Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.85 del 29/04/87 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Amerio, Carazzoni, Carletto, Croso, Dameri, Fassio, Minervini, Penasso Pezzana, Ratti.


Argomento:

a) Congedi

Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale della seduta in corso.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge

Argomento:

c) Deliberazioni adottate dalla Giunta regionale


PRESIDENTE

L'elenco delle deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nella seduta del 22 aprile 1987 - in attuazione dell'art. 7, secondo comma, della L.R. 6/11/1978, n. 65 - in materia di consulenze ed incarichi, è depositato e a disposizione presso il Servizio Aula.


Argomento: Artigianato - Commercio

Esame progetto di legge n. 137: "Disciplina degli interventi di promozione delle attività produttive nelle materie di competenza regionale"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora il progetto di legge n. 137, di cui al punto 3) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, questa proposta di legge è stata licenziata all'unanimità dalla IV Commissione.
Le attività produttive di competenza della Regione sono sempre più sottoposte ad un'interazione con il mercato in cui la concorrenza nazionale ed internazionale, appare più forte, organicamente più attrezzata, quindi rende più difficili gli sbocchi alle attività produttive di nostra competenza. Ai tradizionali sostegni della produzione, i servizi reali, le infrastrutture, la formazione professionale ed altri strumenti con questo disegno di legge si vuole affiancare ed affinare il sostegno alla promozione. La promozione non può continuare i contenuti tradizionali vecchi, che sono inadeguati alle nuove condizioni del mercato, ma sarebbe pericoloso se con i nostri interventi potessimo ingenerare aree di assistenza e aree di privilegi. Così non è nella volontà del legislatore e non è nell'articolato che viene presentato.
La nuova promozionalità, di cui questo strumento legislativo vuol essere componente essenziale, tende a favorire la vera imprenditorialità la quale deve avere dal lato della produzione livelli adeguati sia sul piano tecnologico sia sul piano della qualità dei prodotti. Vale a dire che attraverso il sostegno promozionale non dobbiamo surrogare le carenze dal lato della capacità di stare sul mercato per livelli tecnologici e livelli di qualità del prodotto.
Il disegno di legge si colloca correttamente in questo contesto delineato, vuole essere un sostegno reale di crescita della funzione commerciale delle attività produttive nei settori che sono di competenza della Regione. Se questo supporto che oggi attrezziamo sarà all'altezza delle nostre ambizioni e delle nostre convinzioni, potremo concorrere a far crescere il prodotto interno, il valore aggiunto del Piemonte e anche da questo versante agire per la difesa e la crescita dell'occupazione.
La proposta che illustriamo tende a favorire la crescita del terziario avanzato, anche se l'attività promozionale della Regione potrebbe apparire antagonistica e alternativa all'attività di marketing del settore del terziario avanzato. In realtà intervenendo in questo modo si potranno ricavare dei reciproci interessi, delle sinergie. Questa crescita pu derivare dalla possibilità di ottenere il coordinamento dei vari progetti e delle iniziative in cui l'operatore pubblico e quello privato possono agire al meglio delle loro potenzialità. E' noto che la promozionalità commerciale dei prodotti vede, non solo nella nostra Regione, una pluralità di soggetti impegnare in modo crescente la loro azione con iniziative che in precedenza e ancora tutt'oggi appaiono casuali e insufficientemente selezionate. Il necessario coordinamento può essere ottenuto da un programma promozionale regionale, strumento adatto per accrescere l'efficacia delle azioni che in generale la Regione Piemonte può supportare o svolgere direttamente. In questo caso, al fine di promuovere l'azione commerciale complessiva nei settori produttivi della nostra Regione ovviamente sempre riguardanti le aree di nostra competenza, lo spazio della programmazione sarà necessariamente a prospettiva pluriennale, cioè a medio e lungo termine, per poter dare significato ed intensità agli interventi promozionali.
Le materie trattate sono regolate dal DPR n. 818/78 che norma il finanziamento e i compiti dell'Istituto per il Commercio con l'Estero.
Occorre rilevare i processi di trasformazione che l'ICE ha in corso in questa fase. La prossima legislatura definirà ed affinerà ulteriormente i compiti.
La legge n. 1083, relativa alla concessione dei contributi per lo sviluppo delle esportazioni italiane, rappresenta insieme al suo regolamento uno strumento importante del Ministero del Commercio con l'Estero. A livello regionale abbiamo una serie di strumenti di partecipazione della Regione, in particolare la Promark. Abbiamo anche un riferimento nella legge quadro sull'agricoltura in cui si specifica questo tipo di operatività a sostegno della promozione da parte della Regione.
Con l'articolato qui presentato vengono individuati altri soggetti, in particolare il Centro Estero della Camera di Commercio e l'ICE regionale che, se attrezzato e coordinato, potrà supportare le nostre iniziative promozionali. Questi elementi ampliano, integrano e affinano tutti gli interventi possibili. Sarà nostro compito dare forza a queste energie che sono in questo momento relativamente scoordinate.
Il disegno di legge in esame potrebbe rappresentare un reale salto di qualità se la gestione e l'attenzione di tutti i soggetti qui richiamati saranno all'altezza dei compiti e sapranno occupare gli spazi che questa legge può creare.
Lo strumento fondamentale della legge che qui presentiamo è costituito da un programma promozionale a base annuale, tramite il quale si potranno determinare le assegnazioni delle risorse. Non dobbiamo pensare che necessariamente siano risorse materiali ad avviare processi positivi, anche il coordinamento di attività sparse, diffuse e non coordinate pu rappresentare un'energia aggiuntiva a costo ridotto.
Il programma promozionale tende ad evitare la frantumazione degli interventi. Questi interventi devono rispondere ad un disegno strategico non occasionale, nel quale il Consiglio sappia indicare delle grandi linee direttrici sulle quali collocare i programmi annuali. E' per tale ragione che vengono ad assumere importanza gli interventi, detti "progetti", su mercati e su settori specifici con respiro pluriennale. E' ovvio che per penetrare in alcuni mercati o per supportare alcuni prodotti il respiro e la strategia non possono essere a corto termine, ma è necessaria una programmazione a lungo termine.
L'attività si potrà sviluppare mediante la realizzazione sia di interventi diretti, dei progetti e delle iniziative, e la Giunta regionale potrà avvalersi degli enti strumentali della Regione, delle società a partecipazione regionale, sia di interventi di enti ed istituti pubblici operanti nella materia, quali la Camera di Commercio e il Centro Estero della Camera di Commercio.
Congiuntamente alla realizzazione diretta il disegno di legge prevede il sostegno a progetti ed iniziative promossi da enti pubblici e società a partecipazione regionale. Qui c'è un lungo elenco dei soggetti che potranno beneficiare di quanto previsto dal presente disegno di legge.
Diverso sostegno è previsto tra la realizzazione di programmi, di iniziative e di progetti diretti da parte della Regione ed iniziative e programmi svolti da altri soggetti allo scopo di esaltare il ruolo e l'indirizzo di governo che il Consiglio regionale e la Giunta dovranno dare in questa materia.
L'attività di promozione in particolare sui mercati esteri deve essere particolarmente selezionata per evitare sprechi di risorse, per evitare polverizzazioni e passaggi che possono creare dimensioni critiche al messaggio di prodotto e di immagine che si vuole dare in alcuni mercati sovranazionali. Questo vincolo non deve essere visto come una limitazione dell'operatività e della crescita di forza alle iniziative che si possono sviluppare soprattutto se si saprà fare interagire, nel modo più opportuno e massimizzandone le possibilità,il ruolo del Ministero del Commercio con l'Estero attraverso il suo braccio operativo, l'ICE.
In particolare, questo disegno di legge prevede l'integrazione tra le politiche nazionali di sostegno alle attività della struttura dell'offerta nazionale e le attività regionali, troppo spesso sottostimate e viziate di un neocentralismo strisciante. Speriamo che i nostri colleghi futuri parlamentari possano essere testimoni attivi di questo errore nel sottostimare le potenzialità che a livello regionale si possono esprimere anche in settori quale quello del commercio internazionale.
I moduli fondamentali del programma che viene supportato dalla Regione Piemonte attraverso questo disegno di legge sono i progetti e le iniziative. Il progetto è un intervento con respiro di medio e lungo termine. Nel caso delle iniziative si tratta di interventi mirati specifici a base annuale, aventi per oggetto un obiettivo limitato nell'ambito di un indirizzo generale. Si tratta di interventi su prodotti specifici o su aree particolari, con obiettivo limitato nell'azione dell'iniziativa, ma comunque collegato e coerente con la strategia generale.
Allo scopo di rendere massima l'efficacia del sostegno alla promozione i contributi regionali privilegeranno come quantità e modalità di erogazione i progetti sulle iniziative nel senso che laddove esistono disegni che rappresentano un elemento strategico di intervento, verrà data priorità rispetto ad un impulso più ridotto e più circoscritto. Anche questi impulsi verranno considerati adeguatamente.
Per l'attività di elaborazione dei programmi, per la valutazione degli elementi costitutivi e con la determinazione delle linee di fondo che guideranno il sostegno a questa promozionalità, la Giunta regionale si avvarrà di una Commissione tecnica che raggrupperà le competenze necessarie per operare in modo corretto. Ovviamente la Giunta e il Consiglio non saranno dotati di tutta la strumentazione necessaria per poter determinare la priorità delle proposte. La Commissione tecnica dovrebbe dare gli strumenti. L'autonomia della Giunta e la valutazione politica del Consiglio potranno assumere la decisione ultima.
Rispetto all'originaria proposta portata dalla Giunta in IV Commissione ci sono stati rilevanti cambiamenti. Si è lavorato in modo costruttivo con l'apporto molto significativo da parte dei funzionari che in molti passaggi difficili hanno portato quegli elementi di valutazione che ad alcuni di noi mancavano. Rispetto all'originario disegno di legge l'articolato che viene presentato alla discussione è mutato. Si è operato per definire con chiarezza i progetti e le iniziative facendo riferimento, per la definizione dei progetti promozionali pluriennali, alla formulazione di un programma promozionale nazionale. Ci si è maggiormente raccordati alle politiche generali senza perdere la specificità dell'azione regionale.
L'iter in Commissione ha evidenziato la complessità della materia e la necessità di una forma di intervento pubblico corretta ed adeguata sul piano procedurale, sui tempi e sulle specifiche esigenze. Sono state valutate le osservazioni dei vari soggetti consultati, dagli operatori economici alle associazioni di categoria e ai sindacati, in modo da poter cogliere tutte le istanze. Sappiamo che l'operatività nel campo della promozione è come una tastiera della quale speriamo che il musicista sia la Giunta con volontà e determinazione. La tastiera è ampia e complessa, ma riusciamo a far si che tutti i tasti possano rispondere con correttezza avremo dei risultati significativi a parità di risorse o, comunque, anche con risorse apparentemente insufficienti.
Il buon esito e la reale incidenza di operatività della legge dipenderanno dalla gestione.
Il settore trattato ha una valenza interdisciplinare. Troviamo nell'Assessorato all'agricoltura, nell'Assessorato all'artigianato, nel settore fiere una serie di soggetti che potranno operare. Sarà importante massimizzare il coordinamento tra i soggetti. Si rende opportuno ribadire che, pur trattandosi di progetti e di iniziative, la proposta di legge ha ben chiarito che soltanto i progetti sono gli strumenti della programmazione, nel senso che le iniziative rappresentano dei moduli che non possono costituire l'intelaiatura della programmazione; ovviamente però, devono rispondere con coerenza e restare all'interno di quello che è lo spirito della programmazione.
Pare che la Regione, proprio in forza di questo strumento legislativo possa coprire un vasto campo che da anni attendeva di essere coperto. Si può legittimamente aspirare alla revisione del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 1980. Si tratta di richieste che da anni le Regioni fanno, volte a trasformare il controllo dello Stato e le limitazioni che vengono poste all'operatività della Regione.
Ho cercato di dare un'illustrazione di massima dell'articolato.
Riteniamo questa proposta di legge estremamente importante ed esprimiamo un voto favorevole.



PRESIDENTE

Ha così inizio la discussione. Il Consigliere Guasso, che ha seguito l'iter della proposta di legge, ha chiesto di parlare. Ne ha facoltà.



GUASSO Nazzareno

Signor Presidente, colleghi, come ricordava il nostro Capogruppo durante il dibattito sulla legge dell'artigianato, non sempre quest'aula o le Commissioni competenti sono chiamate a discutere leggi di una certa importanza e non sempre una proposta legislativa della Giunta vede l'Assessore dichiarare la sua piena disponibilità non solo alla discussione, ma anche al contributo nel merito che i Commissari portano. Il lavoro conclusivo che la IV Commissione presenta oggi ha questo punto di partenza di notevole importanza.
Ho voluto richiamare questo fatto per dire che la strada della chiusura, dei rifiuti immotivati, dei provvedimenti raffazzonati presentati all'ultimo momento e delle battute propagandistiche, che ancora la settimana scorsa abbiamo sentito, è una strada dannosa che sul terreno legislativo non ha gambe per procedere.
Ci apprestiamo oggi a decollare una legge che vuole rispondere ai problemi vitali di migliaia di soggetti interessati.
Ci rendiamo conto che questa legge non è risolutrice di tutti i problemi. Purtroppo vedremo in seguito nella sua applicazione quanto le scarse risorse finanziarie a disposizione ne limiteranno gli effetti. Altre Regioni si sono già mosse in questa direzione. Il Veneto ha investito nella promozionalità per il 1987 L. 3 miliardi e mezzo, la Lombardia e l'Emilia hanno investito oltre 2 miliardi. Noi non sappiamo dove recupereremo dei soldi per operare in questo senso. D'altra parte nessuna legge è perfetta e ciò vale anche per la legge in discussione.
Condivido l'impostazione della relazione del collega Tapparo il quale ha richiamato anche parte della discussione che si è svolta in Commissione.
E' una legge utile e innovativa che va applicata e sperimentata. E' innovativa perché tentiamo di percorrere delle strade nuove. Dopo l'applicazione e la sperimentazione potremo capire quanto di giusto e quanto di sbagliato e di modificabile contiene. Avere uno strumento di promozionalità delle attività produttive nelle materie di competenza regionale (la legge si riferisce all'artigianato e all'agricoltura, ma io aggiungerei il turismo anche se qui non è richiamato) è un passo avanti.
Semmai ci si può dolere del fatto che ci sono i limiti finanziari e che limitati sono purtroppo i poteri di intervento delle Regioni in materia.
Per esempio, non possiamo intervenire sul terreno della promozionalità della piccola e media industria. E' noto che il campo dell'industria è campo vietato all'intervento delle Regioni. Questo è un limite della legge anche se la sperimentazione di promozionalità nei settori dell'artigianato dell'agricoltura, del commercio e del turismo può aprirci dei fronti nuovi.
E' un passo avanti anche per altri motivi. Intanto per i limiti storici che la nostra Regione segna in materia di promozionalità soprattutto nel settore della piccola industria, dell'artigianato e dell'agricoltura.
L'Ufficio ICE in Piemonte è inesistente, da tempo è senza direttore e viene diretto da Milano. Anche la nuova convenzione ICE-Regione ha dei limiti non solo per quanto ho detto, ma perché l'ICE stesso soffre per la mancanza di una legge di riforma che lo collochi in una situazione diversa, in un confronto diverso con le Regioni.
In Piemonte proliferano soggetti pubblici e privati che fanno promozionalità, spesso in modo generico ed occasionale, quindi non esiste un coordinamento efficace degli interventi, con il risultato che spesso l'immagine della politica regionale appare scoordinata e legata a differenti ideologie e criteri di spesa. Mi si consenta la grossezza ognuno fa un po' quello che vuole senza scelte e senza priorità.
Sia il Presidente che i colleghi ricordano che già il 7 giugno 1984 avemmo in quest'aula un'ampia discussione sulla materia. Una serie di valutazioni partivano dalla scarsa qualificazione dell'attività della Promark, dal fatto che la nuova convenzione Regione-ICE era stata bocciata dal Governo, dal declino generale e complessivo dell'attività fieristica nella Regione e nella città di Torino. Nel giugno 1984 eravamo all'indomani del trasferimento del Salone Internazionale Dolciario a Milano, dopo che altre iniziative se ne erano già andate. Al termine di quel dibattito fu approvata una delibera di indirizzi per gli amministratori della Promark e fu ribadita l'opportunità di un accordo più saldo, più chiaro e più esteso con l'Istituto per il Commercio con l'Estero.
Ho voluto ricordare questi precedenti per dire che non partiamo dall'anno zero. C'è alle spalle un tentativo di rimettere in moto l'iniziativa anche se non abbiamo raggiunto gli obiettivi che in quel dibattito del 7 giugno 1984 ci eravamo prefissati.
Farò al riguardo due significative citazioni. La prima l' ho mutuata dal Programma pluriennale di attività e di spesa 1987/1990 che ci è stato consegnato con la bozza di Piano di sviluppo. Un capitolo in quel Programma pluriennale è dedicato all'esame e alle proposte dettagliate sulle questioni della promozionalità. Nel Programma pluriennale di attività e di spesa si legge: "La legge quadro sull'artigianato attribuisce inoltre alle Regioni un preciso ruolo sulle agevolazioni alle esportazioni per le imprese artigiane e sulla valorizzazione delle loro produzioni". La cosa strana è che quel capitolo non l' ho più ritrovato nella bozza di Piano di sviluppo. C'è qualche accenno sul centro espositivo di Torino, che è un problema importante ma che non significa la politica di promozionalità della Regione Piemonte.
La seconda citazione mi viene dall'esame della proposta di Programma di promozionalità all'estero per il 1987 approvato dalla Giunta e inviato qualche mese fa al Ministero. Si ipotizzano 2 miliardi e 300 milioni di spese, ma il programma è generico, dispersivo, senza scelte prioritarie tanto che il 60% della spesa presunta è destinato a due settori tradizionali: gli orafi argentieri e l'abbigliamento. Questo mette in risalto il limite della nostra capacità promozionale. Se poi andiamo a leggere quel programma, ci accorgiamo che non ha nulla alle spalle, non si conosce quanto era di quel programma di promozionalità all'estero il portafoglio di ordini acquisiti, il giro di affari e le esperienze accumulate per individuare le priorità per prodotto, il settore, il mercato. E' una ripetizione di anno in anno. Tanti viaggi, questo si! Novantotto imprese hanno partecipato a missioni di operatori all'estero, 56 manifestazioni espositive, 452 imprese interessate. Queste cifre sono impressionanti. Se analizziamo la qualità del programma, tenendo presente che il 60% della spesa è bloccato sugli orafi e sugli argentieri, settore che si promuove da solo e non ha bisogno della nostra iniziativa, nonch l'abbigliamento, altro settore tradizionale, ci rendiamo conto che fra la quantità e la qualità delle imprese, i viaggi e le priorità delle scelte non esiste nulla se non l'improvvisazione. Si può dire, un po' rozzamente che sino ad oggi altri sceglievano e la Regione pagava, registrando come un notaio le scelte altrui, con una sostanziale differenza, che mentre il notaio si fa pagare le parcelle, in questo caso è la Regione che paga senza nemmeno avere il rendiconto, negativo o positivo.
La nuova legge, proprio grazie allo spirito con cui si è affrontata al dibattito aperto senza pregiudizi di parte, si propone l'obiettivo di cambiare rotta, tentando di mettere la Regione nella condizione di passare da organo pagatore di scelte fatte da altri, ad organo programmatore di governo e di promozione delle scelte e degli indirizzi della politica promozionale. Si punta in sostanza al decollo di una politica con priorità e scelte chiare ed individuate. Nella legge si stimola, si organizza e si coordina la partecipazione di tutti i soggetti interessati, in primo luogo le aziende singole ed associate e gli enti pubblici e privati, rimettendo in campo i principi ispiratori della politica regionale che avevamo già individuato il 7 giugno 1984.
Prima di concludere sottolineo l'importanza di due articoli di questa legge. L'art. 5 fissa gli scopi dei progetti promozionali pluriennali quindi la programmazione. L'art. 11 richiama la necessità, entro sei mesi dall'applicazione della legge, della definizione delle linee direttrici promozionali, dei criteri di valutazione dei progetti e delle iniziative e gli indirizzi regionali di politica fieristica da discutere e approvare in Consiglio. Ricordo ancora la norma della legge che condiziona gli interventi finanziari della Regione alla congruità dei progetti c 'delle iniziative promozionali, alle direttrici, alle priorità e alle scelte generali preventivamente individuate dalla Giunta, discusse e approvate poi dal Consiglio. Quindi, non più contributi a pioggia. Questa è un'altra chiave della legge.
Avanzo due proposte di cui una è già stata colta nell'articolato e faccio una considerazione generale.
Il decollo di una legge di questa natura, pur con tutti i suoi limiti e senza farci nessuna illusione, avviene in un quadro di scarsa conoscenza della realtà dei settori interessati all'iniziativa legislativa. Noi, che siamo mediocri legislatori, lavorando quattro mesi in Commissione non abbiamo mai potuto avere un quadro di riferimento concreto della situazione delle aziende, dei prodotti, dei settori, delle loro offerte, del rapporto tra domanda e offerta; abbiamo lavorato al buio, cercando di interpretare di farci carico di una problematica che non era però confermata da una conoscenza della realtà dei due settori produttivi a cui la promozionalità si rivolgeva. Pertanto, chiediamo l'inserimento di un articolo che preveda l'impegno della Giunta a presentare in tempi brevi un progetto di "Osservatorio sull'offerta produttiva regionale per conoscere l'andamento dei flussi esportativi e il ruolo delle imprese artigiane e agricole nei vari settori economici", strumento di conoscenza capace di indicarci la realtà e di permetterci di valutare progetti ed iniziative in un rapporto organico con le realtà produttive dell'uno e dell'altro settore.
La seconda proposta è di mettere allo studio la realizzazione nella nostra Regione di un Forum Internazionale per il commercio con l'estero capace di mobilitare intelligenze, iniziative, forze sociali ed economiche settori particolari e di dare alla legge una collocazione anche esterna e capace di farla maturare e di svilupparsi.
E' necessario che decolli una politica regionale, ma è altrettanto necessaria una chiara e precisa politica nazionale della promozionalità e del commercio con l'estero, intanto accelerando i tempi della riforma dell'ICE, dando nuove deleghe, finanziamenti e poteri d'intervento alle Regioni.
Nelle settimane scorse si è fatto un gran parlare del fatto che l'Italia si sia collocata al quinto posto nella graduatoria dei Paesi sviluppati. Tale graduatoria non è irreversibile, non è data per sempre occorre operare di più e meglio. Non basta una congiuntura favorevole perché questi risultati restino acquisiti una volta per sempre. Se apriamo una finestra sullo scenario internazionale potremmo dire che la progressiva caduta del dollaro determina un calo delle nostre esportazioni verso il mercato americano con gravi ripercussioni su alcuni settori della nostra economia, come l'abbigliamento, il tessile, il calzaturiero, l'oreficeria.
In questo quadro tendono ad aumentare le barriere protezionistiche degli Stati per favorire i produttori nazionali, con ripercussioni a catena che generano guerre commerciali dannose per lo sviluppo degli scambi internazionali. Se non crescerà la domanda complessiva mondiale, l'Italia sarà maggiormente danneggiata perché in questi anni ha in un certo senso ristrutturato la propria industria. La competitività dei prodotti è sempre più legata alla qualità e alla capacità di venderli e sempre meno ai prezzi su cui siamo facilmente battuti dai Paesi di nuova industrializzazione.
L'Italia e il Piemonte in particolare hanno bisogno che decolli una politica estera commerciale rivolta soprattutto in direzione dei Paesi in via di sviluppo, una politica che abbia autorità e potere contrattuale per reggere il confronto sui grandi tavoli internazionali ove si decide la ripartizione dei traffici e conseguentemente delle merci.
Oggi varando questa legge mettiamo soltanto un piccolissimo tassello in un grande mosaico, ma deve essere altrettanto chiaro che anche dalle piccole cose possono decollare cose più grandi. Questo appello lo rivolgo alla Giunta che dovrà gestire, applicare e sviluppare questa legge.
Rivolgo un ringraziamento ai funzionari della IV Commissione e dell'Assessorato perché in questi mesi di lavoro su questa legge hanno dato un contributo fattivo alla stesura della stessa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Nerviani.



NERVIANI Enrico

Su questa legge si è lavorato intensamente e le Commissioni hanno svolto il loro compito; anche il contributo dei tecnici e dei funzionari è stato quello che la nostra istituzione prevede. Registriamo soltanto avendo raggiunto l'unità d'intenti, una positiva conclusione e mettiamo in evidenza le preoccupazioni per il futuro e le difficoltà che immaginiamo esserci almeno nei primi momenti di applicazione della legge.
Quanto detto dal Consigliere Tapparo, ripreso dal collega Guasso, è fondamentale. Questa legge è legge regionale sotto ogni aspetto, in quanto è legge di impegnata o almeno tentata programmazione nel settore artigiano e in quello agricolo.
E' stato ricordato anche il settore turistico che parimenti deve avere un rigoroso quadro programmatorio a cui mi sembra che l'Assessore stia lavorando e che dovrà essere perfezionato in futuro.
Con questa legge si dice nel concreto e molto seriamente "no" ad ogni tentazione d'improvvisazione, "no" ad ogni propensione ai contributi dispersi, "no" ad iniziative che non rientrino in un quadro preciso di politica regionale nel campo della promozione delle iniziative dei settori artigiano e agricolo.
Il Gruppo DC è stato sempre contrario al centralismo romano e non è certamente favorevole ad un nuovo centralismo regionale; tanto meno è nella nostra intenzione stravolgere i rapporti con i privati limitando la loro possibilità di iniziativa; a nostro avviso però rimane indispensabile un intervento che coordini ed indirizzi, che eviti spreco di risorse come in passato si è frequentemente verificato. Quindi un coordinamento non vincolante (oltretutto non ci sarebbe concesso), sistematico fatto dall'autorevolezza che discende da una gestione che trae le premesse da una legge che consente di assumere autorevolezza. Penso che la Giunta e l'Assessorato (se non ci sarà più questo Assessore visto che è richiamata frequentemente la possibilità di vederlo sistemato in altre sfere) possano operare con molta positività sulla scorta delle premesse. Si tratta della seconda legge che interessa l'artigianato a dimostrazione dell'impegno della Giunta in questa direzione. La prima l'abbiamo approvata qualche tempo fa ed è in attesa del visto del Commissario di Governo, la seconda è questa sulla promozionalità delle attività produttive, la terza è quella delle fiere che dovrà essere discussa.
In ordine alle proposte che sono state avanzate per il Forum e per l'Osservatorio c'è, in termini obiettivamente scontati, la nostra disponibilità. Sono proposte serie che intendono rilanciare il Piemonte in settori nei quali negli ultimi anni ha perso progressivamente spazio che deve rioccupare sottraendo lo spazio che la Regione Lombardia ci ha tolto con una capacità di iniziativa che negli anni passati indubbiamente ci ha preso talvolta in contropiede. Se le iniziative andranno in questa direzione ritengo che si debbano valutare con la massima attenzione.
La nostra posizione è di consenso e ci associamo anche noi alle espressioni di apprezzamento rivolte ai funzionari che hanno lavorato. La nostra soddisfazione è per un disegno di legge che è stato presentato aperto, ma che aveva delle tracce indicative molto ben segnate e segnate in termini positivi che sono quelli della volontà di programmare e di non lasciare niente alla tentazione particolare sia della Giunta sia dei singoli Assessori. In questo senso il Gruppo DC è grato alla Giunta e all'Assessore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, approviamo oggi questa legge sulla promozionalità che il Partito repubblicano giudica importante. In Commissione siamo stati impegnati per diverse sedute in un confronto serrato, magari su posizioni diverse, ma sempre con atteggiamenti costruttivi tanto che la legge è stata licenziata all'unanimità.
Dovremmo parlare dell'attività promozionale del passato, degli strumenti con cui la promozionalità è stata fatta per valutare se le scelte e le strutture utilizzate hanno risposto alle esigenze della Regione Piemonte.
Abbiamo fatto la scelta di due momenti separati, quindi l'Assessore relazionerà sulle attività della Promark e in quella sede faremo le valutazioni e le considerazioni su come ha operato e come dovrebbe operare questo ente.
L'attività promozionale per la Regione Piemonte è importante.
L'immagine del Piemonte, il "made in Piemonte" non esiste a quasi vent'anni dall'istituzione delle Regioni. Se esiste, non è certamente per quello che ha fatto l'iniziativa pubblica. Si è aiutata l'attività promozionale in modo scoordinato, senza un minimo di omogeneità, un'attività promozionale che si divideva tra diversi enti e che cadeva a pioggia su diversi e casuali operatori.
Anche in questo caso c'è un peccato originale. Nel momento in cui si è creata la Promark si è fatta una scelta importante che avrebbe dovuto tendere a dare unitarietà all'azione promozionale. In realtà mancavano gli indirizzi specifici. E' stata approvata una deliberazione, ma mi chiedo quale esito ha avuto. Quindi, ci troviamo in presenza di una caotica attività che ha fatto finta di fare qualcosa.
Questa legge è certamente positiva. Abbiamo parlato di azione coordinata dalla Regione Piemonte. Gli interventi che mi hanno preceduto danno il segno del significato che può avere questa legge. Ci sono, per dei limiti. Non comprendiamo per quale motivo la legge sulla promozionalità debba essere riferita ad alcuni settori e non al complesso delle attività regionali.



MORETTI Michele, Assessore al turismo

Non è così.



FERRARA Franco

E' così, perché in sostanza ci limitiamo a regolamentare la promozione dell'artigianato...



MORETTI Michele, Assessore al turismo

Sono due momenti distinti e diversi.



FERRARA Franco

E' un'immagine coordinata della Regione che non viene colta in questa legge, ci si limita ad alcuni aspetti, ad alcune attività lasciandone da parte delle altre con una concezione parcellizzata dell'Ente Regione.
Questo è un aspetto negativo.
Tuttavia, nonostante questi limiti, questa legge è uno strumento valido per modificare l'azione promozionale che si è svolta fino ad oggi.
Non più distribuzione a pioggia delle risorse delle quali poi non sappiamo più nulla, non più scelte fatte da altri e la Regione che paga. La Regione deve assumere un programma pluriennale articolato, deve incaricare gli enti strumentali ad attuare l'attività promozionale o deve farlo attraverso strutture proprie.
Ci auguriamo che da questa legge possa venire una promozione a favore di tutti e non solo a vantaggio di pochi operatori. Si pone in sostanza la parola fine a un'attività che abbiamo giudicato se non dannosa certamente inutile.
Ci chiediamo: quale utilità hanno prodotto i miliardi spesi? Che resa hanno dato all'Ente Regione? Quali ritorni ci sono stati? In realtà non lo sappiamo. Abbiamo speso molto senza sapere per che cosa e con quali risultati. Volendo è possibile individuare le responsabilità, ma non è questa la sede. Per anni non si sono fatti i necessari controlli. Questa legge forse ci pone nella condizione di fare i controlli su tutti gli enti che ottengono i contributi dalla Regione; questi controlli devono essere più rigorosi dove la Regione ha una partecipazione diretta e specifica presso gli enti nei confronti dei quali la Regione deve avere una particolare attenzione come impulso e come stimolo all'ampliamento delle attività. So che l'Assessore farà una comunicazione sull'attività della Promark. Bisognerebbe collegare le nuove indicazioni da dare agli amministratori allo spirito di questa legge perché questa legge, che certamente è una legge positiva, potrà camminare soltanto se sapremo darle le gambe per camminare.
Il voto del Partito repubblicano è favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente e colleghi, mi sembra opportuno il dibattito attorno a questa legge regionale illustrata dal relatore Tapparo, al quale sono seguiti vari interventi diretti a sottolinearne la validità. E' un disegno di legge che ha ricevuto l'unanimità delle approvazioni in IV Commissione viene a colmare un vuoto e a proporre il superamento di alcuni ritardi sull'organizzazione del prodotto piemontese sui mercati internazionali e sull'immagine del Piemonte nel mondo. E' una proposta di legge che si colloca nel punto più avanzato delle ansie, degli impegni delle categorie produttive del Piemonte. E' un disegno di legge che, nel momento in cui assegna alla Regione il ruolo di ente programmatore e coordinatore, quindi promotore di proposte e di iniziative dirette a valorizzare l'immagine e il prodotto, colloca la Regione al centro di un processo di iniziative di tipo orizzontale. La Regione si propone di essere il punto di riferimento di una serie di impegni che vengono assunti nella società reale, forze produttive rappresentanze economiche e sociali, Enti locali.
Se la società è in continua evoluzione, se ha raggiunto il massimo del suo sviluppo industriale tradizionale, se la tendenza è quella di avere una terziarizzazione avanzata, qualche cosa di nuovo che lega i computers ai prodotti, che lega la robotica, che lega l'informatica al modo di collegarsi nel mondo, se è vero che la società è sempre più incentrata sul modo di presentare i prodotti, sul modo di collegare le produzioni e l'immagine al mondo, il disegno di legge che stiamo approvando va nella direzione giusta. Dobbiamo farci carico di sostenere e valorizzare le iniziative in tutti i settori, l'artigianato, il commercio, l'agricoltura il turismo e l'industria. Con questa proposta possiamo dare delle risposte a molte domande.
Sovente operano da sole questa o quella Provincia, questa o quella Camera di Commercio, questa o quella associazione di categoria senza un raccordo, senza un coordinamento, senza una programmazione. Con questa iniziativa la Regione si colloca come interlocutore valido. E' molto importante poter stabilire un rapporto tra i nostri prodotti e la produzione di altri Paesi, di altri mercati. Spesso avvertiamo difficoltà la mancanza di un coordinamento, la mancanza di mezzi finanziari diretti a far fronte a necessità sempre più incalzanti.
Con questa proposta, con quella successiva sulle attività fieristiche con quella sulla cooperazione agricola cogliamo elementi importanti che fanno si che la Regione possa guardare al futuro. Oggi diamo una risposta alle molte domande e un contributo concreto e lo diamo con una visione molto aperta, una visione che inserisce la Regione nel processo reale della produzione.
In questo senso riconfermo l'adesione del Gruppo socialista.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il Gruppo liberale esprime un giudizio positivo su questa proposta di legge e apprezza il lavoro di approfondimento fatto dalla Commissione. Ero orientato a richiedere l'attenzione della Giunta sull'art. 1 e a rinunciare alle dichiarazioni di carattere generale, devo però dire che l'enfatizzazione di questa legge ci fa fare qualche riflessione. Si fanno troppi proclami contro il passato e troppi proclami verso il futuro senza che questo venga detto nella legge.
Questa è una legge di procedure, può essere un meccanismo conché non vincolante e iugulatorio, ma che non affronta i nodi del problema. Non è vero che non ci saranno più contributi a pioggia perché sono previsti solo contributi a pioggia. C'è la parcellizzazione. All'art. 3 non è più prevista la possibilità di attività diretta da parte della Giunta. Mi sembra impensabile che l'attività di promozione turistica venga gestita utilizzando gli stessi strumenti individuati per gli altri settori.
Probabilmente, il settore turistico ha bisogno di una promozionalità complessiva magari anche di diretta espressione regionale, ciò che non è consentito dalla presente legge. All'art. 3 non c'è scritto: "si pu avvalere", bensì: "si avvale" obbligatoriamente.
Presi da perfezionismo processuale, non si è considerato l'oggetto che abbiamo di fronte.
Penso che attraverso questi meccanismi rischiamo parecchio. Visto che si è voluto enfatizzare questa legge si sarebbe dovuto partire dal processo alla Promark dicendo se la si vuole chiudere oppure se la si vuole tenere in piedi come attività gestionale in concorrenza, sleale, nei confronti dei privati, oppure si individuano le Gerenze della Promark e si denunciano. In caso contrario questa legge diventa la tomba della Promark. Su tale situazione i liberali chiederanno chiarezza alla Giunta in tempi molto stretti. Il limite della Promark (che è il limite anche di questa legge) è che non ragiona sui contenuti e, ipotizzando una serie di destinatari dei contributi e di rivoli attraverso i quali usciranno i soldi, senza fare una riflessione profonda su quella che è l'attività promozionale, corriamo gli stessi rischi del passato.
Riteniamo che la Giunta debba fare lo sforzo per capire se è il Piemonte che ha bisogno di attività promozionale oppure se i destinatari della nostra iniziativa sono i singoli prodotti, le singole attività e i singoli soggetti produttivi.
I limiti della Promark sono consistiti nel fatto che quando si fa del marketing bisogna pensare alla domanda e all'offerta. Ho l'impressione che la Commissione, così come è composta, sia più determinata a rafforzare l'offerta che non ad individuare la domanda. Il problema è di vendere, ma soprattutto è di sapere dove vendere. Quello che manca ai nostri operatori è un servizio che dica dove vendere e chi compera. E' questo il salto di contenuto che dobbiamo fare rispetto al passato. Questa legge noi l'accettiamo, ma non l'accettiamo come totalizzante.
Mi pare rischioso immaginare che i soggetti che realizzano attività promozionale diretta, quindi espressione delle istituzioni, siano una serie di soggetti con esclusione della Regione. Non sono così favorevole ad escludere che, per esempio, per il settore del turismo ci siano enti e professionalità sufficientemente sperimentati, come è invece la Regione, in grado di sviluppare una propria campagna promozionale internazionale sugli aspetti turistici.
Se non si fa una seria analisi dei mali strutturali e di contenuto, che stanno dietro le questioni che stiamo affrontando, rischiamo non solo di dare i contributi a pioggia, che per lo meno non bucano l'ombrello, ma i contributi a grandine, che invece bucano l'ombrello. Prima di parlare di terziario bisogna vedere se in questa Regione esiste un terziario che pu essere supportato da un'operazione di marketing capace di recuperare al proprio interno quello che il terziario avanzato per eccellenza di questa Regione produce per conto proprio.
L'art. l, che noi rifiutiamo e che vuole ancorare ad un progetto regionale la capacità di promozione esterna, richiede una riflessione.
Il senso costruttivo del mio intervento è quello di andare avanti, di immaginare questo come un impianto metodologico corretto e capace di produrre risultati buoni, avviando però contemporaneamente una riflessione su cosa questa Regione possa utilizzare come elementi dell'immagine globale del caso Piemonte che tutti vogliamo costruire, avendo anche la capacità e il realismo di riconoscere che gli elementi forti di questa Regione hanno ormai sul piano internazionale un'immagine che è difficilmente recuperabile in termini metodologici e di utilizzazione di uno strumento come questo.
I prodotti che vengono richiesti nei bar di mezzo mondo sono le auto che circolano in tutto il mondo, i calcolatori sono mezzi che esistono, ma pensare di recuperare all'interno del nostro meccanismo promozionale questi giganti dell'immagine, non solo piemontese ma nazionale all'estero attraverso una procedura che mette tutto nelle mani di un Assessore e di qualche esperto, mi pare un'ipotesi interessante, ma che va messa in discussione se è interpretata, come è interpretata da molti colleghi,come totalizzante.
Questa è una norma di procedura che va considerata all'interno di alcune questioni di merito che la Giunta deve individuare.
Cercherò di rendere più chiaro il nostro ragionamento sul rischio che gli interventi siano non più a pioggia, ma divengano a grandine. I soggetti forti di tutti i settori hanno loro strutture promozionali, hanno i loro budget, mentre i soggetti deboli queste cose non le hanno. Dando qualcosa a chi non l' ha, non rafforziamo i forti e quelli che sono in grado di creare immagine, ma rafforziamo i deboli che non creeranno mai immagine.
Ricordo quella infelice campagna su "La Stampa" e su altri giornali all'estero, che peraltro aveva una legittimazione legislativa da parte di questa Regione, per la quale abbiamo speso alcuni miliardi per pubblicizzare delle bottiglie di vino anonimo.
Penso che al Presidente Viglione, cultore di questa materia, dovesse togliere il sonno il vedere il vino pubblicizzato in modo anonimo.
Evidentemente, si voleva pubblicizzare un vino che non aveva grandi natali e grandi qualità di origine.
Chiedo scusa all'Assessore e alla Giunta se a nome del Gruppo ho svolto un intervento di tipo problematico.
Crediamo all'esigenza che l'istituzione Regione concorra alla creazione di una Regione - immagine, però passare dalla Regione - istituzione alla Regione - immagine, coinvolgendo i grandi soggetti del territorio significa avere una capacità forte di governo da parte della Giunta, che in primo luogo deve puntare a coinvolgere in questo processo i soggetti forti.
Questa legge avrà un senso se coinvolgerà i soggetti forti, ma se sarà destinata ai soggetti deboli, questi riceveranno delle risorse per svolgere un'attività che la loro economia di azienda non gli consente, ma noi faremo un'opera di assistenza, faremo si che dei soggetti deboli siano un po' meno deboli, mentre noi abbiamo l'impressione di poter lavorare per coinvolgere in un processo di sviluppo generale i soggetti deboli insieme ai settori forti. Sarebbe il caso di aprire una parentesi delicata e forse dolorosa per questa tornata legislativa. Questo richiede la capacità di rigovernare Torino. Cari colleghi, o rimettiamo la Regione - istituzione all'interno dei grandi momenti decisionali della Regione oppure anche gli elementi di natura promozionale non avranno grandi sbocchi.
Una campagna pubblicitaria fatta in una base missilistica anni fa, se avesse potuto avere l'imprimatur regionale, senza l'aumento di una lira di costo, avrebbe trascinato tutta l'immagine regionale; più di una legge, più di tante risorse. Bastava un segnino in fondo alle pagine dei quotidiani bastava il recupero di un rapporto di chi fa veramente immagine in questa Regione. E' un dato politico sul quale la Giunta e il Consiglio, per quello che gli compete, devono ragionare. L'immagine del Piemonte non si crea sulle questioni parcellizzate.
Facciamo queste cose, ma non enfatizziamo il ruolo di questa legge, che è legge di processo, non di scelte. Cerchiamo di capire che senso abbia ancora la Promark - lo poniamo come problema politico - perché se la Promark rimane soltanto più un soggetto privilegiato in concorrenza sleale rispetto ai privati, noi siamo per la sua chiusura. Poi cerchiamo, con un'opera di recupero dei rapporti con la società civile piemontese, di avviare nel progetto "immagine Piemonte" tutti i meritevoli di assistenza e di promozione di immagine, sapendo che un progetto del genere se non parte utilizzando le gambe che già corrono veloci per il mondo, probabilmente non andrà molto lontano.
Illustro anche a nome del Gruppo liberale l'emendamento presentato all'art, l. Non riteniamo che la Regione possa armonizzare l'uso delle risorse dei privati. Questo concetto, che è venuto dalla Commissione e non dalla Giunta, è inaccettabile e va recuperato all'interno di un indirizzo di carattere generale tendente a far si che la Regione possa porsi al centro di un tentativo di armonizzare le attività promozionali, senza alcun riferimento all'uso delle risorse. Se poi al di fuori della legge si faranno delle convenzioni tra i destinatari dei contributi, i soggetti attuatori dei programmi specifici e i privati, questo attiene alle attività di diritto civile e non all'attività della Regione che è un Ente politico.
Proponiamo una modifica dell'art. 1 e preghiamo l'Assessore di considerare il nostro emendamento costruttivo e collaborativo, lasciando a lui la facoltà di scegliere la formulazione più adatta e più specifica a raccordare questa nostra preoccupazione, che è stata anche della Giunta con il testo uscito dalla Commissione che ci sembra estremamente velleitario e per qualche verso anche pericoloso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moretti.



MORETTI Michele

Signor Presidente, intervengo non come Assessore, bensì come Consigliere. Non vorrei apparire difensore di un settore. Un aspetto è fare attività promozionale per il prodotto (in questo caso parlo del prodotto fisico), altro aspetto è fare attività promozionale circa l'immagine turistica della Regione; sono due fatti distinti che possono trovare dei momenti di intesa. Però si complicano i problemi, non a caso a livello nazionale le funzioni sono distinte, la funzione dell'ICE e la funzione dell'ENIT, il Ministero del Turismo e il Ministero del Commercio, tenendo conto che la materia turismo è di competenza regionale. Per l'attività del marketing abbiamo elementi di riferimento che ci vengono da un'analisi sul prodotto da lanciare sul mercato e sull'immagine. Abbiamo affrontato il problema della domanda e dell'offerta, questi sono momenti significativi per l'attività del turismo. La legge approvata non eroga contributi ad associazioni private, gli organi preposti all'attività promozionale sono le istituzioni, mentre per quanto riguarda la commercializzazione del prodotto sono preposti gli operatori. La legge non interviene per favorire gli operatori privati, ma per la presentazione di un'immagine del Piemonte come istituzione insieme alle altre componenti del territorio piemontese.
Ricordo che durante il dibattito sull'attività promozionale si è parlato della Promark, non per accusare gli amministratori, si è rivolta una critica all'apparato per la mancanza di professionalità. In questi anni ci siamo sforzati di supportare la Promark per darle delle indicazioni programmatiche, ma francamente devo ammettere che il problema della professionalità non è stato affrontato. Secondo me occorre programmare corsi di formazione per i quali la Regione ha competenza e occorre programmarli anche per gli enti strumentali regionali. Solo così possiamo correggere e tentare di dare un significato professionale all'attività della Promark.
Condivido la legge così come è proposta, ci sono due momenti unitari: l'Assessorato al turismo collabora con l'Assessorato al commercio per l'impostazione dell'attività promozionale. Voglio dire al collega Ferrara che il PSI ha una concezione corretta della programmazione e vuole evitare l'erogazione a pioggia. I programmi vengono dapprima approvati dalla Commissione, ai sensi della legge 35 in vigore dal 1979, quindi, se c'è stato un errore, lo ha commesso l'assemblea non solo l'Assessore. Esiste un piano di programmazione annuale che bisogna leggere prima di parlare di errori. E' comodo parlare di erogazioni a pioggia. Fornirò al collega Ferrara una documentazione dettagliata, quindi si renderà conto di quanto ha fatto la Giunta precedente altrimenti torna sempre in ballo la battuta che quelli che c'erano prima hanno fatto male, mentre quelli che ci sono oggi fanno bene. Questa tesi non la accetto pur se siedo fra i banchi della Giunta, e sempre la rimbeccherò dai banchi del Consiglio proprio per far rimarcare che la Giunta di sinistra ha agito molto bene.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bruciamacchie.



BRUCIAMACCHIE Mario

Signor Presidente, abbiamo assolutamente inteso enfatizzare il significato dell'articolato che viene proposto. L'intervento del collega Guasso ha posto nella giusta luce la legge e ha anche detto che questo è un primo passo importante e che bisognerà riempire di contenuti questo strumento.
Anche in forza delle argomentazioni di alcuni Consiglieri della maggioranza, vorrei evidenziare il fatto che svolgiamo questo dibattito in assenza di un rendiconto dell'attività svolta nella Regione Piemonte da alcuni anni a questa parte.
Ci siamo occupati di attività promozionali nel 1976, quando sulle ceneri del SAMIA si costituì la nuova società. Si è poi tornati sull'argomento il 7 giugno 1984 quando la Giunta forni al Consiglio un'ampia illustrazione delle problematiche in generale. Il Consiglio sviluppò un dibattito sulle attività promozionali, sulla Promark, sui centri fieristici e sui rapporti con l'ICE. Oggi ritorna il problema Promark. Quando ero Assessore, a nome della Giunta feci una comunicazione sull'attività di questa società per azioni, nella quale la Regione e la Provincia di Torino erano azionisti di maggioranza, e forse con quote anche troppo elevate. Facemmo allora un'affermazione molto impegnativa dicendo che, nonostante le difficoltà e le carenze della società, ci pareva opportuno tentarne il rilancio con l'impegno che la stessa compiesse precisi atti.
A distanza di tre anni, e ai fini di una giusta valutazione dell'articolato che oggi esaminiamo, sarebbe stato utile verificare quali atti sono stati compiuti dalla società sulla base delle indicazioni votate dal Consiglio regionale ai rappresentanti regionali in seno al Consiglio di amministrazione della Promark. Se oggi siamo nelle stesse condizioni del 1984, indubbiamente si impongono riflessioni profonde e drastiche.
Siamo chiamati a votare un articolato che purtroppo risente della mancanza di questa riflessione. La Promark è stata in grado di rinnovarsi? Di qualificare il suo staff, di fare indagini di mercato sulle aree più importanti e più significative? Come si è rapportata con il mondo imprenditoriale piemontese, quali soggetti ha contattato? Ha saputo farli entrare nella società? E' diventata punto di riferimento per il mondo imprenditoriale piemontese? Se tutto questo non è accaduto, non si capisce perché dobbiamo mantenere un investimento di 500 milioni come quote di competenza regionale.
L'Istituto del Commercio Estero intende rapportarsi con la nostra realtà regionale con programmi nazionali nei quali i prodotti piemontesi sono considerati e possono trovare una giusta collocazione sui mercati nazionali? Mi auguro che l'Assessore sia in grado di dire qualcosa in merito perché se ancora si considera il Piemonte un'appendice delle aree forti, in particolare di Milano con tutto quello che questo comporta per la piccola e media imprenditoria piemontese, che non è in grado da sola di promuovere i propri prodotti anche se di alto significato e contenuto tecnologico, sarà completamente emarginato rispetto alle altre Regioni. Mi riferisco alla Lombardia, all'Emilia, al Veneto, tutte Regioni marcatamente presenti nel rapporto con Roma.
Ritorniamo su questo argomento in tempi rapidi, ritorniamoci con chi ha la responsabilità di riferire al Consiglio perché questo è un elemento indispensabile, altrimenti l'articolato che oggi esaminiamo rischia di essere un articolato qualificabile essenzialmente per le sue procedure, ma non per i contenuti e per la capacità di incidenza concreta.
Questo è un passo significativo, è un elemento non di rottura rispetto alla politica del passato che si colloca in un processo di riflessione e di elaborazione che ha radici in un passato recente quando la nostra forza politica era in posizioni diverse rispetto alle attuali. Proprio in virt di questa origine, di questa elaborazione e di questa riflessione siamo arrivati alla conclusione di votare a favore dell'articolato. Dobbiamo avere un livello regionale capace di assolvere un ruolo di coordinamento dei vari soggetti, non per ingabbiarli in chissà quale struttura o quale programmazione rigida e vincolante, ma per un'esigenza obiettiva del mondo produttivo piemontese. Se non ci sarà un coordinamento tra il Centro Estero delle Camere di Commercio, l'ICE e la Promark, lo sbocco non potrà che essere sperpero di risorse, incapacità di mantenere posizioni significative nei vari mercati europei ed extraeuropei. Se non riusciremo a realizzare questo coordinamento continueremo ad essere una Regione che ha grandi capacità produttive e altamente qualificate, ma con un'incidenza minima.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Sartoris per la replica.



SARTORIS Riccardo, Assessore al commercio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, scorrendo i verbali di questa assemblea regionale dalla sua costituzione si rileva che qui si è sempre discusso della promozionalità in modo frammentario e soprattutto in presenza degli eventi negativi che si andavano via via manifestando. Il motivo è dovuto al fatto che la promozionalità è un argomento stimolante che abbraccia aspetti diversi che però, per la sua complessità, preclude soluzioni complete. La materia è complessa, è di competenza regionale, ma ha una interrelazione con problemi nazionali ed internazionali.
Noi, come i nostri predecessori, abbiamo avuto difficoltà di rapporti con il Governo, con l'ICE e con le Camere di Commercio. C'è una insufficiente credibilità della classe politica regionale nei confronti del mondo imprenditoriale piemontese e forse c'è insufficiente attenzione da parte nostra a questi problemi. Esiste un retaggio storico della grande industria rispetto ai problemi dell'impresa minore.
La Regione appalta la politica promozionale alla Promark. La convenzione con l'ICE era bloccata, poi è stata sbloccata, ma è stato un fatto meramente burocratico anche se si è avviata la costituzione della Commissione che la convenzione prevede. Non esiste alcuna legge né in materia di fiere né in materia di attività promozionale. Manca obiettivamente un coordinamento tra le politiche di settore, agricoltura artigianato, fiere. Manca la definizione di una struttura interna per la gestione degli interventi. Sicuramente, c'è una scarsa qualificazione dell'attività fieristica e approfondirò questa dichiarazione. C'è una certa concorrenza tra gli organizzatori fieristici circa le manifestazioni a carattere commerciale.
Un paragone con altre Regioni ci vedrebbe perdenti. Il mio appello desidero chiamarlo così - è: cerchiamo di risalire queste differenze. Il Veneto, l'Emilia, la Lombardia hanno livelli di spesa che vanno dal doppio a dieci volte la nostra spesa regionale e dispongono di strutture promozionali qualificate, tra cui una rete di enti fiera noti per la loro intensa attività.
Siamo in ritardo su questi temi. Questi disegni di legge affrontano i problemi della promozione e dell'attività produttiva. Oggi si è discusso soprattutto delle scelte e dei principi ispiratori dei disegni di legge scelte e principî che forse sono discutibili, ma sono dettati da approfondite valutazioni su come deve esplicarsi l'intervento regionale in questo campo.
Ci sono le occasioni per fare un salto qualitativo - consentitemi questa espressione di incoraggiamento -. Tra l'altro, il dibattito rivela come stia particolarmente a cuore un intervento qualificante in questo settore. E' già operante la convenzione con l'ICE; si è riunito il gruppo di lavoro e tentiamo di produrre delle proposte a livello regionale.
Che cosa resta da fare? Lo dico brevemente: valutazione dell'operato della Promark, che non è materia dell'odierno dibattito anche se la tentazione è forte e che dovrebbe costituire un aspetto secondario di quel salto.di qualità che desidero ricordare, soprattutto una nuova forma di esercizio dell'attività promozionale che può scaturire dall'applicazione dei disegni di legge in questione.
La seconda necessità è la creazione di una struttura interna alla Regione che garantisca l'applicazione delle leggi e il necessario coordinamento interassessorile e con gli organismi esterni, Camere di Commercio, Union Camere, ICE, Ministro per il Commercio Estero. Questi due aspetti preoccupano la Giunta nel momento in cui viene presentato questo disegno di legge e quello successivo delle attività fieristiche.
Questo disegno di legge è stato rielaborato dalla IV Commissione e licenziato all'unanimità. Non ritorno sui principi che hanno ispirato la proposta della Giunta, desidero soltanto richiamare alcuni obiettivi che intendiamo raggiungere: la disciplina e la razionalizzazione della spesa e dei contributi regionali, quindi non altissime pretese, ma concreti comportamenti. Le attività promozionali della Regione, che consistono nella realizzazione di iniziative e progetti o nell'erogazione di contributi, sono state attuate fino ad ora in assenza di una normativa regionale che individuasse con chiarezza i beneficiari e le procedure di spesa. L'Amministrazione regionale che ci ha preceduti nella fase conclusiva della sua attività, nel mese di gennaio o di febbraio del 1985, era stata sollecitata dal Commissario di Governo a proporre un disegno di legge ad hoc sull'attività promozionale. Questo disegno di legge, oltre ad individuare chiaramente i beneficiari degli interventi regionali e le procedure di spesa, definisce anche la tipologia degli interventi attraverso progetti pluriennali ed iniziative annuali, distinguendo tra l'attività diretta della Regione e quella oggetto di contributo.
Il coordinamento delle politiche e dei finanziamenti regionali nelle tre materie in cui si esplicano gli interventi regionali: fiere agricoltura e artigianato. Fino ad ora i fondi regionali destinati al finanziamento delle attività promozionali erano ripartiti su otto capitoli di contributi e di spesa, di cui tre rientravano nel programma per la promozione commerciale fieristica, tre nel programma di sviluppo e di qualificazione del settore artigiano, due nel programma di assistenza tecnica, di sostegno e di sviluppo delle aziende e delle cooperative agricole del bilancio di previsione per l'anno finanziario 1987.
Questo disegno di legge prevede l'elaborazione annuale da parte della Giunta di un programma promozionale che contiene tutti gli stanziamenti previsti per i tre settori relativamente agli interventi promozionali. In questo modo vengono racchiusi in un unico quadro programmatico di riferimento tutti gli interventi finanziari a carico del bilancio regionale per fiere, agricoltura e artigianato.
L'indirizzo dei finanziamenti regionali verso le azioni organiche e pluriennali. I progetti promozionali pluriennali sono privilegiati rispetto alle semplici iniziative annuali, consistono in una serie di azioni organiche e coordinate fra loro che si svolgono in un arco di tempo pluriennale e scaturiscono da appropriate analisi di mercato su cui le imprese intendono operare. Si è in sostanza recepita con legge una metodologia promozionale elaborata dal Ministero per il Commercio con l'Estero e già attuata dalla nostra Regione in collaborazione con l'ICE.
Riconoscimento di una pluralità di soggetti pubblici promozionali, di cui la Regione può servirsi per l'attuazione della propria politica. Mi riferisco oltreché all'ICE alle Camere di Commercio e al loro strumento operativo per la promozione, il Centro Estero dell'Union Camere che opera lodevolmente da anni per la predisposizione di servizi qualificati per le imprese piemontesi.
In sostanza cerchiamo di passare da un'impostazione che appaltava la politica regionale ad un solo soggetto ad un quadro legislativo che riconosce tutti i soggetti pubblici promozionali operanti a livello nazionale e regionale. Si pongono così le basi per valide forme di collaborazione con gli istituti camerali che si stanno sempre più orientando verso la fornitura di servizi reali alle imprese.
Il miglioramento dei rapporti tra lo Stato e la Regione con il superamento della ripartizione di competenze. I progetti pluriennali possono infatti beneficiare anche di finanziamenti nazionali. Si creano così le condizioni per la realizzazione di interventi che aggreghino sia le imprese industriali sia quelle artigiane o agricole sulla base dei settori merceologici e delle aree di mercato. E' possibile quindi realizzare interventi concordati tra Stato e Regione su settori importanti per la nostra economia e orientati sui mercati internazionali.
E' prevista inoltre la presenza nella Commissione tecnica di un rappresentante del Ministero per il Commercio con l'Estero.
La Giunta ha presentato un emendamento sull'articolo che riguarda la composizione della Commissione tecnica. Il testo proposto dalla Giunta prevedeva la presenza dei tre responsabili regionali operanti in materia di fiere, promozione dei prodotti agricoli e promozione dei prodotti artigiani. La presenza di questi funzionari era ritenuta indispensabile per attuare un coordinamento interassessorile tra i vari settori interessati all'attuazione della legge. Per questo motivo ho presentato un emendamento che propone di incrementare la Commissione suddetta con tre funzionari regionali esperti in materia di artigianato, fiere e agricoltura.
Ringrazio il Presidente della IV Commissione, Consigliere Ferrara, il Vicepresidente e i Commissari. Ringrazio, e non solo per un rituale, i funzionari dell'Assessorato e i collaboratori della Commissione che hanno svolto un lavoro di équipe che merita apprezzamento da parte della Giunta regionale.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, possiamo passare alla votazione del relativo articolato.
ART. 1 - I Consiglieri Marchini e Santoni hanno presentato il seguente emendamento: al termine vengono soppresse le parole "nonché l'utilizzo delle risorse".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 35 voti favorevoli e 2 astensioni.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 1 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 41 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 41 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 41 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Il Consigliere Ferrara ha presentato il seguente emendamento: dopo il secondo comma viene aggiunto il seguente nuovo comma: "I soggetti diversi da quelli indicati nel primo comma dell'art. 3 possono ottenere contributi solo se il progetto o l'iniziativa per i quali il contributo è richiesto sono oggettivamente coerenti con il programma promozionale approvato dalla Regione e per iniziative che non siano già previste dai soggetti indicati nel primo comma dell'art. 3 o che comunque ne possano determinare una minore incidenza".
La parola all'Assessore Sartoris.



SARTORIS Riccardo, Assessore al commercio

Il problema sollevato merita di essere approfondito e la Giunta si impegna ad esaminare la questione nel momento in cui proporrà il regolamento attuativo della legge, che comunque verrà esaminato dalla Commissione. Per il momento l'emendamento è respinto.



PRESIDENTE

Il Consigliere Ferrara ritira l'emendamento.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 4 nel testo originario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 41 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 41 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 41 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 41 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 41 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 41 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 41 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 41 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 11 è approvato.
ART. 12 - I Consiglieri Bontempi, Guasso e Bruciamacchie hanno presentato il seguente emendamento: al primo comma sostituire i punti a), b), c), 2, 3 e 4 con: "composta da tre funzionari regionali esperti in materia di agricoltura artigianato e fiere, da cinque esperti in materia nominati dalla Giunta previo esame da parte della Commissione Nomine ai sensi del primo comma dell'art. 7 L.R. n. 10/85, nonché da un rappresentante del Ministero del Commercio con l'Estero".
La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Vorrei chiarire la portata di questo emendamento e le conseguenze che potrebbe avere.
Dobbiamo cercare nella nostra attività legislativa di non affastellare Commissioni nuove, miste, di carattere consultivo che non rispondono a criteri di responsabilità e di chiarezza di funzioni e che spesso sono elementi di composizione extra-istituzionale degli interessi variamente in gioco. Molte volte abbiamo detto che occorre ridurre drasticamente le Commissioni consultive. Con questa legge nuova dovremmo cercare di non aggiungere un'ulteriore Commissione tecnico-consultiva con le caratteristiche tradizionali degli organi collegiali misti del nostro ordinamento, ma dovremmo rispondere alle esigenze reali presenti e sottostanti all'articolo con un'altra soluzione istituzionale.
Mi pare giusto che la Giunta si avvalga, con molta latitudine, di una componente tecnico-consultiva o tecnico-collaborativa integrata da funzionari e da competenze esterne. C'è un problema di difficoltà sul piano delle consulenze legislative di vario genere, di ordine politico, di rapporti con la stessa struttura. La scelta della Commissione tecnica pu essere valida a condizione che non sia del tutto un nuovo organo collegiale, ma risponda alle necessità pratiche e concrete della Giunta.
Per questo il nostro emendamento toglie il carattere "entificato" della Commissione, le configura un'identità attraverso questo impianto di collaborazione tra funzionari regionali ed esperti di commercio con l'estero. Devo dire che il deregolare, il deentificare questa Commissione dà la possibilità alla Giunta di avvalersene con molta più pienezza. Questo non è un parlamentino, non deve esserlo, perché non è un organismo decisorio, ma è un organismo collaborativo misto.
Nel nostro emendamento noi proponiamo una Commissione tecnica composta da tre funzionari, cinque esperti, un rappresentante del Ministero per il Commercio con l'Estero. Non prevediamo la norma sui compensi, però se è necessaria per poter pagare i membri della Commissione, prevediamola. Non è questo che ci preoccupa. Ci preoccupa invece l'impianto della Commissione e insisto sul fatto che l'Assessore regionale non la presieda, ma se ne avvalga, il che vuol dire molto di più. Gli Assessori sanno che la corretta dialettica istituzionale avviene tra una Giunta che chiede ai funzionari e agli esperti di produrre del lavoro, di darle dei consigli in qualsiasi momento, avendo l'autonomia di assumere le decisioni che ritiene necessarie.
Voglio evidenziare che è in gioco il ruolo degli Assessori. Nel momento in cui l'Assessore è nel meccanismo è tendenzialmente portatore di quelle decisioni e non se ne distaccherà con sufficiente autonomia. Ma c'è un vantaggio pratico in più. Dobbiamo rendere molto più flessibili le nostre forme. Flessibilità, ma molto rigore sui terminali istituzionali l'Assessore risponde alla Giunta, la Giunta risponde al Consiglio. Invece con queste Commissioni avviene che alla Giunta non si risponde e tanto meno al Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Nerviani.



NERVIANI Enrico

Esaminate le ragioni che stanno alla base della proposta del Consigliere Bontempi, ritengo che l'emendamento non sia accoglibile.
Occorre risalire all'origine dell'idea della Commissione tecnica.
L'Assessore aveva manifestato la preoccupazione di essere coadiuvato, in una fase politica iniziale, da una Commissione tecnica, composta da consulenti tecnici i quali dovrebbero svolgere la funzione politica di completare la valutazione iniziale e di impostazione del lavoro della Giunta. Quindi, in primo luogo, configuro in questa Commissione una valenza di supporto privilegiato ed esclusivo al lavoro della Giunta e ritengo che sia la Giunta a dover configurare le caratteristiche e ad impostare il lavoro della Commissione stessa. Nel momento in cui ci sono i funzionari ritengo che si svolga un'iniziativa pleonastica, i funzionari comunque ci sono e l'Assessore si deve abitualmente avvalere e della loro competenza e dei loro consigli. Di altre persone deve avvalersi intanto in quanto abbiamo il riconoscimento della Giunta. Il coinvolgimento del Consiglio nella fase della scelta è un coinvolgimento politico dall'esterno che in un certo senso corrompe la caratteristica iniziale di Giunta. Sulla base di questa ratio saremmo contrari all'interferenza del Consiglio, anche se filtrata in modo sottile dalla Commissione Nomine, in un'operazione di questo tipo. Così come pregiudizialmente siamo contrari alla presenza di tecnici che, ripeto, possono essere consultati in ogni momento e in ogni occasione.
Ritengo opportuna l'osservazione del Presidente del Consiglio sulle preoccupazioni che ci debbono essere nel momento in cui si fa accenno ad un funzionario che non è nostra competenza in primis indicare, quindi proporrei di togliere quella parte. Avrei riformulato il punto 1 in questo modo: "composta da cinque membri scelti fra qualificati esperti in materia.
La Commissione è convocata e presieduta dall'Assessore regionale delegato in materia di fiere e promozionalità o da un suo delegato".
Questa impostazione prescinde da una collocazione di parte, ma ha origine da una ratio molto precisa che ho cercato in qualche modo di illustrare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ci rimettiamo alla valutazione della Giunta. Ci sembra però che debba essere valutato con molta attenzione il salto, che l'emendamento dei colleghi comunisti cerca di individuare tra una Commissione e un gruppo di lavoro. Credo che non debba essere lasciata cadere senza un approfondimento questa ipotesi di immaginare che tutte le Commissioni regionali, anziché essere una specie di gran consiglio dell'Assessore, si evolvano il più possibile come gruppi di lavoro in grado di elaborare materiale sul quale poi la Giunta e l'Assessore prendono ovviamente con diritto di imperio, le decisioni, cercando però di motivare al massimo tali collaboratori, con il massimo di responsabilizzazione e con il massimo di legittimazione. L'Assessore, che ha valutato questa complessa materia, ci dirà in quale misura sia possibile dare una risposta immediata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Nel corso dei lavori in Commissione ci siamo detti che il livello di conoscenza richiesto per la gestione di questo tipo di legge era tale da rendere difficile l'operatività della Giunta e dell'Assessore. Si rendeva quindi necessario uno strumento che non fornisse i "semilavorati" di quelle che potevano essere le scelte dell'Assessore o della Giunta, ma che l'Assessore potesse avvalersi della strumentazione tecnica, delle conoscenze e delle risorse che un certo strumento, come questo tipo di Commissione, poteva fornirgli. Mi è parso di capire nel corso dei lavori che fosse questa la risposta da dare. Si tratta di trovare un gruppo di lavoro oppure una Commissione regionale articolata. Il primo nodo che dovrebbe essere chiarito è che l'Assessore non presiede questo organismo.
Viene convocato quando ci sono delle necessità particolari di elaborazione per questa funzione basta il ruolo di coordinamento del segretario, che è un funzionario regionale. Questo organo viene semplicemente a supportare in chiave tecnica esigenze che l'elaborazione svolta dall'Assessore richiede.
Non è un organismo che si riunisce con una periodicità regolare come alcune Commissioni particolari, è un organo che risponde a degli stimoli, quindi viene ad essere un supporto tecnico. Potrebbe essere definito gruppo di lavoro. Ha avuto però il significato di Commissione regionale proprio perché si pensava ad un'articolazione interna più ampia. Mi fa piacere che il Consigliere Nerviani abbia sottolineato, raccogliendo quanto diceva il Presidente Viglione, che si può in qualche modo sistemare meglio la strutturazione di questa Commissione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Sartoris.



SARTORIS Riccardo, Assessore al commercio

In Commissione il problema è stato approfondito e le argomentazioni presentate oggi sono state tutte diffusissime. Il voto unanime sull'art. 12 era maturato attraverso una serie di confronti durati per un tempo ben più lungo di quello dedicato oggi in aula.
Vorrei cercare di capire quale significato sottende la proposta che vuole trasformare una Commissione in un gruppo di lavoro. Chiederei pertanto una breve sospensione della seduta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Do atto all'Assessore della schiettezza, non capisco però la sua sorpresa.
Eravamo partiti da una posizione, poi atterrata in un compromesso di cui io e i miei compagni continuiamo a essere insoddisfatti per ragioni di sistema che ho esplicitato e che, dopo quanto affermato dal collega Nerviani, vorrei ribadire prima della sospensione della seduta.
Se si tratta della classica Commissione tecnico - consultivo politica, come diceva Nerviani, chiedo che le nomine siano decise dal Consiglio. Si riprenda, quindi, la classica tradizionale, amatissima lottizzazione tra molti (che è meglio di uno solo). Io non intendevo una Commissione politica, bensì scelta della Giunta, previo esame della Commissione Nomine solo sulla congruità della qualifica di esperti. Quindi il Consiglio non ha facoltà di proposta; c'è una Commissione Nomine. Dico però che avendo cinque esperti nel settore e il controllo della Commissione Nomine, questa Commissione non può fare proposte e non può introdurre nominativi se non quelli presentati dalla Giunta (salvo che vengano presentati dei cavalli come fece Caligola per la nomina a senatore).
Mi auguro che nella sospensione l'Assessore possa sentire gli altri Gruppi su questo problema.



PRESIDENTE

L'Assessore e i proponenti l'emendamento si possono incontrare per discutere.


Argomento: Università - Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Esame proposta di deliberazione n. 581: "Modificazione della deliberazione del Consiglio regionale n. 534-5678 approvata il 23 aprile 1987: 'Diritto allo studio nell'ambito universitario. Definizione per l'A.A. 1987/1988 dell'ammontare dell'assegno di studio, della borsa di studio e di altri servizi a prezzi differenziati delle fasce di reddito, nonché dei requisiti di merito richiesti"


PRESIDENTE

Nel frattempo propongo di iscrivere all'o.d.g. la proposta di deliberazione n. 581.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione la deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione l'immediata esecutività della deliberazione, ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'immediata esecutività è approvata all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Istituti Pubblici di Assistenza e beneficenza - II. PP. A. B.

Esame progetto di legge n. 250: "Modifiche della L.R. 23/1/1987, n. 7 'Norme urgenti concernenti la proroga dei termini previsti dagli artt. 36 della L.R. 23/8/1982, n. 20 e 8 della L.R. 11/2/1985, n. 9 - Il regime transitorio per la riconversione delle IPAB Infermerie e la nuova numerazione delle UU.SS.SS.LL. sub-comunali di Torino'".


PRESIDENTE

Propongo ancora di iscrivere all'o.d.g. il progetto di legge n. 250.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.
La parola al Consigliere Acotto.



ACOTTO Ezio

Il fatto che questa proroga sia scontata non esime da considerazioni che censurano fortemente l'atto politico che sta dietro alla sua presentazione.
E' la seconda proroga che la maggioranza presenta al Consiglio ed è la testimonianza dell'incapacità e dell'impotenza di questa maggioranza di pentapartito di sciogliere i nodi e di approvare un provvedimento legislativo di aggiornamento e di modifica della legge.
Il nostro voto è negativo.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Chiarire non è per niente facile. La maggioranza ha convenuto che occorresse un momento, non tanto di riflessione, ma di maturazione del problema, e si è orientata su questa linea. A me pare un percorso percorribile. Pregherei il collega Acotto di tentare uno sforzo per rivedere la sua posizione.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, possiamo passare alla votazione del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 15 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 15 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 15 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 18,10 riprende alle ore 18,30)


Argomento: Artigianato - Commercio

Esame progetto di legge n. 137: "Disciplina degli interventi di promozione delle attività produttive nelle materie di competenza regionale" (seguito)


PRESIDENTE

La seduta riprende.
In merito al progetto di legge n. 137 eravamo all'art. 12.
E' stato trovato un accordo, pertanto l'emendamento proposto dal Gruppo comunista viene ritirato.
La Giunta regionale ha presentato il seguente emendamento: il primo e il secondo comma dell'art. 12 sono sostituiti da: "1. La Giunta regionale, nell'elaborare le linee direttrici promozionali di riferimento e gli indirizzi regionali di politica fieristica, per l'impostazione dei programmi annuali, dei criteri per la valutazione dei progetti e delle iniziative regionali promozionali, nonché per la concessione di contributi previsti a sostegno dell'attività fieristica, si avvale di una Commissione tecnica appositamente istituita dalla Giunta regionale, composta da cinque membri scelti tra qualificati esperti in materia e nominati dalla Giunta regionale, da tre funzionari regionali esperti in materia di agricoltura, artigianato e fiere, nominati dalla Giunta regionale, e da un esperto designato dal Ministero per il Commercio con l'Estero. Le funzioni di coordinamento sono svolte da uno dei funzionari regionali, incaricato dall'Assessore competente in materia".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 12 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 39 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 12 è approvato.
La Giunta regionale ha presentato un emendamento che prevede un nuovo art.
12/bis: "ART. 12/bis -Osservatorio regionale - La Giunta regionale, entro tre mesi dall'entrata in vigore della presente legge, propone all'approvazione del Consiglio regionale un progetto per la creazione di un Osservatorio regionale, volto ad individuare i settori economici da promuovere sui mercati e rientranti nell'ambito delle competenze regionali".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per appello nominale del nuovo art. 12/bis.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 38 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 12/bis è approvato.
ART. 13 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 38 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 13 è approvato.
ART. 14 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 38 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 14 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 37 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Commercio - Fiere, mostre e mercati

Esame progetto di legge n. 140: "Disciplina delle attività fieristiche" (rinvio) e programma dei lavori


PRESIDENTE

Esaminiamo infine il progetto di legge n. 140, di cui al punto 4) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, relatore

Do per letta la relazione sul progetto di legge.



PRESIDENTE

Signori Consiglieri, la relazione viene data per letta, la discussione è iniziata, quindi proporrei di chiudere i lavori per questa sera e di riprenderli domani mattina.
La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

E' ragionevole chiudere i lavori, però vorrei porre una questione e cioè se non esauriamo adesso questa legge, domani avremo da discutere della complessa questione delle discariche, della questione della Valle di Susa e del problema della cassa integrazione. Oggi abbiamo presentato un ordine del giorno che riguarda la cosiddetta autostrada urbana, ordine del giorno che necessiterebbe di una risposta prima che l'Assessore Cerutti - papabile per le prossime elezioni - si dimetta. Pertanto, o decidiamo di continuare i lavori e di discutere questo punto oppure rinviamo questo argomento alla prossima settimana.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Penso che i problemi richiamati dal collega Bontempi andrebbero privilegiati. Non mi sembra però praticabile la posposizione di questo argomento agli altri richiamati. Teniamo anche conto che il Capogruppo democristiano diceva che la seduta dovrebbe terminare intorno alle ore 17 per permettere una loro riunione di Partito. Vorrei che la seduta di domani si svolga come è stato previsto dalla Conferenza dei Capigruppo.



PRESIDENTE

Per domani sono previste la discussione di alcune interpellanze, la risposta della Giunta sulla viabilità in Valle di Susa nonché la discussione sulle discariche. Dubito che si riuscirà ad affrontare anche il problema della disciplina delle attività fieristiche e quella sulla cooperazione, argomenti che comportano discussioni anche complesse. Quindi domani, dopo l'esame delle interpellanze, dovremmo stabilire l'ordine dei lavori considerando anche queste due leggi.
La parola all'Assessore Sartoris.



SARTORIS Riccardo, Assessore al commercio

Vorrei richiamare l'attenzione del Consiglio su questo provvedimento che la IV Commissione ha licenziato. La materia fieristica è trasferita alle Regioni dal 1972 e la Giunta ha presentato il disegno di legge nei mesi di giugno o luglio 1986. E' un provvedimento qualificante per questa assemblea regionale e di dignità tale da richiamare una puntuale attenzione da parte di tutti. E' vero che dobbiamo discutere di altri aspetti dell'amministrazione regionale, vorrei però richiamare le forze politiche del Consiglio alla necessità che questo provvedimento non venga ulteriormente rinviato oltre la seduta di domani. Mi appello quindi ai Capigruppo.



PRESIDENTE

Abbiamo sentito tutte le voci. Ci impegniamo domani a fissare il giorno per la discussione delle due leggi.


Argomento:

Esame progetto di legge n. 140: "Disciplina delle attività fieristiche" (rinvio) e programma dei lavori

Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

Le interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegate al processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19)



(La seduta ha termine alle ore 19)



< torna indietro