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Dettaglio seduta n.77 del 05/03/87 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


VIGLIONE ALDO


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Carazzoni e Turbiglio.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Interpellanza n. 679 del Consigliere Pezzana inerente i concorsi interni per la seconda qualifica dirigenziale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'ordine del giorno: "Interrogazioni e interpellanze" viene discussa l'interpellanza n. 679 presentata dal Consigliere Pezzana.
Risponde l'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore al personale

L'interpellanza formulata dal Consigliere Pezzana, che prende spunto da alcuni ricorsi presentati da dipendenti regionali, richiede una valutazione complessiva sullo stato degli atti relativi ai concorsi per la selezione del personale per l'accesso alla seconda qualifica dirigenziale.
L'interpellanza nella sua articolazione presenta delle inesattezze di cui bisogna fare giustizia per evitare equivoci ed errori che in una materia così complessa e delicata quale la gestione del personale sono peraltro possibili specialmente quando su tali argomenti si è portati a dare un'attenzione episodica.
Il Consigliere Pezzana chiede in primo luogo una valutazione sul fatto che circa la metà dei funzionari di grado dirigenziale sono in conflitto con la Regione stessa. In proposito occorre preliminarmente precisare che sono complessivamente 61 i dipendenti inquadrati nella prima qualifica dirigenziale su un totale di 237 (quindi ben al di sotto della metà) che hanno presentato ricorsi contro l'effettuazione dei concorsi per la selezione alla seconda qualifica dirigenziale. Probabilmente al Consigliere Pezzana risulta un maggior numero di dipendenti perché alcuni tra questi hanno aderito a più ricorsi e inoltre sono stati conteggiati anche coloro che hanno presentato esclusivamente ricorso contro l'inquadramento nella prima qualifica dirigenziale e che invece pretendono l'inquadramento automaticamente, alla seconda qualifica dirigenziale.
Ciò premesso, occorre dire che, a fronte di un concorso che indubbiamente seleziona in modo massiccio il numero della dirigenza attuale, era inevitabile che si andasse a formare un contenzioso quale quello attuale.
Il Consigliere Pezzana chiede inoltre perché l'Amministrazione stia procedendo con tanta precipitazione allo svolgimento dei concorsi di seconda qualifica senza attendere la sentenza già assunta dal TAR il 29 gennaio scorso. In verità occorre sottolineare che tale ricorso si riferisce alla richiesta di inquadramento automatico alla seconda qualifica dirigenziale avanzata da alcuni dipendenti e non già alle procedure di selezione concorsuale. Posto che fino ad oggi la sentenza di che trattasi non è stata pubblicata, si può ritenere che la stessa difficilmente potrà dare soddisfazione ai ricorrenti in termini di inquadramento automatico alla seconda qualifica dirigenziale. Nell'ipotesi più favorevole per i ricorrenti, il TAR potrebbe riconoscere l'eccezione di legittimità costituzionale della norma e proporre quindi il rinvio alla Corte Costituzionale.
In proposito va però precisato e ricordato che il contratto dei dipendenti regionali pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 207 del 29/7/1983, al punto 17, recita testualmente: "Nella fase di prima attuazione del presente accordo sono inquadrati automaticamente nella prima qualifica dirigenziale tutti coloro che attualmente sono inquadrati nell'ottavo livello del precedente accordo, relativo al periodo 1979/81".
Tale norma è stata riproposta all'art. 43 della L.R. 40/84 attuativa del suddetto accordo.
E' dunque evidente che un eventuale rinvio alla Corte Costituzionale richiederebbe tempi assai lunghi; pertanto il non espletamento dei concorsi costituirebbe in questo caso sia un danno per l'Amministrazione che si vedrebbe privata della possibilità di costituire in tempi ragionevoli il vertice della dirigenza regionale, sia per gli stessi dipendenti costretti a dover ulteriormente attendere l'espletamento dei concorsi.
Per quanto riguarda i ricorsi contro i bandi di concorso è necessario ricordare che è la stessa L.R. 42/86 di riorganizzazione degli uffici all'art. 29, a stabilire sia i punteggi per i titoli di servizio, per i titoli di studio e culturali, per lo svolgimento di funzioni presso l'Amministrazione regionale, sia il punteggio da assegnare al colloquio. Il bando dunque non poteva discostarsi da quanto prescritto dalla legge e così è stato fatto, perché a me si chiede di applicare le leggi che il Consiglio regionale si dà e questi aspetti discendono tutti da una legge regionale del 1986.
Peraltro i ricorrenti che avevano richiesto la sospensiva hanno rinunciato in sede di udienza a tale richiesta; resta quindi confermata l'utilità di procedere nell'espletamento dei concorsi per gli stessi motivi esposti in precedenza.
Per quanto riguarda poi la presunta contraddizione tra quanto detto dall'allora Consigliere Carletto e quanto fatto dal medesimo quale Assessore, occorre fare notare come invece si sia mantenuta una continuità di comportamento. In allora infatti non si riteneva utile che il personale fosse costretto a subire classiche prove concorsuali di tipo scolastico e si è dunque scelta la via del colloquio, che dovrà consentire di verificare da una parte l'acquisita professionalità, dall'altra l'attitudine a svolgere le funzioni proprie della seconda qualifica dirigenziale.
Per quanto riguarda la valutazione del punteggio dato rispettivamente alla laurea e all'anzianità, occorre ricordare che sia in Commissione sia in Consiglio vi sono state opinioni divergenti con proposte che tendevano a ridurre il peso dell'anzianità, privilegiando maggiormente il titolo di studio. L'Amministrazione, anche tenendo conto di quanto emerso nel confronto sindacale, ha optato per una soluzione che offrisse un adeguato riconoscimento al titolo di studio e che nel contempo premiasse in particolare l'anzianità di servizio prestata presso l'Ente, secondo peraltro le indicazioni che ricevemmo dal Ministero delle Regioni e dal Ministero della Funzione Pubblica che trovò il rapporto fra il punteggio dei titoli di studio e il punteggio del titolo anzianità estremamente corretto.
Certo che se nel dibattito consiliare in sede di approvazione della legge vi fosse stato anche il contributo del Consigliere interpellante si sarebbero potute evidenziare altre soluzioni in sede legislativa. Occorre però ricordare che il Consigliere Pezzana durante la votazione degli articoli dall'1 al 28 si è astenuto e che dall'art. 29 (che è quello che regolamenta la procedura concorsuale, quindi la materia oggetto dell'interrogazione) all'art. 33 non era presente in aula.
In merito alla valutazione sulla presenza in Commissione di un Consigliere del MSI, posto che il Consigliere prescelto ha certamente tutte le qualità professionali per non subire alcuna discriminazione, la domanda andrebbe rivolta all'Ufficio di Presidenza che sempre ai sensi del citato art. 29 ha designato i Consiglieri regionali.
Mentre si respingono le insinuazioni relative al comportamento degli esponenti politici in Commissione, va fatto notare come la composizione della Commissione, espressamente disciplinata dalla legge più volte citata sia in perfetta sintonia con quanto previsto dalla L.R. 3/5/1985 n. 61 (approvata nella precedente legislatura) in merito alle Commissioni di concorso, con l'unica differenza della mancanza del rappresentante sindacale. In proposito si ricorda che le stesse Organizzazioni sindacali hanno ritenuto utile non richiedere la loro presenza in Commissione trattandosi di una selezione interna di dirigenza.
Infine, sono dovute ancora due risposte all'interpellante: la prima per respingere ovviamente ogni illazione rispetto all'aver ispirato qualsiasi "contro-ricorso" riconoscendo comunque ai dipendenti che per quanto detto in precedenza gli stessi hanno il diritto di sollecitare l'espletamento dei concorsi stessi la seconda per chiarire una questione che anche sui giornali all'inizio dei tristi episodi di questi giorni, è stata aperta in merito all'accesso alla dirigenza.
La normativa attualmente in vigore in materia di personale non richiede il possesso del diploma di laurea come requisito d'accesso alle qualifiche dirigenziali dall'interno.
Per quanto attiene la normativa precedentemente in vigore si precisa che la L.R. 19/2/1979 n.74 prevedeva espressamente che, compatibilmente con i posti messi a concorso, ai concorsi pubblici per l'accesso all'VIII livello potessero partecipare i dipendenti regionali in possesso del diploma di istruzione secondaria di secondo grado unitamente a cinque anni di anzianità di servizio nel VII livello, mentre per la partecipazione ai concorsi interni di cui all'art. 46 della stessa legge venivano richiesti i seguenti requisiti: a) appartenenza al livello regionale immediatamente inferiore a quello messo a concorso unitamente al titolo di studio richiesto per l'accesso al livello di appartenenza; ovvero b) appartenenza al livello regionale immediatamente sottostante quello indicato al punto a) unitamente al titolo di studio richiesto per l'accesso al livello messo a concorso.
Oltre ai requisiti di cui sopra i candidati dovranno possedere un'anzianità di servizio di almeno un anno.
Soltanto la L.R. 12/8/1974 n. 22 richiedeva espressamente per l'accesso a regime alla qualifica di dirigente di settore il possesso del diploma di laurea, mentre per l'accesso sempre a regime alla qualifica di capo servizio era ammesso, compatibilmente ai posti messi a concorso, il possesso del diploma di istruzione secondaria di secondo grado con un'anzianità di almeno otto anni maturata nella qualifica immediatamente inferiore.
Va infine ricordato che buona parte dei dipendenti attualmente inquadrati nella prima qualifica dirigenziale è pervenuta alla Regione a seguito dei trasferimenti disposti con i decreti del 1972 e con il D.P.R.
616/77, il cui inquadramento nel ruolo regionale era disciplinato da norme specifiche. Analogo discorso può essere fatto per i dipendenti inquadrati nel ruolo regionale dopo un periodo di comando per i quali esisteva apposita normativa.
Pertanto, a quanto risulta dagli atti d'ufficio, non vi è alcun dipendente che abbia acceduto a posti dirigenziali senza averne titolo: ben diverso è il caso all'attenzione di questi giorni ove invece si tratta di aver acquisito un inquadramento sulla base di documentazione rivelatasi in seguito non veritiera.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.



PEZZANA Angelo

La risposta dell'Assessore Carletto più che una risposta è stata una difesa del suo operato; difesa che trovo inaccettabile perché, al di là dei dati tecnici che ha fornito, non tiene conto in realtà di tutto quello che è avvenuto, con una mancanza di considerazione soprattutto nei confronti di quei funzionari che hanno presentato ricorso al TAR.
Mi chiedo se 61 ricorsi da parte di altrettanti alti dirigenti non rappresentino una spia, un campanello d'allarme per l'Assessore.
Vengono liquidati semplicemente dichiarando che non sono la metà esatta dei funzionari di alto livello. Mi chiedo quale considerazione abbia l'Assessore Carletto verso il personale che dovrebbe dirigere.
Mi sono richiamato ad una dichiarazione dell'Assessore Carletto che vorrei rileggere e cioè che c'è stata una continuità tra le posizioni precedenti e quella attuale. Secondo me dice una cosa parzialmente non vera, perché in realtà c'è una continuità con l'Amministrazione precedente ed è palese in tutti gli atti amministrativi. Si potrebbe rivoltare come un guanto da una parte e all'altra; la differenza è difficile vederla, quindi su questo l'Assessore ha perfettamente ragione.
Non c'è invece una continuità con la posizione del Gruppo democristiano che nel 1984 era ben diversa da quella che assume oggi essendo alla dirigenza dell'Amministrazione.
L'Assessore Carletto, allora Consigliere, il 12 luglio 1984 diceva cito dal resoconto stenografico -: "Mi sconvolge l'idea che un governo regionale non si sia fatto carico dei problemi attinenti al personale regionale che prima di accedere in Regione era al livello apicale negli enti di Stato e che oggi sia costretto a sedersi ad un banco per fare una prova. Se il governo regionale non sa valutare questi collaboratori che sono arrivati qui quando la Regione è nata e che hanno sempre percorso una carriera apicale, allora probabilmente dovremmo rimeditare sulla capacità di questo governo".
Ma c'è di più. Durante quel dibattito e nella successiva votazione la DC, Partito a cui appartiene l'Assessore Carletto, aveva addirittura presentato un emendamento alla legge, che poi venne bocciato.
Ci si chiede dunque se questa famosa continuità a cui si richiamava l'Assessore Carletto esiste anche nelle intenzioni e nel fare le leggi o se invece non sia semplicemente quell'altro tipo di continuità a cui mi riferisco ogni tanto nei miei interventi.
La risposta che mi ha dato l'Assessore Carletto è politicamente inaccettabile, perché non tiene conto della situazione che si è venuta a creare per quanto riguarda i funzionari. Ci sono state (l'Assessore Carletto non le ha ricordate) tre sentenze del Consiglio di Stato che avranno pure la loro importanza. Lo stesso Assessore Carletto diceva anticipando il TAR. quali saranno le possibili soluzioni a cui potrà arrivare. Su questo sarei stato più riservato perché, a meno che l'Assessore non disponga di canali di informazione più diretti, non so ancora cosa dirà il TAR.
L'inquadramento è avvenuto senza tenere conto del ruolo che avevano ricoperto con mansioni e responsabilità di dirigenza, come è avvenuto in tutte le altre Regioni italiane tranne che nella Regione Piemonte e nella Regione Emilia Romagna, i dipendenti degli enti statali successivamente immessi nell'Amministrazione regionale. A conferma di questa interpretazione ci sono tre sentenze del Consiglio di Stato del 1983, del 1975 e del 1965 che riconfermano questa tesi.
Il DPR. approvando la disciplina delle qualifiche dirigenziali,prevedeva all'art. 59 il riconoscimento automatico delle mansioni precedentemente svolte e recepiva un contratto nazionale di lavoro per i dipendenti pubblici. I dipendenti regionali erano assimilati ai dipendenti pubblici. E prevedeva all'art. 40 l'inquadramento automatico in qualifica dirigenziale per il personale che fino allora aveva ricoperto tali qualifiche.
Di questo DPR hanno approfittato, giustamente, tutti coloro che hanno lavorato negli Enti locali, tra cui anche nella Provincia di Torino. Di questo decreto hanno beneficiato anche l'ex Assessore alla cultura Ferrero e l'attuale Consigliere Reburdo, che in questa Amministrazione è stato uno dei più accaniti sostenitori della diversa interpretazione che la Regione Piemonte ha stabilito.
Quale significato dare a queste interpretazioni? Posso permettermi di suggerirne una: l'Amministrazione regionale, di fronte alla possibilità di avere un funzionariato poco omogeneo, non individuabile, ha deciso di darsi delle regole comportamentali nei concorsi in modo tale da poter valutare in modo politico l'attribuzione dei punteggi durante gli esami orali. E questo lo capirebbe un bambino. Le cinque Commissioni sono state strutturate con tre Consiglieri, ben lottizzati fra tutti. Mi spiace che non sia presente il Consigliere Majorino il quale, pur essendo escluso con un arbitrio dell'Ufficio di Presidenza, è stato però accontentato essendo stato inserito nella I Commissione. Tre presenze politiche, due funzionari ministeriali e un segretario fisso dell'Assessore Carletto non solo non danno garanzie che i concorsi orali saranno fatti secondo correttezza anzi, autorizzano a pensare che siano stati studiati secondo un criterio di totale lottizzazione. Ma questo non è solo un pensiero mio, perché leggendo sempre...



CARLETTO Mario, Assessore al personale

La composizione delle Commissioni è stata definita dalla legge regionale.



PEZZANA Angelo

Certo, ma la legge l'avete fatta voi! L' ha fatta l'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore al personale

Ma dov'eri? Non c'eri allora a dire queste cose. Non puoi venire qui dopo tre mesi...



PEZZANA Angelo

E adesso risponderò all'Assessore Carletto dicendogli dov'ero.



CARLETTO Mario, Assessore al personale

Io sono tenuto a rispettare le leggi regionali.



PEZZANA Angelo

Questa legge è stata votata da questo Consiglio, quindi è una legge alla quale anch'io mi riferisco...
Vorrei citare un parere rigoroso dell'attuale Assessore Cerutti, allora Consigliere, quindi persona non sospettabile, dal resoconto stenografico della seduta del 12 luglio 1984, nella quale non c'ero perché non ero ancora Consigliere, quindi l'Assessore Carletto non mi rimproveri l'assenza anche nel 1984. Diceva Cerutti: "Nell'ambito del personale dirigente della Regione c'è una diffidenza che viene dai risultati dei concorsi del passato che non sempre hanno valutato la professionalità, ma a volte anche la loro appartenenza politica. Questa situazione potrebbe ricrearsi, malgrado le prove che vogliamo introdurre, ma noi vogliamo effettivamente promuovere la professionalità e ricercare uno stato dirigenziale di prim'ordine".
Se questi dubbi, questi timori, detti in modo molto chiaro erano anche parte del bagaglio dell'allora Consigliere Cerutti, oggi Assessore, mi chiedo come non possano far parte di una interpellanza presentata da un Consigliere quale sono io adesso. Chiedo se devo essere dotato di particolari doni dell'ubiquità oppure se, essendo l'unico rappresentante di un Gruppo, devo poter gestire il mio lavoro in questo Consiglio dopo avere chiesto non, solo ai colleghi dell'opposizione ma anche agli Assessori qual è il mio criterio o il criterio che devo usare per fare in maniera giusta che riscuota il plauso sia del collega Bontempi che del collega Carletto.
Non ho il dono dell'ubiquità, ripeto, su leggi delle quali non ho seguito l'iter legislativo; mi astengo, perché ritengo che sia una posizione corretta quella di astenersi su una legge che non ho potuto seguire...



BRIZIO Gian Paolo

L'astensione è un voto contrario.



PEZZANA Angelo

Si può dare l'interpretazione che si vuole. Per me l'astensione significa non aver potuto seguire l'iter legislativo di quella determinata legge sulla quale non do voto contrario, ma di astensione perché mi sembra la posizione più corretta.
Detto questo, visto che sia da parte della Giunta sia da parte dell'opposizione mi viene rimproverato di essere l'unico rappresentante della Lista Verde Civica in questo Consiglio, anziché intervenire quasi per fatto personale, trovo giusto riferirmi in questo momento ad una brevissima lettera indirizzata all'avv. Viglione, Presidente del Consiglio regionale da parte della Commissione di indagine conoscitiva sull'inquinamento che dice: "Illustre Presidente, desidero informarla che la Commissione di indagine conoscitiva sta accusando alcune difficoltà di funzionamento per la costante assenza di una larga parte dei Commissari, tanto che nelle ultime sedute a stento si è raggiunto il numero legale o addirittura la riunione ha avuto carattere informale. Questo fatto è grave soprattutto perché questa mancanza di impegno lavorativo potrà incidere sul rispetto dei tempi per la presentazione in aula della relazione finale (marzo 1987).
Le sarò grata se vorrà dare comunicazione di quanto sopra alla Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari, onde porre rimedio alla situazione.
Nel contempo ritengo però doveroso sottolineare che la Commissione ha continuato a lavorare organizzando incontri nelle sedi provinciali e raccogliendo cospicuo materiale di documentazione che è in corso di elaborazione. Ringraziandola per l'attenzione porgo i migliori saluti.
Il Presidente: prof.ssa Emilia Bergoglio".
Se una Commissione di indagine come quella sull'inquinamento è nelle condizioni gravi in cui la collega Bergoglio ci informa, inviterei l'Assessore Carletto e il collega Bontempi, che tanto puntualmente mi rimproverano di non essere sempre presente, di andare a vedere chi sono quei bravissimi Consiglieri che svolgono benissimo il loro lavoro e che invece secondo la collega Bergoglio sono sempre assenti tanto che molte riunioni di quella Commissione di indagine non possono essere fatte.
Allora, colleghi Consiglieri e Assessore Carletto, siate più attenti quando fate certe accuse e guardate il non funzionamento delle Commissioni (che peraltro riconferma la mia totale sfiducia verso questi istituti creati soltanto per sgravare qualche coscienza non del tutto pulita e con qualche macchia).



PRESIDENTE

Consigliere Pezzana, insomma,.. concluda.



PEZZANA Angelo

Credo di essere fra i Consiglieri che rispondono in tempi sempre al di sotto di quelli attribuiti.
L'Assessore Carletto con la sua risposta ha respinto la validità professionale di un ricorso che vede impegnati un numero incredibilmente alto di funzionari. Non solo, ma ha dimenticato di parlare di quel contro ricorso firmato da tutti i funzionari che fanno parte dell'Assessorato di Carletto. Questa è una gravissima scorrettezza.
Visto che vengo richiamato ai tempi e non vorrei essere ripreso più volte dal cortese Presidente, devo dire che lo scandalo di questa risposta e lo scandalo di questo concorso ancora una volta riconfermano la lottizzazione che esiste in questo Consiglio e in questa Giunta, con una opposizione che non fa il suo dovere, anzi, il Partito comunista che ha partecipato alla lottizzazione delle cinque Commissioni per stabilire quali sono i funzionari da promuovere e quali eventualmente no, non solo è totalmente d'accordo, ma con l'interrogazione n. 681 chiede di accelerare addirittura i tempi dei concorsi. Il Gruppo comunista con questa interrogazione non solo non critica quanto è stato stabilito dalla Giunta e dall'Assessorato, anzi, dice: "Fate in fretta, non aspettiamo il ricorso del TAR; Assessore Carletto muoviti perché anche il Gruppo comunista è d'accordo". E lo è, se vediamo come sono state fatte le Commissioni! Per quanto riguarda le qualifiche e il discorso della laurea, vorrei citare un brevissimo intervento dell'attuale Vicepresidente Vetrino, sempre della seduta del 12 luglio 1984. Con questo rispondo anche a Ferrara il quale aveva dichiarato di essere contrario alla suddivisione in cinque Commissioni con una scelta essenzialmente politica, anzi, avrebbe voluto investire la Scuola di amministrazione industriale. Peccato però che il collega Ferrara appartenga ad un Gruppo che fa parte della Giunta, quindi queste cose non deve dirle a me che non ne faccio parte. La collega Vetrino diceva: "Noi repubblicani siamo per il mantenimento del valore legale del titolo di studio per una precisa ragione che si riassume nel termine 'competenza' e perché riteniamo discriminante un libero e personale vantaggio sulle professioni per soggetti, magari poco preparati ma con esperienze lavorative qualificate da esperienze di Partito. Immettere soggetti non laureati in una carriera che si vuole responsabilizzare aumentando il carico delle responsabilità proprie ci sembra quanto di più ambiguo si poteva costruire. In proposito sarebbe interessante conoscere e se il Presidente recepirà subito questa richiesta mi eviterà una interrogazione - quanti sono attualmente i dipendenti regionali che non hanno i requisiti a cui accennavo".
Questa risposta non è mai arrivata forse perché la collega Vetrino non fece allora l'interrogazione.
Queste interrogazioni le faccio adesso e mi chiedo se le domande che pongo all'Assessore Carletto siano mal poste e non abbiano fondamento.
In realtà la situazione dei funzionari è una spia gravissima di come questa Giunta e questo Consiglio intendono muoversi. E' molto grave questo è l'unico argomento sul quale do ragione all'Assessore Carletto che questa Giunta abbia un'ottima linea consequenziale con quella precedente. Questa è l'ennesima riprova e dimostrazione che esiste, ed è sempre più confermata dai lavori della Giunta e del Consiglio, una lottizzazione che vede totalmente scomparso il livello sindacale. Se è vero quanto ha dichiarato l'Assessore Carletto che la risposta del sindacato è stata quella di tirarsi indietro dalle Commissioni di esame, lo giudico molto grave perché il sindacato ha lasciato spazio ad una composizione politica rifiutandosi di essere presente in una Commissione che giudicherà politicamente e non professionalmente. Anche perché mi rifiuto di credere che dei Consiglieri regionali, che molto sovente imparano il mestiere da funzionari molto più preparati, che da sempre svolgono il loro lavoro abbiano la competenza di giudicare i funzionari, se non per motivi politici o di tessera di Partito.
Ribadisco la mia totale insoddisfazione per la risposta data dall'Assessore Carletto che giudico molto grave.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Interrogazione n. 681 dei Consiglieri Avondo e Bontempi inerente i concorsi interni per la seconda qualifica dirigenziale


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interrogazione n. 681 presentata dai Consiglieri Avondo e Bontempi.
Risponde l'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore al personale

Si tratta di un'interrogazione che per certi aspetti riprende qualche tema trattato nell'interrogazione precedente, ma la risposta si articola in modo completamente diverso e quindi è necessario dare una risposta specifica.
L'interrogazione dei Consiglieri Avondo e Bontempi mi consente di puntualizzare la metodologia seguita dall'Amministrazione regionale per l'individuazione dei criteri di nomina degli esperti nelle Commissioni stesse.
Nel merito delle richieste formulate dai Consiglieri Avondo e Bontempi si evidenziano quattro questioni.
La prima è quella relativa ai criteri che hanno ispirato la Giunta nell'individuazione degli esperti inseriti nei singoli concorsi. Su questo tema la Giunta regionale ha approfondito e valutato quattro diverse ipotesi: esperti scelti tra docenti universitari degli Atenei piemontesi esperti provenienti da istituti ed enti di selezione aziendale o da imprese private, funzionari di seconda qualifica dirigenziale provenienti da altre Regioni o da Enti locali, dirigenti dello Stato.
La nomina di docenti universitari sarebbe stata facilmente perseguibile senonché ad avviso dell'Amministrazione ostano a tale scelta alcune valutazioni di fondo che dovrebbero essere da tutti condivise e che già erano emerse quando si trattò di giungere all'approvazione della legge di riorganizzazione. Si concordò allora che la selezione per l'accesso alla massima qualifica dirigenziale non avrebbe dovuto seguire i criteri che di solito sono usati per determinare l'ammissione ad una carriera.
Infatti in questo caso si tratta di selezionare personale di cui l'Amministrazione ha conoscenza e che da anni opera nelle strutture regionali.
Non è quindi una prova specialistica quella che si richiede, ma la valutazione di capacità di direzione di strutture e di supporto decisionale, oltre che di professionalità specifiche per i vari profili concorsuali.
Inoltre la stretta ed utilissima collaborazione tra l'Ente Regione attraverso i suoi dirigenti e gli Atenei attraverso i loro docenti, in forza di convenzioni e collaborazioni a vario titolo in atto da molti anni,hanno avvalorato la convinzione della Giunta a non seguire tale percorso.
La scelta di esperti di aziende o istituti, che normalmente operano la selezione di personale per le aziende private, è stata approfondita e valutata nel confronto tra le forze politiche regionali. Il Consigliere Pezzana la richiamava.
E' opportuno in questo caso ricordare l'attento dibattito che si è sviluppato prima in Commissione e poi in aula sulla possibilità di affidare la selezione ad istituti della natura suddetta. Ricordo al collega Pezzana che si trattò di dibattito al quale parteciparono i Gruppi DC, PRI, PCI e PSI, oltre che la Giunta (il Gruppo Lista Verde Civica non vi partecipò) quindi appare strano che oggi, a distanza di più di un anno dal momento in cui è stata approvata la legge, si pongano queste questioni, quando Pezzana e tutti gli altri colleghi avevano la possibilità e l'opportunità di concorrere alle scelte che, forse grazie al loro apporto, avrebbero potuto essere migliori e più incisive. Peccato che questo apporto non ci sia stato. Invece c'è stato, e molto fattivo, da parte di altri Gruppi di maggioranza e di opposizione che probabilmente hanno a cuore questi problemi.
L'ipotesi di ricorrere ad esperti di aziende è stata esclusa sia per i dubbi di legittimità emersi nel confronto intervenuto durante le fasi di svolgimento dei lavori della Commissione con i Ministeri delle Regioni e della Funzione Pubblica che hanno dato indicazioni di illegittimità di questa procedura, sia per una valutazione di merito rispetto alla diversità di funzioni che si esplicano in un'azienda privata rispetto a strutture della pubblica amministrazione quali sono quelle regionali, anche se personalmente, per carattere, per formazione e per esperienza, sono portate ad utilizzare alcuni schemi di organizzazione delle aziende private nel lavoro del mio Assessorato.
Per queste considerazioni non si è ritenuto utile inserire,né al momento della predisposizione della legge di riorganizzazione né oggi per le Commissioni, questo tipo di esperto anche per la specifica professionalità richiesta alla dirigenza regionale.
E' peraltro da sottolineare come non si tratta di selezionare chi accede ad una diversa carriera, quanto di scegliere nell'ambito di una dirigenza comunque già costituita.
Le due ultime ipotesi, quella relativa alla scelta di funzionari provenienti dalla dirigenza degli Enti locali o delle Regioni e quella relativa alla scelta di funzionari provenienti dalla dirigenza statale potevano sembrare ugualmente perseguibili rispetto al tipo di selezione che si è ritenuto di individuare con la legge di organizzazione.
Occorre ricordare infatti che la legge richiede ai candidati di dimostrare le attitudini a dirigere le strutture e le necessarie conoscenze tecniche proprie della funzione che si deve rivestire.
Si sarebbero potuti scegliere dunque esperti provenienti dalle Regioni o dagli Enti locali, ma nel merito si è voluto evitare il medesimo disagio già evidenziato per gli esperti universitari per le relazioni che intercorrono sul piano professionale da anni fra i nostri dirigenti e quelli delle altre Regioni e degli Enti locali.
La scelta si è pertanto orientata su dirigenti dello Stato che certamente sono in grado di garantire con la loro professionalità il massimo di esperienza nelle selezioni e di consentire il superamento dei limiti rappresentati dalle altre ipotesi esaminate.
La seconda e la terza questione poste dall'interrogazione dei Consiglieri Avondo e Bontempi possono essere affrontate contemporaneamente in quanto richiedono di conoscere i criteri che hanno indotto a prevedere che uno di tali esperti sia componente di tutte le Commissioni e che sia unico il funzionario con compiti di segretario delle medesime.
Con tali scelte l'Amministrazione intende garantire il massimo di omogeneità nella metodologia comportamentale e nella redazione dei verbali delle Commissioni giudicatrici in quanto si tratta di procedure che attengono a cinque profili differenti con la possibilità per i candidati di partecipare a due filoni contemporaneamente.
E' tra l'altro da ricordare che l'esperto designato quale componente comune in tutte le Commissioni riveste la carica di Presidente di Sezione della Corte dei Conti e pertanto risponde a pieno all'esigenza suindicata.
Inoltre, egli è stato nel passato stretto consulente e collaboratore dell'Amministrazione regionale e per questo fatto la professionalità del medesimo è ben nota a tutti.
Per quanto riguarda il segretario delle Commissioni, occorre far presente che la legge prescrive che lo stesso sia scelto tra i funzionari operanti nell'area del personale. Si è scelto pertanto il funzionario direttivo di grado più elevato che avesse inoltre maturato precedenti esperienze concorsuali ed offrisse quindi la massima affidabilità per l'espletamento dell'incarico.
Per quanto riguarda i tempi, occorre precisare che il numero dei candidati è tale da non dover fare ipotizzare tempi lunghi e comunque l'Amministrazione ha richiesto ai componenti delle Commissioni la massima disponibilità di tempo per una rapida effettuazione delle prove, essendo i concorsi dei dipendenti di livello apicale in ritardo di due anni rispetto a quelli delle altre Regioni e quindi è anche un fatto di giustizia. Mi appello alla sensibilità dei Consiglieri regionali componenti le Commissioni perché si rendano al massimo disponibili per una rapida effettuazione delle prove.
Per quanto riguarda il segretario delle cinque Commissioni, la questione è ancora meno rilevante in quanto lo stesso è funzionario regionale al quale si chiede la disponibilità massima di orario di lavoro.
Tutte le Commissioni terranno la loro prima riunione entro il 30 marzo e si ritiene che i lavori delle stesse possano credibilmente concludersi con la proclamazione dei vincitori entro il prossimo mese di giugno.
Ci sembra dunque che l'Amministrazione abbia operato, sia nella fase di elaborazione e approvazione della legge regionale 42/86 sia in questa fase di avvio delle procedure concorsuali, in modo tale da garantire trasparenza, coerenza ed omogeneità di comportamento per restituire fiducia e credibilità alla nostra Regione nel rapporto con i dipendenti e con i cittadini che ad essa si avvicinano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero

Nel momento in cui abbiamo steso l'interrogazione non conoscevamo il contenuto dell'interrogazione presentata dal Consigliere Pezzana, lo spazio giornalistico che nella stessa è stato dato e le risposte che un Gruppo di maggioranza ha ritenuto di dare alla stessa utilizzando i mezzi di informazione.
Alla luce di questi fatti nuovi la nostra interrogazione è superata anche perché la risposta dell'Assessore ci ha fornito ulteriori elementi di riflessione. Noi interroghiamo la Giunta sulla scelta di un unico esperto e di un unico segretario nei cinque concorsi. L'Assessore Carletto ci ha risposto che questa scelta vuole dare omogeneità di valutazione ai vari concorsi.
Se questa è la logica, sarebbe più semplice nominare un'unica Commissione giudicatrice per tutti i concorsi. Pertanto ci dichiariamo insoddisfatti della risposta dell'Assessore.
Rispetto agli elementi generali che abbiamo posto, dobbiamo rilevare che la nostra forza politica si era battuta contro la legge di cui stiamo discutendo, in particolare per quanto riguarda la dirigenza; ci siamo battuti non solo nel corso di questa legislatura, ma anche nella precedente, perché intendevamo introdurre elementi più trasparenti e meno aleatori in ordine agli esami. La nostra forza politica aveva proposto alcuni emendamenti sui meccanismi che definivano la dirigenza, che naturalmente non sono stati accolti, e aveva dato voto contrario alla legge.
Ora, iniziati i concorsi, noi ci sforziamo di esercitare in questa fase il nostro ruolo di controllo e ci poniamo l'obiettivo di non paralizzare il processo di costruzione che è in atto. Vediamo però che altre forze politiche, che dovrebbero avere la responsabilità che abbiamo noi in ordine a questi problemi, anziché muoversi nella logica di sollecitare la Giunta e in particolare il Presidente del Consiglio su una serie di aspetti che vorremmo più precisi, meglio individuati, anziché scegliere questa strada di responsabilità nei confronti dei dipendenti regionali, scelgono la strada della polemica e delle dichiarazioni sui giornali addirittura appropriandosi di emendamenti che erano propri del Gruppo comunista al momento della votazione della legge.
Sono questioni che poniamo con molta forza, perché il senso di responsabilità su questioni così delicate dovrebbe tendere ad uniformare l'atteggiamento di tutti all'interno del Consiglio regionale. Visto che non è così, ci poniamo il problema di andare oltre l'interrogazione che abbiamo presentato.
Alla luce dei fatti nuovi che si sono determinati, fatti che ci portano a dire che mancano gli elementi di garanzia, di trasparenza e di certezza per gli stessi Commissari che saranno chiamati ad esercitare il loro ruolo all'interno delle Commissioni, è forse necessario riflettere sui meccanismi di selezione della dirigenza che abbiamo previsto all'interno dell'art. 29 della L.R. 42/86.
Noi riproponiamo alcuni correttivi ai meccanismi di valutazione dell'art. 29 della L.R. 42/86. Le proposte che avanzeremo sono tali da non fare perdere tempo, Assessore Carletto!



CARLETTO Mario, Assessore al personale

Ognuno si assume le proprie responsabilità.



AVONDO Giampiero

Certo, noi assumiamo le nostre responsabilità fino in fondo, come ce le siamo sempre assunte e vorremmo che questo atteggiamento ci fosse da parte di tutti, ripeto,da parte di tutti! Ci sono fatti nuovi che giudichiamo gravi, Carletto!



CARLETTO Mario, Assessore al personale

Figurati io che vedo i fascicoli!



AVONDO Giampiero

Appunto, proprio per questo! Sono fatti gravi, comprese le dichiarazioni che hai fatto in Consiglio regionale in ordine ai fascicoli personali. Proprio rispetto a queste questioni crediamo che sia necessario introdurre elementi di maggiore trasparenza e di maggiore chiarezza nel procedimento di definizione della selezione della dirigenza. Noi li formalizzeremo in questa sede chiedendo all'Assessore un atteggiamento diverso e non di tipo propagandistico come mi pare Carletto stia già preannunciando dicendo che noi facciamo perdere ulteriore tempo.
Discutiamo, Carletto, discutiamo!



(Interruzione del Consigliere Bontempi)



CARLETTO Mario, Assessore al personale

Sto parlando con il mio Capogruppo, non parlo con te, Bontempi!



BONTEMPI Rinaldo

Posso sentirti?



CARLETTO Mario, Assessore al personale

Non ho capito! Mi sembri il reuccio del Consiglio.



BONTEMPI Rinaldo

Non sono un reuccio, ma ho le orecchie diritte!



AVONDO Giampiero

Nemmeno tu, Carletto, devi essere il reuccio del Consiglio.
Alla luce, ripeto, dei fatti nuovi che sono avvenuti è necessario discutere, è necessaria una maggiore trasparenza, maggiore certezza dal punto di vista dell'esame dei titoli che i dipendenti hanno dichiarato di possedere ed è necessario accelerare i tempi.
Abbiamo inviato nei giorni scorsi una lettera al Presidente del Consiglio trasmettendo un elenco di nominativi del nostro Gruppo per l'inserimento nelle Commissioni di concorso ed una lettera al Presidente della Giunta regionale con la quale chiediamo garanzie politiche rispetto a queste questioni. A quest'ultima lettera non abbiamo ancora avuto risposta.


Argomento: Cave e torbiere

Interrogazione n. 600 dei Consiglieri Valeri e Bruciamacchie inerente gli inerti della Cava Busasse (Borgo d'Ale)


PRESIDENTE

Viene ora discussa l'interrogazione n. 600 presentata dai Consiglieri Valeri e Bruciamacchie.
Risponde l'Assessore Sartoris.



SARTORIS Riccardo, Assessore alle cave e torbiere

Ringrazio gli interroganti, in particolare il Consigliere Valeri per la sua continua attenzione allo specifico problema segnalato nell'interrogazione.
Nel documento ENEL in data 14/11/1986, in merito agli approvvigionamenti per il precantiere della centrale di Trino, aggiornati al 31/10/1986, sono riportati i quantitativi prelevati dalle cave suddivisi in volume di materiale sciolto e messo in opera. Nel caso specifico, per quanto riguarda la Cava Busasse, ai quantitativi di materiali sciolti, cioè trasportati, deve essere applicato un coefficiente medio di 1,3 per quantificare i volumi di materiale imposto effettivamente estratti dalla cava. Pertanto i volumi di materiale per rilevati e per stabilizzati estratti dalla cava, oggetto dell'interrogazione, sono rispettivamente pari a 98.000 e 26.000 mc.
Il documento denominato "Appalto relativo alle opere civili preliminari relative al precantiere parte A. - Convenzione" prevede per la Cava Busasse un quantitativo massimo di 100.000 mc di materiale denominato genericamente "terre".
Se riferiti al materiale utilizzabile per i rilevati, con esclusione del materiale frantumato, i prelievi dalla cava di Borgo d'Ale sono, seppur di poco, al di sotto di quanto previsto.
Occorre considerare la mancanza di specifiche indicazioni in merito all'approvvigionamento di materiale inerte classificato o frantumato e l'attuale fase di precantiere in cui sono necessarie limitate quantità singole del suddetto materiale.
In effetti, come risulta dai documenti delle indagini svolte nel 1985 da parte del gruppo di lavoro che faceva capo all'Assessorato alla pianificazione territoriale, non risulta alcun impegno specifico da parte dell'ENEL per l'approvvigionamento degli inerti per calcestruzzo pregiati o per usi specifici quali quelli per materiale stabilizzato per sottofondo specie al fine della realizzazione del precantiere.
E' da ricordare che all'inizio il problema di approvvigionamento degli inerti per la centrale elettronucleare era stato nettamente sottovalutato e quando nel tardo autunno 1984 emersero indicazioni più precise in merito all'entità dei fabbisogni da prevedersi per l'attuazione dell'opera, la preoccupazione maggiore si puntualizzò sugli approvvigionamenti superiori al milione di mc, tali, se non controllabili, da sconvolgere l'assetto estrattivo dell'area comprensoriale e di quelle limitrofe.
In prospettiva le prime indicazioni tecniche, confermate dalle relazioni finali della convenzione Regione - Atenei, tendevano a far fronte ai primi approvvigionamenti di materiali per rilevati, nell'attesa di dover meglio definire le localizzazioni per i grandi approvvigionamenti, stimati in 5 milioni di mc, i quali costituiranno, se il lavoro proseguirà, il vero nocciolo del problema.
D'altro canto era emersa l'esigenza di diversificare le fonti di approvvigionamento, anche al fine di ridurre l'impatto sulla viabilità locale e di impedire comunque accaparramenti o speculazioni fondiarie.
I quantitativi contestati dagli interroganti, al di fuori di quanto sopra specificato nella loro differenziazione merceologica (inerti per rilevati o per usi speciali più pregiati come gli inerti stabilizzati), non comportano significative problematiche aggiuntive nel contesto regionale del settore, se non in termini di aggravio degli interventi necessari per la loro rimozione in caso di non realizzazione definitiva della centrale elettronucleare.
E' fondamentale inoltre precisare che il verbale di intesa impegnava l'Amministrazione nell'aspetto pianificatorio, non certo in quello di controllo diretto o indiretto relativo alla realizzazione della centrale elettronucleare. In definitiva credo di dover precisare e ricordare, con la speranza di essere compreso in modo adeguato, che le competenze istituzionali dell'Assessorato cave non possono andare oltre al ruolo spettante da quanto di pertinenza della L.R. 69/78 nell'ambito della normativa statale del settore e cioè della legge mineraria. Ogni possibilità di intervento è quindi istituzionalmente limitata all'attività delle cave non ricadenti su aree demaniali.
Al riguardo devo comunque rilevare che l'Assessorato ha seguito assiduamente l'evolversi della situazione con visite periodiche, anche se controlli sul giornale del cantiere ENEL non rientrano assolutamente nei propri compiti istituzionali.
E' da sottolineare inoltre che all'Assessorato sono giunte richieste di apertura di nuove cave o ampliamenti di altre già esistenti ubicate nella zona di Trino, alle quali non è stato dato seguito appunto per non creare altre possibilità di equivoci. La situazione che si è venuta a creare è tuttavia insostenibile in quanto, se ulteriormente protratta, può creare i presupposti di una crisi nel settore estrattivo della zona che - non dimentichiamo - sopperisce a fabbisogni di un'area di mercato esterna ai lavori della centrale, con conseguente riduzione anche dell'occupazionalità indotta.
Fermo questo, a dimostrazione che l'Assessorato si è attivato ben oltre i propri compiti, devo far presente che in data 24/10/1986 è stata richiamata al Sindaco di Borgo d'Ale e all'ENEL l'esigenza di non dar corso ad ulteriore fornitura di materiale dalla cava al fine di rispettare il verbale di intesa ENEL - Regione del gennaio 1985.
Il blocco di fornitura da parte della cava in questione dovrebbe essere avvenuto. Consegnerò in fotocopia,e intanto lo allego formalmente alla risposta all'interrogazione, il telegramma della Federazione lavoratori costruzioni, preoccupata delle conseguenze per l'occupazione di un blocco di lavori presso il cantiere ENEL di Trino. E' una preoccupazione che viene sollevata per contestare il rigore con il quale si cerca, talvolta andando oltre i compiti istituzionali, di controllare la situazione.
In conclusione faccio una considerazione obiettiva. Si tenga conto che la Giunta regionale in carica all'inizio del 1985 aveva consentito un prelievo di inerti per complessivi 500.000 mq. Oggi non risulta che sia stata raggiunta questa quantità di fornitura. Vorrei però sottolineare che questa Giunta non ha concordato con l'ENEL alcun prelievo di inerti e con qualsivoglia modalità. Questo, obiettivamente, deve essere tenuto in conto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valeri.



VALERI Gilberto

Ringrazio l'Assessore per la risposta documentata ed articolata che peraltro mi pone qualche interrogativo. Si è parlato del coefficiente di 1,3, però non capisco come debba essere inteso ed applicato. Gradirei, per poter replicare a ragion veduta, un'ulteriore spiegazione da parte dell'Assessore.



SARTORIS Riccardo, Assessore alle cave e torbiere

Il coefficiente 1,3 significa che il volume di materiale in cava quando viene estratto e portato sul camion per essere trasportato nel cantiere, è calcolato che aumenta per una quantità pari al mc misurato in cava moltiplicato per 1,3. Cioè se in cava c'è un mc di materiale, sul camion ci sarà 1 mc + 0,30 mc di materiale.



VALERI Gilberto

La ringrazio di questa spiegazione aggiuntiva, però i conti non tornano. Abbiamo indicato nell'interrogazione le quantità rilevate dal documento ENEL sullo stato degli approvvigionamenti di inerti: al 31/10/1986 mc 163.000. Se effettuiamo la divisione per 1,3 sicuramente non siamo "leggermente al di sotto del quantitativo di 100.000", ma siamo sensibilmente al di sopra: infatti, dividendo 163.000 mc giunti al cantiere ENEL per 1,30 ci avviciniamo a 130.000 mc, quindi non sotto i 100.000, come è detto nella risposta dell'Assessore.



SARTORIS Riccardo, Assessore alle cave e torbiere

Sono disponibilissimo a discutere fuori di questa sede su questi calcoli, anche perché c'è una distinzione, che ho tentato di spiegare, tra i materiali che vengono considerati prelevati e il materiale frantumato quindi non utilizzabile.



VALERI Gilberto

Non credo che l'ENEL registri, nei suoi documenti sullo stato dei lavori, materiale che non è utile al proseguimento dei lavori. I 163.000 mc sono da calcolare al netto, quindi già depurato. Rimane quindi il fatto che la quantità è al di sopra dei 100.000 mc, quindi rimane integralmente l'interrogativo che avevamo posto nell'interrogazione: che cosa intende fare la Giunta nel momento in cui ha preso atto che i volumi autorizzati sono stati ampiamente superati? Vi sono conseguenze di carattere amministrativo, non so se ne esistano anche di natura penale, nel caso vi siano state escavazioni ed asportazioni di materiale in violazione e a superamento delle autorizzazioni rilasciate.
Il nostro richiamo alle misure da assumere fa riferimento ai controlli.
Tratto questa materia a volo d'uccello, perché è materia di discussione in sede di elaborazione delle modifiche che la Giunta intende apportare alla legislazione sulle cave. Ma è evidente che i controlli sulle deleghe che rilasciammo ai Comuni sono di stretta competenza regionale. Nel momento in cui si rilascia una delega ai Comuni, questi ci comunicano i quantitativi autorizzati, quindi è compito della Regione verificare che gli interventi sul territorio siano esattamente quelli autorizzati e non altri.
Per queste ragioni, anche a nome del collega Bruciamacchie, non possiamo ritenerci soddisfatti. Chiediamo alla Giunta di compiere questa ulteriore verifica alla luce delle considerazioni che abbiamo fatto. Per non impegnare ulteriormente il Consiglio siamo disponibili a ricevere queste precisazioni aggiuntive in forma scritta.


Argomento: Trattamento economico e normativo del personale

Interrogazione n. 594 dei Consiglieri Dameri, Bruciamacchie e Guasso inerente le difficoltà del Consorzio Comprensoriale Trasporti di Alessandria al pagamento degli emolumenti ai propri dipendenti


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 594 presentata dai Consiglieri Dameri Bruciamacchie e Guasso.
Risponde l'Assessore Cerutti.



CERUTTI Giuseppe, Assessore ai trasporti

Gli interroganti chiedono se la Giunta assume iniziative per coprire finanziariamente il Consorzio Trasporti di Alessandria.
Voglio assicurare i colleghi che alla fine dell'anno scorso la Regione aveva aperto un conto di anticipazione di 35 milioni per il pagamento degli stipendi e che nel bilancio di quest'anno sono stati inseriti i 150 milioni necessari. Purtroppo in questo momento i pagamenti vengono effettuati in dodicesimi, perché non è stato ancora" approvato il bilancio, però voglio garantire gli interroganti che la somma necessaria a coprire le spese per il personale o per altre voci del Consorzio Comprensoriale Trasporti di Alessandria sarà sicuramente versata attraverso il bilancio 1987.



BRUCIAMACCHIE Mario

Mi dichiaro soddisfatto della risposta.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interrogazione n. 601 dei Consiglieri Bontempi, Dameri, Biazzi, Guasso e Bruciamacchie inerente la legge 33/84, relativa ai canoni sociali degli alloggi di edilizia residenziale pubblica


PRESIDENTE

L'Assessore Genovese risponde infine all'interrogazione n. 601 presentata dai Consiglieri Bontempi, Dameri, Biazzi, Guasso e Bruciamacchie.



GENOVESE Piero, Assessore all'edilizia

I colleghi interroganti, in relazione agli impegni assunti in Consiglio regionale con l'ordine del giorno approvato il 12 giugno 1986 e in previsione della revisione della normativa contenuta nella legge n. 33 chiedono quali sono i tempi di presentazione della proposta di revisione.
Conformemente agli impegni che erano stati assunti, sia pure con qualche slittamento nei tempi, è stato informalmente costituito un gruppo di lavoro con le organizzazioni sindacali e le associazioni di categoria (Sunia, Sicet e Unia) da una parte e con il Consorzio e gli Istituti dall'altra per arrivare ad una formulazione di proposte di modifica.
Il gruppo di lavoro sta procedendo e credo che nel giro di 15-20 giorni dovrebbe terminare i propri lavori dopodiché la Giunta presenterà una proposta di modifica.
Alcune osservazioni però devono essere fatte. In primo luogo permangono le difficoltà sulle quali si è discusso il 12 giugno 1986, in sede di discussione dell'ordine del giorno relativo al mancato completamento dell'anagrafe degli utenti IACP di Torino, quindi c'è incertezza nella revisione delle fasce dei redditi, anche per la definizione del gettito complessivo dei canoni.
Secondo problema. Le previsioni per il 1987, come risulta dall'analisi dei gettiti registrati dall'applicazione della legge 33, dalla sua entrata in vigore al termine del 1986, stante la normativa attuale, sono di un rilevante disavanzo rispetto ai rientri che sono richiesti dal Ministero con le quote "b) e c) più 50%" sulla base dei canoni versati dagli assegnatari. Questo disavanzo ci mette in difficoltà nella revisione legislativa. Si dovrebbe prevedere una revisione in aumento per riuscire a coprire la quota di rientri fissata dal Ministero attraverso il CER.
E' in corso, anche su nostra richiesta, l'esame del problema da parte del Comitato esecutivo e del Comitato del CER al fine di modificare in via transitoria, visto che moltissime Regioni non hanno neppure applicato la deliberazione CIPE del 1981, il sistema dei rientri; ciò per una maggiore elasticità al posto della quota rigida del 50% da aggiungere alle quote b) e c) per i rientri; infatti, le Regioni che sono in regola vanno in difficoltà, mentre quelle che non hanno applicato la normativa nazionale continuano a non dover ottemperare ai limiti di rientro che non sono sopportabili.
Noi chiediamo o una norma transitoria o una flessibilità applicativa che tenga conto della diversità di reddito dell'inquilinato dell'edilizia sovvenzionata da Regione a Regione.
Quindi, stiamo portando a termine la fase preliminare per avanzare proposte di modifica alla legge n. 33; nello stesso tempo ci auguriamo che il chiarimento con il CER per quanto riguarda i rientri abbia risposta in tempi brevi, altrimenti sarebbero in grande difficoltà, non solo la Giunta ma anche il Consiglio, a definire le proposte di modifica della legge n.
33.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bruciamacchie.



BRUCIAMACCHIE Mario

Se non ricordo male, una norma della legge n. 33 richiede,dopo il secondo anno di attuazione, una revisione. Questo lo inserimmo avendo coscienza piena che ci muovevamo in un campo ampiamente sconosciuto.
Purtroppo devo constatare dalle notizie che ci fornisce l'Assessore che la situazione non è cambiata in quanto l'elemento fondamentale che è l'anagrafe dell'utenza per Torino non è ancora stato realizzato. Credo anzi mi auguro, che nelle altre realtà della Regione la situazione sia diversa. Certo, l'applicazione corretta e precisa di una normativa regionale in forza della deliberazione CIPE senza questi riscontri obiettivi diventa estremamente difficile. Da qui poi discende una serie di effetti negativi per quanto riguarda la cifra complessiva che viene incamerata dallo IACP e poi trasferita al Ministero.
Quindi è necessario accelerare questa fase. Non conosco i tempi, so che in passato, quando avevo la responsabilità dell'Assessorato, mi sono state date delle scadenze che non sono mai state rispettate. Mi auguro che l'Assessore Genovese abbia migliore fortuna.
Se il gruppo di lavoro è in grado di fornire entro una ventina di giorni il lavoro, avvalendosi delle esperienze maturate e delle proposte dello IACP o del movimento organizzato degli inquilini, sarebbe un terreno utile sul quale lavorare per apportare le modifiche migliorative. La deliberazione del CIPE che è stata ampiamente criticata in passato e non applicata in un numero consistente di Regioni, crea una situazione assurda come quella che si sta determinando nella Regione Piemonte che ha proceduto all'applicazione della stessa e che con il meccanismo dei rientri si trova chiaramente penalizzata.
L'Assessore ha detto che sta premendo presso il CER e il Ministero per far si che la politica dei rientri abbia il dilazionamento necessario.
Ancora una volta si verifica l'assurdo che le Regioni che hanno finito per approvare una normativa e per andare alla gestione e alla applicazione dei canoni nell'edilizia residenziale pubblica in modo preciso, rigoroso e corretto,si trovano in maggiore difficoltà e, alla fine, sono quei soggetti che penalizzano di più l'utenza dello IACP rispetto a quelle altre Regioni che nulla hanno fatto in proposito.
Per questo sono d'accordo con l'Assessore nel riconoscere che è utile una azione di pressione presso il CER. Finito il proprio lavoro il gruppo che è stato costituito dovrà richiedere alla Giunta e all'Assessore competente l'impegno che le proposte di modifica dell'articolato vengano presentate in tempi molto brevi.
Sollecito risposta ad interpellanza



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Vorrei ricordare che ieri abbiamo presentato un'interpellanza urgente sulla Commissione tecnico-consultiva di cui all'art. 17 del D.P.C.M.
10/2/1984, nominata con deliberazione consiliare dell' 11/12/1986 su proposta dell'Assessore alla sanità,nella quale chiedevamo che ci venisse risposto oggi.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Ne ho preso visione ieri sera e devo dire che mi è stato impossibile attingere i dati.
Non entro nella seconda parte e nelle conclusioni che richiedevate, mi riservo di farlo nella prossima seduta del Consiglio regionale, perch gradirei, nei limiti del consentito, almeno per una certa parte, rispondere io.
Le riserve intervenute all'interno dell'ultima riunione dei Capigruppo per la discussione delle mozioni sono superate, per cui giovedì prossimo potremmo discuterne.



BONTEMPI Rinaldo

Dato che vogliamo una risposta esauriente su un percorso che ci è totalmente sconosciuto, siamo anche disponibili a che la risposta venga data giovedì prossimo.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Veterinaria

Esame progetto di legge n. 184: "Organizzazione della vigilanza nel settore igienico sanitario e veterinario per specifiche indagini in materia di igiene e sanità pubblica, veterinaria, nonché di igiene e sicurezza del lavoro"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del progetto di legge n. 184, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Devecchi che ha facoltà di intervenire.



DEVECCHI Armando, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, una corretta e tempestiva azione di vigilanza, quanto mai necessaria specialmente dopo i recenti avvenimenti, rappresenta da sempre nel campo della sanità pubblica il modo più efficace per garantire preventivamente la salute.
Per la sua efficacia occorre tuttavia che sia coordinata e supportata da tutte le necessarie specifiche conoscenze nei campi più disparati a fronte anche di un avanzamento tecnologico che impone da parte di chi lo esercita sempre un maggior aggiornamento.
D'altro canto, una perfetta conoscenza dei problemi da parte dei servizi deputati alla vigilanza assicura una giusta prevenzione dei danni alla salute della popolazione e costituisce anche una grossa garanzia nei confronti dei soggetti rispetto ai quali si esercita.
L'attuale disarticolazione degli interventi a livello territoriale da parte delle singole UU.SS.SS.LL., il faticoso processo di crescita dei nuovi servizi che non assicurano ancora in tutti i settori la pienezza delle competenze, la vastità e la complessità della tutela della sanità pubblica, l'utilizzo di nuove tecnologie e di nuovi preparati, i cui effetti appaiono palesi (sono sotto i nostri occhi i danni provocati) postulano la necessità di un coordinamento della vigilanza e un esercizio armonico della stessa.
La legge che viene sottoposta oggi al nostro esame si prefigge il raggiungimento di tale obiettivo: non attraverso nuovi servizi, non attraverso il trasferimento di competenze, ma attraverso l'utilizzo armonico, per quanto possibile, delle potenzialità esistenti del sistema sanitario sia a livello regionale che delle UU.SS.SS.LL.
Non si tratta infatti di accentrare compiti e funzioni di spettanza dei diversi servizi delle UU.SS.SS.LL., ma di supportarli mediante un approfondimento di tutte le problematiche che rendono più facile, snella informata e tempestiva l'azione di vigilanza.
Per tale motivo è stata prevista una specifica Commissione che utilizza tutte le competenze a livello regionale e locale quale il compito specifico di organizzare le attività di vigilanza e di supportare con loro azione i servizi delle UU.SS.SS.LL.
Per tale motivo è stato previsto che gli operatori più esperti delle UU.SS.SS.LL. possano essere impiegati all'interno della Commissione stessa ove necessario, affiancando gli operatori competenti per territorio in quelle attività che richiedono una specifica preparazione.
E' stata prevista inoltre la predisposizione di protocolli operativi e l'approfondimento di tematiche complesse a livello centrale. Si ritiene insomma che la Commissione che nasce con apposito strumento legislativo possa garantire al meglio la comunità piemontese, nel rispetto della legge esistente, ma contemporaneamente valorizzando e qualificando le competenze che già operano nella nostra Regione.
In ultima analisi, si è voluto dare la dignità di un organismo che promana da una apposita legge, perché anche formalmente esso possa svolgere i compiti non semplici e delicati con il migliore prestigio.



PRESIDENTE

E' aperta la discussione.
La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Come i colleghi sanno, il sottoscritto, a nome del Gruppo DP, ha presentato una serie di emendamenti ad un disegno di legge che a nostro avviso deve essere valutato con, una certa attenzione alla luce delle esperienze anche drammatiche che abbiamo vissuto nei mesi e negli anni passati.
Intervengo sull'impianto generale della legge e formulerò alla fine una proposta.
Nel 1986 si sono verificati ripetuti e gravi incidenti sanitari: Chernobyl, il metanolo, l'inquinamento di acquedotti, che avrebbero richiesto un intervento puntuale e qualificato e che invece hanno sottolineato l'impreparazione del Servizio sanitario. Sono cose note che abbiamo dibattuto numerose volte. Le difficoltà di gestione sono derivate in gran parte dalla precedente mancanza di programmi di controllo e di prevenzione nel settore, che avrebbero consentito la conoscenza del problema nelle situazioni normali ed avrebbero quindi fornito le basi per affrontare gli eventi eccezionali.
Invece i provvedimenti e gli interventi sono stati, a nostro avviso confusi, improvvisati, approssimativi e di scarsa efficacia. In particolare, proprio la Regione, il cui ruolo è determinante in questi frangenti come noi sappiamo, ha mostrato vistose carenze di programmi e di competenze. Se non sbaglio, fra il personale in servizio all'Assessorato alla sanità nel settore dell'igiene pubblica non è presente neanche un laureato in una disciplina medico - scientifica e non si capisce come l'Assessorato possa lavorare per far fronte alle emergenze e alle normali necessità di programmazione, indirizzo e coordinamento del settore.
I problemi sanitari legati alle contaminazioni alimentari e all'inquinamento, per la rilevanza che rivestono e per il confine sempre meno netto tra la norma e l'emergenza, richiedono da parte della Regione una forte capacità di gestione autonoma, oltre che di mantenere un raccordo costante con i servizi periferici, avvalendosi del contributo di tutto il personale più qualificato del Servizio sanitario regionale.
Per questo l'art. 2 del disegno di legge che stiamo discutendo ci sembra individuare come compiti della Commissione competenze che spettano alla Regione nel suo insieme, a cui, soprattutto dopo le esperienze negative, si sarebbe già dovuto dare attuazione.
D'altro canto, la Commissione, se si eccettuano i tre consulenti nel settore igienico di cui si intuisce la funzione di vicariato, è costituita interamente da funzionari regionali e da personale del Servizio sanitario nazionale che già è sottoposto a funzioni di indirizzo, coordinamento e controllo dall'Assessorato regionale alla sanità.
Unica eccezione è rappresentata dall'Istituto Zooprofilattico Sperimentale che, pur avendo funzioni sanitarie, in Piemonte è inspiegabilmente - Assessore Olivieri - sotto il controllo amministrativo dell'Assessorato all'agricoltura.
In ogni caso, a noi pare che la costituzione della Commissione avrebbe potuto essere un atto di organizzazione interna dei servizi, perché la Commissione così com'è stata formalizzata ci pare, fra l'altro, rigida e nonostante appaia pletorica, rischia di non offrire la garanzia degli specifici apporti di volta in volta necessari.
A noi appare inspiegabile che una legge sulla vigilanza sanitaria non affronti - Assessore Olivieri - il problema delle carenze di personale e di strutture nel settore. L'organico dei vigili sanitari è per lo più inadeguato ed ancora più grave è la mancanza di laboratori pubblici in grado di assicurare l'esecuzione delle indagini necessarie. Basti pensare alla quantità di laboratori in grado di effettuare ricerche di radioattività (che sono quattro o cinque in tutta la Regione) e di sedi attrezzate per la ricerca di residui vari negli alimenti per poter attuare ad esempio, l'ordinanza ministeriale per la ricerca dei pesticidi nel cibo.
A noi pare indispensabile che la Giunta provveda al più presto ad una rilevazione dell'esistenza e della potenzialità dei laboratori per ogni tipo di analisi per poter procedere ad una valutazione del fabbisogno reale di personale di struttura.
In questa direzione, la proposta che formulo, in via pregiudiziale prima dell'esame dell'articolato, è che l'intera questione venga riaffrontata in Commissione, poiché in particolare la Commissione prevista all'art. 3, così come è impostata, ci pare presenti quei limiti che provavo a richiamare.
Noi peraltro concordiamo con il contenuto dell'art. 4 circa la necessità di individuare personale di vigilanza dotato di buona preparazione professionale da impiegarsi per la realizzazione degli obiettivi indicati dall'art. 2 del d.d.l. E' un risvolto positivo su un impianto che a nostro avviso non è per nulla convincente, né alla fine utile per affrontare problemi così delicati e gravi.
Signor Presidente, ho voluto argomentare succintamente le ragioni per le quali, a nostro avviso, è opportuno un approfondimento ulteriore in Commissione. Chiedo pertanto che lei provveda a quanto il Regolamento prevede al riguardo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Acotto. Ne ha facoltà.



PRESIDENTE

Ezio ACOTTO



PRESIDENTE

Alcune osservazioni del collega Stagliano, signor Presidente e colleghi Consiglieri, non possono che vederci d'accordo.
Questa legge in effetti interviene sollevando legittime perplessità per il suo impianto e la sua struttura. E' una legge per istituire una Commissione, quindi vi sono legittime perplessità su una materia di questo genere, che sarebbe altrimenti affrontabile - diceva giustamente il collega Staglianò - attraverso gli strumenti che la legislazione regionale mette a disposizione. In maniera specifica abbiamo l'istituto della cosiddetta unità flessibile, uro staff di funzionari per muoverci su materie di questo genere che interessano più Assessorati e quindi più competenze.
La scelta fatta però è quella di occuparsi, con lo strumento legislativo, di questo tipo di coordinamento, arricchendolo attraverso i contributi che possono venire da professionalità non presenti all'interno dell'Assessorato, ma presenti all'interno del Servizio sanitario regionale nel suo complesso.
Questo perché siamo in presenza di carenze molto acute nel settore. Di qui nasce il ragionamento che viene fatto dal collega Staglianò circa un impegno su alcuni punti precisi che riguardano le carenze esistenti nel settore.
Debbo denunciare un'inadempienza grave da parte dell'Assessorato in ordine al progetto di igiene pubblica, che il Piano socio-sanitario regionale (legge n. 59) indicava. La Giunta era tenuta a presentarlo entro il 31 dicembre 1985, questo non è però stato fatto e noi denunciamo questa inadempienza grave.
Ma, al di là dell'elaborazione del progetto, l'aspetto grave e per certi aspetti drammatico è relativo alle carenze, ai vuoti quantitativi ed anche di professionalità esistenti in gran parte dei servizi di igiene pubblica delle UU.SS.SS.LL.
E' ovvio che, di fronte ad una situazione di questo tipo, si cerchi di correre ai ripari concentrando e coordinando forze per organizzare la vigilanza presso le UU.SS.SS.LL. e di intervenire su materie di particolare complessità. Operare in questa direzione significa cercare di colmare per l'immediato una situazione caratterizzata da grossi elementi di scompenso.
Sarebbe necessario che questa materia fosse oggetto di un'attenta puntualizzazione da parte dell'Assessorato e soprattutto fosse al centro di un impegno esplicito a colmare con iniziative finalizzate grossi vuoti che esistono all'interno dei servizi sanitari della nostra Regione, vuoi a livello di Assessorato, vuoi a livello di Unità sanitaria locale.
Il ritorno in Commissione potrebbe essere utile per riproporre all'attenzione questi argomenti per far si che l'Assessorato si esprima in quella sede in maniera non generale come invece avviene in aula.
Noi quindi valutiamo favorevolmente la proposta del collega Staglianò.
In effetti su questa legge non si è ritenuto di compiere una consultazione specifica. Sappiamo che il sindacato ha manifestato delle rimostranze rispetto a questo dato, quindi un ritorno in Commissione potrebbe consentire anche di affrontare aspetti non secondari di questa natura.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Olivieri.



OLIVIERI Aldo, Assessore alla sanità

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, alcune argomentazioni dei Consiglieri Staglianò e Acotto mi trovano perfettamente consenziente. Mi stupisco che queste cose non siano state dette tre o quattro anni fa.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Io non c'ero.



OLIVIERI Aldo, Assessore alla sanità

Non c'ero neanch'io.
Mi rendo conto che è stato avviato in realtà un grande processo di miglioramento e con attenzione alla materia igienica nel suo complesso per quanto attiene l'ambiente in generale, l'ambiente di lavoro e gli alimenti.
Sono emersi dei gravi problemi. In un ribaltamento quale quello avvenuto, dove si è passati da un atteggiamento semi-centralistico provinciale ad un atteggiamento parcellizzato come quello successivo alla riforma sanitaria, gli approcci sono stati forse troppo violenti e troppo rudi. Ricordo che in un convegno il prof. Seppilli, uno dei padri della riforma igienico-sanitaria, disse "distruggemmo l'organizzazione provinciale. Io fui uno dei distruttori, però non so se abbiamo fatto bene perché in realtà non avevamo pronta un'alternativa in termini organizzativi".
Credo che la cosa migliore sia quella di fare tutti insieme delle valutazioni su quello che è avvenuto, anche alla luce delle esperienze drammatiche che sono state citate dal collega Staglianò.
Incominciamo a dire perché non esistono funzionari in campo regionale nell'ambito igienico - organizzatorio o di controllo igienico degli alimenti. Purtroppo la discrasia attualmente esistente, che è stata segnalata nella proposta di riforma portata avanti dal Ministro Donat Cattin, è estremamente banale, ma importantissima, quella della non competitività della Regione dal punto di vista stipendiale rispetto al Servizio sanitario nazionale. Questo spiega perché, al di là della buona volontà, troveremo sempre la mancanza assoluta di opzioni verso la carriera regionale. Si ripiega allora sul DPR 761 cercando di prelevare personale dalle UU.SS.SS.LL., che d'altra parte sono già estremamente sprovviste di questo tipo di personale. Mancava in linea generale una coscienza igienica quale quella che è maturata oggi in un campo estremamente vasto che non riguarda soltanto la sanità; infatti la legge puntualizza un rapporto stretto con l'agricoltura e con l'ambiente. Manca una classe dirigente tecnica e c'è stata allora la lotta al coltello per avere (è quasi un anno che aspetto) due igienisti, uno da Ivrea e uno da Chivasso, a 15 ore alla settimana. Pare che finalmente siamo riusciti, perché c'è sempre il dramma nel definire che cosa può fare o che cosa non può fare la Regione nei confronti delle UU.SS.SS.LL., vecchio dilemma che è emerso anche nelle sedute passate. Quali sono i poteri che si esprimono a livello regionale rispetto alle UU.SS.SS.LL., in armonia con il DPR 761? I drammi e le carenze sono cronici a questo livello ed è difficilissimo recuperarli con la legislazione esistente. Giustamente il Ministro Donat Cattin ha detto: "Portiamo i livelli stipendiali dei dipendenti ministeriali a quelli dei dipendenti del Servizio sanitario nazionale". Il Ministro ha ignorato quelli regionali mentre io li proporrei, altrimenti non c'è la possibilità di muoverci su questa linea. Su questo punto concordo pienamente, ma non lo risolveremo certo in sede di V Commissione.
Ci sono altri aspetti sui quali dobbiamo fare autocritica. Purtroppo il rapporto fra i laboratori di sanità pubblica, gli ex laboratori di igiene e profilassi provinciali e il complesso delle UU.SS.SS.LL. non ha funzionato perché le fantomatiche riunioni dei Presidenti delle UU.SS.SS.LL. e i programmi collegiali non hanno funzionato. Nelle Province, in periferia tutt'oggi esiste una situazione di competizione campanilistica, un tentativo di appropriazione da parte di chi ha una struttura che insiste territorialmente nella propria Unità sanitaria locale. E' difficilissimo svellere questa mentalità antica, estremamente patriottarda nel senso più deteriore del termine.
Ci sono delle discrepanze di intervento nel territorio dove insiste il laboratorio di igiene e profilassi e di sanità pubblica rispetto alle UU.SS.SS.LL. finitime, o non tanto finitime spesse volte, su cui non si ha questa insistenza. I programmi finiscono di essere fondamentalmente al servizio di quelle UU.SS.SS.LL. e non coprono adeguatamente il circuito circostante.
La dislocazione dei servizi di controllo operativi delle UU.SS.SS.LL.
fa si che si passi direttamente alle UU.SS.SS.LL. saltando i laboratori di sanità pubblica, lavorando quindi operativamente in termini diversificati e spesso antieconomici fra chi fa i prelievi e chi deve eseguire le analisi crea una serie di problemi non indifferenti e che sono per buona parte la radice del decadimento numerico degli interventi da parte dei laboratori di sanità pubblica. E' un sistema da rivedere e ne parlerò nella proposta di legge di riorganizzazione dei laboratori di sanità pubblica che porter all'esame del Consiglio.
Perché ho voluto una legge per definire questa Commissione? E' per dare autorità, significato di pregnanza all'intervento igienico. Con una legge regionale diamo dignità reale ad una Commissione di questo genere che ha un grande significato. Qui compaiono contemporaneamente ambiente, agricoltura sanità (e veterinaria che comunque sempre sanità è) perché oggi non si pu più parlare di igiene semplicemente in termini di sanità. Vorrebbe dire fare una politica di retroguardia. Noi dobbiamo assolutamente fare dei salti di qualità, parlare di integrazione di analisi e di intervento che veda corresponsabilizzate tutte quelle parti dell'istituzione che hanno attinenza direttamente con l'ambiente. Se non capiremo questo, non potremo capire il significato di questa legge. Ci si sforza di portare avanti analisi che valutino problemi a fondo e in generale e che interessino collettivamente le tre branche fondamentali: sanità, agricoltura e ambiente. Altrimenti alla fine l'effettore sarà sempre la sanità, ma che cosa ha alle spalle la sanità? Nulla in realtà, perché molte iniziative in termini di analisi e di proposta devono partire dagli altri due comparti dell'istituzione. Questo è essenziale e fondamentale e codificato per legge ha una sua realtà e una sua pregnanza.
C'è poi il problema dell'emergenza, signori, non dimentichiamocelo.
Crediamo sempre di poter prevedere tutto? C'è una serie di circostanze per cui l'accidente, l'inconveniente, il grave danno o la grave minaccia di danno può emergere. C'è quindi la necessità di operare con una struttura che sia codificata. Sarà forse rigida, ma potremo sempre ricorrere agli esperti. Nell'ambito regionale e nel Servizio sanitario nazionale abbiamo ancora personalità, forse più che in passato, valide e capaci di essere integrate in questa Commissione per produrre un buon frutto e un lavoro collegiale.
Sottolineo l'importanza di avere quest'arma. In questo anno e mezzo ho dovuto inventare le cose più folli. Avrò inventato bene? Avrò inventato male? Non dico "lo diranno i posteri", perché sarebbe orgoglioso da parte mia un dire di questo genere. Abbiamo comunque cercato di operare per il meglio. Certo che operare sulla base dell'improvvisazione non è certo legato alla mia volontà, ma al fatto che mancava un'organizzazione di questo tipo pronta ad esaminare, ad analizzare e razionalmente a dare dei tentativi di soluzione.
Credo che l'importanza di questo atto legislativo consista in primo luogo nell'avere grande rispetto per la materia igienica, ed è per questo che io ho chiesto che venisse legiferato in questo campo; in secondo luogo avere un mezzo a disposizione che ci permetta di codificare, analizzare fare protocolli sui grandi temi che investono svariati argomenti; in terzo luogo, avere uno strumento che ci permetta di intervenire razionalmente in tempi rapidi o rapidissimi in caso di emergenza.
Per queste motivazioni chiedo che questa legge venga discussa ed approvata lasciando a parte il gioco dei rinvii.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Vorrei motivare al Consiglio e all'Assessore le ragioni di un ripensamento che non possono coincidere con una generica ed indistinta volontà di rinvio.
Noi ci troviamo a dover fare i conti con un sistema che abbiamo creato negli anni, che ha degli esempi soprattutto a livello statuale in cui si creano forme collegiali, variamente definite, per corrispondere ai bisogni.
E questo è il ragionamento ripreso dall'Assessore. Però, mentre abbiamo creato queste forme, non abbiamo portato avanti sufficientemente (oggi lo facciamo costretti dagli eventi) un ragionamento per unire i tre elementi: la distinzione delle responsabilità, la riferibilità precisa dei soggetti per gli atti che compiono e quindi l'efficacia.
Vorrei ricordare all'Assessore e ai colleghi l'articolo apparso ieri su "La Stampa" di Sabino Cassese che valorizzava il disegno di legge approvato dal Consiglio dei Ministri sulla responsabilità dei funzionari. E' un elemento che dovremo valutare. Non voglio negare il senso di quanto sostiene l'Assessore sulla necessità dell'interdisciplinarietà, però nel momento in cui legiferiamo non sono disponibile a fare dei discorsi teorici su questi tre punti.
Non vogliamo dire a priori che questa Commissione non va bene, ma vorremmo che su questo si esercitasse un ragionamento. Siamo in grado di farlo in aula? Possiamo anche farlo. Rilevo intanto due elementi.
Primo elemento: noi siamo per togliere dal novero dei soggetti operanti a livello regionale tendenzialmente tutte le Commissioni consultive.
Riteniamo che ci sia un altro schema che risponde ai criteri di responsabilità, di trasparenza del processo di formazione, di riferibilità degli atti, quindi di efficacia, che non è la Commissione consultiva. Mi rendo conto che questa Commissione è diversa, è una Commissione composta interamente da funzionari. Però c'è una contraddizione. Credo che una Commissione del genere debba essere distinta dal responsabile politico. Le vicende politiche di questi giorni, purtroppo accanto a questioni giudiziarie, ci dicono che la distinzione dei compiti degli uni e degli altri è assai relativa e c'è il rischio del rinvio di responsabilità dall'uno all'altro. Quindi è bene tenerli distinti; questa è una prima riflessione immediata.
Secondo punto di riflessione: è opportuno definire con legge una Commissione o non è più opportuno definire un'ipotesi di struttura? Sarebbe bene non mescolare compiti diversi nelle Commissioni perché una Commissione che elabora protocolli di intervento e una Commissione che promuove indagini conoscitive, che in realtà svolge compiti di vigilanza, non stanno assieme. Ci sono livelli che definiscono le regole e poi c'è un livello attuativo che le fa valere.
E' per questo che chiediamo questo ripensamento, non per dilazionare siamo anche disponibili a ragionare addirittura nella seduta di oggi, se il tempo ce lo consente, a condizione però che le forze politiche presenti dimostrino di capire il nostro discorso. Se questo ragionamento non è compreso, è chiaro che noi possiamo tranquillamente dare voto contrario a questa norma, però non saremmo contenti perché, con qualche ritocco, la proposta va bene.
La mia richiesta contrasta con l'invito dell'Assessore, ma vuole motivare che questa questione non è né un ghiribizzo, né la mera volontà di rinviare e tenta di trarre qualche prima deduzione legiferando da principi e da questioni che comunque devono essere contemplati. Se la maggioranza vuole approvare questa norma deve rispondermi sulle questioni inerenti la responsabilità, la distinzione tra tecnici e politici, le funzioni attive e quelle consultive, l'efficacia e sui rapporti che una Commissione del genere ha con la struttura.
Credo che su questi temi sia utile soffermarsi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Signor Presidente, prendo la parola sulla pregiudiziale che è stata posta e non scendo minimamente nell'esame del provvedimento che è stato già discusso e approfondito a sufficienza in Commissione. Non ho partecipato alle riunioni quindi non mi sento di proporre particolari questioni.
Intervengo sulla dichiarazione fatta dal Capogruppo del PCI Bontempi che ha posto degli argomenti oltre modo consistenti in ordine a quella che dev'essere l'attività legislativa della Regione in linea generale. Sono argomenti significativi che dovranno essere affrontati dal Consiglio perch ritengo, non da adesso, ma da parecchio tempo, che forse un certo modo di legiferare, un certo comportamento possono essere stati causa o origine di vicende che da troppo tempo stiamo vivendo. Mi lascia perplesso la proposta di Bontempi rispetto all'ipotesi di fare oggi questa discussione che secondo me, deve avere ed ha un respiro e una portata più ampia. E' un salto culturale rispetto a quello che abbiamo fatto finora. Il problema è grande, quindi mi pare giusto che venga affrontato in modo consistente e rilevante.
Ritengo che le forze politiche dovrebbero incominciare a parlare di questo. Circa la pregiudiziale mi rimetto completamente alla decisione dell'Assessore in ordine alla proponibilità o meno del rinvio in Commissione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Tutti i fatti nuovi ci fanno ripensare, come ha detto Bontempi, per credo che non possiamo fermare di colpo la nostra attività legislativa; non possiamo rinviare in Commissione leggi che sono state attentamente valutate, ma che il nostro lavoro debba procedere; né pensiamo che di colpo si debba modificare il quadro legislativo perché si sono verificati episodi del tutto disdicevoli.
Il problema deve essere affrontato e quanto diceva Bontempi sarà certamente oggetto di meditazione, ma trarre la conclusione che di colpo dobbiamo fermarci in tutte le attività (concorsi, leggi, ecc.) mi pare francamente eccessivo. Tra l'altro credo che noi abbiamo il dovere comunque di procedere nel nostro lavoro legislativo, per chi ha i relativi compiti di governo, perché procedere nel lavoro, pur in tempi difficili, è la risposta più puntuale nei confronti dei cittadini ed è questione, anch'essa nella sostanza, morale.
Nel merito rinviamo la nostra decisione chiaramente a quella che assumerà l'Assessore; se la Giunta ritiene che si debba procedere, noi siamo disponibili a procedere nell'esame di un progetto che tra l'altro ha avuto, lo ripeto, in Commissione il consenso generale.
Ci sono dei fatti nuovi, ma non tali, a nostro avviso, da giustificare il rinvio in Commissione di questo provvedimento.
Ci sono degli emendamenti, certo, possiamo esaminarli in aula con la massima attenzione e la massima disponibilità, come sempre, al confronto.



PRESIDENTE

La discussione in merito alla pregiudiziale si è esaurita.
In base all'art. 79 del Regolamento spetta al Consiglio decidere circa gli eventuali rinvii in Commissione di provvedimenti già licenziati.
Pongo pertanto in votazione la proposta di rinvio in Commissione del p.d.l.
n. 184, formulata dal Consigliere Staglianò, ai sensi dell'art. 79 del Regolamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La proposta è respinta con 18 favorevoli e 28 contrari.
Riprendiamo pertanto la discussione sul progetto di legge.
La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il Gruppo liberale conviene sulla opportunità di questa legge e ne condivide lo spirito e la sostanza.
Si pone però un problema che ha formalizzato in tre emendamenti che rispondono a una preoccupazione unica e che è stata ripresa anche dai colleghi che hanno sostenuto l'opportunità di un rinvio in Commissione.
Ci sembra che questa legge debba essere meglio definita dal punto di vista istituzionale. La risposta che l'Assessore darà agli emendamenti significherà la scelta che la Giunta ritiene di fare rispetto all'aspetto istituzionale. Noi ci rimettiamo alla valutazione dell'Assessore. Ci sembra però necessario richiedere all'Assessore la massima attenzione e la massima capacità di interpretare la nostra esigenza, concretizzandola magari in emendamenti diversi da quelli da noi suggeriti.
I nostri emendamenti sono stati presentati prima delle note vicende, ma a questo punto diventano estremamente più puntuali.
A noi sembra inopportuna una Commissione, che non si capisce se è una Commissione consultiva o una Commissione attiva. Riteniamo che vada interpretata permanentemente come una Commissione di studio e diventi una Commissione operativa che agisce all'esterno, però con l'assunzione di responsabilità politica dell'attività concreta che avvia all'esterno, che deve essere ricondotta alla Giunta o all'Assessore.
Che l'Assessore assuma la Presidenza non è condizione sufficiente a chiarire questo aspetto del problema. La lettura dell'art. 2 fa emergere chiaramente questo elemento equivoco. Si legge: "La Giunta si avvale di una apposita Commissione" e all'ultimo comma: "la Commissione può avvalersi del personale ispettivo delle Unità Socio-Sanitarie Locali". Questo vuol dire che si riconosce una valenza esterna della Commissione. A noi questo sembra fortemente ambiguo e questa ambiguità si ripropone su uno degli argomenti che abbiamo sottoposto ad esame. Che cosa vuol dire il concetto di supporto alle UU.SS.SS.LL.? Il supporto è una espressione troppo impropria.
Ci sembra che vada chiarito quindi il senso di questa Commissione. E' una Commissione consultiva e di studio permanente che approfondisce le tematiche ed è un braccio "armato" dell'Assessorato in ordine alle materie di cui all'art. 2, lettere a), b) e c).
Quindi suggeriamo attraverso i nostri emendamenti che questa sia la materia di studio, questa sia la materia di intervento; chiediamo però che venga chiarito in modo preciso che questa Commissione all'interno della Regione è la Commissione e all'esterno è la Giunta, quindi si deve assumere tutte le responsabilità dei rapporti con la società e dei rapporti con le UU.SS.SS.LL.
I nostri emendamenti prefiguravano questa preoccupazione. A me sembra forse possibile conciliare le due esigenze chiarendo che l'attività è promossa dalla Giunta; la Commissione evidentemente ha una funzione di preparazione del materiale, tant'è vero che noi suggeriamo che venga tolto il termine improprio "a supporto delle UU.SS.SS.LL."; se si vuole fare emergere che destinatarie particolari di questo lavoro sono le UU.SS.SS.LL.
a noi va benissimo; si dovrà scrivere, per esempio: "a richiesta" o "d'intesa" ovvero che questo comporti un momento di responsabilizzazione.
Ci si muove nella misura in cui la Regione e le UU.SS.SS.LL. lo hanno concordato oppure nella misura in cui le UU.SS.SS.LL. lo hanno richiesto.



OLIVIERI Aldo, Assessore alla sanità

Viene ripreso dopo in termini di collaborazione.



MARCHINI Sergio

Esatto, ma il termine di "potersi avvalere" è improprio.
Questo nodo, dopo i fatti avvenuti, è fondamentale. In questa materia è chiaro che le Commissioni hanno un ruolo di analisi e che la responsabilità politica rispetto alle conseguenze esterne di tutto quanto viene portato avanti e definito deve far capo alla Giunta e per essa all'Assessore.
Il Gruppo liberale, in ordine alla formulazione definitiva, qualora gli emendamenti vengano accolti, si rimette alla capacità della Giunta di individuare i termini più puntuali e chiede alla Presidenza del Consiglio la cortesia che tutto questo poi si concretizzi nella definizione definitiva del testo così come previsto dal Regolamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Brevemente illustro il senso degli emendamenti che inviterei caldamente i colleghi a considerare con attenzione.
Mi fa piacere che l'Assessore condivida lo spirito delle osservazioni critiche che venivo a formulare prima, e che consigliavano, a mio modesto avviso, un approfondimento più attento nella competente Commissione consiliare. Possiamo farlo qui, se questa è la scelta, ma facciamolo con questo spirito.
Per quanto riguarda le funzioni di questa Commissione, già cominciamo (l'intervento di Marchini ne era testimone) a mettere a fuoco come i contorni siano assolutamente contraddittori, confusi, io dico anche pletorici; poiché, se è giusto, se non può che essere condivisa - e questo era lo spirito delle cose che dicevo prima e che mi pare lo stesso Assessore cogliesse - l'interdisciplinarietà e la coscienza nuova sui fenomeni che le istituzioni rappresentative devono fronteggiare per tutelare la salute di tutti i cittadini, questa nuova coscienza deve portarci a far si che l'attività di vigilanza venga affrontata con, altri presupposti. L'Assessore sa benissimo, infatti, che i servizi di igiene ambientale dell'Assessorato sono diretti da un laureando in legge e da un funzionario laureato in scienze politiche. Già dicevo che non c'è nessuno che sia specializzato in discipline scientifiche. Sarebbe oltremodo interessante capire quanti sono i medici che coordinano l'attività delle 54 UU.SS.SS.LL., ulteriormente aumentate dopo lo scorporo dell'U.S.S.L. 1/23.
L'Assessore sa bene che esiste una carenza strutturale di strumenti, ad esempio, per quanto riguarda la ricerca dei pesticidi nei latticini.
L'Assessore sa bene che è assolutamente un assurdo che la vigilanza zooprofilattica sia affidata all'Assessorato all'agricoltura.
Il senso dei nostri emendamenti è questo: mettere in rilievo che l'esigenza di coordinamento, soprattutto in presenza di gravi eventi diventa essenziale...



OLIVIERI Aldo, Assessore alla sanità

Vorremmo anche prevenirli, se possibile.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Infatti, arrivavo a questo. Di fronte ai grandi eventi si può avere un'équipe che si allarga e che assume competenze di altri Assessorati per fronteggiarli. Ma il problema reale è esattamente quello che l'Assessore ha voluto ricordare con la sua interruzione: come si affronta, cioè, la routine.
Come si affronta, dunque, la routine? Vorrei richiamare l'attenzione dei colleghi su un particolare, certo secondario nel ragionamento, ma che ha qualche significato sulla coerenza di impostazione politica a cui ci tocca assistere. Discutendo della legge sulla sperimentazione, la famosa legge "Elisabetta" (d.d.l. n. 194) che approvaste a maggioranza nel dicembre scorso, ci fu obiettato, di fronte a proposte precise volte a tutelare meglio i diritti degli ammalati, che Commissioni troppo grandi non funzionano. Qui invece abbiamo un elenco infinito.
Per quanto riguarda la strutturazione istituzionale della Commissione mi pare che opportunamente il collega Bontempi abbia aggiunto un elemento da considerare con attenzione. E ciò non fa che rafforzare, a mio avviso l'inutilità di questa Commissione permanente, poiché non si sa bene se essa è consultiva, se deve fare gli studi preparatori, se deve fare la vigilanza...



OLIVIERI Aldo, Assessore alla sanità

C'è scritto, Staglianò, basta leggere!



STAGLIANO' Gregorio Igor

Ho letto, ho letto, e - se mi consenti - l'italiano riesco ancora a capirlo. Gli emendamenti che ho presentato ruotano perciò intorno a questa filosofia: che le funzioni di coordinamento dell'attività di vigilanza debbono essere affrontate attraverso la soluzione radicale delle carenze strutturali e attraverso una riorganizzazione flessibile dei servizi dell'Assessorato, talché, in presenza di emergenze, queste si possano fronteggiare adeguatamente, ma facendo in modo che la routine venga affrontata con presupposti diversi da quelli che ci vengono prospettati.
Penso che nelle carenze rilevabili nel d.d.l. incida la scarsa disponibilità dell'Assessorato, e in questo caso forse anche della Commissione consiliare che ha esaminato la proposta di legge, nel consultare le organizzazioni sindacali dei lavoratori. Ho qui davanti una lettera della CGIL - Funzione pubblica, Comprensorio di Torino, del 21/l/1987 nella quale si protesta vivamente perché la rappresentanza dei lavoratori (in questo caso dei funzionari che poi devono attuare le leggi) non è stata assolutamente consultata e si denuncia il non coinvolgimento sistematico del loro punto di vista. Non mi sorprendo perciò che alla fin fine prevalgano impostazioni tanto confuse e con venature dirigistiche che in realtà, non affrontano le questioni vere sulle quali a parole siamo tutti quanti d'accordo di affrontare e risolvere.
Raccomando alla cortesia dei colleghi la lettura attenta dei nostri emendamenti, i quali girano tutti attorno all'art. 3: se questa benedetta Commissione deve esserci oppure no.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Ritenevo ragionevole la pregiudiziale, ma è stata chiusa con il voto quando invece avrebbe potuto far parlare l'Assessore e ci avrebbe permesso di capire.
Questa legge è esattamente la Commissione, i suoi compiti e la sua composizione.
A questo punto chiedo alla Presidenza del Consiglio che dia termini e modi ai Gruppi di studiare gli emendamenti presentati dagli altri Gruppi.
Dico con molta lealtà che sono preoccupato nel costruire questa Commissione anche per gli Assessori che devono governare una materia del genere. Sono compiti di vigilanza e di controllo su materie delicate rispetto ai molti eventi e ai disastri ambientali che possono generarsi che poi fanno drammaticamente rimbalzare le responsabilità. Credo sia sana tutela dell'istituzione e di chi ha un ruolo di governo pro tempore avere massima cura nel definire uno schema. Io l'avrei in mente, ma non so se riesco a tradurlo. Comunque è necessario un confronto.
Non è un fatto politico, tant'è vero che, avendo votato in Commissione condividevamo lo spirito e l'intenzione della legge. La nostra preoccupazione, che non mette in antitesi chi solleva le questioni con chi ha lavorato in Commissione, dovrebbe essere colta da tutti, in particolare dall'Assessore, come un lavoro di tipo istituzionale che va a favore di quelle che sono le responsabilità dell'Assessore stesso.
Se andiamo avanti come si è deciso, salvo diverse decisioni politiche sempre possibili e sempre assumibili da parte di chi ha orecchie attente e non è qui solo per il numero, chiedo dei termini per la predisposizione di emendamenti da parte del Gruppo comunista o per esaminare altri emendamenti presentati da altri Gruppi.
E' chiaro che ci sta a cuore un quadro istituzionale ed elementi di responsabilità. Se io so di aver fatto fino in fondo il mio dovere come legislatore non imputerò domani, come altri amano fare, all'Assessore delle confusioni legislative, con cui l'Assessore c'entra solo in quanto proponente. Qui il soggetto è il Consiglio. Non è irrilevante il passaggio di oggi. Dimostra sensibilità o meno, vera valutazione o sottovalutazione dei problemi.



PRESIDENTE

Proporrei pertanto di sospendere l'esame di questo argomento e di rinviarlo al pomeriggio per dare la possibilità di valutare i diversi emendamenti e confrontare le varie tesi Nel frattempo proporrei un'inversione dell'ordine dei lavori, anche perché nel pomeriggio il Presidente della Giunta ed io non saremo presenti.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 405: "Ampliamento della pianta organica provvisoria dell'Unità Socio-Sanitaria Locale n. 34 di Orbassano finalizzato all'attuazione delle leggi 22/12/1975, n. 685 e 13/5/1978, n. 180"


PRESIDENTE

Passiamo pertanto al punto 9) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 405.
Tale provvedimento è stato licenziato dalla Commissione all'unanimità.
Pongo pertanto in votazione la deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 29 voti favorevoli e 1 astenuto (il risultato della votazione è valido ai sensi dell'art. 50 del Regolamento consiliare in quanto i Consiglieri in congedo, entro il limite massimo di un quinto dei componenti del Consiglio, non vengono computati per fissare il numero legale).


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 423: "Ampliamento della pianta organica provvisoria dell'Unità Socio-Sanitaria Locale n. 49 di Borgosesia, mediante l'istituzione di n. 6 posti di operatore professionale collaboratore Infermiere professionale, per l'attuazione di leggi finalizzate"


PRESIDENTE

Il punto 11) all'o.d.g. prevede l'esame della proposta di deliberazione n.
423.
Pongo in votazione la deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 29 voti favorevoli e 1 astenuto (il risultato della votazione è valido ai sensi dell'art. 50 del Regolamento consiliare in quanto i Consiglieri in congedo, entro il limite massimo di un quinto dei componenti del Consiglio, non vengono computati per fissare il numero legale).


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione) - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame proposta di deliberazione n. 424: "Approvazione, del programma per lo svolgimento delle attività diabetologiche nella Regione Piemonte"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 424, di cui al punto 12) all'o.d.g.
Pongo in votazione la deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 30 Consiglieri presenti (il risultato della votazione è valido ai sensi dell'art. 50 del Regolamento consiliare in quanto i Consiglieri in congedo, entro il limite massimo di un quinto dei componenti del Consiglio, non vengono computati per fissare il numero legale).


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Esame proposta di deliberazione n. 428: "L.R. n. 56/77 e successive modifiche ed integrazioni, art. 36, secondo comma. Comuni obbligati alla redazione del P.P.A.: quarto aggiornamento elenco approvato con D.C.R. 27/l/1983, n. 384/875"


PRESIDENTE

Il punto 13) all'o.d.g. prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 428 che è stata licenziata dalla II Commissione.
Pongo in votazione la deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 30 Consiglieri presenti (il risultato della votazione è valido ai sensi dell'art. 50 del Regolamento consiliare in quanto i Consiglieri in congedo, entro il limite massimo di un quinto dei componenti del Consiglio, non vengono computati per fissare il numero legale).


Argomento: Nomine

NOMINE


PRESIDENTE

In merito al punto 15) all'o.d.g. si distribuiscano le schede per le seguenti nomine.
Parco Nazionale del Gran Paradiso (art. 83, terzo comma, D.P.R. 24/7/77 n. 616) - Consiglio di Amministrazione. Nomina di 3 rappresentanti della Regione.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Cossavella Domenico, Delmastro Emilio e Liberatori Jone (quest'ultima designata ai sensi dell'ultimo comma dell'art. 8 L.R. 18/2/1985, n. 10).
Banca del Sangue, Fondazione Strumia - Collegio dei Revisori. Nomina di 1 rappresentante.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Proclamo eletto il signor Bertoldo Aurelio.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12,50 riprende alle ore 15)



CERCHIO GIUSEPPE


Argomento: Programmazione sportiva (impianti e attivita")

Esame progetti di legge nn. 31, 66 e 169: "Modifiche alla L.R. 25/3/1985 n. 22 'Tutela sanitaria delle attività sportive"'


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Proseguiamo con il punto 5) all'o.d.g. che prevede l'esame dei progetti di legge n. 31, 66 e 169.
La parola al relatore, Consigliere Paris.



PARIS Mario, relatore

Con la legge n. 22 del 25/3/1985, avente per oggetto la tutela sanitaria delle attività sportive, la Regione Piemonte aveva attivato gli indirizzi di politica sanitaria già contenuti nello specifico decreto del Ministero della Sanità che rendeva obbligatoria l'idoneità fisica per praticare l'attività sportiva, sia dilettantistica che agonistica.
La predetta legge regionale prevede che ogni tipo di controllo venga effettuato presso la struttura pubblica o presso centri appositamente convenzionati.
Tenuto conto che un servizio di medicina sportiva non si pu improvvisare e che sembra comunque inopportuno farne gravare il peso totale su strutture pubbliche già fortemente impegnate nello sforzo di adeguarsi alle domande del territorio, pare utile modificare la normativa contenuta nella legge n. 22, onde poter utilizzare, all'interno delle singole Unità Socio-Sanitarie Locali, anche le strutture poliambulatoriali già convenzionate per tutte le specialità che compongono il settore di medicina sportiva e nelle quali operino medici specialisti in tale disciplina.
Le modifiche della legge n. 22, approvate a maggioranza dalla V Commissione consiliare, riguardano in modo specifico il terzo comma dell'art. 6, l'ultimo comma dell'art. 9 e l'art. 17, che vengono riformulati così come risulta dal testo a mani dei Consiglieri.
In modo specifico, nell'art. 6 si prevede che gli accertamenti diagnostici e le certificazioni connesse con la tutela delle attività sportive aventi finalità agonistiche (dilettantistiche o semiprofessionistiche) vengano eseguiti di norma nell'ambito delle strutture sanitarie gestite direttamente dalle UU.SS.SS.LL., ma possano essere eseguiti anche presso istituzioni sanitarie ritenute idonee e convenzionate con le UU.SS.SS.LL. anche ai fini degli accertamenti e del rilascio delle certificazioni.
Fatte salve le competenze dei medici della Federazione Medico Sportiva Italiana in materia di accertamenti e certificazioni, ai sensi della legislazione vigente, viene precisato che, nei casi in cui il cittadino richieda in regime privatistico il rilascio della certificazione per l'esercizio delle attività sportive, l'onere per i relativi accertamenti non può essere posto a carico delle UU.SS.SS.LL.
Continua ad essere ovviamente in vigore l'art. 8 della legge n. 22 del 1985 che stabilisce che i medici generici continuino ad effettuare la certificazione di idoneità allo svolgimento delle attività sportive non agonistiche, che è disciplinata dall'accordo nazionale per la regolazione dei rapporti con i medici di medicina generale e con le disposizioni del decreto del Ministero della Sanità del 28 febbraio 1983.
Nell'ultimo comma dell'art. 9 viene chiarito che, per l'effettuazione degli accertamenti strumentali, i medici specialisti si avvalgono obbligatoriamente delle strutture specialistiche gestite direttamente dalle UU.SS.SS.LL. e di quelle convenzionate, limitatamente ai soggetti non professionisti.
La riformulazione dell'art. 17 riguarda invece gli accordi convenzionali che debbono essere stipulati - previa autorizzazione sulla base di piani predisposti dalle UU.SS.SS.LL. ed approvati dalla Giunta regionale - con quelle istituzioni che dimostrino di avere i requisiti che consentano il più rigoroso assolvimento dei compiti loro affidati.
Si ritiene che con le predette modifiche si possa pervenire ad una gestione più efficiente del servizio e certamente meno onerosa dal punto di vista economico.



PRESIDENTE

E' aperta la discussione.
La parola al Consigliere Acotto.



PRESIDENTE

Ezio ACOTTO



PRESIDENTE

La legge in esame affronta alcuni temi che sono stati oggetto di difficoltà nell'applicazione della legge n. 22. E' una legge che, dopo la fase di collaudo, necessita di alcune verifiche e aggiornamenti.
Con l'attuale provvedimento si tenta di affrontare alcuni di questi aspetti e di individuare delle risposte.
Non stupisca se il nostro atteggiamento sarà comunque di astensione perché rimangono aperti alcuni problemi da un lato di carattere generale sull'applicazione da parte della Regione di questa normativa, dall'altro per alcune inadempienze.
La legge n. 22 prevede la costituzione di una Commissione tecnico consultiva rispetto alla quale sarebbe utile ricondurre una serie di osservazioni su difficoltà applicative che gli enti di promozione sportiva ci fanno osservare.
Sono difficoltà di carattere tecnico - operativo e la Commissione tecnico - consultiva sarebbe la sede idonea per affrontare molti di questi aspetti.
Non essendo stato ancora attivato questo strumento è impossibile allo stato attuale dare delle risposte a queste sollecitazioni, parte delle quali non sono da considerare, a nostro avviso, del tutto legittime e congrue rispetto all'obiettivo che la legge si propone di raggiungere.
Pertanto la nostra posizione è di astensione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Nerviani.



NERVIANI Enrico

Molto rapidamente, anche perché sono uno dei presentatori di proposte di legge sull'argomento.
Ritengo che la soluzione che è stata trovata in sede di V Commissione anche per intervento diretto e per sollecitazione dell'Assessore, sia una soluzione positiva. La mia personale preoccupazione nasceva dal fatto che la legge non era applicata, che le società sportive vivevano una condizione sufficientemente precaria e che quindi correvano anche dei rischi obiettivi per non poter sottoporre gli atleti alle visite che dalla norma sono previste.
Credo che le esperienze che abbiamo vissuto in questi tempi ci debbano fare riflettere molto prima di definire delle convenzioni e dei rapporti con realtà parallele al Servizio sanitario nazionale. Ritengo tuttavia che in primis sia la tutela della condizione di salute degli atleti, nella fattispecie, e la tutela delle attività sportive. Quello che è stato fatto con i paletti di controllo che sono stati messi deve comunque dimostrarsi frutto di intelligenza, di attenzione e di buona volontà.
Quindi il nostro consenso esiste e c'è anche l'apprezzamento per l'Assessore e per la Commissione che positivamente hanno lavorato.



PRESIDENTE

Non essendovi interventi, possiamo procedere alla votazione dei singoli articoli.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 23 Consiglieri si sono astenuti 12 Consiglieri.
L'art. 6 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 23 Consiglieri si sono astenuti 12 Consiglieri.
L'art. 9 è approvato.
ART. 17 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 23 Consiglieri si sono astenuti 12 Consiglieri.
L'art. 17 è approvato.
Si proceda alla votazione dell'intero testo della legge per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 25 Consiglieri si sono astenuti 12 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Attrezzature sanitarie (presidi di diagnosi e cura delle USSL)

Esame proposta di deliberazione n. 396: "Schema di convenzione tra l'I.N.R.C.A. e l'U.S.S.L. TO IV per l'utilizzo del presidio di Via Farinelli n. 25 - Torino"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 6) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 396.
La parola al Consigliere Acotto.



PRESIDENTE

Ezio ACOTTO



PRESIDENTE

La nostra posizione sarà di astensione. La ragione è che non siamo riusciti a entrare nel merito di questa deliberazione che tratta nel dettaglio della dotazione del personale della struttura in oggetto, perch non siamo stati messi nelle condizioni di poter operare una verifica a questo riguardo. Ne deriva una posizione di astensione.



PRESIDENTE

Se non vi sono altri interventi pongo in votazione la deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 18 voti favorevoli e 12 astensioni (il risultato della votazione è valido ai sensi dell'art. 50 del Regolamento consiliare in quanto i Consiglieri in congedo, entro il limite massimo di un quinto dei componenti del Consiglio, non vengono computati per fissare il numero legale).


Argomento: Presidi socio-assistenziali pubblici e privati

Esame progetto di legge n. 204: "Modifica alla L.R. 24/3/1986, n. 14: 'Finanziamento dei presidi socio - assistenziali a carattere residenziale"'


PRESIDENTE

Passiamo al punto 8) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 204.
Relatore è il Consigliere Ratti, che ha facoltà di intervenire.



RATTI Aldo, relatore

La L.R. n. 14/1986 collega, a partire dal 1987, la possibilità del finanziamento regionale dei presidi socio - assistenziali a carattere residenziale al fatto che gli interventi siano previsti nel Piano di attività e spesa (PAS) dell'USSL competente per territorio.
A partire dallo stesso anno la ripartizione dei fondi da parte della Giunta regionale dovrebbe avvenire entro il mese di marzo di ciascun anno.
Gli organi pubblici delle UU.SS.SS.LL. sono appena stati nominati e in qualche Unità non sono neppure stati nominati. 'I tempi stretti indicati dalla legge, con la considerazione del carattere inedito dell'esperienza di PAS per molte UU.SS.SS.LL., dell'assenza di modelli di riferimento consolidati, dell'assetto organizzativo e funzionale per quanto concerne il comparto socio - assistenziale non ancora stabilmente consolidato consigliano di prorogare per il 1987 le stesse procedure previste dalla legge per il 1986, anno di prima applicazione della stessa.
La modifica consiste nella sostituzione di quattro parole al settimo comma dell'articolo unico della legge n. 14. Le parole "per lo stesso anno" vengono sostituite con le parole "fino al 31/12/1987".



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi possiamo passare alla votazione dell'articolo unico.
ARTICOLO UNICO - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 10 Consiglieri.
L'articolo unico è approvato.


Argomento: Nomine

Esame proposta di deliberazione n. 443: "Integrazione della deliberazione consiliare n. 147-6554 dell'8 maggio 1986 per quanto attiene l'Ente Produttori Selvaggina"


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. la proposta di deliberazione n. 443 presentata dalla Commissione consultiva per le nomine.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione la deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti (il risultato della votazione è valido ai sensi dell'art. 50 del Regolamento consiliare in quanto i Consiglieri in congedo, entro il limite massimo di un quinto dei componenti del Consiglio, non vengono computati per fissare il numero legale).


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Veterinaria

Esame progetto di legge n. 184: "Organizzazione della vigilanza nel settore igienico sanitario e veterinario per specifiche indagini in materia di igiene e sanità pubblica, veterinaria, nonché di igiene e sicurezza del lavoro" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del progetto di legge n. 184 con la votazione dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 34 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
Chiede di parlare il Consigliere Marchini. Ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

Suggerirei una sospensione dei lavori per dare modo all'Assessore di esaminare insieme ai proponenti gli emendamenti incrociati presentati all'art. 2.



OLIVIERI Aldo, Assessore alla sanità

Sono d'accordo per la sospensione.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16 riprende alle ore 16,35)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Proseguiamo l'esame dell'articolato.
ART. 2 - I Consiglieri Marchini e Santoni hanno presentato i seguenti emendamenti: comma primo, emendamento soppressivo: sono soppresse le parole "ed a supporto delle UU.SS.SS.LL." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 33 voti favorevoli e 2 astensioni.
Comma primo, emendamento sostitutivo: alle parole "avente i seguenti compiti" sono sostituite le parole "avente compiti finalizzati a".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 34 voti favorevoli e 2 astensioni.
Emendamento abrogativo presentato dal Consigliere Staglianò: al primo comma, dopo le parole "la Regione" abrogare da "si avvale..." a "i seguenti compiti".
La parola al Consigliere Staglianò che lo illustra.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Intervengo una volta per tutte, per evitare ogni volta di dovermi ripetere, benché presuma che il diniego dell'Assessore sia su tutta la linea, anzi, è un diniego dilagante. Gli emendamenti all'art. 2 sono funzionali all'emendamento all'art. 3. Debbo ringraziare i colleghi che hanno acconsentito alla sospensione per cercare di trovare un equilibrio migliore nella definizione della legge, soprattutto per quanto riguardala funzione di straordinarietà dell'indagine nei casi eccezionali. Mentre apprezzo questa precisazione che ha dissolto alcune ambiguità presenti nel testo originario, devo dire che nel corso della sospensione non è stato tuttavia risolto il problema che, a nostro giudizio, continua ad essere quello principale: quello che riguarda il lavoro ordinario, di routine della vigilanza in materia di igiene e sanità pubblica, rispetto alla quale rimando a quanto ho detto stamane nell'intervento generale.
Questo capitolo dovrebbe essere quello principale, e giustamente tutti conveniamo che in questo caso si tratta di prevenire i disastri, e per prevenire i disastri occorre una organizzazione diversa del servizio dell'Assessorato. Ma se per mettere insieme dei funzionari con compiti diversi occorre ogni volta fare una legge, ci troviamo di fronte ad un degrado della funzione legislativa di questo parlamento.
Mantengo perciò le obiezioni di fondo e motivo gli emendamenti, i quali sono tutti raccordati a questo punto di vista di fondo che riguarda, lo ripeto ancora una volta, l'inopportunità della istituzione di una Commissione ad hoc per un lavoro che, dal punto di vista ordinario, va fatto su altri presupposti, potenziando strutture, attrezzature, ecc.
Per quanto riguarda gli interventi straordinari penso, francamente, che non sia necessario fare una legge.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento presentato dal Consigliere Staglianò.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli, 30 contrari e 7 astensioni.
Il Consigliere Staglianò presenta ancora i seguenti emendamenti: al primo comma, punto a), sostituire la parola "elaborazione" con l'elabora".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 3 voti favorevoli, 27 contrari e 8 astensioni.
Al primo comma, punto b), sostituire la parola "promozione" con "promuove".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 3 voti favorevoli, 27 contrari e 1 astensione.
Il Consigliere Bontempi ha presentato il seguente emendamento modificativo: nell'attuale punto b), sopprimere le parole "volte al miglioramento delle" e sostituire con "sulle" (di conseguenza la preposizione "sul" territorio diventa "del" territorio).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 35 voti favorevoli ed 1 astensione.
Il Consigliere Staglianò presenta il seguente emendamento sostitutivo: al primo comma, punto c), sostituire la parola "individuazione" con "individua".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 2 voti favorevoli, 25 contrari ed 8 astensioni.
Il Consigliere Bontempi presenta ancora i seguenti emendamenti: inserire all'attuale punto a) un nuovo punto a): "a) coordinamento permanente ai fini conoscitivi ed operativi delle funzioni di cui all'art. 1 della presente legge" (di conseguenza il punto a) diventa b), ecc.).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 35 voti favorevoli e 1 astensione.
Dopo l'attuale punto b) sopprimere l'attuale punto c) e sostituire con un nuovo comma separato dalla declaratoria a) b) c): "Per gli interventi da svolgere per situazioni emergenti di particolare complessità o di grave pericolo la Giunta si avvale oltre che della Commissione, di cui alla presente legge, delle proprie strutture".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 35 voti favorevoli e 1 astensione.
I Consiglieri Marchini e Santoni presentano il seguente emendamento integrativo: di seguito alla lettera c) è inserito il seguente comma: "Le attività di cui alle lettere a) b) c) sono disposte con deliberazione della Giunta regionale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 35 voti favorevoli e 1 astensione.
Il Consigliere Staglianò presenta infine i seguenti emendamenti sostitutivi: al secondo comma sostituire da "Per approfondimenti" a "degli Istituti Universitari" con: "Per questi compiti l'Assessore regionale alla sanità individua il proprio personale tecnico, distinto per settori di intervento, e si avvale, di volta in volta, della collaborazione di esperti dell'Assessorato regionale all'ambiente, delle UU.SS.SS.LL. e dell'Istituto Zooprofilattico, nonch degli Istituti Universitari".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 1 voto favorevole, 26 contrari e 1 astensione.
Nell'ultimo comma sostituire "la Commissione" con "l'Assessore regionale alla sanità".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 1 voto favorevole, 27 contrari e 10 astensioni.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 2 così emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 39 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Il Consigliere Staglianò presenta il seguente emendamento abrogativo: abrogare tutto l'art. 3.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 1 voto favorevole, 27 contrari e 9 astensioni.
La Giunta regionale presenta il seguente emendamento soppressivo: al primo comma sopprimere "Assessore regionale alla sanità - Presidente".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 36 voti favorevoli e 3 astensioni.
Emendamento aggiuntivo presentato dalla Giunta regionale, concordato con il Consigliere Acotto: all'ultimo comma aggiungere: "La Giunta regionale individua tra i membri della. Commissione il responsabile della stessa, che la presiede, e i responsabili delle singole sezioni di lavoro".
La parola al Consigliere Acotto.



PRESIDENTE

Ezio ACOTTO



PRESIDENTE

Chiedo scusa ai colleghi, ma l'ultima stesura precisa quanto segue: riprende la prima parte "la Giunta individua tra i membri della Commissione responsabile della stessa" e qui introduce l'elemento nuovo "che la presiede e i responsabili delle singole sezioni di lavoro" e non "gruppi di lavoro".



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 36 voti favorevoli e 2 astensioni.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 3 cosa emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 38 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Il Consigliere Staglianò presenta il seguente emendamento abrogativo: nell'ultimo comma abrogare la frase "secondo le indicazioni della Commissione di cui al precedente art. 3".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 3 voti favorevoli, 25 contrari e 8 astensioni.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 4.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 38 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Il Consigliere Staglianò presenta il seguente emendamento: abrogare il secondo comma.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 3 voti favorevoli, 25 contrari e 8 astensioni.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 5.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 37 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
Si proceda alla votazione dell'intero testo della legge per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: Presenti e votanti 40 hanno risposto SI 37 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Commercio all"ingrosso

Esame progetto di legge n. 199: "Norme in materia di partecipazione della Regione a Società per l'istituzione, l'edificazione e la gestione dei mercati agro-alimentari all'ingrosso"


PRESIDENTE

Passiamo al punto n. 7) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 199.
Relatore è il Consigliere Ferrara che dà per letta la relazione.
La parola all'Assessore Sartoris.



SARTORIS Riccardo, Assessore alle fiere e mercati

Il d.d.l. n. 199 ci offre l'occasione per spendere qualche parola sul settore dei mercati all'ingrosso nei confronti dei quali, in virtù dei disposti della legge finanziaria 1986, sarà finalmente possibile attuare alcuni interventi soprattutto in riferimento al mercato agro-alimentare di Torino.
La competenza dei mercati all'ingrosso è stata trasferita alla Regione con il DPR 616. La Regione ha quindi legiferato e programmato nel 1979 con la legge n. 62 e nel 1984 con il piano di settore approvato dal Consiglio.
Quindi è da quei momenti che l'operato regionale cominciò a manifestarsi e quei provvedimenti, che ritengo doveroso richiamare costituiscono due fasi importanti di un disegno completo e organico. Lo strumento legislativo che oggi stiamo per adottare costituisce un primo atto di intervento tangibile e strategico della Regione. Questa legge è consentita dalla legge finanziaria dello scorso anno e in particolare dalla deliberazione CIPE dell'ottobre passato che ha precisato i termini di intervento. Quella deliberazione è estremamente importante perché consente alle Regioni di partecipare al processo di ammodernamento della rete distributiva all'ingrosso e ha determinato delle obiezioni rispetto all'intervento dello Stato che ha rivelato ancora una volta in questa circostanza la tendenza allo scavalcamento delle Regioni.
La polemica ritorna attuale con la sentenza della Corte Costituzionale sullo scontro tra Stato e alcune Regioni riguardante le leggi finanziarie '85 e '86, che occupa le pagine di molti quotidiani e che si pu sintetizzare nella liceità da parte dello Stato nel determinare finalità di politica economica per materie di particolare rilevanza, confermando questa possibilità ma lasciando alle Regioni di rendere coerenti le proprie scelte in ordine a questi indirizzi.
Noi non ci siamo uniti al coro di altre Regioni perché riteniamo sottoscrivibile l'impostazione che la Corte Costituzionale ha dato con questa sentenza e soprattutto crediamo sia necessario essere concreti. Per dirla in termini più crudi e per scendere nel contingente: o le Regioni sono in grado di costituire un polo politico propositivo oppure ammettono un'impostazione che è accentrante, ma che lascia spazio alle proposte regionali e che è congruente con l'assetto legislativo che le Regioni si sono date.
Di fatto per realizzare la programmazione di settore per dotare il Piemonte di alcuni importanti punti della rete dei mercati agro-alimentari all'ingrosso sono utili ingenti risorse; è bene che questi centri poggino su una maglia organica di estensione nazionale. Il coordinamento statale è essenziale.
Fa parte poi dei nostri interessi e della nostra politica che si realizzi uno stretto coinvolgimento degli operatori privati che in passato la Regione non è riuscita a realizzare ovunque. Abbiamo constatato in questi mesi un notevole fervore in situazioni prima stagnanti o ancora mancanti dell'interesse degli operatori e di questo non possiamo che essere soddisfatti.
E' un impegno ulteriore che lo Stato ci chiede, che autonomamente avremmo probabilmente gestito attraverso gli enti strumentali. La capacità di mobilitazione degli investimenti sulla quale stiamo discutendo vale la pena di essere percorsa perché è remunerativa e si affianca, pur non sostituendosi, agli strumenti contributivi che la Regione ha.
Abbiamo concentrato la nostra attenzione sulla gestione, altro aspetto peculiare.
La relazione sull'attività dei mercati all'ingrosso nel 1985 evidenzia una realtà gestionale nella più parte dei casi profondamente deficitaria.
Volendo quindi inserirci in modo diverso abbiamo voluto che negli statuti delle società fossero fissati principi e norme che, opportunamente usati e sostenuti, consentano una gestione diversa da quella tradizionale che nei mercati viene svolta.
Non ci illudiamo di certo che le parole, seppur scritte, abbiano il potere dell'immediata concretizzazione dei loro contenuti, ma è vero che il porle serve a non dimenticarle e anche a realizzarle.
Abbiamo deciso di contare nel pacchetto azionario dei centri che saranno definiti di interesse nazionale, perché da questi mercati si ha lo spessore dei flussi, della domanda e dell'offerta, che un evidente impatto hanno su tutto il sistema agro-alimentare piemontese: la produzione, la trasformazione, il commercio e l'esportazione.
E' probabilmente più opportuno legare alla contingenza finanziaria il diverso impatto locale dei mercati di interesse subnazionale, il peso che l'Amministrazione regionale dovrà avere nelle società consortili che costituiscono e gestiscono quei mercati.
Signor Presidente, signori Consiglieri, la Giunta nel presentare questa legge intende sottolineare l'importanza, anche se forse non troppo avvertita, di questa iniziativa che in qualche modo riuscirà a portare in Piemonte parecchie decine di miliardi destinati ad un investimento da molto tempo atteso nella nostra Regione dagli operatori e dai consumatori.



PRESIDENTE

Poiché nessuno chiede la parola possiamo procedere alla votazione dei singoli articoli.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 votanti 34 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 votanti 34 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 votanti 34 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 votanti 34 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - L'Assessore Sartoris presenta il seguente emendamento: il secondo comma dell'art. 4 della legge regionale n. 62 del 1979 è così modificato: "Gli organi.di amministrazione dei consorzi e delle società di cui alla lettera a) sono presieduti da un rappresentante degli enti pubblici; nell'ambito del Consiglio di amministrazione e dell'eventuale Comitato esecutivo, indipendentemente dal capitale versato, deve essere garantita la maggioranza dei componenti ai rappresentanti degli enti pubblici" (è evidente che l'accoglimento dell'emendamento comporta anche un cambiamento nel titolo della legge, che dovrà definirsi "Norme in materia di partecipazione della Regione a società per l'istituzione, l'edificazione e la gestione di mercati agro-alimentari all'ingrosso e modifica della L.R.
n. 62/79)" La parola all'Assessore Sartoris che lo illustra.



SARTORIS Riccardo, Assessore alle fiere e mercati

Vorrei motivare la presentazione dell'emendamento.
Il testo presentato dalla Commissione prevedeva che la presidenza dei Consigli di amministrazione delle società consortili fosse riservata esclusivamente agli enti pubblici territoriali. Verificando la legislazione in atto in materia di società consortili e la giurisprudenza si è riscontrato che verrebbe leso il principio generale secondo il quale chi partecipa a una società ha diritto a pieno titolo di ricoprire la carica di Presidente del Consiglio di amministrazione o quella di amministratore unico. Tenuto conto altresì che la deliberazione CIPE costringe le Regioni le Camere di Commercio e il Comune competente per territorio a costituire il pacchetto maggioritario del consorzio, abbiamo ritenuto di presentare questo emendamento che estende la possibilità di presiedere il Consiglio di amministrazione al rappresentante degli enti pubblici in generale.
Resta però ferma la volontà della Giunta di operare affinché la presidenza del Consiglio di amministrazione delle società sia di fatto riservata agli enti locali territoriali, perché si ritiene che la partecipazione della Regione a società consortili di questo tipo si debba estrinsecare soprattutto nel controllo della programmazione, quindi la Regione si deve preoccupare che sia assicurata la preminenza dell'ente locale territoriale alla presidenza delle società consortili.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

L'impegno assunto dall'Assessore è per noi soddisfacente. Vogliamo sottolineare che gli enti locali territoriali, quando assumono il pacchetto di maggioranza di una società, debbono svolgere nell'ambito della società stessa la massima funzione, quella appunto della presidenza. Voteremo a favore di questo articolo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Vorrei fare un'osservazione che riguarda il Consiglio sull'attribuzione di competenze alle Commissioni.
Abbiamo norme in materia di partecipazione a società per istituzione.
La competenza è della IV Commissione.
In realtà sono tipiche questioni istituzionali. Non intendo ostacolare l'iter della legge, però i problemi relativi alla partecipazione a società non sono piccoli. L'VIII Commissione, sia pure con la fatica che la contraddistingue per ragioni politiche e per scarsa partecipazione, ha questa competenza e cerca di affinare un suo percorso.
Personalmente sono d'accordo sulla soppressione di quell'obbligo e di quel vincolo. Noi siamo per la presidenza agli enti locali anche se non escludo che iniziative del nostro Gruppo, sempre nella finalizzazione di cambiare l'attuale sistema, possano portare a ragionamenti molto diversi.
Ma questo lo vedremo.
Qui mi limito a dire che la legge mi pare corretta, però chiedo alla Presidenza del Consiglio che, in occasione di altre leggi di settore inerenti la partecipazione a società, richieda il parere dell'VIII Commissione.



PRESIDENTE

D'accordo, faccio tesoro di questa nota.
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 35 voti favorevoli, 1 contrario e 1 astensione (non ha partecipazione alla votazione 1 Consigliere).
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 5 cosa emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 votanti 34 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 5 è approvato.
Si proceda alla votazione dell'intero testo della legge per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 votanti 41 hanno risposto SI 38 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 2 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame proposta di deliberazione n. 422: "L.R. 55/84 - Impiego temporaneo e straordinario di lavoratori disoccupati in cantieri di lavoro di Enti locali. Deliberazione quadro ai sensi dell'art. 4"


PRESIDENTE

Il punto 10) all'o.d.g. prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 422.
La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

La deliberazione quadro, in attuazione della legge 55 per l'impiego temporaneo e straordinario di lavoratori disoccupati in cantieri di lavoro di Enti locali, che è stata presentata dalla Giunta, suscita in noi alcune riserve.
La prima: manca un bilancio, sia pure sommario, dell'esperienza dei cantieri di lavoro per l'anno 1986. Sarebbe stato opportuno fornirla. Mi pare che dobbiamo imparare dalle esperienze che compiamo per modificare correggere, perfezionare i nostri interventi in una materia così delicata come quella del lavoro. Sappiamo che stanno crescendo le iniziative di cantieri di lavoro e le risorse destinate sono di circa 3 miliardi di lire certamente insufficienti rispetto a questa crescita di esperienze di cantieri di lavoro.
E' riconosciuta questa esigenza anche da parte dell'Assessore, ma fino a questo momento non è stata soddisfatta. Bisognerebbe poter disporre di almeno un miliardo di lire in più. Tra l'altro, nel programma pluriennale di attività e di spesa per gli anni dall'87 al '90 la previsione di spesa è di 4 miliardi di lire.
In assenza di precise garanzie sull'impiego di almeno 4 miliardi di lire, il nostro voto sarà di astensione.
Vogliamo sottolineare anche l'esigenza di un maggiore coordinamento dei vari strumenti regionali che operano nel campo del lavoro e dell'occupazione onde evitare una dispersione di risorse.
Frequentemente abbiamo detto che è necessario coordinare di più e meglio le attività di formazione professionale, le attività dell'Osservatorio sul mercato del lavoro, le cosiddette attività socialmente utili destinate ai lavoratori cassintegrati, le attività dei cantieri di lavoro per disoccupati, le attività nel campo del lavoro autogestito e cooperativo. Tra l'altro un coordinamento puntuale potrà essere fatto dall'Agenzia regionale per l'impiego. Ma appunto l'Agenzia regionale per l'impiego non nasce dal nulla, richiede una fase di sperimentazione. C'è una legge approvata dal Parlamento la quale per destina scarse risorse alle Agenzie regionali per l'impiego e alla sperimentazione di questi nuovi strumenti di intervento sul mercato del lavoro.
Le attività assistite sono cosa lodevole, ma in qualche misura devono essere propedeutiche ad iniziative meno assistite o per nulla assistite, in sostanza, a iniziative di lavoro autonomo. I disoccupati nella nostra regione sono 202.000 e corriamo il rischio di avere altri 25.000 lavoratori disoccupati; sono coloro che, posti in Cassa integrazione da parecchi anni risultano essere "strutturalmente eccedenti". I periodi di Cassa integrazione per questi lavoratori stanno per scadere e il rischio serio che corriamo - come dicevo - è di avere altri 25.000 disoccupati.
Il Consiglio regionale aveva richiesto unanimemente un provvedimento ponte tra la situazione attuale e quella che verrà a configurarsi, a riforma della Cassa integrazione realizzata. Il Ministro De Michelis incontrando gli amministratori della Regione Piemonte, aveva assunto l'impegno di prorogare le scadenze della Cassa integrazione per tutti i lavoratori ai quali cessa il periodo di integrazione salariale, ma nulla è stato fatto e oggi assistiamo ad una crisi di governo che probabilmente non si risolverà nel giro di poche settimane.
L'emergenza della disoccupazione è tutt'altro che superata e richiede un impegno eccezionale da parte della Regione la quale, pur non avendo grandi competenze, deve fare la sua parte.
Abbiamo presentato un insieme di proposte per un fondo straordinario regionale per l'occupazione e chiediamo alla Giunta un maggior impegno finanziario nel campo dei cantieri di lavoro per lavoratori disoccupati. Se vi sarà un impegno, anche solo politico, noi potremo votare a favore di questa deliberazione quadro, altrimenti il nostro voto sarà di astensione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Fracchia.



FRACCHIA Mario

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, nel dichiarare il voto favorevole su questo importante provvedimento chiedo all'Assessore, come ha fatto il collega Calligaro, una relazione su quanto è avvenuto lo scorso anno.
Inoltre vorrei fare un breve accenno ai termini. Siamo in ritardo anche quest'anno perché oggi con l'approvazione di questa deliberazione scattano i 45 giorni dalla pubblicazione, quindi arriviamo ai primi di aprile; poi ci vorranno 45 giorni di tempo ai Comuni, altri 45 giorni alle Province arriveremo a fine giugno; l'apertura dei cantieri e l'inizio dei lavori si concreteranno all'inizio dell'autunno con grosse difficoltà specie nelle Comunità montane.
Chiedo pertanto all'Assessore di tenere conto di questi suggerimenti al fine di dare la possibilità ai cantieri di svolgere la loro attività nella stagione estiva.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, l'esperienza dei cantieri di lavoro avviati dalla Regione Piemonte da alcuni anni è un fatto che non crea dei posti di lavoro, ma concorre ad allentare le tensioni sulle fasce più deboli del mercato del lavoro.
Questo strumento, dopo un'esperienza di tre anni, merita una breve riflessione. Intanto, sul piano delle risorse economiche messe a disposizione per questo strumento nella politica del lavoro, credo vada fatto uno sforzo per accrescerlo, perché è un intervento che toglie drammaticità e virulenza a fenomeni che finiscono per interferire nell'operatività strutturale delle politiche del mercato del lavoro.
Una riflessione andrebbe fatta sull'utilizzo che fanno i Comuni dei cantieri di lavoro. La maggior parte dei Comuni, con grande genialità e con grande capacità di costruzione di progetti, ha individuato delle strade interessanti. In alcuni casi però le iniziative sono discutibili. Dovremmo far capire che il cantiere per il Comune non è un elemento sostitutivo di altri interventi di imprese artigiane, di cooperative o di altre imprese altrimenti in certe aree con l'utilizzo dei cantieri rischiamo di creare degli scompensi. E' opportuna un'azione di indirizzo, che in una certa misura già svolgono le Province.
Ancora due brevi considerazioni che possono servire all'Assessore per quanto riguarda il pilotaggio di questa esperienza. Occorre intanto cogliere la bella stagione per avviare i cantieri, come diceva il Consigliere Fracchia, cercando di evitare vischiosità che possono far perdere un mese o due; solitamente i cantieri si aprono nei mesi di giugno luglio e agosto perdendo buona parte della primavera.
L'ultima considerazione forse è un po' teorica. Chiedo se non sia il caso di inserire elementi di formazione professionale all'interno dell'esperienza dei cantieri, come elemento che si aggiunge a quel rapporto diretto con il lavoro che il cantiere offre ad un disoccupato spesso marginale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Siamo naturalmente d'accordo su questa deliberazione che riteniamo di un certo rilievo e di notevole importanza. L'esperienza dei cantieri di lavoro è stata molto positiva, come hanno rilevato i colleghi che mi hanno preceduto. Certo non è stata una risposta definitiva alla disoccupazione essa si è però dimostrata contributo importante in una fase difficile del mercato del lavoro, uno stimolo per i Comuni a fare modesti investimenti con risorse proprie utilizzando le facilitazioni previste dalla legge regionale. Ritengo che la deliberazione possa e debba avere il nostro sostegno.
Voglio sottolineare l'aspetto finanziario. Sono state chieste dall'opposizione maggiori risorse. Noi saremmo ben lieti se questo fosse possibile, ma ci sono delle difficoltà di bilancio, per cui l'ipotesi di un ampliamento potrebbe avvenire in una fase successiva.
In proposito, voglio ricordare che quando per la prima volta la legge sui cantieri venne in Commissione, presentata dall'allora Assessore Tapparo, non v'erano risorse disponibili in bilancio e si pensava addirittura di passare la legge come semplice recepimento della legislazione nazionale senza interventi finanziari regionali. Ci attivammo tutti, noi che eravamo all'opposizione per :primi e poi le forze di maggioranza, per avviare un intervento regionale, piccolo ma importante quale stimolo significativo per i Comuni.
La disponibilità nostra a porre delle risorse su questa legge è totale ma ci sono delle necessità di riequilibrio di bilancio in varie voci, per cui quanto gli Assessori hanno stanziato costituisce il massimo che è stato possibile fare.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Genovese.



GENOVESE Piero, Assessore al lavoro

Molto brevemente cercherò di rispondere alle osservazioni che sono state fatte dicendo innanzitutto ai colleghi Calligaro e Tapparo che, a mio avviso, le loro osservazioni sono giuste. Dall'esperienza di applicazione della legge 55/84 dobbiamo cercare di trarre alcune considerazioni e fare delle valutazioni. Certamente verrà portato in Commissione il bilancio sull'applicazione della legge dalla sua entrata in vigore alla fine del 1986 e in quella sede valuteremo l'opportunità, ora proposta, di un migliore coordinamento con altre iniziative che la Regione ha avviato o intende avviare per sostenere il mercato del lavoro nei confronti di fasce particolari di lavoratori che hanno maggiori difficoltà a trovare un'occupazione stabile. Cercheremo di valutare anche il suggerimento del collega Tapparo, di addivenire, sia pure nel rispetto della delega che è stata data alle Amministrazioni provinciali, all'indicazione di un quadro di riferimento, per superare una fase sperimentale lasciata alla fantasia e all'iniziativa delle Amministrazioni comunali per dare alcuni indirizzi utili alla definizione e all'avvio di attività di cantiere che non risultino meramente sostitutive di campi di intervento tradizionali delle Amministrazioni stesse.
Al collega Fracchia e agli altri colleghi che hanno sollevato il problema relativo ai tempi, dico che questo è collegato al problema "finanziamento". Ai colleghi non sarà sfuggito che ancora una volta si deve portare la deliberazione di riparto al Consiglio regionale facendo riferimento solo a un riparto percentuale rispetto al capitolo di bilancio che provvederà lo stanziamento per il bilancio 1987.
Perché i tempi sono slittati? Perché non si può andare a un confronto preliminare con le Amministrazioni provinciali, nel momento in cui questa forma di intervento ha conosciuto una buona adesione da parte degli Enti locali e c'è un'aspettativa di espansione dell'intervento, senza poter dire nulla circa gli stanziamenti che possono essere previsti per il bilancio dell'anno successivo. Di conseguenza, si è dovuto attendere la previsione di bilancio, perché altrimenti ogni formulazione di riparto diventerebbe difficoltosa all'interno della consultazione che deve essere fatta con le Amministrazioni provinciali. Infine, si deve dire che anche per il 1987 sulla base della proposta di bilancio che è stata presentata dalla Giunta al Consiglio, siamo fermi alle cifre del 1986.
Devo dire al mio Capogruppo, il collega Brizio, che la cifra non è quella indicata dall'Assessore, ma è quella compatibile con la situazione di bilancio che è risultata nelle discussioni di Giunta. Secondo me è del tutto insufficiente. Devo dire con tutta schiettezza - e l' ho già detto in Giunta - che se si afferma sovente che il problema del lavoro e dell'occupazione è "problema centrale" di cui si deve tenere conto nelle scelte politiche della Regione, non è certo con 3 miliardi, per un'iniziativa che sta ottenendo consensi e rappresenta la possibilità di dare un sollievo temporaneo alle situazioni più gravi ed emergenti di disoccupazione, che si afferma la centralità del lavoro. Devo dire quindi che questa non è una scelta dell'Assessore; mi auguro che la Commissione e il Consiglio, se ritengono che la materia del lavoro sia materia centrale valutino anche criticamente le proposte che la Giunta ha approvato.
Questo limite finanziario, unitamente ai tempi, è una condizione insostenibile e rende difficile una politica del lavoro, aggiungendosi ai limiti di competenza e ai limiti strutturali della nostra Regione nel settore lavoro e occupazione, che dispone di un unico funzionario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro per dichiarazione di voto.



CALLIGARO Germano

Apprezzo moltissimo la dichiarazione dell'Assessore Genovese. Tra l'altro, l'Assessore prende atto che la domanda di fare esperienze di cantiere di lavoro cresce, si sviluppa, e che le risorse destinate sono del tutto inadeguate, certamente insufficienti.
Voi capite che non possiamo votare a favore di una deliberazione come questa che destina le stesse risorse dello scorso anno all'esperienza dei cantieri di lavoro. Noi abbiamo chiesto, con la proposta di un fondo straordinario regionale per l'occupazione, uno sforzo eccezionale sui problemi del lavoro. Non possiamo che constatare la disponibilità verbale dell'Assessore e la scarsa disponibilità della Giunta nel suo insieme.
Per questo motivo il nostro voto sarà di astensione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Il mio voto sulla proposta di deliberazione presentata dall'Assessore sarà di astensione, in quanto, come è stato già rilevato, siamo di fronte ad un intervento assolutamente inadeguato alla dimensione sociale dell'emergenza.
Penso che debba essere apprezzata in questa sede la consueta franchezza ed onesta intellettuale, nonché lealtà politica, dell'Assessore Genovese il quale ha messo chiaramente le carte sul tavolo. Proprio per questo ritengo che sia molto grave l'atteggiamento complessivo della Giunta su questa materia. Essa non fronteggia la situazione sociale, spendendo adeguatamente sia in termini di risorse economiche che di attenzione legislativa. Quello che ci prospetta concretamente è acqua fresca rispetto alle piaghe profondissime della realtà sociale della nostra Regione.
Se non posso che apprezzare quel poco che l'Assessore Genovese si sforza di fare, debbo tuttavia giudicarlo assolutamente al di sotto di quelle che sono le necessità e le possibilità che questa Regione ha di intervenire su questa materia. Perciò, come ho già detto all'inizio, mi astengo sul provvedimento proposto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Il Gruppo socialista voterà a favore per due buone ragioni: la prima l'ha già illustrata l'Assessore dicendo che sono state colte delle indicazioni che in prospettiva potrebbero rendere più efficace lo strumento dei cantieri di lavoro, e ci trova pienamente d'accordo.
La seconda buona ragione è la dichiarazione finale dell'Assessore che ha riportato in quest'aula la centralità del tema del lavoro e dell'occupazione, tema che dovremo recuperare di più e meglio e che certamente nel dibattito sul Piano regionale di sviluppo dovrà essere valutato.
Mi è sembrato molto opportuno questa sorta di appello dell'Assessore perché, al di là delle parole, l'attenzione sui problemi del lavoro questo Consiglio la può misurare solo in proporzione alle risorse che vi vengono destinate.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Ribadisco il voto favorevole del nostro Gruppo per le ragioni già indicate e certamente anche la disponibilità, in sede di approvazione di bilancio, a verificare con la Giunta possibilità concrete di intervenire finanziariamente in modo più consistente nel settore del lavoro.
Devo però anche ricordare, l' ho già detto nel mio intervento, che il nostro Gruppo è stato il primo che ha chiesto un esplicito intervento regionale su questa legge, perché la proposta iniziale, per difficoltà che allora v'erano di bilancio, era una proposta senza finanziamento da parte della Regione. Quindi, siccome abbiamo proposto per primi questa via, non siamo certo insensibili...



CALLIGARO Germano

Senza una lira.



BRIZIO Gian Paolo

No. Caro Calligaro, tu non eri in allora in Consiglio. La legge sui cantieri è stata presentata per la prima volta senza finanziamento regionale; siamo stati noi, e Tapparo lo sa, a proporre una modifica della proposta di legge nel senso che ci fosse un finanziamento regionale. Siamo stati i primi a fare questa proposta, lo ribadiamo, a conferma della sensibilità del nostro Gruppo in proposito, sensibilità che c'è anche oggi.
Sappiamo che lo stanziamento disponibile è insufficiente; peraltro l'insufficienza oggettiva si scontra con un complesso di spese che devono essere articolate. Ribadisco la nostra disponibilità, in sede di esame del bilancio, a verificare la possibilità di ulteriori interventi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Santoni.



SANTONI Fernando

Siamo convinti che questo provvedimento, pur con le difficoltà e con i limiti che sono emersi dal dibattito, sia sostanzialmente positivo. Noi lo apprezziamo e manifesteremo questo nostro apprezzamento con il voto favorevole.
Visto che si parla di bilancio, aggiungo che il nostro Gruppo è d'accordo nel dire che l'impegno non è quello che tutti avremmo voluto. Se non vogliamo fare soltanto delle esercitazioni verbali, quando si sostiene la necessità di aumentare gli stanziamenti in un settore, sarebbe opportuno dire da quali altri settori gli stanziamenti devono essere tratti. E' certamente molto gratificante il dire che in un certo settore, che apprezziamo e che riteniamo prioritario come questo, debbano essere recepite risorse maggiori, forse è meno gratificante e più difficile dire da dove queste risorse devono essere tratte.
Sono convinto che la Giunta avrà la capacità e la volontà di discutere al proprio interno questo problema e di indicare con chiarezza le priorità e le non priorità.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Sestero. Poiché per il Gruppo comunista è già intervenuto il Consigliere Calligaro con una dichiarazione di voto, il Consigliere Sestero può intervenire solo se si differenzia dal voto del Gruppo stesso.



SESTERO Maria Grazia

Mi dissocio dall'espressione di voto. Voterò contro proprio in riferimento al problema posto adesso dal Consigliere Santoni.
Visto che l'entità della cifra è molto limitata e che forse il raddoppio consentirebbe qualche risposta più significativa, vorrei dare un suggerimento. Visto che la formazione professionale, come dimostra una ricerca condotta dalla Regione, è in gran parte improduttiva sul versante del mercato del lavoro, suggerirei di ricavare 3 miliardi da aggiungere a quelli che sono già stati stanziati.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, passiamo alla votazione della deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 25 voti favorevoli, l contrario e 9 astenuti (il risultato della votazione è valido ai sensi dell'art. 50 del Regolamento consiliare in quanto i Consiglieri in congedo, entro il limite massimo di un quinto dei componenti del Consiglio, non vengono computati per fissare il numero legale).


Argomento: Problemi energetici - Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Esame ordine del giorno relativo alla realizzazione di un elettrodotto di 380 kw da Leinì a Piossasco


PRESIDENTE

Passiamo al punto 14) all'o.d.g. che prevede l'esame dell'ordine del giorno relativo alla realizzazione di un elettrodotto di 380 kw da Leinì a Piossasco presentato dai Consiglieri Adduci e Ala.
La parola al Consigliere Adduci per l'illustrazione di tale ordine del giorno.



ADDUCI Donato

Volevo richiamare l'attenzione del Consiglio regionale su questa vicenda, che peraltro è già stata trattata qualche settimana fa.
Stiamo affrontando il problema dell'elettrodotto Leinì - Piossasco, la cui opera è stata definita urgente ed indifferibile da almeno una decina di anni. Le caratteristiche dell'urgenza e dell'indifferibilità sono recate anche nel decreto del Ministero dei Lavori Pubblici che questa opera autorizza. Se l'opera venisse eseguita, tutto il territorio della Valle di Susa ne risulterebbe devastato. Saranno posti dei tralicci alti una settantina di metri che passano nelle vicinanze dell'Abbazia di S. Antonio di Ranverso, che è millenaria, si distruggeranno boschi, depositi morenici ed altri aspetti di rilevante caratteristica ambientale.
Voglio anche ricordare che la spesa prevista è di ben 23 miliardi quindi un costo enorme; ma il dato più singolare e più significativo che occorre richiamare è la singolare e stupefacente affermazione fatta dai dirigenti stessi dell'ENEL che, in data 17 dicembre, hanno definito l'opera addirittura non indispensabile.
Numerosi Sindaci di Comuni interessati sono giustamente preoccupati della realizzazione di un'opera la cui utilità è ormai in discussione e sono preoccupati sia per esigenze di natura ambientale ma anche, e soprattutto, per l'impatto sanitario che l'opera produrrebbe sugli abitanti. In un'affollatissima assemblea di Sindaci, tenutasi il 22 novembre 1986, è emersa con evidenza l'esigenza di sospendere ogni determinazione in merito e la necessità di rivedere il progetto che fu presentato dall'ENEL.
Nel nostro ordine del giorno auspichiamo che i 1 Consiglio regionale inviti l'ENEL a sospendere ogni determinazione in merito all'esecuzione dell'elettrodotto Leinì - Piossasco fino a quando i Comuni interessati non avranno espresso con apposito atto deliberativo un parere in merito.
Dobbiamo anche dare atto all'Assessore Vetrino che nella sua risposta al Consigliere Pezzana ha fatto presente che, a seguito dell'entrata in vigore della legge Galasso, la Regione ritiene che alcuni tratti di questa linea interessino territori che ricadono nelle categorie sottoposte a tutela dall'art. 1 della legge stessa. All'intervento, che la Regione certamente compirà, chiediamo che sia unito l'invito all'ENEL di sospendere ogni determinazione affinché i Comuni, a ragion veduta e tenendo conto della sensibilità ambientale sempre crescente e sempre più emergente, si esprimano con deliberazioni in merito.



PRESIDENTE

Ci è pervenuta, firmata dai Consiglieri Rossa, Brizio, Ferrara e Marchini una proposta di emendamento integrativo a questo ordine del giorno.
All'ultimo comma si deve leggere "Invita l'ENEL ad un'attenta valutazione delle argomentazioni svolte dai Comuni interessati ed all'individuazione di interventi che consentano di ridurre gli inconvenienti e minimizzare gli impatti sul piano ambientale individuati e puntualmente evidenziati dalla Regione all'ENEL a partire dal 1983".
Ha chiesto di parlare il Consigliere Ala. Ne ha facoltà.



ALA Nemesio

Signor Presidente, la nuova formulazione ha toni più sfumati di quelli proposti da me e dal collega Adduci, ha però un aspetto positivo per cui può essere accettata anche se con qualche piccolo e marginale dispiacere.
Mette in luce una continuità della Regione, alla quale noi personalmente teniamo, il fatto che questo intervento dell'ENEL ha sempre avuto notevoli contrarietà.
Si fa riferimento al 1983. Personalmente condividevo le obiezioni dell'allora Assessore. Sono contento che queste obiezioni continuino ad essere sostenute e mi auguro vengano sostenute con maggiore incisività anche collegandosi al voto di questa assemblea che spero unanime.
Con un certo qual realismo possiamo considerare importante un pronunciamento unanime dell'assemblea piuttosto che discutere sulle parole e sulle formulazioni. Mi auguro che la Regione sappia far valere appieno i suoi margini di manovra anche se purtroppo sono limitati.



PRESIDENTE

Possiamo considerare integrato in questo modo il testo dell'ordine del giorno che recita: "Il Consiglio regionale preso atto del fatto che l'ENEL intende dare inizio ai lavori relativi alla realizzazione di un elettrodotto di 380 Kw da Leinì a Piossasco evidenziato il fatto che, nell'intento di ottenere chiarimenti sulla reale portata del progetto, i Sindaci di Rosta, Casellette, Buttigliera Alta, Valdellatorre e Givoletto hanno indetto un incontro - dibattito in data 22 novembre 1986 richiamato il fatto che gli amministratori intervenuti hanno evidenziato, con diverse motivazioni e partendo da punti di vista diversi, la necessità di procedere ad un'ulteriore valutazione della reale utilità dell'elettrodotto stesso anche in relazione al fatto che la sua eventuale realizzazione può produrre un rilevante impatto sanitario ed ambientale invita l'ENEL ad una attenta valutazione delle argomentazioni svolte dai Comuni interessati ed all'individuazione di interventi che consentano di ridurre gli inconvenienti e minimizzare gli impatti sul piano ambientale individuati e puntualmente evidenziati dalla Regione all'ENEL a partire dal 1983".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 39 Consiglieri presenti.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame ordine del giorno relativo alla vendita degli alloggi ex Gescal della zona E 2 Falchera di Torino


PRESIDENTE

E' stato presentato un ordine del giorno firmato dai Consiglieri Adduci, Bontempi, Dameri, Ala, Tapparo, Marchini, Brizio, Mignone, Pezzana Majorino, Fracchia e Genovese in ordine al problema degli alloggi ex Gescal della zona E 2 Falchera di Torino, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale esaminata la vicenda relativa agli alloggi ex Gescal della zona E 2 Falchera di Torino rilevato il fatto che, fin dal 1976, numerosi assegnatari degli alloggi chiesero allo IACP di Torino, Ente gestore del patrimonio Gescal, di acquisire la proprietà degli alloggi avuti in locazione, ai sensi della legge n.
60/1963 preso atto del fatto che, nonostante tutte le iniziative assunte dagli inquilini nell'ambito della legislazione esistente, a tutt'oggi essi non vedono accolte dall'Ente gestore le loro istanze vista la deliberazione del Consiglio di amministrazione dello IACP della Provincia di Torino, con la quale si approvano i "criteri generali di applicazione dell'art. 29 della legge 8/8/1977 n. 513 ed in particolare la definizione della percentuale del patrimonio cedibile...
evidenziato il fatto che gli alloggi siti in complessi edilizi in cui vi è una notevole propensione all'acquisto, come nel nostro caso, rientrano tra i criteri prioritari ai fini del trasferimento di proprietà dato atto che gli alloggi di cui al complesso edilizio Falchera E 2 rientrano nel limite del 15% del patrimonio IACP invita la Giunta regionale ad assumere tutte le iniziative dirette ad autorizzare il trasferimento in proprietà agli assegnatari del patrimonio edilizio sopra richiamato".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 32 voti favorevoli e 1 astensione.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Esame ordine del giorno relativo al caso della piccola Valentina, figlia di terroristi in carcere.


PRESIDENTE

Esaminiamo infine l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Staglianò relativo al caso della piccola Valentina, figlia di terroristi in carcere.
La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Noi partecipiamo al voto, non senza fare una riflessione perché di casi particolari chissà quanti ce ne sono.
Tenuto conto che tra l'altro non ci siamo ancora espressi sull'iscrizione del documento all'o.d.g., e atteso che c'è una eccezione di forma ma anche di sostanza, chiederei di rinviare la votazione alla prossima seduta per far si che il documento abbia il carattere di generalità che deve avere.



PRESIDENTE

Il Consigliere Santoni, insieme con il proponente, ha elaborato la seguente integrazione: "...di voler considerare con particolare attenzione i casi quali quello richiamato in premessa per consentire un più intenso rapporto fra genitori detenuti e figli, attraverso occasioni di contatto e colloquio le più frequenti possibili, per far vivere ai minori un rapporto non traumatico in relazione alla condizione dei genitori".
Con questa integrazione pongo in votazione l'ordine del giorno proposto, firmato dal Consigliere Staglianò e controfirmato dai Consiglieri Moretti, Santoni, Cerchio ed altri, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale venuto a conoscenza del caso, fra i tanti, della piccola Valentina di tre anni, figlia di Sonia Benedetti e Marco Fagiano, entrambi in carcere presso 'Le Nuove' di Torino nata in carcere ed ivi vissuta con la madre con periodiche visite del padre recluso nel braccio maschile, ed ora affidata ai nonni vista la legge per la quale una detenuta può tenere seco il proprio figlio fino all'età di tre anni considerata la necessità di garantire comunque ai bambini un rapporto con i propri genitori chiede al Ministero di Grazia e Giustizia di voler considerare con particolare attenzione i casi quali quello richiamato in premessa per consentire un più intenso rapporto tra genitori detenuti e figli, attraverso occasioni di contatto e colloquio le più frequenti possibili, per far vivere ai minori un rapporto non traumatico in relazione alla condizione dei genitori.
Incarica il suo Presidente di trasmettere il presente ordine del giorno al Ministero di Grazia e Giustizia e al Direttore del carcere".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

Le interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegate al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18,20)



(La seduta ha termine alle ore 18,20)



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