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Dettaglio seduta n.72 del 29/01/87 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


VIGLIONE ALDO


Argomento: Problemi energetici - Protezione civile

Interrogazioni n. 461 e 473 del Consigliere Ala inerenti l'applicazione della legge 32/82


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo le interrogazioni nn. 461 e 473 presentate dal Consigliere Ala.
Risponde l'Assessore Maccari.
MACCARI, Assessore alla tutela dell'ambiente Con riferimento alle interrogazioni di cui all'oggetto, assunte con qualche difficoltà le informazioni relative al caso (difficoltà dovute al fatto che il territorio su cui insiste il Monte Giarolo, dove si sono svolte le vicende oggetto delle interrogazioni, appartiene ai Comuni di Fabbrica Curone, Montacuto e Albera Ligure) si comunica quanto segue.
Anche durante l'edizione del 3 agosto 1986 la festa del Monte Giarolo molto popolare nella zona, pare abbia avuto il solito vivace e numeroso concorso di persone e naturalmente in quella circostanza il rispetto per l'ambiente non è stato troppo puntiglioso. La Forestale, per esempio, ha fatto sapere di non essere intervenuta per timore di turbativa all'ordine pubblico.
E' opportuno in proposito far rilevare che la L.R. n. 32/82 sulla tutela dell'ambiente è, come viene detto nell'opuscolo edito dal Consiglio regionale, una sorta di codice di comportamento che contiene i principi ispiratori generali per la tutela ambientale e si affida per la sua applicazione concreta a Comuni, Province e Comunità montane che - non dimentichiamolo - sono gli interlocutori più diretti dei fruitori dell'ambiente naturale ed hanno pertanto il maggior interesse a che questa fruizione sia la più corretta possibile. Talvolta la vigilanza degli Enti locali, per il rispetto delle norme sulla conservazione del patrimonio naturale, può non essere sempre attentissima soprattutto quando interferisce con manifestazioni di antica tradizione che fanno parte del costume locale.
In merito al giudizio del WWF di Alessandria e dell'interrogante su una costante carenza o mancanza di vigilanza in ordine e violazione in zona all'art. 11 della L.R. 32/82 si ricorda che, in base all'art. 36 di detta legge, la vigilanza sull'osservazione della presente legge e l'accertamento delle violazioni relative sono affidati al personale del Corpo Forestale alle guardie di caccia e pesca, agli agenti di polizia locale urbana e rurale ed alle guardie ecologiche volontarie.
Sono inoltre i Comuni, le Province e le Comunità Montane che dispongono, anche su segnalazione e denuncia di Enti, Associazioni o di singoli cittadini, immediati sopralluoghi e verifiche per pervenire all'accertamento di eventuali trasgressioni passibili di sanzione.
Non essendo previsto dalla legge alcun intervento diretto da parte della Regione onde sostituirsi ad eventuali inerzie od omissioni degli Enti locali, le iniziative regionali possono essere solo di carattere generale.
Al riguardo l'Amministrazione intende predisporre per il 1987, anno dedicato all'ambiente, una particolare campagna di informazione con ogni utile forma di documentazione promuovendo fra l'altro una maggiore conoscenza tra gli Enti locali della L.R. n. 32/82 e richiamando nuovamente gli enti obbligati ad una più puntigliosa osservanza della legge stessa.
Gli stessi problemi si riscontrano con riferimento ai percorsi fuoristrada di cui all'interrogazione n. 461.
Bisogna tenere presente che proprio la L.R. 32/82 concede ai Comuni la possibilità di individuare, senza particolari limiti, percorsi per mezzi fuoristrada. Ciò può provocare problemi.
Si concorda perciò con l'interrogante che è opportuna una verifica anche a campione, sull'impatto ambientale dell'attività fuoristrada per un'eventuale diversa disciplina della materia.
Con riferimento al caso segnalato di Sauze d'Oulx, il Sindaco interessato a fornire una risposta all'interrogazione di cui all'oggetto ha fatto sapere di non ritenere che il complesso delle iniziative turistico sportive attivate dal Comune sia dannoso all'ambiente circostante. E' opportuno in proposito tenere presente che Sauze d'Oulx è un comprensorio montano ad esclusiva vocazione turistica. Il turismo dà lavoro e occupazione ed è pertanto interesse degli amministratori che la gestione delle attività sia la più oculata possibile. Del resto - fa sapere il Sindaco - alla montagna e al bosco prestano la loro vigilanza il Corpo Forestale dello Stato, i Carabinieri, i guardiacaccia, il Consorzio forestale Alta Valle di Susa, le guardie ecologiche volontarie ed ogni trasgressione viene severamente punita: egli ritiene quindi che ogni iniziativa avvenga nel rispetto delle leggi dello Stato e della Regione.
Nel caso specifico delle competizioni trial il Comune di Sauze d'Oulx informa che, per garantirne un'organica disciplina, intende gestire le richieste dell'utenza ispirandosi in futuro ad un particolare progetto che dovrà essere confrontato con le disponibilità di bilancio, sottoponendo detto progetto alle autorità regionali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.
ALA Cercherò brevemente di replicare alla risposta data dall'Assessore alle due interrogazioni da me presentate partendo da quella relativa al Monte Giarolo e all'attività fuoristrada nell'Alto Alessandrino, ai confini con la Liguria.
Apprendere che la Guardia forestale non è intervenuta per motivi di ordine pubblico non è una risposta condivisibile e sostenibile. Non si pu affermare che essendo troppe le persone che si dedicano a quell'attività non sia possibile intervenire! Appare anche strano affermare che la festa di Monte Giarolo sia un'antica tradizione che fa parte del costume locale ed è quindi lecito inserirvi la pratica fuoristrada. Non mi pare che nessuna tradizione folcloristica abbia mai compreso il fuoristrada.
Affermare che la sorveglianza non può sempre prestare la massima attenzione non mi pare possa ritenersi una descrizione adeguata di quanto accade in provincia di Alessandria dove - l'abbiamo più volte dichiarato sono gli stessi Assessori provinciali all'ambiente a violare la legge n.
32. Esiste un'incentivazione alla violazione della legge che parte dagli stessi organi preposti alla vigilanza.
Quello che più mi colpisce è la scarsa volontà della Regione nel far rispettare tale legge. D'accordo che è prevista una delega agli Enti locali, ma occorre intervenire se siamo in presenza di una situazione in cui la legge è vanificata dall'inerzia degli organi di controllo. Ci troviamo ormai in presenza di una "normale" situazione di violazione della legge. Alla Regione compete l'obbligo di garantire l'osservanza delle leggi e in generale la garanzia dell'osservanza del rispetto dell'ambiente.
Se la Regione ha legiferato, ritenendo rilevante il controllo di questa attività, non può poi allargare le braccia declinando le proprie responsabilità e dire: se i Comuni e le Comunità montane non sono abbastanza sensibili, pazienza! Riguardo all'interrogazione successiva, che invero è precedente in termini temporali, la risposta non può essere considerata completa. Mi rivolgevo anche all'Assessorato alla pianificazione territoriale e all'Assessorato al turismo proprio perché avevo una visione più complessiva del problema, non soltanto attinente alla legge n. 32, ma anche alla legge Galasso. Alcune parti dell'interrogazione non hanno pertanto ottenuto risposta.
Tengo conto che si ritiene opportuna una verifica dell'impatto campione di queste attività sportive che avvengono in montagna, ivi compresa l'attività sciistica. Ma non mi pare corretto che un Assessorato scriva una lettera ad un Sindaco e accetti le posizioni contenute nella risposta del Sindaco stesso come esaustive e sufficienti; come se non si trattasse di una risposta per la quale sono necessari ulteriori controlli e verifiche.
E' ovvio che il Sindaco di Sauze d'Oulx affermi che il complesso delle iniziative turistiche non reca alcun danno all'ambiente. Consideriamolo però parte in causa e non uno spettatore neutrale, visto che è lui a concedere le autorizzazioni e a permettere "in primis" che tali iniziative si realizzino.
Tra l'altro, in un passaggio delle comunicazioni del Sindaco, si sostiene che Sauze d'Oulx è un comprensorio, un Comune ad esclusiva vocazione turistica. Cosa vuol dire questa affermazione: che il problema dell'ambiente non si pone più davanti a simili vocazioni? Evidentemente il turismo in alta montagna (a leggere e ad interpretare psicologicamente quanto ha detto il Sindaco) se lo si vuole fare, lo si può fare distruggendo l'ambiente. Quindi nessuna preoccupazione, né della Galasso n dei vincoli di vario tipo! Ritengo non accettabile trasmettere il parere del Sindaco come risposta alla mia interrogazione. Richiedevo una valutazione della Regione che andasse ben al di là e al di sopra del parere di una parte in causa.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 489 del Consigliere Staglianò inerente la presenza di Cesio 134 e 137 nel latte in polvere


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 489 presentata dal Consigliere Staglianò.
Risponde l'Assessore Olivieri.
OLIVIERI, Assessore alla sanità L'Assessorato regionale alla sanità ha predisposto un programma di controllo per l'eventuale presenza di sostanze radioattive nel latte in polvere. I prelievi vengono effettuati presso l'Ospedale infantile Regina Margherita in considerazione dell'ampia gamma di prodotti disposti.
Attualmente sono in corso contatti con il Ministero della Sanità per un controllo dell'immissione sul mercato delle eccedenze. Si assicura che da parte dell'Assessorato alla sanità sono stati avviati gli opportuni contatti con il Ministero stesso per un controllo programmato a livello nazionale del prodotto di cui si parla. I dati, che trasmetterò al Consigliere Staglianò, segnalano sì la presenza del cesio, ma in quantità assolutamente nei limiti della norma.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.
STAGLIANO' Nonostante il ritardo, voglio ringraziare ugualmente l'Assessore perch la sua risposta è in lista d'attesa da molto tempo.
OLIVIERI, Assessore alla sanità La risposta è pronta almeno da quattro mesi.
STAGLIANO' Infatti, essendo trascorsi già quattro mesi, forse sarebbe stato opportuno essere più precisi. Lei, invece, è stato assolutamente lapidario: si predisporranno disposizioni. Se nemmeno altri quattro mesi sono serviti ad attuare le disposizioni, mi domando quanto di questo maledetto cesio e di tutti gli altri radionuclidi dovremo ancora sorbirci.
OLIVIERI, Assessore alla sanità Non è per interromperti, ma il Piemonte è l'unica Regione che sta elaborando una mappa del dopo Chernobyl. Appena sarà pronta in termini estensivi ed analitici verrà messa a disposizione di tutti i Consiglieri.
Questo provvedimento darà anche la possibilità di svolgere un lavoro di previsione estremamente completo.
STAGLIANO' Prendo atto e mi compiaccio per questa iniziativa, Assessore. Devo per rilevare che il ritardo con cui si procede non sta consentendo di evitare quanto hanno registrato numerosi (quasi tutti) organi di informazione del nostro Paese, e cioè che l'esportazione di quel latte poco raccomandabile per i nostri bambini diventa raccomandabilissimo per i bambini del Terzo Mondo. In questo senso non posso che auspicare che da parte delle autorità di Governo - centrali e periferiche - ci sia il più severo controllo, che finora non è avvenuto. Infatti sono state centinaia di migliaia le tonnellate di latte in polvere esportate in Africa, come abbiamo potuto leggere ancora poche settimane fa sui giornali.
OLIVIERI, Assessore alla sanità Non ho nessuna caratura in ditte di esportazione. Credo sia proprio al di là delle nostre possibilità di intervento.
STAGLIANO' Assessore, mi riferivo al potere di controllo e non alla commercializzazione, in particolare al potere di controllo sulla qualità visto che anche nella nostra Regione esistono industrie che trasformano il latte immagazzinato in latte in polvere. Aspetto di conoscere i dati in suo possesso trattandosi di un'analisi più sistematica che non solo il sottoscritto ma ognuno di noi desidera conoscere.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Interrogazione n. 375 dei Consiglieri Adduci, Bresso e Sestero inerente i radionuclidi presenti nei volatili migratori a seguito dell'incidente di Chernobyl


PRESIDENTE

L'Assessore Olivieri risponde all'interrogazione n. 375 presentata dai Consiglieri Adduci, Bresso e Sestero.
OLIVIERI, Assessore alla sanità L'Assessorato alla sanità sin dall'inizio di maggio ha dato disposizioni a tutte le UU.SS.SS.LL. della Regione affinché i competenti servizi provvedessero a campionare tutte le matrici alimentari (carni ortaggi, cereali, ecc.), l'aria, il terreno, l'erba e così via, al fine di tenere sotto controllo i livelli di contaminazione da radionuclidi derivanti dall'incidente alla centrale nucleare di Chernobyl.
Le UU.SS.SS.LL. sono state invitate a campionare tutta la carne destinata all'alimentazione umana, ovvero carne di mucca, pollo, coniglio capriolo, cinghiale e cervo, cioè la selvaggina definita stanziale.
A tutt'oggi le UU.SS.SS.LL. non hanno potuto effettuare alcun campionamento di selvaggina migratoria in .quanto esistono difficoltà per recuperare tali campioni. Considerato ciò, l'Assessorato ha incaricato il Servizio caccia e pesca della Provincia di Torino ad eseguire tali prelievi. Non appena in possesso dei dati relativi sarà cura del sottoscritto comunicare i valori agli interessati. Si ricorda comunque che l'alimentazione base di questa popolazione vede l'uso della selvaggina in percentuale irrisoria rispetto alle matrici alimentari di più comune consumo.
In qualità di cacciatore, ho ucciso alcuni di questi animali e li ho mangiati senza problemi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Adduci.
ADDUCI Tanti auguri, Assessore, di buona digestione. Non mi interessa molto la sua attività venatoria, digerisca bene i radionuclidi.
Direi però che la questione si pone in modo diverso e più complesso.
La risposta dell'Assessore evidenzia una difficoltà oggettiva che dovrebbe quanto meno far riflettere chi poi si prodiga in comunicati quale quello apparso oggi su "La Stampa" in cui tutta la discussione sul nucleare avvenuta giovedì scorso viene completamente stravolta; in quell'articolo ogni dissenso della maggioranza, ogni incapacità oggettiva, della Giunta e delle forze politiche che la compongono, viene trasformata in un cosiddetto "contributo dialettico". L'incapacità di decisione viene definita "contributo dialettico"' Siamo in un'epoca in cui l'inquinamento mentale si aggiunge a quello ambientale.
Il problema che abbiamo inteso porre con la nostra interrogazione è rilevante, specialmente dopo la risposta dell'Assessore che evidenzia l'incapacità di assumere decisioni o comunque di intervenire efficacemente quando si verificano incidenti nucleari come quello di Chernobyl o altri.
L'Assessore ha ammesso le difficoltà nel reperire i campioni di selvaggina; noi chiedevamo almeno l'applicazione di alcune misure come, ad esempio, la limitazione del prelievo venatorio.
OLIVIERI, Assessore alla sanità Scusa, Adduci, non siamo ai tempi di Luigi XV che si nutriva tutti i giorni di pernici o tordi. E' talmente irrilevante il consumo di questo tipo di alimento da parte della popolazione che è più importante valutare il tasso di radioattività nella carne di bue, pollo o maiale che fanno parte dell'alimentazione costante.
ADDUCI Il fatto è che non avete valutato neanche questi tipi di carne. In altre Regioni iniziative di controllo vengono assunte, in Piemonte no! OLIVIERI, Assessore alla sanità Ma se qui sono state assunte prima che in altre Regioni! ADDUCI Non è vero, Assessore! Ci comunichi questi dati Ha appena risposto al collega Staglianò dicendo: "vedremo, faremo".
OLIVIERI, Assessore alla sanità Tutte le disposizioni sono reperibili in Assessorato.
ADDUCI No, noi abbiamo chiesto questi dati, abbia la cortesia di fornirceli in Consiglio, ci metta di fronte ai risultati delle analisi, se ci sono; ci dia risposte credibili e noi ne terremo conto.
Lei invece si limita a dire che sono state impartite delle disposizioni di cui si ignorano i contenuti, che non si è in grado di dare disposizioni per quanto riguarda la selvaggina migratoria, la quale avrebbe, secondo lei, incidenza irrisoria nell'alimentazione. Mi permetta, questo lo dice lei, appunto. Noi sosteniamo che in questo settore nulla è irrisorio, ogni radionuclide si aggiunge ad altri.
Il problema si pone in realtà in modo preoccupante e sta esattamente così: nei primi anni '60 quando si facevano esperimenti atomici nell'atmosfera, i giornali riportarono con estrema preoccupazione alcuni dati relativi all'impatto radioattivo sulla selvaggina. Accadde che un certo numero di anatre rimase contaminato negli Stati Uniti; rapaci ed acquatici nell'Unione Sovietica, quaglie in Giappone e in Italia beccacce e folaghe nel Lazio e tordi in Sardegna.
Perché, Assessore, ci preoccupiamo? Perché questa selvaggina può essere dannosa se di essa ci si nutre. Il problema però è anche di altra natura: è di sensibilità ambientale. Un tempo il canarino segnalava al minatore la presenza di grisou nelle miniere; ora, nell'era tecnologica, tutta la fauna, e, non solo la selvaggina, è diventata un prezioso indicatore biologico che segnala le ricorrenti, e purtroppo sempre più frequenti emergenze ambientali. Gli animali sono uno strumento per misurare lo stato di salute dell'ambiente nel quale peraltro dobbiamo vivere anche noi.
Diventa però sempre più difficile vivere in un ambiente dove l'equilibrio tra i quattro elementi già ritenuti fondamentali (aria, acqua, terra e fuoco) è ormai rotto. Dobbiamo prendere atto del fatto che il fuoco predomina ormai su aria, terra e acqua. Trattasi del fuoco di Chernobyl in questo caso, ma potrebbe trattarsi anche di altri focolai, non meno pericolosi, come quelli derivanti dall'uso di diserbanti e pesticidi di ogni sorta.
Per quanto riguarda l'elemento specifico di cui stiamo discutendo, è da notare che in uno spicchio del ventaglio che dall'Unione Sovietica e dalla Scandinavia raggiunge il bacino del Mediterraneo c'è Chernobyl e lungo una delle principali vie dell'emigrazione autunnale verso l'Europa e precisamente attraverso la via centrale, detta anche via germanica, è situato il Piemonte: siamo pienamente investiti da questo fenomeno. Gli uomini, îl bestiame, persino i trattori sono stati evacuati da Chernobyl.
Evidentemente non è possibile compiere un'operazione analoga per quanto riguarda i volatili migratori, i quali hanno superato le Alpi, ignorando divieti peraltro quasi inesistenti, imposti all'importazione della selvaggina. Allora, Assessore, poiché lei ritiene irrilevante l'incidenza di questo tipo di cibo, non è stata assunta alcuna misura precauzionale.
OLIVIERI, Assessore alla sanità Purtroppo è irrilevante perché di selvaggina migratoria ne è rimasta poca e i limiti della caccia sono talmente ristretti temporalmente che non si possono più abbattere molte specie.
ADDUCI Mi ripugna definire cibo questa selvaggina migratoria; eppure Assessore, si è avuta notizia, in altre Regioni italiane, della presenza di elevati tassi di radioattività su prelievi di selvaggina.
OLIVIERI, Assessore alla sanità Nella Regione Friuli Venezia Giulia, dove sono stati presi in considerazione i caprioli (cibo non di base ma abbastanza costante), vi è stato un inquinamento di altissimo livello, di molto superiore a quello riscontrato in Piemonte. Ne parlavo proprio ieri, a Roma, con l'Assessore alla sanità del Friuli Venezia Giulia.
ADDUCI Io non mi riferivo ai caprioli, Assessore. Ho qui un ritaglio da "Stampa sera" del 12/11/1986 in cui si parla della selvaggina migratoria in Puglia.
OLIVIERI, Assessore alla sanità Ripeto, si tratta di eccessi, sono prese di posizione squisitamente demagogiche, che non hanno nulla a che vedere con la salute dei cittadini.
Vi sono stati tassi rilevanti non rispetto alla selvaggina migratoria, ma a quella stanziale, come ad esempio il capriolo.
ADDUCI Mi dispiace contraddirla: lì la popolazione è stata invitata a non consumare carne di ben quattro specie di selvaggina migratoria.
OLIVIERI, Assessore alla sanità Questo significa non conoscenza dei problemi.
ADDUCI Assessore, lo dica al suo collega della Regione Puglia! OLIVIERI, Assessore alla sanità E' stato sostituito.
ADDUCI L'Assessore continua ad ignorare l'evidenza dei fatti. Molti radionuclidi a vita lunga si concentrano nelle uova di questi uccelli. In particolare, il cobalto 60 rimane attivo per 5 anni, il cesio 137 per 30 anni e il plutonio per 139. Il plutonio è emettitore di raggi alfa per ben 24 mila anni. Questi radionuclidi non portano necessariamente alla morte dell'embrione, ma possono entrare, come entrano, nella catena alimentare ed organi come fegato, ossa e polmoni li assorbono. L'Assessore dice in quantità irrilevante, però il pericolo c'è, è reale, rendiamocene conto almeno per poterlo, se è possibile, prevenire.
OLIVIERI, Assessore alla sanità Sul piano statistico non è reale.
ADDUCI Lei, Assessore, insiste, non so che cosa dire! Per concludere, ciò che emerge dalla sua risposta è che lei non ha potuto fare nulla. E le autorità in generale che cosa hanno fatto? Hanno preferito calare un velo pietoso di silenzio anche su questo problema. Lei sa benissimo che i tordi radioattivi non possono dire bugie sul loro tasso di inquinamento da radioattività. Ed allora, in barba alla salvaguardia della salute pubblica, lei ritiene più utile far finta di niente donferrantianamente, Assessore.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 481 del Consigliere Pezzana inerente un errore del fisco nel calcolo dell'imposta dovuta da un cospicuo numero di edicolanti


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 481 presentata dal Consigliere Pezzana.
Risponde il Presidente della Giunta Beltrami.
BELTRAMI, Presidente della Giunta regionale Il problema posto nell'interrogazione del Consigliere Pezzana riguardava, all'epoca della presentazione, il caso di un edicolante di Torino al quale i competenti Uffici Tributari non avevano riconosciuto le deducibilità di rilevanti oneri dalla quota finale del reddito imponibile.
Nelle settimane successive il problema si è ripetuto a livello nazionale e della questione è stato investito direttamente il Ministero delle Finanze.
Ad oggi una soluzione positiva è stata definita in sede di approvazione del nuovo Testo Unico delle Imposte dirette (D.P.R. n. 917/1986) dove all'ultimo comma del punto 4) dell'art. 75 si prevede che: "Le spese e gli oneri specificatamente afferenti ricavi e altri proventi che pur non risultando imputati al conto dei profitti e ,delle perdite concorrono a formare il reddito, sono ammessi in deduzione se e nella misura in cui risultano da elementi certi e precisi". Tale previsione ha valore generale però dovrebbe consentire una giusta soluzione del problema lamentato dagli edicolanti.
E' pur vero che il Testo Unico entra in vigore l'1/1/1988 con effetto per i periodi di imposte che hanno inizio dopo il 31/12/1987, ma è quasi certo che gli Uffici finanziari ne terranno conto subito quale interpretazione per sanare le controversie pregresse.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.
PEZZANA Ringrazio il Presidente Beltrami per la risposta data che pur arrivando parecchi mesi dopo l'avvenuto fatto non perde sostanza.
Del problema suscitato dalla protesta dell'edicolante, il quale per essere ascoltato era ricorso all'arma dello sciopero della parola, se ne scrisse molto sui giornali. L'edicolante non parlò per circa tre mesi al fine di attirare l'attenzione su un'interpretazione errata dell'art. 74 del D.P.R. n. 597 che tassava il totale del venduto e non l'imposta sul reddito effettivo, norma che se dovesse essere applicata a tutte le attività economiche in questo Paese darebbe luogo nel giro di 24 ore ad una situazione insostenibile a tutti i livelli.
Questo problema avrebbe richiesto l'intervento immediato della Regione intervento che avvenne invece a livello nazionale, come ha riportato poco tempo fa "Il Sole 24 Ore", con il varo di una leggina che correggeva l'interpretazione dell'art. 74. Questo intervento però poteva avvenire molto tempo prima ed evitare una situazione insostenibile sul piano economico non solo per la categoria degli edicolanti, ma per qualunque altro tipo di categoria commerciale.
Quindi la Regione su questo argomento che interessa una cospicua parte dell'economia regionale non è intervenuta, ha atteso che intervenisse dopo molto tempo lo Stato per correggere un'errata interpretazione legislativa.
Ciò che chiedevo nella mia interrogazione del 5 settembre era un intervento della Regione che - anche il Presidente Beltrami ne converrà non è avvenuto.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interrogazioni n. 557 dei Consiglieri Dameri e Bontempi e n. 598 dei Consiglieri Adduci, Bontempi e Dameri inerenti gli impianti di riscaldamento al quartiere IACP della Falchera


PRESIDENTE

Esaminiamo ora congiuntamente le interrogazioni nn. 557 e 598.
Risponde ad entrambe l'Assessore Genovese.
GENOVESE, Assessore all'edilizia residenziale Signor Presidente, devo innanzitutto scusarmi con i colleghi interroganti per il relativo ritardo con cui si risponde a questa interrogazione, già preceduta da un'altra presentata il 6 novembre su analoga materia. Il ritardo è dovuto all'esigenza (almeno per quanto riguardava la prima interrogazione inerente il riscaldamento nel quartiere IACP della Falchera) di avere precise informazioni circa quanto era avvenuto e le decisioni conseguenti assunte dal Consiglio di amministrazione dell'Istituto Autonomo Case Popolari.
Gli interroganti chiedono notizie particolarmente sui danni avvenuti e quindi alla sospensione del riscaldamento negli stabili di via degli Ulivi n. 10 e n. 17 nel quartiere della Falchera. In effetti dopo le decisioni inerenti la trasformazione del sistema di riscaldamento e constatata la necessità, a causa dei ritardi nelle decisioni stesse da parte dell'Istituto, anche per quest'anno di provvedere alla riaccensione parziale di alcuni impianti termici centralizzati, si sono verificati in questi stabili guasti abbastanza gravi alle centrali termiche che erano state riavviate.
Entrambe le centrali termiche erano state dichiarate inaffidabili e prive di autorizzazione al funzionamento nel mese di luglio 1986; a novembre, stante i ritardi nella trasformazione del sistema di riscaldamento, si era provveduto con alcuni limitati lavori di adattamento ad avviare due generatori di calore in via degli Ulivi 10 e n. 17; Tutto ciò mentre procedevano i lavori per la trasformazione del sistema centralizzato e l'installazione delle caldaiette singole negli alloggi degli stabili ricordati.
La situazione degli impianti termici, a quanto risulta dalle dichiarazioni che sono pervenute dall'Istituto, è ora sotto controllo; si è proceduto alla riparazione dei guasti che si erano verificati, mentre procede la trasformazione e l'installazione delle caldaiette negli alloggi.
Per quando riguarda il disagio - che certamente c'è stato - l'Istituto ha deliberato, verso la fine di novembre, un parziale rimborso a favore delle famiglie che hanno dovuto installare provvisoriamente apparecchi elettrici di riscaldamento nel periodo in cui si è determinato il guasto e i due stabili sono rimasti privi di riscaldamento. In corso Taranto l'installazione delle caldaiette è proceduta più velocemente e il 22 gennaio, secondo la comunicazione pervenuta dall'Istituto, erano state installate 141 caldaiette rispetto ai 250 alloggi interessati all'operazione di trasformazione.
Nel quartiere Falchera alla stessa data si registra un'installazione di circa 90 caldaiette rispetto ad una previsione di installazione di 255.
Quindi possiamo dire - anche perché non si sono più registrate tensioni per quanto la Regione è a conoscenza - che le operazioni si stanno svolgendo normalmente e che tutte le decisioni, anche quelle richieste contingentemente per la situazione di trasformazione in atto, sono state assunte in modo unanime dal Consiglio di Amministrazione dell'Istituto Autonomo Case Popolari. In questa stagione invernale non si è ancora riusciti a tornare ad una situazione accettabile e definitiva di trasformazione del sistema di riscaldamento; questo processo comunque è avviato e ci auguriamo che rappresenti l'inizio di un'operazione più estesa che la Regione ha reso possibile con la deliberazione del Consiglio regionale che prevede lo stanziamento specifico di 5 miliardi per la trasformazione degli impianti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.
BONTEMPI Ringrazio l'Assessore per queste ultime informazioni sul difficile processo di installazione delle caldaiette. Non posso però evitare di rammaricarmi per i meccanismi, sommariamente ricordati dall'Assessore, che hanno portato a rispondere all'interrogazione molti mesi dopo la sua presentazione. La risposta era legata al contingente momento in cui le due caldaie non funzionavano.
In linea generale si tratta di trovare altre forme di risposta, ad esempio quella scritta, nel caso non ci sia spazio per il dibattito in Consiglio.
Il problema delle caldaiette è peculiare e particolare. Se non fossi stato sicuro che l'Assessore Genovese si era impegnato su questo problema avrei protestato in modo molto violento, perché gli spazi concessi all'opposizione, alla nostra presenza, si stanno progressivamente limitando alle interrogazioni, quindi una risposta tempestiva è una delle condizioni per trattenere un po' le tensioni, che sono abbastanza naturali quando si rilevano atteggiamenti nell'istituzione, nel modo in cui lavora, che non ci fanno più sentire a casa nostra.
L'operazione di installazione delle caldaiette era stata avviata con il piano di manutenzione da una decisione presa nel 1984/1985. Non posso che registrare positivamente che si è cominciato a installare le caldaiette.
Chiediamo di avere informazioni e rendiconti puntuali sui metodi e sulle procedure che sta seguendo il Consiglio di amministrazione per queste operazioni che, essendo peculiari, sono per molti versi frutto di strade difficili, ma che, in quanto produttive di risultati, non osteggiamo. Dico questo perché dopo parecchi mesi dall'elezione del Consiglio di amministrazione dovremmo fare il punto sui problemi dell'Istituto, in particolare su questa vicenda.
Nel merito valutiamo con soddisfazione l'operato dell'Assessore Genovese, perché è una strada che la precedente Giunta aveva imboccato e per la quale il nostro Gruppo aveva dato un contributo di discussione, di presenza politica, di convinzione e di lavoro. Chiedo che nei rapporti con l'inquilinato ci sia la massima chiarezza delle procedure e correttezza degli interventi, al fine di completare l'installazione delle caldaiette.
Segnalo l'urgenza dell'installazione nel quartiere Falchera dove sono avvenute le maggiori lacerazioni da parte dell'inquilinato. Auspico quindi che si compiano sforzi straordinari da parte dell'Istituto perché alla Falchera, dove è nata la questione delle caldaiette, una veloce soluzione del problema può portare ad un recupero di serenità e di tranquillità.


Argomento: Zootecnia

Interrogazioni n. 572 del Consigliere Pezzana, n. 573 del Consigliere Mignone e n. 595 dei Consiglieri Acotto e Ferro inerenti l'afta epizootica


PRESIDENTE

Infine esaminiamo congiuntamente le interrogazioni n. 572, 573 e 595.
Risponde l'Assessore Olivieri.
OLIVIERI, Assessore alla sanità Allo stato attuale si può ritenere che la fase espansiva dell'attuale epizoozia aftosa sia, a livello nazionale e regionale, terminata.
All'ultimo episodio registrato nella nostra Regione (allevamento Arfini di Torre Garofoli di Tortona) in data 14/11/1986, sono seguiti unicamente altri due focolai in provincia di Milano. Le vaccinazioni antiaftose della fase autunnale della campagna 1986/1987 sono state portate a termine: è stato complessivamente vaccinato un milione di capi. Gli interventi proseguono sugli animali di importazione e sui soggetti che hanno nel frattempo compiuto il terzo mese di età. Con la collaborazione dell'Istituto Zooprofilattico è stato approntato un piano di monitoraggio per controllare l'efficacia dell'immunizzazione.
In effetti, l'ordinanza ministeriale del 25/9/1986 sta creando, con il non completamente giustificato mantenimento a tempo indefinito delle rigide norme di controllo, pesanti difficoltà all'attività dei Servizi Veterinari periferici, quasi totalmente assorbiti da adempimenti che oggettivamente non appaiono più motivati dalle necessità dell'emergenza sanitaria.
Inoltre, le restrizioni alla commercializzazione e l'obbligo per i trasferimenti fuori Regione dalle zone di sorveglianza dell'autorizzazione ministeriale, creano difficoltà burocratiche e penalizzano gli operatori del settore.
Questo Assessorato ha già provveduto con lettera del 24/11/1986 a prospettare al Ministero della Sanità l'opportunità di una sostanziale modifica del provvedimento. Si sottolinea inoltre che il provvedimento ha rappresentato una revoca delle competenze delegate alle Regioni in materia di profilassi antiaftosa, che ha interessato indiscriminatamente tutte le Regioni, anche quelle come il Piemonte che avevano sin dall'inizio adottato una strategia rigorosa ed efficace, anche se non sempre, almeno inizialmente, popolare.
Vengono mantenuti stretti contatti operativi con le Regioni Lombardia ed Emilia Romagna in particolare, per essere costantemente aggiornati sull'evoluzione dell'epidemia e poter tempestivamente adottare le norme cautelari più opportune.
La Commissione per la determinazione delle indennità di abbattimento ha già completato la fase istruttoria per tutti gli episodi di infezione del 1986 e si è in attesa della comunicazione del Ministero del Tesoro per poter liquidare le relative spettanze. E' tuttavia da rilevare, con vivo disappunto, che il decreto legge n. 594 che fissava le nuove norme e la misura dell'indennità da corrispondere per gli animali abbattuti non è stato convertito in legge ed è decaduto.
Vorrei fare ancora alcune brevi considerazioni. In realtà, in Piemonte la situazione è apparsa notevolmente migliore che non in altre Regioni anche finitime. Tutto sommato, se abbiamo dovuto subire degli impatti con questa malattia, ciò è legato al fatto che in qualche Regione non sono stati presi provvedimenti così drastici ed anche scarsamente popolari, come è avvenuto in Piemonte. In Sardegna, per esempio, si prevede di impedire l'approvvigionamento delle carni dall'esterno, pur importandone il 50% per l'alimentazione. Questo perché, purtroppo, da alcune Regioni vi è ancora la possibilità di avere materiale infetto.
La situazione è migliorata negli ultimi mesi perché vi è stato un accentuarsi delle misure di prevenzione per cui è possibile prevedere se non la scomparsa totale dell'endemia aftosa in Italia, senza dubbio una limitazione notevole di questi episodi che sono stati numerosi negli ultimi due anni, non tanto Piemonte, dove sono stati assolutamente sporadici quanto soprattutto in alcune Regioni finitime.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.
PEZZANA Ringrazio l'Assessore per la risposta anche se da essa la mia interrogazione non ha ricevuto la minima soddisfazione. Non lo dico in senso negativo, forse il metodo di accorpare diverse interrogazioni pu facilitare i lavori di questo Consiglio dal punto di vista del tempo, ma non permette di entrare nello specifico delle singole interrogazioni.
Due argomenti, secondo me, dovrebbero essere presi in considerazione dall'Assessorato. Il primo riguarda il metodo di abbattimento dei capi infetti. Non discuto sul fatto che gli animali malati debbono essere abbattuti, ma nel caso oggetto dell'interrogazione sono stati abbattuti 21 capi malati di afta bruciandoli (con un sistema che mi sembra da periodo di guerra) con 70 quintali di copertoni e 1.000 litri di gasolio. Tutto questo ha provocato oltre al puzzo e al danno atmosferico anche un danno ambientale al suolo.
Chiedo inoltre se esiste il Servizio veterinario nelle UU.SS.SS.LL.
zonali del Tortonese dove è avvenuto l'increscioso avvenimento e come funziona. Non pretendo che l'Assessore si addentri nel labirinto delle UU.SS.SS.LL. (anche perché siamo bombardati tutti i giorni da notizie sull'argomento), ma chiedo che almeno lo faccia sulla funzionalità del Servizio di disinfezione multizonale del Tortonese. Siamo autorizzati a pensare che il funzionamento non sia del tutto positivo.
Mi chiedo inoltre se questo tipo di eliminazione procederà ancora.
OLIVIERI, Assessore alla sanità C'è una disposizione che i copertoni vengano sostituiti con legname che si è dimostrato funzionale quanto i copertoni d'auto, proprio per evitare l'inquinamento.
PEZZANA La ringrazio per avermi dato questa risposta.
Siccome le interrogazioni in genere non mirano a finalizzarsi unicamente alla soluzione di un problema, ma mirano a modificare una realtà che può riguardare tutta la Regione, prendo atto con piacere di questa informazione dell'Assessore e mi auguro che i servizi predisposti al controllo funzionino. Ma su questo ho i miei dubbi. Il discorso sui controlli è molto più ampio e il Consiglio dovrà un giorno affrontarlo.
OLIVIERI, Assessore alla sanità Dovrà essere attivato anche il Servizio di quadrante in modo che il Servizio multizonale non sia cosa ampio territorialmente e possa permettere oltre che l'iniziativa anche un controllo maggiore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferro.
FERRO Ringrazio l'Assessore per la risposta che mi è parsa estremamente puntuale. Le iniziative che si sono attuate come la vaccinazione, il piano di monitoraggio e altre, indubbiamente dovevano essere prese per una politica sanitaria corretta.
Il problema che mi pongo però riguarda non tanto il versante sanitario quanto piuttosto il versante agricolo. Non mi riferisco soltanto all'afta in passato abbiamo avuto la peste suina e nel corso di quella vicenda è venuto il dubbio che la presenza di popolazione animale (peso vivo per ettaro) in certe aree del Piemonte rispettasse gli indirizzi della legge Merli. C sono allevamenti bovini intensivi di un certo tipo e ci sono politiche agrarie di una certa natura. E' di ieri la notizia del rinvio a giudizio di allevatori che usavano con estrema disinvoltura gli estrogeni.
In questi giorni un'organizzazione professionale ha denunciato il ritorno a massicce importazioni di bovini dalla Francia anche a carattere speculativo perché si gioca su dispositivi relativi all'IVA per fare certe operazioni.
Pertanto mi chiedo se un certo indirizzo di politica agraria determinato ovviamente da regole di mercato non finisca per vanificare o attenuare le stesse possibilità di controllo che sul versante sanitario possono e devono essere fatte. Capisco gli sforzi dell'Assessorato alla sanità su questo terreno, forse però è opportuno che la Giunta valuti più a fondo gli indirizzi di politica agraria che vengono portati avanti in questo comparto anche per evitare che si creino in Piemonte situazioni come quelle verificatesi in Lombardia ed in Emilia.
Ho la sensazione che in quelle regioni, vaccinazione o no, l'afta sia un fatto endemico che diventa difficile debellare; non vorrei che in Piemonte si arrivasse ad una situazione del genere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mignone.
MIGNONE Ringrazio per la risposta che è una conferma dell'attenzione e della vigilanza con la quale la Regione ha seguito e segue questo fenomeno che diventa sempre più difficile controllare. Il collega Ferro ha testè ricordato le importazioni dall'estero e lo scambio con Regioni dove la vicenda non è seguita così scrupolosamente come in Piemonte, con la conseguenza che anche la nostra Regione subisce, seppur fortunatamente per casi limitati, il fenomeno dell'epidemia aftosa che pare essere-rispetto a qualche anno fa leggermente in ripresa.
Si deve dare atto alla Regione e all'Assessorato alla sanità di essere intervenuti tempestivamente con misure molto drastiche e anche impopolari.
Dobbiamo dare atto all'Assessore e ai suoi funzionari, in particolare al dott. Valpreda, di aver seguito con puntualità, attenzione e rigore questa vicenda, consapevoli che lo stroncare sul nascere il fenomeno ne è l'unica cura. In questo caso eliminare radicalmente il fenomeno è l'unica terapia che può dare garanzia.
E' vero che il metodo usato, oggetto dell'interrogazione del collega Pezzana, ovvero bruciare con pneumatici gli animali abbattuti, non deve essere più seguito e infatti dopo il primo esperimento è stato rapidamente abbandonato.
Non bisogna abbassare la guardia rispetto al problema delle vaccinazioni: bisogna invece sensibilizzare i veterinari per fare in modo che vengano fatte di routine. Occorre soprattutto sensibilizzare gli allevatori i quali molte volte si chiedono perché debbano essere fatte le vaccinazioni quando gli animali sono sani. Noi sappiamo che aprire una fessura in questo campo vuol dire esporsi al pericolo della ripresa dell'afta epizootica.
Ancora due considerazioni. La prima riguarda il versante dell'agricoltura; occorrerebbe fare in modo che quando si vanno a progettare strutture zootecniche vengano previste, ad esempio, delle camere di compensazione nelle quali l'animale che proviene dall'estero o da altri allevamenti possa essere per un giorno o due separato dal resto dell'allevamento.
La seconda riguarda il risarcimento dei danni; anch'io lamento il fatto che il decreto non sia stato convertito in legge, soprattutto perch occorrerebbe aggiornare i limiti di contributo per ogni capo abbattuto. Si tratterebbe poi di studiare una norma che non soltanto indennizzi per il capo abbattuto, ma anche per l'immobilizzo degli allevamenti compresi nell'area infetta perché all'allevatore questo procura un danno economico in quanto non può vendere gli animali.
L'esperienza ci può suggerire di svolgere azioni sul Governo per aggiornare gli strumenti legislativi a favore delle aziende colpite dall'afta epizootica.


Argomento:

Interrogazioni n. 572 del Consigliere Pezzana, n. 573 del Consigliere Mignone e n. 595 dei Consiglieri Acotto e Ferro inerenti l'afta epizootica

Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Carletto, Croso, Majorino e Minervini.


Argomento:

a) Congedi

Argomento:

b) Mancata apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo non ha apposto il visto: alla legge regionale del 18 dicembre 1986: "Norme per l'utilizzo e la fruizione della Riserva naturale della Garzaia di Valenza" alla legge regionale del 18 dicembre 1986: "Norme per l'utilizzo e la fruizione del Parco naturale delle Lame del Sesia e delle Riserve naturali e speciali dell'Isolone di Oldenico, della Garzaia di Villarboit e della Palude di Casalbeltrame".


Argomento:

b) Mancata apposizione visto Commissario del Governo

Argomento:

c) Deliberazioni adottate dalla Giunta regionale


PRESIDENTE

L'elenco delle deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nelle sedute dell'8 e 22 gennaio 1987 - in attuazione dell'art. 7, secondo comma della L.R. 6/11/1978, n.. 65 - in materia di consulenze ed incarichi, è depositato e a disposizione presso il Servizio Aula.


Argomento: Delega di funzioni regionali agli enti locali - Organizzazione turistica

Esame progetti di legge nn. 21 e 77: "Riforma dell'organizzazione turistica. Ordinamento e deleghe delle funzioni amministrative in materia di turismo e industria alberghiera"


PRESIDENTE

In merito al punto 5) all'o.d.g. che prevede l'esame dei progetti di legge n. 21 e 77 c'è la richiesta dei Consiglieri Majorino e Carazzoni di rinviare i provvedimenti alla Commissione per un più approfondito esame.
Questo è pregiudiziale all'inizio della discussione.
La parola al Consigliere Carazzoni.
CARAZZONI Signor Presidente e colleghi, desidereremmo illustrare la pregiudiziale del rinvio in Commissione volendo innanzitutto chiarire, in modo che resti fugata ogni possibilità di equivoco, che dietro la richiesta di ritorno in Commissione non vi è alcun intento dilazionatorio da parte della Destra Nazionale.
Chi come noi vive in diretto contatto con la realtà turistica piemontese, compenetrato dai suoi mille problemi, ben sa che da anni e pur dopo il varo della legge quadro nazionale sul turismo la nostra organizzazione turistica vive priva di certezze ben definite, in un clima quindi di provvisorietà e di precarietà cui occorre assolutamente porre termine. Sono gli stessi concetti che abbiamo letto in una recente dichiarazione su "La Stampa" da parte del collega Mignone che da parte nostra non possiamo che condividere.
Con questa esplicita dichiarazione crediamo che nessuno possa insinuare un qualche recondito fine nella nostra proposta; non abbiamo, ci si creda alcuna intenzione di far perdere tempo a questa assemblea o all'organizzazione turistica piemontese.
Non possiamo tuttavia lasciar passare sotto silenzio quanto è accaduto qui nella discussione generale sul provvedimento, allorquando alle critiche dell'opposizione di destra e di sinistra si sono aggiunte le riserve, anche duramente motivate, di ben tre partners facenti parte della maggioranza: i liberali, i socialdemocratici e i repubblicani. E a maggior ragione non possiamo lasciar passare sotto silenzio ciò che è accaduto nelle ultime ore con la presentazione di una serie di emendamenti da parte del Gruppo repubblicano che in parte ripetono e riprendono emendamenti proposti anche dall'opposizione comunista.
Siamo in una situazione che ha dell'assurdo: un partito della maggioranza propone le stesse cose proposte da un partito dell'opposizione.
Ci sia dato atto che a questo punto noi potremmo come forza dell'opposizione - anche sull'onda della dimostrazione squallida che è stata data nell'ultima seduta di Consiglio sulle spaccature e divisioni della maggioranza non certo sanate e superate con quell'assurdo, grottesco e°ridicolo comunicato stampa pubblicato oggi sui giornali - cogliere soltanto l'aspetto politico del problema, fondatamente denunciando come anche questa divergenza sia un'ulteriore prova della fragilità della coalizione di governo, sia la palmare dimostrazione che non una visione comune e concordata delle questioni sul tappeto, ma soltanto il collante del potere (collante senza dubbio efficace con tutti gli annessi e connessi) è l'unico fattore che tiene insieme formalmente questo pentapartito.
Quale morale dovremmo ricavare dalla constatazione che un d.d.l.
varato dalla Giunta regionale nella collegialità delle sue componenti ed approvato in Commissione anche dai partiti di governo, venga poi criticamente esaminato in aula e addirittura fatto oggetto di emendamenti da parte della maggioranza? Non vogliamo insistere su questo tema poiché sarebbe troppo facile accusarci di speculazione e strumentalizzazione politica. Vorremmo soltanto porre qualche domanda: la prima ci permettiamo rivolgerla all'Assessore Moretti che per questa riforma si è tenacemente battuto e che quindi, a nostro avviso, dovrebbe voler coronare il suo impegno con un successo anche personale. Ebbene, gli chiediamo se ritiene più gratificante legare il suo nome ad una, legge che, alla luce delle cose dette, non sarà votata dalle minoranze, ma - quel che più conta - verrà accettata senza entusiasmo alcuno anche dalla maggioranza; oppure se non giudichi più conveniente anche per il suo prestigio personale, approfondire ancora questa normativa in sede di Commissione, in modo che attorno ad essa abbia a coagularsi il più largo consenso possibile, così come richiesto quando si tratta di un problema delicato quale quello di riforma di un intero settore della vita economica piemontese.
Altra domanda vorremmo indirizzarla ai colleghi del PRI, del PSDI e del PLI. Questi nostri colleghi si piegheranno, per conformismo di pentapartito, a votare a favore di una riforma della quale hanno esplicitamente detto di non essere convinti? 0 non pensano piuttosto che sia preferibile e - se ci consentite - più serio mettere meglio a punto il contenuto della legge, non per stravolgerla, ma per indirizzarla verso soluzioni che risultino a tutti più affidabili e convincenti? Affermiamo che la riforma dell'organizzazione turistica è un problema serio, delicato, di troppo spessore e affrontarla con leggerezza o, peggio ancora, accettarla trascurando l'opportunità di una breve pausa di ripensamento, dopo le molte riserve avanzate sia da parte delle minoranze di destra e sinistra sia da parte della - maggioranza, sarebbe, secondo noi, una colpevole prova di irresponsabilità. Ci auguriamo che il Consiglio regionale non voglia darne dimostrazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.
BONTEMPI Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il punto introdotto dalla pregiudiziale del Gruppo MSI e le ragioni sostanziali che ne stanno alla base richiedono una riflessione seria da parte del Consiglio.
Vorrei fare alcune valutazioni politiche sui rapporti all'interno della maggioranza e in particolare tra i Gruppi di maggioranza, la Giunta e il Consiglio. Ci sono risvolti politici che spero di poter trattare in seguito in modo più generale di quanto non sia possibile nell'ambito della discussione sulla legge sull'organizzazione turistica, anche se tali risvolti politici sono alla base del ragionamento che sto per fare soprattutto in funzione di una questione che ricade nuovamente sui rapporti tra la Giunta, questa maggioranza e il Consiglio.
La legge di riforma dell'organizzazione turistica non è una legge settoriale qualsiasi. Abbiamo presente la corposità e l'importanza di questa legge e voglio sottolineare l'impegno e la serietà messi dall'Assessore. Noi rispettiamo questi valori non a parole, bensì nei fatti. Se partiamo dalla premessa che si tratta della prima legge di riforma e non di una legge settoriale che l'attuale legislatura affronta su un argomento che presenta spaccati orizzontali di grande peso come l'organizzazione del sistema istituzionale e i rapporti con la società economica e civile, una legge di questo tipo non può che nascere da condizioni di maggior chiarezza politica. E' inutile che condisca questo mio ragionamento con le molte considerazioni che ne potrebbero seguire. Una fa premio su tutte: è dimostrato da vari esempi che le leggi di riforma vanno avanti non solo se vengono approvate in un'assemblea, ma soprattutto se sugli elementi fondamentali della riforma c'è da parte dei Gruppi di maggioranza e perfino da parte di altri Gruppi la convinzione che sulle caratteristiche fondamentali si opera e si lavora per una difficile realizzazione. Le riforme sono difficili, sono trasformazioni di assetti giuridici consolidati e quindi hanno molte implicazioni.
Per questo vado alla considerazione politica che piú mi interessa che fa perno sulla nostra preoccupazione e amarezza in ordine allo stato di questa Regione e ai rapporti che in essa vivono. Questa considerazione pone a tutti l'esigenza di una riflessione sulle responsabilità.
In altri termini è difficile pensare che quello che si è detto ufficialmente e quello che non ufficialmente si è sostenuto in ordine a opinioni discordanti su alcuni punti chiave della legge da parte dell'opposizione ma anche da parte della maggioranza possa essere con faciloneria tagliato per l'ansia di tenere assieme la maggioranza attraverso un'approvazione "'obtorto collo" della proposta di legge presentata, senza avere definito le linee che presiederanno alla riforma il grado di adesione delle forze di maggioranza e soprattutto la possibilità di realizzazione della riforma. In questo senso noi siamo critici.
Ripeto, le riforme sono particolarmente difficili e rischiano di essere dei tentativi che, per tenere assieme una realtà poco governabile, di fatto non riformano nulla, quindi sono potenzialmente dei boomerang.
Vale la pena di sciogliere questi nodi? Come? Non credo che il voto che per ragioni ovvie si compatta tradizionalmente nell'espressione di maggioranza, risolva questi problemi. L'opposizione ha bisogno di un governo e di una maggioranza ad identità forte, soprattutto su temi come questo, per potersi correttamente inserire, fare le proprie valutazioni associarsi, dissociarsi e presentare emendamenti.
Faccio un esempio. L'emendamento presentato dal Gruppo repubblicano sulla questione cruciale del rinvio della definizione degli ambiti delle aree a dopo il piano di sviluppo è troppo importante ed è il nodo della discussione. C'è un problema politico che non può essere risolto se non attraverso un chiarimento politico sul merito all'interno della maggioranza, sulla volontà di operare oggi per approvare la legge e per realizzarla domani. Quindi la richiesta formale di rinvio in Commissione che noi non abbiamo avanzato per le ragioni esposte nella seduta precedente, non può che essere da noi appoggiata, richiamando però i Gruppi della maggioranza ad essere meno sordi.
Non stiamo parlando a vanvera, ma parliamo di cose reali, non c'è nessuna strumentalizzazione in questo caso. Visto come hanno lavorato la Giunta e l'Assessore, non ci sentiamo di giocare una carta strumentale, ma vogliamo giocare la carta della difesa del senso del lavoro delle istituzioni, del loro prodotto che deve procedere e che non deve andare al Commissario di Governo soltanto per avere un timbro o un rinvio. Vorremmo poterci collocare in un quadro meno confuso dell'attuale. Evidentemente si devono attendere gli eventi romani. E' Torino il luogo, deputato per le verifiche! Qui le cose continuano ad andare avanti come se nulla fosse successo, abilitano un'immagine della Regione assolutamente non reale e rendono possibili dei giochi sulle cose che sono le regole della politica il che vuol dire prendere atto dei fatti politici e di darvi risposta qualunque essa sia. Ci viene detto in questo comunicato, come ha detto il Capogruppo della Democrazia Cristiana in un'intervista, che siamo faziosi strumentali e che ci inventiamo le cose! Qui abbiamo pochi spettatori e mi auguro che, al di là della loro ideologia, si rendano conto che le cose dette da noi non sono né finzione né invenzione. Temo che si amareggino nella constatazione di questa realtà. Ci sono motivi forti, magari cinici che fanno in modo che qui non succeda mai niente se non le cose più brutte possibili.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.
FERRARA Signor Presidente, devo intervenire perché sono stato chiamato in causa dalle considerazioni dei colleghi del Movimento Sociale Italiano e del Partito comunista. Occorre fare una considerazione in ordine al lavoro e all'impegno profuso dall'Assessorato nell'elaborazione di questa legge, ma occorre anche una considerazione sulla difficoltà che i Gruppi piccoli hanno rispetto 'alla presenza in tutte le Commissioni.
Il collega Bontempi parla di un chiarimento all'interno della maggioranza e della Giunta su questi problemi. Credo ci sia stato un confronto dopo l'altra seduta del Consiglio quando è iniziata la discussione su questa legge. Alcune diversificazioni ed alcune perplessità che erano state in buona parte manifestate sono state chiarite all'interno della maggioranza.
Il Partito repubblicano ha presentato diversi emendamenti, uno dei quali non è contrario all'individuazione dei bacini così come è stata fatta dalla Commissione e chiede il rinvio di questa individuazione ad un momento successivo all'approvazione del Piano regionale di sviluppo, perché ci sembra più coerente, rispetto all'intendimento programmatorio che ha la legge, inserirlo in un quadro complessivo di programmazione. Noi siamo ancora convinti che questa sia un'impostazione giusta e coerente. La Giunta ha tenuto conto dei contenuti del Piano regionale di sviluppo e della programmazione complessiva all'interno della quale si va ad incastrare questo strumento legislativo. Se questa è la valutazione fatta dalla Giunta, ne prendiamo atto. Questo vale anche per gli altri emendamenti e se una volta illustrati la Giunta li ritenesse non accoglibili, il Partito repubblicano non si porrà in antitesi alla maggioranza e rispetto all'impostazione della Giunta, ma li ritirerà.
Quindi un confronto preventivo c'è stato. Riteniamo che sia giusto e legittimo che in questo Consiglio regionale vengano presentate delle posizioni anche diverse rispetto a quelle della maggioranza, che però non devono inficiare le ragioni di solidarietà che devono comunque e sempre esistere all'interno di una maggioranza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.
TAPPARO Signor Presidente e colleghi Consiglieri, stiamo discutendo per approvare un'importante iniziativa che rappresenta un elemento di intervento non settoriale od occasionale, ma uno strumento di riforma estremamente importante. Durante lo scorso Consiglio nel mio intervento ebbi l'occasione di sottolineare il ruolo importante che l'economia turistica svolge nella nostra Regione. Esiste un problema di tempi per valorizzare al meglio questo settore che necessita di trasformazioni strutturali per poter operare.
Il disegno di legge in discussione riconduce ad unitarietà una serie di interventi troppo frantumati e dà un ruolo di governo elevato ed una funzione reale di programmazione all'intervento della Regione. Oggi si discutono i nodi sostanziali e non c'è nessun timore se alcuni componenti della maggioranza esprimono preoccupazioni. E' giusto approfondire due nodi strategici e fondamentali.
Già in Commissione si è fatto un lunghissimo lavoro che ha avuto una fase preparatoria e conoscitiva. Questa fase settoriale di approfondimento interagisce con i lavori preparatori del Piano regionale di sviluppo e credo che l'Assessore l'abbia tenuto presente nell'iter della sua formazione, perché non è questo un documento che possa nascere dall'oggi al domani.
Il Consiglio regionale deve su questa proposta, frutto di approfondimento, operare l'affondo, deve dare delle determinazioni. Non credo, collega Ferrara, utile un rinvio per la determinazione dei bacini perché non è un problema geografico, ma è un problema di numeri che caratterizza una filosofia. Nel disegno di legge si dice che, pur essendoci una graduazione di importanza di area, si tratta comunque di un sistema che, anche dall'area marginale sul piano del turismo attraverso un meccanismo di vasi comunicanti, deve trovare una sua definizione ed articolazione. E' una scelta di fondo. Le scelte di fondo sono sostanzialmente due, quella di sostenere che, pur facendo delle iniziative che non minimizzano la necessità di sforzo nelle aree ad alta vocazione turistica, si recuperi tutto quello che è possibile recuperare nelle aree più marginali. In un meccanismo a compartimenti stagni potremmo trovare dei fattori di forza e di equilibrio nelle aree forti da certe politiche che potremmo esprimere e realizzare nelle aree deboli.
La filosofia di fondo è di trasformare l'approccio al settore del turismo da un approccio di pragmatismo di profilo non eccessivamente alto molto frantumato, ad una struttura per certi versi più tecnocratica, che sappia rispondere alle politiche generali che vengono espresse dalla funzione programmatoria della Regione. Quindi il timore che molte risorse vengano assorbite da strutture burocratiche (uso questo termine nell'accezione corretta e non dispregiativa del termine) è un elemento coerente con quanto si dice e cioè che il mercato del turismo è in forte evoluzione qualitativa e quantitativa, che cambiano i caratteri del turismo, necessitano forme di intervento nuove e solo gli strumenti che abbiano un alto grado tecnocratico, capaci di capire il rapporto tra domanda ed offerta e soprattutto di muoversi in una dimensione internazionale, possono agire.
Penso che le aziende di promozione turistica abbiano in sé questi caratteri. Questa legge dà risposte adeguate ed è in grado di recepire l'esperienza che si può sviluppare nel divenire di questa gestione. La legge ha le maglie a dimensione tale da poterla recepire.
Ritengo che attorno a questi due nodi la Commissione abbia già approfondito molto ed abbia quindi potuto constatare quali fossero i limiti e la forza di queste scelte e che oggi si debba andare ad una definizione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Villa.
VILLA Signor Presidente e colleghi Consiglieri, proprio perché si tratta di una pregiudiziale non voglio allargare l'argomento. La pregiudiziale doveva essere espressa e la soluzione è venuta (pur in senso diametralmente opposto) dalle considerazioni fatte dal Capogruppo comunista Bontempi e cioè dalla esplicitazione della difficoltà di trovarsi, per la prima volta di fronte ad una legge di riforma. E' una legge di riforma: ce ne siamo accorti andando alle consultazioni delle varie Province e dall'impegno assunto sia dall'Assessorato sia dalla Commissione, che hanno lavorato,parecchi mesi proprio su questa base filosofica della legge.
E' umanamente comprensibile che quando si riforma qualcosa si incontrino scogli, proprio per il mutare della società stessa. Siamo in un momento di grandi cambiamenti di tutte le componenti della società: Non vogliamo che ci siano punti interrogativi, che permangono anche dopo aver determinato una legge. Ammetto che in questo ambito concettuale l'esitazione sia più che comprensibile; la soluzione scelta potrà essere cambiata e limata dopo il confronto con la concretizzazione della legge.
L'esitazione è già stata annullata, pur con tutte le prospettazioni critiche che sono venute dalla discussione generale, dalla conferma del voto positivo di tutta la maggioranza.
Credo non possa più essere rimessa in discussione in Commissione e che pertanto si possa procedere all'esame dell'articolato.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Moretti.
MORETTI, Assessore al turismo Rispondo ai colleghi sulla pregiudiziale a monte della quale penso ci siano ragioni politiche. Avevo concluso il precedente dibattito illustrando gli indirizzi della legge. Ho già dichiarato che non esiste un problema di maggioranza, esiste un problema politico ampio che tocca tutte le forze politiche del Consiglio. Questo non vuol dire che bisogna comunque tener conto di alcune proposte che stravolgono la legge nella sua impostazione e nella individuazione delle aree. Il nodo lo possiamo sciogliere anche attraverso gli emendamenti presentati. Li ho verificati e rispondo al collega Ferrara che le APT hanno una funzione di gestione della promozione che deve essere programmata con le leggi a supporto della riforma. Ci stabilirà l'impostazione del discorso di incentivazione nell'ambito del Piano di sviluppo predisposto con la collega Vetrino. Il Piano di sviluppo (le forze politiche ne sono in possesso) prevede già questa indicazione ed è un'impostazione politica della Regione nel triennio.
Credo tocchi a me, Assessore di un settore, dare una risposta anche politica al compagno Bontempi. Ci possono essere diverse opinioni rispetto al nucleare, in Consiglio non ho mai nascosto, anche quando ero nei banchi in difesa della Giunta ., di sinistra, la mia opinione contraria, ho votato per disciplina di partito, ma non ho mai dichiarato di essere favorevole al nucleare. Il mio partito proprio ieri sera ha deciso con una mozione finale la posizione contraria al nucleare. Questo non mi pone in difficoltà rispetto alla presentazione del programma della Giunta in ordine, al caso Chernobyl e al piano energetico.
Per quanto riguarda la pregiudiziale, sono del parere di discutere la legge e di non rinviarla in Commissione. Come già detto da altre forze politiche, ciò significa rinviare la riforma. Tutti coloro che hanno seguito 1a consultazione si sono resi conto che la legge va discussa e approvata. Sono quindi dell'opinione, non solo perché ho seguito le consultazioni, ma il dibattito in Commissione, di procedere nell'esame della legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.
BONTEMPI Ho ascoltato le ragioni di merito dell'Assessore Moretti per la nostra vecchia militanza comune all'interno di una maggioranza e per la stima personale, ma devo rilevare che è scaturita una teorizzazione molto grave e cioè che qualsiasi cosa succeda all'interno, della maggioranza, ognuno è libero di fare quello che ritiene e non si pongono i problemi politici.
Questo è grave.
Chiedo alla Presidenza del Consiglio di esaminare attentamente la situazione per i risvolti possibili che possono maturare. Ho letto il piano di sviluppo. Nella previsione dell'attività di spesa è prevista l'impostazione vecchia che l'Assessore aveva dato alla legge e non quella attuale.
Mi pare che apparentemente la maggioranza, la Giunta e l'Assessore intendano ignorare il problema reale che stiamo ponendo. Ricordo all'Assessore Moretti e al Presidente Viglione che nella seconda legislatura regionale, nel momento in cui varammo la legge n. 56, sorsero dubbi su alcuni punti essenziali di riforma. Rinviammo l'esame della legge arrivammo agli approfondimenti per proseguire in modo migliore. Certo Astengo non era contento, ma poi capi che era un'operazione giusta che serviva a consolidare la legge. Questo avvenne anche alla seconda riproposizione. Tutto ciò non può essere ignorato, salvo che la nostra funzione sia soltanto quella di belare ed elevare alt di qua e alt di là perché fisicamente è difficile impedirci di parlare, senza ricavare sul piano politico delle conseguenze.
Dagli eventi di questa mattina trarremo delle conseguenze e faremo delle riflessioni che potrebbero essere: "Abbiamo capito tutto, signori! La politica ha tempi lunghi, voi giocate sul breve, noi cercheremo di giocare sul lungo". Non so però quanto convenga un clima di questo genere, comunque mandiamo giù e digeriamo: altro che gruppi dirigenti, siamo gruppi digerenti!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carazzoni.
CARAZZONI Anch'io devo dirmi sorpreso e stupito dalle dichiarazioni che ho sentito fare dall'Assessore Moretti, che impongono quel ragionamento politico che il collega Bontempi ha già anticipato sul senso di inutilità che si ha stando seduti in questo Consiglio regionale. E' la teorizzazione vera e propria dello svuotamento dell'assemblea e tuttavia lasciando aperte ogni considerazione di carattere politico voglio sottolineare un punto.
Siamo di fronte ad una legge di primo impianto; siamo di fronte - me lo consenta la maggioranza - alla prima legge qualificante varata nel corso della IV legislatura. Su questa legge, che interessa tutta l'economia piemontese, un vasto settore dell'opinione pubblica, non è possibile schierarci in posizioni di maggioranza o di minoranza, a meno che non si voglia continuare nel gioco delle parti. E' necessario che si faccia uno sforzo, forse non si approderà a nulla, tutti quanti assieme per vedere di giungere ad una conclusione che sia la più univoca possibile.
Proprio in questo spirito e per questa ragione noi avevamo chiesto una pausa di riflessione che riproponiamo e preghiamo l'Assessore di considerare, perché una settimana di ritardo, a fronte dei mesi e degli anni che si sono persi in passato, non sposta assolutamente il problema: una nuova discussione approfondita può portare a qualche chiarimento.
Questa è la richiesta che sentiamo di dover riproporre dopo aver ascoltato la replica dell'Assessore Moretti.



PRESIDENTE

Procediamo alla votazione sulla pregiudiziale formulata dal Gruppo MSI-DN.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinta con 16 voti favorevoli e 29 contrari.
Passiamo pertanto alla votazione del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 44 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 44 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - I Consiglieri Avondo, Biazzi, Adduci e Bresso hanno presentato il seguente emendamento: dopo il punto f) aggiungere il seguente altro comma: "2. Alle Province sono inoltre delegate: la concessione e l'erogazione di contributi in conto interessi e in conto capitale, in materia di incentivazione dell'offerta turistica, sulla base degli atti della programmazione regionale e nei limiti delle risorse finanziarie e delle scelte prioritarie, che saranno determinate dal piano annuale di settore e di intervento ai sensi della legge regionale in materia".
La parola al Consigliere Avondo.
AVONDO La ripresentazione in aula da parte del nostro Gruppo di questo emendamento non vuole rispondere solo ad una questione che riteniamo qualificante essendo presente nel nostro progetto di legge, ma vuole compiere uno sforzo che tenga presente non solo quanto emerso dalla discussione ma anche dalla replica che l'Assessore Moretti ha fatto nel dibattito generale. In quella sede l'Assessore aveva messo in luce la capacità di dare un'idea esplicita, di esprimere cioè una volontà chiara da parte del Consiglio regionale di non andare a delegare soltanto alle Amministrazioni locali (in questo caso le Province) compiti meramente amministrativi, ma riuscire a coinvolgerli in un momento vero di gestione di questa partita.
Va detto che nel corso della discussione in Commissione l'Assessore ci ha convinti dei rischi che la vecchia formulazione poteva far correre sul piano del governo reale della materia, quello cioè di un decentramento tout court di questa competenza alle Amministrazioni provinciali. Ci siamo fatti carico di questa osservazione, che, ripeto, ci aveva convinto e nell'emendamento che oggi riproponiamo in aula ci siamo sforzati di collegare la concessione all'erogazione dei contributi in conto interessi in conto capitale da parte delle Amministrazioni provinciali, in materia dell'incentivazione dell'offerta turistica, agli atti della programmazione regionale e nei limiti delle risorse finanziarie e delle scelte prioritarie che saranno determinate dal piano annuale di settore e di intervento (ai sensi della legge regionale in materia che approveremo successivamente a questa).
Crediamo quindi di avere colto l'aspetto che l'Assessore aveva richiamato e per questa ragione chiediamo che ci sia disponibilità da parte della Giunta ad accogliere questo emendamento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Moretti.
MORETTI, Assessore al turismo Non si tratta, nel caso proposto, di delegare funzioni amministrative ma funzioni programmatiche e gestionali del turismo. Trattandosi di una riforma e di un'attività che devono essere svolte attraverso uno strumento più professionalizzato quale è l'APT, si pensa di inserire questa delega alle Province nel disegno di legge che andremo a discutere sulle autonomie locali in senso più generale.
La Giunta non è favorevole ad accettare l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 13 voti favorevoli, 27 contrari e 1 astensione.
Si proceda alla votazione dell'art. 3 per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 votanti 40 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale: L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 5 è approvato.
In merito all'art. 6 ha chiesto di parlare il Consigliere Mignone. Ne ha facoltà.
MIGNONE La necessità di trovarci di fronte alla non approvazione della legge da parte del Commissario di Governo (nostro compito è stilare leggi che possano essere approvate), mi fa chiedere un chiarimento per quanto riguarda il terzo comma dell'art. 6 laddove si dice che: "Gli enti pubblici che operano sul territorio della Regione non possono assumere iniziative per svolgere all'estero attività di promozione turistica, ecc.". La dizione è condivisibile nello spirito, ma non so se dal punto di vista giuridico istituzionale si possa introdurre una norma così rigida rispetto alla totalità degli enti pubblici operanti sul territorio regionale, dotati di autonomia istituzionale, quali Camere di Commercio e società a partecipazione pubblica, che sono del tutto distinte dalla Regione.
Chiedo quindi un chiarimento sulla nostra possibilità di legiferare in questo ambito; non vorrei che intervenissero impedimenti di ordine giuridico ad evitare in seguito l'approvazione di questa legge.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Moretti.
MORETTI, Assessore al turismo Il D.P.R. n. 616 richiama queste funzioni della Regione. Essa sola, e non i singoli enti pubblici territoriali, può svolgere un coordinamento dell'attività promozionale turistica. Ciò vale anche per la promozione turistica all'estero. La stessa legge fa riferimento all'ENIT e afferma che il coordinamento all'estero non può essere effettuato dalla Regione, ma dall'ENIT.
MIGNONE Per quanto riguarda il coordinamento concordo, noi però in questo modo impediremo all'ENIT di fare attività promozionale.
MORETTI, Assessore al turismo Vogliamo realizzare un'immagine omogenea della Regione all'estero. Non voglio aprire un discorso sul problema inerente l'immagine dell'Italia all'estero. La Conferenza nazionale affronterà questo problema per coordinare l'attività sia a livello internazionale, tramite il Ministero e l'ENIT, sia a livello regionale tramite la Regione. Si tratta di un richiamo al D.P.R. n. 616.



PRESIDENTE

E' un problema reale. Non vorrei che la dizione: "Gli enti pubblici che operano sul territorio della Regione Piemonte non possono assumere iniziative per svolgere all'estero attività di promozione turistica" desse alla Regione la possibilità di vincolare. E' un'osservazione fatta dal Commissario di Governo in occasione di precedenti leggi.
La parola al Consigliere Avondo.
AVONDO Anche il nostro Gruppo in Commissione aveva sollevato questa osservazione. La risposta fornita dall'Assessore è la stessa che aveva fornito nel corso del dibattito in Commissione. Abbiamo la sensazione che questa formulazione possa essere interpretata come limitativa dell'autonomia da parte degli enti.
Dal momento che l'Assessore ha già dato una risposta in Commissione sul terzo comma dell'articolo, non è possibile chiedere ulteriori riflessioni.
Per queste motivazioni e perché non siamo convinti che la formulazione sia la più corretta ci asterremo dal voto su questo articolo.



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione dell'art. 6 per appello nominale. L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 votanti 37 hanno risposto SI 25 Consiglieri si sono astenuti 12 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - I Consiglieri Avondo, Biazzi, Adduci e Bresso hanno presentato il seguente emendamento: il primo comma dell'art. 7 è così sostituito: "Sono bacini turistici i territori delle Province piemontesi e quelli individuati nelle proposte di legge al Parlamento della Repubblica, per l'istituzione delle Province di Biella e del Verbano - Cusio - Ossola approvate dal Consiglio regionale in data 27 luglio 1983" al terzo comma sopprimere la prima riga, da "i bacini turistici..." a "presente legge".
Il Consigliere Ferrara ha presentato il seguente emendamento: al secondo comma sostituire le parole "individuati ai sensi del presente articolo" con le parole: "individuati dal Consiglio regionale entro 30 giorni dall'approvazione del Piano regionale di sviluppo secondo le indicazioni di programmazione in esso previste"; - al terzo comma sopprimere le parole "i bacini turistici.., alla presente legge".
La parola al Consigliere Avondo.
AVONDO La presentazione del nostro emendamento vuole rispondere ad uno degli elementi che hanno caratterizzato la discussione in Consiglio regionale sul disegno di legge, cioè l'individuazione dei bacini turistici e il loro numero. Non riprendo gli elementi che nella relazione di minoranza abbiamo evidenziato e che ci portano ad essere contrari alle scelte che il disegno di legge della Giunta compie, non solo quelle di ordine finanziario, che pure dovrebbero essere alla nostra attenzione, ma quelle più complessive relative alla gestione, alla funzionalità e alla qualità delle aziende turistiche.
Rispetto alle osservazioni che sono state avanzate da parte dei colleghi di altri Gruppi in ordine a questo punto, ci siamo sentiti di proporre questo emendamento che è diverso rispetto all'impostazione contenuta nel nostro progetto di legge. Siamo convinti che non si tratti di un emendamento risolutivo dei problemi che questa scelta pone al Piemonte.
Riteniamo però che se fosse accolto si potrebbe sollecitare una discussione puntuale sul territorio allo scopo di individuare in modo più preciso e puntuale le esigenze del turismo e la funzione delle aziende di promozione turistica sul territorio, rispetto al dettato della legge quadro nazionale.
Siamo convinti che l'attuale formulazione non risponde alle esigenze del territorio piemontese rispetto alla presenza delle aziende di promozione turistica. Una scelta di questo tipo solleciterebbe il Consiglio e l'intera comunità regionale ad approfondire il discorso dell'individuazione territoriale delle aziende di promozione turistica.
Siamo rafforzati in questa valutazione anche dalla risposta che l'Assessore Moretti ha voluto dare in conclusione del dibattito, laddove in polemica con la nostra proposta disse che l'eventuale riflessione successiva lo avrebbe portato a restringere sul piano dell'individuazione territoriale ed ancora che ci trovavamo di fronte ad una legge che fa nascere perplessità che si possono anche correggere all'indomani delle decisioni che emergeranno con i contributi di tutte le Regioni, riferendosi alla Conferenza nazionale che si terrà nei prossimi mesi.
Queste affermazioni dell'Assessore dovrebbero portare il Consiglio regionale a riflettere sul tipo di scelte che andiamo a fare: sono 20 le aziende che istituiamo e che coprono tutto il territorio piemontese.
Potremmo anche andare ad una riflessione nel momento in cui si registrassero situazioni che non funzionano, ma il rischio è quello di aumentare ulteriormente il numero delle aziende. La nostra proposta tende a porre un limite, istituendo in prima battuta 9 aziende di promozione turistica, che permetterebbero di coprire l'intero territorio regionale e nello stesso tempo di non pregiudicare l'ipotesi, sulla quale noi saremmo favorevoli a dare il nostro contributo, di istituire nuove aziende territoriali, che nascano però da un confronto più preciso e da una riflessione più puntuale sul piano territoriale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carazzoni.
CARAZZONI Il nostro Gruppo aveva espresso tali motivazioni in sede di intervento nel dibattito generale, per cui per coerenza con la posizione allora assunta voteremo a favore dell'emendamento presentato dal Gruppo comunista.
Anticipiamo fin da ora il voto favorevole anche all'emendamento presentato dal collega Ferrara (sempre che lo voglia mantenere) e cioè che l'individuazione dei bacini turistici venga rinviata a 30 giorni dopo l'approvazione del Piano regionale di sviluppo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mignone.
MIGNONE Signor Presidente, mi soffermerò sull'emendamento del collega Avondo e anticiperò la posizione del nostro Gruppo su quello proposto dal collega Ferrara.
E' chiaro che l'emendamento presentato dal collega Avondo è di natura strutturale per cui, se accolto, farebbe mutare profondamente il disegno dell'articolazione territoriale delle APT, rispondendo all'obiettivo di coprire tutto il territorio regionale che sarebbe quindi considerato ambito territoriale turisticamente rilevante.
Tuttavia credo che, scelta una strada - forse era questo l'elemento su cui ragionare - quella del considerare il Piemonte un ambito territoriale tutto turisticamente rilevante, la soluzione adottata di una maggiore articolazione di APT sul territorio sia più congruente rispetto alle varie realtà territoriali.
Rispetto alle osservazioni più strettamente politiche che questa mattina sono state fatte, mi pare di cogliere che in Consiglio non ci sono delle grandi divisioni di ordine istituzionale, cioè sui compiti che devono svolgere le APT, sul loro funzionamento e sui loro organi, ma si riscontra una divergenza sul numero e cioè se debbono o meno ricoprire tutto il territorio regionale. In realtà è una legge che trova un largo consenso rispetto alle finalità, al funzionamento e agli organi.
Con queste precisazioni riaffermiamo di mantenere il testo licenziato dalla Commissione.
Per quanto riguarda l'emendamento presentato dal collega Ferrara, noi siamo per non approvarlo in quanto, pur sottolineando la necessità di legare anche questo disegno al più generale disegno programmatorio sfuggiremmo al nostro compito di Consiglio regionale ed eviteremmo di licenziare uno dei punti fondamentali di questa legge. Io so che alcune Regioni hanno optato per una legge di impianto e rimandato a tempi successivi l'individuazione dei bacini, ma è una scelta che non ottiene altro che prolungare i tempi di avvio di una riforma da troppo tempo attesa. Si potrà discutere (ma questo è un altro argomento).sui contenuti di politica turistica da dare per l'applicazione di questa legge, ma credo che in questo momento, parlando di impianti istituzionali, sia meglio togliere ogni dubbio e dare l'intelaiatura finale - legislativa e organizzativa - del turismo alla Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.
FERRARA Signor Presidente, intervengo sia sull'emendamento presentato dal collega Avondo sia sull'emendamento presentato da me che verte sulla stessa materia.
Il Partito repubblicano non voterà l'emendamento presentato dal Consigliere Avondo perché, pur cogliendo il significato che il collega ha voluto chiarire, ci pare comunque sia un modo per non fare quelle scelte che noi riterremmo giuste e opportune. La divisione del territorio della Regione nei territori provinciali è un fatto burocratico che non attiene minimamente ad un progetto programmatorio del turismo. Mi pare che la finalità dell'emendamento Avondo sia quella di fare qualche cosa subito e di rinviare l'assetto definitivo del progetto.
Questo è il significato che ha l'emendamento presentato dal Partito repubblicano. Non si tratta di rinviare sine die il problema. Ho chiesto di ancorarci, proprio per la valenza programmatoria di questo disegno di legge, a quello che sarà il Piano di sviluppo definitivo che il Consiglio regionale approverà tra poche settimane. Alcuni elementi devono essere tenuti presenti, a parte le considerazioni di carattere generale in ordine al fatto che la programmazione deve individuare delle scelte, preferendo qualche cosa e rinunciando ad altro. L'estensione su tutto il territorio regionale dell'individuazione di valenze turistiche, sia pure graduate, non ci sembra condivisibile, tenuto conto dei documenti interpretativi nazionali che prevedono un limitato numero di APT.
Il collega Tapparo faceva riferimento al fatto che rafforzando le aree deboli in qualche misura si rafforzano le stesse aree forti. Sono convinto dell'opposto e cioè che concentrando le scarse risorse sulle aree forti si riesce a trainare anche le aree deboli, mentre spargendo sul territorio le limitate risorse non si va a determinare nessun effetto propulsivo reale.
A parte questo, mi sembra che il Piano di sviluppo regionale non sia completamente in sintonia con le cose dette nella replica dell'Assessore la volta scorsa. Mi è parso di capire che tra la prima presentazione del disegno di legge della Giunta e il testo che stiamo affrontando ci sia un ampliamento considerevole delle APT che viene ad incidere nella misura di circa 800 milioni che devono essere in qualche modo considerati spese per il turismo sociale. Il piano pluriennale di attività e di spesa che approveremo tra poco prevede per il 1987 un investimento complessivo di un miliardo per il turismo sociale. Mi pare che le modifiche apportate nel corso del dibattito e delle consultazioni non siano totalmente congruenti con le indicazioni contenute nel piano.
Per questo motivo non ritengo di fare una scelta di carattere puramente burocratico, ma di rinviare di pochi mesi una scelta che sia coerente rispetto ad una più ampia programmazione che faremo nei prossimi mesi.
Se l'Assessore confermerà di aver fatto tutte queste valutazioni, se non riterrà pertinenti le nostre valutazioni, cioè la necessità che ci sia un impianto complessivo generale dal quale far discendere gli impianti ai livelli inferiori, se ritiene che questo non sia necessario e che queste valutazioni siano già state fatte, il Partito repubblicano ritirerà i propri emendamenti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Moretti.
MORETTI, Assessore al turismo L'emendamento proposto dal collega Avondo è la riproposizione della filosofia esposta dallo stesso nel corso del dibattito e consiste nel ridurre le aree rispetto all'individuazione delle APT.
La legge-quadro dà una definizione esplicita di aree omogenee. Ci sono Regioni che hanno fatto la scelta di omogeneità prendendo a riferimento le Province ed altre, come l'Umbria, che hanno fatto la scelta che sta facendo la Regione Piemonte.
La conferenza nazionale affronterà il problema per una ragione unitaria: per creare un'organizzazione turistica sul territorio.
Intendo svolgere alcune considerazioni sotto forma di interrogativi: come si concilia un'area omogenea della provincia di Torino con l'inserimento in essa dell'Alta Valle di Susa e del Pinerolese? Come si concilia la scelta omogenea quando si esclude un'area come la provincia di Asti che è l'unica area omogenea delle Province del Piemonte per .quanto riguarda il turismo? Gli stessi problemi vengono posti anche dalla Provincia di Cuneo, con realtà diverse rispetto ai bacini omogenei.
Questi sono i problemi che bisogna considerare quando si discute di organizzazione di un'attività puramente promozionale. Non ci sono altre attività che riguardano la funzione delle strutture di cui stiamo discutendo oggi. L'emendamento del Partito repubblicano fa riferimento ad un'impostazione programmatica. Ho già chiarito al collega Ferrara che ci troviamo di fronte all'impostazione di un programma di attività puramente promozionale, inserita nel contesto del Piano di sviluppo. Tuttavia non si può condizionare un Piano di sviluppo in riferimento ad una realtà turistica dei bacini. Mi spiego: quando facevo riferimento al turismo economico e al turismo sociale parlavo anche di un turismo interno e di uno esterno. Il turismo interno deve essere sviluppato e più volte ci siamo posti in Consiglio il problema di come programmare la promozione e le strutture organizzative (per esempio, i parchi) per poter garantire la fruibilità da parte della nostra comunità. La comunità piemontese è composta di 4 milioni e mezzo di abitanti, ma altre realtà si aggregano alla nostra, mi riferisco alla Lombardia e alla Liguria, portando il totale a 7 milioni.
Dobbiamo creare un coordinamento di attività per il turismo interno.
Per questo abbiamo fatto la scelta dell'uno e dell'altro, cioè del turismo esterno e di quello interno, allo scopo di creare una condizione di sviluppo economico anche per il turismo sociale che crea non solo un rapporto con la gente per le attività del tempo libero, ma anche momenti di gestione di servizi e quindi occupazione. Questo è il concetto di fondo della filosofia che sta dietro a questa scelta.
In fase successiva, dopo l'approvazione del Piano di sviluppo intervenendo nel merito dell'attività del turismo interno, sarà possibile verificare che il riferimento alle APT puó essere un modo di coordinare l'attività interna. Questi sono gli obiettivi e gli indirizzi che la Giunta si è proposta.
Poiché l'emendamento del collega Avondo si lega alla questione di ridurre l'individuazione delle APT, la Giunta non è favorevole ad accoglierlo.



PRESIDENTE

II Consigliere Ferrara ritira il proprio emendamento.
Pongo in votazione l'emendamento presentato dai Consiglieri Avondo, Biazzi Adduci e Bresso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 12 voti favorevoli, 21 contrari e 1 astensione.
Si proceda alla votazione dell'art. 7 per appello nominale. L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 26 Consiglieri hanno risposto NO 12 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 7 è approvato.
In merito all'art. 8 ha chiesto di parlare il Consigliere Carazzoni. Ne ha facoltà.
CARAZZONI Intervengo per fare una dichiarazione di voto che mi pare opportuna e indispensabile poiché il titolo IV, riguardante la costituzione delle 20 APT, rappresenta la parte nodale e centrale della legge. Richiamiamo innanzitutto la posizione che abbiamo assunto nel dibattito precedente soprattutto perché vogliamo ancora ripetere e sottolineare, attraverso questo intervento, le caratteristiche di opposizione costruttiva da noi sempre assunte in termini critici. Infatti, non ci siamo arroccati sulla proposta di respingere la legga, anche se un tale atteggiamento poteva benissimo trovare giustificazione in quanto affermato a livello parlamentare nazionale contro la legge quadro da cui questa normativa discende. Abbiamo riconosciuto invece l'importanza di questa legge, la fondatezza di taluni suoi contenuti, l'originalità concreta di molte sue indicazioni; abbiamo spinto la nostra valutazione al di là delle formule di schieramento e delle faziosità di parte votando a favore dei primi articoli della legge.
A questo punto, dinanzi a noi viene a pararsi lo scoglio delle venti aziende di promozione turistica che - l'avevamo già detto - ci paiono francamente troppe. Per esempio, avremmo accettato le nove aziende proposte dal d.d.l. del Gruppo comunista. Siamo anche d'accordo che possa avere un suo fondamento - dico questo in contrasto con il collega Ferrara - la tesi sostenuta da Tapparo secondo la quale, per il rilancio del turismo piemontese, è anche necessario lo sviluppo di potenzialità turistiche in zone oggi turisticamente non ancora affermate. Ammettiamo questa possibilità, ma diciamo - lo abbiamo già sostenuto - che occorreranno almeno due o tre anni prima che questa legge vada a regime e se ne possa dare un giudizio complessivo e definitivo. Nel frattempo, la scelta delle venti aziende di promozione turistica è una responsabilità che non ci sentiamo di sostenere. D'altra parte siamo in buona compagnia: ricordo che avevano assunto questa posizione, e in parte è stata riaffermata stamane dal collega Ferrara, anche tre rappresentanti su cinque della maggioranza.
Noi temiamo che venti APT comporteranno un notevole aumento dei costi di gestione e provocheranno una dispersione delle già scarse risorse che la Regione può mettere a disposizione del settore turistico.
E' per questi motivi che la Destra Nazionale voterà contro l'art. 8 relativo alla costituzione delle aziende e conseguentemente, ma ci preme confermare quanto diceva il collega Mignone, ovvero che non abbiamo alcuna pregiudiziale contro la forma istitutiva delle aziende di promozione turistica, si asterrà dalla votazione sui successivi articoli che ne sono la diretta conseguenza e il necessario corollario.



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione dell'art. 8 per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 26 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 13 Consiglieri.
L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 36 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 36 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito, della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 36 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 11 è approvato.
ART. 12 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 36 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 12 è approvato.



MARCHIARO MARIA CHIARA



PRESIDENTE

In merito all'art. 13 i Consiglieri Avondo, Biazzi, Adduci e Bresso hanno presentato i seguenti emendamenti: 1) dopo la seconda interlinea aggiungere: "1 rappresentante del Consiglio provinciale, eletto tra i componenti del Consiglio provinciale".
2) "l esperto in materia turistica, eletto dal Consiglio provinciale".
La parola all'Assessore Moretti.
MORETTI, Assessore al turismo Voglio chiarire il rapporto fra la Giunta e l'opposizione, in particolare con il Partito comunista. Non c'è una posizione drastica l'impostazione della legge però fa si che gli emendamenti non siano accettati. Se l'APT è uno strumento professionale operativo che deve predisporre attività e occuparsi dei problemi della zona attraverso i propri operatori, diventa incomprensibile far calare un rappresentante o un esperto della Provincia. Proprio la filosofia della legge, per la rappresentanza, tiene conto del ruolo degli operatori nell'ambito del bacino e in particolare degli operatori privati.
Per questo motivo la Giunta non accoglie gli emendamenti presentati dai Consiglieri Avondo, Biazzi, Adduci e Bresso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Avondo.
AVONDO La risposta dell'Assessore ci pare rispondere ad una filosofia.
Presidente, i problemi che stiamo ponendo non riguardano un rapporto esclusivo tra il Gruppo di opposizione comunista e l'Assessore Moretti perché non avrebbe nessun senso.
Questi confronti con l'Assessore in Commissione, come ha detto giustamente il relatore di maggioranza Villa, sono avvenuti per ben 24 sedute, quindi è chiaro che il confronto in aula era, questo lo spirito e lo sforzo che abbiamo compiuto, per sollecitare una verifica più ampia con il Consiglio regionale attorno ad alcune questioni che riteniamo importanti. Ora, se invece l'aula non corrisponde a questo sforzo che un Gruppo di opposizione fa perché è convinto di dare un contributo al miglioramento della legge, e rimane un discorso fra sordi, lasciamo stare.
Ci pare che il discorso sostenuto dall'Assessore per respingere gli emendamenti presentati dal Gruppo comunista su questo articolo non sia convincente.
La spiegazione per cui il rappresentante dell'Amministrazione provinciale, sia come amministratore sia come esperto, all'interno dell'assemblea dell'APT, deve essere escluso avendo l'APT quelle funzioni richiamate dall'Assessore, ci pare contrasti con il fatto che a far parte dell'assemblea, all'interno dell'APT, ci siano i Presidenti delle Comunità montane o Assessori loro delegati, i Sindaci dei cinque Comuni che hanno le maggiori presenze turistiche, i rappresentanti dei lavoratori e delle varie categorie. Il non volere un rappresentante dell'Amministrazione provinciale all'interno dell'assemblea non corrisponde allo spirito con cui si va alla costituzione dell'assemblea stessa. Inoltre, secondo noi, un'esclusione di questo tipo ci fa capire meglio i motivi, che l'Assessore non ha voluto esprimere quando abbiamo discusso l'art. 3 della legge, del perché non si è voluto che le Province svolgessero un certo tipo di ruolo all'interno della legge.
Per queste ragioni facciamo appello anche agli altri Gruppi affinch valutino l'incongruità che esiste nell'impedire che un qualunque rappresentante dell'Amministrazione provinciale faccia parte dell'assemblea, rispetto alla pletora dei rappresentanti anche di Enti locali che sono presenti all'interno della stessa.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Moretti.
MORETTI, Assessore al turismo I rappresentanti delle Province concorrono alla formulazione del programma gestionale delle APT: è un momento di raccordo.
Anche un altro emendamento presentato dal Gruppo liberale richiama la presenza di altre associazioni a carattere nazionale. Quello deve essere il riferimento di presenza degli enti territoriali e di altre associazioni.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 1).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 15 voti favorevoli, 20 contrari e 1 astensione.
Pongo in votazione l'emendamento n. 2).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 14 voti favorevoli, 22 contrari e 1 astensione.
E' stato presentato un terzo emendamento firmato dai Consiglieri Avondo Biazzi, Adduci e Bresso: al primo comma, settima interlinea, dopo le parole "dalle Associazioni" sopprimere la parola "turistiche".
La parola all'Assessore Moretti.
MORETTI, Assessore al turismo La Giunta non lo accoglie.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 13 voti favorevoli, 21 contrari e 1 astensione.
Si proceda alla votazione dell'art. 13 per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente presenti e votanti 44 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si sono astenuti 15 Consiglieri. L'art. 13 è approvato.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 13 riprende alle ore 14,20)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Proseguiamo l'esame dell'articolato dei progetti di legge nn. 21 e 77.
In merito all'art. 14 sono stati presentati i seguenti emendamenti: l) emendamento presentato dai Consiglieri Avondo, Biazzi, Adduci e Bresso: al punto 1, dopo "il Consiglio di amministrazione" sostituire "designa la terna di nominativi per la nomina del Presidente" con "e il Presidente dell'APT".
2) Emendamento presentato dal Consigliere Ferrara: dopo le parole "il Consiglio di amministrazione" aggiungere: "tra persone anche esterne all'assemblea esperte di problemi turistici e nomina il Presidente del Consiglio di amministrazione che deve essere persona con profonda conoscenza delle caratteristiche del turismo del bacino interessato, nonché vagliate e specifiche capacità tecnico - professionali e gestionali e dimostrata esperienza acquisita in relazione alle caratteristiche dell'incarico da rivestire".
La parola al Consigliere Avondo.
AVONDO Riproponiamo questo emendamento che ha costituito materia di lunga discussione, in quanto riteniamo che una riflessione vada compiuta.
Siamo convinti che per il tipo di caratteristiche che le assemblee di promozione turistica vanno ad assumere sia più democratico, trasparente e rispondente alle esigenze territoriali se consentiamo a questi organismi l'espressione autonoma del Presidente, che dovrà poi dirigere l'azienda di promozione turistica. Diversamente, pur avendo fatto un passo avanti rispetto all'impostazione originaria, quella cioè dell'individuazione di una terna all'interno della quale poi la Giunta sceglie il Presidente (che era quella della nomina tout court da parte del Presidente dell'APT), ci pare una scelta non sufficientemente rispondente alle esigenze di impostare una legge di riforma sull'argomento. Poiché questi elementi riguardano la democrazia e il modo con cui il territorio esprime una sua volontà e una sua determinazione in ordine agli organismi che dovranno poi dirigere queste organizzazioni, riteniamo, che qualora il nostro emendamento fosse accolto sarebbe un segnale positivo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.
FERRARA L'emendamento che ho presentato ha due varianti rispetto alla proposta della Giunta. Era esplicito nell'articolato della Giunta che l'assemblea nominasse il Consiglio di amministrazione; ho aggiunto "tra persone anche esterne all'assemblea esperte di problemi turistici" perché l'assemblea è un organismo politico di indicazione e non è un organismo di gestione delle scelte che vengono fatte. In essa ci sono i Presidenti delle Comunità montane e i Sindaci, persone cioè che possono non essere competenti o esperte di problemi turistici. Attraverso l'emendamento si dà la possibilità di nominare il Consiglio di amministrazione anche al di fuori dell'assemblea. E' un'indicazione opportuna anche se questo non era escluso dal testo della Giunta.
Il secondo problema riguarda la nomina diretta del Presidente del Consiglio di amministrazione delle assemblee. Le argomentazioni sono in parte quelle indicate dal Consigliere Avondo. Mi sembra però che, al di là dei problemi di trasparenza, ci sia anche una scelta di opportunità, quella di non imporre ad un organismo un nome che può non essere gradito dalla maggioranza. Devo ammettere che si è fatto un passo avanti indicando la terna, comunque la scelta dovrà essere fatta all'interno di nominativi espressi dalla stessa assemblea; avendo però la possibilità di proporre una terna si potrebbe esprimere anche un Presidente che non gode della fiducia della maggioranza. Ci sembrerebbe invece più utile consentire la scelta all'assemblea che ha la conoscenza della situazione del bacino turistico.
Mi auguro che la Giunta accolga l'emendamento, nel caso contrario ne prendiamo atto e lo ritireremo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Moretti.
MORETTI, Assessore al turismo Sia il Gruppo comunista sia il Gruppo repubblicano con gli emendamenti proposti vogliono garantire il rigido rispetto formale del principio di autodeterminazione.
Innanzitutto va osservato che l'APT non è un ente elettivo, bensì un'azienda strumentale della Regione. Per questo motivo si vuole tener conto dell'espressione dell'assemblea. Abbiamo detto che gli indirizzi per la promozione sono indicati dalla Regione con il concorso degli enti sovrazonali, compresi gli stessi operatori dell'APT. Nell'ambito dell'assemblea APT un'aggregazione di natura politica è un errore, perch si creano degli ostacoli per la fase gestionale. Questa è la preoccupazione della Giunta, non perché non abbia presente questa proposta avanzata sia dal Consigliere Avondo sia dal Consigliere Ferrara, ma deve rendere sempre più agevole questo strumento, cioè non prefigurare quello che sta avvenendo nelle UU.SS.SS.LL.
L'APT è un ente strumentale che deve tenere conto della programmazione della Regione, cioè il Presidente deve essere un rappresentante degli indirizzi della Regione.
Quindi non si tratta di una posizione rigida, ma si vuole rendere lo strumento APT molto agevole per non creare difficoltà. Questo è il motivo per cui la Giunta non accoglie l'emendamento.
Per quanto riguarda la composizione del Consiglio, siamo d'accordo nel designare l'esperto, ma sempre rispetto alla conoscenza dei problemi locali. Infatti, stando alla proposta del Consigliere Avondo di un esperto del turismo nell'ambito dell'APT, non vorrei che calasse poi a livello centralizzato un esperto che non conosca i problemi del bacino turistico.
Quindi l'emendamento può essere parzialmente accolto in questi termini: "L'esperto può essere scelto tra persone anche esterne all'Assemblea esperte di problemi turistici".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.
BONTEMPI Signor Presidente, inviterei il Consiglio a porre l'attenzione su questo punto che è particolarmente delicato. Forse sarebbe utile prendere in considerazione la nostra esperienza istituzionale, dopo un anno di applicazione dei meccanismi di nomina ed elezione. Questa è una legge di riforma e questo articolo dovrebbe trarre la nostra attenzione e convincerci di quello che facciamo. La proposta di nominare un Presidente esterno non la ritengo negativa. Non possiamo però ignorare che ci troviamo di fronte alla nomina anche di un esterno da parte del Consiglio di amministrazione e all'interno di questo il potere di nomina è della Giunta.
Sono problemi di fonti, non possiamo giocare con la materia istituzionale.
Invito i colleghi ad una breve riflessione. Abbiamo fonti di poteri, di ruoli e di compiti diversi, questo è il problema.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mignone.
MIGNONE Signor Presidente, l'argomento introdotto dagli emendamenti dei colleghi Avondo e Ferrara non è da sottovalutare. Il ragionamento del Consigliere Ferrara introduce un altro meccanismo (è chiaro che vi è un'assemblea composta da figure che la legge quadro stabilisce che sono quelle e non altre) e cioè che l'assemblea nel momento in cui designa il Consiglio di amministrazione può nominare anche persone non appartenenti all'assemblea stessa. Ciò significa che l'assemblea, nel nominare la terna dei nominativi da trasmettere alla Regione per la scelta del Presidente può scegliere anche una persona esterna all'Assemblea stessa.
Il fatto che l'assemblea possa designare anche persone esterne all'assemblea del Consiglio di amministrazione, ancorché serva per introdurre qualificazioni particolari che magari non si possono introdurre perché non sono espressione delle Pro Loco, degli albergatori, dei Comuni ecc., può essere un recupero anche condivisibile.
Quindi noi, come Gruppo, su questa parte dell'emendamento presentato dal collega Ferrara, cioè che nel Consiglio di amministrazione l'assemblea possa designare esperti anche esterni, ci rimettiamo alla Giunta. Diverso è il ragionamento su chi ha il potere di eleggere il Presidente. Questo potere spetta all'assemblea, alla Giunta o al Presidente? Delle varie ipotesi adottate dalle Regioni quella della Giunta regionale è la più condivisibile, nel senso che non esautora completamente il potere dell'assemblea avocando a sé la designazione del Presidente, ma introduce un sistema misto, nel senso che l'assemblea ha comunque il potere di designare una terna di candidati alla presidenza. Quindi, il potere dell'assemblea permane poiché il Presidente sarà scelto dalla Regione in base alle designazioni fatte. Si ribadisce in questo modo la necessità di un coordinamento fra la singola APT e la Regione stessa. Questo non tanto per risottolineare il carattere di strumentalità delle APT, che la legge comunque prevede, ma perché è importante evitare che si creino 20 repubbliche autonome, ognuna delle quali con la presunzione di essere fra quelle a maggiore sviluppo turistico, senza collegamenti fra loro.
Vi sono inoltre altri strumenti, quale quello del coordinamento delle politiche. Mi pare però che questo elemento possa essere considerato un rafforzativo.
L'atteggiamento adottato dalla Giunta dà una soluzione equilibrata al problema, perché non esautora il potere di designazione dell'assemblea e nel contempo sottolinea la necessità e l'opportunità di un accordo tra la Regione e le APT; sotto questo punto di vista sosteniamo come Gruppo la proposta emersa in Commissione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.
MARCHINI Questi sono problemi delicati sui quali è opportuno non essere assenti.
Sull'opportunità, apparentemente condivisibile e forte, di aprire il Consiglio di amministrazione agli esperti ho fieri dubbi che mi derivano da quel tanto di scetticismo che viene dalla pratica quotidiana di queste cose. Temo che aprire il versante degli esperti non rappresentativi, ma estranei alla rappresentatività dei soggetti presenti sul territorio, apra un versante di conflittualità tendente a sovrapporre, anche numericamente all'assemblea, un Consiglio di amministrazione espressione di esterni.
Non possiamo uscire da quella che è la costituzione reale del Paese quindi le spinte e le controspinte tanto vale che le radichiamo alle rappresentanze delle realtà presenti sul territorio. Se immaginiamo che possano essere rappresentate anche da fantasmi, per esempio dai Partiti o da altri soggetti di questo genere, pensiamo sia rischioso.
La proposta uscita dalla Commissione è condivisa dal nostro Gruppo avendo collaborato alla sua stesura; però personalmente la considero molto pericolosa, perché o il Presidente è espressione dell'assemblea o è l'espressione della Regione. Una soluzione a metà comporta nel momento dell'avvio della presidenza la coincidenza con un momento di disagio nei confronti dell'assemblea stessa. Se la designazione è fatta a maggioranza possiamo immaginare come viene fatta; se invece la designazione viene da tre Gruppi, la scelta della Regione sarà in conflitto con la designazione degli altri due Gruppi.
E' un metodo di avvio non così corretto come si potrebbe immaginare.
L'istituto del Presidente di indicazione regionale significa vedere nel Presidente soprattutto un elemento forte di collegamento agli effetti della gestione tra Regione e APT. Questo strumento, che il nostro Gruppo difende in aula, e che personalmente illustro in termini di paradosso, è anche un suggerimento all'attività che la Regione dovrà svolgere di monitoraggio su questa materia per capire, ad esempio, come si dovranno fare queste tre designazioni. Perché se queste tre designazioni sono di fatto il realizzarsi all'interno dell'assemblea di tre gruppi, la scelta dell'Assessore mette la Regione in una relazione difficile nei confronti degli altri due.
Questa soluzione, anche elegante come compromesso, indubbiamente fa nascere in modo critico questo rapporto, che invece l'Assessore vuole lineare come garanzia della continuità degli indirizzi di massima individuati dalla Regione sul territorio attraverso il Presidente delle APT.
Per questo motivo suggerisco che l'art. 14, già cosa sofferto e per molte ragioni accettato, ma che se sottoposto ad una verifica anche di tipo ludico come quella che sto facendo io non regge più di tanto, venga mantenuto come è uscito dalla Commissione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.
BONTEMPI Intervengo su questo gruppo di articoli perché mi pare di dover riconfermare, alla luce degli interventi e delle spiegazioni date, le mie fortissime perplessità sulle soluzioni proposte.
Le argomentazioni svolte dal collega Marchini io le svolgo in modo meno paradossale e più coerente con le questioni della legittimazione della responsabilità. Questo elegante compromesso in realtà aggrava la commistione che con la scelta diversa del Consiglio di amministrazione e del Presidente si sta già facendo. Aggiungo che a differenza delle istituzioni che promanano dal sistema politico, le rappresentanze di categoria non promanano dal sistema politico. E' una ragione in più per stare molto attenti alle operazioni istituzionali, quindi politiche, che compiamo. L'assemblea ha compiti generali di indirizzo e di dibattito ed esprime un organo di governo suo proprio, quindi è incomprensibile come la testa di tale organo debba avere un'altra fonte, un'altra legittimazione.
La lettura degli artt. 16 e 18 porta a ritenere che si tratti di un caso tipico di organo prevalente a differenza della Regione. La Regione distingue nel suo Statuto il ruolo del Presidente, il quale per le funzioni di indirizzo politico e per i poteri che ha sulle deleghe è addirittura prevalente rispetto la stessa Giunta.
Qui abbiamo invece un sistema diverso, tipico di un Consiglio di amministrazione come organo che ha la pienezza dei poteri e un Presidente ordinatore. Allora è un controsenso che il Presidente ordinatore sia espressione di altro soggetto.
Aggiungo una preoccupazione di ordine politico. Non mi sfugge la preoccupazione dell'Assessore Moretti quando dice: "se lasciamo la decisione all'interno dell'assemblea i sistemi di spartizione, di lottizzazione, di apparentamento a livello d'area possono provocare effetti negativi per quanto riguarda la scelta del Presidente".
Questo ragionamento intanto non è risolto - come è ben noto - dal fatto che si sposti ad una sede superiore istituzionale come è la Regione, anzi possiamo- dire che quella mediazione, politica e partitica, è più difficile nelle sedi locali per il fatto che ci sono rappresentanti di categorie e di gruppi che non sono rientranti tout court nel sistema politico. A livello locale c'è qualche ostacolo a far passare con comodo le decisioni dei partiti. Il mio discorso non è un attacco ai partiti, anzi, spero che vengano valorizzati perché i partiti sono insostituibili; io appartengo ad un partito, ne sono orgoglioso e ho deciso - finché campo - di fare questo mestiere.
Detto questo, vorrei capire le contraddizioni nei comportamenti dei partiti. Se si tratta di un uso spartitorio e al basso da parte dei partiti di quella fetta di potere, è configurabile uno scenario in cui un rappresentante di una categoria a quelle mediazioni non ci starebbe intanto perché non si farebbe sponsorizzare da nessuno né dai rossi né dai verdi né dai bianchi. Questo schema dovrebbe indurci ad una delicatezza particolare. La Giunta è espressione legittima di Gruppi politici di maggioranza e le sue logiche, salvo che cambi il clima, si impongono.
L'ultima considerazione riguarda la strumentalità. L'unica maniera per giocare la partita della strumentalità di questi enti è quella degli indirizzi, del coordinamento, del governo, della politica di programmazione di bilancio e non con un personaggio, un presidente.
Cari colleghi, fate attenzione, questo è un punto delicato del sistema e della visibilità che le leggi di impianto e di riforma fanno rispetto alla comunità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.
TAPPARO Credo sia scontato che le aziende turistiche saranno braccio della operatività della politica regionale e avranno caratteri particolari. Si tratta di enti ad operatività di area che non operano su funzioni che ricoprono l'ambito regionale. Per rendere questi strumenti effettivamente funzionali abbiamo due strade: un rigido dirigismo regionale che potrebbe chiudere in un rapporto diretto la Regione e l'ente per la nomina e una piena valorizzazione dell'autonomia di questo strumento di aree.
Credo che l'ipotesi della terna attenui le tendenze estreme, riducendo da un lato una specie di dirigismo senza aprire dall'altro a forme centrifughe dell'operatività di questi enti. Ritengo che l'ipotesi dell'individuazione della terna da parte dell'assemblea possa costituire un difficile fattore di equilibrio, ma è forse la strada mediana per far si che questo organismo non sia staccato dalle politiche o, all'opposto rigidamente incapsulato in modo tale da mortificare l'apporto che le varie articolazioni delle realtà locali possono dare.
Sul problema dell'esperto, altro fattore che può creare delle contraddizioni, credo che una struttura con un alto contenuto tecnico sia realmente supportata da un apporto tecnico reale e non fittizio. In questo senso sappiamo che esisterà la figura del direttore che è un soggetto tecnico per eccellenza che tra l'altro partecipa ai Consigli di amministrazione e quindi può avere tale funzione.
AVONDO Nelle aziende di promozione del quarto livello è previsto il massimo dell'organico al VII livello. Ti lascio ogni valutazione in ordine alla professionalità.
TAPPARO Ci sarebbe da disquisire se il VII livello sia così povero di professionalità da non poter dare il supporto necessario all'operatività.
Certamente è un problema, però temo che l'inserimento possibile sul piano formale (del formalismo giuridico in questo caso) non giovi e possa delineare addirittura una contrapposizione, nelle aziende di più grosso livello, tra esperto e direttore. Si potrebbe creare all'interno del Consiglio di amministrazione una contrapposizione tra l'esperto inserito da certi soggetti e il direttore individuato invece con altre procedure. Le aziende minori corrono il rischio di avere un supporto tecnico insufficiente, però è un rischio di grado inferiore rispetto alla contrapposizione che nelle APT maggiori si potrebbe verificare, come nel caso di due galli nello stesso pollaio, tra persone che sono portatrici dell'aspetto tecnico. Quindi, la terna può essere una soluzione equilibrata ed accettabile, mentre non è accettabile l'ipotesi dell'esperto proprio per le ragioni che accennavo poc'anzi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.
FERRARA Signor Presidente, alla luce dei precedenti interventi vorrei chiarire le ragioni del mio emendamento. La prima è riferita alle parole: "tra persone anche esterne all'assemblea", che non implica una scelta rigida di persone esterne all'assemblea, è una possibilità che viene data all'assemblea stessa per l'elezione di un membro del Consiglio di amministrazione. Il collega Marchini ha espresso la perplessità che questa persona potesse non essere espressione dell'assemblea. Io credo che un membro del Consiglio di amministrazione nominato dall'assemblea è espressione di quella assemblea, è espressione della volontà dell'assemblea, quindi non mi pare che questo generi conflitto.
Non si deve mitizzare troppo l'esperto. Se i rappresentanti degli operatori economici ad esempio ritengono di esprimere una persona che li rappresenti tutti e se la stessa cosa capita ai rappresentanti dei Comuni e delle Comunità montane che non hanno capacità di svolgere un ruolo all'interno del Consiglio di amministrazione e insieme concordano un nome che li rappresenti, a me sembrerebbe una cosa opportuna e non si tratterebbe di inserimento di persona esterna non espressione dell'assemblea, ma sarebbe espressione assoluta dell'assemblea.
C'è la questione della presidenza. Le argomentazioni svolte dal Consigliere Bontempi sono molto pertinenti. Si rischia di avere un Presidente che, non essendo espressione della maggioranza dell'assemblea potrebbe essere espressione di una minoranza ristretta a cui si demanda il compito di presiedere il Consiglio di amministrazione che potrebbe operare e muoversi in una posizione conflittuale.
Per questi motivi ritengo - mi rimetterò alle considerazioni della Giunta - che sarebbe un modo efficiente di rendere operativo questo nuovo organismo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Moretti.
MORETTI, Assessore al turismo Voglio solamente chiarire il problema rispetto alle ultime proposte.
La Commissione ha discusso molto del problema. Ho dato più volte spiegazioni in quanto si vuole rendere questo strumento operativo e non solamente di aggregazione da parte di maggioranze e di minoranze.
Per quanto riguarda l'art. 14, lo lascerei come è stato proposto dalla Commissione, mentre all'art. 15 - proprio per tener conto di quello che indicava il Consigliere Ferrara: "il Consiglio di amministrazione nominato dall'assemblea dell'APT è composto oltre che dal Presidente da otto membri dell'assemblea stessa" - aggiungerei "con un esperto".
Propongo pertanto che l'art. 14 non venga modificato e che nell'art. 15 sia inserito un esperto scelto dall'assemblea nell'ambito del Consiglio di amministrazione.



PRESIDENTE

La Giunta non accoglie i due emendamenti.
Pongo in votazione l'emendamento presentato dai Consiglieri Avondo, Biazzi Adduci e Bresso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 14 voti favorevoli, 23 contrari e 3 astensioni.
Chiede di parlare il Consigliere Ferrara. Ne ha facoltà.
FERRARA Il Gruppo repubblicano ritira il proprio emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.
BONTEMPI L'emendamento repubblicano è interessante, quindi ripropongo la questione a nome del Gruppo comunista.
Io non vorrei agire proponendo lo stesso emendamento, ma se l'assemblea non si pronuncia sono costretto a farlo. Il dibattito mi ha fatto emergere una convinzione che mi pare sia da sostenere.



PRESIDENTE

L'Assessore dice che questo emendamento può essere esaminato all'art.
15.
La parola al Consigliere Ferrara.
FERRARA Signor Presidente, mi pare di capire che l'Assessore è disponibile ad accettare la parte dell'emendamento che si riferisce alla possibilità che l'assemblea scelga i membri del Consiglio di amministrazione anche tra persone esterne. La Giunta però non accoglie l'intero emendamento e poich non voglio presentare un emendamento contro il parere della Giunta, prendo atto di questo e ritiro l'emendamento all'art. 14.
BONTEMPI Presidente, forse ci sono anche altre forze che vogliono riproporre l'emendamento.



PRESIDENTE

Non ho assolutamente alcuna preclusione. Gli emendamenti si possono presentare fino al momento della votazione dell'articolo. Se viene riproposto un emendamento firmato da un altro Gruppo lo si può mettere in votazione.
La parola al Consigliere Mignone.
MIGNONE Mi pare che il dibattito abbia confermato la convergenza su parte dell'emendamento presentato dal Consigliere Ferrara.
Con il collega Villa stiamo formalizzando un emendamento all'articolo successivo, poiché anche la Giunta ha dichiarato di essere disponibile, in cui si dice che "il Consiglio di amministrazione è nominato dall'assemblea ed è composto da otto membri scelti anche tra persone esterne all'assemblea stessa". Tale emendamento potrà essere introdotto all'articolo successivo anziché all'art. 14, per cui rimane il fatto che il Consigliere Ferrara ritira il proprio emendamento perché in parte accolto all'articolo successivo.



PRESIDENTE

L'emendamento sarà pertanto presentato all'art. 15. La Giunta non apporta modifiche a questo articolo, pertanto si proceda alla votazione dell'art.
14 per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri.
L'art. 14 è approvato.
In merito all'art. 15 il Consigliere Villa ha presentato il seguente emendamento: al primo comma, dopo le parole "da otto membri", aggiungere "anche scelti tra esperti esterni all'assemblea", cancellando "dell'assemblea stessa".
La parola al Consigliere Bontempi.
BONTEMPI Chiedo che all'emendamento venga aggiunto il vincolo dell'alta qualificazione e dell'affermata professionalità.
STAGLIANO' Presidente, è opportuno inserire ciò che propone Bontempi anche per chiarire il perché si va alla scelta degli esperti, altrimenti non si capisce nulla.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mignone.
MIGNONE Se la Giunta è d'accordo, mi pare che l'emendamento presentato dal collega Villa possa essere integrato con la parte dell'emendamento precedente del collega Ferrara che peraltro riprende già il disposto dell'art. 17 relativamente al Presidente. Infatti, laddove si parla del Presidente si dice che deve essere scelto fra persone con caratteristiche determinate.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento con l'accettazione da parte della Giunta di riformulare il primo comma dell'art. 15 nei seguenti termini: "Il Consiglio di amministrazione è nominato dall'assemblea dell'APT ed è composto, oltreché dal Presidente dell'Azienda, da otto membri scelti anche tra membri esterni all'assemblea che abbiano una profonda conoscenza delle caratteristiche del turismo nel bacino interessato, nonché vagliate e specifiche capacità tecnico - professionali e gestionali e dimostrata esperienza acquisita in relazione alle caratteristiche dell'incarico da rivestire, assicurando comunque la presenza di almeno quattro membri in rappresentanza degli operatori economici del turismo".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 38 voti favorevoli e 2 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 15 per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 45 votanti 44 hanno risposto SI 41 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 15 è approvato.
ART. 16 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 45 votanti 44 hanno risposto SI 41 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 16 è approvato.
In merito all'art. 17 sono stati presentati i seguenti emendamenti: 1) emendamento presentato dai Consiglieri Avondo, Biazzi, Adduci e Bresso: L'art. 17 è soppresso.
L'emendamento viene ritirato dai proponenti.
2) Emendamento presentato dal Consigliere Ferrara: l'art. 17 è soppresso.
L'emendamento viene ritirato dal proponente.
Si proceda alla votazione dell'art. 17 per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 votanti 42 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 17 è approvato.
ART. 18 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 votanti 43 hanno risposto SI 43 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 18 è approvato.
In merito all'art. 19 il Consigliere Ferrara ha presentato il seguente emendamento: il secondo comma dell'art. 19 è così sostituito: "Esso è composto da tre membri scelti tra gli iscritti agli Albi dei dottori commercialisti e ai Collegi dei ragionieri della Regione Piemonte".
La parola all'Assessore Moretti.
MORETTI, Assessore al turismo La proposta contenuta nell'emendamento è restrittiva poiché la dizione presentata dalla Commissione parla soltanto di membri competenti in disciplina amministrativa e contabile. Per i suggerimenti di coloro che fanno parte della Commissione, secondo i quali diventa sempre più difficile trovare persone competenti, parlare di "albi professionali" diventa estremamente restrittivo. La proposta della Commissione cerca di evitare tali restrizioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.
FERRARA Signor Presidente, capita frequentemente di presentare emendamenti analoghi a questi e altrettanto frequentemente vengono respinti. Credo che il Collegio dei Revisori dei Conti debba essere composto da persone che hanno competenze specifiche in materia. Esistono gli ordini professionali a questo preposti. Non vorrei che la difficoltà a trovare persone iscritte negli Albi dei dottori commercialisti e dei ragionieri collegiati portasse a nominare persone con esperienze generiche in campo contabile amministrativo provate da nulla in particolare.
Mi pare sia giusto fare uno sforzo affinché la Regione individui persone realmente capaci. Sono convinto che esistono esperti al di fuori di questi ordini professionali, ma non vorrei che tale possibilità di fatto apra la porta alla nomina di persone che non hanno le competenze richieste.
Ritengo che l'appartenenza agli ordini professionali preposti sia un elemento di garanzia del funzionamento dei Collegi di revisione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Moretti.
MORETTI, Assessore al turismo Di fronte a proposte di inserimento di ragionieri e dottori commercialisti iscritti negli Albi occorre tener conto di professionalità nel campo della contabilità. Non sono contrario alla scelta di un rappresentante che abbia esperienza amministrativa, proprio per il compito del Collegio dei revisori. Per quanto riguarda il controllo dei programmi la Regione concorda e predispone il piano con le aziende. La Giunta è favorevole alla proposta presentata dal collega Ferrara. Non si tratta di un problema che ci può dividere, ma semplicemente di una scelta di campo per quanto riguarda la professionalità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carazzoni.
CARAZZONI Sono d'accordo con l'emendamento proposto dal Consigliere Ferrara che tende a valorizzare la professionalità e la competenza dei componenti del Consiglio di amministrazione, però mi pare da non doversi sottovalutare perché non è di poco conto, l'obiezione che faceva lo stesso Presidente del Consiglio regionale. E' possibile inserire: "appartenenti agli ordini professionali" ma non si può, per un vizio di legittimità costituzionale limitare gli ordini professionali a quelli piemontesi, altrimenti risulta discriminante.
FERRARA Sono disponibile ad eliminare nel mio emendamento il riferimento al Piemonte.
MORETTI, Assessore al turismo La Giunta accoglie l'emendamento così modificato.



PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione l'emendamento nel testo seguente: " Esso è composto da tre membri scelti tra gli iscritti agli Albi dei dottori commercialisti e ai Collegi dei ragionieri".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 33 voti favorevoli e 2 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 19 per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 37 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri.
L'art. 19 è approvato.
In merito all'art. 20 il Consigliere Ferrara ha presentato il seguente emendamento: al secondo comma sostituire le parole "fino a 3.000 abitanti..
appartenenti alla quarta fascia" con le parole "con abitanti pari a quelli del bacino turistico rappresentato dall'APT presieduta".
L'emendamento viene ritirato dal proponente.
Si proceda alla votazione dell'art. 20 per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 37 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri.
L'art. 20 è approvato.
ART. 21 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 37 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri.
L'art. 21 è approvato.
ART. 22 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 37 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri.
L'art. 22 è approvato.
ART. 23 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 37 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri.
L'art. 23 è approvato.
ART. 24 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 37 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri.
L'art. 24 è approvato.
In merito all'art. 25 sono stati presentati i seguenti emendamenti: 1) emendamento presentato dai Consiglieri Avondo, Biazzi, Adduci e Bresso: l'art. 25 è soppresso.
L'emendamento viene ritirato dai proponenti.
2) Emendamento presentato dal Consigliere Ferrara: l'art. 25 è soppresso.
L'emendamento viene ritirato dal proponente.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Mignone. Ne ha facoltà.
MIGNONE Avevo preannunciato nel dibattito generale che su questo articolo dissentivo a titolo personale. Riconosco che l'assegnazione di personale e di contributi alle APT debba essere graduato in base all'importanza del bacino di utenza, però ritengo che questo possa essere fatto con atto amministrativo senza essere codificato in legge.
Per queste ragioni a titolo personale voterò contro questo articolo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Fracchia.
FRACCHIA A titolo personale voterò contro questo articolo perché come ho detto al gruppo di lavoro su questa legge non ne condivido la filosofia iniziale.



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione dell'art. 25 per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si sono astenuti 18 Consiglieri.
L'art. 25 è approvato.
ART. 26 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 38 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'art. 26 è approvato.
In merito all'art. 27 i Consiglieri Avondo, Biazzi, Adduci e Bresso hanno presentato il seguente emendamento: l'art. 27 è così sostituito: "1. Per favorire il perseguimento delle finalità di cui all'articolo precedente in modo coordinato è istituito l'elenco delle Associazioni Pro Loco, articolato in sezioni provinciali.
2. Può essere inserita nell'elenco ed assumere la denominazione di 'Associazione Pro Loco' l'Associazione per la quale concorrano le seguenti condizioni: a) si proponga di attuare l'attività di promozione turistica prevista all'articolo precedente b) sia dotata di Statuto che non preveda alcuna forma di discriminazione tra i cittadini del Comune per la loro iscrizione all'Associazione c) sia previsto dallo Statuto che in caso di scioglimento dell'Associazione i beni siano devoluti al Comune nel cui territorio l'Associazione ha sede".
La parola al Consigliere Avondo.
AVONDO Questo emendamento e quello successivo all'art. 28 tendono ad introdurre un elemento di riflessione sulla formulazione del disegno di legge in ordine alle associazioni Pro Loco.
Il disegno di legge prevede l'istituzione di un Albo delle associazioni turistiche Pro Loco articolato in sezioni provinciali. Noi riteniamo che la volontà di istituire un Albo, a cui iscrivere le libere associazioni che nascono sulla base del volontariato e sono così diffuse sul territorio piemontese, rischia di mortificare la loro autonomia proprio perché tale iscrizione rappresenta di fatto un vincolo. Noi eravamo del parere che queste Associazioni dovessero far parte degli organismi di direzione della istituenda azienda di promozione turistica sulla base di proposte avanzate, in termini molto liberi, per la nomina all'interno degli organismi di direzione delle aziende di promozione turistica, tenuto anche conto che queste associazioni, in modo del tutto libero e democratico, si sono anche date una struttura di coordinamento a livello regionale.
Ci rendiamo conto che la molteplicità di presenze sul territorio richiede un minimo di riferimento e quindi proponiamo che in alternativa all'istituzione dell'Albo le Pro Loco richiedano di essere inserite in un elenco che le Province dovrebbero tenere affinché queste associazioni indichino i rappresentanti da nominare all'interno dell'assemblea.
E' una questione che tende a mantenere una divisione di ruoli che i vari soggetti chiamati alla gestione di questa materia devono avere. Siamo convinti che se le Pro Loco dovessero essere assunte a livello di altri soggetti che devono partecipare alla gestione dell'azienda di promozione turistica, il rischio è avere delle difficoltà di comprensione sui ruoli che i vari soggetti devono svolgere. E' per questi motivi che proponiamo la sostituzione dell'iscrizione all'Albo con una volontaria richiesta di iscrizione ad un elenco.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Moretti.
MORETTI, Assessore al turismo L'istituzione dell'Albo non crea alcun problema alle attività, anzi proprio attraverso l'istituzione di un Albo regionale gestito dalle Province è possibile conoscere le Associazioni Pro Loco che svolgono attività. La stessa legge n. 217 all'art. 4 cita le funzioni delle Pro Loco per l'attività turistica, ecco perché la terminologia non va modificata. Ad esempio, in Francia le associazioni turistiche che svolgono funzioni analoghe a quelle delle Pro Loco, i cosiddetti "sindacati di iniziativa del turismo", hanno la capacità di svolgere non solo l'attività, ma anche l'informazione. Nel nostro Paese la legge quadro individua in alcuni casi le funzioni di informazione che svolgono alcune associazioni turistiche.
Non è un problema di natura politica, ma si tratta di definire quale funzione dare alle Pro Loco. La Giunta è del parere di istituire l'Albo e pertanto ritiene non accoglibile l'emendamento proposto dai Consiglieri Avondo, Biazzi, Adduci e Bresso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biazzi.
BIAZZI Il collega Avondo ha già accennato che è inspiegabile come mai non si accetti il confronto su un problema, oltretutto molto delicato, che riguarda una rete molto diffusa di volontariato che opera all'interno della nostra Regione. Questa rete non svolge solo meri compiti turistici, ma una pluralità di compiti che si legano alle tradizioni di ogni singola località e soprattutto raccolgono notevoli forze nel campo del volontariato.
Con la decisione che la Giunta vuole a tutti i costi prendere ci sembra che si tenda a militarizzare di fatto questa forma spontanea di associazionismo, di espressione del volontariato.
Non riusciamo a capire perché si voglia seguire questa strada. Non voteremo quindi a favore dell'art. 23 perché si va contro i principi stessi che in ogni momento conclamiamo all'interno del Consiglio regionale: lasciare la massima possibilità di libera espressione alle forze che spontaneamente vogliono dare il loro apporto per far crescere il turismo ma anche altre attività all'interno della nostra Regione.



PRESIDENTE

La Giunta mantiene parere contrario.
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 12 voti favorevoli, 21 contrari e 1 astensione.
Si proceda alla votazione dell'art. 27 per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 26 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'art. 27 è approvato.
In merito all'art. 28 i Consiglieri Avondo, Biazzi, Adduci e Bresso hanno presentato il seguente emendamento: l'art. 28 è così sostituito: "l. Per l'iscrizione all'elenco delle Associazioni Pro Loco, le Associazioni devono presentare richiesta all'Amministrazione provinciale tramite il Comune, corredata di copia dello Statuto.
2. L'iscrizione all'elenco è disposta dall'Amministrazione provinciale; la stessa provvede alla cancellazione dell'Associazione dall'elenco allorch vengano meno i requisiti per l'iscrizione.
3. L'Amministrazione provinciale comunica alla Regione le iscrizioni e le variazioni dell'elenco.
4. L'iscrizione all'elenco costituisce condizione indispensabile per partecipare alla designazione del rappresentante delle Associazioni Pro Loco nei casi previsti dalla legislazione vigente.
5. Alle Associazioni Pro Loco iscritte nell'elenco può essere consentito previo nulla osta della Regione, l'uso della denominazione IAT per gli uffici di informazione e di accoglienza da esse promossi".
L'emendamento viene ritirato dai proponenti.
Si proceda alla votazione dell'art. 28 per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 26 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'art. 28 è approvato.
ART. 29 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 39 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'art. 29 è approvato.
ART. 30 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 39 Consiglieri ha risposto NO 1 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'art. 30 è approvato.
ART. 31 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 39 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'art. 31 è approvato.
In merito all'art. 32 i Consiglieri Avondo, Biazzi, Adduci e Bresso hanno presentato il seguente emendamento: il sesto comma è così modificato: "6. Ai Commissari liquidatori sono corrisposte indennità pari a quelle previste per i Presidenti delle APT".
La parola al Consigliere Avondo.
AVONDO Dal momento che per quanto riguarda i Commissari liquidatori, rispetto all'indennità, il punto 6) dell'art. 32 prevede di parificarli soltanto alla quarta fascia, riteniamo sia corretto che, nel momento in cui essi svolgono nella fase transitoria funzioni di presidenza, siano rapportati alla fascia prevista per il Presidente dell'APT.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Moretti.
MORETTI, Assessore al turismo Siccome le APT non sono ancora state attivate, la funzione del Commissario è puramente di insediamento. Non modificherei quindi la dizione presentata dalla Commissione. La Giunta non accetta l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole 'è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 13 voti favorevoli, 26 contrari e 1 astensione.
Si proceda alla votazione dell'art. 32 per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'art. 32 è approvato.
ART. 33 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente:.
presenti e votanti 45 hanno risposto SI 43 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 33 è approvato.
ART. 34 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 43 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 34 è approvato.
ART. 35 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 43 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 35 è approvato.
ART. 36 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 43 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 36 è approvato.
ART. 37 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 43 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 37 è approvato.
In merito all'art. 38 sono stati presentati i seguenti emendamenti: 1) emendamento presentato dal Consigliere Ferrara: al primo comma sopprimere le parole: "e delle agenzie di viaggi e turismo operanti nel territorio".
L'emendamento viene ritirato dal proponente.
2) Emendamento presentato dai Consiglieri Avondo, Biazzi, Adduci e Bresso: al terzo comma, quarta riga, dopo la parola "turistico", sopprimere le parole "della fascia di classificazione".
L'emendamento viene ritirato dai proponenti.
Si proceda alla votazione dell'art. 38 per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 43 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 38 è approvato.
Passiamo alle dichiarazioni di voto.
La parola al Consigliere Rossa.
ROSSA Signor Presidente, con il voto favorevole del Gruppo socialista esprimo il ringraziamento e l'apprezzamento per l'impegno e lo sforzo perseguito dal collega e compagno Moretti, il quale a nome della Giunta ha lavorato alla realizzazione di una legge che andrà incisivamente a modificare l'impianto e la connotazione di tutta la struttura turistica nel Piemonte.
Con questa proposta di legge si realizza l'allargamento della partecipazione dei vari livelli, è un decentramento reale nelle zone omogenee e si chiamano nuovi operatori più vivi ed avanzati di categoria e degli Enti locali.
Si sono individuate venti aziende che coprono tutto il territorio regionale seppure con differente classificazione che corrisponde alle potenzialità che esistono in Piemonte consentendo alle aree forti, come diceva il collega Tapparo, di essere trainanti nei confronti delle aree meno rilevanti.
Con questa proposta di legge il Piemonte va verso la creazione di strutture adeguate alle nuove esigenze.
Il Piemonte non è soltanto la Regione che costruisce automobili, per esemplificare un comparto importante sul piano nazionale ed internazionale ma è anche una Regione che può offrire delle prospettive e degli sbocchi al turismo avendo potenzialità naturali e strutture ricettive. Il recente incontro a Stresa ha suscitato l'interesse da parte di autorevoli rappresentanti di altre nazioni. Il Piemonte è al centro di una vasta area economica, collegata con i più importanti assi autostradali, ferroviari e marittimi.
Pongo il Partito socialista in primo piano nello sforzo compiuto nella direzione riformistica.
D'altro canto il turismo è una delle più grandi industrie del nostro Paese ed è giusto che si compiano in questa direzione tutti gli sforzi possibili in quanto a investimenti e organizzazione di strutture. Questo è il campo di lavoro del domani, insieme all'ammodernamento e alla diffusione della tecnologia.
Credo debba essere sottolineato l'impegno che la Regione e questa maggioranza assumono nei confronti delle esigenze del Piemonte e che si debba sottolineare il grosso sforzo del Gruppo socialista ed in particolare del collega e compagno Moretti.



MIGNONE ANDREA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.
MARCHINI Signor Presidente e colleghi Consiglieri, per rispetto ad una tradizione che aveva dovuto subire una cortese collega, non ritengo n corretto né opportuno che ci si rivolga ai rappresentanti del governo regionale con l'appellativo "compagno" che nel linguaggio politico è una discriminante forte e significativa già con fatica accettabile nei confronti dei colleghi Consiglieri e a maggior ragione non corretta nei confronti dei colleghi Assessori.
Visto che mi sono posto in una situazione critica continuo su questa strada.
Il Gruppo liberale aveva anticipato che avrebbe contribuito alla discussione generale con una dichiarazione di voto. Non siamo entusiasti di questa legge, ma non ci scandalizziamo oltre misura delle cose che in essa non piacciono e non soltanto a noi. Consideriamo questa una legge di struttura, così come gli altri provvedimenti che andremo a votare sono delle normative metodologiche. Quindi non fa carico più di tanto di non aver ottenuto nel dibattito in Commissione e in aula il risultato di diversificare queste leggi rispetto alla propria visione.
Voteremo a favore. Il nostro è un voto problematico, ma non critico in quanto le soluzioni adottate sono insufficienti rispetto agli obiettivi.
Qui lascio il dunque.
Il collega Moretti, che ha profondamente radicata la vis politica quando è intervenuto in chiusura del dibattito generale non è intervenuto su questa legge, ma sulla politica turistica e qui né i "compagni" né i colleghi hanno ritenuto di soffermarsi sul suo intervento che noi riteniamo non sufficiente. E' una partenza interessante e condivisibile, ma visto che il turismo in quest'aula si è manifestato nel suo contenuto, nei suoi obiettivi e nella sua valenza, riteniamo che da parte dei Gruppi consiliari, certamente da parte nostra che consideriamo il tema estremamente interessante al punto da impegnare in Commissione un collega prestigioso come il collega Santoni, debba essere considerato.
Le valutazioni del collega Moretti sono un po' datate. Gli abbiamo dato atto di essere stato il primo in un convegno, in piena cultura di sinistra a chiedersi se il turismo era un'attività destinata a far giocare e cantare la gente quando non lavorava (questo doveva essere il turismo per il compagno Novelli) o se non era anche un'attività economica. Probabilmente per l'assenza dello stesso collega Moretti dall'Assessorato questo processo non è andato sufficientemente avanti, quindi la proposta politica che egli avvia nella conclusione del dibattito generale può essere un apprezzabile punto di partenza, ma richiede un approfondimento della problematica.
Noi, essendo in una maggioranza consociativa, abbiamo scelto di individuare quella che è la nostra interpretazione del fenomeno turistico.
Quindi illustriamo brevemente che cos'è la novità del fenomeno turistico in Piemonte, che ci trova molto lontani dalle dichiarazioni del collega Rossa.
L'attività dell'ultima trattoria e dell'ultimo pergolato del Monferrato è una cosa pregevole, molto interessante, ma con il turismo moderno non ha niente a che fare.
Il turismo ha anche la funzione di trasferire sul territorio risorse e di procedere ad un'operazione di riequilibrio territoriale socio-economico ma il problema del turismo non è questo. E' completamente diverso e parte da una indicazione quantitativa. Nell'anno 2000 il processo turistico avrà a disposizione la maggior somma di risorse rispetto ai settori primario secondario e terziario. Questo vorrà dire che ci sarà una massa di capitali e di ricchezze in gioco che faranno del turismo uno scontro non più solo di tipo politico progettuale, ma uno scontro di tipo finanziario. Il turismo produce ricchezza, produrre ricchezza però significa che i turisti che non vengono in Italia e in Piemonte devono venirci. Dobbiamo capire quali meccanismi queste grandi risorse determineranno sul piano strutturale. Ci sarà un tentativo di appropriazione di queste risorse attraverso le classiche strumentazioni finanziarie di tutti i tempi. Bisogna pensarci per tempo e non lamentarsi dopo contro le multinazionali "cattive". Si muoveranno le multinazionali del turismo. Come al tempo dello sviluppo dell'attività automobilistica qualcuno finanziava le autostrade e contemporaneamente costruiva le automobili, ci sarà chi finanzierà l'offerta turistica e sarà padrone della domanda turistica oppure chi finanzierà la domanda turistica e sarà padrone dell'offerta turistica.
Il turismo organizzato delle grandi centrali del nord Europa e dei grandi bacini d'oltre Atlantico si indirizzerà sulle aree calde, caro collega Rossa, non sul pergolato del Monregalese. I punti caldi dovranno essere aree fortemente attrezzate e pensate rispetto alla collocazione della grande moneta internazionale degli anni 2000. Le grandi opportunità di rendita saranno nel 2000 conseguenti ai processi turistici.
A me sembra, colleghi, che al di là di queste leggi che possono essere condivisibili o meno, ma che sicuramente fanno fare un passo avanti sul piano dell'organizzazione e della conoscenza dei problemi, noi non dobbiamo porci il problema delle aree forti rispetto alle aree deboli, ma dobbiamo considerare il problema delle aree che hanno vocazione produttiva sul piano turistico.
Il collega Moretti, che è persona capace e intelligente, questa mattina ha parlato di turismo interno ed esterno. E' un modo per avvicinarsi di più al problema. Noi non abbiamo aree forti e aree deboli, ma abbiamo delle aree che possono sorgere dove si localizzano queste grandi operazioni turistiche internazionali. Altre aree non hanno queste dimensioni e queste caratteristiche, quindi non sono aree turistiche nella accezione della società moderna. Sono iniziative a supporto di tradizioni della vita locale di riempimento del tempo libero, ma che con il turismo moderno non hanno molto a che fare. Nel nostro linguaggio c'è il turismo che produce ricchezza e c'è il turismo che serve a ridistribuire sul territorio piemontese e italiano la ricchezza e magari serve anche a risolvere problemi di carattere esistenziale e di qualità della vita.
Sono convinto che questa legislatura dovrà fornire il piano della programmazione turistica per individuare sul territorio non le aree forti ma le aree suscettibili dei grandi interventi multinazionali sul territorio. Non sono d'accordo sull'iniziativa della Giunta in ordine al progetto FIO in Alta Valle di Susa perché non sono convinto che mettere denaro cambi la capacità di certe aree interessanti rispetto al processo di investimento internazionale in corso. A me risulta che l'Assessorato al turismo molto opportunamente stia avviando alcune riforme per cambiare strutturalmente le condizioni di concorrenza delle aree rispetto a quelle internazionali. Dobbiamo capire che le attuali strutture turistiche e alberghiere sono decotte, finite. Manteniamole pure in piedi, aiutiamole a sopravvivere, ma avendo forte la consapevolezza che il sistema turistico piemontese deve avere la possibilità di collocarsi sul mercato internazionale come allocazione potenziale del grande processo di investimento e di mobilità dei capitali a scala europea e mondiale.
Questo esiste ormai sulla carta, ma per evitare polemiche non dico dove è scritto. Dai documenti che girano sui nostri tavoli potete constatare che colui che investe in una grande area del Piemonte non è più come in passato colui che si attende una rendita speculativa sulle case o una rendita sugli impianti a fune, non è neanche colui che alza di un piano il proprio albergo, ma sono i padroni dell'offerta turistica internazionale delle grandi compagnie turistiche che investono in funzione delle condizioni di allocazione dei propri capitali. Non è un problema di concorrenza di mercato, non si tratta di dire che costa meno sciare in Italia piuttosto che in Francia. Queste cose non interessano assolutamente. Questi signori investono in Italia se le condizioni dell'investimento e non quelle di mercato sono concorrenziali. E' un processo monopolistico in andata e ritorno e si può immaginare con il progetto FIO di rendere alcune aree del Piemonte migliori, ma se non sono inserite nei canali internazionali di fruizione turistica vengono tagliate fuori rispetto ad un processo che sta andando avanti a livello mondiale, quello cioè della monopolizzazione dei fenomeni turistici organizzati che producono ricchezza. Gli altri producono soltanto migliore qualità della vita.
Quando diciamo di individuare le aree che hanno questa vocazione non intendiamo dire che bisogna spendere di più per quelle aree che per altre.
Dobbiamo muoverci di più sugli aspetti strutturali per fare si che gli handicaps che attualmente le nostre aree hanno nei confronti delle aree concorrenti sul piano strutturale vengano superate. Occorrono norme urbanistiche, norme sugli alberghi (di questo mi risulta che l'Assessorato al turismo si stia preoccupando), norme sulla sicurezza- che devono essere verificate a livello nazionale, norme sulla forza lavoro che vanno verificate sul piano internazionale.
Questi sono i parametri sui quali l'investitore internazionale decide dove allocare le proprie risorse, non solo sul fatto che ci sia una strada più o meno larga. Non mi risulta, per esempio, che Cortina abbia un'autostrada, non mi sembra che Cervinia sia poi così facilmente accessibile, eppure è probabile che su quelle aree, che guarda caso si collocano in una Regione a Statuto speciale, andranno ad allocarsi le grandi risorse internazionali.
La relazione del progetto Sestriere alla fine conclude dicendo che per realizzare una moderna struttura integrata e collegata con questo processo di offerta internazionale occorre un intervento finanziario della Regione di 60 miliardi. Questo lo leggo non come speranza di avere i 60 miliardi ma come quantificazione dell'handicap che ha l'area Sestriere rispetto ad un'area concorrenziale internazionale tedesca, austriaca, svizzera, della Valle d'Aosta o del Trentino Alto Adige.
Queste aree devono essere individuate rispetto a questo obiettivo, ma anche rispetto ad un altro obiettivo. Io sono stato illuminato - come qualcuno sulla strada di Damasco - dai cannoni da neve in una stazione sciistica; ho scoperto che quei cannoni ci sono anche in un altro Paese dell'orbe terracqueo, guarda caso proprio a Detroit, in quel Paese e in quelle aree che vengono giustapposte al Piemonte e a Torino, quindi i cittadini di Detroit vanno a sciare dove ci sono i cannoni da neve.
Immagino che il turismo debba anche attrezzare fortemente l'hinterland delle aree industriali forti e siccome il Piemonte è una di queste, potrà difendere questa sua collocazione nella qualificazione internazionale non solo in forza della capacità dei propri imprenditori e delle proprie maestranze, ma anche del complesso dei servizi alla persona che quest'area è in grado di dare. Non immaginiamo quindi che la Fiat possa mantenere questi ritmi di riqualificazione se l'Università di Torino non tiene il passo, se a Torino non si realizzano centri di ricerca e se non cresce una cultura che garantisca al mondo imprenditoriale torinese la concorrenzialità culturale rispetto a quella degli altri centri nel mondo.
La qualità della vita urbana ed extraurbana è un elemento significativo di queste aree. Nel futuro le aristocrazie non saranno più basate né sul censo né sulla nascita, bensì sui cervelli e dovranno trovare, intorno alle aree rispetto alle quali sono richiesti di operare, la qualità e la quantità di servizi alla persona non dissimili da quelli che ottengono da un'altra parte. I ricercatori che dovranno garantire la continuità del processo produttivo della nostra Regione devono avere sul territorio per il turismo un complesso di attrezzature di qualità di livello non inferiore a quelle che verranno realizzate negli altri Paesi.
Per far capire come questa mia visione non sia del tutto cervellotica in un Convegno ho richiamato l'attenzione su due interventi che ha fatto la grande famiglia italiana sul piano culturale: uno riguardava Palazzo Grassi e l'altro Stupinigi. A Palazzo Grassi è intervenuto un mecenate che per illustrare il proprio blasone ha operato un restauro e avviato una serie di manifestazioni. L'imprenditore agisce su Stupinigi perché la riqualificazione di Stupinigi, come centro d'arte e come elemento della qualità della vita e dei servizi alla persona, diventa una condizione essenziale della sopravvivenza, della competitività e della qualità della sua azienda.
Ho fatto queste affermazioni, e chiedo scusa ai colleghi per essermi troppo dilungato, perché l'intervento dell'Assessore Moretti, per quanto stimolante e interessante, deve essere la premessa ad un lavoro di approfondimento dei temi sul turismo, che non devono farsi soffocare dai problemi contingenti sui quali oggi abbiamo ragionato: la designazione del Presidente, il numero delle APT e via dicendo. Si tratta di capire la disponibilità alla discussione su questo argomento. Siccome apprezzo il collega Moretti, sono sicuro che i pochi contributi dati dal nostro Gruppo alla discussione lo indurranno a riflettere ancor di più sull'esigenza che questa legislatura affronti il problema del turismo.
Ho già anticipato personalmente all'Assessore che, chiusa questa fase legislativa, l'Assessorato dovrà avviare una lunga e approfondita riflessione su questi e altri fenomeni che verranno dalle sollecitazioni della società civile.
A titolo di suggerimento pragmatico propongo che in una data non troppo prossima, ma neppure troppo lontana, si ripeta l'esperienza del seminario avviata negli anni '70 in modo da essere nelle condizioni di interrogare la società piemontese, nazionale ed internazionale, attraverso canali diversi da quelli utilizzati in questi anni che ormai sono datati e atrofizzati.
Con queste argomentazioni confermo che il nostro Gruppo darà voto favorevole ai tre provvedimenti che sono stati sottoposti all'esame del Consiglio qualunque sia l'esito della votazione sugli emendamenti che abbiamo presentato in merito agli altri provvedimenti all'o.d.g.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carazzoni.
CARAZZONI Signor Presidente e colleghi, con tutto il rispetto per le opinioni altrui, non crediamo che sia questa la sede per interventi di filosofia turistica; tuttavia, il collega Marchini ci consenta una marginale osservazione che vorremmo introdurre con il maggior garbo possibile.
Abbiamo sentito dire, nel corso del suo intervento, come al solito brillante ed intelligente, ma che a me è apparso leggermente fuori tema...
MARCHINI Ma l' hai letta la conclusione di Moretti sul dibattito generale? CARAZZONI Si, l' ho sentita.
Ho premesso il mio massimo rispetto per tutte le opinioni, consentimi di esprimere la mia.
Non mi pare che l'aver sostenuto con tanto entusiasmo e passione la tesi secondo cui il capitale internazionale vada a riversarsi in quelle aree cosiddette forti, già a vocazione turistica, sia corrispondente allo spirito della legge che il Gruppo liberale si accinge a votare.
Noi abbiamo sostenuto questa tesi durante la discussione odierna colleghi liberali, fate come volete, potete anche votare una legge dopo averla demolita nella sostanza, così come mi pare sia stato fatto dal collega Marchini.
Noi invece siamo sinceramente dispiaciuti di non poter votare la riforma dell'organizzazione turistica regionale, così come è stata proposta. Questa era una legge qualificante, dagli indubbi riflessi sull'economia turistica della Regione che, a nostro avviso, ben meritava di essere supportata dal consenso, il più largo possibile, delle forze politiche presenti in questa assemblea. Qualcuno potrà anche sorprendersi o stupirsi di questa nostra affermazione e certamente per un Partito schierato all'opposizione sarebbe politicamente più sensato ed utile almeno secondo la logica di questo sistema, non stare a rammaricarsi, per le scelte compiute dalla maggioranza, ma approfittarne per sfruttarle nei loro riflessi negativi presso l'opinione pubblica esterna. Anzi, tanto più sono gli spunti critici offerti da una maggioranza, tanto più sono evidenti i consensi che si possono ottenere, sul piano esterno, presso l'opinione pubblica.
L'obiettivo del "tanto peggio, tanto meglio" non è mai stato un elemento caratterizzante di una seria e responsabile politica di destra perlomeno quale quella che"ci sforziamo di interpretare, per la verità qualche volta con scarso successo pur tra le mura di casa nostra. Ecco perché, chiamati a discutere questa legge, ci siamo accostati ad essa con la mente sgombra da pregiudizi e da posizioni preconcette, disposti anche l'abbiamo anticipato nel dibattito generale - a non far mancare la nostra approvazione convinti come siamo che trattandosi di provvedimento di riforma di un intero settore, delicato e importante quale quello turistico occorresse dar prova di responsabilità e superare gli abituali schieramenti di parte.
Occorreva però che ce ne si offrisse l'occasione, la giustificazione ma questo non si è verificato; proprio sul punto nodale della legge abbiamo dovuto registrare un dissenso insanabile con le posizioni volute dall'Assessore Moretti: le 20 APT sono indubbiamente troppe e non ci pare rispondano a una seria e costruttiva riforma.
In più di un'occasione abbiamo riconosciuto che questa legge, dal lungo e travagliato iter, non potrà essere compiutamente valutata se non nell'arco di due o tre anni, tanto è il tempo che occorre, secondo noi perché possa andare a regime. Ci riserviamo quindi di verificare in futuro i frutti di questa abnorme proliferazione di aziende di promozione turistica; proliferazione - lo vogliamo ancora ricordare - accuratamente evitata da altre Regioni, quali l'Emilia Romagna, la Liguria e la Lombardia.
Tuttavia non ci sentiamo di dichiararci depositari della verità rivelata e non abbiamo alcuna difficoltà ad ipotizzare che questa scelta possa rivelarsi utile alle sorti del turismo piemontese, che possa apportare vantaggi all'organizzazione turistica del Piemonte; ciò non toglie che continuino a sussistere in noi perplessità e riserve sulla soluzione avanzata.
Affermiamo ancora che 20 APT determineranno uno straordinario aumento dei costi di gestione e porteranno fatalmente alla dispersione a pioggia delle già poche risorse disponibili. Il fatto che in ordine a questo punto della legge molte riserve siano state avanzate non solo dalla nostra forza politica è ampiamente dimostrato dal dibattito odierno; a parte l'intervento del collega Marchini che mi ha preceduto, abbiamo sentito manifestare obiezioni, riserve, critiche e perplessità che venivano non soltanto dalle opposizioni ma anche dalla stessa maggioranza: dalle forze liberali, repubblicane e socialdemocratiche, le quali poi non hanno mantenuto coerenza con questa posizione, tant'è che non hanno condiviso la proposta, che noi avevamo avanzato stamani, di un breve rinvio in Commissione per ridiscutere ed approfondire la normativa.
In conclusione, che cosa dovremmo dire di una riforma dell'organizzazione turistica che viene criticata non soltanto dalle minoranze ma è giudicata insoddisfacente - insoddisfacente è la parola che ha usato poco fa il collega Marchini - o perlomeno accolta con molti dubbi persino da tre partiti su cinque della maggioranza? Dati questi presupposti è una riforma che non convince, è una riforma piegatasi a pressioni di campanile e da spinte localistiche, è una riforma dalla quale dubitiamo che il turismo piemontese possa risultare incisivamente segnato, sino ad ottenere quel concreto ed effettivo rilancio da lungo tempo atteso da tutti gli operatori pubblici e privati del settore.
Questo soltanto potremmo e dovremmo dire e tuttavia vi sono nella legge contenuti indubbiamente positivi che sarebbe ingiusto non riconoscere, così come riteniamo sarebbe umanamente ingiusto e politicamente ingeneroso non dare atto con rispetto, al termine di questo dibattito, dell'impegno ostinatamente perseguito, della caparbietà lucidamente dimostrata, dal fervore stesso con il quale l'Assessore Moretti ha voluto e saputo portare avanti negli anni questo suo disegno di riforma, e sottolineiamo "suo".
Dobbiamo però dire che pur con l'aperto riconoscimento della buona fede riteniamo questo impegno, questa caparbietà, questo fervore non corrispondenti agli effettivi interessi del turismo piemontese.
E' questo giudizio che ci porta a giudicare come insufficiente il disegno di riforma dell'organizzazione turistica. E' per questo motivo che la posizione della Destra Nazionale non sarà totalmente contraria, ma si tradurrà in un voto di astensione sulla normativa proposta.



CERCHIO GIUSEPPE



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.
FERRARA Signor Presidente, giungiamo a queste dichiarazioni di voto a conclusione di un lungo iter in Commissione sul disegno di legge presentato dalla Giunta e di un dibattito durato due sedute che ha messo in evidenza i diversi aspetti della legge, alcuni dei quali erano già stati da noi illustrati e sui quali eravamo già intervenuti in sede di dibattito generale. Vogliamo brevemente riassumerli per motivare il voto che il Gruppo repubblicano darà a questa legge.
E' fuor di dubbio che ci troviamo in presenza di un provvedimento che dà un assetto più stabile e una prospettiva favorevole ad un settore che noi giudichiamo molto importante non soltanto per gli effetti economici che può avere.
Dobbiamo però confermare alcune perplessità che avevamo allora dimostrato e che hanno sortito una serie di emendamenti che sono stati oggetto di un'interessante e vivace discussione in Consiglio regionale.
Riteniamo che il dibattito abbia consentito di apportare alcuni miglioramenti al provvedimento ed anche su questo esprimiamo una valutazione positiva. Non possiamo comunque non rilevare che alcune delle perplessità importanti già sottolineate la volta scorsa sono rimaste e rimangono, cosa che ci fa dire, purtroppo, che la Regione ha forse perso un'importante occasione per fare una programmazione del turismo. Una scelta programmatoria più consistente, con una più efficace allocazione delle scarsissime risorse regionali, avrebbe potuto dare un maggior impulso di quanto non darà questa legge al settore del turismo.
Alla luce degli elementi positivi che abbiamo rilevato, ma anche in considerazione di quella solidarietà politica alla quale noi crediamo e che riteniamo non dovrebbe mai mancare da parte di forze politiche che si riconoscono in un programma generale che si inquadra in una visione ampia di un'intera legislatura, il Gruppo repubblicano voterà a favore di questa legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mignone.
MIGNONE Il Gruppo socialdemocratico già in sede di dibattito generale aveva in modo ampio ed articolato espresso le proprie opinioni su questo provvedimento, di cui ribadisce l'importanza, confermata anche dal dibattito svolto nella scorsa seduta e in quella di oggi. E' stato richiamato all'attenzione del Consiglio regionale un settore economico che troppe volte viene dimenticato e trascurato, non considerato nel suo giusto peso e nei suoi importanti riflessi economici anche nella nostra Regione.
Se un elemento positivo va segnalato nello sforzo compiuto dall'Assessorato della Regione, come è emerso dal dibattito, è proprio quello di non considerare il Piemonte soltanto una Regione a vocazione industriale, ma una Regione con grandi potenzialità turistiche.
Con le leggi che oggi approveremo diamo una prima risposta affinch queste potenzialità turistiche diventino realtà e si tramutino in occasioni di sviluppo turistico.
Il lavoro oggi compiuto è stato delicato perché si incentrava sul piano istituzionale e ogni qualvolta si affrontano le riforme che attengono all'organizzazione istituzionale di un settore occorre avere molta attenzione. Da questo punto di vista riteniamo che complessivamente l'articolazione istituzionale che noi diamo con questa legge possa essere tutto sommato condivisibile.
E' chiaro che con le aspettative della legge quadro n. 217 ciascuno di noi ha immaginato un'azienda di promozione turistica idealtipica, in senso weberiano e quindi un certo tipo di disegno di legge. A me pare che fra le varie ipotesi che potevano essere al riguardo adombrate questa non sia la peggiore perché comunque va a ricoprire tutto il territorio regionale considerandolo turisticamente rilevante.
Non voglio ripercorrere il ragionamento di alcuni colleghi n giustificarmi dicendo che le aree cosiddette deboli, dal punto di vista della infrastrutturazione ricettiva e complementare turistica, servano per le aree forti. E' un ragionamento non condivisibile. Il ragionamento che sta alla base di questa scelta è una diversa concezione del turismo: un turismo che non sostiene solamente pochi punti, ma dove si considerano le sinergie tra i vari tipi di turismo e le interazioni positive, i circoli virtuosi che si possono creare tra i vari tipi di turismo che si sono tra di loro integrati. E' da questo punto di vista che è sostenibile la nostra proposta che integra i vari tipi di offerta turistica.
Ritengo che le aree deboli per la loro capacità diffusiva d'intervento possono essere anche di sostegno per le aree forti. Non si può parlare di dicotomia fra turismo economico e turismo sociale, come sosteneva il collega Marchini nel suo intervento, che definirei di tipo illuministico in quanto il turismo è comunque un'attività economica. Non si può affermare che il turismo economico sia quello consolidato o forte e il turismo sociale quello delle aree deboli, in quanto dovunque si sviluppa un'attività turistica questa è un'attività che ha delle implicazioni economiche.
Vi è poi una fascia di turismo sociale che vuole sviluppare delle politiche turistiche a favore, ad esempio, delle fasce più deboli, il che significa sostenere il turismo anche nei momenti morti, altro grande problema. Il turismo sociale da questo punto di vista si può sviluppare nelle cosiddette aree deboli così come nelle aree forti; io sarei per respingere questo tipo di dicotomia.
Con queste poche riflessioni al termine del dibattito che si è sviluppato dichiariamo il consenso del Gruppo socialdemocratico sulla legge che stiamo per approvare, anche se con franchezza e sincerità non abbiamo mancato di far rilevare su alcuni aspetti particolari l'opinione diversa rispetto ad altre soluzioni. Il punto non è tanto su questa legge quanto sulle politiche turistiche che andremo ad attivare partendo da questa nuova organizzazione. Sarà questo il momento del confronto perché è il momento delle politiche turistiche che deve coinvolgere il Consiglio regionale, sia per quanto riguarda lo sviluppo dell'offerta sia per quanto riguarda lo sviluppo del sistema della promozione turistica. Sarà in quel momento che avremo occasione di approfondire tali argomenti. La prima occasione sarà il nuovo piano di sviluppo approvato dalla Giunta, sul quale anticipo che il settore del turismo dovrà avere una considerazione, un numero di progetti anche maggiore rispetto a quello che è stato predisposto nel progetto della Giunta regionale.
Con queste precisazioni esprimiamo il nostro consenso sul provvedimento.



VIGLIONE ALDO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.
BONTEMPI Signor Presidente e colleghi Consiglieri, siamo intervenuti più volte nel dibattito quindi faremo una dichiarazione di voto breve e strettamente attinente allo scopo che questo istituto parlamentare si propone. Altri colleghi sono intervenuti con maggiore disinvoltura per richiamare le progressive sorti del mondo socialista, oppure nel figurare un immaginifico lineare futuro turistico del nostro Piemonte, in contrasto con le cose di cui abbiamo parlato. Ognuno è libero di esprimere le proprie idee e accollarsi le proprie responsabilità. Questa preoccupante disinvoltura è generalizzata.
Noi ci asterremo sulla legge anche se in perfetta buona fede l'Assessore ha invitato tutte le forze politiche a ritrovarsi su una proposta che ha marcato i caratteri di una riforma. Avremmo preferito dare un voto positivo, ma non è stato possibile per alcune divergenze nel merito e per considerazioni politiche che se fossero portate all'estrema conseguenza condurrebbero il nostro Gruppo addirittura ad un voto negativo.
La legge non merita però un voto negativo perché lo sforzo che si compie per superare la difficile fase precedente, il varo di una legge di riforma in un settore del genere, lo abbiamo ben presente.
Rimarchiamo però due cose. Si è determinata sul piano istituzionale una soluzione un po' pasticciata. La vera contraddizione della questione non è tanto nella disparità tra le aree deboli e l'altro turismo, ma è sul futuro dell'internazionalismo turistico, sul quale Marchini ha fatto dei voli pindarici, e la minuzia con cui si fanno i conti quando si votano i provvedimenti.
Credo abbia ragione l'Assessore Moretti quando pone il problema del turismo sul piano della qualità per l'uso sociale che se davvero servisse a migliorare la qualità della vita avrebbe uno scopo altrettanto importante come, quello economico. La questione però è un'altra. Non sono convinto su questa organizzazione del turismo. Non mi convincerete mai che in Comuni come Stroppiana, Buriasco, Asigliano si possa sviluppare il turismo, perch sono delle aree troppo deboli sul piano turistico e sono aree forti sul piano dell'agricoltura. Non possiamo continuare a giocare su piani diversi.
Potevamo fare di più partendo dalle idee emerse dalla relazione dell'Assessore Moretti che non mi paiono fuori del mondo, anzi, dovrebbero far riflettere di più quei faciloni che dividono schematicamente in due tipi il turismo possibile. Se poi dobbiamo puntare con risorse economiche su alcune grandi direttrici, queste non possono che partire dalle questioni dei rapporti economici, dalle strutturazioni, anche tenendo conto che questi disegni, che mi paiono elaborati nei bar quando si immagina come sarà il mondo domani, mentre non si fa nulla per intervenire (al Consigliere Marchini tutti fanno tanto di inchino quando dice queste cose e io devo ammettere che certe volte lo merita, ma non certamente oggi), hanno come risvolto la speculazione e spesso l'aggressione del territorio.
Mi pare che l'orientamento dell'Assessore, anche per la sua tradizione sia più deciso di quanto certi suoi sostenitori, nel voto ma non nelle idee, paiono dimostrare.
Poiché ci rendiamo conto dei limiti oggettivi, dei tentativi fatti della sperimentalità con cui si parte ci asterremo dal voto. La grande tentazione, caro Moretti, sarebbe però di votare contro questa legge per la confusione politica che su un'importante riforma presiede alle decisioni del Consiglio e della maggioranza.
Il collega Ferrara dice di votare malgrado la sua volontà per solidarietà politica. Marchini dice di votare nonostante pensi a tutt'altra cosa. Mignone fa il discorso delle aree forti e delle aree deboli e manifesta le sue perplessità. Io non so se sia un buon servizio approvare questa legge con questo gravame di perplessità. Le conseguenze delle leggi approvate sono la loro applicazione, le azioni anche politiche conseguenti che devono essere convinte. Questa convinzione non la vedo, vedo caso mai mali vecchi di questa maggioranza che si manifestano in forme sempre nuove.
Al di là dell'enfasi un po' ingenua di Rossa, non credo che dal più piccolo Comune al più grande tutti aspettino queste leggi. Non credo che ci siano delle aspettative da parte della comunità di una legge simile. La Regione, questa maggioranza,è in grado di fare una legge un po' stiracchiata, poco convinta, con scarsa forza. Non daremo voto contrario perché le ragioni espresse nella relazione, il lavoro fatto in Commissione e lo scarto limitato su punti significativi ci mettono nella condizione di dare ancora il nostro contributo nella fase realizzativa, sapendo però che questo contributo lo dovremo esercitare anche in collaborazione con la ferma posizione della Giunta nella vigilanza e nel controllo a che questo processo abbia radicamento reale e abbia senso di programmazione.
Quindi il rinvio al piano e alla programmazione è essenziale. Mignone con eufemismo ha detto che ci vorrebbero più progetti, io direi che ci vorrebbe un'idea del turismo nel piano, la delineazione di un indirizzo e forse qualche scelta coraggiosa in materia.
Discuteremo sul piano, ma questa legge, che si lega al piano, che si lega ai progetti e agli interventi concreti, non può essere slegata da quello che si pensa. Con la legge si mantiene un'ambiguità: ci sono i Comuni che ho detto prima, ci sono le aree vere a vocazione turistica, c'è un po' di sociale, che va bene a Moretti, e un po' di iperproduttivismo economico, che va bene a Marchini e a qualcun altro. Da questa specie di mistura in realtà è tutto da vedere se risulta una legge, un vero comando legislativo che percorra la comunità nei comportamenti conseguenti.
Noi ci asteniamo e rinviamo ad un'ulteriore occasione la verifica che volevamo già fare con un ordine del giorno. Non l'abbiamo fatto per non apparire troppo strumentali rispetto alle difficoltà, che alla fine ricadono su un Assessore a cui riconosciamo di aver perseguito, con idee che spesso non condividiamo del tutto, un suo obiettivo. Questo è l'unico motivo per cui non abbiamo presentato l'ordine del giorno. Andremo alla verifica sul Piano di sviluppo.
Il nostro voto è anche di rammarico e di ammonimento. In questa confusione politica ci sembra che le conseguenze negative siano maggiori delle piccole vittorie che magari si riportano ottenendo dei voti "obtorto collo".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Villa.
VILLA Siamo arrivati al termine della lunga via e le considerazioni che sono state fatte da coloro che mi hanno preceduto mi hanno fatto riflettere: è una legge che, a ben pensarci, sta assumendo delle caratteristiche strane una legge di cui nessuno dice bene, una legge contro cui nessuno vota. In fondo c'è la consapevolezza della difficoltà (lo avevamo già accennato all'origine) dei mutamenti della società che inevitabilmente toccano anche l'aspetto turistico, perché tale aspetto è economico e sociale, sia che venga studiato nei termini, macroscopici, come sono stati presentati da Macchini, e che hanno una loro validità, su cui bisognerà ritornare a discutere, sia nei termini forse più "paesani" (evidentemente in senso non dispregiativo), quali sono stati accennati da Rossa. C'è un'esigenza di andare a vedere nel profondo quali sono le richieste di questa società che chiama sotto il profilo turistico.
Ecco che cos'è l'essenza del turismo, certamente non è la nebbia che grava questa sera che ci aiuta ad approfondirla in questo momento; è un discorso però che deve essere ripreso.
E' stato detto che non c'è una caratterizzazione turistica nel Piano di sviluppo; io credo invece ci sia e in quella sede ci sarà la possibilità di approfondirla ed eventualmente di verificarla già sulla scorta delle prime realizzazioni che possono avvenire. E' stata una legge lavorata, non direi neanche travagliata; lavorata nel senso dell'impegno profuso da parte dell'Assessorato e dalla Commissione proprio perché aveva un suo richiamo caratteristico. E' però una legge-tassello di tutto quanto un concerto di leggi. La legge n. 217 non ha soltanto l'art. 4 da soddisfare, ci sono altre disposizioni. Io penso che si possano esaminare le altre due leggi sull'offerta e sulla domanda turistica e sul programma triennale dell'offerta turistica. Non so se lo si farà questa sera - me lo auguro evidentemente si tratta già di un circuito che allarga le riflessioni emerse da tutti gli interventi.
Là dove c'è contrapposizione, dibattito vivo e non c'è una verità fissa; dove quello che cerchiamo di esternare nell'articolato della legge che deve essere verificato nella realtà esterna costituisce la base di un ulteriore impegno. Quando ci sarà tale verifica, probabilmente ci renderemo conto che questa è una legge superiore a quanto noi ritenevamo essere.
Bisognerà metterla nel rapporto con le altre leggi che stiamo per approvare, con le leggi che saranno presentate tra poco proprio perché si tratta di un circuito che gioca sul versante turistico. Che poi ci si debba preoccupare dei vari aspetti, quelli più producenti economicamente, e anche quelli che socialmente hanno una loro presenza, anche se minima, io credo sia un dovere. Proprio per questo il Gruppo della Democrazia Cristiana ha cercato di fare coesione, di smussare certe posizioni acute e sono contento che si sia arrivati all'affermazione di nessuna opposizione che si concretizzi in voto contrario. Ciò significa che i punti di partenza che erano articolati e lontani poco per volta si sono avvicinati. I nostri sforzi non avranno raggiunta il "clou" di avere una determinazione precisa.
Certamente c'è stata questa azione che io rivendico, se pur non in esclusiva, al Gruppo della DC che ci ha permesso di arrivare ad una sintesi. Il mondo turistico Piemontese ci aiuterà nell'esame dei suoi riflessi sulla vita regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.
STAGLIANO' Dopo il discorso del collega Villa con il suo grande abbraccio ecumenico, confesso che ho avuto la tentazione di dissociarmi e di annunciare voto contrario; ragioni perché venisse espresso da parte del mio Gruppo ce ne sono perché il clima politico in questa assemblea non è quello che consente un effettivo scambio di contributi e soprattutto di disponibilità a dialettizzare con le tesi altrui.
Tuttavia, signor Presidente, mantengo l'orientamento assunto prima di sentire il collega Villa e cioè di esprimere su questa legge un voto di astensione da parte del Gruppo DP, un voto che è apprezzamento per lo sforzo in merito operato dall'Assessore e dai suoi collaboratori e non certo per il quadro di riferimento dentro cui questa legge si colloca. In particolare, non può non essere apprezzato lo sforzo di dare una dimensione sociale al turismo e in questo senso è da incoraggiare.
Forse occorrerà che ci sia un intreccio più sistematico, più coerente tra la produzione turistica e - scusate la banalità visto che la ripetiamo ad ogni pie' sospinto - la tutela ambientale e la valorizzazione del patrimonio culturale della nostra Regione che abbisogna di molte cure.
C'è l'aspetto positivo, l'uso sociale del turismo, viceversa ci sono degli aspetti che non ci convincono, come ad esempio ci pare che la ramificazione della struttura di promozione turistica sia guidata dall'alto con premura più burocratica che effettiva operatività. Può darsi che abbiamo capito male. Vedremo nell'attuazione pratica. Sicuramente un maggior spazio per gli Enti locali non avrebbe guastato.
Penso che le contraddizioni sulle priorità e sugli indirizzi programmatici, che già venivano rilevate dal collega Bontempi, avremo modo di misurarle con la definizione del piano. Non ho potuto dare quel contributo che forse questo argomento avrebbe meritato, penso che avremo bisogno di ritornarci, d'altra parte ci sono altri documenti che al riguardo devono essere approvati.
In estrema sintesi mi pare di poter dire che sia uno sforzo apprezzabile ancora da proseguire per riuscire a definire un indirizzo che oggi nel dibattito non è emerso con univocità.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione l'intero testo della legge per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 30 Consiglieri si sono astenuti 15 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento:

Esame progetti di legge nn. 21 e 77: "Riforma dell'organizzazione turistica. Ordinamento e deleghe delle funzioni amministrative in materia di turismo e industria alberghiera"

Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Prima di chiudere la seduta odierna, proporrei di approvare alcune deliberazioni pervenute dalle Commissioni con voto unanime.
La parola al Consigliere Bontempi.



PRESIDENTE

BONTEMPI



PRESIDENTE

Condivido la proposta, ricordo però che c'è la questione dei laboratori di analisi di Torino. L'Assessore dovrebbe fare una comunicazione che aprirebbe però un lungo dibattito. Mi chiedo se non sia opportuno rispondere alla nostra interpellanza.



PRESIDENTE

L'Assessore Olivieri è disponibile a rispondere all'interpellanza presentata dal Gruppo comunista.
La parola al Consigliere Brizio.
BRIZIO L'esame delle quattro deliberazioni all'o.d.g. e le nomine non richiedono più di venti minuti. L'Assessore potrà fare la comunicazione subito dopo.
Se è urgente sentire l'Assessore si può dar corso ora ad una comunicazione e far seguire il dibattito in altra seduta.
BONTEMPI Noi siamo titolari di uno strumento parlamentare che intendiamo illustrare e dopo la risposta dell'Assessore intendiamo replicare. Se invece viene resa una comunicazione non ci varremo dello strumento che abbiamo proposto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.
BRIZIO Nella Conferenza dei Capigruppo si era convenuto di dar corso alla comunicazione. Il problema è di fondo, si era decisa la forma della comunicazione per consentire a tutti i Gruppi di intervenire; se si torna all'interpellanza si escludono alcuni Gruppi dal poter fare una breve osservazione e noi non siamo d'accordo.



PRESIDENTE

L'Assessore Olivieri svolgerà la comunicazione in seguito.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame proposta di deliberazione n. 401: "Programma dei finanziamenti resi disponibili dal CER con circolare n. 127/C del 23/4/1985, tabella A L. 10.103.241.216 e tabella B L. 27.102.000.000. Richiesta di messa a disposizione e/o di accantonamento dei fondi per la copertura di maggiori oneri relativi ad interventi costruttivi di edilizia sovvenzionata e di adozione di un nuovo programma di E.R.P."


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. la proposta di deliberazione n. 401.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione la deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole 'è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 35 voti favorevoli e 1 astensione


Argomento: Tossicodipendenza

Esame proposta di deliberazione n. 390: "Riconoscimento come Ente ausiliare, ai sensi della legge 22/12/1975 n. 685 e della L.R. 23/12/1977 n. 62, dell'Associazione 'Comunità Luca e Fabio', per l'attività di riabilitazione dei soggetti tossicodipendenti, svolta presso la sede operativa di Cuneo, Villa Bocca, Viale Mistral"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 390 di cui al punto 12) all'o.d.g.
Pongo in votazione la deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.


Argomento: Tossicodipendenza

Esame proposta di deliberazione n. 391: "Riconoscimento come Ente ausiliare, ai sensi della legge 22/12/1975 n. 685 e della L.R. 23/12/1977 n. 62, dell'Associazione Giovanile 'Comunità Aperta di Venaria', per l'attività di riabilitazione dei soggetti tossicodipendenti, svolta presso le sedi operative di Venaria, Via Foscolo n. 20, Via Montello n. 17, Via Boschis n. 1"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 391 di cui al punto 13) all'o.d.g.
Pongo in votazione la deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.


Argomento: Tossicodipendenza

Esame proposta di deliberazione n. 402: "Riconoscimento come Ente ausiliare, ai sensi della legge 22/12/1975 n. 685 e della L.R. 23/12/1977 n. 62, dell'Associazione 'Gruppo Abele' di Verbania, per l'attività di riabilitazione dei soggetti tossicodipendenti, svolta presso la sede operativa di Arizzano, fraz. Cresseglio, Via Trieste n. 12"


PRESIDENTE

Il punto 14) all'o.d.g. prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 402.
Pongo in votazione la deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.


Argomento: Nomine

Nomine


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 16) all'o.d.g. "Nomine".
La parola al Consigliere Bontempi.
BONTEMPI In Commissione Nomine si era valutata l'opportunità di nominare il Collegio sindacale della Promark dopo le dimissioni preventive di un nostro candidato. Se dobbiamo votarlo, lo votiamo, c'è però qualche problema vista l'entrata dei supplenti.



PRESIDENTE

L'urgenza è determinata dal fatto che si deve convocare l'assemblea.
La parola al Consigliere Bergoglio.
BERGOGLIO Non partecipo alla votazione sulle nomine inerenti la Promark per motivi strettamente personali.



PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede per le seguenti nomine.
Promark - Consiglio di amministrazione (L.R. 26/3/1976 n. 16, modificata con L.R. 9/3/1978 n. 11). Nomina di nove rappresentanti.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Stefano Gennari Curlo, Carlo Savorè, Bruno Pittatore, Vincenzo Lalli, Paolo Roba, Antonio Visone, Bruno Meda, Carlo Gaspardone e Fernando Vera quali rappresentanti nel Consiglio di amministrazione della Promark.
Promark - Collegio sindacale (L.R. 26/3/1976 n. 16, modificata con L.R.
9/3/1978 n. 11). Nomina di tre Sindaci effettivi e di due supplenti.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Carlo Gallina, Paolo Piccatti e Rocco Orlandella quali Sindaci effettivi e i signori Giarcarlo Cordato e Pietro Buonavita quali Sindaci supplenti.
Comitato regionale contro l'inquinamento atmosferico per il Piemonte (CRIAP) - (art. 8 L.R. 21/8/1978n. 52 e art. 5 legge 13/7/1966 n. 615).
Nomina di un esperto in chimica, un esperto in tossicologia, due esperti in acustica e un esperto meteorologo.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Lodovico Isalberti (esperto in tossicologia), Luigi Colombo (esperto meteorologo), Luciano Maffei e Renato Spagnolo (esperti in acustica) e Domenico Osella (esperto in chimica industriale). I signori Renato Spagnolo e Domenico Osella sono nominati ai sensi dell'ultimo comma, art. 8, L.R.
18/2/1985 n. 10.
S.A.I.A.-S.p.A. (art. 17 Statuto relativo) - Consiglio di amministrazione. Nomina di un rappresentante.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Giulio Bionda.
S.A.I.A.-S.p.A. (art. 28 Statuto relativo) - Collegio sindacale. Nomina del Presidente.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Livio Zacchera.
Istituto Piemontese di Coniglicultura ed allevamenti minori di Alessandria (artt. 5 e 10 Statuto relativo) - Assemblea generale. Nomina di tre rappresentanti.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Roberto Pasquero, Adriano Zanardi e Vincenzo Massone. Il signor Vincenzo Massone è nominato ai sensi dell'art. 8, ultimo comma, L.R. 18/2/1985 n.
10.
Istituto Piemontese di Coniglicultura ed allevamenti minori di Alessandria (artt. 5 e 10 Statuto relativo) - Collegio dei Revisori. Nomina del Presidente.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Luigi Ricci.
Museo Ferroviario Piemontese (L.R. 26/7/1978 n. 45, art. 12 della modifica dello Statuto relativo). Nomina di un revisore in sostituzione del signor Gian Mario Gagna decaduto per mancata accettazione.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Franco Mattana.
Centro di Studi e Documentazione per la Cooperazione e lo Sviluppo (art.
5 Statuto relativo) - Consiglio di amministrazione. Nomina di tre rappresentanti.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Bruno Fantino, Claudio Camera e Bruno Ferrero. Il signor Bruno Ferrero è nominato ai sensi dell'art. 8, ultimo comma, L.R. 18/2/1985 n. 10.
Centro Studi e Documentazione per la Cooperazione e lo Sviluppo (art. 5 Statuto relativo) - Collegio dei Revisori. Nomina di un revisore.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Domenico Ricca Giacolin.
Consorzio per la gestione di attività di formazione professionale di Cuneo (artt. 15 e 16 Statuto relativo) - Collegio dei revisori. Nomina di un revisore.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Pietro Solerio.
Università Popolare di Biella - Consiglio di amministrazione. Nomina di un rappresentante.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Giancarlo Petrini.
Comitato Tecnico Regionale per l'attuazione del DPR n. 915/82. Nomina di un esperto in sostituzione del signor Benedetto Terracini dimissionario.
E', stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Giovanni Renga, medico igienista.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Esame legge rinviata dal Governo: "Sottoscrizione di nuove azioni della Società consortile per azioni Consusa S.p.A."


PRESIDENTE

Comunico che il Governo ha rinviato insieme ad altri provvedimenti la legge sul Consusa. E' opportuno votare con urgenza tale legge che viene riproposta con una maggiore specificità in ordine all'intervento, poiché il Consusa si trova in una situazione di estrema difficoltà.
La parola al Consigliere Bontempi.
BONTEMPI Prima delle feste natalizie noi avevamo proposto, con il Consigliere Staglianò, di votare tutto ciò che era stato licenziato dalle Commissioni salvo eccezioni che dovevano essere annunciate. In ogni seduta arriviamo alla sera e ci troviamo di fronte le leggi urgenti: o vengono annunciate alla Conferenza dei Capigruppo oppure non si esaminano. E' un modo di prendere in giro il nostro Gruppo.
STAGLIANO' Ringrazio il Consigliere Bontempi per aver richiamato la questione e comprendo anche il senso di responsabilità che ispira sempre il Capogruppo comunista, quindi ogni sforzo che Bontempi conduce per far funzionare la nostra istituzione.
Ribadisco che non parteciperò al voto su argomenti che non siano stati licenziati in tempo utile perché possano essere esaminati dai Gruppi e da ciascun Consigliere.
In assenza di disponibilità al confronto, anche per venirsi incontro sulle difficoltà che si possono determinare, non vedo perché dovrei acconsentire ad una prassi che è di disprezzo delle condizioni minime in cui ciascuno di noi deve svolgere con cognizione di causa il proprio mandato.
Richiamo il Presidente del Consiglio a questa esigenza sulla quale sicuramente c'è la sua sensibilità che però viene disattesa costantemente.
Presidente, la prego di farsi garante dell'andamento corretto dei lavori.



PRESIDENTE

Ho ricevuto il testo licenziato dalla Commissione in questo momento con la richiesta di approvarlo urgentemente. Spetta al Consiglio stabilire se dopo l'annuncio la votazione debba essere rinviata o meno.
La parola al Consigliere Brizio.
BRIZIO Le osservazioni del Gruppo comunista sono fondate, però l'urgenza e la gravità della situazione mi spingono a chiedere la votazione questa sera.



PRESIDENTE

Se non vi sono obiezioni chiedo di iscrivere la legge all'o.d.g.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 37 Consiglieri presenti.
Passiamo pertanto alla votazione del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 votanti 38 hanno risposto SI 37 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 votanti 38 hanno risposto SI 37 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 votanti 38 hanno risposto SI 37 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 3 è approvato.
Pongo in votazione l'intero testo della legge per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 votanti 40 hanno risposto SI 39 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Comunicazione dell'Assessore Olivieri sull'attività e sulle indagini giudiziarie in merito ai laboratori privati


PRESIDENTE

Ha ora la parola l'Assessore Olivieri per la comunicazione inerente l'attività e le indagini giudiziarie in merito ai laboratori privati.
OLIVIERI, Assessore alla sanità Signor Presidente, signori Consiglieri, l'art. 43 della legge 833/78 demanda alla legislazione regionale la disciplina e la vigilanza sulle istituzioni sanitarie di carattere privato.
Si tratta di una normativa che attende di essere elaborata ed approvata dal 1978 e che riguarda praticamente tutti i settori in cui si esplica l'attività sanitaria delle strutture private, dalle case di cura ai presidi poliambulatoriali che operano nelle diverse branche specialistiche quali ad esempio, fisiochinesiterapia, radiodiagnostica, laboratori di analisi ecc.
L'unico d.d.l. di settore, approvato da questo Consiglio regionale nella passata legislatura, è stato quello relativo ai laboratori di analisi. Purtroppo anche quest'unico d.d.l. non ha avuto il visto del Governo in quanto, per ben due volte, è stato rinviato con osservazioni: la prima volta il 24/11/1983 e la seconda il 2/7/1984. Dopo quest'ultimo rinvio, il d.d.l. è stato riportato in V Commissione consiliare soltanto in data 7/3/1985 e non ha avuto ulteriore corso.
Con l'inizio della presente legislatura tutto il problema della norma sulle istituzioni sanitarie private è stato riesaminato e si è proceduto ad affrontare sistematicamente la materia, iniziando dal settore di maggior importanza, quello delle case di cura private. E' stato approntato un d.d.l. che, dopo la discussione in Commissione, è stato approvato dal Consiglio regionale e non ha subito alcuna censura dal Governo per cui la legge stessa è stata pubblicata sul Bollettino Ufficiale n. 3 del 21/1/1987.
Si tratta della legge sui requisiti minimi delle case di cura private che finalmente introduce elementi di razionalizzazione e di chiarezza nel settore.
Il secondo d.d.l. regionale, che la Giunta sta per presentare in attuazione dell'art. 43 della legge 833/78, è quello sui requisiti minimi dei laboratori di analisi. Naturalmente si conta su un esito più felice rispetto al d.d.l. che nell'arco di tutta la passata legislatura non è riuscito a tradursi in legge della Regione Piemonte a causa delle inadeguatezze rilevate dal Governo.
A tal fine c'è stato un approfondimento le cui conclusioni saranno al più presto portate al vaglio del Consiglio regionale.
Il discorso non potrà fermarsi qui poiché dovrà essere esteso agli altri settori dell'attività sanitaria delle strutture private, con precedenza per quelle inerenti la radiodiagnostica e la fisiochinesiterapia.
In ogni caso è bene chiarire che il d.d.l. sui laboratori di analisi presentato nella passata legislatura, pur precisando sotto l'aspetto dell'autorizzazione all'apertura di esercizio le caratteristiche dei requisiti minimi, non introduce, al di là di alcune affermazioni generali contenute in un articolo, elementi significativi in riferimento all'eventuale rapporto convenzionale dei laboratori di analisi con il servizio pubblico.
Sia chiaro dunque che tale d.d.l. è solo settoriale: riguarda i laboratori di analisi e non tutto l'arco della specialistica ambulatoriale affronta un argomento che comunque è già stato approfondito dal D.P.C.M.
10/2/1984 attualmente in vigore.
Infine, il d.d.l. stesso non conteneva disposizioni dettagliate sullo svolgimento dei rapporti convenzionali di privati con il servizio sanitario nazionale che in ogni caso rimane disciplinato a livello nazionale secondo quanto previsto dagli artt. 44 e 48 della legge 833/78.
Per quanto concerne l'instaurazione di rapporti convenzionali fra strutture sanitarie private e servizio sanitario nazionale sono da ricordare alcuni importanti elementi di valutazione.
Con provvedimento del 6/5/1986 la Giunta regionale ha approvato il piano di convenzionamento con le case di cura private, che ha ridotto il numero dei posti letto convenzionati da circa 4.000 (tanti erano nel corso della passata legislatura) a 3.465.
Per quanto riguarda le strutture private svolgenti attività specialistica ambulatoriale in senso lato, ci sono stati in passato 47 provvedimenti di Giunta che hanno risposto negativamente ad altrettante richieste di nuove convenzioni. In particolare, nelle UU.SS.SS.LL. di Torino nn. 1-23 le convenzioni in atto sono soltanto quelle ereditate dal precedente sistema mutualistico e confermate nel mese di dicembre 1980 in forza di un accordo nazionale recepito dal D.P.R. n. 16 16/5/1980.
Per quanto concerne la normativa convenzionale vigente, costituita dal suddetto D.P.R. e dai riferimenti che lo stesso contiene, l'Assessorato regionale alla sanità ha avuto ripetutamente occasione di formulare direttive e comunicazioni applicative ed interpretative, cui si sono aggiunti i chiarimenti concernenti provvedimenti di legge (sovente si trattava della legge finanziaria) che nel tempo hanno comunque riguardato aspetti legati all'attività specialistica ambulatoriale e in particolare di diagnostica e di terapia strumentale (ad esempio sui tickets o su altre materie). Le direttive e le comunicazioni più significative di questi ultimi tempi sono state una quindicina, di cui ho disposto un elenco dettagliato che può tornare utile in questo momento alle UU.SS.SS.LL. che avessero bisogno di fare il punto della situazione alla luce delle indicazioni fornite dalla Regione.
La normativa di riferimento in materia convenzionale per il settore della specialistica e della diagnostica strumentale di laboratorio - è opportuno ribadirlo - attiene fondamentalmente al livello nazionale in base agli artt. 44 e 48 della legge 833/78.
In questi giorni è all'attenzione del Consiglio sanitario nazionale lo schema tipo ex art. 44 legge 833/78 ed è parimenti iniziata, secondo le procedure previste, la trattativa nazionale ex art. 48 legge 833/78 per il rinnovo dell'accordo con i convenzionati esterni. In entrambe le sedi la Regione Piemonte è impegnata a dare il proprio qualificato contributo per la più opportuna formulazione della normativa.
Per quanto concerne i costi della specialistica convenzionata esterna in Piemonte la spesa effettiva desunta dai dati in nostro possesso si aggira sui 50 miliardi nel 1985, di cui circa 36 miliardi per Torino ed è su cifre analoghe nel 1986; i dati riferiti ai primi trimestri danno una spesa di circa 38 miliardi in Piemonte di cui 24,5 per Torino.
Le ultime statistiche pervenute dal Ministero della Sanità indicano che in questo settore la spesa media pro-capite è stata nel 1984 a livello nazionale di L. 21.000, contro un'analoga spesa di L. 12.000 pro-capite in Piemonte, cioè ad un livello ampiamente contenuto rispetto alla media delle altre Regioni.
Per quanto riguarda l'accertamento degli abusi gestionali in questi settori, esso rientra nella sfera di competenza delle UU.SS.SS.LL. Tuttavia anche su questo versante l'istituzione, appena avvenuta in termini operativi, del Servizio ispettivo presso l'Assessorato alla sanità consente di intraprendere iniziative che a questo punto verranno senza indugio avviate. Mi riservo altresì di presentare una relazione sulle attività dell'Unità organizzativa regionale che ha operato in passato.
Riguardo ai danni che il Servizio sanitario nazionale può aver subito per i fatti oggetto di indagine giudiziaria in questi giorni, essi potranno essere quantificati dalle UU.SS.SS.LL. di Torino n. 1-23; in ogni caso la Regione si costituirà parte civile nel relativo procedimento.



PRESIDENTE

La comunicazione è stata svolta in modo schematico anche perché le indagini sono in corso e non credo che l'Assessore possa intervenire nel merito in quanto vi sono delle regole giudiziarie che nessuno può violare.
Qualche Consigliere vuole intervenire? La parola al Consigliere Calligaro.
CALLIGARO E' in corso un'inchiesta giudiziaria che si sta allargando a macchia d'olio. La lista dei laboratori privati convenzionati coinvolti nello scandalo si allunga di giorno in giorno. Vengono alla luce fenomeni inquietanti dai quali emerge che i pazienti vengono dirottati con troppa facilità verso i centri privati, che il timbro di autorizzazione è un timbro facile,troppo facile e talvolta interessato. Troppe sono le convenzioni con i laboratori privati, c'è un fiorire, un proliferare di succursali in Provincia e nella Regione; gli assetti societari sono incerti, forse esistono soci occulti. Vengono alla luce meccanismi e tecniche attraverso cui si sarebbe consumata una vera e propria truffa, qualora venissero confermate le accuse della Magistratura. Esami di laboratorio dati in subappalto analisi pagate più volte, false impegnative per esami mai effettuati e indebitamente rimborsati dalle UU.SS.SS.LL. Lo scandalo ha dunque vaste dimensioni. Gli illeciti rimborsi pagati dalle UU.SS.SS.LL. ammontano a miliardi di lire.
Tutto ciò turba l'opinione pubblica. Assesta un duro colpo alle istituzioni, responsabili del servizio sanitario, e alla loro già scarsa credibilità. Questa vicenda richiede da parte nostra profonde riflessioni urgenti atti politici e misure legislative.
Una prima causa risiede nelle carenze delle strutture pubbliche, ma non solo. Queste carenze frequentemente vengono dilatate a dismisura per favorire il privato, diventano un pretesto per rivolgersi alle strutture private. Assistiamo cioè ad un duplice fenomeno: da una parte il proliferare dei laboratori privati di esami relativi alle patologie cliniche e - come l'Assessore ha ricordato - anche dei laboratori di riabilitazione e di radiologia, causato dalle carenze e dai ritardi del servizio sanitario pubblico; dall'altra parte c'è un proliferare di centri e di istituti privati, dovuto ad una logica meramente mercantile che considera il delicatissimo servizio delle attività sanitarie un eccellente business. Questa esasperata logica privatistica, che prospera sul disservizio del sistema pubblico, in taluni casi influenza negativamente proprio le strutture pubbliche e il loro funzionamento. Ecco le notizie apparse sui giornali in questi giorni, e non smentite, che ci informano che i laboratori di analisi di alcuni ospedali sono sottoutilizzati, lavorano da anni ad un livello molto basso rispetto alle loro effettive possibilità.
Una seconda causa riguarda la Regione.
E' stato istituito un servizio ispettivo che ancora oggi non funziona e, quello che più conta, è che la Regione è priva di uno strumento legislativo per disciplinare l'apertura e l'esercizio dei laboratori privati di analisi mediche e per la vigilanza sul loro funzionamento.
Ipotizziamo l'esistenza di una siffatta legge: forse avrebbe evitato lo scandalo o perlomeno limitato i fenomeni degenerativi denunciati in questi giorni da tutti gli organi di informazione. I titoli dei giornali recitano: troppe convenzioni, troppi clienti per un solo laboratorio, gli esami clinici in subappalto, le analisi fasulle, i rimborsi facili, e confermano l'esistenza di pratiche truffaldine a danno dei pazienti, delle UU.SS.SS.LL. e della comunità. A noi non interessano i toni scandalistici e la facile generalizzazione. Ci interessa invece indagare i fenomeni capirli, predisporre normative adeguate per correre ai ripari quando questi assumono un carattere degenerativo. Il dovere della Regione è innanzitutto quello di potenziare il servizio pubblico, gli organici e le dotazioni strumentali.
Occorre inoltre intervenire sull'atteggiamento del medico di base talvolta troppo disponibile a inviare ai laboratori privati i propri pazienti, e limitare rigorosamente la pratica dell'autorizzazione. La posizione nostra sul rapporto pubblico-privato non ha alcunché di pregiudiziale, di preconcetto, di ideologico: c'è privato e privato. Chi rischia le proprie risorse opera in modo trasparente, dimostra capacità imprenditoriale e innovativa ed è competitivo, rappresenta certamente un elemento positivo anche quando opera nel campo dei servizi sanitari.
"Questi" privati contribuiscono ad elevare la produttività sociale della pubblica amministrazione e dei servizi, sono uno stimolo per le strutture pubbliche a raggiungere livelli ottimali o perlomeno adeguati di produttività sociale. I privati di cui parliamo invece, qualora venissero dimostrate le accuse, avrebbero più a che fare con un'economia parassitaria e criminale che con le leggi di mercato. Va aggiunto che non sempre "privato è bello", può non essere bello e bello a qualsiasi costo soprattutto nei servizi sanitari. Può essere perfino brutto e pericoloso quando non sono poste chiare condizioni ed è in questo caso dovere della Regione stabilirle e farle rispettare senza compiacenze e favoritismi.
Misuriamo quindi i laboratori degli istituti privati sul terreno della trasparenza e dell'effettiva competitività; verifichiamo rigorosamente l'esigenza di ricorrere ai loro servizi in base a parametri oggettivi di affidabilità e di convenienza economica. Bisogna verificare l'esistenza di requisiti minimi: gli organici, la professionalità degli operatori, le dotazioni strumentali, i locali; controllare gli standards minimi di qualità delle prestazioni. Abbiamo il dovere di vigilare sul funzionamento complessivo di queste strutture private.
Un'analoga normativa è necessaria anche per i laboratori di radiologia e di riabilitazione. Per questo motivo abbiamo ripresentato il testo del disegno di legge "Disciplina per l'apertura, l'esercizio e la vigilanza dei laboratori privati di analisi mediche a scopi di accertamento diagnostico" della precedente Giunta.
L'iter di questo disegno di legge è stato travagliato. Per ben due volte è stato approvato dal Consiglio e rinviato dal Commissario di Governo. A suo tempo abbiamo incontrato una consistente resistenza alla sua approvazione da parte dei partiti di opposizione, ma anche di quelli che componevano con noi la maggioranza. Ho letto i resoconti dei dibattiti svolti nel maggio 1984 e nell'ottobre 1983 ed ho constatato le preoccupazioni, in taluni casi assillanti, sullo spazio che doveva essere lasciato ai privati in nome delle leggi dell'economia di mercato, fino al punto di accusare l'allora Assessore Bajardi "di volere una legge punitiva per non dire distruttiva, delle strutture private". Gli inquietanti avvenimenti di questi giorni parlano da soli, fanno giustizia e occorre prenderne atto.
Nella nostra interpellanza abbiamo chiesto al Presidente della Giunta se non ritenga assolutamente urgente e prioritario ripresentare quel disegno di legge o un altro equivalente e se nel frattempo non debbano essere impartite adeguate disposizioni affinché almeno la normativa vigente a livello nazionale possa essere applicata. Inoltre, considerata la gravità e l'estensione del fenomeno, chiediamo che il Consiglio regionale nomini una Commissione d'inchiesta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.
STAGLIANO' Signor Presidente, giunti a quest'ora è molto problematico svolgere una discussione attenta e ponderata quale l'argomento ci richiede, per cui voglio augurarmi che si possa tornare sull'argomento in futuro con maggiore ampiezza, e non al termine di una giornata comunque faticosa, magari con i documenti più dettagliati a cui ha fatto cenno l'Assessore Olivieri. In questo breve intervento voglio limitarmi a qualche considerazione che parte da un'esperienza che come DP abbiamo fatto su questo argomento in rapporto con la Regione Piemonte.
Qualcuno di voi ricorderà che nel 1984 (DP non era ancora in quest'aula) presentammo una proposta di legge di iniziativa popolare firmata da 16 mila cittadini, con la quale si proponeva una politica di equità sociale, nonché di avvio di pulizia nel mondo sempre più perverso della sanità. Suggerimmo, con quella proposta di legge, l'abolizione dei tickets sanitari e per renderla possibile proponemmo il taglio progressivo delle convenzioni con i laboratori e le cliniche private.
Per motivare quelle nostre proposte producemmo - Assessore, la invito a recuperare questi materiali che immagino siano finiti sotto qualche quintale di carta nella V Commissione permanente del Consiglio - un libro bianco che ci premureremo di aggiornare, da cui risultava molto chiaramente il trasferimento progressivo di risorse dalla sanità pubblica alla convenzionata esterna, portando da 39 miliardi, quale era la spesa per il ricorso ai laboratori e alle cliniche private nel 1981, ai 50 del 1985, con qualche incremento ulteriore nel 1986. Delineavamo, nel libro bianco, come questi trasferimenti non siano stati assolutamente spontanei, ma siano stati favoriti da un disegno preciso. Io non posso che tenermi forzatamente per il tempo limitato che abbiamo a disposizione questa sera - su brevi accenni. Non posso però non richiamare il fatto che le analisi più impegnative e più costose vengono mantenute nelle strutture pubbliche, che pure difettano di molta strumentazione e di personale adeguato e i cui ritardi sono notevoli e non più tollerabili, mentre invece le analisi più elementari sono dirottate verso i privati per un totale più che doppio rispetto a quelle che effettuano i laboratori pubblici.
OLIVIERI, Assessore alla sanità Non sei aggiornato Staglianò. Ti sei mai chiesto quali sono le quantità che si muovono nel privato? Se ritieni questi esami semplici ed elementari aggiornati! STAGLIANO' Assessore, io mi aggiorno, anche se il nostro libro bianco ha dovuto fermarsi ai dati del 1984. Fino ad allora, ad esempio, le analisi di nefrologia e dialisi (ben 106.480 prestazioni) e di radioterapia (126.970) erano effettuate soltanto dalle strutture pubbliche. Invece le analisi più semplici erano, anche con uno scarto negativo per la finanza pubblica effettuate nei laboratori privati. Una glicemia, ad esempio, che costa nel laboratorio che avevamo preso in esame (ora tra quelli di cui si sta occupando la Magistratura) 204 lire viene invece pagata a questo laboratorio dall'U.S.S.L. competente ben 2.695 lire. L'azotemia costa 214 lire e viene pagata 2.695 lire. Vi risparmio di andare oltre perché questo è un altro capitolo su cui dovranno intervenire le autorità politiche approfondendo quanto ha già avviato la Magistratura.
Mi fermo qui perché penso che dovremmo tornarci su con una più attenta riflessione. Voglio aggiungere intanto che quando proponemmo un indirizzo politico alternativo alle degenerazioni di cui si va occupando la Magistratura, esso fu bocciato. Fui ascoltato dalla V Commissione permanente nel 1984 come primo firmatario di quella proposta di legge di iniziativa popolare e non mi parve di cogliere un grande interesse al riguardo; la Commissione era presieduta anche allora dal collega Devecchi ma non ci fu una grande attenzione per quegli argomenti pure molto documentati.
In quelle circostanze fu amaro dover constatare come il collega Acotto volle stroncare un indirizzo politico che si proponeva a questo Consiglio pur se non ne facevamo parte e la gente di questa Regione ci ha dato la possibilità di parlare qui questa sera e quell'indirizzo non possiamo che riproporlo con ancora più forza.
Bisogna fare i controlli. Il collega Pezzana ha proposto un'interpellanza in questi termini. Bisogna riproporre il disegno di legge contrastato come hanno fatto i colleghi comunisti. Però, Assessore, a nostro avviso occorre intervenire alla radice tagliando i fili della corruzione.
Concludo qui il mio intervento perché mi riservo di ritornare sull'argomento con gli strumenti che ci vengono dati da questo Consiglio.
Non posso però non fare mia la denuncia avanzata nei giorni scorsi (e non smentita da nessuna parte) da alcuni rappresentanti sindacali, secondo i quali (anche qui in sintonia con un ragionamento che abbiamo cercato, con le nostre scarsissime forze, di evidenziare alle stesse organizzazioni sindacali negli anni passati) il laboratorio di analisi dell'Ospedale Maria Adelaide (15 dipendenti) lavora al 50% delle sue possibilità da almeno due anni.
Quanti sono i laboratori pubblici nelle medesime condizioni del Maria Adelaide? Accertare questo penso sia uno dei compiti che l'Assessorato regionale alla sanità dovrebbe assumere. Il Consiglio d'altra parte deve affrontare l'emergenza sanità con la volontà di incidere in profondità sui meccanismi di fondo che determinano la corruzione e favoriscono la costruzione delle "S.p.A, del crimine". Per reciderli.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bergoglio.
BERGOGLIO Sono giuste le osservazioni che già altri colleghi hanno fatto e cioè che un tema di questa importanza non possa essere trattato al termine di una giornata impegnativa e in un clima di sostanziale disattenzione. Quanto ha detto l'Assessore Olivieri nella sua comunicazione merita attenzione e riflessione e non è da sottovalutare.
La nostra posizione non è né di difesa acritica né di offesa preconcetta del privato. C'è un ruolo istituzionale pubblico di indirizzo di controllo e di verifica oltre che di gestione delle strutture pubbliche c'è un ruolo del privato che ha libertà di iniziativa.
Noi siamo per una posizione dell'ente pubblico di assoluta serietà e severità nell'impostazione di questi problemi e nel controllo. Dobbiamo essere però realisti. Se dietro le strutture pubbliche e private ci sono persone che in spregio alle norme commettono dei reati, questo non dipende più dal controllo di verifica e di impostazione della Regione e dell'ente pubblico.
In questo momento sta intervenendo la Magistratura per stabilire le responsabilità e per punire penalmente chi deve essere punito. Questa impostazione del discorso ci deve vedere tutti uniti.
I laboratori sotto inchiesta da parte della Magistratura non sono sorti ieri, sono laboratori convenzionati inseriti nella struttura pubblica regionale, autorizzati in tempi non recenti; sono laboratori che hanno lavorato per anni e i controlli competevano alle UU.SS.SS.LL. oltre che alla Regione nella sua globalità. Evidentemente i controlli non hanno funzionato a dovere se è stato possibile commettere quello che i giornali riferiscono.
Non farei di ogni erba un fascio; generalizzare addossando al mancato funzionamento, del rapporto pubblico-privato la colpa di reati individuali vuol dire fare un pessimo servizio alla Regione e alle nostre funzioni di amministratori pubblici.
Trasparenza, economicità, affidabilità, verifica delle condizioni di agibilità delle strutture: questo vogliamo. Vogliamo che gli strumenti, il personale e i locali garantiscano le prestazioni e che i rapporti siano chiari.
Nella legislatura precedente venne approvata in quest'aula una legge con delle differenziazioni. Era una legge che rischiava di essere troppo burocratica nel rapporto pubblico-privato e rischiava di creare strutture troppo grandi nel settore privato aprendo un rischioso discorso monopolizzante.
Assistiamo con rammarico ai fatti di questi giorni: dispiace che qualcuno in situazioni di malattia, di tensione e di fatica che accompagnano le richieste di analisi, possa speculare.
Alcuni Consiglieri hanno fatto riferimento ad un uso indiscriminato e non sempre utile delle analisi di laboratorio: è un altro capitolo da aprire. In realtà con troppa leggerezza si richiedono esami, radiografie e accertamenti diagnostici che con tutta probabilità non sono tutti necessari.
Occorre fare un discorso di educazione del paziente, del medico di base e delle strutture perché occorre una maggiore attenzione oltre che una verifica di dati e di documentazioni che non abbiamo potuto fare in questa sede e in questa occasione.
Ben vengano le indicazioni dell'Assessore e i provvedimenti annunciati per fare chiarezza. Siamo certi che in ogni caso non potremo essere tutelati al cento per cento da chi vorrà commettere malversazioni e reati e vorrà comportarsi disonestamente. Da qui al voler fare di ogni erba un fascio, mi pare ci sia molto spazio.
Con molta serenità e chiarezza vorrei esprimere il pensiero della DC.
Si faccia giustizia, chi ha commesso dei reati paghi fino in fondo, non ci siano coperture da parte di nessuno. Se ci sono dei soci occulti, vengano fuori i nomi una volta per tutte. Noi politici, che cerchiamo di lavorare con serietà nel quotidiano, siamo stufi che in ogni vicenda che viene all'attenzione dell'opinione pubblica ci sia il sospetto di non linearità e di scorrettezza sull'operato della pubblica amministrazione di cui facciamo parte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.
MARCHINI Colleghi Consiglieri, mi sembra apprezzabile l'approccio che i colleghi e l'Assessore hanno dato a questo problema. Ovviamente è imprudente e inopportuno fare illazioni e commenti sui versanti processuali della vicenda. Devo dire però che anche gli aspetti processuali, così come vengono descritti dalla cronaca, dovrebbero essere riportati ad un minimo di esattezza. Vorrei poi capire se l'indagine giudiziaria alla quale stiamo assistendo abbia un rapporto di causalità con l'azione politica della Regione.
Rifacendomi a quanto diceva la collega Bergoglio ritengo che su questa vicenda non si possa avviare una speculazione politica contro i principi.
Il principio che noi liberali difendiamo è il ruolo concorrenziale e promozionale del privato in materia sanitaria, che nella specie non esiste perché la struttura pubblica, per legge, ha il diritto di fare tutti gli esami che è in grado di fare e quindi fa ricadere sul privato solo quei servizi che la struttura pubblica non è in grado di assicurare. La concessione dell'impegnativa all'esterno ha come presupposto l'impossibilità della struttura pubblica di soddisfare la domanda. Ci troviamo nella condizione in cui la difesa del privato non significa difesa della concorrenza del mercato, ma significa difesa degli spazi residuali (il collega Bajardi parlerebbe di funzione vicariante del privato).
Cerchiamo di capire dove ci sono stati degli errori. Incominciamo a smontare alcuni luoghi comuni: per esempio, quello di ritenere che la diagnostica strumentale in futuro si riduca. Non è così. La diagnostica strumentale per i meccanismi di vita, per il tipo di rapporto che esiste fra medico di base e paziente, sarà sempre più uno strumento di accertamento. Nessuno di noi accetterà da un medico che arrivi su un'auto blu con la scritta U.S.S.L. una diagnosi fatta sul pianerottolo di casa. I tempi sono cambiati, la diagnostica strumentale è uno dei mezzi avanzati sui quali la medicina si baserà sempre più. Non sono certo in grado di valutare in che misura aumenterà o verrà bloccata, mi pare comunque difficile immaginare nell'organizzazione delle strutture del sistema sanitario una riduzione della diagnostica strumentale. Quindi, le strutture pubbliche hanno due deterrenti rispetto all'invadente presenza delle strutture private. Il primo consiste nello spazio residuale di quello che non si riesce a fare. Il secondo consiste nelle interessenze che i sanitari hanno per effettuare gli esami esterni nei laboratori pubblici. Anche qui esiste una politica che tende a minimizzare il ruolo del privato perch finché si dice che l'operatore sanitario all'interno di un laboratorio presso un ospedale ha una compartecipazione sugli esami che fa per l'esterno, non si può parlare di difesa del privato in una realtà in cui il privato ha almeno due penalizzazioni: il poter fare solo quello che la struttura pubblica non può fare e il sapere che la struttura pubblica per legge incentiva economicamente gli operatori pubblici (ciò non avviene naturalmente per i chirurghi). Questo tipo di incremento dovrebbe aver messo il privato in condizioni marginali e residuali, perché interviene solamente in condizioni vicarianti.
Se questo non è avvenuto, cari colleghi, è perché non ci sono state le risorse, non dico la volontà politica. Dire che l'Assessore Bajardi non ha attivato il massimo delle risorse per valorizzare i laboratori pubblici significa dire una cosa non vera. Gli sforzi sono stati fatti, si tratta di capire se sono stati sufficienti e se è possibile farne di più. Le risorse investite nei laboratori evidentemente vengono sottratte, ad esempio, alle sale operatorie.
Non mi sento di dire che lo spazio occupato dal privato è la conseguenza di una politica sanitaria sbagliata. Sono invece convinto, per averlo verificato in prima persona in Commissione, che lo sforzo fatto dalla Regione nella terza legislatura per massimizzare gli investimenti sui laboratori era squilibrato in eccesso rispetto agli investimenti in altre strutture altrettanto importanti per la salute dei cittadini.
Quello che probabilmente bisogna capire - è stato introdotto dall'intervento del collega comunista - è l'effetto che hanno prodotto alcune iniziative regionali. Le iniziative regionali, a prescindere dal risultato, sono due: le leggi di blocco della seconda legislatura e le leggi di disciplina della terza legislatura. Ritengo che le due esperienze vadano rilette alla luce delle cose che avvengono che si concretano in due fatti: in un comportamento infedele di pubblici funzionari, che dovranno essere perseguiti, e in collusioni con gli operatori esterni che andranno perseguiti. Questo però non ha niente di politico, avverrà fino a quando ci sarà la luce del sole. Ci saranno sempre magistrati e polizia giudiziaria che perseguiranno coloro che sono portati a delinquere. Non dico che questo vada accettato cinicamente, ma dico che sono episodi che hanno poco di politico. Si tratta di evitare che si falsifichino i timbri, che si fotocopino le schede per le impegnative. Questi sono fatti di natura criminale. I fatti politici che invece devono vederci attenti riguardano per esempio, l'esigenza e l'interesse che ha un laboratorio privato a dare il supero ad un altro laboratorio.
Come liberale mi chiedo come mai il secondo laboratorio non ha diritto di svolgere in proprio il suo ruolo e quindi giocare sul mercato nei confronti dell'altro laboratorio la funzione di concorrenza.
La concorrenza che noi dobbiamo garantire per la trasparenza del sistema è la concorrenza tra i privati.
Leggo con soddisfazione quanto alcune forze politiche hanno detto nelle due legislature precedenti sostenendo che l'operazione di bloccare le autorizzazioni di fatto determinava il crescere di situazioni di monopolio dietro alle quali sappiamo tutti che crescono le aree di rendita. Questa previsione non era del tutto sbagliata.
Sulle leggi del collega Bajardi, alle quali la nostra forza politica ha collaborato in termini costruttivi, abbiamo sempre e solo espresso questa preoccupazione. Evitiamo che attraverso una normativa che appesantisce il laboratorio privato di fatto si consenta soltanto ad alcuni operatori di stare sul mercato e quindi si tagli questo tipo di concorrenza nello spazio residuale che il pubblico, per propria scelta e per propria inefficienza lascia al privato.
Ritengo che su questa materia almeno a livello politico dovremmo fare chiarezza fra di noi. Si tratta di sapere più dettagliatamente dall'Assessorato competente quali risorse vengono investite per ridurre il ricorso alle strutture private.
Mi auguro che lo Stato, che si è garantito il monopolio degli esami lasciando al privato solo quello che non è in grado di fare, sia riuscito anche sul piano contrattuale a spuntare dei prezzi per le analisi che siano pari a quelli che già effettua. Se questo non lo ha fatto, lo Stato non sa fare neanche il mestiere di chi contratta una prestazione di cui ha il monopolio.
Si tratta di capire fin dove possiamo e vogliamo investire. Non ho alcuna difficoltà a rimettermi a collaborare in Commissione alla riproposizione di una normativa (che andrebbe innovata per le nuove norme nazionali) che impedisca lo sviluppo di fenomeni monopolistici. L'aspetto brutto della vicenda che leggiamo in questi giorni, al di là delle questioni di qualche furbo e di qualche debole, è l'impressione che esista un canale che nasce in termini economici da una situazione di monopolio. Il pubblico si è garantito il monopolio attraverso due strumenti: la riserva dei famosi tre giorni dell'impegnativa e l'incentivazione nelle partecipazioni. Per intenderci, il direttore di un laboratorio pubblico pu tirare dalle partecipazioni e dagli esami interni, cosa che considero lecita ma che alcuni medici contestano, molto di più di quanto prende di stipendio. Non stiamo parlando di qualche liretta. Questi due strumenti hanno garantito allo Stato e alla struttura pubblica una funzione prioritaria in questa materia sulla quale la nostra forza politica è disponibile a lavorare. Attenzione però che le leggi di vincolo non siano leggi di privilegio. Ripeto la frase che ebbi a dire molti anni fa: "Quando si chiude la porta della stalla, è vero che si impedisce agli altri cavalli di entrare, ma si dà anche la possibilità a quelli che sono dentro di utilizzare tutto il fieno e tutto quello che c'è a disposizione".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cernetti.
CERNETTI Non sfiorerò gli argomenti sui soci occulti, perché sono fin troppo convinta che se lestofanti ci sono, vanno puniti. Questo però non è compito del Consiglio regionale, ma della Magistratura.
Incentrerò invece questo breve intervento sulle convenzioni con i privati che sono a mio parere decisamente troppe, perché troppi sono gli interessi spesso poco puliti che stanno sotto.
Ci sono addirittura interi settori dove la convenzionata esterna supera di gran lunga la convenzionata interna. Ci sono attrezzature costosissime che rimangono inutilizzate in alcuni ospedali o addirittura restano imballate nelle cantine. In genere le UU.SS.SS.LL. giustificano tutto questo con la carenza o la mancanza di un organico ad hoc, ma anche quando l'ampliamento di organico viene concesso i risultati non cambiano di molto.
Si è parlato di un servizio ispettivo regionale, che però non funziona, a parte il fatto che è stato instaurato da poco. Sono convinta che così come non si governa con la sola attività della polizia, non si può esercitare un controllo capillare, serio ed approfondito con un simile servizio ispettivo regionale. Non so di quanti funzionari sia composto, ma ritengo sia decisamente esiguo, quindi non è in grado di far fronte ad un'azione di controllo che esigerebbe addirittura un esercito di funzionari. Sono convinta pertanto che il controllo deve venire a monte e mi spiego con un esempio.
Quanto tempo occorre per una analisi? Quanti tecnici, biologi, medici sono addetti in un determinato ospedale per quel tipo di analisi? Quante sono le attrezzature efficienti e moderne e quante quelle antiquate? Quante analisi si devono produrre? Quante analisi devono essere espletate dal privato? Solamente così noi potremo avere il conteggio di quello che il Consigliere Marchini definisce residuale. Oggi, purtroppo, questi conteggi che ci permetterebbero di razionalizzare il tutto e di controllare facilmente situazioni anomale non li possiamo fare. Bisogna accertare la connessione tra mezzi e produzione.
OLIVIERI, Assessore alla sanità Questi dati esistono.
CERNETTI Si, ma solo in parte. Le UU.SS.SS.LL., dalle quali dobbiamo esigere queste tabelle, molte volte non sono in grado o non vogliono fornirle.
Addirittura noi paghiamo i famosi premi di produttività o il plus orario quando non sappiamo nemmeno qual è la produttività.
A mio avviso, dobbiamo accertare il residuale che, non essendo possibile espletare nella struttura pubblica, va a confluire nelle strutture private. Solo così sarà chiaro dove le situazioni diventano anomale. Solo così potremo esercitare il controllo istituzionale della Regione, prima che intervenga quello punitivo della Magistratura.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Nerviani.
NERVIANI Signor Presidente, le considerazioni fatte in apertura di dibattito dal collega Calligaro sono in larga parte condivisibili dal mio Gruppo e ritengo siano state fatte con un taglio di proposta al dibattito molto civile. In particolare, credo si possa condividere, con assoluta facilità il rifiuto alla speculazione in un campo particolarmente delicato della vita umana, quale è quello rappresentato dalla malattia. La nostra posizione sull'argomento è assolutamente intransigente ed è stata costante in tutti i dibattiti che si sono sviluppati in quest'aula. Mi riferisco anche a quello che si è sviluppato per la prima volta nel 1984 quando si è dibattuta la legge sui laboratori privati in cui le posizioni erano fortemente diversificate e in cui ho avuto in molti punti un atteggiamento contrario a quello che veniva proposto allora dall'Assessore Bajardi, la stima per il quale è stata peraltro da me più volte manifestata.
Il nodo della distinzione era legislativo; non si può richiamare in questa sede quel dibattito per dire che la vostra posizione era sbagliata perché ha determinato queste conseguenze, quando la conseguenza in questo senso non esiste affatto. Dovremmo peraltro dire che le convenzioni che sono state stipulate allora potevano anche essere ulteriormente ridotte era nella libertà dell'esecutivo. Non dico tuttavia questo, perch l'esecutivo ha fatto fronte a necessità che ritengo sufficientemente maturate e sulle quali non ho mai avuto occasione di eccepire.
Il dibattito che si è svolto allora, e che ci vedeva probabilmente distinti anche rispetto alla posizione liberale, era relativo al concetto di vicarialità, di complementarietà dell'attività del pubblico rispetto al privato. Noi sostenevamo - lo ha detto bene il Consigliere Bergoglio - che occorreva trovare spazi non soltanto per un'iniziativa complementare al pubblico, ma per un'iniziativa che sostituisse il pubblico così come avviene in numerosi Paesi del mondo occidentale. Questo è un principio fortemente dibattuto e del quale noi di certo non ci vergogniamo. Peraltro in un passaggio che mi è sembrato contraddittorio rispetto ad altre considerazioni, il collega Calligaro ha sostenuto la necessità di non criminalizzare tutto quanto è privato, anche in questo settore, ma di andare a toccare i punti dolenti, gli aspetti negativi e patologici di una realtà che si deve purtroppo riconoscere come esistente. Noi riteniamo giusta l'impostazione di principio.
Riteniamo che la Regione debba avere nei confronti dei truffatori in questo campo l'atteggiamento più rigido e intransigente. Ma al tempo stesso riteniamo viziato il ragionamento che è stato fatto: "Tutto al pubblico perché il pubblico funziona". Il pubblico invece è mancato proprio nel momento più delicato, quello cioè del controllo che gli compete a pieno diritto e che o non ha voluto esercitare, nella peggiore delle ipotesi, o non ha potuto esercitare per mancanza di mezzi o per svogliatezza, o ancora per organizzazione insufficiente. Sembra che sia non irrilevante la contraddizione del ragionamento che è stato condotto fino ad ora. In ogni caso saremmo disonesti nel ragionamento e intellettualmente non corretti verso noi stessi se ci dimostrassimo indifferenti di fronte alla situazione che si sta manifestando a Torino, che non è solo locale, ma assume - e la Magistratura ci dirà se questa impressione corrisponde a verità - la caratteristica della generalità. Questo sicuramente ci mette in difficoltà e ci pone interrogativi del tipo se non siamo degli ingenui a sostenere principi che sembrano difficilmente applicabili.
Sono propenso a chiedere all'Assessore di verificare le convenzioni in atto, di fare una frenata violenta in ordine all'aspetto dei rapporti con i privati, di verificare la parte buona e quella cattiva e soltanto successivamente, verificata la serietà delle istituzioni che agiscono nella nostra Regione, passare alle convenzioni.
Per concludere, pur non modificando nulla rispetto all'atteggiamento di principio- che abbiamo assunto, rivolgiamo un invito alle strutture pubbliche a dimostrarsi all'altezza della situazione in primis esercitando il compito più semplice che è quello del controllo. In ultimo, un invito a riflettere su quanto è in atto per studiare un vaccino forte che eviti, per quanto ci riguarda, la sconfitta di un principio, con la presenza di fenomeni così deprimenti e avvilenti quali quelli che abbiamo dovuto constatare in questi giorni o che con buone ragioni presumiamo siano accaduti nella società piemontese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.
BONTEMPI Signor Presidente, il dibattito sulle comunicazioni dell'Assessore ha largamente messo in luce una traccia possibile di approccio al problema che deriva dalle conseguenze politiche, dall'allarme e dalle preoccupazioni che uno scandalo di questa portata sta provocando sulla stampa cittadina e nell'opinione pubblica.
Ritengo sia molto importante che ci si intenda già in questo primo approccio sulle modalità per affrontare il problema perché (mi pare che il dibattito sia stato sotto questo punto di vista abbastanza convergente ed utile) non vogliamo attraverso la nostra iniziativa politica, ovvero la presentazione dell'interpellanza, né strumentalizzare né demonizzare la questione del rapporto pubblico-privato. Anzi, ci sorprende registrare che l'organo di stampa cittadino sia molto più spinto in questa demonizzazione.
Ho letto un articolo che può anche essere condivisibile, ma che è in contrasto con quanto su tutti gli altri settori lo stesso organo di stampa sostiene.
Noi non abbiamo preso iniziative contro nessuno, ma siamo preoccupati di portare in questa sede l'attenzione e la sensibilità al problema e anche di indicare una strada possibile.
Sono molto contento che Marchini abbia dato la sua disponibilità a lavorare su un documento. Noi abbiamo proposto di nominare una Commissione del Consiglio, ma non intendiamo una Commissione di inchiesta sul comportamento della Giunta. Intendiamo una Commissione di indagine conoscitiva sul fenomeno che dia anche degli elementi utili per legiferare.
Oggi abbiamo sentito delle opinioni interessanti sulla concorrenza tra il pubblico e il privato o sulla concorrenza tra privato e privato. Sono evidenti ed obiettive le difficoltà che hanno tutti ad approcciare questo problema.
Capisco il limite che può avere una risposta alla nostra interpellanza in pendenza di un'indagine della Magistratura. Su questa legge abbiamo lavorato per cinque anni, quindi non è una legge da liquidare in fretta caso mai è da approfondire, da aggiornare, da verificare in diversi punti e noi siamo disponibili. I motivi che hanno impedito allora l'approvazione della legge erano rappresentati dalle manifestazioni e dalle pressioni anche legittime, di un settore che tendeva ad essere poco regolato. Come era possibile regolare questo settore? Noi abbiamo sempre scelto la strada di pochi controlli e di molta trasparenza che renda leggibile i comportamenti. Dal 1983 in poi abbiamo seguito questa strada. Non vorrei che venissero usati due pesi e due misure, perché sui laboratori tutti sostengono questo; mentre sulla questione IACP abbiamo sentito gettare in quest'aula l'accusa alla Regione perché non aveva instaurato un sistema massiccio di controlli. Non strumentalizzo, però non vorrei che ci fossero questi due atteggiamenti.
Il governo pubblico si esplica attraverso un sistema di controllo e di vincoli oppure attraverso l'autonomia riconosciuta con la garanzia della trasparenza e della leggibilità? Io propendo per questa seconda idea e la legge che abbiamo votato dovrebbe garantire questi obiettivi.
Purtroppo non abbiamo normato perché per due volte la legge è stata respinta; c'era un parere favorevole del Direttore generale della sanità ma ormai si era in fine legislatura e il Consiglio si era sciolto alla fine di marzo.
E' possibile rendere credibile l'azione della Regione, intanto attraverso il lavoro degli uffici, il nuovo servizio ispettivo, le conoscenze accumulate e con l'istituzione di una Commissione consiliare di indagine. Noi la proponiamo, formalizzeremo la proposta e ne parleremo con gli altri Gruppi. Vedrei una Commissione di indagine conoscitiva più che una Commissione d'inchiesta.
E' necessario però legiferare presto; noi abbiamo presentato una proposta di legge, può darsi che l'Assessore abbia delle idee più utili per l'esercizio della funzione di governo. Questo è un punto di partenza.
Il peso di questo settore è identificato in due soggetti: le UU.SS.SS.LL. e la Regione. E' un peso che riguarda tutti e che deve sollecitare una maggiore sensibilità e delle scelte. Credo che la scelta di fondo che dobbiamo fare è quella di decidere che il settore pubblico è tendenzialmente esclusivo con uno spazio per i privati; dovrà essere regolamentato nella maniera più affinata possibile, ma tendenzialmente non dovrà permettere la proliferazione delle convenzioni e di atteggiamenti deboli, lassisti, se non conniventi, che portano alla perdita di controllo e alle conseguenze di questi giorni.
NERVIANI Perché non ci siano equivoci, dobbiamo ricordare che la legge dei laboratori è stata approvata due volte anche dal Consiglio. Nessuno ha posto freni a che fosse approvata.
BONTEMPI E' stata una faticosissima discussione, obiettivamente facevamo fatica ad intenderci per le divisioni esistenti. In sostanza questa legge, o un'altra legge, comunque nuove norme, sono urgenti e necessarie. E' questo il punto. Credo che la Regione debba intanto costituirsi parte civile e inoltre dare delle disposizioni e direttive molto rigorose in questo settore. In politica succede sempre che si ricorre ai ripari sul terreno legislativo dopo che i fatti sono successi, al di là delle implicazioni che possono riguardare alcuni personaggi politici. La giustizia faccia il suo corso. A noi interessa fare la nostra parte.
Siamo abbastanza soddisfatti del dibattito che si è sviluppato Che ha mostrato una certa convergenza almeno sul livello dell'intervento regionale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Olivieri.
OLIVIERI, Assessore alla sanità Ringrazio gli intervenuti per il fair play e la delicatezza con cui è stato affrontato il problema, che è di coscienza.
Mi preme però dire alcune cose che ritengo chiarificatrici, nei limiti delle mie possibilità, indipendentemente da quello che sarà il rapporto con la Magistratura.
Il dibattito si è spostato lievemente da un problema squisitamente particolare ad altro di carattere più generale, finendo quindi per falsarne l'impostazione.
Iniziamo dal problema più generale rappresentato dai laboratori: la legge più importante che dobbiamo approvare (anche se in un anno si sono susseguiti parecchi fatti drammatici: la bambina dell'Ospedale Sant'Anna Chernobyl, il vino al metanolo, l'inquinamento dell'acquedotto di Casale Monferrato; tutte le mattine quando mi alzo e mi guardo allo specchio faccio gli scongiuri!) è quella sul controllo di qualità, che è pronta.
Essa non è - collega Bontempi - né un laccio né un lacciuolo, ma una presa di coscienza di quello che deve essere fatto e di quello che si fa comunemente nel pubblico e che di esso deve risolvere i problemi. Quando questa legge sarà in vigore, quella relativa ai requisiti minimali, in previsione di quanto dovrà avvenire dopo l'attuazione del decreto nazionale dei cinque anni, non interesserà più.
Non mi dilungo sul discusso numero delle convenzioni: questo è un dibattere - oserei dire - del nulla, non perché non sia importante, ma perché si tratta di un eterno problema che nasce da considerazioni di varia natura: se le strutture private debbano coprire spazi residuali, se hanno diritto ad esistere, ecc. Non credo sia questo il momento di discutere di questo sottile argomento.
Per quanto riguarda i laboratori, Consigliere Cernetti, esiste un coefficiente di conoscenza dell'attività di laboratorio per il rischio. E' un lavoro svolto da lunga data, con i suoi risultati, su criteri via via modificati. Risalgono ancora ad una Commissione di patologi canadesi di venti anni fa e indubbiamente esistono margini di non copertura soprattutto nella zona torinese. Qui però interviene un altro problema che purtroppo è sempre stato minimizzato - dò ragione al Consigliere Marchini o sia a livello regionale sia a livello statale, cioè l'impostazione complessiva.
Si è sempre attuata la politica dello struzzo dicendo "noi ignoriamo quasi il problema", come se questo non si presentasse con tutta la sua forza quella del famigerato progresso. Furono errate le valutazioni sulla TAC sull'ecografia, e così via. Dai Ministri che si sono succeduti, le valutazioni sugli esami nuovi avrebbero dovuto essere codificate e immesse in convenzioni che non ci sono state. Queste non sono scusanti per nessuno ma vi dice come questa politica di contenimento della spesa, che si è tentato di realizzare ignorando alcuni problemi, non dà frutti buoni. E' meglio essere chiari e dire che non si può spendere. E' un vizio di tutti anche mio per certi aspetti. L'anno scorso - con accordo quasi unanime abbiamo compiuto un primo passo cercando di risolvere il problema delle TAC in gran parte della Regione, non tanto perché il privato intervenisse a sproposito, ma per quello che non ho mai potuto tollerare - dato che sono un ex medico e nessuno potrà mai dire che non abbia provato pietà per la gente nel senso latino del termine - e cioè che il malato ricoverato in ospedale per un ictus cerebrale, un tumore o una metastasi venga preso come un pacchetto postale e spostato in giro per il mondo. Mi si potrà anche dire che qualche impegno non è corretto economicamente sul piano del rapporto costo-beneficio perché le apparecchiature non possono essere mantenute in funzione ventiquattr'ore al giorno, ma se capitasse a noi forse ci renderemmo conto del disagio di spostarsi per 20-30 km. In campo sanitario vi sono problemi gravissimi che non si possono ignorare. Dico questo per giustificare le motivazioni che abbiamo voluto fare perch c'erano i famigerati tickets; contemporaneamente abbiamo messo in atto una proposta programmatica di piano per le ecografie, che la Commissione ha approntato e che contavamo di mettere in atto nel 1987. Non so se potremo farlo, poiché purtroppo o fortunatamente secondo Staglianò non ci sono più i tickets. Prevedevamo che un esame che nella sostanza costa più di quanto lo si paga (fai poi un libro bianco, Staglianò, e vai a fare un'analisi approfondita di quanto costa al pubblico fare un'ecografia visto che si tratta dell'esame più costoso poiché impegna direttamente l'opera del medico per tempi prolungati) fosse un problema sottile e delicato.
Vi è un'altra cosa altrettanto importante: si parla sempre di rieducare il medico, ma queste cose le sento da quando ero piccolo. Quattro o cinque anni fa avevo inventato il metodo di controllo sui farmaci che poi si è esteso a livello regionale. Solo quando l'operatore conosce quale fonte di spesa reale è per il servizio un esame ed è costretto a fare un'analisi di coscienza pia in questo caso, ovvero se veramente i milioni che ha fatto spendere avevano giustificazione dal punto di vista sanitario o non erano un orpello, potrà coscientemente modificare il suo atteggiamento in un confronto con il medico. E' da alcuni mesi che stiamo studiando con il CSI la possibilità di allestire un modello di ricetta per prescrizione di esami leggibile al lettore ottico e che garantisca ciò che avevamo fatto per i farmaci. Non si tratta però di un problema semplice, perché implica complicazioni non indifferenti; pensiamo però di risolverlo (ne avevo già parlato a livello ministeriale) per valutare la possibilità di adottarlo in via sperimentale.
Questi sono i provvedimenti che possiamo attuare per incidere su un fenomeno legato al progresso, ma che deve essere temperato in quei limiti che non corrispondono ad un abbattimento delle erogazioni sanitarie. Il problema è far sì che la gente sia a conoscenza del controllo. Non è che non ci siamo preoccupati di queste cose, avevo inventato il timbro con la numerazione progressiva per eliminare il timbro facile. Nell'USSL in cui avevo disposto l'uso del timbro progressivo ho visto che esiste ancora, se però vengono falsificati i timbri con il numeratore bisogna pensare ad ogni possibile soluzione per tentare di correggere il sistema. Si cerca di ovviare,, nei limiti del possibile, all'estrema versatilità della genialità umana del male. Conosco un illustre maestro che sostiene vi siano laboratori sottoutilizzati, ma questo non corrisponde a verità in quanto non vi è ospedale o laboratorio che, accorgendosi di non ricevere il materiale, non si attivi scrivendo più volte dato che c'è l'incentivazione.
Mi accorgo che si tratta di una situazione risibile. Qualche anomalia caratteriale ci sarà, per cui si ha la tendenza al masochismo,in questo caso senza sado.
Non voglio dilungarmi su altri aspetti. Bisogna però ricordare che è precisa competenza dello Stato stabilire le tariffe mentre le direttive hanno solo il compito di migliorare l'accettabilità.



PRESIDENTE

La discussione è così terminata.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.
(La seduta ha termine alle ore 19,40)



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