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Dettaglio seduta n.90 del 28/05/87 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


VIGLIONE ALDO


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale" comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Biazzi, Calligaro, Carazzoni, Croso, Gallarini, Genovese, Paris e Ratti.


Argomento:

a) Congedi

Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale della seduta in corso.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge

Argomento:

c) Deliberazioni adottate dalla Giunta regionale


PRESIDENTE

L'elenco delle deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nella seduta del 12 maggio 1987 - in attuazione dell'art. 7, secondo comma, della L.R. 6/11/1978, n. 65 - in materia di consulenze ed incarichi, è depositato e a disposizione presso il Servizio Aula.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Esame proposta di deliberazione n. 605: "Integrazione Giunta regionale: sostituzione Assessori Cerutti e Sartoris (art. 35, secondo comma, dello Statuto)"


PRESIDENTE

Il punto 3) all'o.d.g. prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 605: "Integrazione Giunta regionale: sostituzione Assessori Cerutti e Sartoris (art. 35, secondo comma, dello Statuto)".
Il Presidente della Giunta regionale ha inviato la seguente lettera: "Con riferimento alle dimissioni di due Assessori dalla Giunta regionale propongo al Consiglio regionale di provvedere alla sostituzione degli stessi con i Consiglieri Gianpaolo Brizio e Andrea Mignone".
Mi è inoltre giunta la seguente lettera del Consigliere Mignone: "Con la presente rassegno le mie dimissioni da componente, in qualità di Consigliere Segretario, dell'Ufficio di Presidenza. Rivolgo a lei, ai Vicepresidenti, ai colleghi Segretari, un vivo ringraziamento per quanto di positivo ho potuto ricavare da questa esperienza, di cui conserverò un piacevole ricordo nel comune impegno per il rispetto delle regole parlamentari e per il consolidamento di istituzioni regionali autorevoli.
Rassegno altresì le dimissioni da Presidente della III Commissione".
Si aprono di conseguenza i problemi relativi all'integrazione dell'Ufficio di Presidenza e alla Presidenza della III Commissione. La Commissione provvederà alla sostituzione del Presidente e i Capigruppo stabiliranno i tempi e le modalità per l'integrazione dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale.
Ha ora la parola il Presidente della Giunta, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ho proposto suo tramite signor Presidente, al Consiglio regionale di individuare nei colleghi Mignone e Brizio i nuovi Assessori regionali in sostituzione dei due colleghi Cerutti e Sartoris, le cui dimissioni sono state prima d'ora accolte dall'assemblea. Due ex colleghi per la verità i quali stanno rivolgendo in questo tempo le loro attenzioni, i loro sforzi verso il prestigioso Parlamento romano.
Mentre in altri livelli di gestione della comunità locale evidentemente richiamandosi ad alcune verifiche in corso, è stato ritenuto da parte delle stesse forze politiche che avevano dato vita alla maggioranza di pentapartito di proiettare oltre la scadenza elettorale la riproposizione del quadro politico gestionale, in Regione, a seguito di ogni più utile approfondimento, è stato convenuto di procedere all'immediata ricomposizione delle presenze. Con ciò riscoprendo e riaffermando la validità delle scelte compiute in Regione nel luglio 1985 quindi concordando con le valutazioni di altre forze politiche non di governo, le quali ritengono che la mancanza in settori tanto importanti dell'attività regionale di un diretto delegato dell'esecutivo rallenti e di fatto paralizzi un'azione di governo che coinvolge molti e delicati interessi collettivi e che questo vuoto non possa ritenersi superabile con l'assunzione interinale delle funzioni da parte del Presidente della Giunta regionale.
Con estrema semplicità riteniamo di aver dato una risposta alle attese del Piemonte. Lo dico, evidentemente pensando ad alta voce, per lealtà che altro intervento avrei svolto oggi nel caso che i cinque partiti, che sorreggono il governo regionale, avessero suggerito di soprassedere le odierne determinazioni in una visione più complessiva del percorso operativo e del quadro di questa Giunta. Questo non è avvenuto: da qui la concordia propositiva, mai dismettendo e rinunciando da parte della maggioranza, così come avevo manifestato in sede di approvazione del bilancio, la volontà di perfezionare una presenza, verificandone il vigore la puntualità ed il rispetto degli impegni e delle proposte, la razionalità degli atteggiamenti e dei risultati, la causalità e gli effetti confrontando l'efficienza della macchina con l'esigenza di migliorarne il prodotto, anche attraverso l'organicità delle espressioni e il perfezionamento delle singole attribuzioni.
Non mi resta altro che chiedere alla cortesia del Consiglio di votare i colleghi proposti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Abbiamo saputo dagli organi di informazione che si tratta delle nomine ad Assessori dei Capigruppo della DC e del PSDI, i Consiglieri Brizio e Mignone, i quali comunque mantengono la carica di Capigruppo. La conferma è venuta nella sede della Conferenza dei Presidenti dei Gruppi che ha preceduto la seduta odierna del Consiglio.
Ci saremmo aspettati che il Presidente dichiarasse in aula, così come è stato detto sugli organi di informazione, che si trattava di una soluzione provvisoria e temporanea. Questo è il punto politico di questa soluzione.
Questo chiarimento è utile affinché il Consiglio possa fare le sue valutazioni prima di passare al voto. Forse il Presidente non ha detto queste cose, che invece erano contenute in quel comunicato, perché è consapevole che si tratta di una pessima soluzione, di un vero e proprio pasticcio.
Infatti come può qualificarsi diversamente l'operazione a cui assistiamo oggi? La sostituzione di due Assessori non viene affrontata e risolta in modo lineare, ma viene affrontata con un'operazione esplicitamente definita provvisoria con una figura non costretta dallo stato di necessità e inventata perché i numeri ci sarebbero stati, per il Gruppo PSDI e tanto più per il Gruppo DC, per sostituire il Capogruppo e per corrispondere a quella che è la normale dialettica istituzionale tra i Gruppi in Consiglio. E' una abnormità istituzionale vera e propria, non necessaria e non necessitata. Non si comprende davvero quale possa essere stata la motivazione se non quella di usare spregiudicatamente le regole a fini di parte, a fini di composizione dei problemi esistenti all'interno della maggioranza e all'interno dei Gruppi, arrivando ad una soluzione confusa che non sta assolutamente in piedi.
Il fatto avrebbe avuto un altro senso se questa maggioranza avesse ritenuto di proporre i Capigruppo, che sono comunque i responsabili politici di due Gruppi, importanti, l'uno di maggioranza relativa e l'altro comunque importante, quello del PSDI, per rafforzare la Giunta. Ma non è così. Si dice che vanno a tenere il posto fino alla scadenza elettorale dopo ci sarà una verifica, che a noi pare molto mirata per una logica a cui abbiamo assistito in questi anni, ma che ancora oggi si sta manifestando che è quella della spartizione delle aree di influenza o di potere. Siamo di fronte ad una situazione debolissima.
In un'interrogazione chiedevamo di comunicarci quando e come sarebbero stati sostituiti gli Assessori di settori importanti. Chiedo al Consiglio e alle forze di maggioranza come si possa pensare di spacciare questa soluzione provvisoria come risposta ai problemi di settori importanti come quelli. Sappiamo tutti e lo sapete voi prima di tutti che ci vogliono dei mesi prima di poter prendere possesso di un Assessorato e di riuscire ad impadronirsi dei meccanismi. E' una finta, la soluzione provvisoria non corrisponde al vero? Si tratta di una scelta già fatta e adottata? Allora la si definisca così, si separino le responsabilità degli Assessori da quella dei Gruppi e non si tenga insieme tutto quello che non può essere tenuto insieme.
Il PSI e altre forze politiche della maggioranza hanno dichiarato l'intenzione di andare ad una verifica sulle deleghe, sulle aree di influenza, sulla distribuzione del potere; peraltro il Capogruppo della maggioranza Marchini, a cui riconosciamo autorevolezza ed espressione di sintesi, in VII Commissione ha preannunciato addirittura che la situazione d'ora in poi è quella di una Giunta sostanzialmente ibernata, ingessata, in mora. Ebbene, mi sembra che concorrano tante e tali condizioni per dire che questa operazione è fatta all'insegna di una dialettica tutta interna ai Partiti per questa comprensibile lotta sulle questioni del potere, delle deleghe, delle competenze. Si stanno creando dei pasticci e della confusione. Non si sa infatti quale sia la vera situazione. Può essere la provvisorietà, ma può essere anche la finta della provvisorietà. Certo stabilità e certezza di governo sono altre cose, non stanno più qui anche dopo questa operazione. Tra le ipotesi possibili mi chiedo se quella di rimandare la verifica al dopo elezioni, che noi contrastiamo perché ci pare profondamente sbagliata, non abbia almeno il pregio di essere più chiara.
L'alternativa è quella che ho proposto, sulla quale spero qualcuno intervenga per illustrare che cosa avverrà in ordine alla provvisorietà e alla condizione di verifica politica. La soluzione più lineare era quella di sostituire gli Assessori e di mettere in condizione la Giunta di operare, che sappiamo ha dei grandi problemi di efficienza, di operatività e di governo. Si aumentano i problemi nella confusione e con un'operazione che si presta al ridicolo anche per questa assolutamente non necessitata coincidenza di figure politiche che non saranno sostituite nel ruolo di Capigruppo. I problemi urgenti della comunità piemontese stanno altrove.
Gli strumenti di governo segnano l'incapacità di governare. Lunedì è saltata la nomina del Presidente del CSI dopo più di un anno da quando erano state effettuate le nomine regionali e questo ente strumentale è ora in condizioni di ordinaria amministrazione e di non governo, salvo che si decida, come auspicherei, vista l'impossibilità di trovare un accordo all'interno della maggioranza sulla nomina di un Presidente, che si proroghi quello sinora in carica che ha ben governato il CSI. Anche la Finpiemonte è in una situazione paradossale. All'o.d.g. di oggi sono iscritte due deliberazioni che riguardano la Finpiemonte, tra l'altro una delle due rappresenta un indirizzo preso dal Consiglio in contrasto clamoroso con quello del Presidente della Finpiemonte. Vengono rinviatele assemblee, vengono rinviate le sedute dei Consigli di amministrazione siamo in una situazione pesante di non governo e non solo li.
Ho voluto portare questi esempi perché si collegano con i fatti, con i ritardi che si stanno accumulando per effetto di una situazione politica pasticciata, confusa e senza respiro.
Ai due colleghi, Mignone e Brizio, che ho apprezzato lavorando loro insieme per tanti anni, avrei volentieri fatto gli auguri di buon lavoro ma per che cosa? Perché faranno gli Assessori o perché torneranno presto alla Presidenza dei Gruppi? Può essere un augurio alle persone, perché sul piano politico non conosciamo né il senso né la consistenza né la durata di questa soluzione. E' chiaro che vanno in una situazione in cui anche la loro stessa autorevolezza, come quella della Giunta, viene ad essere profondamente scalfita da un'operazione politica ambigua e ridicola.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, l'intervento del Consigliere Bontempi è stato molto corretto, di quella correttezza che gli avvocati chiedono nelle Preture al pubblico ministero. Il pubblico ministero è un avvocato che viene chiamato a svolgere una funzione di pubblica accusa rispetto ad una questione di cui conosce poco o niente. I comportamenti di questi colleghi, che conoscono poco o niente della questione, possono essere corretti o scorretti nei confronti degli altri colleghi. La correttezza consiste nell'essere duri e provocatori, nel chiedere forti condanne e nell'esprimere pesanti giudizi. Così facendo mettono l'avvocato difensore nelle condizioni di far bella figura per poco che porti a casa.
Ci sono invece avvocati, pubblici ministeri nella specie, non corretti verso i colleghi della difesa, che chiedono sempre l'assoluzione con formula piena, il che mette l'avvocato difensore in grande difficoltà.
Quindi, come sempre avviene, l'imputato viene condannato e il suo giudizio è sempre questo: "Se il mio avvocato fosse stato zitto mi avrebbero assolto".
Non mi adonto più di tanto dei termini forti che ha usato il collega Bontempi che sono espressione della sua sensibilità e della sua forte tensione politica per capire, come persona e come forza politica, i processi all'interno dei quali si muove il Consiglio e la maggioranza e per potersi atteggiare di conseguenza. Ritengo però che abbia sbagliato obiettivo, perché il destinatario di questi giudizi non è il Presidente della Giunta che, con una terminologia ricercata da frequentatore di circoli di un certo tipo, ha parlato di "perfezionare una presenza e tendere quindi al perfezionamento delle deleghe".
Perfezionare vuol dire essere il più vicino possibile alla perfezione vuol dire cambiare qualcosa che si ritiene non si identifichi nella perfezione.
C'è in definitiva un messaggio al Consiglio in cui si dice che esiste l'intenzione della Giunta di pervenire ad un processo che porti alla perfezione della presenza dell'esecutivo nel suo complesso e al perfezionamento di alcune deleghe. Il messaggio che compete al Presidente è stato reso tutto e totale.
Diversa è la risposta delle forze politiche che devono in qualche modo misurarsi per sé, per la Giunta, ma soprattutto per le forze politiche dell'altro canto, nella specie dell'opposizione, rispetto al significato del messaggio che è venuto dal Presidente della Giunta. Di questo parler dopo.
La terminologia non ci disturba oltre misura, anche se è un po' trita e anche risibile, perché questi termini non esistono per esempio sul dibattito torinese. Non vedo il Partito comunista che si fa alfiere dell'esigenza che Torino venga governata subito dalla maggioranza. Ho l'impressione che a Torino si lasci la briglia sul cavallo: la maggioranza non esiste, la Giunta è dimissionaria, il Sindaco è candidato a Roma.
Perché? Perché si spera che questo cavallo corra dalla propria parte.
Cari amici, i capelli bianchi sono purtroppo un segno del tempo, ma il tempo porta con sé esperienza, capacità di vedere le cose non solo limitatamente a questa strana aula che, guarda caso, proprio perch concepita in epoca di sinistra, non ha finestre verso l'esterno, non tanto per non essere vista, ma per non poter guardare fuori. Se però saliamo al piano di sopra e guardiamo fuori vediamo la città di Torino nella quale il Partito comunista non fa i comizi, non fa il pellegrinaggio in piazza San Carlo, ma lascia con tranquillità che una questione decanti sperando che finisca in un certo modo.
Qui invece, siccome si sa benissimo che il quadro finale non sarà che quello del pentapartito, perché i numeri, la coerenza e la coesione di questa maggioranza lo dimostrano, il Partito comunista fa la battaglia che gli compete come opposizione, con dei termini però che rivelano, come nei pubblici ministeri di provincia, l'esigenza di svolgere un ruolo, anche se con poca convinzione. E più forti sono i toni, soprattutto in Bontempi più, debole è la convinzione. Bontempi è molto capace, è molto bravo, per comincia a lasciar trasparire (come succede per il sottoscritto) la consapevolezza dell'impotenza a rimuovere una situazione che, è umano, si vuole rimuovere per cambiarla in positivo rispetto al suo punto di vista.
Vorrei chiarire: qui non c'è una situazione confusa e non c'è né una lotta di potere, né una strumentalizzazione. Si è detto che la lotta di potere ci sarebbe tra i Gruppi e nei Gruppi. Per quello che riguarda il nostro Gruppo, qualunque sia la storia di questa maggioranza e di questa Giunta, il candidato all'Assessorato nella Giunta regionale del Piemonte è l'ing. Turbiglio e resta l'ing. Turbiglio. Quindi, non c'è nessuna confusione.
Vedete, cari amici, le forze politiche del pentapartito hanno l'impressione che per questa Giunta, dopo le elezioni, ci sarà un periodo di riflessione generale. Le elezioni non sono come l'estrazione dei numeri del lotto perché dietro i numeri ci sono le situazioni, ci sono le tensioni, ci sono le diverse domande della società e rispetto anche a questo dovremo misurare la riformulazione delle deleghe e dei programmi. I numeri ci diranno arche altre cose; basterà leggerle con intelligenza. I numeri faranno perdere alcuni deputati e ne faranno guadagnare degli altri però significheranno anche l'insoddisfazione della società su alcuni versanti e su alcuni problemi. Su questi la Giunta dovrà misurare i suoi programmi, ridefinire le proprie strategie e - perché no? - misurare al proprio interno la migliore organizzazione di una squadra che noi consideriamo vincente, capace, ma che probabilmente deve valutare se ad esempio la mezzala non possa giocare da ala e viceversa.
Non c'è alcun problema né all'interno della maggioranza né all'interno della Giunta. I problemi sulle deleghe non sono dovuti alle insufficienze dimostrate dagli Assessori, ma alla diversità delle materie, soprattutto al modo in cui le materie sono cambiate nella società oggi rispetto al momento in cui questa maggioranza si è insediata. Pensiamo ai problemi dell'ambiente e ai rapporti con la società esterna e con gli enti strumentali. Sono due dati che indicano difficoltà, ma sono difficoltà che indicano un modo positivo di muoversi.
Sull'Assessorato all'ambiente, che in passato era un Assessorato culturale, si scaricano oggi tensioni e problematiche che crescono di giorno in giorno in modo tale che, probabilmente, richiedono un'attenzione e un'organizzazione di strutture diverse. Non è sufficiente dire che l'Assessore lo fa Tizio o Caio, bisogna rivalutare le strutture, la Giunta deve modificarsi rispetto alle nuove esigenze. I problemi dell'ambiente indubbiamente hanno caricato l'Assessorato in modo diverso e ritengo che l'Assessore Maccari svolga benissimo il suo compito; quindi dovremo ripensare il rapporto fra territorio, programmazione e urbanistica. Il nostro Gruppo è per la continuità sempre e comunque di alcuni Assessorati rispetto ad alcune forze politiche; è un problema che abbiamo posto all'inizio della legislatura e che riproporremo.
L'opposizione non si aspetti dei grandi cambiamenti. Ci sarà una serena rivalutazione delle migliori attitudini delle persone rispetto ai problemi che la Giunta deve affrontare. Le persone della Giunta ripenseranno tra di loro nella loro libertà non come forze politiche, ma come persone di esecutivo, valuteranno in quale misura rimeditare il meccanismo delle deleghe e su questo processo generale ci sarà una definizione da parte delle forze di maggioranza in ordine a chi dovrà assumere definitivamente i due Assessorati.
E' stato rimproverato il problema delle partecipazioni esterne. E' un problema grave, ma che ha dei segnali di natura positiva. A me sembra molto importante che la Finpiemonte, per esempio, abbia ritenuto di indicare un proprio rappresentante in SITO in modo del tutto autonomo. Non è responsabilità della Giunta se al CSI sono state riproposte delle questioni, che il Consiglio peraltro aveva risolto nella sede propria della Commissione Nomine. Non mi scandalizzo di questo. Su questo dobbiamo smetterla con l'ipocrisia del passato quando sugli enti strumentali esterni c'era un governo di tipo poliziesco e si riusciva ad ottenere grande docilità. Noi non riteniamo di dover svolgere sugli enti strumentali esterni un controllo poliziesco, non pretendiamo questo tipo di comportamento. Prendiamo atto che è aperto il problema del rapporto fra società strumentali, all'interno delle quali la Giunta e la Regione devono svolgere un loro ruolo e cerchiamo di capire se l'attuale meccanismo sia rispondente rispetto all'obiettivo.
Io non mi lamento del fatto che al CSI si discuta, non mi lamento del fatto che la Finpiemonte e la Socotras rivendichino la propria autonomia.
Questo è giusto e legittimo e mi stupisco che non l'abbiano fatto in passato.
Questo ci deve fare pensare. Con il pentapartito gli enti strumentali esterni ritengono di essere delle società per azioni e non più dei servi sciocchi di una certa maggioranza o di un certe assessore. E' una novità positiva che pone forse dei problemi nuovi rispetto alla capacità della Regione e della Giunta in particolare di governare quei processi rispetto ai quali quelle società strumentali sono state create.
E' un problema che ho sottolineato al Presidente della Giunta immaginando che negli enti strumentali debba esserci una presenza della Giunta che vi rappresenti la volontà dell'Amministrazione regionale, che non può evidentemente essere delegata, ma che deve essere gestita in proprio dagli Assessori o dai loro rappresentanti funzionali.
Siamo di fronte ad un processo di diversificazione delle situazioni che è caratterizzato da grandi novità e da grandi mobilità sia rispetto ai problemi (ho fatto l'esempio dell'ambiente) sia rispetto ai processi e ai rapporti con le società strumentali. Rispetto a questi problemi la maggioranza ha la capacità di rappresentare all'esterno anche le proprie difficoltà, perché le difficoltà sono un modo d'essere di chi non ha alcuna difficoltà a nascondere all'esterno i problemi che si pone.
Il nostro Gruppo intende confermare quale Assessore, qualunque sia la sorte di questa fase di ripensamento, l'ing. Turbiglio in rappresentanza del Gruppo liberale; pone un problema forte su un Assessorato ritenendo che dopo sette anni non possa più essere occupato dallo stesso Partito e pone il problema del riequilibrio delle deleghe ereditate dal governo di emergenza del 1983 (le deleghe erano state accorpate in un certo modo ed erano finalizzate ad una Regione di tipo vicepresidenziale e non presidenziale, come a suo tempo riteneva l'Assessore Rivalta).
Noi riteniamo che sia invece un segnale di grande chiarezza far uscire questo messaggio di transitorietà della soluzione, sottolineando che i Capigruppo assumono le funzioni di Assessore e che non rinunciano a mantenere la responsabilità dei Gruppi perché non hanno niente da nascondere.
Sarebbe stato molto semplice e facile dire che i due Capigruppo rinunciano alla loro carica per occuparsi degli Assessorati, si sarebbe chiuso all'interno della maggioranza questo processo di ripensamento e di riflessione sulla struttura e sui programmi e l'opposizione sarebbe stata chiamata a pronunciarsi quando il processo sarebbe stato maturo. Ci è sembrato invece più giusto e più corretto far emergere il fatto nella sua complessità, nella sua semplicità e nella sua trasparenza. Non esiste alcun dramma, c'è una maggioranza che lavora bene, una Giunta efficiente.
Siamo a metà della legislatura, i problemi della società ci inducono ad alcuni ripensamenti e ad alcune riflessioni sui programmi. Difficoltà di natura funzionale ne esistono in questo complesso di tremila persone.
Qualche volta mi chiedo dove siano i funzionari (non mi riferisco alle bollature, ma alla produttività finale). Se la produttività della Fiat fosse quella del sistema regionale, i bilanci che sono stati presentati in questi giorni sarebbero stati un po' diversi. E' un problema che un giorno o l'altro dovremo discutere, è un problema che una maggioranza che ha la responsabilità di guidare l'ente per una legislatura non, può non porsi nel momento della verifica.
Il Gruppo liberale si riconosce nelle designazioni indicate dal Presidente, pertanto voteremo a favore dei colleghi Brizio e Mignone.
Ci è stata addebitata la posizione che abbiamo assunto in VII Commissione quando abbiamo chiesto ai Partiti dell'opposizione di comportarsi con la stessa lealtà con cui ci comportiamo noi, prendendo atto che, dopo le elezioni, con il Comune di Torino in crisi, con la sostituzione di due Assessori, ci sarebbe stato necessariamente un periodo di rallentamento dell'attività regionale. Abbiamo suggerito di fissare prima delle elezioni una riunione della VII Commissione in cui la maggioranza, sentita la Giunta, garantisse il lavoro della VII Commissione in ordine alla questione della valutazione di impatto ambientale.
L'opposizione invece ha chiesto il rispetto lineare di un impegno assunto dalla Giunta in Commissione, che la Giunta certamente manterrà. A me era sembrato opportuno di accelerare i tempi.
Noi abbiamo usato nei confronti della Giunta gli aggettivi che ci sono stati imputati. E' aperta una questione regionale, nonostante che la Giunta venga ricomposta. Se si apre un confronto tra i Partiti del pentapartito in ordine alle questioni generali del territorio, probabilmente un ruolo dei livelli regionali, sia dei Gruppi che dei Partiti, ci sarà. Il nostro Gruppo e il nostro Partito non accetterà che la Regione finisca per essere la stanza di compensazione delle tensioni torinesi, come dire che quello che non si risolve nel Comune di Torino lo si risolve in Regione, chiedendo a Tizio di andare a casa o a Sempronio di prendere il suo posto. Non ci sembra istituzionalmente corretto. Mi sono scandalizzato - lo dico in termini umoristici - nel leggere sui giornali, almeno in due occasioni, il nome del Sindaco di Torino dopo quello del Presidente della Regione. E' un processo da invertire: nelle pubblicazioni a spese comuni o negli inviti ufficiali di rappresentanza il Sindaco di Torino compare al secondo posto.
Nelle trattative politiche né la Regione né il Comune di Torino compariranno al primo posto, ma saranno i problemi. Anche questo aspetto istituzionale ci ha convinti dell'opportunità che si avvii nell'immediato una ricomposizione funzionale della Giunta con persone di grande capacità come sono i Consiglieri Mignone e Brizio. Contemporaneamente abbiamo anche voluto lanciare un segnale a livelli diversi, istituzionali e di Partito dicendo che la Regione non intende essere considerata la stanza di compensazione delle tensioni che non si risolvono in altra sede. Si risolvano nelle sedi opportune le tensioni, noi risolviamo qui i nostri problemi. Ma se si pensa di togliere un Presidente di qui, perché si deve fare un Sindaco di là, tale processo questa volta difficilmente passerà.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Strobbia.



STROBBIA Stefano

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, mi sembra doveroso intanto accogliere alla rovescia l'invito fatto dal Capogruppo comunista. Mi sembra opportuno fare gli auguri ai due nuovi Assessori che intervengono con il loro lavoro nella nuova compagine di Giunta.
Credo che fosse inevitabile che il Capogruppo dell'opposizione dicesse le cose che ha detto. Mi riconosco in parte nelle considerazioni fatte dal collega Marchini anche se questo avvicendamento, a nostro avviso, doveva essere un atto dovuto, semplice, elementare, senza implicazioni eccessive.
E il rafforzamento di tono attorno a questa operazione mi pare che assuma anche una qualificazione politica positiva.
E' con questi sentimenti che rinnoviamo ai due nuovi Assessori auguri di buon lavoro. Sappiamo che sono portatori di esperienze personali e di una rappresentatività politica in questo momento utile ed opportuna.
Con queste valutazioni crediamo che debba concludersi questo atto limitato alla sostituzione degli Assessori. Certo non mancheranno i temi e le discussioni da aprire, le osservazioni e i momenti da approfondire.
Ho avuto sinora rare occasioni di intervenire: ho preferito ascoltare.
Mi pare che il vezzo in generale della tecnica dei lavori e del modo di affrontarli sia quello di ripartire sempre "ex abrupto" con una panacea generale su tutto e in ogni circostanza. E' certo poco produttivo per le cose che si vogliono fare, per gli adempimenti immediati che si hanno di fronte. Mi auguro che in futuro ci si attenga a forme e metodi più concreti e più sintetici.
Faccio i miei auguri si due nuovi Assessori. Sono convinto che la Giunta ricomposta nella sua interezza non soltanto numerica, ma anche politica, potrà servire meglio e di più il nostro territorio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente, molto brevemente osservo, a nome del Gruppo, che se l'odierno adempimento e l'odierna elezione dei due Assessori, Brizio e Mignone, non si caratterizzasse per la provvisorietà e la temporaneità che sono pacifiche, non sono state smentite e sono di tutta evidenza, non fosse altro perché risultato dall'anomala situazione istituzionale che verrà a crearsi in quest'aula della convergenza nella medesima persona della funzione di Assessore e della funzione di Capogruppo che verrà pacificamente mantenuta, dicevo, se non ci fossero questa provvisorietà e questa evidente temporaneità, da parte nostra si potrebbe sintetizzare l'odierno adempimento politico con questa battuta: "nulla di nuovo sotto il sole", cioè nulla di nuovo rispetto alla situazione politica esistente alla data del 1 agosto 1985, nella quale seduta e nella quale occasione, com'è noto, venne eletto il Presidente della Giunta e l'intera Giunta e nel corso della quale noi mettemmo diffusamente in evidenza un fatto politico noto notorio, che era di tutta evidenza e sotto gli occhi di tutti, cioè a dire che la costituzione della Giunta pentapartitica avveniva non tanto sulla base di contenuti programmatici, ma piuttosto sulla base di una mera logica spartitoria. E questa considerazione non era solo nostra, ma era stata espressa da una fonte insospetta e, se vogliamo, ben più autorevolmente che da noi, se è vero come è vero, che qualche giorno prima dell'elezione del Presidente della Giunta e della Giunta, "La Stampa" del 28 luglio riportava un'intervista dell'on. La Malfa il quale affermava: "Noi abbiamo dovuto prendere atto che la DC e il PSI avevano stabilito come in tutta Italia una spartizione delle Giunte e dei posti".
Allora mettemmo in evidenza - e il discorso ovviamente vale anche oggi in occasione di questo rimpasto o di questa sostituzione o di questa surrogazione - come la nuova maggioranza non potesse che essere uno schieramento fragile e con grossi problemi di efficienza. Del che abbiamo avuto parecchi riscontri nel corso di questi quasi due anni, di cui il più evidente è stato, come è noto, quello delle divergenze affiorate nel corso della discussione non solo di grosse e rilevanti leggi, ma soprattutto nel corso dei numerosi dibattiti sul grosso problema politico che riguarda la centrale nucleare, nel corso dei quali si vide molto manifestamente il Gruppo socialista in netta contrapposizione, al di là di quelle che sono poi state le risultanze degli ordini del giorno e delle conclusioni, con le altre forze del pentapartito.
Fatto questo rilievo e richiamata quindi quella che a nostro avviso era la fragilità e il fatale non efficientismo della Giunta che andava costituendosi nell'agosto 1985, oggi, di fronte al fatto anomalo che si verifica e che rimanda in sostanza una verifica e un'eventuale redistribuzione e riproposizione del pentapartito a dopo le elezioni, e qui di nuovo con un fatto istituzionalmente anomalo perché si rimanda alle risultanze delle elezioni politiche una redistribuzione o delle competenze o della stessa formula pentapartitica, quindi in pieno contrasto con quella che è o dovrebbe essere l'autonomia dei governi regionali, noi non possiamo che ribadire oltreché la fragilità la stessa provvisorietà di questa Giunta alla quale non abbiamo che da ribadire la nostra totale sfiducia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cernetti.



CERNETTI Elettra

Il mio Gruppo ritiene questa surrogazione degli Assessori un atto corretto, un atto dovuto.
Per quanto riguarda il carattere di provvisorietà della nomina, di cui si è avuto chiaro sentore attraverso le parole del Presidente della Giunta che ha fatto trasparire con quella onestà di comportamento della quale tutti noi dobbiamo dargli atto, ci pare che questa provvisorietà non riguardi in modo specifico i due Assessori che vanno a sostituire i colleghi candidati, ma sia una provvisorietà insita nella situazione politica attuale che deve decantare e maturare in base ad altri eventi esterni che certamente avranno un'indubbia influenza sull'Ente Regione.
Non possiamo nasconderci che questi eventi esterni sicuramente avranno influenza anche alla luce dei risultati elettorali e anche alla luce della soluzione che verrà data al Comune di Torino. E' indubbio che scaturirà come conseguenza il fattore interno ed un'esigenza interna dell'istituzione Regione in ordine ad una verifica e ad una puntualizzazione sui programmi.
Oggi non ci rimane che dare l'assenso da parte del Gruppo socialista a questo atto corretto e dovuto con l'augurio totale di buon lavoro ai due Assessori che vanno a completare la Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Nerviani.



NERVIANI Enrico

Colleghi Consiglieri, io non ho esperienza di aule giudiziarie, come diversamente ha l'amico e collega Marchini, e non posso fare riferimento per l'intervento di Bontempi alla figura del pubblico ministero. Mi sembra tuttavia di potere molto semplicemente e modestamente dire che gli accenti usati nell'intervento del Capogruppo del Partito comunista siano quelli attesi, soltanto un poco marcati rispetto alle previsioni.
Debbo invece mettere in evidenza come questo passaggio pur difficile sia avvenuto o stia avvenendo in una condizione di complessiva positiva tranquillità.
Non mi sembrano segnali capaci di dimostrare il contrario quelli apparsi sulla stampa e quelli che si è cercato di rilevare in questa assemblea.
Siamo a metà del percorso della legislatura, mi pare scontato indipendentemente dai grandi fatti che avvengono fuori di noi, che emerga la necessità di fare il punto sul lavoro svolto e sulle prospettive che a suo tempo erano state disegnate. Mi pare al di là di questo che il livello di intesa e di collaborazione all'interno della Giunta non possa essere eccepito come basso o come negativo e che si debba invece valutare come buono. Ci sono all'esterno, ne ha fatto accenno in parte Marchini e soprattutto la collega Cernetti, delle situazioni di indubbia tensione. Le elezioni politiche stanno creando degli elementi dirompenti all'interno delle forze del pentapartito, non possiamo non trascurare questi fatti sappiamo che questi eventi lasciano sempre dei segni, i tempi prossimi potranno cancellarli o potranno anche approfondirli. Non sappiamo al momento presente che cosa accadrà. In questo clima, amico Bontempi, sarebbe stato molto facile e forse opportuno per le forze politiche di maggioranza lasciare tutto come era; avremmo avuto soltanto l'attacco dell'opposizione che ci avrebbe accusato di non far funzionare le istituzioni in modo completo o nel modo migliore possibile. Abbiamo scelto invece la via più pericolosa, la via più difficile, quella che sarebbe stata raccomandata sicuramente dal Partito comunista se non avessimo fatto le scelte che abbiamo fatto. Abbiamo ritenuto di sostituire gli Assessori che si erano dimessi in previsione delle prossime elezioni politiche e in questo modo abbiamo dato dimostrazione di serietà e di concretezza e abbiamo voluto dare forza a questo esecutivo. Ripeto, tutto è avvenuto nella più completa e certa tranquillità.
Viene sollevato da Bontempi il problema del doppio incarico mantenuto da Mignone quale Capogruppo del Partito socialdemocratico e da Brizio Capogruppo della DC. Mi sembra che non ci sia di che scandalizzarsi al riguardo. Senza polemica e senza rimprovero voglio ricordare che Mignone Capogruppo nella passata legislatura del Partito socialdemocratico, in una Giunta di sinistra ha ricoperto per due anni contemporaneamente l'incarico di Assessore e quello di Capogruppo del suo Partito. In questo modo non c'è assolutamente niente di scandaloso e di riprovevole, anche perché il Gruppo della DC, così come ha fatto il Gruppo socialdemocratico nella precedente legislatura e come farà certamente in questa fino al momento di una possibile sostituzione, assicurerà il pieno funzionamento del Gruppo stesso e il pieno rispetto delle istituzioni. Noi crediamo di poter assicurare per noi stessi e per il tempo che sarà necessario il più serio funzionamento del nostro Gruppo e il massimo rispetto delle istituzioni entro le quali operiamo.
Ritengo dunque che la soluzione che abbiamo scelto è una soluzione forte e rispettosa delle istituzioni, rispettosa dei Partiti della maggioranza, rispettosa anche dell'impegno ad una verifica che aleggia nell'aria e ad una riflessione comune che mi sembra indispensabile. E' inutile negarlo; in questo non vedo niente di negativo, anzi noto molta positività nel dichiararlo con tranquillità, semplicità e chiarezza.
A Mignone faccio gli auguri che gli ha fatto Strobbia, e così a Brizio.
Sono certo che occuperà l'incarico con dignità e capacità.
Mi perdonerà se accentuo il tono degli auguri per il collega Capogruppo della DC, Brizio, che mi pare tutti abbiano rilevato essere stato sempre non soltanto un puntuale servitore del Gruppo della DC, ma uomo che ha rispettato questo Consiglio fino in fondo con, una dedizione e con, un equilibrio che raramente si trovano negli uomini politici che sono impegnati nelle nostre istituzioni. A Brizio faccio dunque un augurio particolare e gli dico di scegliere alla fine, quando verrà il momento, e spero che ciò avvenga presto, nel migliore dei modi e come egli si augura e cioè nel modo più produttivo ed efficace e più positivo per se stesso per il suo Gruppo, per il Consiglio.
I problemi derivanti dalla sua sostituzione sono del Gruppo democristiano, sono - detto molto francamente - miei personali. Molti sanno qual è la mia posizione in ordine a questo problema; li risolveremo come abbiamo risolto questi con il massimo di tranquillità e con molta serenità.
In conclusione, accogliamo la proposta del Presidente della Giunta e confermiamo la nostra disponibilità a votare per Brizio e Mignone quali Assessori della Giunta regionale del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Intervengo per dichiarazione di voto. Il nostro voto è di contrarietà e lo sarebbe stato in ogni caso perché si tratta di eleggere Assessori di una maggioranza antitetica al nostro Partito visto che siamo contrari a priori non solo sul piano politico, ma anche sulla verifica fatta in questi due anni.
Vorrei dire a Marchini che la sua premessa sul pubblico ministero in realtà ha funzionato perché mi sembra che è venuta da parte di tutti i Gruppi - segnatamente da parte del Gruppo liberale e dal Gruppo socialista la piena conferma che le cose stanno come noi abbiamo individuato, cioè molto male. C'è una novità però, che io colgo come la peggiore delle novità possibili, che non è tanto quella di spiegare lo stato di necessità politica, quanto quella di seguire la teoria secondo cui più c'è confusione, più si propone una soluzione che è chiaramente messa in mora dalle cose dette, meglio è. Abbiamo avuto addirittura da Marchini la teoria che il non governo, cioè il non fare i presidenti quando devono essere fatti e il lasciare gli enti allo sbando è bello. Mi sembra che giocare con intelligenza sulle cose e sulle istituzioni sia molto pericoloso. Le istituzioni dovrebbero essere le sedi che rappresentano nella dialettica politica i problemi. Io non ho però sentito parlare di problemi, è stata una riconferma che la questione è delle deleghe, è dei rapporti di forza interni ai Gruppi e tra i Gruppi.
Concludo con questa battuta: il pentapartito è probabilmente una creatura magica, e lo è dappertutto, perché riesce a produrre, a seconda delle situazioni, delle enormità, le giustifica e riesce a tenerle in piedi anche se sono del tutto contrastanti. A Roma abbiamo un governo che non ha avuto la fiducia e si comporta come se fosse un governo nella pienezza dei poteri nei rapporti internazionali. Qui invece abbiamo un governo che ha la fiducia, un sostegno parlamentare forte e si è fatta un'operazione per metterlo in mora e per ingessarlo ancora prima del tempo. Questa magia da alchimisti del Medioevo e certi trucchi non ci vanno, non ci vanno proprio e non ci va neanche il tipo di dibattito che è stato fatto perché, per il rispetto che abbiamo per le istituzioni, dire le cose come stanno è già qualcosa, ma soprattutto raccogliere gli elementi di perplessità, di non credibilità che pervadono questo Consiglio è un elemento reale.
Naturalmente, la vera condizione di questa magia è una indubbia forza dei numeri è una delimitazione rigorosa delle questioni all'interno di un dibattito tra le forze del pentapartito. Quali questioni sono emerse oggi? Sono emerse tutte. Mi dispiace doverlo dire perché io ho rispetto per chi ha funzioni istituzionali, ma credo che questo rispetto vada conquistato attraverso precisi indirizzi e percorsi politici molto visibili e molto chiari.
Concludo dicendo che è un brutto servizio reso anche ai due colleghi che si vanno ad insediare in questa condizione di incertezza.
Abbiamo ricevuto la lettera dei dirigenti regionali che pongono a tutte le forze politiche ai vari livelli istituzionali delle questioni molto gravi. Uno dei primi elementi è quello di garantire che i dirigenti politici elettivi diano delle certezze anche per quanto riguarda il lavoro l'operatività. Tutto questo sembra che non conti più, sembra davvero che il gioco dell'intelligenza, la capacità di girar la frittata, la capacità di mettere il negativo in positivo, come abbiamo sentito fare in alcuni interventi, possa schiacciare l'evidenza dei fatti. Si dovrà vedere dopo le elezioni quello che succederà.
Mi limito in questa dichiarazione di voto ad esprimere con molta pacatezza la contrarietà e il dispiacere, che ormai però sono una conferma di vedere che ogni passo che questa Giunta e questa maggioranza fanno nei momenti un pochino difficili e complicati è un passo per aggrovigliare le cose, è un passo profondamente negativo, sbagliato, non condivisibile dall'opposizione.
Alcuni Consiglieri non sono intervenuti, altri non sono presenti, altri hanno detto certe cose, questo dimostra che c'è qualcosa di molto più diffuso che non il gioco delle parti dell'opposizione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.



PEZZANA Angelo

Signor Presidente, colleghi, non volevo intervenire su un argomento che a mio avviso è molto specioso, perché obbliga in fondo noi Consiglieri ad assistere ad un gioco delle parti già definito, già stabilito, e vorrei dire anche già annunciato, perché quanto avviene oggi in Consiglio regionale a livello formale era già stato annunciato dai giornali ampiamente.
Ritengo però che qualche spiegazione al fatto che non parteciperò alla votazione possa essere utile anche come riflessione, non soltanto per i colleghi, ma anche per quell'area di dissenso verso queste amministrazioni che si è manifestata con la lettera di un gruppo di intellettuali ed operatori culturali torinesi, che mi è giunta nella mia qualità di Consigliere da un gruppo di funzionari di questa Regione (la lettera è sottoscritta da non più di 20 firme).
Mi sembra che proprio questo tipo di prese di posizione non giovino alla chiarezza e alle prese di posizione chiare e nette, perché fare un appello dove ci si richiama ai valori di onestà, alle mani pulite e alle buone intenzioni, secondo me è quanto di più vago e di più ambiguo ci possa essere. Meno che mai poi lo ritengo compito di funzionari di questa Regione, i quali se all'interno del loro lavoro assistono ad episodi che secondo loro non si richiamano ai principi che invece affermano in quel documento avrebbero il dovere di esprimerlo chiaramente indicando i nomi e i fatti che avvengono e che non riscuotono il loro consenso. I richiami generici ed ambigui mi sembrano un cattivo servizio a quella limpidezza e a quella trasparenza che da tutte le parti si invoca.
Ho fatto questo richiamo stimolato dall'intervento del collega Bontempi che invece lo richiamava in senso opposto. Mi sembra che questo tipo di contributo non porti alcun aiuto perché crea soltanto delle presunte maggioranze morali dalle quali credo ci si debba guardare.
Esprimo, quindi la mia volontà di non partecipare alla votazione per i motivi che ho appena esposto.



PRESIDENTE

Il Consiglio regionale deve ora procedere alla presa d'atto delle dimissioni rassegnate dal Consigliere Mignone in qualità di Consigliere Segretario dell'Ufficio di Presidenza. Automaticamente scatterà il meccanismo per quanto riguarda la sua carica di Presidente della III Commissione.



MARCHINI Sergio

Non sono d'accordo.
Chiedo scusa se faccio perdere del tempo al Consiglio, ma la questione della Presidenza della Commissione attiene alla Commissione. La sede di elezione e quindi di dimissioni è la Commissione. L'automatismo non possiamo pronunciarlo in Consiglio; se esiste funziona, se non esiste nessuno lo pronuncia. Prendo atto con soddisfazione che lei ha comunicato qui questo orientamento che avrà il suo sbocco formale nella Commissione competente.



PRESIDENTE

Stavo dicendo la stessa cosa: il documento viene letto nella sua interezza, ma viene scisso nel suo voto per presa d'atto. Il Regolamento prevede che l'Assessore non può far parte della Commissione, per cui necessariamente scatta un automatismo.
In questo momento prendiamo atto delle dimissioni da Consigliere Segretario dell'Ufficio di Presidenza rassegnate dal Consigliere Mignone.
Pertanto, chi è favorevole alla presa d'atto delle dimissioni del Consigliere Mignone è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio ne prende atto con 41 voti favorevoli (il Consigliere Pezzana non ha partecipato alla votazione).
Procediamo alla sostituzione dell'Assessore Sartoris con il Consigliere Brizio. Tale sostituzione deve avvenire con le modalità previste per l'elezione della Giunta e cioè con la maggioranza semplice.
Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 46 votanti 45 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 18 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
Il Consiglio approva la nomina ad Assessore del Consigliere Brizio Pongo in votazione l'immediata esecutività della deliberazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'immediata esecutività è approvata all'unanimità dei 46 Consiglieri presenti.
Passiamo ora alla nomina ad Assessore del Consigliere Mignone in sostituzione dell'Assessore Cerutti.
Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 47 votanti 46 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
Il Consiglio approva la nomina ad Assessore del Consigliere Mignone. Pongo in votazione l'immediata esecutività della deliberazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'immediata esecutività è approvata all'unanimità dei 47 Consiglieri presenti.
Non mi resta che fare molti auguri di buon lavoro si due neo Assessori che hanno lunga esperienza in questa assemblea e credo potranno dare un valido contributo.



DAMERI SILVANA


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Conclusioni del dibattito sulle discariche avviato dalla comunicazione della Giunta, dalla prima relazione della Commissione d'indagine conoscitiva sull'inquinamento, dalla mozione presentata dal Gruppo PCI e dagli ordini del giorno presentati dai Consiglieri Staglianò, Ala e Pezzana: determinazioni conseguenti


PRESIDENTE

Passiamo al punto 4) all'o.d.g. che reca: "Conclusioni del dibattito sulle discariche avviato dalla comunicazione della Giunta, dalla prima relazione della Commissione d'indagine conoscitiva sull'inquinamento, dalla mozione presentata dal Gruppo PCI e dagli ordini del giorno presentati dai Consiglieri Staglianò, Ala e Pezzana: determinazioni conseguenti".
Nella seduta precedente erano ancora iscritti a parlare alcuni Consiglieri.
La parola al Consigliere Mignone.



MIGNONE Andrea

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ritorniamo stamane in quest'aula a discutere di problemi concreti che affliggono il nostro territorio e delle possibili soluzioni amministrative e legislative che possono essere proseguite o messe in campo dall'istituto regionale.
L'alternarsi delle settimane nelle quali abbiamo avviato questo dibattito ha reso questa discussione un po' frammentaria di cui ogni volta è difficile ricordare le risultanze a cui si era giunti nella seduta precedente.
Il Consiglio si è trovato di fronte a due relazioni, l'una svolta dalla Commissione d'indagine costituita ad hoc dal Consiglio regionale e l'altra più specifica e più proiettata sul futuro svolta dell'Assessore Maccari, la quale, oltre ad illustrare la situazione attuale, dà delle indicazioni e anche delle sottolineature su problemi giuridico - istituzionali rispetto a quelle che- sono le possibili azioni della Giunta regionale. Possibili azioni che, pur in un quadro che conserva delle incertezze, ci paiono condivisibili.
Invece, la relazione della Commissione di indagine più puntualmente ha fatto una radiografia della situazione esistente mettendo in evidenza i punti, critici della situazione ambientale della nostra Regione, in particolare sul versante dello smaltimento dei rifiuti; ha individuato correttamente alcuni nodi su cui la Regione nei prossimi mesi dovrà concentrare la propria attenzione.
La prima osservazione che emerge dalla relazione della Commissione è che le istituzioni, ma anche la società civile, debbono fare un salto culturale. Negli anni '60 e '70 infatti non vi è stata né da parte della società civile né ancor meno da parte della società politica una sensibilità culturale rispetto alle problematiche ambientali e all'impatto che la civiltà dei consumi, che la società industriale provocava sull'ambiente attraverso le proprie lavorazioni e attraverso i propri modelli e stili di vita.
Quindi credo che la Commissione assai bene metta in evidenza la necessità di recuperare su questo terreno, e in particolare di recuperare rispetto ad una concezione del rifiuto come fatto da nascondere, come problema soltanto dell'ente pubblico. Il rifiuto era inteso come una massa eterogenea ed indistinta da nascondere e da considerare tutta allo stesso modo.
Su queste quattro facce del problema rifiuti occorre lavorare. Intanto occorre dire che questo problema non riguarda soltanto l'ente pubblico, ma che è un problema di crescita civile delle popolazioni. Il rifiuto è una risorsa che non va considerata in modo del tutto indistinto. Questo consentirà anche di risolvere quella che, nata da un fatto di emergenza finisce per diventare una confusione tecnica e normativa.
In realtà un grosso lavoro dovrà essere fatto a livello regionale, ma ancor più a livello nazionale. Dal recente decreto ministeriale però non è venuto un contributo.
Dovremo fare uno sforzo di armonizzazione legislativa, di semplificazione, perché oggi siamo in presenza di una normativa che si è stratificata e che in genere trae la propria origine dalla necessità di dare risposte contingenti con il risultato che negli incontri delle Commissioni a livello di Enti locali, di Unità Socio-Sanitarie e di Province sentiamo parlare di zone d'ombra, di punti oscuri dal punto di vista amministrativo e dal punto di vista normativo.
In questo quadro, se è da considerare positivamente il discorso che attiene alle deleghe, occorre che questo avvenga all'interno di un quadro certo che distingua le competenze e i ruoli e che quindi non venga letto dall'esterno come fatto liberatorio. Anche questo ci siamo sentiti dire delle Province.
Abbiamo appunto sentito nelle consultazioni che la delega veniva considerata molte volte non come un fatto positivo, ma come un fatto che si è giocato soltanto per togliersi delle responsabilità. Poiché crediamo che così non sia stato, dobbiamo cercare di ricreare, di ricostruire un rapporto con i livelli periferici che da un lato distingua le competenze e che dall'altro rafforzi un'azione armonica e combinata dei diversi livelli istituzionali in modo da affrontare in maniera complessiva il problema.
Queste problematiche potranno trovare una loro più puntuale definizione per quanto riguarda i momenti programmatori e strategici all'interno del Piano di sviluppo, che mi pare essere ormai predisposto e che, anche alla luce delle risultanze della Commissione di indagine, di quanto illustrato nella relazione dell'Assessore Maccari, potrà trovare una più puntuale definizione.
Vi è poi un problema che attiene agli strumenti operativi. Una delle questioni sollevate è quella che attiene alle competenze del settore sanitario, ivi comprese le problematiche legate ai laboratori di sanità pubblica, grande problema che in quest'aula abbiamo già affrontato, ad esempio, con riferimento alla questione dell'inquinamento delle acque.
Quindi, rispetto al principio generale da tutti riconosciuto di potenziamento delle funzioni di sanità pubblica, rimane aperto il problema di dove strutturalmente collocare queste strutture che in modo più adeguato siano in grado di rispondere a questi problemi. Non sono soltanto problemi di emergenza, ma sono anche problemi che richiedono delle risposte certe ai vari soggetti che sollecitano risposte certe rispetto al non inquinamento delle acque, rispetto a problemi di impatto ambientale, rispetto alle discariche, agli inceneritori e ad altri sistemi di smaltimento dei rifiuti.
Sul piano operativo, altre strade sono quelle peraltro già avviate con la legge n. 18 e gli interventi della Giunta che attengono al catasto dei rifiuti. Vi è il grosso nodo che attiene al Piano dei siti. Anche su questo occorre fare una riflessione, ma per quante riflessioni si debbano fare non possiamo continuare a non dare alla comunità piemontese una certezza rispetto a questo tema.
Dalle relazioni, comunque, possiamo trarre il convincimento che la Regione si è avviata a pieno titolo lungo la strada accidentata della salvaguardia dell'ambiente in tutte le sue forme, appunto sintetizzabili in un'azione combinata per dare delle risposta alle emergenze. Su questo versante, ma soprattutto sul piano della prevenzione e della programmazione abbiamo svolto un ruolo positivo. Sarà a questi due ultimi livelli che si combatterà e se saremo forti e armati in modo adeguato si vincerà la battaglia della lotta agli inquinamenti per la risoluzione del problema dello smaltimento dei rifiuti. E' un problema sul quale ci deve essere un più positivo ruolo da parte dei privati. L'ipotesi di società a capitale misto trova il Gruppo socialdemocrativo favorevole. E' questa una strada da avviare e da attivare in modo deciso. Bisogna però trovare anche altre strade che vedano il privato coinvolto in modo più stringente non soltanto nel senso di considerare che il rifiuto è una risorsa e che sul fronte dell'attività economica il privato può essere sollecitato ad intervenire ma soprattutto deve essere un coinvolgimento del privato nell'affrontare a monte, a livello preventivo lo smaltimento dei rifiuti, è un coinvolgimento per dare una mano al settore pubblico soprattutto nell'organizzazione dell'attività e nella predisposizione degli strumenti operativi volti allo smaltimento dei rifiuti.
Queste sono in brevissima sintesi le osservazioni che il Gruppo socialdemocratico ritiene di fare rispetto ai due documenti su cui è concentrata l'attenzione del Consiglio regionale ribadendo che, per quanto riguarda il livello strategico all'interno del Piano di sviluppo, già alcune osservazioni ed indicazioni positive possono essere rilevate dall'Osservatorio regionale per l'ambiente, che è un fatto di grande rilievo politico e culturale. Esso contiene alcuni progetti mirati. Credo che le aggiunte e le correzioni rispetto alle indicazioni del Piano di sviluppo possano essere fatte alla luce di questi documenti. Si tratta di portare rapidamente all'attuazione adempimenti che discendono dalla legge n. 18 e di attivare quegli interventi operativi che consentono di giungere alla definizione del Piano dei siti e di attivare alcuni strumenti come i consorzi di Comuni, le società a capitale misto.
Mi pare che dal dibattito generale del Consiglio possano derivare attraverso ordini del giorno, e se è necessario dalla sintesi di quelli già presentati, dei pronunciamenti o delle proposte dalle quali la Giunta possa trarre delle indicazioni e delle direttrici lungo le quali muoversi nel suo operare amministrativo quotidiano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, propongo di sospendere la seduta per l'assenza di molti Consiglieri. Non si può andare avanti così. Non è serio.



PRESIDENTE

Signori Consiglieri, in queste condizioni non è possibile continuare e concludere questa discussione.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11,50 riprende alle ore 12)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Staglianò. Ne ha facoltà.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, la ringrazio per avermi dato la parola, ma in questo clima ritengo di fare cosa assolutamente inutile svolgendo le argomentazioni che il nostro Gruppo aveva da portare all'attenzione dei colleghi in merito al DL n. 54. Per cui rinuncio a parlare perché non è possibile che argomenti così importanti vengano affrontati con questo clima, con questa distrazione, con la testa che è tutta da un'altra parte.
Penso che sia inutile sprecare le proprie energie, il proprio fiato soltanto per i posteri. Siccome questi sono problemi che riguardano i giorni nostri, ci asteniamo dal parlare ai posteri.



PRESIDENTE

Il Consigliere Staglianò rinuncia ad intervenire. E' una scelta di ordine politico sulla quale ovviamente la Presidenza non ha nulla da dire.
La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, se mi è consentito, inizierei il mio intervento, che sarà brevissimo, con una considerazione a caldo. Se questi temi vengono sfibrati in più sedute perdono di e di tensione.
Chiediamoci se questo non è dovuto al modo in cui li affrontiamo. Ognuno di noi, io prima di tutti, anziché porsi in termini dialettici sui problemi ha preso l'abitudine di cominciare a ragionare da Adamo ed Eva fino ai giorni nostri su qualunque argomento, facendo perdere il senso del dibattito e del confronto delle posizioni quando non sono coincidenti. Il dibattito parlamentare si fa per mettere a confronto posizioni non coincidenti, ma il ripetere in chiave diversa le questioni sulle quali siamo tutti d'accordo è del tutto fuorviante e porta al disinteresse dei Consiglieri e alla caduta di credibilità delle istituzioni. Questo attiene ai metodi e ai contenuti.
Certe, se continuiamo a parlare di tutto meno che delle questioni che ci competono. E' evidente che siamo stufi di votare ordini del giorno che non interessano nessuno e che non avranno nessun risultato.
Nessun Consigliere viene in questo palazzo per divertirsi, ma viene qui per lavorare; ma quando il lavoro di corridoio diventa più interessante e più utile per la collettività, si fa quello di corridoio. In questo momento, per esempio, ero fuori e parlavo con un collega del Consiglio regionale della Savoia, quindi non perdevo tempo. Quelli non presenti qui non stanno perdendo tempo. Purtroppo abbiamo fatto in modo che il lavoro di corridoio qualche volta sia più produttivo di quello d'aula, quindi riflettiamo tutti sulla presentazione degli ordini del giorno, sulla distribuzione dei tempi, sul richiamo infinite volte dello stesso argomento, come la vicenda di Trino Vercellese.
Sulla questione in oggetto il nostro Gruppo fa alcune brevissime considerazioni. In primo luogo ringrazia la Commissione competente, il Presidente, la collega Bergoglio, per come è stato condotto questo lavoro.
Conviene sulle conclusioni che sono derivate e ritiene che sia necessario un ulteriore approfondimento che certamente sarà di grande utilità non soltanto ai lavori di quest'aula, ma soprattutto alla collettività piemontese.
Un giudizio altrettanto positivo il nostro Gruppo lo svolge sul documento proposto dall'Assessore, soprattutto per la caratteristica fortemente politica che noi vi vediamo laddove tenta un approccio un po' diverso al problema, quello cioè di prevederne la soluzione non in tempi immediati, ma a tempi lunghi, quindi nella sua ragion d'essere e non nelle sue cause immediate. Le cause immediate in tempi brevi non si risolvono.
Quindi noi sottolineiamo al Consiglio il nostro apprezzamento all'approccio dato al problema. Se questo sarà giusto si dovranno affinare gli strumenti quanto meno sapremo che è stato iniziato un lavoro politico e non meramente burocratico o logorroico come quello che si fa in aula.
E vengo agli aspetti che non mi piacciono in questo dibattito.
In primo luogo le considerazioni fatte dal collega del Gruppo Lista Verde Civica. Chi decide una strada la deve seguire fino in fondo; ognuno di noi ha dietro di sé una serie di bivi, ma alla fine ha dovuto scegliere una strada da seguire fino in fondo sapendo che la scelta comporta alcuni atteggiamenti, alcuni metodi, alcuni rigori.
Ritengo che la vecchia divisione illuministica dei poteri legislativo esecutivo, giudiziario abbia una ragione non solo letterale, ma sostanziale. Quindi chi viene nelle istituzioni viene per fare politica e non per utilizzare gli altri rami del sistema per svolgere la propria attività. Siamo in un sistema in cui ai tre vecchi poteri se ne è aggiunto un quarto. Riteniamo che occorra avere molta misura in quest'aula nel lavoro istituzionale e legislativo in ordine ai rapporti con gli altri poteri dello Stato, in particolare con la magistratura e con la stampa. Con la stampa è meno facile capire dove sono i limiti; nei confronti della magistratura è invece più facile.
Riteniamo che in quest'aula si debba fare politica e non lanciare messaggi di natura diversa. Ognuno di noi, come cittadino non, come Consigliere regionale, ha il dovere di attivare la magistratura quando è a conoscenza di fatti che lo giustificano. Solo così avrà diritto a chiedere non nella forma ma nella sostanza, il rispetto delle istituzioni da parte degli altri organi dello Stato. Ma non si usa lo spauracchio della magistratura per fare politica.
Nella mia ormai lunga esperienza politica so di aver perso un amico e qualche voto perché ho rifiutato di utilizzare nella vertenza politica gli strumenti giudiziari (e mi piacerebbe che su questo argomento si facesse qualche riflessione). Non mi piace vivere assediato, ma non sono neanche portato ad assediare gli altri. Dobbiamo fare chiarezza sul perché ci siamo candidati al Consiglio regionale e sul perché non ci siamo presentati ad un concorso per uditori giudiziari. Se invece qualcuno ha ritenuto di scegliere nella propria vita un'attività prevalente e poi, in termini dilettanteschi perché non sa che cosa fare, un giorno alla settimana fa anche politica, questo può farlo in osteria, ma non può farlo nelle istituzioni.
L'altro approccio che è emerso in questo dibattito e che ci sembra di dover rifiutare è la continua denuncia della società industriale.
Il Consigliere Ala, che è nato sulle montagne come me, dovrebbe sapere che l'antica vita pastorale è, per esempio, responsabile di alcune malattie. La società industriale comporta rischi di impatto di qualità e di dimensione superiori ai rischi precedenti. In alcune valli della provincia di Cuneo i cuneesi sono affetti da alcune caratteristiche somatiche, è perché facevano in quelle località un uso non proprio delle acque. Se, per esempio, la vista in alcune vallate non è così buona è perché i nostri poveri nonni usavano tubi di legno anziché tubi moderni. E' vero che in quei tempi così belli i nostri nonni passavano l'inverno nella stalla con le mucche a raccontarsi le favole del paese, ma è anche vero che prendevano la tubercolosi. Visti in fotografia questi angoli con la mucca naturalmente pulitissima, con la paglia sempre molto fresca, con le vecchiette candide e linde che filano e raccontano le loro tradizioni, sono molto belli, nessuno dice però che stavano li semplicemente perché non avevano il riscaldamento, si prendevano la tubercolosi, crepavano di freddo e qualche volta di fame.
Faccio un'accusa precisa ai Verdi perché questi problemi non si affrontano in termini di criminalizzazione, ma con un forte impegno. Folco Quilici, che di natura si occupa, in un'intervista alla televisione ha detto "Smettiamola di descrivere solo la natura e l'ambiente come un fatto di un certo tipo, altrimenti provochiamo nei confronti delle coscienze un rigetto rispetto a quei beni".
Caro Staglianò, non voglio portarti ad essere d'accordo con me su alcuni temi, sto parlando di approccio culturale ai problemi e, se mi consenti, anche di approccio sentimentale. Possiamo mantenere le nostre differenze su un problema oggettivo, dobbiamo però cercare di avere rispetto a quel problema un approccio diverso.
L'approccio nei confronti di questo problema deve essere di forte impegno. Su questo indubbiamente abbiamo molto da imparare e molta riconoscenza dobbiamo ai fatti culturali e ai fenomeni che hanno prodotto i Gruppi consiliari ai quali faccio riferimento, però chiediamo loro di fare un salto qualitativo altrimenti rischiamo di fare nei confronti dell'ambiente un processo di criminalizzazione continuo, il che renderebbe non gestibili i problemi dell'ambiente.
Non voglio dire che si debba minimizzare, spero di essere stato chiaro almeno nei confronti delle persone che sono attente alle discussioni di quest'aula. Suggerisco di accettare la raccomandazione che ci viene da Folco Quilici, il quale ci dice che bisogna illustrare ai giovani l'ambiente come un fatto positivo ricco e stimolante, messo si in discussione, ma come fatto che esiste. Invece, si continua a fare dell'ambiente soltanto la caricatura. Se i professori quando con i loro allievi vanno in gita portassero i ragazzi a visitare l'ambiente vero probabilmente dalla visione diretta di un ambiente integro e di un ambiente degradato emergerebbe una sensibilità e un approccio positivi.
La mia parte politica non minimizza né si sottrae a questi problemi essendo anche portatrice di alcuni interessi e di alcune valenze di tipo culturale, però ritiene che questi problemi si possano risolvere con un approccio culturalmente e psicologicamente diverso e più disponibile.
Cari amici, sul problema dei rifiuti dovremmo riuscire scientificamente e culturalmente a mettere in moto strumenti e disponibilità a capire perch un giorno o l'altro una discarica sarà una struttura produttiva, un'azienda esattamente come un'altra, evidentemente dopo che si saranno individuate le tecnologie adeguate. Certo, questo alcune forze politiche non lo accettano perché accettare di muoversi per avere tecnologie sicure toglie la possibilità di fare dei problemi dell'ambiente un terreno, non di costruzione, ma di provocazione e di sabotaggio dei veri progetti di intervento sull'ambiente. I progetti sull'ambiente di natura conservativa e di innovazione richiedono un forte consenso e il consenso lo si ottiene quando non ci sono pregiudiziali, quando non esistono "idola". Le forze politiche che costruiscono le loro fortune sugli "idola" e sulle pregiudiziali non lavorano per l'ambiente, ma lavorano per se stesse.



PEZZANA Angelo

Da chi hai queste informazioni?



MARCHINI Sergio

Non mi sto rivolgendo a te in questo momento.
Mi sono sforzato di non ripetere l'elenco delle denunce, dei rinvii a giudizio, delle comunicazioni giudiziarie, delle questioni che gli uffici hanno raccolto e che i colleghi più attenti e più zelanti di me hanno enumerato e che devono richiedere tutto il nostro impegno. Ho semplicemente cercato di introdurre un elemento, che considero di valore politico, ossia il tipo di approccio che dobbiamo avere nei confronti di questo problema.
Bisogna che ci si renda conto che ci sarà pure un livello di garanzia tecnologica che ci metta nelle condizioni di dover rinunciare alla pace politica del dissenso e questo è un limite rispetto al quale le forze politiche dovranno pure misurarsi.
Mi risulta che l'Azienda Elettrica Municipale di Torino ha suggerito che vengano incanalati alcuni torrenti delle nostre montagne per portare della vera acqua alla città di Torino. Posto che non riesco ad immaginare che il Po possa diventare acqua potabile attraverso uno strano marchingegno...



ADDUCI Donato

E' la tecnologia!



MARCHINI Sergio

Attenzione, caro amico. E' probabile che le tecnologie che ci hanno fatto accettare queste cose debbano essere utilizzate per il rifiuto di queste cose.
Dalla ricerca della Commissione, dall'impegno dell'Assessorato nell'affrontare il problema di una diversa quantità e qualità del rifiuto di un diverso modo di produrre, ma soprattutto dall'adozione di tecnologie di governo e di recupero del territorio in tempi brevi (immaginando che non si semina al sabato per raccogliere il lunedì e che forse bisognerà seminare al lunedì per raccogliere al sabato od oltre), a quel punto potremo augurarci su questi problemi un approccio di natura diversa. Il politico non ha conoscenze per valutare se una tecnologia sia più adatta di un'altra, il politico non è nelle condizioni di capire se un tipo di diserbante è più proficuo di un altro, ma deve saper produrre dei processi di fondo, dei processi di responsabilizzazione, dei processi di consapevolezza, dei processi di civiltà.
Amici che più di altri vi occupate di queste cose (vedo alcuni candidati della Lista Verde e forse se ne occupano in termini strumentali) è venuto il momento che dalla denuncia e dalla contestazione, che pure ci devono essere, si debba passare al momento del governo di questi processi alla consapevolezza di questi processi, ma anche al momento dell'accettazione dei prezzi politici di un passaggio di questo genere.
Altrimenti ci facciamo prendere dal circolo vizioso che la contestazione paga sempre e comunque. Modificare un intervento umano significa modificare in peggio. Se chiedessi la licenza edilizia per una casa dove mio nonno ha fatto la baita, me la negherebbero perché la baita è considerata un pezzo significativo del paesaggio. Anche su questo dovremmo ragionare. L'ambiente che piace a noi, soprattutto quello che piace ai cittadini torinesi, è l'ambiente antropizzato. L'altro non piace a nessuno, infatti nell'ambiente non antropizzato non c'è nessuno. Orazio quando parlava delle ghiande diceva che sono come la Siberia, tutti sanno dov'è ma nessuno ci vuole andare!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Dopo le prediche, soprattutto dopo le prediche che non tengono assolutamente conto di quello che non soltanto io, ma anche altri Consiglieri ambientalisti hanno detto, scritto e lavorato qui e all'interno della VII Commissione e della Commissione d'indagine sul tema dello smaltimento dei rifiuti, ho qualcosa da aggiungere. C'è l'opera di Ganapini dell'ENEA sul riciclaggio dei rifiuti, ci sono i testi del Pretore Amendola per quanto riguarda gli aspetti giuridici del problema. Mi pare che qualcuno le abbia scritte queste cose, queste persone appartengono ad una determinata area culturale; lo sforzo fatto dalle associazioni ambientaliste è rivolto al governo di questa materia.
Sono letteralmente scocciato di come questa maggioranza ed i Capigruppo di maggioranza hanno trattato questo dibattito. E' quindi vergognoso che adesso si ribalti su di noi il fatto che ci sono voluti tre mesi prima di discutere questa materia, quasi come se fossimo noi che non vogliamo governarla, quando da tempo immemorabile siamo in attesa di notizie in merito al formulario d'identificazione del trasporto dei tossici nocivi alle deliberazioni previste dal DPR n. 915, ecc. E nemmeno da parte delle Province vediamo un qualche impegno. Ad esempio, una più attenta lettura della nostra relazione permette di affermare che la Provincia di Vercelli ci ha preso in giro, nel senso che non ha nemmeno comunicato alla Commissione, in data 16 febbraio 1987, che esisteva uno stoccaggio provvisorio di tossici e nocivi ad Arborio. Sono stupidaggini, ma mi chiedo chi gestisce queste cose in questo modo.
Si apprende che la fornace Peratore in quel di Pontestura ha nuovamente un'autorizzazione per trattare e utilizzare materiale vario, tra il quale i cascami di lana della Marzotto e cose di questo tipo. Chi di voi si ricorda che la fornace Peratore era ed è di proprietà della Ecosystem? Questo sarebbe il governo che i Verdi non hanno e che gli altri avrebbero? Le forze politiche (lascio perdere gli imprenditori che votano per i liberali e non per noi) starebbero gestendo questa materia? Abbiamo addirittura interrotto una seduta di Consiglio perché non gliene importa niente a nessuno di questo! Oggi, dopo tre mesi di discussione e di ordini del giorno, compreso il mio che illustrerò e che è pieno di cose sensate precise, magari marginali, visto che non pretendo di gestire la totalità del problema, non sappiamo ancora che cosa intenda fare la Giunta. Non c'è ancora un documento di uno dei Partiti del pentapartito o un documento della Giunta che ci dica che cosa finalmente si intende fare rispetto alle bonifiche, rispetto al trasporto di tossici nocivi, rispetto ai formulari di identificazione.
Dovrebbe essere chiaro chi governa! Il Consigliere Marchini si è candidato oggi e in altre occasioni nei giorni scorsi a fare l'Assessore all'ambiente, ne ha tutti i diritti, però prima dovrebbe informarsi sulle posizioni dei Verdi rispetto al problema dei rifiuti. Qui non abbiamo mai parlato di stalle, di mucche, di tubercolosi e via dicendo, né abbiamo vagheggiato questi problemi.
Il problema è un altro: è quello di come la società industriale sta uccidendo i cittadini e di come le forze politiche preferiscano, perch questo è il dato di fatto, preoccuparsi prima degli interessi dell'industria e in ultima analisi, in ultima ipotesi, della salute dei cittadini, non difendendo neppure i provvedimenti già adottati! Sto incontrando in vari dibattiti la gente, gli anziani, le donne, i bambini, con altri Consiglieri, con altre persone e scopro che gli Assessori competenti della Regione e delle Province latitano totalmente, a Casale come a Ciriè, come ad Arborio. Ad aiutare i cittadini rimangono soltanto le associazioni ambientaliste, qualche Consigliere di opposizione sensibile e i Sindaci. Penso al Sindaco di Arborio, al Sindaco di Ciriè, al Sindaco di Casale, per citarne soltanto alcuni, provenienti da aree culturali diverse, magari non avendo alle spalle - non ne faccio loro una colpa - una lunga tradizione di attenzione all'ambiente, però ci sono e accettano le critiche, accettano le responsabilità, cercano di intervenire magari riparano il ritardo le loro distrazioni precedenti. Gli Assessori provinciali e regionali non ci sono! La Giunta, la maggioranza, il governo di questa materia non ci sono. Ci sono soltanto alle riunioni delle associazioni industriali, ma non ci sono a Ciriè per parlare dell'Interchim, non ci sono ad Arborio e in altre parti. Se questo è governo.., allora anch'io chiedo il cambio dell'Assessore all'ambiente. Ma ritengo che l'Assessore all'ambiente - lo dico con tutta chiarezza - non vada cercata all'interno del pentapartito, per cui avanzo formalmente la mia candidatura.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Pezzana che era già intervenuto la scorsa volta su questo argomento. A norma di Regolamento questa facoltà il Consigliere Pezzana non l'avrebbe, considerato però che c'è stato questo allungamento di discussione gli consento ancora un breve intervento.



PEZZANA Angelo

L'intervento sarà brevissimo, proprio per le motivazioni che diceva il Presidente. Detesto i romanzi a puntate e proprio questo dibattito che potremmo chiamare "Dallas dei rifiuti" è stato fatto a puntate. Il collega Marchini è intervenuto oggi secondo me fuori tema, ma non è neanche tanto colpa sua quanto della gestione di questo dibattito che ha portato a far si che i Consiglieri intervenissero su argomenti non in questione.
Marchini, noi qui parlavamo di rifiuti, non parlavamo del problema del progresso e delle tradizioni...



MARCHINI Sergio

Facciamo politica, non facciamo rifiuti.



PEZZANA Angelo

Veramente non credo che in questo momento si stia facendo politica con la "P" maiuscola, si parla di argomenti concreti per capire come questa Regione sia sommersa o no dai rifiuti e, nel caso in cui lo sia, e tutti sappiamo che lo è, vorremmo capire come uscirne.
Non voglio, seguendo l'invito della Presidenza, farla lunga e ribadire cose già dette. Mi piacciono le persone che parlano chiaro e quindi cercherò di fare altrettanto.
Chiedo se l'Assessore Maccari, il suo Assessorato e questa Regione sanno come affrontare il problema dei rifiuti, visto che abbiamo un Piano dei siti che non funziona, che le discariche non ci sono, che l'Assessorato e l'Assessore in persona non ci hanno avanzato alcun progetto concreto e degno di attenzione. Il Piemonte non ha le discariche, i rifiuti, quelli tossici, quelli nocivi, quelli urbani non vengono riutilizzati, non esiste un piano di riciclaggio, in conclusione questa è una Regione che non ha un piano serio per tutto quanto riguarda i rifiuti. Il dibattito si pu riassumere con la seguente frase: "Se questo è un Assessore serio che merita la stima da parte di un collega di maggioranza, come il collega Marchini, c'è da chiedersi con quale serietà il collega Marchini affronti i problemi che riguardano la nostra Regione".
Anche se una certa politica impone ad un collega liberale di sostenere un collega di Giunta, credo che questo possa avvenire in maniera un pochino più delicata, un pochino meno ambigua magari, ma certo non su un argomento come questo che denota la totale mancanza di capacità di intervento di una Giunta che non sa nemmeno copiare le Giunte vicine, come quella della Lombardia che il problema l' ha affrontato e in parte anche risolto.
Quindi questa è una Giunta inefficace e incompetente sul campo dei rifiuti.
Approvo la candidatura che il collega Ala ha prima manifestato al Consiglio e credo che saprebbe fare sicuramente bene, anche se manca di lunga esperienza di uomo di politica, come magari altri Assessori possono vantare (ma non so fino a che punto sia un vanto), perché peggio di come si fa adesso credo che proprio non sia possibile!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bergoglio.



BERGOGLIO Emilia

Avendo steso qualche settimana fa la relazione introduttiva, credo sia giusto intervenire pur senza voler dare a questo brevissimo intervento n un significato di replica né di conclusione. Semplicemente è mio intendimento ricondurre i termini della questione allo spirito con il quale siamo partiti qualche settimana fa. Forse allora il clima era meno acceso dal punto di vista politico generale e forse avevamo in mente le ipotesi di lavoro che in sede di Commissione avevamo concordemente avviato dando luogo all'approvazione in Consiglio della deliberazione di proroga della Commissione in ordine a momenti e a fasi successivi di lavoro, ritenendo tutti che la fase attuale non fosse esaustiva dei problemi.
Ho seguito alcuni interventi che hanno dato al dibattito una dimensione costruttiva. Il Consigliere Pezzana ha condiviso l'impostazione della Commissione, ma fin dall'inizio ha dichiarato che non vi avrebbe partecipato.
E' una responsabilità personale di cui prendo atto senza spirito di polemica.
Certamente, il contributo dato in sede di dibattito farà riflettere la stessa Commissione, non solo, ma ritengo che chi è a conoscenza di elementi dovrebbe offrirli alla valutazione della Commissione perché in quella sede meno ufficiale e meno pubblica, dove però è più facile lavorare, si possano approfondire i problemi. Piace a tutti fare dichiarazioni clamorose ed eclatanti, bisogna però anche poterle dimostrare secondo un principio fondamentale della convivenza civile, quello di non lanciare accuse a destra e a manca contro tutto e contro tutti, che poi rischiano di essere infondate.
Noi abbiamo iniziato un certo lavoro e su alcuni punti andremo avanti perché sicuramente qualche cosa da dire ci sarà ancora.
Do atto che alcuni Gruppi, in particolare quello rappresentato dal collega Ala, si sono inseriti in questo lavoro con notevole sforzo per capire e per verificare. C'è sicuramente la volontà nei Commissari di andare comunque nella direzione di proporre delle soluzioni.
La ricerca di chi è più "verde" non serve e credo sia del tutto inutile, qualche volta si è soltanto verdi di rabbia, cosa come chi ha la pretesa di venire qui a pontificare senza aver approfondito le questioni in sede di studio e di esame, svilisce il senso e il valore delle cose che si dicono. Se questo non piace a qualcuno, mi dispiace, ma questa è la mia opinione.
In ogni caso la Commissione si è riunita una volta soltanto e attende la conclusione di questo dibattito per trarre dalle indicazioni che vengono dal Consiglio degli spunti per proseguire nel suo lavoro.
Bisogna dire che raramente è successo di diluire e di sfilacciare così un dibattito su un tema specifico.
Spero che nel prosieguo dei lavori della Commissione e nelle successive conclusioni che verranno comunque rimesse a questo Consiglio, si potrà recuperare in tensione, in presenza e in capacità di incidere su questa questione così grave che oltretutto ogni giorno presenta aspetti diversi.
Dagli inquinamenti da rifiuti siamo passati ai problemi delle acque, negli inquinamenti industriali stiamo verificando una serie di guai provocati da prodotti chimici usati in agricoltura e credo che l'elenco si potrebbe allungare. Non mi voglio dilungare e non voglio neanche entrare nel merito di polemiche che mi sembrano del tutto inutili e fuori luogo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Montefalchesi. Ne ha facoltà.



MONTEFALCHESI Corrado

Era previsto che intervenissi per illustrare un ordine del giorno che assieme ad altri colleghi ho presentato su questo argomento. Devo dire che visto il clima e il livello della tensione nel momento in cui è iniziato il dibattito avevo rinunciato perché mi ero scoraggiato, però per correttezza vorrei intervenire per illustrare l'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Consigliere Montefalchesi, gli ordini del giorno li esaminiamo dopo questa è ancora discussione generale sulle comunicazioni della Giunta sulla mozione del Partito comunista e sulla comunicazione del Consigliere Bergoglio. Le chiederei formalmente di svolgere questo intervento come intervento generale. L'illustrazione di un ordine del giorno dovrebbe essere fatta successivamente.



MONTEFALCHESI Corrado

Colgo la proposta della Presidenza ed illustrerò successivamente l'ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccari per la replica.



MACCARI Eugenio, Assessore alla tutela ambientale

Replicare dopo sei sedute di discussione spezzettata diventa complicato come è stato difficile per tutti Consiglieri seguire in modo organico l'andamento di questo dibattito.
L'indagine consiliare è stata indubbiamente di grande mole, un lavoro estremamente positivo che si aggiunge agli elementi già in possesso dell'Assessorato, direi quindi che i due lavori si possono integrare. Hanno portato ad una conoscenza più completa del territorio e di quanto avviene su di esso in relazione ai rifiuti. Ringrazio il Presidente della Commissione, signora Bergoglio, che ha seguito i lavori in termini attenti e proficui cosa come lei stessa ha illustrato nella prima seduta consiliare.
Il lavoro della Commissione ha portato a considerazioni che possono sembrare ovvie e semplicistiche, ma purtroppo le cose che possono sembrare ovvie e semplicistiche spesso non trovano soluzione e la volontà politica che deve tradurle in realtà risolutive. E' stato giustamente sottolineato da parte della Commissione d'indagine, come ha ricordato la collega Bergoglio, che non bastano le teorie di indicazione dei siti, che non basta la formulazione di piani che si stampano magari in migliaia di copie creando dei problemi di smaltimento di quanto si è stampato piuttosto che portare indicazioni risolutive al problema.
La Commissione ha sottolineato la difficoltà di realizzare le discariche perché nessuno le vuole sul proprio territorio, quindi non bastano neppure le ordinanze quando poi non si sa dove indicare il sito su cui depositare i rifiuti.
Visto che vengono sempre richiamati i funzionamenti delle istituzioni anche per la pesantezza delle accuse che mi sono state rivolte dal Consigliere Pezzana, che non ha partecipato alla Commissione d'indagine gli rivolgo con altrettanta simpatia con la quale lui si è rivolto a me la nozione di serietà nella conduzione del proprio mestiere, del proprio compito di Consigliere. Devo anche sottolineare la facilità con cui il Consigliere Pezzana distribuisce patenti di non serietà e di incapacità agli altri, credo sia bene analizzare in casa propria i propri comportamenti perché non è sufficiente tirarsi indietro dal lavoro delle Commissioni per poi venire a fare in aula dichiarazioni eclatanti e clamorose...



PEZZANA Angelo

Le discariche ci sono. Vai un po' a vedere...



MACCARI Eugenio, Assessore alla tutela ambientale

Mi farò dare una cartina stradale da Pezzana e mi auguro che si possano anche realizzare in Piemonte le cose...



PEZZANA Angelo

Telefona al tuo collega della Regione Lombardia...



MACCARI Eugenio, Assessore alla tutela ambientale

E' un collega che in Lombardia incontra le stesse mie difficoltà perch le discariche di tipo 2 C in Italia sono cinque, non sono cinquanta; quindi le stesse difficoltà che ha il Piemonte le ha la Lombardia perché sono riconducibili a norme nazionali. La Lombardia forse è partita prima e indubbiamente questo è un vantaggio. E' un vantaggio per la Lombardia e uno svantaggio per il sottoscritto.



(Interruzione del Consigliere Pezzana)



MACCARI Eugenio, Assessore alla tutela ambientale

Pezzana, appartieni alla Lista Civica, quindi suppongo che hai una certa dose di educazione civica. Ti prego di mantenerla anche in questa discussione.
La Lombardia è partita prima e quindi naturalmente è avvantaggiata mentre il Piemonte si trova a non avere strumenti e cerca di metterli in piedi, e l'Assessore...



(Interruzione da sinistra)



PRESIDENTE

Capisco che l'argomento appassiona l'assemblea. Abbiamo sette ordini del giorno e abbiamo la possibilità di continuare seriamente il dibattito se l'oratore, quando ha la parola, è in condizioni di svolgere le proprie considerazioni. Vorrei non richiamare più nessuno.



MACCARI Eugenio, Assessore alla tutela ambientale

La Lombardia si è data alcuni strumenti operativi, ha avuto anche la possibilità di realizzarli e ha avuto la possibilità di contattare alcune iniziative private e di realizzare con le stesse alcuni impianti.
L'Assessore in Piemonte si trova purtroppo in altre condizioni. Voglio ricordare il racconto citato dalla collega Bresso della città di Leonia che veniva sepolta man mano da cumuli di immondizie che crescevano, confinavano con altri, travalicavano le pianure e le montagne e andavano a coprire praticamente tutto il mondo. E' un bel racconto, ma potrei raccontarvene un altro di una città che non chiamerei Leonia, ma magari Cadaveronia! Vedete Colleghi, l'Assessore che in questi anni è andato in giro per il Piemonte a disseppellire bidoni di rifiuti tossici, più o meno nocivi più o meno tossici o rifiuti speciali, a disseppellire cimiteri clandestini sepolti nei dieci o quindici anni precedenti - non è un'accusa a nessuno il fatto che siano stati sepolti nei dieci o quindici anni precedenti - non può essere considerato l'assassino o quello che ha autorizzato questo seppellimento clandestino o che non l' ha visto.
Le cose che sono dette nella mia relazione non sono solo rivolte al futuro. Il piano è articolato in due momenti, uno più urgente relativo ai prossimi due-tre anni, l'altro a più lunga scadenza relativo ai prossimi dieci-quindici anni.
Nella mia relazione sono anche descritte le iniziative che sono state avviate in questi anni: la collaborazione con i privati, il tentativo di mettere in piedi centri di stoccaggio con le aziende municipalizzate (che non è una cosa facile da risolvere nel giro di pochi mesi), l'iniziativa di un centro di trattamento integrato. Sappiamo che è inutile prevederne cinque o dieci in Piemonte quando si sa che è già difficile realizzarne uno. Comunque la realizzazione di un centro integrato con inceneritore, con possibilità di inertizzazione, con possibilità di declassare i rifiuti e quindi di avere un altro sistema di smaltimento meno impegnativo, con la creazione di almeno una discarica 2 B per ogni provincia e almeno di una 2 C a servizio di tutto il territorio piemontese sono obiettivi indubbiamente di minima, ma che hanno già difficoltà ad essere realizzati e che andremo a verificare nei prossimi...



PEZZANA Angelo

Decenni.



MACCARI Eugenio, Assessore alla tutela ambientale

...nei prossimi decenni, può darsi, questo non dipende soltanto dalla volontà dell'Assessore, ma dipende anche dalla volontà del Consiglio di avere una strumentazione adatta per affrontare i problemi.
In questo processo di costruzione dei piani nessuno vuole tagliare fuori le autonomie locali, come è stato da qualcuno affermato. Sono coinvolte in pieno le Province, i Comuni, con tutte le difficoltà che ci comporta perché le discariche purtroppo nessuno le vuole. Per non fare una discarica o un impianto è sufficiente annunciare la volontà di farli che si mettono in moto tutte le reazioni contrarie e le iniziative vengono bloccate.
L'avvio c'è stato in questi anni. La legge n. 18 non è una legge perfetta, ma è perfezionabile. Comunque, così come incomincia a dare i suoi risultati positivi sta anche dimostrando le sue difficoltà operative particolarmente dove le Province non hanno ancora acquisito un sufficiente bagaglio culturale operativo. E' un processo di costruzione che non si pu pretendere di mettere a regime nel giro di un anno; andremo a correggere dove esistono le strutture che sono in difficoltà sul piano operativo, come è emerso nei contatti fra Regione e Provincia; alcune difficoltà sono venute fuori in aula e hanno provocato discussioni approfondite.
Dobbiamo indubbiamente darci degli obiettivi realistici. Lo diceva nel suo intervento la collega Bresso, ma gli obiettivi realistici devono passare attraverso le strumentazioni che abbiamo.
Le indicazioni date dalla Giunta circa il lavoro da avviare con gli enti strumentali (IPLA, CSI), con le Associazioni ANCI, URPP e CISPEL a mio avviso possono essere sufficienti per organizzare un lavoro non esaustivo ma positivo per i prossimi anni.



VIGLIONE ALDO



PRESIDENTE

Abbiamo così concluso la discussione generale sul dibattito avviato dalla comunicazione della Giunta, dalla Commissione d'indagine e aperta dalla mozione presentata dal Gruppo comunista e dagli ordini del giorno presentati da alcuni Gruppi.
A questo punto la Presidenza propone di interrompere la seduta e di riprendere i lavori alle ore 15 con la discussione sui vari documenti, i quali al momento sono sette: mozione presentata dal Gruppo comunista ordine del giorno presentato dal Consigliere Staglian ordine del giorno presentato dal Gruppo comunista nel mese di marzo 1987 ordine del giorno presentato dalla Lista Verde ordine del giorno presentato dal Consigliere Pezzana ordine del giorno presentato dai Consiglieri Montefalchesi e Ferro sui cantieri di lavoro ordine del giorno presentato dai Consiglieri Bontempi ed altri sull'Albo regionale delle imprese.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Bergoglio. Ne ha facoltà.



BERGOGLIO Emilia

Informo il Consiglio dell'esistenza di un ordine del giorno a firma mia e di altri Consiglieri che è materialmente in fase di consegna.



PRESIDENTE

Io ho informato il Consiglio sugli ordini del giorno pervenuti alla Presidenza.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Sono d'accordo con la proposta della Presidenza. Pongo però un problema che in parte è già stato sollevato dal collega Ala, ma che a questo punto dobbiamo porre nella sua interezza.
I Gruppi dell'opposizione, e noi per primi, abbiamo depositato una serie di ordini del giorno. Lo scopo di un dibattito, specie di un dibattito fatto a tappe come questo, è di arrivare su un argomento di questa importanza a definire delle conclusioni e degli indirizzi affinch il Consiglio possa impegnare la Giunta e altri soggetti a fare alcune cose essenziali.
Se mettiamo assieme il dibattito cosa come si è svolto, l'assenza di interesse che abbiamo rilevato, il modo con cui è stato portato avanti, la replica nel merito da parte dell'Assessore che è stata totalmente insoddisfacente - e spiegherò poi perché mi è parsa totalmente insoddisfacente - il fatto che la maggioranza ci preannunci adesso l'arrivo di un ordine del giorno, che si aggiunge agli altri, tutto questo ci fa ritenere che l'unico risultato possibile è un ulteriore rinvio delle decisioni, perché non si è avuta da parte della maggioranza, come normalmente avviene, un'azione preventiva di definizione di linee e il tentativo di arrivare o meno a delle intese. Rilevo questo e lo lascio alla meditazione dei Consiglieri.
Diciamo fin d'ora che noi non intendiamo uscire da questo Consiglio senza una definizione di indirizzi in materia. Anche il dibattito, che si è svolto nella maniera che sappiamo, assumerebbe un risvolto ulteriormente finto, non accettabile. Non è possibile pensare che è stato all'o.d.g. per mesi, che se ne è discusso in varie sedute, a pezzi e a bocconi, e che ora non si definisca un indirizzo.
Mi pare che non ci siano da parte della maggioranza le intenzioni di arrivare ad un confronto utile per poter produrre questi indirizzi, salvo che la maggioranza si riconosca in quelli che abbiamo proposto come opposizione. Mi pare che questo momento di confronto sia utile per arrivare ad una conclusione e sia elemento preliminare. Purtroppo - e mi riallaccio a quello che dicevo questa mattina - si continua ad andare avanti sempre peggio anche sulle cose più delicate.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno preannunciato è stato ora presentato a nome del pentapartito.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Brizio. Ne ha facoltà.



BRIZIO Gian Paolo

Ho sentito elencare una serie di ordini del giorno compresi quelli che trattano di sacchetti di plastica. Se si discute anche questi, è probabile che venga presentato un ulteriore ordine del giorno in materia.



STAGLIANO' Gregorio Igor

E' una scoperta questa?



BRIZIO Gian Paolo

Stai calmo, Staglianò!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferro.



FERRO Primo

Non voglio entrare nel merito dell'ordine del giorno perché avremo modo di discuterne. Invito unicamente, gli estensori di leggere le leggi, visto che ho letto delle terminologie improprie. La prima terminologia impropria la leggo nel punto in cui si parla di aggiornamento del piano di smaltimento. In Piemonte non esiste il piano. Probabilmente qualcuno ha scopiazzato il decreto n. 168 che parla di aggiornamenti dei piani di smaltimento. In Piemonte il piano di smaltimento deve essere avviato.
Quindi chiedo agli estensori, tanto per non farci deridere, di correggere.
Per quanto riguarda poi i punti 2 b) e 1 c) non sono discariche, ma sono piattaforme di trattamento.



PRESIDENTE

Ringrazio il Consigliere Ferro per queste osservazioni.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 13,10 riprende alle ore 15,15)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Proseguiamo l'esame del punto 4) all'o.d.g.
La discussione generale si è conclusa. Dobbiamo pertanto passare all'esame delle mozioni e degli ordini del giorno presentati.
La parola l'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla tutela ambientale

Vorrei fare un chiarimento in relazione all'affermazione fatta con molta sicurezza questa mattina dal Consigliere Ferro sulla mancanza dei piani. Voglio ricordare che il Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte in data 23 dicembre 1985, ha pubblicato la deliberazione del Consiglio regionale del Piano orientativo per lo smaltimento dei rifiuti solidi che comprendeva anche l'indicazione puntuale dei 28 siti.
Per quanto riguarda la nomenclatura (se il Consigliere crede gli posso far avere copia dell'estratto) la deliberazione interministeriale di attuazione parla chiaramente di discariche tipo 2 B, 2 C, ecc.



FERRO Primo

Nelle norme di attuazione del DPR n. 915 si parla di discariche, ma nel DPR in questione si parla di piattaforme di trattamento.



MACCARI Eugenio, Assessore alla tutela ambientale

Nelle norme di attuazione si indica la tipologia tecnologica di costruzione e si dice chiaramente "discariche" e queste norme sono posteriori al DPR n. 915.



PRESIDENTE

Al momento però dobbiamo procedere nell'esame dei documenti presentati.
Per quanto riguarda la mozione del Gruppo comunista penso che l'illustrazione sia stata fatta nel corso di questi dibattiti. Vorrei soltanto sapere, per l'economia dei lavori, come si intende procedere; se ad esempio, è possibile procedere all'accorpamento dei diversi documenti che riflettono vari momenti di questo complesso problema La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

A me sembra che siamo nella situazione che avevamo preannunciato in fine di mattinata. Vorrei riscontrare l'intenzione di mettere a confronto i vari documenti presentati per produrre in un testo sufficientemente confrontato gli indirizzi da definire dopo questo lungo dibattito. Se questo non avviene, non possiamo che votare ciascuno il proprio ordine del giorno, ma non so quanto questo sia sensato rispetto alle questioni che abbiamo dibattuto. Se andiamo avanti così ci troveremo con un documento della Giunta votato, ma che, al di là delle questioni terminologiche sollevate da Ferro, conterrà soltanto auspici di cose da fare senza una indicazione operativa. Si dà mandato alla Giunta di elaborare, in accordo con ALA NemesioCI, CISPEL e URPP una indicazione operativa. Che cosa vuol dire? Abbiamo fatto un lungo dibattito su questa materia e siamo ancora così nel vago? Qual è l'atteggiamento delle forze di maggioranza? Intende confrontarsi in vari ordini del giorno, oppure intende votare solo il proprio?



PRESIDENTE

Come sempre auspico che si trovi un terreno il più unitario possibile evidentemente però non posso andare al di là del favorire il terreno di confronto.
La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Il nostro Gruppo ritiene che le considerazioni del Consigliere Bontempi abbiano piena legittimità, quindi è disponibile ad un'attività di collage dei diversi documenti per pervenire ad un documento unitario. Devo per dire che questo richiede grande disponibilità da parte di tutti perché, ad esempio, alcune espressioni che sembrano vaghe sono invece la presa d'atto che c'è la necessità che la Giunta non improvvisando, rischiando quindi incidenti anche formali che ci sono stati contestati, si dia un termine che noi riteniamo molto prossimo, per arrivare con documenti di tipo propositivo più specifico di quanto non siano quelli che possiamo elaborare in questa sede. Ci sembra difficile immaginare che, in sostituzione del nostro suggerimento che la Giunta faccia una propria proposta di sede di consultazione e di ricerca di organicità di intervento, venga proposto qualcosa di più pregnante. La Giunta, sia pure informalmente, proponeva qualcosa che, per esempio, al sottoscritto sembrava non strettamente correlato con alcune posizioni politiche qui emerse, ad esempio, l'agenzia.
La partenza con la consulta evidentemente significa lasciare per strada l'agenzia. Non ci siamo ancora pronunciati a fondo per sapere se la consulta esclude l'agenzia o viceversa, quindi noi riteniamo che la Giunta debba riflettere per scegliere tra agenzia e consulta oppure debba prendere una soluzione di altra natura.
Da parte mia c'è una grande disponibilità al confronto nonché ci sia disponibilità da parte degli altri Gruppi politici soprattutto in merito all'accettazione senza scandalo di un eventuale slittamento delle conclusioni di questo dibattito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Petrini.



PETRINI Luigi

Anche a mio avviso non è sensato fare qui un confronto dei diversi ordini del giorno, quindi se la Giunta acconsente si potrebbe rinviare questo esame alla VII Commissione, come d'altro canto nel mio intervento avevo proposto; esame che dovrebbe vedere il confronto tra i diversi Gruppi per giungere possibilmente ad un documento unitario. Tra l'altro la VII Commissione sta già affrontando alcuni di questi argomenti e mi pare che lo spirito e il desiderio dei diversi Gruppi sia quello di camminare su una posizione possibilmente unitaria su questi argomenti.
Sono però d'accordo con il collega Marchini che nel frattempo per guadagnar tempo, essendoci il lasso di tempo rappresentato dalla tornata elettorale e la VII Commissione convocandosi immediatamente dopo questo periodo, la Giunta potrebbe presentare alla VII Commissione una sua posizione che la aiuterebbe nel determinare con i Gruppi politici un atteggiamento univoco e definitivo. In carenza però di questo documento è chiaro che i Gruppi saranno liberi di presentare proprie posizioni.



PRESIDENTE

Sono state formulate due ipotesi: la prima è quella regolamentare di votare singolarmente i documenti che sono stati presentati; la seconda formulata dai colleghi Marchini e Petrini in risposta a quella di Bontempi di tentare di definire un testo unitario in sede di VII Commissione.
Abbiamo oggi al nostro esame otto documenti di cui non si capisce il magma che sta alle spalle. Il nodo della questione è di stabilire il terreno sul quale misurarci, pertanto occorre sciogliere questo nodo.
La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Siamo obiettivamente in una situazione di difficoltà a decidere il da farsi per come è stata impostata la questione. La maggioranza che vuol approvare degli indirizzi e che vuol farlo in un confronto con gli altri avrebbe già dovuto mettere assieme testi e ordini del giorno.
Una strada possibile sarebbe quella di illustrare gli ordini del giorno, in modo che emergano gli elementi su cui punta ogni forza politica evidenziando possibili elementi comuni.
Il modo di arrivare alla formulazione di un documento definitivo lo ricaviamo da quello che viene dal dibattito. Più che affidarci alla disponibilità, che pure registriamo con piacere, ma che purtroppo è contraddetta da quello che non si è fatto prima, credo che occorra entrare nel merito, e nel merito si può entrare illustrando brevemente i punti salienti degli ordini del giorno. Mentre illustreremo il nostro documento noi metteremo in rilievo i dubbi che abbiamo sul documento della maggioranza. Possiamo assumere anche la decisione di definire subito o in un secondo tempo il documento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, la proposta di Bontempi di illustrare gli ordini del giorno è interessante, però la discussione richiede un certo tempo.
La mia proposta è che i Capigruppo valutino la possibilità di realizzare una sintesi unitaria. Una riunione dei Capigruppo forse potrebbe supplire a una discussione in aula.



PRESIDENTE

Il problema può essere risolto anche in aula, una riunione dei Capigruppo non modificherebbe niente.
La proposta di Bontempi è di illustrare i documenti e quindi di valutare l'esistenza o meno di punti di convergenza, oppure si deve procedere, dopo averli illustrati, alla votazione dei documenti. Non vedo altre soluzioni alternative.



BONTEMPI Rinaldo

A me sembra di dover sostenere la proposta che ho fatto anche sul piano del metodo. Noi svolgeremo un intervento molto breve in cui metteremo in evidenza i punti salienti a cui teniamo secondo la nostra impostazione e ci esprimeremo anche sul documento della maggioranza o su altri documenti per i punti che a nostro avviso meritano osservazioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Vorrei che di fronte a proposte di rinvio (si tratta infatti di materia abituata al rinvio) vengano presi degli impegni da parte di tutte le forze politiche in merito ai tempi nei quali la votazione avviene. Non possiamo pensare ad un rinvio alla VII Commissione che potrebbe prendere in esame questo problema soltanto nella prima settimana di luglio, con il rischio quindi di approvare in aula un documento, se va bene, ai primi di ottobre.
Non sono disposto a rinvii se non c'è l'impegno di riunire straordinariamente la Commissione o di affidare l'incarico ai Capigruppo con l'impegno della votazione entro la fine del mese di giugno.



PRESIDENTE

Signori Consiglieri, procediamo dunque nell'illustrazione dei documenti presentati dai vari Gruppi allo scopo di valutare l'esistenza o meno di punti di convergenza tra gli stessi e conseguentemente definire una sede ristretta nella quale potersi misurare. Ricordo che i documenti presentati in ogni caso devono essere illustrati.
Il primo documento presentato è la mozione del Gruppo comunista datata 3 ottobre 1986. Il Gruppo comunista ha poi presentato altri tre documenti.
Chiedo pertanto chi intende intervenire per illustrare i documenti.



STROBBIA Stefano

Chiedo se non è possibile tentare attraverso una riunione dei Capigruppo di verificare se esiste la possibilità concreta di un'adesione unitaria o almeno la più ampia possibile.



PRESIDENTE

Questo è certamente possibile, ma non può essere delegato ai Capigruppo, perché non, tutti hanno lavorato su questi testi.



STROBBIA Stefano

D'accordo, allora il gruppo degli esperti o coloro che hanno lavorato intorno a questi documenti.



PRESIDENTE

Va bene il gruppo degli esperti, ma è stato proposto di illustrare prima il complesso dei documenti per valutare l'esistenza di convergenze o meno sugli stessi. Non è stata proposta una riunione dei Capigruppo o degli esperti.



STROBBIA Stefano

Il mio scopo era quello di determinare un metodo di lavoro produttivo perché rischiamo di fare oggi l'illustrazione, non arrivare ad una conclusione, riassumere questo argomento fra un mese, ripetere la discussione e arrivare ad una soluzione che non soddisfa alcuno. Forse sarebbe opportuno fare un piccolo sforzo di sintesi adesso.



BONTEMPI Rinaldo

E' teorico questo sforzo di sintesi: sono otto i documenti e prima che si finisca il pomeriggio se ne va tutto! Le cose fatte prima non si recuperano se non vengono fatte a tempo, l' ho detto tre volte, quindi mi permetto di dire che almeno questo metodo può chiarire qualche punto. Se lo spirito è quello di prendere tutto il possibile di positivo e mettere assieme un discorso che stia in piedi complessivamente si può arrivare alla conclusione.



STROBBIA Stefano

Se il prezzo è quello di fare un doppio dibattito, pur di arrivare ad una soluzione la più allargata possibile, io sono d'accordo.



PRESIDENTE

Collega Strobbia, io ho auspicato questo da tempo perché tale argomento era già in prospettiva mesi addietro, la mozione è addirittura del mese di ottobre 1986. Non si può però pensare ora di riunire improvvisamente pochi esperti i quali riescano di otto documenti ponderosi, tutti scientificamente idonei a essere discussi, ad analizzarne in cinque minuti il contenuto.
Do pertanto la parola al Consigliere Bresso che illustra nel complesso i documenti presentati dal Gruppo comunista.



BRESSO Mercedes

Intervengo brevemente per l'illustrazione della nostra mozione, non solo perché è stata diffusa ed è quindi conosciuta da molto tempo, ma perché già ebbi occasione di illustrarla ampiamente in quest'aula, per cui vorrei limitarmi a porre in rilievo qual è lo spirito che anima la stessa.
La nostra convinzione, come è detto nel documento, è che la ratio del DPR n. 915 configuri un forte ruolo pubblico. Come sapete il nostro documento è orientato ad affrontare particolarmente il problema dei rifiuti industriali perché ci pare quello più urgente e soprattutto è quello che finora ha visto minori avvii di soluzione, anzi, non ne ha visti per nulla.
Consideriamo dunque che il DPR n. 915 configuri un forte ruolo pubblico anche nel settore dello smaltimento dei rifiuti industriali, che quindi non sia sufficiente limitarsi all'adempimento formale delle norme specifiche che il 915 stesso prevede (in particolare i piani di smaltimento e i piani dei siti), ma sia necessaria un'iniziativa diretta da parte della Regione al fine di predisporre un sistema dello smaltimento dei rifiuti industriali in cui il ruolo di governo pubblico della materia sia rilevante.
Ci è parso, nel lungo dibattito che si è svolto in questi mesi sul problema dei rifiuti industriali, che ci sia anche un interesse, una domanda, da parte degli operatori privati, a che la Regione e in genere il pubblico intervengano con più forza in questo settore.
La ragione per cui proponiamo l'istituzione di un'agenzia (sul discorso dell'agenzia ci sono state alcune osservazioni sia da parte del Consigliere Pezzana che da parte di altri Consiglieri: c'è da parte nostra ampia disponibilità perché tale formulazione possa essere effettuata in maniera diversa) è perché riteniamo che uno strumento progettuale e di ricerca che consenta l'avvio della realizzazione concreta di un sistema dello smaltimento dei rifiuti industriali sia indispensabile. Ciò consentirebbe di dare garanzie alle collettività che poi dovranno ospitare gli impianti di trattamento e di avviare l'organizzazione del sistema. Questo aspetto per noi è centrale, così come riteniamo centrale il fatto che si avviino almeno un certo numero di impianti di trattamento pubblici, che non siano solo delle discariche corrette e controllate a norma di legge, ma anche che affrontino gli aspetti relativi al recupero e al riciclaggio, in particolare per gli industriali per cui il problema è non solo più grave ma di più facile soluzione se lo si fa correttamente.
In sintesi, avviare un pacchetto di interventi pubblici che faccia perno sull'agenzia o comunque su un polo di progettazione e di controllo pubblico ed avviare anche alcuni interventi che non si limitino, come dice l'ordine del giorno proposto dalla maggioranza, a "dare appoggio all'istituzione di centri", ma in cui ci sia un'iniziativa diretta della Regione. Il che naturalmente non vuol dire che non si possa poi dare appoggio ad iniziative di parte privata o miste pubbliche-private che vadano bene. Il problema è - visto che da anni si aspetta che l'iniziativa privata risolva il problema e non lo ha risolto - non contare sul fatto che le soluzioni arrivino per via miracolistica, ma proporsi di intervenire direttamente come Regione.
Questo è il cuore della nostra impostazione e ci sarebbe anche piaciuto che se ne discutesse un po' di più, non tanto sugli strumenti, ma proprio sul fatto se occorra o meno un ruolo pubblico diretto nel campo dei rifiuti industriali.
Rispetto al documento della maggioranza, rilevo che vi sono alcuni elementi che ovviamente condividiamo, ad esempio che si dia piena attuazione alle leggi nazionali, antiche e recenti, fare il piano di bonifica, mandare avanti il programma di lavoro per la formazione del catasto dei rifiuti, avviare consultazioni, ecc., mentre ci pare debole la posizione di dare ogni appoggio all'istituzione di centri di smaltimento perché, come dicevo, il problema è avviare noi alcune cose, dopodichè qualunque altra iniziativa ben venga. Ci pare anche debole il punto sul quale già il collega Ferro aveva rilevato un errore e cioè che è bene non chiamare discariche gli impianti di smaltimento: ai sensi del DPR n. 915 devono essere chiamati impianti di smaltimenti, se anche nei regolamenti ci si è sbagliati chiamandole discariche non c'è alcun bisogno di ricadere noi nell'errore.
Per quanto riguarda il programma di smaltimento è vero che c'era quello del 1975, ma certamente non è il programma di smaltimento ai sensi del DPR n. 915, essendo di ben sette anni precedente; io non l' ho presente, ma certamente non puo rappresentare qualcosa a cui fare ancora oggi riferimento per avere un programma relativo allo smaltimento dei rifiuti dopo l'elaborazione realizzata, a livello di CEE prima e di DPR n. 915 dopo, in questo campo. La pianificazione deve essere una cosa da fare integralmente a partire da oggi.
Siamo d'accordo ovviamente che va incentivato il riciclo e la minore produzione specifica di rifiuti, come è detto in tutti i documenti, ci pare però da questo punto di vista un po' poco dire incentivare e basta, perch questo è già detto - credo - nella legge n. 18, sicuramente comunque nel DPR n. 915. Il problema è individuare come questa incentivazione pu concretamente mettere delle gambe e marciare; anche da questo punto di vista ci pare che l'agenzia sia uno strumento utile perché pu rappresentare un momento progettuale e di colloquio con gli operatori privati perché, in particolare nel campo dei rifiuti industriali, le iniziative di recupero e riciclo, soprattutto di cambiamento dei processi produttivi per la minore produzione di rifiuti, devono essere effettuate in buona parte all'interno delle imprese; quindi occorre che ci sia un interlocutore progettuale che oggi la Regione non è, onestamente, e non pu esserlo se non si dota di uno strumento adeguato. D'accordo dunque sulla cosa in sé, ma non ci pare si siano individuati gli strumenti e il compito di questa assemblea non è solo esprimere delle intenzioni, ma individuare gli strumenti con cui poi realizzare e governare le intenzioni che ha espresso. Da questo punto di vista il documento è proprio debole e varrebbe la pena, visto che poiché si tratta di un documento di maggioranza rischia di essere approvato, di farne un altro che esprima più intenzioni di governo e non solo buone intenzioni.
Per quanto riguarda gli altri ordini del giorno, ricordo che ce n'è uno nostro di incentivazione alla riduzione dell'uso della plastica, è una cosa di minore rilevanza, ma può favorire attraverso una serie di iniziative che noi proponiamo la riduzione dell'uso indiscriminato e continuo di materie plastiche anche per usi del tutto inutili e impropri. Si tratta di un argomento che può apparire minore, ma certamente utile a modificare la cultura dello spreco, attraverso ad esempio l'uso non delle bottiglie di plastica, ma di quelle di vetro; attraverso il minore uso di imballaggi di plastica per qualunque cosa venga stampata e spedita; attraverso varie altre proposte giacenti sui contenitori in plastica; attraverso l'uso della carta riciclata in Regione. Sono tutte piccole proposte che però sommate insieme hanno una grande rilevanza in termini di modifica dei comportamenti culturali, che diciamo sempre devono avvenire, ma poi non avvengono neanche fra di noi che ne parliamo continuamente (figuriamoci che esempio diamo!).
I documenti che esaminiamo ogni seduta e che hanno una vita di pochissime ore potrebbero essere facilmente fotocopiati su carta riciclata.
Ci sono alcune interessanti notazioni nel documento del Consigliere Ala su cui concordiamo, in particolare relative alla scomparsa proposta di deliberazione n. 154 che contemplava le norme integrative per l'organizzazione dei servizi di smaltimento, le procedure di controllo e autorizzazione, relative sempre all'applicazione del DPR n. 915 e della legge n. 18, che è stata ritirata perché nel frattempo è stato emanato il Decreto De Lorenzo, ma poi è misteriosamente scomparsa nei meandri del Consiglio regionale, quindi ricordare che c'è e che forse varrebbe la pena se deve essere modificata, di modificarla, ma di farla tornare in aula per potere avviare davvero queste regolamentazioni ci pare di grande rilevanza.
Ci sono parecchie altre considerazioni interessanti nel lungo documento del Consigliere Ala che in uno sforzo di unificazione potrebbero essere riprese e varrebbe la pena che vengano riprese. In particolare, mi limito a citare il problema dello smaltimento dei rifiuti provenienti da ospedali e case di cura. Chiede di predisporre un piano stralcio, rapidamente e in anticipo rispetto al piano complessivo, visto che si tratta di un problema di grande rilevanza e molto difficile da trattare.
A noi pare quindi che gli spazi per unificazioni probabilmente ci siano, certo però il nodo resta quello del ruolo che la Regione vuole darsi: se un ruolo passivo, di pura regolamentazione e controllo, sia pure anche con indirizzi programmatici, oppure un ruolo attivo. Noi crediamo che senza un ruolo attivo si rischi di perdere in futuro altri sei-sette e più anni senza che le soluzioni riescano ad essere individuate. Il nodo vero è un ruolo propulsivo e attivo del settore pubblico, in questo caso della Regione, oppure un ruolo decisamente passivo di registrazione delle intenzioni altrui, che speriamo buone. Credo però sia questa la sede, in ciò sono d'accordo con quello che diceva poc'anzi Bontempi; prima di procedere ad ipotesi di unificazione dei documenti in commissione, ha senso prima come si colloca la Giunta rispetto a questo specifico problema che mi pare il nodo di diversità tra i documenti. Per il resto non ci sono problemi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Mi sembra giusto, Presidente e colleghi, anche in ossequio al metodo che ci eravamo dati, limitare l'intervento a quegli aspetti del documento di maggioranza che presentano materia significativa di contendere con gli altri presentati.
Il documento della Giunta avvia alcuni adempimenti e alcuni processi che probabilmente avranno l'apprezzamento di tutte le forze politiche.
Sulla questione centrale posta dalla collega Bresso, la maggioranza, se di maggioranza parliamo, sospende il proprio giudizio e si rimette ad un'attenta e prudente valutazione della Giunta. Non dico qual è la mia valutazione, se arriveremo a un'agenzia, però probabilmente non ci arriveremo sulle motivazioni sostenute dalla signora Bresso. Non credo assolutamente ad un sistema di commistione pubblico-privato in cui il gestore e il controllore, il programmatore e l'esecutore convivano in qualche organismo societario. Mi sembra difficile che questo dia più garanzia di un sistema in cui le responsabilità siano fermamente scisse.
Non escludo peraltro che sia ipotizzabile un'agenzia che abbia compiti precisi.



BRESSO Mercedes

Non è di gestione.



MARCHINI Sergio

Proprio questo questa reprimenda giustifica perché io non abbia sottoscritto e proposto un ordine del giorno contrario, così come non sono nelle condizioni di dare un giudizio favorevole alla vostra proposta.
Al punto 5), rendendoci conto che deve nascere un livello di analisi di programmazione, di verifica di questo problema, che coinvolga qualcuno di più e di diverso rispetto all'Assessorato e alla Regione comunque chiediamo alla Giunta di riflettere sui ragionamenti che sono all'interno dei documenti presentati, di chiedere alla Commissione in tempi abbastanza stretti, comunque nella fase finale dell'esame che sta concludendo...



FERRO Primo

E' già inserito nella legge n. 18.



MARCHINI Sergio

Infatti noi l'abbiamo superato. Il documento che la maggioranza aveva predisposto parlava in senso stretto di una consultazione. L' ho considerato limitativo e restrittivo, nel senso che mi sembrava un fatto meramente processuale, tale cioè che non avesse quell'elemento di novità che invece da questo Consiglio tutti noi riteniamo che debba nascere.
Da parte di alcune forze politiche, in particolare della mia, si è ritenuto l'istituto della consulta non esauriente delle problematiche che qui sono state poste. Quindi la maggioranza sull'ipotesi comunista non ritiene di poter assumere, in termini un po' pragmatici e molto affrettati una determinazione definitiva e chiede alla Giunta che, al di là delle disposizioni di legge, inventi o costruisca un meccanismo, che potrà anche essere un'agenzia.
Se la risposta che veniva chiesta dal Partito comunista era se c'è su questo un terreno di dialogo, devo dire che il terreno di dialogo esiste non c'è una chiusura, non c'è un'adesione, ma c'è un dialogo aperto, per cui, almeno per questa parte, il lavoro comune che si ritenesse di proseguire in Commissione o in qualche riunione di Consiglieri più addentro a queste cose direttamente con la Giunta ci trova consenzienti. Abbiamo anche l'impressione che il lavoro possa essere non solo utile, ma anche produttivo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bergoglio.



BERGOGLIO Emilia

Il documento predisposto dalla maggioranza è stato testé illustrato dal Consigliere Marchini. Desidero semplicemente aggiungere una considerazione.
Si tratta, in realtà, di individuare qual è lo strumento di consultazione e consulenza tecnico-politica che noi vogliamo dare per discutere, studiare e valutare questi problemi. La preoccupazione che è emersa, ed è stata espressa dal documento della maggioranza, è quella di evitare di andare a costituire un ennesimo comitato o commissione o gruppo di lavoro che rischia di fare la fine di tanti altri nei quali si vanno a cercare i numeri minimi per poter lavorare.
Abbiamo funzionanti alcuni strumenti che sono individuati nelle competenze dell'Assessorato, che è stato opportunamente sollecitato ad intervenire in maniera incisiva su queste questioni; abbiamo una commissione regionale d'inchiesta, sia pure con una breve vita; c'è una Commissione consiliare permanente che si occupa di questi problemi; abbiamo infine il comitato tecnico-consultivo previsto dalla legislazione vigente a livello regionale. E' stata assunta una deliberazione che dovrebbe comunque dare delle definizioni, e la collega Bresso ha affermato che si è persa nei meandri regionali. A me risulta che sia stata sospesa e inviata al Comitato tecnico per il suo parere di competenza; se non è così prego l'Assessore di illustrare le eventuali differenze rispetto a quanto sto dicendo.
In questo momento l'individuare uno strumento che si sovrapponga o che integri altri strumenti già esistenti ci sembra un po' frettoloso e affrettato. Rilancio la proposta già avanzata dal Vicepresidente Petrini di trovare dei momenti di minor fretta per valutare a fondo il problema.
Evitiamo di creare troppe commissioni o comitati, creiamo un solo comitato che sia in grado di funzionare, raccogliendo tutte le energie disperse in vari rivoli, di convogliarle tutte sul Piemonte in maniera organica e razionale. Questo sembra utile e costruttivo, al di là delle polemiche strumentali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, mi limito ad illustrare l'ordine del giorno che ho presentato, perché viceversa si finisce per fare un minestrone in cui ci si capisce poco. D'altra parte, questo ordine del giorno, presentato il 10 febbraio scorso, tratta di una questione sicuramente specifica, ma con una filosofia generale che dovrebbe avere particolare attenzione da parte di tutte le forze politiche di questo Consiglio. Ed era mio intendimento nell'ambito di questo dibattito generale sui rifiuti, collocare questa proposta particolare dentro un ragionamento più ampio. Ciò non è stato in gran parte possibile per le ragioni che ho già avuto modo di dire stamane per la frammentarietà del dibattito che si è svolto sull'argomento, "a puntate" è stato già detto, ed anche per la scarsa attenzione che ha ricevuto da parte dei colleghi.
Al riguardo, penso che la prof.ssa Bergoglio prima di dare voti, come faceva stamane, sulle presenze e le assenze in Commissione, quasi fossimo al liceo o alla scuola elementare, dovrebbe sapere che il sottoscritto insieme a pochi altri, per la precisione Ala, Pezzana e Bontempi, in sede di Conferenza dei Capigruppo ci siamo battuti perché la relazione che riportava il lavoro svolto dalla Commissione d'inchiesta presieduto dalla collega avesse il massimo di spazio e di dignità. Se ciò non è avvenuto non è sicuramente per colpa del sottoscritto o di quelli che ho nominato prima ma di altri, cioé di tutti gli altri. Quindi, pur con rammarico per la frammentarietà con cui la questione è stata affrontata e che noi non abbiamo giudicato positivamente, devo dare atto al lavoro serio di colleghi, come Ala in particolare (perché in questo caso contano anche i pesi specifici, e cioè quante risorse si hanno a disposizione per poter produrre determinati risultati), ma anche della collega Bresso producendo sull'argomento documenti che trovano il mio pieno assenso.
Vengo all'ordine del giorno che riguarda la diffusione incontrollata dei contenitori di plastica. Io, signor Presidente, avevo preparato una scaletta lunga ed una scaletta corta per illustrare questo argomento. Data l'ora e dato il contesto, svolgo la scaletta corta, richiamando comunque qualche concetto essenziale che motiva questo ordine del giorno e che dovrebbe ricevere qualche attenzione da parte dell'intero Consiglio, anche con la determinazione del voto.
In Italia il 40% della produzione delle industrie della plastica è costituito da imballaggi. Ciò significa che il ciclo di commercializzazione di questi prodotti è fortemente legato al ciclo di commercializzazione di altri prodotti di consumo; dipende cioè strettamente dai modelli di consumo, dalle strutture delle catene di distribuzione, dal modo in cui altri settori industriali configurano le proprie catene di confezionamento e di imballaggio. Si pensi, per esempio, agli effetti indotti dalla sostituzione dei piccoli punti di smercio dei prodotti alimentari, con grandi supermercati o centri commerciali. In quest'ultimo caso, le esigenze di conservazione del prodotto e di contenimento della manodopera necessaria alla sua distribuzione si traducono in un vertiginoso aumento dell'imballaggio e in particolare dell'imballaggio in plastica. Così finiamo per non comprare soltanto più il prosciutto o la frutta, ma anche buste di plastica e vassoietti di polistirolo.
Questo modello di consumo, che è un preciso modello di sviluppo determina quantità enormi di rifiuti (vado molto velocemente e mi rammarico di questo perché sono piccoli particolari che ci aiutano ad illuminare forse i processi più ampi) e di conseguenza problemi notevoli di smaltimento. Ricordavo prima che il 40% della plastica prodotta è costituito da imballaggi. Non è difficile immaginare, dal momento che gli imballaggi assai raramente vengono riutilizzati, che tutto questo ben di Dio, prodotto consumando petrolio, energia, acqua e inquinando suolo acqua, aria, ecc., si trasforma in tempi molto brevi in rifiuto.
Al riguardo può essere utile avere qualche cifra. Per quanto riguarda il Piemonte, i dati della Federazione delle Associazioni Industriali quindi - come dire - la mia controparte sociale che assumo a riprova che la fonte non è sospetta, in un documento riferito ad un'analisi relativa agli anni 1977/1978 scriveva che i rifiuti solidi urbani (composizione in peso) erano formati dal 18% di sottovaglio, il 26% di materiali cellulosici, l'8 di plastica, e così via, per un totale di 902.000 tonnellate/anno.
L'8% di questi rifiuti solidi urbani ammontano all'incirca, se non sbaglio i conti, a 75.000 tonnellate all'anno di materiale plastico, in gran parte contenitori, che non soltanto non vengono riciclati, ma sovente vengono dispersi incontrollatamente sul territorio.
La dimensione del problema, come si vede, è davvero enorme ed appare in tutta la sua drammaticità se si considera la pressoché totale ineliminabilità di questo rifiuto. La plastica, come ben si sa, è imputrescibile, inattaccabile dai microorganismi, non si decompone, non rientra sotto forma di elementi semplici nella catena alimentare; bruciata dà luogo, in combinazione con altre sostanze sempre presenti nei rifiuti, a composti chimici estremamente pericolosi: ad esempio, le famigerate diossine. Le stesse tecniche di riciclaggio non hanno comunque fornito finora risultati soddisfacenti.
In conclusione (si fa per dire, perché sono soltanto accenni e non ritengo di doverli sviluppare ulteriormente in questo momento), il ciclo di produzione, commercializzazione e consumo della plastica, ci appare, signor Presidente e colleghi, come un infernale marchingegno che divora suolo materie prime, energia, mentre produce montagne di spazzatura ineliminabili insieme a gravi impatti ambientali.
Di fronte a questo processo non c'è soltanto il danno ambientale, ci sono anche i rischi per il consumatore. Due additivi plastificanti, il DOA e il DOP, rappresentano dal 20 al 40-45% dei film polivinilici adoperati per gli imballaggi alimentari. Questi due composti hanno recentemente richiamato l'attenzione degli organi preposti alla tutela della salute pubblica negli Stati Uniti perché sono in grado di migrare negli alimenti grassi ed è stata dimostrata una loro azione cancerogena nel ratto e nel topo. Mi fermo qui anche rispetto a queste conseguenze.
Veniamo alle cose da farsi. Con il Decreto Ministeriale del 21 gennaio 1984 si dispone che a partire dal i gennaio 1991, e nei casi da indicare entro il 31 dicembre 1987 dal Ministero dell'Industria, del Commercio e dell'Artigianato, non possono più essere usati imballaggi e confezioni di altro materiale che non siano biodegradabili. A partire dalla stessa data "i sacchetti, le buste e gli altri contenitori, che il venditore al minuto fornisce al consumatore per l'asporto delle merci acquistate, possono essere usati solo se fabbricati con materiale biodegradabile": questo è il disposto dell'art. 15 del Decreto.
Su questo presupposto sono partite (e da qui prendeva le mosse l'ordine del giorno di DP sottoposto all'attenzione del Consiglio) numerosissime iniziative di alcuni Enti locali, a cominciare da un piccole paese Cadoneghe, in Veneto. I Comuni sono diventati centinaia in tutta Italia.
Essi si sono attivati per anticipare i tempi di abolizione dei sacchetti di plastica ritenuti troppo in là nel tempo rispetto all'emergenza ambientale e ai danni alla salute del consumatore che brevissimamente si richiamavano e hanno ritenuto di dover provvedere con deliberazioni proprie al contenimento del consumo della plastica. Non soltanto numerosissimi Comuni ma anche la Regione Umbria, con deliberazione del 19 maggio 1986, ha proposto di vietare l'utilizzo dei contenitori di plastica su tutto il territorio regionale.
Su queste premesse il dispositivo del nostro ordine del giorno fa riferimento non soltanto all'art. 6 del DPR n. 915, che affida fra l'altro alla Regione la promozione di iniziative dirette a limitare la formazione dei rifiuti, come testè ricordava la collega Bresso, ma anche all'art. 5 della L.R. n. 18/1986 e si propone la definizione di apposite direttive applicative in direzione dei Comuni del Piemonte, secondo le procedure previste dalla stessa legge n. 18 agli artt. 11 e 12, in particolare il punto 7 dell'art. 12, laddove indica alla Giunta regionale l'opportunità di "definire proposte atte a ridurre la quantità dei rifiuti ed incentivare anche in forma consortile, il recupero delle materie prime ed il riciclaggio".
A noi pare che queste direttive nei confronti dei Comuni siano necessarie e in questo senso ritengo che l'ordine del giorno proposto dai colleghi comunisti Adduci, Bresso ed altri, sia un'opportuna articolazione di quello presentato dal sottoscritto, secondo il principio evangelico del dover dare il buon esempio. In questo senso, le disposizioni proposte da Adduci e Bresso possono essere assunte, cioè integrate, con il ragionamento che sto svolgendo: il tutto finalizzato a costruire una nuova coscienza anche fra i consumatori. In questa direzione va il riferimento che si fa nel nostro ordine del giorno (vedo che è stato ripreso opportunamente anche dai colleghi del Gruppo comunista) al sostegno nei confronti di quelle associazioni di consumatori, ambientaliste, ecc., che si propongono queste finalità educative per realizzare forme sinergiche di iniziative di tutela ambientale della salute pubblica fra istituzioni e associazionismo dal basso.
Penso di potermi fermare qui. Naturalmente auspico che su questa questione che, ripeto, è particolare, ma che dentro alla particolarità ha una visione generale delle cose e del mondo - non vi, appaia eccessivo - vi sia un'adeguata attenzione ed anche un consenso da parte di tutte le forze del Consiglio, a cominciare dall'Assessore Maccari, che segue annoiato i lavori.



PRESIDENTE

Comunico che sullo stesso argomento trattato dall'ordine del giorno del Consigliere Staglianò è stato presentato un documento da parte dei Gruppi di maggioranza che ho provveduto a far distribuire.
La parola Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Senza seguire taluni colleghi che mi hanno preceduto, cercherò invece di attenermi specificatamente all'illustrazione del mio ordine del giorno rispetto al quale, qualora si fosse votato oggi, avrei chiesto - perché non mi piace perdere sempre - una sua votazione per punti separati in quanto ancora rileggendolo, senza presunzione direi che mi sembra pieno di ragionevolezza. Ogni tanto ce l' ho anch'io! Il mio documento non tocca i grandi problemi e le grandi filosofie. E' stato scritto quando il dibattito avrebbe dovuto vertere soltanto sulle prime comunicazioni della Commissione d'indagine ed individua pertanto soltanto alcune prime semplici misure che, a partire dal lavoro svolto nella Commissione, sembravano necessarie per una migliore e più efficiente organizzazione di taluni aspetti dello smaltimento dei rifiuti nella nostra Regione. Sembravano necessarie per quanto riguarda la posizione di un Consigliere, per di più di opposizione, e per una forza politica, quale la nostra, che sempre ha insistito e continua ad insistere sulla necessità di una corretta, ampia e tempestiva informazione in materia ambientale. E ricordo che ormai esiste una legge - che dobbiamo ricordare ogni giorno che prevede l'accesso ai dati in materia ambientale, dati che invece assolutamente vengono a mancare.
A questo punto faccio subito notare che rispetto a questo ordine del giorno c'è un'aggiunta da fare - e ho già presentato a questo proposito un'interpellanza urgente che verrà discussa verso il mese di marzo del prossimo anno - relativa al punto 5.3.1 delle Disposizioni del Comitato interministeriale che prevede - e la Regione l' ha totalmente dimenticato la L.R. n. 18 pure - l'integrale obbligo di pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione di tutte le deliberazioni relative allo smaltimento dei rifiuti tossici e nocivi. Sottolineo l'aggettivo "integrale". Questo la Regione non lo ha mai fatto, anche quando le competenze in materia erano detenute proprio dalla Regione e che ora assolutamente non fa più. Finch le competenze erano regionali almeno veniva pubblicato sul Bollettino Ufficiale qualche stralcio di queste deliberazioni, sia pure con tanti "omissis". Ora, non viene pubblicato più niente. La vicenda di Arborio, per dirne una, è una vicenda che giunge a conoscenza dei Consiglieri regionali con mesi e mesi di ritardo, perché non è più registrata da alcuna parte. A questo proposito, l'informazione verso l'esterno da parte delle Amministrazioni provinciali è totalmente inesistente. In merito agli atti della Regione almeno esiste un Bollettino che circola, per quanto riguarda invece la Provincia bisogna andare nei suoi uffici a leggere, bisogna fare un vero pellegrinaggio. Quelli di Pontestura, per esempio, devono fare il pellegrinaggio ad Alessandria per scoprire se viene autorizzata nuovamente l'Ecosystem; il Bollettino della Regione invece è possibile leggerlo in una biblioteca o presso il Comune.
Analizzo in dettaglio i punti contenuti nell'ordine del giorno da me sottoscritto, ai quali prego di aggiungere questo relativo al punto 5.3.1 delle Disposizioni Interministeriali. Tra l'altro, trattandosi di un obbligo di legge risulta addirittura superfluo inserito in un ordine del giorno. I punti sono nove più un'appendice che però non chiedo alla maggioranza di votare (per quanto ritengo possano esservi delle tentazioni).
Il primo punto prevede l'impegno in ordine a un piano di bonifica delle discariche abusive. Ho precisato "piccole discariche" perché per quel che riguarda quelle grandi credo non sia facile, visti gli esempi di quel che è successo in talune grandi discariche. Dai lavori della Commissione d'indagine è emersa l'esistenza di un numero di discariche abusive superiore a 1.000. E queste discariche, se non bonificate, continueranno a ricevere ulteriore carico abusivo. La Regione dovrebbe poter fare qualche cosa - il Piano regionale di sviluppo non tratta assolutamente questo punto in merito ad un piano di bonifica in rapporto con gli Enti locali al fine di censire e regolarizzare tali discariche. Per queste operazioni ho ritenuto di attribuirvi un anno di tempo, fissando quindi la scadenza al 31 marzo 1988. Questo per dire che non siamo degli utopisti, ma ci rendiamo conto delle difficoltà oggettive.
Al secondo punto, diventato ancora più urgente dalla data della stesura del documento, si chiede come viene verificata l'efficacia dell'attività delle Province in merito alle deleghe loro attribuite dalla L.R. n.
18/1986. Non posso non ricordare uno dei punti principali di opposizione dei Verdi alla legge n. 18: il rischio che correvamo delegando alle Province non tanto la materia relativa ai rifiuti urbani, quanto quella degli speciali - con esclusione degli inerti si intende, sebbene su questi ci sia già da dire quanto basta - e soprattutto dei tossici e dei nocivi.
Non sappiamo nulla: la Regione, a me risulta, ma potrei su questo non essere aggiornato, non possiede un metodo automatico d'informazione tempestivo immediato, quindi non ha una conoscenza di quello che decidono ed accade nelle Province. Il Comitato tecnico non mi pare offra la possibilità di giungere a conoscenza precisa di quanto succede o non succede, perché dopo il parere di competenza non si sa bene quanto avvenga.
Al punto 3) si chiede una comunicazione relativa alle procedure di controllo e verifica attuate finora dalla Regione in merito alle funzioni delegate. Mi risulta che non tutte le Province hanno alla data odierna presentato quella relazione annuale che la legge n. 18 prevede entro il 31 marzo. La delega alle Province prevede un unico obbligo, quello di fornire una relazione annuale. Le Province, come quella di Vercelli, ci dicono che per quanto riguarda le deliberazioni di Giunta che parlano di certificati penali, carichi pendenti, ecc., non vanno a chiedere al cittadino che intende aprire una discarica provvisoria per 50 mila metri cubi di tossici e nocivi se abbia dei procedimenti penali in corso per inquinamento. Questo non si deve chiedere: probabilmente siamo in uno Stato di diritto a tal punto che il cittadino non è tenuto a certificare nulla. Se invece il cittadino vuole mettere un banchetto in piazza o fare l'ambulante, gli possiamo chiedere questo ed altro ancora, per 50.000 metri cubi invece no.
Il punto 5) riguarda l'accesso all'informazione in materia di smaltimento dei rifiuti. Già nella legge n. 18 erano stati assunti vaghi impegni in proposito. Finora non è venuto assolutamente nulla.
Io aggiungevo "considerato il protrarsi dei tempi di realizzazione del catasto": ora qualcosa circola del catasto, ma le informazioni ai Consiglieri Regionali, visto che ogni tanto si fa qualcosa di buono avviando delle iniziative con il CSI, possibilmente vengano date in Commissione o in aula, senza che si debba andarle a chiedere al CSI per verificare quanto sta facendo la Regione in merito.
Al punto 6) si chiede quale fine ha fatto la proposta di deliberazione n. 154, o meglio, il contenuto di quella proposta. Il fatto che non si riesca a predisporre un formulario di identificazione per il trasporto dei rifiuti tossici e nocivi, per dirne una, nella nostra Regione, mi sembra che sia l'esempio più lampante dell'incapacità del governo, perché un formulario di identificazione non costituisce la grande politica, non è il Piano dei siti, non è il progetto complessivo, la filosofia più o meno industrialista in merito alla materia: è un puro atto burocratico, banale che molte altre Regioni hanno predisposto. Ci si potrebbe riferire sia sui metodi di gestione del catasto che sul formulario di identificazione alla Regione Lombardia. Non, sarebbe male, visto che questi sistemi hanno dato qualche risultato. Certo, sono sempre perfettibili. Molto dipende poi da come vengono gestiti, però sarebbe già qualcosa.
Il punto 7) dell'ordine del giorno sembra quasi prefigurare il caso di Arborio: riguarda infatti lo stoccaggio provvisorio e i tempi di tale stoccaggio, cioé fa riferimento alle competenze regionali, si sensi dell'art. 6, lett. f), e i controlli sulle tenute dei registri. Anche in questo caso non si ha praticamente nulla.
Il punto 8) si riferisce ancora all'informazione: contempla la proposta di realizzare un supplemento al Bollettino Ufficiale della Regione che una volta all'anno raccolga tutte le autorizzazioni vigenti in merito. I cittadini, le associazioni, i gruppi spontanei, comunque anche le categorie interessate (gli operatori industriali) o chiunque produca rifiuti speciali o tossici o nocivi devono possedere lo stato delle autorizzazioni vigenti.
Quindi di fatto, in attesa di un elenco degli smaltitori, deve essere possibile conoscere, per esempio, quanti sono i trasportatori autorizzati sul territorio regionale e per trasportare quali rifiuti, quanti sono i luoghi autorizzati a riceverli. Talvolta si scoprono dopo mesi discariche o impianti di questo genere non autorizzate.
Il punto 9), finora non è stato trattato, rileva la necessità di predisporre un piano di smaltimento dei rifiuti provenienti da ospedali e case di cura e dei rifiuti non assimilabili agli urbani.
Ho terminato l'illustrazione del mio ordine del giorno, per la stesura del quale ho tenuto conto di ordini del giorno già stampati o di cose ovvie presenti in altri documenti.
Ho voluto richiamare l'attenzione su alcuni punti specifici del documento come l'informazione, lo stoccaggio provvisorio, i rifiuti di origine ospedaliera e il controllo sull'attività da parte delle Province aspetti che mi pareva non fossero stati sollecitati e avanzati da altre forze politiche.
Se si va ad un lavoro congiunto, e se c'è una disponibilità e una sensibilità in particolare sul tema della informazione, non vedo i contenuti di questo ordine del giorno in conflitto con le altre posizioni perché trattano aspetti non trattati dagli altri documenti. La mia adesione a quanto contenuto negli altri ordini del giorno sarà un elemento successivo.
Nel punto finale del mio documento viene fatta la considerazione che quanto sopra detto avrebbe dovuto essere regolamentato da alcuni anni diciamo mediamente dalla fine del 1983 per dare un anno circa di tempo a chi governava la Regione per cominciare ad affrontare la questione. Sono passati il 1983, il 1984, il 1985, il 1986, sta lentamente, ma inesorabilmente passando il 1987, è stata emanata la legge n. 18 con le sue buone intenzioni, sono stati votati ordini del giorno, e continua inesorabilmente a mancare una politica regionale in materia di smaltimento dei rifiuti.
Sta rifiorendo invece la stagione delle discariche abusive, nel senso che ricominciano a spuntare. Stanno cominciando a vedersi i guasti provocati dalla gestione delle Province nella materia dei tossici e nocivi e comunque dei rifiuti di origine industriale. Il Consiglio regionale non ha attentamente valutato, per esempio, la vicenda di Arborio, non tanto per il fatto in sé, quanto per la disinvoltura e la superficialità nelle procedure amministrative che ha messo in mostra quel provvedimento, al di là dell'idoneità o meno del luogo scelto per ospitare quel tipo di rifiuti.
Può anche andare bene, ma se lo è, è un caso, nel senso che non è stato controllato. Questa è una censura all'operato della Giunta regionale in merito. Il pentapartito decisionista, come un tempo si definiva, sui rifiuti non ha saputo decidere molto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.



PEZZANA Angelo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, a differenza dei Consiglieri Staglianò e Ala, ho meno pazienza perché credo sia abbastanza riduttivo ed offensivo per chi ha preparato un ordine del giorno venire in quest'aula ad illustrarlo ad una manciata di volonterosi Consiglieri attenti, che rappresentano però il 5% delle persone che dovrebbero essere presenti in quest'aula. Non c'è nemmeno più l'Assessore. Mi chiedo se abbia senso venire qui a illustrare un ordine del giorno, distribuito un mese fa e che riguarda problemi di cui discutiamo ormai da tre mesi. Risparmierò quindi l'illustrazione ai colleghi volonterosi, che ringrazio per tenere gli occhi aperti in questo torpore di aula. Mi spiace che sia uscito l'Assessore futuro e l'Assessore condizionale, ma forse mi sentono dai microfoni televisivi, e mi chiedo quale funzione abbia un Consigliere, non dico di opposizione perché, anzi, vorrei sentirmi nella qualità di Consigliere di collaborazione, e come svolge il suo mestiere l'Assessore futuro l'Assessore condizionale che abbiamo la ventura di trovarci. Essendo lui diretto responsabile dell'argomento che stiamo dibattendo penso che abbia letto l'ordine del giorno che ha firmato e se l' ha firmato deve averlo approvato. Mi chiedo a questo punto in che modo abbia tenuto conto del lavoro svolto a livelli diversi e in misura differente da parte di quei Gruppi consiliari e di quei Consiglieri che hanno preparato questi sette ordini del giorno che credo abbia escluso completamente da ogni sua personale valutazione, perché altrimenti l'ordine del giorno della Giunta non, comincerebbe con le parole: "Il Consiglio approva la relazione della Giunta". La chiama relazione, comunque è quel lungo compito che l'Assessore futuro ha letto qui, tanto tempo fa, e che aveva suscitato da parte di tutti i Consiglieri la richiesta di averlo per iscritto per capire quello che era contenuto in quel mucchio di pagine. L'ordine del giorno della Giunta comincia proprio con la richiesta di approvazione di quella relazione che suscitò da parte di tutti un rifiuto generale.
E' patetico immaginare che l'Assessore all'ecologia si proponga ancora di predisporre al punto 4) il piano di bonifica delle aree inquinate quando da più di dieci anni si discute di questo argomento. Quale azienda di un Paese sottosviluppato terrebbe mai l'Assessore Maccari in una qualifica dirigenziale? Io l'avrei licenziato su due piedi.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Ti esprimi in termini non troppo dolci...



PEZZANA Angelo

Dare dell'incompetente a una persona credo sia soltanto un sintomo di sincerità a meno che si voglia...



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Di sofferta sincerità.



PEZZANA Angelo

Io non soffro tanto, magari soffro per altre cose. In politica non ho mai sofferto, ho cercato sempre di dire le cose sinceramente, ma non di soffrire. Si soffre quando si vede che i propri, sforzi sono vanificati.
Tralascio molti punti anch'essi patetici e vado al punto 9) dove viene proposto quanto segue: "...esperire ogni iniziativa affinché vengano realizzate al più presto almeno una discarica di tipo 2 B per ogni Provincia e una o due discariche di tipo 2 C per tutto il territorio regionale".
Nel 1987 l'Assessore Maccari si propone che vengano realizzate iniziative che invece dovevano essere realizzate almeno dieci anni. Questo da la misura della serietà del lavoro.
Agli inizi della mia esperienza in questo Consiglio avevo ricordato con preoccupazione che l'Assessore Maccari veniva dalla Provincia dove aveva ricoperto la carica di Presidente e dove non era mai riuscito a realizzare alcunché per quanto riguarda l'ecologia, e mi chiedevo che tipo di lavoro avrebbe fatto in Regione come Assessore. A metà legislatura sono sotto gli occhi di tutti il tipo di capacità manifestata e il tipo di proponimenti.
Se guardiamo questo ordine del giorno cadono anche le buone intenzioni del collega Bontempi, il quale si chiede che tipo di azione dobbiamo assumere, quale linea seguire per cercare di formalizzare un documento unitario. Il Consigliere Bontempi e gli altri che hanno sostenuto questa eventualità pensano che si possa unificare un documento tra quelli tutti propositivi e pieni di indicazioni concrete di cose da fare e quello della maggioranza che rivela soltanto il disastro in cui ci ha precipitati ancora di più l'Assessorato all'ecologia di questa Giunta.
Non illustro quindi il mio ordine del giorno. Ritengo che quello presentato dalla Giunta sia offensivo perché non tiene conto di tutte le volontà di collaborazione che le sono arrivate da quella che dovrebbe essere l'opposizione, ma che in questo caso ha dimostrato una enorme volontà di collaborazione. Quindi esprimo per l'ennesima volta la mia sfiducia al nostro Assessore futuro e condizionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

L'ordine del giorno che ho presentato insieme ad altri Consiglieri del Gruppo PCI e si Consiglieri Ala e Staglianò tende a coniugare due esigenze: da un lato la salvaguardia dell'ambiente, in questo caso l'emergenza rifiuti, dall'altro l'utilizzo ottimale, quindi anche in funzione di salvaguardia ambientale, della legge n. 55 sui cantieri di lavoro che ha tra le sue finalità quella di rispondere, seppur in modo parziale e limitato, ai problemi occupazionali.
C'è un'emergenza rifiuti da affrontare per limitare per quanto possibile la produzione di rifiuti in quanto nella misura in cui si limita la produzione dei rifiuti diventa anche meno drammatico il problema dello stoccaggio, della ricerca dei siti, delle disponibilità di coloro che devono ospitare le discariche sui propri territori. Per questo è necessario ragionare sulla raccolta differenziata dei rifiuti e in particolare di quelli recuperabili.
La Regione Piemonte ha varato nel 1984 una legge sui cantieri di lavoro per dare ai Comuni strumenti validi per dare sbocchi occupazionali ai disoccupati, seppure parziali e limitati. Riteniamo che uno dei settori di applicazione, che tra l'altro è indicato anche nella legge in relazione alle deliberazioni che vengono assunte dalle Province, può essere quello ambientale. Allora perché mi domando se non sia possibile in via sperimentale creare dei cantieri di lavoro con il compito della raccolta differenziata dei rifiuti. Questa ipotesi l'abbiamo proposta anche al Comune di Torino, il cui Assessorato al lavoro l' ha considerata con serietà, anzi, l' hanno considerata con serietà tutte le forze politiche.
Sappiamo che l'Assessorato al lavoro del Comune di Torino sta lavorando insieme con l'Azienda Municipalizzata per la raccolta dei rifiuti.
Riteniamo che anche la Regione possa svolgere un ruolo di sensibilizzazione e di promozione verso le Province e i Comuni, pertanto nei progetti di cantieri di lavoro possono venire considerati anche i cantieri per la raccolta differenziata dei rifiuti urbani e industriali. La Giunta regionale, gli Assessori e le Commissioni competenti possono intanto convocare le Province per avviare questa opera di sensibilizzazione. La Regione dovrà predisporre una struttura di supporto tecnico ai Comuni per la formulazione di progetti per i cantieri di lavoro e per la gestione delle fasi successive alla raccolta dei rifiuti.
Nell'ambito dell'emergenza rifiuti, che è drammatica, questa è sicuramente una proposta limitata, però se c'è la volontà politica di procedere è una proposta che si può realizzare subito utilizzando le risorse stanziate per la legge n. 55 dalla Regione. In questo modo è probabilmente possibile qualificare al meglio lo strumento dei cantieri di lavoro.
Mi aspetto che l'Assessore manifesti una volontà politica circa l'assunzione di un impegno di questo genere, mi auguro quindi che ne comprenda l'importanza accogliendo la proposta.



MONTEFALCHESI Corrado

PPRESIDENTE



MONTEFALCHESI Corrado

Gli ordini del giorno sono stati illustrati. Chiedo ora al Consiglio quale soluzione intenda assumere.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Credo che a questo punto vada avanzata una proposta per cercare di chiudere questo dibattito.
Premesso che è possibile porre in votazione l'ordine del giorno sui cantieri di lavoro testè illustrato da Montefalchesi, perché tratta di una questione a parte, premesso che dobbiamo anche valutare un ordine del giorno relativo alla plastica presentato dalla maggioranza e considerato che il tema è come affrontare l'emergenza rifiuti, di cui un pezzo significativo è un'iniziativa dissuasiva nei confronti dell'uso della plastica, chiedo all'Assessore se è disponibile ad affrontare, alla luce del confronto tra i Gruppi, l'impianto di un documento direttore e guida per il futuro. Siamo anche disponibili al rinvio nei termini proposti dal Consigliere Ala, cioè che i Gruppi e la Giunta affrontino questo argomento entro la fine di giugno.
A noi interessa la costruzione, mirata e precisa, di punti certi e possibili sia sul lungo periodo che sull'immediato nei quali venga detto con chiarezza quale ruolo viene a svolgere la Regione, quali impegni pu assumere. Se c'è questa disponibilità dell'Assessore noi siamo anche disponibili ad andare al confronto con i Gruppi perché si chiuda entro il mese di giugno.
L'alternativa sarebbe quella di votare il documento della maggioranza che è già stato ampiamente criticato, che potrebbe essere ulteriormente criticato e che non fa fare passi in avanti significativi mentre lo stato delle cose sta preoccupando tutti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Il Gruppo liberale e la parte della maggioranza che mi ha chiesto di svolgere l'intervento concorda sullo spirito della proposta del Consigliere Bontempi. Noi auspichiamo che la Giunta, con la responsabilità che le compete, assuma posizioni politiche e questo non può essere rimesso ad una votazione in questo momento. Riteniamo che la strada più facilmente perseguibile sia quella del ritorno in Commissione della materia rimettendo sul tappeto tutto il contributo che le forze politiche hanno portato, con un ripensamento da parte della Giunta senza pregiudiziali, con una rilettura meditata, razionale, molto politica.
Ritengo peraltro che questo spirito dovrà animare il comportamento della Giunta anche qualora si dovesse andare alla votazione di ordini del giorno separati. In questo caso suggerirei che anche i documenti non approvati (presenterò un emendamento che chiederò ai presentatori del documento di maggioranza di accogliere) diventino materiale sul quale la Giunta verrà chiamata a rispondere in aula. Suggerisco all'Assessore di accedere alla proposta di rinvio in Commissione della materia con la preghiera alla Giunta di portare in Commissione un documento finalizzato aperto sul metodo e chiaro in ordine alle capacità di governo.
Evidentemente questa è una responsabilità che compete all'Assessore sulla quale non posso che dare una valutazione di ordine politico. In ogni caso riteniamo che il contributo che è stato portato da tutte le parti politiche debba essere tenuto presente dalla Giunta nell'elaborazione del successivo documento molto dettagliato, molto operativo, che la Giunta porterà in tempi stretti all'esame e al dibattito della Commissione in modo che entro il mese di giugno si possa uscire con la presa d'atto in Consiglio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla tutela ambientale

La Giunta è pienamente disponibile ad elaborare un documento unanime sull'argomento. Le indicazioni emerse dal dibattito hanno gli stessi obiettivi, probabilmente è opportuno che i Capigruppo chiariscano le metodologie per arrivare all'obiettivo. Occorre stabilire se la sede sarà quella della VII Commissione o quella della Commissione d'indagine.



PRESIDENTE

Secondo quanto si è concordato possiamo passare alla votazione degli ordini del giorno che riguardano i cantieri di lavoro e la plastica.
Vengono invece rinviati gli altri per una verifica in Commissione allo scopo di concordare un testo unitario.



BONTEMPI Rinaldo

Signor Presidente, per quanto riguarda la questione relativa alla plastica la maggioranza ha presentato un documento analogo a quello presentato dal nostro Gruppo. Pertanto sarebbe opportuno rinviare alla verifica anche la questione plastica.



PRESIDENTE

E' quindi possibile votare soltanto l'ordine del giorno relativo ai cantieri di lavoro sul quale c'è l'accordo di tutte le forze politiche e della Giunta, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale considerato che la crescente produzione di rifiuti sta determinando una vera e propria emergenza ambientale e che la ricerca di siti idonei allo smaltimento incontra sempre maggiori difficoltà tenuto conto che tale produzione potrebbe essere contenuta qualora si adottassero appositi provvedimenti quali la raccolta differenziata dei rifiuti recuperabili e riutilizzabili; rilevato che i Comuni possono formulare progetti di cantieri di lavoro ai sensi della L.R. n. 55/1984, i quali creino occasioni di lavoro per i disoccupati e perseguano obiettivi di risanamento ambientale ritiene che l'attivazione di cantieri di lavoro per la raccolta differenziata dei rifiuti, oltre ad essere perfettamente coerente con lo spirito e il dettato della L.R. n. 55/1984, costituirebbe un indubbio beneficio dal punto di vista ambientale impegna la Giunta a svolgere- un'opera di indirizzo e sensibilizzazione nei confronti delle Province e dei Comuni affinché vengano predisposti progetti di cantieri di lavoro per la raccolta differenziata dei rifiuti. A tal fine dà mandato agli Assessori all'ambiente e al lavoro di convocare, d'intesa con le Commissioni competenti, un apposito incontro con le Amministrazioni provinciali a predisporre una struttura di supporto tecnico per la formulazione dei progetti di cantieri di lavoro e per la gestione delle fasi successive alla raccolta dei rifiuti".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 46 Consiglieri presenti.
Così come è stato concordato, gli altri documenti vengono rinviati non alla VII Commissione, perché ciò infatti non avrebbe senso, ma ad un ristretto comitato composto dagli esperti che hanno lavorato alla realizzazione di questi documenti, i quali conoscono la materia. Entro il mese di giugno verrà concordato un ordine del giorno unitario. Tale comitato di esperti si formerà attraverso l'indicazione di ciascun Gruppo. Il Gruppo del PCI indica sin d'ora i Consiglieri Ferro, Bresso e Adduci.
Chi è favorevole a questa proposta è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 46 Consiglieri presenti.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, dovremmo ora procedere al punto 5) all'o.d.g. che prevede il dibattito sull'inquinamento delle acque; tuttavia sarei dell'opinione di esaminare alcune proposte di deliberazione iscritte all'o.d.g. e di rinviare a domani mattina i dibattiti relativi all'inquinamento delle acque e al nucleare; oppure potremmo iniziare oggi il dibattito sulle acque e concluderlo nella seduta di domani.
Chiede di parlare il Consigliere Staglianò. Ne ha facoltà.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Acconsento alla sua proposta se c'è l'impegno a svolgere domani, fino ad esaurimento degli argomenti, la questione relativa all'inquinamento delle acque e la proposta di deliberazione n. 77. Se c'è questo impegno da parte di tutti i Gruppi sono disponibile a discutere le deliberazioni così come lei ha proposto, viceversa non c'è il mio assenso.



BONTEMPI Rinaldo

Sono d'accordo con il Consigliere Staglianò. La Conferenza dei Capigruppo, riunitasi lunedì scorso, ha posto in fila in modo rigoroso gli argomenti da discutere: al primo punto le discariche, al secondo punto l'inquinamento delle acque, al terzo la deliberazione n. 77 e tutto quello che attiene la questione nucleare, infine le deliberazioni. E' impensabile che si possa i due argomenti nella mattinata di domani, allora occorre scegliere quale dei due svolgere. Però mi permetto di dire che essendo adesso le ore 17 potremmo normalmente svolgere il dibattito sull'inquinamento delle acque. E' una, decisione che devono prendere i Capigruppo in modo chiaro per non rischiare di smentire le decisioni assunte.



PRESIDENTE

Il Presidente del Consiglio è tenuto a far si che venga esaurito l'o.d.g. stabilito dai Presidenti dei Gruppi.
Chiede ancora la parola il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Proporrei di avviare ora il dibattito sulle acque che potrebbe finire domani mattina in tempi ragionevoli e di procedere subito dopo al dibattito sul nucleare, che non dovrebbe essere particolarmente lungo, ancorch interessante; in coda proporrei di esaminare le deliberazioni iscritte all'o.d.g.



PRESIDENTE

Chiedo al Consiglio se è d'accordo di avviare il dibattito sulle acque proseguirlo domani mattina, dopodiché procedere nei lavori fino ad esaurimento dell'o.d.g. Se non vi sono obiezioni, è possibile avviare ora il dibattito sull'inquinamento delle acque.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Marchini. Ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

Noi conveniamo con il Presidente del Consiglio. Da parte della maggioranza, e in particolare del mio Gruppo, non ci sarà alcuna manovra per sottrarci agli impegni assunti. Devo ricordare all'assemblea che la questione della caccia è di importanza vitale per cui chiedo di valutare l'opportunità di trattarla in data odierna.



PRESIDENTE

Consigliere Marchini, ben volentieri sottoporrei all'attenzione del Consiglio la deliberazione sulla caccia, però non è iscritta all'o.d.g. Tra l'altro alla Presidenza non è ancora pervenuto il testo. Non appena verrà fatta la richiesta di iscrizione all'o.d.g., come previsto dal Regolamento tale deliberazione verrà posta ai voti.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti idrici

Dibattito sull'inquinamento delle acque


PRESIDENTE

Passiamo pertanto al punto 5) all'o.d.g. che reca: "Dibattito sull'inquinamento delle acque".
Comunico che su questo argomento sono stati presentati due ordini del giorno dal Gruppo Lista Verde, un ordine del giorno e una mozione dal Gruppo comunista, un ordine del giorno, riguardante l'uso degli antiparassitari sulla catena biologica, dal Gruppo comunista e dal Consigliere Staglianò.
Proporrei di proseguire i lavori fino alle ore 18,30. Vedo che c'è l'assenso dei Gruppi.
Poiché i presentatori della mozione non intendono illustrarla, è aperta la discussione.
Ha facoltà di intervenire l'Assessore Maccari che relaziona per la parte di competenza del suo assessorato.



MACCARI Eugenio, Assessore alla tutela ambientale

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la comunicazione della Giunta si articola su due interventi: uno del sottoscritto relativo alla parte impiantistica e uno del collega Olivieri relativo al problema degli inquinamenti.
Piano Regolatore Generale degli acquedotti (PRGA).
Il quadro dell'approvvigionamento idrico-potabile nella Regione Piemonte va ricondotto al Piano Regolatore Generale degli Acquedotti (PRGA) previsto dalla legge 4 febbraio 1963, n. 129 che detta delle norme per la formazione dei Piani generali degli acquedotti. In particolare, il Piano generale degli acquedotti deve: 1) considerare le esigenze idriche di tutti gli agglomerati urbani e rurali, sulla base di adeguate dotazioni individuali, ragguagliate all'incremento demografico prevedibile tra un cinquantennio, tenendo conto del corrispondente sviluppo economico (questo rapportato sempre all'anno 1963) 2) accertare la consistenza delle varie risorse idriche esistenti e correlativamente, indicare quali gruppi di risorse in base al criterio della migliore rispondenza dei primi a soddisfare il rifornimento idrico dei secondi 3) determinare gli schemi sommari delle opere occorrenti per la costruzione di nuovi acquedotti o l'integrazione e sistemazione di quelli esistenti, in relazione ai precedenti punti, e redigere un preventivo generale di spesa, tenendo anche conto dei progetti delle opere già elaborati dai Comuni, dai Consorzi di Comuni o da Enti pubblici che gestiscono acquedotti già esistenti o in via di costituzione, per la costruzione e la gestione di acquedotti 4) determinare gli schemi sommari delle opere occorrenti per il corretto e razionale smaltimento dei rifiuti liquidi 5) armonizzare l'utilizzazione delle acque per il rifornimento idrico degli abitati con il programma per il coordinamento degli usi congiunti delle acque ai fini agricoli, industriali e per la navigazione.
Il Piano Regolatore generale degli acquedotti è stato approvato quindi con DPR 3 agosto 1968.
Situazione nella Regione Piemonte. In riferimento al Piano Regolatore generale degli acquedotti.
Per la Regione Piemonte detto Piano prevedeva una serie di indicazioni che sono state stravolte dagli eventi positivi e negativi che si sono succeduti da quell'epoca ad oggi.
Non risulta che i vari interventi posti in essere in tema di acquedotti siano stati recepiti nell'ambito del Piano Regolatore degli acquedotti a valenza regionale.
A fronte di una siffatta programmazione di base peraltro dettagliata era necessario che ogni modifica e/o discostamento venisse recepito e registrato adeguando così la programmazione di base alla realtà che si era andata evolvendo nei tempi.
La realtà che si è venuta a creare, in circa vent'anni di investimenti pubblici e privati, è molto diversa da quella prospettata dal Piano Regolatore generale degli acquedotti, per cui si può desumere che detto strumento di programmazione è completamente superato ed inutilizzabile.
Occorre quindi ricostruire e riformulare un aggiornamento del Piano Regolatore Generale degli Acquedotti che, nel rispetto dei contenuti definiti dalla legge istitutiva del Piano stesso, individui una corretta ed aggiornata pianificazione settoriale.
Situazione nella Regione Piemonte dell'organizzazione amministrativa gestionale degli acquedotti.
Lo scenario che emerge da una fotografia sull'organizzazione del Servizio degli acquedotti è decisamente caotico.
Infatti: sul territorio regionale risultano operanti in forma associata circa una settantina di Enti (Consorzi di acquedotto e/o Aziende) l'esame sommario della loro veste giuridica, dei relativi ambiti territoriali operativi porta alle considerazioni seguenti: 1) i Consorzi (intercomunali) hanno una consistenza variabile dalle decine di Comuni (ad esempio, Acquedotto del Monferrato ed Acquedotti delle Langhe) a pochissimi Comuni.
Nella maggioranza dei casi gli ambiti territoriali operativi di detti Consorzi comportano situazioni di sovrapposizione, ci si augura solo amministrativa, tali che ad esempio un Comune sia partecipe a due o più Consorzi, un Consorzio sia partecipe in un altro Consorzio, un Consorzio inglobi una Comunità montana o parte di essa, o che stessi Comuni inseriti in un Consorzio di dimensioni maggiori diano vita ad un altro Consorzio minore, ecc.
2) Esistono oltre ai Consorzi anche delle aziende municipalizzate o consortili che oltre a ricadere nella casistica precedente esercitano anche la loro competenza su altri tipi di servizi specifici (ad esempio, energia rifiuti) o servizi più generali (igiene urbana, urbanizzazione, bonifica ecc.).
3) Infine si devono annoverare gli acquedotti comunali singoli, i Comuni non consorziati ma serviti da altri acquedotti comunali oppure serviti da altri acquedotti consortili e i Comuni utenti, anche se per porzioni limitate di territorio possono dipendere da acquedotti privati.
4) Infine a conclusione dell'esame molto generale delle strutture pare di capire che vi siano anche Comuni o parti di questi consorziati ma non serviti.
A risultati ancora più sconfortanti si giunge valutando la situazione dal punto di vista gestionale, ove si rivela che molti enti gestori affidano in concessione a società private l'intero servizio o parte di esso senza preoccuparsi di mantenere una gestione più centralizzata. Val solo la pena di citare il caso, forse limite ma significativo, di un piccolo Comune che, pur appartenendo a un Consorzio di acquedotti, affida a quattro diversificate gestioni l'esercizio di porzioni della rete idrica a servizio del Comune.
In un simile impianto di enti e strutture emergono risultati che si commentano da soli come quelli tariffari.
L'acqua potabile nella nostra Regione presenta prezzi che variano da lire zero a lire 1.800/mc (naturalmente lire 1.800/mc è la cifra massima nelle fasce superiori di utenza per alcuni acquedotti).
In una situazione amministrativa e gestionale così caotica è chiaro che i casi di inquinamento complicano ancora di più.
Casi di inquinamento.
La problematica vasta e complessa che è stata sollevata recentemente dal caso "atrazina e molinate" prima e "bentazone" poi, e chissà cosa ci riserverà il prossimo futuro, ha richiamato l'opinione pubblica, suscitando vivo interesse al problema che non si era mai determinato prima.
Finalmente, come da anni per le acque superficiali, anche per le acque sotterranee (principale fonte di approvvigionamento per gli acquedotti) si manifesta il bisogno di una organizzazione che provveda ad una gestione razionale, nel quadro organico degli interventi nel settore della "tutela ambiente".
La spinta a tale azione è data dal convincimento che la situazione venutasi a creare con i recenti e numerosi casi di inquinamento "non consente più di proseguire nelle attuali forme di sfruttamento selvaggio della risorsa idrica sotterranea, secondo la quale ciascuno si ritiene in pratica libero di attingere acqua dal sottosuolo nel luogo prescelto, nella quantità desiderata, alla profondità voluta e con modalità arbitrariamente prefissate".
Tale comportamento si è rivelato un vero fallimento per quanto concerne il desiderio di pretendere anche la "qualità" voluta della risorsa che si va ad attingere.
Le cause principali, se non addirittura la principale, di tale inquinamenti sono da ricercare in fattori locali legati alle modalità di esecuzione e di sfruttamento dei pozzi.
Capita infatti che difetti costruttivi del pozzo stesso facilitino discese in profondità di acque superficiali o freatiche, generalmente inquinate (specie per fenomeni di dilavamento in aree agricole); vige inoltre la pessima abitudine di prelevare acque con lo stesso pozzo a diverse profondità e pescando da falde diverse determinando così il collegamento tra le varie falde ed il conseguente trasferimento di acque inquinate verso quelle più profonde.
A fronte di una simile situazione il problema delle acque sotterranee assume caratteristiche tragiche se il sistema deputato a raccogliere gli scarichi superficiali e le forme predette di inquinamento in profondità si identifica con il sistema dal quale ciascuno arbitrariamente attinge come ho detto prima.
La conoscenza piuttosto dettagliata del nostro territorio ci permette di concludere che tutto ciò che l'uomo e le attività dell'uomo rilasciano sul territorio regionale viene accumulato nel sottosuolo con lenta, ma progressiva concentrazione in quella porzione di territorio regionale che oggi è rimbalzato sulle prime pagine dei giornali.
E purtroppo le previsioni non sono e non possono essere ottimistiche tutt'altro. Le profondità raggiunte per l'attingimento di acqua potabile sono al limite delle possibilità. In alcune zone già a circa 200 metri si inizia a trovare l'acqua salata, incompatibile con qualsiasi sistema di utilizzo.
Quelle poche falde che sono state ritrovate e che si possono ricercare con gli usi idropotabili vanno difese e salvaguardate con la più scrupolosa e attenta professionalità! Non ci è dato di sapere per quanto tempo si potrà ancora fare affidamento alle falde che oggi risultano non compromesse; ma appare certo che con il trascorre del tempo tutto il sistema acquifero sotterraneo verrà interessato da "atrazina", "molinate", "bentazone", "cloroderivati" e quante altre sostanze l'uomo utilizza nella nostra società consumistica.
La conferma di queste valutazioni pessimistiche ma reali deriva anche dagli studi che l'ENEL ha effettuato per la redazione del "Rapporto per la localizzazione di una centrale elettronucleare nella Regione Piemonte".
I terreni in zona di risaia sono costituiti nell'area prossima al fiume Po (Fontaneto Po, Trino, Balzola, eco.) da uno strato agrario di natura limosa, a cui soggiaciono degli strati sabbioso-ghiaiosi di notevole spessore ed uniformità.
Le strutture argillose si rinvengono soltanto in profondità.
La fonte di approvvigionamento idropotabile di tutta l'area, racchiusa tra le direttrici stradali Chivasso - Vercelli - Novara, Novara - Mortara e Chivasso - Casale - Mortara, è rappresentata dalle falde sotterranee che permeano la massa alluvionale, e di cui quelle superficiali risultano inquinate. Restano per ora indenni da contaminazione chimica quelle rinvenibili a profondità superiore ai 100-190 metri, come risulta dalle prospezioni eseguite in territorio di Crescentino e di Casale Monferrato.
E' da prevedersi che l'inquinamento delle falde più superficiali e quindi meno protette persisterà fin tanto che nella zona verranno impiegati in agricoltura i diserbanti chimici.
Proposte di intervento.
I provvedimenti che occorre adottare a tutela della salute pubblica devono pertanto programmarsi su periodi di tempo abbastanza lunghi ed articolati in interventi immediati, interventi a medio termine e interventi a lungo termine.
Gli interventi immediati riguardano: a) l'installazione di impianti di potabilizzazione di tipo fisso o mobile per il trattamento fisico-chimico delle acque estratte dai pozzi inquinati e utilizzate per usi idropotabili. Ogni unità di trattamento pu servire una popolazione di circa 2.500 abitanti ed il relativo costo di installazione può risultare dai 70 ai 100 milioni di lire b) indagine estesa a tutto il territorio e diretta ad individuare i pozzi o i sondaggi, che possono essere motivo di inquinamenti delle falde profonde. Si ritiene necessario provvedere ad una loro accurata chiusura.
Gli interventi a medio termine si riferiscono a quelle opere intese a ripristinare le condizioni di potabilità delle fonti di attingimento dell'acqua per usi potabili.
Rientrano in queste opere le perforazioni di nuovi pozzi destinati ad utilizzare le falde più profonde tuttora non inquinate.
Si tratta di far precedere alla trivellazione dei pozzi sondaggi finalizzati a riconoscere l'esistenza e la consistenza di falde utilizzabili, nonché di programmare gli interventi, onde evitare che azioni spontanee e mal condotte possano compromettere in misura irreparabile le caratteristiche di potabilità delle acque che si intendono utilizzare.
A tal riguardo gli uffici del Geni Civili dovranno fornire dettagliate norme per la trivellazione dei pozzi, a cui tutti gli Enti dovranno adeguarsi. Parimenti non dovrà essere concessa a privati l'autorizzazione ad approfondire i propri pozzi.
L'intervento a lungo termine, richiedente un notevole impegno finanziario, può configurarsi nella realizzazione di un acquedotto consorziale destinato e servire tutta l'area vercellese - novarese ed alessandrina.
Detto acquedotto potrà utilizzare le acque superficiali, derivate da serbatoi esistenti o da realizzarsi nella catena alpina, e dovrà provvedere all'alimentazione degli acquedotti comunali di tutta l'area interessata.
Le soluzioni che a tal riguardo possono prendersi in considerazione prevedono tutte un uso plurimo a scopi idropotabili - idroelettrici ed irrigui delle acque invasate nei serbatoi di accumulo e si identificano nelle seguenti: Soluzione A Utilizzazione ad uso plurimo delle acque invasate nel previsto serbatoio della Barattina sul Torrente Mastellone, capacità di invaso di 35 milioni di metri cubi.
L'acquedotto si svilupperebbe per circa 100 chilometri da Varallo fino a Valenza e potrebbe servire oltre 400.000 abitanti estendendosi a buona parte delle province di Novara - Vercelli - Alessandria con diramazioni per la Lomellina Lombarda fino a Mortara e Pieve del Cairo. Portata derivata 1.500 litri al secondo.
Spesa presunta: 100 miliardi di lire.
Soluzione B Utilizzazione delle acque invasate nel serbatoio di Pian Telessio (capacità di invaso 23 milioni di metri cubi) in Valle Orco in provincia di Torino, facente parte del sistema idrico-elettrico dell'Azienda Elettrica Municipale.
L'acquedotto inizierebbe a Rosone (Valle Orco) e terminerebbe a Valenza con uno sviluppo di circa 120 chilometri e provvederebbe ad alimentare tutti gli acquedotti del Canavese in provincia di Torino e di quelli della fascia precollinare da Crescentino a Valenza in provincia di Vercelli prima ed Alessandria poi. La popolazione servita potrebbe essere di 150.000 abitanti e la spesa presunta, naturalmente in termini molto indicativi, di circa 85 miliardi.
Soluzione C Utilizzazione delle acque invasate nel serbatoio di Comba Nera (Valle Stura di Viù in provincia di Torino) programmato dall'Azienda Acquedotto della Città di Torino per uso promiscuo idroelettrico e idropotabile con una capacità di invaso di 50 milioni di metri cubi ed una portata derivabile di 4,5 metri cubi al secondo.
L'acqua invasata è destinata ad alimentare l'acquedotto della Città di Torino ed inoltre potrebbe essere in parte utilizzata a servizio degli acquedotti dei centri abitati delle province di Vercelli e di Alessandria prossimi al fiume Po da Crescentino a Valenza.
L'acquedotto previsto per questa esigenza avrebbe uno sviluppo di circa 100 chilometri e servirebbe una popolazione di circa 100.000 abitanti. La portata convogliata è di 600 litri al secondo e la previsione di spesa è di circa 70 miliardi di lire.
Ho descritto la situazione e le indicazioni che si articolano in tre momenti diversi che abbiamo allo studio e che pertanto sottopongo all'attenzione del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Olivieri che relaziona per la parte di competenza dell'Assessorato alla sanità.



OLIVIERI Aldo, Assessore alla sanità

L'8 febbraio 1985 il Presidente del Consiglio dei Ministri, con proprio decreto, ha recepito nella normativa italiana i contenuti tecnici definiti dalla CEE sulle caratteristiche chimiche delle acque destinate all'alimentazione umana.
Tale normativa definisce le quantità massime di sostanze chimiche che sono permesse in tutte le acque destinate al consumo umano ed introduce una specifica regolamentazione in un settore così importante legato alla prevenzione igienico-sanitaria di tutti i cittadini.
Il provvedimento governativo assunto, che è entrato in vigore nel maggio 1986, non ha però tenuto conto dei problemi connessi alla sua applicazione. Tali problemi, facilmente prevedibili, sono legati in modo particolare a: a) difficoltà da parte delle UU.SS.SS.LL. nel conoscere tutte le fonti di approvvigionamento idrico destinato al consumo umano, stante l'attuale situazione degli acquedotti comunali; infatti in alcuni Comuni non esiste acquedotto per cui la popolazione attinge acqua da pozzi privati, in altri Comuni ci sono più acquedotti e più fonti di captazione, ecc.
b) non chiarezza nella normativa in alcuni parametri fissati, ad esempio, il parametro 44, quello dei diserbanti, specifica che il limite ammissibile è di 0,1 microgrammo per litro per singolo diserbante, non elenca quindi alcun diserbante e cosa più importante non tiene conto che l'indice tossico-, logico delle varie sostanze non è uguale c) assenza di metodiche analitiche standarizzate a livello nazionale per la ricerca delle sostanze tabellate. Non è sufficiente la metodica analitica di cui ai testi di chimica analitica che molte volte sono antichi concettualmente e fanno riferimento ad aspetti che sono o di ricerca o comunque di laboratori senza routine. La routine in questi campi impone metodologie che sono ben diverse da quelle classiche e che devono tener conto della necessità di avere risultati riproducibili, rapidi, pronti e facilmente eseguibili d) aumento del carico di lavoro per le strutture del Servizio Sanitario Nazionale preposte all'esecuzione delle analisi; a tale proposito è opportuno ricordare che tali strutture cioè i Laboratori di sanità pubblica erano e sono carenti di strumentazione e di personale tecnico specialistico.
A partire dal gennaio 1986 le UU.SS.SS.LL. e i Laboratori di sanità pubblica hanno avviato il campionamento e l'analisi delle fonti di approvvigionamento idrico destinate al consumo umano al fine di verificare la rispondenza delle sostanze in esse contenute con i limiti fissati dal DPCM.
Nell'esecuzione delle analisi i Laboratori di sanità pubblica, per quanto attiene alla parte relativa alle analisi batteriologiche, non hanno avuto mai problemi in quanto tali esami sono stati eseguiti e vengono eseguiti in modo puntuale e preciso, con qualche carenza in alcune località come, ad esempio, quella di Cuneo.
Le difficoltà sono state incontrate nell'esecuzione delle analisi chimiche, in quanto molte sono le sostanze da ricercare, tantissime sono le fonti di approvvigionamento idrico, scarso è il personale e la strumentazione e carenti sono le metodiche analitiche cui facevo prima riferimento.
I Laboratori di sanità pubblica e l'Assessorato alla sanità hanno quindi avviato le analisi chimiche fissando le seguenti priorità di intervento: 1) esame delle acque dei pozzi pubblici (acquedotti) che forniscono l'acqua ad un alto numero di popolazione 2) esame delle acque dei pozzi privati dove non esiste acquedotto pubblico 3) esame di pozzi privati nelle zone a rischio anche dove esiste l'acquedotto pubblico.
Al fine di potenziare i Laboratori di sanità pubblica sia per quanto attiene alla strumentazione che al personale idoneo, l'Assessorato alla sanità ha provveduto a richiedere sin dal mese di giugno agli organi centrali preposti lo stanziamento di 5 miliardi di lire per il potenziamento della strumentazione dei Laboratori.
Parallelamente si è provveduto a sollecitare le UU.SS.SS.LL. a trasformare i posti vacanti presenti nelle P.O.P., onde assegnare alle Sezioni chimiche delle strutture di analisi un numero sufficiente di persone.
Attinente è anche la proposta di legge relativa ai Laboratori di sanità pubblica proprio per dare loro una dignità operativa e una parziale autonomia affinché non operino più come secondi a tutti gli altri, in quanto spesse volte, come ho già avuto occasione di dire, ma qui lo ribadisco, le UU.SS.SS.LL. ove insistono territorialmente sono portate fatalmente a considerare fondamentalmente le loro esigenze e non quelle dei vicini.
A tutt'oggi il Ministero della Sanità non ha ancora provveduto ad assegnare alla Regione i finanziamenti richiesti e io personalmente ho sollecitato il Ministro proprio nella mattinata di lunedì scorso.
Le UU.SS.SS.LL. invece nella maggior parte dei casi hanno provveduto a trasformare i posti vacanti ed assegnarli ai Laboratori di sanità pubblica.
La prossima settimana la V Commissione riceverà i dati concernenti tutti gli aumenti che nascono o da nostre sollecitazioni e iniziative o da altre assunte direttamente dalle UU.SS.SS.LL.
Solo però in questo ultimo periodo sono state attivate le procedure concorsuali; come Regione si è provveduto ad assegnare a queste strutture un congruo numero di figure professionali. Non si tratta di numeri elefantiaci, perché nella realtà dei fatti non bisogna approfittare di queste occasioni per creare strutture che finiscono poi per essere sovrabbondanti, mentre altri servizi sono carenti.
I risultati delle analisi chimiche, mirate alla determinazione di alcuni pesticidi, consentono di fotografare la situazione dell'inquinamento delle acque destinate al consumo umano, che si può così sintetizzare: diserbante analisi eseguite atrazina 2111 simazina 1951 molinate 1783 propazina 228 bentazone 1326 Comuni analisi superiori analizzati ai limiti 349 228 323 299 305 4 107 19 137 88 La situazione quindi che si presenta è meno drammatica di quella che i quotidiani hanno evidenziato. Per quanto riguarda le analisi superiori ai limiti, diciamo che casi clamorosi di inquinamento con alti tassi di inquinamento sono relativamente pochi. Essa potrebbe ulteriormente migliorare se tutti gli enti preposti e competenti per territorio razionalizzassero l'utilizzo della risorsa idrica, sia superficiale che sotterranea, attivando momenti consortili di sfruttamento, i quali oltre a garantire un sistema di approvvigionamento più consono, permetterebbero con la conseguente diminuzione delle fonti di emungimento, di porre in essere una maggiore frequenza di analisi di controllo con il conseguente miglioramento del livello di verifica igienico-sanitaria.
Considerato che le situazioni di emergenza idrica tamponate con soluzioni volanti (autobotti, cisterne, ecc.) non garantiscono un'idonea protezione igienico-sanitaria alla popolazione, infatti all'interno delle cisterne e delle autobotti la carica microbatterica subisce aumenti significativi, appare indispensabile mettere a punto sistemi di ripotabilizzazione delle acque da utilizzare nei casi di emergenza idrica.
A tale proposito la Regione Piemonte in collaborazione con l'Azienda Acquedotto Municipale di Torino ha avviato un esperimento che dai risultati ottenuti è da ritenersi estremamente soddisfacente; infatti presso Trino è stato installato un impianto con filtro a carboni attivi che ha permesso di eliminare in modo quasi totale il bentazone presente nella rete idrica.
L'esito positivo di tale esperimento, e di altri che si stanno effettuando in laboratorio, ci consente di vedere in modo più ottimistico l'utilizzo delle fonti idriche risultate inquinate; se a detti filtri a carboni attivi si abbina il procedimento di ozonizzazione e/o dei raggi ultravioletti ed eventualmente l'uso di acqua ossigenata, si raggiungerebbe un limite ottimale di potabilità di tali acque, che rappresenta la soluzione immediata per l'utilizzo delle acque attualmente inquinate. Tale soluzione consente di evitare il ricorso alle forniture mediante autocisterne che nell'immediato periodo estivo potrebbe essere oggetto di inquinamento da batteri.
Sto per proporre alla Giunta l'acquisizione dei tre sistemi sopracitati in modo che possano essere utilizzati nei casi in cui dovesse scattare un'emergenza idrica in Comuni piemontesi.
Sul resto non credo sia il caso che mi dilunghi perché ne abbiamo già parlato molte volte: "repetita iuvant" ma "perseverare maleficum".



GUASSO NAZZARENO



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ferro per un chiarimento. Ne ha facoltà.



FERRO Primo

Ricordo che abbiamo avuto una comunicazione da parte dell'Assessore alla sanità il 9 aprile a proposito degli eliconsorzi nella quale, se ricordo bene, e invito l'Assessore a darmi i dovuti ragguagli in caso di mio errore, parlò dell'impegno della Giunta per una regolamentazione sull'uso dell'elicottero. Si prevedeva l'appezzamento minimo di 5 ettari una regolamentazione per quanto riguarda i prodotti da deriva e si vietava l'uso dell'elicottero per quanto riguarda i pioppi.
Chiedo se corrisponde a verità che recentemente gli Assessori Maccari 0livieri e Lombardi abbiano firmato autorizzazioni agli eliconsorzi non corrispondenti ai vincoli qui preannunciati il 9 aprile.
L'altra osservazione è che siamo di fronte all'ennesima comunicazione sull'inquinamento idrico, ma non mi risulta che l'Assessore all'agricoltura dia una sua comunicazione. Sappiamo che la maggior parte dei fattori di inquinamento sono determinati da tutta una serie di ragioni riconducibili alle produzioni agricole.



FERRO Primo

LOMBARDI, Assessore all'agricoltura



FERRO Primo

Lo contesto. Prendo atto che dai la massima responsabilità dell'inquinamento all'agricoltura.



FERRO Primo

Sono gli Assessori alla sanità e all'ambiente che l' hanno data. Si è parlato di atrazina, di simazina, di molinate e di bentazone, tutte sostanze che vengono usate comunemente in agricoltura. C'è un Ministro che parla di "quaderno di campagna", problema che riguarda l'agricoltura; a livello nazionale si sta discutendo sul riordino dei servizi di sviluppo agricolo; in Emilia e in Lombardia si stanno avviando iniziative relative alle forme di lotta guidata. Da tre mesi sentiamo comunicazioni da parte dell'Assessore Olivieri e dell'Assessore Maccari e trovo strano che l'Assessore all'agricoltura non senta il dovere di dare una propria comunicazione.



FERRO Primo

LOMBARDI, Assessore all'agricoltura



FERRO Primo

Non avrei nulla da aggiungere alla comunicazione che ho reso un mese fa in quest'aula, alla quale è seguita la discussione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Valeri. Ne ha facoltà.



VALERI Gilberto

Illustrerò brevemente l'ordine del giorno presentato che insieme ad altri colleghi, relativamente agli interventi di emergenza, dato che sui problemi più generali di una nuova politica delle risorse idriche la collega Bresso illustrerà la mozione appositamente presentata.
Confesso che trovo una certa difficoltà ad intervenire perch ascoltando le relazioni degli Assessori all'ambiente e alla sanità non ho avvertito alcuna particolare tensione e preoccupazione per il fatto che vi sono ancora intere popolazioni che si approvvigionano tuttora dalle cisterne, malgrado l'aumento della temperatura accresca i pericoli d'inquinamento batterico e i rischi di questa forma di approvvigionamento.
Non è la mia una battuta polemica fine a se stessa, ma piuttosto la evidenziazione del carattere anomalo di una discussione sull'emergenza idrica da inquinamento da diserbanti, che il Consiglio regionale è costretto ad affrontare senza essere stato posto a conoscenza della situazione in atto.
L'Assessore Lombardi, per giustificare l'assenza di una sua specifica relazione sugli aspetti agricoli del problema, ha detto che avrebbe dovuto ripetere le cose dette un mese fa. Forse l'Assessore Lombardi non sa che nel frattempo sono stati emanati dei decreti, da parte del Presidente della Giunta, che vietano l'uso di determinati prodotti o ne limitano l'uso, per cui sarebbe utile poter conoscere quali controlli sono stati attivati e in che misura i divieti sono stati rispettati.



VALERI Gilberto

LOMBARDI, Assessore all'agricoltura



VALERI Gilberto

Queste cose erano state dette nel dibattito...



VALERI Gilberto

Non è vero! Per la semplice ragione che a quella data i decreti non erano ancora stati promulgati.
Riallacciandomi alle considerazioni precedentemente svolte sottolineo nuovamente che si inizia a discutere senza che la Giunta abbia detto una sola parola su quanto sta capitando in questo momento a Frassineto Po, a Balzola, a Morano, a Trino, a Caresana, a Rive, a Carrù e negli altri Comuni del Cuneese. Il Consiglio regionale ha invece il diritto di essere informato ed è quanto noi rivendichiamo) 0 questa informazione può essere data immediatamente, oppure chiediamo che ciò avvenga domani mattina in prima seduta.



OLIVIERI Aldo, Assessore alla sanità

Abbiamo dato i disciplinari di uso dei filtri. I fondi sono a disposizione. Adesso sono i Comuni che devono operare, non siamo noi i gestori.



VALERI Gilberto

Non siamo mica al bar qui!



OLIVIERI Aldo, Assessore alla sanità

E' un'altra questione questa.



PRESIDENTE

Invito l'Assessore a riassumerle tutte nella replica conclusiva.



VALERI Gilberto

La nostra è una richiesta pregiudiziale.



OLIVIERI Aldo, Assessore alla sanità

In questo momento non è possibile per problemi tecnici. E' passato un mese da quando abbiamo dato la disponibilità del disciplinare. Ci sono dei tempi entro i quali si devono attivare procedure, iniziative, predisporre i progetti, bandire gare di appalto con le case che costruiscono i filtri ecc.



VALERI Gilberto

Signor Presidente, intervengo sulla pregiudiziale. Noi abbiamo citato nell'ordine del giorno quanto è scritto nell'ordinanza n. 953 del 7 aprile 1987 del Ministero della Protezione Civile. In essa è detto che "La Regione Piemonte è incaricata di promuovere e coordinare gli interventi delle Amministrazioni comunali intesi a realizzare, anche in deroga alle procedure previste dalle vigenti disposizioni, impianti di depurazione e filtri polivalenti e opere di captazione di nuove sorgenti in condizioni di assoluta sicurezza per risolvere nel più breve tempo possibile le situazioni di emergenza idrica".
La Giunta, che ha il compito di promuovere e coordinare, ci dica che cosa sta promuovendo e coordinando e a che punto è questa azione di promozione, coordinamento e ovviamente di progettazione ed attuazione degli interventi.



VIGLIONE ALDO



PRESIDENTE

Il Presidente della Giunta intende rispondere subito?



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Devo correttamente dire che non sono in questo momento nella condizione di informare il Consiglio perché non sono in questo momento fisicamente dotato degli elenchi dei Comuni, che forse potrebbe avere l'Assessore Maccari. Sono state svolte non poche riunioni con i Consiglieri regionali delle zone dell'Alessandrino e del Vercellese, che erano coinvolte ed interessate da questo problema. Si è cercato di dare delle risposte immediate, soprattutto si è intervenuti sul Ministero della Protezione Civile che ha dato luogo alle note ordinanze alle quali si è testè richiamato il collega Valeri.
E' stato anche autorizzato un progetto pilota nel tentativo di risanamento della potabilizzazione, progetto che è stato calato sulla realtà di Trino Vercellese per un costo di 300 milioni, ugualmente sanzionato da un'ordinanza dell'anzidetto Ministero della Protezione Civile.
Sono stati coordinati, in collegamento tra i servizi della sanità dell'ambiente e, per quanto possibile, della Presidenza intesa come Protezione civile, gli accostamenti alle realtà locali, per cui i singoli Comuni coinvolti nella materia sono stati posti nella condizione di fruire dei benefici di questo intervento dello Stato che affida mutui, con interventi zero per i singoli Comuni e con il solo impegno di promuovere le istanze, per il risanamento della rete idrica.
Il discorso è stato visto in un'ottica più ampia, allorquando si pensa che per talune zone che non sono dotate addirittura di rete distributiva o che attingono l'acqua semplicemente a singoli pozzi con collegamenti a plaghe o a zone di abitati, si possa intervenire con un maggior progetto che, collegandosi a grandi reti idriche del territorio, possa dare luogo ad un collegamento che dia garanzia duratura per la risoluzione del problema.
Si è andati più in là. Alle prime ordinanze rispettivamente di 2 miliardi e 300 milioni, quattrini che sono già entrati nella Tesoreria della Regione, si è riusciti a convenire con la Protezione Civile l'affidamento di altri 13-14 miliardi per intervenire con anticipazioni di denaro sulle iniziative che i singoli Comuni vanno a proporre alla Cassa Depositi e Prestiti. Il meccanismo è semplice: i Comuni che hanno convenuto questo percorso con la Regione propongono le istanze alla Cassa DD.PP.
attraverso la Protezione Civile. Non appena le pratiche hanno una segnalazione di potabilità, nel senso di accettabilità o di licenza delle stesse, la Regione viene facoltizzata ad anticipare i fondi perché ci sia l'immediatezza dell'iniziativa.
Stiamo inoltre insistendo per il risanamento degli acquedotti che sono stati resi perversi dalla presenza del bentazone, del molinate dell'atrazina e di altri erbicidi.
Stiamo tentando di convenire con la Protezione Civile l'attribuzione alla Regione Piemonte di altri 11 miliardi attraverso i quali tentare il risanamento della cattiva distribuzione idrica nel territorio regionale.
Il quadro complessivo deve registrare un accostarsi al problema da parte della Regione, non dico della Giunta o del Consiglio, ma della Regione nella sua pienezza, con un'intensità propositiva piuttosto ricca e una restituzione da parte del Governo, a livello di Ministero della Protezione Civile, ugualmente ricca. E' giusto quello che ha detto poco fa il collega Olivieri che ora il problema non è tanto nelle mani della Regione, quanto negli uffici tecnici dei singoli Comuni che sono stati chiamati a predisporre la progettazione. Le procedure in linea di massima sono quelle che ho indicato. Potrei essere più preciso nella elencazione dei Comuni che hanno avanzato l'ipotesi di autorizzazione di queste condizioni. La soluzione potrebbe estendere il suo risultato operativo e praticamente consistente laddove riuscissimo a conseguire l'assegnazione di questi ultimi 11 miliardi da parte del Governo, fondi che entrerebbero senza obbligo di restituzione al di fuori del progetto di mutuo e non più solo unicamente rivolto alla sua utilizzazione nell'ambito delle zone disastrate dalla presenza dei diserbanti.



PRESIDENTE

Il Presidente della Giunta ha dato la risposta richiesta.
La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Si è parlato in termini ancora generali, anche se si è tratteggiata una strada. Vorremmo sapere a che cosa saranno destinati questi fondi. In quel Comune si farà il pozzo, si applicherà un filtro? Se nella seduta di domani verrà integrata questa informazione, vorremmo conoscere come stanno le cose.



PRESIDENTE

Chiedo se vi sono altri oratori che intendano prendere la parola su questo argomento o se si ritiene di rinviare la prosecuzione del dibattito a domani mattina.


Argomento:

Dibattito sull'inquinamento delle acque

Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

Le interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegate al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18,15)



(La seduta ha termine alle ore 18,15)



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