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Dettaglio seduta n.65 del 13/11/86 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


VIGLIONE Aldo


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", non essendovi osservazioni, i processi verbali delle adunanze consiliari del 3, 10, 24, 25, 30 e 31 luglio si intendono approvati.


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche)

Interrogazione del Consigliere Ferrara inerente la valorizzazione dei beni culturali


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni e interpellanze" esaminiamo l'interrogazione del Consigliere Ferrara inerente la valorizzazione dei beni culturali.
Risponde l'Assessore Alberton.



ALBERTON Ezio, Assessore ai beni culturali

Il Consigliere Ferrara interroga per conoscere i contenuti e le metodologie seguite da parte della Regione per dare corpo nell'ambito regionale ai finanziamenti previsti dall'art. 15 della legge finanziaria 1986.
Già in sede di dibattito generale sul programma della Regione avevo avuto occasione di riprendere questo tema, dichiarando l'intenzione della Regione di muoversi positivamente nell'ambito di queste disposizioni nazionali, pur evidenziando che anche su questo fronte l'articolo della legge nazionale non prevedeva purtroppo nessun ruolo esplicito delle Regioni.
Abbiamo cercato di svolgere nei fatti questo ruolo: abbiamo coordinato il lavoro della Regione con quello delle Sovraintendenze, elaborando congiuntamente e coinvolgendo in questo tutte le maggiori aziende che potevano essere interessate al problema, essenzialmente anche se non esclusivamente aziende del settore informatico, affinché si evitasse il rischio che le aziende proponessero da parte loro, come erano titolate a fare, progetti che poi non avessero riscontro con gli interessi reali del territorio o delle istituzioni regionali. Questo ha portato a un lavoro positivo, perché ci ha consentito l'elaborazione di sei progetti, di cui richiamo brevemente i titoli (questo materiale è stato distribuito alla VI Commissione): schedatura, riordinamento e inventariazione degli archivi storici dei Comuni montani; archivio di Stato di Torino; allestimento e conservazione nei musei, nelle biblioteche e negli archivi; indagini conoscitive ai fini di valutare le condizioni ambientali e progettuali per queste sedi; strumenti applicativi della legge Galasso; carte tematiche valorizzazione dei beni librari di interesse nazionale piemontesi residenze e collezioni sabaude (cioè la catalogazione di tutto ciò che è contenuto in queste residenze).
I progetti, che sono presentati formalmente e istituzionalmente dalle imprese alle quali abbiamo aggiunto la cotitolarità della Regione per cercare di avvalorarne il significato, sono stati valutati da due Comitati uno istituito dal Ministero dei Beni Culturali e l'altro dal Ministero del Lavoro. Le valutazioni espresse da questi due Comitati a noi non sono mai pervenute in via ufficiale, posso però dire che tutti questi progetti stavano nella fascia alta delle valutazioni tecniche dei due Comitati.
Come era facilmente prevedibile, la somma dei progetti presentati era ampiamente superiore agli stanziamenti previsti dalla legge. Se non ricordo male i progetti ammontavano a circa 8 mila miliardi a livello nazionale a fronte dei 600 disponibili.
Le Regioni hanno chiesto ed ottenuto un incontro con i Ministeri i quali, in quella sede presentando questa situazione, dichiararono la loro volontà di assumersi, dopo aver comunque chiesto alle Regioni di evidenziare i progetti da loro ritenuti prioritari, la decisione definitiva. Devo sottolineare ancora una volta che non tutto il pacchetto che si trovava presso i Ministeri era di emanazione regionale in quanto ripeto, la titolarità dei progetti poteva anche essere di singole imprese che avrebbero potuto interessare un qualsiasi territorio subnazionale.
Dalla decisione definitiva dei Ministeri, poi formalmente recepita dal CIPE, sono risultati approvati 39 progetti per i 600 miliardi previsti: al Sud sono andati 371 miliardi, cioè il 62% a fronte del 50% comunque previsto per legge; per il Piemonte è risultato approvato quel progetto che vede coproponenti la Regione, il Politecnico e l'ENEA con società concessionaria la FIAT Engeenering, destinato a quell'indagine conoscitiva sulle sedi musei, delle biblioteche e degli 'archivi, che è figlia della convenzione già messa in atto negli anni passati con il Politecnico e che aveva incominciato a dare i primi frutti.
Non posso che esprimere soddisfazione che sia stato scelto questo progetto perché è quello che più si correla a un'ipotesi di intervento strutturale su questi beni culturali e perché crea le premesse per un patrimonio di conoscenze sia per gli interventi di ristrutturazione, sia per la gestione dei medesimi.
E' certo che in questo momento il Governo sta emanando o sta dando corpo agli atti di convenzionamento tra il Ministero e le ditte concessionarie che dovrebbero essere le titolari della gestione dei progetti medesimi.
In sede di discussione all'interno del Consiglio regionale avevo manifestato le mie perplessità su questa impostazione di intervento sui beni culturali; da parecchie parti politiche è stata evidenziata la sproporzione che esiste tra questi interventi straordinari e le dotazioni finanziarie ordinarie degli organismi periferici del Ministero, o al limite delle stesse Regioni, destinate agli interventi ordinari di sostegno di questo patrimonio, e il rischio che attraverso un movimento troppo spinto sul fronte dei progetti straordinari si sollecitino anche progetti un po' artificiali; basterebbe scorrere il titolo di alcuni progetti che sono stati approvati per avere qualche dubbio, qualche perplessità, pur non essendo noi nella condizione di avere a disposizione il contenuto specifico, ma semplicemente i titoli di tali progetti. Queste valutazioni critiche le avevo espresse già nell'incontro con i Ministeri. Posso evidenziare anche su questo fronte un altro punto debole, a mio .parere della catena regolamentare, seppure non previsto nelle norme di legge: alle Regioni è stato chiesto di dire il loro parere, ma ancora una volta senza sapere minimamente con quali disponibilità finanziarie esse potevano fare i conti; tant'è vero che siccome a noi interessava, per esempio particolarmente il progetto della catalogazione dei beni delle residenze sabaude, avevamo chiesto al Ministero che ci consentisse l'approvazione almeno di parte di questo progetto; la posizione del Ministero invece è stata che i progetti venivano recepiti o respinti integralmente.
E' chiaro che dover fare una proposta senza sapere su quali risorse finanziarie complessive si può contare è estremamente difficile e rischioso come è stato in questo caso.
Riconfermo un giudizio di perplessità sulla procedura messa in atto per, il 1986: c'erano state assicurazioni che almeno nella parte di rapporto tra i livelli istituzionali, qualora fosse stata riproposta per il 1987, le norme sarebbero state riviste. E' di questi giorni la discussione in sede parlamentare con modificazioni dei rapporti tra le spese destinate ad interventi straordinari e quelle destinate agli interventi ordinari. Sul fatto che si incrementino gli interventi ordinari esprimo un parere nettamente favorevole perché, anche sul fronte dell'acquisizione e dell'irrobustimento delle dotazioni di personale, è più attraverso lo strumento ordinario che non attraverso lo strumento straordinario che si può pensare di fare operazioni serie, consistenti e stabili nel tempo ovviamente, se la legge dovesse prevedere nuovamente la possibilità di presentare progetti straordinari, noi ci riattiveremo in questo senso.
Crediamo di aver dato la dimostrazione con i progetti presentati di voler sfuggire però a qualsiasi rischio di estemporaneità e di averli visti collegati intrinsecamente alle ipotesi di sviluppo complessivo, sia in ordine alla distribuzione territoriale sia in ordine ai specifici settori culturali del nostro possibile Piano di sviluppo regionale..



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Signor Presidente, ringrazio l'Assessore per la risposta esauriente che ha dato ed esprimo apprezzamento per le proposte che la Giunta ha formulato su questi progetti che devono essere giudicati positivamente dal Consiglio non solo per il ritorno di tipo occupazionale che questi determinano (si tratta di 450 persone circa), ma anche per il coinvolgimento che si è voluto operare delle industrie private che hanno presentato di fatto questi progetti nonché per la qualità dei progetti che se fossero stati approvati certamente sarebbero stati un elemento costruttivo di sviluppo per il Piemonte. Detto questo, ed è espresso quindi un giudizio positivo sull'attività e la proposta della Giunta, non possiamo non esprimere alcune perplessità in ordine a come le vicende sono andate. La risposta dell'Assessore è stata sufficientemente esauriente e ha chiarito tante e diverse perplessità che in ordine alle selezioni possono essere formulate.
Credo che occorra forse instaurare un rapporto nuovo con il Governo che per progetti di questo genere preveda un maggiore coinvolgimento delle Regioni che fissi delle norme più chiare e definite, soprattutto che le norme chiare e definite, quando ci sono, siano rispettate perché fissare delle percentuali di attribuzioni in una legge e regolarmente disattenderle poi nella fase attuativa, ci pare sia un comportamento poco bello.
L'altro elemento di perplessità è in ordine alla valutazione di questi progetti. Deputato alla valutazione dei progetti è il nucleo di valutazione degli investimenti previsti. Ci sembra strano che per valutare questi progetti siano stati istituiti nuovi nuclei all'interno dei Ministeri che possono anche adottare criteri diversi di valutazione e quindi determinare situazioni non sempre coerenti con le considerazioni effettive che occorre fare. Anche su questo argomento quindi, come abbiamo già avuto modo di fare per altre questioni proprio di competenza dell'Assessore,, occorre chiedere ed ottenere un rapporto con il Governo in modo che non si determinino più situazioni anomale che di fatto vanificano un'apprezzabile iniziativa e proposta fatta dalla Regione.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione inerente il Piano dei siti, interpellanza inerente la discarica nel Comune di Pogno ed interrogazione inerente la discarica a Fossano presentate dal Consigliere Pezzana


PRESIDENTE

Esaminiamo ora congiuntamente l'interrogazione inerente il Piano dei siti, l'interpellanza inerente la discarica nel Comune di Pogno e l'interrogazione inerente la discarica a Fossano presentate dal Consigliere Pezzana.
Risponde l'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla tutela dell'ambiente

E' in fase di studio un'iniziativa che prevede una rilettura del piano in questione alla luce delle disposizioni statali attuative del D.P.R. n.
915/82. E' da notare a tale proposito, come sottolineato nell'art. 6 della L.R. n. 18 allorquando lo stesso richiama il Piano di cui trattasi, che questo studio mantiene sostanzialmente inalterata la propria validità. E' però da intendere il significato da attribuire al termine "idoneità"; tale concetto è riferito infatti in termini assolutamente generali tanto più che all'epoca della redazione del Piano non erano in vigore i criteri di classificazione delle discariche di cui alle disposizioni statali citate.
Inoltre l'individuazione dei siti è stata operata sulla base delle conoscenze a disposizione. Non sono stati condotti evidentemente su ciascuna delle 140 aree di cui alla prima proposta di piano adottato dalla Giunta regionale studi approfonditi che avrebbero imposto un onere finanziario e tempi estremamente rilevanti e che avrebbero potuto risultare in pratica inutili alla luce di successive eliminazioni di siti in sede di approvazione finale del piano nonché, come la realtà ha dimostrato, in sede di eventuale avvio di iniziative operative in corrispondenza dei siti stessi.
Attualmente, sulla base del nuovo quadro normativo di riferimento nonché attraverso l'operato del Comitato tecnico che ha iniziato il 31 ottobre scorso i lavori (a questo proposito però devo dire che poiché è stato nominato un ingegnere minerario là dove era previsto dalla legge un geologo è stato presentato ricorso al TAR dall'Ordine dei geologi), i criteri di valutazione delle aree in corrispondenza delle quali realizzare impianti di smaltimento dei rifiuti, già indicate nel piano di cui trattasi o eventualmente oggetto di futura ricerca, dovranno essere opportunamente adeguati alle attuali esigenze, che dovranno essere specificate attraverso il piano di organizzazione dei servizi di smaltimento dei rifiuti di cui al D.P.R. n. 915/82; la redazione del quale è stata affidata all'esame della Giunta.
Per le due aree indicate dall'interrogante si assicura che la Provincia di Novara e la Regione Piemonte, d'intesa fra di loro, condurranno una serie di indagini approfondite al fine di valutare l'idoneità del sito di Pogno ad ospitare una discarica per rifiuti industriali.
Si fa presente comunque che in ordine a questa problematica non si pu correttamente fare riferimenti di carattere generale in merito alle distanze dai centri abitati, dai pozzi, dai corsi d'acqua. La localizzazione di un'area da adibire a discarica non può non essere valutata in base al tipo di discarica che in essa vi si vuole installare e a tale proposito occorre fare riferimento preciso alla classificazione delle discariche di cui alle disposizioni statali ed al riguardo non si pu pertanto parlare di discariche di rifiuti speciali da un lato e di discariche di rifiuti tossici e nocivi dall'altro, ma di discariche invece di seconda categoria, tipo B o tipo C, che possono entrambe accettare rifiuti sia speciali che tossici e nocivi con natura e caratteristiche evidentemente diverse.
Lo stesso discorso è valido per il sito di Fossano.
Il Piano dei siti ex L.R. n. 31/79 individuava in Provincia di Cuneo tre aree di cui una ubicata in Comune di Fossano. Ultimamente il Comune stesso ha formulato una richiesta a questa Amministrazione volta a sostituire l'area n. 65/A con un'altra indicata dal Comune stesso. Tale soluzione alternativa dovrà essere sottoposta all'esame del Comitato tecnico di cui alla L.R. n. 18/86 per un'approvazione finale del sito da parte del Consiglio regionale. Il tipo di indagine che il Comitato tecnico riterrà necessario per esprimere le proprie valutazioni in merito all'idoneità del sito è pertanto da ricondurre attualmente a quanto verrà discusso ed elaborato dall'organismo collegiale di cui sopra e che sarà valido anche per il sito di Pogno.
Non risulta inoltre a questi uffici che al momento sia già stata individuata la società alla quale affidare la realizzazione della discarica di Fossano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.



PEZZANA Angelo

Non credo ci voglia una memoria da elefante per ricordare tutto quanto si è detto in quest'aula a proposito della tragedia di Pontecurone.
Vorrei tra l'altro dire che l'Assessore dando un'unica risposta alle mie interrogazioni non ha agito molto correttamente in quanto è vero che due ponevano domande specifiche rispetto a due situazioni (Fossano e Pogno), ma una poneva questioni di carattere generale sui siti per cui richiedeva una risposta di carattere generale che a mio parere non è arrivata.
Quello che mi preoccupa, e continua a preoccuparmi, è che l'Assessore Maccari ancora una volta dica che il Piano dei siti mantiene la sua validità.
Vorrei citare l'Assessore Cerutti e credo che per la Giunta non sia una voce sospetta. Sul giornale locale "Il Monte Rosa" del 20 settembre Cerutti ha dichiarato (ed è anche una dichiarazione del collega Nerviani): "Il Piano dei siti è uno studio di massima e non potrebbe essere diversamente perché non supportato da approfondita analisi dei terreni in loco, analisi che avrebbe comportato anche costi impossibili per la Regione. Il Piano ha quindi voluto dare soltanto indicazioni di massima su cui calare la realtà dei luoghi indicati come potenzialmente idonei, ma non solo di quelli ecc.".
Ora mi chiedo come un'Amministrazione regionale, dal 1983 ad oggi (e qui ci sono responsabilità precise dell'Assessore Maccari che non pu soltanto rinviare a quanto è avvenuto nella precedente gestione; dopo un anno e mezzo non può limitarsi a dichiarare, come è stato riportato dai giornali, che "in tutto il Piemonte le scariche dei rifiuti tossici e nocivi avvengono di notte"; questo l' ho letto in un'intervista citata dal Ministro De Lorenzo), possa pensare, se tutto questo avviene in Piemonte che questo Piano dei siti sia ancora un piano a cui rifarsi.
E' stato un piano sciagurato, anche se affidato a una Commissione dove credo la Fiat abbia avuto gran parte nell'individuazione dei siti, che non ha tenuto conto nemmeno del decreto interministeriale successivo che stabiliva delle regole ben precise.
Mi chiedo come una Amministrazione possa continuare a rifarsi con credibilità a questo Piano. L'episodio di Pontecurone è significativo anche se qui si tende evidentemente a dimenticare, proprio per memoria corta, quanto si è detto in quest'aula: qui non si tratta di fare brutte figure da parte della Regione, il che sarebbe forse il male minore, ma non si tutela nel modo più assoluto la salute dei cittadini.
Dalla risposta che ho sentito ancora oggi dall'Assessore Maccari questi sembrano problemi da rinviare al futuro, non a caso i tempi che ha usato sono di nuovo futuri: "Sul Comune di Fossano si provvederà; per quanto riguarda Pogno le distanze non sono quelle a cui ci si deve riferire".
Esiste una situazione di degrado ambientale tale per cui mi chiedo cosa aspetti ancora questo Assessorato a prendere dei provvedimenti per evitare altri disastri ecologici.
Si delegano ancora i Comuni. Il D.P.R. n. 915 verrà rinviato perché il nostro è ormai un regime di prorogatio. Anche il Ministro De Lorenzo ha dichiarato che con il 31 dicembre non si chiuderà alcun inceneritore che avvelena, ci sarà un rinvio che presumibilmente sarà di qualche anno perch è impensabile che al 31 dicembre di colpo con la bacchetta magica si possa cambiare una situazione di degrado che si è protratta negli anni e per un anno e mezzo anche sotto la diretta responsabilità dell'Assessore Maccari.
La Regione potrà finalmente lavarsene le mani perché la patata bollente passerà ad un'altra istituzione, intanto il Piemonte è e continua ad essere una pattumiera pericolosissima. Mi chiedo come l'Assessore non possa averlo notato quando citavo per esempio il caso della Ferodo la quale continua a stoccare tutti i rifiuti tossici e nocivi all'interno della propria azienda.
Il Piemonte è una Regione in cui gli industriali - e c'è una dichiarazione anche da parte dell'API - in una situazione pericolosissima non sanno più dove scaricare i rifiuti. Di fronte a questo l'Assessore ci viene a dire che il piano mantiene ancora la sua validità. Quando si è tentato di realizzare questo piano si è visto che per otto decimi era un piano sbagliato; è stato fatto con i piedi perché ha stabilito dei siti inidonei non tanto perché fosse il Comune b fossero i cittadini a protestare, si sa che protestano comunque di fronte all'eventualità di una discarica vicino casa (questo sarebbe il male minore perché si dovrebbe poter intervenire anche d'imperio per localizzare un sito), ma proprio perché sono siti errati e perché si tratta di un piano fatto con i piedi.
E' stato riconosciuto anche da Assessori colleghi di Maccari.
Di fronte a questo l'Assessore Maccari viene ancora a dire che il piano mantiene la sua validità senza entrare nel merito di indicazioni precise a proposito di Pogno e di Fossano. Come estrema beffa vediamo, e qui è l'unico punto in cui posso dare ragione all'Assessore, la follia delle Amministrazioni locali, di quei Comuni che di fronte a precise responsabilità non sanno fare altro che organizzare feste per dare premi di benemerenza. Abbiamo letto sui giornali di ieri che il Comune di Pontecurone darà cittadinanze onorarie a partire da Zamberletti fino al Presidente della Giunta Beltrami. Per carità, non è colpa del Presidente della Giunta se riceve un'onorificenza, semmai è colpa di chi la emette "La Stampa" del 12 novembre dice che il Comune di Carbonara darà onorificenze e benemerenze a un enorme numero di associazioni e di persone che hanno contribuito a salvare la zona dal disastro ecologico.
Non si fa il minimo accenno ai movimenti ambientalisti che sono stati i primi ad avere sollevato il caso, quelli hanno avvertito le autorità di quanto stava avvenendo; ma evidentemente di fronte alla presenza di un Ministro i Sindaci non capiscono più niente.
E' un discorso ecologico che riguarda tutta la regione: non solo più l'Alessandrino, ma tutto il Piemonte è ormai una pattumiera dove come dramma estremo non si sa più dove buttare i rifiuti.
Mi dichiaro pertanto insoddisfatto della risposta, come sempre superficiale ed incompetente, e rilevo ancora la scorrettezza dell'Assessore Maccari nell'avere unificato tre interrogazioni che riguardavano problemi diversi.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza dei Consiglieri Brizio, Mignone, Guasso, Viglione, Rivalta Cernetti, Tapparo, Valeri, Bontempi, Calligaro, Nerviani, Amerio Staglianò, Ala, Biazzi e Bruciamacchie inerente la cassa integrazione guadagni per i lavoratori della Società Italiana Nylon


PRESIDENTE

L'Assessore Genovese risponde all'interpellanza presentata dai Consiglieri Brizio, Mignone, Guasso, Viglione, Rivalta, Cernetti, Tapparo Valeri, Bontempi, Calligaro, Nerviani, Amerio, Staglianò, Ala, Biazzi e Bruciamacchie inerente la cassa integrazione guadagni per i lavoratori della Società Italiana Nylon.



GENOVESE Piero Arturo, Assessore al lavoro

Come i colleghi sanno, gli interroganti in particolare, la Società Italiana Nylon ex Montefibre è attualmente in liquidazione.
Dopo una certa mobilità realizzata verso la Farmitalia, la Olivetti e altre unità produttive del Piemonte, ad oggi si è ancora in presenza di un organico composto di oltre 410 persone rispetto agli 800 addetti del 1983.
E solo per fermarsi all'evoluzione più recente della situazione, occorre ricordare che in data 17 aprile di quest'anno l'azienda ha attivato le procedure per il licenziamento del personale rimasto, cioè delle oltre 410 unità tuttora in carico alla società.
In seguito ad alcuni incontri presso il Ministero dell'Industria, in cui erano presenti oltre alla Regione Piemonte il Comune di Ivrea e le OO.SS. di categoria nazionali e territoriali, l'azienda ha sospeso gli effetti dei licenziamenti collettivi garantendo di provvedere alla richiesta di proroga della cassa integrazione guadagni straordinaria sino a fine novembre 1986 (cosa che poi è stata fatta).
L'area su cui insiste questo stabilimento (SIN) ha una superficie di 260 mila mq occupata da circa 660 mila mc di fabbricati industriali attualmente abbandonati ed è intenzione degli amministratori comunali manifestata più volte anche negli incontri con la Regione, di presentare in Consiglio comunale entro la fine di dicembre (almeno così era stato dichiarato) un piano per gli insediamenti produttivi relativo all'area che dovrebbe essere dismessa a seguito della cessazione dell'attività della SIN.
Al fine di individuare un programma di attivazione industriale dell'area, la Regione Piemonte ha ritenuto opportuno aderire al gruppo di lavoro promosso dal Ministero dell'Industria e costituito dalla SIN, dalla Società Bioglio s.r.l. e dal Comune di Ivrea in data 29 maggio 1986.
La Società Bioglio è stata interessata al gruppo di lavoro in quanto veniva indicata quale possibile acquirente degli stabilimenti della SIN.
Nei primi giorni dell'ottobre scorso, vista la sostanziale inerzia nella ricerca di soluzioni al problema in esame, è stata richiesta una riunione del gruppo di lavoro che è avvenuta il 31 ottobre 1986 presso il Ministero dell'Industria. Nella suddetta riunione è emerso che a quel momento vi era da registrare la mancata definizione del nuovo assetto proprietario dell'area e degli stabilimenti della SIN e si era ancora in presenza di una estrema imprecisione circa i soggetti realmente interessati all'acquisizione del patrimonio immobiliare.
Inoltre si richiese un incontro urgente presso il Ministero del Lavoro per esaminare ed attivare celermente la possibilità della proroga della cassa integrazione guadagni straordinaria.
Questa esigenza è stata ancora ribadita nella riunione svoltasi presso il Municipio di Ivrea il 10 novembre scorso a cui erano presenti oltre agli amministratori comunali e la Regione Piemonte anche le organizzazioni sindacali territoriali e il Consiglio di fabbrica, in quanto tale provvedimento si rende indispensabile anche alla luce del fatto che la già precaria situazione dei lavoratori SIN presenta casi di eccezionale gravità, con particolare riferimento a quei lavoratori che non possono usufruire dei benefici del prepensionamento per la mancanza di alcuni mesi al raggiungimento di tale condizione.
Questa situazione, come è emerso anche dal seminario sulla cassa integrazione promossa dalla Regione Piemonte, non riguarda solamente i lavoratori della SIN, ma è generalmente presente in tutti i casi di crisi aziendale e interessa a breve termine migliaia di lavoratori, come anche nel caso della Chatillon dove pur mantenendosi una situazione di particolare gravità siamo in presenza di un processo di mobilità contrattata fra le OO.SS. e la Società ITV.
In questi giorni abbiamo ancora provveduto alla richiesta di rinnovare un sollecito incontro al Ministero del Lavoro e si è aderito alla richiesta delle OO.SS. di partecipare all'assemblea aperta dei lavoratori SIN che si svolgerà martedì prossimo presso il Comune di Ivrea.
Siamo purtroppo nell'imminenza di una scadenza e, in assenza di decisioni governative che si devono adottare entro pochi giorni in via amministrativa, non essendo più possibile pensare a modifiche legislative dell'istituto della cassa integrazione guadagni, si apre in Piemonte una fase grave e difficile: il primo caso di licenziamenti collettivi che rischia di preannunciarne a breve altri in parecchie aziende dove i lavoratori in cassa integrazione usufruiscono dell'integrazione stessa per l'ultimo periodo secondo le decisioni del CIPI. Questa situazione è grave in linea generale, ma in particolare si presenta gravissima per quei lavoratori in età avanzata vicini al prepensionamento, ma che con la cessazione, che deve essere evitata, del trattamento di cassa integrazione verrebbero a perdere anche questa possibilità.
Ci siamo attivati in tutti i modi per evitarlo. Oggi e a seguito del seminario sulla cassa integrazione che si è svolto 20 giorni fa, con alcuni colleghi presenterò un ordine del giorno al Consiglio regionale che mi auguro possa essere accolto per sollecitare il Governo e i parlamentari piemontesi a prendere un provvedimento immediato e tempestivo volto a coprire il periodo di transizione alla riforma della cassa integrazione guadagni. La nostra Regione per questo problema è forse la più in difficoltà nel panorama italiano poiché vanno a scadenza importanti trattamenti di cassa integrazione per i quali è stato concesso l'ultimo periodo di proroga dal CIPI.
Purtroppo, se non otterremo un provvedimento amministrativo urgente da parte del Governo, nella nostra Regione la riforma della cassa integrazione avverrà di fatto in termini negativi, con la cessazione di ogni trattamento di integrazione salariale per i lavoratori e quindi con l'espulsione definitiva di centinaia e centinaia di lavoratori nel giro di pochi mesi da ogni attività produttiva con le conseguenti difficoltà e tensioni che possiamo facilmente immaginare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

Ringrazio l'Assessore per la risposta che considero però parziale e non soddisfacente.
Scade un lungo periodo di cassa integrazione guadagni; non bisogna dimenticare che la Società Italiana Nylon in liquidazione ha bloccato da sei mesi circa l'indennità di quiescenza dei lavoratori i quali sono virtualmente licenziati. Questo licenziamento sarà formalizzato alla fine di novembre.
Bisogna ricordare, signor Presidente e colleghi Consiglieri, che questo sarebbe il licenziamento più consistente mai avvenuto nella nostra Regione.
La Montefibre si dichiara contraria a richiedere il proseguimento dell'integrazione salariale e verremo a trovarci con 400 disoccupati ad Ivrea e 100 a Vercelli, per parlare degli impianti che hanno sede nella nostra Regione.
Bisogna intervenire energicamente nei confronti del Governo per avere un'ulteriore proroga della scadenza della cassa integrazione guadagni. Non proponiamo un'assistenza fine a se stessa, comunque doverosa trattandosi di famiglie a reddito zero. Pensiamo che questa ulteriore proroga possa raccordarsi a corsi di riqualificazione per una parte dei lavoratori, al fine di poter praticare la mobilità del lavoro; potrebbe raccordarsi a misure di riforma degli istituti e strumenti del governo del mercato del lavoro: l'indennità di mobilità di cui si parla, il prepensionamento a 50 anni, che noi consideriamo misura eccezionale e transitoria, di sanatoria soprattutto di sacche di forza lavoro strutturalmente eccedenti e difficilmente ricollocabili.
Bisogna fare tutto il possibile per ricollocare produttivamente almeno una parte dei lavoratori e comunque bisogna rendere socialmente accettabile la definitiva chiusura della SIN che ha provocato nella nostra Regione una perdita di migliaia di posti di lavoro.
So che il raccordo non è facile, vi sono profonde e laceranti contraddizioni nella politica governativa. Da dieci anni attendiamo invano la riforma del mercato del lavoro. La cosiddetta riforma della cassa integrazione limita il periodo di integrazione salariale, ipotizza l'istituzione dell'indennità di mobilità. Si tolgono soldi alla cassa integrazione per spostarli alle cosiddette "misure a sostegno della mobilità". E' sempre una guerra tra poveri in sostanza.
E' sufficiente un'indennità per rendere praticabile la mobilità del lavoro? E' certo che non basta un'indennità, ma bisogna agire su molti versanti.
Pensiamo anche che si debba attuare una misura di prepensionamento a 50 anni, ma il Governo nella legge finanziaria pensa di rifinanziare la legge dei prepensionamenti solo per i settori della siderurgia e dell'alluminio e ipotizza un prepensionamento flessibile. Non si parla più di prepensionamento a 50 anni.
Certo, sta andando avanti una linea di deregolazione, di liberalizzazione selvaggia del mercato del lavoro, mentre è indispensabile definire regole semplici, chiare, moderne, democratiche e soprattutto una politica che finanzi il lavoro e non la disoccupazione come sta avvenendo.
Si pone un altro problema di cui l'Assessore non ha parlato: il riuso dell'area ed eventualmente dell'immobile che consentirebbero di ottenere risultati positivi, sia pure indiretti, per l'occupazione.
A questo proposito l'Assessore ha ricordato che esiste un accordo, di cui è garante il Ministero dell'Industria, firmato nel maggio di quest'anno, che ha istituito tra l'altro un apposito Comitato di cui fa parte la Regione.
In un recente dibattito in quest'aula la Giunta aveva trovato comodo scaricare sull'Amministrazione comunale di Ivrea la responsabilità dei ritardi nell'ipotizzare un congruo riuso produttivo dell'area e dell'impianto. Di fronte però ad un'opera di questa portata per intervenire in termini di riuso dell'impianto occorre che si manifesti un orientamento programmatico della Regione, prima ancora di chiedere i piani particolareggiati al Comune di Ivrea.
Siamo di fronte ad una novità: non si è fatto avanti alcun compratore e, secondo la Montefibre, sempre più arrogante con i pubblici poteri, non avrebbe alcun senso tenere in funzione il Comitato per il reimpiego produttivo dell'area.
Il Comune di Ivrea sta predisponendo un piano di insediamenti produttivi. Riacquista per noi comunisti piena validità l'interrogazione urgente firmata dal Consigliere Bontempi e dal sottoscritto nel maggio di quest'anno. Interrogavamo il Presidente della Giunta per sapere se non ritenesse allora di operare immediatamente per favorire un'acquisizione dell'area da parte dell'Ente pubblico, promuovendo un accordo tra Finpiemonte, Comune e attuale Consorzio delle aree industriali e, nello stesso tempo, avviando con la Montefibre un rapporto per definire un progetto di riuso dell'immobile.
Potrà la Giunta regionale anche questa volta scaricare le proprie responsabilità di sostanziale disimpegno e di inerzia, di manifesta incapacità programmatoria solo sull'Amministrazione comunale di Ivrea? Non possiamo perdere, signor Presidente, signori Consiglieri, questa occasione più unica che rara. Attraverso il concorso pubblico e privato è possibile istituire un parco tecnologico fluviale in un'area altamente vocata alle tecnologie avanzate e attraverso il progetto del ponte diga sulla Dora Baltea è possibile determinare un contributo rilevante alla viabilità della città di Ivrea e dell'area, una sistemazione ed un potenziamento dell'irrigazione, una produzione di energia elettrica. Tra l'altro la Regione ha chiesto il finanziamento FIO per questa opera.
Bisogna dunque che si affronti l'insieme dei problemi: non solo la proroga del periodo di cassa integrazione, ma anche quello più importante del riuso dell'area e dell'impianto Industriale a fini produttivi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, scade la cassa integrazione della SIN; è solo una, forse la più significativa e politicamente rilevante, ma entro la fine dell'anno ne scadono alcune decine in aziende minori; decine di lavoratori che senza risalto politico si troveranno in una situazione di estrema debolezza sul mercato del lavoro.
Occorre forzare in modo significativo affinché tra la fine della cassa integrazione e la riforma che i sta elaborando in Parlamento ci possa essere una qualche saldatura. I soggetti cui si rivolge questa cassa integrazione a zero ore sono soggetti che i meccanismi di mercato non sono in.grado di assorbire, che la trasformazione dell'apparato economico ritiene non più adeguati. Strumenti come la formazione professionale finalizzata ad una qualche forma di mobilità e il prepensionamento mirato ad eliminare un elemento che altrimenti non potrebbe essere risolto vanno elaborati ed invocati.
Tuttavia noi abbiamo alcuni strumenti che sono sperimentati per intervenire in queste aree di difficoltà ed erano stati ipotizzati come strumenti che permettessero in una fase eccezionale l'inserimento, con la deroga dei 35 anni, di lavoratori in condizioni di debolezza professionale e di età avanzata all'interno del pubblico impiego. La legge n. 444 ne è un modello, purtroppo l'applicazione di quella legge lascia molto a desiderare.
I compartimenti stagni sono ancora uno dei fattori più rilevanti del funzionamento dell'apparato pubblico; ad una decisione di politica del lavoro assunta dal Governo e dal Ministero del Lavoro troviamo atteggiamenti negativi degli Enti pubblici, l'ultimo è quello delle Ferrovie dello Stato che per selezionare i soggetti previsti da questa legge, cioè i lavoratori dequalificati oltre i 35 anni, applica criteri che dopo moltissime valutazioni e selezioni fanno si che rimangano in azienda alcune decine di tali lavoratori.
Dall'altro lato occorre sottolineare un atteggiamento del sistema delle imprese che utilizzando soprattutto in Piemonte in modo massiccio e pesante la cassa integrazione strutturale a zero ore ha certamente risanato la sua situazione (e lo vediamo tutti dai dati dell'andamento congiunturale della nostra economia), ma che oggi non dovrebbe più considerare il fenomeno della CIG come un fatto che non lo tocca minimamente.
L'atteggiamento della Montedison è significativo: due anni fa, quando il caso SIN era critico, noi chiedemmo un'attenzione particolare della società di intervento di animazione economica che tutti i grandi gruppi avevano (compresa la Montedison), un'attenzione particolare all'area e al riuso degli immobili industriali che venivano ad essere dismessi ad Ivrea.
Noi trovammo in quell'occasione un atteggiamento di netta chiusura come se il problema dei cassaintegrati - ed in generale il problema della cassa integrazione utilizzata dal sistema industriale per riacquisire competitività - non li riguardasse più. Abbiamo casi paradossali di aziende che presentano bilanci e sono quotate in Borsa e che rientrano ancora nella condizione di aziende in crisi. Questi fatti dovrebbero suscitare l'attenzione della collettività nelle sue diverse articolazioni dinanzi al caso di alcune migliaia di lavoratori che, se lasciati a sé stanti, non possono entrare nei circuiti dell'assistenza, non possono essere riassunti dai meccanismi del mercato del lavoro e non possono comunque essere utilizzati dagli strumenti normali della mobilità.
Quindi il caso SIN deve essere una bandiera di un caso più generale seppure più frantumato e piccolo; è un'emergenza più tragica di quella che abbiamo vissuto due o tre anni fa e compete a questa assemblea elettiva essere interprete puntuale dei più deboli e di quelli che non hanno la forza di farsi sentire e vivono in condizioni di grande disagio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Ringraziamo l'Assessore per la risposta che riteniamo ispirata alla massima disponibilità. Da parte nostra riteniamo occorra un'azione energica nei confronti del Governo perché il problema della cassa integrazione sia affrontato e risolto in via eccezionale trattandosi di una situazione davvero grave.
In merito alla questione relativa all'area mi pare che la risposta dell'Assessore sia stata chiara. Non c'è inerzia, ma presenza nelle trattative e negli incontri per un'azione che non può non richiedere una primaria iniziativa da parte del Comune di Ivrea.


Argomento: Cave e torbiere

Interpellanza del Consigliere Ala inerente la situazione delle indagini e delle forniture degli inerti necessari per il cantiere della centrale elettronucleare di Trino ed interrogazione dei Consiglieri Valeri e Bruciamacchie inerente l'uso di materiali inerti


PRESIDENTE

Infine esaminiamo congiuntamente l'interpellanza presentata dal Consigliere Ala inerente la situazione delle indagini e delle forniture degli inerti necessari per il cantiere della centrale elettronucleare di Trino e l'interrogazione presentata dai Consiglieri Valeri e Bruciamacchie inerente l'uso di materiali inerti.
Risponde ad entrambe l'Assessore Sartoris.



SARTORIS Riccardo, Assessore alle cave e torbiere

Stante l'analogia dei contenuti desidero rispondere con un unico intervento all'interpellanza del Consigliere Ala e all'interrogazione dei Consiglieri Valeri e Bruciamacchie.
La prospettiva di sistemazione della cava in Regione Busasse di Borgo d'Ale è , decisamente anteriore al problema di reperimento degli inerti per la centrale elettronucleare di Trino. Già all'inizio del 1985 erano infatti state realizzate le fondazioni per le strutture portanti dell'impianto di selezione e lavaggio del materiale di cava.
Per la razionale impostazione delle successive coltivazioni si rendeva tuttavia necessario poter procedere ad una variante con ampliamento verso sud dell'area autorizzata su terreni di proprietà comunale.
Con istanza in data 12 luglio 1985 la ditta Giovanni Gariglio aveva chiesto l'ampliamento della cava Busasse nel Comune di Borgo d'Ale su terreni in parte di proprietà della ditta stessa ed in parte di proprietà comunale. La documentazione allegata all'istanza era incompleta in quanto la ditta istante non aveva titolo di disponibilità dei terreni di proprietà del Comune di Borgo d'Ale.
Con deliberazione n. 7 del 18 febbraio 1986, divenuta esecutiva in data 14 aprile 1986, il Consiglio comunale aveva provveduto ad affittare alla ditta Giovanni Gariglio i terreni di sua proprietà per un periodo di sei anni, vale a dire fino al 1991. Tale atto non riporta tra l'altro vincoli sull'uso del materiale estratto come supposto nell'interpellanza stabilisce invece al punto 2) la quota di canone annua da corrispondere sotto forma di fornitura di materiale, pari al 6% di quanto estratto annualmente per la realizzazione e manutenzione della viabilità comunale ed intercomunale.
La deliberazione di affitto, alla quale il Consigliere Ala fa probabilmente riferimento, è quindi il titolo preliminare di disponibilità che di solito non è citato nel verbale della Commissione, in quanto esplicitamente richiesto dalla L.R. 69/78 tra la documentazione di rito.
A seguito di quanto sopra si rendeva urgente procedere alla realizzazione delle opere edificatorie dell'impianto di cava e alla preparazione della cava stessa.
Con nota in data 1 settembre 1986 la ditta segnalava l'urgente necessità di ottenere l'ampliamento per poter fare fronte alle comuni esigenze del mercato locale, documentando inoltre la necessità materiale sia per onorare la fornitura di materiale al Comune, oltre a quello già destinato dalla deliberazione di affitto già citata, sia per provvedere ad un contratto di subappalto per lavori sull'autostrada Torino - Milano.
Durante le indagini svolte dall'Amministrazione regionale e dall'ENEL nel 1985 nessuna previsione era stata fatta per l'ulteriore utilizzazione della cava per il fabbisogno di inerti per i rilevati del precantiere, al di fuori della fornitura di circa 100.000 mc di materiale per dare avvio ai lavori preliminari ormai in ritardo rispetto ai tempi previsti.
Da un controllo dell'Assessorato presso il cantiere dell'ENEL. nel settembre 1986, dalla cava Busasse era già stato estratto, per i rilevati del precantiere della costruenda centrale ENEL. un quantitativo prossimo a 100.000 mc, cioè la quantità che era stata prevista nel documento intitolato "Impianto elettronucleare Piemonte - Trino" al capitolo relativo all'appalto delle opere civili preliminari per il precantiere del 1985.
Il parere della Commissione non è certo contrario allo spirito delle intese Regione - ENEL già citate, ma è finalizzato a provvedere ai fabbisogni che sono esterni all'insediamento di Trino e che rientrano nelle usuali necessità locali che non possono certo essere bloccate per un problema che deve essere disciplinato con accordi appositi.
Occorre chiarire che la L.R. n. 69/78 non dà discrezionalità preliminare né all'Amministrazione regionale né all'Assessorato circa l'ammissibilità di alcune istanze anziché di altre; al contrario, oltre a prevedere tempi definiti, che in questo caso specifico si sono considerevolmente allungati proprio per la delicatezza dell'istanza e gli equivoci che avrebbero potuto sorgere, prevede che ogni richiesta deve seguire un preciso iter istruttorio che si conclude con l'atto deliberativo del Consiglio comunale.
Ben diverso è il problema del reperimento degli ingenti quantitativi di inerti per l'eventuale costruzione della centrale elettronucleare, che deve essere gestito autonomamente come riconosciuto dalla stessa Commissione regionale, la quale in precedenza si era espressa nel senso di stabilire che i grossi approvvigionamenti per i rilevati (ammontanti ad oltre 4 milioni di metri cubi) non venissero attinti da cave della zona. Né pu farsi alcun riferimento giuridico - amministrativo al verbale d'intesa Regione - ENEL il cui contenuto (in particolare l'allegato 2) risulta completamente inadeguato per far fronte al problema di reperimento di inerti. In effetti non risulta in nessun modo precisato con quali meccanismi, nell'ambito delle leggi vigenti, possa essere effettuata l'intesa né i vincoli che si possano opporre legalmente a forniture alle imprese che lavorano per il cantiere, ENEL.
In base ad esso non si possono di certo controllare sporadiche forniture di modesta entità e di provenienze diverse cui possono ricorrere le imprese appaltanti. Questo Assessorato ha tuttavia perseguito nell'opera, certamente non istituzionale e sicuramente ardua, di attenta verifica di iniziative consortili che tendevano a sorgere per l'approvvigionamento degli inerti, svolgendo indagini anche in merito alla disponibilità di concessioni in alveo di competenza del Magistrato per il Po.
In conclusione, ritengo che grazie all'opera dell'Assessorato e dei suoi tecnici nessun aggravio alla situazione ambientale esterna al sito nucleare si sia verificato in conseguenza dell'attività di cava finalizzata a tale scopo; in ogni sede ci si è tra l'altro fermamente opposti ad ogni iniziativa per aprire cave sottofalda nella zona. Certo è che qualora la realizzazione dell'opera non venga definitivamente sospesa dovrà provvedersi ad una seria revisione del detto verbale d'intesa sottoscritto dalla precedente Amministrazione regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Ringrazio l'Assessore della risposta datami ed anche per aver correttamente ritenuto non sufficiente la comunicazione della Giunta della settimana scorsa su questo punto specifico, ovvero l'autorizzazione da parte della Commissione tecnico - consultiva regionale per le cave in merito all'ampliamento della cava di Borgo d'Ale. Della risposta però non posso ritenermi soddisfatto se non in piccola parte. E chiedo fin d'ora all'Assessore di permettermi di rivedere interamente la pratica per controllare tutti gli elementi.
Il punto particolare di contrasto è quello relativo alla deliberazione del Consiglio comunale di Borgo d'Ale in data 18 febbraio 1986 che a me pare ponesse, diversamente da quanto sostiene l'Assessore, seri vincoli sull'utilizzo del materiale proveniente dall'ampliamento della cava, e questo in seguito alla mobilitazione degli abitanti del paese che hanno strappato un impegno da parte del Comune di non collaborazione alla costruzione della centrale nucleare di Leri - Cavour, cosicché di fronte alla richiesta di autorizzazione per ampliamento di cava quest'ultimo aveva subordinato per così dire l'assenso a tale ampliamento a precise garanzie in merito alla destinazione del materiale estratto che a me risulta limitato di fatto ai fabbisogni del Comune. Dire, per esempio, che questo ampliamento è legato alle comuni esigenze del mercato locale significa di fatto dire che, poiché il materiale di una cava già autorizzata da tempo e destinato alle esigenze del mercato locale ora è diretto interamente a Trino, ne consegue che si rende necessario ampliare la cava e poi garantire il mercato locale. Di fatto le due cose stanno insieme ed il tutto dipende proprio dal fabbisogno di inerti della centrale, fabbisogno che a noi risulta che la cava di Borgo d'Ale continua a soddisfare e a garantirne la riduzione. E la stessa Regione mi pare ammetta che il verbale d'intesa viene si e no rispettato; forse per i grossi quantitativi, ma non certo per i piccoli.
Tutto questo crea quelli che l'Assessore chiama-"equivoci". Questa cava si trova in una situazione delicata, è già stata assentita (non vengono assentite nuove cave in base ad una decisione della Commissione tecnico consultiva del 7 marzo scorso. Teniamo per di più conto che una delle cave assentite, quella di Lucedio, non è stata di fatto poi attivata) e di conseguenza si scarica sulla stessa una forte richiesta che prosciuga ogni disponibilità in quella zona per il mercato locale. Mi pare che proprio la necessità di raccordare le esigenze del mercato locale, che andavano comunque garantite senza aggravio di costi e senza creare situazioni di tensione, rispetto alle necessità del cantiere, fosse l'esigenza primaria che portò all'allegato 2 del verbale d'intesa. Non credo però che la situazione si possa risolvere in questa maniera, cioè ampliando cave senza porre vincoli sulla destinazione del materiale che deriva dall'ampliamento per cui, contrabbandato per esigenze del mercato locale, finirà in mancanza di vincoli e di garanzie nuovamente anche questo al sito della centrale.
Il tempo che io chiedo è soltanto quello di controllare - in questa partita piena di equivoci, che secondo me ci sono e rimangono - se è il Comune a non fissare vincoli sulla destinazione del materiale oppure se sono la Regione o il proprietario della cava a trovare dei sistemi per eludere i vincoli o se si tratta invece ancora di pressioni delle varie aziende di appalto e di subappalto. Quindi preannuncio che presenter un'ulteriore interrogazione in merito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valeri.



VALERI Gilberto

Condivido gli interrogativi che poneva ora il collega Ala a replica della risposta dell'Assessore che a me pare, almeno su un aspetto lacunosa. Io penso, o almeno mi auguro, che la relazione sullo stato dei lavori al 30 settembre fornita dalla Giunta ai Capigruppo, che è stata richiamata nel dibattito della precedente seduta, sia stata fornita anche all'Assessorato competente in materia di cave e torbiere. Vorrei a questo punto far rilevare che laddove l'ENEL relaziona sullo stato dei prelievi e sulla provenienza dei materiali inerti utilizzati, l'Assessore Sartoris pu leggere, sotto la dizione Busasse Borgo d'Ale (Gariglio), che sono individuati prelievi al 30 settembre 1986 per complessivi 131.000 metri cubi, il che sta a significare che ormai i 100.000 metri cubi sono stati ampiamente superati. Come si spiega ciò? Lei, Assessore, ci ha detto che la ditta Gariglio di Borgo d'Ale era stata autorizzata nel 1985 a prelevare e a fornire all'ENEL materiale per 100.000 metri cubi. L'interrogazione da noi presentata riguarda un'autorizzazione che non è ancora diventata operativa perché il Comune, finora almeno, ha tenuto a bagnomaria il parere favorevole della Commissione tecnico - consultiva; rimane da spiegare allora come mai la ditta Gariglio abbia potuto fornire 31.000 mc al di fuori delle autorizzazioni ricevute.
Occorre dunque che l'Assessorato accerti sulla base di quali autorizzazioni e di quali meccanismi la ditta Gariglio ha potuto superare il volume di prelievo autorizzato. La risposta sarà accettata anche in forma scritta, se questo può agevolare e accelerare i tempi.
Circa il merito dell'autorizzazione non ancora rilasciata, ma sulla quale vi è stato un parere positivo da parte della Commissione consultiva ci deve consentire, Assessore, di continuare a mantenere le nostre riserve anche in ordine all'interpretazione riduttiva, da lei data, del protocollo d'intesa firmato a suo tempo dalla Regione. Che in quel protocollo d'intesa venga detto che "le autorizzazioni per la fornitura di materiale rilevati per la centrale deve avvenire all'interno di una valutazione programmazione complessiva dei fabbisogni" non può essere considerato alla stregua di una formulazione trascurabile e non sufficientemente incisiva tale da non dare possibilità alla Regione di intervenire in termini di vincolo. Per intanto nulla vieta che i pareri puramente tecnici forniti dalla Commissione consultiva ed inviati dall'Assessorato ai Comuni siano accompagnati da chiare indicazioni circa i vincoli da rispettare nel rilascio dell'eventuale autorizzazione. Le chiediamo quindi di comunicare con urgenza al Comune di Borgo d'Ale l'intenzione regionale, più volte manifestata, di bloccare qualsiasi fornitura di materiali per la centrale con l'invito a rispettare questo indirizzo nell'esercizio della delega conferitagli in materia di rilascio di autorizzazioni per escavazioni e prelievo di inerti.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Fassio Ottaviano, Moretti e Paris.


Argomento:

a) Congedi

Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale della seduta in corso.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge

Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo ha apposto il visto: alla legge regionale del 9 ottobre 1986: "Modifiche alla L.R. 28/8/1978 n. 58 'Promozione della tutela e dello sviluppo delle attività e dei beni culturali' " alla legge regionale del 9 ottobre 1986: "Modificazioni alla L.R.
10/11/1972 n. 12 (e successive modifiche) e alla L.R. 8/6/1981, n. 20".


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni - Problemi energetici

Comunicazioni della Giunta regionale in merito alla richiesta dei Gruppi PCI, MSI-DN e DP sull'atteggiamento di revoca della delega all'Assessore Maccari e di un dibattito politico sulla posizione assunta da una forza di maggioranza nell'ultima seduta consiliare in tema di nucleare


PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale Beltrami per alcune comunicazioni.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, nella più recente riunione dei Presidenti dei Gruppi regionali era stata richiesta la disponibilità della Giunta regionale a rendere all'aula una comunicazione sulla conclusione che avrebbe tratto a seguito dell'andamento della seduta del Consiglio regionale del 6 novembre. In quella sede ho assicurato i colleghi che ne avrei parlato nella prima seduta di Giunta per ricercare una determinazione che fosse frutto della collegialità delle sue componenti.
Non nascondo che se da un lato non sono state poche le indicazioni di ritenere superata una pur difficile seduta di Consiglio regionale dall'altro non è stata da meno la considerazione che indipendentemente dal giudizio conferibile dalle formazioni politiche ad un certo tipo di atteggiamento - peraltro anticipate nelle diverse sedi - siffatto comportamento potesse essere valutato non tanto quale fuga da un problema quanto il voler chiudere - e non certo per mera assenza di cortesia - il dialogo e rifugiarsi entro l'area del comodo silenzio.
Intanto, di questi giorni sono pervenute alla Giunta tre interpellanze urgenti rispettivamente dei Gruppi MSI-DN, PCI e DP che, evidentemente con narrativa diversa, ma oserei dire con uguale chiave di lettura evidenziano: 1) l'intervenuto dissenso politico sugli ordini del giorno tra i partiti del pentapartito e nella fattispecie tra PSI e le altre componenti e, all'interno del dissenso tra Partiti, quello entro lo stesso PSI attraverso la non presenza in aula di due suoi Assessori, uno dei quali titolare della delega dell'energia e dell'ambiente 2) la frantumazione dell'unità politica della Giunta regionale tanto da far assumere i connotati di una crisi 3) l'opportunità di un dibattito, ovvero di un chiarimento sull'accaduto 4) la revoca o il ritiro all'Assessore Maccari della delega assessorile e, nell'interpellanza del Gruppo MSI, tale richiesta viene estesa al collega Olivieri.
La presentazione di dette interpellanze urgenti viste alla luce delle complesse tensioni in atto, che certamente non sono di utilità ai lavori legislativi del nostro Consiglio, ha maturato la convinzione che una comunicazione seppur contenuta della Giunta possa costituire elemento di generale riequilibrio, soprattutto riaffidare serenità al prosieguo delle attività della Regione, nonché consentire anche a chi non aveva assunto l'iniziativa di interpellare la Giunta di non essere estraniato dal confronto.
Ritenendo che questa, ripeto, pur breve comunicazione sia oggi assorbente delle tre interpellanze richiamate, così come il dibattito del 6 novembre ha assorbito le diverse iniziative sul problema dibattuto in allora, e ciò per evidenti aspetti di economia dei lavori, intendo per un atto di correttezza verso il Consiglio, e perché no, verso la Giunta precisare e sottolineare che questa comunicazione verte solo ed unicamente sulle voci che ho testé ricordato (dissenso tra i Partiti ed entro i Partiti, frantumazione dell'unità politica della Giunta regionale, la richiesta puntualizzazione, la revoca della delega o delle deleghe) cioè la problematica sollevata dalle interpellanze.
Sul dissenso, sulla frantumazione dell'unità politica e sulla ipotizzabile o conseguente crisi vorrei rifarmi a brevissime considerazioni. La materia trattata, il dibattito aperto nel Paese, il confronto, le verifiche, i mutati atteggiamenti, le paure, le crisi di carattere esistenziale, le origini popolari di larga parte dei componenti il Consiglio regionale, pur resistendo alla pressione dei fattori emozionali, han fatto capire, ci fanno capire che ci sono nella comunità ampi richiami e sottolineature di tipo esistenziale, di legittima difesa disperatamente rivolti alla sopravvivenza, alla difesa della salute e della vita.
Così che le differenziazioni degli atteggiamenti sono apparse più sfumate, meno divaricanti, talvolta persino conciliabili.
Chi parla, forse infantilmente, anche nelle sedute trascorse non aveva mai dismesso l'antica aspirazione che su questo terreno il dibattito potesse essere pilotato dalle personali coscienze, dalle personali convinzioni raggiunte in uno sforzo di ricerca e di approfondimento certamente sofferto, e non da precostituiti schieramenti riferiti ad atteggiamenti dogmatici o di Partito, ma è un discorso caduto nel vuoto perché si è vista, ricercata con tenacità, la determinazione di conferire valore di schieramento, di quadro politico, ad un articolato collocarsi entro spazi più attagliantisi ad orientamenti di portata nazionale che non all'organico riferirsi ad uno schieramento di supporto di un governo regionale.
Queste conclusioni sono intervenute anche quando le più autorevoli precisazioni delle componenti suggerivano una diversa misurazione degli avvenimenti e, per rifarmi a quelle più vicine, al contenuto del discorso che lo stesso Presidente del Gruppo PSI Rossa aveva dichiarato nella sostanza (riferendomi al resoconto stenografica) che la presa di posizione del PSI rispondeva ad una meditata e sofferta scelta del PSI a livello nazionale, peraltro già espressa in Comune e Provincia di Torino, a seguito dell'incidente di Chernobyl, scelta che ovviamente sarà oggetto di ogni approfondimento e confronto in sede di Conferenza nazionale sull'energia.
Essa non può, non deve essere strumentalizzata come atto politico di differenziazione o addirittura di sfiducia alla Giunta nella quale - così diceva Rossa - continuiamo a riconoscerci e che intendiamo decisamente sostenere partecipando responsabilmente all'azione del governo di pentapartito.
Certo, questa differenza di posizioni c'è stata, nessuno l' ha mai nascosta. La diversificazione di una delle parti, componente ragguardevole del pentapartito, propone, quanto meno evitando infingimenti di comodo neppure il rifarsi ad altre analoghe espressioni intervenute in altri livelli di governo locale. Propone al governo della Regione, assieme alle forze politiche che lo sostengono, di valutarne ed approfondirne il significato, di comprenderlo, di essere in ogni modo rispettosi, al di là di ogni espressione intervenuta in aula.
Non so cosa avrebbe potuto dire, fare, esibire il collega Rossa per dare chiarezza ad una presa di posizione di per sé estremamente chiara.
Se il PSI avesse conferito al suo modo di collocarsi sul problema un diverso valore, non si sarebbe resa necessaria la sollecitazione di altre forze al di fuori del governo per capire che si rendeva urgente una verifica, per constatare lo stato di crisi o di possibile ricompattazione di uno schieramento.
Dirò per completezza che un atto politico qualificante della seduta del 6 novembre è stato invece lasciato passare sotto silenzio. Infatti nessuno ha ricordato (ovvero l' ha ritenuta ininfluente) la reiezione della proposta di deliberazione a sospensione degli effetti della deliberazione del gennaio 1985 sull'individuazione del sito della centrale.
La, convergenza dei Gruppi di pentapartito ha avuto qui una grande solidale espressione (aggiungo anche seppur con qualche sbavatura).
Sull'assenza di due Assessori al momento della votazione non mi torna facile parlare anche perché qualsiasi cosa avessi a dire potrebbe essere interpretata come tentativo di dare maldestra e interessata copertura ad un gesto per il quale io ho avuto l'occasione di registrare le precisazioni rese dai due Assessori interessati al Presidente del Gruppo consiliare del



PSI Rossa.

Poiché non ho motivo di dubitare di loro, anzi, per la ricchezza degli elementi conoscitivi che ho accumulato in quest'anno di collaborazione, per la loro lealtà verso il sistema e la popolazione, per la dedizione, la loro quotidiana fatica sono proprio portato a pensare che non possano esistere a loro carico elementi per giustificare la personale aggressione o addirittura la celebrazione di un processo a loro carico. Né io intendo assumere il ruolo di difensore di ufficio; semmai credo che lo potranno fare i loro compagni di forza politica.
Io posso solo dire parole di stima e di considerazione. Mi torna spontaneo dire al collega Maccari e, poiché vi è stato aggiunto, anche al collega Olivieri il grazie non per essere stati fuori dall'aula - vi prego di notare che questo dello star fuori dall'aula è stato un elemento caratterizzante delle dinamiche dei flussi di presenza in aula di questi ultimi tempi bensì il grazie per come si sono collocati nel loro impegno di Assessori all'interno del governo regionale, per come hanno servito la gente del Piemonte per tentare ogni giorno di dare una risposta alla popolazione del Piemonte entro le difficilissime e delicate aree della loro delega.
Devo alla fine anche dire che ogni forza deve qui svolgere un suo ruolo e io capisco che l'opposizione ha delle sue esigenze, tutte le opposizioni ma vorrei proprio pensare che un incidente, simpatico o antipatico, rimane solo e semplicemente tale e che forzarne la portata può anche produrre effetti di immediata risonanza, ma sottrae al complessivo dibattito le vere occasioni per confrontarci, per cogliere ed esprimere giudizi sui valori o sui disvalori sui quali decidere se un governo debba o non debba sopravvivere.
D'altro canto le aule parlamentari, quelle stesse dei governi locali offrono ampiezza di episodi riconducibili al nostro (dal risultato di talune votazioni a significative determinanti assenze di taluni protagonisti del sistema).
Non esemplifico per non immiserire un discorso. Su questo fatto e non sul delicato tema del nucleare, e lo dico solo per delicatezza e non per provocazione, ritengo di non poter affermare che è stata scatenata una tempesta in un bicchier d'acqua, quanto - e non per mero spirito di quiete di suggerire, di sollecitare ai colleghi del Consiglio regionale il superamento dei riflessi dell'ultima seduta, così che sia consentito al Consiglio regionale nel comune interesse di procedere con la consentita speditezza all'esame dei molti provvedimenti ormai maturi per l'approvazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, quando al termine della scorsa seduta abbiamo chiesto un chiarimento politico ed insieme le dimissioni dell'Assessore Maccari, responsabile dell'energia, partivamo da fatti e non da opinioni.
Nei giorni scorsi abbiamo assistito al tentativo di gettare sabbia per attutire e nascondere questi fatti; ci sono state lanciate accuse di strumentalizzazione e chi ha avanzato tali accuse avrebbe fatto meglio ad invitarci a chiudere occhi ed orecchie.
I fatti sono quelli che qui sono avvenuti e comprendo la collocazione del Presidente cui diamo atto comunque sul piano del metodo di non essersi voluto sottrarre, dopo molte incertezze, a rendere le ragioni. Sarebbe stato triste e squallido che dopo quello che è successo, non solo dopo le conclusioni di merito fatte dal Presidente, si pensasse che addirittura il Consiglio non sarebbe stato in grado di collocarsi sulle valutazioni della Giunta.
Devo dire però che dalle risposte del Presidente crescono le preoccupazioni e gli interrogativi; si sono verificati dei fatti, e quando questi si svolgono in assemblea elettiva hanno una certa consistenza.
Ne siamo stati tutti testimoni, anche se è difficile parlare di testimoni in una battaglia politica. Vorrei ricordare al Presidente che qui non siamo in un tribunale, non ci sono dei pubblici ministeri, non c'è un'aggressione personale, ma c'è una battaglia politica. Quando noi chiediamo le dimissioni di un Assessore o di più Assessori è perché ne deduciamo giudizi politici. Non si può chiedere, caro Presidente, di non fare un'aggressione personale, anche perché sul piano personale non intendiamo farla, ma dedurremo dai comportamenti tenuti un giudizio politico che richiama certe conseguenze.
In ogni caso le parole che ricorrevano in aula quella sera della settimana scorsa, gli atteggiamenti concitati di tutti, si riferivano appunto ad una crisi, ad un malessere da cui non è possibile uscire; furono espressi pesanti giudizi all'interno di tutti i Gruppi, anche della maggioranza.
Vorrei riprendere il primo punto del ragionamento del Presidente, cioè la difesa sul piano politico. Il Presidente Beltrami dice che in realtà si tratta di una materia che in qualche misura è un po' fuori dai criteri di giudizio politico, come è del resto per tutte le altre materie programmatiche, per tutte le implicazioni del dopo Chernobyl e che in ogni caso ci sarebbe stata nelle dichiarazioni del Capogruppo socialista una sorta di sterilizzazione. Questo approccio però non può essere usato secondo convenienza e secondo ragioni di puro comodo. Di fatto è avvenuto che per tre volte la maggioranza si è divisa in tre diverse sedute su questa stessa materia e se ciò fosse avvenuto in mezzo a un pullulare di iniziative programmatiche, che invece rendono unita la Giunta, avrebbe potuto essere considerato un caso. Il nucleare però è stato l'unico argomento di peso programmatico, e di quale peso e quale consistenza, che sia venuto all'attenzione del Consiglio. Quindi non esiste una maggioranza unita su altri temi, perché altri temi non sono stati portati; non abbiamo potuto verificarlo.
Riferendomi anche solo all'ultima seduta dichiaro che non si può tenere un atteggiamento di comodo o di convenienza, perché vorrei ricordare a tutti che il Gruppo liberale, il Gruppo socialdemocratico e mi pare anche quello repubblicano, dopo l'iniziativa autonoma dell'ordine del giorno e dopo aver visto che il Gruppo socialista avrebbe mantenuto il suo ordine del giorno, hanno caricato, giustamente dal loro punto di vista, di molto significato politico questo fatto e hanno in sostanza minacciato che se ci fosse passato non sarebbe stato scevro di conseguenze sul piano politico della maggioranza.
Questo è un punto che rimanda ancora il problema al Partito socialista lo rimanda sotto il profilo di una contraddizione che si è aperta: essere partiti per sterilizzare, in pratica, ma per mantenere una linea corretta che non è passata per le spaccature che ci sono state all'interno dello stesso Gruppo, comunque perché gli altri partiti della maggioranza hanno votato diversamente ben altro ordine del giorno, e non ricavarne dopo queste minacce le conseguenze. Conseguenze che alla lunga portano il Partito socialista su questa materia a produrre dei risultati non di merito, come da tempo si propone, ma soprattutto sul piano politico ad essere in balia di atteggiamenti che io continuo a definire di convenienza e di comodo a seconda delle circostanze.
Una settimana si opta per la sterilizzazione, un'altra bisogna forzare ma la conseguenza nei fatti è quella che abbiamo visto: una rottura all'interno della maggioranza e una rottura all'interno del Gruppo socialista, tra l'altro da parte di due Assessori.
Questo punto non può essere eluso o aggirato dicendo: "è il nucleare".
E' proprio sul nucleare che si è esercitata questa pressione, secondo me anche per ragioni motivate in quanto nel deserto di iniziativa programmatica, almeno a noi sottoposta, il nucleare è rimasto per le sue valenze una questione di grande portata politica e uno degli elementi da cui, se vi ricordate l'intervento di Marchini dell'altra volta scaturiscono precise conseguenze programmatiche anche sulle altre azioni: la formazione, il mercato del lavoro e altro ancora.
Per cui la sua, signor Presidente, è in realtà una risposta elusiva su questo piano; così come credo, a maggior ragione, sia del tutto elusiva del problema che è sorto qui e che hanno rilevato tutti. Non è stata l'opposizione; l'opposizione fa il suo mestiere di rilevare i fatti che succedono e cercare di proporli in chiave politica. D'altra parte mi pare che un sistema democratico sia serio se ogni parte fa il suo mestiere; ma tutti hanno rilevato che è avvenuto qualcosa di clamoroso.
E' avvenuto che non per incidente tecnico, non per un rapimento, non per una caduta, ma per una voluta sottrazione alle proprie responsabilità, giocando appunto sull'ambiguità e sull'equivoco, due Assessori si sono sottratti nel momento conclusivo di un dibattito (riguardante per l'Assessore Maccari la sua materia) alle responsabilità di assumere una posizione e voi sapete quale è stato il prosieguo.
C'è stata una prima uscita, l'abbiamo vista tutti e tutti l'abbiamo capita, per far passare l'ordine del giorno liberale, nel presupposto che poi passasse anche quello socialista, sul quale invece i due Assessori sarebbero tornati.
Allora, qual è la posizione di merito dei due Assessori, ma qual è soprattutto la posizione di merito dell'Assessore Maccari? E' una domanda che dobbiamo riproporre; c'è un aspetto di comportamento che ritengo molto grave e cioè la sottrazione alle responsabilità istituzionali e quindi la derivazione di un giudizio di non affidabilità o di sfiducia che noi ribadiamo, perché non è chiarito niente: il Presidente ci ha parlato di spiegazioni date al Capogruppo, di spiegazioni date a lui, ma le spiegazioni sono una cosa e i fatti sono questi.
Non credo francamente che mettere la testa sotto la sabbia e sfuggire a quello che è avvenuto sia il modo per rispondere, neanche il modo per rimettere in sesto, mettere dei cerotti a delle situazioni che non sono recuperabili o sono recuperabili solo in una grande chiarezza.
Ancora una volta denunciamo che proprio gli elementi di fondo strutturali, specifici, sul nucleare, nella seduta della volta scorsa e in tutto il processo che è avvenuto in questi mesi non sono affrontati.
Di fatto il comportamento dell'Assessore ha impedito che venisse portato ai voti l'ordine del giorno del suo Gruppo, peraltro nelle dichiarazioni che abbiamo sentito dopo si dichiara d'accordo, pronto e disponibile a rivotare; mi chiedo se a questo punto, visto che già sul piano politico si scansano i problemi, addirittura si evita di affrontarli e neanche ci si risponde in maniera diversa, non sia il caso invece di riproporre la questione. Dove stanno i due Assessori socialisti sul tema specifico di grandi implicazioni? Che cosa è questo mix tra fuga e poi rientro quando ormai si era fuori tempo massimo? Dove stanno? Sono per la sospensione? Sono d'accordo con il loro partito e con quell'obiettivo? In realtà le cause sono più di fondo. Il fatto che si siano scaricate delle divisioni, comprensibili tra Gruppi, drammaticamente sul governo regionale sta a mio avviso concretando quello che denunciamo da tempo, ma che in questo caso è stato oggetto di una lettera, di un'interpellanza, di conseguenze politiche, cioè uno stato di crisi, di difficoltà, di paralisi che va avanti, ma che su questo piano chiama in primo luogo le responsabilità della Giunta.
E' una situazione che io ritengo motivata, di malessere, di divisione e mi chiedo se è possibile dopo 16 mesi, cioè nel cuore della legislatura (è comprensibile il fatto che occorra del tempo per il rodaggio, per la presa di cognizione dei problemi, per l'avvio dei provvedimenti: di speranze non ne abbiamo avute tante, ma eravamo anche curiosi di vedere cosa sarebbe successo), che le cose siano peggiori sul piano dei rapporti politici all'interno di questa maggioranza. C'è un clima di sfiducia. Ben che vada nessun orgoglio, neanche di difesa di questa Giunta e di questa maggioranza da parte di chi le ha dato luogo e nemmeno i patetici tentativi di qualcuno bastano a tenere assieme ciò che non si tiene sul piano delle idee e sul piano dei legami politici per dare slancio a qualcosa che oggi registriamo essere pesantemente fermo.
Il bilancio di questi mesi è preoccupante. Noi denunciamo uno svuotamento istituzionale che è stato oggetto di una nostra lettera al Presidente. Ne risparmio la lettura, ma è un documento che in realtà pone la questione di come difficoltà politiche di governo, di indirizzo, di attività da parte della Giunta stiano generando all'interno del Consiglio una condizione di enorme difficoltà di lavoro.
Noi la vediamo dal punto di vista dell'opposizione, ma credo che questa difficoltà sia registrabile anche nei fatti. Le Commissioni ormai si riuniscono a singhiozzo; i Consigli sono alimentati da provvedimenti che spesso arrivano in aula con casualità e comunque sui terreni di confronto si è in ritardo e non si sa quando si arriverà a discuterne (ricordo per tutti il Piano di sviluppo di cui noi non siamo mai stati investiti; i ritardi sul bilancio; ricordo ancora gli appuntamenti programmatici su terreni essenziali per l'identità e la vita della Regione). Questo svuotamento istituzionale è preoccupante; è del tutto congeniale peraltro ad un'interpretazione che questa Giunta nella sua debolezza sta dando del suo ruolo di governo: gestione per feudi, gestione che abbiamo già avuto modo di rilevare, ad esempio, sull'edilizia scolastica o sulle opere pubbliche con la nostra mozione, ma anche sui provvedimenti che non sono venuti in aula e che invece avrebbero dovuto venire: ricordo per tutti la convenzione con l'Istituto per il Commercio con l'Estero che credo avrebbe dovuto essere oggetto, perché comunque è un tratto di un programma, di discussione.
In Consiglio vengono stancamente e malamente delle leggi, approvate dalle Commissioni, che raccattiamo nella seduta dei Capigruppo e continua a latitare quello che è il cuore di un confronto e di un ragionamento, tra l'altro spiazzando non solo noi, ma anche i Gruppi. La dialettica del Consiglio non è incorso e le cause di questa situazione vengono da lontano.
Tra l'altro è questa l'illusione pericolosa che i partiti della maggioranza hanno venduto: l'omogeneizzazione al livello nazionale pentapartitico delle Giunte locali avrebbe reso il pentapartito ben più favorito rispetto alle altre formule.
Noi abbiamo registrato da questa omogeneizzazione esattamente il dato contrario. Si è verificato ad esempio il fatto che un Ministro si sia permesso di dare a voce ad un Assessore regionale, nell'ambito dell'edilizia scolastica, il giorno stesso le cifre e le localizzazioni. Lo stesso Presidente, in un passaggio dell'altra seduta ancora, lo aveva teorizzato: "Noi siamo un po' rissosi e se c'è qualcuno che a Roma per spirito di servizio decide di fare gli accordi (secondo me è un'aberrazione, comunque questa è l'opinione) ben venga". Quindi non c'è un ricarico assolutamente positivo e allora perché questa omogeneizzazione provoca più danni? Ma credo anche nelle teste, nelle coscienze, perché si ha il presupposto di essere eletti non solo per scaldare i banchi, ma per contare, per essere protagonisti della vita politica.
E' il sistema, assai pesante per la nostra istituzione, di un governo che è sottratto sempre di più - e noi lo denunceremo sempre - dalle sue proprie sedi e dalle assemblee. E' la crisi generalizzata del pentapartito in Italia. Cito l'episodio di Milano sia in Provincia che in Comune, ma vi sono tante altre realtà. Sono il segno che quell'ombrello della omogeneizzazione non ha funzionato, semmai si è rovesciato e rovesciandosi ha fatto esporre alla pioggia pesantemente chi era sotto.
Permettetemi una considerazione dall'esterno. Non so se ci si rende conto che dall'esterno si vede una Regione che si ritrae, che è sempre più inesistente e a cui non si oppone uno sforzo, non dico che si possano risolvere problemi che vengono da lontano, ma non si sente nemmeno lo sforzo, perché la logica politica, la logica strutturale, è diversa.
Credo che tutti voi abbiate ricevuto il comunicato del Comune di Alessandria. Noi abbiamo sviluppato iniziative di dialogo, di rapporto con quel Comune nella cui Giunta non ci sono solo rappresentanti comunisti. Nel comunicato viene espresso un pesante giudizio del Sindaco, peraltro reso noto dai giornali, e cioè: "Di fronte a queste considerazioni e le premesse risulta ancora più evidente l'assenza largamente generalizzata della Giunta regionale, la quale indugia ad una disarticolata ed inconsistente politica di ordinaria amministrazione che non corrisponde al ruolo di governo che la Costituzione le attribuisce".
Potrei andare avanti. Gli esempi - voi sapete - non sono solo quelli della Giunta di Alessandria, ma sono di una realtà che non ritrova in questa Regione, in questo governo e in questa maggioranza elementi di riferimento per la sua politica.
A me pare che non si possa .nascondere lo stato reale dei rapporti, le contraddizioni che il principio di realtà fa uscire anche rispetto alla collocazione di molti Gruppi in questa maggioranza.
Ho già avuto occasione altre volte di dire di una Democrazia Cristiana che ha un peso preponderante, ma che non governa, caro Presidente, quando le situazioni stanno imputrescendo, incancrenendo. Qualche cosa forse si sarebbe potuto fare e mi stupisce che non si sia fatta di fronte a questo crescente malessere. Una verifica politico - programmatica forse è l'arma da utilizzare, ma credo che non ci siano le condizioni per farla e non ci sono proprio per le ragioni di eterodirezione di struttura, tutto sommato del collante vero che tiene assieme questa maggioranza. La sanzione di oggi da parte del Presidente: "Non è successo niente di politicamente rilevante.
L'Assessore mi ha rassicurato del suo riaccreditamento dopo quello che è successo" è un modo per protrarre pericolosamente per l'istituzione,comunque per il dialogo e la dialettica politica, uno stato di crisi reale, esistente e percepibile.
Voglio chiudere dicendo che noi, avendo governato per dieci anni abbiamo maturato esperienze analoghe. Era il "post Fiat", le divaricazioni con i compagni socialisti vertevano anche sulla interpretazione di quella lotta; erano in atto nella società piemontese delle profonde trasformazioni che, secondo me, erano di ben altro taglio. Non so se tocca a me dare consigli, devo però registrare (e questo lo metto a disposizione del dibattito) che avremmo fatto bene prima di quanto avvenne chiedere ai compagni socialisti e socialdemocratici un chiarimento politico nel momento in cui intuivamo che, nonostante gli sforzi, le cose non funzionavano. E' stato un errore, attendere la verifica del 1982, tra l'altro molto ambigua quando ormai le cose erano già fatte. E' stato un errore che abbiamo pagato. Fu un errore anche la motivazione, permettetemi questo excursus.
Noi avevamo intenzione di provocare un chiarimento con spirito di costruzione, di lealtà, un chiarimento secco sui contenuti e sui comportamenti. Allora ci fermò una considerazione preoccupante da sempre presente per la Regione: in realtà non si voleva scoprire la situazione in Comune e si era in qualche misura la stampella, anche comprensibile, per quella situazione. Oggi leggo in un articolo giornalistico che ancora una volta le cose sembrano essere in questa chiave. Ora sappiamo che in Comune i numeri sono ben più favorevoli, che il nostro peso è maggiore e mi pare che quello, anche per le grandi contraddizioni nella politica comunale, sia uno dei luoghi dove tentare di operare e di lavorare per un'alternativa.
Noi qui non abbiamo una funzione strumentale. Purtroppo, poiché abbiamo a cuore il nostro ente, teniamo a noi stessi e abbiamo rispetto per chi è qui, poniamo le questioni di questa Regione che non funziona e della crisi che a me pare perfino più ampia, più profonda, più irrimediabile di quella di altri enti.
Ed allora cosa faremo? Intanto ci dichiariamo molto insoddisfatti della risposta della Giunta; dichiariamo che a nostro avviso lo stato di crisi della politica programmatica nei fatti esiste e continueremo ad operare per evidenziarlo. Nei confronti dell'Assessore Maccari credo non ci possa restare altro, anche perché, ripeto, occorre far capo a tutta la gestione.
Ho scorso per combinazione un articolo firmato da lui su un giornale locale "Risveglio popolare" che dice tra le altre cose: "La coerente posizione regionale ha portato la conseguenza naturale della sospensione dei lavori da parte dell'ENEL". Sapete invece che l'operazione è stata contraria, i lavori sono stati sospesi solo in parte.
Con la sottrazione clamorosa alle proprie responsabilità e il modo con cui si è governata questa materia (oggi infatti alcuni cittadini credono che i lavori siano sospesi e poi si interrogano come mai gli stessi proseguano, si è sospeso qualcosa, ma non si sa mai che cosa esattamente) di fatto abbiamo abdicato in questo settore ad ogni possibile ruolo di governo e di autorevolezza. Siamo costretti a ribadire la nostra sfiducia nei confronti dell'Assessore, perché non ci sono state date risposte convincenti e non vorremmo soprattutto che ci venissero raccontate delle storie, almeno che non si abbia un atteggiamento insultante nei confronti del Consiglio, ma vorremmo registrare i fatti, cercare di operare come si può e non dire che è successa un'altra cosa. Quello che è successo qui l'abbiamo visto e lo denunciamo come un fatto molto grave da cui comunque trarremo le nostre conseguenze sul piano del lavoro, sul piano della nostra proposta, sul piano di una inflessibile e rigorosa opposizione soprattutto su quegli aspetti che vivono ancora e che ci paiono essere preoccupanti quelli di una gestione che ha già rivelato le sue corde, che rivela tra l'altro un atteggiamento nei confronti del Consiglio e dell'opposizione a dir poco arrogante e che in ogni caso non coglie neanche uno dei bisogni essenziali del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, nella comunicazione del Presidente Beltrami è stato facile cogliere che l'unica argomentazione di fondo a sostegno della paradossale tesi secondo la quale il 6 novembre "nulla di politicamente rilevante si sarebbe verificato in quest'aula nessun fatto che abbia messo in evidenza una crisi della maggioranza o, se si vuole essere generosi, una pre-crisi o quanto meno la necessità di una verifica" è argomentazione estremamente fragile in quanto risiede, secondo le parole espresse dal Presidente, nel valore della collocazione del Gruppo socialista così come è stata interpretata dal suo Capogruppo.
Si tratta innanzitutto di un'interpretazione di comodo che comunque non può essere soggettiva in quanto il dire che il dissenso del Gruppo socialista su una questione di grosso rilievo come quella "nucleare" non possa essere foriero di crisi o di incrinatura nell'interno della maggioranza è innanzitutto espressione puramente gratuita perché questo dissenso va interpretato nella sua portata oggettiva. Qual è la portata oggettiva del dissenso manifestato dal Gruppo socialista prima con il proprio ordine del giorno e poi con l'atteggiamento di astensione dichiarato dal suo Capogruppo? E' un atteggiamento che, oggettivamente interpretato alla luce delle espressioni usate dal Capogruppo socialista Rossa, ha avuto un significato di motivazione sul proprio ordine del giorno per sostenerlo e su quello liberale per astenersi, su di una opzione antinucleare enunciata al di là e prima della Conferenza nazionale sull'energia e delle successive decisioni parlamentari. In sostanza, il presupposto della collocazione del Gruppo socialista e quindi la valenza politica è stata questa manifestata opzione nucleare, questo sposare cioè la tesi Martelli, tanto per capirci. Allora, con questo atteggiamento è fuori dubbio ed è incontestabile che il Gruppo socialista sulla questione nucleare è venuto a collocarsi nella medesima posizione dell'opposizione di sinistra e dell'opposizione Verde e quindi non mi si può dire che, solo con un'interpretazione di comodo del Capogruppo Rossa, la questione è del tutto irrilevante. Come è irrilevante allora, secondo la Giunta, secondo lei Presidente Beltrami, dire che noi, senza dover attendere le risultanze della Conferenza nazionale sull'energia e le conseguenti decisioni parlamentari, fin d'ora siamo per l'opzione antinucleare. E' una tesi che a nostro avviso e strumentale; tutti hanno notato il pentitismo presente in questo atteggiamento, però è un fatto oggettivo la collocazione del Gruppo PSI, al di là delle parole usate, al di là delle interpretazioni da "dottor Sottile" che si possono fare sulle parole usate nel loro ordine del giorno e in quello liberale sul quale si sono astenuti, collocazione di una forza che si dichiara fermamente antinucleare.
Quindi il dire che questo non abbia valenza politica mi pare estremamente tirato e decisamente insostenibile ed assurdo. Questa collocazione è comunque un dissenso rispetto agli altri quattro partner della maggioranza i quali sono a loro volta, per usare l'espressione del collega Rossa, "variegati" perché il Gruppo repubblicano ha manifestato con il richiamare il proprio assenso e la propria adesione alle dichiarazioni di Craxi rese a Tokyo, una inclinazione tuttora nucleare mentre gli altri tre Gruppi di maggioranza sono stati possibilisti e hanno snobbato nei loro rispettivi interventi la questione.
Allora a questo punto come si può ancora parlare di unità della Giunta di cui il Presidente in base allo Statuto è il garante? Come si può ancora dire che si mantiene fede a quella dichiarazione che si legge nell'ambito degli indirizzi politico - programmatici della Giunta regionale, laddove nel capitolo istituzionale si dice: "La Giunta deve riverberare un'immagine il più possibile unitaria, chiara e istituzionalmente corretta", quando tre Assessori (la delegazione socialista nell'ambito della Giunta) si mantengono sulla linea della tesi politica del proprio Capogruppo? Infatti uno degli Assessori è rimasto espressamente su questa linea; per quanto riguarda gli altri due invece, gli Assessori Maccari e Olivieri (lasciamo stare il defilarsi perché non è esatto che defilandosi dall'aula non abbiano, né in quel momento né ad oggi, manifestato la loro opinione sul punto che rimane tuttora un oggetto misterioso) la realtà è che la loro opinione è stata manifestata nel senso di aderire all'impostazione dell'intero Gruppo socialista così come manifestata dal suo Capogruppo.
Questo perché è noto che per Statuto, per Regolamento, per prassi e per comportamenti costanti, allorquando un componente di un determinato Gruppo non si dissocia dalla dichiarazione del proprio Capogruppo, vuol dire che ne accetta l'impostazione, visto che sia l'Assessore Maccari, sia l'Assessore Olivieri, prima di uscire dall'aula, prima di defilarsi, prima del loro comportamento che è stato dal Presidente addirittura addebitato ad una ragione tecnica, bene avrebbero potuto, anzi dovuto, se non condividevano l'impostazione del loro Capogruppo e quindi del loro Gruppo fare una dichiarazione di dissenso.
Allora ci si trova di fronte sicuramente, come ho già accennato, ad un avvenuto incrinamento della Giunta relativamente a quella tale unità, a quella immagine il più possibilmente unitaria, chiara e istituzionalmente corretta che sta scritta solennemente nelle dichiarazioni programmatiche essendo chiaro ed evidente che il pensiero sostanziale dei tre Assessori appartenenti alla delegazione socialista e al governo della Regione è stato da parte di uno espressamente coerente con l'atteggiamento del proprio Gruppo e da parte degli altri due, come è stato facile dimostrare, si è trattato di una volontà politica sostanziale identica a quella enunciata dal proprio Gruppo.
A questo punto non è possibile negare la situazione di crisi che continua a permanere nell'attuale Giunta senza neppure una verifica, con all'interno del proprio corpo tre Assessori che, con il loro inequivocabile e inequivoco comportamento, il 6 novembre scorso, non su un argomento di poco conto, colleghi Consiglieri, non sulla legge degli asparagi o sulla caccia o sulla pesca, ma su un argomento di grossissimo rilievo, il nucleare, hanno contrastato l'indirizzo della Giunta.
E' per questo motivo che abbiamo proposto la nostra interpellanza le cui argomentazioni, come è evidente, rimangono ancora più rafforzate e irrobustite dalla risposta che il Presidente ha dato stamattina e quindi le nostre richieste rimangono tali e quali e segnatamente rimane la richiesta di revoca della delega quanto meno nei confronti dell'Assessore Maccari, il quale, a parte l'interpretazione inequivoca del suo comportamento, fino a questo momento non si è sentito in dovere di rassegnare le dimissioni e di dare conto del proprio operato.
In conclusione, noi rimaniamo fermi, anzi irrobustiti, sulla nostra opinione, cioè sul fatto oggettivo della più che evidente crisi della maggioranza, e richiediamo quanto meno e a dir poco una sostanziale verifica.



MARCHIARO M. Laura



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Noi non ci scandalizziamo affatto per la rottura degli schieramenti, se è questa la preoccupazione che anima il Presidente Beltrami.
In questi mesi, ma direi in questi anni, noi abbiamo lavorato sulla questione nucleare per rompere gli schieramenti, per liberare le coscienze dal gioco della lobby o di un malinteso progresso tecnologico e i danni che produce dovrebbero essere evidentissimi a tutti.
Noi inoltre non vogliamo strumentalizzare un bel niente. Vogliamo sapere più semplicemente su quale linea lavora o dovrebbe lavorare in futuro l'Assessore Maccari, con il mandato cioè di quali partiti. Io qui tralascio il gioco all'infantile nascondino dietro le tende operato una settimana fa per non dire chiaramente da che parte ci si schiera su una materia su cui peraltro si hanno responsabilità dirette. Tralascio ciò per soffermarmi su questo punto decisivo: su quale linea lavora l'Assessore Maccari? Con quale mandato politico? Di quali forze politiche del Consiglio? Noi, vi ricordate colleghi, il 23 settembre scorso abbiamo preteso, con un atto che fu di rottura consapevole di una manfrina che si consumava ai danni della gente comune del nostro Piemonte, una chiarificazione politica abbiamo preteso cioè che ciascun Gruppo si assumesse chiaramente le proprie responsabilità di fronte a un problema, i cui termini ormai sono evidentissimi a tutti. Ritengo che la chiarificazione politica ci sia stata nella precedente seduta del 6 novembre sui due documenti su cui poi è andata a convergere l'attenzione del Consiglio. Il collega Marchini ha presentato un documento, poi firmato dagli altri Gruppi del "quadripartito", ed è questo che è prevalso per il comportamento moralmente un po' dubbio, se mi consentite, da parte di due Assessori socialisti documento attraverso il quale Marchini propone, è questa la linea che sin qui si è affermata e contro la quale noi continueremo a batterci con tutte le nostre forze, penso insieme a tutte le altre forze di opposizione in questo Consiglio, di governare la costruzione della centrale nucleare di Trino Vercellese. In verità il governo dei lavori del cantiere è un'illusione perché vediamo come l'ENEL continua a fare il bello e il cattivo tempo; perché se il Consigliere Rossa non vuole continuare a parlare con lingua biforcuta, e l'altra volta mi pare che sia sfuggito a questa tentazione, non può non ricordare in quest'aula quello che dice nella conferenza dei Capigruppo cioè che, nonostante gli ordini del giorno ad esempio sul dewatering approvati il 24 luglio, l'ENEL va avanti con i suoi lavori, come ricordava poc'anzi il Consigliere Bontempi. Sono mistificazioni di cui è autore consapevole l'Assessore Maccari. E' un'illusione governare questo processo, ma è comunque una linea politica chiara, coerente, dignitosa, da noi non condivisa, sicuramente legittima quella presentata dal Capogruppo Marchini, e che è prevalsa.
L'altra linea era quella presentata dal Capogruppo socialista il quale finalmente, dandogliene atto la volta scorsa (non ho difficoltà a ribadire), per una volta non ha parlato con lingua biforcuta, finalmente ha presentato un documento inequivoco in cui si denunciavano responsabilità precise dell'ENEL. si indicava una linea di comportamento da parte di questo governo regionale, che non è prevalsa per il gioco a nascondino o dietro le tende dell'Assessore Maccari e dell'Assessore Olivieri. Se si voleva la chiarificazione politica, questa è avvenuta. E' emerso dai fatti come ciascuno di noi ha potuto vivere e come gli stessi organi di informazione hanno potuto registrare, è emerso a chiare lettere il doppio gioco di una parte influente se non proprio consistente del Partito socialista piemontese. Noi auspichiamo - e ci batteremo, per quanto ci compete, per l'isolamento di quella parte che il Partito socialista intende consegnare all'ENEL i destini della politica energetica con gli annessi affari che si sono coagulati intorno al nucleare.
In questo senso sappiamo che la strada è in salita, non illudendoci su questo prima e ora, perché la distanza tra le parole e i fatti è enorme e non soltanto per le minacce che vengono portate da parte della maggioranza pentapartitica nazionale ai tre referendum firmati da un milione di cittadini, con sotterfugi che non mancheremo ovviamente di denunciare all'opinione pubblica e mobiliteremo quel milione di cittadini che ha preteso di esercitare un diritto costituzionalmente garantito. Non avviene solo questo; proprio ieri alla Camera dei Deputati è stato approvato un emendamento del Deputato comunista Cerina Feroni che assegna ben 350 miliardi per il primo semestre 1987 per il finanziamento dell'attività dell'ENEA; altro che bocce ferme quindi! La distanza tra le parole e i fatti è grande e dico questo non con spirito grettamente polemico, ma per indicare come il percorso di fuoriuscita dal nucleare è disseminato di troppi ostacoli, di troppe contraddizioni che noi possiamo affrontare e superare soltanto se si parla chiaramente delle difficoltà che si hanno di fronte.
Ritornando alle vicende regionali mi pare che i dati siano inequivocabili. L'unità politica della Giunta sul nucleare non esiste; se esiste, esiste attraverso gli attestati di stima da parte del Presidente della Giunta all'Assessore Maccari. Ciò avviene in aperto, conflitto se vengono mantenuti i testi di una settimana fa; se non si vuole continuare a parlare con lingua biforcuta ciò avviene in aperto conflitto con la maggioranza del Gruppo di appartenenza dell'Assessore.
Se questo le pare poco, Presidente Beltrami, se ritiene che questo sia una tempesta in un bicchiere d'acqua, faccia lei! Sicuramente lei sta facendo lo struzzo per non vedere la mancanza di fiducia di una parte significativa della sua maggioranza.
Penso che sia allarmante, al di là degli esiti che queste cose possono produrre, come non si senta il bisogno di una verifica programmatica almeno su un punto qualificante quale quello della questione energetica della scelta nucleare. Non sentire il bisogno di una verifica programmatica neanche su questo punto è davvero deprimente, per la considerazione che il parlamento regionale può avere nei confronti della gente che ci sta a guardare.
Non posso che riconfermare quanto abbiamo scritto nell'interpellanza presentata lunedì alla Giunta regionale e cioè la richiesta di dimissioni dell'Assessore Maccari, non più soltanto come le chiedevamo il 23 settembre,.per avere fatto spendere 15 miliardi di denaro pubblico per i lavori di cantiere che sono andati avanti, ma la somma è superiore perch da quella data ad oggi, 13 novembre, altri lavori sono stati eseguiti, ma per l'abuso in termini politici chiaramente del denaro pubblico, perch quando si dice che "bisogna fermare tutto" e poi in verità le commesse vanno avanti si verifica un abuso politico delle risorse affidate alla gestione del governo regionale.
Confermo questa richiesta di dimissioni in attesa di verificare se quanto avvenuto nel Gruppo socialista la volta precedente viene riconfermato o meno. Se quella posizione è riconfermata non si può non vedere come la maggioranza sul nucleare oggi è quadripartito e non pentapartito. In questo senso c'è la necessità che il Consiglio venga investito di un problema che non è più nei termini in cui l'abbiamo discusso, affrontato e risolto in maniera soddisfacente per la maggioranza per noi insoddisfacente, il 1 agosto 1985.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Caro Benzi, speravo di ascoltare qualche Consigliere della maggioranza ma i Consiglieri della maggioranza non si sentono, forse sono nascosti dietro la tenda, non lo sappiamo. Non voglio aggiungere molto a quanto detto dai colleghi che mi hanno preceduto: chiedere dimissioni di Assessori sono cose sacrosante e andavano già richieste prima. Tutta la gestione dell'emergenza ambientale in questa Regione è, a mio parere, motivo di richiesta di dimissioni, al di là della gestione del nucleare, della gestione del verbale d'intesa. Si tratta di quegli atti a disposizione della Regione per controllare il lavoro dell'ENEL. Se non vado errato tutto il problema del nucleare non era considerato di competenza di un unico Assessore, bensì era una competenza solidale di più Assessorati e dello stesso Presidente della Giunta. Quindi il punto di arrivo di tutta la vicenda è ben più grave e travalica certamente le richieste di dimissioni di un solo Assessore. L'occasione permette ora di fare alcune piccole digressioni personali, magari a margine, ma che forse sono le uniche che ancora vale la pena di fare senza ripetere i soliti rituali e le solite frasi.
I giornali li leggiamo tutti; cosa succede al Comune di Torino o a quello di Milano o nel pentapartito su scala nazionale credo sia noto a tutti i Consiglieri e forse molto meglio di quanto sia noto a me.
Il Presidente della Giunta regionale ha per esempio detto che l'Assessore Maccari ha fornito al suo Capogruppo delle indicazioni e delle informazioni in merito al comportamento tenuto. In aula non ha detto niente, quindi io continuo a non sapere assolutamente niente in merito e non credo che il sistema migliore possa essere quello di chiederlo al Capogruppo socialista. Ho anche provato a farlo martedì scorso ma non mi è stata data grande risposta. Quindi, o si spiega esplicitamente questo fatto o altrimenti farne soltanto cenno dicendo che uno ha parlato con un altro e la cosa è quindi risolta, mi pare sia spostare il dibattito dalle sedi democratiche, come tali trasparenti e dove le parole sono a conoscenza di tutti, in stanze nelle quali il controllo democratico non riesce ad esercitarsi.
Più complessi sono i riferimenti di Beltrami, di cui non sempre continuo a capire le frasi, il pensiero e il suo modo di esprimersi (ogni tanto mi perdo per strada a meno che non abbia il testo scritto e lo legga due o tre volte). Quel suo riferimento alla coscienza che sarebbe caduto nel vuoto a favore di valori puri e semplici di schieramento non mi è risultato chiaro. Sarebbe il caso che questo venisse denunciato pesantemente all'interno della casa democristiana in primo luogo (perch qui da mesi, dal dopo Chernobyl, si consumano vicende di mancata coerenza con quelle che erano le dichiarazioni pre-elettorali e con quelli che erano i mandati degli elettori), dove si vengono fatte prevalere esigenze di schieramento e di difesa di un quadro politico che ritengo, se le informazioni in mio possesso sono corrette, travalichino e colpiscano le coscienze impedendo loro di esprimersi.
Mi pare che in passato anche altre assenze tra maggio, giugno e luglio ogni tanto si vedessero.
"Incidenti che rimangono tali" può essere una battuta simpatica, ma bisogna capire che qui stiamo parlando anche di un altro incidente, quale quello alla centrale nucleare sovietica di Chernobyl. Potremmo fare riferimento anche all'incidente alla Sandoz di Basilea. Sono incidenti che hanno conseguenze pesanti, quindi l'incidente in aula non è altro che il riverbero di un incidente reale dalle profonde conseguenze.
Mi duole poi, in ultimo, dire una cosa alla quale finora né io né altri Consiglieri antinucleari abbiamo accennato ma che ritengo sia ora il casa di sottolineare. Tutte le vicende dal mese di maggio in avanti si sono trascinate, sviluppate in questo modo, mostrando assenze che mi hanno profondamente deluso ed amareggiato.
Vorrei se non altro che il Presidente Beltrami prendesse coscienza e consapevolezza che la maggioranza è più ampia dei cinque Partiti che ufficialmente la determinano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mignone.



MIGNONE Andrea

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, svolgerò poche considerazioni a nome del Gruppo socialdemocratico in ordine alla comunicazione resa dal Presidente della Giunta che ha anche assorbito le interpellanze presentate.
Riteniamo sia stato giusto e doveroso fare in questo modo perché per la vita stessa della nostra istituzione è importante che non si interrompa il dialogo tra le forze politiche a garanzia del funzionamento delle istituzioni.
Non siamo chiamati questa mattina a ripetere un dibattito sul nucleare perché ne abbiamo già fatti abbastanza e mi pare un po' forzata la similitudine tra l'incidente avvenuto in una centrale nucleare e ciò che è avvenuto all'interno di un'aula parlamentare che non è altro che la normale dialettica delle posizioni politiche che si esprimono con varietà di atteggiamenti. Credo peraltro che non sia neanche opportuno esagerare o porre un particolare accento sui comportamenti individuali perch ricalcheremmo un metodo di analisi politica che era molto in voga negli anni '50 e '60 da parte dei cremlinologi quando avevano inventato la cripto politica, nel senso che cercavano di capire i movimenti politici all'interno di un'organizzazione, di un esecutivo o di un, parlamento a seconda degli atteggiamenti delle singole persone. Con questo non voglio sottovalutare o nascondere che si è verificata una diversità di opinioni attorno ad un problema perché credo che non sia giusto, e tutto sommato neanche corretto, ricondurre questo dibattito a comportamenti individuali per inferire da questi delle valutazioni politiche, ma che sia invece più giusto fare delle considerazioni politiche in termini più strutturali che attengono alla vita di questa istituzione e ai rapporti tra le forze politiche.
Da questo punto di vista il nostro Gruppo, più ancora del sottoscritto ritiene che non vi siano le caratteristiche di una crisi politica o almeno non c'è ai livelli e nelle dimensioni che sono state qui rappresentate in particolare dai Gruppi dell'opposizione. Credo che le cose non siano in questi termini e che neppure si debba dare un taglio particolare a questo dibattito nel senso di considerare un Gruppo della maggioranza, cioè il Gruppo socialista, come imputato su cui concentrare gli strali del dibattito politico In realtà la vicenda è molto più complessa e articolata; non è che problemi di tenuta di maggioranza e di rapporti interni alla maggioranza questo Consiglio non ne abbia mai visti. Con tutta l'onestà che gli riconosciamo, il Capogruppo Bontempi ha ripreso questa tematica ricordando che anche nella precedente legislatura si erano avuti problemi di compattezza della maggioranza e di distinguo su alcuni grandi problemi. Non penso che si debba usare in modo strumentale questa riflessione, ma è giusto coglierne lo spirito. Bontempi giustamente ha detto che forse allora avevano sbagliato a non dare il giusto peso e il giusto taglio per uscire da quelle situazioni; credo che da questo punto di vista sia giusto non esacerbare, non esasperare i fatti che sono accaduti, ma questa è una riflessione che dobbiamo fare anzitutto come maggioranza per prendere spunto per ridefinire e riaggiustare i contenuti programmatici, come dire utilizzare questa esperienza per partire in modo positivo, in modo più deciso per cercare di portare a compimento le indicazioni programmatiche.
Dico questo perché sulla vicenda nucleare non è che le divisioni qui registrate rappresentino un elemento di grande novità all'interno del panorama politico nazionale perché su questa vicenda le posizioni a livello nazionale sono diverse anche se per ora sono rimaste a livello di posizione politica e non hanno ad oggi provocato un chiarimento da parte di nessuno all'interno degli esecutivi e dei parlamenti; la vicenda del nucleare attraversa tutte le istituzioni, attraversa le Giunte di pentapartito e in alcuni casi anche le Giunte di sinistra, attraversa tutti i partiti, il nostro, quello socialista, ma anche quello comunista e qui non voglio riprendere quello che è già stato ricordato da Staglianò, quindi credo che da questo punto di vista non si possa esacerbare le situazioni più di tanto.
Questo non vuol dire che si debbano sottovalutare i problemi; noi non siamo di questa opinione, ma riteniamo che tutti insieme, soprattutto la maggioranza, dobbiamo riprendere con forza un'iniziativa politica, vale a dire non lasciarci avvitare attorno a questa vicenda particolare senza affrontare con grande decisione la complessa tematica del governo di una Regione.
Purtroppo, o per fortuna, quest'anno di confronti su questo tema ne abbiamo avuti. Per carità, ognuno fa il suo mestiere, giustamente le opposizioni fanno il loro; si è ritenuto di individuare un tema sul quale agire con un grimaldello per cercare di rompere la solidarietà di maggioranza. Tutto questo assume i connotati di una forzatura che alla fine non ha consentito di richiamare in quest'aula tanti altri temi, sui quali magari le forze stesse di maggioranza avrebbero potuto discutere, aprire un confronto dialettico perché i problemi venissero e vengano affrontati con la Giunta in modo più autorevole, più rapido, più sollecito, affinché le iniziative programmatiche, sulle quali noi abbiamo fondato il nostro consenso, possano trovare gradi di concretizzazione. La vicenda del nucleare con gli slittamenti che sono avvenuti e con l'incertezza esistente in materia già fin da ora richiede un riaggiustamento delle nostre indicazioni programmatiche perché di qui al 1990 diventerà difficile credere che l'opzione nucleare, qualora vada avanti, possa assumere un carattere ancora significativo per le politiche regionali di sviluppo.
Non mi sembra giusto fare una riflessione che suoni come una reprimenda rispetto ad un'unica forza politica. Non vi sono le condizioni di crisi politica di questa maggioranza, come l'opposizione richiamava; dobbiamo invece tutti insieme fare uno sforzo per creare una grande tensione ideale programmatica. Probabilmente le vicende di questo anno e mezzo ci imporranno di fare una meditazione rispetto all'impostazione programmatica perché il ritardo che si può riscontrare rispetto ad una vicenda non pu non avere ripercussioni sulle linee di sviluppo del Piemonte di qui al 2000.
Cercheremo, anzitutto la maggioranza e noi socialdemocratici in primo luogo, di avere un'opportunità di affinamento e di approfondimento di contenuti che possano dare nuovo slancio e nuovo vigore.



CERCHIO Giuseppe



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, era inevitabile dopo il voto di giovedì che venissero sollevate delle questioni, come era inevitabile che oggi venisse compiuta la riflessione correttamente introdotta dal Presidente che ha la nostra approvazione.
Qualche valutazione era necessaria, ne elenco alcune che sono riportate anche nelle varie interpellanze. Il primo elemento riguarda la contrapposizione che si va determinando fra la posizione espressa dal Gruppo socialista e il documento su cui hanno confluito i voti degli altri quattro partiti della maggioranza.
Il secondo elemento è l'assenza dall'aula dei compagni Maccari e Olivieri al momento della votazione del documento che poi è stato approvato.
Il terzo elemento, anche se molto meno rilevante, è che, dopo la votazione, il Gruppo socialista sarebbe uscito dall'aula.
Nessuno di questi motivi, presi singolarmente o tutti insieme, è tale da avvalorare uno stato di crisi come da più parti si è voluto dire. Pi volte abbiamo sostenuto che, qualunque fosse stato il risultato del voto non avrebbe avuto alcuna implicanza politica sul governo regionale. Io l' ho detto ancora qualche minuto prima che si procedesse a quella votazione leggendo una dichiarazione concordata con il Segretario regionale del mio partito Mercurio. Questa è la risposta al primo punto.
L'assenza dall'aula degli Assessori è criticabile, ma devo dire che i compagni Maccari e Olivieri hanno riconfermato la loro adesione all'ordine del giorno socialista per il modo in cui si sono svolti i fatti e non ci sembra che la vicenda sia tale da richiedere, come è avvenuto nei confronti dell'Assessore Maccari, le dimissioni. Noi le respingiamo perché riteniamo che Maccari abbia svolto bene il suo compito. Se avessimo riscontrato delle responsabilità a loro carico non avremmo esitato ad invitare gli Assessori Maccari ed Olivieri a rassegnare le dimissioni perché non venissero compromessi gli indirizzi politici e programmatici ai quali abbiamo aderito. Abbiamo discusso con loro sul metodo seguito, sul significato delle scelte: non eravamo d'accordo, però non siamo andati più in là. Il PSI è un Partito organizzato sul dissenso; ci sono momenti in cui è .
necessario dissentire, non voglio fare l'esaltazione del dissenso, però il dissenso ha una sua ragione.
L'uscita dall'aula, dopo un dibattito carico di tensione durato nove ore, era relativa all'esigenza fisica di una pausa, di un intervallo e non era relativa all'esigenza di una riflessione.
Il nucleare non ha rappresentato per noi un "casus belli" per una crisi del pentapartito; ne eravamo convinti e ne siamo convinti ancora oggi. Ci non ci ha impedito di avviare quattro mesi fa, come qualcuno ha ricordato questo dibattito che si è concluso con una posizione che non ci ha visti concordi perché ritenevamo e riteniamo che fosse necessario sospendere totalmente i lavori. Cari amici, abbiamo rischiato di discutere sul nulla sul nada direbbe Hemingway - perché abbiamo sfondato, sembra, una porta aperta e continuiamo a compiere una ginnastica di questo tipo. Questa è la visione socialista delle cose che ci ha portato su questo specifico problema ad assumere una precisa posizione.
Avremo occasione di parlare del come si andrà alla Conferenza nazionale sull'energia. Da parte nostra porteremo il contributo delle nostre posizioni e ne discuteremo quando i Capigruppo riterranno di iscrivere questo argomento all'o.d.g.
Il risultato di giovedì ha sanzionato un dibattito che è durato quattro mesi; non penso si ponga un problema di ritorno. Dobbiamo guardare più avanti, ovvero alla preparazione della Conferenza sull'energia. Dico questo perché stando a quanto dichiarano autorevoli uomini responsabili ai vari livelli, anche del mio Partito, quello di cui si è sicuri che non si farà è proprio la centrale nucleare a Trino.
Quello che ci preoccupa nella contrapposizione tra l'atteggiamento socialista e quello degli altri quattro partiti è il significato politico che è emerso dal voto di giovedì scorso sul documento della maggioranza.
Consentitemi di dirlo, cari colleghi, mi sembra sia stato un voto granitico per la compattezza che ha registrato nei partiti della coalizione, senza una dissidenza. Questo risultato va al di là del nucleare, si carica di qualche venatura centrista, perché appare il quadripartito dei tempi lontani, ma è chiaro che poi si carica anche di qualche venatura moderata.
Abbiamo rilevato nei confronti del documento della Democrazia Cristiana una strettissima vicinanza, però la meccanica ha determinato un voto che credo abbia subito una spinta o meglio una controspinta che partendo dal nucleare in qualche misura ha cercato di rappresentare un'inclinazione di quell'equilibrio politico su cui si regge questo governo regionale, su posizioni che in qualche modo sfocano il ruolo di un governo al quale noi intendiamo partecipare con impegno e lealtà.
Questo è il dato politico che ci preoccupa, anche se non ci sorprende perché altrimenti non capiremmo il grande confronto che è in corso nel nord Italia, nella vicina Lombardia o in altre Regioni. C'è qualcosa che si muove a cui i socialisti prestano particolare attenzione; fa parte del confronto politico con il quale ogni giorno dobbiamo misurarci. E' un dato politico che rileviamo nei rapporti della nostra collaborazione e che richiederà un doveroso chiarimento.
Dichiariamo il nostro leale impegno e la nostra disponibilità alla collaborazione, non siamo disattenti ad alcun processo e poniamo il problema di un chiarimento senza alcuna fretta, fuori da ogni affanno e turbamento del contingente.
Con serenità, ma con chiarezza e fermezza, dovrà essere aperta una fase di approfondimento per verificare le volontà politiche che sono state alla base del governo di pentapartito in Piemonte e che per il Partito socialista sono state e restano essenziali per ogni proficua collaborazione di governo. Non ci sono scadenze, ci sono elementi politici sui quali noi riteniamo compiere le dovute e necessarie riflessioni che proponiamo agli altri Gruppi politici e in questo caso, poiché non siamo disattenti, in particolare al Gruppo comunista al quale vogliamo dire che non ci sottrarremo ad un confronto serio sui problemi di grande respiro che attendono ormai da tempo di essere affrontati. Ma è necessario uscire dal piccolo cabotaggio, dalle schermaglie o peggio dai personalismi. E' su questo terreno che vogliamo misurarci con tutti, con le opposizioni e quindi anche con gli alleati.
Mi rivolgo ancora al Gruppo comunista e al collega Bontempi per dire che si comincia a capire l'importanza di uscire dagli schemi generalizzati e precostituiti e a guardare alle grandi scelte per il rilancio del Piemonte nel concerto delle Regioni del Paese.



VIGLIONE Aldo



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, signori Consiglieri, questo dibattito segna un momento significativo della vita della nostra istituzione nella misura in cui non si sono frapposti né indugi temporali né veline politiche n marchingegni procedurali alla chiusura in termini politici di una vicenda che ci ha visti tutti presenti sette giorni or sono.
Era ovvia, e comunque è stata misurata, la reazione quindi l'iniziativa dei Gruppi di opposizione, che ringraziamo per aver provocato questa occasione di chiarimento per tutti noi. La Giunta, nell'espressione del suo rappresentante massimo nel quale gli Assessori si riconoscono, ha dato un'interpretazione dei fatti che noi condividiamo, per cui ci riconosciamo nelle dichiarazioni fatte in aula.
Riteniamo quindi che si possa passare all'o.d.g., come si dice nel gergo parlamentare, che vuol dire che si può passare ad altri argomenti.
Mi sembra che il risultato finale di questo nostro dibattito che è durato mesi sia quello di passare finalmente ad altre cose. E ci sembra anche che non sia soddisfacente per nessuno, ma realistico, il risultato del nostro dibattito, non il risultato del voto dell'altro giorno, perch quel voto è il risultato di un dibattito che ha valenza di natura non tanto politica, quanto di messaggio al Governo nazionale.
Tutta la maggioranza, compreso il Partito socialista, è unita nel ritenere che sulla questione nucleare, sulla centrale di Trino, debba decidere il Governo a seguito della Conferenza nazionale per l'energia.
Questa questione ci vede tutti d'accordo. Abbiamo soltanto un'interpretazione diversa rispetto a come si può garantire l'autonomia decisionale del Governo dopo le valutazioni tecnico - scientifiche della Conferenza.
Noi riteniamo che la fermata dei lavori di Trino come fatto politico sia una forzatura nei confronti del Governo perché si pronunci in termini negativi rispetto a Trino; qualcun altro teme che la prosecuzione dei lavori significhi un oggettivo pregiudizio per quanto riguarda una pronuncia negativa del Governo nei confronti di Trino. Questa è un'interpretazione delle conseguenze dei fatti che possono avvenire, ma non a favore dell'una o dell'altra tesi, e prego l'assemblea di essere attenta.
Non ho sentito nessun esponente del Partito socialista affermare che non vuole la centrale a Trino, la richiesta è quella che sia il Governo a decidere, così come nessun liberale ha detto che vuole la centrale a Trino.
Si vuole semplicemente che il Governo decida senza alcuna preclusione pregiudiziale né di tipo oggettivo né di tipo politico. E se per caso un messaggio sul nucleare ha da uscire da questo Consiglio, la storia di questi nostri dibattiti consegna all'attenzione del decisore politico del Governo esattamente quella che statisticamente appare essere la valutazione dei cittadini sul nucleare: una divisione che è molto vicina al 50% e che probabilmente diventa del 52% o del 47% a seconda che il sondaggio lo si faccia alle ore dei pasti oppure dello shopping.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Basta fare il referendum!



MARCHINI Sergio

Certo, ma le attuali proiezioni demoscopiche dicono questo. Il decisore politico, che non potrà non essere attento a quello che è successo in quest'aula, riceve un messaggio che lo invita ad essere molto prudente rispetto ad una decisione nucleare nella nostra Regione anche dal punto di vista dell'opportunità. Sul nucleare è cambiato il quadro delle valutazioni che ci trovavano una volta tutti meno uno, adesso il Consiglio, non la maggioranza, si trova in una posizione un po' diversa. A me sembra quindi che si debbano semplicemente limare alcune forzature di linguaggio.
Non ritengo assolutamente che il nostro documento, sottoscritto in aula da alcuni Consiglieri, fosse in contrapposizione a quello del Partito socialista. Non è assolutamente vero. Perché se nello Statuto non ci fosse questo principio giusto i due documenti potrebbero benissimo convivere in termini di principalità e in termini di subordine, ovvero noi rivolgiamo una richiesta al Governo: la richiesta del Partito socialista si collocava come una richiesta di principalità, cioè quella che si fa per prima e che qualora non sia accolta se ne avanza una in subordine. La richiesta del Partito socialista era di sospendere tutti i lavori comunque; la nostra era di fermare comunque quei lavori che sono in contrasto con i deliberati del Consiglio regionale.
Noi avevamo detto, e rimaniamo fermi sulla nostra dichiarazione, che non avremmo tratto conclusioni politiche di altra natura.
Se il Partito socialista e gli esponenti della maggioranza avessero avuto più tempo per ragionare in questi termini, probabilmente avrebbero presentato un ordine del giorno in termini legulei, da avvocati di campagna nel quale la prima richiesta era la sospensione dei lavori e la richiesta subordinata della fermata di questi lavori. Un ordine del giorno così concepito avrebbe rivelato come le due richieste non fossero contrapposte.
Non si chiede al Governo di proseguire nei lavori, ma di non lasciare comunque andare avanti quei lavori, dopodiché il Ministro dell'Industria che è responsabile di queste questioni ne valuterà l'opportunità. Mi sembra comunque che, sia pure attraverso strade diverse e un po' tortuose, siamo arrivati ad un pronunciamento che è realistico. La politica rispetto alla realtà ha fatto il suo dovere: non ci sono forzature, non esiste nella Regione Piemonte tra le forze politiche una maturazione nettamente prevalente su questo tema; esistono delle situazioni che ci vedono vicini e nei temi e nelle enunciazioni, a metà strada, prevalgono rispetto alle situazioni, rispetto agli accenti e agli avvenimenti dell'ultima ora questa o quella considerazione.
Noi riteniamo che il pronunciamento del Consiglio regionale responsabilizzi fortemente il Governo nazionale rispetto alla decisione che interessa il Piemonte. Sono rispettoso di questa decisione.
Se il Partito liberale avesse ritenuto di forzare sulla politica energetica, sul nucleare, non avrebbe delegato Zanone alla carica di Ministro dell'Industria perché, per quanti lo conoscono, è uomo non attaccabile da nessun tipo di lobby, è uomo di grande formazione culturale personale, intellettuale; la sua cultura naturalista ha fatto si che fosse il primo in questa Regione a proporre leggi di grande avvedutezza sul tema dell'ambiente; quindi non è certamente il personaggio che il Partito liberale avrebbe scelto per addossargli l'incarico di Ministro dell'Industria. Nel nostro partito ci sono personaggi che per cultura, per estrazione, per convinzione, avrebbero assolto meglio questo compito.
Zanone avrebbe potuto continuare a fare il Ministro dell'Ecologia e qualcun altro si sarebbe fatto carico di questa eventuale opzione nucleare che il Partito liberale non ha mai avuto e che con l'affidamento all'amico Zanone del Ministero dell'Industria ha ribadito: rispetto a questa questione i liberali si pongono in termini di razionalità.
Se dalla Conferenza nazionale emergeranno degli elementi che dovranno fare ripensare al Piano Energetico Nazionale, i liberali concorderanno con le maggioranze che si formeranno su questo. Sono molto rispettoso di questo, però mi pare che non sia molto rispettoso il modo di procedere nei confronti della Conferenza da parte di quei personaggi, non liberali, che dicono che cosa si farà a Trino. Ritengo che in quest'aula non si debbano considerare le affermazioni di qualcuno che già adesso dice che cosa si farà o non si farà a Trino. Secondo il collega socialista influenti personaggi dicono che a Trino non si farà la centrale; io ho suggerito "nucleare" di Trino. Il collega Rossa ha citato personaggi che non appartengono alla nostra forza politica. Se costoro hanno la boccia di vetro e vedono il futuro, io sono felice, non solo per loro ma per la collettività, che qualcuno sia in grado di vedere il futuro e quindi consenta alla società di organizzarsi per tempo. Se invece hanno poco rispetto della Conferenza nazionale al punto di dire fin d'ora che cosa si è deciso, avrebbero il dovere di proporre in Parlamento che non si faccia più la Conferenza nazionale per non buttare via dei soldi e prendere in giro la gente. Ho però l'impressione che questo faccia parte delle chiacchiere di caffè.
Finirei con una battuta, ma prima di questa c'è una risposta che deve essere data al Partito socialista in merito alla conclusione dell'intervento del suo Capogruppo. Noi non ci scandalizziamo assolutamente che il Partito socialista a 15 mesi dall'entrata in funzione di questa maggioranza ritenga che la stessa debba fare un bilancio al proprio interno sui risultati ottenuti, sui ritardi e soprattutto un'innovazione di tipo propositivo, perché probabilmente la proposta per gli anni 1987 e 1988 non è più la proposta degli anni 1985 e 1986. I fatti planetari avvenuti dovranno portare questa maggioranza a limare e a rimisurare la propria dichiarazione programmatica, quindi la politica - l' ha detto bene il Consigliere Rossa - è un fatto che nasce al mattino, muore alla sera ma rinasce il giorno dopo.
Quindi non deve scandalizzare nessuno se il Partito socialista avverte l'esigenza che questa maggioranza riveda i propri obiettivi, li specifichi e li indichi in modo più comprensibile e più attuale. Ci sembra il modo normale di fare politica all'interno di una coalizione.
Finirei con una battuta, com'è il mio solito. Si vaticinano alcune soluzioni su Trino. Allora, tanto per cominciare, occorre sapere che qualunque centrale di grande potenza richiede la realizzazione di una piattaforma di cantiere, per cui bisognerebbe avere un minimo di coerenza: chi dice che si farà una centrale di altra natura, deve anche dire agli amici risicoltori che li il riso non si pianterà più e che comunque è bene non interrompere i lavori di predisposizione della piattaforma perché poi dovranno essere ripresi per realizzare comunque una centrale di grande potenza; i lavori della piattaforma servono semplicemente per rendere suscettibile il terreno del transito dei veicoli di movimento terra e niente di più. Per poter lavorare in un cantiere bisogna renderlo praticabile ed è esattamente ciò che si sta facendo a Trino.
Qualunque tipo di centrale avrà, a grandi linee, la superficie di quel cantiere, quindi quella piattaforma è probabile che si debba continuare a costruire, anche qualora si intenda realizzare una centrale di altro tipo.
La battuta è semplicemente quella che si legge sui manifesti affissi sui muri della città di Torino: "Nessuno si è mai spaventato per una fuga di gasolio".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Signor Presidente e colleghi, ho ascoltato con attenzione la comunicazione svolta dal Presidente in ordine alle vicende avvenute la scorsa settimana a proposito del nucleare.
Abbiamo apprezzato il tono, il significato e la sdrammatizzazione che il Presidente ha voluto dare, però riteniamo che non sia stata una bufera in un bicchiere d'acqua né tanto meno un maremoto così clamoroso; c'è stato chiaramente un incidente di percorso e mi pare che il Consigliere Marchini abbia individuato abbastanza correttamente la divergenza tra i due ordini del giorno. Non è tanto la scelta nucleare che divide questa maggioranza che peraltro non ha competenze specifiche, ma è il modo di muoverci di qui alle decisioni che il Parlamento dovrà assumere in ordine a questa scelta.
Quindi quanto è avvenuto la scorsa settimana non deve essere esasperato più di tanto, anche se non disconosciamo una valenza politica rispetto a quello che è avvenuto. La valenza politica del fatto in sé e del fatto che per la terza volta in qualche modo la maggioranza ha avuto occasione di assumere delle posizioni divergenti rispetto a questo argomento ha anche un contenuto programmatico. E' fuori discussione che i futuri programmi della Regione, i piani di sviluppo, avranno una grossa incidenza rispetto alle scelte che il Parlamento dovrà.fare su questo argomento.
Invece la settimana scorsa si è registrato un elemento coagulante di questa maggioranza, cioè la decisione di non votare la deliberazione di sospensione della precedente deliberazione di individuazione del sito.
Questo l' ho inteso come un fatto politico della maggioranza tendente a riconfermare comunque la validità della scelta fatta allora, non come scelta nucleare, ma come individuazione del sito.
Nella sua comunicazione il Presidente ha posto in evidenza un elemento reale che dovrebbe in fondo essere presente a tutti noi e cioè la difficoltà del problema. Si tratta di una scelta che passa all'interno della società e che non può essere giudicata in modo manicheo (chi è a favore del nucleare è bravo o è cattivo e viceversa). Abbiamo sentito dire da qualcuno che il nucleare è una cartina di tornasole tra chi si preoccupa del bene pubblico e chi non si preoccupa, ma un'impostazione di questo genere è inaccettabile. Dobbiamo prendere coscienza che c'è un grosso dibattito all'interno della società che fatalmente quindi passa all'interno dei partiti e delle maggioranze senza andare a cogliere da queste diversità valutazioni ed implicazioni superiori a quelle che hanno.
L'unica cosa che a nostro giudizio non può essere accettata in una coalizione è che la legittima differenziazione, che può esserci all'interno dei partiti della maggioranza, venga usata in qualche modo per indebolire la maggioranza stessa.
Qualcuno oggi ha chiesto come si muoverà l'Assessore. Credo che l'Assessore, nei confronti del quale riconfermiamo l'apprezzamento e la fiducia, si muoverà in coerenza con le scelte del Consiglio regionale; se così non fosse sarebbe lui stesso a rinunciare al proprio mandato. Il Consiglio regionale ha fatto delle scelte rispetto alle quali la Giunta e quindi l'Assessore si muoveranno coerentemente.
Il collega Rossa ha fatto talune affermazioni che ci trovano non completamente consenzienti in ordine al fatto che a Trino si è già deciso qualche cosa. Il Consigliere Marchini ha concluso il suo intervento dicendo che non ci si è mai preoccupati di una fuga di gasolio. Credo che comunque nessuno, se vuole essere forza di governo, possa prefigurare delle scelte già fatte rispetto a quelle che, se è serio quello che stiamo facendo dovranno essere assunte in altra sede.
Questa maggioranza (ovvero quattro partiti della maggioranza) è stata granitica, ha detto il Consigliere Rossa, rispetto all'ordine del giorno del Consigliere Marchini; ha anche sostenuto il collega Rossa che ciò pu avere una valenza che va al di là del nucleare. Noi non vogliamo dare nessuna valenza che vada oltre il nucleare. Crediamo che sia necessario e opportuno procedere anche a delle verifiche sia politiche che programmatiche, però crediamo che queste debbano essere condotte in modo sempre e comunque costruttivo, senza individuare maggioranze moderate o parti di questa che rispecchiano soluzioni di Giunte centriste, perch troppo facile sarebbe dire che altre maggioranze, che non si sono più determinate in quest'aula, lasciano intravedere ipotesi di Giunte di sinistra. Non si tratta di questo.
E' in corso all'interno delle forze politiche locali e nazionali un dibattito approfondito. Il Consigliere Bontempi ha allargato il discorso anche al livello nazionale; credo sia una realtà: il pentapartito ha obiettivamente alcune difficoltà che si riflettono in certe inefficienze a livello nazionale e locale; importante è affrontare le difficoltà che vi sono, confrontarsi seriamente sui programmi e sulle prospettive che vogliamo attuare e su ciò trovare motivi di nuova cementazione e coesione della maggioranza.
Riteniamo che ci sia un'occasione a breve scadenza, ovvero la presentazione del piano di sviluppo. Non posso accettare la nota polemica del Consigliere Bontempi sui ritardi. I ritardi sono nella storia, forse è bene confrontarli per verificare quelli reali e questo sarà un momento concreto di verifica dei programmi e un momento di confronto con l'opposizione. Noi ci rendiamo conto che alcune situazioni hanno avuto difficoltà a muoversi, sono passati 14-15 mesi, non ci sono più alibi per i ritardi. Il Piano di sviluppo deve essere il vero momento di rilancio della Regione Piemonte e su questo impegno noi crediamo sia possibile trovare all'interno della maggioranza e con l'opposizione motivi ed elementi di accordo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Signor Presidente e colleghi, la valutazione del nostro Gruppo, pur sintetica, vuole essere puntuale. Siamo d'accordo con le dichiarazioni del Presidente della Giunta Beltrami che si è fatto carico della situazione con molta attenzione esponendo delle comunicazioni nelle quali si sono riconosciuti tutti i Gruppi della maggioranza e che costituiscono quindi un elemento di coesione importante e positivo.
Nella sostanza vi è una divergenza nell'ambito della maggioranza in ordine al problema della sospensione dei lavori a Trino. Si tratta peraltro di divergenza marginale come è già stato rilevato e desidero evidenziare che dopo un lungo dibattito durato più mesi siamo giunti tutti a chiedere un intervento del Governo ed entrambi gli ordini del giorno chiedono questo.
Si chiedono, in ordine alla sospensione, dei provvedimenti diversi: da parte del Gruppo socialista si ipotizza di chiedere la sospensione generalizzata e indiscriminata di tutti i lavori, mentre gli altri Gruppi della maggioranza chiedono una sospensione dei lavori non reversibili, con una posizione in linea con i precedenti pronunciamenti del Consiglio regionale.
Non si tratta di una divergenza che possa giustificare una rottura o di una divergenza di valore sostanziale, per cui volerle attribuire un significato politico è una forzatura.
Il Consigliere Rossa ha parlato di un asse formatosi fra quattro partiti della maggioranza tale da escludere il Partito socialista. Non c'è nessuna volontà da parte del Gruppo della Democrazia Cristiana di portare avanti nell'ambito della maggioranza collegamenti privilegiati o particolari. Tutte le componenti trovano nella maggioranza la propria originalità, danno il proprio contributo, forniscono il proprio lavoro. Vi è un'aggregazione senza egemonie che può su taluni problemi esprimere articolazioni. Noi ci siamo collocati sull'ordine del giorno presentato dal Gruppo liberale - desidero ancora precisarlo - perché nella prima parte rispecchiava pienamente la nostra opinione; nella seconda parte per convergere abbiamo chiesto che venisse aggiunto il riferimento agli inerti.
Poiché il documento rappresenta la nostra opinione, non avremmo potuto far mancare l'esplicita indicazione del voto. Questa scelta è stata facilitata dall'atteggiamento del Gruppo socialista il quale ha sempre sostenuto che un dissenso, una diversa collocazione sui documenti non avrebbe comunque originato delle conseguenze politiche proprio per la marginalità delle differenti valutazioni. Quindi nella sostanza non vi sono assi nella maggioranza, c'è una volontà di collaborazione stretta da parte della DC nei riguardi di tutte le componenti del pentapartito.
Si è voluto infine cogliere l'occasione per dare un giudizio sulla maggioranza, sul lavoro compiuto. Il Consigliere Bontempi ha esposto una critica impietosa dall'osservatorio dell'opposizione. Il nostro Gruppo giudica questo anno in modo totalmente diverso: certamente ci sono state delle difficoltà, ma nel complesso il lavoro svolto è positivo.
Si sono espressi significativi atti di governo, i bilanci, il piano di formazione professionale, il piano dell'edilizia scolastica e gli interventi nell'edilizia e nelle opere pubbliche. L'attività legislativa è stata intensa e in parte è concretata e in parte è in itinere, una gestione difficile, ma importante e significativa. Bontempi non può citare il caso ICE attribuendovi un significato negativo quando il confronto si è sviluppato in tre sedute di Commissione.
Nel complesso noi diamo un giudizio positivo. La Giunta sta lavorando bene e la maggioranza è compatta; per quanto riguarda il Piano di sviluppo si avrà il confronto necessario per il futuro della Regione Piemonte e attorno ad esso si potrà attuare quella verifica e quel riesame che una maggioranza così composita e che si è posta l'obiettivo importante di rilanciare il Piemonte dovrà compiere. Questo obiettivo peraltro rimane e noi consideriamo positivo il lavoro compiuto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bosio.



BOSIO Marco

Signor Presidente e colleghi, consentitemi di replicare ad alcune considerazioni che sono state svolte da alcuni colleghi i quali peraltro si sono molto spesso richiamati, con diverse ragioni e per diversi motivi, al Gruppo comunista, alle posizioni qui espresse o alla storia delle cose.
Vorrei ribadire che non siamo minimamente adontati, preoccupati o innervositi dal fatto che sul nucleare si sia discusso o si stia discutendo da mesi.
Questa questione è stata per noi, e credo dovrebbe esserlo per tutto il Consiglio, un problema aperto sul piano politico, etico, morale e ideale: una questione di grande rilevanza alla quale noi non solo non abbiamo mai voluto sfuggire, ma rispetto alla quale abbiamo cercato un approccio che non fosse né di pentitismo né casuale né in termini di pura meccanica risposta ad atti e fatti, per cui non strumentale né tattico. Occorre affrontarlo, ovviamente dalle nostre posizioni, cercando di avere consenso e ragione e cercando di costruire attorno ad esso risposte più ampie rispetto alle stesse che noi davamo.
Non ci adontiamo, quindi, per questo. Caso mai potremmo riflettere con un po' di pessimismo per la natura del degrado che avviene su discussioni di questa natura che noi non consideriamo né secondari né quisquigliati e neanche "nada de nada". Sono questioni e problemi che toccano con molta forza la vita degli uomini e dunque li vogliamo affrontare.
A partire da questa questione, pare a me che emerga fino in fondo l'epitaffio del pentapartito e di questa maggioranza, da voi stessi pronunciato. Non mi riferisco tanto alle parole introduttive del Presidente della Giunta: quelle sono memorie postume pubblicate in vita, che francamente rispondono alle logiche psicanalitiche di Freud, non alle logiche delle cose. Lasciamo dunque il Presidente con i santi del cielo e occupiamoci delle problematiche qui emerse. Emerge un'ambiguità disperante non solo attorno alla questione nucleare, ma anche attorno all'ordine dei rapporti e delle proposizioni, in primo luogo ed essenzialmente, tra le forze che formano questa maggioranza. Una ragione c'è ed è stata sottolineata con molta forza: abbiamo discusso, ed era importante farlo, in questi mesi del nucleare e si sono realizzate delle convergenze, divergenze e frammentazioni.
Pregherei di non far partecipare l'Assessore Maccari alla Conferenza nazionale sull'energia in rappresentanza della Regione Piemonte perché se soffre di incontinenza potrebbe non essere presente al momento giusto e la Regione farebbe una pessima figura.
Attorno a questo problema è emerso un dato esplicito. Quella del nucleare è l'unica questione sulla quale non solo si è realizzato in Consiglio il confronto maggioranza - opposizione, ma sulla quale in termini concreti e programmatici si è presentata la possibilità di misurare l'esistenza o meno del consenso, della solidarietà e dell'unitarietà degli indirizzi. E sull'unica questione di un certo spessore e dimensione, questo non c'è mai stato, in nessun momento della sua storia. Su tutto il resto, e noi ne prendiamo atto perché conferma ciò che siamo andati chiedendo e dicendo, emerge dagli interventi dei colleghi Mignone, Rossa e Ferrara senza averlo pronunciato, il riferimento a un rapido e prossimo futuro entro il quale verificare finalmente su qualcosa di concreto se si è d'accordo o meno, se c'è una maggioranza o meno.
Questa non è una verifica? E' una verifica che non volete pronunciare ma che volete fare tutti, chi più chi meno, guardando o in termini di riaffermazione del ruolo di opposizione o in altri termini al Gruppo comunista. Noi ci siamo e ci saremo; ma badate che certo noi lavoriamo per costruire maggioranze nuove, diverse, capaci di affrontare realmente i problemi, ma abbiamo anche in mente di fare l'opposizione in modo diverso e più costruttivo; in una situazione priva di problemi, di questioni, priva di terreni reali di confronto non si riesce a far bene nemmeno l'opposizione, tanto sono vasti i programmi di questo pentapartito.
Ben vengano tutti i punti concreti, tutti gli elementi di confronto serrato, di ordine programmatico, di impegno, di strategia, di grandi linee. Vengano però, perché fino ad ora non è venuto nulla, se escludiamo l'importante questione nucleare; il segnale che ci viene è quello di una grande questione attorno alla quale il pentapartito, come maggioranza unita, non c'è.
Da questo punto di vista - e non solo da quello dell'opposizione - ha fatto bene il collega Rossa a dire che l'asse che si è formato aveva o poteva avere una vena di moderatismo. Sull'unica questione attorno alla quale ci si è potuti confrontare in termini di significati politici e di solidarietà di maggioranze o meno, è venuto fuori altro.
Dunque, ben venga il confronto, e rapidamente, sulle questioni vere e reali del governo di questa Regione; in questo modo ci misureremo tutti.
Avevamo chiesto più esplicitamente che si arrivasse ad una verifica e riteniamo che di fatto l'abbiate proposta al Consiglio. Non la volete chiamare così, chiamatela come volete, ma sta di fatto che questa esiste e la misureremo nelle prossime settimane.
Le contrapposizioni emerse attorno alla questione del nucleare sono più rilevanti di quanto non appaiano. Si possono usare termini quali "vogliamo" ma, collega Rossa, non credo sia esile la differenziazione di opinione che ti ha visto la scorsa seduta definire la posizione repubblicana "l'altro capo del mondo". Se è esile una differenziazione di questo tipo, dovremmo rivolgerci all'universo intero per trovare un qualche argomento che possa avere significato e non richiamo ciò che ha detto il Capogruppo all'inizio.
Abbiamo individuato con chiarezza quali sono le ragioni che hanno minato fino adesso e mineranno nel prossimo futuro le capacità reali della maggioranza e della Giunta di affrontare coerentemente e unitariamente i problemi del governo di questa Regione che abbiamo indicato nel loro punto di nascita esterno ed estraneo a questo Consiglio, alle forze politiche che vi siedono. Restiamo sempre più convinti che, man mano che le forze politiche del Consiglio si riapproprieranno del loro ruolo e delle loro funzioni, anche calendarizzando finalmente i terreni di confronto e di lavoro per quanto riguarda la Regione, questa è una maggioranza nata fuori e che non troverà qui le condizioni per resistere e durare.



PRESIDENTE

Si è così conclusa la discussione in ordine alla comunicazione resa dal Presidente Beltrami.
I lavori sono pertanto sospesi e riprenderanno alle ore 15.



(La seduta, sospesa alle ore 13,35 riprende alle ore 15,20)


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Esame ordine del giorno inerente la protesta degli agenti di custodia


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Signori Consiglieri, comunico che sono stati presentati due ordini del giorno: uno relativo agli agenti di custodia e l'altro relativo al progetto del BIC.
Pongo in votazione il primo ordine del giorno, firmato dai Consiglieri Marchiaro, Nerviani, Viglione, Staglianò, Ala, Rossa, Ferrara, Mignone Pezzana, Majorino e Marchini, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte di fronte alla decisione assunta dagli agenti di custodia di tutta Italia di autoconsegnarsi il giorno 14 novembre e da tutti gli operatori penitenziari di sostenere la loro iniziativa in segno di protesta per i ritardi che ancora subisce,' dopo otto anni dalla presentazione del primo progetto di legge, la riforma del Corpo degli agenti di custodia di fronte al fatto che questa situazione irrisolta grava pesantemente sulla vita nelle carceri italiane, impedisce l'attuazione della stessa riforma dell'ordinamento penitenziario e delle misure profondamente innovative previste con la legge 10/10/1986 n. 663 e, nel caso particolare di Torino minaccia di compromettere la delicata fase di trasferimento dalle carceri Nuove alle Vallette riafferma l'esigenza di realizzare una politica coordinata per la giustizia penitenziaria, completando l'azione riformatrice avviata con la recente legge sull'ordinamento carcerario rivolge un appello al Parlamento affinché approvi sollecitamente la riforma del Corpo degli agenti di custodia, quale strumento indispensabile per conseguire gli obiettivi di civiltà giuridica e di crescita sociale indicati dalla Costituzione manifesta solidarietà e apprezzamento per quanti - agenti di custodia vigilatrici, personale del trattamento, direttori - operano nel carcere per affermare una nuova visione non afflittiva, ma risocializzante dell'esecuzione penale impegna il Presidente del Consiglio a trasmettere alle Presidenze della Camera e del Senato la presente mozione, nonché a tutti i Gruppi parlamentari".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.


Argomento: Provvidenze per la costituzione di aree industriali ed artigiane attrezzate

Esame ordine del giorno inerente l'istituzione del BIC in Piemonte


PRESIDENTE

Pongo in votazione il secondo ordine del giorno inerente l'istituzione del BIC in Piemonte. Tale documento è firmato dai Consiglieri Genovese Tapparo, Mignone, Brizio, Ferrara, Minervini, Amerio e Marchini. Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerato che la Comunità Economica Europea promuove la realizzazione dei Centri di Impresa è di Innovazione attraverso il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) e che il Regolamento (CEE) n. 219/84 del Consiglio della Comunità Europea istituisce un'azione comunitaria specifica di sviluppo per la Provincia di Vercelli rilevata l'opportunità di promuovere nuova imprenditorialità diversificazione produttiva ed innovazione nell'apparato produttivo del sistema delle imprese minori e di finalizzare tali attività nelle aree prioritarie di intervento regionale, indicate dal Piano regionale di sviluppo e negli indirizzi programmatici della Giunta regionale visto che la Comunità Europea contribuisce con specifici fondi alla fase di progettazione di fattibilità tecnica, economica e finanziaria dei Centri di Impresa e di Innovazione (BIC) e che è stata accertata la possibilità di avviare tale progettazione nella Regione Piemonte valutata quindi l'opportunità di avviare il progetto di ricerca-azione per l'istituzione di un Centro di Impresa e Innovazione denominato 'BIC Piemonte' attraverso una prima sperimentazione in Provincia di Vercelli e di realizzarne successivamente l'estensione operativa a partire dalle aree di intervento prioritario individuate dal Piano regionale di sviluppo collegando tale iniziativa alle realtà esistenti di diffusione dell'innovazione (CAD-CAM, LIA, CFP altamente qualificati) e con il coordinato utilizzo delle iniziative avviabili attraverso l'applicazione della legge regionale in materia di innovazione tecnologica visto il progetto di ricerca-azione predisposto dall'Assessorato all'industria e lavoro, con il supporto tecnico della Finpiemonte S.p.A.
anche sulla base delle indicazioni, suggerimenti e osservazioni formulati dalla IV Commissione consiliare oltreché dai vari soggetti interessati quali gli Enti locali, gli Enti economici, gli Istituti di Credito, le rappresentanze delle categorie produttive della Provincia di Vercelli impegna la Giunta regionale ad approvare il progetto di ricerca-azione predisposto dall'Assessorato all'industria e lavoro, con il supporto tecnico della Finpiemonte S.p.A.
per la sperimentazione di un Centro di Impresa e Innovazione denominato 'BIC - Piemonte', nella Provincia di Vercelli ad individuare nella Finpiemonte S.p.A. il soggetto contraente per la formalizzazione del contratto con la Comunità Economica Europea ad istruire, sentita la Commissione consiliare competente, gli atti successivi relativi al raccordo del BIC con il PRS e alla sua successiva estensione nel territorio regionale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.


Argomento: Variazioni di bilancio

Esame progetto di.legge n. 182: "Seconda variazione del bilancio di previsione per l'anno finanziario 1986"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora il progetto di legge n. 182: "Seconda variazione del bilancio di previsione per l'anno finanziario 1986", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Il relatore Consigliere Santoni aveva letto la relazione durante la scorsa seduta.
La parola al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

Il Gruppo comunista si asterrà su questa proposta di variazione al bilancio perché non condivide il modo in cui alcuni capitoli sono stati rettificati. Ci riferiamo in particolare allo storno dei fondi che erano destinati agli interventi in favore della cooperazione. Mi pare che l'Assessore abbia detto che non ci sono domande sufficienti per coprire i capitoli. Riteniamo però che un'iniziativa andasse avviata per tempo per evitare di dover stornare queste risorse. Si tratta evidentemente di assumere un impegno per una verifica delle norme e anche per altre iniziative a partire dall'esercizio prossimo.
Sull'emendamento presentato condividiamo lo spostamento limitato dei capitoli come - ci era stato indicato nella seduta scorsa. Non solleviamo l'eccezione di chiedere il rinvio in Commissione ai sensi del Regolamento in quanto l'emendamento è una modifica alla legge di bilancio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Signor Presidente, non ricorriamo come ha detto il collega Biazzi all'applicazione rigorosa del Regolamento, ma vorremmo che il buon senso di qualcuno non ci dicesse che non facciamo opposizione. Non invochiamo il Regolamento per non fare ostruzionismo, ciò nonostante possiamo ugualmente fare bene l'opposizione; quindi vada avanti il provvedimento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Turbiglio.



TURBIGLIO Antonio, Assessore al bilancio

Signor Presidente, nella scorsa seduta erano state illustrate le variazioni agli articoli della legge di assestamento al bilancio ed io ero intervenuto per spiegare i motivi dell'emendamento da me predisposto. Mi pare che l'opposizione, anche se non ne fa una questione procedurale ritenga opportuno ritornare una seconda volta in Commissione, devo però far notare che siamo già in ritardo per sistemare questi articoli e quindi per avere la possibilità di usufruirne entro la fine dell'anno. Chiedo, se l'opposizione è d'accordo, di approvare l'emendamento in aula, ma se non è d'accordo continuiamo a discuterne.



PRESIDENTE

E' stato presentato dalla Giunta un emendamento all'art. 2 in cui si introducono ulteriori variazioni a quelle che erano state preventivate.
Ritengo che eventuali emendamenti possano essere introdotti stante l'urgenza del provvedimento.
Pongo in votazione l'articolato.
Art. 1 "Nello stato di previsione dell'entrata del bilancio per l'anno finanziario 1986 sono introdotte le seguenti variazioni in termini di competenza e di cassa: Capitolo n. 2535: Competenza + 800.000.000 Cassa + 800.000.000.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 26 Consiglieri si sono astenuti 17 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
Art. 2 "Nello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno finanziario 1986 sono introdotte le seguenti variazioni in termini di competenza e di cassa: Capitolo n. 120: Competenza + 13.176.075 Cassa + 13.176.075 Capitolo n. 790: Competenza - 13.500.000 Cassa - 13.500.000 Capitolo n. 2250: Competenza - 250.000.000 Cassa - 250.000.000 Capitolo n. 5030: Competenza + 450.000.000 Cassa + 450.000.000 Capitolo n. 5092: Competenza - 200.000.000 Cassa - 200.000.000 Capitolo n. 5094: Competenza - 700.000.000 Cassa - 700.000.000 Capitolo n. 5096: Competenza - 100.000.000 Cassa - 100.000.000 Capitolo n. 7634: Competenza + l.000.000.000 Cassa + l.000.000.000 Capitolo n. 7726: Competenza + 323.925 Cassa + 323.925 Capitolo n. 9302: Competenza + 800.000.000 Cassa + 800.000.000 Capitolo n. 12730: Competenza + 50.000.000 Cassa + 50.000.000 Capitolo n. 12800: Competenza - 250.000.000 Cassa - 250.000.000.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
L'emendamento presentato dalla Giunta regionale recita: nell'art. 2 sono introdotte le seguenti ulteriori variazioni: Capitolo n. 2250: + 250.000.000 Capitolo n. 5030: - 50.000.000 Capitolo n. 7930: - 100.000.000 Capitolo n. 7970: + 100.000.000 Capitolo n. 8470: + 71.353.500 Capitolo n. 12760: - 71.353.500 Capitolo n. 12800: - 200.000.000".
Ha chiesto la parola il Consigliere Biazzi. Ne ha facoltà.



BIAZZI Guido

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, già all'inizio avevamo detto che non ci saremmo avvalsi della norma del Regolamento che prevede il rinvio in Commissione di qualsiasi provvedimento o emendamento che tocchi leggi di bilancio.
Abbiamo ritenuto che non fosse il caso di ritardare ulteriormente l'approvazione di questa legge, che la maggioranza vuole approvare, ma ribadiamo il principio che per gli emendamenti alle leggi che toccano il bilancio occorre il parere preventivo della I Commissione consiliare.



PRESIDENTE

Esiste un problema di fondo che è stato esaminato nelle legislature precedenti connesso agli emendamenti. Un qualche fondamento esiste, per non necessariamente l'emendamento a una legge comporta il riesame in Commissione. Moltissimi emendamenti infatti furono presentati in occasione di leggi di questo tipo, occorre dare un'interpretazione più restrittiva altrimenti ogni emendamento dovrebbe essere esaminato dalla Commissione.
Pongo in votazione l'emendamento. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 28 voti favorevoli e 16 astensioni.
Pongo in votazione l'art. 2 nel testo emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 29 Consiglieri si sono astenuti 18 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
Art. 3 "La presente legge regionale è dichiarata urgente ai sensi dell'art. 4.5 dello Statuto ed entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 29 Consiglieri si sono astenuti 18 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
Pongo ora in votazione l'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 30 Consiglieri si sono astenuti 17 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Esame progetto di legge n. 175: "Seconda sottoscrizione di nuove azioni della S.p.A. Aeroporto di Cuneo Levaldigi"


PRESIDENTE

Il punto 5) all'o.d.g. prevede l'esame del progetto di legge n.175: "Seconda sottoscrizione di nuove azioni della S.p.A. Aeroporto di Cuneo Levaldigi".
Relatore è il Consigliere Valeri che dà per letta la sua relazione.
Non essendovi interventi possiamo passare alla votazione del relativo articolato.
Art. 1 "Al fine di mantenere nella quota percentuale attuale la partecipazione azionaria della Regione nell'Aeroporto di Cuneo Levaldigi S.p.A., la Giunta regionale è autorizzata a sottoscrivere n. 25.200 delle 193.200 nuove azioni da nominali L. 10.000 ciascuna emesse dalla Società stessa in esecuzione dell'aumento del proprio capitale sociale da L. 1.932.000.000 a L. 3.864.000.000".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione presenti e votanti 44 hanno risposto SI 44 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
Art. 2 "Per l'attuazione della presente legge è autorizzata per l'anno finanziario 1986 la spesa di L. 252.000.000.
All'onere di cui al precedente comma si provvede mediante la riduzione, in termini di competenza e di cassa, di L. 140.000.000 dello stanziamento di cui al capitolo 2200 e di L. 112.000.000 dello stanziamento di cui al capitolo 12600 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1986, con riferimento all'accantonamento autorizzato per il finanziamento dei d.d.l. n. 156 e n. 159, aventi rispettivamente per oggetto l'acquisto di azioni della SITO S.p.A. e della Rivalta Scrivia S.p.A. e mediante l'istituzione, nello stato di previsione medesimo, di apposito capitolo con la denominazione: 'Oneri relativi alla sottoscrizione di nuove azioni dell'Aeroporto di Cuneo Levaldigi S.p.A.' e con lo stanziamento di L.
252.000.000 in termini di competenza e di cassa.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 44 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
Art. 3 "La presente legge regionale è dichiarata urgente ed entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte, ai sensi dell'art. 45, sesto comma, dello Statuto".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 44 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
Pongo ora in votazione l'intero testo della legge.



((Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 41 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Esame progetto di legge n. 174: "Seconda sottoscrizione di nuove azioni della Socotras S.p.A."


PRESIDENTE

Esaminiamo ora il progetto di legge n. 174: "Seconda sottoscrizione di nuove azioni della Socotras S.p.A.", di cui al punto 6) all'o.d.g.
Diamo per letta la relazione del Consigliere Fassio Ottaviano.
Non essendovi interventi passiamo alla votazione del relativo articolato.
Art. 1 "Al fine di mantenere nella quota percentuale attuale la partecipazione azionaria della Regione nella Socotras S.p.A, di Torino, la Giunta regionale è autorizzata a sottoscrivere n. 3.450 delle 34.500 nuove azioni da nominali L. 50.000 ciascuna emesse dalla Società stessa in esecuzione dell'aumento del proprio capitale sociale da L. l.725.000.000 a L.
3.450.000.000".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione presenti e votanti 41 hanno risposto SI 39 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si è astenuto 1 Consigliere L'art. 1 è approvato.
Art. 2 "Per l'attuazione della presente legge è autorizzata per l'anno finanziario 1986 la spesa di L. 172.500.000.
All'onere di cui al precedente comma si provvede mediante una riduzione di L. 172.500.000, in termini di competenza e di cassa, dello stanziamento di cui al capitolo 2200 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1986 e mediante l'istituzione, nello stato di previsione medesimo, di apposito capitolo con la denominazione: 'Oneri relativi alla seconda sottoscrizione di nuove azioni della Socotras S.p.a. e con lo stanziamento di L. 172.500.000 in termini di competenza e di cassa.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 39 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 2 è approvato.
Art. 3 "La presente legge regionale è dichiarata urgente ed entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte, ai sensi dell'art. 45, sesto comma, dello Statuto".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 39 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 3 è approvato.
Passiamo ora alla votazione dell'intero testo di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 40 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Provvidenze per la costituzione di aree industriali ed artigiane attrezzate

Esame proposta di deliberazione n. 346: "Regolamento CEE 219/84. Programma speciale per la Provincia di Vercelli"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della proposta di deliberazione n. 346: "Regolamento CEE 219/84. Programma speciale per la Provincia di Vercelli" di cui al punto 16) all'o.d.g.
Tale deliberazione è stata licenziata all'unanimità dalla Commissione competente, ma sono stati presentati 42 emendamenti da parte del Consigliere Ala che ha la parola per illustrarli.



ALA Nemesio

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, vorrei spiegare il senso di tali emendamenti. Essi non riguardano la deliberazione in quanto tale, che tiene conto già di alcune giuste esigenze che io volevo porre in luce, ma mettono in evidenza limiti nei progetti presentati dai vari soggetti che hanno chiesto di accedere ai finanziamenti.
Particolarmente preso di mira dagli emendamenti era il progetto n. 12 azione n. 5, volto a fornire alle piccole e medie imprese informazioni su opportunità di sviluppo derivanti da grandi programmi, di investimento pubblici e privati. E' un progetto presentato da industriali vercellesi nel quale, con una certa faccia tosta, si insinua il dibattito in corso sulla realizzazione della centrale elettronucleare di Leri - Cavour e con il quale si ripropongono forme di finanziamento in merito.
A questo proposito la deliberazione è più corretta: precisa che la rilevanza di questo progetto è chiaramente ricollegabile all'andamento della discussione nazionale in merito al PEN. Volevo richiamare l'attenzione su questo progetto che giunge spiazzato e che mira a nuovamente finanziare e agevolare una categoria incautamente a favore della centrale nucleare, il cui scopo è quello di ottenere forme di agevolazione o, detto in termini semplici, ulteriori profitti.
Più in generale la discussione verteva attorno a molti progetti, nelle azioni 1, 2 e 3. Vi era da parte delle categorie imprenditoriali e artigiane una grossa sottovalutazione dei temi della tutela ambientale, del risparmio energetico e del miglioramento dell'ambiente di lavoro. Dovrebbe essere invece compito della Regione - e credo in questo di trovare assenso da parte della Giunta - invitare a tenere nella giusta considerazione tali problemi nella destinazione dei finanziamenti.
L'uso del computer e di altri sistemi analoghi dovrebbe essere adottato non solo per problemi di paghe e contributi. Soprattutto nel progetto 2 rubinetterie e valvolame, non è riscontrabile alcun interesse da parte degli imprenditori, pur avendo a disposizione e chiedendo denaro pubblico di provenienza CEE nel campo della depurazione degli scarichi e dell'impatto ambientale di aziende che hanno già creato guasti e dissesti in molte aree del Piemonte.
L'ultimo progetto sul quale avevo presentato emendamenti era il progetto n. 10, azione 4, concernente la fattibilità e la realizzazione di un centro di prima raccolta di rifiuti industriali nell'area vercellese.
L'urgenza di un intervento come questo, estremamente prioritario, non occorre sottolinearla.
La lettura di questo progetto però ne fa constatare l'alta improbabilità di realizzazione. Non si sa con precisione chi l'abbia stilato, anche se sembra provenga dall'area industriale attrezzata del Vercellese; comunque, pare scritto da persone senza alcuna competenza in merito, neppure dotate di una minima conoscenza della legislazione al riguardo; anche i costi paiono ampiamente sottostimati.
Chiunque si occupi del problema dello smaltimento dei rifiuti ha ben presente che un centro di stoccaggio gratuito dei rifiuti (chiamato "Centro di prima raccolta dei rifiuti industriali", anche se formalmente secondo il D.P.R. n. 915 andrebbe definito centro di stoccaggio provvisorio) sarebbe ben presto saturo. Davanti alla casa di chiunque accogliesse, sia pure provvisoriamente, dei rifiuti gratuitamente si formerebbe una lunghissima fila di TIR in attesa di scaricare ogni sorta di rifiuti. D'altra parte pensare di risolvere il problema con "un capannone vuoto nel quale con alcune ristrutturazioni accoglieremo ecc.", senza tenere conto delle complesse istruttorie collegate all'attuazione del D.P.R. n. 915 e della L.R. n. 18, mi sembra abbia dell'incredibile. Sicuramente c'è una grossa sottovalutazione del problema e tale da esserne preoccupati. Ad una lettura attenta questo progetto purtroppo mi pare tale da non poter ottenere l'assenso da parte di chi lo dovrà esaminare; dico purtroppo perché invece dovrebbe essere un progetto prioritario.
Un'ultima considerazione e scusate se torno al problema della centrale nucleare. Sono rimasto sconcertato nel sentir chiamare "leggi di animazione economica" (così viene scritto dall'Associazione industriale di Vercelli) leggi quali la n. 393 relativa alle centrali nucleari e la famosa legge n.
8/1983 sulla quale è in corso un referendum. Chiamarle leggi di animazione economica mi pare quanto meno improprio.
Detto questo, illustrati quindi gli emendamenti, se da parte della Giunta c'è la disponibilità ad accoglierne almeno il senso complessivo ovvero ribadire che i progetti relativi all'insediamento elettronucleare sono direttamente subordinati al dibattito politico in corso e se c'è la disponibilità - qualora questi progetti venissero finanziati - ad un impegno regionale a destinare, in fasi successive, parte di questi fondi nel campo della valorizzazione delle risorse, del risparmio energetico e della tutela ambientale, dichiaro fin d'ora di essere disponibile a ritirare i miei emendamenti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Genovese.



GENOVESE Piero Arturo, Assessore al lavoro

Cercherò di essere breve anche se ci troviamo di fronte ad una deliberazione complessa e per molti versi problematica. La Regione, avendo la titolarità dell'approvazione di un programma speciale in applicazione del Regolamento CEE n. 219, ha scelto e seguito la strada di coordinare attraverso due gruppi di lavoro l'uno tecnico formato da funzionari e da rappresentanti degli enti strumentali della Regione l'altro tecnico politico, un insieme di progetti e di proposte pervenuti da vari soggetti che, in un primo tempo nel 1984, quando era stato approvato il Regolamento CEE, si era pensato di coordinare attraverso l'attività del Comitato comprensoriale di Vercelli.
Al Piemonte è stata assegnata una disponibilità di intervento in questo campo che si aggira sui 9 miliardi e 100 milioni, supporto finanziario per interventi della CEE che, secondo le proposte di programma formulate dalla Regione, devono essere prima valutate dal Ministero dell'Industria.
Vi è poi un'altra assegnazione di fondi, direttamente alle imprese prevista dal Regolamento CEE n. 219, di circa 6 miliardi per l'attuazione di programmi di riconversione e di innovazione aziendale che le imprese interessate presentano alla CEE attraverso le banche.
Ci siamo quindi trovati di fronte - ne devo dare spiegazione al Consigliere Ala che non per sua responsabilità non ha seguito la vicenda piuttosto lunga della formazione di questo programma - ad una gamma di proposte provenienti da vari soggetti pubblici, privati o associativi che operano nei Comuni della Provincia di Vercelli, compresi nell'area dove trova applicazione il "fuori quota" tessile (Regolamento CEE n. 219): attraverso l'attività dei due gruppi di lavoro abbiamo cercato per quanto possibile di coordinare le proposte per evitare sovrapposizioni, fin dove ciò era consentito e possibile, sia per la pluralità dei soggetti sia per la loro diversa localizzazione a Vercelli o Biella o Borgosesia, cioè in aree diverse della Provincia di Vercelli.
Questo lavoro di coordinamento ha portato a ritenere di non escludere a priori progetti per una richiesta complessiva poco superiore a 10 miliardi di finanziamento CEE a fronte di una disponibilità assegnata al Piemonte di 9 miliardi e 100 milioni. Non è parso di dover procedere oltre con esclusioni in quanto siamo di fronte a progetti di massima su cui viene richiesto un finanziamento parziale della CEE a cui si aggiungerà il residuo finanziamento degli interessati: i 9 miliardi richiesti corrispondono a 18 miliardi di costo complessivo per la realizzazione dei relativi progetti.
Non si è proceduto oltre, ripeto, anche perché devono ancora essere fatte sia l'istruttoria del Ministero dell'Industria sia quella della CEE e qualora i progetti vengano ritenuti ammissibili si dovrà procedere ad un'ulteriore fase di progettazione esecutiva. Inoltre non conosciamo ancora con esattezza quale sarà la quota di finanziamento che la CEE riconoscerà per ogni singolo progetto. Siamo quindi in una fase che consente ancora valutazioni successive.
Il confronto in Commissione sulla proposta di deliberazione del Consiglio regionale che la Giunta ha formulato ha portato ad alcuni approfondimenti che trovano già traduzione nella proposta di deliberazione oggi all'esame del Consiglio.
Non potendo la Giunta modificare facilmente progetti come quello che il Consigliere Ala ha richiamato, che consiste nell'azione n. 5 (progetto n.
12 riguardante le commesse per la realizzazione di grandi lavori pubblici e più in specifico quelli della centrale elettronucleare di Trino), si è convenuto di precisare nella deliberazione quanto il Consigliere Ala ha già richiamato e cioè che comunque l'accoglibilità e la rilevanza di questo progetto discendono dalla conferma o meno nel PEN (Piano Energetico Nazionale) della previsione della realizzazione di una centrale elettronucleare o di altre strutture equivalenti. L'abbiamo messo all'ultimo posto e conserva rilevanza solo se ci sarà una conferma delle indicazioni del Piano Energetico Nazionale,, per cui difficilmente questo progetto sarà accoglibile se la discussione che è avviata porterà a decisioni che sembrano già abbastanza orientate in ordine a questo problema. Questa è la mia valutazione personale.
Per quanto riguarda i problemi più generali richiamati dal collega Ala ci sono alcune osservazioni da fare. La prima riguarda il progetto di stoccaggio dei rifiuti solidi urbani. Molto probabilmente il soggetto che lo ha formulato ha pensato che in ogni caso dovrebbero essere solo accolti e stoccati i rifiuti industriali di quelle industrie che ricadono all'interno dei Comuni dove opera il "fuori quota" tessile. Mi rendo conto che ciò sarà quasi impossibile da controllare e da realizzare e che ci possono essere grosse perplessità attorno a questo problema. Devo dire che complessivamente, come il Consigliere Ala avrà visto, i tre progetti che riguardano l'ambiente o le risorse, che costituiscono nell'insieme l'azione n. 4, sono stati inseriti dopo le azioni nn. 1, 2 e 3 come ordine di priorità nella proposta di deliberazione del Consiglio regionale; ciò in quanto, mentre il decreto di attuazione del Regolamento CEE n. 219 del Ministero dell'Industria prevede anche il finanziamento di interventi di tutela ambientale, il Regolamento CEE n. 219 sembra escluderli, in quanto esistono altre azioni comunitarie che operano su questo versante.
In Commissione ne abbiamo discusso a lungo e si era convenuto di inserire complessivamente i tre progetti, che costituiscono nel loro insieme la quarta azione proposta, in ordine di priorità dopo le azioni nn.
1, 2 e 3 come il Consigliere Ala avrà constatato. Questo vuol dire che abbiamo dato un'indicazione sostanziale di priorità, ribadendo inoltre che qualora non esistano fondi aggiuntivi residuali sul "fuori quota" tessile ha comunque per noi rilevanza assoluta il progetto del Centro di Innovazione e di Impresa, per il quale abbiamo votato poco fa l'ordine del giorno che impegna la Giunta ad inoltrare la richiesta alla Commissione della CEE.
Nella sostanza quindi le preoccupazioni di Ala erano già presenti alla Commissione e alla Giunta e trovano una traduzione nell'indicazione di priorità delle azioni che la deliberazione proposta al Consiglio rappresenta e propone.
Più in generale vorrei dire al Consigliere Ala che capisco in questo caso più che nella discussione che abbiamo avuto nel precedente Consiglio regionale che forse è opportuno rispetto ai finanziamenti pubblici di un certo rilievo che dovrebbero essere localizzati nel Vercellese dare indicazioni generali per configurare modalità di intervento che assicurino la tutela ambientale, la valorizzazione delle risorse e il risparmio energetico. Però pregherei il Consigliere Ala, se ho inteso bene il senso dell'illustrazione degli emendamenti, di voler acconsentire che il problema formi oggetto di un successivo ordine del giorno del Consiglio Regionale che, collocandosi prima dell'avvio della progettazione esecutiva dei progetti che saranno ammessi dalla CEE, precisi, in quanto la Regione è titolare dei programmi e della richiesta dei finanziamenti, ai soggetti che dovranno realizzare i progetti ammessi a contributo alcuni indirizzi e orienta menti da seguire nella realizzazione e nello sviluppo dei progetti stessi.
Se ciò per il Consigliere Ala potesse costituire un impegno sufficiente da parte della Giunta, posso confermare che vi è la disponibilità ad approfondire in un successivo momento questi aspetti e a darne la definizione più opportuna di indirizzo per i soggetti che dovranno sviluppare e realizzare i progetti.



PRESIDENTE

Il Consigliere Ala ritira gli emendamenti. Ha chiesto di parlare il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Signor Presidente, vorrei far rilevare una questione. Noi abbiamo intenzione, anche perché abbiamo lavorato molto in Commissione portando le nostre posizioni, di collocarci sul complesso del provvedimento. Di solito per quanto riguarda la deliberazione, si ha dapprima una presentazione da parte dell'Assessore alla quale segue il dibattito e successivamente l'esame degli emendamenti.
La partenza sparata del collega Ala sugli emendamenti da lui presentati e la risposta dell'Assessore rendono difficile il normale iter. Possiamo però recuperarlo con buon senso.



PRESIDENTE

Quando ho comunicato al Consiglio che il collega Ala aveva presentato 42 emendamenti su tale deliberazione, lo stesso Ala ha dichiarato che li avrebbe ritirati a fronte di un preciso impegno da parte della Giunta.
A questo punto apriamo la discussione generale sulla deliberazione dando la parola all'Assessore Genovese per l'illustrazione della stessa.



GENOVESE Piero Arturo, Assessore al lavoro

Non sempre è richiesta l'illustrazione delle deliberazioni. Questa per assume un certo rilievo tanto che in Commissione si è lavorato con adeguato approfondimento.
Questa situazione straordinaria o eccezionale per cui il Consigliere Ala ha subito illustrato i propri emendamenti mi ha costretto a introdurre un'illustrazione e ad invitare il Consigliere Ala a non insistere oggi nella presentazione degli emendamenti.
Per l'economia dei nostri lavori riterrei, signor Presidente, che quanto ho detto prima possa costituire l'introduzione alla discussione. Mi riservo eventualmente di intervenire in sede di precisazione.



PRESIDENTE

D'accordo. La discussione è aperta. Ha chiesto di parlare il Consigliere Calligaro. Ne ha facoltà.



CALLIGARO Germano

Lo scopo del Regolamento è di sviluppare le attività che possono creare nuovi posti di lavoro attraverso interventi di ristrutturazione riqualificazione, innovazione del settore tessile e dell'abbigliamento e attraverso nuove attività sostitutive di, diversificazione produttiva.
Il programma speciale, come ha ricordato l'Assessore, consiste in 24 progetti di massima raggruppati in 5 azioni. Hanno lavorato vari gruppi di lavoro per coordinare e finalizzare i vari progetti.
In IV Commissione il programma è stato presentato alla fine del mese scorso e noi abbiamo sollevato una questione di metodo. Il Decreto ministeriale è del 16 maggio mentre la Circolare ministeriale relativa all'applicazione del Regolamento è del 31 luglio, ma la Commissione ha potuto prendere visione di questi progetti solo alla fine di ottobre. Per molti versi il Consiglio è chiamato ad approvare questi progetti frettolosamente in quanto entro il 15 c.m. bisogna presentare il programma speciale al Ministero dell'Industria.
Abbiamo sollevato in Commissione questioni riguardanti anche il merito e dobbiamo ammettere esplicitamente che il confronto è stato serrato e proficuo. Le questioni di merito sollevate riguardano la congruità dei progetti.
Nel complesso emerge una capacità progettuale modesta; alcuni progetti non possono essere considerati prioritari o perché incongrui o perché non riferibili al Regolamento CEE.
I progetti trasversali risultano scarsamente mirati alle imprese di dimensioni minori; quelli per la realizzazione di centri di informatica rischiano di sovrapporsi a quelli esistenti, favorendo certe aziende e danneggiandone altre; eppure tutti sappiamo che nel campo dell'informatizzazione sarebbe di grande importanza riuscire a razionalizzare le reti.
Certi progetti rischiano di esaurirsi con gli studi preliminari, altri devono necessariamente essere riferiti a leggi nazionali e a norme comunitarie, ad esempio, quelle riguardanti le materie dell'energia e dell'ecologia.
Il lavoro in Commissione comunque è stato proficuo perché abbiamo voluto fortemente che si fissassero le priorità, si stabilisse un preciso ordine di importanza.
Il secondo motivo per cui possiamo sostenere che il lavoro è stato proficuo è che l'Assessore si è impegnato a chiedere al Governo, una volta scelti i programmi da parte della CEE, precise competenze di gestione e di controllo per la Regione.
Sulle priorità i risultati raggiunti sono soddisfacenti, sono state accolte raccomandazioni che noi consideravamo irrinunciabili.
Le azioni 1, 2 e 3 sono considerate più incisive ai fini del rilancio e della qualificazione dell'apparato produttivo industriale e dei servizi con una precisazione che riguarda la parte relativa alla ricerca finalizzata per l'individuazione di opportunità di job creation del progetto n. 24 proposto dall'Unione Provinciale delle Cooperative di Vercelli.
Abbiamo chiesto le modifiche per due motivi; intanto perché nutriamo seri dubbi che il soggetto proponente sia all'altezza di un compito così arduo e poi perché dobbiamo scegliere, in quanto la CEE promuove la costituzione , di centri di impresa e di innovazione i cui compiti sono quelli di, favorire nuova imprenditorialità, diversificazione e rinnovamento tecnologico, il progetto "BIC Piemonte" al quale assegniamo importanza fondamentale e assoluta priorità.
Se così è, non si giustifica un progetto che sarebbe un doppione del "BIC", quello appunto proposto per job creation da parte dell'Unione delle Cooperative di Vercelli. Noi consideriamo questa parte del progetto incongrua ed inaccettabile in quanto rappresenterebbe uno spreco di risorse.Abbiamo inoltre nutrito dubbi, che abbiamo esternato chiaramente in Commissione, sul soggetto proponente: l'Unione Provinciale delle Cooperative di Vercelli non ha né sede né recapito. A pag. 72 del programma l'ente proponente è l'Unione Provinciale delle Cooperative, a pag. 171 è sempre lo stesso, ma a pag. 189 nella scheda tipo il soggetto cambia, anzi i soggetti titolari dell'azione diventano due: l'Unione delle Cooperative Provinciale e Regionale; compare per la prima volta la sigla dell'Unione Regionale. E' evidente che esiste solo il livello regionale, era più corretto dirlo. Tra l'altro, non possiamo non notare una strana commistione: l'Unione Provinciale delle Cooperative è appaltata alla CISL di Vercelli (lo stesso segretario della CISL è Presidente dell'Unione Provinciale delle Cooperative, è al tempo stesso sindacalista e datore di lavoro). Ci è stato detto che non c'è incompatibilità formale, ma c'è un'incompatibilità di fatto, guai a non vederla.
Ci è stato detto anche che il progetto n. 24 aveva avuto l'appoggio della FULTA (Federazione Unitaria dei. Lavoratori Tessili e Abbigliamento) purtroppo le federazioni unitarie dei lavoratori non esistono più; abbiamo per scrupolo consultato la FILTEA-CGIL Regionale e Provinciale di Vercelli ma assolutamente non risulta che quel Sindacato abbia approvato il progetto n. 24.
Tra l'altro, l'unico criterio che deve valere è la congruità del progetto, indipendentemente dai soggetti proponenti o da chi appoggia i vari progetti.
Noi però non siamo dei formalisti; numerose cooperative associate all'Unione (probabilmente regionale) attendono la possibilità di avere un centro di servizi, quindi consideriamo la seconda parte del progetto n. 24 quella riferita alla realizzazione del Centro Servizi per le imprese cooperative, meritevole di approvazione.
L'azione 4, che presenta tre progetti (10, 18 e 19) riguardanti i rifiuti industriali, il risparmio energetico, la depurazione delle acque reflue, è certamente rilevantissima dal punto di vista ambientale ed ecologico, ma esistendo specifiche leggi nazionali e normative comunitarie non può essere riferibile al Regolamento n. 219 anche perché difficilmente verrebbe accolta sia dal Governo che dalla Comunità Economica Europea.
L'azione 5, che ha un solo progetto (dell'Unione Industriale) volto a favorire il concorso delle imprese locali alla fornitura di componenti opere e servizi per la costruzione di grandi opere, in particolare la centrale elettronucleare, è stata retro cessa,.per i ben noti motivi rispetto ai punti che vengono considerati assolutamente prioritari. Per concludere, abbiamo presentato un emendamento sulla base del quale si retrocede quella parte del progetto n. 24 riguardante lo studio di fattibilità sulle iniziative di job creation; se verrà accettato questo nostro emendamento daremo voto favorevole al programma speciale con le sue priorità e articolazioni.



PRESIDENTE

Gli emendamenti presentati dai Consiglieri Valeri, Calligaro e Bruciamacchie, che sono stati concordati con l'Assessore, recitano: a pag. 2, quindicesima riga, sopprimere: "qualora venga ammesso a finanziamento il progetto BIC Piemonte" a pag. 2, quattordicesima riga, dopo "(costo previsto: 406.300.000)" aggiungere: "considerata la priorità assegnata al BIC, non risulta rilevante;".
La parola all'Assessore Genovese.



GENOVESE Piero Arturo, Assessore al lavoro

Signor Presidente, vorrei esporre due osservazioni a quanto ha detto il Consigliere Calligaro nel suo intervento. La discussione, che si è sviluppata all'interno della Commissione in particolare su un progetto presentato dall'Unione Provinciale delle Cooperative di Vercelli, dovrebbe tener conto più del progetto che del soggetto proponente; infatti, a fronte di perplessità che ci sono su molti progetti, appare opportuno riservarsi una valutazione definitiva al momento della presentazione dei progetti esecutivi, tenendo altresì conto delle istruttorie e dell'esame che dovrà fare sia il Ministero dell'Industria sia la Commissione della CEE. Se la valutazione fosse oggi principalmente condizionata dall'esame dei soggetti proponenti rischieremmo di essere fraintesi e di non operare con correttezza.
Non posso considerare, né credo lo possa fare il Consiglio regionale come elemento di debolezza del soggetto il fatto che l'Unione Provinciale delle Cooperative possa avere sede presso la CISL di Vercelli. Questi elementi non sono sostanzialmente rilevanti poiché nulla vieta che tra associazioni che collaborano, per esempio le centrali cooperative e le organizzazioni sindacali territoriali e regionali, vi siano momenti di supporto vicendevole anche sul piano logistico e funzionale. Questo mi sembra esuli dalla riflessione che dobbiamo fare.
Noi sappiamo - perché questo ci è stato richiesto e quindi sono stati forniti anche i dati, sia pure qualche giorno fa - che questa Unione ha 38 cooperative ed opera soprattutto nel settore agricolo. Di più non so dire sulla consistenza, sulla capacità professionale e sulla serietà dell'Unione Provinciale delle Cooperative di Vercelli e credo che non dobbiamo addentrarci oltre.
In Commissione abbiamo convenuto di dare rilevanza e priorità al progetto del Centro di Impresa e Innovazione (BIC).
Con l'ordine del giorno votato da poco in Consiglio regionale, sulla scorta, della proposta formulata dall'Assessorato, si prevede di avviare la prima fase di sperimentazione del Centro di Impresa e di Innovazione proprio in Provincia di Vercelli, perché è finanziabile attraverso il "fuori, quota" tessile (Regolamento CEE n. 219) da parte del Fondo europeo di sviluppo regionale. Collegando le due ipotesi (progetto Unione Cooperative e progetto BIC) abbiamo convenuto in Commissione che la parte che attiene , alla fase di ricerca e di indagine, contenuta nel progetto n.
24, presentato dall'Unione provinciale delle cooperative di Vercelli, cade come rilevanza a fronte del progetto di ricerca per l'avvio del BIC, mentre mantiene la sua validità la parte relativa alla costituzione di un centro di servizi per la cooperazione.
Nella sostanza l'emendamento presentato dai colleghi del Partito comunista tende a sottolineare che per quanto attiene alla fase di ricerca non si ritiene che questo o altri progetti diano garanzie sufficienti a svolgere un'azione di ricerca per avviare iniziative di job creation quale quella che veniva proposta. Quindi si richiede di modificare una parte del disposto della deliberazione stabilendo che non solo nel caso in cui non venga finanziato il Centro di Impresa e di Innovazione richiesto dalla Regione, ma in assoluto questa parte del progetto n. 24 non venga ritenuta ammissibile. Questo perché non si ritiene che ogni singolo soggetto sia in grado di fare una ricerca finalizzata di questo tipo.
Noi dobbiamo rafforzare, come stiamo facendo, la richiesta prioritaria del finanziamento del Centro di Impresa e di Innovazione che la Regione sta per avanzare alla Comunità Europea. Quindi per questa motivazione concordo a nome della Giunta sugli emendamenti che sono stati presentati.



PRESIDENTE

Pongo in votazione gli emendamenti di cui ho già dato lettura.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Sono approvati con 41 voti favorevoli e 1 astensione.
Pongo ora in votazione la deliberazione nel testo che è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 42 voti favorevoli e 1 astensione. Pongo in votazione l'immediata esecutorietà di tale deliberazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 43 Consiglieri presenti.


Argomento: Protezione civile

Esame progetto di legge n. 120: "Promozione e valorizzazione del volontariato nella protezione civile"


PRESIDENTE

Il punto 7) all'o.d.g. prevede l'esame del progetto di legge n. 120: "Promozione e valorizzazione del volontariato nella protezione civile".
La parola al relatore, Consigliere Bruciamacchie.



BRUCIAMACCHIE Mario, relatore

Essendo il provvedimento da lunga data iscritto ai lavori del Consiglio darei per letta la relazione che lo accompagna, limitandomi però a fare due considerazioni che mi sembrano doverose rispetto ai colleghi Consiglieri che non hanno potuto partecipare ai lavori della Commissione.
Ricordo che il Consiglio Regionale esaminò l'analogo provvedimento di legge nel febbraio 1985 e anche allora si pervenne sia in sede di Commissione sia in sede di Consiglio ad un voto unanime. Allora relatore era il Consigliere Carletto. Le Commissioni che hanno esaminato questo provvedimento lo considerano un intervento che completa l'impegno attorno ai temi della protezione civile. A questo proposito ricordo che pochi mesi fa è stata approvata e regolarmente vistata dal Commissario di Governo la legge sulla protezione civile: completiamo quindi una serie di atti legislativi di particolare significato e valore per la collettività regionale.
Se questo provvedimento, come ci auguriamo, andrà felicemente in porto saremo sicuramente tra le Regioni italiane che affrontano queste problematiche con uno spirito che va al di là delle divisioni fra maggioranza e minoranza. Il tema della protezione civile e del volontariato infatti viene a collocarsi in un ambito che supera gli schieramenti di maggioranza e tende a cogliere preoccupazioni e valori e ad affrontare generali problematiche della collettività piemontese.
Con questo provvedimento non si vuole assolutamente invadere un comparto della nostra società in cui già oggi esiste una ricca e articolata presenza di forme organizzate.
Credo che, oggi come già nel 1985, l'obiettivo del provvedimento sia quello, partendo dal riconoscimento di tali forme di volontariato, di finalizzare quest'ultimo all'interno dello specifico campo della protezione civile e non in quello del volontariato in generale.
Questo provvedimento legislativo vuole essere ulteriore stimolo per la valorizzazione del volontariato già organizzato e vuole incentivare la formazione dove questo non esiste.
Il territorio piemontese è esposto in modo molto acuto al dissesto idrologico, all'inquinamento, agli incendi boschivi e ad altri danni mentre non è esposto ai fenomeni di origine tellurica e vulcanica.
In presenza di problemi di questa natura che sono estesi su tutto il territorio della Regione è di vitale importanza disporre localmente di forze organizzate, tecnicamente preparate, in grado di compiere i primi interventi qualora si verifichi l'evento calamitoso. L'esperienza ha ampiamente dimostrato che dal momento in cui il fatto calamitoso si verifica al momento dell'intervento delle autorità competenti intercorre un intervallo di tre o quattro ore, tempi lunghi per le popolazioni investite dalla calamità. Sono i tempi nei quali la struttura organizzata a livello locale, quindi il Comune e gli altri organi di protezione civile, e quella del livello statuale sono capaci di mettersi in movimento, per cui i danni economici e il pericolo per le vite umane sono notevolmente ridimensionati.
L'obiettivo non è solamente quello di intervenire dopo che un fatto calamitoso si è verificato, ma è anche quello di impegnare tutte le forze presenti nella società in modo permanente nell'opera di prevenzione, come impegno prioritario al fine di limitare notevolmente le conseguenze.
Occorre un impegno per realizzare opere apparentemente minimali, ma decisive ai fini della prevenzione, ad esempio il ripristino di un percorso in montagna, la ripulitura delle sponde dei fiumi, la rimessa in vegetazione di aree dove l'opera naturale o l'intervento dell'uomo possono provocare pericoli di smottamenti.
Proprio perché la moderna concezione del volontariato nella protezione civile a livello nazionale va in quest'ottica, proprio perché esiste la disponibilità della società a rispondere a questi problemi, è opportuno riproporre questa tematica nell'ambito della normativa attualmente vigente.
Nel disposto vengono richiamati la normativa del 1970, il decreto attuativo del 1982 e altri provvedimenti che si sono succeduti in questi anni e viene evidenziata l'assenza di una più definita, precisa e aggiornata normativa nazionale.
Il Parlamento ha licenziato nel gennaio 1986 un testo di legge unitario dove la parte del volontariato nella protezione civile viene normata similmente a quanto accade nell'articolato che viene proposto oggi al Consiglio regionale.
Ci collochiamo nell'ambito delle competenze che la Regione ha e nell'ambito di altre competenze che il nuovo testo in esame al Parlamento trasferirà con maggiore precisione alle Regioni e ai Comuni nell'ambito di una normativa che assolutamente non contrasta con il potere di altri organi statuali, prefettizi o di altre forze che operano nel campo della protezione civile come ad esempio l'Esercito.
Nella relazione mi permetto di avanzare al Consiglio regionale e all'Ufficio di Presidenza la proposta di assumere un'iniziativa attorno a questa problematica. Esiste un provvedimento di legge che riguarda la protezione civile in generale, che prevede piani annuali e pluriennali regionali; si stanno predisponendo a questo proposito strutture tecniche qualificate; arriva oggi il provvedimento inerente il volontariato e sappiamo come la grande coscienza attorno a queste tematiche può crescere se c'è un impegno adeguato si livelli statuali, in questo caso Comuni e Province, che sono prioritariamente interessati nel caso di eventi calamitosi estesi sul territorio e se c'è un coinvolgimento e un impegno pressante verso la struttura scolastica. Il momento educativo è decisivo ai fini della creazione di una coscienza adeguata in proposito. Perché quindi ecco la proposta che si avanza - non investire di queste problematiche il mondo della scuola? Perché non ripetere l'iniziativa che il Consiglio già attuò con la legge n. 32 in merito alla protezione dell'ambiente che investi le scuole attraverso un concorso e un rilevante impegno da parte della stessa struttura scolastica? Sarebbe utile che le tematiche ambientali diventassero materie di insegnamento. Ci sono indicazioni già a livello nazionale e in questo ambito potremmo non solo predisporre dei provvedimenti di legge, ma avviare un processo di assunzione di responsabilità verso queste problematiche perché l'ente pubblico, dotandosi degli strumenti necessari, dia garanzia alla collettività al fine anche di accrescere la coscienza individuale e generale affinché questi temi vengano affrontati al livello che la situazione richiede.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il nostro Gruppo in Commissione ha votato a favore di questa proposta di legge e ha presentato una serie numerosa di emendamenti, per larga parte ripetitivi, ma che tendono a scioglierne il nodo interpretativo al fine di evitare alcuni inconvenienti. Il rischio è che si avvii un processo di governo spontaneo di questa materia che non riteniamo funzionale agli obiettivi della legge sulla protezione civile. Quindi con i nostri emendamenti vogliamo realizzare nel breve tempo il censimento del volontariato, metterlo a disposizione della Giunta nei livelli comunali, provinciali e regionale facendo carico alla Giunta di predisporre una deliberazione di attuazione di questa legge e della legge regionale, sulla protezione civile.
Non possiamo infatti immaginare di lasciare nello spontaneismo gestionale gli Enti locali, le organizzazioni, i singoli cittadini completamente allo sbando così com'è previsto nel testo in esame.
Non è per esempio pensabile che il ruolo del Comune di Torino sia identico al ruolo del Comune di Montaldo Dora. Sembra anche di capire che i gruppi operativi presenti su un certo territorio debbano avere una finalizzazione e una specializzazione diversa rispetto a nuclei operativi in altri Comuni. Ci vuole una vera e propria legge che noi riteniamo si possa assolvere attraverso una deliberazione di Consiglio, proposta dalla Giunta, come momento attuativo di questa legge. Altrimenti i rischi sono gravi soprattutto per il Presidente che è responsabile di questa materia.
La protezione è qualcosa di preciso soprattutto a livello regionale: la nostra legge, all'art. 2, individua i settori, quindi dobbiamo decidere se il volontariato è funzionale ai comparti di intervento regionale o al concetto generico di protezione civile. Si tratta di capire se la protezione civile la si utilizza solo, come noi riteniamo, per interventi di protezione civile oppure per altre situazioni di solidarietà umana (se così la vogliamo chiamare) o per esigenze di partecipazione di persone che non sia no quelle operanti al livello delle istituzioni al quale sono affidate talune incombenze.
Sono interrogativi delicati dal punto di vista istituzionale anche in altri ordini di responsabilità.
In questo testo di legge, per esempio, si scrive che il Sindaco è prefigurato come soggetto che fa intervenire le squadre di volontariato nella protezione civile. A me pare un'ipotesi fortemente abborracciata perché potrebbero verificarsi omissioni di atti d'ufficio e persino concorso in omicidio colposo.
Questa legge, avendo la funzione di provocare una forte sensibilizzazione all'interno della società piemontese, in particolare dei giovani e della scuola, deve portare come primo risultato una fotografia dell'esistente, fotografia che impegna l'esecutivo a individuare strumenti di utilizzazione del complesso umano che si è messo a disposizione.
Nei nostri emendamenti suggeriamo alla Giunta due pilastri sui quali deve muoversi: l'individuazione di due interlocutori o di due sistemi di interlocutori, da una parte il sistema del volontariato fortemente organizzato che deve essere titolare di convenzioni, dall'altra parte il complesso degli Enti locali che devono assumersi responsabilità precise.
Mi rendo conto che non c'è molta attenzione su questa questione e questo è molto grave. Sarà opportuno spiegare alla gente il significato di questa legge. La gente non ha ancora capito che quelli che vanno a spegnere l'incendio sul Musiné percepiscono L. 38.000 di diaria, ma queste L. 38.000 vanno moltiplicate per almeno 20.000 volontari di protezione civile che avremo a seguito della presentazione di questa legge. Bisogna anche capire quando i volontari devono operare chi li fa uscire, chi li mantiene, chi li veste, chi li assicura; se non si capisce tutto questo facciamo un "quarantotto" che non finisce più. Allora, signor Presidente, visto che l'Assessore competente e noi qui non stiamo facendo del romanticismo su questa legge ma scateniamo un processo delicato, e io mi limito agli aspetti istituzionali, ma ci sono anche gli aspetti politici, non ci nascondiamo, come rappresentanti di piccoli partiti che non hanno grande radicamento nelle organizzazioni della gioventù, che questo porterà ad una forte politicizzazione di un fenomeno positivo com'è il volontariato. Non ci nascondiamo assolutamente che questi saranno canali attraverso i quali i grandi partiti produrranno consenso.
Allora, il nostro Gruppo che viene tagliato fuori da questo processo di irregimentazione all'interno delle organizzazioni che si occupano dei giovani (ARCI-UISP o organismi cattolici) si è fatto almeno premura di essere attento a che non si scateni un processo molto disordinato sul territorio.
Se l'attenzione a queste cose non esiste, il nostro Gruppo si riserva di riflettere su questo aspetto. Ho scritto per la nostra rivista un articolo nel quale si dice: "Abbiamo già dieci milioni di baionette, non vogliamo avere dieci milioni di badili". E' una questione di grande delicatezza, quindi prego i colleghi di leggere gli emendamenti che abbiamo predisposto come finalizzati ad evitare che si avviino immediatamente dei momenti gestionali che ci sembrano rischiosi nel senso che determinano dei precedenti, fanno correre dei rischi, impegnano gli Enti locali in una corsa non si capisce bene a che cosa, tolgono alla Giunta la possibilità di operare su un terreno non ancora pregiudicato da decisioni e da realtà già maturate. Devo dire agli amici del Partito comunista, che mi hanno anticipato un giudizio non contrario agli emendamenti, che su alcune questioni letterarie ritengo di dovere insistere. Questo messaggio deve uscire da quest'aula in modo molto fermo.
Il primo emendamento sostituisce la parola "squadra" con la parola "elenco" o una parola consimile, perché la "squadra" oltreché diventare squadretta o squadraccia (Majorino mi sta guardando compiaciuto) è di per sé un elemento operativo, non è più una serie di persone. Una serie di persone è una squadra quando l'un l'altro si attribuiscono dei compiti rispetto ad un obiettivo, si sono scelti ad esempio il centravanti o il portiere; altrimenti è un elenco di giocatori. Una squadra deve essere organizzata.
Se noi immaginiamo già nella fase di censimento di individuare le squadre, queste squadre rimarranno consolidate e non verranno mai più smantellate. Mi sembra impossibile poter immaginare che in ognuno dei 1.300 Comuni del Piemonte ci siano in media 10 squadre per ogni specialità, il che vuol dire 14.000 squadre di volontariato di protezione civile in questa Regione. Siamo al paradosso più assoluto! Queste preoccupazioni che sembrano di natura meramente terminologica vorrebbero non consentire che si avviino sul piano sperimentale (se qualcuno lo vuol fare lo faccia, ma se ne assuma la responsabilità) dei momenti attuativi di questa legge, rispetto ai quali ho l'impressione che la Giunta debba operare con interventi di governo, dando cioè le linee di organizzazione dell'intervento nella protezione civile, decidendo le risorse che vuole mettere sul piatto per avviare questo tipo di processo occorre chiarire se la protezione civile è da considerarsi l'attuazione della legge regionale sulla protezione civile oppure un intervento di altra natura, occorre chiarire se il volontariato vuol dire intervenire gratuitamente o intervenire dietro compenso. Qui non c'è scritto. L'altro giorno davanti la I Sezione del Tribunale di Torino i volontari del Musiné,costituitisi parte civile, chiedevano il rimborso di 1 milione e 800 mila lire che è l'equivalente di mezza giornata di lavoro prestata dagli stessi volontari che erano andati per pura fratellanza sul Musiné.
Ho l'impressione che non si colga la delicatezza di questa legge che è una delle poche che interessano direttamente i cittadini e non le istituzioni.



GUASSO Nazzareno

Ma non tutta la maggioranza.



MARCHINI Sergio

Consigliere Guasso, io ho le mie idee su questo e tu hai le tue. Non mi sono mai iscritto alla FUCI, non ho mai partecipato a marce, ma certamente desidererei che non si ripetesse quello che abbiamo visto sulla legge n. 32 che ha prodotto soprattutto tanti berretti, tante divise e tanti imbecilli oltre a tante cose positive. Però, passata la moda, non mi risulta che nei boschi esistano le guardie ecologiche che controllano la raccolta dei funghi; si compare sul giornale se si sorprende qualcuno con il camoscio ma del fungo nessuno si preoccupa.
La legge n. 32 ha prodotto invece un risultato dal punto di vista culturale, l'accettazione che il fungo fa parte del patrimonio, che attiene a qualcuno; il cittadino, il raccoglitore pressapochista ha cominciato a capire che si trova di fronte ad un bene che ha un valore economico e che ha a monte una situazione giuridica che lo fa essere proprietà di qualcuno e del quale non si può disporre come se fosse cosa propria.
Da questa legge dovremmo attenderci gli stessi risultati: produrre un grosso processo di sensibilizzazione nella società come auspicato dal relatore, avviare una ricognizione seria delle organizzazioni di volontariato che esistono sul territorio e dei volontari singoli che intendono concorrere a questo tipo di operazione. Richiede però una riflessione su come governare le migliaia e migliaia di persone che si affidano a questa vicenda con totale disponibilità.
Nei nostri emendamenti sono abbozzate alcune linee con cui affrontare con serietà e soprattutto con responsabilità da parte della Giunta questa complessa materia.
Confidiamo che i colleghi vorranno porre la dovuta attenzione ai nostri emendamenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, come sottolineava il collega Marchini stiamo discutendo di un disegno di legge di estrema importanza ed occorre prendere coscienza che in merito alla protezione civile si sta sviluppando una sensibilità ed una coscienza che ormai hanno carattere diffuso.
Forse vale la pena di ricordare che cosa rappresenta in una società come la nostra la protezione civile: è .un fattore di sicurezza per la vita non solo sociale ma anche economica ed è un elemento che in una società di elevata complessità ed estremamente articolata ne garantisce l'affidabilità di funzionamento per poter continuare a progettare uno sviluppo economico un'articolazione della vita sociale sempre più complessa e sofisticata pena la carenza di questa affidabilità, il degrado non solo della sfera sociale ma anche di quella economica.
E' per questa ragione che la disponibilità che si manifesta in modo ampio ad un impegno diretto e personale di ampi settori della collettività è di grande valore civile, ma non solo, è una tessera ed una componente di importanza anche strumentale che non va sottostimata. Tuttavia ci sono delle preoccupazioni. Il collega Marchini ne accennava alcune, io vorrei vederle su un altro versante.
Parte degli emendamenti del collega Marchini è condivisibile l'elemento di crisi che potrebbe verificarsi con un modo eccessivamente semplicistico di affrontare il volontariato è quello di viverlo quasi come elemento sostitutivo, alternativo ad una funzione pubblica che ci deve essere almeno sino ad un certo livello. La presenza del volontariato nella protezione civile è un fattore di complementarietà che deve armonizzarsi ecco i compiti importanti dell'ente pubblico - con la funzione più generale che il momento pubblico deve svolgere.
Già ricordava il collega Bruciamacchie, riportando alcuni esempi, che questa complementarietà si può trovare con una presenza estremamente diffusa e con tempi di risposta che potrebbero essere più rapidi di quanto possa garantire un organismo più strutturato.
Tuttavia risottolineo, e questo è il pensiero del Gruppo socialista che questo volontariato va visto nell'ambito di un ruolo di governo, di progettazione, di programmazione dell'istituzione. Il volontariato non pu surrogare carenze pubbliche in nessun campo, né in quello dell'assistenza né in altri campi: il volontariato non serve a rallentare quello che deve essere un compito primario del momento pubblico. Certo ci sono degli elementi dove il momento pubblico, per ragioni di costo e di opportunità non può arrivare, oppure delle dimensioni di massa di uno sforzo in un certo momento che non richiedono strutture permanenti ma che trovano nella presenza anche del volontariato una dimensione critica che permette di intervenire con efficacia in caso di calamità naturali.
Tuttavia il volontariato non può essere legittimato da un editto o da una legge o da un berretto; si legittima sul campo, quindi dovrà avere competenza e dimostrare efficacia nei suoi interventi. Non potranno essere scampagnate o cose facili. Non vedo il pericolo di un processo di politicizzazione, quasi di militarizzazione, che il collega Marchini sollevava, vedo invece il rischio, forse non tanto e non solo in questo campo, ma anche in altri, che quel tipo di presenza porti ad uno sforzo più ridotto del necessario dell'operatore pubblico a trovare delle risposte strutturate per quanto riguarda questi problemi che rappresentano una delle componenti fondamentali dell'assetto della nostra vita. Come esiste un sistema nervoso dell'informazione, delle comunicazioni, ci sarà anche un sistema nervoso della protezione civile che dovrà essere ad un livello tale da poter garantire l'affidabilità di vita e di progettualità economica e sociale alla nostra società.
Attenzione alla fase di avvio di questo processo! E' in quella fase che potranno manifestarsi aspetti degenerativi e distorcenti che vanno contro ai caratteri che deve avere l'intervento del volontariato nella protezione civile.
In presenza di queste distorsioni, il Gruppo socialista si farà premura di interventi immediati perché di li potremo orientare in modo positivo il ruolo del volontariato nella protezione civile a favore dell'assetto economico e sociale di una società avanzata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Nerviani.



NERVIANI Enrico

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, intervengo per manifestare lo scontato consenso del Gruppo della DC alla proposta di legge licenziata dalla II Commissione, la quale ricalca una proposta di legge già approvata dal Consiglio regionale nella passata legislatura, come è stato ricordato dal Consigliere Bruciamacchie. Annotando le osservazioni del Consigliere Marchini debbo dire, come ho già detto in Commissione, che mi sorprende che uguali osservazioni non fossero state esposte nel precedente dibattito in maniera così precisa come sono state esposte oggi. Allora il dibattito si concluse con l'approvazione all'unanimità di una proposta di legge che era assai meno puntualizzata di quanto non sia stata questa, non in virtù di correzioni di particolare rilevanza, ma di un dibattito che ha perfezionato alcuni aspetti che dovevano essere puntualizzati.
Ho scoperto questa sera, grazie alle osservazioni che il Consigliere Marchini ha esposto, che - va detto - sono nuove rispetto a quelle presentate in Commissione, che i partiti di massa, tra i quali dovrebbe esserci anche il mio, hanno un considerevole interesse nell'organizzazione del volontariato. Sinceramente in tutto questo tempo, malgrado abbia responsabilità anche a livello politico, non mi aveva mai sfiorato l'idea di utilizzare il volontariato per accrescere le file dei giovani democristiani. Ringrazio ugualmente il collega Marchini per questo suggerimento, anche se, razionalmente, rifiuto in ogni caso questa tentazione.
Debbo dire che l'intenzione - ciascuno ha la propria quando si elabora un testo di legge - vera e profonda che ci ha animato e ci anima è quella di organizzare un volontariato spontaneo, punto e basta. Non è vero che adesso ci si trova in una situazione migliore di quella che si determinerà con questa legge anche se non fosse emendata; attraverso questo provvedimento di legge saranno apportati elementi di correzione, di puntualizzazione, di perfezionamento dell'organizzazione del volontariato.
Il primo intendimento è quello di dare un'organizzazione efficace, evitare uno spontaneismo disordinato.
L'altro elemento che noi vogliamo mettere in evidenza è che si vuole attraverso questa legge, non creare manipoli nuovi, ma dare particolare rilievo agli organismi esistenti. In Commissione ho detto, forse diversificandomi rispetto ad altri Consiglieri, che la mia speranza è che le nuove espressioni del volontariato all'interno della protezione civile scoprano poi i canali, già istituzionalmente consolidati, in cui esprimere al meglio, la loro proposta di collaborazione alla società in un'attività che si mostri nei termini più positivi in cui una comunità si pu esprimere.
E' importante dare particolare valore agli organismi esistenti quali la Croce Rossa, i Vigili del fuoco volontari, il CAI, tutto quanto è già istituzionalmente presente e anche di consistente valore. Teniamo questa volontà presente al fondo di tutto il provvedimento di legge e gli obiettivi più alti non saranno mancati. Ci sono forze positive nella nostra società che si esprimono con questa disponibilità ad impegnarsi nell'ambito della protezione civile: sapere organizzarle è importante, coordinarle è un altro compito nostro prioritario.
Bisogna dare omogeneità a queste realtà nuove che si manifestano sul territorio, così come è importante dare una caratteristica di sicurezza agli ambiti della disponibilità°e della genuinità. Si farà tutto il possibile perché chi opera abbia una copertura assicurativa e quindi tuteli se stesso e le proprie famiglie. E si dovrà operare perché qualunque altro ente che intervenga a farsi rappresentare nell'attività da questi volontari protegga questi soggetti dai rischi a cui vanno incontro.
Come sempre le obiezioni del collega Marchini sono particolarmente stimolanti, ma rifiuto le ipotesi delle diarie, poiché nessuno di noi ha pensato mai che queste potessero.essere riconosciute a chiunque dei volontari, è però giusto pensare ad un sistema di convenzioni con gli enti esistenti; quindi l'emendamento che propone questo sistema di convenzioni è positivo, e riteniamo di poterlo accogliere, come abbiamo già detto in via diretta e personale al Consigliere proponente. E la Giunta dovrebbe anche definire con una delibera il rapporto che si deve instaurare con gli Enti locali.
Se queste cose si verificheranno la legge potrà produrre dei risultati positivi. Ho sempre odiato anch'io, nei tempi in cui circolavano negli ambienti che frequentavo, i "Baschi" ed altre dimostrazioni di organizzazioni efficienti e forti, non voglio che questo tipo di organizzazione un po' formale e un po' banale appaia nel volontariato ritengo però opportuno non perdere, per il timore di esse che non dovrebbero accadere, delle energie positive per una società che ha preso coscienza di sé, che sente forte il dovere della solidarietà.
C'è un passaggio della relazione del Consigliere Bruciamacchie che mi è particolarmente piaciuto, anche perché è fortemente e intensamente "democristiano", cioè esprime per intero concetti che sosteniamo da 40 anni. E' là dove dice che "lo Stato non può essere tutto e la società nulla", e ancora "che dobbiamo pensare ad uno Stato che assolve ai compiti primari verso i cittadini e che nel contempo dobbiamo operare in tutti i settori per una società sempre più articolata in momenti associativi solidaristici, partecipativi, culturali (penso si intenda autonomi), che fanno ricca e duratura la democrazia".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Fracchia.



FRACCHIA Mario

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, discutiamo oggi una proposta di legge che tende a regolamentare, almeno parzialmente, il sorgere di associazioni di servizio volontario, cercando di utilizzare e ordinare le manifestazioni che siano finalizzate alle azioni di protezione civile.
Il Gruppo repubblicano è nella sostanza favorevole e concorde con le linee individuate dal presente testo,' anche se un intervento legislativo in tale materia assume i contorni di regolamentazione di frontiera.
Infatti se il volontario è colui che mette a disposizione la propria opera, il proprio tempo, le proprie competenze, e i motivi che a ci l'inducono sono del tutto personali dal desiderio di aiutare i più deboli a quello di sentirsi utili e gratificati dalla coscienza della propria utilità, un moto dell'animo che va quindi profondamente rispettato e lasciato alla sfera delle più ampie libertà personali, l'intervenire con una normativa appare una compressione di tale moto e in netto contrasto con una concezione laica del fare politica.
Ci troviamo però di fronte ad un movimento che si è fortemente sviluppato negli ultimi anni con tutte le contraddizioni e le ambiguità di un fenomeno spontaneo. Si sono create delle vere e proprie reti di servizio complementari e parallele a quelle dello Stato, con tutte le aspettative e gli obiettivi delle persone che al volontariato si dedicano.
Si tratta di un fenomeno che è nato per l'esigenza umana di partecipare sotto una spinta emotiva e generosa a situazioni di emergenza che riguardano il prossimo e che si è poi consolidato come conseguenza di nuove concezioni di vita, secondo le quali viene identificandosi come "benessere" l'attività, l'azione, l'impegno, l'autostima, il senso comunitario e il desiderio di realizzare aggregazioni significative.
L'ampiezza del fenomeno per la prestazione di servizi vari, per le casistiche e le caratteristiche a volte anche contraddittorie, impone un intervento di regolamentazione.
In attesa, dunque, che una legge nazionale delimiti tutte le espressioni del volontariato, dando precise indicazioni e garanzie per chi usufruisce del loro operato, giudichiamo senz'altro apprezzabile questa proposta di legge che, utilizzando questa espressione genuina della coscienza civile per i compiti di protezione civile, è proposta tanto più importante in quanto giunge a completare la normativa che la Regione con la legge n. 41 di quest'anno si è data in materia di protezione civile.
Ci assilla la preoccupazione che una simile regolamentazione possa essere vista da alcune forze politiche come l'avvio di una nuova fase in cui i pubblici poteri delegano sempre più a soggetti terzi (solo originariamente senza oneri) l'erogazione di servizi basilari per la comunità. Così non è, né sarà mai con il nostro avallo. Del resto la sequenza di discussione delle due leggi (la n. 41 sulla protezione civile e questa proposta) garantisce l'affermazione politica del principio della presenza dello Stato; d'altra parte questo principio è anche supportato esplicitamente dal contenuto della proposta in esame che incanala all'interno di strutture regionali e statali gli sforzi di cittadini e associazioni private.
Il principale pregio di questa proposta consiste nel perseguire l'obiettivo di rendere produttiva la sensibilità del volontario depurandola dai velleitarismi inconcludenti e pericolosi o peggio dagli affarismi dei furbi mediante un'opera di identificazione e di coordinamento dell'operato dei singoli.
C'è un solo punto che genera nei repubblicani qualche perplessità. Si tratta del contenuto degli artt. 2 e 4 laddove si prevede la possibilità del singolo di aderire ad attività non retribuite di previsione prevenzione, soccorso nell'ambito di attività di protezione civile. Tali disposizioni pongono dei problemi circa la garanzia della risposta che il singolo isolato può dare alle reali esigenze della società. A nostro avviso sarebbe auspicabile che ogni offerta di servizio fosse filtrata da associazioni che, sia pure private, garantiscano una prima organizzazione al di là delle adesioni o defezioni individuali.
Non ci pare opportuno, in secondo luogo, iscrivere ad un albo soggetti non omogenei o consentire una sorta di doppia iscrizione di quei soggetti ad esempio che, chiesta quella individuale, siano anche membri di associazioni che a loro volta si iscrivano dichiarando un numero di aderenti che li comprenda. Si rischia di imporre al Sindaco un lavoro analogo a quello che si svolge per il reclutamento dei militari di leva.
Gli è attribuito infatti il compito di tenere l'albo e di organizzare le squadre secondo una serie di requisiti: il non avere però un quadro sufficientemente stabile delle persone disponibili, poiché il singolo pu in qualunque momento recedere, ovvero perché magari compare due volte come singolo e come organico di una associazione, non agevola di certo il compito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Guasso.



GUASSO Nazzareno

Il mio intervento è anche dichiarazione di voto.
Il nostro Gruppo ha partecipato alla presentazione prima e alla stesura poi della legge in discussione. A me rincresce che il Consigliere Marchini ci faccia il torto pesante di ritenerci i protagonisti e i promotori della organizzazione di 10 milioni di badili. Lungi da noi tale idea anche perch lunga e dura è stata la nostra lotta contro i promotori dei 10 milioni di baionette. Le cose dette da Marchini sono un'offesa alla nostra intelligenza e alla storia del nostro Paese.
Se la nostra organizzazione giovanile comunista sarà capace di organizzare i giovani, otterrà dei risultati, se non avrà del filo non farà della tela; l'organizzazione del volontariato non è necessaria a questi scopi. La cosa è.un po' più complessa e meno riduttiva delle preoccupazioni del Consigliere Marchini.
Come ricordava anche il relatore, dopo che si è varata la prima legge regionale sulla protezione civile e dopo che la Regione Piemonte ha assunto un primo atto anticipando persino la legge nazionale, era necessario, pur con tutte le difficoltà e i pericoli, far decollare una legge sul volontariato, ciò non come fatto unico, ma come elemento aggiuntivo all'ampio processo che abbiamo aperto di responsabilizzazione, di intervento della Regione in materia di protezione civile.
Riteniamo che siano due atti che si integrano in modo organico; si tratta della stessa operazione che sta attuando il Parlamento nel testo che è stato licenziato dalla Commissione parlamentare per far decollare una legge complessiva sulla protezione civile nel nostro Paese, in cui il volontariato è uno degli elementi, certo non l'unico.
Aggiungo però che ambedue le leggi regionali, sia quella di ieri che quella di oggi, hanno la loro origine in problemi aperti e presenti nella società contemporanea, non sono fatti che inventiamo. Ambedue queste leggi derivano da problemi che chiedono interventi e soluzioni adeguate; non sono atti astratti, ma concreti e necessari.
Gli interventi di previsione, prevenzione e di soccorso presenti nella legge regionale di protezione civile hanno bisogno che le istituzioni come ricordava il collega Tapparo - facciano per intero il loro dovere senza delegarlo a nessun altro, ma hanno anche bisogno di non perdere il potenziale che viene dal volontariato, di non perdere quel contributo di esperienze delle organizzazioni che operano già da anni sul territorio quali il Soccorso Alpino e la Croce Rossa, ma anche di quella nuova area di disponibilità, di impegno e di solidarietà fattiva che già si è espressa in modo spontaneo in tanti momenti difficili della vita del nostro Paese e che spesso hanno avuto come protagonisti i giovani italiani. In sostanza, le legge tende ad organizzare, attrezzare e specializzare il più possibile un'area come questa.
Ho letto un mese fa su "Stampa Sera" della costituzione di un'associazione dei Vigili del fuoco volontari e dell'appello del nuovo Presidente rivolto al Governo nel quale si chiede l'emanazione di una legge sulla protezione- civile che contempli l'organizzazione del volontariato.
Noi rispondiamo al Presidente di quell'associazione muovendoci in questa direzione.
Si può considerare questa legge come un atto effettivo di partecipazione nei fatti e anche, mi si consenta questo termine, nel tentativo di organizzare la solidarietà umana. Noi riteniamo che sia compito di uno Stato moderno e democratico e delle sue istituzioni, in primo luogo delle Regioni, assolvere ai compiti istituzionali che sono propri, ma crediamo sia anche, compito dello Stato cogliere questa potenzialità, questo patrimonio organizzato e quello che si organizzerà e attrezzerà nel futuro.
Potremmo fare, signor Presidente, una disquisizione sulla validità o meno della spontaneità e dello spontaneismo. Ribadisco che la spontaneità e lo spontaneismo in ogni campo sono importanti, possono e devono continuare in forme completamente autonome; d'altra parte questo non dipende da noi.
Spesso la spontaneità e lo spontaneismo si organizzano per moto proprio ma sia chiaro, l'organizzazione, la specializzazione, le strutture e gli strumenti necessari allo scopo sono vincenti più dello spontaneismo.
Per questi motivi che sono espressi nella relazione, per gli obiettivi che si pone questa legge, il voto del Gruppo comunista è positivo dichiarando la propria disponibilità ad esaminare quegli emendamenti che possano riequilibrare la legge senza mutarne il carattere e lo scopo fondamentale.



PRESIDENTE

La discussione generale è conclusa. Possiamo pertanto passare all'esame dell'articolato.
Esaminiamo in primo luogo un emendamento al titolo della legge presentato dal Consigliere Reburdo: sostituire il titolo proposto con "Valorizzazione e promozione del volontariato nella protezione civile".
La parola al Consigliere Reburdo.



REBURDO Giuseppe

Questo emendamento potrebbe comportare qualche ilarità, ma credo che un ente pubblico innanzitutto debba valorizzare l'esistente e successivamente sviluppare una promozione. Non è un emendamento stravolgente, vuole soltanto indicare un modo di procedere più responsabile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, debbo dire che per la prima volta da quando siedo in questi banchi sono d'accordo con il Consigliere Reburdo.
L'emendamento che il collega ha presentato non è di poco conto e collima assolutamente con il ragionamento che ho fatto io. Non dobbiamo dimenticare che l'attenzione prima nel tempo e nelle risorse deve essere dedicata all'esistente. Le due parole devono essere intese anche in senso politico - programmatorio; mi sembra quindi che il termine "valorizzazione" debba essere opportunamente collocato prima di "promozione".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bruciamacchie.



BRUCIAMACCHIE Mario

Non vi sono assolutamente difficoltà da parte nostra ad accogliere questo emendamento. L'intento del provvedimento legislativo è proprio quello di partire dall'esistente valorizzandolo per promuovere altre forme di volontariato organizzato.
E' comunque evidente che se queste obiezioni l'amico Reburdo le avesse portate in sede di Commissione avremmo già accolto la sua proposta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Nerviani.



NERVIANI Enrico

L'inversione dei due termini è anche per noi conseguente alla posizione espressa nell'intervento che ho svolto a nome del Gruppo. Quindi la ritengo logica e perciò accettabile.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento al titolo della legge.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 44 Consiglieri presenti.
Art. 1 (Finalità) "La Regione Piemonte riconosce nel volontariato finalizzato alla protezione civile una rilevante espressione della solidarietà umana, sociale e di partecipazione dei cittadini alle attività finalizzate alla previsione alla prevenzione ed all'intervento nei casi di emergenza e di eventuali calamità.
Anche in armonia con la legislazione vigente ed in attuazione della legge 8/12/1970, n. 996, nonché del regolamento di attuazione di detta legge approvato con D.P.R. 6/2/1981, n. 66, con particolare riferimento all'art.
9, nell'ambito del proprio territorio, la Regione Piemonte riconosce il valore e la funzione del volontariato costituito, riconosciuto e già operante e ne favorisce la qualificazione e lo sviluppo. Promuove altresì anche in accordo con gli Enti locali, iniziative- per il nascere e l'organizzarsi di nuove forme di volontariato. La Regione Piemonte valorizza l'azione del volontariato agevolandone il concorso alle attività di previsione, di prevenzione e di intervento diretto".
Il Consigliere Reburdo ha presentato i seguenti emendamenti: 1) al primo comma, prima riga, dopo "volontariato" aggiungere "in generale ed in quello" 2) al secondo comma, sesta riga, cancellare "costituito, riconosciuto e già operante".
La parola al Consigliere Reburdo.



REBURDO Giuseppe

Quando nella passata legislatura presentammo una proposta di legge sul volontariato nel campo socio-assistenziale si evidenziò la necessità di emanare una sorta di legge quadro sul volontariato.
In questo senso, ho cercato con l'aggiunta di due parole di valorizzare in generale il volontariato.
Il richiamo ai valore generale del volontariato sollecita una riflessione in merito ad una normativa complessiva.
La seconda proposta di emendamento è conseguente alla prima.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Nerviani.



NERVIANI Enrico

Il Gruppo DC ritiene di non potere accogliere il primo emendamento in quanto è costituito da un'espressione pleonastica e generalizzante che non mi pare rispetti lo spirito della legge sul volontariato nella protezione civile che è legge specifica e come tale deve essere mantenuta.
Per quanto riguarda il secondo emendamento assumiamo la stessa posizione. Non comprendiamo la ragione della cancellazione delle specificazioni "volontariato costituito, riconosciuto e già operante"; sono termini studiati e calibrati, in sostanza si vuole valorizzare l'esistente.
Mi pare inoltre contraddittoria la posizione di Reburdo a proposito di questo emendamento perché l'espressione così come si manifesta in questo punto dell'art. 1 è esattamente conseguente allo spirito che ha animato la raccomandazione ad invertire i due termini del titolo della proposta di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reburdo.



REBURDO Giuseppe

Ritiro gli emendamenti.



PRESIDENTE

Tali emendamenti sono pertanto ritirati.
Pongo pertanto in votazione l'art. 1 nel testo originario.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 44 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
Art. 2 (Definizione del volontariato per la protezione civile) "Ai fini della presente legge si definisce volontariato l'adesione spontanea e non retribuita di soggetti associati e singoli ad attività continuativa o temporanee di previsione, prevenzione e soccorso nell'ambito delle iniziative di protezione civile.
L'adesione continua o temporanea dei soggetti di cui al comma precedente viene formalizzata con l'accoglimento della domanda di iscrizione o, per le associazioni di volontariato costituite, riconosciute e già operanti a livello nazionale, regionale e provinciale, con l'iscrizione di diritto all'Albo comunale di cui al successivo art. 4".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 44 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
Art. 3 (Promozione e coordinamento) "La Regione, d'intesa con gli Enti locali, favorisce il concorso del volontariato all'elaborazione ed all'attuazione del piano poliennale regionale per la protezione civile e dei piani annuali di attuazione di cui alla legge regionale 3/9/1986, n. 41.
La Regione e gli Enti locali concorrono al coordinamento del volontariato nelle iniziative ed interventi di protezione civile".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 44 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
Art. 4 (Albo comunale del volontariato) "Per concorrere all'opera di protezione civile nei termini indicati dall'art. 2 della presente legge è istituito l'Albo comunale del volontariato.
Ad esso vengono iscritti a domanda, su carta libera da indirizzarsi al Sindaco, singole persone, associazioni, gruppi organizzati ed enti.
All'Albo sono pure iscritte di diritto, previa verifica di disponibilità le Associazioni di volontariato riconosciute e già operanti a livello nazionale, regionale e provinciale, in base alle loro articolazioni territoriali.
L'iscrizione di associazioni, gruppi ed enti organizzati è accompagnata dall'indicazione nominativa dei soggetti interessati e proposti. Essa non esclude l'iscrizione individuale dei singoli componenti le associazioni stesse.
Entro dodici mesi dall'entrata in vigore della presente legge il Sindaco provvede alla redazione dell'Albo comunale e ne trasmette copia alla Provincia, alla Regione e alla Prefettura.
Entro il 31 dicembre di ogni anno il Sindaco comunica alla Provincia, alla Regione e alla Prefettura i successivi aggiornamenti.
La, costituzione delle squadre nell'ambito dell'Albo viene compiuta dal Sindaco: a) assicurando ad associazioni, gruppi ed enti organizzati la continuità l'utilizzazione delle strutture funzionali e di mezzi propri b) tenendo conto delle attitudini dei singoli e della preparazione acquisita o da acquisirsi c) tenendo conto della preparazione acquisita con i corsi di addestramento di aggiornamento e di formazione di cui all'art. 8 della presente legge".
Sono stati presentati i seguenti emendamenti: 1) dai Consiglieri Marchini e Santoni: al terzo comma di seguito alla parola "stesse" sono aggiunte le parole "in relazione ad elenchi diversi".
La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, si ritiene opportuno che qualora un'associazione si iscriva con il proprio organico e per qualche ragione ritenga di non iscrivere l'aderente alla stessa associazione in quello specifico gruppo, evidentemente fa una valutazione di inopportunità che a noi sembra di non dover più mettere in discussione; quindi il cittadino a questo punto ha diritto di essere iscritto nell'elenco del volontariato, ma per attività e per settori diversi rispetto ai quali non è stato indicato dall'associazione della quale fa parte.
Anticipo che convengo con i colleghi che interverranno dopo sull'opportunità di sostituire il termine "elenchi" con il termine "gruppi", in sostituzione comunque della parola "squadra", ma non solo per memoria storica.



PRESIDENTE

Devo comunicare che i Consiglieri Nerviani e Bruciamacchie hanno presentato il seguente emendamento che recita: le ultime due righe del terzo comma dell'art. 4 sono soppresse.
La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione l'emendamento presentato dai Consiglieri Nerviani e Bruciamacchie.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 44 Consiglieri presenti.
3) Emendamento presentato dai Consiglieri Nerviani e Bruciamacchie: il sesto comma dell'art. 4 è così modificato: "già la prima costituzione dei gruppi nell'ambito dell'Albo viene compiuta dal Sindaco".
4) Emendamento presentato dal Consigliere Reburdo: al sesto comma riscrivere le prime due righe: "L'organizzazione del volontariato nell'ambito dell'Albo viene compiuta dal Sindaco sentite le eventuali associazioni o gruppi esistenti nel Comune:".
5) Emendamento presentato dai Consiglieri Marchini e Santoni: al sesto comma alle parole "delle squadre" sono sostituite le parole "degli elenchi".
La parola al Consigliere Bruciamacchie.



BRUCIAMACCHIE Mario

Il collega Nerviani ed io abbiamo proposto la parola "gruppi" che riprende testualmente quanto scritto nella proposta di legge che il Parlamento sta esaminando (testo unificato che le tre Commissioni hanno licenziato) laddove si dice che "si formeranno gruppi comunali di protezione civile".
Si accoglie quindi la preoccupazione del Consigliere Marchini e si va nella direzione di uniformare questo testo a quello nazionale.
La responsabilità di formare i gruppi organizzati del volontariato a livello comunale non può che competere al Sindaco che già la normativa vigente individua come organo di protezione civile.
La gestione successiva invece spetta alla Giunta regionale. Ci comporterà un rapporto molto stretto con le associazioni del volontariato già costituite, per cui le esigenze manifestate dal Consigliere Reburdo potranno essere accolte in questa seconda fase; il soggetto primo per resta il Sindaco.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reburdo.



REBURDO Giuseppe

Mi permetterei di insistere su questo aspetto. La mia preoccupazione è che non sia solo il Sindaco a decidere e che sia obbligato ad ascoltare (se non a collaborare) le eventuali associazioni o i gruppi esistenti nel Comune per la formazione delle squadre.
In subordine aggiungerei al mio emendamento le parole: "sentite le eventuali associazioni o gruppi esistenti nel proprio Comune".



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 4) presentato dal Consigliere Reburdo.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli e 35 contrari.
La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, convengo sull'opportunità di trovare una formulazione comune. Il significato per me è di un elenco, che chiamiamo gruppo, e non di un gruppo che invece è squadra: non deve essere un'organizzazione, ma una serie di persone raggruppate non organizzate funzionalmente.
Con questa raccomandazione ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 3) presentato, dai Consiglieri Nerviani e Bruciamacchie.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 35 voti favorevoli e 5 astensioni.
Pongo in votazione l'art. 4 nel testo emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 41 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
Art. 5 (Iscrizione all'Albo comunale del volontariato) "L'iscrizione all'Albo comunale viene comunicata dal Sindaco al richiedente entro 60 giorni dalla presentazione della domanda e si intende comunque accettata se entro tale termine il Sindaco non provvede, con apposita comunicazione, ad informare il richiedente dell'esplicito motivato diniego.
Il Sindaco può cancellare dall'Albo comunale soggetti già iscritti, in caso di motivata inidoneità, dandone comunicazione scritta agli interessati.
La cancellazione dall'Albo può altresì avvenire a seguito di comunicazione scritta al Sindaco da parte degli interessati".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 41 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
Art. 6 (Comitato di coordinamento regionale per il volontariato) "E' istituito il Comitato regionale per il coordinamento del volontariato di protezione civile, con sede presso la Regione Piemonte.
Il Comitato è composto: dal Presidente della Giunta regionale o dall'Assessore competente suo delegato con funzioni di Presidente dai Presidenti delle Amministrazioni provinciali o loro delegati dai Presidenti regionali dell'ANCI e dell'UNCEM o loro delegati dai Presidenti regionali delle Associazioni di volontariato per attività di previsione, prevenzione e soccorso in materia di pubblica calamità, o loro delegati.
Possono essere invitati alle singole sedute, per problemi specifici, i rappresentanti di altre Associazioni presenti sul territorio regionale individuate con apposita deliberazione della Giunta regionale.
Partecipano alle singole sedute, su invito del Presidente, gli Assessori regionali, o loro delegati, direttamente interessati agli argomenti all'ordine del giorno.
La Segreteria del Comitato è assicurata dal Servizio regionale per la protezione civile istituito ai sensi dell'art. 10 della legge regionale 3/9/1986, n. 41.
Sono compiti primari del Comitato di coordinamento: a) formulare proposte per la compilazione e l'aggiornamento degli Albi comunali e dei Quadri provinciali di cui al successivo art. 7 b) formulare proposte per la formazione ed il funzionamento delle squadre di volontari sia in ambito comunale che sovracomunale c) formulare proposte per concorrere alla definizione dei Piani territoriali dei corsi di formazione e di addestramento dei volontari e dei relativi programmi di insegnamento d) formulare proposte inerenti i rapporti di collaborazione e di coordinamento con le Associazioni specializzate di volontariato, nonch proposte concernenti l'impiego di strutture, strumenti, animali o altri mezzi messi a disposizione da tali Associazioni e) avanzare proposte e indicazioni circa i programmi di esercitazioni collettive di protezione civile, d'intesa con gli organi istituzionalmente competenti.
La Giunta regionale, con proprio atto, rende operative le proposte del Comitato di coordinamento.
Entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale, su proposta del Comitato regionale di coordinamento e sentita la competente Commissione consiliare, delibera il regolamento di funzionamento del Comitato stesso.
La Giunta regionale, entro il 30 settembre di ogni anno, fornisce alla Commissione consiliare competente una dettagliata relazione sullo stato di applicazione della legge e formula le linee programmatiche e operative per l'anno successivo".
Sono stati presentati i seguenti emendamenti: l) dal Consigliere Reburdo: il sesto comma, punto b), va così riscritto: "formulare proposta per l'organizzazione dei volontari sia in ambito comunale che sovracomunale".
2) Emendamento presentato dai Consiglieri Marchini e Santoni: alla lettera b) alle parole "delle squadre" sono sostituite le parole "degli elenchi".
La parola al Consigliere Bruciamacchie.



BRUCIAMACCHIE Mario

Riteniamo che l'emendamento del Consigliere Reburdo al sesto comma punto b), dell'art. 6, sia accoglibile poiché coglie appieno l'osservazione avanzata dal collega Marchini.



PRESIDENTE

Il Consigliere Marchini ritira l'emendamento n. 2).
Pongo quindi in votazione l'emendamento n. 1) presentato dal Consigliere Reburdo.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 44 Consiglieri presenti.
3) Emendamento presentato dal Consigliere Reburdo: al sesto comma, punto b), seconda riga, dopo "con" aggiungere "i gruppi e".
La parola al Consigliere Nerviani.



NERVIANI Enrico

Su questo emendamento non siamo d'accordo. Si tratta di ampliare il numero dei soggetti che debbono essere interpellati. I gruppi sono quelli che si formano presso i Comuni, quindi il coordinamento deve essere fra i gruppi che si definiscono all'interno della realtà comunale. Le associazioni e con questo termine si intendono gli enti e gli istituti già organizzati, sono invece i soggetti con i quali si deve stabilire il rapporto.
Questo vuole essere semplicemente un chiarimento e non una preclusione alla proposta del collega Reburdo.



PRESIDENTE

Il Consigliere Reburdo ritira l'emendamento.
Pongo in votazione l'art. 6 così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 41 Consiglieri.
L'art. 6 è approvato.
Art. 7 (Quadro provinciale e Mappa regionale del volontariato) "Sulla base degli Albi comunali la Provincia redige il Quadro provinciale del volontariato ed ogni dodici mesi provvede al suo aggiornamento.
Nello stesso termine ne trasmette copia alla Regione per la costituzione della Mappa regionale e alla Prefettura di competenza.
Al fine di individuare disponibilità e dislocazione del volontariato sul territorio regionale la Regione predispone idonea Mappa, provvede al suo aggiornamento e ne trasmette copia al Comitato regionale per la protezione civile, istituito dalla legge 8/12/1970, n. 996".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 41 Consiglieri.
L'art. 7 è approvato.
Art. 8 (Corsi per l'addestramento, l'aggiornamento e la formazione del volontariato) "La Regione, sulla base di appositi piani di cui all'art. 6 promuove programma e finanzia corsi di formazione, addestramento ed aggiornamento dei volontari nell'ambito della prevenzione, pronto intervento e soccorso nella protezione civile, ricercando la collaborazione di Enti locali Associazioni del volontariato ed Enti di diritto pubblico e privato. I corsi sono organizzati dalla Regione o da Enti locali anche su proposta e con la collaborazione delle Associazioni del volontariato e avvalendosi delle stesse.
La Regione può erogare contributi a copertura di spese sostenute da associazioni, gruppi ed enti che, previa la presentazione di opportuni progetti, predispongano l'organizzazione e lo svolgimento di corsi di formazione, addestramento e aggiornamento.
Possono pure essere concessi ai soggetti di cui sopra contributi destinati all'acquisizione, al mantenimento, all'uso temporaneo di strutture strumenti, animali o altri mezzi. La Regione prioritariamente promuove anche tramite la proposta di apposite convenzioni, il concorso del Corpo dei Vigili del Fuoco, del Servizio sanitario, della Croce Rossa Italiana del Corpo Forestale dello Stato e delle Associazioni di pubblica assistenza e soccorso; ricerca altresì la collaborazione di esperti dell'Università e del Politecnico e dei Centri di ricerca pubblici e privati".
Il Consigliere Reburdo ha presentato i seguenti emendamenti: 1) al primo comma, quinta riga, aggiungere dopo "Enti locali" le parole "gruppi e"; 2) prima di associazioni introdurre "gruppi e".
La parola al Consigliere Nerviani.



NERVIANI Enrico

Valgono le stesse ragioni per le quali avremmo dichiarato l'indisponibilità ad accogliere il precedente emendamento vale a dire che quando si parla di Enti locali si intendono anche i gruppi che sotto l'egida dell'Ente locale si sono formati.
Lo stesso frainteso ha probabilmente suggerito il secondo emendamento al primo comma dell'art. 8; se effettivamente è frainteso chiederei al Consigliere Reburdo di ritirarlo.



PRESIDENTE

Il Consigliere Reburdo ritira gli emendamenti nn. 1 e 2.
3) Emendamento presentato dai Consiglieri Marchini e Santoni: il secondo comma è soppresso.
4) Emendamento presentato dal Consigliere Reburdo: al secondo comma, terza riga, inserire dopo progetti "e dettagliata documentazione giustificativa".
4/bis) Emendamento presentato dai Consiglieri Nerviani e Bruciamacchie: al secondo comma la parola l'opportuni" è sostituita dalla parola "dettagliati".
5) Emendamento presentato dai Consiglieri Nerviani e Bruciamacchie: alla fine del secondo comma sono aggiunte le parole: "anche in attuazione dell'art. 13/bis della presente legge".
La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Dichiaro la disponibilità del Gruppo liberale a ritirare l'emendamento conché l'interpretazione che noi diamo sia che le convenzioni che predisponiamo, ai sensi dell'ultimo articolo introdotto con emendamento del nostro Gruppo, possano comprendere altresì un'autonoma attività di formazione, addestramento e aggiornamento da parte delle associazioni.
Questo emendamento è da riproporsi all'art. 13 e non come avente valore autonomo, perché ci sembra che fuori della convenzione ci debba essere la sola attività di formazione e di aggiornamento promossa all'art. 1. In sede di convenzionamento di carattere generale si può ipotizzare l'attività gestita direttamente dalle associazioni del volontariato.
Ritengo che la lettura che danno i colleghi proponenti dell'emendamento correttivo sia questa e quindi, conché non ci sia contraddizione da parte degli stessi, ritiro il mio emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reburdo.



REBURDO Giuseppe

Concordo con l'emendamento del Consigliere Marchini che fa riferimento ad un successivo articolo che parla di convenzione. Nel momento in cui esiste una convenzione si è garantiti maggiormente. Ritiro quindi il mio emendamento.



PRESIDENTE

Gli emendamenti presentati dai Consigliere Marchini e Reburdo sono pertanto ritirati.
Pongo in votazione l'emendamento n. 4/bis.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione l'emendamento n. 5.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.
6) Emendamento presentato dal Consigliere Reburdo: al quarto comma, quarta riga, dopo "soccorso" aggiungere "e di altre occasioni e gruppi ritenuti idonei".
La parola al Consigliere Reburdo.



REBURDO Giuseppe

E' stato stilato un elenco di organismi già abilitati a concorrere probabilmente però ne esistono altri - sarebbe opportuno fare una verifica sul campo - che potrebbero essere recuperati dal punto di vista della specializzazione. La dizione proposta mi pare riduttiva. 'Il mio emendamento forse non è chiaro, ma vorrei che si capisse lo spirito con il quale è stato presentato e che venisse accolto nella sostanza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Nerviani.



NERVIANI Enrico

L'emendamento del collega Reburdo è implicitamente accolto dalla lettera del testo del primo comma, perché i gruppi ed altre associazioni sono già considerati come possibili interlocutori; soltanto che nel testo del primo comma si dice che prioritariamente vanno interpellate le associazioni elencate. Ciò non esclude che possano essere considerati interlocutori anche altri gruppi. Quindi, la raccomandazione del collega Reburdo è accolta con questa precisazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reburdo.



REBURDO Giuseppe

Con l'emendamento aggiuntivo di un nuovo articolo proposto dal Gruppo liberale si valorizzano anche le associazioni segnalate nel primo comma. Se non ci fosse la richiesta di convenzione con le associazioni di cui al primo comma avrei mantenuto il mio emendamento. Tale richiesta è stata accettata per cui ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Vorrei fare una dichiarazione di voto sull'emendamento Reburdo perch c'è un problema di interpretazione. Il concorso che viene chiesto non è quello all'attività di protezione civile, ma all'attività regionale in funzione della protezione civile, che è altra cosa. Non si tratta di fare una convenzione affinché questi soggetti intervengano, ma affinché abbiano una forma di collaborazione con la Regione finalizzata alle associazioni che possono ottenere convenzioni di tipo operativo; questo è il passaggio che mi preme chiarire al collega Reburdo.
Il senso dell'elenco è che questi enti hanno un rapporto che potremmo dire di consulenza o di collaborazione propositiva, ma non operativa. Potrà anche essere operativa, ma allora da questo punto , di vista rientra nell'art. 13/bis. Con qualcuno di questi enti ci sarà la convenzione, ma contestualmente si avrà un rapporto di assistenza tecnica propositiva direttamente con la Regione. Questa mi pare la lettura che si deve dare.



REBURDO Giuseppe

A questo punto rimane un dubbio:l'elenco così dettagliato e puntuale delle associazioni preclude o no la possibilità di fare svolgere lo stesso ruolo ad altre associazioni non nominate che abbiano livelli specialistici tali da poter concorrere? Non vorrei che un elenco dettagliato precludesse la possibilità di altri accordi.
A me rimane il dubbio che anche con questo tipo di formulazione l'elenco sia restrittivo.



MARCHINI Sergio

Suggerirei venissero acquisite le parole: "in via di primo impianto" perché in un primo impianto si prende atto che i rapporti di questo tipo sono con questi organismi; nulla vieta che la Giunta poi ne individui altri.
Si tratta quindi di un primo elenco che non è preclusivo di eventuali valutazioni che, a questo punto, saranno di governo della Giunta.



PRESIDENTE

E' scritto "prioritariamente".



REBURDO Giuseppe

Si, però non è sufficiente per chiarire questo aspetto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bruciamacchie.



BRUCIAMACCHIE Mario

Ricordo che si parla di apposite convenzioni semplicemente per corsi di addestramento e si individuano in prima istanza quei corpi o quelle strutture che sono già operanti all'interno della protezione civile e che sono abilitate per professionalità e per competenza a svolgere determinati corsi di addestramento, aggiornamento e formazione del volontariato. Queste strutture sono il Corpo dei Vigili del Fuoco, il Servizio Sanitario nazionale, la Croce Rossa Italiana, il Corpo Forestale e il CAI (accettiamo la proposta di emendamento del Consigliere Marchini). Ciò non esclude che nell'ambito delle convenzioni si riconoscano particolari caratteristiche e competenze ad altri momenti associativi che possono contribuire al momento formativo.
In questo primo momento però, onde evitare una lunga elencazione abbiamo provveduto ad individuare quei soggetti sui quali non sussistono dubbi da parte di alcuno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reburdo.



REBURDO Giuseppe

Condivido il riferimento alle organizzazioni il cui livello di specializzazione e competenza è palese a tutti. Sul piano della protezione civile però potrebbero essere individua ti altri bisogni, per cui la ricerca del concorso di altre strutture non comprese in questo elenco, che forse ancora non conosciamo, potrebbe essere utile. In questo modo per sono escluse. Ecco perché propongo la dizione: "e di altre associazioni e gruppi ritenuti idonei".
Forse non è esatta la dicitura, però si mantiene la possibilità, da parte di chi applica la legge, di usufruire del concorso di altri gruppi che si ritengano specializzati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Nerviani.



NERVIANI Enrico

Noi ribadiamo il pensiero che le preoccupazioni di Reburdo debbono essere considerate, ma esse sono già implicitamente accolte nel testo e sono esplicitate nella relazione e negli atti che accompagnano la discussione di questa proposta di legge.
Per quanto riguarda la posizione di Marchini, che mi pare giustamente conseguente ai principi che ha enunciato, sembra che non si riferisca specificatamente a questo articolo, che è destinato esclusivamente all'addestramento e all'aggiornamento; quindi minori preoccupazioni sotto il profilo organizzativo, che sono poi quelle che animano di più in questo momento gli interventi del collega Marchino.



REBURDO Giuseppe

Poiché tutte queste spiegazioni non mi convincono mi permetto di revocare il ritiro dell'emendamento, quindi lo mantengo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 38 contrari.
7) Emendamento presentato dai Consiglieri Marchino e Santoni: al quarto comma, dopo le parole "Assistenza e Soccorso" sono aggiunte le parole "Il Soccorso Alpino Piemontese del CAI".
Ha chiesto di parlare il Consigliere Bruciamacchie. Ne ha facoltà.



BRUCIAMACCHIE Mario

Propongo che l'emendamento presentato anziché dopo le parole l'Assistenza e Soccorso" sia posto dopo le parole "dello Stato".



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 7) cosa modificato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione l'art. 8 nel testo emendato.



((Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 38 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 8 è approvato.
Art. 9 (Competenze per l'impiego del volontariato) "Per l'attività di previsione e prevenzione degli eventi calamitosi per i quali sia richiesto l'intervento regionale, il Presidente della Giunta regionale o l'Assessore delegato si avvale anche degli Albi comunali, dei Quadri provinciali e della Mappa regionale.
Per attività inerenti l'intervento in caso di eventi calamitosi, gli Albi comunali, i Quadri provinciali e la Mappa regionale sono posti a disposizione degli organi ordinari di protezione civile secondo le rispettive competenze".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 38 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 9 è approvato.
Art. 10 (Doveri dei volontari) "L'iscrizione all'Albo comunale comporta: a) la partecipazione ai corsi di informazione, formazione, addestramento aggiornamento e alle esercitazioni, secondo quanto previsto dagli organi competenti b) l'inserimento nella squadra specializzata ritenuta più opportuna secondo i rischi prevalenti anche in relazione alla singola professionalità o preparazione tecnica c) la predisposizione alla disponibilità personale per il pronto impiego in caso di calamità d) il mantenimento in efficienza delle attrezzature assegnate".
Sono stati presentati i seguenti emendamenti: 1) dai Consiglieri Marchini e Santoni: alla lett. b) la parola "squadra" è sostituita dalla parola "elenco".
Tale emendamento viene ritirato dai proponenti.
2) Emendamento presentato dai Consiglieri Nerviani e Bruciamacchie: al punto b) la parola "nella squadra" è sostituita dalle parole "nel gruppo".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato all'unanimità dei 37 Consiglieri presenti.
3) Emendamento presentato dal Consigliere Reburdo: punto b), dopo la parola "l'inserimento" scrivere "nei gruppi specializzati, definiti attraverso gli Albi comunali".
Tale emendamento viene ritirato dal proponente.
4) Emendamento presentato dai Consiglieri Marchini e Santoni: alla lettera d) prima della parola "assegnate" è aggiunta la parola "eventualmente".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato all'unanimità dei 37 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione l'art. 10 nel testo emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri.
L'art. 10 è approvato.
Art. 11 (Assicurazione ed equipaggiamento dei volontari) "Coloro che partecipano a corsi di formazione, addestramento, aggiornamento promossi o programmati dalla Regione sono assicurati dalla Regione stessa contro eventuali rischi di infortunio o di incidenti o danni a terzi legati allo svolgimento delle attività stesse.
La Regione può altresì erogare contributi agli Enti locali che provvedono ad assicurare i volontari iscritti negli Albi comunali con modalità di copertura del massimo rischio tali da garantire ad essi prestazioni assicurative non inferiori a quelle previste per il personale dei Vigili del Fuoco, ai sensi dell'art. 7 della legge 4/3/1982, n. 66.
I criteri per la concessione dei contributi vengono definiti con deliberazione della Giunta regionale.
Le Amministrazioni che richiedono ed autorizzano l'intervento di singoli volontari o associazioni o gruppi di volontariato, contribuiscono a fornire l'adeguato equipaggiamento individuale e le necessarie attrezzature richieste dal tipo di intervento".
I Consiglieri Marchini e Santoni hanno presentato i seguenti emendamenti: 1) al primo comma dopo la parola "partecipano" sono aggiunte le parole "a interventi" 2) al primo comma dopo le parole "dalla Regione stessa" sono aggiunte le parole "o da Enti locali o da organizzazioni di volontariato ai sensi dell'art. 13/bis della presente legge" 3) al primo comma seguono le parole "modalità di copertura del massimo rischio tali da garantire ad essi prestazioni assicurative non inferiori a quelle previste per il personale dei Vigili del Fuoco, ai sensi dell'art. 7 della legge 4/3/1982, n. 66" 4) sono soppressi i commi secondo, terzo e quarto.
Pongo in votazione tali emendamenti.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Sono approvati all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione l'art. 11 nel testo emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri.
L'art. 11 è approvato.
Art. 12 (Strutture, mezzi, equipaggiamento dei volontari) "La Regione promuove, d'intesa con gli Enti locali, iniziative per il censimento delle disponibilità di strutture, strumenti, animali o altri mezzi e può contribuire a nuove acquisizioni o al mantenimento delle disponibilità esistenti.
Le Amministrazioni che organizzano, richiedono ed autorizzano l'intervento di singoli volontari o associazioni o gruppi di volontariato contribuiscono a fornire l'adeguato equipaggiamento individuale e le necessarie attrezzature richieste dal tipo di intervento".
I Consiglieri Marchini e Santoni hanno presentato il seguente emendamento: il secondo comma è soppresso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato all'unanimità dei 39 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione l'art. 12 nel testo emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri.
L'art. 12 è approvato.
Art. 13 (Volontariato e soccorso civile) "La Regione, nell'intento di valorizzare e di attivare al massimo e in ogni momento le potenzialità del volontariato organizzato ai fini di previsione prevenzione ed intervento nella protezione civile, promuove, d'intesa con gli Enti locali, ogni iniziativa che consenta l'opportuno utilizzo e il più stretto raccordo delle forme comunali di volontariato con i corpi, gli enti, i gruppi, le associazioni istituzionalmente o abitualmente preposti a compiti di soccorso civile".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri.
L'art. 13 è approvato.
I Consiglieri Marchini e Santoni hanno presentato un emendamento che prevede il seguente nuovo articolo.
Art. 13/bis "La Giunta regionale entro dodici mesi dall'entrata in vigore della presente legge presenta al Consiglio regionale una proposta di deliberazione nella quale vengono individuate le associazioni e le organizzazioni ritenute di rilievo regionale nonché degli elementi portanti la delibera quadro di convenzione con le stesse organizzazioni ed associazioni ai fini dell'attuazione della presente legge e della legge regionale n. 41 del 3/9/1986.
La stessa proposta di deliberazione individua gli elementi di sostegno e di collaborazione con gli Enti locali ai fini dell'attuazione della presente legge e della legge regionale n. 41 del 3/9/1986".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato.
Pongo in votazione il nuovo art. 13/bis.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri.
L'art. 13/bis è approvato.
Art. 14 (Personale e oneri finanziari) "Il personale necessario per l'attuazione della presente legge è messo a disposizione dalla Regione e dagli Enti locali relativamente alle scelte e alle rispettive competenze.
Agli oneri finanziari derivanti dall'attuazione della presente legge si fa fronte mediante riduzione di L. 60 milioni in termini di competenza e cassa del capitolo n. 12800 del bilancio di previsione per l'anno finanziario 1986.
Nello stato di previsione della spesa è conseguentemente istituito apposito capitolo avente la seguente denominazione 'Contributi per attività nell'ambito dei corsi di formazione, aggiornamento e addestramento e per attività del volontariato nella protezione civile e per il concorso alla copertura degli oneri assicurativi',con lo stanziamento di L. 60 milioni in termini di competenza e di cassa.
Agli oneri finanziari derivanti dall'attuazione della presente legge per gli anni successivi si farà fronte con le leggi di bilancio degli esercizi corrispondenti.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare con proprio decreto le occorrenti variazioni di bilancio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri.
L'art. 14 è approvato.
Pongo ora in votazione l'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Fondo di previdenza dei Consiglieri

Esame progetto di legge n. 177: "Ulteriori modificazioni ed integrazioni alla L.R. 23/l/1984, n. 9 'Norme sulla previdenza e l'indennità di fine mandato dei Consiglieri regionali del Piemonte'"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del progetto di legge n. 177: "Ulteriori modificazioni ed integrazioni alla L.R. 23/1/1984, n.9 'Norme sulla previdenza e l'indennità di fine mandato dei Consiglieri regionali del Piemonte"', di cui al punto 13) all'o.d.g.
Il relatore Consigliere Mignone dà per letta la sua relazione.
La parola al Consigliere Bergoglio.



BERGOGLIO Emilia

A mio avviso la situazione dell'aumento delle aliquote in vista del problema del fondo pensioni dei Consiglieri non può continuare ad essere affrontato in questi termini, perché periodicamente si aumenta la quota da versare senza però che ci sia alcuna garanzia per il futuro.
Una volta o l'altra bisognerà affrontare questo problema più a fondo non dico più seriamente perché non intendo dire che adesso non sia affrontato con la dovuta attenzione, però questa situazione in prospettiva è destinata a peggiorare e a non garantire la copertura finanziaria per i futuri Consiglieri.
Poiché le somme che mensilmente vengono trattenute cominciano a diventare piuttosto pesanti, ritengo sia il caso di assumere un provvedimento più complessivo che non sia quello di continuare periodicamente ad aumentare le quote da versare per le pensioni degli attuali e dei futuri Consiglieri. E' opportuno trovare delle forme di assicurazione o un sistema di congelamento della situazione attuale affinché ciascun Consigliere si regoli per il futuro nel modo che ritiene più opportuno.
Desidero avere delle garanzie, diversamente non mi sento di continuare a votare provvedimenti di questo tipo.



PRESIDENTE

Consigliere Bergoglio, se avesse partecipato ai lavori della Commissione competente sarebbe venuta a conoscenza dei comportamenti da tenere per il futuro. Non c'è il pericolo da lei paventato.
Gli aumenti delle indennità però cadono su di noi e su questi non possiamo intervenire perché sono stabiliti per legge, e non sappiamo mai come e quando ci vengano attribuiti. L'unica cosa sarebbe rinunciarci e di conseguenza il fondo di previdenza non avrebbe scossoni.
Assicuro comunque che il grido di dolore della collega Bergoglio è stato accolto e in sede di Commissione ho illustrato come si sta evolvendo la situazione.
In ogni caso, il fatto che si approvi una decurtazione delle indennità dei Consigliere fa altamente onore al Consiglio regionale.
Non essendovi altri interventi possiamo passare alla votazione del relativo articolato.
Art. 1 "Il primo comma dell'art. 5 della L.R. 23/1/1984 n. 9 è sostituito dal seguente: 'A far tempo dall'1/1/1987 i contributi di cui alla lett. a) del precedente art. 4 sono costituiti da una quota del 25% dell'indennità mensile lorda spettante ai Consiglieri regionali"'.
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposta SI 37 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 1 è approvato.
Art. 2 "Le norme di cui all'art. 10 della L.R. 23/1/1984 n. 9 sono abrogate. Esse continuano ad avere efficacia solamente nei confronti dei Consiglieri regionali cessati dal mandato e di quelli in carica alla data dell'entrata in vigore della presente legge".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 37 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 2 è approvato.
Art. 3 "All'art. 21 della L.R. 23/1/1984 n. 9 dopo il primo comma è aggiunto il seguente: 'Per i Consiglieri in carica da oltre dieci anni la trattenuta di cui al comma precedente è versata sul Fondo di previdenza di cui al precedente art. 1' ".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 37 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 3 è approvato.
Pongo ora in votazione l'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 37 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Trattamento economico dei Consiglieri - Fondo di previdenza dei Consiglieri

Esame progetto di legge n. 181: "Integrazione dell'articolo unico della L.R. 23/1/1986, n. 5"


PRESIDENTE

Il punto 14) all'o.d.g. prevede l'esame del progetto di legge n. 181: "Integrazione dell'articolo unico della L.R. 23/1/1986, n. 5".
Il relatore Consigliere Mignone dà per letta la sua relazione.
Non essendovi interventi possiamo passare alla votazione del relativo articolato.
Art. 1 "All'articolo unico della legge regionale 23/1/1986 n. 5 è aggiunto il seguente comma: 'Le trattenute effettuate ai sensi del secondo comma del presente articolo sono versate al Fondo di previdenza di cui alla legge regionale 23/1/1984 n. 9'".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
Art. 2 "La presente legge regionale è dichiarata urgente ai sensi dell'art. 45 dello Statuto ed entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".
Si passi alla votazione.



((Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
Pongo ora in votazione l'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale

Esame progetto di legge n. 170: "Integrazione alla L.R. 8/9/1986 n. 42 'Norme sull'organizzazione degli uffici della Regione Piemonte"'


PRESIDENTE

Il punto 12) all'o.d.g. prevede l'esame del progetto di legge n. 170: "Integrazione alla L.R. 8/9/1986 n. 42 'Norme sull'organizzazione degli uffici della Regione Piemonte"'.
Il relatore Consigliere Quaglia dà per letta la sua relazione.
Non essendovi interventi possiamo passare alla votazione dell'articolato.
Articolo unico "All'art. 12 della L.R. 8/9/1986 n. 42 'Norme sull'organizzazione degli uffici della Regione Piemonte' viene aggiunto il seguente ultimo comma: 'Nel caso previsto dal precedente tredicesimo comma l'incarico di esercitare le funzioni vicarie può essere affidato solo a dipendenti inquadrati nella qualifica immediatamente inferiore a quella del Responsabile di settore titolare'.
All'art. 13 della L.R. 8/9/1986 n.
42 'Norme sull'organizzazione degli uffici della Regione Piemonte' viene aggiunto il seguente undicesimo comma: 'Nel caso previsto dal precedente settimo comma l'incarico di esercitare le funzioni vicarie può essere affidato solo a dipendenti inquadrati nella qualifica immediatamente inferiore a quella del Responsabile di servizio titolare"'.
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 36 Consiglieri.
L'articolo unico e approvato.


Argomento: Corsi e scuole musicali

Esame progetto di legge n. 150: "Assegnazione di borse di studio per la frequenza ai corsi musicali residenziali promossi dall'Associazione Orchestre des Jeunes de la Mediterranee, istituita dal Consiglio regionale della Provenza - Alpi - Costa Azzurra"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 9) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 150: "Assegnazione di borse di studio per la frequenza ai corsi musicali residenziali promossi dall'Associazione Orchestre des Jeunes de la Mediterranee, istituita dal Consiglio regionale della Provenza - Alpi Costa Azzurra".
Il relatore Consigliere Villa dà per letta la sua relazione.
Non essendovi interventi possiamo passare alla votazione del relativo articolato.
Art. 1 (Finalità - Oggetto) "Al fine di sviluppare gli scambi culturali con altri Paesi europei e di favorire un confronto ed una collaborazione sui temi della pedagogia musicale, della formazione e dell'inserimento professionale di giovani musicisti, ed in applicazione dell'art. 4 dello Statuto e dell'art. 42 del D.P.R. 24/7/1977, n. 616, sono istituite fino ad un massimo di sei borse di studio a favore di studenti di Conservatorio e di Istituti e Scuole musicali ovvero di diplomati di Conservatorio fino ad un'età massima di anni ventisei, di ambo i sessi, residenti in Piemonte, per la frequenza di corsi musicali residenziali promossi dall'Associazione Orchestre des Jeunes de la Mediterranee, istituita dal Consiglio regionale della Provenza - Alpi Costa Azzurra".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
Art. 2 (Modalità di selezione) "La Giunta regionale entro il 31 marzo di ogni anno determina, con propria deliberazione, il numero delle borse di studio da assegnare e, sulla base delle indicazioni di costo fornite dall'Associazione Orchestre des Jeunes de la Mediterranee, il loro importo.
Con lo stesso provvedimento la Giunta regionale approva il relativo bando di concorso che dovrà essere pubblicizzato presso i Conservatori, gli Istituti e le Scuole musicali del Piemonte.
Una Commissione istituita presso il Conservatorio di Torino e composta dal direttore del Conservatorio di Torino o da un suo delegato, dal direttore del Conservatorio di Alessandria o da un suo delegato e da un rappresentante designato dall'Associazione Orchestre des Jeunes de la Méditerranée, seleziona i candidati e comunica all'Amministrazione regionale la graduatoria degli idonei Il Presidente della Giunta regionale, entro il 30 giugno di ogni anno proclama con proprio decreto i vincitori e provvede alla liquidazione e al pagamento delle borse di studio agli stessi.
La Giunta regionale accerterà la regolare partecipazione al corso da parte dei vincitori e, in caso di mancata frequenza da parte di uno o più degli stessi, provvederà alla revoca della borsa di studio e alla richiesta di restituzione dell'importo".
Si passi alla votazione.



((Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
Art. 3 (Norme transitorie) "In deroga a quanto previsto dall'art. 2 la Giunta regionale, entro il 31 dicembre 1986, rimborserà le spese di viaggio e di partecipazione al corso musicale residenziale per un importo complessivo comunque non superiore a L. 18 milioni ai giovani meritevoli in possesso dei requisiti di cui all'art. 1 della presente legge che abbiano frequentato nell'anno 1986 il suddetto corso promosso dall'Associazione Orchestre des Jeunes de la Mediterranee.
La stessa Associazione comunicherà all'Amministrazione regionale i loro nominativi".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
Art. 4 (Norme finanziarie) "Per le finalità di cui alla presente legge è istituito nel bilancio di previsione della spesa il capitolo con la denominazione 'Assegnazione di borse di studio per la frequenza di corsi musicali residenziali promossi dall'Associazione Orchestre des Jeunes de la Mediterranee', con uno stanziamento per il 1986 di L. 18 milioni in termini di competenza e di cassa.
All'onere di cui al precedente comma si provvede mediante una riduzione di pari importo del capitolo n. 11950.
Le spese per gli anni 1987 e successivi saranno determinate con le leggi di approvazione dei relativi bilanci di previsione.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
Art. 5 (Urgenza) "La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'art. 45 dello Statuto regionale ed entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
Pongo ora in votazione l'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 36 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Esaminiamo infine il punto 18) all'o.d.g.: "Nomine".
Si distribuiscano le schede per la votazione.
STEF (L.R. 29/7/1981 n. 37) - Consiglio di amministrazione. Nomina di un membro in sostituzione di Bruno Rattazzi dimissionario.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Risulta eletto il signor Mario Eydallin.
CESMEO (art. 7 Statuto) - Collegio dei Revisori dei Conti. Nomina di un rappresentante.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Risulta eletto il signor Pier Carlo Gabbio.
CESMEO (art. 6 Statuto) - Consiglio di amministrazione. Nomina di due rappresentanti.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Risultano eletti i 'signori Franco Ricca e Barbara Sertorio Giunta.
Comitato Regionale per le Opere Pubbliche - Sezione infrastrutture (art.
27 L.R. 21/3/1984 n. 18). Nomina di un esperto designato dalla Sezione regionale ANCI.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Risulta eletto il signor Bruno Cipullo.
Comunico infine che il Consiglio è convocato per il giorno 20 novembre p.v.


Argomento:

Nomine

Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

Le interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegate al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18,35)



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