attività di laboratorio.
A nostro giudizio non si viola alcuna libertà stabilendo un principio gerarchico di interessi e facendo prevalere l'interesse generale sull'interesse particolare; l'interesse generale è quello di rispondere al bisogno salute in maniera programmata, adeguando le strutture al fabbisogno e in questo senso consentendo l'esercizio in questo ambito, come già avviene ampiamente oggi, a tutte le attività private che ritengano di poterlo svolgere.
Non è accettabile che la salute dei cittadini venga trattata peggio dell'acquisto del pane nel proprio quartiere. Sappiamo che anche per aprire una panetteria in un quartiere si stabilisce se gli spazi di mercato sono saturi oppure no: esiste al riguardo una subordinazione del singolo venditore di pane ad una programmazione nell'ambito della domanda territoriale. Il riferimento alla programmazione è essenziale contro il proliferare di attività che non possono essere classificate eminentemente e squisitamente sotto il profilo imprenditoriale, ma anche come attività nel campo del servizio sociale. Quindi nessuna demonizzazione del privato, ma regolamentazione e subordinazione delle attività private all'interesse generale, attività che debbono essere svolte prioritariamente da parte della struttura pubblica.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Abbiamo avuto questo approccio con il collega Staglianò perché su questo punto, di fatto, non erano stati presentati altri emendamenti.
Disgiungiamo la valutazione sul processo autorizzativo da quello del convenzionamento. La panetteria non sarà mai convenzionata con il settore pubblico (al limite può esserci qualche trattativa per acquistare qualche chilogrammo per qualche istituzione). Qui stabiliamo, in rispetto anche ad un pronunciamento della Corte Costituzionale del maggio 1987, il principio che non è negabile - laddove ricorressero i requisiti - questa autorizzazione; da li al passaggio successivo del convenzionamento corre un abisso; e il convenzionamento, ripetuto all'art. 21 e richiamato all'art.
14, insorge solo e in quanto la struttura pubblica sia disponibile o ritenga che, in sede di verifica di un rapporto con il Piano sanitario e con i piani di lavoro delle stesse UU.SS.SS.LL., questo convenzionamento sia possibile. Quindi non possiamo accogliere l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli, 37 contrari ed 1 astenuto.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art, l.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 39 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 hanno risposto SI 46 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Chiede la parola il Consigliere Reburdo per un chiarimento. Ne ha facoltà.



REBURDO Giuseppe

Chiedo se qualsiasi cittadino può consultare l'elenco indicato nell'ultimo comma dell'art. 3, elenco nel quale sono registrati i laboratori autorizzati.



PRESIDENTE

Il cittadino può sempre richiedere un atto della Pubblica Amministrazione che non abbia carattere di riservatezza, pagando il relativo diritto. Il Consigliere regionale, addirittura, pub consultarli.
Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 hanno risposto SI 46 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Emendamento del Consigliere Ferrara: il quinto comma dell'art. 4 è così sostituito: "Le analisi radioisotopiche in vitro sono effettuabili nei laboratori generali di base con settore specializzato di chimica clinica e tossicologica, nonché nei laboratori specializzati nello stesso".
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 46 voti contrari ed 1 astenuto.
Emendamento del Consigliere Ala: al termine aggiungere: "La determinazione del gruppo sanguigno è opportuno venga eseguita dai servizi trasfusionali".
La parola al Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

La Giunta non ritiene di accogliere l'emendamento. Da una valutazione approfondita, questo emendamento non darebbe luogo ad una esplicitazione operativa pratica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Io stesso avevo messo le parole "è opportuno": mi rendevo conto che non era possibile mettere "deve". E' mia intenzione ritirare questo emendamento. Mi auguro però che, considerata la necessità di definire un regolamento in merito, si faccia la massima attenzione affinché questo tipo di esame venga il più possibile favorito all'interno dei servizi trasfusionali proprio per la sua delicatezza e rilevanza.



PRESIDENTE

Il Consigliere Ala ritira l'emendamento.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 4.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 42 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Emendamento del Consigliere Ferrara: l'ultimo comma dell'art. 5 è così sostituito: "E' consentito il prelievo a domicilio per pazienti impossibilitati a recarsi al laboratorio o al punto di prelievo".
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 46 voti contrari.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 5.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 43 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
Chiede la parola il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Noi abbiamo sollevato una questione generale sul governo del settore abbiamo anche spiegato i motivi per cui non facevano discendere da quelle considerazioni le conseguenze ovvie, anzi ci siamo impegnati a procedere ad oltranza nei lavori.
Poniamo però la questione di come si sta sfaldando la presenza della maggioranza. Il Gruppo repubblicano continua ad essere assente, nonostante abbia presentato nove emendamenti; riteniamo che l'assenza abbia una ragione polemica per i fatti che ho denunciato. E' uscito anche il Capogruppo socialista e i Gruppi di maggioranza sono diminuiti; c'è una presenza minima testimoniale di altre forze.
Mi chiedo se alla maggioranza interessa questa legge cosa importante.
Abbiamo spiegato i motivi per cui intendiamo votarla, abbiamo manifestato la nostra disponibilità, chiediamo pertanto un comportamento coerente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Nerviani.



NERVIANI Enrico

Intervengo brevemente affinché si ristabilisca la verità. Il Gruppo DC ha 2 Consiglieri in congedo e 17 Consiglieri presenti.



PRESIDENTE

Signori Consiglieri, il problema posto riguarda la presenza o meno dei Gruppi; comunque una maggioranza complessiva esiste, i presenti sono 47 manca qualche Consigliere, ma è evidente che non possiamo reperirli altrove e sulle ragioni della loro assenza risponderanno di persona.
La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Se viene data conferma che la maggioranza è compatta in questi numeri che non costituisce alcun problema politico l'assenza di un Gruppo, che la maggioranza ritiene di poter proseguire nei lavori, noi chiediamo di votare questa sera la legge fino alla fine.



PRESIDENTE

Signori Consiglieri, non ho sentito dire che l'assenza di un Gruppo possa essere determinato da un dissenso attorno a questa legge.
Procediamo pertanto nella votazione.
ART. 6 - Emendamento del Consigliere Ferrara: all'art. 6 sostituire il numero "100.000" con il numero "60.000 (sessantamila)".
La parola al Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

La Giunta non può accoglierlo perché il numero è già stato rispettato per altri laboratori in atto e, inoltre, perché i laboratori che non raggiungono tale dimensione possono pur sempre consorziarsi, a termini dell'art. 19.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Signor Presidente, non ho mai capito questi numeri messi così in astratto, senza riferimento al tipo di esami che si compiono in un laboratorio o in un altro; questi numeri privi di ogni altra determinazione sono numeri totalmente astratti. Non conosco quali siano le ragioni che hanno portato il collega Ferrara a ridurre questa cifra. Da parte mia per riesco a leggerci, magari con alcune azzardate e ardite estrapolazioni, un tentativo di ridurre un numero sovrabbondante di esami e di analisi spesso inutili che vengono compiuti.
Tra l'altro, ho presentato a mia volta un emendamento, per quanto incompleto, relativo ai tempi previsti nell'allegato per le analisi.
Dichiaro quindi di votare a favore di questo emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Acotto.



ACOTTO Ezio

Non abbiamo nessuna intenzione di criminalizzare, stante le vicende in corso, dicendo che un emendamento di questo tipo fu presentato dall'organizzazione dei laboratori privati rispetto al testo originario della legge che andò in consultazione. Non è il rifiuto di un'impostazione che viene dall'esterno, è che lo standard fissato in 100.000 analisi ci pare essere quello più attagliato rispetto al ragionamento, che si fa in questa legge, sui requisiti che devono avere i laboratori. Per questo insistiamo nella direzione delle 100.000 analisi; 60.000 ci paiono chiaramente peggiorative da questo punto di vista. Quindi respingiamo l'emendamento.



PRESIDENTE

Infatti, il Presidente della Giunta ha già detto che la Giunta non accoglie l'emendamento.
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 1 voto favorevole, 33 contrari e 3 astenuti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 6.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 38 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Emendamento del Consigliere Staglianò modificato dalla Giunta regionale.
La parola al Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Nella sostanza si accoglie l'emendamento proponendolo però in una formulazione più ampia e più diffusa di quella proposta dal Consigliere Staglianò. La fine del terzo comma risulterebbe così formulata: "e per ogni più opportuna socializzazione di tali dati informativi".



PRESIDENTE

Il terzo comma risulta così modificato: "anche allo scopo di verificare il carico di lavoro annuale di cui al successivo art. 17"; alla fine del terzo comma: "e per ogni più opportuna socializzazione di tali dati informativi".
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.
Emendamento del Consigliere Staglianò: al quinto comma sostituire "un anno" con "5 anni"; il quinto comma risulta così: "Le registrazioni e le copie dei referti devono essere conservate da ciascun laboratorio per un periodo non inferiore a 5 anni".
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.
Chiede la parola il Consigliere Reburdo. Ne ha facoltà.



REBURDO Giuseppe

Signor Presidente, nel primo comma si parla di sistema di registrazione e di refertazione dei dati che abbia il massimo possibile di omogeneità. Mi pare una formulazione ambigua per cui chiederei spiegazioni.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

L'omogeneità riguarda la tipicità dell'analisi che può essere utilizzata anche per rilevamenti statistici attorno allo stato epidemiologico.



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 7.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 41 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Emendamento del Consigliere Pezzana: il primo periodo dell'art. 8 è sostituito dal presente testo: "Il titolare del laboratorio è tenuto a trasmettere alla USSL territorialmente competente ed all'Assessorato regionale competente le seguenti informazioni:".
La parola al Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

La Giunta accoglie l'emendamento in quanto fornisce elementi conoscitivi in più.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 21 voti favorevoli e 10 astenuti.
Emendamento presentato dal Consigliere Staglianò: al punto e) del primo comma aggiungere le parole: "prima che esse avvengano".
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 31 voti favorevoli.
Emendamento presentato dal Consigliere Ala: al secondo comma aggiungere: "b) ad assicurare in ogni caso la presenza del laureato in medicina nell'arco orario in cui si effettuano i prelievi del sangue".
La parola al Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Questo emendamento è pleonastico in quanto per legge il medico deve essere presente quando si effettuano i prelievi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Gentile Presidente, ritengo che questa legge, quando parla di: "obblighi del titolare", faccia riferimento a quali sono gli obblighi del titolare, quelli cioè di far rispettare determinati punti previsti per legge. Mi pare che anche in altri casi, in questo stesso art. 8, siano presenti altri aspetti di natura pleonastica, per cui ritenevo possibile richiamarne un altro, ugualmente pleonastico.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

C'è già la legge generale del '72 che disciplina i prelievi.



PRESIDENTE

La Giunta non accoglie quindi l'emendamento.



ALA Nemesio

Ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

Emendamento del Consigliere Ferrara: al terzo comma dell'art. 8 sostituire l'attuale dizione di cui alla lettera a) con la seguente formulazione: "a) ad assicurare la presenza del direttore tecnico responsabile, nonché del restante personale laureato e tecnico per l'intero arco dell'orario di attività della struttura. Qualora il direttore sia un Biologo, Chimico o persona in possesso di laurea equipollente, è consentito al collaboratore medico un rapporto di lavoro ad orario limitato".
La parola al Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

La Giunta non ritiene di accoglierlo, perché riduce la garanzia di qualità.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 35 voti contrari.
Emendamento del Consigliere Staglianò: dopo il punto d) del terzo comma aggiungere il seguente comma: "il titolare, nel caso dei laboratori di Case di Cura private, è altresì tenuto ad assicurare la presenza del direttore tecnico responsabile, nonché del restante personale laureato e tecnico, per l'intero arco dell'orario di lavoro. Qualora il Direttore sia un biologo o un chimico, è consentita, per il collaboratore in Medicina e Chirurgia, una presenza pari alla metà dell'orario suddetto;".



STAGLIANO' Gregorio Igor

Ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 8.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 38 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Emendamento del Consigliere Staglianò: al secondo comma aggiungere le parole: "e con rapporto professionale". Il secondo comma risulta così: "E' fatto assoluto divieto di utilizzo di personale dipendente da enti pubblici con rapporto di impiego e con rapporto professionale".
Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta regionale, Beltrami. Ne ha facoltà.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Il Consigliere Staglianò era disponibile a ritirare il suo emendamento in quanto, in suo luogo, la Giunta ne presenta un altro che recita: "E' fatto assoluto divieto di utilizzo di personale dipendente da enti pubblici con rapporto di impiego e di personale medico con rapporto di impiego a tempo pieno".



STAGLIANO' Gregorio Igor

Infatti ritiro l'emendamento da me proposto.



PRESIDENTE

Viene ritirato l'emendamento di Staglianò.
Pongo quindi in votazione l'emendamento presentato dalla Giunta Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 40 voti favorevoli e 1 astenuto.
Emendamento presentato dal Consigliere Staglianò: al settimo comma, dopo le parole "somma di ore annue" aggiungere le parole: "scomposta mensilmente". Il settimo comma risulta così: "In caso di utilizzo di personale laureato a tempo parziale ed a rapporto professionale, il computo viene effettuato sulla base della somma di ore annue, scomposta mensilmente, di disponibilità di ciascuna unità interessata, indicata in base al contratto che vale come documentazione." La parola al presentatore per l'illustrazione.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Sono disponibile a ritirare questo emendamento, purché venga messo a verbale che l'argomento sarà ripreso nel regolamento attuativo della legge.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

La Giunta è d'accordo.



PRESIDENTE

L'emendamento è quindi ritirato.
Emendamento presentato dal Consigliere Ferrara: al quarto comma lettera a) dell'art. 9 dopo le parole "laureato in medicina", aggiungere: "Ai fini della presente legge ogni qualvolta si fa riferimento alla laurea in chimica sono da intendersi compresi i titoli considerati equipollenti dalle leggi dello Stato".
La parola al Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Quanto indicato nell'emendamento è ovvio, quindi la Giunta ritiene di non accoglierlo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 39 voti contrari e 1 astenuto.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 9.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 35 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Emendamento presentato dal Consigliere Ferrara: il primo comma dell'art. 10 è cosa sostituito: "Ad ogni laboratorio privato è preposto un direttore, che non può dirigerne altri e che deve garantire la propria presenza per l'intero orario di apertura settimanale del laboratorio fissato all'atto dell'autorizzazione".
La parola al Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

La Giunta non intende accogliere l'emendamento in quanto risulterebbe più oneroso per le stesse strutture e non raggiungerebbe lo scopo prefissato.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 38 voti contrari e 1 astenuto.
Emendamento presentato dal Consigliere Staglianò: al secondo comma, dopo le parole "della laurea in scienze biologiche o in chimica" abrogare fino alle parole "l'ammissione dei biologi o dei chimici".
Il secondo comma risulta così: "Il direttore del laboratorio deve essere medico o biologo o chimico e deve essere iscritto all'albo dell'Ordine di appartenenza; deve essere in possesso della laurea in medicina e chirurgia e della specializzazione o della libera docenza in una delle branche attinenti al laboratorio di analisi cliniche, ovvero, in alternativa, della laurea in scienze biologiche o in chimica".
La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Il Gruppo DP ha ritenuto di recepire alcune osservazioni, sottoposte all'attenzione di tutti i Gruppi, da parte di associazioni di categoria dei biologi e dei chimici, senza che per questo da parte nostra ci siano tentazioni corporative.
Sia la legge 396 del 24/5/1967 sia alcune sentenze della Magistratura (ad esempio la sentenza n. 1459 del 1985 del TAR del Lazio) documentano come le lauree in biologia ed in chimica siano di per sé abilitanti alla professione di laboratoristica, ciò non si verifica invece per i laureati in medicina e in chirurgia.
Questo concetto, peraltro, è accettato nelle norme per la partecipazione ai concorsi delle UU.SS.SS.LL. per le funzioni dirigenti.
A nostro avviso la norma, così come proposta dalla Commissione, ci pare discriminatoria nei confronti di alcune categorie professionali che dal punto di vista pratico potrebbero risolvere non pochi problemi.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale; Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Si tratta di argomento decisamente delicato. Vorrei solo far notare brevemente che le leggi e le sentenze si riferiscono all'esecuzione di analisi, mentre qui stiamo esaminando un articolo il cui titolo riguarda il direttore del laboratorio di analisi. Direi di tenere conto di tutto quanto si muove entro questo spazio cercando di raggiungere una proposta che sia di equilibrio e non tenga conto delle punte di fuga che attengono ad aspetti corporativi. Il comportamento della Giunta tiene conto, quindi delle necessità totali di perequazione.
La Giunta non accoglie l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 1 voto favorevole, 37 contrari e 1 astenuto.
Emendamento presentato dal Consigliere Ala: all'ottavo comma, aggiungere: c) del corretto smaltimento dei rifiuti, sia di quelli assimilabili agli urbani sia a quelli classificabili di origine ospedaliera. In merito, verrà fornito, entro il 31 marzo di ogni anno, una relazione scritta all'Assessore all'Ambiente della Regione.
La parola al Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Siamo disponibili ad accoglierlo nella sostanza, ma con una diversa formulazione. Diamo atto che vi era un'omissione nel testo della Giunta per cui l'emendamento è stato riformulato.



PRESIDENTE

L'emendamento Ala è ritirato.
Viene presentato dalla Giunta il seguente emendamento: al punto b) , dopo le parole ".., dello stato igienico dei locali" aggiungere le parole "dello smaltimento dei rifiuti speciali ai sensi della normativa vigente".
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 38 voti favorevoli e 1 astenuto.
Emendamento del Consigliere Ferrara: al termine dell'art. 10 aggiungere il seguente comma: "Qualora il direttore sia un medico, assolve agli obblighi di cui al comma precedente avvalendosi della collaborazione di un laureato in biologia o chimica".
La parola al Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

La legge prevede la pari possibilità per tutti, per cui questo emendamento non può essere accolto.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 39 voti contrari.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 10 nel testo emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 38 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 10 è approvato.
Signori Consiglieri, siccome vi sono ancora da votare diversi articoli con emendamenti, oltre gli emendamenti agli allegati, ai fini di un ordinato svolgimento dell'esame della legge sui laboratori, chiedo all'assemblea se intende rinviare la discussione alla prossima seduta consiliare al primo punto all'o.d.g. o se intende proseguire fino alla fine.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Signor Presidente, ripropongo la questione. Noi ci siamo impegnati dopo le dichiarazioni rese in aula, a rimanere per votare la legge sui laboratori; questo sforzo politico lo chiediamo alle altre forze.
Sappiamo che gli emendamenti più rilevanti sono un paio, tra l'altro su uno di essi la Giunta ha dichiarato la sua disponibilità. Ritengo quindi che si debba continuare nell'esame dell'articolato della legge fino alla fine.



PRESIDENTE

Se non vi sono obiezioni, procediamo con l'esame dell'articolato.
ART. 11 - I Consiglieri Calligaro, Adduci e Sestero presentano e ritirano il seguente emendamento: "In ognuno di detti locali inoltre dovranno essere affissi in modo ben visibile cartelli recanti l'avvertenza VIETATO FUMARE".
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art, il nel testo originario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 38 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 11 è approvato.
ART. 12 - Emendamento presentato dal Consigliere Ala: dopo il primo comma aggiungere: "I prelievi di sangue devono essere eseguiti esclusivamente con aghi monouso a perdere".
La parola al Consigliere Ala per l'illustrazione.



ALA Nemesio

Non ritengo necessaria una sua illustrazione. Recepisce un orientamento ormai diffuso universalmente riguardo alla profilassi e alla prevenzione di una malattia.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Accolgo il suggerimento del Consigliere Ala, ma parrebbe difficile inserirlo in legge.



ALA Nemesio

Ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 12 nel testo originario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 38 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art.12 è approvato.
ART. 13 - Emendamento del Consigliere Pezzana: il punto a) dell'art. 13 è sostituito dal seguente testo: "a) le generalità, il domicilio e copia del certificato del casellario giudiziale del richiedente l'autorizzazione dal quale risultino eventuali precedenti in materia penale, civile e amministrativa; nel caso in cui non si tratti di persona fisica la denominazione e la sede della società, o dell'ente, copia dell'atto costitutivo e di ogni successiva variazione dello stesso, nonché le generalità, il domicilio e copia del certificato del casellario giudiziale del legale rappresentante;".
La parola al Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

L'emendamento non dice nulla di nuovo, è più dettagliato di quanto chiediamo noi. Il fare uno sforzo di cortesia per accoglierlo non suoni in modo diverso dall'intenzione mia.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 40 voti favorevoli.
Emendamento del Consigliere Staglianò: dopo il punto l) del primo comma aggiungere il seguente punto m): "m) dichiarazione stimata del numero massimo di esami annualmente possibili per ogni tipologia di esame di laboratorio effettuabile". I successivi punti m) ed n) diventano rispettivamente n) ed o).
La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 13 nel testo emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 38 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri.
L'art. 13 è approvato.
ART. 14 - Emendamento del Consigliere Staglianò: al primo comma, dopo "Regione competente" aggiungere: "in coerenza con il Piano Sanitario Regionale"; dopo "Comitato di Gestione" aggiungere "e dell'Ufficio di Direzione"; dopo "dando comunicazione" aggiungere "motivata" Il primo comma risulta così: "L'Assessore regionale competente, in coerenza con il Piano Sanitario Regionale, acquisito il parere del Comitato di Gestione e dell'Ufficio di Direzione dell'USSL territorialmente competente nonché della Commissione tecnico consultiva regionale di cui al successivo art. 18, decide, entro 90 giorni dalla data di presentazione della domanda all'USSL. sull'ammissibilità della domanda, dando comunicazione motivata dell'esito della stessa al richiedente, nonché all'USSL interessata".
La parola al Consigliere Staglianò che lo illustra.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Ritiro l'emendamento relativo al "Comitato di Gestione", invece mantengo "in coerenza con il Piano Sanitario Regionale" per le ragioni che ho spiegato all'art, l, perché continuo a pensare che non è concedendo autorizzazioni a dieci laboratori in piazza Castello che migliorerà il servizio e si risponderà meglio al bisogno salute dei cittadini.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Per le stesse motivazioni espresse all'art. 1, la Giunta ritiene di non accogliere l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli e 32 contrari.
Emendamento presentato dal Consigliere Pezzana: il sesto comma dell'art. 14 è sostituito dal seguente testo: "Qualora, dopo il rilascio del provvedimento definitivo di autorizzazione venga trasferita - per atto tra vivi o per successione - la titolarità della struttura privata di diagnostica, il successore deve produrre alla Giunta regionale e all'USSL competente per territorio la documentazione prevista dai punti a) e b) dell'art. 13 della presente legge".
Nel settimo comma si sostituiscano le parole: "Le persone giuridiche" con le parole: "Le società, o gli Enti".
L'ultimo comma è sostituito dal seguente: "Gli adempimenti di cui ai tre commi precedenti vanno compiuti entro il termine di 30 giorni dal verificarsi dei rispettivi eventi".
La parola al Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

La Giunta vorrebbe proporre alcune modifiche. Ciò non può però essere fatto non essendo presente il proponente, per cui la Giunta respinge l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 1 voto favorevole e 24 contrari.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 14 nel testo originario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 30 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 14 è approvato.
ART. 15 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 30 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 15 è approvato.
ART. 16 - Emendamento del Consigliere Staglianò: alla fine del primo comma aggiungere: "Le ispezioni di cui sopra possono essere effettuate, altresì, in qualunque momento, su iniziativa della USSL territorialmente competente".
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
Emendamento del Consigliere Ala: al secondo comma, le parole "di una somma da lire 2.000.000 a lire 20.000.000" sono sostituite con le parole: "di una somma da lire 20.000.000 a lire 200.000.000".
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
Emendamenti del Consigliere Pezzana: nel secondo comma dell'art. 16 si cambi la cifra di "lire 2.000.000" con "lire 10.000.000" e la cifra di "lire 10.000.000" con "lire 50.000.000".
Nel terzo comma si cambi la cifra di "lire 10.000.000" con la cifra di "lire 5.000.000" e la cifra di "lire 10.000.000" con la cifra di "lire 30.000.000".
Dopo il terzo comma aggiungere il seguente comma: "Alla medesima sanzione amministrativa è soggetto chiunque non rispetti il termine di 30 giorni stabilito dall'ultimo comma dell'art. 14".
Pongo in votazione tali emendamenti.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Sono respinti all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
Emendamento del Consigliere Ala: al terzo comma, le parole: "di una somma da lire 1.000.000 a lire 10.000.000" sono sostituite con le parole: "di una somma da lire 10.000.000 a lire 100.000.000".
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
Emendamento del Consigliere Ala: al quarto comma, le parole: "di una somma da lire l.000.000 a lire 10.000.000" sono sostituite dalle parole: "di una somma da lire 10.000.000 a lire 100.000.000".
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 16 nel testo emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri.
L'art. 16 è approvato.
ART. 17 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 36 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 17 è approvato.
ART. 18 - Emendamento del Consigliere Ala: al termine del secondo comma, aggiungere le parole: "che abbiano un rapporto di lavoro a tempo pieno presso i servizi pubblici di laboratorio di analisi".
La parola al Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

La Giunta non può accogliere l'emendamento perché è incompatibile con l'autonomia degli ordini professionali.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli, 19 contrari e 13 astenuti.
Emendamento del Consigliere Ferrara: il terzo comma dell'art. 18 è così sostituito: "La Commissione esprime pareri sulle materie afferenti le funzioni di cui al primo comma del presente articolo".
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 34 voti contrari. Emendamento del Consigliere Ferrara: il secondo comma dell'art. 18 è così sostituito: "Per svolgere le funzioni di cui ai precedenti commi viene costituita, entro 90 giorni dalla pubblicazione della presente legge, un'apposita Commissione tecnico consultiva presieduta dall'Assessore regionale competente, o da suo delegato, e composta da cinque membri esperti eletti dal Consiglio regionale fra i Primari a tempo pieno dei Servizi pubblici di laboratorio analisi, da cinque membri esperti designati dalle Associazioni scientifiche più rappresentative in campo nazionale e da tre membri designati dagli ordini professionali dei Medici, Biologi e Chimici".
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 34 voti contrari.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 18 nel testo originario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 27 Consiglieri si sono astenuti 12 Consiglieri.
L'art. 18 è approvato.
ART. 19 - Emendamento del Consigliere Staglianò: dopo il punto e) del primo comma aggiungere il seguente punto f): "f) dichiarazione stimata del numero massimo di esami annualmente possibili per ogni tipologia di esame di laboratorio effettuabile". I successivi punti che erano da f) ad n) diventano da g) ad o).
La parola al Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Questo emendamento dovrebbe essere ritirato coerentemente con quanto è stato fatto all'art. 13.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Infatti questo emendamento è coerente con l'emendamento all'art. 13.
Però è un aspetto serio poiché attiene alle norme da introdurre per un controllo più facilitato sulle attività di laboratorio e per poter consentire nello stesso tempo una migliore programmazione del servizio; in questo senso, passando attraverso una responsabilizzazione da parte dei direttori di laboratorio e non soltanto procedendo ai controlli a valle che, come sappiamo, nella gran parte dei casi non avvengono, tranne quando interviene la Magistratura.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Si può convenire sulla sostanza, ma la Giunta ritiene che questo sia già normato con gli artt. 6 e 17, quindi non ritiene di accogliere l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli e 36 contrari.
Emendamento del Consigliere Pezzana: il punto i) dell'art. 19 è sostituito dal seguente testo: "i) le generalità, il domicilio e copia del certificato del casellario giudiziale del titolare o del legale rappresentante la società o l'Ente, qualora non si tratti di persona fisica, dal quale risultino eventuali precedenti in materia penale, civile ed amministrativa;".
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 11 voti favorevoli, 17 contrari e 2 astenuti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 19 nel testo originario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 40 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 19 è approvato.
ART. 20 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 40 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 20 è approvato.
ART. 21 - Emendamento presentato dal Presidente della Giunta regionale: al terzo comma cancellare ".., sono tacitamente rinnovabili" perché in contrasto con la disciplina generale e gli schemi tipo di convenzione ex art. 44, legge 833/78".
Il terzo comma dovrebbe essere così modificato ed integrato: dopo le parole ".., ai sensi dell'art. 44 della legge 23/12/1978, n. 833;" aggiungere le parole "tali convenzioni hanno di norma durata annuale, salvo che il Programma di Attività e Spesa motivi la necessità di diversa durata comunque non superiore al triennio di Piano Socio Sanitario Regionale".
Ha chiesto la parola il Consigliere Acotto. Ne ha facoltà.



ACOTTO Ezio

Su questo punto c'era stata la nostra massima riserva nel momento in cui il testo fu licenziato dalla Commissione, testo che venne licenziato a maggioranza pur essendo un testo unificato.
La proposta di emendamento e l'accoglimento, attraverso la proposta della Giunta, dei termini che sono stati qui illustrati, per quanto riguarda i tempi convenzionali e le modalità del rapporto tra questi tempi e il PAS (Programma di attività e spesa), ci consentono di sciogliere la riserva principale che avevamo su questa legge. Accogliamo quindi l'emendamento e, oltre ad accoglierlo, siamo conseguenti con il fatto che è venuto meno un impedimento rispetto all'esito finale della votazione su questa legge.



PRESIDENTE

L'emendamento proposto dal Presidente Beltrami è anche accolto dal Consigliere Acotto a nome del Gruppo comunista.
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 42 Consiglieri presenti.
I Consiglieri Acotto e Calligaro presentano e ritirano (perché identico al precedente) il seguente emendamento: terzo comma: "tali convenzioni hanno di norma durata annuale, salvo che il PAS motivi la necessità di diversa durata, comunque non superiore al triennio di piano".
Emendamento del Consigliere Staglianò: dopo l'ultimo comma aggiungere il seguente: "La nullità opera infine nel caso che sussista qualsiasi rapporto di collaborazione con industrie farmaceutiche e di apparecchiatura o prodotti di diagnostica" La parola al Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

La Giunta accoglie la sostanza dell'emendamento e lo amplia in questo modo: "La nullità opera infine quando sussista qualsiasi forma di interesse diretto o per interposta persona con industrie farmaceutiche o di apparecchiature o prodotti di diagnostica".



PRESIDENTE

L'emendamento Staglianò viene ritirato.
Pongo in votazione l'emendamento presentato dal Presidente della Giunta regionale.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 42 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 21 nel testo emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 36 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 21 è approvato.
ART. 22 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 36 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 22 è approvato.
Dobbiamo ora procedere alla votazione degli allegati, cui sono state proposte delle correzioni da parte del Consigliere Ala.
La parola al Consigliere Ala per la illustrazione.



ALA Nemesio

Questo emendamento richiederebbe una lunga analisi e una riflessione valore per valore, tempo per tempo. Ricordo che questi tempi hanno dirette relazioni con altri articoli della legge. Mi rendo conto che non si può, in questo momento, entrare nel merito di tali elementi. Chiederei la disponibilità della Giunta a un eventuale riesame della questione dei tempi dopo un certo periodo di attuazione della legge, in sede di verifica. Si tratta, infatti, di una questione rilevante che non può essere considerata come un puro allegato tecnico.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

La Giunta è disponibile a che si metta a verbale l'accoglimento della raccomandazione, in quanto l'apposita Commissione tecnico - consultiva prevista con questa legge, prevede questo tipo di verifica ovvero un approfondimento sugli indici di peso.



PRESIDENTE

Il Consigliere Ala ritira pertanto gli emendamenti agli allegati.
Signori Consiglieri, prima della votazione finale, passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Acotto. Ne ha facoltà.



ACOTTO Ezio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il fatto, come ricordavo prima, che si sia riusciti a rintuzzare alcuni tentativi di snaturare, su punti fondamentali, il contenuto di questa legge, non ci impedisce di vivere questa esperienza, e quindi il voto, con un misto di soddisfazione ma anche di amarezza. La soddisfazione deriva dal fatto che finalmente va in porto un disegno di legge importante in materia di laboratori di analisi; l'amarezza è per non essere riusciti a mandarlo in porto prima giacché su questo disegno legge potremmo fare una cronaca molto lunga, che noi stessi, anche in termini personali, potremmo definire di insuccesso.
Facendo questa osservazione, però, abbiamo la coscienza tranquilla perch pur essendo di fronte a questo dato, facemmo a suo tempo tutta la nostra parte. Altri non si comportarono in questo modo e soltanto ora si giunge a un testo quasi del tutto identico a quello che fu già approvato nella precedente tornata amministrativa accogliendo anche le osservazioni del Commissario di Governo fatte o addirittura assentite in via preventiva prima che il testo potesse essere definitivamente licenziato dal Consiglio.
Riteniamo di aver fatto tutta la nostra parte in questa battaglia lungo un percorso che non sto a riprendere, ma che il nostro collega Calligaro ha più volte ricordato quando abbiamo affrontato la questione del rapporto tra pubblico e privato.
Il nostro voto sarà positivo, sarà di adesione ai contenuti di questa legge. Ciò non ci impedisce però una considerazione di natura politica che va al di là della legge stessa. Diamo voto positivo a questa normativa, ma tale voto non deve confondersi con il fatto che non nutriamo alcuna fiducia nei confronti di questa maggioranza, nei confronti della gestione della Regione e in particolare del problema rimasto del tutto aperto e sospeso della gestione del settore sanitario in questa fase così delicata.
Sulla base di queste motivazioni daremo voto favorevole alla legge pur confermando pienamente il nostro giudizio negativo nei confronti di questa maggioranza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, poche parole per annunciare che il voto di DP sulla legge sarà di astensione.
Non so se sono stato ingeneroso nell'intervenire in generale sulla legge che abbiamo discusso, rispetto al lavoro svolto in aula e nelle vicinanze in tre anni. Sicuramente questa legge arriva in ritardo, così come si configura inadeguata a fronteggiare le cause che sono alla base di troppi fenomeni criminosi, e non soltanto criminosi perché non dobbiamo nemmeno farci venire la fobia dell'intervento del magistrato. Voglio dire che quando una istituzione come la Regione rinuncia ai principi programmatori, che sono tutt'altro dello statalismo che a noi è molto lontano ideologicamente e culturalmente, per quanto abbiamo cercato di esprimere in tutti questi anni di militanza nella società, quando una istituzione come la Regione rinuncia a programmare un bisogno essenziale come quello della salute, di fatto finisce per assumere come parametro regolamentatore quello che va sotto il nome, in questo caso molto improprio in verità, del mercato. Prima a spizzichi e bocconi facevo l'esempio forse non molto appropriato della panetteria, sebbene la replica del Presidente Beltrami al riguardo fosse altrettanto non appropriata, perché qui non si tratta di misurare tutto sul parametro della convenzione, si tratta semplicemente di assumere o non assumere (noi siamo per questa seconda ipotesi) il parametro del mercato come regolatore, come mano occulta diceva Adamo Smith un paio di secoli fa, che regola i processi economici.
Qui non siamo di fronte a processi economici, ma a bisogni sociali a cui si deve cercare di corrispondere innanzitutto attraverso le strutture pubbliche controllate pubblicamente e che, in quanto tali, debbono interagire con tutte quelle espressioni che dalla società civile emergono quindi anche sotto forma privata, ma che definiscano un criterio di priorità che non può essere quello di registrare per il centro di Torino dieci, venti o cento laboratori privati, pensando che sarà il mercato a fare giustizia. I meccanismi non sono questi. Noi lo sappiamo per l'esperienza che abbiamo maturato in tutti questi anni di applicazione della riforma sanitaria.
Mi astengo, sebbene penso di avere contribuito, con le nostre modestissime forze, a migliorare in alcune parti significative la legge che si va ad approvare. In questo senso, confermando lo spirito con il quale siamo presenti in questa aula, cioè di critiche serrate sui punti su cui ci pare opportuno batterci, ribadisco comunque la nostra funzione costruttiva e propositiva.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Devecchi.



DEVECCHI Armando

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il Gruppo della DC, per gli stessi motivi annunciati nell'introduzione al dibattito a questa legge vota a favore della legge stessa. Data l'ora tarda non raccolgo i motivi di polemica introdotti dal collega Acotto. Mi sarebbe estremamente facile ricordare che la legge sulla normativa dei laboratori privati è stata approvata nel corso della scorsa legislatura e per ben due volte è stata respinta dal Governo (evidentemente le norme approvate dalla maggioranza di sinistra non erano tutte legittime.) Di conseguenza quanto è stato fatto era stato in gran parte vanificato. Aggiungo ancora che i problemi posti al centro dell'attenzione come discriminanti per un voto favorevole o meno del Gruppo comunista non ci paiono così rilevanti e del resto sono quanto meno opinabili. Noi ritenevamo e riteniamo che il dare un lasso di tempo ampio ai laboratori per le convenzioni fosse e sia una forma di serietà e di responsabilità. Non ne facciamo un tabù. Il tempo dirà se la legge che riteniamo necessario approvare oggi sarà veramente il toccasana per risolvere tutti i problemi che stanno di fronte a noi. Pensiamo comunque che rappresenti un passo importante che è necessario fare e che non è più dilazionabile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cernetti.



CERNETTI Elettra

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il Gruppo socialista approva questa legge che indubbiamente, come ho già sottolineato nella relazione arriva con un ritardo che non è imputabile alla Regione in quanto, la legge fu approvata dal Consiglio regionale, fu rinviata dal Commissario del Governo; intervenne un decreto del Ministro che sospese il tutto perch dovevamo doverosamente recepirlo; fu ridiscussa e il clima particolare che in Consiglio si verifica alla fine di ogni legislatura impedì di approvarla.
Oggi l'approviamo con la soddisfazione di chi intende questo adeguamento alla normativa nazionale come un atto dovuto; non lo riteniamo il toccasana dei malanni che paiono affliggere il settore, ma lo riteniamo una premessa di estrema utilità per il buon governo sia del pubblico che del privato e soprattutto condizione essenziale per dare tutte le garanzie di affidabilità e che i soldi pubblici vengano spesi nel migliore dei modi possibile.



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 38 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento:

Esame progetti di legge nn. 205 e 238: "Requisiti minimi dei laboratori di analisi di cui al D.P.C.M. 10/2/1984"

Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

Le interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegate al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 20,05)



(La seduta ha termine alle ore 20,05)



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