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Dettaglio seduta n.64 del 06/11/86 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


CERCHIO Giuseppe


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute (rinvio)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute" comunico che i processi verbali delle adunanze consiliari del 3 10, 24, 25, 30 e 31 luglio 1986 saranno approvati nel corso della prossima seduta.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione del Consigliere Mignone ed interrogazione del Consigliere Pezzana inerenti la ditta ISECO s.a.s. di Alessandria


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo congiuntamente l'interrogazione presentata dal Consigliere Mignone e l'interrogazione presentata dal Consigliere Pezzana inerenti la ditta ISECO s.a.s. di Alessandria.
Risponde ad entrambe l'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla tutela ambientale

Le richieste di notizie riguardano, anche sulla base di una nota di Italia Nostra del 26 giugno 1986: 1) eventuali inadempienze alle prescrizioni autorizzative regionali 2) la reale situazione attuale dell'impianto e i controlli effettuati 3) la possibilità di revoca dell'autorizzazione.
In merito alle richieste succitate in data 18 settembre 1986 è stata convocata una riunione tra tecnici della Provincia di Alessandria, della Regione Piemonte, dell'U.S.S.L. n. 70 di Alessandria e del Comune di Castelletto Monferrato per esaminare la situazione dell'impianto, anche sulla base dei controlli effettuati dalla Provincia e dall'U.S.S.L.
competente.
Dalla riunione è emersa la seguente situazione: la ditta ISECO era stata autorizzata dalla Regione con D.G.R. del 17 maggio 1984 allo stoccaggio, trattamento e spandimento su suolo agricolo dei prodotti derivanti dal trattamento di fanghi residuati dalla depurazione delle acque suscettibili di utilizzo agricolo limitatamente a: fanghi dello stabilimento Zucchi di Casorezzo (MI) fanghi dello stabilimento Castiglione di Arconate (MI) fanghi degli stabilimenti di Alba (CN), Castagnole Lanze (AT) e Comoseta di Albavilla (CO) del gruppo tessile Miroglio fanghi dello stabilimento Robo di Stradella (AL) fanghi derivanti dall'impianto di depurazione comunale di Sestri Levante e di Chiavari.
I fanghi venivano utilizzati in tre aree diverse: nell'area in località Fonte Salcido di S. Salvatore Monferrato l'autorizzazione prevedeva esclusivamente stoccaggio dei rifiuti in contenitori ed eventuale trattamento di inertizzazione dei rifiuti a livello sperimentale nell'area in località Strella, Fraz. Giardinetto di Castelletto Monferrato, le autorizzazioni prevedevano stoccaggio provvisorio e trattamento di compostaggio su suolo e lombrichicoltura nell'area in località Baldone del Comune di Castelletto era stato prescritto il solo trattamento di lombrichicoltura.
In base alle prescrizioni autorizzative la ditta, nella documentazione inviata ai fini del rinnovo delle suddette autorizzazioni, ha dichiarato di non aver mai effettuato il trattamento di inertizzazione e le operazioni di lombrichicoltura e quindi di non aver attivato l'area in località Baldone di Castelletto Monferrato.
E' stata predisposta una scheda autorizzativa di rinnovo con D.G.R. del 26 giugno 1986 in cui, su richiesta della ditta, non è più stato autorizzato il ricevimento, lo stoccaggio, il trattamento dei fanghi provenienti dagli stabilimenti Zucchi di Casorezzo, Miroglio di Comoseta di Albavilla e non è più stata autorizzata l'area in località Baldone di Castelletto Monferrato.
Dai numerosi verbali di sopralluogo effettuati dalla Provincia di Alessandria e dall'U.S.S.L. competente emerge che non vi sono state, nel corso dell'attività della ditta, sostanziali inottemperanze alle prescrizioni autorizzative per quanto riguarda il ricevimento dei rifiuti alle aree autorizzate, ad eccezione di uno scarico abusivo di rifiuti su terreni agricoli adiacenti all'impianto di Cascina Strella da parte della ditta Mascheri Fortunato che effettua i trasporti per conto della ditta ISECO.
Tale scarico abusivo di rifiuti (provenienti comunque dagli stabilimenti previsti nelle autorizzazioni), effettuato precedentemente il compostaggio, è stato rimosso su prescrizioni di diffida della Provincia di Alessandria e i materiali sono stati riportati all'impianto di Cascina Strella; inoltre il signor Mascheri è stato opportunamente multato ai sensi del D.P.R. n. 915.
Dai risultati degli accertamenti degli organi di controllo non si rilevano sostanziali inottemperanze nella conduzione dell'impianto di Cascina Strella e di S. Salvatore Monferrato e nell'utilizzo agricolo dei prodotti. A tale proposito, dagli accertamenti dell'U.S.S.L. n. 70 emerge che il sistema di raccolta dei percolati è stato separato dal sistema di raccolta delle acque meteoriche e che per il sistema di raccolta dei percolati sono stati approntati apposita canalizzazione di raccolta dalle vasche di compostaggio ed un pozzetto di raccolta dei percolati; risulta inoltre che i percolati stessi vengono convogliati ad apposito depuratore.
L'analisi delle acque dei pozzi a monte e a valle di Cascina Strella non indica un peggioramento della qualità delle acque a valle dell'impianto in conseguenza dell'attività di compostaggio; l'alto tenore di nitrati è rilevato in tutti i pozzi privati della zona, in particolare della Frazione S. Michele di Alessandria, mentre gli altri parametri rientrano nei limiti relativi alle acque potabili. Questo inquinamento da nitrati, conseguente probabilmente a pratiche agricole incontrollate, ha indotto il Comune di' Alessandria, sulla base di verbali dell'U.S.S.L. n. 70, ad ordinare in data 1/7/1986 il divieto assoluto di uso potabile delle acque della zona.
In considerazione dell'inquinamento generalizzato dei pozzi suddetti dei dati desunti dalla relazione del Servizio Geologico regionale, del verbale dell'U.S.S.L. n. 70 e dei successivi verbali redatti dalla Provincia di Alessandria è emerso che non sussistono le condizioni per la revoca dell'autorizzazione alla ditta ISECO.
La Provincia ha però emesso una diffida alla ditta ISECO ad effettuare ulteriori prescrizioni relativamente all'impermeabilizzazione con manti artificiali delle aree destinate a vasche di compostaggio e a stoccaggio provvisorio in località Cascina Strella e ad effettuare l'allestimento di un ulteriore sistema di raccolta delle acque meteoriche analogo e complementare a quello dei percolati.
Per quanto riguarda ulteriori attrezzature dell'area, in relazione alle competenze comunali in materia edilizia, il Comune di Castelletto ha provveduto a richiedere, al fine di dare continuità al conferimento dei rifiuti all'impianto di Cascina Strella, apposita documentazione alla ditta ISECO per l'autorizzazione allo scarico in acqua superficiale delle acque meteoriche provenienti dall'impianto e per l'installazione di ulteriori pozzi di controllo oltre a quelli già previsti dall'autorizzazione regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mignone.



MIGNONE Andrea

Prego l'Assessore di darmi copia della risposta. Nel frattempo vorrei sottolineare alcuni elementi emersi che confermano la positività dell'intervento da parte dell'Associazione nel segnalare non soltanto delle fantasie ma, al contrario dei fatti reali che hanno portato addirittura al divieto dell'uso dell'acqua potabile in una frazione del Comune di Alessandria con numerosi abitanti, con i disagi conseguenti.
Dalla risposta dell'Assessore si desume che l'acqua non era più potabile, non tanto in conseguenza di un possibile inquinamento dovuto alla discarica utilizzata dalla ditta ISECO, quanto dall'impiego in agricoltura di prodotti inquinanti. Noi non abbiamo motivi per non ritenere valida questa indicazione.
Ci pare peraltro di poter dire che le ditte che coprono il nostro territorio vanno a procacciarsi il lavoro in altre Regioni d'Italia confermando ancora una volta la vocazione della nostra Regione a ricevere in grandi quantità rifiuti di città e di industrie della Lombardia e della Liguria; abbiamo questa vocazione interregionale e non riusciamo a scoraggiarla.
La seconda osservazione è che effettivamente c'era stata un'attività abusiva, seppur non imputabile alla ditta ISECO, ma all'autotrasportatore incaricato, il quale non aveva ottemperato alle prescrizioni andando a scaricare in luogo non idoneo. Un risultato è stato raggiunto nel momento in cui, come ci conferma l'Assessore, sono state imposte ulteriori prescrizioni tecniche più severe nei confronti della ditta.
L'ultima osservazione è di natura geografica. Molte volte diventa facile per un Comune dare le autorizzazioni dal punto di vista amministrativo, perché poi dal punto di vista territoriale, guarda caso, va a collocare le discariche in un'area che è si amministrativamente di sua competenza, ma che in realtà è in un'isola all'interno di un altro Comune.
Questo la dice lunga sul fatto che queste cose andrebbero viste nell'ambito delle relazioni fra più Comuni e non soltanto dal punto di vista di un'unica unità amministrativa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.



PEZZANA Angelo

Sono d'accordo sulla risposta che il collega Mignone ha dato all'Assessore, quindi non ripeterò le sue argomentazioni. Vorrei per aggiungere concisamente (anche perché le riflessioni di carattere generale le farò quando l'Assessore Maccari risponderà alle mie interrogazioni sulla ditta 0MA di Rivalta, quindi per non ripetermi rinuncio ora a queste osservazioni) che mi ha colpito una frase che l'Assessore ha pronunciato in questa risposta riguardo all'inquinamento prodotto dalla ditta ISECO e cioè che non ci sono le condizioni per la revoca della licenza alla ditta ISECO.
Se noi pensiamo che la ditta ISECO opera a circa 300 metri dal centro abitato, dove oltretutto c'è una scuola elementare, il che è chiaramente incompatibile con il limite di 2 chilometri di distanza stabilito fra le discariche o le aziende come la ISECO e il primo centro abitato, io mi chiedo che cosa occorra alla Regione per revocare la licenza a una ditta che inquina. Forse bisognerebbe che le abitazioni di qualche membro della Giunta o di qualche funzionario assessorile fossero a 300 metri dalla ditta ISECO.
Non sono quindi soddisfatto di questa risposta, che oltretutto è arrivata con molto ritardo, perché i danni ambientali a mio parere hanno un'urgenza immediata, perché riguardano la salute dei cittadini, di tutti i cittadini, non si tratta quindi di problemi specifici, ma di problemi generali. Mi domando inoltre che senso ha stabilire dei parametri, dei criteri, quando poi la non osservanza dei medesimi non dà adito a quello che sarebbe il primo gesto da compiere, cioè la revoca di una licenza.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interpellanza ed interrogazioni del Consigliere Pezzana inerenti la ditta OMA


PRESIDENTE

Vengono ora esaminate un'interpellanza e due interrogazioni presentate dal Consigliere Pezzana inerenti la ditta OMA.
Risponde l'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla tutela ambientale

Con riferimento all'applicazione della legge n. 615/1966, nelle sedute del 18 e 19 giugno 1986, il CRIAP ha esaminato la relazione tecnica aggiornata presentata dalla Società OMA a seguito di prescrizione CRIAP dell' 11/7/1985, notificata dal Sindaco di Rivalta e ha espresso un parere già trasmesso al Sindaco di Rivalta ed alla U.S.S.L. di Orbassano con nota CRIAP n. 372 del 15/7/1986.
In succinto si rileva che il CRIAP ritiene di prescrivere: a) la presentazione, entro 60 giorni dalla data di notifica dell'ordinanza del Sindaco, di un supplemento di relazione nel quale vengano riportati: le caratteristiche funzionali e strutturali dell'impianto di abbattimento ad umido per il quale dovrà pure essere fornita un'analisi quali-quantitativa degli effluenti da effettuarsi nelle più gravose condizioni di esercizio degli impianti dando comunicazione con almeno 15 giorni di anticipo al Sindaco ed al Servizio di Igiene Pubblica della U.S.S.L. del periodo in cui si intendono effettuare i prelievi e dei parametri che si intendono determinare. La Società dovrà poi trasmettere al Sindaco per l'inoltro alla U.S.S.L. e al CRIAP una relazione contenente i risultati delle analisi effettuate corredate dei dati riguardanti la portata e la temperatura delle emissioni all'atto del prelievo i criteri utilizzati per la scelta del convogliamento degli effluenti provenienti dalla fase di "neutralizzazione e decolorazione" all'abbattimento ad umido o al "tunnel di abbattimento polveri" dell'inceneritore b) l'installazione di un impianto di abbattimento postcombustore a servizio del forno inceneritore ché rispetti le disposizioni di cui alla citata deliberazione del 20/11/1985 del Comitato interministeriale c) la presentazione, entro quattro mesi dalla data di notifica dell'ordinanza, di un progetto per un eventuale ulteriore impianto di abbattimento al fine di rispettare permanentemente ed in tutte le condizioni di esercizio dell'impianto di incenerimento e per la portata fissata nei limiti di emissione indicati. Si ritiene opportuno precisare fin d'ora che a modifiche attuate la Società dovrà svolgere prove di combustione di reflui, con modalità e tempi da concordare con il CRIAP alla presenza del personale tecnico della U.S.S.L. e del LSP competenti per territorio, durante le quali dovranno essere effettuati campionamenti al camino dell'inceneritore per la verifica dell'eventuale presenza di microinquinanti organoalogenati e di idrocarburi policiclici aromatici sulla base dei relativi risultati analitici il CRIAP stabilirà le eventuali ulteriori prescrizioni.
Nel frattempo la Società dovrà adottare gli opportuni accorgimenti tecnici e/o operativi - impartendo le necessarie istruzioni al personale dipendente - atti a ridurre quanto più possibile le emissioni dichiarate e a minimizzare l'effetto e ridurre quanto più possibile il verificarsi delle emissioni diffuse.
Il CRIAP altresì: prende atto della dichiarazione della Società di assenza di effluenti in atmosfera dalle fasi lavorative "Fabbricazione grassi lubrificanti" e "Preparazione lubrificanti per usi definiti (formulati)" approva gli abbattitori a maniche filtranti proposti per il silos di stoccaggio delle terre decoloranti a servizio del nuovo sistema di silos trasferimento delle terre "bagnate". Tali abbattitori dovranno essere installati e resi funzionanti contemporaneamente alla messa in funzione del predetto sistema fissa i limiti della concentrazione di polveri emesse dai suddetti abbattitori a maniche in 20 milligrammi per metro cubo.
Nella stessa seduta il CRIAP ha ascoltato la relazione del Presidente della Commissione provinciale ex art. 20 della legge n. 615/66 riguardante la non esaudita richiesta di analisi all'Istituto Superiore di Sanità e ha ritenuto opportuno che la Commissione stessa, che a suo tempo aveva segnalato al Presidente del CRIAP la necessità di tali analisi (da cui la corrispondenza tra CRIAP ed Istituto Superiore di Sanità), decidesse quale comportamento tenere in ordine alle problematiche connesse alle stesse analisi anche in virtù del fatto che l'esame di campioni prelevati due anni addietro non pare presentare alcun particolare interesse, dato che gli stessi erano rappresentativi di una situazione non certo immutata nel tempo.
Inoltre il CRIAP, avendo esaminato nella stessa seduta le relazioni tecniche aggiornate degli stabilimenti 0MA e Chimica Industriale (ex CIBE) di Rivalta, ha ritenuto opportuno richiedere al Presidente della citata Commissione provinciale che venissero effettuati sopralluoghi presso entrambi gli stabilimenti al fine di verificare l'attuale situazione impiantistica e quali possibilità esistano di emissione di odori molesti e da quale stabilimento.
La Commissione provinciale si è riunita a Rivalta l'8 luglio 1986 ed in merito alla riunione stessa il Presidente della Commissione ha trasmesso la nota che riassumo: per quanto concerne la ditta OMA si è accertato che al momento il suo punto di emissione dall'inceneritore non è in funzione, poiché è stata sospesa la relativa autorizzazione regionale; i responsabili della ditta hanno inoltre comunicato che su tutti gli automezzi in ingresso, i quali trasportano oli usati, viene sistematicamente determinata la concentrazione di PCB, in maniera di avere una sicurezza all'accettazione; da tali analisi è risultato che, salvo eccezioni di circa un anno fa, i livelli sono molto contenuti, comunque tali da escludere che il materiale in ingresso possa rientrare nella categoria dei tossici e nocivi.
Relativamente alle analisi e controlli i campioni a suo tempo inviati all'Istituto Superiore di Sanità, mai analizzati, appaiono superati, poich il loro scopo risultava quello di definire il contenuto di PCB negli oli scopo che si può ritenere raggiunto dall'instaurata prassi di analisi sistematica da parte della OMA, salvo verifica mediante controlli ripetuti da parte di laboratori pubblici o mediante presenza durante le operazioni analitiche effettuate per conto OMA.
Per definire l'entità dell'inquinamento atmosferico provocato dalla OMA restano quindi parametri abituali nel senso di presenza di macroinquinanti che derivano essenzialmente dai sistemi di incenerimento.
E' pertanto opinione della Commissione provinciale che, su tali parametri di inquinamento più immediati, si debba chiedere in tempi brevi un accertamento da parte del laboratorio multizonale di Torino oppure di Grugliasco per stabilire quale sia l'attuale entità di sostanze inquinanti che fuoriesce dai due stabilimenti. Se possibile tale accertamento dovrebbe essere accompagnato da un'analisi percentuale della carica degli inceneritori (contenuto di umidità, carbonio, zolfo, azoto, ecc.), per tentare di definire un bilancio di materia del processo. Poiché comunque entro la fine dell'86 ai sistemi di incenerimento dovranno essere apportate notevoli migliorie e modifiche richieste dal CRIAP, successivamente l'accertamento di cui sopra andrà ripetuto in una configurazione che ragionevolmente si può ritenere di regime.
In base alle risultanze del primo accertamento sulla situazione attuale la Commissione provinciale potrà fornire primi elementi di risposta circa il contributo all'inquinamento atmosferico derivante dalla ditta OMA.
Una risposta più completa e definitiva potrà essere fornita alla conclusione della seconda campagna di rilevamento.
Per completamento di risposta all'interpellante, a parte il caso specifico che richiedeva analisi particolarmente complesse, si sottolinea il fatto che i pareri del CRIAP, essendo normalmente strutturati come quello per la situazione in parola, ,sono destinati a tradursi, dopo notifica da parte del Sindaco, in interventi impiantistici migliorativi e/o in mantenimento di procedure di contenimento delle emissioni da parte delle aziende e conseguentemente esigono una periodica attività di vigilanza e controllo sugli insediamenti da parte delle UU.SS.SS.LL.
Non è un caso che, oltre a raccomandazioni effettuate nei confronti di tutti i Sindaci di Comuni in zona di controllo e di tutti i Presidenti dei Comitati di gestione e i responsabili dei servizi di igiene pubblica delle UU.SS.SS.LL. della Regione, il CRIAP ribadisca in ogni lettera di trasmissione di specifico parere che resta in attesa di ricevere "copia delle relazioni e/o verbali derivanti dalla vigilanza e controllo svolti dal Servizio di igiene pubblica della U.S.S.L. nell'insediamento in oggetto inerenti le problematiche di inquinamento atmosferico".
Per limitarsi al campo delle analisi purtroppo nella realtà sono poche le UU.SS.SS.LL. (con ciò intendasi anche i laboratori di sanità pubblica che dalle stesse dipendono) in grado di operare su impianti per determinare i livelli di emissione in atmosfera, anche limitandosi agli inquinanti più tradizionali.
E' pertanto sempre più evidente la necessità di potenziare i laboratori di sanità pubblica con moderne attrezzature di prelevamento e di analisi e con personale preparato sia sul prelevamento sia sulle analisi e disponibile ad effettuare i non facili né comodi prelievi significativi a camino: ciò al fine di non vanificare l'attività del CRIAP e le conseguenti ordinanze comunali nell'ottica di un reale intervento a tutela dell'ambiente dell'inquinamento atmosferico.
Riguardo al diverso comportamento tenuto dall'Amministrazione nei confronti della OMA e della ROMA si precisa che: 1) i due provvedimenti si riferiscono a due impianti molto diversi (la ROMA non tratta propri rifiuti ma stocca rifiuti provenienti da terzi per consegnarli ad un impianto di trattamento). Era quindi più importante dare alla deliberazione di sospensione alla ditta ROMA il carattere di urgenza per evitare ulteriori stoccaggi di rifiuti alla luce delle considerazioni formulate nella premessa della deliberazione per quanto attiene l'attuale impossibilità di conferimento dei rifiuti stoccati per lo smaltimento finale 2) la sospensione alla ditta OMA ha una motivazione più specifica: si ribadisce che l'autorizzazione ex D.P.R. n. 915 non si riferisce alle emissioni in atmosfera; ciò in base a una specifica esclusione di cui all'ultimo comma dell'art. 2 del D.P.R. n. 915, come si legge chiaramente nelle deliberazioni relative.
La Giunta ha sostenuto la propria posizione davanti al TAR in merito alla deliberazione della Giunta regionale di sospensione dell'autorizzazione ex D.P.R. n. 915 rilasciata alla ditta OMA.
Non bisogna però dimenticare le motivazioni che hanno portato a formulare la suddetta deliberazione; la stessa infatti era relativa alla classificazione dei rifiuti trattati dalla ditta OMA (speciali o tossici nocivi) e non all'emissione di fumi provenienti dal processo di incenerimento di cui trattasi.
Quanto sopra in ordine alla complessa problematica connessa alla portata ed all'ampiezza dell'autorizzazione di cui al D.P.R. n. 915 in presenza di emissione di fumi. Problematica che la Regione ha inteso approfondire ed in relazione alla quale ha definito un preciso orientamento interpretativo con la circolare n. 14/AUR. Si leggano in particolare i capoversi dai quali emerge la natura di provvedimenti necessari ma non sufficienti dell'autorizzazione ex D.P.R. n. 915, la necessità che in base all'art. 1 del citato D.P.R. si debba evitare anche solo il rischio di inquinamento dell'aria derivante da attività di smaltimento dei rifiuti e che tale garanzia, in sede di rilascio dell'autorizzazione ex D.P.R. n.
915, debba essere assicurata precisando che il richiedente dovrà dotarsi delle prescritte ulteriori autorizzazioni e/o pareri di cui in particolare alla legge n. 615 e agli artt. 216 e 217 del T.U.L.S. a poter svolgere l'attività richiesta.
In merito all'atto deliberativo di cui trattasi si rileva che dall'esame della documentazione prodotta a seguito della sospensione era scaturita una nota, inviata alla Provincia di Torino alla quale inoltre è stata consegnata l'intera pratica in attuazione della L.R. n. 18/1986.
Si ritiene pertanto che ogni ulteriore provvedimento in ordine al caso di cui trattasi debba al riguardo essere assunto dalla Provincia di Torino (oltre che dal Comune di Rivalta in connessione alle competenze allo stesso attribuite dalla legge 615/66 e dal T.U.L.S. in materia di inquinamento atmosferico e di tutela igienico - sanitaria).



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.



PEZZANA Angelo

Ringrazio l'Assessore Maccari per la sua lunga risposta che purtroppo non è esauriente anche se suggerisce diversi criteri di interpretazione.
Come sempre è una risposta tecnica. Devo ribadire ancora una volta la mia profonda disapprovazione per il modo in cui si risponde alle interrogazioni e alle interpellanze dei Consiglieri, perché nel dare una risposta tecnica, come ho già avuto occasione di dire altre volte, si riconfermano semplicemente dei fatti già accaduti, quindi già a conoscenza dell'interpellante, e non si danno invece delle indicazioni in merito alla sostanza che è l'ossatura dell'interrogazione.
Mi sembra un modo sbagliato di affrontare i problemi che l'interrogante pone.
Non a caso questo è suffragato dallo scarsissimo interesse con cui non solo questa, ma tutte le interrogazioni vengono seguite dal Consiglio con l'unica eccezione dell'interrogante e dell'Assessore che risponde.
Invito la Giunta, se vuole dare dei toni innovativi alla sua gestione a cercare di capire come possa affrontare un problema posto in modo specifico senza cadere in una risposta tecnica che non attrae l'interesse di nessuno e che lascia quasi sempre l'interrogante insoddisfatto, a meno che non appartenga alla maggioranza o che l'interrogazione sia fatta a supporto dell'azione della Giunta.
Vengo allo specifico.
La ditta OMA, di cui ha parlato l'Assessore Maccari, è sicuramente una ditta molto potente. Non sono andato a vedere le ragioni sociali, non so a chi appartenga, so però che è una ditta che è riuscita a condizionare le istituzioni ai suoi interessi privati.
Per poter replicare punto per punto alla risposta dell'Assessore Maccari avrei dovuto avere la risposta scritta perché è materialmente impossibile prendere anche solo degli appunti da una risposta così lunga e così tecnica. Cercherò però di farmi capire da chi ha interesse ad ascoltare.
Questa è un'azienda che inquina e invece di dire, ad esempio, che emette PCB, cosa che può lasciare tutto sommato indifferenti gli ascoltatori, sarebbe bene dire che dai residui del ciclo produttivo della ditta OMA viene emessa diossina.
Quello che è avvenuto in realtà con la ditta OMA fa pensare che la funzione della Regione sia del tutto inutile. Spiego anche il motivo.
Gli esami fatti fare dalla precedente Amministrazione (Assessore era allora Calsolaro), dal Sindaco e dall'U.S.S.L. stabiliscono che la OMA emetteva diossina; c'è stata la revoca della licenza da parte del Sindaco revoca contro la quale la OMA naturalmente ha ricorso.
Il Sindaco di Rivalta è attento a questa situazione anche perché ci sono centinala e centinaia di denunce di cittadini di Rivalta e l'attenzione di chi vive in quello specifico ambiente è molto viva.
C'è una storia interessantissima che sarà utile far conoscere e che riguarda i rapporti tra istituzioni locali e istituzioni nazionali.
C'è una corrispondenza relativa alla richiesta di analisi fatta dalla Regione all'Istituto Superiore di Sanità a Roma che dura da circa tre anni.
Naturalmente i risultati delle analisi effettuate dai laboratori locali sono stati presi per buoni soltanto superficialmente. Il Sindaco ha revocato la licenza e anche la Regione in un primo momento si è dimostrata attenta seguendo l'azione del Sindaco di' Rivalta, poi però è incominciato un balletto che è durato tre anni con l'Istituto Superiore di Sanità. E' successo che le analisi che erano state effettuate dalla Provincia, dalla Regione, dall'U.S.S.L., dal Sindaco di Rivalta, per avere una maggiore conferma di quanto asserivano sono state inviate a Roma all'Istituto Superiore di Sanità.
Si è così avuta una fitta corrispondenza tra l'Assessore Calsolaro, che sollecitava le risposte, e l'Istituto Superiore di Sanità, il quale rispondeva che le analisi erano in corso e che al più presto la Regione Piemonte avrebbe avuto soddisfazione in merito alla sua richiesta (vi sono almeno quattro o cinque lettere di Calsolaro e altrettante risposte da parte dell'Istituto Superiore di Sanità con tanto di indicazione di "riferirsi a", "telefonare e scrivere a...").
In realtà non vi è mai stato alcun riscontro concreto perché l'Istituto Superiore di Sanità non ha mai effettuato le indagini richieste dalla Regione.
Il motivo naturalmente lo si può soltanto supporre e cioè che la ditta OMA sia talmente potente e abbia le mani così lunghe che possa essere arrivata fino a Roma, il che non è poi così strano perché sappiamo dai giornali che queste cose avvengono regolarmente.
E' molto più strano invece che una Regione accetti questo comportamento e si accontenti di affermazioni al punto da chiedere la partecipazione della ditta OMA, con le sue analisi, per avvalorare, da quanto ho sentito dall'Assessore Maccari, affermazioni in base alle quali questa ditta non tratta rifiuti tossici e nocivi. Il che è chiaramente in contraddizione con il laboratorio di Grugliasco che ha fatto le analisi e che invece aveva dato risposte ben diverse parlando appunto di diossina.
C'è dunque questa corrispondenza inutile, dannosa alla Regione anche e soprattutto per la sua immagine, c'è stata una presa in giro reale da parte dell'Istituto Superiore di Sanità e c'è stato il ricorso della ditta OMA al TAR il quale, anche qui inspiegabilmente, non tenendo conto dei dati di laboratorio, rilascia di nuovo la licenza alla ditta OMA, la quale già al momento in cui le si era tolta l'autorizzazione a continuare quel tipo di lavorazione aveva continuato a lavorare di notte. Questo è emerso dalle denunce dei vigili e dei carabinieri del Comune di Rivalta che avevano denunciato ancora una volta la OMA la quale, lavorando di notte, se ne infischiava altamente delle decisioni del Sindaco e della Giunta regionale.
Perché il TAR inspiegabilmente dà ragione alla ditta OMA? Perch durante la discussione della causa la Regione Piemonte si defila e non sostiene le sue buone ragioni che aveva già addotto quando si era dichiarata contraria al nuovo rilascio della licenza provvisoria? Come mai la Regione Piemonte si è defilata nel momento in cui il TAR ha esaminato la questione OMA con il Sindaco di Rivalta, con i laboratori di Grugliasco, e non ha più sostenuto le sue buone ragioni che se erano buone prima dovevano continuare ad esserlo? Questa è una domanda che io rivolgo alla Regione. Non vorrei lanciare accuse ma se a Roma queste analisi non vengono fatte, se la Regione si defila in un processo fra il TAR e una ditta privata riconosciuta dall'U.S.S.L. come ditta inquinante e altamente tossica, mi chiedo quale funzione abbia la Regione se, nel momento in cui deve difendere un interesse per il quale è preposta, si ritira. Mi chiedo se la Regione ha avuto delle motivazioni per comportarsi in questo modo. Chiedo che vengano dette chiaramente oppure se si tratta di un'incuria, di una negligenza, mi chiedo se l'Assessorato all'ambiente debba avere un'etichetta molto risonante che poi in realtà non produce effetti concreti.
La risposta che dà l'Assessore Maccari, che cioè entro il 31 dicembre la Provincia provvederà, è una risposta che, a voler esser gentili, si pu definire ingenua. E' impensabile che la Provincia possa avere gli strumenti e i mezzi per intervenire efficacemente.
A detta di tutti, anche all'interno dell'Assessorato, ci vorranno anni prima che la Provincia possa dotarsi di strumenti efficaci per intervenire.
Nella risposta dell'Assessore Maccari si parla poi di potenziare gli strumenti locali per poter avere agilità nelle ricerche e nelle indagini ma anche questa mi sembra, ancora una volta, un'affermazione non seguita da alcun interesse reale e specifico per arrivare a concretizzarla.
In un'interpellanza che avevo presentato il 30 luglio chiedevo, ma non mi è stato risposto, se la Giunta regionale non ritenesse di entrare nel merito delle interrogazioni che avevo presentato sulla ditta OMA e l'inquinamento che produce; suggerivo di costituire un laboratorio regionale, non megagalattico ma semplicemente potenziando quello di Grugliasco che già funziona, che ha del personale estremamente preparato e se non altro, è facilmente raggiungibile; non sarebbe a Roma dove le richieste vengono insabbiate.
Potenziare il laboratorio di analisi dell'U.S.S.L. n. 24, che è l'unico in Piemonte, potrebbe garantire questo tipo di analisi indispensabili se un Assessorato vuole lavorare con competenza quando vengono denunciati casi di inquinamento e di avvelenamento.
Questa era una mia richiesta specifica all'Assessorato, ma se ho capito bene nella risposta dell'Assessore Maccari non si fa cenno a questa mia proposta, che peraltro rilancio in questo momento chiedendo formalmente se l'Assessorato non voglia prendere in considerazione questa ipotesi, perch così facendo la Regione Piemonte si doterebbe di un centro di analisi efficiente sul territorio senza dover ricorrere a Roma in una situazione in cui la Regione "perde la faccia" e viene presa in giro dai poteri nazionali.
Devo fare ora un'osservazione di tipo generale. Secondo me questa Giunta non ha ancora capito l'importanza e il dato fondamentale di cosa significhi l'inquinamento.
Se, come risulta dalla risposta dell'Assessore Maccari circa la ditta ISECO, altra ditta che inquina a 300 metri dal più vicino centro abitato questo non rappresenta un motivo sufficiente per impedire che questo tipo di inquinamento vada avanti, evidentemente non c'e una sensibilità culturale attenta a questi problemi.
Quando parlo di questi argomenti mi sembra utile ricordare l'inchiesta svolta dal Pretore Guariniello che da anni è in prima linea su questi temi.
Secondo me potrebbe essere consultato con molto profitto dalla Giunta per capire, al di là dei dati tecnici e funzionariali, che cosa significa l'inquinamento in Piemonte.
Ricordo che la ricerca del Pretore Guariniello aveva stabilito che tutti i campioni prelevati di oli minerali, soprattutto quelli riciclati in commercio e che usiamo nel trasporto su gomma contengono sostanze cancerogene che ad alta temperatura sprigionano diossina.
Mi chiedo se questi dati, che sono emersi da una ricerca condotta da persone al di fuori delle parti, quindi non sospettabili di difendere particolari interessi politici, non siano mai stati presi in considerazione dalla Giunta e dall'Assessorato; in particolare mi chiedo come l'Assessorato possa giustificare la propria azione quando, di fronte a ricerche come quelle del Magistrato, non sente il dovere di muoversi, di prendere provvedimenti per impedire che questi inquinamenti proseguano.



PRESIDENTE

Scusi Consigliere Pezzana, vorrei ricordarle che ha a disposizione soltanto cinque minuti per poter replicare.



PEZZANA Angelo

Lo so, signor Presidente, non credo di essere un Consigliere che eccede nei tempi che gli sono concessi.
L'argomento inquinamento però è un problema che è alla ribalta ormai da un anno e mezzo, da quando la Giunta si è insediata; è un problema che viene procrastinato e la Giunta lo affronta soltanto quando avviene il disastro a grandi dimensioni. Mi chiedo se invece un Assessorato competente non dovrebbe porsi il problema di prevenire e chiedersi se il dramma dei posti di lavoro sia un fattore così bloccante e congelante. Questa non è solo una risposta di insoddisfazione che do all'Assessore Maccari.
Ricordo un'altra polemica avuta con l'Assessore Olivieri quando il problema dei posti di lavoro giustificava il mantenimento di aziende che uccidono lentamente anziché provocare delle valutazioni su come, ad esempio, convertire posti di lavoro, come trovare soluzioni vitali ai lavoratori che se non vengono licenziati hanno come unica alternativa quella di morire di cancro o di continuare a vivere una situazione che dal punto di vista della salute è terribilmente nociva.
Quindi il problema del posto di lavoro è un alibi per chi non vuole affrontare in realtà i problemi di fondo.
Il mio giudizio generale è quindi di non soddisfazione anche se l'Assessore Maccari ha letto una lunga relazione tecnica che però non affronta in maniera politica il problema e non dà soprattutto alcuna indicazione su come uscirne. Anzi, dà ancora alla ditta 0MA una patente di credibilità chiamandola addirittura a discutere come può la Giunta intervenire in caso di inquinamento.
Ribadisco quindi la mia profonda insoddisfazione e chiedo che la Giunta affronti seriamente a livello di prevenzione il problema dell'inquinamento.



VIGLIONE Aldo


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione dei Consiglieri Biazzi, Avondo, Acotto e Guasso inerente la linea ferroviaria Varallo - Novara


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione presentata dai Consiglieri Biazzi, Avondo Acotto e Guasso inerente la linea ferroviaria Varallo - Novara.
Risponde l'Assessore Cerutti.



CERUTTI Giuseppe, Assessore ai trasporti

La linea ferroviaria Novara - Varallo - Vignale appartiene al gruppo delle sei linee piemontesi considerate a scarso traffico che dovevano essere soppresse a partire dal giugno 1986.
A seguito dell'impegno della Regione Piemonte, che ha predisposto da parte dell'Assessorato regionale ai trasporti lo studio "Valutazione tecnico - economica sulle linee ferroviarie piemontesi a scarso traffico.
Prima fase", il suddetto provvedimento di chiusura è stato revocato e il servizio ferroviario è tuttora garantito sulle sei linee interessate.
Per attuare in parte quanto proposto dal citato studio regionale, allo scopo di realizzare un esercizio economico su tali linee, l'Ente Ferrovie dello Stato ha modificato gli orari ottenendo un risparmio per quanto riguarda il personale addetto e il materiale rotabile.
Tale modifica dell'orario ha creato disagi agli utenti che hanno segnalato le loro difficoltà all'Ente FFSS.; in seguito a ciò si è tenuto un incontro il 6 ottobre presso il Municipio di Varallo Sesia, con la partecipazione dei rappresentanti degli utenti, delle OO.SS., di funzionari dell'Ente FFSS, e dell'Assessorato ai trasporti della Regione Piemonte per discutere gli eventuali provvedimenti da assumere per ovviare ai disagi dei viaggiatori.
Successivamente, il 15 ottobre, presso l'Assessorato ai trasporti della Regione Piemonte si è tenuta una riunione fra Regione, FFSS, e OO.SS. per esaminare in maniera globale il problema dei nuovi orari sui "rami secchi".
Il risultato di questi incontri è stato l'attuazione, a partire dal 20 ottobre, di modifiche agli orari ferroviari, concordate con gli utenti, per ovviare alle difficoltà sorte con l'entrata in vigore dell'orario invernale delle FFSS.
La linea ferroviaria Varallo Sesia - Novara ha subito modifiche all'orario di otto treni e di una corsa automobilistica. Tali modifiche già proposte il 6 ottobre agli utenti interessati, erano state ritenute soddisfacenti.
Infine, l'Assessorato regionale ai trasporti sta attivando le "conferenze orario" in collaborazione con i rappresentanti dell'Ente FFSS.
con gli Enti locali e con le organizzazioni sindacali per l'esame degli orari ferroviari su tutte le linee piemontesi. Penso che questo avverrà entro il mese di novembre.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

Il collega Guasso, noto esperto in materia di trasporti, si dichiara ampiamente soddisfatto della risposta. Ringrazio l'Assessore e mi dichiaro anch'io soddisfatto. Si è partiti da scelte incomprensibili da parte dell'Ente FFSS, che hanno spostato o hanno annullato alcune corse senza giustificazione.
Su sollecitazione e dietro le proteste dei cittadini l'Ente FFSS, ha assunto un atteggiamento di grande saggezza, ritornando sulle decisioni prese.
Credo che sia uno dei pochi casi in cui si sia modificato l'orario ferroviario dopo meno di un mese dalla sua pubblicazione.
Riprendo l'ultima parte della risposta dell'Assessore Cerutti che ha sollevato il problema generale degli orari ferroviari in Piemonte. E' un problema molto sentito perché ci troviamo di fronte a situazioni incomprensibili.
Cito solamente due casi. Il treno che parte da Torino alle 17,53 e arriva a Novara alle 19,02 non trova da Novara la coincidenza per Arona in quanto il treno locale parte dieci minuti prima, cioè alle 18,50. Il treno che arriva a Novara da Torino alle ore 21,02 non trova l'ultima coincidenza per Borgomanero ed Omegna perché è partita dieci minuti prima.
Siccome non voglio pensare che le Ferrovie vogliano fare un dispetto ai viaggiatori, tanto più ai viaggiatori che passano per Borgomanero, mi limito a dire che sarebbe opportuno coordinare gli orari con molta attenzione.
La conferenza per gli orari dei trasporti a cui ha fatto riferimento l'Assessore Cerutti questa mattina, e che ci era già stata anticipata ieri in sede di Commissione, credo sia utile anche per razionalizzare gli orari e dare un migliore servizio ai cittadini.


Argomento: Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Interrogazione del Consigliere Nerviani inerente la tessera regionale per gratuità viaggio su linee extraurbane per ciechi, invalidi e handicappati


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione' presentata dal Consigliere Nerviani inerente la tessera regionale per gratuità viaggio su linee extraurbane per ciechi, invalidi ed handicappati.
Risponde l'Assessore Cerutti.



CERUTTI Giuseppe, Assessore ai trasporti

Si precisa che in sede di prima risoluzione del problema di rilascio delle tessere regionali di gratuità di viaggio si è limitata la schiera dei beneficiari a quella già precedentemente individuata con D.G.R. n. 295 18372 del 3/8/1982. La suddetta deliberazione in particolare riconosceva le prime tre fasce di invalidità previste dal D.M. 25/7//1980.
Esaminando attentamente il decreto emerge che non sono esclusi dai benefici i soggetti minorati nell'udito e nella parola per i quali sia riconosciuta l'invalidità al lavoro (che ricade nella fascia di percentuale dal 91% al 100%).
E' comunque intendimento della Giunta estendere il beneficio della gratuità di viaggio ai minorati predetti risultati tali sin dalla nascita dopo accertamento della Commissione provinciale sanitaria sordomuti, la quale riconosce soltanto l'esistenza della minorazione suddetta senza stabilire percentuali di invalidità civile.
In sostanza, se il fatto avviene successivamente viene riconosciuta una certa entità di invalidità; se è invece presente dalla nascita non c'è un riconoscimento ufficiale. Noi intentiamo estendere anche a coloro che sono minorati sin dalla nascita dell'udito e della parola questo provvedimento e questo beneficio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Nerviani.



NERVIANI Enrico

Posso ritenermi soddisfatto della cortese risposta dell'Assessore.
Ho presentato questa interrogazione per ricordare anche in questa occasione come frequentemente l'handicap che portano i sordomuti non è sufficientemente valutato dai provvedimenti dello Stato e regionali.
Ritengo che sia questa una categoria di cittadini che deve essere più tutelata perché il loro handicap non è valutabile nei termini che sono stati sinora usati. L'handicap del sordomuto è particolarmente grave perch lo taglia fuori dai rapporti con la società in maniera consistente e quindi mi sembra che meriti l'attenzione che attrae su di loro come, per esempio la condizione dei non vedenti.
Sono soddisfatto che l'Assessore abbia preso in esame la proposta che implicitamente nella interrogazione era stata fatta da me e che la deliberazione possa in un futuro immediato avere una opportuna modificazione.


Argomento: Problemi energetici

Interpellanza del Consigliere Staglianò inerente la sospensione del funzionamento della centrale elettronucleare di Trino


PRESIDENTE

Esaminiamo infine l'interpellanza presentata dal Consigliere Staglian inerente la sospensione del funzionamento della centrale elettronucleare di Trino.
Risponde il Presidente della Giunta regionale Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Questa interpellanza avremmo potuto farla ricomprendere nel più complesso dibattito sul nucleare, perché così avevamo convenuto nella riunione dei Presidenti di Gruppo. Ad ogni buon conto è una interpellanza che giace da almeno quattro sedute, quindi ritengo opportuno svolgerla.
Il piano di emergenza esterna predisposto per la centrale Fermi di Trino è basato sulle conseguenze radiologiche che potrebbero aversi intorno all'impianto nel caso si verificassero gli incidenti presi in considerazione nei presupposti tecnici del piano stesso.
Le ipotesi relative ai tipici incidenti considerati indurrebbero ad escludere l'evacuazione di popolazioni prossime all'impianto tuttavia, per cautela e dopo recenti esperienze, questo è più comprensibile; nel piano di emergenza si è tenuto presente anche tale eventualità per un numero ragionevole di cittadini.
L'allegato sanitario del Piano Emergenza Esterna (PEE) prevede l'allestimento (già predisposto) di due centri di raccolta della popolazione a Trino e a Palazzolo.
Questi centri si possono considerare "presidi sanitari di emergenza" dove la popolazione evacuata può trovare assistenza sanitaria e personale tecnico addestrato a rilevare la contaminazione radioattiva corporea. Da questi centri sarà smistata a strutture abitative provvisorie o, in caso di necessità, a strutture sanitarie.
I medici addetti al funzionamento dei due centri di raccolta appartengono all'U.S.S.L. n. 76 di Casale Monferrato e per essi è stato organizzato, e si è già svolto nel 1985, un breve corso di informazione e di indirizzo per le valutazioni sulla popolazione esposta e sull'eventuale ricorso a tecniche di terapia.
Peraltro il loro compito primario è lo smistamento di individui che richiedano prestazioni urgenti di tipo specialistico da far eseguire presso l'Ospedale di Casale oppure presso il presidio ospedaliero di Vercelli,' quando le persone che necessitino di cure convenzionali (ortopedia cardiologia, ecc.) siano state anche contaminate sulla cute e sugli indumenti.
Il Piano fa proprie le indicazioni contenute in una "guida tecnica" per le emergenze nucleari inviata a tutte le UU.SS.SS.LL. nel 1982 dall'Assessorato alla sanità nella quale vi erano allegati documenti informativi sanitari per i medici (in particolare relativi alle terapie per individui contaminati o irradiati).
I sanitari del presidio ospedaliero di Vercelli dovrebbero semplicemente attuare gli interventi e le terapie convenzionali, assistiti dal personale tecnico per la valutazione dello stato di contaminazione dei pazienti e delle attrezzature usate.
Nell'organico previsto per il piano di emergenza, attraverso una specifica deliberazione regionale del 1982, oltre a personale tecnico per la sezione fisica del Laboratorio di Sanità Pubblica, si era inserita anche la figura di un "medico autorizzato" che all'occorrenza potesse tenere i collegamenti con i medici autorizzati degli impianti nucleari e con la struttura COSME (struttura sanitaria di pronto intervento organizzata dall'ENEA) con sede a Roma per il caso di persone con grave contaminazione radioattiva interna o esposte ad irradiazioni elevate.
In quest'ultimo caso, per la necessità di usare camere sterili, si è previsto il trasferimento al C.T.O. di Torino (così come peraltro previsto nell'allegato n. 12 del Piano sociosanitario regionale 1982-1984 e riconfermato nel più recente Piano socio-sanitario).
Vi è quindi la sensazione che i medici dell'Ospedale S. Andrea di Vercelli abbiano sopravvalutato le prestazioni che dovrebbero fornire che sono limitate alle cure convenzionali.
Nel caso di incidenti o di contaminati gravi, come i lavoratori dell'impianto, la sorveglianza medica eccezionale si prevede venga svolta dal medico autorizzato dell'impianto in collaborazione con le strutture sanitarie, con il COSME, ricorrendo se necessario ad istituti specializzati italiani o stranieri come indicato nel piano di emergenza e come evidenziato nello schema dei collegamenti sanitari.
L'Assessorato alla sanità ha comunque predisposto ed avvierà tempestivamente dei corsi di informazione per i sanitari dell'Ospedale di Vercelli oltreché per quelli di Casale che, pur non cambiando i compiti a loro attribuiti, potranno agevolare il lavoro attraverso le nuove conoscenze acquisite.
Contestualmente si avvierà la collaborazione con l'U.S.S.L. n. 45 di Vercelli per razionalizzare i vari servizi del presidio sanitario S.
Andrea, nella previsione di un evento accidentale; nel frattempo la struttura può affrontare, alla luce di quanto sopra detto, una situazione che si potrebbe verificare nel corso degli incidenti considerati nel piano di emergenza della Centrale E. Fermi.
Per la seconda parte dell'interpellanza, che attiene a determinazioni che riguardano il futuro energetico del Paese, vorrei rimettermi alla cortesia del collega interpellante per pregarlo di convenire sul fatto che la complessità del problema appartiene alla quotidianità del dibattito nel confronto aperto nel Paese e che troverà, mi auguro, determinazioni con la Conferenza nazionale sull'energia piuttosto che alla sfera dell'interpellanza, nonostante sia dovuto un giusto riconoscimento alla rilevanza della stessa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, voglio precisare che ho insistito perché l'interpellanza si svolgesse comunque perché il suo oggetto riguarda un impianto nucleare che non è da costruire, ma che è già in funzione; su quello che è da costruire discuteremo in seguito. Non possiamo dimenticare che questa interpellanza urgentissima, così cercai di definirla il 28 agosto, due giorni dopo che medici dell'Ospedale S. Andrea avevano dichiarato di non poter far nulla di fronte ad un eventuale incidente, prende le mosse da fatti concreti, gravemente allarmanti, che sono già avvenuti.
Ricordo ai colleghi che a questi problemi prestano scarsa attenzione che la centrale E. Fermi di Trino Vercellese era già stata interessata da due incidenti nel solo mese di agosto.
Non stiamo perciò discutendo di accademia, ma di una situazione di altissimo pericolo.
L'oggetto dell'interpellanza non si riferiva, come mi è parso di cogliere dalle ultime parole del Presidente, alle scelte energetiche future. Chiedeva invece (su questo non ho avuto risposta, rammaricandomi moltissimo, soprattutto per i cittadini piemontesi che sono direttamente coinvolti da un'eventualità di incidente tutt'altro che remota) se non era il caso, stante l'inadeguatezza denunciata ed acclarata dei mezzi di soccorso a disposizione, di intervenire presso le autorità centrali per non protrarre ulteriormente, neanche di un minuto in più, il pericolo cui la popolazione è sottoposta.
Sull'inadeguatezza dei mezzi a disposizione i colleghi mi consentiranno, ed anche il Presidente dell'assemblea, di rileggere alcuni passi di un articolo pubblicato su questo argomento all'inizio del mese di settembre, nel quale le misure di emergenza vengono definite letteralmente "all'acqua e sapone neutro". Cosa dice, dunque, questo piano di emergenza aggiornato il 1 agosto scorso dopo l'incidente di Chernobyl e comunicato dalla Prefettura alle UU.SS.SS.LL. interessate determinando la reazione dei medici dell'Ospedale S. Andrea di Vercelli? Il "piano" prevede abbondanti lavaggi con acqua e sapone neutro delle parti del corpo contaminate. I centri di raccolta dei contaminati sono situati a Trino o Palazzolo.
L'utilizzazione dell'uno o dell'altro centro dipende da dove tirerà il vento al momento del rilascio radioattivo di grande portata.
Per buona parte il piano è ancora riservato, come se i piani di emergenza non interessassero la popolazione. Non si può tacere, signor Presidente, il fatto che la popolazione in tema di grandi rischi non è investita direttamente dalle cose che la riguardano direttamente.
Il piano di emergenza esterno afferma che dai centri di raccolta (individuati da un altro fantomatico opuscolo ENEL che si chiama "La pianificazione dell'emergenza", nel poliambulatorio dell'U.S.S.L. n. 76 di Casale Monferrato di Via Ortigara a Trino e in una scuola elementare di Via Trento a Palazzolo) dovrebbero essere smistati i contaminati, a seconda della loro gravità, al dipartimento accettazione dell'Ospedale S. Andrea di Vercelli, all'Ospedale di Casale o al C.T.O. di Torino.
Queste ultime cose ce le ha ricordate anche il Presidente Beltrami. Ma questo castello di sabbia costruito dall'ENEL. Ente che in molti casi fa concorrenza alla buonanima di Collodi nello scrivere le favole, non sta in piedi. I medici dell'Ospedale S. Andrea ci hanno ricordato cose precise che voglio richiamare, anche se osservo che l'attenzione non è francamente adeguata all'argomento. "Al reparto che dovrebbe garantire le emergenze scrivono i medici - abbiamo sei letti in croce (testuale). Ci dovrebbero spiegare - continuano - come potremo far fronte ad una sciagura nucleare".
Questi sono i passi della missiva che, stando ha quanto ha scritto un giornale, avrebbe fatto sobbalzare sulla sedia, oltreché il Presidente dell'U.S.S.L. n. 45 di Vercelli, Lucia Bigino, la quale tranquillizza tutti dicendo che stavano per risolvere il problema, anche l'Assessore Olivieri definendolo "il signor state tranquilli".
"Siamo stati gravati - aggiungono i medici del S. Andrea - di un compito per il quale non abbiamo né mezzi, né strutture. Il materiale in dotazione per l'emergenza nucleare nell'Ospedale S. Andrea di Vercelli (che è uno dei centri principali di raccolta) consiste in berretti di plastica camici, pinze chirurgiche e poco altro, stipato in due armadietti". I sanitari aggiungono: "Di preparazione professionale non possiamo assolutamente farci carico (è il dott. Mario Franzi del DEA del S. Andrea a parlare, assumendosi evidentemente la responsabilità delle cose dette)".
Dopo Harrisburg, Chernobyl ed altre migliaia di piccoli e grandi incidenti nucleari, l'ENEL decide dunque di intervenire, in caso di incidente, "alla casalinga". La comicità dell'ENEL (ricordiamo che è un Ente energetico e non una compagnia teatrale) non ha fine. Dopo aver detto alla popolazione residente entro il raggio di due chilometri dalla centrale E. Fermi che "lo stato di allarme è diffuso tramite il suono di una sirena sequenza di cinque suoni intermittenti della durata di quindici secondi e con autoveicoli con altoparlante nei centri abitati oltre due chilometri dalla centrale", l'ENEL ci delizia con nuove, tragiche battute dimenticandosi che la gente non è la platea di un macabro spettacolo, ma l'utenza che paga la bolletta della luce. Penso sarebbe anche interessante sapere dal direttore didattico delle scuole elementari di Palazzolo se i primi banchi sono stati già spostati per far posto ad un'eventuale emergenza oppure no.
Chiedevo, signor Presidente, se di fronte a questo stato di cose tanto allarmanti (che dalla risposta del Presidente Beltrami non mi pare siano smentibili) il governo regionale non ritenesse necessario intervenire presso le autorità centrali di governo perché questa situazione venisse bloccata. Voglio anche denunciare che, a proposito dell'adeguamento delle strutture sanitarie di emergenza del Vercellese, ci sono 920 milioni fantomatici che vengono stiracchiati ora di qua ora di là, a seconda che servano per i "S. Andrea" oppure per la Sorin di Saluggia della quale parleremo, immagino, nella prossima seduta.
Di fronte all'eventualità, per nulla remota, che noi scongiuriamo con tutte le nostre forze, non si può continuare a lavorare con l'approssimazione di cui abbiamo avuto prova stamani, sentendo una risposta francamente insoddisfacente e che, a mio avviso, richiama una urgenza più di fondo. Quella della necessità di mutare il modo di pensare dell'uomo post-atomico, un'urgenza che fa grandissima fatica - evidentemente - a farsi largo in mezzo a noi.
Se lei non se la prende, signor Presidente, vorrei farle dono di un quadretto con una frase che potrà attaccare alla parete del suo ufficio. E' di un grande pensatore del nostro secolo, Albert Einstein il quale, a proposito della necessità di un nuovo umanesimo (io so che la sua sensibilità personale su queste cose c'è ed è viva), diceva già nel 1932: "La liberazione dell'energia atomica ha mutato ogni cosa a tal punto che il nostro consueto modo di pensare è divenuto obsoleto. Ci troviamo di fronte al rischio di dover affrontare una catastrofe inimmaginabile nei tempi andati. Per sopravvivere l'umanità dovrà adottare un modo sostanzialmente nuovo .di pensare".
Questo è quanto ci diceva il padre della fisica moderna, uno dei più grandi scienziati di tutta l'umanità. Io penso che non prendere atto del mutamento di sostanza intervenuto nel nostro tempo in seguito al liberarsi dell'energia atomica significa davvero far torto all'intelligenza di ciascuno di noi. Mi auguro, signor Presidente, che leggendo l'ammonimento di Einstein, se vorrà tenerlo nel suo ufficio, si ricordi che il popolo piemontese è sottoposto ancora ad un vecchio e obsoleto modo di pensare che espone, tutti i giorni e tutti:quanti, ad un rischio inaccettabile da ogni intelligenza che abbia a cuore il bene dell'uomo e della sua terra.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "'Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico che l'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale della seduta in corso.


Argomento:

a) Presentazione progetti di legge

Argomento:

b) Ritiro progetti di legge


PRESIDENTE

In data 29 ottobre 1986 la Giunta regionale ha ritirato il progetto di legge n. 108: "Norme coordinate relative alla disciplina del funzionamento di Commissioni, Consigli, Comitati, Consulte, Collegi operanti presso la Regione".


Argomento:

b) Ritiro progetti di legge

Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo ha apposto il visto: alla legge regionale del 23 settembre 1986: "Norme sulla detenzione l'allevamento ed il commercio di animali esotici" alla legge regionale del 23 settembre 1986: "Applicazione in Piemonte del Regolamento delle Comunità Economiche Europee n. 797 del 12 marzo 1985 relativo al miglioramento dell'efficienza delle strutture agrarie".


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo

Argomento:

d) Deliberazioni adottate dalla Giunta regionale e dall'Ufficio di Presidenza


PRESIDENTE

L'elenco delle deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nelle sedute del 29 luglio, 9 settembre e 28 ottobre 1986 e dall'Ufficio di Presidenza nella seduta del 4 novembre 1986 - in attuazione dell'art. 7 secondo comma, della L.R. 6/11/1978, n. 65 - in materia di consulenze ed incarichi, è depositato e a disposizione presso il Servizio Aula.


Argomento: Problemi energetici

Comunicazioni della Giunta regionale in ordine alla collocazione della Regione nella Conferenza Energetica Nazionale (metodologia e partecipazione) ed allo stato dei lavori del Cantiere Po 1 - Esame proposta di deliberazione n. 344: "Presa d'atto degli effetti della deliberazione del Comune di Trino del 9 ottobre 1986 in ordine alla centrale nucleare e conseguenti determinazioni" e votazione relativo ordine del giorno


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 4) dell'o.d.g.: "Comunicazioni della Giunta regionale in ordine alla collocazione della Regione nella Conferenza Energetica Nazionale (metodologia e partecipazione) ed allo stato dei lavori del Cantiere Pol - Esame proposta di deliberazione n. 344: "Presa d'atto degli effetti della deliberazione del Comune di Trino del 9 ottobre 1986 in ordine alla centrale nucleare e conseguenti determinazioni".
Devo comunicare che sono giunti alcuni ordini del giorno che in base al Regolamento potrebbero essere esaminati al termine della seduta, per occorre che i proponenti dichiarino la loro intenzione o meno a che tali documenti siano posti in votazione a seguito del dibattito sulla comunicazione della Giunta.. Dico questo perché la messa in votazione degli ordini del giorno non è automatica, ma avviene su richiesta dei proponenti.
La parola all'Assessore Maccari per la comunicazione.



MACCARI Eugenio, Assessore all'energia

Gli ultimi avvenimenti che hanno determinato l'oggettiva difficoltà di proseguire il programma nucleare previsto dal PEN '81 e le attività nel sito di Leri - Cavour, unitamente alle attuali incertezze circa gli sviluppi futuri della politica energetica nazionale, che rimangono subordinati alle conclusioni della prossima Conferenza sull'energia e alle risoluzioni che il Parlamento dovrà assumere, non consentono a questa Regione di perdere la visione complessiva di quelle azioni che l'Ente elettrico ha già condotto e sta completando nel sito vercellese.
La necessità di poter disporre di rapporti informativi di progresso dell'attività, precedentemente segnalata dalla Giunta all'ENEL. in ordine allo stato delle attività operative, progettuali ed economiche inerenti i lavori preparatori del sito della centrale elettronucleare, è stata altresì sottolineata da alcune forze politiche dell'assemblea consiliare. In tal senso è stato nuovamente richiesto all'Ente elettrico di poter disporre con urgenza del quadro aggiornato delle attività di precantiere esprimendo altresì l'avviso di far seguire ad un primo rapporto i successivi aggiornamenti con cadenza settimanale o quindicinale.
In particolare è stato richiesto di conoscere in modo dettagliato l'elenco dei lavori appaltati distinguendo quelli in corso da quelli non ancora iniziati, le imprese aggiudicatarie, gli importi dei lavori nonché i tempi di realizzazione e ultimazione. E' altresì stata sottolineata la necessità di poter disporre di un quadro dettagliato rappresentante le quantità stimate di utilizzo di inerti, le decisioni avviate o assunte per il loro recupero, le località interessate per la loro estrazione e le quantità previste per ognuna delle località medesime.
In risposta a tale richiesta l'ENEL ha predisposto un primo rapporto informativo, consegnato ai Capigruppo e inviato al Presidente del Consiglio e al Presidente della VII Commissione consiliare, per il quale sono state segnalate dalla Giunta richieste di integrazioni che, per la parte relativa agli importi, sono di seguito riportate nella presente comunicazione.
Per quanto riguarda la situazione dei lavori del cantiere in Leri Cavour, Comune di Trino Vercellese, all'ottobre 1986, è utile ricordare che la realizzazione delle opere preliminari della centrale "Piemonte-Trino" di cui al Decreto Ministeriale 6/2/1985, è suddivisa in varie commesse per un importo complessivo di circa 200 miliardi e per una durata di tre anni programmata in modo da consentire l'inizio delle opere relative all'impianto vero e proprio (a partire dalla posa del ferro di armatura delle fondazioni) quando quelle preliminari dovrebbero essere realizzate al 50-60'% circa, cioè dopo un anno e mezzo dal loro inizio e con un investimento di un centinaio di miliardi, e comunque dopo l'emissione del NOC.
Parallelamente a tali attività condotte in sito ne sono in corso altre fuori sito, relative a pratiche autorizzative e di licensing progettazione, committenza, costruzione in fabbrica; in particolare pre assegnazioni e ordini relativi al sistema nucleare sono stati avviati in forza del paragrafo 5 della deliberazione CIPE 4/12/1981, che approvava il PEN, con la quale l'organismo interministeriale assegnava al Ministro per l'Industria il compito di autorizzare l'ENEL ad effettuare, ancor prima della localizzazione, ordini di sistemi e componenti per consentire all'industria nazionale di programmare l'effettivo carico di lavoro per i prossimi anni sulla base dell'intero programma nucleare.
Realizzazione opere preliminari e stato delle commesse con avanzamento dei lavori.
Allo stato attuale risultano aggiudicati i seguenti contratti: 1) Fornitura Centro Informazioni provvisorio: ditta Zak - importo L.
900 milioni più 1 miliardo per sistemazioni esterne (ditta Recchi) più 800 milioni per allestimento (ditta Bodino). 2) Fornitura edifici monoblocco prefabbricati per uffici e servizi logistici di precantiere (ditta IHS) importo L. 470 milioni.
3) Appalto sistemazioni preliminari del terreno e del precantiere (impresa Cavebit) in associazione con altre imprese - importo presunto dei lavori L. 15 miliardi.
4) Indagini geognostiche per caratterizzazione cave (impresa Sicos) importo L. 1 miliardo e 400 milioni.
5) Appalto movimento di terra e sistemazioni idrauliche definitive (impresa Edilvie) in associazione temporanea con altre imprese locali importo presunto L. 32 miliardi.
6) Contratto per il gruppo diesel di emergenza per l'alimentazione del sistema di abbassamento della falda (ditta Fraschini) - importo L. 770 milioni.
7) Contratti vari minori per servizi (vigilanza, pulizie, rilievi topografici, ecc.).
8) Appalto del sistema di abbassamento della falda (impresa Rodio) in associazione con altre cinque imprese importo presunto L. 18 miliardi.
9) Contratto per il laboratorio prove materiali (ditta Ismes) - importo L. 11 miliardi.
10) Contratto per strumentazione geotecnica (ditta Ismes) - importo L.
8 miliardi.
11) Contratto indagini geotecniche di dettaglio (ditta Consonda) importo presunto L. 700 milioni.
Attualmente sono stati ultimati i lavori relativi al centro informazioni provvisorio e alla installazione dei prefabbricati per uffici e servizi logistici di precantiere per un importo di circa 4 miliardi e mezzo.
Sono in corso i lavori delle sistemazioni preliminari del terreno (ditta Cavebit) e quelli dei movimenti di terra e sistemazioni idrauliche (impresa Edilvie) che consistono in: realizzazione piste per l'esecuzione dei diaframmi strade di accesso sistemazione aree di cantiere e rete irrigua superficiale esecuzione della rete principale di drenaggio delle acque superficiali complete di opere accessorie.
Sono invece bloccate una serie di attività per mancanza di autorizzazione indicazioni a livello regionale e locale, anche a seguito delle risoluzioni adottate dal Consiglio e dalla Giunta con particolare riferimento alla nota del Presidente della Giunta del 17 settembre u.s.
Tali attività riguardano precisamente: vincoli di accesso al cantiere, a raso, con sovrappasso, a sud e a nord; - scarico delle acque di cantiere nel canale Acqua Nera pozzi per il dewatering bonifico con materiali estratti da cave esistenti apertura di nuove cave sistemazione viabilità esterna sistemazioni ricettive esecuzione diaframmi impermeabili.
I lavori, che attualmente impegnano circa cento persone, sono in pratica bloccati o in corso di esaurimento e comunque risultano essere di entità e caratteristiche tali da essere certamente considerati reversibili.
Risultano altresì sospese le attività connesse agli incarichi di ricerca e in particolare l'incarico, la cui assegnazione era in corso di perfezionamento, conferito alle società Polithema e Dagh-Watson relativo al monitoraggio degli effetti socio-economici connessi al cantiere della centrale elettronucleare.
Dal punto di vista delle attività realizzative e dell'approvvigionamento degli inerti si può sostenere che ad oggi l'ente elettrico ha esaurito le previste utilizzazioni dei due siti, secondo le prime intese con la Regione.
La situazione presentata dall'ENEL e relativa ai prelievi operati nei siti di Cavaglià e Borgo d'Ale, per un quantitativo complessivo di circa 200.000 mq come materiale imposto, risponde a quanto conosciuto e contabilizzato dalla Regione con l'eccezione dei materiali utilizzati per il centro di informazione.
Ogni altra utilizzazione futura rimane subordinata all'esito della Conferenza nazionale, pur rimarcando il fatto che il problema dell'approvvigionamento degli inerti non può essere soddisfatto da quanto contenuto nel verbale d'intesa per il quale si impone una revisione sostanziale.
Quadro di riferimento e aggiornamento per le attività di progettazione e committenza riferite al sistema nucleare.
La deliberazione CIPE del 4/12/1981 confermava l'adozione della filiera PWR-Westinghouse e individuava nel Progetto Unificato Nucleare (PUN) le nuove centrali elettronucleari concepite con criteri unificati e realizzabili secondo un programma industriale.
Come prima richiamato la stessa deliberazione prevedeva una serie di impegni tesi ad anticipare gli ordini dei sistemi e componenti nucleari per consentire all'industria nazionale di programmare l'effettivo carico di lavoro per i prossimi anni sulla base dell'intero programma nucleare ancora prima della localizzazione del primo sito.
Il Consiglio di amministrazione dell'ENEL delibera nel settembre 1982 la preassegnazione dell'Ordine Principale Nucleare (OPN) all'Ansaldo che presenta, nel settembre '84 e nel gennaio '85, l'offerta tecnica e l'offerta economica articolate in attività di progettazione e di gestione e di fornitura in opera.
Successivamente la trattativa ENEL - Ansaldo per la fornitura dell'OPN si è svolta dopo una puntuale definizione dell'oggetto della fornitura e dopo aver effettuato in contraddittorio un'analisi puntuale disaggregando l'OPN in tutte le sue componenti di progettazione, macchinario e montaggio.
La maggior valutazione Ansaldo delle opere e attività OPN rispetto al valore della commessa poi concordate con l'ENEL risiede sinteticamente in: quantitativi offerti e quelli stimati per la fornitura in opera differenza di stima ore di lavoro e tariffe orarie adottate.
Si deve poi considerare che la ripetitività del progetto standardizzato (PUN) per un minimo di sei unità PWR consente di abbattere i costi di progettazione con forti riduzioni degli oneri di ingegneria.
In tale commessa sono anche inseriti i costi della presenza Westinghouse, a fianco dell'Ansaldo, che incide nella misura del 4,31 sulla commessa globale. Infatti, poiché siamo di fronte alla prima realizzazione di un reattore PWR mod. 312 in Italia, si è reso necessario inserire nelle attività di progettazione e realizzazione della centrale l'impresa americana in quanto i criteri di progetto formulati dalla DISP (Autorità di Sicurezza) vanno a modificare, in termini restrittivi, lo standard Westinghouse soprattutto nella fase di adeguamento del PUN ad ogni singolo sito (Leri - Cavour è il primo).
La commessa per 2 unità da 975 MW risulta essere così articolata: 1) Attività di progettazione 270 miliardi (di cui 60 per Westinghouse) 2) Forniture in opera 900 miliardi 3) Attività di gestione 220 miliardi Totale 1.390 miliardi Dell'investimento complessivo valutato al dicembre 1984 in 4.985 miliardi, l'ENEL avrebbe impegnato 1.572 miliardi così disaggregati: 1.475 miliardi per ordini e appalti (di cui 1.390 assegnati all'Ansaldo in forza del paragrafo 5 - Deliberazione CIPE 4/12/1981) 86 miliardi per incarichi di ricerca, progettazione e consulenza 10 miliardi per acquisto terreni 1 miliardo per il personale.
Ad oggi la situazione relativa alle erogazioni è questa: opere e attività di cantiere anticipi ai fornitori consulenze di ingegneria (spesi 214 miliardi) commessa Ansaldo (spesi 166 miliardi).
Attualmente le attività di progettazione e adeguamento del PUN al sito proseguono, anche se in modo rallentato, fino a quando non vi sarà una precisa disposizione governativa di ordine diverso.
Veniamo ora alla Conferenza nazionale per l'energia che si terrà a gennaio.
La polemica nucleare che sta attraversando l'intero Paese e i conflitti di ordine sociale e politico esplosi con particolare veemenza in Piemonte devono trovare opportune soluzioni all'interno di un dibattito che dovrà verificare non solo il programma nucleare italiano, ma l'intera politica energetica nazionale.
La Conferenza nazionale per l'energia, alla quale il Piemonte ritiene di dover partecipare fin dagli atti propedeutici e con tutte le sue risorse culturali e scientifiche, dovrà consentire al Parlamento l'adozione di tutte quelle risoluzioni utili a chiarire definitivamente dubbi e incertezze, facendo in modo che Governo e Autonomie locali e regionali assumano le proprie responsabilità e che queste vengano tradotte in atti concreti e rispondenti a chiare scelte di politica energetica nazionale che non possono più attendere.
Con riferimento all'organizzazione della Conferenza per l'energia e a seguito dell'audizione del Ministro per l'Industria effettuata presso la Commissione della Camera il 7 ottobre u.s., nonché dell'incontro avvenuto il giorno 8 ottobre tra il Ministro Zanone e una delegazione della Giunta regionale piemontese, unitamente agli incontri governativi e interparlamentari, risulta che vi sarà una stretta interazione tra Governo e Parlamento per la preparazione della Conferenza tramite un Comitato promotore (che è stato formulato) e un organo interparlamentare (sei deputati e sei senatori).
Il Comitato promotore consulterà una rappresentanza di Regioni guidata dal Presidente, della Commissione interregionale e da cinque rappresentanti delle Regioni e sentirà anche i Presidenti UPI e ANCI.
Tale consultazione rientra nei rapporti politico - istituzionali sollecitati dalla Regione e proposti nell'incontro tecnico interregionale tenutosi presso la Regione Lombardia con il coordinamento della Regione Toscana il 7 ottobre u.s., confermato poi nell'incontro di Firenze del 28 ottobre tra gli Assessori competenti all'energia (erano presenti gli Assessori delle Regioni Piemonte, Lombardia, Toscana, Lazio e Puglia).
Tale consultazione dovrà stabilire le modalità di partecipazione delle Regioni alla Conferenza e i contributi che ogni Regione offrirà per la preparazione del dibattito in sede di Conferenza.
L'orientamento delle Regioni è di produrre un documento composito con la evidenziazione di problemi specifici di particolare rilevanza per ogni singola Regione, suddiviso in tre aree che fanno riferimento al nucleare al risparmio, al termoelettrico convenzionale in relazione al progetto Ambiente dell'ENEL.
I lavori della Conferenza saranno indirizzati da un Comitato tecnico scientifico la cui composizione sarà dettata dal Comitato promotore e vedrà la presenza dei massimi esperti a livello nazionale e di esperti stranieri.
Il Comitato tecnico - scientifico sarà articolato in tre gruppi di lavoro, composti ognuno di dieci esperti, impegnati nei settori economico energetico; impatto ambientale e sanitario; sicurezza, emergenza e informazione.
La Regione sta già valutando la possibilità di essere presente in tali gruppi con i propri esperti universitari che hanno lavorato nella Commissione tecnico - scientifica piemontese.
La Conferenza ha un carattere eminentemente scientifico e le Regioni e gli Enti locali non sono ancora stati considerati tra i soggetti da invitarsi.
Per quanto attiene alle consultazioni preventive e alle loro modalità di espletamento i due livelli di partecipazione conosciuti e su cui si stanno orientando le attenzioni e le sollecitazioni delle Regioni sono: 1) l'attivazione tempestiva delle consultazioni politico istituzionali sopra menzionate 2) la compilazione di uno specifico questionario sulle problematiche energetiche sul quale lavoreranno i tre gruppi di lavoro del Comitato tecnico - scientifico.
Nel recente incontro avvenuto a Roma presso il Ministero dell'Industria e Commercio il Ministro Zanone ha sottolineato che i risultati dei lavori della Conferenza permetteranno al Governo e al Parlamento l'adozione di specifiche misure di aggiornamento e revisione del PEN.
E' stato richiamato l'impegno a rifinanziare la legge sul risparmio energetico di cui è già stato approvato il disegno di legge sul rifinanziamento della legge 308/82, anche se le Regioni avevano ripetutamente richiesto, senza ottenere riscontro, maggiori disponibilità finanziarie, un ruolo più attivo e decisivo in alcuni settori, maggior autonomia sulle scelte di intervento e di incentivazione, soprattutto nel campo della minidraulica.
In relazione al lungo processo, articolato e multiforme, che ha caratterizzato le attività della Regione durante l'iter di localizzazione della centrale elettronucleare, si è evidenziata la necessità di stabilire un rapporto di collaborazione e di confronto con gli enti di Stato primariamente con l'ENEL. da cui è emerso l'indispensabile supporto delle forze scientifiche piemontesi che hanno concorso in maniera critica e qualificata all'assunzione di quei provvedimenti in linea con quanto previsto dal PEN '81.
In coerenza con quanto precedentemente avvenuto e nella certezza che il ruolo della Regione debba essere anche sostenuto da idonei strumenti tecnico - scientifici, richiederemo al comitato promotore della Conferenza che venga inserita, in seno alla Conferenza e al comitato tecnico scientifico nazionale, una rappresentanza di esperti universitari che hanno lavorato nella Commissione regionale durante l'iter di localizzazione della centrale.
Nel frattempo gli esperti universitari potranno formulare un documento orientativo che sostanzialmente riprenda alcuni temi del questionario proposto dal Governo da sottoporre alla Giunta e da discutersi in VII Commissione consiliare, al fine di offrire un primo contributo alla Conferenza nazionale anche per il dibattito che a questa dovrà seguire in assemblea consiliare.
Per quanto riguarda poi la realizzazione piemontese il complesso di atti e risoluzioni regionali della Giunta e del Consiglio, nonché lo stato di grave incertezza in ordine alla politica energetica nazionale, hanno determinato condizioni oggettive di rallentamento delle attività operative e' progettuali, almeno fino alle conclusioni della Conferenza e alle risoluzioni che il Parlamento dovrà assumere in merito.
Senza voler anticipare ciò che sarà oggetto di articolato dibattito in altra sede, ma che comunque dovrà vedere impegnata questa Regione in prima linea, si desidera dare un contributo di maggior chiarezza in ordine ad equivoci che vengono alimentati in maniera più o meno strumentale e che tendono a dividere fortemente i soggetti istituzionali primariamente interessati alle centrali in corso di realizzazione.
Se è vero che ciò che viene messo in discussione è il programma nucleare e il PEN '81, non avrebbe alcun senso proporre la prosecuzione o la sospensione di attività realizzative sulla base di una sterile valutazione di presenza e/o avanzamento di lavori cantieristici avulsi dai programmi industriali.
Il caso piemontese è particolarmente significativo in quanto si riferisce alla prima realizzazione del PUN che prevede la ripetitività di un progetto standardizzato e un conseguente pacchetto di centrali unificate che, con un minimo di sei unità PWR. consente di abbattere i costi di progettazione con forti riduzioni degli oneri di ingegneria, di ripartire i costi comuni sugli impianti attivando il sistema industriale nazionale in forma cadenzata e pluriennale, con risparmi di gestione sulle scorte dei componenti unificati e con sensibili riduzioni nei tempi autorizzativi e di progettazione.
Deve essere pertanto chiaro che se il programma nucleare dovesse essere sospeso nelle nuove realizzazioni previste dal PEN '81, il Progetto Unificato Nucleare non potrà evidentemente avere nessuna pratica realizzazione, neanche in Piemonte.
E' pur vero, come già detto, che sono già stati assegnati lavori e ordini per circa 1.500 miliardi di lire, di cui 1.390 all'Ansaldo, ma è anche vero che la deliberazione CIPE 4/12/1981, che approvava il PEN assegnava al Ministero per l'Industria (paragrafo 5) il compito di autorizzare l'ENEL ad effettuare ordini di sistemi e componenti per consentire all'industria nazionale di programmare l'effettivo carico di lavoro per i prossimi anni sulla base dell'intero programma nucleare ancora prima della puntuale localizzazione; un complesso di responsabilità che risiedono nelle linee di politica nazionale e che sono variamente articolate così come ha confermato pienamente l'aggiornamento del PEN del 30 marzo.
In tal senso è opportuno, oltre che doveroso, che ognuno riconosca le proprie responsabilità e agisca con coerenza e serietà anche di fronte alla prova del dibattito più generale del gennaio prossimo venturo.
E' in ogni caso auspicabile che le politiche di diversificazione delle fonti di approvvigionamento possano avere riconferma e pratica e tempestiva attuazione anche attraverso occasioni di confronto politico e tecnico scientifico tra tutte le forze del Paese con una verifica più complessiva che sembra aver trovato nella prossima Conferenza nazionale per l'energia la sede più idonea per un chiarimento definitivo.



PRESIDENTE

Sulla comunicazione dell'Assessore Maccari è aperta la discussione.
La parola al Consigliere Petrini.



PETRINI Luigi

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, qualcuno doveva pur rompere il ghiaccio e io lo faccio volentieri.
La discussione in aula riguardante i problemi della realizzazione della centrale nucleare riprende alla luce di alcuni argomenti che si aggiungono a quanto già trattato. Queste attuali puntualizzazioni o fatti nuovi sono appunto la comunicazione della Giunta svolta dall'Assessore competente Maccari, una proposta di deliberazione presentata dal Gruppo comunista insieme ad una mozione sulla Conferenza nazionale, una interpellanza urgente presentata dalla Lista Verde e da alcuni Consiglieri comunisti sul problema delle cave. Su ciascuno di questi fatti nuovi tenterò di esprimere il meditato punto di vista del Gruppo democratico cristiano.
Seguendo l'ordine di elencazione riportato, va subito affermato che il nostro Gruppo condivide il contenuto della comunicazione della Giunta.
Ulteriori precisazioni troveranno comunque posto nello sviluppo di questo intervento.
Circa la proposta di deliberazione del Gruppo comunista, osserviamo che nei contenuti essa ne riprende una precedente presentata dal medesimo Gruppo e respinta dal Consiglio regionale il 23 settembre u.s. Infatti, pur riconoscendo il fatto nuovo rappresentato dalla deliberazione assunta dal Consiglio comunale di Trino, non possiamo non ribadire le perplessità giuridico - amministrative espresse nel dibattito consiliare che prima ho ricordato.
La deliberazione di Trino potrà avere un suo valore politico. Noi abbiamo però la sensazione che tale atto non produca concreti effetti e possieda quindi efficacia. Esso infatti non determina assolutamente il blocco dei lavori. Altro aspetto avrebbe invece avuto un'ordinanza del Sindaco che avesse imposto al cantiere la sospensione dei lavori, ad esempio per ragioni di interesse pubblico, anche se noi riteniamo che il Governo nazionale, organo che tramite decreto del competente Ministro ha autorizzato l'inizio dei lavori, sia l'unica autorità nel nostro Paese chiaramente legittimata ad ordinarne la sospensione.
Il dubbio sulla possibilità di sospendere gli effetti di una deliberazione sia comunale sia regionale, che questi effetti ha già prodotto tra l'altro, continua quindi a permanere.
Il decreto ministeriale di autorizzazione ai lavori preliminari nel sito è da tempo vigente; peraltro la deliberazione del Comune di Trino risulta , avere carattere temporaneo fino al pronunciamento del Parlamento a seguito delle conclusioni della Conferenza nazionale sull'energia e non è stata seguita da atti ingiuntivi di sospensione dei lavori.
Occorre inoltre attendere, a nostro avviso, la decisione che verrà adottata dal Tribunale Amministrativo Regionale nel corso del corrente mese. Il TAR è chiamato a pronunciarsi sul ricorso dei Comuni contrari all'insediamento in Trino della progettata centrale. Un pronunciamento di questo organo potrebbe essere apportatore di profondi mutamenti negli attuali atti amministrativi e nell'attuale procedura.
Per quanto riguarda la Regione ricordiamo ancora una volta che l'impegno da essa assunto a suo tempo era maturato in sintonia con disposizioni legislative ed amministrative assunte dal Parlamento, dal Governo e dal CIPE. Come può la Regione dare disposizione per la sospensione di un atto deliberativo non conoscendo il parere degli organi sopra citati? Quanto era possibile fare con senso di responsabilità politica è stato fatto con l'assunzione degli ordini del giorno consiliari del 22 maggio del 24 luglio e del 23 settembre 1986 e ai loro contenuti rimando senza dilungarmi oltre.
Circa l'avanzamento dei lavori di Trino era già stato detto chiaramente che l'ENEL può procedere solo per quelli che non rendono irreversibile la situazione e nulla di più.
In una recente risposta ad un'interrogazione parlamentare di un Senatore comunista il Ministro dell'Industria ha fornito cifre di impegno di spesa e di spesa già effettuata da parte dell'ENEL in questo ordine (fonte di stampa): a) impegni di 1.572 miliardi, su circa 5.000 previsti, così ripartiti: 1.475 miliardi per ordini e appalti 86 per consulenze 10 per acquisto terreni 1 per personale b) 214 miliardi già spesi per lavori in cantiere che corrispondono, per quanto sentito stamani dalla relazione, ai dati forniti dall'Assessore Maccari.
Siamo nell'ordine di grandezza del 30% circa del totale previsto e non quindi in una fase irreversibile.
Ora per parte nostra occorre governare la situazione secondo gli impegni assunti fino all'effettuazione della Conferenza nazionale sull'energia, impegni che sono in sintonia con quelli contenuti nella oramai da tempo nota risoluzione parlamentare.
Riteniamo però che comunque la Giunta debba compiere al più presto un attento esame degli impegni assunti da entrambe le parti nel momento della firma del verbale di intesa fra la Regione Piemonte e l'ENEL. alla luce degli ordini del giorno votati dal Consiglio regionale. Se gli impegni vengono disattesi si potrebbe aprire - ripetiamo - la strada ad un difficile momento di contenzioso anche giuridico.
Affermo ciò riferendomi anche alle lettere ENEL. Ancora recentemente negli ultimi documenti consegnatici dall'Assessorato l'ENEL. denunciando le problematiche aperte, ha ribadito che si sta verificando il preannunciato grave rallentamento della preparazione del cantiere, situazione che non è condivisa da diversi Gruppi politici. Da qui l'interesse di un'ulteriore attenta verifica da parte dell'Assessorato competente per constatare se si è effettivamente andati verso una progressiva sospensione dei lavori o se gli stessi proseguono con una attività rilevante di cantiere.
Desideriamo in buona sostanza, se del caso, che il Governo intervenga con gli atti necessari presso l'ENEL affinché siano sospesi i lavori in corso a Trino che possono in qualche modo contrastare con gli impegni assunti dal Consiglio regionale e con le decisioni che debbono essere assunte dalla Conferenza nazionale.
Siamo convinti che anche in questo modo non si sottragga alla Giunta il ruolo di governo che certamente le compete in questa importante materia disponendo così tra l'altro del quadro aggiornato e definitivo delle attività di precantiere.
Va altrettanto chiaramente detto in questo dibattito che il "no" alla centrale di Trino non giustifica in alcun modo la violenza esplosa il 10 ottobre che è attribuibile all'atteggiamento irresponsabile di alcuni gruppi autonomi.
A Trino - scriveva un quotidiano - la gente è stupita, seccata spaventata per l'improvvisa ed ingiustificata manifestazione di violenza che ha lasciato il segno non solo nelle cose, ma anche nello spirito degli abitanti. Le conseguenze peggiori dei vandalismi del 10 ottobre le ha subite il cantiere dell'ENEL riportando danni per circa mezzo miliardo.
Sonde incendiate, devastazione di impianti elettrici e cabine di guida delle ruspe, dei carrelli elevatori, delle motopompe e dei rulli compressori. Tutti eventi che regolarmente pagherà il contribuente italiano.
In Trino le testimonianze della violenza sono sui muri del Municipio imbrattati di vernice, coperti di scritte contro l'atomo. Anche negli spazi pubblici antistanti il Comune restano le tracce del passaggio di questi nuovi vandali: la pavimentazione in cubetti di porfido sconnessa e divelta testimonia la ricerca dell'incidente ad ogni costo. Queste azioni riprovevoli possono anche avere come punto di partenza motivazioni diverse ma è altrettanto indubbio che nessuna ragione può giustificare in alcun modo la violenza che rimane sempre una risposta da condannare e non rappresenta mai la soluzione proponibile di un problema. La violenza, da chiunque venga, deve essere rifiutata in ogni convivenza civile degna di questo nome. A maggior ragione deve essere respinta da questo consesso per la profonda convinzione che è in ciascuno dei suoi membri sull'impossibilità di pervenire a risultati migliori attraverso e con la violenza.
Vorrei citare un'intervista recente (è del 12 ottobre scorso) rilasciata al "Corriere della Sera" dal Sindaco comunista di Trino Tricerri. Ad una precisa domanda che gli era stata posta per conoscere se nel Comune da lui amministrato si fosse favorevoli o contrari alla centrale veniva data questa testuale risposta: "Alle ultime elezioni amministrative del 1984 tutti i Partiti qui a Trino si sono espressi in favore dell'energia nucleare. Da noi, in occasione della raccolta delle firme per i tre referendum abrogativi contro il nucleare indetti dai Verdi, solo 250 persone su un totale di 7.000 elettori hanno dato la loro adesione".
Questi signori autonomi pensano di convincere altre persone con questi assurdi metodi a favore del movimento antinucleare? Non sarebbe corretto attribuire al movimento antinucleare in genere la responsabilità che è propria di una minoranza, ma va detto altrettanto chiaramente che non può passare tra il silenzio generale un atteggiamento irresponsabile di una minoranza faziosa e violenta.
Sulla mozione presentata dal Gruppo comunista occorre impegnarsi in concreto per giungere preparati alla Conferenza nazionale sull'energia della quale abbiamo per ora notizie di tipo organizzativo preliminare, non ancora di contenuto. Anzi, da quanto apprendiamo dalla stampa quotidiana le difficoltà organizzative per la preparazione del lavoro della Conferenza stessa sono state tali da determinare il rinvio da dicembre al 15-30 gennaio 1987. Se verrà mantenuto l'intendimento di consentire la parola ai soli relatori scientifici ed economici in sede di Conferenza nazionale, i politici, Parlamento e Governo, potranno pervenire ad una valutazione di sintesi successivamente.
Siamo più che mai convinti che non basterà dire ad esempio "si" o "no" al nucleare: occorrerà precisare quali siano i programmi alternativi al nucleare entrando nel merito delle indicazioni tecniche. Così si dovrà precisare se è valido il ritorno alle centrali alimentate dal carbone (che producono purtroppo piogge acide e scorie a milioni di tonnellate) o a quelle idroelettriche (con le profonde mutazioni - in peggio dell'ambiente ed il rischio di sciagure quali quelle del Vajont o di Longarone) o a quelle ad oli combustibili (con i relativi inquinamenti e dipendenza dall'estero) o andare al nucleare pulito, la cosiddetta fusione che è certamente la fonte energetica del futuro, ma che secondo tutti gli esperti se ne parlerà soltanto dopo il 2020. Così come si dovrà responsabilmente prendere atto che smantellare la tecnologia nucleare italiana significa azzerare risorse umane e scientifiche produttive non ricostituibili se non nell'arco di decenni. Il tutto alla luce dell'articolazione dell'apposito questionario predisposto dal Ministero dell'Industria che dovrà raccogliere entro il 25 novembre le risposte delle Regioni, Università, aziende pubbliche e private, Confindustria, sindacati istituzioni scientifiche, associazioni ecologiche, ecc. Il questionario riguarda tanto gli scenari economici e di sviluppo entro i quali collocare la nuova scelta energetica in relazione ai fabbisogni proiettati all'anno 2000, quanto i rischi di inquinamento per l'ambiente e la loro valutazione e la predisposizione dei piani di emergenza.
E' un avvio concreto al colloquio, al dialogo, intesi come strumenti per facilitare la conclusione della Conferenza e per consentire scelte più ragionate, ma soprattutto per considerare le realtà presenti sul piano internazionale. L'uscita dell'Italia dal nucleare non servirebbe a preservare il nostro Paese, come è stato ripetutamente detto, dalle tremende conseguenze di un disastro dal momento che esistono numerose altre centrali nucleari in funzione in Europa site poco oltre i nostri confini.
In preparazione alla Conferenza nazionale sull'energia nucleare sono stati istituiti: il Comitato interparlamentare costituito dai rappresentanti di tutti i Gruppi parlamentari della Camera e del Senato il Comitato dei Ministri (organo al quale compete l'organizzazione della Conferenza).
Le realtà regionali saranno evidenziate attraverso le notizie raccolte dal questionario per mezzo del quale saranno richieste dettagliate informazioni sui temi energetici a ciascuna Regione. Una riunione interregionale tra gli Assessori all'energia si è tenuta il 28 ottobre scorso a Firenze. L'Assessore Maccari ci ha riferito che tre Commissioni regionali coordinate dalla Regione Toscana con singole specifiche competenze sul nucleare, risparmio energetico, termoelettrico convenzionale in relazione al progetto ambiente ENEL elaboreranno un documento tecnico scientifico destinato alla Conferenza per l'energia, che sarà bene verificare in sede piemontese.
Questo coordinamento interregionale o gli stessi Presidenti e Assessori competenti intratterranno poi i rapporti istituzionali con il Comitato promotore della Conferenza nazionale.
Il Gruppo comunista nella mozione presentata chiede spazi di intervento regionale e presenza attiva degli Atenei piemontesi nonché predisposizione di un ampio documento informativo regionale. A nostro avviso, le richieste appaiono legittime e motivate. Occorre al più presto un confronto tra la Giunta e la VII Commissione ed in quelle sedi verificare come e quanto è possibile l'inserimento attivo della Regione Piemonte.
Su cosa deve essere e come dovrà svolgersi la Conferenza si sono già spese molte parole ed autorevoli esponenti del mondo scientifico e politico hanno espresso la loro opinione in varie sedi e soprattutto sulla stampa quotidiana. E' certo che la Conferenza non , dovrà essere un luogo di scontro ideologico preconcetto e strumentalizzato sul nucleare, ma luogo di riesame attento del Piano energetico nazionale in tutte le sue parti della legislazione attuale, nonché momento importante di revisione tecnico scientifica dei temi della sicurezza, dell'impatto ambientale, di massima economicità, sia per quanto attiene i costi, i vincoli esterni e la bilancia dei pagamenti. Il livello dovrà essere per forza internazionale perché in materia energetica nulla o quasi nulla è riconducibile a scala nazionale. Tale Conferenza dovrebbe quindi rappresentare un momento indispensabile per conoscere ed approfondire i temi onde ciascun Ente nella sfera di propria competenza, possa giungere a conclusioni che rispondano agli interessi generali non solo nel presente, ma anche e soprattutto nel futuro. In ogni caso è giusto che nella fase preparatoria della Conferenza nulla debba essere fatto che ne pregiudichi in qualunque senso l'esito e ne comprometta il successivo processo decisionale politico istituzionale. La Conferenza nazionale dovrà essere un prezioso momento di riflessione della comunità nazionale ove alle Regioni giustamente, come ricordava l'Assessore Maccari, sia riconosciuto un ruolo preminente.
Circa l'interpellanza urgente presentata dai Consiglieri Ala, Valeri e Bruciamacchie sul problema delle cave l'Assessore ha già dato una risposta circostanziata che mi esime dal riprendere l'argomento in sede di dibattito. Desideriamo solo ribadire che ogni atto di competenza regionale ogni altra autorizzazione futura, come affermato dall'Assessore, deve essere rinviato alla conclusione della prevista Conferenza nazionale, pur rimarcando il fatto che il problema dell'approvvigionamento degli inerti non può essere soddisfatto da quanto contenuto nel verbale d'intesa tra Regione ed ENEL per il quale si impone una revisione sostanziale.
In conclusione, la Democrazia Cristiana ha una posizione di motivata prudenza ed è preoccupata per la complessità del problema così come esso si presenta per l'obiettiva difficoltà di una risposta categorica e per la situazione generale di sviluppo del Paese che non può essere disattesa o trascurata da chi ha la responsabilità del governo della comunità.
Ciò che maggiormente temiamo è l'improvvisazione. In questa materia non si può essere superficiali. Chi vi parla non è né un esperto in campo nucleare né un fisico, tuttavia si sente coinvolto come osservatore e lettore attento dei fatti che avvengono intorno a noi, come cittadino che può e deve esprimere un proprio ragionato e non emotivo convincimento.
Vi è altra considerazione che riguarda il Piemonte: la nostra Regione importa dall'estero e da altre Regioni italiane il 47% dell'elettricità che consuma. Si tratta quindi di non indebolire ulteriormente l'esistente sistema economico il cui sviluppo, connesso all'indispensabile crescita dell'occupazione, è legato alla disponibilità di energia a costo contenuto.
Alla base della scelta, infatti e tra l'altro, stavano e stanno gli effetti di carattere economico e occupazionale alla stessa connessi. Qualche anno fa, il 4 gennaio 1985, in quest'aula la Giunta di allora affermava che la costruzione della centrale era una condizione di necessità per lo sviluppo economico del Piemonte. Aggiungemmo noi che la politica energetica e un tutt'uno che riguarda la sicurezza dell'ambiente, gli approvvigionamenti, i costi del sistema produttivo e la sua competitività. Essa ha prevalenti valenze internazionali in quanto nessun problema in questo campo trova soluzione solo su scala italiana, almeno finché in Europa resteranno in funzione 204 impianti per la produzione di energia nucleare. Diversamente da altri, i quali affrontano la questione in chiave pregiudiziale, noi desideriamo farci carico della complessità dei problemi, così come sono e non quali vorremmo che fossero. Non anticipiamo comunque conclusioni perch la DC attende, con senso di responsabilità e con fiducia, la Conferenza nazionale.
E' condivisibile l'opinione di Salvadori espressa sul quotidiano "La Stampa": "Non si tratta di dare ai competenti il potere di decidere, ma il potere di informazione. Non si sta vagheggiando una tecnocrazia. Si tratta invece di procedere al miglior chiarimento possibile delle alternative possibili e dei loro costi e rischi. Una volta che questo sia stato fatto e soltanto allora, il cittadino sarà in condizione di avere idee più chiare e, sulla base di esse, dare il proprio consenso alle linee dei partiti e alle scelte che spettano al Parlamento e al Governo per l'adozione di specifiche misure di aggiornamento e di revisione del Piano energetico nazionale. Arrivare però alla Conferenza nazionale sull'energia nei modi e nel clima giusti è importante. Così la democrazia guadagnerà in spirito di responsabilità e le suggestioni demagogiche perderanno di influenza".
Non abbiamo bisogno di informazioni da teatro e di drammatizzazioni emotive, ma di un'informazione in questo campo selezionata ed autorevole E quanto anche noi come Gruppo democratico cristiano auspichiamo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, ritengo opportuno prendere la parola subito dopo il collega Petrini, alleato di maggioranza,.per sottolineare il modo molto responsabile e serio con il quale stiamo dibattendo la relazione dell'Assessore Maccari sulla situazione dei lavori a Trino e sulla preparazione della Conferenza nazionale dell'energia.
Le posizioni variegate all'interno della maggioranza caratterizzate dagli ordini del giorno sono talvolta vicine a quelle dell'opposizione questo fa si che il dibattito non resti vincolato o bloccato da una visione schematica di appartenenza alla maggioranza rispetto all'opposizione, ma sia un dibattito aperto e libero, come d'altro canto è stato sempre sulle questioni nucleari e in merito alla costruzione della centrale di Trino.
Prendo la parola senza alcun imbarazzo e senza difficoltà per esprimere la posizione del Gruppo e del Partito socialista in ordine ai lavori inerenti la Conferenza sull'energia e in ordine ai lavori in corso a Trino lavori che erano già in corso prima delle decisioni che erano state prese in merito all'individuazione del sito. L'ENEL era già in movimento per una serie di interventi, di stanziamenti, di commesse che dovevano essere assegnate per un ammontare di circa 1.500 miliardi.
Ci sono poi stati dei fatti gravi che hanno cambiato radicalmente il dibattito: l'incidente di Chernobyl. Ci sono state delle prese di posizione di alcune forze politiche. Il Partito socialista, attraverso il Vicesegretario on. Martelli, interpretando uno stato d'animo che si è trasformato sempre più in una valutazione politica, ha assunto una posizione precisa, non improvvisata, e ha aperto il dibattito intorno alle prospettive.del nucleare senza con ciò anteporre al nucleare scelte che possano frenare le prospettive dello sviluppo. Tutt'altro! Ha posto il problema se con i rischi che il nucleare produce, rischi che finora erano stati esclusi, sia conveniente economicamente investire in quella direzione, vista la lunghezza dei tempi entro i quali potrà produrre effetti positivi o se invece non sia il caso di individuare nuove fonti alternative.
La posizione del Partito socialista è sempre stata quella di realizzare fonti energetiche diverse con 1'utilizzo di tutte le opportunità. Non siamo mai stati radicalmente antinucleari, ritenevamo che il nucleare, pur con le sue difficoltà, poteva essere un modo transitorio per realizzare prospettive più sicure. Ora però alcune certezze sono venute meno e si sono prodotti degli effetti gravi tutt'altro che trascurabili. E' venuto il momento di valutare, come farà la Conferenza nazionale dell'energia, se in questo Paese che ha il merito di essere democratico, e che non è entrato come tanti altri Paesi di segno politico differente, talora opposto, in modo spedito e dirigistico nel nucleare, se in questo Paese - dicevo - non sia venuto il momento di individuare nuove prospettive e nuove possibilità.
La Conferenza nazionale dell'energia, attraverso il coinvolgimento dei tecnici che hanno redatto il questionario, mi auguro sia in grado di dare un contributo al Paese, al Parlamento e al Governo, indicando le prospettive attraverso le quali far procedere ulteriormente lo sviluppo economico e sociale, che sta registrando buone possibilità di espansione con il rilancio dell'occupazione, e lo sviluppo in campo sociale. Mi auguro sia possibile ricercare forme alternative pacificamente in piena collaborazione con l'ENEL. l'ente erogatore dell'energia, al quale sento di dover rinnovare il rispetto che deve essere portato ad una grande azienda pubblica.
Credo sia possibile realizzare lo sviluppo economico attraverso la ricerca di nuove fonti di energia che in questi anni è stata trascurata per tante ragioni, così come si è trascurata l'agricoltura, pensando che se ne potesse fare a meno nello sviluppo economico del Paese acquistando le derrate altrove.
I momenti di crisi fanno però riflettere tutti e si è scoperto che è necessario perseguire costantemente un equilibrio.
Siamo disponibili a dare il nostro sostegno all'Assessore Maccari perché la Regione Piemonte porti insieme con le altre Regioni interessate la sua voce al dibattito sull'energia che si aprirà a gennaio.
Su questa data ho qualche perplessità perché forse era preferibile svolgere il convegno nei tempi fissati in precedenza. In ogni caso mi auguro che il tempo che ci separa da qui a gennaio consenta di poter arrivare a quell'appuntamento nel migliore dei modi.
Il nostro ordine del giorno partiva dalla constatazione che rispetto alla graduazione dei lavori eravamo tutti d'accordo ed erano i lavori relativi alla costruzione delle condizioni necessarie a realizzare il dewatering e rispetto alle questioni che in qualche misura potevano compromettere in modo irreversibile le scelte.
Abbiamo constatato invece che nonostante la presa d'atto della Regione Piemonte a fronte della lettera dell'ENEL nella quale si diceva che non si poteva procedere nei lavori, nonostante la Regione abbia rilevato l'opportunità di una pausa di riflessione, i lavori continuano.
Non si tratta di andare a misurare con il metro del tecnico e dello scientifico quali lavori possono continuare e quali debbono fermarsi, sta di fatto che i lavori di cantiere e pre-cantiere a Trino non si sono fermati. D'altro canto erano state date delle commesse ad altre aziende per cui non ci sorprende questo fatto.
Ci sorprende però un aspetto che ci è stato rappresentato non molto correttamente, perché aveva più l'aria di una pressione da esercitarsi sulla Regione perché si sapesse che bisogna andare incontro a certe esigenze e a certe istanze. Comprendo la logica dell'azienda che ha bisogno di lavorare, però questa azienda non può ritenersi estranea al dibattito generale che anima il Paese.
E' vero, c'è stata anche la deliberazione assunta dal Comune di Trino ma io non do molta rilevanza a quella deliberazione, perchè, come ho avuto modo di dire quando il Gruppo comunista presentò la sua deliberazione sulla sospensione degli effetti, quella deliberazione si collocava a mezza strada tra la revoca di una deliberazione approvata con la quale veniva individuato il sito e la presa di posizione politica.
Non mi convinceva come non mi convince la decisione presa, anche se ne rilevo il segnale di indicazione.
Il nostro Gruppo insieme al Partito, invece, ha ritenuto di dare rilevanza all'aspetto relativo alla prosecuzione dei lavori. Da questo elemento siamo partiti e abbiamo presentato in piena libertà un ordine del giorno che esprime la nostra posizione politica che è diversa, anzi diametralmente opposta alla posizione politica del Partito repubblicano che è favorevole al nucleare. Ci sono delle lievi differenze anche rispetto alla posizione espressa dal PLI e rispetto a quella della DC, sono lievi differenze, ma sono anche differenze di sostanza, perché mentre nel nostro ordine del giorno riteniamo sia venuto il momento di chiedere la sospensione totale dei lavori, gli altri ordini del giorno riconfermano la graduazione e chiedono la sospensione dei lavori che sarebbero in contrasto con le scelte finalizzate. E' un problema di sostanza che ci vede nettamente distinti.
Quando chiediamo la sospensione dei lavori in Piemonte non ignoriamo tutti i problemi che sicuramente sono connessi ai lavori però riteniamo importante che in questa fase di incertezza, in cui nessuno sa che cosa accadrà, la Regione assuma una posizione chiara; la posizione deve essere tale da poter dire: "Noi vogliamo andare alla Conferenza nazionale per l'energia e recare il nostro contributo liberi da condizionamenti di qualsiasi tipo".
Cari amici e colleghi, in ogni caso, anche laddove si dica: "Si possono autorizzare quei lavori che non sono in contrasto", dobbiamo chiederci: "Per che cosa?".
Non siamo più di fronte alla domanda del "nucleare si o nucleare no?" ma dobbiamo chiederci: "Per che cosa si ritiene che a Trino si debba lavorare?". Non è più certo, neanche chi con molta onestà ne sostiene la bontà e la validità,che si possa lavorare per costruire la centrale; non siamo certi di lavorare per altre soluzioni.
Signori Consiglieri, per che cosa ritenete che si debba lavorare a Trino? Per far lavorare la gente, senza sapere quali saranno gli sbocchi? Nessuno sa quali saranno gli sbocchi, non lo sanno i miei compagni di Partito, anche se talora rilasciano dichiarazioni qua e là, non lo sanno altri dirigenti. E credo che nessuno lo sappia, se è vero che il Ministro Zanone sta lavorando per convocare la Conferenza nazionale per l'energia affinché derivi dalle scelte che la Conferenza farà una serie di implicazioni e di conseguenze nelle attività da svolgere, nelle sedi in cui sono stati indicati i siti.
Allora, il Piemonte che ha sempre dimostrato grande senso di responsabilità e grande senso dello Stato, che a suo tempo ha preso la decisione, anche con grande sofferenza, di collaborare con il Paese perch il Paese ha bisogno nel quadro di sviluppo di fonti di energia, oggi in questo quadro di perplessità, di ricerca delle cose nuove, il Piemonte deve ancora una volta assumere un atteggiamento preciso che non può limitarsi ad un discorso che rischia di diventare gelatinoso, ma deve assumere una posizione chiara non solo rispetto alle risposte che la gente attende ma anche rispetto all'esigenza di rialzare il più possibile il nostro potere contrattuale.
Credo che la Regione possa giocare un suo ruolo, quanto più lo saprà giocare tanto più saprà essere un interlocutore valido.
Questa è la posizione che noi riteniamo di assumere nei confronti del Governo, nei confronti dell'ENEL. nei confronti dei cittadini senza disconoscere, senza ignorare i problemi che possono derivare.
Noi ci auguriamo di essere capiti e compresi proprio perché abbiamo alle nostre spalle la prova di aver assunto scelte coerenti, al di là delle convinzioni individuali.
Noi pensiamo che questa Regione svolgerà bene la sua parte se saprà assumere una: posizione precisa che è appunto quella di chiedere la sospensione completa di tutti i lavori. Questo è detto nel nostro ordine del giorno.
Ho ricordato la differenza che c'è all'interno dei Partiti di maggioranza, ho ricordato la differenza che c'è tra ahi dà più peso alla deliberazione di Trino e chi gliene dà molto di meno, ho ricordato la piena libertà di opinione.
Mi consenta, signor Presidente, di dire che questa piena libertà mi dà la forza di rivolgere un appello a tutte le forze politiche di questa onorevole assemblea perché l'ordine del giorno che il Gruppo socialista ha presentato possa raccogliere la maggioranza dei consensi.
La piena libertà non fa venire meno il rapporto di collaborazione che il Partito socialista ha assicurato e assicura al governo regionale di pentapartito in Piemonte.
Io voglio eliminare questo aspetto, se però da altre parti verranno date interpretazioni diverse dalle nostre, cari colleghi, ne prenderemo atto.
Siamo convinti di concorrere a dare limpidezza e coerenza rispetto alle scelte che a suo tempo, signor Presidente, sono state compiute in quest'aula.
. E' fuori dalla nostra visione un'interpretazione che meccanicamente accomuni la presa di posizione della Regione per la sospensione dei lavori con una crisi del governo regionale di pentapartito.
Se altre interpretazioni verranno date le valuteremo.
In questo momento, al di là delle formule, abbiamo a cuore le scelte l'immagine, il ruolo che il Piemonte deve svolgere nella Conferenza nazionale per l'energia. La nostra posizione è chiara e onesta, non ha altri obiettivi e altre finalità. Vorrei che venisse valutata così come l' ho presentata, cosa come è presentata nell'ordine del giorno, che è improntato a chiarezza, a fermezza, ma anche a grande serenità. Siamo pronti a dare la nostra collaborazione, il nostro contributo fuori da ogni aspetto di carattere strumentale. Quindi non è improvvisazione la nostra ma è una meditazione dopo il tragico evento di Chernobyl che ha portato l'Europa intera e il mondo nel suo insieme ad interrogarsi. Penso che la Conferenza nazionale sull'energia, benché si presenti un po' confusa (come tutto quanto abbiamo cercato di fare, ma che poi ha rivelato una saggezza che da altre parti non c'è stata, mi riferisco all'Europa), potrà dare un contributo allo sviluppo di nuovi traguardi e di nuovi obiettivi di lavoro per la nostra gente, per l'Europa e forse a livello mondiale. Non dimentichiamo che i temi che sono contenuti nel questionario per la prima volta vengono svolti in una sede ufficiale di importanza continentale, ma di rilevanza internazionale perché tutte le nazioni affrontino finalmente questo problema in modo che possano procedere verso il progresso, ma nella massima sicurezza e nella massima salvaguardia dell'ambiente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valeri.



VALERI Gilberto

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, per comodità di esposizione dividerò il mio intervento in due parti. In ogni caso cercherò di rimanere in limiti di tempo accettabili.
La prima parte riguarda le ragioni che hanno indotto il Gruppo comunista a presentare la proposta di deliberazione relativa alla sospensione degli effetti della deliberazione del 4 gennaio 1985 sulla localizzazione di una centrale elettronucleare da 2.000 MGW in Piemonte.
La nostra proposta di deliberazione è stata affiancata dall'ordine del giorno presentato dal Partito socialista che, al di là di una sua valutazione più attenta, certamente sta a dimostrare un'articolazione non scontata all'interno del pentapartito che in materia sicuramente non appare monolitico, con accentuazioni ulteriori delle differenziazioni.
Basta confrontare l'intervento del collega Petrini svolto a nome del Gruppo DC con quello del Capogruppo del Partito socialista per rendersi conto che i versanti sui quali i due Gruppi si sono collocati sono notevolmente lontani.
Ma al di là delle valutazioni specifiche nel merito dell'ordine del giorno del Gruppo socialista, voglio brevemente ricordare le ragioni della nostra proposta, ragioni che riteniamo semplici e lineari sia sotto il profilo politico che sotto il profilo giuridico - amministrativo.
Le richiamo brevemente. In primo luogo, noi consideriamo la deliberazione che abbiamo sottoposto al Consiglio un atto dovuto di rispetto delle procedure e delle motivazioni che furono alla base della deliberazione di localizzazione che questo consesso assunse nel gennaio dell'anno scorso.
La deliberazione del Comune di Trino allora fu indicata come il dato qualificante e condizionante assieme alle verifiche condotte dal Comitato tecnico - scientifico per pervenire alla deliberazione del Consiglio regionale.
Il venir meno di questo dato ritenuto qualificante e condizionante da parte di questa assemblea non può essere considerato un fatto ininfluente o marginale, ma fa venire meno le basi stesse di quella deliberazione.
Si è detto che la richiesta di sospensione non avrebbe fondamento giuridico e anche su questo vorrei fare una breve considerazione.
Le sospensioni dell'efficacia di atti amministrativi sono una prassi costante nella vita degli Enti locali e della nostra Regione. Potrei elencare non una ma centinaia e migliaia di deliberazioni assunte da Enti locali e dalla nostra Regione, le quali per il sopravvenire di fatti nuovi che mutano le basi della decisione assunta sono state di fatto accantonate o sospese e in alcuni casi riassunte su basi completamente diverse.
E' una prassi che non richiede neppure atti formali, dal momento che il soggetto che sospende è lo stesso. Vorrei che la maggioranza mi dimostrasse il contrario. Non basta dire che l'atto che si propone è infondato giuridicamente; vorremmo che ci si misurasse in concreto. Peraltro, se è prassi costante nella vita degli Enti locali e della Regione, altrettanto non si può dire quando ci si trova di fronte ad un processo decisionale complesso come quello riguardante la localizzazione e la costruzione di una centrale nucleare che vede interessati diversi soggetti decisionali: Comuni, Regioni, Governo.
Il fatto che si tratti di un processo decisionale complesso che accomuna vari soggetti istituzionali non può però essere assunto quale motivo ostativo della facoltà di ognuno di questi soggetti, in qualsiasi momento, di assumere determinazioni direttamente attinenti le proprie competenze.
Sarebbe un salto logico se, per il solo fatto che ci si trovi di fronte ad un processo decisionale non usuale, la diversità venisse assunta come una sorta di abdicazione all'esercizio delle nostre competenze e dei nostri poteri.
Vorrei aggiungere che la disputa rischia di essere in gran parte superata. Ci troviamo infatti di fronte ad una deliberazione del Consiglio comunale di Trino che nessun Comitato di controllo ha sinora contestato rinviato o cassato. Anzi, per quanto mi risulta essa ha assunto piena efficacia.
A maggior ragione dunque, nel valutare la nostra proposta di deliberazione, non ci si può limitare all'esame delle sue basi giuridico amministrative, ma occorre misurarsi sul merito delle motivazioni che l' hanno determinata.
E passo così alla seconda parte del mio intervento constatando che dopo aver ascoltato la comunicazione della Giunta, le suddette motivazioni risultano ulteriormente confermate.
Credo infatti che la comunicazione letta dall'Assessore Maccari ha aggiunto altre ragioni confermative dell'esigenza di atti conseguenti alla nostra responsabilità, finalizzati con chiarezza e determinazione ad ottenere la sospensione dei lavori per la costruzione della centrale di Trino.
Nella relazione dell'Assessore sono state lette molte cifre circa gli impegni assunti e le spese già effettuate dall'ENEL. Senza entrare nel merito, anche perché buona parte di esse le avevamo già lette nella risposta che il Ministro Zanone ha dato ad un Senatore del nostro Partito ci limitiamo a rimarcare che il richiamo al fatto che l'ENEL ha già speso 214 miliardi non può costituire motivo per ritenere che occorre lasciare chele cose vadano ancora più avanti.
Non abbiamo colto questa intenzione nelle parole dell'Assessore, ma vorremmo che questo non fosse una sorta di pensiero nascosto. In tal caso ci troveremmo di fronte ad una contraddizione palese: nel mentre gli stessi Gruppi di maggioranza hanno dichiarato di evitare atti irreversibili, il pensare che comunque una qualche ragione per andare avanti sta nei soldi già spesi sarebbe estremamente grave. Semmai il fatto che si siano spesi denari della collettività senza le necessarie certezze di prosecuzione dell'opera deve indurre ad una maggiore lungimiranza e prudenza nell'impegnare capitali in un'opera tuttora in discussione e che, alla luce del dibattito che è venuto sviluppandosi, rischia di rimanere l'unica delle quattro previste dal PUN.
L'Assessore Maccari ha in proposito dichiarato che: "Se così dovesse essere non ci stiamo". Si prenda atto allora di queste ragioni ulteriori anche al di là dei pur importanti temi che il dibattito scientifico politico ha messo in evidenza in questi giorni, per dire che bisogna arrestare i lavori per impedire che si manometta ulteriormente l'area e l'ambiente e non si rischi di sprecare altre risorse.
Fatte queste considerazioni sulle cifre occorre constatare che dalla comunicazione dell'Assessore Maccari risulta che non vi sia stato, lo ricordava anche Rossa poco fa, quell'arresto dei lavori di cantiere che era stato minacciato dall'ENEL con la sua lettera alla Giunta dei primi di settembre (stando a quella lettera il cantiere avrebbe dovuto ormai essere chiuso, i due mesi credo siano trascorsi) e tanto meno c'è stato l'arresto dei lavori preconizzato dalla Giunta come conseguenza degli ordini del giorno e delle decisioni assunte dalla maggioranza. L'ENEL. nella memoria che ci è stata consegnata, ci informa che vi sono state alcune difficoltà e ritardi, ma che i lavori procedono e procederanno nei prossimi mesi seppure a rilento.
Nei giorni scorsi abbiamo letto nella "Rassegna Stampa" l'articolo di Brizio apparso sulla "Vedetta cuneese" in cui egli rivendica la vittoria della DC sull'ambiguità del Partito socialista in materia di nucleare. In quell'articolo il Capogruppo della DC scrive, citando l'ordine del giorno votato da DC, PLI, PRI e PSDI, che il blocco del dewatering condurrà alla non prosecuzione dell'attività di cantiere sino alla prossima Conferenza nazionale dell'energia.
I fatti e l'ENEL hanno smentito questa velleitaria interpretazione.
Brizio e la Giunta vorranno prenderne atto o continueranno ad affermare cose regolarmente smentite dalla realtà? Del resto c'è da domandarsi che cosa ha fatto la Giunta per ottenere un blocco tacito e progressivo dei lavori della centrale: assolutamente nulla.
Lo stesso prelievo di inerti è proseguito, come conferma la relazione dell'ENEL, tollerando da parte della Regione il ricorso da parte dell'ENEL all'espediente dell'approvvigionamento da cave già autorizzate per altri scopi, lasciando cioè che venissero disattesi i vincoli contenuti nel protocollo di intesa circa un approvvigionamento di materiale per la centrale subordinato ad una programmazione complessiva dei fabbisogni.
Sotto questo profilo, collega Petrini, non c'è stata nessuna risposta da parte dell'Assessore Maccari all'interrogazione presentata da me e dal collega Bruciamacchie e neppure all'interrogazione presentata dal Consigliere Ala su questo stesso tema. Sotto questo profilo, la Giunta deve essere chiamata a rispondere non soltanto di aver tollerato un simile espediente, volto a mettere fuori causa Regione e Comuni; anche l'impegno a non compiere nessun atto che inducesse la prosecuzione dei lavori di cantiere è stato espressamente disatteso dall'Assessorato alle cave e torbiere. L'Assessore Sartoris infatti si è attivato per convocare e per porre all'o.d.g. della Commissione tecnica sulle cave, che egli presiede la richiesta di ampliamento di una cava a Borgo d'Ale, chiaramente rivolta ad approvvigionare il cantiere dell'ENEL...



MACCARI Eugenio, Assessore all'energia

E' falso!



VALERI Gilberto

Se è falso, per cortesia, ti prego di documentarlo. Il nome Gariglio è citato anche nella relazione dell'ENEL. Scusa, Maccari, la documentazione ENEL che ci hai inviato indicala stessa come una delle cave da cui l'ENEL preleva. Il fatto di aver convocato il Comitato tecnico - consultivo per esaminare la richiesta della ditta Gariglio è oggettivamente la negazione degli impegni che qui avevate assunto.
In conclusione, vorrei ricordare ai colleghi della maggioranza che ancora interverranno che l'insieme del dibattito e degli avvenimenti di queste settimane ha confermato la ragionevolezza e l'opportunità della sospensione dei lavori per la centrale di Trino. Non ci riferiamo soltanto alle pur importanti manifestazioni svoltesi nell'area della centrale, il cui valore non può essere assolutamente intaccato da episodi di violenza che abbiamo condannato e che condanniamo senza alcuna riserva, ma che comunque non possono essere assunti a pretesto per svilire il significato di quelle manifestazioni. Ci riferiamo in particolare agli aspetti che il dibattito politico e scientifico sul "nucleare" ha posto in evidenza in questi mesi.
Credo sia incontestabile che la indeterminatezza delle prospettive in materia di scelte energetiche future è un dato di fatto innegabile. Anche chi in questa assemblea ha più decisamente obiettato alla richiesta di sospensione dei lavori della centrale credo che qualche motivo di riflessione e di incertezza lo debba confessare.
La Conferenza nazionale deve essere posta nelle condizioni di dibattere e di indicare liberamente le scelte da compiere senza dover sottostare ai condizionamenti delle situazioni di fatto che si vorrebbero, da parte di taluni, creare. Tanto meno la Conferenza nazionale dovrà sottostare alla ricerca di ambigui quanto astrusi compromessi, del genere di quello che sulla stampa viene attribuito all'on. Bodrato circa l'abbandono di tutto il resto del progetto nucleare e della conferma della sola centrale di Trino.
Sono compromessi semplicemente improponibili di cui non serve neppure parlare.
Gli sviluppi del confronto di queste settimane e le stesse incertezze che ancora pesano sulla preparazione e sullo svolgimento della Conferenza nazionale sull'energia hanno fatto emergere con evidenza l'esigenza che da parte di ognuno si operi per evitare le esemplificazioni facilone, le contrapposizioni rigide e le impostazioni unilaterali che possono impedire di comprendere e di indagare i reali problemi che ci stanno di fronte e che di conseguenza rischiano di impoverire anche la capacità di produrre proposte e di dare risposte ai fondamentali problemi che si pongono al Paese in campo energetico. Se questo è un pericolo vero da evitare occorre allora comprendere l'errore insito in un immotivato rifiuto della richiesta di sospensione dei lavori, contrastante la stessa riconosciuta esigenza di andare ad una Conferenza nazionale che riesamini non per finta l'insieme di certezze venute meno o quanto meno intaccate dagli eventi dei mesi scorsi.
Proseguendo in tal modo, se in tal modo vorranno proseguire la Giunta e la maggioranza, si finisce per dare alla posizione di rifiuto della sospensione dei lavori una carica di contrapposizione di principio, quasi ideologica, tanto più sterile e ingiustificata quanto più si è costretti a constatare che i mezzi pronunciamenti su questa materia non servono, perch generano soltanto equivoci dannosi.



MARCHIARO M. Laura



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, nell'ambito dell'articolato argomento posto all'ordine del giorno, prenderò prima di tutto posizione sulla proposta di deliberazione del Gruppo comunista. Al riguardo devo dire che non è condivisibile sia per motivi giuridico - legislativi, i quali contrastano, come cercherò di spiegare brevemente, con quelli esposti dal collega Valeri, sia soprattutto per motivi di ordine strettamente politico.
I motivi di carattere giuridico - legislativo possono così sintetizzarsi: la legge n. 393 relativa all'istallazione delle centrali elettronucleari prevedeva quattro fasi inerenti al complesso procedimento di localizzazione. La prima fase era quella di determinare in via preventiva le aree suscettibili di localizzazione, che a suo tempo vennero determinate, come è noto, individuandosi alternativamente l'area Po 1 o l'area Po 2. Questa fase si è definitivamente chiusa.
La seconda fase ebbe un carattere esclusivamente tecnico - scientifico istruttorio per accertare l'idoneità in astratto delle due aree; anche questa seconda fase si è chiusa con un elaborato dell'ENEL che riteneva sia la Po 1 che la Po 2 idonee in astratto all'installazione della centrale nonché con l'elaborato del Comitato tecnico - scientifico (del nostro consulente di parte si potrebbe dire) che conveniva nelle medesime considerazioni.
La terza fase è quella che si è conclusa il 4 gennaio 1985 con la localizzazione in quel di Trino, nell'area Po 1, previo l'assenso espresso dal Comune di Trino.
Va rilevato che le quattro fasi costituiscono, come esperti e cattedratici hanno avuto modo di rilevare (non voglio dilungarmi nella lettura delle motivazioni), quattro procedimenti a compartimento stagno fra di loro Tant'è che, chiusa la terza fase, con la nostra deliberazione del 4 gennaio 1985, si è aperta la quarta fase la cui esclusiva competenza è del Ministro dell'Industria, in quanto si prevede dapprima la possibilità, che è stata già esercitata in concreto dal Ministro dell'Industria, di autorizzare l'ENEL a compiere opere preliminari di preparazione sotto la vigilanza dell'ENEA e poi un provvedimento eventuale del Ministro con il quale, dopo che l'ENEL avrà predisposto il progetto di centrale (cosa fino a questo momento non ancora avvenuta), il Ministro dovrà concedere o non concedere, previe ulteriori indagini tecniche, quindi ulteriori garanzie al di là di quelle che potranno derivare dalla Conferenza sull'energia, il famoso NOC.
Quindi essendo quattro fasi, fra di loro indipendenti, è da ritenersi che non era possibile in maniera legittima né da parte del Comune di Trino (anche se il CO.RE.CO. ha dato la sua approvazione; questo evidentemente non è ancora un argomento definitivo e conclusivo) né da parte nostra di ritornare sulla terza fase già definitivamente conclusa.
Chiudo qui le argomentazioni di carattere strettamente legislativo per rilevare che il nostro dissenso all'accoglimento della proposta di deliberazione del Gruppo comunista ha un carattere eminentemente politico perché qualora venisse accolta la proposta di deliberazione del Gruppo comunista si arriverebbe ad interferire su quella che viceversa deve essere, come diceva lo stesso collega Valeri, la piena libertà della Conferenza sull'energia; infatti, si spezzerebbe il meccanismo della localizzazione della centrale elettronucleare in Piemonte e la Conferenza dell'energia, nella fase in cui fatalmente esaminerà anche nel concreto la possibilità di proseguire nella centrale di Trino Vercellese, si troverà di fronte ad un provvedimento preclusivo. In buona sostanza l'argomentazione è politica sotto questo profilo, ma lo è anche sotto un altro profilo, in quanto da parte nostra, come abbiamo ribadito in numerosissime occasioni da ultimo nella seduta del 23 settembre e come ribadiamo oggi rimaniamo sia pure condizionatamente a quelle che saranno le risultanze della Conferenza nazionale sull'energia e a quelli che saranno i conseguenti provvedimenti del Parlamento, pienamente favorevoli all'opzione nucleare.
Abbiamo già avuto occasione di esporre le motivazioni al riguardo, ma potrei limitarmi a richiamare puramente e semplicemente le argomentazioni che a suo tempo furono proprio del Comitato tecnico - scientifico designato dal Consiglio regionale e le argomentazioni politiche che vennero espresse in quest'aula da tutti i Gruppi e segnatamente dai Gruppi comunista e socialista il 4 gennaio 1985 a favore dell'installazione della centrale elettronucleare a Trino.
Sulla metodologia da seguire per quanto riguarda gli interessi della Regione Piemonte riferiti alla centrale di Trino, in sede di Conferenza sull'energia, penso sia bene richiamarsi e insistere nella sede opportuna in questa fase preliminare di preparazione della Conferenza sull'impegno della Camera dei Deputati e del Senato preso nel giugno 1986. Infatti laddove la Camera e il Senato hanno deciso la Conferenza nazionale dell'energia, hanno precisato che avrebbero dovuto essere coinvolte tutte le componenti della comunità scientifica nazionale ed internazionale oltreché le componenti politiche ed istituzionali. Quando l'Assessore Maccari ci riferiva che le Regioni non sono state invitate, io dico invece che hanno da essere invitate, perché altrimenti si violerebbe un deliberato politico della Camera e del Senato della Repubblica che hanno deciso di coinvolgere non solo le comunità scientifiche nazionali ed internazionali ma anche le forze politiche e istituzionali.
In questo senso è da ritenersi che da parte nostra come Consiglio regionale e come Giunta si debbano compiere tutti gli opportuni passi in questa fase preparatoria affinché ci sia come comunità scientifica una rappresentanza degli Atenei torinesi e piemontesi e del Comitato tecnico scientifico che già fu nostra emanazione a suo tempo, ma bisogna anche pretendere la presenza di uno o più rappresentanti (questo è ancora un problema da vedere nel dettaglio) del Consiglio o della Giunta. In ogni caso il risultato finale deve essere che colui che sarà il referente politico della Regione Piemonte dovrà portare in sede di Conferenza sull'energia le varie posizioni articolate dai Gruppi politici, non solo il pensiero politico della maggioranza, ammesso che ci sia un pensiero politico unanime della maggioranza. Tanto vale che siano espressi i pensieri politici di tutte le forze politiche e poi all'interno della maggioranza magari cinque diverse opinioni o tre a seconda di quelle che risulteranno.
Passiamo ora al terzo punto: i lavori dell'ENEL. Sui lavori dell'ENEL noi ci eravamo collocati in modo preciso nel corso della seduta del 23 settembre e ribadiamo il nostro punto di vista. Sinteticamente è questo. La Conferenza nazionale sull'energia è vicina, si dovrà tenere e confidiamo che si tenga effettivamente nel gennaio 1987, quindi, al punto in cui siamo, riteniamo sia opportuna una sospensione dei lavori. Sarà o dovrà essere il Ministro dell'Industria, che aveva dato (e poteva in ipotesi anche non dare) il provvedimento concessivo di eseguire i lavori, che dovrebbe poterli sospendere.
Accanto a questa presa di posizione sulla sospensione in concreto sulla sospensione a termine, abbiamo fatto precedere, ribadendola ancora una volta, la nostra presa di posizione sulla questione delle centrali elettronucleari. Noi siamo favorevoli all'opzione nucleare e continuiamo a rimanere fedeli a questa opzione, naturalmente condizionatamente alle risultanze della Conferenza sull'energia. Qualora gli scienziati dovessero in base ad argomenti oggettivi, oggi imprevisti e imprevedibili prospettarci una situazione di pericolo per le popolazioni e per il territorio, questa è la condizione sul presupposto della quale noi manteniamo la nostra ferma opzione per il nucleare e per l'installazione di centrali elettronucleari.
A questo punto avrei esaurito i tre articolati punti all'ordine del giorno. Però non si può non prendere posizione, non fare delle osservazioni a fronte dell'intervento del Capogruppo del PSI Rossa, e soprattutto a fronte della presentazione e distribuzione di diversi ordini del giorno.
Il collega Rossa ha detto che sono leggibili negli stessi posizioni "variegate".
Questa parola mi pare un eufemismo. La realtà è che negli ordini del giorno, in particolare in taluni documenti della maggioranza contrapposti ad altri, non si colgono delle posizioni eufemisticamente variegate, ma delle posizioni di netta divisione.
Infatti, l'ordine del giorno del Gruppo repubblicano conclude il dispositivo nell'apprezzare le conclusioni raggiunte al vertice di Tokyo ed in particolare si riconosce nelle dichiarazioni rilasciate e negli impegni assunti in quell'occasione dal Presidente del Consiglio on. Bettino Craxi.
Se la memoria non mi tradisce, le dichiarazioni dell'on. Craxi nel vertice dei Sette Grandi sono state nel senso di una decisa opzione nucleare e questo avveniva dopo l'effetto Chernobyl.
Il pregio però dell'ordine del giorno del Gruppo repubblicano sta nell'aver espresso fin d'ora la propria posizione per quanto concerne l'opzione nucleare, quindi, se si chiede che sia condiviso quanto detto dall'on. Bettino Craxi, è da ritenersi come presa di posizione di fondo che si tratti di una presa di posizione pro nucleare.
L'ordine del giorno della DC si caratterizza per una certa illogicità.
Nel dispositivo è detto: "Si chiede al Governo di intervenire con i necessari atti affinché siano sospesi i lavori in corso a Trino che potrebbero contrastare con le possibili decisioni da assumere in seguito alla Conferenza". Siccome queste possibili decisioni consistono, secondo il deliberato di Camera e Senato, in una verifica del Piano Energetico Nazionale, potrebbe essere che non ci sarà più l'opzione nucleare oppure che si proseguirà, forse ci potrebbe essere una terza soluzione intermedia ma indubbiamente i due corni principali del dilemma sono questi. Che cosa significa? Significa che con questo giro di parole si chiede, senza volerlo dire, puramente e semplicemente una sospensione, perché il dispositivo dice: "Siano sospesi i lavori che potrebbero contrastare con le possibili decisioni" e siccome tra le possibili decisioni c'è un eventuale "no" all'opzione nucleare, quindi qui si vuole dire "sospendiamo" senza dirlo espressamente.
Vengo all'ordine del giorno firmato dal Consigliere Rossa nel quale si chiede puramente e semplicemente la sospensione. Qui si sottace quello che è il presupposto politico non dichiarato espressamente nello scritto nel quale è formalizzato l'ordine del giorno, ma espresso fin troppo chiaramente nel corso dell'intervento. Cioè a dire una chiusura, una preclusione all'opzione nucleare che d'altro canto è stata enunciata espressamente dall'on. Martelli, in contrasto con quella opzione a favore del nucleare che è stata espressa dall'on. Craxi, come è stato ricordato nell'ordine del giorno del Gruppo repubblicano.
Per stringere non accennerò all'ordine del giorno del PLI che, con un dosaggio di espressioni, si colloca vicino all'ordine del giorno della DC e a questo punto di fronte ai cinque ordini del giorno che sono stati presentati, alle cinque motivazioni diverse, al contrasto evidente fra quanto si dice espressamente nell'ordine del giorno del Gruppo repubblicano e quanto non si dice, ma si sottende e viene espresso a voce dal Gruppo socialista, non si comprende come si possa ancora parlare di posizioni variegate, non si comprende come non si possa affermare che i Gruppi del pentapartito sono divisi su questo grosso problema e soprattutto non si riesce a comprendere come possa il collega Rossa affermare che tutto sommato si può essere anche divisi su questo grosso problema politico senza per questo creare una frattura della maggioranza.
Se teorizziamo questo principio, si teorizzerà che ogni qualvolta una maggioranza determinata si divide e ha opinioni diverse su un grosso problema politico, ciò nonostante si prosegue e si va avanti all'insegna della confusione e le Giunte in questo caso non si dimettono.
E' solo questione di intendersi su questa nuova e stravagante prassi politica che si verrebbe ad instaurare qualora, come è prevedibile continueranno a rimanere le divisioni espresse nei vari ordini del giorno.



VIGLIONE Aldo



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Signor Presidente, chiederei l'attenzione del Consiglio perché dir delle cose originali e nuove ed è giusto che mi si senta. Cercherò di essere il più breve possibile, per non tediare troppo.
Vorrei richiamare un punto della documentazione fornita dall'ENEL e comunicataci dall'Assessore, relativa alla 'situazione sull'attività di cantiere. Ci sono due tabelle significative per mettere in luce come l'ENEL abbia interpretato la prosecuzione o l'interruzione dei lavori. Una è la tabella all'allegato Al: "Committenza, situazioni e previsioni presenze in cantiere" dalla quale emerge che una serie di lavori sono iniziati a metà maggio, a giugno a luglio, ad agosto e a settembre, ovvero dopo l'incidente di Chernobyl e dopo gli ordini del giorno approvati dal Consiglio.
Riguardano il centro di informazione provvisorio, i padiglioni prefabbricati del pre-cantiere, le indagini geognostiche sulle cave, i movimenti di terra, quelli più significativi per quanto riguarda la modifica e l'impatto territoriale sul sito (che risultano essere iniziati a metà luglio), la strumentazione geotecnica, il laboratorio materiali, le indagini geognostiche in sito: tutte operazioni che risultano essere iniziate tra la fine d'agosto e i primi giorni di settembre.
Anche da fonte ENEL si constata l'aumento progressivo dei lavori e degli interventi in date post Chernobyl.
Porrei alla vostra attenzione anche l'allegato 4B, quello delle ore mensili in cantiere, dalle quali risulta difficile pensare che ci siano solo 100 persone che lavorano poiché da dati forniti dall'ENEL stessa e rielaborati in un mio grafico risulta che a gennaio del 1986 le ore in cantiere erano all'incirca 5.000 e in aprile erano diventate 11.000.
Iniziano ad impennarsi con il mese di maggio, superando le 24.000 ore mantenendosi a 21.000 nel mese di giugno e diventando 27.000 circa nel mese di luglio. C'è stata poi una flessione in agosto, legata alle ferie, ma le ore sono nuovamente 27.000, stabilendo il , record di presenza di lavoro in cantiere nel mese di settembre. Da qualsiasi lettura anche estremamente superficiale di questo diagramma si nota che la media delle ore lavorate si impenna in concomitanza con l'incidente di Chernobyl e nei mesi successivi.
E' quindi difficile istituire una relazione tra gli ordini del giorno e le richieste di rallentamento dei lavori ivi contenute, con quanto viene operato nel cantiere dall'ENEL.
Vorrei limitarmi ad alcune brevi questioni tralasciando discorsi di carattere generale, senza intervenire nel merito della relazione resa dall'Assessore che comunque giudico, rispetto alle precedenti, più simpatica e più sopportabile.
In merito agli ordini del giorno presentati preferirei che questi venissero votati per punti. Mi collocherò favorevolmente per tutte quelle direttive a favore della sospensione dei lavori e della condanna del modo in cui l'ENEL ha assolto agli obblighi e agli impegni derivanti da pronunce del Parlamento, del Governo e di questo Consiglio regionale.
Avrò invece molta difficoltà a pronunciarmi su punti diversi certamente su quelli che dicono il contrario, ma anche su quei punti che esprimono dichiarazioni di fiducia nei confronti della Conferenza nazionale sull'energia. Penso si stia attribuendo troppa importanza alla Conferenza che si sta trasformando in una specie di feticcio del quale tutti si servono per far passare il tempo e non prendere posizioni. Infatti, sono dovuti passare sei mesi prima che il collega Rossa facesse un intervento che poteva essere fatto molti mesi prima, impedendo forse un certo tipo di lavori.
Ho ugualmente difficoltà, e mi riferisco soprattutto alla mozione ordine del giorno del PCI (non alla deliberazione), ad attribuire grande importanza e fiducia al Comitato tecnico - scientifico, al quale non possiamo dare apprezzamenti positivi, al di là delle singole posizioni dei singoli membri, per quanto riguarda il lavoro svolto in precedenza e nel corso della localizzazione.
Noi voteremo invece la proposta di deliberazione del PCI. Vorrei al proposito fare alcune precisazioni. Prendiamo ad esempio le argomentazioni svolte dal collega Majorino il quale avanza una serie di dubbi giuridici in merito al valore della deliberazione. Non ho la competenza, e neanche ho per la verità approfondito la questione, per poter dire se siano condivisibili o meno, ma in buona parte mi paiono sensate.
Da ciò discendono due considerazioni ulteriori: la prima è che noi non ci stancheremo mai di criticare la posizione assunta dal Comune di Trino che continua a pensare (e il collega Petrini ha richiamato un'intervista del Sindaco) che la centrale "faccia bene". Questo non vuole tradursi in una critica al Gruppo consiliare comunista in merito (sto parlando del Comune di Trino), non credo che questo Consiglio possa o voglia fare molto sul Comune di Trino.
La seconda considerazione è che noi voteremo comunque la deliberazione presentata anche se forse non ha efficacia, perché noi ci schieriamo a favore di questi atteggiamenti e di queste dichiarazioni - e l'abbiamo già fatto in passato, dividendo il fronte antinucleare per un diverso atteggiamento del collega Staglianò - anche se taluna potrà sembrare inutile, forse inefficace, magari anche aria fritta. Noi voteremo questi singoli punti, magari passando per ingenui o per quelli che danno fiducia a dichiarazioni che non la meritano.
Rispetto a quanto dichiarato dall'Assessore Maccari, siamo comunque contrari ad ogni revisione dei verbali d'intesa per quanto concerne l'approvvigionamento degli inerti e soprattutto prima della Conferenza nazionale sull'energia.
Vengo ad un punto richiamato dal collega Petrini: la violenza degli autonomi a Trino, ripresa tra l'altro da una medesima violenza, priva di senso, durante la manifestazione romana per la pace del 24 ottobre. Credo che il problema degli autonomi, delle loro finalità, della loro presenza sia ampiamente dibattuto in questi giorni sui giornali, sui periodici, tra le forze politiche.
Per quanto riguarda gli incidenti , accaduti durante la manifestazione di Trino ci siamo immediatamente dissociati. Come ho colto dalle parole del collega Petrini, per quanto riguarda le forze che noi rappresentiamo, non è mai esistito nel passato un momento in cui il movimento antinucleare rappresentato dalla Lista Verde, si sia reso compartecipe o anche solo abbia coperto forme e momenti di manifestazione di violenza.
E' gratuito, ingiustificato ed estremamente pericoloso quanto è accaduto a Trino. Però nello stesso tempo vorremmo ricordare: 1) un'interrogazione comunista al Parlamento relativa agli incidenti romani in cui i parlamentari comunisti hanno chiesto come mai la polizia non sia intervenuta durante gli incidenti 2) tutta la vicenda del nucleare sconfina pericolosamente dalla democrazia. Da tempo la vicenda nucleare in Piemonte è connessa, è legata alla violenza rispetto alle popolazioni. Affermo questo non perché possa servire da paragone o da contrappeso, però c'è stata anche una violenza e non solo simbolica...



MARCHINI Sergio

E' un'interpretazione grossolana, velleitaria. E' dagli incoscienti che nasce la violenza.



ALA Nemesio

Chi è che ha picchiato qui fuori? E chi è stato picchiato qui fuori? Ho detto che non c'è connessione fra queste due cose, ma esistono anche altri fatti.



MARCHINI Sergio

Hai detto che alla popolazione è stata fatta violenza, quindi si risponde con la violenza.



ALA Nemesio

No, ho detto che la popolazione rimane colpita da due opposte violenze.
Una violenza è quella degli autonomi, estranea alla popolazione ed anche ai movimenti antinucleari quali si rappresentano, esistono ed hanno lavorato in loco in questo periodo, la cui opposizione è stata sempre corretta e democratica e sempre legata a procedure di consenso, di dibattito, di costruzione politica di un'alternativa e di attività giudiziarie di cui il TAR o le opposizioni al dewatering sono degli esempi. Dall'altra parte però, esiste una violenza del nucleare che è una costante europea. Violenza che si è manifestata e si manifesta da parte del potere che ha preso delle decisioni sulle quali non si può tollerare il dissenso: gli esempi in Baviera sono ancora più forti, li si è intervenuti con la polizia e picchiando.
Ho condannato la violenza degli autonomi con i quali non ho mai avuto niente da spartire e ho ricordato che ci sono altre violenze connesse a queste scelte, che sono scelte antidemocratiche. Dopo aver detto questo non ho altro da aggiungere.
In merito al problema degli inerti della cava di Borgo d'Ale, non è stata data alcuna risposta all'interrogazione e mi auguro possa giungere quanto prima.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Signor Presidente e colleghi, qualche giorno fa ho letto un'intervista rilasciata dal prof. Bobbio, il quale a proposito del nucleare diceva che dopo Chernobyl la riflessione deve farsi più seria. Però passare improvvisamente dal nucleare all'antinucleare con clamorose dichiarazioni e senza adeguati argomenti di carattere tecnico fa parte della politica intesa come teatro.
Io credo che siamo attori in questo teatro, un teatro peraltro noioso a giudicare dall'interesse che il dibattito riscuote, un teatro che è chiaro quasi in tutto, ma non si capisce di quanti atti si compone e non si capisce quando finirà.
Diamo una valutazione negativa di questi dibattiti che si ripetono continuativamente, che cadono nell'assoluto disinteresse dell'opinione pubblica e dei presenti in quest'aula. Questo è certamente uno degli elementi che contribuisce al distacco tra le istituzioni e le opinioni della società civile.
I punti del dibattito odierno sono tre. Il primo è la comunicazione della Giunta sull'avanzamento dei lavori; il secondo, la deliberazione proposta dal Gruppo comunista; il terzo, la preparazione della Conferenza nazionale sull'energia.
In ordine all'avanzamento dei lavori è chiaro che non compete alla Regione Piemonte sospenderli o non sospenderli. La Regione Piemonte ha delle gravi preoccupazioni in ordine all'avanzamento o al non avanzamento dei lavori della centrale di Trino perché i lavori che si stanno facendo non pregiudichino irreversibilmente l'assetto territoriale dell'area in cui si sta costruendo la centrale. Queste preoccupazioni sono espresse compiutamente nell'ordine del giorno che il Consiglio regionale ha approvato il 27 luglio, dove si individuavano esattamente questi aspetti.
In conseguenza di quell'ordine del giorno l'ENEL si è impegnato a riportare alle condizioni originarie i terreni ed ogni altro elemento che dovesse essere stato sconvolto dai lavori nel caso in cui la centrale nucleare non dovesse essere costruita per scelte politiche del Parlamento.
La Giunta, come abbiamo ascoltato dalla relazione che l'Assessore ha predisposto, ci pare abbia garantito che l'ENEL non è andato oltre i limiti fissati da quell'ordine del giorno.
Io non sono molto esperto, quindi non parlerò di dewatering perché non so bene che cosa significhi, però mi pare di capire, colto dalle dichiarazioni dell'Assessore, che i lavori relativi al dewatering non si sono sospesi per il semplice motivo che non si sono ancora cominciati.



VALERI Gilberto

L'avevate presentato come un blocco di tutto, perché bloccare il dewatering - avevate detto - significa di fatto arrestare i lavori.



FERRARA Franco

Ho detto che i lavori di dewatering non si sono fermati perché non erano cominciati, quindi non potevano essere fermati.
Mi pare che si sia fatta qualche confusione sulla lettera dell'ENEL. Il collega Rossa afferma che nella lettera dell'ENEL si diceva: "Sospendiamo tutto", in realtà l'ENEL non ha mai detto di sospendere i lavori, ma ha fatto presente che nella situazione di allora fatalmente si sarebbe andati verso una progressiva riduzione dei lavori e quindi ad una sospensione. Non c'è stato doppio gioco da parte di questo mefistofelico ENEL che da quando sono entrato in Consiglio regionale ho appreso essere un ente: particolarmente cattivo! E' stato assunto l'impegno in sede di Conferenza dei Capigruppo di essere aggiornati, settimanalmente se è il caso, circa l'avanzamento dei lavori attraverso comunicazioni scritte. Ritengo che questa sia una giusta necessità di informazione del Consiglio regionale. Mi auguro che le comunicazioni scritte restino tali a meno che non ci siano degli elementi nuovi ed originali che comportino un ulteriore dibattito in aula.
Il secondo punto si riferisce alla deliberazione presentata dal Gruppo comunista. L'elemento di novità determinato dalla deliberazione di Trino non costituisce a mio parere novità reale per rimodificare o comunque ridiscutere questo problema.
La deliberazione del 4 gennaio 1985 non era né filonucleare n antinucleare, ma si limitava ad individuare un sito che avesse oggettivamente le condizioni ideali o comunque migliori per insediare una centrale. Non si chiedeva di portare a Trino una centrale perché non competeva alla Regione; la Regione si limitava ad individuare la situazione migliore in Piemonte per collocare una centrale.
Allora, non c'è nessun elemento nuovo per rendere inefficace quella deliberazione.
Il collega Valeri ha fatto l'esempio di quando si delibera la costruzione di una strada e poi si scopre che ci sono degli impedimenti frane o altro, per cui la strada non può starci e quindi è giusto revocare la deliberazione. Qui però non c'è un elemento nuovo. Le condizioni migliori che esistevano un anno e mezzo fa sono ancora le stesse per collocare una centrale nucleare qualora si dovesse collocare una centrale nucleare. Se così non fosse vorrebbe dire che non si è sbagliato sulla scelta o meno del nucleare ma nell'individuare il sito migliore.
A parte questo elemento mi pare ci sia anche un'altra situazione oggettiva. Quella deliberazione a nostro giudizio ha oggettivamente esaurito i suoi effetti e quindi non può più essere messa in discussione perché non esplica più alcuna efficacia da questo punto di vista. Non entro invece in valutazioni di carattere giuridico - amministrativo, perch compete comunque ad altri dare valutazioni con motivazioni certamente più importanti e qualificate.
Il terzo punto riguarda la Conferenza sull'energia.
Finalmente la Conferenza non è più soltanto uno slogan. Ero preoccupato per l'andamento dei lavori in preparazione della Conferenza. Spero che sia una Conferenza seria. Non sono così filonucleare, non abito nell'altra parte del mondo, ma abito qui a Torino e mi rendo conto che la scelta che dobbiamo fare è seria ed importante. La Conferenza deve dare gli elementi per poter formulare un giudizio sereno, tranquillo, rassicurante.
L'andamento dei lavori preparatori alla Conferenza non davano, fino a poco tempo fa, alcuna tranquillità e garanzia. Finalmente il Governo ha individuato dei quesiti da porre.
Il Partito repubblicano, qualche settimana fa, aveva in un suo documento posto dieci quesiti ai quali la Conferenza energetica avrebbe dovuto rispondere.
Anziché porre i quesiti alla comunità scientifica che è l'unica che pu dare gli elementi oggettivi, reali, scientifici sui quali i politici dovranno basare le loro valutazioni, e quindi trarre le conclusioni politiche, io ho la sensazione che noi ci stiamo avvicinando alla Conferenza un po' con la volontà della passerella: andiamo tutti, chiediamo uno spazio anche noi. Il collega Majorino diceva che alla Conferenza non deve essere rappresentata solo la posizione della maggioranza o le varie posizioni della maggioranza. Non ho nemmeno capito bene quale sia la maggioranza su questo argomento.
Io credo che non si debbano portare le argomentazioni che facciamo a livello politico, in quanto sarebbe un elemento di confusione.
Alla Conferenza sull'energia la Regione Piemonte deve andare con dei quesiti seri riferentisi non all'aspetto generale che implica problemi che riguardano il Governo nazionale e il Parlamento, ma a problemi specifici riguardanti la nostra Regione. Il Comitato tecnico - scientifico che ha collaborato alla scelta nucleare con la Regione deve ancora collaborare per individuare quesiti, domande e preoccupazioni che la Regione Piemonte ha in ordine alla costruzione di una centrale nucleare per avere delle risposte concrete.
Sono stati presentati molti ordini del giorno. Ritengo che una maggioranza, per essere tale fino in fondo, dovrebbe su un argomento così importante presentarsi con un ordine del giorno unico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.



PEZZANA Angelo

Ho letto stamattina gli ordini del giorno presentati e credo che raramente una lettura di documenti che la tradizione vorrebbe burocratici almeno nella loro formulazione, abbia mai dato tanta soddisfazione ad un Consigliere regionale. Soddisfazione perché, anche se in ritardo, vedo che un aspetto in comune l' hanno tutti, cioè la richiesta che i lavori vengano sospesi. Non posso far altro che felicitarmi con le maggioranze attuali e con quelle passate perché a poco a poco la posizione che gli antinucleari hanno cercato di diffondere, non tanto come verità, ma come opinione da ascoltare, discutere e magari modificare, è diventata oggi dominio non più di una maggioranza di esagitati antinucleari, ma è entrata a far parte del bagaglio politico propositivo di forze che fino ad oggi si sono riconosciute invece (checché ne dica il collega Ferrara) in posizioni chiusamente filonucleari.
Ho letto con piacere questi ordini del giorno perché sono simili in moltissime loro parti. Mi pongo il dubbio se si poteva unirli in un ordine del giorno unificato e quindi votarlo per parti o in modo totale.
Ho posto invece la mia firma sull'ordine del giorno presentato dal Consigliere Staglianò perché in quello mi ritrovo in quanto ha un richiamo che manca negli altri documenti. Si richiama una componente essenziale: le forze con le quali dobbiamo confrontarci non solo soltanto l'ENEL. le ditte che forniscono i materiali, gli scienziati, l'Università, il corpo accademico, come viene qui ogni tanto richiamato quasi fosse l'oracolo al quale attenersi, ma sono anche i cittadini i quali firmano un documento e ritengono che la propria firma, anche se isolata, abbia valore. Infatti quell'ordine del giorno richiama il milione di firme che altrettanti cittadini hanno apposto su un documento che richiede di indire un referendum sul nucleare. Questa sarà l'unica e vera scadenza che noi avremo. Mi chiedo se la Conferenza che doveva aver luogo a novembre, poi a dicembre, infine a gennaio (a parte il fatto che non riesco a capire come in due mesi si riesca ad esaminare il tutto, dato che tali questionari produrranno cumuli di documenti che costringeranno i poveracci che dovranno analizzare differenti opinioni ad esprimere posizioni che saranno forzatamente superficiali) sarà un incontro serio, al di là delle forze accademiche o non che vi parteciperanno. Il fatto è che nel mese di maggio il Governo nazionale e questo Parlamento dovranno fare i conti con un milione di persone che sul ,nucleare quanto meno chiedono che la gente si esprima.
Questa è la vera scadenza politica di cui bisogna tenere conto. Se noi avessimo delle istituzioni serie, a livello locale e a livello nazionale la Conferenza sull'energia atomica avremmo dovuto tenerla prima della costruzione della centrale. Se fossi un acceso nuclearista, posizione di per sé più che lecita e difendibile, almeno di questo dovrei arrossire perché immaginare di vivere fra una classe dirigente che prepara una Conferenza sull'energia dopo che sono state attivate tre centrali mi sembra una posizione che di serio non ha assolutamente nulla.
Non voglio fare la Cassandra, come potrei essere portato, visto l'argomento che stiamo discutendo, vorrei ricordare però ai colleghi Consiglieri che ho i miei dubbi che la scadenza potrà essere onorata entro il mese di gennaio. Nel caso lo fosse, il problema che avranno di fronte i politici sarà la richiesta referendaria che mi auguro non venga eliminata o rinviata da una crisi di Governo o comunque da interessi, come molto sovente è successo. Per cui non farei molto affidamento sulla Conferenza di gennaio.
Ho firmato questo ordine del giorno, che non avrà sicuramente la maggioranza, ma avrà soltanto una sparuta minoranza di firmatari, perché lo ritengo serio in quanto fa un richiamo concreto alla volontà dei cittadini e se noi siamo qui per rappresentarli dovremmo tenere conto delle loro volontà.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, il tema che tanto ha coinvolto questo Consiglio regionale negli ultimi mesi si sta affrontando con la necessaria serenità e in modo costruttivo. Ritengo che non si possano approfondire le ragioni che ruotano attorno al tema dell'energia e del nucleare in senso particolare. E' certo che da mesi è in corso un processo sui temi della sicurezza e dei costi. L'ENEL dice che al di sotto delle sei centrali non c'è l'economia di scala tale da rendere conveniente l'impianto.
Sarebbe paradossale se scoprissimo che le alternative nel campo energetico possono avere degli effetti, nell'innovazione tecnologica, negli assetti occupazionali, nella struttura industriale, più forti e più efficaci di quelli che può avere il nucleare tanto decantato. Non ho fatto un approfondimento in questo senso, però pongo un interrogativo che è uno di quelli posti nella Conferenza nazionale sull'energia. Correttamente è stata chiamata Conferenza sull'energia e non sul nucleare. E' una Conferenza che deve portare ad una seria decisione e credo che dovremo fare un sforzo per evitare che ci siano dei processi che favoriscano forzature di decisioni, perché ci si trova a volte di fronte a fatti compiuti. Noi ci siamo posti questo problema all'interno del Consiglio; seppure in modo un po' sofferto, siamo arrivati a parlare di graduazione, di reversibilità come a dire: "se una scelta può rivelarsi sbagliata evitiamo di fare altre scelte che siano assurde".
Visto che non possiamo fare il nucleare, mettiamoci qualcos'altro.
Questa linea di tendenza filtra. Nei dibattiti svolti nel mese di maggio già venivano queste proposte da autorevoli persone. E' chiaro che se non si costruisce la centrale in quel luogo bisognerà pensare a qualcos'altro. Le risaie non possono tornare ovviamente.
Il Gruppo consiliare socialista ha presentato un ordine del giorno schematico, fuori da un linguaggio contorto. Riteniamo che esso debba basarsi su tre punti: un'affermazione di principio, cioè la sospensione una richiesta al Governo per evitare un possibile contrasto con le decisioni che emergeranno dalla Conferenza e da quello che determinerà il Governo stesso; un nostro specifico impegno consapevoli del fatto che il tema è molto complesso.
Per quanto riguarda l'affermazione di principio sulla sospensione noi abbiamo alcune preoccupazioni. Dall'esposizione puntuale e precisa dell'Assessore emergono alcune considerazioni non dico inquietanti, ma che certamente fanno riflettere. A maggio potevano essere prese delle decisioni che non' mettevano in discussione la scelta del nucleare, era un'opportunità di lasciare che una determinazione potesse essere fatta probabilmente ancora a favore del nucleare, ma senza precostituire una condizione. Nel vedere oggi i lavori in corso e le commesse affidate si pone un interrogativo: quante di queste cose non c'erano ancora a maggio? Il documento dell'ENEL che è stato distribuito incomincia in un modo curioso. Dice infatti: "Dopo il precedente rapporto (quello di luglio) sono intervenuti i seguenti fatti rilevanti ai fini della programmazione dei lavori: la Conferenza nazionale che dibatterà i problemi insorti dopo Chernobyl fornendo indicazioni sul PEN, ecc.". Ma della Conferenza si è parlato a maggio: c'era un indicatore forte da parte dell'autorità centrale sulla volontà di fare una verifica con un organismo scientificamente adeguato in una sede la più oggettiva possibile. Non credo che questo fatto nuovo possa dirsi che è intervenuto dopo il precedente rapporto di luglio.
Vi è un secondo aspetto. L'ENEL dice di aver fatto pesanti finanziamenti all'Ansaldo già in anni precedenti "per l'ingenerizzazione del prodotto". Allora, il NOC che significato ha? L'autorizzazione all'impianto è l'installazione o è la costruzione? Ritengo che il NOC sia legato alla costruzione. In effetti nelle opere di alta ingenerizzazione era già in corso.
E' curioso il fatto che senza le sei centrali con questa tecnologia non si ha la dimensione di scala da renderle convenienti. Questo aspetto molto importante serve anche alla Conferenza.
Un altro fatto è stato tradotto da Pierpaolo Benedetto, autorevole giornalista, che inizia il suo articolo il 12 settembre dicendo: "L'ENEL annuncia la prossima chiusura dei cantieri di Trino". Da buon giornalista ha tradotto e interpretato il documento traendo i contenuti che un rappresentante dei formatori di opinione pubblica può dare.
Abbiamo constatato un'altra contraddizione dell'ENEL; l' ha esposta l'Assessore. Inizialmente dice che "i lavori sono in corso di esaurimento" e nel corpo della relazione afferma che "proseguono anche se in modo rallentato in attesa di indicazioni". Sono in corso di esaurimento oppure sono rallentati in attesa di determinazioni? Sulla scelta del dewatering ci siamo attestati allora. Dewatering Consigliere Ferrara, significa prosciugamento di falda e le opere connesse.
C'era stata una disputa sul riferirsi genericamente al dewatering oppure precisare tutte le opere. Personalmente ero per la precisazione delle opere, comunque pareva fosse legato non solo al momento in cui si assorbiva l'acqua. In effetti, l'Assessore dice che per l'abbassamento di falda i lavori sono stati assegnati alla ditta Rodio e ad altre cinque società; gli ultimi lavori prevedono la sistemazione per l'esecuzione dei diaframmi che sono legati evidentemente al dewatering. Vorremmo capire se questi lavori contravvengono a quella modesta, pregevole certamente, ma non così scardinante posizione di dire "no" al dewatering.
La nostra affermazione di principio, che come Gruppo socialista vogliamo affermare con estrema chiarezza, sta nel dire: "Sospendiamo" sapendo che non si tratta di un elemento che può forzare questo processo.
Vengo alla richiesta al Governo. E' un fatto importante, in quanto mandiamo un segnale ben preciso al Governo perché eviti degli atti che forzino e non rendano oggettiva l'elaborazione della Conferenza e la decisione successiva del Governo.
Il terzo punto contempla un nostro impegno specifica, certamente molto complesso, che consiste nel dire: "Stoppiamo". Non diciamo "no", ma diciamo che alle porte della Conferenza assumiamo sugli inerti una posizione prudenziale sospendendo le ulteriori autorizzazioni in attesa delle determinazioni. Non è una posizione dura e velleitaria.
Dal Capogruppo repubblicano è stato citato l'on. Craxi. Ma per noi non è sufficiente dare un voto. Ancora non è completamente automatico. Anche perché a Tokyo i rappresentanti dei Paesi più industrializzati dell'occidente si sono espressi in senso generale (tra l'altro si potrebbe persino ricamare sul nucleare visto che non è stato specificato; potrebbe essere quello da fusione, quindi potremmo dire che siamo d'accordo).
Nessuno potrebbe contrastare sicurezza ed economicità. Possiamo anche dire che siamo per il nucleare di fissione purché sia sicuro ed economico.
Sull'economicità c'è una disputa e la Conferenza dovrà chiarirla. Ma già l'ENEL che propende per questo tipo di, tecnologia ci dice che c'è un limite all'economicità. Quindi, l'affermazione dell'on. Craxi assume un carattere di affermazione generale, nella quale pesano elementi specifici.
Sulle violenze. La cosa migliore per "stoppare" le violenze non è quella di non fare nulla e di mettere il coperchio su tutto, mettere a zittire chi vuole disturbare.
Ritengo che si debba invece dimostrare che c'è un processo dinamico aperto dove le varie articolazioni della società possono incidere se hanno buone argomentazioni per avere il consenso. Mettere il .coperchio sul nucleare mi pare che favorisca il gioco di alcuni settori che tendono allo scasso e vogliono inserirsi nelle articolazioni e nelle energie della società per trasformarle in modo negativo.
Concludo sul ruolo della Conferenza. Non dobbiamo andare al coordinamento interregionale a dire le nostre preoccupazioni per il fatto che l'arco alpino è pieno di centrali e averne una in casa è senz'altro un'altra cosa (abbiamo visto che la nube di Chernobyl invece di passare in Svizzera ha preso altre strade), dobbiamo invece dire che vogliamo un impegno a massimizzare gli interventi nelle energie rinnovabili, che per la nostra struttura industriale e per il risparmio energetico sono estremamente importanti, quindi chiediamo una legislazione appropriata e adeguatamente finanziata. Sarebbe anche opportuno, per evitare un rifiorire di autoproduttori (l'Assessore parlava di minidraulica), alzare la soglia della potenza installata che l'ENEL oggi ha (4.000 chilowattora) per gli autoproduttori. Permetterebbe alle comunità e ai consorzi di essere (probabilmente più dell'ENEL che è un organismo grande) individuatori e attivatori di energie che nell'arco alpino esistono potenzialmente in misura notevole.
Invito gli altri Gruppi a dare il loro voto favorevole al nostro ordine del giorno che contiene un'affermazione di principio sulla sospensione dei lavori, una richiesta al Governo ben precisa per evitare che ci siano condizionamenti alla Conferenza nazionale ed un nostro specifico impegno sugli inerti.



PRESIDENTE

Con questo intervento finisce la prima parte del dibattito.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 14 riprende alle ore 15,10)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Prosegue il dibattito sulla "Comunicazione della Giunta in ordine alla collocazione della Regione nella Conferenza Energetica Nazionale (metodologia e partecipazione) ed allo stato dei lavori del cantiere Po 1 Esame proposta di deliberazione n. 344: 'Presa d'atto degli effetti della deliberazione del Comune di Trino del 9 ottobre 1986 in ordine alla centrale nucleare e conseguenti determinazioni"'.
La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Nello spirito del risparmio energetico che dovrebbe ispirare ogni nostro atto politico e amministrativo, cercherò, signor Presidente e colleghi, di non ripetere argomentazioni che sono state già esposte, in particolare quelle relative all'andamento dei lavori di cantiere, sui quali è stato già detto tutto quello che c'era da dire: l'ENEL se ne è infischiata delle raccomandazioni che anche da questa assemblea erano state inviate, seppure con tutte le insufficienze che avevamo potuto registrare e denunciare nei mesi scorsi.
Al riguardo io penso che noi dovremo prestare attenzione al fenomeno ben preciso che l'ENEL ha attivato, nel tentativo di determinare fatti compiuti, in modo da rendere sempre più difficile intervenire sulla materia man mano che passa il tempo. Mi riferisco all'assegnazione delle commesse che proseguono senza nessun freno. E' evidente che quando si commissionano pezzi essenziali del reattore, si predetermina la scelta tecnologica che dovrà essere effettuata. In questo senso penso che avessero ragione i colleghi Tapparo e Ala riguardo alle questioni relative alla violenza registrata in alcune manifestazioni antinucleari. Quando le istituzioni non fanno scelte chiare, in grado di dialogare sul serio con le inquietudini che salgono dalla società, è evidente che si alimenta la disperazione e la strumentalizzazione di domande legittime verso forme di protesta assolutamente non condivisibili.
Da parte di DP non c'è stata solo la condanna degli atti di violenza c'è l'impegno concreto, dentro il movimento antinucleare e ambientalista per l'isolamento delle frange violente che non perseguono l'obiettivo di avanzamento delle istanze democratiche, ma solo quello - nei fatti - di far arretrare il consenso di massa alle scelte antinucleari.
Ma noi abbiamo il dovere di rapportarci alle domande di controllo sociale sulle scelte che sono state operate dopo il dibattito apertosi in seguito all'incidente di Chernobyl e in vista della Conferenza nazionale sull'energia. Rispetto alla quale vorrei dire, aggiungendo brevi considerazioni a quelle già svolte da altri colleghi, che da parte nostra non c'è nessuna enfatizzazione di tale scadenza, cui assegniamo comunque un ruolo importante. Per questo stiamo anche lavorando a livello parlamentare con il nostro deputato Ronchi, all'interno della Commissione interparlamentare affinché possano esprimersi all'interno della Conferenza tutte le voci che sulle scelte energetiche possono esprimere opinioni e punti di vista motivati, per ottenere un risultato che sia il più aderente possibile alle aspettative della società civile. Non enfatizziamo tuttavia - tale scadenza per il cui svolgimento è stato già rilevato che sono avvenuti ben tre spostamenti nel giro di pochi mesi.
A nessuno di noi, addetto ai lavori o meno, sfugge che la partita energetica è legata alle sorti della legislatura nazionale; qualcuno pensa anche che, giunti a questo punto, converrebbe anticipare lo scioglimento delle Camere piuttosto che prendere una posizione netta e precisa sul nucleare, per poi sottoporsi al giudizio degli elettori su una materia tanto scottante.
Temiamo che la Conferenza, per la quale pure lavoriamo affinché li siano rappresentate tutte le voci della società civile, possa essere merce di scambio per le operazioni politiche che sono in corso, con la "staffetta" di, governo annessa e connessa. Ci preoccupano soprattutto signor Presidente, le mediazioni che vengono avanti. In particolare, voglio riferirmi alla mediazione Bodrato che, essendo sicuramente lettore attento del Manzoni, ha pensato bene di applicare alle scelte energetiche un passo significativo dei "Promessi Sposi": "Adelante atomo con juicio", dunque. Di fronte ai possibili "tumulti" della piazza, mandiamo avanti "con giudizio" la carretta atomica, senza troppi clamori, facendo sbollire l'effetto Chernobyl e sostituendo magari Caorso con Trino Vercellese, tentando di salvare capre e cavoli; cosa molto difficile e contro la quale impegneremo tutte le nostre forze.
Anche l'on. Bodrato, che è persona attenta nonché intelligente, si rende ben conto che ai cittadini qualche contentino va dato. In questo senso il rallentamento del progetto potrebbe anche andare bene, purch l'obiettivo finale (un tot numero di chilowattora nucleari) resti intatto.
Siamo molto preoccupati per queste mediazioni. Ed in considerazione dello scenario che abbiamo di fronte, rivendichiamo il diritto al referendum popolare attivato costituzionalmente da un milione di cittadini.
Come DP abbiamo proposto un ordine del giorno, firmato anche da altri colleghi, nel quale si sottolineano due punti in particolare: quello del congelamento di tutte le commesse relative ai lavori della centrale nucleare di Trino e il vincolo del pronunciamento popolare attraverso la consultazione della popolazione dei Comuni compresi nell'area Po 1 e i tre referendum abrogativi nazionali.
La proposta di deliberazione presentata dal Gruppo comunista relativa ai lavori di cantiere come presa d'atto della decisione politica del Comune di Trino Vercellese anche a noi essa è parsa insufficiente sia rispetto alle domande che salgono dalla società sia rispetto alle opportunità che un'Amministrazione locale ha per intervenire nella materia. Pur tuttavia noi abbiamo giudicato importante quell'atto politico, perché rimandava la palla della scelta nucleare a chi in primo luogo ha il dovere di giocarla cioè il Governo centrale e la Regione Piemonte.
Noi avremmo preferito che il Comune di Trino optasse per l'ordinanza così come preferiamo che anziché di sospensione si parli di revoca della deliberazione del 4 gennaio 1985, perché dal punto di vista sia giuridico che politico una tale scelta ci pare più netta. Ciò non toglie tuttavia che si voluti positivamente l'iniziativa intrapresa dal Gruppo comunista, a cui va il nostro assenso, riservandoci ulteriori valutazioni in fase di votazione dei documenti.
Signor Presidente e colleghi, in relazione ai documenti presentati dagli altri Gruppi voglio aggiungere soltanto poche considerazioni.
Riferendomi in specifico al documento presentato dal Gruppo socialista, per una volta sono d'accordo con quanto ha detto stamani il collega Rossa riguardo alle questioni che oggi stiamo discutendo.
In questo senso noi giudichiamo come un atto di chiarificazione politica, signor Presidente, il documento socialista; una chiarificazione politica per la quale (voglio sottolineare questo punto con molta forza) abbiamo cercato di lavorare, nei limiti delle nostre possibilità, capacità e spazi a nostra disposizione. Abbiamo provocato questa positiva evoluzione con un atto di rottura delle "manfrine" e del doppio gioco attraverso l'uscita dall'aula nella seduta del Consiglio regionale del 23 settembre.
Quella nostra decisione ha suscitato una discussione che si è svolta a tutti i livelli nel PSI e non solo in esso. Se oggi si parla in modo chiaro come avviene nel documento a firma del collega Rossa, se si fa riferimento agli strappi costanti che l'ENEL opera sui lavori, se ci si appella agli impegni precisi che il Governo centrale deve assumere per non determinare fatti compiuti ed attendere davvero la Conferenza nazionale, se oggi si assume una posizione più lineare, ci si permetterà di rivendicarlo come prodotto anche della nostra iniziativa politica di rottura praticata il 23 settembre scorso.
Quell'atto ci è costato, signor presidente, qualche polemica, a volte anche misera. Ma esso ci pareva indispensabile per ottenere quella chiarificazione che si va finalmente profilando, per ottenere una scelta pacata, che non ci pare per nulla estremista ma di buon senso oltre che di correttezza democratica: si fermino i lavori di cantiere subito e fino a nuove decisioni parlamentari.
Riservandomi di esprimere qualche ulteriore considerazione in fase di dichiarazione di voto sui documenti, anticipo subito la nostra pacata soddisfazione per quanto ho potuto sentire dal Presidente del Gruppo socialista, oltre che dal collega Tapparo, per il documento che ci è sottoposto. Noi auspichiamo che in tempi brevi si apra un dibattito anche sulle proposte alternative al nucleare, se la Giunta è in grado di farlo.
Un ordine del giorno che dica chiaramente "si sospenda", seppure con colpevole ritardo, è un atto importante per non compromettere ulteriormente la situazione già abbastanza compromessa a Trino Vercellese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cernetti.



CERNETTI Elettra

Confesso che non prendo mai decisioni improvvisate ma, quando le prendo, sono ben ponderate e maturate e in genere, proprio per questo irreversibili. Ecco perché presto un'attenzione molto distratta alle relazioni troppo, dettagliate, perché nei dettagli spesso si rischia di naufragare e quando determinate decisioni sono maturate, accettare ulteriormente il dialogo vuol dire in parte disponibilità a lasciarsi convincere.
Un proverbio cinese dice: "Chi si ferma a guardare le foglie non avrà mai la dimensione della foresta". Proprio per questa mia resistenza, una volta maturate determinate idee, ho continuato su una posizione che era indubbiamente molto scomoda.
Oggi posso dirmi soddisfatta. E' stata una posizione che si può dire da oltranzisti che ha trascinato sulle proprie posizioni altri partiti che sono diventati possibilisti ed anche più che possibilisti. Dopo che mi sono astenuta per ben tre volte dal votare gli ordini del giorno della maggioranza, ed anche del Gruppo socialista, oggi invece approverò l'ordine del giorno proposto dal Gruppo socialista alla cui stesura ho collaborato felice anche che i convertiti dell'ultima ora convergano su posizioni che dopo Chernobyl sono state le mie e che sono diventate poi le posizioni di tutto il Partito.
Aggiungo che la mia posizione è più drastica di quella di molti miei compagni perché la mia è ormai maturata in una posizione di rientro dal nucleare.
Tutti dovremmo riflettere perché le perplessità sono diffuse in tutte le nazioni. La posizione della socialdemocrazia tedesca è stata molto chiara. Il disarmo del programma nucleare degli Stati Uniti lo è altrettanto. I progetti di rientro allo studio del Governo svizzero che trae il 18% dell'energia elettrica dal nucleare, la rinuncia austriaca e il contenzioso franco-tedesco sul Reno sono sintomi chiari, se non addirittura rientri che dovrebbero farci .riflettere.
Per quanto mi riguarda non credo ad un'economia staccata dai bisogni della natura umana. L'economia legata al nucleare che invocano gli economisti diventa un orrore; questo modo di produrre non conserva la vita né tanto meno ne migliora la qualità. E' uri modo di produrre che assassina la vita. Le mie convinzioni sono più drastiche di quelle del mio Partito.
Di questo ordine del giorno mi accontento, poiché segna un'effettiva sospensione dei lavori della centrale nucleare, fino a quando la Conferenza che si terrà a gennaio non risolverà determinati problemi.
Non credo che quella Conferenza potrà risolverli tutti perché non ci sono i tempi necessari per farlo, non ci sono i tempi per studiare fonti alternative dal carbone desolforato al metano, dalla geotermia al sole alla fusione nucleare; non ci sono ancora stanziamenti sufficienti per una seria ricerca; non è stato applicato e non faremo in tempo ad applicare norme sul risparmio energetico.
Ecco perché ho detto che mi accontento. Ormai ho maturato posizioni che vanno oltre la sospensione fino alla Conferenza sull'energia nucleare che si terrà a gennaio.
Sono convinta che il nucleare sia una cartina di tornasole per la persona pubblica che ha il dovere di privilegiare l'interesse dell'uomo su qualsiasi altro interesse.
Abbiamo scatenato un'energia che, non siamo più in grado di dominare ma è un'energia che non serve all'uomo, anzi, non gli serve affatto, in effetti lo asservisce.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mignone.



MIGNONE Andrea

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, cercherò di rimanere nei tempi fissati dall'Ufficio di Presidenza e nel contempo di rispettare gli argomenti specifici introdotti nella discussione senza divagare su questioni generali, su cui peraltro abbiamo avuto abbondantemente tempo e occasioni per meditare rifiutando peraltro posizioni manichee che facciano intendere bravi, buoni e difensori della vita coloro che la pensano in un modo e cattivi coloro che invece la pensano in un altro. E' una forma di razzismo che diciamo tutti di aver abbandonato, ma che in realtà esiste ancora e se si va a fondo queste contrapposizioni manichee, poco laiche molto clericali, in senso ampio emergono quando si va oltre il segno.
Mi accingo ad intervenire con un certo senso di fastidio - mi sia consentito dirlo con tutto il rispetto che è dovuto all'aula - perché mi pare davvero che rispetto alle altre discussioni, compresi gli ultimi tre ordini del giorno che il Consiglio regionale in modo diverso e magari con procedure talora originali ha approvato, non vi siano delle grandi novità sul piano generale.
Peraltro, se togliessimo una valenza politica a questo dibattito, che in modo più o meno surrettizio anche questa volta è stata introdotta, a dire il vero molto non vi sarebbe da dire. Tant'è vero che in alcuni interventi sugli argomenti iscritti all'o.d.g. si è teso ad improvvisare con affermazioni generiche, retoriche, frutto più che altro di ritagli delle rassegne stampa, che vanno benissimo, ma che sono appunto collages alla "Zorro" da ascriversi più a una politica intesa come slogan, dove il cambiamento sa più di avvitamento che non di processo progressivo e lineare in senso positivo. Dico questo perché, se dobbiamo attenerci ai fatti nuovi, alcuni ve ne sono ma sono stati largamente ignorati dal dibattito.
Sono quelli che attengono alla Conferenza nazionale, alla questione specifica che attiene agli inerti e alla deliberazione di Trino su cui vi è una proposta del Gruppo comunista.
Invece, il dibattito si è fermato su altri argomenti che poco hanno a che fare con queste novità; ricalcano questioni trite e ritrite con degli avvitamenti, ma non con dei cambiamenti, con alcuni esponenti di partiti in libera uscita che dicono quello che gli passa in mente, a seconda delle circostanze, a seconda delle località e a seconda delle categorie con le quali hanno il confronto, per cui quello che è detto qui altri personaggi dello stesso partito lo dicono in modo diverso quando incontrano le categorie economiche: questo rientra in un fenomeno di estenuante pendolarismo di posizioni.
In questo ci sta anche il discorso che attiene alla violenza che giustamente tutti i Gruppi hanno condannato. Sono convinto che le forze rappresentate in Consiglio regionale non abbiano né favorito né alimentato né posto in essere fatti di violenza. Comunque non dobbiamo nasconderci il fatto che sono avvenuti e pertanto debbono far riflettere.
Il collega Ala ha introdotto un argomento che se fosse portato alle estreme conseguenze ci ricondurrebbe alla metà degli anni '70, quando attorno alla questione del ricorso alla lotta armata si diceva che lo Stato era oppressore e chele istituzioni non davano spazi. Attenzione, ad estremizzare certi ragionamenti così come ad introdurre in questo dibattito argomenti manichei e cioè: chi è contro il nucleare è buono e onesto, chi invece ne sostiene l'utilità in questa società è uno che ha degli interessi. Sfogliando la rivista "Pro Natura" si legge ad esempio che "non va sottovalutato il tentativo della lobby nucleare di non rassegnarsi a rinunciare ad un notevole giro di miliardi..." Mi chiedo se anche questo non significa esercitare un tipo di violenza. Ditemi che non lo è! Sebbene ci siano posizioni che tentano di introdurre attraverso un dibattito in Consiglio ragionamenti seri e rigorosi, non vogliamo per nascondere che esiste qualche tentativo di strumentalizzazione attorno a questa vicenda per finalità contingenti di vedere la maggioranza più o meno sulla graticola. Ciò rientra nella logica politica. Non ne facciamo uno scandalo, come altri non devono farne se qualcuno ritiene di dover sottolineare questo aspetto. E' giusto da parte delle opposizioni cercare di sottolineare gli elementi di divergenza all'interno di una maggioranza come deve essere sottolineato che all'interno della maggioranza vi sono delle posizioni diversificate, talora giustificate, ma in talune espressioni invece non lo sono. Non sono d'accordo con coloro che sostengono di agire in questo modo creando così dei fuochi d'artificio e un po' di movimento all'interno di questa maggioranza. Se poi vogliamo discutere su questa maggioranza e su questa Giunta, se è ferma o se è in movimento, se fa poco o tanto, siamo disponibili a discutere e magari anche noi fare delle critiche e delle autocritiche, ma che si utilizzi un argomento così importante, così vitale, così decisivo per le sorti di ciascuno di noi e della nostra società per fare un gioco un po' contingente, non lo condivido; anche perché questo è il modo migliore per non discutere gli eventuali problemi che una maggioranza ha.
Sono quasi contento che questo referendum si faccia. Noi siamo disponibili a discutere sempre e comunque di tutto, ma dobbiamo anche capire come stanno le cose. Sempre "Pro Natura" dice che nella manifestazione di Trino c'era meno di un migliaio di manifestanti. Non conosco le statistiche, ma mi chiedo: quanti abitanti ci sono in Piemonte? Questo è un elemento da tenere presente.
Arriviamo ad uno dei punti specifici che rappresentano un elemento di novità rispetto ai precedenti dibattiti: la deliberazione del Comune di Trino.
Intanto condivido in linea generale quello che si chiedeva il Consigliere Petrini. Il Comune non aveva davvero degli strumenti amministrativi più cogenti e concreti se voleva fare una certa azione? Non ci sono ad esempio le ordinanze del Sindaco? Questa domanda deve essere posta anche perché non me la sento di condividere le argomentazioni di chi sostiene la legittimità del provvedimento deliberativo del Comune di Trino. Se il Comitato di controllo l' ha approvato non credo sia dirimente rispetto alla nostra questione perché al massimo il Comitato di controllo prende atto che la volontà di un Ente locale si è espressa in modo legittimo. In secondo luogo, collocandosi l'atto dei Comune di Trino all'interno di un atto amministrativo non positivo, trattandosi di parere complesso, le opinioni dei giuristi variano tra chi dice che non è revocabile e chi sostiene che è revocabile qualora non abbia ancora prodotto effetti. L'area di alea sta fra questi due termini. Io sono per confutare sul piano giuridico le argomentazioni di chi ritiene valida la deliberazione. E' per questo che noi non voteremo a favore del provvedimento proposto dal Gruppo comunista.
Il Consiglio regionale è chiamato ad esprimersi in ordine alla comunicazione della Giunta regionale. Anticipo che il nostro Gruppo condivide appieno le considerazioni della Giunta. Si possono dare letture diverse rispetta alla comunicazione resa dall'Assessore. Il collega Tapparo argomentava che le cifre date dall'Assessore fossero un'ulteriore conferma che non si dovesse procedere. A meno che non si voglia leggere in modo unidirezionale la comunicazione dell'Assessore, credo che emerga che i lavori ritenuti reversibili sono in via di esaurimento (é questo un riferimento al primo ordine del giorno votato dal Consiglio regionale) e che sono state sospese le attività di ricerca.
Anche in ordine agli inerti sono state fornite risposte adeguate rispetto ai quesiti posti. Comunque,pare emergere dalla relazione dell'Assessore un elemento che è in contrasto con quanto è scritto nell'ordine del giorno socialista e cioè che non è vero che i lavori proseguono senza sosta. Questo non emerge dalla comunicazione, come invece è scritto nel documento a firma del Capogruppo socialista. Allora, chi dei due dice cose non vere? Se si vuole sconfessare la relazione della Giunta lo si dica, noi ne prenderemo atto.



(Voci in aula)



MIGNONE Andrea

Non ascolto nessuno, esprimo le mie opinioni, così come c'è il pret-à porter, ho notato che in questi tempi ci sono troppi maestri del "pret-à penser" e poiché non compro i libri del "pret-à-penser", permettetemi di non seguire la strada di chi invece legge i catechismi del "pret-à-penser".
Malgrado non sia molto avvertito all'interno della comunicazione della Giunta, condivido il richiamo al Governo. Dobbiamo dire che il Governo in questa vicenda non ci ha seguito e non ci ha aiutato molto.
Noi esprimiamo la volontà del Piemonte e io mi sento di dire che su questo terreno, in un momento e in una fase difficile, il Governo non ci è stato di aiuto, non ci ha seguito passo passo, non ci ha dato risposte alle molte domande che abbiamo posto. Quindi è giusto un richiamo da parte del Consiglio regionale.
Vengo alla questione della Conferenza nazionale. Malgrado i limiti che può avere il questionario credo che rappresenti il primo atto concreto di un fantasma che aleggiava tra di noi. Approvo che ci sia la conferma che la Conferenza si terrà tra pochi mesi e approvo anche che si cominci a porre alcune questioni. Si potrà dire che le questioni sono mal poste, che i tempi sono stretti, che vi sono degli altri soggetti da coinvolgere. Da questo punto di vista le Regioni debbono svolgere un ruolo importante. Mi sento di condividere ciò che diceva il collega Tapparo. Se la Conferenza dell'energia confermerà la scelta nucleare è chiaro che si dovranno mandare a regime le indicazioni del PEN, perché una sola centrale rappresenterebbe una diseconomia quindi non avrebbe senso procedere su quella strada se non vi sarà un numero di centrali tali da rendere economico l'intervento. Dico subito che se non fosse questa la scelta, noi saremmo i primi a dire che non si deve fare neanche la centrale di Trino.
Deve essere chiaro e lo anticipiamo in questa sede che non vi sarebbe più la convenienza economica di affidare l'incarico all'Ansaldo e di fare un investimento tecnologico che da solo non giustificherebbe i costi.
Riteniamo inoltre che debba essere coinvolta anche l'Università.
La nostra raccomandazione è che non sia una Conferenza precostituita.
Riteniamo che si debba intervenire perché non c'è nulla di peggio di partecipare alle Conferenze avendo già in mente prima quello che si vuole si dica alla conclusione. Intanto sarebbe un modo poco serio di affrontare i problemi, in secondo luogo i problemi non sarebbero sviscerati in tutte le loro implicazioni, avendo gli uni e gli altri interesse a nascondere questo o quell'aspetto. Noi vogliamo che tutti gli aspetti positivi e soprattutto quelli negativi siano valutati e bilanciati, in ogni caso vogliamo che si vada alla Conferenza in termini di ragione e non di emozione.
Non mi soffermo per il momento sugli ordini del giorno. Ne sono stati presentati molti, compreso uno del Gruppo socialdemocratico. Vedremo nel prosieguo dei lavori quale fine potranno avere.
Mi permetto di anticipare che non si può liquidare la divisione su questo problema come se fosse un fatto del tutto marginale che non ha alcuna implicazione. Per onestà e correttezza debbo approvare il collega Majorino quando dice che si aprirebbe un precedente molto strano che su qualsiasi documento ognuno voti come vuole perché la maggioranza è la Giunta sono quelle.
Credo non si debbano accentuare le cose, ma credo non si debbano neanche annacquare oltre un minimo di dignità, Qui ognuno ha una propria dignità, intanto come persona e poi come Gruppo, per cui non si può andar dietro alle fantasticherie.
Questo lo dico subito ancorché mi riservo nel prosieguo di approfondire questi aspetti, cercando anch'io di sforzarmi di ricondurre il dibattito nella sua sede propria e agli argomenti specifici che non siano di carattere folcloristico.
Questa mattina il Consigliere Staglianò ha citato una frase di Einstein ed io ne citerò una di Hegel, se mi è consentito: "La civetta di Minerva vola al crepuscolo".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reburdo.



REBURDO Giuseppe

Ringrazio il collega Mignone per la serietà dell'intervento. Si è dimostrato un interlocutore serio e credibile nell'affrontare temi che abbiamo già discusso troppe volte in questo Consiglio regionale. Purtroppo ne abbiamo parlato in modo kafkiano, in modo incomprensibile anche ad un Consigliere regionale che vuole essere attento alle reali posizioni delle forze politiche in particolare del pentapartito su questa questione complessa e contraddittoria.
Come giustamente dice il collega Mignone, ci troviamo di fronte ad un processo di dissociazione politica dei comportamenti nelle sedi diverse e a un adattamento alle singole sedi.
E' strano che i rappresentanti delle forze politiche in sede regionale o nazionale sostengano la scelta nucleare mentre nelle realtà sociali esprimano posizioni dissociate rispetto a questo comportamento decisionale.
Questo probabilmente è il nuovo modo di fare politica che si è imposto nelle istituzioni e che governa dà parecchi anni il nostro Paese, rendendo sempre più difficile il rapporto tra le istituzioni, i partiti e i cittadini. E il nucleare ha reso questo elemento così evidente che tutti lo hanno capito.
E' stato giusto introdurre tra gli argomenti del dibattito il tipo di reazione di chi in questi anni è stato vituperato.
Caro Mignone, tu eri presente quando il 4 gennaio 1985 in questo Consiglio regionale alcuni imbecilli nell'indifferenza e nella commiserazione dei presenti sostennero tesi nettamente minoritarie marginali, inefficaci, utopistiche. C'era un clima nel quale era difficile avere dei rapporti umani: c'erano presenze che erano state selezionate e portate tra il pubblico e chi non condivideva questa scelta non aveva là possibilità di entrare in quest'aula (così democratica) e veniva picchiato fuori dalla polizia. Questi fatti vanno richiamati alla coscienza di chi si sciacqua là bocca con le parole "democrazia" e "pluralismo". Quel fatto non ce lo possiamo dimenticare, caro Mignone. Mi rivolgo à te perché sei un interlocutore che mi ha dato là possibilità di dire queste cose. Dà allora un po' di acqua è passata sotto i ponti, qualcosa è cambiato: dall'allarmismo di pochi si è passati ad un'apertura di riflessione dà parte di molti. E' però una riflessione non ancora "quagliata" in una decisione coerente. Anche chi sosteneva l'utopia di uscire dal nucleare (deriso nel passato) sta facendo breccia tatticamente, strumentalmente, ma anche dividendo le coscienze e le forze politiche e sociali. A me fa paura vedere le forze politiche impegnate su problemi che vanno al di là di questioni strettamente istituzionali e di vedere maggioranze e minoranze stare compattamente unite su questi problemi.
In una vera democrazia ci sono questioni che vanno al di là delle divisioni tra maggioranza e opposizione, vi sono scelte che superano le divisioni ideologiche, culturali e partitiche. E' la coscienza dei singoli che deve rispondere. E' importante affermare questo concetto nel momento in cui la funzione dei Partiti è messa in discussione dalla realtà sociale e politica.
Difficilmente sopporto questo atteggiamento unanime all'interno dei Partiti come se ci fosse dà difendere là presa di Porta Pia.
Chiedo che su questo problema si apra un dibattito in Consiglio al di là delle divisioni che può determinare tra maggioranza ed opposizione.
Quali sono gli strumenti usati dà coloro che si sono opposti alla scelta nucleare in tempi non così ambigui come quelli di oggi, quando era difficile esprimere posizioni contro corrente? Non ci possiamo dimenticare il ruolo svolto dai grandi mezzi di informazione. Solo da pochi mesi, dopo Chernobyl, là radiotelevisione di Stato ha dato spazi quasi equilibrati alle diverse posizioni. Però fino al 1 maggio 1986 là Rai e i grandi mezzi di informazione usavano il linciaggio nei confronti delle posizioni nettamente minoritarie all'interno dei partiti istituzionali.
Con quali strumenti istituzionali si può esprimere questa volontà che va al di là della stretta collocazione partitica per cogliere i segnali che provengono dalla società civile? Quali sono gli spazi? Sono le tradizionali iniziative che abbiamo promosso, le manifestazioni e altre espressioni esponendoci al pericolo reale di quelle frange che utilizzano facendo uso della violenza queste iniziative non violente come strumento fondamentale di protesta.
I fatti di Trino hanno aperto un dibattito dirompente all'interno del movimento antinucleare. E' vero che alla manifestazione per la pace tenuta a Roma 300.000 persone sono state disturbate da circa 200 autonomi.
Mi domando se una mobilitazione di massa, corretta e non violenta possa essere messa in discussione da frange limitate di autonomi sufficientemente controllabili da parte delle forze dell'ordine. Mi chiedo se non sia giusto che finalmente si dia voce e spazio ai cittadini con un'espressione di democrazia diretta e non con la mediazione dei partiti e delle istituzioni. Ci sono i referendum, ci sono milioni di persone che hanno firmato le richieste dei referendum.
Perchè il Parlamento e le forze politiche stanno cercando di boicottare i referendum? Quali altri strumenti possiamo utilizzare in democrazia, dopo che vi è uno stretto controllo dei mass media da parte degli strumenti di potere nel nostro Paese? Quali altri strumenti se non quelli della democrazia, attraverso il referendum, possiamo utilizzare? Noi chiediamo al Consiglio regionale che si esprima perché i referendum sottoscritti da un milione di cittadini si svolgano come atto fondamentale di democrazia. E se non dovessero svolgersi non si venga a dire che noi diamo spazio alla violenza, quando a richieste istituzionali precise non vengono date le risposte, quando addirittura da parte di molte forze politiche si cerca di troncare alla radice questa possibilità. Questa è una sfida dal punto di vista democratico.
I referendum sono una cartina di tornasole. Non siamo disposti a sentirci fare la "predica" nelle istituzioni, a sentirci dire che siamo la fonte di violenza.
Terzo aspetto. Il collega Mignone ha richiamato finalmente l'aspetto dei lavori nei cantieri. Probabilmente è la prima volta che dalla maggioranza strutturata sul nucleare viene fuori questo argomento. Non viene dal PSI, che ha posto il problema ma non ne ha tratto le conclusioni.
Avendo tra le file del Partito il Presidente del Consiglio, il Ministro del Lavoro e altri personaggi collocati in punti chiave all'interno del Governo, il PSI avrebbe potuto attivare maggiormente i suoi canali.
Nel cantiere di Trino il livello di compromissione è tale che solo un atto preciso del Governo che si assume le sue responsabilità può porre fine allo scempio in atto bloccando i lavori in attesa che la Conferenza nazionale sull'energia e il livello politico successivamente si assumano le decisioni, anziché esservi costretti da commesse ormai partite. Se ci sono dei punti di riferimento cogliamoli, però a bocce ferme non continuando a giocare, a muovere e creare condizioni diverse. Quindi il richiamo al Governo è importante.
Vorrei portare qui un dibattito che è in corso all'interno del movimento ambientalista. E' un dibattito che tenta di individuare le reali alternative. La Lega ambiente in un convegno svoltosi a Roma la scorsa settimana ha delineato la possibilità di utilizzare investimenti in produzione di energia non derivante dal nucleare. E' un modesto contributo che viene messo a disposizione affinché se ne traggano le conseguenze.
Il Capogruppo socialista Rossa ha ragione quando dice che siamo in una situazione gelatinosa, dove si dice che l'uscita dal nucleare non è un'utopia. Si incomincia ad avere dei ripensamenti, si cercano strade alternative, però le decisioni concrete, gli atti sia pur piccoli che diano credibilità a questa modificazione di pensiero non stanno venendo. Si dicono tante cose, ma si lascia tutto come prima. Sarebbe importante che in questo Consiglio da parte delle forze che hanno più capacità di elaborazione si aprisse a tempi brevi un dibattito, anche su eventuali proposte che la Giunta sia in grado di avanzare sulle strade alternative che è possibile attuare in risposta al blocco della costruzione della centrale nucleare. Ci sono delle potenzialità che meriterebbero di essere valorizzate, utilmente organizzate e sostenute dal punto di vista finanziario. Darebbero dei segnali ai settori produttivi industriali e al mondo del lavoro.
Ecco perché un ordine del giorno che usi chiaramente la parola "sospensione" in attesa di affrontare il problema con più approfondimento diventa non solo indispensabile, anche se in ritardo, però meglio decidere oggi per non compromettere ulteriormente la situazione a Trino Vercellese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, questo dibattito sollecita molte considerazioni, alcune già acquisite, altre nuove. Quelle nuove non sono di segno positivo, anzi, sono di segno fortemente preoccupante. Sono di natura e di costume politico.
La nota che era già acquisita è relativa al disappunto che il sistema dell'istituzione regionale consenta dibattiti ripetitivi e riproponga lo stesso tema ogni 30 giorni. Allora o non funzionano i regolamenti oppure non si rispettano.
Queste due questioni andranno affrontate e dovremo assumerci le responsabilità conseguenti.
La seduta odierna aveva all'ordine del giorno questioni specifiche che non dovevano consentire un dibattito, ma dovevano prevedere il rispetto delle conseguenze regolamentari per ognuno degli atti tipici che sono al nostro esame. Il rispetto del sistema dialettico prevede che su questioni di questa natura almeno alla Conferenza dei Capigruppo vengano presentate le carte politiche del successivo dibattito. Diversamente non siamo nel sistema dialettico, ma nel sistema corsaro.
Mi rendo conto che l'avere interrotto il dibattito e l'avere appesantito il mio fegato di alimenti mal digeriti non contribuisce alla serenità del mio intervento. Mi vorrete scusare.
La deliberazione del Gruppo comunista necessita di una risposta in termini di votazione, quindi sollecito la Presidenza, appena si chiude il dibattito di carattere generale, di avviare comunque la soluzione di questo nodo formale, cioè la votazione sulla deliberazione comunista.
L'interrogazione del Consigliere Ala meritava un ben più approfondito esame e magari da parte della Giunta un'assunzione più puntuale di responsabilità conseguenti. Mi pare che così non si sia fatto.
Si è invece ritenuto di ridiscutere sulla sospensione dei lavori della centrale di Trino. Non si sa bene perché, su introduzione di quali documenti presentati ieri pomeriggio, grossolanamente e fuori termine.
La nostra forza politica ritiene che oggi si debba trovare un punto o di consenso o di divisione almeno sul problema del metodo se non su quello dei contenuti. Non intendiamo che vengano mortificate forze politiche, come il Partito comunista, che seriamente avviano l'esame di alcuni argomenti come quello sull'edilizia scolastica o come quello sul valore di una ipotetica sospensione della deliberazione regionale sulla centrale di Trino. E, siccome non sono forza di maggioranza, gli argomenti vengono trattati in cinque minuti.
Quando una forza di maggioranza pone un problema, si passano 24 ore a riprendere in esame un documento scritto con le stesse parole con cui era stato presentato tre o quattro volte precedenti, solo perché si fanno i conti dei congedi e degli ammalati in modo diverso.
Il nostro partito sta passando un momento delicato e sta pagando un prezzo notevole al rispetto delle istituzioni. Questo vuol dire quindi che chiederà alle istituzioni di funzionare almeno come hanno funzionato fino ad oggi, non accetterà un ulteriore deterioramento.
Sulla deliberazione del Gruppo comunista ci sembra che il giudizio debba essere coerente a quello già espresso. Riteniamo che una deliberazione, che oltretutto esprimeva meramente un parere propedeutico rispetto alla decisione - di individuazione del sito, non sia il presupposto né sufficiente né necessario alla revoca, alla sospensiva della deliberazione di ordine regionale, rispetto alla quale sono avvenuti fatti conseguenti. E' un'argomentazione molto semplice, che non richiede ulteriore approfondimento.
Ne richiederebbe uno tuttavia e mi sembra strano che nessuno lo abbia rilevato. Alla Conferenza sull'energia le Regioni (non la Regione Piemonte) che cosa vanno a chiedere? La sospensiva del nucleare? A me sembra che dovrebbero cominciare a parlare di se stesse, del ruolo che vogliono avere comunque come Regione sulla politica dei grandi insediamenti sul territorio, in particolare sulla politica energetica, checché ne pensa qualche bucolico che magari è andato ieri sera a rivedere "Fantasia" di Walt Disney e che ritiene che si possa fare con l'intervento del "fatelo da voi".
Qualunque tipo di energia è legata ai grandi interventi sul territorio quindi la presenza della Regione alla Conferenza sull'energia dovrebbe essere quella di disegnare una normativa di disciplina e di scelta dei siti diversa da quella attuale, che non è democratica perché lascia ad una minoranza di un Comune il potere decisionale su una scelta che interessa 50 milioni di italiani. Questa non è democrazia, questa è demagogia.
Se le Regioni avranno un ruolo da svolgere, dovrebbe essere quello di ragionare sulle due leggi che in questo momento regolano l'impatto sul territorio dei grandi insediamenti produttivi in termini energetici per valutare se debbono rispettare questa strana piramide al contrario in cui la base decide al posto del vertice e il vertice al posto della base; basta cambiare alcune regole della geometria e della matematica e tutto torna.
Probabilmente bisognerà anche cambiare le cose che scriveva Pitagora.
Questo è un argomento da affrontare. Vogliamo avere la responsabilità esclusiva? Vogliamo avere la responsabilità concorrente? Ma con chi? Con i comuni? Con il Governo? Questo era lo spazio che avrebbe meritato il problema posto dal Gruppo comunista. La Regione ha avuto veramente una posizione centrale? La Regione ha potuto decidere oppure è stata condizionata dalla decisione di un Comune? Le Regioni dovrebbero porre questo problema alla Conferenza sull'energia. L'energia è fatta di tecnologia ma anche di politica e di istituzioni. E il ruolo delle istituzioni nel problema energetico è tutto da rivedere. T canali di transfluenza del gesso sono ancora da realizzare eppure non mi risulta che scoppiando abbiano determinato nubi radioattive.
La Regione non è nelle condizioni di esprimere un parere. Mi risulta anche che da altre parti impianti di analoga dimensione sono andati avanti senza il parere della Regione, comunque senza un esame della Commissione.
Probabilmente si dovrà ridisegnare tutto l'impianto normativo se la Regione vuole avere un ruolo.
Comunque si proceda, non si tornerà, evidentemente al "prima di Chernobyl" ma al "dopo Chernobyl". Che ruolo vuole avere la Regione rispetto ai grandi insediamenti produttivi? Quello del passato, diverso minore, maggiore? Sono interrogativi che sottopongo all'Assessore affinch valuti se è necessario e opportuno parlarne nella sede della Conferenza degli Assessori competenti. Noi dobbiamo interrogarci soprattutto su quello che possiamo fare e su quello che vogliamo fare qualora il piano energetico nazionale dovesse essere modificato. Ma non verrà modificato soltanto nelle scelte energetiche, sicuramente verrà cambiato anche nelle metodologie.
Allora, bisognerà avere metodologie diverse sul piano della prevenzione della decisione, del controllo e dell'emergenza. Sul piano delle metodologie e sul piano delle norme che ruolo vuole svolgere la Regione? Questo interrogativo, se avessimo avuto un clima più serio dal punto di vista politico e di confronto, avrebbe dovuto essere affrontato e avrebbe portato un contributo positivo su questa tematica così complessa.
Abbiamo quindi esaurito il problema che ha posto il Gruppo comunista e mi dolgo che ancora una volta una sollecitazione dell'opposizione debba essere chiusa con un voto a favore o un voto contrario mentre era carica di sollecitazioni ad inventare qualcosa di diverso e di nuovo.
L'Assessore ci ha riferito sulla metodologia che si sta avviando a livello nazionale in ordine alla Conferenza. Mi pare che la Conferenza si avvii su un canale corretto e serio. Certamente non sarà un pranzo a cui vengono invitati tutti, ai pranzi di nozze normalmente qualcuno viene lasciato fuori e così questa Conferenza deve fare delle scelte. Chi lasciare fuori? I mestatori? Coloro che devono decidere? E' evidente che tutti coloro che devono decidere e che hanno qualcosa da dire e da suggerire devono essere presenti. Devono essere presenti quelli che devono informare la classe politica. E' un atto di grande umiltà quello che fa la classe politica in genere, il Governo e il Parlamento, che ci auguriamo vada a sedersi tutta da una parte rispetto ad una cattedra probabilmente molto significativa sulla quale si alterneranno i rappresentanti della comunità scientifica.. E il decisore politico, una volta tanto al di qua della barriera, starà ad ascoltare con umiltà. Mi sembra un atteggiamento coerente.
Certo in un clima del genere non sarà possibile, probabilmente non sarà opportuno, porre dei problemi di natura cruciale e decisionale, perché non sarà quella la sede in cui si avviano dibattiti politici con le forze nazionali e con il Governo.
Successivamente alla Conferenza nazionale le Regioni dovranno chiedere e capire quale ruolo avranno e come lo dovranno svolgere.
Rinvio questa riflessione all'Assessore anticipando che, subito dopo la Conferenza e dopo le indicazioni di grandi linee che riterrà di fare il Governo, noi solleciteremo la Giunta all'avvio di un processo nazionale di individuazione del ruolo delle responsabilità delle Regioni rispetto a questo problema.
Le Regioni si possono difendere facendole crescere, non tenendole come sono. La politica è uno scontro, è una tensione, è un confronto. Chi non tende a crescere muore. Non si può rimanere quello che si é, ogni giorno bisogna cercare di crescere rispetto ad altri che vogliono crescere più di noi. Lo Stato centrale, le comunità locali, il nostro ruolo vanno difesi valorizzandoli. Questa è un'occasione da non perdere e confido che su questo ci sia stata l'attenzione di quelle forze politiche che non consentono e non convengono con noi sul contingente sul quale ragioniamo.
Se questa nostra giornata si fosse limitata ad esaminare gli argomenti che avevano diritto di cittadinanza, avrebbe probabilmente portato a delle conseguenze più produttive di quelle che qualche forza politica ha ritenuto di voler provocare. Quando le conseguenze si vogliono, si provocano. Non c'era però il presupposto. Oggi non abbiamo sentito niente di diverso rispetto a quello che abbiamo sentito altre volte. Abbiamo sentito cattivi o buoni lettori di giornali o di riviste scientifiche rispetto a certezze assolute. Si dice che non c'è più bisogno di energia. Nessuno ha detto, per esempio, che un cittadino italiano consuma in media il 50% dell'energia che consuma un americano e il 70% di quello che consuma un cittadino medio europeo. Dietro una minore disponibilità di energia c'è probabilmente una minore produzione, una diversa qualità della vita, obiettivi rispetto ai quali siamo tutti solidalmente impegnati se è vero che crediamo in questo tipo di sviluppo e in questo tipo di società. Se non ci crediamo, è giusto divederci molto fermamente.
Noi non dobbiamo soltanto, mantenere un rapporto con gli altri Paesi lo dobbiamo superare per consentire al nostro sistema produttivo da una parte e ai nostri cittadini dall'altra di vivere come vivono i cittadini del 2000. Su questo dato non si ragiona abbastanza. I dati che si conoscono qui dicono che il nucleare non serve più, che le dinamo attaccate alle biciclette pedalate da 10 milioni di italiani potranno sopperire alla centrale di Trino! Non voglio addentrarmi su questa vicenda.
Collega Presidente, non rispetterò i tempi che lei mi ha dato perch qui si è ritenuto di nuovo di non rispettare la "par conditio" delle idee.
Siccome i protagonisti qui non sono le persone, ma le forze politiche e siccome qualche forza politica ha ritenuto di usare un tempo ben superiore alla mezz'ora e siccome la nostra forza politica sul piano delle idee non si ritiene seconda a nessuno, userò il tempo che ritengo necessario per sviluppare le idee della mia forza politica.
Prima di entrare nel merito degli ordini del giorno, devo dire che la questione più inquietante e la vicenda più triste che si è posta oggi in questa legislatura è stato l'intervento del Consigliere Ala.
Caro Ala, tu hai un bambino e sei molto felice e ti auguro che tu lo possa essere per molto tempo. Questo Consiglio regionale però ha vissuto dei momenti molto tristi. Ne ricordo solo due, quando eravamo seduti con Viglione al banco della Presidenza, c'è stato comunicato che un amico mio e del collega Santoni era stato ucciso sulla porta di casa, si chiamava Croce, e quando siamo andati tutti in piazza S. Carlo a commemorare Casalegno. Queste cose tuo figlio non le ha viste e ci auguriamo che non le veda più. Non si può continuare a teorizzare, come tu fai, che sulla questione nucleare in Italia si è fatta violenza alle popolazioni. Fare politica vuol dire avere coraggio ed essere umili. Qualche volta si sbaglia. Qualche volta ho chiesto scusa al Consiglio regionale. Non ti rifuggi nella Baviera! Tu hai affermato che ci sono dei violenti e che è stata fatta violenza sulle popolazioni. Io affermo invece che non è stata fatta alcuna violenza. Il Governo, il Parlamento, il Consiglio regionale il Consiglio comunale hanno deciso democraticamente, non hanno fatto alcuna violenza. Bada che anche alcuni padri della patria che hanno rischiato di diventare Presidenti della Repubblica hanno commesso i tuoi errori e si sono lasciati andare in anni non giovanili ad affermazioni molto simili alle tue. Solo che la memoria è molto labile e chi è stato candidato a padre della patria si vede perdonati anche gli errori non giovanili, fatti in età matura da pensionati. Quindi vedi di evitare queste cose, perché la violenza è un elemento di ognuno di noi ed è un elemento della società.
Farlo crescere a valore civile, o comunque a valore giustificabile è una responsabilità che un politico non si può permettere e che soprattutto il Presidente di un'assemblea non può consentire venga perpetrato in quest'aula.
Il Gruppo liberale ha apprezzato alcune dichiarazioni fatte dai colleghi repubblicano e socialdemocratico. Il collega del PRI ha detto che una maggioranza in una situazione del genere dovrebbe potersi riconoscere.
Il Partito socialdemocratico ha detto che alcune questioni non si possono annacquare oltre un certo limite. Il collega socialista ha detto invece che il pentapartito e la Giunta, soprattutto la presenza del PSI nella Giunta non è messa in discussione da un voto che vedesse questa maggioranza non solidale.
Ho l'impressione che tutti questi aspetti si possono conciliare benissimo. 'E' vero. Questo pentapartito non si è legato sul nucleare, non è un'alleanza sul nucleare, ma è un'alleanza su una serie di cose e il nucleare è un aspetto significativo, più o meno importante, sul quale se il Consiglio regionale prenderà una posizione di un certo tipo, noi riteniamo che questa posizione vada interpretata per quello che é, non per una richiesta di sospensione.
Nessuno chiede la sospensione. Qui si chiede che si apra un'iniziativa politica ed istituzionale diretta alla non realizzazione della centrale di Trino. Questa è la verità.
Il tanto citato "Pro Natura", letto con più attenzione dal mio segretario regionale che dal sottoscritto, dice esattamente che "questo è il primo passo per rendere irreversibile la rinuncia alla centrale di Trino". Come uomo di Consiglio la mia valutazione su questo la esprimer dopo, come uomo di maggioranza dico semplicemente che si impone una verifica programmatica che deve tendere a far uscire dal programma di questa Giunta tutto quanto ha una qualche attinenza con la centrale di Trino: programmi di formazione, elementi del piano di sviluppo. La collega Vetrino sarà sollevata dal piano territoriale operativo. Su questo dobbiamo essere coerenti fino in fondo.
La collega Cernetti ha detto che è contenta che finalmente un partito abbia sposato un'opzione culturale fortemente apprezzabile. Noi siamo convinti che una votazione oggi con cui si chiede la sospensione dei lavori di Trino significa l'avvio di un processo che il Partito socialista ha scelto come battaglia a livello nazionale e che quindi continuerà a coltivare legittimamente. Non ci scandalizziamo, chiediamo soltanto che a livello quanto meno programmatico questa Giunta ne tragga le conclusioni si riunisca con le forze che la sostengono e prenda atto che una parte del suo programma non ha più un consenso sufficiente. Venga estrapolata dal programma tutta quella parte che si ritiene superata da un'oggettiva valutazione negativa del Consiglio regionale rispetto all'opzione nucleare in Piemonte.
Caro Rossa, quello che tu hai detto vuol dire questo. Non ritengo che si possa in politica continuare a giocare ai birilli. Questa maggioranza esiste ed è tenuta insieme da una serie di cose che continuano a rimanere.
Noi continuiamo a dare il nostro appoggio e la nostra fiducia alla Giunta così come la vedete. Riteniamo però che non ci si possa, continuare a baloccare con il piano territoriale di Trino, con i piani di formazione professionale, con la convenzione con l'ENEL. Sono tutte questioni che vanno accantonate, perché se noi sospendiamo i lavori di Trino e se questi dovranno ricominciare, ricominceranno nel '90, perché se il piano energetico dovrà essere rivisto, non sarà rivisto in questa legislatura cari colleghi socialisti, ma nella futura legislatura.
La Conferenza che si terrà a gennaio potrà produrre una valutazione del Governo però, prima che abbia la rettifica dei due rami del Parlamento diventi operativa e soprattutto produca i pronunciamenti di Governo conseguenti, verrà la prossima legislatura. Questo vuol dire che l'avvio dei corsi di formazione e dei piani territoriali riguarderà la proposta che noi faremo agli elettori negli anni '90. Dobbiamo essere consapevoli, senza polemica, che non essendo più un problema attuale è inutile che ce lo poniamo, perché la maggioranza rischia la presentazione di qualche interrogazione che chiede a che punto sono le convenzioni per la formazione professionale, che semmai verrà avviata nei cantieri nell'anno 1990. Quindi mi pare molto realistico prendere atto che esiste l'esigenza, qualora prevalga un voto di questo genere, che la Giunta rifletta insieme ai Gruppi e agli esperti delle diverse forze politiche e aggiorni il proprio programma in ordine ad un elemento.
La conseguenza che traiamo è serena e limitata? Lo è entro certi limiti, ma certamente qualche preoccupazione la pone, il pentapartito non è soltanto la somma di cinque forze politiche, è anche il risultato di una coalizione che si riconosce rispetto ad un obiettivo. Diciamo con grande serenità al Partito socialista che non può lanciare due messaggi politici completamente divergenti. L'alleanza sul nucleare, amici socialisti, vi troverà insieme à forze politiche che hanno della società industriale una concezione molto diversa dà quella che hanno i repubblicani e i liberali sicuramente. Adesso ci fate attraverso l'on. Martelli una grande proposta riformatrice laica (Craxi su queste cose non c'è mai, c'è sempre Martelli).
Cari amici socialisti, dovete decidere. Il nostro partito ha fatto ponti d'oro al vostro partito; per un po' si è detto che c'era il lib-lab qualcuno ha detto che eravamo diventati socialisti, noi continuiamo à ritenere che il Partito socialista possa essere un perno di un grande processo riformatore nella nostra società. Allora, si deve dire che è questa là società che si vuole trasformare e fare crescere: là società industriale, là società legata all'occidente con tutto quello che comporta anche là presa d'atto che convivere con il sistema industriale avanzato significa convivere con una serie di progetti che non si possono rimuovere ma che si devono governare.
Cari amici socialisti, là sospensione della centrale nucleare è un rifiuto al governo, è una caduta di tensione politica e culturale. Il vostro è un tentativo di rimuovere il problema. Il problema non si rimuove esiste, o lo si governa o si cessa di essere classe di governo, oppure si governa un altro tipo di società. Noi riteniamo che quanto sta avvenendo in Piemonte pone questo interrogativo anche ai partiti di democrazia laica.
Siamo chiamati à governare una società fortemente modernizzata, fortemente industrializzata, molto attenta ai problemi dell'ambiente, tenendo presente che i problemi dell'ambiente non possono essere slegati dà quelli dell'economia, dell'imprenditoria, della cultura. Rinunciamo à tutto? Là ricaduta culturale tecnologica sulla nostra Regione là abbandoniamo collega Vetrino, visto che ti occupi di programmazione? Al Presidente Viglione vorrei dire che nella passata legislatura insieme, noi per là nostra parte, là Giunta per là sua, avevamo immaginato di poter pretendere che il progetto Ignitor fosse un progetto anche piemontese, perch immaginavamo Saluggia il punto centrale rispetto agli esperimenti di ricerca e di controllo che là centrale nucleare comportava in Piemonte.
Allora, intorno à questa isola nucleare rappresentata dà Trino e Saluggia si poteva immaginare un'area tecnologicamente avanzata che comprendesse Ispra. Sono comunque felice se Ignitor viene realizzato in Italia; non mi lagno se viene fatta ad Ispra e non a Saluggia. Devo però prendere atto che questo significa ancora una volta l'emarginazione del Piemonte rispetto ai grandi processi di modernizzazione della società. Se il terziario non va avanti dà noi, è perchè non esiste una cultura del terziario. Il management finanziario e quello in genere è ormai tutto dislocato. Il terziario è à Milano. Il fatto che Ignitor sia tutto in Lombardia à me come italiano va bene, ma come piemontese mi dà molto fastidio, perché significa l'emarginazione dei nostri centri di ricerca, della nostra cultura rispetto a questi progetti. La sospensione della centrale nucleare secondo me deve anche significare l'accettazione di una posizione non più di protagonisti ma di subordinati rispetto alle decisioni altrui.
Quindi la richiesta di applicazione e di gestione integrale dei precedenti nostri ordini del giorno è la base sulla quale questo Consiglio regionale può trovare l'adesione delle forze di maggioranza, la più ampia adesione delle forze politiche presenti. Una vicenda di questo genere, al di là delle implicazioni di carattere immediato, segna la parola fine ad una grande tensione culturale e politica che in Piemonte era andata avanti.
Se così non fosse, noi ci riserviamo di mantenere o di ritirare il nostro documento e di farlo confluire con quello di altri colleghi. Qualora il Consiglio desse alla Giunta il mandato di agire per la sospensione dei lavori, da parte della nostra forza politica c'è l'immediata conseguente richiesta di una verifica programmatica di questa Giunta che deve rivisitare le proprie dichiarazioni programmatiche, la propria bozza del piano di sviluppo, rispetto ad alcune questioni che non hanno più in questo Consiglio la maggioranza necessaria per andare avanti.
Come presentatori del primo ordine del giorno abbiamo il diritto a decidere che prima dell'esame degli altri ordini del giorno venga sgombrato il tavolo dalle questioni di ordine procedurale e formale. Quindi la deliberazione del PCI dovrebbe a nostro parere andare in votazione.
Successivamente il nostro Gruppo chiederà una breve riunione tra i presentatori dei documenti senza esclusione per nessuno per verificare se esistono gli spazi per concludere con un documento più rappresentativo di quanto non siano quelli che sono attualmente sui nostri tavoli che sono tutti espressioni di Gruppi singoli.



PRESIDENTE

Il dibattito sulla comunicazione della Giunta ha così termine.
Passiamo quindi alla votazione della proposta di deliberazione n. 344.
Chiede di parlare il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Signor Presidente, il mio intervento vuole essere di contributo al proseguimento dei lavori. Noi riteniamo si debba procedere con la votazione della deliberazione.
Uno dei due ordini del giorno sulla Conferenza sull'energia è nostro ed essendosi raggiunta un'intesa di massima su questo punto credo ci siano le condizioni per poterlo votare dopo o anche nella prossima seduta.



PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione la proposta di deliberazione n. 344 presentata dal Gruppo comunista il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è respinta cori 20 voti favorevoli, 34 contrari e 3 astensioni.
Passiamo ora alla votazione dei vari ordini del giorno.
Il primo è quello presentato dai Consiglieri Santoni e Marchini.



BRIZIO Gian Paolo

Signor Presidente, chiedo una sospensione di cinque minuti.



PRESIDENTE

Chiedo se questa sospensione implica la convocazione dei Capigruppo.



BRIZIO Gian Paolo

No. Essendoci diversi ordini del giorno e avendo il collega Marchini affermato la disponibilità a verificare una convergenza desidererei, prima della votazione, appurare se c'è il consenso del pentapartito su un documento comune.



PRESIDENTE

Mi pare giusto, quindi sospendo brevemente la seduta.



(La seduta, sospesa alle ore 17 riprende alle ore 17,30)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Riprendiamo l'esame dell'ordine del giorno presentato dal Gruppo liberale.
Gli emendamenti pervenuti alla Presidenza riguardano il documento socialista.
La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Desideriamo proporre ai colleghi liberali, presentatori del primo ordine del giorno, un emendamento che recepisca parte del nostro ordine del giorno, cioè quella riguardante la questione degli inerti, argomento che manca a nostro giudizio nell'ordine del giorno liberale.



PRESIDENTE

Ma il vostro ordine del giorno viene ritirato?



BRIZIO Gian Paolo

Dal risultato del voto trarremo le dovute conclusioni in merito al nostro ordine del giorno. L'emendamento che presentiamo consiste nell'aggiungere dopo le parole: "sino alla conclusione della programmata Conferenza nazionale dell'energia" le parole: "in particolare per quanto riguarda gli inerti ritiene comunque indispensabile la definizione del previsto piano di utilizzo degli stessi prima dell'avvio di qualunque attività di prelievo".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Dato che l'ordine del giorno presentato dai colleghi liberali si richiama ai precedenti documenti approvati dal Consiglio regionale, il PRI si riconosce in questo documento, ritira il proprio e considera sottoscritto anche dal PRI l'ordine del giorno ora in votazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

A nome del Gruppo comunista dichiaro, esattamente per simmetriche ed opposte ragioni, che daremo voto contrario a questo ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente, la dichiarazione di voto che faccio in merito all'ordine del giorno del Gruppo liberale riguarda complessivamente anche gli altri ordini del giorno presentati, al di fuori ovviamente del nostro.
Il nostro Gruppo ha responsabilmente deciso di non partecipare alla votazione su questi documenti. La ragione di questa non partecipazione al voto risiede nel fatto che nessuno degli ordini del giorno, pur avendo in comune la richiesta di sospensione dei lavori a Trino, esprime quello che è nella realtà il pensiero politico di fondo sull'opzione nucleare.
Questo è il primo motivo che esce ancor più rafforzato allorquando la dichiarazione di voto che sto esponendo ha per oggetto l'ordine del giorno del PSI che si limita, è vero, a un dispositivo di sospensione puro e semplice fino alla Conferenza nazionale dell'energia, quindi è una sospensione a termine, però è anche vero, come è stato detto espressamente dal Capogruppo del PSI e da altri Consiglieri del suo Gruppo che la motivazione della richiesta di sospensione è un'opzione contro il nucleare.
Per quanto riguarda il nostro ordine del giorno ovviamente il voto non potrà che essere favorevole, in quanto pur avendo qualche connotazione in comune con gli altri relativa alla richiesta di sospensione a termine tuttavia ha, come ho avuto occasione di esprimere nel corso dell'intervento, come presupposto e come scenario un auspicabile proseguimento dell'opzione nucleare salve le risultanze della Conferenza nazionale sull'energia e, meglio ancora, delle decisioni parlamentari che dopo la Conferenza dovranno venire prese.
Confermo la nostra non partecipazione al voto e comunico che il nostro Gruppo esce dall'aula.



(Il Gruppo MSI-DN esce dall'aula)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mignone.



MIGNONE Andrea

Dichiaro che anche il Gruppo socialdemocratico chiede al Gruppo liberale di poter sottoscrivere l'ordine del giorno da loro presentato così come emendato dal Gruppo DC. Pertanto ritiro l'ordine del giorno presentato in precedenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, a nome del Gruppo socialista dichiaro che ci asterremo sia sull'emendamento sia sugli ordini del giorno presentati.
L'ordine del giorno presentato dal Gruppo socialista non vuole creare problemi alla maggioranza, anzi vuole dare un contributo al dibattito nazionale e vuole stare al passo con le Regioni, come il Lazio, dove il pentapartito e i laici hanno tenuto un diverso comportamento rispetto al nostro.
Siamo di fronte ad un fatto che va al di là delle questioni politiche delle maggioranze e delle opposizioni. E' un fatto che coinvolge il modo di rapportarci oltre che il contenuto.
Non intendo raccogliere le forzature politiche che i colleghi Marchini da una parte e Mignone dall'altra con una certa provocazione hanno fatto dicendo che noi dovremmo assumerci le nostre responsabilità rispetto al governo del Piemonte.
Io respingo questa interpretazione. Mi sembra che si stia lavorando per consolidare posizioni molto arretrate.
Esprimo questa preoccupazione e mi auguro sia solo l'interpretazione di un momento e che non abbia conseguenze. E' certo che c'è il tentativo di presentare il Partito socialista come un partito che vuole creare dei problemi, quando invece i problemi, messe tutte le carte in tavola, vengono da altre parti. Nessuno si nasconde il fatto che occorre rivedere i piani territoriali. A chi dice che l'arresto dei lavori significa che fino al 1989 i lavori saranno fermi, io potrei rispondere che non fermando i lavori fino al 1989 continueranno ad andare avanti.
Il Gruppo e il Partito hanno fatto un ragionamento delicato. Nessuno ha la verità in tasca. Noi abbiamo detto: "Fermiamo i lavori e vediamo che cosa accadrà alla Conferenza nazionale sull'energia".
Peggio è il non sapere che cosa può succedere e continuare ugualmente.
Ognuno si assuma le proprie responsabilità. Noi abbiamo la coscienza tranquilla di aver dato un contributo con grande impegno e con senso di responsabilità. Mi auguro sia ancora possibile realizzare sull'ordine del giorno del Gruppo socialista un consenso tale da poter trattare con tutti gli interlocutori che sono impegnati con noi perché questo Paese, che ha fatto delle grandi cose, possa continuare a farle, tra le grandi democrazie industrializzate più avanzate del mondo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Se verrà accettato l'emendamento che abbiamo predisposto, voteremo a favore di questo ordine del giorno.



PRESIDENTE

L'emendamento deve essere accettato preliminarmente dal proponente l'ordine del giorno.
La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Il nostro Gruppo aderisce di buon grado all'integrazione suggerita dalla DC perché ci sembra che colga un punto molto importante e decisivo che comunque avrà validità di merito al di là delle conseguenze che il dibattito avrà a livello nazionale.
Il nostro Gruppo apprezza particolarmente la solidarietà espressa dai Gruppi socialdemocratico e repubblicano e apprezza il voto democristiano.
E' uno sforzo politico notevole da parte di una forza politica come la DC così ampia e quindi necessariamente variegata.
Devo dire che la lode migliore fatta al nostro ordine del giorno viene dal Gruppo comunista il quale ci dice che non vota il nostro ordine del giorno perché è la conseguenza logica e necessaria di quanto ha deciso questo Consiglio regionale fino ad oggi. Mi sembra che giudizio più puntuale sul nostro ordine del giorno non possa venire.
Ha ragione il collega Rossa quando dice che la decisione sul nucleare sia di tipo negativo o di tipo positivo, pone dei tempi decisionali di valutazione fortemente sfalsati rispetto a quelli previsti. Nell'intervento precedente noi prendevamo atto però che qualora passi un ordine del giorno che modifichi il quadro di approccio politico al quadro nucleare deve vedere la Giunta molto attenta a riflettere sulle opzioni programmatorie che erano fondate su un'opzione nucleare. Questo è un dato di fatto oggettivo incontrovertibile che non ha niente di partigiano. La maggioranza è uscita anche dalla continuità di un'opzione nucleare che la Regione aveva assunto. Qui non si è soltanto votato per l'allocazione del nucleare in Piemonte, di fatto tutte le forze politiche hanno deciso e ritenuto che l'opzione nucleare potesse comportare alcune decisioni di governo conseguenti.
Se questo quadro viene messo in discussione con il voto di oggi, come a noi sembra, fermo restando il quadro politico nel quale ci riconosciamo totalmente, mi sembra giusto che la Giunta debba rimeditare e riverificare i propri orientamenti programmatici rispetto al fatto nuovo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Annuncio il voto contrario di DP al documento presentato dal Gruppo liberale, sottoscritto da altri Gruppi, perché lascia fare all'ENEL quello che l'ENEL non dovrebbe più fare in attesa della Conferenza nazionale sull'energia e prima che i cittadini possano esprimere la propria volontà sulla scelta nucleare, come richiesto dai tre referendum abrogativi oggi all'esame della Cassazione. Il voto è negativo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

L'ordine del giorno liberale, così come emendato dal Gruppo DC, avrà il mio voto contrario, mentre invece, come ho lasciato trasparire dalla dichiarazione resa in precedenza, gli impegni e gli inviti contenuti originariamente nell'ordine del giorno liberale (per quanto consequenziali alle votazioni che non mi avevano visto favorevole) erano però legati ad un punto rilevante: quello di riconoscere che l'ENEL - così l' ho letto io non aveva rispettato gli impegni assunti, cosicché era comunque necessario verificare se l'ENEL avesse o meno rispettato gli impegni. E' chiaro che così formulato, il testo era interessante, per quanto ben al di sotto delle richieste minime. Così come è stato trasformato, chiaramente avrà il mio voto contrario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Ritengo sia opportuna ed abbia un qualche rilievo su questa materia la presenza in aula dell'Assessore, per cui prego il Presidente di chiamare i colleghi in aula.



PRESIDENTE

E' bene dire chi c'è e chi non c'è. Se manca qualcuno è meglio saperlo.
Non ci sono gli Assessori alla sanità e all'ambiente.



BONTEMPI Rinaldo

Forse manca anche Rossa che invece intendeva esserci! Chiediamo a termini di Regolamento che la votazione avvenga per appello nominale.



PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione l'ordine del giorno presentato dal Gruppo liberale così come è stato emendato. Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale del Piemonte r i c h i a m a t o il proprio ordine del giorno n. 119, approvato in data 22 maggio 1986, e segnatamente il punto con il quale invitava il Governo centrale a graduare l'ulteriore esecuzione dei lavori di cantieri, in relazione alla verifica delle condizioni di massima sicurezza della centrale di Trino r i c h i a m a t o il proprio ordine del giorno n. 154 del 10 luglio 1986, e segnatamente il punto che richiedeva al Presidente della Giunta regionale, alla Giunta regionale, per quanto di loro competenza, ed al Governo di non autorizzare l'avvio o di procedere all'interruzione, qualora alcuni lavori fossero stati avviati, di tutte le opere dirette ed indirette relative al cosiddetto 'dewatering' r i c h i a m a t o il proprio ordine del giorno n. 167, approvato il 23 settembre 1986, e segnatamente il punto con il quale prendeva atto di come la richiesta graduazione dei lavori e l'adozione delle cautele mirate a non pregiudicare la preesistenza dell'area interessata in Leri - Cavour avessero di fatto creato condizioni tali da non ' consentire la prosecuzione dell'attività di cantiere preso atto che l'attività di cantiere è a tutt'oggi rilevante i m p e g n a la Giunta a verificare che i lavori non interessino attività e settori oggetto delle richiamate richieste di sospensione o non avvio i n v i t a il Governo ad intervenire presso l'ENEL onde ottenere l'immediata s o s p e n s i o n e delle attività di cantiere avviate o in corso, in contrasto con i richiamati ordini del giorno del Consiglio regionale, sino alla conclusione della programmata Conferenza nazionale sull'energia. In particolare, per quanto riguarda gli inerti, ritiene comunque indispensabile la definizione del previsto piano di utilizzo degli stessi, prima dell'avvio di qualunque attività di prelievo".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 53 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 20 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri.
L'ordine del giorno è approvato.
Approvato questo ordine del giorno non credo sia il caso di mettere in votazione gli altri poiché pongono le medesime richieste.



ROSSA Angelo

Chiedo vengano messi in votazione.



PRESIDENTE

Se vogliamo fare una prova, non ho alcuna difficoltà a farla. L'ordine del giorno tratta però lo stesso argomento. Mi pare sia inutile.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

La vera questione, signor Presidente, è che oggi si. è consumata una spaccatura all'interno della maggioranza. Ma, ahimè, si è verificata soprattutto una delegittimazione, credo di fondo, da parte almeno di un Assessore che, dopo aver iniziato il dibattito con una sua comunicazione in ordine ad una materia di sua competenza e gestione, %l momento in cui si tratta di esprimersi in una qualsiasi forma, restando nei corridoi ha scelto la strada, di sottrarsi al voto per permettere che l'ordine del giorno liberale passasse.
A questo punto, non insistiamo per vedere ripetere un esercizio regolamentare che scarsamente ci interessa. La vera questione è un'altra.
Non è stata dichiarata in maniera plateale, anche perché c'è stata obiettivamente una forzatura politica necessaria da parte di alcuni Gruppi della maggioranza, una situazione di crisi.
Staremo dietro alla questione nucleare, ma credo che la vicenda consumata nell'ambiguità e nella delegittimazione delle responsabilità ci lascia molta amarezza e preoccupazione soprattutto perché si trascina l'istituzione in un'altra farsa.
Che cosa resta di questa solidarietà che non si può che legare a momenti di responsabilità? Non presento una mozione anche se sarebbe opportuno presentarla per chiedere le dimissioni dell'Assessore all'energia il quale si è sottratto al voto e alle sue responsabilità facendo mancare ogni garanzia di gestione della materia. Si consuma amaramente e tristemente una vicenda iniziata male e gestita peggio perché non ha trovato barlumi di intelligenza.
Noi ci sottraiamo alla farsa di rivotare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, ho chiesto la parola avendo poca competenza in materia di Regolamento per chiedere che l'ordine del giorno che abbiamo presentato venga messo in votazione. Il nostro documento e diverso nel contenuto e le valutazioni fatte hanno confermato tale diversità.
Desidero anche verificare le diverse posizioni.
Mi dispiace dover constatare che ci sono dei problemi che riguardano i colleghi Maccari e Olivieri. Ecco perché vorrei dare con una votazione la possibilità a questi colleghi, a questi compagni, di potervi partecipare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, l'argomentazione di Rossa proprio perché svolta da lui, vanifica la sua richiesta. Questi due ordini del giorno sono diversi e contrapposti. Uno chiede che i lavori continuino all'interno di un certo regime di controllo, l'altro chiede che i lavori vengano sospesi. Sono due posizioni nettamente contrapposte. Mi sembra difficile immaginare che il Governo ricevesse sul proprio tavolo due raccomandazioni una di andare avanti governando in un certo modo il processo, l'altro di sospenderlo. Mi pare non si possa uscire con delle conseguenze contraddittorie. E' prevalsa una delle due tesi, l'avversario ha il dovere di riconoscerlo.



PRESIDENTE

Il Regolamento non lo prevede. E' una questione di interpretazione.
L'argomento è affine a quello precedente. Il Gruppo comunista ha posto la questione in sede politica, non più in sede di documento, per cui essendo già stata approvata un'iniziativa diretta in tal senso, non penso possa sotto forma di ordine del giorno, esserne messa in votazione un'altra.
Quindi l'ordine del giorno non può essere messo in votazione. Gli ordini del giorno del Gruppo MSI-DN e del Gruppo PSDI sono stati ritirati. Vi è un ordine del giorno presentato dal Consigliere Reburdo che chiede al Governo di intervenire presso l'ENEL per ottenere l'immediata sospensione dei lavori. L'ordine del giorno ha la stessa natura, lo stesso indirizzo e lo stesso obiettivo del precedente, quindi non è possibile metterlo in votazione. Non ci sono altri ordini del giorno su questo problema. E' pertanto chiusa la discussione.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Presidente, vorrei fare una dichiarazione.



PRESIDENTE

Non può essere fatta alcuna dichiarazione. La discussione è chiusa.
Tutto questo potrà trarsi sul piano politico, ma non certamente con altre dichiarazioni in questo momento.



(Vive proteste del Consigliere Staglianò)



PRESIDENTE

Consigliere Staglianò, io non ammetto questo suo comportamento. Lei non ha la parola!


Argomento: Variazioni di bilancio

Esame progetto di legge n. 182: "Seconda variazione del bilancio di previsione per l'anno finanziario 1986"


PRESIDENTE

Ci eravamo impegnati in prima fase ad esaminare il punto 5) all'o.d.g.
che prevede l'esame del progetto di legge n. 182: "Seconda variazione del bilancio di previsione per l'anno finanziario 1986"; il punto 6): esame del progetto di legge n. 175: "Seconda sottoscrizione di nuove azioni della S.p.A. Aeroporto di Cuneo Levaldigi" e il punto 7): esame del progetto di legge n. 174: "Seconda sottoscrizione di nuove azioni della Socotras S.p.A.".
Passiamo pertanto all'esame del .progetto di legge n. 182: "Seconda variazione del bilancio di previsione per l'anno finanziario 1986".
La parola al relatore, Consigliere Santoni.



SANTONI Fernando, relatore

La variazione di bilancio che si propone è dell'ammontare di 2 miliardi e 313 milioni il cui finanziamento è determinato: 1) da una maggiore entrata di 800 milioni da consorzi, Enti locali e società di intervento in conseguenza della concessione di contributi per la predisposizione di aree industriali attrezzate 2) da un prelievo dal fondo di riserva per le spese obbligatorie per 250 milioni 3) da una diminuzione dello stanziamento relativo alle spese per consulenze di 250 milioni 4) da una diminuzione della disponibilità di risorse a favore del programma lavoro per un miliardo.
In particolare sono interessati i capitoli relativi alle cooperative i cui stanziamenti spesa vengono rispettivamente diminuiti di 200 milioni quello relativo alle spese generali di avviamento di 700 milioni, quello relativo ai contributi in capitale per l'attuazione di progetti e sviluppo di 100 milioni, la partecipazione al fondo di garanzia per favorire l'accesso al credito di esercizio.
Della variazione nel suo complesso ne usufruiscono: 1) per 13 milioni circa le spese di rappresentanza della Giunta regionale, sostenute anche in occasione di manifestazioni organizzate da terzi 2) per 450 milioni la Finpiemonte, sotto forma di contributo per la predisposizione e l'ampliamento di aree industriali attrezzate e per la realizzazione di infrastrutture finalizzate alla razionalizzazione di zone industriali già esistenti.
Altro beneficiario della variazione in esame, per l'ammontare di un miliardo è il Fondo Sociale per la corresponsione di contributi per i servizi accessori all'abitazione, il cosiddetto "buono integrativo casa" destinato agli assegnatari di alloggi di edilizia sovvenzionata.
Ulteriori 800 milioni sono destinati alla partecipazione a fondi operanti a favore di aziende danneggiate da calamità naturali.
Infine 50 milioni sono destinati ad impinguare lo stanziamento per il rimborso di somme riconosciute indebite relativamente a quote di tributi di pertinenza della Regione.
Il carattere essenzialmente tecnico della variazione (sono, variazioni interne alle stesse aree di competenza) ha determinato l'approvazione à maggioranza del provvedimento da parte della I Commissione che ne consiglia l'approvazione da parte di questo Consiglio.



PRESIDENTE

A tale progetto di legge è stato proposto un emendamento da parte della Giunta.
La parola all'Assessore Turbiglio che lo illustra.



TURBIGLIO Antonio, Assessore al bilancio

Questa legge doveva passare giovedì scorso. Per motivi particolari per la discussione è stata rinviata. In questa settimana si sono verificati alcuni fatti e richieste da parte degli Assessori che sono stati consolidati in un emendamento che viene presentato dalla Giunta.
L'emendamento riguarda la cancellazione di 250 milioni dal capitolo delle consulenze, che viene azzerato; una trasposizione di 100 milioni dalla tabellazione dei parchi per dare la possibilità di usufruire di tale cifra per il Parco La Mandria che deve far fronte a varie necessità presentatesi ultimamente; un'annualità di 71 milioni, iscritta a ruolo in questi giorni e che riguarda il turismo. Abbiamo utilizzato questi 71 milioni dai residui perenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Avevamo deciso di continuare l'esame dei punti all'o.d.g. tant'è vero che ci siamo collocati nel dibattito, però mi domando se dobbiamo permettere di votare dopo, il dileguamento di quasi tutto il Gruppo socialista.
Vedo che la Giunta c'è, e fate bene perché il mazzo lo tenete ancora voi, però dato che i socialisti sono andati via non so se dobbiamo andare anche noi dopo le bastonature. I Capigruppo hanno assunto l'impegno di votare alcune leggi. Dico francamente che lascio anch'io questo aulico consesso. La questione è anche politica, lei mi capisce, signor Presidente.
Nel momento in cui il Gruppo socialista in clamoroso disaccordo con i suoi rappresentanti in Giunta lascia l'aula mi chiedo che cosa sta à fare l'opposizione.



PRESIDENTE

Vorrei chiarire questo aspetto per un senso di responsabilità comune.
E' vero quanto dice il Consigliere Bontempi; cioè che la maggioranza deve sempre reggersi con le sue forze. Visto però che era stato preso questo impegno, al di là di quelli che sono i comportamenti umani, ritengo possa essere mantenuto, parlando in senso generale e non in senso particolare.
Detto questo, proporrei di proseguire i lavori.



BONTEMPI Rinaldo

Signor Presidente, ho posto una questione dopo il voto che non mi pare risolta.
Credo non si possa far finta di nulla. Addirittura il Gruppo socialista almeno nella rappresentanza consiliare non ha potuto far finta di nulla e se ne è andato, ma la questione resta in piedi. 0 ci viene data risposta oppure si assume come normalità la continuazione del tema all'ordine dei lavori. Io credo sia meglio pensarci. Non sappiamo più se vi è una Giunta se c'è o meno un Assessore.



PRESIDENTE

Comprendo esattamente il problema. Mancando però il Capogruppo socialista io non posso sostituirlo per cui mi appellerei alla condizione di fondo, ovvero l'approvazione dei documenti soprattutto di quelli che riguardano il Consiglio regionale dal punto di vista istituzionale che sono urgenti.



BONTEMPI Rinaldo

E' il Presidente della Giunta che deve intervenire non il Presidente del Consiglio.
Non procederemo nei lavori finché non ci verrà data risposta.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Presidente della Giunta Beltrami. Ne ha facoltà.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Mi chiedo che cosa devo rispondere. Per trarre quale conclusione? Per impostare quale tipo di lavoro? Per riaprire nuovamente un dibattito? Io non ho - ti prego di credermi - riserve mentali a dialogare su quanto è accaduto. Vorrei capirne l'impostazione e dove si intende approdare. Certo, quanto accaduto sarà oggetto di riflessione anche all'interno delle forze che compongono il pentapartito, non penso che passerà come fatto non avvenuto. Questo lo posso dire ad alta voce. Ma che si possa pretendere che io dica qualcosa in più mi parrebbe tanto strano.



BONTEMPI Rinaldo

Va bene, non credo si possa procedere come se nulla fosse accaduto.
Chiedo che la prossima settimana venga compiuta la riflessione che oggi non è possibile compiere attraverso un chiarimento da parte della Giunta sulla questione che abbiamo posto. Dopodiché riprenderemo i nostri lavori. In altri termini, se c'è questo impegno, possiamo anche procedere nei nostri lavori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Santoni.



SANTONI Fernando

Presidente, qualcuno ha parlato di situazione di crisi esistente; se esiste, credo che spetti alla Giunta e alle forze di maggioranza dichiararlo, non, alle forze di opposizione: ad ognuno il suo ruolo.
Nel corso del dibattito di oggi il Capogruppo del PSI, Rossa presentando il proprio ordine del giorno ha fatto una dichiarazione molto chiara. Ha detto che non c'era da scandalizzarsi se i Gruppi di maggioranza presentavano ordini del giorno diversi, che questo non significava in nessun caso una divisione della maggioranza e che il voto anche su ordini del giorno diversi - e quindi opinioni diverse su questo punto - non avrebbe comportato, per quanto atteneva il Gruppo socialista, alcuna conseguenza per quanto riguarda l'assetto di maggioranza e di Giunta.
Ritengo che quando il Consigliere Rossa ha fatto questa dichiarazione sapesse esattamente quello che diceva. E non voleva certo dire che quanto affermato valeva solo se veniva approvato un ordine del giorno e non valeva se veniva approvato l'altro. Credo che facesse riferimento ad un comportamento complessivo e globale del Gruppo socialista e quindi ad una valutazione altrettanto complessiva e globale di fronte ad un problema di questo tipo.
E' stato approvato un certo ordine del giorno. Mi pare che senza che vi siano all'interno della maggioranza, all'interno dei Gruppi e tra coloro che ne hanno la responsabilità affermazioni o richieste di tipo diverso voler sostenere che questo voto che non è la prima volta che interviene su questo argomento in questa maniera, ma la terza...



(Voci da sinistra: "Non ci sono più i Consiglieri socialisti")



SANTONI Fernando

E' vero mancano tre componenti del Gruppo socialista.
Io resto in attesa di altre dichiarazioni. Se ci sono dichiarazioni in senso contrario, mi adeguo, non siamo stati condannati alla prosecuzione dei lavori. In queste condizioni mi pare ci sia un'interpretazione della realtà che è smentita da una precisa dichiarazione del Capogruppo socialista.



PRESIDENTE

Signori Consiglieri, mi pare che il ' Presidente della Giunta abbia convenuto con la richiesta di chiarimento nella prossima seduta venuta da Bontempi. E' così? La parola al Presidente della Giunta Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Presidente, potrei parlare qui a nome della Giunta. Evidentemente poiché una delle componenti a livello di Gruppo consiliare, ragguardevole e di tutto rispetto, è momentaneamente fuori dall'aula, ritengo che qui non vadano assunte classiche responsabilità per il gusto di farlo o perch costretti da eventuali prese di posizione quale quella del Gruppo comunista o altri che si traducono nell'abbandono dell'aula. Ritengo che in totale tranquillità, come quella che possediamo in questo momento, che possedevamo prima del voto e che avremmo posseduto anche qualora il voto fosse stato sfavorevole, avremo modo di incontrarci con le forze del pentapartito approfondire quanto è accaduto e trarne le conclusioni. Se queste fossero tali da far sorgere determinazioni per le quali sarà difficile il ricondurre le cose ad uno stato di reciproca sopportazione, o fossero intervenuti elementi laceranti il tessuto dei rapporti tra le forze del pentapartito, non avrò difficoltà a riportarlo in aula. La mia fantasia pur tentando di darci forza in ogni modo, non è tale in questo momento da poter dire quel che potrei affermare - in aula tra una settimana. Se ricorressero condizioni, momenti, indirizzi e atteggiamenti tali da dover portare in aula determinate condizioni, qualora fosse necessario, lo farò.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Nelle dichiarazioni del Presidente della Giunta è evidente l'incertezza sul da farsi. Il Presidente comprensibilmente si rende conto che l'uscita dall'aula del Gruppo socialista rende impossibile l'assunzione di impegni certi per arrivare ad un chiarimento.
Nei fatti, noi registriamo che oggi si è segnato un momento di crisi della Giunta. Nel momento di votare una variazione di bilancio il Gruppo socialista ha lasciato i banchi. Faremo tutte le azioni perché si ritorni in aula a cominciare dal chiarimento che ci è stato detto come passibile ma non ci è stato garantito.
Mi dispiace. Noi di fronte ad una variazione di bilancio, in ostaggio ad una maggioranza che ci pare in crisi, non ci stiamo. Quindi non andiamo avanti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Non si è verificato un episodio diverso da quello che già per tre volte abbiamo avuto modo di vedere su, questo ordine del giorno. Molto spesso abbiamo visto mancare i Consiglieri Tapparo, Cernetti e Rossa senza che si fossero creati dei particolari problemi. Sono presenti quattro Consiglieri del Gruppo socialista vale a dire metà della consistenza del Gruppo Il Presidente Beltrami ha affermato che la Giunta esaminerà la situazione. Noi vi diciamo, con tutta tranquillità, che questo episodio potrà richiedere anche nostre valutazioni. Tuttavia c'era un impegno a procedere nell'ordine del giorno che a nostro avviso non può venir meno.
Non è infatti emersa una situazione di crisi, ma solo una collocazione articolata su un ordine del giorno.



(Interruzioni da sinistra)



BRIZIO Gian Paolo

Lasciatemi proseguire, vi prego! Devo ricordare anch'io, come ha fatto il Consigliere Santoni, come il Capogruppo socialista abbia affermato che il risultato del voto non avrebbe in ogni caso assunto significato politico.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Parlava con lingua biforcuta!



BRIZIO Gian Paolo

Devi dirlo a lui, non a me! Certo, noi siamo abituati a credere alle dichiarazioni e abbiamo creduto all'affermazione che un esito di voto che avesse diviso la maggioranza su questo argomento non sarebbe stato foriero di conseguenze politiche. Fino ad altra diversa dichiarazione da parte dei socialisti dobbiamo tenere valida questa.
Invitiamo quindi il Gruppo comunista a rimanere in aula secondo gli impegni che avevamo.assunto nella Conferenza dei Capigruppo e a procedere nell'esame delle proposte di legge evitando di assumere un atteggiamento anti istituzionale.



(Commenti a sinistra)



PRESIDENTE

Prima di proseguire nell'o.d.g., procediamo alla verifica del numero legale dei Consiglieri a norma dell'art. 50 del Regolamento.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

I Consiglieri presenti sono 28.
Pertanto, non essendovi Consiglieri in congedo, non sussiste il numero legale.
I Capigruppo sono convocati per lunedì 10 novembre 1986 alle ore 14,30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18,40)



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