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Dettaglio seduta n.70 del 19/12/86 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


VIGLIONE ALDO


Argomento: Problemi energetici

Esame ordine del giorno sulle centrali nucleari


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Signori Consiglieri, iniziamo i lavori con l'esame dell'ordine del giorno sulle centrali nucleari, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale richiamata la già più volte sottolineata esigenza che unitamente alla riconsiderazione delle norme e degli standard di sicurezza delle centrali elettronucleari venga realizzata un'attenta verifica delle condizioni di sicurezza degli impianti in funzione considerato che tale verifica è urgente soprattutto per le centrali di più vecchia costruzione e che essa può essere più opportunamente realizzata in coincidenza con le periodiche fermate tecniche di tali impianti preso atto che è programmata a gennaio 1987 la fermata della centrale E.
Fermi di Trino e che essa avrà una durata prevedibilmente più lunga di altre fermate tecniche, in quanto riguarderà la ricarica del combustibile e la verifica del sistema di salvaguardia degli impianti chiede che detta fermata l'ENEL la utilizzi per attuare un check up generale delle condizioni di affidabilità e sicurezza dell'impianto evidenzia altresì la necessità di una contestuale verifica delle condizioni di sicurezza dello stoccaggio e dello smaltimento delle barre di combustibile esaurito, nonché delle scorie a bassa e media attività invita la Giunta ad assumere, d'intesa con la VII Commissione consiliare le opportune ed immediate iniziative nei riguardi dell'ENEL. dell'ENEA DISP, dei Ministeri dell'Industria e della Protezione Civile".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.


Argomento: Enti strumentali - Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno sulla STEF


PRESIDENTE

Pongo ora in votazione l'ordine del giorno sulla STEF il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte di fronte alla grave emergenza determinatasi alla STEF per la quale mancano prospettive di lavoro concreto e indirizzi riguardanti l'utilizzo della sua attività in ambito regionale impegna la Giunta regionale a presentare al Consiglio stesso, entro il 31 gennaio 1987, una delibera di indirizzi concernente il ruolo che può svolgere la Società a sostegno della politica programmatica regionale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 29 voti favorevoli e 2 astensioni.


Argomento: Esercizi provvisori

Esame progetto di legge n. 196: "Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio per l'anno finanziario 1987"


PRESIDENTE

In merito al progetto di legge n. 196: "Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio per l'anno finanziario 1987" chiede di parlare il Consigliere Majorino. Ne ha facoltà.



MAJORINO Gaetano

Non pongo nessuna pregiudiziale però desidero sottolineare una circostanza. Normalmente i disegni di legge vengono accompagnati da una relazione scritta, tuttavia sappiamo benissimo che è consentita anche la relazione orale con l'assenso del Consiglio. Diamo per implicito che l'assenso ci sia stato.
A, questo punto, chiedo di collocarmi a nome del Gruppo MSI-DN con una relazione di minoranza.
Non penso possa essere messo in atto un trattamento di disparità poich non c'è la relazione scritta di maggioranza e non c'è nemmeno quella di minoranza del nostro Gruppo. Il relatore di maggioranza, designato a conclusione della riunione della I Commissione di martedì, viene autorizzato a fare la relazione di maggioranza orale, come prevede il Regolamento, ed io chiedo di collocarmi con una relazione di minoranza ovviamente anch'essa orale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

Abbiamo saputo pochi minuti fa che non esiste agli atti del Consiglio la proposta di bilancio pluriennale.
Siccome ci sembra siano provvedimenti (lo confermava anche il Vicepresidente Vetrino) da esaminare contestualmente ho dei dubbi che possiamo affrontare la discussione sull'autorizzazione all'esercizio provvisorio dato che si riferisce a documenti non in possesso del Consiglio.
Pongo tale questione alla Presidenza.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta Vetrino.



VETRINO Bianca, Vicepresidente della Giunta regionale

Do la risposta che ho già dato in Commissione. Il documento era in preparazione e doveva essere qui questa mattina; l'Assessore Turbiglio conferma che sta arrivando. Vorrei spiegare i motivi del ritardo con cui viene predisposto questo provvedimento.
Si era pensato in un primo tempo addirittura di non presentare il bilancio pluriennale in presenza di richiesta di autorizzazione all'esercizio provvisorio. Esaminando alcune leggi e documentazioni abbiamo considerato che occorreva viceversa presentarlo perché nella legge di disposizione per l'autorizzazione all'esercizio provvisorio vi è un articolo che prevede la presentazione del bilancio pluriennale stesso.
Perché si riteneva di non presentare il bilancio pluriennale di spesa contestualmente alla presentazione della richiesta di autorizzazione all'esercizio provvisorio? Perché proprio in questo periodo abbiamo predisposto il piano regionale di sviluppo, il piano pluriennale di attività e di spesa che è di fatto l'argomento vero di programmazione economica e finanziaria su cui si baserà l'attività ordinaria della Regione negli anni che verranno.
Il bilancio contabile è puramente riferito a cifre, il più delle volte inventate, cifre comunque da verificare nel corso degli anni a venire anche per la difficoltà di presentare un bilancio pluriennale sulla base delle indicazioni di finanziamento dello Stato, legate annualmente alla legge finanziaria e agli stanziamenti. Sarebbe stato più corretto esaminare questo momento di pluriennalità contestualmente al programma pluriennale di attività e di spesa che è pronto ed è legato al piano regionale di sviluppo.
Tuttavia ci sono norme da osservare, quindi questo è un atto puramente formale, contabile, amministrativo che ha scarsissimo valore agli effetti della previsione di bilancio pluriennale. Credo che da un momento all'altro potrà giungere sui tavoli dei Consiglieri regionali unitamente agli allegati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Ci troviamo in una situazione di una serie di inadempienze e di non legittimità: la mancata presentazione del bilancio pluriennale, la mancanza della relazione, la mancanza dei tempi e l'impossibilità di prendere cognizione di questo documento. Tutto questo non può sfuggire a chi ha le responsabilità di maggioranza.
Noi potremmo e forse dovremmo far valere una serie di norme procedurali e regolamentari che ci imporrebbero di posporre questo esame con il risultato però di non recuperare nel merito niente e di non poter pagare gli stipendi di gennaio ai funzionari.
Abbiamo assunto allora una posizione politica e questo spiega perch abbiamo, deciso di non fare una relazione di minoranza. Riteniamo che più che una relazione di maggioranza si tratti di fare un intervento che metta l'accento su quanto è accaduto e sul suo significato politico. Una relazione di minoranza sul niente mi pare molto difficile. Quindi, più che alla questione istituzionale, noi abbiamo badato alla questione politica che espliciteremo nel nostro intervento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Santoni.



SANTONI Fernando

La questione sollevata dal collega Biazzi formalmente a termini di legge è corretta. Siccome l'Assessore Turbiglio e il Vicepresidente Vetrino ci hanno confermato che il documento è ultimato e sta fisicamente arrivando in Consiglio, proporrei al Presidente, per un rispetto non soltanto formale ma sostanziale della norma, di sospendere questo punto all'o.d.g. e di passare ad altro punto. Tra mezz'ora o un'ora, quando il documento sarà acquisito al Consiglio, si potrà riprendere in esame il d.d.l. di autorizzazione all'esercizio provvisorio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Vorrei fare una proposta e cioè di passare ai provvedimenti che sono stati licenziati stamattina dalla I Commissione presente l'Assessore Carletto.



PRESIDENTE

D'accordo, a condizione però che ci siano i 31 voti per poterli iscrivere all'o.d.g.
Sospendo la seduta per alcuni minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 10,20 riprende alle ore 10,30)


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Esame proposta di deliberazione n. 369: "Criteri per l'erogazione dei compensi incentivanti la produttività, ex art. 40 L.R. 16/8/1984 n. 40. Importo di L. 2.340.000.000 da impegnarsi sul capitolo 260 del bilancio di previsione per l'anno 1986"


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Propongo di iscrivere all'o.d.g. la proposta di deliberazione n. 369: "Criteri per l'erogazione dei compensi incentivanti la produttività, ex art. 40 L.R. 16/8/1984 n. 40. Importo di L. 2.340.000.000 da impegnarsi sul capitolo 260 del bilancio di previsione per l'anno 1986".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore al personale

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, arriviamo alla fine dell'anno con questa deliberazione per rispettare l'impegno che avevamo assunto di creare le condizioni perché all'inizio del 1987 potessero essere erogati i compensi incentivanti la produttività che sta assumendo e che assumerà con il nuovo contratto un significato sempre più forte. Il pubblico impiego sta infatti andando verso un'impostazione sotto il profilo economico che non privilegia più la retribuzione di base rispetto alle singole qualifiche, ma corregge con lo strumento della produttività e premia solo coloro che effettivamente nell'ente pubblico danno un contributo forte penalizzando coloro che non concorrono alla realizzazione dei programmi e dei progetti al conseguimento degli obiettivi che l'ente pubblico si dà.
E' un ragionamento non facile, soprattutto nell'ente pubblico. E' molto più facile fare un ragionamento di produttività in un'azienda privata dove si producono dei beni. Qui si producono servizi. Indubbiamente i meccanismi di misurazione di questa produttività, gli strumenti e soprattutto l'individuazione della produttività non tanto di una struttura quanto del singolo costituiscono un salto di qualità che comporta sforzi anche culturali, di fantasia e di elaborazione.
La Regione Piemonte, tra le prime nel nostro Paese, ha fatto un passo avanti rispetto all'erogazione della produttività che in passato era legata esclusivamente alla presenza sul posto di lavoro, più che un premio di produttività era un premio di presenza.
Quest'anno, dopo un lavoro approfondito svolto dalla Commissione composta da funzionari dell'Assessorato e da rappresentanti delle organizzazioni sindacali, :sulla base anche di un dibattito culturale aperto nel Paese, abbiamo individuato criteri nuovi tali da introdurre elementi di discriminazione sulle situazioni che riguardano le singole persone e le strutture creando le premesse per un modo nuovo di erogare gli incentivi di produttività.
I criteri contenuti nella deliberazione, che non sto ad illustrare nei dettagli, sostanzialmente sono: 1) la scala parametrale, per cui la produttività viene erogata sulla base della qualifica posseduta dal singolo dipendente e non in modo automatico e matematico in base al numero delle persone legato alla qualifica 2) il rendimento, per cui viene fatta una valutazione dei programmi di lavoro che ogni struttura ha formulato nel corso dell'anno. Alla fine dell'anno si verifica se gli obiettivi siano stati conseguiti o viceversa rispetto ai programmi stilati dai capi servizio 3) la valutazione della presenza in servizio del singolo dipendente. Si tiene conto delle assenze che ovviamente determinano decurtazioni sulla produttività.
Questi tre parametri, scala di qualifica, rendimento della struttura valutazione del rendimento della singola persona, sono gli strumenti utilizzati per il 1986 per determinare gli incentivi della produttività da erogare. Questi criteri ovviamente annullano quelli utilizzati nel passato.
Non riteniamo che il lavoro sia esaurito con l'individuazione di questi primi parametri. Nel corso del 1987 potranno essere fatti ulteriori valutazioni ed affinamenti, quindi con il 1987 si potranno stabilire parametri più coerenti agli obiettivi che lo strumento della produttività intende dare, ovvero qualificazione della professionalità, impegno e reintrodurre il discorso meritocratico che pare essere anche nell'ente pubblico un parametro che non può essere abbandonato.
La somma complessiva dell'erogazione è di 2 miliardi 340 milioni.
Ovviamente questa cifra è a fronte del 100% della produttività del 1986 e copre anche i decimi del 1985 e del 1984 che non furono erogati proprio perché si ritenne opportuno erogarli su questi nuovi parametri.
Sostanzialmente con questa cifra chiudiamo al 31/12/1986 tutte le produttività, non solo di quest'anno ma anche quelle degli anni pregressi.
Un'ultima notazione. Nell'accordo è previsto che di questa somma quanto verrà risparmiato dall'Amministrazione per somme non erogate a coloro che presenteranno condizioni tali per cui verrà decurtata loro una parte della produttività, andrà a residuo e concorrerà alla disponibilità per l'erogazione della produttività per il 1987.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero

Signor Presidente, intervengo per esprimere il nostro voto di astensione sulla deliberazione proposta, non tanto per un giudizio di merito rispetto al quale comunque avremmo voluto avere occasione di confronto in Commissione a livello istituzionale con le organizzazioni sindacali che hanno siglato un protocollo d'intesa con la Giunta sull'applicazione della produttività, quanto perché vorremmo verificare istituzionalmente, avendo questo istituto una valenza importante, le possibilità di applicazione coerente che all'interno della deliberazione abbiamo letto, di cui vorremmo però misurare la reale percorribilità.
Nella deliberazione l'obiettivo primario è "di incentivare la programmazione del lavoro delle singole strutture, sulla base di una più ampia pianificazione dell'attività della Regione, così come si estrinseca nei bilanci, nel Piano regionale di sviluppo e nel programma della Giunta".
E' necessario approfondire questa problematica proprio per valutare la coerenza tra la volontà espressa come esigenza e quanto di concreto si porta avanti.
Più oltre ancora si dice: "L'impostazione seguita nell'individuare delle metodologie operative che consentono valutazioni relative alla produttività, attraverso le quali pervenire ad un meccanismo di incentivazione della stessa, ha in entrambi i casi fatto riferimento ad un'analisi della produttività della struttura tesa a rapportare i risultati dell'azione con i compiti - obiettivi assegnati alla struttura".
Poiché ci mancano gli indirizzi dell'esecutivo rispetto ai quali misurare, collegare e muoversi per utilizzare questo nuovo istituto riteniamo sia corretto richiedere un ulteriore confronto con le OO.SS.
Se non vogliamo mortificare questa importante innovazione, introdotta nel precedente contratto e che sarà riproposta anche nel nuovo contratto dobbiamo riuscire a fare un concreto passo avanti nella sua applicabilità.
Per questa necessità di ulteriore approfondimento il nostro voto sarà di astensione. Concordiamo comunque sulla necessità di impegnare i fondi necessari all'elargizione.
L'Assessore Carletto ci ha assicurato che i meccanismi di attuazione di questa deliberazione richiederanno un paio di mesi, quindi la Commissione potrà incontrarsi con le OO.SS. Auspichiamo di potere in una fase successiva dare il nostro assenso totale a questa deliberazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, intervengo non solo per esprimere il nostro consenso a questa deliberazione, ma anche per esternare il nostro apprezzamento all'azione dell'Assessore che è riuscito a chiudere il problema della produttività con un accordo sindacale da noi giudicato molto positivo anche per i rapporti complessivi con il personale.
Il nostro voto sarà favorevole. Abbiamo esaminato stamattina in Commissione anche alcuni emendamenti in ordine ai quali ci esprimiamo in modo favorevole.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 21 voti favorevoli e 11 astensioni.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame progetto di legge n. 183: "Partecipazione della Regione Piemonte alla realizzazione da parte degli Enti locali di progetti per l'utilizzo di lavoratori che fruiscano del trattamento straordinario della cassa integrazione guadagni in opere e servizi di pubblica utilità"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 183: "Partecipazione della Regione Piemonte alla realizzazione da parte degli Enti locali di progetti per l'utilizzo di lavoratori che fruiscano del trattamento straordinario della cassa integrazione guadagni in opere e servizi di pubblica utilità".
La parola al relatore, Consigliere Nerviani.



NERVIANI Enrico, relatore

Signor Presidente, innanzitutto mi scuso presso di lei e presso il Consiglio per il ritardo a cui ho costretto i colleghi, ma debbo dire che ho avuto problemi in autostrada e in secondo luogo debbo osservare che questa legge, che prevedeva un dibattito, si sarebbe discussa in gennaio perché nella seduta odierna, secondo le intese, doveva essere svolta solo la discussione sull'esercizio provvisorio. Entro subito nel tema.
Il tema del disegno di legge sottoposto all'attenzione dell'aula è di scottante attualità. Sono di questi giorni i pressanti allarmi che sottolineano la situazione dei cassaintegrati a zero ore, che in grande numero in Piemonte rischiano di veder cessare definitivamente il loro rapporto di lavoro. E' il problema più rilevante cui viene fatto di pensare in materia di cassa integrazione guadagni. Si tratta comunque di un piano su cui la Regione non ha strumenti istituzionali incidenti.
L'altro ordine di problemi sul quale si intende intervenire con il disposto normativo in esame è l'impiego della potenziale forza lavoro che beneficia del finanziamento pubblico in lavori socialmente utili. Si tratta di un'operazione a doppia valenza. Da un lato consente il reinserimento nel sociale dei soggetti cassaintegrati, dall'altro risponde ad una domanda di servizi cui è impensabile far fronte per carenza di organico. Anche su questo tema i limiti dell'operato regionale sono oggettivi, ma per focalizzare lo scenario nel quale si opera è necessario citare la normativa nazionale che si prefigge le finalità illustrate.
La prima previsione legislativa volta all'impiego nell'ambito pubblico dei cassaintegrati si ebbe con la legge n. 390/81 di conversione del decreto legge n. 244 sempre del 1981. La normativa ha però carattere generale ed è limitata in particolare al solo Mezzogiorno e trova scarsa applicazione. Rispondendo alle sollecitazioni che provengono da molti Enti locali e dalle organizzazioni sindacali la norma viene poi estesa a tutto il territorio nazionale attraverso il decreto legge del 1983, che peraltro non precisa né migliora il contenuto della norma originaria che viene semplicemente richiamata ed estesa.
Nel luglio del 1984 con apposita circolare il Ministero del Lavoro chiarisce la normativa dando ad essa un contenuto operativo, ma rimangono tuttora punti non del tutto definiti.
In generale in tutto il Paese la normativa non trova particolare seguito forse anche per la sommarietà della sua formulazione e l'incertezza su aspetti essenziali quali quello della volontarietà della partecipazione.
Anche in Piemonte, dove molti Comuni in passato avevano manifestato con la presentazione di ipotesi di lavoro la volontà di utilizzare i lavoratori in cassa integrazione, pochi colgono la possibilità offerta della legge.
Due domande, Ivrea e Settimo, sono presentate alla Commissione regionale per l'impiego del Piemonte e da questa accolte, ma solo il Comune di Settimo dà corso all'iniziativa sia pure per un numero limitatissimo di persone.
Con la legge finanziaria del 1986, art. 8, viene apportata alla precedente normativa una variazione sostanziale nel senso che mentre precedentemente si prevedeva un incremento dell'entità della cassa integrazione per i lavoratori partecipanti ai progetti, e questo era posto a carico della cassa stessa, ora viene invece disposto che ai partecipanti sia corrisposta da parte delle pubbliche amministrazioni interessate al loro utilizzo l'eventuale differenza tra la somma percepita a titolo di cassa integrazione e la retribuzione spettante al personale dell'amministrazione collocato in analoga mansione. L'aggravio degli oneri posti a carico degli enti che intendano utilizzare lavoratori in cassa integrazione è di entità limitata, ma sufficiente a scoraggiare da parte degli Enti locali la proposizione alla Commissione regionale per l'impiego di tali iniziative.
D'altra parte, anche se i dati più recenti confermano che il periodo di più massiccio ricorso alla cassa integrazione è superato, pare importante dare un segnale al livello regionale ponendosi il problema di un eventuale reinserimento, seppur temporaneo, nel mondo.del lavoro dei soggetti assistiti che sono ancora moltissimi.
Di qui il disegno di legge in esame che si prefigge di promuovere iniziative volte ad alleggerire l'onere finanziario degli Enti locali che insistano su aree fortemente interessate da processi di ristrutturazione e riconversione industriale. Il meccanismo procedurale è piuttosto semplice: la Giunta regionale, previa valutazione volta ad appurare che si tratti di opere e servizi di pubblica utilità coerenti con la programmazione regionale, assume a proprio carico una quota pari al 50% degli oneri finanziari sostenuti dalle Province, dai Comuni e dalle Comunità montane.
Condizione indispensabile perché la domanda venga accolta è il parere favorevole della Commissione regionale per l'impiego e le priorità di intervento vengono preventivamente stabilite con l'individuazione da parte del Consiglio, su proposta della Giunta, di precisi ambiti territoriali.
Il contributo è erogato in due fasi successive e condizione per la seconda erogazione è il controllo sugli oneri effettivamente sostenuti dall'ente interessato per l'attuazione del progetto. La somma stanziata per l'anno 1987 è di 300 milioni di lire, ma occorre ancora sottolineare che nel corso dei lavori la Commissione ha registrato un largo consenso anche da parte dei soggetti consultati in rappresentanza degli Enti locali e dei sindacati.
E' stato posto l'accento essenzialmente sull'opportunità di operare utilizzando in modo coordinato e progettuale tutti gli strumenti di cui ci si è dotati in materia di politica del lavoro: si pensi alle leggi sulla cooperazione, sui cantieri di lavoro..., impegno che la Giunta ha peraltro sempre fatto proprio ed in questa occasione ha ribadito. Riteniamo che questo provvedimento, che non potrà avere un'incidenza eccezionale, sia tuttavia esemplare di un nostro impegno a risolvere, seppur parzialmente alcuni problemi dei lavoratori in cassa integrazione anche nella prospettiva dell'utilità pubblica. Ci sono state da parte di alcuni colleghi Consiglieri, in particolare dei colleghi Consiglieri del Partito comunista, obiezioni in ordine alla possibilità di traduzione in concreto di questa iniziativa legislativa e c'è stata la raccomandazione di un coordinamento degli uffici interessati all'applicazione di leggi che riguardano questo settore. Vi è stato su questo punto qualche momento di diversificazione. Ritengo che le finalità e la positiva struttura della legge consentano di superare le obiezioni che sono di natura applicativa e di portare a compimento questo lavoro che, ripeto, se non è particolarmente rilevante, è certamente esemplare di una viva sensibilità relativa a questa problematica. La raccomandazione è di un esame rapido ed anche di una generosa approvazione.



MARCHIARO MARIA LAURA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il d.d.l. n. 183 merita a nostro parere una serie di considerazioni.
Sono trascorsi circa cinque anni da quando il Governo è intervenuto con una propria normativa su questo problema. Si tratta di una normativa che resta in larga parte indefinita e sommaria, quindi inefficace e sterile. Le esperienze svolte in Piemonte ci dicono che i risultati sono insignificanti o pressoché nulli.
Interroghiamoci sulle cause. Pesano i limiti e le contraddizioni della legislazione nazionale, ma vi è un'altra causa. Un cassaintegrato percepisce 700-800.000 lire al mese, ha una netta riduzione della remunerazione annuale. Non si vive con 700-800.000 lire al mese. Il cassaintegrato è costretto a cercare qualche attività. Quindi l'incentivo è troppo limitato. So che ciò non dipende dalla Regione.
Vi sono poi altre cause, la scarsa capacità di proporre progetti significativi ad elevata motivazione sociale. Nei prossimi mesi c'è il rischio drammatico che 25.000 lavoratori in cassa integrazione speciale a zero ore siano licenziati e diventino disoccupati. Nella fase più traumatica della ristrutturazione siamo riusciti a evitare i licenziamenti ma il rischio di licenziamenti collettivi è reale anche perché il governo non ha assunto con il Ministro del Lavoro impegni adeguati alla gravità della situazione.
Con quale spirito, allora, parteciperanno i cassaintegrati a queste attività socialmente utili? Con quali motivazioni? Tutti comprendiamo che le cause sono corpose e consistenti, ma dovremmo tentare di rimuovere almeno quelle cause che possono essere ridotte nella loro portata o eliminabili dagli atteggiamenti e dalle politiche della Regione Piemonte.
C'è il rischio in sostanza di dotarsi di uno strumento inutile.
Ma esistono altri problemi. Formiamo disoccupati a reddito zero.
Facciamo svolgere le attività dei cantieri di lavoro. Proponiamo questo disegno di legge per i lavori socialmente utili. Dovremmo considerare tutte queste attività assistite come propedeutiche a sbocchi sempre meno assistiti o possibilmente non assistiti, anche utilizzando lo strumento della formazione professionale, altrimenti perpetuiamo la logica dell'assistenza priva di qualsiasi sbocco.
Il secondo problema riguarda la capacità di avere una visione d'insieme dei provvedimenti in materia di politica del lavoro di competenza regionale. Vi sono norme che riguardano i lavori socialmente utili, i cantieri di lavoro, la formazione professionale per disoccupati a reddito zero, la legge sulla cooperazione, l'Osservatorio del mercato del lavoro.
C'è il rischio di un'attività da parte della Regione episodica frammentaria, scollegata. Occorre rivedere la legge n. 28 che ha prodotto scarsi risultati, soprattutto perché non si inventa l'attività cooperativa occorre avere capacità piccolo - imprenditoriale e sono necessari servizi che avviino queste esperienze e che le sostengano. L'Osservatorio sul mercato del lavoro osserva le tendenze del mercato del lavoro, i grandi aggregati che riguardano la domanda e l'offerta di lavoro. Perché non potenziare questa iniziativa e far si che osservi anche l'evoluzione dei profili professionali in modo che lo strumento formativo possa procedere a ragion veduta, ben mirato e riferito all'evoluzione dei profili professionali? Abbiamo proposto in Commissione di dotarsi di un nucleo capace di promuovere capacità progettuali che sono mancate agli Enti locali. Questo nucleo può essere interno all'Assessorato o può avvalersi di competenze adeguate esterne, ma vi è ormai la necessità di coordinare, di dirigere in modo unitario quei pochi strumenti che la Regione ha saputo e potuto darsi.
Abbiamo insistito su un ordine del giorno che impegnasse la Giunta a coordinare meglio tutte queste attività. In assenza di un impegno della Giunta sulla volontà di coordinamento, di intervento organico, ribadiamo il nostro voto di astensione sul provvedimento. Non possiamo divertirci a fare leggi che non decolleranno mai, leggi come i fatti dimostrano che corrono il rischio di essere del tutto inutili.
Abbiamo colto l'occasione della presentazione di questo d.d.l. per porre una questione più generale che ormai si impone. L'esperienza stessa ci induce a dire queste cose, che tra l'altro non diciamo solo noi. Quindi insieme alla proposta di legge regionale vogliamo che ci sia un ordine del giorno di impegno preciso e netto da parte della Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Il problema dell'impiego dei cassaintegrati in lavori di pubblica utilità sino dagli anni '82-'83 si era posto in modo significativo non solo come elemento di integrazione del reddito, ma anche come intervento che permettesse di mantenere un rapporto con il lavoro soprattutto delle casse integrazioni strutturali che si preannunciavano durature nel tempo.
Un'altra ragione di intervento poteva essere quella tesa a minimizzare fattori distorcenti che soprattutto in grandi aree metropolitane si verificavano sull'uso della cassa integrazione anche con fenomeni di doppio lavoro, oppure di lavori che impattavano con attività artigianali creando delle difficoltà ad alcuni settori artigiani della fascia non di altissima qualificazione.
A livello nazionale esisteva la norma che permetteva questo tipo di iniziativa. Si era tentata a Settimo e ad Ivrea una sperimentazione con l'utilizzo di cassaintegrati. Gli effetti non sono stati positivi. Tra l'altro l'applicazione della norma prevedeva, in caso di rifiuto da parte del cassaintegrato di prestare lavori di pubblica utilità programmati, la perdita della copertura della cassa integrazione. Questa norma così rigida e severa era stata attenuata dietro indicazioni del Ministero del Lavoro.
Tuttavia la Regione Piemonte, e questo Consiglio credo ne sia perfettamente consapevole, aveva pensato fosse prioritario l'intervento nella disoccupazione attraverso lo strumento dei cantieri di lavoro anche perché l'area di attività all'interno degli stessi, non è così estesa come si può pensare, salvo non si tratti di attività estremamente marginali o assistenziali, cosa che si è sempre rifiutato di praticare per l'impostazione sia della legge regionale sia degli amministratori.
Ora ci troviamo dinnanzi alla possibilità di praticare, in una situazione di cassa integrazione molto stabilizzata con 20-25.000 lavoratori in cassa integrazione a zero ore, questo strumento anche per compensare la perdita del potere d'acquisto che sta assumendo valori di soglia pericolosi, come già il collega Calligaro in precedenza sottolineava per i cassaintegrati.
La proposta della Giunta è tesa a dare una risposta equilibrata e attenta, cercando di recuperare anche un supporto perché le iniziative dei cantieri non siano marginali. Può essere interéssante da studiare e da verificare questo ponte che si intuisce debba esserci tra l'attività di cantiere del disoccupato e del cassaintegrato e un futuro lavoro innestando eventualmente alcuni contenuti formativi che possono costituire una premessa, una maggiore possibilità sul mercato per il muoversi di questi soggetti più deboli all'interno dell'articolato sistema del mercato del lavoro.
In questo senso credo sia un'iniziativa che, anche se non completa arricchisce quella tastiera di interventi nella disoccupazione e nella cassa integrazione che la Regione ha attivato dal 1983 (la legge sui cantieri di lavoro, la legge sulle cooperative di cassaintegrati e disoccupati, questo d.d.l.). Qualcuno guarda con un certo malessere l'iniziativa dei 950 disoccupati a reddito zero in ciclo di riqualificazione. Pur trattandosi di un intervento d'emergenza voleva essere qualcosa di diverso da una pura iniziativa erogatoria assistenziale.
Anche quello è stato un tasto che abbiamo utilizzato in emergenza e dopo quell'iniziativa le punte più virulente del problema si erano notevolmente attenuate.
Il Gruppo socialista è d'accordo sul d.d.l.; naturalmente ritiene che si debba ancora lavorare per perfezionare e rendere più adeguato al mutare della situazione questo tipo di strumento che non so se definire di politica attiva del lavoro. Certamente è uno strumento di politica del lavoro.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Genovese per la replica.



GENOVESE Piero Arturo, Assessore al lavoro

Signor Presidente e colleghi, sia pur brevemente credo di dover esprimere alcune precisazioni al collega Calligaro, anche per alcuni impegni che ci eravamo assunti in seno alla Commissione e che la convulsità dei lavori di quest'ultima fase prefestiva ha reso più difficile rispettare.
Non riprenderò motivazioni e argomentazioni che hanno già formato in questi ultimi tempi oggetto di dibattiti e di specifici approfondimenti: in particolare sui problemi generali del mercato del lavoro piemontese e sugli strumenti di politica attiva che dovrebbero essere attivati per consentire un ruolo non marginale delle istituzioni, e particolarmente della Regione nei confronti di problemi la cui acutezza economica e sociale impone a tutti una precisa considerazione e la ricerca di interventi. Tali interventi non potranno certo portare soluzione compiuta ai problemi occupazionali della nostra regione, ma potrebbero contenere, in una fase difficile, i riflessi negativi dell'evoluzione del sistema economico e produttivo della regione e del Paese.
Non condivido il giudizio negativo (salvo un chiarimento che pu esserci e c'è già stato in altre occasioni) del collega Calligaro sui cantieri di lavoro.
I cantieri di lavoro nascono da una vecchia legislazione che certamente deve essere rivista con una diversa normativa quadro a livello nazionale.
La legge del 1949 lascia infatti margini ristretti di intervento alla Regione e quindi, se il discorso riguarda il quadro normativo a livello nazionale, condivido il giudizio del collega Calligaro nel senso che il riferimento che noi avevamo, quando si è proceduto all'approvazione della legge n. 55, era la vecchia legge del '49, con alcune norme di aggiornamento degli anni successivi, superata socialmente e giuridicamente fuori dal contesto sociale in cui viviamo. Per i motivi su cui si è già soffermata l'attenzione del Consiglio anche recentemente, di fatto i lavoratori impiegati nei cantieri di lavoro sono considerati giuridicamente a tutti gli effetti dei disoccupati. Quindi la concezione stessa attorno a cui è stata costruita la normativa oggi non ha più riscontro nell'evoluzione sociale e del diritto del lavoro nel nostro Paese; e ciò ha posto limiti gravi al possibile intervento della Regione in materia di cantieri di lavoro per servizi pubblici o di pubblica utilità o per opere pubbliche. Invece il meccanismo e la gestione della legge n. 55 pongono due vincoli su cui dobbiamo soffermarci. Il primo vincolo è quello della scarsità dei finanziamenti regionali a fronte dei progetti presentati dai Comuni. Tale legge non è certamente uno strumento risolutivo, ma si è palesata in questi primi due anni di operatività come un buon strumento legislativo che ha trovato da parte dei servizi regionali una capacità di gestione adeguata in collaborazione con le Province e con i Comuni della regione.
Il secondo vincolo oltre a quello finanziario è quello dell'esito occupazionale per i cantieristi. Su progetti sia pur limitati ma organici di intervento sul mercato del lavoro e di predisposizione di politiche attive, non riusciamo a realizzare un'occupazione, stabile, anche gradualmente, per i lavoratori impiegati nei cantieri di lavoro. Non riusciamo a rendere il cantiere di lavoro propedeutico all'inserimento in una condizione stabile di lavoro.
Ritengo che la legge n. 55, nei limiti consentiti dalla legislazione statale, sia una buona legge e che la gestione sia stata buona e corretta.
La legge oggi in discussione, come la legge n. 55 sui cantieri di lavoro e la legge n. 28 sulle cooperative di produzione e lavoro sostenute dalla Regione, richiama l'esigenza - sottolineata dal collega Calligaro di sviluppare un progetto complessivo a sostegno delle fasce deboli sul mercato del lavoro.
Riprendo due osservazioni che ho già fatto in Commissione. La prima è che a gennaio dovrebbe avviarsi l'applicazione concreta della legge di riorganizzazione delle strutture regionali e avremo quindi il riferimento e l'opportunità di costruire una struttura e un'organizzazione dei servizi della Regione che in questo settore come in altri consenta di lavorare su "progetti" attraverso unità flessibili che possono risolvere in questa fase i problemi di collegamento con la formazione professionale a cui Calligaro si richiamava. All'interno di un'unità flessibile incaricata di predisporre e sviluppare un progetto complessivo può avvenire quell'integrazione tra servizi.che oggi appartengono ad Assessorati diversi per la distribuzione delle materie che è avvenuta all'interno dell'attuale Giunta.
Inoltre, come hanno ricordato i colleghi Tapparo, Nerviani e Calligaro per l'avvio di un progetto organico occorre l'istituzione dell'agenzia del lavoro che, stando all'ultima versione della legge n. 1744 licenziata dal Senato e ritornata all'esame della Camera dei Deputati, consentirà un collegamento con strutture istituzionalmente preposte a sviluppare progetti, anche in deroga alla normativa vigente, per azioni positive sul mercato del lavoro e particolarmente per le fasce più deboli. Ci stiamo attrezzando per andare incontro a queste esigenze e oggi la Giunta ha proposto alla Commissione e ora al Consiglio un disegno di legge che non ritengo inutile, ma che può essere rischioso perché può essere di difficile applicabilità essendo tale normativa rivolta a dare un'occupazione temporanea a soggetti stabilmente in cassa integrazione a zero ore da anni e che possono essere fortemente demotivati ad affrontare un'esperienza di lavoro a termine in cantieri per lavori e opere socialmente utili.
Sosteniamo però questo d.d.l. anche sulla base della pressante richiesta delle OO.SS. (che in parte poi si sono "intiepidite" dopo che è stato presentato). Un provvedimento di questo tipo, rispondente ad un tentativo di applicazione e di agevolazione finanziaria da parte della Regione delle iniziative previste dall'art. 8 della legge finanziaria del 1986, rappresenta un'esperienza da sviluppare perché, se pur limitata ad alcune fasce, può porre i lavoratori cassaintegrati, soprattutto quelli di età medio - giovane, in condizione di partecipare ad un ciclo attivo di lavoro. Qualora ciò possa essere collegato anche con attività di riqualificazione e di formazione professionale potrebbe costituire, in assenza di strumenti diretti di intervento attivo sul mercato del lavoro una fase propedeutica per alcune centinaia di lavoratori al reingresso stabile in un ciclo lavorativo e corrispondere ad un'esigenza reale.
Infatti, dietro la cassa integrazione stabile a zero ore si sono sviluppati fenomeni particolari: molti hanno trovato un'altra occupazione non ufficiale, altri sono vicini all'età della pensione, ma nelle situazioni dove più consistente e grave da lunghi anni è la situazione della cassa integrazione a zero ore permane una fascia, seppure limitata, di lavoratori che ci chiedono di aiutarli a riprendere un'attività produttiva, anche temporanea.
All'interno di questo pianeta costituito dalla sacca di 22-23.000 cassintegrati stabili a zero ore c'è spazio per dare la possibilità di riacquisizione di professionalità a quelle poche centinaia di lavoratori che sentono l'esigenza di ritornare in un processo attivo di lavoro. E con ciò di ridare una speranza poiché molti, soprattutto i cassaintegrati più giovani, sono arrivati alla soglia della disperazione.
E' certo che ci vorranno altre misure. Abbiamo chiesto al Ministro che con la riforma della cassa integrazione o a latere con un provvedimento specifico si preveda anche la possibilità di agevolare particolarmente i contratti di formazione - lavoro volti alla riassunzione o all'impiego dei cassaintegrati giovani aumentando possibilmente il limite massimo di età previsto per tali specifiche assunzioni.
Rispetto alla richiesta avanzata in Commissione di favorire in questa fase, in assenza dell'agenzia regionale del lavoro ed in attesa della ristrutturazione dei servizi regionali, progetti da sviluppare settorialmente o intersettorialmente rispetto a materie che presentano complessità e necessità di raccordi, proporrei al Consiglio e in particolare ai Commissari della IV Commissione che hanno sollevato il problema non tanto di votare un ordine del giorno che rischia di diventare politicamente più impegnativo, bensì una modifica alla proposta di articolato in discussione.
Proporrei cioè un comma aggiuntivo all'art. 2 della legge limitatamente a questo strumento, lasciando impregiudicato il discorso dell'approfondimento e degli aggiustamenti normativi della legge n. 28 sulla cooperazione e la revisione della legge n. 55 laddove fosse necessario: "la Regione, con i propri uffici o attraverso la Finpiemonte assicura la consulenza agli Enti locali per la predisposizione e la presentazione dei progetti".
E' un emendamento mirato solo su questo strumento normativo. Per quanto attiene la definizione complessiva di un progetto di lavoro per intervenire nei confronti delle fasce deboli presenti sul mercato del lavoro è necessaria una riflessione.che mi impegno a presentare subito dopo l'effettuazione dei concorsi della dirigenza per poter configurare la possibilità di istituzione di prime unità progettuali flessibili. Porter il problema alla considerazione della Commissione e del Consiglio regionale.
Concordo sull'emendamento formale presentato all'art. 1 dai colleghi Reburdo ed Ala che sottolinea la necessità di non parlare sempre in gergo (utilizzo di lavoratori, esuberi di manodopera), per ritornare a considerare che dietro a queste formule vi sono delle persone.
Concordo anche sull'emendamento all'art. 2 con una precisazione; dove si dice: "la caratterizzazione di progetti volti alla difesa dell'ambiente e della natura, al recupero dei beni ambientali" aggiungerei "culturali" anche per l'aggancio con i provvedimenti che si stanno assumendo a livello nazionale per i giacimenti culturali.
Invito poi, senza spirito polemico, a ritirare l'ultima parte dell'emendamento, dove parlando di cantieri per opere socialmente utili si introduce il concetto: "gestione di strumenti e iniziative di educazione alla pace e al corretto uso dell'ambiente". Questo farebbe bocciare la legge. Questa non sviluppa iniziative a favore della pace o di qualsiasi altro movimento di opinione culturale, bensì è volta a sostenere la partecipazione di cassaintegrati in lavori ed opere socialmente utili.



VIGLIONE ALDO



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'articolato.
Pongo in votazione l'emendamento al titolo proposto dall'Assessore Genovese che recita: sostituire "per l'utilizzo di lavoratori" con "per favorire l'impiego di lavoratori".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato all'unanimità dei 45 Consiglieri presenti.
Art. 1 (Finalità) "La Regione, in applicazione dei principi di decentramento di cui all'art.
3 del proprio Statuto, partecipa alla realizzazione di iniziative volte all'utilizzo di lavoratori che fruiscono del trattamento straordinario della Cassa integrazione guadagni, in opere e servizi di pubblica utilità in attuazione della facoltà attribuita alle Amministrazioni pubbliche dall'art. 1 bis del D.L. 28 maggio 1981 n. 244, convertito, con modificazioni, con legge 24 luglio 1981 n. 390, così come modificato dall'art. 3, secondo comma, del D.L. 29 dicembre 1983 n. 747, convertito con legge 22 febbraio 1984 n. 18 e dall'art. 8 della legge 28 febbraio 1986 n. 41, in collaborazione con le Province, i Comuni e le Comunità Montane.
A tal fine la Regione Piemonte assume a proprio carico una quota degli oneri finanziari sostenuti dalle Province, dai Comuni e dalle Comunità Montane che attivano progetti finalizzati all'utilizzo di lavoratori che fruiscono del trattamento straordinario della Cassa integrazione guadagni secondo le predette norme, in opere e servizi di pubblica utilità che siano riconosciuti dalla Regione stessa coerenti con gli obiettivi della programmazione regionale, Il concorso finanziario regionale è determinato alle condizioni, nei limiti e secondo le procedure di cui alla presente legge".
I Consiglieri Ala e Reburdo hanno presentato il seguente emendamento: sostituire "all'utilizzo" con "a favorire l'impiego".
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Non ritengo necessaria un'illustrazione dei nostri due emendamenti. Ho ascoltato con attenzione le parole dell'Assessore e concordo con l'impostazione da lui data e accetto la proposta di depennare le ultime parole del secondo emendamento.
Ringrazio per la sensibilità e l'attenzione a questa nostra puntualizzazione; ringrazio anche per l'aggiunta dell'espressione "beni ambientali e culturali" che è stata una dimenticanza.



PRESIDENTE

Pongo in votazione per alzata di mano tale emendamento.
E' approvato all'unanimità dei 45 Consiglieri presenti.
Si passi alla votazione dell'art. 1 così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 45 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
Art. 2 (Destinatari degli interventi e priorità) "Possono presentare domanda, secondo le modalità di cui al successivo art.
4, per l'ammissione agli interventi di cui alla presente legge, le Province, i Comuni e le Comunità Montane, che avendo presentato alla Commissione regionale per l'impiego un progetto per l'utilizzo di lavoratori che fruiscano del trattamento straordinario della Cassa integrazione guadagni in opere e servizi di pubblica utilità, ai sensi dell'art. 1 bis del D.L. 28 maggio 1981 n. 244 - convertito con legge 24 luglio 1981 n. 390 e successive modificazioni e integrazioni - abbiano dalla stessa ottenuto l'approvazione del progetto con l'assunzione da parte della Commissione regionale per l'impiego delle determinazioni di cui al predetto articolo.
Per l'accoglimento della domanda costituisce titolo di priorità l'appartenenza dell'Ente locale interessato a uno degli ambiti territoriali individuati con deliberazione del Consiglio regionale, su proposta della Giunta, che vi provvede entro 90 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, in relazione alla particolare rilevanza in essi dei processi di ristrutturazione e di riconversione industriale, con conseguente elevato ricorso alla cassa integrazione".
Pongo in votazione l'emendamento presentato dai Consiglieri Ala e Reburdo: a) secondo comma, prima riga, così riscritta: "per l'accoglimento della domanda costituiscono titoli di priorità: l'appartenenza...;" b) al termine di "cassa integrazione aggiungere: "La caratterizzazione di progetti volti alla difesa dell'ambiente e della natura, al recupero dei beni ambientali e culturali ed al potenziamento di azioni di risparmio energetico".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 45 Consiglieri presenti.
Pongo ora in votazione l'emendamento presentato dalla Giunta regionale che recita: all'art. 2 è aggiunto il seguente ultimo comma: "La Regione, con i propri uffici o attraverso la Finpiemonte, assicura la consulenza agli Enti locali per la predisposizione e la presentazione dei progetti".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 45 Consiglieri presenti.
Si passi alla votazione dell'art. 2 così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 45 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
Art. 3 (Descrizione dell'intervento) "Il concorso finanziario regionale è pari alla metà degli oneri posti a carico della Provincia, del Comune o della Comunità Montana, per le erogazioni ai lavoratori partecipanti al progetto del secondo comma dell'art. 1 bis del D.L. 28 maggio 1981 n. 244, convertito con legge 24 luglio 1981 n. 390, così modificato dall'art. 8 della legge 28 febbraio n.
41, e non può essere riferito ad una durata del progetto che superi i dodici mesi e ad un numero di lavoratori superiore alle cento unità.
Nel caso in cui il progetto preveda una durata superiore ai dodici mesi e/o un utilizzo di lavoratori superiori alle cento unità il contributo è definito entro tali limiti.
Il concorso regionale può essere rinnovato con le procedure di cui al successivo art. 4, a fronte di una deliberazione della Commissione regionale per l'impiego di proroga o di rinnovo del progetto, nel rispetto delle condizioni e delle priorità di cui alla presente legge".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 45 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
Art. 4 (Presentazione delle domande) "Le domande per ottenere il concorso della Regione al progetto devono essere presentate dalla Provincia, dal Comune o dalla Comunità Montana interessata alla Giunta regionale entro 30 giorni dalla data di ricevimento da parte dell'Ente locale interessato della comunicazione di approvazione del progetto da parte della Commissione Regionale per l'Impiego.
Alla domanda dovranno essere allegati i seguenti documenti: 1) Copia del progetto approvato dalla Commissione regionale per l'impiego.
2) Copia della deliberazione dell'approvazione del progetto rilasciato dalla Commissione regionale per l'impiego.
3) Preventivo degli oneri finanziari posti dalla legge a carico dell'Ente locale riportati sul modello predisposto dal competente Assessorato regionale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 45 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
Art. 5 (Determinazione del concorso finanziario regionale) "La Giunta regionale, ricevuta la domanda di cui al precedente art. 4 verificata la completezza della documentazione allegata e la coerenza della iniziativa con gli obiettivi della programmazione regionale, di cui al precedente art. 1, secondo comma, ammette al concorso finanziario regionale il progetto della Provincia, del Comune o della Comunità montana nei limiti di cui al precedente art. 3 e delle disponibilità esistenti sul capitolo di bilancio di cui al successivo art. 7.
Fatte salve le priorità territoriali di cui al precedente art. 2, secondo comma, nel caso di più domande concorrenti che comportino finanziamenti superiori alle somme disponibili, il contributo è ridotto per tutte le domande fino a rientrare nelle disponibilità di bilancio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 45 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
Art. 6 (Erogazioni e controlli) "Con la deliberazione di ammissione al concorso finanziario regionale e di definizione del suo ammontare massimo, viene disposta l'anticipazione alla Provincia, al Comune o Comunità Montana del 50% del contributo previsto da erogarsi con decreto del Presidente della Giunta regionale a seguito della comunicazione dell'avvio del progetto.
La restante quota a saldo sarà determinata, nei limiti dell'ammontare massimo previsto, ed erogata in relazione agli oneri effettivamente sostenuti dalla Provincia, dal Comune o dalla Comunità Montana, quali risulteranno da apposito resoconto da compilarsi secondo modalità e termini stabiliti dall'Assessorato regionale competente.
Al fine dell'erogazione dei contributi la Giunta regionale potrà disporre i controlli ritenuti opportuni sull'attuazione del progetto e richiedere l'eventuale documentazione integrativa".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 45 Consiglieri.
L'art. 6 è approvato.
Art. 7 (Disposizioni finanziarie) "Per l'attuazione della presente legge è autorizzata, per l'anno 1987, la spesa di lire 300.000.000.
Agli oneri derivanti dall'applicazione del precedente comma si provvede: mediante istituzione, nello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno finanziario 1987, di apposito capitolo avente la seguente denominazione: 'Spese per la partecipazione alla realizzazione di progetti di Enti locali per l'utilizzo di lavoratori in cassa integrazione straordinaria in opere e servizi di pubblica utilità e la dotazione di lire 300.000.000 in termini di competenza e di cassa mediante riduzione di pari importo, in termini di competenza e di cassa del capitolo n. 12500 del bilancio pluriennale 1986 - 1988, tranche 1987.
Per gli anni successivi si provvederà in sede di predisposizione dei rispettivi bilanci.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 45 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
Passiamo alle dichiarazioni di voto.
La parola al Consigliere Amerio.



AMERIO Mario

Noi voteremo a favore della legge. Approviamo anche il significato dell'emendamento in ordine al supporto della Finpiemonte.
Da questo punto di vista vi è una risposta, anche se non ancora del tutto soddisfacente, all'esigenza che avevamo avanzato di coordinamento e di sostegno ai presentatori dei progetti.
Non è invece venuta una risposta soddisfacente all'esigenza che in Commissione ed in aula abbiamo ripetutamente posto 'di individuare in tempi certi nell'Assessorato, magari anche nella riorganizzazione dell'Assessorato, uno strumento di sostegno, di supporto, di progettazione e di coordinamento per tutte le norme in materia di politica del lavoro.
L'Assessore si è impegnato verbalmente a predisporre un provvedimento di questo tipo. Non è precisamente l'impegno formale che richiedevamo.
Vogliamo solo che se ne prenda atto. Riproporremo comunque la questione che a noi pare centrale.
La legge in esame dà una parziale risposta e questo ci consente di dare un voto favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Minervini.



MINERVINI Marta

La nostra forza politica da sempre sostiene la necessità di impiegare i lavoratori in cassa integrazione per lavori socialmente utili, per cui voterà questa legge che si presenta in un momento drammatico in quanto 20.000 cassaintegrati rischiano di perdere anche questa possibilità per la scadenza dei termini. E' però una legge la cui utilità non ci convince fino in fondo. La consideriamo una prima iniziativa.
Dichiaro il voto favorevole del Movimento Sociale Italiano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Volevo annunciare il voto favorevole di Democrazia Proletaria a questa proposta di legge che mi pare sia un passo nella direzione giusta per consentire che i cassaintegrati non siano lasciati a se stessi. Molto di più si può ancora fare, ma penso che non mancherà l'occasione per ritornare sull'argomento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Anche noi consideriamo importante questa legge. Non mi dilungo perch mi riconosco pienamente nella relazione del collega Nerviani e dell'Assessore Genovese. E' un passo avanti significativo soprattutto utile all'applicazione di quella parte della legge finanziaria che non ha potuto avere attuazione perché non attentamente e sufficientemente valutata. E' necessario che la legge si conosca e che i Comuni assumano adeguate iniziative. L'emendamento proposto dall'Assessore è un elemento in più affinché la legge non rimanga sulla carta, ma possa essere un sostegno reale e realizzato all'impiego dei cassaintegrati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Come già detto nell'intervento precedente, il Gruppo socialista considera positivamente questo disegno di legge con le integrazioni emerse.
Ritiene però che si tratti di una componente all'interno di un processo più ampio che dovrà via via essere arricchito. Soprattutto sottolinea la necessità di raccordare gli interventi a momenti di formazione che rendano forti i lavoratori cassaintegrati impegnati nelle attività di cantiere e in grado di innestarsi in attività reali come prospettato dall'offerta di lavoro nella nostra Regione.



PRESIDENTE

Pongo ora in votazione l'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 45 Consiglieri L'intero testo di legge è approvato.


Argomento: Esercizi provvisori

Esame progetto di legge n. 196: "Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio per l'anno finanziario 1987" (seguito)


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 196: "Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio per l'anno finanziario 1987".
La parola al relatore, Consigliere Santoni.



SANTONI Fernando, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la legge di autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio per l'anno finanziario 1987 unitamente al documento di bilancio di previsione per l'anno 1987, è stata approvata dalla Giunta l'11 dicembre scorso, è pervenuta alla I Commissione il 15 dicembre ed è stata licenziata dalla Commissione stessa il 17 dicembre. Data la ristrettezza dei tempi, sono stato autorizzato dalla Commissione stessa a riferire in maniera orale al Consiglio. La Giunta richiede l'autorizzazione per l'esercizio provvisorio avendo presentato il documento di bilancio definitivo e avendo riferito alla Commissione di non essere stata in grado di presentare il documento in un periodo precedente a quello attuale per ritardi e difficoltà di rapporti con le autorità di governo che non hanno consentito di avere definitive e certe le poste attive da apporre all'interno del bilancio stesso. Il documento è stato comunque approvato dalla Giunta entro il mese di dicembre ed evidentemente i tempi non consentono di espletare l'intero iter dell'approvazione del bilancio entro il termine del 31 dicembre; iter che prevede consultazioni con le associazioni di categoria, con le associazioni sindacali, con gli Enti locali e con gli Enti strumentali della Regione Piemonte.
Il disegno originario di autorizzazione all'esercizio provvisorio prevedeva il termine al 30 aprile 1987. La Commissione, d'accordo con la Giunta rappresentata dall'Assessore Turbiglio, ha ridotto questo termine al 28 febbraio 1986, termine che di fatto non consentirà, se non per le spese obbligatorie e di gestione, l'utilizzo delle poste messe in bilancio e consentirà invece nel periodo di gennaio e febbraio di completare l'iter di esame e di approvazione del bilancio stesso così da poter arrivare alla data del 28 febbraio con il documento completato, esaminato e consegnato all'aula per l'approvazione.
Questi elementi ci consentono e hanno consentito alla I Commissione di dare parere favorevole all'autorizzazione all'esercizio provvisorio, seppur a maggioranza, e di raccomandarne l'approvazione all'aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Come avevo già detto all'inizio della seduta, mi colloco nell'ambito di questo d.d.l. con una relazione orale di minoranza.
Desidero preliminarmente ricordare che i politologi e gli esperti in contabilità dello Stato e delle Regioni, ormai da epoca immemorabile, hanno enunciato il principio (che poi è una massima consolidata) secondo il quale l'esercizio provvisorio trova la sua legittimazione giuridica e soprattutto politica nell'ipotesi in cui, una volta presentato previamente e tempestivamente il bilancio preventivo, la Giunta si renda conto che o per il corso dei lavori o per qualsivoglia altro motivo politico, non è possibile procedere all'approvazione del bilancio.
Questo è un principio generale dal quale siamo indubbiamente fuori da ogni presupposto in riferimento all'odierno esercizio provvisorio. Infatti la sua unica base è un ritardo nella presentazione del bilancio preventivo da parte della Giunta, bilancio che addirittura è contestuale all'esercizio provvisorio. E' un ritardo che costituisce una violazione statutaria. Si tratta di formalità essenziali che ci sono state molto opportunamente ricordate con questa pubblicazione dalla - copertina verde, edita a cura del Servizio Legislativo dell'Ufficio di Presidenza, dove si ricorda a tutti i Consiglieri le scadenze previste dallo Statuto, dal Regolamento e dalle leggi regionali. La pubblicazione, datata 15/12/1986, fra le 19 scadenze previste dallo Statuto ricorda che il Consiglio regionale deve approvare entro il 30 novembre il bilancio preventivo, sempre che e conch la Giunta regionale abbia adempiuto al suo obbligo di presentare il relativo d.d.l. entro il 31 agosto.
Sappiamo benissimo che nella pratica questi termini non sono mai stati osservati, però ho ritenuto opportuno fare presente che l'inosservanza di questi termini è prevista dallo Statuto e che qui oggi sono stati abbondantemente scavalcati, se è vero come è vero che solo in data 15 dicembre abbiamo avuto la presentazione del bilancio preventivo e contestualmente del d.d.l. dell'esercizio provvisorio.
Nella relazione al d.d.l. sull'esercizio provvisorio si dice che esso viene richiesto sia per l'incertezza sull'entità dei trasferimenti dal bilancio statale sia per la necessità di raccordare le indicazioni di bilancio con le scelte operate con il piano di sviluppo.
Penso ci sia un errore dell'estensore perché le scelte operate con il piano di sviluppo sono ancora da venire e allora si sarebbe dovuto parlare di "indicazioni che saranno operate". Comunque anche al futuro il discorso è inaccettabile.
Perché è inaccettabile? Si dice che si presenta un d.d.l. per l'esercizio provvisorio perché altrimenti la macchina regionale nel suo complesso e nelle sue strutture si ferma per mancanza di mezzi e si parla di incertezza sull'entità dei trasferimenti. Di questa incertezza ci si è fatti carico nel corso di una Conferenza dei Presidenti delle Regioni e degli Assessori regionali, che si è conclusa il 16 settembre, in cui si sono ribadite le preoccupazioni sul permanente stato di incertezza che caratterizza la finanza regionale, legge che deve essere approvata, e sulla posizione dello Stato che al riguardo non fornisce i mezzi. Tutto questo però avveniva il 16 settembre. Quindi, lo scrivere all'inizio della relazione al d.d.l. per l'esercizio provvisorio, presentato il 15 dicembre che la ragione del ritardo è dovuta da questa serie di oggettive incertezze significa essere a propria volta in ritardo perché già al 16 settembre (per riferirci ad una data) questa situazione di incertezza era sicuramente esistente.
L'altro punto dice: "Presentiamo l'esercizio provvisorio per raccordarlo con il piano di sviluppo". Passati due mesi, penso che un serio raccordo con il piano di sviluppo sarà oggettivamente impossibile perché il piano di sviluppo fino a questo momento non è ancora stato presentato (il libretto verde ci ricorda una scadenza di quattro mesi dalla nomina della Giunta). D'accordo, è un termine eccessivamente ristretto, che può essere considerato elastico, ma ad oggi è passato un anno e mezzo. Comunque un raccordo entro il 28 febbraio al piano di sviluppo sarà impossibile.
E' noto che il piano di sviluppo è qualcosa di oggettivamente complesso che comincia con una proposta da parte della Giunta, da pubblicarsi sul Bollettino Ufficiale della Regione, cosa che fino a questo momento non si è ancora verificata. Da voci ufficiose pare che si verificherà entro il 15 gennaio. Prendiamo per buona questa data.
Dopo ci saranno le necessarie consultazioni previste dalla legge sulla programmazione, un esame nella Commissione bilancio la quale deve raccogliere le osservazioni di tutte le Commissioni consiliari, infine un ritorno alla Giunta delle proposte di modifica e di integrazione scaturite dalle consultazioni e dall'esame da parte delle Commissioni; finalmente la predisposizione del piano definitivo da parte della Giunta e infine la discussione in Consiglio regionale per l'approvazione.
Ipotizzando una pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte della proposta del piano di sviluppo per il 15 gennaio, è chiaro che arriveremo comodamente al 28 febbraio senza che, pur lavorando con la dovuta intensità, in sede di I Commissione si sia arrivati alla formazione del piano. Ecco perché è inaccettabile , quanto si legge nella relazione al d.d.l. sull'esercizio provvisorio e cioè: "accordiamolo con il piano di sviluppo". Entro il 28 febbraio anche questo discorso non sarà possibile.
Fatte tutte queste doverose e non contestabili, se non con ragionamenti capziosi, considerazioni veniamo all'esame della richiesta di esercizio provvisorio. Esaminare la richiesta significa avere la possibilità di esaminare anche il d.d.l. che propone il bilancio preventivo che è stato presentato contestualmente all'esercizio provvisorio. Ma è chiaro che ci troviamo nell'oggettiva impossibilità di un esame anche solo sommario di questo bilancio preventivo, il che significa che viene violato un altro principio dello Statuto dove è scritto che ogni Consigliere regionale è tenuto a partecipare a tutte le attività del Consiglio.
Se oggi si deve partecipare ad esprimere un giudizio sull'esercizio provvisorio, connesso necessariamente con il bilancio preventivo, è evidente che questo diritto - dovere di ogni Consigliere a partecipare è reso oggettivamente impossibile. Quanto meno, anche ammettendo che nell'arco di due giorni ciascuno di noi avesse potuto effettuare un esame anche solo sommario, ci si troverebbe in uno stato di inferiorità sicuramente nei confronti della Giunta o meglio dell'Assessore al bilancio a favore del quale milita indubbiamente una presunzione di approfondita conoscenza in ogni suo dettaglio del bilancio preventivo.
La ragione fondamentale per cui non ci si può collocare nel merito dell'esercizio provvisorio connesso al bilancio preventivo è data dal fatto che nella relazione al disegno di legge di esercizio provvisorio, che si caratterizza per la sua estrema brevità e per quelle due proposizioni non accettabili, non è contenuta una spiegazione in chiave politica delle voci di bilancio.
In sostanza non si dice neppure quali sono stati i criteri di massima che avrebbero dovuto essere comunque nell'alveo del programma della Giunta presentato nel gennaio 1985; cioè manca anche una spiegazione in chiave politica del bilancio preventivo. Quindi entrare nel merito è effettivamente impossibile.
A questo punto ci troviamo in uno stato di necessità ad esaminare questo disegno di legge di esercizio provvisorio per le ragioni ovvie che si deve provvedere alle spese della macchina regionale.
Su quello che sia nella sostanza l'esercizio provvisorio, una volta superate tutte le argomentazioni già svolte, è noto il dibattito, sono note le due tesi che si contendono il campo. C'è chi dice che quando si arriva all'esercizio provvisorio ci si trova di fronte a un documento esclusivamente tecnico e chi, ed è la maggioranza, più fondatamente dice che non è possibile che si tratti solo di un fatto tecnico, ma un fatto necessariamente tecnico - politico. Su queste affermazioni mi sento confortato. In molte altre occasioni sono state espresse in aula, in particolare in sede di esame del disegno di legge di esercizio provvisorio che la Giunta di sinistra dell'epoca aveva presentato e aveva fatto calare in aula il giorno 23 dicembre 1980. Tre autorevoli esponenti dell'opposizione di allora ebbero a fare queste affermazioni. Le facemmo anche noi, oserei dire anche più incisivamente, però è più opportuno citare l'opinione di chi all'epoca sedeva sui banchi dell'opposizione e oggi siede sui banchi della maggioranza. E' necessario che io legga brevissimamente i punti centrali delle dichiarazioni di voto effettuate allora.
Il Capogruppo della Democrazia Cristiana, avvocato Paganelli affermava: "Si dice che l'esercizio provvisorio è un fatto tecnico. Sotto un certo aspetto è vero perché si lega temporalmente ad un disegno di legge e ad un documento contabile, ma nella realtà è un fatto politico di estrema rilevanza perché sta a significare che una Giunta gestisce fette di bilancio che non sono state discusse come vuole lo Statuto (qui addirittura è impossibile discuterle), che non sono state sottoposte alla consultazione, che non hanno avuto in sostanza tutti i crismi che un bilancio deve avere". E preannunciava il voto contrario.
Il collega Marchini prendeva la parola a nome del Gruppo liberale e ribadiva con altre parole questo concetto. Ammoniva l'assemblea dai banchi dell'opposizione dicendo: "L'esercizio provvisorio è uno strumento tecnico che di fatto dà alla maggioranza là possibilità di gestire due mesi di risorse nella linea di un programma che ha trovato il nostro voto negativo che quindi non può che essere riconfermato in questa sede".
Infine, con la sua consueta precisione il Capogruppo in allora del Partito Repubblicano, ora Vicepresidente della Giunta, affermava: "Questo è un bilancio che per due mesi avrà la possibilità di gestire ampiamente le risorse della Regione con scelte politiche anche importanti. Siamo perplessi di fronte a questa decisione della Giunta. Il nostro giudizio non può che essere negativo".
A nome del Gruppo faccio mie queste tre dichiarazioni.
A questo punto, al fine di attenuare quelli che saranno gli effetti della possibile approvazione del disegno di legge di esercizio provvisorio da parte del nostro Gruppo è stato proposto un emendamento che è tecnicamente possibile perché consentito dalla legge regionale sulla contabilità, che è politicamente opportuno e che ha un suo precedente verificatosi in quest'aula nel 1973 in occasione dell'approvazione di un altro esercizio provvisorio.
L'emendamento tende a far si che nell'arco di questi due mesi di esercizio provvisorio ci si limiti alle spese correnti proprio per evitare che si verifichino quelle perverse conseguenze che erano state poste in luce nel dicembre 1980 dai colleghi di cui ho citato il pensiero e la dichiarazione di voto, cioè che si sconfini, sia pure per un dodicesimo per ogni voce di spesa di investimento, nell'arco di questi due mesi.
Perché è politicamente opportuno? Perché noi non abbiamo potuto conoscere il bilancio preventivo e perché se ad un certo momento si verificheranno, anche con riferimento alle voci di investimento, prelievi di dodicesimi, il giorno in cui si discuterà il bilancio, verso la metà di febbraio 1987, ci troveremo davanti ad un fatto compiuto.
Quindi abbiamo proposto l'emendamento che è peraltro consentito dalla legge sulla contabilità regionale la quale prevede che la legge regionale che autorizza l'esercizio provvisorio stabilisce eventuali limitazioni all'esecuzione delle spese obbligatorie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, mi sento costretto a ripetere in assemblea quanto ho avuto modo di dire già nella Conferenza dei Presidenti di Gruppo lunedì scorso e ancora ieri mattina.
Annuncio che non parteciperò in alcun modo alla discussione nel merito dell'esercizio provvisorio per il 1987. Intendo protestare nel modo più fermo contro lo svuotamento di sovranità di ciascun Consigliere regionale.
Non è possibile, signor Presidente, in alcun modo che i Consiglieri esprimano un voto libero e consapevole su un argomento di vitale importanza politica e istituzionale qual è quello che l'assemblea si appresta a discutere, ricevendo i documenti il medesimo giorno del voto. Si violano platealmente regolamenti e diritti costituzionali. Non esistono validi motivi per il ritardo con il quale il governo regionale si presenta all'appuntamento di fine anno. E' l'ulteriore testimonianza dell'improvvisazione e dello sbando cui è lasciata la Regione.
Ad un anno e mezzo dall'avvio della legislatura il piano di sviluppo ha tutti i contorni dell'ectoplasma, nessuna idea o forza resa organica in un disegno programmatorio, solo rincorsa degli eventi e delle emergenze sociali che tali permangono.
Signor Presidente, non mi resta che fare appello a lei e alle funzioni che l'assemblea le ha affidato affinché sia garantito l'esercizio dei diritti - doveri di ogni membro del Consiglio; ciascuno di noi, è opportuno ricordarlo, in questa assemblea rappresenta l'intera comunità piemontese e ciascuno di noi non può essere degradato a impiegato del voto. Se qualcuno vuole ridursi a questo è libero di farlo ma lei, signor Presidente, ha il dovere di richiamarci a quelli che sono gli obblighi che il popolo ci ha affidato.
Penso che sia opportuno in questa circostanza ricordare come questa pratica non sia più tollerabile. Da parte nostra non la tollereremo più e non soltanto su questa vicenda specifica, ma sull'insieme dell'organizzazione dei lavori. Con tutte le forme, le più clamorose possibili, ci opporremo a che vengano iscritti all'o.d.g. dei lavori dell'assemblea argomenti licenziati il giorno stesso o il giorno prima, in sostanza argomenti che non hanno avuto la possibilità di essere analizzati con il congruo tempo a disposizione di ciascuno di noi.
In questo senso non mi riferisco soltanto ai diritti dei piccoli Gruppi, ma mi riferisco alla sovranità di ciascun Consigliere, il quale quando varca questa soglia, deve sapere quali sono le conseguenze dei propri atti compiuti. Penso quindi, signor Presidente, che lei debba assumere iniziative di fronte alla sordità che su questi problemi viene registrata nella Conferenza dei Presidenti e che lei abbia il dovere di non assistere passivamente allo svuotamento di questa istituzione. A questo ci stiamo riducendo, dovendo analizzare di corsa argomenti così decisivi. Non mi presterò a questo e invito tutti i colleghi nelle mie condizioni a fare altrettanto.



PRESIDENTE

Il Consigliere Staglianò aveva già manifestato nella Conferenza dei Capigruppo, in più occasioni, questa opinione, peraltro condivisa da altri Consiglieri sia dell'opposizione sia della maggioranza. Da parte mia vi sarà la rigorosa osservanza di quanto richiesto.
La parola la Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, prendo la parola per una breve dichiarazione che vuole essere anche di voto.
Evidentemente il problema dei tempi previsti dalla legge per la presentazione dei bilanci è un problema non nuovo che dovrebbe forse farci riflettere. Oggettivamente dobbiamo ammettere che esiste un'incertezza oltre i termini previsti dalle norme per la presentazione dei bilanci. Non vuole essere un'accusa mossa a nessuno, ma obiettivamente l'andamento della normativa nazionale che regolamenta anche i bilanci degli Enti locali giunge in ritardo perché possano essere predisposti tempestivamente gli strumenti necessari.
Il collega Majorino è andato a rileggere i verbali degli anni 1980-1981 e ha ragione quando cita interventi dell'allora opposizione che prendevano in esame una situazione analoga a quella che oggi stiamo vivendo (forse c'era qualcosa in più perché il 22 dicembre è stato trasmesso il bilancio lo stesso giorno la Commissione lo ha approvato e il 23 dicembre si è approvato l'esercizio provvisorio). Credo sia inutile andare a vedere se vinciamo noi per tre giorni.
Voglio fare ancora una notazione e non più in termini polemici. Voglio citare un intervento del Presidente Viglione che anche allora era in maggioranza ed era secondo me un intervento ragionevole che credo sia applicabile anche alla situazione attuale. Viglione allora disse che l'esercizio provvisorio . è semmai un mezzo tecnico per consentire un corretto modo di impostare il bilancio, di operare quelle scelte che sono ipotizzate nei programmi regionali. Credo che questa affermazione, al di là delle strumentalizzazioni, risponda al vero. Oggettivamente i tempi sono così stretti che se si vuole correlare il bilancio annuale della Regione a quelli che sono i programmi di più ampio respiro dell'Ente Regione, forse è giusto trovare dei sistemi che diano maggiori margini di tempo.
Credo sia da rilevare una differenza a mio avviso positiva nella situazione che stiamo vivendo. Nei prossimi giorni verrà presentato a questo Consiglio regionale anche il piano regionale di sviluppo. Andremo a discutere un po' in ritardo rispetto ai termini, ma non in ritardo rispetto alla prassi; andiamo ad esaminare un bilancio annuale che può essere correlato e congruente rispetto al piano regionale di sviluppo che la Regione vorrà darsi.
Esprimo quindi una valutazione non dico positiva, ma di obiettiva difficoltà che ha caratterizzato sempre le Regioni e tutti gli Enti locali.
Prendo atto dell'impegno della Giunta a limitare al massimo la proroga dell'esercizio provvisorio a due mesi e quando esamineremo il bilancio definitivo avremo forse qualche strumento in più per fare valutazioni complessive e congruenti rispetto ai programmi. In questo senso il PRI approverà questa legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mignone.



MIGNONE Andrea

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, solo poche considerazioni che hanno anche il valore di dichiarazione di voto favorevole del Gruppo socialdemocratico all'esercizio provvisorio nei limiti temporali che sono stati indicati.
Credo che attorno a questo provvedimento non vi siano molte considerazioni da fare poiché il vero confronto politico e di merito dovrà avvenire sull'esame del bilancio definitivo vero e proprio in cui vengono in modo più specifico a confrontarsi le varie indicazioni finanziarie che stanno dietro alle indicazioni politiche e programmatiche della Giunta e della maggioranza. Anch'io ritengo il fatto in sé - dell'esercizio provvisorio - non un grande scandalo, nel senso che è purtroppo già accaduto, a ricorrenze cicliche, che si dovesse addivenire ad un esercizio provvisorio anziché all'approvazione entro il 31 dicembre del bilancio di previsione definitivo per l'anno successivo.
La circostanza in cui oggi ci troviamo non è molto diversa da altre analoghe anche, se a dire il vero, era più facile ricorrere all'esercizio provvisorio in avvio di legislatura o in momenti di cambiamenti degli assetti delle Giunte. Quindi, era naturale attendersi a legislatura avviata, con un'organizzazione a regime, il bilancio di previsione vero e proprio; ma direi che questo non deve essere motivo di grandi considerazioni oltre a quelle già fatte. Non farei, e mi associo al Presidente Viglione, molti richiami alla situazione del 1980 perchè non mi sembra questo un terreno da percorrere molto a lungo anche per le vicissitudini che poi ci sono state.
Quindi non farei sull'esercizio provvisorio grandi riflessioni se non un richiamo al modo in cui si è arrivati alla discussione di questa mattina.
Vi è da parte del Gruppo socialdemocratico l'auspicio che questi episodi non abbiano più a ripetersi. Da questo punto di vista, la riflessione è rimandata all'interno della maggioranza ovviamente e poi del Consiglio regionale al momento in cui si approverà il bilancio di previsione del 1987, perché anche il nostro Gruppo registra con fatica situazioni come quelle di oggi; le registriamo sempre facendo ricorso allo strumento della pazienza e della ragione che incontrano però - a lungo andare - dei limiti oltre i quali non si può andare.
Con queste precisazioni esprimiamo il nostro voto favorevole all'esercizio provvisorio.



PRESIDENTE

Hanno chiesto di intervenire i Consiglieri Brizio, Marchini e Bontempi.
Il Consigliere Marchini intende parlare per ultimo.
La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Vorrei ricordare che quando la Giunta ha ancora facoltà di replica c'è una consolidata abitudine che il Gruppo di opposizione, a cui è possibile ancora opporre una replica, sia l'ultimo a parlare; comunque, se questa consuetudine vale ancora, noi la ribadiremo quando lo riterremo. Adesso posso anche intervenire.
Sono in difficoltà ad intervenire perché questa mattina abbiamo vissuto tutti un momento di grande difficoltà di fronte agli elementi evidenti di confusione e di sfascio. Anche il Consigliere Mignone ha espresso grande preoccupazione sullo stato della situazione in Regione.
Ci sono dei momenti in cui l'opposizione per svolgere il suo compito istituzionale e democratico ha due strade: quella di provocare il fatto politico rispetto al superamento di certi limiti e di fronte a limiti di questo genere potevamo denunciare il fatto e segnare anche clamorosamente l'incapacità, la debolezza e il vuoto che viene da chi ha il compito istituzionale e costituzionale di governare e dirigere i lavori oppure quella di sottolineare che questi limiti di guardia sono stati sorpassati ma anche che, se ciò accade, andiamo di mezzo tutti. E' questo il punto del mio ragionamento.
Non scenderò nei particolari delle cifre. Abbiamo assunto l'unico atteggiamento possibile, quello di non entrare nel merito del bilancio che non c'è stato dato di conoscere. Abbiamo operato in Commissione perch venisse limitato il più possibile, a titolo di garanzia, l'esercizio provvisorio. Abbiamo ritenuto anche su questa base che non si dovesse consumare qui nelle aule, tra l'altro in un vuoto pneumatico che ci sta crescendo attorno in maniera preoccupante, una vicenda che potesse essere letta come rissa tra le fazioni. Abbiamo scelto anche che l'esercizio provvisorio venisse iscritto all'o.d.g. anche scavalcando regole ed obblighi che sono presenti e non a caso nel nostro ordinamento. Sono davvero desolato, e credo lo siamo un po' tutti per quello che è avvenuto.
Il senso di quanto accaduto è che la volontà di governare e di esercitare la funzione costituzionale sta venendo meno da parte della Giunta e della maggioranza. Probabilmente è attraversata da problemi molto grandi, non so neanche di quale natura; rivela un abbandono di reattività e di voglia di combattere che mi pare la cosa più preoccupante. Questo deriva anche da una forza eccessiva dei numeri quando non si è sposata la forza delle idee, dei programmi e dei comportamenti. Non sta capitando più quello che dovrebbe capitare in una assemblea legislativa e perdere la faccia è un pezzo dell'abdicazione politica.
Con le persone non ce l' ho assolutamente, anzi, credo che nelle vicende politiche si consumino a volte vicende che vanno rispettate, di persone che non sono soddisfatte anche all'interno della maggioranza e del governo regionale, che vorrebbero fare di più e fare meglio. La politica è però la derivazione di giudizi sulla base di fatti e i fatti sono questi. I fatti non sono soltanto gli inadempimenti del bilancio, ma sono il bilancio politico. Siamo quasi ad un terzo della legislatura. E' una fase cruciale perché quello che non si è impostato e fatto prima difficilmente potrà produrre fatti in una situazione obiettivamente difficile. Credo che alcune ragioni dell'apparente forza della costituzione di questa maggioranza stiano venendo al pettine. L'omologazione al Governo nazionale sta agendo al rovescio. Trovo che ha minore autonomia, minore dialettica, minore forza verso il Governo una Giunta omologata nella formula di quello che potrebbero fare Giunte diverse.
L' ha detto con un certo candore l'Assessore Turbiglio l'altro giorno: abbiamo un ritardo perché alle rivendicazioni e alle richieste nei confronti dello Stato non ci si dà neppure una risposta. Non dico che si ottenga di più a gridare, ma dico che si deve mettere in agenda il problema con lo Stato con la dignità e la forza che compete ad un governo che rappresenta 4 milioni e mezzo di cittadini.
L'altro punto è quello delle idee e dei programmi. C'è stato un ragionamento sul perché non c'erano idee e programmi. Lo dico senza faziosità, ma con amarezza, forse usare l'ascia in posizione di opposizione è anche sterile. Non riesco a legare francamente in questi 18 mesi un'idea un fatto politicamente rilevante all'identità di questa maggioranza e di questa Giunta. Tant'è vero che si stenta a sboccare, ad uscire fuori.
Allora le due ragioni si stanno rivelando: l'omologazione che agisce al rovescio e la mancanza di programmi.
Adesso abbiamo l'appuntamento con il piano di sviluppo. Ci misureremo con quel piano, ma non può non essere fatta una premessa politica, l' ho già detto altre volte e lo ritorno a dire con più chiarezza.
Perché un piano non sia solamente un libro occorrono delle premesse e dei comportamenti di azione politica che diano la speranza almeno che quel libro si tramuti in fatti. Non ho visto però né premesse né comportamenti.
C'è il rischio che il libro arrivi a freddo, in un clima già molto deteriorato ed allora anche la discussione può diventare una discussione accademica non attaccata alla realtà. Oggi la Regione pare essere un soggetto politico marginale, un guscio vuoto.
L'addebito maggiore per la crisi va fatto in quanto la situazione si è aggravata e non si è fatto nulla per tentare di reagire. E' un punto chiave perché la Regione non conta più per nessuno. Stiamo facendo un giro di incontri istituzionali con le Amministrazioni comunali. Abbiamo incontrato 15 Amministrazioni che rappresentano circa 600.000 abitanti della Regione anche alcune Amministrazioni unitarie in cui è perfino presente la DC, ad esempio le Comunità montane.
Viene dai Comuni un atteggiamento preoccupante: sentono più vicino la Cassa DD.PP. e lo Stato della Regione.
Le ragioni sono nel passato e nel presente. Però è un anno che stiamo dicendo queste cose, ma non vediamo alcuna reazione, interventi, capacità o possibilità politiche di questa maggioranza di affrontare la situazione.
Ancora più preoccupante è la spoliazione delle funzioni e dei compiti a cui abbiamo abdicato nel chiuderci spesso a riccio. La spoliazione sta diventando pesante. Non sarà solo un problema della Regione Piemonte, ma qui si resiste meno che altrove e i risultati sono negativi. La politica è azione, è tentativo, è spesa da parte dell'elemento soggettivo.
Purtroppo contiamo meno per i soggetti esterni: 6 mila miliardi di investimenti infrastrutturali per il Piemonte sono risorse importanti da cercare di governare o quanto meno di cogovernare.
Non abbiamo né informazioni né dati. E' un argomento importante che sento non verrà mai portato in discussione: sono le grandi infrastrutture ferroviarie e varie. Quante volte su queste questioni abbiamo richiesto la discussione? Capisco come ci si scontri poi con la durezza di certi fatti e di certi potentati che però, attenzione, sono stati abilitati ad esserlo fuori e sopra le istituzioni anche da atteggiamenti di rinuncia e da altro che ho citato prima.
Il vero fatto è che c'è un vuoto di governo. Non avrete sentito elevare grandi lai da parte nostra intanto perché, come è ovvio, abbiamo patito sulla nostra pelle la ritardata presentazione del piano di sviluppo nell'altra legislatura e per il fatto di essere arrivati in realtà fuori tempo, anche per gli accadimenti avvenuti, gli scandali, ecc. Capisco anche le difficoltà di immaginare un piano. Capisco di meno però e politicamente dall'opposizione va fortemente censurato un atteggiamento e un comportamento che non è propedeutico al piano, ma è la continuazione di un comportamento con un senso di insoddisfazione che colpisce molti componenti della maggioranza.
Dato che questo sta determinando un profondo aggravamento della crisi istituzionale, noi poniamo una questione. Non crediamo che questa maggioranza sia in grado di affrontare queste emergenze istituzionali. La questione istituzionale regionale è una questione di fondo per tutte le Regioni, ma in Piemonte ha un'acutezza particolare. Stiamo elaborando una carta dell'emergenza istituzionale attorno alla quale si possono proporre interventi e comportamenti, poteri, competenze, quindi rapporti con lo Stato e con i Comuni. Non a caso la legge sta andando a rilento. Cara Viglione, sei il Presidente del Consiglio quindi non posso non dirti che sulla legge di riordino delle autonomie locali continuiamo a ritrovarci in Commissione in tre o quattro persone. E' uno dei punti chiave che può dare la speranza di riprendere un rapporto organizzato e non parcellizzato con i Comuni e la trasparenza di informazione per avere più legittimità dalla gente.
L'episodio della deliberazione che riguarda il personale dei Comprensori dovrà tornare in aula, checché ne dica l'Assessore, è un esempio di come si procede per settore e di come invece il ragionamento va fatto in generale. Sono convinto che sui 1.000 addetti alla gestione almeno 500-600 siano da orientare progressivamente attraverso un processo di delega in altri enti e che si debbano recuperare qui per il lavoro degli Assessorati almeno 200-300 cervelli. Cominciano ad esserci i soldi in Regione anche per attirare la gente, non è poi così vero che sono pagati meno che nel privato, saranno inferiori ma non rispetto a tutto il privato.
C'è un problema di dignità, di ruolo che il pubblico può rivestire.
Vado velocemente al piano. Ci confronteremo con il piano, ma noi ci stiamo attrezzando con una griglia di ragionamento, non vogliamo leggerlo facendo le pulci alle cose che mancano, perché ne possono mancare mille o magari ce ne sono di sbagliate, è certo che il piano c'è in quanto ci sono quelle premesse, purtroppo anche se arriverà il libro dubito che ci sarà il piano. Comunque, uno dei punti essenziali sarà quello di prevedere un piano che abbia pochi e strategici elementi di valore e che su questo si organizzino le azioni sia per fare sia per dissuadere dal fare le cose che vanno in contrasto. Indichiamo due questioni alle quali il Gruppo sta lavorando anche se i tempi sono mutati e di strumenti non ne abbiamo granché: l'occupazione e l'ambiente sono questioni centrali da cui cerchiamo di derivare un insieme di azioni e di obiettivi strategici con delle conseguenze nette.
Ad esempio, la diffusione territoriale dello sviluppo su scala regionale possiamo chiamarlo riequilibrio o meno, resta comunque una questione centrale insieme a quella della qualità della vita e dei servizi.
Non anticipo aspetti di cui parleremo in seguito, ho voluto soltanto dire che noi ci stiamo acconciando ad un lavoro che sia anche per noi il criterio, la guida, il riferimento e il giudizio.
Non temiamo di essere giudicati per quello che sappiamo proporre, per siamo anche consci che il nostro peso reale in termini di voti, di rappresentanza, di capacità e di qualità in quest'aula è servito questa mattina per non licenziare anzitempo, prima di Natale e senza gli auguri tutta la gente che era qui, peso che non viene quasi mai ricordato negli atteggiamenti concreti e reali.
E' sintomatico che si chiedano le informazioni però, con gentilezza formale ineccepibile, ci viene sempre detto "vedremo, faremo" e poi nei fatti non succede nulla.
Questo stato dei rapporti tra la Giunta e l'opposizione è una spia indicatrice di come si sia giunti, sotto o sopra (a seconda se la vediamo da una parte o dall'altra), ai livelli di guardia. Realizzare cioè che questo logoramento, che è persino più rapido del previsto, è un fallimento non è un'operazione di parte. E' un'operazione verità che si rende necessaria. A questo fallimento le forze politiche nella loro autonomia devono reagire e fare un serio esame per convenire che è ora di passare ad un sistema in cui governo significhi facilitare il compito del Consiglio e riportare alla dignità a cui tutti auspichiamo da tanti anni questo istituto regionale che è un istituto di riforma e di democrazia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, signori Consiglieri, in primo luogo mi scuso con l'amico Bontempi se ho commesso una scorrettezza nei suoi confronti. Mi era sembrato di capire che siamo in sede di dichiarazione di voto, quindi non mi constava che la Giunta avesse ancora titolo ad esprimersi. Peraltro Bontempi sa anche che voler parlare dopo di lui non è una questione di civetteria o di espressione di ruolo ma deriva semplicemente dal desiderio di sentire la voce più autorevole del Consiglio sia come espressione numerica sia (con tutto il rispetto dovuto agli altri colleghi) come significato di argomenti che ci viene sempre dal collega Bontempi.
Non voleva essere una scortesia nei suoi confronti, sono comunque lieto di replicare dopo un intervento estremamente interessante. Quando eravamo studenti i professori ci davano le pagelle alla fine del primo trimestre che coincideva sempre con le vacanze di Natale; probabilmente le facevano coincidere per fare in modo che gli scapaccioni dei genitori si riequilibrassero con i regali di Gesù Bambino.
Questa mattina da Bontempi ci è venuta una reprimenda abbastanza bonaria e misurata e la maggioranza qualche considerazione dovrebbe farla.
In primo luogo mi sembra che si debba dare atto all'opposizione nel suo complesso e al Partito comunista in genere di un comportamento parlamentare, intendo dire nelle diverse sedi, estremamente corretto estremamente responsabile. Rifiuto però di considerare questo un valore dell'opposizione; è una tradizione della classe parlamentare regionale piemontese. Diamo atto al Partito comunista che si comporta in termini apprezzabili ed esemplari, ma rivendichiamo al comportamento delle forze politiche di maggioranza delle legislature trascorse il valore che in questo momento vediamo concretizzarsi.
Non ho apprezzato lo scandalo che si è voluto fare per il ritardo formale di un documento di ipotesi triennale in ordine a un esercizio provvisorio che ha un tempo limitato ma anche un'ambizione limitata.
L'opposizione si deve mettere d'accordo perché se è vero quello che dice Bontempi implicitamente è anche accettato l'emendamento (non so se già formalizzato o meno) del collega del Movimento Sociale Italiano il quale ci dice: "Fate soltanto le cose correnti, non utilizzate l'esercizio provvisorio per gli spazi di governo". Se ci viene detto che questa Giunta non ha spazi di governo, ma svolge una mera gestione del contingente, delle spese correnti, mi pare di capire che il giudizio politico su questa maggioranza, dal punto di vista degli strumenti contabili, avverrà con la presentazione del bilancio e non sull'esercizio provvisorio.
E' un esempio di come i rapporti tra maggioranza ed opposizione stiano diventando difficili, non so però se è per responsabilità dell'opposizione o per responsabilità della maggioranza.
Le conferenze stampa sono molto utili ed è anche bello che le Comunità montane ricevano nelle loro sedi Gruppi consiliari di estrazione politica diversa. Dopo l'episodio che ci è stato raccontato della "visita pastorale" del Gruppo comunista in tutte le Comunità montane, il nostro Gruppo insisterà perché l'assemblea dei Sindaci sia in sede propria, con strutture e locali propri. Dopodiché chiederò ché si inverta il ragionamento e cioè che i Gruppi consiliari ricevano le Comunità montane. Mi sembra più corretto.
Mi pare un episodio che si è voluto enfatizzare oltre i limiti.
L'incidente si può considerare chiuso e rientrato. Probabilmente qualcuno pensa che la memoria non ce l'abbiamo più.
Veniamo al senso concreto dell'intervento di Bontempi.



VALERI Gilberto

Pensi forse che i Gruppi consiliari non abbiano il diritto di chiedere di essere ricevuti?



MARCHINI Sergio

Ho posto dei dubbi anche a me stesso, non ho detto né si né no. Il comunicato della Giunta della Città di Alessandria congiunto con il Gruppo consiliare comunista è una cosa che fa scandalo sul piano dei rapporti istituzionali.
Qualche tuo collega di partito, più abituato a pensare che a blaterare più maturo di senno e di anni di te su questa questione è d'accordo con me.
E' stato un errore far uscire un comunicato congiunto del Gruppo consiliare comunista e della Giunta della Città di Alessandria.
Qualunque persona che abbia il senso delle istituzioni sa benissimo che le Comunità montane non possono essere assediate da sei Gruppi consiliari tradizionali, undici nella specie, i quali richiedono un giorno alla settimana a rotazione incontri con le singole Comunità montane. Per carità sono d'accordo che occorrano strumenti di raccordo con le realtà locali però la questione mi pone qualche dubbio.
Ti ripeto, collega Valeri, che io ho espresso dei dubbi. Se poi mi chiedi dei giudizi, i giudizi li esprimo sul fatto che è emerso: che un'istituzione, la Città di Alessandria, ha emesso un comunicato d'intesa con il Gruppo consiliare PCI.



DAMERI Silvana

Marchini, io credo sia legittima l'iniziativa politica presa dal Gruppo comunista d'incontrarsi con un'Amministrazione. Se poi questa Amministrazione, e tu hai visto quel comunicato e hai visto che è firmato dal Sindaco, emette un comunicato di valutazione sua, politica, sui risultati di questo incontro, anche questo rientra in una responsabilità che quell'Amministrazione si è assunta. Non credo che si possa censurare.



MARCHINI Sergio

Non attribuisco l'errore al Gruppo consiliare comunista ma lo attribuisco al Sindaco di Alessandria.
Sul rapporto dei Gruppi consiliari con gli Enti locali ho espresso dei dubbi. Probabilmente è opportuno dare una risposta istituzionale a queste esigenze e non una risposta con il carattere che il fatto ha assunto in questi giorni.
Veniamo al corpo dell'intervento del collega Bontempi. Richiamo l'attenzione dei colleghi sul complemento oggetto usato dal collega che parla di rammarico. Non esprime dei giudizi, ma un sentimento, una sensazione. Normalmente, Presidente e colleghi, le sensazioni attengono alle cose che ci coinvolgono e che non attribuiamo agli altri. Il Consigliere Bontempi rivela tutta la sua correttezza intellettuale e politica perché si rende benissimo conto che dello stallo della Regione che è anche lo stallo di questa maggioranza e di questa Giunta, che noi non nascondiamo, sono responsabili anche le maggioranze trascorse e il PCI.
Alcuni fatti storici ci fanno considerare non del tutto azzardata la ricostruzione e la risposta che cerchiamo di dare.
I colleghi non di recentissima.nomina sanno che il motivo conduttore dell'opposizione liberale nella III legislatura è stato questo. Riteniamo che questa maggioranza non sia più rappresentativa, non abbia più la delega politica della società al di là dei voti. Mentre nella II legislatura la maggioranza che aveva 30 voti aveva la rappresentanza politica. La Giunta di sinistra dal 1975 al 1980 probabilmente era in sintonia con le problematiche e le precise esigenze della società, discutibili o meno, ma riconoscibili nelle vicende di tutti i giorni. Qui più che altrove stiamo consumando un errore che alcuni partiti hanno commesso, quello di non prendere atto che le maggioranze di sinistra si sono consumate sette anni fa ai cancelli di Mirafiori, dopodiché hanno voluto vivere di rendita rispetto alle ragioni politiche che le avevano portate al governo regionale. Quell'errore ha emarginato la Regione come istituzione dai grandi processi di trasformazione della società piemontese e torinese.
Perché questa vicenda ha dei riscontri precisi? Il Comune di Torino che questo errore ha fatto anche se in modo minore, rompendo un'alleanza che non aveva più ragione d'essere, due anni prima di quanto sia avvenuto per forza elettorale in Regione, ha messo la classe dirigente della Città di Torino nella condizione di pronunciarsi in un momento, se non cruciale ancora vivo dei problemi.
Questa maggioranza e questa Giunta sono invece entrate al governo dell'istituzione regionale quando i grandi processi si erano compiuti al di fuori della Regione.
I nostri colleghi sono da dividersi in due categorie; in una di queste ci sono quelli che sono l'eredità e la continuità di se stessi con i vizi e i meriti che gli riconosciamo, ma che indubbiamente sono da considerarsi un fatto anomalo rispetto all'alleanza di governo. E' presente il collega Cerutti, che è persona amabile e aperta, e capirà cosa voglio dire.
L'Assessore Cerutti è la continuità di se stesso. Ho qualche difficoltà a capire se sia la continuità di un processo, che io condivido, o di un processo diverso. Ha quindi un suo meccanismo di comportamento e di governo che tutti gli riconosciamo molto efficace, molto efficiente, magari discutibile. Non venite a dire, amici dell'opposizione, che Cerutti non governa, direte che governa troppo. L'Assessore al turismo anche lui è continuatore di se stesso: Ad alcune mie considerazioni non del tutto in linea con un suo intervento un collega della maggioranza mi diceva: "non è un problema, è ripetitivo". D'accordo, ma sono cambiate le maggioranze e sono cambiate le Giunte.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Sono incollati!



MARCHINI Sergio

Questi Assessori vivono di eredità, te ne do atto, non lo nascondo.
Vivono dell'eredità delle problematiche che gli derivano da una maggioranza che non è questa. Poi esiste il resto della maggioranza, amici comunisti che si ritrova tra i piedi la Regione che avete lasciato voi: una Regione che è in ginocchio all'interno.
Il modo di essere, il sistema di organizzazione della macchina regionale, quella di cui parla un Assessore nuovo, citiamone uno a caso l'Assessore all'urbanistica...



BONTEMPI Rinaldo

Hai preso un brutto esempio. E' un Assessore che dedica due ore alla settimana.



MARCHINI Sergio

La Regione è quello che dichiara l'Assessore pubblicamente, che lui non è in grado di lavorare con il sistema...



BONTEMPI Rinaldo

Due ore alla settimana e poi si dice che la macchina regionale non funziona!



MARCHINI Sergio

Caro Bontempi, tu non puoi a mezzogiorno, su una legge di questa natura aprire l'accusa alla maggioranza e alla Giunta.



PRESIDENTE

Collega Bontempi, non ha la parola.



BONTEMPI Rinaldo

E' una settimana che quell'Assessore dichiara che la macchina non va.
Sono stato persino troppo paziente in quest'aula.



MARCHINI Sergio

Cercavo di ricostruire una situazione e capire le ragioni, collega Bontempi, di una situazione che per larga parte registriamo. Consentiteci di non essere d'accordo o di avere dei percorsi diversi nel ricercare le ragioni.



BONTEMPI Rinaldo

Prendila bassa.



MARCHINI Sergio

Dico soltanto che lo stato d'essere della struttura regionale ha da parte degli Assessori di nuova nomina un giudizio non entusiasta. Io che sono sempre stato soltanto un Consigliere devo dire che questo giudizio sarà un po' rozzo, ma rispetto ai comportamenti e alla qualità di espressione che vediamo nel management regionale (non nella qualità intellettuale e nella preparazione) lo ritengo valido. In 15 anni non si è costruito un management regionale. Questa è la struttura burocratica che abbiamo ereditato. Poi c'è il mondo esterno, cari amici, quello che vediamo, per esempio, nelle consultazioni che non ha più fiducia nella Regione perché probabilmente questa Regione nella sua continuità, non solo nei 10 mesi di governo di questa Giunta, non ha mantenuto le sue promesse e probabilmente non ha saputo registrare neanche gli strumenti di rapporto con il mondo esterno.
Siamo in gravissimo ritardo sul piano di sviluppo, infatti lo presenteremo fra 15 giorni, ma io dico che la III legislatura non ha mai avuto il piano di sviluppo se non in "articulo mortis", quando non era più il piano di sviluppo ma un manifesto elettorale. Questi per lo meno hanno la modestia di pensare prima di parlare: in passato si parlava prima di pensare. Mi riferisco per esempio a quando c'era la cabala dei progetti. Un giorno o l'altro metteremo una lavagna e scriveremo la cabala dei progetti che il Vicepresidente della Giunta andava enunciando al popolo tutto, di tanto in tanto! E' questione di valutazione. Ognuno di noi la pensa in modo diverso. Io preferisco un Vicepresidente come la collega Vetrino (che spero pensi prima di parlare e che per lo meno non ha parlato, quindi voglio sperare che stia pensando) piuttosto di un Vicepresidente che parlava senza pensare!



(Voci in aula dai banchi dell'opposizione)



MARCHINI Sergio

Che significato aveva la cabala dei numeri di quei progetti che si sono moltiplicati e divisi in radici quadrate? Il mio amico Sanlorenzo era Vicepresidente della Giunta. I progetti erano del Vicepresidente della Giunta non erano del signor Sanlorenzo, che io continuo a considerare una persona dotata di qualità egregie e che continuo a dire che è stato il miglior Presidente del Consiglio che io abbia mai conosciuto.
Cari colleghi, visto che il collega comunista ha espresso rammarico e amarezza...



BONTEMPI Rinaldo

Rammarico lo devi avere tu!



MARCHINI Sergio

L'amarezza è un sentimento che ci coinvolge tutti, non è un giudizio.
Siamo tutti convinti che la macchina regionale, i rapporti con lo Stato con la società, il quadro generale dei rapporti politici dovrebbero mettere una maggioranza...



BONTEMPI Rinaldo

Presidente, bisogna garantire la continuità dei lavori! Siamo offesi dal Consigliere Marchini che parla a nome della maggioranza.



MARCHINI Sergio

Quando il Partito comunista parla alla Giunta usa il linguaggio, i toni e le espressioni che ritiene più opportune. Il sottoscritto, che rappresenta un piccolissimo Gruppo, quando parla della sua maggioranza e dell'opposizione, usa i toni, i termini e gli argomenti che ritiene di usare.



BONTEMPI Rinaldo

Ha dato del cretino a Valeri, del cretino a Sanlorenzo...



MARCHINI Sergio

No, non ho dato del cretino. Ho parlato della cabala dei numeri. Da 200 progetti siamo scesi a 12: questa era la programmazione della sinistra tanto per chiarire le idee! Dopodiché è arrivato un piano di sviluppo. Ho detto che un collega, che su questa questione era più prudente, ha espresso dei giudizi diversi da Valeri. Se vogliamo andare in fondo ricordiamoci per esempio che il piano di sviluppo presentato dalla sinistra è stato dichiarato non procedibile dalla I Commissione presieduta da un comunista.
Allora, per carità, di lezioni non intendiamo prenderne da nessuno.
Prendiamo atto che ci sono delle situazioni di difficoltà alle quali la maggioranza per prima deve rimediare, ma rifiutiamo la visione manichea di una Regione felice, tramontata un certo giorno, per essere sostituita da una Regione infelice cominciata il giorno dopo. La vita delle istituzioni è un fatto più complesso dell'ascrizione pura e semplice alla responsabilità del tempo che usa un Assessore in Assessorato o dell'efficienza o meno di un Vicepresidente. Sono cose più complesse.



(Voci in aula dai banchi comunisti)



MARCHINI Sergio

Ragionavo per me stesso, ma anche per la Giunta.
Se l'opposizione ha da lagnarsi di alcune considerazioni fatte dal nostro Gruppo, probabilmente non è entusiasta di alcune mie considerazioni.
Questa maggioranza è espressione di forze politiche molto diverse fra di loro che arrivano da esperienze diverse sulla stessa istituzione. La Giunta si è posta degli appuntamenti, quello di natura contabile e finanziaria e quello di natura programmatica a cui dovrà rispondere a tempi ristretti e contestuali. A questi appuntamenti la Giunta e la maggioranza non possono sfuggire e noi chiederemo all'opposizione di arricchire il dibattito che è stato aperto questa mattina.
Mi rendo conto che il mio intervento per qualche verso può essere sembrato ingeneroso e anche troppo personalizzato, ma mi è sembrato che qualche collega cercasse di costruire da una parte la conferenza stampa dall'altra l'attacco frontale alla Giunta solo perché arriva in ritardo il documento sull'esercizio provvisorio che sappiamo del tutto indifferente sul piano sostanziale. Quando attaccherete la Giunta su questioni con crete, sulle grandi vacanze, sui grandi temi, sulle grandi problematiche (ma dovrete indicarli) a quel punto dai Gruppi laici per eccellenza, come è il nostro e come sono altri, vi potrete aspettare un dialogo sulle cose, ma quando volete concludere la campagna d'autunno nella giornata campale antinatalizia con un'operazione di immagine esterna mediante una conferenza stampa convocata prima ancora di sapere che cosa sarebbe successo in quest'aula...



(Voci in aula)



MARCHINI Sergio

...è evidente che avete l'esigenza di strumentalizzare ed esasperare la battaglia in quest'aula per far uscire in modo forte all'esterno un fatto che qui è minimo.
Questi giochetti, amici comunisti, collega Ferro in particolare, non sono consentiti o comunque cerchiamo di non lasciarveli fare. Avete i numeri e gli strumenti regolamentari per fare il vostro gioco, ma non vedo perché la maggioranza e il nostro Gruppo dovrebbero subire questo comportamento da parte dell'opposizione.
E' un gioco franco e leale. Non mi danno fastidio le interruzioni. Il Presidente è un parlamentarista puro, ebbene, in un parlamento si scontrano le idee e le persone perché non è un cenacolo dove si ripetono le petizioni lette da un'altra parte.



PRESIDENTE

L'On. Zanone aveva detto che la politica è tensione.



MARCHINI Sergio

Infatti, i parlamenti vivono di queste cose. Presidente, la ringrazio perché lei ha cercato di governare al massimo i tempi di questo intervento nelle sue modalità, non nella sua lunghezza. Questo non mi disturba perch tra forze politiche che si rispettano si cerca, magari anche con qualche espressione poco comprensibile o poco felice, di arrivare al nodo dei problemi, cercando di scavare all'interno delle nostre difficoltà. Alcuni Gruppi, magari anche il mio, sono condizionati da alcune difficoltà e allora potremmo ragionare sul perché del comportamento dei comunisti che come Partito qualche difficoltà l'avrà pure, come sicuramente l'avrà il Partito liberale. Ma su questo avremo modo di ragionare all'appuntamento che la Giunta ci ha prefissato per il dibattito contestuale, almeno in termini logici se non temporali, collegato al bilancio triennale e al piano di sviluppo.
Questo è l'appuntamento e la Giunta verrà giudicata e il nostro Gruppo dichiara fin d'ora che aspetta di giudicare la Giunta esattamente come aspetta di giudicare l'opposizione.
Le vicende nazionali dimostrano che noi non siamo abituati a considerare tutto bello quello che viene fatto da una parte e tutto brutto quello che viene fatto dall'altra.
La Giunta si aspetti un giudizio fermo e severo da tutti i componenti di questo Consiglio, sicuramente anche dalle forze solidali con la maggioranza. Il dovere di solidarietà non è un dovere supino, è un dovere costruttivo.
Cari amici comunisti, il dibattito è aperto, ci saranno le sedi e le occasioni opportune. Probabilmente l'aver cercato di forzare il senso di un incidente di percorso, che in passate era quotidiano, ha esasperato la situazione. Dicono i proverbi "Chi causa del suo mal pianga se stesso" oppure "Chi semina vento raccoglie tempesta". Voi non avete seminato vento ma un po' di brezza; non c'è stata tempesta, c'è stata un po' di perturbazione, niente di drammatico. Intanto le previsioni sono di bel tempo, almeno per domenica. Così ho letto su] giornale.



PRESIDENTE

Il Consigliere Marchini ha fatte anche un'autocritica dicendo che alcuni attacchi erano ingenerosi. Diamogli atto di questo.
La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Cercherò con un breve intervento di dare la posizione del nostro Gruppo e nello stesso tempo di stemperare, se è possibile, un'atmosfera di polemiche non utile perché si possa concludere positivamente anche questa seduta.
Votiamo l'esercizio provvisorio E' stata fatta parecchia polemica su: suo valore tecnico o politico. Ha w valore sia tecnico che politico e riconosciamo perfettamente che sarebbe stato preferibile essere in grado d: condurre a fondo il dibattito sul bilancio e arrivare in tempo utile all'approvazione del bilancio definitivo. Non è stato possibile. Tuttavia non si deve valutare ciò come un atteggiamento da parte della maggioranza e della Giunta di lassismo o di incertezza, ma come un tentativo, non completamente riuscito, di abbinare il bilancio al piano di sviluppo nei termini e nella sostanza.
La Giunta è mossa da una precisa volontà di governare, e qui mi sia consentito replicare all'amico Bontempi sostenendo che questa volontà di governare c'è ed è ben presente in questa maggioranza ed in questa Giunta anche se vi sono difficoltà oggettive.
Mossa dalla volontà di governare la Giunta si era posta l'obiettivo di arrivare al bilancio 1987 con la contestuale discussione del bilancio pluriennale e del piano di sviluppo, anche per collegare il piano di sviluppo alle risorse e per fare del piano uno strumento realizzabile secondo il senso della nostra politica e della politica in generale.
Questo tentativo non è riuscito: i tempi per la predisposizione del piano di sviluppo sono andati oltre il previsto, le difficoltà per la scarsità di risorse oggettive si sono palesate pesanti. Nel contempo non è sfuggito a nessuno il riaffermarsi a livello nazionale di un neocentralismo rispetto al quale siamo stati e siamo critici.
Le Regioni sono in oggettiva difficoltà: la Regione sia come istituzione che come organismo attraversa un momento difficile di fronte al quale L occorre reagire. Il fatto positivo dato dalla presenza di formule eguali a livella nazionale e regionale non può significare appiattimento per noi l'omologazione tra la nostra Giunta e la maggioranza nazionale non ha questo significato.
Si è andati oltre nei termini ed è stato presentato il bilancio a dicembre come d'altro canto è spesso avvenuto anche in passato. La presentazione del 'piano di sviluppo, che sarà correlato nelle intenzioni della Giunta al bilancio (e questo va visto positivamente), avverrà nei prossimi giorni. Quindi, già con il bilancio preventivo per il 1987, si farà una discussione appaiata delle linee del piano di sviluppo e del bilancio. Questo è un dato positivo che occorre cogliere in questo ritardo.
Il ritardo non ci soddisfa, riteniamo che non debba essere enfatizzato oltre il necessario, ma visto come una difficoltà tecnica che sarà superata.
Sotto questo profilo va vista anche la presentazione del bilancio e la richiesta dell'esercizio provvisorio.
Noi approviamo questa ipotesi e riteniamo ci sarà occasione di dibattere a fondo le linee regionali con le consultazioni del mese di gennaio. Abbiamo accettato infatti la richiesta di ridurre i termini dell'esercizio provvisorio da aprile a febbraio e abbiamo dato la disponibilità del nostro Gruppo per arrivare rapidamente alle consultazioni. Nei "pour parler" che abbiamo avuto in I Commissione si è ipotizzato che le consultazioni sul bilancio si potranno tenere a fine gennaio o inizio di febbraio, quando sarà già presentato il piano di sviluppo. Sotto questo aspetto abbiamo impostato una via al dibattito e al confronto che non possono essere elusi.
C'è quindi la possibilità di alzare il tono della presenza della maggioranza e della Giunta. Sappiamo benissimo che i problemi sono pesanti le risorse scarse, le difficoltà di programmare enormi, ma c'è la volontà dell'Amministrazione e della maggioranza di affrontare i problemi malgrado le difficoltà. La volontà di governare c'è e sarà confermata dalle linee del piano di sviluppo e dal confronto che seguirà necessariamente sul merito e sui problemi.
Per parte nostra auspichiamo un clima più sereno. L'intervento di Marchiasi, per molti versi apprezzabile, ha determinato al di là della volontà sua un clima di tensione senza dubbio eccessivo. Auspico che i rapporti tra maggioranza ed opposizione tornino ad essere di confronto serio sui problemi e noi non vogliamo sfuggire a questo confronto che riteniamo importantissimo. Anche l'apporto dell'opposizione da parte nostra deve essere colto per quanto contiene di positivo e di utile.
La maggioranza di fronte a questo adempimento è presente è attenta. Il bilancio dell'esercizio la cui approvazione viene richiesta nella forma di esercizio provvisorio corrisponde a una valutazione di carattere tecnico per consentire in seguito l'abbinamento, anche nella fase di dibattito, fra il bilancio e il piano sviluppo. Ed è superfluo affermare che sul terreno del piano di sviluppo ci si confronterà con le forze dell'opposizione e con tutte le componenti del Consiglio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Turbiglio.



TURBIGLIO Antonio, Assessore al bilancio

Mi pare che il dibattito si sia sviluppato più sull'efficienza e sulla capacità della Giunta che non specificatamente sulla legge per l'esercizio finanziario.
Sono stati fatti paragoni con situazioni analoghe degli anni passati in modo particolare è stata ricordata la situazione dell'anno 1980, con la presentazione del bilancio e dell'esercizio provvisorio nella stessa giornata.
Ci sono situazioni di difficoltà ricorrenti, ma vorrei sottolineare che in questi ultimi tempi le difficoltà finanziarie e anche politiche delle Regioni sono molto peggiorate.
Mi pare che la presentazione del bilancio per il 1987 da parte della Giunta piemontese risenta del momento particolare di crisi, denunciato oggi da tutte le Regioni, che forse non era presente nel 1980; momento che vede in definitiva arretrare tutto quello che doveva portare a uno sviluppo autonomistico delle Regioni.
Naturalmente questa situazione aumenta le difficoltà. E' decisamente in decadenza il ruolo delle Regioni. Questo è stato ricordato anche all'assemblea dei Presidenti delle Regioni. Sotto il profilo istituzionale manca una disciplina organica della finanza regionale, spunta o rispunta la tendenza al ritorno all'antico centralismo.
Il Governo si è rimesso a governare i settori che erano inizialmente di competenza regionale. Questo crea difficoltà reali accompagnate dalla mancanza di risorse effettive, risorse che nel 1980 erano di ben altro peso e di ben altra mole: le risorse per il 1987 mettono in crisi persino la normale sopravvivenza della macchina regionale. Poiché è stato fatto notare che è mancato il tempo per leggere i documenti, voglio.sottolineare qualche dato importante per analizzare la situazione esistente.
Per spese correnti la Regione Piemonte ha disponibili 433 miliardi, per il fondo finanziamento programmi regionali ha disponibili 39 miliardi. Sono cifre irrisorie per qualsiasi iniziativa, cifre che potrebbero demolire qualsiasi volontà e impegno e se la minoranza non ha rilevato questo è giusto che io lo sottolinei perché la volontà di iniziativa sarebbe difficile da mantenere per qualsiasi governo nella nostra situazione, ma la perdita di credibilità nelle Regioni, in definitiva, deriva in gran parte da una cattiva informazione e da degenerazioni qualunquistiche di episodi certamente gravi, da respingere ma anche sommariamente interpretati riunendo in un'unica situazione un po' tutte le Regioni.
Se in effetti vi sono state degenerazioni del costume che hanno interessato anche la stessa moralità personale, questi sono fatti anomali.
In un quadro di riferimento dominato da profonde incertezze la Giunta ha provveduto a predisporre il bilancio per il 1987 che ora presenta al Consiglio, chiedendo l'esercizio provvisorio per acquisire nel contempo i documenti necessari per un dibattito. Dibattito che si poteva fare entro l'anno, qualcuno dice, ma che certamente sarebbe stato inficiato dalle insufficienti notizie e dalle insufficienti predisposizioni che con questo bilancio pur si dovevano dare.
Andremo alle consultazioni ed esamineremo in parallelo il bilancio e il piano di sviluppo che è in via di presentazione e che entro l'anno sarà consegnato al Consiglio.
Per quali motivi abbiamo presentato il bilancio in ritardo? E' vero, l' ha ricordato il collega Majorino, il riferimento a certe cifre e a certe situazioni di entrata era presente nel mese di settembre come è presente nel mese di dicembre. Forse sui numeri avremmo potuto iniziare la stesura di un bilancio già qualche mese fa. Ci è parso però che in questo bilancio avrebbero dovuto essere ben presenti gli indirizzi del piano di sviluppo.
Ci siamo pertanto misurati su quello che era possibile, nello stesso tempo non rifiutando di sfidare la situazione di crisi che tutti conosciamo. Vogliamo riaffermare che questo bilancio ha un ruolo e una vitalità istituzionale. La Giunta pertanto è qui per difendere queste scelte e cercherà di difenderle anche in fase di consultazione e in tutte le fasi che per Statuto seguiranno a cominciare da gennaio.
Le intenzioni governative di rinnovare i contenuti della legge finanziaria anche per l'anno 1987 sono rimaste lettera morta e il d.d.l.
sull'ordinamento della finanza locale non è stato collegato alle legge finanziaria, per cui restano i vuoti di indirizzo e di riferimento nonostante questo la Giunta ha ritenuto di stare alle regole che riguardano le impostazioni dei bilanci da parte degli enti a finanza derivata e di rispettare pertanto le impostazioni di spesa a legislazione costante e a spesa programmata con i riferimenti al 1986. Ha rispettato l'impostazione di crescita di spesa corrente, al netto degli interessi, e delle operazioni compensative in misura non superiore al tasso di inflazione programmato: 4 per le spese correnti e 7,5% per le spese in conto capitale. La Giunta per è consapevole che il raggiungimento degli obiettivi del Governo è possibile solo con la solidarietà e la collaborazione di tutti i centri di spesa e non le mancano coraggio e volontà di presentarsi anche di fronte al Governo nazionale per fare presente la correttezza di impostazione del nostro bilancio.
Abbiamo voluto introdurre certe spese che fanno parte di leggi - quadro dello Stato per cui abbiamo soltanto degli oneri e non abbiamo avuto contemporaneamente le risorse per sostenerli.
Abbiamo voluto rispettare tutto quello che è stato indicato dalla legge finanziaria con una correttezza di impostazione che ritengo doverosa da parte di un governo locale, ma non per questo intendiamo presentarci con un senso di debolezza e non di forza verso il Governo.
Siamo una Regione che ha manovrato più correttamente delle altre le risorse finanziarie. Vogliamo però avere i riconoscimenti che ci competono e quindi abbiamo presentato il bilancio e ricorreremo anche al Governo perché esso sia rispettato nella finalità e nell'ispirazione che ha avuto.
Non c'è certamente in questa Giunta l'impossibilità ad intervenire per far fronte anche a queste problematiche. Come ho riferito in I Commissione pensiamo nel mese di gennaio o ai primi di febbraio di fare una conferenza sulla situazione, di portare in Consiglio un dibattito che riguardi le possibilità della Regione Piemonte in merito alla finanza, al patrimonio alla politica finanziaria in generale. Quello sarà il momento in contemporaneità anche con la presentazione del nostro bilancio e del piano di sviluppo nel quale si vedrà cosa la Giunta ha da dire in merito, che cosa il Consiglio riterrà opportuno ribadire in merito, quali potranno essere i risultati.
Vorrei anche ricordare che se è vero che il bilancio si poteva stilare qualche mese fa perché i numeri c'erano esso non è però una sommatoria di numeri, un documento dove la pagina di sinistra debba pareggiare con la pagina di destra.
Riteniamo che il bilancio debba essere soprattutto considerato un condensato di idee delle quali le cifre sono solo la traduzione gestionale.
Scrivere soltanto un bilancio senza pensarlo in omogeneità con il piano di sviluppo e in sintonia con tutte le determinazioni che prima di essere numeriche sono politiche, non avrebbe avuto secondo noi alcun significato se non di facciata. Sarebbe stato un documento impresentabile al Consiglio verso il quale, e mi rivolgo al Consigliere Bontempi, noi abbiamo un rispetto che forse non traspare sufficientemente attraverso la mia semplicità o il mio candore, ma che è certamente grande e reale. Non penso ci siano dei confini che separano con un taglio netto la tecnica di un bilancio dalla filosofia della sua impostazione. Si tratta, come dicono gli ingegneri, di esaminare prima attentamente la fattibilità di un progetto e poi passare alla progettazione nell'ipotesi di realizzazioni possibili ch dovranno dare valore e realtà al progetto.
A me pare che la Giunta si sia mossa con questa tecnica e questa impostazione. Il bilancio è un lavoro complesso se deve essere un progetto e non solo un compito di ragioneria. Il ritardò nella presentazione non è un sintomo di incapacità o di dubbi insoluti, ma è piuttosto sintomo di impegno e di responsabilità. Il bilancio deve servire a governare e deve essere un documento di gestione, di governo e di garanzia per un buon operare. Su questo filone la Giunta intende procedere.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Colgo qualche spunto dai rilievi espressi in aula. Già il collega Turbiglio ha illustrato il quadro entro il quale si muove la finanza regionale.
Aspetti particolari sono stati sempre sollevati alla Conferenza dei Presidenti delle Regioni soprattutto per quanto riguarda i tagli, la mancanza di autonomia impositiva, che purtroppo è naufragata anche per quest'anno, pur essendoci noi accostati con una certa risolutezza alla Conferenza bicamerale per gli affari regionali e avendo insistito in questa direzione.
Vi è anche l'ulteriore grosso tema delle reimpostazioni. Dovremo approfondire taluni aspetti. Lo Stato si sta riappropriando di funzioni e talvolta non dico scarica, perché sarebbe irriguardoso, ma delega delle competenze alle Regioni e cresce contemporaneamente il carico finanziario legato a questo tipo di interventi.
E' emblematico quanto leghino l'operato delle Regioni i disposti del D.P.R. n. 915 sul problema dei rifiuti tossico-nocivi delle discariche grosso argomento che sta sotterrando l'intero Piemonte. Viene attribuita con norme specifiche ai Sindaci e ,ai Presidenti delle Regioni la possibilità di emettere ordinanze urgenti e contingibili per rimuovere laddove esistono, pericoli incombenti senza avere dato una sola lira alle Regioni.
La stessa legge quadro dell'artigianato,che dovrebbe segnare la svolta entro la quale dovrebbe muoversi questa categoria interessantissima per la ricchezza di intuizione che ha nel nostro Piemonte, non ha la pur minima dotazione di carattere finanziario. I bisogni del Piemonte invece crescono in progressione geometrica. Un dato di riferimento può essere la richiesta che abbiamo inoltrato al FIO, non legata a fatti demagogici, ma a bisogni reali, per un importo globale di 1.500 miliardi per il 1986, somma che rappresenta l'intera disponibilità di tutta la nazione.
E' l'eterno discorso che abbiamo fatto più volte. E' vero che in questa Regione girano 5-6.000 miliardi, ma i due terzi di questi sono bloccati rigorosamente e assorbiti dal comparto sanitario. Noi invochiamo che quanto ci viene segnalato da Roma possa trovare in breve tempo attuazione e che ci si possa ancorare ad affidamenti nuovi in questo settore per cui, nelle zone nelle quali è difficile rinvenire la stretta militanza nel comparto sanitario piuttosto che in quello assistenziale, sia possibile stabilire degli scorrimenti in specie per quanto attiene al problema del mondo degli anziani. E' il discorso della coperta stretta che citavo l'anno scorso in riferimento al bilancio preventivo che, tirata da una parte e dall'altra lascia sempre qualcuno scoperto ed è il discorso che in parte può aver ritardato la presentazione del bilancio; dico in parte ritardato perché c'è una meccanica di rapporto con la presentazione concomitante del Piano di sviluppo per il quale gli investimenti sono stati ridotti a 135 miliardi di lire, costringendo ogni Assessorato ad un abbattimento attorno al 40% delle dotazioni intervenute per l'anno 1986. Lo rinvieremo nel tempo del dibattito sul bilancio. Dovremmo tentare di strappare per esempio allo Stato non l'arretramento delle Regioni a Statuto speciale, ma un avanzamento rispetto a quelle. Vivendo si confini della Valle d'Aosta ci sentiamo in continuità per taluni settori, quali ad esempio il turismo ed altri ancora, possiamo stabilire confronti, per noi impossibili, per raggiungere atti di dotazione e di conferimenti che non sono certamente raggiungibili. Il Trentino Alto Adige con 1.000.000 di abitanti dispone di 3.400 miliardi contro i 5.400 miliardi dei quali è dotato il Piemonte con 4.500.000 abitanti. Questi dati non sono trascurabili. E' un momento difficile per questa Regione e per le Regioni in senso globale.
Avverto anche i nostri limiti personali. L'incontro con l'aula, pur nell'affrettatezza del conferimento della documentazione, è rivolto anche al tentativo di cogliere dall'aula ogni animazione e sollecitazione attraverso la quale tentare di modificare i nostri atteggiamenti. Sono obiettive le condizioni entro le quali abbiamo scritto il bilancio di previsione e l'esercizio provvisorio, che dura appena due mesi così come è stato concordato e mi pare non crei contraccolpi di, sorta anche ad ogni ulteriore scelta che potrebbe essere sollecitata all'interno dell'aula consiliare.
Il bilancio che abbiamo presentato è aperto ad ogni tipo di apporto accetta ogni proposta migliorativa per tentare di offrire qualche cosa di serio alla comunità.
Pur con i noti limiti la nostra non vuole tanto essere la programmazione dei poveri (di fatto ci troviamo in questa curva) quanto la pianificazione della difesa dalla povertà. Riteniamo di compiere un grande sforzo avendo vissuto le molte emergenze che hanno accompagnato il 1986.
Per la parte relativa allo Stato abbiamo sollecitato un incontro aperto con il Ministro Goria per verificare talune poste, taluni interventi che appartengono ancora alle precedenti gestioni. E' un discorso in chiave di forzatura che vorremmo spendere sotto il profilo del tentativo. Così come il discorso delle reimpostazioni noi riteniamo debba essere offerto con più respiro di modo che se recuperi debbono essere fatti per portare ad equilibrio il bilancio questi devono essere fatti in un arco temporale di maggiore respiro comunque sostenibile per la Regione.
Quindi stiamo facendo di necessità virtù, limando, approfondendo correggendo, tentando di usare della fantasia nell'attesa di maggiori aperture finanziarie. E' stato frutto di fantasia quello che abbiamo portato in aula qualche mese fa, cioè di cogliere un certo tipo di presenza di spesa in conto capitale, trasformandolo in annualità di interessi distribuiti su un arco temporale piuttosto diffuso, per il quale noi riusciamo ad impegnare gli Enti locali in una spesa di circa 80 miliardi per opere di carattere pubblico con accesso alla Cassa Depositi e Prestiti.
Ma dal momento che ci stiamo avventurando su sentieri di relativa o grande difficoltà è indispensabile sollecitare la sinergia, le disponibilità delle molte energie che esistono sul territorio. Il Piemonte, Torino sono sedi di enormi gruppi imprenditoriali, di un rilevante mondo creditizio che oggi conduce una presenza rilevante anche al di fuori dei confini del Piemonte.
Dovremmo tentare di coordinare, senza apparire all'esterno in ricchezza di proposte con il denaro degli altri, ma sollecitando questo tipo di presenza per il ruolo che abbiamo di disciplina degli interventi che avvengono sul territorio.
Ripropongo il discorso della collegialità della Giunta. Il fatto che nel chiuso di un ambiente siamo stati costretti a limare, a ridurre, a sconfiggere la richiesta per far fronte al bisogno per tentare di dare delle risposte comporta un diverso modo di collocarsi di ogni singolo Assessore. Lo sto ripetendo dal primo giorno in cui siamo arrivati qui dentro. Il discorso degli Assessorati - Ministero non fa paura solo all'opposizione, ma fa paura a me e complessivamente alla Giunta. E' un discorso che vorremmo portare avanti da tempo nella significazione di una pulizia anche mentale, di una trasparenza propositiva, quella di chiedere alla gente che coloro i quali siedono al Governo, anche sotto il profilo singolo, non siano più giudicati per la somma dei beni che riescono ad erogare alla comunità ma per il tipo di presenza che offrono alla comunità per i principi e i valori ai quali si riferiscono e che incarnano nella vita quotidiana. L'Assessorato - Ministero mi pare che sia sconfiggibile e che la sconfitta passi attraverso questa strada, avvertendo la limitatezza della nostra posizione, il tentativo di fare giorno su giorno un piccolo percorso costruttivo di storia nel nostro Piemonte, anche di quella parte di storia che appartiene alle cose piccole e modeste.
Ieri abbiamo affrontato il discorso sul turismo. Speriamo che le leggi possano decollare entro la prima decade del mese di gennaio, ma è evidente che le difficoltà di carattere economico-finanziario possono apparire bloccanti. L'impianto della legislazione nel settore turistico è significativo di un grande desiderio di cambiare, di un modo per tentare di riordinare un assetto di costruzione dell'istituto regionale.
Non è neppure facile pensare di creare, dopo averlo licenziato con la legge, il comparto organizzato della protezione civile quando alle spalle possiamo ancorarci solo a dei legamenti di carattere teorico, al volontariato senza poter disciplinare i passaggi con congrue dotazioni di carattere finanziario.
Lo stesso discorso vale per il settore degli inquinamenti al quale mi sono riferito in apertura. Ritengo che al di là di ogni considerazione è stato coraggioso il gesto di intervenire con una legge che conferisce alle Province la competenza che naturalmente devono ricevere per risanare il settore. Fra le poche cose che possiamo avere fatto vorrei emblematicamente richiamare due aspetti: il tentativo di dare soppalco, ordine, costruzione al settore dello sport e del turismo e gli interventi nel settore degli inquinamenti.
La stessa legge n. 1 del 1986 di passaggio alle Province delle competenze nel settore dei trasporti non è una legge del tutto trascurabile così come mi auguro che possa non esserlo l'altra legge che vorremmo tentare di portare avanti per quanto attiene al decentramento delle attenzioni rivolte al settore dei beni ambientali.
Un'ultima riflessione ad alta voce. Non è tutto illuminante quanto appartiene alla nostra presenza in Regione, possiamo anche aver sbagliato e questo appartiene all'attività dell'uomo. Talvolta però ho l'impressione che non ci vengano date neppure delle attenuanti generiche, neppure l'accredito che per sbaglio possiamo magari averne fatta qualcuna giusta.
Qualcuno dice che questa Regione non c'è, altri dicono che è presente e che tenta di stabilire un diverso segnale nel rapporto con la società.
Spirito di giustizia mi fa però dire, alla vigilia del Natale, che cause ed effetti si incrociano, che non siamo all'anno zero della Regione e che non si può non tenere conto dell'esperienza maturata prima di oggi. Quindi non è tutto da buttare, tutto da rifare.
Ritengo che l'esperienza del passato debba essere tenuta nella più ampia considerazione e possa essere di per se stessa tentativo di sollecitazione a leggere in modo nuovo e moderno i bisogni della gente per tentare di darle una risposta moderna. Esisteranno i filtri di giudizio quelli che ha richiamato il collega Bontempi stamani, attraversati dal consenso dei cittadini che ci hanno delegato il servizio della comunità.
L'obiettività dei quali consentirà di distinguere tra la non reattività, la presunta abulia e un modo di proporsi che è legato a sottolineature di discrezione, di ricercare il punto di equilibrio tra i comportamenti, le motivazioni e gli effetti, non avendo mai dismesso la ricerca della mediazione tra le istanze e le disponibilità e tra le forze dei cinque partiti che sorreggono questo governo regionale, con animazioni e culture diverse anche se a me è stato dato di cogliere nella ricchezza di una proposta e acquisita amicizia un comune modo di sentire e di essere sensibili nella lettura dei bisogni delle popolazioni.
Rimasi colpito quando discutemmo la bozza di programma della Giunta regionale da un acuto intervento della collega Cernetti che fece questa considerazione ad alta voce: "I piani siderali nascondono il vuoto del presente". Ed ancora: "Mi accontenterei di governare il presente guardando al futuro". Ho avvertito il senso dei nostri limiti. Ho sentito un richiamo a camminare con i piedi per terra: è quello che stiamo cercando di fare.
Soprattutto è importante l'invito ad accostarci ai grandi temi del governo della comunità regionale senza arroganza, anzi, con molta umiltà.
Questa sera approveremo in Giunta il Piano di sviluppo (che conferiremo al Presidente del Consiglio nei prossimi giorni) e il Piano pluriennale di attività e spese accingendoci così al confronto con l'aula e con la società piemontese.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione del relativo articolato.
Art.1 "La Giunta regionale è autorizzata, ai sensi dell'art. 79 dello Statuto, ad esercitare provvisoriamente fino a quando non sia approvato per legge e non oltre il 28 febbraio 1987 il bilancio per l'anno finanziario 1987, secondo gli stati di previsione e le norme contenute nel relativo disegno di legge all'esame del Consiglio regionale, in conformità alla disciplina dettata dagli artt. 36 e 37 della legge regionale 29 dicembre 1981, n. 55 limitatamente ad un dodicesimo della spesa prevista da ciascun capitolo per ogni mese di esercizio provvisorio, ovvero nei limiti della maggiore spesa necessaria, ove si tratti di spese obbligatorie tassativamente regolate dalla legge e non suscettibili di impegno o di pagamento frazionati in dodicesimi".
Il Gruppo MSI-DN presenta il seguente emendamento: all'art. 1 sostituire l'espressione "limitatamente a 1/12 della spesa prevista da ciascun capitolo per ogni mese di esercizio provvisorio" come segue: "limitatamente a 1/12 delle spese correnti per ogni mese di esercizio provvisorio".
La parola al Consigliere Majorino che lo illustra.



MAJORINO Gaetano

Si tratta di evitare che si facciano spese di dodicesimi a fine gennaio e a fine febbraio con riferimento a spese di investimento e quindi anticipando delle scelte politiche che saranno da verificare quando si discuterà il bilancio.
C'è un precedente in questi termini che venne sollevato dal Consigliere Paganelli e venne accolto dall'allora Assessore Simonelli.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Turbiglio.



TURBIGLIO Antonio, Assessore al bilancio

La Giunta ritiene non sia accettabile per un motivo tecnico.
Ho verificato le possibilità che arriveranno in questi due mesi.
Intanto, nel mese di gennaio non ci sarà la possibilità di fare nulla, per abbiamo obbligazioni che riguardano anche spese di investimento che potrebbero comparire nei primi giorni di febbraio e noi non possiamo impegnarci adesso a lasciarle fuori.
Posso assicurare che è impegno della Giunta di non fare nessun intervento stravolgente perché l'esercizio provvisorio è stato chiesto dalla Giunta e limitato nel suo periodo da 4 a 2 mesi. Ci saranno tutte le possibilità per dibattere, discutere il tutto per cui al momento dell'approvazione il bilancio presentato oggi potrà essere effettivamente un bilancio accettato, se non da tutti, da quasi tutto il Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

Devo dire che non ho capito la posizione di rigida chiusura della Giunta.
E' stato citato opportunamente un dibattito in Consiglio nel quale la Giunta di allora ha ceduto ad un'esigenza che si riteneva non infondata.
Oggi abbiamo di fronte documenti di bilancio che nessun Consigliere in quest'aula ha potuto nemmeno esaminare.
Se questa esigenza c'era allora, a maggiore ragione mi pare ci sia oggi. E' un diritto di autotutela del Consiglio regionale. Nessuno sa come sono ripartiti i fondi, già scarsi, a disposizione della Regione e si dà un'autorizzazione in bianco ad utilizzarli.
Mi pare che in questo caso se la Giunta e la maggioranza non accedono all'emendamento si viene a ledere la facoltà del Consiglio di determinare gli indirizzi di spesa. Il Consiglio non sa praticamente nulla di quanto vota.
Quello che si chiede è una garanzia sulla gestione del bilancio oggi approvato a scatola chiusa e, come ricordava giustamente il Capogruppo Bontempi, forzando regolamenti e forse le stesse norme di legge che regolano la nostra contabilità e la formazione dei bilanci.
Per cui chiedo alla Giunta di rivedere la sua posizione altrimenti dobbiamo ribadire, dopo aver preso atto della dichiarazione fatta dal Presidente del Consiglio di voler tutelare i diritti dei Consiglieri nell'esercizio della loro attività che di fronte all'atteggiamento negativo della Giunta questa esigenza diventa di estrema urgenza. Noi come Gruppo faremo il possibile perché i diritti del Consiglio siano rispettati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Come già annunciato non partecipo alla votazione.



PRESIDENTE

Mi pare che l'emendamento sia stato chiarito in ogni suo aspetto.
Pongo in votazione per alzata di mano tale emendamento.
E' respinto con 17 voti favorevoli, 30 contrari ed 1 astenuto.
Pongo in votazione l'art. 1 nel testo originario.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti 52 votanti 51 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri non partecipa alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 1 è approvato.
Art. 2 "La presente legge regionale è dichiarata urgente ai sensi dell'art. 45 dello Statuto ed entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti 52 votanti 51 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri non partecipa alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 2 è approvato.
Passiamo alle dichiarazioni di voto.
La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, poche considerazioni per esprimere il voto favorevole del Gruppo socialista all'autorizzazione all'esercizio provvisorio.
Sarebbe stato anche per noi auspicabile che non si fosse andati all'esercizio provvisorio.
Gli interventi dell'Assessore Turbiglio e.del Presidente della Giunta hanno spiegato però quali sono le ragioni che ci costringono all'esercizio provvisorio.
Il Gruppo socialista si impegna a far si che al più presto possibile si vada alla discussione del piano pluriennale collegato al piano di sviluppo per avere quel raccordo al quale faceva riferimento l'Assessore Turbiglio.
E' sicuramente necessaria una riflessione e noi ci impegniamo di farla al più presto sugli aspetti che dovranno essere modificati per evitare le difficoltà nelle quali ci troviamo dopo quindici anni di vita regionale. Le Regioni in linea generale attraversano uno dei momenti più difficili della loro esistenza. Abbiamo avuto modo di avvertirlo già in altre occasioni e in altri interventi. Sono nuovo nel Consiglio regionale e potrei commettere qualche errore di valutazione, ma ho l'impressione non solo da oggi che siamo in una fase calante. E' necessario allora affrontare i problemi che si presentano.
Mi chiedo se sia il caso di utilizzare la sede della Conferenza delle Regioni per rilanciare la proposta di una Conferenza nazionale delle Regioni per discutere sul ruolo e sulle funzioni che le Regioni intendono assolvere nel sistema delle autonomie locali.
Siamo in una situazione difficile, da una parte avvertiamo lo stato di insoddisfazione degli Enti locali e dall'altra stiamo assistendo al riappropriarsi da parte delle strutture centrali dello Stato di contenuti riconosciuti formalmente alle Regioni.
Il piano di sviluppo, il bilancio, il piano pluriennale sono le sedi per queste riflessioni che riguardano i mezzi finanziari, le disponibilità il modo di procedere, le strutture con cui si amministra o, meglio, si governa. Forse occorre anche riflettere sul numero delle Commissioni di lavoro da parte della maggioranza ma anche da parte dell'istituto regionale stesso per consentire a ciascuno di svolgere la propria parte sia che si trovi a governare sia che si trovi all'opposizione. Sono d'accordo con il Presidente della Giunta quando richiama il dibattito sulla riorganizzazione del turismo in Piemonte. Il dibattito che non si è concluso ha per registrato una serie di perplessità anche da parte dei Gruppi facenti parte della maggioranza che hanno fatto sentire per la prima volta la loro posizione. E' il segno di una tendenza centrifuga che esiste anche a livello di esecutivo. Occorrerà valutare le vere ragioni e se sarà possibile ricondurle ad una proposta di carattere politico generale e ad un maggior coordinamento.
Il Gruppo socialista aveva già rilevato che dopo 17-18 mesi di lavoro era venuto il momento di fare una riflessione, una verifica di carattere politico - programmatico e di carattere strutturale. Si deve fare se si hanno a cuore gli interessi della collettività.
Mi sembra che fino ad oggi un notevole sforzo il Governo l' ha compiuto perché ha saputo portare avanti una politica in favore dell'esigenza di nuovo, che è andata profilandosi nella società. Forse si apre una nuova fase. Ci siamo resi conto che occorre dare delle risposte e alzare il tiro e queste esigenze debbono essere raccordate con gli sforzi che si compiono.
Si dice che la maggioranza non c'è e che la Giunta non c'è. Mi sembra troppo riduttivo. Semmai, come è già stato detto, e sono d'accordo anch'io occorrerà definire il ruolo della Regione non già per salvaguardare le posizioni della maggioranza, alla quale abbiamo assicurato il nostro impegno, ma per quanto riguarda la Regione nel suo insieme. Non siamo soddisfatti del modo in cui stanno andando le cose in linea generale.
E' necessario alzare il livello di impegno e di partecipazione e avremo modo di verificarlo anche in tema di nucleare.
L'Assessore Maccari ha illustrato ieri a grandi linee una proposta nella quale sono contenuti anche elementi che denotano una chiara e precisa insoddisfazione per quanto riguarda il ruolo della Regione in questo campo.
Siamo pienamente d'accordo.



STAGLIANO' Gregorio Igor

E' un matrimonio scombinato.



ROSSA Angelo

I matrimoni si fanno e si sciolgono nel momento in cui si verifica che non è più possibile realizzare quelle intese e questo vale nella vita privata come nella vita pubblica e politica.
Si è parlato del ruolo dell'assemblea dei Sindaci. Non mi stancherò mai di dirlo, signor Presidente e colleghi, non perché sono qui, perché ieri avevo una posizione e oggi ne ho un'altra. Ciascun ente deve avere la sua dignità e il suo ruolo. Si perde la credibilità quando non si ha un proprio ruolo da svolgere.
La Regione non ha un ruolo da svolgere e va perdendo credibilità nei confronti degli Enti locali e nei confronti dello Stato. Ecco allora la necessità di una Conferenza delle Regioni per stabilire le cose da fare e il ruolo che le Regioni devono svolgere nel processo delle deleghe.
Consentitemi di riprendere un discorso che è stato al centro di una polemica e di un confronto sincero il cui obiettivo e bersaglio era il mio amico e collega Maccari. Si è detto che andrebbe a lavorare soltanto due ore al giorno all'urbanistica. E' troppo poco. Ma ho avuto l'impressione che il confronto fosse "spondato": Marchini ha spondato Bontempi e Bontempi ha potuto fare quell'affermazione. Sono problemi ai quali è giusto dare una risposta, ma richiedono anche una procedura.
Ho letto anch'io il comunicato fatto a seguito dell'incontro del Sindaco di Alessandria e del Gruppo comunista. Al di là delle procedure, è venuto il momento di chiederci se il Presidente della Giunta o il Presidente del Consiglio per andare in Regione deve chiedere permesso a qualcuno o se invece ritiene di essere in un territorio libero in cui pu circolare senza chiedere permesso. E' chiaro che se si va in Provincia o in Comune si chiede il permesso al Presidente della Provincia o al Sindaco.
Sarà un problema da vedere. E' legato all'assemblea dei Sindaci? Da chi dipende il personale e la segreteria? Anche l'area socialista ha avuto un incontro con il Comune di Alessandria.
Consentitemi di spendere una parola a favore della Giunta e del Sindaco di Alessandria, mio collega di Partito.
Bisogna leggere il segnale che il Sindaco di Alessandria ha mandato alla Regione; certo Alessandria non è né Atene dell'antica Grecia n Sparta. Non vuole essere il palladio della democrazia. Bisogna però leggere queste cose nei rapporti tra Regione ed Enti locali; il Comune si sente tagliato fuori dalla Regione e il suo rapporto è diretto con Roma capitale perché ottiene più facilmente udienza a Roma che non a Torino; sta nascendo un asse preferenziale Regione - Province mentre per i Comuni l'unica alternativa è quella di Roma. Le Province poi avvertendo questo asse preferenziale, giustamente pongono il problema in termini di rapporto di parità. Mi riferisco alla Provincia di Alessandria che lamenta un non adeguato funzionamento dei laboratori di analisi e che il personale del Comprensorio più volte richiesto non è mai stato utilizzato per le questioni che riguardano l'ecologia.
Signori Consiglieri, sono queste le cose che si avvertono. Non so se voi le avvertite qui nel grande polo della metropoli di Torino.
Cerchiamo di fare tesoro delle osservazioni e delle critiche fatte in questo dibattito. Noi crediamo di aver dato un contributo significativo ed importante. E' una prima fase che ha bisogno di aggiustamenti per superare lo stallo generale in cui si trovano le Regioni. Occorre correggere il tiro e cogliere il significato del movimento in atto nella società piemontese.
Mi auguro che il 1987 segni l'inizio di una svolta per le Regioni altrimenti sarebbero inarrestabilmente votate alla sconfitta.
Noi socialisti siamo degli autonomisti e dei regionalisti convinti dopo l'approvazione dell'esercizio provvisorio per rilanciare il discorso del rafforzamento del sistema democratico e repubblicano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Mi pare di poter tranquillamente trarre una constatazione. La strada del dialogo per intendersi è ancora molto lunga. Alcune repliche hanno travisato il nostro ragionamento, ci sono stati attacchi ingenerosi ed ingiusti nei confronti del nostro Gruppo. Difendo il nostro modo di muoverci perché siamo un pezzo di istituzione e il dialogo con le altre istituzioni e gli altri soggetti lo vogliamo e non lo facciamo in maniera traversa, ma mandando una lettera firmata da me e indirizzata al Sindaco dove chiediamo agli amministratori se vogliono incontrare il Gruppo comunista che vuole capire i loro problemi. Quindi ci muoviamo con il massimo rispetto istituzionale.
Le repliche dell'Assessore Turbiglio e del Presidente Beltrami hanno parlato delle difficoltà di bilancio. La strada per intendersi è lunga ma il mio intervento penso abbia avuto lo spessore della comprensione delle difficoltà. Accusavo invece la mancanza di risultati non rispetto alle difficoltà, ma rispetto alla non volontà di affrontare le difficoltà nella maniera giusta.
Quindi la strada è lunga e la conclusione dell'anno non è allegra, è amara e un po' triste.
Occorre davvero passare dalle parole ai fatti. Oggi in due o tre occasioni abbiamo evitato un fatto politico che avrebbe avuto molte motivazioni. Ce l' hanno detto addirittura alcuni rappresentanti della maggioranza. Non abbiamo ritenuto di doverlo fare ma, visto che arriveremo alla fine dei 60 mesi senza che si sia realizzato nessun dialogo, noi passeremo a comportamenti che segnino, almeno sul piano del rispetto dei regolamenti e anche delle forme, il nostro giudizio. Pensavo di avere un'altra accoglienza; pensavo che, al di là delle difese su certi punti sempre giuste ed opportune, in realtà si concludesse questa fase, che ha sanzionato un grande malessere, con una riflessione.
Il Consigliere Rossa ha proposto per la seconda volta una verifica politica e programmatica. Non so se questa verifica la farete. Accadono molti fatti che dicono che si è aperta una fase di questo genere e il Gruppo socialista per la seconda volta pone la questione senza stabilire le regole.
Se non si fa una riflessione rapida e se quello che abbiamo detto non viene tenuto presente per quello che ha di vero, sarà difficile proporre nuovi appuntamenti. Manca il tempo e gli appuntamenti che non vengono centrati non possono essere sostituiti.
Il nostro voto al bilancio è negativo. Non possiamo sanzionare un giudizio sulla manovra di bilancio perché non la conosciamo, come diceva il Consigliere Biazzi.
Il nostro atteggiamento politico è motivato. Dopo 20 mesi continuate ad usare la carta di "quello che abbiamo lasciato noi" ma al di là del merito (non credo che abbiamo lasciato solo cose pesanti) quella carta è consunta e dimostra impotenza e una testa che guarda soltanto all'indietro.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'intero testo di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti 53 votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri non partecipa alla votazione 1 Consigliere.
L'intero testo di legge è approvato.


Argomento: Pari opportunità

Esame ordine del giorno sulle pari opportunità tra uomo e donna


PRESIDENTE

E' stato presentato il seguente ordine del giorno che recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte sottolineata la necessità di garantire per il 1987 il finanziamento della legge regionale n. 46/1986 'Commissione regionale per la realizzazione delle pari opportunità tra uomo e donna e rilevato che nella proposta di bilancio per il 1987 presentata dalla Giunta regionale e sulla quale si autorizza l'esercizio provvisorio non esistono stanziamenti sul capitolo apposito impegna la Giunta regionale ad adottare la necessaria delibera di variazione del bilancio per integrare il capitolo n. 2340 istituito in applicazione della L.R. 46/1986 con uno stanziamento di L. 100 milioni".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 53 Consiglieri presenti.


Argomento: Spettacoli: teatro, musica, cinema, danza

Esame ordine del giorno relativo al sistema automatico computerizzato per ipertermia


PRESIDENTE

E' stato presentato un ordine del giorno relativo al sistema automatico computerizzato per ipertermia.
La parola all'Assessore Olivieri.



OLIVIERI Aldo, Assessore alla sanità

Mentre mi dichiaro assolutamente a favore dell'ordine del giorno, mi devo dispiacere che su certi aspetti vengano propagate notizie sui giornali che sono malintese dalla gente perché creano speranze o delusioni. Numerose telefonate sono giunte proprio oggi su questo problema. Esorterei perciò a fare attenzione. Mentre i ricercatori sono estremamente prudenti, perché da anni lavorano, non si lamentano e non dicono niente, altri dovrebbero avere il fair play di fare altrettanto.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte mentre a vari livelli nazionali si stanno discutendo le politiche aeronautiche e spaziali con l'avvio della legge di sostegno all'industria aeronautica e con l'esame delle proposte di Agenzia spaziale e di un effettivo coordinamento del settore ravvisata nell'avviata esperienza torinese del 'sistema automatico computerizzato per ipertermia', realizzato in collaborazione tra l'Aeritalia e l'Università di Torino - Istituto di Radiologia, e che già ha applicazione pratica nella cura dei tumori, un'importante ricaduta civile e sanitaria dell'industria aereonautica e spaziale considerato che tale sistema mentre ha destato vivo interesse in tutte le Regioni d'Italia incontra difficoltà e limiti finanziari alla sua diffusione fa voti perché i Ministri interessati nel predisporre piani di intervento nel settore aeronautico e spaziale tengano in debito conto l'importante riflesso sanitario che il settore può avere destinando ad esso il necessario sostegno finanziario impegna la Giunta a sostenere con i mezzi a propria disposizione il potenziamento della collaborazione tra i medici dell'Ospedale Molinette di Torino ed i tecnici dell'Aeritalia, avviato sin dal 1979, per il miglioramento del trattamento dell'ipertermia radiologica da cui, sotto opportuni controlli pubblici e attraverso il coinvolgimento consapevole del paziente, potrebbe trarre giovamento la lotta contro alcune forme di tumore maligno, a beneficio degli ammalati della nostra Regione".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 53 Consiglieri presenti.


Argomento: Nomine

Nomine


PRESIDENTE

In merito al punto 12) all'o.d.g. vengono effettuate le seguenti nomine: Comitato di Controllo sulle Province (art. 55 L. 10/12/1953 n. 62 e L.R.
18/8/1976, n. 42). Nomina di un esperto in materia sanitaria.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Carmine Macchione.
Comitato Regionale di Sanità ed Assistenza (art. 3 L.R. 4/7/1984 n. 30 modificata dall'art. 1 della L.R. n. 20/85. Nomina di un esperto.
E' stato svolto lo scrutino delle schede. Proclamo eletto il signor Francesco Goria.
Finpiemonte (art. 8, L.R. n. 8/76, art. 19, Statuto relativo). Consiglio di Amministrazione. Nomina di un rappresentante in sostituzione del signor Rambaudi.
E' stato svolto lo scrutino delle schede. Proclamo eletto il signor Giorgio Frignani.
Pongo in votazione l'immediata esecutività della presente deliberazione, ai sensi dall'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'immediata esecutività è approvata all'unanimità dei 47 Consiglieri presenti.


Argomento: Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 123: "Istituzione del Parco naturale del Monte Fenera" (rinvio)


PRESIDENTE

In merito al progetto di legge n. 123: "Istituzione del Parco naturale del Monte Fenera" chiede di parlare il Consigliere Nerviani. Ne ha facoltà.



NERVIANI Enrico

Il provvedimento è stato esaminato nella II e nella VII Commissione.
Dopo tale esame, come Gruppo non abbiamo avuto tempo di esaminarlo. Poich il provvedimento ha assunto aspetti nuovi rispetto al passato, chiediamo di esaminarlo con tranquillità nella prima seduta di gennaio.



PRESIDENTE

Vi comunico che è regolarmente iscritto all'o.d.g. I Presidenti dei Gruppi possono decidere o meno lo slittamento al mese di gennaio.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 14,45)



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