Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.60 del 09/10/86 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", sono da porre in votazione i processi verbali delle adunanze del 22 aprile, dell'8 e 22 maggio, del 5, 12, 19 e 26 giugno 1986. Non essendovi osservazioni, si intendono approvati.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati - Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Interrogazione dei Consiglieri Acotto, Sestero, Marchiaro e Valeri inerente l'inquinamento dopo Chernobyl


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze", la Giunta si è dichiarata disponibile a rispondere ad una lunga serie di interrogazioni ed interpellanze.
Iniziamo con l'interrogazione presentata dai Consiglieri Acotto Sestero, Marchiaro e Valeri inerente l'inquinamento dopo Chernobyl.
La parola all'Assessore Olivieri.



OLIVIERI Aldo, Assessore alla sanità

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il monitoraggio per la ricerca di elementi radioattivi, in particolare iodio 131, cesio 134 e cesio 137 negli animali da macello, prosegue secondo un programma di intervento sistematico organizzato mediante prelievi ai campioni di carne bovina, ovi caprina, di coniglio e di pollo.
I dati segnalati raccolti dal Servizio di Igiene Pubblica dell'Assessorato regionale non segnalano presenze quantitative di radionuclidi tali da consigliare provvedimenti di blocco delle macellazioni del settore.
E' opportuno rimarcare che, a seguito di precise disposizioni ministeriali immediatamente rese applicative nel territorio della Regione Piemonte, in tutti i bovini da macello la tiroide, organo in cui notoriamente si concentra lo iodio, viene asportata e distrutta.
Il Ministro della Sanità sta inoltre predisponendo un piano nazionale per effettuare controlli mirati sul livello di radioattività negli alimenti di origine animale con particolare riferimento ad indagini territoriali da svolgere nelle zone limitrofe a centrali nucleari e a laboratori che impieghino, a scopo diagnostico o di ricerca, sostanze radioattive.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sestero.



SESTERO Maria Grazia

Questa interrogazione, presentata il 5 giugno, nasceva dall'esigenza di conoscere in tempo le condizioni dell'eventuale inquinamento. Se accertamenti ci sono stati, pare inutile discuterne adesso, anche perch c'era il dato, che viene richiamato nel terzo punto dell'interrogazione circa oggettive difficoltà ad essere informati e una dichiarata non disponibilità all'informazione. Quindi non so se dichiararmi soddisfatta della risposta dell'Assessore. Mi auguro che l'inquinamento sia superato.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura - Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione dei Consiglieri Biazzi, Dameri, Avondo, Marchiaro, Sestero e Bresso inerente il reclutamento di 300 allievi guardie forestali


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interrogazione presentata dai Consiglieri Biazzi Dameri, Avondo, Marchiaro, Sestero e Bresso inerente il reclutamento di 300 allievi guardie forestali.
La parola all'Assessore Lombardi.



LOMBARDI Emilio, Assessore all'agricoltura

Credo che la risposta non potrà essere soddisfacente anche se il problema posto nell'interrogazione può essere condiviso dalla Giunta. Gli elementi per la risposta ai Consiglieri discendono da leggi e disposizioni ministeriali nazionali che il Corpo Forestale dello Stato è tenuto a rispettare; nello specifico il bando per il reclutamento di 300 allievi guardie forestali, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 137 del 16/6/1986, prevede l'assunzione di cittadini italiani di solo sesso maschile in conformità alla decisione della VI Sezione del Consiglio di Stato n. 630/83 in data 1/4/1983. Sostanzialmente il Corpo Forestale dello Stato non ha fatto altro che adeguarsi alle disposizioni del livello nazionale che non sono condivisibili, ma delle quali, purtroppo, bisogna prendere atto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sestero.



SESTERO Maria Grazia

Al di là della presa d'atto di una norma che ha prodotto quel bando con quella discriminazione, potremmo fare qualcosa di più se l'impegno del Consiglio regionale piemontese, come si verificherà nell'approvazione oggi stesso della legge per le pari opportunità, è un impegno rivolto a rimuovere qualsiasi situazione che crei discriminazione nei confronti delle donne. Il vincolo mi pare fosse motivato dal fatto che il Corpo Forestale è un Corpo militarizzato, ma poiché si discute su tutti i giornali di aprire l'esercito alle donne (sarà bene o sarà male, non è questo l'oggetto di cui parliamo oggi) mi pare anacronistica questa norma su un Corpo definito giuridicamente militarizzato, ma che nei fatti svolge funzioni che le donne potrebbero assolutamente sviluppare, infatti sono presenti in altri servizi molto vicini, per esempio in campo ecologico. Una nostra - iniziativa nei confronti dell'autorità competente.per sottolineare l'anacronismo di una norma di questo genere e per denunciare quanto sia contraria alle leggi di parità la sua sopravvivenza, potrebbe essere un impegno che va nella logica di una presenza attiva per rimuovere tutte le situazioni in cui questa parità non viene affermata.
Chiedo all'Assessore o alla Giunta se questa volontà c'è. Potremmo stendere rapidamente un ordine del giorno per segnalare la nostra indignazione per questa pratica discriminatoria.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura - Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Interrogazione dei Consiglieri Bresso e Adduci inerente l'uso dei fitofarmaci in agricoltura ed interrogazione del Consigliere Ala inerente l'uso di elicotteri per trattamenti antiparassitari


PRESIDENTE

Esaminiamo ora congiuntamente l'interrogazione dei Consiglieri Bresso e Adduci inerente l'uso dei fitofarmaci in agricoltura e l'interrogazione del Consigliere Ala inerente l'uso di elicotteri per trattamenti antiparassitari.
Risponde ad entrambe l'Assessore Lombardi.



LOMBARDI Emilio, Assessore all'agricoltura

Signor Presidente, le interrogazioni dei Consiglieri Bresso, Adduci e del Consigliere Ala pongono interrogativi ed esprimono preoccupazioni per la salute pubblica in conseguenza della diffusione di fitofarmaci a mezzo aereo che, con una certa frequenza, vengono anche evidenziate da notizie di stampa, esposti di cittadini ed associazioni naturalistiche.
La situazione nella Regione Piemonte è sintetizzabile nei seguenti termini: i trattamenti antiparassitari con mezzi aerei nella nostra Regione sono regolamentati annualmente con una delibera che stabilisce le colture ammesse, le avversità e i fitofarmaci consentiti. Nel 1986 erano autorizzate: vite, pioppo; frumento e barbabietola da zucchero e la relativa difesa limitata ad alcune avversità crittogamiche con formulati espressamente registrati dal Ministero della Sanità (con specifico D.M.).
Si tratta di prodotti appartenenti alla terza e quarta classe tossicologica (prodotti rameici, zolfi) largamente impiegati con mezzi da terra nelle stesse e su altre colture.
I programmi degli interventi, presentati da associazioni di agricoltori o da singole aziende devono essere approvati e autorizzati dagli Assessorati agricoltura e sanità, secondo modalità ben precise, soprattutto per quanto riguarda le segnalazioni degli appezzamenti e le comunicazioni agli organi di controllo (U.S.S.L., uffici periferici dell'Assessorato agricoltura e foreste).
I trattamenti con mezzi aerei, che da quasi un ventennio si effettuano in Piemonte su di una superficie di circa 6.500 ettari di vigneto, 500 ettari di pioppeto e alcune centinaia di ettari di frumento.
A seguito delle informazioni date agli Eliconsorzi e le raccomandazioni fatte agli operatori da parte dei Servizi regionali, nel corso di questo anno l'esecuzione degli interventi dovrebbe essere ancora più diligente e accurata; gli organi sanitari locali (U.S.S.L.) e i Comuni sono stati avvertiti tempestivamente e sollecitati ad avviare i necessari controlli e non hanno a tutt'oggi segnalato infrazioni alle normative in vigore.
Non si intravedono quindi ragioni obiettive che possano giustificare una sospensione immediata di tali interventi, che vengono effettuati da circa 20 anni in Piemonte senza inconvenienti di rilievo e con minimo rischio, trattandosi di anticrittogamici tradizionalmente usati da tutti i viticoltori in Italia e all'estero (formulati a base di zolfi, rame e ditiocarbammati regolarmente registrati dal Ministero della Sanità proprio per l'impiego aereo).



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bresso.



BRESSO Mercedes

Evidentemente abbiamo anche fonti d'informazione diverse perché se è ben vero che i trattamenti vengono fatti con autorizzazione regolare, in particolare nella zona da noi segnalata dell'Alessandrino, è vero anche che a verifica fotografica del tipo di struttura delle aziende agrarie sembra molto strano che i trattamenti possano essere fatti come dice l'Assessore secondo le norme e le regole. Poiché si tratta di una zona classicamente policolturale, in cui c'è la vite, ma ci sono altre colture e abitazioni sul piano pratico un trattamento sul terreno a vite viene di fatto effettuato anche sulle case, sui villaggi e su altri tipi di colture.
D'altronde, esistono le prove quando la coda della nuvola di vaporizzazione viene trascinata su case e su abitati.
Può darsi che quest'anno la situazione migliorerà, certamente non è stato così per il passato. Risulta che non vengono rispettate le norme stabilite, tra cui quella che prescrive di segnalare il prodotto utilizzato per il trattamento (ci sono le fotografie dei cartelli in cui si annuncia il trattamento, ma in cui non è indicato il prodotto che viene asperso dall'elicottero).
Quindi, anche sul piano del puro rispetto delle norme e delle opportunità, risulta molto strano che i trattamenti possano essere effettuati senza danno e secondo le norme stabilite.
I ricorsi a cui faceva cenno l'Assessore e sarebbe il caso di effettuare verifiche più approfondite - parlano di notevoli inconvenienti rilevati alla salute degli abitanti del luogo, malattie, forme allergiche ecc. L'U.S.S.L., dove le persone sono andate a farsi curare, non sapeva come curarle perché non sapeva che cosa era stato diffuso. Da una parte mi sembra che occorra una migliore informazione e poi - visto che le autorizzazioni per quest'anno sono state date e i trattamenti sono stati fatti, per cui il problema non si pone più - sarebbe opportuno per l'anno prossimo affrontare questo problema, riverificare eventualmente se non sia il caso di avere regolamenti più restrittivi, in particolare rispetto al fatto che non si deve trattare solo di estensione ma anche di continuità degli appezzamenti, perché ci può essere un trattamento fatto su mille ettari, ma con forti interruzioni, quindi di fatto con trattamenti imposti anche a persone, .case, abitazioni, animali e colture che non c'entrano.
Proprio perché il problema dei fitofarmaci è grave - il ritrovamento di queste e di altre sostanze avviene nelle acque di tutti gli acquedotti piemontesi e di moltissimi pozzi ad uso agricolo - si impone una pausa di riflessione sull'uso dei fitofarmaci ed un'analisi più accurata delle quantità. Non vi è alcun dubbio che l'uso degli elicotteri aumenta le quantità che vengono somministrate rispetto a somministrazioni non corrette. Qui c'è un problema di informazione professionale degli addetti all'agricoltura; a parità di correttezza certamente aumenta la quantità somministrata e si riduce la precisione del trattamento.
Mi pare sia il caso di affrontare il problema anche con gli interessati. Esistono delle diffide, delle testimonianze precise di gravi effetti sulla salute, esiste il dubbio, almeno per la zona dell'Alessandrino, che non sia adeguato il tipo di struttura degli appezzamenti al tipo di trattamenti effettuati. Mi pare allora sia il caso di approfondire l'argomento senza limitarsi a verificare la correttezza formale delle autorizzazioni, come ha fatto l'Assessore.
Se poi le UU.SS.SS.LL. addette al controllo hanno in qualche caso mancato al dovere, di controllo stesso non la considererei una causa che autorizza la continuazione del trattamento, ma piuttosto che impone una verifica se i doverosi controlli di legge sono stati effettuati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Alcune brevi aggiunte, a quanto detto dalla collega, sono pertinenti.
In primo luogo, sia l'interrogazione dei colleghi Bresso e Adduci sia quella del sottoscritto risalgono a maggio: erano state presentate in un momento in cui alcuni provvedimenti potevano essere adottati in tempo utile per quanto riguarda l'attività di quest'anno. Una risposta ad ottobre giunge certamente troppo tardi.
D'altra parte mi pare di aver inteso, se ho colto il senso complessivo della risposta, che non erano, né sono comunque previsti interventi. Sembra che tutto vada bene e che non siano quindi necessari né miglioramenti n previste ulteriori restrizioni.
Comunque, non si tratta tanto di norme o di restrizioni, quanto piuttosto di controlli. Nella mia interrogazione si chiedeva quali controlli si intendono fare, non soltanto come funzionano le norme di autorizzazione e le regole che normano tutta la vicenda. Si chiedeva di sapere quali controlli durante le operazioni, immediatamente prima e dopo si intendono compiere. Occorre avere un elenco di quali controlli sono stati effettuati, di quali e quante sanzioni, se ve ne sono state, durante tutto l'anno in Piemonte, siano state erogate in conseguenza del mancato rispetto di questi regolamenti.
Tutta la vicenda dell'uso degli elicotteri per distribuire materiale antiparassitario pare partire dall'ipotesi che il Piemonte sia una sorta di Stati Uniti: sembra ci siano le grandi estensioni di coltivazioni intensive tipiche dell'America del Nord.
Chiunque abbia una conoscenza dei catasti e di come siano frazionati gli appezzamenti nella nostra regione, sa quanto questi siano di solito piccoli (abbiamo colture intervallate le une alle altre) e siano vicini o frammisti da nuclei abitati (anche da bambini, tra l'altro). Vi abitano anche persone che non vorrebbero - anche se viene garantita la sicurezza di questi trattamenti - respirare o essere bagnati da antiparassitari mentre magari, stanno giocando in cortile con i loro figli, solo perché vicino alla loro abitazione c'è una vigna, il cui proprietario ha avuto la bella pensata di trattarla con antiparassitari tramite elicottero.
Occorre tenere presenti le opposizioni di quella parte di cittadini piemontesi contrari all'"innaffiamento" da parte del vicino.
Un ulteriore appunto legato ad avvenimenti successivi alla data della presentazione dell'interrogazione riguarda l'atteggiamento poco corretto che alcuni funzionari degli Uffici regionali hanno mantenuto nei confronti di quei gruppi di cittadini che hanno manifestato, mandato esposti, ecc.
Direi che il tono dei responsabili dei Servizi, lo stile con il quale ci si è rapportati a questi cittadini, sia stato poco rispettoso delle posizioni altrui nonché tale da negare l'evidenza. Di negare, ad esempio, che gli antiparassitari facciano male: direi che questo - è purtroppo un elemento ormai ampiamente noto.
Ed anche in merito alla logica del rapporto tra costi e benefici occorre ricordare che dei benefici godono il proprietario dei terreni e quello degli elicotteri, i costi ricadono sui cittadini che benefici non ne traggono. I responsabili dei Servizi regionali dovrebbero essere più attenti e prudenti nelle loro risposte e nei loro articoli sui giornali.
Vorrei fare un'ulteriore considerazione. La mia dichiarazione di insoddisfazione è riferita al fatto che non si reputi necessario neanche l'adozione di qualche misura in merito.


Argomento: Norme generali sui trasporti - Trasporti su ferro

Interrogazione dei Consiglieri Guasso, Biazzi, Dameri, Amerio, Acotto e Ferro inerente la linea ferroviaria Airasca - Saluzzo ed interrogazione dei Consiglieri Guasso, Dameri e Biazzi inerente il Piano regionale dei trasporti


PRESIDENTE

L'Assessore Cerutti risponde ora congiuntamente all'interrogazione dei Consiglieri Guasso, Biazzi, Dameri, Amerio, Acotto e Ferro inerente la linea ferroviaria Airasca - Saluzzo e all'interrogazione dei Consiglieri Guasso, Dameri e Biazzi inerente il Piano regionale dei trasporti.



CERUTTI Giuseppe, Assessore ai trasporti

Le linee ferroviarie di interesse locale e regionale, per le quali era previsto il taglio del servizio viaggiatori dal 28 settembre 1986, sono state inserite tutte nella seconda fase prevista dal Piano di razionalizzazione e riutilizzazione funzionale delle linee a scarso traffico.
Questo è quanto è stato comunicato ufficialmente dall'Ente Ferrovie dello Stato per cui, tenuto conto che tale seconda fase consiste nella ricerca dell'ottimizzazione dell'offerta di servizi sulle linee, in un'ottica di integrazione fra ferrovia ed autolinee, al fine di ridurre i costi complessivi di gestione, si può ottimisticamente ritenere che l'azione intrapresa dalla Regione, sfociata nel Convegno tenutosi il 9 giugno 1986 con la presentazione di uno studio di valutazione tecnico economica su tali linee, abbia portato sia l'Ente FFSS, che il Ministero dei Trasporti a rivedere la propria rigida posizione iniziale e quindi ad accogliere le proposte regionali volte al mantenimento del servizio ferroviario.
In questo senso deve essere inteso l'avvio di consultazioni tra i funzionari dell'Assessorato trasporti e i funzionari dell'Ente FFSS, per definire gli interventi da attuarsi per una gestione economica delle linee in parola.
Gli interventi di cui trattasi riguardano essenzialmente la soppressione dei passaggi a livello seguendo, come base di partenza, i prospetti elaborati dalla Regione e presentati negli studi specifici allegati allo studio complessivo presentato nel convegno sopra citato.
Da questi incontri dovrà scaturire l'esatto ammontare degli impegni finanziari a carico degli Enti locali e della Regione stessa, sempre per quanto riguarda l'eliminazione delle interferenze strada - rotaia.
Prossimamente l'Assessorato ai trasporti presenterà al Consiglio regionale un programma per gli interventi anzidetti, contenente le indicazioni relative agli impegni economici previsti per i vari enti interessati.
Differente è invece il discorso per la linea Saluzzo - Airasca: purtroppo non è stato previsto il ripristino del servizio viaggiatori nonostante le indicazioni emerse dagli studi regionali che 1o ponevano pressappoco allo stesso livello delle altre linee piemontesi.
L'intervento della Regione Piemonte presso il Ministero dei Trasporti e l'Ente FFSS., dopo essere venuti a conoscenza delle disposizioni che riguardavano le linee piemontesi, è stato tempestivo e sia con lettere, sia con telex veniva richiesto un urgente incontro per poter, attraverso i risultati dello studio citato in precedenza che dimostra essere la linea Saluzzo - Airasca suscettibile di una "gestione economica" in assoluto ed anche in rapporto alle altre linee, ulteriormente sottolineare la necessità dell'inserimento in seconda fase anche della linea Saluzzo - Airasca.
L'impegno dell'Assessorato sarà rivolto, anche per il prossimo futuro ad attuare le opportune iniziative per far si che il Ministero ritorni sulle proprie decisioni ed includa la linea Saluzzo - Airasca in seconda fase con le altre linee piemontesi, per le quali si continuerà a percorrere la strade intrapresa al fine di mantenere su di essa il servizio ferroviario.
Do lettura della risposta (non ancora pervenuta dal Ministero) comunicataci dal Presidente dell'Ente FFSS, il 22 settembre (riferimento fono dell' 11 settembre): "Informo che problematiche relative soppressione servizi tratto linea Airasca - Saluzzo sono state rappresentate on. Ministro 23 luglio ultimo scorso. Ripristino servizi assenza interesse commerciale questo Ente est subordinato ad riconoscimento ministeriale applicabilità Regolamento CEE n.
1191 del '69. Disponibili incontro carattere interlocutorio essendo decisioni competenza ministeriale. Rappresentante Presidente Degan".
Al Ministro dei LL.PP. in prima persona noi abbiamo rivolto ulteriori sollecitazioni per questo incontro, ritenendo che sia il Ministro a decidere sul ripristino del servizio su questa linea.
Devo anche dire agli interroganti che stiamo seguendo una serie di evoluzioni in negativo di questi giorni. E' noto a tutti che su alcune linee certi orari "inventati" dell'Azienda hanno appesantito e creato notevoli problemi di disaffezione rispetto alle linee che vorremmo salvare.
Il nostro intervento, l'intervento dei pendolare, lo stesso intervento di alcune Amministrazioni locali hanno consentito la revisione di alcuni orari, almeno per la linea Varallo - Novara e, in questi giorni, per la linea Asti - Chivasso.
E' un segnale preoccupante perché denota una scarsa sensibilità verso alcuni problemi che devono essere affrontati, così come noi nei nostri documenti abbiamo evidenziato, con una migliore organizzazione del servizio, degli orari e delle prestazioni a favore dell'utente; a nulla servirebbe abolire dei passaggi a livello quando poi il servizio non viene attuato.
Devo dire anche ai colleghi che solo di fronte al preciso impegno dell'Ente FFSS, di mantenere il servizio ferroviario l'Assessore porterà al Consiglio l'impegno di spesa relativo. Siamo nella fase di verifica costante e non ancora di definizione da parte dell'Ente FFSS, di queste linee. Forse anche perché si sta aspettando l'approvazione della 2390 che potrebbe, su alcuni aspetti, dare delle risposte parallele al discorso di carattere generale.
La legge regionale sui trasporti e sulla viabilità n. 1 del 29/1/1986 prevede per la definizione e l'approvazione dei documenti di pianificazione a scala regionale e provinciale le seguenti procedure: la Giunta adotta un documento contenente gli obiettivi e gli indirizzi da sviluppare per la stesura del Piano regionale dei trasporti e il programma di attività e di studi da svolgere per la formulazione delle proposte dei progetti di intervento a scala regionale la Giunta presenta alce Province uno schema metodologico secondo il quale predispone il loro schema di piano provinciale sulla base del documento di cui al punto 1) per i suoi sviluppi e per gli schemi dei piani predisposti dalle Province, la Giunta presenta al Consiglio per l'adozione il Piano regionale dei trasporti come specificazione settoriale e parte integrante del Piano di sviluppo socio economico e territoriale.
Con riferimento invece alle norme che regolano il passaggio delle funzioni amministrative alle Province, la legge prevede le seguenti procedure: la Giunta predispone un progetto di organizzazione e formazione del personale che sarà destinato in Provincia allo svolgimento delle funzioni delegate; predispone un progetto di informatizzazione come supporto alle attività di pianificazione e di gestione derivanti della legge; le Province costituiscono le assemblee dei Sindaci i quali devono approvare un regolamento del funzionamento dell'assemblea stessa.
La Giunta sta mettendo a punto un programma di lavoro che consenta di ridurre in un quadro complessivo le singole attività che l'attuazione della legge prevede in modo da definire già in fase di impostazione le interrelazioni esistenti tra le singole attività e i contenuti dei documenti che ne discenderanno. Un programma di lavoro che preveda dunque: la rilettura del Piano del 1979 in modo da definire il suo stato di attuazione al 1986 e individuare i contenuti che necessitano di essere aggiornati rispetto ai documenti programmatici assunti nel periodo '79/86 a qualunque scala nazionale, regionale, subregionale.
L'impostazione metodologica che dovrà essere seguita per la predisposizione dei documenti di Piano regionale e provinciale, in modo da evidenziare la struttura delle relazioni per ciascun Piano e nell'ambito dei relativi scenari di pianificazione, dovrà tener conto di un approccio alle problematiche non solo settoriali o monomodali ma anche intermodali e per aree geografiche significative.
L'architettura di un sistema informativo complesso come strumento indispensabile all'attività di pianificazione amministrativa verificata rispetto a parametri quali tempi, costi di realizzazione, riflessi sull'organizzazione del personale, la qualità dei risultati.
La formazione del personale provinciale attuata attraverso un processo formativo che, alternando corsi teorici ad esercitazioni pratiche sia più aderente alle necessità di prolungare nel tempo la fase di stretta collaborazione con le Province e che utilizzi il lavoro di impostazione generale delle attività di pianificazione come un momento didattico applicativo.
Per quanto riguarda gli impegni sopra descritti sono stati avviai contatti con le Province per concordare la struttura organizzativa ritenuta sufficiente almeno in una prima fase di applicazione e il testo di regolamento di funzionamento dell'assemblea dei Sindaci.
Si ritiene di poter approvare entrambi i documenti entro la fine di questo mese, mentre per quanto riguarda i tempi di attuazione della legge si ipotizza: entro la fine dell'anno la presentazione in Consiglio del documento di indirizzi e obiettivi per la formazione del Piano regionale dei trasporti 1986/90 e la presentazione della metodologia per gli schemi del Piano provinciale; entro il mese di gennaio 1987 il passaggio formale delle deleghe dopo l'avvenuta organizzazione degli uffici provinciali e per la prima fase dei corsi di formazione.
Il ritardo rispetto al passaggio della delega fissato dalla legge entro 9 mesi dalla sua entrata in vigore (13 novembre) è dovuto alle difficoltà per altro non ancora tutte risolte, incontrate dalle Province nell'individuazione e assegnazione del personale allo svolgimento delle funzioni delegate.
Aggiungo che non abbiamo contribuito neanche noi, con lo scioglimento dei Comprensori, a questa attuazione. L'avere creato delle aspettative per degli ipotetici servizi decentrati sul territorio ha portato il personale già disponibile ad affrontare il discorso di organizzazione, a ritornare sulle proprie posizioni e ad aspettare non so che cosa, ma comunque non si è reso più disponibile ad affrontare un discorso di attuazione o di passaggio alle dipendenze delle Province per esercitare la delega importante dei trasporti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Guasso.



GUASSO Nazzareno

Interverrò su entrambe le questioni. Ringrazio, l'Assessore per le due risposte e lo pregherei di farmene avere copia.
Aggiungo due brevissime considerazioni.
Sulle linee a scarso traffico, su cui si lavora da oltre un anno, si tratta di concludere in modo definitivo, la trattativa. Sono d'accordo con l'Assessore che qualsiasi investimento della Regione deve essere fatto a fronte della conclusione della trattativa sulle sei e sulle altre su cui dovremo avviare gli studi. Conclusa la trattativa, il Ministero e il nuovo Ente ferroviario accettano le proposte della Regione e a quel punto l'intervento della Regione è importante e decisivo. Sono d'accordo con l'Assessore: sulla questione delle cinque più uno resta inaccettabile la posizione del Ministro dei Trasporti sulla questione Tarino - Airasca. E' una questione di principio? Di 'fronte però ad una materia di questa natura le questioni di principio non valgono, non vale nemmeno salvare la faccia.
In Verità la faccia molti l' hanno già persa.
Sono del parere che il Consiglio debba sostenere l'Assessore nella trattativa e nel chiedere che sia ripristinato il servizio sulla linea Airasca - Saluzzo inserendola nel gruppo delle sei linee della seconda fase. A questo punto, visto che non c'entra l'Ente ferroviario, il quale si è detto disponibile ad aprire la discussione, ma c'entra il Ministero quindi il Governo, chiedo all'Assessore di convocare i parlamentari piemontesi, i membri della Commissione trasporti o i parlamentari delle aree interessate per invitarli a fare un passo ufficiale presso il Ministro dei Trasporti per chiedere che questo scandalo, questo ingiustificato taglio della linea sia superato lasciando da parte le questioni di principio.
Oggi "La Stampa" tratta di questa falsa razionalizzazione messa in atto dal Compartimento delle Ferrovie. Non si razionalizza tagliando le linee ferroviarie più importanti, creando degli orari impossibili, obbligando studenti e lavoratori ad alzarsi ad ore impossibili per poi non trovare n treni né coincidenze. Questo è un modo per disincentivare l'utilizzo di quelle linee e per dimostrare ancora una volta, con degli atti unilaterali inaccettabili, che quelle linee vanno chiuse. Su questo piano ci deve essere un impegno immediato dell'Assessore.
Vengo alla seconda interrogazione. Assessore Cerutti, i tempi diventano decisivi. Abbiamo lavorato a lungo per approvare la nuova legge sui trasporti che è stata varata il 1 gennaio 1986; la legge prevede dei tempi di attuazione. I tempi sono decisivi per due ordini di problemi: primo perché l'applicazione della legge e il nuovo piano sono gli atti concreti per riprendere il cammino nel discorso programmatorio e di pianificazione ciò si vive alla giornata vanificando ogni necessario processo di pianificazione; secondo, i ritardi dei tempi aprono delle brecce pericolose su decisioni unilaterali di grande importanza.
Questa notte il Comune di Torino ha varato una deliberazione per un ammontare di 500 o 700 miliardi per due spezzoni della metropolitana senza definire dove finiranno, quali collegamenti avranno, come stanno nel piano ecc. Noi non possiamo accettare cose di questa natura. Io sono per rispettare l'autonomia dei Comuni quando è dentro un disegno di programmazione complessiva e generale. Le decisioni importanti di Torino influenzano, in modo positivo o negativo, le scelte di piano. Noi non siamo notai delle scelte altrui, abbiamo varato la legge, abbiamo prospettato il nuovo piano con impegni precisi di pianificazione; se poi avvengono decisioni unilaterali di questa portata, prima che tutto il processo si muova, vanifichiamo il nostro lavoro e, quando arriveremo all'applicazione della legge, che tra l'altro prevede una convenzione tra il Comune di Torino e la Provincia per far decollare lo schema di piano provinciale dei trasporti, noi saremo già condizionati e saremo tagliati fuori. La questione dei tempi è molto importante. Pregherei l'Assessore di esaminare con la Giunta la possibilità di dare una comunicazione al Consiglio sull'applicazione della legge, sul lavoro di preparazione del piano, sulle decisioni che sono in corso perché il Consiglio possa discuterne.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione dei Consiglieri Amerio, Guasso, Bruciamacchie e Calligaro inerente l'Azienda metalmeccanica SEAC di Carmagnola


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interrogazione dei Consiglieri Amerio, Guasso Bruciamacchie e Calligaro inerente l'Azienda metalmeccanica SEAC di Carmagnola.
Risponde l'Assessore Genovese.



GENOVESE Piero Arturo, Assessore al lavoro

I Consiglieri chiedono come la Regione si sia mossa per affrontare il problema della SEAC di Carmagnola in ordine al trasferimento delle attività all'interno del Gruppo Viberti a Nichelino.
La Regione ha seguito attivamente il problema, posto dal Gruppo Viberti, del trasferimento delle lavorazioni SEAC di Carmagnola a Nichelino, in modo concertato con gli Enti locali interessati, dopo aver sentito le parti, assegnando assoluta priorità al tentativo di mantenere la SEAC a Carmagnola; in ogni caso ha posto alla SEAC il problema del mantenimento dell'indotto attualmente esistente a Carmagnola, qualora si dovesse addivenire ad un trasferimento degli impianti a Nichelino.
La preoccupazione immediatamente susseguente della Regione è stata quella, al di là del problema localizzativo, di attivare iniziative opportune e verificare gli equilibri del comparto, la situazione del Gruppo Calabrese, sotto il profilo sia della distribuzione delle produzioni che finanziario.
In questo senso sono stati finalizzati gli incontri tra il Gruppo e il Ministero del Lavoro, incontri attivati anche a seguito delle riserve inizialmente espresse dalle OO.SS. circa un intervento del Ministero dell'Industria, intervento che non avrebbe potuto che riguardare i piani di ristrutturazione dell'Azienda, spostando quindi l'asse della vertenza dall'analisi delle condizioni necessarie per mantenere lo stabilimento nella attuale localizzazione alla verifica delle proposte aziendali di ristrutturazione, le quali davano per scontato il trasferimento nell'attuale complesso Viberti di Nichelino. La richiesta di incontro al Ministero del Lavoro è stata avanzata nella seconda metà di luglio e non ha avuto fino ad oggi nessun seguito, nonostante sia stata successivamente sollecitata.
La Regione comunque non ha avuto alcuna perplessità a richiedere direttamente al Ministro Zanone l'incontro, oggetto dell'interrogazione sulle problematiche specifiche del Gruppo e più in generale del comparto dei bus per trasporto urbano, con particolare riferimento alle esportazioni perché la SEAC in particolare lavora per mercati esteri. Proprio in questi giorni le OO.SS. hanno comunicato di ritenere prossimo il raggiungimento di un accordo sindacale che avrebbe di fatto perlomeno sminuito l'importanza di entrambi gli incontri.
In effetti l'accordo è stato raggiunto: siamo in attesa che ci sia consegnato il testo definitivo, non ancora firmato ma già approvato comunque dalle assemblee dei lavoratori. Per quanto a nostra conoscenza l'accordo prevederebbe: che il trasferimento avvenga senza mettere in discussione i livelli occupazionali se non per i riproporzionamenti di organico raggiungibili con strumenti "normali" quali ad esempio i prepensionamenti anticipati la garanzia del mantenimento della ragione sociale SEAC e di una autonoma organizzazione produttiva, quindi anche con un collegamento con le industrie dell'indotto che lavorano su Carmagnola la definizione delle modalità sindacali dello spostamento dei lavoratori per definire gli aspetti della mobilità dei dipendenti una soddisfacente chiarezza circa le strategie industriali del Gruppo nel comparto della produzione di mezzi per il trasporto urbano.
Devo aggiungere che, a seguito di queste comunicazioni delle organizzazioni sindacali, ieri abbiamo dato notizia sia al Ministero del Lavoro che al Ministero dell'Industria di quanto si sta concretizzando in questi giorni, dopodiché, quando avremo notizie più precise, vedremo se sarà ancora necessario insistere nel richiedere gli incontri a livello ministeriale o se si dovrà ritenere che l'accordo raggiunto è soddisfacente e quindi gli incontri con il Ministero non avranno più motivo di essere.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Amerio.



AMERIO Mario

Sarò breve. Posso informare che l'accordo è stato firmato nel tardo pomeriggio di feri in via definitiva; tale accordo era stato approvato come l'Assessore ricordava, dalle maestranze. Si risolve così uno dei due problemi che la vicenda della SEAC ci proponeva.
Uno era quello di garantire una mobilità contrattata tra le parti sociali, non priva di garanzie per i lavoratori da Carmagnola a Nichelino atteso che questa mobilità sembra inevitabile.
L'altro problema era, e a nostro avviso resta, quello di guadagnare assicurazioni e impegni intorno alla continuità della linea di prodotto gli autobus ed a possibili sviluppi in questo comparto. Su questo secondo ordine di questioni, sul quale non mi pare che si soffermi molto l'accordo sul quale però esistono generiche assicurazioni dell'impresa, noi vedremmo l'opportunità di confermare l'impegno di un incontro, non al Ministero del Lavoro ovviamente, poiché è oramai da escludersi dato che la vicenda della mobilità si è conclusa con un accordo tra le parti, ma al Ministero dell'Industria. Sono per chiedere all'Assessore di sentire se le OO.SS. e il Consiglio di fabbrica ritengano anch'essi opportuno confermare un intervento della Regione per ottenere l'incontro al Ministero dell'Industria, quindi richiederlo e sollecitarlo per affrontare i problemi che in parte ricordava anche l'Assessore. A parte le questioni tutte aperte come la restrizione della spesa pubblica sui trasporti (legge 151) ci sono questioni specifiche che possono essere più concretamente affrontate: quelle relative ad un eventuale intervento del Ministero nell'ambito delle sue competenze per il coordinamento della domanda pubblica nei trasporti di cui la SEAC potrebbe essere una componente interessata e ipotesi di sostegno all'export, come l'Assessore già ricordava, potrebbero vedere la SEAC parte in causa per una prospettiva di tenuta, di consolidamento, se non di rilancio di questa linea di prodotto.
Per queste ragioni noi saremmo per chiedere alla Giunta di sentire le OO.SS. e, anche sulla base del loro parere, sollecitare l'incontro presso il Ministero dell'Industria.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione del Consigliere Staglianò inerente la disoccupazione in Val di Lanzo


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione del Consigliere Staglianò inerente la disoccupazione in Val di Lanzo.
Risponde l'Assessore Genovese.



GENOVESE Piero Arturo, Assessore al lavoro

Il Consigliere Staglianò, sottolineando lo sciopero della fame che era stato intrapreso da due disoccupati di Ciriè il 15 settembre scorso e la situazione di forte preoccupazione presente in quel Comune, purtroppo come in altri Comuni della cintura torinese, interroga la Giunta per conoscere che cosa si sta facendo in ordine alla richiesta che il coordinamento dei disoccupati di Ciriè ha avanzato all'Amministrazione comunale e, in specifico, che cosa si sta facendo per attivare o finanziare la costituzione di tre cantieri di lavoro per la sistemazione e la pulizia degli argini dello Stura e per la concessione di un finanziamento alla cooperativa Lazzari Felici costituita dai disoccupati ciriacesi.
Il Consigliere Staglianò ha seguito più di me tutta la vicenda negli incontri che si sono tenuti; l'ultimo si è tenuto ieri sera ed in questo incontro non era presente né il Consigliere Stagliano e né il sottoscritto ma era presente un funzionario dell'Assessorato al lavoro. Come il Consigliere Staglianò ben sa, la situazione si può riassumere rispetto a queste,richieste in modo molto semplice. Il Comune di Ciriè ha richiesto un cantiere di lavoro per il 1985 ed un altro per il 1986.
Non sta alla Regione approvare o avviare i cantieri, ma spetta al Comune. Il Comune di Ciriè ha richiesto questi due cantieri, i quali sono entrati nei programmi approvati dalla Amministrazione provinciale di Torino, ai sensi della delega che noi abbiamo dato alle Province con la legge regionale, e la Regione finanzia di conseguenza i due cantieri che sono stati avviati.
Ci risulta che il Comune di Cirié, oltre l'avvio di questi due cantieri, ha avviato, a proprie spese e con mezzi propri, anche un progetto per lavori socialmente utili. Posso dire che la Giunta regionale e credo anche l'Amministrazione provinciale, qualora vi fossero ulteriori e nuove richieste di lavoro, le prenderanno in attenta considerazione stante la situazione di disoccupazione presente nel Comune di Ciriè. Questo è per compito prioritario del Comune che deve procedere alla programmazione all'integrazione finanziaria e alla gestione concreta dei cantieri di lavoro che vengono avviati.
Per quanto riguarda il finanziamento e l'avvio della cooperativa Lazzaro Felici, che mi pare sia stata costituita formalmente o sia in corso di costituzione formale in questo periodo (prima si trattava di una ipotesi di costituzione di cooperativa o quanto meno esisteva una cooperativa che non aveva requisiti richiesti dalla legge 24 per poter accedere ai finanziamenti regionali), devo dire che abbiamo avuto un incontro in Regione con i rappresentanti del coordinamento e della cooperativa nella prima metà di luglio. Avevamo dichiarato la disponibilità della Regione ad agevolare il processo di sistemazione formale della cooperativa per quanto riguarda gli aspetti giuridici necessari per l'ammissione ai finanziamenti regionali e ad agevolare, anche se non lo possiamo fare direttamente, la messa a punto di un progetto della cooperativa che abbia caratteristiche tali da poter essere presa in considerazione ai sensi della legislazione regionale. Questa disponibilità esiste tuttora, è stata riconfermata poiché questa è l'indicazione data al funzionario ieri sera per l'incontro di Ciriè. In ogni caso, il presupposto per poter avviare questa iniziativa non prevista è che la cooperativa sia formalmente costituita nel rispetto delle norme che sono previste dalla legislazione regionale.
Ottemperato a questo, ed è quanto abbiamo sottoposto all'attenzione dei disoccupati nel mese di luglio, c'è la piena disponibilità della Regione per la definizione dei progetti.
Come il Consigliere Staglianò ben sa, le procedure per ottenere i finanziamenti regionali sono rigorose, poiché devono passare al vaglio del Comitato tecnico della Commissione regionale per la cooperazione, della Commissione consiliare permanente, del Consiglio regionale, nel rispetto della legge e delle procedure che ci diamo annualmente attraverso la deliberazione programmatica. Processo rigoroso e necessario, perché si tratta di intervenire a sostegno di attività produttive e non di tipo assistenziale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

La ringrazio signor Presidente e voglio ringraziare anche l'Assessore Genovese che ha risposto con sollecitudine agli interrogativi drammatici posti all'attenzione di tutti: dallo sciopero prolungato della fame di due disoccupati (durato ben venti giorni), che è costato a questi due cittadini piemontesi il ricovero in ospedale e angherie assolutamente intollerabili: non volevano ricoverarli anche se non si reggevano più in piedi.
Rispetto a questa vicenda specifica voglio preannunciare che ricorreremo anche al Tribunale dei diritti del malato se necessario, come mi pare sia necessario per il trattamento che alcuni cittadini subiscono dopo aver condotto una delle forme più civili che si possono condurre per rivendicare un diritto costituzionale quale quello al lavoro che tutti dovremmo tutelare.
Ringrazio l'Assessore per la sensibilità politica che anche in questa circostanza ha dimostrato rispondendo tempestivamente e prendo atto della constatazione critica dello stesso Assessore Genovese sui ritardi del Comune di Ciriè.
Il Comune di Ciriè è qui rappresentato da un autorevole rappresentante della D.C. che è anche Capogruppo al Consiglio comunale di Ciriè. Il ritardo assume connotati non giustificabili perché la situazione sociale della Valle di Lanzo, come di tutta la cintura torinese, è quella che l'Assessore richiamava: siamo di fronte a uno dei picchi più alti dei tassi di disoccupazione in rapporto alla popolazione attiva: i disoccupati sono il 16% della forza lavoro disponibile in una realtà come quella di Ciriè.
Questo dato deve far riflettere bene.
I ritardi diventano intollerabili perché non sono stati attivati tempestivamente tutti gli strumenti della legge.
Voglio ricordare che uno dei cantieri di lavoro il Consigliere Brizio ne è al corrente perché è attentissimo a questi problemi, com'è doveroso da parte sua, anche se i risultati scarseggiano - che doveva partire questa primavera vedrà la luce alla fine di ottobre, dopo che il coordinamento dei disoccupati ha dovuto ribadire questa forma di lotta con alti costi, umani.
Voglio richiamare l'attenzione dei colleghi oltre che dell'Assessore.
Esiste una situazione di soggettività politica dei disoccupati che non solo astrattamente rivendicano dei diritti, ma formulano delle proposte. Quando avanzano dei progetti integrati di tutela ambientale, qual è il riassetto delle sponde della Stura e, nello stesso tempo, progetti di lavoro socialmente indispensabili, non solo utili, ci troviamo di fronte non alla questua davanti ai Municipi, ma ad una soggettività politica a cui le istituzioni devono dare una risposta.
Invito i colleghi ad andare lungo le sponde della Stura per rendersi conto della situazione. Pur avendo i disoccupati, le forze politiche di Ciriè e dell'intera Valle di Lanzo, avanzato proposte per l'istituzione del parco, dopo sette mesi non ci risulta che il Comune di Ciriè abbia convocato i soggetti che possono attivare queste iniziative.
Sto dicendo questo, colleghi e Assessore, perché non esula dalle nostre competenze, non soltanto perché esiste una felice coincidenza della compresenza del Capogruppo democristiano a Ciriè e del Capogruppo democristiano in Consiglio regionale, ma anche perché parliamo di quei progetti di lavoro, di quelle iniziative concrete che servono a tutelare il territorio, a dare lavoro alla gente che non ce l' ha né ha la prospettiva di averlo.
Sono ritardi colpevoli che non hanno giustificazione se non quella di essere morbosamente attenti ai piccoli interessi di chi ha la "baracchetta" con l'orticello sulla sponda della Stura, che evidentemente è preoccupato che la costituzione di un parco interagisca negativamente con il suo piccolo orticello. Ma l'ottica deve essere nel tentativo di assumere le emergenze sociali a dare una risposta.
Rispetto ai passi concreti, Assessore, dicevo della soggettività espressa da questi disoccupati che non fanno la questua, ma chiedono cantieri di lavoro, progetti di cooperazione e di produzione lavoro e non soltanto di servizi, anche qui con uno sforzo di natura intellettuale oltre che di progettualità pratica per mettere a frutto le proprie capacità professionali, per studiare quali occasioni di lavoro si possono costruire su un crinale molto difficile, perché sappiamo quanto sia complesso realizzare forme cooperative che siano realmente tali.
Prendo atto con piacere della volontà dell'Assessorato di contribuire con tutte le sue strutture a realizzare un progetto di cooperativa.
Ma come non prendere atto dei ritardi culturali, che diventano politici, da parte dell'Amministrazione comunale di Ciriè quando non risponde alle richieste avanzate per esempio dalla CISL. nell'incontro cui l'Assessore faceva riferimento, di avviare dei corsi di formazione alla cooperazione, un incentivo a una forma associativa diversa che presuppone dei cittadini consapevoli che tentano di autodeterminare il proprio destino, rischiando e mettendoci del proprio.
Di passi concreti ne sono già stati avviati, la cooperativa è stata costituita legalmente, il progetto può essere realizzato con il contributo delle associazioni cooperative e degli uffici della Regione. Mi auguro Assessore, che la risposta concreta, per quanta riguarda il finanziamento alla cooperativa, possa arrivare prima del gennaio prossimo, quando lei sa che subentrano ostacoli di natura diversa.
Prendo atto della volontà che qui è stata manifestata. Aspettiamo la prova dei fatti, non soltanto della Regione, ma anche delle altre istituzioni direttamente coinvolte, sulla presa in esame dei progetti di ulteriori cantieri di lavoro che dovrebbero partire nella prossima primavera per quanto riguarda il lavoro sulle sponde della Stura e per quanto riguarda il finanziamento alla cooperativa.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CERCHIO



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Brizio per fatto personale. Ne ha facoltà.



BRIZIO Gian Paolo

Poiché sono stato chiamato tre volte per nome dal Consigliere Staglian devo presumere che desideri che io prenda la parola. Non ho nessuna difficoltà a farlo. Non mi pare di aver colto nel discorso dell'Assessore Genovese un appunto al Comune di Ciriè che ha fatto tutto quello che doveva fare, anzi più di quanto è di sua competenza. Il Comune di Ciriè ha avanzato due richieste di cantieri di lavoro, una delle quali per il parco (legge n. 32). Mettendo a disposizione fondi propri il Comune di Ciriè (19.000 abitanti) ha avviato dei lavori socialmente utili e ha posto in bilancio oltre 100 milioni di risorse proprie, oltre quelle aggiuntive della Regione, per cantieri di lavoro e lavori socialmente utili.
Certo la situazione è drammatica, , ma non possono peraltro essere superati i vincoli delle leggi. Per esempio, la cooperativa non potrà avere finanziamenti prima del 31 gennaio, perché entro quella data scadono i termini di presentazione delle domande; per i cantieri di lavoro occorre anche l'approvazione della Provincia per avviare i lavori. Occorre avere la consapevolezza che ci sono le leggi e che vanno applicate.
Come Capogruppo anche locale della D.C. ho partecipato alla riunione tenutasi martedì a Ciriè e sono contento che i proponenti la cooperativa si siano convinti che bisogna costituire la cooperativa a norma di legge quindi predisporre il progetto per ottenere il finanziamento, cosa che si sta infine facendo. L'incontro fra il coordinamento dei disoccupati e le centrali cooperative si è tenuto per iniziativa del Comune e della Regione.


Argomento:

Sollecito risposta ad interrogazione


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Adduci.



ADDUCI Donato

Prima di passare al punto successivo all'ordine del giorno, vorrei evidenziare, signor Presidente, un dato molto importante.
Abbiamo presentato un'interrogazione in data 15 ottobre 1985 sulla questione riguardante il degrado dell'area compresa tra la via Reiss Romoli, la strada per Borgaro, la superstrada di Caselle, area detta delle Basse di Stura. Il problema è che alla nostra interrogazione non è stata data alcuna risposta, eppure è decorso inutilmente un anno. Non richiamo questo fatto a causa del ritardo, perché il ritardo è un dato ormai abituale di questa Giunta, ma perché sta per essere autorizzata una terza vasca all'interno della quale, sempre in quell'area, dovrebbero essere scaricate sostanze di vario genere, il che ovviamente contribuirebbe ad aggravare ulteriormente lo stato di degrado dell'area stessa. Il problema riguarda anche la salute pubblica e tutta la questione è in mano ai Magistrati. Vorremmo che alla nostra interrogazione si rispondesse.



PRESIDENTE

La Presidenza del Consiglio si farà premura di segnalare alla Giunta l'urgenza evidenziata dal collega Adduci.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interrogazione dei Consiglieri Dameri e Bontempi inerente il Consiglio di amministrazione IACP di Torino


PRESIDENTE

Esaminiamo ancora l'interrogazione presentata dai Consiglieri Dameri e Bontempi inerente il Consiglio di amministrazione IACP di Torino.
Risponde l'Assessore Genovese.



GENOVESE Piero Arturo, Assessore all'edilizia residenziale

I colleghi interroganti chiedono alla Giunta di sapere a quale punto era, nel momento in cui l'interrogazione veniva presentata, e cioè il 17 settembre, il processo di ricostituzione del Consiglio di amministrazione dell'Istituto Autonomo delle Case Popolari di Torino.
Come i colleghi sanno, è avvenuto l'insediamento ufficiale il 3 ottobre scorso; ma al di là del fatto che si sia ormai nella pienezza dell'esercizio dei poteri da parte degli organi normali, e non più in regime di commissariamento, vorrei dire poche cose sulle premesse all'interrogazione.
I colleghi richiamano le linee di indirizzo approvate dal Consiglio regionale nella seduta del 12 giugno 1986. Ricordando, poi, la deliberazione del 14 luglio 1986 della Giunta regionale con la quale venivano assegnati al Presidente e al Vicepresidente i poteri commissariali protempore sino alla ricostituzione dell'assemblea, pongono il problema (che ci pare corretto, anche se ormai ragioniamo a ricostituzione avvenuta del Consiglio di amministrazione) delle decisioni, anche importanti, che in regime commissariale si erano assunte e la richiesta di attivazione alla Giunta regionale per la celere ricostituzione del Consiglio di amministrazione.
Il 28 luglio 1986 nella Commissione Nomine avevo fatto una relazione come richiamato nell'interrogazione, sulla situazione. L'ultimo giorno di luglio la Giunta provinciale di Torino procedeva alle nomine di propria competenza. Il ritardo è stato causato dalla nomina del rappresentante del Ministero del Lavoro, risolto verso la metà di settembre con un'interpretazione in forza della quale il Ministro ha riconfermato il componente già designato nel 1985. Con questa precisazione del Ministro del Lavoro si è stati in grado di ricostituire il Consiglio di amministrazione.
Consiglio di amministrazione che in relazione alle decisioni importanti già assunte in regime commissariale, o che devono essere assunte, è chiamato immediatamente (io ne do solo notizia) a decidere sul problema della sostituzione del sistema centralizzato di riscaldamento nei quartieri della Falchera,di corso Taranto, anche rettificando in parte le decisioni assunte dal Presidente e dal Vicepresidente in questo periodo.
Ci è pervenuto venerdì scorso un programma di intervento, sui suddetti quartieri, da parte dell'Istituto Autonomo Case Popolari, e ai sensi della deliberazione relativa al 'V biennio dell'edilizia sovvenzionata, che il Consiglio ha approvato nel mese di giugno scorso, siamo ora chiamati come Giunta regionale, su delega del Consiglio regionale, all'approvazione del programma e successivamente all'approvazione dei progetti conseguenti all'indizione della gara.
Oggi pomeriggio la Giunta, che ne è già stata informata martedì procederà all'approvazione del programma e io dovrò proporre, per i tempi ristretti, di autorizzare la trattativa privata. Ai sensi della deliberazione del Consiglio regionale richiederemo contestualmente, nel momento in cui si darà l'autorizzazione alla trattativa privata, che l'offerta - progetto che vincerà la trattativa privata debba essere necessariamente sottoposta all'approvazione della Giunta prima della trasmissione del secondo quadro tecnico - economico alla Commissione regionale verifica programmi. Quindi ci riserviamo rispetto a decisioni importanti, assunte in regime commissariale, ai sensi della deliberazione del Consiglio regionale, una verifica puntuale dei progetti e l'assunzione di responsabilità che normalmente non competono alla Regione, ma che, con la deliberazione del Consiglio regionale e proprio per la eccezionalità della situazione, abbiamo deciso di assumerci.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Abbiamo presente questa interrogazione perché siamo stati colpiti dall'assunzione di alcuni atti da parte di anomali Commissari, di nomina squisitamente politica, passati al vaglio della Commissione Nomine per essere l'uno Presidente, l'altro Vicepresidente, e per il ritardo della composizione del Consiglio di amministrazione che fino a pochi giorni fa non conoscevamo nelle sue origini e nelle motivazioni.
Do atto all'Assessore, peraltro dietro una spinta forsennata da parte mia, spinta che venne resa comune a tutte le forze politiche, di avere operato nel mese di luglio, nonostante i ritardi delle scelte provinciali in maniera tale da ricomporre il Consiglio di amministrazione (ricordo una telefonata fatta dall'Assessore al Vicepresidente Borgogno) assumendoci la responsabilità di chiedere alla Giunta provinciale di nominare comunque i membri dalle designazioni esterne per comporre il Consiglio di amministrazione. Do atto all'Assessore di essersi mosso in questa direzione secondo una nostra esplicita richiesta politica condivisa anche dalle altre forze .politiche. Dopo la pausa feriale, il Consiglio di amministrazione non era ancora formato e c'erano invece due anomali Commissari che assumevano deliberazioni di un certo peso e di un certo rilievo. La spiegazione ora è stata data: è una stranissima e censurabi1e insensibilità e sottovalutazione dei problemi da parte del Ministero del Lavoro. La causa quindi non va addebitata all'Assessore.
La nostra interrogazione voleva sapere come mai non si era costituito questo Consiglio e se il ritardo nel convocarlo era in parte voluto.
Abbiamo accertato che così non è stato.
Questa interrogazione è stata però anche utile per le notizie che ci ha fornito l'Assessore, anche perché avendo partecipato ad un incontro con l'Assessore e un comitato spontaneo della Falchera abbiamo in quella sede apprezzato e condiviso la posizione dell'Assessore stesso sul fatto che il progetto di installazione delle caldaiette, che sappiamo quanto è delicato e quale storia ha alle spalle, venga sottoposto e deciso dal Consiglio di amministrazione.
Io qui voglio manifestare di nuovo non solo la positività degli impegni e dei doveri che la Giunta si assume, ma anche per chiedere che la Giunta operi in questo senso, cioè che il Consiglio di amministrazione governi questa materia. Andiamo attraverso passaggi delicati e l'indubbio passaggio delicato è la trattativa privata, andiamo in una situazione di governo molto difficile per tutto il pregresso.
Credo che la trasparenza e la coerenza dei comportamenti siano legate al coinvolgimento e all'assunzione piena di responsabilità da parte del Consiglio di amministrazione.
Reputo che sia decisivo, Assessore Genovese - e mi rivolgo a te perch ci sia uno stimolo nei confronti del Consiglio di amministrazione - perché.
quel confronto istituzionale che è stato richiesto in quella sede, il cui obiettivo non è stato assolutamente assolto dalla pur utile iniziativa politica di parte della Democrazia Cristiana, avvenga per rappresentare, a pochi giorni dall'accensione del riscaldamento, lo stato del progetto, i suoi particolari, il modo di procedere dell'Istituto e della Regione.
Auspico che la piena legittimità del Consiglio di amministrazione favorisca il lavoro in questa difficile fase dell'Ente così tribolato rispetto ai grandi bisogni e ai grandi problemi che ha la gente di quei quartieri.


Argomento: Comprensori - Problemi del lavoro e della occupazione

Comunicazione sulla questione relativa al personale dei Comprensori


PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Intervengo sull'argomento del personale dei Comprensori perché è una questione grossa.
Dopo la reiezione della legge, che conteneva una soluzione che noi non condividevamo, passato ormai un mese è mezzo dalla reiezione e nelle difficoltà obiettive di prendere in mano il provvedimento del riordino delle autonomie locali, la situazione nei Comprensori è quella che tutti sapete. Dopo la bocciatura della legge il personale deve inventarsi il modo di passare il tempo. Mi risulta anche che sia in corso un tentativo, non definito e non discusso, di eventuali riallocazioni, non si sa quali, di questo personale.
Noi richiamiamo la Giunta ad operare attraverso un progetto completo che non può essere quello di prendere singolarmente questo personale, per metterlo chissà dove. Una soluzione era ipotizzata nella legge, mala legge non è passata. Ora non so se si pensa di presentarne un'altra o se si pensa a qualche progetto operativo.
L'unica cosa che mi sembra inaccettabile è che su questo personale, per il quale è stata investita una sede legislativa, adesso si attui, per vie non dichiarate, senza un confronto, una diaspora molto pericolosa.
Vorrei ricordare che abbiamo contestato e contesteremo duramente anche la decisione sulla distribuzione di 70 miliardi per opere pubbliche, senza il confronto in Commissione con le comunità locali, Questi organismi tecnici, se utilizzati congruamente, secondo un progetto, potrebbero essere utili.
Gradirei che la Giunta mi rispondesse immediatamente. Le implicazioni sono molte. Non credo sia possibile un'azione amministrativa per il mero recupero del personale, senza definire il quadro progettuale. Qualcosa abbiamo da dire, anche perché siamo stati convocati per discutere in sede legislativa.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore al personale

Il problema posto dal Capogruppo Bontempi l'VIII Commissione l' ha affrontato recentemente dopo che il Governo ha sollevato sul d.d.l.
approvato in Consiglio regionale alcune settimane fa delle osservazioni consistenti sul piano istituzionale e sul piano del merito, tali da richiedere due binari paralleli.
Un binario di merito sui problemi istituzionali che richiederà un confronto tra la Regione e il Governo e, all'interno della Regione, tra le forze politiche, per stabilire come si può correggere una strada, che il Governo pare non voler accettare, e parallelamente per cercare di risolvere il problema del personale che ormai ha raggiunto dei livelli di insostenibilità tali da richiedere degli interventi. Non è più pensabile che oggi rimangano in piedi dei servizi che in realtà non esistono più.
Quindi è necessario che la Giunta al più presto sciolga i servizi comprensoriali. Ci sono dei capi servizio che in realtà non lo sono più e c'è del personale (circa 150 unità) che sta terminando un lavoro di classificazione, di archiviazione delle pratiche, di messa in ordine di una serie di documentazioni, lavoro che peraltro andava fatto perché non poteva essere abbandonato. Questo lavoro è terminato o sta terminando.
E' necessario che questi dipendenti della Regione abbiano delle prospettive ed un futuro sotto il profilo del lavoro, perché non venga sciupata la loro professionalità ed anche perché è giusto che questi lavoratori, come tutti gli altri, abbiano qualcosa da fare, possano lavorare e non continuino ad essere sottoccupati.
Ho affrontato questo problema recentemente con le organizzazioni sindacali. La Giunta si è impegnata entro 30 giorni di presentare alle organizzazioni sindacali un progetto di utilizzo di tale personale che si basa su alcune opzioni che vanno verificate per evitare per quanto possibile la mobilità sul territorio. Siamo contrari a che i lavoratori che operano in una certa zona della regione vengano improvvisamente spostati creando disagi e difficoltà complesse.
Noi riteniamo ci siano le condizioni per poter ritrovare sul.territorio delle opportunità di utilizzo su un progetto che stiamo definendo.
Come Assessore all'assistenza sto predisponendo un d.d.l. istitutivo delle piante organiche nel settore socio - assistenziale delle UU.SS.SS.LL.; questa è un'altra opportunità che abbiamo sempreché le professionalità presenti nei lavoratori occupati nei Comprensori lo consentano.
La Giunta nelle prossime settimane dovrebbe presentare un progetto complessivo alle organizzazioni sindacali ma anche alla Commissione e al Consiglio regionale. Ritengo che questo problema entro la fine dell'anno possa essere risolto non solo utilizzando i lavoratori ma soprattutto valorizzando le loro professionalità.
Con il collega Turbiglio illustrerò tale progetto in VIII Commissione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Vorrei solo raccomandare all'Assessore, visto lo spirito della risposta, che le concrete operazioni di spostamento avvengano dopo la definizione del progetto. Ero preoccupato che avvenissero prima.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Avondo, Bosio, Carazzoni, Fraire, Nerviani, Paris, Tapparo, Valeri e Villa.


Argomento:

a) Congedi

Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge

Argomento:

c) Deliberazioni adottate dalla Giunta regionale


PRESIDENTE

L'elenco delle deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nelle sedute del 24 e 30 settembre 1986 - in attuazione dell'art. 7, secondo comma, della L.R. 6/11/1978, n. 65 - in materia di consulenze ed incarichi è depositato e a disposizione presso il Servizio Aula.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Esame progetto di legge n. 4: "Commissione regionale per la realizzazione delle pari opportunità fra uomo e donna" .


PRESIDENTE

Passiamo al punto 4) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 4: "Commissione regionale per la realizzazione delle pari opportunità fra uomo e donna".
La parola al relatore, Consigliere Marchiaro.



MARCHIARO Maria Laura, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la proposta di legge che istituisce la Commissione regionale per la realizzazione delle pari opportunità fra uomo e donna nasce dall'intreccio di più esigenze maturate a seguito di mutamenti avvenuti, soprattutto nel corso dell'ultimo decennio, nell'organizzazione della società, del lavoro, del sapere e nei comportamenti individuali e collettivi.
Anche sul terreno legislativo l'impegno civile e politico delle donne la loro elaborazione culturale e le lotte condotte, spesso unitariamente sul fronte dell'uguaglianza e della parità fra i sessi, ha prodotto risultati profondamente innovativi.
Non c'è dubbio che l'Italia e fra i Paesi della Comunità Europea quello che possiede una delle legislazioni più moderne ed avanzate sulla condizione della donna, in particolare in materia di lavoro.
Tuttavia le condizioni reali di vita delle donne nella nostra società permangono ancora difficili; soprattutto si fa più arduo il rapporto con il lavoro, sia per le occupate sia per chi è in cerca di occupazione; forme persistenti di discriminazione impediscono, nonostante significativi passi avanti, l'effettiva parità tra uomo e donna. La casistica é' infinita al riguardo. Anche un'interpellanza discussa questa mattina relativa a un bando di concorso per guardie forestali segnala fra l'altro un caso di discriminazione fra i sessi in materia di assunzione suffragata da norme nazionali e da una decisione del Consiglio di Stato.
La crisi economica inoltre grava più pesantemente sulle donne, e non si vedono ragionevoli e prossime inversioni di tendenza. Se, infatti, sembrano ancora molto lontane le possibilità i espansione dell'occupazione complessiva nel nostro Paese e nella nostra Regione (si consideri per esempio il quadro della situazione del mercato del lavoro come emerge dalle rilevazioni più recenti dell'Osservatorio regionale) sono infinitamente più ridotte le possibilità di crescita dell'occupazione femminile, e ciò in presenza di un forte incremento di offerta di lavoro delle donne.
La questione della disoccupazione - sottoccupazione femminile analizzata anche nella II Conferenza nazionale svoltasi a Roma nel mese di maggio, è certo il principale indicatore - ma non il solo - che rivela come nel nostro Paese le donne siano ancora ben lontane da condizioni di parità con gli uomini.
L'ISTAT, su proposta della Commissione nazionale per la parità, ha recentemente diffuso, per il tramite di due settimanali a grandissima tiratura, un libricino intitolato "Le donne italiane e il lavoro".
Alcuni dati, anche se largamente noti e non solo da ora, meritano di essere ricordati: le donne sono il 2% della popolazione, ma solo il 35 delle forze di lavoro. Rappresentano il 33% degli occupati, ma il 57% delle persone in cerca di lavoro. Tra gli occupati sono donne il 14% degli imprenditori e dei liberi professionisti e il 65% dei coadiuvanti.
Il tasso di disoccupazione è in continuo aumento ma registra un livello più elevato per quanto riguarda le donne: 17% contro il 7% di disoccupazione maschile. In qualsiasi fascia d'età la disoccupazione femminile è più alta di quella maschile.
Il Piemonte presenta un quadro sostanzialmente omogeneo a quello nazionale. Meritano tuttavia particolare attenzione due dati specifici: nell'area metropolitana torinese - dove per effetto della prima applicazione della legge di parità che aveva provocato l'unificazione delle liste di collocamento e l'assunzione di molte donne - le iscrizioni al collocamento qualche anno fa avevano raggiunto livelli molto alti, oggi si è di fronte al possibile inizio di una nuova tendenza: un considerevole decremento delle persone in cerca di occupazione (10.000 unità pari al 9,3 in meno) di cui la gran maggioranza donne.
Dunque, si tratta di una tendenza accentuata all'emarginazione delle donne nel mercato del lavoro che, se non si interviene con politiche adeguate, rischia di diventare cronica.
E se si correla questo fatto con quello che vede nel gruppo ampio delle, unità cosiddette di "eccedenze strutturali", cioè dei disoccupati veri e propri, le donne in assoluta prevalenza, i segnali di cosa è nei fatti la cosiddetta parità sono molto chiari.
Sappiamo tutti che non sono le leggi o meccanismi di tipo giuridico che possono da soli correggere questo stato di cose, anche perché esso discende a ben più profonde e antiche condizioni di disuguaglianza e discriminazioni che nascono da modelli di vita, inconscio collettivo, comportamenti storicamente strutturati che permeano, la vita sociale e i rapporti interpersonali. Resta comunque il fatto che il divario fra legislazione e realtà è grande e se da un lato produce l'effetto di fare regredire profondamente le condizioni materiali di ampi strati di donne, pu dall'altro generare un processo di progressivo distacco delle donne dalla vita partecipativa e nel rapporto con le istituzioni.
Per contrastare una situazione che negli ultimi anni e nei Paesi più industrializzati è andata aggravandosi sono state gradualmente elaborate e proposte le cosiddette strategie per le pari opportunità che in Europa per esempio hanno costituito non solo oggetto di risoluzioni del Parlamento Europeo, ma anche di un'importante (e pressoché unanime) raccomandazione del Consiglio delle Comunità Europee alla fine del 1984. Anche da questa impostazione politica discendono per esempio iniziative legislative del Parlamento italiano che hanno dato vita alla Commissione per le pari opportunità istituita presso la Presidenza del Consiglio e al Comitato nazionale per l'attuazione dei principi di parità di trattamento e opportunità delle lavoratrici, istituito presso il Ministero del Lavoro.
Si tratta di strumenti che in sostanza mirano ad interventi specifici o di ampia connotazione.sociale e culturale, per attivare misure che eliminino le disuguaglianze e in particolare le ragioni di debolezza della forza lavoro femminile e a comporre il conflitto tra tutela e parità che ha implicato la "rimozione" o l'accoglimento difensivo della maternità e delle funzioni di cura che sono a carico delle donne nella vita familiare e sociale.
Se infatti nel concetto di parità - uguaglianza vi è la "rimozione" della funzione riproduttiva, nella tutela vi è l'assunzione della diversità femminile come debolezza. Nella strategia delle pari opportunità la diversità femminile viene invece assunta quale contraddizione dinamica nel mercato del lavoro e nell'organizzazione sociale. Di qui l'attenzione preminente alle discriminazioni indirette quale insieme di disuguaglianze di fatto che le donne vivono nella società e la promozione di azioni positive che mirano a correggere le inadeguatezze delle disposizioni normative e a rafforzare le politiche che tendono a eliminare le disparità di fatto.
Il Comitato nazionale per la parità e pari opportunità in tal modo esprime gli obiettivi dell'azione positiva: "Gli obiettivi dell'azione positiva sono così riassumibili: 1) eliminare o compensare gli effetti negativi che esercita sul lavoro femminile la tradizionale divisione dei ruoli tra uomini e donne all'interno della famiglia e nella società 2) incoraggiare la presenza delle donne in tutti i settori della vita lavorativa dai quali sono tradizionalmente escluse o ai quali accedono con difficoltà (lavori tradizionalmente maschili, posizioni di responsabilità ecc.).
L'azione positiva deve dunque essere concepita come una strategia diretta non a favorire le donne a scapito di altri gruppi di lavoratori, ma ad integrare nella forza lavoro le donne che ne erano escluse e a correggere la sotto utilizzazione del lavoro femminile".
Forse ora sono più chiare le ragioni che hanno portato a questa proposta di legge unitaria del Consiglio, proposta che ha visto impegnate nella fase preparatoria, di consultazione e di stesura del testo che oggi è sottoposto all'esame del Consiglio, le colleghe dei diversi Gruppi politici.
Con questa legge si propone di costituire una Commissione che abbia il carattere prevalente di supporto pubblico promozionale a questo tipo di politiche e in genere di iniziative.
Non pensiamo ad una funzione autoritativa anche se nei campi di mera competenza regionale l'incisività dell'azione della Commissione può essere notevolmente elevata.
Un esempio per tutti: il settore della formazione professionale. Se consideriamo il piano formativo 1984/85 (ma non è diverso il piano 1985/86) vediamo che su un totale di 18.818 allievi iscritti le donne sono 6.094, ma se scendiamo nell'analisi dei comparti scopriamo che le donne sono nel terziario amministrativo (cioè quello più tradizionale e già saturo) 3.543 e soltanto 35 (contro i 4.751 maschi) nel metalmeccanico, 4 (contro 2.181) nell'elettromeccanico, 23 (su 1.241) nell'elettronico.
Ma adesso vediamo articolo per articolo i contenuti della proposta di legge.
La "Commissione regionale per la realizzazione delle pari opportunità fra uomo e donna" avrà sede presso la Giunta regionale. Essa si pone come obiettivo di favorire i processi di rimozione, degli ostacoli di ordine economico, sociale e culturale che si frappongono direttamente o indirettamente all'attuazione della parità fra uomo e donna (art. 1).
La Commissione ha compiti conoscitivi, di ricerca, informazione elaborazione, promozione, partecipazione e la sua attività sarà particolarmente caratterizzata dalla formulazione di pareri e di suggerimenti sulla disciplina legislativa regionale (negli aspetti che riguardano la donna) e dallo sviluppo di iniziative per l'adozione di politiche di "azioni positive". E' evidente che l'insieme delle funzioni che la Commissione dovrà svolgere spaziano dalla materia del lavoro e della formazione a quella dei servizi in senso lato, proprio perché non si tratta solo di affrontare misure per contrastare le discriminazioni dirette, ma anche di individuare nell'organizzazione sociale le forme ben più ambigue e resistenti di discriminazione indiretta (art. 2).
La Commissione è composta da 15 membri individuati fra persone che abbiano riconosciuta esperienza scientifica e competenze nelle materie interessanti l'attività della Commissione. Essa è costituita sulla base delle norme previste dalla L.R. 18/2/1985 n. 10 in materia di nomine (art.
3) e dura in carica per l'intera legislatura (art. 4).
La Commissione, che elegge nel proprio ambito a maggioranza assoluta il Presidente e due Vicepresidenti con voto limitato a uno, sviluppa la sua attività in sezioni di lavoro integrate con esperti. Ciò consentirà un proficuo rapporto con l'Università e i Centri di ricerca maggiormente qualificati (art. 5).
L'art. 6 prevede l'emanazione di un regolamento che fissi le modalità di funzionamento della Commissione.
L'art. 7 prevede una serie di rapporti che la Commissione dovrà intrattenere nel corso della sua attività con organismi nazionali e locali.
Ricordiamo fra gli altri: la Commissione per le pari opportunità istituita presso la Presidenza del Consiglio il Comitato nazionale per l'attuazione dei principi di parità di trattamento e opportunità delle lavoratrici, istituito presso il Ministero del Lavoro la Consulta femminile regionale operante presso il Consiglio regionale; - la Commissione regionale per l'impiego.
L'attività della Commissione dovrà essere pubblicizzata sia nei confronti del Consiglio regionale, con una relazione annuale, sia nei confronti dell'opinione pubblica. La conoscenza diffusa delle iniziative della Commissione è una garanzia indispensabile di successo, di trasparenza e di raccordo con i soggetti interessati.
La Commissione ha sede e opera presso l'Assessorato al lavoro della Regione. A tal fine gli artt. 9 e 10 fissano le caratteristiche di tale rapporto.
Per l'avvio dell'attività della Commissione è stato indicato il termine di 90 giorni dall'entrata in vigore della legge; si tratta di una valutazione realistica dei tempi richiesti dalle procedure per le nomine.
Questa proposta di legge che, come è stato detto, si è arricchita nel corso del suo iter dei contributi e dei suggerimenti di tutte le forze politiche e in particolare della componente femminile dei partiti, così come naturalmente, delle associazioni femminili e dei movimenti delle donne, ci sembra un primo passo non.soltanto per dare risposte adeguate alle sollecitazioni provenienti dal mondo femminile, ma anche uno sforzo per rinnovare in senso democratico la vita istituzionale nel nostro Paese e nella nostra Regione.



MIGNONE Andrea



PRESIDENTE

Sulla relazione del Consigliere Marchiaro è aperta la discussione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Minervini. Ne ha facoltà.



MINERVINI Marta

Il tema che ispira la proposta di legge che stiamo esaminando è quello della parità uomo - donna, quindi penso sia bene parlare di questa parità che la legge 903 dispone senza che però la donna sia tutelata appieno nel suo diritto al lavoro, da un lato per la non corretta e puntuale applicazione della suddetta legge, dall'altro per la totale assenza di normative per la donna casalinga, tematica questa che la mia forza politica porta avanti da anni e che oggi è condivisa anche da altre parti politiche se è vero, come è vero, che nell'ultima Conferenza nazionale organizzata dal Ministero del Lavoro nel mese di maggio scorso, Conferenza che aveva come tema "Donne e lavoro", si è discusso ampiamente del riconoscimento del lavoro casalingo.
In tema di condizioni femminili prendiamo per esempio gli attuali assegni familiari che a nostro avviso costituiscono una vergogna, perch riteniamo l'impostazione degli assegni familiari elemosiniera ed assistenziale che non mi sento affatto, come donna in nome di altre donne di condividere.
Consideriamo la non regolamentazione del part-time che rende inattuato l'art. 4 della Costituzione, articolo che sancisce il dovere del cittadino di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale e spirituale della società.
Così come inattuato resta l'art. 35, sempre della Costituzione, sulla tutela del lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni.
Se ci guardiamo intorno, o meglio, se esaminiamo bene la condizione femminile nel nostro Paese, ci rendiamo conto di quanto ancora resta da affrontare e da operare per raggiungere veramente una parità con i fatti e non solo a parole e con gli scritti.
Prendiamo per esempio la maternità che, invece di essere considerata protetta, viene ridotta a livello di handicap.
Perché l'art. 31 della Costituzione sia pienamente applicato si dovrebbe estendere il congedo per maternità fino al compimento del terzo anno di età del figlio, con una adeguata previsione di tutela economica sia pure parziale, ma superiore al 30% erogato oggi dal fondo assicurazione malattia e soprattutto, soprattutto ripeto, con il mantenimento del posto di lavoro senza danno alcuno per la progressione della carriera.
Non voglio fare oggi un intervento su tutte le carenze in campo di parità uomo - donna. Forse avremo - e lo spero vivamente - un'altra più adeguata occasione per farlo.
Quindi mi fermo qui e vengo alla specificità della proposta di legge, e cioè alla costituzione di una Commissione regionale per là realizzazione di pari opportunità fra uomo e donna.
Diciamo subito che questa proposta ci lascia alquanto perplessi, non per come è formulata, bensì perché ci pare che, essendo già funzionante una Consulta regionale femminile, non sia il caso di creare un altro organismo che verrebbe ad essere quasi un doppione di quello già esistente. La proliferazione di organismi simili, simili perché quasi uguali, portano a nostro avviso alla confusione e molte volte all'immobilismo.
Noi pensiamo che la Consulta possa benissimo assolvere i compiti previsti dalla proposta di legge in esame, anche perché ci sembra che questi compiti rientrino nelle finalità che sono espresse nel primo paragrafo dello Statuto della Consulta stessa. Certo, la Consulta regionale femminile, così come quella comunale, non avendo un bilancio e soprattutto mancando di competenze decisionali e dipendendo da altre istituzioni non può fare molto. Questo è per noi il segnale che ci fa dire che qualcosa non funziona, questo è quanto in queste Commissioni, Comitati, ecc., ci fa ravvisare uno spreco di risorse umane, e talvolta anche economiche, che andrebbero più saggiamente organizzate e razionalizzate. Per esempio, noi vedremo meglio, al posto di, un'ennesima Commissione, la costituzione di un'Agenzia che si occupi delle problematiche femminili e che forse raggruppando le varie Consulte e Commissioni, potrebbe portare avanti molto meglio e con più snellezza il raccordo fra le varie istituzioni e l'associazionismo e vigilare a che la legge 903 sia puntualmente applicata anche, per esempio, chiedendo l'istituzione di un difensore civico della donna, che ci sembra essere una figura ben più impegnata e più precisa a livello istituzionale di quanto non sia il Consigliere di parità voluto dalla legge 863/84 e attualmente esistente in pochissime Regioni.
Queste ed altre ci sembrano le cose che bisognerebbe iniziare a fare a livello di parità uomo - donna. Dopo quanto ho detto, a dimostrazione del nostro impegno politico e della nostra responsabilità nei confronti di un tema così importante come quello della parità uomo - donna, annuncio il voto favorevole del Gruppo del Movimento Sociale Italiano su questa proposta di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Intervengo parlando anche a nome... delle donne del mio Gruppo. A parte la battuta, c'è il rischio che di questi argomenti ne discutano soltanto le nostre colleghe, mentre è uno di quegli argomenti sul quale ciascuno di noi dovrebbe sforzarsi di collocarsi, oltre che politicamente, anche soggettivamente.
In questo mio intervento riporto alcune considerazioni che sono il frutto di un lavoro collettivo svolto insieme alle compagne del mio partito. Valutiamo positivamente la presentazione di una legge per la pari opportunità e il progetto di legge che oggi discutiamo può essere un passo in avanti verso il superamento di gravi discriminazioni.
Occorre tuttavia tenere presente che la legge italiana, nonostante gli avanzamenti registrati negli ultimi anni grazie alle mobilitazioni dirette dalle donne del nostro Paese, non è ancora adeguata, a giudizio di DP, per realizzare una parità di fatto fra uomo e donna. In questo senso, la Commissione prevista dal progetto di legge illustrato dalla collega Marchiaro può essere un elemento positivo, perché non bastano, a nostro avviso, ricerche e studi, magari bellissimi, interessanti per le conclusioni a cui giungono, per affermare l'uguaglianza fra uomo e donna.
Questa Commissione, invece, può essere un punto di riferimento concreto per suscitare la partecipazione delle donne che operano nella società civile per cercare di interpretare la realtà della condizione femminile nel vissuto quotidiano, e non soltanto nella sistematizzazione da centro studi (che pure è necessaria perché produce risultati quanto meno culturali nella presa di coscienza da parte di tutti).
Noi abbiamo presentato un emendamento all'art. 2, là dove si precisano i compiti della Commissione. Tra i suoi compiti noi pensiamo che essa debba avere quello di raccogliere le denunce delle donne sui casi di discriminazione subita, in quanto, entrare in sintonia con il vissuto quotidiano, sia il mezzo migliore per affrontare la realtà delle discriminazioni, affinché le istituzioni, e quindi la Commissione che si va ad istituire, possano intervenire nella realtà sociale, abbattendo tutte quelle barriere che ostacolano il rapporto tra cittadini e istituzioni, per superare le diffidenze cha molto spesso tengono lontane, ad esempio, le donne dai consultori pubblici, in quanto non tutti i consultori riescono ad essere quel luogo di dialogo e di conoscenza reciproca sulla condizione femminile.
Per quanto riguarda la composizione della Commissione a noi pare - e vogliamo sottolinearlo pur non avendo presentato un emendamento specifico affidando poi la soluzione del problema alla designazione effettiva dei componenti della Commissione - che non bisogna privilegiare soltanto le figure professionali o scientifiche; voglio dire, in sostanza, che non c'è bisogno soltanto di esperte. Le donne del sindacato, ad esempio, possono avere le stesse capacità, competenze, conoscenze di un'accademica, ma non possono dimostrarlo, non avendo scritto nessuno libro né pubblicato alcuna ricerca. Nella composizione della Commissione va prestata attenzione perch realtà collettive, come l'Intercategoriale delle donne CGIL - CISL - UIL.
ad esempio, possano avere voce quando si tratterà di comporre la Commissione proposta.
Tutto questo, nella consapevolezza che occorra cambiare, tanto per cominciare - proprio per colmare la distanza tra le leggi, i principi e poi la parità di fatto che stenta ad arrivare - gli orari e l'organizzazione del lavoro. Noi non pensiamo che sia interesse delle donne raggiungere la parità sugli infortuni in fabbrica, oppure varcare i cancelli delle caserme per fare il servizio militare. Occorre, invece rovesciare, e questa proposta di legge è un tentativo positivo che noi apprezziamo, i valori su cui si riproducono le discriminazioni sessiste, a partire dalla condizione quotidiana che le donne vivono, sul lavoro come in famiglia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bergoglio.



BERGOGLIO Emilia

La legge istituita dalla Commissione regionale per la realizzazione delle pari opportunità tra uomo e donna, rappresenta sicuramente un'utile occasione per riflettere su un problema che è stato, negli anni passati oggetto di dibattito, di polemiche e di discussioni, ma che solo in questi ultimi tempi riesce a rientrare in modo corretto nel rapporto istituzionale. Credo che questa legge rappresenti un punto di partenza importante e una occasione da non perdere.
E' una legge che può essere buona o cattiva, a seconda di come verrà intesa e di come verrà applicata.
Non crediamo che in questa Commissione si debbano tradurre velleitarie discussioni, anzi vogliamo che diventi un momento di crescita della parità intesa innanzitutto come pari dignità, quindi non tanto come eguaglianza di ruoli o di funzioni, quanto come possibilità di incidere nella realtà sociale italiana e regionale, visto che abbiamo titolo a parlare in questa sede, e in modo più diretto e più opportuno anche solo per il fatto che rappresentiamo più della metà della popolazione, ma solo questa non sarebbe una buona ragione.
Per noi donne democratiche cristiane questo è un problema che discende da una posizione ideologica, ideale e politica.
Noi intendiamo questa Commissione come un punto di partenza per un paziente e costruttivo lavoro mirato a rimuovere una serie di difficoltà e di ostacoli e che non si limiti a considerare la funzione della donna e della madre come ruoli da tutelare perché deboli, ma rappresenti invece un modo corretto di valorizzare questi ruoli e queste funzioni. Si parla di una strategia delle pari opportunità e non di tutele: questo concetto è corretto e va sottolineato.
E' un'occasione da non sciupare: non vogliamo che la Commissione diventi un punto istituzionale in cui discutere e dibattere i problemi, ma che poi di fatto non sappia incidere sulla realtà nella quale viviamo.
Questo non è solo un problema che riguarda le donne. E 'giusto quanto diceva il collega Staglianò su questo punto. Vogliamo che la Commissione sappia incidere anche nella formazione e nella mentalità dell'uomo vogliamo che costruisca una coscienza diversa, che è coscienza delle donne ma è anche coscienza dell'uomo, quindi diventa una coscienza sociale.
La proposta iniziale del Gruppo comunista è stata elaborata e ha recepito una serie di modifiche e di integrazioni venute dall'apporto dei vari Gruppi politici, dalle associazioni e dai movimenti femminili.
Sottolineo questo aspetto perché è stato impostato un modo diverso di fare una legge: infatti la consultazione non si è limitata a un fatto puramente formale nel sentire il parere delle varie rappresentanze e associazioni, ma si è trattato di elaborare insieme un testo di legge. La Commissione ha dei compiti precisi, prioritari e fondamentali: il problema dell'occupazione, della formazione professionale e dei servizi; la Commissione non diventa una sede in cui si discute un po' di tutto, ma che poi non si occupa di nulla. Noi vogliamo invece che diventi un punto di partenza per arrivare a incidere realmente nella società. Non si tratta di richiamarsi ad un unanimismo di maniera che rischia di restare allo stato teorico, si deve invece fare un lavoro che va nella direzione di creare i presupposti perché quello che le donne hanno da dire diventi patrimonio comune. La Commissione non potrà assolvere a tutti questi obiettivi se non si saprà coinvolgere nel dibattito e nella discussione l'uomo, inteso come mentalità maschile.
Noi crediamo che tutte le difficoltà e le differenze che regolano la .vita, privata e sociale non si possono sciogliere come la neve al sole per il solo fatto che se ne parla o che le donne ne parlano.
C'è un problema di mentalità ed un problema di accoglienza positiva che si vuole creare di questa nostra nuova impostazione. Abbiamo assistito negli anni passati e anche oggi assistiamo ad una serie di rivendicazioni pubbliche più o meno condivise, a volte poco velleitarie, a volte utili (salvo poi citare in privato o nelle situazioni personali delle realtà che sono inaccettabili sul piano umano). Combattere le discriminazioni è un fatto sociale e personale ed è una esigenza di crescita globale nel consapevole riconoscimento della pari dignità uomo - donna nel sociale, nel politico e nel privato.
Per tutte queste ragioni la Commissione non assume delle dimensioni oceaniche, rimane nel concreto.
La Consulta regionale non ha il compito di duplicare la Commissione, ha invece un compito di promozione e di elaborazione diverso e più ampio.
Ci sarebbero molte altre osservazioni da fare, ma mi si richiama ad osservare il rispetto del tempo.
Questa legge è anche una scommessa che noi vogliamo lanciare per le donne ma anche per gli uomini, perché vuole essere un tentativo serio di migliorare le condizioni sociali. Si vuole con questo strumento lavorare per far emergere la dimensione sociale femminile la quale, crescendo diventa anche una crescita globale della società regionale piemontese.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CERCHIO



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Vetrino.



VETRINO Bianca, Vicepresidente della Giunta regionale

Signor Presidente, di fronte a questo d.d.l. che il Consiglio si accinge a votare, suppongo all'unanimità, credo di dover esprimere un rammarico, quello di non aver potuto nella fase elaborativa della legge partecipare attivamente ai lavori della Commissione. Credo che la mia defezione sia comprensibile ed esprimo un rammarico non soltanto alla Commissione, ma in particolare ai colleghi ed alle colleghe del Gruppo comunista che si era fatto titolare dell'iniziativa politica di questo d.d.l.
E' diventata, come spiegava la collega Bergoglio, un momento unitario più complesso e più generale e mi sembra che l'osservazione che veniva fatta di come possa nascere, crescere, svilupparsi ed arrivare in aula un d.d.l. come questo sia uno dei modi di come vivere la partecipazione e di come dare le gambe al pilastro sul quale si regge il nostro Statuto, che fonda uno dei suoi presupposti sulla partecipazione popolare come atto fondamentale per arrivare ad un processo legislativo compiuto.
Credo di dover sottolineare tre aspetti. Non avendo avuto la possibilità di partecipare attivamente ai lavori della Commissione mi sono documentata e il mio rammarico è diventato più grande nel constatare di quanto il processo elaborativo sia stato ricco e profondo. E' stata un'occasione per una riflessione di carattere generale sulla situazione della donna nella società attuale, ma segnatamente nella società piemontese, che ha visto in prima linea organizzate, attive, dinamiche, e in qualche caso anche molto vivaci, le associazioni femminili.
A questo riguardo deve essere sgombrato il campo una volta per tutte da una critica polemica che veniva anche dall'introduzione che faceva la collega Minervini, e cioè che l'organismo che si va a costituire possa essere sostitutorio o concorrenziale o addirittura annullante la Consulta regionale femminile.
Credo che bisogna comprendere bene i ruoli della Consulta regionale femminile e collocarsi nelle finalità di questo d.d.l. per comprendere che le due cose possono perfettamente coesistere, anzi, possono essere interdipendenti.
Direi di più. Se oggi siamo in condizioni di poter attuare nella nostra Regione un organismo di questo tipo è probabilmente perché abbiamo alle spalle un'esperienza di dieci anni di Consulta regionale femminile che ha avuto al suo interno la possibilità di approfondimenti, di momenti di protagonismo, di tensione e di lavoro molto intenso. Non dimentichiamo che la Consulta regionale femminile del Piemonte è stata la prima ad essere costituita in Italia. Alcuni anni fa in un convegno promosso qui, abbiamo chiamato tutte le Regioni d'Italia e da allora abbiamo visto crescere nelle altre Regioni anche altre Consulte regionali. Se oggi siamo a questo punto è perché la maturazione delle donne attorno ai problemi della società e in particolare attorno ai problemi che attengono alla condizione femminile sono tali che noi siamo in grado di pensare a strumenti di approfondimento dei problemi, perché l'organismo nuovo che stiamo per costituire si occuperà in specifico dei problemi legati al mondo del lavoro e dell'occupazione. La Consulta femminile sta alla Commissione costituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, come il nuovo organismo sta rispetto a quell'organismo costituito presso il Ministero del Lavoro.
Anche a livello romano si era avvertita questa necessità. Noi non facciamo che riportare in questa sede queste possibilità.
Il fatto di dover accentrare la nostra attenzione soprattutto su problemi del lavoro, e questo è detto nella relazione della collega Laura Marchiaro, è un fatto significativo e importante. Nell'assemblea internazionale, che si è svolta ad Atene, abbiamo potuto constatare che non solo l'Italia rispetto a certi temi, a certe maturazioni e a certe sensibilizzazioni sui problemi della donna è più avanzata, ma abbiamo dovuto constatare che il problema dell'occupazione è un problema che in Europa riguarda un grandissimo numero di lavoratori e riguarda segnatamente un grandissimo numero di donne. Dunque, il voler costituire all'interno della nostra Regione un organismo che vada ad identificare - strumenti iniziative e proposte che tendano a far superare questo handicap, per cui le donne sono penalizzate rispetto agli uomini, lo considero molto importante e molto significativo. Tra l'altro, alle donne dovrebbero essere date le stesse opportunità. Sul fatto della scolarità- ormai non c'è più quella distinzione e quella discriminazione che c'era nel passato. Oggi ai corsi di laurea e comunque ad una maggiore scolarità accedono maggiormente le donne degli uomini: statistiche recenti in Italia danno il numero delle laureate in certi campi superiore a quello degli uomini.
Quindi, non credo ci siano ancora condizioni per giustificare una discriminazione.
Questa Commissione nell'individuare queste manchevolezze e queste carenze, farà in modo di rendere meno macroscopiche quelle cifre che elencava la collega Laura Marchiaro. Qui siamo nel rapporto di uno a tremila: è inconcepibile. Ci rendiamo conto che ci sono delle professioni che per la loro connotazione sono ancora riservate esclusivamente agli uomini, ma non è possibile pensare a dei rapporti simili. Ci sono evidentemente delle situazioni che vanno recuperate.
D'altra parte questa mattina, attraverso l'interrogazione della collega Sestero, è venuto in evidenza un fatto che ha del macroscopico. La legge di parità n. 903 è una legge che ci siamo conquistate, a volte abbiamo difficoltà a farla valere nelle sedi normali, se poi però queste leggi vengono macroscopicamente ignorate dalle leggi dello Stato bisogna intervenire. Non è possibile pensare, per esempio, che guardie forestali possano essere soltanto gli uomini.
L'Assessore Lombardi non ha fatto altro che riferire che esiste una legge dello Stato, però voglio dire che nello stesso tempo occorre mettere in evidenza questa discriminazione e questo anacronismo. Penso che verrà presentato un ordine del giorno che tenda perlomeno a sollecitare coloro che hanno le responsabilità di aggiornare le leggi e di renderle compatibili con le leggi che hanno introdotto la parità.
La composizione della Commissione, predisposta in 15 membri, mi sembra corretta. Non avrei nessuna difficoltà a rispondere a Staglianò: non vedo come delle sindacaliste non possano far parte della Commissione. Non è esperto solo chi ha scritto un libro o chi insegna ogni giorno all'Università; l'esperienza si acquisisce in diversi modi, con studi, con esperienze...



STAGLIANO' Gregorio Igor

Era una raccomandazione.



VETRINO Bianca, Vicepresidente della giunta regionale

Se è una raccomandazione la prendiamo in questo senso, però non mi preoccuperei oltre.
Sarei piuttosto interessata all'individuazione delle persone che verranno individuate per far parte della Commissione.
Da un lato credo che le donne Consigliere, di fronte all'attuazione della legge sulle nomine, debbano far osservare macroscopicamente che tutte le nomine che attengono al cosiddetto sottogoverno vedono la presenza di soli uomini.
Abbiamo presentato al convegno di Atene una relazione dove abbiamo voluto mettere in evidenza questo aspetto e cioè che la totalità delle persone che i Gruppi consiliari indicano a rappresentare la Regione, in enti legati alla Regione o in enti che fanno parte della Regione, sono uomini. Questa è una denuncia che facciamo ed è un invito alle forze politiche a tener conto che per certi tipi di incarichi esistono anche le donne. Però, in un caso come questo, cioè nella composizione della Commissione Nomine, per l'organizzazione della pari opportunità fra uomo e donna, spero che a far parte di questa Commissione ci siano più uomini che donne.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dameri.



DAMERI Silvana

Non riprendo tutto il discorso generale sul senso di questa legge, che è stato esposto molto bene nella relazione e colto anche dagli interventi delle colleghe.
Vorrei fare solo qualche sottolineatura che si richiama anche ad alcuni elementi di concretezza della vita delle donne piemontesi.
Ho letto con molto interesse, spero che anche gli altri colleghi l'abbiano .fatto, il rapporto IRES sulla situazione socio - economica del Piemonte, da cui si evince molto apertamente che per quanto riguarda le caratteristiche del mercato del lavoro nella nostra regione ci sono due tendenze di fondo: una è quella della crescita del lavoro autonomo e indipendente (parliamo percentualmente perché do per scontato che il problema macroscopico è quello della disoccupazione) e l'altra è quella della crescente femminilizzazione del mercato del lavoro.
Credo che questo elemento vada letto in tutta la sua complessità e ricchezza. Non propongo, non lo fa la mia forza politica ma neanche la riflessione che è aperta nei movimenti delle donne, una lettura vecchia emancipazionista di questo rapporto, di questa richiesta di lavoro delle donne. Ci sono domande che non vanno al di là dell'aspetto puramente economico del rapporto con la possibilità di lavorare e chiamano invece in causa la collocazione della donna nella società, la messa in discussione di una fissità di ruoli che continua ad esserci nella società e chiama anche in causa la necessità di promuovere forme, occasioni, tipologie di lavori nuovi e diversi. Perché richiede anche una diversa distribuzione del lavoro propriamente riproduttivo. E spero che i colleghi non pensino che il lavoro riproduttivo sia quello della procreazione, ma sia tutta l'attività che riguarda la cura e l'assistenza anche nei suoi aspetti d'investimento personale ed individuale, che è oggi totalmente a carico delle donne.
Si tratta di ridiscutere non solo la divisione sociale del lavoro ma anche la divisione sessuale dei lavori, così come oggi esiste nella nostra società e non solo.
Sul tema del lavoro vengono a coagularsi una serie di richieste e la crescita che c'è stata in questi anni nelle donne, e non solo nel nostro Paese, è una tendenza di lungo periodo.
Sono convinta che non ci sia la consapevolezza nell'insieme del mondo politico, nella stessa realtà culturale e intellettuale del nostro Paese di che cosa questo significa e a quale tipo di sollecitazione e di impegno chiama tutti noi.
Non si tratta solamente di ottenere la pari dignità in questa società e all'interno di modi di vivere un certo tipo di sviluppo, con tutte le distorsioni che ha.
Questa domanda di lavoro così massiccia sconvolge e richiede una ridiscussione e un ripensamento del modo stesso con cui è organizzata la società, con cui è organizzato lo sviluppo produttivo, ma anche dello stesso livello dei valori e degli aspetti di ordine culturale e ideale e degli stessi rapporti interpersonali.
Su queste problematiche noi siamo impegnate come Consigliere per quanto ci compete e come esponenti di forze politiche a dare il nostro contributo in tutte le sedi.
Volevo richiamare queste questioni per fare immediatamente un ragionamento sulla Commissione.
Dai dati del rapporto IRES si e vince con evidenza che a fronte di queste tendenze di crescita della richiesta di lavoro abbiamo più donne che lavorano, più donne che cercano lavoro, più donne che continuano ad essere disoccupate.
Sappiamo benissimo che alcuni fatti anche recenti, l'applicazione della legge 865, la possibilità delle assunzioni nominative, il modo con cui vengono attuati i contratti di formazione lavoro, escludono la possibilità di occupazione da parte delle donne.
Per quanto riguarda la formazione, nello stesso rapporto IRES si parla non solamente, come diceva la collega Vetrino, di una segregazione formativa che esiste per le donne in certi settori, ma anche del fatto, in qualche modo da questo dipendente, che la formazione è scarsamente incidente negli sbocchi generali di lavoro e complessivamente lo è ancora meno per le donne, cioè quel tipo di formazione è assolutamente inefficace.
La proposta di una Commissione con compiti, non solo consultivi ma anche propositivi, di supporto al lavoro che l'Ente Regione e le istituzioni possono compiere per rimuovere questi ostacoli, di valorizzazione delle energie e delle risorse di controllo democratico del mercato del lavoro rappresenta uno strumento molto dinamico ed efficace.
Mi pare giusta l'osservazione circa la composizione della Commissione individuando non solamente competenze intellettuali, ma anche specializzazioni specifiche che derivano dalla lunga esperienza che una serie di componenti hanno fatto in questi anni di pratica della politica e di lotte delle donne, esperienze che devono trovare un loro momento di rappresentazione.
La proposta unitaria del Consiglio, di fronte alla domanda di lavoro che cresce, di fronte alla difficoltà a far incontrare questa domanda con sbocchi reali di lavoro, è quella di dotarci di una rete di strumenti, di un reticolo diffuso a livello istituzionale e sociale che consenta di far si che non si aggravi quel distacco che esiste fra donne e istituzioni e poi fra donne e politica, che sarebbe estremamente dannoso per le donne stesse, ma anche per la vita democratica del nostro Paese.
Ciascuna di noi qui, che ha in effetti quote di potere essendo all'interno di una istituzione, credo debba rispondere dell'uso che fa di questo potere alle donne stesse. E questo non in un'ottica riduttiva perché quando si parla della realtà delle donne non si parla di una parzialità o di un settore, ma in un'ottica che faccia riflettere sulla dignità di cittadinanza, sul voler essere cittadini del mondo a pieno titolo, introducendo valori, comportamenti, possibilità e occasioni di vita e di lavoro più avanzate.
Ci impegneremo in questo senso affinché a queste parole, che possono sembrare impegnative ma lo sono certamente - diceva la collega Vetrino che in qualche modo sono una sfida - si associ il più possibile coerenza nella definizione della Commissione.
Naturalmente vi è la necessità di tener conto del complesso mondo delle donne, tuttavia credo sarebbe esiziale anche questa proposta, se ci si muovesse in una logica che non sia quella della qualità delle persone che si propongono, le quali devono avere competenza ed esperienza per il lavoro concreto che possono fare.
Il Gruppo comunista si impegna a dare il suo contributo di proposte di verifica e di controllo complessivo; sarebbe estremamente dannoso e negativo accendere speranze, aprire spazi e possibilità per dare poi risposte a metà.
Sotto questo punto di vista sollecitiamo l'impegno delle altre colleghe del Consiglio, impegno che peraltro credo già ci sia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cernetti.



CERNETTI Elettra

Guardo con sconcerto i banchi vuoti del Consiglio, soprattutto alla mia sinistra, da parte dei Consiglieri uomini e, sempre con sconcerto, ho assistito al dibattito nel quale soltanto un collega di sesso diverso è sinora intervenuto. Ho atteso per questo di intervenire ma visto che nessuno è intervenuto ho chiesto la parola.
E' indubbio che la pari dignità delle donne trovi ostacoli ben precisi anche nella stessa natura; è indubbio che i figli per nove mesi li portiamo in grembo noi, che li allattiamo noi. Ma di questo, che è un dono eccezionale riservato alle donne, la società, ancora maschilista, ha finito di farne un vero e proprio handicap.
Tutti gli ostacoli che la donna trova sono aumentati, nonostante le leggi, da una società ancora sostanzialmente maschilista che tutto carica sulla donna, naturalmente tutto ciò che gli uomini non vogliono fare: non dico mettere al mondo i bambini, ma allevarli, assistere gli anziani e così via.
Personalmente non credo che bastino leggi che sanciscono le pari opportunità perché si entri nelle vere, effettive pari opportunità. Ritengo che queste siano da conquistare sul campo, giorno dopo giorno, per raggiungere livelli che non siano quelli delle addette ai servizi, con fatica che è doppia, tripla rispetto a quella degli uomini, perché il mondo è ancora fatto da loro e per loro, perché nessuno cede gratuitamente delle fette di potere, perché gli uomini sono condizionati da complessi atavici di superiorità e solo ora cominciano a risentire del beneficio del dubbio il che crea indubbiamente una loro crisi di identità, che è poi crisi di autorità o meglio ancora crisi di autoritarismo.
Noi non vogliamo l'uomo in crisi, non vogliamo prevaricare l'uomo, non vogliamo capovolgere una situazione. Noi vogliamo la collaborazione dell'uomo per raggiungere la parità, per raggiungerla veramente, per raggiungerla soprattutto nel lavoro, perché oggi le donne non si realizzano più, fatte le debite eccezioni, tra le quattro pareti domestiche, ma si realizzano in gran parte nel lavoro.
Il fatto che la donna, quando varca il livello delle addette ai servizi, debba essere sempre sottoposta ad esami quotidiani, che debba sempre dimostrare che per raggiungere o per essere a determinati livelli deve essere brava due volte, tre volte, quattro volte l'uomo, diventa molte volte frustrante e logorante. In tutte noi c'è spesso la tentazione di cedere, la tentazione del riflusso. Sappiamo però che a questa tentazione anche a costo di sacrifici, non dobbiamo cedere, perché avrebbe come conseguenza il sottosviluppo. Ecco perché in questa lotta quotidiana continuiamo giorno dopo giorno.
Sulla parità io volevo fare un accenno ben preciso. Colleghe e colleghi, qui c'è la parità di Consiglieri: nessuno ce la può togliere, ce la siamo conquistata con il consenso degli elettori. Ma non ci troviamo nella situazione di parità quando alziamo la mano per nominare i rappresentanti (e sono decine e decine quando non centinaia i casi) in enti più o meno importanti dove, guarda caso, il 99% dei nominativi sono maschili.
Secondo me dovremmo cominciare dalla pratica quotidiana, con quello che ognuno di noi può fare. Non ci sentiamo diminuite in dignità quando con il nostro voto, sempre così supino, andiamo ad alimentare questa concezione.
Non aiutiamo i colleghi maschi a prendere coscienza che le donne sono all'altezza, almeno tanto quanto gli uomini, per essere nominate in vari enti. Invece deleghiamo pressoché tutto, quasi che ancora noi fossimo condizionate da atavici retaggi di inferiorità. Facciamo una riflessione su questo.
Concordo pienamente su quanto è stato detto circa il lavoro svolto dalla Consulta regionale e seppure io abbia detto che dipende molto dalle donne e dalla loro lotta quotidiana la pari opportunità, ben venga una legge .regionale sulle pari opportunità, ben venga la Commissione per le pari opportunità a livello governativo e ben vengano tutte le Commissioni a vari livelli che aiutino le donne, ma che aiutino anche gli uomini a prendere coscienza di questo stato di cose, dell'arricchimento di valori che tutta la società avrebbe con un apporto adeguato delle donne.
Però che dipenda dalle donne associate, che dipenda dalle donne singole, questa battaglia, che è ancora lontana dalla vittoria, deve essere portata con ostinazione, senza deflettere e senza cedere. Questo aiuta a crescere noi e aiuta a crescere chi oggi non ha ancora preso coscienza delle enormi capacità del mondo femminile.



FRACCHIA Mario



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il Gruppo liberale tramite il sottoscritto svolge Un breve intervento per dichiarare che consente con un giudizio positivo su questa proposta e ha presentato un emendamento all'art. 5 sul quale darà una breve motivazione.
Devo dire peraltro che negli interventi che si sono succeduti si sono voluti introdurre degli argomenti polemici e culturalmente anche molto "retro" e non hanno, a mio modo di vedere, puntato l'attenzione sul significato specifico e operativo di questa legge.
Il rapporto uomo - donna è un rapporto competitivo e conflittuale da sempre, e auguriamoci che rimanga sempre. Quindi, perché in termini strumentali si vuole trasferire a valore politico quello che è una esigenza che regge la natura (non la natura sessuale, visto che questo termine si è usato)? Vi siete mai chiesti perché in questo strano mondo si è voluto che la vita continui solo attraverso un rapporto, il seme con la terra, il maschio con la femmina, il polline con un altro polline? Perché si è voluto che la vita non sia solo continuità, sia anche e sempre confronto e verifica? Così è e così continua nella misura in cui la verifica tra i soggetti della vita continuano nel tempo. Quindi la nostra generazione, in una società diversa rispetto al passato, si trova ad affrontare il problema non della diversità, ma del colloquio e del dialogo tra cose che non sono eguali, perché la natura ha voluto che la continuità della vita e quindi il suo arricchimento venissero garantiti giorno per giorno attraverso il dialogo delle cose diverse. Il mondo non è stato regolato dall'eguaglianza perché c'è la partenogenesi per la continuazione della specie.
Ho l'impressione che dobbiamo .cogliere questi momenti di difficoltà come un obbligo di tutti di arricchire e trasferire il rapporto di complementarietà e di dialogo a livelli diversi, questo è evidente. L'uomo non si sente più virile per il fatto che non è solo lui che porta a casa lo stipendio. Questo è il punto che purtroppo è venuto qui oggi, ma non si riduce a questo. Mi pare che trasferire a valori di una società o di uno dei due sessi i problemi che abbiamo di fronte, che sono oggetto di questa legge, sia riduttivo e fuorviante e mi fanno nascere qualche elemento di preoccupazione che mi ha portato a presentare un piccolo emendamento emblematico.
Questa società che noi liberali continuiamo a rivendicare come risultato e conseguenza delle grandi rivoluzioni liberali del '700 e dell'800 (alle quali poi le rivoluzioni socialiste hanno dato un contributo di arricchimento, e la cultura solidaristica cattolica ha dato un ulteriore contributo, ma questa società è la figlia delle rivoluzioni liberali del '700 e dell'800) questa società - dicevo - ha all'interno degli elementi di difficoltà, che sono però portatori di forti valori di trasformazione e di libertà e non di compressione dei valori della femminilità, così come da una rappresentante seduta qui si è voluto dire.
Il fatto stesso che si prenda atto che ci sono delle difficoltà maggiori che in passato sta ad indicare che questa società nel suo complesso (che quindi si misura in tempi abbastanza lunghi, non si misura in bienni) aveva portato il mondo femminile, soprattutto nel campo che ci riguarda, quello del lavoro, a realtà diverse che oggi vengono messe in discussione dalla situazione economica: questo è il dato di fondo che rende necessaria la legge in discussione.
Io mi rendo conto ché è giusto che, nel momento in cui ci sono problemi di congiuntura economica, di modernizzazione e di razionalizzazione del sistema, di informatica, si ponga il problema dell'occupazione femminile in termini totalmente diversi, quindi della collega comunista condivido in particolare questo aspetto dell'intervento. Non è tanto il problema di garantire la parità rispetto ad un oggetto, ma di modificare gli oggetti per garantire la pari opportunità nel processo globale.
Mi pare quindi che la modernizzazione del sistema, l'informatica consentano non le stesse opportunità, ma uno stesso grado di opportunità proprio attraverso la ricerca della diversificazione del modo di produrre di lavorare e di essere di questa società.
Mi sembra allora che l'obiettivo che ci dobbiamo porre non è tanto quello di garantire le condizioni di concorrenza: questo è un obiettivo che va verificato. Diceva bene la collega Cernetti: "Non si capisce perché la donna per accedere allo stesso posto deve avere l'asterisco d'eccellenza mentre al maschio basta essere iscritto, anche se arriva dalla categoria promozione". Così non deve essere. Probabilmente il problema vero, anche per affrontare i problemi che poi ricadono sull'uomo, quello cioè dell'attività riproduttiva (che io in un primo momento pensavo volesse dire una cosa diversa, e ringrazio la collega) passa attraverso una seria approfondita e soprattutto coraggiosa innovazione nel lavoro e nel modo di produrre. Solo attraverso questo si verificano nel concreto le pari opportunità che consentono però una qualità della vita che tenga conto di esigenze, non più della donna o dell'uomo, ma della coppia, del nucleo familiare di attendere al complesso dei suoi obiettivi senza penalizzare n l'uomo né la donna, ma immaginando un modo molto diverso del rapporto con il mondo del lavoro.
Quindi ben venga questa Commissione, facciamo quanto è possibile per evitare quello che la collega Cernetti ha denunciato, cerchiamo di inventare. Immaginiamo, per esempio, il part-time. Questo è uno strumento che può dare fastidio, ma che probabilmente individua delle soglie di opzioni per il lavoro femminile (poi per quello maschile quando gli uomini avranno imparato a fasciare i bambini). Non si tratta tanto di andare a leggere se sul bando di concorso e soprattutto nell'esame conseguente non abbiano giocato quelle (che io personalmente rifiuto) ancestrali voglie di comprimere e di ghettizzare la donna. Verifichiamo tutto, dobbiamo per avere la capacità di inventare qualcosa (non di controllare) che renda concreta questa pari opportunità della donna.
Termino qui il mio intervento in quanto l'argomento è stato ampiamente dibattuto dai colleghi che trovano il nostro Gruppo consenziente su gran parte delle questioni che sono state poste. Segniamo soltanto la nostra distanza rispetto ad alcune forzature che da parte della collega comunista si sono volute portare. Questa società noi la difendiamo cercando di migliorarla, mentre riteniamo che questo modello sociale e politico sia quello che nell'orbe terracqueo per la donna è quello che ha prodotto di più. A meno che si voglia pensare che produca di più il sistema sociale per esempio, politico - economico, che è pubblicizzato dalla "Pravda". In uno dei primi numeri della "Pravda" in italiano c'è in prima pagina la fotografia di due donne che sono state premiate per una qualifica onorevolissima, ma che mi sembra un po' troppo femminile e femminista: sono state premiate per essere le migliori mungitrici delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. Questo in Italia avrebbe portato probabilmente uno scandalo di regime e alle dimissioni di qualche direttore.
Noi non crediamo che il sistema realsocialista sia più maschilista o meno maschilista del nostro. Noi riteniamo che il rapporto uomo - donna sia un rapporto di cultura, di valori che bisogna cercare di mantenere esterno e non condizionato rispetto al sistema.
Noi abbiamo presentato un emendamento all'art. 5, che pregherei i colleghi e il pubblico che ci ascolta di considerare con attenzione. A me sembra non opportuno che a questa Commissione partecipino dei Consiglieri regionali. Pregherei le signore dietro di me di essere attente a questo passaggio che è molto delicato, dal quale dipende l'autonomia e l'obiettività di questa Commissione. La Commissione deve mettere il proprio lavoro a disposizione di tutti i Gruppi, delle istituzioni, della Giunta del Consiglio e dei Consiglieri. Se a questa Commissione partecipano dei Consiglieri regionali, sappiamo tutti che nascono poi rapporti privilegiati, che avremo dei referenti privilegiati in questa sede e questo non mi sembra né giusto né opportuno. Sarebbe il caso di togliere le ultime due righe dell'art. 5 per evitare che dei Gruppi grossi, che hanno più di un Consigliere femmina, abbiano con questa Commissione un rapporto privilegiato. Questo mi sembra distorcente e fuorviante, questo farebbe si che tutto il lavoro di questa Commissione verrebbe letto in chiave critica da parte dei Gruppi che non hanno questa possibilità.
Il nostro Gruppo ha introdotto un emendamento che è un correttivo e che "consente" la partecipazione ai lavori della Commissione delle Consigliere regionali e di un componente per Gruppo. Mi sembra questo una lettura più corretta dell'articolo nel momento in cui si fa una legge che vuole rendere più uguali gli uomini rispetto alle donne; se poi si ritiene che la partecipazione a quella Commissione sia riservata alle donne, mi sembra una contraddizione in termini grossolani. Quindi il nostro emendamento farebbe giustizia di questa contraddizione.
Chiedo però ai colleghi di riflettere molto sull'argomento che ho svolto prima, sulla non opportunità,, cioè che i Consiglieri regionali partecipino ai lavori di questa Commissione per ragioni politico funzionali, di evitare cioè che alcune forze politiche finiscano per essere i canali di comunicazione diretta fra questa Commissione, il Consiglio regionale e la Giunta con le controindicazioni che ne scaturirebbero. Noi riteniamo che sia meglio ricevere tutti nello stesso modo, negli stessi tempi, attraverso gli stessi strumenti, il risultato del lavoro, essere tutti consultati in termini dialettici e non organici che non fare parte della Commissione in modo improprio perché partecipare e non essere soggetti è una cosa che mi disturba un po'.
Sul nostro emendamento richiamo l'attenzione dei colleghi, anche se mi rendo conto che è poca per le donne ed è pochissima l'attenzione degli uomini che parlano di donne, perché non sono neanche donne; parlano di argomenti poco interessanti e non sono oggettivamente essi stessi interessati; quando parlano le donne perlomeno sono interessanti le donne perché fa un po' folclore. Su questo argomento prego i colleghi di riflettere. Mi pare che immaginare dei canali privilegiati nei rapporti del Consiglio con questa Commissione non sia opportuno. In ogni caso è inaccettabile che sia riservato alle Consigliere donne.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Fassio.



FASSIO Luigia

Signor Presidente e colleghi, non ho nulla da aggiungere avendo partecipato alla VIII Commissione in tutte le fasi che hanno preceduto la stesura di questa legge.
Vorrei però sottolineare una grossa lacuna. Abbiamo assistito ad una partecipazione totale da parte dei movimenti femminili che hanno dato un contributo notevole ed efficiente, mentre pur avendo convocato le donne Consiglieri comunali, abbiamo avuto una grande delusione perché erano presenti in poche nonostante centinaia di inviti.
Il lavoro della Commissione sarà soprattutto quello di sensibilizzare le donne. Perché noi qui facciamo un discorso femminile rivolgendoci agli uomini, ma forse dovremmo rivolgerci di più alle donne, perché non hanno raggiunto ancora una sufficiente sensibilità di parità. Allora toccherà alla Commissione promuovere iniziative, in modo da far capire realmente il valore della partecipazione, quanto possono dare le donne di qualsiasi estrazione siano.
Vorrei fare un'altra sottolineatura. Ho partecipato a molti concorsi pubblici e potrei darvi dei dati precisi. Ebbene, in tutti i concorsi pubblici il 70% degli idonei erano donne. Questo dimostra che quando vogliono, le donne hanno le capacità per affrontare qualsiasi situazione.
Il triste è che non partecipano e forse non hanno ancora capito il valore della loro funzione e il contributo che possono dare per migliorare se stesse, la società,; ma soprattutto la famiglia.



PRESIDENTE

Non essendovi altri iscritti a parlare, darei la parola all'Assessore Genovese.



GENOVESE Piero Arturo, Assessore al lavoro

Signor Presidente e colleghi, non cercherò di addentrarmi in problemi di natura esistenziale circa i rapporti tra uomo e donna e sulla loro evoluzione storica e sociale; non mi pare che ciò sia opportuno, anche perché sarei tentato di parlare della condizione maschile all'interno della società.
Ritengo sia più opportuno in questa sede, a nome della Giunta, cercare solo di dare un giudizio più strettamente legato all'articolato che abbiamo in discussione ed ai problemi specifici che si intendono affrontare attorno alla realizzazione della pari opportunità tra uomo e donna, rispetto ad alcuni fenomeni di collocazione all'interno della società, che certamente come dirò dopo, vedono la condizione femminile diversa rispetto a quella che è riservata agli uomini; soprattutto per quanto riguarda il mercato del lavoro e le occasioni concrete di realizzazione della donna all'interno del ciclo produttivo generale della nostra società.
Devo dire a titolo personale,che ho un certo imbarazzo ad affrontare questo problema, poiché ritengo che in linea generale l'affermazione dei principi di pari opportunità e dignità, principi affermati costituzionalmente nel nostro Paese, non dovrebbero aver bisogno della previsione e della realizzazione di strutture specifiche e di Commissioni che potrebbero sembrare più di tutela che non di promozione sociale complessiva.
Pragmaticamente mi rendo però conto che di fronte all'evoluzione concreta i problemi di rapporti sociali e di lavoro che esistono all'interno della società configurano una situazione che non garantisce la pari dignità. Concordo con Marchini che certamente questa è una società meno imperfetta di altre, ma aggiungo che non ha comunque conseguito il risultato costituzionalmente affermato. E' bene ricordare che nella nostra Costituzione ci sono principi programmatici che si confrontano con l'evoluzione storica e sociale e che devono essere conquistati non solo dalle donne, ma attraverso una diffusione di consapevolezza culturale, di affermazione concreta, attraverso la normativa ed i comportamenti, dei principi che la Costituzione stessa afferma.
Nel merito, mi limito a dire poche cose. Innanzitutto che la Giunta condivide l'articolato che è stato proposto all'attenzione del Consiglio regionale. Qualche perplessità rimane lo dico a titolo personale perché non ho potuto consultare la Giunta su questo problema sull'ultimo comma dell'art. 5, laddove si prevede una formula di partecipazione all'attività della Commissione da parte delle "Consigliere": non mi pare oggettivamente bello, in quanto è il momento in cui si va a costituire una Commissione, di cui tutti, uomini e donne, possono far parte, per una scelta che ha riferimento alla professionalità, alla sensibilità e alla cultura. Non mi pare che si debba rimarcare ancora una volta la presenza - di diritto delle Consigliere che di fatto non corrisponde molto allo spirito complessivo della legge proposta alla valutazione e all'approvazione del Consiglio.
Su questo credo che dovranno esprimersi più i colleghi e le colleghe che hanno lavorato alla definizione del testo, pervenuto all'attenzione del Consiglio regionale; non può essere certo la Giunta a proporre un emendamento in questo senso, limitandosi a sottolineare quella che pare una formulazione che non è coerente con lo spirito complessivo della norma.
Aggiungo, a ciò che molti interventi hanno richiamato, che certamente non possiamo non avere presente come l'evoluzione sociale e produttiva del nostro Paese, soprattutto negli ultimi anni, abbia configurato i problemi della condizione femminile sul mercato del lavoro, come quelli di una condizione particolarmente debole. Giustamente, quindi, si richiamano all'interno dell'articolato funzioni di natura propositiva da parte della Commissione, anche per azioni positive di carattere specifico che abbiano il significato della sperimentazione, da collegarsi con la strumentazione complessiva di cui disponiamo, ma soprattutto di quella attorno alla quale da tempo si sta discutendo e che è in itinere presso il Parlamento nazionale; ciò per avviare, con strumenti nuovi, azioni positive che tengano conto di questa condizione di particolare debolezza.
Tutti sappiamo che sul mercato del lavoro sono presenti fasce particolarmente deboli della domanda di lavoro, che non trovano opportunità concrete di, occupazione nei diversi settori delle attività produttive, dei servizi pubblici e privati; quindi questa azione di carattere propositivo può essere di aiuto nei confronti delle presenze complessive che la Regione ha in organismi e strutture, a partire dalla Commissione regionale per l'impiego, sottolineando però che è essenziale, per potere svolgere delle azioni conseguenti alle indicazioni di proposta, che dalla Commissione possa scaturire una revisione della normativa statale, che quanto meno contempli l'attivazione delle agenzie del lavoro. Credo che su questo saremo tutti concordi. Alle agenzie del lavoro devono essere affidati compiti di sperimentazione e di realizzazioni di azioni positive da avviare sul mercato del lavoro, con particolare riguardo e riferimento alle fasce più deboli che non trovano pari opportunità di accedere a occupazioni all'interno della nostra società.
Un altro punto che deve essere richiamato, e che è presente in più di un intervento svolto in aula su questo problema, sta nella continua e progressiva modifica, direi strisciante, senza una precisa definizione normativa, del collocamento pubblico nel nostro Paese. Quanto più il collocamento cerca di rispondere ad esigenze reali di flessibilità delle aziende, di corrispondenza e di capacità di adattamento ai cicli produttivi e alla loro evoluzione, altresì la crescente nominatività delle assunzioni mette in condizione di particolare debolezza le fasce più deboli presenti sul mercato del lavoro.
Anche a questo proposito, pur comprendendo le esigenze di trasformazione del collocamento, riteniamo che le assunzioni debbano essere normate e che quote di assunzioni numeriche, o misure di armonizzazione nelle assunzioni (che tengano conto di rapporti che non escludano le fasce più deboli) debbano essere sostenute e ricercate nei confronti del Governo affinché a questo problema, come ad altri certamente gravi che sono presenti sul mercato del lavoro, si giunga a dare, se non delle risposte definitive, almeno risposte che rappresentino un'inversione di tendenza: cioè realizzando condizioni di maggior tutela della dignità e della parità delle opportunità all'interno della società.
Concludo dicendo che, se non verrà modificato, l'articolato prevede che la Commissione abbia sede presso l'Assessorato al lavoro; pro tempore e nella misura in cui questa responsabilità sarà affidata alla mia persona cercherò di agevolare al massimo il compito e il ruolo che la Commissione regionale sarà chiamata a svolgere.



MIGNONE Andrea



PRESIDENTE

La discussione è terminata.
Passiamo all'esame dell'articolato.
Art. 1 (Istituzione e finalità) "E' istituita presso la Giunta regionale del Piemonte la Commissione regionale per la realizzazione delle pari opportunità fra uomo e donna in campo economico, sociale e culturale, per rimuovere gli ostacoli che di fatto costituiscono discriminazione diretta o indiretta nei confronti delle donne e per l'effettiva attuazione dei principi di uguaglianza e di parità sociale sanciti dalla Costituzione e dallo Statuto".
Il Consigliere Staglianò ha presentato il seguente emendamento: sostituire la parola "Giunta" con "Consiglio".
La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Non occorrono molte parole perché la differenza è intuitiva. A noi pare che l'istituzione della Commissione presso il Consiglio possa dare più forza istituzionale al lavoro che la Commissione stessa deve svolgere. Pu darsi che ci siano delle difficoltà operative per fare questo, ma a noi pare che valorizzare questo ambito possa essere più opportuno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchiaro.



MARCHIARO Maria Laura

Irritualmente rispondo io al collega Staglianò, in quanto relatrice dopo aver confrontato con le colleghe la nostra riflessione.
Perché abbiamo messo in capo alla Giunta questa Commissione? Intanto debbo dire che siamo partiti da un'ipotesi diversa; nel corso dell'elaborazione abbiamo verificato che a livello delle altre Regioni la scelta ricade sempre sulla Giunta, che l'organismo doveva essere più operativo e più ridotto numericamente, e abbiamo anche considerato il fatto che non si dovevano creare ambiguità di rapporti tra Consulta femminile (che è in capo al Consiglio) e questa Commissione, ma anzi dovevano esserci semmai dei momenti di rafforzamento per entrambi. Inoltre c'è il rischio di un rinvio governativo, sempre per la nota legge sull'autonomia contabile del Consiglio che non prevede (anche in base all'espressione del Commissario di Governo a proposito del Centro Oberto, che è stato rinviato proprio per questo) l'ipotesi di organismi di questo genere a carico del Consiglio. Quindi ragioni di opportunità tecnica, politica e di contabilità. Per questo noi respingiamo l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Mi pare che gli argomenti accennati dalla collega Marchiaro siano fondati. Lo spirito con il quale è stato presentato, questo emendamento mi pare sia risultato chiaro e provvedo pertanto a ritirarlo.



PRESIDENTE

Tale emendamento si intende pertanto ritirato.
Pongo in votazione l'art. n. 1 nel testo originario.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
Art. 2 (Funzioni) "La Commissione: a) svolge e promuove indagini conoscitive sistematiche sulla situazione attuale della donna e ricerche sui problemi relativi alla condizione femminile nella Regione b) formula pareri e suggerimenti sulle iniziative legislative e normative in genere inerenti la condizione delle donne c) studia ed elabora le, opportune ed eventuali modifiche alla disciplina legislativa regionale al fine di conformarla all'obiettivo dell'uguaglianza sostanziale fra i sessi, in particolare in materia di formazione, nonché di lavoro, sanità, assistenza, servizi sociali d) valuta lo stato di attuazione, nella Regione, delle leggi statali e regionali nei riguardi della condizione femminile e formula eventuali proposte e) riferisce sull'applicazione, da parte di soggetti pubblici e privati che vi sono tenuti, delle leggi relative alla parità fra uomo e donna, con particolare riferimento alla parità in materia di lavoro, nonché sulle condizioni di impiego delle donne f) promuove progetti ed interventi intesi ad espandere l'accesso delle donne al lavoro e ad incrementare le opportunità di formazione e progressione professionale delle donne stesse, in ottemperanza alla normativa nazionale in materia di parità g) promuove occasioni di confronto culturale sulla condizione femminile e sull'immagine della donna, contribuendo all'elaborazione di comportamenti conformi agli obiettivi della parità e delle pari opportunità, individuando le manifestazioni, anche indirette, di discriminazione h) promuove iniziative che consentano alla donna di rendere compatibile l'esperienza di vita familiare con l'impegno pubblico, sociale professionale i) favorisce l'informazione e la conoscenza relativa alle iniziative riguardanti la condizione femminile promossa dalla Regione, dagli Enti locali, da soggetti pubblici e privati, dal Parlamento nazionale e dal Parlamento europeo l) promuove iniziative affinché vengano superati i casi di discriminazione illegittima o violazioni di leggi di parità o comunque attinenti alla condizione della donna .m) promuove iniziative per favorire lo sviluppo dell'imprenditorialità femminile, individuale e collettiva n) favorisce l'attuazione di azioni positive, anche con carattere di sperimentazione, definite con specifici programmi di intervento da organismi ed enti pubblici e privati".
Il Consigliere Staglianò ha presentato il seguente emendamento: dopo l'ultimo comma aggiungere il seguente: "o) fornisce indicazioni e consigli, anche di carattere legale, alle singole donne o associazioni femminili che segnalano alla Commissione stessa violazioni significative alle vigenti leggi nazionali e regionali in materia di parità".
La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

L'emendamento mi pare risulti sufficientemente chiaro, per cui lo illustro velocemente. Si riferisce alle funzioni della Commissione che come spiegavo prima nell'intervento generale, a nostro avviso, deve avere l'attenzione costante a raccogliere tutte quelle domande che dalla realtà sociale ci provengono, fornendo un minimo di contributo a superare gli ostacoli per realizzare la pari opportunità. Il testo che noi proponiamo è il seguente: "Fornisce indicazioni e consigli anche di carattere legale su questo possono esserci delle difficoltà di natura giuridica, possiamo perfezionare la forma - alle singole donne o associazioni femminili che segnalano alla Commissione violazioni significative alle vigenti leggi nazionali e regionali in materia di parità".
Se si verifica l'esistenza di ostacoli giuridici sono disposto a ritirare la specificazione "anche di carattere legale" proposta; il resto mi pare che debba essere accoglibile nello spirito generale delle funzioni proposte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchiaro.



MARCHIARO Maria Laura

Vorrei di nuovo spiegare le ragioni per cui un emendamento come questo ci sembra difficile da accogliere.
Abbiamo riflettuto davvero a lungo sugli aspetti di competenze possibili della Commissione in quanto sappiamo che le discriminazioni dirette sono tante e di vario tipo, si annidano nelle più svariate situazioni di lavoro; tuttavia abbiamo anche ritenuto che i compiti istituzionali di una Commissione che opera a livello di Consiglio, ma ora dico di Giunta, non potessero permettere questo tipo di esplicazione cosa minuta di funzioni. Nel senso che si ipotizza un rapporto di assistenza legale a singoli. Abbiamo pensato, fra l'altro anche confrontandoci attentamente con l'intercategoriale sindacale, che fosse un'esautorazione di funzioni svolte dal sindacato e nello stesso tempo ci attribuiva compiti impropri per la globalità delle funzioni che la nostra istituzione deve svolgere. Pertanto abbiamo indicato possibili iniziative che, nel promuovere l'individuazione di indiscriminazione diretta, potevano aiutare anche i singoli; ma la funzione principale di questa Commissione è di svolgere attività su temi globali (vedasi per esempio tutti i progetti di azione positiva).
Credo ci sia un'elencazione di funzioni all'art. 2 che copre ampiamente anche la discussione approfondita in termini giuridici e legali di eventuali fenomeni di discriminazione (anzi non eventuali, perché sappiamo che sono moltissimi).
Se il Consigliere Staglianò pensa di togliere l'inciso che dà senso a questo suo emendamento, cioè l'inciso del carattere legale, io allora devo dire che presenta un'ipotesi di funzione estremamente debole rispetto a tutte le funzioni che già sono elencate. Cioè l'informazione, la promozione, ecc., sono espresse con ampiezza in tutti gli altri punti dell'articolo e non credo sia necessario aggiungere un comma depurato di questo aspetto che pure ha una specificità che, ripeto, non può essere assunta in proprio da una Commissione con questo carattere. Pertanto mi rammarico di dire che non è accoglibile questo emendamento anche se sono consapevole di che cosa esso nasconde come complessità e urgenza di problema, ma credo che l'art. 2 consenta, indicando le funzioni della Commissione, di espletare compiti che coprono anche aspetti di questo genere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

L'emendamento del sottoscritto è senza quell'inciso. E' un emendamento aggiuntivo, fornisce indicazioni, promuove.



PRESIDENTE

L'emendamento del Consigliere Staglianò è da intendersi senza "anche di carattere legale".
La parola al Consigliere Bergoglio.



BERGOGLIO Emilia

Signor Presidente e colleghi, intervengo per aggiungere alle argomentazioni già fornite dalla collega Marchiano un motivo ulteriore a favore del non accoglimento di questo emendamento aggiuntivo. A parte le non competenze - ma il problema è superato - c'era da parte nostra, nello stendere la formulazione definitiva della legge, la preoccupazione di non farne un calderone dove diventasse tutto possibile. Ci sono alcune funzioni e alcuni compiti che devono essere svolti in altre sedi e da altri. Nulla vieta che la Commissione, nell'ambito della sua attività, possa tener conto del suggerimento che questo emendamento implicitamente pone è trovare anche delle forme di collegamento con altre realtà esterne che possano occuparsi specificatamente di queste questioni. Inserirlo nella Commissione sarebbe un reintrodurre dalla finestra quello che abbiamo cercato di togliere, cioè la genericità e l'onnicomprensività di una Commissione che finirebbe poi per non svolgere in realtà nessun ruolo effettivo. A noi pare invece che questo sia lo scopo di questa norma. Questo è il motivo ulteriore per cui noi non accogliamo questo emendamento.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE CERCHIO



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento presentato dal collega Staglianò.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 38 contrari.
Pongo ora in votazione l'art. 2 nel testo originario.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 41 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
Art. 3 (Composizione della Commissione) "La Commissione è composta da 15 membri eletti dal Consiglio regionale, con voto limitato, fra persone che abbiano riconosciute esperienze di carattere scientifico, culturale professionale, economico e politico sulla condizione femminile nei suoi vari aspetti.
Per ciò che attiene alle modalità di nomina valgono - in quanto applicabili le norme previste dagli artt. 3, 7 e 10 della L.R. 18/2/1985, n. 10.
La presentazione di ogni candidatura deve essere accompagnata da un curriculum dal quale risultino la particolare competenza, i titoli scientifici o professionali relativi ai compiti, di cui all'art. 2 della presente legge.
In caso di dimissioni di uno dei membri della Commissione, il Consiglio regionale provvede alla sostituzione, entro il termine di 60 giorni dalla data delle dimissioni, con le stesse modalità previste dai commi precedenti".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 41 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
Art. 4 (Durata) "La Commissione dura in carica fino al termine della legislatura e viene rinnovata all'inizio di ogni legislatura".
I Consiglieri Marchiaro, Sestero, Vetrino, Cernetti e Fassio hanno presentato il seguente emendamento: dopo le parole "La Commissione dura in carica" sostituire tutto il comma con le seguenti parole: "per una legislatura e in regime di prorogatio sino al rinnovo da parte del Consiglio regionale all'inizio della successiva legislatura".
La parola al Consigliere Marchiaro.



MARCHIARO Maria Laura

Signor Presidente, non c'è bisogno di illustrarlo; abbiamo modificato una parte del comma per indicare anche la possibilità della Commissione di operare in regime di prorogatio tra lo scadere della legislatura e il rinnovo in quella successiva.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione l'art. 4 nel testo modificato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 41 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
Art. 5 (Attività della Commissione) "La Commissione esercita le sue funzioni con piena autonomia; può avere rapporti esterni e assumere iniziative di partecipazione, informazione e consultazione.
La Commissione elegge nel proprio ambito, a maggioranza assoluta dei componenti, un Presidente, cui spetta di coordinare i lavori della Commissione stessa, nonché due Vicepresidenti con voto limitato a uno.
La Commissione di norma svolge la propria attività in sezioni di lavoro e a tal fine può avvalersi, temporaneamente, di esperti esterni.
I membri della Commissione e gli esperti, di cui al comma precedente, che non siano Consiglieri regionali o dipendenti della Regione, hanno diritto per ogni seduta della Commissione o delle sezioni di lavoro alla corresponsione dell'indennità prevista dalla legge regionale 2/7/1976, n.
33.
Le Consigliere regionali partecipano ai lavori della Commissione".
I Consiglieri Marchini e Mignone hanno presentato il seguente emendamento: l'ultimo comma è soppresso.
La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Chiederei al Presidente e ai colleghi un'interpretazione molto ampia del Regolamento e di considerare preliminarmente la subordinata che io avevo illustrato, cioè di considerare questo come un emendamento che tende alla soppressione delle due ultime righe, quindi di consentirmi la riscrittura qualora il Consiglio convenisse su questa opportunità. Nessun Consigliere regionale fa parte della Commissione; se questa è la disponibilità e l'orientamento del Consiglio formalmente integro la scrittura.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bergoglio.



BERGOGLIO Emilia

Il problema è un po' più complesso di quanto non emerga in questa fase.
E' stato anche discusso a lungo all'interno della Commissione e si sono valutati i pro e i contro dell'inserimento di questa ulteriore precisazione. Ci è sembrato comunque che nella fase iniziale di una Commissione, che in fondo deve inventare il suo modo di lavorare, lasciarla completamente sganciata da un rapporto con il Consiglio potesse creare delle difficoltà di funzionamento. Anche perché questo inserimento non significa far parte della Commissione dei quindici, ma è un poter partecipare ai lavori. Questo è diverso; al limite non è escluso neppure che nella Commissione dei quindici possano essere inseriti i rappresentanti di vari Gruppi in quanto la dicitura è generica e non precisa. Sarà poi la Commissione Nomine che, nell'ambito delle persone proposte, farà la sua valutazione. Questo per le ragioni che sono già state illustrate. A noi sembrava importante questa possibilità di partecipare che ha esclusivamente questa caratteristica. Non saremmo invece dell'avviso di non accettare l'inserimento di un rappresentante per ogni Gruppo, perché questo finirebbe per snaturare l'impostazione della Commissione e darebbe una ufficialità a questa partecipazione stravolgendo il modo di lavorare della Commissione in quanto, per sua natura, i rappresentanti del Consiglio ufficialmente designati finirebbero per prendere poi in mano il lavoro della Commissione stessa. Questo non ci sembra che concordi con lo spirito della norma che noi abbiamo cercato di darci. Io pregherei il collega Marchini di valutare queste considerazioni che ho cercato di sintetizzare e che sono state anche oggetto di una lunga discussione all'interno della Commissione. Non è facile in pochi minuti riportarle all'attenzione del Consiglio; valutando tutte le opportunità si è ritenuto che questa fosse quella che, tutto sommato, risolveva meglio in questa fase il problema. In questa fase di attuazione della norma - può darsi che in un secondo momento siano necessarie delle modifiche - questa dicitura sembrava quella che più potesse risolvere i problemi. Questo è lo spirito con cui abbiamo posto tale norma.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Dichiaro di apprezzare l'emendamento presentato dai Consiglieri Marchini e Mignone che, se viene mantenuto, avrà il mio voto favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Gli argomenti che militano a favore dell'emendamento soppressivo sono esattamente quelli che sono serviti per respingere l'emendamento Staglianò.
Se ci sono i Consiglieri è una Commissione consiliare, la si chiami come si vuole. Invece noi vogliamo costituire un organismo, un soggetto un'istituzione (uso termini grossolani per far capire quello che noi pensiamo che dovrebbe nascere) che ha rilevanza propria e autonoma verso l'esterno, verso l'Ufficio Provinciale del Lavoro, verso l'Ufficio di Collocamento, verso i Comuni, verso i Sindacati. Ha un'autonomia assoluta quindi non può essere ricondotta ad un rapporto organico con nessun livello istituzionale. Di fatto, rimane un rapporto organico all'interno del Consiglio regionale che frena la crescita esterna di un soggetto che si occupa di questi problemi autonomamente e che nei confronti della Regione deve essere in rapporto dialettico di confronto, non in termini di rapporti organici. Non è una Commissione consultiva, ma è un soggetto proprio addirittura il termine Commissione è improprio. Se così è, la presenza dei Consiglieri regionali è del tutto impropria; temo anche che l'ultimo argomento che è stato posto andrebbe ribaltato.
Bisogna cercare di fare crescere con le proprie gambe l'organismo che andiamo a costituire; se gli mettiamo le rotelline come alle biciclette dei bambini (i rappresentanti del Consiglio regionale che gli dicono che cosa si può fare e che cosa non si può fare, magari filtrato attraverso l'ottica politica) è evidente che creiamo un organismo assistito dall'autorevolezza dei Consiglieri regionali.
E' bene invece che questo organismo cresca, magari commettendo qualche errore o proponendo delle cose che non sono proponibili o non realizzabili mentre farlo nascere, assistito con le stampelle dei Consiglieri regionali mi sembra un'esperienza un po' viziata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Signor Presidente e colleghi, intervengo per dichiarare la nostra posizione a favore dell'emendamento Marchino. E' chiaro che c'è un problema di ruoli e di responsabilità in queste Commissioni; dato che intendiamo attribuire a questa Commissione un ruolo forte, riteniamo che debba avere molta chiarezza di responsabilità, di interlocuzione e di spinta nei confronti dell'assemblea regionale. Ci sono dei precedenti di presenza di Consiglieri regionali in qualche Commissione, ma o sono organismi composti solo di Consiglieri regionali, quindi sono proiezioni funzionali del Consiglio regionale, oppure sono Consulte o Comitati come, per esempio nell'ambito dei beni culturali, in cui le cose sono molto diverse. Qui invece, è del tutto conveniente che il soggetto individuato abbia un ruolo tra la funzione consultiva e quello di titolare di iniziativa e tale che si possa rivolgere in piena autonomia e responsabilità ad un altro soggetto che si assuma le decisioni che gli competono o che promuova le decisioni in cui può intervenire. L'argomentazione del collega Marchini, che mi ha ricordato ragionamenti di ambito più generale, mi pare fondata per cui è preferibile togliere la presenza dei Consiglieri regionali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Annuncio anch'io che le argomentazioni portate dal collega Marchini mi paiono convincenti, quindi voterò a favore dell'emendamento proposto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Minervini.



MINERVINI Marta

Condividiamo anche noi l'emendamento Marchini e annunciamo il nostro voto favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cernetti.



CERNETTI Elettra

L'emendamento è condiviso anche dal Gruppo socialista. Riteniamo anche noi che la Commissione debba agire in completa autonomia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

L'intervento della collega Bergoglio mirava solo a spiegare l'origine di questo comma ed era aperto verso qualunque soluzione. Noi siamo d'accordo e votiamo a favore dell'emendamento soppressivo dell'ultimo comma.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione l'art. 5 nel testo modificato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 41 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
Art. 6 (Regolamento) "La Commissione provvede ad emanare il Regolamento per il proprio funzionamento entro 60 giorni dalla sua costituzione".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 41 Consiglieri.
L'art. 6 è approvato.
Art. 7 (Rapporti) "La Commissione sviluppa principalmente rapporti con: la Commissione per le pari opportunità istituita presso la Presidenza del Consiglio il Comitato nazionale per l'attuazione dei principi di parità di trattamento e opportunità delle lavoratrici, istituito presso il Ministero del Lavoro la Consulta femminile regionale operante presso il Consiglio regionale la Commissione regionale per l'impiego analoghi Comitati, Commissioni e Centri eventualmente istituiti in Piemonte e nelle altre Regioni italiane gli Istituti di ricerca e le Università della Regione anche mediante apposite convenzioni gli Enti locali della Regione".
Il Consigliere Quaglia ha presentato il seguente emendamento: al primo comma dell'art. 7 (prima interlinea) alle parole "presso la Presidenza del Consiglio" aggiungere "dei Ministri".
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione l'art. 7 nel testo modificato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 41 Consiglieri.
L'art. 7 è approvato.
Art. 8 (Informazione) "La Commissione predispone entro il mese di febbraio di ogni anno una relazione sulla condizione della donna in Piemonte e sulla propria attività, la trasmette al Consiglio regionale, per la discussione, e ne cura la massima pubblicizzazione.
Essa, inoltre, provvede a diffondere periodicamente informazioni sulle iniziative svolte, coinvolgendo in particolare la Consulta femminile regionale, i partiti, i sindacati e le associazioni femminili".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 41 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
Art. 9 (Funzionamento) "La Commissione ha sede presso l'Assessorato al lavoro della Regione La Regione fornisce le strutture e i mezzi idonei al funzionamento della Commissione".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 41 Consiglieri L'art. 9 è approvato.
Art. 10 (Norma finanziaria) "Agli oneri derivanti dall'applicazione della presente legge, valutati per l'esercizio 1986 in 30 milioni, si fa fronte con una riduzione di pari ammontare in termini di competenza e di cassa del cap. 12800 dello stato di previsione della spesa del bilancio per l'esercizio finanziario 1986 e con l'istituzione, nello stato di previsione della spesa del bilancio stesso di apposito capitolo, con la denominazione: 'Spesa per l'attività della Commissione regionale perla realizzazione delle pari opportunità fra uomo e donna, relativa a: indagini, studi, promozione di progetti, interventi ed iniziative, riguardanti la condizione della donna e la situazione di parità fra uomo e donna', e con lo stanziamento di 30 milioni in termini di competenza e di cassa. Gli oneri relativi agli esercizi 1987 e successivi saranno determinati con la legge di approvazione del bilancio di ogni esercizio.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare con proprio decreto le occorrenti variazioni di bilancio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 41 Consiglieri.
L'art. 10 è approvato.
Art. 11 (Norma transitoria) "La Commissione entra in funzione entro 90 giorni dall'entrata in vigore della presente legge".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 41 Consiglieri.
L'art. 11 è approvato.
Passiamo alle dichiarazioni di voto.
La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Intendo fare una dichiarazione di voto al termine di questa discussione, non solo per un richiamo rituale della presenza maschile del nostro Gruppo in questa discussione, ma per esprimere la soddisfazione del PCI che è stato il presentatore di questa iniziativa, sia pure attraverso il lavoro delle compagne per l'approdo al voto favorevole di questa legge in Consiglio.
Mi limiterò a fare alcune considerazioni politiche che mi paiono necessarie, intanto per rimontare l'impressione sgradevole che personalmente continuo ad avere discutendo di questa legge. In realtà sono questioni che suscitano in alcuni casi battute, in altri sorrisi, in altri indifferenza per il fatto che sono questioni non importanti o comunque portate avanti dalle donne.
Sono uno di quelli che, come molti altri, non crede di essere perfettamente allineato a capire sempre o ad essere in linea con le rivendicazioni, con le lotte e le battaglie delle donne. Credo ci siano dei problemi di ritardi obiettivi che derivano da come ci siamo formati e da come abbiamo affrontato certi problemi. Ma, al di là delle persone, delle loro insensibilità e dei loro ritardi credo vada segnato che indifferenza sorrisi e compiacimento di star fuori da questa tematica significhi in realtà grande distanza dai problemi reali, distanza dai problemi reali nell'acutezza e nella gravità che ancora oggi si propongono, nonostante che il movimento femminista e femminile abbia negli anni conquistato, grazie alle sue lotte spesso non capite, degli spazi nuovi, ma che la stessa situazione economica, sociale e anche la situazione politica stanno rimettendo in forse.
Allora questa legge non è un ossequio di comodo a iniziative delle Consigliere regionali: penso sia un atto politicamente significativo, per quello che può dare questo strumento, ma anche per quello che significa per quello che gli sta dietro e anche per alcune sollecitazioni che nel dibattito sono venute in occasione di questa legge. L' hanno detto la Vicepresidente e la collega Cernetti con la sua solita chiarezza.
Per esempio, nella vicenda delle nomine, le candidature delle donne sono state in numero infinitamente inferiore alle potenzialità e alle presenze possibili. Ritengo che ciò sia in parte non solamente causa dell'insensibilità soggettiva dei Gruppi, quanto di una grande difficoltà di struttura; sono proprio le cose su cui vuole intervenire la legge a far evidenziare tra le potenzialità usabili anche quelle femminili. Questo è un limite di fondo dei partiti, anche di quei partiti che si battono per ottenerlo e questa dichiarazione è un modo per farlo.
Nei partiti in generale c'è un ritardo obiettivo, tant'è vero che pare che ci si accontenti sui vari giornali di celebrare le solite facce di donne manager, di donne capitano d'industria, che sono sempre le solite due o tre. Per esempio, con insistenza viene portata la Bellisario. Va bene, è brava, è capace, ma pare che giri sempre lei in qualsiasi articolo. Credo invece che la realtà sia molto più ricca di bisogni e di problemi e non solo di affermazioni.
Per esempio, sulla questione dei contratti di formazione e lavoro drammatica situazione citata anche dall'Assessore Genovese, la riapertura della piena libertà, in omaggio ai pur condivisibili interessi dell'impresa, ha voluto dire un taglio brutale e violento verso certi ceti e verso le donne.
Oggi, votando questa legge, è significativo che i partiti operino attraverso la delega alle compagne, per altri alle amiche, alle colleghe che dentro i partiti hanno fatto questa lotta. E' chiaro che è il risultato della loro lotta, non è il risultato di una illuminazione o di un atteggiamento illuminato dei Gruppi dirigenti e dei partiti, tanto è vero che problemi analoghi ce li poniamo dentro ai partiti, però con tutti i limiti di approccio e di comprensione che possiamo avere di questi fenomeni. E' comunque necessario politicamente riconoscere che su questa strada si muove molto di più dei problemi enormi che la legge sottende.
Chiudo citando Gobetti che diceva che dentro e dietro al lavoro all'iniziativa e alla martellante insistenza a difesa e a conquista di nuovi spazi c'è un'idea di riforma che non proviene dalle piccole botteghe del riformismo. Gobetti definiva così quello che era il riformismo e quella che doveva essere l'idea di riforma.
I partiti ne terranno conto. Dichiaro subito che il nostro partito in tutte le sue iniziative cercherà di essere coerente con questa impostazione.
Peraltro, se io e i miei compagni dovessimo dimenticarceli, abbiamo una pattuglia agguerrita di compagne, preparata e sensibile, anche un po' aggressiva, che ce lo ricorderanno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Bontempi ha detto quasi tutto quello che - a questo punto della discussione - c'era da dire. Mi limito a richiamare un auspicio: che questa legge serva ad invertire la tendenza verso un processo di ritorno indietro sia culturale che sociale; una tendenza negativa che ha cause politiche precise che noi non possiamo tacere. Quando si tagliano i finanziamenti per lo stato sociale si ricaccia la donna in casa per supplire a servizi che la collettività non fornisce più. E' evidente che, a quel punto, si circoscrive il ruolo della donna in quello che tradizionalmente e storicamente si è configurato nell'ambito familiare, andando contro alle domande di liberazione e di emancipazione della donna.
L'auspicio, dicevo, è quindi quello che questa legge, attraverso le funzioni della Commissione, possa servire alla riapertura di una discussione, che è politica e culturale, in tutte le forze attive della società affinché si riprenda un cammino che è stato drasticamente interrotto dalle scelte politiche dominanti negli ultimi anni nel nostro Paese.
Con molto rammarico non ho visto accogliere l'emendamento che era stato proposto affinché la Commissione non si limitasse a promuovere iniziative ma fornisse anche consigli e si ponesse come punto di riferimento di queste istanze sociali. Era un tentativo che poteva essere significativo.
Ci dispiace che non sia stato considerato ed apprezzato con l'attenzione dovuta. Daremo, tuttavia, il nostro voto favorevole alla legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, desidero esprimere la soddisfazione del Gruppo socialista, per il quale è già intervenuta la compagna Cernetti; la ringrazio per quanto ha fatto a nome del Gruppo nel portare il nostro contributo all'elaborazione e alla definizione della proposta di legge che stiamo approvando.
Questa legge segna un passo avanti nel quadro generale di grande impegno che è stato assunto in questi ultimi tempi a livello nazionale soprattutto sotto la spinta del Presidente del Consiglio, on. Bettino Craxi, in ordine alla promozione della Commissione nazionale per la pari opportunità tra uomo e donna, della quale è Presidente la compagna Elena Marinucci.
Questo è stato un momento importante della strategia riformista. Con tutto rispetto per le personalità, per gli uomini di cultura e di impegno che hanno portato avanti le loro idee, credo che questa possa essere inserita nella strategia riformista diretta a far compiere passi in avanti alla situazione femminile, che è storicamente arretrata rispetto alle esigenze e alle necessità.
E' necessario che si compia qualche atto significativo come questo e dopo questo che se ne promuovano altri. Forse non faremo mai abbastanza ed è giusto che ci sia qualcosa di più incisivo,, un rapporto e una strategia che ci vedano uniti nel realizzare momenti di grande riforma. Non è soltanto un problema delle donne, è il problema della società che trova un nemico comune non nell'uomo, ma nella mentalità e nella cultura arretrata sulla quale una parte della società maschile è sensibile.
Però la storia di questi anni ha dimostrato che c'è una grande volontà di andare avanti per combattere le posizioni arretrate dirette a tenere le donne emarginate dal processo generale di partecipazione alla vita politica e sociale; volontà che ci vede uniti, impegnati a dire che non faremo mai abbastanza.
Sarà un grande giorno il momento in cui avremo vinto questa lotta, ma quel giorno non è ancora vicino. E' un problema che ha radici storiche lontane. Ai tempi della Roma antica fu facile a Cicerone attaccare Catilina la cui strategia eversiva era proprio quella di far leva sul grande movimento femminile e Cicerone avverti la pericolosità.
Il PSI ha dato e continua a dare contributi per la riforma che vogliamo realizzare. Mesi fa è stata promossa dal Ministro del Lavoro la Conferenza nazionale sull'occupazione femminile. E' in atto un processo diretto a dare compiutezza ad una strategia di inserimento e di partecipazione.
E' più facile riformare che autoriformarsi. Alcune autorità del mio partito parlano di processo di autoriforma, ma questa operazione è estremamente difficile da compiere.
Però non ci si deve disperare circa la possibilità di realizzare dei cambiamenti. Certo, occorre del tempo. Penso che questo sia il momento che ci vede impegnati in modo più incisivo a realizzare questi cambiamenti. Un contributo importante lo possono dare le comunità locali; un contributo importante lo darà anche la Regione Piemonte con l'approvazione di questa legge per la quale rinnovo la soddisfazione e la piena adesione del PSI.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Sarò molto breve: voglio esprimere anch'io la soddisfazione del Gruppo DC per l'approvazione di questa legge rilevando come gli interventi della collega Bergoglio e della collega Fassio abbiano fatto emergere chiara la nostra posizione. Abbiamo dato un contributo importante in Commissione anche nella fase delle consultazioni, quindi esprimiamo soddisfazione per l'approvazione della legge. Il nostro partito è sempre stato molto attento alla condizione femminile, d'altra parte la lunga rivalutazione della donna è presente nella storia e nella cultura cristiana che noi interpretiamo della quale siamo nel terreno politico espressione. Non possiamo quindi che essere lieti dell'approvazione della legge alla quale auguriamo di poter incidere concretamente anche se il giudizio che diamo sulla realtà e sul momento non è un giudizio negativo, ma un giudizio di continuo progresso.
Non siamo, sui problemi della questione femminile, in una fase di riflessione o di ritorno, ma certamente in una fase importante di sviluppo della sua disponibilità e del suo approccio alla società civile che va avanti con il progresso della società stessa.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi pongo in votazione l'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale)

Esame progetto di legge n. 130: "Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 1985" (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo al punto 5) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 130: "Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 1985".
Relatore è il Consigliere Santoni. Tale relazione è stata distribuita ai Consiglieri quindi la diamo per letta. E' aperta la discussione.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Abbiamo iscritto all'o.d.g. questo bilancio con una settimana di ritardo rispetto a quello che chiedeva la maggioranza, ma mi pare ancora in anticipo rispetto alla maturazione dei documenti. Le tabelle infatti, sulle quali dobbiamo giudicare la legge di bilancio e le appostazioni, sono state distribuite solo ai Consiglieri membri della Commissione, mentre tutti gli altri Consiglieri che devono votare con piena coscienza non le hanno.
Si potrebbe discutere il rendiconto, ma l'assestamento, senza le tabelle, non si può votare.



PRESIDENTE

Non ci sono altre osservazioni. Passiamo alla votazione degli articoli.
La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Si è detto che sul rendiconto non si sarebbe relazionato, ma almeno un intervento è necessario. Non capisco questa fretta. Sul rendiconto non è neanche stato chiesto se qualcuno voleva intervenire. E' stato chiesto?



BRIZIO Gian Paolo

E' stato chiesto se qualcuno voleva intervenire e nessuno ha chiesto di parlare: si tratta d'altro canto di un esercizio a cavallo di due amministrazioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

Mi sembra che si era rimasti d'accordo di fare un unico dibattito rendiconto e assestamento, per non ripeterci nelle argomentazioni. I documenti dell'assestamento non sono disponibili come rilevava il collega Bontempi. La relazione penso sia stata presentata stamattina da parte del relatore, perché è stata licenziata ieri mattina dalla Commissione. Io non ho ancora consultato i colleghi del mio Gruppo; un intervallo di un'ora mi pare sia opportuno. Nel frattempo possono essere discussi altri punti all'o.d.g.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Se si legge la relazione sull'assestamento possiamo procedere al voto sul rendiconto e alla discussione comune.
Circa il problema della documentazione adesso lo valuteremo, ma certamente va rilevato che feri ci siamo trovati in Commissione con l'assenza del Gruppo comunista e in quella sede sono stati offerti dalla Giunta i 'chiarimenti richiesti ed è stata fornita la documentazione relativa alla seconda variazione. Debbo dire che è la prima volta che io voto un assestamento in merito al quale la Commissione si è espressa su tutte le variazioni e non giunge altra variazione in aula all'ultimo momento come in passato. Il Presidente del Consiglio, che è stato Presidente della Giunta nella passata legislatura, può confermare ciò per diretta conoscenza. La votazione in Commissione è stata rinviata due volte: sono stati forniti i chiarimenti richiesti, è stata portata in Commissione tutta la documentazione necessaria. Mi stupisce che adesso manchino degli elementi. Verifichiamolo, ma siamo di opinione che nulla manchi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Ieri eravamo assenti ed è stato un male. Non è nel nostro costume disertare le Commissioni, ma una serie concomitante di circostanze ce lo ha impedito. La questione è che i Consiglieri devono poter conoscere i documenti.
Chiediamo la sospensione di un'ora dei lavori del Consiglio oppure il rinvio dell'argomento alla prossima seduta in modo da poter fare un dibattito ordinato. L'assestamento non è un atto accessorio, ma è il completamento della manovra di bilancio. Sappiamo che qualche rilievo va fatto.



PRESIDENTE

La richiesta di una sospensione di un'ora su questo problema non mi pare cosa impossibile. Abbiamo una serie di deliberazioni votate in Commissione all'unanimità che possiamo esaminare nel frattempo.
Se non avete nulla in contrario possiamo passare all'esame di tali deliberazioni.


Argomento: Spesa socio - assistenziale

Esame proposta di deliberazione n. 247: "Fondo per la gestione dei servizi socio-assistenziali di cui alla L.R. 23/8/1982, n. 20. Riparto di fondi per l'assistenza agli ospiti della disciolta ONPI"


PRESIDENTE

Passiamo pertanto all'esame della proposta di deliberazione n. 247: "Fondo per la gestione dei servizi socio-assistenziali di cui alla L.R.
23/8/1982, n. 20. Riparto di fondi per l'assistenza agli ospiti della disciolta ONPI", di cui al punto 8) all'o.d.g.
Pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 29 voti favorevoli e 1 astensione.


Argomento: Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 282: "Legge 9/8/1986, n. 467 recante norme sul calendario scolastico. Parere della Regione espresso con i poteri del Consiglio regionale ai sensi dell'art. 40 dello Statuto"


PRESIDENTE

Il punto 9) all'o.d.g. prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 282: "Legge 9/8/1986, n. 467 recante norme sul calendario scolastico.
Parere della Regione espresso con i poteri del Consiglio regionale ai senso dell'art. 40 dello Statuto".
E' una deliberazione della Giunta che si assume con i poteri del Consiglio.
La discussione è aperta.
La parola al Consigliere Sestero.



SESTERO Maria Grazia

Su questa deliberazione abbiamo discusso lungamente in Commissione. La nostra posizione non può che essere negativa ad una disposizione, come quella contenuta nella legge n. 467, secondo cui il Consiglio regionale formula un parere nel merito delle date.
Non siamo favorevoli perché riteniamo si potesse fare un'operazione che esprimesse la volontà del Consiglio regionale nel merito, una volontà che mirasse a sottolineare la necessità che non si proceda pezzo su pezzo a smantellare l'istituzione scolastica pubblica.
Questa legge da una parte riduce il calendario di quindici giorni e dall'altra, nella determinazione delle date, inserisce una serie di vacanze per il Carnevale, di cui non si sente grande necessità: è un pezzo di un progetto che non concordiamo; a questo si accompagnano costanti e ripetuti interventi ministeriali per ridurre le ore di lezione.
Quindici giorni si tolgono con una legge, su cui la maggioranza ha dato pieno consenso, tre ore per ogni insegnante si tolgono con una riduzione ormai generalizzata in tutta Italia; d'altra parte le affermazioni sulla proposta di legge per il biennio superiore fatte dal Ministro vanno in questo senso. Tutto questo ci fa ritenere che non si va nella direzione di offrire un servizio scolastico qualificato.
Nel testo della deliberazione c'è un passo che richiama la necessità che alla riduzione delle giornate di studio si accompagni una qualificazione della scuola.
La scuola non è cominciata nella pienezza delle sue funzioni il giorno 18; inoltre gli orari provvisori e il ritardo nelle nomine ci sono stati come tutti gli altri anni; i risultati non sono stati garantiti, quindi esprimiamo un voto contrario.
Abbiamo anche presentato un ordine del giorno che dovrebbe essere votato con la deliberazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, circa il calendario ci siamo espressi nel merito in sede di Commissione e non abbiamo qui motivi di fare ulteriori precisazioni.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno, ad una prima lettura, non ci pare possibile convergere. Chiederei di votare la deliberazione e valutare tale ordine del giorno nel prosieguo dei lavori.
Infatti il testo attuale, che vedo in questo momento poiché non faccio parte della VI Commissione, non può avere il nostro consenso. E' possibile cercare, con un confronto preciso a lavori chiusi, una stesura tale da raccogliere un generale consenso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mignone.



MIGNONE Andrea

Il Gruppo socialdemocratico esprimerà voto favorevole per la ratifica della deliberazione assunta dalla Giunta con la quale, avvalendosi delle facoltà concesse dalla normativa statale, ha deliberato l'apertura dell'anno scolastico per il 18 settembre.
Esprimiamo voto favorevole sulla data indicata dalla Giunta avendo acquisito il consenso dei Provveditorati e della Sovrintendenza, anche se ci rendiamo conto che questo argomento particolare potrebbe essere molto suggestivo per aprire una discussione più generale attorno alle tematiche della scuola e ai problemi ad essa connessi: da quelli dei docenti a quelli della riforma della scuola secondaria superiore, a quelli delle strutture.
Per quanto riguarda il tema specifico del calendario, non consideriamo positivamente la possibilità di apertura differenziata a seconda delle varie località.
Qualcuno voleva una misura di livello europeo. Io non mi sento di condividere questa affermazione anche perché saremmo a livello europeo soltanto per il numero di giorni di vacanza, mentre pare che non lo saremmo del tutto per quanto riguarda il livello d'insegnamento, la regolarità degli studi e la serietà dei curricula.
Da questo punto di vista, capisco anche la presentazione di un ordine del giorno da affiancare alla deliberazione; mi pare però che sarebbe più opportuno ritagliare uno spazio nei lavori del Consiglio da dedicare solo agli aspetti che riguardano lo stato della scuola in Italia, le prospettive di riforma, i curricula scolastici, la scuola media secondaria, i problemi delle strutture, della docenza, degli esami di riparazione e quindi del mercato delle lezioni private.
Oggi però dobbiamo limitarci alla ratifica della deliberazione sul calendario.
Il voto del nostro Gruppo sarà favorevole. Sarei per non introdurre ora un dibattito sulle problematiche sollevate dall'ordine del giorno per le quali credo che vi possa essere la possibilità di dedicare uno specifico dibattito in Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, sono del parere di procedere all'approvazione della deliberazione discussa e approvata a maggioranza in Commissione.
Personalmente dissento da alcune valutazioni: per questo è stata approvata a maggioranza. La interpretazione sui giorni di Carnevale ci vede su posizioni diverse; credo però sia una scelta opportuna perché nei giorni di Carnevale le scuole erano ufficialmente aperte, ma in sostanza non producevano nulla.
Forse è opportuno, visto che si riduce il calendario, riconoscere questa tradizione che è ancora molto sentita dalla gente e dai bambini.
Pertanto è opportuno approvare questa deliberazione, ferma restando la discussione sull'ordine del giorno presentato dal Gruppo comunista che sottolinea alcuni aspetti significativi, però se combiniamo ora insieme le due questioni rischiamo di creare solo della confusione.
Quindi propongo di approvare la deliberazione e di rinviare la discussione sui contenuti dell'ordine del giorno presentato dal PCI.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Alberton.



ALBERTON Ezio, Assessore all'istruzione

Credo sia giusta e ovvia la sottolineatura che un provvedimento come quello della riduzione del calendario scolastico dovrebbe accompagnarsi ad altre norme per garantire un'azione complessiva di qualificazione.
Questo era proprio quanto in sede di deliberazione la Giunta ha voluto indicare. Ci siamo trovati nella situazione di dover dare attuazione a una responsabilità e non possiamo non evidenziare come un'approvazione della legge in sede nazionale nel mese di agosto, e quindi nei tempi immediatamente precedenti l'apertura del nuovo anno scolastico, ha creato dei problemi in più oltre quelli che già di per sé poteva creare.
Desidero spiegare ancora una volta le linee guida che ci hanno ispirato nella scelta di questo tipo di calendario. Il Consigliere Sestero diceva che 'l'anno scolastico non è iniziato sostanzialmente il 18 settembre. Le verifiche che possono essere fatte comprovano che l'inizio dell'anno scolastico è stato più tranquillo che non in altri anni, se prescindiamo da un problema particolare, anche se molto rilevante, che è quello dell'introduzione dell'ora di religione: al netto di questo, qualcosa è migliorato per quanto riguarda l'avvio normale delle lezioni e l'aver avuto a disposizione quei giorni in più ha agevolato questa situazione.
Non dimentichiamo che la proposta di ritardare l'avvio dell'anno scolastico venne fatta perché pensavamo che in quel periodo di tempo fosse realizzabile il processo di aggiornamento anche degli insegnanti che probabilmente non ha potuto avvenire proprio in relazione al fatto che la legge è stata approvata a ridosso del suo primo avvio.
Non per destinare vacanze al fenomeno carnevalesco si è scelto quel periodo intermedio, ma, pressati anche dalle esigenze degli operatori turistici, si è ritenuto che quel periodo meglio si adeguasse al calendario così come era stato previsto dalla legge nazionale.
Non posso non evidenziare un problema che è emerso successivamente alla nostra deliberazione. Voi sapete che con circolare del Ministro della Pubblica Istruzione è stata emanata una norma aggiuntiva per quel che riguarda i viaggi di studio. Premessa la necessità, a mio parere, di una definizione più corretta di che cosa si intenda - e qui è necessario che il complesso della scuola aiuti a definirlo meglio - per viaggio di studio, le norme attualmente emanate impongono che essi si realizzino per un giorno solo e possono essere programmati all'interno del calendario scolastico gli altri dovrebbero essere concentrati nei periodi di vacanza.
Ciò comporta degli, squilibri nell'utilizzo ad esempio delle stazioni turistiche: credo che, qualora ci fosse una migliore definizione di questo tipo di attività scolastica, la Regione potrebbe verificare con le Organizzazioni scolastiche la possibilità di rendere più elastico almeno qualche giorno del programma di vacanze proprio per addivenire ad una distribuzione più ripartita nel tempo di quanto avviene oggi. Però - ripeto a monte ci sta una verifica su come si intende impostare queste attività che se sono di vacanza non possono essere fatte che nei giorni di vacanza se sono di studio devono trovare un'organizzazione diversa.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno la Giunta è disponibile ad un confronto, perché cosa come è formulato non è accettabile.



PRESIDENTE

Sappiamo che le posizioni sull'ordine del giorno possono non essere convergenti, per cui si potrebbe rinviare alla prossima seduta la votazione anche per valutare se è possibile raggiungere una posizione unitaria.
La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Desidero porre la questione sul sistema dei rapporti.
Vengono presentate con ordini del giorno delle iniziative, giuste o sbagliate che siano, e significativamente vengono presi, seduta stante degli impegni a rivedere i testi degli ordini del giorno al fine di trovare una posizione unitaria. Ma, se non ci ricordiamo degli impegni che vengono presi, le cose non vengono più riportate, né mi risulta che gli impegni presi vengano ricordati nella riunione dei Capigruppo.
Presidente, su questo caso non c'è altro da fare che rimandare, come diceva la collega Sestero; ma mi chiedo se devo portarmi un registratore alla Conferenza dei Capigruppo per ricordare quello che si era detto.



PRESIDENTE

Questo ordine del giorno viene iscritto per la prossima seduta. Le opinioni che sono espresse in determinati ambiti non coincidono, quindi è bene che si prenda atto di questo.
Pongo ora in votazione la deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 20 voti favorevoli, 9 contrari e 2 astensioni.


Argomento: Gruppi consiliari - Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Esame legge rinviata dal Governo relativa a: "Modificazioni alla L.R. 10/11/1972, n. 12 (e successive modifiche) e alla L.R. 8/6/1981, n. 20"


PRESIDENTE

Il punto 10) all'o.d.g. prevede l'esame della legge rinviata dal Governo relativa a: "Modificazioni alla L.R. 10/11/1972, n. 12 (e successive modifiche) e alla L.R. 8/6/1981, n. 20".
Non essendovi interventi possiamo passare alla votazione del relativo articolato.
Art. 1 "L'art. 1 della L.R. 8/6/1981, n. 20, è sostituito dal seguente: 'Il personale occorrente per il funzionamento dei Gruppi consiliari è assegnato a ciascun Gruppo dalla Giunta regionale su proposta dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio, entro i seguenti limiti: a) due unità per ogni Gruppo consiliare costituito a norma di Regolamento cui siano iscritti fino a due Consiglieri, di cui 1 di qualifica funzionale non superiore alla VI e 1 di qualifica funzionale non superiore all'VIII b) tre unità per ogni Gruppo consiliare costituito a norma di Regolamento cui siano iscritti da 3 a 4 Consiglieri, di cui 2 di qualifica funzionale non superiore alla VI e 1 di qualifica funzionale non superiore all'VIII c) quattro unità per ogni Gruppo consiliare costituito a norma di Regolamento cui siano iscritti da 5 a 10 Consiglieri, di cui 2 di qualifica funzionale non superiore alla VI e 2 di qualifica funzionale non superiore all'VIII d) sette unità per ogni Gruppo consiliare costituito a norma di Regolamento cui siano iscritti oltre 10 Consiglieri, di cui 3 di qualifica funzionale non superiore alla VI e 4 di qualifica funzionale non superiore all'VIII"'.
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 33 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
Art. 2 "L'art. 3 della L.R. 10/11/1972, n. 12, come modificato dall'art. 1 della L.R. 9/12/1980, n. 78, è sostituito dal seguente: 'Per il funzionamento dei Gruppi consiliari sono previsti, a carico del bilancio del Consiglio, contributi mensili rappresentati da: a) una quota fissa di L. 1.300.000 per ciascun Gruppo indipendentemente dalla sua consistenza numerica b) una quota variabile ragguagliata a L. 500.000 per ogni Consigliere regionale iscritto al Gruppo'".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 30 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
Art. 3 "All'onere finanziario derivante dall'applicazione dell'art. 1 della presente legge si fa fronte, per l'anno in corso: per quanto riguarda il personale di cui all'art. 2 della L.R. 8/6/1981 n. 20, con lo stanziamento iscritto al cap. 200-220 dello stato di previsione della spesa all'ipotesi di cui all'art. 7 della stessa legge, con lo stanziamento iscritto al cap. 50 dello stato di previsione stesso in relazione ad un onere annuo presunto di L. 160.000.000.
All'onere finanziario annuo di L. 219.600.000 derivante dall'applicazione dell'art. 2 della presente legge si fa fronte con lo stanziamento iscritto al cap. 50 dello stato di previsione della spesa.
Per gli anni successivi si farà fronte con gli stanziamenti iscritti ai corrispondenti capitoli dei bilanci regionali".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 30 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 2 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Pongo ora in votazione l'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 31 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Variazioni di bilancio

Esame proposta di deliberazione n. 285: "Quarto prelievo dal fondo di riserva di cassa di cui al cap. n. 12900 dello stato di previsione della spesa del bilancio 1986, della somma di L. 70.853.366"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della proposta di deliberazione n. 285: "Quarto prelievo dal fondo di riserva di cassa di cui al cap. n. 12900 dello stato di previsione della spesa del bilancio 1986, della somma di lire 70.853.366", di cui al punto 12) all'o.d.g.
Pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 27 Consiglieri presenti.


Argomento: Variazioni di bilancio

Esame proposta di deliberazione n. 287: "Quinto prelievo dal fondo di riserva di cassa di cui al cap. n. 12900 dello stato di previsione della spesa del bilancio 1986, della somma di L. 1.321.092.970, per consentire pagamenti relativi alla gestione dei residui"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 13) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 287: "Quinto prelievo dal fondo di riserva di cassa di cui al cap. n. 12900 dello stato di previsione della spesa del bilancio 1986 della somma di lire l.321.092.970, per consentire pagamenti relativi alla gestione dei residui." Pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.


Argomento: Tossicodipendenza

Esame proposta di deliberazione n. 261: "Ampliamento della pianta organica provvisoria dell'U.SS.L. n. 52 di Galliate, mediante l'istituzione di n. 1 posto di assistente medico area funzionale di prevenzione e sanità pubblica - addetto al servizio di tossicodipendenze"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora la proposta di deliberazione n. 261: "Ampliamento della pianta organica provvisoria dell'U.SS.L. n. 52 di Galliate, mediante l'istituzione di n. 1 posto di assistente medico - area funzionale di prevenzione e sanità pubblica - addetto al servizio di tossicodipendenze" di cui al punto 14) all'o.d.g.
Pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.


Argomento: Psichiatria

Esame, proposta di deliberazione n. 262: "Ampliamento della pianta organica provvisoria dell'U.SS.L. n. 63 di Saluzzo, finalizzato all'attuazione della legge 13/5/1978, n. 180"


PRESIDENTE

Esaminiamo la proposta di deliberazione n. 262: "Ampliamento della pianta organica provvisoria dell'U.SS.L. n. 63 di Saluzzo, finalizzato all'attuazione della legge 13/5/1978, n. 180", di cui al punto 15) all'o.d.g.
Pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 34 voti favorevoli e 1 astensione.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 284: "Ampliamento della pianta organica provvisoria dell'U.SS.L. n, l/23 di Torino, finalizzato all'attuazione della legge 22/12/1975, n. 685"


PRESIDENTE

Il punto 16) all'o.d.g. prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 284: "Ampliamento della pianta organica provvisoria dell'U.SS.L. n. l/23 di Torino, finalizzato all'attuazione della legge 22/12/1975, n. 685".
Ha chiesto di parlare il Consigliere Acotto. Ne ha facoltà.



ACOTTO Ezio

Interveniamo perché quanto si è detto e sostenuto in Commissione rimanga agli atti del Consiglio, possibilmente attraverso una presa di posizione da parte dell'Assessore, responsabile del settore.
Questa deliberazione, per la prima volta, riconosce nel ruolo sanitario il personale con la qualifica di assistente sociale.
Questa figura compare già nel decreto che regola questa materia, pero finora il comportamento del governo regionale era di non considerare valido l'ampliamento delle piante organiche per quanto riguarda questa figura.
E' la prima volta che questo si verifica e si verifica in relazione al settore delle tossicodipendenze. Noi conveniamo sulla opportunità che questo provvedimento venga assunto e vorremmo chiedere che una apposita direttiva, una apposita indicazione regionale valga non solo per l' U.SS.L.
l/23 ma anche per tutte le altre UU.SS.SS.LL. regolamentando quindi l'impiego dell'assistente sociale nel ruolo sanitario.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Olivieri.



OLIVIERI Aldo, Assessore alla sanità

Non sono così entusiasta di questa deliberazione, ovvero sono entusiasta sul piano della volontà che i servizi beneficino di questa figura anche perché è una materia che ha un'articolazione complessa di interventi.
In genere però, anche se è proclamata a larghe lettere da parte degli Enti locali, nella realtà dei fatti vi é molta insensibilità e, come sempre, si scarica tutto sulla sanità. Va benissimo, per carità: per sarebbe bene che questo fosse un esempio anche per gli altri e non soltanto un esempio da seguire nell'ambito della sanità.
Chi mi ha capito, tanto meglio. Chi non vuol capirmi, pazienza!



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 33 voti favorevoli e 1 astensione.


Argomento: Tossicodipendenza

Esame proposta di deliberazione n. 276: "Riconoscimento come ente ausiliare, ai sensi della legge 22/12/1975, n. 685 e della L.R. 23/12/1977 n. 62, dell'Associazione 'Gruppo Abele', per l'attività di riabilitazione dei soggetti tossicodipendenti, svolta presso le sedi operative di: l) Via Bologna n. 164 - Torino; 2) Via Pianezza n. 108 - Torino"


PRESIDENTE

Il punto 17) all'o.d.g. prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 276: "Riconoscimento come ente ausiliare, ai sensi della legge 22/12/1975, n. 685 e della L.R. 23/12/1977 n. 62, dell'Associazione 'Gruppo Abele', per l'attività di riabilitazione dei soggetti tossicodipendenti svolta presso le sedi operative di: 1) Via Bologna n. 164 - Torino; 2) Via Pianezza n. 108 - Torino".
Pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.


Argomento: Tossicodipendenza

Esame proposta di deliberazione 'n. 277: "Riconoscimento come ente ausiliare, ai sensi della legge 22/12/1975 n. 685 e della L.R. 23/12/1977 n. 62, dell'Associazione 'Alternativa A', per l'attività di, riabilitazione dei soggetti tossicodipendenti, svolta presso le sedi operative di: 1) 'Casa Rosa' di Trontano (NO); 2) 'Noga' di Villadossola (NO)"


PRESIDENTE

Il punto 18) all'o.d.g. prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 277: "Riconoscimento come ente ausiliare, ai sensi della legge 22/12/1975 n. 685 e della L.R. 23/12/1977 n. 62, dell'Associazione.
'Alternativa A', per l'attività di riabilitazione dei soggetti tossicodipendenti, svolta presso le sedi operative di: 1) 'Casa Rosa' di Trontano (NO); 2) 'Noga' di Villadossola (NO)".
Pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.


Argomento: Tossicodipendenza

Esame proposta di deliberazione n. 278: "Riconoscimento come ente ausiliare, ai sensi della legge 22/12/1975 n. 685 e della L.R. 23/12/1977 n. 62, dell'Associazione 'Comunità di Gorra', per l'attività di riabilitazione dei soggetti tossicodipendenti, svolta presso la sede operativa di Benevagienna"


PRESIDENTE

Il punto 19) all'o.d.g. prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 278: "Riconoscimento come ente ausiliare, ai sensi, della legge 22/12/1975 n. 685 e della L.R. 23/12/1977 n. 62, dell'Associazione 'Comunità di Gorra', per l'attività di riabilitazione dei soggetti tossicodipendenti, svolta presso la sede operativa di Benevagienna".
Pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglièri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.


Argomento: Tossicodipendenza

Esame proposta di deliberazione n. 279: "Riconoscimento come ente ausiliare, ai sensi della legge 22/12/1975 n. 685 e della L.R. 23/12/1977 n. 62, dell'Associazione 'Comunità Casa dell'Ospitalità', per l'attività di riabilitazione dei soggetti tossicodipendenti, svolta presso la sede operativa di Ivrea - Via Burolo, 41/C"


PRESIDENTE

Il punto 20) all'o.d.g. prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 279: "Riconoscimento come ente ausiliare, ai sensi della legge 22/12/1975 n. 685 e della L.R. 23/12/1977 n. 62, dell'Associazione 'Comunità Casa dell'Ospitalità', per l'attività di riabilitazione dei soggetti tossicodipendenti, svolta presso la sede operativa di Ivrea - Via Burolo, 41/C".
Pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.


Argomento: Tossicodipendenza

Esame proposta di deliberazione n. 280: "Riconoscimento come ente ausiliare, ai sensi della legge 22/12/1975 n. 685 e della L.R. 23/12/1977 n. 62, dell'Associazione 'S. Maria della Rotonda', per l'attività di riabilitazione dei soggetti tossicodipendenti, svolta presso la sede operativa di Agliè - Borgata S. Maria, 42"


PRESIDENTE

Il punto 21) all'o.d.g. prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 280: "Riconoscimento come ente ausiliare, ai sensi della legge 22/12/1975 n. 685 e della L.R. 23/12/1977 n. 62, dell'Associazione 'S.
Maria della Rotonda', per l'attività di riabilitazione dei soggetti tossicodipendenti, svolta presso la sede operativa di Agliè - Borgata S.
Maria, 42".
Pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.


Argomento: Tossicodipendenza

Esame proposta di deliberazione n. 281: "Riconoscimento come ente ausiliare, ai sensi della legge 22/12/1975 n. 685 e della L.R. 23/12/1977 n. 62, dell'Associazione 'Gruppo Abele', per l'attività di riabilitazione dei soggetti tossicodipendenti, svolta presso la sede operativa di San Mauro Torinese"


PRESIDENTE

Il punto 22) all'o.d.g. prevede l'esame della proposta di deliberazione, n. 281: "Riconoscimento come ente ausiliare, ai sensi della legge 22/12/1975 n. 685 e della L.R. 23/12/1977 n. 62, dell'Associazione 'Gruppo Abele', per l'attività di riabilitazione dei soggetti tossicodipendenti, svolta presso la sede operativa di San Mauro Torinese".
Pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.


Argomento: Tossicodipendenza

Esame proposta di deliberazione n. 288: "Riconoscimento come ente ausiliare, ai sensi della legge 22/12/1975 n. 685 e della L.R. 23/12/1977 n. 62, dell'Associazione 'Mastropietro &C.', per l'attività di riabilitazione dei soggetti tossicodipendenti, svolta presso la sede operativa di Cuorgné, Via Marconi n. 1"


PRESIDENTE

Il punto 23) all'o.d.g. prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 288: "Riconoscimento come ente ausiliare, ai sensi della legge 22/12/1975 n. 685 e della L.R. 23/12/1977 n. 62, dell'Associazione 'Mastropietro &C.', per l'attività di riabilitazione dei soggetti tossicodipendenti, svolta presso la sede operativa di Cuorgné, Via Marconi n. 1".
Pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Ordine del giorno relativo al trattamento di malattia dei lavoratori occupati nei cantieri di lavoro


PRESIDENTE

E' stato presentato un ordine del giorno relativo al trattamento di malattia dei lavoratori occupati nei cantieri di lavoro, firmato dai Consiglieri Amerio, Brizio, Mignone, Genovese, Rossa, Ferrara, Staglianò e Minervini.
Pongo in votazione tale ordine del giorno. Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerato che ad un quesito posto dalla Regione intorno al trattamento di malattia dei lavoratori dei cantieri di lavoro della legge regionale 55 il Ministero del Lavoro (e conformemente l'INPS) rispondeva escludendo il riconoscimento del periodo di malattia ed il conseguente trattamento economico per questi lavoratori considerato anche che a seguito di tale parere la Regione ha dovuto emanare conseguenti disposizioni ai Comuni; considerato inoltre che la posizione del Ministero del Lavoro appare non accettabile, in quanto: la legge 418 prevede esplicitamente il trattamento di malattia per questi lavoratori e fissa persino le percentuali di contribuzione, ed a questa normativa fa riferimento la legge regionale 55 la considerazione dei cantieristi come semplici disoccupati, come si evince dal parere ministeriale, avrebbe conseguenze non solo sull'indennità di malattia, ma su tutti gli aspetti contributivi, assicurativi e previdenziali constatato che anche recentemente l'Assessorato regionale competente ha nuovamente richiesto al Ministero il riconoscimento dell'indennità di malattia impegna la Giunta 1) ad intervenire sollecitamente sul Ministero del Lavoro, anche promuovendo un apposito incontro per modificarne il parere, nell'ambito della piena applicazione della legge 418, allo scopo e, se del caso, a richiedere alle competenti Commissioni parlamentari l'interpretazione autentica della legge 418, nella convinzione che esse affermino, senza possibilità di equivoco, il diritto dei cantieristi al trattamento di malattia 2) a.sollecitare in tale occasione una normativa nazionale sui cantieri come forma moderna e ormai sperimentata di politica attiva del lavoro 3) a ricercare ed attuare, in assenza di un riscontro positivo del Governo nuove e diverse soluzioni a livello regionale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Ordine del giorno relativo al bando per il reclutamento di 300 allievi guardie forestali di solo sesso maschile


PRESIDENTE

Vi è un altro ordine del giorno relativo al bando per il reclutamento di 300 allievi guardie forestali di solo sesso maschile, firmato dai Consiglieri Cernetti, Fassio, Sestero, Bresso, Vetrino, Dameri, Marchiaro e Minervini.
Pongo in votazione tale ordine del giorno.
Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale del Piemonte con riferimento al bando per il reclutamento di 300 allievi guardie forestali pubblicato sulla G.U. n. 137 del 16/6/1986 che prevede l'assunzione di cittadini italiani di solo sesso maschile in conformità della decisione della VI Sezione del Consiglio di Stato n. 630/83 in data 1 aprile 1983 sottolinea la grave difformità di tali norme rispetto al dettato della legge nazionale 903/77 che stabilisce la parità di trattamento tra i sessi in materia di lavoro si impegna a .sollecitare 'la Commissione regionale per la realizzazione delle pari opportunità fra uomo e donna', di cui alla legge oggi stesso approvata all'unanimità dal Consiglio regionale, affinché al momento del suo insediamento assuma prioritariamente l'impegno di individuare le disposizioni e le norme anacronistiche e discriminanti presenti nel corpo delle leggi nazionali e regionali rispetto alla parità di trattamento fra i sessi in materia di lavoro e a sviluppare le azioni positive adeguate invita il Parlamento italiano ad assumere tempestivamente tutte le iniziative atte a rimuovere queste ed altre norme presenti in leggi nazionali settoriali gravemente discriminanti nei confronti delle cittadine italiane.per renderle coerenti con le disposizioni di cui alla legge nazionale 903/77".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche) - Attivita' di promozione

Esame progetto di legge n. 162: "Modifiche alla L.R. 28/8/1978 n. 58 'Promozione della tutela e dello sviluppo delle attività e dei beni culturali"'


PRESIDENTE

Esaminiamo ora il progetto di legge n. 162: "Modifiche alla L.R.
28/8/1978 n. 58 'Promozione della tutela e dello sviluppo delle attività e dei beni culturali"', di cui al punto 11) all'o.d.g.
Il relatore Consigliere Villa dà per letta la relazione.
Non essendovi interventi, passiamo alla, votazione del relativo articolato.
Art. 1 "Alla fine del quarto comma dell'art. 2 della L.R. 28/8/1978 n. 58, sono aggiunte, dopo le parole 'legislatura regionale', le seguenti parole: 'e decadono alla fine della stessa"'.
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 35 hanno risposto SI. 33 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 1 è approvato.
Art. 2 "Dopo l'art. 3 è inserito il seguente articolo 3 bis: 'All'inizio di ogni legislatura, nel periodo necessario alla designazione dei membri della Consulta e all'adozione dei provvedimenti istitutivi della stessa, la Giunta regionale non 'é tenuta all'acquisizione del parere previsto dalle leggi vigenti. Nella seduta di insediamento della Consulta l'Assessore regionale alla cultura terrà una relazione illustrativa dell'attività svolta nelle more della sua costituzione' ".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 24 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
Art. 3 "La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'art. 45 dello Statuto regionale ed entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 32 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 3 è approvato.
Pongo ora in votazione l'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 7 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Nomine

Nomine


PRESIDENTE

Passiamo al punto 25) all'o.d.g. che reca: "Nomine".
La parola al Consigliere Cerchio, Presidente della Commissione consultiva per le nomine.



CERCHIO Giuseppe

Colleghi Consiglieri, vengono oggi presentate alla votazione del Consiglio alcune nomine fra quelle calendarizzate per il mese di maggio come da deliberazione del Consiglio regionale n. 114 del 20 marzo 1986 pubblicate sul Bollettino Ufficiale, supplemento n. 12 del 29 marzo 1986 nonché alcune fra quelle calendarizzate per il mese di luglio come da comunicato della Commissione Nomine pubblicato sul Bollettino Ufficiale n.
19 del 14/5/1986.
Nei termini prescritti sono pervenute alla Presidenza del Consiglio le proposte di candidature per le nomine presentate dai Gruppi Consiliari.
La Commissione consultiva per le nomine ha preso in esame tali proposte insieme alle designazioni pervenute da associazioni, enti esterni e singoli cittadini e trasmesse dall'Ufficio di Presidenza ed ha espresso il parere previsto al primo comma dell'art. 8 della legge regionale n. 10.
In diverse sedute ha espresso parere favorevole, all'unanimità dei presenti, per le seguenti nomine e precisamente: nella seduta del 16/9/1986: Comitato consultivo per la pesca; Commissione regionale per la gestione della pesca; Teatro Stabile; Parco naturale dei Laghi di Avigliana; Associazione Nazionale Museo del Cinema; Consiglio nazionale per i Beni Culturali ed ambientali; Consiglio Nazionale per l'ambiente; Comitato misto paritetico Regione - Autorità Militari sulla nuova regolamentazione delle servitù militari nella seduta del 26/9/1986: Parco naturale Argentera; Parco naturale Gran Bosco di Salbertrand; Comitato tecnico - scientifico di supporto alla politica regionale dei parchi; Comitato regionale paritetico per i Beni culturali nella seduta del 7/10/1986: Consulta regionale per la tutela della fauna e disciplina della caccia; Commissione regionale della cooperazione Consulta regionale per i Beni culturali; Commissione per la formazione professionale; Commissione di disciplina sanità; STEF; IPLA; CO.RE.CO. del Verbano - Cusio - Ossola; Commissione tecnica di vigilanza farmaceutica Provincia di Torino; stessa Commissione di vigilanza farmaceutica per la Provincia di Vercelli.
Poiché per alcune nomine sono state presentate più candidature, sono state predisposte dall'Ufficio di Presidenza liste di votazioni su cui si effettueranno le operazioni di voto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Per quanto riguarda il Parco naturale dei Laghi di Avigliana è stato detto che il candidato del PSI è stato ritirato il 16 settembre. Poiché il 16 settembre ero presente alla riunione, posso dire di non aver ritirato nessun candidato socialista, non lo vedo qui scritto. Chiedo che venga inserito o che venga rinviata la votazione.



PRESIDENTE

Il Consigliere Ala chiede di parlare in ardine alla Consulta regionale per la tutela della fauna e la disciplina della caccia. Ne ha facoltà.



ALA Nemesio

Per quanto riguarda la Consulta regionale per la tutela della fauna e la disciplina della caccia volevo solo far apparire nei verbali dei lavori odierni il profondo dissenso della Lista Verde che ritiene altresì di interpretare in questo caso anche le diverse associazioni naturalistiche e protezionistiche operanti nella Regione, per il fatto che in sede di Commissione Nomine si sia in un primo tempo considerato di inserire, tra le associazioni naturalistiche e protezionistiche operanti nella Regione anche l'Associazione CONI Ekoclub e che quindi ora questa associazione compaia, con il nome di un proprio designato, nella scheda della Consulta regionale, in rappresentanza del mondo naturalistico e protezionistico.
Invito i colleghi di tutti i Gruppi e di tutti i partiti a non tenere conto di questa designazione, anche per evitare l'adozione in tempi successivi, da parte delle associazioni ecologiche, di provvedimenti necessari per 1a tutela della qualità e dell'intervento delle associazioni naturalistiche e protezionistiche.
In aggiunta, vorrei far presente che, di fronte ad una richiesta avanzata dal mio Gruppo e da altri, in sede di Commissione Nomine, ed indirizzata alle associazioni che compaiono nella scheda di votazione (Pro Natura, WWF, Italia Nostra, ENPA, LIPU, CONI Ekoclub e Lega Ambiente) affinché producessero lo Statuto dell'associazione, alla data dell'ultima riunione della Commissione Nomine risultavano essere pervenuti gli Statuti di tutte le associazioni meno quello del CONI Ekoclub.
Questa è un'ulteriore prova di come la stessa associazione non ritenga possibile documentare, alla Commissione la sua caratteristica di associazione naturalistica e protezionistica e che quindi l'associazione stessa andasse di fatto considerata non ammissibile, non esistendone i requisiti.
Per di più, il tutto, come credo sia noto ai Consiglieri, viene inserito in una Consulta che è a stragrande maggioranza composta da cacciatori o sostenitori dei cacciatori, che compaiono anche in quelle vesti in cui non sarebbe necessario comparissero. Li ritroviamo, 'infatti non solo all'interno delle loro associazioni, ma anche all'interno delle categorie degli esperti. Non è certo stata notevole la sensibilità dei partiti e dei vari enti designanti al cui interno hanno finito con il prevalere, come sempre, gli interessi venatori e non gli interessi protezionistici.
Il mio è un invito ai colleghi di tutti i Gruppi e di tutti gli schieramenti affinché, almeno all'interno delle nomine dei rappresentanti delle associazioni naturalistiche, prevalgano e siano fatti salvi gli interessi degli amanti e dei difensori della natura e degli animali.



PRESIDENTE

Ringrazio il Consigliere Ala delle precisazioni, le quali sono state messe a verbale.
La parola all'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore al turismo

Volevo precisare che la sigla è ENPA, non EMPA.
Per quanto riguarda quanto diceva poc'anzi il Consigliere Ala devo far presente che la legge n. 60 fa specifico riferimento al controllo delle attività ed ha ragione Ala nel porre il problema. La scelta è stata fatta dalla Commissione e non dall'Assessorato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

In sede di Commissione Nomine si è ritenuto di dover difendere un'impostazione per cui le associazioni protezionistiche siano considerate tali.
Mentre le associazioni con altri scopi originari, che poi hanno sviluppato, magari a mo' di testa di ponte, delle specializzazioni didattiche generiche sull'ambiente, non hanno questo titolo.
Devo dire che è stata una forzatura la richiesta al CONI Ekoclub. Spero che il voto veda tutti responsabilmente attestati sulle associazioni naturalistiche.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Esiste un elemento di carattere formale sul quale bisogna fare chiarezza e cioè l'esistenza o meno di un requisito richiesto. Ho l'impressione che la Presidenza dovrebbe accertare il Consiglio dell'esistenza o meno di questo elemento che può essere un elemento sul quale i Consiglieri possono ritenere di assumere una decisione.
Mi pare improprio e non accettabile che qualcuno in questa sede ritenga di parlare a nome delle associazioni naturalistiche.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cerchio in qualità di Presidente della Commissione consultiva per le Nomine.



CERCHIO Giuseppe

Molto semplicemente e senza nessuna interpretazione, come Presidente della Commissione Nomine, vorrei far presente ai colleghi che hanno pubblicizzato legittimamente la propria posizione che l'individuazione degli enti titolati ad esprimere candidature è stata assunta con deliberazione del Consiglio regionale.
In sostanza, questa assemblea, nella sua autonomia, ha individuato gli enti che riteneva di individuare come enti naturalistici e protezionistici e come tali questi enti sono stati richiesti di segnalare le candidature.
Gli enti individuati sono 7 e 5 sono i nomi da votare; l'assemblea ha diritto di esprimersi scegliendone 5 sui 7 che hanno titolarità deliberata con deliberazione del Consiglio regionale.
Non c'è nessuna forzatura né da .parte della Commissione né da parte dei partiti.



PRESIDENTE

La spiegazione è chiara, quindi potete esprimere il vostro voto.
Si distribuiscano le schede per le seguenti nomine.
Comitato consultivo regionale per la pesca (art. 3, L.R. 18/2/1981, n.
7). Nomina di 1 rappresentante dell'UNCEM.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Roberto Giudici.
Comitato consultivo regionale per là pesca (art. 3, L.R. 18/2/1981, n.
7). Nomina di 2 rappresentanti delle Cooperative dei pescatori di mestiere operanti nella Regione.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Guido Gottardi e Giancarlo Berta (Unione Regionale Piemontese della Cooperazione).
Comitato consultivo regionale per la pesca (art. 3, L.R. 18/2/1981, n.
7). Nomina di 3 rappresentanti FIPS.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Antonio Mandrino, Gabriele Giraudo e Sergio Perosino (FIPS).
Comitato consultivo regionale per la pesca (art. 3, L.R. 18/2/1981, n.
7). Nomina di 1 rappresentante per ciascuna delle Associazioni riconosciute ai sensi dell'art. 20 L.R. 7/81.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto i signori Adriano Platano (Società Pescatori Val Varaita), Germano Avalle (Associazione Pescatori Sportivi M.C.F. Simpa), Giuseppe Vitale (Associazione Italiana Libera Pesca), Claudio Belcastro (Unione Nazionale Enalcaccia, pesca e tiro), Arturo Pugno (Società Valsesiana Pescatori Sportivi), Mario Dassetto (Associazione Italiana Cultura e Sport), Marco Baragioli (Associazione Dilettanti di Novara), Erasmo Perotto (Associazione Pescatori Val Susa), Pietro Bosio (Società Pescatori Valli Po e Valle Varaita), Enrico Bargiga (Associazione Volontaria Pesca "Montanari Ossolani") e Marco Dallerive (ARCI Pesca Piemonte).
Comitato consultivo regionale per la pesca (art. 3, L.R. 18/2/1981, n.
7). Nomina di 3 esperti della Facoltà di Scienze M.F.N., Agraria e Veterinaria.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Elso Lodi (Facoltà di Scienze), Italo Currado (Facoltà di Agraria) e Gilberto Forneris (Facoltà di Veterinaria).
Comitato consultivo regionale per la pesca (art. 3, L.R. 18/2/1981, n.
7). Nomina di 1 rappresentante della Federazione Sindacale Unitaria designato dall'Organizzazione regionale.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Enrico Amadori.
Commissione regionale per la gestione della pesca (art. 19, L.R.
18/2/1981, n. 7). Nomina di 1 rappresentante di ciascun Comitato Provinciale servizio federale acque, lett. b), art. 16, regolamento generale FIPS E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Sergio Perosino (Comitato provinciale di Torino), Roberto Valente (Comitato provinciale di Alessandria), Antonio Mandrino (Comitato provinciale di Vercelli), Angelo Ramella (Comitato provinciale di Novara), Gabriele Giraudo (Comitato provinciale di Cuneo) e Arturo Gherlone (Comitato provinciale di Asti).
Commissione regionale per la gestione della pesca (art. 19, L.R.
18/2/1981, n. 7). Nomina di 1 rappresentante per ciascuna delle organizzazioni piscatorie, riconosciute ai sensi dell'art. 20, L.R. 7/81.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Adriano Platano (Società Pescatori Val Varaita), Germano Avalle (Associazione Pescatori Sportivi M.C.F. Simpa), Giuseppe Vitale (Associazione Italiana Libera Pesca), Mariano Ferraro (Unione Nazionale Enalcaccia, pesca e tiro), Arturo Pugno (Società Valsesiana Pescatori Sportivi), Franco Salassa (Associazione Italiana Cultura e Sport), Marco Baragioli (Associazione Dilettanti di Novara), Angelo Chiolero (Associazione Pescatori Val Susa), Pietro Bosio (Società Pescatori Valli Po e Valle Varaita) ed Enrico Bargiga (Associazione Volontaria Pesca "Montanari Ossolani").
Commissione regionale per la gestione della pesca (art. 19, L.R.
18/2/1981, n. 7). Nomina di 2 rappresentanti degli Enti di promozione operanti nella Regione nel settore pesca.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Luigi Fiora (ARCI Pesca Piemonte) ed Eros Dassetto (AICS).
Teatro Stabile di Torino (art. 5, lett. d, dello Statuto relativo) Comitato amministrativo. Nomina di 2 membri.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Nicola Orengo e Stefano Nello Streri.
Teatro Stabile di Torino (art. 5, lett. d, dello Statuto relativo) Collegio Revisori dei Conti. Nomina di 1 membro effettivo.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Maurizio Puddu.
Parco naturale dei Laghi di Avigliana (L.R. 16/6/1980, n. 46). Nomina di 3 rappresentanti e di 3 esperti zoologo, botanico e idrobiologo.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti rappresentanti i signori Deggio Paiola, Cesare Marletto, Gianfranco Ferraudo ed esperti Laura Castagneri (botanico), Elso Lodi (idrobiologo) e Remo Tabasso (zoologo).
Associazione Nazionale Museo del Cinema (art. 3 Statuto relativo) Consiglio direttivo. Nomina di 2 componenti.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Lorenzo Ventavoli e Giovanni Zanetti.
Consiglio Nazionale per i Beni Culturali ed Ambientali (art. 4, D.P.R. n.
805/75). Nomina di 1 rappresentante.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Ezio Alberton.
Consiglio Nazionale per l'Ambiente (art. 12, L. 8/7/1986, n. 349). Nomina di 1 rappresentante della Regione Piemonte.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Eugenio Maccari.
Comitato misto paritetico Regione - Autorità Militari sulla nuova regolamentazione delle servitù militari (art. 3, L. 24/12/1976, n. 89$).
Nomina di 6 membri effettivi e di 6 membri supplenti.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Enrico Cornaglia, Ernesto Arnaud, Mario Aubert, Pier Luigi Bor, Isacco Nahoum Luigi Rivalta (membri effettivi) e Roberto Diana, Domenico Spagnolo, Cesare Volpiano, Ugo Papurello, Ezio Acotto e Claudio Canal (membri supplenti).
Parco naturale dell'Argentera (art. 5, L.R. 30/5/1980, n. 65) - Consiglio direttivo. Nomina di 3 rappresentanti.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Guglielmo Castellano, Antonio Asselle e Mario Bertoldi.
Parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand (art. 5, L.R. 20/5/1980, n.
51). Nomina di 3 rappresentanti.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Pietro Simonelli, Dante Letilloy e Angelo Bonnet.
Comitato tecnico - scientifico di supporto alla politica dei parchi e delle riserve naturali (Del. C.R. del 26/1/1980, n. 579). Nomina di 2 veterinari sentita la Facoltà di Medicina Veterinaria.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Paolo Durio e Teresio Balbo.
Comitato tecnico - scientifico di supporto alla politica regionale dei parchi e delle riserve naturali (Del. C.R. del 26/1/1980, n. 579). Nomina di 3 zoologi sentita la Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Guido Badino, Umberto Parenti e Mario Zunino.
Comitato tecnico - scientifico di supporto alla politica regionale dei parchi e delle riserve naturali (Del. C.R. del 26/1/1980, n. 579). Nomina di 3 botanici sentita la Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Franco Montacchini, Giovanna Dal Vesco e Silvano Scannerini.
Comitato tecnico - scientifico di supporto alla politica regionale dei parchi e delle riserve naturali (Del. C.R. del 16/1/1980, n. 579). Nomina di 3 forestali sentiti l'Istituto per le piante da legno e l'ambiente della Regione Piemonte.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Bruno Fassi, Giorgio Colle e Giorgio Dalmasso.
Comitato tecnico - scientifico di supporto alla politica regionale dei parchi e delle riserve naturali (Del. C.R. 26/1/1980, n. 579). Nomina di 3 agronomi sentita la Facoltà di Agraria.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Gian Paolo Mondino, Italo Currado e Alberto Quaglino.
Comitato tecnico - scientifico di supporto alla politica regionale dei parchi e delle riserve naturali (Del. C.R. del 26/1/1980, n. 579). Nomina di 3 geologi sentita la Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Renato Nervo, Roberto Malaroda e Giulio Pavia.
Comitato tecnico - scientifico di supporto alla politica regionale dei parchi e delle riserve naturali (Del. C.R. del 26/l/1980, n. 579). Nomina di 2 architetti sentita la Facoltà di Architettura.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Giampiero Vigliano e Roberto Gambino.
Comitato tecnico - scientifico di supporto alla politica regionale dei parchi e delle riserve naturali (Del. C.R. del 26/1/1980, n. 579). Nomina di 2 storici sentita la Facoltà di Lettere e Filosofia.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Andreina Griseri e Paola Sereno.
Comitato tecnico - scientifico di supporto alla politica regionale dei parchi e delle riserve naturali (Del. C.R. del 26/1/1980, n. 579). Nomina di 1 archeologo sentita la Facoltà di Lettere e.Filosofia.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Giorgio Gullini.
Consulta regionale per la tutela della fauna e la disciplina della caccia (art. 15, L.R. 60/79 modificata dall'art. 9, L.R. 38/85). Nomina di 1 rappresentante dell'UNCEM.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Roberto Giudici.
Consulta regionale per la tutela della fauna e la disciplina della caccia (art. 15, L.R. 60/79 modificata dall'art. 9, L.R..38/85). Nomina di 1 rappresentante ALA NemesioCI.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Silvano Siviero.
Consulta regionale per la tutela della fauna e la disciplina della caccia (art. 15, L.R. 60/79 modificata dall'art. 9, L.R. 38/85). Nomina di 1 rappresentante ENCI.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Carlo Falletti.
Consulta regionale per la tutela della fauna e la disciplina della caccia (art. 15, L.R. 60/79 modificata dall'art. 9, L.R. 38/85). Nomina di 1 esperto in problemi faunistici della zona Alpi, 2 esperti in Scienze Naturali (zoologia ed ecologia), 1 esperto in problemi agricoli forestali.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Enrico Bassigna (esperto in problemi agricoli forestali), Francesco Garofalo (esperto in scienze naturali), Giuseppe Dottino (esperto in problemi faunistici della zona Alpi) e Paolo Durio (nomina con parità di voti del signor Pier Giuseppe Meneguz perché esperto in scienze naturali).
Consulta regionale per la tutela della fauna e la disciplina della caccia (art. 15, L.R. 60/79 modificata dall'art. 9, L.R. 38/85). Nomina di 2 rappresentanti dell'Associazione venatoria maggiormente rappresentativa a livello regionale e 1 rappresentante per ciascuna delle altre Associazioni riconosciute operanti nella Regione.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Francesco Dellarole, Carlo Biroli (Federazione Italiana della Caccia) Dario Piola (Enalcaccia), Vittorio Cardurani (Associazione Nazionale Libera Caccia), Giulio Gabriel (ARCI-Caccia) e Carlo Ganni (Italcaccia).
Consulta regionale per la tutela della fauna e la disciplina della caccia (art. 15, L.R. 60/79 modificata dall'art. 9, L.R. 38/85). Nomina di 2 rappresentanti dell'Organizzazione professionale agricola maggiormente rappresentativa a livello regionale, 1 rappresentante per ciascuna delle altre Organizzazioni professionali agricole operanti nella Regione.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Giovanni Peverati, Giovanni Maria Girò (Coldiretti), Giuseppe Cassina (Confagricoltura), Italo Mussio (Confcoltivatori) e Giuliano Gondoletta (AIC) Consulta regionale per la tutela della fauna e la disciplina della caccia a (art. 15, L.R. 60/79 modificata dall'art. 9, L.R. 38/85). Nomina di 5 rappresentanti delle Associazioni naturalistiche e protezionistiche operanti nella Regione.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Piero Belletti (Pro Natura), Francesco Framarin (WWF), Giorgio Aimassi (Italia Nostra), Alberto Di Janni (Lega Ambiente) e Silvano Traisci (ENPA).
Consulta regionale per la tutela della fauna e la disciplina della caccia (art. 15, L.R. 60/79 modificata dall'art. 9, L.R. 38/85). Nomina di 1 rappresentante delle Organizzazioni sindacali dei lavoratori agricoli.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Andrea De Michele (CISL).
Consulta regionale per la tutela della fauna e la disciplina della caccia (art. 15, L.R. 60/79 modificata dall'art. 9, L.R. 38/85). Nomina di 1 rappresentante della delegazione internazionale della caccia e la conservazione della selvaggina.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Mario Piodi.
Consulta regionale per i beni culturali (art. 2, L.R. 28/8/1978, n. 58 modificata con L.R. 23/1986). Nomina di 21 membri.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Giovanna Zincone, Pietro Ragionieri, Pier Carlo Costa, Gianfranco Cuttica di Revigliasco, Giorgio Brizio, Roberto Garavini, Franco Ferrari, Giovanna Manfredda, Gian Carlo Sciolla, Stefania Cucco, Umberto Morelli, Pier Luigi Cimma, Donatella D'Angelo, Aldo Agosti, Gian Mario Bravo, Luciano Bonet Giuseppe Cardillo, Piero Gilardi, Giuseppe Carità e Roberto De Pascali.
Comitato paritetico regionale per i beni culturali (art. 35, D.P.R.
3/12/1975, n. 805). Nomina di 13 membri.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Maria Pia Bonanate, Roberto Gabetti, Liliana Richetta, Antonino Villa, Emilia Bergoglio, Massimo Melotti, Dario Zanetta, Carlo Carducci, Giovanni Luchino, Luigi Rivalta, Maria Grazia Sestero e Nemesio Ala.
Commissione provinciale per l'artigianato integrata di Torino (art. 4, L.
29/12/1956, n. 1533). Nomina di 1 rappresentante.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Luigi Petronella.
Commissione regionale per la cooperazione (art. 2, L.R. n. 24/1978).
Nomina di 3 rappresentanti per ciascuna delle sezioni regionali di rappresentanza e tutela del movimento cooperativo operanti in Piemonte ed aderenti ad Associazioni giuridicamente riconosciute.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Carlo Bosso, Ettore Marena, Enrico Boffa (Unione Regionale Piemontese della Cooperazione), Mario Zavanese, Rinaldo Arginati, Pier Luigi Foglia (Associazione Generale Cooperative Italiane), Guglielmo Raviola, Enrico Buemi, Giuseppe Manfredi (Lega Nazionale Cooperative e 'Mutue), Mirella Maffioli, Giovanni Garavello, Giuseppe Rossi (Unione Nazionale Cooperative Italiane).
Pongo in votazione l'immediata esecutività di tale deliberazione ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
Commissione regionale per la cooperazione (art. 2, L.R. n. 24/1978).
Nomina di 5 Consiglieri regionali.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Alfredo Penasso, Enrico Nerviani, Angelo Rossa, Germano Calligaro e Mario Amerio.
Pongo in votazione l'immediata esecutività di tale deliberazione ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
Commissione regionale per la cooperazione (art. 2, L.R. n. 24/1978).
Nomina di 1 rappresentante ESAP, 1 rappresentante IRES, 1 rappresentante Finpiemonte.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Nicola De Vecchi Pellati (ESAP), Sergio Merlo (IRES) e Loredana Cappelli (Finpiemonte).
Pongo in votazione l'immediata esecutività di tale deliberazione ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
Commissione per la formazione professionale (L.R. 8/1980). Nomina di 11 esperti.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Domenico Conti, Fabrizio Fabbri, Guido Buffa, Gianni Desana, Arnaldo Fiammotto, Giorgio Rolando, Francesco Ciafaloni, Angelo Dina, Giuseppe Iacquinto, Corrado Borsa e Giovanni Loiacono.
Commissione di disciplina sanità (art. 12, DD.P.R. 16/10/1984, nn. 882 883). Nomina di 4 medici specialisti Pediatri.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Eduardo Paternoster, Carlo Bracco, Antonio Saccia e Francesco Panarelli.
Commissione di disciplina di sanità (art. 12, DD.P.R. 16/10/1984, nn. 882 883). Nomina di 4 medici di medicina generale.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Eduardo Paternoster, Carlo Bracco, Antonio Saccia e Francesco Panarelli.
STEP (L.R. 29/7/1981, n. 37) - Consiglio di Amministrazione. Nomina di 2 membri in sostituzione di Stefano Strobbia e Domenico Mercurio dimissionari.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Giorgio Rolando e Sergio Enrietto.
IPLA (art. 32 dello Statuto IPLA) - Collegio Sindacale. Nomina di 1 Sindaco effettivo in sostituzione del signor Daniele Buffo dimissionario.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletta la signora Domenica Lucia Leveratto.
CO.RE.CO. del Verbano - Cusio - Ossola (L.R. 15/11/1976, n. 58). Nomina di 1 membro effettivo in sostituzione del signor Michele Venturino (deceduto).
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Vittorio Buzio.
Commissione tecnica e di vigilanza farmaceutica (art. 15, D.P.R.
15/9/1979). Provincia di Torino.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletta la signora Franca Russo.
Commissione tecnica e di vigilanza farmaceutica (art. 15, D.P.R.
15/9/1979). Provincia di Vercelli.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Giuseppe Ruffino.


Argomento: Nomine

Esame proposta di deliberazione n. 292: "Individuazione ai sensi dell'art. 4 della L.R. 18 febbraio 1985, n. 10, di Associazioni, Enti ed Istituti titolari di potere di designazione"


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. la proposta di deliberazione n. 292: "Individuazione ai sensi dell'art. 4 della L.R. 18 febbraio 1985, n. 10, di Associazioni, Enti ed Istituti titolari di potere di designazione".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

In sede di Commissione Nomine sollevai la questione dell'individuazione dei nove esperti degli enti e delle associazioni impegnate nella promozione del patrimonio linguistico e culturale del Piemonte.
In realtà si è seguita una strada molto particolare. La proposta della Giunta è passata, a maggioranza in VI Commissione ed è stata poi ripresa dalla Commissione Nomine.
Io pensavo di trovarmi di fronte ad una serie di associazioni tra le quali poter scegliere, vedo invece che, essendosi fatte delle aree, c'è una delimitazione all'interno di queste. Ad esempio, vengono date quattro presenze alle società di vario tipo di studi piemontesi, tra l'altro alcune sconosciute, mentre è ridotta la presenza dei gruppi provenzali e occitani che sono alla base dell'originaria ispirazione della legge.
Mi sembrano sproporzionate le presenze, perché su quattro associazioni occitane c'è un solo esperto, su due franco provenzali uno solo, mentre su sei piemontesi quattro esperti. Non abbiamo osservazioni da fare sulle altre associazioni, ma siamo contrari a questa individuazione numerica. La deliberazione deve indicare solamente le associazioni, poi è questione di scelta politica, non si possono preattribuire dei posti a queste aree se non c'è un vincolo normativo. Riteniamo sproporzionato il peso dell'area piemontese rispetto a quella occitana.



PRESIDENTE

Secondo la tesi di Bontempi si tratta di scegliere i nove esperti non per aree, ma su tutte le associazioni.



BONTEMPI Rinaldo

Se io voglio nominare, per esempio, due esperti dell'area occitana, non posso farlo perché devo sceglierne solo uno. Ripeto, o si vota in questo modo oppure il nostro Gruppo vota contro. E' un colpo di mano che non era assolutamente previsto.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Commissione Nomine Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Siamo d'accordo ad apportare le modifiche. Preciso peraltro che questa è una proposta suggerita dalla Giunta e come tale l'abbiamo presentata al Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Chiediamo che vengano tolte le indicazioni del numero alle varie associazioni e si parli di nove esperti che vengono scelti in queste aree.
Poi forse il risultato sarà lo stesso, almeno siamo liberi di scegliere.



PRESIDENTE

D'accordo, i nuovi esperti saranno scelti tra i nominativi delle seguenti aree.
La parola all'Assessore Alberton.



ALBERTON Ezio, Assessore all'istruzione

Volendo garantire una presenza sicura delle diverse aree, la proposta della Giunta era che in alcuni casi due o tre associazioni rappresentative di una determinata area si mettessero tra di loro d'accordo e proponessero un nominativo; se queste indicazioni non le diamo, cosa chiediamo? Che ciascuna proponga un nome e poi è il Consiglio che si arroga il diritto di sceglierne uno tra di questi senza stimolare queste associazioni a verificare tra di loro se è possibile un previo accordo su questi nomi? Volendo equilibrare le presenze, posso spiegare il perché della proposta della Giunta: volevamo garantire la presenza di ciascuna area linguistica della Regione, non potevamo non tener conto di una distribuzione territoriale e di presenza numerica nel territorio; con la presenza del rappresentante dell'atlante linguistico si creava un punto di equilibrio tra queste diverse espressioni. Ma non so se come Consiglio riusciamo a prescindere dal fatto di dare comunque delle indicazioni affinché avvengano delle convergenze già dalla base, pena il rischio di arrogarci noi il diritto...



BONTEMPI Rinaldo

Sono d'accordo con te che è bene che ci siano le intese, però dovrà essere la Commissione Nomine a determinarlo.
Non sono d'accordo su questi raggruppamenti. Il problema resta; non si discute nella sede propria dopo aver avuto i nominativi. Non voglio con una deliberazione legarmi le mani rispetto a dei principi che non condivido.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mignone.



MIGNONE Andrea

Le osservazioni rappresentate dal collega Bontempi mi pare siano fondate. Peraltro la Commissione Nomine aveva ritenuto di portare all'attenzione del Consiglio una proposta della Giunta che nel suo spirito è condivisibile, quella cioè di predeterminare per aree il numero dei rappresentanti per evitare delle inutili discussioni che non attengono alla sostanza, ma solo a questioni di presenza di questa o di quella associazione.
Lo spirito della proposta della Giunta è uno spirito da mantenere anche se condivido sul piano formale l'obiezione di Bontempi, nel senso che la Commissione Nomine e quindi il Consiglio sono tenuti soltanto ad individuare le associazioni che hanno titolo a designare gli esperti. Oggi non possiamo fare altro che determinare le associazioni che hanno titolo a fare delle proposte. Poi si dovrà lavorare perché lo spirito sia quello contenuto nella deliberazione della Giunta.
Anch'io ritengo che oggi si debba deliberare l'elenco semplice delle associazioni che hanno diritto a fare delle proposte per la Commissione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio



BRIZIO Gian Paolo

La proposta della Giunta, come accennato in Commissione, aveva una propria ratio e una propria validità, in parte riconfermata dall'intervento dell'Assessore Alberton; ora viene formulata una richiesta, tra l'altro già espressa anche in Commissione, di non creare dei vincoli ed indicare semplicemente i nominativi delle associazioni. Possiamo accettare questa proposta. Occorre peraltro verificare se questa proposta può essere approvata, così modificata.
Peraltro, noi siamo invitati a valutare positivamente le proposte della Giunta nel momento in cui si andranno a fare le scelte sulle proposte avanzate.
Credo che la Commissione Nomine dovrà anche muoversi in modo da far si che vengano date dalle associazioni proposte concertate, perché in ogni caso è chiaro che tutte le associazioni non possono avere un rappresentante.



PRESIDENTE

Possiamo così riassumere che i nove nominativi saranno scelti nelle aree indicate e senza la limitazione o l'indicazione di uno per area.
Pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
E' approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione l'immediata esecutività di tale deliberazione, ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.



MIGNONE Andrea


Argomento: Navigazione (lacuale e fluviale)

Esame proposta di deliberazione n. 241: "D.G.R. n. 87-6574. Regolamento per la disciplina della navigazione sulle acque del Lago di Viverone"


PRESIDENTE

Il punto 7) all'o.d.g. prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 241: "D.G.R. n. 87-6574. Regolamento per la disciplina della navigazione sulle acque del Lago di Viverone".
Tale deliberazione è presentata dalla Giunta e viene ora illustrata dall'Assessore Cerutti che ha la parola.



CERUTTI Giuseppe, Assessore ai trasporti

Penso che i colleghi conosceranno il contenuto di questa deliberazione che vuole limitare e per alcuni aspetti vietare la navigazione sul Lago di Viverone in modo di arrivare ad una protezione soprattutto di alcune zone particolarmente delicate quali quelle umide e della zona archeologica sommersa.
Questo è un Regolamento che aveva già iniziato il suo iter la scorsa legislatura e con la fine del mandato era stato accantonato. Ora viene ripreso perché sollecitato dai diversi Comuni e dalle diverse associazioni.
Penso che su questo Regolamento si sia trovato l'accordo di carattere generale. Ho visto una serie di osservazioni che sono state presentate come emendamenti dal collega Ala e dal collega Rivalta nell'ultima stesura.
Ritengo che, affrontando l'articolato da parte mia e a nome della Giunta, possa essere data una risposta favorevole o contraria a questa serie di emendamenti che vengono proposti.



PRESIDENTE

Vi sono interventi generali sul provvedimento.
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Valuto positivamente il fatto che vengano fatti dei Regolamenti per la navigazione nei piccoli laghi della nostra Regione. Sono quanto mai necessari proprio perché ormai abbiamo a che fare.con equilibri ecologici abbastanza precari, per quanto riguarda questi piccoli laghi, e valutiamo positivamente ogni intervento volto alla regolamentazione e alla limitazione della navigazione a motore e soprattutto con grossi motori e ad alta velocità in questi piccoli specchi d'acqua.
Gli emendamenti presentati mirano particolarmente a meglio definire la tutela di alcune aree particolari: la zona paludosa e la zona d'interesse archeologico, già richiamate dall'Assessore.
Vorrei far presente che come Lista Verde presentiamo un emendamento (lo sosterremo purtroppo con scarso seguito, credo di capire) che vieta decisamente ogni tipo di navigazione a motore sul lago, fatta eccezione per i servizi di carattere pubblico *e di emergenza: Vigili del Fuoco, servizi di soccorso o cose di questo tipo.
Ci sembra, secondo noi, che si debba andare in questa direzione. Non vediamo perché gli interessi di piccoli gruppi, come quelli legati alla pratica dello sci nautico, debbano essere privilegiati dalla Regione rispetto agli interessi dei velisti o di altri sportivi che praticano il canottaggio o altre discipline. Questo, soprattutto nei piccoli laghi che hanno uno scarso ricambio d'acqua. L'Assessore alla sanità è stato costretto ad emettere dei divieti di pesca legati all'incidente di Chernobyl dovuti ad uno scarso ricambio dell'acqua in questi laghi, in cui quindi si accumulano tutti i materiali inquinanti provocati dalla navigazione a motore.
Teniamo conta che questi Regolamenti non possono e non riescono (e neanche noi abbiamo trovato la maniera per farlo) a limitare il numero dei natanti a motore. Abbiamo provato a vedere se era possibile contingentare la navigazione a motore, però non abbiamo capito come fosse possibile. Ad esempio, norme di questo tipo: ogni giorno possono prendere il largo dieci navi a motore e dall'undicesima in poi non più.
Lo stesso tipo di provvedimento dovrebbe essere preso per quanto riguarda il centro storico di Torino: ogni giorno, ad esempio, superano corso Vittorio Emanuele, all'incrocio con corso Re Umberto, non più di mille automobili. Tutte le altre stanno ferme li, non vanno oltre. Non credo questo sia oggi possibile, ma penso che un giorno si arriverà a farlo.
Ho visto, da parte dell'Assessore, una certa disponibilità ad accogliere alcuni degli emendamenti proposti. Questo atteggiamento ritengo possa trovarsi in tutto il Consiglio regionale che dovrebbe valutare positivamente una limitazione della navigazione sul lago.
Ciò non toglie che, secondo noi, servirebbe e necessiterebbe di più.
Continuiamo a sostenere questo e speriamo che sia possibile giungere, per tutti i piccoli laghi del Piemonte, ad un divieto della navigazione a motore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

La Commissione ha licenziato all'unanimità questo Regolamento convinta della sua necessità e per rimediare ad un iter troppo lungo. II problema della regolamentazione della navigabilità sul Lago di Viverone è dibattuto da quasi dieci anni; nella seconda legislatura era stato posto in connessione all'ipotesi di istituire il Parco di Viverone; la questione era stata ripresa quando si era accantonata quella ipotesi per le forti opposizioni che avevamo incontrato.
Abbiamo approvato il Regolamento senza discuterlo sulla fiducia che il lungo lavoro svolto avesse risolto tutti i problemi e nella convinzione che ormai tutto fosse stato puntualizzato in modo corretto.
Rileggendo il Regolamento però si sono palesate alcune questioni non chiare; alcune di queste riguardano l'art. 2 del Regolamento.
La formulazione del secondo comma dell'art. 2 è molto imprecisa e lascia adito ad equivoci di interpretazione sulla fascia entro la quale deve essere vietata la navigazione a motore. In ragione di questo sono stati presentati degli emendamenti che cercano di chiarire i limiti di questa fascia ove é vietata la navigazione e che la ampliano nella zona del Comune di Azeglio, che si era espresso nel passato con una propria deliberazione per vietare la navigazione su tutto lo specchio d'acqua di sua competenza.
Parlandone oggi con l'Assessore Cerutti abbiamo riscontrato il suo atteggiamento favorevole all'accettazione di questi emendamenti, per cui se così è mi pare si possa risolvere l'incertezza principale che il Regolamento lasciava.
Abbiamo presentato con il Consigliere Ala un altro emendamento al quinto comma dell'art. 2. Mentre nel secondo comma si indica la fascia entro la quale è fatto divieto alla navigazione a motore, nel quinto comma si introducono delle deroghe. La prima deroga riguarda i natanti a motore addetti alla pesca sportiva che verrebbero autorizzati a navigare nella fascia che nel secondo comma viene sottoposta a divieto di navigazione. In sostanza "consentire ai natanti per la pesca sportiva la navigazione" vuol dire autorizzare tutti coloro che hanno una barca a motore, dotati di un'autorizzazione per pescare, di navigare entro i 150 m dalla costa.
La pesca sportiva è consentita dal Regolamento al di là della fascia dei 150 m (o dei 200 m nella zona paludosa e di interesse archeologico). Se si tratta davvero di attività sportiva credo che si possa pescare nei 150 m usando i remi. Non mi pare sia un'attività impedita a chi svolge attività di pesca.
Per cui abbiamo presentato anche un emendamento per non consentire questa deroga che potrebbe vanificare di fatto il divieto entro la fascia dei 150 m. E' invece mantenuta la possibilità di navigazione, con limiti di velocità molto bassa, per chi fa della pesca un'attività di carattere professionale.
Ci sono altri punti che o nel merito o nella forma potrebbero essere migliorati, ma mi paiono marginali rispetto alle questioni che ho ora richiamato. Se l'Assessore Cerutti conferma l'opinione che ha espresso oggi potremo promuovere questo Regolamento e dar vita finalmente a una prima, e in via sperimentale, azione di regolamentazione della navigabilità sul Lago di Viverone. Con questo non risolvendo sostanzialmente il problema della difesa e salvaguardia del lago, ma introducendo un primo elemento positivo in quella direzione.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE



PRESIDENTE

Se non vi sono altre richieste di parola passiamo alla votazione del Regolamento.
Art. 1 "Tutti i natanti che navigano sul1e acque del Lago di Viverone, con le sole eccezioni di cui ai successivi articoli del presente Regolamento, sono tenuti alla osservanza, oltre che delle norme generali vigenti in materia anche alla particolare disciplina prevista nei successivi articoli".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'art. 1 è approvato con il seguente esito: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 30 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
Art. 2 "La navigazione a motore è vietata su tutto lo specchio di acqua del Lago di Viverone nel periodo intercorrente fra il 2 novembre ed il 31 marzo e nelle ore notturne fra le ore 24 e le ore 6,00, con esclusione dei natanti a motore con potenza non superiore a 5 hp effettivi, se utilizzati per la pesca sportiva e muniti di permesso di pesca del Comune di Viverone, e di quelli dei pescatori professionisti autorizzati.
La navigazione a motore è sempre vietata lungo tutta la fascia costiera entro m 150 dalla riva nonché nello specchio d'acqua antistante la zona paludosa del Lago; in quella antistante il Comune di Azeglio individuata fra la provincia di Torino e la provincia di Vercelli e nell'area di interesse archeologico. Detti limiti saranno opportunamente individuati da idonee boe galleggianti di segnalazione. E' fatto divieto assoluto di ormeggiare natanti o qualsiasi altro oggetto alle boe di segnalazione.
L'attraversamento di detta fascia costiera può avvenire secondo la rotta più breve con il motore al minimo o comunque a velocità non superiore ad un nodo, in modo tale da non sollevare onde.
I natanti a motore addetti alla pesca sportiva autorizzata possono navigare nella fascia costiera, eccetto nelle zone indicate dal successivo comma. I natanti a motore addetti alla pesca professionale, quando navigano per ragioni di lavoro, sono esenti dall'osservanza del secondo e quinto comma del presente articolo, la velocità non dovrà essere superiore ad un nodo.
E' vietato alle imbarcazioni a motore attraversare con le eliche in moto gli specchi d'acqua adibiti ad usi balneari compresi nella fascia costiera l'attraversamento di tali zone deve essere effettuato soltanto a remi".
Il Consigliere Ala ha presentato i seguenti emendamenti: 1) il primo comma è così sostituito: "La navigazione a motore è vietata su tutto lo specchio d'acqua del Lago di Viverone, con esclusione dei natanti a motore con potenza non superiore a 5 hp effettivi se utilizzati per la pesca, da parte dei pescatori professionali autorizzati".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 13 voti favorevoli e 23 contrari.
2) Il primo comma è così sostituito: "La navigazione a motore è vietata su tutto lo specchio d'acqua del Lago di Viverone, nel periodo intercorrente fra il 1 ottobre ed il 30 aprile e nelle ore notturne fra le ore 24 e le ore 6,00 con esclusione dei natanti a motore con potenza non superiore a 5 hp effettivi, se utilizzati per la pesca dei pescatori professionisti autorizzati, e dei natanti adibiti a servizio pubblico autorizzato".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 12 voti favorevoli e 24 contrari.
3) Aggiungere al termine del primo comma: ".., e dei natanti adibiti a servizio pubblico autorizzato".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
4) L'inizio del secondo camma è così sostituito: "La navigazione a motore è sempre vietata lungo tutta la fascia entro m 200 dalla riva".
5) Al secondo comma, l'espressione: "in quella antistante il Comune di Azeglio ... Vercelli" è sostituita con l'espressione "in tutta la zona di lago ricadente nel Comune di Azeglio" La parola all'Assessore Cerutti.



CERUTTI Giuseppe, Assessore ai trasporti

Ritengo che il Consigliere Ala possa ritirare gli emendamenti nn. 4) e 5) perché trovano accoglimento nell'emendamento presentato con i Consiglieri Calligaro e Rivalta che precisa ulteriormente l'indicazione contenuta nel Regolamento.



ALA Nemesio

Ritiro gli emendamenti nn. 4) e 5).



PRESIDENTE

Pertanto gli emendamenti nn. 4) e 5) si intendono ritirati.
6) Al secondo comma, dopo le parole: ".., boe galleggianti di segnalazione", inserire le parole: "poste a cura dei Comuni interessati".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
I Consiglieri Ala, Calligaro e Rivalta presentano il seguente emendamento: 7) emendamento sostitutivo al secondo comma: "La navigazione a motore è sempre vietata nello specchio d'acqua appartenente al Comune di Azeglio. Il divieto si estende inoltre alla zona paludosa e all'area di interesse archeologico nonché per una fascia di m 200 dai loro confini".
Emendamento aggiuntivo dopo il secondo comma: "La navigazione a motore è vietata altresì lungo tutta la fascia costiera entro m 150 dalla riva".
La parola all'Assessore Cerutti.



CERUTTI Giuseppe, Assessore ai trasporti

La Giunta accoglie l'emendamento n. 7). E' un'ulteriore puntualizzazione che toglie alcuni dubbi di interpretazione.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 7).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
Il Consigliere Ala presenta inoltre i seguenti emendamenti: 8) al terzo comma dopo le parole: "fascia costiera", inserire: "di cui al terzo comma".
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Si tratta della fascia costiera che non è interessata né dal Comune di Azeglio né dalla zona paludosa né dalla zona archeologica.



CERUTTI Giuseppe, Assessore ai trasporti

Suggerirei di aggiungere: "l'attraversamento della fascia costiera, di cui al terzo comma". In questo modo è chiaro.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
9) Il quarto comma viene abrogato.
10) Il quinto comma viene abrogato.
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Gli emendamenti nn. 9) e 10) sono ritirati.



PRESIDENTE

Gli emendamenti nn. 9) e 10) si intendono pertanto ritirati.
I Consiglieri Ala, Rivalta e Calligaro presentano infine il seguente emendamento: 11) il quinto comma diventerà sesto comma: è soppresso: "I natanti a motore addetti alla pesca sportiva autorizzata possono navigare nella fascia costiera, eccetto nelle zone indicate dal successivo comma" sono modificate le parole: "dall'osservanza del secondo e quinto comma" in: "dall'osservanza del terzo e quinto comma".
La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

E' un emendamento soppressivo per la prima parte. Sulla seconda parte c'è una modifica: "dall'osservanza del terzo e quinto comma".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Devecchi.



DEVECCHI Armando

A quanti metri corrisponde un nodo? Gradirei sapere dai colleghi che hanno proposto gli emendamenti a quanti metri corrisponde un nodo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Noi non abbiamo proposto emendamenti sulla velocità, questa l'abbiamo lasciata com'era. Il fatto che la velocità vicino a riva non deve essere superiore ad un nodo deriva dal Codice della navigazione nazionale. Non abbiamo quindi ritenuto possibile modificare questo punto.



PRESIDENTE

La Giunta accoglie l'emendamento.
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione l'art. 2 nel testo modificato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'art. 2 è approvato con il seguente esito: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 31 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri Art. 3 "Non sono vincolati alle disposizioni del precedente art. 2 i natanti della Polizia, della Guardia di Finanza, dell'Amministrazione regionale delle Guardie comunali dei guardia pesca autorizzati e quelli addetti ai servizi sanitari di pronto soccorso quando navigano per ragioni di servizio di carattere urgente, nonché le imbarcazioni di appoggio delle Associazioni veliche, autorizzate dal Comune di Viverone, quando navigano in servizio di emergenza".
Il Consigliere Ala ha presentato i seguenti emendamenti: 1) le parole: "dal Comune di Viverone", vengono sostituite con le parole: "dai Comuni interessati".
2) dopo le parole: "... Associazioni veliche", inserire le parole: "o remiere".
3) dopo le parole: ".., guardia pesca", inserire le parole: "e delle guardie ecologico - venatorie".
La parola all'Assessore Cerutti.



CERUTTI Giuseppe, Assessore ai trasporti

All'art. 3 c'è una precisazione da fare. Anziché: "autorizzate dal Comune di Viverone", proponiamo: "autorizzate dai Comuni interessati"; dopo le parole: "Associazioni veliche" proponiamo di inserire: "remiere"; dopo le parole: "guardia pesca" inserire le parole: "e delle guardie ecologico venatorie".



PRESIDENTE

Il Consigliere Ala ritira i propri emendamenti, che vengono fatti propri dalla Giunta regionale.
Pongo in votazione tali emendamenti.
Chi è favorevole è pregato di alzare là mano.
Sono approvati all'unanimità dei 33 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione l'art. 3 nel testo modificato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'art. 3 è approvato con il seguente esito: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri.
Art. 4 "E' vietata su tutto lo specchio d'acqua del Lago di Viverone la circolazione dei natanti a motore di lunghezza superiore ai m 6. E' consentita una tolleranza massima del 5%.
Sono esenti i natanti adibiti a servizio pubblico autorizzato e quelli adibiti alla pesca industriale autorizzata.
I natanti con targa di prova dovranno essere muniti di apposita autorizzazione regionale indicante il periodo eventualmente ammesso e le caratteristiche del natante".
Il Consigliere Ala ha presentato il seguente emendamento: al terzo comma, dopo le parole: ".., eventualmente ammesso", aggiungere l'espressione: "fermi restando i divieti di cui all'art. 2".
Tale emendamento viene ritirato dal proponente.
Pongo pertanto in votazione l'art. 4 nel testo originario.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'art. 4 è approvato con il seguente esito: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri.
Art. 5 "Nei giorni festivi è vietata la circolazione dei natanti a motore ad uso privato con potenza, anche cumulativa, superiore a 25 cavalli fiscali (CV.), per i motori a 2 tempi, e 10 cavalli fiscali, per i motori a 4 tempi, rilevati dalla licenza di navigazione.
Sono esenti i natanti adibiti a servizi pubblici autorizzati, o concessi alla pesca industriale autorizzata, nonché i motoscafi iscritti al servizio pubblico non di linea per rimorchio di persone munite di sci acquatici o acquaplani da almeno cinque anni dall'entrata in vigore del presente Regolamento.
La velocità deve essere comunque regolata in modo tale da non provocare intralcio o pericolo alla navigazione".
Il Consigliere Ala ha presentato i seguenti emendamenti: 1) tutto l'articolo è abrogato.
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli, 22 contrari e 10 astensioni.
2) Al secondo comma, dopo le parole: ".., pesca industriale", aggiungere: "o professionale".
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.
3) Al secondo comma vengono abrogate le seguenti parole: "nonché i motoscafi iscritti al servizio pubblico non di linea per rimorchio di persone munite di sci acquatici o acquaplani da almeno cinque anni dall'entrata in vigore del presente Regolamento".
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli, 20 contrari e 10 astensioni.
Pongo in votazione l'art. 5 nel testo modificato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'art. 5 è approvato con il seguente esito: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 23 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 10 Consiglieri.
Art. 6 "- I motoscafi possono essere impegnati allo scopo di sci nautico al di fuori delle zone costiere di cui all'art. 2 comma secondo.
Per la partenza da riva dovranno essere esclusivamente utilizzati appositi corridoi di lancio autorizzati dalla Regione.
Potranno ottenere l'autorizzazione di cui al comma precedente esclusivamente le scuole di sci nautico, enti balneari, circoli e sodalizi nautici presenti sul Lago da almeno cinque anni dall'entrata in vigore del presente Regolamento e che provvederanno ad inoltrare apposita domanda alla Regione Piemonte entro 30 giorni dall'entrata in vigore del presente Regolamento.
Alla domanda dovrà essere allegata apposita planimetria con indicato il corridoio di lancio opportunamente delimitato da boe di segnalazione.
Non sono autorizzati altri campi di slalom e trampolini oltre quello esistente, già concessi dall'Ufficio del Genio Civile di Vercelli competente per territorio.
Dal 1 aprile al 1 novembre è vietato qualsiasi tipo di attività non attinente lo sci nautico nei corridoi di lancio autorizzati.
L'esercizio dello sci nautico è sempre vietato in prossimità di pubblici pontili da approdo, di stabilimenti balneari, di specchi d'acqua di notevole frequenza di bagnanti e destinati ad abituale ormeggio di natanti".
Il Consigliere Ala ha presentato il seguente emendamento: tutto l'articolo è abrogato.
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli, 19 contrari e 10 astensioni.
Pongo in votazione l'art. 6 nel testo originario.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'art. 6 è approvato con il seguente esito: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si sono astenuti 9 Consiglieri.
Art. 7 "E' vietato qualsiasi tipo di manifestazione sulle acque del Lago di Viverone senza la preventiva autorizzazione della Regione Piemonte che di volta in volta stabilirà imposizioni ed obblighi ai quali gli organizzatori dovranno attenersi".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'art. 7 è approvato con il seguente esito: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 25 Consiglieri si sono astenuti 10 Consiglieri.
Art. 8 "Al di fuori dei pontili autorizzati le imbarcazioni alla fonda devono essere ormeggiate negli spazi delimitati con apposita ordinanza del Sindaco emanata d'intesa con la Regione Piemonte".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'art. 8 è approvato con il seguente esito: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 24 Consiglieri si sono astenuti 9 Consiglieri.
Art. 9 "E' tassativamente vietato a tutti i natanti di inoltrarsi nei canneti. E' vietata altresì la raccolta a qualsiasi titolo della flora acquatica".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
. L'art. 9 è approvato con il seguente esito: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri.
Art. 10 "Il Presidente della Giunta regionale con proprio decreto potrà di volta in volta individuare particolari zone e disporre la sospensione temporanea della circolazione di natanti di qualsiasi tipo quando ciò si renda opportuno per urgenti motivi di pericolo o di interesse pubblico o sportivo".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'art. 10 è approvato con il seguente esito: presenti e votanti 28 hanno risposto SI 27 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
Art. 11 "E' consentito alle tavole a vela (wind surf) di navigare sulle acque del Lago di Viverone nelle sole ore diurne con tempo e lago assicurati.
E' vietata alle stesse la navigazione nei corridoi di lancio e nel campo di slalom nonché il loro attraversamento, in prossimità del trampolino adibito allo sci nautico, all'interno dei porti, nelle vicinanze delle imboccature degli stessi, nei luoghi di ormeggio dei natanti individuati dall'Amministrazione comunale, nelle zone frequentate dai bagnanti, in prossimità di lidi o campeggi e lungo le rotte delle navi di linea.
Si fa obbligo dell'uso della cintura o giubbetto di salvataggio".
Il Consigliere Ala ha presentato il seguente emendamento: al secondo comma sono abrogate le parole: "nei corridoi di lancio e nel campo di slalom nonché il loro attraversamento, in prossimità del trampolino adibito allo sci nautico".
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli, 25 contrari e 8 astensioni.
Pongo in votazione l'art. 11 nel testo originario.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'art. 11 è approvato con il seguente esito: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 8 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
Art. 12 "E' vietato bagnarsi nelle zone portuali ed in prossimità delle opere destinate ad uso pubblico per la navigazione interna entro un raggio di 50 m dalla stessa.
L'entrata e l'uscita dai porti deve avvenire a velocità minima.
E' fatto obbligo, nei porti, di ormeggiare i natanti esclusivamente di punta ai moli o rampe esistenti.
E' vietato ormeggiare imbarcazioni di qualsiasi genere in vicinanza dei pontili riservati alla navigazione di linea e per trasporto di merci.
E' vietato pescare dai pontili di approdo, dai moli e dalle banchine dei porti, nonché calare reti o altri attrezzi da pesca in prossimità dell'entrata dei porti stessi entro un raggio di m 50".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'art. 12 è approvato con il seguente esito: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 25 Consiglieri si sono astenuti 10 Consiglieri.
Art. 13 "I contravventori alle disposizioni del presente Regolamento saranno puniti, quando non ricorrono gli estremi di più gravi infrazioni, oltre che con le sanzioni previste dalle leggi sulla navigazione, a norma degli artt.
106 e seguenti del T.U. 3/3/1934 n. 383 e successive modificazioni".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'art. 13 é approvato con il seguente esito: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 23 Consiglieri si sono astenuti 10 Consiglieri.
Pongo ora in votazione l'intera deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'intero testo della deliberazione è approvato con il seguente esito: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si sono astenuti 9 Consiglieri.


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale) - Variazioni di bilancio - Assestamento di bilancio

Esame progetto di legge n. 130: "Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 1985" Esame progetto di legge n. 149: "Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1986" e relativi allegati - progetto di legge n. 157: "Prima nota di variazione all'assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1986" "Seconda nota di variazione all'assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1986"


PRESIDENTE

I punti 5) e 6) all'o.d.g.: Esame progetto di legge n. 130: "Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 1985" e del progetto di legge n. 149: "Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1986" e relativi allegati; progetto di legge n. 157: "Prima nota di variazione all'assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1986" "Seconda nota di variazione all'assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1986" vengono trattati insieme.
La discussione è unica poiché i provvedimenti sono collegati.
Chi intende intervenire? Chiede la parola il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Il nostro Gruppo ha due iscritti a parlare sulla discussione generale.
Vorrei sapere se ci sarà un dibattito su questi argomenti per i risvolti politici, non certo per quelli istituzionali, perché è chiaro che si tratta di una questione di rilievo.
Ha fatto bene il Presidente a chiedere se qualcuno vuol dare vita ad un dibattito; anche se si ritiene che il Consiglio vale quello che vale, è giusto passare sopra, votare, andare avanti così: questo è il metodo di questa assemblea, altro che dignità! Ringrazio il Presidente che ha posto la domanda che volevo porre io.



PRESIDENTE

Finora ci sono sette iscritti a parlare.



BRIZIO Gian Paolo

Non vogliamo evitare il dibattito. Siamo dell'opinione che sia opportuno trattare i due argomenti, che si dia lettura della relazione del Presidente Santoni, che si faccia il dibattito e che si passi al voto.



PRESIDENTE

Si procede ritualmente secondo il Regolamento.
La parola al Presidente della I Commissione, Consigliere Santoni.



SANTONI Fernando, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, non è senza difficoltà che si è pervenuti alla stesura dell'assestamento del bilancio di previsione dell'esercizio 1986, ora all'esame del Consiglio regionale. Da qualche anno a questa parte l'operazione di assestamento determina profonde modificazioni al bilancio di previsione e ciò a causa della ben nota situazione per cui l'avanzo finanziario non è sufficiente a coprire le reimpostazioni delle economie dei fondi statali a destinazione vincolata ne consegue che l'avanzo finanziario nasconde un effettivo disavanzo alla cui copertura si devono destinare risorse libere, sottraendole ad impieghi in spese di natura corrente ovvero d'investimento. A questo stato di cose non ha fatto eccezione l'assestamento al bilancio 1986, la cui situazione di disavanzo era già stata illustrata nella relazione al bilancio di previsione, con l'aggravante che nel passaggio dai valori del preconsuntivo riportati in bilancio ai valori risultanti dal consuntivo dell'esercizio 1985, l'avanzo finanziario ha subito una diminuzione di 64.944 milioni circa, passando da 661 miliardi a 596.056 milioni circa, ed i residui passivi si sono incrementati di 77 miliardi.
La mancanza di copertura finanziaria complessiva raggiunge quindi i 122 miliardi circa, a fronte dei quali, però, bisogna considerare i 152.850 milioni di mutui a pareggio del bilancio 1985, che non sono stati contratti. Poiché a queste minori somme mutuato corrispondono minori spese sui capitoli coperti dal provento del mutuo per 30.378 milioni, lo squilibrio esistente tra mezzi di copertura finanziaria e spese finanziate con mutuo è pari a 122 miliardi circa e quindi in condizione di costituire la copertura finanziaria dei 122 miliardi costituiti dalla somma del minor avanzo finanziario e dei maggiori residui passivi. Ciò significa che se fossero stati contratti tutti i mutui autorizzati il bilancio sarebbe stato in pareggio, o magari con un avanzo finanziario effettivo, le maggiori reimpostazioni non sarebbero state finanziate con proventi dei mutui ed il Governo, nelle osservazioni all'approvazione del bilancio 1986, non avrebbe richiesto che in sede di assestamento si provvedesse a fare in modo che tutti gli stanziamenti relativi a reimpostazioni trovassero copertura finanziaria in risorse libere. Questa osservazione di Governo ha reso ancora più difficoltosa la formazione dell'assestamento del bilancio di previsione 1986.
Atteso che, come avremo occasione di rilevare, sono state ridotte di 32 miliardi le spese per opere pubbliche che erano tutte finanziate con i proventi del mutuo a pareggio del bilancio 1986, ci si potrebbe chiedere se proprio non è stato possibile spostare risorse libere a copertura delle reimpostazioni, destinando i proventi del mutuo al finanziamento di altre spese d'investimento adeguandosi così, almeno in parte, alle osservazioni del Governo.
Questa ipotesi non può essere presa in considerazione essenzialmente perché in bilancio non esistono spese d'investimento finanziate con risorse libere.
Occorre tuttavia tener presente che, se la politica dell'Amministrazione regionale nei confronti dei mutui da contrarre dovesse modificarsi, nel senso di addivenire ad un maggior utilizzo di mezzi finanziari derivanti dalla contrazione dei mutui, il rientro dalla situazione rilevata dal Governo, che riguarda più di 120 miliardi di risorse libere e di conseguenza non può che essere graduale pena la paralisi totale del bilancio, potrebbe effettuarsi in un solo esercizio o quantomeno in un numero inferiore di esercizi rispetto a quelli previsti.
Per quanto riguarda la competenza del bilancio 1986, il disavanzo complessivo ammonta a 101.919 milioni circa ed è formato da diverse componenti. Minor avanzo finanziario per 64.944 milioni circa si riflette nella minor copertura finanziaria di economie di fondi statali a destinazione vincolata reimpostate nella competenza dell'esercizio 1986 (le quali peraltro si sono ridotte da 784 miliardi in sede di bilancio a 717.584 milioni effettivi): la discordanza tra l'ammontare delle reimpostazioni in sede di rendiconto dell'esercizio 1985, che è di 734.094 milioni, ed i 717.584 milioni effettivamente reimpostati, già è stata fatta rilevare nella relazione del rendiconto generale ed è dovuta al fatto che contabilmente, nella reimpostazione si tiene conto soltanto dello stato di previsione della spesa - e non anche dei minori accertamenti di entrata relativi alle stesse assegnazioni statali.
Altre componenti del disavanzo sono rappresentate dai maggiori fondi statali da reimpostare, per 24.815 milioni e maggiori accertamenti di entrata per 3.276 milioni. Con quest'ultima dizione si considerano quelle che contabilmente vengono chiamate partite zoppe e che si riferiscono ad entrate, relative ad assegnazioni statali, il cui accertamento è avvenuto in epoca per la quale non è più stato possibile pervenire alla fase dell'impegno di spesa, per cui in bilancio si iscrivono soltanto nello stato di previsione dell'entrata, mentre nell'esercizio successivo vengono iscritte solo nello stato di previsione della spesa. Questa situazione fa si che nel primo esercizio il maggior accertamento d'entrata concorre ad incrementare l'avanzo finanziario con il quale nell'esercizio successivo vengono finanziate le reimpostazioni, mentre nell'esercizio successivo si deve tener conto della maggiore spesa che è finanziata dall'avanzo.
Altra componente del disavanzo risulta essere il compenso incentivante la produttività, per l.963 miliardi circa. Ai sensi della legge regionale di recepimento del contratto nazionale di lavoro del personale regionale questo fondo è costituito dalle economie accertate nel capitolo sul quale sono imputate le spese per gli straordinari del personale. Ne consegue che il fondo per il compenso incentivante la produttività dell'anno 1985 è costituito dalle maggiori economie dell'esercizio 1984, risultante dalla differenza tra l'ammontare definitivo delle economie sul capitolo degli straordinari e l'importo presunto di quelle economie utilizzate per il calcolo del compenso incentivante dell'anno 1984 e dalle economie dell'anno 1985, desumibili dai rispettivi consuntivi della Regione. Poiché il compenso incentivante la produttività 1985 è stato pagato sul capitolo degli straordinari 1986, con l'operazione di assestamento praticamente non si fa che reintegrare il capitolo degli straordinari 1986.
Ultima componente del disavanzo sono i maggiori oneri per mutui per 6.921 milioni circa, e corrispondono a maggiori interessi passivi rispetto a quelli previsti che devono essere pagati per maggiori mutui contratti vale a dire è una maggior spesa obbligatoria cui occorre far fronte.
Il disavanzo complessivo ha trovato copertura finanziaria in maggiori entrate, in minori spese ed in minori reimpostazioni di fondi statali a destinazione vincolata, che esamineremo singolarmente.
Le maggiori entrate per 22.556 milioni riguardano: maggiori assegnazioni sul fondo comune ex art. 8 della legge n.
281/70 e sul fondo per il finanziamento del piano regionale di sviluppo ex art. 9 della legge n. 281/70 per 8.863 milioni maggiore previsione di accertamento del gettito della tassa di circolazione e delle tasse di concessione regionale per 4.919 milioni circa recupero di somme anticipate in attuazione della convenzione con le Ferrovie dello Stato per 3.781 milioni circa maggiore previsione di interessi attivi per 4.973 milioni circa.
Tutte queste maggiori previsioni di entrata trovano fondamento nelle risultanze del consuntivo dell'esercizio 1985 o nei provvedimenti di assegnazione e di riparto di cui si è avuta notizia.
Un discorso a parte va fatto relativamente ad un recupero delle maggiori spese sostenute dalla Regione per gli Enti soppressi (ONPI, ANMIL ed ENAOLI) rispetto all'effettiva assegnazione 1985. Questa partita ha le stesse caratteristiche dei precedenti maggiori accertamenti, ossia, anche in questo caso, si tratta di una partita zoppa, solo che la previsione di entrata 1985 si è dimostrata superiore all'assegnazione effettiva, per cui dovendo recuperare la differenza, si iscrive un maggior stanziamento in entrata e la differenza si recupera diminuendo lo stanziamento della spesa.
Le minori spese, che ammontano complessivamente a 77.842 milioni circa si distinguono nelle seguenti componenti: 9.160 milioni circa derivano dalla revisione delle annualità passive relative ai vari settori d'intervento; - 10.870 milioni sono stati resi disponibili riducendo a 10 miliardi il fondo per le spese obbligatorie, che era stato accantonato per far fronte ad una quota di debiti verso l'INPS e l'INAIL per contributi arretrati a favore degli apprendisti artigiani. La somma richiesta dai due Enti ammonta complessivamente a 54 miliardi, anche se si nutrono seri dubbi circa l'esattezza dei calcoli che hanno portato a questo valore.
In base ad una normativa statale decaduta e non più ripresa era stato prefigurato un rimborso triennale cui doveva aggiungersi, ogni anno l'ammontare dei contributi di competenza dell'esercizio. In base a questa indicazione l'Amministrazione regionale aveva accantonato nel fondo di riserva delle spese obbligatorie una quota di 17 miliardi, per il parziale versamento dei contributi arretrati ed una quota di 8 miliardi per il versamento dei contributi di competenza dell'anno 1986, per un totale complessivo di 25 miliardi, in attesa della richiesta di versamento da parte dell'INPS. La richiesta finora non è venuta e l'iniziativa di ridurre il fondo a 10 miliardi è stata assunta dalla Regione Piemonte conformemente all'atteggiamento delle altre Regioni, alcune delle quali, come la Lombardia, finora non hanno accantonato alcuna somma. E' indubbio che presto o tardi, l'INPS dovrà trovare un accordo con le Regioni sulla necessità di riscuotere le somme arretrate e le quote di competenza dell'esercizio, anche se determinate in base a calcoli più corretti, al fine di rientrare dalla sua situazione di disavanzo, che ha raggiunto ormai i 33 mila miliardi circa, ed è pari ad un terzo del disavanzo complessivo dello Stato. E' probabile che l'accordo ristabilisca la possibilità 'per le Regioni di un rientro triennale dalla situazione debitoria, senza l'obbligo del versamento degli interessi di mora, che costituirebbero un onere non indifferente.
Un'altra partita che concorre a determinare l'ammontare complessivo delle minori spese è rappresentata dalla diminuzione per 32 miliardi delle spese in conto capitale per opere pubbliche. Queste spese erano finanziate con il provento del mutuo a pareggio del bilancio 1986, relativamente al quale in bilancio, ad iniziare dall'esercizio 1987, dovevano essere iscritti i relativi oneri d'ammortamento. Con la legge regionale che recepisce la disposizione dell'art. 10, quinto comma, della legge sulla finanza locale - la quale stabilisce che, nell'ambito delle somme messe a disposizione degli Enti locali, la Cassa DD.PP. riserva la quota del 25 per la concessione di mutui relativi ad opere previste in piani o programmi approvati sulla base delle legislazioni regionali, che prevedano la partecipazione degli Enti locali o delle loro associazioni, e per le quali venga assegnato un contributo regionale in capitale o in annualità, non inferiore al 5% della spesa - la Regione Piemonte ha deciso di erogare il 5% nel concorso degli interessi sui mutui da contrarre dagli Enti locali finanziandolo con la trasformazione degli oneri d'ammortamento del mutuo in limiti d'impegno per la concessione del concorso negli interessi. Si tratta quindi di una spesa della stessa natura degli oneri d'ammortamento e cioè di una spesa pluriennale coperta che è sostituita da altra spesa pluriennale coperta.
Questa decisione ha determinato l'erogazione di un contributo regionale alle OO.PP., da realizzare dagli Enti locali del Piemonte, che è notevolmente superiore a quello previsto dalla legge dello Stato e raggiunge il 50% dell'ammontare del valore dell'opera, in quanto, parlando la legge dello Stato del 5% della spesa, nell'ipotesi del concorso negli interessi, la spesa è rappresentata dalla rata d'ammortamento, per cui è stato calcolato il valore delle opere, si è determinato il 5% di tale valore e si è considerato come ammontare della rata d'ammortamento. E' evidente che, in sede d'attuazione delle disposizioni di questa legge regionale, si deve procedere con molta cautela, in quanto se tale contributo viene concesso a quegli Enti locali che hanno la possibilità di contrarre mutui con la Cassa DD.PP. a tasso bassissimo o addirittura nullo in quanto totalmente a carico dello Stato, si corre il rischio che il contributo della Regione vada a vantaggio dello Stato e non degli Enti locali. Di qui la necessità che il contributo sia limitato agli Enti locali che hanno in precedenza utilizzato tutte le possibilità di contrarre mutui con la Cassa DD.PP. a quelli che non hanno più capacità d'indebitamento ed infine a quelli la cui richiesta di concessione di mutuo sia stata respinta dalla Cassa DD.PP. e dovrebbero ricorrere al credito ordinario.
D'altra parte, la scarsità delle risorse disponibili costituisce un altro limite all'erogazione dei contributi per cui, onde limitare il numero delle opere beneficiarie, non sarebbe inopportuna la fissazione di un limite minimo del valore delle opere finanziabili.
Un'ulteriore componente delle minori spese è rappresentata dalla riduzione della spesa corrente dei vari Assessorati, che ammonta complessivamente a 7.970 milioni, di cui 4 miliardi sono stati ottenuti riducendo lo stanziamento sul quale sono stati imputati gli stipendi del personale, in quanto si è ritenuto che, allo stato attuale di attuazione della legge regionale, che completa il recepimento degli istituti contrattuali previsti dal contratto collettivo nazionale 1982-1984 del personale regionale, risultasse alquanto sovradimensionato. Risulterà successivamente, dalla seconda nota di variazione all'assestamento di bilancio, che la riduzione è stata considerata eccessiva dall'Assessorato competente, per cui è stata limitata a 1.500 milioni.
Minori spese infine si sono ottenute dalla mancata reimpostazione delle economie di fondi statali a destinazione vincolata per 17.842 milioni circa, che dovranno trovare reimpostazione nel bilancio dell'esercizio 1987 o in altro successivo.
Da questa panoramica relativa alla costituzione del disavanzo di bilancio ed alla natura delle risorse destinate alla sua copertura finanziaria non è che non veda gli innumerevoli problemi che si presentano sia dal punto di vista tecnico per raggiungere in ogni caso l'equilibrio del bilancio, sia dal punto di vista politico per poter mantenere fede al programma d'interventi che per quest'anno 1'Amministrazione aveva fissato con la prima legge di variazione del bilancio.
D'altra parte non sono stati trascurati altri aspetti sui quali la Giunta si era impegnata a svolgere approfondite indagini, al fine di poter ottenere una maggiore disponibilità di risorse per interventi in determinati settori, anche se i risultati di quelle indagini non trovano ancora allocazione in questa complessa operazione di assestamento di bilancio. Mi riferisco in particolare al settore dell'assistenza in relazione al quale deve essere ultimato l'esame dei bilanci delle UU.SS.SS.LL., che presentano rilevanti avanzi finanziari, specie relativamente al settore assistenziale della loro attività.
Partite come quella del fondo sociale per l'equo canone hanno determinato erogazioni di risorse libere, che la Regione anticipava, in attesa delle ripartizioni da parte dello Stato del Fondo nazionale a Comuni e a UU.SS.SS.LL. che non sempre si sono preoccupati di utilizzare i fondi disponibili per quella specifica finalità. Questi fondi dovrebbero costituire oggetto di restituzione alla Regione, la quale peraltro su questa partita si trova in una situazione creditoria nei confronti dello Stato per oltre 16 miliardi; ovvero quelle risorse già erogate e non utilizzate dovranno essere ulteriormente finalizzate nell'ambito degli interventi assistenziali con apposito provvedimento regionale.
Queste ed altre risorse non utilizzate concorrono a costituire gli avanzi finanziari dei bilanci delle UU.SS.SS.LL., che dovranno essere resi disponibili ad ultimazione di questa minuziosa indagine. Anche in questo caso, naturalmente, occorrerà procedere con molta cautela, specie per quanto riguarda gli investimenti, al fine di non creare strutture che, per ricaduta, in conseguenza della loro gestione, determinino un incremento tale di spesa di natura corrente che le UU.SS.SS.LL. non possono sostenere.
Ritornando all'operazione di assestamento e volendola esaminare più nel dettaglio, le maggiori previsioni di entrata riguardano per 11.363 milioni le entrate derivanti da tributi propri della Regione, dal gettito di tributi erariali o quote di esso devolute alla Regione a titolo di ripartizione del fondo comune di cui all'art. 8 della legge n. 281/70. In particolare: 1 miliardo di incremento riguarda le tasse sulle concessioni regionali, che vengono valutate complessivamente in 11 miliardi a fronte dei 6 miliardi di gettito effettivo dell'esercizio 1985 4 miliardi circa riguardano la tassa regionale di circolazione su veicoli ed autoscafi, che per l'esercizio 1986 viene prevista in 46 miliardi circa, a fronte dei 37 miliardi circa di gettito relativo all'esercizio 1985 gli ulteriori 6,5 miliardi circa di incremento sono relativi alla quota di partecipazione della Regione Piemonte al fondo comune di cui all'art. 8 della legge n. 281/70 che, previsto complessivamente in 418 miliardi circa presenta un incremento del 7% rispetto alla quota di partecipazione dell'esercizio 1985.
Le assegnazioni statali con vincolo di destinazione sono previste in aumento per 31.323 milioni, che le porta a raggiungere l'ammontare complessivo di 3.999.962 milioni circa, con un incremento dell' 1% circa rispetto all'ammontare delle assegnazioni statali con vincolo di destinazione accertato nell'esercizio 1985. Questo incremento complessivo riguarda per 2,5 miliardi circa i fondi di cui all'art. 9 della legge 281/70, per il finanziamento del programma regionale di sviluppo; una maggiore assegnazione di 861 milioni proviene dalla legge 891/77, relativa alle spese per la costruzione, l'impianto e l'arredamento, nonché per la gestione, il funzionamento e la manutenzione degli asili nido e porta il contributo statale, previsto per l'esercizio 1986, a 10.630 milioni; 5.289 milioni di maggiori risorse sono ancora previste per il fondo sanitario nazionale per le spese correnti, come maggiore assegnazione per gli anni 1983, 1984, 1985.
Tra le assegnazioni statali a destinazione vincolata è compreso anche il recupero delle maggiori spese sostenute dalla Regione per gli Enti della tabella B di cui all'art. 113 del D.P.R. 616/77, vale a dire la partita che compare solo nello stato di previsione dell'entrata per l.521 milioni dovendo recuperare la maggior spesa erogata nell'esercizio 1985.
Un'assegnazione dello Stato, come contributo per la realizzazione di opere idrauliche e di navigazione interna per 14.771 milioni, che non era stata prevista in sede di predisposizione del bilancio di previsione, viene iscritta in sede di assestamento, avendone avuto conoscenza in tempi successivi.
Infine dalla legge 217/83 relativa allo sviluppo dell'offerta turistica è stata accertata l'erogazione di un'assegnazione per 6.440 milioni, che era stata iscritta solo per memoria nel bilancio di previsione.
Un incremento della previsione riguarda anche le entrate derivanti da rendite patrimoniali, da utili di enti od aziende regionali per 9.103 milioni circa. Del suddetto incremento 4.973 milioni circa riguardano gli interessi attivi sulle disponibilità di cassa, sulla giacenza dei fondi economali e sulle aperture di credito agli uffici periferici, interessi che sono previsti nell'ammontare complessivo di 8.973 milioni circa, mentre gli interessi attivi accertati nell'esercizio 1985 ammontano a 6.718 milioni circa.
Ulteriori 4.130 milioni sono relativi al recupero delle somme anticipate dalla Regione in esecuzione della convenzione con le Ferrovie dello Stato e costituiscono, al netto della copertura di qualche piccola spesa, i 3.781 milioni di nuove risorse libere da considerare ai fini della copertura finanziaria del disavanzo.
Un ultimo aspetto delle entrate regionali, interessato dall'operazione di assestamento, ma che riguarda la gestione dei residui attivi, è la diminuzione per 47.471 milioni circa dei proventi dei mutui contratti, ma ancora da riscuotere e quindi conservati tra i residui attivi, in quanto corrispondenti a proventi che in effetti sono stati riscossi.
Passando ad esaminare lo stato di previsione della spesa, rileviamo che l'area di attività presenta una diminuzione complessiva di 4.177 milioni derivante tra l'altro: dalla diminuzione dello stanziamento del capitolo sul quale sono imputati gli stipendi del personale, per 4 miliardi dall'incremento dello stanziamento del capitolo relativo ai compensi per il lavoro straordinario del personale, che viene integrato dall'ammontare del compenso incentivante la produttività dell'anno 1985 per l.963 milioni circa dalla riduzione complessiva delle previsioni di spesa per beni e servizi per 2.250 milioni da un incremento delle previsioni di spesa per l'attuazione delle deleghe agli Enti locali per 130 milioni.
Relativamente all'area di attività esiste una prima nota di variazione all'assestamento del bilancio, che riguarda un incremento delle risorse a disposizione del Consiglio regionale per un ammontare complessivo di 470 milioni che vengono recuperati dalla riduzione dello stanziamento della quota interessi passivi per l'ammortamento del mutuo a pareggio del bilancio dell'esercizio 1986.
In una seconda nota di variazione, tra l'altro, è prevista una minore riduzione per 2.500 milioni dello stanziamento del capitolo relativo agli stipendi del personale; tale somma evidentemente dovrà essere sostituita con altra fonte di finanziamento.
Le previsioni di spesa dell'area d'intervento n. 1, agricoltura vengono complessivamente ridotte di l.769 milioni circa, anche se le variazioni di carattere compensativo sono molto più elevate; le variazioni negative ammontano a 7.681 milioni e, tra l'altro, riguardano il programma di ammodernamento di aziende agricole per 4.082 milioni, e gli altri interventi che si effettuano nel settore agricoltura, ma che non rientrano in alcun programma d'intervento per 23.588 milioni. Tutti gli altri programmi d'intervento del settore agricoltura presentano incrementi di previsione di spesa, più o meno accentuati, che complessivamente ammontano a 5.911 milioni circa.
Le risorse a disposizione dell'area d'intervento n. 2, attività secondarie e terziarie, subiscono un aumento complessivo di 7.039 milioni circa, risultante dalla differenza tra variazioni positive per 24.265 milioni e variazioni negative per 17.226 milioni. Una delle principali variazioni positive riguarda il programma per i trasporti pubblici e le comunicazioni; in particolare sono stati reiscritti i 13.168 milioni circa relativi al contributo dello Stato per la costruzione della metropolitana della città di Torino, che non erano stati inseriti nella stesura originale del bilancio di previsione; è stata inoltre incrementata di 12 miliardi circa una reimpostazione relativa al fondo proveniente dalla legge 151/81 per il ripiano dei disavanzi di esercizio delle aziende di trasporto pubblico di persone. Le principali variazioni negative riguardano invece il settore della costruzione e manutenzione delle strade, relativamente alle quali: sono stati annullati i 10 miliardi di contributo regionale all'attuazione e completamento di programmi statali nel settore della viabilità, che riveste rilevante interesse regionale; sono stati ridotti di 4,7 miliardi circa, tra contributi in conto capitale e contributi negli interessi, gli interventi a favore dei Comuni; è stato ridotto infine di 1.800 milioni circa il contributo alle Province per la sistemazione delle strade provinciali.
Un altro settore che è stato interessato dalle suddette variazioni negative è quello del rifornimento di energia elettrica a capoluoghi frazioni e borgate, nonché della realizzazione di impianti di illuminazione pubblica, per complessivi 580 milioni di contributi.
All'area d'intervento n. 3, gestione ed assetto del territorio, sono state incrementate le previsioni di spesa per complessivi 24.257 milioni circa. Questo incremento di risorse disponibili riguarda per 797 milioni circa il programma per l'edilizia residenziale pubblica, anche se il progetto per l'edilizia residenziale agevolata gode di una maggiore previsione di spesa per 1.510 milioni circa, ma 713 milioni sono stati recuperati sottraendoli al progetto per l'edilizia scolastica.
Anche al programma d'intervento per lo sviluppo del turismo è stata attribuita una maggiore disponibilità di risorse per 5.868 milioni, grazie soprattutto all'assegnazione statale a destinazione vincolata allo sviluppo dell'offerta turistica, di 6.496 milioni circa.
Il programma d'intervento per la caccia e la pesca gode di una maggiore disponibilità di 200 milioni, provenienti dai proventi delle soprattasse sulle licenze di pesca e da sanzioni amministrative e vengono ripartiti tra le Province.
Il programma per la sistemazione idrogeologica e forestale ha assorbito l'intera assegnazione statale per la realizzazione di opere idrauliche e di navigazione interna e vede così incrementarsi le previsioni di spesa di complessivi 14.782 milioni circa.
La previsione di spesa relativa al programma per la protezione ed il risanamento delle acque si avvantaggia di 1.352 milioni circa di maggiori risorse che sono state destinate a favore delle imprese agricole per l'ammodernamento degli impianti atti alla tutela delle acque dall'inquinamento, mentre, in relazione alle risorse destinate come contributo alla costruzione di collettori e di impianti di depurazione di acque reflue, in conseguenza di un incremento di 10 miliardi del fondo statale reimpostato finalizzato a quegli stessi interventi, è stato ridotto l'analogo stanziamento finanziato con risorse libere regionali.
Relativamente agli altri interventi che si effettuano a tutela del territorio, ma che non rientrano in particolari programmi d'intervento, la previsione di spesa è aumentata di 6.857 milioni circa, grazie soprattutto ad una nuova reimpostazione di un fondo statale a destinazione vincolata al sostegno dell'utilizzo delle fonti rinnovabili nell'edilizia, per 6.512 milioni. Gli unici due programmi d'intervento di quest'area che vedono ridursi le proprie disponibilità di risorse sono il programma d'intervento sulle infrastrutture di acquedotti, fognature ed urbanizzazione primaria delle aree destinate ad edilizia pubblica, e residenziale, per 870 milioni circa, ed il programma di pronto intervento per 4.729 milioni circa.
Nel primo caso, l'incremento di 10.170 milioni della reimpostazione del fondo statale a destinazione vincolata alla realizzazione di acquedotti consortili ha consentito il recupero di risorse libere regionali per 9.300 milioni circa.
Anche nel secondo caso si tratta di un recupero di risorse libere regionali, a fronte di incrementi di fondi statali vincolati, relative a contributi negli interessi per sopperire a necessità derivanti da eventi calamitosi verificatisi negli anni passati.
Le previsioni di spesa dell'area d'intervento n. 4, servizi sanitari e sociali, subiscono con l'operazione di assestamento una diminuzione complessiva di 32.859 milioni circa, anche se l'ammontare globale delle variazioni di segno negativo è superiore in quanto alcuni programmi compresi in quest'area presentano degli incrementi di previsione di spesa.
Così il programma d'interventi per la riorganizzazione dei servizi socio-sanitari di base vede incrementarsi le risorse a propria disposizione di 4.823 milioni circa, di cui: 836 milioni sono stati destinati al progetto per la tutela materno infantile 1 miliardo è stato destinato a favore del progetto per gli anziani 2.986 milioni circa sono previsti a favore di tutte le altre spese che si effettuano per la realizzazione del programma.
E' evidente che la variazione positiva o negativa delle risorse disponibili per quest'area viene determinata dal comportamento delle previsioni di spesa relative agli interventi per l'esercizio delle funzioni connesse all'attuazione del servizio sanitario nazionale, previsioni che in questo caso si riducono complessivamente di 40.771 milioni circa nonostante la maggiore assegnazione di fondi relativi agli anni 1983, 1984 1985 di 5.290 milioni circa.
Di 1 miliardo si incrementano invece le previsioni di spesa degli interventi per l'assistenza sociale e di 2.090 milioni le risorse destinate a quegli interventi che si effettuano nell'area dei servizi sanitari e sociali, ma che non rientrano in alcun .specifico programma d'intervento.
Relativamente all'area d'intervento n. 5, formazione e cultura, il recupero di risorse libere regionali ha raggiunto 1.696 milioni, di cui: 915 milioni circa dal programma d'interventi per la formazione professionale 650 milioni dal programma per i beni e le attività culturali 131 milioni circa dagli altri interventi nel settore della cultura che non rientrano in specifici programmi.
Per quanto riguarda gli oneri non ripartibili con l'operazione di assestamento del bilancio viene ridotto di 10.870 milioni il fondo di riserva per le spese obbligatorie nel quale, come abbiamo in precedenza detto, era stata accantonata la prima delle tre quote di debito arretrato verso l'INPS e la quota di competenza dell'anno 1986, riducendo così la somma accantonata a 10.260 milioni circa; si accresce di 6.482 milioni circa lo stanziamento del capitolo sul quale sono imputati gli interessi passivi per l'ammortamento dei mutui stipulati per il pareggio dei bilanci dal 1979 al 1985, nonché di 439 milioni lo stanziamento per il pagamento delle quote capitale in relazione a maggiori mutui contratti.
Si è in precedenza fatto cenno ad una seconda nota di variazione con la quale, tra l'altro, si deve limitare la riduzione di 4 miliardi apportata allo stanziamento del capitolo sul quale sono imputate le spese per il pagamento degli stipendi al personale, ritenuta eccessiva e pertanto ridotta a 1,5 miliardi. La rimanente quota viene recuperata attraverso le maggiori entrate che caratterizzano appunto la seconda nota di variazione per 4.210 milioni. Sono 4 miliardi di risorse libere derivanti da proventi di sanzioni amministrative per un miliardo, da recuperi di spese ed oneri a carico di altri Enti e Istituzioni per 3 miliardi e da recuperi dagli uffici periferici dell'Amministrazione regionale per 200 milioni.
Di queste maggiori risorse nell'area di attività ne usufruisce oltre al capitolo sugli stipendi, per 2,5 miliardi, anche il capitolo relativo alle spese per la predisposizione di programmi e procedure per l'elaborazione dei dati a servizio dell'Amministrazione regionale; capitolo che usufruendo inoltre della riduzione dello stanziamento del capitolo sulle consulenze per 1.100 milioni, si accresce complessivamente di 1.450 milioni. Le rimanenti maggiori entrate vengono portate ad incremento del fondo riserva delle spese obbligatorie che si accresce di 1.648 milioni circa.
Il complesso delle variazioni che compongono la seconda nota altro non sono che variazioni di natura compensativa che lasciano inalterate le previsioni di spesa delle varie aree o le riducono di poche centinaia di milioni come avviene per il settore agricoltura. Una di queste variazioni compensative assume però un'importanza non indifferente, sia per l'ammontare della variazione che è di 4,5 miliardi, sia perché la copertura finanziaria della maggiore spesa si è dovuta necessariamente ricercare nel fondo di riserva delle spese obbligatorie, riducendo così ulteriormente per pari ammontare, la somma accantonata per far fronte al debito verso l'INPS.
Le risorse sono destinate al pronto intervento sotto forma di 4 miliardi di contributi e di 500 milioni in spese dirette e vi è da ritenere che con le calamità naturali che ogni anno si verificano in Piemonte l'erogazione di queste maggiori risorse giustifichi per la sua importanza la riduzione del fondo, il cui impiego per l'estinzione della quota del debito è peraltro ancora incerta. Tuttavia il fondo di riserva delle spese obbligatorie, nonostante le riduzioni subite, è ancora in grado di far fronte alla quota del debito verso l'INPS relativo ai contributi di competenza dell'anno 1986, il cui ammontare si aggira sugli 8 miliardi circa, in quanto, come abbiamo detto, 1.648 milioni delle maggiori entrate ultimamente accertate sono stati destinati ad impinguare il fondo di riserva delle spese obbligatorie: l'ammontare definitivo è infatti di 7.407 milioni circa ed è auspicabile che da questo livello non debba ulteriormente scendere.
Signor Presidente, colleghi Consiglieri, da quanto si può dedurre dall'esame di questa operazione di assestamento del bilancio 1986, mi pare si possa affermare che, pur nel tentativo dell'Amministrazione Regionale di mantenere il bilancio dell'esercizio finanziario 1986 fedele alle linee programmatiche inizialmente tracciate, essa risponde essenzialmente alla logica di far fronte alle minori risorse disponibili come conseguenza delle risultanze del rendiconto dell'esercizio 1985.
La I Commissione ha valutato positivamente gli sforzi dell'Amministrazione per far fronte ad una situazione finanziaria sempre più precaria, senza venir meno agli impegni programmatici assunti e ha in particolare considerato favorevolmente alcuni aspetti di questa complessa operazione finanziaria, come la predisposizione delle condizioni di bilancio necessarie per consentire agli Enti locali del Piemonte di utilizzare, nella percentuale massima possibile, i fondi che la Cassa DD.PP. mette loro a disposizione per finanziare progetti che rientrano nell'ambito 'di programmi regionali e per i quali la Regione è disposta a partecipare al finanziamento con un proprio contributo. Il contributo di cui la Regione si è fatta carico non è indifferente e vi è da sperare che con la collaborazione di tutti i livelli di governo territoriale si possano realizzare in Piemonte alcune opere significative atte ad incidere sulla propria economia.
Non bisogna dimenticare che questa fonte di finanziamento, che per il Piemonte ammonta a 131 miliardi, costituisce insieme alla quota annuale dei fondi FIO l'unica grande riserva finanziaria per la realizzazione di spese in conto capitale nell'ambito regionale, che altrimenti sarebbero inattuabili data l'estrema rigidità e vincolanza del bilancio regionale.
Queste considerazioni hanno fatto giudicare positivamente l'operazione di assestamento alla maggioranza dei membri della I Commissione, che ha espresso voto favorevole e ne raccomanda l'approvazione a questo Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Apro la discussione sulla relazione. Ha chiesto la parola il Consigliere Cernetti. Ne ha facoltà.



CERNETTI Elettra

Il mio intervento sarà molto breve e si incentrerà su due punti tralascio altre considerazioni che si potrebbero fare, anche quella di fondo sulle risorse vincolate che sono sempre maggiori rispetto a quelle libere e questo pone al di fuori della Regione stessa le scelte più importanti.
I due punti sui quali incentrerò il mio intervento sono questi. Il primo riguarda i fondi dell'assistenza: ricordo che con l'approvazione del bilancio era stato preso un impegno preciso da parte della Giunta di aumentare questi fondi. Allo stato delle cose però risulta che vengono tolti 2 miliardi dalla gestione degli asili nido e vengono messi sul cap.
10810, cioè sui piccoli interventi che hanno carattere di pronto intervento sulle strutture e sulla legge n. 14 che prevede strutture per non autosufficienti.
Se considero di buon senso questa operazione che tiene conto della denatalità del nostro Paese e dell'aumento in continuazione della popolazione anziana, ciò non toglie che questo è uno spostamento nell'ambito dell'assistenza, dove non vedo l'aggiunta di nuovi fondi.
Le direttive e gli indirizzi che ci vengono dal livello nazionale prevedono una commistione di fondi tra l'assistenza e la sanità.
L'assistenza in questo caso viene a recuperare almeno una parte di questi fondi soprattutto con il pagamento di un terzo del personale socio assistenziale per le strutture protette. Questa operazione però è ben lontana dal risolvere una situazione estremamente grave di quelle di fasce sempre più larghe di emarginati, di anziani il cui numero cresce in continuazione e i cui fondi invece si vanno riducendo del 30%. Non bastano certo gli avanzi dell'Unità Socio - Sanitaria a coprirli, anzi inviterei l'Assessore a fare una più attenta valutazione di questi avanzi poiché non risultano essere come l'Assessorato li ha enunciati. Il Presidente della Giunta Beltrami parlava proprio della tanto vituperata U.S.S.L. di Omegna per un resto di 380 milioni che pare non ci siano e risultano impegnati.
Lungi da me dal proteggere le UU.SS.SS.LL. che si sono in buona parte attivate (poco e male) per l'assistenza. Non si può nemmeno esagerare nell'altro senso su questi avanzi di amministrazione che paiono non esistere nella misura in cui sono stati enunciati.
L'altro punto sul quale volevo soffermarmi è il pronto intervento.
Rimasi alquanto perplessa quando con la seconda nota di variazione del bilancio giunse una richiesta di 4 miliardi e mezzo sul pronto intervento 4 miliardi e mezzo venivano ad erodere i 25 miliardi accantonati per l'INPS che oramai si riducono a 5 miliardi. Non vorremmo che, così come sta succedendo ai Consiglieri che si trovano di punto in bianco a dover pagare a fine mese una tassa sulla salute, la Regione si dovesse trovare nelle stesse condizioni. Ricordo la fatica che facemmo per accantonare questi 25 miliardi ora ridotti a 5. Queste sono cose che destano perplessità.
Chiesi in Commissione i dati quantitativi e notizie sui criteri con i quali venivano distribuiti questi fondi per il pronto intervento.
La tabella fornita dall'Assessorato non ha dissipato la mie perplessità.
Pertanto, il Gruppo socialista la dichiarazione di voto la farà il Capogruppo voterà con la riserva che siano approfonditi in sede di II Commissione i criteri con cui i fondi del pronto intervento vengono distribuiti.
Non ho esaminato voce per voce, ma da un rapidissimo flash mi risulta ad esempio che Omegna, che appartiene alla zona disastrata del Verbano Cusio - Ossola e che quest'anno ha visto la neve alta due metri e ha avuto uno straripamento del lago durato circa un mese, ha un contributo per pronto intervento di 22 milioni, mentre la piccola frazione di Loreglia vede un contributo complessivo di 96 milioni.
Sono cose che per convincere chi vota hanno bisogno di un doveroso approfondimento nella Commissione competente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

La ringrazio,Presidente. Io mi limiterò a poche osservazioni nel merito della discussione introdotta dal collega Santoni.
Il bilancio preventivo del 1986 da noi era stato giudicato già allora di basso profilo. Ci era parso carente soprattutto nei settori dell'assistenza, degli interventi a favore dello sviluppo dell'occupazione e della salvaguardia ambientale.
Anche allora registrammo su questo il disagio, ora qui rimarcato proveniente anche da settori della maggioranza: vi era e c'è insoddisfazione per come è andato configurandosi il quadro complessivo.
Un bilancio che era carente per questi aspetti e sovradimensionato invece negli interventi per opere viarie (qualcuno si ricorderà che usammo l'espressione di "cemento a go go").
Un bilancio proposto da una Giunta che a nostro avviso manifestava e tuttora manifesta una seria incapacità di confrontarsi con una politica del governo centrale che va strangolando gli Enti locali e le istituzioni decentrate dello Stato. Su questo ci dovrebbe essere il consenso di tutti: è una politica che non favorisce il rapporto tra le istituzioni regionali e i bisogni della società civile. Dopodiché, essendoci una maggioranza omogenea a Roma come a Torino, i conti cominciano a non tornare laddove queste stesse critiche provenienti da settori della maggioranza non si sostanziano con un'iniziativa conseguente di rivendicazione di un mutamento di indirizzo della politica economica e finanziaria del Governo che, per quanto riguarda il 1987, non si preannuncia migliore del 1986, visto il dibattito che è in corso alla Camera dei Deputati.
Il bilancio preventivo (mi limito alle grandi linee), caratterizzato da queste carenze e da queste sovradimensioni, risulta peggiorato dall'assestamento. Questo peggioramento, a nostro avviso, è dimostrato dai seguenti tre punti, che riprendo molto schematicamente.
Primo: il rendiconto generale per l'esercizio finanziario del 1985 denota l'aggravarsi ulteriore dell'incapacità di spesa. Infatti i residui attivi, se non abbiamo letto male le cifre (c'è da dire, al riguardo, che i piccoli Gruppi consiliari non sono messi in condizione di lavorare come sarebbe necessario e opportuno, poiché i materiali si riescono ad avere a spizzichi e comunque sempre all'ultimo momento), che nel rendiconto del 1984 erano 753 miliardi, sono saliti a 1.103 miliardi. Dentro le ristrettezze che conosciamo si aggiunge una incapacità manifesta di impegnare tutte le risorse disponibili.
Il secondo punto che dimostra, a nostro avviso, il peggioramento della situazione rispetto alle previsioni è il seguente: all'atto dell'approvazione della prima legge di variazione al bilancio il Consiglio regionale aveva contestualmente approvato ordini del giorno che impegnavano la Giunta a presentare, prima dell'assestamento, provvedimenti riguardanti l'assistenza, lo sviluppo dell'occupazione, la tutela dell'ambiente. Mi pare che questa condizione non si possa dire si sia proprio realizzata.
Terzo rilievo. Anche nei settori privilegiati di intervento, che ho citato prima, per la copertura finanziaria dei circa 122 miliardi di disavanzo reale registrato nell'esercizio del 1985 si attinge ai fondi che avrebbero dovuto essere destinati, ad esempio, all'assistenza; così come le spese per il sostegno all'agricoltura diventano incentivi ad investimenti non meglio precisati; la stessa formazione professionale subisce dei restringimenti.
Da questi pochi flashe la conseguenza del ragionamento non può che essere di pesante critica alla conduzione politica e finanziaria realizzatasi in questi mesi. Quindi, senza ripetermi nella fase successiva riservandomi eventualmente di farlo alla luce di eventuali novità (in verità poco probabili) che emergessero nel dibattito, il voto di DP non pu che essere negativo alla proposta di assestamento avanzata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Quaglia.



QUAGLIA Giovanni

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, è da qualche anno che la predisposizione dell'assestamento di bilancio presenta notevoli difficoltà.
Infatti, se è vero che l'assestamento dovrebbe trasferire nel bilancio di competenza le risultanze del rendiconto dell'esercizio precedente, è anche vero che questo ribaltamento negli ultimi anni e in quello corrente si è verificato modificando profondamente il bilancio di previsione.
La stesura della proposta di assestamento ha dovuto tenere conto che l'avanzo finanziario stimato nel preconsuntivo 1985 in 661 miliardi è diminuito, stando alle risultanze del consuntivo di circa 65 miliardi mentre i residui passivi si sono incrementati di 77 miliardi. Si è dunque in presenza di un peggioramento della situazione finanziaria che presenta un disavanzo effettivo, come ricordava il collega Santoni, di 122 miliardi anche se bisogna considerare che qualora si fossero contratti i 153 miliardi di mutui previsti a pareggio del bilancio 1985, il bilancio stesso sarebbe stato in pareggio.
Un secondo elemento ha contribuito a rendere difficoltosa la formazione dell'assestamento ed incerto anche il suo epilogo. Si tratta dell'osservazione del Governo al bilancio di previsione dell'86 e della conseguente richiesta di far fronte agli stanziamenti relativi a reimpostazioni di fondi statali a destinazione vincolata con risorse libere. A tale richiesta di rientro dalla situazione rilevata dal Governo che riguarda più di 120 miliardi e quindi non può che essere graduale, pena la paralisi del bilancio, non si dà risposta in questa manovra di assestamento e c'è l'intenzione della Giunta di darvi risposta addivenendo per il futuro ad un maggior utilizzo di mezzi finanziari derivanti dalla contrazione di mutui.
Da queste due premesse si evince come l'assestamento di bilancio, che doveva essere un momento importante di verifica, rischia purtroppo, e non per cattiva volontà della Giunta, di diventare poco più della sistemazione di alcuni capitoli oppure una resa dei conti al Governo nazionale.
Dal disegno di legge in esame risultano in sintesi le seguenti poste: maggiori entrate per 22,5 miliardi, dovute essenzialmente: a più consistenti assegnazioni sul fondo comune e sul fondo regionale di sviluppo, a maggiori accertamenti sul gettito dei tributi regionali, ad una maggiore previsione di interessi attivi; minori spese per 78 miliardi ottenute da:una riduzione del fondo accantonato per far fronte ad una quota di debiti arretrati verso l'INPS e l'INAIL. che rimane attestato, vista anche la seconda nota di variazione, sui 7 miliardi e che dovrebbe essere sufficiente per pagare gli importi di competenza dell'anno 1986 essendo ancora aperto il contenzioso con lo Stato per gli arretrati, dalla diminuzione di 32 miliardi di contributi in conto capitale per le opere pubbliche ottenute dal trasferimento di contributi dal conto capitale in conto interesse, con la legge che abbiamo approvato il 31 luglio, e dalla riduzione della spesa corrente dei vari Assessorati.
Il terzo elemento riguarda le minori impostazioni dei fondi statali a destinazione vincolata.
Volendo affrontare brevissimamente due o tre argomenti che riguardano varie aree di intervento si può dire che, a fronte di una diminuzione di circa 2,5 miliardi di spese sull'area di attività, abbiamo un incremento di circa 7 miliardi nell'area delle attività secondarie e terziarie derivanti principalmente da maggiori contributi dello Stato nel settore dei trasporti pubblici; un incremento di 29 miliardi dell'area 3, gestione ed assetto del territorio, costituito da uno stanziamento recuperato dal fondo accantonato per i debiti INPS di 4,5 miliardi per il pronto intervento, di cui parlava la collega Cernetti (la cui necessità è sicuramente indiscutibile e che riporta l'importo complessivo per tali interventi a livello pressoch uguale a quello degli scorsi anni e che certamente ha necessità di una verifica attenta e puntuale da parte della Commissione e della Giunta), da una maggiore disponibilità di 6 miliardi assegnati dallo Stato per lo sviluppo dell'offerta turistica e di 15 miliardi per opere idrauliche e di navigazione interna.
Questi rapidi accenni alle varie aree di intervento sono sufficienti a far emergere le difficoltà che si sono presentate alla Giunta per poter mantenere fede al programma di interventi che erano stati fissati con la legge di provvedimento generale di finanziamento delle leggi regionali approvata dal Consiglio nella scorsa primavera.
Anche su altri aspetti, particolarmente su quelli evidenziati da ordini del giorno approvati dal Consiglio nella primavera scorsa, precisamente ad aprile, oppure su quelli sui quali la Giunta si era impegnata a svolgere approfondimenti (mi riferisco al settore dell'assistenza), la Giunta non è sicuramente stata latitante o inerte anche se in questa operazione di assestamento i risultati di tali indagini e approfondimenti trovano soltanto un'allocazione parziale. Mi riferisco al settore dell'assistenza agli interventi che.concernono le politiche del lavoro e al progetto richiesto da un ordine del giorno nell'aprile dell'86, in materia di prevenzione e di inquinamento e disinquinamento e di trattamento dei rifiuti.
Se mi permettete, quindi, accennerei brevemente a questi tre problemi sollevati a suo tempo dal Consiglio regionale.
Per quanto riguarda la richiesta avanzata da più parti, e ribadita ancora dalla collega Cernetti, per maggiori stanziamenti nel settore assistenziale l'Assessorato ha avviato un'attenta indagine sui bilanci delle Unità Socio-Sanitarie Locali da cui è emersa la presenza, per il 1985, di circa 7 miliardi di avanzi. Inoltre l'Assessore Carletto ha proposto con il collega Olivieri la deliberazione, che è in corso di approvazione, che consente di imputare al bilancio della sanità alcune spese prima facenti capo al socio - assistenziale. Se per il 1986 questo tipo di risposta potrà avere effetti limitati, per l'esercizio 1987 probabilmente ci aggireremo su una quota disponibile di 30/35 miliardi in più per il settore assistenziale e mi pare che questo non sia poca cosa.
Infine in sede di assestamento si sono incrementati due capitoli significativi del settore assistenza: il cap. 10.810 e quello relativo agli interventi previsti dalla legge regionale n. 14. E' vero, come diceva la collega Cernetti, che sono stati compensati questi maggiori stanziamenti da una diminuzione nei contributi per la gestione degli asili nido, ma bisogna ricordare che i contributi per questa finalità sono stati previsti con le quantità del 1985, incrementati del tasso di inflazione prevista del 6%.
Quindi complessivamente con queste manovre il settore socio - assistenziale in Piemonte non ha rivelato cadute di livello rispetto al passato; anzi, e si vedrà quando passeremo alla discussione del Piano di sviluppo che è in fase di elaborazione, il quale prevederà uno specifico progetto anziani che noi riteniamo molto qualificante.
In materia di politiche del lavoro e di innovazione tecnologica e scientifica non posso che richiamare quanto detto dall'Assessore Genovese nella scorsa seduta del Consiglio regionale quando, rispondendo ad una interrogazione presentata dal Partito Comunista, affermava che in concomitanza con l'assestamento 1986, con molta onestà la Giunta non aveva proposto provvedimenti specifici, ritenendo dovesse essere sviluppata una riflessione più complessiva, in sede di IV Commissione, per arrivare a definire interventi regionali più coordinati ed inserirli in modo organico nelle previsioni per il 1987. Quindi una risposta interlocutoria, ma la Giunta sta lavorando al riguardo.
Per quanto riguarda l'innovazione tecnologica e scientifica ormai è stato concluso positivamente l'iter del disegno di legge predisposto dalla Giunta e credo che la prossima seduta del Consiglio offrirà l'occasione per la sua approvazione.
Terzo ed ultimo. Un'altra serie di problemi era posta dall'ordine del giorno che impegnava la Giunta ad avviare un polo di progettazione di intervento in materia di prevenzione di inquinamento, del disinquinamento e trattamento dei rifiuti.
L'Assessore Maccari ci ha assicurato che l'Assessorato ha iniziato a lavorare in questa direzione, avviando contatti con gli Enti locali e le associazioni interessate in vista della predisposizione di un'ipotesi di progetto che, ha assicurato, porterà quanto prima in VII Commissione e che sarà finanziata con copertura nel prossimo esercizio 1987.
La Giunta e la maggioranza non hanno alcuna intenzione di eludere gli impegni che il Consiglio ha formalmente assunto, anche se non si può negare che la complessità dei problemi richieda atteggiamenti non improvvisati, la predisposizione di interventi coordinati e la definizione di provvedimenti che si possano inserire in modo organico in un quadro di riferimento definito e possibilmente certo. Questioni complesse dunque, aggravate dalla difficoltà della situazione finanziaria. Lo stesso incremento di 25 miliardi di reimpostazioni dimostra quanto delicato e problematico sia i1 raggiungimento dell'equilibrio di bilancio che richiede una necessaria gradualità se non si vuole annullare ogni possibilità della Regione di adempiere ai suoi compiti per dare un contributo alla soluzione dei problemi della nostra realtà locale e della gente.
Per queste motivazioni i1 Gruppo DC darà il suo voto favorevole al provvedimento di assestamento del bilancio 1986.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

A noi sembra di poter dire, signor Presidente, che innanzitutto non siamo di fronte ad un assestamento. Non si mette ordine nei conti, ce lo ha ripetuto diverse volte l'Assessore in Commissione. I problemi rimangono tutti aperti, anzi l'assestamento per alcuni versi peggiora la situazione di qualche mese fa della prima nota di variazione. Utilizza le scarse risorse, alcune accantonate, come i fondi INPS, altre "slittate", come i 10 miliardi destinati alla viabilità in convenzione con l'ANAS; fa slittare altri fondi statali a destinazione vincolata, per quasi 20 miliardi che si aggiungono a quelli già fatti slittare in precedenza, senza che emerga nessuna linea per il riordino dei conti della Regione. Non è accettabile secondo me, da parte del Consiglio che di fronte ad un documento così importante, in una situazione così grave, quando per mesi tutti si sono stracciate le vesti nella Giunta e nella maggioranza,per dire che siamo di fronte ad una situazione insostenibile la Giunta, non parlo dell'Assessore si ripresenti ad un appuntamento così importante senza un minimo di relazione politica, indicando quali sono gli obiettivi che si propone di perseguire quando muove decine e decine di miliardi all'interno della nota di assestamento.
Perché si tratta di decine di miliardi che vengono spostati. Basta pensare ai 25 miliardi accantonati per l'INPS che si riducono a 5 miliardi.
Ecco perché, Brizio, non si può pensare a questo assestamento come alle solite note di assestamento di bilancio regionale a cui eravamo stati abituati.
Devo dire che l'assenza di una relazione politica della Giunta è una mancanza indubbiamente grave. Mi meraviglio che il Consiglio sia disattento a questi problemi. Questo al di là, e dobbiamo darne atto, della buona volontà dell'Assessore e dei funzionari che si sono resi disponibili a fornire tutti gli elementi che avevano a disposizione. Ma troppo spesso voi stessi, Assessore e funzionari, non eravate in grado e non lo siete probabilmente nemmeno adesso di dare risposta ai quesiti che abbiamo posto.
E ne avevamo posti molti non solo quelli relativi al pronto intervento.
In effetti questo documento di bilancio non è altro che lo specchio dell'attività o non attività della Giunta regionale e della situazione della maggioranza in questo anno e mezzo della propria vita. Non si intravede una linea di politica di bilancio per affrontare i problemi che abbiamo individuato. Troppo spesso vediamo che si vive alla giornata.
Non entro nel dettaglio delle cifre: sono state esposte con molta puntualità da parte del relatore. Mi limito a dire che fanno giustizia di alcune questioni che erano state sollevate.
Sappiamo che questo presunto disavanzo di 102 miliardi viene coperto con una serie di operazioni, maggiori entrate, per 22 miliardi e mezzo; 9 miliardi in meno di spese sulle annualità. Gli unici "risparmi", limature sono i 6 miliardi e mezzo tolti al patrimonio e al personale. Quasi nulla per il resto. Si rinviano ancora per 18 miliardi i fondi statali reimpostati mentre il cuore della manovra mi pare che siano i 25 miliardi accantonati per l'INPS, che vengono utilizzati per altre spese. Sono stati eliminati questi 25 miliardi. Ma non sono molti mesi che ci avete detto in quest'aula che quell'accantonamento era indispensabile e per farlo si sacrificava qualsiasi altro intervento per l'assistenza, qualsiasi intervento concreto per quanto riguardava il lavoro e l'occupazione: si sacrificavano settari vitali e produttivi. Perché è stato sollevato quel grande polverone non molto tempo fa? Che cosa c'era allora di fondato e che cosa è successo in questi mesi? Adesso si arriva al momento della verità.
Ci hanno confermato in Commissione che poche Regioni avevano accantonato delle quote: la Lombardia addirittura si rifiuta di accantonarle; L'Emilia Romagna, la Toscana e l'Umbria invece hanno accantonato un terzo di quella che è la posta presunta. Di fatto non c'è oggi, ottobre 1986, nessuna richiesta formale da parte dell'INPS o del Ministero di pagare la cifra allora indicata intorno ai 54 miliardi per il Piemonte. C'era un decreto, a fine '85, per trattenute dirette da Roma; poi questo decreto si è disperso nella nebbia, è caduto e nessuno l' ha più ripresentato. Mi pare sia evidente allora che la gestione della Giunta precedente non era poi tanto irresponsabile, tanto è vero che voi non avete ancora pagato una lira nemmeno nel 1986 e utilizzate per altre spese l'accantonamento' deciso all'inizio di questo esercizio. Mi pare che il tempo, in pochi mesi, abbia fatto giustizia di quel polverone. Ma che cosa vediamo all'interno di questo bilancio? Non c'è una politica di risanamento del bilancio stesso si vive alla giornata, vediamo una dispersione delle risorse. C'è una dispersione delle risorse senza finalizzazioni e programmi, il che è grave per il Piemonte. Prendiamo, per esempio, la deliberazione datata 3 settembre, con cui si sono dati contributi su opere pubbliche per 75 miliardi. E' un atto molto grave e pericoloso non solo per il Piemonte, ma per l'insieme delle Regioni. Si trattava di orientare il 25% delle risorse che la Cassa DD.PP. mette a disposizione degli Enti locali del Piemonte per opere significative e possibilmente di interesse sovraccomunale. Era il primo passo perché si arrivasse, da parte della Cassa DD.PP., ad instaurare un rapporto serio con le Regioni per la destinazione di consistenti flussi finanziari. Nella legge presentata all'ultimo momento in luglio si erano date solo delle prime generiche indicazioni, il 5% generalizzato a tutti.
Adesso assistiamo alla dispersione di queste risorse in mille rivoli vanificando di fatto quella che era l'impostazione data dalla legge finanziaria che potrà avere sviluppi successivi nel 1987-'88. Ma se le Regioni non si comportano di conseguenza si mette in discussione una conquista a livello nazionale per quanto riguarda la politica dello Stato verso le Regioni. Non diciamo che le molte opere indicate siano inutili pensiamo che, tranne qualche eccezione, affrontano problemi e disagi veri.
Sottolineiamo però ancora una volta la mancanza di una politica organica della Giunta e della maggioranza che disperde risorse senza affrontare i problemi fondamentali per lo sviluppo della nostra Regione.
E' già stato detto del pronto intervento, cioè i 4,5 miliardi inseriti all'ultimo. Ne ha parlatola collega Cernetti. La I Commissione ha deciso di rinviare l'esame di merito alla II Commissione per quanto riguarda l'elenco degli interventi. Noi pensiamo che dietro quell'elenco, fin troppo minuzioso, ci sono dei problemi e delle esigenze reali. In Commissione noi abbiamo posto un problema che va al di là dei 13-14 miliardi del bilancio.
Non permetteranno comunque di affrontare i problemi vasti che ci sono in questo settore. Allora dobbiamo fare i conti con la limitatezza delle risorse regionali; noi abbiamo posto anche il problema di rivedere i criteri con cui si destinano i fondi per quanto riguarda il pronto intervento. Abbiamo detto anche che probabilmente le finalità della legge regionale n. 38 devono essere riviste adeguando gli obiettivi alla mutata situazione. Per cui occorrerà confrontarsi nel merito dell'elenco in II Commissione, ma a monte rimane il problema di fondo: se è vero quello che ci dicono, che per il pronto intervento ci vogliono centinaia e centinaia di miliardi per dare le prime risposte, evidentemente non sono né 5 né 10 miliardi che possono dare una risposta a questi problemi, tanto più se le risorse sono disperse in mille rivoli. Quindi occorre darci criteri nuovi per la destinazione di queste risorse. Devo anche aggiungere che in Commissione nessuno ha aperto un confronto su questi problemi. Devo dire che solo il collega Mignone ha raccolto questa indicazione, ma per il resto della Commissione è silenzio. Abbiamo posto domande in Commissione anche per altri settori, per esempio per l'agricoltura. Noi abbiamo chiesto che senso hanno i cambiamenti all'interno della stessa area, lo spostare investimenti o risorse da un capitolo all'altro. Abbiamo chiesto chiarimenti che non abbiamo avuto perché l'Assessore alle finanze e la struttura dell'Assessorato non erano in grado di darci una risposta. Le aspettiamo ancora. Ripetiamo le domande perché non abbiamo a monte una relazione adeguata da parte della Giunta che chiarisca qual è il senso della manovra di bilancio che ci viene proposta. Ci sono i problemi, già indicati da altri intervenuti, lo spostamento di risorse all'interno dell'assistenza: si tolgono fondi dai capitoli relativi agli asili nido, si mettono probabilmente per la costruzione di nuove case di riposo o protette. Nessuno ci ha chiarito però perché all'interno degli asili nido si debbano ridurre due miliardi nel giro di quattro o cinque mesi.
So che la natalità è in diminuzione, ma non credo che la natalità in Piemonte sia precipitata dal mese di aprile al mese di ottobre. Inoltre l'abbiamo detto e ripetuto in Commissione, non è stata data una risposta agli ordini del giorno approvati all'unanimità del Consiglio quando approvammo la prima variazione di bilancio. Si dimenticano gli impegni che la Giunta aveva preso per quanto riguarda l'assistenza, l'occupazione, con un'eccezione limitata per quanto riguarda il problema della pesca. Sono stati aggiunti 200 milioni, pochi, ma almeno significa che si sono volute recepire le indicazioni del Consiglio. Prendiamo peraltro atto di una innovazione importante, anche questa rispetto a pochi mesi fa. Pochi mesi fa si sono lanciati dei proclami molto azzardati in cui si diceva: "Basta con i contributi in conto interessi, diamo tutto in conto capitale". La soluzione era stata trovata coprendo il contributo in conto capitale con i mutui a pareggio del bilancio. Noi denunciammo in quest'aula l'insostenibilità di questa posizione. Non si seppe replicare. Ora vediamo che la Giunta ha fatto, un po' precipitosamente, ma secondo me utilmente marcia indietro. Anche in questo caso si era fatto un po' troppo polverone su questioni che sono serie. Questi atteggiamenti irrazionali della Giunta si spiegano con il fatto che non si è voluto prendere atto che la situazione generale della finanza.locale è grave ovunque. Questo ha portato Giunta e maggioranza a prendere abbagli di cui ne ho indicati solo alcuni.
Mentre le altre Regioni davano l'allarme sulla gravità della situazione della finanza regionale, la nostra Giunta cercava di dare fiato a piccole campagne strumentali sollevando un gran polverone dannoso per tutto. Nello stesso periodo la Lombardia, e non cito le Regioni in cui noi siamo al governo, ha tagliato la spesa corrente del 20%; in Piemonte invece la spesa corrente con il bilancio 1986 è aumentata dal 15 al 20%.
La Lombardia taglia la formazione professionale. Qui si è fatta la piccola, nota speculazione. E vediamo nel bilancio che i fondi perla formazione professionale in generale sono passati dagli 80 miliardi del 1985 ai 121 miliardi nel 1986. Il 50% in più! Per quanto riguarda i contributi agli enti si passa da 44 miliardi a 86 miliardi, quasi il 1001 in più! Questa è la situazione come risulta dalle cifre. Ecco perché era inaccettabile la campagna che si è tentato di orchestrare l'anno scorso. Di fatto nell'86 ci sono risorse di gran lunga superiori agli esercizi precedenti, quando si è tentata una riqualificazione ed una riconversione della spesa per la formazione professionale.
Questi 40 miliardi in più non sono usciti dalla zecca della Regione Piemonte; indicano evidentemente che l'eredità che abbiamo lasciato non era così disastrosa.
Difficoltà di carattere generale per la finanza regionale ci sono e vengono denunciate dalle Regioni in modo unanime. Mancano prospettive; non abbiamo una legge per quanto riguarda la finanza regionale. Siamo più arretrati rispetto a 3-4 anni fa. Non ci sono prospettive per quanto riguarda la dotazione di risorse alle Regioni e proprio feri a Venezia la conferenza stampa, all'interno del Convegno sui bilanci regionali, cui era presente anche il collega Ferrara, il Presidente Guzzetti, il Presidente Marra dell'Umbria e il rappresentante della Regione Veneto, ha messo in evidenza come le Regioni si trovino oggi al punto più basso della loro esistenza. Del resto le relazioni al Convegno hanno dimostrato con dati inoppugnabili qual è la soluzione generale delle nostre Regioni.
C'è un dibattito ed un confronto in corso in Italia su questi problemi.
Da questo dibattito la Regione Piemonte è praticamente assente, forse perché abbagliata dal tentativo di impostare le piccole campagne di speculazione di cui ho cercato di dire prima.
Ma i problemi ci sono e hanno la testa dura. Uno dei problemi oggi è di come, in presenza di una scarsità di risorse, si introducono meccanismi di controllo che permettono di verificare il cosiddetto rapporto costi benefici.
A questo proposito io mi meraviglio come sia la I Commissione che il Consiglio regionale non si facciano carico di questo problema.
Noi già all'inizio di questa legislatura avevamo sollevato in I Commissione i problemi di metodo e di lavoro. Avevamo chiesto che da parte della I Commissione ci fossero iniziative ed incontri verso istituti finanziari, grandi gruppi e rappresentanze regionali degli Enti locali per conoscere, nel rispetto delle diverse autonomie, i rispettivi programmi d'investimento e per avere un confronto per quanto riguarda i flussi finanziari, nell'ottica di arrivare ad una regionalizzazione della finanza regionale.
A questa esigenza ne aggiungiamo un'altra che a me sembra fondamentale.
Di fronte alla situazione del nostro bilancio si cominci ad introdurre elementi di controllo di gestione.
Sappiamo che è un processo non facile e che non si improvvisa da un mese all'altro. Ma comunque deve essere avviato.
Secondo noi non è più possibile , che il Consiglio regionale e la Regione in generale non sottoponga a verifica le proprie decisioni di spesa, che non si cominci cioè a far un'analisi per quanto riguarda l'incidenza e i risultati ottenuti dalle diverse decisioni di spesa.
Altre Regioni hanno già cominciato a farlo, cito: l'Emilia Romagna, la Lombardia ed ora anche il Veneto. In tutte queste Regioni il riferimento è quello istituzionale, cioè la I Commissione del Consiglio regionale. Allora dobbiamo cominciare ad attrezzarci come Commissione per cominciare ad affrontare questi problemi.
Si tratta di aprire, in breve tempo, in Commissione un confronto per arrivare a dare una risposta a questi problemi. Ma occorre anche un'azione del Consiglio perché da parte della Giunta regionale si imposti una politica di bilancio adeguata ai problemi che la Regione deve affrontare.
Noi abbiamo cercato di fare il nostro dovere in questa direzione e cercheremo di farlo anche in futuro.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Turbiglio.



TURBIGLIO Antonio, Assessore al bilancio

Vorrei innanzitutto ringraziare i colleghi che sono intervenuti.
Predisporre il bilancio regionale, come sottolineava il collega Biazzi, sta diventando di estrema difficoltà, però non è vero che il Piemonte è assente o silenzioso nel denunciare queste difficoltà nelle sedi competenti.
Io ho partecipato insieme al Presidente a quasi tutte le riunioni interregionali e se non eravamo presenti a Venezia é, solo per caso e non per consuetudine della Giunta piemontese.
In diverse occasioni ho sottolineato le difficoltà in cui ci troveremo a fare il bilancio 1987; mi pare che anche nei dati che voi certamente avete avuto e che riguardano il bilancio triennale 1986-1988 si evidenzia quali siano queste difficoltà. Comunque devo dire che non intendiamo farci scudo di situazioni difficili, ma che stiamo lavorando per arrivare in tempo a presentare il bilancio 1987 in modo da avere le possibilità di dibattito in Commissione ed in Consiglio.
Voi sapete che nel bilancio 1986 ci sono previsioni di mutui per 300 miliardi occorrenti per il pareggio del bilancio. Naturalmente il pensiero di arrivare alla formazione di un debito ulteriore di 300 miliardi, il pensiero di quello che verrà a costare il cumulo degli oneri su questo debito direi che è già sufficiente a far venire un brivido nei pensieri e nelle decisioni naturalmente anche nella visione che un indebitamento nuovo di 300 miliardi vuol dire approvare ancora e per lungo tempo le successive possibilità di elaborazione dei bilanci, delle scelte e degli investimenti.
Naturalmente noi siamo consapevoli che il momento politico è quello che che la situazione finanziaria è quella che é, che la Giunta precedente ci ha lasciato un'eredità difficile e che toccano a questa Giunta decisioni coraggiose. Circa la formazione professionale c'è stato anche un dibattito sui buchi o non buchi che abbiamo trovato. Se c'erano questi buchi bisognava ben riempirli anche perché noi abbiamo dovuto accettare una certa situazione che non potevamo modificare di colpo.
La Regione deve avere una sua continuità di azione e di politica che non deve essere certamente interrotta ogni volta per il formarsi di una maggioranza o di un'altra, altrimenti non si offrirebbe un'immagine di serietà nella gestione. Molte cose che ci siamo trovati le modificheremo nei tempi giusti e con la gradualità necessaria.
Sul rendiconto 1985 vorrei dire al Consigliere Staglianò che non pu fare delle accuse a questa Giunta su manchevolezze, su inconvenienti di rendiconto per un anno, il 1985, nel quale noi siamo arrivati a settembre al governo. Non ci interessa accusare la Giunta precedente che ha creato le situazioni che oggi emergono dal rendiconto. Capisco che si possano criticare i dati che si leggono sul rendiconto, ma non capisco come si possa denunciare ed incolpare noi o perlomeno unicamente noi.
Il discorso degli interventi è poi stato incentrato su alcune voci del rendiconto, ma principalmente sull'assestamento ed è logico in quanto l'assestamento è una conseguenza del rendiconto. Ho già accennato che il rendiconto ci mette di fronte ad un'attività che ha risentito del momento elettorale, del momento di formazione di una nuova maggioranza e di un nuovo rallentamento generale che avviene sempre nel momento dell'ultimo anno di una legislatura.
Negli anni passati c'è stata per due legislature la conferma della stessa maggioranza per cui questo scollamento, direi, non si è verificato con la pesantezza e lo spessore dell'anno 1985. Però se andiamo a vedere, e io sono andato a verificare, gli stessi rallentamenti li troviamo anche tra il 1979 ed il 1980. Poi però è seguita una Giunta di stessa maggioranza e allora il rallentamento dovuto al momento di governo nuovo è stato attenuato e la ripresa è stata più sollecita. Così non è stato nel 1985 1986; ci sono voluti tempi più lunghi per conoscere l'apparato di gestione della macchina regionale. Ben diverse sono le posizioni di Giunta da quelle di Consiglio e per una Giunta nuova per nove/decimi è obbligato uno spazio di rallentamento dovuto all'apprendistato delle forme e delle necessità di governo.
Le difficoltà dell'assestamento sono scaturite anche dalla reimpostazione di fondi che hanno rappresentato una grossa cifra. Devo segnalare che ho anche qualche incertezza sul percorso che avrà successivamente l'assestamento perché il Governo aveva approvato il nostro bilancio dicendoci che poi avremmo dovuto, nell'assestamento, rimettere a posto le reimpostazione che nel bilancio non avevamo osservato rigidamente con i fondi liberi. Ora noi non solo non abbiamo seguito quelle indicazioni, non solo abbiamo rimesso in reimpostazione quello che avevamo tolto, ma abbiamo accantonato 17 miliardi che non sono stati reimpostati.
Potremmo trovarci anche in difficoltà nell'iter di questo assestamento.
Faremo presente alle autorità governative che è intenzione della Regione Piemonte rivedere completamente il bilancio per il 1987 in modo che ci sia la completa chiarezza ed il rispetto delle osservazioni governative, cosa che è già stata impostata nella formazione del bilancio 1986.
Staglianò, non devi lamentarti di non avere avuto il tempo di leggere il documento perché l'assestamento è stato presentato nel luglio scorso e non in questi giorni; hai detto che ti sono mancati i tempi di riflessione per le variazioni, ma esse riguardano poi in modo importante solo i 4 miliardi e mezzo che sono stati destinati al pronto intervento. Per il resto si tratta di piccole somme spostate da un capitolo all'altro importante è l'assestamento presentato a luglio. Allora non è possibile che ti sia mancato il tempo, ti sarà mancata la voglia perché dopo luglio c'è stato il momento delle ferie e nei mesi di agosto e settembre forse hai preferito la tranquillità di quei momenti alle fatiche da ragioniere, hai preferito attività molto più belle e più interessanti, più divertenti prerogative dei giorni di ferie.
Volevo ricordare ancora che il dato che era emerso poi dal preconsuntivo e che ci ha portati a leggere in un certo modo il rendiconto e poi a parlare di assestamento, evidentemente si era già evidenziato dai tempi tecnici di realizzazione delle opere che sono conseguenti a tempi lunghi, dell'impossibilità di erogazione dei contributi, ma anche della complessità di adempimenti previsti da leggi statali di interventi. Vorrei ricordare casi di interventi finanziari sia con i fondi regionali, sia con fondi statali finalizzati con priorità in fase di impegno fatte quasi sempre con preferenza dalle risorse regionali che se non sono impegnate entro il 31 dicembre naturalmente vanno in economia, senza l'obbligo di reimpostazione, a differenza di quanto è previsto dalla legge di contabilità regionale per i fondi statali finalizzati.
Quindi ci troviamo di fronte a rimanenze che ci derivano dagli anni precedenti, dove naturalmente è stato più facile spendere i soldi che non hanno poi dovuto richiedere la reimpostazione in quanto erano risorse regionali, mentre quelli statali finalizzati purtroppo hanno seguito iter più lunghi.
Per portare dei correttivi a questa posizione in sede di previsione di bilancio e in fase di predisposizione di legge di variazione la Giunta aveva collocato le risorse regionali sugli interventi non finanziati con fondi statali finalizzati, proprio per affrontare e diminuire queste difficoltà.
Per quanto riguarda i residui attivi che sono arrivati ad oltre l.000 milioni in non pochi casi hanno costretto ad anticipare con fondi regionali le assegnazioni statali. Notando l'inconveniente che portavano ho dato disposizione ai servizi competenti per attivare tutte le vie possibili per ridurre al minimo i tempi di recupero dallo Stato delle somme che la Regione ha già speso e per la realizzazione delle opere e degli interventi.
Non vorrei dimenticare che sono state proposte misure correttive tendenti a riportare in equilibrio la situazione economico - finanziaria della Regione e che tali proposte sono state inserite negli indirizzi politico - programmatici della Giunta, indirizzi che certamente non ha ripudiato e che cerca in effetti di portare avanti anche se ci sono delle accuse di incapacità e di inazione.
Se qualcuno si è lamentato del modo di presentare e di discutere il rendiconto e l'assestamento, che sono di estrema importanza, convengo con chi ha parlato in questo modo che però deriva dal modo con cui possiamo affrontare questi problemi in fine di seduta. Parlare di cifre e di bilanci non è una cosa semplice, ma non è certamente la Giunta che ha voluto questo. Il problema del rendiconto e dell'assestamento è iscritto all'o.d.g. da alcune sedute e poi rinviato per altri motivi: forse erano più urgenti altri argomenti. Certo, i problemi finanziari devono essere affrontati, non dico in modo più serio perché mi pare lo siano, ma con uno spessore ed un volume di interventi tali da poter dare la tranquillità che questo è un problema sul quale la Giunta non vuole sorvolare. Io non mi soffermerò sulle cifre perché sono state affrontate sia nella relazione del Presidente della I Commissione, sia nell'intervento dei colleghi Quaglia e Biazzi; vorrei solo ricordare che la percentuale globale dei pagamenti sul totale delle spese impegnate per l'anno 1985 è stato pari al 94,54%, il che non è una percentuale da poco, non è certo una percentuale che mette la Regione Piemonte in seconda fila rispetto ad altre Regioni.
Mi ha detto il responsabile della ragioneria che anche quest'anno stiamo andando avanti con un ritmo di pagamenti che porterà ed eguaglierà queste percentuali per cui la possibilità di spesa della Giunta non è tale da attirare le ire della minoranza anche se tutto è migliorabile e criticabile.
I residui passivi sono un problema che non finisce mai, che interessa tutti gli enti pubblici. I residui derivano anche da opere non eseguite perché le leggi non hanno permesso di eseguirle nei tempi dovuti. Forse ci vorrebbe anche una legislazione più attenta ai meccanismi procedurali che non alle cifre stanziate. Certo, collega Biazzi, mi va bene l'attenzione alla legge 38, la possibilità di rivederla, e mentre parliamo di assestare i bilanci forse sarebbe ;il caso di parlare anche di assestare le leggi. Se vogliamo essere coerenti con i tempi dovremmo essere proprio attenti a questo tipo di inconveniente, più attenti ai numeri, al bilancio, ai rendiconti, agli assestamenti perché da qui si potrebbe risalire a certe difficoltà nella gestione per certe impostazioni legislative che mettono nell'impossibilità di agire come sarebbe opportuno.
Sono d'accordo sulla rilettura di tutta la legislazione per i contenuti e le procedure che possono venire dalla Giunta, ma anche dalle forze politiche presenti nel Consiglio e dalle Commissioni può andare avanti una collaborazione chiara ed accettata.
Sui residui passivi mi pare ci sia ormai una resa da parte di tutte le amministrazioni per l'impossibilità di sconfiggerli, resa dello Stato delle Regioni. I residui passivi sono un cancro che accompagna tutte le amministrazioni, non c'è una qualche cura che, se non alla guarigione porti a rendere meno pesante il problema.
Se un'opera definita a giugno-luglio non è possibile portarla a termine in cinque-sei mesi noi arriviamo a fine anno con dei residui passivi su qualunque progetto sia esso di agricoltura o di patrimonio o di discarica.
Ci sono delle possibilità o delle impossibilità che costringono ai residui passivi. Ma se riusciamo a dimostrare le cause dei residui in fondo non dobbiamo guardare ad essi come ad una tragedia, ma guardare ai motivi, alle cause per intervenire affinché i residui non assumano dimensioni sempre maggiori. Guardiamo allora ai meccanismi delle nostre leggi, ma anche alle leggi dello Stato.
In agricoltura per esempio ci sono delle leggi che determinano la destinazione dei fondi, con vincoli generali, ma anche con vincoli particolari nelle procedure il che non è solo una violenza nei confronti della realtà locale regionale, ma è anche una violenza nella possibilità di poter manovrare e gestire le risorse regionali.
Le leggi regionali se sono portatrici di residui dobbiamo rivederle l'assestamento di bilancio ci dà lo spunto per arrivare a questo. Forse la Regione, che è l'ultimo ente nato nel complesso istituzionale, può avere degli svantaggi da un punto di vista delle esperienze per quanto i personaggi presenti forse portano esperienze già di altri enti più antichi tuttavia essendo nata per ultima la Regione se da una parte ha questi inconvenienti di inesperienza, dall'altra dovrebbe avere il vantaggio di una elasticità che è propria di un ente giovane che può manovrare senza avere delle vischiosità burocratiche e difficoltà di altra natura.
Altre cause dei residui sono anche i destinatari dei contributi: stiamo parlando di deleghe, nella legge sulla soppressione dei Comprensori già avevamo preparato uno schema. Nel momento in cui si parla di deleghe, di trasferimenti stiamo attenti a non diminuire i residui in Regione scaricandoli, per poi ritrovarli a livello locale, dove abbiamo trasmesso le deleghe. Stiamo attenti anche qui a dare azioni di aiuto e di sostegno agli Enti locali, ma, con azioni di controllo; anche a revocare i finanziamenti rimasti bloccati oltre un ragionevole tempo. Altro motivo dei residui è il sistema di trasferimento dei finanziamenti dallo Stato alle Regioni. Vorrei soffermarmi un attimo sulle intenzioni di questa Giunta sull'argomento "spesa" nell'uso più appropriato della quantità e della qualità delle risorse. E' vero che sulle spese correnti abbiamo inciso con rilevanza anche se insufficientemente in questo ultimo assestamento.
Abbiamo tagliato tutto quello che si poteva, ma sottolineo che non è facile intervenire e imporre delle cose anche quando sono facili da attuare. Sono sicuro che la Giunta proseguirà con grande volontà su questo argomento e qualcosa di più importante si otterrà.
La Giunta sa delle rivendicazioni nei confronti dello Stato dell'aumento dei fondi non vincolati per dare più libertà di gestione chiede più partecipazione delle Regioni alla programmazione economica nazionale. Questo è un punto sul quale il Consiglio regionale del Piemonte dovrebbe essere di supporto alla Giunta con unità per dare forza alle richieste al Governo. Perché soltanto in una programmazione economica nella quale le Regioni possono partecipare si dovrebbe giungere ad una intesa fra Stato e Regioni per poter spendere in modo adeguato le risorse. Mi ero anche annotato che un'infinità di oneri si stanno riversando sulle Regioni senza avere dallo Stato la copertura relativa. Pensiamo alla formazione professionale, alla difesa dell'ambiente, alle discariche, al patrimonio artistico - culturale, ai beni monumentali. In continuazione ci arrivano degli oneri che la Regione, per l'interesse sociale del Piemonte, non pu rifiutare però non ha la possibilità di affrontare concretamente.
Anche qui dovremo fare un discorso serio con il Governo.
Per la qualità della spesa ,, bisogna spendere per avere degli effetti coerenti con il Piano di sviluppo. Posso annunciare che nel mese prossimo dovrebbe arrivare il Piano di sviluppo socio - economico e che certamente sarà di aiuto nelle scelte: Poniamo l'attenzione alle spese correnti nella consapevolezza che purtroppo molte sono indispensabili per il funzionamento stesso della macchina regionale, ma dobbiamo praticare una verifica che ritengo indispensabile, una verifica costante su ogni tipo di spesa affinché non si ripetano delle spese di routine, di abitudine, fatte perch si sono sempre fatte senza che le analisi dovute di costi e benefici, di volta in volta necessari, rendano plausibile questo tipo di spese.
Concludo affermando che la Giunta non ha dormita in questi mesi; ha presente tutte le difficoltà che cercherà di risolvere e comunque di affrontare, naturalmente con il vostro aiuto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Lombardi.



LOMBARDI Emilio, Assessore all'agricoltura

Voglio intervenire perché è stato fatto un riferimento agli spostamenti nell'area 1 dell'agricoltura.
Le motivazioni degli spostamenti, che sono di una certa consistenza, si individuano essenzialmente per due aspetti: il primo, all'interno del settore cooperazione, dal settore della produzione al settore della trasformazione e commercializzazione dei prodotti. Le strutture nel settore della produzione stanno attraversando un momento di difficoltà, quindi è necessario un momento di riflessione prima di dar vita a nuove iniziative mentre le cooperative di trasformazione e di commercializzazione stanno sviluppandosi come presenza sul mercato, quindi questa presenza sul mercato è necessario sostenerla.
Il secondo spostamento è avvenuto a favore del settore della promozione. Prego il collega Biazzi di rendersi conto che,in un'annata in cui abbiamo avuto vicende come quella del metanolo e quella di Chernobyl le esigenze di promozionalità per l'immagine dei prodotti agricoli, siano il vino, siano il latte, siano i formaggi o la carne, anche dopo le vicende dell'afta, sono esigenze che diventano importantissime per ottenere risultati economici validi nel settore agricolo. Quindi gli spostamenti sono avvenuti per queste due motivazioni.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerutti.



CERUTTI Giuseppe, Assessore ai trasporti

Intervengo per rispondere ai colleghi. Mi dispiace che la collega Cernetti, dopo aver esposto le sue lagnanze, abbia lasciato l'aula, ma penso che problemi di carattere superiore l'abbiano costretta a dedicare queste ore per altre questioni. Voglio sottolineare alcuni aspetti sul problema degli investimenti sia per quanto riguarda le annualità che Biazzi aveva accennato, sia la richiesta di ulteriori fondi sul pronto intervento.
Tutti i colleghi sono stati partecipi e diretti testimoni di quanto è successo in Piemonte anche quest'anno. La I Commissione mi ha chiesto, per una verifica di necessità e di spesala situazione che interessa il Piemonte in questo momento.
Io ho consegnato loro sia i pronti interventi autorizzati sia quelli che dovrebbero essere autorizzati, ma che per mancanza di fondi non ci è possibile autorizzare.
Posso aggiungere, concordando con quanto ha detto Biazzi, che un'ulteriore pressione la stiamo operando nei confronti del Ministero della Protezione Civile, proprio per uniformare anche un'altra parte di interventi ai grossi problemi che interessano il nostro Piemonte.
Stamattina abbiamo discusso uno dei casi che riguardano la provincia di Novara.
E' uno sforzo che stiamo compiendo su tutte le direzioni. Questa richiesta di fondi, per là verità, era stata fatta in Giunta e ci era sfuggita nell'impostazione di questo bilancio di assestamento, magari operato à singhiozzo e pertanto anche con ristrettezze finanziarie così come penso il collega Turbiglio ha voluto sottolineare. Ciò non toglie che all'ultimo momento questa richiesta specifica è stata fatta. Mi è stato chiesto e detto che il pronto intervento deve passare in II Commissione.
E dico serenamente ai colleghi .che se l'operato dell'Assessore non è un operato corretto è bene che sotto processo ci vada l'Assessore e non.la legge n. 38 che è una delle poche leggi che ci consente un'attività ed un intervento immediato di fronte a questioni d'urgenza.
Perciò io accetto le scuse, le accuse, le verifiche di tutti i miei atti che non sono autonomi, voglio precisarlo, sono operati esclusivamente su tutta una documentazione ed una richiesta specifica non dei Comuni ma degli uffici sia periferici sia centrali che verificano l'entità. Che poi si dica che Loreglia ha avuto più di 0megna, anche se Omegna è stata maggiormente colpita oppure Montecrestese o qualsiasi altro Comune del Piemonte, voi tutti sapete perché. Questo è un riferimento preciso che ho fatto in II Commissione e cioè che di fronte ad una necessità o ad una richiesta di carattere generale abbiamo privilegiato esclusivamente le opere igienico - sanitarie e i fabbricati; perché se non si interveniva immediatamente su queste questioni sia di carattere igienico e sia sui fabbricati in modo particolare, i danni potevano essere decisamente maggiori. Sto rispondendo alla collega Cernetti, non a voi; siccome ha detto che parlava anche à nome del Gruppo, io devo rispondere al Gruppo e al suo Capogruppo che gentilmente mi ascolta con grande pazienza.
Noi abbiamo autorizzato prioritariamente tutto questo. Il Comune di 0megna città (20.000 abitanti circa) non lo si può paragonare ad un paesino di 300 abitanti con bilanci diversi (io penso che anche le condizioni operative siano diverse); Omegna.in modo particolare, non per fare polemica, i danni li ha avuti in relazione alla sua sistemazione geologica e non sul pronto intervento.
Il pronto intervento l'abbiamo limitato à quei casi di 20-30 milioni per dare il senso del pronto intervento e non là sistemazione definitiva.
Può avvenire che in certe zone maggiormente colpite, al di là della presenza territoriale di un altro Assessore, possa marcatamente in un anno essere decisamente maggiore di altre.
Questa è un po' l'attività che come pronto intervento si opera limando e assicurando esclusivamente il ripristino immediato di certe funzioni.
Vi posso assicurare, proprio perché ieri ho avuto finalmente là visita dei tecnici della Protezione Civile, che si è esaminato assieme tutto il programma e le indicazioni che la Regione Piemonte aveva lamentato presso il Ministero e che nell'incontro avuto con il Presidente e con il collega Maccari ci è stata data là possibilità di illustrare loro. I tecnici stanno facendo proprio in questi giorni le verifiche. Martedì potremmo avere un decreto che non by-passa la Regione come è avvenuto in passato, ma che come è avvenuto per la Lombardia, potrà avere la destinazione del luogo, ma verrà mantenuto alla Regione perché, tutto sommato, chiediamo solo questo: la possibilità di un coordinamento dei lavori che non consenta ai Comuni di partire così senza nessun punto di riferimento per operare dei lavori che molte volte anziché essere dei ripristini sono dei maggiori danni operati al territorio. Basti pensare che questi interventi sono svincolati dalla 431, dalla legge n. 27 e da qualsiasi atto o legge regionale o addirittura statale.
Dovevo precisare questi atti ai colleghi che avevano sollevato la questione. Vi posso dire che non sono gli ultimi dati, ma abbiamo fatto una verifica sistematica di tutti i Comuni interessati ai mutui del 5%: il 90 92% delle risposte sono positive. Quanto prima riferirò in II Commissione quali sono stati i Comuni che hanno contratto mutui e quali non si sono trovati in grado ad operare in questa direzione. Perché stiamo tentando con la Cassa DD.PP. di avere un minimo di proroga per non perdere neanche questo minimo di risorse che potrebbero favorire un'altra serie di Comuni o di Enti locali interessati a questo tipo d'investimento.



PRESIDENTE

Non ho più iscritti a parlare; quindi proporrei di passare alla votazione degli articoli dei due progetti di legge.
Passiamo pertanto alla votazione dell'articolato del progetto di legge n.
130.
Art. 1 (Approvazione del rendiconto) "Il rendiconto generale della Regione, per l'anno finanziario 1985, è approvato con le risultanze di cui alla presente legge. Al rendiconto di cui al precedente comma sono allegati: il conto consuntivo dell'Istituto ricerche economico - sociali del Piemonte per l'anno finanziario 1985, il conto consuntivo dell'Azienda regionale dei Parchi suburbani 'Venaria Reale' per l'anno finanziario 1985, il conto consuntivo dell'Ente di sviluppo agricolo del Piemonte per l'anno finanziario 1985 ed i conti consuntivi dei parchi o riserve naturali regionali".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 1 è approvato.
Art. 2 (Entrate di competenza dell'esercizio finanziario 1985) "Le entrate tributarie, le entrate per quote di tributi statali, le entrate extra - tributarie, le entrate per alienazione ed ammortamento di beni patrimoniali, le entrate per rimborsi di crediti ed accensione di prestiti le entrate per contabilità speciali, per la competenza dell'esercizio finanziario 1985 risultano accertate dal rendiconto consuntivo del bilancio in lire 4.569.260.060.714.
Le entrate di cui al primo comma furono riscosse in lire 3.891.703.135.269 e rimasero da riscuotere in lire 677.556.925.445".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione )



PRESIDENTE

per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri si è astenuto i Consigliere.
L'art. 2 è approvato.
Art. 3 (Spese di competenza dell'esercizio finanziario 1985) "Le spese dell'area di attività e delle aree di intervento, nonché delle contabilità speciali dell'esercizio finanziario 1985 risultano stabilite dal rendiconto consuntivo del bilancio in lire 4.470.676.165.131.
Le spese di cui al precedente comma furono pagate in lire 4.048.081.169.526 e rimasero da pagare in lire 422.594.995.605".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 3 è approvato Art. 4 (Fondo Cassa) "Il fondo cassa al termine dell'esercizio finanziario 1985 risulta di lire 3.028.321.799 come si deduce dal conto presentato dal Tesoriere ed approvato dalla Giunta regionale nonché dal seguente prospetto: Fondo cassa all'1/1/1985: L. 239.037.016 Entrate complessive: L. 4.217.702.277.851 Totale: L. 4.217.941.314.867 Spese complessive: L. 4.214.912.993.068 Fondo cassa al 31/12/1985: L. 3.028.321.799".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 4 è approvato.
Art. 5 (Residui attivi dell'esercizio finanziario 1984 e precedenti) "I residui attivi degli esercizi finanziari precedenti risultavano stabiliti, alla 'chiusura dell'esercizio finanziario 1984, in lire 752.969.217.557.
I residui di cui al precedente comma sono stati riaccertati al 31/12/1985 in lire 751.208.373.495, riscossi in lire 325.999.142.582 e rimasti da riscuotere per lire 425.209.230.913".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 5 è approvato.
Art. 6 (Spese residue degli esercizi finanziari 1984 e precedenti) "I residui passivi degli esercizi finanziari precedenti risultavano alla chiusura dell'esercizio finanziario 1984 in complessive lire 293.140.744.730.
I residui di cui al precedente comma sono stati riaccertati al 31/12/1985 in lire 253.975.576.826, pagati in lire 166.831.823.542 e rimasti da pagare per lire 87.143.753.284".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 6 è approvato.
Art. 7 ('Residui attivi alla chiusura dell'esercizio finanziario 1985) "I residui attivi alla chiusura dell'esercizio finanziario 1985 risultano stabiliti, dal rendiconto consuntivo del bilancio, in lire 1.102.766.156.358 e si riferiscono per lire 677.556.925.445 alle somme rimaste da riscuotere sulle entrate accertate per la competenza propria dell'esercizio finanziario 1985 come risulta dal precedente art. 2, per lire 425.209.230.913 alle somme rimaste da riscuotere sui residui degli esercizi finanziari 1984 e precedenti come risulta indicato nel precedente art. 5".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 7 è approvato.
Art. 8 (Residui passivi alla chiusura dell'esercizio finanziario 1985) "I residui passivi alla chiusura dell'esercizio finanziario 1985 risultano stabiliti, dal rendiconto consuntivo del bilancio, in lire 509.738.748.889.
I residui di cui al precedente comma si riferiscono per lire 422.594.995.605 alle somme rimaste da pagare sulle spese impegnate per la competenza propria dell'esercizio finanziario 1985, come risulta indicato nel precedente art. 3 e per lire 87.143.753.284 alle somme rimate da pagare sui residui dell'esercizio finanziario 1984 come risulta nel precedente art. 6".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 8 è approvato.
Art. 9 (Avanzo finanziario) "L'avanzo finanziario dell'esercizio 1985 è di lire 596.056.029.268 così come risulta dal seguente prospetto: Fondo di cassa: L. 3.028.321.799 Residui attivi: L. 1.102.766.156.358 Totale: L. l.105.794.478.157 Residui passivi: L. 509.738.748.889 Avanzo finanziario: L. 596.055.729.268".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 9 è approvato.
Art. 10 (Attività finanziarie e patrimoniali) "La consistenza delle attività finanziarie e patrimoniali alla chiusura dell'esercizio finanziario per l'anno 1985 risulta stabilita nel relativo rendiconto generale in lire 1.232.670.823.953.
La consistenza delle passività finanziarie e patrimoniali alla chiusura dell'esercizio finanziario per l'anno 1985 risulta stabilita nel relativo rendiconto generale in lire 961.293.859.580.
L'eccedenza delle attività al 31 dicembre 1985 risulta di lire 271.376.964.373".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 10 è approvato.
Pongo ora in votazione l'intero testo di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'intero testo di legge è approvato.
Passiamo ora alla votazione dell'articolato del progetto di legge n. 149.
Art. 1 "Nel bilancio di previsione per l'anno finanziario 1986 sono introdotti, ai sensi dell'art, n. 43, terzo comma della legge regionale 29 dicembre 1981 n. 55, gli aggiornamenti e le variazioni allo stato di previsione dell'entrata e allo stato di previsione della spesa riportati nei volumi 1 e 2 di cui la presente legge si compone".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 26 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 1 è approvato.
Art. 2 "Il fondo di riserva di cassa di cui all'art. 40 della legge regionale 29 dicembre 1981, n. 55, destinato a far fronte al maggior fabbisogno di cassa che si manifesti nell'ulteriore corso dell'esercizio finanziario 1986 sui singoli capitoli di spesa, è determinato in lire 12.183.317.520 ed è iscritto al capitolo 12900".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 26 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 2 è approvato.
Art. 3 "E' approvata la variazione del piano di attività per l'anno 1986 del Museo regionale di Scienze naturali".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 26 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 3 è approvato.
Art. 4 "La presente legge regionale è dichiarata urgente ai sensi dell'art. 45 dello Statuto ed entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 26 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 4 è approvato.
Passiamo alle dichiarazioni di voto.
La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Farò una dichiarazione di voto motivata non essendo prima intervenuto.
Il dibattito sull'assestamento di bilancio è importante e non credo si possa procedere alla votazione senza entrare nel merito.
Devo dire che, evidentemente, il Partito repubblicano voterà a favore dell'assestamento di bilancio come momento di avanzamento di quel programma di governo che abbiamo approvato in questo Consiglio. Alcune considerazioni di carattere generale mi pare debbano essere fatte, senza entrare nel merito dei numeri, ma più che altro come valutazione di ordine politico più generale. Mi pare che un primo elemento evidente sia la limitatezza delle risorse; è un elemento che non può essere messo in discussione da nessuno.
La Giunta, quando ha presentato il precedente bilancio e il suo programma aveva indicato come momento qualificante la rateazione delle passività pregresse che gravavano sul bilancio e che correttamente avrebbero dovuto essere sanate. Non possiamo non rilevare come l'assestamento di bilancio metta in evidenza la sostanziale impossibilità di tener fede a quell'impegno che la Giunta si era assunta. A titolo di merito della Giunta ci sono le spese di competenza dell'anno che sono tutte quante coperte mentre per contro non è stato possibile raggiungere quell'obiettivo di recupero del deficit che a nostro giudizio era allora, ed è oggi, un elemento fondamentale di buona amministrazione.
Abbiamo sollevato il problema dell'INPS che è stato molto citato non per motivi di polverone o di polemica strumentale. Esisteva un debito, e a nostro giudizio esiste ancora fino a quando qualcuno non ci spiegherà che non deve essere pagato. Voglio dire al collega Biazzi che rilevo una qualche , contraddizione nel suo intervento quando dice che da una parte questo bilancio ha usufruito completamente dello stanziamento che si era fatto a fronte del debito e per contro dice che bene avevano fatto le precedenti Giunte a non accertarlo. A nostro giudizio quel debito c'era; è un qualche cosa che bisogna considerare e che dovrà essere riassorbito nei prossimi esercizi.
Quindi c'è un problema obiettivo di grave difficoltà della finanza regionale che deve essere affrontato globalmente e per affrontarlo in un bilancio come quello regionale, che è essenzialmente un bilancio, una finanza quasi completamente derivata, occorre essenzialmente operare sul lato delle spese. Allora non si può non rilevare, come ha rilevato l'Assessore Turbiglio, chela Regione è un'istituzione che va avanti al di là delle maggioranze, che ha una sua continuità e quindi certe impostazioni fatte nel passato hanno dovuto essere mantenute. Credo però che le condizioni oggettive complessive della finanza regionale si vadano modificando e quindi si debba giungere anche a delle modifiche sostanziali anche sul lato della spesa. Mi riferisco ad alcune delle più ingenti spese alla formazione professionale che è stata qui citata. C'é uno sforzo enorme da parte della Giunta nell'ordine di 100 miliardi, quindi mi pare sia un impegno politico fondamentale che dà un risultato non conseguente a quello che è lo sforzo finanziario impegnato in questa iniziativa.
Il discorso degli 80 miliardi che diventano 120 mi pare sia un elemento di polemica che non trova consistenza, poiché la polemica dell'anno scorso sulla formazione professionale diceva che c'era un passato da coprire di 30/35 miliardi. E' naturale che quest'anno, coperta oltre il pregresso l'intera competenza dell'anno, si è andati a delle cifre superiori. Ma non è questo il problema. La formazione professionale non si discute tanto nel quantum, nell'ammontare della somma stanziata, ma su come viene spesa.
Sappiamo, e abbiamo degli studi che ce lo dicono, che gran parte delle somme non hanno finalizzazione positiva e non trovano una rispondenza pratica nello sbocco verso il lavoro degli studenti che partecipano a questi corsi. Ci pare un impegno importante e serio che la Giunta deve assumere per far si che almeno nel medio periodo, visto che sono cose che non si riescono a fare nel breve periodo, questi ingenti e importanti stanziamenti siano finalizzati ad uno sbocco positivo nel mondo del lavoro trovando momenti di intesa e di confronto con le forze imprenditoriali commercianti, artigiani, con gli stessi Enti locali che dovranno anche loro, con uno sforzo comune, individuare quali saranno le richieste di personale nei prossimi anni.
Gli stanziamenti del FIO sono un problema importante soprattutto nell'attuale fase di finanza regionale; occorre individuare quei progetti che abbiano una fattiva valenza di sviluppo strategico, capaci di avere un'efficacia moltiplicativa reale. Noi crediamo - e siamo d'accordo con il collega Biazzi - al nucleo di valutazione degli investimenti, in questo come in altri casi, in materia regionale. Le risorse sono limitate e devono essere spese bene, non possono essere lasciate alla discrezionalità o alla valutazione empirica, ma occorrono degli strumenti precisi. Chiediamo alla Giunta di proporre al Consiglio regionale uno strumento di questo tipo in modo che ci sia maggior certezza negli stanziamenti che andiamo facendo.
Esiste poi il problema della sanità che deve essere affrontato e risolto in modo diverso. Siamo attenti alle affermazioni del Ministro Donat Cattin, quando dice che nelle UU.SS.SS.LL. devono essere inserite persone competenti, ed è giusto, ma siamo anche attenti quando il Ministro ci spiega come le UU.SS.SS.LL. devono passare da 620/680 a circa 200, cioè ridursi di un terzo. Mi chiedo se la Regione Piemonte si è comportata in questo modo, che è certamente un modo di maggior efficienza e contenimento di costi, nel momento in cui a Torino passa da 1 U.S.S.L. a 10. Non so se ci sia coerenza con i comportamenti che si tengono rispetto alle affermazioni che si fanno.
Sul pronto intervento - mi dispiace che non ci sia l'Assessore Cerutti una rivisitazione di questa legge si impone. In Commissione ho esaminato i tabulati. Non crediamo che possa rientrare nello spirito della legge sul pronto intervento, cioè delle calamità naturali, una legge che stanzia come stanzia - un milione, un milione e duecento, un milione e cinquecento mila. A me pare che questo sia svuotare il significato e, il contenuto della legge.
Noi vorremmo chiedere alla Giunta di presentare un progetto in Consiglio regionale prima della chiusura dell'anno affinché nel prossimo ci sia un elemento di confronto reale, non tanto una verifica delle cose fatte, che pure è opportuna fare. Occorre individuare dei modelli, dei metodi, dei parametri precisi di comportamento in modo che le scelte siano fatte in modo politico e aperto qui in Consiglio regionale di fronte a tutti, e rispondano a dei criteri di obiettività ai quali ci si deve attenere senza indulgere, anche se questo non è quanto può essere capitato in valutazioni discrezionali. Dicevo qui in Consiglio regionale, perché mi pare che noi abbiamo parlato tante volte di centralità del Consiglio come un momento fondamentale di correttezza di gestione all'interno della questione morale. Occorre che la centralità del Consiglio regionale consista nel confronto reale tra le forze politiche; consista nel confronto reale delle responsabilità che le componenti politiche, al di là di una posizione di maggioranza o minoranza, sapranno assumere. Questo a nostro giudizio può avvenire soltanto in Consiglio regionale che, per poter dare concretezza reale a questa esigenza, deve valutare e verificare, forse ripensare il modello organizzativo.
Signor Presidente, mi fermo qui dal momento che è ormai tardi; confermo quindi il voto favorevole del Partito repubblicano a questo assestamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, farò poche considerazioni per esprimere il voto favorevole del PSI sul d.d.l. sull'assestamento al bilancio 1986.
Anche se le proposte di assestamento in alcuni punti fanno registrare modifiche di un certo rilievo, corrispondono ero alle linee di impostazione del" bilancio di previsione del 1986.
Probabilmente è vero: data la rilevanza e l'importanza della discussione il dibattito poteva essere facilitato da una relazione di carattere politico da parte del collega Santoni. Sono d'accordo in linea di massima sulle spiegazioni date dagli Assessori Turbiglio e Lombardi.
Restano ancora in ombra alcuni aspetti sollevati dalla collega Cernetti per quanto riguarda gli spostamenti nel settore della scuola materna e degli anziani. D'ora in avanti si dovrà riflettere su questa metodologia perché gli investimenti devono essere oggetto di partecipazione da parte del Consiglio e devono andare nella direzione giusta, sottraendoli a visioni e ad esigenze particolaristiche sulla cui legittimità non si discute, ma che nel quadro generale potrebbero apparire interventi a senso unico.
Esprimo queste considerazioni anche alla luce del dibattito che c'è stato che ha evidenziato un equilibrio che ancora non si era registrato, ma che il Gruppo socialista andava intuendo. Parlo di un equilibrio tra le cose fatte dall'Amministrazione di sinistra e le cose che ci si propone di fare con questa Amministrazione di pentapartito. E' anche legittima a volte la tentazione di chi arriva che vuole rifondare tutto, ma che poi si trova di fronte ad una procedura diversa.
Ci sono dei punti fermi. Si è sollevato un gran polverone intorno alla questione del buco sulla formazione professionale; poi si è andata ridefinendo l'importanza e la rilevanza di questo settore; quasi colpevolizzando l'Assessore della passata Amministrazione si è sollevato il problema degli accantonamenti dell'INPS; poi si sta registrando che è in corso un processo di ridefinizione con lo stesso INPS e così via.
Voglio rilevare questo dato per dimostrare che non c'è stato chi ha fatto cattiva amministrazione per cui adesso bisogna rimediare, e per dire che c'è un processo che ci impegna nell'amministrare e noi del Gruppo socialista siamo stati impegnati prima e siamo impegnati adesso di fronte a molti problemi.
Nonostante le difficoltà che ci sono state, nonostante le difficoltà che si vanno registrando, mi pare che, con questa proposta di assestamento al bilancio, si stiano individuando alcuni settori importanti nei quali rientro alcune esigenze emerse nel corso di quest'anno per i fatti che sono accaduti, ma anche per proposte nuove che sono emerse, per esempio, nel campo del turismo e delle attività che vorremmo rilanciare e che hanno bisogno di essere sostenute. Per esempio, nel campo dell'occupazione c'è la consapevolezza che non basta fare investimenti per la formazione professionale. Alcuni dati hanno ristabilito un equilibrio dal quale si pu partire per realizzare un comune impegno, sia nei rapporti con il Governo e nei rapporti con gli Enti locali, per fare scelte pianificate, per correlare gli investimenti alle questioni prioritarie. Dovremo rivedere le leggi che non corrispondono alle esigenze, dovremo coinvolgere di più il Consiglio. Su questo sono d'accordo, non c'è nessuno che abbia delle primogeniture di rigore, di profili morali, c'è la necessità che ognuno partecipando concorra democraticamente a fare andare avanti le scelte nella direzione giusta perché il potere è sempre affascinante e può accadere che se non ci sono gli strumenti giusti le tentazioni di fare scelte in direzione non giusta ci possono essere.
Nell'esprimere il voto favorevole dico che questo è anche un momento di presa di coscienza di fronte ai compiti importanti che ci aspettano in questa Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Santoni.



SANTONI Fernando

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, esprimo voto favorevole del Gruppo liberale su questo documento di assestamento e alle note di variazione relative. Credo sia doveroso da parte nostra esprimere apprezzamento per quanto la Giunta e l'Assessore al bilancio hanno fatto in una situazione di' estrema difficoltà che, ho l'impressione, non è stata accolta appieno dal Consiglio regionale, almeno dagli interventi che ho ascoltato.
La situazione si evidenzia con poche cifre: 120 miliardi di disavanzo a fronte dei quali sta ancora una capacità di indebitamento della Regione di 150 miliardi. Peccato che il Commissario di Governo ci ricorda che derivando questo disavanzo dalle impostazioni di fondi statali a destinazione vincolata, non possono essere utilizzati lo strumento dell'indebitamento e quindi dell'accensione dei mutui per coprire questa parte di disavanzo che dovrebbe essere coperta dai fondi liberi della Regione che, sui 5.000 miliardi del bilancio complessivo della Regione sono poco più di 120, 130, forse quest'anno 180 miliardi.
Quindi vi rendete conto che in questa condizione questa operazione praticamente è impossibile, laddove non ci sono neppure spese di investimento finanziate con fondi liberi che possono essere finanziate con mutui e quindi con ulteriori indebitamenti della Regione per liberare risorse libere e andare a tamponare quella quota di disavanzo.
Questa è la situazione che la Giunta ha ereditato e che non ha provocato, al di là delle polemiche, e che ha cercato di avviare al risanamento. Certamente questa situazione può essere riportata nei confini normali, così come è richiesto giustamente dal Commissario di Governo, non in un esercizio, per le cifre che abbiamo ricordato, ma in più esercizi fino ad arrivare al completamento dell'operazione. E questo la Giunta ha iniziato a farlo.
Malgrado questo, in questa operazione si è realizzata una serie di interventi e di ampliamenti di stanziamento su cose importanti, certamente nei limiti e nelle possibilità che il nostro bilancio consente; una riduzione modesta quanto volete 5 o 6 miliardi delle spese correnti, di cui tutti ci siamo sempre riempiti la bocca. Uno sforzo, un'indicazione in questo senso la Giunta lo ha dato, pur nei limiti del possibile, almeno in un unico esercizio. Ha evidenziato un dato estremamente importante, cioè che le Unità Sanitarie Locali non riescono a spendere tutti i fondi assegnati per tutti gli interventi che dovrebbero realizzare e quindi ha avviato, come ha ricordato l'Assessore Turbiglio, un'indagine per la verifica dei residui finanziari delle UU.SS.SS.LL., affinché possano queste si andare a coprire tutta una serie di interventi, non solo nello stretto campo della sanità, ma soprattutto in quello dell'assistenza dove è lamentata una scarsità di intervento, che potrà compensare certamente quelle riduzioni che nel bilancio preventivo e nel primo assestamento si sono rese necessarie in questo settore.
La Giunta si è attivata tèmpestivamente perché gli Enti locali potessero fruire di quel finanziamento per opere pubbliche della Cassa DD.PP. per cui però era richiesta la condizione che la Regione coprisse il 5% degli interventi e che quindi questa copertura risultasse dai documenti di bilancio. Quindi, si è attivata una massa di finanziamenti per opere pubbliche in Piemonte, attraverso la Cassa DD.PP. e gli Enti locali che ne sono i terminali, attraverso questa condizione essenziale della Regione di attivare quella copertura del 5% che era richiesta ex legge. Questo creerà qualche inconveniente all'Assessore nei prossimi anni perché, essendo stato individuato questo 5% non in conto capitale ma in conto interessi evidentemente lo ritroverà negli esercizi prossimi e ogni anno questo significherà un ulteriore irrigidimento della struttura "ingessata" di questo bilancio. Certamente era una iniziativa che doveva essere posta in essere, altrimenti gli Enti locali non avrebbero potuto fruire di una serie di finanziamenti per opere pubbliche importanti e necessarie.
Bisognerà filtrare e valutare gli interventi, come è detto in relazione, per non andare noi a sostituirci di fatto allo Stato; bisognerà che questi interventi si realizzino attraverso questo finanziamento laddove non c'è altra possibilità di finanziamento, attraverso la Cassa DD.PP. e si dovrebbe ricorrere al finanziamento ordinario perché altrimenti faremmo un'operazione quasi di finanziamento dello Stato, sostituendoci laddove gli Enti locali possono intervenire con accensioni dirette di mutui alla Cassa DD.PP.
Come ex Consigliere comunale della Città di Torino voglio sottolineare un dato: ritroviamo finalmente 13 miliardi per la metropolitana. Non è solo un dato di ragioneria o contabile, ma con le iniziative che il Comune sta assumendo siamo convinti che questa volta finalmente serviranno a far partire questa "araba fenice" della metropolitana torinese, di cui si parla da cinquant'anni, come ricordava stamattina "La Stampa", ma se ne parla soltanto.
Questo è un dato positivo. La Regione è attenta anche in questo settore e si è prontamente posta in condizione di poter sostenere questo sforzo che il Comune di Torino sta effettuando.
Sono stati incrementati i fondi per l'edilizia pubblica, non in maniera eclatante ma interessante, per l'ammodernamento degli impianti per la tutela delle acque. E' tutta una serie di cose che, considerate in relazione al quadro di partenza che tutti conosciamo, ci sembra debbano convincerci della bontà dell'intervento e dell'operazione posta in essere dalla Giunta e possano avere, oltre al nostro voto, il nostro apprezzamento.



PRESIDENTE

La parola.al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Nella mia dichiarazione di voto cercherò di riportare in quest'aula la politica. Mi sembra strano che rispetto alle dichiarazioni di voto si sia così lontani da quello che in occasioni simili è sempre stato il punto di riferimento, cioè le valutazioni politiche.
Mi limiterò strettamente a queste, perché l'assestamento è la parte seconda della manovra di bilancio e la manovra di bilancio è uno dei momenti di maggior identificazione di una maggioranza, di una Giunta in particolare, del suo comportamento e delle sue azioni. Si è lamentata giustamente, ma a vuoto,la mancanza di una relazione politica. Si sanziona giorno per giorno e in ogni momento l'andamento di questo Consiglio: dal 23 settembre al 9 ottobre non si è riunito e chissà quando si riunirà di nuovo, con una Giunta che non ha mai proposto in un anno, se non richiamata dalle incombenze che venivano approvate dalle Commissioni, questioni indirizzi di lavoro e di programma. Tutto questo mette in evidenza come è possibile, dopo un anno, delineare un identikit di questa maggioranza sul piano politico.
Continua a non esserci una strategia politica, un'identità politica una capacità, che in Regione è essenziale, impostare, organizzare un processo, che è complicato e complesso ma che la Regione è l'unico ente a livello locale che può cercare di determinare.
Questa mancanza di identità è clamorosamente confermata da queste discussioni in bilico tra lamentazioni di soldi che mancano e qualche malizioso scaricabarile sul passato, quindi qualche velleità di novità abbastanza parolaia. C'è invece un pezzo che devo riconoscere a questa maggioranza e a questa Giunta, che è determinato dall'egemonia indubbia della DC, dalla sua anima di fondo, che dovrebbe far pensare alle altre componenti, sulla capacità di gestire nel concreto, secondo noi non condivisibile. Non è questo il livello su cui si può valutare una Regione che non è un Ente locale, una Regione che ha di fronte doveri, compiti bisogni di programmazione e di raccordo enormi.
Vorrei chiedere a chiunque; purtroppo di fronte a un giornalismo disattento, di mettere in evidenza se in questo anno qualche idea, qualche messaggio, qualche elemento di forza, di raccordo e di presenza nella comunità siano venuti da questa maggioranza. Io non ne ho visti. Devo invece ammettere che sul piano della concreta gestione ci sono le capacità di presenza, che però sono anche un grande limite, senza contare che queste presenze sono distorsive, caro Santoni. Tu hai un bel dire che i 70 miliardi sono serviti a far partire i Comuni, ma come ha detto Biazzi si è sprecata una grande occasione di avviare progetti regionali e la Regione era l'unico ente che poteva cimentarsi su queste cose.
E poi, quei 70 miliardi come sono stati spesi? Voi invocherete la discrezionalità della Giunta, figuriamoci, è sempre possibile trincerarsi dietro a questo! Non c'è più un raccordo istituzionale con la comunità, ad esempio, con i Comprensori, non è passata la legge sull'assemblea dei Sindaci, e spero che questa maggioranza voglia riconfermare la volontà di andare a questi tipi di raccordo e abbiamo, senza un esame in Commissione una partita grossa come questa di 70 miliardi.
E' una politica, certamente, ripeto, in questo la DC sta affermando la sua presenza e non so come Rossa, che è così contento dell'equilibrio tra il passato e il presente, possa essere soddisfatto.
Ho sentito alcune osservazioni sul pronto intervento e credo che i confronti debbano proseguire su questi temi. Certo, dare molti soldi a pioggia per le opere pubbliche, dal momento che si è sempre sostenuta la concentrazione sui grandi progetti, sui grandi vettori regionali, è una controindicazione pesante oltre che un modo per mettere fuori gioco il livello di controllo politico e di dialettica politica dell'opposizione. 0 ci sono i programmi, i progetti e le idee, allora si lavora su questi; ma se viene sottratto questo terreno, quello della gestione è per forza di cose abbondantemente sottratto alle possibilità di intervento e di dialogo dell'opposizione.
Oggi molti mi hanno chiesto perché sono di cattivo umore. Noi ci troviamo chiaramente in difficoltà. Può far piacere alla maggioranza che l'opposizione sia in difficoltà; non so però quanto questo sia produttivo perché questa difficoltà ostacola anche il confronto e può anche suggerire alla nostra forza politica, che è molto legata alle istituzioni atteggiamenti che non vanno nella direzione della competizione al miglior livello possibile sulle prospettive, sui programmi e sulle questioni da decidere che, spesso e volentieri, sono sottratte alla discussione. Mi spiace non vedere l'Assessore Cerutti, devo dire che non è una malattia che ha contratto solo con il pentapartito, certamente, però gestire 70 miliardi in questa maniera è criticabile, infatti, assumeremo un'iniziativa specifica perché non abbiamo potuto verificare come questi soldi sono destinati, secondo quali linee e quali criteri.
So poi che c'è una ragione dura, il potere in politica si acquisisce anche così. Ebbene, anche noi la battaglia la faremo dura su questo intanto perché è un modo per togliere agli altri il potere e noi vogliamo assolutamente rientrare, perché battaglia politica e democratica vuol dire anche questo e noi non vogliamo essere isolati ed emarginati in ruoli come quelli in cui ci vogliono collocare.
Quindi noi proporremo un'iniziativa incalzante sulle questioni della gestione. Il Consigliere Biazzi ha fatto delle proposte, ci sono esperienze in altre Regioni. Noi chiederemo che si innovi profondamente anche nelle possibilità di verifica e di controllo dell'applicazione delle leggi e della gestione concreta.
Chiudo con un tema rilevante. Tutto questo la dice lunga sull'insoddisfazione profonda che noi abbiamo sul piano dei rapporti politici. E' un tema che in ogni assemblea deve essere rivendicato in modo forte per chi fa lotta politica, in particolare per l'opposizione. I rapporti politici sono molto difficilmente definibili, ma sono facilmente comprensibili da tutti.
Oggi ho avuto modo di protestare con il Presidente per un'iniziativa un Convegno, piccola cosa, ma, trattandosi di questioni del lavoro e dell'occupazione forse la presenza istituzionale del Gruppo comunista, per il ruolo che ha il Partito, in questo ambito la nostra, presenza sarebbe stata un atto di riconoscimento e di tutela. Questa cancellazione, che non vediamo solo oggi, si sposa ai crescenti tentativi di cancellare ruoli e presenze in ruoli che potremmo avere in enti che non riproducono immediatamente le maggioranze politiche.
Richiamo la questione degli enti strumentali. Andremo all'appuntamento della Finpiemonte, ma non vorrei che sulla Finpiemonte si consumi la stessa cosa che si è consumata sull'IPLA, dove, senza neanche parlarne, ma attraverso la manovra di qualcuno, che poi non si chiama responsabile, è saltata la vicepresidenza; alla STEF sappiamo che cosa è successo; oggi abbiamo una votazione , sul Museo del Cinema, che non è grande cosa, per mi dice la compagna Sestero che ha a che vedere con il nuovo Statuto.
Io annuncio che se sulla vicepresidenza della Finpiemonte che è sempre stata riconosciuta alle minoranze come partecipazione alla gestione di un ente che non riproduce immediatamente le maggioranze politiche, sarà tenuto lo stesso atteggiamento tutto sommato del dispregio e anche del gabbo noi trarremo sugli enti e anche in generale delle conclusioni definitive.
Faremo quello che potremo fare nelle nostre vesti di opposizione costituzionale e parlamentare e lo faremo fino in fondo perché il deterioramento dei rapporti passa anche attraverso questi segnali.
Chiederemmo alle forze politiche che hanno voglia di scattare su questi temi che se lo pongano come problema. Conviene, magari per due o tre anni mettere fuori dal confronto il Partito comunista e cercare di considerare una minoranza riottosa, magari facendola diventare perfino più riottosa e più inquieta di quanto lo sarebbe? Io non lo so.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mignone.



MIGNONE Andrea

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, non essendo intervenuto nel dibattito generale, il Gruppo socialdemocratico ritiene di doversi esprimere sull'assestamento di bilancio innanzitutto per rilevare che contrariamente a quanto qualcuno all'inizio ha voluto dire, il dibattito c'è stato su una materia che aveva carattere tecnico, trattandosi di aggiustamenti derivanti da un maggior grado di conoscenza rispetto ai flussi di entrata e di uscita delle risorse, del bilancio di previsione. Il dibattito c'è stato, è stato ampio e ha registrato una varietà di posizioni. Il Consiglio regionale non ha trascinato la Giunta in questo dibattito; in realtà il Consiglio si è adoperato perché a questo appuntamento si arrivasse in tempi sufficientemente rapidi proprio per consentire alla Giunta una capacità di manovra e di intervento, una volta completata l'impostazione dell'assestamento di bilancio.
Non riprendo i temi generali che sono di riflessione comune nel momento in cui si discute qualunque strumento finanziario, come per esempio la mancanza della riforma della finanza regionale e il crescente vincolo dei fondi statali. Anche se credo che di questo la Regione e il Consiglio non debbano farne un altare su cui genuflettersi come se queste fossero le uniche nostre risposte alla politica nazionale, è importante.rivendicare una correzione di tiro rispetto alla scelta dei fondi vincolati, rispetto alla non scelta della riforma della finanza nazionale. Credo però che se le Regioni si limitassero a fare questo "cahier de doléances" si chiuderebbero in un angolo; invece le Regioni debbono saper elaborare delle strategie degli obiettivi, dei principi, delle indicazioni di indirizzi programmatici attorno ai quali legare le risorse e con i quali debbono incalzare lo Stato.
Rispetto al dibattito sul bilancio di previsione per l'anno 1986 e agli ordini del giorno approvati in quella sede, questo assestamento, per alcuni aspetti, anche se non condivisi da tutti, dà già delle risposte, per esempio, sul tema dell'occupazione e dell'innovazione, sapendo che non è il bilancio regionale o il suo assestamento che risolvono i problemi dell'occupazione in Piemonte; lo stesso vale sul tema dell'assistenza dove è condivisibile il principio di dire: "Aspettiamo per capire qual è la somma complessiva delle risorse non utilizzate in campo assistenziale prima di destinare queste risorse".
Sotto questo profilo si capisce anche la variazione intervenuta rispetto ai fondi destinati agli asili nido. Non è che in due mesi ci sia stato un crollo delle nascite tale da determinare ingenti spostamenti: il fatto è che la Giunta, tra 1a chiusura dell'anno scolastico e la nuova apertura, ha potuto ricalcolare complessivamente i fabbisogni in tema di asili nido, cosa che non ha potuto fare nei mesi di novembre o dicembre quando queste attività erano già iniziate, quindi era difficile capire le correzioni che erano in corso.
Sul tema dell'agricoltura crediamo sia condivisibile la scelta fatta dall'Assessore. In più occasioni abbiamo detto che quest'anno in Piemonte vi era una situazione di emergenza che atteneva l'agricoltura in generale e in particolare il problema del vino e che occorreva cercare un'intesa con le associazioni in ordine alla promozione. Quindi a me pare che l'aver destinato con l'assestamento consistenti risorse in questa direzione sia anche un modo di rispondere a quell'ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale a larga maggioranza, quindi è una risposta della Giunta positiva e concreta ad un indirizzo politico dato dal Consiglio regionale.
Molti si sono concentrati sul pronto intervento che riguarda la seconda nota di variazione al bilancio.
Forse non la pensa così il mio Assessore, ma io credo che, a otto anni di distanza, una riflessione generale sulla legge 38, che fu approvata a seguito dell'evento alluvionale di emergenza straordinaria del 1977, e qualche affinamento siano necessari sul sistema di intervento regionale in materia di opere pubbliche.
Il pronto intervento per sua natura è un intervento di emergenza laddove avviene un fatto calamitoso, quindi non programmabile e non prevedibile. Credo siano anche superficiali quelle analisi o quei rilievi che non vanno a fondo nella discrezione. Se vi è una nevicata abbondante nella provincia di Cuneo non si può dire: "In provincia di Cuneo abbiamo speso dieci miliardi e dalle altre parti niente".
Condivido l'opinione che sulla legge 38 si faccia una riflessione, per il modo in cui si è portato qui questo argomento da parte di qualcuno è un modo un po' approssimativo di affrontare le questioni.
Negli anni d'oro della programmazione si faceva il discorso dei bilanci consolidati, discorso che abbiamo abbandonato con troppa fretta sull'ondata di non so quale liberismo di intervento pubblico. Molte volte non siamo in grado di leggere compiutamente i bilanci dei Comuni e le loro risorse finanziarie, questo fa si che in alcuni casi vi siano delle duplicazioni e in altri casi delle carenze che non riusciamo a far emergere. Forse ci vuole anche una riflessione sulla struttura del nostro bilancio e sulle leggi di spesa.
Un'ultima considerazione sull'intervento del Capogruppo Bontempi. Una cosa non può fare una maggioranza: quella di rifiutare il confronto, di non volersi o di non sapersi confrontare sui grandi temi come sostiene il collega. Con l'assestamento al bilancio 1986 chiudiamo davvero una fase transitoria. Occorre dire che l'assestamento 1985 e lo stesso bilancio di previsione del 1985 erano per larga parte ancora condizionati da scelte, da indicazioni che venivano dalle Giunte pre - elezioni e, per un certo aspetto, questo si ritrova anche nell'assestamento 1986. Teniamo conto anche di questo.
Da oggi però questa argomentazione non potrà più essere fatta valere e questo è uno stimolo e un impegno per la maggioranza che dovrà potenziare la propria capacità progettuale, dovrà rafforzare le proprie indicazioni strategiche. In questo credo che la Giunta e la maggioranza non vorranno rifuggire dal confronto, non vorranno mettere in un angolo, in virtù della mera gestione, le opposizioni, anzi, noi saremo fra i primi che vorranno avere un confronto serio con le opposizioni sui contenuti, sulle strategie sulle idee e non solo su fatti meramente gestionali o contingenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

L'intervento del collega Quaglia nel dibattito generale mi esime dal ritornare sugli aspetti specifici del bilancio; mi limiterò pertanto ad una dichiarazione di voto estremamente concisa.
Votiamo questo assestamento perché consideriamo che con esso si completi un'operazione coerente e puntuale sotto il profilo finanziario.
Voglio ricordare che la Giunta ha innovato nella presentazione del bilancio con il bilancio tecnico e che siamo passati al bilancio degli investimenti in un tempo successivo,dopo la presentazione del programma. Si arriva adesso a questa fase di assestamento certamente più limitato di quanto lo si potesse considerare possibile, perché il rendiconto ci ha portato una situazione ben nota.
Vi è comunque un'operazione nel suo complesso coerente e puntuale e c'è una coerenza con il programma della Giunta, credo che debba essere sottolineato questo come un aspetto politico estremamente rilevante.
Certo, la situazione finanziaria è pesante e, come è ben noto l'abbiamo ereditata come tale e sappiamo che incidono su di essa anche i problemi di carattere generale. Quello del risanamento progressivo è un problema che dovrà essere portato avanti con gradualità. Non è vero in proposito che non si siano compiuti dei passi: ad esempio per il debito INPS rimangono comunque in bilancio stanziati cinque miliardi per la quota del 1986 ed è un segnale. La volontà di gradualmente rientrare sul problema delle reimpostazioni che è maturato negli anni precedenti è un altro segnale certamente. La risistemazione della situazione finanziaria non potrà non avvenire che gradualmente anno per anno in modo lento e non potrà avvenire con un discorso immediato o miracolistico. Rispetto ai temi politici che sono stati introdotti dal collega Bontempi si debbono alcune precisazioni proprio per l'importanza ed il peso del Gruppo comunista.
Chiederei però l'attenzione necessaria perché se si vuole il confronto occorre prestare l'attenzione a chi cerca di rispondere ad una problematica che è stata avanzata. Il collega Bontempi ha sostenuto come questa maggioranza si qualifichi sul terreno della gestione e non sul terreno della programmazione e del confronto delle idee. Ritengo sia un giudizio affrettato che dovrà essere rivisto: certamente i problemi della gestione esistono ed è doveroso affrontarli e su questo terreno si sono mosse maggioranza e Giunta ma non si è trascurata la programmazione.
La programmazione va avanti e naturalmente non si poteva pretendere che noi fossimo immediatamente pronti sul terreno dei programmi, del Piano di sviluppo, cui stanno lavorando intensamente sia la Giunta che la maggioranza...



BONTEMPI Rinaldo

Non è ancora stato fatto il Piano di sviluppo. Sulla partita delle opere pubbliche l'idea di programmazione non l'abbiamo vista.



BRIZIO Gian Paolo

Voi sapete benissimo che abbiamo dovuto procedere entro la fine di settembre perché vi erano dei vincoli precisi della legge e non si poteva concorrere a far perdere ai comuni finanziamenti. Si è dovuto procedere con assoluta tempestività e d'altro canto quando ci si era trovati in Commissione si era, mi pare, convenuto sull'urgenza e su una verifica successiva, ma , la verifica entro il termine di settembre non era probabilmente possibile. Non vi è comunque la volontà di evitare un confronto su questo terreno come sugli altri. Anche la predisposizione del Piano di sviluppo è in corso: la maggioranza si sta muovendo, senza alcuna volontà di evitare il confronto. Questo lo dico con molta chiarezza: certamente noi possiamo comprendere le difficoltà del Gruppo comunista e non ci fanno piacere perché non abbiamo alcun interesse a rapporti politici tesi con l'opposizione; abbiamo invece interesse ad un rapporto concreto di confronto sui problemi reali e sui programmi. Da parte nostra siamo intenzionati a cercare tali rapporti; probabilmente il Gruppo comunista ha anche difficoltà che nascono, naturalmente dopo dieci anni di governo, dal ruolo nuovo di opposizione e sono difficoltà comprensibili. In quest'anno peraltro non si può negare che molti dibattiti su svariati argomenti si sono tenuti. I comunisti hanno presentato una serie di mozioni e ci si è sempre confrontati sul merito degli argomenti proposti. C'è in preparazione il Piano di sviluppo che sarà il terreno sul quale condurre un confronto ampio e completo. Non solo non evitiamo il confronto ma non abbiamo alcuna intenzione, sul problema delle nomine, di penalizzare l'opposizione e meno che mai quella comunista. Certo si deve tener conto che la maggioranza ha oggi anche una consistenza più larga che non in passato e quindi ha anche un'esigenza di rappresentanza al proprio interno adeguata pur tenendo conto, come è giusto, di quello che è il peso delle opposizioni, che da parte nostra abbiamo cercato in tutti i modi di rispettare. Ricordo ancora poiché si sostiene che non vi è confronto, che in IV Commissione nei prossimi giorni giungeremo all'approvazione di due leggi: quella sull'emigrazione e quella sull'innovazione, in ordine alle quali c'è stato un confronto aperto con la massima attenzione anche ai contributi dell'opposizione. In definitiva da parte nostra c'è un'assoluta disposizione a un confronto che non mancherà certo in futuro.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'intero testo di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 24 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri.
L'intero testo di legge è approvato.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Esame proposta di deliberazione n. 289: "Applicazione art. 3, legge 3/5/1982, n. 203. Norme sui contratti agrari"


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. la proposta di deliberazione n. 289: "Applicazione art. 3, legge 3/5/1982, n. 203. Norme sui contratti agrari".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
Pongo ora in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Esame proposta di deliberazione n. 290: "Regolamento C.E.E. n. 337 del Consiglio del 5 febbraio 1979 e successive modificazioni, relativo alla organizzazione, comune del mercato vitivinicolo e legge 18 dicembre 1981 n. 749 concernente 'Sanzioni per i trasgressori delle norme comunitarie relative all'adeguamento del potenziale viticolo alle esigenze di mercato'. Regolamento per l'applicazione"


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. la proposta di deliberazione n. 290: "Regolamento C.E.E. n. 337 del Consiglio del 5 febbraio 1979 e successive modificazioni, relativo alla organizzazione comune del mercato vitivinicolo e legge 18 dicembre 1981 n. 749 concernente 'Sanzioni per i trasgressori delle norme comunitarie relative all'adeguamento del potenziale viticolo alle esigenze di mercato'. Regolamento per l'applicazione".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
Pongo ora in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.


Argomento:

Esame proposta di deliberazione n. 290: "Regolamento C.E.E. n. 337 del Consiglio del 5 febbraio 1979 e successive modificazioni, relativo alla organizzazione, comune del mercato vitivinicolo e legge 18 dicembre 1981 n. 749 concernente 'Sanzioni per i trasgressori delle norme comunitarie relative all'adeguamento del potenziale viticolo alle esigenze di mercato'. Regolamento per l'applicazione"

Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

Le interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegate al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.
(La seduta ha termine alle ore 20)



< torna indietro