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Dettaglio seduta n.55 del 24/07/86 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


VIGLIONE Aldo


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto l) dell'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", comunico che i processi verbali delle adunanze consiliari dell'8 e 17 aprile 1986 sono stati distribuiti ai Consiglieri prima dell'inizio della seduta odierna e verranno posti in votazione nella prossima seduta.


Argomento: Lavoro - Movimenti migratori: argomenti non sopra specificati

Interrogazione dei Consiglieri Bontempi, Sestero, Calligaro e Rivalta inerente là situazione dell'INPS di Collegno


PRESIDENTE

Passiamo al punto 2) dell'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze".
Viene discussa l'interrogazione presentata dai Consiglieri Bontempi Calligaro, Sestero e Rivalta, inerente la situazione dell'INPS di Collegno.
Risponde l'Assessore Genovese.



GENOVESE Piero Arturo, Assessore al lavoro

I Colleghi interroganti intendono sapere se la Giunta non ritenga necessario assumere iniziative che diano piena efficienza alla sede INPS di Collegno anche per accelerare le procedure e per favorire l'istituzione di un cantiere di lavoro presso la suddetta sede INPS, proposta dal Comune di Collegno.
La situazione della sede predetta di Collegno è ben nota alla Giunta regionale; la sede, costituita nel 1984 a seguito di distacco dalla sede provinciale di Torino, segue un'area piuttosto estesa e densamente popolata che, oltre a coprire parte dell'area metropolitana ovest, ricomprende anche parte della Val di Susa per un totale di oltre 350.000 abitanti circa.
Su un organico previsto di 200 unità operano 145 persone in quanto non è ancora stato possibile coprire i rimanenti posti, sia per i vincoli che esistono alla possibilità di nuove assunzioni, sia per le difficoltà registrate nel dar corso ad una mobilità interna tra le diverse sedi.
Queste sono le motivazioni che adduce l'INPS.
Da quanto ci è stato comunicato, nonostante questa situazione, la sede di Collegno riuscirebbe a fronteggiare il disbrigo delle nuove pratiche mentre non è nelle condizioni di smaltire il rilevante arretrato, in materia di pensioni, trasmessogli dalla sede di Torino al momento della costituzione dei nuovi uffici.
Le difficoltà di Collegno hanno trovato ampia rilevanza nel Consiglio 'comunale della città, che si è espresso con un proprio documento inviato anche a tutti i Capigruppo del Consiglio regionale e sono peraltro comuni anche ad altre sedi INPS e, più in generale, evidenziano un problema complessivo di adeguamento e organizzazione delle strutture alle esigenze connesse con i carichi di lavoro nelle diverse aree.
Proprio per questa considerazione, la Giunta regionale ritiene di dover sottolineare come la soluzione del problema di Collegno, come di altre sedi, non possa derivare da iniziative della Giunta stessa, che non dispone, per difetto di competenza, di strumenti per intervenire nella materia, ma richiede piuttosto un preciso impegno dei vertici nazionali dell'INPS e del Ministero del lavoro che non si mancherà di sollecitare nuovamente.
La stessa soluzione prospettata dal Comune di Collegno e cioè quella del ricorso ai cantieri di lavoro per disoccupati, ha destato anche nella regione qualche perplessità sia in relazione alle caratteristiche e finalità della Legge 55/84, che non intende certamente risolvere i problemi di carenza di organico di carattere strutturale delle Amministrazioni pubbliche che, ancorché gravi e urgenti, devono più opportunamente e in primo luogo essere affrontate nelle sedi idonee e con gli strumenti più direttamente a ciò finalizzati, sia in ordine alla compatibilità della ipotesi prospettata con la Legge 55/84 e con altre normative nazionali evidenziate anche dallo stesso Ministero del Lavoro.
Negli ultimi giorni, rappresentanti sindacali interni hanno evidenziato come la soluzione debba essere definitiva ed organica, in quanto la professionalità richiesta non può essere sostituita (tutti i colleghi lo conoscono poiché è apparso su tutti i giornali) con delle assunzioni a termine, che non risolvono il problema della sede dell'INPS di Collegno come di molte altre sedi, anche se possono attenuare il disagio che consegue dalla condizione che gli interroganti hanno denunciato.
In ogni caso il progetto presentato dal Comune di Collegno è stato sottoposto (come la legge regionale prevede) all'esame della Provincia di Torino, che ha il compito di esaminare le richieste dei Comuni e autorizzare l'apertura di cantieri di lavoro. Per quanto riguarda quindi la richiesta di accelerare le procedure di competenza regionale, queste erano state già da tempo esaurite, consistendo sostanzialmente nel riparto fra le Province dei fondi su cui finanziare i cantieri di lavoro degli Enti locali, oltre che nel rapporto politico che si ha con l'Amministrazione provinciale per esaminare, al di là della competenza stretta assegnata dalla Legge 55, e per seguire quali siano le priorità da definire per quanto attiene l'attivazione dei cantieri di lavoro.
Devo dire oggi, a questo punto (non lo sapevo quando è stata iscritta all'o.d.g. della seduta la risposta all'interrogazione), che il provvedimento di competenza della Provincia non è stato favorevole e quindi non sarà autorizzata l'apertura del cantiere di lavoro presso l'INPS.
La Giunta assicura gli interroganti che continuerà a seguire i problemi concernenti in particolare l'efficienza della sede INPS di Collegno, oltre che delle altre operanti in Piemonte, stabilendo opportuni collegamenti con il Ministero del lavoro, subito dopo la chiusura (mi auguro non sia troppo lontana nel tempo) della crisi di Governo e con gli organi centrali e regionali dell'INPS.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

Ringrazio l'Assessore; prendiamo atto della sua risposta e speriamo che il problema venga concretamente affrontato perché è fonte di notevole disagio per i cittadini della zona.


Argomento: Opere pubbliche - Edilizia: argomenti non sopra specificati

Interpellanza dei Consiglieri Biazzi, Avondo, Dameri, Guasso, Bontempi Bosio e Rivalta inerente le pratiche relative alla concessione del "buono casa"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza presentata dai Consiglieri Biazzi, Avondo, Dameri, Guasso, Bontempi, Bosio e Rivalta inerente le pratiche relative alla concessione del "buono casa".
Risponde l'Assessore Genovese.



GENOVESE Piero Arturo, Assessore all'edilizia

L'interrogazione presentata dai colleghi solleva una delle tante questioni delicate (ma questa lo è in particolare per il merito dell'informazione) che accompagnano l'attuazione della legge che prevede la concessione dei contributi in conto capitale per il "buono casa" oppure dei mutui individuali.
Molti di questi problemi richiedono certamente ciò che gli interroganti pongono all'attenzione della Giunta e del Consiglio, e cioè una più diffusa informazione e la definizione delle iniziative da intraprendere per impedire che attorno alla concessione dei "buoni casa" si debbano registrare situazioni incresciose non dovute alla Regione.
Il problema è complesso perché per molti aspetti deriva da un costume deteriore che purtroppo si sta diffondendo sempre di più nel nostro Paese nel valutare quindi le opportunità di informazione e di iniziativa non si può disconoscere che esistono problemi che attengono al "senso di responsabilità della gente" e che nessuna norma, di per sé, può evitare fenomeni di scarsa responsabilità o di irresponsabilità.
In un caso come questo in cui ci sono migliaia di domande - circa 10.000 - non è facile un'informazione capillare e precisa che metta tutti gli interessati in condizione di sapere quali sono i propri diritti e quindi di comprendere che la concessione del "buono casa" non è legata a scelte discrezionali, ma ad un'applicazione rigida di criteri che la Regione si dà e che traducono puntualmente e meccanicamente i parametri già indicati al momento dell'emanazione del bando di concorso, in quanto i punteggi sono prestampati sul modulo di richiesta presentato dagli interessati. In generale l'Assessorato ha cercato di far conoscere queste cose, come i colleghi ben sanno; ma quando l'informazione deve essere data in modo capillare ai cittadini, la Regione non ha grande possibilità di spazio sui mezzi di informazione di massa. Tutto sommato credo sia più facile attraverso le televisioni locali, che però hanno un'utenza particolare, mentre risulta più difficile attraverso la stampa.
Anche in questa occasione avevamo fatto pervenire un comunicato dell'Assessorato, subito dopo l'approvazione della graduatoria provvisoria al fine di evitare, nel limite del possibile, equivoci per gli interessati.
Ma, come spesso accade, questo comunicato è apparso solo parzialmente e sono stati tralasciati quei passaggi che, forse giustamente, dalla stampa sono ritenuti di scarso rilievo a fronte dell'informazione sull'entità dei contributi, sulla loro distribuzione e sulle procedure da seguire.
Il testo del comunicato stampa è riportato sull'ultimo numero della rivista della Regione "Notizie", a pagina 29: "La graduatoria provvisoria è stata compilata seguendo criteri automatici che escludono ogni discrezionalità, cioè con l'applicazione dei punteggi prestampati sui moduli di concorso in corrispondenza delle risposte degli interessati. Per questo è bene ricordare che nessuno può accampare meriti e interessamenti particolari a favore di quanti avranno l'assegnazione del "buono casa".
A fronte di quanto avviene e delle difficoltà di informazione che registriamo, forse occorrerà per il futuro, al momento stesso della consegna dei moduli di richiesta, consegnare agli interessati un promemoria in cui, oltre alle procedure, si spieghi con esattezza che nessuno pu accampare meriti e interessamenti che non hanno nessun significato in quanto non possono sortire effetto, dato che l'applicazione dei criteri del bando di concorso è meccanica.
Al di là dell'episodio segnalato e tenendo conto che gli interroganti chiedono se la Giunta è a conoscenza di casi analoghi, devo dire che a posteriori non abbiamo prove, se non alcune voci, di casi analoghi a quello segnalato e sul quale mi soffermerò in particolare.
Già al momento dell'emanazione del bando di concorso avevamo dovuto intervenire attraverso i mezzi di informazione, poiché alcuni soggetti non direttamente interessati all'assegnazione, attraverso forme pubblicitarie non corrette od equivoche, tendevano ad ingenerare nei potenziali interessati ed assegnatari del "buono casa" la convinzione che solo attraverso il loro appoggio sarebbe stato possibile ottenere il "buono casa".
Esaminerò poi la lettera che ho scritto al consorzio di cooperative interessato al caso evidenziato, in seguito all'interpellanza dei colleghi.
Devo però dire che mi sono adoperato per evitare fenomeni che non sono certamente positivi; il Presidente Veglione lo sa e lo devo ringraziare per l'intervento tempestivo svolto per evitare che, prima dell'esecutività della deliberazione, stante i circuiti interni di distribuzione delle proposte di deliberazione per il Consiglio, venissero comunicati dei risultati che costituiscono una graduatoria provvisoria e che comunque, per le procedure interne, non erano ancora esecutivi.
In quell'occasione ho scritto una lettera ai Capigruppo evidenziando come era possibile - perché ci sono dei limiti che attengono ai comportamenti delle persone e dei Gruppi - che non mi pareva opportuno dare pubblicità in forme poco simpatiche a graduatorie e scelte che la Regione opera con l'applicazione di criteri automatici e meccanici. Da parte del Consiglio, signor Presidente, e dei suoi componenti occorre ricordare che quando denunciamo scorrettezze esterne, proprio per il ruolo istituzionale che svolgiamo,dobbiamo essere maggiormente attenti a non generare la convinzione che l'interessamento particolare di un Consigliere o di un Gruppo abbiano portato all'assegnazione del "buono casa". Questo non è corretto, ma è avvenuto anche nella presente occasione.
Avevo fatto presente ai Capigruppo la delicatezza della materia pregando i Gruppi stessi di astenersi dalla diffusione in forma massiccia di atti non ancora esecutivi; lo stesso problema, naturalmente, esiste anche dopo l'esecutività.
Venendo al merito specifico dell'interpellanza, essendo grave la situazione denunciata, pur non avendo la Regione poteri di intervento nel regolare i rapporti che intercorrono tra soci cooperatori, cooperative d'appartenenza o eventuali consorzi di appartenenza, come Assessorato abbiamo inviato una lettera al consorzio C.O.P.E.A. di Novara che leggo brevemente poiché ritengo possa costituire la risposta all'oggetto principale dell'interpellanza: "A tale proposito, richiamando quanto è stato segnalato ovvero alla richiesta di una quota forfetaria quale rimborso spese per l'interessamento del consorzio per l'assegnazione di disbrigo delle pratiche inerenti la richiesta del buono casa di alcuni soci della cooperativa interessata appare doveroso ed opportuno ricordare che il buono casa è concesso ai richiedenti singoli collocati in graduatoria utile sulla base di requisiti oggettivi e soggettivi dagli stessi posseduti e documentati. Quindi nessuno può attribuirsi iniziative promozionali determinanti ai fini della concessione del buono casa.
Il socio di cooperativa che risulti assegnatario del buono casa ha lo stesso dovere degli altri soci assegnatari di alloggio, quello cioè di adempiere al versamento pro-quota delle somme concordate attraverso convenzione tra la cooperativa e il consorzio di appartenenza della stessa.
Deve inoltre riconoscere le spese vive effettivamente sostenute dal consorzio o dalla cooperativa per la predisposizione di documenti ed altre incombenze collegate alla richiesta del buono casa, analiticamente esposte e dimostrate.
In ogni caso non è accettabile l'indicazione sommaria di contributi sul buono casa ottenuto vantando e monetizzando interessamenti particolari poiché simile richiesta snaturerebbe il rapporto diretto tra la Regione che eroga il contributo e il cittadino assegnatario. Confidando che si voglia tenere in considerazione il presente indirizzo, si precisa che non si intende né si può interferire nel rapporto socio - cooperativa - consorzio al socio spetta il dovere di corrispondere quanto concordato, a prescindere dalla concessione del buono casa, tra la cooperativa e il, consorzio oltreché - in quanto dovute - le spese vive effettivamente sostenute dal consorzio in ordine alla richiesta del buono casa".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

Ringrazio L'Assessore della risposta che non è stata rituale o burocratica.
Sollevando il caso avevamo presenti le implicazioni che questa situazione ha determinato nella nostra regione e le conseguenze da trarre da parte di tutti.
Non posso che dirmi d'accordo con l'Assessore nel richiedere un'informazione di carattere diverso che colga le novità che si sono delineate attorno al problema del "buono casa" con la costituzione di circuiti d'affari.
L'inserimento di un depliant nelle domande è utile, ma occorrerà trovare anche altre soluzioni. Concordo con l'Assessore Genovese quando afferma e sottolinea che questa è stata una lezione per tutti, per i Consiglieri regionali, per l'Assessore competente e gli altri Assessori della Giunta: è un problema che riguarda il Consiglio nel suo complesso.
Quando si chiede più di un milione e mezzo per un buono casa, con diecimila domande presentate di fatto, si crea un giro d'affari potenziale che si aggira sui 15 miliardi. Mi pare questo un problema di notevoli dimensioni. Deve preoccupare la disinformazione esistente tra i cittadini.
Quando si inviano lettere, che sono fuori o contro lo spirito della legge istitutiva dei buoni casa, in cui di fatto si può intendere che tali buoni possono essere ottenuti attraverso vie intermedie, evidentemente qualcosa non ha funzionato a dovere. E' un fatto grave in sé la richiesta ai soci di cooperativa di versare il 6% sull'importo del buono casa. Si crea una situazione di particolari dimensioni e gravità, perché si tratta non di un professionista, ma di organizzazioni (addirittura si fa riferimento ad una confederazione nazionale di cooperative).
La richiesta dei versamenti viene fatta con una lettera che ha tutte le caratteristiche di una circolare. Esiste, quindi un fenomeno diffuso e grave. Tale richiesta non ha alcuna giustificazione, così come ha riferito l'Assessore, in quanto - come risulta da indagini fatte nelle stesse zone gli oneri per il rimborso delle spese sostenute per i buoni 1983 vanno in casi analoghi dalle 50/60 mila lire ad un massimo di 100/150 mila lire. Nel caso sollevato si chiedeva il 6% sull'importo del buono casa (su 20 milioni si tratterebbe di l.200.000).
I quattro cittadini a cui si fa riferimento nell'interpellanza si sono detti disponibili a versare 250.000 lire a testa per un rimborso spese che non ha mai superato, in tale zona, ripeto, le 200/220 mila lire, ma per le pratiche del 1985/86! In risposta a questa lettera onesta di persone che non intendevano approfittare di nessuno, ricevono,sempre da questa organizzazione, la richiesta di versare, non le 800.000 lire iniziali ma addirittura l.350.000 più IVA entro il 20 giugno; raddoppiando praticamente la percentuale: non più del 6%, ma di oltre il 10% dell'importo del buono casa.
E' un fatto di estrema gravità che non può essere sottovalutato.
Si pongono Ulteriori problemi: come mai se si fosse pagato senza proteste il 6%, tale percentuale era esente IVA mentre quando si sono chiesti chiarimenti si pretendeva una percentuale doppia più l'IVA? Ma prima l'IVA non veniva versata? Vi sono anche problemi di natura fiscale che vanno oltre lo stesso rapporto tra i singoli cittadini.
Gli atti li ho consegnati alla Giunta. E' grave poiché, come diceva l'Assessore, con malizia o furbizia, la richiesta della percentuale è presentata come se il buono casa non fosse un diritto dei cittadini; di fatto la formulazione è presentata in modo da generare dubbi sulla correttezza e la rigorosità della Regione e dei suoi funzionari nel seguire le pratiche relative ai buoni casa. Cosa si, dice in questa lettera che l'organizzazione invia ai beneficiari? Si legge: "L'opportunità di questo finanziamento, inizialmente non prevista nei programmi di costruzione della sua cooperativa, è stata individuata solo in virtù degli uffici regionali e provinciali della nostra organizzazione cooperativa".
La Regione non esiste, non esistono i diritti soggettivi. PA avanti si legge: "Infine la natura stessa del buono casa, somma data a fondo perduto consente, senza grossi sacrifici, di staccare una parte, quale contributo all'organizzazione che si è adoperata per il suo ottenimento".
Mi pare che queste siano affermazioni gravi; sono d'accordo con la lettera scritta dall'Assessore, ma credo che non ci si possa fermare alla lettera. Sono emersi degli elementi che vanno oltre il rapporto tra il singolo socio e la cooperativa, che verranno visti ovviamente in altra sede, ma viene ad essere incrinata la fiducia stessa del cittadino verso la Regione. Si viene a vanificare ogni iniziativa per un'informazione più capillare per rendere più trasparente la correttezza nell'erogazione dei buoni casa all'interno della nostra Regione.
Ringrazio l'Assessore per la risposta; sono parzialmente insoddisfatto della conclusione. Ci sono elementi di rilevanza tale che la Regione non può ignorare. Sono d'accordo con le iniziative che l'Assessore ha indicato per dare le prime risposte ad un problema, quello dei buoni casa, che ha ormai assunto contorni molto diversi con il passare degli anni.


Argomento: Problemi energetici

Interrogazione del Consigliere Tapparo inerente le vasche deposito stabilimento FIDOM di Carema


PRESIDENTE

Passiamo ora R all'interrogazione del Consigliere Tapparo inerente le vasche deposito stabilimento FIDOM di Carema.
Risponde l'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore all'energia

In relazione al problema esposto dal Consigliere Tapparo, la Regione si mosse sollecitata da varie fonti per affrontare e risolvere i problemi connessi alla presenza di rifiuti nel deposito, a causa dei rischi ad essa conseguenti anche per la presenza, in prossimità dell'impianto, della Dora.
A tal fine la Regione assunse l'iniziativa di evacuare il deposito in questione e con D.G.R. n. 82-36414 del 26 luglio 1984 incaricò la ditta Servizi Industriali di provvedere allo sgombero in parola.
E' da sottolineare che questa amministrazione non intese attribuire a questo intervento il significato di bonifica totale, ma quello di operazione volta a garantire da massicci inquinamenti l'ambiente circostante e in particolare il corso d'acqua citato (i rapporti della Provincia parlavano infatti di perdite dei serbatoi).
Nel contratto veniva comunque richiesto il lavaggio dei serbatoi con getti di acqua in pressione.
Nella relazione finale della ditta, prodotta in data 11.2.1985 venivano indicati 38.740 kg, di reflui contraddistinti con la voce "lavaggi" evacuati dal deposito il 3.10.1984 in quantità di 13.870 kg, e il 14.12.1984 in quantità di 24.870 kg.
Nella relazione della Provincia (prot. n.79 del 24.l.1985) si evidenziava dal canto suo l'esecuzione dei lavori di allontanamento dei rifiuti stoccati. Poiché venne successivamente evidenziato che in alcuni serbatoi e negli sfiati rimanevano ancora liquidi residui, si faceva presente che, stanti così le cose, l'evacuazione del deposito non poteva essere considerata conclusa a termini contrattuali e che si rendeva necessario un ulteriore intervento da parte della società incaricata dello sgombero.
La ditta rispose con nota del 21.3.1985 in cui dichiarava di aver ulteriormente asportato, con macchina aspirante, kg. 4.110 di liquidi provenienti dal serbatoio di asservimento sfiati.
La Provincia inviò la nota n. 918 del 15.4.1985 in cui si confermava quanto relazionato dalla ditta e cioè che i serbatoi citati erano stati sgomberati dalle acque del lavaggio cisterne. La comunicazione della Provincia concludeva che il deposito era stato completamente evacuato. Per la precisione si deve specificare che i serbatoi di cui sopra non erano stati bonificati integralmente e che gli eventuali residui di fondo non erano asportabili mediante semplice aspirazione, ma con ulteriori lavaggi.
Giova sottolineare che in questo caso la Regione si è attivata per scongiurare gli eventuali gravi danni che sarebbero derivati da sversamenti in Dora dei rifiuti stoccati nel deposito di Carema, ma non ha inteso, lo si ribadisce, attuare una bonifica totale dei contenitori costituenti il deposito in questione.
Se allo stato attuale dei fatti vengono evidenziate situazioni di disagio, la cui causa sarebbe da attribuire a eventuali rifiuti tuttora presenti nel succitato deposito, le stesse sono da riferirsi a quantità estremamente limitate di materiali residui.
In tal caso si ritiene che ogni ulteriore intervento in relazione al caso di cui trattasi debba essere effettuato, verificatane la necessità, da parte dell'autorità comunale, applicando anche l'art. 12 del D.P.R. 915.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Ringrazio l'Assessore per la risposta. Volevo solo indicare che attraverso una serie di petizioni ancora del 4 gennaio di quest'anno veniva sollevato il problema costituito dalla giacenza di liquidi residui in quantità non marginali, tali da creare delle preoccupazioni, come indica la stessa petizione che denuncia emissioni moleste e nocive per la popolazione, soprattutto per quanto riguarda la frazione di Torre Daniele sulla quale gravita lo stabilimento oggetto della mia interrogazione.
Quindi riconfermo il ringraziamento per la spiegazione anche se conoscevo qual era stato il meccanismo col quale si era intervenuti; occorre evidentemente valutare se il Comune è in grado, autonomamente, di poter risolvere a fondo la questione. Perché se le lamentele di questa portata portano a petizioni con decine e decine di firme, non credo che si tratti di marginalità quantitative dei residui, ma probabilmente di quantità significative.
Queste quantità ovviamente sarà bene poterle asportare e mi auguro che il Sindaco, investito di questo compito, e il Comune lo possano fare altrimenti è un problema sul quale occorrerà intervenire in qualche altra forma.


Argomento: Problemi energetici

Interrogazione del Consigliere Ala inerente il trasporto eccezionale dell'AGIP - Nucleare di barre radioattive


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione del Consigliere Ala inerente il trasporto eccezionale dell'Agip - Nucleare di barre radioattive.
Risponde l'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore all'energia

Per quanto riguarda il programma di "decommissioning" dell'impianto elettronucleare del Garigliano, si fa presente che in data 30 settembre 1985 il Ministero dell'industria ha emesso un provvedimento con cui l'esercente viene autorizzato a tutte le operazioni necessarie a portare l'impianto in una condizione di "custodia protettiva passiva" di lunga durata: per tale condizione si intende il mantenimento dell'impianto in sicurezza, con interventi e azioni tecniche sull'impianto limitati al minimo indispensabile.
Le operazioni previste comportano principalmente la rimozione del combustibile che è al momento l'unica attività in corso di effettuazione il condizionamento dei rifiuti presenti sull'impianto, la decontaminazione degli edifici esterni all'edificio reattore e l'isolamento di quest'ultimo.
Tutto ciò condurrà, al termine dell'operazione appena evidenziata, al conseguimento della condizione di custodia sopra richiamata per una durata presumibilmente pluridecennale.
Per quanto attiene al programma di rimozione di combustibile si fa presente che esso prevede il trasferimento, dalla centrale del Garigliano all'impianto Avogadro di Saluggia, di circa 320 elementi di combustibile da effettuarsi in 46 spedizioni, con l'utilizzo di contenitori AGNI, di proprietà ENEL. appositamente progettati e costruiti dall'Agip nucleare, e munito di certificato di approvazione di modello di collo di tipo B (M) F rilasciato dall'ENEA-DISP a seguito di apposita istruttoria comprendente anche sopralluoghi per la verifica del programma di garanzie della qualità previsto per la progettazione e la realizzazione del contenitore.
Nell'ambito di tale programma sono state effettuate a tutt'oggi 17 spedizioni, per le quali sono stati preventivamente rilasciati dall'ENEA DISP i prescritti attestati di sicurezza nucleare (di regola uno per ogni quattro spedizioni) sulla base dei quali da parte del Ministero dei trasporti sono state emesse le prescrizioni tecniche per le effettuazioni delle spedizioni.
Tutte le spedizioni suddette si sono svolte con la massima garanzia di sicurezza nucleare e di protezione sanitaria per i lavoratori, le popolazioni e l'ambiente, secondo le procedure previste nel rapporto quadro richiesto dalla DISP al vettore incaricato del trasporto, che è la società Borghi nucleare S.p.A., autorizzato al trasporto di materie radioattive e fissili con decreto interministeriale n. TT/31/67/12.
L'episodio cui fa riferimento il Consigliere Ala, verificatosi il giorno 29 gennaio 1986 in provincia di Vercelli, nel corso di una delle suddette spedizioni e precisamente la nona, è un esempio delle attenzioni praticate nella effettuazione dei trasporti di materiale nucleare in Italia.
Stanti le sopravvenute condizioni ambientali avverse in quel periodo il vettore ha ritenuto cautelativamente di fermare il convoglio e di chiedere l'intervento dei Vigili del Fuoco per garantire la stabilità e la buona tenuta di strada del veicolo (come d'altronde è prescritto nell'attestato di sicurezza).
Consegno al collega Ala fotocopia del verbale effettuato dai Vigili del Fuoco in quella occasione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Ringrazio l'Assessore per la risposta in quanto mi sono stati forniti alcuni elementi che non erano in mio possesso. In specifico, però, per quanto riguarda la parte relativa all'incidente oggetto della mia interrogazione, mi stupisce ci siano voluti sette mesi per giungere alla conclusione che il convoglio si era cautelativamente fermato. Da nostre informazioni la versione dell'arresto dell'autoveicolo sul cavalcavia è diversa. Cosicché, forse, i sette mesi sono stati necessari per scoprire che invece si è fermato cautelativamente. Vorrei che la Regione prendesse atto che 46 spedizioni sul territorio piemontese di elementi di combustibile dovrebbero richiedere un'attenzione molto più ampia. Non si può fare finta di non saperlo o di non preoccuparsene. Che poi tutte le spedizioni si siano svolte con la massima garanzia di sicurezza e protezione viene sempre detto dall'ENEA. Proprio negli ultimi mesi un'associazione ecologica ha dimostrato che non ci vuole quasi nulla per salire su una nave che trasporta scorie e materiale radioattivo dal porto di Civitavecchia in Inghilterra. Se ci provassero, credo che riuscirebbero a bloccare un camion che va dalla centrale del Garigliano fino a Saluggia.
Inoltre non so se la popolazione di Saluggia è stata informata dell'arrivo di questi 320 elementi di combustibile. E' stata, per esempio informata dalla stampa che dovrebbero arrivare tutti i filtri dei condizionatori d'aria. Forse gli abitanti si stanno abituando ad essere una sorta di ricettacolo di tutto il nucleare che non si sa dove buttare.
Prendo atto che, per l'ENEA, quando un convoglio si ferma, ha deciso di fermarsi da solo. E' indubbiamente difficile contestare un'affermazione del genere, però si può sempre mettere in dubbio.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Interrogazioni dei Consiglieri Paris, Penasso e dei Consiglieri Amerio Ferro, Dameri e Acotto, inerenti i danni economici ai produttori agricoli in seguito al disastro di Chernobyl


PRESIDENTE

Vengono ora discusse congiuntamente le interrogazioni dei Consiglieri Paris e Penasso e dei Consiglieri Amerio, Ferro, Dameri e Acotto, inerenti i danni economici ai produttori agricoli in seguito al disastro di Chernobyl.
La parola all'Assessore Lombardi.



LOMBARDI Emilio, Assessore all'agricoltura

La Giunta concorda pienamente con i Consiglieri interroganti ove affermano che le conseguenze del disastro alla centrale nucleare di Chernobyl, che ha dato origine alle note ordinanze del 2 maggio 1986 firmate dal Ministro della sanità Degan, sono state per i produttori agricoli particolarmente pesanti.
Infatti, pur essendo ormai finito lo stato di emergenza sotto il profilo sanitario, la psicosi provocata dai divieti cautelari su latte e derivati ed ortaggi nel periodo citato produce ancora effetti deleteri sui consumatori che hanno ripreso solo parzialmente il consumo delle derrate poste sotto tutela.
Ci riferiamo in particolare a quanto evidenziato dai Consiglieri interroganti e cioè alla critica situazione in cui versano i produttori agricoli e, per il latte, le imprese di trasformazione che hanno conferito o stoccato seguendo le disposizioni dell'AIMA ed ora si trovano in crisi per la liquidità occorrente per far fronte alle spese aziendali alle scadenze consuete.
Il decreto legge n. 319 del 2 luglio 1986, attualmente alle Camere, per la conversione in legge (è notizia di oggi che è stato licenziato il testo dalla Commissione agricoltura del Senato),prevede all'art. 4 che i pagamenti della merce ritirata o distrutta avvengano "entro sei mesi dalla data di ricezione della proposta dell'organo regionale corredata di tutta la relativa documentazione".
E' del tutto evidente l'esigenza di intervenire per un anticipo di tali somme con prestiti a tasso agevolato.
I problemi in tal senso sono diversificati fra il settore ortaggi e quello lattiero caseario.
Come si sa infatti la verdura venne ritirata nel territorio piemontese dalla Associazione Produttori Ortofrutticoli (ASPRO - FRUT) per conto dell'AIMA e distrutta,seguendo le indicazioni del Ministero della sanità in apposite discariche. L'intervento è durato dalla data di inizio 8 maggio, fino al 6 giugno u.s. nei nove centri di raccolta per una quantità complessiva di quintali 31.464 pari a lire 2 miliardi 350 milioni circa di prodotto ritirato.
Il citato D.L. n. 319 prevede il rimborso dell'AIMA entro i previsti sei mesi, ma non concede alcuna maggiorazione al ritardato pagamento per cui gli eventuali prestiti per la liquidazione ai conferenti graverebbero per gli interessi, sia pure agevolati, sui produttori.
Giungono notizie dal livello parlamentare (non abbiamo il testo di quanto licenziato dalla Commissione agricoltura del Senato, perch altrimenti potremmo superare alcuni punti interrogativi che ancora esistono) che forse si emetterà il decreto governativo con l'aggiunta di una maggiorazione equivalente agli interessi sulle anticipazioni. Sarebbe questa una equa soluzione; in caso contrario la Regione potrebbe intervenire, e l'Assessorato ne ha già predisposto una bozza, con una legge che ristori l'Associazione dei Produttori dell'onere che avrebbe nel ricorrere agli Istituti di Credito per le anticipazioni ai conferenti che attendono la liquidazione.
Nel settore lattiero - caseario le cose sono un po' diverse. Il latte che è sempre stato raccolto, salvo piccole e sporadiche eccezioni, dalla stalla dei produttori e lavorato o trasformato in formaggi deve essere pagato nei termini stabiliti dall'accordo interprofessionale della Regione Piemonte, cioè entro 60 giorni dall'ultima consegna del mese; in pratica a fine luglio per il latte raccolto in maggio.
Poiché una discreta porzione di prodotto è rimasto invenduto ed è tutt'ora sotto forma di ammasso privato nei depositi controllati per conto dell'AIMA dagli uffici decentrati regionali, si poneva, anche qui, il problema impellente della liquidità.
Queste ed altre considerazioni hanno indotto la Giunta regionale a prendere, in data 22 luglio, la deliberazione che riferisco in sintesi: per le motivazioni indicate in premessa ai soggetti di cui all'art.
2, commi 1 e 3, del D.L. 2/7/1986 n. 319 può essere concesso il concorso regionale negli interessi, di cui all'art. 42 della L.R. 12/10/1978 n. 63 sulle operazioni di prestito contratte al fine di poter tempestivamente liquidare ai produttori agricoli il prezzo del latte ritirato nell'attesa di percepire il rimborso dell'AIMA.
L'importo massimo mutuabile è commisurato al 95% del rimborso AIMA di cui all'art. 2, comma 1, del D.L. n. 319/86 per i soggetti indicati nel detto comma e del prezzo del latte alla produzione, per i soggetti di cui al comma 3 dello stesso art. 2 che abbiano trasferito o ceduto il latte ad imprese di trasformazione aventi sede fuori regione.
La durata massima dei prestiti è di sei mesi.
Per far fronte alla spesa presunta di lire 700 milioni si provvede mediante impegno sul capitolo n. 3760 anno 1986.
Sono in corso riunioni e contatti anche con la partecipazione, assieme alle parti interessate, degli Istituti bancari, affinché questa anticipazione, non appena la deliberazione avrà il visto del Commissario del Governo, possa essere attuata.
Poiché nel citato D.L. n. 319 è prevista nel rimborso la maggiorazione del 10% per gli interessi relativi al ritardato pagamento, i prestiti potrebbero quindi considerarsi, salvo sfasature prevedibili nella presentazione delle domande, ad un tasso vicino allo zero.
La vicenda Chernobyl per il mondo agricolo, come è stato detto in premessa, non finisce certo con questi interventi. Vi è, ad esempio, una scottante questione relativa allo smaltimento nelle discariche dei prodotti lattiero - caseari (q. 39.165,70) e vi sarà l'esigenza di fare una concreta azione di informazione ai consumatori per il ripristino dei consumi, almeno ai precedenti livelli dei prodotti citati, per evitare che la nube di Chernobyl continui a produrre, nell'indifferenza generale, ulteriori danni ai produttori agricoli.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Paris.



PARIS Mario

Ho preso atto con soddisfazione della risposta precisa e documentata (come è buona consuetudine dell'Assessore Lombardi) data all'interrogazione presentata un mese fa con il collega Penasso. Noi ci attendevamo di ricevere una risposta in tempi più brevi, dato che avevamo presentato un'interrogazione urgente, ed effettivamente il problema lo era. Mi rendo conto, obiettivamente, che avendo chiesto un provvedimento straordinario regionale integrativo, sotto forma di anticipazioni, delle misure di competenza dello Stato, tramite l'AIMA, l'Assessorato aveva l'assoluto bisogno di conoscere la sostanza, la misura, le procedure ed i tempi degli interventi RIMA, elementi che, anche se non ancora definitivi, come ha detto l'Assessore, sono oggi noti in linea generale. E' meglio, penso, una risposta meno sollecita, ma più precisa, tra l'altro supportata già da una proposta concreta che è la bozza della delibera di Giunta, che una generica dichiarazione di buone intenzioni come è stato fatto magari in qualche altra Regione. Assicurazioni generiche date subito ma poi non seguite da provvedimenti concreti.
Io ribadisco lamia soddisfazione per la risposta data alla nostra interrogazione; ringrazio l'Assessore e l'intera Giunta per ciò che è stato fatto e soprattutto per ciò che sarà fatto nel settore.
Mi auguro che i provvedimenti RIMA, previsti per il settore lattiero caseario, vengano estesi anche al settore ortaggi, in modo che i grossi danni subiti dai nostri produttori orticoli, conseguenti a questo stato di emergenza, certamente non voluto, ma subito, vengano anch'essi risarciti in modo equo e in tempi ragionevoli.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Amerio.



AMERIO Mario

In effetti la risposta al problema che noi ed altri avevamo sollevato due volte in Commissione e poi con l'interrogazione urgentissima di più di un mese fa avrebbe probabilmente potuto arrivare prima. Si è preferito attendere e forse era in qualche modo necessario che si delineasse meglio il quadro nazionale di riferimento. La risposta è comunque venuta e devo ammettere che si tratta di una risposta nel complesso accoglibile.
Si tratta quindi di disporre, nei tempi più brevi possibili, un intervento di anticipazione per il latte. Le quantità sono quelle qui ricordate: si profila una situazione assai delicata, nel senso che la mancanza di liquidità per le aziende trasformatrici potrebbe determinare il non pagamento ai produttori alle prossime scadenze.
E' necessario che questo primo provvedimento, come ha ricordato l'Assessore, già oggetto di una delibera di Giunta, vada rapidamente avanti; è poi necessario predisporre fin d'ora un provvedimento anche per gli ortaggi. Noi siamo per intervenire nei modi possibili: per esempio attraverso un pronunciamento del Consiglio regionale, affinché il decreto che torna alla Camera, qualora non contenga la percentuale per i ritardati pagamenti, relativa anche agli ortaggi, venga corretto. Naturalmente, se la contiene il problema è risolto, se non la contiene non rimanderei l'occasione della seduta di oggi o di quella di domani per assumere una posizione unitaria da parte del Consiglio regionale che inviti il Parlamento a produrre un'equità di trattamento tra il settore del latte e quello degli ortaggi. Se così non fosse, bisognerebbe pensare nei primi giorni di settembre ad un intervento della Regione Piemonte anche sugli ortaggi, che può essere emanato o con delibera o con d.d.l. e se vogliamo che abbia un senso dovrebbe avere tempi brevissimi e una corsia preferenziale.
Invitiamo pertanto a far procedere celermente l'iter; a fare in giornata, possibilmente, una verifica sul testo del decreto varato al Senato, in modo da poter varare, eventualmente entro la giornata di domani un ordine del giorno che rappresenti un concorso ed uno stimolo del Consiglio regionale ai lavori parlamentari, affinché il decreto che dovrà essere emanato, tenga conto del settore degli ortaggi e ci consenta di non andare incontro a conseguenze spiacevoli per l'economia delle nostre zone.


Argomento: Psichiatria

Interpellanza del Consigliere Pezzana inerente la riforma psichiatrica


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza del Consigliere Pezzana, inerente la riforma psichiatrica.
Risponde l'Assessore Olivieri.



OLIVIERI Aldo, Assessore alla sanità

La tutela della salute mentale è disciplinata dagli artt. 2, punto g) 17, 34, 35, 64 della Legge 833/78. Con tale richiamo si intende sottolineare il fatto che i servizi per la salute mentale (SSM) sono inseriti nell'ambito dell'U.S.S.L. e nel complesso dei servizi generali per la tutela della salute.
Lo stato di attuazione della riforma nel settore va dunque valutato facendo riferimento alla normativa che disciplina il Servizio Sanitario Nazionale e alle diverse competenze degli organi istituzionali interessati (Stato, Regioni, UU.SS.SS.LL.).
In altri termini, non sono previste norme particolari per i SSM per quanto riguarda le politiche del personale, della spesa, del patrimonio (con l'unica eccezione dei fondi a destinazione vincolata) e non è neanche possibile ignorare che i compiti dei vari livelli istituzionali interessati, per quanto intrecciati, non sono né sovrapponibili n automaticamente vicariabili.
Così a norma della Legge 833/78 lo Stato ha compiti di indirizzo e coordinamento delle Regioni (art.5) e di programmazione attraverso il Piano Sanitario Nazionale (art.53); le Regioni hanno compiti di attuazione del SSN mediante i piani sanitari regionali (art.55), che devono comunque uniformarsi ai piani nazionali; le UU.SS.SS.LL. hanno il compito di provvedere all'erogazione delle prestazioni sanitarie in definiti ambiti territoriali (art.14).
All'interno della struttura istituzionale complessa del SSN si pone dunque lo sfondo in cui è collocato il progetto di tutela della salute mentale, la cui attuazione è notoriamente .molto disomogenea nei diversi ambiti territoriali, in relazione alle capacità di iniziativa e di governo del livello nazionale, regionale delle UU.SS.SS.LL., ma anche ai vincoli concreti, storici cui è soggetto ogni livello istituzionale in termini di risorse e di priorità.
Lo stesso trasferimento delle competenze in tema di assistenza psichiatrica dalle Amministrazioni Provinciali alle UU.SS.SS.LL., accanto all'indubbio risvolto positivo dell'aver posto fine alla separatezza dal resto della sanità, ha senza dubbio posto in capo alle UU.SS.SS.LL. una competenza tra le altre, senza che venissero prescritti dallo Stato vincoli di priorità per il potenziamento di un settore indiscutibilmente più radicalmente innovativo di altri.
Per quanto riguarda gli adempimenti regionali, in risposta ai rilievi posti con l'interpellanza in oggetto: Alla rete di posti letto nei Servizi Psichiatrici di diagnosi e cura ('SPDC) si sta gradualmente affiancando una rete di posti letto in strutture residenziali tutelari, finanziate con fondi a destinazione vincolata e di attività in strutture diurne o centri crisi.
I risultati di tale politica cominciano a dare risultati positivi se si tiene conto da un lato della pressoché totale coincidenza dei Servizi di Salute Mentale con l'organizzazione bipolare ambulatori - SPDC all'atto della prima applicazione della Legge 180, e dall'altro dell'estrema complessità e lentezza delle procedure di acquisizione di strutture edilizie da utilizzarsi ai fini sanitari. Per quanto concerne in particolare i SPDC sono in corso iniziative per l'attivazione dei servizi di Ciriè, Biella e Borgomanero.
Più in generale all'interno degli interventi regionali sulla rete degli ospedali è prevedibile la ricollocazione di alcuni SPDC che risentono delle carenze strutturali dell'intero ospedale (vale per tutti l'esempio di Rivoli il cui servizio psichiatrico sarà situato nel nuovo ospedale).
A partire dal 1985, la legge finanziaria (legge 22.12.84 n. 887) attribuisce alle Regioni un volume di risorse superiore a quelle precedentemente erogate. I criteri di riparto, che sono stati approvati dal Consiglio regionale con deliberazione del 14/11/1985 n. 35-10892 "Approvazione ex novo programma di utilizzo del fondo sanitario regionale di parte corrente per l'anno 1985. Quota a destinazione vincolata ex art.
17 della legge 22 dicembre 1984 n. 887", hanno consentito di finanziare anche il progetto speciale per il superamento degli ospedali psichiatrici previsto dal PSSR per il triennio '85/'87 e di prevedere nuove iniziative (strutture per dimessi da ospedali psichiatrici giudiziari e per casi gravi).
Osservatorio di salute mentale: con direttiva assessorile n. 21 del 21/11/1984 è iniziato ed è già a regime il monitoraggio dei ricoverati in ospedale psichiatrico e ospiti dell'area socio - sanitaria e dei dimessi dall'ospedale psichiatrico in Case di Riposo con retta a carico del Fondo Sanitario Nazionale.
E' in atto, ancora in via sperimentale, la raccolta di dati relativi alla attività territoriale in 5 UU.SS.SS.LL. (46,47,48,49,50) per una popolazione campione di 310.000 abitanti per il periodo 1/1-30/6/1986.
E' previsto l'ampliamento dell'attività dell'osservatorio attraverso anche il lavoro di una Commissione tecnico - consultiva, nominata con deliberazione della Giunta regionale n. 93-4670 del 15/4/1986, il cui compito è anche quello di individuare le iniziative necessarie per il potenziamento delle attività dei servizi territoriali.
Gli indicatori utilizzati finora per la valutazione delle attività dei servizi sono stati individuati in alcuni parametri, sui quali ci si è basati per le relazioni sullo stato di attuazione del Piano Sanitario Regionale.
Primi orientamenti in tal senso inoltre sono stati forniti dal CRESA su mandato dell'Assessorato alla sanità, all'interno del lavoro sugli indicatori di efficacia ed efficienza in sanità.
Per quanto concerne poi la sorte dei dimessi dall'ospedale psichiatrico la Giunta regionale con deliberazione n. 37-36370 del 26/7/84 ha finanziato una ricerca finalizzata dal titolo "La deistituzionalizzazione psichiatrica in Piemonte" la cui durata è prevista in due anni dall'inizio dello svolgimento.
Sulla questione in generale dei rapporti fra le attività sanitarie e quelle socio - assistenziali la Giunta regionale ha recentemente proposto al Consiglio regionale, per l'approvazione, una deliberazione sui criteri per l'individuazione delle attività socio - assistenziali a rilievo sanitario e sulla definizione di indirizzi operativi alle UU.SS.SS.LL., ex DCPM dell'8 agosto 1985. Per quanto riguarda più strettamente la vigilanza sul settore socio assistenziale il Consiglio regionale ha espresso le linee e le modalità di intervento delle UU.SS.SS.LL. con deliberazione 21/6/1984 n. 715-6795.
Gli indirizzi della Giunta regionale attuale consistono nel proseguimento delle attività di programmazione ai fini dell'attuazione della legislazione nazionale e regionale vigente e nella predisposizione di nuove iniziative programmatiche, anche in riferimento all'adeguamento del Piano Sanitario Regionale alle linee dell'emanando Piano Sanitario Nazionale.
Parallelamente l'impegno della Giunta regionale è teso, attraverso l'utilizzo delle risorse disponibili e degli strumenti che si è recentemente data per la costituzione dei gruppi di lavoro, al potenziamento dei servizi esistenti.
A tale proposito può essere testualmente citato il programma della Giunta regionale in tema della tutela della salute mentale, "Indirizzi politico programmatici della Giunta regionale", documento del gennaio 1986 "Soggetti a forte rischio psichiatrico: si tratta di aumentare la capacità di intervento, anche a domicilio, dei servizi territoriali psichiatrici, di provvedere all'approntamento di strutture di ospitalità, nonché di progetti di reinserimento socio - lavorativo, di stimolare la capacità del volontariato in direzione dei due obiettivi appena citati".



PRESIDENTE

La parola all'interpellante, Consigliere Pezzana.



PEZZANA Angelo

Se non si stesse parlando di salute mentale e quindi la battuta potrebbe sembrare fuori luogo, vorrei proporre agli Assessori che rispondono alle interrogazioni di evitare di elencare numeri e date, perch quando un Consigliere presenta un'interrogazione è evidente che si è documentato almeno sull'argomento oggetto della sua interrogazione. Per cui nella risposta che l'Assessore dà, in genere leggendola e quindi preparata da altri o comunque con altri, l'elenco di questi numeri e di queste date non tende che a procurare elementi di quiescenza soporifera nell'assemblea e risulta di difficile comprensione per chi ascolta e vuole prendere appunti da quanto riferisce l'Assessore competente.
Questo è un rilievo che mi sento di fare anche a nome di altri interroganti, perché quando giunge risposta alle interrogazioni sembra che questa interessi unicamente il richiedente mentre invece, secondo me dovrebbe essere di, interesse di tutto il Consiglio.
Alla mia interpellanza l'Assessore ha risposto leggendo un documento nel quale, secondo me, non si dice assolutamente nulla. Sono però convinto che chi ha cucinato quest'aria fritta non sia l'Assessore Olivieri, ma qualcun altro.
Devo dire subito che non mi ritengo soddisfatto.
Non replicherò su questa mia insoddisfazione e lo spiego molto brevemente. La mia interpellanza nasce da una ricerca conoscitiva e informativa che sto conducendo da un paio di mesi in tutte le strutture psichiatriche regionali.
Da quello che sono venuto a conoscenza, la realtà è totalmente diversa da quello che l'Assessore Olivieri - solamente in parte - ha detto stamattina. Infatti nella mia interpellanza chiedo tantissime altre cose a cui non è stata data risposta né in senso positivo né in senso numerico e neanche in senso datario.
Pertanto nella replica non mi dichiarerò, né soddisfatto n insoddisfatto, anche perché quella che all'inizio doveva essere una breve indagine informativa si sta rivelando invece un'inchiesta molto più ampia dovrò interromperla in agosto per motivi di ferie, ma tra settembre e ottobre penso di completarla.
Questa ricerca conoscitiva ha suscitato reazioni spropositate da parte delle autorità competenti e anche un tentativo di fermarmi nello svolgere questo compito che ritengo fondamentale per un Consigliere, se vuole consigliare l'amministrazione sulle iniziative da intraprendere. Questo rientrerà nella documentazione che fornirò e nella relazione dell'indagine che sto conducendo.
Con la ripresa autunnale i risultati di questa ricerca saranno oggetto di un'analisi che sottoporrò all'attenzione dell'Assessore, del Consiglio della Giunta.
Sono andato a leggere l'atto consiliare della seduta del 28 febbraio 1985 in cui si parlava appunto della relazione sullo stato di attuazione della legge n. 180 in Piemonte e da allora, da quanto mi risulta, non è stato fatto assolutamente nulla.
In questa indagine si chiedeva quali erano i dati di attuazione della riforma psichiatrica in Piemonte. E' inutile dire che la riforma psichiatrica ha eliminato quell'obbrobrio, che tutti sappiamo cos'era, del manicomio psichiatrico.
La risposta dell'Assessore è aria fritta, ma sono convinto che il cuoco sia qualcun altro. Mi auguro che l'Assessore, di fronte ai documenti e alle analisi che spero di poter fornire alla ripresa autunnale, possa trasformarsi in cuoco lui stesso e, avvicinandosi alla cucina dell'Assessorato alla sanità, vedere di adoperare lui stesso le pentole per cucinare un piatto che gli sia direttamente imputabile.
Io me la prenderei volentieri con l'Assessore Olivieri, ma non posso quando mi legge questi documenti così burocratici, identici fotocopiati in serie e che potrebbero riferirsi a qualunque altro argomento sulla sanità.
Quando ripresenterò questo documento, non più come interrogazione, ma come oggetto di un ordine del giorno, sarà un discorso molto importante perché la riforma psichiatrica è un argomento fondamentale per una regione come il Piemonte, che non l' ha attuata. Mi auguro che l'Assessore Olivieri venga in quest'aula da cuoco in persona a rispondere senza leggere un documento preparato da altri.
Rimando quindi questo argomento a settembre o ottobre, quando avr portato a termine questa indagine informativa in Piemonte e sulla quale presenterò un ordine del giorno. Purtroppo per chi dovrà leggerla sarà una relazione ampia, ma comunque, ritengo, di grande interesse.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interpellanza del Consigliere Pezzana ed interrogazioni dei Consiglieri Sestero e Marchiaro e del Consigliere Staglianò inerenti la segnalazione dei casi di malattie infettive di origine virale all'U.S.S.L.


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame congiunto dell'interpellanza del Consigliere Pezzana e delle interrogazioni dei Consiglieri Sestero e Marchiaro e del Consigliere Staglianò, inerenti la segnalazione dei casi di malattie infettive di origine virale all'U.S.S.L. 1/23. Risponde L'Assessore Olivieri.



OLIVIERI Aldo, Assessore alla sanità

Rispondo congiuntamente all'interpellanza del Consigliere Pezzana e alle interrogazioni dei Consiglieri Sestero e Marchiaro e del Consigliere Staglianò, inerenti la circolare inviata dal Servizio di Igiene Pubblica dell'U.S.S.L. 1/23 ai Servizi di Assistenza sanitaria in regime di ricovero e cura e Assistenza Integrativa di Base sulla raccolta "nominativa" di soggetti sieropositivi a patologie infettive ed in particolare all'HTLV III.
Le disposizioni tecnico amministrative legate alla sorveglianza di patologie infettive sono compito del Servizio di igiene pubblica e delle UU.SS.SS.LL., che possono ritenere opportuno raccogliere informazioni dettagliate su gruppi di patologie ai fini della tutela della salute della collettività.
Si ricorda altresì che le circolari del Ministero della Sanità n. 48 del 25.11.1985 (pag. 3) e n. 28 del 17 luglio 1985 (pag. 3) riguardanti la sorveglianza dell'AIDS prevedono la segnalazione nominativa (da inviare al Ministero della Sanità, all'Istituto Superiore di Sanità e alle Regioni) dei casi conclamati di AIDS.
Per quanto riguarda la sola sieropositività al test ELISA e/o WB dei soggetti a rischio, tali circolari suggeriscono esclusivamente iniziative di educazione sanitaria e consigli sugli atteggiamenti preventivi individuali più idonei a controllare l'eventuale contagio.
Poiché finora non è stato accertato il rapporto diretto fra positività ai test e malattia conclamata (fenomeno che sembra intervenire soltanto nel 5-10% dei casi positivi), lo stesso Ministro Degan ha dichiarato nell'autunno 1985 (n. 36-37 ISIS 1985) la non necessità della "schedatura" nominativa dei soggetti sieropositivi.
In base a quanto sopra, la Regione Piemonte ha inviato alle UU.SS.SS.LL. la circolare datata 31.7.1984 con allegata la scheda di rilevazione nominativa dei casi conclamati di AIDS e la circolare datata 14.10.1985 ai centri trasfusionali della Regione per individuare eventuali donatori di sangue sieropositivi all'HTLV-III con lo scopo di limitare la diffusione in questo delicato settore. Tuttavia, anche in questo caso, la rilevazione dei dati, a scopo epidemiologico e statistico, garantisce l'anonimato dei soggetti.
Si sottolinea inoltre che a tutt'oggi l'AIDS non è ancora inserita nel gruppo delle malattie infettive soggette a denuncia obbligatoria e comunque tale denuncia avviene in genere per i casi clinici conclamati.
Alcune caratteristiche biologiche e sociali della patologia in questione si possono poi, in parte, considerare affini alle patologie di tipo venereo e pertanto si potrebbe ritenere più idoneo un comportamento di denuncia analogo a quanto avviene per queste ultime.
Dal punto di vista più strettamente epidemiologico è ovvio che la possibilità di poter conoscere e seguire nel tempo soggetti positivi all'HTLV-III (eventuali studi prospettici) può essere utile per l'analisi più approfondita della storia naturale della malattia in esame e per poter intervenire con più efficacia sul suo controllo. Tuttavia è forse più percorribile e corretta la strada del consenso personale dei soggetti coinvolti in prima persona su questo problema, anziché passare attraverso la fredda segnalazione nominativa, spesso fine a se stessa ed interpretabile talvolta come fonte di possibili atteggiamenti discriminatori nei confronti di alcuni strati della popolazione.
La scheda che concerne la situazione immunologica, su richiesta, pu essere non nominativa e non dovrebbe mettere in essere meccanismi psicologici che potrebbero essere portatori di conseguenze contrarie a quelle che ci si propone attraverso momenti d'indagine epidemiologica e di educazione sanitaria.
Il problema è estremamente delicato, ma al di là di quella che deve essere la segnalazione dei casi ricoverati in ospedale, ovvero i casi di AIDS conclamata in assoluta minoranza, per quanto attiene alla sieropositività esiste, da parte di chi è soggetto a questi esami, la possibilità di richiedere la non nominatività nella propria scheda.
Abbiamo dato disposizioni affinché venga effettivamente messa in essere questa riservatezza e non vi siano omissioni talvolta incoscienti, o anche coscienti, ma che vi sia rispetto in questa materia estremamente delicata.
.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.



PEZZANA Angelo

Mi spiace dovermi rivolgere ulteriormente all'Assessore Olivieri, ma mi pare che nella sua risposta abbia trascurato o ignorato il fatto per cui tre Gruppi consiliari hanno presentato interrogazioni ed interpellanze.
Perché o manca il coordinamento tra i servizi sanitari ed allora bisogna riconoscerlo e quindi l'Assessorato deve studiare come attivarlo, oppure non si può ignorare, come ha fatto l'Assessore nella sua risposta, che la dott.ssa Vera Piovano, Capo del Servizio Igiene Pubblica - non un semplice operatore sanitario - ha inviato una lettera (nemmeno una circolare) in cui richiede di segnalare nominativamente tutti i casi di malattie infettive di origine virale riscontrati dai laboratori stessi tra cui la presenza del virus HTLV-III.
Questo significa, in parole chiare, la schedatura di tutti i sieropositivi. Sono d'accordo con l'Assessore quando afferma che tali persone non necessariamente debbano contrarre la malattia (tant'è che i casi riscontrati sono in percentuale dal 5 al 10%); occorre però a questo punto aprire un'inchiesta amministrativa nei confronti della dott.ssa Piovano, un'indagine conoscitiva, visto che si permette di inviare lettere di questo genere, chiedendo a tutti i servizi sanitari la schedatura dei sieropositivi. Ciò è in contrasto non solo con l'atteggiamento assunto dal Ministro Degan e riportato dall'Assessore Olivieri, ma anche con il numero di "Educazione alla salute" in cui l'Assessorato alla sanità ha affermato che gli scopi dell'intervento regionale sono al punto l) "attività informativa ed educazione sanitaria per tutta la popolazione ed in particolare per i soggetti a rischio dèi quali si potrà prevedere l'approccio diretto ai servizi garantendo l'anonimato".
L'anonimato non significa rifuggire dalle proprie responsabilità, ma garantire ai cittadini la possibilità di sapere se sono ammalati o sani senza per questo essere schedati.
Se vengono effettuate delle schedature, è chiaro che chiunque avrà intenzione, perché dubbioso sulla propria salute, di fare delle analisi si recherà presso la struttura privata e non quella pubblica. La non garanzia dell'anonimato si risolverà quindi in un enorme danno per tutto ciò che attiene l'informazione ed un eventuale controllo del procedere della malattia.
Mi chiedo se lettere del tipo inviate dalla dott.ssa Piovano - Capo del Servizio Igiene Pubblica - siano ammissibili in una Regione al cui Assessorato alla sanità è demandato, se non altro, il coordinamento di tutti i servizi. Ritengo che ciò non stia avvenendo, altrimenti non mi spiegherei come sia potuto accadere un fatto tanto grave, su una problematica di cui non si può certo dire di essere estranei o che non sia a conoscenza di nessuno: sono anni che i giornali riportano articoli su questi problemi e vi è in atto una discussione sul giudicare o meno i sieropositivi portatori di contagio.
Occorre anche aggiungere su questo che le categorie a rischio interessate hanno da mesi inviato una lettera con la richiesta di attivare dei servizi che funzionino. Naturalmente tali lettere sono rimaste "lettere morte"; hanno ricevuto una risposta burocratica, anche se sincera, da parte del dott. Salerno in cui si afferma: "Ho ricevuto tale richiesta, la ritengo utile, la trasmetto agli organi competenti". Gli organi competenti sono rimasti incompetenti, cioè inattivati.
Se si vuole attivare un servizio d'informazione occorre agire. Non farlo, equivale a non muoversi in attesa che i fatti avvengano.
Ho partecipato due settimane fa in Danimarca ad un congresso dei Movimenti omosessuali e sono stato ricevuto dall'Amministrazione della città di Copenaghen. E' stata un'esperienza molto utile per me, non solo rispetto all'argomento che stiamo ora affrontando, ma perché Copenaghen città di un milione e mezzo di abitanti, attraversata da un fiume come Torino ha moltissimi aspetti di vicinanza e di similitudini con la nostra città, sia come struttura abitativa che come organizzazione urbana.
Copenaghen ha risolto ottimamente problemi quali quelli del centro storico della viabilità, dei trasporti, della sanità, dell'informazione. In quella città in due minuti è possibile essere ricevuti da un Assessore o dal Sindaco; è possibile chiedere loro informazioni circa il funzionamento di determinati servizi ed immediatamente avere delle risposte. Copenaghen è una città non così distante dall'Italia; con la quale si potrebbero organizzare, questa volta si, confini di efficienza...



OLIVIERI Aldo, Assessore alla sanità

Collega Pezzana, i danesi spendono esattamente il doppio di quanto spendiamo noi per la sanità.



PEZZANA Angelo

Il problema, Assessore Olivieri, non è tanto quanto si spende, ma come viene finalizzato il denaro speso. Non ritengo la Danimarca un paese così lontano dal nostro in quanto a civiltà, tradizioni e cultura; conta 5 milioni di abitanti concentrati quasi per la metà nella città di Copenaghen. Un Assessore danese potrebbe dire che il nostro territorio è molto più vasto, che là è più facile risolvere i problemi? No: semplicemente loro cercano di affrontare in qualche modo i problemi esistenti. Ritengo che sarebbe utile imparare da Paesi che hanno trovato soluzioni funzionali a molte problematiche, piuttosto che lamentarsi che da noi le cose non funzionano.
In Danimarca, per esempio, e stato attivato un telefono a disposizione di tutte quelle persone che altrimenti non saprebbero a chi rivolgersi per sciogliere i loro dubbi.
Non ho ancora sentito l'Assessorato competente dire in cosa consista la prevenzione. Se, io chiedessi ora all'Assessore Olivieri come si fa a prevenire l'Aids in Italia e in Piemonte, non so davvero cosa potrebbe rispondermi.
Se fosse permesso un dialogo chiederei all'Assessore come intende prevenire la diffusione dell'AIDS. La risposta è semplicissima, ma qui non l' ha mai data apertamente nessuno. Il virus dell'AIDS può colpire chiunque, non solo le categorie a rischio (omosessuali e tossicodipendenti) ma anche gli eterosessuali che sono convinti di esserne al di fuori. Questo va detto per eliminare l'immancabile caccia alle streghe di cui ci si lamenta dopo che è avvenuta e, a mio avviso, è compito di un Assessorato competente e serio intervenire.
Dopodiché occorre dine che l'unico modo per prevenire la diffusione del 'virus, fino a quando non verrà scoperto il vaccino in qualche laboratorio attrezzato all'uopo, sta nell'uso dei profilattici altrimenti detti preservativi.
Poiché quest'ultimo è il termine più comune, la parola "preservativo" non deve far venire le rughe sulla fronte di qualche nobile Consigliere: sono cose che penso tutti usino poco o tanto nella propria vita. Compito di un Assessorato alla sanità quindi è quello di dire che per eliminare la possibilità di contagio occorre fare uso dei profilattici. Ora, per far sapere questo alla gente, bisogna attivare delle iniziative d'informazione iniziative che l'Assessorato non ha ancora attuato, malgrado di AIDS si discuta; ne ho parlato, proprio con l'Assessore, quasi un anno fa, non appena fu eletto. E' uscito un numero straordinario di "Educazione alla salute", ma ha avuto una diffusione limitata come qualsiasi pubblicazione ed è stata distribuita solo a livello burocratico.
L'Assessorato deve attivarsi in un'opera d'informazione e anche di sdrammatizzazione, visto che oggi i casi di AIDS in Piemonte per fortuna so no ancora pochi; essere sensibili su un problema grave significa anche sdrammatizzarlo. I giornali l'anno scorso riportavano titoli come questi: "La peste del XX secolo".
Se si paragona l'AIDS con tante altre malattie diffusissime, tra le quali ad esempio l'epatite virale, vediamo che l'AIDS non è assolutamente una peste, è però un pericolo grave, soprattutto perché non lo si affronta e non lo si discute, dato che coinvolge il sesso.
Questa potrebbe essere anche una buona occasione per l'Assessorato alla sanità per diffondere l'informazione sulla sessualità come qualche cosa di pulito, di chiaro, di limpido, di piacevole e non colpevolizzandola, come purtroppo avviene nella nostra tradizione. Quando si parla di sesso subito qualcuno arrossisce, qualcun altro vuole non parlarne e naturalmente ci sono le condanne su tutto quello che è sesso non procreativo, non regolare e non tradizionale. Questa potrebbe essere dunque lo dico ad un Assessore socialista una buona occasione per diffondere un'informazione non terroristica su una forma di sessualità non condizionata da tabù o retaggi tradizionali.
Ritengo di aver dato, quale Consigliere, dei suggerimenti all'Assessore. Mi auguro che voglia trasformarli in qualcosa di concreto per non trovarci ancora una volta, tra qualche mese, in una situazione che non si saprà come arginare.
E' appunto nella fase di prevenzione che l'Assessore Olivieri potrà informare seguendo i suggerimenti,che ho ritenuto opportuno dargli da persona magari più interessata, perché più sensibilizzata di altre su questo argomento.



PRESIDENTE

Per la seconda interrogazione replica il Consigliere Marchiaro.



MARCHIARO Maria Luisa

Pensiamo che la risposta dell'Assessore sia una esplicita conferma della gravità dell'iniziativa presa dal settore profilassi del servizio di igiene pubblica dell'U.S.L. 1-23, perché dalla filosofia che ha esposto l'Assessore, riferendosi a norme nazionali e a indicazioni anche date dalla Regione, emerge una smentita netta di una scelta come questa.
Pertanto avremmo gradito che l'Assessore facesse una più chiara richiesta all'U.S.L. 1-23 affinché ritirasse la sua circolare e rettificasse le indicazioni operative date ai servizi dell'U.S.L.
Il discorso dell'anonimato dei sieropositivi è doveroso farlo. E' evidente che è opzionale, però l'opzionalità ci darà senz'altro scelte molto ampie di anonimato, proprio perché, questo tipo di malattia e di problema è da associare ai comportamenti che si hanno sulle malattie sessuali.
Noi siamo abbastanza soddisfatti della risposta dell'Assessore, perch non è ambigua rispetto all'esigenza di anonimato dei soggetti individuati come sieropositivi che hanno diritto di essere tutelati è di avere nell'approccio con i servizi, quella riservatezza indispensabile per la delicatezza del loro caso.
Pensiamo sia indispensabile che l'Assessorato indichi, con una circolare per tutte le UU.SS.SS.LL., questa esigenza in modo che siano indicati comportamenti chiari rispetto ad un fenomeno che è di grande gravità e che si sta diffondendo.
Non siamo invece soddisfatti per quanto riguarda i punti d) ed e) della nostra interrogazione, che si riferivano a una richiesta di indicazioni sugli aspetti informativi e preventivi. C'è una Commissione regionale sull'AIDS che deve essere insediata e operare, sentendo prima di tutto le associazioni che hanno chiesto un incontro e c'è un piano di prevenzione che va messo in atto al più presto. Pertanto su questo vorremmo, nel giro di poco tempo, risentire le indicazioni dell'Assessore.
Pensiamo che, legato a questo problema sia indispensabile - questa è un'altra richiesta all'Assessore un impegno a controllare i comportamenti dei servizi nelle UU.SS.SS.LL., e riteniamo si possa fare una verifica nell'arco di 6 mesi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò presentatore dell'ultima interrogazione.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Ritengo di non aver nulla da aggiungere a quanto è stato detto prima in particolare dal collega Pezzana.
Auspico anch'io che ci sia un'azione dell'Assessorato più incisiva di quanto sin qui non si sia potuto registrare.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g. "Comunicazioni del Presidente" comunico che ha chiesto congedo il Consigliere Carazzoni.


Argomento:

a) Congedi

Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge

Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco delle leggi vistate dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo

Argomento:

d) Mancata apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo non ha apposto il visto: alla legge regionale del 12/6/86 "Modifica alla L.R. 27/10/82, n. 31 Disciplina degli organi collegiali sanitari".


Argomento:

d) Mancata apposizione visto Commissario del Governo

Argomento:

e) Deliberazioni adottate dalla Giunta regionale e dall'Ufficio di Presidenza


PRESIDENTE

L'elenco delle deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nelle sedute del 3, 8 e 15 luglio 1986 e dall'Ufficio di Presidenza nella seduta del 21 luglio 1986 - in attuazione dell'art. 7, secondo comma della L.R.
6/11/78, n. 65 - in materia di consulenze ed incarichi, è depositato e a disposizione presso il Servizio Aula.


Argomento: Problemi energetici

Comunicazioni della Giunta regionale in ordine al problema della graduazione dei lavori relativi alla centrale elettronucleare di Leri Cavour (seguito)


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, riprendiamo il dibattito sulle comunicazioni della Giunta regionale in ordine al problema della graduazione dei lavori relativa alla centrale elettronucleare di Leri Cavour, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Comunico intanto che mi è giunta una lettera da parte del Presidente della Giunta Beltrami, della quale do lettura: "La informo che in relazione a quanto concordato nella penultima Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari, l'Assessore alla cultura è disponibile per dare comunicazione al Consiglio, nella prossima seduta del 24 luglio, sugli ultimi sviluppi della questione Ignitor".
La discussione su tale comunicazione la potremo svolgere domani, in ogni caso ne siete stati informati con congruo anticipo.
Comunico anche che è stata presentata una richiesta da parte dei Consiglieri Pezzana, Dameri, Ala e Staglianò, ai sensi dell'art. 49 diretta alla Giunta regionale circa una comunicazione della stessa sui problemi connessi all'ipotesi di creare una discarica di rifiuti tossici e nocivi in località Val Curone e Pontecurone.
Comunico infine che sono giunti due ordini del giorno relativi alla centrale nucleare presentati, uno dal Consigliere Staglianò, l'altro dal pentapartito che verrà distribuito immediatamente. Chiedo pertanto ai Consiglieri del Gruppo socialista se ritengono, a questo punto di ritirare l'ordine del giorno precedente.



ROSSA Angelo

Si.



TAPPARO Giancarlo

Secondo regolamento, se il Capogruppo lo ritira, anche noi siamo d'accordo.



PRESIDENTE

Il precedente ordine del giorno dunque viene ritirato.
Prosegue quindi il dibattito sulle comunicazioni della Giunta svolte nella seduta del 10 c.m. sul programma di sospensione dei lavori a Trino Vercellese e sui diversi ordini del giorno pervenuti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rivalta. Ne ha facoltà.



RIVALTA Luigi

Intervengo aggiungendo le mie argomentazioni a quelle del Consigliere Valeri per sollecitare ancora questa Giunta perché assuma un atteggiamento deciso e determinato sulla richiesta di sospensione dei lavori alla centrale di Trino.
Lo faccio perché ho l'impressione che, dal modo in cui l'Assessore si sta muovendo, dalla sua comunicazione che riporta in allegato i programmi di lavoro dell'ENEL. non emerga il significato della discussione che si è aperta attorno alle centrali nucleari dopo l'incidente di Chernobyl.
Torno a dire questo a distanza ormai di tre mesi dall'incidente. Quando intervenni allora sottolineai come l'emozione è una componente essenziale per giungere a ragionamenti meditati, ma a tre mesi di distanza posso dire che davvero i ragionamenti hanno lasciato alle spalle la parte più intensa e se volete esasperata dell'emozione. Considero che non sia stato recepito il messaggio che ci ha dato l'incidente di Chernobyl, non capito il significato della discussione che si è aperta e che anche noi abbiamo voluto aprire subito in Consiglio regionale, perché si è tornati a parlare di questa operazione - realizzazione della centrale nucleare in termini di lavori, di costi, tra .l'altro neppure irrilevanti (certo rispetto alla spesa complessiva della centrale nucleare possono essere considerati marginali, ma in valore assoluto no) e si è ritornati in qualche misura anche in questo momento di maggiore ripensamento e di approfondimento della tematica nucleare, a ragionare come abbiamo ragionato, purtroppo, nel passato: energia uguale costi, benessere, strumento per creare dell'accumulazione.
Credo che la questione di Chernobyl, e mi rammarica che il passare dei mesi allontani sempre di più questa concezione, ci abbia posto davanti la questione: energia, ma a quale prezzo? Prezzo economico, sociale o culturale? Quando si riduce il tutto a lavori, a costi, a tempi di lavorazione, secondo me,si mette da un canto la questione che ritengo essenziale. I colleghi sanno che non ho mai abbandonato la suggestione delle nuove tecnologie e l'interesse per lo sfruttamento del nucleare al fine anche della produzione di energia, ma l'incidente di Chernobyl mi ha fatto rilevare che se si riduce il tutto ad una questione di costi rivali dei lavori che sono da appaltare o quelli che sono già stati appaltati, più in generale nel passato il rapporto era fra costi dei diversi sistemi energetici, si finisce con il considerare l'energia come un bene in sé e non come uno strumento per produrre e distribuire dei beni e per realizzare un modello di vita. Non appaia un'esasperazione questo richiamo al modello di vita. So benissimo che dietro questa dizione ci sono molte astrattezze.
E' troppo generica, ma voglio riportare il problema del modello di vita per sottolineare una delle sue componenti, quella di essere garantiti dai rischi.
Siccome Chernobyl ha messo in evidenza il rischio, vi chiedo di pensare ad un modello di vita che tenga conto di questa componente importante ed essenziale.
Avevamo già detto che l'insicurezza è un dato intrinseco di ogni attività e dell'uso di qualsiasi tecnologia. Nel caso del nucleare, lo ridico con altre parole in parte rispetto a concetti che già tre mesi fa esprimemmo, mi sembra sia palese, e lo chiedo ai colleghi che hanno negli anni passati lavorato attorno a questa questione, che la formalizzazione e l'analisi delle conoscenze che è stata fatta - dall'ENEL attraverso i propri lavori, dall'Enea attraverso le proprie analisi, dall'Università e dal Politecnico (perché in realtà questa era la committenza che gli si era data) - ci hanno portato a valutare questo problema fondamentale ed essenziale solo sul piano statistico. Abbiamo messo in un canto, lo dico qui - forse tempo fa non lo dissi in questo modo, a questi tre mesi sono stati per me tempi ancora di ragionamento e di meditazione vera - il rapporto che esiste tra la realizzazione di una centrale e i possibili rischi di incidenti e gli effetti che questi producono. Abbiamo dimenticato il rapporto di causa-effetto che si può determinare in caso di incidente.
Abbiamo sottovalutato la questione sicurezza, data come un "a priori"acquisito, soprattutto per gli incidenti severi, abbiamo considerato soltanto che potevano verificarsi degli incidenti accettati, quelli non severi, ma anche per questi non siamo andati a vedere quali effetti si sarebbero prodotti nella società, nell'economia, sui cittadini e sulla salute a seguito di incidenti anche leggeri.
A me sembra che questa questione non possa essere elusa pensando e rimettendoci in testa che le centrali italiane sono sicure. Non basta rifugiarsi dietro al fatto che ci sarà una Conferenza che sarà quella della sicurezza e li si chiarirà tutto. Penso che la Conferenza avrà un significato solo nella misura in cui verrà preparata opportunamente per discutere fino in fondo questa questione e ridefinirà nuovi modelli di decisione sulla questione del nucleare; se si ridurrà ad essere una Conferenza del tipo di quella che abbiamo avuto a Venezia prima degli anni '80 con il Ministro all'industria di allora, Bisaglia, non servirà a nulla.
La conferenza sarà tanto più efficace nel confrontarsi con le tematiche che io ho ripreso, nella misura in cui nella società e soprattutto a livello istituzionale le posizioni saranno chiare. Una posizione chiara da parte della Regione Piemonte, non per dire si o no alla centrale oggi, ma in direzione di una Conferenza sulla sicurezza che affronti davvero fino in fondo i problemi può essere una sola; intanto si sospendano i lavori.
Infatti se si lasciano andare avanti i lavori definendo una gradualità, che in sostanza non intacca il programma che è stato prefissato per il 1986, si prefigura secondo me, una posizione che sembra più aperta ad una aspettativa di soluzione burocratica di questa conferenza che sarà quella di continuare nella costruzione della centrale.
Quindi la Conferenza nasce,già a partire da una regione come il Piemonte che ha il problema all'interno del suo territorio, con un elevato livello di discussione, da posizioni estremamente deboli. In sede di Conferenza bisognerà recuperare culturalmente, non nell'ambito soltanto di gruppi di scienziati e di tecnici, il significato delle nuove tecnologie partendo da quella del nucleare. Quanto è emerso mi ha preoccupato moltissimo, e lo si può dire adesso a tre mesi di distanza più di quanto non lo dicessimo la settimana dopo l'incidente di Chernobyl. Questa tecnologia, anche se quasi ormai di ordinaria produzione, visto che la si è ripetuta con piccoli miglioramenti di volta in volta in un gran numero di centrali, è comunque una tecnologia- complessa. Dalla questione di Chernobyl non è emerso un pronunciamento chiaro da parte di nessuno che stabilisse delle correlazioni tra sistemi di controllo e sistemi di gestione.
Le uniche questioni che sono ritornate in campo nella discussione condotta sono state di ordine statistico, quelle che ho detto all'inizio non sono più sufficienti; non ci fanno cogliere la relazione causa-effetto di un eventuale incidente, anzi,le relazioni statistiche ci allontanano dal pensare al possibile incidente ed ai suoi effetti, proprio perché lo rendono remoto e non vale la pena pensare agli effetti.
Nessuno, in questi mesi, è riuscito a stabilire correlazioni tra sistemi complessi e tecnologia complessi, sua gestione e suo controllo se non in termini di nuovo di carattere statistico che,ribadisco,non sono più assolutamente sufficienti.
La seconda questione emersa da questa vicenda è che le tecnologie sono complesse e i processi degenerativi troppo rapidi a seguito 'di incidenti in una centrale nucleare (non solo di questa tecnologia, ma di tante altre tecnologie presenti nella nostra società in questo periodo), quindi la capacità di reazione complessiva della struttura che ha subito l'incidente è enormemente lenta e quando è stata innescata deve essere di lunga durata.
Anche questa è una questione che non è stata affrontata seriamente quando nel passato abbiamo discusso di centrali nucleari.
Credo che occorra discutere di questa questione e che ci sia una lentezza nella reazione della società, delle sue strutture istituzionali del complesso delle strutture che devono intervenire per reagire e cercare di rendere meno gravi gli effetti dell'incidente. Ciò è dimostrato da quanto è avvenuto in Unione Sovietica e in tutta Europa, anche nel nostro Paese, con riferimento ai pur limitati effetti che l'incidente di Chernobyl ha prodotto.
Tutto ciò deve indurre a prendere sul serio la questione del ripensare al problema dell'energia e dell'utilizzo, oggi, non dico in futuro, del nucleare.
Abbiamo visto nel nostro Paese quanto è difficile preparare una struttura di intervento a protezione civile in caso di catastrofe o di situazioni gravi. In caso di incidente nucleare le difficoltà saranno elevate a potenza senza nessuna possibilità di paragone con gli incidenti e le catastrofi a cui siamo stati costretti a pensare finora.
Anche questa è una questione da prendere sul serio, quindi è necessario rimeditare, ripensare per dare alla Conferenza un significato, non da esame di riparazione, ma di revisione complessiva delle questioni da mettere in gioco.
Metto in discussione quindi, la filosofia del rischio, che è stata la base della discussione sulle centrali nucleari e che è tuttora posta alla base della discussione ed è la filosofia con la quale ci si approccia a qualsiasi tecnologia e a qualsiasi realizzazione di strutture complesse nel nostro Paese.
Richiamo soltanto, per enunciare con forte chiarezza questa questione esasperando anche il tono, la filosofia del rischio, che è quella che ha portato a valutare in termini di probabilità e non di realtà il rischio che ha portato a considerare le malattie e la morte degli uomini come comparabili ai kilowattora che si producono e ai vantaggi economici che da questa produzione si ricavano, cioè un problema di costi e benefici.
Ritornando al modello di vita ed ai parametri in base ai quali valutarlo, credo sia davvero da scartare qualsiasi modello di vita che consideri tra i costi e i benefici anche le malattie e la morte degli uomini.
Perché a questo punto, se così facciamo, diamo lo stesso valore alla salute, alla vita degli uomini e al denaro. La filosofia del rischio attraverso cui interpretiamo la vita di una comunità, i suoi modelli e il suo futuro, ci ha portato alle soglie di rischio e abbiamo avuto in questi mesi la dimostrazione che non ci sono soglie scientificamente certe di rischio. Questa è un'altra ragione per sospendere tutto e riconsiderare dalle basi come deve essere valutato il rischio per un modello di vita qualsiasi.
Abbiamo posto il problema della massima accettabilità, poi abbiamo visto che gli scompensi nella società, persino sul piano economico avvengono attraverso presenze di veleni che stanno al di sotto di soglie che avevamo pensato; l'allarme si ingenera per soglie anche minime. Abbiamo percepito dalla discussione di questi mesi che non esistono soglie di rischio al di sotto delle quali un qualche elemento tossico non faccia male. Qualsiasi elemento tossico fa male anche in piccole quantità.
La filosofia del rischio non può rispondere ad una visione umanistica della definizione di un modello di vita; può solo rispondere ad un problema di carattere economico che compari costi e benefici e tra questi ci metta anche la salute e la sicurezza dell'uomo.
Credo che se andiamo avanti con questo atteggiamento, o se qualcuno ritiene di andare avanti, si debba dire con tutta chiarezza che si sta operando per un compromesso fra i problemi di fondo dell'uomo, e qui i rischi abbiamo visto intaccano problemi di fondo della presenza e dell'esistenza umana, e l'avanzamento o l'utilizzo di queste tecnologie.
Voglio dire che nel caso italiano e nel caso piemontese di Trino si sta facendo persino il compromesso fra questi problemi di rischio della salute e della sicurezza delle popolazioni e le tecnologie che alcune ditte l'Ansaldo e altre, stanno già costruendo o devono costruire; si sta facendo questo compromesso concerto, reale, non sul piano del pensiero, che perlomeno lascerebbe spazio al dialogo e al ragionamento. In Piemonte si sta già facendo un compromesso fra rischio sanitario, problemi che da questo possono derivare e appalti di lavoro e di tecnologie che alcune ditte hanno già messo in cantiere o stanno per mettere in cantiere.
Dico ciò per cercare di sensibilizzare i colleghi all'esigenza che davvero si torni a mettere le cose a zero; intanto fermando i lavori, non appaltando quelli che si devono appaltare e fermando quelli in corso.
Leggevo ad esempio che è stato dato un appalto di movimento terra e sistemazione idraulica per 32 miliardi. In assoluto 32 miliardi di appalto non è una gran cosa rispetto al costo della centrale, ma 32 miliardi di lavori sul terreno producono uno sconquasso tale, che è possibile solo se si è già deciso di fare la centrale Perché se ancora si vuole ridiscutere la questione, non si iniziano lavori di tale portata su un terreno come quello piemontese, con scarsa dimensione per le classi di fertilità maggiori, con scarsissima estensione per la presenza di fertilità e di sistemi irrigui organizzati come quelli che ci sono nel vercellese; se almeno dal punto di vista concettuale, si è aperti ad un confronto che rimetta in discussione l'intera problematica, non in ragione dei 32 miliardi, che sono davvero poca cosa rispetto ai 5 o 10.000 miliardi secondo le ultime valutazioni costo della centrale, ma rispetto agli effetti che si determinano su quel territorio, si dovrebbe chiedere che anche quel lavoro si fermi. Anche Perché se la costruzione della centrale dovesse procedere, questo lavoro si può fare in tempi celeri; non sarà certo quello che determinerà i gravi ritardi di costruzione di una centrale, se si decide per la centrale.
Aggiungo, per inciso, che ci siamo preoccupati quando abbiamo visto che l'impresa si chiama Edilvie. Non so se è la stessa Edilvie che aveva a che fare con l'inquinamento di Tortona. L'Ecolibarna scaricava quel numero imprecisato, ma grande, di bidoni di veleno in una cava di proprietà di una tal impresa Edilvie. Non so se è la stessa, voglio però dire che dal momento che si fanno fare tanti movimenti di terra, che comporteranno altre escavazioni, se si trattasse della stessa impresa, visto che non ha avuto cura allora della gestione delle proprie cave e dei propri terreni a salvaguardia dell'ambiente, qualche preoccupazione dovremmo porcela. Deve porsela intanto la Regione, perchè è investita in prima persona, ma anche l'ENEL.
Ribadisco che la scelta deve essere davvero politica e che deve essere fatta non tenendo conto solo dei costi e dei benefici economici: dentro la politica ci sono anche altri valori che riguardano la vita dell'uomo e della comunità. Deve essere ricostruito un processo di decisione per le centrali nucleari nel nostro Paese. La Conferenza per la sicurezza dovrebbe risarcire quale deve essere il processo decisionale che deve portare poi al referendum popolare di carattere consultivo; perché su una questione di questo genere la nostra società e la nostra democrazia faranno passi avanti se davvero tutti e non solo qualcuno ritenendosi delegato si saranno espressi; abbiamo visto come non siamo neppure in grado di essere rappresentativi su questo problema all'interno delle assemblee elettive.
Bisogna preparare il referendum garantendo il massimo di conoscenza, ma bisogna anche non preoccuparsi troppo che questa conoscenza sia inappuntabile e che raggiunga i livelli di preparazione tecnico scientifica che si chiede a chi si iscrive alle scuole superiori o all'Università.
Una popolazione ha diritto di decidere su queste questioni anche con le semplici conoscenze e valutazioni empiriche che è in grado di avere oggi o nei prossimi mesi se dovesse decidere per il no alle centrali nucleari,in relazione al fatto che ha sentito come questo sistema sociale e istituzionale di fronte a quella tecnologia complessa, che non è priva di rischi, non è in grado di dare affidabilità, che la stessa comunità scientifica,così rotta nell'esprimersi per la centrale nucleare,non è in grado di offrire alla comunità un'indicazione fondata, se ha sentito l'incertezza che sta nella società, nelle sue strutture scientifiche e istituzionali e amministrative,se si esprimesse in ragione di questa incertezza; comunque è un pronunciamento popolare da non disprezzare, ma da valutare, proprio perché andrebbe alla natura più essenziale del rapporto fra popolazione e chi governa. La non affidabilità è una ragione per decidere no; se la popolazione, per tutte le ragioni che ho elencato sente che non si può fidare delle strutture istituzionali, per quanto impegnate e sollecite a far fronte a comunicazioni e informazioni, sarebbe giustificato anche solo per questo motivo dire no ad un referendum.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bresso.



BRESSO Mercedes

Volevo partire da una riflessione che mi è stata sollecitata ieri dall'incontro che la VII Commissione ha avuto con i rappresentanti degli abitanti di Castell'Apertole che, come sapete, è la località più direttamente interessata alla localizzazione della centrale - e dall'incontro a cui non ho partecipato, ma mi è stato ampiamente riferito che ha avuto la VII Commissione con l'ENEL sui problemi della graduazione dei lavori. La riflessione riguarda una mia profonda convinzione. Come si fa a determinare il valore che una società attribuisce all'uomo o alle proprie risorse? Io credo che il valore che si attribuisce all'uomo in una società non si possa misurare sul valore attribuito ai più importanti fra di essi, ma su quello che una società attribuisce agli ultimi, ai meno importanti. Lo stesso vale per le risorse. La qualità di una società si misura dalla capacità di attribuire valore a tutte le risorse e non solo a quelle che considera in un determinato momento le più rilevanti.
L'impressione che ho avuto in questi giorni è stata che il valore che si attribuisce agli agricoltori, che vivono ai margini della società industriale, considerati i meno rilevanti fra i cittadini, sia pari a zero.
Le impressioni che abbiamo avuto discutendo con gli amici di Castell'Apertole confermano lo scarso valore attribuito all'uomo marginale e alle risorse considerate marginali nel nostro Paese che pure sono essenziali alla sopravvivenza umana, quelle agricole, l'acqua,ecc.
Il discorso fatto dall'ENEL conferma tale impressione; l'ENEL ha fatto un ragionamento economicamente ineccepibile: interrompendo i lavori, per tutta una serie di ragioni economiche che vi risparmio) dovrà sostenere costi economico - finanziari, dovuti all'immobilizzazione di capitali, o a eventuali slittamenti di appalti, di parecchi miliardi di lire. Andare avanti coi lavori - sostiene l'ENEL - anche se si fosse costretti poi ad interrompere e quindi a ripristinare ed eventualmente pagare i danni costerebbe di meno, quindi conviene proseguire nei lavori.
Il ragionamento è ineccepibile dal punto di vista economico, ma dimostra come si valutano le risorse in questa società; c'è equiparazione totale fra denaro e risorse ambientali - territoriali: risorse che consideriamo sempre scarse, ma che siamo pronti a distruggere sulla base di considerazioni quali quelle riferite in precedenza dal collega Rivalta: risparmiare denaro per interesse. Il ripristino di terreni agricoli,della risaia, un sistema fragilissimo, scassati in profondità per parecchi metri per le operazioni di "dewatering", durerebbe comunque parecchi anni riportare a unità un territorio a cui vengono inferte profonde ferite sarà lungo e difficile e per certi aspetti produrrà danni irreversibili.
Mi pare quindi che anche l'ENEL si ponga nell'ordine di ragionamento per cui alle risorse più rilevanti viene attribuito valore zero, mentre si attribuiscono valori molto più grandi a valori puramente finanziari che non possono essere trasferiti al futuro. Come sa l'Assessore al bilancio, verso il futuro si possono solo trasferire risorse reali non finanziarie; non potremo mai ripagare alle generazioni future i danni che oggi infliggiamo al territorio e all'ambiente e non potremo mai ripagare a noi stessi quelli che infliggiamo alla parte più debole della nostra popolazione.
Volevo ribadire un ragionamento che ho fatto ieri con gli amici di Castell'Apertole; la maggioranza continua ad affermare che il processo decisionale della centrale è irreversibile. Questo non è vero: il processo autorizzativo della centrale nucleare è complesso e a tutt'oggi non è concluso, poiché manca il decreto di autorizzazione definitivo del Ministero industria e commercio. Decreto che può essere applicato solo dopo che si sia espresso il parere dell'ENEA sulla serie di prescrizioni dall'ENEA stesso imposte.
Malgrado ciò l'ENEL non solo sta procedendo nei lavori di precantiere ma ha ordinato - l'ENEL stesso l' ha confermato - il reattore, andando ben al di là di quanto è autorizzato a fare in mancanza di decisioni definitive da parte del Ministero industria e commercio.
Questo significa che una delle parti che interviene nel processo autorizzativo non concluso può, se vuole, recedere dall'autorizzazione, cambiare opinione e riaprire politicamente il proprio pezzo del processo stesso. E' chiaro che il Ministero può affermare che è stato autorizzato a stilare il decreto, ma dopo Chernobyl e le prese di posizione della Regione Lombardia e della Regione Puglia, dello stesso ENEA che non procede nell'autorizzazione per la centrale in Lombardia, voglio vedere se una posizione politica della Regione Piemonte potrebbe essere contrastata a livello nazionale.
Volevo anche rilevare che non è indifferente fare o non fare la scelta di recedere unilateralmente dalla convenzione con l'ENEL. Visto che ci sarà il referendum nella prossima primavera - le firme sono state raccolte - e abbiamo fondate ragioni di ritenere che porterà ad un pronunciamento del Paese contro il programma nucleare, cosa succederà? A seguito della decisione referendaria certamente non verranno costruite le centrali in Puglia ed in Lombardia; invece si rischia che venga costruita la centrale a Trino poiché la decisione del referendum inciderà solo su quanto non è ancora stato ultimato come processo decisionale.
La maggioranza quindi si assume la responsabilità nei confronti della popolazione piemontese di procedere alla costruzione della centrale di Trino.
I motivi che dovrebbero portare a decisioni più caute sono molto forti: statistiche e sondaggi riportano che oltre il 70% della popolazione italiana è contraria al proseguimento del programma nucleare.
Vorrei che fosse chiaro che ci si assume la responsabilità di essere l'unica Regione che ha spinto il programma nucleare. Avremo il danno e la beffa: il disastro economico - finanziario, quello sul piano del rapporto con la popolazione piemontese e il rischio di incidenti.
Ribadisco l'invito a riflettere sul fatto che qualunque tipo di graduazione è ormai impensabile: l'ENEL continua a ribadire che procederà coi lavori, che non è assolutamente disponibile a graduare. L'unica alternativa possibile è la sospensione; riflettiamoci attentamente, la sospensione e la recessione unilaterale dalla convenzione sono le uniche armi che abbiamo e forse oggi è l'ultima volta in cui abbiamo occasione di affrontare il problema e di fare una scelta reale.
Vorrei accennare brevemente all'ordine del giorno che abbiamo presentato con i Consiglieri Rivalta e Bontempi su un problema connesso a quello di Trino, quello della centrale Superphoenix che è entrata in funzione. Ora, anche in questo caso, si può aspettare la Conferenza sulla sicurezza, l'accordo internazionale, ecc., ma vi è il problema di dare immediatamente risposta alle giuste preoccupazioni della nostra comunità.
Credo che il Consiglio regionale dovrebbe considerare l'ipotesi di chiedere al Governo nazionale la sospensione del funzionamento della Superphoenix (che - come sapete - è considerata la tecnologia più pericolosa esistente oggi in campo nucleare ed è a pochissima distanza dal territorio piemontese, cioè in area di rischio gravissimo per il nostro territorio) e secondariamente di avviare, comunque, direttamente dei contatti con le autorità regionali della Rhone-Alpes per avere la conoscenza di cosa sta succedendo, quali sono le misure di sicurezza e di emergenza previste per vedere se non sia possibile, anche in questa direzione, fare qualcosa direttamente come Regione senza stare ad aspettare le decisioni del Governo nazionale.
L'ordine del giorno riguarda da una parte il rapporto con il Governo nazionale perché chiede la sospensione dell'avvio di Superphoenix dall'altra rapporti diretti per capire quali sono i rischi a cui andiamo incontro, che cosa incombe sulla nostra testa e vedere se non riusciamo a fare qualcosa per evitarli.
Prima di concludere vorrei richiamare ancora il problema della sospensione. Vi inviterei a rifletterci perché credo che sarebbe un grosso errore politico non capire a cosa andiamo incontro se continuiamo imperterriti sulla nostra strada.
Non so che cosa dirà il collega Tapparo se interverrà, devo dire che mi spiace non capire bene cosa sta succedendo sul suo ordine del giorno vorrei che il collega Tapparo si spiegasse meglio: negli interventi che ha fatto in questo periodo in Consiglio regionale forse c'è la chiave di questa pervicacia con cui si vuole, a tutti i costi, andare avanti e non si vuol affrontare il problema della sospensione.
E' una chiave che potrebbe avere anche riflessi di tipo penale da sollevare di fronte alla Magistratura. Ritengo che se non avremo spiegazioni chiare in questa sede, dovremo anche riflettere su questa ipotesi, cioè chiedere alla Magistratura se non ravvisi l'opportunità di chiedere su quali basi si sono dette queste cose. D'altra parte sono preoccupata che nessuno abbia rilevato politicamente in quest'aula delle affermazioni molto - gravi: bisogna che intanto le rileviamo perché ritengo che non possiamo passare oltre tutto ciò senza fare nulla.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana che illustra il suo ordine del giorno.



PEZZANA Angelo

Il mio ordine del giorno è molto conciso, perché la discussione che qui facciamo non soltanto oggi ma da qualche mese è vecchia almeno di sei anni.
Nel 1980 il PR. nel referendum contro il nucleare, aveva già raccolto un milione di firme proprio per impedire che si arrivasse alla situazione a cui siamo arrivati oggi.
Nel 1980 un milione di italiani aveva firmato per chiedere un referendum contro il nucleare. La Corte Costituzionale bocciò quella richiesta e purtroppo sappiamo bene come la Corte Costituzionale, molto sovente, nel dare senso affermativo o negativo a richieste di referendum abbia un comportamento più di tipo politico che di tipo legislativo.
Adesso la Corte si trova di nuovo di fronte ad una richiesta firmata ugualmente da un milione di cittadini italiani, richiesta questa volta presentata non solo più dal PR. ma da ben altre forze politiche: da DP dalla FGCI, dal Manifesto, dai Verdi, e da moltissime associazioni ambientaliste, e quindi si troverà di fronte ad una situazione in cui bocciare e annullare una richiesta referendaria sarà un pochino più difficile.
Forse chi si oppone a questa richiesta referendaria, cioè a che la gente si esprima, avrà magari un alleato un pochino meno duttile e meno pronto ad eseguire i propri ordini, perché la Corte Costituzionale, di fronte a uno schieramento politico molto più vasto di sei anni fa, prima di dire no, forse avrà dei dubbi e valuterà attentamente come comportarsi.
Non mi rivolgo alle forze politiche presenti in quest'aula che non si richiamano alla politica nuclearista, ma a quelle che da qualche tempo hanno assunto chiaramente posizioni antinucleari in Piemonte; mi riferisco in modo particolare al PCI. Chiedo al PCI che si esprima a livello nazionale attraverso la segreteria nazionale del Partito con una propria delibera interna perché ho forti dubbi che a Roma la posizione del PCI sia non dico simile, ma anche soltanto lontanamente vicina a quella che viene espressa invece dal Gruppo comunista in questo Consiglio. Invito a far si che il voto comunista per la richiesta referendaria, sia appoggiato apertamente da una dichiarazione del Gruppo comunista in questo Consiglio.
Nel mio ordine del giorno, così scarno come l' ho predisposto, si dice semplicemente: "si interrompano i lavori della centrale", dire stop e subito; perché è inutile che noi andiamo in pullman a fare delle gite per capire se i muri sono alti a sufficienza, se le distanze sono rispettate tutte cose che possono andare benissimo, ma che ricordano un po' l'elencazione dei numeri e delle date a cui mi riferivo prima quando rispondevo all'Assessore Olivieri, cioè sono tutti palliativi che servono a tirare per le lunghe, dopodiché ci ritroveremo la centrale fatta, e come diceva la collega Bresso prima, ormai il danno sarà irrevocabile e irrimediabile.
Anche se so molto bene che il mio documento, così difficilmente equiparabile e assimilabile ad altri, potrà ricevere la maggioranza dei voti, vi prego di riflettere sull'importanza, da parte di quelle forze antinucleari che questo Consiglio ha espresso, di, dire un no deciso che è anche un forma di rispetto verso quel milione di persone che in Italia ha firmato la richiesta di referendum abrogativo.
Questa mi sembra una posizione seria, al di là di tutti gli interventi serissimi sentiti qui, in questi mesi e anche questa mattina, che per vanno nello specifico, ma ritengo che andare nello specifico sia utile quando si vuole portare avanti una cosa, quando la si vuole modificare, ma mantenere. Quando si vuole impedirne invece la realizzazione bisogna avere una posizione netta e - concedetemi questo aggettivo - radicale. Ed è la posizione che aveva la Lista Verde Civica, quando mesi fa (per parlarci chiaro, prima di Chernobyl) rivolgendosi non soltanto alle forze ambientaliste e verdi, ma anche a quelle forze che si stavano esprimendo in senso antinucleare, invitava a chiedere un referendum abrogativo.
La risposta che ci veniva data era sempre quella che la gente non l'avrebbe capito, che era molto meglio chiedere un referendum consultivo che rischiavamo di perdere, che perdendo un referendum tutto sarebbe stato compromesso in modo definitivo. Noi invece, con la nostra testardaggine, ma anche con la nostra esperienza di referendum, ritenevamo che la gente non volesse il nucleare e l'unico mezzo utile per permettere alla gente di esprimersi fosse quello di firmare la richiesta di referendum.
Per fortuna o per disgrazia è arrivato Chernobyl e sono stati spazzati via i dubbi che esistevano nell'area antinucleare. Se la risposta è stata questa, direi incredibile, perché in due mesi si è raccolto un milione di firme, allora il modo migliore per onorare tale richiesta è una posizione netta contro qualsiasi possibilità di compromesso sulla centrale.
Questo è il significato dell'ordine del giorno che ho presentato questa mattina.



PRESIDENTE

Signori Consiglieri, poiché al momento non ci sono altri iscritti a parlare, dobbiamo definire il programma dei lavori.
Rendo noto che sono stati presentati mozioni ed ordini del giorno: l) mozione n. 126 firmata dai Consiglieri Ala, Adduci, Reburdo, Staglianò e Bresso 2) mozione n. 127 presentata dal Gruppo PCI 3) ordine del giorno n. 128 firmato dai Consiglieri Benzi e Ala 4) ordine del giorno n. 145 firmato dai Consiglieri Reburdo, Ala e Adduci 5) ordine del giorno n. 146 presentato dai Consigliéri Majorino e Minervini 6) ordine del giorno n. 149 firmato dal Consigliere Staglian 7) ordine del giorno n. 156 firmato dai Consiglieri Reburdo e Ala 8) ordine del giorno n.150 presentato dal Consigliere Pezzana, che è stato testé illustrato 9) ordine del giorno n. 144 firmato dai Consiglieri Dameri, Valeri Calligaro, Rivalta, Ferro e Bontempi 10) ordine del giorno n. 155 firmato dai Consiglieri Adduci, Ala, Reburdo Valeri e Bresso 11) ordine del giorno n. 151 firmato dai Consiglieri Brizio, Mignone Rossa, Ferrara e Marchini.
Ha chiesto la parola il Consigliere Brizio. Ne ha facoltà.



BRIZIO Gian Paolo

Poiché questi documenti trattano tutti lo stesso argomento e sono iscritti all'o.d.g., chiedo che si faccia una dichiarazione unica su tutti gli ordini del giorno. Vorrei capire come ci muoviamo.



PRESIDENTE

La discussione generale è già avvenuta. I presentatori degli ordini del giorno hanno comunque diritto di presentarli.
Il Consigliere Pezzana ha già illustrato l'ordine del giorno da lui presentato. Siccome il Consigliere Staglianò risulterebbe essere il primo almeno così mi pare, presentatore di documento, ha diritto di illustrare il suo documento.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Presidente, chiedo scusa: lei si sta riferendo all'ordine del giorno o alla mozione?



PRESIDENTE

Ritengo sia logico illustrarli entrambi.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Io non ho intenzione di intervenire in sede di discussione generale; le cose che avevamo da dire come DP, le abbiamo dette la settimana scorsa.
Adesso le chiedevo se la discussione si riferisce all'ordine del giorno oppure alla mozione, poiché il sottoscritto è firmatario di entrambi, che trattano questioni diverse l'uno dall'altra.



PRESIDENTE

Poiché l'argomento in discussione è la centrale di Leri Cavour e lei ha presentato sia un ordine del giorno che una mozione, può valutare se illustrarli separatamente o congiuntamente. La mia preoccupazione era rivolta all'economia dei lavori.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Voglio precisare che la mozione con la quale si propone alla Regione di non opporsi in giudizio al ricorso presentato al TAR da Comuni dell'area Po 1 e associazioni ambientaliste è stata firmata oltre che dal sottoscritto da altri colleghi. Posso riprendere, intanto, questi contenuti su cui si chiede ovviamente un pronunciamento dell'assemblea. In fase successiva invece, illustrerò l'ordine del giorno relativo alle escavazioni dei pozzi per il dewatering firmato soltanto dal sottoscritto.



PRESIDENTE

Sta a lei la decisione. Vuole illustrare la mozione prima?



STAGLIANO' Gregorio Igor

Si, la mozione. Se me ne dà la facoltà lo farei in maniera succinta.



PRESIDENTE

D'accordo. Prima di dare la parola al Consigliere Staglianò, ha chiesto di intervenire sul programma dei lavori il Consigliere Dameri. Ne ha facoltà.



DAMERI Silvana

Vorrei fare solo una considerazione. Il materiale è molto, però non è tutto uniforme, nel senso che noi abbiamo proposto diverse iniziative: la prima mozione, datata 12 giugno, riguarda soprattutto le richieste delle misure di sicurezza per gli impianti nucleari esistenti, oltre che il discorso della sicurezza in generale; il primo ordine del giorno è riferito in modo specifico alla sospensione dei lavori alla centrale di Trino; il secondo ordine del giorno è riferito alla centrale Superphoenix in Francia per cui io credo che ognuno di questi documenti meriti una discussione specifica.



PRESIDENTE

D'accordo, ogni documento verrà illustrato.
La parola al Consigliere Staglianò che illustra la mozione.



STAGLIANO' Gregorio Igor

La mozione di cui parlerò brevemente è stata firmata, oltre che dal sottoscritto, dai colleghi Reburdo, Ala, Adduci e Bresso. Con questa mozione chiediamo all'assemblea di pronunciarsi in merito al ritiro, da noi auspicato, della Giunta regionale e del suo Presidente dal giudizio che oppone Giunta e Presidente ai ricorsi pendenti presso il TAR del Piemonte presentati da una serie di Comuni dell'area Po 1, nonché da associazioni ambientaliste e da singoli cittadini.
La ragione di questo ritiro auspicato è molto semplice.Molta acqua anche radioattiva, è passata sotto i ponti, dopo il disastro di Chernobyl tanto da produrre ripensamenti sinceri, alcuni molto sofferti, come abbiamo potuto registrare nelle nostre sedute di questi ultimi due mesi. E in tutti i nostri ragionamenti continua a riproporsi una questione essenziale e cioè se le decisioni che si prendono in quest'aula devono tenere conto o meno di quanto pensa la gente, quella gente che le nostre (anzi, le vostre) decisioni dovrebbe subire.
E allora a me pare che non ci sia bisogno di troppe parole per argomentare come sarebbe estremamente importante e significativo che da questa assemblea uscisse una decisione che prenda atto dell'opposizione delle comunità locali nei confronti della delibera del Consiglio del 4/l/1985. So bene che non è una decisione agevole quella che noi auspichiamo. Ma essa è sicuramente in sintonia con il sentire, comune di migliaia e migliaia di cittadini, nonché di intere istituzioni, come quelle del Vercellese, le quali, a cominciare dalla Provincia fino a numerosi suoi Comuni, si sono pronunciate nelle settimane scorse per la sospensione dei lavori della centrale in costruzione e quindi per rivedere la decisione presa un anno e mezzo fa.
Noi chiediamo che ci sia questa presa d'atto; che il Consiglio imprima questa volta, impegnando la Giunta a non resistere di fronte al TAR alle opposizioni che i Comuni hanno presentato.
Potrei dilungarmi molto su questo argomento. Ma è nostro interesse che ci sia, oltre che l'attenzione (che in questo momento scarseggia), anche la presenza dei Consiglieri quando si tratterà di votare per decisioni così impegnative; mi pare che al riguardo abbia già detto cose molto convincenti la compagna Bresso, intervenendo sulle comunicazioni della Giunta. Noi rischiamo davvero di lasciare in eredità ai nostri figli *un monumento (magari incompiuto) all'idiozia umana e alla avventatezza di chi ha il potere di decidere: Trino Vercellese rischia di essere l'unica nuova centrale del dopo Chernobyl, dopo il ripensamento che certamente verrà col milione di firme raccolte dai tre referendum antinucleari, dopo i pronunciamenti e le lotte politiche che si stanno svolgendo in quasi tutti i partiti.
Ritengo, perciò, di potermi fermare qui senza appesantire con ulteriori argomentazioni quanto ormai, a chi vuole vedere, è sufficientemente chiaro.
Mi riserverò, signor Presidente, di illustrare l'ordine del giorno specifico sulla operazione di "dewatering" che ho presentato, su cui mi soffermerò con altri argomenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala che illustra il documento presentato dallo stesso e dal Consigliere Benzi.



ALA Nemesio

Il Gruppo verde-misto ha presentato questo ordine del giorno l'11 giugno scorso,quando il contesto della discussione, in merito al tema nucleare era leggermente diverso da questo, quando da parte mia si faceva con eccessiva ingenuità, affidamento sul fatto che la parola graduazione avesse un significato intermedio tra i termini prosecuzione e sospensione perché era questo che il pentapartito ci aveva fatto credere. Noi, che siamo ingenui di natura, ci abbiamo creduto, ed avevamo pertanto suggerito con questo ordine del giorno, che una delle cose che si potessero non fare nel frattempo, proprio al fine di aiutare il pentapartito a graduare i lavori, era l'approvvigionamento degli inerti per il sito di Leri Cavour.
Sull'argomento c'è una storia molto lunga, a partire dal verbale di intesa che prevedeva l'adozione di uno specifico piano di approvvigionamento degli inerti per la costruenda centrale di Leri Cavour. In una prima fase per i lavori di bonifica del precantiere erano state individuate tre cave già autorizzate: Cavaglià, Borgo D'Ale e Lucedio nel comune di Trino Vercellese; in un secondo tempo, in merito alla cava di Lucedio si era "soprasseduto" e si sta soprassedendo tuttora in quanto sottoposta a vincolo ai sensi della Legge 431, la cosiddetta "legge Galasso". I 200.000 metri cubi - 100.000 per Borgo D'Ale e 100.000 per Cavaglià, autorizzati dalla Regione, stanno giungendo a scadenza. Questo era il contenuto anche di una lettera risalente già al mese di maggio, indirizzata al servizio cave dall'ENEL.
Personalmente sospetto che questi inerti siano già giunti a scadenza e che l'ENEL stia barando, come del resto ha barato. Attraverso un'interpellanza ho chiesto una risposta in merito dall'Assessore competente alle cave e torbiere per sapere come e quando l'ENEL era stato autorizzato a prendere diecimila metri cubi di inerti da qualsiasi cava disponibile.
Questo ordine del giorno chiede di sospendere, fino alla Conferenza nazionale per l'energia e alle sue risultanze, ogni ulteriore autorizzazione di approvvigionamento del materiale inerte indirizzato al sito di Leri Cavour, estinguendo quindi a breve termine l'arrivo di materiale inerte per i lavori di precantiere. Chiede inoltre, al secondo punto, di sospendere la terza "tranche" degli appalti per i lavori di precantiere, richiesta che si trovava nell'ordine del giorno ritirato e firmato Rossa, Tapparo e Cernetti; e al terzo punto chiede di riferire entro 30 giorni sullo stato di avanzamento dei lavori, sia di quelli relativi ai lavori in corso sul sito di Leri Cavour, sia di quelli relativi alle commesse appaltate ad aziende o imprese e finalizzate alla realizzazione della centrale.
Sotto certi aspetti a questo terzo punto è già stato ottemperato, se così si può dire, sia pure in maniera non del tutto soddisfacente con la comunicazione resa in aula 15 giorni fa, a cui erano allegate due lettere del 7 e 8 luglio con le quali l'ENEL aveva comunicato alla Regione una serie di dati sugli avanzamenti dei lavori.
Sul contenuto di queste lettere sono sempre creditore e lo ricorder quasi in ogni intervento da parte dell'Assessore di una risposta in merito alla correttezza dell'informazione fornita dall'ENEL. laddove alcuni lavori, che vengono indicati come di prossimo inizio, risultavano essere già in corso a quella data.
Quello che è decisivo, a mio modo di vedere, è che si faccia chiarezza su quelle che sono le competenze. Bisogna smettere di dire che bisogna chiedere al Governo di graduare, si devono individuare atti di pura competenza regionale, quali quelli in merito alle cave, materia delegata ai sensi del D.P.R. 616. Su questo siamo competenti e possiamo graduare senza chiedere il permesso a nessuno, a meno di chiederlo all'ENEL e all'ENEA.
Non dobbiamo chiedere nulla al Ministero dell'industria.
Se esiste ancora un brandello di autonomia regionale nel campo nucleare, su questo possiamo pronunciarci autonomamente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferro che illustra la mozione presentata dal Gruppo comunista.



FERRO Primo

La nostra mozione affronta prevalentemente due problemi: quello della Conferenza nazionale e delle tappe intermedie per arrivarci, e quello della sicurezza.
In verità, questi due problemi sono anche affrontati nella comunicazione che l'Assessore Maccari ha dato in avvio del dibattito, ma sono affrontati con un taglio di tipo diverso. Nel senso che per quanto riguarda la sicurezza l'Assessore Maccari dice che occorrono delle nuove direttive nazionali; che occorre coinvolgere l'agenzia di Vienna; occorre arrivare ad una Conferenza internazionale e in questo contesto auspica di estendere i compiti dell'agenzia di Vienna, anche per quanto riguarda i problemi della sicurezza degli impianti, definendo preventivamente dei parametri di sicurezza per ogni impianto.
A noi pare che siano osservazioni, quelle che vengono fatte nella comunicazione dell'Assessore Maccari, nel complesso giuste, tuttavia non affrontano il problema da noi sollevato. Crediamo, però, che questo problema possa essere condiviso dall'Assessore e dalla maggioranza nel momento in cui l'Assessore stesso dice, nella sua comunicazione, che bisogna trovare una sede istituzionale dove la Regione possa confrontarsi.
Si tratta, quindi, di capire quale può essere questa sede istituzionale. A noi pare che questa sede possa essere, questo lo diciamo nella nostra mozione, individuata in una Conferenza regionale preparatoria della Conferenza nazionale. Questa Conferenza regionale, alla quale verrebbe dato un apporto positivo da parte della comunità scientifica, potrebbe essere rivolta soprattutto a valutare qual è la situazione di fatto oggi esistente, per quanto riguarda gli impianti nucleari di Trino, Saluggia e di Boscomarengo. Fermo restando che questa Conferenza potrebbe anche dare delle risposte positive ad alcune cose che erano già contenute nelle prescrizioni dell'ENEA in merito ai problemi dello smaltimento delle scorie radioattive a bassa, media e alta attività, che sono depositate oggi in quegli impianti che prima ricordavo.
Se viene recepita la nostra mozione, si potrebbe, attraverso lavori preparatori, sgrossati prevalentemente attraverso il lavoro della VII Commissione, arrivare ad una Conferenza regionale che potrebbe essere preparatoria di quella nazionale. Riteniamo pertanto importante quanto è scritto nel punto 2) della nostra richiesta che consiste, anche da un punto di vista conoscitivo, nella necessità di richiedere al Prefetto di Vercelli la copia integrale del piano d'emergenza della centrale "E. Fermi". Ci allo scopo di ottenere un quadro conoscitivo maggiore tale che in sede di Conferenza si abbiano a disposizione tutti quei materiali che consentono alla fine, una valutazione più puntuale dei problemi che abbiamo di fronte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala che illustra l'ordine del giorno firmato dai Consiglieri Reburdo, Ala e Adduci.



ALA Nemesio

Sul nucleare non abbiamo voglia di far emergere solo la nostra linea signor Presidente, abbiamo voglia di trovare ampie convergenze e possibilità d'intesa che in questi mesi abbiamo cercato di ottenere con tutte le forze politiche presenti in quest'aula, quando ci è stato possibile farlo, ed anche con tutte le associazioni agricole, sindacali e imprenditoriali esistenti sul territorio piemontese.
Il progetto di dewatering che è oggetto di questo specifico ordine del giorno è un caso di questo genere. Ho partecipato (come ho già richiamato 15 giorni fa) alla visita istruttoria organizzata dal Genio Civile di Vercelli sul sito di Leri Cavour, in merito alla richiesta dell'ENEL di aprire 23 pozzi per l'emungimento della falda sotterranea. Li, si è realizzata una interessante e significativa convergenza di forze e gruppi diversi, finalizzata ad ottenere uno scopo preciso: la non distruzione irreversibile. L'ing. Naschi afferma la reversibilità del dewatering, ma vorrei mi spiegasse in maniera precisa come si può non rendere irreversibile l'ecosistema e l'idrologia della zona delle risaie del vercellese se si attua questo progetto.
Questo progetto fa parte di quelli che andrebbero bloccati, proprio per la sua irreversibilità, almeno fino alla realizzazione e alle conseguenze della Conferenza nazionale sull'energia, che ancora lunedì ci è stato detto che è aperta ad ogni soluzione, non è predeterminata; tutto ciò è stato detto dal prof. Ammassari (eravamo presenti in molti). Se è realmente aperta ad ogni soluzione, il progetto del dewatering deve, a nostro parere essere rinviato almeno di un anno.
Nel documento vi è anche un appunto alla Regione Piemonte per quanto attiene l'art. 6 del verbale d'intesa Regione - ENEL. quello relativo all'informazione. I Sindaci della zona PO l, le associazioni di categoria e i consorzi irrigui est e ovest Sesia, hanno fatto notare, e messo a verbale durante la visita istruttoria, che nessuna informazione è stata loro fornita in merito al progetto dell'ENEL. L'informazione è giunta solo al Comune di Trino e alla Regione Piemonte. Credo che, almeno per quanto riguarda l'informazione, si debba ragionare in termini d'impatto territoriale ed è compito della Regione, assunto ufficialmente con la firma del verbale d'intesa, indirizzare l'informazione a tutti i soggetti: questo è l'oggetto dell'ordine del giorno da noi presentato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro che illustra l'ordine del giorno n.144.



CALLIGARO Germano

Il nostro ordine del giorno parte dalla considerazione che dopo Chernobyl si è aperto a livello internazionale un ripensamento profondo sull'impiego delle tecnologie elettronucleari.
Non ci pare che questo dibattito abbia investito la maggioranza e la Giunta regionale. Pare che nulla sia accaduto e che si possa proseguire come se nulla fosse accaduto.
A livello nazionale noi abbiamo assunto una posizione, questo lo voglio dire al Consigliere Pezzana, ormai ineccepibile. Chiediamo: un controllo rigoroso sugli impianti energetici in attività; su tutti gli impianti di trattamento di materiali radioattivi; l'interruzione della costruzione della centrale di Trino; lo smantellamento dell'impianto di Latina; una verifica rigorosa prima dell'entrata in funzione dell'impianto di Montalto di Castro; la non partecipazione del nostro Paese ad accordi internazionali per la realizzazione di reattori veloci.
Certamente c'è voluto del tempo. Si sono verificate contraddizioni non di poco conto, ma tutto questo è contenuto nella nostra mozione presentata al Senato. Questa è la posizione del PCI. Abbiamo sentito con attenzione l'illustrazione dell'Assessore e sinceramente non riusciamo a capire perch non si intenda prendere in considerazione tutta la questione dell'impiego delle tecnologie elettronucleari dopo l'evento di Chernobyl.
Sono venute meno alcune condizioni indispensabili, irrinunciabili. Ne cito alcune. La gravità dell'evento è stata eccezionale, imprevista bisogna ammetterlo esplicitamente. La comunità scientifica internazionale sta rivedendo le sue posizioni. Un solo esempio: il premio Nobel Rubbia pochi mesi prima aveva firmato un appello perché si attuasse pienamente il Piano Energetico Nazionale, compresa la parte nucleare.
Dopo l'incidente, è noto a tutti i Consiglieri, egli ha rivisto le sue posizioni fino al punto di sostenere che sarebbe opportuno puntare sulla fusione nucleare ed ha ricordato i risultati di scienziati giapponesi che sono riusciti, nell'attività sperimentale, a ricavare dall'acqua marina l'uranio. Egli sostiene che questa può essere una strada da percorrere quella della fusione nucleare.
Comunque la comunità scientifica internazionale è stata indotta dall'evento a rivedere profondamente le sue posizioni. Altrettanto devono fare le forze politiche.
Se le condizioni indispensabili, irrinunciabili, già prima dell'incidente erano la sicurezza e il consenso democratico, è evidente che la sicurezza è tutta da verificare e da realizzare nella nuova situazione.
Il consenso? Lo hanno ricordato diversi Consiglieri intervenuti che oltre il 70% dei cittadini del nostro Paese si è pronunciato attraverso i sondaggi di opinione contro l'impiego delle tecnologie elettronucleari.
Noi pensiamo che la strada della graduazione delle opere a Trino Vercellese non sia percorribile. Abbiamo apprezzato l'ordine del giorno firmato da tre Consiglieri socialisti, successivamente soppresso da un ordine del giorno della maggioranza. Lo abbiamo apprezzato perché andava in una direzione sostanzialmente giusta, ma non si può non prendere atto che la graduazione è pressoché impossibile. Qualsiasi somma si spenda nel cantiere di Trino Vercellese la si spende per la realizzazione dell'impianto nucleare.
A noi pare, invece, sensato e responsabile giungere alla Conferenza nazionale, che comunque non potrà dire delle cose definitive sui problemi della sicurezza, e quindi al referendum consultivo. Decida il popolo italiano se si possono impiegare queste tecnologie, i cui pericoli oggi sono purtroppo largamente noti, oppure no.
La via della graduazione non è percorribile, tant'è vero che l'ENEL ha assunto atteggiamenti che sfiorano posizioni del tutto paradossali. L'ENEL considera urgente la realizzazione dei lavori di preparazione del cantiere perché anche un ritardo di pochi mesi moltiplicherebbe il ritardo (un anno) nei programmi.
Ma, signori Consiglieri, l'ENEL. ente energetico di Stato, ha accumulato 25 anni di ritardo nell'attuazione del piano elettronucleare italiano e all'improvviso è preso dalla fregola di realizzare le opere a tutti i costi? E' evidente che i ritardi sono di decenni! Forse considerato che la sicurezza non è garantita e il consenso nel Paese non esiste, bisognerà saltare questa tappa tecnologica puntando su tecnologie diverse. La stessa condizione della convenienza economica è tutta da ridiscutere.
Non vorrei che si assumessero posizioni ideologiche e preconcette pro o contro il nucleare civile. Uno sforzo che i comunisti hanno fatto è stato quello di non cadere in questo errore. Avevamo scelto il nucleare, alle condizioni note, sulla base del fatto che risultava essere una tecnologia pulita, comunque non comportante rilevanti rischi, economica e utilizzabile per diversificare la struttura energetica del nostro Paese.
Come maggioranza non potete assumere un atteggiamento di tipo preconcetto e pregiudiziale per cui il nucleare civile va bene a tutti i costi e in qualsiasi condizione. Se la sicurezza non è garantita e la convenienza economica neppure è necessario rivedere le precedenti posizioni. Tra l'altro, a livello nazionale si cerca di rispondere a due interrogativi rilevanti, quelli della sicurezza e della convenienza economica con una Conferenza.
Perché non attendere i risultati della Conferenza? Perché andare avanti a qualsiasi costo? Perché divertirsi a fare e a disfare? A costruire e a distruggere? Nella lettera dell'ENEL si dice che qualora si decida diversamente, si ripristinerà il territorio (il compagno Rivalta ha ricordato che opere per 32 miliardi provocano uno sconquasso del territorio difficilmente rimediabile).
Tutto ciò ci ha indotto à presentare un ordine del giorno che a me pare abbia una grande forza, perché dettato dal buon senso e dal senso di responsabilità: rivendica l'interruzione dei lavori a Trino, pretende che la Regione svolga una parte attiva nella preparazione della Conferenza nazionale e successivamente affida al Paese una scelta così delicata come è quella dell'impiego delle tecnologie elettronucleari.



PRESIDENTE

Riterrei a questo punto di sospendere la seduta per la consueta pausa per il pranzo.
Ricordo ai Capigruppo che alle ore 14,20 è previsto un incontro al primo piano con una delegazione dell'U.G.I.(Unione Genitori Italiani) in presenza dell'Assessore Olivieri in merito ad una vecchia questione relativa all'ospedale Regina Margherita. Sono invitati i Presidenti dei Gruppi o loro delegati.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 13,30 riprende alle ore 15,15)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Consigliere Majorino che illustra il documento del Gruppo MSI-DN.



MAJORINO Gaetano

Farò una concisa illustrazione del nostro ordine del giorno ricordando preliminarmente - è strettamente connesso con l'illustrazione - che la nostra forza politica nel prendere motivata posizione a livello parlamentare in materia di centrali nucleari, nel 1979, si è motivatamente espressa nel senso che fosse necessario realizzare, dopo opportuni accertamenti sulla sicurezza, il programma per la costruzione delle centrali nucleari.
Rimaniamo coerenti con questa opzione di massima rimarcando, dopo i fatti di Chernobyl, la condizione essenziale di approfonditi accertamenti sulla sicurezza. Il che ci ha portati, sia a livello nazionale che in questa sede, a pronunciarci per la sospensione rispetto alla centrale dell'area PO l, senza con questo assumere posizioni diverse rispetto la nostra opzione che, sottolineo ancora, venne ed è tuttora espressamente subordinata alla sicurezza. Senza appiattirsi con questo a nessuna altra presa di posizione, anche perché noi non abbiamo mai coniugato, in nessuna occasione e in nessuna epoca, il verbo appiattirsi, di cui, anzi, non conosciamo il senso politico ed il significato.
Fatta questa premessa, devo rimarcare che il nostro ordine del giorno pro sospensione lavori affonda le sue radici nel realismo in quanto parte dalla considerazione, che non è scritta nel preambolo dell'ordine del giorno, ma che ne costituisce il presupposto, che trova riscontro quando a livello nazionale venne votato nel giugno scorso, sia dalla Camera che dal Senato, un ordine del giorno esclusivamente dalla maggioranza pentapartitica, che non ebbe il nostro voto perché lo considerammo riduttivo rispetto quello che avrebbe dovuto essere il contenuto, con il quale venne ribadita la necessità di realizzare una più adeguata organizzazione della sicurezza degli impianti. Venne sottolineata a questo fine,e per operare nel concreto,la necessità di una Conferenza nazionale sull'energia, dalla quale dovrebbero poter scaturire le decisioni circa la continuazione o non continuazione dell'esperienza delle centrali nucleari.
Nell'ordine del giorno della Camera - ecco perché noi affondiamo il nostro ordine del giorno nel realismo e su una decisione che era stata presa a livello parlamentare - si concludeva che nel frattempo non si sarebbero potute assumere iniziative in materia di impianti nucleari che possano pregiudicare le ulteriori decisioni governative, mentre più precisamente l'ordine del giorno del Senato parlava anche di sospensione oltre che di iniziative per la parte relativa ai contratti, approfondendo quindi nel concreto la gestione contrattuale della materia.
Quale interpretazione hanno avuto questi ordini del giorno? Il rappresentante del Ministero dell'industria nell'incontro di lunedì scorso ci ha detto che tali documenti sono stati recepiti dal Ministro stesso come pausa sull'intera operazione.
Adesso veniamo al nodo da sciogliere per quanto riguarda la centrale nucleare dell' area P01; la pausa come va interpretata? Le tesi sono due e si contendono il campo: o come sospensione o come graduazione.
Va innanzitutto ricordato che sulla sospensione il Consiglio provinciale di Vercelli ha unanimemente richiesto, anche recependo le argomentazioni o meglio le preoccupazioni del mondo agricolo, una decisa sospensione.
Lo spazio, a mio avviso, fra sospensione e graduazione al punto attuale del dibattito è estremamente sottile, dico al punto in cui siamo e segnatamente a fronte dell'ordine del giorno presentato stamattina dalla maggioranza, nel quale - questo l'apprezziamo positivamente - si richiede al Governo di non autorizzare l'avvio o di procedere all'interruzione qualora i lavori siano già avviati, di tutte le opere dirette e indirette relative al cosiddetto dewatering che era, leggendo approfonditamente le argomentazioni dell'ENEL. l'opera principale da portar avanti per non interrompere per lungo tempo le operazioni del nucleare.
A me pare che dopo questa presa di posizione da parte della maggioranza di non autorizzare la prosecuzione del cosiddetto dewatering e di vigilare come vogliono le mozioni del Parlamento nazionale, affinché l'ENEL non stipuli nuovi contratti, la differenza concettuale fra sospensione e graduazione sia in concreto estremamente modesta. Se la situazione è tale mi pare, in conseguenza della richiesta di sospensione del cosiddetto dewatering, che a questo punto le argomentazioni dell'ENEL. che si incentrano su quel concetto della reversibilità e della necessità di proseguire sotto pena, in difetto del ritardo di un anno, vengano in sostanza a cadere, perché? Perché se si sospende, come si richiede dalla maggioranza, il dewatering, allora gli altri lavori di minore importanza indubbiamente non possono provocare, come si diceva nel documento dell'ENEL che ci è stato distribuito in aula nel corso dell'ultimo Consiglio, quella sospensione di un anno. Questo a parte la considerazione che nel decreto concessivo del Ministro dell'industria all'ENEL per dar corso all'operazione nucleare - dopo la nostra delibera del gennaio 1985 - si parla di ultimazione dei lavori nel 1995. Mi pare che nel quadro di un tempo necessariamente così lungo, anche l'eventuale perdita di un anno sarebbe del tutto irrilevante. Però così non può essere, visto che per il dewatering ci si pone nei confronti dell'ENEL con una richiesta di sospensione. Quindi rimane quel discorso che stamattina nel corso di un intervento è stato sottolineato sulla spesa che mi pare peraltro estremamente esagerata dall'ENEL. allorquando ci dice che nel caso di sospensione ci sarà un esborso di 500 miliardi in più.
A parte il fatto che è del tutto indimostrata questa considerazione credo che se sospendiamo i lavori di dewatering, la cifra fatalmente e necessariamente si ridimensiona sensibilmente. Poi ci si dice che se si va avanti con la graduazione e poi, in seguito alle decisioni che seguiranno alla Conferenza nazionale sull'energia, si bloccherà l'operazione del nucleare, la spesa presunta - anche qui il tutto è indimostrato, comunque diamo provvisoriamente credibilità - si avvicina ai 50 miliardi.
A questo punto se si ferma il dewatering, l'intera operazione di prosecuzione, condizionata alle decisioni governative e successive alla Conferenza nazionale, provocherà un mero ritardo di tre o quattro mesi.
Questo conferma quanto sia esatta la mia affermazione sulla sottile distinzione fra graduazione e sospensione e quindi queste argomentazioni irrobustiscono la nostra richiesta di sospensione.
Noi voteremo il nostro ordine del giorno; non potremo votare quelli che hanno l'identica conclusione dispositiva, ma hanno una diversa motivazione presupposta, come quello dei colleghi Ala, Reburdo e di altri. Tali ordini del giorno presuppongono o in linea assoluta o anche solo in linea temperata, come quello del Gruppo comunista, un blocco della opzione nucleare in sé e per sé.
Siccome la nostra richiesta di blocco, di sospensione è motivata invece dalle ragioni contingenti che ho cercato di spiegare, noi voteremo esclusivamente il nostro documento, pur apprezzando - questo va anche detto che l'ordine del giorno della maggioranza attuale, chiedendo di fermare il dewatering, in definitiva viene a ridurre e a svuotare sensibilmente di contenuto la cosiddetta graduazione e ci si avvicina sensibilmente alla sospensione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò che illustra l'ordine del giorno da lui sottoscritto.



STAGLIANO' Gregorio Igor

L'ordine del giorno che sottopongo all'attenzione del Consiglio riguarda un problema specifico, ma che ritengo di grande rilevanza economica e sociale, oltre che ambientale. Stiamo parlando della operazione di dewatering, del pompaggio, cioè dell'acqua sotterranea, per ottenere l'abbassamento delle falde freatiche, e poter, quindi, procedere alla costruzione dell'isola produttiva.
Nel formularlo, signor Presidente e colleghi, ho cercato di assumere per quanto era nelle mie capacità e possibilità, le prese di posizione dei soggetti che operano su questi argomenti nel vercellese. In primo luogo quanto hanno prodotto i coltivatori diretti della provincia di Vercelli. Al riguardo inviterei i colleghi della DC a prestare un po' più di attenzione di quanto non ne stiano dimostrando in questo momento. Ho qui davanti il foglio ufficiale dei coltivatori diretti del vercellese, del biellese e della Val Sesia, "Il piccolo agricoltore", che ha come articolo di apertura, caro Brizio, "No al nucleare", che raccoglie molti argomenti e molte tematiche che come antinucleari storici (e anche aggiunti in questi ultimi anni) ci siamo sforzati di produrre.
Bene, l'ordine del giorno prende - le mosse dall'opposizione formale presentata da 660 produttori agricoli nei terreni siti nei Comuni dell'area PO1. Un'opposizione- formale rivolta (ed è questo un punto importante) al "Servizio Opere Pubbliche e Difesa del Suolo" della Regione Piemonte contro la domanda dell'ENEL di scavare i 23 pozzi necessari per estrarre le acque sotterranee e dar vita all'operazione di dewatering.
In secondo luogo, nell'ordine del giorno, richiamiamo l'attenzione sui danni che l'abbassamento della falda freatica, prima di 15 metri poi di 5 rispetto al livello della falda media, rappresenta per l'irrigazione dei terreni della vasta zona interessata. Ci pare importante, al riguardo sottolineare - come viene fatto da molte organizzazioni sociali, oltre che politiche, operanti nel vercellese - come nel comprensorio interessato esista una stretta connessione tra il regime delle irrigazioni e quello della falda freatica e, quindi, che un'alterazione dell'attuale equilibrio sottrarrebbe all'intera pianura vercellese una parte della sua dotazione idrica - irrigua con dannose conseguenze nella produzione risicola e cerealicola specie per le zone più meridionali del territorio.
Rileviamo, infine, quello che abbiamo ascoltato in tutte le salse nelle scorse settimane e cioè che è in preparazione una Conferenza nazionale sulla sicurezza. La quale, in verità, sta procedendo in maniera non molto accelerata; essa doveva svolgersi alla ripresa autunnale, mentre ora si parla di ottobre, forse novembre. Il risultato è molto semplice: si rallenta la preparazione della Conferenza nazionale sulla sicurezza mentre si accelerano i lavori a Trino Vercellese, come a Montalto di Castro.



MARCHINI Sergio

Lavorano solo, probabilmente tu consideri il lavorare un procedimento accelerato.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Li, caro Marchini, lavorano di sabato e di domenica, facendo numerose ore straordinarie, imprimendo un ritmo nevrotico agli scavi proprio dopo l'approvazione dell'ordine del giorno del 22 maggio con il quale, guarda caso, la maggioranza si era presa l'impegno di graduare i lavori. L'ENEL ha letto questa raccomandazione come un "via liberà" a realizzare tutti quei passi compiuti che possono rendere sempre meno reversibile il processo in atto, anche da un punto di vista economico, oltre che ambientale. Su quest'ultimo aspetto non mi soffermo, essendo stato già trattato ampiamente dai colleghi antinucleari.
Dicevo: mentre si rallenta la preparazione della Conferenza sulla sicurezza, si accelerano i lavori della centrale. Su questo punto si tratta di prendere atto della preparazione di questa Conferenza con la quale, se fatta seriamente, alla luce del gravissimo incidente di Chernobyl, anche i parametri sin qui ritenuti validi per la costruzione dell'impianto atomico di Leri Cavour saranno rivisti. A maggior ragione, a quel punto, i danni economici ed ambientali determinati dalle operazioni di dewatering (con la grave incidenza sulle produzioni agricole già per la prossima stagione) apparirebbero a quel punto ancora più ingiustificati.
Fatte queste premesse, invitiamo i colleghi del Consiglio a pronunciarsi perché si impegni la Giunta ad accogliere la formale opposizione presentata dai 660 produttori agricoli e di non dar corso (vedo che Marchini è nervoso e lo è anche Brizio) alla domanda dell'ENEL ... Mi prendo il tempo necessario ad illustrare l'ordine del giorno, caro Brizio capisco che tu in questo momento stia un po' sulle spine, poiché hai la tua base sociale ed elettorale che è contro le scelte del tuo partito.



PRESIDENTE

Se dal pubblico si fa qualche gesto, ordino lo sgombero. Non è possibile alcun gesto.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Sono contento, signor Presidente, che ad ascoltarci ci siano oggi le orecchie di non addetti ai lavori. Quando si affrontano questi temi è importante che quello che avviene in questa aula esca fuori al più presto.
Le preannuncio, caro Presidente, che insieme agli altri colleghi chiederemo che gli ordini del giorno vengano votati per appello nominale, affinch ciascun Consigliere si assuma, con nome e cognome, la propria responsabilità sulle scelte che si vanno a compiere. Non accettiamo di assistere a "fughe diplomatiche" al momento del voto; la gente del vercellese ci ha chiesto di conoscere come si comportano i propri rappresentanti, senza nascondersi nell'anonimato o scappando prima che lei metta ai voti i documenti ....



MARCHINI Sergio

I nomi!



STAGLIANO' Gregorio Igor

Posso fare tutti i nomi che vuoi, ma te li risparmio perché li conosci anche tu.
Vorrei procedere per concludere l'illustrazione dell'ordine del giorno.
Dicevo che chiediamo di impegnare la Giunta ad accogliere la formale opposizione presentata dai 660 produttori agricoli e di non dare corso alla domanda dell'ENEL di procedere alla escavazione dei 23 pozzi. Questo è un punto qualificante, perché ho letto l'ordine del giorno predisposto dalla maggioranza, alla luce del clima di nuova fratellanza romana dopo gli insulti che Craxi e De Mita si sono scambiati in queste settimane. Anche Brizio e Rossa hanno cercato di imitarli, facendo la propria parte distensiva e promuovendo un ordine del giorno comune.
Bene, in questo ordine del giorno della maggioranza si richiede al Governo di non autorizzare l'avvio delle operazioni di dewatering. Noi di Democrazia Proletaria riteniamo che su questa operazione la Giunta regionale non possa nascondersi dietro al dito del Ministro dell'industria Altissimo; il quale non essendo nemmeno molto alto, lascia scoperto tutto quello che il dito dovrebbe nascondere. La Giunta non può rivolgersi al Governo, quasi che non fosse parte in causa sull'approvvigionamento degli inerti, come nelle autorizzazioni da concedere per i pozzi necessari al dewatering.
Concludo questa illustrazione, dicendo ...



MARCHINI Sergio

Elenca le autorizzazioni.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Non abbiamo ancora finito di richiamare tutte le vostre responsabilità.
Vi assicuriamo che, Consiglio dopo Consiglio, ogni volta che sarà necessario, presenteremo un ordine del giorno,una mozione un'interrogazione sul malaffare nucleare; sarà uno stillicidio per tutti voi, fino a quando non otterremo un'inversione di marcia.
Sull'ordine del giorno della maggioranza mi pronuncerò dopo, in fase di dichiarazione di voto dei documenti. Ora mi limito a concludere.
Signor Presidente e colleghi, intendo rilevare il comportamento dell'Assessore all'energia e all'ambiente di questa Regione, il quale fa vedere visibilmente di sopportare a malincuore queste nostre discussioni.
E' stato così anche l'altro giorno, nell'incontro con l'ENEL e l'ENEA, che è stato tutto così frettoloso, impermeabile, rituale, vuoto. Quello che conta è che vada avanti un'operazione "sui generis" del Welfar State, ad uso e consumo clientelare: si distrugge oggi un pezzo di risaia, per poi ricostruirlo domani, ammesso che sia possibile.
Vorrei ricordare all'Assessore Maccari che se il sarcasmo è figlio dell'impotenza il cinismo è nipote di un'impotenza truccata da potere.
Quello che, infatti, state facendo, Assessore Maccari, è - se va bene quello di mettere questioni tanto importanti nelle mani di una tecnocrazia che non ha dato buona prova di sé, né gestendo gli impianti nucleari di Caorso né quello di Latina, né il dibattito scientifico che, con grande serietà, si è aperto dopo il disastro di Chernobyl. L'altro giorno abbiamo assistito ad un atteggiamento dell'ing. Naschi, responsabile dell'ENEA, che definire sprezzante è dir poco. Il cinismo con cui Maccari affronta i problemi che abbiamo sul tappeto da questo punto di vista è soltanto l'incapacità a misurarsi con la qualità nuova della situazione che il disastro di Chernobyl ha determinato nella scienza come nella politica.
Per tutto quanto ho già detto auspico naturalmente che sul punto specifico del blocco del dewatering,si realizzi una maggioranza di Consiglieri in grado di rompere, finalmente, con la disciplina di maggioranza che ingabbia spesso anche la loro intelligenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reburdo che illustra l'ordine del giorno da lui sottoscritto insieme al Consigliere Ala.



REBURDO Giuseppe

Chiedo preventivamente scusa ai Consiglieri che avranno la bontà di ascoltare se tornerò su una serie di argomenti che in questi giorni sono più che mai dibattuti e che per alcuni di noi non sono una novità; non li abbiamo scoperti dopo Chernobyl in quanto già in precedenza li avevamo denunciati. Tuttavia, con il collega Ala abbiamo ritenuto, a questo punto del dibattito e di fronte ai diversi ordini del giorno presentati (in particolare a quello presentato in precedenza del Gruppo socialista e successivamente dalla maggioranza), di ribadire in un successivo ordine del giorno le considerazioni fondamentali sulle quali abbiamo ragionato in questo ultimo periodo. Il nostro tentativo è di verificare se dopo Chernobyl qualcosa fosse cambiato, non nel Paese, dove purtroppo le cose sono del tutto evidenti, bensì nelle cosiddette stanze dei bottoni, cioè nel potere, là dove si decide e dove sono protagonisti non la politica, ma pochi per conto della politica. Mi riferisco in modo particolare agli enti cosiddetti "di Stato" tipo l'ENEL e l'ENEA che hanno dato, in questo periodo del dopo Chernobyl, l'ulteriore e palese dimostrazione che nulla li può fermare, neanche l'ansia e il turbamento che esistono nella gente. Non si sono fermati neanche di fronte a qualche tenue perplessità delle forze politiche, che si sono espresse attraverso la presentazione di mozioni o di ordini del giorno alla Camera e al Senato. Qualche piccolo, modesto segnale da parte delle istituzioni, largamente insufficiente, però è stato dato. In questa circostanza noi cogliamo, ancora una volta, l'arroganza di questi Enti di Stato, con la copertura delle forze politiche che designano i loro Consigli di amministrazione e lasciano che questi Enti operino a tutto campo sul territorio senza nessuna costrizione. Se costrizioni e ostacoli istituzionali e legislativi esistono ci pensano le forze politiche in Parlamento a spianare la strada, modificando leggi, creando le condizioni perché Comuni, popolazioni locali, ecc., siano spodestate completamente da qualunque possibilità di decidere se accettare o non accettare uno sconvolgimento sul loro territorio. Mi riferisco alla legge n. 8, ma anche allo strumento utilizzato dal Parlamento, quello, cioè, di monetizzare il rischio. Il legislatore ha preso coscienza, dato che non si hanno argomentazioni diverse, che oggettivamente la centrale nucleare è un rischio e che tale rischio va monetizzato. Viene detto: "Diamo ai Comuni la possibilità che venga pagato questo rischio". I Comuni poi ci provano, in Piemonte in particolare lo ha fatto il Comune di Trino. Noi, come Regione lo abbiamo usato da alibi per imporre la scelta della PO l, trascurando quello che avveniva intorno ad un'area ben più vasta, probabilmente più interessata dello stesso comune di Trino, che è stata completamente calpestata nella sua volontà o nel suo tentativo di interloquire su questa decisione. Ieri abbiamo avuto un incontro con i firmatari della petizione di Castell'Apertole e abbiamo verificato - non vorrei fare del moralismo che una cosa è ragionare quando si è a 50 km, di distanza, e ciò è già preoccupante dopo Chernobyl, un'altra cosa è ragionare quando si è impiantata un'attività economica dove esiste una civiltà, una cultura, una tradizione, un modo di vita e c'è chi si vede con questo insediamento totalmente sconvolto, senza prospettiva e senza possibilità di mantenere quel collegamento con il sistema produttivo e di vita che ha rappresentato tanta storia in quella situazione.
Credo che anche questo debba essere valutato, probabilmente anche questo entra nei calcoli economici che si debbono fare quando si decide un'operazione del genere, sono dei costi che toccano la coscienza della gente e generano dei contraccolpi profondi, se non altro con il fatto che fanno perdere fiducia e sappiamo quanti sforzi occorre fare in democrazia.
Ecco perché con questo ordine del giorno il sottoscritto ed il Consigliere Ala hanno voluto partire da due elementi che ci paiono centrali: la questione della salute e della sicurezza dei cittadini e la questione della difesa dell'ambiente e della natura.
E' indubbio e non ci sono prove diverse che questi aspetti in quella localizzazione ed in quella situazione, per decine di chilometri di distanza, sono messi sicuramente in discussione; non c'è possibilità di garantire e di salvaguardare né la salute, né la sicurezza, né la difesa attiva dell'ambiente e della natura.
Vorrei ampliare il discorso, se me lo permettete, se non siete d'accordo smetto e mi siedo. A me pare di aver chiesto scusa all'inizio però ci sono delle cose a livello di dibattito che debbono essere dette.
Tutti noi Consiglieri siamo in grado di avere documentazioni che siano oggettivamente sostenibili. A me è capitato in mano, poiché leggo sistematicamente quando posso, una rivista scientifica dal nome "Scienza ed esperienza", sicuramente non antinucleare, tutt'altro, nella quale sono presenti grossi esperti. Mi ha colpito un brevissimo articolo nel quale vengono esaminate le conseguenze del dopo Chernobyl sulla base di dati rilevati dall'esperienza avanzata,in particolare sui riflessi delle conseguenze dell'uso della cosiddetta "atomica di pace" negli USA dove si è fatto largo uso di questa sperimentazione e dove sono stati raccolti dati sulla scorta dei quali è possibile cominciare a fare dei ragionamenti sul dopo Chernobyl.
Essi parlano di contaminazioni permanenti, Assessore Lombardi; parlano di principi di radionuclidi che entreranno nella catena alimentare; parlano del fatto che la Regione - una Regione molto prudente dal punto di vista dell'evidenziare i riflessi della radioattività dopo l'incidente di Chernobyl - è stata anche obbligata a prendere qualche provvedimento come quello del divieto di pesca. Probabilmente c'è stato anche il divieto, nei giorni di Chernobyl, di non lavorare per qualche giorno in risaia, ma non è stato messo in risalto.
C'è anche un'analisi sul come questi elementi via via entreranno nella catena alimentare, si trasferiranno dentro gli esseri viventi, si riprodurranno e assommeranno problemi e situazioni, che, prese una ad una sono controllabili, ma venendosi a sommare, evidentemente creeranno problemi gravi.
Ecco perché,Assessore Lombardi,mi sono rivolto a lei, quando in una mia interpellanza avevo chiesto chiarimenti sul ruolo e sulla funzione delicata delle strutture di indirizzo tecnico - scientifico che come Regione possiamo avere. Avevo affermato che era necessario mettere in azione e contemporaneamente anche sollecitare gli organismi scientifici a dare consigli e orientamenti per attenuare le conseguenze che, tra l'altro, sono a tutti evidenti.
Apro una parentesi: credo che tutti voi sappiate che l'effetto metanolo non è ancora finito e 'la quantità di vino non DOC invenduto tra i produttori delle Langhe è altissima. Sappiamo, inoltre, di tanti prodotti agricoli che oggi nei supermercati vengono venduti sottoprezzo (i surgelati) perché la gente non si fida più. Certamente queste tematiche vanno seguite.
Abbiamo anche evidenziato nel nostro ordine del giorno il problema della produzione agricola - cari amici coltivatori diretti che sedete su questi banchi - senza avere probabilmente né la competenza né la base sociale che voi avete nelle campagne: abbiamo dovuto richiamarlo attraverso le notizie che ci pervengono dai giornali della vostra categoria e delle vostre Province. Per esempio, un giornale dell'alessandrino dice: "Noi eravamo contro l'insediamento della centrale di Trino, ma non eravamo antinucleari, dopo Chernobyl lo siamo diventati". C'è un processo che evidentemente coinvolge in primo luogo l'agricoltura, è bene che questo si sappia, e soprattutto la coinvolge dal punto di vista della specificità della produzione del vercellese, con la distruzione, se non altro, di qualche centinaio di ettari di risicoltura altamente avanzata, la più produttiva del mondo. Sicuramente già di per se stesso questo processo mette in discussione l'esistenza di decine e decine di aziende agricole.
L'abbiamo sentito ieri - alcuni di noi non avevano bisogno di sentirlo solo ieri - poiché siamo andati sul posto, abbiamo assistito ad assemblee, avuto dei rapporti e sentito gridare in tante situazioni che l'eventuale distruzione di qualche centinaio di ettari mette in crisi decine di aziende dipendenti direttamente da quelle produzioni. Questo è un fatto che suona come un campanello d'allarme in una Regione dove l'agricoltura è stata considerata marginale e che oggi va salvaguardata dal punto di vista produttivo e da quello che può rappresentare attraverso un suo miglioramento tecnico - produttivo, un qualche cosa cioè che contribuisce alla salvaguardia dell'ambiente e della vivibilità di questa Regione.
Quello che constatiamo è che una plaga agricola di questo tipo e di questa specializzazione viene messa in discussione.
Bisogna che sia chiaro, e lo è ai produttori agricoli, agli imprenditori e ad altre forze che li sono presenti, quale sconvolgimento e quale disastro ecologico determinerà quel tipo di situazione, anche solo rispetto all'impatto ambientale. Questo lo vogliamo dire e lo gridiamo in tutte le piazze; stiamo facendo comizi in tutti i Comuni della zona e lo ripeteremo all'infinito.
Abbiamo preso atto che lo sviluppo della cosiddetta scelta del nucleare di pace, in qualche modo, dopo Chernobyl è stato messo in discussione: crescono gli elementi critici, crescono i tentativi per superare rapidamente questa fase dello sviluppo nucleare, eccetto in alcuni Paesi la cui incoscienza è palese e la questione dovrebbe essere sollevata anche nella CEE. Non è accettabile, infatti, che la Francia continui imperterrita a stravolgere non tanto il suo territorio, ma i territori limitrofi. Siamo a conoscenza, nonostante l'imbavagliamento della televisione di Stato della manifestazione avvenuta al confine tra il Lussemburgo, la Francia e la Germania,di protesta contro la Francia che imperterrita prosegue nella costruzione di centrali nucleari, alcune delle quali sono situate ai confini con altri Paesi.
Evidentemente è difficile fare un'Europa se ci sono queste arroganze! Altri elementi vanno aggiunti, ne cito soltanto due. In primo luogo va comunque dato un senso alla democrazia e ciò significa saper ascoltare quelli che intendono farsi sentire con i modi corretti che le popolazioni locali, i Comuni, le amministrazioni hanno messo in atto in questo periodo chiedendo, appunto, di interloquire. Abbiamo avuto difficoltà ad interloquire, sicuramente non abbiamo rilevato le spinte e le richieste provenienti da quelle situazioni. Va ripensato anche il metodo col quale si compiono determinate scelte; il Consiglio regionale ha il diritto di contribuire a compiere delle scelte che pregiudicano situazioni locali scelte sulle quali vi sono posizioni nettamente contrarie e se non lo erano si sono via via dimostrate sempre più incerte nel sostenerle. Trino e la provincia di Vercelli sono il classico esempio di cambiamenti che l,1 sono avvenuti, generalizzando un'opposizione che la Regione ha completamente trascurato.
C'è un elemento nuovo: il milione di firme raccolte per la richiesta dei referendum decisionali sulla scelta nucleare. Può darsi che l'on. De Mita non si riferisse a questo mistero. spero e mi auguro - e che l'on.
Craxi non intenda prolungare il suo Governo per 6 mesi, consumando un piatto di lenticchie, penso che l'accordo di governo non debba avvenire sulla base del fatto che il primo problema sia bloccare i referendum. Degli otto referendum tre non li condivido, hanno comunque il diritto di avere una soluzione democratica: il diritto dei cittadini di esprimersi. Un milione di firme su questo problema, nonostante le difficoltà di informazione, non è poca cosa, nonostante ci fossero forze marginali, dello schieramento politico - sociale a raccoglierle. Forze marginali rispetto al potere, ma meno marginali rispetto agli interessi reali che i cittadini intendono portare avanti non solo attraverso i canali tradizionali di partecipazione alla vita politica, ma anche attraverso i referendum come elemento di democrazia diretta, importante, fondamentale.
Ecco perché a rigore di logica sarebbe opportuno arrivare, anche sulla base di elementi che sono stati prima illustrati, ad una soluzione oggettiva del problema.
Nell'attesa dei chiarimenti che le Conferenze nazionali e internazionali esprimeranno, nell'attesa dell'esito dei referendum si devono sospendere i lavori in corso, si deve bloccare qualunque procedimento su quel tipo di scelta, perché diversamente e difficile accettare ciò che, un po' spregiudicatamente, abbiamo sentito dal rappresentante dell'ENEL l'altra mattina nell'incontro in Regione, cioè che avrebbe proceduto ugualmente sia pure facendo finta di tenere conto di alcuni elementi. Quando il rappresentante dell'ENEL dice che il cuore della centrale è già stato commissionato, che le industrie Terni e Ansaldo hanno già avviato le lavorazioni, diventa alquanto difficile pensare che si andrà comunque ad autorizzare una serie di lavori che non pregiudicheranno l'eventuale possibilità di tornare indietro perché quel tipo di scelta pregiudica e probabilmente ha in parte già pregiudicato.
Non sarebbe più opportuno chiedere la sospensione totale degli interventi per mettere le bocce ferme e su questo incominciare a fare un ragionamento? Io non credo che da una parte ci siano i cattivi e dall'altra i bravi ma che ci sia la necessità di bloccare la situazione e su questa base iniziare un serio ragionamento.



CERCHIO Giuseppe



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bresso che illustra il documento presentato dai Consiglieri Bontempi, Bresso e Rivalta.



BRESSO Mercedes

Sarò molto breve perché avevo già indebitamente illustrato l'ordine del giorno durante il mio intervento e quindi riprenderò solo in modo più organico le considerazioni fatte.
Ci è parso importante integrare l'ordine del giorno che chiede la sospensione della centrale di Trino, su cui non ritorno per non tediarvi ulteriormente, con un ordine del giorno che affronta un'altra questione rilevante. Vedremo di presentare in seguito altri ordini del giorno che affrontino anche tutte le restanti questioni relative al nucleare. Questo ne affronta una che ci pare molto importante, cioè il fatto che molto vicino al territorio piemontese, a pochi Km dalla frontiera si trova la centrale del Superphoenix a reattore veloce (compartecipazione italiana con la quota non indifferente del 30%), che è considerata fra quelle nucleari la tecnologia più pericolosa, perché è in fase sperimentale.
Tenuto conto del fatto che è vicinissima al territorio piemontese e che è a compartecipazione italiana, che quindi noi abbiamo un interesse molto particolare per il suo funzionamento, riteniamo che tutte le forze politiche che si sono pronunciate in questo Consiglio regionale per il controllo a livello internazionale delle centrali fuori del territorio nazionale che hanno un potenziale rischio sul proprio territorio (considerato che qui siamo ad un altissimo livello di rischio perché si tratta di una centrale che ha una potenza di danneggiamento molto forte) riteniamo importante che il Consiglio regionale del Piemonte si pronunci in particolare su questo punto e che chieda due cose.
In primo luogo che il Governo, che ne ha il potere, chieda la sospensione dell'entrata in funzione della Centrale del Superphoénix almeno fino alla Conferenza internazionale in cui verranno definite le misure internazionali di sicurezza.
In secondo luogo che nelle more di questa definizione, che purtroppo non dipende da noi - naturalmente chiediamo che si accelerino le procedure per arrivare a questa definizione internazionale - la Regione Piemonte prenda dei contatti diretti per essere in grado di conoscere e di far conoscere alla popolazione piemontese quali sono le misure di sicurezza e le norme di emergenza collegate all'entrata in funzione di Superphoénix.
E' quindi un pezzo del tutto separato di ordine del giorno rispetto alla discussione sulla graduazione, ma ci pare importante e integrativo del dibattito su Trino.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio che illustra l'ordine del giorno sottoscritto dai Consiglieri Brizio, Marchini, Mignone, Rossa e Ferrara.



BRIZIO Gian Paolo

Desidero come primo firmatario presentare l'ordine del giorno della maggioranza di pentapartito cercando di farmi carico in questa breve dichiarazione della posizione complessiva delle forze di maggioranza quale emerge dal testo predisposto.
Ricordo innanzitutto che il 22/5/86 questo Consiglio regionale ha votato su proposta della maggioranza un ordine del giorno che, intervenendo sulla questione della realizzazione della centrale di Trino e delle opere preparatorie di cantiere, aveva introdotto una linea di graduazione. Si era allora assunta una posizione che non postulava né una sospensione indiscriminata di tutti gli interventi, né un proseguimento senza vincoli indicava con forza una graduazione da attuare secondo le linee della sicurezza e in modo da garantire la reversibilità.
Questa posizione è alla base del successivo dibattito e di quello odierno.
Da più parti è stato richiesto di chiarire il significato della graduazione, il suo peso e la sua valenza: si è ritornati quindi in Consiglio il 10 luglio con una dichiarazione della Giunta e con l'indicazione da parte dell'ENEL di una serie di lavori di cantiere che si sarebbero svolti secondo la direttiva n. 10 nell'ambito dei lavori preparatori. Nella discussione del 10 luglio erano state espresse alla fine del dibattito da parte della maggioranza due proposte di ordine del giorno: uno sottoscritto da DC, PSDI, PRI e PLI che si limitava ad approvare le dichiarazioni della Giunta, ed un secondo del Gruppo socialista che entrava più nello specifico delle singole indicazioni.
Successivamente si è andati ad un incontro con l'ENEL. l'ENEA ed il Ministero dell'industria su proposta della maggioranza (particolarmente del collega Marchini) che nella Conferenza dei Capigruppo aveva suggerito un momento di confronto della VII Commissione per chiarire questa fase di lavori preparatori alla costruzione della centrale di Trino.
Abbiamo giudicato tutti tale incontro come utile e positivo; ci siamo mossi, in questo confronto, con disponibilità al chiarimento e sono emerse utili indicazioni. Si è parlato di costo nella sospensione; e qui taluno ha irriso alle dichiarazioni dell'ENEL che parlava di un costo di 500 miliardi per la perdita di un anno. Noi non abbiamo motivo per pensare che tale costo non sia ragionevole o facilmente dimostrabile.



(Dai banchi comunisti)



BRIZIO Gian Paolo

Vent'anni di ritardo!



BRIZIO Gian Paolo

Voi avete sempre fatto in questi vent'anni di ritardo una politica di spinta e movimento nella quale cari comunisti siete maestri; e anche questo stupendo capovolgimento avviato nei mesi scorsi è l'emblema di una politica avanti - indietro non certamente coerente. Addebitare ritardi solo agli altri lo si può fare con un po' di faccia tosta.



(Cori di disapprovazione dai banchi comunisti)



BRIZIO Gian Paolo

Io non ho interrotto alcuno, ho sentito le vostre dichiarazioni perci lasciatemi proseguire.



FERRO Primo

Si, ma non bisogna usare certi termini!



PRESIDENTE

Il collega Brizio è pregato di continuare non ascoltando turbative.



(Dai banchi comunisti)



PRESIDENTE

Usa però dei termini appropriati.



BRIZIO Gian Paolo

Uso dei termini adeguati all'interruzione che mi è stata fatta.



PRESIDENTE

La presidenza deve essere garante della tranquillità della seduta.



VALERI Gilberto

Certo, ma anche della..



PRESIDENTE

E della possibilità di dialettica legittimamente espressa attraverso le forme consentite dal regolamento. Brizio ha la facoltà di proseguire.



VALERI Gilberto

Anche le insolenze?



BRIZIO Gian Paolo

Non è un'insolenza.



PRESIDENTE

Le insolenze non sono tollerate. Non mi è parso di cogliere insolenze.
Appena coglierò un'occasione di insolenza, lo richiamerò senz'altro collega. Prego Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Posso usare anche un altro termine.



VALERI Gilberto

Usa lo stesso termine!



BRIZIO Gian Paolo

Posso anche usare un altro termine; dico semplicemente che parlare di ritardi di vent'anni, quando non viene dato esempio di coerenza, non credo sia utile.



PRESIDENTE

Collega Valeri, non creiamo turbative. Non c'è motivo.



BRIZIO Gian Paolo

Io sono sereno, perché il problema mi pare molto chiaro.
Sulla graduazione...



(Interruzioni reiterate dei Consiglieri comunisti)



BRIZIO Gian Paolo

Un'intolleranza davvero incredibile caratterizza i colleghi comunisti.
Abbiamo ascoltato la presentazione di 10 ordini del giorno con discorsi ripetitivi e continuativi non abbiamo fatto alcuna interruzione; credo che il metodo democratico esiga un minimo di disponibilità a sentire gli altri.
Siamo stati interrotti io posso avere replicato, ma ad una interruzione che non ho fatto ad altri.
Riprendendo il discorso con pacatezza debbo dire che in ordine alla gradualità le forze di maggioranza hanno fatto, anche dopo la riunione di lunedì, molte attente valutazioni e hanno ritenuto di predisporre questo documento nel quale non si arriva ad una sospensione generalizzata che non era nelle nostre intenzioni. Si chiede però che talune opere previste dall'ENEL che fanno parte comunque della direttiva n. 10 non vengano, per ora, attuate.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Chi paga i danni però? Prova a rispondere!



BRIZIO Gian Paolo

Ricaschiamo in questa intolleranza. A questa domanda ha già risposto l'ENEL anche in termini economico - finanziari.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Ma all'ENEL chi glieli dà i soldi?



BRIZIO Gian Paolo

L'ENEL ha risposto molto bene, perché i 500 miliardi di danni, se ci sono, li pagherai anche tu. Supposto che ci sia buona fede. Li pagherai anche tu per la tua quota di uomo di potere, per riprendere il discorso di Reburdo.
Ci troviamo dunque di fronte al problema della graduazione con una posizione della maggioranza che non è di sospensione indiscriminata ma di esame delle fasi proposte dall'ENEL e di indicazioni in merito. Fra gli interventi dichiarati teoricamente reversibili la maggioranza ritiene che il dewatering (intervento sulle falde) per il peso, l'importanza e l'incidenza che ha sul territorio, debba essere rinviato ad una fase successiva, dopo lo svolgimento della Conferenza e quindi dopo la decisione definitiva sulla realizzazione o meno della centrale.
E' una posizione che dimostra attenzione ai problemi che emergono sul terreno e alle posizioni delle forze sociali, ma anche - e perché non dovrebbe - alle indicazioni di quelli che si muovono nella realizzazione della centrale e che quindi hanno un dovere da compiere e un compito da assolvere. Non credo si debba ragionare in termini di buoni o cattivi, di gente in mala fede o in buona fede, quando si tratta di persone che comunque svolgono il proprio lavoro e il lavoro dell'ENEL è quello di produrre energia e di cercare le vie per produrla.
La posizione che la maggioranza assume ci trova concordanti e noi la giudichiamo responsabile e di estrema attenzione.
Al tempo stesso la maggioranza impegna la Giunta a sollecitare l'ENEA ad effettuare la vigilanza che deve compiere; a dare rapidamente corso alla costituzione del comitato misto (elemento essenziale ed importante); a prorogare la convenzione con gli Atenei, perché non possiamo in questa fase trovarci nelle condizioni che hanno portato ad una partecipazione, lunedì del Politecnico e dell'Università, a titolo personale, perché non si è proceduto circa il comitato misto e circa la convenzione per richieste connesse agli eventi di Chernobyl.
Vi è infine un impegno a richiedere all'ENEL di soprassedere all'emissione di nuovi appalti e, secondo le direttive del Parlamento, di non procedere a nuovi contratti. Si impegna la Giunta a verificare costantemente e puntualmente con l'ENEL gli obblighi contenuti nel verbale di intesa in particolare per quello che concerne il problema della sicurezza.
Una posizione corretta e responsabile che consente che si realizzino effettivamente interventi reversibili e che si proceda con una gradualità idonea quando sarà il momento, dopo la Conferenza, a far assumere una decisione circa il proseguimento o meno della realizzazione della centrale con tutta serenità e senza condizionamenti.
Questa è la posizione assunta dalle forze di maggioranza con la predisposizione del proprio ordine del giorno.



VIGLIONE Aldo



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Adduci ad illustrazione dell'ordine del giorno firmato dai Consiglieri Adduci, Ala, Reburdo, Valeri e Bresso.



ADDUCI Donato

La nuclearizzazione del territorio crea e continuerà a creare sempre di più una serie veramente enorme di problemi, questi si, variamente graduati.
Il loro impatto sulla vita dei cittadini è multiforme e variegato come la discussione, non solo quella odierna con tutti gli ordini del giorno presentati su singoli e specifici punti, dimostra ampiamente.
Il problema su cui sto richiamando l'attenzione ora del Consiglio regionale riguarda l'incolumità e la sicurezza dei cittadini. Non l'incolumità e la sicurezza, signor Presidente, derivanti dal rischio cosiddetto residuo, quello che prevede cioè la fuoriuscita di tutti i gas nobili da una centrale nucleare (Chernobyl, per avere un punto di riferimento) rischio che peraltro l'ENEA si ostina a non prevedere, come con una leggerezza incredibile ha confermato l'ing. Naschi nella riunione che abbiamo avuto lunedì scorso.
Mi riferisco a quella sicurezza che si colloca al primo gradino della graduazione (su questo termine abbiamo individuato vari momenti) e che è relativa al transito degli autoveicoli. Richiamo l'attenzione dei colleghi su questo fatto: la costruzione vera e propria della centrale nucleare non è ancora incominciata e già cominciano ad esserci gli incidenti, per ora stradali e di questi ci preoccupiamo.
Ieri la VII Commissione ha avuto un incontro con gli amministratori del Comune di Livorno Ferraris e con numerosi abitanti nei pressi della costruenda centrale di Trino Vercellese.
Questi cittadini, estremamente preoccupati, hanno evidenziato ai membri della VII Commissione la pericolosità della situazione che si è venuta a creare a seguito del transito degli automezzi adibiti al trasporto di inerti destinati alla centrale.
Effettivamente, chi ha avuto modo di vedere ciò che accadeva, ha accertato che tali automezzi viaggiano in violazione delle norme più elementari del Codice della strada, viaggiano con una frequenza elevatissima e ad una velocità sostenuta, tant'è che chi ha la sventura di procedere in senso opposto sente l'auto fermarsi frenata dal vento da essi prodotto. Tali automezzi hanno già causato numerosi incidenti lungo quelle strade le quali, si badi, sono molto strette. Occorre, inoltre, considerare il fatto che i lavori sono appena iniziati e si tratta di lavori che, pur essendo rilevanti e veloci, rapportati alla loro totalità, sono modestissimi: quindi i pericoli già in atto sono destinati ad aggravarsi sempre di più.
Voglio far presente qui che nel Verbale di Intesa tra là Regione e l'ENEL si dice testualmente: "Là regolamentazione dei trasporti e del traffico dà e per il cantiere e di ogni.." chiedo scusa, signor Presidente se c'è una riunione dà fare, può pregare coloro i quali là stanno facendo di andarla à fare nei corridoi o in un altro posto.



PRESIDENTE

Quando tutti saranno al loro posto, potrà proseguire.



ADDUCI Donato

Grazie. Voglio far presente ciò che dice il Verbale di Intesa su questo punto: "Là regolamentazione dei trasporti e del traffico dà e per il cantiere e di ogni altra attività suscettibile di creare rumore, polvere molestia o danni accidentali oltre l'area di esclusione"; non sembra esserci alcun rispetto di detta clausola né dà parte dell'ENEL né dà parte della Regione che dovrebbe, in qualche modo, cominciare à controllare.
Figuriamoci come si procederà successivamente al controllo sulla centrale quando malauguratamente dovesse essere in attività! Intanto chiediamo che il Consiglio regionale impegni là Giunta à far si che il Verbale di Intesa venga rispettato, almeno nella parte riguardante là sicurezza stradale: ci sembra il minimo che si possa fare.
Chiediamo altresì che il Consiglio regionale venga informato periodicamente, à scadenza almeno bimestrale, sull'entità ' e sulle conseguenze sull'ambiente e sui cittadini del traffico dei veicoli pesanti che viaggiano intorno à quel cantiere; sui percorsi seguiti e sulla quantità di inerti che vengono trasportati.
Chiediamo, signor Presidente, che questo ordine del giorno venga inviato à tutti i sindaci dei Comuni interessati dal traffico, al Presidente della Provincia di Vercelli, al Prefetto della Provincia di Vercelli, al Questore della Provincia di Vercelli, ai Comandanti territoriali dei Carabinieri, della Polizia stradale e della Guardia di Finanza. Tutto ciò affinché ognuno di questi organi vigili, per quanto di competenza, al fine di garantire l'incolumità e là sicurezza dei cittadini.
Mi auguro che il Consiglio approvi all'unanimità questo ordine del giorno che intende richiamare gli elementi basilari della sicurezza dei cittadini, anche se esula un po' dalla discussione complessiva e generale sulla centrale, a meno che non sia vera quella distinzione che io continuo à praticare e cioè: ci sono alcuni Consiglieri che vogliono difendere i cittadini dalla centrale ed altri che vogliono difendere la centrale dai cittadini.



PRESIDENTE

Sono state così completate le illustrazioni degli ordini del giorno e delle mozioni. Dovremmo pertanto procedere alla votazione.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Dameri. Ne ha facoltà.



DAMERI Silvana

Prima di procedere al voto riteniamo che, dopo due giornate di discussione sulla comunicazione della Giunta e sui documenti presentati debba esserci una risposta della Giunta precisa e articolata su tutti gli aspetti che sono stati sollevati. Mi parrebbe molto strano passare ai voti senza una collocazione della Giunta sulle diverse questioni, non solo complessive, ma anche specifiche, sollevate da una serie di ordini del giorno - come la questione degli inerti e delle cave - su cui non abbiamo sentito nulla da parte della Giunta stessa.



(L'Assessore all'energia, Maccari momentaneamente assente rientra in aula)



PRESIDENTE

La collega Dameri, a nome del Gruppo comunista, ha espresso la richiesta che vi sia una collocazione da parte della Giunta sulle diverse questioni sollevate dagli ordini del giorno.



DAMERI Silvana

Mi rendo conto che il dibattito è faticoso e difficile, ma noi almeno non riteniamo che quello che si sta producendo in quest'aula sia un esercizio oratorio fine a se stesso. Stiamo discutendo, da qualunque parte lo si guardi, su una questione dirimente rispetto alla situazione complessiva della nostra Regione.
Per essere chiari: la richiesta che fa il nostro Gruppo - siccome c'è stata una comunicazione della Giunta alla quale sono seguiti un dibattito e una serie di ordini del giorno che hanno messo in esame diversi aspetti - è che ci sia una risposta, una presa di posizione da parte della Giunta su ognuna delle singole questioni che sono state sollevate negli ordini del giorno. Facevo prima l'esempio della questione relativa alle cave e agli inerti, sulla quale credo ci sia la necessità di una risposta specifica e così per ognuno degli aspetti proposti dal dibattito.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore all'energia

Mi colloco solo rispetto agli ordini del giorno e il mio intervento non vuole essere la conclusione di un dibattito che è stato ampio.
La Giunta ovviamente si riconosce pienamente nell'ordine del giorno presentato dai Gruppi costituenti la maggioranza, documento che ci pare il più completo sia in relazione ai problemi generali che viviamo in questo periodo di transizione dal mese di giugno al mese di novembre, sia per le indicazioni precise che sono state date nei confronti della Giunta.
E' corretta anche l'impostazione di rapporti istituzionali, che in tale ordine del giorno viene presa in considerazione, di collocare in sede di governo quanto è chiaramente di competenza governativa, impegnando la Giunta a seguirne l'andamento presso il Governo affinché le indicazioni che sono date in questo ordine del giorno, in modo particolare quello relativo al dewatering, vadano a buon fine.
Mi rendo conto della difficoltà di delimitare i dibattiti sul nucleare toccando solo alcuni argomenti. E' chiaro che quando si parte anche solo da un segmento del problema nucleare, come siamo partiti per l'inizio di questo dibattito, che doveva essere solo un chiarimento della graduazione si va poi a coinvolgere sempre il problema generale, non solo da Chernobyl ma anche più in là nel tempo. Spesso quindi rischiamo di ripetere dibattiti già svolti non avendo argomenti nuovi su un settore sul quale è decisamente difficile averne nel giro di 15 giorni. Il vero argomento nuovo che potrebbe essere un salto di qualità nell'analisi della problematica nucleare, anche in relazione alla centrale di Trino, sarebbe - dopo aver parlato tutti di Chernobyl e aver detto tutti che dopo quell'incidente le cose sono cambiate - saper e cosa è successo a Chernobyl, avere dei dati scientifici per poter esaminare i problemi delle centrali esistenti e il progetto unificato che dovrebbe essere attuato a Trino. Purtroppo non aver ancora a disposizione quei dati anche dalla comunità scientifica internazionale, che è stata ampiamente richiamata in moltissimi interventi è grave. Essi ci porterebbero ad esaminare con un contenuto scientifico maggiore ed anche con un'attenzione maggiore il nucleare e a non avere solo l'occhio rivolto alle forme di consenso che si possono avere o perdere o attrarre sul problema del nucleare. Speriamo che tali notizie siano date così si dice, entro il mese di agosto, esse faciliterebbero le scelte siano esse negative o positive, su tutta la partita nucleare.
L'impegno della Giunta in questo periodo è quello di seguire attentamente che le cose che vengono indicate dal Consiglio abbiano una traduzione nella realtà, tenendo conto delle diverse competenze istituzionali che gli enti hanno nel settore nucleare.
Credo che sia stato positivo l'incontro che abbiamo avuto qualche giorno fa con l'ENEA, con l'ENEL e il Ministero; se non erro è stato il primo incontro che si è avuto con il Ministero; parlo di queste fasi di esperienze di conduzione mia, di questo ultimo anno; precedentemente probabilmente ce ne saranno stati altri, ma in altra fase. La disponibilità del Ministero ad entrare nel Comitato misto è un fatto positivo.
Il documento di maggioranza indica una linea che mi auguro verrà seguita in questi anni, in modo particolare in questi mesi che ci dividono da una scelta che potrà essere negativa o positiva nei confronti della costruzione della centrale.
Per quanto concerne gli altri ordini del giorno, molto articolati, la posizione della Giunta, quantunque verranno esaminati uno per uno, in linea di massima è contraria, è di non accettazione di tali documenti. Anche perché sarebbe bene, esaminando i lavori della Giunta a livello di forze politiche, stabilire su questa grande partita del nucleare una modalità di lavoro diversa, che ci veda impegnati magari una volta ogni mese, ogni due mesi o quando può sembrare opportuno alla Conferenza dei Capigruppo. Questo per evitare che i lavori del Consiglio rischino di essere bloccati dalla continua discussione su un argomento che è diventato ormai un appuntamento fisso per le sedute del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Possiamo a questo punto procedere alla votazione dei documenti finora presentati.
1) Mozione n. 126 firmata dai Consiglieri Ala, Adduci, Staglianò, Reburdo e Bresso, che recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte vista la L. 2/8/75, n. 393, ed in particolare l'art. 4 tenuto conto del rapporto di localizzazione della centrale elettronucleare predisposto dall'ENEL per l'area PO 1, ai sensi dell'art. 4 della L.
2/8/1975 n. 393 e secondo le richieste della Guida Tecnica n. 1 dell'ENEA trasmesso alla Regione Piemonte con nota 3/4/84, che individua un sito puntuale tecnicamente idoneo all'interno di detta area visto il Verbale d'Intesa, trasmesso al Consiglio regionale il 2/l/85 sottoscritto dall'ENEL e dalla Regione il 27/12/84 nell'ambito del protocollo d'intesa del 23/2/81, con il quale la Regione ha inteso predisporre, preventivamente alla localizzazione definitiva della centrale il complesso delle garanzie a tutela degli interessi e delle aspettative regionali e locali collegati all'insediamento in materia di misure di salvaguardia per la sicurezza e la protezione sanitaria vista l'intesa del Comune di Trino Vercellese, espressa ai sensi dell'art.
4, quinto comma, della L. 2/8/75 n. 393, con deliberazione del Consiglio comunale in data 18/12/84; vista la deliberazione del Consiglio regionale n. 786-77 del 4/1/85, 'Localizzazione definitiva della centrale elettronucleare in Piemonte. Adempimenti ai sensi dell'art. 4, quinto comma della L. 2/8/75, n. 393' visti i pronunciamenti contrari di numerosi comuni dell'area PO 1 che si sono, successivamente, alla data del 4/l/85 costituiti presso il TAR Piemonte avverso la deliberazione sopra richiamata tenuto conto che, con la deliberazione n. 786-77 del Consiglio regionale si riconosceva unico comune interessato al progettato insediamento nucleare il comune di Trino Vercellese, mentre i recenti avvenimenti connessi con l'incidente verificatosi nella centrale elettronucleare di Chernobyl hanno comportato l'evacuazione della popolazione compresa nel raggio di 30 chilometri' circa dal sito puntuale del reattore, dimostrando come occorra tenere conto, ai fini d'una corretta valutazione dell'interesse di un determinato comune rispetto la localizzazione di una centrale elettronucleare, di molteplici fattori non unicamente riconducibili ai confini amministrativi del comune sede dell'impianto vista la deliberazione n. 40-42884 del 9/4/85 con cui la Giunta regionale autorizzava il Presidente della Giunta regionale a costituirsi in giudizio avanti il TAR Piemonte ed a resistere alle domande proposte dai ricorrenti in merito a ricorsi vari in materia di localizzazione della centrale nucleare nel comune di Trino Vercellese impegna la Giunta regionale ed il Presidente della Giunta regionale a ritirarsi, in veste di resistente in giudizio, dai procedimenti attualmente pendenti presso il TAR Piemonte, relativi alla deliberazione n. 786-77 del Consiglio regionale, in data 4/l/85".
La parola al Consigliere Rivalta per dichiarazione di voto.



RIVALTA Luigi

La mozione pone il ritiro del ricorso della Regione al TAR ed ha come problema di merito quello dell'insufficiente valutazione dell'inciso "Comune o comuni interessati alla centrale". Credo che, sul piano del contenuto, questa questione sia davvero discutibile e aperta. La discussione fu aperta a suo tempo nella Commissione che seguiva i problemi della centrale nucleare e anche in Giunta, perché sul piano del merito è davvero difficile definire che il Comune interessato alla realizzazione di una centrale nucleare è unicamente quello su cui l'impianto si insedia. Nel caso specifico poi ci trovavamo in una situazione addirittura paradossale: l'insediamento si incastra in un'appendice del Comune di Trino che si protende in altri comuni per cui davvero l'interesse, sotto il profilo del riferimento territoriale e spaziale, era ben difficile circoscriverlo al comune di Trino.
Per quello che riguarda gli aspetti formali di merito, la questione era stata risolta, se volete burocraticamente, attraverso l'interpretazione data dal Ministero competente, quello dell'industria, sul significato del Comune interessato: Il Ministero segnalò alla Regione che per Comune interessato si intendeva quello di insediamento. Al TAR si ricorre per ragioni di legittimità. Io non so se siano fondate le interpretazioni del Ministero dell'industria e quindi sostanzialmente inconsistenti i ricorsi di legittimità, certo è che i problemi di contenuto hanno una loro fondatezza.
La questione però non mi sembra quella di una discussione sul valore del contenuto trasferibile all'aspetto formale della delibera o sul restare sulla discussione sul TAR sui soli aspetti formali. Ci sono altre questioni che la discussione ha messo in evidenza: soprattutto l'esigenza di sospendere i lavori per tutte le ragioni che sono state dette. Se ci fosse questa chiara e precisa intenzione, questa richiesta di merito prevalente di sospendere i lavori della centrale, credo che non ci sarebbe bisogno neppure di ritirare l'opposizione al TAR per far decadere questa delibera.
Però in questo Consiglio, dove il discorso sulla centrale resta aperto credo che un apporto significativo a chiarire le posizioni lo si possa ritrovare anche attraverso questa mozione. La posizione del Gruppo comunista è di votare questa mozione che sotto il profilo puramente della legittimità e dell'atteggiamento assunto nella delibera potrebbe lasciarci indifferenti, se ci venisse data una risposta chiara sulla sospensione siccome questa non ci è stata data,non mi pare sia l'atteggiamento che emerga dalla Giunta e dalla maggioranza, i problemi di contenuto e di merito che stanno dentro questa delibera diventano prevalenti e noi voteremo a favore.
Inoltre, viene posta l'esigenza per le decisioni sulla centrale nucleare di individuare un nuovo processo decisionale fondato sul pronunciamento popolare. Per questa esigenza ed in attesa che si possa davvero fare un pronunciamento popolare, poiché nel merito quella delibera intaccava la forza e il significato dell'espressione "di altri comuni attorno a Trino", votiamo a favore della richiesta di un ritiro dal giudizio da parte della Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino per dichiarazione di voto.



MAJORINO Gaetano

Il nostro voto su questa mozione sarà favorevole, ma per ragioni diverse da quelle che ha esposto il Consigliere Rivalta.
Votiamo favorevolmente la richiesta di ritiro della difesa della Regione in sede di TAR unicamente per coerenza con l'atteggiamento che il nostro Gruppo ha tenuto in sede di approvazione della deliberazione del 4 gennaio 1985.
In quella sede, attraverso un ampio ed articolato intervento, mettemmo in evidenza il nostro si all'opzione nucleare, ma anche il nostro dissenso a che la scelta cadesse sull'area PO l. Siccome il meccanismo normativo non consentiva una scelta, ma esclusivamente l'assenso o il dissenso per Trino per cui esprimere dissenso avrebbe significato collocarci contro l'opzione nucleare, in quella sede noi non partecipammo al voto, pur motivando ampiamente che la nostra scelta ideale sarebbe stata per l'area PO 2.
In questa situazione, di fronte al contenzioso davanti al TAR. noi non possiamo che aderire a questo ordine del giorno, che significa che il TAR deciderà secondo giustizia, secondo, come si dice, la propria saviezza anche senza la difesa della Regione che si opponga all'impugnazione del provvedimento.



PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione per appello nominale tale mozione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 56 hanno risposto si 23 Consiglieri hanno risposto no 32 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
2) Mozione n.127 presentata dal Gruppo PCI che recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerato che dai tanti e gravi motivi di riflessione indotti dall'incidente catastrofico alla centrale di Chernobyl emerge con priorità ed urgenza la riconsiderazione delle condizioni di massima sicurezza degli impianti nucleari funzionanti e dei relativi piani di emergenza esterna preso atto che la Prefettura di Vercelli ha informato a mezzo stampa che il piano di emergenza esterna della centrale E. Fermi di Trino è stato di recente rivisto ed aggiornato da parte di una apposita Commissione all'uopo incaricata considerato che pur dalle scarse informazioni apparse sui giornali il piano suddetto appare alquanto inadeguato alla bisogna, anche in ragione del fatto che in esso non è neppure presa in considerazione l'eventualità di dover fronteggiare un incidente nucleare di estrema gravità considerato altresì che analogo lavoro di aggiornamento è attualmente in corso presso la Prefettura di Vercelli per quanto riguarda il piano di emergenza esterna per gli impianti nucleari di 'Saluggia (impianto FIAT-TTG di stoccaggio degli elementi di combustibile nucleare esaurito, impianto sperimentale per il riprocessamento degli elementi di combustibile nucleare esaurito e deposito di rifiuti radioattivi ad alta attività gestiti dall'ENEA - EUREX) constatato che il Parlamento ed il Governo hanno deciso di indire una Conferenza nazionale sui problemi dell'energia, nell'ambito della quale le diverse opzioni e scelte energetiche dovranno essere responsabilmente riconsiderate sulla base delle necessarie garanzie di massima sicurezza rilevato che, in ordine alle problematiche di tale rilevanza e gravità per l'intera popolazione piemontese, l'iniziativa regionale non può esaurirsi nell'espressione di preoccupazioni e di voti verso i poteri centrali, ma deve articolarsi anche in iniziative dirette e qualificate, atte a concorrere all'innalzamento della conoscenza specifica dei problemi e alla ricerca delle necessarie soluzioni rilevato infine che la Regione Piemonte, per i motivi suesposti, deve proporsi di partecipare alla prossima Conferenza nazionale sulla base di un adeguato lavoro di preparazione delibera la convocazione entro il prossimo mese di settembre, e comunque prima della Conferenza nazionale, di una Conferenza regionale sull'energia che affronti: 1) le garanzie di sicurezza degli impianti nucleari di Trino, Saluggia e Boscomarengo e i problemi dello smaltimento delle scorie radioattive a bassa, media ed alta attività ivi depositati, nonché le misure di protezione delle popolazioni e dell'ambiente 2) la realizzazione dei programmi energetici non nucleari (risparmio teleriscaldamento, idroelettrico, metanizzazione, ecc.).
A tal fine impegna la Giunta: l) a definire, d'intesa con la VII Commissione consiliare, il programma organizzativo della Conferenza e ad assumere i necessari e immediati contatti con l'Università ed il Politecnico di Torino al fine di individuare, di comune intesa, il programma tecnico - scientifico preparatorio della Conferenza e le iniziative atte ad assicurare attraverso i necessari e documentati apporti pluralistici della comunità scientifica nazionale, il massimo di obiettività scientifica della Conferenza 2) a richiedere al Prefetto di Vercelli copia integrale del Piano di emergenza della centrale E. Fermi e a definire con ENEL ed ENEA: a) la messa a disposizione del materiale necessario b) la predisposizione di una prima visita conoscitiva agli impianti da parte di una delegazione Giunta - Consiglio c) la disponibilità, nelle forme da concordare, alla collaborazione ed al confronto con le strutture tecnico - scientifiche che opereranno alla preparazione della Conferenza.
Il Consiglio regionale delibera di dare mandato alla VII Commissione di nominare un apposito gruppo di lavoro che affianchi la Giunta nella preparazione della Conferenza".
Avrebbe diritto di replica uno dei proponenti la mozione, ma sempre in pregiudicato che la mozione non consente dichiarazioni di voto. Altrimenti il replicante viene ad essere vanificato in tutta la sua opera. La mozione è un'iniziativa più fondata, più rigorosa di un ordine del giorno. Ha pertanto diritto di intervenire uno dei proponenti a titolo di replica.
La parola al Consigliere Ferro.



FERRO Primo

La mozione l'abbiamo illustrata; non abbiamo avuto nel merito delle risposte per cui noi desidereremmo replicare dopo che qualcuno si sia pronunciato contro, altrimenti diventa difficile capire qual è l'oggetto della replica.



PRESIDENTE

Capisco il problema, però non c'è nessuno che chieda di pronunciarsi contro.



FERRO Primo

Io capisco che lei debba salvare la forma, ma c'è un problema di contenuto! Non dipende da lei ovviamente. Si pronunci uno contro, cosicch diventa agevole per noi replicare, altrimenti finirei con l'illustrare un documento che è già stato illustrato.



PRESIDENTE

Poiché non vi sono richieste di pronunciamento, ritengo si possa chiudere la questione e passare ai voti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ala. Ne ha facoltà.



ALA Nemesio

Signor Presidente, vorrei motivare la mia astensione dispiaciuta su questo documento. Non è un motivo legato alla cattiva volontà dei proponenti, ma semmai al fatto di avere ormai ampiamente capito - dopo gli incontri con l'ENEL. con l'ENEA e con tutte le autorità e istituzioni varie preposte a questo baraccone nucleare - che le conferenze regionali nazionali, internazionali sull'energia e sulla sicurezza sono definitivamente delle conferenze a carte truccate.
E' chiaro che conferenze come quella proposta a livello nazionale, da fare tra tre mesi, sono basate interamente su materiale e atti già esistenti, per cui non ci sarà nulla di nuovo da scoprire e da sapere che non si conosca già.
Dibattiti come quelli che sono avvenuti oggi, la volta scorsa o lunedì dimostrano che si sta parlando muro contro muro e non c'è nessuna volontà di prendere atto delle novità sopraggiunte. Richieste di conferenze di questo tipo, mettendo tutti insieme e pur dando atto della buona fede dei proponenti, lasciano il tempo che trovano e non dovrebbero,almeno per quanto riguarda la forza politica che io rappresento,ingannare nessuno.
Ormai tutto è già scritto e già detto. Ad esempio,sul problema dello smaltimento delle scorie lunedì l'ing. Naschi, quando qualcuno ha sollevato questo problema, ha fatto finta di non sentire, come sempre d'altronde. Non c'è nessun progetto per risolvere il problema delle scorie e neppure la prossima Conferenza lo risolverà. I problemi non si risolveranno, ma le scelte, come si può vedere qui, vanno avanti e in una maniera che non ha più nulla a che vedere con quella che viene detta la razionalità scientifica, quanto con l'idolatria e il feticismo del nucleare.
Quindi, anche per dare modo al collega Ferro di replicare, per quanto riguarda la Lista Verde,mi trovo costretto ad astenermi su un documento che propone una conferenza che mi pare non offra nessuna garanzia,purtroppo, di serio luogo di dibattito scientifico, fino a quando tutto il mondo del nucleare è in mano ad apparati ormai assolutamente ingovernabili dalle assemblee democratiche.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferro.



FERRO Primo

Sono convinto che nel dibattito attorno alla questione nucleare c'è tutta una serie di ragioni e di argomentazioni che in taluni casi possono essere di carattere ideologico, in altri di altro tipo. E' indubbio comunque che se c'era o se c'è una mozione che mantiene intatta la propria laicità è quella che abbiamo presentato noi.
Con questa mozione si fa il tentativo di entrare nel merito dei problemi della sicurezza non sulla base di quello che sarà la costruzione della nuova centrale, ossia del progetto unificato, ma sulla base di quella che è la situazione esistente oggi in Piemonte.
Attorno alla questione della sicurezza i problemi devono essere valutati sulla base dei progetti specifici che si definiscono. Per esempio: per quanto riguarda le centrali italiane che si dovranno costruire si prevede un massimo rischio con un rilascio di l.000 curie. Qualche anno fa è avvenuto in Inghilterra un incidente in cui il rilascio in atmosfera è stato di 30.000 curie.
Si sostiene comunque che in Italia i l.000 curie sono un dato reale per la semplice ragione che in Italia si prevede attraverso il progetto unificato di avere i cosiddetti tre involucri per cui ci sarebbe un contenimento tale da consentire un rilascio non superiore ai 1.000 curie.
Questo riguarda la situazione relativa al futuro, ma io voglio chiedere a coloro che su questa questione non si sono pronunciati qual è il rilascio massimo teorico nella centrale Enrico Fermi oggi a Trino Vercellese. Dico tranquillamente che questo io non lo so. Qual è il pericolo maggiore che abbiamo oggi rispetto all'Eurex di Saluggia? Dico tranquillamente che rispetto a questi problemi non ne so niente.
Molto probabilmente coloro che ritengono opportuno non pronunciarsi su questi quesiti o sono a conoscenza di quella che è la situazione di fatto e di quella che sarà la realtà futura nell'ipotesi di rilasci o altrimenti se non ne sono a conoscenza, nel momento in cui andranno a un voto eventualmente contrario, si assumeranno la responsabilità politica di un voto preso alla leggera su una mozione che non aveva certamente delle pregiudiziali di carattere ideologico.



ALA Nemesio

Chiedo che la si voti per parti separate.



PRESIDENTE

Con la votazione per appello nominale questo non è possibile.



ALA Nemesio

Non partecipo al voto per protesta, perché io intendevo astenermi soltanto sulle prime 4 righe.



PRESIDENTE

Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti 53 votanti 52 hanno risposti si 19 Consiglieri hanno risposto no 32 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri non partecipa alla votazione 1 Consigliere.
La mozione è respinta.
3) Ordine del giorno n. 128 firmato dai Consiglieri Benzi ed Ala il cui testo recita: "Il Consiglio regionale vista la decisione della Giunta regionale di andare ad un incontro con il Governo per una comune determinazione della graduazione dei lavori relativi alla centrale di Leri-Cavour, in attesa delle decisioni che assumerà la Conferenza nazionale sull'energia dell'ottobre prossimo, sui problemi della sicurezza degli impianti nucleari e sulla validità del PEN o la sua revisione rilevato che l'eventuale avvio dei lavori di scavo, anche per quelli preliminari (cosiddetti di scoticamento, cioè di circa un metro di profondità nell'ambito del perimetro di incidenza dell'impianto di Leri Cavour nel suo complesso), costituendo questi un'opera rilevante rappresentano una profonda compromissione dell'impegno insito nel concetto di 'graduazione' dei lavori votato dal Consiglio regionale nella seduta del 22/5/86, che significava non avviare o proseguire quei lavori 'irreversibili' (o grandemente onerosi per gli eventuali ripristini), in attesa delle determinazioni ultime sulla centrale di Trino in base a quanto scaturirà dalla Conferenza sopra citata osservato che da qualche settimana, cioè subito dopo l'approvazione in Consiglio regionale del succitato concetto di 'graduazione', sul sito di Leri - Cavour sono iniziati, a ritmo intensivo, operazioni di escavazione i cui lavori si protraggono anche in orari serali e giorni festivi impegna la Giunta regionale a sospendere, per quanto di sua competenza ogni determinazione in merito al Piano di approvvigionamento degli inerti di cui all'allegato 2 del Protocollo d'Intesa tra Regione ed ENEL ad adoperarsi per rinviare, in via preliminare, le operazione di scavo (comprese quelle di scoticamento), data la profonda compromissione del territorio che tali operazioni comporterebbero, fino alle risultanze ed alle determinazioni che scaturiranno dalla Conferenza Nazionale sull'Energia, intervenendo altresì per sospendere le procedure relative alla terza tranche degli appalti per i lavori di precantiere a riferire, entro 30 giorni, sullo stato di avanzamento dei lavori, sia di quelli connessi con il sito di Leri - Cavour, sia di quelli relativi a commesse appaltate ad aziende ed imprese, in Italia ed all'estero, e finalizzate alla realizzazione della centrale".
Ha chiesto la parola il Consigliere Valeri per dichiarazione di voto.
Ne ha facoltà.



VALERI Gilberto

Il nostro Gruppo voterà a favore di questo ordine del giorno. La collega compagna Dameri aveva sollecitato l'espressione da parte della Giunta di una parola chiara, o quanto meno di una parola circa il delicato problema del prelievo degli inerti necessari ai lavori in atto della nuova centrale nucleare. Delicato ed importante perché di più ampio impatto ambientale, con effetti che valicano i confini della cosiddetta area di centrale e della stessa provincia di Vercelli.
Attualmente ci risulta che, stando alle dichiarazioni dell'ENEL contenute nel rapporto presentato ai Commissari della VII Commissione, si stanno prelevando volumi massicci di materiale da alcune cave autorizzate in precedenza ed in assenza di qualsiasi piano regionale sul prelievo degli inerti.
Tale piano era previsto dalla convenzione ENEL - Regione ed era sollecitato nell'ordine del giorno votato unanimamente, inclusi gli Assessori competenti Maccari e Sartoris, il 27/12/1985. Esso tuttora non è stato predisposto dalla Regione ne l'ENEL. che si era incaricato di presentare studi e progetti, finora lo ha fatto. Tali inadempienze non comportano, peraltro, il blocco del prelievo e delle escavazioni dalle quali l'ENEL sta attingendo e che erano state precedentemente autorizzate per altri fini e destinazioni, in particolare per corrispondere al fabbisogno dell'apparato dell'edilizia regionale, che a questo punto vengono sottratte alla loro destinazione originaria.
Evidentemente quindi questo fabbisogno,.a cui viene meno la possibilità di soddisfarsi, dovrà rivolgersi in altre direzioni ed in questo caso le cave potranno essere autorizzate al di fuori del piano che la convenzione Regione - ENEL prevedeva per la centrale. Quando emergerà che le imprese per il cui fabbisogno le cave erano state autorizzate scarseggiano dei materiali necessari per far fronte ai loro impegni produttivi, allora si dirà da parte dell'Assessorato che le licenze dovranno essere rilasciate singolarmente al di fuori di una qualsiasi visione complessiva di impatto ambientale e di governo di questa materia.
Per cui, di fatto, una parte di fabbisogno di inerti da parte dell'ENEL è stato sinora soddisfatta in deroga e, io aggiungerei, mi si consenta, in violazione di quelli che erano stati gli impegni reciprocamente assunti in sede di convenzione. Quando affermo "in violazione" non mi riferisco soltanto all'azione dell'ENEL. ma anche al venire meno degli impegni della Giunta, quale altro contraente di quella convenzione. Per tutte queste ragioni, e in assenza di chiarimenti da parte della Giunta, votiamo favorevolmente l'ordine del giorno in discussione.



PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione tale ordine del giorno.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto si 21 Consiglieri hanno risposto no 31 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'ordine del giorno è respinto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Dameri per una mozione d'ordine.



DAMERI Silvana

Intervengo per una mozione d'ordine.
Poiché vi sono ancora diversi altri ordini del giorno che prendono in considerazione aspetti parziali, chiedo alla Presidenza del Consiglio se non sia opportuno mettere in votazione prima questi documenti.



PRESIDENTE

La richiesta è accolta.
4) Ordine del giorno n. 145 dei Consiglieri Adduci, Ala e Reburdo, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte richiamato che, in data 9 luglio 1986 si è svolta la visita istruttoria sul sito di Leri - Cavour in ordine al progetto ENEL di dewatering considerato che, in merito a detto progetto, sono stati presentati 660 esposti di privati, più quelli delle associazioni di categoria agricole delle utenze irrigue, dei Comuni limitrofi a Trino, degli ambientalisti nei quali - richiamando le risultanze del gruppo di lavoro istituito in base alla Convenzione Regione - Atenei, che sottolineavano la necessità di ulteriori studi e prove sperimentali - si avanzano seri dubbi sull'attendibilità dei dati forniti dall'ENEL e si lamentano le carenze d'informazione in merito al progetto stesso (per quanto la completezza e la diffusione dell'informazione fosse richiesta dal Verbale d'Intesa) considerato che, al tempo della visita istruttoria, i ricorrenti chiedevano di poter disporre della documentazione completa e, una volta ricevuta questa, di poter disporre di altri 120 giorni per meglio esaminare il progetto considerato altresì che in merito dovrà pronunciarsi la Giunta regionale sia per quanto riguarda la concessione di ulteriori 120 giorni per l'esame del progetto, sia per la informazione richiesta, sia per la valutazione complessiva del progetto di dewatering presentato dall'ENEL impegna la Giunta regionale ad operarsi per fornire (ai sensi dell'art. 6 del Verbale d'Intesa) l'informazione richiesta dalle Associazioni e dai Comuni ricorrenti, ed a concedere, quindi, ai ricorrenti, ulteriori 120 giorni per esaminare il progetto di dewatering a richiedere - ricostituendo, ai sensi dell'ordine del giorno votato dal Consiglio regionale il 27 dicembre 1985, il gruppo di lavoro Regione Atenei - una valutazione sul progetto presentato dall'ENEL in merito al progetto di dewatering, in particolare chiarendo se permangono, o se siano state superate, le riserve avanzate nel rapporto conclusivo del novembre 1985".
La parola al Consigliere Stagliano per dichiarazione di voto.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Voterò a favore di questo ordine del giorno anche se, in verità, non chiede granché. Esso propone di dare alle associazioni e ai Comuni ricorrenti un'informazione che dovrebbe essere dovuta.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale ordine del giorno.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 55 hanno risposto si 20 Consiglieri hanno risposto no 32 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'ordine del giorno è respinto. 5) Ordine del giorno n. 146, presentato dai Consiglieri Majorino e Minervini il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte vista la decisione, a livello di Governo è di Parlamento Nazionale, di tenere - entro l'ottobre p.v. - una Conferenza Nazionale sull'Energia: dalle cui risultanze dovrebbe potere emergere una definitiva decisione in ordine alla prosecuzione della scelta concernente le centrali elettronucleari ritenuto che la Giunta regionale del Piemonte non è sino ad oggi stato un soggetto interlocutore con l'ENEL - in ordine ai lavori concernenti la centrale di Trino - con la necessaria assistenza tecnico - scientifica di un apposito Comitato Università - Politecnico di Torino ritenuto che la vicina data della Conferenza Nazionale sull'Energia da un canto, e le dichiarazioni rese dall'ENEL in ordine alle prospettive di proseguire in certi tipi di lavori preliminari (geoticamento, ecc.) suggeriscono una responsabile pausa di sospensione ciò premesso il Consiglio regionale invita la Giunta a fare gli opportuni passi presso il Governo e il competente Ministero dell'industria, onde sino alla conclusione dei lavori della Conferenza Nazionale sull'Energia - vengano sospesi i lavori della centrale di Trino".
Non essendoci dichiarazioni, di voto lo pongo in votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 55 hanno risposto si 22 Consiglieri hanno risposto no 32 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'ordine del giorno è respinto.
6) Ordine del giorno n. 149 presentato dal Consigliere Staglianò il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte sentita la comunicazione della Giunta in merito al proseguimento dei lavori relativi alla centrale nucleare di Leri - Cavour preso atto della opposizione formale presentata presso la Regione Piemonte Servizio Opere Pubbliche e Difesa del Suolo - da 660 produttori agricoli proprietari e affittuari dei terreni siti nei Comuni dell'area PO l, contro la domanda dell'ENEL di scavare 23 pozzi nell'area della centrale per estrarre le acque sotterranee al fine di consentire l'abbassamento della falda freatica necessaria per il getto delle fondazioni degli edifici costituenti l'isola produttiva tenuto conto che l'abbassamento della falda freatica, prima di 15 metri e poi di 5 metri rispetto al livello della falda media, rappresenta una minaccia gravissima per l'irrigazione dei terreni della vasta zona interessata considerato che nel comprensorio Vercellese esiste una stretta connessione tra il regime delle irrigazioni, e quello della falda freatica, e che un'alterazione dell'attuale equilibrio della falda freatica sotterranea (e quindi del suo livello di regime) sottrarrebbe all'intera pianura vercellese una parte della sua dotazione idrica irrigua con dannose conseguenze nella produzione risicola e cerealicola, specie per le zone più meridionali rilevato che è in preparazione per il prossimo autunno una Conferenza nazionale sulla sicurezza degli impianti atomici, i cui lavori potrebbero mutare alla luce del gravissimo incidente di Chernobyl - i parametri sin qui ritenuti validi per la costruzione della centrale nucleare di Leri Cavour, e che i danni economici ed ambientali determinati dalle operazioni di dewatering nell'area PO 1 apparirebbero a quel punto ancora più ingiustificati; impegna la Giunta regionale ad accogliere la formale opposizione presentata dai 660 produttori agricoli, proprietari e affittuari dei terreni siti nei Comuni dell'area PO l, e di non dar corso alla domanda dell'ENEL di procedere alla escavazione dei 23 pozzi necessari per l'operazione di dewatering, almeno fino alle conclusioni della Conferenza nazionale sulla sicurezza nucleare".
La parola al Consigliere Ferro per dichiarazione di voto.



FERRO Primo

In questo strano gioco delle parti noi voteremo a favore di questo ordine del giorno, ma gradiremmo che la risposta di voto contrario venisse dalla Giunta e questo non perché si definisca meglio qual è l'oggetto del contendere e quali sono le posizioni, quanto piuttosto perché l'ordine del giorno presentato da DP apre alcuni interrogativi su cui sarebbe opportuno un pronunciamento della Giunta.
Si tratta di 23 pozzi che sono, si presume, fuori dalla guida tecnica n. 10. Sono quindi opere che vanno al di fuori di quella che è la preparazione già predeterminata del sito. Ora questo tipo di opere non pu essere disgiunto sul piano della complementarietà dal dewatering, la cui consistenza come opera è ben maggiore dei 23 pozzi. Se non può essere disgiunto dal dewatering, e su questi 23 pozzi c'è l'atto dell'autorizzazione tant'è che c'è un'istruttoria del Genio Civile, con le osservazioni e la decisione finale - si presume che sullo stesso dewatering debba esserci analoga istruttoria. Se così è, e qui chiedo dei chiarimenti non ha senso chiedere al Governo (come fa l'ordine del giorno della maggioranza, quello finale, che entra nel merito della graduazione) di procedere all'interruzione dei lavori del dewatering, perché tale interruzione dovrebbe vedere come soggetto protagonista la Regione, che ha solo da non dare l'autorizzazione, a meno che non ci sia già stata da parte della Regione una autorizzazione precedente e in questo caso credo esista l'istituto della revoca.
Sono questi gli argomenti su cui sarebbe opportuno che da parte del Governo regionale venissero delle risposte puntuali, anche per capire meglio il senso delle proposte avanzate in altri ordini del giorno, che prendono spunto comunque da problemi che hanno un'analogia, un fondamento nel documento presentato dal collega Staglianò.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore all'energia

Non c'è ancora stata alcuna autorizzazione da parte della Regione circa il dewatering. L'ultima riunione si è avuta il 30 aprile con l'ENEL e con gli Atenei.
L'ordine del giorno della maggioranza chiede al Governo di rinviare il dewatering.
Le autorizzazioni del Governo sono relative alle opere di scavo delle vasche (m. 400 x 400 x 25) non ai lavori di emungimento. Noi chiediamo che siano rinviate tali autorizzazioni.
Ribadisco che la Regione non ha avviato alcun processo di autorizzazione.



BONTEMPI Rinaldo

C'è comunque un problema d'intesa che la Regione da parte sua non conceda le autorizzazioni.



MACCARI Eugenio, Assessore all'energia

E' insito nel documento di maggioranza: non è che da una parte si chieda al Governo di non procedere dall'altra si dia poi l'autorizzazione.
E' una questione di coerenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala per dichiarazione di voto.



ALA Nemesio

Provvedo a fare una dichiarazione di voto favorevole sull'ordine del giorno presentato dal collega Staglianò. Sul problema del dewatering si.avvitano ormai delle posizioni che francamente non riesco a capire.
Anch'io ho notato nell'ordine del giorno, sul quale interverr successivamente, presentato dalla maggioranza questa sorta di gioco delle parti per cui pare che il dewatering sia di competenza governativa quando invece a me risulta (anche se sono chiaramente ancora un novellino qui dentro e tutti saranno più bravi di me sugli iter autorizzativi) che l'ordinanza di autorizzazione venga firmata dal Presidente della Giunta regionale e che, per quanto riguarda invece le autorizzazioni governative in merito, non ve ne sia più nessuna da rilasciare, perché il decreto del Ministero dell'industria che autorizzava i lavori del precantiere comprende anche questa attività che rientra (come ha anche confermato l'ing. Naschi lunedì mattina) tra quelle previste dalla "GT10". A me risulta che l'istruttoria sia stata fatta da uffici regionali e che questa spetti alla Regione. E' in ogni caso importante la posizione di rinvio in merito a questa decisione per quanto attiene la Regione. Qui si dimentica sempre (alla ricerca, così come è scritto nell'ordine del giorno del pentapartito dell'armonia con le decisioni parlamentari) che tra l'ENEL e il Parlamento o l'ENEL e il Governo sta una Regione con un suo verbale di intesa, con la sua autonomia e con le sue autonome possibilità di rapporto, controllo e governo della situazione. Ho qui una serie di interventi della famosa seduta del 4 gennaio: il Consigliere Marchini diceva trattarsi di una scelta da governare da parte dell'ente regionale e le stesse cose vengono dette dai Consiglieri Brizio e Petrini, che vi ritrova il punto di partenza per governare, l'intera provincia di Vercelli, la Regione Piemonte, la programmazione e altre cose di questo genere. Mi pare che il 4 gennaio tutti dicessero che la Regione Piemonte sceglieva per poter governare i processi, mentre le altre Regioni invece no. E hanno avuto ragione le Regioni a non scegliere, perché nel frattempo nessuno ha scelto per loro ed il CIPE si è ben guardato dall'operare questa scelta in un anno e mezzo di potere sostitutivo. Allora si disse: noi scegliamo, perché siamo forti di un verbale di intesa e saremo così forti da poter governare il processo.
Adesso dopo Chernobyl almeno qui, non si fa altro che scaricare sull'ENEL.
sul Governo e sul Parlamento, perfino su Vienna. La Regione è totalmente scomparsa e vuole perfino scomparire anche da un atto di sua specifica competenza quale quello dell'autorizzazione per 23 pozzi. Cioè si fa finta di pensare che tocchi a Craxi o Andreotti o a Spadolini (a seconda chi sarà il nuovo Presidente del Consiglio e delle rispettive speranze), ad un Presidente del Consiglio che sarà comunque disponibilissimo a firmare.
Allora, ricordiamoci che sarà invece la Regione a firmare questo atto e lo firmerà il Presidente Beltrami. Riprendiamoci le competenze della Regione.



PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione tale ordine del giorno.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto si 23 Consiglieri hanno risposto no 31 Consiglieri.
L'ordine del giorno è respinto.
7) Ordine del giorno n. 156 firmato dai Consiglieri Reburdo e Ala, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale ritenendo prioritario salvaguardare la salute e la sicurezza dei cittadini accompagnandola ad una attiva difesa dell'ambiente e della natura considerando la produzione agricola un settore economico essenziale per un equilibrato e corretto sviluppo economico prendendo atto che attorno alla scelta nucleare cosiddetta di pace, in particolare dopo il pauroso incidente di Chernobyl, si è aperto un dibattito critico che la rende sempre più discutibile, inutile e dannosa sia per l'economia che per l'ambiente, la sicurezza e la salute dei cittadini sottolineata l'importanza democratica della richiesta di oltre un milione di cittadini di referendum decisionali sulla scelta nucleare considerato essenziale accogliere le istanze locali, del sito PO 1, sede dell'insediamento elettronucleare piemontese, che chiedono l'annullamento di tale decisione considerato anche che stanno emergendo sempre più le caratteristiche di non idoneità dell'area PO 1, già note in passato, ma ora suffragate dagli stessi documenti dell'ENEL e degli Atenei, caratteristiche sempre meno rispondenti ai requisiti di idoneità previsti dal PEN il Consiglio regionale del Piemonte chiede che si creino tutte le condizioni istituzionali e politiche affinché i referendum sulla scelta nucleare si tengano entro le date previste per garantire ai cittadini il diritto di decidere che in attesa dei referendum e degli approfondimenti, sulla sicurezza in corso di avvio a livello nazionale ed internazionale, vengano sospesi tutti i lavori in corso, gli appalti e tutte le procedure previste".
La parola al Consigliere Reburdo.



REBURDO Giuseppe

Faccio un'eccezione di comprensione. Sarà pur vero che sono stati presentati tanti ordini del giorno; che qualche Consigliere può anche stancarsi rispetto a questo dibattito; che la Giunta ha la maggioranza e procede come un panzer; ma sarà anche indispensabile che qualche volta rispetto a delle proposte, si venga degnati di uno sguardo, voglio dire di una piccola, breve, sintetica parola o opinione, rispettò alla quale almeno ci sia un'interlocuzione, perché se la mettiamo su questo piano, sul piano cioè di saper solo dire dei no, noi ci comporteremo di conseguenza, ma che almeno, ripeto, qualche segnale venga dato. Noi non siamo qui per fare i pagliacci. Se facciamo questo, è perché abbiamo dietro delle proposte.
Chiederemmo sommessamente, e se non è possibile ne prendiamo atto, che qualche volta la Giunta, qualche Capogruppo della maggioranza, qualche Consigliere, ci dicano come mai si comportano in questo modo e giustifichino il loro no. Una soddisfazione di rapporto minimale deve essere pur data, ma su ogni documento ciò non avviene.



PRESIDENTE

Non essendoci dichiarazioni, pongo in votazione tale ordine del giorno.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto si 6 Consiglieri hanno risposto no 32 Consiglieri si sono astenuti 16 Consiglieri.
L'ordine del giorno è respinto.
8) Ordine del giorno n. 150 presentato dal Consigliere Pezzana.
La parola al Consigliere Pezzana.



PEZZANA Angelo

Io ritiro il mio ordine del giorno perché di fronte a votazioni come queste, in cui ci sono Consiglieri socialisti antinucleari, che invece di essere qui a votare, quindi essere per un minimo coerenti con quanto hanno sostenuto solo alcuni giorni fa, rimangono nel corridoio; credo sia una dimostrazione di non volere giocare con chi usa carte truccate, quindi non volere stare in un'assemblea che accetta e passa sotto silenzio o cose di questo genere.
Ritiro il mio ordine del giorno che tutto sommato è identico a quello del PCI, chiede le stesse cose, anche per far notare la profonda incongruenza del PCI che si è astenuto sul documento presentato dai Consiglieri Reburdo e Ala, in cui si chiedevano delle garanzie perché i referendum venissero fatti, mantenuti e che non si facessero delle "porcherie" a livello di Corte Costituzionale per l'annullamento dei referendum.
Ora se il PCI non ritiene di votare un ordine del giorno così chiaro di rispetto nei confronti dei referendum, che sono stati chiesti anche dalla Federazione giovanile comunista, mi chiedo a questo punto che tipo di pressione potranno mai fare i Consiglieri comunisti regionali piemontesi dopo che stamattina io ho chiesto loro di far pressioni sul PCI a livello nazionale perché si facesse attenzione a che non venissero scippati i referendum, come avvenne nell'80; il collega Calligaro mi ha detto che la loro posizione è chiarissima in Senato e poi si astengono sull'ordine del giorno presentato dai Consiglieri Reburdo e Ala.
Mi chiedo se il PCI ha fatto un errore nell'astenersi, allora lo dica chiaro e tondo poiché è possibile sbagliarsi (sbaglia il primo e così tutti gli altri), oppure crede veramente che non si debbano avere garanzie sul fatto che i referendum vadano a buon fine e non vengano eliminati da una Corte costituzionale che troppo sovente agisce secondo criteri politici.
Di fronte a questa situazione ho fatto una considerazione su alcune assenze ed un'altra sull'atteggiamento del PCI.
Sulla prima non c'è niente da dire, se non prenderne atto; sulla seconda invece gradirei che il PCI mi rispondesse per capire e far capire anche agli altri Consiglieri, oggettivamente sui referendum quale posizione ha, perché non può astenersi qui e dire che è,d'accordo.
Per evitare una votazione su due ordini del giorno che sono tutto sommato simili ritiro il mio, ma chiedo che il PCI si pronunci su questa astensione perché francamente non so più cosa pensare.



PRESIDENTE

Passiamo all'esame del successivo ordine del giorno: 9) Ordine del giorno n. 144 firmato dai Consiglieri Dameri, Valeri Calligaro, Rivalta, Ferro e Bontempi, il cui testo recita: "Sentita la comunicazione della Giunta regionale considerato che la logica cui si ispira la Giunta è quella di procedere ignorando il ripensamento sull'uso delle tecnologie elettronucleari, sugli standards di sicurezza ed i piani di emergenza, che si svolge a livello internazionale dopo l'evento catastrofico di Chernobyl il Consiglio regionale chiede che, in attesa della Conferenza Nazionale sulle politiche energetiche, si interrompono i lavori in corso di preparazione del cantiere, si sospendano gli appalti non banditi e le gare non aggiudicate".
La parola al Consigliere Valeri.



VALERI Gilberto

Se mi si consente, prima dell'illustrazione dell'ordine del giorno desidero dare i chiarimenti a cui il collega Pezzana ci ha invitati.
A prescindere dalla incomprensibilità del ritiro del suo ordine del giorno motivato dalla polemica con le posizioni di altri Gruppi, dato che a questa stregua, avendo votato i precedenti ordini del giorno sul nucleare in sua assenza, anche noi avremmo dovuto ritirarli oppure addebitare a lui la risicata sconfitta di quegli ordini del giorno...



(Interruzione del Consigliere Pezzana)



MARCHIARO Maria Luisa

Con il tuo voto facevamo cadere la Giunta!



PEZZANA Angelo

No, perché Benzi è uscito.



VALERI Gilberto

No, no. Si giunse 28 a 28. Con la tua presenza,Consigliere Pezzana passava la sospensione e non la graduazione.



PEZZANA Angelo

Avevo comunicato la mia assenza già da 15 giorni, e cioè prima che avvenisse Chernobyl.



VALERI Gilberto

Lascia stare come l' hai motivata perché tu qualche ragione ritieni sempre di averla.



PEZZANA Angelo

Io non ero nel corridoio, Valeri. Ero a 3.000 chilometri di distanza è c'è una bella differenza tra l'essere nel corridoio e l'essere a 3.000 chilometri.



VALERI Gilberto

Io non ti sto dicendo che eri nel corridoio, però eri assente.
Ci siamo ben guardati dall'attribuire quella non vittoria...



PEZZANA Angelo

Scusa Valeri, non capisco se questa tua difesa d'ufficio stia appartenendo ad un altro partito che fa parte del pentapartito. A questo punto la Giunta ha una difesa da parte tua.



VALERI Gilberto

No, no, non hai capito. Scusa Pezzana, io mi sono riferito alla tua affermazione circa un ritiro dell'ordine del giorno adducendo motivi polemici nei nostri riguardi.
Fatta questa precisazione, desidero chiarirti che la nostra posizione non contiene in sé nessuna valutazione di merito contraria alla richiesta dei tre referendum.
Abbiamo ritenuto, e peraltro qualche riconoscimento in questo senso ci è venuto anche dal fronte ambientalista, che la forma più appropriata di pronunciamento popolare sul nucleare sia quella del referendum consultivo.
Abbiamo segnalato alcuni limiti, ma ci siamo ben guardati dall'assumere un atteggiamento in qualche modo contrario ai tre referendum.
Aggiungo anche che nella misura in cui il referendum consultivo, per il rifiuto di altri, venga impedito, credo, personalmente, che dovranno essere utilizzati tutti gli strumenti disponibili perché la popolazione possa pronunciarsi.



(Scambio di apostrofi tra il Consigliere Pezzana e i Consiglieri comunisti. Richiami del Presidente)



VALERI Gilberto

Tornando all'ordine del giorno, le motivazioni generali a sostegno dello stesso sono state illustrate ampiamente e in modo qualificato dall'intervento del compagno Rivalta stamattina, oltre che da altri interventi di compagni Consiglieri del mio Gruppo.
Vorrei aggiungere un richiamo, che può apparire velleitario visto il clima che aleggia nell'aula, circa l'opportunità che il confronto e la polemica avvengano nel rispetto delle reali posizioni di ognuno. E' un mero espediente strumentale attribuire alla nostra richiesta di sospensione come ha fatto il Capogruppo della DC, il significato di un capovolgimento di posizioni rispetto al passato.
Gli eventi di cui più volte abbiamo discusso in quest'aula hanno imposto a tutti di riconsiderare e verificare le proprie posizioni non solo in ordine alla sicurezza del nucleare, ma anche alle scelte strategiche in campo energetico. La Conferenza nazionale risponde a questa esigenza e i risultati a cui essa perverrà dovranno a nostro giudizio essere sottoposti qualora là si scelga la prosecuzione del nucleare, alla verifica di una consultazione popolare. Chiedere il blocco dei lavori e la sospensione degli stessi, lungi dall'essere una forzatura, rappresenta un atteggiamento di coerenza rispetto ad una verifica che vogliamo sia reale e senza pregiudizi e condizionamenti. Riteniamo che essa sia una posizione chiara,e scientificamente oltreché politicamente, corretta.
Altra invece è la posizione di chi dopo aver condiviso la richiesta di verifica delle scelte assume comportamenti che rischiano di rendere la verifica stessa un fatto formale, una sorta di questione da sbrigare in fretta, avendo già a priori deciso che tutto procederà come prima.
La posizione dei cosiddetti gradualisti è contraddittoria ed ambigua mi riferisco alle posizioni che la maggioranza ci ha proposto in questa seduta, anche se si tratta di una parziale retromarcia rispetto all'atteggiamento di netta chiusura assunta dalla Giunta e da quattro dei cinque partiti della maggioranza nella precedente seduta del Consiglio regionale. E' una posizione del tutto insufficiente ed inadeguata rispetto alla necessità di garantire che la pausa di riflessione da tutti a parole affermata non venga ridotta a pura finzione..
La posizione di chiedere, la sospensione dei lavori, oltre ad avere in sé un'intima e profonda coerenza, corrisponde anche alle verifiche compiute in questi giorni circa la cosiddetta graduazione dei lavori.
'Il collega Brizio ha parlato della riunione svoltasi lunedì con ENEL.
ENEA e Ministero dell'industria, dandone una valutazione da cui apparirebbe che dalla riunione è uscita una sorta di sostegno generalizzato alle posizioni del pentapartito.
In effetti in quella riunione, al di là della reiterata riproposizione di quanto l'ENEL era andato dicendo in queste settimane al Comune di Trino agli Enti locali della zona e alla stessa Regione in ordine alla sua volontà di procedere nei nuovi appalti e nella conclusione dell'iter degli appalti già banditi e non ancora perfezionati e al di là anche di qualche giustificazione generica quale l'affermazione dell'ing. Naschi circa il fatto che tutto ciò che è preliminare è reversibile, sono emerse alcune notizie di tutt'altro segno. Lo stesso ing. Naschi ha infatti dichiarato in ciò non smentito dal rappresentante del Ministero dell'industria, che per quanto concerne la prosecuzione delle procedure per la localizzazione della centrale in Lombardia l'ENEA è nelle condizioni di consegnare il suo parere circa il rapporto dell'ENEL. ma che ha chiesto al Ministero di non consegnarlo in attesa della Conferenza nazionale.
Non sto a descrivere il clima di gelo che è calato sui membri di maggioranza della Commissione a quella dichiarazione, anche se ora si fa buon viso a cattivo gioco e si cerca di rifugiarsi nel sarcasmo e nell'irrisione. Rimane il fatto che è stato dichiarato espressamente che un atto dovuto e previsto dalla legge, l'ENEA lo rinvia ritardando i processi di localizzazione e lasciando il Piemonte quale unica ipotesi di localizzazione nucleare.
Anche le argomentazioni circa i costi che lieviterebbero per l'eventuale ritardo di 6 mesi, alla luce di questa dichiarazione,appaiono una forzatura, perché che i tempi di entrata in funzione degli impianti slittino prima della localizzazione oppure a localizzazione avvenuta il risultato sui costi non cambia, sono sempre mesi od anni che trascorrono costi che lievitano e produzione elettrica che viene a mancare.
Quindi, le tesi su cui si poggia la posizione della maggioranza per respingere la richiesta di sospensione, consistente nel condividere le preoccupazioni e le dichiarazioni dell'ENEL circa le perdite economiche sono state smentite platealmente e pubblicamente.
Se non si vuole ridurre questa discussione ad una mera passerella dall'esito precostituito, occorre che la maggioranza si confronti con gli argomenti reali emersi dal dibattito. Sarebbe cioè auspicabile che sui temi specifici che sorreggono la richiesta di sospensione non ci sia da parte della maggioranza un rifiuto aprioristico e un muover d'armenti chiamati al voto ottuso e silenzioso. Auspichiamo cioè un confronto reale, come confronto reale - lo voglio ricordare - si ebbe nei dibattiti che precedettero la delibera per la localizzazione della centrale. Allora vi fu in quest'aula un dibattito serio, franco, che ruppe, divise e mise a confronto posizioni anche non identiche all'interno dei Gruppi della maggioranza d'allora. Il pluralismo, la libertà di espressione furono affermati e si concretizzarono nel voto.
L'atteggiamento del pentapartito è tutt'altra cosa e ricorrenti affermazioni in ordine alla democrazia nei partiti e nelle assemblee misurate nei fatti, appaiono per quel che sono: vuote declamazioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala per dichiarazione di voto.



ALA Nemesio

In questa aula, dove oggi le dichiarazioni di voto sono quasi sempre a favore, anche la mia si inserisce in questo filone, cosicché finiremo con l'avere un intero dibattito dove le dichiarazioni di voto sono tutte a favore (e dove tutto viene poi respinto).
Avendo finalmente l'accesso al microfono inizio col far presente il mio profondo stupore rispetto all'astensione del PCI sul precedente ordine del giorno a firma mia e del Consigliere Reburdo. Sono stupito ed amareggiato mi auguro (visto che nessuno legge gli ordini del giorno) che non sia stato letto con attenzione poiché non chiedeva assolutamente un assenso sul referendum, ma la garanzia, che avrei voluto sottoscritta da tutti i Gruppi, compresi quelli della maggioranza, del rispetto delle regole del gioco costituzionale nel nostro Paese.
Il PCI si è astenuto e gli altri Gruppi hanno votato contro assumendosi così responsabilità e l'impegno di giocare per vanificare il milione di firme raccolto per il referendum. Fin d'ora si dichiara di essere già all'opera per togliere...



(Interruzione del Consigliere Ferro)



ALA Nemesio

Se queste obiezioni fossero state espresse prima, se fossero state concretizzate in un emendamento avremmo accolto correzioni formali, in caso di errori da parte nostra.
La sostanza era: un impegno dell'Assemblea regionale piemontese affinché si rispettino le regole del gioco sul referendum. Le forze di maggioranza hanno votato contro, il PCI si è astenuto. Questo è quanto è accaduto.
Questa è un'indicazione che cercheremo di dare con chiarezza; come abbiamo già sentito alla televisione, sappiamo che lo scippo dei referendum come ha già detto il Consigliere Pezzana - fa parte degli accordi del pentapartito riesumato che si va ricostituendo, uno dei punti è quello.
Riscontriamo quindi come questa linea valga anche per il Piemonte.
Vengo ora al mio voto favorevole a questo ordine del giorno. Una breve digressione: ieri sera, poiché presumevo che quella di oggi sarebbe stata una giornata nella quale avrei dovuto scegliere tra il battere la testa contro il muro o lo starmene con le mani in tasca "tanto si va avanti sino alle 20.00", ho visto alla televisione il film "Orizzonti di gloria" di Stanley Kubrick, lo stesso regista de "Il dottor Stranamore" sul problema della guerra nucleare e "Arancia meccanica". Mentre guardavo la televisione, riflettevo sul fatto che era lecito pensare che quel tipo di generali della I guerra mondiale che compariva nel film che mandavano al macello la popolazione, i giovani a mucchio, fossero defunti. Non è vero: l'ottusità dei generali si riproduce nel modo in cui oggi ristrettissime oligarchie, simili , a quelle militari della I guerra mondiale, sottratte ad ogni controllo democratico popolare, gestiscono il rapporto con la popolazione. Vi si trova lo stesso distacco e lo stesso disprezzo in chi ha in mano la politica energetica nazionale in questo periodo. Nulla ferma oggi questa oligarchia come nulla fermava allora i generali di "Orizzonti di gloria". Si potevano massacrare intere divisioni, così come ora si possono mandare allo sbaraglio intere popolazioni e regioni.



PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione l'ordine del giorno n. 144 presentato dai Consiglieri Ala e Reburdo.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 55 hanno risposto si 23 Consiglieri hanno risposto no 32 Consiglieri.
L'ordine del giorno è respinto.
Passiamo ora al successivo ordine del giorno: 10) Ordine del giorno n. 155 presentato dai Consiglieri Adduci, Ala Reburdo, Valeri e Bresso,il cui testo recita: "Il Consiglio regionale informato che, nell'incontro tra la VII Commissione consiliare, gli Amministratori del Comune di Livorno Ferraris (VC) e numerosi abitanti nei pressi della costruenda centrale di Trino Vercellese, è stata evidenziata la pericolosità della situazione venutasi a creare a seguito del transito degli automezzi adibiti al trasporto di inerti destinati al cantiere della centrale rilevato che, effettivamente, tali automezzi, in violazione delle più elementari norme del Codice della strada, viaggiano con elevata frequenza e a velocità sostenuta, tanto da aver già causato numerosi incidenti lungo quelle strade strette fatto presente che le operazioni finora eseguite, pur mettendo seriamente in pericolo l'incolumità pubblica, non rappresentano - nella loro rilevante entità - che una minima parte dell'attività di trasporto degli inerti e che, conseguentemente, i pericoli, già in atto, sono destinati ad aggravarsi sempre più se i lavori non verranno fermati evidenziato che il Verbale di Intesa Regione - ENEL precisa la 'regolamentazione dei trasporti e del traffico da e per il cantiere e di ogni altra attività suscettibile di creare rumore, polvere, molestia o danni accidentali oltre l'area di esclusione', mentre non sembra.esercitarsi alcun rispetto di detta clausola da parte dell'ENEL n svolgersi alcuna azione di controllo da parte della Regione; impegna la Giunta a far si che il Verbale di Intesa venga rispettato, almeno nella parte riguardante la sicurezza stradale chiede di essere informato - a scadenza bimestrale - sull'entità e le conseguenze, sull'ambiente e sui cittadini, del traffico dei veicoli pesanti da e per il cantiere e vengano forniti i dati relativi al numero dei passaggi, ai percorsi seguiti, alle quantità di inerti trasportate ed alle infrazioni rilevate a seguito dei controlli invia affinché ogni organo, per quanto di competenza, operi al fine di garantire l'incolumità e la sicurezza dei cittadini, il presente ordine del giorno ai sigg. Sindaci dei Comuni interessati al traffico sopra richiamato al sig. Presidente della Provincia di Vercelli al sig. Prefetto della Provincia di Vercelli al sig. Questore della Provincia di Vercelli ai Comandi Territoriali dei Carabinieri, della Polizia Stradale, della Guardia di Finanza".
Ha chiesto la parola l'Assessore Maccari. Ne ha facoltà.



MACCARI Eugenio, Assessore all'energia

La Giunta è d'accordo di accettarlo, come raccomandazione,e di intervenire in tal senso sul Prefetto e sulla Polizia stradale della Provincia di Vercelli.
Non siamo in grado di votare un documento nel quale si dica che gli automezzi pesanti viaggiano con elevata frequenza e a velocità sostenuta perché può essere vero, però non sta a noi affermarlo in base ai documenti che abbiamo. Interverremo indubbiamente sul Prefetto e sulla Polizia stradale e i dati raccolti saranno trasmessi alla VII Commissione per seguire l'andamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Adduci.



ADDUCI Donato

Se il problema è riferito soltanto alle parole "rilevato che tali automezzi ecc..." possiamo anche toglierle, però noi chiediamo che questo ordine del giorno venga messo ai voti, a prescindere da queste quattro righe, e .venga inviato agli Enti in esso indicati.
Facciamo presente che questo è effettivamente il livello infimo di sicurezza, ci fa piacere che vi siate almeno persuasi di intervenire su questo livello.
Speriamo che facciate altri progressi e che, soprattutto, comportamenti come quelli di oggi non si verifichino più da parte della maggioranza.



PRESIDENTE

L'insieme del documento viene accettato come raccomandazione; ci sono alcuni incisi che si riferiscono a situazioni che si aggraverebbero sempre più qualora i lavori non venissero fermati.
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

La gravità della situazione è già evidenziata nei piani di lavoro dell'ENEL. Finora sono arrivati in cantiere 200 mila metri cubi ne devono arrivare 6 milioni, se i lavori proseguono è chiaro che ci sarà un ulteriore incremento del traffico. E' un dato oggettivo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore all'energia

Se i lavori dovessero proseguire è previsto un adeguamento della rete stradale, come tu ben sai. La Giunta è contro la formulazione dell'ordine del giorno; ne accetta il contenuto come raccomandazione, ma non accetta alcuni passaggi già ricordati e non può neanche impegnarsi a dare bimestralmente dei dati che impegnerebbero un sistema di rilevazione sulle strade provinciali, perché da parte nostra è inattuabile. Dovremmo nuovamente chiedere all'ENEL una serie di dati.
Ho l'impressione che se ci si avvia su questa modalità, anche di rapporto, il problema della centrale nucleare di Trino diventerà un lavoro di statistiche all'interno dell'Amministrazione regionale che vedrà la necessità di assumere 200-300 dipendenti per poter raccogliere questi dati.
Nella sua formulazione è inaccettabile, mentre è accettato il contenuto del problema.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Adduci.



ADDUCI Donato

Chiedo che questo ordine del giorno venga messo ai voti. Vedo che la Giunta si è in parte pentita; raccomandino ciò che vogliono, noi chiediamo che sia votato.



PRESIDENTE

Lo pongo in votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto si 22 Consiglieri hanno risposto no 32 Consiglieri.
L'ordine del giorno è respinto.
11) Ordine del giorno n. 151 presentato dai Consiglieri Bontempi, Bresso e Rivalta, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerato che a pochi chilometri dalla frontiera italiana e piemontese, e quindi in area di forte rischio per tutta la popolazione della nostra regione, è localizzata la centrale francese Superphoenix (a cui partecipa tra l'altro l'Italia con una quota del 30%) a reattore veloce autofertilizzante, di un tipo unanimemente considerato dal mondo scientifico come molto pericoloso considerato che tutte le forze politiche si sono pronunciate in Consiglio regionale a favore di intese internazionali tese a garantire la sicurezza della popolazione rispetto alle centrali localizzate fuori dal territorio nazionale considerati i tempi lunghi con cui si stanno avviando le consultazioni e le intese a livello CEE ed europeo su questo argomento considerata invece l'urgenza di rassicurare la popolazione piemontese sulle misure di sicurezza relative alle centrali localizzate in un intorno di massimo rischio rispetto al territorio regionale impegna il Governo nazionale a prendere tutte le necessarie e opportune iniziative affinché la centrale Superphoenix non venga messa in esercizio almeno fino a che non siano state verificate e sancite dalla Comunità europea e dal consesso scientifico internazionale le condizioni di sicurezza del suo esercizio e definite le misure di informazione e di emergenza riguardanti ogni Paese interessato dalle possibili ricadute in caso di incidenti.
Invita altresì la Giunta regionale a prendere nel merito di questi problemi rapporti di informazione e collaborazione con le Autorità regionali e locali francesi nonché con gli Enti gestori dell'impianto".
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Ho un campionario di dichiarazioni di voto oggi estremamente ampio cari colleghi, e cerco di rendere vivace questa assemblea, per quanto mi è possibile. Voterò a favore di questo ordine del giorno, anche se lo far con un certo distacco.
Vorrei ricordare al PCI, ed anche alle altre forze politiche presenti in quest'aula, che se è importante adesso intervenire in merito al Superphenix, certo forse lo si poteva fare e più utilmente già quattro o cinque anni fa.
Mi pare inoltre di aver letto sull'ultimo numero della rivista dell'ENEA, noi ci informiamo e leggiamo le riviste della controparte (e l'ENEA è il vangelo del nucleare), che la centrale del Superphoenix sia già attualmente in esercizio. Vorrei quindi invitarvi a controllare questo. E' chiaro che se è già in esercizio bisogna spegnerla, e se quindi chiediamo che non venga messa in esercizio, chiediamo in subordine che, qualora già lo fosse venisse spenta.
Fatta la precisazione che il Superphoenix ha rovinato mezza montagna piemontese, a causa degli elettrodotti che sono scesi giù dalle Alpi tenuto conto che proprio la partecipazione dell'ENEL nelle centrali nucleari straniere è uno dei punti sottoposti a referendum, constatato che l'ENEL ci piglia bellamente in giro, e così pure i Ministeri, quando si lamenta che l'Italia acquista energia elettrica dalla Francia senza dirci contestualmente che questa energia è stata prodotta con soldi italiani, per cui non è nient'altro che un investimento all'estero di tipo tradizionale e che la multinazionale dell'uranio e del nucleare se ne frega bellamente così come delle conseguenze degli incidenti, delle frontiere e dei capitali; fatte tutte queste premesse , voterò a favore.
Infine ricordo quanto ha detto il collega Adduci la volta scorsa: già Nostradamus aveva previsto il Superphoenix.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Io voterò à favore dell'ordine del giorno presentato dal Gruppo comunista sulla questione del Superphoenix, oltre che per ragioni già dette, anche per un'altra, ancora, che mi permetto di richiamare e di sottoporre all'attenzione dei colleghi. Essa può essere utile per le discussioni che dovremo fare ancora in futuro sulla questione nucleare.
Venti giorni fa in questa stessa aula, in occasione del convegno organizzato dal mio Gruppo sul rischio nucleare senza frontiere, ha parlato l'ing. Ives Le Noire, uno dei quattro responsabili di "Green Peace" di Francia, esperto del progetto Superphoenix. Tra le tante argomentazioni che questo studioso e militante antinucleare ha portato al convegno - che è stata buona occasione di riflessione, io almeno ho imparato molte cose Le Noire ci ha ricordato come in Francia l'industria elettronucleare assorba il 30% del prodotto interno lordo, mentre invece produce il 6% di valore aggiunto.
Chi ha voglia di ragionare di queste cose ed è attento anche alla convenienza economica del nucleare (so che in questa assemblea ci sono colleghi che prestano attenzione ai problemi) penso che da questi dati potrebbe trarre qualche ragione in più per avere un approccio davvero razionale al problema del nucleare, per non continuare a fare come l'Assessore Maccari, il quale ha dichiarato alla rivista "VIP Piemonte" che il nucleare è irreversibile, senza spiegare bene perché mai così dovrebbe essere.
Anche dal punto di vista economico si va dimostrando sempre di più che il nucleare è un malaffare, e che, se davvero si volessero fare impianti sicuri - ammesso che ciò sia possibile, e noi riteniamo che ciò non sia possibile - dopo Chernobyl l'energia atomica è definitivamente anche antieconomica. Mi pare che l'ordine del giorno presentato dal Gruppo comunista offra anche questo spunto di riflessione, tenendo peraltro conto (come ricordava prima il collega Ala) che in questo malaffare francese l'Italia è impegnata per il 33% dei capitali. Che non è poco.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini per dichiarazione di voto.



MARCHINI Sergio

Prendo la parola, signor Presidente e colleghi Consiglieri, per motivare la nostra posizione nei 5 minuti consentitemi, ma se dovessi debordare chiedo di scusarmi perché è una dichiarazione di voto su tutti i documenti presentati dalle forze di opposizione.
Non c'è nessuna congiura del silenzio della maggioranza rispetto alla minoranza, non c'è nessuna latitanza della maggioranza rispetto al dibattito, c'è certamente il malessere, per uno che ama il lavoro parlamentare, di vedere così scaduto, strumentalizzato e improduttivo il lavoro parlamentare.
Io provo a chiedermi perché che cosa ha prodotto e se sia produttivo.
C'è una regola nella procedura penale che dice "ne bis in idem": su una cosa quando si è deciso e deliberato non si ridiscute subito dopo finch non ci sono fatti nuovi, tali da, dopo una serie di meditazioni, riportarci a discutere; mi riferisco al fatto che il dibattito di non molte settimane fa in ordine alla sospensione dei lavori della centrale di Trino aveva stabilito qual era la posizione della Regione Piemonte. Il senso della democrazia e dello Stato richiede che quando un'assemblea decide a maggioranza questa diventa una decisione dell'istituzione, quindi la Regione ha deciso, non la maggioranza.
E' certo che a questo punto di fronte ad un processo dialettico che la Giunta e la maggioranza hanno offerto all'opposizione, quello di misurare giorno per giorno il concetto di graduazione, la maggioranza e la Giunta avevano evidentemente dato per scontato l'aprirsi di un confronto molto serrato su come la Giunta avrebbe gestito l'onere che si era assunta di orientare il Governo, l'ENEL. l'ENEA e se stessa alla graduazione dei lavori, finalizzata all'obiettivo di non rendere irreversibile la scelta nucleare. Ho l'impressione che la maggioranza non sia stata abbastanza ferma nei comportamenti per portare avanti con decisione questa determinazione, la prova è nel fatto che noi stessi oggi presentiamo un documento che, a mio modo di vedere, pur avendolo sottoscritto, è del tutto fuori luogo perché questa materia è ormai di competenza dell'esecutivo della Giunta. Noi possiamo esprimere dei giudizi sulla Giunta, non possiamo più sostituirci alla Giunta. Quindi l'opposizione, a mio modo di vedere non ha fatto un lavoro molto significativo per le istituzioni. E' un lavoro apprezzabile, per carità, che dimostra grande attenzione ai problemi grande apertura a quanto ci viene richiesto dalla gente. Ma non solo l'opposizione è così attenta, lo siamo tutti, qualcuno è più disponibile anche perché ha meno responsabilità. Io sono stato per molti anni all'opposizione e so che quando si è all'opposizione si può dire tutto e il contrario di tutto, perché intanto chi risponde poi è la maggioranza.
Nel rispetto del senso dello Stato questa Regione ha deciso non molti giorni fa che non si andava alla sospensione, ma alla graduazione e qui vi debbo una spiegazione del perché il nostro Gruppo non è entrato nel dibattito sul quale, come è suo costume e sua abitudine ormai consolidata a prescindere dal numero dei suoi rappresentanti, non è mai stato latitante. Per la prima volta questo è successo. Mi pare che l'errore l'abbia compiuto l'opposizione in questo parossistico voler proporre e riproporre questioni. Sono disposto ad affrontare questioni proposte, ma non lo sono rispetto a questioni riproposte. Se noi ci fossimo trovati come maggioranza ed opposizione a misurarci rispetto alla gestione della graduazione, la nostra disponibilità a leggere, ad ascoltare e a riflettere con più attenzione e magari a condividere, sarebbe stata maggiore rispetto ad uno scenario che invece è stato scelto dall'opposizione di riproporre tutto, comunque e sempre.
Abbiamo sentito parlare delle cose più incredibili, tutte importanti: i 3 assi che rovinano le strade; il Superphoenix che è certamente il fenomeno energetico più inquietante di tutto il mondo. Vuol dire che c'è qualche cosa che ci è scappata di mano e allora,al di là del dibattito che stiamo svolgendo, mi rivolgo anche al Presidente della VII Commissione, non possiamo in modo parossistico, qualche volta per debolezza, qualche volta per protagonismo questa questione dibatterla in tutte le sedi contemporaneamente, senza nessuna articolazione, senza nessuna regia, senza nessun accordo, se questa regia non deve essere della maggioranza e della Giunta, ma del complesso delle forze politiche. Diamoci cioè uno scadenziario, un metodo per affrontare questo problema e per governare questa vicenda. Temo,altrimenti, che due siano le conseguenze che possono derivare: che sia del tutto svuotato lo sforzo, pur apprezzabile, che fa l'opposizione di portarci a riflettere, perché non lo,possiamo fare su tutto, comunque e sempre; possiamo riflettere su qualcosa, ancorché ci venga presentato in termini razionali ridotto a quello che è attuale rispetto a quando si decide, non già superato, per esempio,dalle decisioni del Consiglio. Uno degli inconvenienti gravi è che il lavoro del Consiglio finisce per essere un semplice esercizio verbale, brutto sia per chi lo subisce, sia per chi lo pratica. Ma è brutto anche che di fronte a questa parossistica complessità di domande la Giunta è nelle condizioni oggettive di non avere più lo spazio di ragionamento politico e di determinazione rispetto ai problemi stessi, per cui su questo andiamoci molto cauti qualunque sia la nostra posizione. Immaginiamo, chiuso questo dibattito, di fare un'incontro interpartitico,' compresa l'opposizione; cerchiamo di orientare i nostri momenti di verifica sui comportamenti della Giunta calendarizziamo a data fissa il nostro confronto sul nucleare. Questo mi sembra giusto, diamoci dei metodi, ma non lasciamoci prendere da questa parossistica voglia di continuare a parlare, dopodiché se uno dice "riflettere", l'altro per essere più efficace rispetto ai mass-media, alla gente che sente, dice "sospendere". Se ad esempio il collega comunista dice "sospendere Trino" io devo inventare qualcosa di più e dire "sospendere Superphoenix", dopodiché non so più cosa fare e tornerà la battuta di Kruscev di fondere il polo. Mi pare sia davvero una situazione fortemente delicata che sconvolge tutta la nostra capacità di approccio e di governo in questa tematica.
Vi prego di apprezzare questo mio intervento che vuole essere di spiegazione del perché non ci siamo pronunciati sui vostri ordini del giorno, che non vuol dire non avere considerato e riflettuto su molte cose che sono state scritte, tanto è vero che le più significative sono riprese nel documento di maggioranza. Contemporaneamente invito i colleghi delle forze politiche più attente a questi problemi di metodo, di comportamento e dei rischi che può correre l'istituzione nel suo complesso, perché possiamo tutti portare a casa qualche vittoria di Pirro. So benissimo che le 10/12 persone che stanno a sentire andranno a casa affascinati da alcuni nominativi, però se la Regione, nel suo complesso, non riuscirà a dare delle risposte né sulle cose grandi, né sulle cose piccole, anche quelli che sono riusciti a portare a casa magari qualche scritta sulla facciata di qualche chiesa - verranno travolti dal discreto degenerare dell'istituzione. Anche su questo invito i colleghi dell'opposizione a riflettere molto. Ritroviamoci alla fine di questo dibattito: cerchiamo di organizzare tra Consiglio, Giunta e Commissione un modo per continuare a ragionare, a confrontarci e a determinarci su questi problemi, utilizzando metodi e comportamenti che diano all'opposizione lo spazio di stimoli e di controllo, che mettano però la maggioranza nelle condizioni reali di rispondere agli stimoli e al controllo.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione di tale ordine del giorno.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto si 22 Consiglieri hanno risposto no 32 Consiglieri.
L'ordine del giorno è respinto.
12) Ordine del giorno n. 154 firmato dai Consiglieri Brizio, Mignone Rossa, Ferrara e Marchini; il testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte approva la comunicazione della Giunta del 10/7/86 considera significativo l'impegno dell'ENEL di riportare alle condizioni originarie i terreni e ogni altro elemento (canali, strade, ecc.) che sono oggetto di lavori, qualora le determinazioni della Conferenza Nazionale sull'Energia portassero all'annullamento della costruzione della centrale di Leri - Cavour, oppure ad una variazione del progetto iniziale (ad esempio variazione della potenza della centrale) richiede al Governo di non autorizzare l'avvio, o di procedere all'interruzione qualora alcuni lavori siano stati avviati, di tutte le opere dirette ed indirette relative al cosiddetto dewatering.
In armonia con le decisioni parlamentari invita il governo a vigilare sull'ENEL affinché non siano stipulati nuovi contratti.
Impegna la Giunta regionale a sollecitare l'ENEA ad effettuare un'attenta vigilanza sui lavori in costruzioni presso il sito di Leri con riferimento alle disposizioni di sicurezza e di impatto territoriale previsti dalla normativa tecnica tenendo altresì presenti le indicazioni recentemente approvate dal Parlamento in merito alla realizzazione del programma nucleare a dare rapidamente corso alla costituzione del Comitato Misto Regione ENEL - ENEA, allargato alla partecipazione di un rappresentante del Ministero industria, al fine di individuare una sede permanente di confronto fra le parti coinvolte a proporre una proroga della convenzione con gli Atenei fino alla prevista scadenza della Conferenza Nazionale sulla sicurezza nucleare in modo da consentire agli organi regionali un supporto scientifico per valutare concretamente le modalità operative della graduazione dei lavori della centrale nucleare a richiedere all'ENEL. in armonia con le decisioni parlamentari, di soprassedere all'emissione di nuovi appalti a verificare costantemente e puntualmente con l'ENEL gli obblighi contenuti nel verbale di intesa, in particolare per quanto concerne il problema della sicurezza dell'impatto sanitario dell'impianto nucleare proponendo eventualmente un'integrazione ad hoc dello stesso verbale di intesa".
Vengono presentati i seguenti emendamenti: l) dai Consiglieri Ala e Reburdo: all'inizio del 3 comma, dopo la parola "Richiede" inserire: "al Presidente della Giunta regionale, alla Giunta regionale, per quanto di loro competenza ed ...".
La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore all'energia

La Giunta accoglie l'emendamento.



PRESIDENTE

Lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato all'unanimità.
2) Dai Consiglieri Valeri, Calligaro e Dameri: al paragrafo "Richiede" sostituire "di non autorizzare" con "a sospendere".
La parola al Consigliere Valeri per l'illustrazione dell'emendamento.



VALERI Gilberto

E' coerente anche con quanto ci spiegava l'Assessore e cioè che l'autorizzazione il Governo l' ha già data con il decreto del Ministero dell'industria, per cui i lavori preliminari sono stati autorizzati.
Ne consegue che la richiesta non può essere di non autorizzare qualcosa che il Governo ha già compiuto, ma di sospendere un'autorizzazione che esso ha dato.
L' ha spiegato anche l'Assessore Maccari in replica al Consigliere Ferro, a meno che ci siano due verità dette a breve distanza di tempo.



MACCARI Eugenio, Assessore all'energia

No, non ci sono due verità. I lavori sono già compresi nel decreto ministeriale del febbraio 1985, però sono legati a tutte le prove del dewatering che dipendono in parte dalla Regione, per cui...



VALERI Gilberto

Ma al Governo la richiesta deve essere solo di sospendere.



MACCARI Eugenio

No. Manteniamo la dizione di non autorizzare.



VALERI Gilberto

Mi spieghi che cosa non si autorizza.



PRESIDENTE

La formulazione dell'ordine del giorno è chiara.
Pongo pertanto in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 19 voti favorevoli, 32 contrari e 2 astensioni.
3) Dai Consiglieri Valeri, Calligaro e Dameri: il l° punto del paragrafo "Impegna la Giunta regionale" sostituirlo con: "a compiere tutti gli atti politici ed amministrativi in suo potere per far rispettare le indicazioni del presente ordine del giorno e per controllarne permanentemente il loro rispetto da parte degli enti interessati, anche con il coinvolgimento del Consiglio regionale".
Ha la parola per l'illustrazione il Consigliere Valeri.



VALERI Gilberto

Ci pare sia chiaro. Chiediamo di non appaltare all'ENEA ciò che peraltro qui non è nemmeno menzionato, ossia il protocollo d'intesa Regione ENEL. Ci pare ovvio che è la Regione che deve garantirsene direttivamente l'attuazione.



MACCARI Eugenio, Assessore all'energia

Non appaltiamo nulla all'ENEA, anche perché non abbiamo nessuna potestà giuridica di appalto all'ENEA, che è l'ente delegato al controllo, in base alla guida tecnica, e al quale tocca questo tipo di controllo.
Il controllo da parte della Regione, con il coinvolgimento del Consiglio, è previsto al secondo comma, nel comitato misto che fra i diversi compiti ha anche quello di controllare l'andamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valeri.



VALERI Gilberto

Manteniamo l'emendamento. Le ragioni che ci hanno portato a presentarlo comprendono anche le preoccupazioni che si erano già manifestate prima delle ultime vicende (Chernobyl), circa il tentativo di far allentare e comunque di snaturare il rapporto della Regione col Comitato tecnico scientifico. In particolare alcuni settori dell'ENEA già allora pretendevano questo allentamento, lamentando una inesistente espropriazione delle loro competenze da parte del Comitato tecnico - scientifico. Con questa parte dell'ordine del giorno della maggioranza si smentiscono clamorosamente le dichiarazioni fatte in quest'aula circa la volontà di dare alla Regione strumenti autonomi di verifica e di controllo di processi connessi alla costruzione della centrale.



PRESIDENTE

Chi intende approvare l'emendamento presentato dai Consiglieri Valeri Calligaro e Dameri è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 21 voti favorevoli, 29 contrari e 2 astensioni.
4) Dai Consiglieri Ala e Reburdo: al 5 comma, punto 1, riga 4, dopo le parole "normativa tecnica" inserire le parole "ed alle misure prescrittive allegate al parere ENEA del 30/10/84 e richiamate dal verbale d'intesa Regione - ENEL".
La parola al Consigliere Ala che lo illustra.



ALA Nemesio

Voglio spiegare la ragione di questo emendamento. Leggendo l'ordine del giorno della maggioranza mi pareva che si facesse riferimento solo alle disposizioni di sicurezza e di impatto territoriale previste dalla normativa tecnica e dalle indicazioni recentemente approvate dal Parlamento. Volevo richiamare il fatto che con il parere ENEA del 30 ottobre 1984, precedente alla delibera di localizzazione, l'ENEA aveva allegato specifiche misure prescrittive legate ai siti PO 1 e PO 2 in alcuni casi, ed altre legate specificatamente o al sito PO 1 o al sito PO 2, tenendo anche conto che queste misure prescrittive sono variamente richiamate dal verbale d'intesa Regione - ENEL del 27 dicembre 1984.
L'emendamento mira quindi ad inserire in questo ordine del giorno accanto alle misure e disposizioni di sicurezza di impatto territoriale di carattere generale che valgono per legge per tutti i siti nucleari, ed alle recenti decisioni del Parlamento, queste misure prescrittine specifiche dell'ENEA per il territorio piemontese. Questo è il senso dell'emendamento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore all'energia

Ho avuto l'emendamento tre minuti fa e quindi non ho potuto verificare quali siano i contenuti del parere dell'ENEA del 30/10/84. Pertanto non mi sento di dover accettare a scatola chiusa un emendamento di cui non posso valutare le conseguenze.
Da quanto dice il Consigliere Ala potrebbe essere accettabile, per preferisco respingerlo e poi verificare attentamente i contenuti del parere ENEA.



ALA Nemesio

Non partecipo al voto per protesta. Non è possibile che l'Assessore competente nella materia affermi di non conoscere il parere ENEA sulla centrale PO l!



PRESIDENTE

Chi intende approvare l'emendamento presentato dal Consigliere Ala è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 21 voti favorevoli, 30 contrari, 2 astensioni 1 Consigliere non partecipa alla votazione.
5) Dai Consiglieri Calligaro, Valeri e Dameri: dopo "Impegna la Giunta regionale..." al terzo capoverso; sostituire con: "a rinnovare la convenzione con gli Atenei, come previsto dall'ordine del giorno votato dal Consiglio regionale il 27/12/85, al fine di dotarsi definitivamente di uno strumento tecnico - scientifico efficace nel valutare preventivamente e controllare la realizzazione di tutti i programmi energetici previsti in Piemonte;".
La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore all'energia

La Giunta era già d'accordo a rinnovare la convenzione con gli Atenei ma, dopo Chernobyl, il rinnovo della convenzione deve essere spostato a dopo la Conferenza Nazionale sull'Energia per sapere quale deve essere il contenuto. Noi andiamo a proporre una proroga il cui contenuto è la dotazione di un supporto scientifico per valutare concretamente le modalità operative della graduazione dei lavori della centrale, cosa che richiedeva il Consigliere Valeri nell'emendamento precedente. La Giunta respinge l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

Non si intende rinviare niente, tutto deve andare avanti come se nulla fosse accaduto, si rinvia solo la convenzione! Scusate ma qui siamo al ridicolo!



BOSIO Marco

E' un'offesa al buon senso della gente! Imbecillità del genere non possono essere dette.



(Proteste al centro)



MACCARI Eugenio, Assessore all'energia

Il termine "imbecillità", collega Bosio, lo usi a casa tua, maleducato!



(Commenti a sinistra)



CALLIGARO Germano

Non si può certamente considerare pretestuoso questo nostro emendamento che parte da un ordine del giorno votato da tutto il Consiglio regionale nel dicembre 1985 che prevedeva il rinnovo della convenzione con gli Atenei e il rilancio del loro ruolo. Gli Atenei, di fatto liquidati, vengono ripescati dall'ordine del giorno della maggioranza in modo del tutto strumentale; si dice: "a tempo determinato si proroga una convenzione fino alla scadenza rappresentata dalla Conferenza Nazionale sull'Energia", a scadenza quattro o cinque mesi. Per fare che cosa? Qui le funzioni vengono seriamente svilite. Infatti si dice testualmente "a consentire agli organi regionali un supporto scientifico per valutare concretamente le modalità operative della graduazione dei lavori". Il che sta ad indicare - tra l'altro - che si tratta di una ben strana graduazione, indefinita e volutamente generica.
Temiamo, a ragion veduta, che vada avanti la linea dell'ENEL volta a pregiudicare ogni concreta possibilità di ripensamento della scelta e delle varie opzioni. L'interrogativo è il seguente: si intende rilanciare il ruolo degli Atenei oppure affossarlo? Questo ruolo non si rilancia assegnando loro un compito a tempo determinato è una funzione svilita rispetto a quello che hanno fatto e possono fare.
Sarebbe utile quindi sostituire perlomeno la parte riferita agli Atenei dell'ordine del giorno della maggioranza, nel senso di rinnovare la convenzione in modo tale da dotare definitivamente la Regione di uno strumento tecnico - scientifico efficace per valutare preventivamente controllare la realizzazione di tutti i programmi energetici previsti in Piemonte.
Questo stava scritto nell'ordine del giorno votato a larghissima maggioranza (non so se all'unanimità) dal Consiglio regionale nel dicembre 1985. A me pare un emendamento di ordinaria amministrazione, accoglibile se si pensa di rilanciare il ruolo degli Atenei; se al contrario si pensa di svilire ed affossare tale ruolo, è evidente che va respinto.
Non ditemi che questo è un emendamento pretestuoso, che fa perdere tempo. Vi chiediamo semplicemente un minimo elementare di coerenza.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore all'energia.

Probabilmente sono stato troppo veloce, affidandomi alla capacità di comprensione del problema da parte dei Consiglieri dopo una giornata di dibattito. Mi pare che non sia corretto richiamare solo il fatto di Chernobyl a copertura o giustificazione di ipotesi che si portano avanti.
Il Consigliere Calligaro ricordava giustamente l'ordine del giorno del 27/12/85 in cui si parlava di rinnovo. All'inizio ho detto (in un'assemblea che ha vissuto questi problemi da mesi,, per cui pensavo che le cose si collegassero) che la Giunta è d'accordo sul rinnovo; però il 27 dicembre è prima dell'incidente a Chernobyl, per cui tutto il programma nucleare è stato cambiato dopo quell' evento, tant'è vero che diciamo di non fare scelte definitive sino ad ottobre e il rinnovo di convenzione con gli Atenei su tutta la partita nucleare dovrebbe prevedere il contenuto che avremmo potuto prevedere tutti insieme (al di là della divisione minoranza maggioranza) il 27/12/1985, quando l'incidente non era ancora accaduto.



(Commenti a sinistra)



MACCARI Eugenio, Assessore all'energia

La garanzia che ci pare opportuno avere in questa fase è la collaborazione degli Atenei sino a dicembre, senza andare a fare ipoteche sul "dopo", se la conferenza sceglierà in maniera diversa.
Non si tratta solo di rilanciare gli Atenei, certo, facciamo la convenzione perché gli Atenei siano potenziati, ma il nostro obiettivo è di avere un supporto tecnico per quanto concerne il nucleare e tutto lo sviluppo energetico in Piemonte.
Non mi pare che rilanciare o affossare siano i termini esatti. Occorre invece un corretto rapporto con gli Atenei e l'Università che consiste in una fase di proroga di due o tre mesi, in attesa della definizione della Conferenza Nazionale. Dopodiché, se ci saranno scelte diverse (possono anche sussistere necessità diverse nell'affrontare il programma energetico in Piemonte) andremo a definire il contenuto della convenzione con gli Atenei.



CALLIGARO Germano

E i programmi non nucleari chi li segue?



(Protesta a sinistra)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala per dichiarazione di voto.



ALA Nemesio

Faccio una breve dichiarazione di voto. Approvo e appogger l'emendamento presentato dai Consiglieri Calligaro, Valeri e Dameri. Non posso fare a meno anch'io di rendermi conto che la graduazione dei lavori rispetto alla centrale di Leri - Cavour si concretezza realmente soltanto nel rinvio della convenzione. Accade una cosa strana: questa convenzione parte da un ordine del giorno contro il quale i colleghi Reburdo, Adduci ed io, il 27/12/85, abbiamo presentato tutti gli emendamenti possibili. E, se non vado errato (se la memoria alle sette di sera non comincia a vacillare oltreché all'Assessore in merito ai pareri dell'ENEA, anche a me), mi pare che questa convenzione con gli Atenei avrebbe dovuto essere rinnovata ben prima di Chernobyl. Dal mio punto di vista, seppur minoritario, mi pare che Chernobyl abbia comunque insegnato una cosa precisa a questa maggioranza: è meglio non studiare più scientificamente il problema del nucleare ma, come gli struzzi, è meglio mettere la testa nella sabbia e pensare che il modo migliore di seguire il nucleare sia di non Più controllarlo e fare finta di niente.
Una convenzione con il Politecnico e l'Università potrebbe, a questa maggioranza così fideisticamente sicura, rendere la vita e i sonni ancora piú difficili.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Prendo la parola per una dichiarazione di voto, poiché ritengo che l'atteggiamento della Giunta su questo emendamento sia assolutamente incomprensibile ovvero, in quanto tale, sia uno degli atti di maggior arroganza nei confronti di una richiesta che l'opposizione fa sulla base di un percorso che insieme avevamo delineato molto chiaramente.
Ricordo una conferenza dei Capigruppo - a cui tutti i Capigruppo che sono in aula oggi erano presenti in cui il collega Marchini, che usa assumere spesso il ruolo di grande Consigliere, di grande saggio di questo Consiglio, faceva un'annotazione non priva di senso. Perché sul fatto della sospensione (la confusione sui termini è generata dalle molteplici interpretazioni della graduazione) non ci preoccupiamo di aver perso o di perdere per strada gli strumenti stabili e definiti di verifica e controllo che pure ci eravamo dati? Ritenendo sensata quell'osservazione, credo che riproporre oggi con questo.emendamento la necessità di ridare vita a questa convenzione non abbia risposta alcuna se non in un atteggiamento che suona pericolosamente nei confronti anche dei nostri rapporti quale negazione della realtà e la volontà tutto sommato di fare affermare davvero solo la forza dei numeri e non, invece, la forza dei contenuti e delle convinzioni.
La nostra dichiarazione di voto ovviamente è a favore dell'emendamento ma vuole anche essere un richiamo politico ad un atteggiamento che ci pare su questo punto particolarmente incomprensibile. E' molto amaro che il pacchetto si concluda e si confezioni attraverso - dopo Chernobyl - l'unica irreversibilità. Lo diceva bene il collega Valeri. Tutto è reversibile (lavori che proseguono), ma l'unica irreversibilità, al contrario, è quella della convenzione con gli Atenei.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, ritengo che i giudizi espressi sulla posizione assunta dalla Giunta, al riguardo dell'emendamento comunista, siano ingenerosi e forse determinati proprio dalla stanchezza.
Al di là dell'uso dei termini, a me sembra che una verità emerga chiara: si chiede non il rinnovo di una convenzione, la quale sulla graduazione non aveva mai preso posizione perché è un versante, uno scenario completamente nuovo. La proroga quindi vuol dire continuazione del rapporto con gli Atenei, finalizzata specificatamente al supporto scientifico per valutare concretamente le modalità operative della graduazione dei lavori della centrale nucleare.
Direi quindi che qui andiamo sostanzialmente a una convenzione speciale o, se preferite, specifica, che ha per oggetto preciso l'assistenza del Politecnico e dell'Università su problematiche non previste dalla precedente, ma che evidentemente non possono essere oggetto di una nuova convenzione.
Mi pare quindi che l'obiettivo politico che la Giunta prefigura, non solo per sé, ma anche per il Consiglio regionale - qui c'è scritto "organi", quindi al plurale - è di stabilire con gli Atenei un rapporto di supporto culturale, per sé e per il Consiglio, finalizzato, in ispecie alla verifica della graduazione dei lavori, in cosa consistono, in che misura sono irreversibili e in quale non lo sono.
Mi sembra un approccio modesto per certi versi, se così vogliamo dire non enfatizzante, ma certamente molto serio, realistico.
Ritornando alle cose che dicevo prima mi preme sottolineare questo: la Giunta continua a considerarsi impegnata a rispondere al Consiglio sul terreno della graduazione, perché è l'impegno politico che ha assunto, e mi sembra anche giusto che quando ribadisce l'impegno a rispondere su questo terreno chieda al Consiglio di essere supportata da un'autorizzazione a valersi dell'assistenza degli Atenei sulla specifica questione non prevista, consentitemi, nella precedente convezione.
A lato di questo, evidentemente, raccomando alla Giunta l'opportunità per non dire la necessità, che il rapporto con l'Università, in ordine alla prosecuzione eventuale dei lavori, venga progettato e programmato per tempo, perché la convenzione che abbiamo fatto a suo tempo non è più puntuale rispetto alle esigenze nuove di controllo sulle modalità operative.
Mi pare quindi che si debba aprire una fase con l' Università caratterizzata da un'assistenza di consulenza immediata e specifica sul problema della graduazione e un colloquio serio e sereno per capire in che misura l'Università ci assisterà nel prosieguo dell'attuazione della centrale nucleare, qualora questa dovesse avvenire. Mi sembra che siamo di fronte a un comportamento della Giunta, ripeto, in una qualche misura un po' empirico, ma fortemente responsabile e che trova tutto l'apprezzamento del nostro Gruppo.



PRESIDENTE

Non essendovi altre dichiarazioni, pongo in votazione l'emendamento.
Chi approva è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 21 voti favorevoli, 30 contrari e 2 astensioni.
6) Dai Consiglieri Calligaro, Valeri e Dameri: al punto 4 del paragrafo "impegna la Giunta, dopo nuovi appalti" aggiungere "e all'assegnazione dei contratti in corso di definizione".
La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore all'energia

L'emendamento non è accettato, perché vi è già un comma che recita: "invita il Governo a vigilare sull'ENEL affinché non siano stipulati nuovi contratti". E questo in armonia con le decisioni che le forze politiche tutte hanno votato in Senato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valeri.



VALERI Gilberto

E' vero che nella prima parte è scritto, come si legge nell'ordine del giorno del Senato, che non si devono stipulare nuovi contratti, però al penultimo punto è detto: "richiedere all'ENEL. in armonia con le decisioni parlamentari, di soprassedere all'emissione di nuovi appalti".
Ora, le due dizioni non sono identiche, perché nuovi contratti significano non soltanto quelli ancora da appaltare, ma anche quelli che l'ENEL. nella memoria che ci ha consegnato, indica come in corso di definizione.
E' evidente che se si vuole essere coerenti nel dare attuazione all'ordine del giorno del Senato occorre completare la frase, comprendendo tra gli atti da sospendere anche l'assegnazione dei contratti in corso di definizione.
Non mi pare quindi che si contrapponga all'ordine del giorno ma tende a rendere le sue diverse parti coerenti l'una con l'altra. Non è così?



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore all'energia

I contratti sono o da fare o fatti. Ora, la dizione del Senato noi la condividiamo e quindi invitiamo il Governo a vigilare affinché non siano stipulati nuovi contratti.



VALERI Gilberto

Scusi Presidente - se mi consente - perché qui sembra proprio di parlare al muro ...



MACCARI Eugenio, Assessore all'energia

Io penso che tu sappia cosa è un contratto in diritto commerciale, se è fatto o non è fatto e che differenza ci sia.



VALERI Gilberto

Ma ho affermato anch'io che per contratti s'intende quello che tu dici.
Se hai però la pazienza di leggere il penultimo punto del vostro ordine del giorno vedrai che non si parla più di contratti, bensì di appalti. Se consenti bisogna completarlo con quello che anche tu dicevi, quindi anche i contratti in via di definizione. Ecco il senso della nostra richiesta.



PRESIDENTE

La discussione mi pare sia stata chiarissima. Chi intende approvare l'emendamento è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 21 voti favorevoli, 29 contrari, 1 astensione.
7) Dai Consiglieri Staglianò, Bresso e Adduci: dopo la parola "impegna" aggiungere: "- a non avviare nessuna procedura autorizzativa per le operazioni di dewatering e, ovviamente, a non rilasciare all'ENEL alcuna autorizzazione in merito".
La parola al Consigliere Staglianò per l'illustrazione dell'emendamento.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Ritengo, signor Presidente, che la questione non sia stata del tutto risolta in precedenza dall'emendamento del collega Mignone, poiché c'è tuttora una differenza nella lingua italiana tra la parola "chiede" e la parola "impegna".
Ho scritto questo emendamento, che poi è stato firmato anche dalla collega Bresso e dal collega Adduci, prendendo per buone le parole dell'Assessore Maccari in replica alle delucidazioni richieste dal collega Ferro che si dichiarava a favore a nome del Gruppo comunista dell'ordine del giorno sul dewatering. Ho semplicemente trascritto (e mi sono sforzato di farlo in italiano, sebbene un tantino burocratico e con tutti i rafforzativi necessari) il concetto espresso in quest'aula non piú tardi di due ore e mezza fa, dall'Assessore Maccari.
Ho voluto concentrare, signor Presidente e cari colleghi, su un punto la mia attenzione oggi perché questo degli scavi per effettuare il pompaggio delle acque sotterranee mi pare essere uno di quei punti dai risvolti stringenti, che produce degli effetti concreti su cui il potere di decisione della Regione - come lo stesso Assessore ha dovuto ammettere - è reale e su cui le decisioni del Consiglio possono avere un grande peso.
Penso che su questo argomento (il rischio di dispersione, cioè, dei nostri ragionamenti) il collega Marchini abbia offerto prima qualche spunto interessante, nonostante, consentimi Marchini, i tuoi vezzi pedagogici che a volte sono anche fastidiosi. Penso anch'io che occorra fare uno sforzo per pronunciarsi su questioni concrete, pertinenti, che di volta in volta ci tocca affrontare. Ed allora, se la matematica ha ancora un senso scusatemi la banalità, se due più due fa quattro coerenza logica e linearità politica (linearità politica senza disciplina di maggioranza frustante, io credo, anche per molti Consiglieri del pentapartito; lo credo perché di alcuni ne apprezzo lucidità e disponibilità 'al confronto) linearità vorrebbe, dicevo, che l'Assessore accogliesse l'emendamento anche per non ammainare, signor Presidente, come è avvenuto oggi, oltre che il gonfalone della Regione Piemonte anche il buon senso di grande parte di noi tutti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore all'energia

L'emendamento non viene accettato, perché si ritiene che sia già compreso nella dizione dell'emendamento n.1 che è stato approvato all'unanimità.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Insomma, Assessore, non c'è nessuna differenza tra "chiede" e "impegna"?



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento presentato dal Consigliere Staglianò.
Chi intende approvarlo è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 20 voti favorevoli, 29 contrari e 2 astensioni.
Prima di porre in votazione il testo modificato dell'ordine del giorno ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Tapparo. Ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, credo che il lungo dibattito che si sta sviluppando oggi e che ci accompagna ormai da mesi abbia dimostrato come dalla "prosecuzione dei lavori" si sia passati con estrema fatica e con grosso dibattito al concetto di "graduazione". Evidentemente lo sforzo di individuare nel dewatering un elemento che possa costituire un segnale importante per dimostrare che tutto non è passato senza che nulla si sia fatto dopo Chernobyl, ha trovato in questa definizione un tentativo uno sforzo per materializzarsi. Temo però che un'indicazione così schematica di dewatering possa farci incorrere in alcuni errori e possa permettere a chi, non penso in malafede, è più portato ad un certo tipo di scelta, di trovare degli spazi per procedere nei lavori.
Dal diagramma che l'ENEL ci ha dato sulle attività di cantiere si vede che il dewatering è un processo che si svilupperà da fine agosto e tale sistema di abbassamento della falda, per lo meno dall'indicazione pervenuta, si conclude verso la fine del 1988. E' , dunque un processo abbastanza lungo. Sarebbe stato opportuno precisare meglio l'articolazione del dewatering ed è per questa ragione che ho chiesto la parola e dirò che mi asterrò sul documento della maggioranza. Nei lavori preparatori di quel documento ad alcuni Consiglieri appartenenti alla maggioranza era sembrato che una specificazione potesse essere più utile per evitare fraintendimenti che fra due o tre mesi potrebbero emergere. Perché, portandolo a un estremo il dewatering potrebbe voler dire semplicemente l'azione finale di pompaggio dell'acqua; all'estremo opposto potrebbe indicare: tutte le opere legate al sistema, quindi lo scavo interno dei diaframmi, i pozzi, le tubazioni e le trincee. Credo che un'elencazione delle cose che si intendono per dewatering sia dunque utile. E' importante notare che nella formulazione più estesa il dewatering vuol dire quella famosa perdita di un anno di cui parlava l'ENEL. Qualcuno ci deve dire che è accettato questo "meccanismo del ritardo"; se non lo si accetta vuol anche dire che il dewatering è una pura finzione.
Tra l'altro non credo che questo ritardo eventuale sia drammatico. Per un'opera che si sviluppa in 10 anni circa e nella normale trattazione di questi tipi di opere e di altre opere di minore durata l'8, 10% di scostamento nei tempi è accettabile, si resta nelle tolleranze. Quindi solo una specificazione che parli di scavo interno dei diaframmi, che parli del sistema dell'abbassamento della falda e per quest'ultimo aspetto ci si riferisce ai diaframmi impermeabili perimetrali all'area dell'isola produttiva, lo scavo dei pozzi, per poi procedere all'azione di svuotamento, alle tubazioni, alle trincee, a tutta una serie di elementi paiono opportuni. Ho tentato nei lavori preparatori di farlo notare, per dare una qualificazione al dewatering, altrimenti rischiamo di restare in una contesa confusa, perché qualcuno ha inteso il dewatering il momento in cui si pompa l'acqua e altri che, non si fanno i pozzi, quindi ci troviamo dinnanzi a un'ambiguità, certamente non voluta da nessuno, che però pu creare un grosso problema. Credo anche chela sospensione di ogni nuovo contratto e anche la definizione di nuove gare è una formulazione più efficace di quella che si è tentata di scrivere, perché è la formulazione che usa l'ENEL. L'ENEL parla di tre grandi blocchi di lavori e dice: ci sono dei lavori in corso, ci sono in corso di definizione dei contratti e in fase di emissione le seguenti gare. Forse era opportuno, visto che c'era un elemento di riferimento, avere una formulazione di questo tipo e in più dare un'indicazione, " ad abundantiam " di quali sono i contratti in corso di definizione e le emissioni delle gare. In questo modo non sbagliavamo, e così si evitava che il problema del nucleare venisse a creare una situazione all'interno del Consiglio di tensione, di incomprensione, di inagibilità sostanziale, con molti problemi paralleli a quelli del nucleare che aspettano delle risposte. Quindi uno sforzo anche da parte nostra è quello di rendere il più possibile chiare le affermazioni ed evitare l'interferenza di quel gioco di interessi che probabilmente sono esterni al Consiglio e che tendono ad armeggiare sulla questione del nucleare. Questo avviene soprattutto per le spinte della lobby e per lo zelo di qualcuno.
Evidentemente, l'insieme di questi spezzoni di proposta, danno probabilmente lo spazio degli interventi indesiderati (certamente da tutti i 60 Consiglieri) che attorno alla vicenda del nucleare si stanno imbastendo. Io mi asterrò e non credo che ciò possa suscitare scandalo.
Nella risoluzione in Parlamento molti compagni del mio partito si sono astenuti, anzi, due hanno votato contro alla risoluzione che è stata presentata anche dal Capogruppo del mio partito alla Camera e che ha visto quindi dei miei compagni non completamente soddisfatti di quelle che potevano essere le indicazioni della risoluzione del Parlamento per il nucleare dopo Chernobyl. Arriviamo al punto che De Donato, un mio compagno di partito (responsabile del dipartimento ambiente) ritiene quel tipo di documento una specie di moratoria nucleare. Quindi sostanzialmente c'è il problema delle interpretazioni. Dunque mi astengo ritenendo che si sia fatto un sforzo rispetto a due mesi fa, quando c'era un'area all'interno del Consiglio che parlava di una prosecuzione dei lavori. Oggi si è fatto uno sforzo, ma a me pare ancora insufficiente, se vogliamo pericoloso per il dopo, perché non viene a definire realmente, all'interno di questa graduazione, le operazioni del dewatering. Ci sono due estremi: o pompare solo l'acqua o anche le opere connesse. Le opere connesse portano comunque ad un ritardo di un anno. Se lo si dice esplicitamente, può essere accettato, altrimenti, io mantengo la mia posizione di astensione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Signor Presidente, signori Consiglieri, chiedo esplicitamente qualche minuto in più per questa dichiarazione di voto.sul documento della maggioranza perché è un giudizio anche sulla conclusione di un iter che non ha solo la tappa di oggi, ma che ha avuto, a partire da maggio, altri passaggi. Il giudizio che noi riteniamo di dover dare su questa proposta è in realtà sul comportamento della maggioranza e della Giunta che è scandito con molta precisione, ancorché con estrema confusione, ma precisione di comprensione, intelligibilità, in queste varie fasi. Oggi dicevo ad alcuni miei compagni che questo mi sembra di poter leggere, come giudizio complessivo: dopo la vicenda di Chernobyl, attorno alle proposte che sono venute dal nostro e da altri Gruppi e che hanno anche attraversato la maggioranza - come ricordava prima il collega Tapparo - e vi è stato un dibattito, patrimonio di quanto si è espresso spontaneamente, invece da parte della maggioranza e della Giunta vi è stato un pericoloso, perch confuso (la confusione può produrre effetti estremamente negativi) avvitamento da pregiudizio. Questa maggioranza per molte ragioni, lo ha dimostrato anche oggi,è partita con un pregiudizio nel senso letterale del termine. Un giudizio formato prima e non c'è stato verso di sviluppare dibattiti, che possono essere stati più o meno incisivi, più o meno dispersivi; quello che è certo è che si è partiti da un pregiudizio cementato appunto - ritengo poi di doverlo esplicitare - dalla forza del cemento. Non c'è altra spiegazione da dare rispetto al punto di partenza rispetto al muro che abbiamo trovato in passato, ai pasticci incredibili che erano contenuti, in realtà, nella originaria comunicazione della Giunta, rispetto alle decisioni, che erano un'acquiescenza piena alla linea contenuta nella relazione tecnica dell'ENEL. Segnali significativi e rivelatori del fatto che non ci sono le condizioni politiche di volontà, di intenzione da parte di questa maggioranza di dire una parola chiara, perch questo pregiudizio è troppo forte.
E neanche sui temi su cui pure il dibattito si è incentrato.
Ragionevolezza e buon senso avrebbero dovuto chiedere per noi la sospensione, in ogni caso anche un'interpretazione seria e rigorosa della "graduazione",ma a questo non si è potuti arrivare, e la ragione è, ancora una volta, il giudizio formato prima, il pregiudizio. Dico cementato, ma molto cementato, perché questa maggioranza, per le sue caratteristiche strutturali - e questo non sia di offesa a nessuno - è una maggioranza, per la struttura dei, partiti che si sono messi assieme a governare - si fa per dire - il Piemonte è, per sua natura, estremamente (ed è un'accusa che a volte noi facciamo) permeabile, reattiva, presta orecchio a quello che si muove in certe realtà; l'esempio per tutti è quello del mondo agricolo. Non faccia scandalo questo: li è concentrato un potenziale di voti e di interessi del tutto coerenti, vicini, di supporto al partito di maggioranza relativa, al partito che esprime il Presidente che è la parte fondamentale di questa maggioranza. Solitamente non c'è argomento, anche di grande rilievo, su cui, quando si muove l'organizzazione agricola, in particolare la Coldiretti, per natura e struttura di questa maggioranza non ci siano poi delle conseguenze di ricezione di questi problemi. Qualsiasi analisi di politica fattuale dimostrerebbe questo.
In questo caso credo che noi possiamo dire che rispetto alla tradizionale rappresentanza di interessi di questo mondo, che ha chiesto esplicitamente la sospensione, il pregiudizio e il suo cemento hanno prevalso. E non basta il ragionamento che pure io ho colto, tutto politico di una maggioranza di questo tipo, in cui alla fine succede quello che vuole la DC. Il pur ambiguo - e lo ricordava il collega Tapparo - distico sul dewatering non mi sfugge che sia in realtà proprio una di quelle concessioni, quei riconoscimenti o quelle retromarce, se vogliamo, su uno dei punti chiesti proprio dalle organizzazioni agricole, in particolare dalla più grande delle organizzazioni agricole; che sia quindi in buona pace di velleità, che pure apprezzo perché sono state comunque credo sinceramente portate da alcuni rappresentanti degli altri partiti, in particolare da quello socialista, con buona pace loro, l'unica significativa, ancorché confusa e incerta nei suoi effetti, variazione rispetto alle preventive posizioni, è stata ottenuta, in realtà, perch alla DC andava bene.
Detto questo però, perché resta l'ambiguità ricordata sul dewatering, a me sembra assolutamente impossibile immaginare uno scenario normale e ordinario per questa maggioranza, in cui se non ci fosse stata la forza di questo pregiudizio si sarebbe potuti arrivare, come in realtà si è giunti ad una strada assolutamente contorta, in cui non è detta neanche oggi una parola definitiva di chiarezza. Le modalità operative della graduazione dei lavori della centrale nucleare si vedono nelle ultime parole della prima pagina del documento. Mi sembra in altri termini di poter dire che al di là delle volontà espresse dalle realtà locali: Provincia di Vercelli, Comune di Casale, lo stesso Comune di Trino, al di là del peso obiettivo di una popolazione piemontese che, se si facesse un sondaggio d'opinione, d'altra parte c'è stato quello nazionale che ha dato i risultati che ha dato chiede di vederci più chiaro, si è con pervicacia perseguita la strada data dal pregiudizio, di andare comunque avanti. E' indicativo il fatto che si gioca ancora, permettimi Eugenio Maccari, in maniera incomprensibile sui contratti: i contratti non si fanno, si stipulano, il termine tecnico è stipulazione, e finché non sono stipulati, non ci sono ed è chiaro che i contratti in via di definizione non si possono considerare tali.
La richiesta di una posizione chiara su questo, come avanzava il nostro emendamento proposto dal compagno Valeri, non avreste dovuto eluderla, ma che mi sembra abbiate eluso per mantenere il concetto, in questo stato di confusione che si capisce però anche dall'esterno (permettetemelo, anche se non mi occupo in maniera penetrante della questione) che in ogni caso le cose debbono andare avanti, ma quali cose? Debbono andare avanti purtroppo i risvolti, a mio avviso necessari economici di una vicenda che però ha ben altra complessità e ben altra collocazione nel contesto sociale, economico, culturale e psicologico del nostro Paese.
Credo che le grandi maggioranze, non di numero, ma per idee e per autorità, abbiano anche la capacità delle sterzate, per esempio, noi riterremmo di un arresto e di una sospensione. Il piccolo cabotaggio, la piccola e continua confusione, il gioco per cui non si sa mai dove si è sono propri delle piccole maggioranze, delle maggioranze deboli, che in qualche misura preferiscono delle vie assolutamente meno chiare e meno scoperte di quelle che da un confronto e dalle decisioni chiare possono derivare, quindi un'aperta assunzione di responsabilità.
Chiudo questa mia dichiarazione di voto, lamentando che ancora una volta queste continue discussioni e dibattiti fatti in più sedi e in più modi, se pur hanno portato a qualche risultato, però ambiguo e confuso, non hanno in realtà spostato il nostro giudizio politico.
Se è possibile, proprio perché è passato del tempo, l' hanno aggravato sul piano dei rapporti politici. Forse ha ragione chi diceva che oggi c'è stata un'azione dispersiva, però provate a mettervi dal punto di vista di chi si trova, come ci siamo trovati altre volte, a cozzare muro contro muro sulle questioni della chiarezza. Quale altra strada se non scegliere pezzi concreti, minuti, per fare chiarezza? Purtroppo la chiarezza per noi è stata fatta con la reiezione di tutti gli ordini del giorno e degli emendamenti e che pure appartenevano ad una chiarificazione di aspetti specifici. Non credo che questa sia stata un'operazione di grande intelligenza da parte della maggioranza, perch alcuni emendamenti comunque avrebbero portato punti positivi, ma certo portavano chiarezza ed è questo che ancora una volta non si è voluto fare.
Devo dire che la strada è stata obbligata dal vostro comportamento dalla presunzione di come sarebbe, peraltro poi nella realtà confermato andato a finire.
Ribadisco il nostro profondo sconcerto perché su vicende che necessiterebbero davvero il momento alto e costituente, che, con buona pace pure di chi non era d'accordo, fu alla base della decisione nell'attuazione in un momento difficile, in cui se potessimo dire una frase un po' retorica "l'Italia, il Paese, ci guarda un po' di più" ebbene proprio in questo momento, la Regione, questa istituzione, per colpa di questa maggioranza e di questa Giunta, ha perso altri colpi di credibilità.
Questo è indubbio, perché quando si propala confusione e si diffondono incertezze su tali temi, ci guadagna chi, molto più forte rispetto al confronto democratico, ha modo di far valere - si fa per dire - i propri diritti e le proprie opzioni.
Ed è questo che noi temiamo: la subalternità che viene fuori da questa confusione e da queste incertezze, dal pregiudizio e dal suo cemento, in tutti i sensi, è una subalternità per cui non sarà di poco riguardo questo atteggiamento soprattutto, permettimi di dirlo, in cui un altro colpo di piccone duro alla Regione e alla sua autorevolezza sarà stato dato.
Certo andranno avanti i lavori, si confonderanno tra appalti stipulati e in via di definizione; si cercherà di arrivare di corsa prima di un'ora x, che peraltro non è ancora stata stabilita, che è quella della conferenza, ad accumulare sempre di più, con una dichiarazione assolutamente non credibile, per come vanno le cose, che più lavori avremo fatto e più saremo - pare dire questo l'ENEL - rigorosi nel disfarli, ma chi ci crede? Devo dire: buon senso e ragionevolezza non dovrebbero farlo credere a nessuno. Chi di fatto sostiene queste cose non è un caso che oggi sia intervenuto ben poco, c'è stata qualche schermaglia, un ordine del giorno ripeto, l'antica forza dei numeri, dico antica perché ormai è un anno che la proviamo e la sentiamo già come una pelle di un nuovo modo di rapportarsi con l'opposizione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Spiegherò il nostro voto, richiamando alcuni ragionamenti che mi pare possano essere utili ad una riflessione che vada al di là degli esiti che essa produrrà oggi.
Stamattina dicevo che la maggioranza sulla questione del dewatering preferiva nascondersi dietro al dito del Ministro dell'industria per non prendere posizione sulle responsabilità che le competono. Alla luce delle conclusioni che si vanno profilando debbo precisare che la maggioranza non soltanto ha preferito nascondersi dietro a un dito, ma, fra la 28 falangi che aveva a disposizione, ha scelto le 3 più piccole dell'on. Altissimo quelle del dito mignolo.
La differenza fra il termine "richiede" e il termine "impegna" è significativa al riguardo. Il collega Mignone ha acquisito, col suo emendamento, meriti legittimi nella maggioranza per servizio reso. Egli ha lanciato la ciambellina di salvataggio anticipando il pronunciamento sul suo emendamento prima di quello, presentato da me insieme ad altri colleghi, messo ai voti per ultimo pur essendo stato presentato per primo e pur non essendo, secondo una corretta logica di votazione, signor Presidente, in questo caso certamente quello più distante dalla lettera dell'ordine del giorno presentato dalla maggioranza.
L'ordine di votazione così come si è svolto è una violazione delle regole con le quali facciamo procedere i nostri lavori parlamentari. Voglio richiamare questo concetto perché il salvataggio di Mignone avviene al prezzo dello svuotamento di ruolo politico di quest'assemblea, la quale rinuncia ad impegnare la maggioranza che esprime; si limita a chiedere quasi per favore, alla Giunta, anziché guidare con autorevolezza il governo regionale attraverso tutti i Consiglieri che in essa si riconoscono nel confronto con l'opposizione e non soltanto con i suoi Assessori.
Nel merito dei contenuti dell'ordine del giorno di Brizio ed altri a me pare che risulti evidente il prevalere della logica di accontentare in qualche modo i clienti che alimentano quello che nella seduta precedente ho definito intreccio malefico tra politica ed affari. Un intreccio che già s'intravede dai primi appalti concessi a ditte chiacchierate ed inquisite dalla Magistratura.
Si dice, in omaggio ai clienti, che è significativo l'impegno dell'ENEL a ripristinare il terreno nelle condizioni originarie se si tornerà indietro sulla scelta nucleare. E' un singolare "welfare state" ad uso e consumo del business.
Un cittadino che applichi semplicemente il buon senso come può pensare che muri di cemento armato spessi alcuni metri e conficcati per 36 metri di profondità nel terreno, al fine di costruire gli sbarramenti necessari alle operazioni di dewatering, possano essere eliminati dopo qualche mese? L'unica vera ragione di un procedere tanto tortuoso e oscuro è solo quella che bisogna dare lavoro alle imprese del cemento armato con tutto quello che può starci dietro.
Nell'ordine del giorno della maggioranza si impegna poi la Giunta a proporre una convenzione con gli Atenei, come se su questo non fossero stati già presi degli impegni, e la Giunta dovrebbe presentarsi qui con delle proposte di deliberazioni concrete.
Sono tante e tali le contraddizioni registrate nel corso dei nostri lavori nel comportamento del pentapartito che a un osservatore disincantato non può essere sfuggito come la maggioranza, in tutto il corso del dibattito, ha vacillato in più di una circostanza. Si è potuto vedere crescere dubbi e incertezze. Ma questo chiudersi a riccio è un tentativo patetico di nascondere le divisioni profonde che attraversano i cinque Gruppi di maggioranza.
La mia conclusione non può che essere una: quella che vi accingete a registrare è una vittoria di Pirro, che non mancherà di ritorcersi contro voi stessi. Vi si ritorcerà contro perché potete star certi che vi incalzeremo su ogni virgola che questa sera avete messo nero su bianco come abbiamo già fatto oggi pomeriggio forse con qualche eccesso di generosità.
Il voto di DP all'ordine del giorno del pentapartito è contrario.



MIGNONE Andrea



PRESIDENTE

Prima di dare la parola al Consigliere Cernetti, occorre precisare da parte di questa Presidenza, dal momento che è stata chiamata in causa, che non è stata violata alcuna norma regolamentare, posto che il sottoscritto non ha presentato alcun emendamento, che il primo emendamento posto in votazione è stato quello dei colleghi Ala e Reburdo e che gli emendamenti aggiuntivi, da regolamento, vengono esaminati per ultimi, quale era nella fattispecie il suo.



(Interruzione del Consigliere Staglianò)



PRESIDENTE

Nell'esame degli emendamenti si è proceduto secondo l'ordine in cui venivano inseriti nel testo dell'ordine del giorno, pertanto non vi è stata alcuna violazione regolamentare.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Non m'importa. Questo è smentito proprio dalla discussione degli emendamenti!



PRESIDENTE

Non è proprio così. Da questo punto di vista la Presidenza ha rispettato le regole.
Invito i Consiglieri a leggere e studiare il regolamento.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Io do atto dei tuoi meriti politici.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cernetti.



CERNETTI Elettra

Penso che a quest'ora tutte le cose siano state dette e ridette l'argomento è stato sviscerato e approfondito, spesse volte con competenza sempre con passione, come meritava l'ampiezza e la gravità di quanto andiamo a decidere. Non ho capito bene il senso profondo del comportamento tenuto dalla maggioranza, che praticamente non ha tenuto conto della risoluzione votata alla Camera e al Senato, non ha tenuto conto dello spirito profondo di cui questa risoluzione era pervasa, così come non ha tenuto conto che dopo Chernobyl intere zone sono state denuclearizzate anche da Giunte che avevano maggioranze tanto di centrosinistra quanto di sinistra, così come oggi qui noi abbiamo visto votare la sospensione dei lavori dal PCI, da altri partiti e anche dal MSI proprio perché talmente ovvia è la cautela e talmente doverosa verso la popolazione che ci esprime e di cui siamo interpreti da diventare una posizione al di sopra dei partiti.
Questo documento non mi piace laddove invita il Governo, sollecita il Governo, delega il Governo. E la parte nostra? Perché non la facciamo? Perché dobbiamo sempre delegare gli altri e non prenderci la responsabilità delle competenze e del ruolo che ci competono come Regione Piemonte? A me pare che una cosa certa che abbiamo deciso è che lunedì ci recheremo a Trino per andare a vedere il buco. E quando saremo andati a vederlo cosa diremo? "Che bel buco!" "Che bravini! Ma come avete fatto in fretta! Avete lavorato di giorno, di notte, di sabato e di domenica?" E noi, che siamo abituati ai ritmi molto più lenti della Regione Piemonte, ci stupiremo di questa sollecitudine nel continuare dei lavori dei quali pure era stata votata qui la graduazione, che significava anche rallentamento.
Io non avevo creduto alla graduazione e infatti mi ero astenuta anche su quell'argomento e i fatti mi hanno dato ragione. Così come non credo a questo documento. Sono convinta che questo documento proprio per la genericità con la quale è stato steso, proprio perché non si sono voluti elencare i lavori di dewatering che avrebbero dovuto essere stati sospesi è stato fatto in questo modo perché c'è a monte la volontà di disattenderlo, così come è avvenuto per il documento che andava a sancire la graduazione.
Alla base di tutto questo c'è una pervicace e determinata volontà di proseguire i lavori e di farlo nei tempi più veloci possibili contrariamente a quanto, pur all'acqua di rose, si stabilisce, qui in senso opposto.
Devo dire con tutta sincerità che io sto perdendo fiducia anche nella Conferenza Nazionale sull'Energia, perché a questo punto mi viene il sospettino che potrebbe essere fatta anche ad hoc per fare uscire da questa Conferenza una determinazione che dica "va benone, gli elementi di sicurezza ci sono, continuiamo i lavori della centrale di Trino" Ero per la sospensione, non ne ho mai fatto mistero, mi sono fermata qui contrariamente a molti a votare 1'astensione sul documento. Rimango per la sospensione: mi pare l'unica posizione chiara, l'unica che all'esterno è capita, l'unica posizione, a mio avviso, voluta dalla stragrande maggioranza della popolazione.
Per mia natura e carattere sono poco portata ai compromessi, ma quando questi vengono ad incidere sulla vivibilità delle generazioni future quando i compromessi intaccano profonde convinzioni, ritengo che assolutamente non è più possibile accettarli.
Qui è successo di tutto: persone che in loco hanno votato contro il proseguimento dei lavori qui hanno votato pro, persone che in loco hanno votato per il ricorso al TAR qui hanno votato in senso contrario.



PRESIDENTE

Collega Cernetti, la prego di concludere.



CERNETTI Elettra

Concluderò quando riterrò di concludere.



PRESIDENTE

Le ricordo però che lei ha già oltrepassato di cinque minuti il limite di tempo imposto dal regolamento.



CERNETTI Elettra

Parecchi Consiglieri lo hanno fatto, per cui anch'io mi comporterò in questo modo.
Qui è successo di tutto. Qualcuno adesso ha suggerito che è la politica. E' successo che qualcuno abbia dichiarato di rimanere della propria idea, però ha votato un documento che afferma esattamente l'opposto, giustificandosi dicendo che un conto è la coscienza e un altro è la politica; come se questa fosse al di sopra di tutto e tutto giustificasse. No! Se così fosse sarebbe un mondo dal quale sarebbe meglio uscire. Si darebbe allora ragione ai moltissimi, e sono molti di più, che automaticamente accanto al termine politica aggiungono il termine sporca.



(Applausi da sinistra)



CERNETTI Elettra

Inutile dire che mi asterrò, lo sottolineo, con grosso senso di autocontrollo, sul documento della maggioranza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Questa è l'ultima dichiarazione di voto della giornata, cari colleghi.
Sull'ordine del giorno della maggioranza il mio voto contrario discende fin dalla prima riga, laddove si dice: "approva la comunicazione della Giunta del 10/7".
Non voglio riprendere le motivazioni precedentemente portate da alcuni colleghi, tutte quante condivisibili, da quelle più politicamente argomentate del collega Bontempi a quelle molto più passionali, più attente a quello che deve essere il nostro ruolo, attente alla vivibilità delle generazioni future della collega Cernetti.
Scorrendo il documento, passando al secondo punto sul ripristino dell'ENEL andremo a vedere il buco. Perché però tutti noi Consiglieri non andiamo - anche se è più lontano - a vedere in cosa consiste il ripristino di Gioia Tauro, altra grande fesseria dei nostri governanti? Quali strumenti ha messo in piedi la Regione e tutti gli Assessorati competenti per verificare la fattibilità concreta del ripristino al di là dei costi che può avere? Qui pare che l'ing. Naschi sia una controfigura di Papa Woytila le cui affermazioni sono dogmi di fede. E l'ing. Naschi sostiene che, per definizione, queste opere sono reversibili.
Punto successivo: "in armonia con le decisioni parlamentari". Con estrema chiarezza la collega Cernetti afferma che l'armonia con le decisioni parlamentari, in quello che segue, assolutamente non esiste. Le decisioni parlamentari erano improntate alla cautela, erano - mi si passi l'espressione - un po' più coraggiose. Ma qui pare che la maggioranza della Regione Piemonte cerchi di dimostrarsi (e ci riesce benissimo) sull'intero territorio nazionale la più fedele e subalterna alle decisioni dell'ENEL.
Sembra incredibile che la Regione più coinvolta nel processo nucleare e quasi nell'intero ciclo di produzione nucleare (abbiamo iniziato oggi con un'interrogazione proprio sul trasporto dei resti di combustibile irradiato) sia di fatto quella che continua a dimostrarsi più nuclearista verrebbe da dire, più nuclearista ancora dei grandi enti di Stato che invece in altre Regioni, come la Lombardia, sono i primi a sospendere il processo di localizzazione. La Lombardia non è un'ameba, come invece pare sia diventata la Regione Piemonte, che finisce con l'approvare documenti che daranno luogo - e mi dispiace dirlo - ad altre 12 ore di dibattito. Noi ringraziamo, perché così avremo la possibilità di ripetere a iosa quanto abbiamo detto oggi. Nello stesso tempo, rifiuto totalmente l'interpretazione che quella di oggi sia stata un'azione dispersiva; anzi la.popolazione piemontese dovrebbe vedere il punto a cui arrivate, fino a rifiutare cose esasperatamente banali, ad esempio la Conferenza regionale sull'energia e la sicurezza rifiutata al PCI. A me pareva fosse una cosa decisa addirittura dalla Giunta. Adesso non si fanno nemmeno più le conferenze? Chiedere il controllo sulla velocità dei camion: devono essere investiti dei bambini prima di questo controllo? Anche questa sembra sia una cosa incredibile: pare che mandare agenti di polizia a fare questi controlli significhi ledere la maestà del feudatario della provincia di Vercelli.
Passo all'ultimo punto: il supporto scientifico per valutare concretamente le modalità operative della graduazione dei lavori della centrale nucleare. Posso proporre chi ne deve far parte: il problema della graduazione è un problema tipicamente lessicale e linguistico. Propongo quindi, e se lo ritenete opportuno stilerò immediatamente un ordine del giorno, che questo comitato tecnico - scientifico sia diretto dal prof.
Raffaele Simone, dal prof. Tullio De Mauro e dal prof. Umberto Eco. Sono gli unici che possono dirci qualcosa sulla graduazione; non vorrete mica invitare il Politecnico, i geologi o altri professionisti di questo genere! Occorre rivolgersi a queste tre persone poiché il vero esperto e competente a livello mondiale, Frank Kafka, è purtroppo defunto.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di dichiarazione di voto, possiamo passare alla votazione dell'ordine del giorno n. 154 così modificato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 52 hanno risposto si 30 Consiglieri hanno risposto no 20 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'ordine del giorno è approvato.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 20,30)



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