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Dettaglio seduta n.87 del 08/05/87 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interrogazione n. 611 presentata dal Consigliere Staglianò.
Risponde l'Assessore Olivieri.



OLIVIERI Aldo, Assessore alla sanità

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, rispondendo all'interrogazione del Consigliere Staglianò possiamo dire che il servizio di igiene pubblica della sede di Collegno svolge come attività routinaria il campionamento delle acque potabili dei Comuni di competenza, controllando settimanalmente le caratteristiche biologiche dell'acqua distribuita e mensilmente le caratteristiche chimiche sia dei pozzi di attingimento che in rete.
Le analisi vengono effettuate dal Laboratorio di sanità pubblica dell'USSL n. 1/23 di Torino sulla base dei parametri indicati nel DPCM del 1985.
Riguardo ai pozzi e alla rete dell'acquedotto di Grugliasco, la presenza di solventi clorurati è stata evidenziata nel 1983 e i controlli successivi dimostrano oscillazioni periodiche nei vari pozzi; solo nel 1986, però, si sono avuti aumenti sensibili oltre la soglia dello 0,200 mg/1, limitatamente ai pozzi A e B, dell'ospedale psichiatrico dell'acquedotto comunale ed oltre lo 0,5 mg/1 in alcuni punti della rete di distribuzione. In altri punti di tale rete, per converso, detti valori restano al di sotto dello 0,05.
Sulla base dei dati ottenuti si chiedeva al Sindaco del Comune di Grugliasco di adottare le misure necessarie alla risoluzione dell'inquinamento, in particolare dei pozzi A e B. I prelievi effettuati nei pozzi, sulla rete dell'acquedotto del Comune di Grugliasco, in data 27/11/1986, da personale del Laboratorio di salute pubblica dell'USSL n.
1/23 competente sulla potabilità delle acque, hanno dato i seguenti risultati: rete, valori di 0,037 mg/1 e 0,032 mg/1; pozzi, valori di 0,050 mg/1 pozzo Fabbrichetta e 0,032 mg/1 pozzo S. Rocco e 0,162 mg/1 pozzo Maggiordomo.
Per quanto concerne lo smaltimento dei fanghi derivati dal processo di depurazione di solventi clorurati usati nella lavanderia dell'USSL n. 24 con sede in Via Leonardo da Vinci di Grugliasco, è stata inoltrata la regolare domanda di autorizzazione allo stoccaggio provvisorio degli stessi al Presidente della Provincia di Torino in data 14/11/1984, n, di protocollo 21023. I fanghi vengono periodicamente ritirati da ditte autorizzate. Il controllo chimico mensile delle acque potabili ai pozzi di attingimento di rete riguarda anche la ricerca del cromo. Tra le sostanze presenti in tracce nelle acque di pozzo ed in quelle erogate dall'acquedotto del Comune di Grugliasco non sono mai stati superati i valori massimi ammessi ovvero dello 0,050 mg/1.
Per quanto concerne le attività di controllo necessarie ad accertare le cause di inquinamento delle falde freatiche, il servizio di igiene pubblica dell'USSL n. 24 ha predisposto un programma che ha come obiettivo l'eliminazione delle fonti di rischio, individuando come tali gli smaltimenti di liquami e fanghi originatisi da processi produttivi in ricettori impropri, ad esempio, pozzi perdenti.
Il programma ha avuto avvio nel secondo semestre del 1985, dopo una fase preliminare di programmazione mirata all'individuazione delle attività produttive con maggior potenzialità inquinante, riferito all'uso delle sostanze in questione e in particolare ai solventi clorurati.
Il controllo è consistito e consiste tuttora nella verifica, tramite sopralluogo, dei sistemi di smaltimento dei liquami e rifiuti adottati dalle ditte individuate.
Sono state rilevate situazioni fuori norma e adottati provvedimenti conseguenti come il rapporto all'autorità giudiziaria richiesta dall'Unità Sanitaria Locale di ordinanza per la soppressione dei pozzi perdenti ed allacciamento alla fognatura comunale. Sono state controllate oltre 300 industrie rientranti nella tipologia su descritta e il successivo controllo periodico rientra nella normale attività di servizio.
Inoltre il Servizio di igiene pubblica deve rilasciare parere ai fini del rilascio del rinnovo dell'autorizzazione sanitaria per l'inizio dell'attività produttiva e si esprime negativamente ogni volta che l'industria non rispetta le norme vigenti in materia di smaltimento di liquami e rifiuti.
Per quanto riguarda infine il potenziamento e la conseguente bonifica dell'acquedotto del Comune di Grugliasco, risulta che presso l'Assessorato all'urbanistica è presente la richiesta del Comune stesso per un contributo per l'importo di L. 800 milioni.
La pratica insieme ad altre è attualmente in fase istruttoria. Sono stati ultimati i lavori di trivellazione di nuovi pozzi che entreranno in funzione non appena saranno eseguiti gli spurghi e le analisi che verranno effettuate in periodi diversi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente e colleghi, nell'interrogazione del 30 dicembre scorso chiedevo, data l'evidente urgenza e gravità della situazione, una risposta sollecita e nello stesso tempo articolata. In particolare chiedevo se risultano inoltrate dal Comune di Grugliasco richieste di contributi regionali straordinari per l'intervento di bonifica dei pozzi inquinati quale sia al riguardo l'orientamento dell'esecutivo regionale, se non ritiene opportuno intervenire per accertare le cause dell'inquinamento e, nello stesso tempo, un approfondimento sulla qualità delle acque.
Ad alcune di queste domande l'Assessore Olivieri ha avuto la cortesia di rispondere, sebbene non sollecitamente come l'argomento avrebbe richiesto...



OLIVIERI Aldo, Assessore alla sanità

Consigliere Staglianò, la risposta è pronta da sei mesi...



STAGLIANO' Gregorio Igor

Io la vedo iscritta nell'elenco delle interrogazioni da un paio di settimane, ciò non toglie che, al di là del tempo che pure è rilevante poiché la situazione è in continua evoluzione e per nulla tranquillizzante come abbiamo appreso dalla stampa non più tardi di 20 giorni fa, la risposta dell'Assessore non sia soddisfacente.
Vorrei brevissimamente riprendere l'iter di questa vicenda.
Un anno fa, 1'8 maggio 1986, il Consigliere comunale di DP a Grugliasco interrogava il Sindaco in merito alle tracce di trielina e cromo riscontrate nell'acqua e, non avendo ricevuto risposta, il nostro rappresentante aveva provveduto a fare le analisi del caso. Su questa vicenda fu interrogato il Presidente dell'USSL n. 24 (il socialista Pino Facchini da quanto riferiscono i giornali) il quale rispose testualmente: "Il problema non esiste, non possiamo fermare per queste voci il rifornimento alla popolazione". Il 25 novembre 1986 il Consigliere comunale di DP a Grugliasco rivolse una nuova interrogazione al Sindaco in seguito alle dichiarazioni del primo cittadino al settimanale "Città": "A Grugliasco le nostre analisi hanno confermato quel che ammette il Sindaco: l'acqua è pessima. Bisognerebbe proibirne l'uso potabile alla popolazione perché i solventi sono dieci volte i limiti prescritti". Potrei proseguire ma ritengo bastino questi cenni per affermare che esistono delle responsabilità che, per quanto sarà in nostro modestissimo potere provvederemo ad accertare.
Il 15 aprile 1987 il dott. Francesco Pavone del Laboratorio di sanità pubblica di Grugliasco affermava testualmente su "La Stampa": "Una cosa è certa, il cromo esavalente è cancerogeno e non dovrebbe esserci; certi pozzi dovrebbero essere chiusi. Urgono provvedimenti".
Facchini dichiara: "Di questa situazione abbiamo avvisato il Sindaco.
E' più di un anno che queste analisi sono stabili, ma mancano parametri seri di confronto sulla tossicità dei solventi clorurati". Ora, il signor Facchini, a distanza di un anno, afferma cose sostanzialmente diverse.
Trattandosi dell'alimentazione quotidiana di almeno 40 mila persone ci pare di essere di fronte ad un comportamento molto discutibile.
Il quadro è molto allarmante innanzitutto per la responsabilità delle autorità preposte al controllo della salute dei cittadini e per la contraddittorietà dei comportamenti, come si può evincere dalla breve.rassegna di dichiarazioni.
Per quanto ci riguarda stiamo valutando l'esistenza di eventuali omissioni di atti d'ufficio da parte del Presidente dell'USSL n. 24 o dell'Amministrazione comunale.
Per quanto riguarda la risposta dell'Assessore, non posso che dichiarare la nostra profonda insoddisfazione perché ci pare che si affronti questo drammatico problema con coscienza e strumenti inadeguati.
Sarebbe parsa doverosa una risposta più articolata in merito ai quesiti che venivano formulati perché si tratta di intervenire per risanare alla radice l'inquinamento idrico nella zona ovest di Torino, individuando innanzitutto le cause e fra le cause ricostruite da alcuni amministratori comunali, tra i quali il Consigliere di DP di Grugliasco e riportate dai giornali, ci sarebbe proprio la lavanderia dell'USSL.



OLIVIERI Aldo, Assessore alla sanità

L' ho citata, non hai fatto attenzione,Staglianò.
Ho citato l'accantonamento di tutti i fanghi, la verifica, il trasporto.



STAGLIANO' Gregorio Igor

A me pare che sarebbe stato opportuno delineare un intervento un po' più sistematico che, se mi consente Assessore, non ho intravisto nella sua risposta.



OLIVIERI Aldo, Assessore alla sanità

Trecento ditte indagate, che cosa vuoi sistemare!


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Biazzi, Bosio, Carazzoni, Fassio Ottaviano, Gallarini, Genovese, Maccari Minervini Calandri.


Argomento:

a) Congedi

Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale della seduta in corso.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge

Argomento:

c) Mancata apposizione visto del Commissario di Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge non vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale della seduta in corso.


Argomento: Nomine

d) Nomina del Consigliere regionale Stefano Strobbia nella Giunta delle Elezioni


PRESIDENTE

Comunico che il Consigliere regionale Stefano Strobbia è stato designato nella Giunta delle Elezioni in sostituzione di Germano Benzi.


Argomento:

d) Nomina del Consigliere regionale Stefano Strobbia nella Giunta delle Elezioni

Argomento:

e) Deliberazioni adottate dalla Giunta regionale


PRESIDENTE

L'elenco delle deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nella seduta del 28 aprile 1987 - in attuazione dell'art. 7, secondo comma, della L.R. 6/11/1978, n. 65 - in materia di consulenze ed incarichi, è depositato e a disposizione presso il Servizio Aula.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Dimissioni Consiglieri regionali ai sensi dell'art. 7 del DPR 30/3/1957, n. 361 e relativa surrogazione


PRESIDENTE

Passiamo al punto 3) all'o.d.g. che reca: "Dimissioni Consiglieri regionali ai sensi dell'art. 7 del DPR 30/3/1957, n. 361 e relativa surrogazione".
Comunico che in data 5 maggio 1987 è pervenuta lettera di dimissioni da parte del Consigliere Riccardo Sartoris.
Pongo in votazione la proposta di prendere atto delle dimissioni del Consigliere Riccardo Sartoris.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.
A seguito del verbale della Giunta delle Elezioni pongo in votazione la proposta che il Consiglio prenda atto che al Consigliere Riccardo Sartoris subentra, ai sensi dell'art. 7 del D.P.R. 30/3/1957 n. 361, il signor Giovanni Picco.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.
Propongo che la deliberazione relativa alla surrogazione del Consigliere Riccardo Sartoris con il signor Giovanni Picco venga dichiarata immediatamente eseguibile ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n.
62.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 favorevoli 34 Consiglieri.
Per quanto attiene alla convalida dell'elezione del signor Giovanni Picco ricordo che essa viene devoluta, ai sensi dell'art. 13 dello stralcio delle norme di Regolamento, alla Giunta delle Elezioni, la quale accerterà che non sussistano, nei confronti del neo Consigliere, cause di ineleggibilità e di incompatibilità. Ad esame compiuto, la Giunta delle Elezioni riferirà al Consiglio.
Invito pertanto il neo Consigliere a prendere posto in aula.



(Il neo Consigliere Giovanni Picco prende posto in aula)



PRESIDENTE

Comunico che in data 5 maggio 1987 è pervenuta lettera di dimissioni da parte del Consigliere Giuseppe Cerutti.
Pongo in votazione la proposta di prendere atto delle dimissioni del Consigliere Giuseppe Cerutti.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.
A seguito del verbale della Giunta delle Elezioni pongo in votazione la proposta che il Consiglio prenda atto che al Consigliere Giuseppe Cerutti subentra, ai sensi dell'art. 7 del DPR 30/3/1957 n. 361, il signor Pier Luigi Gallarini.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.
Propongo che la deliberazione relativa alla surrogazione del Consigliere Giuseppe Cerutti con il signor Pier Luigi Gallarini venga dichiarata immediatamente eseguibile ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n.
62.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 favorevoli 34 Consiglieri.
Per quanto attiene alla convalida dell'elezione del signor Pier Luigi Gallarini ricordo che essa viene devoluta, ai sensi dell'art. 13 dello stralcio delle norme di Regolamento, alla Giunta delle Elezioni, la quale accerterà che non sussistano, nei confronti del neo Consigliere, cause di ineleggibilità e di incompatibilità. Ad esame compiuto, la Giunta delle Elezioni riferirà al Consiglio.
Invito pertanto il neo Consigliere a prendere posto in aula.



(Il neo Consigliere Pier Luigi Gallarini prende posto in aula)



PRESIDENTE

Comunico che in data 5 maggio 1987 è pervenuta lettera di dimissioni da parte del Consigliere Maria Laura Marchiaro.
Pongo in votazione la proposta di prendere atto delle dimissioni del Consigliere Maria Laura Marchiaro.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.
A seguito del verbale della Giunta delle Elezioni pongo in votazione la proposta che il Consiglio prenda atto che al Consigliere Maria Laura Marchiano subentra, ai sensi dell'art. 7 del DPR 30/3/1957 n. 361,il signor Giuseppe Chiezzi.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.
Propongo che la deliberazione relativa alla surrogazione del Consigliere Maria Laura Marchiaro con il signor Giuseppe Chiezzi venga dichiarata immediatamente eseguibile ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n.
62.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 favorevoli 34 Consiglieri.
Per quanto attiene alla convalida dell'elezione del signor Giuseppe Chiezzi ricordo che essa viene devoluta, ai sensi dell'art. 13 dello stralcio delle norme di Regolamento, alla Giunta delle Elezioni, la quale accerterà che non sussistano, nei confronti del neo Consigliere, cause di ineleggibilità e di incompatibilità. Ad esame compiuto, la Giunta delle Elezioni riferirà al Consiglio.
Invito pertanto il neo Consigliere a prendere posto in aula.



(Il neo Consigliere Giuseppe Chiezzi prende posto in aula)



PRESIDENTE

Comunico che in data 5 maggio 1987 è pervenuta lettera di dimissioni da parte del Consigliere Luigi Rivalta.
Pongo in votazione la proposta di prendere atto delle dimissioni del Consigliere Luigi Rivalta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.
A seguito del verbale della Giunta delle Elezioni pongo in votazione la proposta che il Consiglio prenda atto che al Consigliere Luigi Rivalta subentra, ai sensi dell'art. 7 del DPR 30/3/1957 n. 361, il signor Corrado Montefalchesi.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.
Propongo che la deliberazione relativa alla surrogazione del Consigliere Luigi Rivalta con il signor Corrado Montefalchesi venga dichiarata immediatamente eseguibile ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n.
62.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 favorevoli 34 Consiglieri.
Per quanto attiene alla convalida dell'elezione del signor Corrado Montefalchesi ricordo che essa viene devoluta, ai sensi dell'art. 13 dello stralcio delle norme di Regolamento, alla Giunta delle Elezioni, la quale accerterà che non sussistano, nei confronti del neo Consigliere, cause di ineleggibilità e di incompatibilità. Ad esame compiuto, la Giunta delle Elezioni riferirà al Consiglio.
Invito pertanto il neo Consigliere a prendere posto in aula.



(Il neo Consigliere Corrado Montefalchesi prende posto in aula)



PRESIDENTE

Signori Consiglieri, in questo momento sembra mi manchi il braccio sinistro. Ero abituato ad avere al mio fianco Laura Marchiaro e vi confesso che in questi giorni di febbrile attività attorno alle candidature, mi sembrava di non poter accettare le dimissioni di Laura Marchiaro per i valori, per la cultura e per l'apporto che ha dato. Dobbiamo ricordare in questi lunghi anni la sua attività nel campo della cultura per la difesa dei diritti democratici e dello sviluppo della democrazia.
Si, è come se avessi perso un braccio: ora mi volto e non la trovo più.
Erano gesti abituali, quel suo conversare lieve, salvo nei momenti di punta che la rendevano così valida e a volte così importante per le cose che diceva.
Spero, anzi, sono sicuro che andando al Parlamento in quell'ambiente molto diverso porterà questi valori che troveranno un'eco più vasta, ma meno immediata di quanto possa essere in un Parlamento regionale. Non ci sarà l'istituzione che abbiamo formato qui all'interno per la difesa dei valori della Resistenza, dell'antifascismo, della democrazia, ma sicuramente tali valori li porterà anche in Parlamento.
Con Luigi Rivalta ho diviso molte cose fin dal 1970; di quelli che c'erano allora siamo rimasti in pochi, siamo in via di estinzione! Egli ha rappresentato quello che successivamente verrà definito nel suo complesso "difesa dell'ambiente". Rivalta ha avuto sempre un obiettivo grandissimo ma nel 1970 eravamo ancora lontani dalle grandi iniziative che sorsero successivamente. Egli ebbe l'intuizione dell'importanza della difesa del territorio, non parlo del nucleare, se si vuole accusare qualcuno, quello sono io, che ho firmato a favore del nucleare, mentre Rivalta ebbe sempre dei dubbi e sempre li manifestò. Io invece non li ebbi subito.
Rivalta mancherà al Consiglio regionale proprio per l'apporto, per la capacità, per la cultura e per il modello che ha portato avanti in tanti anni, che oggi è patrimonio di tutta la società.
Anche a Gigi Rivalta - come familiarmente lo chiamavamo - facciamo un grande augurio. Sono sicuro che nel Parlamento farà sentire la sua voce quella di un'altissima personalità che ha dato molto in tutti questi anni.
Ci sono stati momenti significativi in questo Consiglio regionale che hanno dato dei risultati. Uno è stato quello in cui Zanone fu relatore dei parchi dando inizio negli anni 1974/1975 a quella politica che poi Rivalta segui l'altro è stato quello dell'avvio della politica per l'ambiente e dell'assunzione delle dovute responsabilità che il PLI assunse anche a livello ministeriale, partendo proprio dal momento regionale.
Giuseppe Cerutti - chiamato familiarmente Peppino dagli amici, ma anche sul giornale si trovava scritto "Peppino Cerutti" - è stato con noi lunghissimi anni. Si può concordare rispetto alla sua frenetica attività o avere delle riserve, ma è fuori dubbio che ha rappresentato un momento importante nella storia della nostra Regione. Noi gli rivolgiamo un affettuoso saluto, sappiamo perfettamente che anche in Parlamento egli sarà un regionalista nel senso che saprà capire i valori delle autonomie locali com'è stato fino adesso.
Riccardo Sartoris, nella sua breve attività di Assessore, ha dimostrato capacità e ha ricevuto numerosi apprezzamenti specialmente dopo l'approvazione delle ultime due proposte di legge portate in aula. Ha saputo confrontarsi con tutte le forze politiche, anche con l'opposizione.
Sulla sua attività non possiamo che dare un giudizio di apprezzamento da parte di tutto il Consiglio.
Salutiamo i subentranti, alcuni hanno già avuto lunga vita all'interno del Consiglio. Voi ricordate che l'arch. Picco ebbe a patire terribili sofferenze nell'epoca del terrorismo: andò quasi a morte per mano terrorista e ora lo rivediamo con tanto piacere.
Corrado Montefalchesi è stato l'anima di questo Consiglio, nel senso che ha portato i valori della sua giovinezza e della sua capacità. A volte abbiamo avuto degli scontri vivaci di cui forse posso anche pentirmi.
Anche Gallarini ha svolto attività amministrativa in campo provinciale a Novara.
Ci lasciano personalità grandissime e subentrano altrettante personalità che noi salutiamo con grande piacere e facciamo loro un grande augurio per il loro avvenire.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Chiedo la parola, intanto per rivolgere molto rapidamente, in modo anche formale, un saluto ai Consiglieri dimissionari e un augurio ai nuovi ma soprattutto per rivolgere in particolare il saluto a nome del mio Gruppo ai due compagni che si sono dimessi per candidarsi al Parlamento.
L'abbandono del Consiglio regionale per altri prestigiosi traguardi come quello parlamentare, da parte della compagna Marchiaro e del compagno Rivolta, hanno un significato di rilievo. Sono entrato qui con la compagna Marchiaro nel 1975 dove mi sono largamente formato politicamente proprio con l'aiuto del compagno Rivalta. E' una coincidenza temporale che non pu non lasciare, per fortuna, profonde tracce sul piano della formazione personale e sul piano del lavoro politico. E' chiaro che io personalmente e i compagni del mio Gruppo sentiremo la loro mancanza per il lavoro di merito che questi due compagni svolgevano. Non si tratta di una ritualità perché sapete tutti quanto in un Gruppo non piccolo com'è il nostro certi apporti siano preziosi e abbiano carattere strutturale di grande rilievo.
Il modo migliore per ringraziarli è quello di ricordare che la presenza di compagni come Rivalta, dal 1970, e Marchiaro, dal 1975, ha coinciso con il loro impegno e il loro entusiasmo nel lavoro per una Regione che era in condizioni diverse, era obiettivamente migliore, aveva più peso.
La fase è cambiata. Credo sia rituale chiedere a questi due Consiglieri, ma anche agli altri che lasciano questo Consiglio, di fare in modo che il Parlamento tenga conto di questo e operi in questo modo. Non è facile, non si può agire isolati, ma si può portare un contributo.
I due subentranti del nostro Gruppo sono compagni di molto valore.
Credo anche che il modo migliore di salutare il collega Rivalta sia quello di mantenere rigorosamente la linea che ha ispirato il Gruppo in questi anni e che è stata improntata sul piano territoriale alla sua elaborazione e alla sua collaborazione nelle decisioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Poche parole per esprimere un saluto particolare al collega Sartoris che lascia un importante Assessorato. Sartoris era entrato in Consiglio regionale nel 1980: una presenza significativa ed importante sia come Consigliere sia come Assessore.
Come ha ricordato il Presidente Viglione, la sua gestione dell'Assessorato è stata puntuale ed efficiente nonché attenta al contributo di tutte le forze politiche.
Ci lascia un Assessore capace, al quale formuliamo gli auguri più vivi il suo è stato un atto di coraggio in una campagna elettorale che vede la DC presentare una lista ampiamente competitiva; egli si avvia ad assumere un impegno importante e significativo, in condizioni non garantite n garantiste della sua posizione.
Do un saluto particolare al collega Picco che rientra in Consiglio regionale; credo sia superfluo aggiungere qualcosa alla presentazione chiara e precisa fatta dal Presidente. Nel nostro Gruppo ritorna una persona di valore come già è successo con il rientro, qualche mese fa, di Martinetti. Il nostro Gruppo è serenamente impegnato a continuare la sua attività anche con questi apporti ampiamente qualificati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri,mi pare debba essere prima di tutto espressa una nota di compiacimento di tipo istituzionale per il fatto che il Consiglio regionale concorra in termini così significativi, dal punto di vista qualitativo e soprattutto dal punto di vista quantitativo al confronto politico. Questo sta quindi a dimostrare che il nostro livello non è emarginato rispetto alla vita dei Partiti e alla vita della società quindi i "de profundis" che sulla nostra istituzione e qualche volta sulle nostre persone recitiamo, forse debbono essere rimeditati.
Anche il Gruppo liberale coglie questa occasione per esprimere un apprezzamento ai tre colleghi, apprezzamento che abbiamo sempre espresso qualunque sia stata la posizione che abbiamo avuto nei loro confronti.
L'Assessore Sartoris è entrato in Consiglio da piemontese "quadrato" anche fisicamente, ha avuto qualche momento di riflessione seria per capire, e qualcuno probabilmente l'aveva giudicato in modo sbagliato.
Mentre molti si muovono prima di capire, lui è rimasto fermo per capire e poi si è mosso e chiude la sua breve esperienza con atti significativi e di grande rilievo.
Gli auguri che gli facciamo vengono da un montanaro come lui. Ci auguriamo che la sua vecchia esperienza di grande difensore dei valori delle vallate piemontesi possa contribuire alla sua campagna elettorale non tanto dal punto di vista dei voti, quanto dal punto di vista della rappresentanza che andrà ad avere.
Rivalta lo conosciamo tutti. Si dice sempre così anche nei matrimoni.
Ma Rivalta lo conosciamo veramente tutti perché Rivalta è un "quid unicum" nel suo Partito ed in qualche misura in questo Consiglio.
Gli riconosco una dote particolare: di saper mediare il massimo di fede politica con il massimo di capacità di stare nelle istituzioni. Qualche volta vedevo Rivalta di colore molto acceso e vedevo in quel suo rossore che non era timidezza, l'insofferenza a sostenere talune situazioni. La passione politica di Rivalta è forse di altri tempi. Qui non diamo dei giudizi, ma facciamo delle constatazioni. Questo nostro collega ha sempre saputo mettere al servizio delle istituzioni questa sua forte fede politica senza mai farla uscire come elemento di distinguo, ma come elemento di contributo, portando quindi una nota specifica, quella della razionalità.
Noi siamo tra quelli che pensano che sia stata un'occasione persa il non aver fatto concludere la passata legislatura (con tutto il dovuto rispetto al Presidente Viglione che aveva e avrà un lungo futuro e la nostra massima stima) con una Presidenza Rivalta. L' ho detto molte volte e mi sembra giusto dirlo anche in questa sede. La legislatura passata aveva probabilmente bisogno oltre che dell'efficientismo e della capacita di movimento del nostro Presidente del Consiglio, allora Presidente della Giunta, di un momento forte di fredda razionalità, di cui probabilmente Rivalta era la persona più capace.
Quindi, molti auguri a lui, che probabilmente in Parlamento potrà fare più politica e rischiare meno sulle coronarie.
Cerutti, questo furetto arrivato qui, ma che in Consiglio abbiamo visto poco, quasi come una meteora, si è piazzato nell'Assessorato e dall'Assessorato vola via... Quando è arrivato portava i capelli alla Presbitero, la pubblicità delle matite.
Ebbene, questo personaggio ha dimostrato una capacità gestionale unica che va apprezzata, al di là dei risultati, per il ruolo che è riuscito a dare nelle materie delle quali si è occupato, all'istituzione regionale.
Non è un giudizio che esprimiamo solo oggi. Quello che Cerutti ha sperimentato probabilmente è il percorso che dobbiamo seguire. Non è tanto quello di rivendicare soldi e competenze formali che poi sono svuotate di risorse, oppure soldi rispetto a competenze che non abbiamo perché sono semplici partite di giro, perché non si tratta di avere più denaro sul quale non possiamo decidere o cose sulle quali si può decidere, ma per le quali non vi è il denaro.
Probabilmente, la strada sta in mezzo ed è quella seguita da Cerutti di cercare, sulle grandi questioni che investivano il territorio piemontese e che riguardavano il suo Assessorato, di svolgere un'azione politica, al di là delle competenze e al di là delle risorse. Questo è un merito che gli deve essere riconosciuto e sono anche convinto che la collegialità piemontese avrà in Cerutti uno strenuo difensore nel Parlamento nazionale.
Laura Marchiaro non si può che richiamare nei termini in cui l' ha richiamata il Presidente: è come la sorella maggiore o minore di qualcuno di noi, sempre presente in Consiglio regionale nelle situazioni più delicate, con uno stile e una classe che certamente la manterrà ferma nella nostra memoria.
Facciamo a tutti i nostri auguri così come esprimiamo in termini personali e anche politici il ritorno in quest'aula dell'arch. Picco, che sicuramente con la sua esperienza e la sua capacità darà un contributo significativo al lavoro del Gruppo. L'arch. Picco ha fatto con il Gruppo liberale la più significativa battaglia della seconda legislatura sulla legge urbanistica. Abbiamo passato la lunga estate del '77 a dilaniarci con l'arch. Astengo, chi abbia vinto o chi abbia perso non interessa a nessuno comunque, lo ricordo in questa sua esperienza particolare.
Montefalchesi - ha detto bene il Presidente - ha portato per primo in quest'aula la capacità delle espressioni del modo nuovo di fare politica non più legata agli apparati, alle consorterie e agli interessi organizzati, ma legata alle voci più significative di qualche minoranza non ancora fortemente istituzionalizzata. Montefalchesi in questa tornata amministrativa compare in una forza politica diversa da quella che rappresentava in quella precedente, ma sono convinto che in questa sua voglia di essere soprattutto se stesso, soprattutto qualcosa di particolare rispetto ad un ampio Partito che ha la capacità (lo dimostra nelle candidature nazionali che sta predisponendo) di mettere insieme interessi e culture diverse, saprà certamente mantenere questa sua specificità.
In questo senso, scherzosamente, dicevo a Staglianò che per lui si pone qualche problema: vi vedo entrambi come espressione di una stessa cultura e di uno stesso modo di concepire la politica, per cui ci sarà un po' di concorrenza. Sicuramente ci guadagneremo tutti! L'altro collega che arriva, naturalmente ha il nostro benvenuto. Non conoscendolo ancora giudizi non gliene possiamo esprimere.
Auguro a tutti buon lavoro, a quelli che se ne vanno e a quelli che incominciano a lavorare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, desidero esprimere anch'io, a nome dei compagni del Gruppo socialista, il saluto ai colleghi che hanno rassegnato le dimissioni per assumere nuovi impegni nel Paese a livello parlamentare. Sono colleghi con i quali ho avuto modo di confrontarmi, in qualche caso di scontrarmi, ma di cui ho avuto modo di apprezzare l'impegno, la passione e la convinzione nell'istituto regionale. Sono convinto che, dopo che saranno stati eletti nel Parlamento e nelle nuove istituzioni per le quali si stanno impegnando, recheranno il contributo delle proprie convinzioni regionaliste e quindi concorreranno a ridare slancio all'istituto regionale che in questo periodo sta volando piuttosto basso.
Una buona percentuale di Consiglieri regionali lasciano le amministrazioni regionali per impegnarsi a livello parlamentare e considero questo un elemento importante e positivo che ci riempie di fierezza.
La loro presenza in Parlamento potrà far crescere il ruolo che spetta alle Regioni. Alcuni colleghi li conosco poco, altri invece li conosco per notorietà, per il loro impegno e per la lunga militanza che hanno esercitato. A loro va un ringraziamento per il contributo che hanno dato nella vita politica della nostra Regione.
Un saluto e un benvenuto anche ai colleghi che li sostituiscono. Alcuni li abbiamo conosciuti in circostanze tremende, mi riferisco in modo particolare all'arch. Picco, altri li conosciamo di meno, altri ancora li conosciamo per avere combattuto insieme delle battaglie significative sul versante della lotta antinucleare. Mi riferisco al collega Montefalchesi.
Sicuramente avremo occasione di sviluppare questo dibattito, quindi il Consiglio regionale si avvarrà del contributo significativo di questi nuovi colleghi.
Chiusa questa parte, vorrei terminare il mio intervento con una considerazione.
Il Gruppo socialista non ha proposto per il Parlamento proprie rappresentanze dirette, come invece altri Gruppi hanno fatto e non lo ha fatto perché queste cose si possono realizzare nella misura in cui si combinano in una strategia che dà la certezza di realizzare un obiettivo certo, lasciando un altro obiettivo certo; in un quadro che si combina c'è un dato di certezza da una parte dal quale si parte per approdare ad un altro dato di certezza, oppure c'è una valutazione nella quale è giusto che ciascuno ritenga di potersi cimentare giocando una partita tutta aperta.
Anche questo è un altro elemento di grande dignità. Questo quadro per noi non si è combinato, anche se abbiamo degli ottimi compagni in grado di svolgere bene la loro parte.
Signor Presidente, il punto da evidenziare è questo: abbiamo una legge che rispetto ai Consiglieri regionali è molto limitativa dal punto di vista della libertà di movimento. I Consiglieri regionali sono costretti a subire delle limitazioni inaccettabili. Comprendo che si debbano dimettere il Sindaco di una città di oltre 20 mila abitanti, il Presidente della Provincia, l'Assessore regionale, comprendo che non possono mantenere due cariche importanti e quindi debbono optare, non comprendo invece perché il Consigliere regionale debba preventivamente rinunciare al suo incarico.
Rifiuto questo e vorrei che partisse di qui un'iniziativa del genere. Dico questo indipendentemente dagli interessi personali, perché chi è impegnato nella vita politica, se ritiene di compiere delle scelte, le fa indipendentemente dagli aspetti contingenti nei quali è impegnato. Mi pare che la partecipazione democratica si rafforzi nella misura in cui viene data la possibilità di compiere ragionevolmente e non improvvidamente scelte che mi sembrano doverose per quel rafforzamento della partecipazione alla quale anche i Consiglieri regionali hanno diritto di accedere come tutti gli altri cittadini.
Insieme al saluto ai nuovi Consiglieri volevo fare questa considerazione e mi auguro che il nuovo Parlamento modifichi quella legge che sanziona limiti e lacci nei confronti delle Regioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Strobbia.



STROBBIA Stefano

Signor Presidente e colleghi, a nome del Gruppo socialdemocratico mi associo alle parole espresse dal Presidente e da chi mi ha preceduto nei confronti dei colleghi che lasciano il Consiglio regionale per scegliere la strada romana.
Sul piano personale guadagno un gradino: sono arrivato ultimo in quest'aula sia in termini temporali sia in termini di valore; adesso, in termini temporali, non sono più l'ultimo.
Sono state usate parole molto nobili, espressioni molto razionali nei confronti dei colleghi che lasciano il Consiglio regionale.
Voglio fare una piccola e ultima riflessione nei confronti del componente del nostro Gruppo, l'Assessore Cerutti. Nell'ultimo periodo più di una volta i vari Gruppi in Consiglio regionale si sono espressi dando un giudizio sul comportamento, sull'azione e sul modo di operare dell'Assessore Cerutti. In una circostanza gli ho chiesto: "Ritieni che sia di buon gusto che si aggiunga anche il pensiero del tuo Gruppo?". Lui mi rispose di no. Si tratta di un piccolo fatto di costume che ho voluto riprendere perché mi pare che illustri, in modo ancor più compiuto, il collega ed amico che oggi lascia questi banchi.
Do altresì il benvenuto al collega Pier Luigi Gallarini. E' un amministratore di provata esperienza politica e professionale che non mancherà di arricchire i nostri lavori. Come forse molti colleghi sapranno è stato vittima recentemente di un grave incidente stradale che lo terrà lontano ancora un po' di tempo.
Nell'augurargli una pronta ripresa spero di vederlo al più presto a lavorare con noi fra questi banchi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, avrei resistito volentieri alla tentazione di intervenire fra retorica, frasi di circostanza e divagazioni di varia umanità politica, ma ho voluto farlo per salutare vivamente il compagno e amico Corrado Montefalchesi che in quest'aula sicuramente darà man forte a quella parte del Consiglio che, sui problemi del lavoro come sui problemi dell'ambiente, ha continuato a battersi per migliorare la condizione della nostra gente. Mi auguro davvero che Corrado riprendendo il lavoro qui, ci consenta di rendere più viva di quanto non sia stata fino a questo momento la dialettica politica consiliare.
Fra quanti entrano a far parte del Consiglio oltre al citato Montefalchesi, conosco l'arch. Picco. Dodici anni fa, l'arch. Picco, quale primo cittadino di Torino, si trovava da una parte del tavolo, mentre io mi trovavo dall'altra con i "senza casa" della Falchera, di Via delle Acace.
In quelle circostanze abbiamo avuto modo di conoscerci da sponde diverse.
Mi auguro che in quest'aula si possa lavorare per rispondere insieme dalle rispettive sponde ai bisogni della nostra gente che continuano ad essere molto acuti a cominciare da quello della casa.
Vorrei fermarmi qui augurando a quelli che se ne vanno in altre assemblee rappresentative il miglior successo per se stessi e per i Gruppi che rappresenteranno.



PRESIDENTE

Signori Consiglieri, nel ringraziarvi per le parole dette, che hanno nobilitato questo Consiglio, penso si possa cogliere, in sostanza, questa sintesi: il Consiglio regionale ha prodotto una serie di uomini capaci intelligenti e preparati, speriamo che in Parlamento lavorino affinché le Regioni e le autonomie locali abbiano lo spazio che la Costituzione riserva loro.


Argomento: Pianificazione territoriale - Urbanistica: argomenti non sopra specificati - Viabilità

Esame ordini del giorno presentati rispettivamente dal Consigliere Pezzana e dai Consiglieri Bontempi, Guasso, Biazzi e Rivalta sull'asse di penetrazione urbana di Torino


PRESIDENTE

Il punto 4) all'o.d.g. prevede l'esame degli ordini del giorno presentati rispettivamente dal Consigliere Pezzana e dai Consiglieri Bontempi, Guasso, Biazzi e Rivalta sull'asse di penetrazione urbana di Torino, ai quali si aggiungono gli ordini del giorno presentati dai Gruppi PLI e Lista Verde.
La parola al Consigliere Pezzana.



PEZZANA Angelo

Dispiace parlare in quest'aula quando manca il Gruppo liberale presentatore di un altro ordine del giorno su questo argomento. Dispiace anche parlare in un Consiglio regionale sicuramente distratto da commemorazioni che hanno un po' del funereo - se è permesso un po' di umorismo - perché in fondo i colleghi che si candidano a deputato mi sembra meritino un augurio e non un saluto simile a quello che si fa quando qualcuno viene a mancare per motivi luttuosi. E' mancato soltanto il minuto in piedi in silenzio; forse chi è entrato o chi è uscito avrà espresso le famose frasi latine per allontanare eventuali funerei auguri.



PRESIDENTE

Consigliere Pezzana, occorre aver rispetto per i colleghi e tolleranza.
Ieri si è tenuto un importante convegno in cui Bobbio ha esordito parlando della tolleranza e del concetto del rispetto dei valori umani che bisogna aver sempre presente.



PEZZANA Angelo

Non vorrei che il Presidente estrapolasse solo una parola da un discorso che vuole essere soltanto ironico. I politici abitualmente si prendono un po' troppo sul serio e nel momento in cui alcuni colleghi tentano con abbastanza sicurezza la strada del Parlamento nazionale, forse un augurio più contenuto dava la misura di un Consiglio un pochino diverso.
Questo non credo intacchi nessuna regola di tolleranza, poiché nelle mie parole non vedo nessun tipo di offesa, ma semplicemente una riflessione.
Per tornare al problema della superstrada o dell'asse di penetrazione come il Presidente Viglione giustamente l' ha chiamato, vorrei iniziare il mio intervento con un richiamo ad un mio ordine del giorno in data 22 maggio 1986. Quell'ordine del giorno, in cui si affrontava il problema della superstrada, e si davano alcune indicazioni alla Giunta e anche a questo Consiglio regionale, era caduto nel più totale disinteresse forse perché presentato in maniera isolata e non aiutato da altri ordini del giorno simili presentati da altri Gruppi verso i quali la Giunta ha un tipo di riscontro e di risposta più attento.
Se il 22 maggio 1986, quindi l'anno scorso, il PCI avesse presentato un ordine del giorno simile al mio, forse della superstrada se ne sarebbe parlato in tempo e la Regione Piemonte non si sarebbe esposta alla brutta figura di cui sappiamo. In Consiglio comunale c'è stata ultimamente un po' di maretta nelle alleanze per cui è venuta alla luce la situazione conosciuta da tutti che peraltro sarebbe apparsa chiarissima a chi si fosse interessato con serietà di questo problema, non oggi, ma già un anno fa.
In quell'ordine del giorno chiedevo che la Regione si preoccupasse, nel dare queste autorizzazioni, di tutti i danni che sarebbero sorti da quell'asse di penetrazione. Un progetto che convogliava sul centro storico di Torino tutto il traffico era un progetto che soltanto un gruppo di studio incompetente poteva immaginare e proporre per una città che ha un centro storico condizionato dalla mancanza di progetti alternativi. Quindi era un progetto a mio avviso demenziale. Spero che il Presidente Viglione cogliendo questa parola non mi accusi di poco rispetto verso i colleghi anche perché il progetto credo che riguardi altre istituzioni e altre persone.
In quel mio ordine del giorno chiedevo che venisse valutata dalla Regione anche una verifica dell'impatto ambientale per poterne valutare i danni, sia dal punto di vista paesistico sia da quello ambientale, e per verificare le conseguenze del progetto sui trasporti urbani che sarebbero diventati, o diventeranno se questo progetto passerà, congestionati dal traffico aumentato, quindi con conseguenze sulla viabilità e sul problema dei posteggi. Il trasporto privato che invaderà il centro storico dove si fermerà? Dove sono i posteggi? Quanto sarà l'inquinamento atmosferico provocato da questo ingorgo incredibile nel centro storico di Torino? Tutte queste domande erano unite ad un'analisi dei costi, perché occorreva capire se i finanziamenti rispondevano ad un reale interesse o se venivano spesi contro l'interesse della cittadinanza. Erano domande che mi facevo il 22 maggio 1986 e che sono rimaste senza risposta. Soltanto molto recentemente hanno trovato riscontro dopo che il Partito liberale e il Partito comunista hanno presentato a loro volta un ordine del giorno, in seguito alla polemica nata in Consiglio comunale.
Entro nel merito dei due ordini del giorno per dire che quello del PLI è, secondo me, male impostato perché non dà alcuna indicazione n soluzione, ma semplicemente rinvia il problema senza affrontarlo concretamente. In questo ordine del giorno si dice che se ne parlerà in Commissione, senza in realtà valutare fin d'ora, poiché le possibilità ci sono, i danni che la superstrada, se venisse realizzata, provocherà nel tessuto urbano della nostra città.
L'ordine del giorno del PCI, anche se in parte posso essere d'accordo con quanto espresso perché ricalca integralmente quanto chiediamo noi con l'ordine del giorno del 29 aprile, e cioè la revoca della deliberazione credo abbia alla base motivazioni elettorali. Il rilancio della polemica comunale in Regione può essere spiegato in base alla polemica elettorale.
Ritengo però che questi problemi siano estremamente superficiali rispetto all'importante contenuto dell'asse di penetrazione. Ritengo inoltre che sia più giusto e più concreto il termine "superstrada" poiché "asse di penetrazione" potrebbe, nell'asetticità del termine, non far capire esattamente ciò che sarà. L'unica parte che condivido dell'ordine del giorno del PCI sta nei punti in cui si chiede la revoca della deliberazione regionale.
Mi spiace non ci sia più l'Assessore Cerutti. Auguro alla Giunta di trovare al più presto un sostituto dell'Assessore anche per non parlare ad una poltrona vuota, priva quindi di responsabilità istituzionale. Il discorso del traffico va comunque allargato perché non riguarda soltanto Torino, ma tutta la regione.
E' un problema grave e, se verrà affrontato con progetti di questo tipo, ci troveremmo in una città ed in una regione completamente stravolte mentre se si partirà oggi con una decisione seria del Consiglio e della Giunta sarà un gesto significativo e saggio nei confronti del trasporto urbano e regionale.



PRESIDENTE

La seconda proposta di ordine del giorno è del Gruppo comunista ed è firmata dai Consiglieri Bontempi, Guasso, Biazzi e Rivalta.
La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Prima di illustrare nel merito l'ordine del giorno vorrei ricordare in particolare al Consigliere Pezzana che non venendo in Commissione e venendo in Consiglio una volta ogni tanto si prendono farfalle e abbagli.
Pezzana non sa che sono state date risposte per ben tre volte alle nostre interrogazioni e quattro o cinque volte abbiamo portato la questione in Commissione prima del suo ordine del giorno.



PEZZANA Angelo

Questa polemica è vecchia.



BONTEMPI Rinaldo

La faccio perché tu vieni ad informarti, ma poi vieni smentito clamorosamente dai fatti.



PEZZANA Angelo

Però sempre in vista delle elezioni amministrative!



BONTEMPI Rinaldo

Perché ti arrabbi? Ti sto smentendo nei fatti. Sei sempre puntuale nell'arrivare sulle cose.



PEZZANA Angelo

Fanno parte del gioco di un anno fa. Noi non abbiamo avuto notizia. Voi credete nei miracoli. Io cito le date.



BONTEMPI Rinaldo

Il problema è che noi abbiamo presentato prima di te delle interrogazioni, di cui non hai avuto notizia; ora, ascolti le mie repliche e te ne stai tranquillo. Bravo Pezzana, o vieni a raccontare storie oppure non sei informato.



PEZZANA Angelo

Io cito le date.



BONTEMPI Rinaldo

Vai a vedere i verbali del Consiglio dove dici che hai presentato l'ordine del giorno isolatamente. Solo tu dici queste cose.



PEZZANA Angelo

E' dal 1959 che te la prendi sempre con me.



BONTEMPI Rinaldo

Non me la prendo con te, me la prendo quando dici cose che non stanno in piedi. Visto che il tuo esordio è stato: "sono rimasto solo", non ti sei accorto che prima di te...



PEZZANA Angelo

Sono stato solo un anno fa.



BONTEMPI Rinaldo

Non solleverò elementi polemici per il fatto che, esattamente a febbraio, poi a marzo e ad aprile del 1986, si è discusso di questo in Commissione su nostra iniziativa e richiesta, e in aula su due nostre interrogazioni. I fatti diranno come sia giustificata questa mia risposta.
Riteniamo che quanto è avvenuto relativamente all'autostrada sia stato anche frutto dell'iniziativa assunta segnatamente dal compagno Guasso in II Commissione.
Entrando nel merito della questione, posso dire che fin dall'inizio abbiamo ritenuto che quella infrastruttura, così come è congegnata, fosse profondamente dannosa alla città, che non risolvesse alcun problema e che comunque decisioni di questo tipo dovrebbero essere assunte sulla base di un diverso dibattito e confronto politico.
Il nostro ordine del giorno pone in evidenza questo aspetto centrale, a conferma di un indirizzo e di una prassi che ha ormai una caratteristica marcata delle Giunte pentapartitiche del Comune e della Regione caratteristica che fa in modo che, attraverso l'assunzione di decisioni in sedi esterne e la mera ratifica nelle sedi proprie, il processo di formazione della volontà e della decisione democratica sia profondamente alterato.
Parliamo non a caso di svuotamento delle istituzioni e questo è un esempio classico. Che cosa è avvenuto, al di là dei pasticci su una deliberazione che non è mai stata assunta e su una lettera che rappresentava la volontà della Giunta comunale, che non è mai esistita almeno, così risulta? Ma, al di là di questi aspetti formali, pur rilevanti ai fini della completezza degli atti e della loro sostenibilità, il fatto è che si è presa una decisione di grande portata e nel merito eravamo contrari e avevamo assunto iniziative in quel momento avendo anche votato contro in Commissione; l'intera questione è stata sollevata dal nostro Gruppo e il compagno Guasso ha dovuto cercare e poi trovare sul Bollettino Ufficiale quella deliberazione, di cui chiediamo la revoca, perch altrimenti il combinato disposto delle due Giunte di pentapartito, quella comunale e quella regionale, avrebbe portato a dare un parere favorevole e ad assumere una decisione rilevante per la città attraverso una semplice lettera dell'Assessore. Sono aspetti formali, però rilevantissimi sul piano dei comportamenti.
Con questo ordine del giorno compiamo un'analisi politica, non solo strettamente formale, affermando che questa è un'opera che non condividiamo la cui portata è tale da necessitare studi, verifiche sui costi e sull'impatto ambientale nei confronti del sistema dei trasporti e da essere accompagnata da un iter serio e rigoroso. Inoltre, il modo con cui si è arrivati alla decisione dimostra il sostanziale svuotamento delle assemblee elettive. In Comune non se ne è discusso, e quello che è certo è che qui in Regione, senza la nostra iniziativa, non si sarebbero messi a conoscenza il Consiglio e la Commissione di una decisione riguardante una spesa molto alta, che riguarda un'opera la cui portata è rilevantissima per le condizioni concrete di vita, di traffico e di ambiente della nostra città.
Il fatto che ci si sia soffermati poco su questo aspetto è dimostrato anche dall'ordine del giorno liberale nel quale, seppur vi è un riferimento molto cauto, non vi è traccia di questo rilevante aspetto politico.
In quanti altri casi sono state assunte decisioni in questa maniera? E' sufficiente che alcuni Assessori e qualche partner potente e deciso c gruppi o enti esterni (in questo caso l'ANAS) riescano a confezionare soluzioni che normalmente dovrebbero essere assunte dalle assemblee elettive. Se non si porta dentro e fuori le istituzioni, attraverso meccanismi di partecipazione, il confronto su un'autostrada mi chiedo che cosa stiano fare il Consiglio comunale e il Consiglio regionale.
Ne deduciamo quindi una responsabilità politica della Giunta. La Giunta regionale ha espresso un parere su un atto del Comune che non era l'atto normale che intercorre tra le istituzioni, infatti i pareri si esprimono sull'assunzione di decisioni formalizzate. Non posso non rimarcare le pesanti accuse di leggerezza rivolte dall'on. La Malfa all'Assessore Cerutti. La manfrina è curiosa: prima di questo clima politico, prima che si scoprisse che gli atti non erano sufficienti, tutti erano d'accordo; nel momento in cui la questione viene alla luce per ragioni varie si dice che le responsabilità sono dell'uno e dell'altro. Abbiamo sentito dire dalla Giunta nell'altra seduta che la responsabilità era tutta del Comune abbiamo invece sentito l'on. La Malfa accusare di leggerezza l'Assessore Cerutti. In realtà, credo che le responsabilità siano di tutti e due gli enti e siano di grave livello. Nessuna sensibilità è stata dimostrata da parte della Giunta nel portare alla discussione questo problema, non si è prestata alcuna attenzione sulla reale fondatezza degli atti decisori del Comune di Torino. Dico di più. In Commissione, di fronte alla nostra richiesta di riesame, Cerutti ha detto che questo era un parere, che sarebbe andato avanti e che lui avrebbe continuato a fare il suo mestiere.
Oggi, la sensatezza vorrebbe che si revocasse la deliberazione e si ripartisse da zero. Noi siamo in disaccordo su questa concezione, tra l'altro assolutamente inutile, dell'asse di penetrazione, e lo motiveremo anche sotto il profilo urbanistico. Voglio dire che quello che è successo è la dimostrazione che quanto nasce fuori dalle istituzioni, quanto viene gestito senza il rispetto delle regole della democrazia può provocare effetti sconvolgenti. Il clima e le beghe elettorali che da sempre dividono a Torino il pentapartito, con ripercussioni anche qui, sono l'elemento più evidente. Non si possono intendere le istituzioni come meri contenitori di discorsi e magari di colpi della maggioranza perché le istituzioni e le loro regole hanno un senso di fondo e forse non si tiene abbastanza in considerazione, e mi auguro che sia così sino alla sanzione politica come è avvenuto al Comune di Torino, il comportamento su decisioni di questa portata che tende a sottrarle alle istituzioni, ai cittadini, alla verifica e al controllo democratico.
Noi chiediamo che la Giunta ne tragga le conclusioni politiche; una sanzione politica del comportamento della Giunta il Consiglio regionale la deve fare perché la Giunta ha consapevolmente voluto sottrarre la questione al Consiglio per confezionare una decisione che, se non fosse avvenuto quello che è avvenuto, sarebbe andata avanti all'insegna del rischio dell'illegalità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il nostro Gruppo ha presentato un proprio ordine del giorno perché ha ritenuto quelli presentati dai colleghi dell'opposizione pericolosi ed ipocriti. Noi riteniamo che per gli aspetti di carattere formale e per le conseguenze politiche che doveva avere la questione è stata avviata, discussa ed approfondita e le sanzioni politiche ci sono state nella sede competente. Il fatto che si voglia riportare in tutte le sedi questi dibattiti a noi fa temere una cosa sola: che di nuovo a Torino non si faccia niente.
Di recente in quest'aula abbiamo visto dei coccodrilli piangere sull'autostrada della Valle di Susa, ma mentre piangevano sulla Valle di Susa ridevano sulla grande viabilità torinese. Il problema dell'autostrada della Valle di Susa esiste, però da Susa al casello dell'autostrada ci vogliono 25-30 minuti, mentre dal casello dell'autostrada al centro di Torino di minuti ne occorrono 40.
Quindi riteniamo che il Consiglio regionale, posto che sia il soggetto che interloquisce con l'ANAS e con le Ferrovie dello Stato e posto che il Comune (nonostante sia sottoscrittore della convenzione rispetto agli aspetti decisionali) è soltanto sentito, al di là delle questioni formali debba dire chiaramente se la questione di un sistema di penetrazione all'interno della città di Torino sia un problema che va affrontato e risolto. Altrimenti, così come si è fatto per le grandi opere che riguardano il territorio piemontese, su questioni sia pure legittime e fondate, comprese le preoccupazioni per i passeri della Valle di Susa rischiamo che le opere vengano rinviate di dieci, venti, trent'anni. Questo ci sembra un gioco molto pericoloso al quale non stiamo.
Non ci preoccupa la sorte politica di Ravaioli o di Cerutti responsabili politicamente dei comportamenti che qui vengono discussi, a noi interessa che la previsione legislativa di risorse per l'attrezzatura forte degli assi di penetrazione urbana su tutto il territorio nazionale trovi a Torino una risposta significativa, la più funzionale e la più razionale possibile. Riteniamo quindi che il Consiglio regionale debba chiedere alla Giunta di riportare in Commissione il progetto. Voglio dire che non siamo sostenitori acritici dell'ipotesi sulla quale stiamo ragionando, ma siamo difensori fermi del fatto che una città come Torino non può non attrezzarsi con sistemi di accesso moderni. Torino è assediata in parte dalla natura e in larga parte dalla miopia dei suoi amministratori e questo, per quanto possibile, deve cessare. I torinesi - mi spiace per Pezzana - dovranno accettare la logica della città moderna che deve realizzare delle opere che disturba no dal punto di vista estetico.



PEZZANA Angelo

Fatto l'asse di penetrazione dove le metterai le automobili? Torino non ha parcheggi.



MARCHINI Sergio

Pezzana, cito la frase dell'Assessore Dondona che di questo progetto suole dire che è un'arteria che si inserisce nei capillari. Che il progetto debba essere oggetto di riflessione e di approfondimento e semmai anche di una modifica radicale, fa parte di un processo che la Regione come soggetto forte, quindi Giunta e Consiglio nelle loro espressioni di riflessione più che di dibattito, deve avviare.
Cari colleghi, sto spiegando al Consiglio perché un'iniziativa come quella che abbiamo sui banchi non ci soddisfa perché è soltanto sull'attuale, sul comportamento della Giunta regionale e sul comportamento della Giunta comunale. L'incidente di percorso sul quale stiamo ragionando ci mette nella condizione di far valere prima di tutto e fortemente non tanto il ruolo del Consiglio rispetto alla Giunta, ma il ruolo della Regione rispetto al problema. L'interpretazione di qualcuno è che la Regione decide a prescindere dalla valutazione del Comune. Non possiamo però immaginare che il parere debba essere dato dalla Regione prescindendo dalla valutazione del Comune, né possiamo immaginare, al punto in cui sono arrivate le cose, di presentare in Commissione una giustificazione che dica: "Il progetto vuole solo dire che le Ferrovie nella ristrutturazione del loro asse ferro dovranno considerare l'implicazione di un'eventuale sopraelevata".
Il Gruppo liberale non accetta più questa impostazione e contemporaneamente chiede che non si cada nella trappola, che qualcuno ha messo o che inconsciamente va mettendo, per cui di questa questione non se ne parlerà più. Si tratta allora di capire se non se ne parlerà più perchè si è dato un "si" acritico o perché si è dato un "no" acritico.
Il rischio che la Regione corre, collega Pezzana, è che quando Torino deciderà di ricompattarsi si troverà di fronte ad un "si" o ad un "no" decisivo e a noi questo non pare opportuno soprattutto a livello regionale.
In sostanza, quando i Gruppi politici di Torino si metteranno a ragionare su come fare una maggioranza, c'è il rischio che questa questione diventi una specie di mela che viene data al più bello; allora si dirà "ratifichiamo tutta l'operazione precedente", quindi passerà quel progetto con quei dettagli (sui quali, visto che il problema si è posto, bisognerà ragionare, magari per confermarlo se così sembrerà opportuno o per suggerire le modifiche opportune) oppure c'è il rischio che, siccome non si trova nessun accordo sulla vicenda politica comportamentale, si dirà al Comune di Torino un "no". E questo mi pare un modo manicheo di porre il problema che non può vederci d'accordo non tanto sul piano dei contenuti ma dal punto di visto del metodo.
Il nostro ordine del giorno non fa riferimento a quel progetto, ma si riferisce semplicemente all'attrezzatura forte della grande viabilità nell'area metropolitana torinese con l'utilizzo della previsione di legge che stanzia risorse per gli assi di penetrazione urbana. Se tale ipotesi verrà considerata ancora attuale e difendibile dal punto di vista tecnico dal Comune di Torino sarà l'occasione per la Regione di assumere un ruolo forte. Discuteremo poi quanto sarà di competenza della Giunta e quanto della Commissione. Non possiamo però accettare una situazione passiva rispetto a diatribe di ordine formale, come è avvenuto al Comune di Torino.
Il nostro ordine del giorno si propone la riapertura dell'istruttoria in termini di contenuto rispetto alla documentazione esistente. Si tratta di valutare come i documenti del Comune di Torino debbano rapportarsi rispetto alle decisioni regionali. Noi consideriamo la decisione che la Giunta assume, una decisione supportata da considerazioni di ordine tecnico giuridico che quindi non soffrono di alcun giudizio di natura politica.
Qualunque sia la decisione che la Giunta assume, la Regione dovrà nuovamente deliberare su questo. Posto che il Comune di Torino dovrà uscire dall'ambiguità con un atto formale, dovrà esserci un atto formale anche da parte della Regione. Allora suggerisco che, senza lasciar cadere il problema, si ragioni nel contenuto, in modo che, anche se saremo chiamati solo ad un atto di natura formale, tale atto abbia un supporto di conoscenze, di valutazione e di discussione più approfondito di quello rispetto al quale ci siamo misurati finora. Non ci sembra assolutamente legittimo avviare una polemica sul comportamento della Giunta del passato.
In primo luogo, tutti i documenti di programmazione, che non sono prodotti di questa maggioranza e di questa Giunta, fanno riferimento a queste esigenze e a queste ipotesi, quindi, dal punto di vista della scelta di massima, c'è un'acquisizione maggioritaria se non totale sull'opportunità di questi interventi. Su questo non si discute e c'è un richiamo anche nel nostro ordine del giorno. Nessuno della maggioranza ha detto di non volere più l'asse di penetrazione urbana e mi sembra anche giusto che in Regione dove non c'è crisi, lo si confermi. In Commissione nel confronto con la Giunta dovrà emergere se qualche forza politica ha cambiato idea. Mi sembra poco premiante che questa vicenda così delicata sia diventata brutalmente il proscenio elettorale di due personaggi. Se cosa è, è bene che i cittadini sappiano che le forze politiche che si confrontano nelle istituzioni non seguono solo questo metodo. La Giunta è estranea a questa vicenda perché le scelte di natura programmatoria non sono da ascrivere a questa maggioranza, a questa Giunta o ad un'altra Giunta, ma sono nella storia delle istituzioni nonché della cultura urbanistica del mondo, quanto meno dell'Europa. Quindi,nessuna censura di massima.
Sul piano specifico, vi invito a leggere con attenzione la deliberazione finale rispetto al processo elaborato dalla Giunta che nell'esprimere il parere favorevole, riduce il proprio parere allo stato degli atti. Il ragionamento sul quale ha dibattuto la Giunta di Torino e sulla quale si è misurata la Giunta regionale non è un progetto di massima ma un'ipotesi di massima. Allora, che la Giunta regionale abbia ritenuto di far propria una valutazione proveniente dal Comune di Torino e che come tale abbia confermato il proprio parere favorevole ad un'ipotesi di massima e abbia esplicitamente dichiarato nella deliberazione che avrebbe sottoposto al proprio esame specifico i successivi atti, sta ad indicare che la Giunta non ha spogliato il Consiglio regionale del suo ruolo perch non ha fatto che interpretare l'opinione del Consiglio regionale di sempre e cioè che non si può ignorare l'asse di penetrazione urbana. La Giunta si riservava di approfondire la propria valutazione confrontandosi con il Consiglio nelle debite forme, qualora dall'ipotesi di massima si fosse passati ad ipotesi più specifiche e magari ad un progetto di massima.
Il voler riportare in quest'aula una questione che ha avuto ormai la sua sanzione esterna, è un po' come voler portare l'Aida di Luxor all'arena di Susa: ha fatto il suo tempo, è stata applaudita.
Mi rendo conto che il clima di quest'aula fa giustizia delle velleità di chi ha voluto portare qui un problema che ormai era decantato nella misura in cui era stato risolto con l'esplosione nel Comune di Torino. Il nostro Gruppo è disponibile a modificare l'ordine del giorno presentato con le integrazioni suggerite da altre forze politiche e che siano finalizzate ad impedire che, su una bega che sa di polemica da corridoio o da pianerottolo, un'altra occasione per Torino non venga persa. Torino non pu permetterselo e il Gruppo liberale non permetterà che il Consiglio concorra ad un risultato di questo genere. Modifichiamo l'ordine del giorno di tipo propositivo e di impegno per il Consiglio regionale, rifiutiamo ogni censura alla Giunta recente perché non è stata che il gestore coerente di decisioni di altre ere, di altre maggioranze, di altre Giunte, riportiamo con serenità questo problema all'esame tecnico della Giunta e in II Commissione e assumiamo finalmente un ruolo di governo dell'area metropolitana torinese e non di supina acquiescenza su quello che decide il Comune di Torino, e questa è un'occasione che ci consentirà il rilancio istituzionale. Se questa linea non dovesse trovare in quest'aula un'accoglienza totale, io o il collega che su queste questioni ha una conoscenza superiore alla mia ci riserviamo di approfondire e di assumere sul piano politico e della proposta deliberativa le ulteriori decisioni.



PEZZANA Angelo

Chiedo la parola per fatto personale.



PRESIDENTE

Non c'è fatto personale. Il Regolamento dice che esiste fatto personale quando si tocca l'onorabilità di qualcuno e se ne fa il nome.



PEZZANA Angelo

Il collega Marchini nel criticare quanto ho esposto nel mio ordine del giorno può usare le parole più crude e più dure possibili, ma non può dire che sono ipocrita.
L'aggettivo rivolto a me e a Bontempi, se non ha colpito il collega comunista, ha colpito me. Ritengo che essere definito ipocrita da un collega sia lesivo della mia onorabilità e vorrei spiegare il motivo.



PRESIDENTE

Ho sentito bene quello che ha detto il Consigliere Marchini, non ha detto che la persona è ipocrita, ma l'atto.



PEZZANA Angelo

Noi siamo giudicati dagli atti che commettiamo.
Ritengo che l'atto da me commesso non possa essere definito ipocrita e vorrei brevemente spiegare perché mi sento offeso da questa affermazione.
L'atto l' ho fatto io, di conseguenza sono ipocrita, comunque si tratta di sillogismi da liceo.
Se il collega Marchini ha interesse a difendere la Giunta per motivi di dislocazione politica, ne ha pienamente diritto e se il collega Bontempi ha interesse a minare la Giunta, sia in Regione sia in Comune, per motivi di schieramento politicone ha pienamente diritto. Queste beghe non mi interessano. Voglio soltanto sapere se il collega Marchini e tutti gli altri miei colleghi in quest'aula hanno mai percorso Corso Regina Margherita. Se l'anno percorso, si sono resi conto dei motivi della mia richiesta di revoca di una deliberazione perché tutto questo serve per piangere su uno scempio dovuto ad un progetto demenziale messo in opera da dementi, e io non mi riferisco agli atti, ma alle persone.



PRESIDENTE

Qui c'è il fatto personale!



PEZZANA Angelo

Non stavo parlando di Marchini, ma del Piano dei trasporti disposto dalla Giunta precedente e messo in atto dalla Giunta attuale. Tutto questo al di là, cari colleghi Marchini e Bontempi, delle vostre schermaglie tra "mino la Giunta" e "sostengo la Giunta". A me queste cose non interessano.
Dico solo che i disastri ambientali di Corso Regina Margherita sono davanti a tutti. Vorremmo venissero impediti in tempo. Se domani ci troveremo Torino distrutta in tutto il suo centro storico sarà grazie a qualche deliberazione non revocata. Secondo me, quello scempio dovrebbe far riflettere tutti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala che è presentatore di un ordine del giorno.



ALA Nemesio

Signor Presidente e cari colleghi vecchi e nuovi, vorrei leggervi l'ordine del giorno, visto che è solo lungo tre righe e mezzo: "...esprime la propria letizia per lo scampato pericolo e si impegna ad un'attenta e continua vigilanza per impedire la ricomparsa di questo e simili progetti di devastazione urbana ed ambientale".
Mi rendo conto che lo scampato pericolo è provvisorio: si tratta della possibilità per noi di tirare una leggera boccata d'aria e prendere un po' di fiato. Ogni tanto qualcosa va male anche ai devastatori dell'ambiente soprattutto per motivi di procedura. Questo è preoccupante per me perch l'asse di penetrazione urbana è si in questo momento bloccato, ma non da una vampata d'ingegno, non dal riconoscimento dell'idiozia di simili progetti, ma per il fatto che si fanno male le deliberazioni o si fanno giochetti strani. Dal mio punto di vista è importante che si acquisti consapevolezza che questo progetto è, come ha detto il collega Pezzana demenziale e che quindi non occorre alcuna valutazione di impatto ambientale, nessun studio di urbanisti o di architetti per rendersi conto che questa opera, anziché essere un'occasione per una Torino moderna (che Marchini si rammarica che venga persa) è invece un'altra occasione di distruzione di margini di vivibilità sempre più ristretti. Si tratta di uno scampato pericolo: peccato che il Piemonte di pericoli del genere ne veda uno ogni giorno. Rallegrarsi in questo caso è una ben magra consolazione.
Non voglio dilungarmi oltre perché ritengo che la questione non richieda alcuna spiegazione. Non doveva neppure affacciarsi come ipotesi ma come prosecuzione di analoghi progetti napoleonici o mussoliniani quali i fori imperiali o lo sventramento di via Roma a Torino. Interventi di questa natura colpiscono profondamente la cultura e la storia di una città che diventa in questo modo totalmente diversa e inequivocabilmente peggiore.
Vengo all'esame degli altri ordini del giorno presentati tenendo conto che sono disposto ad aggiungere non più di quattro righe all'ordine del giorno del collega Pezzana e a quello dei colleghi comunisti.
Personalmente voterò a favore di quei punti degli ordini del giorno che comprendono la revoca della deliberazione, è la minima cosa da fare.
Semplicemente aggiungerei la revoca di tutte le deliberazioni riguardanti provvedimenti di questo genere, augurandomi che incidenti di percorso di questa natura si verifichino anche su altri progetti simili.
L'ordine del giorno di Pezzana avrà il mio voto favorevole; quello comunista lo approvo quasi totalmente, mi vede contrario laddove prevede che il denaro dell'ANAS per questo progetto sia destinato ad altre opere.
Dobbiamo si revocare il finanziamento all'ANAS, ma non per destinarlo ad opere di natura viaria, autostrade, raccordi, svincoli, tangenziali. Siano dati piuttosto in beneficenza. Tenendo conto che questo denaro deve essere speso, visto che il principale impegno delle forze politiche sembra essere quello di spendere il denaro, almeno non spendiamolo in strade, asfalto e cemento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Guasso.



GUASSO Nazzareno

Signor Presidente, farò un brevissimo intervento perché sono stato chiamato in causa.
Quando si affrontano questioni di così vasta portata occorre non dare spazio a forme di propaganda elettorale e riportare nell'aula del Consiglio i fatti esattamente come sono avvenuti. Mi rincresce tornare su questo argomento che abbiamo trattato venti giorni fa quando abbiamo discusso per un'intera mattinata su una nostra interrogazione e l'occasione mi è propizia per ringraziare la Presidenza che consenti di estendere la discussione data l'importanza della questione.
Il Consiglio regionale ha iniziato a parlare di questa questione nel dicembre 1985 quando, rispettando gli obblighi, l'Assessore Cerutti presentò in II Commissione il programma stralcio dell'ANAS per il triennio 1985/1987. Già allora ci fu una lunga discussione sull'ultimo stralcio visto che il piano decennale non è mai stato approvato dal Parlamento, ma procede a piani stralcio. Si discusse però solo della bretella autostradale della Malpensa e non si fece cenno ai problemi riguardanti l'asse di penetrazione urbana poiché il nuovo programma triennale ANAS non comprendeva questo tipo di intervento. Ricordo che oltre all'ulteriore stanziamento per la parte alta del Frejus, si parlava della bretella della Malpensa, del piano dei finanziamenti per l'avvio dei lavori per il raddoppio del tratto montano dell'autostrada Torino - Savona nonché della sistemazione dei due svincoli della tangenziale di Torino (Drosso e Bruere). Mentre facevano questa discussione nel dicembre 1985, la Giunta varava il parere sulla bretella autostradale della Malpensa, sul raccordo di Chivasso e su questo maledetto o benedetto asse di penetrazione urbana.
Su questo la Commissione era assente e quando si discusse il piano generale dell'ANAS tutta la questione era un mistero.
Il 21 gennaio ci fu un'altra discussione nella II Commissione e per la prima volta io con altri colleghi sollevammo la questione dell'asse di penetrazione urbana che nel piano triennale ANAS 1985/1987 non esisteva.
L'Assessore Cerutti ci disse che probabilmente questo faceva parte dei 1.000 miliardi stanziati dal Parlamento per progetti mirati per le grandi aree urbane.
Lessi poi sul Bollettino Ufficiale una deliberazione di Giunta di cui nessuno prima era a conoscenza, nella quale la Giunta regionale dava parere positivo sulla bretella autostradale della Malpensa, sulla bretella di Chivasso e sull'asse di penetrazione urbana, sentito il parere del Consiglio comunale di Torino.



FERRARA Franco

No, della Giunta.



GUASSO Nazzareno

Anche se fosse stato della Giunta sarebbe stato sbagliato. Quella deliberazione è illegittima in quanto in contrasto con l'art. 81 del DPR n.
616. Il quarto capoverso dice che la progettazione di massima ed esecutiva delle opere pubbliche di interesse statale da realizzare dagli enti istituzionalmente competenti (ANAS in questo caso) per quanto concerne la loro localizzazione e le scelte del tracciato, se difforme dalle prescrizioni, dai vincoli delle norme o dai piani urbanistici ed edilizi, è fatta dall'amministrazione statale competente d'intesa con le Regioni interessate che devono sentire preventivamente gli Enti locali nel cui territorio sono previsti gli interventi. Il termine "Enti locali" vuol dire Consiglio, non Giunta. Quella deliberazione è illegittima perché in contrasto con precisa norma di legge nazionale.
A febbraio ci fu in II Commissione un'altra vivace discussione e si chiese all'Assessore di fornire la documentazione a sostegno di quella deliberazione. L'Assessore Cerutti nel mese di marzo o aprile inviò un documento ufficiale di due pagine e quel documento nella parte finale diceva che la Regione deliberava, sentito il parere del Comune di Torino.
Il 6 o 7 maggio 1986 l'Assessore Cerutti, che come altri Assessori soleva chiedere spesso in Commissione il parere prima di presentare le deliberazioni, chiese in II Commissione il parere sulla deliberazione che stanziava, in anticipo e a nome delle FF.SS., 3 miliardi e 500 milioni per anticipare la progettazione e gli studi per la sistemazione delle tre stazioni ferroviarie Stura, Dora e Porta Susa e quei 3 miliardi e 500 milioni erano per il progetto dell'asse di penetrazione urbana. Facemmo una lunghissima discussione non sull'anticipo dei finanziamenti per lo studio per la progettazione, per la sistemazione delle tre stazioni in rapporto al quadruplicamento dell'asse ferroviario, ma nello stanziamento c'erano 500 milioni per progettare l'asse di penetrazione urbana. La Regione anticipava dei soldi per conto delle FF.SS., l'Assessore chiese il parere e noi dicemmo che quei 500 milioni erano buttati via e che la Regione non poteva permettersi di fare opere di quella natura.
Noi siamo contrari, ognuno però ha il diritto di scegliere. Allora si porti la documentazione, si discuta, ognuno si assuma le proprie responsabilità e si voti. Qui però non si capisce né chi ha deciso n quando né come. L'Assessore Cerutti, di fronte ad una nostra interrogazione inerente gli investimenti ferroviari, ci ha consegnato un documento del Compartimento che fa il punto sugli investimenti del piano integrativo delle ferrovie in Piemonte e del quadruplicamento. In quel documento si legge che la questione dell'autostrada urbana e dei suoi studi rallenta l'operazione del quadruplicamento ferroviario perché finché la questione non viene definita, da Porta Susa in avanti non si sa che cosa fare. E il Consigliere Marchini sostiene che la questione è rilevante.
Capisco che gli uffici dell'Assessorato quando si sono visti arrivare una lettera dell'Assessore Ravaioli, una lettera dall'Ufficio speciale dei progetti dell'ANAS, le cartografie la cui prima pagina porta scritto: "Comune di Torino - Progetto di massima dell'asse di penetrazione urbana" firmata dal Caposervizio del Comune di Torino, hanno avuto qualche problema. La deliberazione però non c'era, l'atto con cui siamo chiamati a rispondere in base all'art. 81 non c'era.
Noi vorremmo ridiscutere tutto, vorremmo che il Consiglio si pronunciasse sul merito e sull'opera. Su questa questione però ci sono delle responsabilità. Chi commette degli errori deve ammetterli, deve avere il coraggio di farlo salvo ci siano degli altri interessi che qui non sono mai stati chiariti e che io mi auguro non ci siano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Su questa vicenda c'è un problema di merito e uno di metodo.
Il problema di merito sta nel fatto che da tempo si parla di un'opera che porterebbe proprio nel centro della città, lo sbocco è previsto a Porta Dora, migliaia e migliaia di auto all'ora con un aumento del congestionamento e dell'inquinamento atmosferico di Torino.
Sulla questione di metodo. La proposta di deliberazione proponeva al Consiglio comunale di approvare uno studio di fattibilità, cosa profondamente diversa dal progetto di massima. In quel momento il Partito socialista in Comune era molto critico su quest'opera e chiese che nell'eventuale redazione del progetto di massima ci fosse uno studio di impatto ambientale.
Il problema è che, nel momento in cui il Consiglio comunale, organo legittimato a deliberare, stava esaminando lo studio di fattibilità, l'ANAS aveva già previsto il finanziamento e la Regione tramite deliberazione aveva già dato parere positivo ad un progetto di massima, che era inesistente per quanto riguardava il Comune. Tutto questo è stato determinato da una lettera del Vicesindaco del Comune, Ravaioli sicuramente non conseguente ad un atto formale, e sicuramente mal interpretato dalla Giunta regionale.
Sono incredibili due cose: da un lato che il Vicesindaco Ravaioli non avesse informato il Consiglio comunale e la Commissione competente che la Regione aveva già deliberato e che lui stesso non sapesse che la Regione aveva già deliberato. Dall'altro lato è incredibile che la Giunta regionale e l'Assessore competente non sapessero che il Comune di Torino non aveva mai deliberato su questa vicenda. E' incredibile anche perché l'asse di penetrazione è stata oggetto di una verifica in Comune all'inizio di quest'anno tra le forze del pentapartito proprio per il dissenso del Partito socialista ed è stato oggetto di ripetute polemiche degli organi di stampa. Tutto ciò lascia pesanti ombre su come si è svolto.
C'è anche l'aspetto formale. Negli atti ufficiali del Comune di Torino dell'asse di penetrazione si fa cenno soltanto in un programma di una Giunta che non c'è più e che era sostenuta da una maggioranza che non si sa se verrà ricostituita. Le recenti vicende e il clima in Consiglio comunale fanno pensare che difficilmente quel tipo di maggioranza verrà rimessa in piedi.
Non c'è da parte del Comune di Torino alcun atto formale di assenso. Se n'è discusso in Giunta, ma la discussione della Giunta non è un atto formale sul quale la Regione possa deliberare. Concludo sostenendo che la deliberazione della Regione deve essere revocata. L'on. La Malfa in Consiglio comunale l'altra notte ha sostenuto che l'organo che in questa vicenda ha commesso irregolarità e illegittimità è la Regione, la quale a norma del DPR n. 616 avrebbe dovuto chiedere preventivamente il parere del Consiglio comunale di Torino. L'unica soluzione quindi è la revoca della deliberazione.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, un breve e dovuto aggiornamento all'aula sugli ultimi passaggi di questa complessa vicenda.
Ho letto cercando di raccordarmi in un excursus storico per la verità molto affrettato, evidentemente questo in parte dovuto all'assenza o all'allontanarsi dell'Assessore Cerutti, i diversi passaggi del dibattito che era intervenuto nella precedente seduta del Consiglio regionale nel quale sono intervenuti Rivalta ed il collega Cerutti.
Mi era parso di aver registrato ingiustificazione non tanto delle deliberazioni quanto della necessità di stabilire un certo percorso che l'Assessore proponeva come atto ambiziosamente rilevante, l'aver tentato di recuperare questo corridoio di Torino entro un maggiore e più dimensionato progetto riguardante l'alta velocità che nel passato andava ad investire la dorsale Milano - Bologna - Firenze - Roma - Napoli, trascurando e mettendo in secondo ordine e in posizione di relativa tenuità l'asse Torino Milano.
Non è che io possa riproporre l'inno all'alta velocità o trovare in essa le motivazioni ad una giustificazione su procedure per i loro risvolti di carattere burocratico e legale, né si può parlare di eredità, ma certamente di continuazione di un pensiero, di un atteggiamento e di talune linee.
La Giunta regionale si è preoccupata di approfondire il problema e lo ha fatto analizzando in questi giorni la molta documentazione al riguardo ovviamente sollecitata dal desiderio di chiarire, di capire e di definire un atteggiamento, non di concatenazione di elementi che hanno scatenato malessere, non di certo trascurandoli, tenuto conto degli arricchimenti intervenuti nel dibattito ed in chiave propositiva dalle forze politiche.
La problematica nel suo assieme è veramente complessa e se talvolta l'apparenza porta a conclusioni immediate, taluni passaggi di questa vicenda fanno pensosamente riflettere chi ha responsabilità di governo e anche se non è troppo facile stabilire un distinguo tra la portata delle procedure, il filtro della loro legalità e lo spazio operativo che dalle stesse discende.
Nella Giunta vi è a monte un altro scrupolo, comune a tutte le sue componenti, quello di non riprodurre, non certo per mero calcolo di sopravvivenza all'interno di quest'aula, lacerazioni nel confronto che è intervenuto altrove, quasi che noi e non il Comune fossimo stati chiamati a dare un certo tipo di risposta; non solo, ma anche per tentare, e non è sempre facile, di non farci cogliere dalle tensioni o dalle passioni che in questo mese accompagnano il confronto politico tipico dei tempi elettorali.
Di fatto, più che di perdita, ovvero di crescita di benefici, c'è la preoccupazione di non vanificare un processo programmatorio che non è nato oggi e che trova riferimento in un disegno che risale nel tempo. Riguarda lo sviluppo e la modernizzazione del sistema di viabilità dell'area metropolitana torinese, interessata anche dall'asse di penetrazione nord sud. E forse parlare di area metropolitana è riduttivo, in quanto il problema investe interessi ed esigenze riconducibili al più ampio contesto regionale.
C'è stato anche un altro scrupolo che nella riflessione ci ha portati a seguire e a definire i nostri atteggiamenti, quello del sospetto che non fossimo stati rispettosi del ruolo del Consiglio regionale. Scrupolo che siamo riusciti a fugare in quanto la deliberazione di Giunta regionale era decisamente in armonia con le indicazioni di massima del Piano socio economico e territoriale del Comprensorio di Torino, adottato con deliberazione del Consiglio regionale del 10 gennaio 1985, al concludersi quindi della terza legislatura.
Non solo, la Regione Piemonte, con legge regionale del 25 giugno 1986 n. 25 dal titolo "Anticipazione regionale per la realizzazione di progetti di trasporti integrati nell'area metropolitana torinese" (quindi, Guasso direi con legge e non con deliberazione), stabiliva un intervento di L.
4.130 milioni per dare luogo a questa progettazione.
Questi progetti, quindi, che sono stati definiti demenziali in quest'aula, hanno una loro radice ed un loro raccordo con atto legislativo compiuto nella totale autonomia e autorevolmente da questo Consiglio regionale, seppure a maggioranza. Direi che in questo caso, non per mera polemica, sarebbero titolati 60 Consiglieri della Regione a chiedere la parola per fatto personale per protestare contro siffatta qualificazione di progetti che insorgevano per volontà manifestata all'interno del Consiglio.
Quindi riconosciuto, pur con talune zone di fragilità, per valido il rispetto del momento programmatorio, ai fini anche tuzioristici e mai cancellando l'impegno della deliberazione della Giunta regionale del dicembre 1985 di approvare i progetti definitivi successivi e conseguenti a quelli di massima, e tenuto ancora conto che nella prima appendice alla convenzione n. 113 del 1984 del repertorio degli atti pubblici, tra le Ferrovie dello Stato, la Regione Piemonte, il Comune di Torino e la SATTI si prevede una progettazione integrata di una struttura statale sovrastante la sede ferroviaria nel tratto dal cavalcavia di Via Breglio alla stazione di Torino Dora e che successivamente la deliberazione testè ricordata del dicembre 1985 con l'altra deliberazione del 30 settembre 1986 la Giunta regionale dava parere favorevole all'allargamento da tre a quattro corsie dell'autostrada Torino - Milano, su richiesta dell'ufficio ANAS di Genova per il tratto generale eccedente l'asse di penetrazione di Torino Dora sentendo, ai sensi dell'art. 81 del n. DPR n. 616, i Comuni interessati da Torino sino a Novara, Galliate e Romentino, cioè sino al confine con la Lombardia (ripeto, anche a fini tuzioristici di cautela legale), la Giunta regionale ha ritenuto stamane di revocare la deliberazione precedente per quanto attiene a questo aspetto specifico.
Ritornando a quanto ho detto nelle premesse, preciso che l'approvazione intervenuta in allora ha avuto riferimento alla nota 44/85 del 5 novembre 1985, con la quale il competente Assessore del Comune di Torino accompagnando il progetto in questione all'ANAS, comunicava che "avendo la Giunta comunale esaminato lo stesso favorevolmente era disponibile a stipulare apposita convenzione con l'ANAS".
Poiché è stato di recente accertato che nessun formale provvedimento è stato nella circostanza assunto da organi del Comune di Torino, si rende necessario revocare parzialmente la deliberazione della Giunta regionale per la parte riguardante il progetto di cui sopra per carenza di uno dei presupposti procedurali di legge necessari per l'approvazione regionale.
La Giunta auspica che il Comune di Torino, avuto riguardo anche al terzo comma dell'art. 81 del DPR n: 616, possa in tempi brevi procedere ad atto formale, presupposto del conseguente atto regionale. Inoltre la Giunta regionale, a nostro avviso mera esecutrice di una reiterata espressa volontà programmatoria del Consiglio regionale, non ha difficoltà (e non per un tentativo di svicolare o sdrammatizzare) a convenire ogni più utile processo di approfondimento del problema, ponendosi sin d'ora a disposizione di questa assemblea e di tutte le sue articolazioni, così com'è stato rilevato in un intervento reso in quest'aula dal collega del Consiglio regionale.
La Giunta regionale pertanto è disponibile ad ulteriormente approfondire l'aspetto complessivo di questa problematica, ricercando lo scrupoloso rispetto della norma e contemporaneamente l'esigenza di non vanificare un processo di crescita della nostra comunità, ricomponendo attraverso un'oculata ricerca i diversi tasselli che nel complesso sono stati oggetto della precedente deliberazione.



GUASSO Nazzareno

Non ho capito se è stata revocata o no la deliberazione.



PRESIDENTE

Le chiedo scusa, Presidente, ma da più parti si chiede un'ulteriore precisazione.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Mi pare di aver detto a tutte lettere, forse non mi sono spiegato a sufficienza, non invoco l'altrui disattenzione, che la deliberazione è stata revocata limitatamente al passaggio per il quale è stato formulato un ordine del giorno. Ciò con l'evidente ulteriore riserva, letta nella fase conclusiva del mio intervento, di approfondire complessivamente la deliberazione in oggetto, a seguito della quale, quindi, verificare tutti i diversi passaggi che hanno reso operanti taluni atteggiamenti. La deliberazione successiva a quella del dicembre 1985, ad esempio, prendeva atto che tutti i Comuni, da Torino sino ai confini con la Lombardia avevano, a norma dell'art. 81 sub/3 del DPR n. 616, stabilito un'adesione e quindi l'approvazione per l'aumento dalla terza alla quarta corsia, per la parte quindi eccedente l'asse di penetrazione.
Per altri atti risulta dalla nostra deliberazione del 17/12/1985 che taluni Comuni, ad esempio Chivasso e Verolengo, avevano prodotto regolari deliberazioni; su altri vi erano riferimenti a progettazioni di carattere urbanistico, sulle quali siamo ugualmente intenzionati a stabilire approfondimenti per capire se nel complesso la volontà interpretata dalla deliberazione regionale sia stabilita e ricondotta ad una precisa norma compartimentale.
Avendo avvertito che tale norma compartimentale non è stata rispettata nella deliberazione discussa e revocata, la Giunta regionale si riserva di assumere ulteriori altri atteggiamenti.



MIGNONE ANDREA



PRESIDENTE

Mi pare che questo opportuno chiarimento abbia fugato gli eventuali dubbi. Come si era concordato in precedenza, a seguito dell'intervento della Giunta, dovremmo passare a quelle che abbiamo definito impropriamente dichiarazioni di voto sugli ordini del giorno, con l'intesa ovviamente che non vi sarà il rigoroso richiamo ai cinque minuti di tempo per l'intervento.
La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, credo che gli ordini del giorno da esaminare oggi non debbano comportare un dibattito sull'opportunità o meno dell'asse di penetrazione a Torino, poiché non mi pare si parli di questo ma, almeno per quanto si riferisce agli ordini del giorno del PCI e a quello del Consigliere Pezzana, dell'iter seguito da una certa deliberazione e del dibattito tenuto o meno su questa importante scelta e delle conseguenze politiche che occorre trarre da queste valutazioni.
Mi pare di capire che l'ordine del giorno del PCI dica che c'è stata una inesistenza di volontà da parte della Giunta e del Consiglio, che si sono sottratte alle sedi istituzionali rilevanti decisioni e che ci si è limitati ad acquisire informalmente decisioni esterne, che si sono assunti dei comportamenti che ignorano il confronto nelle assemblee e che ci sono stati dei comportamenti di maggioranze, di Giunte e di singoli Assessori che assumono aspetti politicamente gravi.
Rispetto alla sottrazione totale dalle decisioni al dibattito politico nelle sedi istituzionali, mi sono documentato per tentare di avere la possibilità di conoscere la realtà perché onestamente non ho avuto modo di comprendere tutto dalle sole informazioni giornalistiche. Non riprendo la deliberazione del Consiglio regionale del gennaio 1985 sul piano dei trasporti perché la conosciamo, non ripeto che la Giunta comunale di Torino, sia pure dimissionaria, h a presentato e ha ottenuto la maggioranza in Consiglio comunale sulla base di un programma che prevedeva appunto l'asse di penetrazione. I programmi di solito non si leggono, però ciò non toglie che quanto è scritto abbia un senso e un significato. Nel programma questa opera era prevista.
Non mi soffermerò su questi atti pubblici quanto su altre deliberazioni, discussioni, dibattiti e voti che ci sono stati in Consiglio comunale che forse qualcuno non ha avuto occasione di seguire, di conoscere, di valutare. Se censura si può fare al collega Pezzana perch non partecipa alle nostre riunioni, censura si deve nei confronti di tutti coloro che non vanno a vedere le deliberazioni assunte dal Consiglio comunale.
Il primo atto mi ha riportato indietro di qualche tempo, alla Giunta dei cento giorni. Era un documento con il quale si faceva espresso riferimento all'asse di penetrazione e si dava l'avvio alla progettazione di massima. Quindi c'è un primo deliberato del Consiglio comunale che dichiara la volontà del Comune di Torino di realizzare l'opera, già allora citando il convenzionamento tra il Comune, l'autostrada Torino - Milano e l'ANAS. Questa deliberazione è conseguente alla domanda di concessione per tutti gli interventi dell'ANAS, di cui si fa cenno nella deliberazione regionale successiva, e non solo per l'asse di penetrazione.
Successivamente, il 25 novembre il Consiglio comunale esaminò una proposta di deliberazione della Giunta municipale del 5 novembre 1985 dove veniva approvata una prima appendice alla convenzione tra Ferrovie dello Stato Regione Piemonte, SATTI, Città di Torino.
Sono andato a verificare il dibattito in II Commissione e il dibattito in Consiglio comunale. Tutto il dibattito in Commissione era incentrato sull'asse di penetrazione urbana. Intervenne l'allora Presidente della Commissione, oggi Assessore Matteoli, il quale lo sostenne con forza in polemica con chi lo contrastava. Citò gli esempi di Napoli e di Genova, che le vie di penetrazione in quelle città erano importanti, che con la costruzione dell'asse di penetrazione 1'inquinamento diminuì. L'arch.
Vernetti, esperto di una lista verde, si espresse manifestando la sua contrarietà e dicendo che di fatto con quella deliberazione si apportavano delle modifiche e si inseriva essenzialmente l'asse di penetrazione urbana.
La stessa cosa disse Vindigni.
Il dibattito in Consiglio comunale per l'approvazione della deliberazione non fu di nuovo puramente formale; prosegui sino alle ore piccole, come ormai è nell'abitudine perversa del Consiglio comunale furono presentati alcuni emendamenti di carattere puramente formale e ci furono degli emendamenti di carattere non formale che furono respinti dal Consiglio comunale.
Intervenne il Capogruppo del MSI, Martinat, che motivò l'astensione dando atto all'Assessore della sua correttezza per la completa illustrazione del provvedimento. Intervenne il Consigliere Tartaglia che trattò in modo ampio l'argomento.
Il prof. Matteoli, del Partito socialista, ebbe a dire: "Non credo sia sfuggito a nessuno, né alla Commissione né al Consiglio comunale ne a maggior ragione alla Giunta, il momento fondamentale di questa deliberazione per quanto concerne il disegno della città di Torino né la sua importanza né quanto questo significhi all'effetto del modello di usare la città e di viverla per molta gente a venire per parecchi anni". Così argomentò il prof. Matteoli l'opportunità dell'asse di penetrazione.
Il collega Montefalchesi dice che mai in Consiglio comunale si parlò di asse di penetrazione, ma in realtà intervenne in quel Consiglio comunale anche il Consigliere Montefalchesi con un telegrafico intervento, il quale in polemica con il prof. Matteoli si limitava a dire che non gli importava quello che succedeva a Genova e a Napoli e che il suo Partito era fortemente contrario all'asse di penetrazione e la stessa cosa fece l'esponente del Gruppo Verde Civico, Salvio.
La maggioranza, senza votare nulla, espresse un giudizio favorevole al progetto. Sulla base di quel dibattito avvenuto in Giunta il Vicesindaco Ravaioli scrisse all'ANAS allegando i progetti e, per conoscenza all'Autostrada Torino - Milano e alla Regione, senza allegare i progetti dicendo che la Giunta aveva esaminato favorevolmente il progetto.
Forse questo balletto è frutto delle elezioni e probabilmente dopo le elezioni la cosa si svuoterà. Il Consigliere Tessore, Presidente della II Commissione, il 15 aprile 1987, quindi in data molto recente, parlando ancora dell'asse di penetrazione urbana, diceva che l'intervento scelto dall'Amministrazione era il migliore e che doveva essere sottoposto ad alcune verifiche di impatto ambientale; ma a parte questo diceva che se l'Assessore Ravaioli era stato così efficiente e bravo ai fini di questo progetto, si chiedeva perché non tenesse lo stesso comportamento per far viaggiare in fretta i parcheggi e la metropolitana Torino - Milano.
Successivamente a questi episodi è venuta la deliberazione della Giunta regionale che oggi è oggetto di discussione. Prendo atto delle dichiarazioni della Giunta. Penso che revocare questa deliberazione sia giusto se si vuole dare valenza di documento assunto ai sensi del DPR n.
616 che richiede l'espletamento di una serie di formalità che per l'asse di penetrazione urbana non c'erano e mai nessuno aveva pensato ci fossero.
Chiedo alla Giunta se per le altre parti della deliberazione ci fossero al momento dell'assunzione tutte quelle verifiche, quei pareri, quei giudizi che la legge impone. Se la Giunta ritiene che ci siano, bene, ma se la Giunta, sulla base dei documenti che ha ritiene che non ci siano, credo che sia alquanto strano revocare una parte della deliberazione e non altre parti che pure hanno gli stessi sospetti di irregolarità.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Avevo precisato che c'è stata una successiva deliberazione; su altri documenti ci sono accertati interventi dei Consigli comunali, su altri vogliamo approfondire, disponibili a fare tutto il possibile per ricondurre ad una norma di rispetto della norma comportamentale del DPR n. 616.



FERRARA Franco

Credo si debba fare riferimento alla situazione esistente al momento in cui la Giunta ha assunto la deliberazione del 17 dicembre. Può darsi che ci siano tutti i documenti, ma eventuali deliberazioni assunte successivamente mi pare che vadano comunque ad inficiare quella deliberazione. Nessuno ha voluto assumere quella deliberazione o inteso deliberare ai sensi del DPR n. 616, se è vero che il piano decennale della grande viabilità pubblicato dall'ANAS, per quanto si riferisce all'asse di penetrazione urbana di Torino, dove prevede la lunghezza, il concessionario richiedente, la scadenza della concessione, la proroga, nella colonna "accordi con enti territoriali" non dice nulla per quanto riguarda l'intera tratta, per quanto riguarda il primo lotto dice "sono in corso" e nella colonna "pareri" in entrambi i casi si dice che non sono stati dati pareri.
Il Consigliere Montefalchesi ha trovato strano che in tutta questa vicenda il Vicesindaco non abbia mai riferito in Consiglio comunale rispetto a questa deliberazione della Regione e che la Giunta regionale non abbia mai chiesto certezza rispetto alle deliberazioni assunte.
Per quanto si riferisce alla comunicazione in Consiglio comunale della deliberazione assunta dalla Giunta, in conseguenza di un'interrogazione del Consigliere Vindigni del febbraio 1986, quindi molto vicino al novembre 1985, Vindigni chiese notizie rispetto a questa deliberazione e l'Assessore Ravaioli informò la Commissione, dopo aver assunto informazioni, dicendo che questa deliberazione era stata assunta non ai sensi del DPR n. 616 così come avevano giudicato gli uffici tecnici del Comune.
E' una serie di documenti che dovrebbe far venir meno l'affermazione che in Consiglio comunale e nelle Commissioni non se n'è discusso.
Non solo. Quando il 2 settembre 1986 si è presentato il progetto di massima per l'approvazione, nella riunione della Commissione consiliare del 13 ottobre l'arch. Goi (il neo Consigliere Chiezzi lo conoscerà) illustr alla Commissione il progetto e i tracciati. Devo dare atto all'ex collega Tessore che ci sono stati degli errori di tipo lessicale quando si parlava di progetti di massima. In quella lunga riunione sono intervenuti tutti i Gruppi e tutti i presenti hanno riespresso le loro posizioni, che potevano essere favorevoli o contrarie, ma questo non è incidente rispetto al fatto che in modo ampio ed esauriente il Consiglio comunale è stato ampiamente informato di questa deliberazione.
In questo senso, quindi, l'ordine del giorno del PCI non può essere accettato. Non c'è stata sottrazione da parte di nessuno per quanto si riferisce al Consiglio comunale e, per quanto si riferisce al Consiglio regionale, l'Assessore Cerutti la volta scorsa ha spiegato e dimostrato puntualmente la correttezza tenuta da questa Giunta regionale rispetto al problema. Mi pare che si sia ecceduto nel far crescere la polemica attorno a questa scelta forse per esigenze o motivazioni di ordine politico e per scadenze elettorali prossime. L'ultimo Consiglio comunale si è sostanzialmente chiuso in modo più morbido e più disteso.
Chiedo che la Giunta faccia abbastanza in fretta le sue valutazioni in quanto vorremmo dare un giudizio politico. Se la Giunta è a conoscenza di irregolarità e ne evidenzia soltanto alcune, chiediamo al Presidente Beltrami di darci risposta molto sollecita rispetto alla rivalutazione degli elaborati che hanno consentito la deliberazione del 17 dicembre.
Ci dichiariamo d'accordo con l'ordine del giorno del PLI il quale tende ad uscire da questa impasse politica e portare oltre il discorso riesaminando nel merito il progetto che la maggioranza di pentapartito nell'ultimo Consiglio comunale ha confermato.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, devo subito rilevare che sul piano metodologico la deliberazione della Giunta regionale del 17 dicembre 1985, in ordine alla quale il Presidente della Giunta ci ha preannunciato la parziale revoca con la quale è stato approvato il progetto di massima dell'asse di penetrazione urbana oltre che altri progetti, a mio avviso, e cercherò di dimostrarlo con argomenti di valenza politica non formalistica costituisce un fatto politico di usurpazione da parte della Giunta delle funzioni e delle competenze del Consiglio regionale. Perché? Perché in base alla normativa dell'art. 81 del DPR n. 616 si prevede, per quanto concerne la localizzazione e il tracciato delle opere pubbliche da eseguirsi su aree demaniali o non demaniali, un'intesa partecipativa fra Stato o ente istituzionalmente competente, nel nostro caso è l'ANAS, Regione e Comune interessato che devono esprimere parere preventivo. Perché ho parlato di usurpazione di poteri? Perché nell'ambito di questa intesa partecipativa la Regione deve esprimere la propria volontà in ordine a questi progetti.
Sappiamo che quando lo Statuto parla di Regione intende Consiglio regionale. La conclusione che ne deriva è che l'avvenuta approvazione con la deliberazione del 17 dicembre 1985, oggi parzialmente revocata dal progetto di massima dell'asse di penetrazione urbana e di altri progetti di massima, avrebbe dovuto essere preceduta da una proposta di deliberazione della Giunta al Consiglio con il consueto iter regolamentare delle eventuali consultazioni in Commissione, del provvedimento finale della Commissione e dell'esame nel merito da parte del Consiglio regionale.
Naturalmente tutto questo sul presupposto che si possa paradossalmente ritenere che la lettera del Vicesindaco del Comune di Torino viene assunta nella legittima deliberazione di Giunta (espropriativa dei poteri del Consiglio) come parere. Nella deliberazione di Giunta infatti ci si riferisce alla lettera dell' 11 novembre 1985 con la quale si dice che c'era una dichiarazione di intenti, cioè un esame favorevole del progetto da parte del Comune di Torino. Ammettendo che questo sia il parere, c'è un fatto di usurpazione in quanto la Giunta non poteva assumere tale deliberazione.
Questo fatto politico di usurpazione - lo sottolineo ancora una volta a costo di essere noioso e ripetitivo - basterebbe di per sé solo per denegare fiducia a qualsiasi Giunta e nella specie alla Giunta di pentapartito, la quale, a meditato avviso del Gruppo che rappresento, di fronte ad un siffatto infortunio, avrebbe dovuto sentire il dovere di dimettersi. E non si dica che questa osservazione è velleitaria e che si è trattato di un infortunio di poco conto o di un'usurpazione minima né si dica per minimizzare che tutto quanto finora detto in ordine all'usurpazione da parte della Giunta delle potestà del Consiglio siano solo dei formalismi accademici perché, se così fosse, c'è da chiedersi se sono formalismi i dibattiti e i necessari approfondimenti su una determinata materia di grossa rilevanza regionale nella Commissione competente o nell'aula.
La realtà è che l'opera pubblica di penetrazione urbana non è questione di poco conto, ecco perché abbiamo ritenuto di poter validamente affermare che la Giunta, di fronte a questo infortunio, avrebbe dovuto trarre la relativa conseguenza con le dimissioni.
Non è una questione di poco conto in quanto, a parte la spesa prevista in 120 miliardi, si tratta, questo è ancora più rilevante, di un'opera suscettibile di incidere in maniera rilevante sull'assetto urbanistico metropolitano della città di Torino e di costituire, in base al DPR n. 616 sempre che venga approvato nel merito con forma giuridicamente e istituzionalmente corretta, una variante ai vigenti assetti urbanistici.
A questo punto, dopo quanto detto in ordine all'illegittimità politica della deliberazione, potrei esimermi dall'esaminare quanto sta a monte della deliberazione di Giunta, che peraltro è stata sicuramente assunta con faciloneria sul presupposto della scheletrica lettera dell'Assessore ai trasporti della Città di Torino con cui si dava notizia di un non meglio precisato esame da parte della Giunta comunale che si sarebbe realizzato "favorevolmente".
Questa è stata una presa d'atto superficiale perché non ci si è preoccupati se e come il Consiglio comunale di Torino avesse sviscerato ed esaminato nel merito la problematica, il che significa che ci troviamo di fronte ad un metodo frettoloso e superficiale di procedere della Giunta di fronte a problemi di grossa rilevanza regionale.
Anche per questa seconda ragione, anche se quella principale è assorbente e preliminare a quella dell'usurpazione di potere del Consiglio il nostro giudizio su questa sconcertante vicenda non può che essere negativo. A questo punto è doveroso che da parte mia e a nome del mio Gruppo ci si collochi sugli ordini del giorno. Concordo con l'ordine del giorno del collega Pezzana poiché, a mio avviso, al di là delle motivazioni che lo stesso proponente ha addotto, si tratta di un documento che apprezzo per la sua concretezza ed operatività. Al di là del merito della rilevante questione dell'asse di penetrazione, si chiede, in attesa che il Comune di Torino sia in grado istituzionalmente di formulare un parere su questa materia, onde si possa poi innestare l'intesa partecipativa del DPR n. 616 che venga svolto uno studio di verifica dell'impatto ambientale dal punto di vista paesistico e urbanistico con particolare riferimento al progetto della struttura stradale sovrastante la rete ferroviaria Torino - Milano che è appunto interessata a tale progetto; si chiede inoltre un'analisi dei costi che saranno a carico della collettività e un'analisi dei tempi di realizzazione.
Mi pare che sul piano operativo siano proposte condivisibili.
Sull'intera motivazione dell'ordine del giorno il Gruppo comunista non pu non trovarmi consenziente perché lo spirito del documento del Gruppo comunista sul fatto che non c'è stata da parte del Consiglio regionale la dovuta partecipazione s'incentra su questa problematica. Il mio assunto relativo all'usurpazione del potere del Consiglio,ancora una volta si colloca con motivazione adeguata ed è sorretta dallo Statuto della Regione Piemonte e dal DPR n. 616 anche in quest'ottica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, l'abile e puntigliosa difesa del Capogruppo repubblicano dell'operato dell'Assessore comunale ai trasporti del Comune di Torino non basta a celare il clamoroso scivolone dell'ex Vicesindaco Ravaioli. Uno scivolone particolarmente grave per un esponente politico di una forza che della correttezza delle istituzioni della famosa questione morale intesa come rispetto delle regole, ha fatto la propria bandiera.
Ci troviamo di fronte ad un inganno nei confronti della Giunta comunale, stando a quanto sin qui emerso, e ancora più un inganno nei confronti della Regione.



FERRARA Franco

Probabilmente non hai seguito bene l'intervento...



STAGLIANO' Gregorio Igor

No, l' ho seguito con molta attenzione e da nuove informazioni ho avuto notizie di rilievo; ciò non toglie che atti formali da parte della Giunta comunale non siano stati compiuti. La deliberazione della Giunta comunale a me non risulta; verificherò le cose che Ferrara ha affermato e sono pronto a rivedere il mio giudizio.
Noi chiediamo il ritiro della deliberazione della Giunta regionale del 17 dicembre 1985 poiché il progetto dell'asse di penetrazione non è mai stato discusso con la dovuta ampiezza e il doveroso approfondimento da parte della Regione Piemonte, dati i profondi mutamenti territoriali ed ambientali che questo progetto determina.
Sono scandalizzato - lo dico con molta amarezza - per l'assenso del quale ho appreso stamane, e mi premurerò di verificare, che sarebbe stato dato a questo progetto dal rappresentante del Gruppo dei verdi al Comune di Torino, Gianni Vernetti. Ho voluto seguire direttamente il dibattito del Consiglio comunale di Torino nella notte degli addii del pentapartito torinese. In quella sede ho potuto udire di progetti alternativi all'asse di penetrazione sponsorizzati dalla Società Autostrada Torino - Milano dell'affarista Ligresti e dell'on. Bonsignore. Un'alternativa, è stato detto, poteva essere quella di innestare l'asse di penetrazione con la tangenziale. Sia come sia e permanendo le nostre profonde perplessità per il progetto dell'autostrada urbana, per gli effetti devastanti dell'ambiente e del territorio, in assenza di un disegno minimamente organico della città che non consista meramente nel far giungere più auto e più velocemente al centro cittadino per poi attestarlo alle porte del quadrilatero urbano e senza i parcheggi, si tratta di riprendere la discussione in quest'aula. Urge discutere l'assetto urbanistico del capoluogo della regione. Mi chiedo, ad esempio, cosa avrebbe da dire al riguardo l'Assessore alla pianificazione territoriale poiché tale progetto sicuramente modifica la pianificazione del nostro territorio. Non voglio dilungarmi perché ritengo che sugli strappi formali sia già stato detto a sufficienza. Mi chiedo però nello specifico della vicenda Ravaioli come abbia potuto l'Assessore Cerutti accontentarsi di un atto non formalizzato da parte del Comune di Torino, perché atto formale non può intendersi una lettera dell'Assessore. Se fosse ancora qui l'Assessore Cerutti chiederei senza indugio a nome di DP le sue dimissioni. E' vero,le ha già date anticipandoci, ma non è riuscito ad anticipare. Tuttavia, augurandogli migliore fortuna per la sua corsa al Parlamento nazionale, la conclusione d a l p u n t o di vista politico va tratta da parte della Giunta. In sostanza, non è accettabile che chi resta della Giunta, a cominciare dal suo Presidente, si defili, con uno scorporo della parte ormai non più difendibile di un operato che riteniamo inaccettabile.
In questo senso noi voteremo a favore dell'ordine del giorno presentato dal Gruppo comunista e di quello presentato dal collega Pezzana che integrano opportunamente aspetti diversi della questione.
Per non appesantire ulteriormente i lavori formali del Consiglio non ho ritenuto, stante questi documenti, di presentare altre carte. Mi pareva però doveroso dire sin d'ora il mio apprezzamento per i due documenti citati e allo stesso tempo richiedo al Presidente Beltrami qualche considerazione più organica in merito a quello che è avvenuto, perché non ci pare possibile circoscrivere, per quanto riguarda gli atti formali da compiersi da parte della Regione, soltanto a quella parte che ormai nessuno più è in grado di difendere. Ribadisco, in ballo c'è un progetto complessivo di cui abbiamo bisogno di discutere qui adeguatamente, con tutti gli iter istituzionali che il nostro Regolamento prevede.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, chiedo che l'assemblea si esprima in merito all'ordine dei lavori. Abbiamo iscritti all'o.d.g. alcuni argomenti che non richiedono una lunga trattazione e la legge sulla cooperazione agricola.
Potremmo terminare i lavori entro le ore 14 se l'assemblea è d'accordo di iscrivere quest'ultima legge al primo punto dell'o.d.g. della prossima seduta consiliare. Potremmo sospendere l'esame della legge sulla cooperazione in quanto il Consigliere Ferro, proponente di alcuni emendamenti, oggi è assente.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Apprezzo il suo sforzo per ordinare i lavori e per valutare gli sviluppi e favorire al meglio lo svolgimento della nostra parte. Io per non sono d'accordo nel prefigurare lo svolgimento dei lavori di settimana in settimana. Ho già posto più volte in sede di Capigruppo il problema della discussione improrogabile della deliberazione per la consultazione popolare sull'insediamento della centrale nucleare a Leri Cavour...



PRESIDENTE

Collega Staglianò, non prefiguro niente perché questi sono argomenti iscritti all'o.d.g.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Avendo concordato in sede di Capigruppo l'ordine dei lavori, io mi ero reso disponibile ad esaminare la cooperazione agricola oggi. I Capigruppo però possono decidere di iscrivere l'esame di tale legge al primo punto della seduta di giovedì prossimo. E' una questione politica.



PRESIDENTE

Chiederei di procedere nell'o.d.g. sottolineando però che non è presente il Consigliere Ferro che è proponente di emendamenti e che ha lavorato in Commissione sulla legge della cooperazione agricola.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Se questa è la ragione, è un altro paio di maniche.



PRESIDENTE

Allora, non prefiguriamo nulla. Diciamo invece che i punti stabiliti dai Capigruppo devono essere esauriti tranne la legge sulla cooperazione per quanto già iscritta all'o.d.g.


Argomento: Pianificazione territoriale - Urbanistica: argomenti non sopra specificati - Viabilità

Esame ordini del giorno inerenti l'asse di penetrazione urbana di Torino (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame degli ordini del giorno sull'asse di penetrazione urbana di Torino, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Brizio per dichiarazione di voto.
Ne ha facoltà.



BRIZIO Gian Paolo

Signor Presidente e colleghi, quello della penetrazione urbana è un problema reale ed importante e la deliberazione assunta dalla Regione rientra in un'ottica generale di programmazione. Il piano comprensoriale di Torino, approvato in quest'aula il 10 gennaio 1985 e predisposto da una maggioranza nella quale noi non eravamo presenti, prevedeva questo intervento, quindi non si deve gridare allo scandalo sui contenuti perch sarebbe assurdo e non accettabile. Noi riteniamo che il problema debba essere risolto: se si risolve al più presto, meglio per tutti. Non entro nel merito perché questa non è la sede giusta.
Per fare riferimento a qualche battuta, porto la mia personale testimonianza: percorro Corso Venezia tutte le mattine e posso affermare che l'inquinamento in quel corso è dovuto alla fila ininterrotta di vetture che lo percorrono a passo ridotto in coda ed è quindi di gran lunga superiore a quello che sarà un futuro sistema di entrata in città adeguato ad una città a livello europeo. Il problema deve essere affrontato e non è esorcizzatile fermando gli interventi di sviluppo. Il senso dell'azione della maggioranza di pentapartito non può che stare in un'azione di realizzazione delle opere e non di arresto di fronte ad opere da tempo programmate. Non entro nel merito della polemica sull'operato del Comune di Torino, non abbiamo bisogno né di difendere i Vicesindaci né di controbattere altre accuse. E' un problema che il Comune di Torino ha discusso nella sede competente che, a nostro avviso, non deve rimbalzare in Consiglio regionale. Riteniamo che nel complesso la Giunta regionale si sia mossa, allora come oggi, con molta puntualità. Riteniamo la proposta e la risposta del Presidente della Giunta molto precisa. In sostanza, il Presidente Beltrami ha annunciato la già avvenuta revoca parziale del provvedimento, per la parte non suffragata sotto il profilo tecnico dal Comune di Torino e per quella parte per la quale c'è un avviso di un non perfezionato iter in proposito. Per l'altra parte della deliberazione il Presidente Beltrami si è impegnato ad effettuare una verifica degli atti perché una revoca totale della deliberazione non sarebbe puntuale anche per i provvedimenti successivi che devono essere attentamente vagliati. Il Presidente della Giunta ha inoltre assunto l'impegno di andare a quel confronto tecnico nelle sedi competenti, quando gli elaborati saranno perfezionati e saranno nelle nostre mani, in modo che il Consiglio regionale sia investito dell'esame tecnico e di carattere urbanistico e di impatto ambientale che compete, data l'importanza dell'opera, al Consiglio stesso.
Mi pare che così impostata la risposta della Giunta corrisponda nella sostanza al complesso delle rivendicazioni o delle posizioni che qui sono emerse. Ci riserviamo quindi di entrare sicuramente nel merito nelle sedi opportune (con l'ausilio della particolare competenza del collega Picco tornato a far parte del Gruppo) nel momento in cui saranno presentati gli elaborati. Riteniamo che la posizione della Giunta, date le circostanze sia estremamente corretta e che debba essere condivisa, ma soprattutto che possa ottenere il risultato del ritiro di tutti gli ordini del giorno. Noi d'altro canto non ci siamo posti il problema di presentare un ordine del giorno in quanto abbiamo ritenuto opportuno attendere la risposta e là collocazione della Giunta. Se non si potrà giungere all'ipotesi del ritiro perché così i Gruppi nella loro autonomia riterranno di procedere, noi siamo per il passaggio immediato alla votazione e per il prosieguo dei lavori. In questo caso noi faremo convergere il nostro voto sull'ordine del giorno predisposto dal Gruppo liberale che tiene conto della complessità della situazione che richiede atteggiamenti analoghi a quelli per i quali la Giunta ha dato disponibilità sia per l'esame à fondo della situazione sia per l'assunzione di quelle deliberazioni che sono conseguenti alla posizione che è stata assunta. Si dovrà ritornare sul terreno deliberativo sia per il completamento dell'iter sia per altri successivi adempimenti. Il provvedimento dovrà essere modificato nella parte relativa alle deliberazioni assunte ove ciò sia richiesto. Annunciamo quindi voto favorevole all'ordine del giorno liberale e voto contrario agli altri ordini del giorno se si dovesse procedere alla votazione. Ribadisco per che, dopo là risposta della Giunta, là soluzione più corretta sarebbe il ritiro di tutti gli ordini del giorno presentati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente e colleghi, il Gruppo socialista condivide e apprezza là dichiarazione del Presidente Beltrami relativa alla revoca parziale della deliberazione assunta il 17 dicembre 1985.
Mi sembra corretto assumere questo atteggiamento relativamente ad un fatto importante dal punto di vista tecnico, urbanistico e territoriale e anche dal punto di vista politico, se è vero che ha messo in crisi là Giunta comunale di una metropoli come Torino con il ritiro della delegazione repubblicana.
E' stato detto dal collega Ferrara che ci fu in Comune un lungo dibattito, nelle Commissioni e in altre sedi, e che ci fu là disponibilità del Gruppo socialista à quelle proposte e mi pareva di rilevare nella sua analisi retrospettiva il tentativo di addossare le responsabilità di quello che è avvenuto ai socialisti. Lo ha fatto senza dare al suo intervento alcun significato malizioso, ma in modo obiettivo, per mettere in luce che esiste anche una responsabilità di questo tipo.
Di questi problemi se ne sarà sicuramente parlato e l'asse di penetrazione urbana sarà presente anche nei documenti in discussione in Comune. Tutte queste cose però hanno fatto parte di un ampio e approfondito dibattito, però non sono entrate qui come atti formali della posizione della città e del Comune di Torino. Forse nel momento in cui dovevano essere acquisiti gli atti formali fu necessario un approfondimento. Ci furono le prese di posizione del Sindaco e mi sembra che fossero relative a quello che era avvenuto fino a quel momento in Comune, a prescindere da quelli che sono stati i dibattiti in preparazione di una così grande opera.
Nessuno nega la necessità di realizzare degli assi di scorrimento per snellire e accelerare i tempi del trasporto che sono diventati a Torino molto più che in altre città, pesanti. Però si è anche detto che occorreva valutare oltre gli aspetti urbanistici e territoriali anche gli aspetti di impatto ambientale che una grande opera genera sul territorio. E sono contento che il compagno Cardetti, Sindaco di Torino fino a ieri, e mi auguro domani deputato socialista al Parlamento, l'abbia avvertito.
Oggi, di fronte ad un Comune senza governo e senza amministrazione, con gravi questioni in sospeso e nel bel mezzo di una campagna elettorale, mi sembra sia più che mai giusto e corretto da parte nostra sospendere e revocare la deliberazione per la parte che riguarda quell'opera.
Circa la procedura condivido la tesi del collega Brizio che propone il ritiro degli ordini del giorno, perché la posizione del Presidente Beltrami rientra nella richiesta contenuta nella mozione comunista. In ogni caso, se ciò non avvenisse, l'ordine del giorno dei colleghi del PLI mi pare essere corretto e cogliere il clima sereno che c'è in questa riunione attorno a questo problema.
Credo però sia più che mai doveroso che la Regione vada ad un ampio dibattito sul tema anche per conoscere che cosa intende fare il Comune di Torino. Occorre anche verificare se queste proposte, per la loro rilevanza per quanto concerne gli aspetti ambientali, territoriali e urbanistici, si inquadrano nella pianificazione territoriale regionale e nel progetto urbanistico che pensiamo di realizzare nella regione. Permettetemi di osservare dalla mia angolazione territoriale che il discorso che sta andando avanti e che riecheggia anche nel III Piano di sviluppo pare diretto a realizzare un rapporto sempre più stretto sull'asse Torino Milano. Mi si dirà che questo può anche essere un vantaggio. Non pongo il problema in questi termini. Ritengo che una grande città come Torino debba affrontare i suoi problemi in termini di equilibrio non soltanto privilegiando l'asse Torino - Milano ma, visto che si riscopre il triangolo industriale del nord d'Italia, partendo dalla necessità di rafforzare i vertici, si dovrebbe prendere in considerazione anche Genova. Nel momento in cui si parla di opere di grande rilevanza, come l'asse di penetrazione urbana, non possiamo escludere nel discorso territoriale regionale i rapporti tra il Piemonte e le regioni limitrofe.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mignone.



MIGNONE Andrea

Dico subito che il Gruppo socialdemocratico ha apprezzato la ponderata onesta e seria relazione del Presidente della Giunta nella quale Beltrami ha comunicato gli intendimenti della Giunta regionale rispetto all'argomento che stiamo discutendo ed anche rispetto a decisioni già assunte.
Ritengo che dobbiamo limitarci agli aspetti relativi alla nostra attività di Consiglieri regionali e che quindi non sia il caso di reintrodurre in quest'aula vicende, aspetti e polemiche che attengono a tutt'altra sede. In questa vicenda mi pare possano essere richiamati tre livelli di analisi e di giudizio: sostanziale, formale e politico.
Per quanto concerne l'aspetto sostanziale, vale a dire i contenuti del provvedimento, il Consiglio regionale non può che prendere atto che l'indicazione della Giunta non era estemporanea o una scelta improvvisa, ma un atto deliberativo conseguente ad un dibattito e ad una serie di atti formali del Consiglio regionale nei quali la specifica indicazione era compresa e riconsiderata. Credo che dal punto di vista sostanziale l'atto della Giunta di allora, su cui vi è il contendere, non sia altro che un'estrinsecazione amministrativa della scelta del Consiglio regionale rispetto ad un'ipotesi di intervento sul territorio regionale. Ritengo che gli schemi di piano, i dibattiti consiliari, gli strumenti programmatici già prefiguravano questo tipo di scelta che, seppur precisata negli aspetti progettuali e di riferimento a strumenti di pianificazione ed urbanistici credo debba essere mantenuta.
Dal punto di vista formale, secondo livello in cui si situa la nostra discussione, vi sono aspetti che devono essere approfonditi. Se la scelta politica comunque era chiara all'interno del quadro complessivo, dal punto di vista formale probabilmente qualche elemento di dubbio può derivarne.
Credo comunque occorra aver presente che la deliberazione della Regione oggi parzialmente revocata, non faceva alcun esplicito riferimento all'art.
81 del DPR n. 616; si tratterebbe, al limite, di capire la natura di tale atto deliberativo che mi pare riconducibile ad un atto intermedio di valutazione di massima, rimandando, come scritto esplicitamente nei preliminari della stessa deliberazione, ad atti deliberativi successivi, ai sensi dell'art. 81, ovvero ad una formale deliberazione rispetto ad elementi progettuali più specifici e particolari.
Ritengo che se inquadriamo questa vicenda anche sotto il profilo formale alla Giunta regionale vi sia poco da rimproverare, al limite anche nell'assumere una comunicazione di un Assessore comunale rispetto ad una determinata ipotesi, nella misura in cui la lettera sostiene che la Giunta ha espresso una propria valutazione. Certo, un'irreprensibile correttezza formale vorrebbe che fossero allegati atti deliberativi esplicitati numericamente e temporalmente, credo però che in un corretto rapporto fra amministrazioni talora, anche nella giusta volontà di non frapporre ostacoli procedurali amministrativi o lentezze burocratiche, si dovrebbe anche in un normale quadro ritenere l'atto pienamente valido.
Tenendo presente questi elementi per quanto attiene la Regione, ritengo si possa svelenire la polemica su un atto che pare assuma rilievo più pregnante di quanto non abbia. Noi diciamo che nel momento in cui vi sono dei dubbi sulle procedure esse debbono comunque e sempre essere verificate perché è giusto che vi sia la perfezione degli atti in tutte le loro fasi e in tutte le loro procedure, anche quelle come questo specifico atto regionale che si inserisce all'interno di un processo molto ampio che presuppone atti non nostri a monte e atti non nostri a valle. Da questo punto di vista quella che poteva essere una questione politica credo che non ci sia, perché non è compito nostro dare pagelle e dire a quali amministratori comunali dobbiamo dare dieci e a quali dobbiamo dare zero.
E' difficile dare dei voti anche per chi lo fa di mestiere, perché pur essendovi dei criteri oggettivi in realtà poi non lo sono e soprattutto in politica criteri oggettivi al riguardo non esistono.
Noi ci riconosciamo negli atti che la Giunta ha ritenuto di assumere in quanto ci paiono seri e rigorosi; con la revoca parziale della deliberazione e per la verifica attenta sulle altre parti della stessa ritengo siano state rispettate tutte le previsioni legislative diversamente si assumano provvedimenti conseguenti. Le indicazioni contenute nell'ordine del giorno presentato dai Consiglieri Santoni e Marchini sono condivisibili nella misura in cui cercano, ed è l'elemento più importante da sottolineare, di ridare alla Regione anche in questa vicenda un ruolo di governo e di prospettiva ampia. E' si un aspetto particolare dal punto di vista del territorio che viene coinvolto, ma in realtà è un aspetto che si inserisce in una strategia molto più generale.
Noi diciamo sempre che non bisogna essere provinciali, però occorre esserlo anche nei confronti di Torino; la Provincia di Torino non è un'alterità rispetto alla Regione. Occorre fare questa valutazione complessiva.
Mi pare quindi che le sottolineature contenute nell'ordine del giorno dei Consiglieri Santoni e Marchini siano di grande rilievo, che nobilitano anche questo dibattito e sono quindi per noi condivisibili.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi possiamo passare alla votazione degli ordini del giorno presentati. Iniziamo con l'ordine del giorno n. 271 presentato dal Gruppo PCI, che verrà votato per parti separate, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte preso atto che la vicenda riguardante il cosiddetto asse di penetrazione urbana che ha portato la Giunta comunale di Torino alla crisi riguarda 1) in specifico la accertata inesistenza di qualsiasi atto formale di espressione di volontà da parte degli organi (Giunta, Consiglio) legittimati ad assumere ogni e qualsivoglia decisione impegnativa per il Comune 2) più in generale la concreta evidenziazione degli effetti perversi di una prassi di grave ed inaccettabile sottrazione delle decisioni rilevanti sulla vita e l'organizzazione della città alle sedi istituzionali proprie sottolineata altresì la gravità politica di comportamenti (di maggioranze Giunte, singoli Assessori) che nel fatto in ispecie, riguardante un progetto di rilevante modificazione urbanistica e territoriale dell'attuale assetto urbano e quindi recante in sé notevoli conseguenze sulle condizioni di vita, ambientali, di mobilità dei cittadini torinesi e sulla struttura storico culturale della città, si sono tradotti nell'ignorare totalmente la necessità e la opportunità di un processo di formazione della decisione aperto al confronto ed alla valutazione intanto delle assemblee e quindi di ulteriori momenti ed istanze di partecipazione democratica ricordato a riprova di quanto sopra affermato che, per quanto concerne la Regione, senza le reiterate richieste del Gruppo comunista sfociate poi in quattro successive richieste di chiarimenti ed informazioni in II Commissione nell'arco di tempo che va dal gennaio 1986 all'aprile dello stesso anno, non si sarebbe neanche potuto prendere in esame la deliberazione della Giunta regionale del 17 dicembre 1985 con cui si dava parere favorevole al progetto di massima dell'ANAS sulla base di un parere del Comune che oggi scopriamo inesistente denunciando con forza la totale inaccettabilità politica di comportamenti e prassi che, come dimostra il caso in oggetto, svuotano le assemblee elettive e quindi l'intero circuito democratico delle proprie legittime prerogative e funzioni, tanto di indirizzo e programmazione che di controllo, al punto che i fatti dimostrano essere più facilmente e rapidamente finanziabili progetti di massima sconosciuti assistiti da pareri inesistenti che non altre opere più urgenti e comunque regolarmente decisi dalle istituzioni e dai loro organi (resta infatti da capire come mai l'ANAS, che non trova i soldi per finanziare o completare opere importanti già decise in tutto il Piemonte, riesce così tempestivamente a finanziare per centinaia di miliardi un progetto fantasma neanche formalmente a posto).
Tutto ciò premesso il Consiglio regionale del Piemonte impegna la Giunta regionale a procedere alla revoca ai sensi di legge della deliberazione del 17 dicembre 1985 sopra richiamata sia per ragioni di evidente opportunità politica sia per la inesistenza di uno dei presupposti essenziali ai sensi dell'art. 81 del DPR n. 616, cioè il parere del Comune di Torino impegna altresì la Giunta regionale a chiedere all'ANAS che il finanziamento previsto sia destinato ad altre opere prioritarie e carenti attualmente di finanziamento chiede infine alla Giunta regionale di trarre le conseguenze politiche da un episodio che ha clamorosamente messo in luce la persistenza di comportamenti tesi a svuotare le prerogative del Consiglio".
Pongo in votazione l'ordine del giorno fino alle parole "tutto ci premesso".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 17 voti favorevoli, 26 contrari e 1 astensione.
Pongo in votazione il 1° dispositivo.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 17 voti favorevoli, 26 contrari e 1 astensione.
Pongo in votazione il 2°dispositivo.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 14 voti favorevoli, 28 contrari e 5 astensioni.
Pongo in votazione il 3°dispositivo.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 18 voti favorevoli e 27 contrari.
Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 124 presentato dalla Lista Verde Civica, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte in relazione alla Convenzione sottoscritta da Regione Piemonte ed Ente Ferrovie dello Stato circa l'affidamento della progettazione complessiva e integrata dei nodi di interscambio di Torino Stura, di Torino Dora e di Torino Porta Susa, e della struttura stradale che dovrà sovrastare la sede ferroviaria della linea Torino - Milano nel tratto del cavalcavia di Via Breglio alla stazione di Torino Dora; considerato che in fase di progettazione devono essere valutati tutti gli elementi che concorrono alla determinazione di scelte importanti sul piano ambientale, urbanistico ed economico impegna la Giunta regionale a produrre insieme ai progetti previsti dalla Convenzione i seguenti studi e di sottoporli all'esame della competente Commissione consiliare e del Consiglio uno studio di verifica dell'impatto ambientale, sia dal punto di vista paesistico che urbanistico, dei progetti indicati nella Convenzione stessa con particolare riferimento al progetto della struttura stradale sovrastante la sede ferroviaria Torino - Milano una analisi dei costi indotti a carico della collettività che la realizzazione dei progetti comporterà (conseguenze sui trasporti urbani sulla viabilità, sul sistema dei posteggi, sulla struttura urbana dei quartieri interessati, sull'inquinamento prodotto, ecc.) una analisi dei tempi di esecuzione dei lavori coordinati con i lavori della ferrovia, e con riferimento alla necessaria cadenza dei finanziamenti." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 4 voti favorevoli, 26 contrari e 15 astensioni.
Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 273 presentato dalla Lista Verde Civica, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte in relazione al progetto di massima dell'asse di penetrazione nord-sud dell'autostrada Torino - Milano e stazione Dora, presentato dal Comune di Torino e approvato con deliberazione G.R. 17/12/1985 n. 96/2130 considerato che il dibattito svoltosi in data 28 aprile u.s. in Consiglio comunale e la crisi politica che ne è seguita hanno messo in luce le gravi irregolarità circa la procedura seguita dalla Giunta cittadina nell'approvazione del progetto e nella sua comunicazione alla Regione rilevato che in assenza di una regolare deliberazione di approvazione dei progetti per le opere su citate la Regione non può procedere all'approvazione per quanto di propria competenza ai sensi di legge impegna la Giunta regionale a revocare la deliberazione n. 96/2130 su citata: a comunicare le proprie decisioni al Sindaco di Torino e al Presidente del Consiglio di Amministrazione, dell'ANAS a verificare se dalle irregolarità su citate siano scaturiti danni economici all'Amministrazione regionale." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 4 voti favorevoli, 26 contrari e 15 astensioni.
Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 279 presentato dal Gruppo liberale, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte espressa la più viva attenzione e preoccupazione in ordine alla vicenda relativa all'asse di penetrazione nord-sud dalla autostrada Torino - Milano alla Stazione Dora ed ai possibili risvolti di segno negativo per lo sviluppo e la modernizzazione del sistema di viabilità dell'area metropolitana torinese espressa con forza l'esigenza che il dibattito sugli aspetti formali e comportamentali, pure importante e pure necessario con l'assunzione delle conseguenti responsabilità e sanzioni, debba essere tenuto chiaramente distinto dall'esame obiettivo e razionale del progetto di penetrazione urbana sulla base di rigorosi elementi di carattere urbanistico territoriale e di programmazione, rifiutando la logica troppe volte stravolgente del dibattito e del confronto politico, soprattutto in tempi elettorali ritenuto che su questo la Regione può avere un ruolo proprio, significativo ed autorevole e quindi lo deve svolgere in tempi stretti e con procedure coraggiose e per qualche verso nuove ritenuto che non vi è dubbio che sarà necessaria una nuova deliberazione regionale di rettifica o di riassunzione o di deliberazione ex novo e che presupposto dell'atto regionale dovrà essere l'atto formale del Comune di Torino per il quale possiamo prevedere tempi certo né brevi né facili, che tuttavia consentiranno alla Regione un esame più approfondito, più meditato e più partecipato del progetto, nel merito, garantendo una decantazione non strumentale dell'aspetto formale e comportamentale ritenuto quindi che la Regione abbia la possibilità e la responsabilità di assumere nel merito il problema, ovviamente nel rispetto delle competenze del Comune di Torino, ma nella consapevolezza che il problema investe la problematica dell'area metropolitana e del più ampio contesto regionale impegna la Giunta ad avviare a tempi stretti, d'intesa con la II Commissione mediante procedure concertate, l'esame degli elementi di fatto urbanistici, territoriali e di programmazione, che dovranno supportare la decisione formale che la Regione dovrà assumere." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 27 voti favorevoli e 18 contrari.
Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 281 presentato dalla Lista Verde il cui testo recita: "Il Consiglio Regionale del Piemonte preso atto delle vicende relative al cosiddetto asse di penetrazione urbana, la cui realizzazione avrebbe radicalmente stravolto l'assetto urbano torinese e la sua già precaria vivibilità esprime la propria letizia per lo scampato pericolo e si impegna ad una attenta e continua vigilanza per impedire la ricomparsa di questo e simili progetti di devastazione urbana ed ambientale." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 7 voti favorevoli, 27 contrari e 10 astensioni.


Argomento: Nomine

NOMINE


PRESIDENTE

Passiamo al punto 8) all'o.d.g. che reca: "Nomine".
Si provveda alla distribuzione delle liste e delle schede.
Procediamo alla votazione a scrutinio segreto: Museo dell'Agricoltura (Del. C.R. n. 478 del 21/6/1979) - Consiglio direttivo. Nomina di due rappresentanti.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Rivalta Scrivia S.p.A. (L.R. 29/4/1985 n. 55) - Consiglio di amministrazione. Nomina di un membro.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Consorzio Acquedotto Monferrato (art. 13, primo comma, dello Statuto relativo) - Consiglio di amministrazione. Nomina di un rappresentante.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Promark (L.R. 26/3/1976, n. 16, modificata con L.R. 9/3/1978, n. 11) Consiglio di amministrazione. Nomina di nove rappresentanti con voto limitato a sei.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Promark (L.R. 26/3/1976, n. 16, modificata con L.R. 9/3/1978, n. 11) Collegio sindacale. Nomina di tre Sindaci effettivi e due supplenti.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

ESAP (L.R. 24/4/1974, n. 12, modificata dalla L.R. 25/10/1977, n. 51) Consiglio di amministrazione. Nomina di un membro in sostituzione del signor Filippo Arrigo.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 464: "Regolamento di attuazione della L.R. 28/10/1986, n. 43 - Norme sulla detenzione, l'allevamento ed il commercio di animali esotici"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 464, di cui al punto 7) all'o.d.g.
Il Consigliere Ala ha presentato il seguente emendamento: all'allegato II aggiungere prima dell'ultimo comma: "dichiara di essere iscritto alla C.C.I.A.A. di ...., dal ...., con l'attribuzione del n.
....".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 23 voti favorevoli e 8 astensioni.
Pongo in votazione la deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 23 voti favorevoli e 8 astensioni.
Pongo in votazione gli allegati della deliberazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Gli allegati sono approvati con 24 voti favorevoli e 8 astensioni.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione) - Sport - Tempo libero: argomenti non sopra specificati

Esame legge rinviata dal Governo relativa a: "Modifiche alla L.R. 25/3/1985, n. 22 'Tutela sanitaria delle attività sportive'".


PRESIDENTE

Passiamo al punto 6) all'o.d.g. che prevede l'esame della legge rinviata dal Governo relativa a: "Modifiche alla L.R. 25/3/1985 n. 22 'Tutela sanitaria delle attività sportive"'.
Non essendovi interventi possiamo passare alla votazione del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 36 Consiglieri si sono astenuti 11 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 36 Consiglieri si sono astenuti 11 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 36 Consiglieri si sono astenuti 11 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 36 Consiglieri si sono astenuti il Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 504: "Piante organiche provvisorie delle UU.SS.SS.LL. piemontesi - Adeguamento dell'organico dei servizi veterinari"


PRESIDENTE

Propongo infine di iscrivere all'o.d.g. la proposta di deliberazione n.
504.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.
La parola al Consigliere Acotto.



ACOTTO Ezio

L'importante deliberazione che ci accingiamo a votare dà la possibilità di ampliare le piante organiche nel settore del servizio veterinario. Il nocciolo della deliberazione sta nella delega piena che la Giunta regionale avrà nell'accogliere le domande di ampliamento delle piante organiche che le UU.SS.SS.LL. presenteranno.
Si tratta di un rilevante precedente di delega alla Giunta regionale in materia. Pur condividendo l'esigenza di ampliare gli organici, anche in considerazione degli ultimi avvenimenti di carattere epidemico che hanno parzialmente investito gli allevamenti della nostra regione, non ci sentiamo di dare tale delega alla Giunta regionale. La nostra posizione sulla deliberazione è infatti di astensione.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi pongo in votazione la deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 23 voti favorevoli e 8 astensioni.


Argomento:

Esame proposta di deliberazione n. 504: "Piante organiche provvisorie delle UU.SS.SS.LL. piemontesi - Adeguamento dell'organico dei servizi veterinari"

Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

Le interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegate al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 14,30)



(La seduta ha termine alle ore 14,30)



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