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Dettaglio seduta n.8 del 26/09/85 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


VIGLIONE Aldo


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Adempimenti di cui agli artt. 18 dello Statuto e 21 del Regolamento Insediamento Commissioni consiliari (seguito)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Comunico che secondo quanto stabilito in sede di Conferenza dei Presidenti dei Gruppi sono state insediate le otto Commissioni permanenti e sono stati eletti i rispettivi Presidenti e Vicepresidenti: I Commissione Presidente SANTONI Vicepresidente QUAGLIA II Commissione Presidente RIVALTA Vicepresidente RATTI III Commissione Presidente MIGNONE Vicepresidente FERRO IV Commissione Presidente FERRARA Vicepresidente BRUCIAMACCHIE V Commissione Presidente DEVECCHI Vicepresidente ACOTTO VI Commissione Presidente VILLA Vicepresidente ROSSA VII Commissione Presidente CROSO Vicepresidente PETRINI VIII Commissione Presidente VALERI Vicepresidente OTTAVIANO Per ora sono state insediate le sette Commissioni che hanno già i locali.
Con il Presidente della VIII Commissione si definiranno sede e personale.
Su questo adempimento è aperta la discussione.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Carazzoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CARAZZONI Signor Presidente, colleghi Consiglieri, abbiamo anche noi - anzi: soprattutto noi - qualcosa da osservare, prendendo lo spunto dalla comunicazione testé fatta dal Presidente del Consiglio regionale, sugli accordi intervenuti tra i partiti del cosiddetto "patto costituzionale" e sulla assegnazione delle presidenze e vicepresidenze delle Commissioni.
Francamente, pensiamo che i colleghi non se ne meraviglieranno perch le nostre posizioni in ordine a questo tema sono ormai note da tempo: possono essere condivise o possono essere respinte ma, in ogni caso, non possono venire ignorate.
Quindi, il nostro intervento potrà risultare sorprendente - ammesso che voglia registrarlo! - soltanto al quotidiano torinese che, ancora il 24 settembre, parlava di intesa sulle Commissioni, contestata solamente dal PCI, dai Verdi e da DP, quasi che la Destra Nazionale l'avesse invece sottoscritta oppure la trovasse di suo gradimento... Potenza della disinformazione, forse più stupida che faziosa, comunque squalificante per chi sistematicamente la pratica, sulla quale - a tutela del nostro Gruppo e, diciamolo pure, anche nostra personale - già abbiamo voluto richiamare l'attenzione e l'interessamento del Presidente del Consiglio, essendo intollerabile che un mass-media importante qual è "La Stampa", detentrice del monopolio informativo in Piemonte, seguiti a così falsificare la verità, recando offesa non solo al Movimento Sociale Italiano, ma al Consiglio stesso. Perché è chiaro che noi non avremmo potuto essere d'accordo sulla lottizzazione delle presidenze e vicepresidenze delle Commissioni operata con la settaria, ingiustificata ed incomprensibile come poi dimostreremo - discriminazione a nostro danno. Forse può far comodo ai partiti del sistema che 1a nostra protesta non sia risaputa al di fuori del Palazzo. Ma è comunque ignobile che un grande giornale - che si dice libero, indipendente, rispettoso del pluralismo democratico - si presti ad assecondare questo gioco. No, noi non siamo stati né siamo checché ne pensi "La Stampa" di Torino - muti spettatori di questo inverecondo spettacolo di spartizione di posti: tant'è che, ancora adesso non intendiamo lasciarlo passare sotto silenzio. Prima di farlo, però, ci è doveroso dare atto al Presidente del Consiglio d'essersi correttamente adoperato perché le Commissioni avessero a risultare, nelle cariche di vertice, espressione di tutti i Gruppi rappresentati nell'assemblea.
Forse il Presidente del Consiglio si è scordato di ricordare questo particolare che, ad ogni modo, vogliamo essere noi a fare presente all'assemblea.
Nel corso di un colloquio ufficiale, chiesto e subito ottenuto, noi abbiamo voluto richiamare la sua attenzione sull'articolo 23 del Regolamento, che appunto gli affida il compito di verificare se esista la possibilità di un'intesa affinché le presidenze e le vicepresidenze delle Commissioni siano espressione della pluralità delle forze del Consiglio.
Ebbene, dobbiamo onestamente riconoscere che il Presidente, dopo aver ascoltato con comprensione le ragioni che gli andavamo esponendo, ha poi rappresentato con estrema correttezza - e glielo riconosciamo con molta lealtà - queste stesse ragioni in sede di Conferenza dei Presidenti di Gruppo. Purtroppo - e purtroppo non soltanto per lui e per noi, ma per l'immagine stessa del Consiglio regionale - i colleghi Capigruppo si sono dimostrati sordi e ciechi (a cominciare - e questo è davvero paradossale dal Capogruppo dello stesso partito di Viglione) di fronte ad una responsabile e serena esortazione che, se accolta, avrebbe permesso - per la prima volta nella storia di questa Regione di presentare all'opinione pubblica esterna un accordo unanime almeno sulle rappresentanze negli organi istituzionali regionali. Invece, per giustificare l'esclusione preconcetta del Movimento Sociale Italiano si sono tirate in ballo le solite storie sull'antifascismo, sulla tradizione storica, sul passato: argomentazioni che avremmo giudicato, in ogni caso, deboli e presuntuose ma che, comunque, potevano avere un loro particolare significato se fatte in altri tempi, in altre circostanze, in una diversa realtà storica.
Al contrario, accade che al Comune di Torino la vicepresidenza di una importante Commissione, quella urbanistica, venga assegnata alla Destra: e ad approvare 1a scelta sono DC, PSI, PRI, PLI, PSDI, mentre si astengono (ma non votano contro) PCI, Sinistra Indipendente, DP.
Che vuol dire questo? Forse che, in Comune, la pratica, il rigore, la vigilanza democratica ed antifascista sono avvertiti meno che in Regione? In verità, ce ne stupiremmo ed insieme ce ne dorremmo, signori Consiglieri di tutti i Gruppi, per i vostri colleghi del Consiglio comunale...
Ed accade che, alla Provincia di Torino, addirittura una presidenza ed una vicepresidenza siano assegnate al Movimento Sociale Italiano, sempre con l'approvazione della maggioranza pentapartitica e con la non opposizione delle sinistre.
Anche qui, che senso ha questa diversità di trattamento? Forse che noi dobbiamo essere puniti perché risultiamo essere più "fascisti" (virgolettiamo il termine) di quanto non lo siano i nostri camerati (non virgolettiamo il termine) della Provincia? Ma badate che, se il nostro partito fosse veramente quale voi lo raffigurate, così distinguendo ci procurereste soltanto attestati di benemerenza, utilissimi ai fini di una qualsiasi promozione interna di partito.
Fuori d'ogni ironica considerazione, crediamo dunque d'aver dimostrato come la decisione di discriminarci nella assegnazione delle presidenze e delle vicepresidenze sia stata non soltanto ingiusta (si è discriminata ancora una volta, la quarta forza politica del Piemonte, cioè si sono offesi i diritti di rappresentanza di 165.000 elettori piemontesi); ma soprattutto sia - alla luce di quanto accaduto al Comune ed alla Provincia di Torino - sommamente ridicolo: e ci spiace dover constatare che di ridicolo, prima ancor che di faziosità, si siano coperti colleghi Capigruppo anche di parte avversa, cui pure avevamo fatto credito, forse sbagliando, di intelligenza pronta e di sensibilità politica acuta.
E' stato per rafforzare la denuncia contro questa situazione assurda che i rappresentanti del Movimento Sociale Italiano volutamente si sono astenuti dal prendere parte alle sedute di insediamento delle Commissioni.
Ancora due considerazioni di carattere squisitamente politico. Primo: noi denunciamo all'opinione pubblica il modo con cui si è giunti all'accordo di maggioranza. Per giorni e settimane si è mercanteggiato all'interno del pentapartito, onde ottenere questa o quella presidenza questa o quella vicepresidenza, in un clima avvelenato da pretese, da ricatti, da ripicche personali, da lotte di correnti e di gruppi di pressione, persino da ultimatum da parte di chi, stando al di fuori del Consiglio, tuttavia ha voluto pesantemente interferire anche sulla composizione di organi istituzionali del Consiglio stesso. Tutto questo è storia nota e risaputa, che tra l'altro ha impedito sino ad oggi l'avvio dell'attività legislativa. Se ne riparliamo ancora, è soltanto per sottolineare che anche queste vicende interne del pentapartito - ora solo temporaneamente rattoppate - dimostrano quanto la nuova maggioranza giusto il giudizio che avemmo a darne al momento della sua costituzione si presenti in stato di precarietà, debole, incerta e divisa già sin dai primi giorni di vita.
Secondo: noi denunciamo ancora che l'accordo sulle Commissioni, in realtà, è stato null'altro che un compromesso stipulato tra la maggioranza e l'opposizione comunista, le quali infatti - e non a caso - si sono spartite tutte le presidenze e le vicepresidenze disponibili, non solo escludendone la Destra Nazionale; ma anche negandole a tutti gli altri Gruppi minori. E' evidente, in questa intesa compromissoria, il disegno del pentapartito, da una parte, di considerare il PCI come interlocutore privilegiato, ed insieme dello stesso PCI, dall'altra parte, di qualificarsi come la sola, legittima forza di opposizione all'interno di questa assemblea. Noi comprendiamo benissimo quanto questo patto tacitamente raggiunto, sul quale sarà magari possibile, in futuro, co struire altri più scoperti e pericolosi accordi, possa interessare così i democristiani come i comunisti. Comprendiamo meno quale interesse abbiano avuto i partiti di area laica e socialista ad accettarlo, anzi a favorirlo agendo come mosche cocchiere per la discriminazione di altri Gruppi di opposizione.
Ed è comunque un disegno contro il quale il Movimento Sociale Italiano si batterà con tutto il suo impegno, qui e al di fuori di quest'aula.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Pezzana. Ne ha facoltà.
PEZZANA Vorrei fare alcune osservazioni in merito ai lavori per la formazione delle Commissioni. Su "La Stampa", e cito solo "La Stampa" perché è l'unico giornale di informazione, è uscita una definizione che, se non sbaglio, è stata pronunciata dal Presidente della Giunta Beltrami, quando, cercando di spiegare il ritardo dei lavori, aveva parlato di un "incidente di percorso". Questo incidente di percorso che è stato riportato pari pari dai giornali, io vorrei dirlo non tanto ai Consiglieri presenti, ma allo scarsissimo purtroppo quasi nullo pubblico (questa mancanza del pubblico può essere un'altra spia dell'atmosfera pesante e mancante di vera dialettica che c'è in quest'aula) è la rivelazione di metodi politici che è il caso di rilevare augurandoci che la stampa colga l'occasione per scriverli.
E' semplicemente una protesta da parte del Capogruppo socialista, il quale, di fronte agli accordi precedenti stabiliti tra maggioranza e opposizione, protesta e dice che non gli va più bene.
Molto ingenuamente ritengo che il Capogruppo socialista pretenda qualche posizione più preponderante e più importante per il suo Gruppo politico.
Si viene poi a scoprire in realtà che il Capogruppo socialista si dichiara soddisfatto dei nuovi accordi dopo il famoso incidente di percorso e i nuovi accordi prevedono una vicepresidenza in meno per il PSI.
Devo dire, sempre molto ingenuamente, che rimango stupito da questo incidente di percorso, perché ero abituato a studiarne altri dove invece le richieste erano proprio l'opposto. Proprio per quella schiettezza che ha caratterizzato una certa campagna elettorale in cui dicevamo: "compito di una rappresentanza piccola sarà anche quello di rivelare i giochi, tutti gli accordi che faranno lì dentro, maggioranza e opposizione, per cui non si capirà più chi è in Giunta e chi è all'opposizione".
Dopo avere visto come si sono formate le Commissioni, devo dire che faticherò molto a capire qual è la Giunta e quali sono invece i poteri reali che sono divisi esattamente a metà fra DC e PCI.
BONTEMPI Possiamo discutere.
PEZZANA Non sono qua per sentire spiegazioni da te, vorrei sentire i tuoi pareri come forza di opposizione, ma purtroppo devo dire che le forze di opposizione qui non sono certo rappresentate dal PCI.
GUASSO Falla tu l'opposizione! PEZZANA Chiedo se è una pretesa troppo democratica quella di non essere interrotto.
ADDUCI Non dire fesserie.
PEZZANA Io non definisco fesserie quello che dici tu e ti pregherei di non definire fesserie quello che dico io. Sono semmai opinioni diverse.
Il fatto che tu le definisca fesserie è indice del tuo grado di rispetto verso chi la pensa diversamente da te.



PRESIDENTE

Bisogna avere rispetto verso le opinioni altrui.
PEZZANA Mi sento semplicemente riconfermato in opinioni che avevo già. Guardo questa bellissima lottizzazione e mi chiedo che cosa avrebbe detto la destra, che pure ha protestato per la lottizzazione, se fosse stata accontentata con una vicepresidenza.
Collega Carazzoni, se ben ricordo, proprio in Conferenza dei Presidenti di Gruppo avevi chiesto per il tuo Gruppo una vicepresidenza.
Io credo che se una forza politica si propone di fare opposizione non debba chiedere posti nel potere. Questa è una opinione personale, qualcuno la definirà una fesseria, però io continuo a pensarla in questo modo e lo dico.
In questa corsa all'instaurazione delle Commissioni il Presidente Viglione, con lo humor che lo contraddistingue sempre per fortuna, si chiedeva: "chissà chi sarà il Presidente e quanti voti avrà, chissà chi sarà il Vicepresidente" .., tutte cose che sapevamo da, giorni...



PRESIDENTE

Non è vero! PEZZANA Non è vero che hai il senso dell'umorismo o che lo sapevamo già? Prima che iniziasse la riunione dei Presidenti dei Gruppi ho avuto una copia dove c'era tutto già scritto, quindi la suspence e la sorpresa che dovevamo avere non c'è stata.
Mi auguro che in questi anni in cui tenteremo di far funzionare questo Consiglio regionale io possa distinguere la Giunta da quella che è l'opposizione.
Dato che faccio parte di quest'ultima gradirei sapere chi ne fa parte degli altri Gruppi politici.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.
ALA Cari Consiglieri, vi chiedo soltanto un minuto e mezzo, non perché è tardi, ma perché desidero solo dichiarare a titolo personale e a nome del mio Gruppo che anche noi non abbiamo condiviso il meccanismo con il quale si sono scelti i nomi delle presidenze e delle vicepresidenze delle Commissioni consiliari.
Soprattutto, ricordo che non è scritto da nessuna parte del Regolamento la esclusione dei Gruppi che non vantano "benemerenze" storiche.
Ricordo che al Comune e alla Provincia di Torino si è tenuto un diverso atteggiamento, da parte delle forze politiche, nei confronti di DP, dei Verdi e del MSI.
Quanto dichiarato dal collega Pezzana mi rende personalmente dubbioso: il mio collega in Provincia ha fatto bene o male ad accettare una vicepresidenza? Come forza che si ritiene di opposizione, avrei gradito un diverso comportamento da parte del PCI, soprattutto tenendo conto di come questo partito si era comportato, a sua volta, nella legislatura precedente.
Nella passata legislatura, infatti, la maggioranza che governava la Regione aveva avuto un rapporto più corretto nei confronti dell'opposizione, le aveva riconosciuto più spazio. 0 le Commissioni fanno parte del consiglio e come tali hanno una loro dialettica, oppure accade che la maggioranza prima decida quanti spazi le servono per risolvere i propri problemi interni e decida di passare da sette ad otto Commissioni per fare spazio a tutti e residualmente conceda quello che rimane all'opposizione.
In verità, quello che rimane è poco e non è pensabile, da parte mia chiedere al PCI di lasciarci uno spazio: questo è già avvenuto per la formazione dell'Ufficio di Presidenza. La mia presenza in esso è dovuta proprio ad un voto del PCI, quando invece da parte mia, tanto allora quanto adesso a proposito delle Commissioni, si sarebbe voluto che il riconoscimento delle nuove forze presenti in Consiglio più volte dichiarato a parole si tramutasse in pratica in un interesse collettivo delle forze di maggioranza e delle forze di opposizione a darvi adeguata rappresentanza negli organismi del Consiglio.
Non ho, quindi, ritenuto corretto chiedere al PCI che ci concedesse una vicepresidenza.
Questo doveva essere il riconoscimento unanime delle forze politiche.
Non c'è stato.
Mi rammarico però del fatto che il PCI abbia accettato, con le forze di maggioranza, un accordo penalizzante rispetto all'accordo che lo stesso PCI e le altre forze della passata maggioranza avevano riconosciuto all'opposizione di allora. Non può che essere giudicato negativamente questo desiderio di stravincere, questo desiderio di dilagare e di ottenere sempre di più.
Al PCI voglio ricordare un'ultima citazione di un piemontese intelligente: Paolo Conte, astigiano. Ieri sera, mentre attendevo la seconda edizione del TG 3 Regionale, per controllare le dichiarazioni del Presidente dell'ENEL Corbellini, ho ascoltato alla TV Paolo Conte e vorrei qui richiamare l'ultimo verso di una delle sue più belle canzoni, che dice: "Era un mondo adulto, si sbagliava da professionisti".
Ammetto il professionismo del PCI, ma non vorrei che avesse ragione Paolo Conte.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Staglianò. Ne ha facoltà.
STAGLIANO' Signor Presidente, accogliendo il suo invito ad essere sintetico e ricorrendo a immagini forse un po' forti, ma più eloquenti di tante argomentazioni, mi permetto di definire questa vicenda che si è conclusa pochi minuti fa con l'insediamento delle otto Commissioni come un esempio emblematico di una maggioranza ingorda che ha dovuto aggiungere un posto a tavola poiché le poltrone non erano sufficienti ad ospitare gli onorevoli sederi che dovevano accomodarsi.
Penso che abbia ragione il collega Nino Carazzoni a lamentare discriminazioni e incongruenze del pentapartito: in effetti, mentre assistiamo a tutti i livelli istituzionali del Paese ad un processo di scongelamento nei confronti dell'MSI, forza rispetto alla quale sono note le nostre nette discriminanti ideologiche, in Piemonte questa maggioranza per pura ingordigia, non è riuscita a trovare nemmeno un posto per i missini, i quali, in ogni circostanza e tutte le volte che ne hanno l'occasione, forniscono a Roma il proprio contributo a volte determinante al pentapartito, come non mancherà, ho l'impressione, di avvenire anche a livello locale.
Abbiamo assistito in ben tre riunioni di Conferenza di Presidenti di Gruppo ad interferenze, da parte del responsabile degli Enti locali del PSI, nella divisione delle poltrone, e abbiamo assistito a una prevaricazione della maggioranza nei confronti del Consiglio, essendo le Commissioni permanenti strumenti istituzionali di questa assemblea rappresentativi di tutte le forze al di là della collocazione politica nei confronti del governo.
Penso che tutta quanta la vicenda si possa riassumere in questa espressione, forse abusata: il pentapartito è arrogante coi deboli e debole con gli arroganti. Alla fine dei conti è proprio questo che si è verificato. Capisco il tono dell'intervento di Pezzana, anche se mi sfugge la sua finalità politica; e mi rendo conto che il Partito socialista ha finito questa lunga corsa ad ostacoli per dividersi le Commissioni con l'essere penalizzato, il che dimostra come, dentro questa maggioranza, si è istituita una sorta di catena alimentare, secondo la quale il pesce grande mangia quello piccolo, e così via all'infinito, mortificando le regole del pluralismo effettivo, e quindi le garanzie di tutte le forze politiche di poter svolgere a pieno il compito che gli elettori gli hanno affidato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Benzi.
BENZI Signor Presidente, colleghi Consiglieri, avrei fatto diverse osservazioni, ma le han fatte i miei colleghi prima di me per cui sar molto breve.
Non c'è nulla di nuovo sotto il sole.
Solitamente le maggioranze approfittano della debolezza degli altri e si aggiustano bene. Ho detto in un mio intervento che sono contrario alla istituzione di otto Commissioni, perché non sono giustificate dal lavoro che viene svolto anche perché avendo in questi 15 anni sfornato più di un migliaio di leggi sarà difficile sfornarne delle altre, perché più leggi facciamo più tormentiamo i piemontesi.
Vorrei però sapere con quali criteri sono scelti gli uomini per le cariche di Presidenti e di Vicepresidenti.
Hanno abilità particolari nel settore in cui sono chiamati? Sono dei luminari? Non faccio parte né della maggioranza, né della minoranza, in questo momento mi sento un libero calciatore sul mercato.
Assicuro che non aspiro a nessuna candidatura, però, come dicevano il collega Carazzoni e altri intervenuti, su sette esponenti nessuno ha avuto l'onore di essere almeno aspirante allievo alla Vicepresidenza.
Immaginate la buon'anima di Benedetto Croce - cito un grande nome col massimo rispetto - che faccia parte di uno di questi Gruppi minori, ebbene certamente non andrebbe a finire nella Commissione Cultura perché non farebbe parte del pentapartito.
Queste sono cose inimmaginabili: o si ha una etichetta e si è in grado di svolgere una funzione oppure non si ha e non si è in grado di svolgerla.
Mi sembra un po' troppo forte.
La raccomandazione che farei invece è un'altra.
Dato che le Commissioni lavorano molte volte in modo oscuro, spesso solo il Presidente, il Vicepresidente e qualche amico strettissimo sanno che cosa capita, mi chiedo se non sarebbe opportuno che le Commissioni ogni sei mesi presentassero una relazione sulle presenze dei Consiglieri sulle leggi esaminate e sulle cose fatte in modo che tutti i colleghi possano essere informati.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.
BONTEMPI Signor Presidente, colleghi Consiglieri, attendevamo questa occasione per poter illustrare le ragioni della nostra posizione in una sede pubblica essendoci stata nel nostro comportamento una notevole linearità rispetto ai presupposti che sin dai primi giorni susseguenti alle elezioni amministrative abbiamo introdotto in un documento in cui veniva trattata anche la parte riguardante le Commissioni.
Noi abbiamo aderito ad un'intesa con una serie di motivazioni critiche nette che ripeterò.
Alcune sono nuove perché derivano da come concretamente sono andate le cose.
Risponderò anche alle osservazioni che sono venute da alcune parti sul comportamento del nostro partito, non che ciò sia sempre dovuto, ma poich ritengo che in un'assemblea in cui si crede al confronto ognuno deve esprimersi chiaramente sulle proprie posizioni.
Le nostre ragioni critiche sono innanzitutto di ordine funzionale.
La soluzione delle otto Commissioni, quindi lo sdoppiamento della I Commissione con l'VIII, e la sparizione della IV è una soluzione critica.
Qui è possibile parlare sul piano astratto e della teoria, oppure sulla mera polemica politica, ma sul piano operativo le Commissioni consiliari come stabilisce il nostro Statuto e secondo la prassi, sono soprattutto un volano indispensabile per permettere al Consiglio di lavorare e di assumere le decisioni.
Ecco allora che la questione della funzionalità è determinante nelle Commissioni.
Lo scorporo delle pesanti e ingenti questioni che fanno capo alla I Commissione rischia di mettere in pericolo il confronto sui temi istituzionali.
Credo che nessun Gruppo possa essere escluso dal confronto, ad esempio sull'assetto dei poteri regionali.
Vedo però che nella composizione mancano il PLI, il PRI, il PSDI e altri Gruppi minori.
Capisco che i Gruppi minori debbano scegliere, quindi non è una accusa.
Tutti i Gruppi sono decisivi in materia istituzionale e così facendo rischiamo di far lavorare male le Commissioni.
Aggiungo - anche se su questo sono più tranquillo perché so che il Presidente del Consiglio è un uomo di rapida decisione - che sono preoccupato per la questione dei locali.
Stiamo già piuttosto allo stretto, non vorrei che l'operazione dell'VIII Commissione comportasse tempi lunghi per metterla in condizione di lavorare.
Nella seduta scorsa avevo ricordato che tra le priorità urgenti c'era quella della riforma istituzionale.
Non vorrei che la mancanza di alcuni Gruppi all'interno della Commissione rendesse difficile il lavoro.
Quindi le motivazioni che avevamo introdotto nel dibattito hanno una conferma.
Vi è un'altra questione critica, sempre sul piano della funzionalità.
Vogliamo dirlo per chiarezza non perché assuma carattere di censura o di critica personale, che non facciamo mai nei confronti di, chicchessia, che noi vediamo con stupore e anche qualche preoccupazione la soluzione a cui è addivenuta la maggioranza, quella cioè di attribuire la presidenza della VII Commissione ad un compagno socialista.
Non è ignoto il nostro passato con il Partito socialista e spero si ripeta anche in un prossimo futuro, ma qui c'è un problema istituzionale e politico molto delicato.
La gestione della materia nucleare interessa tutti. Abbiamo auspicato anche nell'ordine del giorno che venga trattata all'insegna della massima trasparenza e verificabilità.
Credo che una risposta adeguata possa essere data attraverso una forte collegialità di Giunta, da un lavoro collettivo, da una strategia di Assessorati sul piano del territorio.
Qui si mette in moto un'altra questione istituzionale delicata. Abbiamo sentito parlare che anche alla Provincia di Vercelli, interessata alla localizzazione della centrale nucleare, una funzione di prima responsabilità in materia potrebbe andare allo stesso compagno socialista contro cui nulla abbiamo, lo vogliamo ribadire - che qui ha una funzione in II Commissione. Bisogna stare attenti a non generare pasticci su queste cose, è una garanzia preventiva molto utile.
Sul piano politico abbiamo chiesto un rapporto diverso, più equilibrato; la proposta era di cinque a tre, addirittura di tre a cinque con un'inversione.
Abbiamo anche detto che non intendevamo occupare tutti quegli eventuali ruoli di responsabilità che fossero stati dati, in conformità a questa richiesta, all'opposizione.
C'è stato invece un mutamento sulle vicepresidenze ed è stato confermato un rapporto che consideriamo squilibrato e non equo.
Su questa base però il Partito comunista aveva fatto delle precise richieste e vengo a spiegare i motivi per i quali abbiamo aderito all'intesa.
I Consiglieri conoscono il nostro Gruppo, conoscono anche le persone che lo compongono, le competenze e il tipo di lavoro che possono svolgere in questa legislatura.
Allora, in una funzione di opposizione attenta solo agli interessi di un partito di opposizione non sarebbe stato preferibile cogliere ogni occasione, ogni pretesto per un disimpegno che legittimasse il totale carico di responsabilità a chi governa? Noi non intendiamo però che le istituzioni degradino.
Nessuno può smentire sul fatto che il Consiglio regionale funziona a condizione che ci sia un impegno pieno del Gruppo comunista.
Lo stesso discorso poteva valere nell'altra legislatura per altri Gruppi forti.
Quindi non riteniamo che la maggioranza ci abbia fatto alcun regalo anzi ci ha fatto ben altro. Non c'è stato nessun accordo, nessun gioco.
Credo alla essenzialità di un rapporto istituzionale per il funzionamento del Consiglio, che ci interessa per mandare avanti i lavori.
Chi fa bene l'opposizione vuole un confronto sui problemi, non sulle astrazioni.
Rispondo a Pezzana. Io rispetto chi ha metodi di dialettica e atteggiamenti diversi. Constato sempre di più che c'è una prevenzione nei confronti del nostro Gruppo difficile da schiodare. Ne prendiamo atto, non ci stupisce più di tanto.
Invitiamo alla prova dei fatti, così come in parte ha fatto il Consigliere Pezzana, a verificare come intorno alle questioni di merito intorno alle leggi, ai progetti, ai contenuti, agli indirizzi, sarà il nostro atteggiamento.
Non saranno assolutamente giochi con una maggioranza a cui ci contrapponiamo.
Sul merito vaglieremo chi e in quali casi ama parlare in una certa maniera e poi magari fare i giochi davvero.
La vicenda dell'Ufficio di Presidenza ce la siamo attaccata all'orecchio.
Noi chiedevamo alle opposizioni di fare un'azione unica per impedire che passasse il rapporto numerico proposto dalla maggioranza.
Non mi ricordo che ci sia stata in quest'aula nessuna dichiarazione di questo genere, da parte dell'opposizione, forse per inesperienza, anch'io do un beneficio di dubbio.
C'è stato qualcosa forse da parte del predecessore di Staglianò e poi è apparso naturale e scontato che il posto nell'Ufficio di Presidenza lo dovesse dare il Partito comunista.
Abbiamo dato un segnale dei nostri metodi, come l'abbiamo dato nella Commissione per l'impiego.
Il nostro taglio è questo.
Prima di essere prevenuti nei confronti del Partito comunista forse è bene ragionare non tanto sulla storia, ma sui fatti molto recenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.
ROSSA Signor Presidente, colleghi Consiglieri, penso che sia necessaria, da parte del Gruppo socialista, una breve considerazione anche perché buona parte del dibattito ha toccato l'atteggiamento che il Partito socialista ha tenuto nella discussione intorno alle Commissioni.
Credo quindi che - anche se era legittima aspirazione trovare per la maggioranza un referente come quello al quale ci si stava orientando, cioè il Capogruppo Brizio, che potesse rispondere, al di là delle battute che ho fatto, che possono anche avere qualche occasione per tirare delle conclusioni, che non sono però nella sostanza le conclusioni alle quali tutti quanti partecipiamo - fosse doveroso, da parte del Gruppo socialista intervenire almeno per alcune considerazioni.
Questo non toglie nulla al fatto che ci può essere un dibattito in cui la maggioranza può rispondere attraverso un suo rappresentante; e penso che tra persone corrette e leali non si possa dare luogo ad interpretazioni come quelle che polemicamente possono venire espresse, cioè che la DC in questo caso rappresenterebbe tutto e il resto non conta gran che, cosa che non è vera e penso che nessuno lo pensi convintamente.
E allora avevo detto di intervenire, perché mi pare che fosse giusto dire che le conclusioni alle quali siamo arrivati hanno visto una procedura anche difficoltosa, al centro della quale ci siamo venuti a trovare più noi di altri Gruppi e che ha fatto registrare anche una battuta d'arresto, più che un incidente di percorso.
Non considero la discussione che si stava concludendo sulle Commissioni una questione che ha modificato o che ha avuto aspetti di carattere politico, anche perché la maggioranza ha riconfermato la sua saldezza; essa non aveva infatti nessun motivo di dubitare o di venir meno della fiducia sulla quale si è costituita e sta lavorando.
C'era solo un problema, che era quello di vedere come sistemare la questione delle Commissioni. E, guarda caso, era un problema non secondario che atteneva alle esigenze che ciascun Gruppo ha, e quindi alle esigenze che il Gruppo socialista aveva, quelle cioè di avere una Commissione adeguata e rappresentativa della sua consistenza e della sua forza.
Se voi ricordate, noi abbiamo fatto alcune ipotesi, e tra queste ipotesi abbiamo indicato la II Commissione, che era la Commissione sulla quale avevamo espresso una opzione particolare, anche se riconosciamo che esistono dei momenti di intesa - senza parlare di regalo perché nessuno qui regala niente a nessuno, giustamente in politica le cose devono essere fatte secondo accordi e intese e sulla base di ruoli e di funzioni tuttavia abbiamo riconosciuto a un certo punto che la II Commissione, per un'intesa di carattere generale, andava al PCI. Ecco, potevamo mica davvero pensare che a un certo punto dovessimo tirare la corda fino al punto di romperla? Così come abbiamo riconosciuto che a un certo momento la I Commissione era giusto che fosse riconosciuta al PLI.
C'è stata naturalmente una valutazione differente sulla VI e sulla VII Commissione, che ha portato il nostro Gruppo ad esprimere con la VII Commissione una presenza significativa di tipo territoriale in una zona come quella del Piemonte appartenente all'area di Vercelli, dove ci sono anche dei grossi problemi e sui quali credo sia giusto che un'attenzione particolare venga espressa.
E allora io dico che l'intervento di Bontempi non aveva nessuna intenzione di innalzare, in qualche modo, una specie di ala di sospetti, mi sembra che non l'avesse, però vorrei fugare ogni dubbio. Se ce l'aveva è una cosa del tutto maliziosa, che io respingo in modo sdegnato, perché è chiaro che noi abbiamo indicato a presiedere la VII Commissione un compagno di capacità, di trasparenza, che ha un grande senso di responsabilità e su cui nessuno ha titolo per poter esprimere anche lontanamente alcun dubbio.
Dico che non aveva questo aspetto, perché se l'avesse avutolo respingo nel modo più sdegnato. Sia ben chiaro! E le scelte, che fa il PSI, il Gruppo socialista, sono le scelte delle quali si assume tutta la responsabilità qui dentro e davanti all'elettorato che ci ha mandati qui.
Il problema che si discuterà a Vercelli sarà un problema sul quale interverrà la Federazione del Partito socialista di Vercelli, comunque non è questo il problema, non è la questione se un compagno o se un collega ha più di una responsabilità in un settore o nell'altro; le responsabilità senz'altro saranno collegiali. Il Presidente Croso della VII Commissione si farà carico di compiere ogni atto corrispondente al massimo della collegialità e al massimo delle responsabilità, e qui sopra poi ciascuno dirà la propria cosa.
Ho ritenuto, cari amici, di prendere la parola per chiudere questa vicenda, perché ci sono nella vita dei partiti, l'ho già detto l'altra volta, dei momenti difficoltosi da superare, però vivaddio la questione è stata questa: che al termine di tutto questo il PSI, che da troppe parti viene dipinto e si è fatto un cliché a buon mercato, come qualche cosa che vuole in qualche modo avere o acquisire, arriva alla conclusione di questo iter delle Commissioni con una rappresentanza che è inadeguata al suo ruolo e a ciò che ambiva di realizzare. Inadeguata dal punto di vista della qualità, inadeguata dal punto di vista numerico.
Ecco, questo sia chiaro, perché resti scritto negli atti del Consiglio regionale, e tuttavia però ci si arriva con serenità, con tranquillità prendendo atto, anche il suo Capogruppo ha preso atto, seppure non entusiasticamente, che questa era la soluzione, l'intesa, l'ipotesi di accordo che consentiva delle soluzioni definitive come sono quelle alle quali siamo andati.
Certo, mi spiace perché non c'è stato lo spazio, e qualcuno ha inteso quando ho detto "i partiti storici", cari amici delle varie rappresentanze e dei movimenti, ho detto sbrigativamente così per definire una situazione rispetto alla quale noi non abbiamo mai inteso chiudere degli spazi, anzi siamo disponibili a promuovere iniziative di collaborazione.
E' diverso il caso dell'amico Carazzoni, su cui ho dato una precisa risposta che rappresenta delle distinzioni nette a questo livello, credo a un livello legislativo di grande rappresentanza, purtroppo, voglio dire 'purtroppo' perché al di là delle cose ideologiche ci sono le persone con le quali si lavora, e quindi non ci consentono di risolvere le questioni.
Questa è la nostra posizione. E' un doveroso intervento che dovevo fare, per sottolineare il nostro impegno e la nostra volontà di concorrere nell'ambito della Regione a recare il nostro contributo di discussione e di confronto e di intesa nell'ambito della maggioranza, per dare il nostro sostegno leale e impegnato per il buon andamento e la realizzazione dei programmi che questa maggioranza si è dati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.
BRIZIO Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il tema del numero delle Commissioni è stato trattato nella precedente seduta di. Consiglio in occasione della apposita modifica regolamentare.
In quella sede avevamo esposto le, ragioni per le quali la maggioranza ritiene che il numero di otto Commissioni è funzionale allo svolgimento del lavoro legislativo del Consiglio regionale.
Tutti hanno convenuto sul grande carico di lavoro che aveva la I Commissione nella passata legislatura e sulla sua impossibilità ad assolvere a tutti i compiti attribuitile.
Questa è stata la ragione fondamentale, anche se non l'unica, che ha portato alla scissione della I Commissione.
D'altro canto un aumento di Commissioni era già avvenuto nel 1980 quando si è passati da cinque a sette Commissioni perché si riteneva necessario articolare in modo diverso il funzionamento del Consiglio.
Otto Commissioni c'erano già nella prima legislatura 1970-1975.
Per quanto attiene i rapporti tra maggioranza e opposizione ci sono due problemi: quello del Movimento Sociale Italiano e quello più complessivo del numero delle presidenze delle Commissioni.
Il problema del Movimento Sociale ce lo siamo posto, sta maturando, ma qui in Regione non possiamo omologare il comportamento del Comune e della Provincia.
Il Comune e la Provincia sono organi amministrativi, enti locali deliberanti, la Regione è un ente legislativo nel quale i gruppi storici ritengono che non siano ancora maturate le condizioni per passare ad una fase che veda il Movimento Sociale impegnato nella guida delle Commissioni.
Per ciò che riguarda i rapporti tra maggioranza e opposizione abbiamo dato all'opposizione uno spazio adeguato nelle presidenze e nelle vicepresidenze secondo una prassi da sempre instaurata nel Consiglio regionale del Piemonte, a differenza di quanto avviene nel Parlamento nazionale dove le presidenze e le vicepresidenze vengono, di norma, assunte tutte dalle forze di maggioranza.
La Regione Piemonte ha visto sempre presenti le opposizioni nelle presidenze delle Commissioni anche perché in un'assemblea di soli 60 membri è necessario coinvolgere l'opposizione nel lavoro istituzionale.
Concordo con Bontempi che, senza l'apporto costruttivo della maggior forza di opposizione, difficilmente il lavoro assembleare potrebbe svolgersi con correttezza e puntualità.
Negli ultimi dieci anni quando il Gruppo democristiano era all'opposizione ha contribuito notevolmente al funzionamento della istituzione regionale, quindi analogo atteggiamento ci attendiamo da un'opposizione responsabile come quella del Partito comunista.
Questo non significa che c'è un accordo fra il pentapartito e il Partito comunista come semplicisticamente si è voluto evidenziare; vi è invece una comune valutazione dell'importanza e del valore del lavoro istituzionale nella differenziazione dei ruoli che va comunque rispettata.
Non siamo né arroganti con i deboli, né deboli con gli arroganti, siamo invece sensibili all'equilibrio dell'assemblea, determinati a riconoscere dignità a tutte le forze politiche anche a quelle giunte nel Consiglio regionale per la prima volta, ma valutiamo anche il peso delle forze politiche che nasce dal consenso popolare, elemento fondamentale, senza il quale non esiste una corretta democrazia.
I rapporti tra maggioranza e opposizione saranno estremamente corretti e lineari, ispirati all'interesse generale della comunità piemontese e nello stesso tempo rispettosi nella netta distinzione dei ruoli tra maggioranza ed opposizione.
Possiamo tranquillizzare su questo il Consigliere Pezzana.
Il consociativismo delle responsabilità a livello di governo non rappresenta assolutamente né una nostra aspirazione né una prassi corretta.
Non c'è stato un accordo mercanteggiato: le vicende che hanno portato ad un breve allungamento dei tempi sono a tutti note.
Tra l'altro in proposito una precisazione deve essere fatta: siamo esattamente nella situazione del 1980; anche allora le Commissioni si insediarono nella seconda seduta consiliare post feriale.
Non c'è stato un lungo e complesso mercanteggiamento: anzi la maggioranza ha ritenuto possibile impegnare l'opposizione in una delle prime due Commissioni.
Questo fatto nuovo ed importante deve essere sottolineato.
In passato, per esempio, la I e la II Commissione erano presiedute dalle forze di maggioranza: abbiamo dato un segnale di disponibilità assegnando la presidenza della II Commissione al Gruppo comunista.
BONTEMPI Nella seconda legislatura la II Commissione era presieduta dal repubblicano Gandolfi.
BRIZIO Mi riferivo alla terza legislatura nella quale non vi era stata tale disponibilità.
Avevamo ripetutamente chiesto la presidenza della II Commissione ma non fu mai concessa alle forze di opposizione.
Quando è nato il problema che riguardava il Gruppo socialista, abbiamo cercato di risolverlo nell'ambito delle forze di maggioranza senza intaccare la disponibilità che era stata data all'opposizione per incarichi di particolare rilievo.
L'abbiamo risolto con lo scambio fra la VI e la VII Commissione, con una modifica nelle vicepresidenze.
Questo non significa affatto che ci sia una corsa ai pesi eccessivi anzi dimostra il contrario; certe Commissioni hanno un peso intrinseco diverso di maggior interesse rispetto ad altre.
Ora le Commissioni sono costituite; possono avviare i lavori costruttivamente.
Il Consiglio, organo centrale dell'istituto regionale, sarà in grado di dare supporto all'attività legislativa e all'azione di governo.
Abbiamo sempre considerato con attenzione i Gruppi minori, è per difficile il loro immediato inserimento a livello di presidenze o di vicepresidenze di Commissione, tenuto anche conto che tutto verrebbe concentrato su di una persona sola.
Le Commissioni possono dunque ora avviare il loro lavoro, la maggioranza, nella distinzione dei ruoli, darà il suo apporto perché il confronto sia corretto anche nell'ambito delle Commissioni consiliari del Consiglio regionale del Piemonte.



PRESIDENTE

Siamo giunti al termine delle dichiarazioni in ordine alla costituzione delle Commissioni consiliari.
Ringrazio tutti coloro i quali sono intervenuti.
Il Regolamento stabilisce che il Presidente del Consiglio verifichi la possibilità di una intesa affinché presidenze e vicepresidenze siano espressioni della pluralità delle forze del Consiglio.
Io non posso esprimere alcun giudizio su questo, registro soltanto che non si è verificata convergenza di opinioni.
Presentazione documento relativo alle dichiarazioni dell'ingegnere Corbellini dell'Enel sulla seconda Centrale Nucleare in Piemonte



PRESIDENTE

Signori Consiglieri, è stata richiesta l'iscrizione all'ordine del giorno della seduta odierna di una comunicazione del Presidente della Giunta in ordine alle dichiarazioni che l'ing. Corbellini ha reso alla Commissione del Senato.
Per obbligo di precisazione e di chiarezza rilevo che il documento non è né un ordine del giorno, né una mozione, né una interrogazione, ma una richiesta al Presidente della Giunta perché, a nome del governo, si esprima in ordine a quelle dichiarazioni, che io stesso che sono attento lettore non ho ritrovato in nessuna parte.
Se si vuole una comunicazione del Presidente della Giunta, occorre che gli sia dato il tempo di conoscere lo svolgersi dei lavori della Commissione al Senato nella quale l'ing. Corbellini avrebbe espresso le sue opinioni.
Questa richiesta è a conoscenza di tutti i Consiglieri.
Data l'importanza dell'argomento sarebbe opportuno non restringerlo in poche parole atteso che una discussione sulla installazione o meno di una seconda centrale nucleare non può essere avviata in fine di serata, d'altra parte non penso che il Presidente della Giunta in questo momento possa fare delle dichiarazioni.
Pertanto spetta ai Gruppi decidere e spetta ai proponenti accettare o meno la proposta che formulo, quella appunto di rinviare alla prossima settimana la discussione.
Evidentemente i presentatori e i Gruppi politici sotto l'aspetto procedurale possono avere la parola, senza entrare nel merito.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Reburdo. Ne ha facoltà.
REBURDO Noi abbiamo chiesto un'informazione rapida da parte della Giunta.
Vorremmo capire se questa notizia è stata preventivamente concordata con la Giunta stessa e se la Giunta sia in grado di discuterne nella prossima seduta del Consiglio in relazione dettagliata.
Sarebbe almeno opportuno capire nell'immediato che cosa è avvenuto in concreto di fronte a una notizia riportata ieri sera con un certo clamore dal TG 3.
Chiediamo un dibattito pubblico con esplicita iscrizione all'ordine del giorno.
Quindi non si esaurirà oggi questa informazione, che sicuramente merita una discussione aperta alla luce del sole, essendo questo uno dei punti strategici dell'economia piemontese. Quindi chiediamo almeno un assenso o una smentita di questa notizia.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.
BELTRAMI, Presidente della Giunta regionale Io devo dire al collega Reburdo, che ha proposto le sue argomentazioni con estrema delicatezza, pur con robustezza e rigore di proposta, che non sono stato sfiorato dalla notizia del TG 3 perché, proprio come è stato detto autorevolmente in quest'aula stamani, ci sono larghe fasce del Piemonte nelle quali il TG 3 non è visibile.
Io appartengo ad una di queste fasce.
Però la notizia rivestirebbe certamente un grosso interesse se fosse vera.
Chiedo alla cortesia dei proponenti che, ancor prima di inserirlo all'o.d.g. del prossimo Consiglio regionale, sia consentita la possibilità di acquisire nelle sedi competenti ogni più utile notizia per sapere se possiamo stabilire un rapporto discorsivo.
Se la notizia fosse vera sarebbe motivo di preoccupazione. Quanto meno compete alla Presidenza della Giunta regionale di notiziarsi a meno che il Consigliere Reburdo e gli altri Consiglieri che hanno sottoscritto questa richiesta abbiano argomenti che noi non conosciamo al di fuori della notizia.
Suggerisco, come è avvenuto per altre questioni, di offrirci la possibilità di approfondire l'argomento e di offrire, a nostra volta, ai Consiglieri ogni più utile elemento atto a formulare non solo un giudizio ma ad aprire un discorso chiaro su questo argomento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Staglianò. Ne ha facoltà.
STAGLIANO' Raccolgo la proposta del Presidente della Giunta di, iscrivere alla prossima seduta del Consiglio regionale questo punto.
Una settimana è sufficiente per acquisire il resoconto stenografico della Commissione Industria del Senato della Repubblica e per documentarsi anche sulle registrazioni delle notizie RAI trasmesse ieri.
Nell'arco di una settimana il materiale raccolto sarà sufficiente per aprire una discussione seria sul merito.
Accolgo anche a nome degli altri proponenti la proposta e chiedo che venga fissata oggi la discussione della comunicazione della Giunta.



PRESIDENTE

Il calendario dei lavori del Consiglio regionale lo stabiliscono i Presidenti dei Gruppi che sono convocati martedì pomeriggio e in quella sede potranno decidere; in merito. Anche la Giunta potrebbe richiedere di fare una comunicazione come stabilisce il Regolamento.
Quindi sono due le possibilità che ci vengono offerte.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Adduci. Ne ha facoltà.
ADDUCI Senza entrare nel merito, vorrei far rilevare la gravità della dichiarazione del Presidente della Giunta.
Il fatto che la Giunta non sappia nulla è estremamente grave.
Come si permette l'ing. Corbellini di dire che una centrale deve essere installata sul territorio della Regione senza che qui non se ne sappia niente? Ciò è lesivo dell'autonomia del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La Conferenza dei Capigruppo stabilirà quando porre all'o.d.g. tale questione.


Argomento: Questioni internazionali

Ordine del giorno sul Sud-Africa


PRESIDENTE

Pongo ora in votazione l'ordine del giorno sul Sud-Africa presentato dai Consiglieri Brizio, Bontempi, Rossa, Benzi, Staglianò, Marchini Fracchia, Nerviani e Sestero.
Ve ne do lettura: "Il Consiglio Regionale del Piemonte nella seduta del 26 settembre 1985 interpretando la Carta dei Diritti dell'Uomo dell'ONU e l'indignazione delle popolazioni piemontesi per la continua e crudele repressione attuata dal Governo Sud-Africano nei confronti della crescente protesta ed opposizione al regime segregazionista CONDANNA il regime di apartheid instaurato dal Governo di Pretoria con la repressione più dura che calpesta ed offende i più elementari diritti e valori della maggioranza di colore ESPRIME la propria solidarietà a quanti in Sud-Africa si battono per la fine del regime segregazionista e manifesta il cordoglio per le numerose vittime della repressione poliziesca SOLLECITA il Governo Italiano a sviluppare concretamente le iniziative assunte direttamente o in associazione con altri paesi della CEE, affinché si applichino nei confronti del Governo di Pretoria sanzioni economiche e politiche atte a superare ogni forma di razzismo e a favorire positivi processi di cooperazione fra i popoli AFFERMA la necessità che l'Italia, nell'ambito dell'azione già intrapresa per contribuire alla fine dell'apartheid, avvii, attraverso il Governo rapporti con i rappresentanti di colore che in Sud-Africa si battono legittimamente contro l'attuale situazione di ingiustizia RIVOLGE un pressante invito affinché il Governo Italiano dispieghi tutti i possibili interventi sul piano nazionale per la liberazione di Nelson Mandela, leader dell'opposizione negra, e di tutti gli altri cittadini sud africani in carcere per motivi politici FA APPELLO inoltre, al Governo Italiano affinché agisca a tutti i livelli internazionali per il contemporaneo blocco della fornitura di armi a chiunque direttamente o indirettamente operi in Sud-Africa, per contribuire all'allentamento delle tensioni crescenti e per favorire il pacifico superamento delle attuali intollerabili discriminazioni INVIA il presente ordine del giorno al Presidente del Consiglio dei Ministri al Ministro degli Esteri NE DISPONE l'inoltro agli organi di informazione per la maggior diffusione possibile." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 31 voti favorevoli e 3 contrari.


Argomento: Emigrazione

Comunicazioni della Giunta regionale in merito alla Conferenza Interregionale delle Regioni in America Latina dal 10 al 22 novembre 1985


PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Vicepresidente della Giunta per comunicazioni.
Ne ha facoltà.
VETRINO, VIcepresidente della Giunta regionale Dovrei informare i Consiglieri che si terrà in America Latina dal 10 al 22 novembre una conferenza interregionale. E' una iniziativa che hanno assunto le Regioni italiane, d'intesa con il Comitato Unitario degli Italiani in Argentina.
Il Consiglio regionale deve decidere la composizione della nostra rappresentanza per tale manifestazione.
Questa notizia era già giunta al precedente esecutivo, il quale per essendo in periodo di prorogatio, molto correttamente non aveva formalizzato alcun impegno e aveva rimandato una decisione alla nuova Giunta.
La nuova Giunta ritiene che l'adesione a questa iniziativa debba essere espressa con un atto formale del Consiglio regionale.
Questa iniziativa è nata a seguito di un impegno preso dal Presidente del Consiglio Craxi in occasione della sua visita in Argentina nel corso della quale gli era stato richiesto di definire una serie di contatti immediati, tra quella comunità italiana e le Regioni italiane.
In particolare è stato fatto osservare che proprio la Regione Piemonte sarebbe stata nel passato la meno disponibile a intrattenere rapporti di relazione con la comunità piemontese che in Argentina è la più numerosa nell'ambito della comunità italiana stessa.
Dunque, la nostra intenzione è quella di definire questa deliberazione successivamente si ritiene anche congiuntamente con le altre Regioni di definire in loco una presenza del Piemonte attraverso una mostra o altre iniziative che si riterrà di definire.
Attraverso questa deliberazione il Consiglio regionale potrà assumere iniziative per fare in modo che la rappresentanza piemontese nell'ambito della conferenza interregionale sia qualificata, importante e significativa anche per dimostrare l'attenzione che il Piemonte desidera esternare verso le comunità lontane che lamentano e richiedono un contatto più stretto con la comunità d'origine.



PRESIDENTE

A questo proposito devo dire che in un incontro di qualche mese addietro tra i Presidenti delle Giunte regionali con il Presidente del Consiglio, dopo un suo viaggio in Argentina, l'on. Craxi ha fatto presente specialmente a quelle Regioni che hanno rappresentanze maggiori in Argentina e in altri Stati, l'opportunità di tenere rapporti con i lavoratori emigrati o con le loro famiglie.
L'Ufficio di Presidenza ha già affidato al Vicepresidente Cerchio l'incarico di esaminare la possibilità di concretare quanto ha test indicato il Vicepresidente della Giunta, cioè una riunione delle Regioni con l'Associazione Piemontesi in Argentina con la quale abbiamo costanti rapporti.
Si tratterebbe di sviluppare questi rapporti non soltanto in Argentina ma in molti altri Paesi.
Ad esempio Fogolar Furlan è presente in Venezuela e in Argentina.
L'altro giorno abbiamo ricevuto una delegazione dal Ve nezuela dove spesso è ospitato il Fogolar Furlan. Chi ha modo di viaggiare scopre che i Piemontesi sono in tutte le parti del mondo. Recentemente ho incontrato un piemontese di Druogno che gestisce un ristorante a Santo Domingo e che mi ha proposto di portare i saluti agli abitanti della Val Vigezzo e agli Ossolani.
Il gruppo etnico piemontese è in espansione ovunque, quindi bisognerà sviluppare queste iniziative.
Il Consiglio regionale sarà convocato giovedì prossimo 3 ottobre 1985.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17.15)



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