Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.67 del 04/12/86 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione del Consigliere Reburdo inerente la genuinità degli alimenti


PRESIDENTE

La seduta è aperta In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interrogazione del Consigliere Reburdo inerente il problema della genuinità degli alimenti.
La parola all'Assessore Olivieri.
OLIVIERI, Assessore alla sanità Signor Presidente, colleghi Consiglieri, con il mese di maggio 1985 era stato avviato un sistema di rilevazione dati nel settore dell'igiene dell'alimentazione.
I mesi di maggio e giugno 1985 sono stati mesi di rodaggio e pertanto i dati pervenuti erano parziali.
1) Invece da luglio '85 si è potuto avere un quadro più significativo circa l'attività di vigilanza nel settore dell'igiene degli alimenti.
Globalmente nel secondo semestre 1985 i Servizi Igiene Pubblica delle Unità Socio-Sanitarie Locali hanno effettuato 33.441 ispezioni in esercizi commerciali di generi alimentari o depositi all'ingrosso o centri di produzione. Durante tali ispezioni sono state elevate 1.159 contravvenzioni.
Invece nel primo semestre 1986 sono state effettuate 29.530 ispezioni e sono state elevate 607 contravvenzioni.
Dalle tabelle riepilogative, che saranno consegnate all'interrogante si possono trarre alcune considerazioni: a) alcune Unità Socio-Sanitarie Locali nonostante numerosi solleciti non hanno mai fornito risposta b) vi è la tendenza ad ispezionare più gli esercizi al dettaglio che i luoghi di produzione.
2) Per quanto riguarda i prelievi si comunica che nel secondo semestre 1985 sono stati effettuati 3.287 prelievi di generi alimentarie che nel secondo semestre 1985 ne sono stati effettuati 6.163. L'enorme differenza tra questi due dati è determinata dal fatto che nel primo semestre 1986 sono stati effettuati notevoli prelievi di vini a seguito della nota vicenda del metanolo.
3) Il personale dei S.I.P. delle Unità Socio-Sanitarie Locali adibito a mansioni di controlla e vigilanza assomma a n. 199 medici e a n. 390 operatori tecnici.
Tale personale riveste la qualifica di ufficiale di Polizia giudiziaria ai sensi dell'art. 221 C.P.P. e pertanto può accedere ai locali di produzione, deposito e vendita di generi alimentari.
Si precisa che detto personale è altresì adibito a svolgere attività di prevenzione e controllo nel settore dell'igiene dell'ambiente.
4) Le singole Unità Socio-Sanitarie Locali hanno programmato i loro interventi nel settore dell'igiene degli alimenti tramite i programmi di attività e spesa.
5) La Regione si fece promotrice nel 1984 di una indagine mirata per l'analisi di prodotti di largo consumo e di prodotti a rischio. Vi fu purtroppo una forte opposizione da parte di diverse Unità Socio-Sanitarie Locali che rivendicavano la propria autonomia nel decidere gli interventi sul proprio territorio.
Attualmente sono in fase di stesura tre importanti documenti per l'intera organizzazione del settore: a) regolamento tipo d'igiene b) bozza di d.d.l. sull' organizzazione dei servizi di vigilanza c) bozza di d.d.l. sull'organizzazione dei L.S.P. (uno è già stato presentato in V Commissione).
6) I contatti con le Associazioni di categoria sono tramite l'Assessorato alla sanità e tramite i competenti uffici in modo informale e più precisamente non esistono Commissioni di lavoro formalizzate.
I rapporti con i Sindacati e con le Associazioni dei consumatori sono tenuti tramite la Consulta regionale per la tutela dei consumatori e nell'ultimo anno si sono già svolti due importanti convegni che hanno avuto come tema, l'uno "Gli organi di vigilanza" e l'altro "La responsabilità penale dei produttori".
Infine, come considerazione finale, posso affermare che il trapasso dal vecchio al nuovo non è stato indolore e che solo con appropriati strumenti legislativi si potrà far decollare il settore dell'igiene degli alimenti e delle bevande, in un'ottica più moderna non legata a ristrettissimi ambiti territoriali.
Sono a disposizione del Consigliere Reburdo tutti i dati richiesti.
Come ho già detto, in V Commissione è stata portata la bozza del d.d.l.
che ritengo molto interessante perché l'esame della Commissione, che coinvolge anche l'Assessorato all'agricoltura e fondamentalmente quello all'ecologia, permetterà di coordinare più compiutamente gli interventi in questi campi che sono estremamente embricati e soprattutto permetterà di intervenire, sempre tramite le Unità Socio-Sanitarie Locali, sui punti di maggior rilievo che, come è stato detto nella risposta all'interrogante spesso vengono tenuti in scarsa considerazione dalle Unità Socio-Sanitarie Locali le quali, per parecchie ragioni che qui non sto a testimoniare hanno maggiori disponibilità a esercitare mansioni di vigilanza sul piccolo esercizio che spesso non è altro che l'ultimo anello di una catena che comincia molto prima.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reburdo.
REBURDO Signor Presidente, colleghi Consiglieri, avevo presentato questa interrogazione perché avevo la sensazione non solo che ci fosse una certa difficoltà da parte di molte Unità Socio-Sanitarie Locali a svolgere un ruolo responsabile di fronte a un problema così complesso, ma anche perch come ha detto l'Assessore - ritenevo che le Unità Socio-Sanitarie Locali fossero più portate a incentivare il controllo a valle piuttosto che avviare delle ricerche ai livelli di produzione e di trasformazione.
Prego l'Assessore di farmi avere copia scritta della risposta perch vorrei riflettere sui dati in essa contenuti che da un lato confermano questa situazione, dall'altro sollecitano un'azione di indirizzo generale.
Il controllo fatto dalle Unità Socio-Sanitarie Locali fa emergere dei vuoti abbastanza preoccupanti, si rende quindi indispensabile una politica di indirizzo regionale che solleciti, obblighi, crei le condizioni affinché le Unità Socio-Sanitarie Locali non possano sfuggire alle loro responsabilità di fronte a una materia come questa.
Ringrazio l'Assessore e mi riservo, sulla base dei dati forniti, di fare ulteriori approfondimenti.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Interpellanza del Consigliere Pezzana inerente l'inceneritore delle Molinette


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interpellanza del Consigliere Pezzana inerente l'inceneritore delle Molinette.
La parola all'Assessore Maccari.
MACCARI, Assessore alla tutela ambientale In relazione all'interpellanza del Consigliere Pezzana inerente l'inceneritore delle Molinette è da rilevare che per quanto attiene le competenze ascrivibili all'applicazione del D.P.R. n. 915/82 di nostra competenza, è stata posta all'attenzione del Consiglio regionale la procedura alla quale le Province dovranno attenersi al fine di procedere al rilascio delle autorizzazioni definitive, ex art. 6 del D.P.R. n. 915/1982 successivamente a quelle provvisorie ex art. 31 del citato D.P.R.
Elemento centrale di tale procedura è la verifica tecnica del rispetto delle disposizioni contenute nelle norme statali attuative del D.P.R.
915/1982 (deliberazione del 27.7.1984).
Si consideri altresì il fatto che questo Assessorato, con quello alla sanità, sta predisponendo il piano regionale per lo smaltimento dei rifiuti ospedalieri e che in tale contesto si stanno delineando alcune linee programmatiche. Tali linee programmatiche saranno contenute anche nel prossimo piano di sviluppo ed in base ad esse si sono auspicate soluzioni ottimali al problema, come ad esempio l'installazione di pochi impianti di incenerimento dei rifiuti in questione di adeguate dimensioni in modo da garantirne una corretta gestione.
Ne consegue un quadro che presenta aspetti contraddittori laddove da un lato si richiede agli impianti esistenti un adeguamento alle prescrizioni tecniche contenute nelle disposizioni statali entro il 31.12.86 e dall'altro si prospettano soluzioni operative che richiedono tempi congrui per la loro attuazione e che comporteranno la chiusura di molti impianti.
In ogni caso la Giunta sarà in grado di poter dare informazioni entro breve tempo dei risultati del gruppo di lavoro interassessorile che si sta occupando del Piano di smaltimento dei rifiuti ospedalieri.
In relazione allo spirito che contraddistingue alcuni rilievi formulati nell'interpellanza, e soprattutto in ordine ai collegamenti esistenti tra applicazione del D.P.R. 915/82 e conseguente contenuto prescrittivo delle autorizzazioni che da esso derivano e in seguito ad applicazione della Legge 615 in materia di emissioni in atmosfera (che sono espressamente escluse dall'ambito applicativo del D.P.R. citato), si fa presente che questa Amministrazione ha inteso chiarire i propri criteri interpretativi della normativa suddetta attraverso la circolare n. 14/ECO del 29.7.86.
Dal suddetto documento emerge con chiarezza che l'autorizzazione ex D.P.R. n. 915/82 è da considerarsi un atto necessario, ma non sufficiente affinché un'attività di smaltimento di rifiuti possa svolgersi correttamente.
In merito quindi a passibili integrazioni delle autorizzazioni rilasciate ai sensi del D.P.R. n. 915/82, da parte della Provincia competente dal 31.7.86, occorre che la stessa valuti con attenzione la portata e l'ampiezza dell'autorizzazione prevista dal citato D.P.R., nonch compiti ed obblighi facenti capo ad altri Enti (in particolare il Comune in materia igienico-sanitaria ed in sede applicativa della citata Legge 615).
Si.rileva comunque che è stata inserita nel piano FIO del 1986 anche la richiesta per finanziare lavori per l'Ospedale Maggiore delle Molinette comprensivi della ristrutturazione dell'inceneritore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.
PEZZANA Non posso dichiararmi soddisfatto della risposta dell'Assessore Maccari. L'interrogazione urgente era datata 13 giugno, e la risposta arriva a metà dicembre, su un problema che riguarda tutto il discorso dello smaltimento dei rifiuti in Piemonte e che aveva anche un riferimento specifico. Era riferita all'ospedale Molinette, quindi si trattava di un episodio da collocarsi, con dei contorni ben precisi che richiedeva una risposta altrettanto precisa.
Se penso alla corrispondenza che c'è stata fra l'Assessore Olivieri e il dott. Salerno dell'Unità Socio-Sanitaria Locale, devo dire che la risposta datami dall'Assessore Maccari in questo momento è perlomeno evasiva, perché tratta di un problema generale rinviando, come d'altra parte è abitudine dell'Assessore Maccari, alle competenze che passeranno poi alle Province, quindi rifiutandosi di affrontarlo concretamente.
Qual è il problema delle Molinette e dell'inceneritore? E' che da anni l'inceneritore sparge la cosiddetta "neve nera" sugli abitanti della zona intorno all'ospedale e che nonostante le numerose proteste dei cittadini che hanno dovuto e devono ancora sopportare questo tipo di respirazione artificiale, la Regione si limita semplicemente a dire che la competenza passerà alle Province e poi si vedrà.
Ma c'è un aspetto molto più importante che vorrei sottolineare, anche se so che non servirà a nulla. Si tratta di una lettera del Vicecapo Ripartizione tecnica dell'ospedale Molinette il quale, rispondendo a Salerno e quindi indirettamente anche alla sollecitazione dell'Assessore Olivieri, forniva date indicative per la messa a punto dell'inceneritore.
In questa lettera si diceva che il montaggio doveva essere fatto entro il 20 settembre; nei successivi dieci giorni, quindi entro il 30 settembre si sarebbe provveduto alla messa a punto delle regolazioni, e nei primi giorni di ottobre sarebbe stato possibile effettuare i primi cicli di incenerimento col nuovo sistema. Tutto questo non ha trovato riscontro nella risposta che l'Assessore mi ha dato quindi, per quanto riguarda la preoccupazione degli abitanti della zona, la risposta è evasiva.
Mi chiedo quale funzione debba avere la Regione, anche se non sarà direttamente coinvolta dal 31.12 in poi, nella gestione delle Unità Socio Sanitarie Locali Mi chiedo se le Unità Socio-Sanitarie Locali, affidabili come tutti noi sappiamo, possano continuare in questo gioco di rimbalzo prima con noi e dopo il 1°gennaio con le Province per quanto riguarda la salute dei cittadini.
L'inceneritore è tuttora in funzione come lo era precedentemente; è stata pubblicata su "La Stampa" di ieri mattina la lettera di un signore che evidentemente abita vicino all'ospedale, tale Enrico Liaci, il quale ha scritto a "Specchio dei tempi" lamentando che l'inceneritore continua a funzionare esattamente come prima, cioè non funzionando. Questo in barba al Vicecapo Ripartizione tecnica, signor Livio Calorio, al quale forse la Regione potrebbe chiedere il perché del tenore di certe sue lettere.
L'Assessore Maccari e l'Assessore Olivieri dovrebbero chiedersi se è giusto che un problema così drammatico come quello dell'inceneritore delle Molinette possa essere semplicemente demandato a responsabilità di altre istituzioni e con questo lavarsene bellamente le mani.
Ancora una volta non mi sembra un buon modo di procedere. Mi ritengo con profonda delusione, ancora insoddisfatto.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati - Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Interrogazioni del Consigliere Staglianò e dei Consiglieri Bontempi Calligaro, Dameri e Acotto e interpellanze del Consigliere Ala e dei Consiglieri Valeri e Bontempi, inerenti l'incidente alla Sorin di Saluggia


PRESIDENTE

Passiamo all'esame delle interrogazioni e delle interpellanze inerenti l'incidente alla Sorin di Saluggia.
Risponde a tutte l'Assessore Olivieri.
OLIVIERI, Assessore alla sanità Durante le operazioni di ricarica di una apparecchiatura per mammografia con sorgente di cobalto 60, a seguito di un incidente (sfregamento della pastiglia di cobalto con una superficie metallica) nella ditta Sorin Biomedica di Saluggia, il giorno 23 ottobre si è verificata una diffusa contaminazione radioattiva.
L'operazione di ricarica iniziata alle ore 10,30 era condotta in una cella schermata situata all'interna del locale spedizioni dei colli radioattivi. Alle ore 12,30 circa le apparecchiature di rilevamento hanno registrato livelli di radioattività superiori a quelli presenti normalmente nei locali. Alle ore 13,00 i tecnici del servizio interno di fisica sanitaria, accertata la presenza di contaminazione superficiale nei pressi della cella, hanno bloccato l'accesso al locale spedizioni; tale ora coincideva con l'inizio dell'intervallo.
Nel frattempo i tecnici dell'azienda provvedevano a estendere i rilevamenti anche agli uffici adiacenti, in cui si riscontravano tracce di contaminazione, nonché nei laboratori radiofarmaci ave opera personale professionalmente esposto, in zona controllata, dotato di adeguati mezzi di protezione individuale (camice e soprascarpe); in quei locali di riscontrava una contaminazione estesa con valori nei limiti ammissibili.
Nel pomeriggio l'azienda decideva di allontanare il personale dai laboratori radiofarmaci. Il personale in, uscita dall'azienda venne sottoposto a controllo e si accertarono tracce puntiformi di contaminazione sotto le scarpe.
L'azienda inizia quindi una prima fase di decontaminazione allo scopo di radio proteggere la zona nonché di eliminare l'inquinamento da polvere radioattiva negli ambienti adibiti alla produzione di radiofarmaci.
Verso le ore 17,00 il Consiglio di fabbrica avvisa la Unità Socio Sanitaria Locale n. 39 di Chivasso, competente territorialmente dell'incidente avvenuto. La Unità Socio-Sanitaria Locale n. 39, non appena ricevuta tale notizia, immediatamente ha.spedito un fonogramma alla ditta Sorin chiedendo se corrispondeva a verità la notizia dell'incidente e l'entità dello stesso. In serata i tecnici dell'azienda provvedevano ad isolare la cella in cui era avvenuto l'incidente e la sala spedizioni sigillando le porte al fine di evitare ogni altra contaminazione.
L'azienda provvedeva di seguito ad una seconda fase di rilevazione e di decontaminazione nonché a misure su campioni di muco nasale prelevati agli operatori addetti alla cella. Tali operazioni portarono ad escludere là contaminazione negli uffici e la presenza di una piccola contaminazione nei laboratori radiofarmaci.
Il giorno 24 ottobre, l'azienda procede con il suo personale ad ulteriore decontaminazione nei laboratori radiofarmaci e, d'intesa con il medico autorizzato, programma una fase di controlli sanitari sul personale.
Nella tarda mattinata, finalmente, anche la Regione è informata dell'evento accaduto. Scatta a questo punto l'intervento degli Enti pubblici; si incarica la Sezione fisica del Laboratorio di Sanità pubblica della Unità Socio-Sanitaria Locale n. 40 di effettuare rilievi ambientali alfine di verificare l'entità della contaminazione e nel contempo ho incaricato i funzionari del mio Assessorato, Acquafresca Giuseppe e Pagliasotto Maurizio, di recarsi presso le ditte in oggetto allo scopo di avere tutte le informazioni necessarie sull'accaduto onde potere, se il caso, predisporre a livello centrale le opportune iniziative di radio protezione per la popolazione interessata.
Verso le ore 19 sono stato informato dai funzionari regionali della meccanica dell'incidente, del numero dei lavoratori interessati e delle iniziative intraprese dalla azienda oltreché degli accertamenti avviati nel pomeriggio dalle Unità Socio-Sanitarie Locali n. 39 e n. 40.
Nella tarda serata è arrivata a Saluggia la Commissione della Protezione civile, la quale viene messa al corrente della situazione di fatto. Gli accertamenti delle Unità Socio-Sanitarie Locali sono continuati per tutta la giornata di sabato 25 ottobre; nella stessa giornata l'azienda esegue una ulteriore decontaminazione. Si svolge una riunione tra i tecnici della azienda, i tecnici della Unità Socio-Sanitaria Locale n. 40 e la Commissione nella quale si valutano i risultati in possesso delle tre parti; tale valutazione evidenzia che i dati riscontrati concordano.
Lunedì 27 ottobre riprende la normale attività dell'azienda che provvede ad eseguire su sei lavoratori (gli esposti a più alto rischio, sia gli addetti alla cella, sia quelli che hanno partecipato alla decontaminazione) misure al Whole Body Center del Centro Euratom di Ispra.
I risultati di tali misure indicano che tale personale ha assorbito una quantità di radioattività compresa fra lo 0,1% e 1'l% del limite annuale stabilito per il cobalto 60 dalle raccomandazioni Euratom e dall'I.C.R.P.
30 per i lavoratori esposti. Nella stessa giornata sono pervenuti all'Assessorato le relazioni dell'Unità Socio-Sanitaria Locale n. 40 e dell'ENEA di Saluggia; entrambe concordavano che: i valori di contaminazione superficiale rilevati nei vani adiacenti al locale sigillato dall'azienda variavano tra 10 elevato alla -5 e 2.10 elevato alla -4 nanocuries per centimetro quadrato e che tali valori di contaminazione sono di solito accettati in zone controllate i controlli effettuati all'interno e all'esterno del muro di cinta dell'azienda su campioni di terra, erba ed aghi di pino, non indicavano presenza di cobalto 60.
Martedì 28 ottobre il Ministero della Sanità, Direzione Generale Servizio Farmaceutico, con telex inviato alla ditta Sorin, imponeva alla medesima di sospendere l'attività di produzione di radiofarmaci. Il giorno 29 ottobre il Ministero della Sanità, Direzione Generale Servizio Farmaceutico, con proprio telex autorizzava l'azienda a riprendere la produzione di radiofarmaci. A tutt'oggi l'Assessorato alla sanità segue con molta attenzione le indagini che sono ancora in corso da parte delle Unità Socio-Sanitarie Locali di Chivasso e di Ivrea - Sezione fisica del Laboratorio di Sanità Pubblica - al fine di accertare compiutamente cause ed effetti sui lavoratori, nonché eventuali omissioni e/o responsabilità.
A parte questi dati, che sono anche abbastanza noiosi, per quanto attiene la sorgente di contaminazione, la pastiglia incriminata era in realtà una pastiglia la cui dose di cobalto corrisponde a circa un centesimo di quella di una bomba al cobalto per radioterapia e a un millesimo di quelle che vengono usate in Lombardia e in Emilia Romagna per la sterilizzazione con raggi gamma (cipolle, patate e altre verdure) onde evitare una germinazione.
Per quanto attiene l'altra parte delle interrogazioni, che faceva cenno a lavorazioni di tipo microbiologico estremamente pericolose, possiamo rispondere che in realtà si tratta di produzioni di tipo abbastanza comune anche se estremamente delicate, in particolare riguardano la produzione di materiale diagnostico per quanto attiene la rosolia, per quanto attiene l'AIDS ed altre malattie di tipo infettivo, oppure in campo di diagnostica tumorale.
Per quanto riguarda la rosolia si lavora su virus vivi, per quanto riguarda l'AIDS si lavora invece su materiale che è già stato trattato e quindi non vitale.
Per eliminare ogni ombra di dubbio sulle misure sia di protezione dal punto di vista radiante, sia dal punto di vista microbiologico, ho proposto un decreto che è già stato firmato dal Presidente della Giunta in cui viene nominata una Commissione di Ispezione che verifichi direttamente a livello della Sorin quali sono le lavorazioni in atto e se tutte le norme di tutela dei lavoratori all'interno della Sorin stessa siano salvaguardate.
Nel complesso possiamo dire che l'incidente intervenuto è legato al tipo di lavorazione che avviene in queste circostanze ed è di modestissima gravità. Piuttosto è da ritenere che vi sia stata una sottovalutazione sul piano psicologico da parte dell'azienda, il che è abbastanza grave, la quale non ha ritenuto di informare con tempestività gli organi preposti alla tutela della salute pubblica, in particolare le Unità Socio-Sanitarie Locali e la Regione. Ed è appunto anche per queste ragioni che noi abbiamo preso l'iniziativa di, nominare la Commissione di inchiesta. Molte volte non è tanto la quantità del danno che preoccupa, quanto la qualità del danno. Potrebbero verificarsi incidenti di maggiore rilevanza, quindi deve maturare l'abitudine mentale a far si che quando succede qualche cosa sia data immediata e tempestiva comunicazione onde si possano mettere in atto tutti i dispositivi per gli accertamenti ed eventualmente per gli interventi di tipo operativo



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valeri.
VALERI Ringraziamo l'Assessore della risposta minuziosa che ha dato circa le già note notizie dell'incidente.
Ci pare più interessante la parte detta a braccio, posta in coda alla comunicazione dell'Assessore, riferita ai molti interrogativi, rimasti ancora senza risposta, sollevati dall'incidente avvenuto.
Non vi è notizia certa circa la dinamica dell'incidente. E' stato detto anche dall'Assessore che non vi è stata comunicazione tempestiva; si è al paradosso che le prime notizie sono state date dal Consiglio di fabbrica mentre alla Prefettura la notizia è giunta attraverso gli organi di stampa locali. L'Assessore non ha detto attraverso quali fonti la notizia è arrivata alla Regione. In quelle ore noi abbiamo telefonato per sollecitare l'intervento della Giunta e abbiamo il dubbio di essere stati noi a dare le prime informazioni alla Presidenza. Questo della assoluta carenza di informazione rimane quindi uno dei problemi aperti e senza risposta circa la dinamica, la natura e la conseguenza dell'incidente.
L'Assessore ha letto le varie note emesse a questo riguardo dai servizi delle Unità Socio-Sanitarie Locali interessate dal gruppo di esperti giunto da Roma e inviato alla Protezione Civile. In esse fermo restando che ci troviamo di fronte a valutazioni che non escludono, per la verità conseguenze in futuro sulla salute degli operatori sottoposti all'irraggiamento - si dice semplicemente qual è stata.la misura dell'esposizione a cui i lavoratori sono stati sottoposti. Rimane aperto l'interrogativo che già nel dibattito in occasione del pur radicalmente diverso e non certo commisurabile disastro di Chernobyl si sviluppò attorno al fatto che non esistono soglie al di sotto delle quali non si hanno conseguenze sull'organismo umano.
Le notizie tranquillizzanti espresse dall'impresa sono quanto meno contrastate dal fatto che da Roma, nelle immediate ore successive attraverso un aereo militare, il Ministero della Protezione Civile e il Ministero della Sanità abbiano sentito il bisogno di inviare d'urgenza una quipe di esperti.



(Commenti dal centro)



PRESIDENTE

VALERI



PRESIDENTE

Non credo che l'abbondanza nuoccia in questo caso, soprattutto quando l'ignoranza in materia appare l'elemento prevalente.
Sicuramente l'invio da Roma di quel gruppo di esperti sta a significare che la potenzialità di rischio indicata...



PRESIDENTE

VILLA



PRESIDENTE

La diligenza è del Ministero.



PRESIDENTE

VALERI



PRESIDENTE

Ma la diligenza è sempre rapporta tu allo stato del problema, in caso contrario non si tratterebbe di diligenza, ma di incredibile incompetenza e superficialità. Se l'incidente non motivava quel particolare tipo di attenzione avremmo assistito ad una gita pagata in straordinario, su aerei delle Forze Armate, con denaro della collettività.
Noi manteniamo seri dubbi. Così come manteniamo forti perplessità circa la impreparazione dimostrata dalla Sorin nel fronteggiare l'incidente. Le dichiarazioni del personale, circa la non conoscenza delle fonti radioattive che stavano manipolando, sono state rese pubblicamente, come pure quelle relative alla improvvisazione mostrata nel predisporre le misure di primo intervento e di decontaminazione. Basti ricordare che, ad esempio, il personale di pulizia è stato impiegato senza alcuna efficace protezione laddove altri, invece, si erano preoccupati di fuggire. Per non parlare delle forme rudimentali di decontaminazione impiegate.
Queste pur sommarie considerazioni, come pure la nomina di una Commissione di indagine più specifica fatta dall'Assessorato, confermano l'esistenza di un problema da noi sollevato sin dalle prime ore dell'incidente, ossia che i controlli sui materiali radioattivi impiegati nei processi produttivi di una impresa come la Sorin non possono essere lasciati all'impresa stessa.
Saremo attenti alle conclusioni a cui perverrà questa Commissione nominata dalla Giunta e chiediamo sin da ora di essere tempestivamente informati.
Riteniamo comunque necessaria una iniziativa dell'esecutivo nei confronti del Ministero competente; quanto meno per sollecitare che nel contesto delle modifiche da apportare al DPR n. 185, attualmente in discussione alla Commissione Industria della Camera, si riconsiderino i controlli sui processi di produzione nei quali viene utilizzato materiale radioattivo.
Crediamo che vi sono gli spazi perché la Regione, magari interessando anche i Ministeri della Sanità e della Protezione Civile, assuma una iniziativa nei confronti delle sedi parlamentari competenti per sottoporre l'opportunità di introdurre nella nuova normativa forme di controllo poste in capo a strutture pubbliche e non più lasciate alla discrezionalità delle imprese private direttamente interessate.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.
STAGLIANO' Signor Presidente, prendo volentieri la parola per dire che avendo letto nel promemoria consegnato in sede di Conferenza dei Capigruppo che alla mia interrogazione avrebbe dovuto rispondere l'Assessore Maccari perché riguarda l'indagine sull'inquinamento ambientale, mi sarei aspettato un intervento di Maccari, perché le competenze sono dell'Assessore alla sanità, ma rientrano soprattutto in quelle dell'Assessore all'ambiente.
Se si vuole procedere con la mia replica all'Assessore Olivieri, mi accingo volentieri a farla, se invece si ritiene, come forse potrebbe essere opportuno, di sentire anche la risposta dell'Assessore Maccari...



PRESIDENTE

Non è che l'Assessore Maccari si rifiuti di rispondere, si tratta di vedere per quale parte risponde Maccari e per quale Olivieri. E' un problema di ripartizione di compiti.
In attesa di risolvere la questione, do la parola al Consigliere Ala.
ALA Sarò breve, signor Presidente, in quanto breve è stata anche la comunicazione dell'Assessore sulla quale non posso dichiararmi soddisfatto tenuto conto che una serie di nodi è rimasta elusa, come già in parte ha detto il collega Valeri. E' rimasta elusa la modalità con la quale si è svolto l'incidente. Dire "uno sfregamento su superficie metallica di una pastiglia di cobalto" può essere dal punto di vista semantico esatto, per non dice né quale era la superficie metallica, né come lo sfregamento si è verificato. Essendo una cosa non prevista, bisognerebbe spiegare da dove è venuta la superficie metallica e come ha fatto ad essere sfregata, visto che a Saluggia si è discusso pubblicamente in Consiglio comunale della vicenda. In dichiarazioni riportate su organi di stampa da parte di esponenti del Consiglio di fabbrica e in altre sedi ancora, su questo sfregamento sono state date delle interpretazioni magari più "terra terra" meno scientifiche, ma che comunque dovrebbero comparire nella vicenda in qualche modo, altrimenti la superficie metallica non si sa bene da dove è comparsa.
Rimangono ancora notevoli ambiguità in merito all'ora in cui è avvenuto l'incidente, all'ora in cui è stato rilevato e come.
Non è stata data inoltre risposta ad una precisa richiesta contenuta nella mia interrogazione in merito alla diversità, di cui si è molto parlato, di trattamento tra il personale tecnico scientifico e il personale addetto alle pulizie che è stato incaricato - "tanto quelli sono un po' analfabeti" - di compiere una decontaminazione che - ricordo le parole del consiglio di fabbrica - è stata un po' rudimentale. E' una decontaminazione del tipo delle pulizie che si fanno nelle case per Pasqua: si prende lo straccio, lo si mette in un secchio d'acqua con un po' di detersivo e lo si passa sul pavimento. Sono cose che fanno anche i Consiglieri regionali che hanno una famiglia e devono collaborare in casa. Consentitemi questa breve digressione.
Manca anche totalmente una qualche spiegazione sui rapporti tra la Sorin e il suo vicino, l'ENEA. Rapporti che risultano essere stati alquanto conflittuali, secondo quanto si desume dalle parole dell'ENEA, che non è stata informata se non attraverso un giro tortuoso. Pare abbia avuto accesso (o gli è stato negato l'accesso) per un certo numerò di ore all'interno dell'impianto e abbia potuto compiere rilevamenti solo in quella parte che in questo momento è in comune tra i due impianti, cioè la sala mensa. Se a questo si aggiunge il ritardo della Sorin nella comunicazione dell'incidente (ritardo che non sappiamo quanto sarebbe durato, perché poi la comunicazione non è stata data dalla Sorin, ma è stata data in ritardo di alcune ore dal Consiglio di fabbrica), possiamo anche dire che continua a non essere chiaro cosa sia effettivamente successo, neanche quale sia stato il livello effettivo di contaminazione all'inizio, perché - e questo è stato detto, ma non è stato rimarcato a sufficienza - le rilevazioni da parte dell'Unità Socio-Sanitaria Locale 40 e da parte del Ministero della Protezione Civile, si collocano ad oltre 24 ore dopo l'evento, dopo che la stessa Sorin ha dichiarato di aver compiuto non meglio precisate, sia nella modalità, sia nell'intensità, operazioni di decontaminazione.
Che su tutto questo non c'entri direttamente la Regione è vero, nel censo che qui ci troviamo di fronte al comportamento di un'azienda che ha pensato, come fanno del resto molte aziende, di gestire in proprio gli incidenti senza 'darne comunicazione a nessuno. Esiste però una responsabilità della Regione per il futuro, quella di cercare di essere meglio tutelata e, attraverso questa, quella di tutelare meglio la salute dei cittadini per quanto riguarda la comunicazione degli incidenti che deve essere tempestiva per avere la possibilità di intervenire allo scopo di verificare subito i livelli di contaminazione con l'azienda o contro l'azienda, e non su disponibilità o gradimento dell'azienda.
Una parte della mia interrogazione richiedeva se, come e quando verranno compiuti o se sono stati compiuti quei, controlli che vengono definiti "total body", relativi cioè alla irradiazione interna da parte dei soggetti che stavano in quel momento lavorando nell'area interessata alla contaminazione.
Nella risposta dell'Assessore non è stato trattato questo punto occorre però rimarcare che solo a distanza di tempo un controllo di questo tipo può fornirci dati precisi sul livello di contaminazione.
Infine, vorrei capire come sono state decontaminate le scarpe, quali atti sono stati messi in moto dall'azienda per impedire il diffondersi della contaminazione. Anche su questo non si è detto molto. L'attività dell'azienda ha permesso che, anche soltanto spostandosi tra gli uffici questa contaminazione, che poteva forse essere conservata e mantenuta in un'area più ristretta, si sia invece poco per volta estesa.
Quindi, mi sarei atteso una condanna più recisa, per quanto soltanto verbale, del comportamento dell'azienda. Questo al di là della nomina della Commissione, che può anche andar bene, per quanto a distanza di tempo le Commissioni lascino sempre molte delusioni rispetto alle aspettative. Un intervento della Regione potrebbe anche situarsi in sede di proposta legislativa (e qui richiamo anch'io il DPR 185), in merito alla revisione di tutte le normative sulla radioprotezione e la sicurezza degli ambienti sia interni che esterni alla fabbrica per individuare carenze e lacune della nostra legislazione.



PRESIDENTE

Sempre su questo argomento c'è una interrogazione del Consigliere Staglianò che è rivolta all'Assessore Maccari per quanto riguarda l'indagine sulla contaminazione ambientale della zona intorno alla Sorin.
La parola all'Assessore Maccari.
MACCARI, Assessore all'ambiente C'è un esame dei singoli impianti, che mi auguro possa rispondere alle richieste avanzate dal Consigliere Staglianò, e riguarda l'ammontare complessivo dei depositi del combustibile e sul funzionamento dei singoli impianti che non credo sia il caso di leggere.
L'interrogazione in oggetto ripropone in altri termini quanto la Giunta ha già sottolineato negli elementi propedeutici alla formulazione del terzo Piano regionale di sviluppo là dove ha individuato, fin dal mese di maggio un primo disegno coordinato di azioni sotto forma di specifico progetto finalizzato al controllo delle attività energetiche potenzialmente pericolose localizzate sul territorio piemontese, con particolare riguardo al ciclo nucleare.
Giova anche ricordare che, in aggiornamento a quanto riferito in assemblea consiliare nel novembre 1985, la disciplina legislativa sul controllo della radioattività ambientale e della protezione sanitaria delle popolazioni contro i pericoli derivanti dalle radiazioni ionizzanti e sulla sicurezza degli impianti nucleari non esclusivamente elettroproduttivi, è contenuta nel DPR 185. In particolare su tutti gli aspetti tecnici relativi alla sicurezza agisce l'autorità nazionale di sicurezza anche sulla base delle proprie specifiche guide tecniche.
Tale autorità che ha sede presso l'ENEA è denominata DISP. Ad essa competono tutti i controlli sugli impianti nucleari di ricerca, di trattamento e di potenza classificati all'art. 8 del DPR 185, nonché le autorizzazioni per le spedizioni e il trasporto di materiale radioattivo e/o fissile, così come previsto all'art. 2 del DPR 1704/65 e secondo le procedure della Guida Tecnica n. 6 della stessa direzione, dove sono previste tutte le procedure di cui chiede informazione il Consigliere Staglianò nel primo punto della sua interrogazione.
Nel giugno 1986 la Presidenza del Consiglio dei Ministri, di concerto con 8 Ministeri e a recepimento della direttiva n. 85/501 della CEE, ha presentato il ddl 1871: "Controllo dei, rischi di incidenti rilevanti connessi a determinate attività industriali", istituendo al Titolo III l'E.N.C., che assorbe la DISP, come ente con propria autonomia organizzativa,° operativa e finanziaria e con personalità giuridica di diritto pubblico, prevedendo all'interno delle proprie strutture l'aggiornamento della Commissione Tecnica per i problemi della sicurezza tramite l'inserimento di un esperto designato dalla Regione interessata e un esperto del Presidio sanitario multizonale di prevenzione interessato.
Gli organi centrali competenti e la Regione hanno provveduto a sollecitare l'approvazione del provvedimento citato che consentirebbe alle Regioni di trovare una prima sede istituzionale in cui esercitare un ruolo attivo in materia di localizzazione ed esercizio di attività nucleari.
Per quanto riguarda in modo specifico i quesiti posti dal Consigliere Staglianò in ordine alle attività del Centro di Saluggia e agli aspetti relativi al controllo di tali attività ed alla radioprotezione, sono già state rivolte precise domande all'Autorità di Sicurezza DISP, interessando altresì l'ENEA per gli impianti Eurex ed Ifec tramite gli uffici di Roma e di Saluggia, tralasciando il Centro Sorin; di cui ha relazionato poco fa l'Assessore Olivieri, in merito all'incidente e alle prevedibili conseguenze sanitarie relative al rilascio di Cobalto 60 durante una fase di lavorazione prevista dalle attività proprie del Centro Sorin.
Segue una specificazione di tutti gli impianti esistenti con i tipi di lavorazione, le quantità lavorate e le quantità in deposito, che consegner al Consigliere Staglianò non solo per abbreviare i tempi, ma anche per non tediare il Consiglio su un elenco di dati tecnici.
Per quanto riguarda le campagne radioecologiche, nel sito di Saluggia nell'ultimo decennio e nell'ambito delle campagne quinquennali previste dalla DISP, sono state effettuate dal personale tecnico della autorità di sicurezza due campagne radioecologiche, la prima nell'ottobre 1976, la successiva nell'ottobre 1981.
Quest'ultima si è svolta con la ampia partecipazione degli Enti locali e con un rilevante contributo di tipo organizzativo da parte della Regione.
I risultati della campagna sono stati presentati nel corso di una riunione svoltasi alla presenza di tutti i partecipanti alla campagna medesima e sono attualmente in corso di pubblicazione.
Verrà inoltre richiesta una nuova campagna sul sito all'autorità di sicurezza da effettuarsi nel più breve tempo possibile anche con la collaborazione della Regione unitamente ai risultati definitivi di quelle precedenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.
STAGLIANO' Era una occasione ghiotta per sentire due Assessori sul medesimo argomento, e mi pareva utile che tutti i colleghi potessero ascoltare. In questa breve replica cercherò di non discriminare l'Assessore Olivieri il quale, com'è suo costume ,,ogni volta su questi argomenti ripete il solito ritornello: "Tutto va bene, niente di grave". L' hanno ribattezzato, mi pare: "Signor state tranquilli".
OLIVIERI, Assessore alla sanità Si tratta di dare una giusta dimensione alle cose né in minus né in plus: questa è la sostanza. E' una questione di obiettività.
STAGLIANO' Però mi pare che pur tentando di dare la giusta dimensione ai problemi non si tenga conto del fatto che, come è già stato rilevato da altri colleghi, l'ing. Naschi, direttore generale dell'ENEA, rispondendo con telefax n. 559 del 31/10/86 alle sollecitazioni del Consiglio comunale di Saluggia ed al Senatore Bajardi, Vicepresidente della Commissione industria del Senato della Repubblica, al quarto punto, dopo aver riassunto i dati immediatamente dopo l'incidente affermava che "I primi interventi sono stati effettuati dalla Fisica sanitaria della SORIN biomedica e sono consistiti in controlli di contaminazione ambientale, superficiale e di esposizione". Il giorno successivo, cioè dopo almeno 24 ore dalle ore 10 del 23/10/86, sono intervenute le Unità Socio-Sanitarie Locali n. 39 di Chivasso e n. 40 di Ivrea e l'ENEA-DISP. Su questo particolare richiamo l'attenzione dell'Assessore Olivieri perché proprio questi ritardi sono stati oggetto di due dibattiti del Consiglio comunale in seduta aperta tenuta in un cinema pubblico a Saluggia alla presenza di una folta delegazione di cittadini. Ora, mi pare che l'Assessore alla sanità non possa non prendere atto di come le strutture pubbliche siano completamente disarmate di fronte ad avvenimenti come quelli che qui commentiamo.
Per cercare conforto a questa affermazione incontrovertibile, mi rifaccio alla relazione tenuta nel Convegno svoltosi a Saluggia il 29/11/86 per iniziativa del nucleo aziendale socialista dell'ENEA (una buona fonte come si vede, a cui l'Assessore Olivieri e l'Assessore Maccari non possono non prestare attenzione).
In quella relazione (la cui lettura consiglio vivamente agli Assessori Maccari e Olivieri) si affermava che "la legislazione vigente classifica questo tipo di impianti (Sorin) come laboratori e ne affida il controllo alle Unità Socio-Sanitarie Locali le quali, oltre a non avere specifiche competenze e attrezzature, sono spesso legate alle società che producono radiofarmaci da uno scomodo rapporto cliente-fornitore". La relazione del segretario del NAS di Saluggia cosa prosegue: "La SORIN, per contro, tratta sostanze radioattive (sono elencate tutte le sigle che non cito) e non radioattive, fra cui virus di epatite virale, AIDS, eccetera, che per qualità e quantità, ingenerano rischi che nulla hanno da invidiare a quelli degli impianti nucleari veri e propri".
E' una realtà allarmante, almeno potenzialmente, ed è un bene che sempre più spesso si comincino a sapere le cose che li si verificano grazie alla crescita di coscienza che, vivaddio!, comincia a registrarsi fra i lavoratori di questa azienda.
In questa relazione il NAS si premura di richiamare l'attenzione degli enti pubblici e delle istituzioni sul fatto che: "andrebbero effettuate cito testualmente anche se prendo qualche minuto in più, perché questi davvero, non sono argomenti che possono essere risolti sbrigativamente - le necessarie verifiche sul problema mai risolto degli scarichi attivi SORIN che finiscono nel fiume Dora (dove probabilmente è andata anche l'acqua fresca con la quale sono stati decontaminati, si fa per dire, i lavoratori delle pulizie, quando hanno potuto lavarsi la faccia e le mani dopo aver effettuato il loro intervento nei luoghi da cui i lavoratori della SORIN erano scappati) e nell'inceneritore, che viene 'sapientemente' utilizzato in orari tali da indurre qualche sospetto sull'oggetto dell'incenerimento".
Ho voluto citare questi passaggi perché vengono da fonte attendibile e da persone serie. Sono stato invitato a partecipare al loro Convegno e ho potuto ascoltare tecnici preparati e competenti. Non posso pensare che l'Assessore Olivieri e l'Assessore Maccari non vogliano riflettere su queste cose.
OLIVIERI, Assessore alla sanità Staglianò, scusa, non sei stato attento alla mia risposta. Abbiamo nominato una Commissione per verificare queste cose.
Chiedete a me di essere attento, chiederei la stessa attenzione quando parlo.
STAGLIANO' Assessore, ho assistito ad una lettura veloce e burocratica della prima parte della risposta, dalla quale si riusciva ad afferrare ben poco, e ho ascoltato le sue considerazioni finali, come al solito intelligenti, svolte a braccio, su cui mi permetto di aggiungere qualche chiosa di non vacua entità.
Il riferimento al fiume Dora mi serviva anche da ponte per entrare brevissimamente nel merito di quanto ha detto, o non ha detto o non ha potuto dire l'Assessore Maccari. Nell'interrogazione chiedevo qual era la provenienza e la finalità dei 5 kg (circa) di plutonio (mi ero sbagliato per difetto nella stesura delle domande del 24 di ottobre) che sono immagazzinati presso l'IFEC e non la COREN come è stato erroneamente scritto. Su questo non ho avuto risposta. Da dove vengono? A cosa sono destinati? Il plutonio, come sappiamo, non è aspirina e non serve ad eliminare il mal di testa.
Penso, inoltre, che non ci si possa accontentare della registrazione burocratica del fatto che l'ultima indagine di protezione radio ecologica sia stata effettuata cinque anni fa, né della notizia secondo cui gli atti di quella indagine sono ancora in corso di stampa. In questi ultimi cinque anni, nel quadrilatero del rischio, come è stata definita la zona che ospita la SORIN, l'EUREX, l'IFEC e l'ENEA, sono arrivate almeno 322 barre di combustibile di uranio, nonché componenti del reattore della centrale del Garigliano tuttora in fase di smantellamento. E' arrivato tutto questo ben di dio, ed è un po' strano che si possa negare l'alterazione dell'ambiente circostante senza effettuare attente verifiche.
Assessore, lei sa, ad esempio, che i lavoratori dell'EUREX hanno denunciato l'esistenza di alcune crepe nella piscina dove vengono tenute le barre ad alta attività, e comunque non è chiaro dove vadano a finire tutti i liquidi altamente radioattivi accumulati sinora, a parte quelli che sono stati stoccati nella zona. Mi pare, perciò, che su questo versante la Regione Piemonte dovrebbe essere più intraprendente nella tutela della salute e dell'ambiente. Voglio aggiungere, al riguardo, di modo che queste cose rimangano agli atti, che l'incontro con la Commissione Industria della Camera dei Deputati (dell'altro ieri, se non sbaglio le date) è stata un'occasione ampiamente sprecata. A quell'incontro con una delle massime autorità istituzionali della Repubblica la Giunta regionale non si è presentata. E' da notare che l'oggetto dell'incontro con la Commissione Industria della Camera era la sicurezza degli impianti nucleari e tutto ci che occorre per accrescerla. Non si è fatto vedere né il Presidente Beltrami, né la Vicepresidente Vetrino, e nemmeno l'Assessore Maccari, il quale, benché presente, si è limitato semplicemente a dire che su queste questioni avrebbe risposto il funzionario dell'Assessore Olivieri, il dott.
Acquafresca.
Quello di due giorni fa è stato uno dei classici esempi in cui il governo regionale avrebbe dovuto presentarsi con un elenco di questioni e di problemi da sottoporre ai nostri legislatori nazionali. Non basta mugugnare fra di noi che la Regione è sempre più svuotata...
OLIVIERI,Assessore alla sanità Ma smettiamola!



(Cori di disappunto dal centro)



PRESIDENTE

STAGLIANO'



PRESIDENTE

Basta toccarvi sul vivo delle cose concrete per farvi salire la pressione arteriosa! Ma va bene così. Posso fermarmi anche qui.



PRESIDENTE

Sono anche superati i limiti di tempo concessi dal Regolamento.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Interrogazione del Consigliere Cernetti sull'azione di protesta attuata dagli agenti di custodia e dalle vigilatrici penitenziarie


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interrogazione della signora Cernetti sull'azione di protesta attuata dagli agenti di custodia e dalle vigilatrici penitenziarie.
CERNETTI Signor Presidente, quando lei si rivolge alle signore in questo Consiglio le chiama "signore". Non la sento mai dire "il signor Brizio" o "il signor Staglianò". Non è giusto. La prego di specificare "Consigliere Cernetti". La parità è anche in questo senso.



PRESIDENTE

Cambierò modo di esprimermi.
Risponde all'interrogazione del Consigliere Cernetti il Presidente della Giunta, Beltrami.
BELTRAMI, Presidente della Giunta regionale In risposta all'interrogazione presentata dalla collega Consigliere Cernetti, rivolta a conoscere in primo luogo quali iniziative la Giunta regionale intende intraprendere nei confronti del Ministero di Grazia e Giustizia per sollecitarlo a tenere nel debito conto le difficili condizioni di lavoro degli appartenenti al corpo degli agenti di custodia e delle vigilatrici penitenziarie e che cosa 1a Giunta stessa intenda fare per alleviare tali condizioni, posso assicurare che ogni attenzione è stata posta già da tempo ai problemi sollevati.
Anzitutto, costanti rapporti intercorrono tra gli uffici della Direzione Generale degli II.PP. del Ministero di Grazia e Giustizia, del locale Ispettorato Distrettuale, delle Direzioni degli Istituti penitenziari del Piemonte e i competenti uffici della Giunta regionale.
Per quanto attiene al problema costituito da un maggior fabbisogno di personale civile e militare per il corretto funzionamento delle nuove strutture, in particolare per quanto concerne l'istituto delle Vallette, ho provveduto nei mesi scorsi ad interessare personalmente al riguardo sia il Ministro di Grazia e Giustizia sia gli organi parlamentari affinché si provvedesse e si provveda nei tempi più brevi possibili ad un incremento dell'organico degli agenti di custodia e delle vigilatrici, nonché ad una rapida approvazione della riforma del corpo, onde consentire un reale rapido avvio delle nuove attività ed un miglioramento delle condizioni di lavoro dei sopraddetti operatori penitenziari.
Al fine poi di facilitare il loro inserimento nel tessuto sociale della nostra Regione, l'apposita Commissione regionale sta predisponendo una serie di interventi mirati ad offrire al personale militare e civile occasioni di incontro sia a livello culturale che ricreativo e sportivo.
In merito poi al secondo quesito dell'interrogazione, cioè quali iniziative la Giunta regionale intenda prendere per dare attuazione alla deliberazione del Consiglio regionale n. 245/10280 approvata in data 21.12.1981, preciso che l'attuale amministrazione, proseguendo quanto già avviato nelle precedenti legislature, ha non solo sviluppato le iniziative in atto, ma ha anche promosso nuovi tipi di intervento al fine di una sempre maggiore partecipazione all'opera rieducativa sia all'interno che all'esterno delle principali strutture penitenziarie piemontesi.
Ho rassegnato per iscritto alla collega un elenco nello specifico degli interventi che si sono concretizzati che vanno dalle mostre alle rassegne alle attività culturali all'interno, alle attività laboratoriali a Torino Ivrea, Vercelli, Fossano, Saluzzo, Alessandria, oltre ad iniziative varie quali l'inserimento di persone detenute e in stato di semilibertà nei corsi di formazione professionale relativi al progetto CEE - Regione Piemonte ed altri ancora.
Ho letto forse con eccesso di velocità la narrativa di questa risposta solo in quanto, avendola rassegnata per iscritto, ritengo che la collega Cernetti ne abbia potuto conoscere approfonditamente il testo.



PRESIDENTE

A questo riguardo devo dire che il Consiglio regionale ha assunto molte iniziative e le ha ospitate. E' l'unica Regione italiana che in verità ha fatto molto verso questo problema.
La parola al Consigliere Cernetti.
CERNETTI Signor Presidente, in qualità di Assessore agli inizi del 1982 avevo presentato un documento della Regione Piemonte su "Disadattamento, devianza e criminalità" che era stato discusso per una giornata intera in Consiglio regionale ed approvato all'unanimità.
Ma oggi non vorrei parlare di quel progetto nella sua vastità, e neanche della scarsa realizzazione che ha trovato dopo ben cinque anni dall'approvazione in Consiglio regionale. La mia interrogazione è rivolta soprattutto nei confronti del movimento di protesta che ha interessato gli agenti di custodia e le vigilatrici penitenziarie...
L' ho presentata ricordandomi che il Piemonte, fra tutte le Regione d'Italia, è l'unica ad essere referente per il Ministero di Grazia e Giustizia e, come tale, quella che può incidere maggiormente presso il Ministero per risolvere i problemi gravi degli agenti di custodia e delle vigilatrici penitenziarie, che fra l'altro si sono autoconsegnate in caserma in una dimostrazione estremamente civile che non è terminata perch ancora gli agenti di custodia nulla hanno ottenuto.
Sotto questo aspetto io non posso che dichiararmi insoddisfatta dal punto di vista politico, pur ringraziando il Presidente che mi ha fatto pervenire risposta scritta.
Con l'ordine del giorno sulla protesta degli agenti di custodia che il Consiglio ha approvato si sono chiuse molte questioni. Infatti non è mai accaduto che un ordine del giorno risolvesse una situazione.
Comunque in quell'ordine del giorno io chiedevo cose ben precise e non soltanto di influire ai fini dello stralcio della riforma riguardante gli agenti di custodia.
Quando visito le carceri gli agenti di custodia mi paiono i veri carcerati a vita; i loro permessi settimanali diventano mensili, sono costretti a turni di lavoro massacranti per la scarsità del personale e sono remunerati con l'irrisorio e derisorio compenso di 2.250 lire l'ora.
E' su questi aspetti che dovremmo dare una risposta e soprattutto mettere il nostro impegno per intervenire presso il Ministero di Grazia e Giustizia in modo ben più incisivo di quello che non possa fare un ordine del giorno.
A mio avviso la Regione Piemonte non ha portato avanti una azione decisa nella qualità di referente del Ministero di Grazia e Giustizia.
Al problema che ho posto in termini urgenti, così come urgenti sono i problemi posti dalle proteste civili e contenute degli agenti di custodia e delle vigilatrici, mi si risponde con una caratteristica risposta da funzionario (riconosco anche la mano del funzionario) elencando genericamente tutte le cose fatte riguardanti il DPR n. 24 che avevo presentato come Assessore, ma che non riguardano gli agenti di custodia. Mi si dice che per quanto riguarda l'inserimento nel tessuto sociale della Regione si è costituita una commissione che sta predisponendo una serie di interventi mirati a livello culturale, ricreativo e sportivo. Tutto questo era già stato scritto e approvato cinque anni fa, erano già state istituite commissioni ad hoc, ed ora dovrebbe essere tradotto in realtà da un pezzo.
Noi potremmo non soltanto incidere a livello governativo, ma potremmo addirittura porre in atto altre iniziative come, ad esempio, quella importantissima di trovare degli alloggi da mettere a disposizione degli agenti di custodia che in genere provengono dal sud, che hanno le famiglie ancora al sud e che di conseguenza conducono la loro vita disgiunti dalle loro famiglie.
I permessi brevi sono per lo più permessi di 24 ore una volta al mese e le iniziative culturali, ricreative e sportive di cui si parla ancora non sono state messe in atto. Dopo cinque anni qualche cosa di più in questo campo doveva essere fatto.
In sostanza chiedo e sollecito una azione decisamente più incisiva presso il Governo per quanto riguarda lo stralcio della riforma giudiziaria perché gli agenti di custodia e le vigilatrici abbiano gli straordinari pagati in modo consono alla dignità dell'individuo e consono alla fatica e allo stress di questo lavoro. Chiedo che finalmente sia attuato il programma di iniziative culturali, ricreative e sportive previsto e che vengano reperiti degli appartamenti per permettere agli agenti di condurre una vita decente.
Sono tutte azioni che mi pare siano rimaste nell'ambito delle buone intenzioni, ma non si sono calate in una realtà concreta.


Argomento:

Interrogazione del Consigliere Cernetti sull'azione di protesta attuata dagli agenti di custodia e dalle vigilatrici penitenziarie

Argomento:

Sollecito di risposta ad interrogazioni


PRESIDENTE

Comunico che all'interrogazione presentata dal Consigliere Staglian relativa ai problemi del settore siderurgico viene data risposta scritta.
Ha chiesto la parola il Consigliere Valeri. Ne ha facoltà.
VALERI Vorrei richiamare, se mi consente, al termine di questa tornata di risposte ad interrogazioni, l'attenzione del Presidente della Giunta su interrogazioni che giacciono ormai da molti mesi che riguardano il ritrovamento in pozzi del vercellese di tracce di atrazina di molto superiori all'indice delle norme CEE.
Nel frattempo sono intervenuti nuovi fatti; la materia è all'ordine del giorno del Paese, dato che il fiume Po, ossia lo scolatoio della valle Padana, è investito pesantemente dalle varie forme di inquinamento che prendono origine anche dalla nostra regione. Vorrei domandare se, dopo sei mesi circa di attesa, è possibile nella prossima seduta avere risposta alle menzionate interrogazioni.



PRESIDENTE

Lei ha perfettamente ragione. Questa mattina alle ore 9,30 erano presenti soltanto quattro-cinque Consiglieri e qualche Assessore, quindi non si è potuto dare risposta alle numerose interrogazioni presentate. La Giunta è sensibile a questa sua richiesta e risponderà nella seduta consiliare di giovedì prossimo.


Argomento:

Sollecito di risposta ad interrogazioni

Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g. "Comunicazioni del Presidente" comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri: Bruciamacchie, Croso Paris e Sartoris.


Argomento:

a) Congedi

Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge

Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco delle leggi vistate dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo

Argomento:

d) Mancata apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo non ha apposto il visto alla L.R. del 16/10/86: "Interventi regionali in materia di movimenti migratori".


Argomento:

d) Mancata apposizione visto Commissario del Governo

Argomento:

e) Deliberazioni adottate dalla Giunta regionale


PRESIDENTE

L'elenco delle deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nelle sedute del 18 e 25 novembre 1986 - in attuazione dell'art. 7, secondo camma della L.R. 6/11/78, n. 65 - in materia di consulenze ed incarichi, è depositato e a disposizione presso il Servizio Aula.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Proscioglimento di cinque Consiglieri regionali indiziati nella questione Villa Ida


PRESIDENTE

Questa mattina è giunta la graditissima notizia che i cinque Consiglieri che erano stati indiziati nei mesi scorsi per la nota deliberazione della Casa di cura "Villa Ida" sono stati interamente prosciolti. Mi rallegro di questa decisione. Nel momento in cui era sorta questa vicenda avevo assunto netta posizione rispetto anche alle pronunce che avvengono in Consiglio regionale sia su atti di natura legislativa, sia su pareri consultivi in ordine a deliberazioni.
Il Consiglio regionale non fa istruttoria, ma assume delle decisioni che hanno caratteristica politica oppure caratteristica di natura tecnica cioè di fattibilità o meno secondo gli indirizzi che vengono dati nel complesso dal Consiglio regionale.
Sulla irresponsabilità, non in senso assoluto ma in senso penale, degli atti compiuti all'interno del Consiglio regionale o delle sue Commissioni vi sono due pronunce della Corte Costituzionale, una antica più favorevole l'altra recente un po' meno favorevole laddove si direbbe che l'irresponsabilità riguarda specificamente gli atti di natura parlamentare (le deleghe, le finalizzazioni a interventi o atti di questa natura) mentre gli atti amministrativi interni che provengono dalla Amministrazione sarebbero pur sempre soggetti ad una sindacabilità di natura penale. Le nostre Commissioni non compiono istruttorie, ma danno esclusivamente pareri politico-tecnici su una istruttoria che è formata alle spalle.
In quel momento io avevo ritenuto di proporre all'assemblea che vi fosse un sostegno rispetto a persone che avevano sempre operato con dignità, con rigore e con onestà, le quali per aver espresso un mero parere di ordine tecnico-politica potevano essere assoggettate ad un fatto penale.
Ci rallegriamo pertanto con queste persone delle quali conosciamo, a cominciare dal Vicepresidente Laura Marchiano, e gli ex Consiglieri regionali Ariotti, Rosci, Ferrero e Soldano, l'onestà cristallina.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Convegno Giustizia e Pubblica Amministrazione


PRESIDENTE

Comunico che il Convegno Giustizia e Pubblica Amministrazione si terrà nei giorni 5 e 6 dicembre prossimi venturi.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame progetto di legge n. 105: "Disciplina relativa all'impiego di nuove metodiche terapeutiche e diagnostiche nell'ambito ospedaliero"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 4) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 105: "Disciplina relativa all'impiego di nuove metodiche terapeutiche e diagnostiche nell'ambito ospedaliero".
Vi sono due relatori, uno di maggioranza ed uno di minoranza.
La parola al relatore di maggioranza, Consigliere Devecchi.
DEVECCHI, relatore Signor Presidente, signori Consiglieri, il progetto di legge che è sottoposto all'esame del Consiglio regionale ha avuto un iter piuttosto complesso e tormentato, il che è spiegabile e comprensibile se si tiene conto della complessità e dell'innovazione che introduce nella materia specifica.
E' noto ai Consiglieri che dopo un primo attento esame da parte della V Commissione, il progetto di legge era stato licenziato all'unanimità.
Quando è approdato in aula sono stati proposti molti emendamenti da parte delle diverse parti politiche ed è stato richiesto il ritorno in Commissione. Ripreso l'esame in quella sede si è sviluppato un ampio ed approfondito esame del progetto di legge. Risultato: parecchie modifiche sono state apportate al testo originale, indi il disegno di legge è stato licenziato a maggioranza.
La nuova stesura prevede una regolamentazione, nei limiti della competenza regionale, delle attività di sperimentazione clinica che vengono svolte dalle Unità Socio-Sanitarie Locali In proposito va ricordato che attualmente manca una disciplina organica nazionale ancorché siano stati presentati appositi disegni di legge in materia e nonostante da più parti e ripetutamente venga invocata una disciplina. Infatti, in base agli artt. 4 e 6 della Legge n. 833, la materia della sperimentazione clinica è riservata alla competenza statale.
Conseguentemente il disegno di legge regionale si limita a regolamentare nell'ambito delle Unità Socio-Sanitarie Locali le attività così come le stesse attualmente vengono svolte al fine di tutelare gli utenti. In particolare è stata prevista un'apposita Commissione regionale composta di esperti nei vari campi, anche in quello giuridico, che pu essere interpellata sulla liceità ed utilità della sperimentazione. Essa si esprimerà tenendo conto dei.principi fondamentali contenuti nelle dichiarazioni di Helsinki e Tokio del 1975. Detta commissione può essere interpellata dalla Regione, dai comitati di gestione delle Unità Socio Sanitarie Locali o dai singoli ricercatori, sempre tramite le Unità Socio Sanitarie Locali Fermi restando i vincoli e le indicazioni del Ministero della Sanità prescritti, è stata altresì prevista una specifica procedura da adottarsi all'interno delle Unità Socio-Sanitarie Locali ove la sperimentazione avvenga nelle strutture proprie o convenzionate, procedura che va dall'autorizzazione della sperimentazione alla vigilanza sulla corretta esecuzione della stessa sino alla sospensione dell'attività nel caso risultino violate le norme stabilite.
Di particolare rilievo ci sembra l'obbligo di corredare la proposta di sperimentazione clinica, oltreché del protocollo operativo e del nulla osta del Ministero della Sanità, dei seguenti elementi: esplicita indicazione di presupposti e del programma della ricerca scelte metodologiche e tecniche di esecuzione motivi, rischi, dispositivi di protezione predisposti specificazione delle competenze professionali del personale idoneità dei locali e delle attrezzature per l'esecuzione della ricerca necessità di evidenziare le garanzie a favore dei pazienti ivi compreso l'obbligo di acquisire il consenso consapevole del diretto interessato e di chi è tenuto, secondo le normative vigenti, a rilasciarlo nonché l'obbligo di avere periodicamente informato il paziente che pu valersi in tutte le fasi della sperimentazione della consulenza del proprio medico di fiducia sull'andamento della sperimentazione.
Va rilevato inoltre che l'andamento della ricerca andrà documentato dal ricercatore attraverso relazioni periodiche da porsi a disposizione della Commissione regionale alla quale dovranno, altresì essere trasmessi i risultati finali della sperimentazione.
La Commissione, per parte sua, provvederà ad elaborare trimestralmente una relazione sulla propria attività.
Tutto ciò premesso si ritiene che la presente legge, operando negli stretti limiti della competenza normativa regionale, sia in grado di offrire insieme uno strumento di garanzia per l'utenza e un supporto ai ricercatori seri. Essa dovrebbe assicurare il progresso scientifico e tecnologico in un campo tanto delicato nel rispetto primario del diritto dei cittadini.



PRESIDENTE

La parola al relatore di minoranza, Consigliere Staglianò.
STAGLIANO', relatore Signor Presidente, colleghi Consiglieri, l'enorme espansione che ha avuto negli ultimi 30-40 anni il campo della ricerca medica e il sempre più frequente intervento sperimentale sull'uomo pongono il problema politico di una regolazione delle modalità della sperimentazione clinica a tutela del diritto fondamentale alla salute dei cittadini.
La normativa nazionale vigente, considerando i problemi relativi alla sperimentazione, indica procedure e metodi per garantire una generale e generica tutela dell'uomo, sede dell'esperimento, lasciando all'etica professionale e all'ideologia dello sperimentatore il compito di riempire tutto lo spazio che passa fra questa condizione e i diritti della persona.
Uno spazio che, come il tragico caso della sedicenne morta l'anno scorso all'Ospedale Sant'Anna di Torino, non rende chiarezza fra i diritti dell'uomo e l'ideologia dello sperimentatore.
Il discorso più limpido sulla medicina, con riferimento alla scienza ma fatto in nome della persona umana, è quello che questa persona esplicitamente o implicitamente - si indirizza al medico, quando gli si rivolge, per avere protezione della salute, oppure soccorso contro la malattia, oppure consiglio per i suoi problemi. E' un discorso semplice: "Usa la tua scienza per me". Il paziente non pensa mai, né dice, quando si rivolge al medico: "Usa me per la tua scienza". Così come egli, ben a ragione, non vede e non suppone dietro l'immagine del "medico-soccorritore" quella dello "sperimentatore-medico". Non concepire nella pratica e nella legge la chiarezza di tale distinzione rende possibile questo mascherato scambio di ruoli che sono alla base dell'uso della persona come cavia.
Nonostante l'argomento non sia proprio quello dei funghi, noto che l'attenzione del Consiglio è davvero deprimente! Questo non è bacchettonaggio, colleghi! Un anno fa, quando si parlò del tragico episodio da cui prese le mosse questa normativa, quest'aula aveva ben altra attenzione; e non soltanto per un fatto emotivo: c'era che tutti quanti avevamo intuito in quella circostanza che qualcosa di grave era avvenuto e che qualcosa di importante andava fatto.
Non mi pare che le conseguenze registrabili qui oggi, l'assenza di quasi tutto il governo regionale a cominciare dall'Assessore alla sanità (che pure dovrà pronunciarsi sugli emendamenti che verranno presentati) siano delle migliori.
Auspicherei che il Presidente Viglione, anche in questa circostanza come si sforza di fare sempre, richiami i colleghi alla dignità del momento, perché, se non sbaglio, stiamo legiferando. Continuare a parlarci soltanto fra i membri della V Commissione che hanno seguito la stesura dell'articolato è un po' poco.



PRESIDENTE

Spesso al Parlamento c'è un solo Ministro.
STAGLIANO' Evidentemente non importiamo gli esempi migliori dal Parlamento.



PRESIDENTE

Il Parlamento è la massima dignità nazionale.
STAGLIANO' Appunto! Di esso noi importiamo le sedie vuote.
Riprendo il filo del discorso, scusandomi dell'interruzione con chi voleva seguire la relazione.
E' pertanto elementare dovere del medico, ed in particolare del clinico che si trovi ad operare nel doppio ruolo di soccorritore e di sperimentatore, scoprirsi come tale di fronte al paziente e verificare lealmente con lui i limiti concessi alla propria iniziativa. Il rispetto della volontà del paziente, l'informazione attenta ed esauriente affinch sia il paziente, anche con l'ausilio di persone di sua fiducia, ad esprimere un consapevole consenso alla ricerca, una disciplina delle ipotesi di sperimentazione e le relative cautele ci paiono condizioni necessarie e indispensabili per poter procedere alla sperimentazione. Non si sa infatti, quando si sperimenta, quale sarà l'efficacia terapeutica e non si sanno sempre quali saranno gli effetti che si procureranno alla persona sottoposta ad esperimento: il paziente ne deve perciò essere partecipe.
In definitiva, se i risultati degli esperimenti di laboratorio devono essere applicati agli esseri umani per far progredire le conoscenze scientifiche e per venire incontro alle sofferenze dell'umanità, dobbiamo far nostri i moniti che ci vengono dalle decisioni del Tribunale di Norimberga 40 anni or sono. Nessuno può dimenticare che i prigionieri dei lager furono oggetto di sperimentazioni tremende. Nella sentenza del Tribunale che giudicò i crimini nazifascisti c'è un richiamo ed un monito ai popoli affinché l'uomo non sia sede di esperimenti senza il suo libero consenso; un libero consenso che può venire solo da una informazione precisa e puntuale dell'esperimento al quale egli è sottoposto.
Occorre convincersi, colleghi, che si ha un vero progresso medico solo se ci si inserisce nella storia di libertà e di liberazione dell'uomo; e ciò può avvenire solo se la sperimentazione è un'espressione di solidarietà e non lo sfruttamento scientifico della persona umana.
Lo sperimentatore chiede al paziente di compiere su di lui operazioni non rivolte soltanto al suo proprio benessere, ma al progresso della scienza e della medicina; gli pone, in sostanza, un problema collettivo da risolvere per il bene di tutti. Una collettività democratica, pertanto, non può non tutelare il punto di vista di chi, il paziente, è chiamato a contribuire al benessere generale esponendo al rischio diretto la propria persona.
Secondo queste linee generali il Gruppo di DP aveva predisposto una proposta di legge. Quelle nostre elaborazioni abbiamo potuto riversarle negli emendamenti al disegno di legge della Giunta, prima in aula e dopo nel successivo dibattito, in V Commissione. La rielaborazione del disegno di legge n. 105 (che ci ha impegnato come ha ricordato opportunamente il Presidente della Commissione, Devecchi, per numerose sedute in un dibattito che tutti abbiamo giudicato interessante e alto), dopo il rinvio in Commissione avvenuto nel luglio scorso, ci trova più favorevoli rispetto al testo originario varato all'unanimità dai membri della V Commissione l'8 luglio 1986, nei confronti del quale il nostro punto di vista era nettamente contrapposto.
Nel riesame dell'articolato svolto dalla Commissione sono stati accolti alcuni nostri emendamenti, in particolare quelli finalizzati all'acquisizione del libero consenso del paziente e al potere autorizzativo della Commissione consultiva prevista dall'articolo 2, rovesciandone priorità e peso rispetto ai poteri assegnati ai comitati di gestione delle Unità Socio-Sanitarie Locali nella prima stesura, ed inoltre un maggior controllo delle pratiche di sperimentazione attraverso la registrazione puntuale e aggiornata dell'andamento e dello sviluppo del programma di ricerca.
L'approvazione dei nostri emendamenti, unitamente ad alcuni altri presentati dai colleghi di opposizione, Reburdo, Adduci e Ala, e di maggioranza, mi riferisco al contributo fornito dalla collega Cernetti, ha determinato la pressoché totale riscrittura dell'originario articolo 3 e l'aggiunta di due nuovi articoli.
Nel corso della discussione nella V Commissione abbiamo potuto registrare un positivo spirito dialettico dell'Assessore alla sanità Olivieri e dei suoi collaboratori, una disponibilità al confronto che ha determinato dei risultati pregevoli di cui potranno avvantaggiarsi innanzitutto i cittadini della nostra Regione con la messa a punto di una legge meno sbilanciata sul punto di vista dello sperimentatore e più attenta ai diritti del paziente.
Tuttavia, dobbiamo rilevare ancora, e questo è il motivo della relazione di minoranza, nel testo licenziato a maggioranza il 30 ottobre scorso la mancanza di una più puntuale normativa che precisi le finalità della sperimentazione, specifichi i pazienti destinatari della sperimentazione salvaguardando la loro effettiva capacità di intendere e di volere al fine di evitare ogni possibile abuso e rafforzi il punto di vista del paziente e dell'accettabilità sociale della sperimentazione in seno alla Commissione consultiva istituita con l'articolo 2. Ripresentiamo su questi punti alcuni emendamenti al dibattito dell'aula.
Alla luce delle considerazioni sin qui svolte, ribadendo la nostra disponibilità a non appesantire con eccessive specificazioni l'articolato della legge, così come veniva richiamato dall'Assessore e dal Presidente della V Commissione al fine di rendere la nostra legge più trasparente e fruibile per tutti i cittadini e non soltanto per gli addetti ai lavori intendiamo sottolineare, accogliendo questa raccomandazione, la necessità di un regolamento di attuazione della legge che precisi, in particolare, le procedure contemplate dall'articolo 4 e soprattutto le modalità attraverso cui giungere al libero consenso del paziente e alla documentazione dell'iter sperimentativo. La necessità di tenere ben distinte la figura del medico curante da quella del medico sperimentatore ci pare altresì che possa trovare migliore specificazione nell'ambito del regolamento attuativo della legge. Riteniamo opportuno pertanto introdurre una norma transitoria con la quale si impegni la Giunta a presentare al Consiglio una proposta di regolamento entro i prossimi 90 giorni.
Quello svolto sin qui a me pare un lavoro costruttivo e di servizio per la nostra comunità. Auspico che il dibattito dell'aula possa superare quelle che, a nostro avviso, costituiscono ancora delle manchevolezze della normativa licenziata dalla Commissione e che le nostre premure sui diritti del cittadino - paziente possano diventare patrimonio comune dell'intera assemblea attraverso la loro trasformazione in legge della Regione.
Saper osare per attuare i principi generali dei nostro ordinamento, in particolare quelli contenuti nell'art. 32 della Costituzione repubblicana che regola i rapporti etico-sociali nel campo sanitario, è un compito alto che questo Consiglio può assumersi.
"Nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana", così recita il secondo comma del già citato art. 32 della nostra Carta fondamentale, dentro il cui solco noi possiamo e dobbiamo legiferare. Una legge regionale adeguata a questi valori e a questi principi può essere un piccolo contributo affinché tragedie come quella che ha stroncato la vita ad una ragazza sedicenne nell'Ospedale Sant'Anna di Torino un anno fa possano essere evitate e la sperimentazione sulla persona sia trasformata in una ricerca con le persone.



PRESIDENTE

Sulle relazioni dei Consiglieri Devecchi e Staglianò è aperta la discussione generale.
E' iscritto a parlare il Consigliere Reburdo. Ne ha facoltà.
REBURDO Ringrazio i Consiglieri Devecchi e Staglianò per le relazioni che hanno introdotto questo dibattito su un provvedimento tra i più importanti e di maggiore rilievo che abbiamo discusso in questo Consiglio regionale. Siamo abituati a fare ragionamenti strutturali ed economicistici per cui, quando parliamo di trasporti e di urbanistica, diamo dei rilievi politici forti quando invece si affrontano tematiche che riguardano l'uomo' e i problemi complessi e drammatici della malattia siamo più portati a prendere le cose con una certa indifferenza o comunque non con sufficiente pregnanza politica. Ritengo invece che questo provvedimento apra una riflessione di carattere culturale ed etico, prima che politico, e probabilmente interroga meno la coscienza del Consiglio regionale, sicuramente molto di più la coscienza dei cittadini, della popolazione.
Questo provvedimento si inserisce nel dibattito più ampio e più complesso che in questi giorni è oggetto di confronto tra eminenti scienziati sugli aspetti della manipolazione in vitro che incomincia a portare risultati di un certo tipo e rilievo e che apre inquietanti interrogativi sulle capacità che ha l'uomo, non solo di distruggersi con le proprie mani attraverso strumenti di morte micidiali come il nucleare, ma anche di utilizzare la genetica e lo sviluppo delle biotecnologie in termini tali da richiedere una riflessione scientifica, politica, etica e morale. Questo provvedimento, come ha detto Staglianò, prende spunto dalla tragedia di Elisabetta, sulla quale sono stato personalmente molto riservato. Quando venimmo a conoscenza del caso, di fronte a tanti altri casi identici ma non conosciuti o trascurati, mantenni questa posizione perché mi rendevo conto che prima dei confronti politici ci sono i drammi delle persone e delle famiglie che vanno rispettati e garantiti. Un provvedimento legislativo che tenti di prevenire situazioni di quel tipo è l'unico strumento responsabile per affrontare questi problemi.
E' un provvedimento di legge che vuole regolamentare la sperimentazione dei medici ricercatori e vuole garantire il soggetto più debole ed emarginato, cioè l'ammalato.
In un libro pubblicato nel 1980 G. Quaranta parlò dell'uomo negato.
Quando una persona si trova in situazione di malattia più o meno grave diventa diversa, diventa uno strumento e non più una persona attiva in grado di corresponsabilizzarsi nelle decisioni che lo riguardano. La sperimentazione poi spersonalizzata, distrugge, mette in un angolo l'uomo.
Il sistema sanitario e assistenziale nel complesso punta ad indebolire il più possibile la persona, la rende un numero, un oggetto, uno strumento.
Sul problema della informazione agli ammalati, le carte dei diritti degli ammalati e dei cittadini, di cui anche nella nostra Regione c'è stato un esempio importante, sono rimaste sostanzialmente carta stampata perch non è cresciuta a sufficienza una coscienza culturale, etica e morale nuova. Il sistema sanitario è stato parzialmente attuato, ma il problema della prevenzione è stato sostanzialmente trascurato. Abbiamo vissuto emergenze drammatiche come quelle ambientali che determinano conseguenze di carattere sanitario che ben conosciamo, le cui cause hanno origine da scelte strutturali del sistema, di modello ben preciso. Il discorso della prevenzione avrebbe dovuto mettere così in gioco sistemi di potere che oggi fanno della cura un business più che uno strumento per affrontare i problemi reali dell'uomo.
Il Premio Nobel Levi Montalcini dice che anche la ricerca sviluppa tematiche di immagine ("vuoi scegliere il maschio o la femmina?"), invece di cimentarsi per esempio sul tema della" integrità del nascituro.
I media hanno avviato sondaggi su quello che pensa la gente attorno alla scelta del nascituro. Sempre la Montalcini in una intervista sul "Corriere della Sera" dice una cosa sacrosanta: "C'è una bella differenza fra la manipolazione del sesso e il tentativo di impedire che nasca un bimbo mongoloide, un povero infelice. Questa non sarebbe una inutile manipolazione, ma terapia preventiva". Questo richiamo, che viene anche da alcuni settori della scienza, è di grande responsabilità.
Ho voluto introdurre queste riflessioni per segnalare l'importanza del provvedimento che abbiamo di fronte, che meriterebbe più attenzione.
In questo Consiglio come nelle istituzioni, i compiti sono divini. I politici qualificati intervengono sui macroproblemi e i politici patiti delle varie specializzazioni intervengono sugli altri perché i grandi politici sono presi dalle grandi discussioni. Io invece ritengo che questo provvedimento meriti una riflessione più ampia.
In Commissione ci siamo trovati di fronte ad un primo provvedimento piuttosto lacunoso. C'è stato un serio lavoro sulla base degli emendamenti presentati ed è nato questo provvedimento che però è ancora carente in merito alle garanzie da dare all'ammalato. Bisogna fare uno sforzo per trovare una maggiore garanzia. Per esempio, la Commissione regionale non dovrebbe essere soltanto consultiva ma dovrebbe essere garante rispetto alle autorizzazioni e al controllo della ricerca. Questo sarebbe possibile se della Commissione facessero parte rappresentanze reali degli utenti anche se non determinanti, ossia un rappresentante del Tribunale per i diritti del malato e un rappresentante del volontariato socio-assistenziale che, anche se non costituiscono una garanzia assoluta, possono innescare un processo di conoscenza e di controllo preventivo, sia pure a livello di vertice.
Mi riservo di illustrare gli emendamenti che abbiamo presentato nel corso dell'esame dell'articolato.



PRESIDENTE

Pregherei i colleghi di rispettare i tempi per poter approvare questa legge entro la mattinata, secondo i programmi stabiliti dai Presidenti dei Gruppi in sede di Conferenza.
Ha ora la parola il Consigliere Adduci.
ADDUCI Faremo il possibile, signor Presidente, per rispettare i programmi come ci adopereremo al massimo per far rispettare i protocolli di sperimentazione.
La Giunta con il disegno di legge regionale n. 105 intende intervenire nel settore della sperimentazione.
Trattasi di un settore tanto delicato quanto non regolamentato e perci in balla, o potenzialmente in balla, di sperimentatori più o meno scrupolosi. Si tratta dunque di intervenire in qualche modo con questo disegno di legge su quelle attività che ora si svolgono senza alcun controllo e ciò allo scopo, com'è detto nella relazione, "di offrire insieme uno strumento di garanzia per l'utenza ed un supporto ai ricercatori seri". Quelli non seri invece - se ne deduce - continueranno ad agire come hanno sempre agito. Ed infatti in questo campo avvengono quotidianamente ed all'insaputa di tutti, e per di più al di fuori di ogni protocollo di ricerca, tentativi di sperimentazione su ammalati completamente ignari del rischio che corrono.
Le intenzioni dell'Assessore Olivieri appaiono buone e certamente lo sono, ma - e la stessa delicatezza della materia deve ricordarcelo al di fuori di ogni metafora - la via che porta all'aldilà, è il caso di dire, è lastricata proprio di buone intenzioni.
Per essere estremamente chiari e sgomberare il terreno da possibili equivoci e da più o meno strumentali fraintendimenti, dichiariamo subito che per noi alla base del progresso scientifico vi è la ricerca. E la ricerca medica, per essere efficace, deve alla fine fondarsi sulla sperimentazione con l'uomo. Insistiamo nel dire con l'uomo e non sull'uomo o nell'uomo. Ma, appunto, alla fine del percorso scientifico, essa deve approdare all'uomo. All'inizio invece non ci può essere che la prevenzione.
Prevenire le malattie significa identificare e muovere le cause che le generano.
Anche per questa ragione avremmo voluto vedere l'Assessore alla sanità in aula al momento del voto sull'ordine del giorno relativo alla sospensione dei lavori della centrale nucleare. Ad una pur esemplare sentenza del TAR-Piemonte che blocca quei lavori, sarebbe stato certamente preferibile, e politicamente significativo anche sotto il profilo della credibilità delle istituzioni, che quei lavori fossero stati bloccati dal voto, magari determinante, proprio dell'Assessore alla sanità, e se quel voto poi fosse stato motivato dall'esigenza di prevenire i danni alla salute dei cittadini, sarebbe stato veramente molto bello. Ma le cose purtroppo, non sono andate così, com'è noto.
Il dott. Giovanni Berlinguer afferma che le malattie sono.uno specchio fedele del modo con cui l'uomo entra in rapporto con la natura, di cui è parte attraverso il lavoro, la tecnica, la cultura. Non v'è dubbio che le malattie più gravi, come i tumori ad esempio, che vengono associate quasi meccanicamente al concetto di sperimentazione, sono dovute per il 90% a cause ambientali.
Oggi disponiamo degli strumenti scientifici per identificare le cause ambientali della malattia e molto spesso la loro rimozione è possibile, ma si scontra con grossi interessi, contrariamente a quanto accade con certi tipi di sperimentazione che tali interessi invece favoriscono.
Anche in quest'aula - e questa mattina stessa l'abbiamo visto - quasi ogni giorno abbiamo esempi di come sia difficile se non impossibile intervenire sulle cause ambientali generatrici di malattie più o meno gravi. Per tentare di guarire quelle malattie, poi, si invoca la sperimentazione su quelle persone che, già colpite una volta, devono essere oggetto (recita la lettera a) dell'articolo 1 della legge) "di somministrazione a scopo sperimentale di prodotti farmacologici o di altri rimedi terapeutici anche se la loro vendita non è ancora ammessa al pubblico" e tale somministrazione "sarà eseguita - badate - a qualsiasi titolo e con qualsiasi modalità di introduzione nell'organismo".
E nulla ci importa dei rilevantissimi guadagni delle case farmaceutiche il cui rispetto per la salute umana è tanto alto che attualmente nel mondo leggo dall'Osservatore romano del 25 ottobre scorso - "i milioni di bambini, soprattutto del Terzo mondo, che perdono la vista in maniera irreversibile potrebbero essere salvati ricorrendo all'uso di un farmaco ormai da anni uscito dalla produzione, perché nei Paesi progrediti non viene più usato e dunque è ritenuto economicamente improduttivo".
Del resto non c'è bisogno di andare così lontano per toccare con mano una realtà tragicamente evidente. E' appena dell'altro ieri la notizia che in Italia 7.000 persone affette da talassemia rischiano di non potersi curare a causa della mancanza di un farmaco la cui specifica efficacia certamente sperimentata, non era efficace economicamente per la casa farmaceutica che produceva e di conseguenza il DESFERAL è scomparso da tempo dal mercato.
Il fatto che in Italia vengano registrate centinaia di specialità medicinali per le quali è richiesta per legge la sperimentazione sull'uomo non è evidentemente sufficiente ad impedire la somministrazione di medicinali - leggo ancora alla lettera b) dell'art. 1 della legge "regolarmente ammessi alla vendita al pubblico con impiego in difformità rispetto alle indicazioni ed alle posologie stabilite nel decreto di registrazione".
E si giunge poi all'assurdo di consentire "l'esposizione a scopo sperimentale ad agenti chimici, chimico-fisici e fisici - dice la lettera d) dell'art. 1 - di persone che potrebbero ammalarsi o essersi ammalate proprio a causa della loro forzata esposizione a radiazioni atomiche" (che l'Assessore alla sanità e quello all'ambiente combattono allontanandosi dal Consiglio nei momenti cruciali).
Potremmo amaramente notare che se è vero che di certe malattie si muore è ancor più vero che purtroppo c'è chi vive a spese di quelle malattie.
Da un altro equivoco occorre sgomberare il campo: qui non sono in discussione interventi terapeutici da compiersi in casi eccezionali, come a seguito di eventi fortemente traumatici conseguenti ad incidenti o ad altri non meno gravi eventi degenerativi che colpiscono l'uomo per cause naturali. Qui si tratta di sperimentazione vera e propria e non di interventi terapeutici, sempre necessari anche per curare le malattie che l'uomo causa a se stesso o che lo affliggono per ragioni insite nella natura umana.
La medicina sperimentale definisce esperimento medico un intervento sulla integrità psichica e somatica dell'uomo che supera per natura e portata quelli abitualmente praticati.
Purtroppo in questo disegno di legge non si fa alcuna distinzione tra quella che è una ricerca biomedica finalizzata essenzialmente alla diagnosi e alla terapia del soggetto e quella ricerca puramente scientifica senza però alcun valore diagnostico o terapeutico diretto per la persona interessata.
Né l'appello piuttosto generico contenuto all'art. 1, che auspica l'organizzazione delle attività di sperimentazione in modo tale da garantire il diritto alla salute, offre in effetti alcuna garanzia poich rientra nella sfera della pura volontà o, se volete, del sommo desiderio.
A parte qualche eccezione, gli esperimenti in quanto tali sono un viaggio nell'ignoto ed implicano necessariamente il rischio di un incidente sfortunato. D'altra parte lo stesso Assessore Olivieri ebbe a dirci in Commissione, per spiegare la filosofia che ha generato questa proposta di legge, che il medico sperimentatore è un po' come un giocatore d'azzardo e se ad un giocatore si pongono troppi vincoli, finisce che egli smette di giocare. L'Assessore chiedeva, se non abbiamo inteso male, libertà di manovra per il medico sperimentatore; a noi, invece, stanno a cuore la salute e la libera volontà del paziente.
Una volta ogni medico usava fare un giuramento: solennemente giurava di porre la propria vita al servizio dell'umanità e di esercitare la professione per il mantenimento ed il recupero della salute del paziente.
Ora, e sono alcuni medici stessi ad evidenziarlo, la medicina clinica è dominata da ricercatori che hanno come obiettivo primario non i pazienti intesi come individui malati,, ma piuttosto l'ampliamento della sfera di conoscenza della medicina. Da qui gli esperimenti compiuti prevalentemente su pazienti ospedalizzati, siano essi neonati, ragazzi, anziani o donne gravide. Tutti ricordiamo Elisabetta, la ragazza di 16 anni morta nella sala operatoria dell'Ospedale Sant'Anna durante un esperimento.
Non vogliamo qui richiamare la drammatica vicenda che soltanto nell'ottobre scorso ha sconvolto l'opinione pubblica americana quando apprese che ospedali e prestigiose Università per 30 anni, dal 1943 al 1973, condussero esperimenti su centinaia di esseri umani, consenzienti e non, malati terminali, ergastolani ed anziani, trasformandoli in cavie atomiche. Né voglio soffermarmi su quelle tragiche immagini che pur richiamava Staglianò e che il concetto di sperimentazione sull'uomo evoca ancora in ciascuno di noi.
Voglio invece richiamare l'attenzione dei Consiglieri sul fatto che la responsabilità che ci stiamo assumendo nel disciplinare una materia così delicata e dai risvolti umani, sociali e politici così vasti non è di lieve entità.
In Commissione, è stato già notato prima, alcuni nostri emendamenti come quelli di altri Consiglieri, sono stati accolti. Il parere della Commissione consultiva regionale è diventato obbligatorio come obbligatorio è diventato il dover riferire in modo completo ed accurato i risultati dell'attività di sperimentazione. Un miglioramento quindi rispetto al testo precedentemente presentato in aula c'è stato e di questo dobbiamo dare atto ai lavori della Commissione ed anche all'Assessore Olivieri. Ma la sostanza della legge a nostro avviso può ancora essere migliorata.
Abbiamo perciò presentato alcuni emendamenti che vanno proprio in questa direzione e che contemporaneamente accolgono le raccomandazioni di Papa Giovanni Paolo II. Al Convegno vaticano sui farmaci a servizio della vita umana- del 24 ottobre scorso il Papa infatti ebbe a dire: "nell'uso della medicina, così come nella sperimentazione sugli animali ed a maggior ragione sull'uomo, è necessario un codice morale particolarmente rigido. In ogni modo si rileva necessaria una grande prudenza per non fare mai dell'uomo un oggetto di sperimentazione, per evitare a qualsiasi costo di mettere in pericolo la sua vita, la sua salute o di aggravare la sua malattia".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.
ALA Gentile Presidente, gentili Consiglieri, questo provvedimento giunge in aula dopo un nuovo esame in Commissione che è stato imposto da un numero limitato di Consiglieri ai quali va il mio personale ringraziamento. Il lavoro in Commissione nella prima fase si era svolto, a mio avviso, con estrema rapidità e superficialità; nella seconda fase invece l'esame è stato più ampio ed approfondito ed il nuovo testo recepisce alcuni nuovi punti. Ciò non toglie che, almeno per me, vi sono ancora alcune considerazioni che non sono state trattate negli interventi che mi hanno preceduto. Questa legge di fatto interviene a normare un campo che già esiste, aspetto che ho sempre cercato di avere presente. La legge in esame pertanto rappresenta in una situazione secondo me estremamente pericolosa un elemento positivo perché, se verrà rispettata, ci sarà per quanto riguarda la struttura pubblica una documentazione di ciò che avviene.
Questo è il merito principale che riconosco alla legge, sempre che venga correttamente e completamente rispettata e fatta valere.
Ciò non toglie che essa afferma anche un altro aspetto assai preoccupante, cioè che in Piemonte esistono quattro milioni e mezzo di cavie. In ordine alfabetica, Comune per Comune, ogni cittadino di fatto è una cavia consapevole o inconsapevole della sperimentazione clinica e della sperimentazione medica. E' un oggetto dell'industria della salute dell'industria farmaceutica e, rispetto alle modalità di comportamento di queste ultime, le vecchie cose che si possono leggere sui libri a proposito di Ippocrate, Galeano, eccetera, non sono nient'altro ormai che puri elementi folcloristici.
Sulla denuncia di questa situazione negli ultimi anni sono cresciute prese di posizione per lo più totalmente inascoltate nei confronti delle lobby dell'industria farmaceutica, che non conta di meno di quella nucleare di cui abbiamo parlato altre volte ed a suo sostegno troviamo accomunate in maniera estremamente significativa settori del mondo cattolico e settori che appartengono invece ad una cultura laica, con alle proprie spalle esperienze culturali diverse.
Però, questa legge continuo a leggerla e a vederla nonostante tutto come una.sorta di valutazione di impatto ambientale della sperimentazione cioè come una sorta di legge che.fissa le procedure da seguire perché la sperimentazione sia regolare e corretta. Questo è un elemento profondamente negativo. Non riesco a vedere questa legge dal punto di vista del paziente ma come una legge che mira in primo luogo a favorire, garantire e assicurare chi intende compiere sperimentazione, forse fissando alcuni limiti, però rimanendo ben lontana da quelli che dovrebbero essere i compiti ed i ruoli di un ente pubblico che dovrebbe compiere una chiara scelta di campo e rimanere dalla parte del paziente e del malato.
Ritengo che la "corporazione medica", questo è il modo con cui oggi si presentano i medici, è ormai quasi una grande minaccia per la salute, non un elemento di guarigione. Il vero compito del pubblico potere è ormai quello di stabilire un limite alla cura professionale della salute, non quello di aumentare le cure, di aumentare i posti letto, di aumentare le spese per la salute. In questo momento deve porre un limite alla cura e alla spesa sanitaria, altrimenti tutti saranno d'accordo, partiti politici e professionisti della medicina, ad espandere ancora di più quello che ormai è di fatto un monopolio.



PRESIDENTE

La discussione generale è conclusa. Ha dunque la parola per la replica l'Assessore Olivieri.
OLIVIERI, Assessore alla sanità Nello spazio di 40 minuti ho sentito una lunga serie di luoghi comuni.
Devo dire che mi vergogno profondamente di aver presentato questa legge. La scelta è una sola caro Ala: o vogliamo diventare dei filosofi del Terzo Mondo oppure vogliamo rimanere in un mondo civile. Ti manderemo a farti curare dall'avvocato! Questa è una legge estremamente seria presentata da una persona che si è preoccupata della gente, ma anche che la civiltà andasse avanti. Quando ci saranno milioni di casi di AIDS nel 2000, come andrà a finire? Vuol dire che l'esperimento lo faremo fare dai civilisti, dai penalisti, dai muratori. Cerchiamo di essere seri ogni tanto e di smetterla di gabellare delle fantasie per delle ideologie e cose serie. Io mi vergogno e mi rifiuto di ascoltare certi discorsi. Diventa una questione di buona fede.
Leggi di questo tipo andavano discusse in Commissione fino in fondo non sull'onda emotiva del far piacere a questo o a quell'altro accettando gli emendamenti in aula con discorsi che hanno ben scarso basamento.
Ho accettato gli emendamenti che ritenevo opportuno di accettare in sede di Commissione e in aula non accetterò nessun altro emendamento.



PRESIDENTE

Passiamo, ora all'esame dell'articolato.
E' stato presentato dai Consiglieri Adduci, Sestero e Calligaro un emendamento al titolo che recita: "Disciplina relativa all'impiego di nuove metodiche diagnostiche e terapeutiche nell'ambito ospedaliero".
La parola al Consigliere Adduci che lo illustra.
ADDUCI Noi abbiamo agito con la massima serietà e proprio in quest'ottica abbiamo presentato un emendamento al titolo della legge. Ci sembra corretto infatti che la Regione titoli intanto in modo giusto la legge che il Consiglio sta per approvare, perciò anziché "metodiche terapeutiche e diagnostiche", proponiamo "metodiche diagnostiche e terapeutiche".



PRESIDENTE

La Giunta non accoglie l'emendamento.
Lo pongo pertanto in votazione per alzata di mano.
E' respinto con 10 voti favorevoli e 25 contrari.
Passiamo alla votazione dell'art. 1.
Art.1 "Le sottoelencate attività di sperimentazione clinica devono essere organizzate, nel rispetto della normativa statale e nello spirito delle dichiarazioni internazionali in materia, in modo da garantire il diritto alla salute, la libera volontà.del paziente ed assicurare la cura dei singoli soggetti: a) la somministrazione a scopo sperimentale di prodotti farmacologici o di altri rimedi terapeutici, di cui non sia formalmente ammessa la vendita al pubblico, eseguita a qualsiasi titolo e con qualsiasi modalità di introduzione nell'organismo e di rilevazione di effetti b) la somministrazione, a scopo sperimentale, nei termini sopra precisati di medicinali regolarmente ammessi alla vendita al pubblico con impiego in rilevante difformità rispetto alle indicazioni e alla posologia stabilite nel decreto di registrazione, ovvero allo scopo di verificarne indicazioni tollerabilità, innocuità ed efficacia c) l'esecuzione a scopo sperimentale di manovre strumentali, attività chirurgiche, mediche e dietetiche d) l'esposizione a scopo sperimentale ad agenti chimici, chimico - fisici e fisici".
I Consiglieri Reburdo e Ala presentano il seguente emendamento: il primo comma viene così riscritto: "Nel rispetto della Costituzione e della normativa statale e nello spirito delle dichiarazioni internazionali in materia, le sotto elencate attività di sperimentazione clinica devono essere organizzate in modo tale da garantire il diritto alla salute, la libera volontà del paziente ed il suo consenso consapevole, assicurare la cura ed il benessere dei singoli soggetti, tutelare la dignità della persona, contribuire ad una riduzione dell'attività di sperimentazione".
Pongo in votazione per alzata di mano tale emendamento.
E' respinto con 3 voti favorevoli, 24 contrari e 10 astensioni.
Il Consigliere Staglianò presenta il seguente emendamento sostitutivo: al secondo comma punto a) sostituire la frase "eseguita a qualsiasi titolo e con qualsiasi modalità di introduzione nell'organismo e di rilevazione di effetti" con: "perseguendo esclusivamente fini medici, scientifici e sociali, quale che sia la via di somministrazione o la sede di applicazione nell'organismo e la modalità di rilevazione degli effetti".
Pongo in votazione per alzata di mano tale emendamento.
E' respinto con 4 voti favorevoli, 20 contrari e 9 astensioni.
I Consiglieri Reburdo e Ala presentano il seguente emendamento: all'art. 1, ai punti a), b), c), d), dopo le parole "a scopo sperimentale" sono aggiunte le parole "diagnostico e terapeutico".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli, 27 voti contrari e 11 astensioni.
Passiamo all'emendamento presentato dai Consiglieri Adduci, Sestero e Calligaro: all'art. 1, alla fine del comma indicato con la lettera b) sostituire le parole "ovvero allo scopo di verificarne indicazioni, tollerabilità innocuità ed efficacia" con le parole "allo scopo di curare efficacemente la persona interessata".
La parola al Consigliere Adduci.
ADDUCI Signor Presidente, siamo un po' stravolti da come stanno andando le cose. C'è una chiusura preconcetta da parte dell'Assessore che non accetta alcun emendamento. Su questo però bisogna riflettere. Invito i Consiglieri al di là delle cose dette, a sgomberare la loro mente da pregiudizi. Qui si dice: "allo scopo di verificare - su un ammalato - la tollerabilità l'innocuità e l'efficacia di un farmaco". Un farmaco prima di essere somministrato è già stato sottoposto a sperimentazione, ha già avuto il nulla osta dal Ministero e quindi non è necessario riproporne di nuovo l'iter. Voglio però richiamare la vostra attenzione sul termine innocuità.
Questo è un eufemismo bello e buono. Innocuità vuol dire tossicità. Allora è moralmente lecito sperimentare su un ammalato la tossicità di un farmaco?Riflettiamo un momento. Recedete da questo atteggiamento e forse sarà possibile discutere meglio; altrimenti a cosa serve presentare emendamenti ed illustrarli? OLIVIERI, Assessore alla sanità Vedi Adduci, sia tu, sia il Consigliere Staglianò, sia il Consigliere Reburdo, sia il Consigliere Ala avete superato statisticamente il 50% del vostro livello di vita e il fatto che siete ancora in vita è dovuto al fatto che qualche pazzo, qualche incosciente, qualche delinquente provò a suo tempo la tollerabilità, la tossicità e l'efficacia di qualche medicamento. Checché se ne dica è così! Tu per caso sei ancora vivo! Desideri continuare o preferisci abdicare a questa valle di lacrime, amico mio?



PRESIDENTE

Sono state chiare l'illustrazione del Consigliere Adduci e la risposta dell'Assessore Olivieri.
La parola al Consigliere Marchini.
MARCHINI Il nostro Gruppo si associa alle dichiarazioni dell'Assessore, per prende le distanze su un aspetto. Dalle sue parole abbiamo colto il rammarico che alcuni nostri amici siano vivi, invece noi ci compiacciamo che siano vivi!



PRESIDENTE

Pongo in votazione per alzata di mano tale emendamento.
E' respinto con 13 voti favorevoli, 24 contrari e 3 astensioni.
Il Consigliere Staglianò presenta il seguente emendamento: dopo il primo comma aggiungere: "Sono ammessi alla sperimentazione solo i soggetti in grado di intendere e di volere, nonché in possesso di tutte le libertà previste dalla legge.
Salvo i casi in cui nell'esperimento si configuri un'ipotesi di vantaggio per l'interessato, in luogo dei minori e degli incapaci di intendere e volere potranno autorizzare la sperimentazione coloro i quali, secondo normative vigenti, hanno la facoltà di rilasciare l'autorizzazione".
La parola al Consigliere Staglianò per l'illustrazione.
STAGLIANO' Con grande rammarico debbo rilevare che, nonostante lo sforzo di serietà e di impegno profuso non soltanto dal sottoscritto e non mi riferisco soltanto al vuoto dei banchi della maggioranza, il risultato di mesi di lavoro condotto collettivamente dalla Commissione va compromettendosi per la chiusura pregiudiziale della Giunta sugli emendamenti proposti, che non ha ascoltato nemmeno gli argomenti portati sin qui, con preoccupazioni dell'Assessore che possono essere anche legittime, dal suo punto di vista, ma che possono diventare un suo ostruzionismo nei confronti della dialettica dell'assemblea. Egli vuole far scattare il riflesso condizionato dello schieramento, limitando la libera volontà di ciascun Consigliere e la disponibilità a misurarsi su questioni che possono anche non essere di natura sostanziale, ma di aggiustamento, di raccordo e di pulizia dell'articolato: il che non guasta.
Ritengo molto grave il comportamento dell'Assessore Olivieri perch egli sta vanificando l'impegno di chi ha lavorato con serietà per mesi.
Ma non voglio fermarmi a questa considerazione. Ritengo, infatti, che l'opposizione, o una parte di essa, ha ottenuto risultati concreti e significativi per migliorare il disegno di legge originario. Comunque vada a finire, non voglio buttare alle ortiche il frutto del nostro lavoro. E' stato il frutto, nonostante le distrazioni di altri, di quelle teste calde che sono in vita per grazia di qualche sperimentatore come ci ha detto l'Assessore Olivieri, ma che, appunto, vogliono continuare a vivere possibilmente ragionando con la propria testa ed impedendo che la gente diventi cavia in mano a qualche dottor Stranamore.
Richiamo ancora una volta l'Assessore, che non ha avuto il tempo e il modo di cogliere lo sforzo di collocazione politica condotto in quest'aula stamattina per cercare di fare avanzare la nostra legislazione, tenendo conto di tutte le culture e di tutte le esperienze sociali che si esprimono in questa Regione e che noi dovremmo cercare di rappresentare.
Invito caldamente l'Assessore a riconsiderare l'atteggiamento pregiudiziale che ha assunto e invito anche tutti gli altri Consiglieri a sottrarsi al riflesso condizionato dello schieramento, perché oggi non legiferiamo soltanto per i cittadini che votano il pentapartito.
Fatta questa premessa, che mi pareva doverosa perché il clima determinatosi è davvero molto grave, il testo dell'emendamento firmato dal sottoscritto recita, dopo il primo comma, "Sono ammessi alla sperimentazione solo i soggetti in grado di intendere e di volere, nonch in possesso di tutte le libertà previste dalla legge" (faccio un inciso: in Italia non vige, fortunatamente, la normativa che consente quello che è avvenuto nelle carceri americane, ma poco ci manca) "salvo i casi in cui nell'esperimento si configuri un'ipotesi di vantaggio per l'interessato. In luogo dei minori e degli incapaci di intendere e volere, potranno autorizzare la sperimentazione coloro i quali, secondo le norme vigenti hanno la facoltà di rilasciare l'autorizzazione".
Invito a riflettere su questo emendamento, perché non ci va di buttare a mare i primi risultati ottenuti, che hanno già migliorato la legge, la quale è ancora migliorabile se soltanto ogni Consigliere volesse interpretare il proprio ruolo, con la serietà e la serenità che dovremmo conservare in ogni momento.



PRESIDENTE

Vorrei ricordare ai Consiglieri che questa legge è stata esaminata due volte in Commissione e ha avuto il dovuto approfondimento da parte di tutti i Gruppi. E' una legge conosciuta in tutti i particolari da grossa parte dell'assemblea.
Le dichiarazioni dell'Assessore, anche se sono state fatte in un modo un po' forte, non precludono nulla. Non vi è stato un iter legislativo più approfondito di questo; infatti, in sede di Commissione sono stati accolti da parte della Giunta molti emendamenti dell'opposizione.
Cerchiamo di mantenere un clima sereno in quest'aula.
La parola al Consigliere Bergoglio.
BERGOGLIO Vorrei contribuire a creare un clima corretto e serio che il provvedimento merita, perché nella foga della discussione può sembrare ai colleghi che non fanno parte della Commissione e che non hanno potuto seguire le fasi precedenti del lavoro che si sia venuti in aula dopo un frettoloso esame della legge , che ci sia l'esigenza di presentare molti emendamenti in aula perché in Commissione non si sono potuti fare gli approfondimenti adeguati. Per smentire questa impressione ricordo che questa legge è venuta due volte in aula e che le sono state destinate 5 sedute in Commissione. Non è affatto vero che la Giunta respinga in blocco i tentativi di miglioramento.
STAGLIANO' E' stato anche detto.
BERGOGLIO Non interrompermi, perché io non l' ho fatto.
In sede di Commissione il rapporto tra Giunta e Consiglio è stato molto ampio, le discussioni sono state lunghe e approfondite, alcune più utili altre meno. Gli emendamenti in quella sede sono stati esaminati nel dettaglio e sono stati accettati dalla Giunta quelli che rientravano nello spirito complessivo dell'obiettivo che con questa legge si vuole realizzare.
Il Consigliere Staglianò d'altra parte nella sua relazione ha dato atto che il lavoro della Commissione ha consentito dal suo punto di vista, ma anche da un punto di vista globale, il miglioramento della prima proposta.
E' una materia che presenta delle difficoltà. Quindi l'atteggiamento dell'Assessore di non voler accettare ulteriori emendamenti, che presi singolarmente potrebbero rompere l'organicità della legge così com'è stata con molta attenzione elaborata dai Consiglieri che l' hanno seguita nella V Commissione, credo sia giustificabile, perché altrimenti si rischierebbe di rendere con questa legge non un servizio alla comunità e una garanzia maggiore, ma un provvedimento che finirebbe per complicare ulteriormente le cose.
E' vero che è legittimo che ogni Consigliere presenti in aula gli emendamenti, ma è altrettanto legittimo e giustificato preoccuparsi del problema della applicabilità e della organicità della legge.
Questo emendamento sembra più che ragionevole, però è già previsto in altra parte della legge che debba comunque esserci il consenso dell'ammalato ed è anche previsto che quando l'ammalato non è in condizione di esprimere il suo assenso ci sia chi legittimamente lo rappresenti e che esprima il consenso per lui. Per cui il non accoglimento di questo emendamento non è per ostruzionismo o per dispetto - a qualcuno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Minervini.
MINERVINI Noi approviamo la prima parte dell'emendamento: "Sono ammessi alla sperimentazione solo i soggetti in grado di intendere e di volere" e vorremmo cancellare le parole: "nonché in possesso di tutte le libertà previste dalla legge", perché non comprendiamo il significato di questa frase.
Proponiamo anche di togliere le parole "Salvo i casi in cui nell'esperimento si configuri un'ipotesi di vantaggio per l'interessato" perché è indubbio che si cerchi di andare verso la cura dell'interessato.
Si spera sempre che un determinato farmaco che si sperimenta possa dare un vantaggio. E' un emendamento che rafforza ciò che nella legge c'è già.
OLIVIERI, Assessore alla sanità Respingo l'emendamento semplice mente perché è discriminante e antidemocratico in quanto la malattia non ha frontiere. A questo punto discrimineremmo una aliquota di popolazione da un'altra.



PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Reburdo per una dichiarazione di voto sull'emendamento.
REBURDO Questo emendamento vuole mettere in evidenza che il soggetto dell'intervento deve essere garantito. Capisco che è scritto qua e là nella legge, però occorre rafforzare questo principio. Molte volte negli ospedali si applicano delle sperimentazioni fatte all'esterno. Il paziente deve essere difeso anche attraverso una enfatizzazione di questo aspetto all'interno, della legge. L'emendamento i molto importante e perciò va inserito nell'art. 1.
Il soggetto molte volte è messo nella condizione di dover accettar senza discutere perché gli mancano gli strumenti di informazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò per dichiarazione di voto e per illustrare un nuovo emendamento da lui formalizzato.
STAGLIANO' La collega Bergoglio ha ragione solo in parte. Purtroppo la sua partecipazione alle cinque sedute di Commissione non è stata pari a quella di altri colleghi. Ciononostante alla collega Bergoglio non sarà sfuggito il fatto che il concetto contenuto nell'emendamento è ripreso nell'articolato successivo, in particolare nell'art. 4, laddove si dice che occorre acquisire il consenso consapevole del diretto interessato o di chi è tenuto a consentire, che è esattamente quanto è stato accolto, Assessore (se ci sono quindi le discriminazioni antidemocratiche le avete accolte anche voi), dall'unanimità della Commissione. Ed allora perché riproporlo a questo punto? Vengo anche alla proposta che faceva la collega Minervini.
Semplice, mente perché l'art. 1 tratta le finalità della legge e nelle finalità della legge occorre precisare quali sono i suoi destinatari. Non è così, colleghi più anziani? Apprezzo la sinteticità, anzi, la lapidarietà in tante circostanze del collega Olivieri, tante altre volte, però, questa sua propensione gli fa i imboccare vie poco opportune. E' completamente destituita da qualsiasi fondamento la sua affermazione secondo cui ci sarebbe presunta discriminazione fra i cittadini. La prima parte della richiesta della collega Minervini e cioè la eliminazione dell'inciso "nonché in possesso di tutte le libertà previste dalla legge", può essere accolta; non che l'inciso sia privo di fondamento, ma appunto perché si fa una legge collocata dentro l'ordinamento nazionale, quello è semplicemente un inciso rafforzativo che si può anche eliminare.
Invece il secondo inciso: "Salvo i casi in cui nell'esperimento si configuri un'ipotesi di vantaggio per l'interessato" a mio avviso va mantenuto, perché noi stiamo parlando di minori e incapaci di intendere e volere, cioè persone che non sono nelle condizioni di esprimere un libero consenso alla sperimentazione. Queste persone che hanno un deficit di partenza nei confronti della sperimentazione, debbono almeno avere il vantaggio di ottenere qualche beneficio sottoponendosi alla sperimentazione. Che poi è il senso di tutta la battaglia che abbiamo condotto (con risultati apprezzabili e che non butteremo al vento, di questo potete stare sicuri) già in Commissione e che qui riproponiamo con alcuni qualificati emendamenti. Dei ventuno emendamenti presentati in Commissione, una parte è stata accolta; ora ne abbiamo ripresentati solo quattro che ci paiono essenziali.
Mi sono soffermato su questo punto perché si tratta di finalità della legge, di filosofia generale era opportuno che tutti i colleghi, non soltanto i membri della V Commissione, potessero valutarne le ispirazioni.
Perciò, io eliminerei la frase: "nonché in possesso di tutte le libertà previste dalla legge" e manterrei il resto.



PRESIDENTE

Su questo ulteriore emendamento ha chiesto la parola il Consigliere Sestero.
SESTERO Nell'esprimermi su questo emendamento, vorrei fare alcune valutazioni.
E' legittimo voler conoscere approssimativamente i tempi di conclusione del percorso di una legge in aula. Nonostante che l'iter precedente della legge si sia svolto con molta cura da parte di tutti i membri della Commissione e con molta disponibilità da parte dell'Assessore, una materia così delicata proprio perché si esercita su pratiche e consuetudini difficili da nomenclare, deve avere la capacità di rappresentare anche il senso, lo spirito e la direzione in cui si vuole andare.
Questo sforzo c'è stato da parte dell'Assessore e di quanti hanno lavorato all'interno della Commissione. Qui non può esserci un mercato degli emendamenti. Molti sono stati accolti in Commissione, il lavoro è stato produttivo, però visto che gli emendamenti non si pesano, se qualche Consigliere voleva presentarne in aula degli altri vuol dire che riteneva che la legge così com'è non garantisce alcuni valori, alcuni principi quindi voleva vedere rafforzati alcuni elementi anche con qualche ridondanza. Discutemmo, mesi fa, di un caso di morte di una minorenne sotto sperimentazione. Quei problemi non si risolvono con un'espressione, come allora facemmo, se poi nel momento in cui si vara uno strumento di legge non ci ricordiamo dei mille canali attraverso i quali può venire una violenza sui diritti dell'individuo. Quindi, a rischio di qualche ridondanza esplicitiamo in modo chiaro e sicuro all'interno della legge quel che si vuole salvaguardare. Attraverso le normative si vogliono salvaguardare i principi, i valori, i diritti della persona.
Credo sia inammissibile che l'Assessore competente risponda in quel modo, credo non sia accettabile che un esecutivo si presenti in questa forma, innanzitutto per motivi istituzionali. In ogni seduta di Consiglio registriamo comportamenti che tendono a limitare il ruolo e la funzione del Consiglio regionale. Il fatto che in Commissione si sia discusso ampiamente non significa che tutti i Consiglieri non abbiamo diritto di affrontare nel merito i problemi. Pertanto l'atteggiamento pregiudiziale, da un punto di vista istituzionale, è inaccettabile. E' una delle tante forme che la maggioranza continua a inventare per impedire di discutere e di affrontare i problemi. Che poi l'Assessore risponda usando (sto caricando un poco) terrorismo psicologico o battute incomprensibili nei suoi interventi è offensivo per il Consiglio e altrettanto intollerabile.
Riusciremo a portare in porto la legge in giornata se cambia questo clima, altrimenti, se non si può entrare nel merito dei problemi è la dimostrazione che la maggioranza sta compiendo un altro passo per rendere impraticabile il Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cernetti.
CERNETTI Ormai abbiamo una dimestichezza sufficiente tra di noi per conoscerci e per sapere che molte volte, nella foga di difendere qualcosa in cui crediamo, nella passione che per fortuna non ha abbandonato i politici, si può essere trasportati ad assumere comportamenti eccessivi. Siamo però così ragionevoli da far rientrare questi eccessi e da salvaguardare tutti e soprattutto la dignità dell'istituzione.
Ricordo, come altri colleghi hanno fatto, il lungo, paziente e meticoloso lavoro della Commissione su questa legge delicata. Sottolineo il consistente apporto dei Consiglieri Staglianò, Adduci e Ala che ha indotto tutti ad una maggiore riflessione e che ha portato ad un indubbio miglioramento di questa legge.
Ricordo la disponibilità dell'Assessore ad accogliere gli emendamenti.
Forse per questo si pensava che la discussione in Consiglio sarebbe stata limitata.
L'Assessore, di cui tutti conosciamo il carattere, può avere degli scatti "calienti", ma poi è sempre disponibile.
Il primo emendamento proposto, a mio avviso, è un emendamento ad abundantiam, perché a me pare che il testo della, legge già salvaguardi l'ammalato. E' importante che si discuta, ma in modo che non si ostacoli il lavoro complessivo del Consiglio, che si discuta tenendo conto del grosso lavoro fatto in Commissione e che, a mio avviso, ha già portato un miglioramento.



PRESIDENTE

C'è stata un'ampia discussione e sono emersi alcuni fatti nuovi relativi all'esame dei singoli emendamenti.
Pongo in votazione l'emendamento all'emendamento del Consigliere Staglian presentato dal Consigliere Minervini il cui testo recita: cancellare le parole da "nonché" fino "all'interessato".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli, 22 contrari ed 1 astensione.
Pongo in votazione per alzata di mano l'emendamento presentato dal Consigliere Staglianò.
E' respinto con 13 voti favorevoli, 23 contrari e 3 astensioni.
I Consiglieri Sestero, Adduci e Calligaro presentano il seguente emendamento: Articolo 1 bis: "E' vietata ogni forma di sperimentazione non preceduta da adeguate, complete e documentate ricerche eseguite mediante prove di laboratorio e che non abbia come fine la cura della persona interessata".
Il Consigliere Adduci intende illustrare l'emendamento.
ADDUCI Abbiamo presentato questo emendamento proprio per cercare di eliminare per quanto possibile, quella differenza sottile ché si coglie e non si coglie ma che tuttavia è sostanziale tra la ricerca biomedica che ha come fine la diagnosi e la cura del soggetto e l'altro tipo di ricerca biomedica che pur avendo un carattere preminentemente e puramente scientifico, non ha alcun valore diagnostico e terapeutico.
Questo è il senso dell'ulteriore specificazione.
A noi pare che questa legge vada, almeno nelle intenzioni, verso la prima direzione, se così non fosse sarebbe estremamente grave.
Per questa ragione abbiamo preferito definire e delimitare il campo, in modo che si abbia la certezza, per quanto possibile in questo settore, che ogni sperimentazione purtroppo necessaria alla luce dello stato dei fatti dell'ambiente, delle malattie, ecc., ogni tipo di sperimentazione dicevamo, sia finalizzata esclusivamente alla cura del soggetto. Ci sembra un principio altamente etico e perciò lo abbiamo riproposto.



PRESIDENTE

Assessore Olivieri, rispetto alla proposizione dell'emendamento lei come si colloca? OLIVIERI, Assessore alla sanità Non è accoglibile, perché altera lo spirito complessivo della legge.



PRESIDENTE

Pongo in votazione per alzata di mano tale emendamento.
E' respinto con 12 voti favorevoli, 21 contrari e 2 astensioni.
Si passi alla votazione dell'art. 1 nel testo originario.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
Art. 2 "Allo scopo di favorire la corretta attività di sperimentazione clinica, è costituita presso la Regione un'apposita Commissione consultiva.
La Commissione, su richiesta dell'Amministrazione regionale o del Comitato di Gestione dell'Unità Socio-Sanitaria Locale, esprime, entro 30 giorni motivato parere in merito alla liceità ed utilità delle attività programmate, nel rispetto dei principi fondamentali contenuti nella 'Dichiarazione di Helsinki-Tokio' del 1975.
La Commissione può anche essere consultata, tramite l'Unità Socio-Sanitaria Locale competente per territorio, da ricercatori, persone fisiche o giuridiche, estranei alla struttura dell'Unità Socio-Sanitaria Locale stessa. L'Unità Socio-Sanitaria Locale competente dovrà trasmettere la richiesta documentata alla Commissione consultiva entro i 30 giorni successivi".
I Consiglieri Reburdo ed Ala presentano il seguente emendamento: art. 2, 3, 7, 8: l'aggettivo "consultiva" che accompagna il sostantivo "Commissione" è abrogato in tutto il testo della legge.
La parola al Consigliere Reburdo.
REBURDO Questo emendamento tende a ricondurre la Commissione regionale a svolgere un ruolo di verifica primaria rispetto a quello che svolge di controllo e di indirizzo. Quindi la Commissione, con questa interpretazione, dovrebbe essere trasformata da Commissione consultiva, in una Commissione senza aggettivi qualificativi al fine di valorizzarne la sua funzione e il suo ruolo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione per alzata di mano tale emendamento.
L'emendamento è respinto con 11 voti favorevoli e 23 contrari.
Vi è un altro emendamento presentato dal Consigliere Reburdo: terzo camma, prima riga, sostituire "può" con "deve".
La parola al Consigliere Reburdo.
REBURDO E' un imperativo categorico tanto più che in questo comma parliamo delle competenze dei ricercatori e delle persone fisiche e giuridiche estranee alle strutture pubbliche. E' vero che ci possono essere delle riserve dal punto di vista giuridico, però è anche vero che se si svolgono operazioni di ricerca, di sperimentazione che riguardano soggetti malati si tratta di capire intanto se l'essere estranei alla struttura della Unità Socio-Sanitaria Locale riguarda anche le strutture convenzionate con il Servizio sanitario, inoltre è opportuno garantire che gli interventi di ricerca e di sperimentazione abbiano un controllo, una verifica attraverso uno strumento che può essere appunto rappresentato da questa Commissione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Olivieri.
OLIVIERI, Assessore alla sanità Consigliere Reburdo, vorrei rilevare un equivoco. Non assumo posizioni squisitamente pregiudiziali del si o del no. Le ragioni sono diverse. C'è una ragione di sostanza e cioè mi pare inutile fare una legge che venga bocciata dal Commissario di Governo. Staglianò sosteneva: "sfruttiamo i principi, buttiamo avanti qualche cosa, iniziamo la battaglia". Qui per siamo anche per legiferare, per controllare certe situazioni. A me interessa in questo campo dare una norma. Non sono qui per fare delle battaglie, magari al vento, certo, le posso fare, ma posso farle anche fuori della sede legislativa, se le voglio fare.
Questa legge - come ho detto in Commissione - aveva anche il significato di un messaggio. In fondo è una legge che possiamo chiamare sperimentale proprio perché lo Stato non interviene in questo campo. E' un messaggio che cerca di far capire che è importante la salvaguardia dell'uomo, del cittadino, perché non tutto si può imporre. Dovete cercare di far capire alla gente che questo è il segnale di un messaggio. Vogliamo forzare la mano in campi che non ci sono propri? Che cosa succede poi? L'aspetto relativo alle case di cura convenzionate è implicito. Sono sotto il controllo delle Unità Socio-Sanitarie Locali, cadono sotto questa regola. Quando accedono alla convenzione, accedono a tutte le norme e regole che sono del Servizio Sanitario Nazionale. La legge non può definire in termini super regolamentati aspetti marginali, altrimenti non è più una legge, ma diventa un compito per bambini di terza elementare. E' questione di dignità legislativa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reburdo.
REBURDO Proponendo questo emendamento non si lede la possibilità ed il ruolo di operatività delle strutture esterne al Servizio sanitario, nel contempo, si avrebbe un sistema minimo di informazione che diversamente non ci sarebbe.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.
STAGLIANO' Voto a favore dell'emendamento del Consigliere Reburdo. In Commissione abbiamo registrato una disponibilità dell'Assessore diversa da quella di oggi. Mi preme sottolineare che la preoccupazione dell'Assessore di non fare ginnastica legislativa inutile è di tutti quanti. Penso anche che occorra sapere osare, stando dentro il solco dei principi fondamentali della nostra Costituzione, soprattutto quando il legislatore nazionale rinuncia ad esercitare il proprio ruolo.
Al riguardo richiamo un episodio felice di questo saper osare. Anche in quel caso avevamo registrato preoccupazioni analoghe a quelle espresse dall'Assessore Olivieri oggi. Mi riferisco all'accoglimento degli emendamenti relativi alla presenza delle associazioni degli immigrati stranieri in Piemonte nella Consulta per l'immigrazione. In quella circostanza altri colleghi dissero: "se li inseriamo, il Commissario del Governo ce li respingerà". E' andata a finire che il Commissario del Governo ha respinto la legge sull'emigrazione ma per aspetti assolutamente laterali e, comunque, non per quelle ragioni paventate da alcuni colleghi.
Quando si ha piena coscienza del ruolo che dobbiamo svolgere, penso che si riesca a fare tutti un lavoro più proficuo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione per alzata di mano tale emendamento.
E' respinto con 12 voti favorevoli e 26 contrari.
Il Consigliere Pezzana presenta il seguente emendamento: all'art. 2 è aggiunto il seguente ultimo comma: "Per lo svolgimento delle proprie funzioni la Commissione procede all'audizione di Associazioni per la tutela dei diritti del malato o altre il cui parere si ritenga utile, legalmente costituite ed operanti sul territorio regionale.. L'audizione può avvenire su richiesta delle Associazioni al Presidente della Commissione o su richiesta della Commissione stessa".
La parola al Consigliere Pezzana.
PEZZANA Anche se non voto gli emendamenti, nemmeno il mio se non verrà accolto come ha anticipato l'Assessore, dichiaro che voterò questa legge nel suo insieme, perché la ritengo concreta, praticabile, in assenza di una legge del Governo nazionale. Tutto sommato è una buona legge.
Ho preparato questo emendamento, che riconosco non essere una gran cosa, perché mi pareva opportuno andare incontro a certe intenzioni espresse stamattina dall'Assessore Olivieri, il quale, rispondendo ad un collega, diceva: "sé non ci fosse la sperimentazione, non so che cosa ci troveremo di fronte fra qualche anno, per esempio per quanto riguarda l'AIDS". Le associazioni per la tutela dei diritti del malato e altre proprio perché direttamente interessate e perché più sensibili su taluni argomenti, possono dare delle indicazioni con molto anticipo rispetto alle decisioni che vengono prese dalle autorità sanitarie.
Questo emendamento, non ha un carattere impositivo, ma semplicemente invita la Commissione a sentire il parere di quelle associazioni che ritengono di avere dei buoni argomenti da sottoporre proprio nell'indirizzo di una prevenzione e di una sperimentazione efficace.
Per tornare nell'ambito dell'AIDS, argomento sul quale anche la Giunta regionale dovrà esprimersi come stiamo chiedendo da più di un anno, di fronte all'assenza di un progetto nazionale, per esempio la sperimentazione dell'AZT potrebbe essere una buona azione a livello regionale. Questa indicazione chiaramente non può venire all'Assessore Olivieri da istituzioni sanitarie che su questi argomenti sono disinformate, quindi un'associazione che venga riconosciuta da questa legge potrebbe essere un valido contributo alla conoscenza dei vari problemi che deve affrontare la Commissione. Vorrei sapere se l'Assessore valuta opportuno inserire questo emendamento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Olivieri.
OLIVIERI, Assessore alla sanità Credo che una collocazione di questo tipo la si possa più adeguatamente prevedere all'art. 5, dove c'è un simile riferimento. Infatti l'art. 5 cosa recita: "La Commissione può richiedere la consulenza di altri esperti quando la complessità e la specificità dell'attività, sulla quale è richiesto il suo parere, comporti approfondimenti peculiari, ferma restando la nomina formale da parte della Giunta regionale, su proposta dell'Assessore alla sanità". Questo articolo non esclude supporti di altro genere per quanto attiene l'attività della Commissione. In fondo è una legge molto aperta, non delimita la schiera di chi vuole rivolgersi alla Commissione. Perciò dico che la specificazione trasformerebbe la legge in un piccolo regolamento. Lo spirito della legge è anche di aprire un discorso su questa materia.
Già nella legge c'è questa possibilità.



PRESIDENTE

L'emendamento del Consigliere Pezzana viene ritirato.
Passiamo alla votazione dell'art. 2.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 12 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 2 è approvato.
Art. 3 "L'esecuzione della sperimentazione clinica di cui al precedente art, l nei reparti e servizi ospedalieri, ivi compresi quelli dell'Università degli enti pubblici e privati convenzionati, nonché nelle altre strutture proprie dell'Unità Socio-Sanitaria Locale, è subordinata ad apposita autorizzazione del Comitato di Gestione dell'Unità Socio-Sanitaria Locale L'autorizzazione di cui al primo comma del presente articolo è subordinata al parere rilasciato dalla Commissione regionale di cui al precedente art.
2.
Ogni proposta di sperimentazione clinica è inoltrata al predetto Comitato corredata di relazione tecnica della direzione sanitaria della struttura sede della sperimentazione, con l'indicazione degli eventuali oneri finanziari. Il predetto Comitato inoltra la proposta, completa delle indicazioni di cui al successivo art. 4, alla Commissione consultiva regionale, per il parere di competenza.
L'autorizzazione deve essere notificata, entro 15 giorni dalla data della seduta nella quale è stata deliberata, alla Giunta regionale.
La Giunta regionale, sentita la Commissione consultiva di cui al precedente art. 2, può disporre, in ogni momento e con motivato parere, la sospensione dell'attività".
Il Consigliere Reburdo presenta il seguente emendamento: terzo comma, seconda riga, dopo "parere" aggiungere "vincolante".
La parola al Consigliere Reburdo.
REBURDO E' un emendamento chiaro, sul quale voglio però insistere.
Il parere vincolante rientra in quella logica che illustreremo ancora nelle dichiarazioni finali.
OLIVIERI, Assessore alla sanità Collega Reburdo, perseverare è diabolico.



PRESIDENTE

Pongo in votazione per alzata di mano tale emendamento.
L'emendamento è respinto con 2 voti favorevoli, 29 contrari ed 8 astensioni.
Il Consigliere Ala presenta il seguente emendamento: dopo il secondo comma inserire: "La proposta deve contenere indicazioni delle condizioni di salute, psicologiche e sociali dei soggetti su cui dovrebbe svolgersi la ricerca, in modo che siano tali da consentire l'espressione di un libero consenso richiesto ed ottenuto secondo le procedure stabilite nella presente legge".
Chi è favorevole pregato di alzare la mano.
E' respinto con 11 voti favorevoli, 28 contrari e 2 astensioni.
Il Consigliere Ala presente il seguente emendamento: dopo il terzo camma, aggiungere: "Sono esclusi dalla sperimentazione i minori, i minorati ed inabili, i detenuti, nonché tutti i soggetti a rischio o per i quali possa configurarsi l'ipotesi di un consenso condizionato".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 13 voti favorevoli e 30 contrari.
Il Consigliere Sestero presenta il seguente emendamento: all'art. 3, dopo il terzo comma si aggiunga: "Per lo svolgimento delle proprie funzioni la Commissione procede all'audizione di Associazioni per la tutela dei diritti del malato ed altre il cui parere si ritenga utile legalmente costituite e operanti sul territorio regionale. L'audizione pu avvenire su richiesta delle Associazioni al Presidente della Commissione o su richiesta della Commissione stessa".
La parola al Consigliere Sestero.
SESTERO Ripresento questo emendamento già predisposto dal Consigliere Pezzana perché lo ritengo importante. Credo, infatti, che su una materia di questo genere possa essere utile che abbiano possibilità di esprimersi forme organizzate riconosciute della società che sono impegnate nella tutela di soggetti particolari. Penso soprattutto alle donne. Poter esprimere un punto di vista o portare delle conoscenze su una determinata situazione, quindi, dare alla Commissione regionale la possibilità di avere conoscenze non solo da documenti cartacei, ma da esperienze di forme associative riconosciute mi pare uno strumento essenziale per un miglior funzionamento della Commissione.
Ho ritenuto di utilizzare il testo del Consigliere Pezzana che mi spiace abbia voluto ritirare l'emendamento, perché, nel merito, rappresenta un accrescimento della legge a cui il Consigliere Pezzana ritiene di poter rinunciare, avendo già espresso preventivamente la posizione sua, come ha fatto l'Assessore Olivieri.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano: L'emendamento è respinto con 10 voti favorevoli e 27 voti contrari.
Pongo in votazione l'art. 3.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 10 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 3 è approvato.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CERCHIO



PRESIDENTE

Art. 4 "La proposta, corredata di protocollo di sperimentazione e del nullaosta del Ministero della sanità, ove prescritto, deve contenere l'esplicita indicazione dei presupposti e del programma della ricerca, delle scelte metodologiche e tecniche di esecuzione, dei motivi, dei rischi, nonché dei dispositivi di protezione predisposti. Inoltre, deve contenere la specificazione della competenza professionale del personale, dell'idoneità dei locali e delle attrezzature per l'esecuzione della ricerca, e deve, in particolare, evidenziare le garanzie a favore dei pazienti, ivi compreso l'obbligo di acquisire il consenso consapevole del diretto interessato o di chi è tenuto, secondo le normative vigenti, a rilasciarlo, nonché l'obbligo di tenere periodicamente informato il paziente, che può avvalersi in tutte le fasi della sperimentazione della consulenza del proprio medico di fiducia, sull'andamento della sperimentazione.
Nella stessa proposta deve essere altresì precisato che ogni nuovo farmaco o trattamento deve essere sperimentato per confronto con il farmaco o trattamento più efficace già usato nella terapia specifica.
I sanitari della struttura, sede di sperimentazione, possono, per dichiarati motivi, rifiutarsi di partecipare ai programmi di ricerca o di indagine autorizzati dal Comitato di gestione dell'Unità Socio-Sanitaria Locale L'Unità Socio-Sanitaria Locale, tramite gli organi dell'Ente, vigila sull'osservanza delle prescrizioni generali e particolari e può sospendere l'attività di sperimentazione nel caso che esse risultino violate informandone tempestivamente la Commissione regionale di cui al precedente art. 2.
In ogni fase della ricerca l'Unità Socio-Sanitaria Locale dovrà dimostrare alle autorità regionali l'osservanza delle norme stabilite, mediante esibizione dei documenti sistematicamente collezionati e protocollati".
I Consiglieri Adduci, Sestero, Calligaro presentano i seguenti emendamenti: al primo comma; nona riga, dopo il termine "consenso".aggiungere "volontario, informato e" alla decima riga sostituire "tenere periodicamente informato il paziente" con "continuare ad informare periodicamente il paziente".
La parola al Consigliere Adduci per l'illustrazione.
ADDUCI Questo emendamento va nella direzione più volte auspicata e in parte recepita che riguarda il problema delicatissimo del consenso. E' pur vero che il nuovo testo a proposito del consenso che deve essere rilasciato dal paziente parla di consenso consapevole del diretto interessato, vogliamo però rafforzare questo concetto aggiungendo che, oltre ad essere consapevole, il consenso deve essere volontario ed informato. Col termine "informato" vogliamo riferirci a tutte le possibilità e le opportunità del paziente ad essere informato sul suo stato di salute da parte del medico.
Inoltre, il consenso deve essere volontario ed è ovvio, che non esiste volontà senza la libertà; noi non possiamo ignorare che molti consensi "volontari" vengono dati, appunto volontariamente. Questi consensi a volte vengono dai reclusi nelle prigioni e non ci va molto a capire che vi sono anche altre libertà che vengono meno, quando si parla di volontarietà dunque non possiamo non pensare alle altre libertà ed alle altre prigioni.
Vi sono tante altre prigioni: vi è quella della miseria, quella dell'ignoranza, quella dell'alienazione; sono tutte prigioni nelle quali l'uomo perde la propria libertà.
Teniamo dunque a che questo emendamento venga accolto proprio per ribadire il concetto, per noi fondamentale e punto vitale della legge, del consenso del paziente.
OLIVIERI, Assessore alla sanità Sono spiacente, ma non posso prendere in considerazione serie svariate di categorie e differenziarle. La legge vale per tutti.



PRESIDENTE

Chi è favorevole all'emendamento Adduci ed altri è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 11 voti favorevoli e 26 contrari.
Vi è un altro emendamento presentato dal Consigliere Adduci ed altri all'art. 4: alla fine del primo comma, aggiungere: "il consenso prestato può essere revocato in qualsiasi momento".
ADDUCI Vorrei che l'Assessore Olivieri non ci costringesse a recepire il "non detto" attraverso il "detto", ma che lui recepisca il "detto" attraverso il "detto". Almeno questa volta.



PRESIDENTE

Chi è favorevole a questo emendamento è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 10 voti favorevoli e 25 contrari.
I Consiglieri Reburdo ed Ala presentano il seguente emendamento: al termine del primo comma aggiungere: "L'obbligo dell'informazione sulle caratteristiche della sperimentazione e sul suo andamento si estende anche al medico di fiducia del paziente, il quale deve poter avere accesso a tutta la documentazione relativa al programma di ricerca".
La parola al Consigliere Reburdo.
REBURDO Questa legge è stata riscritta in Commissione grazie al contributo di molti di noi.
L'art. 4 è già stato migliorato e questo emendamento tende a dare ulteriori garanzie al paziente anche attraverso il suo più diretto consulente, il medico di fiducia, il medico di famiglia o il medico di base. Non è un emendamento che stravolge l'articolo riscritto in Commissione.
OLIVIERI, Assessore alla sanità Mi rendo conto della positività dell'emendamento, ma invaderemmo il campo contrattuale che, al momento, non contempla il vincolo tra il medico di base e l'ospedale.
Pertanto mi sembra avventato dire qualcosa che nella realtà dei fatti non ha rispondenza di legge.
Se nel prossimo contratto passerà questo elemento, potremo inserirlo nella legge in seguito.



PRESIDENTE

Chi approva questo emendamento è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli, 23 contrari e 10 astensioni.
Vi è un altro emendamento dei Consiglieri Reburdo ed Ala: dopo il secondo comma, inserire: "I sanitari ed il personale incaricati di programmare e di eseguire la sperimentazione devono inoltre documentare, qualora esistano, rapporti di interesse o di lavoro con imprese industriali o commerciali di prodotti farmaceutici, biologici, chimici e dietetici, di attrezzature e presidi medico-chirurgici, nonché qualsiasi altra attività che possa, a seconda del programma di ricerca, rivestire un carattere di questo genere".
La parola al Consigliere Reburdo.
REBURDO Questo emendamento parte da un presupposto che l'Assessore Olivieri conosce meglio di noi essendo del settore. La maggior parte dei procedimenti terapeutici in atto non sono pensati nei laboratori di ricerca per la salute, ma negli uffici delle case farmaceutiche o di chi ha interessi esterni e che va a propagandare all'interno delle strutture pubbliche. Quindi conoscere nel dettaglio quali sono le interconnessioni professionali rispetto alle strutture esterne, rientra nel filone della chiarezza, della trasparenza.
OLIVIERI, Assessore alla sanità L'intento è ottimo, ma l'emendamento cozzerebbe contro una legge che non c'è. Stiamo portando avanti con molta forza il progetto di legge sull'incompatibilità, che concerne anche questo aspetto, non soltanto per quanto attiene i rapporti tra il privato e il pubblico, ma anche per quel che attiene le relazioni con le case farmaceutiche, con le farmacie e così via.
E' un progetto di legge molto articolato, che sarà fonte di una grossissima battaglia, proprio perché ancora manca questo tipo di legislazione. Ora ci introdurremmo in un campo che non è di nostra pertinenza dal quale rischieremmo di uscire con le ossa rotte. Però mi rendo conto che è profondamente vero quello che dice il Consigliere Reburdo. Comunque la legge sta evolvendo a livello nazionale in questo campo. Speriamo che venga promulgata rapidamente.



PRESIDENTE

Chi è favorevole all'emendamento dei Consiglieri Reburdo e Ala e pregato di alzare la mano.
E' respinto con 10 voti favorevoli e 25 contrari.
Sull'art. 4 ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il Consigliere Staglianò. Ne ha facoltà.
STAGLIANO' Annuncio la mia astensione su questo articolo, come c'è stata sull'articolo precedente perché, come già annunciavo questa mattina l'articolato di questa legge è stato completamente riscritto dalla Commissione sulla base degli emendamenti presentati dal sottoscritto e non soltanto da me.
L'ultima parte del primo comma laddove si parla dell'obbligo di acquisire il consenso consapevole del diretto interessato è "ex novo" anche il secondo comma, laddove si dice che il trattamento del nuovo farmaco deve essere sperimentato per confronto con il farmaco o trattamento più efficace già usato nella terapia specifica, è una nuova riscrittura così come il penultimo e l'ultimo comma: "l'Unità Socio-Sanitaria Locale tramite gli organi dell'ente vigila sull'osservanza delle prescrizioni generali e particolari e può sospendere l'attività di sperimentazione nel caso che esse risultino violate informandone tempestivamente la Commissione regionale di cui al precedente art. 2 e inoltre che in ogni fase della ricerca l'Unità Socio-Sanitaria Locale dovrà dimostrare alle autorità regionali l'osservanza delle norme stabilite mediante esibizione dei documenti sistematicamente collezionati e protocollati". C'è stato, come già detto più volte, un lavoro proficuo della. Commissione che ha migliorato la legge, ma poteva essere ulteriormente migliorata, a nostro avviso, con l'accoglimento degli emendamenti qui proposti. Anche per quanto riguarda l'art. 3, già votato, c'è stato un miglioramento sensibile attraverso il rovesciamento della priorità decisionale, che nella stesura varata dalla Commissione era affidata al Comitato di gestione dell'Unità Socio-Sanitaria Locale e nella stesura finale, invece, è affidata al parere della Commissione consultiva regionale.
Sono passi in avanti sensibili che ci inducono verso quell'atteggiamento politico poco apprezzato dell'Assessore.
Io penso che se avessimo potuto lavorare con maggiore serenità nell'approfondimento di questi argomenti e non con eccessiva velocità, che in queste circostanze non è buona consigliera, i passi in avanti che sono stati qui prospettati avrebbero potuto essere ancora più sensibili.



PRESIDENTE

Si passi alla votazione dell'art. 4.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposta SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si sono astenuti 9 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
Ho registrato una serie di richieste in favore di una sospensione dei lavori, pertanto dichiaro sospesa la seduta.



(La seduta sospesa alle ore 13,45 riprende alle ore 15,15)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO



PRESIDENTE

La seduta riprende.
I Consiglieri Reburdo ed Ala presentano il seguente nuovo art. 4 bis: "Particolare cura deve essere posta per quanto riguarda il consenso consapevole del paziente, considerata la possibile esistenza di condizioni di debolezza o di altri fattori che potrebbero forzare questo consenso.
Detto 'consenso deve essere esplicito, deve venire richiesto da persona diversa da quella che ha in cura il paziente, deve richiedere una esplicita azione del paziente che può, in ogni , momento, essere assistito , da un proprio medico di fiducia, non deve dare luogo a condizioni di vantaggio può essere revocato in ogni momento".
Chiede la parola il Consigliere Reburdo per illustrare il nuovo articolo.
REBURDO Con questo emendamento si vuole costruire un processo di garanzie questo come tutti gli altri emendamenti fa parte di un filone ben preciso per rivendicare il diritto del paziente di essere assistito e consigliato da un medico di base di fiducia che possa definire un quadro di minore incertezza al paziente stesso. Anche i ricercatori hanno bisogno di garanzie, ma questi hanno in mano lo strumento della conoscenza, mentre i pazienti si trovano nella condizione di non comprendere certi interventi che se invece sono sufficientemente spiegati e supportati potrebbero anche essere facilitati e non sarebbero considerati come qualcosa che piove sul loro corpo senza strumenti difensivi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Olivieri.
OLIVIERI, Assessore alla sanità Consigliere Reburdo, esistono delle norme deontologiche abbastanza precise, legate ad una tradizione mai discussa e mai messa in dubbio. Il medico curante, sollecitato dal paziente, ha la possibilità di chiedere ragguagli attorno a eventi o accadimenti che possano succedere al paziente ricoverato in ospedale. Questo fa parte della norma tradizionale e costante. La legge non deve definire queste cose. Può essere eventualmente compito di un tribunale del diritto dell'ammalato che da informazioni, che distribuisce volantini, ecc. Questa questione con la legge non ha niente a che vedere. Sono rari gli eventi che richiedono un richiamo di questo tipo.
Bisogna fare attenzione a non travisare lo spirito della legge.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento 4 bis.
Chi intende approvarlo è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 10 voti favorevoli, 18 contrari e 1 astensione.
Art. 5 "La Commissione di cui all'art. 2 della presente legge è presieduta dall'Assessore regionale alla sanità o da un suo delegato ed è composta da: l) un avvocato civilista 2) un farmacologo 3) un medico legale 4) un medico internista 5) un medico chirurgo 6) un medico igienista 7) un magistrato dell'ordine giudiziario 8) uno psicologo 9) un funzionario dell'Assessorato regionale alla sanità esperto di diritto amministrativo.
Le funzioni di segretario sono affidate ad un funzionario alle dipendenze dell'Assessorato alla sanità della Regione.
La Commissione può richiedere la consulenza di altri esperti quando la complessità o la specificità dell'attività, sulla quale è richiesto il suo parere, comporti approfondimenti peculiari, ferma restando la nomina formale da parte della Giunta regionale, su proposta dell'Assessore alla sanità".
Chiede la parola il Consigliere Reburdo per l'illustrazione dell'emendamento presentato unitamente al Consigliere Ala.
REBURDO Con il nostro emendamento proponiamo di integrare la Commissione con un rappresentante del Tribunale per i diritti del malato e un rappresentante del volontariato socio - assistenziale o sanitario. Su questa proposta, che è già stata discussa in Commissione, c'era un dissenso netto da parte dell'Assessore. Quando avevamo chiesto che la Commissione fosse obbligatoriamente consultata, pensavamo ad una Commissione integrata da queste due presenze che potevano dare una garanzia di rappresentatività dei pazienti. Questa proposta non stravolge l'articolo della legge. E' una presenza non garantista, ma è una presenza che può porre delle questioni tecnico - scientifiche in modo diverso e ha significato di presenza partecipativa del soggetto che deve essere sottoposto a sperimentazione per cui potrebbe dare quella garanzia generale che chiediamo e che speriamo venga accetta. Faccio un appello all'Assessore e alla maggioranza perché si rifletta sulla possibilità di accettare questi emendamenti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Olivieri.
OLIVIERI, Assessore alla sanità L'emendamento proposto dal Consigliere Reburdo è stravolgente.
Lo dico molto serenamente. Dobbiamo dire che l'ammalato è rappresentato da ognuno dei membri della Commissione in quanto tutti sono dei potenziali malati o avranno in famiglia malati che potrebbero essere nelle stesse condizioni, quindi, sono sempre uomini e sono sicuri allievi della struttura sanitaria. Certo, la Commissione stessa è di parte, poiché il medico legale può essere di parte, il farmacologo può essere di parte, per lo spirito con cui è stata vista questa Commissione è di una Commissione la più tecnica e la più asettica possibile, che non inceda a situazioni epidermiche o a facili deviazioni di istrionismi o di convincimenti che nulla hanno a che fare con la realtà delle cose.
Oltretutto sarebbe una "depressione" del Tribunale per i diritti del malato stesso perché il Tribunale, in quanto elemento di dibattito e di movimento che fa le sue battaglie e le sue proposte, se lo mettiamo a gestire dall'interno viene snaturato, in sostanza dello spirito del Tribunale per i diritti del malato. Questo vale anche per le questioni del volontariato.
Per queste ragioni la Giunta non accetta l'emendamento.



PRESIDENTE

L'emendamento del Consigliere Reburdo è stato illustrato. Passiamo all'emendamento del Consigliere Staglianò.
La parola al Consigliere Staglianò per l'illustrazione del suo emendamento sulla norma transitoria.
STAGLIANO' Queste sono delle sue libere opinioni, che ha la legittimità di esprimere. Per quanto mi riguarda, non intendevo prevaricare i diritti altrui, quanto invece avere un rapporto leale, come mi sforzo di mantenere sempre con i colleghi, nella libera dialettica di assemblea. Oltre al Tribunale per i diritti del malato, su cui si è soffermato il collega Reburdo, a nostro avviso sarebbe utile anche la presenza del sociologo oltre a quella, accolta in Commissione anche col consenso dell'Assessore dello psicologo.
Quando si parla di sperimentazione, occorre considerare in primo luogo il punto di vista del paziente (ecco perché abbiamo teso in tutta la discussione a riequilibrare i punti di vista cercando di fornire quell'ausilio di orientamento per il paziente sottoposto a sperimentazione) e in secondo luogo il punto di vista di chi può fornire indicazioni sull'accettabilità sociale o meno di una determinata pratica sperimentativa.
Mi spiace che un sociologo attento come il collega Mignone, non abbia colto queste cose.



PRESIDENTE

Abbiamo concluso la discussione sugli emendamenti presentati dai Consiglieri Reburdo e Ala ed uno del Consigliere Staglianò.
REBURDO Vorrei capire come i Gruppi della maggioranza intendano esprimersi su questa proposta. Tutti i Gruppi di maggioranza sono concordi sulla posizione dell'Assessore, cioè che non accetta l'inserimento di un rappresentante del Tribunale per i diritti del malato, di un rappresentante del volontariato sanitario socio-assistenziale e di un sociologo all'interno della Commissione?



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mignone.
MIGNONE Sostanzialmente condivido l'opinione dell'Assessore, anche perch l'ultimo comma credo possa fare giustizia rispetto a questi argomenti, nel senso che si prevede che la Commissione possa essere integrata per richiedere la consulenza su problemi specifici.
Non entro nel discorso in particolare del sociologo, perché qui rappresento un Gruppo e non la mia professione. Penso che tutti i Consiglieri presenti devono anzitutto rappresentare il ruolo di Consigliere regionale e non la categoria alla quale per destino della vita appartengono.
REBURDO Anche con il futuro paziente.
MIGNONE Vi possono essere delle circostanze in cui una professionalità, in materia di sociologia della famiglia, di sociologia in generale, anche rispetto alle problematiche che ricordava il Consigliere Staglianò, in cui andrebbe meglio un professore di filosofia morale più che un sociologo. Per esempio sulle tematiche del sesso predeterminato vi è un problema di etica.
REBURDO Anche un teologo? OLIVIERI, Assessore alla sanità Può essere interpellato anche quello, non c'è nessun problema, è una legge aperta.
MIGNONE Voi avete in mente la filosofia dei preti, la filosofia morale è una cosa diversa. Non ho parlato di teologi, non mi è neanche venuto in mente il teologo.
Questo caso attiene ad un ragionamento di filosofia in generale, per dire che da questo punto di vista potrebbero essere richiamate tutte le professionalità all'interno di questa Commissione, ma quelle individuate qui in modo puntuale sono quelle che debbono essere presenti in ogni caso.
Penso che nell'ultimo comma ci siano le condizioni perché, nel caso vi siano problemi o aspetti particolari, vi sia lo spazio per consentire l'utilizzo di professionalità tipo quella del sociologo od anche del filosofo teoretico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Nerviani.
NERVIANI Mi sento di intervenire, anche se non ho specifica competenza e non ho seguito la materia nel dettaglio, perché mi sembra corretto rispondere alla sollecitazione del Consigliere Reburdo che chiede a noi di dimostrare coerenza con le impostazioni che abbiamo sempre avuto in passato in questo campo.
Con la premessa che i preti, che sono stati tirati in ballo, sono umilissimi servitori e uomini che trasmettono solo messaggi religiosi e quindi non svolgono una particolare funzione in questo specifico settore voglio dire razionalmente, Consigliere Reburdo, che non mi sembra opportuno né l'inserimento di un rappresentante del Tribunale per i diritti del malato né di altre figure di questo tipo. Avendo seguito il dibattito con molta attenzione mi pare di aver capito che si tratta di una Commissione con alta valenza tecnica, che deve valutare sotto il profilo giuridico medico e psicologico se una sperimentazione può essere fatta oppure no.
Ritengo invece che eventuali volontari e il Tribunale malati devono avere immediatamente a, disposizione gli atti mediante i quali è possibile valutare le decisioni che la Commissione tecnica ha assunto e trasmesso agli organismi competenti. Collega Reburdo, non respingiamo la tua sollecitazione sul piano del principio; riteniamo tuttavia che le fasce devono essere distinte e in questo senso solo per questo non pensiamo giusto accogliere il tuo emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.
BONTEMPI Non sono presentatore di emendamenti, ma vorrei invitare i colleghi e l'Assessore di considerare che queste Commissioni consultive, con un mercato di carattere tecnico, dovrebbero essere presiedute dall'Assessore alla sanità. Per l'organismo consultivo in materia sanitaria avevamo legislativamente stabilito che, salvo nella fase di avvio, la presidenza venisse assunta all'interno dei membri eletti. Inoltre non so se in queste Commissioni abbia senso la presenza di funzionari dell'Assessorato. Pongo anche questa questione all'attenzione del Consiglio. Mi riservo di presentare un emendamento. Occorre verificare se si conviene su questo tipo di ragionamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cernetti.
CERNETTI Della Commissione potrebbero far parte sia le competenze espresse dal Consigliere Reburdo sia quelle espresse dal Consigliere Staglianò ed altre ancora perché la sfera è vastissima. Però di tutto questo abbiamo discusso a lungo in Commissione con gli esperti che hanno seguito questa legge articolo per articolo, comma per comma. La discussione è stata approfondita e seria; ognuno ha espresso il proprio parere; la Commissione stessa è stata modificata con l'inclusione delle valenze ritenute più necessarie rispetto ad altre, questo perché si è voluto dare alla Commissione stessa una composizione qualificata e contenuta numericamente perché non diventasse elefantiaca e tale che invece di facilitare eventuali esperimenti li ostacolasse.
Ecco perché sono favorevole alla composizione della stessa così come è stata approvata nella V Commissione.



PRESIDENTE

Sono emerse varie posizioni. Darei ora la parola all'Assessore Olivieri.
OLIVIERI, Assessore alla sanità Riferendomi all'intervento del Consigliere Bontempi dico senza mezzi termini che se fossi stato Assessore all'epoca della legge sul Coresa l'avrei posta in altri termini. Era mio intendimento infatti - e forse lo è ancora - di proporre una legge in cui Presidente del Coresa sia l'Assessore.
Non c'è nulla di peggio che commissioni di questo tipo che diventano elementi non di dibattito e di consultazione tecnica, ma elementi di antitesi con conseguenze inimmaginabili. Vi sono responsabilità di gestione e come tali vanno condotte e impostate. Ognuno deve avere il coraggio delle proprie decisioni, che deve prendere sulla base della consultazione dei tecnici. Questa è la mia impostazione che sarebbe da portare avanti probabilmente, rivedendo anche la legge sul Coresa, perché questi sistemi bicamerali in voga, ma criticati in ambito nazionale possono diventare fonte di disguidi addirittura a livello regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.
BONTEMPI Le affermazioni dell'Assessore, sul terreno istituzionale sono, a mio avviso, di notevole gravità. L'Assessore teorizza che le commissioni consultive devono essere presiedute dall'Assessore perché in quella sede si deve poter gestire, mentre lo schema di modello istituzionale, di cui parleremo nei prossimi giorni all'interno di convegni, è quello della riconoscibilità degli atti e delle funzioni dei soggetti.
Ha ragione l'Assessore nel dire che il suo compito è di gestire, di decidere e di governare. Tale compito però lo può assumere solo nel la nitidezza e nella trasparenza di un rapporto con l'organismo consultivo che sia autonomo e libero di esprimergli le sue valutazioni. Tocca all'Assessore, alla Giunta o all'organismo politico di motivare e di farne l'uso che ritiene, nel senso di eventualmente motivare lo scarto sulla base di esigenze di interesse generale. Stiamo lavorando per arrivare a forme di individuazione dei livelli di responsabilità. Non voglio caricare tutto sulle spalle dell'Assessore, ma abbiamo esempi illustri che vanno in questa direzione.
La risposta ' dell'Assessore mi preoccupa. Questo sistema va cambiato.
Le Commissioni consultive o non si fanno perché si ritiene che non servono (in molti casi è così e sarebbe opportuna una consultazione deregolata) o se si fanno devono avere riconoscibilità e autonomia. La presenza dell'Assessore non la rende possibile perché in quella sede si adottano pronunce ampiamente dirette e governate nell'iter stesso della discussione da una presenza politica che giustamente deve tener conto di sue esigenze invece dovrebbe intervenire una dialettica tra l'organo consultivo e l'organo di amministrazione attiva, il quale sulla base di quei pareri o li assume o se ne discosta motivando. Questo è la riconoscibilità della trasparenza. L'Assessore Bajardi aveva presentato la proposta di legge con la Presidenza normale. Vogliamo introdurre novità in questo campo. Ed è importante introdurle per riaffermare quei principi di trasparenza e di responsabilità di cui proprio domani al convegno su Giustizia e pubblica amministrazione discuteremo, visti i precedenti di pubblica amministrazione confusa in cui non si sa mai chi fa le cose e a che titolo si parla.
Noi, comunque, presentiamo l'emendamento e invitiamo le altre forze politiche ad esaminarlo con attenzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.
MARCHINI Signor Presidente, colleghi Consiglieri, non ritengo opportuno lasciare solo ad una interlocuzione tra Assessore e Capogruppo comunista una problematica così delicata, talché possa sembrare che la maggioranza si riconosca nella posizione dell'Assessore e che comunque su questo avvenga una divaricazione tra Assessorato e minoranza o quanto meno Partito comunista. Il problema si pone, ma non in termini così approssimativi e un po' umorali come sono stati posti. Ho l'impressione che abbia ragione il collega Bontempi nel sostenere che se c'è una Commissione consultiva questa esprime solo pareri e come tale ha un'esigenza di assoluta autonomia anche dal punto di vista della Presidenza, in quanto chi dà pareri non può essere condizionato nella formulazione del parere dall'essere sottoposto alla Presidenza del destinatario del parere stesso.
Mi fa piacere che il Gruppo comunista incominci a fare la rilettura di quanto ha costruito negli anni passati. La verità è che attraverso molti meccanismi di coinvolgimento in una funzione apparentemente consultiva si sono inseriti dei soggetti a livello gestionale e decisionale. Questo attiene all'impianto generale dei nostri rapporti, come istituzione, in elementi ed aspetti i più disparati.
Non è da sottovalutare il problema in quanto, al di là degli aspetti specifici pone l'attenzione sulla circostanza che è maturato un interrogativo sia nelle forze di maggioranza perché l'Assessore avrebbe dei ripensamenti sul Consiglio sanitario regionale, sia nel Gruppo comunista che ha delle perplessità sulla formulazione della Commissione.
Chi deve gestire? Con quali soggetti? Che ruolo hanno gli esterni? Gli esterni all'apparato regionale o fanno parte di organismi consultivi, oppure sono degli esperti pagati per le loro consulenze.
Anch'io, in termini umorali e molto approssimativi provo a pensare su quale percorso ci dobbiamo avviare. Quando questa istituzione sarà matura dovrà capire che al suo interno è in grado di gestire e dare risposta ai problemi che si pongono, salvo a quelle questioni di carattere eccezionale di grande difficoltà che vengono rimesse occasionalmente al mondo della ricerca delle professionalità, della capacità esterna.
L'ente consultivo a livello nazionale è istituzionalizzato, in quanto è previsto come istituzione, ma è in rapporto dialettico permanente rispetto all'ente gestionale.
Quindi le questioni poste dal Capogruppo comunista ci trovano formalmente attenti e in qualche misura concordanti, mentre le ragioni di merito sostenute dall'Assessore ci trovano fortemente consenzienti. Questo bisticcio è del tutto formale e non concreto. Si tratta di trovare un sistema in cui siano chiarite le responsabilità dell'apparato regionale e di chi ne risponde politicamente e quale deve essere il ruolo affidato alla collaborazione, gratuita o meno, professionale e scientifica, che ci viene dal mondo esterno.
Però, la creazione di rapporti integrati tra il sistema regionale e il mondo esterno dando al rapporto il termine improprio di ente consultivo (perché tale non è in quanto è vincolante rispetto alle decisioni, quindi è un momento di gestione) e la pretesa poi di sottrarre questo alla guida e al coordinamento dell'Assessore, significa introdurre degli elementi di ingovernabilità, dei quali in questo momento non abbiamo bisogno.
Sono certo che l'Assessore ha prestato la dovuta attenzione all'intervento del collega Bontempi e alle nostre considerazioni. Almeno sulla materia sanitaria, che soffre questo tipo di problemi in modo più cruento, su questo settore possiamo avviare un ripensamento. Il rapporto tra l'istituzione regionale, la sua burocrazia, nel senso aulico del termine (alla francese) e il mondo esterno è un problema ormai maturo.
Questo rapporto, diceva bene il collega Bontempi da un suo punto di vista ma diceva altrettanto bene l'Assessore Olivieri dall'altro punto di vista,devono essere definiti nei tempi più stretti possibili.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Olivieri.
OLIVIERI, Assessore alla sanità Mi rendo perfettamente conto delle argomentazioni portate dal collega Bontempi e, per certi aspetti dal Consigliere Marchini, ma debbo dire che sia per questo tipo di Commissione sia per il Coresa, il problema è un altro. Il problema e che hanno rilevanza esterna diretta e specifica. E' un governo del governo fuori del governo, il che è irrazionale per un soggetto come il sottoscritto che, non avendo studiato legge, si rifà al comune buon senso del cittadino,. Perciò questa dualità è per lo meno preoccupante. Ad un certo punto ci sono degli atti di rilevanza esterna non indifferente che non possono coinvolgere responsabilità civili e penali. La domanda è: si è responsabili come organo di governo regionale? Non mi venga a dire che siamo responsabili su una serie di atti che nascono da quella Commissione o dal Coresa. Non è questione di non voler fare le cose con chiarezza, ma si tratta di capire che è diversa una Commissione consultiva che esprime un parere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.
BONTEMPI Se non vado errato l'Assessore sostiene che con la legge abbiamo istituito una Commissione che, su richiesta dell'amministrazione regionale del comitato, esprime motivato parere in merito alla liceità, all'utilità delle attività programmate. A chi lo esprime questo parere? E chi lo esternerà? Se lo esprime correttamente all'amministrazione regionale e l'amministrazione regionale poi lo esternerà, si rientra nel caso che dicevo io di possibilità di avere una dialettica.
BRIZIO Abbiamo il Sindaco che presiede la Commissione edilizia che dà un parere...
MARCHINI E' un rapporto del mondo esterno all'interno della gestione.
BONTEMPI E' questo il punto. Il tentativo di distinguere i ruoli è essenziale.
Valuterei molto attentamente l'emendamento perché ci dà un elemento di chiarezza. Questa Commissione esprime dei pareri che a sua volta l'amministrazione regionale riterrà di assumere o meno, attraverso una motivazione. Cosa ci sta a fare l'Assessore in una Commissione del genere?



PRESIDENTE

Il Consigliere Sestero presenta il seguente emendamento: primo comma, dopo "legge" cancellare fino a "è composto" dopo il secondo comma, si aggiunga "il Presidente è eletto dai membri della Commissione all'interno della stessa".
Chi approva l'emendamento presentato dal Consigliere Sestero è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 17 voti favorevoli e 23 contrari.
I Consiglieri Reburdo ed Ala presentano il seguente emendamento: nella composizione della Commissione, aggiungere: "10 bis) un rappresentante del Tribunale per il diritto del malato indicato dallo stesso".
"10 ter) un rappresentante del volontariato socio - assistenziale, indicato dalle organizzazioni riconosciute con struttura regionale".
Chi approva l'emendamento presentato dai Consiglieri Reburdo ed Ala è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 16 voti favorevoli, 23 contrari e 2 astensioni.
Il Consigliere Staglianò presenta il seguente emendamento: dopo il decimo comma, punto 9) aggiungere: "10) un sociologo 11) un rappresentante del Tribunale per i diritti del malato, indicato dallo stesso".
Pongo in votazione per alzata di mano tale emendamento.
E' respinto con 18 voti favorevoli, 23 contrari e 2 astensioni.
Il Consigliere Ala presenta il seguente emendamento: dopo l'ultimo punto aggiungere: "e da 8 persone individuate con le procedure attualmente previste per la designazione dei giudici popolari".
L'emendamento viene ritirato.
Si passi alla votazione dell'art. 5.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 17 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
Art. 6 "La Commissione dura in carica tre anni ed è nominata dalla Giunta regionale dopo aver acquisito sui nominativi proposti il parere degli Ordini professionali competenti, ove esistano, in ordine all'assenza di impedimenti deontologici e dopo aver sentito la competente Commissione consiliare.
E' motivo di incompatibilità per i suoi componenti essere portatori, a titolo personale o istituzionale, di interesse o rapporto di lavoro con imprese industriali o commerciali di prodotti farmaceutici, biologici chimici e dietetici, di attrezzature e presidi medico - chirurgici, nonch di qualsiasi altra attività che possa comunque turbare la serenità del giudizio in ordine all'espletamento dei propri compiti.
A tal fine, all'atto dell'accettazione della nomina, ciascun componente della Commissione rilascia una dichiarazione attestante di non essere in una situazione di incompatibilità.
Sulla incompatibilità si pronuncia la Giunta regionale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 46 hanno risposto SI 44 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 6 è approvato.
Art. 7 "L'andamento della ricerca deve essere documentata dal ricercatore attraverso relazioni periodiche, che possono essere richieste, in ogni momento, alla Commissione consultiva regionale di cui al precedente art. 2.
Al termine dell'attività di sperimentazione, autorizzata ai sensi della presente legge, i relativi risultati devono essere riferiti in modo completo ed accurato, con relazione scritta, alla Commissione suddetta".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 46 hanno risposto SI 44 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 7 è approvato.
Art. 8 "Ai membri della Commissione consultiva regionale, compresi gli esperti di cui all'ultimo comma del precedente art. 5, competono le indennità previste dalla L.R. 2/7/76, n. 33".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 46 hanno risposto SI 46 Consiglieri.
L'art. 8 è approvato.
Art. 9 "Entro 60 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale provvederà a nominare i membri della Commissione prevista dal precedente art. 2".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 46 hanno risposto SI 46 Consiglieri.
L'art. 9 è approvato.
Art. 10 "A cura della segreteria della Commissione di cui all'art. 2 della presente legge, verrà elaborata trimestralmente una relazione complessiva concernente il numero dei pareri formulati, quello delle richieste avanzate alla Commissione medesima è quello delle autorizzazioni concesse.
Tale relazione verrà trasmessa al Ministro della Sanità ed alla competente Commissione consiliare".
I Consiglieri Reburdo ed Ala presentano il seguente emendamento: al termine del primo comma aggiungere: "e l'andamento delle sperimentazioni in corso".
La parola all'Assessore Olivieri.
OLIVIERI, Assessore alla sanità Qui entrano in gioco i problemi di rilevanza giudiziaria, coperti da segreto professionale. Sono aspetti non marginali che appartengono ai rapporti comuni tra le istituzioni e coloro che agiscono dentro o fuori le istituzioni.
Non possiamo farci bocciare la legge proprio sull'ultimo articolo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione per alzata di mano tale emendamento.
E' respinto con 4 voti favorevoli, 28 contrari e 13 astensioni.
Si passi alla votazione dell'art. 10.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 45 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'art. 10 è approvato.
Il Consigliere Staglianò presenta il seguente emendamento: dopo l'art. 10 aggiungere: "Art. 11 - (Norma transitoria) - Entro 90 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale provvederà a sottoporre al Consiglio la proposta di Regolamento attuativo delle attività di sperimentazione stabilite, dagli articoli precedenti, nel quale siano precisati in particolare: a) l'indicazione delle unità operative destinate alle ricerche con specificazione del personale, dei locali e delle attrezzature, nonché della relativa spesa e dei modi di copertura o rimborso della stessa b) la prescrizione dei criteri di ammissione o di esclusione dei soggetti su cui effettuare le ricerche c) la predisposizione di uno schema, succinto e chiaro, con le informazioni sulle caratteristiche della sperimentazione, i rischi inerenti e i dispositivi di protezione e di garanzia per tali rischi d) ogni altra prescrizione necessaria o utile per garantire il rispetto dei diritti dei pazienti ed il corretto andamento della sperimentazione".
La parola al Consigliere Staglianò che illustra l'emendamento.
STAGLIANO' Il senso di questa norma transitoria è quello di precisare le modalità applicative della legge nei punti sui quali avremmo, con una scelta diversa, potuto appesantire eccessivamente l'articolato con specificazioni che garantiscano le modalità attraverso cui giungere al libero consenso del paziente, alla documentazione dell'iter sperimentativo e all'opportunità di tenere distinte la figura del medico curante da quella del medico sperimentatore.
Come dicevo in fase di illustrazione della relazione di minoranza raccogliendo le sollecitazioni dell'Assessore, dei suoi collaboratori - e di tutti gli altri colleghi della Commissione, ci pareva opportuno lavorare ad un articolato il più preciso e chiaro e fruibile possibile da parte di tutti i cittadini, senza rinunciare nello stesso tempo a mettere paletti contro abusi o possibili distorsioni di cui abbiamo discusso per tutta la giornata.
In riferimento agli emendamenti predisposti dal Gruppo DP, dai Consiglieri Adduci, Reburdo e Ala rispetto agli artt. 3 e 4, mi era parso di cogliere da parte dell'Assessore una disponibilità a lavorare in una direzione di questo genere.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Olivieri.
OLIVIERI, Assessore alla sanità Chi rilegge l'art. 4 vede che tutte queste istanze sono già verificate sono inserite in modo corretto e corrispondenti allo spirito della legge.
Se accettassimo la proposta del Consigliere Staglianó definiremmo una gabbia stranissima, creeremmo figure che possono far ricerca e figure che non possono fare ricerca.
La legge del 1968,tuttora in vigore, stabilisce che la ricerca fa parte dei compiti istituzionali del Servizio Sanitario Nazionale. Non possiamo emettere norme che non collimano con la legislazione nazionale. Per quanto concerne poi i punti b), c) e d) è tutta materia compresa nell'ambito dell'art.4, ove devono essere definiti con chiarezza da parte di chi propone la ricerca tutti quegli elementi di conoscenza e di verifica per la Commissione necessari perché l'informazione sia esatta e puntuale. Quindi questa norma transitoria per certi versi è pleonastica, per certi versi finisce di essere antitetica con la legge dello Stato e in parte con la stessa legge regionale, per cui non è accettabile.



PRESIDENTE

Pongo in votazione per alzata di mano tale emendamento.
E' respinto con 12 voti favorevoli, 24 contrari e 2 astensioni.
Signori Consiglieri, passiamo alle dichiarazioni di voto.
La parola al Consigliere Minervini.
MINERVINI Il d.d.l. che abbiamo testé esaminato ha avuto un lungo excursus in sede di V Commissione e oggi in aula. Penso non potesse essere altrimenti data l'importanza della materia trattata, ovvero la regolamentazione dell'attività di sperimentazione clinica.
La mia forza politica è da sempre favorevole alla ricerca in qualsiasi campo e non ha mai mancato di invocare in sede competente una legge-quadro per disciplinare materia complessa e importante come quella della sperimentazione clinica.
A tutt'oggi siamo ancora carenti di un'apposita legge nel campo di tale sperimentazione. La ricerca o la sperimentazione segue di pari passo le innovazioni tecnologiche sia pure in campo diverso. Mentre nel passato la sperimentazione clinica veniva effettuata con prove sugli animali, oggi si rende necessaria in questo campo una rivoluzione, che oserei chiamare culturale. Non più ricerche su molecole e su animali, ma ricerche sull'uomo e con l'uomo, come dice Adduci.
L'uomo ha al suo interno tutte le risposte possibili ad ogni tipo di malattia ed è provato che si ha una degenerazione patologica della malattia quando questa capacità di risposta viene a mancare.
Allora si tratta di studiare l'uomo per poterne cogliere le risposte e tradurle in realtà utili all'uomo stesso.
Naturalmente il disegno di legge ha dovuto muoversi nei ristretti ambiti delle competenze regionali in materia ed in assenza appunto di regolamentazione nazionale. Penso però di poter dire che il d.d.l. iniziale con tutti gli svariati emendamenti apportati, ferma restando la massima garanzia per l'utenza, peraltro prevista nell'articolato del disegno di legge, sia tale da far muovere alla nostra Regione un primo passo positivo nel campo della disciplina relativa alle nuove metodiche diagnostiche nell'ambito ospedaliero.
Di qui il nostro voto favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.
ALA Mi dispiace deludere l'Assessore confermando il mio personale voto contrario a questa legge che nasce da considerazioni di ordine filosofico per illustrare le quali, sicuramente, non sono sufficienti i minuti assegnatimi dal Regolamento. Di questo voto contrario posso ritrovarne l'origine in tre pezzi di emendamenti, non presi in esame, che potrebbero a prima vista sembrare marginali: la riscrittura del primo comma prevedeva dei fatti, una riduzione della attività di sperimentazione; l'emendamento votato poc'anzi che prevedeva l'ingresso di un rappresentante del Tribunale per i diritti del malato nella Commissione. E ricordo che vi era un emendamento che prevedeva la presenza dei giudici popolari: potrebbe sembrare una posizione estremista ma partiva dal fatto che non è paradossale sostenere che otto persone qualunque possano tutelare maggiormente i malati ed i cittadini, meglio di otto medici qualificati.
Estremizzando, questo è il mio punto di vista.
Rispetto all'art. 4, la mia richiesta era di una chiara, trasparente notificazione dei rapporti di interessi commerciali intercorrenti tra chi attua la sperimentazione e l'attività stessa di sperimentazione. Possono sembrare punti marginali, ma tutto il dibattito ha messo in luce una profonda divergenza di opinioni in merito all'attuale assistenza sanitaria il rapporto tra individuo, sofferenza e malattia.
Vorrei fosse dato atto alla Lista verde di aver cercato con lealtà e passione di inserire nel testo quanto più possibile quelli che, dal mio punto di vista, potevano essere marginali miglioramenti. Questi non potevano riguardare la materia in quanto tale, perché sul fatto che certe sperimentazioni possono essere permesse, il mio rimane un disaccordo pregiudiziale. Riguardavano piuttosto il tentativo di aumentare il più possibile le garanzie a favore dei malati. Mi dispiace che la collega Minervini li abbia definiti come utenza. L'utenza è un termine che nel gergo usa la classe politica, è un termine usato anche dall'Assessore.



PRESIDENTE

Non c'è classe politica, ci sono le forze politiche, tutti apparteniamo a delle forze politiche non ad una classe politica. La classe era un antico modello.
ALA Chiamiamola allora corporazione. Questi termini sfuggono, sfuggono sempre, sono però un esempio, in termini filosofici, della reificazione a cui sono soggetti gli individui quando entrano negli ospedali, quando diventano oggetti e perdono la caratteristica di essere delle persone. La medicina moderna si sta pesantemente indirizzando verso uno stravolgimento di quello che era il suo ruolo lentamente e inesorabilmente. Alcuni riferimenti fatti dall'Assessore, in merito alla storia della medicina ed alle sue benemerenze, non è che non le conosca. Sarebbe difficile individuare quando questo ha cominciato a verificarsi: Michel Foucault parla della nascita della clinica e .del sapere della medicina moderna contestualmente all'epoca della Rivoluzione francese. La medicina ha cominciato radicalmente ad abdicare i suoi compiti sociali, il suo ruolo rispetto all'umanità sofferente. Quando è iniziato questo processo non lo so, però è chiaro che ora comincia a rivolgersi anche contro coloro che hanno contribuito con eroismo, con sacrificio e con grande impegno personale a creare la medicina. Ormai il potere è dei tecnici, è il potere di una scienza al di là della legge, ed ovviamente questa questione non pu essere risolta in poco più di cinque minuti di intervento.



PRESIDENTE

Il Regolamento è restrittivo, ma lo amplieremo prolungando a 30 minuti il tempo a disposizione per ogni singolo intervento restringendo a tre minuti il tempo a disposizione per le dichiarazioni di voto.
La parola al Consigliere Staglianò.
STAGLIANO' Signor Presidente, prendo per l'ultima volta la parola su questo argomento e vorrei invitare i colleghi che non hanno seguito tutta la discussione a mettere a confronto la versione originaria del d.d.l. n. 105 e quella che si appresta al voto finale; si dovranno riconoscere sensibili differenze su punti qualificanti. Provo a richiamarne succintamente alcuni: la definizione più precisa della necessità dell'acquisizione del libero consenso del paziente ed in particolare il potere autorizzativo della Commissione consultiva prevista dall'art. 2.
Discussi di questo punto con una collega vivace, il Consigliere Cernetti, e ricordo che lei era atterrita dalla prospettiva di dover affidare la sperimentazione ai comitati di gestione. Sottolineava che da quello della sua zona non si sarebbe fatta tagliare nemmeno le unghie. E' indiscutibile pertanto che ci sia stato un avanzamento reale nella definizione della legge, così come nell'avere messo a fuoco il controllo delle pratiche di sperimentazione attraverso la registrazione puntuale ed aggiornata dell'andamento e dello sviluppo del programma di ricerca.
Sono punti che a nostro avviso modificano sensibilmente la proposta originaria. Però non sono ancora sufficienti. In questo senso gli emendamenti che ho firmato per il mio Gruppo (quando parlo di Gruppo non ho pretese di plurale maiestatis: parlo di tutti i compagni che lavorano con me anche senza mandato popolare), erano circoscritti alla precisazione di alcuni elementi qualificanti che potevano davvero essere un ulteriore passo in avanti. Ma questo non lo si è voluto fare. Non lo si è voluto, signor Presidente, per una ragione politica, culturale ed istituzionale assieme.
Mi riferisco al rapporto tra lavoro delle Commissioni e lavoro del Consiglio.
Già stamani la collega Sestero rilevava opportunamente come da parte dell'Assessore e di alcuni settori della maggioranza ci si sentisse appagati,, al mercato degli emendamenti, per aver concesso già troppo in Commissione. Qui risiede una delle ragioni che sviliscono il lavoro di quest'aula. Per Statuto, le Commissioni non sono deliberanti, ma hanno la funzione di istruire il lavoro legislativo, la cui definizione normativa non può che essere svolta dall'aula. Stamani, invece, prima dell'interruzione per il pranzo, con fastidio si è risposto alla riproposizione in aula di emendamenti che si richiamavano a principi politici, culturali e di organizzazione istituzionale di grande rilievo.
Signor Presidente, per il ruolo che l'assemblea le ha assegnato, lei è molto attento alla centralità di questa assemblea. Da questo punto di vista oggi è stata una giornata nera, perché si è rinunciato al confronto sui principi fondamentali sbrigando il tutto con poche battute, che nella circostanza, mi consentirà l'Assessore Olivieri, sono risultate alquanto inopportune.
Sui limiti che si sono prodotti in questo clima politico, che è anche culturale, noi dovremo necessariamente tornare e le assicuro, signor Presidente, che con tutte le mie forze, in ogni circostanza riproporr questi nodi, non per ottusa testardaggine, ma per convinzione profonda.
Il Consiglio regionale non è un Consiglio comunale allargato dove si esaminano frettolosamente decine o centinaia di deliberazioni. Quando vogliamo dare tono retorico alle nostre espressioni diciamo che il Consiglio regionale è un Parlamento che fa leggi e che manifesta delle volontà, definendo regole.
Penso che saranno in diversi in questa assemblea a non accettare che il Consiglio venga degradato a passacarte di argomenti della Giunta.
Discutiamo di uno di quei casi su cui la Commissione non ha fatto un lavoro burocratico, ma ci si è soffermata con attenzione, nonostante le fregole decisionistiche che ogni tanto vengono al Capogruppo democristiano Brizio.
Eppure ciò non è bastato.
Il clima politico di oggi ha determinato, in particolare limiti evidenti su due punti. Sulla composizione della Commissione non si è voluto rafforzare il punto di vista del paziente, per tutelarne le motivazioni e le ragioni. Il secondo limite è sul non accoglimento, Assessore Olivieri della norma transitoria. Lei dice che è ridondante, eppure in Commissione ha riconosciuto che fosse opportuna la ristesura degli articoli 3 e 4 della legge, anzi, lei riteneva utile e opportuno che ci fosse una specificazione ulteriore sotto forma di regolamento, proprio per non appesantire l'articolato.
Penso che se lei si è ricreduto, il suo ripensamento è del tutto legittimo, ma non posso non prenderne atto.
Stamani avevo auspicato che quelli che vènivano espressi come concetti di minoranza non lo fossero più alla fine del dibattito, come sempre avviene quando, con più o meno convinzione, ciascuno di noi si presenta al confronto con gli altri. Questa volta da parte mia con più convinzione di altre. Devo concludere però con grande rammarico che il voto di Democrazia Proletaria non può essere né positivo né di astensione, se ci fosse stato l'accoglimento di raccomandazioni, specificazioni, precisazioni che avrebbero reso tutto più trasparente e migliore.
Concludo osservando che non è una legge vostra Assessore Olivieri e colleghi della maggioranza. E' una legge che è stata riscritta in gran parte dall'opposizione. Ma non è ancora una legge nostra, di tutto quanto il Consiglio. L'Assessore Olivieri dice fortunatamente. E' un punto di vista come un altro. Penso tuttavia che l'Assessore Olivieri abbia dovuto suo malgrado registrare dei mutamenti che mi auguro non vengano svuotati nella gestione pratica della legge che in parti qualificanti abbiamo riscritto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cernetti.
CERNETTI L'iter di questa legge è iniziato in un clima del tutto diverso. E' altrettanto certo che, grazie al contributo dato da Staglianò, Reburdo Ala, Adduci, la legge è stata in parte riscritta e la disponibilità dell'Assessore lasciava prevedere che si potesse concludere con un voto unanime. Purtroppo così non è stato perché, per una ragione o per l'altra in aula il clima è cambiato.
Il Gruppo socialista dà a questa proposta di legge un giudizio positivo. La ritiene necessaria perché mai una materia così delicata è stata regolamentata per dare le garanzie e le sicurezze necessarie. Ha un giusto equilibrio perché regolamenta senza restringere. Non si può spingere la normativa fino a renderla una gabbia, perché ostacolerebbe più che regolamentare la ricerca stessa.
A me personalmente e al Gruppo socialista questa legge piace. Forse perché tutta la discussione è stata vissuta, come il Consigliere Ala diceva, con passione, e a me piacciono le cose vissute con passione anche se non disgiunte dalla razionalità. Mi pare che San Paolo dicesse: "guardati dall'amare senza testa e dal ragionare senza cuore".
Approvo questa legge perché è innovativa, è progressista, lancia un messaggio. I sillabi hanno sempre fatto cronaca ma non hanno mai fatto storia.
E' infine una legge dalla parte della scienza giustamente intesa, una scienza cioè al servizio dell'umanità e che proprio in questo servizio trova la sua esaltazione ed anche il suo limite.
Per questi motivi il Gruppo socialista voterà a favore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.
PEZZANA Riconferma il mio giudizio di massima positivo sulla legge 105, quindi anche il mio voto sarà positivo.
Una posizione di tipo massimalistico, cioè il ritenere che la legge debba essere giusta secondo quanto ciascuno di noi ritiene, è una posizione sterile e sbagliata. Se la legge è moderatamente buona o viene ritenuta tale, mi sembra giusto votarla, perché è meglio avere una legge moderatamente buona che avere nessuna legge. Oltretutto sarà anche uno stimolo per il Parlamento nazionale, perché non è vero che questa è una legge che non tutela la salute dei cittadini. Poteva essere diversa, poteva essere più avanzata, nel senso che poteva guardare molto più avanti. Invece guarda all'oggi o al domani, non ha recepito un fenomeno che culturalmente dovrebbe essere entrato nella mente dei legislatori, cioè l'importanza di tutte quelle formazioni spontanee e poi organizzate che rappresentano valori culturalmente ormai accettati, pensiamo al movimento delle donne pensiamo ai valori ambientali. La salute è paragonabile ai valori ambientali di cui discutiamo molto sovente in quest'aula. Il movimento a tutela della difesa della salute dei cittadini ha una dignità che dovrebbe essere recepita e accolta dalle istituzioni di questa Regione. Purtroppo non lo è ancora, ma non mi sembra un motivo sufficiente per condannare una legge che sostanzialmente è buona. Per questo il mio voto sarà positivo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dameri.
DAMERI Il nostro atteggiamento su questa legge è stato quello di apprezzare nella fase di discussione in Commissione, nel confronto la volontà della Regione di tentare di darsi una normativa su una materia estremamente delicata, complessa, importante, in carenza di una legislazione nazionale.
E' una materia che solleva questioni di carattere sociale, scientifico e per tanti aspetti etico.
E' una legge che ha visto la nostra disponibilità in Commissione perch riteniamo che potesse essere di stimolo alla legislazione nazionale giacch è il Governo che esercita la competenza reale.
Nel merito c'è stato un contributo significativo non solamente da parte nostra nella definizione di una serie di punti degli articoli.
Devo dire però che di tutt'altra segno su alcuni punti assolutamente rilevanti è stato l'atteggiamento della Giunta in aula. Ricordava il Consigliere Staglianò il ruolo che hanno le Commissioni e il ruolo dell'aula, ma, al di là di questo, credo sia non solo un diritto ma anche un dovere dei Gruppi e dei Consiglieri che ritengono di avere buoni motivi per avanzare degli emendamenti personali, anche in Consiglio qualora in Commissione non siano stati accolti.
Quindi credo sia stato molto negativo l'atteggiamento aprioristico manifestato dalla Giunta. Credo che sia un fatto politico e non caratteriale. Per certi aspetti è inspiegabile, giacché molti emendamenti erano rafforzativi della legge e potevano essere accolti senza modificare radicalmente, anzi, rafforzavano una serie di punti che l'Assessore ha assicurato sono non detti, ma compresi. Faccio solo una raccomandazione che almeno nell'emendamento del mio collega Adduci, per quanto riguarda il titolo della legge, si faccia un ripensamento, perché mi sembra solo una correzione di carattere formale.
L'atteggiamento della Giunta, che ritengo politico e non personale, di dichiarare la propria indisponibilità a considerare e a misurare nel merito le questioni, non è, ancorché si alzi la voce, dimostrazione di forza. Lo stesso dicasi per quanto riguarda le forze di maggioranza che si sono per larga parte sottratte al confronto di merito o tacendo o facendo strane contorsioni, come quelle fatte dal Consigliere Marchini sulla questione sollevata dal nostro Capogruppo Bontempi. Non si può riconoscere la validità istituzionale di un'obiezione fatta e poi concludere che, chissà per quale altra strana ragione, invece va bene così com'è.
Credo che questo atteggiamento, che è anche sostanziale non puramente formale, ci abbia impedito di discutere, correggere ed entrare nel merito per dare un segno a questa legge.
Parliamoci chiaro. Siccome la competenza è essenzialmente nazionale questa legge ha un valore in quanto introduce dègli elementi di innovazione. Quindi non è vero, Consigliere Pezzana, che in assenza di altro, va bene anche questa. Siccome la competenza in realtà è essenzialmente dello Stato e del Governo, noi facciamo uno - sforzo forzando anche un po' quella che è la competenza della Regione introducendo elementi innovativi, ma allora vale la pena, se si vuole misurarsi sul merito, di aver più coraggio e di tentare qualche strada nuova.
Credo non sia stato apprezzato l'intervento della collega Sestero quando ha tentato di riaprire il dialogo per riportare la discussione ad un confronto reale. Non c'è in realtà niente da fare, i toni si sono abbassati, le voci si sono smorzate, ma la chiusura è rimasta di fatto la stessa.
La discussione è stata ampia, quindi non mi pare sia il caso di riprendere tutte le questioni. Per noi dirimente è la questione della composizione della Commissione, perché la presenza e il coinvolgimento dei cittadini, la garanzia dei diritti del malato è una questione essenziale.
Stiamo vivendo una serie di vicende che ci dicono sempre di più come non sia sufficiente la ricerca e la ricetta della scienza per risolvere le questioni e che sia necessario chiamare in causa il ruolo della gente nelle decisioni stesse. Abbiamo la assoluta necessità di sviluppare nel nostro Paese una ricerca scientifica. Basta guardare i dati della legge finanziaria per capire quali enormi ritardi abbiamo su questa materia.
Pensare però di farlo senza tener conto dei diretti interessati, senza stabilire con le forme che nella società esistono a livello di organizzazioni, di movimenti, mi pare una scelta miope per tanti aspetti che sarà anche duramente contestata dagli stessi interessati.
Non è comprensibile questa ostinata chiusura ad accogliere qualunque forma di rapporto con queste realtà, soprattutto in materie come queste in cui vengono a confluire interessi molto corposi, compresi gli interessi dei diretti produttori di ricerca e delle industrie farmaceutiche.
Esprimiamo il nostro voto negativo pur avendo lavorato per migliorare la legge. Contestiamo anche su questa materia la volontà di sottrazione dal confronto sul merito; prescindendo dal merito prevalgono le logiche di sempre, del mercato politico, delle maggioranze di ferro. E' il modo di essere costante della maggioranza che ha contagiato parte dell'opposizione.
Il Consigliere Pezzana usa con spregiudicatezza e con abilità sofistica che sarebbe degna di migliore causa, l'abilità della mossa politica. Dopo aver presentato un emendamento, che noi abbiamo ripresentato perché lo ritenevamo valido, lo ritirerà.
Per questioni di merito, che sono la caratteristica della Commissione il fatto che è nominata dalla Giunta, che la Giunta decide quali sono le incompatibilità, la questione sollevata da Bontempi della Presidenza, e per questioni di metodo nel confronto politico, noi diamo voto negativo.
In questa giornata un po' sottotono constatiamo che la debole arroganza della maggioranza riesce a funzionare e a ridurre gli spazi del.confronto in Consiglio dove il nostro vero compito è quello di produrre buone leggi.
Se dobbiamo produrre leggi, non ci accontentiamo di leggi mediocri. Credo sia questo che i cittadini piemontesi aspettano da noi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bergoglio.
BERGOGLIO I limiti, di tempo inducono a tralasciare una serie di considerazioni che forse sarebbe interessante fare in sede di dichiarazione di voto.
Credo che questa legge abbia affrontato con correttezza il problema politico di regolamentare le modalità di sperimentazione, oggi lasciate più a valutazioni di tipo personali che non ad una normativa che coinvolga tutta la comunità regionale attraverso le sue espressioni, Unità Socio Sanitarie Locali e Commissione consultiva regionale.
Va sottolinéato che in questo momento noi stiamo facendo un'azione suppletiva rispetto all'esigenza di una normativa nazionale complessiva che definisca forme e limiti di intervento. Oggi sono state poste all'attenzione del Consiglio delle questioni che non possono essere affrontate in sede regionale in quanto supererebbero le nostre competenze e le nostre possibilità di intervento.
I destinatari di queste norme sono persone malate, soggette a difficoltà fisiche e psichiche che richiedono disponibilità e passione come dice il Consigliere Ala, a scapito della razionalità. L'una e l'altra sono necessarie per impostare nel settore della ricerca medica un giusto equilibrio tra le esigenze della scienza che tutto vorrebbe esplorare e sperimentare e quelle dell'etica e della morale e della dignità della persona, centro e obiettivo di ogni attività umana.
Da questa visione, che vorrei definire umanistica, nascono le esigenze di tutela della persona ammalata che questa legge si propone di tutelare.
Concordando con quanto afferma il relatore Devecchi e con alcune considerazioni della relazione di minoranza dal Consigliere Staglianò e cioè che il dualismo medico soccorritore e medico sperimentatore deve avere come punto di riferimento una verifica leale con la persona ammalata delle possibilità offerte dalla sperimentazione.
Non solo, sono altresì necessarie garanzie tecniche che non possono essere gestite nel rapporto medico - malato, ma devono vedere il controllo e la verifica da parte di esperti e tecnici in grado do garantire non il risultato della sperimentazione, ma l'attendibilità scientifico - teorica della proposta terapeutica globale.
Circa la discussione in aula di oggi, concordo con quanto hanno detto diversi colleghi nell'esigenza di puntualizzare la sostanza dei provvedimenti e di allargare il campo di conoscenza anche all'intero Consiglio. Ma altro è il rispetto di questa esigenza fondamentale, altro è invece la riproposizione di emendamenti nella gran parte di sostanza marginale indicando in tre punti la qualificazione reale degli emendamenti dal Consigliere Ala e da altri Consiglieri proposti come filone logico.
Sono lieta, per esempio, di non aver visto riproposto in aula l'emendamento, per me di difficile comprensione, che la sperimentazione debba avvenire su persona consenziente (e fin qui tutto bene) e non malata.
Se anziché presentare emendamenti a raffica si fosse andati più nel merito e all'essenziale non ci sarebbe stata l'impressione di una mossa dilatoria, sulla quale non ho riscontrato tutta l'opposizione concorde.
Credo che più che l'interesse di produrre una buona legge è prevalsa la volontà di occupare il maggior tempo possibile in una discussione che in alcune sue parti ha finito per essere sterile anche perché molte questioni sono già state oggetto di approfondimento in Commissione.
Il confronto in aula è essenziale, ma pongo a ciascuno di noi l'interrogativo se veramente l'interesse prevalente della discussione di oggi era questo. Non chiedo risposte esplicite. E' un rapporto con se stessi, con la propria coscienza e il proprio senso di responsabilità. Se è vero che l'interesse reale è quello di approfondire e discutere - e questo è positivo - bisognerà darci un modo di confronto che concili il rispetto degli uni verso gli altri e concili con la nostra credibilità all'esterno.
Mi pare anche necessario sottolineare i limiti che hanno i legislatori regionali. Sono gli artt. 4 e 6 della legge n. 833, con i quali si riserva la sperimentazione medica alla competenza statale. Non possiamo quindi regolamentare se non nell'ambito di questi limiti ponendoci l'obiettivo di tutela della persona malata, della massima garanzia, della sua dignità e delle caratteristiche tecniche della sperimentazione, anche negando alla scienza, strettamente considerata, la sua caratteristica di ricerca pura che nel settore della ricerca medica deve essere condizionata e subordinata al valore essenziale e superiore della persona. Se queste sono le premesse dalle quali siamo partiti, ritengo che questa legge sicuramente darà un buon apporto alla soluzione di problemi emersi in questi ultimi tempi.
Il Gruppo della DC da voto favorevole a questa legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.
MARCHINI Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il nostro Gruppo si riconosce nella posizione precedentemente presa dai colleghi della maggioranza e nell'impostazione condotta in sede di dibattito in aula dall'Assessore Olivieri. Quindi la presenza del nostro Gruppo nel dibattito si giustifica per l'esigenza di alcune puntualizzazioni sui nostri metodi di lavoro, cioè sul rapporto tra lavoro di Commissione e lavoro d'aula. Sennonch l'intervento sconcertante per la sua violenza e per la sua animosità della collega Dameri dovrà essere sottoposto all'esame dell'assemblea per una valutazione e per l'assunzione di un conseguente atteggiamento politico.
Perché quando l'interrogare se stesso e gli altri diventa contorsionismo significa che si è tornati al clima della contrapposizione più becera ed idiota e se questo è l'atteggiamento che il Gruppo comunista intende assumere, vuol dire che ne terremo conto. Su questo però ragioneremo in seguito perché la collega Dameri, essendo una signora, ha diritto a delle considerazioni che la riguardano anche sul piano personale.
Veniamo dunque al problema che si è posto sul piano dei rapporti tra Commissione e Consiglio, tra maggioranza e opposizione in quest'aula.
Pregherei il collega Staglianò, visto che questa parte dell'intervento è dedicata al suo problema di seguire il ragionamento perché vorrei sentire le sue considerazioni.
Ho l'impressione che oggi non si è compiuta una maturazione del rapporto tra lavoro d'aula e quello di Commissione. Personalmente privilegio il lavoro d'aula rispetto al lavoro di Commissione. Perché il lavoro di Commissione possa essere esaustivo del dibattito bisogna procedere ad alcune modifiche del Regolamento e bisogna stabilire che la Commissione è deliberante e non soltanto consultiva.
Se è soltanto consultiva mi chiedo se può cambiare i testi proposti.
Secondo me no! Il proponente di una legge ha il diritto che il suo testo venga in aula e il Consigliere della forza politica non presente in Commissione deve confrontarsi con la proposta del proponente, non con quella dell'aula: Per cui ho qualche dubbio formale che il lavoro di Commissione, così come noi lo impostiamo, sia corretto. Dirò poi come questi argomenti non sono soltanto metodologici ma politici. Altro esempio.
Noi siamo abituati ad abbandonare nel limbo o nel "parco auto distrutte" i disegni di legge e le proposte di legge che non hanno il parere favorevole della Commissione. Questo non ha nessun senso.
Tali questioni che ho posto in altre occasioni, non sono mai emerse come elemento di distorsione nei rapporti tra maggioranza e opposizione.
La Giunta ha ritenuto, e la mia forza politica ritiene che bene abbia fatto, di rimanere in un atteggiamento di chiusura della discussione su quello che era emerso dalla Commissione Il metodo assunto in questa legislatura è quello di rimettere tutto alle Commissioni. Non lo condivido per il semplice motivo che la politica e dibattito e confronto fino all'ultimo momento sulle tesi politiche non sulle questioni marginali. La Commissione deve lasciare all'aula lo spazio del confronto che è produttivo e stimolante, soprattutto richiede l'approfondimento dei temi e, se mi consentite, anche del linguaggio nella misura in cui è parlamentare, cioè pubblico. Se viene chiuso all'interno delle Commissioni (senza polemica con l'Assessore) il cosiddetto buon senso, la capacità di entrare nelle cose, i rapporti personali portano a risultati proficui, ma che molte volte non sono giovevoli alla politica intesa come realtà. La politica è lo scontro è la mediazione delle tensioni che esistono all'interno della società quindi se i parlamenti ai diversi livelli queste tensioni e queste sintesi non le rappresentano con forza sia nel loro essere che nel loro risultato probabilmente perdono la funzione di decantazione delle tensioni. Quindi non mi scandalizzo se quella di oggi è una giornata sostanzialmente persa agli effetti della modifica del progetto uscito dalla Commissione. La considero invece persa nella misura in cui non è stato dedicato del tempo al confronto politico, ma questo perché? Perché non si può giocare su due piani, o si decide che la Commissione e la sede in, cui si fa un esame sulle grandi linee del disegno governativo, dopo di che ci si confronta in aula decidendo che si tiene - seduta di Consiglio tre giorni alla settimana (e a me andrebbe benissimo), oppure, si decide per l'altro metodo quello delle Commissioni. E veniamo al dunque del problema. L'opposizione non pu giocare sulla capacità di lavoro in Commissione per portar a casa risultati significativi, riconosciuti qui in aula da parte dell'opposizione, che la maggioranza ha pagato. Ogni scostamento che la Giunta fa rispetto alla propria proposta è un indebolimento della sua posizione. La Giunta paga in Commissione un prezzo ed è abbastanza ovvio che si aspetti la restituzione del prezzo politico in aula. Mi sembra abbastanza normale che l'Assessore Olivieri da pragmatico qual è abbia detto: ci siamo visti, ci siamo confrontati, abbiamo passato dei pomeriggi con i funzionari e gli esperti a discutere, abbiamo votato, adesso basta! Qui veniamo soltanto per un atto notarile.
Io non sono d'accordo con il metodo che ci siamo dati.
E' abbastanza brutto per uno che non accetta di invecchiare come il sottoscritto o di considerarsi vecchio, a prescindere dalla carta d'identità, continuare a dire: quando eravamo giovani, dieci anni fa le cose erano, diverse. Leggendo gli interventi dei colleghi si vede che il respiro del dibattito politico era di ben altro livello. E lo era perché si discutevano in Consiglio le grandi questioni, ed era normale che su un emendamento si discutesse mezza giornata. La ricchezza del dibattito in Consiglio veniva considerata, in quella felice o infelice epoca, come momento centrale della vita della Regione. Questo non è più! Si è ritenuto di privilegiare il ruolo della Commissione rispetto a quello del Consiglio.
Come facente parte di un gruppo di opinione ritengo che questo sia sbagliato, perché la Commissione è il luogo dove prevalgono la capacità di lavoro, la presenza sui problemi, ma non ha spazio sufficiente la portanza della rappresentanza politica e culturale di cui il mio Partito ha la pretesa di essere portatore. Quindi, l'episodio di oggi non va sottovalutato.
Noi riteniamo che il risultato sia positivo. Bene ha fatto l'Assessore a non riaprire la "querelle" su alcune questioni che una per una potevano essere accettate ma nel complesso avrebbero potuto determinare un risultato finale non accettabile dal suo punto di vista, soprattutto sulla questione di gestione di governo, ma certamente abbiamo dato uno spettacolo non accettabile (non dal punto di vista dell'immagine ma dal punto di vista del rispetto verso noi stessi come legislatori e uomini di parlamento), uno spettacolo di contrapposizione tra sordi. Penso quindi che gli amici che hanno ritenuto queste considerazioni non del tutto contorsionistiche dovranno valutare l'opportunità di ripensare alla distribuzione del nostro tempo. Forse dobbiamo recuperare tempo e risorse per la nostra testa sottraendoli all'orologio.
Ho polemizzato nella VII Commissione contro la costituzione della Commissione sull'indagine sulle discariche, non perché fossi contrario, ma sono convinto che questo Consiglio, composto da 60 persone, non è in grado di reggere ad incombenze che non siano quelle istituzionali. Non riesce neppure a svolgere le competenze di ordinaria amministrazione! Mi sembra difficile immaginare che dieci colleghi possano dedicare un pomeriggio alla settimana a questioni importanti, ma che non sono quelle del nostro lavoro precipuo che è quello di approvare leggi ed assumere deliberazioni: I risultati sono quelli che si sono verificati oggi.
I Gruppi della maggioranza non sono intervenuti nel dibattito non per latitanza, ma per sostanziale affidamento alla Giunta di un problema e questo purtroppo non fa onore a nessuno dei Gruppi di maggioranza. Una cosa è fare propria la posizione dell'Assessore, altra cosa è adeguarsi passivamente. Probabilmente sui temi sollevati dall'opposizione era doveroso da parte nostra un'interlocuzione a sostegno dell'Assessore più motivata che non solo l'espressione di voto. Se l'incidente di oggi si dovesse ripetere porterebbe alla caricatura del Consiglio regionale e non alla sua lievitazione.
Sulla legge abbiamo già detto quale sarà la nostra posizione, resta da dire qualcosa sull'intervento della collega Dameri. Premetto che ci sarà qualche cattiveria nelle cose che dirò.
Il protagonismo è una bella cosa, ma la responsabilità di un Gruppo significativo come quello comunista è cosa diversa.
Ritengo imprudente ed offensivo usare il termine "contorsionista" nei miei confronti quando tentavo di capire un argomento sollevato dal collega Bontempi.
Se il problema fosse stato così importante e così sentito dalla collega Dameri .(tanto da dare del contorsionista al sottoscritto che tentava di capirlo in due minuti) probabilmente avrebbe presentato l'emendamento. Se l'emendamento non c'è stato vuol dire che il problema non l'avevano neanche visto, altrimenti avrebbe presentato l'emendamento. Questo è un problema aperto. Il Capogruppo comunista ha la capacità di porre i problemi e di mettere in crisi i rapporti di maggioranza; ha la capacità di porre un problema, di suggerire un'ipotesi di soluzione pur sapendo che questa soluzione non è realizzabile nel corso di una votazione. Quindi non di contorsionismo si tratta, signora Dameri, si tratta semplicemente di capire di cosa si sta parlando per cercare di dare il proprio contributo che pu essere condivisibile o meno. E' comunque uno sforzo dell'intelligenza mentre il contorsionismo è uno sforzo degli arti inferiori o superiori.
Rifiuto quindi questo approccio offensivo all'intervento che ho fatto.
Ho semplicemente detto che la questione posta dal collega comunista, al di là della questione specifica, è una questione di grande rilievo. E' indubbio che le maggioranze di centro - sinistra di tipo calleriano e le maggioranze di sinistra, che noi liberali rifiutiamo in blocco, hanno lasciato questa Regione nei suoi rapporti con la società in un modo che deve essere ripensato fino in fondo. Quindi l'apporto che ci viene attraverso lo strumento delle Commissioni dal mondo esterno diventa un modo di governare con la società o contro la stessa o diventa un rapporto di natura culturale? Sono convinto che altre forze politiche abbiano su questo molto da dire.
Lo dicevo poco fa: mi sembra strano che in qualunque fondazione in cui la Regione abbia messo mille lire abbia poi preteso la presenza di un suo rappresentante. Mi sembra che un'istituzione debba avere con la società un rapporto dialettico e non un rapporto organico; lascia alla società la responsabilità di quello che fa e di quello che decide, dà alla società i supporti che ritiene di dare in ordine - finanziario - legislativo, lascia che la società si governi, non mette i propri rappresentanti in ogni orfanotrofio. I componenti della Commissione nomine sanno a che cosa mi riferisco.
La valenza di questa Commissione è prettamente esterna, il suo parere è diretto ad un livello istituzionale esterno e come tale impegna la Regione nella sua credibilità e nella sua funzione di governo ad avere la responsabilità di direzione e quindi di Presidenza.
Il tono dell'intervento della collega Dameri è brutto.
Questa Giunta avrà molti difetti, potrà essere messa in discussione sugli aspetti di contenuto e di merito, ma non sulle questioni istituzionali perché questa istituzione sgangherata l'abbiamo ereditata dalle maggioranze di sinistra la cui anima politica era soprattutto comunista.
Noi come maggioranza ci auguriamo - questa è una cattiveria - che il Consigliere Dameri faccia molti interventi come quello che ha fatto perch metterà la maggioranza nell'esigenza di chiudersi rispetto ad ogni problema sollevato dall'opposizione.



(Voci in aula)



PRESIDENTE

MARCHINI



PRESIDENTE

Le posizioni politiche sono una cosa, le posizioni intellettuali sono un'altra.
Voi della sinistra mi insegnate, per l'esperienza delle passate legislature, che la collaborazione e il dibattito non producono i risultati all'interno della votazione, ma li producano nella cultura politica di ognuno di noi.
Il dibattito e il confronto in quest'aula non sono diretti a cambiare le leggi, però danno modo ad ognuno di noi di apprezzare le posizioni degli altri; sono quindi occasione di riflessione e di maturazione, non in termini di valori civili di tolleranza, ma di maggiore ricchezza sugli argomenti politici di cui ognuno di noi si deve valere. E' evidente che la maggioranza ha l'esigenza di fare approvare i propri provvedimenti. La Giunta misura i limiti trattabili con l'opposizione, è poi compito delle forze politiche difendere il risultato di governo che la Giunta responsabilmente ha assunto. Questo è il meccanismo del dibattito parlamentare. Al di là del risultato finale, che è il voto, che al 99% dei casi è scontato, si deve capire perché mai rimaniamo qui delle ore a discutere.
Consentimi, caro collega, io rimango qui delle ore a discutere per ascoltare quello che dite voi, per cercare di ragionare su quello che dite qualche rara volta per darvi ragione, e per prendere delle posizioni diverse da quelle della maggioranza ma il più delle volte per immagazzinare riflessioni, considerazioni e informazioni che servono nella nostra attività di operatori politici.
Posto che l'emendamento non era stato presentato ho espresso le mie perplessità e di fronte ad una questione posta in termini estemporanei mi sono affidato alla valutazione dell'Assessore. E' un comportamento criticabile dal punto di vista operativo, ma non dal punto di vista intellettuale. Il problema sollevato dal Consigliere Bontempi è un problema delicato che deve essere affrontato. Siamo disponibili nei confronti dell'opposizione ad un dialogo costruttivo per quanto possibile. Il risultato operativo immediato, che è il voto, non è la stessa cosa del rapporto politico che deve invece crescere tra le forze politiche nelle posizioni contrapposte di maggioranza e opposizione.
Se questo tipo di clima deve cambiare per me sarà un'esperienza non positiva.



PRESIDENTE

STAGLIANO'



PRESIDENTE

Dovresti spiegarlo a chi ti è seduto davanti.



PRESIDENTE

MARCHINI



PRESIDENTE

Io sono il rappresentante del mio Partito fin quando gli elettori mi voteranno. Ti anticipo che lo scontro tra laici e cattolici è di storia molto più antica della contrapposizione sinistra marxista - leninista e mondo cattolico. I problemi di convivenza sul metodo dell'approccio alla problematica politica tra noi e i democristiani sono nella storia, non dobbiamo né inventarli né giustificarli qui. Sono dati consolidati della nostra esperienza storica. Probabilmente sui valori contingenti pochi di noi, intesi come repubblicani, a prescindere dalle vicende Falcucci avrebbero difficoltà a riconoscersi in alcune proposizioni socialiste o democristiane. Quello che ci divide è il metodo concettuale con cui ci si avvicina ai problemi della società. E' un problema di merito più che di risultati e di proposta. Su molti punti non sono molto lontano dai socialisti e dai democristiani, ho difficoltà a capire le cose che non condivido con loro.
Il segnale che ci viene dall'intervento della collega Dameri è un segnale che la maggioranza, almeno per la parte che mi riguarda, registra con qualche preoccupazione. Si vuole capire se è stato un incidente o un episodio; se è stato un incidente è anche apprezzabile. Si può benissimo scrivere una canzone usando soltanto gli accidenti musicali; può venire benissimo, basta togliere tutti i tasti bianchi e si suona solo con quelli neri, non si ha più una tastiera ma solo una serie di tasti neri.
Si tratta di riflettere sui problemi che ci sono a monte del rapporto tra Commissioni e aula. L' ho detto brutalmente e lo dico riassumendo. Io sono per recuperare lo spazio di dibattito e di lavoro in aula restringendo quello in Commissione, perché il lavoro in Commissione è destinato a portare a casa la parola e la parolina che ci fa perdere l'approccio politico ai problemi è probabilmente penalizzante perché per fare questo vanno bene i funzionari. Basterà per esempio decidere che le Commissioni incomincino a lavorare alle 15 e finiscano alle 16,30, come succedeva in alcune auree legislature, mentre adesso cominciano alle 14 e finiscono alle 19. Se devo discutere in aula su una materia, ritengo di dover avere due ore disponibili per leggere gli atti della Commissione; se però vado in Commissione alle 14 ed esco alle 19 e ci metto un'ora per tornare a casa probabilmente non ho più tempo né di leggere né di pensare. Chiudo questa vicenda.
Il voto ovviamente è favorevole ed è di totale sostegno della posizione della Giunta in quanto soggetto che ha proposto la legge. E' soprattutto una posizione politica assunta in quest'aula di difesa dell'articolato così come verificato in Commissione.
Siamo preoccupati che un malinteso rapporto tra il lavoro in Commissione e lo spazio che devono avere i Gruppi in aula porti ad uno spettacolo non positivo di alcuni Gruppi che macinano il tempo in chiacchiere (come avrebbe detto Cicerone) e questo non è bello per nessuno.
L'ultimo problema è di capire se alcune asprezze che sono state raccolte dall'intervento della collega Dameri non significhino l'avvio di un tipo di rapporto che metterebbe in forte imbarazzo quelle forze politiche che al di là delle esigenze di difendere un disegno programmatico della Giunta che si concretizza in atti legislativi, hanno sempre dimostrato nei confronti delle preoccupazioni e delle sollecitazioni dell'opposizione la più grande attenzione. In altri termini, in passato sono stato pagato esattamente con la stessa moneta perché i miei interventi erano sempre seguiti con attenzione, sono sempre stati replicati e *gli emendamenti sempre regolarmente respinti.



PRESIDENTE

Si passi alla votazione dell'intero testo di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 53 hanno risposto SI 35 Consiglieri hanno risposto NO 18 Consiglieri.
L'intero testo di legge è approvato.


Argomento: Immigrazione - Emigrazione

Esame legge rinviata dal Governo relativa a: "Interventi regionali in materia di movimenti migratori"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 13) all'o.d.g.: Esame legge rinviata dal Governo relativa a: "Interventi regionali in materia di movimenti migratori".
Non essendovi interventi procediamo alla votazione dell'articolato Art. 1 (Finalità) "La Regione Piemonte, nell'ambito delle finalità fissate dal proprio Statuto in ordine al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo economico e di progresso sociale, in collaborazione con i competenti organi dello Stato, promuove iniziative a tutela dei lavoratori emigrati e delle loro famiglie ed attua forme di solidarietà volte a rinsaldare i rapporti tra i lavoratori emigrati e la Regione Piemonte. La Regione assume inoltre iniziative a tutela dei lavoratori immigrati e delle loro famiglie.
Per i fini di cui al precedente comma la Regione: a) istituisce la Consulta regionale dell'emigrazione e dell'immigrazione; b) istituisce il Fondo regionale per l'emigrazione e l'immigrazione e attua interventi di carattere organico anche settorialmente determinati in favore di emigrati immigrati e loro associazioni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 48 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
Art. 2 (Destinatari degli interventi) "Le provvidenze e gli interventi previsti dalla presente legge sono riferiti agli emigrati di origine piemontese per nascita o residenza - per coloro che rimpatriano si considera la residenza all'atto del rientro - che abbiano maturato un periodo di permanenza all'estero non inferiore ai tre anni consecutivi negli ultimi cinque anni.
Sono altresì considerati emigrati i figli e il coniuge superstiti dei soggetti di cui al comma precedente.
La permanenza all'estero deve risultare da certificazione delle autorità consolari o da documenti ufficiali rilasciati da autorità ovvero da enti previdenziali stranieri o italiani o, in mancanza, da dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà resa ai sensi dell'art. 4 della L.
4/l/1986, n. 15.
I frontalieri sono assimilati, agli effetti della presente legge, ai lavoratori emigrati per le provvidenze e gli interventi che nel programma annuale di cui al successivo art. 3 ad essi siano riferiti.
La presente legge determina altresì provvidenze ed interventi in favore degli stranieri che dimorino nel territorio della regione per motivi di lavoro, di studio o comunque con permesso di soggiorno".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 48 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
Art. 3 (Programma annuale) "La Giunta regionale, sentito il parere della Consulta di cui al successivo art. 4, propone al Consiglio regionale entro il 31 ottobre il programma annuale degli interventi previsti dalla presente legge da realizzarsi nell'anno successivo. Il Consiglio regionale approva il programma entro il 31 dicembre.
Il programma di cui al precedente comma è trasmesso alla Presidenza del Consiglio dei Ministri in ottemperanza al disposto di cui al punto 1 del D.P.C.M. 11 marzo 1980.
Nel programma sono previste le condizioni e le modalità per la concessione delle provvidenze e l'attuazione degli interventi di cui ai successivi articoli".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 48 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
Art. 4 (Consulta regionale) "Presso la Giunta regionale è istituita, con decreto del Presidente della Giunta, la Consulta regionale dell'emigrazione e dell'immigrazione. La Consulta è istituita all'inizio di ogni legislatura entro novanta giorni dall'elezione della Giunta regionale e resta in carica per la durata della legislatura.
La Consulta è composta: a) dall'Assessore regionale con delega in materia di movimenti migratori che la presiede e da un altro Assessore designato volta per volta dal Presidente della Giunta regionale in relazione alle materie da trattare b) da un componente dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale c)' dal Presidente della Commissione permanente regionale avente competenza in materia di movimenti migratori d) da tre rappresentanti delle Amministrazioni comunali della Regione designati dalla sezione regionale dell'ANCI e) da sei rappresentanti delle Organizzazioni a carattere nazionale maggiormente rappresentative ed operanti a livello regionale che svolgano attività in Italia ed all'estero a favore degli immigrati - emigrati frontalieri e loro famiglie f) da quattro rappresentanti delle Organizzazioni con sede in Piemonte che operano a favore dei piemontesi emigrati all'estero e delle loro famiglie g) da tre rappresentanti delle Organizzazioni più significative e consistenti, espressione delle maggiori comunità di immigrati da altre regioni in Piemonte, aventi sede e che abbiano effettivamente operato all'interno della regione. Dette Organizzazioni debbono essere costituite con statuto rogato con atto notarile h) da tre rappresentanti delle Associazioni più significative degli immigrati stranieri che hanno sede e svolgono una loro effettiva attività da almeno un anno in Piemonte a favore dei propri membri e delle loro famiglie i) da cinque rappresentanti degli Istituti di Patronato ed Assistenza sociale a carattere nazionale maggiormente rappresentativi che assistono anche all'estero gli immigrati, emigrati e le loro famiglie l) da tre rappresentanti delle organizzazioni sindacali dei lavoratori maggiormente rappresentativi in campo nazionale m) da un rappresentante dell'Unione regionale delle Camere di Commercio Industria, Artigianato e Agricoltura del Piemonte n) da tre Consiglieri regionali, di cui uno in rappresentanza delle minoranze o) da un rappresentante dell'Ufficio regionale del Lavoro.
Alla nomina dei membri della Consulta di cui alle lettere d), e), f), g) h), i), l), m), n), si provvede a norma della L.R. 18/2/85, n. 10 e successive modificazioni.
Il Presidente può invitare a partecipare ai lavori della Consulta rappresentanti delle maggiori comunità italiane all'estero e, ogni qualvolta sia ritenuto utile, rappresentanti di amministrazioni associazioni ed enti interessati agli argomenti posti in esame; la Consulta può avvalersi per l'esame di particolari problematiche dell'apporto di gruppi di lavoro appositamente costituiti.
Le funzioni di segreteria della Consulta sono esercitate da un funzionario dell'Assessorato cui compete l'esercizio della delega in materia di movimenti migratori".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 48 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
Art. 5 (Ufficio di Presidenza) "Nella prima seduta la Consulta provvede alla costituzione dell'Ufficio di Presidenza che è composto dal Presidente della stessa che lo presiede e da quattro membri eletti tra i suoi componenti. Ciascuno di questi svolge, su designazione annuale della Consulta, le funzioni di Vicepresidente cui il Presidente può delegare compiti di rappresentanza esterna.
La durata in carica dell'Ufficio di Presidenza coincide con quella della Consulta.
L'Ufficio di Presidenza: collabora con proposte e pareri al programma di attività della Consulta ed alla sua realizzazione cura i rapporti con gli Enti locali, regionali e statali e con le associazioni interessate ai problemi dell'emigrazione e dell'immigrazione esprime pareri richiesti d'urgenza alla Consulta, salvo ratifica della Consulta stessa nella sua prima seduta successiva svolge, su specifica delega, funzioni di rappresentanza della Consulta.
Le funzioni di segreteria dell'Ufficio, di Presidenza sono esercitate dal funzionario di cui all'ultimo comma del precedente art. 4".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 48 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
Art. 6 (Compensi, rimborso spese ed indennità di trasferta) "Per la partecipazione alle sedute della Consulta e dell'Ufficio di Presidenza spetta ai componenti di detti organi il trattamento di cui alla legge regionale 2 luglio 1976, n. 33 e successive modificazioni ed integrazioni.
Per eventuali missioni, da svolgersi previa autorizzazione della Giunta regionale, spetta ai componenti della Consulta il rimborso delle spese di viaggio e l'indennità di trasferta di cui alla legge regionale 2 luglio 1976, n. 33; nel caso di missione all'estero si applicano altresì le disposizioni del DM 12 giugno 1979 e successive modificazioni ed integrazioni e del DPCM 11 marzo 1980".
Si passi alla votazione.
(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 48 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 8 è approvato.
Art. 7 (Compiti della Consulta regionale) "La Consulta regionale dell'emigrazione e dell'immigrazione ha il compito di: esprimere parere alla Giunta regionale sulla proposta di programma di cui al precedente art. 3 esprimere parere sui problemi d'inserimento nelle attività produttive e nella vita sociale dei cittadini immigrati e dei lavoratori che rientrano dall'estero formulare proposte sul potenziamento dei servizi sociali esistenti in ciascuna zona, al fine di sopperire ai bisogni delle Comunità nelle quali più rilevante è l'apporto costituito da lavoratori provenienti da altre località e dalle loro famiglie segnalare l'opportunità di proporre al Parlamento, ai sensi dell'art. 121 della Costituzione, provvedimenti ed iniziative tendenti a tutelare i diritti degli emigrati e delle loro famiglie e suggerire l'adozione di provvedimenti e di iniziative a tutela degli immigrati, e delle loro famiglie, nell'ambito della competenza regionale segnalare alla Giunta regionale iniziative per provvedimenti tendenti ad assicurare l'effettivo esercizio dei diritti civili e politici da parte dei lavoratori emigrati proporre la convocazione di conferenze regionali e la partecipazione a conferenze nazionali sui problemi dell'emigrazione e dell'immigrazione esprimere parere su ogni altro argomento sottoposto all'esame della stessa Consulta dai competenti Organi della Regione segnalare alla Giunta regionale iniziative e provvedimenti atti a soddisfare i principali bisogni in campo scolastico - linguistico sanitario, abitativo, ed a salvaguardare i diritti civili degli immigrati stranieri".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 48 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 7 è approvato.
Art. 8 (Finanziamento dei programmi) "Per l'attuazione degli interventi previsti dal programma annuale di cui al precedente articolo 3 vengono utilizzate, secondo quanto specificato al successivo articolo 24, risorse finanziarie disposte: a) dai finanziamenti regionali per interventi nel campo dell'emigrazione e dell'immigrazione di cui all'art. 24, primo comma della presente legge b) da finanziamenti regionali o statali per interventi settoriali c) da contributi o finanziamenti comunitari o di altra fonte internazionale d) da contributi o finanziamenti statali specificamente destinati al settore dell'emigrazione ed immigrazione".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 48 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 8 è approvato.
Art. 9 (Interventi) "La Regione, secondo le condizioni e le modalità previste nel programma di attuazione anche avvalendosi degli Enti locali e delle Associazioni degli emigrati, promuove, coordina e realizza interventi organici, anche in concorso con programmi locali, nazionali e comunitari a favore degli emigrati, dei rimpatriati e degli stranieri immigrati e delle loro famiglie, aventi lo scopo di: a) favorire il rientro e l'idonea sistemazione degli emigrati che rientrano definitivamente in Piemonte b) favorire la formazione e la riqualificazione professionale dei lavoratori emigrati rimpatriati e dei loro familiari c) favorire il reinserimento degli emigrati mediante agevolazioni per l'acquisizione nel territorio regionale di idoneo alloggio d) favorire il reinserimento degli emigrati rimpatriati nelle attività produttive e) agevolare l'inserimento dei figli degli emigrati ed immigrati stranieri nell'ordinamento scolastico nazionale e la loro frequenza a scuola, corsi universitari e postuniversitari nonché il superamento delle difficoltà linguistiche degli stranieri immigrati f) organizzare nel territorio regionale soggiorni culturali e viaggi di studio per i figli degli emigrati e iniziative di turismo sociale e di interscambio g) assumere, incoraggiare e sviluppare iniziative e attività culturali a favore degli emigrati e degli stranieri immigrati h) curare la diffusione tra le comunità degli emigrati di pubblicazioni e materiale audiovisivo e radiofonico i) favorire l'inserimento nella comunità nazionale e regionale degli stranieri immigrati l) effettuare studi, indagini e ricerche relativi al fenomeno migratorio m) sostenere l'attività delle associazioni degli emigrati e degli stranieri immigrati.
Per la realizzazione degli interventi che comportano svolgimento di attività all'estero la Regione promuoverà l'intesa con il Governo nazionale, nello spirito del coordinamento di cui al secondo comma dell'art. 4 del D.P.R. 24 luglio 1977, n. 616".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 48 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 9 è approvato.
Art. 10 (Provvidenze per i rientri) "La Regione attua, tramite le Unità Socio-Sanitarie Locali e/o i Comuni interventi di carattere socio - assistenziale a favore degli emigrati che rientrino definitivamente in Piemonte, concedendo in particolare: a) contributi a titolo di concorso per le spese di viaggio e di, trasporto delle masserizie, sostenute per se e per i propri familiari dagli emigrati che versino in disagiate condizioni economiche b) contributi di prima sistemazione limitatamente a coloro che si trovino in condizioni di bisogno.
Vengono inoltre concessi contributi a titolo di concorso nelle spese di trasporto delle salme degli emigrati e/o loro familiari, in disagiate condizioni economiche, ai paesi d'origine del Piemonte.
Il programma annuale di cui al precedente art. 3 specifica le condizioni e le modalità per usufruire dei contributi di cui al presente articolo".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 48 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 10 è approvato.
Art. 11 (Formazione e riqualificazione professionale) "La Regione, nell'ambito del piano regionale annuale di formazione professionale di cui alla L.R. 25 febbraio 1980, n. 8 e in concorso con i piani nazionali e comunitari, assume iniziative per la formazione e la riqualificazione professionale dei lavoratori rimpatriati e dei lavoratori stranieri immigrati".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 48 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 11 è approvato.
Art. 12 (Contributi per l'acquisto, la costruzione o il recupero della prima casa) "La Regione, nell'ambito dei programmi per l'assegnazione dei mutui individuali agevolati o dei contributi in conto capitale previsti dalle legge 15.2.80 n. 25, 5.4.85 n. 118 e 25.3.82 n. 94 o altre leggi statali rivolte a finanziare l'accesso alla prima abitazione, attribuisce agli emigrati che entro i tre anni successivi alla data del loro rientro partecipino agli appositi bandi di concorso ad avvisi pubblici, un punteggio non inferiore a quello attribuito negli stessi bandi alle giovani coppie.
Nel rispetto delle norme disposte dalle predette leggi, la Regione pu altresì predisporre appositi bandi di concorso per gli emigrati di cui al precedente comma, utilizzando parte dei finanziamenti disposti dallo Stato o destinando per tali interventi mezzi propri individuati con l'approvazione delle singole leggi di bilancio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 48 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 12 è approvato.
Art. 13 (Riserva e assegnazione di alloggi di tipo economico e popolare) "La Giunta regionale, in applicazione dell'art. 15 della L.R. 10 dicembre 1984, n. 64, può riservare, anche su proposta dei Comuni interessati, una quota di alloggi di edilizia residenziale pubblica non superiore al 10 dell'aliquota prevista dal primo comma del predetto art. 15 a favore degli emigrati e delle loro famiglie che ne facciano richiesta entro tre anni dalla data del rientro e che siano in possesso dei requisiti previsti dall'art. 2 della L.R. 10 dicembre 1984, n. 64".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 48 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 13 è approvato.
Art. 14 (Incentivazione di attività produttive) "La Giunta regionale è autorizzata a concedere anche tramite gli Enti locali, contributi agli emigrati rimpatriati che intendano avviare nel territorio regionale attività produttive in forma singola o cooperativistica, in materia di agricoltura, artigianato, commercio e turismo, entro due anni dal rientro.
Il Contributo in conto capitale è concesso per investimenti finalizzati all'avvio dell'attività (acquisizione e ristrutturazione di immobili da destinare all'attività, di arredi, macchinari e attrezzature necessari per l'avvio della stessa) nella misura massima del 30% delle spese ritenuti ammissibili e comunque entro i limiti massimi fissati nel programma annuale di cui al precedente art. 3; il contributo, non può essere cumulato con contributi disposti da altre leggi regionali o statali se riferito alla stessa spesa".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 48 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 14 è approvato.
Art. 15 (Inserimento scolastico) "Allo scopo di assicurare l'inserimento nell'ordinamento scolastico nazionale dei figli degli emigrati o rimpatriati nonché il superamento delle difficoltà specifiche degli stranieri immigrati, la Regione in concorso con i programmi nazionali e comunitari o con associazioni ed enti che operano nel settore dell'istruzione e in quello dell'immigrazione promuove, nel rispetto delle competenze dell'autorità scolastica: a) corsi di recupero linguistico e di reinserimento b) corsi di lingua, italiana per gli stranieri immigrati c) incontri, convegni, seminari per gli operatori impegnati nelle attività di cui alle precedenti lettere a) e b).
La Regione concede inoltre assegni di studio ai figli e agli orfani degli emigrati all'estero dal Piemonte per la frequenza di istituti di secondo grado, Università e Politecnico, scuole di specializzazione professionale a condizione che non usufruiscano di altri analoghi benefici".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 48 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere .si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 15 è approvato.
Art. 16 (Soggiorni, scambi, turismo sociale) "La Regione Piemonte anche in collaborazione con altre Regioni amministrazioni pubbliche, associazioni, enti e istituzioni, cura, al fine di consentire la conoscenza diretta del Piemonte, l'organizzazione di soggiorni culturali e viaggi di studio dei figli degli emigrati e promuove iniziative di turismo sociale per gli emigrati.
La Regione, per contribuire all'integrazione degli emigrati nelle comunità ospitanti, può assumere iniziative di interscambio con cittadini dei luoghi di emigrazione.
I programmi relativi sono definiti annualmente dalla Giunta regionale, ai sensi dell'art. 3 della presente legge e nel rispetto dell'art. 4 del D.P.R. 24 luglio 1977, n. 616".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 48 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 16 è approvato.
Art. 17 (Iniziative e attività culturali) "La Regione favorisce iniziative e attività culturali dirette a conservare e tutelare tra gli emigrati e i loro discendenti e gli stranieri immigrati il valore dell'identità della terra di origine e a rinsaldare i rapporti culturali con il Piemonte.
A tal fine la Regione, d'intesa con il Governo, promuove o favorisce la realizzazione nei Paesi di emigrazione di iniziative a favore della collettività di origine piemontese e in particolare dei giovani discendenti dei piemontesi emigrati, volte a far conoscere la storia, la cultura, le tradizioni e la realtà attuale del Piemonte. Analoghe iniziative possono essere promosse fra le comunità di origine piemontese in altre regioni.
La Regione promuove, altresì, idonee iniziative culturali a favore degli stranieri immigrati.
Tali iniziative potranno essere assunte anche in concorso con altre Regioni, amministrazioni pubbliche, l'Istituto Italiano di Cultura, altre istituzioni culturali e le associazioni degli emigrati aventi i requisiti di cui all'art. 22 della presente legge. I programmi relativi sono definiti annualmente dalla Giunta regionale ai sensi dell'art. 3 della presente legge".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 48 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 17 è approvato.
Art. 18 (Informazione) "La Giunta regionale provvede: a) alla diffusione di periodici di informazione sulle attività legislative e amministrative della Regione, sulla realtà economica, culturale e sociale del Piemonte e su quanto sia di interesse per gli emigrati al fine di agevolarne il rimpatrio b) alla diffusione tra le comunità degli emigrati di pubblicazioni e materiale audiovisivo e radiofonico al fine di rinsaldare i rapporti culturali ed economici degli emigrati e dei loro discendenti con la terra di origine.
La Giunta è altresì autorizzata a concedere contributi alle associazioni degli emigrati e degli stranieri immigrati aventi i requisiti di cui all'art. 22 della presente legge, con le modalità in esso previste, per lo svolgimento di attività analoghe a quelle indicate nella lettera b) del comma precedente".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 48 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 18 è approvato.
Art. 19 (Attività promozionale in Italia e all'estero) "La Giunta regionale provvede a realizzare manifestazioni illustranti tradizioni e aspetti della realtà piemontese, con riferimento ai settori di competenza regionale nel rispetto dell'art. 4 del D.P.R. 24 luglio 1977, n: 616, ricercando la collaborazione e il concorso delle comunità e dei circoli piemontesi degli emigrati.
I circoli piemontesi possono a loro volta proporre iniziative di carattere culturale, economico e turistico - da realizzarsi con il concorso della Regione".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 48 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 19 è approvato.
Art. 20 (Diplomi di benemerenza a emigrati) "La Giunta regionale, sentito l'Ufficio di Presidenza della Consulta, conferisce ogni anno diplomi di benemerenza agli emigrati piemontesi che hanno onorato il nome del Piemonte nel mondo per un periodo di emigrazione non inferiore a 20 anni complessivamente".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 48 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 20 è approvato.
Art. 21 (Studi, indagini, ricerche) "La Giunta regionale è autorizzata a effettuare direttamente o per il tramite di idonei istituti e centri di ricerca studi, indagini e ricerche finalizzati alla programmazione degli interventi di cui alla presente legge nonché alla miglior conoscenza dei fenomeni migratori".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 48 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 21 è approvato.
Art. 22 (Contributi ad Associazioni e Federazioni) "La Regione riconosce e sostiene le funzioni di servizio assistenziale culturale e sociale svolte dalle associazioni che operano con carattere di continuità e specificità a favore degli emigrati piemontesi degli immigrati e delle loro famiglie, al fine di assicurare la tutela dei diritti civili e sociali, conservare il valore della terra di origine e sviluppare i rapporti con la comunità piemontese.
Le associazioni e federazioni devono avere una sede nella regione ed operare con carattere di continuità da almeno cinque anni.
La Giunta regionale, sentito l'Ufficio di Presidenza della Consulta è autorizzata a concedere alle associazioni e federazioni contributi destinati allo svolgimento di specifiche attività, a favore degli emigrati e degli stranieri immigrati e delle loro famiglie, previste agli artt. 16 17 e 18, nonché, a favore delle associazioni e federazioni di immigrati per attività specifiche analoghe a quelle indicate all'art. 17 della presente legge.
La somma ammessa a contributo non può essere superiore al 50 per cento della spesa ammessa in base ai criteri definiti dal programma annuale.
I contributi concessi sono proporzionalmente ridotti, con deliberazione della Giunta regionale, qualora in sede di verifica venga accertata una diminuzione della spesa ammessa.
Con le stesse forme la concessione del contributo può essere revocata e recuperata l'eventuale somma erogata se: a) l'iniziativa non viene realizzata in conformità a quanto previsto nel provvedimento di concessione b) vengano accertate irregolarità nella contabilizzazione delle spese.
L'inosservanza delle norme e la diversa destinazione dei fondi comportano inoltre l'esclusione dai contributi negli esercizi successivi".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 48 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 22 è approvato.
Art. 23 (Rimesse degli emigrati) "La Regione promuove, nel rispetto della competenza statale in materia di coordinamento creditizio, iniziative con gli Istituti di Credito per favorire e valorizzare il rientro delle rimesse di lavoratori emigrati".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 48 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 23 è approvato.
Art. 24 (Disposizioni finanziarie) "Per l'attuazione degli interventi di cui agli artt. 10, 14, 18, 19, 22 della presente legge è autorizzata per l'esercizio finanziario 1987 la spesa complessiva di lire 400 milioni.
Agli oneri derivanti dall'applicazione del precedente comma si fa fronte mediante riduzione di lire 350 milioni del fondo di cui al capitolo 12500 e di lire 50 milioni del fondo di cui al capitolo 12600 del bilancio per l'anno 1987.
Nello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno 1987 vengono conseguentemente istituiti i seguenti capitoli con la dotazione per ciascuno di essi indicata: 'Interventi in materia di movimenti migratori', con la dotazione di lire 350 milioni in termini di competenza e di cassa, per gli interventi di cui agli articoli 10, 18, 19 e 22 'Interventi per l'incentivazione dell'attività produttiva degli emigrati che rientrano', con la dotazione di lire 50 milioni in termini di competenza e di cassa, per gli interventi di cui all'art. 14.
Per gli anni finanziari 1988 e seguenti si provvederà in sede di predisposizione dei relativi bilanci.
Per l'attuazione degli interventi settoriali di cui agli artt. 11, 12, 13 15, 16, 17 e 20 della presente legge, gestiti direttamente dagli Assessorati competenti nelle rispettive materie, saranno istituiti, ove necessario, nel bilancio di previsione per gli anni finanziari 1987 e successivi, specifici capitoli.
Per l'attuazione di quanto previsto dall'art. 21 - studi, indagini ricerche - si provvederà con i fondi iscritti negli stati di previsione della spesa dei relativi anni, in applicazione delle leggi regionali 6.11.78, n. 65 e 29.12.81, n. 54.
Alle spese di funzionamento della Consulta regionale per l'emigrazione e l'immigrazione di cui all'art. 6 della presente legge, si provvederà ai sensi della legge regionale 2.7.1976, n. 33.
Per l'attuazione degli interventi previsti dalla presente legge la Regione può avvalersi altresì di eventuali contributi comunitari o di altra fonte internazionale nonché di contributi o finanziamenti statali.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare con proprio decreto le occorrenti variazioni di bilancio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 48 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 24 è approvato.
Art. 25 (Norme transitorie e finali) "Nella prima applicazione della presente legge, il programma di cui al precedente art. 3 è predisposto dalla Giunta entro 60 giorni dalla pubblicazione della presente legge sul Bollettino Ufficiale della Regione e trasmessa al Consiglio per la sua approvazione.
La legge regionale 6 luglio 1978, n. 42 è abrogata; nei confronti degli emigrati che rientrino successivamente a detta abrogazione e fino all'entrata in vigore del programma di cui al primo comma, continuano ad applicarsi le provvidenze di cui all'art. 1 della predetta legge secondo le modalità attuative di cui alla deliberazione del Consiglio regionale n. 60 734 del 21.l.1986.
Gli oneri finanziari per il rimborso ai Comuni, di cui si provvederà nel 1987, delle somme erogate per gli interventi di cui al precedente comma nonché per quelli precedenti eventualmente non ancora rendicontati all'Amministrazione regionale, saranno posti a carico del capitolo di Bilancio 'Interventi in materia di movimenti migratori' di cui al precedente art. 24, terzo comma".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 48 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 25 è approvato.
Si passi alla votazione dell'intero testo di legge.



((Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 45 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'intero testo di legge è approvato.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame proposta di deliberazione n. 154: "Norme integrative di attuazione del DPR n. 915/82 per l'organizzazione dei servizi di smaltimento e le procedure di controllo e di autorizzazione (art. 6, lett. f)" (rinvio)


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, in merito al punto 11) dell'o.d.g.: Esame proposta di deliberazione n. 154 vi è una questione preliminare più che pregiudiziale che la Presidenza del Consiglio ed anche la Giunta ritengono abbia fondamento in quanto è previsto che la deliberazione sia preceduta da un parere del Comitato tecnico e non seguita. Essendo ora in funzione il Comitato stesso, ritengo che la proposta di deliberazione debba essere rimessa per la sua approvazione e poi ritornare in aula. Se non vi è parere contrario la inviamo al Comitato tecnico.


Argomento: Presidi privati di diagnosi e cura

Esame progetto di legge n. 68: "Disciplina delle case di cura private"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 5) dell'o.d.g.: "Esame progetto di legge n. 68: Disciplina delle case di cura private".
Relatore è il Consigliere Cernetti che riassume la sua relazione.
CERNETTI, relatore Il primo comma dell'art. 43 e il secondo dell'art. 44 della legge n.
833 attribuiscono alla legislazione regionale la disciplina dell'autorizzazione, della vigilanza e dei rapporti convenzionali con il Servizio sanitario nazionale delle istituzioni sanitarie private. Di queste fanno parte anche le aziende termali e gli istituti finalizzati al recupero funzionale e sociale dei soggetti affetti da minorazione.
Si tratta dunque di un settore molto complesso e articolato comprendente strutture che erogano prestazioni sia in regime di degenza sia in regime ambulatoriale.
Il disegno di legge che si propone è riferito ad un comparto omogeneo all'interno del suddetto settore e riguarda le case di cura private che vengono definite come gli stabilimenti sanitari gestiti da privati, persone fisiche e giuridiche che provvedono al ricovero di cittadini italiani o stranieri allo scopo esclusivo della diagnosi, cura e riabilitazione. In particolare va ricordato che l'art. 43 della citata legge 833 stabilisce al primo comma che la legge regionale disciplina l'autorizzazione e la vigilanza sulle istituzioni sanitarie di carattere privato e definisce le caratteristiche funzionali cui tali istituzioni e aziende devono corrispondere onde assicurare livelli di prestazioni sanitarie non inferiori a quelle erogate dai corrispondenti presidi e servizi delle Unità Socio-Sanitarie Locali La normativa regionale non si limita quindi a pura elencazione dei requisiti e delle caratteristiche da possedersi da parte delle istituzioni considerate, ma incide anche nel merito dell'effettiva funzionalità del servizio svolto dalle istituzioni stesse ad ulteriore garanzia dei cittadini che vi fanno ricorso.
Il provvedimento che si propone è un momento di attuazione della riforma sanitaria e ha le seguenti finalità l) mettere ordine in un settore complesso dando le massime garanzie agli utenti che si rivolgono alle cliniche private 2) dare normative precise alle Unità Socio-Sanitarie Locali che sulle stesse devono svolgere, attraverso il servizio ispettivo, la funzione di vigilanza 3) dare certezza agli imprenditori, lasciando contemporaneamente il tempo necessario - tre anni - per una programmazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Acotto.
ACOTTO Signor Presidente e colleghi, preferisco introdurre già adesso la posizione che intendiamo assumere al riguardo di questa legge. Mentre ci accingiamo ad esaminarla e ad approvarla sottolineiamo quanto sia necessaria. E' quindi positivo che venga adottata colmando un vuoto che sta creando non poche difficoltà nell'applicazione del piano di convenzionamento già previsto dalla legge n. 59 del Piano socio - sanitario della Regione.
Non sarebbe male se fosse presente l'Assessore, visto che registriamo queste difficoltà.
Ciò premesso, si tratta di esprimere il nostro giudizio sui contenuti della normativa in esame. Come tutti i colleghi possono osservare consultando il testo, la legge consta dell'articolato vero e proprio e di un allegato importante. E' il portato di una elaborazione che proviene senza sostanziali novità dall'amministrazione precedente e che giudichiamo positivamente. L'allegato è la traduzione su scala regionale dell'atto di indirizzo e coordinamento emanato a livello nazionale dal Governo. Tale atto prevede requisiti minimi per le case di cura. E' opportuno osservare due punti principalmente importanti: l) il numero dei posti letto per le case di cura 2) l'organico medico.
La legge regionale in esame alza i minimi con un criterio che abbiamo sostenuto e che poniamo alla base del nostro giudizio su questa legge. Il criterio è di stabilire per il privato degli standards rigorosi che non lo pongano in concorrenza sleale con il pubblico. Il trasferimento legislativo di questo principio, unitamente alle previsioni normative contenute nella legge in esame tese ad evitare non già la competizione, ma la commistione tra il pubblico e il privato, contribuiscono in modo essenziale a fare di questa legge un prodotto che riteniamo rigoroso. Un prodotto che - non dimentichiamolo - poteva essere travolto dalle modifiche richieste dall'Associazione delle case di cura private e che noi abbiamo contribuito a respingere. Pensiamo di aver svolto un ruolo importante, essenziale a questo riguardo.
Se la legge è dunque buona e merita la nostra approvazione si pone un interrogativo distinto da questa legge che è quello della sua applicazione o della gestione attuale di questa materia da parte del governo regionale.
Dobbiamo dire che alcune sortite più o meno estemporanee dell'Assessore Olivieri al riguardo autorizzano legittime preoccupazioni. Seguiremo quindi con molta attenzione l'applicazione di questa legge che in sé è positiva e merita dunque il nostro voto favorevole.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'articolato.
Art. 1 (Oggetto) "Gli stabilimenti sanitari gestiti da privati, persone fisiche e giuridiche, che provvedono al ricovero ed eventualmente all'assistenza sanitaria ambulatoriale ed in regime di degenza diurna di cittadini italiani o stranieri, a scopo di diagnosi, cura e riabilitazione, devono essere individuati con la denominazione 'Casa di cura privata'; il nome della ditta o la ragione sociale degli stessi non devono contenere frasi o parole che possano ingenerare confusione con la denominazione delle strutture pubbliche che erogano prestazioni sanitarie in regime di degenza.
L'apertura e lo svolgimento dell'attività istituzionale degli stabilimenti sanitari di cui al comma precedente, in appresso indicati case di cura private, nonché l'esercizio della vigilanza sugli stessi e gli eventuali rapporti convenzionali con il Servizio Sanitario Nazionale, sono disciplinati dalla presente legge, ai sensi dell'art. 43, primo comma e dell'art. 44, secondo comma, della legge 23/12/78, n. 833 e considerato quanto disposto dall'art. 2, lett. g), della L.R. 26/10/82, n. 30.
Le istituzioni sanitarie a carattere privato che abbiano ottenuto dalla Regione, ai sensi del secondo comma dell'art. 43 della legge 23/12/78, n.
833, di essere considerati presidi della Unità Socio Sanitaria Locale nel cui territorio sono ubicate, sono soggette alla disciplina della presente legge, con esclusione degli artt. 5, 6 e 7.
Le istituzioni sanitarie a carattere privato di cui all'art. 4 della legge 30/3/71, n. 118, per l'assistenza in regime di degenza a soggetti disabili fisici, psichici e sensoriali sono soggette alla disciplina della presente legge, con esclusione degli artt. 4, 6 e 7".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 37 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 1 è approvato.
Art. 2 (Autorizzazioni alla progettazione, all'apertura, all'esercizio, allo svolgimento di attività ambulatoriale per esterni, all'ampliamento, alla trasformazione, alla pubblicità di case di cura private) "I progetti per la costruzione, l'ampliamento e la trasformazione di immobili destinati all'attività di casa di cura privata devono essere approvati dalla Giunta regionale.
Non possono essere aperte o tenute in esercizio case di cura private senza l'autorizzazione della Giunta regionale.
Il provvedimento autorizzativo all'apertura e all'esercizio, da adottarsi previa verifica dei requisiti di cui al successivo art. 4, deve specificare: la ditta e gli estremi anagrafici del titolare o, qualora non si tratti di persona fisica, la ragione sociale e i dati anagrafici di tutti i soci illimitatamente responsabili, nonché dei rappresentanti legali il tipo dell'attività sanitaria autorizzata il numero dei posti letto e la destinazione nosologica degli stessi in relazione alle specialità esercitate - le generalità del direttore sanitario e i titoli da questi posseduti la struttura dei locali e la loro specifica destinazione la attrezzature igienico - sanitarie in dotazione.
Con il medesimo provvedimento di cui al comma precedente deve essere approvato il regolamento per l'organizzazione ed il funzionamento della casa di cura.
Lo svolgimento di attività ambulatoriale di diagnostica e terapia strumentale e di laboratorio, anche nei confronti di soggetti non ricoverati, è soggetto ad autorizzazione specifica, distinta da quella prevista per la casa di cura nel suo complesso.
L'ampliamento e/o la trasformazione anche parziale di una casa di cura privata sono soggetti ad autorizzazione della Giunta regionale; tale autorizzazione deve specificare gli elementi di cui ai precedenti terzo e quarto comma rispetto ai quali vengono apportate modificazioni.
Qualsiasi variazione degli elementi che hanno formato oggetto di precedente.autorizzazione è soggetta ad ulteriore autorizzazione della Giunta regionale.
La pubblicità a mezzo stampa o di qualsiasi altro tipo, in conformità a quanto previsto dall'art. 201 del Testo Unico delle leggi sanitarie di cui al R.D. 27/7/34, n. 1265, è soggetta ad autorizzazione della Giunta regionale, che adotta il relativo provvedimento, sentito l'Ordine dei Medici della provincia sul cui territorio insiste la casa di cura.
La Giunta regionale adotta i provvedimenti di cui ai commi primo, secondo quinto e sesto del presente articolo, sentito il Consiglio regionale di Sanità e Assistenza di cui alla L.R. 4/7/84, n. 30, che deve pronunciarsi entro 30 giorni".
Si passi alla votazione



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 37 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 2 è approvato.
Art. 3 (Procedura per il rilascio delle autorizzazioni) "La richiesta delle autorizzazioni di cui alla presente legge e la relativa documentazione devono essere indirizzate all'Amministrazione regionale e per conoscenza, all'Unità socio Sanitaria Locale competente per territorio.
La richiesta suddetta deve essere sottoscritta con la firma autenticata del richiedente o del rappresentante legale e deve contenere tutti gli elementi utili alla valutazione della richiesta stessa nonché la relativa documentazione, con particolare riferimento a quanto specificato nei commi successivi.
Per l'autorizzazione del progetto di costruzione di casa di cura privata alla richiesta di cui al primo comma va allegato il progetto stesso ed una relazione, redatta dal progettista e da un medico esperto in igiene e tecnica ospedaliera, dalla quale risultino: il rapporto con le previsioni ed indicazioni del Piano socio sanitario regionale i criteri urbanistici di scelta dell'area, le sue caratteristiche e la rispondenza alle indicazioni del Piano regolatore vigente l'utilizzazione dell'area e la sua sistemazione in relazione all'orientamento, alla morfologia del terreno ed alla vegetazione esistente il rapporto del progetto con le condizioni climatiche locali, quali temperatura, umidità relativa, ventosità e soleggiamento i concetti igienico - sanitari e funzionali che hanno informatola redazione del progetto, con particolare riferimento al sistema dei percorsi orizzontali e verticali l'aggregazione dei corpi di fabbrica, i criteri distributivi dei servizi diagnostico - terapeutici per i malati interni e per quelli esterni, dei locali di degenza completa e diurna e dei servizi generali le caratteristiche strutturali dei corpi di fabbrica e le caratteristiche specifiche dei materiali e componenti impiegati la capacità ricettiva complessiva e delle singole unità di degenza nonché le specialità che si intendono attivare i sistemi previsti per l'approvvigionamento idrico, lo smaltimento dei rifiuti solidi e liquidi, nonché per la ventilazione, il riscaldamento ed il condizionamento dell'aria ed, in genere, per altri servizi generali ed impianti tecnologici la descrizione delle apparecchiature sanitarie previste per i vari settori funzionali, con la precisazione delle modalità di installazione.
Per l'autorizzazione all'apertura e all'esercizio di casa di cura privata la richiesta di cui al precedente primo comma deve indicare: la speciale natura dell'attività sanitaria che si intende svolgere la dotazione di posti letto e la destinazione nosologica degli tessi in relazione alle specialità esercitate; - le attrezzature igienico sanitarie che si intendono installare.
All'istanza suddetta vanno altresì allegati: la planimetria dei locali il regolamento per l'organizzazione ed il funzionamento della casa di cura la documentazione relativa al direttore sanitario responsabile, che dovrà avere i requisiti di cui all'art. 4 della presente legge l'elenco del personale medico e non medico di cui la casa di cura si impegna a dotarsi per l'esercizio dell'attività la copia, qualora la richiesta non provenga da una persona fisica dell'atto costitutiva della società ovvero, se si tratta di ente morale congrua documentazione che consenta l'individuazione delle caratteristiche giuridiche e delle finalità dell'ente; - la documentazione da cui risultino gli estremi anagrafici dei legali rappresentanti.
Apposita richiesta deve essere presentata per l'autorizzazione allo svolgimento - da parte della casa di cura - di attività ambulatoriale nei confronti di non ricoverati, conformemente a quanto stabilito al quinto comma del precedente art. 2.
Per l'autorizzazione all'ampliamento o alla trasformazione anche parziale di una casa di cura privata già autorizzata all'apertura e all'esercizio la relativa istanza deve contenere gli elementi di valutazione di cui al secondo e terzo comma del presente articolo, limitatamente a quegli aspetti che si intende modificare.
Con la richiesta per l'autorizzazione alla effettuazione di pubblicità deve essere presentato il testo della stessa ovvero, qualora si tratti di pubblicità con mezzi diversi dalla stampa, tutto il materiale necessario alla esatta configurazione della medesima.
L'Unità Socio Sanitaria Locale verifica, in ordine alla richiesta di autorizzazione presentata, la rispondenza della stessa a quanto stabilito nei commi precedenti ed esprime proprie considerazioni nel merito della richiesta stessa, inoltrandole alla Regione entro 30 giorni dal ricevimento di tale richiesta, unitamente alla documentazione in suo possesso che possa essere a qualsiasi titolo utile alla valutazione dell'istanza.
L'Amministrazione regionale espleta gli accertamenti ed ogni verifica tecnica necessaria circa la sussistenza, dei requisiti e delle condizioni previste dalla presente legge, con particolare riguardo a quanto stabilito dal successivo art. 4, acquisendo i pareri di cui al nono comma del precedente art. 2".
Il Consigliere Pezzana presenta il seguente emendamento: gli ultimi due punti del terzo comma vengono sostituiti dai seguenti: "- la copia, qualora la richiesta non provenga da persona fisica, dell'atto costitutivo della società ovvero, se si tratta di ente morale, dell'atto costitutivo e dello Statuto dell'ente; - la documentazione da cui risultino gli estremi anagrafici dei legali rappresentanti, nonché copia del certificato del casellario giudiziale del richiedente l'autorizzazione e dei rappresentanti legali dell'ente dal quale risultino eventuali precedenti in materia penale, civile e amministrativa".
Pongo in votazione tale l'emendamento per alzata di mano.
E' approvato all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
Si passi alla votazione dell'art. 3 così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
Art. 4 (Tipologia e requisiti delle case di cura private) "Le case di cura private possono essere: l) case di cura medico - chirurgiche generali, destinate ad ammalati di forme morbose pertinenti alla medicina generale, alla 'chirurgia generale ed eventualmente a specialità mediche e chirurgiche 2) case di cura mediche, destinate prevalentemente ad ammalati di forme morbose pertinenti alla medicina generale ed a specialità mediche 3) case di cura chirurgiche, destinate prevalentemente ad ammalati di forme morbose pertinenti alla chirurgia generale ed a specialità chirurgiche 4) case di cura ad indirizzo polispecialistico, destinate ad ammalati di forme morbose pertinenti a due o più specialità, tutte rientranti nell'ambito della medicina generale oppure della chirurgia generale 5) case di cura ad indirizzo monospecialistico, destinate ad ammalati di forme morbose pertinenti ad una sola specialità medica o chirurgica 6) case di cura ad indirizzo specifico (neuropsichiatriche, sanatoriali riabilitative, ecc.).
L'apertura e l'esercizio di case di cura private sul territorio piemontese sono subordinati al possesso dei requisiti stabiliti dallo schema allegato alla presente legge, fatto salvo quanto previsto al quinto comma del successivo art. 7.
Le case di cura private devono avere un direttore sanitario che è responsabile della organizzazione e della funzionalità dei servizi igienico sanitari.
Il direttore sanitario di casa di cura privata deve, in particolare svolgere i compiti e possedere i requisiti stabiliti nell'allegato di cui al precedente secondo comma.
La nomina del direttore sanitario è subordinata alla autorizzazione della Giunta regionale, che la rilascia su proposta della casa di cura interessata e previo parere del Consiglio regionale di Sanità ed Assistenza di cui alla legge regionale 4/7/84, n. 30.
Eventuali temporanee sostituzioni potranno aver luogo nei termini stabiliti al punto 25 dell'allegato di cui al precedente secondo comma, con l'obbligo della casa di cura di informare, di volta in volta e motivatamente, l'Unità Socio Sanitaria Locale competente e l'Amministrazione regionale nel termine massimo di dieci giorni dall'inizio della sostituzione stessa; tale sostituzione non può essere superiore ai sessanta giorni, rinnovabili previa richiesta adeguatamente motivata e documentata.
Al direttore sanitario è vietata ogni attività di diagnosi e cura nell'ambito della casa di cura, qualora la stessa sia dotata di oltre 150 posti letto".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
Art. 5 (Conferma delle autorizzazioni già rilasciate) "Le autorizzazioni all'apertura e all'esercizio, ovvero alla costruzione o all'ampliamento o alla trasformazione di case di cura private, o allo svolgimento di attività ambulatoriale nei confronti dei non degenti presso la casa di cura stessa, che siano state rilasciate prima della entrata in vigore della presente legge, sono soggette a conferma da parte della Giunta regionale.
Ai fini di cui al precedente comma, entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge, tutte le case di cura private legittimamente operanti sul territorio regionale e comunque in possesso di autorizzazioni ai sensi del comma precedente sono tenute a richiedere, qualunque sia l'autorità che aveva a suo tempo concesso l'autorizzazione, la conferma della autorizzazione stessa alla Giunta regionale, presentando la relativa istanza alla Amministrazione regionale e, per conoscenza, alla Unità Socie Sanitaria Locale territorialmente competente.
L'istanza dovrà essere corredata da una copia della originaria autorizzazione e dovrà avere le medesime caratteristiche della istanza di cui al primo comma dell'art. 3 della presente legge nonché, a seconda dei casi, quelle stabilite dal secondo, terzo, quarto, quinto e sesto comma del suddetto art. 3.
L'Unità Socio Sanitaria Locale dovrà, entro trenta giorni dal ricevimento dell'istanza, inoltrare all'Amministrazione regionale eventuali osservazioni circa la rispondenza degli elementi e dei dati contenuti nell'istanza suddetta, con quanto risulta dagli atti in possesso della Unità Socio Sanitaria Locale stessa.
L'Amministrazione regionale compie l'attività istruttoria al fine di accertare la validità del precedente atto autorizzativo e, con provvedimento della Giunta, dispone la conferma dell'autorizzazione, senza pregiudizio per l'esito delle verifiche di merito da svolgersi successivamente e dei conseguenti provvedimenti, tenuto conto di quanto stabilito dal successivo art. 7.
La Giunta regionale, in relazione all'esito delle verifiche che ritiene di disporre e sentite le associazioni più rappresentative della categoria delle case di cura private, adotta, in alternativa, provvedimento di: a) conferma dell'autorizzazione b) sospensione dell'autorizzazione c) diniego della conferma dell'autorizzazione, nel caso di mancanza di precedente provvedimento autorizzativo o di autorizzazione rilasciata in difetto di competenza.
La conferma delle autorizzazioni è formalizzata dalla Giunta regionale con l'approvazione di un elenco delle case di cura confermate, suddivise per Unità Socio Sanitaria Locale di appartenenza, da pubblicare sul Bollettino Ufficiale della Regione.
I provvedimenti di cui ai punti b) e c) del sesto comma del presente articolo dovranno essere adottati con modalità analoghe a quelle di cui al precedente settimo comma.
Le autorizzazioni comunque rilasciate prima della entrata in vigore della presente legge, se relative a case di cura private che non saranno incluse nell'elenco di cui al precedente settimo comma e che non avranno costituito oggetto di provvedimento di sospensione o di diniego della conferma, si intenderanno automaticamente decadute, qualora, entro trenta giorni dalla pubblicazione dell'elenco suddetto sul Bollettino Ufficiale della Regione le case di cura private interessate non abbiano inoltrato alla Regione motivata istanza di integrazione dell'elenco stesso.
In ogni caso, se la Giunta regionale non integra, con riferimento alla conferma precedentemente sospesa o su istanza degli interessati o d'ufficio, l'elenco di cui al precedente settimo comma entro 180 giorni dalla sua pubblicazione, le autorizzazioni rilasciate prima dell'entrata in vigore della presente legge e non incluse nel suddetto elenco si intendono decadute".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
Art. 6 (Piano di convenzionamento regionale) "La Giunta regionale approva il piano di convenzionamento delle case di cura private con il Servizio Sanitario Nazionale, ai sensi dell'art. 44 della legge 23/12/78, n. 833, avente valore per il periodo di validità dei Piani socio - sanitari regionali.
In occasione della prima applicazione del comma precedente, il piano di convenzionamento dovrà, in particolare, essere attuato a decorrere dalla scadenza del Piano formulato ai sensi dei punti 2. 3. 6. 2, e 2. 3. 6. 3 dell'allegato B della L.R. 3/5/85, n. 59 e dovrà essere adottato previo esame delle proposte contenute nei programmi previsti dall'art. 11 della suddetta L.R. o, in mancanza, delle eventuali proposte comunque formulate dalle Unità Socio Sanitarie Locali i cui residenti utilizzano le strutture convenzionate.
Il piano di convenzionamento di cui al primo comma deve, in particolare riportare, per ciascuna casa di cura, l'indirizzo nosologico, il numero dei posti letto e la destinazione d'uso degli stessi in convenzione, secondo specialità mediche o chirurgiche, nonché la classificazione di competenza ai fini convenzionali.
Il piano di convenzionamento di cui al primo comma è adottato sentite le associazioni più rappresentative delle case di cura private.
L'Unità Socio Sanitaria Locale territorialmente competente dispone l'adeguamento al piano di cui al primo comma entro novanta giorni dalla data di adozione del provvedimento della Giunta regionale. In particolare provvede a deliberare la delega al Presidente del Comitato di Gestione affinché: a) sottoscriva le nuove convenzioni previste b) sottoscriva le convenzioni confermate con le eventuali integrazioni stabilite c) dia disdetta, in toto o parzialmente, a quei rapporti convenzionali già in atto e non più previsti dal Piano di convenzionamento regionale.
Gli atti assunti ai sensi delle lettere a) e b) del comma precedente sono adottati, come previsto dall'art. 44 della legge 23/12/78, n. 833, secondo lo schema tipo approvato con Decreto del Ministro della sanità del 22/7/83 ed eventuali successive modifiche, nonché in conformità alle eventuali integrazioni approvate dalla Giunta regionale contestualmente al piano di convenzionamento di cui al primo comma del presente articolo.
L'Unità Socio Sanitaria Locale ,è tenuta a formalizzare, nel rispetto dei termini della convenzione, la disdetta delle convenzioni non rientranti nel piano di convenzionamento regionale entro il termine di due mesi dall'approvazione di quest'ultimo, trascorso inutilmente il quale, alla disdetta provvede la Giunta regionale.
La Giunta regionale provvede, altresì, direttamente, a tutti quegli atti attuativi del piano di convenzionamento ai quali l'Unità Socio Sanitaria Locale non abbia provveduto entro tre mesi dalla approvazione del piano stesso o vi abbia provveduto difformemente.
Fino all'adozione degli atti di cui al precedente quinto comma o, in mancanza, di quelli previsti ai precedenti settimo e ottavo comma, sono confermati i rapporti convenzionali in atto, per effetto del provvedimento di cui ai punti 2.3.6.2, e 2.3.6.,3, dell'allegato B della L.R. 3/5/85, n.
59.
L'esercizio da parte della casa di cura, in regime convenzionale, di attività di tipo ambulatoriale, rivolta ad utenti non degenti, è disciplinato dalla normativa vigente per le analoghe attività svolte dalle strutture operanti esclusivamente a livello ambulatoriale, salvo diversa disciplina che dovesse essere stabilita ai sensi del terzo comma dell'art.
44 della legge 23/12/78, n. 833".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri.
L'art. 6 è approvato.
Art. 7 (Classificazione delle case di cura private) "Le case di cura private convenzionate con il Servizio Sanitario Nazionale dovranno essere classificate ai sensi dell'art. 2 dello schema tipo di convenzione approvato con Decreto 22/7/83 del Ministro della sanità.
In ogni caso, fino a quando non si saranno realizzate le condizioni previste dal richiamato art. 2 del D.M. 22/7/83, la Giunta regionale sentita la Commissione di cui al primo comma del suddetto articolo, potrà in qualsiasi momento, riclassificare quelle case di cura convenzionate che risulteranno prive di uno o più requisiti di quelli necessari alla classificazione in atto.
Le case di cura private non convenzionate con il Servizio Sanitario Nazionale dovranno essere classificate entro il 31/12/89, in base ai requisiti posseduti; la classificazione avrà luogo, dopo il provvedimento di conferma di cui al precedente art. 5, a cura della Giunta regionale sentita l'apposita Commissione nominata dalla Giunta regionale stessa e comprendente una rappresentanza degli organismi associativi della ospedalità privata.
Fino a quando non sarà stata emanata la normativa richiamata al più volte citato art. 2 del D.M. 22/7/83, la classificazione di cui al commi precedente sarà effettuata con riferimento alla fascia funzionale e parametrazione nosologica di competenza, sulla base degli schemi di cui al Decreto 30/6/75 del Ministro della sanità.
Le case di cura private non convenzionate con il Servizio Sanitario Nazionale che, in atto, non siano in possesso dei requisiti previsti nello schema allegato alla presente legge, ancorché confermate ai sensi del precedente art. 5, dovranno acquisire i requisiti suddetti entro il termine stabilito al punto 36 dello schema allegato alla presente legge, pena la revoca, da parte della Giunta regionale, della autorizzazione all'apertura e all'esercizio, fatto salvo quanto previsto al punto 37 dello schema stesso.
Le Unità Socio Sanitarie Locali territorialmente competenti dovranno, con cadenza almeno annuale, nell'esercizio del potere di vigilanza di cui al successivo art. 8, verificare il possesso e il mantenimento dei requisiti di legge e, se del caso, convenzionali da parte delle case di cura private in base non solo ai servizi, alle attrezzature, agli aspetti igienico ambientali ed alle dotazioni organiche di personale, ma anche all'effettivo svolgimento della attività nosologica di competenza ed eventualmente convenzionata.
Entro il 30 settembre di ciascuno anno e in esito alle verifiche di cui al comma precedente, le Unità Socio Sanitarie Locali dovranno informare per iscritto l'Amministrazione regionale della sussistenza o meno dei requisiti di cui la casa di cura privata deve essere in possesso, ovvero, in mancanza, proporre l'adozione dei conseguenti provvedimenti di riclassificazione di competenza regionale, documentando adeguatamente le carenze riscontrate".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri.
L'art. 7 è approvato.
Art. 8 (Vigilanza sulle case di cura private) "La vigilanza sulle case di cura private viene esercitata dalla Unità Socio Sanitaria Locale, che provvede a segnalare al competente Servizio dell'Amministrazione regionale le irregolarità che possano comportare l'assunzione di provvedimenti di competenza della Giunta, fermo restando l'obbligo di verifica e segnalazione periodica di cui al settimo e ottavo comma del precedente art. 7 E' fatto obbligo ai responsabili delle case di cura private in esercizio sul territorio regionale di: a) fornire alla Unità Socio Sanitaria Locale e alla Amministrazione regionale le notizie che formano oggetto dell'attività di vigilanza e la relativa documentazione b) informare per iscritto l'Unità Socio Sanitaria Locale territorialmente competente e l'Amministrazione regionale di ogni modifica rispetto alla situazione della casa di cura esistente allatto dell'adozione dei provvedimenti autorizzativi o a quelli di conferma di cui al precedente art. 5, ovvero di ogni evento rilevante per il Servizio sanitario.
I rappresentanti legali della casa di cura privata sono tenuti a fornire su richiesta, gli elementi di conoscenza necessari alla individuazione di tutti i componenti la società eventualmente titolare della proprietà della casa di cura stessa.
L'Amministrazione regionale può disporre interventi di vigilanza nell'ambito di quanto forma oggetto della propria competenza autorizzativa".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
Art. 9 (Sanzioni) "In caso di accertata inadempienza alle disposizioni della presente legge l'Amministrazione regionale, su segnalazione dell'Unità Socio Sanitaria Locale, o d'ufficio, diffida la casa di cura ad eliminare la causa di inadempienza, stabilendo un congruo termine entro cui ciò deve avvenire.
Scaduto il termine stabilito nella diffida senza che sia stato ottemperato alla diffida stessa, l'autorizzazione all'esercizio a suo tempo rilasciata alla casa di cura privata resta automaticamente sospesa.
La Giunta regionale può disporre la sospensione o la revoca definitiva della autorizzazione all'apertura e all'esercizio, nel caso di gravi e/o reiterate infrazioni alle disposizioni della presente legge.
In rapporto alle inadempienze riscontrate può essere, in ogni caso comminata la sanzione dell'ammenda da un minimo di 1 milione fino ad un massimo di 10 milioni.
Le sanzioni previste dal presente articolo vengono irrogate dall'Amministrazione regionale su proposta degli organi della Unità Socio Sanitaria Locale, o d'ufficio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri.
L'art. 9 è approvato.
Si passi alla votazione sull'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Esame progetto di legge n. 171: "Disposizioni per l'assunzione di divulgatori agricoli formati con i corsi istituiti ai sensi del Regolamento del Consiglio dei Ministri delle Comunità Economiche Europee del 6/2/1979 n. 270"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 6) all'ordine del giorno: "Esame progetto di legge n.
171: 'Disposizioni per l'assunzione di divulgatori agricoli formati con i corsi istituiti ai sensi del Regolamento del Consiglio dei Ministri delle Comunità Economiche Europee del 6/2/1979 n. 270".
La relazione viene data per letta Passiamo alla votazione dell'articolato.
Art. 1 (Finalità) "La presente legge reca disposizioni per l'assunzione nel ruolo regionale dei divulgatori agricoli, previsti dal Regolamento del Consiglio delle Comunità Economiche Europee del 6.2.79 n. 270.
In seguito vengono denominati Regolamento: il Regolamento del Consiglio delle Comunità Economiche Europee del 6.2.79 n. 270 relativo allo sviluppo della divulgazione agricola in Italia.
Consorzio: il Consorzio Interregionale per la formazione dei divulgatori agricoli del Nord Italia di Vertemate con Minoprio (Como) al quale è associata anche la Regione Piemonte, ai sensi della L.R. 29.11.82 n. 36.
Piano Quadro Nazionale: il Piano Quadro approvato dalla C.I.P.A.A.
l'11.7.80 e dalla Commissione della Comunità Economica Europea con decisione n. 234 del 23.3.81".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 36 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 1 è approvato.
Art. 2 (Requisiti d'accesso nel ruolo regionale) "Possono essere assunti nel ruolo del personale della Regione Piemonte i divulgatori agricoli che abbiano i seguenti requisiti: siano stati ammessi ai corsi tenuti dal Consorzio a seguito di selezione mediante pubblico concorso operata dalla Commissione per il Piemonte prevista dal Piano Quadro Nazionale siano in possesso del titolo di idoneità di, divulgatore agricolo rilasciato dal Consorzio ai sensi del Regolamento siano in possesso di tutti gli altri requisiti previsti dalle vigenti disposizioni per l'assunzione nel ruolo del personale della Regione Piemonte".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 36 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 2 è approvato.
Art. 3 (Organico regionale) "Ai fini dell'assunzione nel ruolo della Regione Piemonte dei divulgatori agricoli, la dotazione organica complessiva di VII qualifica del personale della Regione Piemonte è incrementata in un quinquennio di n. 65 unità di cui: n. 9 unità nel 1986, n. 14 unità nel 1987, n. 14 unità nel 1988, n. 14 unità nel 1989 e n. 14 unità nel 1990.
I posti non ricoperti possono essere portati in aggiunta per le assunzioni per i corsi degli anni successivi.
Gli altri divulgatori agricoli, fino alle 134 unità attribuite al Piano Quadro Nazionale, potranno essere assunti nel limite dei posti vacanti della dotazione organica della relativa qualifica e profilo professionale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 36 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 3 è approvato.
Art. 4 (Assunzione in ruolo) "Il pubblico concorso di selezione, il corso tenuto dal Consorzio, la relativa prova finale con esito positivo e la conseguente graduatoria hanno valore di corso - concorso.
Il bando emanato dal Consorzio per l'ammissione ai singoli corsi - concorsi è pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte.
L'assunzione è disposta sulla base della graduatoria del corso - concorso avuto riguardo alle norme che regolano la precedenza e la preferenza.
I divulgatori agricoli in possesso dei requisiti di cui al precedente art.
2 vengono assunti nel ruolo del personale della Regione Piemonte a domanda da presentarsi dopo la conclusione del corso entro la scadenza stabilita dalla Giunta regionale con apposito provvedimento indicante, tra l'altro il numero dei posti da ricoprire.
L'assunzione in ruolo è disposta nella VII qualifica funzionale con deliberazione della Giunta regionale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 36 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 4 è approvato.
Art. 5 (Norme transitorie) "Per i divulgatori agricoli che hanno concluso il primo corso tenuto dal Consorzio i posti da ricoprire sono stabiliti in n, di 9; la domanda di assunzione deve essere presentata entro trenta giorni dall'entrata in vigore della presente legge".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 36 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 5 è approvato.
Art. 6 (Disposizioni finanziarie) "Per l'anno 1986 è autorizzata una spesa massima di lire 35.000.000.
All'onere si provvede mediante utilizzazione della disponibilità iscritta ai capp. 200 e 220.
Per gli anni successivi si provvederà in sede di predisposizione dei relativi bilanci".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 36 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 6 è approvato.
Si passi alla votazione dell'intero testo di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 41 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'intero testo di legge è approvato.


Argomento: Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 152: "Interpretazione autentica e modificazione alla L.R. 5.4.1985 n. 28 relativa all'ordinamento e piante organiche del personale degli Enti di gestione dei parchi e delle riserve naturali"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 7) all'ordine del giorno: "Esame progetto di legge n.
152: 'Interpretazione autenticare modificazione alla L.R. 5.4.1985 n. 28 relativa all'ordinamento e piante organiche del personale degli Enti di gestione dei parchi e delle riserve naturali"'.
Diamo per letta la relazione del Consigliere Quaglia.
Si passi alla votazione dei singoli articoli.
Art. 1 "L'art, l, quarto comma, della L.R. 5.4.1985, n. 28 così modificata dalla L.R. 5.4.1985, n. 29 deve essere interpretato nei termini seguenti: 'Il personale di cui alla presente legge è inquadrato nel ruolo dei singoli enti di diritto pubblico, delle Aziende e dei Consorzi di Enti locali che gestiscono Parchi Naturali, Riserve Naturali, Riserve naturali e/o aree attrezzate o in apposito ruolo dei singoli enti locali e delle Comunità Montane che gestiscono Parchi Naturali, Riserve Naturali e/o aree attrezzate istituite ai sensi della legge regionale 4.6.1975, n. 43 e successive modificazioni ed integrazioni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 26 Consiglieri si sono astenuti 13 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
Art. 2 "L'art. 3 della L.R. 5.4.1985, n. 28 così come modificata dalla L.R.
5.4.1985, n. 29, è così sostituito: 'La gestione del trattamento giuridico ed economico del personale di cui alla presente legge ivi compresa l'erogazione delle retribuzioni viene effettuata dagli enti di gestione individuati dalle leggi istitutive.
La Regione Piemonte assicura il finanziamento della spesa derivante dall'applicazione della presente legge mediante stanziamento sul capitolo 7910 del bilancio di previsione per l'anno 1986 ed ai corrispondenti capitoli per gli anni successivi.
A quanto previsto dal comma precedente fa eccezione l'Azienda Regionale dei Parchi Suburbani al cui finanziamento la Regione Piemonte provvede mediante stanziamento sul capitolo 7920 del bilancio di previsione per l'anno 1986 ed ai corrispondenti capitoli per gli anni successivi".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 26 Consiglieri si sono astenuti 13 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
Art. 3 "Il titolo III della L.R. 5.4.1985 n. 28 così come modificata dalla L.R.
5.4.1985 n. 29, è così denominato: 'Norme finali e transitorie'.
Dopo l'art. 10 della legge medesima è inserito il seguente art. 11: 'Art il Con apposita deliberazione della Giunta regionale viene determinata la decorrenza dalla quale le disposizioni inerenti la gestione del trattamento economico di cui al precedente art. 3 trovano applicazione.
Dalla decorrenza stabilita dal comma precedente l'iscrizione del personale di cui alla presente legge agli enti di quiescenza, previdenza ed assistenza avviene mediante posizioni assicurative singole per ogni Ente di gestione.
Le disposizioni di cui ai precedenti commi non si applicano all'Azienda Regionale dei Parchi suburbani che già provvede direttamente alle retribuzioni del proprio personale sul bilancio dell'Azienda"'.
La Giunta regionale presenta il seguente emendamento: il primo comma viene sostituito dal seguente: "Le disposizioni inerenti la gestione del trattamento economico di cui al precedente art. 3 trovano applicazione a decorrere dal l.7.1987" al secondo comma vengono sostituite le parole "stabilita ai sensi del comma precedente" con le parole "prevista dal comma precedente".
La parola al Consigliere Avondo.
AVONDO Vorremmo avere un'informazione da parte della Giunta sulle ragioni che la portano ad introdurre questa modifica.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Carletto.
CARLETTO, Assessore al personale La proposta precedente lasciava ad un atto amministrativo la definizione dei tempi. Il Governo chiede di definire una data certa per il passaggio di queste incombenze dalla Regione ai Parchi.
Sulla base dei ragionamenti fatti con i Presidenti dei parchi sulla base degli aspetti tecnici proponiamo che il passaggio avvenga dal primo luglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Avondo.
AVONDO Comprendiamo lo spirito dell'informazione che l'Assessore ha fornito ma voteremo contro questo emendamento.
Nel confronto con gli organismi dirigenti dei parchi è emersa la necessità di considerare l'opportunità di avere dei tempi diversi dell'entrata in vigore di questa nuova normativa, considerata la diversità dei singoli parchi. Alcuni sono in grado di farsi carico della gestione di queste problematiche, altri hanno bisogno di ricercare eventuali supporti esterni alle istituzioni, altri ancora hanno bisogno di definire i problemi della pianta organica prima di proporsi problematiche di questa natura.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Santoni.
SANTONI Signor Presidente e colleghi Consiglieri, il nostro Gruppo voterà a favore del provvedimento.
Noi riteniamo che questo provvedimento, se correttamente applicato così com'è emerso nei due incontri che sono stati fatti dalla Commissione e dalla Giunta con i Presidenti dei parchi, comporterà da un lato un risparmio reale in termini economici, dall'altro una semplificazione dei rapporti con gli enti previdenziali e dall'altro ancora consentirà di individuare pienamente il rapporto in capo agli enti parco e la responsabilità di eventuali errori nella gestione del personale in capo agli enti che sono responsabili di questa attività.
Le finalità e gli strumenti ci sembrano congrui per raggiungere questi obiettivi conché si realizzino alcune condizioni che sono state evidenziate anche nel corso dei lavori di Commissione e nel corso degli incontri con i responsabili degli enti parco e cioè che laddove la gestione del personale si ritenga debba essere fatta internamente all'ente stesso questo non comporti e non diventi lo strumento per un allargamento dei ruoli amministrativi all'interno degli enti parco, ma soltanto lo strumento per una migliore qualificazione professionale di quadri già esistenti all'interno degli enti stessi.
La seconda condizione è che, come già ricordato dalla I Commissione in una lettera al Presidente e all'Assessore competente, sarà opportuno che la Giunta provveda all'elaborazione di uno schema tipo di bilancio per gli enti parco che consenta da un lato una più chiara e più facile lettura anche comparata, dei bilanci dei vari enti parco da parte della Regione e della Commissione competente, dall'altro, attraverso questo schema tipo sia chiaramente individuabile la quota di stanziamento relativa alla gestione dell'ente, quindi la quota relativa al personale e al funzionamento dell'ente e la quota destinata alle finalità di istituto del parco stesso.
La terza condizione perché questa legge possa dare frutti positivi è quella che rimanga comunque in capo alla Regione la titolarità dei rapporti e della contrattazione sindacale per quanto riguarda i dipendenti del parco. Sarebbe errato se pensassimo di poter far gestire ad ogni singolo parco, dai più piccoli ai più grandi, i problemi di rapporti sindacali mentre, essendo una problematica comune e dovendo dare la Regione indirizzi comuni a questo tipo di rapporto e di problematiche, l'aspetto della gestione del personale e delle relazioni sindacali, riteniamo debbano rimanere in capo all'ente regionale.
Se queste condizioni saranno rispettate e attuate la nostra valutazione sarà positiva sugli esiti di questa legge.



PRESIDENTE

Pongo in votazione per alzata di mano tale emendamento.
E' approvato con 20 voti favorevoli, 10 contrari e 2 astensioni.
Si passi alla votazione dell'art. 3 nel testo emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 24 Consiglieri hanno risposto NO 12 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 3 è approvato.
Passiamo ora alle dichiarazioni di voto.
La parola al Consigliere Avondo.
AVONDO Signor Presidente e colleghi Consiglieri, il Gruppo comunista si asterrà dalla votazione per una serie di questioni che sono emerse nel corso delle consultazioni in I Commissione.
Dopo le consultazioni sentiti gli organismi dirigenti dei parchi,il progetto di legge originario venne modificato. Tuttavia i rischi e i pericoli evidenziati nel corso della discussione richiederebbero un dibattito più ampio sulla politica dei parchi in Piemonte. Nel corso delle consultazioni, per esempio, si è lamentata la scarsa tempestività con la quale alcuni Comitati di gestione dei parchi assumono il personale previsto nella pianta organica. Infatti mentre alcuni parchi rivendicano l'aumento del personale, per altri questo discorso non si pone poiché non hanno ancora esaurite le possibilità di copertura della pianta organica prevista dalla legge istitutiva. L'approvazione di questa proposta di legge, in modo slegato da un discorso complessivo e generale che riguardi anche la gestione e la fruibilità dei parchi in Piemonte, pone la questione della paventata possibilità che il personale dei parchi venga assegnato ad attività non propriamente attinenti alla funzione propria.
L'altra preoccupazione deriva dalla contrattazione che potrà determinarsi dal momento in cui definiamo che la questione del personale è delegata ai singoli organismi di direzione dei parchi. Rileviamo qui il pericolo di una spinta a mettere in discussione con una trattativa diretta da parte dei singoli parchi una serie di questioni che invece sono state definite all'interno delle leggi istitutive in termini molto espliciti.
Per queste ragioni ci asteniamo dal voto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.
RIVALTA Intervengo per una dichiarazione di voto a titolo personale in quanto voterò contro questa legge assumendo un atteggiamento critico più incisivo di quanto non abbia fatto il Gruppo a cui appartengo.
I parchi sono stati istituiti attraverso atti formali previsti dalle norme legislative. Hanno avuto difficoltà e stentano a qualificarsi nonostante interventi positivi, come consigli di istituti volti a svolgere funzioni di qualificazione ambientale.
Le ragioni di queste difficoltà stanno certamente nelle ristrettezze finanziarie, ma credo che queste difficoltà siano ritrovabili in una politica nuova, non sperimentata, non inglobata nella cultura e nella coscienza comune neppure di chi si rende disponibile ad un'attività amministrativa pubblica.
Non credo di sbagliare nel fare tali affermazioni se si pensa al numèro limitato dei parchi nel nostro Paese. Fino a qualche anno fa eravamo in presenza di soli cinque parchi nazionali e all'assenza di parchi regionali.
Oggi i parchi regionali sono in numero molto limitato. Non c'è quindi da stupirsi se i consigli di amministrazione trovano difficoltà a sviluppare appieno e a determinare la loro azione in funzione di interventi attivi di qualificazione del patrimonio ambientale naturale, di promozione della qualificazione del patrimonio agrario e di difesa, valorizzazione fruizione del patrimonio storico e culturale presente nelle aree adibite a parchi.
La gestione del personale era stata riportata alla Regione proprio per togliere questa incombenza amministrativa ai consigli di amministrazione dei parchi, tenuto anche conto che nella maggior parte dei casi il personale è limitato, le disponibilità finanziarie ristrette, quindi una preoccupazione sulla gestione del personale avrebbe potuto diventare alla fine prevalente e soffocare l'attenzione primaria dell'intervento e della tutela dell'ambiente.
Aggiungo che, in una situazione di ristrettezza e in questo cammino faticoso da apprendisti stregoni, le esigenze di personale nei parchi dovrebbero, essere rivolte ancora per molto tempo in direzione di una qualificazione professionale di tipo ambientale, naturalistico, storico e culturale.
Se nella gestione del personale centralizzata a livello regionale sono sorti problemi di tipo procedurale e temporale, si potrebbe portarvi rimedio. Non vuole essere questa una giustificazione di tipo procedurale come ragione per cui si era accentrata la gestione del personale dei parchi alla Regione.
Con questa legge invece si riattribuisce ai parchi la gestione del personale con tutte le incombenze amministrative che si determinano. Credo che il primo effetto che si provocherà sarà l'assunzione di personale nei singoli parchi per poter rispondere alle incombenze amministrative. Il personale dei parchi è intorno alle 150 unità, quindi dovrebbe crescere, ma raggiungerà una dimensione di un paio di centinaia di unità. Non si comprende allora perché la Regione che gestisce con strumenti informatici raffinati il proprio personale di circa 3.000 unità non possa con opportune convenzioni, precisazioni di responsabilità ben definite assumersi anche la gestione del personale dei parchi.
La mia preoccupazione è che questo darà un incentivo a trasformare i parchi in enti di amministrazione, preoccupati appunto delle procedure amministrative e distoglierà gli stessi consigli di amministrazione e in qualche misura deformerà lo sviluppo futuro della struttura del personale in direzione amministrativa riducendo l'attenzione, la capacità e la determinazione verso la tutela ambientale che ancora non è acquisita e non ha raggiunto livelli qualificati e sufficiente maturità. Le ragioni sono quelle che ricordavo prima: una sperimentazione e un'acquisizione di capacità che purtroppo non abbiamo ancora.
Ho avuto modo di sentire parecchi pareri. Alcuni parchi sono favorevoli a questa legge. Discutendo è venuto fuori che questa attenzione favorevole è dipesa da una presunta assunzione di maggiore ruolo nella gestione del personale, in qualche caso anche legittimo nella possibilità di poter assumere un ragioniere o qualche amministrativo in sede locale, quindi di poter svolgere un'azione di tipo occupazionale nel territorio del parco; ci sono però molti amministratori del parco, ivi compresi i Presidenti preoccupati di questa modifica. Peraltro, le persone più preoccupate di questa legge sono quelle - non voglio certo attribuire una tabella di merito - che in questi anni sono state più attente, più impegnate nell'azione di tutela, nell'azione di interventi attivi per la qualificazione di carattere ambientale.
In ragione di tutte queste cose il mio voto non sarà solo di astensione, ma sarà un voto negativo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Quaglia.
QUAGLIA Signor Presidente, colleghi Consiglieri, è una brevissima dichiarazione di voto a nome del Gruppo della Democrazia Cristiana che attraverso i suoi rappresentanti in I Commissione ha seguito le consultazioni in modo approfondito con le OO.SS., con i direttori e i presidenti degli enti parco. E' vero, soprattutto in un primo momento sono sorte da parte dei presidenti e dei direttori dei parchi delle perplessità rispetto alla capacità di gestire in proprio il personale, ragion per cui la I Commissione ha invitato il Vicepresidente Vetrino e l'Assessore Carletto ad incontrarli a loro volta in un'apposita riunione per chiarire quelle perplessità. Da quanto è stato riferito in Commissione dalla Giunta, molte delle perplessità qui sottolineate dai colleghi intervenuti prima di me sono state, seppur parzialmente, fugate.
La politica della Regione Piemonte nei confronti dei parchi non si esaurisce naturalmente con l'approvazione di questo disegno di legge infatti, sia rispetto ad una maggiore attenzione per la tutela dei beni ambientali compresi nei parchi, sia rispetto alla revisione e al completamento delle piante organiche, sia ancora rispetto all'uniformità dell'impostazione dei bilanci per rendere maggiormente leggibili le cifre e la politica di intervento che i parchi compiono sul territorio, la Giunta si è impegnata ad ulteriori approfondimenti. Questo provvedimento, seppur parziale, seppur limitato, noi lo condividiamo in quanto afferma un punto fondamentale, che i dipendenti dei parchi e delle riserve naturali sono dipendenti dei singoli enti e non della Regione, anche se ad essi viene attribuito il trattamento economico - giuridico del personale regionale.
Quindi si dà autonomia anche in questa direzione agli enti parco, come la legge istitutiva prevedeva.
Le risorse della Regione agli.enti parco non verranno meno, anzi, è possibile che gli enti parco anziché assumere altro apposito personale per la gestione del proprio personale possono stipulare delle convenzioni direttamente, senza passare attraverso la Regione. Questo ha provocato in passato delle notevoli difficoltà quanto a responsabilità, soprattutto in materia previdenziale ed assistenziale.
Un ulteriore aspetto che abbiamo sottolineato, e che è presente anche nel disegno di legge, è che la contrattazione tra i dipendenti dei vari enti parco è riservata alla sede regionale al fine di evitare la rincorsa da una parte all'altra di rivendicazioni settoriali, non ricondotte ad un quadro generale complessivo. E' stata una richiesta precisa dei Presidenti degli enti parco che la Commissione ha accolto e il disegno di legge profondamente rimaneggiato rispetto al primitivo testo, la accoglie completamente. Il Gruppo D.C. voterà favorevolmente questo disegno di legge.



PRESIDENTE

Si passi alla votazione dell'intero testo di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto N0 3 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri.
L'intero testo di legge è approvato.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Formazione professionale

Esame proposta di deliberazione n. 356: "Approvazione programma annuale di formazione professionale corsi agricoli - anno formativo 1986/1987 - L.R. 25.2.1980, n. 8" (rinvio)


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, vi sono ancora due adempimenti da sottoporre all'attenzione del Consiglio: il primo riguarda la formazione professionale agricola e il secondo l'elezione del Consigliere Segretario dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale.
Passiamo pertanto al punto 9) dell'o.d.g. "Esame proposta di deliberazione n. 356: 'Approvazione programma annuale di formazione professionale - corsi agricoli - anno formativo 1986/1987 - L.R. 25.2.1980 n. 8' ".
La parola al Consigliere Fracchia.
FRACCHIA Signor Presidente, la proposta di deliberazione sulla formazione professionale agricola deve essere portata in III Commissione che è competente in agricoltura, perché anche se il provvedimento riguarda la formazione professionale la materia è caratteristicamente agricola. Chiedo che questa deliberazione venga assegnata all'esame della III Commissione.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della III Commissione, Consigliere Mignone.
MIGNONE L'Ufficio di Presidenza ha assegnato il provvedimento che gli è stato rimesso. Da sempre questo provvedimento viene assegnato alla Commissione consiliare che ha la competenza della formazione professionale, ritenendo prevalente l'aspetto formativo rispetto al contenuto dell'attività della formazione.
Mi rendo conto che la formazione professionale nel campo dell'agricoltura può avere un legame con le politiche dei servizi per gli agricoltori e dello sviluppo dell'agricoltura in senso generale. Tuttavia la richiesta del Consigliere Fracchia, che ha nel contenuto un fondo di validità, non può essere una questione risolta a questo livello poich l'argomento ha concluso il suo iter, nel senso che il provvedimento della Giunta è stato assegnato alla Commissione VI e questa lo ha esaminato e licenziato. Si può accogliere il suggerimento per gli anni successivi, cioè che sia assegnato all'esame congiunto della Commissione agricoltura e della Commissione formazione professionale. L'argomento è molto complesso e vasto, i colleghi lo hanno presente e nello specifico di oggi non pu essere risolto come richiede il collega Fracchia. Può valere come suggerimento per i prossimi piani di formazioni in agricoltura.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.
BONTEMPI Siamo proceduralmente in regola essendo la procedura giunta all'ordine del giorno dopo l'approvazione della Commissione a cui era stata assegnata dove peraltro non è stata avanzata una richiesta di parere consultivo della III Commissione.
Poniamo ancora una volta e con maggior forza, alla luce anche dell'osservazione che con franchezza ha esposto il Consigliere Fracchia, la questione che non si possono discutere sistematicamente i programmi formazione a fine seduta strozzando la possibilità concreta di verifica e di esame. Nell'altra seduta non siamo stati noi a richiedere il rinvio, si trattava di inammissibilità a causa della mancanza degli allegati.
Chiediamo il rinvio della discussione alla prossima settimana dato che sulla formazione abbiamo predisposto un documento e intendiamo dare il nostro apporto ancorché critico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Villa.
VILLA Purtroppo non ero presente nell'ultima riunione della VI Commissione quando si è discusso il piano dei corsi agricoli. Da quando sono stato eletto in Regione la VI Commissione ha sempre esaminato i corsi di formazione professionale agricola. D'altra parte con questo ragionamento si constaterebbero tali e tante intersecazioni tra una Commissione e l'altra per una infinità di argomenti per cui si finirebbe per richiedere la contemporanea opera di due, tre o quattro Commissioni.
Non capisco ad esempio come mai quando si discute sulla formazione per l'industria non debba essere presente la IV Commissione, oppure per il commercio, oppure per la sanità non ci dovrebbe essere la V Commissione. Se c'è una determinata delimitazione di settore evidentemente bisogna stare a quel settore.
Credo anch'io che la formazione professionale non debba essere discussa sempre e solo a fine seduta. Mi auguro che la prossima volta sia uno dei primi punti all'o.d.g.
Il rinvio alla prossima settimana mi lascia molto esitante, soprattutto per una questione concreta di attività. Ieri in Commissione abbiamo chiesto l'immediata esecutività in quanto siamo vicinissimi ai termini di inizio dei corsi. Sappiamo benissimo che i corsi non si possono tenere dal mese di marzo in poi, ma si devono tenere nel periodo invernale. Si può benissimo obiettare che si doveva provvedere prima. Ci sono ora delle possibilità per accelerare i tempi. D'altra parte voglio rimarcare che quest'anno per la prima volta gli altri corsi sono stati presentati in Consiglio regionale prima che iniziassero. Precedentemente erano sempre stati portati a settembre oppure ottobre quando i corsi oramai erano cominciati. Con molto ritardo giungevano in Commissione e ancora successivamente in Consiglio regionale.
Riterrei, quindi, che la discussione, pur con un approfondimento e una presenza dei vari gruppi nella discussione, si debba fare oggi.



PRESIDENTE

C'è una richiesta che comporterebbe il passaggio della deliberazione la settimana prossima con l'immediata esecutorietà. Quindi non ci sono difficoltà, anche se giustamente, come si è detto, possiamo avere qualche giorno di ritardo.
L'altra volta la deliberazione non ha potuto essere affrontata perch mancavano gli allegati. Si tratta di un miliardo e 800 milioni, non di una somma indifferente, quindi questa deliberazione deve essere analizzata. Il mediare entro pochi giorni questa vicenda non dice niente in quanto l'immediata esecutorietà le consente entro sette giorni di essere operativa. Propongo di iscrivere questa deliberazione al primo punto dell'o.d.g. della prossima seduta.
L'Assessore mi conferma che può essere rinviata di una settimana.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Dimissioni del Consigliere Ala da membro dell'Ufficio di Presidenza


PRESIDENTE

Il punto 10) all'o.d.g. reca: "Dimissioni del Consigliere Ala da membro dell'Ufficio di Presidenza".
Siete tutti al corrente della lettera di dimissioni del Consigliere Ala.
La parola al Consigliere Majorino.
MAJORINO Presidente e colleghi Consiglieri, ho chiesto la parola in quanto è prassi costante di questo Consiglio che quando si procede all'elezione dell'Ufficio di Presidenza o al suo rinnovo totale o parziale il Consiglio stesso si costituisce in seggio elettorale.
Ed è in quest'ottica che il nostro Gruppo pone e rivendica dall'assemblea il diritto politico di partecipare o meglio di essere rappresentato nell'Ufficio di Presidenza, Ufficio, va sottolineato, che nell'ambito delle sue numerose attribuzioni ha principalmente quella di tutelare le prerogative e di assicurare l'esercizio dei diritti di tutti i Consiglieri.
Questa nostra rivendicazione viene fatta sia perché il nostro diritto politico di partecipare all'Ufficio di Presidenza nasce dallo Statuto, la cui lettera e il cui spirito prevedono la più ampia partecipazione delle rappresentanze politiche e anche delle minoranze, sia perché, questa è la ragione politica di maggior rilievo, il nostro Gruppo trae la sua legittimazione a vedersi riconosciuto tale diritto politico dal consenso politico avuto nelle elezioni del 12 maggio, consenso avuto da oltre 165.000 piemontesi, i quali così esprimendosi hanno collocato la destra del Piemonte nell'ambito del Consiglio regionale e l' hanno collocata con tale forza proponendola come opposizione di destra in Piemonte e in pratica come quarta forza politica.
Ora, com'è noto nei confronti della nostra parte politica si è sempre proceduto con il metodo della discriminazione, tant'è che il nostro diritto politico di partecipare ed essere rappresentati nell'Ufficio di Presidenza pur essendo noi la quarta forza politica del Piemonte, è stato calpestato anche il 17 giugno in sede di elezione dell'intero Ufficio di Presidenza.
Naturalmente è stata ancora una volta tirata in ballo l'anacronistica settaria "conventio ad escludendum" della destra che poggia sulla settaria anacronistica teoria dell'arco costituzionale (se così si può chiamare) di cui il collega Moretti si è fatto portavoce ufficiale, non so se a nome solo del suo Gruppo o se a nome dell'intera maggioranza, asserendo testualmente (leggo il passo preso dai resoconti stenografici del 17 giugno) che: "la rappresentanza nell'Ufficio di Presidenza compete solamente alle forze maggiori e minori dell'arco costituzionale". Fra l'altro dimenticando che il Segretario del suo Partito nell'assumere la Presidenza del Consiglio nel 1983 asserì (almeno a parole): "che nel Parlamento non potevano esistere discriminazioni basate sull'arco costituzionale perché tutti i partiti hanno pari dignità".
Va però rilevato che, sempre il giorno 17 giugno, il collega Pezzana ebbe ad esprimere, pur precisando che le sue opinioni politiche e le sue idee sono separate dalle nostre, il ché è ampiamente ricambiato da parecchi anni luce, una solidarietà per una questione di principio. C'è di più.
Anche altri colleghi esponenti della maggioranza si erano espressi, anche se poi come sappiamo non furono coerenti, poiché i fatti a cui mi riferisco sono del 17 giugno, in maniera che in apparenza volevano se non esprimere solidarietà quanto meno affermare il principio della legittimità della nostra partecipazione.
Infatti, il Capogruppo della DC, collega Brizio, ebbe ad affermare prima dell'elezione dell'Ufficio di Presidenza del 17 giugno, il principio che disse di condividere, della più ampia rappresentatività possibile nell'Ufficio di Presidenza.
La collega Vetrino richiamò testualmente la regola non scritta del buon governo ed ebbe a soggiungere: "Ci sembra giusto che questo Ufficio di Presidenza rappresenti al massimo possibile i Gruppi presenti in questo Consiglio. Questo Ufficio di Presidenza ha la possibilità di rappresentare nella sua massima espressione tutti i Gruppi".
Il collega Mignone si manteneva sulla medesima linea affermando che la rivendicazione del nostro Gruppo fatta in quel momento "non deve essere sottovalutata in quanto l'Ufficio di Presidenza deve essere rappresentativo di tutte le forze presenti in Consiglio".
Tutto questo a parole e come enunciazione di buoni principi che poi in realtà non si sono realizzati. Perché, al di là di tutte queste affermazioni, il metro della discriminazione a destra è prevalso; è prevalso attraverso un marchingegno che fa seguito a quello del 1980. Nel 1980 vennero riservati tre seggi nell'Ufficio di Presidenza, a quello che allora era il cartello dell'opposizione. Il filo conduttore del ragionamento di allora era: non è possibile che il Gruppo MSI - Destra Nazionale possa essere rappresentato in quanto il Gruppo liberale ha tre Consiglieri, il Gruppo DC avendone in maggior numero non può non essere rappresentato, il Gruppo repubblicano dispone, come il Gruppo della destra di due soli Consiglieri, però ha avuto maggior peso specifico elettorale. E se vogliamo questo ragionamento da "dottor sottile" poteva eventualmente anche filare.
Il marchingegno del 17 giugno 1985, del quale penso che l'avvocato azzeccagarbugli di manzoniana memoria sia invidioso, fu un altro. Si disse: "ci sono i tre Gruppi minori, i quali in base ad una finzione tecnica costituiscono una specie di Gruppo e a turno si alterneranno nell'Ufficio di Presidenza". Sennonché questo patto su cui poggiava il marchingegno è saltato perché il Consigliere Ala si è dimesso uscendo da questo patto, il Consigliere Pezzana ha dichiarato ancora recentemente, e mi pare abbia anche indirizzato una lettera all'Ufficio di Presidenza, la sua uscita da quel patto perché non c'è la rappresentanza nell'ambito dell'Ufficio di Presidenza anche del MSI - Destra Nazionale. Quindi, anche il marchingegno trovato nell'85 è saltato.
Qual è la conclusione? Visto che appare pacifico che all'Ufficio di Presidenza partecipano due Consiglieri facenti parte delle opposizioni essendone stato eletto uno che appartiene al Gruppo comunista nel 1985, il secondo non può che essere del MSI-DN, perché accanto all'opposizione di sinistra c'è l'opposizione di destra, perché nel cartello dei Gruppi dell'opposizione è, come consistenza numerica, nei banchi il secondo Gruppo.
Vi sono poi precedenti storici della Camera, del Senato e del Parlamento Europeo nei quali da parecchi lustri il nostro Gruppo è pacificamente rappresentato e non credo che i Capigruppo del PCI alla Camera e al Senato siano distanti meno anni luce da noi di quanto lo sia il Gruppo comunista e non hanno mai contestato il diritto politico a partecipare all'Ufficio di Presidenza.
Sotto il profilo politico e non solo sotto il profilo politico, sarebbe una grave e manifesta ingiustizia quella di escluderci dall'Ufficio di Presidenza. Né la maggioranza ci venga a dire a questo proposito che questo è un problema della minoranza per cui una volta riservati, per volontà del pentapartito, due seggi alle minoranze o alle opposizioni, sono esse che si devono gestire la scelta. Questo ragionamento non può essere condiviso in primo luogo perché si tratta di una norma statutaria di cui anche la maggioranza ha il diritto-dovere, ma soprattutto il dovere, di farla rispettare. In secondo luogo, non è possibile che noi si sia rappresentati da due Consiglieri del Gruppo comunista.
Legittimamente, quindi, noi poniamo la candidatura di un componente del nostro Gruppo e precisamente del Consigliere Marta Minervini Calandri.
Confidiamo che venga accettata questa candidatura, confidiamo che responsabilmente la maggioranza si renda conto di essere responsabile dell'osservanza dello Statuto. In difetto - e questo, dico la verità, mi ripugna dirlo - saremo costretti a ricorrere alla Magistratura, di fronte a questo vizio politico, giuridico e istituzionale dell'ingiustizia grave e manifesta della nostra esclusione. Mi ripugna perché siamo sempre stati abituati a combattere le battaglie politiche nelle aule politiche; d'altra parte questa ripugnanza è peraltro confortata da un precedente. Un Gruppo politico minoritario venne sconfitto in quest'aula sul problema della centrale nucleare. Ebbe la soddisfazione di perdere nell'aula e di vincere di fronte al TAR. Nonostante le previsioni della vigilia di questo momento confidiamo ancora che la maggioranza di questo Consiglio si renda conto della propria responsabilità di garantire l'osservanza dello Statuto. In difetto ricorreremo allo strumento della tutela giurisdizionale perch riteniamo nostro diritto politico fondamentale la partecipazione all'Ufficio di Presidenza, organo politico super partes, non di governo.
Questo rimane il nostro fermo e preciso punto di vista e la nostra ferma e precisa richiesta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Santoni.
SANTONI Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il collega Majorino è entrato nel merito della successione del collega Ala all'Ufficio di Presidenza.
Credo invece che, come si diceva nei romanzi d'appendice, si debba fare un passo indietro poiché non mi pare corretto che il Consiglio non si ponga il problema di discutere nel merito la motivazione posta dal collega Ala a fondamento delle sue dimissioni. Se la questione fosse stata posta in termini personali, certamente scorretto e improprio sarebbe stato l'assumere in questa sede un dibattito anche sulla conclusione cui è giunto il collega Ala, ovvero se questo Consiglio possa o meno accogliere questo tipo di dimissioni. Ma qui siamo di fronte ad una motivazione di tipo politico che non condivido e non accetto.
Prendo atto che la motivazione si fonda sulle modalità di gestione del Consiglio e sul modo di procedere e di lavorare. Credo sia diritto-dovere del Consiglio non passare immediatamente alla nomina del successore, ma valutare se le dimissioni vadano tout court accolte o se si debba scegliere in senso diverso.
Pur non condividendo e non accettando le motivazioni di Ala, sarebbe un precedente pericoloso se da un organismo istituzionale qualunque Consigliere giungesse a decidere le proprie dimissioni su motivazioni le più svariate, ma non di ordine personale e l'aula supinamente subisse e accettasse tacitamente questo tipo di dimissioni.
Propongo quindi e chiedo al Consiglio di esprimersi su queste dimissioni attraverso un voto.
La mia proposta è quella di respingere le dimissioni del collega Ala dall'Ufficio di Presidenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.
BONTEMPI Affronto subito l'argomento introdotto giustamente da Santoni. Però nel richiamare, come ha fatto il collega Santoni, i principi fondamentali dello svolgimento del dibattito parlamentare non bisogna dimenticare ché il lasciar marcire una situazione per ire o quattro mesi, com'è avvenuto diventano poi discutibili le motivazioni teoriche addotte anche se giuste.
Concordo con il collega Santoni che le motivazioni delle dimissioni addotte dal collega Ala o comunque da qualsiasi altro componente del Consiglio debbano essere discusse.
Sarebbe però ridicolo che dopo aver tutti finto di nulla per sei mesi (insieme al collega Staglianò ho sollecitato questo punto la seduta scorsa ma nessuno ha dimostrato sensibilità al problema) ci ricordassimo delle dimissioni respingendone le motivazioni.
Noi accetteremo le dimissioni di Ala per ragioni di fatto, ma non accetteremo le motivazioni. Dirò anzi fraternamente ad Ala che la sua decisione ci ha colti di sorpresa anche perché l'elezione dell'unico Segretario riservato alle minoranze venne assunta con l'apporto determinante dei nostri voti in omaggio ad un'intesa con le forze nuove che per la prima volta si affacciavano al Consiglio regionale. L'esperienza di far parte dell'Ufficio di Presidenza da parte di una forza del tutto nuova sulla scena parlamentare regionale è un'esperienza non semplice soprattutto quando coincide la rappresentanza del Gruppo e la rappresentanza dell'Ufficio di Presidenza.
Sulla seconda questione relativa alla sostituzione l'intesa che raggiungemmo all'interno dei Gruppi d'opposizione per una rappresentanza dei Gruppi nuovi nel Consiglio regionale, è una intesa che nel sud significato politico vorremmo mantenere, sapendo che questo è un posto riservato alla minoranza, e nessuno l' ha messo in dubbio, sapendo che la maggioranza commetterebbe un atto di lesione profonda di alcuni principi e dei rapporti sul piano giuridico-istituzionale se contribuisse a determinare con la sua scelta la scelta all'interno delle minoranze (c'è stata la vertenza con le Comunità montane la cui sentenza darà ragione alle opposizioni che si oppongono a che la maggioranza scelga al loro interno).
Su questo piano in particolare questa intesa la vogliamo mantenere aperta ma anche a seguito di accordi e di intese raggiunti con il collega Staglianò. Riteniamo che l'Ufficio di Presidenza debba riprendere connotazioni il più possibile rigorose di presenze, di funzioni istituzionali, che possono essere garantite da tutte le forze politiche, ma maggiormente dai partiti che hanno Gruppi più consistenti e quindi in grado di dedicare all'Ufficio di Presidenza, che svolge un lavoro delicato ed importante sia sul versante interno che sul versante esterno, la propria rappresentanza e queste garanzie, non per voglia di stravincere, né per avere una iperpresenza, che peraltro non abbiamo mai accarezzato come linea, ma per il contributo fattivo che possiamo dare. Lasciamo aperto il discorso sul rinnovo di tutto l'Ufficio di Presidenza con la componente che sta alla nostra sinistra, DP in particolare, lo stesso Ala, che mi auguro rimanga. Altro discorso aperto, e che dovrebbe essere verificato anche perché i voti li diamo noi, è quello con il Consigliere Pezzana perché non capiamo più, anche per le cose che ha fatto oggi, se appartenga alla minoranza o alla maggioranza. Quindi, nel dubbio, è difficile indurmi a votare qualora ci fosse il Consigliere Pezzana. Ho il dubbio, quindi non lo posso classificare nelle opposizioni e nelle minoranze.
Resta la questione del Gruppo MSI-DN. La questione è complicata l'abbiamo riconosciuto più volte. Il Gruppo MSI rispetto alle istituzioni in Piemonte ha avuto un approccio che non posso definire che corretto. Noi continuiamo ad avere le stesse ragioni che evocò Moretti allora a nome della maggioranza e credo che siano ancora le nostre ragioni e debbano continuare ad esserlo. C'è inoltre una considerazione abbastanza elementare che non può esserci ritorta contro, quella che nel momento in cui alle minoranze spetta una presenza in qualità di segretario su quattro riteniamo davvero che essendo il nostro un Gruppo determinante dello schieramento di opposizione, perché così hanno voluto gli elettori, non possiamo votare un rappresentante missino, pur riconoscendo la correttezza delle persone con cui abbiamo lavorato.
Per il ruolo che ha l'Ufficio di Presidenza, per il tipo di Statuto per la connotazione di certe iniziative del Consiglio regionale e anche su una scriminante di tipo resistenziale costituzionale di fondo, a cui riteniamo di doverci ancora rigorosamente attenere, avendo noi la possibilità di scelta (ci fosse una norma che dice che tutti ne fanno parte ovviamente non obietteremmo), avendo in concreta la possibilità di fare questo con i nostri voti, accettiamo le dimissioni del Consigliere Ala e proponiamo per la sostituzione il nome di un compagno che credo sia particolarmente affidabile per un compito del genere, per la sua storia che tutti conoscono, ma soprattutto per la serietà con cui in qualsiasi livello istituzionale o politico si è impegnato, noi proponiamo il compagno Guasso.
Si può andare all'Ufficio di Presidenza per avere quello scatto di indennità in più per avere il nome su qualche cosa, ma si può anche andare per fare insieme al Presidente, insieme ai Vicepresidenti e agli altri Segretari, un lavoro di coordinamento e di rilancio istituzionale del ruolo del Consiglio di cui sentiamo, anche dopo questo dibattito, molto bisogno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.
STAGLIANO' Innanzitutto vorrei richiamare i patti politici che furono sottoscritti il 17 giugno 1985 e cioè l'accoglimento, apprezzato da tutti i Gruppi poi in verità caricato, come giustamente ha ricordato ora il collega Bontempi soltanto sulle spalle del Gruppo comunista, della proposta che era anche una scelta politica, della rotazione. In ogni caso, si sarebbe riproposto il problema della rotazione magari fra dieci mesi anziché adesso, fra i tre Gruppi nuovi, come è stato detto. Quindi è inutile che su questo si faccia finta di inventare...



(Voci in aula)



PRESIDENTE

STAGLIANO'



PRESIDENTE

Su ciò si convenne, e penso sia inutile rileggervi le dichiarazioni che allora furono fatte.
Ciò detto, voglio esprimere con fraterna schiettezza, per i legami di amicizia che ho nei confronti del collega Ala, il rammarico per la sua decisione. Rammarico per due ragioni: per il merito della motivazione addotta, che anche a me non appare pertinente alle funzioni istituzionali dell'Ufficio di Presidenza, e perché esso ha appunto la funzione di organizzare i lavori del Consiglio, di rappresentare tutti i Gruppi consiliari. Non mi pare che esso abbia funzioni di merito politico.
Qualunque esse siano. La seconda ragione riguarda il metodo. Ne ho parlato con il collega Ala: mi ha amareggiato la mancata consultazione. All'avvio della legislatura c'era stata una tacita intesa di reciproca consultazione una sorta di "patto di consultazione" sulle scelte principali di carattere politico - istituzionale.
Oggi prendo atto delle dimissioni del Consigliere Ala. Penso che nemmeno lui acconsentirebbe a delle dimissioni finte per vedersele respinte.
Ritorno su una questione di principio. A nostro avviso nell'Ufficio di Presidenza occorre dare rappresentanza a tutti i Gruppi politici. Su questo e su altri problemi di natura statutaria occorrerà lavorare per allargare gli spazi della partecipazione. Per l'intanto ribadiamo il principio della rotazione tra i Gruppi nuovi di minoranza.
Prendo atto dell'indisponibilità a succedere del collega Pezzana. Dal comportamento concreto assunto negli ultimi mesi da lui, anche a me riesce difficile collocare tra le forze di opposizione il collega Pezzana, checch ne dica la "hit parade" del giornale semiclandestino "L'altro Piemonte" sponsorizzato dall'Unione industriali, che affida a lui la palma del miglior oppositore in Consiglio. Ancora oggi abbiamo avuto una riprova dell'ambiguità politica che è dentro le scelte che il suo Partito va compiendo a livello nazionale.
Ho parlato con il collega Bontempi facendo presente che, avendo organizzato l'avvio del lavoro del mio Gruppo con l'ottica di impegnarmi nell'Ufficio di Presidenza gli ultimi venti mesi della legislatura preferisco mantenere quegli impegni. Ribadisco perciò la mia disponibilità al riguardo e ne potremo riparlare, se i patti hanno un senso, al momento del rinnovo delle cariche alla fine del prossimo anno.
Rispetto al problema posto dai colleghi del Gruppo MSI non ci interessa nessun marchingegno. E' una scelta politica. Come minoranza, dovendo votare la rappresentanza nell'Ufficio di Presidenza, manteniamo la discriminante antifascista. Molti esponenti autorevoli cominciando dal Segretario nazionale MSI-DN non hanno mai rinnegato il loro passato fascista, anzi tentano in qualche modo di rivendicarlo. Per noi è una discriminante essenziale a cui non intendiamo rinunciare al di là dell'apprezzamento personale per il comportamento in quest'aula dei colleghi Minervini Majorino e Carazzoni.
Il nostro voto va al rappresentante del Gruppo comunista, il compagno Guasso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.
BRIZIO Non vorrei che le dimissioni del Consigliere Ala venissero respinte per l'assenza del numero legale dei Consiglieri. E' il Presidente che deve valutare se occorra esprimersi in ordine alle dimissioni del Consigliere Ala per l'accettazione o meno. Noi condividiamo l'opinione del collega Santoni che si tratti di dimissioni che hanno una motivazione politica inaccettabile e di conseguenza ci comporteremo. Se invece si riterrà di procedere al voto, vorrei specificare che poiché si è trattato di una indicazione del 17 giugno '85 nel senso di dare due posti alle forze di minoranza o di opposizione, noi rimaniamo fedeli a questa impostazione. Non credo che un Gruppo di maggioranza possa correttamente operare delle scelte nell'ambito dell'opposizione e quindi il nostro voto sarà: scheda bianca.
Certamente noi preferiremmo che ci fosse la possibilità di rappresentare più forze politiche nell'ambito dell'opposizione come nell'ambito della maggioranza, ove i 5 posti disponibili rappresentano tutte e cinque le forze politiche della coalizione. Per quanto riguarda l'opposizione in passato si è data l'indicazione verso due Gruppi. Riteniamo preferibile ed auspicabile la rappresentanza di più forze politiche, ma peraltro non possiamo entrare nel merito delle scelte che vengono compiute nell'ambito delle forze di opposizione. Se queste forze convergessero su un medesimo nominativo noi non avremmo difficoltà a votare il nominativo indicato. Nel caso di candidature diverse noi, come forza di maggioranza, procederemo con un voto bianco per non interferire nelle scelte che competono all'opposizione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.
FERRARA Le argomentazioni proposte dai colleghi Santoni e Brizio sono integralmente condivisibili anche dal Gruppo repubblicano. Noi riteniamo che questo Consiglio regionale dovrebbe, prima di procedere alla nomina del nuovo membro dell'Ufficio di Presidenza, prendere in considerazione le dimissioni del Consigliere Ala che a nostro giudizio non hanno una motivazione sufficientemente valida da essere accettate senza alcuna discussione. Esponiamo il nostro apprezzamento per il comportamento tenuto dal Consigliere Ala perché riteniamo il suo impegno serio e qualificato in questo Consiglio regionale. Quindi riteniamo che il Consigliere Ala possa rimanere ancora nella posizione occupata fino ad oggi. Se queste dimissioni vengono mantenute e si procedesse al successivo punto all'o.d.g. per la nomina di un altro membro dell'Ufficio di Presidenza, noi auspicheremmo che l'Ufficio di Presidenza come fatto istituzionale fosse il più rappresentativo possibile delle forze presenti in Consiglio.
Sono d'accordo con il Consigliere Brizio. Mi pare improbabile chiedere alla minoranza di esprimere un suo giudizio e fare una scelta nel momento in cui tutti i partiti di opposizione hanno posto una loro candidatura.
Sarebbe un fatto istituzionalmente grave e scorretto se ci fosse una designazione unanime della minoranza. Il Gruppo repubblicano voterà scheda bianca.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.
ALA Gentili Consiglieri, varie volte avevo preparato una spiegazione per le mie dimissioni, ma poi con il passare del tempo me la sono quasi dimenticata. E' anche naturale: questa cosa è stata fatta a caldo successivamente ad alcuni comportamenti di questo Consiglio nei quali non mi riconoscevo e rispetto ai quali, come avevo detto, era necessario segnare una distanza.
Nello stesso tempo sembra paradossale che questa discussione avvenga dopo la pronuncia del TAR che, sia detto per inciso, non è stata nemmeno ufficialmente comunicata a quest'aula dalla Giunta, in questa che è la prima seduta successiva, considerato che quanto avvenuto attiene alla vita di questo Consiglio. Questa discussione avviene anche in un clima profondamente diverso da quello del 17 giugno dell'anno scorso (quando venne eletto l'Ufficio di Presidenza) e anche da quello del 5 giugno di quest'anno. Tuttavia è spiacevole considerare che molte delle cose dette allora purtroppo si sono ancora continuamente verificate in tempi successivi. Le difficoltà che incontra quest'aula nell'esprimere i reali desideri e la volontà della popolazione piemontese si sono viste regolarmente fino alla fine. E' vero, come diceva il Consigliere Majorino che poi tocca al TAR cioè tocca a strumenti impropri fare chiarezza e dare una risposta alle esigenze della popolazione piemontese. Una chiarezza che questa Regione invece non è mai stata capace di realizzare. I suoi atti messi tutti insieme danno l'idea di una vicenda estremamente travagliata ma nello stesso tempo, almeno questo era e rimane il mio parere, è lontana da quella che avrebbe dovuto essere una reale dialettica democratica, lontana dalla capacità di interpretare la popolazione piemontese.
Rispetto ad alcune considerazioni che ho ascoltato in precedenza francamente non sapevo allora e non so adesso, e non mi vergogno di dirlo se queste dimissioni possano essere direttamente collegate a quello che è il ruolo dell'Ufficio di Presidenza o meno. A me tanto allora quanto adesso pareva e pare di non avere altri strumenti per esprimere una mia dissociazione, per dimostrare l'incapacità di quest'assemblea elettiva di dare una chiara risposta a quelle che erano e sono le esigenze della popolazione piemontese.
Non si è voluto sentire, vedere e capire. Questo era quello che pensavo io. Se l'elemento delle dimissioni dall'Ufficio di Presidenza è un elemento improprio, resta pure vero il fatto che a mio avviso l'Ufficio di Presidenza rappresenta certamente l'aula e il Consiglio, ma deve rappresentare anche la popolazione piemontese. Ho vissuto tutta la vicenda post-Chernobyl come una sorta di crisi istituzionale della nostra Regione una crisi che si è dipanata, come ho detto, attraverso tutta una serie di avvenimenti fino a giungere a questo esito del TAR.
Rimetto a voi ogni considerazione in merito al fatto se queste cose stanno in piedi o no dal punto di vista istituzionale. Per quanto mi sforzi, ritengo di non essere un perfetto conoscitore né dei Regolamenti n dello Statuto e ho una certa refrattarietà ad abituarmi ad uno schema di ragionamento di questo genere.
Devo comunque dare atto che le critiche sia del Consigliere Bontempi che del Consigliere Staglianò, rispetto al modo con cui ho maturato e ho deciso questo, sono corrette. Me ne scuso sia pure a posteriori.
Desidero anche ricordare che i patti politici, come sono stati chiamati, del 17 giugno nascevano da un clima profondamente diverso da questo, nascevano anche dall'illusione di poter contare e utilizzare insieme la forza di tre nuovi Consiglieri. Credo sia oggi sotto gli occhi di tutti che questo non è avvenuto. E non credo neppure possa nel futuro avvenire. E' vero però che la presenza antinucleare in questo momento, sia pure con posizioni e sfumature diverse, ha ormai superato lo stadio della richiesta di una sorta di legittimazione, che ora esiste di fatto, come anche dagli interventi di molti Capigruppo è dato riscontrare, e ringrazio che si sia dato atto del mio ruolo e della mia presenza nelle parole dei Consiglieri Santoni, Ferrara, Majorino, Brizio ed altri ancora.
Un unico neo particolare. In ogni caso la mia presenza nell'Ufficio di Presidenza, lo devo dire con tutta chiarezza e credo che non sia difficile per i colleghi che ne fanno parte confermarla, è stata sempre praticamente irrilevante. Era anche in ogni caso troppo difficile per uno come me, da solo e senza esperienza precedente istituzionale, cominciare a fare tutto insieme: Capogruppo, Commissioni e Ufficio di Presidenza.
Questa lettera di dimissioni forse vuol dire che non ho mai capito bene che cos'era l'Ufficio di Presidenza, forse avrei dovuto applicarmi di più ma più di così finora non credo di essere riuscito a fare.
Mi rimetto alle decisioni che intenderà prendere quest'aula anche se ritengo che sia pure in maniera impropria le motivazioni a sostegno di queste dimissioni sono molto forti e quindi almeno per quanto mi riguarda non intendo ritirare le miei dimissioni.



PRESIDENTE

L'ultima dichiarazione del Consigliere Ala non lascia spazio. Non intende ritirare le dimissioni.
Ora passeremo al voto palese.
Chi intende accettare le dimissioni del Consigliere Ala è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva con 21 voti favorevoli e 13 contrari.
Si proceda alla votazione a scrutinio segreto per l'elezione di un nuovo Segretario dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale in sostituzione del Consigliere Ala.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 42 Consiglieri hanno riportato voti: Guasso Nazzareno n. 23 Minervini Calandri Marta n. 8 Schede bianche n. 11 Proclamo eletto il Consigliere regionale Guasso Nazzareno.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Ordine del giorno relativo all'incontro con il Ministro De Michelis del 15/12/86


PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno relativo all'incontro con il Ministro De Michelis del 15/12/86 il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte a conoscenza che lunedì 15 dicembre il Ministro del lavoro sarà a Torino per presiedere una riunione della Commissione regionale per l'impiego impegna la Giunta ad attivarsi tempestivamente per organizzare un incontro (presenti la IV e la VI Commissione consiliare) con l'on. Demichelis al fine di adempiere ai recenti deliberati del Consiglio regionale riguardanti tutti le necessità di un incontro con il Ministero, in materia di cantieri di lavoro, agenzia riforma della CIGS e formazione professionale".
Pongo in votazione tale ordine del giorno per alzata di mano.
E' approvato con 42 voti favorevoli ed 1 contrario.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

Le interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegate al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19,50)



< torna indietro