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Dettaglio seduta n.92 del 25/06/87 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE


Argomento: Beni ambientali - tutela del paesaggio (poteri cautelari, vincoli - Viabilità - Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Interrogazioni nn. 791 e 792 del Consigliere Pezzana rispettivamente in merito all'installazione di strutture di cosiddetta protezione di alcune linee tranviarie da parte del Comune di Torino e alla sistemazione viaria predisposta dal Comune di Torino per il corso Francia da piazza Statuto a piazza Massaua


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) dell'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo le interrogazioni nn. 791 e 792 presentate dal Consigliere Pezzana.
Risponde ad entrambe l'Assessore Vetrino.
VETRINO, Assessore alla pianificazione territoriale Entrambe le interrogazioni presentate dal Consigliere Pezzana sono inerenti l'art. 82 del DPR n. 616/77.
Nel contesto della città di Torino risultano sottoposti a vincolo di tutela ambientale e paesistica soltanto alcuni tratti dei viali alberati di antica formazione, le sponde del Po e la zona collinare, pertanto solo una parte degli interventi effettuati dal Comune di Torino a protezione delle linee tranviarie ricade in località tutelate. Alcune delle opere stesse sono state a suo tempo autorizzate per ragioni di sicurezza, cioè al fine di evitare l'attraversamento da parte dei pedoni di linee tranviarie in tratti non segnalati, né predisposti allo scopo, ed al fine di evitare la continua distruzione, da parte dei pedoni stessi, delle povere e stentate siepi, spesso disposte a lato delle linee.
Nei casi in cui è stata concessa autorizzazione si è subordinata l'installazione alla sistemazione di adeguate siepi sempreverdi in adiacenza alle barriere.
Sarà nostra cura promuovere presso il Comune di Torino una verifica degli interventi eseguiti nelle zone tutelate per valutare le opere effettivamente realizzate ed assumere i provvedimenti conseguenti alla valutazione delle stesse.
In riferimento alla seconda interrogazione rispondo in merito alle responsabilità che competono alla Regione secondo quanto stabiliscono le leggi.
Con decreto del Presidente della Giunta n. 3102/85 del 3/4/1985 è( stato autorizzato, ai sensi del DPR n. 616, art. 82 e della legge n. 1497 il progetto della linea n. 1 della metropolitana leggera Rivoli-Torino.
Tale progetto prevede il passaggio della linea in galleria da piazza Massaua a Porta Nuova.
Non risultano a tutt'oggi pervenuti progetti di variante a tale progetto né istanze relative alla sistemazione della linea in superficie lungo il corso Francia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.
PEZZANA Le risposte non mi trovano soddisfatto in quanto affrettate e soprattutto non sufficientemente addentrate nelle responsabilità regionali.
L'incarico all'IPLA per verificare lo stato di salute degli alberi - mi riferisco all'interrogazione n. 792 - è stato affidato tardivamente, quindi responsabilità precise della Regione ci sono e non sono state sufficientemente comprese dagli organi responsabili.
Comincio comunque dal primo problema, quello relativo alle protezioni metalliche. Tali protezioni metalliche sono una conseguente diretta dei lavori della cosiddetta metropolitana leggera. In corso Regina Margherita non si sono mai verificate stragi, la gente ha continuato ad attraversare il corso servendosi dei semafori, usufruendo dei negozi che sono da una parte all'altra della strada, vivendo quel corso, oltretutto all'ombra di alberi, che oggi non ci sono più proprio a causa di quel forsennato e sciagurato progetto (che un suo collega di partito ha messo in opera anche se non ne è stato l'autore materiale) che ha definitivamente distrutto corso Regina Margherita e corso Gabetti per creare una rete tranviaria di nessuna utilità, ma che doveva semplicemente servire a giustificare l'acquisto di maxitram per 100 miliardi, tuttora in deposito al magazzino del Gerbido. E' una storia vecchia di sette anni sulla quale indaga anche la Magistratura. Quindi, la rete di protezione metallica in realtà non è una reale protezione (tant'è verso che lungo corso Massimo D'Azeglio non si è mai verificato un incidente di un pedone, un passante o un bambino che giocava al Valentino), quindi non se ne vede l'utilità se non in ordine ad un disegno di distruzione dell'ambiente cittadino messo in opera dall'Amministrazione comunale, sulla quale la Regione, attraverso i suoi organi responsabili, dovrebbe intervenire.
Mi rendo conto che la mia è la classica voce che reclama giustizia in un deserto di disattenzione totale e non servirà a nulla. Lungo corso Francia, dove si potrebbe ancora intervenire per evitare la stessa distruzione avvenuta in corso Regina Margherita, in realtà non si farà nulla malgrado io abbia indirizzato nel mese di aprile una lettera al Presidente Beltrami, il quale a sua volta nel mese di giugno ha scritto al Comune di Torino per avere delucidazioni in merito all'opera.
Il disastro intanto è già iniziato, infatti per spostare tubi del gas o dell'acqua si sono affondate zone di cemento tagliando le radici degli alberi per cui un altro corso importante di immissione a Torino verrà definitivamente distrutto.
E' un problema che riguarda l'ambiente e mi rendo purtroppo conto che ha poco interesse per un'amministrazione che non ha ancora fatto propria l'importanza della qualità della vita e del benessere fisico dei cittadini.
Su corso Francia è ancora possibile intervenire e non so se esistono metodi legali anche da parte della Regione per farlo. Sono convinto che se si esercitasse una pressione non solo di tipo epistolare da parte degli organi competenti della Regione, e mi rivolgo al Vicepresidente Vetrino che è molto sensibile a questi argomenti e che invito a trasformare la sua sensibilità culturale in un'azione concreta, l'Ente regionale potrebbe impedire che questo scempio che distruggerà il verde della città possa compiersi.
Ho presentato un esposto alla Corte dei Conti nel luglio 1986 e uno alla Procura e alla Pretura di Torino nell'aprile di quest'anno e mi auguro che di fronte a questi illeciti sul patrimonio cittadino non abbiano a concretizzarsi. Anche le spese previste e le somme investite in un'opera di questo genere sono oggetto di un'indagine da parte della Corte dei Conti.
Purtroppo viviamo in una società dove l'informazione, pur essendo così diffusa, in realtà non arriva sufficientemente ai cittadini.
Chi vive in corso Francia è vagamente preoccupato di quello che sta vedendo, i lavori in corso, le radici degli alberi tagliate, gli alberi che vengono abbattuti per evitare che cadano in testa ai passanti. Ma chi abita in corso Francia non ha mai fatto qualche passo più in là per vedere che cosa è successo in corso Regina Margherita e continua a rimanere in questa disinformazione e continua a non capire esattamente che cosa succederà in seguito.
Credo sia pericoloso parlare oggi di realizzazione del progetto di metropolitana quando sappiamo che è un progetto allo sbando. In realtà non è un progetto, semmai lo è stato. Mi riferisco all'Assessore del Comune Ravaioli, collega di Partito della signora Vetrino, per aver realizzato distruggendo una parte così importante della città, un progetto che non serve a nulla, perché collegare con dei maxitram le Vallette alla collina non risponde ad alcuna esigenza né di ordine turistico né di viabilità n di ordine economico perché non esistono fabbriche in collina. E' stata unicamente una realizzazione che è seguita, in maniera stolta e servile all'acquisto fatto dalla Giunta di sinistra per tacitare la FIAT comprandogli i maxitram per 100 miliardi di lire che oggi giacciono inutilizzati in un magazzino.
Le recenti elezioni hanno dimostrato che il problema del verde è sentitissimo dalla popolazione e mi permetto di dire che potrebbe pagare anche dal punto di vista politico, quindi sarebbe interessante che questa Giunta desse un segnale di coscienza. Sollecito quindi l'attenzione del Vicepresidente Vetrino che ha dato risposte del tutto insufficienti per capire almeno qual è il progetto regionale di fronte a piani di deturpamento delle città.
Secondo me la Regione dovrebbe esprimersi chiaramente dicendo se è d'accordo o meno.


Argomento: Trasporti su gomma - Viabilità

Interrogazione n. 782 dei Consiglieri Ferro e Guasso sulla chiusura temporanea del Valico di Tenda per lavori da realizzare nella galleria


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 782 presentata dai Consiglieri Ferro e Guasso.
Risponde l'Assessore Mignone.
MIGNONE, Assessore alla viabilità La chiusura del tunnel del Colle di Tenda si è resa necessaria per motivi di pubblica incolumità in quanto si sono verificati distacchi di materiale dalla volta, che hanno colpito veicoli in transito e fortunatamente non hanno provocato danni alle persone. Chiedo scusa se rispondo con ritardo, peraltro giustificato dalle vicende di questi ultimi mesi, perché l'interrogazione faceva riferimento ad uno specifico provvedimento che aveva durata limitata nel tempo. Il tunnel è rimasto aperto dalle 13 del venerdì alle 21 del martedì fino al 19 giugno; da tale data e fino al 3 luglio circa la chiusura viene effettuata solo di notte dalle 21 alle 7 del mattino.
Il 26 maggio c'è stato un incontro presso l'Assessorato ai trasporti della Regione, a cui hanno partecipato oltre al Consigliere Ferro anche altri colleghi di Giunta, l'ingegner Ferrazin per l'ANAS e rappresentanti dei trasportatori della FITA/CNA. Da quella riunione è emerso che la chiusura del tunnel con questo calendario era stata concordata con la Prefettura di Cuneo e con l'Amministrazione provinciale di Cuneo.
La chiusura ha tenuto conto di alcune esigenze sia turistiche che di mercato settimanale mentre purtroppo non erano state preventivamente informate le organizzazioni di categoria perché formalmente non erano previste. Comunque l'ANAS anche in quell'incontro aveva dichiarato la propria disponibilità e volontà per il futuro di informare preventivamente anche le Associazioni dei trasportatori in modo da consentire agli stessi una programmazione opportuna dei trasporti. Nel corso della stessa riunione la FITA/CNA ha riconosciuto la necessità e l'urgenza dei lavori e ha concordato sulla modalità della chiusura derivata da ragioni tecniche peraltro ha richiesto che la durata dei lavori sia ridotta il più possibile al fine di limitare il disagio provocato agli autotrasportatori e ai veicoli in transito. L'ANAS ha dichiarato su questo la propria disponibilità compatibilmente con le esigenze tecniche di esecuzione dei lavori stessi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferro.
FERRO La risposta dell'Assessore è superflua dal momento che si è ritornati ad un regime di normalità o quasi (attualmente vigono solo le chiusure notturne). Tuttavia la risposta offre alcuni spunti per sollecitare alla Giunta un'attenzione rispetto a problemi che sorgeranno in futuro. Il primo è inerente alla ipotetica chiusura del versante francese dove si impongono alcuni aggiustamenti. Se si verificherà questo saremmo al paradosso nel senso che l'ANAS chiudendo ha creato una serie di malesseri sul versante italiano e in un prossimo futuro sorgeranno problemi anche sul versante francese. Sarebbe stato opportuno che la chiusura fosse stata concordata con i partners francesi.
L'altra questione è quella relativa ai lavori di ampliamento del tunnel. Ci sono delle ipotesi da parte dell'ANAS di evitare l'ampliamento perché questo implicherebbe delle chiusure molto più lunghe, si parla di un semaforo dal momento che la galleria è piuttosto stretta. Credo che questo aspetto, che presenta uno spessore più consistente rispetto a quello relativo ai lavori che sono stati affrontati nel corso di questi ultimi due mesi, debba essere attentamente seguito anche da parte della Giunta per evitare penalizzazioni che indubbiamente deriverebbero nel momento in cui si decidessero operazioni di un certo tipo nella galleria.


Argomento: Commercio

Interrogazione n. 775 del Consigliere Amerio sull'apertura di un supermercato PAM in zona corso Torino ad Asti


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 775 presentata dal Consigliere Amerio.
Risponde l'Assessore Brizio.
BRIZIO, Assessore al commercio Premetto che la questione non riguarda la mia gestione, quindi mi limito a fare la cronistoria degli avvenimenti.
La domanda della Società Supermercati PAM è pervenuta per conoscenza agli uffici della Regione in data 26/8/1982. Detta domanda si riferiva all'attivazione di un esercizio commerciale al dettaglio di tab. VIII per mq 2.800 in Asti, corso Torino (la superficie è stata rettificata con una integrazione della domanda a mq 2.100 di vendita).
In data 25/11/1983 il Comune di Asti trasmette ufficialmente alla Regione la domanda della Società non corredata da tutti gli atti; erano mancanti infatti: l'iscrizione al REC la relazione tecnica le caratteristiche commerciali dell'unità di vendita.
Era altresì allegato il parere negativo della locale Commissione commercio fisso, motivato dalla non previsione nel Piano commerciale di esercizi commerciali munito di tab. VIII nella zona richiesta, ed inoltre dalla mancanza del certificato di iscrizione al REC della Società richiedente.
In data 21/1/1985 il Comune di Asti trasmette alcuni dei documenti mancanti tra cui l'iscrizione al REC.
In data 30/4/1985 il Comune di Asti trasmette, a firma dell'allora Assessore alla polizia urbana ed annona, una nota in cui si evidenzia che il Consiglio comunale nella seduta dell'1/3/1985 "ha espresso parere contrario all'attivazione della tab. VIII nei locali di corso Torino 72, in quanto il vigente Piano commerciale non prevede in quella zona disponibilità di superficie di vendita per detta tabella".
In data 9/9/1986 tale parere del Consiglio comunale viene ribadito con nota e firma dell'Assessore al commercio del Comune di Asti.
L'istruttoria di prassi condotta dall'Assessorato al commercio della Regione prende avvio nel febbraio 1985. Vengono acquisiti i seguenti atti: pareri comuni gravitanti interpellati: n. 9, dei quali 5 favorevoli 1 contrario, 1 non esprime parere, 2 non pervenuti parere del Comprensorio (25/7/1985): favorevole in quanto l'insediamento è, previsto nel Piano commerciale del Comune di Asti in vigore parere Assessorato all'urbanistica della Regione (13/6/1985): favorevole in quanto l'intervento viene proposto in edificio esistente senza cambio di destinazione d'uso, localizzato in area idonea ai sensi dell'attuale normativa urbanistico-edilizia vigente nel Comune valutazione del relatore (membro della Commissione regionale commercio): favorevole in quanto l'intervento è compatibile con le norme in vigore e con i criteri regionali.
La pratica completa in ogni sua parte viene sottoposta al parere consultivo della Commissione regionale commercio in data 12/3/1986.
In detta riunione la Commissione esprime un parere consultivo positivo al rilascio del nulla osta dal punto di vista commerciale, vista la congruenza della domanda si criteri regionali per il rilascio del nulla osta contenuti nella deliberazione del C.R. n. 581 - 2519 del 27/3/1980 recante "Indicazioni programmatiche e di urbanistica commerciale per la redazione dei piani comunali per la programmazione delle grandi strutture di vendita", in quanto: 1) il Comune di Asti è un centro urbano polo della rete primaria da ripolarizzare e riqualificare in cui è possibile, con riferimento agli addensamenti principali periferici (assi o poli di riequilibrio urbano) realizzare esercizi di tipologia misto - despecializzato (tab. VIII) fino ad una max di mq 5.000 di vendita. Considerato che la domanda si riferisce all'attivazione di un misto despecializzato di tab. VIII per mq 2.100, essa rientra nei limiti previsti dai criteri per il rilascio dei nulla osta contenuti nella deliberazione del Consiglio regionale n. 581 - 2519 del 27/3/1980 2) la struttura è localizzata all'interno dell'abitato, in addensamento commerciale periferico rispetto al centro storico della città 3) il rapporto con la rete preesistente per analoghe tipologie è verificato nel rispetto del punto 6.2 sub a) parte IV della D.C.R. già citata.
La Commissione regionale tuttavia, nella stessa riunione, ritiene necessario dover provvedere all'acquisizione di ulteriori elementi conoscitivi circa le questioni urbanistiche e concessorie con particolare riferimento alla destinazione d'uso delle aree di pertinenza per parcheggi nonché circa le possibili contraddizioni apparentemente esistenti tra l'oggetto della richiesta di concessione edilizia e la destinazione d'uso dei locali.
Il risultato della discussione avvenuta in sede di Commissione regionale commercio viene comunicato al Comune di Asti che, in data 29/7/1986, provvede all'invio di tutta la documentazione relativa alla pratica edilizia per i lavori di ristrutturazione e adeguamento dei locali ad uso commerciale di corso Torino 72, nonché la documentazione comprovante la conformità della destinazione d'uso delle aree a parcheggio di pertinenza della struttura commerciale di cui alla richiesta di nulla osta.
In data 10/12/1986 la pratica completa degli ulteriori atti acquisiti viene sottoposta al riesame della Commissione regionale commercio che esprime parere consultivo favorevole ritenendo superate le censure mosse in ordine alle problematiche di natura urbanistica e concessoria.
In data 17/2/1987 la Giunta regionale approva la deliberazione di rilascio di nulla osta al Comune di Asti, ai sensi degli artt. 26 e 27 della legge n. 426/71. Detta deliberazione (V.C.G. n. 1052 del 4/3/1987) contiene al suo interno un errore materiale. Essa infatti è riferita ad un ampliamento di esercizio commerciale, mentre la domanda della Società Supermercati PAM S.p.A. si riferiva ad attivazione e in questo senso si era espressa la Commissione regionale commercio, il Comune di Asti e la Commissione comunale commercio fisso.
In data 27/4/1987 la Giunta regionale approva una deliberazione di rettifica alla D.G.R. già precedentemente approvata il 17 febbraio.
Portato a conoscenza del Consigliere l'iter completo di carattere amministrativo relativo alla domanda di nulla osta della Società Supermercati PAM S.p.A. per l'attivazione di esercizio commerciale al dettaglio in Asti, si precisa quanto segue: la Giunta regionale, ai sensi dell'art. 27 della legge n. 426/71, è competente nel rilascio del nulla osta per attivazione di esercizi commerciali al dettaglio la cui superficie superi i mq 1.500 di vendita per quei Comuni con popolazione superiore ai 10.000 abitanti il prescritto nulla osta regionale può essere concesso anche in deroga a quanto disposto dal Piano di adeguamento e sviluppo della rete di vendita (u.c, dell'art. 27 della legge n. 426/71.) Il Sindaco, quando la Giunta regionale concede il nulla osta, deve rilasciare l'autorizzazione all'apertura dell'esercizio entro 30 giorni dalla data del nulla osta medesimo, sempre che sussistano le condizioni di legge e siano rispettati i regolamenti di locali di polizia urbana annonaria, igienico-sanitaria e le norme relative alle destinazioni d'uso dei vari edifici nelle zone urbane (u.c. dell'art. 46 del D.M. 14/1/1972 e art. 32 del D.M. 28/4/1976.) La Giunta regionale nel rilascio del nulla ostasi attiene alle "Indicazioni programmatiche e di urbanistica commerciale per la redazione dei piani commerciali e per la programmazione delle grandi strutture di vendita redatte ai sensi della legge n. 426/71 e dei relativi D.D.M.M. del 14/1/1972 e del 28/4/1976." Dette indicazioni programmatiche, già precedentemente citate, sono state approvate con deliberazione del Consiglio regionale n. 581-2519 del 27/3/1980.
Il nulla osta per il Comune di Asti, per la Società Supermercati PAM S.p.A. è stato concesso dalla Giunta regionale, su conforme parere consultivo della Commissione regionale del commercio perché la domanda rispettava tutti i criteri regionali per il rilascio del nulla osta (così come già esplicitato).
I pareri negativi espressi sia dalla locale Commissione commercio fisso sia dal Consiglio comunale, motivati entrambi dalla difformità della richiesta in esame rispetto alle prescrizioni del Piano comunale di adeguamento e sviluppo della rete di vendita, come già esplicitato, erano stati acquisiti agli atti e di essi se ne è tenuto conto nella deliberazione della Giunta regionale considerando tuttavia che, ai sensi dell'ultimo comma dell'art. 27 della legge n. 426/71, così come già precedentemente illustrato, il nulla osta può essere concesso in deroga alle disposizioni del piano comunale stesso.
Alla risposta scritta è allegata copia della D.C.R. n. 581 - 2419 del 27/3/1980 contenente nella parte IV i criteri per il rilascio dei nulla osta per le grandi strutture di vendita.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Amerio.
AMERIO La risposta dell'Assessore è tempestiva, non è però soddisfacente nel contenuto perché nell'interrogazione avevo chiesto di conoscere le ragioni per le quali, in difformità all'opinione negativa del Comune di Asti e della Commissione comunale commercio fisso, l'Assessorato ha ritenuto di concedere il nulla osta all'insediamento, ragioni che non sono comprese nella risposta dell'Assessore.
Dal momento in cui fu presentata la domanda al Comune di Asti per l'apertura del Supermercato PAM ad oggi si sono aperte nella stessa zona addirittura nella stessa via, altri due piccoli supermercati, uno dei quali appartiene alla rete di cooperative di consumo che opera ad Asti. La zona ha quindi ampiamente completato la presenza della rete commerciale. Questo motivo avvalora ancora di più l'opinione negativa espressa sia dal Comune che dalla Commissione comunale commercio fisso e non si comprende perciò, a maggior ragione, il parere espresso dalla Commissione regionale.
Le motivazioni del nulla osta continuano ad essermi oscure anche dopo la risposta dell'Assessore. Chiedo che mi sia fornito il testo della risposta in modo che possa meglio valutare le informazioni date.


Argomento: Informazione

Interrogazione n. 161 dei Consiglieri Bontempi, Dameri e Sestero sugli impianti e ripetitori televisivi realizzati con contributi regionali utilizzati da base per ospitare apparati di emittenti private interrogazione n. 186 del Consigliere Rossa sul completamento della rete televisiva in Piemonte; interrogazione n. 758 del Consigliere Ferrara sullo smantellamento della sede RAI di via Cernaia e trasferimento personale addetto; interpellanza n. 484 dei Consiglieri Dameri, Bontempi e Sestero per un maggior potenziamento del Centro di produzione radiotelevisivo torinese


PRESIDENTE

Esaminiamo ora congiuntamente l'interrogazione n. 161 dei Consiglieri Bontempi, Dameri e Sestero, l'interrogazione n. 186 del Consigliere Rossa l'interrogazione n. 758 del Consigliere Ferrara e l'interpellanza n. 484 dei Consiglieri Dameri, Bontempi e Sestero.
Risponde il Presidente della Giunta regionale, Beltrami.
BELTRAMI, Presidente della Giunta regionale Si tratta di argomenti sufficientemente raccordabili, pur avendo delle puntualizzazioni differenti, pertanto ritengo che l'accorpamento sia più funzionale.
Intanto va sottolineato che la presenza della RAI in Piemonte, intesa come attività produttiva, impegno culturale, diffusione dei programmi, ha rappresentato uno dei primi impegni assunti dalla Giunta regionale, sulla base di iniziative già in corso durante la precedente legislatura e di documenti raccolti dal Comitato regionale per il servizio radiotelevisivo.
Rispetto alla complessiva presenza dell'Azienda RAI, nell'ambito delle attività delle società a partecipazione statale operanti in Piemonte, il problema è stato affrontato nel corso di preventivi incontri di natura ricognitiva e conoscitiva fra i dirigenti dell'IRI e i funzionari dell'Assessorato al lavoro della Regione. Quanto prima le questioni, così ordinate per importanza e analizzate negli aspetti di maggior rilievo saranno discusse nel corso di un incontro - ancora nei giorni scorsi sollecitato - tra Giunta regionale e Presidenza dell'IRI, così come raccomandato nelle mai trascurate indicazioni del Consigliere Ferrara.
Devo dire che nei giorni scorsi (questa risposta mi era stata preparata almeno da un paio di mesi perché a tanto risalgono le interpellanze e le interrogazioni) si è svolto in Torino un incontro con funzionari dell'IRI atto a raccogliere elementi tali da poter predisporre il successivo incontro con il Ministero e con la Presidenza dell'IRI stesso. L'incontro è avvenuto in questi giorni.
In particolare, per quanto concerne - la RAI, risultano essere due i tavoli sui quali si gioca la partita del Piemonte. Il primo si collega al cosiddetto "Piano Agnes" presentato nell'estate 1984 e articolato sulle direttrici della riduzione del personale e del risparmio sul bilancio. Nel quadro del ridimensionamento, si progetta tra l'altro di trasferire da Torino a Roma alcuni uffici amministrativi e commerciali. Quel documento non risulta però essere mai stato deliberato in modo ufficiale dal Consiglio di amministrazione.
Ricorrentemente le ipotesi tornano alla ribalta e secondo alcune fonti ufficiose, interne all'Azienda, in questi anni un indebolimento di peso torinese si sarebbe comunque verificato.
L'ultimo episodio è relativo al possibile trasferimento a Roma di un piccolo nucleo del Centro elettronico aziendale. Il Presidente della Giunta si è immediatamente fatto carico di rappresentare al Presidente e al Direttore Generale della RAI l'esigenza che ogni determinazione tenga conto della necessità di non cancellare dal Piemonte un centro di avanguardia, in grado di far ben figurare la stessa RAI nel comprensorio telematico e informatico più rilevante dell'intero Paese.
La prima risposta da Roma è stata rassicurante. Parrebbe trattarsi del distacco nella capitale di una rappresentanza di dieci-dodici persone spostamento modesto per organico ma utilissimo sul piano organizzativo, a detta dei dirigenti dell'Azienda, e tra l'altro riguardante funzionari che già da tempo lavorano in costante pendolarismo fra Torino e Roma.
E' comprensibile che una simile notizia abbia ulteriormente allarmato e affinato la nostra attenzione, alla luce del citato "Piano Agnes"; quando si fa un passo, non sempre si ha garanzia di dove ci si fermerà.
Per questo motivo abbiamo dichiarato alla RAI la nostra seria preoccupazione, confermando formalmente la "necessità di un confronto prima di ogni decisione che potrebbe registrare la nostra contrarietà" e comunque, per quanto vale, la nostra indisponibilità.
E' ovvio che il tema della RAI sarà comunque affrontato anche nel corso del preventivato incontro con i responsabili delle Partecipazioni Statali ed in particolare con il Presidente Prodi.
Sulla base delle risultanze emerse da quei confronti, potremo eventualmente definire ogni opportuna azione di raccordo con la Direzione e le rappresentanze sindacali della sede RAI di Torino, cosa come ipotizzato nell'interpellanza del Gruppo comunista.
Il secondo tavolo di discussione e di vero cruccio è relativo al completamento della diffusione in tutto il territorio piemontese del segnale della Terza Rete regionale.
Non ci soddisfaceva lo sbarramento del 55% indicato nella vecchia convenzione. Non ci soddisfa l'attuale previsione del 65%, a maggior ragione sapendo che la stessa RAI aveva proposto al Ministero di poter coprire fino all'85% del territorio.
Su questo problema, sottolineato nelle interrogazioni del Gruppo comunista e del Capogruppo socialista Rossa, nei mesi scorsi non abbiamo mancato di svolgere ogni utile forma di pressione a livello di Azienda e di Ministero delle Poste.
L'Azienda sarebbe subito disponibile ad attivare un impianto ripetitore ai confini con la Liguria e in grado di irradiare il segnale su ampie zone del Piemonte orientale e dell'Astigiano. Esistono i finanziamenti, ma non è disponibile l'autorizzazione ministeriale, verosimilmente congelata in attesa che si definiscano gli utilizzi delle frequenze in sede di approvazione della nuova legge sull'emittenza radiotelevisiva.
Il Ministro delle Poste ha nel frattempo assicurato che il problema costituisce oggetto di attenta valutazione da parte dei competenti organi tecnici del Ministero e della RAI.
Assicurazioni di un qualche intervento sono anche pervenute dai Ministri Nicolazzi, Romita e Scalfaro, interessati al problema nella loro duplice veste di uomini del Governo nazionale e rappresentanti politici eletti proprio nelle zone più colpite dalla mancata copertura della Terza Rete RAI.
Una qualche forma di alleanza si è anche stabilita a livello locale con l'intervento del Redattore Capo della sede piemontese Giorgio Borsi, il quale ha dichiarato il suo massimo impegno sul problema specifico. E' da ritenersi che la questione possa trovare definizione in sede di rinnovo della convenzione Stato-RAI, ormai in scadenza. Comunque, senza dimenticare la già ricordata incertezza della nuova normativa che dovrà definire il sistema misto di buon vicinato fra emittenza pubblica e privata.
Sul tema specifico la Giunta regionale sta comunque valutando la capacità economica di rendere nuovamente agibile la vecchia normativa per contributi alle Comunità montane che intendono realizzare impianti ripetitori dei programmi RAI, comunque non prima di aver definito un quadro consultivo che, in alcuni casi, stenta a completarsi.
Per quanto riguarda la questione specifica posta dall'interpellanza comunista su forme di incentivazione per il consorziamento di antenne televisive, credo che il tema possa utilmente trovare spazio nella futura legge regionale sull'informazione, peraltro assicurando che i competenti Servizi regionali (in primis Urbanistica e Beni ambientali) si sono già in passato dichiarati disponibili ad una collaborazione nel senso indicato.
Per quanto riguarda gli accordi, tra Comunità montane ed emittenti private per l'utilizzo di impianti realizzati con finanziamento regionale nella carenza di specifiche previsioni normative, gli uffici della Regione hanno comunque sempre raccomandato che le sovrapposizioni tecniche non abbiano ad interferire sul buon utilizzo delle strutture per i programmi RAI e che, preferibilmente, la gestione sia separata, avendo in comune il mero utilizzo del supporto metallico. Va sottolineato che, definito l'iter del contributo regionale, l'impianto resta di totale proprietà delle Comunità montane, alle quali comunque giungono dalle comunità locali pressanti richieste perché anche nelle zone di montagna siano accessibili i programmi delle emittenti private.
E' quindi poco agevole definire giudizi che rischierebbero di non essere rispettosi delle competenze di amministrazioni locali e, a maggior ragione, della volontà delle popolazioni interessate, ancorché basati sulla correttezza del rispetto normativo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sestero.
SESTERO L'interrogazione risale al 1986 e da allora ad oggi nuovi elementi sono intervenuti che non riducono certo la preoccupazione che esprimevamo nella nostra interrogazione, semmai la ampliano.
Il Presidente ha informato su una serie di contatti e su assicurazioni che sarebbero state date, ma credo non siano sufficienti e nemmeno tranquillizzanti. E' vero che il Piano Agnes non ha avuto effetti e riconoscimento formale in questa fase di riassetto RAI, ma esistono altri elementi che non possono che destare preoccupazione alla luce di un'esigenza che tutti avvertiamo e cioè che la sede regionale RAI è una risorsa per il Piemonte, non solo sul piano informativo locale decentrato ma anche su altri piani. Non solo un nucleo di tecnici del Centro elettronico è stato trasferito a Roma, su cui la RAI avrebbe dato risposte tranquillizzanti, ma vi sono altri dati poco rassicuranti, dopo tutte le questioni che hanno interessato la sede di via Cernaia. Tutto questo pu far sorgere legittimamente il sospetto che si tratti di uno spostamento per una prima centralizzazione e di un ulteriore spostamento di quello che resta, una serie di apparati tecnici di livello inferiore, a cui seguirebbe lo smantellamento. Sappiamo peraltro come viene a più riprese affermata l'esigenza di una razionalizzazione dei costi, quindi, alla luce di questa sottolineatura, progressi verso la centralizzazione non stupirebbero.
Non solo, ma anche il Centro ricerche, una struttura sul piano nazionale avanzatissima, e importante che resti a Torino, se è vero che Torino è uno dei punti di tecnologie avanzate, quindi è importante e non solo secondaria anche la interconnessione tra il Centro ricerche ed altri punti di ricerca della realtà piemontese. Dal Centro Ricerche RAI sono avvenuti trasferimenti di unità di personale tecnico altamente qualificato quindi è legittimo il sospetto che si cominci con trasferire pezzi e si proceda poi allo smantellamento del Centro.
Anche il Centro di produzione RAI è all'attenzione di tutti. Esiste il problema del sottoutilizzo e vi è la preoccupazione che anche attraverso trasferimenti di personale dirigente si possa ridurre ulteriormente il funzionamento del Centro stesso.
In un incontro che la Commissione fece qualche mese fa con i dirigenti RAI ponemmo il problema. Ci è parso che i dirigenti della sede regionale fossero attenti alla necessità, anche attraverso la rappresentanza locale quindi l'Ente Regione, di trovare strade per un utilizzo più ampio di risorse culturali e produttive locali per il potenziamento del Centro di produzione con degli effetti di ricerca culturale su tutta la comunità piemontese.
Segnali in questa direzione non ci sono, anzi, il rischio è che si vada nella direzione opposta, una centralizzazione anche di questa struttura e ciò avrebbe effetti di impoverimento non solo sul piano dell'informazione ma anche sul piano di ricchezza culturale locale.
Alla luce di tutti questi sintomi e segnali credo che il ruolo della Regione debba essere più forte. Non sottovaluto i rapporti che l'esecutivo ha con i dirigenti RAI e con i Ministeri competenti, credo però che questo debba diventare un terreno di impegno molto più ampio del Consiglio regionale.
Farei una proposta e, se possibile, gradirei una risposta. Propongo che la Regione Piemonte assuma in toto questa questione, non solo attraverso incontri tra l'esecutivo e i dirigenti RAI, ma attraverso un'iniziativa pubblica che potrebbe essere una conferenza sui problemi della RAI. Al tavolo della trattativa dovrebbero sedere tutti i soggetti interessati a partire dalle amministrazioni locali, i dirigenti locali, ma anche i dirigenti nazionali RAI i quali debbono spiegarci esattamente che cosa hanno in mente per le sedi regionali e la sede piemontese in particolare.
Sappiamo che nella trattativa con il Centro Direzione RAI altre sedi regionali sono più forti della sede piemontese, quindi corriamo il rischio che nella verifica delle sopravvivenze delle sedi regionali, quella piemontese debba pagare rispetto ad altre considerate più forti e significative.
Sarebbe opportuno indire una conferenza regionale con tutti i soggetti interessati ai problemi dell'informazione, delle risorse di alta tecnologia e della produzione culturale, tutte questioni che interessano le rappresentanze amministrative e politiche degli Enti locali e delle Regioni, ma anche molti altri soggetti e questa potrebbe essere l'occasione di un confronto diretto con chi ha responsabilità a livello nazionale.
Questi sono i punti di decisione effettiva per lo sviluppo e per le trasformazioni dell'Azienda RAI e su questo terreno avremo al nostro fianco i responsabili locali della Terza Rete, oltre ai molti altri soggetti interessati all'informazione.
Se la Giunta e il Consiglio regionali ritengono di potersi assumere questo impegno, chiederemmo che nelle sedi opportune si consideri più esattamente come si potrebbe costruire un'iniziativa di questo genere che riteniamo ormai indispensabile.
Passo all'altra questione da noi presentata nell'interrogazione sulla gestione mista delle antenne. Abbiamo evidenziato una preoccupazione di ordine generale che ci deriva dallo scarso impegno dimostrato in questa sede nell'affrontare il tema dell'informazione in Piemonte. La legge sull'informazione dall'aula è rientrata nella Commissione competente per i numerosi emendamenti presentati da vari Gruppi, dopodiché si è persa. Da allora la situazione del sistema informativo regionale si è ancora più pesantemente aggravata. La forza e l'efficacia dei network e i legami che essi hanno con le grandi imprese e i grandi gruppi finanziari fanno legittimamente presumere che tutto il sistema minore di informazione locale sia destinato a sparire in breve tempo. Noi crediamo che ciò sia una iattura per il pluralismo dell'informazione nella nostra Regione in particolare, per il soffocamento delle possibilità democratiche di avere più voci sul terreno dell'informazione. Già sul terreno della carta stampata vi è il monopolio totale di un unico giornale e non vorremmo che in breve tempo si verificasse anche sul terreno dell'emittenza e delle comunicazioni radiotelevisive. Occorre pertanto riprendere celermente la discussione della legge regionale sull'informazione.
Abbiamo presentato una nuova stesura della nostra proposta di legge con correzioni derivate dalla verifica e dal confronto con tutti i soggetti che operano in questo campo e una proposta di deliberazione nella quale sono individuati strumenti a sostegno della comunicazione regionale minore. E' urgente che su questo terreno la Regione esprima il suo parere.
Alla luce di queste esigenze, è grave che si favorisca lo sviluppo di network privati i quali non hanno bisogno del sostegno finanziario della Regione Piemonte: Berlusconi ha tante risorse quante bastano, e l' ha dimostrato non solo in Italia, per affermare la sua presenza a livello nazionale. Ci preoccupa che non si difenda il sistema regionale dell'informazione e si favorisca appunto l'emittenza privata, che non deve essere demonizzata, ma che non può essere il terreno dell'intervento dell'Ente Regione. E' pur vero che in questo ultimo periodo un certo assestamento di bilancio c'è stato grazie ai miliardi introitati con gli spot dei candidati, ma è anche vero che le elezioni non si fanno tutti i momenti e questa temporanea boccata di ossigeno non è sufficiente a modificare la situazione degli strumenti di informazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.
ROSSA Signor Presidente, la ringrazio per l'attenzione con cui ha seguito il problema dei mass-media.
L'idea di trovare una sede nella quale discutere complessivamente i problemi che riguardano il rapporto tra Regione ed informazione pubblica e privata è positiva.
Nella mia interrogazione mi sono limitato a considerare un settore specifico, il Terzo canale televisivo, ma non ignoro l'esistenza di tale rapporto e ritengo necessario che la Regione sviluppi un'iniziativa, a fronte delle proposte che possono essere avanzate sia dalle sedi pubbliche nazionali o regionali sia dalle sedi private, da sottoporre all'attenzione delle componenti interessate, Ministero compreso.
L'informazione rientra nello sforzo di rinnovamento che è in corso nella società più avanzata del Piemonte. La Regione vive una fase innovativa dello sviluppo del terziario avanzato, non a caso nell'area di Tecnocity abbiamo investimenti tecnologici pari a quelli degli Stati Uniti e del Giappone. Nello spaccato italiano rappresentiamo una delle parti della società più avanzata. Però nel campo dell'informazione abbiamo parecchie carenze per rimediare le quali dobbiamo assumere iniziative capaci di incidere per dare completezza di immagine al Piemonte. E' un doveroso riconoscimento che dobbiamo alla gente che è impegnata sul versante della conquista di nuovi traguardi nel cambiamento e nella crescita dello sviluppo.
Anche il TG3 deve essere messo a fuoco dalla critica. E' nato per dare personalità alla Regione, ma oggi possiamo dire che è un mezzo fallimento con tutto il rispetto dovuto per chi ci lavora. Gli stessi operatori dichiarano di non avere i mezzi e la sufficiente attenzione da parte della RAI e dei vari interlocutori. E' necessario un chiarimento e una analisi analizzando delle proposte da sviluppare sia con la RAI sia con il Ministero.
In ampie zone del Piemonte non arrivano le notizie della TV. Sono presenti colleghi dell'Alessandrino, Mignone e Genovese, che ne potranno dare atto. Il Presidente della Giunta Beltrami ha detto che il Ministero è pronto a dare via libera all'installazione di un impianto ripetitore ai confini con la Liguria che possa irradiare il segnale su ampie zone del Piemonte orientale e dell'Astigiano. Questi problemi si trascinano da anni quindi è necessario sollecitare una proposta complessiva andando a sciogliere i nodi delle questioni.
So che nella Provincia di Alessandria, per esempio, sono disposti ad assumere delle responsabilità offrendo anche dei contributi alle Comunità montane. Quindi, mettendo insieme questi elementi si può vedere se siamo in grado di supplire alle carenze dovute alla lentocrazia. Chiedo fermamente questo a nome delle popolazioni che si sentono escluse o considerate una parte secondaria di una regione importante com'è quella piemontese. Il discorso ricade poi sulla funzione del TG3, è necessario capire se è stata un'invenzione nata da qualche parte per poter esercitare un ruolo in questa direzione o se invece ha delle radici e delle motivazioni profonde. Credo che abbia delle serie motivazioni e noi dobbiamo cercare di rilanciarle dandole una personalità e procurandole i mezzi per operare. Non possiamo sentirci dire dall'équipe televisiva del Terzo canale che non ha i mezzi per fare, per esempio, una ripresa ad Alessandria, non si può trattare il centro e la periferia in modi diversi.
Sono a conoscenza di quello che la Giunta sta facendo e di tutti gli sforzi compiuti per dimostrare che questa parte d'Italia non intende più sottostare ai continui rinvii che nuocciono all'insieme degli sforzi che debbono essere fatti per fare avanzare questo Paese; sono sforzi si quali partecipiamo perché ci sentiamo profondamente impegnati in questa Regione che ha titolo a rivendicare, anche dal punto di vista dell'immagine, una corretta informazione, perché questa Regione non vuole essere appannata da informazioni che giungono da Regioni vicine. Desideriamo far conoscere anche fatti che succedono in Piemonte, se poi un cittadino piemontese ritiene più utile per informazione conoscere quello che accade in Lombardia o in Liguria ha la libertà di farlo chiudendo un canale e aprendone un altro. L'importante è che abbia la libertà di poter ricevere le informazioni dal Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.
FERRARA Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ho ascoltato con molto interesse la risposta che il Presidente della Giunta ha dato alle diverse interrogazioni presentate sul problema della RAI. La risposta di tipo burocratico che ci è giunta non mi garantisce su quella che potrà essere l'iniziativa che la Regione Piemonte dovrà assumere su questo problema. La continua emarginazione del Piemonte da parte dell'Azienda IRI è un dato di fatto e non è soltanto una ragione di vittimismo che in Piemonte si va facendo. E' un problema che investe anche altri settori importanti come la siderurgia e altri ancora.
Per questo avevamo chiesto un incontro con il Presidente dell'IRI prof. Prodi, per capire la strategia che l'IRI aveva in merito al Piemonte.
Segnatamente sulla RAI avevamo presentato diverse interrogazioni su fatti specifici. Le risposte dicevano sempre che non era vero, che si trattava di fatti marginali, che non era quella la politica di fondo, che comunque si sarebbe garantita la presenza significativa della RAI in Piemonte. L'ultima riguardava il Centro elettronico aziendale di via Cernaia.
Oggi ci dicono che si tratta di trasferimento di poche unità di persone, di persone che già facevano del pendolarismo tra Torino e Roma quindi non è un fatto molto grave. Probabilmente è vero che quelle persone già facevano del pendolarismo, ma io ho la sensazione che siano tante le persone che partono il lunedì da Torino per andare a Roma dove c'è la Direzione Generale della RAI.
La Direzione Generale della RAI mi fa venire in mente che, quando il Comune di Torino nel 1955 stipulò la convenzione con la RAI per cedere il terreno sul quale è poi sorto il grattacielo di Porta Susa, quel terreno fu venduto a un prezzo pari al 50% del valore, con l'impegno da parte della RAI che 11 si sarebbe insediata la Direzione Generale. La convenzione prevedeva anche il risarcimento di danni nel caso che, in futuro, quella scelta fosse venuta meno.
Questa è venuta meno da molto tempo, ma nessuno ha fatto alcunché. Al di là di questo fatto, il pendolarismo verso Roma è un dato costante, per cui la sede di via Cernaia è sostanzialmente vuota o semivuota; il Laboratorio ricerche di corso Giambone è sempre più emarginato e il Centro di produzione RAI non è certamente utilizzato in modo ottimale.
Sono totalmente d'accordo con le considerazioni fatte dalla collega Sestero: al di là delle affermazioni della RAI, esiste un progressivo e costante depauperamento della sede regionale del Piemonte.
Ho letto l'intervento del Presidente della RAI, on. Manca, nel momento in cui assunse la Presidenza dell'ente. Leggo un brano che.riguarda il decentramento, così magari qualcuno mi potrà spiegare il significato di un linguaggio criptico per me incomprensibile: "una riorganizzazione dell'azienda anche in funzione di una competizione con i privati, per assicurare una più razionale valorizzazione della professionalità che l'azienda possiede", "...la riorganizzazione aziendale deve passare attraverso una rilettura critica dell'esperienza del decentramento e la riflessione deve indirizzarsi verso il superamento di un'eccessiva frammentazione territoriale garantendo sempre l'articolazione geografica dell'informazione, proprio per esaltare la logica di un decentramento funzionale per grandi aree geografiche e territoriali e valorizzare appieno le sinergie di un'industria culturale che è fortemente policentrica e che è irriducibile a logiche di centralizzazione territoriale".
In queste poche righe il Presidente della RAI ha detto, almeno tre volte, il contrario di quello che aveva affermato in precedenza, forse perché non sapeva bene neppure lui cosa voleva dire in ordine al decentramento. Credo che questo linguaggio criptico sia ideale per fare poi quello che si vuole; poiché quello che si vuole è certamente contenere e ridurre la presenza RAI in Piemonte.
A questo si assomma il discorso della SIPRA che pone continuamente e regolarmente, al di la delle scelte delle deliberazioni ufficiali, la politica di emarginazione e di svuotamento della sede di Torino. Questa politica di emarginazione continua anche con un'altra importante partecipazione della RAI, la ERI che aveva sede a Torino. Oggi in città è rimasto un nucleo minimo che fa cose praticamente inutili, perché di fatto tutta l'attività viene svolta a Milano e in parte a Roma.
Alla luce di queste cose, signor Presidente, a me pare che scrivere al Presidente dell'IRI e attendere risposta e scrivere al Presidente della RAI e non ricevere risposta, sia poco, perché sono anni che chiediamo garanzie e sono anni che le attendiamo, però ci vengono date quelle garanzie puramente formali come "state tranquilli che nulla succederà".
Dobbiamo opporci a questo stato di cose che determina una doppia diseconomia: una a Roma, che è già congestionata, e una a Torino che ha una società e un'economia con delle notevoli difficoltà. A Torino esiste la volontà di terziarizzazione ed occorre sforzarsi per creare delle terziarizzazioni significative, importanti e avanzate quali sono certamente, quella della RAI e delle aziende collaterali; ma, purtroppo non si riesce a farlo.
Alla luce di questa situazione, non ho difficoltà ad accogliere la proposta, che già volevo avanzare io, della collega Sestero di coinvolgere i parlamentari torinesi in un incontro formale non tanto per farsi dire "tutto va bene e tutto va avanti", ma per arrivare a concrete soluzioni e a scelte finali, anche sapendo, al limite, che non si farà più nulla a Torino. Avremmo almeno una risposta precisa e non ne parleremmo più.
Continuare con queste assicurazioni ogni sei mesi è squalificante per Torino, intanto perché assistiamo al continuo depauperamento della RAI e poi perché l'Ente Regione non viene minimamente tenuto in considerazione da certi enti parastatali.


Argomento:

Interrogazione n. 161 dei Consiglieri Bontempi, Dameri e Sestero sugli impianti e ripetitori televisivi realizzati con contributi regionali utilizzati da base per ospitare apparati di emittenti private interrogazione n. 186 del Consigliere Rossa sul completamento della rete televisiva in Piemonte; interrogazione n. 758 del Consigliere Ferrara sullo smantellamento della sede RAI di via Cernaia e trasferimento personale addetto; interpellanza n. 484 dei Consiglieri Dameri, Bontempi e Sestero per un maggior potenziamento del Centro di produzione radiotelevisivo torinese

Argomento:

Risposta scritta ad interrogazione


PRESIDENTE

Comunico che all'interrogazione n. 774 dei Consiglieri Ferro, Avondo Biazzi, Bruciamacchie e Dameri sui depuratori finanziati dalla CEE verrà data risposta scritta.
La discussione in merito alle interrogazioni ed interpellanze è così conclusa.


Argomento:

Risposta scritta ad interrogazione

Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Alberton, Bosio, Carazzoni, Dameri, Gallarini, Petrini e Turbiglio.


Argomento:

a) Congedi

Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale della seduta in corso.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge

Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco delle leggi vistate dal. Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale della seduta in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo

Argomento:

d) Apposizione visto per decorrenza dei termini


PRESIDENTE

E' stato posto il visto per decorrenza dei termini (ai sensi del secondo comma dell'art. 45 dello Statuto regionale) alla legge regionale del 29/4/1987: "Disciplina degli Interventi di promozione delle attività produttive nelle materie di competenza regionale".


Argomento:

d) Apposizione visto per decorrenza dei termini

Argomento:

e) Mancata apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco delle leggi non vistate dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale della seduta in corso.


Argomento:

e) Mancata apposizione visto Commissario del Governo

Argomento:

f) Comunicazioni varie


PRESIDENTE

Con sentenza n. 271 del 19 dicembre 1986 la Corte Costituzionale aveva dichiarato la illegittimità costituzionale, per contrasto con l'art. 119 della Costituzione, dell'art. 57, secondo comma, della L.R. del Piemonte 17 ottobre 1979 n. 60 (Norme per la tutela della fauna e la disciplina della caccia), nella parte in cui determina in L. 8.000 per ettaro la tassa per la concessione e l'esercizio delle aziende faunistico-venatorie. Con la recente sentenza n. 204 del 22 maggio 1987, la Corte Costituzionale ha ribadito la stessa illegittimità anche per quanto riguarda l'ammontare della tassa nei confronti delle riserve di caccia.
Giunta delle Elezioni - Nomina del nuovo Presidente: in data 22 giugno 1987 è stato nominato Presidente il Consigliere Fernando Santoni.
Commissione II - Nomina del nuovo Presidente: in data 3 giugno 1987 è stato nominato Presidente della II Commissione il Consigliere Guido Biazzi.
Con D.P.G.R. n. 5405/87 l'Assessore Gian Paolo Brizio ha le seguenti deleghe: artigianato, commercio, cave e torbiere, fiere e mercati, polizia urbana e rurale; l'Assessore Andrea Mignone: trasporti, viabilità, porti e navigazione interna, pronto intervento, assetto idrogeologico, legge regionale n. 18/84, espropri, C.R.O.P./sezione I.


Argomento:

f) Comunicazioni varie

Argomento:

g) Deliberazioni adottate dalla Giunta regionale


PRESIDENTE

L'elenco delle deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nelle sedute del 19, 26 maggio e 2, 11 giugno 1987 - in attuazione dell'art. 7 secondo comma, della L.R. 6/11/1978, n. 65 - in materia di consulenze ed incarichi, è depositato e a disposizione presso il Servizio Aula.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Comunicazioni della Giunta in merito all'inchiesta giudiziaria in atto sugli appalti all'USSL 1/23 che ha investito direttamente l'Assessore Olivieri. Presentazione ordine del giorno da parte del Consigliere Majorino


PRESIDENTE

Il Presidente della Giunta regionale Beltrami chiede di intervenire per rendere al Consiglio una comunicazione in merito all'inchiesta giudiziaria in atto sugli appalti dell'USSL 1/23 di Torino. Ne ha facoltà.
BELTRAMI, Presidente della Giunta regionale Mi è stato richiesto, da talune parti politiche, di rendere una comunicazione attorno ai problemi che abbiamo letto sui giornali e che apprendiamo, con una certa preoccupazione, dai normali canali di diffusione di informazione. Questi elementi sono in possesso della Giunta regionale e sono quelli diffusi oggi da detti canali, stante il segreto istruttorio che copre questa fase di lavoro della Magistratura. E' ovvio che la nostra conoscenza non può andare oltre a quella nota alla comunità attraverso questi filtri. Da questa angolazione si rileva che è in corso un approfondimento delle indagini da tempo iniziate dalla Magistratura sul problema degli appalti intervenuti all'interno dell'USSL 1/23 di Torino.
Esso investe essenzialmente, come mi pare di rilevare dall'elencazione delle persone inquisite, cittadini, politici e amministratori che hanno avuto responsabilità nell'USSL torinese nell'arco temporale 1980/1984 nonché imprenditori, rappresentanti delle ditte interessate agli appalti che, per il momento, sono individuabili nel settore delle pulizie. Quindi per quanto si legge e per quanto si può apprendere, è una definizione spaziale e temporale ben precisa.
Siamo nell'attesa di conoscere gli sviluppi in quanto l'Amministrazione regionale, ad oggi, non risulta coinvolta, comunque non è stata posta nella condizione di conoscere, attraverso le note che normalmente sono trasmesse dalla Magistratura a completamento e in stato di avanzamento delle istruttorie, i motivi e soprattutto le persone alle quali questi motivi inquisitori possono collegarsi.
La Giunta regionale non si sente in questo momento di esprimere dei giudizi su quanto è accaduto; semmai può fare voti che la Magistratura nella sua totale indipendenza, riesca ad offrire a tutti cognizioni che attengono allo stato di verità su questi problemi. Con il maturare di queste cose in termini che non consentono di seguire i diversi passaggi con la celerità dovuta, è ovvio che in sede di approfondimento e dei contatti che stiamo tentando in questi giorni, anche con il Commissario responsabile dell'USSL 1/23, la Giunta regionale autonomamente vorrà pervenire ad un suo giudizio su quanto sta accadendo attraverso i canali, le forme, i modi che la legge consente alla luce del dettato legislativo, quindi senza invadere campi che attengono alla sfera autonoma delle Unità Socio-Sanitarie Locali esercitando per quanto è possibile quei tipi di intervento che appunto la legge consente per capire qualche cosa di più.
L'auspicio è che questa verità possa uscire, qualunque possa essere il trauma che dalla stessa possa discendere. Giustizia sia fatta, usando un termine decisamente rituale, ma soprattutto si possa affidare alla Sanità decisamente ammalata sotto ogni aspetto, quegli spazi e quei momenti di tranquillità dei quali il cittadino e il politico, ugualmente, hanno bisogno. Non possiamo ignorare che altri interventi della Magistratura, in altri settori della sanità (ad esempio, quello dei laboratori), hanno di fatto messo a dura prova, per esigenze che sono comprese, le capacità e le possibilità organizzative di sopravvivenza delle stesse strutture. Quindi la grande preoccupazione della Regione è quella di poter continuare nonostante questi sconquassi, queste situazioni difficili, per tentare di dare le giuste risposte ai bisogni della gente cercando di intervenire sorreggendo quegli spazi e quei momenti nei quali il vuoto è divenuto decisamente più preoccupante e, per certi aspetti, anche crudele, se crudeltà può essere usata in questi termini, quanto meno rivolta all'attenzione che noi come comunità dobbiamo agli ammalati.
E' nostra intenzione seguire con estrema serietà il problema e trarre con pari e uguale serietà e senso di responsabilità le conclusioni dovute agli elementi che, di volta in volta, emergeranno dei quali potremmo essere investiti con pienezza di conoscenza e non solo semplicemente con l'indicazione che talvolta attraverso la stampa può risentire di aspetti legati a momenti di umoralità o di emotività che non consentono di esprimere un giudizio sereno ed equilibrato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.
PEZZANA Comprendo il tono della dichiarazione del Presidente della Giunta regionale. Al posto suo forse mi sarei comportato nella maniera identica dando alla comunicazione il taglio che il Presidente Beltrami ha dato. Di fatto però in questo Consiglio esistono delle parti politiche differenti le une dalle altre e se al Presidente della Giunta compete quasi una difesa d'ufficio che gli ha imposto un taglio estremamente moderato, prudente, a volte anche elusivo, ad altre parti politiche questo taglio non compete quindi il Presidente Beltrami vorrà perdonarmi se non userò il suo stile e il suo tono.
Siamo di fronte a delle proteste elevate in maniera sempre più evidente da parte dei cittadini e non mi si venga a dire che la Regione non è competente su quanto avviene in città perché Torino, come forza produttiva economica e umana, rappresenta la metà di questa regione.
La situazione è estremamente anomala, infatti a seconda dei giornali che si leggono si ha un'interpretazione diversa: se si legge l' "Unità", il nome del Consigliere comunista Poli scompare dai titoli, scompare dagli occhielli, lo si ritrova solo nel pastone dell'articolo, quindi per il lettore dell' "Unità", che voglia leggere in maniera attenta, ma non così approfondita l'articolo, l'accusa e l'arresto di un Consigliere comunale come l'ing. Poli non appare. Appare invece su altri giornali. L'Assessore regionale alla sanità è stato arrestato. L'accusa è di peculato ed interesse privato.
BELTRAMI, Presidente della Giunta regionale Non è stato arrestato.
PEZZANA E' in stato di fermo, non è tornato a casa. Il Presidente ha qualche altra informazione?



PRESIDENTE

Consigliere Pezzana, chiederei rispetto per le persone. Tutto è ancora al vaglio della Magistratura.
PEZZANA "La Stampa" di lunedì 25 giugno scrive: "In carcere tra gli altri".
Allora non diciamo "in stato di fermo", usiamo le parole giuste.
Se leggo su "La Stampa" che è in carcere" conosco l'italiano più o meno come lo conoscono tutti, ne deduco che gli inquisiti sono incarcerati, non arrestati. Essendo incarcerati mi chiedo come questa Giunta possa dare risposte elusive ed evasive dicendo che si rimane in attesa di un giudizio della Magistratura. Non nego che sia giusta questa posizione perch fintantoché una persona non viene condannata è innocente, però gli scandali ormai si susseguono gli uni agli altri: la sanità è commissariata, prima è andato in carcere il Presidente dell'USSL democristiano, adesso è in carcere l'Assessore socialista; è in carcere, come dice "La Stampa", l'ing.
Poli, che è stato Presidente delle Molinette, Vicepresidente dell'USSL e poi Presidente dell'USSL; è interessato tutto lo stato maggiore dirigente e lo stato maggiore dell'opposizione.
Mi chiedo come possano i cittadini di questa città dare fiducia ad una politica che vede ancora una volta, come è già avvenuto per lo scandalo delle tangenti, questa commistione indecente tra opposizione e governo. Lo scandalo Zampini ha insegnato molte cose, e qualche partito ha pagato duramente ancora una volta per quello che è avvenuto e per il comportamento che ha tenuto, ma la gente è stufa di vedere opposizione e governo sempre insieme denunciati per gli stessi imbrogli.
Il 2 marzo mi ero chiesto, molto ingenuamente, perché quelle parti politiche che non erano coinvolte negli scandali non avessero chiesto le elezioni anticipate. Le risposte che avevo ottenuto erano state anche allora evasive. Se una persona è pulita e si trova di fronte allo sconquasso delle istituzioni che coinvolge potere ed opposizione, il suo dovere primo è di chiedere le elezioni anticipate, cosa che mi permetto di fare qui oggi anche se da molte parti mi è stato detto che non si chiedono così ingenuamente le elezioni anticipate. Io invece mi permetto ingenuamente di chiederle perché quello che trovo vergognoso ed indecente è che questa Regione da almeno sette-otto anni non produce altro che scandali che coinvolgono tutti i poteri precedentemente costituiti e quelli attuali.
Questo è un modo di fare politica banditesco. Da molte parti si dice che io sollevo fumo, lo diceva il collega Ferro e altri colleghi dell'area comunista. Ho distribuito questa mattina un esposto alla Magistratura scritto nel mese di febbraio, riguardante tutti gli scandali inerenti la sanità. Oggi la Magistratura sta indagando esattamente su tutto quanto io avevo già denunciato dal mese di febbraio.
Tutto questo, secondo me, dovrebbe far riflettere non soltanto me, ma tutte quelle forze che si ritengono estranee a questi giochi di corruzione e di potere mal governato, quegli esponenti comunisti che hanno retto con potere e irresponsabilità le istituzioni e l'attuale governo. Mi dispiace che non sia presente l'ex Consigliere Marchiaro che mi aveva talmente in simpatia da titolarmi, in una riunione dei Capigruppo, "servo del pentapartito"...



PRESIDENTE

Non aveva detto questo, aveva detto un'altra frase.
PEZZANA Aveva detto proprio "servo del pentapartito" e penso che chi stenografava lo abbia scritto anche se era un insulto.
Non sono servo di nessuno, il mio appello è rivolto a quelle forze politiche che non sono coinvolte negli scandali precedenti e in quelli attuali e chiedo se sentono o no il dovere civico di esprimersi in questo momento e se hanno il coraggio di dare all'elettorato la possibilità di giudicare tutto quanto avviene.
Credo che sia vergognoso per gli amministratori pretendere credibilità.
E lo dico alla Giunta attuale e a quella precedente che si ammanta sempre con una immagine moralizzatrice quando invece è stata presente sempre in tutti gli scandali e ha innescato un meccanismo nuovo per il Piemonte creando, per la prima volta, un dato di corruzione con l'opposizione democristiana. Diciamo pure che la colpa era di Zampini, ma facciamo attenzione ad accusare i privati che fanno affari. Un amministratore pubblico onesto caccia il privato che vuole fare affari sporchi, questo invece non è avvenuto e con la Giunta di sinistra si è verificata, per la prima volta in Piemonte e a Torino, questa novità drammatica per la credibilità sia delle istituzioni che del lavoro che dovrebbe fare un'opposizione. Chiedo formalmente e lo propongo alla opinione pubblica che si vada ad elezioni anticipate perché è veramente ipocrita pretendere che la gente abbia fiducia nelle istituzioni che la rappresentano quando poi gli esempi che abbiamo sono a questo livello.



PRESIDENTE

Signori Consiglieri, devo ricordare che le istruttorie dovrebbero avere rigorosamente il carattere della segretezza. Il citare degli uomini, non avere rispetto per loro, in molte occasioni è stato un grave errore. Ho sempre avuto rispetto per gli uomini fintantoché non sia stato giudicato il loro comportamento.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Majorino. Ne ha facoltà.
MAJORINO Signor Presidente, colleghi Consiglieri, innanzitutto una constatazione di fondo e di massima si impone. Ci troviamo indubbiamente di fronte ad uno scandalo politico-giudiziario delle medesime dimensioni di quello emerso nel marzo 1983. E' esatto quanto dice il Presidente che tutte le situazioni giudiziarie sono da verificare e fino a quando non ci sia una sentenza definitiva si è innocenti, così come prevede la Costituzione. Però è da ritenersi che la Magistratura, cosa come nel marzo 1983, sia sulla strada giusta, proprio in base al precedente storico del 1983, nell'ambito del quale i mandati di cattura, di accompagnamento, di comparizione e i rinvii a giudizio della Magistratura, che da tempo indagava sullo scandalo di allora così come da tempo indaga sullo scandalo di oggi, hanno trovato un puntuale riscontro nella sentenza di condanna pressoché di tutti quelli che erano i responsabili.
L'altra considerazione che si impone è che anche in questo scandalo vediamo coinvolti politici del pentapartito e dell'opposizione di sinistra.
Fatte queste considerazioni e venendo alla comunicazione del Presidente, con la collega Minervini riscontro che il Presidente della Giunta nel fare le sue comunicazioni non ha tirato fuori dal suo dossier le dimissioni dell'Assessore Olivieri.
E' vero che c'è il segreto istruttorio, è vero che non è esatta la notizia secondo la quale sarebbe stato preso, in queste ore o ieri sera, un provvedimento restrittivo sulla libertà personale dell'Assessore Olivieri però, al di là del segreto istruttorio, è notizia certa, diffusa dalla stampa e dal TG3 di ieri e dalla stampa di questa mattina, che l'Assessore Olivieri è stato condotto davanti al magistrato inquirente con un mandato di accompagnamento. Il mandato di accompagnamento viene spiccato dal magistrato allorquando nei confronti di una persona ci sono sufficienti indizi di colpevolezza.
Io e la collega Minervini, sul piano strettamente personale, auguriamo all'Assessore che esca indenne da questa vicenda. Una cosa è però certa: il prof. Olivieri è Assessore alla sanità di questa Regione, ci sono sufficienti indizi di colpevolezza in questa pesante vicenda giudiziaria quindi riteniamo che sarebbe stato doveroso da parte sua rassegnare le dimissioni nell'attesa che l'intera vicenda si decanti e sarebbe stato altrettanto doveroso che la Giunta riunita d'urgenza avesse esaminato la necessità di queste dimissioni.
Abbiamo sempre cercato di improntare il nostro comportamento a realismo e con realismo riteniamo che allo stato attuale della vicenda nei confronti di un Assessore per il quale ci sono indizi di colpevolezza di tre gravi reati (peculato, interesse privato in atto d'ufficio e omissione di atti d'ufficio) le dimissioni siano doverose. Riteniamo che questo sia il primo passo da compiere; se questo non verrà compiuto nell'immediato, come seconda fase, penso sia da prendere in seria considerazione politica quanto dice il Consigliere Pezzana. Se non verranno date le dimissioni da parte dell'Assessore, ci si troverebbe in quella situazione, istituzionalmente prevista dallo Statuto e dalla Costituzione, di un Assessore che ha commesso violazioni di legge, che deve essere sostituito e, in caso di mancata espressione di volontà da parte del Consiglio per sostituirlo, si pub innestare la procedura di scioglimento del Consiglio.
Allo stato attuale delle cose, ci dichiariamo totalmente insoddisfatti della comunicazione che in sostanza ha soltanto detto che c'è un segreto istruttorio, che c'è una vicenda penale molto delicata e complessa da esaminare, ma la Giunta non assume alcuna iniziativa. A mio avviso, la comunicazione della Giunta avrebbe potuto condensarsi in pochissime parole: l'Assessore, sottoposto a procedimento penale, ha assunto in questo procedimento penale la veste di imputato, ci sono indizi di colpevolezza secondo il magistrato, quindi allo stato attuale degli atti si dimette.



FRACCHIA Mario



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.
STAGLIANO' Signor Presidente, colleghi, penso di non dire nulla di particolarmente originale osservando che ci troviamo di fronte ad un pozzo senza fondo che ci riserva, settimana dopo settimana, sorprese più sorprendenti solo per chi non ha voluto vedere in questi anni i processi degenerativi che sono in atto nella sanità pubblica.
Quello che abbiamo davanti è un nuovo capitolo, semplicemente un nuovo capitolo, del libro bianco che come DP cominciammo a scrivere due anni fa sull'industria della malattia a Torino. Questa volta al centro dell'attenzione non ci sono le "convenzioni d'oro" ma gli appalti, un'altra parte di un sistema generale di organizzazione della sanità che con il diritto alla salute dei cittadini c'entra poco. Di fronte a questo nuovo scandalo, penso che tutti quanti abbiamo bisogno di ragionare e di analizzare i fatti.
I fatti che cominciano ad emergere erano già nell'aria e si sentiva da tempo che qualcosa sul versante degli appalti non funzionava. E proprio per questo, a nostro avviso, c'era un atto da compiere questa mattina e che non è stato ancora compiuto: quello di ritirare la delega all'Assessore Olivieri. Fino a quando la Magistratura non avrà ultimato il suo corso anche Olivieri è da ritenere innocente. Tuttavia, proprio per le responsabilità che ricopre attualmente come Assessore regionale alla sanità, con funzione anche di vigilanza, oltreché di indirizzo politico complessivo, sull'attività sanitaria nella nostra Regione, ed in particolare su quella del capoluogo regionale, e per essere stato, a sua volta, Presidente dell'USSL 1/23 di Torino, proprio nel periodo oggi nell'occhio del ciclone, dissi alcuni mesi fa, signor Presidente e colleghi (qualcuno se ne ricorderà), che sarebbe stato auspicabile che venisse "sua sponte" la decisione di mettersi da parte. Quell'atto non è stato compiuto.
A maggior ragione, vista la piega degli avvenimenti, mi sarei aspettato Presidente Beltrami, questa mattina, che lei dicesse queste semplici parole: "Abbiamo chiesto all'Assessore 0livieri di dimettersi, in attesa che la Magistratura concluda la propria indagine". Lei non l' ha fatto, e noi giudichiamo politicamente grave questa sua elusione del problema (la permanenza, cioè, di Olivieri alla sanità) che non c'entra nulla con il garantismo, che noi abbiamo difeso negli anni in cui era più difficile difenderlo, e continueremo a farlo. Ma qui si tratta della necessità politica di rispettare la domanda che sale dalla società civile (chi vuole sentirla ha più di un occasione per poterlo fare) di vederci chiaro e di prendere atto che le cose non funzionano e che la strada va cambiata.
Ragion per cui, non avendola fatta la Giunta, avanziamo noi la proposta che l'Assessore Olivieri si metta da parte fino a che la Magistratura concluda il suo corso. Giudizi e conclusioni saranno tratti alla fine.
Ma non volevo limitarmi a questa proposta, ed aggiungo un altro elemento per la riflessione dell'assemblea, pur se, in verità, non è cosa nuova, almeno per quanto ci riguarda. Mi soffermo brevemente su un nodo che è politico ed istituzionale insieme. Dicevo che sale dalla società civile il bisogno di pulizia nella sanità pubblica. Non se ne può più per come essa è stata ridotta in questi anni. Uno stato di cose che noi abbiamo denunciato, e continuiamo a farlo. Nel marasma, nella paralisi e nel malaffare, si va scavando un tunnel al fondo del quale, se non c'è uno scatto di volontà politica delle forze progressiste di questo Paese e di questa Regione, si torni nuovamente indietro, cancellando i diritti di civiltà conquistati con la riforma sanitaria del '78: al fondo del tunnel buio si profilano privatizzazioni più selvagge di quanto già non si sia verificato. Di fronte a questo bisogno di pulizia, assistiamo ad un fatto molto rilevante, da un punto di vista istituzionale non meno, che politico: mi riferisco all'opera sostitutiva del potere politico compiuto dalla Magistratura. La Magistratura fa, agli occhi della gente, quello che la gran parte dei partiti politici non vuole più fare.
Da questo punto di vista penso emerga una questione che richiamiamo all'attenzione dei colleghi, affinché se ne possano trarre le opportune conseguenze. A nostro giudizio, gran parte del cancro che si è annidato nella sanità pubblica è stato originato dall'assenza di distinzione di ruolo tra maggioranza ed opposizione nella gestione della sanità. E qui si possono dire tante parole, anche da parte del collega Pezzana, ma se c'è una forza - ahimè! purtroppo soltanto una forza - che su questo ha fatto delle cose chiare, non accettando quello che sulla base delle leggi e consuetudini vigenti sarebbe ad essa toccato, e cioè una presenza nei Comitati di gestione delle UU.SS.SS.LL., quest'unica forza è Democrazia Proletaria, che appunto nel rinnovo...
PEZZANA Eravate presenti.
STAGLIANO' Tu dici il falso quando affermi questo. Ti sfido ad indicarmi un solo Comitato di gestione delle UU.SS.SS.LL. piemontesi nel quale sia presente Democrazia Proletaria.
PEZZANA Voi siete presenti per controllare...
STAGLIANO' Viceversa il Consigliere comunale di Torino della Lista Verde Civica Ferdinando Abbà, eletto con i voti del tuo Partito, si appresta a fare da stampella esattamente a quelli che hanno le responsabilità che a parole tu denunci. Volevo dire, colleghi, che bisogna compiere atti concreti e non soltanto parole. Per quanto ci riguarda qualche atto concreto lo abbiamo compiuto, e ci siamo rifiutati di stare insieme alle forze di maggioranza nei Comitati di gestione; chiediamo a tutte le forza di opposizione di fare altrettanto per ristabilire una regola democratica elementare che è presupposto della trasparenza: vale a dire la possibilità di esercitare un controllo effettivo sulla base della distinzione di ruoli e responsabilità.
Mi auguro che questi ultimi avvenimenti rendano meno sorde quelle forze a cui ci appellammo nei mesi scorsi quando si rinnovarono i Comitati gestione e che ci lasciarono da soli nelle assemblee elettive, ma non penso fra la gente. Noi pensiamo che la forza delle cose spinge in questa direzione e vorremmo che si realizzasse davvero uno scatto di reni, in termini di sensibilità democratica, per ristabilire quella correttezza istituzionale nel funzionamento della sanità che non è, di per sé, la soluzione dei problemi di cui discutiamo, ma ne è il presupposto per giungere davvero alla loro soluzione. In questo, un passo avanti nella consapevolezza dei gravissimi problemi maturati sarebbe senz'altro quello di mettere da parte chi si è venuto a trovare nella singolare posizione di controllato e controllare nella sanità torinese, in attesa che l'inchiesta giudiziaria segua il suo corso, ma senza giocare di rimessa (e sempre in ritardo) sulle decisioni della Magistratura, com'è consuetudine di questa Giunta che, evidentemente, non conosce i tempi politici nei quali maturano le scelte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.
BONTEMPI Non è la prima volta e non sarà l'ultima che il Consiglio regionale discute a caldo di arresti e di indagini della Magistratura che coinvolgono pubblici amministratori e non è la prima volta che il Partito comunista cerca di sfuggire e lo farà anche in questa occasione come metodo fondamentale e come criterio di identità. In questo momento stiamo discutendo l'identità del nostro Partito al nostro interno e questo metodo di identità e di serietà lo vogliamo assolutamente mantenere.
Quello che non facciamo e che non abbiamo mai fatto soprattutto a caldo in una cognizione parziale dei fatti, è il gioco strumentale. Non dico questo per non replicare alle accuse ingenerose, pesanti e un po' monomaniache, perché accreditarsi di visione laica o di forza laica, quando le manifestazioni che vengono rese pubblicamente sono quelle della acriticità, dell'incapacità a distinguere, della strumentalità, è un atto di scarsa serietà che talvolta viene da certi banchi, mi riferisco al Consigliere Pezzana. Certamente, abbiamo il peso e il senso di come sono andate le cose in questi anni di nostro governo, ma respingiamo con fermezza un'idea che troppo interessatamente qualcuno vuol far passare, che gli anni delle Giunte di sinistra sono stati gli anni del malaffare.
Sono stati anni in cui purtroppo c'è stato anche questo, sono stati anche anni molto diversi, con questo non si possono cancellare le responsabilità strutturali anche di altre forze politiche, che non accuso ma che ricordo.
In questo senso noi non siamo né troppo agitati né molto nervosi.
Sappiamo bene quali sono i nostri limiti, sono stati anche limiti politici in alcuni casi sono stati limiti nella scelta degli uomini e nel controllo degli uomini. Il gioco politico è anche premiato dalle elezioni, c'è l'abilità dei nuovi barbari, senza storia e senza senso critico, che intervengono come ho sentito prima. Ma non ce ne doliamo più di tanto e ribadiamo la nostra ferma convinzione, con un principio di identità che non vogliamo smarrire, e che è testimoniato dal lavoro serio svolto da molti nostri compagni anche nella sanità a Torino. Per questo ieri sulla persona dell'ing. Giulio Poli la Federazione del Partito ha emanato un comunicato molto netto; non possiamo entrare nel merito delle contestazioni perché le conosciamo dai giornali come le conoscono tutti. Riteniamo che Giulio Poli abbia svolto il lavoro con molta efficacia in una situazione molto difficile.
Si è detto questa mattina che il Partito fa quadrato. No. Il Partito non cambia l'opinione che ha su un quadro a cui ha affidato funzioni di responsabilità e che a noi pare abbia svolto nel migliore dei modi.
Questo vale però anche per molti altri. In questo momento siamo come la belva ferita, siamo colpiti dalle elezioni politiche, voi lo capite. Ci accorgiamo che molti maramaldi stanno arrivando attorno alla belva ferita questo però è positivo, venite, venite pure, ci sentiamo anche di reagire...
PEZZANA Maramaldi anche del tuo elettorato.
BONTEMPI Perché te la prendi. Stai diventando un po' troppo maligno e un po' troppo taccagno. Vedi, tu laico, non hai neanche stile! PEZZANA Quando ti volti di qua, guardi me.
BONTEMPI Mi volto da questa parte perché da questa parte ho i miei compagni. Non penso sempre a te, per fortuna; passo il tempo a non pensare sempre a te ed è molto tempo che non penso a te e vivo abbastanza bene proprio perch non penso né a te né alle tue idee, quindi sta tranquillo!



PRESIDENTE

Consigliere Pezzana, lasci parlare il Consigliere Bontempi.
BONTEMPI La sanzione del 1985 la interpreto come il venire meno di una speranza che fossimo una forza in grado di garantire un cambiamento in questi metodi.
Abbiamo invece la capacità critica e la vogliamo esercitare proprio nel momento in cui notiamo che da un lato si fa l'identificazione degli anni del governo di sinistra, dall'altro però i metodi continuano ad essere sempre gli stessi. Uno dei postulati essenziali per il cambiamento è quello di impegnarsi per il cambiamento e non solo di impegnarsi nel gioco politico.
Che cosa c'è da fare per il cambiamento? Abbiamo percepito una grande difficoltà strutturale nello stare nelle Giunte comunali e nelle Giunte regionali. Parlo delle esperienze partendo da una visione laica, critica, addirittura derivata da un'esperienza in qualche misura scientifica del come tentare all'interno delle maggioranze quando si è al Governo, o dei Consigli, quando si è all'opposizione, di esercitare quel tanto di trasformazione che nello stesso tempo garantisca il governo. Pub darsi (e le elezioni ce lo insegnano) che questa sia stata una speranza generosa e fallace. Per esempio, nella sanità da tempo pensiamo che invischiati in una struttura così fatta non si possa andare avanti a lungo, anzi, pensiamo di fare degli strappi forti. Qualche proposta la avanzammo già in un altro dibattito, ma forse erano proposte deboli, comunque essendo proposte di lavoro sappiamo che in genere vengono cancellate, calpestate o ignorate. Vedremo quale forma più forte o quale collegamento più reale sarà necessario dare alle esigenze che nascono dalla società civile, anche se su questo punto voglio essere molto retto.
Oggi la società civile chiede pulizia, ma non so quanto la società civile la chieda in maniera così mirata da impegnarsi per fare in modo che un clima di garanzie e di moralità si instauri nel Paese, a cominciare dai comportamenti stessi di soggetti riguardevoli della società civile. Anche questo è un punto sul quale indagare, è probabilmente una funzione dei Partiti, infatti giacciono nostre proposte, lettere, interlocuzioni con vari soggetti, per togliere la struttura delle nomine-partiti, per sostituirla con la funzione delle assemblee e per verificare anche la funzione dei tecnici. In qualche modo la lezione politica (non la lezione che ci viene fatta sulla base di attacchi strumentali che respingiamo) crediamo di averla capita proprio sulla nostra pelle, per questo abbiamo la fiducia di compiere quegli scatti che venivano richiamati e in qualche modo abbiamo già cominciato a compierli.
La nostra posizione è quella di seguire con attenzione gli sviluppi della vicenda e di metterci in guardia dal rischio dello stare, nello stesso sistema, in mezzo a felloni e angeli vendicatori che rischiano, alle risultanze del dibattito, di portare queste cose o queste semplificazioni.
Può darsi che le semplificazioni siano necessarie, può darsi che abbiano buona stampa, ma, dato che molte volte sono strumentali, dietro hanno anche molta finzione, in fondo non ignota nei comportamenti quotidiani.
Per quanto riguarda la questione dell'Assessore Olivieri, capisco la cautela del Presidente della Giunta. Siamo cauti anche noi, perché il discorso che ho fatto poco fa vale per tutti, non vale solo per i rappresentanti del nostro Partito. La questione, signor Presidente, va valutata subito con grande attenzione. Lei doveva anticipare con chiarezza un percorso che, di fronte a questa situazione, è quello di non poter mantenere in ruoli di primaria responsabilità un Assessore che è implicato lo dico con molta cautela sulle responsabilità soggettive - in una vicenda di questo genere. Sono dure leggi che in questo Consiglio abbiamo già dovuto pagare, ricordo il caso della collega Cernetti, per la quale dall'opposizione vennero richieste le dimissioni, in ordine ad un episodio peraltro riconosciuto dal giudice non come reato.
Questo percorso, signor Presidente della Giunta, va indicato con chiarezza.
Sulla struttura della sanità sarà bene tornare e molto presto, intanto perché saremo costretti a margine di questa vicenda che si annuncia lunga ma soprattutto di fronte a fatti incomprensibili che il Presidente della Giunta conosce e che sono stati oggetto di una mia telefonata nei suoi confronti.
E' stato deciso e votato un decentramento che per ragioni varie non va avanti, abbiamo una situazione di commissariamento, c'è la necessità assoluta di cambiare quella struttura probabilmente con innovazioni forti e radicali. Di fronte a certe situazioni, perfino relegittimazione democratica ed elezioni possano porsi, ma su cosa devono avvenire? Deve avvenire sulla base dei ragionamenti sentiti qui o non deve invece venire dalla classe politica che tenta di segnare la fine di un sistema perverso che permette ai felloni di operare, che impedisce ai seri e agli onesti di distinguersi da quelli. Questo è il vero problema. Qualcosa si fa in questa direzione? Riusciamo a ragionare per arrivare ad una soluzione del genere? Noi, con molta decisione e con forza, cercheremo di armare un'iniziativa perché a queste condizioni il Partito comunista non ci sta più. Questa è l'unica possibilità per poterci presentare alla gente, in qualsiasi appuntamento o confronto elettorale, altrimenti, di fronte all'inerzia e alle connivenze, anch'io sarei portato a dedurre che per tanti motivi, in buona fede ma anche in malafede, si vuole conservare questo. Ma a questo titolo il Partito comunista non ci starà più.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.
FERRARA Signor Presidente, colleghi, da alcuni anni siamo abituati, come diceva Bontempi, a parlare a caldo di vicende molto tristi che colpiscono parte della classe politica.
Ho ascoltato la comunicazione del Presidente della Giunta e devo dire che il tono, i contenuti mi paiono giusti; mi pare che la prudenza rispetto ad un vicenda che ancora non conosciamo, che ancora appare in tutta la sua nebulosità sui giornali, vada mantenuta.
Condivido la comunicazione del Presidente, credo che qualunque affermazione nei confronti dell'Assessore Olivieri debba essere considerata gratuita proprio per quella stima e per quel rispetto che nutro per l'Assessore. Sarà lui capace di trarre da questa vicenda, appena ne avrà la possibilità, tutte conseguenze che riteniamo debbano essere assunte.
Riteniamo che la Giunta correttamente non si sia in qualche modo surrogata e non abbia preso in questa situazione molto fluida alcuna decisione. Si è detto che quello della sanità è un grave problema e un grave marcio. La realtà è un'altra, non è quella odierna, ma risale a molto tempo fa.
Diversi anni fa, prima del 2 marzo e prima della vicenda Zampini, in occasione di una inaugurazione all'Ospedale Molinette, ci fu una manifestazione in cui i lavoratori e i sindacati protestavano contro le forze politiche e contro i Consigli di amministrazione e affermavano che vivevano di tangenti per le tangenti e che la loro politica erano le tangenti.
Da quel momento non si sono mai avute da parte della pubblica amministrazione delle forti risposte. Abbiamo avuto il problema di Zampini abbiamo avuto il problema immenso dei trasporti e quello dello IACP e chissà quanti altri. Probabilmente la pubblica amministrazione non ha mai saputo dare delle risposte concrete, anzi, proprio per questa mancanza di risposte, non ha saputo affrontare concretamente tutti i problemi, inoltre ha creato le condizioni perché qualcun altro occupasse gli spazi di controllo e li occupasse in modo a volte più grave e più pericoloso. Non sarebbe stato così se la Regione e gli Enti locali avessero svolto il loro fisiologico ruolo, anche quello di controllo.
Si è parlato di processi degenerativi in atto. Ricordo che durante il convegno che si è svolto in quest' aula qualche mese fa sulla Magistratura e sulla pubblica amministrazione qualche magistrato diceva, forse in modo troppo qualunquista, che tutta la classe politica e tutti i politici sono corrotti. Respinsi questa impostazione che mi sembrava oggettivamente non vera, anche se ero e sono convinto che un certo tipo di corruzione abbia permeato l'intera amministrazione e permei ancora la struttura burocratica complessiva. E' per questo motivo che occorre fare qualcosa di preciso per interromperla muovendosi concretamente.
Il Consiglio regionale, quando si è parlato della struttura organizzativa della Regione e quando ha individuato un nuovo modello organizzativo, ha perso l'occasione di creare le condizioni per un controllo effettivo, come avviene in qualunque struttura aziendale, per far si che la gestione diretta da parte del politico nella struttura venisse interrotta e si potesse giungere ad un confronto serio tra il politico che dà gli indirizzi e la burocrazia che autorevolmente dà attuazione a quegli indirizzi. Questo non si è fatto. Occorre uno sforzo da parte di tutti per affrontare questo capitolo. Tuttavia questo sforzo non consiste nel chiamarsi fuori, se uno sforzo si deve fare non si può dire "stiamo fuori da tutti quei posti dove c'è da fare qualcosa e critichiamo". Sarebbe un comportamento non giusto che deresponsabilizza l'opposizione, la quale invece, deve svolgere un ruolo serio di controllo andando ad occupare gli spazi che le sono riservati.
Il collega Pezzana divide in due parti le forze politiche: lui e l'ammucchiata.
PEZZANA No. Il Governo e l'opposizione che è un antico concetto anglosassone democratico. Tu vuoi maggioranza ed opposizione insieme.
FERRARA Ti spiego perché dico questo.
In realtà non tutta l'opposizione è stata coinvolta in questa vicenda.
PEZZANA Però i non coinvolti, come nel 1983, stanno zitti e mi chiedo perché.
FERRARA Sei molto male informato. Vai a leggere che cosa dicevano i giornali nel 1983 e vedrai che forse qualcuno diceva qualcosa.
PEZZANA Non avete mai chiesto le elezioni anticipate nel 1983.
FERRARA A parte il fatto che qualcuno le ha chieste.
SANTONI Le abbiamo chieste noi, ero Capogruppo e te lo posso dire con sicurezza.
PEZZANA C'è modo e modo di chiederle, lo sai! SANTONI Che cosa dovevamo fare. Sparare? PEZZANA No, per carità, anzi.
FERRARA Credo che nel 1983 nei diversi consigli elettivi ci sia stata un'opposizione, non coinvolta e che continua a non esserlo, che ha fatto qualche cosa e ha chiesto molte cose. Ho la sensazione, caro Pezzana, che anziché chiamarsi fuori sia dovere civico partecipare alla lotta non solo lanciando un urlo di dolore, dicendo che tutto va male e poi uscendo dal Consiglio regionale.
PEZZANA Sono contro le lottizzazioni, Ferrara. Io faccio l'opposizione.
FERRARA Però l'opposizione si fa partecipando almeno alle Commissioni istituzionali. Credo che l'opposizione debba partecipare ai lavori delle Commissioni e agli organismi creati apposta per decidere, discutere valutare, confrontare ed eventualmente per dare dei giudizi.
PEZZANA Verrò da te ad imparare il mestiere.
FERRARA Per carità, lo faccio malissimo! Porre adesso il problema delle elezioni mi pare fuori luogo, perché stiamo parlando di situazioni verificatesi negli anni 1983/1984, situazioni che sono già state sanzionate da una competizione elettorale. Si potrebbe, per allegria, chiedere le elezioni ogni anno, d'altronde quasi ogni anno si tengono elezioni nel nostro Paese, però mi pare che su questa vicenda la richiesta di elezioni sia superflua.
Su quei fatti l'elettorato ha espresso un giudizio preciso. Siamo preoccupati tuttavia per l'ultimo giudizio elettorale che ha visto non premiate buona parte di quelle forze politiche il cui modo d'essere erano i comportamenti corretti, a vantaggio di altre parti politiche che di questi comportamenti corretti non avevano fatto bandiera, ma che forse sono state premiate.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.
ROSSA Sono state spiccate comunicazioni giudiziarie nei confronti del collega e compagno Olivieri e del suo segretario, compagno Mastrullo e desidero manifestare loro la nostra più viva, fraterna e affettuosa solidarietà.
Oggi ci troviamo a doverci soffermare su una vicenda che non può non preoccuparci e non possiamo non esprimere a nome del Gruppo socialista, del Partito e mio personale l'amarezza per come si stanno sviluppando i fatti.
Mi domando se era opportuna la comunicazione e se era altrettanto opportuno soffermarsi sulla vicenda, alla luce delle poche informazioni che abbiamo dai giornali.
Ignazio Silone dice che la politica è l'arte della giornata. E' chiaro che i politici devono dare delle risposte immediate, però rispetto al concetto siloniano sarebbe stato opportuno avere un quadro più completo dei fatti per non rischiare di utilizzare la politica come arte della giornata e di dare spazio allo sciacallaggio come, ad esempio, quello di chiedere le dimissioni dell'Assessore Olivieri.
Respingo fermamente questo metodo. Ho avuto e ho fiducia nell'onestà del compagno e collega Olivieri. Sono profondamente preoccupato e colpito da quello che sta accadendo, però sono altrettanto certo che egli è in grado di rispondere alle attese che riponiamo in lui. Non è quindi accettabile la richiesta di dimissioni di Olivieri. Saprà Olivieri quello che dovrà fare alla luce degli sviluppi delle cose. Esprimo piena solidarietà all'Assessore Olivieri e ritengo che finché non verrà dimostrato il contrario egli debba godere di questa solidarietà.
Ciascuno svolge il suo mestiere, la Magistratura lo svolge per le sue funzioni, noi per le nostre, è così che concorriamo a rafforzare la democrazia dando le risposte che dobbiamo dare con estrema onestà e con altrettanta fermezza.
Olivieri deve rimanere al suo posto finché non ci saranno prove diverse, finché non lo riterrà lo stesso Olivieri, nei confronti del quale abbiamo rinnovato la fiducia nella sua onestà e nella sua coscienza trasparente.
In altre occasioni amare si è proceduto a sciacallare chiedendo troppo precipitosamente le dimissioni, mi riferisco ai compagni Moretti e Cernetti i quali alla conclusione dell'inchiesta sono risultati estranei ai fatti loro addebitati. Attenzione allora, perché rischiamo di ricadere nello stesso errore del quale critichiamo la Magistratura. E' bene che si dia l'avvio ad una procedura nuova che sia in grado di comporre la politica all'interno di un procedere serio e responsabile, ponendola al riparo dalle azioni immediate che possono essere dettate da tentazioni di strumentalismo e di sciacallaggio.
Quindi non anticipo le conclusioni. Non sono stato all'Accademia dei Lincei, come Angelo Pezzana che legge su "La Stampa" che l'Assessore Olivieri à incarcerato. Questo non l' ho letto. Siccome non sono stato all'Accademia dei Lincei non riesco a leggere quello che lui dice n intendo propiziare le cose agli altri.
PEZZANA Non confondermi con altri. Non ho chiesto le dimissioni di Olivieri.
ROSSA Questo è un vizio del quale bisogna emendarsi. Lo dico a Pezzana, ma lo dico anche agli altri.
Durante la campagna elettorale si mettono in circolazione volantini da parte del Comitato regionale del Partito comunista in cui si parla di mani pulite, di corrotti, di cose che non funzionano.
PEZZANA Devi dirlo a Bontempi.
ROSSA Mi rivolgo anche a lui.
BONTEMPI Ti riferisci allo IACP di Alessandria? ROSSA Parlo di un volantino firmato dal Comitato regionale del Partito comunista che partiva da Rocco Trane, richiamava Teardo ed una serie di persone per dire agli elettori "Fate giustizia voi, perché la Magistratura non sa fare giustizia, cari compagni".
Forse bisogna cominciare a rivedere una serie di cose. E' opportuno acquisire insieme un metodo nuovo di lavoro e di comportamento. Non mi soffermo sugli aspetti elettorali.
Mi auguro che da queste considerazioni nasca qualche cosa di serio.
Apprezzo quanto ha detto il collega Bontempi. Sono problemi che riguardano il modo di rendere trasparente la nostra azione, il modo di mettere in piedi dei meccanismi in questo sistema democratico che siano capaci di emarginare le tentazioni, i faccendieri e coloro che cercano di inserirsi nelle pieghe della democrazia. Con questo non voglio fare un'assoluzione generale. Credo che la Regione debba lavorare per dare delle risposte precise e per far si che il mestiere di quelli che fanno politica sia rispettato e non venga considerato il mestiere dei corrotti. Forse anche nella Magistratura c'è questa convinzione che è profondamente sbagliata.
Respingo il modo di fare del Consigliere Pezzana, mi dispiace e mi rammarica molto il suo atteggiamento nei confronti di questa vicenda e il suo modo di intendere la democrazia. Le elezioni anticipate si possono chiedere, altri le hanno chieste, abbiamo votato ieri e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Non mi sembra che sia il caso di parlare di elezioni anticipate. Siamo in grado di risolvere questi problemi e mi sembra che da parte del Gruppo socialista c'è la disponibilità a risolverli in modo corretto e serio. E poi, caro Pezzana, non devi avere la pretesa di venire a dare delle lezioni alla maggioranza e all'opposizione. Qual è la tua posizione? PEZZANA E' con la "o" davanti.
ROSSA La tua è una terza posizione. Tutte le volte che abbiamo discusso di nucleare tu non eri mai presente.
Bisogna incominciare a prendere coscienza che ciascuno ha i propri problemi, ciascuno può essere posto di fronte a delle situazioni dalle quali è necessario non farsi prendere la mano. Credo sia opportuno proporre alla Giunta di avviare un percorso che ridia il rispetto delle persone lasciando fuori le tentazioni.
Credo che fino a questo momento il nostro mestiere di politici lo abbiamo svolto bene, seppur in mezzo a tante difficoltà, a tanti momenti contrastanti tra di loro; un percorso è stato tracciato e su questo dobbiamo procedere senza farci prendere dalle tentazioni di sovrapporre delle risposte e delle conclusioni non corrette. Questa è la lezione che ogni giorno tutti dobbiamo imparare per costruire veramente un sistema democratico capace di godere della fiducia più ampia dei cittadini e della società. Questo è l'impegno politico del Consiglio regionale di fronte ai problemi per i quali tutti sentiamo profonda inquietudine e amarezza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini MARCHINI Signor Presidente e colleghi Consiglieri, il problema posto nella comunicazione del Presidente della Giunta investe questioni diverse e valori diversi.
La prima questione attiene all'Assessore Olivieri, nei confronti del quale mi sembrano fuori luogo alcune criminalizzazioni e altrettanto fuori luogo alcune indicazioni rispetto a comportamenti che noi non condividiamo.
Noi riteniamo che sia fuori luogo chiedere oggi le dimissioni dell'Assessore Olivieri perché le dimissioni sono un atto che viene da qualcuno che le dà; le dimissioni non vengono chieste. Quando si vuole che qualcuno non ricopra più un ruolo si fanno cose diverse. Noi riteniamo che sia stato improprio chiedere le dimissioni, dell'Assessore semplicemente perché quello che avviene tra l'Assessore 0livieri e la sua vicenda riguardano ancora l'Assessore Olivieri e la sua vicenda. Ho anche l'impressione che fisicamente Olivieri non sia stato nelle condizioni di assumere una decisione, anche qualora avesse ritenuto di assumerla. Sono convinto che, qualora ritenesse la sua posizione non compatibile con il suo ruolo, darà le dimissioni, così come crediamo che il Presidente della Giunta, qualora ritenesse che la posizione dell'Assessore Olivieri non sia più compatibile rispetto al ruolo, assumerebbe le conseguenze del caso.
Caro Rossa, non si tratta di un problema moralistico, è un problema di valori, di esigenze funzionali. E mi rivolgo anche a colleghi che in tempi passati avevano assunto atteggiamenti analoghi.
Riteniamo che un Assessori debba poter governare in condizioni di assoluta e totale autorevolezza. Qui non c'entra la trasparenza.
Trasparenza vuol dire poter vedere al di là di un Assessore; il fatto che sia inquisito o che non lo sia non ha importanza rispetto alla trasparenza.
Riteniamo che un Assessore per poter governare e gestire la realtà delle cose che gli sono state delegate deve essere in condizione di assoluta autorevolezza; e qualche volta l'autorevolezza viene meno qualora questo Assessore si trovi nella situazione di non poter spendere l'autorevolezza che è quella della istituzione. L'autorevolezza delle istituzioni non pu essere ridotta dal punto di vista funzionale dalla minor autorevolezza che l'Assessore è in grado di spendere per una vicenda che sta vivendo. Non c'entra la morale su queste questioni. Ho l'impressione che l'Assessore debba essere in grado di affrontare tutte le situazioni spendendo l'autorevolezza delle istituzioni, che non può essere menomata da una posizione di minor autorevolezza che lo vede coinvolto in questioni nelle quali magari non è coinvolto. Sono i casi della vita. Caro Rossa, la politica non è un mestiere, è una funzione e la funzione dell'Assessore è quella di rappresentare l'esecutivo in termini di autorevolezza perch l'esecutivo è il governo, è l'intervento concreto, non è neanche la proposta politica.
Noi siamo certi che la Giunta regionale starà attenta affinché il suo grado di autorevolezza non venga meno. La prima valutazione toccherà all'Assessore Olivieri. Noi non chiediamo le dimissioni di nessuno, diciamo però che qualora l'autorevolezza della Giunta dovesse essere messa in discussione in ragione della minor autorevolezza, il Presidente della Giunta dovrà usare gli strumenti che lo Statuto gli domanda per venire alle conclusioni che auspichiamo.
Si sono introdotte poi situazioni un po' stucchevoli. L'opinione pubblica, caro Pezzana, alla fine ragiona in modo giusto. Anche noi liberali insieme ai repubblicani abbiamo pagato per aver ritenuto che la gente non maturasse. Affidare al giudizio elettorale la moralista di una classe politica è un errore, perché l'elettorato sa benissimo, e questa volta l' ha detto con assoluta chiarezza, che la politica è governo, è proposta di forti opzioni di fondo. E l'opinione pubblica premia sostanzialmente queste offerte e queste proposte, al di là di come vengono fatte o al di là della compagnia con cui si trova. Quindi, a Torino il Partito che è andato più avanti è quello che storicamente sulla questione morale probabilmente ha più problemi di altri Partiti. E' giusto che sia così e spero di non essere frainteso. La morale non è una categoria politica, sta al di fuori e prima della politica. Un uomo politico non viene giudicato se è onesto o meno, ma sulle sue capacità. Probabilmente il filtro dei Partiti e il filtro delle istituzioni devono impedire che i disonesti facciano politica. E' inutile.che qualcuno dica che questa Giunta non ha capacità di controllo. Per controllare che cosa? Alcune decine di migliaia di deliberazioni all'anno? Come è possibile questo? Quando siamo entrati in politica, a questo livello o in un piccolo Comune, abbiamo forse pensato di controllare? Di presiedere le Commissioni per gli appalti o di scegliere preventivi? Sicuramente no.
Quando ci siamo candidati in Comune, in Provincia o in Regione l'abbiamo fatto ritenendo di dover fare una nostra valutazione sull'indirizzo politico, ma nessuno di noi ha mai pensato di dover andare ad occuparsi di appalti, di controlli e di concorsi. E' il sistema che ci ha chiamati a fare i controllori e gli esaminatori. Quando ero alle mie prime esperienze di Consigliere mi sono trovato in una Commissione d'esame con l'allora Presidente della Regione, Viglione, al quale ho espresso il mio stupore per il fatto che dovesse interrogare candidati al posto di VII livello. Mi sembrava paradossale. Era come se l'allora Presidente del Consiglio Andreotti avesse dovuto esaminare i candidati all'Avvocatura dello Stato. Il nostro Gruppo è sempre stato disponibile a dare il massimo sostegno a tutte le iniziative in questo senso, anche quando non le condivideva appieno. Se si propone di rendere più trasparente e più garantito il sistema, noi voteremo sicuramente a favore. Abbiamo in atto un processo, molto mirato e concreto, con le altre Regioni e con gli Enti locali, per consentire a chi deciderà dopo di noi di fare politica di poterla fare come la fa Pezzana, ovvero, se sarà in Giunta regionale, di poter scegliere gli indirizzi di governo, se sarà all'opposizione, di poter contestare gli indirizzi di governo, ma non sarà impegnato a tempo pieno nel dare pareri su deliberazioni che non conosce, il cui iter a monte gli sfugge, le cui sigle non significano niente; né si dovrà consentire che l'ambizioso personaggio, che magari sarà arrivato alla carica di Presidente della Giunta, si trovi improvvisamente a dover firmare carte, a convalidarne altrettante e a timbrarle. Dobbiamo cercare di riportare la politica, compresa quella dei piccoli Comuni, a quello che è la politica cioè la scelta degli indirizzi. Questo lo si deve fare con una forte modifica legislativa a carattere globale e radicale, che riguarda la Regione Piemonte, e riguarda il contesto delle norme di gestione della cosa pubblica. Non vedo perché uno debba mettersi in un sistema in cui, senza responsabilità propria e senza colpa propria, entri in un ingranaggio in cui viene chiamato a rispondere del risultato di' un processo all'interno del quale ha avuto una parte, marginale o importante, ma certamente non decisiva. Questo toglie il piacere di fare politica. Il piacere di far politica è quello del Consigliere Pezzana, il quale ritiene che la società gli abbia dato il mandato di esprimere una certa protesta, di individuare un certo rimedio e lo esprime. Che interpreti bene o male, sono questioni sue e di rapporto con l'elettorato. Certamente lui è funzionale a quello che è il disegno della politica.
Se chiedessi a qualcuno di voi se non preferirebbe fare la politica alla Pezzana, anziché alla Marchini o alla Valori, probabilmente mi direbbe che preferirebbe farla alla Pezzana, venire in Consiglio regionale una volta alla settimana, continuare ad occuparsi del proprio ufficio, non dover partecipare a sei Commissioni, trentadue Sottocommissioni e quarantadue compromissioni. A questo punto sarebbe giusto che il gettone si riducesse alla mezza giornata di lavoro. Per dire quello che vogliono dire i liberali in ordine alle grandi linee sulle quali si deve muovere una Regione basta mezza giornata, non occorse una settimana di lavoro continuo ed assorbente. Quando l'amministratore di un'azienda nomina a rispondere di alcune attività le persone adeguate, è liberato dalle questioni che succedono a valle. L' ho detto ieri alla riunione del nostro Partito. Il meccanismo sta diventando così diabolico per cui vantare primogeniture e responsabilità su queste cose è del tutto gratuito. Cerchiamo di aprire una questione nazionale, signor Presidente, perché non si può più consentire un sistema degli Enti locali e della Regione che di fatto scarica sui responsabili degli esecutivi le responsabilità di tutto quanto avviene all'interno di un sistema gigantesco qual'è, per esempio, quello della sanità. L'Assessore alla sanità deve rispondere in merito all'indirizzo che ha dato alla sanità e non può e non deve essere chiamato a rispondere di come è stato fatto l'appalto sulla carta igienica delle Molinette. Se queste cose avvengono, se l'Assessore viene chiamato a rispondere sull'appalto sulla carta igienica, vuol dire che c'è un meccanismo di organizzazione del sistema degli Enti locali che prevede questo e questo va modificato.
STAGLIANO' E' stato chiamato in causa come Presidente del Comitato di gestione dell'USSL 1/23.
MARCHINI Permettimi di finire il mio ragionamento.
Perché la sanità è nell'occhio del ciclone più che altri settori? Cari amici, parliamoci in modo spregiudicato. La sanità è un settore nuovo affidato alla pubblica amministrazione e sappiamo che quando è cambiato il sistema, i precedenti canali e i precedenti comportamenti premevano per entrare nel nuovo. E' probabile che altri settori della pubblica amministrazione non siano meno esenti da questi fenomeni, ma probabilmente i meccanismi sono molto più raffinati perché sono di vecchia data.
Colleghi Consiglieri, a giorni presenteremo una proposta di legge in ordine a questi argomenti, ma già ci rendiamo conto che è del tutto insufficiente se non ad aprire un dibattito. La responsabilità del sistema burocratico rispetto al sistema decisionale deve essere totale ed assoluta però, in un quadro di normativa nazionale, che questo non prevede se non per lo Stato (e guarda caso li c'è l'immunità parlamentare), quella proposta non sarà sufficiente. Questi aspetti sono affidati alla morale valore che è all'interno degli individui e che la politica non pu cambiare. Auguriamoci che i Partiti e le Istituzioni avviino dei filtri i più stretti possibili.
La politica non è controllo. Ritengo di non essere particolarmente esposto su questo settore, ma francamente non so quale capacità di resistenza avrei rispetto a dei processi corruttivi. L'onestà è un valore dell'uomo. La politica e il governo delle istituzioni devono essere messe al riparo anche dall'eventuale disonestà dell'uomo non attraverso un sistema di controlli e di filtri, ma attraverso un sistema funzionale a questo obiettivo, per cui, se l'illecito avviene, colpisce la persona non l'istituzione.
Non pensiamo di poter sconfiggere definitivamente la disonestà nella cosa pubblica, così come esiste nella cosa privata, ma vogliamo che questo processo abbia dei responsabili precisi nelle persone e che non coinvolga le istituzioni. Noi proporremo una legge per incominciare a separare i ruoli della pubblica amministrazione, intesa come soggetti decisionali a livello di Consiglio e a livello di Giunta, dai ruoli dei funzionari. Mi rendo conto che il quadro normativo nazionale rende questo poco praticabile, ma poiché questo è un parlamento che promuove delle leggi sforziamoci di pensare come risolvere questo problema. Affidiamo il problema a uomini della cultura giuridica e della cultura politica. La Regione Piemonte deve rispondere a questo processo perché, per una vicenda che troverà risposte in altra sede, è nell'occhio del ciclone. La Magistratura in Piemonte è giustamente e particolarmente attenta a questo processo e anche l'istituzione deve essere altrettanto particolarmente attenta a questo. Non può aspettare la fine della vicenda giudiziaria, la quale atterrà alle persone, chi sarà nel giusto verrà assolto e chi sarà nell'errore sarà colpito. Il rischio che le istituzioni vengano coinvolte negli errori delle persone in futuro dovrà essere evitato, se non impedito.
Giorni fa un politologo sollevò su un giornale un'accusa ai partiti di opinione sostenendo che in essi non rientrano più le espressioni migliori della società. Ebbene, questo processo investirà i partiti, le istituzioni quindi la caduta di capacità delle istituzioni, che è soprattutto conseguenza di capacità degli uomini, significherà evidentemente una riduzione del ruolo dell'istituzione rispetto agli altri soggetti decisionali del Paese, il che vuol dire che andremo ad una fase di appannamento del sistema democratico. Se i gruppi di pressione, economici culturali e di opinione cresceranno di peso rispetto alle istituzioni, si andrà verso una società meno garantita. Tutti i gruppi di pressione hanno in questa società una legittimazione, la funzione delle istituzioni è di mediare queste legittimazioni e di garantire anche all'ultimo cittadino rispetto alla capacità di indirizzo dei grandi soggetti. Non è un caso che proprio dove gli interessi sono più organizzati e più forti queste questioni vengono più evidenziate; c'è un processo parallelo di caduta di ruolo e di credibilità dell'istituzione e di crescita e di credibilità di altri soggetti che decidono nella società. Alla fine della nostra esperienza politica, di legislatura o di vita politica, ci chiederemo se abbiamo concorso a lasciare un quadro di democrazia più compiuto, più maturo rispetto a quello che abbiamo trovato, poi in seconda battuta ci chiederemo se avremo fatto bene a votare per la centrale nucleare, in terza battuta se avremo fatto bene o male immaginare un tipo di contratto per i dipendenti regionali. Prima di tutto ci chiederemo però se avremo lasciato una situazione politica diversa e migliore. Per renderla migliore o per impedire che diventi peggiore, dovremo riflettere su ruolo della politica nella società e dei politici nelle istituzioni.
Questa è una questione che attiene al Presidente del Consiglio e alle forze politiche. Il Gruppo liberale riproporrà questo problema con la presentazione di una proposta di legge. E' necessario rivisitare i meccanismi istituzionali, altrimenti la nostra esperienza politica sarà sempre e soltanto minacciata da ostilità, stillicidio, preoccupazioni ansietà, esperienze brutte che oggi hanno coinvolto un amico e un collega al quale sul piano personale e politico esprimo tutto il mio apprezzamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Nerviani.
NERVIANI Signor Presidente, colleghi Consiglieri, non seguirò Marchini nella riflessione sulla weltanschauung politica e sulle riflessioni che attengono alla responsabilità dei politici e degli amministratori. Mi permetto soltanto di dire, per l'interesse che l'argomento riveste e per il modo con cui è stato affrontato, che mi sembra utile quanto è stato detto, ma esasperato perché porta come conclusione ad un'immagine di politico e di amministratore fuori dal mondo, dalle valutazioni obiettive che comunque debbono essere date sostanzialmente in una posizione di altissima responsabilità morale e di indirizzo, ma di totale irresponsabilità nel concreto operare. Non mi pare che questa strada sia percorribile e la proposta di legge che il Gruppo liberale proporrà dovrà anche tener conto dei problemi come si pongono nel concreto nella nostra realtà e nella realtà politica generale.
Voglio inizialmente dire che il Gruppo DC apprezza fino in fondo la prudenza nella dichiarazione del Presidente della Giunta che non poteva essere che di questa natura. E' una dichiarazione che ha riferito i fatti e che ha rinviato ogni giudizio a quando elementi più certi saranno acquisiti, ha rinviato soprattutto i giudizi sui comportamenti e sulle persone che non sono mai stati espressi dal Presidente del Consiglio, da questa Giunta e dal Gruppo che in questo momento rappresento per il rispetto che si deve alle persone prima che siano giudicate.
L'intervento del collega Pezzana mi scandalizza molto meno di quanto non abbia scandalizzato altri, in quanto è stato un intervento provocatorio, comprensibile da parte di un Gruppo minuto che intende essere presente come forza stimolante di riflessione di fronte a fatti che comunque turbano la coscienza. Chiunque di noi che abbia la condizione risica nel Consiglio regionale che ha Pezzana fa bene a provocare le nostre coscienze presumendo anche di avere la propria completamente a posto. Non critico questo ruolo di pubblico ministero che Pezzana ha svolto, mi sembra però che le conclusioni a cui giunge di richiesta di dimissioni sono obiettivamente azzardate rispetto alla rilevanza e alla consistenza dei problemi che si pongono, né pare che sia rapportabile il fatto che oggi esaminiamo con quello che è accaduto nel marzo del 1983. Mi sembra quindi inopportuno un riferimento di questo tipo fatto anche dal collega missino.
Ritengo quindi di non dovere chiedere all'Assessore Olivieri le dimissioni perché lo considero persona saggia, capace e intellettualmente onesta. Se nella sua posizione rileverà posizioni insostenibili, sotto il profilo politico ed amministrativo, sarà egli stesso a trarre le conclusioni. Se il Presidente sarà a conoscenza di fatti particolarmente rilevanti avrà il compito di chiedere all'Assessore Olivieri, per ragioni politiche e di amministrazione, di fare la scelta delle dimissioni.
Mi sembra che gli elementi in nostro possesso in questo momento non possono indurci alla richiesta di dimissioni, mi sembrerebbe un atto ingeneroso ed inopportuno il richiedere all'Assessore Olivieri di lasciare la Giunta per colpe che non sono dimostrate e sulle quali neppure si è avviata la riflessione che deve seguire ogni atto importante della nostra vita politica e della nostra vita amministrativa.
I fatti esistono e non si riferiscono all'Assessore Olivieri, ma alla nostra società piemontese e torinese e sono di rilevantissima gravità. Non attengono alla sanità. Siamo stati toccati dallo scandalo dell'INPS in questi giorni, siamo stati toccati recentemente dallo scandalo dello IACP e siamo stati toccati qualche anno fa da scandali che hanno coinvolto anche il Consiglio regionale. Allora tutti dobbiamo chiederci da che cosa provengono questi fatti, qual è il meccanismo che li ha determinati. Mi chiedo - e mi si perdoni questa tentazione moralistica - se questi scandali, che non sono di Torino soltanto, ma di tutto il nostro Paese, non discendano anche da una caduta complessiva della moralità del nostro Paese dove tutto sembra permesso, dove tutto sembra lecito e per, quanto attiene al privato e per quanto attiene al pubblico.
Se non partiamo da questa modestissima riflessione, che può avere l'esemplificazione nello sciopero per futili motivi che determina gravi disagi per la comunità (anche questo, ammesso, consentito, tollerato ed approvato dalle forze politiche), se non si parte da questa caduta complessiva dei valori più alti, credo che non si riuscirà a capire fino in fondo la crisi che viviamo e che comunque è denunciata. In gioco non è Olivieri, in gioco non è stato il Consiglio regionale del 1983, in gioco non è qualche funzionario dell'INPS, ma in gioco è il modo di stare fra di noi, sono i riferimenti che abbiamo per avere delle regole certe di rispetto reciproco a cui fare riferimento.
Se non ci diciamo queste cose, se non ripetiamo le ultime parole del laconico comunicato del PCI che parla di sconcerto e di stupore, se non cerchiamo le cause più profonde, probabilmente non facciamo nulla di positivo. Quindi, non esprimiamo giudizi né sull'eccessiva rigidità presunta dei magistrati né sulla colpevolezza di coloro che sono inquisiti.
Chiediamo invece una riflessione più ampia della situazione generale che esiste nel nostro Paese e nella nostra Regione.
Consentitemi di riprendere brevemente, rimanendo nei tempi che tutti avrebbero dovuto rispettare, una riflessione di natura squisitamente politica. Da tempo sostengo che la polverizzazione delle forze politiche nel nostro Paese e nella nostra Regione, la confusione di ruoli di maggioranza e di opposizione che si scambiano continuamente, determinano delle zone franche entro le quali più facile è la corruzione, più facile è la tentazione, più difficile è l'esercizio corretto dei compiti di maggioranza e impossibile diventa l'esercizio dei compiti dell'opposizione.
Mi auguro che da queste elezioni siano usciti alcuni insegnamenti, che ciascuno di noi porti a conclusione le dovute riflessioni e si arrivi progressivamente ad un sistema semplificato in cui ciascuno giochi ruoli precisi, non si confonda nel campo giocando prima da una parte e poi dall'altra e alla fine faccia patti continuamente con tutti perché questa è la legge della sopravvivenza delle parti che si confrontano. Anche su questo dobbiamo interrogarci e dobbiamo dirci se non già il problema della responsabilità dei politici e degli amministratori, ma il modo di confrontarsi attuale, sia quello che più garantisce la società dal pericolo di crisi, dal pericolo di tentazioni e dal pericolo di corruzione.
In conclusione, caro Presidente del Consiglio regionale, ma soprattutto caro Presidente della Giunta regionale, il Gruppo democristiano apprezza le comunicazioni fatte, non richiede nulla di provocatorio e di eccezionale in questo momento, ma richiede un'informazione corretta sullo sviluppo della situazione nel massimo rispetto dei componenti della Giunta e di tutto il Consiglio che consenta di assumere su elementi certi le posizioni politiche conseguenti più adeguate.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Strobbia.
STROBBIA Signor Presidente, colleghi Consiglieri, vedo che in questo Consiglio c'è questo vezzo di parlare tutti di tutto, creando anche un po' di difficoltà di interpretazione. Credo che il Presidente della Giunta regionale non potesse dare una comunicazione diversa da quella che ha dato anche sulla base degli elementi di cui questa mattina dispone. Noi ne abbiamo preso atto e condividiamo lo spirito dell'informata.
Quasi tutti i colleghi hanno usato un'espressione che mi ha un po' turbato: "siamo abituati a queste situazioni" o "non è la prima volta che ci capita di doverci esprimere su queste cose". Arrivo da un'esperienza di periferia, come molti dei colleghi qui presenti, da una lunghissima militanza di servizio al pubblico ufficio elettivo e devo dire che in situazioni di coinvolgimento diretto non mi sono mai trovato. Abbiamo in molti più volte constatato come la realtà della qualità del servizio pubblico e della qualità del servizio reso dagli amministratori pubblici nelle zone più periferiche della nostra terra piemontese sia migliore di quella che purtroppo è stata resa dai nostri stessi colleghi nell'ambito della realtà di Torino. Anche su questo tema occorrerebbe fare qualche riflessione.
Sono state introdotte delle osservazioni di ordine morale, di ordine istituzionale e di ordine efficientistico all'interno delle amministrazioni. Credo che nella nostra veste dobbiamo trarre delle considerazioni propriamente politiche. Le osservazioni che maggiormente hanno colpito i colleghi intervenuti mi sembrano siano state quelle portate alla nostra attenzione dal collega Pezzana e in parte dal collega Staglianò. Hanno il loro ruolo da svolgere e mi pare lo stiano facendo anche abbastanza bene. In generale, se dobbiamo trarre qualche considerazione di natura politica intorno a questi fatti, due sono le ragioni sulle quali bisognerebbe intervenire. Questi fatti attengono sempre al caso anomalo del sistema democratico bloccato del nostro Paese all'assoluta necessità di formare delle chiare maggioranze da una parte e delle chiare opposizioni dall'altra che nei momenti opportuni si sostituiscano l'una all'altra controllandosi e stimolandosi senza confusioni di sorta. Penso sia una delle esigenze principali per la chiarezza e per la trasparenza del sistema democratico.
Noi come PSDI abbiamo tentato di portare all'attenzione dell'elettorato questo aspetto, forse l'abbiamo posto in modo improvvisato, forse non siamo riusciti a farlo arrivare in termini precisi, il risultato è, almeno così ci pare di dover trarre, che l'elettorato o comunque i nostri concittadini a questo tipo di disegno probabilmente sono poco sensibili. Sono poco sensibili a veder realizzato questo metodo tradizionale e trasparente del parlamentarismo europeo che in Italia difficilmente riesce a decollare.
C'è poi la questione morale. Pezzana ci propone addirittura un'ipotesi di elezioni anticipate ad una settimana dell'avvenuta consultazione elettorale. Vorrei ricordare che la grande assente sulla scena del dibattito elettorale preparatorio allo svolgimento delle consultazioni è stata proprio la questione morale.
Non sono d'accordo con il collega Marchini, mentre condivido altre sue osservazioni, quando in maniera un po' manichea separa politica, morale e aggiungo - gestione del potere. Mi è sembrata un'interpretazione forse amareggiate dallo stato di necessità in cui ci si trova. Forse quando si vogliono affrontare troppi temi e tutti contemporaneamente non si riesce ad esprimerli nella loro compiutezza.
Signor Presidente, il Gruppo socialdemocratico si allinea alle osservazioni espresse dai colleghi che rappresentano la maggioranza all'interno .del Consiglio regionale. Stiamo ad aspettare eventuali altri sviluppi. E' necessario avviare qualche riforma sostanziale come è stato ricordato.
Le proposte cosiddette di riforma del sistema delle autonomie all'interno delle quali dovrebbero svolgere le funzioni coloro che come noi sono chiamati a questo servizio, non modificano nulla. Non c'è un elemento di novità se non la riedizione di piccoli accorgimenti; non c'è l'intenzione di voler cambiare in modo concreto e serio sistemi o metodi di funzionamento; non c'è la volontà di voler separare la responsabilità politica nei confronti della responsabilità gestionale.
Sono reduce da uno scambio di impressioni con alcuni amministratori stranieri. Nella Germania occidentale le amministrazioni pubbliche sono assegnate, sotto il controllo dell'indirizzo politico-programmatico e della responsabilità politica, a funzionari che rispondono fino in fondo. Il Presidente della Giunta regionale è sempre legato alle firme continuamente da opporre su atti sui quali manca la possibilità di controllo, manca completezza di procedura, manca possibilità di esame.
In Italia, e ciò spaventa i nostri partners europei, la presenza della pubblica amministrazione, la spesa pubblica all'interno del sistema economico e all'interno del sistema produttivo è decisamente troppo rilevante. Ed è troppo rilevante anche perché non è assecondata da strumenti di controllo e di filtro adeguati. Pure è rilevante la spesa degli Enti locali che costituisce il 60-65% della spesa pubblica complessiva.
Sono convinto di avere attorno a me nelle aule e nelle varie circostanze dei colleghi con un alto tasso di nobiltà d'intendimento e di onestà di comportamento, come questa mattina possiamo registrare. Pur tuttavia sappiamo quali e quante sono le difficoltà perché tale distinzione possa ottenere il suo riconoscimento. Già in altre occasioni vi siete occupati di questi temi, purtroppo dovremo ancora interessarcene. Sul fatto specifico occorre, come è stato ricordato dal Presidente della Giunta raccogliere altri elementi. Ci sono aspetti che attengo alla sensibilità soggettiva ed individuale. Sappiamo che l'operato di questa Giunta regionale e di questo Consiglio non è in discussione. Rinnoviamo il nostro sentimento di solidarietà e di sostegno politico e aspettiamo con serenità gli sviluppi della vicenda.



PRESIDENTE

E' stato presentato un ordine del giorno firmato dai Consiglieri Majorino e Minervini.
La parola al Consigliere Majorino per l'illustrazione.
MAJORINO Non motivo le ragioni per cui il nostro Gruppo ha presentato un ordine del giorno perché sono stato chiaro nell'intervento. L'ordine del giorno non chiede un'espressione pro la necessità o contro la necessità delle dimissioni dell'Assessore Olivieri, il senso letterale e logico, che chiarisco senza motivare, è che la Giunta suggerisca all'Assessore Olivieri l'opportunità che si dimetta. L'ordine del giorno chiede questo comportamento politico, quindi non è superato dal fatto che, sia pure non eloquentemente, il Presidente della Giunta si sia espresso nel ritenere che allo stato attuale delle cose non siano necessarie le dimissioni.
Mi pare che l'ordine del giorno sia proponibile e vada messo in votazione perché non solo noi, ma anche altre forze politiche di opposizione si sono espresse ritenendo necessarie le dimissioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.
ROSSA Le comunicazioni del Presidente della Giunta hanno dato luogo ad una discussione e tutti i Gruppi politici si sono espressi. A me non sembra che questo ordine del giorno sia proponibile in questi termini. Affido a lei signor Presidente, l'interpretazione più corretta, secondo quanto stabilisce il Regolamento.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno, a seguito delle comunicazioni della Giunta, è ammissibile. Il contenuto può dare luogo alle varie interpretazioni che si esprimano con il voto.
Chiede di parlare il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.
BONTEMPI La nostra posizione per la verità non è espressa in questo ordine del giorno, ne coglie però la sostanza. Noi ponevamo al Presidente della Giunta la questione sulla inopportunità della permanenza in un ruolo istituzionale dell'Assessore stante l'indagine giudiziaria e invitavamo la Giunta ad indicare un percorso per affrontare il problema. Questo ordine del giorno invece invita ad esprimersi sulle immediate dimissioni. Noi lo voteremo soprattutto se la Giunta non darà un'indicazione diversa da quella che abbiamo sentito nella relazione del Presidente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.
PEZZANA Io sono per l'ammissibilità di questo ordine del giorno; mi asterr nella votazione perché, come ho detto prima, non ho chiesto le dimissioni dell'Assessore Olivieri. Chiedevo invece le elezioni anticipate, quindi l'esprimermi su una proposta così riduttiva sarebbe in contrasto con quanto ho detto prima. Mi auguro però che in Comune il Capogruppo comunista segua le stesse indicazioni che ha dato il Consigliere Bontempi, che chieda quindi le dimissioni del Consigliere del PCI inquisito con le stesse incriminazioni.
BONTEMPI Non è Assessore, è Consigliere.
PEZZANA La morale non siede solo sui banchi della Giunta. Mi auguro che il Capogruppo Carpanini abbia ad esprimersi nei confronti del Consigliere Poli negli stessi termini in cui si è espresso il collega Bontempi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.
MARCHINI Ritengo che l'ordine del giorno del Gruppo MSI-DN non sia proponibile.
Credo comunque che la Giunta, dopo il dibattito che c'è stato, qualche valutazione la faccia.
La comunicazione della Giunta è un atto di governo di esclusiva competenza della Giunta sulla quale non si avvia un dibattito, ma è consentito un intervento da parte dei Gruppi.
Introducendo qui l'ordine del giorno si consente l'avvio del dibattito sulle conclusioni politiche conseguenti e successive. Questa questione l'avevo già sollevata quando venivano introdotti genericamente i dibattiti sulla centrale nucleare e sostenevo che, quando si avvia un dibattito su un argomento, occorre che qualcuno presenti un ordine del giorno (non un dibattito in generale).
Signor Presidente, la invito a considerare attentamente questa questione al di là del merito. Sul merito il nostro Gruppo ritiene che la Giunta debba concludere con un altro intervento fissando nuovamente la sua valutazione rispetto alle risposte che ha avuto. L'introduzione di un ordine del giorno, che è atto decisionale del Consiglio, mi sembra del tutto improprio ed inopportuno.



PRESIDENTE

Il problema posto dal Consigliere Marchini è risolto dall'art. 90 il quale recita: "La Giunta o un Gruppo consiliare possono proporre ordini del giorno diretti a manifestare orientamenti o a definire indirizzi del Consiglio su specifici argomenti". Ora, un indirizzo di Giunta che riguardi la persona evidentemente potrebbe dar luogo a qualche dubbio. Questo dubbio però viene risolto dal voto del Consiglio.
Pongo pertanto in votazione l'ordine del giorno presentato dai Consiglieri Majorino e Minervini, il cui testo recita: "Il Consiglio Regionale rilevato che l'Assessore alla sanità prof. Olivieri ha assunto veste di imputato di reati contro la Pubblica amministrazione: così come emerge dalle notizie giornalistiche e dal mandato di accompagnamento emesso nei di lui confronti ritenuto che - pur non potendo l'Assessore Olivieri essere considerato colpevole sino alla pronunzia di una sentenza definitiva: così come garantito e previsto dalla Carta Costituzionale - una evidente opportunità politica impone le sue dimissioni invita la Giunta ad esprimersi per la necessità delle immediate dimissioni dell'Assessore Olivieri".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 2 voti favorevoli, 31 contrari e 14 astensioni (2 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione).
Il Consigliere Stagliano propone un nuovo ordine del giorno che si differenzia da quello testè votato per quanto riguarda il dispositivo.
Pongo pertanto in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale rilevato che l'Assessore alla sanità prof. Olivieri ha assunto veste di imputato di reati contro la pubblica amministrazione, così come emerge dalle notizie giornalistiche e dal mandato di accompagnamento emesso nei di lui confronti ritenuto che - pur non potendo l'Assessore Olivieri essere considerato colpevole sino alla pronuncia di una sentenza definitiva, così come garantito e previsto dalla Carta Costituzionale - una evidente opportunità politica impone le sue dimissioni impegna la Giunta a richiedere le immediate dimissioni dell'Assessore Olivieri".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 16 voti favorevoli, 31 contrari e 1 astensione (2 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione).
Signori Consiglieri, il seguito dei lavori è rinviato ad oggi pomeriggio.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 13,30 riprende alle ore 15,30)


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Signori Consiglieri, informo che nella riunione dei Capigruppo si era convenuto di proseguire il dibattito sulle discariche e di convergere gli ordini del giorno presentati su un unico documento. Visto che si tratta di concludere un ordine del giorno che ha la caratteristica e la forza dell'unitarietà, proporrei di rinviare tale adempimento anche perché il Vicepresidente Petrini, che è incaricato a relazionare, oggi non è presente. Proporrei quindi di passare all'adempimento degli altri punti all'o.d.g.
Sull'ordine dei lavori chiede la parola il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.
BONTEMPI Ho già rilevato in sede di conferenza di Capigruppo che manca un'iniziativa da parte della maggioranza.



PRESIDENTE

La maggioranza ha incaricato il Vicepresidente Petrini di relazionare in merito.
La parola al Consigliere Brizio.
BRIZIO Il Vicepresidente Petrini, infatti, aveva predisposto un'ipotesi di ordine del giorno unitario e l' ha consegnato martedì ai membri della VII Commissione. A causa dei lavori elettorali, non è stato possibile concordare un incontro per esaminare quel documento.



PRESIDENTE

Siano distribuite le copie di quella bozza di ordine del giorno. La conclusione del dibattito sulle discariche verrà quindi iscritta al primo punto nell'o.d.g. della prossima seduta.
La parola al Consigliere Valeri.
VALERI Quell'ipotesi di documento è ancora piuttosto generica. Occorre ancora discuterne.



PRESIDENTE

In questi giorni potrà essere ancora oggetto di studio e di lavoro.


Argomento: Presidi privati di diagnosi e cura

Esame progetti di legge nn. 205 e 238: "Requisiti minimi dei laboratori di analisi di cui al D.P.C.M. 10/2/1984" (rinvio)


PRESIDENTE

Al punto 5) all'o.d.g. sono iscritti i progetti di legge nn. 205 e 238 che riguardano i laboratori di analisi. Anche questo argomento viene rinviato alla prossima seduta per l'assenza dell'Assessore competente.


Argomento:

Esame progetti di legge nn. 205 e 238: "Requisiti minimi dei laboratori di analisi di cui al D.P.C.M. 10/2/1984" (rinvio)

Argomento:

Esame progetto di legge n. 232: "Funzione del Centro di Soggiorno Pracatinat quale laboratorio didattico sull'ambiente"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 6) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 232.
La parola al relatore, Consigliere Villa.
VILLA, relatore La relazione allegata a questo progetto di legge dice molto chiaramente quali sono stati i criteri che ne hanno determinato la presentazione. La Commissione competente nel corso di un sopralluogo ha potuto constatare la funzione prevalente del laboratorio didattico e ne ha riconosciuto la validità. Il Centro di Pracatinat sta svolgendo un'azione molto importante che sta consolidandosi come strumento formativo. Numerose classi usufruiscono settimanalmente quella struttura per contatti con l'ambiente.
Proprio nell'ambito di questa concezione, in unione con i Ministeri della Pubblica Istruzione, dei Beni culturali ed ambientali, è stata concretata questa azione.
Credo che il giudizio positivo indicato dalla Commissione competente possa essere riconfermato all'unanimità anche dal Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.
BONTEMPI Intendo intervenire in merito a questo progetto di legge per ristabilirne il percorso. Esso approda finalmente grazie ad un'iniziativa rilevante da parte regionale ed una intesa raggiunta con i Ministeri della Pubblica Istruzione e dell'Ambiente.
Niente nasce da niente. La ristrutturazione del presidio di Pracatinat nasce dallo sforzo compiuto dalle Giunte di sinistra, sforzo piuttosto costoso anche in termini di popolarità. Quel presidio, ex sanatorio ospitava negli anni 1976/1977 diciassette degenti e centodue operatori. Il Partito comunista, attraverso i propri rappresentati in zona e in Consiglio, con la disponibilità dei compagni socialisti, segnatamente del compagno Moretti, allora Assessore al turismo, condusse una battaglia per trasformare quell'ospedale in un centro di soggiorno. Oggi è una realtà con una sua individualità e con la priorità di laboratorio didattico. Tutto questo lavoro è frutto di quella lotta e di quell'iniziativa.
Ricordo l'opposizione del Gruppo DC allo smantellamento di quello che era un finto ospedale, ricordo altresì che trovammo molti intoppi a qualsiasi diversione sull'uso di quella struttura. Ne è testimone il compagno Moretti quando, io dai banchi del Consiglio lui dai banchi della Giunta, conducevamo la battaglia. Per fortuna ci aiutò l'allora Assessore all'istruzione della Provincia, l'attuale Consigliera regionale e compagna Sestero. Quando presentammo la proposta di legge l'allora Presidente della Provincia Maccari, oggi Assessore regionale, non ci dette grandi aiuti per raggiungere questo risultato.
A me pare un caso esemplare perché attraverso una buona idea attraverso la costanza e il lavoro si è fatta crescere attorno a quell'idea una realizzazione alternativa. Abbiamo ottenuto che il personale di Pracatinat passasse all'USSL della Val Chisone, abbiamo resistito alle molte idee, anche dispersive, che in certi periodi vennero di fronte alle difficoltà del Centro di soggiorno e abbiamo mantenuto la qualificazione di soggiorno a fini prevalentemente didattici. Devo ricordare che, dopo le elezioni del 1985, in un giorno di grande calura, insieme con il funzionario Nevache, e con il compagno Rivalta, presentammo al Ministero il lavoro svolto dal laboratorio della riforma della Provincia.
Nel dichiarare la mia soddisfazione per questa operazione chiamo come compartecipi coloro che vi hanno lavorato, perché le intuizioni erano state giuste e perché il lavoro svolto ha dato dei buoni risultati tanto che oggi possiamo vantare una realtà unica in Italia che merita attenzione, e la legge è un segno, merita investimenti, merita un peso adeguato insieme ad altri problemi che la Comunità montana ha portato avanti, come il recupero del Forte di Fenestrelle, il piano di forestazione e così via.
In Commissione abbiamo dato voto favorevole a questo progetto di legge perché appartiene a quel filone ispiratore, appartiene a quelle operazioni di innovazione e di coraggio di cui le Giunte di sinistra seppero dare prova, nonostante le più o meno opportunistiche resistenze locali da parte di alcuni Partiti che facevano parte della maggioranza e da parte di altri Partiti che intendevano resistere, cosa che hanno fatto per alcuni mesi per voler mantenere i centodue operatori di Pracatinat e i dodici o tredici assistiti.
Ricordo che la nostra funzione di opposizione, nel momento in cui votiamo una legge, è anche una funzione di governo. Questa legge è più figlia nostra o almeno figlia di quella ispirazione, che non di questa Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.
MARCHINI Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il nostro Gruppo esprime giudizio positivo e soddisfazione per la conclusione alla quale perveniamo.
E' indubbiamente un merito da ascriversi al lavoro che ha le sue radici in anni passati.
Devo però esprimere alcune riflessioni preoccupanti. Questo intervento se non opportunamente graduato, pilotato e gestito, rischia di aggravare gli inconvenienti determinati dall'esistenza di questa struttura nel Parco dell'Orsiera-Rocciavrè. Infatti alcuni fondatori del parco non conducono più i ragazzi per le visite naturalistiche perché quell'area è soggetta ad una pressione umana troppo pesante. Quindi, andiamo pure avanti con questo istituto, ma stiamo attenti perché questi interventi hanno, come tutte le medaglie, il loro rovescio e cioè che la vocazione a parco di quell'area e di quella parte dell'Orsiera-Rocciavrè viene in qualche misura compromessa.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, possiamo passare alla votazione del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 36 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 36 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 36 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 36 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 36 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 36 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 6 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 33 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Polizia rurale, urbana e locale

Esame legge rinviata dal Governo relativa a: "Norme in materia di polizia locale"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della legge rinviata dal Governo relativa a: "Norme in materia di polizia locale", di cui al punto 8) all'o.d.g.
Non essendovi interventi possiamo passare alla votazione dell'articolo modificato.
ART. 17 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 24 Consiglieri si sono astenuti il Consiglieri.
L'art. 17 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 24 Consiglieri si sono astenuti 11 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Enti strumentali

Esame proposta di deliberazione n. 611: "Approvazione programma di attività 1987 dell'Istituto di Ricerche Economiche Sociali del Piemonte"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 9) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 611.
Il Presidente della I Commissione comunica che nella seduta odierna la Commissione stessa ha espresso all'unanimità parere favorevole in merito al documento sul programma di attività dell'IRES per il 1987. Il provvedimento è soggetto all'approvazione del Consiglio regionale.
Pongo in votazione la deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 33 voti favorevoli e 2 astensioni.


Argomento: Spesa socio - assistenziale

Esame proposta di deliberazione n. 602: "Fondo per la gestione dei servizi socio-assistenziali di cui alla L.R. n. 20/82 - Assegnazione alle Unità Socio-Sanitarie Locali di una ulteriore quota per l'anno 1987, compresa la gestione ex ONPI relativa al 1986"


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. la proposta di deliberazione n. 602 che riguarda l'assegnazione alle Unità Socio-Sanitarie Locali di un'ulteriore quota per l'anno 1987.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata con 33 voti favorevoli e 3 astensioni.
Su tale proposta di deliberazione chiede di intervenire per l'illustrazione il Consigliere Devecchi. Ne ha facoltà.
DEVECCHI Si tratta di una deliberazione, proposta dall'Assessore all'assistenza Carletto, che riguarda l'erogazione del 70% del fondo per la gestione dei servizi socio-assistenziali stanziato per l'anno 1987. Il fondo è ritenuto piuttosto esiguo, tuttavia è necessario erogarlo e farlo pervenire alle UU.SS.SS.LL. nei tempi più brevi possibili.
L'ulteriore 30% sarà erogato, secondo le premesse fatte dall'Assessore entro la fine dell'estate. Si terrà conto di alcuni correttivi venuti dall'esperienza degli ultimi anni, ma soprattutto di quella dell'anno scorso. Si potranno correggere, quindi, eventuali errori o sopperire ad eventuali manchevolezze che si fossero riscontrate in questa prima fase.
Raccomando al Consiglio l'approvazione della deliberazione stessa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Acotto.
ACOTTO Daremo voto contrario a questa deliberazione che rappresenta la ripartizione di un'ulteriore quota del fondo socio-assistenziale previsto dalla L.R. n. 20. Siamo contrari perché questo fondo rimane ampiamente inadeguato e, in occasione dell'assestamento al bilancio di quest'anno abbiamo condotto considerazioni critiche e proposte, respinte peraltro dalla Giunta, per un adeguato rimpinguamento del fondo medesimo. Infatti questo fondo, pur avendo avuto un incremento del 10% rispetto all'anno scorso, non riesce ancora a recuperare lo sforzo che era stato compiuto fino al 1985, per cui in questi anni abbiamo assistito ad una diminuzione dei fondi afferenti i servizi socio-assistenziali.
Il nostro voto contrario vuole marcare una posizione negativa non tanto sulla deliberazione che rappresenta un semplice riparto di somme che vengono destinate alle UU.SS.SS.LL., ma sul fatto che si tratta di un fondo del tutto inadeguato, sul quale abbiamo già espresso una posizione negativa.
Resterà da valutare come verrà assegnato il restante 30% dei fondi per il comparto socio-assistenziale, sul quale gravano pesantissime incertezze circa 1 destini dell'applicazione della L.R. n. 20.
La Giunta non è stata in grado di dare spiegazioni in Commissione pensiamo che almeno in Consiglio potrà dire, non solo a noi, ma a tutta la comunità regionale, cosa intende fare a questo riguardo. Di qui al 31 ottobre sarà difficile fare operazioni, di tipo legislativo consistenti quindi la Giunta dovrà assumere una posizione precisa a questo riguardo altrimenti il restante 30% del fondo sarà di incerta collocazione rispetto al quadro istituzionale previsto dalla L.R. n. 20.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Carletto.
CARLETTO, Assessore all'assistenza Questo riparto consente alle UU.SS.SS.LL. di erogare una parte consistente dei fondi necessari per gestire i servizi assistenziali.
Abbiamo deciso di scorporarli in due provvedimenti per evitare che le UU.SS.SS.LL. abbiano difficoltà di cassa e si trovino nella necessità di interrompere i servizi. Il 70% del fondo viene erogato sulla base dei parametri relativi a popolazione e territorio; il restante 30% verrà proposto dalla Giunta regionale sulla base di programmi e di progetti che le UU.SS.SS.LL. dovranno realizzare nel 1987. Sono anch'io convinto, come lo sono tutti, che i fondi per il settore socio-assistenziale sono inadeguati rispetto alle necessità e la Giunta regionale in più occasioni ha tentato di recuperare delle risorse, purtroppo con risultati ancora insufficienti che ci auguriamo di migliorare in futuro.
Devo contestare quanto asserisce il Consigliere Acotto che dal 1985 c'è stato un calo di risorse regionali in questo settore. In realtà il calo è stato nelle risorse che lo Stato ha trasferito alla Regione. Fino al 1985 infatti l'Amministrazione regionale e l'allora Assessore hanno potuto distribuire risorse statali maggiori che dal 1985 non si sono più realizzate. Le risorse proprie dell'Amministrazione regionale sono andate invece in aumento e anche quest'anno rispetto a quello passato coprono abbondantemente e per una quota maggiore l'inflazione il cui tasso abitualmente è preso come punto di riferimento per valutare questi parametri. Non solo, ma dall' 1 gennaio 1987 si realizza la deliberazione attuativa del decreto dell'8 agosto che consente di scaricare sul Fondo sanitario i costi a rilievo sanitario che attengono a strutture socio assistenziali. Quindi, a me pare più corretto dire che complessivamente le risorse destinate dalla Regione in questo settore sono cresciute rispetto al passato concorrendo il socio-assistenziale, ma anche la sanità.



PRESIDENTE

Pongo in votazione la deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 25 voti favorevoli, 12 contrari e 3 astensioni.


Argomento: Ristrutturazione industriale

Esame proposta di deliberazione n. 609: "Ratifica (ai sensi dell'art. 40 dello Statuto) della deliberazione G.R. n. 176-13654 'Regolamento CEE n. 219/84 - Adeguamento del programma speciale per la Provincia di Vercelli alle osservazioni della CEE - Modifiche alla deliberazione del Consiglio regionale n. 422-3747 del 19/3/87. Deliberazione assunta con i poteri del Consiglio regionale ai sensi dell'art. 40 dello Statuto"


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. la proposta di deliberazione n. 609.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata con 33 voti favorevoli e 3 astensioni.
La parola al Consigliere Calligaro.
CALLIGARO Nelle precedenti deliberazioni si classificavano i vari progetti del Regolamento n. 219 della Comunità Europea. Il BIT aveva priorità assoluta risultavano rilevanti altri progetti, risultava sostanzialmente non rilevante questo progetto di analisi di opportunità di sviluppo della piccola e media impresa e con essa la realizzazione di grandi progetti di investimento infrastrutturale. Così retrocesso, si aveva la certezza che non sarebbe stato finanziato. Tra l'altro, le risorse, finanziarie richieste per l'insieme dei progetti era superiore alla cifra ottenibile vi era un ampio margine per poter selezionare i progetti.
Esclusi tutti i progetti inerenti il tessile si crea una situazione del tutto nuova; è probabile che tutti i progetti presentati vengano finanziati e, se tutti vengono finanziati, ci avviciniamo solo in parte alla cifra ottenibile. Il progetto: "Analisi dell'opportunità di sviluppo della piccola e media impresa connessa alla realizzazione di grandi commesse" corre il rischio di essere un trasferimento di risorse all'Associazione Industriale di Vercelli senza alcun seguito.
Noi sosteniamo che la centrale nucleare non debba essere costruita, ma siamo aperti a discutere i progetti. La centrale nucleare ha la possibilità di essere realizzata? Si può legare il progetto, come si è legato, alla conferma delle previsioni del Piano Energetico Nazionale? Il PEN esiste da diversi anni, non per questo le centrali sono state realizzate, di nessun tipo purtroppo. Abbiamo in sostanza l'impressione che riferiamo questo progetto ad un'opera infrastrutturale assolutamente incerta nella realizzazione. Sarebbe allora opportuno presentare quei progetti che certamente possono avere attuazione, altrimenti si rischia di trasferire 262 milioni di lire all'Associazione Industriale di Vercelli per un'analisi sull'opportunità di sviluppo della piccola e media impresa, ma potrebbero, a quel punto, mancare le grandi commesse e sarebbero soldi sprecati. Legare il progetto solo alla conferma della previsione del Piano Energetico Nazionale, di realizzazione di una centrale nucleare, ci pare un sotterfugio, in effetti. Per questo preferiremmo che venisse soppressa a pag. 3 tutta quella parte inerente l'analisi dell'opportunità di sviluppo della piccola e media impresa connessa alle grandi commesse infrastrutturali e venisse soppresso anche il progetto. Se questa richiesta verrà accettata, voteremo tutta la deliberazione, altrimenti chiederemo di votare questa parte stralciandola dall'insieme della deliberazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Genovese.
GENOVESE, Assessore all'industria Signor Presidente e colleghi, sono un po' imbarazzato nel ritornare per la terza volta sul programma di applicazione della Direttiva CEE n. 219 che riguarda il fuori quota tessile perché, con il passare del tempo e stante il rapporto che abbiamo avuto con gli uffici della CEE, ai fini della sua valutazione preventiva, si sono costituite rigidità da cui è difficile ritornare indietro ed inoltre sono cambiati i termini di presentazione del programma che avevamo immaginato. Già nel 1985 si erano verificate delle difficoltà per il Comitato comprensoriale, per la decisione regionale di assegnare a singoli soggetti la presentazione di ipotesi di progetto e di riservarsi un ruolo di coordinamento e di integrazione dei vari progetti e dei vari soggetti proponenti; difficoltà poi accresciute per l'interpretazione data in un primo tempo dal Ministero dell'Industria al Regolamento CEE n. 219 e per la valutazione che invece delle stesse disposizioni attuatine del Ministero dell'Industria, è stata data dalla struttura tecnica della CEE. Ciò ha già determinato una prima rielaborazione da parte della Regione e la riapprovazione da parte del Consiglio regionale del "programma speciale" per la Provincia di Vercelli attuativo del Regolamento n. 219; oggi questo, nuovamente rielaborato ritorna in Consiglio per la ratifica in quanto ha già costituito oggetto di deliberazione della Giunta regionale. Ciò perché in sede tecnica è stato precisato che il programma non poteva essere preso in considerazione se non avessimo stralciato tutti 1 progetti riguardanti lo sviluppo del settore tessile e meccano-tessile; quindi, anche le attività innovative riguardanti il settore tessile che avevamo evidenziato nella seconda stesura del programma in cui, a fronte delle richieste della CEE, avevamo già suddiviso i progetti tra quelli che riguardavano il tessile e gli altri progetti che facevano parte del programma. Di conseguenza, si è preceduto con una deliberazione d'urgenza della Giunta, nel periodo di non convocazione del Consiglio regionale peraltro, preceduta da una comunicazione alla IV Commissione consiliare permanente, alla quale avevo esposto la proposta poi approvata dalla Giunta regionale, di stralciare tutti i progetti che avevano attinenza con il tessile e di prendere atto che la somma a disposizione per la redazione dei vari progetti (9 miliardi e 700 milioni) era sufficiente a coprire (anzi, avevamo un piccolo avanzo) tutti i progetti che rimanevano. Ciò ha comportato quindi il venir meno delle indicazioni prioritarie che avevamo fissato con la prima e la seconda deliberazione di Consiglio regionale, di approvazione delle prime modifiche del programma speciale per l'area di Vercelli. Nella seconda stesura non veniva peraltro esclusa la considerazione, da parte della CEE, del progetto specifico di consorzio tra la piccola e media impresa per la realizzazione di opere collegate a grandi commesse, a cui si è riferito il collega Calligaro, limitandoci ad indicarne l'eventuale priorità solo in caso di conferma nel PEN della centrale di Trino. Nella deliberazione ci riservavamo in presenza di diverse decisioni della CEE di ritornare sull'esame dei progetti finanziabili in considerazione del fatto che nella sostanza - al di là di come viene definito dalla CEE il programma, cioè come insieme di progetti - siamo di fronte ad "un'ipotesi" di progetti.
Infatti, dopo la dichiarazione di ammissibilità a finanziamento da parte della CEE - che non significa l'ammissione al finanziamento che è altra cosa - si procederà alla stesura dei progetti esecutivi da parte dei soggetti richiedenti e la Regione dovrà ancora esprimersi dando il proprio giudizio ai fini dell'ammissione. Caduta la possibilità di indicazione di priorità, sono state formulate in sede di IV Commissione le obiezioni che il Consigliere Calligaro ha già richiamato in aula.
Avevo fatto presente allora che non ritenevo possibile stralciare ed escludere completamente, come non ammissibile, il progetto presentato dall'Associazione Industriale di Vercelli, in quanto, sia pure inserendolo all'ultima categoria di priorità, già per due volte il Consiglio regionale del Piemonte si era espresso in modo quasi unanime, per l'inclusione fra i progetti di cui si chiedeva l'esame di ammissibilità al finanziamento. Non c'erano nuove motivazioni, rispetto alla stesura precedente, per portare all'esclusione della richiesta di valutazione, ai fini dell'ammissibilità al finanziamento di questo progetto. Essendo cadute le indicazioni di priorità ho proposto alla Giunta regionale e alla Commissione, in sede di esame della deliberazione assunta dalla Giunta, una stesura prudente del testo propositivo della deliberazione per riservarci una particolare e successiva valutazione in sede di esame del progetto esecutivo.
Si è richiamato, nella nuova proposta, ciò che è contenuto nelle due deliberazioni precedenti, considerando che il Consiglio aveva sempre ritenuto tale progetto rilevante solo qualora ci fosse una conferma, al di là del giudizio di questa assemblea, da parte del Governo centrale dell'indicazione del Piano Energetico Nazionale per la realizzazione della centrale nucleare di Trino.
Tale formulazione, peraltro, era stata definita e scritta dalla IV Commissione consiliare, mentre per le mie posizioni personali non ero per nulla d'accordo. Tuttavia, avevo allora acceduto a questa indicazione della Commissione, mentre a me personalmente non piaceva molto subordinare la rilevanza del progetto alla realizzazione della centrale elettronucleare di Trino. Questa è la stesura definita all'interno della IV Commissione consiliare e che qui è stata ripresa.
Non posso quindi che ripetere, anche se dispiaciuto, quanto ho detto in Commissione consiliare a nome della Giunta, che poi ha deliberato in questo senso. Non mi sento per correttezza di accedere alla richiesta di esclusione del progetto in questione, dopo due deliberazioni del Consiglio regionale quasi unanimi (credo meno un voto o due) che ne hanno riconosciuto la proponibilità ai fini dell'ammissione al finanziamento, sia pure con le cautele del caso che nella deliberazione sono ben presenti.
Infatti, questo è l'unico progetto per cui ci riserviamo esplicitamente un particolare approfondimento ed una speciale valutazione in sede di esame del progetto esecutivo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Guasso.
GUASSO Ricordo le altre due, stesure. Nell'ultima riunione di Commissione rilevammo che questo progetto acquisisce un titolo del tutto nuovo perch si tratta di un'analisi dell'opportunità di sviluppo della piccola e media impresa connessa alla realizzazione di grandi progetti di investimento infrastrutturale. Ecco perché abbiamo rimesso in discussione le prime due formulazioni.
GENOVESE, Assessore all'industria Nella seconda stesura era già così.
GUASSO In IV Commissione feci un'osservazione non tanto sull'eventualità o meno della centrale nucleare, ma sulla credibilità che un progetto potesse decollare per avviare una piccola e media industria che rispondesse agli ordini delle grandi opere infrastrutturali. Questa era l'osservazione che abbiamo aggiunto alle cose dette dal mio compagno di Partito Calligaro un momento fa.
Volevo ricordare questo perché nella discussione in Commissione e nei rapporti che si sono instaurati prima con il Ministero e poi con la CEE sono maturati alcuni aspetti di novità nel progetto stesso, per cui i nostri dubbi sono duplici.
Saremmo tutti lieti che la piccola e media industria potesse essere messa in condizione di rispondere alle domande delle grandi opere infrastrutturali, al momento però non è così.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Genovese.
GENOVESE, Assessore all'industria Scusi, signor Presidente, vorrei solo aggiungere che rispetto a questo come ad altri progetti inseriti nel programma, ho anch'io dubbi non secondari. Le procedure richieste dalla CEE di approfondimento e definizione del programma sono molto aperte e nella sostanza avremmo anche potuto destinare ad un'azione non ancora definita in questa fase una quota del finanziamento ammissibile. Ma questa è una scelta che non abbiamo fatto nelle due precedenti stesure del programma, come ho spiegato in IV Commissione, e mi trovo in imbarazzo oggi a proporla tant'è che non l' ho fatto. Avrei anche potuto non affrontare questo argomento; l' ho detto e lo ripeto con molta tranquillità. Anche per me rimangono dubbi su questo come su altri progetti che sono stati inseriti. Non mi sento di dire soprattutto a fronte della nuova legge sulle opere pubbliche, che qualora ci sia la professionalità e la capacità di individuazione dei percorsi per migliorare e sostenere la capacità di collaborazione fra la piccola è media impresa per le grandi infrastrutture, che questa non debba essere aiutata.
Altrimenti la piccola e la media impresa, a fronte della nuova legge sulle opere pubbliche, rischia di essere tagliata da ogni possibilità di concorrere all'assegnazione di grandi commesse.
GUASSO Rischia di essere ancor più tagliata.
GENOVESE, Assessore all'industria Rischia di essere ancor più tagliata rispetto a tutte le commesse di opere pubbliche e di infrastrutture di una qualche rilevanza economica e tecnica.
L'orientamento da noi scelto, sul quale esistono dubbi, ma sul quale abbiamo meditato, è quello di rinviare ad una fase successiva un ulteriore approfondimento, al momento della presentazione di un progetto esecutivo.
Questo progetto dice troppo poco, come peraltro altri che non abbiamo richiamato specificamente, in ordine alla realizzabilità e alla credibilità operativa delle ipotesi di progetto presentate. Secondo informazioni avute dalla CEE, nulla vieta che in sede di valutazione dei progetti esecutivi la Regione provveda a stralciare quei progetti che non paiono ammissibili conosciuto lo sviluppo dell'idea progettuale, e a richiedere alla CEE una diversa finalizzazione delle somme liberate; tenendo altresì conto che sulla base delle prime informazioni avute della CEE, per quanto riguarda l'applicazione del Regolamento CEE n. 219 a favore delle singole imprese che ricadevano nell'ambito di operatività del decreto legge n. 902, pare che circa 3 miliardi di lire italiane non siano stati utilizzati e potranno essere spostati su progetti speciali da indicarsi da parte della Regione.
Nulla vieta che dopo il primo esame della Regione e dopo una nostra valutazione più puntuale dei progetti esecutivi, qualora i dubbi fossero confermati, ci sia la scelta di destinare le risorse liberabili e quelle quantificate dalla CEE, che non saranno state utilizzate direttamente dalle imprese attraverso gli istituti bancari italiani, per interventi di innovazione e di ammodernamento nell'area di Vercelli e, per nuove azioni che il Consiglio dovrà individuare.
A causa delle odierne difficoltà, ma anche per le valutazioni che abbiamo fatto, credo di dover confermare il testo della deliberazione portato all'attenzione della Commissione prima della deliberazione di urgenza della Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valeri.
VALERI Non vorrei aver frainteso, ma il discorso sulle risorse libere non mi sembrava in contrapposizione all'eventualità che tra di esse risultassero anche parti di fondi non utilizzati, e quindi una disponibilità ad accantonare temporaneamente questo progetto per verificarlo ulteriormente e, nella eventualità, finanziarlo successivamente.
GENOVESE, Assessore all'industria No, vi è un fraintendimento.
VALERI Ne prendo atto e chiediamo il voto sull'emendamento presentato dal collega e compagno Calligaro. Ricordo che l'emendamento è coerente con il voto unanimemente espresso in IV Commissione ed in quest'aula con il quale a fronte di un monte progetti che superava di gran lunga il monte delle risorse disponibile, questo progetto era stato collocato agli ultimi posti in modo da non consentirne il finanziamento.
Se non si intende suffragare la concezione in base alla quale i finanziamenti vanno comunque chiesti, anche su cose non convincenti l'approvazione di tale emendamento si presenta come una scelta obbligata tanto più che dalle parole dell'Assessore traspariva che vi sono margini successivamente, perché eventuali quote non utilizzate delle risorse CEE possano essere utilizzate su nuovi progetti.
GENOVESE, Assessore all'industria E' in sede di progetto esecutivo, se si motiva il non accoglimento, che si può chiedere il trasferimento su un'altra azione, ma nel momento dell'approvazione del programma bisogna indicare l'impegno richiesto altrimenti ce chiedi un miliardo in meno è un miliardo in meno.
VALERI A noi pare che sia un non senso prevedere il finanziamento di un progetto che rischia di ridursi ad una mera attività di studio, senza alcun beneficio concreto, in quanto le sue finalità rischiano di annullarsi in presenza di mutamenti delle scelte energetiche nazionali.
A noi pare che questo sarebbe anche un segnale politico sbagliato dato al mondo imprenditoriale e alle popolazioni interessate dalla centrale nucleare.
Il sovraccaricare questa materia tuttora irta di interrogativi con la proposizione di un progetto che si giustifica soltanto nella prospettiva della costruzione della centrale ci pare del tutto inopportuno e sconsigliabile. Per questo insistiamo sull'emendamento auspicando che vi sia un ripensamento da parte della Giunta e da parte della maggioranza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro.
CALLIGARO Il Gruppo comunista ha chiesto di votare la deliberazione per parti separate.



PRESIDENTE

La deliberazione viene pertanto posta in votazione per parti separate.
Pongo in votazione le pagg. 1 e 2. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva con 37 voti favorevoli e 3 astensioni.
Pongo in votazione la pag. 3 (dalle parole "di precisare che" fino a "Trino Vercellese").
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva con 24 voti favorevoli, 14 contrari e 2 astensioni.
Pongo in votazione la pag. 3 (dalle parole "La presente deliberazione sarà sottoposta" fino alla fine).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva con 33 voti favorevoli e 3 astensioni.
Risulta pertanto ratificata la deliberazione della Giunta regionale.


Argomento: Presidente della Giunta Regionale

Esame progetti di legge nn. 113 e 128: "Interventi nei confronti di associazioni ed enti a struttura associativa, finalizzati al sostegno delle attività svolte a favore di cittadini disabili" (rinvio)


PRESIDENTE

Propongo infine di iscrivere all'o.d.g. i progetti di legge nn. 113 e 128.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata con 33 voti favorevoli e 3 astensioni.
La parola al Consigliere Marchini.
MARCHINI Il nostro Gruppo chiede che si sospenda e venga svolto questo argomento in altra seduta perché il nostro Gruppo intende predisporre degli emendamenti.



PRESIDENTE

Da parte del Consiglio non c'è alcuna opposizione a questa richiesta quindi il progetto di legge verrà discusso nella prossima seduta con gli argomenti non approvati in questa seduta, ma che lo saranno nella prossima.
Ricordo che i Capigruppo sono convocati venerdì in quanto si è cambiato lo schema, questo per poter comunicare a tutti i Consiglieri l'o.d.g.


Argomento:

Esame progetti di legge nn. 113 e 128: "Interventi nei confronti di associazioni ed enti a struttura associativa, finalizzati al sostegno delle attività svolte a favore di cittadini disabili" (rinvio)

Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

Le interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegate al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 16,50)



(La seduta ha termine alle ore 16,50)



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