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Dettaglio seduta n.78 del 12/03/87 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE


Argomento: Tutela dagli inquinamenti idrici

Interrogazione n. 596 dei Consiglieri Acotto, Ferro e Valeri inerente l'inquinamento dell'acqua a Borgosesia da trielina


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g. "Interrogazioni e interpellanze" esaminiamo l'interrogazione n. 596 presentata dai Consiglieri Acotto, Ferro e Valeri.
Risponde l'Assessore Olivieri.
OLIVIERI, Assessore alla sanità Signor Presidente, signori Consiglieri, rispondo all'interrogazione dei Consiglieri Acotto, Ferro e Valeri per quanto attiene alla trielina rinvenuta nei pozzi di Borgosesia. Le analisi sulla potabilità dell'acqua destinata al consumo umano eseguita dal laboratorio di sanità pubblica dell'USSL n. 45 di Vercelli hanno evidenziato la presenza in quantità superiore al limite di legge di tricloroetano, tricloroetilene tetracloroetilene nei pozzi in località Fornace, Vespino e Cancino siti nel Comune di Borgosesia.
Il Comune di Borgosesia ha quindi provveduto a chiudere i pozzi in oggetto e al fine di assicurare l'acqua a tutti i cittadini ha organizzato in accordo con la Prefettura di Vercelli, un servizio mediante autobotti militari.
Immediatamente si è richiesto l'intervento del Ministero della Protezione Civile, il quale ha ricevuto un rappresentante della Regione e il Sindaco di Borgosesia. Al Ministro è stata esposta la grave situazione in cui versava il Comune (ricordo che a Borgosesia sono residenti 16.000 abitanti circa) e le possibili soluzioni. Si è quindi concordato di avviare immediatamente lo scavo di altri pozzi e il Ministro ha garantito l'onere finanziario previsto in L. 700 milioni, emanando il giorno 4/12/1986 il relativo decreto di assegnazione.
Il giorno 30/12/1986 presso la Prefettura di Vercelli si è svolta una riunione per verificare lo stato di fatto, che posso così sintetizzare: l'applicazione del filtro a carbone attivo presso il pozzo di Vespino ha dato dei soddisfacenti risultati, consentendo il quasi totale abbattimento dei tassi di tricloroetilene e tetracloroetilene permettendo quindi l'approvvigionamento idrico di quasi l'80% della popolazione che abita nel centro storico. Si è inoltre stabilito che con periodicità settimanale il L.S.P. dell'USSL n. 45 provvederà ad analisi onde poter provvedere all'eventuale rinnovo del filtro considerati i buoni risultati ottenuti con l'utilizzo dei filtri a carbone attivo, si installeranno gli stessi anche al pozzo in località Fornace che consentirà la normalizzazione della situazione e la cessazione dell'intervento dei militari mediante autobotti si è stabilito che il primo pozzo da trivellare è quello sito in località Plello che offre tutte le garanzie di ordine tecnico; il Comune ha, con deliberazione del 16/12/1986, già provveduto ad incaricare una ditta per l'esecuzione dei lavori per la trivellazione di altri due pozzi si sta aspettando lo studio stratigrafico del terreno tale da permettere l'individuazione degli idonei siti.
Il giorno 2 febbraio u.s. si è svolta un'ulteriore riunione presso la Prefettura di Vercelli nella quale si è constatato che: settimanalmente il L.S.P. dell'USSL n. 45 effettuerà le analisi sulle acque trattate con i filtri a carbone attivo; i risultati analitici non evidenziano la presenza di tricloroetilene e tetracloroetilene è stato quasi completato lo scavo del pozzo in località Plello continua da parte di esperti l'esame della stratigrafia del terreno per la definizione degli altri siti dove trivellare.
Mi pare opportuno evidenziare che stanno proseguendo le indagini effettuate dall'USSL. n. 49 e dagli organi di polizia tese ad accertare le cause dell'inquinamento e l'individuazione dei responsabili.
Per quanto attiene ai provvedimenti da assumere nel medio e lungo periodo, personalmente sto per proporre a tutti gli altri colleghi di Giunta interessati (Assessori all'ecologia, pianificazione territoriale ecc.) la creazione di una Commissione interassessorile al fine di elaborare un programma per la pianificazione delle risorse idriche nonché di tutti gli interventi necessari per rendere operativo il programma predisposto.
Tutti gli studi avviati e già terminati e/o in via di ultimazione sono degli indicatori sullo stato di salute del territorio in relazione ai rischi che possono alterare l'ambiente.
Nell'ottica di quanto detto tutti gli studi sperimentali eseguiti da strutture universitarie hanno permesso e/o permetteranno alle strutture del S.S.N. di mirare gli interventi a difesa dell'ecosistema.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Acotto.
ACOTTO La risposta dell'Assessore ha consentito di percorrere la cronaca di una vicenda che abbiamo avuto modo di seguire parecchio da vicino, essendo l'inquinamento di Borgosesia un inquinamento che riguarda una zona in cui abitualmente operiamo e viviamo. E' un inquinamento che ha del sorprendente perché è l'inquinamento dell'acquedotto di un Comune che si trova ai piedi delle montagne, quindi il segnale che arriva da Borgosesia è di indubbia e forte preoccupazione.
In verità una parte della valle, così come lo sono le vallate biellesi vicine, è fortemente industrializzata, per cui il rapporto tra l'inquinamento della falda e le sostanze impiegate da alcune industrie locali pare essere molto stretto, anche se i tecnici del settore non sono ancora concordi nel definire la fonte specifica dell'inquinamento. Coloro che sostengono che l'inquinamento deriva da situazioni molto circoscritte sono alla ricerca ancora oggi di pozzi perdenti che pare non ci siano, per cui il discorso può essere effettivamente quello di un accumulo nella falda nel corso di anni di sostanze cloroderivate e quant'altro.
Se questa è l'ipotesi è molto complesso individuare eventuali soluzioni se si resta nel campo dello scavo dei pozzi. Dai primi esami e dalla consultazione della letteratura sulla stratigrafia del terreno in quella zona risulta la presenza di falde ricche ma superficiali; al di sotto vi sono strati impenetrabili di rocce granitiche per cui, contrariamente a quanto è possibile fare nelle zone di pianura dove esistono falde profonde in quella zona pare non esistere una situazione di questo genere. Quindi la soluzione pare essere più complessa di quanto è dato da immaginare.
A fronte di questa situazione c'è stato un intervento della Regione.
Gli Enti locali interessati in verità non hanno avuto la sensazione di grossi contributi da parte della Regione, se non il sostegno e l'intervento dell'Assessorato alla sanità, ma non hanno visto nessun impegno da parte di altri settori, per esempio, l'Assessorato all'ecologia e all'ambiente.
L'Assessore sostiene che la chiave di soluzione del problema è la Commissione che si è istituita nella scorsa seduta di Consiglio. Crediamo anche noi che un'opera di coordinamento di energie funzionali possa avere un notevole significato. Il caso di Borgosesia da questo punto di vista è abbastanza emblematico. Gli Enti locali sono completamente sprovvisti di supporti a fronte di tali emergenze che hanno necessità di sostegno, di contatti di carattere tecnico permanenti con organismi superiori come la Regione.
Vogliamo anche noi sottolineare l'assenza di competenze regionali a questo riguardo. L'intera problematica, al di là dell'emergenza e dell'impiego (che andrebbe valutato) di impianti per l'eliminazione delle sostanze inquinanti con carbone attivo, è strettamente correlata alla necessità di una riprecisazione del piano acquedottistico regionale giacché tra i tecnici locali, tra gli amministratori e tra la stessa popolazione continuano a permanere elementi da un lato culturali e dall'altro di tipo tecnico-scientifico fortemente diversi nell'individuazione di soluzioni. Logicamente non è consigliabile affrontare i problemi realtà per realtà, Comune per Comune, anche se il Comune di Borgosesia è significativo dal punto di vista del numero di abitanti; i temi sono collegati tra di loro per cui è il caso, senza mettere enfasi in questa richiesta, di parlare del piano di approvvigionamento idropotabile.
L'episodio di Borgosesia deve farci riflettere attentamente. Al di là dei provvedimenti da attivare tra la fase di emergenza e quella di regime al di là dell'indispensabile azione da perseguire sul piano repressivo per stroncare alla radice la fonte dell'inquinamento, rimane il grosso problema che richiamo in conclusione di questa mia replica - di porci anche in quelle zone in cui pareva non fosse presente l'inquinamento, per avere la possibilità di fruire di un'acqua che sia dal punto di vista della salute sia dal punto di vista della qualità sia consigliabile per l'uso umano.



PRESIDENTE

La parola ancora all'Assessore Olivieri.
OLIVIERI, Assessore alla sanità Vorrei dare un'ulteriore informazione. Contemporaneamente all'istituzione della Commissione da parte del Consiglio abbiamo completato una convenzione con l'Istituto di igiene dell'Università al fine di allestire un osservatorio - che definirei epidemiologico - sul totale livello d'inquinamento delle acque del territorio piemontese in modo da poter avere sempre presente non solo la situazione di disagio, ma la dinamica del fenomeno. Ciò permetterà continue valutazioni sulla situazione dell'inquinamento per sapere se regredisce, se continua, se è stazionario.
L'inquinamento sta diventando diffuso e ubiquitario e incomincia ad esserci il sospetto che si trovi non tanto in fonti localizzate, ma che il degrado sia tale per l'uso diffuso di prodotti lubrificanti, di combustibili o di altro da determinare una specie di terrore nei confronti di un problema che diventa non facilmente domabile come potrebbe essere l'inquinamento localizzato.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 630 del Consigliere Pezzana inerente lo zoo di Torino


PRESIDENTE

L'Assessore Olivieri risponde all'interrogazione n. 630 presentata dal Consigliere Pezzana.
OLIVIERI, Assessore alla sanità Signor Presidente, signori Consiglieri, il Servizio veterinario regionale non è stato in nessun modo coinvolto nel problema del mantenimento del giardino zoologico. Attualmente il controllo sanitario della struttura è affidato al Servizio veterinario dell'USSL 1/23. Gli animali morti vengono portati, per gli accertamenti autoptici, ai laboratori dell'Istituto zooprofilattico sperimentale di Torino. Dai protocolli diagnostici si rileva che le principali cause di morte sono dovute a parassitosi e infezioni intercorrenti.
La legge regionale del 28 ottobre 1986 n. 43 che detta norme sulla detenzione, l'allevamento e il commercio di animali esotici prevede all'art. 10 che i gestori di giardini zoologici stabili inviino, entro il 30 marzo di ogni anno, al Servizio veterinario dell'Assessorato regionale alla sanità e ai Servizi veterinari delle UU.SS.SS.LL. competenti per territorio un dettagliato rapporto sanitario di attività.
Vedremo quindi gli sviluppi di questa legge. Ricorreremo nel caso a sistemi repressivi se non ci fosse rispondenza a quanto detto nel dettato di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.
PEZZANA Mi fa piacere sapere che la Regione non sia coinvolta nella conduzione dello zoo del Comune di Torino. Nell'interrogazione mi riferivo però ad una notizia apparsa il 19 febbraio su "Stampa Sera" in un articolo a firma di Cosimo Mancini il quale testualmente scriveva: "Lo zoo del futuro sarà realizzata secondo gli intenti del Comune, da un ente autonomo al quale sono chiamati a partecipare Regione, Provincia, Università, associazioni ecc.".
La domanda quindi era riferita non tanto al coinvolgimento della Regione nella conduzione dell'attuale zoo, quanto se rispondeva al vero l'ipotesi di un futuro coinvolgimento. Se le informazioni in nostro possesso sul futuro dello zoo sono vere sarà una riproposizione del vecchio zoo semplicemente con una struttura cambiata.
Data la mia personale convinzione, simile a quella degli ambientalisti che rifiutano il concetto di animale prigioniero ed esibito, cultura oggi largamente diffusa in tutto il mondo civile, quindi cultura da diffondere invece che da negare, annuncio all'Assessore Olivieri che preparerò un ordine del giorno teso ad escludere il coinvolgimento della Regione dalla strutturazione futura di qualunque tipo di zoo.
Approfitto della risposta datami dall'Assessore Olivieri per ricordargli che in Piemonte ci sono altre situazioni paragonabili a quelle degli zoo; ad esempio, la ditta Molinar, proprietaria dello zoo di Torino gestisce un parco safari che, in termini diversi, è pur sempre una zona coatta per gli animali. Inoltre vorrei sapere - e sarebbe un'informazione utile al Consiglio - se esistono dei controlli sulle condizioni di vita di quegli animali, in gran parte esotici, che anche li vengono esibiti per fini puramente commerciali. E' un argomento che dovrebbe essere all'attenzione dell'Assessorato alla sanità, perché le condizioni in cui vivono quegli animali sono sempre riprovevoli, proprio perché usati a fini commerciali.
Spero che il mio ordine del giorno possa avere l'adesione dell'Assessorato e non solo del Consiglio, perché ritengo che una Regione all'avanguardia come vuole essere la nostra debba disgiungere qualsiasi suo impegno dal partecipare alla ricreazione di strutture che non hanno nulla a che vedere con il termine futuro, ma appartengono al passato.


Argomento: Psichiatria

Interrogazione n. 534 del Consigliere Pezzana inerente l'edificio ospedaliero di Intra San Rocco


PRESIDENTE

L'Assessore Olivieri risponde ancora all'interrogazione n. 534 presentata dal Consigliere Pezzana.
OLIVIERI, Assessore alla sanità Signor Presidente, signori Consiglieri, il Servizio psichiatrico di diagnosi e cura dell'Ospedale di Verbania, collocato in via provvisoria presso la sede ospedaliera di Intra insieme ad una divisione di medicina nell'attesa del completamento dei lavori di costruzione del nuovo ospedale opera obiettivamente in quelle condizioni e difficoltà che si presentano nelle sedi decentrate rispetto al complesso ospedaliero principale.
Anche se la divisione di medicina, provvisoriamente trasferita a Stresa per lavori di ristrutturazione, è già stata riattivata ad Intra (aspetto superato dai fatti accaduti a Verbania lunedì) si rende comunque necessaria la rivisitazione delle attività ospedaliere dell'USSL n. 55, storicamente distribuite su tre sedi (Pallanza, Stresa ed Intra) anche alla luce di quanto previsto dalla legge n. 595/85.
A tal fine questo Assessorato ha già programmato incontri con l'amministrazione dell'USSL interessata per concordare un riordino delle attività ospedaliere che preveda in tempi brevi una più adeguata collocazione anche del Servizio psichiatrico di diagnosi e cura.
Per quanto riguarda invece i fondi a destinazione vincolata per l'attuazione del progetto tutela della salute mentale attribuiti all'USSL n. 55, va precisato che la deliberazione del Consiglio regionale di riparto alle UU.SS.SS.LL. è del giugno 1986 e che l'USSL in questione ha precisato che sono in corso iniziative per l'utilizzo tempestivo di tali risorse.
Lunedì scorso mi sono recato all'USSL per rendermi conto della situazione locale. L'assicurazione ricevuta è che entro l'anno il Servizio psichiatrico verrà trasferito nella nuova sede ospedaliera. La sede centrale dell'ospedale di Intra è stata disastrata per una perdita fognaria che ha provocato un'ablazione della parte sabbiosa dell'interrato e un cedimento centrale della struttura con l'allagamento dei servizi di base nel seminterrato. In realtà quella sede deve essere abbandonata, come è stabilito dal piano. C'è però un problema di pericolosità che dovrò far presente per vedere se riusciamo a collocare in prospettiva in quello stabile altri servizi che non siano sanitari. Essendovi ancora la palestra di riabilitazione ed essendo i lavori del nuovo ospedale in fase avanzata ma ancora con un'ala estesa soltanto a livello di fondamenta, ci vorrà un certo tempo e probabilmente si dovrà trovare una sede provvisoria.
Questa è un'informazione suppletiva che do' al Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.
PEZZANA Ho sentito con piacere che l'Assessore Olivieri si è recato a Verbania per vedere di persona la situazione che denunciavo nella mia interrogazione. Non sono però soddisfatto della relazione che ha fatto perché in realtà quello che manca a Verbania è la volontà di realizzare quanto lamentavo nell'interrogazione. Non è vero che a fine anno nel nuovo ospedale sarà possibile accogliere i malati che oggi sono ancora nella vecchia struttura ospedaliera, perché i locali ci sono ma non sono mai stati dati a quello che viene chiamato "repartino" in quanto, a detta dell'USSL locale, "non vogliono i matti" nel nuovo ospedale.
OLIVIERI, Assessore alla sanità Mi è stato garantito di fronte a molti testimoni.
PEZZANA Mi fa piacere sapere che entro l'anno il trasferimento verrà effettuato; sottolineo però che andava fatto prima, perché in base alla legge 180 è illegale tenere dei malati di mente in un reparto separato dall'ospedale civile, quindi l'USSL di Verbania da anni è nell'illegalità.
Se la situazione sarà sanata entro l'anno, meno male; mi sembra però che i controlli sui dati di illegalità effettivamente presenti in quella USSL dovrebbero non solo essere detti, ma sottolineati e fatti presenti ai responsabili.
Per quanto riguarda i fondi spesi per creare le comunità alloggio, devo dire che ero rimasto allibito nel vedere come i fondi venivano spesi e predestinati per l'acquisto di minialloggi. L'acquisto di minialloggi è in netto contrasto con quello che dice la legge. La comunità alloggio deve servire per avere più malati insieme. Non si deve trovare una casa a chi non l' ha, perché un minialloggio composto da una camera, bagno e servizi è una struttura che può andare bene per persone sane e non certo per un malato di mente.
Quindi l'indirizzo dell'USSL di Verbania è estremamente sbagliato anche ai fini terapeutici. Per questo nella mia interrogazione chiedevo se era concepibile che un finanziamento venisse utilizzato per fini che sono chiaramente contro la legge. Forse sarebbe utile una più puntuale precisazione da parte dell'Assessore Olivieri, anche perché nella sua risposta non è stata evidenziata questa forma di investimento che secondo me è sbagliata.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Olivieri per una breve precisazione sull'argomento trattato.
OLIVIERI, Assessore alla sanità Dissento lievemente da quanto detto dal Consigliere Pezzana.
Quando si tratta di sistemazioni abitative per malati di mente siamo anche di fronte ad una grossa fascia che intende recuperare una parte soprattutto di anziani o semianziani che malati di mente in realtà non sono da considerare. Quindi, la disponibilità di un certo numero di abitazioni singole rappresenta la possibilità di recupero per questi soggetti in termini di autonomia, sia pure con controllo e aiuto da parte dei centri sociali.
Altra cosa è la comunità alloggio in cui si contemperano situazioni di soggetti che sono veramente in fase critica, in equilibrio instabile e che possono andare incontro a variazioni critiche di umore e di atteggiamenti da richiedere eventuali interventi. Ci sono gli spazi per tutte e due le soluzioni, soprattutto in considerazione del fatto che è possibile il recupero di una grossa fetta di soggetti. Ho svolto molte autopsie in ospedali psichiatrici trent'anni fa, quindi questo tipo di pazienti lo conosco non solo da oggi. Matti non erano, ma erano stati semplicemente isolati e ghettizzati dalla società per motivi che non sto ora ad elencare.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici - Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interrogazione n. 578 dei Consiglieri Acotto e Ferro inerente lo IACP di Biella


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 578 presentata dai Consiglieri Acotto e Ferro.
Risponde l'Assessore Genovese.
GENOVESE, Assessore all'urbanistica Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il collega Acotto ripropone il problema dello IACP di Biella, già presentato nell'autunno scorso, cioè la costituzione di uno IACP circondariale, per scorporo dallo IACP di Vercelli e con la trasformazione dello IACP cittadino di Biella, già esistente.
L'intenzione della Giunta è di procedere alla definizione dello IACP di Biella su base circondariale, coincidente con l'area territoriale a suo tempo presa in considerazione per la proposta di costituzione della nuova provincia di Biella; in tal senso sono stati avviati gli approfondimenti conseguenti, come nell'autunno scorso era stato comunicato.
In sostanza si è pervenuti alla definizione di una proposta di deliberazione da sottoporre alla Giunta come proposta al Consiglio, ma ci si è arrestati per un motivo molto semplice o meglio per uno scrupolo.
Prima di portare la deliberazione in Giunta si è avuto un colloquio con il Ministero dei Lavori Pubblici e con il Comitato esecutivo del CER per analizzare i problemi di regolamentazione, di trapasso degli immobili e di regolazione dei rapporti tra l'attuale Istituto Provinciale Case Popolari di Vercelli e il costituendo istituto di Biella. Non perché questo sia essenziale ai fini della deliberazione di delimitazione dell'area e di erezione del nuovo IACP su basi circondariali, ma per valutare gli atti successivi (che poi si dovranno compiere) e gli adempimenti necessari per regolare i rapporti tra i due Istituti Autonomi Case Popolari.
Il Ministero non ci ha dato indicazioni precise e ci ha invitati a valutare l'esperienza fatta sia in Sardegna, con l'erezione della Provincia di Oristano e quindi con l'istituzione del nuovo Istituto Autonomo Case Popolari di Oristano, sia in Lombardia con l'erezione dell'Istituto Autonomo Case Popolari di Busto Arsizio.
Devo dire al collega Acotto che soprattutto in Sardegna abbiamo riscontrato che la mancata individuazione dei rapporti convenzionali - che devono essere instaurati tra gli istituti, anche se non si tratta di materia di stretta competenza regionale, per arrivare allo scorporo e alla definizione dei rapporti - ha creato molte complicazioni, soprattutto per quanto attiene la materia tributaria e fiscale. L'istituto Autonomo di Oristano è stato costituito circa due anni e mezzo fa ed è operante da circa un anno e mezzo, ma non si è ancora giunti ad una sistemazione soddisfacente. Siamo ora in attesa di documenti che dovrebbero esserci trasmessi a giorni dalla Sardegna e dall'Istituto di Oristano e subito dopo la necessaria valutazione presenteremo la deliberazione di proposta in Giunta affinché venga trasmessa all'esame del Consiglio. I motivi che ci hanno indotti ad attendere, per meglio capire il quadro complessivo dei problemi che si presenteranno, non sono però essenziali ai fini della decisione del Consiglio regionale per la delimitazione dell'area interessata e la creazione del nuovo IACP, e quindi, qualora i documenti dovessero tardare, la deliberazione di Giunta sarà comunque assunta proponendo al Consiglio di delegare la Giunta ad assumere gli atti successivi necessari per regolare i rapporti fra l'Istituto esistente e l'Istituto che deve essere creato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Acotto.
ACOTTO Ringrazio l'Assessore per la risposta nella quale c'è un impegno preciso che è quello che entro un mese circa la Giunta assumerà una deliberazione di proposta al Consiglio per quanto riguarda la delimitazione dell'area di pertinenza dello IACP di Biella. Non dimentichiamo che quell'istituto agisce soltanto nella città di Biella e non sull'intero territorio.
Lo scopo dell'interrogazione era quello di incalzare l'Assessore ad attuare gli impegni che precedentemente si era assunto. Registro con favore che oggi c'è un'indicazione precisa in merito al problema sollevato.
Naturalmente se così non fosse ripresenteremo un'ulteriore interrogazione perché intendiamo seguire il problema in modo da non perdere nessuna battuta del processo che si è aperto.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione n. 618 del Consigliere Pezzana e interrogazione n. 619 dei Consiglieri Adduci, Calligaro, Sestero, Bontempi e Acotto inerenti il problema dell'AIDS


PRESIDENTE

Esaminiamo ora congiuntamente l'interrogazione n. 618 presentata dal Consigliere Pezzana e l'interrogazione n. 619 presentata dai Consiglieri Adduci, Calligaro, Sestero, Bontempi e Acotto.
Risponde ad entrambe l'Assessore Olivieri.
OLIVIERI, Assessore alla sanità Con direttiva Dipartimento Servizi Sociali n. 2 del 6/2/1987 "Programma di interventi per la prevenzione, la sorveglianza, l'assistenza e il controllo delle infezioni da virus HIV" sono stati impartiti alle UU.SS.SS.LL. indirizzi per la riorganizzazione delle attività già in corso e per l'avvio di nuove iniziative. Ricordo che questa direttiva l'avevo portata anche in IV Commissione, onde potesse eventualmente utilizzare consigli, sollecitazioni o critiche.
La ricerca di anticorpi sulle unità di sangue donato, avviata con il programma approvato con deliberazione della Giunta regionale 23/7/1985 n.
25-45605, è ormai praticata ovunque.
I risultati della ricerca degli anticorpi anti-HIV nella popolazione dei donatori di sangue e dei tossicodipendenti sono riportati nell'allegato n. 1 della citata direttiva 2/1987. Il tasso di utilizzazione dei posti letto dei reparti di malattie infettive è relativamente basso e consente nell'immediato di far fronte alle richieste di ricovero, peraltro finora abbastanza contenute. Comunque la competente Commissione tecnico scientifica regionale sta esaminando la situazione dei vari reparti e il carico di lavoro dei laboratori di analisi e dei centri trasfusionali, per formulare una proposta per la riorganizzazione e/o l'adeguamento dell'esistente, in base alle previsioni di futuro incremento dell'attività.
Per quanto riguarda l'aggiornamento e la formazione degli operatori sul problema specifico, si informa che a completamento delle iniziative già attivate in passato (trasmissione agli operatori maggiormente interessati di idonea documentazione: rivista di questo Assessorato "Educazione alla salute" n. 8 - dicembre 1985, "Guidelines on AIDS in Europe" ed. OMS "AIDS" a cura di R. Ferracini ed. Gruppo Abele e l'avvio, nell'ambito dei seminari per gli operatori delle tossicodipendenze, di una prima valutazione e discussione circa le possibilità di intervento nel settore) è in fase di partenza un programma organico di aggiornamento e formazione rivolto prioritariamente ai medici di base e della guardia medica, agli operatori socio-sanitari dei servizi territoriali (équipes per le tossicodipendenze, équipes consultoriali e di distretto) ed ospedalieri (pronto soccorso, reparti di malattie infettive, di ostetricia e ginecologia, ecc.) maggiormente coinvolti.
In base ad un accordo intervenuto tra gli Assessori regionali alla sanità in sede di Consiglio Sanitario Nazionale, finalizzato ad evitare duplicazioni di iniziative e conseguente dispendio di risorse, si è temporaneamente soprasseduto all'avvio di una campagna di informazione alla popolazione, in attesa di conoscere se il Ministero, come più volte pubblicato dagli organi di informazione, intende attivare una iniziativa a livello nazionale.
La Commissione tecnico-scientifica regionale ha comunque predisposto i testi per il materiale divulgativo (pieghevoli, locandine, films, spots ecc.) che, perdurando il silenzio del Ministero, saranno pubblicati.
Pubblicati comunque per intersecare l'iniziativa ministeriale in termini di informazione ove le situazioni territoriali socio-economiche presentino particolarità e peculiarità, in modo da individuare eventuali interventi mirati.
In considerazione delle notizie non sempre precise diffuse dagli organi di informazione che spesso hanno generato disorientamento e disagio, questa Amministrazione ha deciso di pubblicare un comunicato a pagamento sui giornali di maggior diffusione a livello regionale, per una corretta informazione ai cittadini.
Pur nella consapevolezza che è compito prioritario del medico curante orientare correttamente i propri assistiti che nutrono preoccupazioni per la loro salute, questo Assessorato, con nota 9/1/1987 n. 0330/1/131, ha autorizzato l'assegnazione ai reparti di malattie infettive del ricettario unico regionale di prescrizione proposta, onde favorire l'accesso al servizio specialistico dei soggetti in situazioni di emergenza clinica e/o psicologica.
Nell'ambito della ricerca sanitaria finalizzata (bando 85-86) sono in via di finanziamento sette progetti di studio sul tema AIDS.
Tali progetti formano un articolato piano di lavoro collettivo abbiamo recuperato le varie iniziative che c'erano sul territorio regionale, abbiamo cercato di farle confluire in un accordo fra i vari ricercatori, su un tema più organico e finalizzato, che non sovrapponesse inutili dispersioni - che, mettendo in collaborazione più settori della medicina (malattie infettive, pediatria, virologia, servizi territoriali ecc.), consentirà di studiare e sorvegliare la patologia in questione, sia dal punto di vista epidemiologico e di prevenzione sia da quello dell'assistenza e della terapia.
Vorrei fare ancora una brevissima considerazione. In Piemonte la categoria maggiormente colpita è rappresentata dai tossicodipendenti. Da un'analisi dei dati per quanto riguarda i portatori e per quanto riguarda gli ammalati, risulta che ben il 79% è rappresentato da tossicodipendenti.
In realtà la vera prevenzione contro l'AIDS è da collegarsi con la lotta alle tossicodipendenze. E' un discorso vecchio, antico, stantio su cui indubbiamente la sanità ha una componente estremamente modesta.
E' un problema della società complessiva. Sono francamente preoccupato lo dicevo l'altra sera ad Omegna - perché sul tema della tossicodipendenza ho l'impressione che vi sia oramai la tendenza alla coabitazione con questo fenomeno. Questo è drammatico sia per la tossicodipendenza in se stessa, che comunque è un fenomeno tuttora imperante e dilagante, sia perché a questa situazione è legata per la massima parte la diffusione dell'AIDS nella nostra Regione in modo assolutamente prevalente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.
PEZZANA Ho ascoltato la relazione dell'Assessore Olivieri e prendo atto delle iniziative di informazione che il suo Assessorato ha messo in opera e lo ringrazio per le informazioni per quanto riguarda il personale sanitario operante in Regione.
Non è però tanto questo che a me interessa, anche perché le mie competenze in campo medico sono superficiali anche se molto attente e precise per quanto riguarda l'AIDS. Ritengo che l'informazione che deve essere data non deve tanto toccare le strutture ospedaliere, le quali sono già attivate da parecchi anni (mi riferisco soprattutto al centro che abbiamo a Torino presso l'Ospedale Amedeo di Savoia che dal 1983 è competente su questo argomento), ma mi riferisco soprattutto a quanto pu riguardare l'informazione ai cittadini in generale che sono stati bombardati in questi ultimi due anni e mezzo da un'informazione che definire terroristica è dir poco. Terroristica e scandalistica basata soprattutto sul fatto che l'AIDS è un virus che si trasmette essenzialmente per via sessuale e, quando si parla di sesso in Italia, la cultura ipocrita di tradizione clericale che domina ancora questo Paese ha fatto si che anche l'informazione fosse data in modo estremamente superficiale e disinformante.
Voglio anche aggiungere però che, proprio in quanto omosessuale, leggo e conosco la situazione di altri Paesi che è diversa rispetto, per esempio a quella dell'Italia o della Regione Piemonte. Il Movimento omosessuale in generale era informato di quanto stava succedendo soprattutto a livello di informazione. Ero andato per parlare con l'allora Assessore Bajardi, ben due anni e mezzo fa, per informarlo sulle iniziative che la Regione Piemonte doveva tenere e mettere in atto. L'Assessore Bajardi non solo non mi ricevette, ma mi fece parlare con un suo assistente, un medico di Cuneo di cui non faccio il nome per carità di patria, il quale trattò me e altri esponenti del Movimento omosessuale come degli invasati che ricreavano (il paragone l' ha fatto lui) la peste di Londra in una situazione in cui di peste non era assolutamente il caso di parlare. Secondo quel medico cercavamo di enfatizzare un fenomeno localizzato in altri Paesi lontani da noi, quindi eravamo soltanto in cerca di pubblicità.
Se la Regione Piemonte si fosse attivata due anni e mezzo fa, la Giunta di allora avrebbe avuto un grande merito, che noi gli regalavamo su un piatto d'argento, perché sarebbe stata la prima in Italia a mettere in atto tutti quei meccanismi di informazione e di prevenzione che invece vengono fatti soltanto oggi con due anni e mezzo di ritardo e conseguentemente ad un piano approvato a livello nazionale.
E' un piano di informazione che secondo me pecca anche nel modo con cui è stato realizzato perché ancora una volta non tiene conto di quella che è stata un'isteria nazionale nell'individuare alcune categorie di persone perché da un lato è sufficientemente esaustiva per le indicazioni che dà sulle origini e sulla prevenzione, dall'altro punta l'indice contro alcune categorie ben precise di cittadini e su questo non rende un servizio all'informazione.
Ho copia di un depliant preparato dalla Regione militare nord-ovest che consegno all'Assessore Olivieri se ancora non ne è in possesso. Va dato atto al Comando dei servizi sanitari della Regione militare nord-ovest di un'estrema precisione e capacità informativa nel preparare questo piccolo volantino che è distribuito a tutti i militari della Regione. Nelle quattro paginette che lo compongono è detto in maniera estremamente laica e pulita senza nessun riferimento di tipo sessuale e scandalistico, quanto concerne l'AIDS: sintomi, come si contrae, quando può essere pericoloso e quali sono le misure di prevenzione. Si tratta di informazioni estremamente precise e scevre da indicazioni di carattere moralistico.
Volevo ricordare all'Assessore 0livieri l'analogo impegno che si è assunto negli incontri avuti con esponenti del Movimento omosessuale, di fare cioè questo tipo di informazione anche nelle scuole, attraverso accordi con il Provveditorato.
Di questo non v'era cenno nella risposta all'interrogazione.
Soprattutto nella scuola occorre dare informazione sull'AIDS. Parlando con i giovanissimi ho riscontrato che non vi è alcuna chiarezza. Temo che questa giusta paura possa ingenerare uno stravolgimento di tutte quelle libertà comportamentali che negli ultimi 15-20 anni con molta difficoltà anche in Italia si era riusciti a guadagnare. L'odierno clima in campo giovanile nei confronti della sessualità è di terrore oppure di incoscienza totale. Questi doppi estremismi sono sbagliati per un sano approccio alla sessualità e se l'AIDS è un problema grave e serio per tutti, lo è in modo particolare per chi affronta per la prima volta esperienze di tipo affettivo e sessuale.
Torno a ricordare all'Assessore 0livieri, l'impegno di una giusta e corretta informazione che mi pare non venga a sovrapporsi con le iniziative prese a livello nazionale, ma può essere, invece, un momento importante soprattutto se viene organizzato a più voci. Quando si parla di AIDS non si parla soltanto di un dato scientifico, entrano in campo purtroppo giudizi e posizioni di tipo moralistico che, per una coscienza laica, è giusto rifiutare. Dare la possibilità alla gente in generale, ma agli studenti in modo particolare, di sentire più campane, più voci per potersi fare un giudizio personale privo di implicazioni di tipo moralistico, mi pare un corretto modo di porsi e di fare informazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro.
CALLIGARO Ringrazio l'Assessore per la risposta dataci. A me pare che la fase attuale sia delicatissima perché probabilmente il problema è sottostimato per lo meno per ciò che riguarda il fenomeno della sieropositività e perch da ciò che facciamo oggi dipenderà l'entità del moltiplicatore dei casi di sieropositività e di malattia conclamata che si verificheranno nei prossimi anni.
Esiste già oggi un'elevata potenzialità infettiva rappresentata dai sieropositivi, che sono stimati in Italia circa 100.000 casi. C'è il rischio che l'AIDS non adeguatamente combattuta diventi una vera e propria epidemia.
Quella attuale - ripeto - è una fase delicatissima perché è in questa fase che si formano opinioni, si affermano atteggiamenti psicologici orientamenti culturali, morali e di costume, opinioni, atteggiamenti e orientamenti destinati a sedimentare. I sondaggi dicono che il grado di conoscenza del problema è basso e il livello di paura piuttosto elevato.
Questa fase rappresenta il classico terreno di coltura di paure irrazionali, di psicosi di massa, di malati immaginari e, peggio ancora, di risvolti perversi tendenti a demonizzare il virus AIDS e a far crescere una morale repressiva, di emarginazione o persino di persecuzione.
In questa fase diventa efficace e decisiva, ai fini della prevenzione l'informazione e l'educazione sanitaria. L'informazione deve essere tempestiva e capillare - da ciò dipende l'efficacia - completa e scientificamente corretta, equilibrata e appropriata nei toni. Non deve n allarmare né sottovalutare, deve informare adeguatamente al fine di rendere consapevole e responsabilizzato il singolo cittadino. Deve essere un'informazione diversificata, mirata a particolari categorie considerate a rischio.
Vorrei insistere però sull'elemento tempestività. Imperversa un'informazione talvolta distorta, scandalistica che suscita emotività e allarme. C'è il pericolo del formarsi di opinioni personali e collettive distorte. Non si deve quindi perdere tempo poiché è in questa fase che si formano le opinioni sul fenomeno AIDS.
C'è nell'opinione pubblica un'enorme sensibilità e disponibilità ad essere informati. Un'informazione corretta e appropriata rasserena, educa alla prevenzione, responsabilizza.
Si può arginare il fenomeno AIDS, ma molto dipende dall'informazione dalla responsabilizzazione dei cittadini, dall'educazione sanitaria e tutto ciò deve essere posto alla base di un'efficace azione preventiva e naturalmente si può arginare il fenomeno AIDS anche se prosegue il progresso scientifico.
Non possiamo non constatare un vuoto di iniziativa da parte del Governo. Altri Paesi investono somme considerevoli per l'informazione l'educazione sanitaria, l'organizzazione sanitaria e la ricerca. Il Governo italiano ha stanziato 50 miliardi: evidentemente sottostima il fabbisogno di risorse per la sperimentazione e la ricerca, per l'aggiornamento e la qualificazione degli operatori sanitari, per l'introduzione nella scuola dei temi relativi alla sessualità.
Il Ministro Donat Cattin semplifica il problema e lo riduce alla dichiarazione del 5 febbraio scorso, secondo la quale d'ora in poi l'AIDS è una malattia che "chi non se la va a cercare non se la prende". Questa è una dichiarazione degna di una crociata da Medioevo.
I ritardi del Governo sono da più parti denunciati. Si registra un clamoroso scoordinamento che si aggiunge ai punti deboli della sanità italiana. La principale carenza della sanità italiana è certamente rappresentata dalla mancanza di una seria politica di prevenzione.
L'AIDS in Piemonte. E' stato ripetuto che la Regione è colpita marginalmente, questo è un motivo in più per operare tempestivamente e l'opera di prevenzione può essere ancora più efficace in questa situazione.
La direttiva degli Assessori alla sanità e al personale traccia un programma di interventi apprezzabile. E' lecito però dubitare sui tempi di realizzazione, considerata la situazione venutasi a creare nell'Assessorato alla sanità per i noti motivi.
Abbiamo insistito ed insistiamo sulla diffusione di un opuscolo informativo AIDS: come si contrae, come si può prevenire, a quali servizi rivolgersi. Insistiamo perché si predisponga questo foglio informativo e venga diffuso in ogni famiglia. L'esempio della Gran Bretagna mi pare interessante, anche quello dei Comuni italiani di Bologna e di Modena. Il successo che ha avuto l'inserto su 1"'Unità" è significativo, il vocabolario AIDS ha avuto una tiratura di 800.000 copie, è andato a ruba.
La stessa Associazione dei titolari di farmacia della provincia ha sentito la necessità di fornire (anche se sotto sotto deve esserci qualche interesse) una sorta di decalogo su come combattere il virus. Occorre soprattutto evitare che ciascun ente si muova per conto suo.
Allora, se è così, non possiamo non constatare ritardi e resistenze da parte della Regione. Tra qualche mese l'efficacia dello strumento sarà minore. L'Assessore continua a dichiararsi favorevole alla diffusione di un opuscolo da diffondere in ogni famiglia, ma non si fa nulla.
La Regione Lombardia diffonde milioni di opuscoli di informazione e di educazione sanitaria. Ha avviato una campagna che durerà tre mesi, ha stanziato 3 miliardi, ma soprattutto, e mi pare più interessante, coordina le iniziative delle Province, dei Comuni e delle varie associazioni degli operatori sanitari.
Un secondo punto riguarda l'impiego di strumenti diversificati specifici e mirati a categorie a rischio, agli adolescenti con programmi di educazione sessuale nelle scuole, ai militari, ai carcerati, agli omosessuali, ai tossicodipendenti assicurandosi la collaborazione delle associazioni di queste categorie a rischio.
Il Partito comunista ha organizzato numerose conferenze sul tema presenti gli specialisti, riscuotendo un enorme successo, il che sta a significare una forte sensibilità, una forte disponibilità ad essere informati.
In Commissione avevamo sentito parlare di un servizio consultivo telefonico. Purtroppo è mancata e non so se manca ancora un'apposita linea telefonica senza la quale non si può certamente parlare di servizio consultivo telefonico. Abbiamo sentito parlare di corsi di aggiornamento e qualificazione degli operatori e l'Assessore conferma che stanno partendo.
La Commissione tecnico-consultiva ha definito un apprezzabile piano programmatico e la stessa direttiva è apprezzabile, ma la Regione non si muove concretamente e tempestivamente. Le risorse destinate sono irrisorie la Regione ha stanziato 200 milioni, probabilmente non una lira è stata spesa. L'Istituto S. Paolo di Torino ha destinato altri 200 milioni, non so se una lira di questi milioni è stata spesa. Con ciò non intendiamo dire che è necessario dilatare i servizi. I punti laboratorio per gli esami sono stati definiti, funzionano, così i reparti per gli infettivi. Bisogna adeguarli negli organici quando ciò si renderà necessario e qualificarli tali obiettivi si possono raggiungere con un'azione programmata, non procedendo all'insegna del pragmatismo, ma con adeguato e tempestivo impiego di risorse. Per questi motivi considero assolutamente insoddisfacente la risposta dell'Assessore.
Un'ultima osservazione. I risultati dei test devono essere assolutamente riservati e segreti, solo così si potrà ottenere l'adesione spontanea ad una campagna di analisi. La mancanza di segretezza atteggiamenti di emarginazione e di segregazione spingono a nascondere il male e quindi a diffonderlo facilmente. Bisogna assicurare efficienza efficacia, riservatezza dei servizi preposti ai test, alla cura e alla vigilanza del fenomeno AIDS.


Argomento: Psichiatria

Interrogazione n. 577 del Consigliere Pezzana relativa al decentramento dei servizi psichiatrici


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interrogazione n. 577 presentata dal Consigliere Pezzana.
Risponde l'Assessore Olivieri.
OLIVIERI, Assessore alla sanità Gli attuali Servizi di salute mentale esistenti nella città di Torino furono istituiti in numero di 23, uno per zona o quartiere, con la dizione di Servizi psichiatrici di zona, dall'Amministrazione provinciale in applicazione della Legge 180/1978 e sulla scorta delle indicazioni regionali formulate in materia con deliberazione della Giunta regionale del luglio 1978.
Tali servizi potenziati nel tempo sono costituiti da équipes pluriprofessionali (medici, infermieri, psicologi, assistenti sociali) e diretti da un responsabile di servizio con la qualifica di medico primario o di aiuto.
Pur trattandosi di servizi collocati nell'area funzionale della Medicina integrativa di base, i Servizi salute mentale godono di autonomia funzionale in relazione alle attività svolte nei rispettivi ambiti territoriali, fatta salva la partecipazione alla gestione dei servizi psichiatrici diagnosi e cura (L.R. 7/82).
All'atto dell'istituzione delle dieci UU.SS.SS.LL. subcomunali, poich ciascuna di esse (con l'eccezione della IV) raggruppa due o più quartieri per quanto concerne l'assetto dei Servizi salute mentale si pone non già l'esigenza del decentramento, ma quella dell'aggregazione dei servizi. Le dieci Unità socio-sanitarie subcomunali dovranno infatti essere dotate ciascuna di un proprio Servizio di salute mentale con il relativo responsabile di servizio in applicazione dell'art. 34 della legge 833/78 e dell'art. 3 della L.R. 60/80 e a salvaguardia dell'autonomia gestionale e programmatoria delle singole UU.SS.SS.LL. nel rispettivo ambito territoriale in materia di tutela della salute mentale.
L'individuazione del personale da assegnare ai Servizi di salute mentale delle singole UU.SS.SS.LL. subcomunali di Torino viene proposta dal Comitato di gestione (ex Comitato di gestione dell'USSL l/23) nell'ambito delle operazioni di assegnazione di tutto il personale.
Per quanto riguarda i compiti della Regione la L.R. 35/85 all'art. 10 prescrive che il Presidente della Giunta regionale intervenga con proprio decreto, a conclusione dell'iter procedurale di competenza dell'USSL 1/23 del Comune di Torino, a dichiarare oltre che la costituzione delle dieci UU.SS.SS.LL. il trasferimento contestuale delle funzioni e del personale già attribuito all'USSL l/23.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.
PEZZANA La risposta che l'Assessore Olivieri ha dato non mi soddisfa perché ha rifatto la storia di come sono nati i Servizi psichiatrici nelle UU.SS.SS.LL. Mi chiedo se l'Assessore Olivieri ha letto la mia interrogazione che era urgente il 24 novembre 1986 e che evidentemente non lo è più il 12 marzo 1987; se l'avesse letta non mi avrebbe dato la risposta che mi ha dato, ma avrebbe dovuto invece rispondere in modo preciso alle domande che ponevo nell'interrogazione. Prendo atto che l'Assessore e i suoi uffici non hanno risposto alle mie domande.
Dal 24 novembre, quando ponevo questi interrogativi, la situazione all'interno delle UU.SS.SS.LL. si è notevolmente modificata, purtroppo proprio nel senso che indicavo nelle mie domande sui disservizi che avevo notato in un anno di indagine sulla struttura psichiatrica in Piemonte. Mi riservo di condensare le mie osservazioni non tanto nelle risposte che non ho ricevuto dall'Assessore Olivieri, quanto rimandando ad un dossier che sto ultimando e che presenterò al Consiglio regionale sulla situazione della psichiatria in Piemonte.
Con molto rammarico sottolineo quanto sia grave che un Assessorato invece di rispondere ad un'interrogazione adotti ancora una volta questo metodo inaccettabile del rifare la storia di un servizio quando non si riesce o non si vuole o non si può dare risposte specifiche ad una situazione che non è soltanto scandalosa, ma è talmente illegale ed illecita da portare al commissariamento le UU.SS.SS.LL. in questa Regione.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interpellanza n. 490 del Consigliere Ala inerente il numero degli assistiti presso l'USSL n. 29 - Controlli


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza n. 490 presentata dal Consigliere Ala.
Risponde l'Assessore Olivieri.
OLIVIERI, Assessore alla sanità Le operazioni inerenti la tenuta e l'aggiornamento degli elenchi degli assistibili in carico ai medici generici e pediatri convenzionati vengono effettuate attraverso procedure che nel tempo sono state via via perfezionate attraverso direttive regionali.
Importante è stata in materia l'emanazione della legge 7 agosto 1982 n.
526 che all'art. 7 detta norme alle Unità Sanitarie Locali per l'aggiornamento degli elenchi dei cittadini utenti del Servizio Sanitario Nazionale per la cancellazione dei nominativi dei non aventi diritto e per il recupero di eventuali somme indebitamente percepite dai medici convenzionati.
Nella fase iniziale le UU.SS.SS.LL. si sono trovate di fronte ad elenchi di assistiti, in carico ai singoli medici, trasmessi dagli ex Enti Mutualistici (INAM, ecc.) contenenti al loro interno numerosi casi di cittadini deceduti, trasferiti o con doppia iscrizione e di conseguenza alla necessità di provvedere ad una "pulizia" di tali elenchi.
Le UU.SS.SS.LL. hanno provveduto ad effettuare verifiche tra le anagrafi comunali e i citati elenchi per evidenziare i casi di non corrispondenza.
Da parte regionale è stata quindi attivata, attraverso il CSI-Piemonte e coordinata l'operazione di emissione della tessera sanitaria per ogni cittadino residente nel territorio della Regione Piemonte.
Allo stato attuale tale operazione può dirsi completamente attuata e salvo casi particolari, tutti i cittadini della Regione sono in possesso, o vengono in possesso per i casi di nuove iscrizioni, di tale tessera sanitaria che ne comprova l'iscrizione al S.S.N. e la scelta del medico di fiducia.
Attualmente le Unità Socio-Sanitarie Locali operano con l'anagrafe dei singoli Comuni (in alcuni casi, come ad esempio per Torino, ciò avviene in tempi reali attraverso procedure meccanizzate) e ciò consente di mantenere aggiornati gli elenchi degli assistibili.
Esiste inoltre un meccanismo di segnalazione tra le Unità Sanitarie Locali interessate nei casi di iscrizione di cittadini trasferitisi da altre Regioni al fine di procedere con tempestività alla cancellazione della posizione nell'USSL della Regione di provenienza.
Le procedure in atto, in ottemperanza anche a quanto previsto dall'Accordo Collettivo Nazionale per i medici di medicina generale prevedono che ogni semestre le UU.SS.SS.LL. inviino a ciascun medico convenzionato l'elenco nominativo delle scelte in carico.
Le UU.SS.SS.LL. inoltre comunicano mensilmente ai singoli medici le variazioni nominative e il riepilogo delle scelte e revoche avvenute durante il mese precedente.
Attraverso tale procedura ciascun medico è in grado di conoscere sempre la situazione degli assistibili che risultano a suo carico e di evidenziare quindi eventuali casi anomali.
Per quanto riguarda i fatti verificatisi all'USSL n. 29 si ritiene utile citare i contenuti della relazione inviata in merito all'Assessorato regionale alla sanità da parte del Presidente dell'USSL stessa.
Da oltre tre anni è iniziato presso l'USSL n. 29 di Gassino Torinese In collaborazione con il CSI-Piemonte, l'aggiornamento degli elenchi degli assistibili dei medici di medicina generale e dei pediatri convenzionati per l'eventuale eliminazione delle doppie iscrizioni e per la cancellazione dei nominativi dei deceduti e dei trasferiti.
Momento centrale di tale aggiornamento venne individuato nella stampa delle tessere sanitarie regionali che avrebbe comportato anche il coinvolgimento dei Comuni associati per fornire periodicamente i dati aggiornati dei movimenti della popolazione residente.
Il lavoro presentò inizialmente alcune difficoltà procedurali che oltre a ritardare notevolmente la stampa delle tessere, richiesero verifiche parcellizzate in ogni Comune per eliminare le numerose anomalie che interessavano circa la metà della popolazione dell'USSL. I tempi tecnici per l'aggiornamento degli archivi si allungarono notevolmente anche per la cronica scarsità di personale di questa USSL che per effettuare le verifiche degli elenchi nominativi dovevano recarsi presso le anagrafi comunali, concordando preliminarmente con gli stessi funzionari le possibilità di accesso e la disponibilità dei dati.
Tuttavia, intensificando l'impegno dei vari operatori, all'inizio dell'86, venne portata a termine la prima parte della verifica predisponendo successivamente la compilazione dei mod. 1 SAUB per la cancellazione dei deceduti e trasferiti e attribuendo agli effetti della decorrenza economica la data del decesso o del trasferimento; e per quelli per i quali non fu trovato riscontro anagrafico, tale decorrenza fu riferita alla data della cancellazione.
La procedura di verifica è nella fase terminale e si presume che il risultato finale dell'intera operazione comporterà la cancellazione di circa 3.000 assistiti.
L'aggiornamento degli elenchi assistibili ha comportato per ogni medico interessato la revoca d'ufficio dei cittadini deceduti ed emigrati ed il contestuale recupero delle relative quote con effetto dal giorno del verificarsi dell'evento per un importo complessivo di L. 81.904.671.
Attualmente il rapporto tra assistibili e residenti tende alla normalizzazione e a fine anno 1986 è stata evidenziata la seguente situazione: popolazione residente: 34.836 totale assistibili residenti con scelta del medico: 34.771 totale assistibili residenti senza scelta del medico: 82 totale assistibili non residenti con iscrizione e scelta del medico a scadenza: 18 numero di revoche per decesso o trasferimento effettuate in relazione alle operazioni di revisione degli elenchi assistibili: 2.238 numero tessere emesse: 28.008 numero tessere ancora da emettere: 6.763.
Infine, il controllo sistematico che l'Assessorato regionale alla sanità effettua relativamente allo stato, di aggiornamento dell'archivio assistibili di ciascuna Unità Sanitaria Locale consente di fornire i seguenti dati complessivi a livello regionale: popolazione residente: 4.426.966 cittadini residenti con scelta del medico: 4.343.902 cittadini residenti senza scelta del medico: 71.046 cittadini con scelta del medico a scadenza presso USSL diversa da quella di residenza: 9.815.
Per quanto riguarda le operazioni di cancellazione dagli elenchi degli assistibili di persone trasferite o decedute o di posizioni doppie è difficile fornire un dato complessivo delle revoche effettuate anche perch alcune UU.SS.SS.LL. hanno ormai completato tali operazioni da oltre un anno. Esse sono state comunque oltre 200 mila.
Si può in ogni caso affermare che ad eccezione di due o tre UU.SS.SS.LL. per le quali le operazioni di definitiva "pulizia" degli elenchi sono attualmente in corso, tutte le altre Unità Sanitarie Locali presentano una situazione di reale corrispondenza tra cittadini iscritti al Servizio Sanitario Nazionale e assistibili in carico ai singoli medici convenzionati.
Dai dati a livello regionale sopra evidenziati e dai dati relativi alle singole UU.SS.SS.LL. si conferma che le procedure finora adottate hanno prodotto, seppure con qualche difficoltà operativa iniziale, risultati più che soddisfacenti consentendo alla Regione Piemonte di essere una delle più aggiornate rispetto alle altre Regioni italiane.
L'Assessorato alla sanità continuerà comunque a seguire la materia in stretto contatto con le Unità Sanitarie Locali per superare eventuali residui problemi esistenti in alcune di esse e per garantire che lo stato di aggiornamento degli elenchi degli assistibili in carico ai singoli medici sia il più correttamente possibile corrispondente alla situazione reale della popolazione residente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.
ALA Ringrazio l'Assessore Olivieri, soprattutto perché la risposta ha tenuto conto di tutte le domande contenute nell'interpellanza, che era urgente (a suo tempo) in quanto portava la data del 15 settembre 1986...
OLIVIERI, Assessore alla Sanità Non accusatemi sempre di questo, io non sono colpevole se poi le risposte giacciono qui.
ALA Non accuso solo lei, Assessore, ne ho un pacchetto di interrogazioni anche più antiche e di altri Assessorati.
Considero la risposta esauriente rispetto ai problemi sollevati.
L'unico argomento che non ho capito molto riguarda le altre UU.SS.SS.LL.
che hanno avuto problemi simili all'USSL n. 29.
Mi auguro che il problema dell'USSL n. 29 sia - questo è quanto appare dalla risposta - considerato un problema circoscritto ad una singola situazione, perché in questo caso può ancora essere tollerato in un sistema generale di scarsa funzionalità del sistema sanitario nazionale. La cosa sarebbe gravissima se i conti non tornassero a livello piemontese, cioè se la situazione dei registri degli assistiti fosse nel pieno caos.
Soprattutto perché le attuali procedure di controllo informatico sarebbero tali da garantire, e non solo per Torino, controlli, verifiche, riscontri cancellazioni e reiscrizioni praticamente in tempo reale, senza che piccoli amanuensi vadano nelle anagrafi a controllare nome per nome, caso per casa e fare i piccoli scrivani fiorentini.


Argomento: Nomine

Interrogazione n. 688 del Consigliere Bontempi inerente la nomina dei quattro esperti quali membri del Comitato cui compete il rilascio o la conferma dei decreti di autorizzazione dei laboratori privati di analisi ed interpellanza n. 690 dei Consiglieri Bontempi, Acotto, Avondo, Calligaro e Sestero inerente la Commissione tecnico-consultiva di cui all'art. 17 del D.P.C.M. 10/2/1984


PRESIDENTE

Esaminiamo ora congiuntamente l'interrogazione n. 688 presentata dal Consigliere Bontempi e l'interpellanza n. 690 presentata dai Consiglieri Bontempi, Acotto, Avondo, Calligaro e Sestero.
La parola al Consigliere Bontempi per l'illustrazione dell'interpellanza.
BONTEMPI Nell'illustrare brevemente l'interpellanza che ha carattere urgente e che ritenevamo dovesse già essere discussa la scorsa settimana voglio soffermarmi sulla dichiarazione che l'Assessore Olivieri ha rilasciato alla stampa secondo la quale il Gruppo comunista in questo momento non sta facendo opposizione, ma ostruzionismo. Non so se l'Assessore voglia invitarci a fare l'ostruzionismo quando stiamo facendo nient'altro che il nostro lavoro di opposizione. E' certo molto strano questo giudizio sull'iniziativa parlamentare, che invece il Consiglio e la Giunta dovrebbero apprezzare, perché tendono a rilevare le ragioni per cui nei meccanismi, molto delicati ed importanti, che riguardano il governo concreto sugli atti della sanità si possano produrre situazioni di grandi confusioni, vicende in qualche modo assurde, incomprensibili ed anche inquietanti.
Abbiamo sollevato la questione perché c'è un mondo in cui l'occulto, il non conosciuto è assolutamente preponderante rispetto alle regole di leggibilità e di trasparenza. E' necessario che chi ha funzioni consultive delicate, chi decide le autorizzazioni ai laboratori di analisi private metta i cittadini e le strutture politiche nella condizione di conoscere quali sono i suoi reali rapporti con queste strutture. Sono stati approvati criteri nell'ordine del giorno del Consiglio comunale che impongono ai futuri dirigenti nelle UU.SS.SS.LL. la dichiarazione di estraneità loro e dei propri congiunti a strutture private.
E' stata nominata dal Consiglio regionale una Commissione tecnico consultiva composta da eminenti personalità del mondo medico che tra i compiti hanno anche quello di esprimere pareri per il rilascio e per la conferma dei decreti di autorizzazione a laboratori privati. Noi riteniamo essenziale conoscere la posizione anche di questi medici.
Da che cosa deriva la sorpresa e lo stupore che è stato rilevato anche dai membri della Commissione Nomine? Alla lettera inviata dalla Commissione, a seguito di un iter che abbiamo cominciato il 12/2/1987, non veniva risposto e la nostra richiesta veniva declinata da uno dei quattro medici, il prof. Giorgio Papotti, che dice di voler declinare l'incarico adducendo dei motivi che ci paiono incomprensibili: motivi di età, di non conoscenza ufficiale della nomina (e questo mi pare enorme). Come ricordiamo nella nostra interpellanza, la proposta dei nominativi, compreso quello del prof. Papotti, venne oltre un anno fa da parte della Giunta, e ho ragione di ritenere che la Giunta e l'Assessore proponente abbiano contattato il prof. Papotti e vorrei sapere dall'Assessore se nelle more dell'approvazione della nomina ufficiale non abbia riunito i membri della Commissione.
I Commissari presenti, non solo noi, erano stupiti e perplessi. Siamo anche preoccupati e non a caso abbiamo collegato il fatto all'atteggiamento dell'Assessore, perché esiste un fatto che forse è stato sottovalutato in questo strame continuo di regole. Non si ricorda che il rapporto fiduciario tra la Giunta e un Assessore rispetto ad atti che tra l'altro coinvolgono il Consiglio, come l'atto della nomina, devono avere un senso. Non pu essere dimenticato che c'è stata una procedura di nomina su proposta della Giunta e che il Consiglio l' ha accettata, visti i nomi e le qualificazioni professionali, è quindi compito della Giunta spiegare perché nell'atto terminale, che si innesca nel momento in cui si richiede trasparenza, ci sia un modo per eludere il problema e addirittura per negare quelli che sembrano fatti inoppugnabili. Il prof. Papotti sapeva benissimo di essere nominato e chiedo all'Assessore se addirittura aveva partecipato alle riunioni, perché le competenze le aveva e non vale il discorso della lettera della Commissione Nomine che richiamava solo una competenza. Ci troviamo di fronte ad un caso grave di raggiro nei confronti del Consiglio.
L'opposizione deve farlo rilevare e dovrebbe farlo anche chi non è all'opposizione. Dalla risposta capiremo chi ha operato questo raggiro: se l' ha operato chi si è fatto nominare e nega di averlo saputo, o se l' ha operato l'Assessore o, come temo, attraverso una serie di atti non certo all'insegna della chiarezza e dell'assunzione piena di responsabilità, da parte di tutti e due.
Il fatto è grave, perché a questo punto (lo dico al Presidente della Giunta) dalle nomine che vengono proposte dalla Giunta stessa, specialmente in settori delicati, ne deriva un pesante giudizio di sfiducia, di invalidazione e di delegittimazione nei confronti di tutta la Giunta.



PRESIDENTE

Risponde ora il Presidente della Giunta Beltrami.
BELTRAMI, Presidente della Giunta regionale A questa interpellanza urgente, che segue ad un'altra del 2/3/1987, non è stato fisicamente possibile dare risposta nella seduta precedente, e già lo dissi nella riunione dei Capigruppo del 5 marzo, in quanto l'interpellanza è pervenuta alle ore 20, trasmessami cortesemente dal Presidente del Consiglio, e non mi era possibile assolutamente verificare gli atti che potevano dare luogo alla risposta. Ne ho dato notizia al collega Bontempi e oggi alla prima seduta successiva penso si possa dire qualcosa su questo argomento. Ritengo quindi che la risposta a questa interpellanza, più diffusa, ampia e articolata, possa comprendere la risposta all'interpellanza del 2 marzo che mi pare tratti, in termini più minuti e non completi, il problema che del resto è molto complesso.
Innanzitutto vorrei togliere di mezzo il problema dell'ostruzionismo e mi riservo di leggere il giornale perché quell'articolo non l' ho letto. Se l'avessi letto avrei cercato di dare una risposta anche su questo argomento.
E' prima di tutto necessario confermare l'urgenza che più volte l'Assessore alla sanità ha rivolto a questo argomento. L'urgenza è nelle cose e nei fatti. Quanto è accaduto recentemente può anche essere conferma precisa di questo tipo di atteggiamento (magari talvolta condotto con vivacità, ma questo attiene al modo di essere delle singole persone, l'una è calma, l'altra è vivace), però tendenzialmente penso che la sottolineatura del rilievo dell'urgenza non sia trascurabile.
Nell'interpellanza oltre ad evidenziare, ed è stato testè ancora risottolineato nell'intervento del collega Bontempi, l'incredibile rilievo di un candidato all'oscuro della sua candidatura, i colleghi interpellanti sconcertati rilevano che l'Assessore "non ha trovato tempi e modi" per comunicare al prof. Papotti la volontà di proporlo quale componente della Commissione istituita ai sensi dell'art. 17 del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del febbraio 1984.
Devo dire con schiettezza che io stesso mi sarei sentito a disagio e penso che in tale stato d'animo si sarebbe certamente ritrovato l'Assessore Olivieri se le cose stessero così.
Ma così non stanno. Questo è dimostrato dal fatto che il 22 ottobre 1986 l'Assessore alla sanità ha trasmesso al Presidente del Consiglio regionale il curriculum formativo e professionale del prof. Papotti accompagnato dalla copia di originale di una lettera, a firma dello stesso professore, in cui questi si riconosceva informato in merito alla designazione di cui trattasi. Questi elementi penso siano raccoglibili e ritrovabili anche all'interno della documentazione depositata presso la Commissione Nomine, comunque presso il Consiglio regionale.
Il prof. Papotti, allegando il curriculum vitae, scrive: "Come da richiesta telefonica di ieri, pervenutami dalla dott.ssa Burchio, le compiego il mio curriculum vitae in vista del mio inserimento nella Commissione prevista dall'art. 17. A sua disposizione per ogni ulteriore informazione, la saluto".
Ad abundantiam ritengo sia utile all'economia delle risposte e dei lavori riproporre in breve la cronologia dei fatti oggetto di esame. Con deliberazione del 14/1/1986 la Giunta regionale aveva proposto al Consiglio regionale l'istituzione di una Commissione tecnico-consultiva che avrebbe dovuto svolgere i compiti di cui agli artt. 12 e 17 del richiamato Decreto del Consiglio dei Ministri del 1984. La Presidenza del Consiglio regionale ha rilevato, con lettera del 9 aprile 1986, che la deliberazione doveva essere riproposta con diversa procedura e ne dava le motivazioni. Il provvedimento suddetto è stato ripresentato in termini diversi, con deliberazione della Giunta regionale.del 27/5/1986, con l'individuazione della composizione della Commissione. Tale provvedimento veniva sottoposto per il relativo recepimento al Consiglio regionale che ratificava la proposta con deliberazione pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione n. 27. Questo interveniva nella seduta del 12 giugno 1986. In quella sede la deliberazione veniva dichiarata immediatamente esecutiva.
Nella stessa, per problemi di procedura, così come erano stati indicati dal Presidente del Consiglio, non era indicata la composizione fisica delle esperienze di cui le presenze dovevano essere dotate.
Con lettera del 14 agosto 1986, l'Assessore Olivieri provvedeva a indicare i quattro nominativi, tra i quali anche quello del prof. Papotti oltre a Levis, Pagano e Rosso.
Tutti e quattro i professionisti interpellati dichiararono la propria disponibilità tant'è vero che tutti consegnarono il loro curriculum vitae che è stato trasmesso con la citata nota del 22/10/1986 al Presidente del Consiglio regionale.
Il Consiglio regionale, nella seduta dell'11/12/1986, ha vagliato le candidature e ha proposto la relativa deliberazione in Consiglio regionale.
Ma questa deliberazione, come molte altre per problemi di affidamento delle presenze numeriche all'interno della votazione, veniva rinviata con osservazioni da parte del Commissario di Governo. La deliberazione quindi venne revocata dallo stesso Consiglio regionale il 20/2/1987.
Il prof. Papotti - l' ha ricordato Bontempi - veniva individuato nella deliberazione che ho testè ricordato e che evidentemente era superata da quella di febbraio, ed era indicato come esperto in microbiologia e non in anatomia e istologia patologica.
La Commissione Nomine, con lettera del 19/2/1987, seguendo l'iter procedurale previsto dalla legge n. 10, provvedeva a segnalare al prof.
Papotti questa sua designazione indicandolo come esperto nella disciplina di anatomia e istologia patologica.
Da qui la risposta del prof. Papotti che dice di non essere esperto in anatomia e istologia patologica.
Forse si è determinato anche un errore da parte vostra derivato probabilmente da una lettura affrettata. Almeno io do questa interpretazione; può anche darsi che a mia volta stia incorrendo in un errore.
Il prof. Papotti quando dice: "Non sono in grado di accettare tale designazione perché la mia esperienza nel campo di anatomia e istologia patologica è pressoché nulla", afferma decisamente il vero stante i titoli di riconoscimento della sua esperienza condotta in un settore specifico diverso.
Avrei motivo invece di pensare che la frase del prof. Papotti: "trattasi della prima comunicazione ufficiale che ricevo al riguardo" possa essere stata interpretata come lettura, in termini fisici e burocratici della comunicazione. In effetti si trattava della prima comunicazione rivoltagli e il prof. Papotti non era all'oscuro della procedura che era stata instaurata poiché aveva comunicato il suo curriculum vitae con lettera accompagnatoria da lui stesso sottoscritta. Ciò appariva evidentemente tardivo rispetto alla precedente manifestata volontà del prof. Papotti e non come totale atto di assenza conoscitiva rispetto al problema.
Semmai, possono intervenire altri interrogativi sul diniego del prof.
Papotti che attengono alla sfera soggettiva. Può concorrere la scarsa esperienza nel campo dell'anatomia e di istologia patologica avendo egli dichiarato una sua diversa competenza. Ma oserei supporre - è spontaneo rilievo personale - che questo può essere disceso da una valutazione complessiva in ordine al tempo entro il quale è maturata questa sua indicazione, che doveva essere definitiva e quindi da quando sono insorte queste determinazioni, e dire che questo è tempo difficile che pu scoraggiare chiunque a partecipare su un piano di collaborazione ad un ente mi pare sia sottolineare decisamente il vero.
Concludo dicendo che una non affrettata disamina della documentazione giacente presso il Consiglio avrebbe consentito di registrare quanto meno che il muoversi della Giunta regionale, e in particolare dell'Assessore, è stato di tutto rispetto nei confronti del Consiglio regionale che è e rimane sempre il riferimento totale, e non di semplice e formale ossequio della Giunta regionale sempre attenta a sottolinearne il ruolo della centralità.
Dissolta la nube - e forse è termine improprio ma per me è tanto vero della negatività degli atteggiamenti, riterrei di chiedere ai colleghi di prendere atto, alla luce degli elementi che sono stati forniti, della improponibilità della valutazione di raggiro del Consiglio regionale registrando il corretto comportamento dell'Assessore regionale alla sanità chiamato oggi ad un non semplice, ma più difficile e complesso impegno certamente tormentato, compito di estrema responsabilità e di estrema delicatezza, per dare risposta alle molte domande di salute e agli interrogativi inquietanti che nascono dall'opinione pubblica su questo argomento.
Vorrei proprio che si prendesse atto di questo sforzo, di questo difficile, logorante e pur generoso impegno dell'Assessore Olivieri.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Olivieri.
OLIVIERI, Assessore alla sanità Non ho nulla da aggiungere a quanto detto dal Presidente della Giunta Beltrami.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi per la replica.
BONTEMPI Ritengo sia stato un male che non abbia risposto l'Assessore Olivieri perché il suo modo sanguigno di esprimersi, che gli fa dire cose che politicamente condanno, avrebbe forse permesso di entrare più nel merito della questione. Mi aspettavo un contributo della Giunta - è intervenuto il Presidente Beltrami per dare una risposta stupefacente - alla questione di fondo che ponevamo e cioè: come mai per una nomina così delicata erano successi fatti incomprensibili? Presidente Beltrami, credo sia arrivato il momento di prendere atto dell'incomunicabilità ormai pressoché totale tra di noi. Hai tentato di dare spiegazione a cose incomprensibili e non so per quale motivo. L'avevo già prevenuto io che la lettera era quella sbagliata. Nella nostra interrogazione abbiamo usato una chiave retorica per sottolineare il raggiro di una persona che afferma di non aver ricevuto la comunicazione ufficiale (quando il curriculum sicuramente era stato presentato e la questione era in corso da due anni e mezzo) e spedisce una lettera al posto di quella che gli era stata richiesta. Quando dice di non essere esperto in anatomia e istologia patologica, certo, dice il vero. Ma corrisponde al vero quando sostiene che non sapeva quali erano le composizioni della Commissione e come proprio la sua specialità fosse tale da rendergli possibile di entrare a farne parte? Comunque non mi interessa entrare in questi dettagli. Il punto vero è quello politico.
Mi sarei aspettato che la Giunta, di fronte ad una vicenda del genere avesse chiarito le motivazioni di una lettera così incomprensibile, dato che quando si nomina un candidato lo si convoca prima e dopo la nomina per un colloquio. E' una vicenda che ha messo l'Assessore in una condizione difficile. Se però si vuole tenere tutto nel formale, addirittura con uno sforzo inconcepibile di difendere l'indifendibile, è chiaro che le conseguenze sono quelle che noi abbiamo posto nella nostra interrogazione.
Il rapporto di verità, di lealtà e di fiducia, nel momento in cui si scopre che alcuni candidati non hanno le caratteristiche richieste, avrebbe dovuto indurre un ben altro atteggiamento da parte della Giunta.
Non abbiamo avuto nessuna valutazione politica sul fatto, abbiamo avuto una ricostruzione di atti già impliciti nella nostra interpellanza, visto che sapevamo che c'era stata una proposta, c'era stato un iter e c'era stato il voto del Consiglio.
Se non ci fosse stato l'inghippo del Commissario del Governo che ha reso la nomina inefficace, avremmo comunque nominato questo candidato come gli altri e avremmo dovuto fare la verifica e il rapporto di fiducia con il Consiglio sarebbe stato, com'è purtroppo, minato dal fatto che sulla vicenda la Giunta mostra totale reticenza. A me pare che si sarebbe potuta affrontare la vicenda in ben altri modi, essendo dell'avviso però che il rapporto con il Consiglio debba essere affrontato nel modo in cui ha detto Beltrami, perché altrimenti la centralità del Consiglio è una favola.
Siamo di fronte a una vicenda che se non viene chiarita, se la Giunta e il Presidente non assumono le loro responsabilità, ha contorni di assurdità, di incomprensibilità, ma soprattutto contorni inquietanti perch non si entra nel merito delle questioni.
Concludo con un forte rammarico che riguarda molto poco la persona, ma che riguarda l'atteggiamento della Giunta. Usciamo da questa vicenda senza aver ricevuto risposta sulla questione che abbiamo posto, che tutti in questo Consiglio si pongono, come ha testimoniatola riunione della Commissione Nomine svoltasi la scorsa settimana.


Argomento: Viabilità

Interrogazione n. 656 del Consigliere Rossa relativa alla situazione della SS 334


PRESIDENTE

Esaminiamo infine l'interrogazione n. 656 presentata dal Consigliere Rossa.
Risponde l'Assessore Cerutti.
CERUTTI, Assessore ai trasporti Il collega Rossa ha presentato un'interrogazione per sapere cosa pu fare la Regione per sollecitare l'ANAS a realizzare un intervento "rapido e globale" sulla SS 334, chiamata del Sassello.
E' una statale che ha caratteristiche tipiche delle strade di montagna lo stesso interrogante ne evidenzia alcune caratteristiche: il 70% della strada è senza banchine, in certi punti la carreggiata non supera i 5 metri, ci sono situazioni di pericolo per la mancanza di parapetti, c'e una situazione del manto disastrata, presente in quasi tutte le strade a causa del gelo e c'è la necessità sostanziale di adeguare questa struttura a certe norme di sicurezza.
Desidero informare l'interrogante che ho incontrato ad Acqui i Sindaci di Melazzo, Malvicino, Pareto, Ponzone e Cartosio e la Comunità montana, i quali avevano presentato una mozione sollecitando gli interventi di manutenzione e ammodernamento della strada.
A seguito di quell'incontro, l'ANAS si è impegnata a compiere opere che ritengo molto importanti per la sicurezza stradale. In questi giorni stanno partendo infatti i primi interventi per 400 milioni per sistemare alcune barriere e alcuni punti pericolosi lungo la strada. Nel frattempo l'ANAS sta ultimando il progetto per circa 2 o 3 miliardi.
I lavori previsti dovrebbero risolvere quella situazione di frane ancora in atto e consentire alcuni allargamenti della strada nei punti caldi.
Occorrerà infine predisporre un progetto organico da inserire in un piano di programmazione straordinaria, per il quale occorre più tempo, per risolvere tutti gli altri problemi. Cioè tre momenti di intervento: la manutenzione, già in atto, l'intervento ordinario immediato con i progetti pronti e l'intervento straordinario che dovrà essere programmato nei prossimi anni.
Certamente questa strada non potrà essere allargata lungo tutto il suo percorso, ma sarà portata in buoni ambiti di sicurezza; oltretutto è una strada di montagna e non penso serva creare condizioni di grande scorrimento.
La SS 334, pur ammodernata, pur resa sicura, non sarà mai una grande strada di traffico e sarà tenuta nella revisione del Piano regionale dei trasporti in un ambito di strada di collegamento interzonale, con caratteristiche non certamente di grande traffico, come lo sono invece le strade che interessano la zona dell'Acquese dove fa capo anche la strada di Sassello.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.
ROSSA Signor Presidente e colleghi, ringrazio l'Assessore Cerutti perla risposta data alla mia interrogazione (risposta che era già pronta la settimana scorsa, ma impegni di quel momento mi hanno tenuto lontano dall'aula).
E' bene ciò che finisce bene. Non è poi così importante che la risposta arrivi questa mattina, ciò che è importante è il suo contenuto. Mi sembra che l'Assessorato, sulla base dell'interrogazione e sulla base della mozione presentata dai Comuni richiamati e dalla Comunità montana interessata, si sia attivato per impegnare l'ANAS in interventi di manutenzione a breve o a lungo periodo.
Chiedo all'Assessore Cerutti di seguire con particolare attenzione la viabilità di quella zona che è piuttosto trascurata. Dovremmo anche approfondire in un altro momento i problemi dei collegamenti dell'Acquese con le autostrade. Noi siamo per il rilancio dell'area dell'Acquese. E' vero che la SS 334 è una statale di secondaria importanza, perché non è infrastruttura di grande traffico, ma è altrettanto vero che se permette un traffico più intenso, sia in relazione ai fine settimana sia in relazione a un rapporto più stretto tra questo comprensorio e la Liguria, può diventare una statale importante. Quindi una nuova attenzione richiede anche un tipo di infrastruttura capace di accogliere e sopportare il nuovo traffico che può derivare. Non vorrei che l'ANAS la considerasse non solo di secondaria importanza, ma di ultima importanza. L'intervento della Regione può essere non decisivo, può invece diventare decisivo se la Regione si pone in stretta collaborazione con l'ANAS, richiamando questo ente dello Stato ad un intervento incisivo.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Carazzoni, Fassio Ottaviano, Maccari e Paris.


Argomento:

a) Congedi

Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale della seduta in corso.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge

Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo ha apposto il visto: alla legge regionale del 29 gennaio 1987: "Riforma dell'organizzazione turistica. Ordinamento e deleghe delle funzioni amministrative in materia di turismo e industria alberghiera".


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo

Argomento:

d) Deliberazioni adottate dalla Giunta regionale


PRESIDENTE

L'elenco delle deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nelle sedute del 17, 24 febbraio e 3 marzo 1987 - in attuazione dell'art. 7 secondo comma, della L.R. 6/11/1978, n. 65 - in materia di consulenze ed incarichi, è depositato e a disposizione presso il Servizio Aula.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Esame proposta di deliberazione n. 452: "Dimissioni del signor Pietro Fraire dalla carica di Consigliere regionale e relativa surrogazione (ai sensi dell'art. 16 della legge 17/2/1968, n. 108)"


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 4) dell'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 452.
Do lettura della lettera di dimissioni inviata dal Consigliere Fraire: "I1 sottoscritto commendatore Pietro Fraire presenta le dimissioni al Consiglio regionale secondo il dettato dall'art. 7 legge n. 14".
Scrive altresì la lettera seguente: "Caro Viglione, in seguito alla lettera con la quale ti ho formalmente consegnato le dimissioni dal Consiglio, desidero ora rivolgere a te un cordialissimo saluto, che ovviamente si concreta in un arrivederci nella nostra terra cuneese. Ti prego di estendere il mio saluto a tutti i componenti il Consiglio regionale e a tutti i funzionari con i quali ho avuto occasione di collaborare nel corso della mia esperienza ormai chiusa".
Pongo pertanto in votazione la presa d'atto delle dimissioni.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.
Occorre pertanto procedere, ai sensi dell'art. 16 della legge 17/2/1968, n. 108, alla surrogazione del Consigliere dimissionario. Ai sensi del citato articolo, il seggio che rimanga vacante per qualsiasi causa, anche se sopravvenuta, è attribuito al candidato che nella stessa lista e circoscrizione segue immediatamente l'ultimo eletto. La stessa norma si osserva anche nel caso di sostituzione del Consigliere proclamato a seguito dell'attribuzione fatta dagli uffici centrali regionali.
Dal verbale dell'Ufficio centrale circoscrizionale presso il Tribunale di Cuneo risulta che all'ultimo eletto nella lista della Democrazia Cristiana nella circoscrizione di Cuneo segue immediatamente il signor Bartolomeo Martinetti, al quale deve essere pertanto attribuito il seggio resosi vacante.
Pongo quindi in votazione la proposta che il Consiglio prenda atto che al Consigliere Pietro Fraire subentra, nella circoscrizione di Cuneo, ai sensi dell'art. 16 della citata legge n. 108, il signor Bartolomeo Martinetti.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano Il Consiglio approva all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
Propongo che la predetta deliberazione relativa alla surrogazione del Consigliere Pietro Fraire con il signor Bartolomeo Martinetti sia dichiarata immediatamente eseguibile, ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62 e faccio presente che la predetta proposta deve essere approvata a maggioranza assoluta dai componenti del Consiglio regionale.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva con la seguente votazione: presenti e votanti 36 favorevoli 36.
Per quanto attiene alla convalida dell'elezione del signor Bartolomeo Martinetti ricordo che essa viene devoluta, ai sensi dell'art. 13 dello stralcio delle norme di Regolamento, alla Giunta delle Elezioni, la quale accerterà che non sussistano nei confronti del neo Consigliere cause di ineleggibilità e di incompatibilità. Ad esame compiuto la Giunta delle Elezioni riferirà al Consiglio.
Invito pertanto il neo Consigliere a prendere posto in aula.



(Il neo Consigliere Bartolomeo Martinetti prende posto in aula)



PRESIDENTE

Signori Consiglieri, mentre saluto il Consigliere Fraire, che avendo assunto altro incarico ha lasciato il Consiglio regionale, lo ringrazio per la sua attività. E' uomo di grande cultura e di grande intelligenza che in questo scorcio di legislatura ha prestato la sua attività all'interno del Consiglio regionale.
Desidero salutare a nome di tutti i presenti il Consigliere Martinetti che è già stato con noi in altro tempo e ha lavorato moltissimo specialmente nel campo socia-assistenziale nel quale egli è particolarmente versato.
In un suo pregevole libro presentato a Mondovì, che farà storia per Mondovì e per le amministrazioni che dal '45 in poi si sono succedute in quella città, ho avuto occasione di rilevare la sua grande umanità, la sua estrazione popolare e i suoi sentimenti che sono sempre stati indirizzati per il bene degli umili e per il riscatto delle popolazioni del Monregalese e di tante altre zone circostanti che per molti anni sono state emarginate.
Sono sicuro che Martinetti come nel passato darà tutto il meglio nella sua attività.
Cordialmente, fraternamente e con grande amicizia saluto il suo ritorno.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Esame proposta di deliberazione relativa a: "Commissione d'inchiesta ai sensi dell'art. 19 sub b) dello Statuto su 'Convenzioni UU.SS.SS.LL. strutture sanitarie private operanti in Piemonte ': presa d'atto dimissioni del Consigliere Minervini Calandri e relativa surrogazione"


PRESIDENTE

Il punto 5) dell'o.d.g. prevede l'esame della proposta di deliberazione relativa a: "Commissione d'inchiesta ai sensi dell'art. 19 sub b) dello Statuto su 'Convenzioni UU.SS.SS.LL. - strutture sanitarie private operanti in Piemonte ': presa d'atto dimissioni del Consigliere Minervini Calandri e relativa surrogazione".
Il Consigliere Minervini ritenendo di essere in situazione di incompatibilità con i lavori della Commissione chiede di essere sostituita e pertanto formula le sue dimissioni.
La parola al Consigliere Minervini.
MINERVINI Signor Presidente, volevo solo chiarire che non mi ritengo incompatibile. La mia è una forma di correttezza.



PRESIDENTE

Signori Consiglieri, informo che il Consigliere Majorino, quale Capogruppo del MSI, sostituirà il Consigliere Minervini.
Pongo pertanto in votazione la proposta che il Consiglio prenda atto che al Consigliere Minervini subentra il Consigliere Majorino.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.


Argomento: Nomine

Esame proposta di deliberazione n. 446: "Revoca delle deliberazioni del Consiglio regionale nn. 368 e 369 del 16 febbraio 1987 relative alla nomina del Consiglio di amministrazione e del Collegio sindacale Promark"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 6) dell'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 446.
Pongo in votazione la deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali - Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Comunicazioni della Giunta regionale sulla STEF S.p.A.


PRESIDENTE

I Capigruppo hanno convenuto che in questa seduta venisse da parte della Giunta regionale una comunicazione sull'organizzazione futura della



STEF S.p.A.

Il documento è stato rimesso alla Presidenza del Consiglio che a sua volta ha provveduto a consegnarlo a tutti i Gruppi.
La parola all'Assessore Cerutti.



STEF S.p.A.

CERUTTI, Assessore ai trasporti



STEF S.p.A.

Signor Presidente e colleghi, devo al Consiglio, sollecitato più volte dal Gruppo del PCI, un'informazione dettagliata sulle prospettive di lavoro e di attività della STEF S.p.A., con, partecipazione maggioritaria della Regione Piemonte.
Chiedo scusa per il ritardo con cui faccio questa relazione, ma si è preferito dare la possibilità al Consiglio di amministrazione della società stessa di fare una serie di riflessioni e di esami della propria situazione interna e di tutte le prospettive che ad essa competono come ente autonomo nonché di operare un confronto con loro nell'assemblea che è avvenuta.
Quali sono stati gli elementi più importanti di questo confronto? In primo luogo l'esame della situazione economica che interessa direttamente la STEF e che può essere divisa in due momenti significativi.
Il primo riferito ad un adeguamento del capitale sottoscritto, tale da dare un minimo di respiro economico e finanziario alla società stessa approvato dal Consiglio regionale a cui ha aderito anche l'altro partner la SITAF.
Il secondo, sempre di carattere finanziario, sugli oneri economici che gravano sulla società. Non può essere ignorato il costo abnorme, di oltre un miliardo, delle spese per il personale che annualmente deve essere sopportato, contro un fatturato e giro d'affari di progettazioni sicuramente non consoni a un così elevato costo di gestione.
Per soddisfare questo elemento non indifferente di sopravvivenza, la società ha fatto un esame nel proprio interno in ordine alle competenze agli oneri finanziari e alla professionalità e ha sottoposto una ristrutturazione della struttura all'attenzione del Consiglio che riteniamo possa essere una soluzione di carattere tecnico accettabile e di prospettiva serena per il futuro.
Sempre legato a questo aspetto di carattere economico esagerato abbiamo evidenziato nell'incontro con gli amministratori l'eccessivo organismo direzionale della società che vede la presenza di un Presidente di due Vicepresidenti, di un amministratore delegato, senza contare l'apparato interno che prevede un direttore generale, un direttore di sezione, uno amministrativo, uno tecnico e altri.
L'impegno politico che intendiamo perseguire è di evitare o almeno alleviare il più possibile i rilevanti oneri citati che a nostro avviso non sono necessari per assicurare una corretta ed efficiente gestione societaria.
Problema di fondo, però, rimane il discorso legato alle prospettive di lavoro della società, se vuole continuare ad operare sul mercato. Abbiamo evidenziato agli amministratori che non necessariamente deve esistere un cordone ombelicale tra la STEF e la Regione Piemonte, inteso come assicurazione finanziaria di ripiano sistematico degli oneri della società.
E' indubbio che la STEF è un apparato tecnico al quale la Regione, e la Giunta in modo particolare, vuole ricorrere e utilizzare per i propri programmi e soprattutto per alcune verifiche di fattibilità, per alcuni aspetti di scelte politiche del territorio, per alcuni compiti specifici che alla STEF possono essere assegnati alla vigilia della predisposizione del Piano di sviluppo regionale. Questa però non deve essere la motivazione per dire: "Se la Regione non ci dà i soldi e non ci assicura il budget funzionale, noi falliamo".
Abbiamo invitato la STEF a conquistarsi uno spazio, una credibilità e un'immagine anche sul mercato della progettazione, approfittando delle possibilità che le nuove leggi dello Stato offrono a strutture di progettazione, di analisi e di assistenza, come appunto la STEF pu svolgere.
A tale proposito ci siamo attivati per consentire un collegamento diretto con apparati statali, non ultima la soluzione sottoscritta tra la STEF e l'ITALSTAT per i problemi ospedalieri delle Molinette, che dà una garanzia per il futuro della società; inoltre la Regione Piemonte intende affidarle, appena certe condizioni di carattere convenzionale lo consentiranno, l'incarico per la sistemazione definitiva del Buon Pastore ed ancora, la possibilità di utilizzare la STEF, alla luce dell'ultimo decreto sugli aspetti ambientali, per i recuperi delle zone disastrate o dissestate e per problemi legati agli impianti di smaltimento dei rifiuti od altro, che trovano per la prima volta nella legge finanziaria largo spazio e larga applicazione, ma in modo particolare trovano nelle Regioni punti di riferimento per programmi di investimento che a partire dal 1988 possono essere finanziati dal competente Ministero dell'Ambiente.
Le raccomandazioni che da parte nostra sono state formulate alla società e illustrate dalla relazione dell'amministratore delegato, sono di allargare l'immagine e la competenza non solo al rapporto con la Regione Piemonte, ma anche con lo Stato; la necessità di una ristrutturazione organica nell'interno in modo da mantenere dei capisaldi in quelle figure valide e competenti e trovare la soluzione per collocare in altre società o in altre partecipazioni regionali il personale eccedente, in modo da non creare traumi occupazionali. La strada avviata dall'amministratore delegato, condivisa dal Consiglio e fatta propria nella deliberazione che vi è stata sottoposta, consente, a nostro avviso, alla società di recuperare quel ruolo per la quale era stata a suo tempo creata con il più ampio spazio possibile, con prospettive non assistenziali, come in passato potevano sembrare, vanificando lo spirito con il quale la società era stata istituita. Io spero che con queste premesse e condizioni si possa guardare ad un futuro certamente positivo per la società e che giova sicuramente anche alla Regione,azionista di maggioranza nella società stessa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.
BONTEMPI Ritengo che questo sia ancora un momento interlocutorio, anche se finalmente l'intervento dell'Assessore ha caratteristiche di proposta, sia pure ancora molto in generale.
Avevamo chiesto alla Giunta di definire una deliberazione di indirizzi abbiamo invece una semplice comunicazione alla quale dovrebbe far seguito un dibattito, e gli indirizzi dovremmo pertanto farli scaturire dalla discussione in aula.
La comunicazione della Giunta ha ancora caratteristiche di non definizione. Però, se il senso della non definizione è quello di verificare le opinioni delle forze politiche per poi concludere e decidere, può essere un metodo condivisibile. Il problema comunque sta nei tempi, anche se le notizie date dall'Assessore sulle progettazioni - direzioni lavori assegnati dall'ITALSTAT fanno un po' venir meno le ragioni di massima urgenza da "mancanza di ossigeno".
Sarò molto sintetico e cercherò di esprimere alcuni concetti verificando se la Giunta intende continuare con la tecnica della presa in giro. Non abbiamo più nessuna aspettativa da questa Giunta, la manfrina sulla STEF è stata già fin troppo lunga, proviamoci comunque ancora una volta.
Rileviamo nel documento due elementi positivi. Intanto per la prima volta si tenta di imboccare una via per individuare in quali modi pu essere rilanciata la struttura. Questo fatto non era ancora avvenuto da parte della Giunta, al di là di flebili petizioni di principio.
Il secondo aspetto riguarda la proposta di ristrutturazione della società che sentiamo ampiamente necessaria anche noi. Quello che non mi trova assolutamente d'accordo, o meglio che richiede approfondimenti perch si possa convenire su un'ipotesi, è la ricerca un po' faticosa di soluzioni molto variegate, di contenuti, di tipo di lavoro della società, quando invece sono emersi rilevantissimi problemi dalla legislazione nazionale che dovrebbero imporci di qualificare questa o un'altra struttura.
Voglio aprire una parentesi. Non siamo particolarmente affezionati al nome STEF, né a nulla che sia all'interno della STEF, quindi se si vuole superare un possibile equivoco e parlare di una nuova struttura di progettazione con certe caratteristiche, siamo d'accordo. Non è il problema concreto di quella società, della sua eredità, di come l'abbiamo rilevata cioè, questioni che la relazione dell'Assessore metteva in evidenza per quanto riguarda il sovraccarico di personale amministrativo e lo scarso rapporto costi-benefici di certo personale. Siamo invece convinti che ci sia il bisogno impellente di una struttura pubblica - meglio se regionale e degli Enti locali - di intervento nel settore della progettazione, del governo e della qualità delle grandi infrastrutture.
La legge 1004 del nostro ordinamento è rivoluzionaria, prevede la concessione integrata e la procedura ristretta come due grandi novità; la concessione fatta sulla base dell'offerta più vantaggiosa e, avendo la concessione di opere per oltre 20 miliardi, in realtà la stessa progettazione decisa sulla base dei progetti di massima va alle imprese o ai loro raggruppamenti. C'è il rischio che attraverso questa legge e attraverso i forti interessi del settore, la capacità delle istituzioni di svolgere la propria funzione di governo sia debole, essendo già poca adesso per ragioni politiche.
Mi ha colpito l'articolo comparso sulla rivista "Italia oggi", giornale non certamente di area di sinistra, dove il commentatore, dopo aver evidenziato i benefici di questa legge, chiude con una frase indicativa del problema in oggetto: "Il problema fondamentale resta comunque un altro. Se la scelta più efficace era quella di affidare la responsabilità dell'opera all'imprenditore privato, come può un'amministrazione inefficiente assicurare che l'opera progettata ed eseguita dal privato sia effettivamente ben eseguita o, in altre parole, che il pubblico denaro sia stato bene impiegato?".
Credo che questa sia una legittima questione. Ripeto, non si pone un problema di sinistra, ma si pone dal mondo dei professionisti o comunque da gente che si occupa prevalentemente di interessi economici. Questo conferma che una legge del genere coinvolgerà il mondo economico, il mondo crescentemente finanziarizzato anche in Piemonte attorno ai grandi business, le costruzioni di infrastrutture stradali, ferroviarie ed altre che possono essere legittimamente un affare, cioè fonte di lavoro e di intervento delle forze economiche.
Però di fronte a questa legge la prima questione che dobbiamo porre è quella di una struttura progettuale a servizio del pubblico e delle istituzioni locali, sia la STEF o altro, ovvero il problema è quello di focalizzare i suoi compiti all'insegna delle novità legislative emerse. Noi possiamo avere un livello di governo adeguato, tenendo conto della legge solamente se ci strutturiamo in modo adeguato.
Sul settore della progettazione c'è una funzione propria, che abbiamo richiamato più volte, di governo, di interlocuzione, di verifica, di controllo, forse di proposta, attraverso qualche progetto pilota, di elementi costitutivi della progettazione e quindi della realizzazione delle opere che rispondono ad una pluralità di interessi, come una società complessa come questa richiede. Penso alle questioni di impatto ambientale che, nel momento in cui introdurremo questa norma, dovranno diventare cultura nella progettazione e negli operatori privati.
E' positiva la volontà di andare avanti per conferire a questa struttura ruoli reali ;ora non so, sul piano tecnico, se sia giusta la proposta di costituire aree per direzione o per progetti, comunque mi pare che fosse matura l'idea della ristrutturazione della STEF. Però nella proposta della Giunta non è ancora messa a fuoco, è ancora a maglie troppo larghe, è molto indefinita.
Come preannunciato nella precedente seduta, non vogliamo ripercorrere la strada della Commissione d'indagine conoscitiva, perché significherebbe creare una struttura ex novo. Noi proporremo di avere, a ridosso dell'entrata in vigore di questa legge, un'indagine conoscitiva della II Commissione su quello che è in atto nella nostra Regione da parte delle grandi società, dei grandi "attori" economicamente molto forti, sul piano della realizzazione degli appalti, delle opere e sul piano dei soggetti di progettazione. Credo che qualche problema si ponga perfino nei confronti degli studi di progettazione privati più piccoli, non che vogliamo tutelarli ad ogni costo, ma bisogna tenerne conto. In ogni caso c'è un'attività di governo e di indirizzo a cui non possiamo venir meno; dato che sono sempre più convinto che piani e leggi hanno senso se abbiamo capacità di verificare nel reale quello che accade o che può accadere, mi sembra sia opportuno un lavoro della II Commissione volto, attraverso anche audizioni, a conoscere le situazioni reali dei vari soggetti. Per governare bisogna conoscere, bisogna avere i dati, le informazioni, occorre sapere cosa si muove e quali sono le tendenze, quali sono gli interessi che si costituiranno per forza di questa legge, quindi conoscere come mantenere una funzione, che è propria del pubblico, di indirizzo e di governo, per non essere costretti dalle forze in campo ad assumere un ruolo di subalterni e mediocri attori che recitano sul seguito delle decisioni prese da altri. Si tratta di capire a questo punto come ci attrezziamo noi per non essere relegati ad un ruolo assolutamente marginale.
Un momento essenziale a me sembra questa struttura pubblica di progettazione, di alta qualificazione. E qui rientra anche il discorso economico. Credo sia giusto richiamare, come fa l'Assessore Cerutti, un principio di economicità e non solo di un puro ente strumentale che aspetta i soldi dalla Regione per vivere. Probabilmente si tratta di combinare i criteri. Su questo la discussione deve entrare nel merito, e se c'è la disponibilità dell'Assessore noi cercheremo di dare il nostro contributo.
E' vero che c'è il problema dell'economicità, che è un principio da tutelare, ma è anche vero che una struttura che si ponga a servizio di interessi generali, come la qualità della progettazione e la moralizzazione del mercato della progettazione, nel senso di imporre una competizione di qualità e non una competizione di pure forze, ha il problema di determinare condizioni di conoscenza all'ente pubblico per essere in grado di stare sulla "palla", almeno rispetto agli altri attori non pubblici, che hanno interessi organizzati e forti. Noi non rifiutiamo il criterio dell'economicità, ma riteniamo che tale criterio vada contemperato con questa esigenza pubblica.
In termini di risparmio per le risorse pubbliche (i soldi dei contribuenti) bisogna fare un calcolo realistico se la spesa di "n." miliardi annui, in un'efficiente ed utile società di progettazione, non venga ampiamente ripagata sul piano del risparmio che nella progettazione e realizzazione delle opere si può ottenere. Non sempre in un sistema complesso di attori e di soggetti l'economicità va misurata in funzione dell'atto singolo. D'altronde mi stupirebbe che nel momento in cui dobbiamo fare i conti con fenomeni complessi sul piano economico, legislativo e organizzativo, con un crescere di forza obiettiva, per l'indebolimento delle istituzioni, di forza politica impropriamente definita privata e di altri interessi, non ci attrezziamo per stare al passo, per interloquire (io direi di governare).
Chiudo dicendo che nello sforzo dell'Assessore ravvisiamo alcuni spunti di qualche interesse. Noi abbiamo dato un contributo con un intervento in aula; non escluderemmo, se lo si ritenesse, un momento di confronto in Commissione. Ripeto, non deve essere un piano onnicomprensivo che risolve tutto, ma un piano che dia con chiarezza un indirizzo ed individui un percorso, questo sarebbe già sufficiente.
Qui c'è già qualche traccia, mi pare però trascurata la centralità della questione. Secondo me, l'errore è una dispersione di identità in molte direzioni e nell'incertezza. Lo sforzo che deve fare l'Assessore Cerutti con l'Assessore alla programmazione e alla pianificazione e lo sforzo che deve fare il Consiglio è quello di arrivare a questa definizione.
Abbiamo qualche perplessità sul progetto Molinette. Visto che la Giunta l' ha messo in programma e visto che lo vuole portare avanti, noi faremo presenti in altro modo e in altre sedi le nostre riserve sulla scelta fatta rispetto al resto del Piemonte, rispetto alla realizzabilità, alla praticabilità di questo progetto. In ogni caso per quanto riguarda gli aspetti della progettazione, il fatto che si sia trovato questo canale credo che, vista l'urgenza e la drammaticità della situazione della STEF rappresenti forse un male minore.
A me sembra che il nostro contributo e la nostra disponibilità a discutere nel merito debbano essere colti dall'Assessore come un richiamo a focalizzare, attorno a quello che mi pare il problema principale, che ho finora evidenziato, la possibilità di rivitalizzare e rilanciare una struttura progettuale che dovrebbe fare un enorme salto di qualità; diciamo STEF per comodità di linguaggio, se resta così va bene, non ce l' ho con il nome. Noi siamo disponibili anche all'eventuale esame in Commissione.
L'attenzione posta in questi mesi a questa società rivela la reale intenzione di andare avanti. Non è una pura difesa degli enti strumentali creati. E' giusto fare il punto della situazione e vedere se sono utili o meno questi enti. L'attenzione è validità dalla necessità, dall'idea che ci è cara e che ritengo sia preziosa ed indispensabile per la Regione.
Davvero, non si capisce come la Regione potrebbe cambiare rispetto a quella che è attualmente, un anfibio con la pancia molto gonfia che fa tanta amministrazione attiva, se non cerca di attrezzarsi con un ente capace di intervenire sui processi reali, in tempi reali e con strumenti adatti.
Qualche volontà è stata espressa, ancora vaga e indefinita. Dobbiamo arrivare in tempi rapidi, e la nostra disponibilità è completa, a definire un'ipotesi e ad operare nel concreto di conseguenza. Ma su questo terreno temo che venga al dunque la questione politica di una Giunta che non sa e non vuole governare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.
BRIZIO Ritengo che dobbiamo avere dalla comunicazione dell'Assessore motivo di soddisfazione, innanzitutto perché si procede via via in aula nella individuazione di linee programmatiche e di indirizzi per tutti gli enti strumentali, e ciò è elemento certamente positivo.
Abbiamo già discusso del CSI e via via lo faremo per tutti gli enti strumentali. E' prevista prossimamente anche la discussione sulla Promark e quindi si va avanti in un'analisi dei vari enti strumentali, delle loro prospettive e del modo in cui possono corrispondere agli scopi per cui sono stati creati dalla Regione.
Il problema STEF era ed è molto caldo, poiché in fondo si è trattato inizialmente di un'operazione di salvataggio che aveva - dobbiamo ricordarlo - respiro abbastanza corto.
Il legame tra la STEF e la SITAF era un legame viscerale, e lo è ancora in gran parte, almeno allo stato attuale, ma può esserlo assai meno in un discorso di prospettiva. Con un legame così stretto la società non poteva non incontrare difficoltà a trasformarsi in una società di progettazione autonoma, capace di andare avanti con le proprie gambe, come noi abbiamo chiesto fin dall'inizio e d'altro canto senza buttarsi in modo pesante sul mercato della progettazione, per porsi come elemento di equilibrio e non come elemento di turbativa sul mercato della libera professione che esiste e che è tutto sommato un mercato positivo.
La STEF si è trovata in una situazione pesante; nel 1986 abbiamo parlato più volte di difficoltà di vita di questa società, per cui dobbiamo considerare come un fatto positivo e importante l'arrivo a fine anno in una situazione finanziaria sostanzialmente equilibrata. Certo, è anomalo il fatto che la quasi totalità dei crediti (1 miliardo e 300 milioni) sono tutti nei confronti della SITAF che certamente procederà nei pagamenti con una certa gradualità e con la conseguenza di possibili difficoltà finanziarie. Tuttavia va giudicata positivamente sia l'ipotesi di chiusura del bilancio in attivo nel 1986 sia il piano di ristrutturazione e di rilancio per il 1987 che appare molto importante.
I punti deboli erano e sono il legame eccessivo con la SITAF e un ristretto campo di progettazione; la pesantezza della struttura amministrativa e tecnica. Si intende incidere in questo settore e ci sono nella relazione anche alcune denunce pesanti, come quella di impiegati che non si facevano vedere, espressione di un sistema di gestione un po' semplicistico e un po' troppo facile. Avere ripreso in mano la situazione anche sotto il profilo gestionale e della correttezza amministrativa, penso vada considerato anche a merito del Consiglio di amministrazione che si è insediato e del nuovo amministratore delegato che ha dimostrato impegno e determinazione, anche nei rapporti dialettici necessari con la Giunta regionale.
Il progetto quindi ha le caratteristiche di una ristrutturazione con un taglio anche nel personale che certamente deve essere portato avanti cercando una collocazione del personale esuberante o in altri enti strumentali o altrove secondo le possibilità. L'obiettivo sostanziale tuttavia deve essere quello di rendere flessibile la capacità operativa e di progettazione della società. Occorre rendere la società capace di intervenire nei settori più vari, in quelli regionali e in quelli delle opere pubbliche delle grandi società, secondo l'accenno che ha fatto Bontempi, ma deve essere anche in grado di agire sul mercato. Dobbiamo pensare ad una società così strutturata veramente capace di acquisire delle commesse anche sul mercato svolgendo un compito di direzione progettuale e di organizzazione e avvalendosi, poiché così sarà in una struttura agile come questa, del mercato della libera professione, dei progettisti, delle società di engineering. Una mano, quindi, pubblica regionale importante che deve mirare a quella economicità e a quella efficienza che noi consideriamo fondamentale.
Certo l'economicità può essere interpretata in molti modi, c'è una economicità indiretta, che può essere costituita dal risparmio in talune progettazioni, ma quando si dà ad una società la figura di S.p.A. si deve perseguire in ogni caso la economicità diretta, cioè la capacità di produrre un conto economico in attivo, la capacità di tenere in quadro la situazione patrimoniale e quindi di svolgere il proprio oggetto sociale con aggressività e impegno.
Mi pare che la via intrapresa debba considerarsi positiva; anche l'ipotesi di ristrutturazione intelligente: dovrà misurarsi, certo, con la realtà, ma ha un suo significato.
La divisione attuata non più in classiche direzioni, ma secondo l'individuazione di due linee progettuali, quella delle infrastrutture e quella dell'innovazione e dei progetti speciali, pare una risposta intelligente, una proposta puntuale che può sfruttare le specializzazioni e stimolare nel concreto dirigenti capaci e interessati ad ottenere buoni risultati. La proposta è nel complesso da considerarsi importante e da approvare.
Si è probabilmente trovata la via d'uscita per i problemi della STEF: certo, siamo a livello di indicazioni, occorrerà poi capacità operativa.
Dovremo seguire la società su questo terreno e dare degli stimoli poich nella fase iniziale è giusto che ci sia un intervento della Regione: si è parlato del progetto Molinette, della convenzione con l'Istituto Buon Pastore, sappiamo che a livello di progetti speciali la STEF sta avviando una serie di studi che prevedono interventi nei centri storici nonch disponibilità di interventi in diversi settori. Si delinea un intervento significativo nel settore pubblico connesso all'attività regionale, ma se si punta alla crescita dell'ente e alla sua capacità di incidere e corrispondere in modo adeguato alle esigenze che la Regione si propone, non dobbiamo dimenticare il mercato della progettazione. Occorre inoltre che la società si cimenti anche con qualche commessa privata significativa e importante, in modo da garantire quell'equilibrio di movimento e quella vitalità che deve evitare di fare della STEF un ente assistito.
Non abbiamo bisogno nella progettazione di un ente assistito, ma di un ente capace di creare economicità e risorse facendo un servizio alla Regione.
Ci si sta muovendo su questa strada e ci auguriamo che si possa proseguire e raggiungere risultati positivi.
Come Gruppo siamo a disposizione per tutti i confronti che la Giunta o la Commissione intenderanno portare avanti, stimolati anche dagli interventi e dalle proposte dell'opposizione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.
MARCHINI Signor Presidente e colleghi Consiglieri, l'intervento del Gruppo liberale sarà breve.
Noi apprezziamo la documentazione che ci è stata consegnata, ne annotiamo la vivacità intellettuale e la molta voglia di fare, ma non ci sembra di cogliere alcun elemento di chiarezza superiore a quanto ve ne fosse prima L'elemento di chiarezza, che riteniamo di dover individuare, riguarda lo ha detto prima il collega Brizio - il servizio che questa società deve dare alla Regione. Devo dire di essere del tutto indifferente al fatto che la STEF abbia ottenuto la progettazione - se ho ben capito valutata in 6 miliardi e mezzo - di una struttura ospedaliera; non vedo quale tipo di vantaggio abbia la Regione, in che linea politica si ponga questo tipo di risultato e quali siano gli obiettivi. La commessa ospedaliera garantisce che la società avrà introiti, il che ci tranquillizza come soci, ma non come Regione. Non individuo in questi documenti una scelta chiara del servizio che la STEF darà alla Regione e mi preoccupa molto che tale incertezza faccia, per esempio, emergere un'ipotesi come quella avanzata dal Capogruppo comunista.
Se c'è lo spazio per una tale proposta significa che i documenti non implicano scelte che non la rendano proponibile. L'intendimento del collega comunista mi pare sia sostanzialmente di dare alla STEF una specie di "controllo qualità" rispetto alla progettazione che i vari soggetti hanno sul territorio. Questo sicuramente si tradurrebbe in un servizio per la Regione, ma noi negli interventi precedenti abbiamo invece suggerito che gli eventuali servizi da parte della STEF dovessero essere in ordine ad una progettualità e non ad una progettazione: individuare spazi di intervento dell'istituzione che si occupa del territorio (Stato, Regione, Provincia Comune) in termini di opere di natura tale da richiedere progettualità di tipo edilizio civile e che quindi fossero un supporto al "decisore" Regione e non al "cliente" Regione.
Avverto sempre più, quale decisore regionale, la mancanza di supporti stimolanti: manca, da parte della società civile, un sistema di input al decisore regionale. Dalla STEF, che continuo a considerare ente strumentale (altrimenti mi si chiederebbe solamente un parere come socio, non come Consigliere regionale), ritengo che in primo luogo debba venire un servizio di input affinché il decisore regionale si possa adeguatamente muovere rispetto a determinati problemi e realtà.
Ho l'impressione che su questo punto l'Assessore e la Giunta debbano fare delle riflessioni. Siamo soci di una società (si tratta di una società per azioni) che ha un suo Statuto e può tranquillamente pensare di perseguire contabilmente il pareggio o addirittura la rendita economica che mi pare obiettivo da non trascurare, muovendosi sul mercato in concorrenza con le professioni, attraverso strumenti diversi. Non concordo però sul fatto che la STEF si valga di progettisti esterni: cosa facciamo una società di patronage o di intermediazione? Su questo occorre chiarezza l'ing. Gerbi (prendo un professionista a caso nella lista) ha diritto di accedere alla committenza pubblica e privata senza passare attraverso intermediari o patronage. Il fatto che alcuni colleghi, prudenti e illuminati come il Capogruppo democristiano, ipotizzino uno scenario di questo tipo, mi convince che in merito alla STEF le idee non sono assolutamente chiare. Concordiamo tutti sul fatto che la società va razionalizzata, che i dipendenti devono lavorare e che è bene trovi delle commesse altrimenti rischia il fallimento; ma questi fatti interessano il socio e non la Regione, decisore politico e di governo che deve sapere se questa società è funzionale alla Regione o se è soltanto una società della quale la Regione ha una quota azionaria.
Si tratta di posizioni estremamente diverse: il socio azionario si preoccupa di sapere se la società sta perseguendo una politica che dà la possibilità di ottenere lo scopo sociale, e possibilmente di distribuire dividendi; se invece ci si preoccupa che la società abbia un ruolo politico collegato all'istituzione, lo scopo della società deve essere detto con grande chiarezza. Devo dire che, al di là di molti sforzi di immaginazione i risultati non ce li aspettiamo ancora, ma non si comprende neppure la linea sulla quale ci si muove. Nei documenti c'è scritto che si tende ad avere il massimo di commesse pubbliche; mi auguro che la STEF meriti la commessa delle Molinette che le è stata data, cioè che sul piano qualitativo sia la struttura più qualificata professionalmente. L'argomento che deve premiare la STEF non è l'avere la SITAF e la Regione come soci, ma la sua capacità professionale. Torniamo quindi al bisticcio dell'altro giorno: la professionalità è un prodotto, secondo noi, della società civile, non delle istituzioni; le istituzioni non devono mettersi a fare concorrenza alla professionalità, perché sono due mondi completamente diversi. Io insisto nel dire che questo processo va sviluppato, pur prendendo atto di uno sforzo serio della società e della Giunta di avviare quanto meno ad accettabilità almeno formali, alcune situazioni della società. Il senso d'essere politico della nostra partecipazione alla società non è ancora emerso con tutta chiarezza, e ciò mi sembra un bene perché ci dà la possibilità di confrontare le opinioni diverse, espresse oggi in aula, sulle quali la Giunta e il Consiglio, per la parte che a loro compete, debbono avere la responsabilità di decisione e di governo. Quindi non considero il problema in via di soluzione, soprattutto dal punto di vista politico e istituzionale, perché siamo ancora in una fase di grande confusione. Dobbiamo rallegrarci comunque del fatto che la società si avvia ad una fase di maggiore compiutezza e consapevolezza societaria di comportamenti, sia a livello di enti di governo della stessa che di organizzazione interna.
Il dibattito che la Regione senz'altro deve svolgere è sul senso d'essere all'interno della STEF e quali servizi si aspetta di avere da essa.
Il collega Brizio prima chiedeva: "Quale servizio ci aspettiamo dalla STEF? Che faccia dei bei progetti?". Sicuramente no, ci auguriamo che faccia dei bei progetti, non per la Regione, ma per i destinatari della progettazione. Alla Regione deve dare qualcosa di diverso.
Io continuo a dire che gli enti strumentali devono essere messi nelle condizioni e stimolati affinché siano i nostri più significativi sollecitatori, cioè che mettano il decisore politico, e in particolare la Giunta, nelle condizioni non di eseguire, ma di conoscere per immaginare per proporre e per programmare; ribadisco questo perché ho l'impressione che tutti gli enti strumentali si stiano trasformando in enti di gestione del proprio essere e del proprio campo. E questa non è la ragione per la quale li abbiamo istituiti. La Promark non è stata creata per gestire l'artigianato o il commercio, ma per avviare insieme alla Regione un processo di sviluppo; Finpiemonte non deve gestire le proprie risorse, ma deve aiutare la Regione ad avviare un processo di sviluppo e di modernizzazione del sistema industriale. Così valga per gli altri enti strumentali.
La disattenzione è il giusto prezzo che si paga quando non si è interessanti e soprattutto quando si è troppo lunghi. Sono convinto d'essere stato interessante, prendo atto di essere stato troppo lungo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.
FERRARA Signor Presidente, sulla comunicazione della Giunta in ordine alla STEF il Gruppo repubblicano si limiterà a svolgere alcune osservazioni.
Esprimo un giudizio positivo rispetto alla comunicazione della Giunta in quanto mi pare ci sia l'intenzione di affrontare il problema STEF in modo concreto, individuando le diseconomie che si sono determinate, al fine di eliminarle. Credo sia un comportamento giusto, doveroso e, proprio sulla base della relazione o comunque dell'allegato che ci è giunto da parte della Giunta, da assumere con tempestività; infatti quando leggiamo, in memoria, alcune situazioni di inefficienza sul piano economico della società, i livelli retributivi che sono anomali rispetto alla situazione normale, la gestione del personale, che nella relazione viene indicato come "rilevanti assenze, perduranti nel tempo senza che siano state mai oggetto di una qualche considerazione", ci paiono situazioni molto negative alle quali si deve dare una risposta.
C'è però un elemento, che sotto certi aspetti è più importante, che mi lascia perplesso. Di questa società tutti quanti parlano, ognuno dice cosa si dovrebbe fare e sono indicazioni tutte diverse. Personalmente non conosco l'effettiva utilità che questa società può avere. La legge istitutiva prevede solo la partecipazione della Regione ad una struttura nel settore della viabilità; quella legge è vigente ancora oggi, e dunque ci ha consentito di partecipare a questa società che prevede soltanto l'intervento nel campo della viabilità; si propone invece di estendere il campo di interventi, né la legge in sé non lo preclude.
Il collega Bontempi ha evidenziato l'esigenza di riaffermare da una parte le funzioni di indirizzo e di governo della Regione, dall'altra parte un'attività della STEF tendente a gestire direttamente la programmazione.
Personalmente ho qualche riserva in ordine a questa prospettiva, perché se il ruolo della Regione è e deve essere di indirizzo, di programmazione e di governo e non di gestione, mi parrebbe più giusto che i1 ruolo della STEF tendesse alla valutazione circa la congruità dei progetti realizzati non dalla Regione, più che essere gestore in prima persona dei progetti. Tanto più quando sento dire che in realtà la STEF non fa in proprio queste cose ma molte volte subappaltando i progetti e i lavori: in tal caso addirittura la Regione con questo criterio verrebbe ad allontanare ancora di più la effettuazione dei controlli, da una parte non li farebbe direttamente e considererebbe il controllo fatto perché è avvenuto attraverso una sua struttura la quale non è poi quella che direttamente progetta. Quindi, mi sembra che i fini che ognuno di noi indica per questa società siano diversi. E' opportuno, proprio alla luce di queste cose, un approfondimento, una maggiore valutazione da parte della Commissione, del Consiglio insieme alla Giunta di quelle che devono essere le conclusioni alle quali giungere relativamente a questa società. Quindi credo che la comunicazione e il dibattito di oggi siano soltanto il primo tassello rispetto a delle scelte più concrete, più precise che la Regione dovrà darci in merito a questa società.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.
MAJORINO Entrando nel vivo dell'argomento devo ricordare che - sin dal momento in cui la STEF è diventata un ente strumentale della Regione, acquisendo con la legge n. 37 del 1981, azioni pari all'importo di 200 milioni - i Consiglieri di amministrazione, designati dal Consiglio regionale nell'esercitare il loro mandato avrebbero dovuto essere vincolati all'osservanza delle direttive impartite dai competenti organi della Regione. Ricordo questo in quanto nella realtà la regola generale - comune a tutti gli enti strumentali, del vincolo per gli amministratori di osservare gli indirizzi e le direttive impartite dalla Regione - non ha potuto essere osservata in quanto dal 1981 ai giorni nostri la Giunta non ha mai formulato una deliberazione di indirizzo al Consiglio. In effetti le Giunte che si sono susseguite dal 1981 ad oggi sono sempre state estremamente parche in materia di indirizzi per gli enti strumentali tant'è che l'unica deliberazione esistente (e mi pare che non ce ne siano altre) ed approvata dal Consiglio riguarda la Promark. Quindi, la comunicazione odierna,- con la quale si è rilevata (usando degli eufemismi) la "seria preoccupazione" per l'aspetto economico finanziario della STEF e si è posta la questione (non di poco conto) degli, organismi pletorici e della esuberanza del personale, dà a divedere che tali problemi si sono creati in quanto non ci sono mai state delle precise deliberazioni di indirizzi. Pertanto - dopo quanto si accenna oggi nella comunicazione in ordine alla creazione della "nuova STEF" - ritengo necessario e urgente che da parte della Giunta ci sia una proposta precisa, dettagliata e articolata in ordine agli indirizzi e alle direttive da impartire, tramite i Consiglieri di amministrazione, alla STEF ai fini di quel risanamento che è nei voti di tutti.
A nostro modo di vedere - e sempre ai fini di avere in mano le fila di questa possibile e necessaria direttiva ai Consiglieri di amministrazione e quindi a quella che dovrà essere la futura gestione della STEF - c'è poi un'altra questione che noi avevamo evidenziato attraverso la presentazione di un disegno di legge, nel lontano ottobre 1981, cioè un mese dopo l'ingresso della Regione nella partecipazione STEF: in quel momento avevamo cioè rilevato come l'ente strumentale STEF fosse in sostanza anomalo rispetto agli altri, perché non era contenuta nella legge istitutiva un'espressa previsione (che non è solo un formalismo o questione di poco conto), la norma che invece è contenuta per tutti gli altri enti strumentali nelle rispettive leggi istitutive; cioè a dire l'obbligo per la STEF di presentare alla Regione il proprio bilancio, oltre che le relazioni consuntive, previsionali e programmatiche; il che in sostanza rappresenta il dialogo sul quale operare la predisposizione e l'approvazione delle direttive e degli indirizzi.
Quindi, a nostro modo di vedere, è necessario che contestualmente alla concreta proposta di deliberazione contenente dei precisi, puntuali e dettagliati indirizzi per la STEF, raccogliendo quelle che sono state le osservazioni già fatte in precedenti dibattiti e che verranno fatte nella previa sede della Commissione, si dia anche corso all'approvazione di un disegno di legge che ponga gli obblighi della presentazione dei bilanci e delle relazioni consuntive e previsionali.
Questo ci sembra, sul piano operativo, il punto di avvio per giungere a quel risultato che, sia pure da diverse angolazioni, è comune a tutti ed è quello di congegnare e di creare una "nuova STEF".



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerutti per la replica.
CERUTTI, Assessore ai trasporti La Giunta raccoglie questo invito, anche perché considera un preambolo quello presentato oggi in una situazione di emergenza.
Desidero assicurare i colleghi che in Commissione la Giunta porterà sia una deliberazione di indirizzi, sia la modifica della legge stessa, per adeguarla giustamente a questi nuovi compiti, che comprenderà anche obblighi precisi di fornire annualmente alla Regione, quale socio di maggioranza, il risultato sia economico, sia tecnico, sia culturale del lavoro svolto.
Accolgo l'invito unitamente alla collega Vetrino e ci facciamo carico di portarlo in II Commissione.



PRESIDENTE

Signori Consiglieri, la comunicazione in ordine alla STEF è così conclusa.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Il Presidente della IV Commissione chiede la convocazione della Commissione stessa alle 14,30 per esaminare la proposta di deliberazione relativa al Regolamento CEE n. 219/84 "Programma speciale per la Provincia di Vercelli".
Chiede di parlare il Consigliere Bruciamacchie.
Ne ha facoltà.



PRESIDENTE

BRUCIAMACCHIE



PRESIDENTE

Signor Presidente, questo materiale era a disposizione dell'Assessorato dalla fine del mese di febbraio e solo questa mattina viene portato a conoscenza dei membri della IV Commissione con la richiesta di esame immediato per poter essere iscritto all'o.d.g. del Consiglio regionale.
Visto che non si tratta di un provvedimento marginale, ma si tratta di un progetto che ha impegnato due o tre sedute della IV Commissione nei mesi scorsi e che è stato oggetto di altrettanta impegnata discussione in Consiglio regionale, dal momento che si deve modificare totalmente il programma, secondo l'indicazione che ci giunge dal Ministero e dal momento che l'Assessorato opera in questo senso, la Commissione deve poterlo esaminare con tutta serietà durante una riunione che può svolgersi, così come è già stata convocata, domani mattina.
Dato che questi episodi sono ricorrenti, non crediamo assolutamente di avallare una prassi, un metodo, quindi, qualora la Commissione venga convocata oggi, non vi parteciperemo.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della IV Commissione, Consigliere Ferrara.
FERRARA Signor Presidente, credo che le considerazioni poste dal collega Bruciamacchie abbiano sostanza. La Commissione l'abbiamo convocata questa mattina, il provvedimento urgente l'Assessore l' ha potuto presentare solo ieri sera.
Certamente se non ci sono le condizioni non potremo oggi fare nulla e non approveremo il progetto presentato dalla Giunta, sarebbe quindi opportuna la presenza di tutti i membri della Commissione in quella sede.
Devo dire molto onestamente che non è strumentale il discorso del Gruppo comunista, però bisogna guardare il problema anche alla luce delle conseguenze che con un rinvio di una settimana si possono determinare in ordine all'approvazione del progetto. Chiedo quindi al Gruppo comunista di partecipare alla riunione della Commissione per valutare, anche alla luce delle cose che dirà l'Assessore, le conseguenze di questo. La Commissione è già convocata per domani mattina, ma ciò vuol dire un ritardo di una settimana, perché andrà evidentemente al prossimo Consiglio.
Chiedo che l'Assessore ci comunichi le conseguenze eventuali, così anziché valutarle in Commissione possiamo esaminarle oggi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Genovese.
GENOVESE, Assessore al lavoro In relazione all'approvazione del Programma speciale ex Regolamento CEE 219 per l'area del Vercellese, in data 27 febbraio (penultimo del mese) è pervenuto un telex da un Direttore generale del Ministero dell'Industria che abbiamo potuto vedere solo il 2 marzo, poiché il 28 febbraio era sabato e il primo di marzo era domenica. Con tale telex il Direttore generale del Ministero richiedeva di far pervenire entro il 9 (lunedì scorso) una rielaborazione del Programma speciale di applicazione del Regolamento 219 rispondente a precisi requisiti. Innanzitutto, si precisava che doveva essere ridotto drasticamente come dimensione di stesura per agevolare la traduzione in tutte le lingue della Comunità; richiedendo quindi la rielaborazione completa del documento anche sotto il profilo formale. In secondo luogo, veniva precisato, in difformità con quanto stabilito dalla circolare del Ministro dell'Industria, di applicazione del Regolamento CEE che tutti i progetti che hanno attinenza con il settore tessile devono essere stralciati; richiesta che è stata avanzata nei confronti di tutte le Regioni dove vige l'applicazione del Regolamento CEE 219. Le altre Regioni si sono quasi totalmente adeguate a questa direttiva o sono in corso di adeguamento al telex prima citato.
Per quanto ci riguarda, subito dopo il 2 marzo abbiamo avuto incontri con i soggetti proponenti dei progetti contenuti nel Programma speciale che abbiamo deliberato prima di Natale. Dovremmo ora pervenire ad alcuni aggiustamenti e allo stralcio di due progetti, non accoglibili per il Ministero e per i quali i soggetti interessati hanno acceduto alla richiesta di stralcio o di modifica. Abbiamo fatto presente al Ministero il giorno 9, telefonicamente e con un telex, che stante i tempi che ci erano stati imposti, eravamo in grado di deliberare in proposito in Giunta solo martedì 10 (cosa che abbiamo fatto), ma che per correttezza sarebbe stata una deliberazione di proposta al Consiglio in quanto il Programma era stato deliberato dalla stessa assemblea. Dopodiché, con i tempi che ho richiamato, si è fatta pervenire l'altro ieri la deliberazione di Giunta alla Presidenza del Consiglio e alla Commissione, sperando che trattandosi di modificazioni non sostanziali, come spiegherei in Commissione, sia possibile esaminarla con procedura d'urgenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro.
CALLIGARO Consideriamo questo metodo inaccettabile, perché la Giunta ha potuto avere le osservazioni del Direttore generale del Ministero il 2 marzo. Il termine massimo concessoci è quello del 9 marzo, oggi siamo al 12 marzo.
Io, Consigliere, come posso esercitare insieme agli altri colleghi il diritto di titolarità del Programma quando non lo conosco? Per attenzione mia, sono in possesso di una copia, gli altri Commissari probabilmente non conoscono neppure questa copia. Allora, ci si consenta, perlomeno, il tempo di rivedere le modificazioni che sono state apportate, di valutarle e di discuterle nella riunione della IV Commissione che si svolge domani mattina.
Voglio ricordare che la titolarità del Programma è del Consiglio regionale, il quale deve essere messo nelle condizioni di valutare i nuovi progetti, cosa di non poco conto, e di potersi pronunciare nel, merito dei progetti stessi.
Già la prima volta si era tentato di far passare a scatola chiusa questo Programma riferito al Regolamento 219 della CEE. Programmi ponderosi come questo vengono presentati sempre all'ultimo momento.
Per questo motivo non parteciperemo qualora si svolga la riunione della IV Commissione oggi, siamo invece disposti a partecipare domani e a entrare nel merito dei progetti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Genovese.
GENOVESE, Assessore al lavoro Capisco la posizione espressa dal collega Calligaro, ma non posso invece accogliere le osservazioni rivolte alla Giunta di "metodi inaccettabili", poiché - lo ripeto - non c'è stato il tempo a noi sufficiente per seguire le procedure normali.
La richiesta è arrivata il 2 marzo e abbiamo dovuto preliminarmente risentire i soggetti proponenti. La Giunta si è trovata in condizioni non diverse e migliori di quelle del Consiglio nel dover decidere se possiamo rischiare di perdere i finanziamenti oppure di accettare che vengano tagliati progetti di rilievo, come viene ritenuto dalla Commissione della CEE o dal Ministero dell'Industria. Ciò, in termini di tempo inaccettabili che ci sono stati imposti e senza poter esprimere la nostra opinione rispetto alle osservazioni fatte.
Devo dire, scusa Calligaro, con tutta tranquillità che non accetto i toni e che non penso ci siano state scorrettezze nei confronti del Consiglio da parte della Giunta.
CALLIGARO Questo è gia scaduto il 9.
GENOVESE, Assessore al lavoro Ti prego di non gridare; se non siamo in grado di decidere oggi non lo eravamo certamente per il 9. Non è serio che pervenga il 2 marzo una richiesta di rielaborazione di un Programma complesso e importante per il 9 marzo; soprattutto quando ciò comporta la necessità di risentire i soggetti proponenti, che sono i titolari degli interventi.
Abbiamo fatto quello che umanamente era possibile, lavorando di notte e anche di festa per giungere alla rielaborazione della proposta.
Ogni Gruppo liberamente assume le proprie posizioni, ma voler insistere a dire che metodologicamente non abbiamo rispettato il Consiglio o le scadenze è fuori dalla realtà e da ogni logica.
La rielaborazione per il 9 non si poteva fare, caro Calligaro; anzi, si è fatta fatica a finirla per martedì 10 marzo, portare la deliberazione in Giunta e subito dopo trasmetterla alla Presidenza del Consiglio. Si è fatta fatica e si è fatto un lavoro rispetto alla cui serietà posso anche avere qualche dubbio. Ma quando vengono imposti tempi e modalità inadeguati per adempiere ad atti importanti - che comportano il finanziamento di servizi e di interventi per miliardi da parte della CEE - penso che anche subendo la situazione si deve fare il massimo per non perdere i soldi e per dare al contempo una risposta che non suoni acquiescienza passiva alle richieste del Ministero.
CALLIGARO Questo è strumentale.
GENOVESE, Assessore al lavoro Non lo puoi dire senza documentarlo. Rispondo così perché non mi arrabbio quasi mai, ma c'è un limite di correttezza nei rapporti.
CALLIGARO Lo avete superato ampiamente.
GENOVESE, Assessore al lavoro Io ritengo che lo stai superando tu in questo momento.
Il problema è che in ogni caso la deliberazione del Consiglio di approvazione del Programma dava mandato alla Giunta di procedere agli eventuali aggiustamenti necessari durante l'iter di approvazione; però ad una lettura attenta e approfondita della deliberazione del Consiglio regionale a me è parso di ritenere che si intendesse di aggiustamenti a seguito di eventuali richieste della CEE e non nel corso dell'iter istruttorio del Ministero dell'Industria.
Per correttezza ho riportato il Programma in Consiglio regionale che è libero di decidere (siccome il termine del 9 è già passato) o di rinviarlo ad una prossima seduta, correndo qualche rischio poiché abbiamo promesso al Ministero di consentirne la trasmissione entro il 20 alla CEE o di accettarne l'esame urgente che io per scrupolo devo richiedere - come ho richiesto - oppure di ritenere che la delega data alla Giunta possa comprendere anche una rielaborazione in corso d'istruttoria da parte del Ministero dell'Industria e lasciare quindi alla Giunta la responsabilità della trasmissione delle proposte riviste di Programma.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Guasso.
GUASSO La questione va chiarita in termini esatti. Il Gruppo comunista per abitudine partecipa sempre ai lavori della Commissione. Se facciamo questa scelta è perché riteniamo di avere delle giuste motivazioni.
La questione ritorna oggi negli stessi termini e negli stessi tempi di quando è stata presentata la prima volta. Già allora in Commissione dovemmo esaminarla con grande velocità. Era un venerdì e il sabato mattina dovevamo dare un parere al Ministero.
Oggi siamo nella stessa condizione. Quel Direttore deve imparare a non darci dei termini di questa natura e l'Assessore Genovese, ascoltati i soggetti interessati, deve ricordarsi che i soggetti che decidono siamo noi perché è un atto che viene votato dal Consiglio regionale.
Venerdì scorso si doveva semplicemente informare la Commissione che il Ministero aveva fatto questa forzatura, fare le dovute osservazioni e chiedere ai Commissari di lavorare celermente nei giorni che precedevano il Consiglio per arrivare alla seduta di oggi con qualcosa di concreto.
E' la prima volta che ci rifiutiamo di partecipare ad una riunione di Commissione. Lo facciamo per le motivazioni che ho esposto e per auspicare che questi atti non si ripetano più in questi termini, altrimenti ci obbligherete in continuazione a metterci nelle condizioni di non partecipare ai lavori di Commissione.



PRESIDENTE

Si tratta di un problema procedurale che va risolto. Per convocare la Commissione durante la seduta di Consiglio ci vuole il concerto del Presidente e del Vicepresidente.
Se manca questo concerto evidentemente la Commissione non può essere convocata salvo che la riunione sia già stata fissata in calendario.
Sospendo pertanto la seduta.



(La seduta, sospesa alle ore 13.30 riprende alle ore 15.00)


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame mozione inerente le discariche abusive e clandestine di rifiuti provenienti da lavorazioni industriali (rinvio)


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Il punto 8) all'o.d.g. prevede l'esame della mozione presentata dai Consiglieri Bresso, Adduci, Bruciamacchie, Ferro, Valeri, Rivalta, Bontempi e Dameri inerente le discariche abusive e clandestine di rifiuti provenienti da lavorazioni industriali.
Poiché la VII Commissione rassegnerà venerdì i propri risultati, nella riunione dei Capigruppo si è convenuto di svolgere un unico dibattito.


Argomento: Formazione professionale

Esame proposta di deliberazione n. 439: "Nuovi criteri quadro relativi all'organizzazione e al riconoscimento dei corsi di agente e rappresentante di commercio in attuazione del D.M. 17/12/1986"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 9) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 439.
Tale deliberazione è stata approvata all'unanimità dalla VI Commissione.
La parola all'Assessore Alberton.
ALBERTON, Assessore alla formazione professionale Un nuovo regolamento è necessario a seguito della legge nazionale emanata nel dicembre dell'anno scorso che modifica parzialmente i criteri della legge originaria. Come ho spiegato in Commissione, la nuova legge nazionale amplia lo spettro degli enti abilitati a erogare questi servizi formativi, precisa meglio i tempi e la durata dei corsi e impone dei contenuti specifici.
Il nuovo regolamento sottoposto all' approvazione del Consiglio regionale tende a recepire le nuove disposizioni nazionali. In merito al primo aspetto, là dove si guarda alla tipologia degli enti incaricabili a svolgere questi corsi, la legge nazionale amplia la possibilità, oltre che agli organismi rappresentativi delle categorie, anche a tutti gli enti privati che fanno parte delle stesse categorie previsti dall'art. 5 della legge nazionale di formazione professionale, cioè quegli enti che hanno come finalità la formazione. Gli enti possono svolgere l'attività previo riconoscimento, da parte della Regione, di avere le caratteristiche, le strutture e il personale adatto per svolgere i corsi.
Per quel che riguarda le modalità temporali dei corsi, la loro durata e il loro svolgimento entro un arco predeterminato, noi rispettiamo le regole previste dalla legislazione nazionale, così come dettagliamo nella proposta i contenuti e gli obiettivi a cui i corsi devono mirare.
L'esperienza svolta nella nostra Regione è stata positiva perch essendo stata la Regione Piemonte la prima a dotarsi di questo strumento siamo riusciti a svolgere corsi per circa 3.000 agenti di commercio; è probabile che questa cifra sia molto elevata perché c'era un arretrato da soddisfare, che continuerà ad esserci per il prossimo anno.
I corsi sono previsti a carico dell'utenza, quindi non comportano oneri per il bilancio regionale; abbiamo potuto registrare uno sforzo convergente da parte di tutte le organizzazioni e le associazioni di categoria che finora hanno svolto questi corsi uniformando i loro libri di testo e le prove d'esame,.quindi ci sembra di poter emettere un giudizio positivo sull'esperienza avviata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Adduci.
ADDUCI Abbiamo discusso in Commissione questa proposta di deliberazione e l'abbiamo trovata conseguente ai dettati di legge. Auspichiamo che si tenda a definire e a qualificare meglio il livello professionale degli istruttori perché la dizione riportata nella deliberazione ci pare piuttosto generica.
Abbiamo comunque espresso in Commissione parere favorevole, parere che confermiamo in aula, rinnovando l'auspicio che si possa in futuro meglio definire la figura professionale del formatore affinché l'attività di formazione possa essere meglio esplicata.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione la deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 29 voti favorevoli e 1 astensione (il risultato della votazione è valido ai sensi dell'art. 50 del Regolamento consiliare in quanto i Consiglieri in congedo, entro il limite massimo di un quinto dei componenti del Consiglio, non vengono computati per fissare il numero legale.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, propongo di, iscrivere all'o.d.g. i seguenti argomenti: progetto di legge n. 221: "Modifiche alla legge regionale 8 settembre 1986, n. 42" (sul personale regionale) disegno di legge n. 224: "Disposizioni per la pubblicità dei requisiti di accesso e dei titoli posseduti dal personale inquadrato nelle qualifiche dirigenziali, nonché dei curricula presentati dai vincitori dei concorsi interni per la copertura di posti di II qualifica dirigenziale" legge rinviata dal Governo: "Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 13 maggio 1980 n. 39 'Repressione delle frodi: sistema di rilevazione e controllo della produzione del commercio dei prodotti vinicoli".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva con 35 voti favorevoli e 2 astensioni.


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale - Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Esame progetto di legge n. 221: "Modifiche alla legge regionale 8 settembre 1986, n. 42" e disegno di legge n. 224: "Disposizioni per la pubblicità dei requisiti di accesso e dei titoli posseduti dal personale inquadrato nelle qualifiche dirigenziali, nonché dei curricula presentati dai vincitori dei concorsi interni per la copertura di posti di II qualifica dirigenziale"


PRESIDENTE

Passiamo pertanto all'esame del progetto di legge n. 221 e del disegno di legge n. 224. In merito al progetto di legge n. 221 la parola al relatore, Consigliere Avondo.
AVONDO, relatore Signor Presidente e colleghi, in occasione della risposta che l'Assessore ha, fornito nella precedente seduta ad una nostra interpellanza, avevamo annunciato un'iniziativa del nostro Gruppo per introdurre alcune modifiche ai meccanismi concorsuali per la seconda dirigenza della Regione. Conosciamo il malessere diffuso da tempo esistente tra il personale regionale dovuto per diverse ragioni e che si è acuito per le recenti vicende giudiziarie che hanno coinvolto alcuni funzionari regionali.
La nostra preoccupazione è che i concorsi non siano un ulteriore elemento di paralisi degli apparati regionali.
La nostra proposta di modifica della legge n. 42, sulla quale c'è stato un confronto in Commissione e che riproponiamo all'esame del Consiglio attiene alle metodologie per la selezione dei candidati per la seconda dirigenza.
L'Assessore nella risposta alla nostra interpellanza aveva ricordato il clima complessivo che sta dietro alle procedure e all'indizione di questi concorsi, rilievi, critiche espresse sulla stampa e riecheggiate all'interno del Consiglio regionale.
Sono già stati presentati al TAR 46 ricorsi da parte di dirigenti della Regione che, prima ancora che il processo concorsuale venga espletato rivendicano i loro diritti.
Il nostro Gruppo aveva espresso le proprie critiche nel corso della discussione sulla legge n. 42, in ordine al meccanismo della selezione dei dirigenti. Noi riteniamo che della selezione della dirigenza debbano farsi carico la Giunta e l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale e abbiamo basato questa nostra affermazione sulla consapevolezza che sia la Giunta sia l'Ufficio di Presidenza, proprio perché operano a fianco di questo personale, hanno gli strumenti di valutazione oggettiva della rispondenza reale dei candidati rispetto ai loro compiti.
La nostra critica alla legge n. 42 non si limitava soltanto a questo ma voleva proporre un meccanismo selettivo della dirigenza il più oggettivo possibile, scontando il fatto che nel momento dell'approvazione della legge n. 42 eravamo di fronte ad una Giunta appena insediata e ad un Ufficio di Presidenza in parte nuovo.
Abbiamo proposto in Commissione le modifiche che oggi riproponiamo in aula con gli emendamenti, quella di introdurre cioè accanto si meccanismi previsti una valutazione più oggettiva delle reali capacità anche con il conforto di una valutazione tecnico-attitudinale svolta da un organismo esterno alla Regione. Abbiamo anche invitato la Giunta e il Consiglio a riflettere sugli accorpamenti di queste selezioni. Anche questo aspetto crediamo non sia privo di significato. Sono accorpamenti poco numerosi che rispondono ad una logica di rapidità, d'altro canto proprio perché ridotti non consentono di avere una varietà di verifica su mansioni, su specializzazioni, su professioni che invece sono richiesti per una serie di servizi.
L'emendamento che allora avevamo proposto al Consiglio regionale era stato respinto, ma tendeva ad introdurre e a proporre un meccanismo per la selezione che noi riteniamo oggettivo.
La discussione in Commissione, le osservazioni della Giunta e dei Gruppi in ordine alla modifica della legge 42, in un momento in cui sono già stati indetti i concorsi e pubblicati i bandi dei concorsi stessi e sono già state presentate le domande da parte dei candidati, credo debba far riflettere il Consiglio sulla non percorribilità di un'ipotesi di questa natura.
Presentiamo la nostra proposta di legge perché crediamo sia utile una discussione attorno a queste e ad altre questioni sulla procedura concorsuale, perché è elemento fondamentale in particolare rispetto alle scadenze che abbiamo di fronte e alla luce degli episodi e dei nuovi fatti emersi.
Non ci siamo limitati a riproporre aggiornato il vecchio emendamento presentato nel momento della discussione della legge 42, ma abbiamo introdotto altri elementi che a nostro parere vogliono rispondere nel modo più alto possibile all'esigenza di trasparenza che, alla luce dei fatti che si sono determinati sul piano giudiziario in questi ultimi tempi, è necessaria.
Chiediamo la pubblicazione dei curricula professionali dei candidati a cura del Consiglio regionale sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte nella fase precedente allo svolgimento del concorso. Su questo sono venute valutazioni diverse.
Ci siamo anche sforzati di sondare la percorribilità di un'ipotesi di questo tipo: l'introduzione, a bando avvenuto e a concorsi avviati,di un nuovo procedimento, quindi della pubblicazione preventiva dei curricula prima che le Commissioni si mettessero al lavoro, potrebbe portare a ricorsi o addirittura all'invalidazione dei concorsi stessi. Non ci sentiamo di condividere questa osservazione e per questo vorremmo che la discussione di oggi portasse ulteriori elementi di valutazione attorno a questa questione.
Noi ripresentiamo il nostro progetto di legge perché, al di là dell'approvazione o meno di questa nostra proposta, riteniamo sia necessario che il Consiglio regionale svolga una riflessione del più alto livello possibile per dare quelle certezze e quella chiarezza che sono fondamentali in questa fase anche per stimolare l'impegno e la dedizione al lavoro da parte dei dipendenti e rilanciare il ruolo della Regione.
Non vorremmo in sostanza che con un'operazione di basso tono rispetto ai problemi che si stanno ponendo da parte del Consiglio regionale gli stessi concorsi accentuassero gli effetti negativi che stanno già producendo decisioni e fatti così come stanno avvenendo al di fuori di questa sede.
Un'ultima questione che voglio porre è quella che riguarda la composizione, le metodologie e le valutazioni sostenute dalla Giunta nell'individuazione degli esperti che comporranno le Commissioni.
Abbiamo già detto in risposta all'interpellanza e lo ripetiamo oggi che siamo contrari alla scelta di un unico esperto all'interno delle cinque Commissioni. Crediamo che questa scelta, oltre a non rendere snelle e autonome le singole Commissioni d'esame, rischi di avere sapore discriminante (cinque Commissioni che per quattro quinti sono composte da persone diverse e per un quinto dalla stessa persona). Questo Commissario rispetto agli altri componenti la Commissione è sostanzialmente in grado di condizionare i lavori delle Commissioni.
Per queste ragioni riproponiamo la discussione del nostro progetto di legge e auspichiamo che il dibattito che si svolgerà sulla nostra proposta di legge e sul disegno di legge della Giunta possano garantire non solo il Consiglio regionale ma anche i Commissari che faranno parte delle Commissioni d'esame al fine di fornire nei confronti del personale della Regione elementi di garanzia.
Sappiamo che le Commissioni sono autonome nelle loro valutazioni e nel loro giudizio, ma crediamo che il dibattito di oggi in Consiglio regionale non potrà che confortarli sul piano del lavoro che dovrà essere serio impegnato e il più trasparente possibile.



PRESIDENTE

In merito al disegno di legge n. 224 la parola al relatore, Consigliere Santoni.
SANTONI, relatore Signor Presidente, colleghi Consiglieri, le esperienze di lavoro acquisite e i titoli conseguiti, elementi che compendiano ciò che normalmente va sotto il nome di professionalità, sono certamente rilevanti per i funzionari e per quelli pubblici in particolare; lo sono ancor di più e ciò è intuitivo - per chi ricopre o dovrà ricoprire qualifiche dirigenziali.
Questo aspetto (se vi fosse la necessità) è sottolineato dallo stesso contratto nazionale di lavoro 1982/84, che pone l'accento su questi elementi introducendo requisiti particolari per quanto riguarda i concorsi esterni.
A fronte di questo, recenti avvenimenti hanno evidenziato la necessità che queste caratteristiche, che devono essere non esclusive ma prevalenti elementi di valutazione per chi va ad assumere qualifiche dirigenziali vengano rese pubbliche e di conoscenza generale per consentire, insieme al provvedimento di inquadramento, anche una complessiva valutazione dei motivi che principalmente hanno caratterizzato e motivato l'inquadramento stesso e l'assunzione di queste qualifiche.
Per questi motivi la Giunta regionale ha predisposto un d.d.l. che è stato preso in esame e approvato dalla I Commissione, che consta sostanzialmente di due parti.
La prima, che si ritrova nell'art. 1, ha carattere generale e permanente e prevede per coloro che andranno ad assumere qualifiche dirigenziali all'interno della struttura regionale, sia di prima sia di seconda qualifica dirigenziale (IX o X livello), la pubblicazione dei curricula sul Bollettino Ufficiale insieme al provvedimento di inquadramento delle predette qualifiche.
La seconda parte, ricompresa nell'art. 2 del d.d.l., si occupa invece di un problema non di ordine generale, ma occasionale, ovvero che il concorso già bandito per l'inquadramento nella II qualifica dirigenziale obbliga (in questa particolare situazione) alla pubblicazione degli stessi curricula sul Bollettino Ufficiale contestualmente al provvedimento di inquadramento.
Questo d.d.l. - ripeto - è stato approvato dalla I Commissione consiliare e rimesso all'aula con raccomandazione e invito ad approvarlo.
La I Commissione ha preso altresì in esame, per completezza di relazione, anche la proposta di legge di iniziativa dei colleghi Avondo Bontempi, Biazzi e altri già illustrata dal collega Avondo. La stessa Commissione non ha ritenuto di approvare detto progetto di legge, ma ovviamente di rimetterlo all'aula per il prosieguo dell'esame per quanto di sua competenza.
Le motivazioni che hanno indotto la I Commissione a non approvare la proposta di legge sono sostanzialmente di due ordini: la prima di ordine generale e la seconda di ordine pratico.
La prima è riconducibile ad un problema di legittimità; per quanto attiene, in particolare, la proposta di sottoporre i candidati ad una prova attitudinale demandata ad un ente esterno alla Regione, la Commissione ha ritenuto che tale spogliazione, anche se parziale, della Commissione regionale del compito di valutazione dei candidati andasse incontro a problemi fondati e sostanziali di legittimità.
Il secondo aspetto, più pratico, è che un'iniziativa del genere per non incorrere, anche qui, in vizi di forma e legittimità avrebbe dovuto comportare l'annullamento del bando già pubblicato ed esaurito nella sua prima parte, per modificare i termini sostanziali del bando di concorso attraverso l'introduzione di una prova non prevista nel precedente bando.
Ciò porterebbe evidentemente ad un ritardo rilevante che la Commissione ha ritenuto non potere essere sopportato in questo momento.
Questi sono i motivi sostanziali, oltre ad altri di carattere meno rilevante, che hanno indotto la Commissione a non approvare il provvedimento di legge che comunque è all'esame dell'aula.



PRESIDENTE

E' aperta la discussione.
La parola al Consigliere Ferrara.
FERRARA Signor Presidente e colleghi, alla fine dello scorso mese di luglio, in una delle ultime sedute prima della pausa estiva, questo Consiglio ha approvato la legge sull'organizzazione del personale della Regione, che fissava alcuni concorsi e in particolare quello per il passaggio alla II qualifica dirigenziale.
Proprio questa fattispecie è oggi oggetto di valutazione da parte del Consiglio.
Quando affrontammo il d.d.l. della Giunta, il Gruppo repubblicano espresse alcune perplessità in ordine a certi istituti previsti dalla proposta di legge.
Una delle due considerazioni si riferiva alla struttura del vertice della burocrazia e l'altra agli esami da superare. Noi dicemmo che avremmo ritenuto legittimo che la Giunta regionale facesse una scelta autonoma per l'individuazione di dipendenti che fossero all'altezza di assumere un ruolo dirigenziale, e di assumersi in proprio le responsabilità. Se questo non era possibile, trattandosi di ente pubblico, nel caso in cui si dovesse arrivare ad un concorso per esami, ritenevamo giusto che questi dipendenti avessero una caratterizzazione seria e qualificata. L'ipotesi del colloquio inserito in quel d.d.l. ci lasciava allora perplessi.
Queste considerazioni le facemmo quando affrontammo il discorso complessivo su questa legge.
Il nostro giudizio di oggi non è cambiato. La nostra valutazione non è modificata dal malessere diffuso nel personale regionale per le vicende delle ultime settimane. Pensiamo che tali vicende abbiano carattere rilevante e debbano far riflettere attentamente, ma non siano tali da modificare le scelte fatte. Pur essendoci stato qualche caso grave, non è questo che può modificare completamente i giudizi e gli atteggiamenti della Regione nei confronti del proprio personale.
Anche quando i repubblicani erano all'opposizione in Consiglio comunale, erano per l'individuazione di forme di esami che coinvolgessero strutture esterne pubbliche disponibili proprio per garantire una maggiore oggettività. La nostra posizione non è cambiata con il passaggio dall'opposizione alla maggioranza, la scelta di allora è quella che facciamo ancora oggi, e gli emendamenti che proponemmo a luglio valgono ancora oggi.
La proposta che presenta il Partito comunista della prova attitudinaria e del colloquio è una proposta che il Partito repubblicano sostanzialmente condivide essendo omogenea, analoga alle proposte che noi facemmo allora. A luglio però si parlava di un test attitudinario (quella scelta mi lasciava delle perplessità), mentre oggi la proposta del Partito comunista individua un esame più complessivo, più generale, più significativo ai fini della scelta della dirigenza, quindi oggi più di ieri questa proposta ci trova consenzienti in linea di principio. Sarà comunque opportuno valutare la possibilità che ipotesi di questo genere vengano individuate in modo ordinario nei concorsi della Regione.
Mi lascia perplesso il momento in cui questa proposta viene presentata perché tende a modificare un concorso già avviato, quindi modifica qualcosa che a nostro giudizio non è modificabile.
Per questo motivo respingiamo la proposta, anche se in linea di principio diamo il nostro consenso alla proposta stessa.
In Commissione discutemmo sulle difficoltà che comporta una proposta di modifica. Sono difficoltà che obiettivamente rendono di fatto inapplicabile il concorso, anzitutto l'iter del concorso dovrebbe ripartire da zero. Per questo motivo la riteniamo non accoglibile.
L'Assessore Carletto ha espresso i suoi dubbi circa la legittimità di un esame di questo tipo, però con molta onestà ha dichiarato la sua totale disponibilità ad un approfondimento e ad una verifica. Apprezziamo questa proposta dell'Assessore, siamo certi che l'Assessore vorrà continuare in questo approfondimento in modo che ipotesi di questo genere possano diventare la norma per certi livelli di concorso e possano dare una maggiore garanzia a tutti i processi concorsuali.
Sulla proposta di legge presentata dalla Giunta in linea di principio sono d'accordo sempre se non costituisce una modifica delle condizioni di concorso già avviate, cioè che non determini uno slittamento o un rifacimento complessivo. Poiché l'Assessore Carletto è attento al problema la presentazione della proposta significa un approfondimento già da lui verificato; quindi alla luce di queste considerazioni noi voteremo favorevolmente il disegno di legge proposto dalla Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.
ROSSA Signor Presidente, colleghi, vorrei esprimere il sostegno e l'adesione del Gruppo socialista alla proposta presentata dalla Giunta in ordine all'individuazione di meccanismi di massima rigorosità. La proposta coglie l'esigenza determinata da fatti contingenti ma anche dall'attesa che è in tutti noi di dare la massima certezza e trasparenza alle valutazioni e alle scelte in ordine ai concorsi. Le graduatorie e i curricula saranno pubblicati e questo sta in una linea di coerenza e di garanzia.
Una soluzione diversa avrebbe messo in discussione la legge e riaprirebbe tutta la procedura. Non so fino a che punto sarebbe stato corretto. Questo è un problema - diceva il Presidente Santoni - di legittimità, ma è anche un problema di coerenza. Questa proposta che completa la legge approvata l'anno scorso dà una risposta positiva. E' vero che ci sono parecchi ricorsi al TAR. Se fosse stato possibile aprire questo concorso lasciando la graduatoria valida per due anni, come il Gruppo socialista auspicava, si sarebbe ridotto il numero dei ricorsi al TAR. Non avrebbe spostato niente ma avrebbe consentito, come da tutte le altri parti si consente, di poter rispondere a giuste aspirazioni e giuste attese. Non so questo elemento fin dove potrà essere preso in considerazione, ma credo debba essere valutato. E' un elemento importante che potrebbe far rientrare, se fosse possibile riaprire la graduatoria, le posizioni di parecchi dipendenti. In questo modo credo si possa dare quella risposta alta, alla quale si riferiva il Consigliere Avondo e il Consiglio intero.
Sostengo e l' ho sostenuto anche nel passato durante il dibattito sulla legge approvata nel 1987 la piena assunzione delle responsabilità da parte nostra. Ritengo, per esempio, che ricorrere ad una valutazione di carattere tecnico-attitudinale esterna sia contraddittorio. Non so fin dove potrà essere una garanzia, forse è un modo per scaricarci la coscienza, ma allora non credo sia un'assunzione completa di responsabilità nostra nel valutare le qualità e i requisiti dei concorrenti.
Sono del parere che in ogni momento, in qualsiasi situazione, anche di carattere contingente e grave, noi dobbiamo assumerci tutte le nostre responsabilità. Per questo non ritengo che si debba ricorrere ad un organismo esterno alla Regione, ma ritengo si debba individuare un meccanismo valido, come quello che è stato individuato con la proposta che andiamo a rafforzare e nell'assunzione piena delle nostre responsabilità.
Lunedì scorso ho partecipato alla prima riunione delle Commissioni e devo ammettere che ne ho tratto un giudizio positivo per la massima serietà di tutti i Commissari. Devo anche sottolineare il contributo portato dai due componenti della Corte dei Conti.
La proposta di assegnare un unico Commissario esterno alle cinque Commissioni mi pare sia un modo coerente e rigoroso di comportamento e che ci dia la massima certezza. E' una strada giusta che ci mette al riparo da qualunque sospetto, da qualunque illazione.
Occorre dissipare eventuali dubbi che si colgono qua e là tanto che sembra che le cose siano predeterminate. I concorsi sono aperti naturalmente richiederanno la massima attenzione sui requisiti perché le promozioni vengano fatte nel modo giusto. Più degli altri abbiamo titolo per valutare, proprio perché abbiamo avuto modo di conoscere, abbiamo quelle informazioni che probabilmente altri, venuti da fuori, come possono essere i luminari, non possono avere, anzi, questi potrebbero stabilire sulla base dei computers, i requisiti, che però potrebbero risultare non fedeli rispetto ad alcuni fatti, alcuni dati che messi assieme tengono conto dell'impegno con il quale una persona si applica da molto tempo.
Con queste proposte passa sicuramente l'avanzamento di quella nuova classe dirigente della Regione. Quindi questa proposta è degna del massimo sostegno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.
BRIZIO Mentre si stavano avviando i concorsi previsti dalla nuova legge di organizzazione si sono verificati i fatti noti all'USSL n. 1/23 che hanno coinvolto una parte del personale, allargando la riflessione politica sulla questione morale anche agli aspetti-ruolo e alla funzione della burocrazia.
Su questo tema abbiamo discusso ampiamente nel Consiglio della settimana scorsa: le posizioni emerse sono state articolate, ma tutte interessanti e hanno portato ad un confronto positivo. Di qui sono nate le proposte del Gruppo comunista, una di riflessione tesa a richiedere il rinvio dell'insediamento delle Commissioni di concorso, e una di modifica legislativa, alla quale abbiamo prestato la massima attenzione.
Credo si debba constatare che la maggioranza è stata disponibile al confronto, e ci si è trovati informalmente venerdì per l'esame delle proposte annunciate; si è quindi tenuta una riunione apposita della I Commissione ieri per esaminare la proposta comunista e anche ovviamente il progetto presentato dalla Giunta e che parzialmente accoglie, con alcune modifiche, una parte della proposta comunista.
Credo quindi non si possa negare una disponibilità al confronto, anche se si deve tener conto con chiarezza dei limiti legislativi che abbiamo di fronte in un momento in cui i concorsi sono indetti, i bandi sono stati effettuati, le Commissioni si stanno insediando e quindi si sono concretate ormai delle aspettative che hanno anche sostanza giuridica e che non possono in alcun modo essere disattese.
Il nostro Gruppo ha, a suo tempo, approvato con convinzione la legge di organizzazione. Ferrara ha voluto ricordare che il Gruppo repubblicano aveva avanzato proposte diverse, per quello che riguarda le prove selettive, che tuttavia non avevano trovato il consenso nella sintesi di maggioranza. Noi invece avevamo approvato il testo definito con convinzione e ricordo personalmente di aver affermato trattarsi di una legge non timorosa, cauta, ma coraggiosa, per il coraggio di non fare fughe in avanti. Penso che anche ora, nella sostanza, il nostro giudizio non può che essere riconfermato. Perché se è vero che la legge non ha scelto la via delle prove selettive, è anche vero che non ha scelto neanche l'altra dell'inquadramento senza colloquio, senza esame, senza un minimo di selezione della dirigenza.
Penso che occorra tenere conto di questo ed è per questo che noi nella sostanza riteniamo si debba andare avanti nei concorsi con la puntualità prevista.
In primo luogo non possiamo accogliere la proposta comunista per una pregiudiziale di legittimità che ci obbligherebbe alla riapertura dei concorsi e dei termini e quindi ad una perdita di tempo rilevante e grave.
Ma nel merito restiamo dell'opinione che la prova selettiva cosa come viene indicata non costituisca la via corretta per arrivare ad una selezione della dirigenza; e che soprattutto per il passaggio da un livello di dirigenza all'altro non sia perseguibile. Si tratta di una posizione nota: riteniamo che a livello di dirigenza per chi già ha questo titolo il colloquio, basato sul curriculum, sulle esperienze e sulla capacità di calare queste esperienze nel concreto come base dell'impegno futuro, sia l'elemento più corretto; anche se ci rendiamo conto che il problema di studiare nuovi meccanismi per il futuro non potrà essere eluso e dovrà essere oggetto di esame, con la disponibilità in proposito annunciata dallo stesso Assessore a nome della Giunta.
Resta però il problema di fondo che se si vuole dare un assetto diverso alla dirigenza non è sufficiente inserire delle prove per quanto importanti. Il problema vero invece è trovare nuove figure contrattuali nuovi metodi di selezione della classe dirigente e di accesso alla dirigenza pubblica. Già il nuovo contratto tratta in qualche modo la figura del contratto a tempo determinato; credo che si dovrà andare su questa strada, perché quando abbiamo fatto il discorso della libertà e dell'indipendenza della dirigenza, l'abbiamo connesso anche a questa possibilità: di esprimersi, se selezionata, nell'ambito del grande mercato del lavoro e quindi con tutte le regole che sono quelle del mercato del lavoro e che valgono per tutti.
Chiudere la dirigenza pubblica in un ghetto, in una linea di carriera chiusa, finisce per creare dei vincoli e dei limiti evidenti ed è qui il nocciolo vero di una riforma che si può e che si deve certamente nel tempo portare avanti.
Noi, pur apprezzando quindi l'intendimento della proposta comunista non ci sentiamo di condividerla, né sul terreno della legittimità né su quello di merito.
Abbiamo prestato invece grossa attenzione al problema della pubblicazione dei curricula e abbiamo concorso con la Giunta a cercare una soluzione che è stata portata avanti attraverso la proposta dell'Assessore Carletto, cioè la pubblicazione dei curricula limitata ai vincitori dei concorsi, in modo che chi partecipa sappia che il suo curriculum nell'ipotesi di una vittoria al concorso, sarà soggetto alla pubblicazione garantendo quindi quella pubblicità che appare necessaria come elemento importante di trasparenza.
La proposta della Giunta ha il nostro consenso e il nostro voto, anche se devo dire con sincerità che non sono mancate nel nostro Gruppo alcune perplessità in proposito, perché alcuni hanno avanzato l'osservazione che forse alla ricerca di una trasparenza formale si corre verso forme che nella sostanza appaiono discriminatorie e superficialmente giacobine.
Non si tratta di osservazioni senza fondamento, ma nel complesso la proposta merita di essere approvata come un passo avanti da compiere e in questo senso v'è la nostra disponibilità.
Si è parlato anche delle Commissioni, della loro composizione, del Commissario che è presente in tutte e cinque le Commissioni come esperto persona di indubbio valore, per cui è stata avanzata l'ipotesi di un supercommissario. Noi riteniamo che i vantaggi di questa posizione siano tali da non farci rinunciare. Certo, ci deve essere l'impegno,e per parte nostra c'è e ci sarà anche da parte dei rappresentanti della Giunta che presiedono le Commissioni,a garantire quella equipotenzialità dei Commissari che è stata giustamente richiesta. I Commissari hanno tutti gli stessi poteri, gli stessi diritti e tutti devono avere, nella sostanza peso analogo. Su questo per parte nostra non c'è alcun dubbio. Ci auguriamo si possa andare avanti rapidamente nei concorsi per definire il passaggio della dirigenza e completare quindi i due livelli secondo le aspettative del personale e secondo le esigenze della Regione.
Ci rendiamo anche conto che il problema futuro è un problema aperto, di fronte al quale c'è tutta la nostra disponibilità al confronto.
Dobbiamo peraltro stare attenti a non assumere decisioni che possono essere affrettate, che possono sembrare risposte di tono alto e significativo, ma che poi mostrano in pieno altri aspetti e si datano in modo preciso. Una risposta di trasparenza, certamente importante, ma che se portata all'esasperazione, finisce per identificarsi in un discorso moralistico, nel senso deteriore del termine.
La nostra risposta è di massima attenzione ai problemi; non vogliamo minimizzare, ma non siamo neanche convinti che le risposte immediate sul piano delle modifiche legislative o normative siano quelle più atte ad alzare il tono della nostra presenza come istituzione. Far funzionare le istituzioni nella loro capacità di fornire servizi è invece la vera risposta che pensiamo di dover dare anche sul piano della questione morale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.
MAJORINO Signor Presidente, colleghi Consiglieri, in linea di principio riteniamo che il p.d.l. del Gruppo comunista modificativo della legge n. 42 sia meritevole di attenzione e di essere condiviso perché si ispira innanzitutto alla regola della trasparenza che viene tradotta in termini legislativi nella pubblicazione dei titoli e dei curricula dei candidati.
Questo ci vede pienamente consenzienti.
Anche il secondo punto proposto relativo all'introduzione di un esperto che provenga dalla scuola di amministrazione aziendale ci trova, sempre in linea di principio, consenzienti.
Peraltro riteniamo di poter condividere le osservazioni del collega Santoni relativamente all'impossibilità giuridico - istituzionale di introdurre, con riferimento a questo determinato tipo di concorso di cui all'art. 29 della legge n. 42, che ha già trovato applicazione attraverso il bando, questi due principi. Si andrebbe sicuramente incontro ad un infortunio legislativo e ad un contenzioso in quanto i termini del bando sono già scaduti e chi ha inteso partecipare al concorso doveva sapere prima di presentare la domanda a quali prove avrebbe dovuto andare incontro. Quindi non si può applicare tale normativa se non a pena di illegittimità e aprire un notevole contenzioso.
Il collega Avondo ha ricordato i 46 ricorsi già proposti immediatamente dopo la pubblicazione del bando sul rilievo, pare, della indeterminatezza del colloquio pratico previsto dall'art. 29 della legge.
Peraltro sarebbe auspicabile che la regola della pubblicità, cosa come enunciata nel p.d.l., del Gruppo comunista, e la regola della partecipazione dell'esperto tratto dalla scuola di amministrazione aziendale potessero venire formalizzate in un autonomo disegno di legge e inserite per il futuro relativamente ai livelli dirigenziali.
L'altro punto messo in evidenza è quello relativo alla presenza nell'ambito dei concorsi già banditi, di un unico esperto esterno per tutti i cinque concorsi.
La presenza di un unico esperto è stata giustificata in sede di Commissione ai fini di evitare disparità di trattamento, però penso che questa giustificazione così enunciata non regga, ovvero regga qualora si fosse verificata un'altra condizione, cioè se ci si fosse orientati per tutte e cinque le Commissioni a mantenere la Presidenza della Commissione nel Presidente della Giunta senza facoltà di delega e se ci si orientasse a scegliere i Commissari, uno di maggioranza e l'altro di minoranza nell'ambito della medesima persona nel medesimo Consiglio. In questo caso sarebbe ampiamente comprensibile l'esigenza di rispettare la parità di trattamento perché avremmo relativamente a cinque tipi di concorso, sia pur riferiti a diversi settori, una medesima composizione.
Ma il fatto che ci siano cinque Commissioni con diverse composizioni meno un esperto esterno, non mi pare che valga a salvaguardare il principio della necessaria parità di trattamento.
Quindi sulla scelta di designare un'unica persona fisica per tutte e cinque le Commissioni sono da avanzare parecchie riserve e perplessità.
Ribadisco però che in linea di principio sono accoglibili i principi che dominano la proposta del Gruppo comunista.
Per quanto riguarda il d.d.l. della Giunta, il nostro Gruppo non ritiene di poter accettare l'art. 1 della proposta in quanto limita la regola della pubblicità ai vincitori dei concorsi. L'art. 1, come sappiamo è a regime, quindi varrebbe d'ora in avanti per i futuri concorsi relativi alle qualifiche del personale dirigenziale.
Se la regola della trasparenza da attuarsi attraverso la pubblicità ha da applicarsi, riteniamo che vada applicata in tutta la sua pienezza: tutti i candidati devono sapere che i loro curricula verranno pubblicati sul Bollettino Ufficiale della Regione perché lo scopo è di dare trasparenza di dare pubblicità e di dare la possibilità, in caso di eventuali errori omissioni o alterazioni, di presentare i rilievi del caso alla Commissione giudicatrice.
Sull'art. 1 del d.d.l. della Giunta noi ci asterremo in quanto, pur favorevolissimi al principio della trasparenza, riteniamo che tale regola a regime sia ingiustamente limitata nella parte in cui dà pubblicità al solo curriculum dei vincitori, quindi ex post.
Per quanto riguarda l'art. 2, che recepisce la regola della pubblicità relativamente ai vincitori dei cinque concorsi, riteniamo egualmente di doverci astenere in quanto valgono le stesse riserve di legittimità che abbiamo fatto con riferimento alla proposta del Gruppo comunista.
Siccome nella legge 8/9/1986, n. 42, non era contenuta la regola della pubblicità, siccome non era nemmeno contenuta né poteva essere contenuta nel bando di concorso, i cui termini sono già scaduti, riteniamo che ciascun funzionario che ha partecipato, si sensi dell'art. 29, al concorso doveva sapere, fin dal momento della presentazione della domanda, quali erano le prove da sostenere.
Ciascun concorrente, perdente o vincitore, doveva sapere che il suo curriculum non veniva pubblicato. Forse apparentemente vado contro il principio della trasparenza e della pubblicità che indiscriminatamente noi accettiamo, però penso che questo bando di concorso, che ha il supporto nell'art. 29 della legge, non possa essere modificato in nessuna parte e debba andare avanti così com'è stato formalizzato fino alle sue estreme conseguenze.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.
PEZZANA La mia posizione sulla legge è stata illustrata e discussa ampiamente nella seduta consiliare precedente, intervengo quindi solo per esprimere alcune valutazioni sul p.d.l. presentato dal Partito comunista. A mio avviso, indipendentemente dalla volontà del Partito comunista, tale proposta di legge è stata preparata molto in fretta ed è arrivata in aula in ritardo; evidentemente il Partito comunista si era accorto che per quanto riguarda i concorsi la sua posizione era troppo simile a quella della Giunta, quindi bisognava modificarla. Ritengo dunque che questa proposta di legge pecchi di fretta e che non siano state discusse sufficientemente le proposte che potevano essere alternative nella sostanza.
Per quanto riguarda i curricula ritengo che pubblicare soltanto quelli dei vincitori sia una cosa ridicola, oltre che inutile perché vanno pubblicati i curricula di chi fa domanda, ed è questo l'unico punto che concordo con la proposta di legge del Partito comunista.
Ritengo invece grave che ancora una volta il Partito comunista riproponga il criterio selettivo, ad esempio quando parla di valore assegnando trenta punti ai test. 1 test d'esame sono uno dei peggiori retaggi della cultura mnemonica americana che, per fortuna, non ha mai preso piede in Europa. Stabilire con un test se il candidato è preparato o meno su una certa materia, se è esperto, o se ha esperienza, è un criterio che oggi non ha più nessun tipo di valore nemmeno nelle aziende che pure fanno esami attitudinali molto sofisticati. Oltre tutto applicare il criterio del test per stabilire se un funzionario che magari lavora in Regione da quindici anni,ha sufficiente conoscenza della materia mi sembra un metodo riduttivo ed offensivo, supposto che debba dimostrare la propria professionalità attraverso un test. Quindi non mi sembra una proposta di legge valida, ma ripeto non è stata né meditata né discussa, si è voluto presentarla insieme al disegno di legge regionale, con le modifiche predisposte dall'Assessore Carletto. Credo che la presentazione delle due proposte di legge nella stessa data sia il risultato dell'incontro avvenuto venerdì tra l'Assessore Carletto e il Partito comunista. Non è una critica all'Assessore Carletto, il quale è libero di incontrare chi vuole, ma al Partito comunista nel momento in cui la proposta si allarga fino a comprendere Gruppi di opposizione. Da quanto si è saputo, ma non per vie ufficiali, il Partito comunista ha accettato di incontrare l'Assessore Carletto e con il medesimo ha stabilito di presentare un progetto di legge a questo punto, viene avvalorato il sospetto che il progetto di legge sia solo di facciata e non vada a fondo, come si può constatare leggendolo.
Quindi la mia opposizione alla presa di posizione del Partito comunista è ancora una volta netta perché non affronta in modo corretto il problema dei concorsi.
Quanto al disegno di legge della Giunta regionale ritengo sia aria fritta, un'aggiunta tanto per dare un contentino a qualcuno, che può essere anche al plurale, non solo al Partito comunista. Dubbi sulla proposta di legge sui concorsi possono essere sorti, magari in altra sede, non solo alla mia forza politica, ma anche a forze che fanno parte della Giunta.
Ripeto, questa variazione è aria fritta, non cambia nulla, anzi, introduce il criterio della pubblicazione dei curricula dei vincitori. A mio avviso è sbagliato perché andrebbe fatto l'inverso.
Voterò sia contro la variazione della Giunta che contro il progetto di legge del Partito comunista.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Carletto.
CARLETTO, Assessore al personale Ringrazio a nome della Giunta i colleghi che sono intervenuti nel dibattito su questo argomento che è stato per certi versi determinato dalle risposte che ho reso in Consiglio regionale giovedì scorso alle interrogazioni presentate dal collega Pezzana e dal Gruppo comunista interrogazioni che hanno determinato questa settimana dei ragionamenti all'interno della Giunta e tra le forze politiche in ordine al processo di selezione della II qualifica dirigenziale che si inserisce nel contesto più ampio dell'applicazione del vecchio contratto.
Debbo ringraziare il Capogruppo del Partito socialista, collega Rossa che mi conforta quando afferma che è stata imboccata la strada giusta.
I problemi che la Giunta e l'Assessore hanno di fronte non sono facili attengono al rapporto fra l'istituzione e i dipendenti e rappresentano l'immagine dell'istituzione nella nostra Regione, quindi il rapporto che l'Ente ha con il cittadino deve essere il più chiaro e il più limpido possibile. Sono problemi non facili che ci fanno rimeditare sulle strade imboccate e sugli strumenti che mettiamo in atto perché quelle strade siano le più scorrevoli e le più chiare possibili.
Si è parlato di ricorsi, di malessere e delle difficoltà della Giunta per il contenzioso esistente tra la Regione e i dipendenti regionali.
Preciso, tra l'altro, che i ricorsi non sono quarantacinque ma tre o quattro.
PEZZANA I ricorsi sono quarantasei.
CARLETTO, Assessore al personale I ricorsi sono tre o quattro anche se all'interno degli stessi sono coinvolti una cinquantina di funzionari. Questa non è una mia interpretazione. L'importante nella vita è rispondere a se stesso e agli altri quando si fanno delle affermazioni. Nel mio passato di vita politica (come spero in futuro) credo di aver sempre saputo rispondere delle cose che ho detto e che ho fatto.
Il malessere esiste, ma non è causato dai ricorsi, in quanto questi si collocano in un quadro più ampio di rapporti non distesi esistenti tra l'Amministrazione e i suoi dipendenti per effetto di una serie di situazioni, di meccanismi, di procedure ritardate, di collocazioni giuridiche che giungono con grave ritardo, per una serie di questioni che magari analizzeremo in un prossimo dibattito, per esempio, quando dovremo recepire il nuovo contratto. Il malessere viene da lontano e il lavoro che dobbiamo fare è quello di riprendere un rapporto sereno con i dipendenti regionali anche attraverso le espressioni sindacali; tra le organizzazioni sindacali e la Giunta si sono instaurate delle nuove relazioni e anche se non è un fatto decisivo è però il segno di un lavoro che si sta cercando di fare a fatica tutti insieme. La Giunta e le organizzazioni sindacali hanno determinato due accordi: uno in occasione dell'approvazione della legge n.
42 e l'altro nei giorni scorsi per una serie di altri problemi dando il segno della disponibilità da parte delle organizzazioni sindacali a instaurare rapporti diversi, più chiari, più lineari e che concorreranno a determinare un altro clima.
Qualche episodio nel passato e recentemente ha coinvolto alcuni dipendenti regionali. Non si può però generalizzare, né da parte della Giunta regionale e del Consiglio si può accettare una criminalizzazione dei dipendenti regionali a causa di qualche situazione della quale si è occupata nel passato e si sta occupando oggi la Magistratura.
Credo debba essere ribadito un segno di stima nei confronti del complesso dei dipendenti regionali per la serietà e per l'impegno che mettono nello svolgimento delle loro funzioni. Il mio è un ragionamento sul complesso della struttura regionale.
Ci sono casi episodici che non attengono solo alla Regione, ma anche ad altri enti pubblici e aziende private. Lo leggiamo sui giornali. E' un processo che esiste nella nostra società e che preoccupa le istituzioni, le forze politiche e deve farci meditare, ma non può inficiare il quadro di serietà e di impegno dei dipendenti regionali.
In questa situazione si colloca il provvedimento che la Giunta ha proposto che, a mio avviso, non può essere letto come falso moralismo o demagogia.
Questa settimana abbiamo rimeditato sui meccanismi concorsuali e abbiamo condiviso la preoccupazione del Gruppo comunista per l'accesso alla II qualifica dirigenziale, in via transitoria cioè per i concorsi che sono in atto, e per l'ammissione alle qualifiche dirigenziali (legge n. 40). I curricula e i requisiti di accesso sono elementi decisivi per la valutazione dei candidati e la legge n. 40 stabilisce che per l'ammissione alle qualifiche dirigenziali dovrà essere dimostrata la professionalità acquisita in almeno cinque anni presso pubbliche amministrazioni o enti di diritto pubblico. Su questi elementi decisivi le Commissioni di concorso giudicheranno i candidati. A noi è parso corretto proporre nel disegno di legge che i documenti dei vincitori alla fine del processo di selezione siano pubblicati.
Riteniamo che la pubblicazione dei curricula dei vincitori, alla fine delle selezioni, toglie ogni rischio, in quanto i candidati che non desiderano la pubblicazione dei loro curricula hanno gli strumenti per non partecipare al concorso o per non accettare la graduatoria e quindi rinunciare alla loro collocazione nell'elenco dei vincitori. Altrimenti si rimette in discussione il bando con la conseguenza, assolutamente inopportuna, che i concorsi vengano fatti slittare di altri mesi. Noi riteniamo prioritario il recupero della credibilità nei confronti dei dipendenti al fine di superare il malessere esistente e che i concorsi per la II qualifica dirigenziale e tutti gli altri concorsi per tutti gli altri livelli vengano svolti con estrema celerità e con grande impegno da parte di tutti. E' un lavoro molto importante e quindi è estremamente impegnativo non solo per i Commissari, ma anche per i funzionari dell'Assessorato e per gli esperti. Tuttavia è un lavoro che deve essere fatto il più celermente possibile, in modo che alla fine dell'anno si sia superato lo scoglio dei concorsi speciali, in modo da avere una situazione di certezza giuridica per i dipendenti.
Questi concorsi sono legati al recepimento del vecchio contratto, oggi siamo già nel nuovo contratto che è stato sottoscritto e che la Regione dovrà recepire con legge.
La nostra azione vuole evitare qualsiasi slittamento concorsuale.
Partendo da questo ragionamento, rispondo anche alla preoccupazione del collega Ferrara. La dizione che abbiamo proposto al Consiglio regionale,secondo me e secondo il parere dei consulenti dell'Ufficio legale della Regione e dei miei collaboratori non dovrebbe far correre alcun rischio rispetto alla legittimità dei concorsi, quindi non dovrebbe procurare altro contenzioso.
Per questo la Giunta non condivide la proposta di legge n. 221 del Gruppo comunista per quanto riguarda i meccanismi di selezione, attraverso la procedura che è stata qui ricordata e che io per ragioni di brevità non sto a riprendere, e per quanto attiene la pubblicazione dei curricula prima dell'effettuazione dei concorsi.
Dobbiamo però tutti insieme interrogarci su quali dovranno essere nel futuro i criteri di selezione dei dipendenti pubblici delle Regioni, degli Enti locali e dello Stato. E' un ragionamento che è emerso nella discussione sul nuovo contratto a livello nazionale e che è condiviso dal governo regionale.
L'applicazione del nuovo contratto sarà un'interessante occasione per affrontare questo ed altri argomenti. La Giunta è disponibile ad avviare un confronto in aula e con il Governo anche in relazione ai nuovi istituti che il contratto propone come la possibilità di assumere personale direttamente dall'Ufficio di Collocamento relativamente alle qualifiche più basse, la possibilità di assumere la dirigenza a tempo determinato (cinque anni), le procedure di selezione dei dirigenti, la produttività e quindi la necessità di individuare indicatori e misuratori di produttività. Questo è un problema enorme che va affrontato negli enti pubblici. E' molto più facile affrontarlo nelle aziende private, è molto meno facile negli enti pubblici.
I problemi relativi al nuovo contratto noi ce li siamo posti anche nella discussione della legge n. 42. L'appuntamento sarà quello dell'applicazione del nuovo contratto.
La Giunta è disponibile a ricercare quelle novità che nell'ente pubblico possono essere introdotte per chiarire meglio il rapporto che deve esserci tra classe politica e la struttura dirigenziale, quelle novità che consentano di riaffidare alla dirigenza la responsabilità che gli è propria e che creino strumenti di selezione chiari, trasparenti, nei quali si inseriscano concetti di professionalità che sono fondamentali se vogliamo ridare credibilità agli enti pubblici.
L'impegno della Giunta è totale. E' chiaro che questo ragionamento e questa verifica richiederanno un confronto con il Governo, perché potremmo inventare regole più moderne, ma se il Governo riterrà di non accoglierle avremmo fatto un lavoro del tutto velleitario.
Vorrei fare un'ultima annotazione su un argomento che ha due sfaccettature, ma che in sostanza si riconduce ad un unico ragionamento e riguarda il lavoro delle Commissioni giudicatrici dei concorsi. Credo che queste Commissioni abbiano le capacità, le professionalità e la volontà per produrre un lavoro serio e qualificato. Mi rifaccio a quanto ha detto il Capogruppo del Partito socialista. C'è anche l'impegno totale mio e dell'Assessorato per fornire alle Commissioni tutti quegli elementi che le Commissioni riterranno di chiedere all'Assessorato. Da questo punto di vista credo di poter ridare serenità a quelle persone che fanno parte di tali Commissioni e che possono avere avuto qualche perplessità e qualche preoccupazione. Credo che perplessità e preoccupazioni non ce ne debbano essere perché le premesse e le condizioni,affinché questo lavoro sia fatto nel modo più serio e nel modo più proficuo possibile, le abbiamo create.
Per realizzare condizioni di lavoro serio e proficuo abbiamo ritenuto di inserire tra i Commissari un esperto in capo ad un'unica persona per tutte le Commissioni, non per voler includere un supercommissario, ma un Commissario inter pares in ogni Commissione.
Riteniamo che la presenza di un unico Commissario in tutte le Commissioni garantisca, dal punto di vista formale, non dal punto di vista di merito, uniformità di comportamento e di atteggiamento che, a nostro giudizio, sembra essere un elemento fondamentale per non far crescere il contenzioso (che comunque alla fine dei concorsi certamente avremo; d'altra parte è un diritto del dipendente regionale, che ritiene di essere stato leso nei suoi interessi, quello di accedere al TAR).
Riteniamo che la garanzia di un comportamento coerente nei cinque profili sia un fatto fondamentale. La Giunta ha chiesto al Presidente Nunziata di partecipare a tutte le Commissioni conoscendo la sua professionalità e le sue capacità. Sono capacità provate sul campo non solo da me, ma anche da chi mi ha preceduto nelle mie responsabilità, quindi sono di tutta garanzia.



PRESIDENTE

Con la replica dell'Assessore è terminata la discussione generale.
Chiedo ai proponenti del Gruppo comunista se hanno intenzione di ritirare la propria proposta di fronte alla discussione avvenuta.
La parola al Consigliere Bontempi.
BONTEMPI Credo che dovremmo accordarci di fare ora le dichiarazioni di voto trattandosi di una dichiarazione che avviene dopo la replica dell'Assessore; trattandosi di leggi composte di due soli articoli è quindi scontato che non saranno proposti degli emendamenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.
BRIZIO Chiederemmo al Gruppo comunista, tenuto conto che l'approvazione del d.d.l. (al di là del merito delle proposte e del contributo che esse hanno dato al dibattito e alla stessa iniziativa della Giunta) significherebbe il rinvio dei concorsi, di procedere al ritiro della legge in esame.
Sappiamo che il Gruppo comunista ha predisposto un ordine del giorno: ne avevamo già parlato in Commissione con il Presidente Santoni nella seduta di ieri. Siamo disponibili a verificarne il testo, in ordine al quale alcune correzioni, a nostro avviso, si impongono, senza pregiudiziali e ricercando la convergenza su un testo unico, sentiti anche, ovviamente il Presidente della I Commissione e l'Assessore.
Mi auguro che il Gruppo comunista, alla luce di questa disponibilità proceda al ritiro della proposta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.
BONTEMPI Le valenze di questo dibattito sono legislative e politiche. Noi faremo ora le dichiarazioni di voto sui due provvedimenti ed esprimeremo le motivazioni che ci hanno spinti a proporre da un lato un'iniziativa nuova e dall'altro un ordine del giorno.
In merito alla nostra proposta abbiamo avuto il conforto di una valutazione positiva. La nostra proposta comprendeva due norme: la prima riguardava i curriculum, l'altra l'introduzione di una prova selettiva.
Voglio dire che non intendiamo un classico test attitudinale, come ci è stato rimproverato, perché la norma è più complessa e riprende la formulazione che avevamo avanzato quando votammo la legge, quindi c'è una continuità piena. Riteniamo che la combinazione più efficace e tendenziale per la selezione dei dirigenti sia quella della determinazione di uno zoccolo di base e di preparazione che sia sufficiente per una prima discriminazione e per la collocazione delle responsabilità da parte dell'esecutivo o della Commissione (al limite, dopo prove di questo genere avrebbe senso solamente l'esecutivo). Abbiamo ripreso con continuità di ragionamento l'iniziativa di allora, quindi i favori incontrati in aula sempre che siano seri e sinceri, mi fanno venire in mente un'idea: proponiamo una norma sulla quale molti Gruppi si sono espressi a favore potrebbe forse esserci addirittura una maggioranza, perché il Gruppo della DC non la esclude, però con una dichiarazione di voto nelle repliche della Giunta e di altri Gruppi di improcedibilità attuale.
Allora, se venisse accolta dal Consiglio proporrei il rinvio in Commissione della norma (non varrà più per questi concorsi evidentemente) e potrebbe essere l'avvio concreto di una riflessione, che tutti si sono impegnati a fare a cominciare dalla Giunta, sulla collocazione di una norma simile nell'ordinamento regionale.
Intendiamo valerci del diritto del Consiglio di rinviare, dopo il dibattito, il disegno di legge in Commissione, non a futura testimonianza ma a immediata operatività, nel senso che abbiamo avuto in Commissione l'assicurazione dall'Assessore che il nuovo contratto, le norme, la stessa prospezione fatta nei confronti del Governo sulla inseribilità o meno di questa proposta ci permettano di avere un punto fermo da cui partire.
Questa non è la soluzione di tutti i problemi, ma è l'indicazione chiara della possibilità di attuare un percorso nuovo che tutti rivendicano come necessario.
Ci asteniamo invece sulla proposta della Giunta, perché riteniamo che l'accoglimento parziale della Giunta e della maggioranza della nostra norma sui curricula non sia acqua fresca come qualcuno ha detto. E' vero che c'è la discriminazione, giuridicamente imposta tra vincitori e non, ma credo che tutte le forme di pubblicità a posteriori siano delle forme che possono agire anche a priori, perlomeno sul piano del deterrente. Questo non è di poco conto.
Se una qualsiasi Commissione decide di dare più rilievo a elementi che non attengono alle cose fatte e che dovrebbero essere scritte nei curricula, elementi nozionistici o giuridico formali, credo che qualche problema la Commissione se lo dovrebbe porre nel momento in cui sa che quel concorrente che passerebbe davanti ad un altro con reale esperienza e con curriculum molto diverso si vedesse pubblicato il suo curriculum.
Non ho trascurato la positività della proposta della Giunta, anche se accoglie solo in parte la nostra proposta di legge e quello che sostenevamo per quanto riguarda il curriculum nei confronti di tutto il personale che partecipa a concorsi. E' un segno che va nella direzione giusta della trasparenza e di quei criteri di comportamento all'interno delle Commissioni. Questo è anche il senso del nostro ordine del giorno. La struttura regionale è stata messa profondamente in forse nella sua credibilità nei meccanismi che l' hanno determinata, nelle scelte concrete compiute. Abbiamo ritenuto di dover proporre nell'imminenza dei concorsi un'operazione politica di attenzione assolutamente seria e rigorosa. Le molteplici interpretazioni che sono state espresse ci riguardano poco.
Abbiamo sentito interpretazioni secondo cui il Gruppo comunista avrebbe alzato il tiro per aumentare il potere di contrattazione. Noi non abbiamo esercitato sul personale il potere di contrattazione neanche in tempi in cui eravamo in maggioranza, figuriamoci se siamo in grado di esercitarlo adesso.
Per noi è più importante il cambiamento dello stile di fondo per riuscire a innovare, per risanare quello che è possibile di queste istituzioni già malridotte.
C'è stata una mossa all'ultimo momento perché si è verificata una concentrazione di fatti, per esempio, quelli della sanità, per i quali abbiamo rimproverato la Giunta per la non reazione proprio sul versante del personale che invece sarebbe stata auspicabile e necessaria. Per questo abbiamo promosso questa iniziativa e abbiamo riproposto quella norma non avendo nessuna intenzione a priori di scassare tutto.
L'altra strada sarebbe stata quella di uscire dai concorsi ed eravamo fortemente tentati, ma è una mossa che piace ad altri Gruppi, noi per sappiamo di avere responsabilità intanto sui tempi, perché una delle esigenze è di fare presto, perché il ritardo è molto, e di avere una convinzione, al di là di quanto, in questa situazione, si possa essere capiti.
Il problema politico passa in secondo ordine rispetto a come si costruisce la politica con atteggiamenti ideali ed etici. Quindi, al di là di quello che altri o nel personale o nelle forze politiche intendono, noi siamo convinti di poter seguire con linearità una strada che tende ad aumentare la certezza, il rigore dei comportamenti nelle Commissioni.
Quindi andiamo con un carico di responsabilità spendendo una risorsa. Si vedrà quanto i dipendenti che hanno accumulato lavorando seriamente reali diritti di essere promossi saranno più tutelati da questo atteggiamento che è stato quello di porre il problema a tutti, di far pronunciare le forze politiche e di stare dentro al governo in questa funzione lineare che porteremo fino alle estreme conseguenze se non si verificheranno i presupposti che abbiamo detto.
Ho affermato chiaramente che nelle Commissioni ci staremo se ci saranno le condizioni, altrimenti dalle Commissioni usciremo.
L'ordine del giorno rappresenta una tavola di riferimento utile ancorché non cogente, perché individua un elemento chiave: il lavoro realmente svolto, il modo in cui si è svolto e la capacità di svolgere il colloquio attorno a questo e non attorno ad altre cose. Ci auguriamo che questo venga accolto. E' chiaro che dall'accoglimento dell'ordine del giorno faremo dipendere il nostro atteggiamento.
Chiudo sulla composizione delle Commissioni. Ho sentito con piacere dall'Assessore parole di impegno sul modo in cui si comporranno le Commissioni. Le intenzioni vanno supportate dall'individuazione dei criteri con cui operare, affinché le buone intenzioni non vengano vanificate dai "cento fiori". Ribadiamo però che un unico Commissario per cinque Commissioni ci lascia perplessi. La maggioranza ritiene che questo sia più utile che inutile. Lo vaglieremo nel concreto.
Quello che speriamo di ottenere con i concorsi l'abbiamo detto e cioè che si affrontino con un taglio alto i molti problemi che riguardano il personale, i partiti, le istituzioni, i cittadini utenti dei servizi della Regione attraverso l'esame delle innovazioni, contratto da un lato e la nostra legislazione dall'altro, compresa la legge delle strutture, perch questi concorsi, vanno comunque a collocarsi in una situazione assurda in cui si promuovono i dirigenti, ma non si hanno ancora i posti nei quali i dirigenti eserciteranno le loro funzioni non essendosi ancora definite le strutture.
Chiediamo un rapido pronunciamento sul nostro ordine del giorno nel quale abbiamo tentato di raccogliere un'impressione che abbiamo colto in Commissione di crescente consenso intorno ad un modo di stare nelle Commissioni. Questo atteggiamento realistico, ma molto attento e non disponibile a barattare niente per niente, se non questi fini generali e questa serietà di comportamento, è la chiave più importante non solo per capire il nostro atteggiamento, ma per far capire se il Consiglio vuole affrontare non solo a parole ma nella realtà i problemi vasti che ci stanno di fronte, a partire da questi concorsi per la seconda dirigenza.



PRESIDENTE

Il Capogruppo comunista chiede il rinvio in Commissione del progetto di legge n. 221.
La parola al Consigliere Pezzana.
PEZZANA Signor Presidente, mi sforzo sempre di capire le proposte del Partito comunista e dove vuole andare a parare; mi chiedo se sono io a non capire magari sono malato di vetero anticomunismo viscerale (vocaboli che voi tutti usate poco, ma che una volta erano molto in voga). Questa domanda me la sono posta anche adesso. Ho ascoltato il collega Bontempi, il quale affermava che la proposta non servirà per questi concorsi, ma servirà per ridiscutere i futuri.
Il Gruppo comunista chiede che la proposta di legge non venga più votata in quest'aula ma che ritorni in Commissione. Allora, se il Gruppo comunista è convinto che la proposta di legge della Giunta sia sbagliata che i punteggi non vadano bene, che tantissime altre cose non vadano bene mi chiedo che senso ha provocare una nuova discussione in aula per difendere la posizione di quei funzionari che da 46 sono finiti a 4 secondo il criterio dell'Assessore Carletto, per cui non contano le firme ma conta il numero dei ricorsi.
Mi chiedo che funzione di opposizione ha il Partito comunista nel momento in cui chiede il rinvio della sua proposta di legge (criminale perché è come uccidere questa proposta). Mi chiedo che stima abbia un Gruppo della propria proposta di legge quando l'ammazza in questo modo.
Di fronte a questa proposta come si esprimeranno la Giunta e il Consiglio? Vedo delle convergenze sull'ordine del giorno, e sono state annunciate dal Capogruppo democristiano Brizio un po' come in un mercato per cui tu mi togli il fastidio della proposta di legge alternativa, per mi voti il mio ordine del giorno e noi Gruppo comunista ne usciamo con le ossa non troppo rotte. Penso che questo non sia compito dell'opposizione perché l'opposizione deve rischiare anche di uscirne fuori con le ossa rotte, ma deve uscirne sempre a testa alta.
Mi chiedo se i colleghi comunisti, dopo una discussione come quella di oggi sui concorsi, dopo l'illustrazione con reiterata spudoratezza della posizione dell'Assessore Carletto, possano uscire a testa alta, rinviando in Commissione la loro proposta di legge. Mi sembra comico. E' un gioco delle parti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Santoni.
SANTONI Presidente e colleghi Consiglieri, parlo come Consigliere del Gruppo liberale, non come Presidente della I Commissione.
Il tono del Consigliere Bontempi nel suo intervento - più il tono che il contenuto, "c'est le ton qui fait la musique" dicevano, quindi è anche importante soffermarci sul tono - mi ha un po' preoccupato per due ordini di motivi.
Il primo perché qui stiamo parlando non di temi politici, ma di concorsi e di Commissione di concorso; quindi ho l'impressione che sia estremamente pericoloso - da parte di un Consiglio e di un organismo politico - oltre che dettare le regole anche voler esplicitamente dettare il modo di applicazione delle stesse. Quindi, discutiamo delle regole da porre, ma è inaccettabile fare affermazioni del tipo: "facciano attenzione le Commissioni", "I nostri Commissari non resteranno"; quasi che si voglia adombrare il fatto che queste Commissioni non si comporteranno secondo le regole e secondo rettitudine, prima ancora che inizi l'attività delle Commissioni stesse.
Spero di aver sbagliato l'interpretazione.
Il secondo ordine di motivi per cui sono preoccupato (e che noi possiamo auspicare che un certo modo di interpretare la normativa venga accolto) è il voler dettare, noi organismo politico, queste regole non scritte; mi sembra che vada al di là delle nostre funzioni, dei nostri compiti e delle nostre competenze.
Noi siamo, come Gruppo liberale, d'accordo nel proseguire l'esame di tutti gli strumenti atti a migliorare le regole che governano i concorsi.
Se una strada per tenere a mente - e non soltanto a futura memoria, ma a futura azione - è di rimettere in Commissione e non dare un voto negativo alla proposta di legge presentata dal Gruppo comunista, da parte nostra non c'è nessuna difficoltà, anzi,può essere un buon metodo per riprendere il discorso; così come da parte nostra c'è una disponibilità sull'ordine del giorno che è stato presentato con alcune modifiche importanti che riterremo di proporre ai proponenti e che sono un po' nella linea delle cose che ho detto all'inizio, perché anche in questo ordine del giorno forse in qualche punto si ripercorre un'indicazione nei confronti delle Commissioni, che manifestata in senso così diretto mi sembra non possa essere percorribile.
Riprendiamo pure in Commissione l'analisi del problema, che deve continuare certamente ad essere affrontato per affinare in futuro tutti gli strumenti e le regole che devono essere poste a base dei concorsi interni ed esterni.
Proponiamo, e non ritengo di doverlo fare nell'intervento, perché credo sia più opportuno farlo direttamente con i proponenti con il testo sotto mano, alcune modifiche all'ordine del giorno che riteniamo necessarie ed essenziali affinché questo ordine del giorno possa avere la nostra approvazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.
BRIZIO Noi concordiamo appieno sulle valutazioni del collega Santoni. Abbiamo trovato anche noi il tono pesante e certamente non positivo. Anche qualche passaggio ci pare non condivisibile e così la stessa interpretazione della pubblicazione dei curricula. I curricula vengono pubblicati come elemento di trasparenza e di chiarezza, ma non costituiscono l'unico elemento della graduatoria, come ci è parso intendere nella interpretazione comunista. V'è il colloquio, che è elemento altrettanto fondamentale, e che pu evidentemente, basato sul curriculum, avere un risultato diverso dalla mera esposizione del curriculum stesso. Se avessimo inteso costruire sul curriculum la graduatoria avremmo scelto il concorso per soli titoli come altre Regioni hanno fatto e non un concorso per titoli e colloquio.
Anche altri passaggi ci hanno sorpreso e ci pare non contribuiscano alla chiarezza. I nostri Consiglieri andranno in Commissione con spirito di assoluta chiarezza, con l'intendimento di operare correttamente in termini sostanziali e formali e certamente non crediamo che uno spirito di sospetto irresponsabilmente alimentato possa essere positivo.
La proposta iniziale, a suo tempo avanzata per la legge di riorganizzazione, approvata nel luglio scorso, non prevedeva automaticamente la presenza dell'opposizione nelle Commissioni di concorso.
Nel corso della discussione fu avanzata la richiesta di un rappresentante dell'opposizione da noi accolta, ma chiaramente la partecipazione deve essere elemento di stimolo e di controllo, ma non può essere la via per porre condizioni, nella sostanza, inaccettabili.
Questo lo diciamo con molta chiarezza, respingendo un tono sorprendente e inaccettabile e rimanendo comunque d'accordo nella sostanza, e sostenendo pertanto che il rinvio in Commissione possa essere accettato e non certamente - come dice Pezzana - per un clima di embrassons-nous, ma con l'intesa che il confronto in proposito e anche con proposte nuove avverrà al momento opportuno con le norme del nuovo contratto, contestualmente al suo recepimento in un quadro generale in cui sia utile il riesame di questa proposta.
Per quello che riguarda l'ordine del giorno le proposte di modifica, a cui il collega Santoni ha fatto cenno, sono state viste e concordate e possono essere la base sulla quale confrontarci per arrivare all'approvazione del documento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.
ROSSA Signor Presidente e colleghi, non sono sorpreso del tono dell'intervento del Consigliere Bontempi, tra l'altro non mi pare nemmeno un tono apocalittico, è stato invece un tono chiaro e fermo per ribadire le sue posizioni. Credo di aver già detto che dissento da quelle posizioni.
Nonostante tutto sono d'accordo che si ritorni a discutere in Commissione.
Può anche darsi che mi convinca che esistono delle situazioni migliori di quelle che conosco.
Non voglio dire che la procedura che stiamo seguendo sia quella ideale e la migliore, ritengo però che è una procedura di estrema serietà che mi soddisfa.
Ho partecipato ad una riunione della Commissione e ho potuto farmi un'idea sufficiente per darne una valutazione positiva. Era presente anche il Presidente della Regione e penso che anche lui possa convenire su questa proposta. Discutiamola e siccome la finalità è quella di realizzare il meglio, vogliamo tutti realizzare la massima trasparenza, serietà, rigore andiamo pure a discutere.
Porteremo le nostre valutazioni responsabili. Penso che se ciascuno fa la propria parte non ci può essere il rischio di essere sottoposti a giudizi da parti che potrebbero apparire condizionanti. Quindi, piena disponibilità a discutere.
Improvvisamente ho visto spuntare questo ordine del giorno. Pensavo che fosse sufficiente il dibattito. L'ordine del giorno dà rilevanza, più di quanto sia necessario, ad un problema che ha già ricevuto tutto l'approfondimento del caso. Mi sta bene, nella misura in cui l'ordine del giorno non abbia il taglio dell'ordine del giorno che parte da una sola posizione, quindi le correzioni e gli emendamenti che verranno debbono riequilibrarlo in modo tale che sia il risultato di tutte le posizioni. Il risultato che stiamo ottenendo mi sembra positivo e conferma valutazioni concrete, realistiche, non idilliache, ma nemmeno riduttive circa un impegno dal quale vengono delle risposte giuste alle persone che le attendono.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.
FERRARA La mia dichiarazione di voto sarà molto breve anche perché nel mio intervento precedente nel dibattito generale ho già espresso il voto, anche se qualcosa è modificato nel dibattito avvenuto successivamente. Due sono le cose nuove, una è certamente l'intervento del Capogruppo Bontempi.
Condivido le valutazioni fatte dal collega Santoni, che anch'io stavo facendo. Mentre ascoltavo Bontempi mi pareva di cogliere uno spirito di sospetto rispetto ai concorsi che si vanno a fare, un atteggiamento per chi non ha esperienza di Commissioni di concorso, come il sottoscritto, quasi tendente ad accreditare che nelle Commissioni di concorso si possa fare qualcosa di diverso rispetto a quello che deve essere fatto. Devo ammettere che mi aveva lasciato perplesso sia il tono che la sostanza di quelle affermazioni.
Credo che l'ordine del giorno ricondurrà a maggiore serenità e a chiarezza gli argomenti di cui dobbiamo discutere; certamente non c'è in questo Consiglio l'atteggiamento di dire che le Commissioni possano comportarsi in modo scorretto. Noi crediamo che nei limiti delle modalità dei concorsi le Commissioni certamente sapranno fare emergere le situazioni da premiare e sapranno non premiare quelle che non sono da premiare.
In ordine alla proposta di legge del Gruppo comunista mi pare, a differenza del collega Pezzana, di comprendere e di capire bene che così facendo il Partito comunista non uccide la sua proposta di legge, perché se fosse stata posta in votazione avrebbe avuto il voto negativo dell'aula e avrebbe esaurito la sua validità. Il richiamarla e tenerla ferma in Commissione significa offrire una possibilità per approfondirla e l'Assessore Carletto si è impegnato in tal senso. E' un contributo concreto e positivo ad affrontare l'argomento per cercare di dare soluzione a questa attesa. Quindi, sulla proposta comunista il Gruppo repubblicano esprime apprezzamento, mentre sul disegno di legge presentato dalla Giunta esprime voto favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.
MAJORINO Il nostro Gruppo ha molte perplessità sull'ordine del giorno perch pur fra le righe, si vogliono additare dei criteri interpretativi e comportamentali delle Commissioni giudicatrici.
Per quanto riguarda invece la proposta di ritorno in Commissione, noi riteniamo che la via procedimentale giusta sarebbe quella del ritiro del progetto di legge.
Abbiamo espresso apprezzamento, come altri colleghi, Ferrara, lo stesso Brizio con tono più sfumato, per i principi che dominano il progetto di legge del Gruppo comunista; una volta però che il Gruppo comunista, obtorto collo, si è convinto che non erano praticabili e proponibili con riferimento a questo concorso, non vedo come una modifica dell'art. 29 della legge possa essere riportata in Commissione, quando l'art. 29 non modificato decollerà definitivamente insieme al bando di concorso.
Noi siamo contrari al ritorno in Commissione, salvo che venga vista la proposta dell'ordine del giorno, sul quale abbiamo già espresso moltissime perplessità e presumibilmente non lo voteremo.



PRESIDENTE

La proposta avanzata dal Capogruppo Bontempi di rinvio in Commissione è formulata ai sensi dell'art. 79, quindi il Regolamento è pienamente rispettato nei suoi termini. Pertanto la Giunta può intervenire.
La parola all'Assessore Carletto.
CARLETTO, Assessore al personale In ordine alle proposte formulate, la Giunta non ha difficoltà a che il progetto di legge del Gruppo comunista ritorni in Commissione e che negli atti della Commissione risulti che nella discussione del disegno di legge che attuerà il nuovo contratto del personale c'è anche questa proposta di legge del Gruppo comunista. E' una testimonianza.
Sull'ordine del giorno dobbiamo anche noi esprimere qualche preoccupazione di legittimità perché riteniamo che un ordine del giorno del Consiglio possa dare degli indirizzi, ma non possa nel modo più assoluto dettare delle condizioni alle Commissioni di concorso, che sono assolutamente e completamente autonome e legittimate dalle procedure che formalmente le hanno costituite e le hanno insediate.
Rispetto alla valenza dei curricula dei candidati credo che nostro dovere sia quello di richiamare la legge che il Consiglio regionale ha votato e che deve presiedere all'attività delle Commissioni.
Il punto d) della legge votata dal Consiglio regionale recita: "Il colloquio teorico-pratico avverrà sulla base del curriculum professionale presentato dal candidato e dovrà dimostrare la sua attitudine a svolgere le funzioni proprie della II qualifica dirigenziale, nonché le conoscenze e le capacità tecnico-professionali acquisite". Quindi, come legislatori regionali abbiamo reso alle Commissioni questo testo per questo piccolo passaggio, così come per altre questioni che sono definite dalla legge stessa. Ritengo che le Commissioni abbiano la professionalità, la capacità e siano nelle condizioni per poter calare nella realtà delle prove questo dettato legislativo che per altro è l'unico che deve presiedere ai lavori delle Commissioni.
Rispetto all'intervento del Capogruppo comunista, non mi interessa il tono che viene usato, ognuno usa i toni che ritiene giusti rispetto si momenti di vita del Consiglio, mi interessa invece la velata affermazione secondo la quale...



PRESIDENTE

Scusa, Carletto, anche tu a volte usi toni alti.
CARLETTO, Assessore al personale Sono un sanguigno ed un caratteriale, per questo sono disposto a capire gli altri, sperando che gli altri capiscano me. Noi del "Toro"- dice l'amico Guasso - siamo sanguigni.
I concorsi e le Commissioni di concorso sono problemi delicati. Il Consiglio regionale scelse, secondo me opportunamente, che della componente politica delle Commissioni facessero parte il Presidente, o un suo delegato, e due Consiglieri, uno di maggioranza e uno di opposizione.
Tutti d'accodo abbiamo scelto questa strada e l'abbiamo percorsa. I concorsi sono avviati o stanno avviandosi. La minaccia di uscita dalla Commissione di un componente, in questo caso della minoranza, mette in difficoltà la prosecuzione dei concorsi, mette quindi in discussione la realizzazione in tempi rapidi dei medesimi. Questo mi preoccupa, mi auguro che il Gruppo comunista sappia che il Consiglio regionale ha scelto una strada nel momento in cui ha votato la legge, quindi non operiamo sulla pelle dei dipendenti regionali. Questo è l'invito che faccio a me stesso ma che ripeto a voce alta perché finiremmo per far pagare ancora una volta ai dipendenti regionali e questo sarebbe veramente grave.



PRESIDENTE

Pongo in votazione la richiesta di rinvio in Commissione della proposta di legge n. 221 presentata dal Gruppo comunista, ai sensi dell'art. 79 del Regolamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva con 34 voti favorevoli, 3 contrari e 1 astensione.
Passiamo alla votazione dell'articolato del disegno di legge n. 224.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 27 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 16 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 27 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 16 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 27 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 16 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
La parola al Consigliere Bontempi per dichiarazione di voto.
BONTEMPI Farò una dichiarazione di voto anche perché dobbiamo ancora confrontarci sul nostro ordine del giorno a cui diamo un peso non solo perché l'abbiamo proposto ma perché è il quadro delle possibilità (non cogenti verso nessuno, ma di indirizzo) che il Consiglio intende dare ad un atto e sarebbe bene non fingere: è un atto che riguarda il Consiglio, il dibattito e le conseguenze.
Signor Presidente, signori Consiglieri, oggi, al di là delle valutazioni peraltro legittime, è avvenuta una cosa strana.
Dopo un dibattito venuto attraverso le interrogazioni, attraverso la proposta di legge e le dichiarazioni di vari esponenti su una norma che pare non piaccia neppure alla maggioranza che l' ha votata, che si incentra sui problemi della discrezionalità politica, se non partitica, nella scelta del personale (qui c'e la finzione), si afferma che noi abbiamo usato toni particolari dicendo che ci sono i rischi che il combinato disposto di una norma che non piace più a nessuno più comportamenti concreti nelle Commissioni possono portare a risultati che a noi almeno non piacciono e forse non piacciono neanche agli altri.
Caro Santoni e caro Ferrara, non vi è piaciuto il tono? Giochiamo a fare gli spadaccini e i fiorettisti? Vi rendete conto che giornata abbiamo vissuto da stamattina ad oggi, vi siete resi conto di quello che stiamo dicendo da tempo? Evidentemente no.
Il patto fra gentiluomini qui da tempo non c'è più, perché invece di tirare colpi bassi in tutte le direzioni, per esempio con le finzioni come avviene invece in Consiglio, si cerca di corrispondere.
Noi reiteriamo, non nel tono ovviamente, le nostre preoccupazioni.
Riteniamo che l'ordine del giorno, al di là delle cose che non possono essere scritte perché non devono costringere nessuno, rappresenti l'indirizzo e l'auspicio del Consiglio regionale. Non mi interessa impegnare la Giunta o chicchessia, non mi interessa impegnare chi non posso impegnare, ma mi interessa sapere cosa questo Consiglio vuole.
Credo che qualunque Commissario, di fronte a problemi delicati in questo clima particolare, vada nelle Commissioni con la coscienza di svolgere bene il proprio lavoro e cerchi di trovare le migliori condizioni possibili e alla luce del ritrovamento di queste condizioni si comporti.
Abbiamo fatto male a preannunciare che saremo vigili, certo con la nostra fallibilità, non siamo angeli vendicatori, ma siamo quelli che hanno sostenuto sempre con linearità certe cose e le hanno ribadite oggi.
Manterremo il nostro atteggiamento.
Sul fatto di uscire dalle Commissioni, dico che noi preferiremmo non uscire, caro Pezzana. Se prevedevamo di uscire per dare ragione ad uno schema astratto, non andavamo neanche dentro.
Noi speriamo di andare dentro e di trovare gente disponibile per arrivare a seri risultati. Ma, mancando queste condizioni, ognuno dovrà trarre le proprie conseguenze di ordine personale, visto che nelle Commissioni si va a titolo personale.
Il nostro ordine del giorno non voleva porre dei vincoli alle Commissioni, ma voleva creare un clima di attenzione che forse prima di questo dibattito non era così presente e così maturo. Riteniamo con questi passi comportamentali di riuscire a generare una sufficiente approssimazione positiva alla conclusione.
Non essendoci ritirati,i concorsi si avviano. Noi faremo la nostra parte e se saremo tutti d'accordo, non solo a parole ma anche nei fatti non ci saranno né problemi né incidenti.
Però non fingiamo nel dire che non esistono dei problemi, soprattutto non ci rifugiamo dietro agli schermi formali. L'assunzione delle responsabilità vuol dire esprimere la propria posizione per quanto impopolare o sgradevole o fastidiosa o incomprensibile possa essere.
La novità in questo Consiglio è proprio la nostra collocazione all'opposizione. Noi crediamo di fare opposizione avendo di fronte esattamente quello che abbiamo di fronte, un insieme di situazioni personali e politiche che rendono ormai impossibile il dialogo con voi. Si è verificato questa mattina e lo si verifica pressoché in tutte le occasioni.
La proposta che avremmo potuto fare, che forse era la migliore, era quella di far decidere alla Giunta. Non l'abbiamo fatta perché una Giunta a cui stiamo reiteratamente esprimendo la nostra sfiducia non può essere abilitata a decisioni del genere. Istituzionalmente però era la soluzione migliore. Politicamente non lo è. Andremo a fare la nostra parte come designati del Gruppo di opposizione.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione dell'intero testo della legge per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 27 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 16 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Nomine

Nomine


PRESIDENTE

In merito al punto 10) all'o.d.g.: "Nomine" si provveda alla distribuzione delle schede.
Procediamo alla votazione a scrutinio segreto: Commissioni preposte alle graduatorie per l'assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica (art. 10, L.R. 10/12/1984, n. 64)". I Commissione provinciale di Torino. Nomina di un rappresentante effettivo e uno supplente.
(Si procede alla votazione a scrutinio segreto) Commissioni preposte alle graduatorie per l'assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica (art. 10, L.R. 10/12/1984, n. 64))". II Commissione provinciale di Torino. Nomina di un rappresentante effettivo e uno supplente.
(Si procede alla votazione a scrutinio segreto) Commissioni preposte alle graduatorie per l'assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica (art. 10, L.R. 10/12/1984, n. 64)". I Commissione provinciale di Novara. Nomina di un rappresentante effettivo e uno supplente.
(Si procede alla votazione a scrutinio segreto) Commissioni preposte alle graduatorie per l'assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica (art. 10, L.R. 10/12/194, n. 64)". II Commissione provinciale di Novara. Nomina di un rappresentante effettivo e uno supplente.
(Si procede alla votazione a scrutinio segreto) Commissioni preposte alle graduatorie per l'assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica (art. 10, L.R. 10/12/1984, n. 64)".
Commissione provinciale di Alessandria. Nomina di un rappresentante effettivo e uno supplente.
(Si procede alla votazione a scrutinio segreto) Commissioni preposte alle graduatorie per l'assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica (art. 10, L.R. 10/12/1984, n. 64)".
Commissione provinciale di Asti. Nomina di un rappresentante effettivo e uno supplente.
(Si procede alla votazione a scrutinio segreto) Commissioni preposte alle graduatorie per l'assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica (art. 10, L.R. 10/12/1984, n. 64)".
Commissione provinciale di Cuneo. Nomina di un rappresentante effettivo e uno supplente.
(Si procede alla votazione a scrutinio segreto) Commissioni preposte alle graduatorie per l'assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica (art. 10, L.R. 10/12/1984, n. 64)".
Commissione provinciale di Vercelli. Nomina di un rappresentante effettivo e uno supplente.
(Si procede alla votazione a scrutinio segreto) Commissioni preposte alle graduatorie per l'assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica (art. 10, L.R. 10/12/1984, n. 64)".
Commissione provinciale di Biella. Nomina di un rappresentante effettivo e uno supplente.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

La proclamazione degli eletti verrà effettuata nella prossima seduta.


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale - Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Esame ordine del giorno inerente la II qualifica dirigenziale


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, in merito all'ordine del giorno inerente la II qualifica dirigenziale sono stati concordati alcuni emendamenti.
Pongo in votazione tale ordine del giorno il cui testo recita: "Il Consiglio regionale preoccupato circa lo stato di malessere che coinvolge il personale regionale a seguito delle recenti vicende giudiziarie che hanno visto implicati anche alcuni funzionari della Regione, nel sollecitare una rapida conclusione dell'inchiesta giudiziaria avviata e nel respingere il tentativo di diffondere un clima di generalizzato discredito sui dipendenti della Regione consapevole dell'ulteriore aggravamento della condizione di incertezza e di insoddisfazione tra il personale regionale ritiene indispensabile un chiaro impegno degli organi del governo regionale volto a conseguire un clima più favorevole che tenda a superare le difficoltà dell'oggi e a recuperare anche situazioni pregresse. Con particolare riferimento alla necessità di una definizione sempre più chiara dei rapporti e dei ruoli che attengono la struttura e gli organi politico amministrativi, che devono essere improntati sempre più chiaramente alla distinzione dei ruoli e delle responsabilità. In questo ambito un rilievo significativo assumono i concorsi avviati per la selezione della dirigenza regionale.
Il Consiglio regionale consapevole che i concorsi devono essere momento significativo di un recupero di credibilità e di rinnovata fiducia tra Amministrazione e personale, condizione indispensabile se si vuole determinare un significativo rilancio operativo valutata la necessità di proseguire nella ricerca per affinare gli strumenti concorsuali al fine di garantire la migliore selezione delle professionalità all'interno della struttura regionale e che comunque non sembra possibile ritardare ulteriormente le procedure concorsuali avviate considerato inoltre che per la procedura prevista dalla legge 42/1986 e dagli adempimenti successivi l'espletamento dei concorsi per la II qualifica dirigenziale sono condizione indispensabile per l'avvio delle procedure di indizione degli altri concorsi interni e per le altre qualifiche r i c o n f e r m a la necessità che al procedimento selettivo si giunga con una forte determinazione a considerare come cardini indispensabili per la valutazione, la professionalità posseduta, l'esperienza di lavoro espletata, la valutazione dei titoli e l'idoneità richiesta a svolgere il ruolo più complessivo di dirigere una struttura complessa o a svolgere il ruolo di esperto all'interno della struttura a u s p i c a che nello svolgersi concreto delle procedure di selezione tali criteri possano essere tenuti presenti in modo da far discendere le valutazioni da un esame reale delle situazioni effettive di carriera, professionalità lavoro svolto presentate dai candidati considerata positivamente la discussione svolta e sottolineata la volontà espressa di andare, anche in base alle nuove opportunità offerte dal nuovo contratto di lavoro per il triennio 1985-87, all'introduzione di forme innovative per quanto riguarda il reclutamento del personale con qualifiche esecutive e a metodologie più affinate per la selezione di quelle direttive e dirigenziali i m p e g n a la Giunta ad operare in concreto perché tali condizioni e valutazioni trovino concreta attuazione anche attraverso la predisposizione di proposte e confronti che riterrà di avanzare alle organizzazioni sindacali e al Consiglio regionale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.


Argomento: Industria (anche piccola e media)

Esame legge rinviata dal Governo: "Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 13/5/1980, n. 39 'Repressione delle frodi: sistema di rilevazione e controllo della produzione e del commercio dei prodotti vinicoli' ".


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della legge rinviata dal Governo: "Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 13/5/1980, n. 39 'Repressione delle frodi: sistema di rilevazione e controllo della produzione e del commercio dei prodotti vinicoli' ".
Non essendovi interventi possiamo passare alla votazione del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 25 Consiglieri si sono astenuti 10 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 25 Consiglieri si sono astenuti 10 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
ART. 3- Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 25 Consiglieri si sono astenuti 10 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Si proceda alla votazione dell'intero testo della legge per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 25 Consiglieri si sono astenuti 10 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Formazione professionale

Esame proposta di deliberazione n. 438: "Revisione del programma annuale dei corsi di formazione professionale normali, speciali e per invalidi civili, approvato con deliberazione C.R. n. 228-11612 del 30 luglio 1986"


PRESIDENTE

Propongo infine di iscrivere all'o.d.g. la proposta di deliberazione n.
438.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata con 30 voti favorevoli e 2 astensioni.
La parola all'Assessore Alberton.
ALBERTON, Assessore alla formazione professionale Rispetto al piano varato a luglio si ritiene necessario fare questa rettifica perché, rispetto al preventivo del programma, nei corsi avviati si sono registrate delle variazioni, molte delle quali di carattere formale (variazione di denominazione, precisazione del numero degli alunni iscritti), con l'obiettivo di far corrispondere i documenti di natura programmatoria ai documenti di natura contabile che devono essere gestiti all'interno del servizio. Quindi, c'è una parte della documentazione che riguarda modificazioni di corsi avviati, c'è una parte che annulla dei corsi programmati, pari a circa 24.000 ore ripartite su 20 centri (quindi come se fosse stato annullato mediamente un corso per ogni centro dei 20 toccati) e c'è un'aggiunta di 3.500 ore sul secondo livello.
Complessivamente c'è una riduzione del programma di 20.000 ore a seguito dell'impossibilità di far partire determinate attività. Molte, dicevo, sono rettifiche di carattere tecnico per errori commessi nella stampa dei tabulati.



PRESIDENTE

Pongo in votazione la deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.40)



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