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Dettaglio seduta n.54 del 10/07/86 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


MARCHIARO MARIA LAURA


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute (rinvio)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g. comunico che i processi verbali delle precedenti sedute verranno analizzati nell'adunanza della prossima settimana.


Argomento:

Interrogazione del Consigliere Cerchio inerente la ICAV di Vigone


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interrogazione presentata dal Consigliere Cerchio inerente la ICAV di Vigone.
Risponde il Presidente della Giunta regionale, Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

In riferimento all'interrogazione presentata dal Consigliere Cerchio che intende sollecitare ogni possibile azione, volta a superare la difficile situazione dell'azienda S.p.A. ICAV (Industria Compensati Affini Vigone), fallita il 4 aprile 1986, con la conseguente cessazione di qualsiasi attività industriale, fatta eccezione per la vendita delle giacenze di magazzino, furono fatti vari tentativi da parte dell'Assessorato al lavoro per indurre degli industriali del settore ad acquisire o affittare l'ICAV e riavviarne l'industria, onde salvaguardare il posto di lavoro dei 120 dipendenti e gli interessi, non secondari, dei pioppicoltori locali dai quali proviene tutto il legno utilizzato e di pregevole qualità.
I diversi tentativi non ebbero successo per alcune fondamentali ragioni: la fortissima concorrenza in atto tra industriali del settore nel campo nazionale e nel campo estero; un lento e progressivo regredire dell'uso dei compensati, talvolta sostituiti dalla plastica; una più razionale meccanizzazione dei processi industriali per cui la chiusura di.uno stabilimento consente ad un altro di assorbirne la produzione senza ricorrere all'istituzione di nuovi posti di lavoro.
Sono ragioni di "convenienza industriale" e di inflessibile concorrenza che non possono però essere accettate a danno di tante famiglie di Vigone dove l'industria sta letteralmente morendo.
Pertanto le azioni di questo Assessorato sono adesso rivolte alla creazione di un convincimento cooperativistico nella zona, al quale non mancano convinti appoggi ad opera dei politici locali, delle organizzazioni professionali, delle OO.SS. e di importanti pioppicoltori. Ma è un dovere tuttavia essere prudenti nel prevedere un tempo piuttosto lungo per arrivare al concreto, durante il quale le maestranze più qualificate potrebbero dimettersi lasciando i meno qualificati in una organizzazione di cassaintegrati priva di dirigenti e di tecnici. Fondato timore che si aggiunge a quello per le famiglie coinvolte, cui parzialmente far fronte con la domanda di CIG, ai sensi della legge 301/77, già istruita dall'Ufficio regionale del Lavoro di Torino e munita del parere della Regione e delle OO.SS. A Roma detta domanda sarà altrettanto seguita.
Infine dalle soprascritte affermazioni si deve trarre la convinzione che i prodotti agricoli e zootecnici largamente sussidiati sono, è vero importanti, ma non lo sono di meno i prodotti agro-forestali per i quali mai fu concesso un contributo determinante.
Comunque, se un contributo deve essere concesso, questo dovrebbe rivolgersi ad incoraggiare l'istituzione di una società o di una cooperativa (aperta anche ai lavoratori) tra pioppicoltori, che vedono nell'industria ICAV e nell'industria in generale di questo settore la salvaguardia del proprio prodotto e sentono il profondo dovere di difendere i necessari livelli occupazionali in un'area particolarmente sacrificata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Ringrazio il Presidente per la risposta che, purtroppo, si riferisce ad una situazione ormai drammatica, stante l'attivazione delle procedure in negativo nei confronti dei dipendenti dell'ICAV di Vigone.
Pregherei la Presidenza della Giunta di comunicare all'Assessore competente di tenere me e il Gruppo aggiornato sugli eventuali sviluppi di queste iniziative, che pure hanno tanti punti interrogativi soprattutto nell'ipotesi della ricerca di una forma cooperativistica per trovare soluzioni ai livelli occupazionali dei numerosi dipendenti della ICAV di Vigone e della zona. Prego e ringrazio la Presidenza se mi farà avere copia della risposta.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interpellanza dei Consiglieri Valeri e Avondo inerente la discarica abusiva nel territorio del Comune di Saluggia


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza presentata dai Consiglieri Valeri ed Avondo inerente la discarica abusiva nel territorio del Comune di Saluggia.
Risponde l'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla tutela dell'ambiente

In data 18 marzo 1985 veniva scoperta dai Vigili Urbani di Saluggia, in località Giaron Malerba a circa 10-20 metri dalla Dora Baltea e ad un chilometro dall'acquedotto del Monferrato, una discarica abusiva.
Al momento del sopralluogo era in corso uno scarico di materiale nel sito da parte dei proprietari del terreno e dell'impresa Edilscavi di Torrazzo Piemonte.
Il Pretore di Santhià, interessato al problema, in data 21 marzo 1985 ordinava il sequestro di tutta l'area ed invitava il Sindaco a disporre la rimozione dei rifiuti, definiti tossici, da un rapporto del Servizio Protezione Ambiente della Provincia di Vercelli; inoltre provvedeva ad imputare i colpevoli dei reati di cui agli art. 110 C.P. 26,24 D.P.R.
10/9/1982 n. 915.
Il Sindaco, in data 23 marzo 1985, emanava un'ordinanza contingibile ed urgente con la quale ordinava ai conducenti e titolari dell'impresa Edilscavi la rimozione dei rifiuti discaricati, secondo le norme di legge relative ai rifiuti definiti "tossici".
Durante le operazioni di prelievo dei rifiuti venivano alla luce n. 350 bidoni grandi e n. 20 piccoli che, dalle analisi effettuate dal dott. Piero Torasso, nominato perito dal Pretore di Santhià, venivano diversamente valutati, ma molti dei quali rientravano nella categoria "tossici e nocivi".
Stante il sequestro disposto dal Pretore non era possibile agire ulteriormente sino al 23 aprile 1986 quando lo stesso Pretore contestualmente alla prima udienza del procedimento giudiziario contro le persone sopramenzionate, disponeva il dissequestro dell'area per la rimozione dei fusti e la bonifica del terreno, consistente nell'asportazione del materiale.
Al momento il Comune ha avviato, con urgenza, una trattativa con imprese specializzate per la rimozione dei fusti e la bonifica del sito.
Dato l'alto costo dell'operazione, che supera le possibilità finanziarie del comune di Saluggia è stato richiesto l'intervento della Regione Piemonte e del Ministro per il Coordinamento della Protezione Civile.
La Regione Piemonte, a questo punto, si riserva di esaminare l'opportunità di costituirsi parte civile, nel momento e nella sede opportuna, non appena in possesso di tutti i dati relativi all'episodio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valeri.



VALERI Gilberto

Ringrazio l'Assessore, pur rilevando che il tempo intercorso ha già consentito lo svolgimento del processo presso la Pretura di Santhià. Resta il fatto che a tutt'oggi non è ancora possibile intravedere i tempi e le condizioni per il risanamento dell'area. Questo è il dato piuttosto preoccupante che emerge, tanto più che l'area inquinata è prossima ai pozzi di prelievo del dell'acquedotto del Monferrato e alle preoccupazioni locali si aggiungono quelle di più ampia dimensione riguardanti un'area già duramente colpita per i fatti di Casale.
Mi pare che, sotto questo profilo, sarebbero necessarie iniziative regionali in grado di garantire assistenza e collaborazione, lavorando di conserva con un Comune le cui dimensioni non sono evidentemente tali da consentirgli di avere in sé le capacità tecnico - operative atte ad affrontare in modo soddisfacente una materia come quella del risanamento dell'area in questione e dei suoi relativi costi.
Sotto questo profilo mi pare che la costituzione di parte civile sia quanto mai opportuna, anche perché non ho letto la sentenza verbale, ma dalle notizie apparse sui giornali pare emergere che essa non contempla i costi del risanamento.
Se così è alle varie carenze di natura legislativa in ordine agli inquinamenti si aggiunge questa sorta di impossibilità o insufficienza nel determinare il coinvolgimento dei responsabili nel sostenimento delle spese del risanamento.
Giorni fa ho avuto modo di partecipare ad un Convegno tenutosi a Perugia riguardante l'inquinamento atmosferico; mi ha colpito una battuta di uno scienziato che diceva: "L'Italia in molti casi opera con leggi scandinave e con strumenti arabo terzo-mondisti".
Individuata la discarica e l'esigenza del risanamento, mi pare che alla Regione, quale momento di governo più complessivo, competa di non.lasciare solo il Comune, ma di costruire assieme gli strumenti atti a riportare la situazione alle condizioni precedenti.


Argomento:

Interrogazione del Consigliere Staglianò inerente il ticket su prestazioni specialistiche


PRESIDENTE

Esaminiamo infine l'interrogazione presentata dal Consigliere Staglian inerente il ticket su prestazioni specialistiche.
Risponde l'Assessore Olivieri.



OLIVIERI Aldo, Assessore alla sanità

L'applicazione del ticket sulle prestazioni specialistiche è già stata attuata in alcune Regioni e nella maggior parte dei casi proprio dopo l'incontro degli Assessori a Montecatini il 17-18/3/86 e ciò non certo per disattendere un documento di natura politica sottoscritto unitariamente dai presenti all'incontro, ma in quanto consapevoli che lo spazio di autonomia decisionale rispetto all'applicazione dell'articolo in questione si era ridotto parecchio, all'indomani della circolare ministeriale dell'8/3/1986.
All'interno di questo quadro occorre precisare che la Regione Piemonte è stata fra le ultime, se non ultima, a fornire per iscritto indicazioni in tal senso, quando Regioni come Lombardia, Veneto e Liguria con i primi di aprile avevano già emanato direttive in proposito.
Al momento attuale le Regioni Toscana, Emilia Romagna, Umbria e Sardegna non stanno applicando ticket sulle prestazioni specialistiche; la Regione Umbria ha assunto in tal senso una deliberazione di Giunta che per è stata respinta dal Commissario di Governo.
Per quanto poi concerne le UU.SS.SS.LL. piemontesi alla data del 17/6/1986, circa un mese dopo l'arrivo della circolare regionale, la situazione è la seguente: 32 UU.SS.SS.LL. (circa 60%) hanno applicato il ticket sulle prestazioni specialistiche 22 UU.SS.SS.LL invece non lo applicano: di .queste, 15 per problemi organizzativi relativi a personale e strutture, le restanti 7 perché hanno deliberato una diversa interpretazione ed applicazione dell'articolo in questione.
Tenuto conto di quanto fin qui espresso, tenuto conto che pare sia in preparazione un disegno di legge che modifica l'art. 28, punto 3, della legge finanziaria nei termini esplicitati dalla circolare ministeriale dell'8/3/1986, si ritiene che le disposizioni date con la circolare del 5/5/1986 siano le più opportune e garantiscano gli amministratori delle UU.SS.SS.LL. sotto l'aspetto legale.
Al di là del fatto che comunque la normativa va applicata, è fuor di dubbio che le Regioni, ed in primis la Regione Piemonte, debbano, come hanno fatto in occasione dell'incontro di Montecatini, ed in altre occasioni, premere sulle sedi competenti affinché venga a cadere la prassi ormai consolidata con le varie leggi finanziarie, di modificare continuamente la normativa, creando difficoltà agli uffici, gravosità burocratiche ai cittadini e perdita di credibilità nel sistema sanitario pubblico. Non solo, ma l'impegno prioritario che deve vedere coinvolte tutte le Regioni è quello di intervenire, per quanto possibile, affinch non venga meno tutta l'azione di prevenzione che deve costituire la base del S.S.N., e che è in pericolo a causa della mancata conferma nella legge finanziaria per il 1986, della validità del comma 5 bis dell'art. 11 della legge 638/83, che prevedeva il non assoggettamento al ticket di tutte le prestazioni conseguenti ad interventi e a campagne di prevenzione previste dai Piani Sanitari Regionali.
In tal senso, mi riservo di sollevare nuovamente questi problemi in uno dei prossimi incontri con gli altri Assessori regionali alla sanità, nella prospettiva che idonee iniziative interregionali possano essere assunte proprio in concomitanza agli approfondimenti ormai imminenti che verranno effettuati ai fini della predisposizione della prossima legge finanziaria.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

La ringrazio, signor Presidente. Poche parole per dire che il disordine sotto il cielo è grande, ma la situazione non è per niente eccellente, per parafrasare un'espressione del Presidente Mao Tze Tung. Perché su questa vicenda, Assessore, non si riesce davvero a venir a capo di nulla; non è chiaro cosa stia avvenendo.
Le chiedo sin d'ora di mettere a disposizione la sua risposta scritta per poterla leggere con attenzione e con calma, poiché siamo molto preoccupati per quanto la Regione sta facendo riguardo all'applicazione dei ticket.
Leggendo la legge finanziaria dell'86 non ci pare che il ticket del 25 debba essere applicato a tutte le prestazioni specialistiche, ma solo a quelle che si riferiscono alle voci previste dall'assistenza integrativa sulle prestazioni ordinarie erogate dal disciolto I.N.A.M., secondo quanto prescritto dalla legge n. 33 del 1980.
E' grande il disordine sotto il cielo, ma la situazione non è per nulla eccellente, dicevo. Abbiamo richiesto alle UU.SS.SS.LL. del Piemonte di informarci su come stanno applicando le disposizioni ministeriali e la circolare regionale. Stanno cominciando ad arrivare le risposte al nostro Gruppo. Cito solo quella dell'U.S.S.L. n. 62 di Fossano con la quale il Presidente dell'U.S.S.L. medesima mi informa che è stata approvata una delibera con la quale si adottano per le visite ambulatoriali ed accessorie un sistema di forfetizzazione del ticket esigendo a tale titolo una quota fissa di L. 2.000. Ci sono alcune esemplificazioni: ad esempio la visita specialistica che prevede, sulla base dell'ex D.P.R. 16/5/1980, un costo di L. 6.325, il cui importo di ticket dovrebbe essere di L. 1.585 e per il quale c'è un arrotondamento di quasi L. 500 in più.
A me pare che di fronte a queste situazioni bisogna interrogarsi con attenzione su quanto sta avvenendo. Noi siamo molto preoccupati, e stiamo valutando se non è il caso di intervenire anche da un punto di vista legale rispetto al comportamento delle UU.SS.SS.LL., poiché ci pare che questa che è andata configurandosi come una tassa sulla malattia - è di questo che stiamo parlando anche se non mi diffondo poiché non è l'oggetto dell'interrogazione - sta diventando una tassa sempre più iniqua.
Vorrei richiamare la sua attenzione su questi processi, Assessore perché occorre che su queste cose non si svicoli. Voglio ricordare che al riguardo sollevammo, attraverso una legge di iniziativa popolare, il problema della soluzione radicale del problema ticket, attraverso la sua abolizione. Oggi mi limito a richiamare la sua attenzione sul fatto elementare che, molto spesso, costa di più riscuoterli i ticket che avvantaggiarsene finanziariamente.
Quindi, una tassa iniqua, inutile a contenere il consumo dei farmaci e che pesa soprattutto sulle fasce più deboli della società, su quelle che dovrebbero avere di più l'attenzione e la solidarietà da parte delle istituzioni democratiche.
La ringrazio anche se non posso essere molto soddisfatto delle cose da lei dette perché mi pare che la confusione sia grande anche nel suo Assessorato. Le sarò grato se vorrà darmi copia della risposta scritta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Carazzoni, Fassio Ottaviano e Pezzana.


Argomento:

a) Congedi

Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

E' stato presentato il seguente progetto di legge: n. 130: "Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 1985" presentato dalla Giunta regionale il 2 luglio 1986 ed assegnato alla I Commissione in data 3 luglio 1986.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge

Argomento:

c) Deliberazioni adottate dalla Giunta regionale


PRESIDENTE

L'elenco delle deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nelle sedute del 26 giugno e 1 luglio 1986 - in attuazione dell'art. 7, secondo comma, della L.R. 6/11/1978, n. 65 - in materia di consulenze ed incarichi è depositato e a disposizione presso il Servizio Aula.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Informo che di fronte alla sede del Consiglio circa 500 dipendenti delle UU.SS.SS.LL. manifestano per chiedere di essere ricevuti dai Capigruppo e dalla Giunta.
Vorrei verificare con i Capigruppo l'ipotesi di invertire l'o.d.g. per discutere il punto 5) che riguarda appunto le UU.SS.SS.LL.: questa inversione permetterebbe ad una parte di questi dipendenti di assistere al dibattito.
Chiedo pertanto una breve sospensione dei lavori per concordare la procedura.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10,15 riprende alle ore 10,40)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Nella conferenza dei Capigruppo si è deciso di incontrare subito una delegazione dei lavoratori delle UU.SS.SS.LL. La riunione si svolge al primo piano.
Nel corso di questo incontro, che si è già avviato, il Consiglio non dovrebbe interrompere i lavori, quindi potrebbe esaminare i provvedimenti che possono essere esaminati in una situazione di questo genere. Propongo quindi di svolgere il punto 6) mentre è in corso la riunione con i sindacati e il personale delle UU.SS.SS.LL., al termine del quale potremo passare al punto 5) che riguarda appunto la mini riforma delle UU.SS.SS.LL.
Chi è d'accordo per l'inversione dell'o.d.g. è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva.


Argomento: Parchi e riserve

Esame proposta di deliberazione n. 212: "Piano relativo alle zone stralciate dal Piano dell'area del Parco regionale La Mandria"


PRESIDENTE

Passiamo pertanto al punto 6) all'o.d.g. che reca: Esame proposta di deliberazione n. 212: "Piano relativo alle zone stralciate dal Piano dell'area del Parco regionale La Mandria". Tale deliberazione è stata esaminata dalla II Commissione ed approvata all'unanimità.
La parola all'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore ai parchi

Con questo atto si riporta il Piano della Mandria alla situazione determinata dal documento votato dal Consiglio regionale.
Al di là della necessità di dare conseguenza legislativa e amministrativa a quell'atto c'è anche un adempimento che ci deriva dal fatto che nel frattempo è intervenuta una sentenza del T.A.R., che ha accolto il ricorso della Regione Piemonte, quindi abbiamo la necessità ed il titolo giurisdizionale per provvedere a questo stralcio.
Il provvedimento ha seguito l'iter della legge regionale n. 56, è stato anche approvato dal C.U.R. in una recente seduta del mese di giugno, quindi è pronto per la votazione del Consiglio.
Ricordo che questo documento ha avuto l'approvazione unanime da parte della Commissione quindi credo che nulla osti alla sua approvazione da parte dell'assemblea.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Intervengo solo per dichiarare che in Commissione c'è stata espressione di voto unanime sul contenuto di questo stralcio di Piano territoriale della Mandria e per sottolineare che questo atto dovrebbe concludere l'annosa battaglia, non sempre unanime, per salvaguardare l'area della Mandria da ulteriori edificazioni.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 29 Consiglieri presenti (la votazione è valida in quanto, ai sensi del quarto comma dell'art. 50 del Regolamento interno del Consiglio regionale, i Consiglieri in congedo non vengono computati per fissare il numero legale).
Nella conferenza dei Capigruppo si è deciso di continuare i lavori del Consiglio e, qualora non ci fosse stata materia per proseguire, di sospenderli. Pertanto la seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10,55 riprende alle ore 11,40)



CERCHIO GIUSEPPE


Argomento: Nomine

Nomine


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, riprendiamo la seduta essendoci le condizioni per esaminare il punto 7) all'o.d.g. che reca: "Nomine".
Si distribuiscano le schede per le seguenti nomine.
Commissione di controllo sugli atti della Regione (art. 41 L. 10/2/1953 n. 62): due terne di esperti in discipline amministrative.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti esperti in discipline amministrative nella prima terna i signori Lionello Savasta Fiore, Alfredo Giglioli, Giuseppe Fiorito e nella seconda terna i signori Sergio Chiarloni, Paolo Scaparone e Carlo Cotto.
Riserva naturale speciale della Garzaia di Valenza (art. 6 L.R.
28/8/1979, n. 51) - Consiglio direttivo. Nomina di tre rappresentanti e tre esperti in materia zoologia - botanica e idrogeologica.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti rappresentanti i signori Angelo Arlandini, Dario Raspagni, Giovanni Ferraris ed esperti i signori Franco Montacchini (botanico), Guido Badino (idrobiologo) e Mario Frola (zoologo).
Consiglio di amministrazione dell'aeroporto di Cuneo Levaldigi (L.R.
22/4/1980, n. 25). Nomina di un rappresentante.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Dario Bono.
Collegio sindacale dell'aeroporto di Cuneo- Levaldigi (L.R. 22/4/1980, n.
25). Nomina di un Sindaco effettivo.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Francesco Spione.
Consiglio di amministrazione A.I.A.V. S.p.A. (art. 14 Statuto relativo).
Nomina di un rappresentante.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Giuseppe Delli Veneri.
Collegio sindacale A.I.A.V. S.p.A. (art. 14 Statuto relativo). Nomina del Presidente.
E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Piero Cavezzale.


Argomento: Unita' locali dei servizi sociali ed assistenziali e dei servizi sanitari

Esame legge rinviata dal Governo relativa a: "Modifiche alle LL.RR. 21/l/1980, n. 3 e successive modificazioni (Disciplina degli organi istituzionali del Servizio Sanitario Regionale e norme transitorie) e 11/2/1985, n. 9 (Modifica degli ambiti territoriale delle Unità Socio Sanitarie Locali del Comune di Torino e disposizioni per la riorganizzazione dei servizi. Proroga dei termini di cui all'art. 36 della L.R. 23/8/1982, n. 20)"


PRESIDENTE

Come concordato in sede di riunione dei Capigruppo pongo in votazione l'inversione degli argomenti all'o.d.g.
Chi è d'accordo di proseguire i lavori con il punto 5) è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.
Esaminiamo pertanto la legge rinviata dal Governo relativa a: "Modifiche alle LL.RR. 21/1/1980, n. 3 e successive modificazioni (Disciplina degli organi istituzionali del Servizio Sanitario Regionale e norme transitorie) e 11/2/1985,n. 9 (Modifica degli ambiti territoriali delle Unità Socio Sanitarie Locali del Comune di Torino e disposizioni per la riorganizzazione dei servizi. Proroga dei termini di cui all'art. 36 della L.R. 23/8/1982, n. 20)".
Il testo è stato licenziato all'unanimità dalla V Commissione in data 13/5/1986.
La parola al Consigliere Acotto.



ACOTTO Ezio

E' opportuno illustrare brevemente il contenuto del provvedimento che stiamo esaminando. Si tratta dell'accoglimento puro e semplice di due osservazioni in merito alla modifica degli organi istituzionali del sistema sanitario.
Il nostro Gruppo ha votato contro quella legge e mantiene questa opinione nettamente contraria. Questo però non ci impedisce di giudicare accoglibili le osservazioni fatte dal Commissario di Governo che sono di due tipi. La prima osservazione addirittura accoglie un emendamento che avevamo presentato e che ci era stato parzialmente respinto, quello dell'estensione della presentazione dei curricula non soltanto da parte dei cittadini estranei ai Consigli comunali, ma anche da parte di tutti coloro che si candidano per l'elezione del Comitato di gestione, siano essi membri dell'assemblea o estranei all'assemblea.
La seconda osservazione è che la legge aveva previsto che l'elezione del Vicepresidente del Comitato di gestione avvenisse attraverso un atto dell'assemblea, mentre la soluzione che è stata adottata, dopo l'osservazione del Commissario di Governo, è che avvenga attraverso la nomina da parte dei membri del Comitato di gestione.
Ciò premesso, in riferimento agli aspetti più precisi della discussione odierna, noi vogliamo ribadire alcuni punti generali che ci portano a riconfermare il nostro giudizio negativo nei confronti di questa legge innanzitutto per il ritardo con cui si rende operativa la riforma delle UU.SS.SS.LL. e soprattutto per il ritardo con cui si eleggeranno i nuovi organi delle medesime, malgrado ci fosse stata la possibilità, prima della pausa estiva, di rinnovare in tempo utile questi organi. Il governo regionale ha lasciato dormire per un mese questo provvedimento dopo che 1111 marzo la Commissione competente ne aveva licenziato il testo e il Consiglio l'aveva votato l'8 aprile 1986, c'è quindi un mese di assenza del tutto ingiustificata della Giunta a questo riguardo. I dati che cito sono a corredo del giudizio che ho dato all'inizio dei ritardi che potevano essere nettamente recuperati se c'era un impegno specifico a questo riguardo.



BELTRAMI Vittorio, Presidente della Giunta regionale

Quando un provvedimento è rimesso all'aula non dipende più dalla Giunta farlo avanzare.



ACOTTO Ezio

Si vede che la Giunta ha ritenuto opportuno fare avanzare altri provvedimenti e non questo. Ho cercato di essere estremamente documentato su questo punto e i dati che ho citato sono esattamente quelli che risultano dagli atti ufficiali. Questo mese è un buco decisivo per quanto riguarda la possibilità di svolgere le elezioni dei Comitati.di gestione prima dell'estate. Adesso la Giunta dovrà far si che siano efficaci i tempi per la presentazione delle liste elettorali per i mesi di settembre e di ottobre. Questo in riferimento alla generalità delle UU.SS.SS.LL.
naturalmente con il caso particolare per quanto riguarda la normativa di Torino.
Siamo contrari a questa legge perché il ruolo dell'assemblea è stato nettamente alleggerito. E' un tema sul quale abbiamo insistito, abbiamo presentato degli emendamenti, ma sono stati bocciati. La Giunta ha ritenuto di respingere degli emendamenti che concernevano il ruolo positivo che potrebbero svolgere i Consigli delle circoscrizioni al fine di determinare i membri dei Comitati di gestione delle UU.SS.SS.LL. sub comunali di Torino. Anche questo atteggiamento da parte della maggioranza e della Giunta conferma il nostro giudizio negativo.
Un terzo aspetto che voglio evidenziare, perché su questo ripresentiamo un'iniziativa specifica, è quello relativo all'introduzione, in modo del tutto improprio in questa legge, di un solo servizio di igiene pubblica per Torino: così ha detto la maggioranza. Si è trattato di un colpo di mano grave, perché non c'è nessuna giustificazione convincente nel merito che ci faccia andare in quella direzione, colpo di mano molto grave perché questo argomento non è mai comparso nella proposta iniziale della Giunta e nella discussione in Commissione. Ci fu un emendamento presentato dal collega Marchini, la Giunta lo assunse e né aggravò i contenuti. Il colpo di mano è reso evidente anche dal processo che è avvenuto su questo tema. Noi non ci diamo per vinti su questa vicenda e vogliamo insistere nella direzione di togliere da questa legge il riferimento al servizio di igiene pubblica per le UU.SS.SS.LL. di Torino, proponendo di ripristinare quanto era contenuto nella legge n. 9 che stabiliva che il servizio di igiene pubblica deve essere progressivamente decentrato in tutte le UU.SS.SS.LL. sub-comunali.
Probabilmente quel testo fu proprio stilato dall'Assessore Olivieri, il quale nella discussione di allora tra la Commissione regionale e quella comunale aveva un ruolo decisivo, anzi, fu un artefice della definizione del testo della legge che poi usci come legge n. 9. Ricordo che questo punto fu attentamente esaminato e trovò quella definizione.
Che cosa è cambiato da allora, Assessore Olivieri, tanto da far modificare in maniera così radicale quel tipo di opinione?



OLIVIERI Aldo, Assessore alla sanità

Mi sono pentito.



ACOTTO Ezio

Noi crediamo che francamente non ci siano giustificazioni a questo riguardo ed è in ragione di ciò che ci permettiamo di insistere in questa direzione e lo facciamo attraverso lo strumento dell'emendamento.
Per tutte queste ragioni; compreso il fatto che presentiamo questo tipo di emendamento all'attenzione del Consiglio, il giudizio nostro rimane fortemente negativo per quanto riguarda la legge di riordino e di adeguamento delle UU.SS.SS.LL.; anche se, ripeto, per non dare adito ad equivoci, le osservazioni fatte dal Commissario di Governo sui due punti iniziali che ho ricordato, sono accoglibili.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, contesto all'esponente comunista un comportamento politico che censuro perché attribuisce alla Giunta la volontà di ritardare l'approvazione della legge che oggi votiamo mentre la Giunta rispetto a questo non ha mai assunto in nessuna sede alcuna iniziativa.
La responsabilità se mai è del Consiglio e se mai all'interno del Consiglio potrebbe essere la maggioranza, ma così non è.
Non mi risulta che da parte di nessuna forza di opposizione si sia convenuto sull'opportunità di cercare, rispetto all'approvazione di questa legge, una data che rendesse effettuabili le elezioni non in periodo feriale. Questa è la verità dei fatti, caro Acotto! La verità politica è un'altra, ed è triste che un grande Partito come il Partito comunista utilizzi la cortesia dei colleghi per modificare l'o.d.g., per gestire il Regolamento dell'aula in un certo modo con il solo obiettivo di dichiarare in questa sede, evidentemente con una dichiarazione non diretta ai Consiglieri, che queste cose conoscono, nelle loro ragioni nelle loro motivazioni e nei loro obiettivi, ma diretta al pubblico che qui è venuto per ascoltare altre cose. Questo mi spiace dirlo, caro Bontempi tu conosci la stima profonda che ho nei tuoi confronti. Non si può accusare la Giunta di una questione sulla quale non ha mai preso posizioni in alcuna sede.



(Voci in aula)



MARCHINI Sergio

E' stato detto questo.



BOSIO Marco

Invece di occuparti del Partito comunista, occupati...



MARCHINI Sergio

No, mi occupo di me. Mi preoccupo di anticipare in questa sede che il nostro Gruppo, posto che su questo il Regolamento dà ai Gruppi un ruolo che non dipende dal loro peso ma dal loro esistere, chiederà d'ora in avanti il rigoroso e scrupoloso rispetto del Regolamento in ordine ai nostri rapporti con la realtà esterna, il rigoroso rispetto dell'o.d.g. qualunque sia l'argomento che venga in discussione, perché non intendiamo più correre il rischio ché un comportamento, che riteniamo doveroso rispetto alle persone che sono adesso qui sedute e che sono portatrici di forti interessi, di forti tensioni e di forti problematiche, diventi oggetto di strumentalizzazione politica.
Quindi, anticipo in questa sede, e verrà registrato, che per evitare che si ripetano comportamenti di questa natura, noi su questo fermamente ci opporremo in qualunque sede, da chiunque venga la richiesta, inclusa la maggioranza.
Apprendo poi, perché mi è stato consegnato adesso in aula, che è stato presentato un emendamento su questa legge, che non è stato presentato in Commissione; quindi ho l'impressione che 1"'intempestività" della Giunta e della maggioranza sia esattamente come quella dell'opposizione nel presentare i problemi, forse al momento giusto e non a quello più opportuno.
Ho verificato che il problema non è stato posto in Commissione; è stato presentato un emendamento soppressivo della materia che io ho introdotto anticipiamo che quando passeremo all'esame dell'emendamento del Gruppo comunista voteremo contro e se sarà il caso illustreremo il perché del nostro voto contrario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Stagliano.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Grazie Presidente, non abbiamo all'o.d.g. la discussione generale della legge, ma non è assolutamente inopportuno ritornare sui suoi contenuti senza la paura, Consigliere Marchini, di confrontarsi con chi ci ascolta perché ho l'impressione che tu abbia la preoccupazione costante di non farci "contaminare" dalle forme in cui la società si organizza e si esprime.
Dal tuo punto di vista avrai le tue ragioni, ma acconsentirai che dal punto di vista dell'opposizione ci possono essere interessi diversi. Anche perché lo stato della sanità pubblica è quello comatoso che ciascuno di noi può constatare da semplice utente. Sforzarsi di interloquire con le domande che dalla società civile ci provengono, in questo caso dalle Organizzazioni Sindacali dei lavoratori, non fa male alla salute di questo che a volte troppo pomposamente, chiamiamo Parlamento regionale.
A suo tempo ho votato contro la legge che oggi dobbiamo modificare ed intendo ribadire il giudizio negativo a suo tempo espresso avvalendomi di una esemplificazione di come questa maggioranza intende il decentramento.
Sostanzialmente, il pentapartito lo vive come intralcio ad un decisionismo di periferia che fa un po' ridere, oltre che preoccupare. Ad esempio stamani abbiamo avuto un incontro con le 00. SS, dei lavoratori della Sanità che ci hanno posto il problema della salvaguardia e dello sviluppo dei servizi di igiene pubblica, non invece del loro svuotamento. In quella circostanza, seppure succintamente data la natura dell'incontro, ho sentito dire da parte dell'Assessore Olivieri che il decentramento urterebbe con la qualità professionale del servizio. A me questo pare sorprendente.
Piuttosto, se abbiamo presente l'esperienza di questi mesi, dei dissesti ecologici a cui abbiamo assistito e su cui la sanità pubblica, tirata per i capelli, ha dovuto dire la sua, viene forte il dubbio che nel vostro rifiuto del decentramento ci sia la volontà di mettere la museruola all'articolazione del servizio sul territorio che, alla luce dell'esperienza, ha smentito in più di una circostanza la manipolazione dei dati: ad esempio sulla radioattività, operata dagli organi centrali.
Ritengo che se noi vogliamo tenere in piedi un Servizio Sanitario pubblico che ci consenta costantemente di interloquire con la società abbiamo, assoluto bisogno del decentramento per affermare una visione di società democratica nella quale la verità non promani dal potere.
Non posso che ribadire in questa sede da parte del Gruppo DP il sostegno alle rivendicazioni delle OO.SS. Ho sottoscritto l'emendamento cui faceva cenno il collega Acotto poc'anzi perché anche a me appare indispensabile che ci sia uno stralcio di questa questione, ribadendo in quest'aula la proposta di affrontarla attraverso la preparazione di una conferenza regionale sullo stato della sanità pubblica, una specie di check up dei disservizi, dei problemi e delle condizioni degli operatori; una conferenza preceduta da un dibattito consiliare.
Per procedere a questo esame le occasioni, dal punto di vista burocratico, ci vengono offerte costantemente: ad esempio c'è la presentazione della relazione annuale sullo stato delle UU.SS.SS.LL.; solo che essa viene annegata dentro al mare di carte che ciascuno di noi riceve quotidianamente. Ma a nostro avviso occorrerebbe assumere un'iniziativa specifica al riguardo. In questo senso l'emendamento soppressivo dell'art.
7 assume anche il significato dell'urgenza di un approfondimento attraverso il confronto con le OO.SS. che non può configurarsi, Assessore Olivieri ed egregi colleghi, a quello di rimandare costantemente una trattativa con le OO.SS., come è avvenuto in tutti questi mesi su problemi che riguardano la condizione sociale di tutta quanta la società, perché noi di DP non ci stiamo allo svuotamento della sanità pubblica ed alla privatizzazione progressiva di un servizio sociale essenziale per la nostra comunità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bergoglio.



BERGOGLIO Emilia

Non siamo in sede di discussione del p.d.l. globale, perché questa discussione è già avvenuta al momento della prima approvazione e in questa fase si sta semplicemente adeguando il testo di legge alle osservazioni che sono state fatte dal Commissario di Governo. Però, per la verità storica perché esiste solo una verità e non ha bisogno di aggettivi politici o tecnici, occorre ricordare, visto che è oggetto di polemica, che in sede di Commissione più volte proprio da parte mia ho proposto l'accelerazione dei tempi per poter approvare questa legge in modo da consentire una rapida elezione dei nuovi Comitati di gestione, soprattutto per quanto riguarda il decentramento delle UU.SS.SS.LL. di Torino al quale nella passata legislatura abbiamo dato voto positivo.
Il problema è stato ripetutamente sollevato dalla sottoscritta e gli uffici dell'Assessorato nonché l'ufficio legislativo hanno precisato che stante una serie di termini tecnici che non è in nostro potere accelerare non era possibile approvare questa legge più rapidamente perché le scadenze elettorali, sarebbero venute a cadere nel periodo di chiusura estiva.
Queste scadenze tecniche sono un vincolo non superabile e io avevo sollevato questo problema proprio in relazione alla situazione delle UU.SS.SS.LL. di Torino; per le altre UU.SS.SS.LL. questo problema era meno evidente. In sede di Commissione si è concordato che non esisteva altra possibilità, a meno che non si volesse votare nelle assemblee dei Comuni nel mese di agosto, cosa peraltro sgradita a tutti per ragioni facilmente comprensibili, quindi non c'era altra strada per ritardare l'approvazione della legge.
In sede di Commissione si è anche studiata la possibilità di presentare un ulteriore emendamento. Se qualcuno non è convinto di quanto dico potremmo chiedere di risentire in aula le registrazioni dei lavori della Commissione. Non mi sottrarrei a questo confronto, anche se un po' lungo ma in questo modo potremmo avere i dati precisi di come si sono verificate le discussioni in Commissione.
Ancora ultimamente abbiamo cercato di approvare in aula la legge tempestivamente introducendo un emendamento che proponeva che le scadenze per le altre UU.SS.SS.LL. decorressero da una certa data. Abbiamo per avuto una risposta tecnica, sentito anche il competente Ministero, che quella proposta non era giuridicamente accettabile.
Quindi mi stupisco di questa accusa di ritardo; semmai potrei farla io.
Mi stupisco anche di un altro fatto: quando sollecitai questo problema proprio in relazione alle UU.SS.SS.LL. di Torino (lo ripeto, perché sia chiaro il mio pensiero), il nostro Capogruppo mi rispose che in sede di conferenza dei Capigruppo si era parlato di questa questione e si era deciso di votarla in questa settimana, proprio per le ragioni che ho cercato rapidamente di illustrare.
Credo che le proposte di modifica che ha richiesto il Commissario di Governo vadano valutate anche alla luce del dibattito precedente.
A proposito dei curricula dei membri da nominare, mi permetto di osservare che già allora si discusse circa l'impossibilità giuridica di discriminare il trattamento tra i vari membri del Comitato di gestione.
Per quanto riguarda l'elezione del Vicepresidente da parte dell'assemblea credo che non sposti di molto i termini del problema.
Se il ruolo dell'assemblea è stato alleggerito nel testo di legge presentato, è un fatto tecnico - giuridico legato alle disposizioni della legge nazionale, oltre le quali, evidentemente, il legislatore regionale non può andare, ma questo ben lo sanno i Consiglieri della Regione Piemonte. Il fatto di non aver specificatamente indicato il ruolo attivo che potrebbero svolgere le circoscrizioni non esclude il problema. E' una scelta che lasciamo, come è doveroso, alla responsabilità dell'assemblea dell'U.S.S.L. di Torino, che valuterà in sede di accordi e nomine l'atteggiamento da assumere su questa specifica questione.
Vorrei fare una osservazione di metodo: mi stupisco quando sento definire colpo di mano l'emendamento presentato in aula dal Consigliere Marchiasi. Gli emendamenti sono previsti dallo Statuto e dal Regolamento e i Consiglieri o i Gruppi possono presentarli in aula. Non possiamo accettare che si dica che gli emendamenti di qualche Gruppo o Consigliere sono migliorativi, mentre quelli di altri sono colpi di mano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Signor Presidente, quando alcuni Gruppi sono in difficoltà non trovano di meglio che accusare il nostro Partito, che definiscono grande Partito salvo poi vituperarlo assolutamente al di là di ogni ragionevolezza infatti io diffido quando sento qualcuno definire il nostro un grande Partito perché so che poi c'è dietro qualcosa di spiacevole.
Siamo profondamente indignati per essere stati accusati di aver violato il Regolamento. Lei, signor Presidente, stamattina non era presente per cui voglio dargliene spiegazione.
In cosa si sarebbe concretata la nostra violazione del Regolamento? Nella richiesta, a cui hanno acconsentito anche altri Gruppi, che venisse ricevuta una delegazione di lavoratori (per fortuna almeno in Piemonte i lavoratori esistono e hanno ancora le loro organizzazioni, quindi credo abbiano diritto di interloquire su problemi istituzionali che li riguardano molto da vicino quali quelli sulla salute).
Tale delegazione è stata ricevuta e insieme ai Capigruppo abbiamo definito di anticipare la discussione di un punto all'o.d.g., richiesta che ha avuto il consenso di altri, dopo che, secondo termini e modalità peraltro civilissimi che vanno a tutto merito dei nostri interlocutori, si fosse svolto tale incontro. Così è avvenuto. Si dovrebbe almeno avere un po' di pudore! In questa Regione sistematicamente assistiamo a violazioni di norme di ogni tipo. Si è ritenuto tutti, e noi con convinzione, di dover incontrare questa delegazione di lavoratori che volevano discutere di un problema all'o.d.g. e di questioni che non mi paiono affatto risolte, anche se - ripeto - la votazione della legge, come si sta manifestando da parte di Gruppi della maggioranza, non accoglierà di fatto la richiesta di discutere del problema.
Vorrei ancora ricordare - e mi spiace non sia presente Marchini ma credo che qualcuno del suo Gruppo gli riferirà - che nell'incontro ci è stato detto che una lettera dei sindacati spedita alla Giunta non ha avuto evasione, nella quale si chiedeva d'incontrare l'esecutivo per porre quei problemi che con molta sbrigatività sono stati risolti nella prima votazione con quello che giustamente il Consigliere Acotto ha definito colpo di mano.
Vengo all'emendamento. Siamo anche stati velatamente accusati di aver presentato l'emendamento non in Commissione ma qui. Questo si fa normalmente in tutte le sedute di Consiglio; l'emendamento peraltro era stato presentato precedentemente e Acotto l' ha detto fino alla noia. Ma voglio dire di più. Se anche avessimo presentato questo emendamento per effetto dell'incontro con la delegazione dei rappresentanti dei lavoratori questo andrebbe rivendicato a merito di un modo assolutamente trasparente e pulito del rapporto tra politica e società. Le tre Organizzazioni sindacali sono venute in delegazione, hanno incontrato i Capigruppo, hanno posto un problema. Ci mancherebbe - in questo Biazzi ha ragione - che i Gruppi non fossero sensibili, avendo la possibilità di votare una legge, di proporre delle posizioni che condividono. Questo è ben diverso dai casi in cui emendamenti o stravolgimenti alle leggi si effettuano per via di altri rapporti fra società cosiddetta organizzata e politica.
Questa maggioranza aveva presentato un testo che sul punto dell'igiene ambientale era corretto; conteneva l'impegno a sviluppare la gradualità del decentramento e le forme. L'emendamento che venne presentato è stato un colpo di mano per volontà precisa della Federpiemonte, che l' ha riconfermato in varie sedi. Ma non mi risulta che la Federpiemonte abbia chiesto un incontro prima: si è trattato in altro modo. Forse questo modo è tra quelli ammissibili, ma ve ne sono altri attraverso i quali il processo legislativo e amministrativo rischia di venire distorto, quando non si mettono in moto forme della partecipazione classiche e trasparenti, e quando invece si compiono atti di forza o di arroganza che finiscono per essere colpi di mano.
Pera non mi arrendo. Nel P.S.I., nel P.S.D.I. e mi auguro nella stessa D.C. non ci si pone l'interrogativo di come venne approvato quell'articolo e per volontà di chi? Non escludo che si approdi a qualche soluzione da parte della maggioranza, ma ritengo sia nostro diritto fare una discussione di merito con tutti gli interlocutori. Quella volta, invece, accettando l'emendamento si è accolto il parere molto pesante (politicamente mi pare venga dato grande peso alla Federpiemonte) di una parte in causa che ha grande interesse a che sulle questioni della salute ci sia poca informazione, poca conoscenza e poca dialettica, e più governo, più dominio da parte di quella struttura sociale potente e forte.
Chiedo esplicitamente ai Partiti, che so non essere insensibili a problemi di questo tipo, di ripensare al nostro emendamento. Si arriverà al voto e faccio un esplicito richiamo ai Partiti sensibili a questo modo distorsivo del processo democratico. Parlavo con alcuni colleghi della maggioranza, notoriamente ragionevoli, di un'altra questione di fondo: perché non sopprimere quel punto e lasciare aperta una definizione che permetta alla Regione di essere autorevole, perché anche questa maggioranza ha la capacità di ascoltare tutte le campane e di definire una sua linea? Chiederemo con un ordine del giorno, che sottoponiamo alla firma di tutti, una discussione la più rapida possibile sulle questioni della sanità. Non so se sarà possibile farla a luglio, probabilmente no, ma certo nella prima decade di settembre credo si debbano riprendere i punti della piattaforma, ma anche i punti che sono nella testa di tutti i cittadini che devono essere oggetto di una specifica discussione.
Che la barca della sanità sia in gravissime difficoltà lo sappiamo.
Abbiamo però la sgradevole impressione che se non affrontiamo il problema misurandoci per quello che è il valore della democrazia, questa barca non solo sarà in grave difficoltà, ma sarà incontrollabile da tutti e gli effetti che produrrà cadranno sulle classi deboli.



PRESIDENTE

Mi pare che la discussione generale sia esaurita.
L'espressione che matura nel Consiglio ovviamente può avere la sua latitudine e il suo giudizio da parte di tutti, quindi, si realizza un momento democratico che ci si augura sia sempre dialettico, a volte di scontro, quindi non meravigliamoci se a volte le opinioni possono essere contrastanti.
Procediamo alla votazione degli emendamenti prima di passare alle dichiarazioni di voto, visto che si tratta di un articolo unico.
Emendamento soppressivo presentato dai Consiglieri Acotto, Calligaro e Sestero e dal Consigliere Staglianò: sopprimere tutto il primo comma, ripristinando con ciò il quarto comma dell'art. 7 della L.R. 11/2/1985, n. 9 che recita: "Il servizio di igiene pubblica verrà attuato gradualmente in tutte le UU.SS.SS.LL. sub-comunali".
La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Signor Presidente e colleghi, non sono intervenuto nella discussione generale perché mi sembrava che sulla legge, che stiamo in questo momento emendando per le osservazioni del Commissario, ci fosse già stato un ampio dibattito e ogni Gruppo avesse avuto modo di esprimere le proprie posizioni rispetto alla legge stessa, quindi mi sembra inutile un ulteriore intervento.
Credo di dover dire qualcosa in ordine a questo emendamento anche per la polemica che c'è stata e per l'invito ad esprimerci che ci ha rivolto il Gruppo P.C.I.
Voteremo contro questo emendamento per coerenza rispetto alla posizione che il P.R.I. ha tenuto da diversi anni e in diverse assemblee rispetto all'organizzazione della sanità sul territorio della città di Torino.
Il P.R.I. aveva presentato un ordine del giorno in cui si chiedeva alla Giunta di prendere contatti con l'Amministrazione comunale di Torino al fine di riesaminare la distribuzione delle UU.SS.SS.LL. sul territorio della città di Torino.
Noi avevamo ritenuto e riteniamo ancora che non sia congrua la ripartizione in dieci UU.SS.SS.LL., ma più giusto accorpare e accentrare come avviene anche in altre grandi città; questa nostra proposta non era stata accolta, mi pare, dall'intero Consiglio regionale che non ha neppure ritenuto di mettere in discussione quel nostro ordine del giorno.
L'emendamento presentato allora dal Gruppo liberale ci sembrava che comunque fosse in questa direzione e in questa prospettiva e tendesse, per lo meno per certe funzioni, ad accorpare il tutto in un'unica U.S.S.L. o comunque in un unico ente attuativo di tali scelte in questo settore. Per questo motivo noi lo avevamo votato e per questo motivo voteremo contro l'emendamento che tende a ripristinare questa attività rispetto alle dieci UU.SS.SS.LL. nelle quali dovrà essere divisa la città di Torino.



BRIZIO Gian Paolo

La dichiarazione di voto la farei sul documento, ma mi pare che ci debba essere l'espressione della Giunta sul fatto se accetta o meno.



PRESIDENTE

Questo spetta alla Giunta e non voglio interferire.
La parola all'Assessore Olivieri.



OLIVIERI Aldo, Assessore alla sanità

Si riapre qui un dibattito su una questione che si era già chiusa nella precedente discussione.
Certo, sono state offerte ulteriori occasioni al dibattito parlando di interferenze e strumentalizzazioni rispetto anche ad atteggiamenti del sottoscritto cambiati nel tempo, ma, come dissi l'altro giorno, ero un fumatore reo-confesso e non pentito, mentre per certi aspetti della riforma indubbiamente sono anche un riformista pentito perchè credo che, se stessimo tutti in quest'aula - dentro e anche fuori - senza ripensare alle cose e alle esperienze vissute e rimanessimo sempre immobili, noi non adempiremmo alla nostra funzione.
Credo sia dell'uomo saggio pensare e modificare le proprie idee perché, se non le modificassimo pensando, uomini non saremmo e qui la discussione diventerebbe lunga e filosofica.
L'aver accolto l'emendamento presentato dal Consigliere Marchini è nato dall'esperienza vera e propria di questi ultimi mesi. Esperienza spero irripetibile, ma che credo abbia insegnato a tutti noi alcune cose che sono legate al progresso. Purtroppo il progresso non è sempre civiltà. Ma il progresso è inarrestabile e pone, anche a noi, delle responsabilità specifiche di risposta in termine di controllo reale e non di parola e che dà un profondo significato a quello che deve essere l'intervento nel campo dell'igiene ambientale, pubblica e generale nei luoghi di lavoro, ossia portare avanti strutture che siano in grado di dare risposte valide estremamente professionalizzate, sulla materia.
Nell'incontro di stamattina si faceva riferimento alla mancanza o scarsità di controlli delle acque di superficie e delle acque reflue. La realtà è che sono i laboratori di sanità pubblica che non rispondono perché non sono ancora attrezzati per questo, particolarmente in Torino.
La politica che portiamo avanti di potenziamento di queste strutture si lega direttamente a questo tipo di materia e impone la selezione, la raccolta di professionalità; abbiamo gli operatori per i prelievi e questo è un decentramento di tipo semplicemente amministrativo e anche abbastanza banale. E', necessario avere delle strutture che sappiano rispondere perciò è necessario un collegamento stretto tra struttura che risponde in termini tecnici e analitici e una struttura che poi operi sui prelievi e faccia i controlli sul territorio: questa è la sostanza delle cose. Non possiamo più avere delle dicotomie, avere sfilacciamenti e sfrangiamenti tra due strutture: una dei lavoratori della Sanità pubblica e una degli operati che intervengono sul territorio. Guai se facessimo questo, sarebbe un danno per la città. Dobbiamo creare un servizio che sia funzionale e che risponda concretamente alla realtà di ogni giorno, perché altrimenti parleremo del passato e faremo dell'inutile dietrologia.
Per questa ragione io voterò contro l'emendamento e con me tutta la Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Mi riconosco nell'intervento della collega Bergoglio, voglio fare un precisazione in ordine alle dichiarazioni del Capogruppo comunista Bontempi. Noi votammo l'emendamento a suo tempo e votiamo contro il controemendamento ora perché siamo convinti che in questa fase la gestione del problema debba avvenire a livello sufficientemente corposo sotto il profilo del territorio. Riteniamo quindi che la proposta sia valida.
Il problema delle pressioni è gratuito: sappiamo bene invece che la Federpiemonte e l'Unione Industriali premevano perché si mantenesse una U.S.S.L. sola in Torino e l'articolo di domenica su "La Stampa" del Presidente Picchetto va in questo senso, va cioè contro il frazionamento delle UU.SS.SS.LL. in dieci nella città di Torino, questa era la posizione politica degli industriali. Il problema specifico è diverso, certo ci possono essere state delle posizioni articolate, ma a nostro giudizio non è in funzione di una pressione o dell'altra, ma è in funzione della nostra convinzione.
D'altro canto abbiamo partecipato ad un incontro con il Ministro Zanone presenti i Gruppi e i rappresentanti delle Province e abbiamo sentito avanzare come uno dei temi di fondo, di fronte al grande dramma dell'inquinamento da prodotti industriali, con convinzione dalle Province e non solo da loro, la necessità di ripristinare i laboratori provinciali come elementi di omogeneità, capaci di garantire tempestività e qualificazione. Il problema è dunque quanto meno discutibile e non è che non ci sia una.posizione confindustriale ed una posizione diversa: ci sono posizioni diverse e noi ci siamo collocati responsabilmente sulla posizione passata a suo tempo in Consiglio perché eravamo convinti, come lo siamo, di individuare così la soluzione migliore del momento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, prendo la parola anche per la collega Cernetti, che non vedo, per esprimere la nostra posizione favorevole a quanto poc'anzi diceva il collega e compagno Olivieri in ordine all'emendamento che è stato presentato dal Gruppo comunista. Io non conosco le cose che ci vengono dal passato, però vorrei soffermare l'attenzione sulle questioni di oggi, sulle necessità che si sono avvertite in seguito alle vicende dell'inquinamento.
Mi pare di poter dire, seppur distinguendo le UU.SS.SS.LL delle Province da quelle sub-comunali, che l'esperienza di questi tempi ci insegna che è necessario ridefinire il ruolo, la funzione, i rapporti dei laboratori degli istituti di prevenzione e di igiene in modo che non succeda più quello che è accaduto. Si è fatta una riflessione in questi ultimi tempi in ordine ai problemi dell'inquinamento e si è constatato che i laboratori provinciali di igiene avevano svolto un ruolo, e poiché il controllo è stato tolto alle Province ed è passato a più enti questa funzione è venuta meno. Allora, alla luce di quanto diceva l'Assessore Olivieri credo che la tendenza sia quella di definire con chiarezza chi deve svolgere certe funzioni e gli obiettivi che devono essere raggiunti, quindi è necessaria chiarezza nella direzione, chiarezza nella gestione e chiarezza negli indirizzi. Quindi, sarei contrario a spezzettare questi enti sottoponendoli a controlli diversi senza sapere bene chi decide e chi determina gli indirizzi; sono invece favorevole alla loro unificazione perché rendano il meglio possibile.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Come quella di Alessandria.



ROSSA Angelo

Se non si fosse avviata questa riforma, che stiamo piano piano ridefinendo, probabilmente le cose che si sono verificate sarebbero state maggiormente controllate. I laboratori provinciali avevano svolto una grande funzione e credo sia venuto il momento di ridare questa funzione sul piano della responsabilità chiara.



PRESIDENTE

Procediamo al voto sull'emendamento soppressivo che è stato ampiamente illustrato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 18 voti favorevoli e 30 contrari.
Pongo ancora in votazione il seguente emendamento presentato dall'Assessore Olivieri: sopprimere l'art. 11.
La parola al Consigliere Acotto.



ACOTTO Ezio

Questo emendamento, contrariamente a quello della volta precedente che ribadisco essere un colpo di mano, ha degli aspetti molto più tecnici che sono stati oggetto di riflessione ulteriore dopo che la legge era già uscita dalla Commissione. E' difficilissimo entrare nel merito di questi aspetti tecnici, nel senso che sono collegati alla volontà del Commissario di Governo in quanto l'urgenza irrigidisce questo tipo di rapporto tra l'approvazione della nostra legge e la sua successiva attuazione.
Noi siamo disponibili a valutare i contenuti di questo emendamento sulla - base però di un impegno preciso della Giunta regionale a discutere in Commissione la tempistica attuativa di questa legge, in modo che sia possibile definire in maniera chiara che, tolta di mezzo l'urgenza, ci siano dei tempi previsti e definiti e non ci sia una discrezionalità da parte della Giunta che non ci sentiamo di accettare.



OLIVIERI Aldo, Assessore alla sanità

Sono d'accordo a discutere in Commissione tutta la tempistica.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 43 voti favorevoli, 3 contrari e 1 astensione.
La parola al Consigliere Acotto per dichiarazione di voto.



ACOTTO Ezio

Sono piuttosto amareggiato del modo con cui la discussione si è svolta ma non voglio riprenderla. Debbo solo ribadire che tra marzo ed aprile, non successivamente, collega Bergoglio, c'era la possibilità di arrivare alle elezioni delle UU.SS.SS.LL., perciò prima delle ferie. Quindi è più che giustificata la denuncia del ritardo, che anche questa mattina abbiamo ripreso.
Le osservazioni del Commissario di Governo sono più che accoglibili.
Noi abbiamo presentato però oggi, insieme a questo argomento, un altro argomento di primaria importanza, oggetto di una discussione vivace nella seduta precedente e oggetto di una discussione altrettanto forte questa volta; l'emendamento è però stato respinto con delle motivazioni da parte dell'Assessore che non ci hanno convinti. L'Assessore pare avere un modello per le UU.SS.SS.LL. fuori Torino completamente diverso da quello delle UU.SS.SS.LL. in Torino. Se il laboratorio di sanità pubblica è un servizio multizonale dappertutto, non capisco perché non possa esserlo tranquillamente anche a Torino, in relazione ai sevizi dell'U.S.S.L. che sono i servizi di igiene pubblica.
L'emendamento nostro non è stato accolto, questo lo giudichiamo un fatto molto grave, per cui il nostro atteggiamento è negativo su tutta la legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Devecchi.



DEVECCHI Armando

Signor Presidente, mi dispiace dover intervenire per impegnare ulteriore tempo dell'assemblea. Ricordo che la legge di cui si sta parlando oggi, e che siamo chiamati ad approvare, era stata mandata dalla Commissione, nonostante quanto ha affermato il collega Acotto, alla Presidenza del Consiglio e iscritta all'o.d.g. in tempi più che tempestivi io stesso poi sono intervenuto in aula anche in maniera piuttosto vibrata perché dopo ben cinque volte che era stata iscritta all'o.d.g. non era ancora stata presa in esame e discussa. Quindi quando si vuole incolpare la Giunta o la maggioranza tirando in ballo tempi non rispettati, mi pare che si voglia assolutamente introdurre delle questioni e motivi di polemica.che non esistono. Per quanto riguarda il merito della legge ribadisco quanto hanno già detto i miei colleghi di Gruppo: siamo favorevoli alla sua approvazione così com'è stata proposta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Minervini.



MINERVINI Marta

Io non posso che ribadire a nome della mia forza politica la nostra contrarietà alla legge che oggi andiamo a votare nella sua globalità e specialmente alla suddivisione delle dieci UU.SS.SS.LL. sub-comunali che si vogliono istituire a Torino. Questo lo ripeto, perché noi abbiamo cominciato a dire dal primo giorno che eravamo contrari a questa suddivisione, non perché pensiamo che le cose così come sono vadano bene assolutamente no, ma perché il pianeta sanità, secondo noi, è sempre più irraggiungibile sia dai cittadini che dagli stessi operatori della sanità: è ormai allo sfascio, è tutto da rifare. Con la legge "deganiana" e la sua conseguente applicazione da parte delle Regioni non si mettono a posto i mali della sanità, che sono oramai diventate delle disfunzioni macroscopiche. Per esempio, noi pensiamo, ma forse questo non rientra nella legge, che scorporando gli ospedali dalle UU.SS.SS.LL. e ridando agli stessi una gestione autonoma e consapevole le cose andrebbero meglio, pur restando gli ospedali in stretta correlazione con il territorio, creando situazioni diverse per l'assistenza agli ammalati cronici, che oggi affollano, anche per anni, i letti degli ospedali che dovrebbero essere invece a disposizione degli ammalati acuti creando una politica diversa per gli anziani. Noi pensiamo che la politica sanitaria sia tutta da rivedere.
Ribadendo questa necessità, diamo il nostro voto contrario a questa legge.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'articolo unico.
Articolo unico "L'art.2 è così sostituito: 'L'art. 10 della L.R. 21/1/1980, n. 3, come sostituito dall'art. 4 della L.R. 23/2/1985, n. 14 e l'art. 2 della L.R.
11/2/1985, n. 9, sono sostituiti dal seguente testo: Comitato di gestione.
Il Consiglio comunale o l'assemblea dell'Associazione dei Comuni elegge il Comitato di gestione, composto: a) dal Presidente b) da quattro, membri per gli ambiti territoriali con popolazione sino a 30.000 abitanti, ovvero da sei membri per gli ambiti territoriali con popolazione superiore a 30.000 abitanti.
Il Consiglio comunale o l'assemblea , dell'Associazione dei Comuni, procede nella prima seduta, alla elezione, a maggioranza, con votazione separata del Presidente e dei membri del Comitato di gestione anche fuori dal proprio seno.
Ai fini dell'elezione del Presidente e dei componenti del Comitato di gestione di cui al comma precedente, deve essere depositato, a cura di uno o più Gruppi presenti nel Consiglio comunale o nell'assemblea dell'Associazione dei Comuni, cinque giorni prima delle elezioni, un curriculum attestante esperienza di amministrazione e direzione.
Il curriculum di cui al comma precedente deve evidenziare quanto previsto dall'art. 11, nn. 1, 2, 3 della L.R. 18/2/1985, n. 10.
Qualora i membri del Comitato di gestione non siano membri dell'assemblea essi partecipano alle sedute , dell'assemblea senza diritto di voto.
Se per dimissione, decadenza, morte di un componente del Comitato di gestione occorre procedere alla sostituzione, l'assemblea provvede, nella prima seduta utile, con la presenza della maggioranza dei Consiglieri, alla nuova elezione secondo le modalità indicate nel presente articolo.
Nel caso di rinnovazione anche parziale dell'assemblea, ovvero se il numero dei componenti da sostituire è superiore alla metà, l'assemblea provvede alla rielezione del Comitato di gestione secondo le modalità indicate nel presente articolo.
Nella prima riunione il Comitato di gestione elegge, tra i propri componenti, a maggioranza assoluta, il Vicepresidente, che sostituisce il Presidente in caso di assenza o impedimento, assumendone le funzioni.
Qualora l'ambito territoriale coincida integralmente con il territorio della Comunità montana, le funzioni del Comitato di gestione e del Presidente sono assunte, rispettivamente, dalla Giunta e dal Presidente della Comunità montana stessa.
I componenti non possono appartenere contemporaneamente a più di un Comitato di gestione.
Il Consiglio comunale, l'assemblea dell'Associazione dei Comuni, in caso di impossibilità di funzionamento o di violazione reiterata di leggi nazionali e regionali da parte del Comitato di gestione, procede con proprio motivato provvedimento, assunto a maggioranza assoluta dei componenti, alla revoca del Comitato di gestione ed alla contestuale nuova elezione dello stesso secondo le modalità indicate nel presente articolo".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri.
L'articolo unico è approvato.



VIGLIONE ALDO


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame ordine del giorno relativo al Servizio Sanitario Regionale


PRESIDENTE

E' stato presentato un ordine del giorno relativo al Servizio Sanitario Regionale, firmato dai Consiglieri Bontempi e Staglianò.
La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

I Consiglieri sanno che devono assumersi l'impegno di svolgere il dibattito entro il 15/20 di settembre se lo ritengono oppure non assumono questo impegno. Non si dice nulla in quell'ordine del giorno. A me va bene anche alla ripresa del Consiglio, purché si faccia.



PRESIDENTE

Prego distribuire l'ordine del giorno. Lo voteremo alla ripresa dei lavori nel pomeriggio.



BONTEMPI Rinaldo

Scusi, signor Presidente, perché non lo mette ai voti adesso?



PRESIDENTE

Non ho nessuna difficoltà a metterlo ai voti.
Alle 14,30 riprenderemo la seduta e discuteremo l'ordine del giorno.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 13,15 riprende alle ore 15,20)


Argomento: Opere pubbliche

Esame progetto di legge n. 131: "Modificazioni alla L.R. 21/3/1984, n. 18 Legge regionale in materia di opere e lavori pubblici"


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Propongo di iscrivere all'o.d.g. il progetto di legge n. 131: "Modificazioni alla L.R. 21/3/1984, n. 18 - Legge regionale in materia di opere e lavori pubblici".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.
La parola al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

Alcune osservazioni, non essendo stato il Gruppo comunista ieri presente ai lavori della II Commissione in cui si è esaminato nel merito la legge, ci permettiamo di farle oggi.
La legge viene rinviata per la seconda volta, quindi noi ci troviamo ad approvarla per la terza volta.
La prima volta ci informarono che la legge era stata rinviata sul punto, che è oggetto della discussione oggi, cioè sulla possibilità di apportare con atto amministrativo delle variazioni al bilancio con prelevamento da un fondo globale. Ci dissero che era stata rinviata su questo punto per un errore; mentre nella sostanza il Governo era d'accordo sulla soluzione che noi avevamo trovato.
Ora, invece, ci dicono che i vari Ministeri hanno dato il loro nulla osta sulla procedura che avevamo riproposto, ma c'è stato un intervento di un Commissario della Commissione, preposto all'esame delle leggi regionali rappresentante della Corte dei Conti, che ha insistito per il rigetto appellandosi - se non ricordo male - all'art. 15 della legge quadro per la contabilità regionale, legge n. 355.
In Commissione siamo rimasti dell'opinione, d'accordo con la Giunta che il rinvio non sembra del tutto giustificato, sia perché è confermato che in Regione questa pratica viene seguita in molti altri casi, sia perchè una lettura dell'art. 15 non sembra contrastare in modo così netto con la proposta che noi avevamo formulato. Per cui la Giunta e la Commissione si sono impegnate (comunque vada l'iter di questo d.d.l.) di rivedere in modo organico la materia. Perché se ci sono delle posizioni di principio da salvaguardare da parte della Regione, ci sembra che sia giusto salvaguardarle anche, rispetto all'esame che viene fatto dal Governo.
Il nodo della divergenza era la possibilità di apportare variazioni di bilancio con legge regionale oppure, per snellire certe procedure con atto amministrativo. Noi riteniamo che questa sia una strada percorribile.
Chiediamo di verificarla con più calma per riproporre questa impostazione.
Nel merito del d.d.l. la strada scelta è (ho avuto occasione di dargli solo un'occhiata affrettata in aula stamattina) che oltre a cassare l'art.
34 si ripropone di fatto una soluzione transitoria per il 1986 per dare una risposta a problemi di gestione del bilancio di quest'anno; infatti viene specificato che per il 1986 vengono istituiti dei capitoli che corrispondono - almeno lo presumo - all'elenco, che a suo tempo l'Assessore ci aveva fornito, relativo agli interventi in materia di opere pubbliche.
Rimane, quindi, aperto non tanto il problema normativo quanto il merito delle scelte, e ,cioè di come comportarsi nei bilanci successivi, dal 1987 in avanti. Occorre chiarire gli aspetti tecnici per trovare la strada che tenga conto delle esigenze che il Consiglio regionale ha ripetutamente indicato: l'entrata in vigore della legge 18/84.
Ovviamente noi avevamo delle riserve sulla proposta che viene formulata in questo modo. La nostra proposta originariamente era diversa. Ci rendiamo anche conto che a metà dell'anno finanziario aprire un braccio di ferro con il Governo, su una questione del genere, rischia di protrarre all'infinito la stessa possibilità di gestire il bilancio. Chiediamo però che la Giunta confermi l'impegno di rivedere l'intera normativa.
Prendiamo l'occasione dall'approvazione di questa legge per sollecitare, per il bilancio 1987, la predisposizione di quello che era il piano e il programma per le opere pubbliche in modo da uscire anche per questa via dalle strettoie di una normativa che forse è stata interpretata in modo troppo rigido.
Nella legge sono ovviamente riproposti articoli su cui noi avevamo addirittura votato contro a suo tempo. Avevamo votato a favore delle modifiche scaturite dalle prime osservazioni del Governo; ma dato che qui si ripropone l'intero d.d.l., per le motivazioni che ho illustrato,ci asterremo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerutti.



CERUTTI Giuseppe, Assessore alle opere pubbliche

Brevissimamente, per confermare al collega l'impegno della Giunta sulle indicazioni che già in Commissione sono sorte. Aprire oggi un braccio di ferro, che ci porta alla Corta Costituzionale e vedere vanificata la modifica della legge per ottenere da parte nostra un giusto riconoscimento dell'azione legislativa, che abbiamo fatto come Consiglio regionale, ci porterebbe da un lato la soddisfazione di raggiungere questo obiettivo dall'altro a vanificare l'impegno che ci siamo assunti.
Per quanto ci riguarda voglio assicurare che noi attiveremo immediatamente con dei nostri legali la valutazione costituzionale o meno di questo atteggiamento del Governo. Se ne abbiamo la convinzione, siamo anche disposti a ricorrere e ottenere successivamente questo riconoscimento presentando un opportuno ricorso, pur non volendo pregiudicare l'iter di approvazione definitivo della legge in tempi brevi proprio per non paralizzare tutta l'attività 1986.
Per quanto mi riguarda come Assessore, ma anche a nome della Giunta (anche se su questo argomento non si è aperto un dibattito), penso che bisognerà rivedere l'intera legge n. 18 almeno per le parti di appalto alla luce di quanto il Parlamento sta varando. La legge n. 1004, che comporta iter diversi, pone alcuni aspetti operativi che ci riguardano da vicino che dovranno essere oggetto, alla ripresa dei lavori a settembre, di una modifica organica della legge stessa.
Intanto partiamo con questa piccola modifica. Trattandosi di legge per la seconda volta rimandata dal Governo, dobbiamo per forza approvare tutti gli articoli così come sono stati presentati perché questo lo richiede il nostro Regolamento.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, passiamo alla votazione del relativo articolato.
Art. 1 "L'art. 34 della Legge regionale 21 marzo 1984, n. 18 è abrogato e sostituito dal seguente: Art. 34 (Disposizioni finanziarie) 'Per l'attuazione della presente legge vengono istituiti appositi capitoli la cui dotazione viene determinata con la legge di approvazione del bilancio annuale.
Per l'anno finanziario 1986 vengono utilizzati i capitoli sotto elencati già istituiti nello stato di previsione della spesa: 1000 - 3560 - 5010 - 5025 - 5285 - 5300 - 5680 - 5685 - 5760 - 6020 - 6115 6245 - 7260 - 7560 - 7633 - 7760 - 7770 - 7780 - 8437 - 8610 - 8620 8900 - 8905 - 8960 - 8965 - 9100 - 9291 - 9300 - 9301 - 10110 - 11150 11730 - 11765 - 11785 - 11790 - 11970' ".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri.
L'art. l è approvato.
Art. 2 "I procedimenti amministrativi relativi alle opere pubbliche e lavori pubblici e di interesse pubblico per i quali l'approvazione del progetto è intervenuta prima del 18 maggio 1985 saranno definiti ai sensi ed in applicazione della legge regionale 21 marzo 1984, n. 18".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 (Sanatoria dei provvedimenti già assunti) "Sono fatti salvi gli atti compiuti nel periodo intercorrente fra l'entrata in vigore della legge regionale 21 marzo 1984, n. 18 e l'entrata in vigore della presente legge in conformità alle leggi riportate nell'art. 33 della citata legge regionale 21 marzo 1984, n. 18. Sono altresì validi gli atti conseguenti a provvedimenti già assunti sulla base della precedente normativa dagli organi regionali alla data di entrata in vigore della presente legge".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
Art. 4 (Modificazione dell'art. 12 della L.R. 18/84) "Il disposto di cui alla lettera b) del primo comma dell'art. 12 della legge regionale 21 marzo 1984, n. 18 è sostituito come appresso: b) contributi in annualità fino alla misura e alla durata occorrenti al totale ammortamento del mutuo, fatti salvi, per il settore edilizio, i limiti posti dalla normativa statale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
Art. 5 "L'ultimo comma dell'art. 18 della legge regionale 21 marzo 1984, n. 18 è sostituito dal seguente: 'L'atto amministrativo di approvazione dei progetti o di concessione del contributo per la realizzazione di opere e lavori pubblici in zone soggette a vincolo idrogeologico costituisce anche autorizzazione ai sensi della L.R. 12/8/1981, n. 27. Le opere e lavori pubblici di cui all'art. 2 della L.R. 19/11/1975, n. 54, comunque finanziati, non sono soggetti alle procedure previste dalla L.R. 12/8/1981, n. 27' ".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
Art. 6 (Norma transitoria) "L'applicazione degli artt. 4, 5, 6, 7 e 8 della legge regionale 21 marzo 1984, n. 18 è sospesa fino al 31/12/1986.
Fino a tale data sono da considerarsi in vigore - in deroga a quanto previsto al secondo comma dell'art. 33 della legge regionale 21 marzo 1984 n. 18 - le norme di finanziamento e di programmazione di cui alle LL.RR.
elencate nel citato secondo comma dell'art. 33 della legge regionale 21 marzo 1984, n. 18." Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri.
L'art. 6 è approvato.
Art. 7 (Urgenza) "La presente legge è dichiarata urgente, ai sensi dell'art. 45, sesto comma, dello Statuto regionale ed entra in vigore il giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri.
L'art. 7 è approvato.
La parola al Consigliere Nerviani per dichiarazione di voto.



NERVIANI Enrico

Molto rapidamente per dire che il nostro voto è favorevole anche per le considerazioni che ha fatto l'Assessore e che esprimono a mio avviso un atteggiamento realistico e una volontà operativa che mi pare risponda alla volontà di lavoro spedito della Giunta.
Un'ulteriore considerazione si riferisce alla storia difficile di questa legge; non sto a riprendere riflessioni già fatte a suo tempo. Dico solo che forse sarebbe bene chiudere in fretta il discorso, che si è aperto tanto tempo fa, sulla legge n. 18, che presenta aspetti difficili e contradditori che non abbiamo mai cessato di segnalare.
Apprendiamo dall'Assessore Cerutti che la legislazione nazionale ci imporrà modifiche; ritengo che in quell'occasione si potranno anche rivedere e riaprire riflessioni non perfettamente compiute nel passato.
Rimane tuttavia - il mio intervento ha questa precisa finalità - una cosa da dire.
La legge n. 18 aveva il grande merito di mettere in pista, anche nel settore dei lavori pubblici, un organico discorso programmatorio che è quello proprio e principale della Regione. Siamo in prossimità del 31 luglio, tempo fissato dalla legge per la presentazione da parte degli Enti locali dei piani annuali che competono loro.
Ritengo che questa volta non possiamo sottrarci al dovere che ci siamo dati con una legge non appieno rispettata per lungo tempo, e cioè quello di fare il piano pluriennale dei LL.PP. e il piano annuale che devono essere approvati nei tempi stabiliti, il piano pluriennale contemporaneamente al bilancio della Regione Piemonte.
Sono sicuro che l'Assessore Cerutti non mancherà di portare al Consiglio questo lavoro che ci mette nel solco della migliore nostra tradizione e ci dà anche un indirizzo di grosso respiro in un campo che non è secondario per l'attività della nostra Regione.



PRESIDENTE

Se non vi sono altri interventi, pongo in votazione l'intero testo di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri.
L'intero testo di legge è approvato.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame ordine del giorno relativo al Servizio Sanitario Regionale (seguito)


PRESIDENTE

Signori Consiglieri è stato distribuito l'ordine del giorno dei Consiglieri Bontempi e Staglianò, sul quale chiede la parola il Consigliere Devecchi.



DEVECCHI Armando

Scusi signor Presidente, desidero precisare che le modifiche proposte all'ordine del giorno originale sono un poco più sostanziali e riguardano anche il penultimo capoverso dello stesso in cui si afferma: "Sentite anche le Organizzazioni sindacali nell'incontro del 10/7/1986 che hanno esposto una loro piattaforma per la sanità". Nel nostro ordine del giorno esso viene sostituito integralmente con la frase seguente: "In seguito alle preoccupazioni espresse dagli Assessori, dalle Organizzazioni sindacali dai membri dei Comitati di gestione e dai funzionari delle UU.SS.SS.LL." inoltre si precisa all'ultimo capoverso che alla ripresa dei lavori del Consiglio dopo la pausa feriale si deciderà il dibattito sulla sanità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Non può essere cancellato il punto: "Sentite le Organizzazioni sindacali" perché quello che ci ha mosso per sollecitare il dibattito è stato l'incontro con le Organizzazioni sindacali. Se si decide il dibattito senza tener conto dell'incontro con i sindacati non siamo sul piano del reale, ma siamo sul piano del gioco.
Visto che il Presidente ha fatto distribuire l'ordine del giorno leggiamolo e poi lo votiamo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Presidente e colleghi Consiglieri, ho l'impressione che prima di arrivare a una stesura che ci veda tutti concordi, dovremmo fare qualche violenza al Regolamento intervenendo più volte.
Il Consiglio può impegnare qualcuno a fare qualcosa, non può impegnare se stesso. Un dibattito, per quanto ne so, si avvia dietro presentazione di un documento o di una relazione e in questo caso non si capisce se si impegna la Giunta a presentare una relazione sulla quale avviare il dibattito oppure se si impegna il Consiglio a ragionare sulla sanità. Se la Giunta accetta questa occasione di confronto e viene essa stessa a presentarci tale situazione, vorrei sapere su che cosa veniamo a ragionare a settembre.
Mi pare che qui si debba capire se il dibattito si fa su un documento che ci arriva di nuovo ciclostilato all'ultimo momento o su una relazione della Giunta il che mi sembrerebbe più opportuno. Se però questo è lo sbocco, mi sembra che non si possa inserire alcun tipo di sollecitazione né le preoccupazioni espresse dagli Assessori, né quelle delle Organizzazioni sindacali perché sono evidentemente riduttive rispetto al problema.
Non mi sembra opportuno dire che il dibattito sulla sanità si fa perch è stato sollecitato dai rappresentanti dei lavoratori, tenendo conto che ci sono operatori nel campo sanitario che non erano rappresentati dalle pur degne persone presenti qui stamattina. Mi pare quindi che se la Giunta è disponibile a un ordine del giorno più impegnativo e politicamente più corretto, può accettare l'impegno a presentare in Consiglio, a data pressoché certa, una relazione sulla quale avviare il dibattito.
Sarei per accogliere lo spirito dell'emendamento della D.C. depurando l'ordine del giorno dall'indicazione di quanto sentito dalle Organizzazioni sindacali che rappresentavano parzialmente i lavoratori della sanità.



PRESIDENTE

Propongo di sospendere la votazione dell'ordine del giorno per valutare se è possibile presentare un documento unitario.


Argomento: Problemi energetici

Comunicazioni della Giunta regionale in ordine al problema della graduazione dei lavori relativi alla centrale elettronucleare di Leri Cavour e discussione relative mozioni e ordine del giorno


PRESIDENTE

Esaminiamo ora il punto 4) all'o.d.g. che reca: "Comunicazioni della Giunta regionale in ordine al problema della graduazione dei lavori relativi alla centrale elettronucleare di Leri - Cavour e discussione dei seguenti documenti: 1) mozione presentata dai Consiglieri Ala, Adduci, Reburdo, Staglianò e Bresso 2) mozione presentata dal Gruppo P.C.I.
3) ordine del giorno presentato dai Consiglieri Benzi e Ala".
La discussione, secondo l'intesa dei Capigruppo, si apre con la relazione dell'Assessore Maccari che ha la parola.



MACCARI Eugenio, Assessore all'energia

A seguito dell'incidente avvenuto al reattore nucleare n. 4 dell'impianto di Chernobyl in Unione Sovietica, in data 25 aprile 1986 l'opinione pubblica, a livello mondiale, veniva posta di fronte ad una rivelazione significativa e drammatica: la dimostrazione della superficialità e lentezza nel valutare il danno e le conseguenze ad ampio raggio che simili incidenti possono avere, senza considerare l'impreparazione dimostrata nel contenere tempestivamente danni ed effetti e l'incapacità di gestire in modo serio ed efficiente adeguate azioni di emergenza.
A ciò si accompagnava il dibattito internazionale in ordine all'opportunità di proseguire i programmi di sviluppo dell'utilizzazione dell'energia nucleare per scopi pacifici e ai criteri di sicurezza adottati per la tecnologia nucleare di produzione elettrica.
Si ingeneravano altresì divergenze e conflitti di pensiero all'interno della comunità scientifica internazionale, presso i Governi delle Nazioni europee e nelle forze politiche, sociali ed economiche.
Sul piano politico interno si manifestavano alcune posizioni che prendevano forma e sostanza a livello locale e nazionale, attraverso il dibattito assembleare, producendo risoluzioni parlamentari e determinazioni a livello regionale e locale.
Più precisamente dal punto di vi,sta sostanziale le risoluzioni parlamentari sottolineano: l'urgenza di dare pratica attuazione ad una serie di impegni e direttive già contenuti in precedenti atti (con particolare riferimento al Piano Energetico Nazionale e al suo aggiornamento), sottolineando gli aspetti di sicurezza degli impianti nucleari ad alto rischio la necessità di promuovere opportune azioni finalizzate al controllo internazionale degli impianti nucleari (dove per gli impianti non si deve intendere esclusivamente la tecnologia di produzione elettrica) e allo scambio di informazione tra i Paesi.
Gli impegni che con tali risoluzioni il Governo si assume riguardano: il controllo degli impianti in attività la convocazione entro l'ottobre 1986 di una conferenza nazionale sull'energia (con particolare riguardo alla sicurezza degli impianti) un "congelamento" in materia di impianti nucleari, per quanto riguarda l'assunzione di nuove iniziative in genere e di "contratti" in particolare.
In tale quadro la Regione collaborerà con il Governo affinché si compia il massimo sforzo al fine di promuovere tutte le azioni utili a favorire non solo la pratica attuazione degli atti e delle direttive nazionali interessanti gli aspetti di controlli e di sicurezza, ma anche, a livello internazionale, la costituzione di un ente internazionale di controllo che abbia compiti di natura ispettiva e prescrittiva, imponendo altresì standards e normative di sicurezza nucleare omogenee e particolarmente restrittivi in tutti i Paesi.
Le determinazioni assunte dal Consiglio regionale il 22 maggio u.s.
sollecitano una serie di riflessioni che superano il processo di insediamento della centrale nucleare, sottolineando invece alcune condizioni di contorno indispensabili per potere procedere in tutte le attività, siano esse progettuali o realizzative, scaturite dalla deliberazione di localizzazione e dal verbale di intesa siglato con l'ente elettrico di Stato.
La materia in cui ci si muove e per la quale si richiedono garanzie ed azioni precise di competenza, soprattutto governativa, nei confronti di enti di Stato e in collaborazione con la comunità scientifica regionale e nazionale, impone di trovare una sede istituzionale dove la Regione possa confrontarsi con chi ha competenza e titolo per intervenire in sede nazionale, sia tecnica sia istituzionale.
Tale sede diventa il momento di informazione e di coordinamento delle opportune azioni da intraprendere, nonché strumento per agire nei confronti del Governo e del Ministro competente, anche al fine di mantenere costante il livello di aggiornamento sulle tecnologie a rischio di incidente rilevante, con particolare riferimento al ciclo nucleare di produzione elettrica.
Deve pertanto essere ricostituito con tempestività il Comitato Misto per l'insediamento nucleare in Piemonte, da modificarsi ed integrarsi con rappresentanti del Ministero per l'Industria e dell'ente preposto ai controlli in materia nucleare.
La presenza di un rappresentante dell'Amministrazione centrale competente diventa indispensabile anche per quelle iniziative di cui la Regione si fa promotrice, che hanno respiro nazionale ed europeo.
La necessità della costituzione di un organismo di controllo degli impianti a livello europeo (ordine del giorno Consiglio regionale) magari ampliando i compiti dell'AIEA, come prima segnalato in premessa,.può essere sollecitato in sede governativa e può diventare occasione di dibattito e di deliberazione conseguente in sede di CO.TRA.O. (Communautè des Cantons et des Regions des Alpes Occidentales) di cui fanno parte le Regioni transalpine occidentali di Italia, Francia e Svizzera anche in considerazione proprio del parco nucleare dei due Paesi confinanti con l'Italia.
Attualmente la Francia ha una potenza elettronucleare installata pari a circa 38.000 MWe (Mega Watt elettrici) erogati da 44 reattori (non tutti operativi) di cui ben 37 sono di tipo PWR (Westinghouse), ad acqua pressurizzata, e gli altri sono a grafite, operativi dagli anni 1969, 1971 1972.
Da pochi mesi è altresì entrato in funzione il reattore autofertilizzante a neutroni veloci Superphoenix da l.200 MWe, il più grande del mondo della filiera degli autofertilizzanti, di cui l'EDF francese detiene una quota pari al 51%, all'interno del consorzio NERSA seguita dall'ENEL al 33% e da consorzio anglotedesco-belga.
Insieme a Superphoenix (Creys - Melville) localizzato nella regione Rhone - Alpes vi sono altri impianti, compresi quelli della Provenza confinanti con il Piemonte e precisamente i reattori di Marcoule Tricastin, Cruas, Saint - Maurice - l'Exil, Bugey, nella massima parte operativi mentre alcuni sono in costruzione o in fase di decommissioning.
La Svizzera ha attualmente una potenza installata di circa 3.000 MWe su quattro impianti, con 5 reattori di cui 3 PWR (Westinghouse) e 2 BWR (General Electric); 3 di questi reattori superano i 300 Mwe e sono simili all'Enrico Fermi di Trino (PWR - 270 MWe).
Nello Statuto della CO.TRA.O. sono previsti 5 gruppi di lavoro che non prevedono come materia di discussione l'energia, mentre nel secondo comma dell'art. 3 del protocollo d'intesa CO.TRA.O. "la produzione e il trasporto di energia" costituisce "oggetto di particolare attenzione delle Comunità" in tal senso la Giunta si sta già adoperando al fine di trovare le soluzioni tecniche e organizzative più idonee per dare pratica attuazione a quanto sopra rappresentato.
La possibilità di avvalersi dello strumento protocollare che ha istituito la CO.TRA.O., rappresenta una via particolarmente significativa e certamente singolare, atta a garantire un reciproco scambio di informazioni ed esperienze almeno tra le autorità amministrative territoriali di frontiera sulla consistenza e sull'esercizio di impianti nucleari, a fronte della difficoltà di concordare in sede europea ed internazionale sedi unitarie di controllo, parametri di riferimento omogenei, meccanismi di informazione e strumenti d'intervento rapidi e snelli anche a fronte di possibili situazioni di emergenza.
In tal senso si ritiene di porre all'attenzione della Comunità la possibilità di organizzare una serie di azioni finalizzate: alla possibilità di individuare metodi e strumenti per un costante scambio di informazioni sullo stato di esercizio degli impianti nucleari operativi, sul controllo e monitoraggio della radioattività ambientale in situazioni ordinarie ed eccezionali, sugli aspetti epidemiologici relativi allo stato di salute delle popolazioni interessate all'instaurazione di un codice di comportamento interregionale e transfrontaliero per garantire una mutua collaborazione, in termini di informazioni e misure d'intervento, anche in situazioni di emergenza all'organizzazione di appositi spazi e idonee sedi di dibattito per i problemi della sicurezza ambientale e sanitaria e della gestione dell'emergenza anche tramite convegni con eventuale patrocinio di enti e autorità nazionali e internazionali.
Sicurezza.
I problemi relativi alla sicurezza, alla luce di quanto emerso dal dibattito nazionale e locale, devono essere ridefiniti e trovare una nuova collocazione che supera quanto previsto all'art. 5 del verbale d'intesa con l'ENEL e al punto 13 dell'o.d.g. - C.R. del 27/12/1985.
Essi sono sostanzialmente riferiti al PUN, alla nuova centrale localizzata a Leri - Cavour, all'Enrico Fermi di Trino (o.d.g. C.R.
22/5/1986) e spaziano dalle azioni di controllo sulla protezione sanitaria e ambientale, alla sicurezza tecnologica, all'organizzazione dei piani di emergenza, ma non devono prescindere dalle altre attività nucleari presenti sul territorio.
Tali attività sono disciplinate dal D.P.R. 185/64 di cui da tempo è stata richiesta la revisione sollecitata anche dal Parlamento (risoluzione del 3/6/1986) e vedono ancora nella DISP l'unica Autorità preposta all'esercizio di compiti prescrittivi e di controllo.
La legge regionale n. 7/82 "P.S.S.R. per il triennio 82/84" aveva tracciato le linee generali e specifiche in materia di radiazioni ionizzanti individuando nel contempo alcune strutture del Servizio Sanitario Nazionale (laboratorio di Sanità pubblica di Vercelli e Alessandria) a cui affidare il compito degli interventi complessivi di protezione ambientale e sanitaria, nella materia di cui trattasi sull'intero territorio nazionale.
Tali linee programmatiche sono state riconfermate dalla legge regionale 59/85 "P.S.R.R. per il triennio 85/87"; l'impegno della Giunta, in questa materia, è quello di accelerare il processo costitutivo di tali servizi avviandone con la massima tempestività 'la loro operatività, al fine di non delegare esclusivamente alla futura autorità di sicurezza i compiti prescrittivi e di controllo.
In tale quadro è necessario valutare l'opportunità di poter affrontare in modo organico e coerente quanto previsto dalle determinazioni consiliari, aggiornando e attualizzando gli impegni di cui all'art. 5 del verbale d'intesa con l'ENEL e quelli emergenti dal punto 13) dell'o.d.g.
C.R. 27/12/1985: quanto previsto nel verbale d'intesa con l'ENEL all'art. 5 (sulla sicurezza) va estrapolato, e trovando uno spazio ampio e idoneo, nonch appunto una sede diversa per facilitare tutti i confronti necessari; deve pertanto essere svincolato dai temi e dall'ambito problematico circoscritto alla nuova centrale costituendo occasione per un eventuale protocollo aggiuntivo che definisca un progetto più ampio e articolato (P.E.E.
Sicurezza tecnologica, sanitaria e ambientale, valutazione del rischio revisione D.P.R. 185/64, ecc.).
Tale protocollo aggiuntivo non potrà prescindere da una esplicita e specifica partecipazione dell'Ente e/o Autorità di sicurezza cui rimangono comunque le competenze sulla sicurezza nucleare e protezione sanitaria (D.P.R. 185/64) in attesa dell'aggiornamento legislativo e organizzativo sollecitato dal Parlamento.
Proprio per la particolare rilevanza delle problematiche inerenti la sicurezza ambientale e sanitaria in ordine alla centrale elettronucleare di Leri - Cavour, la Giunta aveva già provveduto ad istituire, con apposita deliberazione, una specifica Commissione interassessorile composta dall'Assessorato per l'ambiente ed energia, dall'Assessorato alla sanità e da docenti ed esperti nelle discipline sanitarie, sotto il profilo sia tecnico che amministrativo, con il fine di elaborare uno specifico progetto in linea con quanto contenuto nell'art. 5 dell'intesa prima menzionata.
Alla luce di quanto sopra rappresentato, si ritiene che tale Commissione vada integrata nei suoi compiti e riequilibrata nelle presenze nelle competenze e nelle professionalità, in maniera tale da assumere i connotati di specifico strumento tecnico della Giunta finalizzato a promuovere quelle azioni tecniche, consultive ed istituzionali necessarie a formulare un ampio progetto che risponda alle esigenze determinate dal nuovo contesto in cui si va ad operare.
In tal senso sarà primo impegno della Giunta richiedere l'aggiornamento dei piani di emergenza esterna delle attività nucleari localizzate in Piemonte, già acquisiti nella passata legislatura e attualmente custoditi presso t'Ufficio di protezione civile della Regione, al fine di verificare tutti quegli elementi utili alla definizione di un "progetto sicurezza" che possa consentire l'organizzazione di appositi spazi di confronto e dibattito con la comunità scientifica nazionale e le comunità locali interessate, riservando particolare attenzione al piano di emergenza esterna della centrale Enrico Fermi di Trino acquisendo, altresì, le esperienze a livello sovranazionale in ordine alla pianificazione delle emergenze e alle attività di monitoraggio.
Dal punto di vista organizzativo e strutturale non si può non sottolineare come; ancora prima dei fatti accaduti in Unione Sovietica, la Giunta avesse pensato ad individuare nell'ambito delle proprie strutture e nella prospettiva della loro riorganizzazione una ipotesi di struttura o unità operativa, finalizzata al controllo e .alla classificazione del rischio tecnologico collegato ai modelli di produzione concentrata di energia, ma non solo a questi.
Su questo piano la Giunta ritiene di poter meglio definire le più appropriate soluzioni organizzative e tecnico -operative in tempi brevi.
Intesa ENEL e graduazione lavori. Le circostanze che hanno determinato nuovi orientamenti, a livello nazionale e locale, in materia di ciclo nucleare di produzione elettrica consigliano certamente, sull'onda di una situazione eccezionale che non va sottovalutata, di concentrare le attenzioni sulle attività di verifica e controllo dei programmi di lavoro dell'ENEL. dando particolare impulso anche ai confronti tecnici con l'ente elettrico tramite la struttura regionale.
Si tratta, in sostanza, di provvedere all'individuazione di alcuni referenti tecnici e degli specifici progetti riferiti alle problematiche relative alla nuova realizzazione nucleare, riconoscendo una particolare autonomia funzionale e operativa al progetto sicurezza (appunto da ridefinirsi) che supera l'ambito di riferimento della centrale di Leri Cavour, ridefinendo il quadro tecnico - organizzativo già ipotizzato.
Per quanto riguarda l'attività riferita al cantiere della nuova centrale, vanno appunto massimizzate le azioni di verifica e controllo (e di arbitrato tecnico) in ordine alle attività progettuali e realizzative dell'ENEL. e di quant'altro risulta essere condizione indispensabile per il conseguimento del NOC, all'interno del processo autorizzativo e prescrittivo fissato dalla legge 393/75 e del D.P.R. 185/64.
Con l'o.d.g. - C.R. 22/5/1986 il Governo viene invitato a "graduare l'ulteriore esecuzione dei lavori in relazione alla verifica delle condizioni di massima sicurezza della centrale di Trino".
I lavori sono riferiti, ad oggi, alle attività di preparazione del sito e di precantiere; attività che l'ENEL deve sviluppare in conformità alla Guida Tecnica n. 10 dell'ENEA - DISP sotto la vigilanza della stessa (art.
4 - legge 393/75).
Tali attività, unitamente al Rapporto Preliminare di Sicurezza sull'impianto, precedono l'emissione del NOC che, nel processo autorizzativo, costituiscono autorizzazione ministeriale alla costruzione dell'impianto.
Come noto, in attesa del Nulla 0sta alla Costruzione (NOC) che va rilasciato da parte del MICA alla fine dell'istruttoria condotta sul Rapporto Preliminare di Sicurezza (RPS), per gli Impianti nucleari è consentita solo l'esecuzione delle opere preliminari (autorizzate dal MICA con apposito decreto 6/2/1985, n. 202) che comprendono: la sistemazione dell'area, la costruzione delle infrastrutture e dei servizi di cantiere la viabilità interna ed esterna, la preparazione dei piani di posa delle fondazioni a mezzo di scavi entro diaframmi impermeabili, il getto del magrone di fondazione, oltre alle indagini geognostiche e idrologiche.
Nel caso della centrale "Piemonte - Trino" la realizzazione già autorizzata delle opere preliminari è suddivisa in diverse commesse, per un importo complessivo di circa 150 miliardi e per una durata di 3 anni programmata in modo da consentire l'inizio delle opere definitive (a partire dalla posa del ferro di armatura delle fondazioni) quando quelle preliminari dovrebbero essere realizzate al 50% circa (e cioè dopo un anno e mezzo dal loro inizio e con un investimento di circa un centinaio di miliardi).
A seguito delle risoluzioni parlamentari e delle determinazioni consiliari del 22 maggio u.s. la Giunta ha richiesto all'ENEL di distribuire nell'arco temporale da luglio a novembre quella attività che non compromettano il giudizio definitivo che potrà dare il Parlamento a seguito delle risultanze dei lavori della Conferenza nazionale sull'energia.
Premesso, dunque, che i lavori in corso e quelli programmati a medio termine non devono avere natura tale da pregiudicare irreversibilmente l'assetto territoriale preesistente, si dovrà provvedere a restituire all'uso originario i terreni interessati qualora intervenisse una decisione governativa di annullamento del programma di costruzione della centrale.
La Giunta ha, altresì, richiesto, di poter sempre effettuare fino a novembre controlli e verifiche delle attività in corso, anche tramite sopralluoghi in cantiere che deve pertanto rimanere aperto alla delegazioni delle autorità amministrative locali e regionali e ai loro uffici eventualmente delegati.
In armonia con quanto emerso dal dibattito consiliare e con quanto sottolineato dalle risoluzioni parlamentari, si ritiene che comunque non si debba procedere alla definizione di nuovi contratti e conseguenti nuovi lavori, secondo quanto sopra specificato, sino allo svolgimento della Conferenza nazionale per l'energia.
I risultati della Conferenza nazionale e le determinazioni che il Parlamento vorrà assumere in conseguenza, costituiranno elemento di stimolo per quelle azioni che la Regione riterrà di sviluppare autonomamente in sede di dibattito locale e, come già accennato, potranno alimentare da una parte conferenze permanenti tra le autorità amministrative territoriali di frontiera, con il supporto tecnico della Comunità scientifica internazionale, e dall'altra diverranno occasione per l'organizzazione di una specifica conferenza regionale per la energia.
In modo particolare passando ad un esame più attento del cantiere di Leri - Cavour ci siamo fatti dare dall'ENEL l'avanzamento dei lavori che è stato consegnato anche ai Capigruppo; allo stato attuale risultano aggiudicati i seguenti contratti: 1) fornitura Centro Informazione provvisorio: per un importo di 2.500 milioni e i lavori sono in fase di completamento 2) fornitura di edifici monoblocco prefabbricati per uffici e servizi logistici di precantiere: sono in corso 3) appalto sistemazioni preliminari del terreno e del precantiere; i lavori consistono in realizzazioni di piste per l'esecuzione dei diaframmi strade di accesso compreso svincolo a raso, sistemazione aree di cantiere della rete irrigua superficiale. Questa è una parte del cosiddetto scoticamento 4) indagini geognostiche per caratterizzazione cave 5) appalto movimento di terra e sistemazioni idrauliche definitive.
Questa è un'altra parte dello scoticamento 6) contratto per il Gruppo diesel di emergenza per l'alimentazione del sistema di abbassamento della falda. Questo è in fabbricazione 7) alcuni contratti per servizi di vigilanza, pulizia ecc.
L'ENEL ci ha fatto presente che sono in corso di definizione i seguenti contratti: 1) appalto relativo alle infrastrutture di cantiere 2) appalto del sistema di abbassamento della falda. Questo in preparazione al dewatering le cui prove dovrebbero essere nella primavera 1987 3) contratto del sistema controllo accessi 4) contratto per il Laboratorio di Prove materiali 5) contratto per strumentazione geotecnica 6) contratto indagini geotecniche di dettaglio.
Sono infine in fase di emissione le seguenti gare: 1) contratto per la fornitura di calcestruzzo 2) contratto per la fornitura di servizi di sollevamento 3) appalto per le opere civili Edifici principali dell'Isola Nucleare 4) eventuali appalti per la viabilità esterna.
Quindi è diviso in tre parti: la prima parte è quella dei lavori in corso; la seconda parte dei contratti che devono essere stipulati; la terza parte è ancora in fase di emissioni di gare.
La situazione prevedibile all'ottobre 1986, che dovrebbe coincidere con lo svolgimento della Conferenza nazionale, dovrebbe essere questa.
Per quanto riguarda i lavori attualmente in corso, che peraltro sono di entità e caratteristiche tali, afferma l'ENEL. da essere rivisibili all'ottobre 1986 presumibilmente la situazione sarà la seguente.
Lo scoticamento superficiale sarà su 40 ettari; gli scavi di 300.000 mc; riempimenti di 400.000 mc; calcestruzzi per manufatti provvisori 2.000 mc; ore lavorate 200.000; forze lavoro n. 300 persone; importi dei lavori effettuati all'ottobre 1986 L. 15 miliardi.
L'ENEL si è impegnata sia nei confronti del Comune di Trino e sia nei confronti della Regione dando comunicazione anche al Ministero dell'Industria, all'ANCI ed alla Provincia di Vercelli, che in caso di annullamento della costruzione della centrale si impegna a ripristinare le aree agricole nel giro di 4/6 mesi e a questo fine la terra che scotica la mette da parte in caso ne avesse necessità, altrimenti la darà agli agricoltori o alle organizzazioni che l' hanno già richiesta.
L'ENEL ha fatto anche presente che una eventuale sospensione dei lavori, anche di pochi mesi, potrebbe comportare di fatto il ritardo di circa un anno sui programmi costruzione tenuto conto in particolare che i lavori sono oggi programmati e fortemente condizionati dalle condizioni climatiche e irrigue. Per cui nella lettera che ci ha inviato l'ENEL afferma che un'eventuale sospensione dei lavori, sia pure di qualche mese comporterebbe un processo di accumulo del ritardo sui programmi di costruzione dell'impianto valutabile in almeno un anno.
Questo in particolare, ci dice l'ENEL. vale per le prove di emungimento della falda, per la taratura del sistema di dewatering che richiedono di essere effettuate prima dell'allagamento delle risaie e quindi entro il marzo 1987.
L'ENEL afferma che l'entità del danno economico provocato da un simile ritardo sarebbe particolarmente rilevante e tale da superare di gran lunga il costo delle opere che si intendono eseguire e quello della loro eventuale successiva neutralizzazione.
Conferma che provvederà a restituire all'uso originario i terreni interessati, qualora si dovesse essere obbligati da una decisione governativa di annullamento del programma di costruzione della centrale.
Alla luce di questo impegno preciso si è verificato che la prima parte delle tre che avevo specificato, cioè le opere che sono in corso, sono opere reversibili anche se al limite si andasse avanti sul diaframma, nel senso che il terreno dopo il diaframma potrebbe essere ripristinato.
La Giunta è dell'avviso che la graduazione vada intesa nell'invitare il Ministero dell'Industria a vigilare sullo stato dei lavori in corso attentamente in collaborazione con la Regione e il Comune di Trino e in linea con il documento votato alla Camera, ma in modo particolare con il documento votato al Senato che ha dei termini più specifici sui contratti di sospendere la seconda parte dei contratti incorso di definizione e di non mettere la terza parte relativa all'emissione delle gare anche se l'aggiudicazione di queste gare avverrebbe dopo la Conferenza nazionale sull'energia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Voglio capire se la discussione è sulla comunicazione.



PRESIDENTE

Abbiamo stabilito nella riunione dei Capigruppo che le mozioni e le interrogazioni che riguardano il problema della centrale vengono accorpate alla discussione sulla comunicazione.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Majorino. Ne ha facoltà.



MAJORINO Gaetano

Vorrei chiedere all'Assessore un chiarimento.
La lettera del 7/7/1986 dell'ENEL dice: "Con riferimento a quanto concordato il 30 giugno con la Giunta regionale confermiamo la necessità di procedere nei lavori di preparazione del cantiere per evitare eventuale sospensione".
Il chiarimento che chiedo, a conclusione della comunicazione, per sapermi collocare (e penso che la cosa possa riguardare anche gli altri Gruppi) è questo: che cosa vuol dire "quanto concordato il 30 giugno con la Giunta regionale in ordine alla necessità di non sospendere"? La parola "concordato" dovrebbe significare accordo o convenzione. Vorrei sapere dall'Assessore se c'è già stato un accordo con la Giunta, come sembrerebbe di capire dalle parole usate dall'ENEL. nel senso di sospendere. Penso che questo sia l'argomento nodale dell'odierno dibattito.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore all'energia

L'ENEL ha concordato il 20 giugno con il Comune di Trino e il 30 giugno con la Giunta. Non ha concordato la necessità di procedere nei lavori, ma di mandare un documento. Per fortuna che in questa dizione c'è la presenza anche del Comune di Trino, non credo che l'ENEL si sia messo d'accordo con il Comune e con la Regione per procedere.



MAJORINO Gaetano

Si è espresso molto male.



MACCARI Eugenio, Assessore all'energia

Esatto. Ha concordato di trasmettere il documento che ha mandato sia al Comune che alla Regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Ala. Ne ha facoltà.



ALA Nemesio

Vorrei chiedere, in via pregiudiziale, se esiste un verbale dell'incontro del 30 giugno tra Giunta regionale ed ENEL. per meglio chiarire questo "concordato". Anch'io voglio chiedere questo chiarimento pregiudizialmente associandomi al collega Majorino.



MACCARI Eugenio, Assessore all'energia

Si potrebbe chiedere anche al Comune di Trino.



ALA Nemesio

Assessore, io chiedo quello che è di competenza della Giunta regionale.



PRESIDENTE

Questo problema sarà posto nel corso del dibattito.
La discussione è aperta.
La parola al Consigliere Petrini.



PETRINI Luigi

Signor Presidente e colleghi, potremmo come Gruppo della D.C.
dichiarare che ci riconosciamo nell'esposizione effettuata a nome della Giunta dall'Assessore Maccari senza ampliare considerazioni e senza andare oltre. Ma la necessità di essere rispettosi dell'altrui opinione, la volontà di partecipare ad un dibattito quando è caratterizzato da intenzioni costruttive, la valutazione delle affermazioni contenute nella mozione comunista, firmata dall'intero Gruppo comunista, e di quelle inserite in mozioni all'o.d.g. presentate da altri colleghi ci inducono a entrare nel merito della questione che trattiamo.
Occorre però tenere conto che dall'ultimo dibattito ad oggi sono avvenuti fatti significativi sul piano internazionale, nazionale e regionale. Per le strette connessioni esistenti tra questi fatti e gli argomenti ora in discussione, per esprimere compiutamente il pensiero e la posizione del Gruppo democristiano è necessario dare corpo ad alcune considerazioni e trarne delle conclusioni.
In campo internazionale il Parlamento europeo al termine di un vivace e laborioso dibattito sul disastro di Chernobyl si è dichiarato favorevole alla revisione delle norme sulla sicurezza delle centrali nucleari ma senza rimettere in discussione l'energia atomica destinata agli usi civili.
Un documento approvato dalla maggioranza, oltre a condannare l'U.R.S.S. per non avere informato in modo ampio e tempestivo gli Stati interessati sulle dimensioni e sulla natura della tragedia, chiede la creazione di un'istanza internazionale di coordinamento che consenta l'intervento di esperti in caso di incidenti e il controllo da parte dell'agenzia internazionale dell'energia atomica.
Si è inoltre appreso che una conferenza internazionale sulla sicurezza delle centrali nucleari si terrà a settembre a Vienna con svolgimento presso l'agenzia internazionale dell'energia atomica. E' questa la decisione scaturita dal Consiglio dei governatori dell'agenzia di cui sopra che si è tenuta sempre a Vienna nel mese di giugno.
Ma non è l'unica decisione presa dai rappresentanti governativi infatti sono previste azioni che porteranno un ulteriore contributo di conoscenze alla conferenza internazionale.
"E' prevista - dice il senatore Luigi Noè, Vicepresidente dell'ENEA una revisione dopo l'incidente di Chernobyl e lo studio di due accordi internazionali sulla notificazione preventiva e sulla collaborazione in caso di incidente nucleare che travalichi le frontiere nazionali". Elementi questi che sicuramente concorreranno a una migliore comprensione dell'incidente occorso in U.R.S.S. e a meglio definire il ruolo del nucleare nell'immediato futuro. "Le risultanze di questi elementi - afferma il sen. Noè - forniranno un notevole contributo alla prevista Conferenza nazionale dell'energia che si terrà in Italia nel mese di ottobre. Questa pausa di riflessione porterà sicuramente all'adozione di misure e metodi al fine di fare tendere a zero i rischi nucleari. E' emerso comunque chiaramente che l'Agenzia internazionale dell'energia atomica è il foro internazionale competente per la discussione e l'analisi di sicurezza nucleare. E' su questa linea che si muove la comunità internazionale dichiarandosi tutti concordemente che i problemi della sicurezza devono trovare un punto di riferimento e di raffronto nella sede internazionale".
"Chernobyl ha infatti dimostrato che tale problema travalica le frontiere nazionali e si colloca in un ambito e in una dimensione assai più vasti".
"E' auspicabile - conclude il sen. Noè - una migliore collaborazione con altre organizzazioni internazionali come l'organizzazione mondiale della sanità e l'organizzazione metereologica mondiale al fine di meglio coordinare le azioni future ed è infine necessario che le norme di sicurezza, su cui si raggiungerà un accordo, abbiano carattere vincolante".
Possiamo dire che queste prospettive ben vengano a prescindere dal livello tecnologico e dalla affidabilità degli impianti.
Non si è lontani dal vero nell'affermare che nell'Europa che va dagli Urali alla Penisola Iberica, con una popolazione che rappresenta poco meno del 15% di quella mondiale, è concentrato il 50% della capacità di produzione dell'energia elettrica con fonte nucleare.
Si potrà discutere se Caorso è più o meno sicura, si potrà anche decidere di chiuderla, di arrestare i lavori di Montalto di Castro e di Trino, di non costruire più centrali nucleari nel nostro Paese; ma chi potrà garantirci che le centrali nucleari in funzione negli altri Paesi europei siano progettate, costruite e gestite con livelli di sicurezza appropriati? A nulla varrebbe se a rigorosi criteri di progettazione, costruzione e gestione degli impianti italiani non corrispondessero criteri egualmente rigorosi e prudenziali nei Paesi vicini e più in generale a livello mondiale. La necessità di armonizzare le norme e standardizzare i criteri di sicurezza delle centrali nucleari, ricordata anche nel recente vertice di Tokio, occorre che diventi punto irrinunciabile per la politica estera del nostro Paese sia in sede CEE che in sede di Agenzia Internazionale dell'Energia Atomica.
Condivido quanto affermato, recentemente, dal Ministro italiano della Ricerca Scientifica Granelli: "Il problema non è il nucleare, ma il potenziamento della ricerca dei nuovi sistemi di sicurezza". Ha poi aggiunto: ' "La tragedia di Chernobyl ha richiamato l'attenzione non solo dell'opinione pubblica ma anche degli scienziati sulla necessità di dedicare più spazio alla sicurezza e non solo alla produzione di energia.
Questo significa che in tutte le politiche energetiche nazionali e internazionali deve mutare il rapporto tra la realizzazione di centrali nucleari e lo standard di sicurezza che deve essere realizzato a livello delle conoscenze attuali, ma anche oltre, quindi approfondendo il versante della conoscenza. Quindi, poiché non è possibile interpretare la tragedia di Chernobyl come un arresto della capacità dell'uomo di tenere sotto controllo l'energia nucleare per usarla a fini pacifici e di produzione di energia, occorre ricavarne la lezione che non bastano le affermazioni solenni sulla sicurezza che già esiste o che sarebbe sufficiente, ma occorre spingersi più in là. E senza ricerca non si riuscirà ad aumentare e migliorare gli standards.
In pratica, i programmi in questo settore vanno continuati con una maggiore spesa nel campo della sicurezza e nella ricerca relativa.
Si può affermare che è meglio una centrale in meno purché quelle che si realizzano siano più sicure." In campo nazionale va ricordato che la Camera dei Deputati, il 3 giugno scorso, ha approvato, con 278 voti favorevoli e 41 contrari (figurano 2 astenuti sui 321 presenti) una risoluzione firmata dagli On. Rognoni Zangheri, Formica e altri, con la quale si impegna il Governo "al controllo immediato delle condizioni e criteri di esercizio degli impianti in attività e a convocare entro il mese di ottobre 1986 una Conferenza nazionale sull'energia tesa in particolare a valutare la compatibilità degli obiettivi di politica energetica, già fissati nell'aggiornamento del Piano Energetico Nazionale, con le garanzie di sicurezza degli impianti, di protezione delle popolazioni e di tutela dell'ambiente, coinvolgendo tutte le componenti della comunità scientifica nazionale ed internazionale, delle forze sociali politiche ed istituzionali e garantendo nelle forme opportune la partecipazione del Parlamento alla preparazione alla luce della quale verificare le scelte, le convenienze e le modalità di attuazione del Piano Energetico Nazionale, ed impegna il Governo a non assumere nel frattempo iniziative in materia di impianti nucleari che possano pregiudicare ulteriori decisioni parlamentari".
Così va aggiunto che il Senato, il 13 giugno scorso, ha confermato questo indirizzo aggiungendo al testo dell'ordine del giorno della Camera "a non assumere prima delle conclusioni della Conferenza nazionale ulteriori iniziative in materia di impianti nucleari, compresa l'assunzione di nuovi contratti, che possano pregiudicare le decisioni parlamentari".
Di più, ad una iniziativa del P.C.I., e del sen. Boggio della D.C., che richiedevano la sospensione dei lavori a Trino fino alla conclusione della Conferenza nazionale annunciata dal Governo, per il mese di ottobre, il Senato ha risposto negativamente.
Si è però avvertita l'esigenza di attendere i risultati della Conferenza prima di confermare la validità delle scelte energetiche (non solo nucleari) che risalgono, nell'aggiornamento del Piano Energetico Nazionale del 1981, solo a qualche mese fa.
Ma è un discorso riferito - ovviamente - alle sole centrali nucleari la cui realizzazione è prevista ma non è stata ancora oggetto di scelte operative.
In sostanza, il blocco totale non è stato accettato e, per quanto riguarda il Piemonte, il Parlamento ha precisato che l'invito rivolto al Governo dalla Camera a "non assumere nel frattempo iniziative che possono pregiudicare ulteriori decisioni parlamentari", si riferisce, in via specifica, alle centrali previste dal piano per la Lombardia e la Puglia.
Intanto, in sede di Commissioni "Industria" e "Sanità" della Camera dei Deputati è stata avviata l'indagine conoscitiva e tecnica sullo stato di sicurezza delle centrali installate o in costruzione in Italia.
Questo fatto dovrebbe ulteriormente garantirci e soprattutto garantire la nostra comunità regionale.
Il calendario ci dice che siamo a metà luglio,' ormai. Considerando la pausa del periodo feriale il termine di ottobre (già indicato quale data per la Conferenza nazionale sul nucleare) è dietro alla porta. Abbiamo quindi l'esigenza di dare corso agli impegni di graduazione previsti dall'ordine del giorno del nostro Consiglio.
E' infatti inutile se non deleterio per esempio per una istituzione quale la Provincia di Vercelli chiedere con un documento ufficiale del 12 maggio scorso l'immediata sospensione dei lavori di precantiere della costruenda centrale per poi dichiarare da parte del Presidente lunedì scorso (dopo circa un mese) che non essendo il documento vincolante nei confronti dell'ENEL è semplicemente accaduto che a Zeri i lavori sono proseguiti tranquillamente e che quindi il documento del Consiglio provinciale di Vercelli è rimasto pressoché lettera morta.
Questo non deve avvenire nell'interesse non solo del prestigio ma della credibilità degli Enti locali piemontesi.
Veniamo quindi al livello regionale, quale terzo ambito da considerare dopo quelli internazionali e nazionali.
Il 22 maggio scorso in quest'aula è stato votato un documento contenente, sostanzialmente, un invito al Governo affinché l'ulteriore esecuzione dei lavori di cantiere connessi alla costruzione della centrale di Trino, fosse graduata in relazione alla verifica delle condizioni di massima sicurezza di tale impianto.
Così come si invitava la Giunta Regionale ad individuare funzioni e competenze in materia di sicurezza giungendo se del caso ad una modifica ed integrazione alla convenzione già stipulata nonché alla pubblicizzazione e all'aggiornamento dei piani di sicurezza.
Nella normale e consueta accezione del termine, graduare significa procedere per gradi, stabilire ed ordinare una graduazione, elencare secondo un ordine di merito e di graduatoria.
Qualche altra considerazione, espressa come Gruppo democristiano.
Nella trascorsa legislatura votammo a favore dell'insediamento nucleare proposto dalla coalizione al governo della nostra Regione - pur essendo noi all'opposizione, non certo a cuor leggero, ma per dare soluzione corretta ad un problema cruciale, ricercando un giusto rapporto tra le esigenze produttive, economiche e sociali e quelle ecologico - ambientali e soprattutto per la ricaduta di benefici economici sulla economia piemontese e per concorrere a far diminuire la dipendenza energetica del nostro Paese e della nostra Regione.
Noi non siamo così insensibili da restare al di fuori e al di sopra di parecchi dubbi che ancora possono costituire umano dilemma, soprattutto dopo il gravissimo incidente di Chernobyl.
Ma dobbiamo subito aggiungere che la strada della inoperosa attesa non era e non è la nostra; questo è stato dichiarato, anche all'esterno, dal nostro Capogruppo Brizio. Quindi, per dare corso a quelle iniziative che riteniamo indispensabili per lo sviluppo stesso del vivere civile, occorre passare al vaglio - ancora una volta - tutti i sistemi di massima sicurezza e tutti i possibili piani di emergenza prima di confermare, da parte nostra, il definitivo assenso alla operatività.
In sostanza se ci sono dei buoni motivi per proseguire una scelta non si deve eliminare il possibile pericolo eliminandone la fonte, ma lo si deve rendere virtualmente nullo potenziandone al massimo i meccanismi di prevenzione.
Al di fuori della sede consiliare anche la competente VII Commissione ebbe ad occuparsi della questione: ivi la Giunta ci comunicò di aver chiesto un incontro con il Governo per esaminare congiuntamente le problematiche della "graduazione" degli interventi.
Mentre, da parte nostra, abbiamo considerato legittimo l'incontro tra la Giunta regionale ed il Governo per stabilire insieme la "graduazione" e avevamo già proposto di entrare nel merito dei problemi solo dopo il colloquio Giunta - Governo.
Non senza aggiungere: 1) che era comunque necessario accelerare i tempi dell'incontro 2) che era indispensabile non superare comunque nei lavori soglie di non ritorno.
Va evidenziato che l'ENEL aveva comunicato agli amministratori pubblici di Trino, come qui ricordato dall'Assessore Maccari, che in ciascuno dei tre cantieri di Leri - Cavour i lavori sarebbero proseguiti, almeno per quanto riguarda quelle opere suscettibili di eventuale smantellamento senza danneggiare il territorio.
Obiettività vuole che si aggiunga come nessuna ipotesi di proposizione conclusiva, avanzata in sede di VII Commissione, fu approvata.
La maggioranza dei membri della Commissione concordò per una visita al cantiere di Trino da effettuarsi lunedì 28 luglio prossimo.
Intendimento che fu comunicato regolarmente al Presidente del nostro Consiglio.
Esaminando poi le proposte contenute nelle mozioni presentate e tenendo conto di quanto dichiarato dall'Assessore Maccari, va affermato che in ordine alla "graduazione" delle opere connesse alla realizzazione del progetto, ciò che sentiamo necessario chiedere è l'assicurazione che non siano indetti nuovi appalti per lavori successivi a quelli attualmente in corso. Per questi ultimi chiediamo che la loro natura sia tale da non pregiudicare - irreversibilmente - l'originario assetto territoriale, per consentire di restituire al primitivo uso i terreni interessati dalle opere, qualora si verificasse una decisione governativa di annullamento del programma di costruzione della centrale.
La Giunta ci ha riferito stamani che è stato richiesto all'ENEL di distribuire, lungo l'arco temporale compreso tra luglio e novembre, tutte quelle attività che non compromettano un giudizio definitivo che Parlamento e Governo potranno esprimere a seguito delle conclusioni alle quali perverranno i lavori della Conferenza nazionale sull'energia.
E sta bene. Ne prendiamo atto. Ma ciò che chiediamo alla Giunta è il più sollecito interessamento del Governo, e per esso del Ministero dell'Industria competente, al fine di poter disporre di un valido interlocutore istituzionale e politico in questo particolare momento graduando con lo stesso Governo i lavori e non superando comunque nei lavori soglie di non ritorno. In quella sede, si può esaminare con risultati positivi, tra l'altro, la sospensione di indizione di nuove gare e di quelle in corso di definizione stante gli impegni assunti dal Governo in Parlamento.
Così siamo lieti per una iniziativa internazionale costituita da un utile confronto nell'ambito del CO.TRA.O., cioè la "Comunità dei Cantoni e delle Regioni delle Alpi Occidentali" di cui fanno parte Italia, Francia e Svizzera ed in particolare le Regioni finitime Valle d'Aosta e Liguria.
Si tratta di sviluppare, in questa sede, considerazioni sul parco nucleare esistente nei due Paesi confinanti e proficui scambi collaborativi di informazioni di esperienze tra le Autorità amministrative territoriali di frontiera tanto sullo stato d'esercizio degli impianti quanto sul controllo e monitoraggio della radioattività ambientale, nonché sulle situazioni di emergenza.
In ordine alla sicurezza sull'organizzazione dei piani d'emergenza e sulla protezione sanitaria ed ambientale, abbiamo il convincimento che i problemi relativi debbono trovare una nuova collocazione che superi quanto previsto dall'art. 5 del verbale d'intesa con l'ENEL. ricorrendo eventualmente, ad un protocollo aggiuntivo che definisca un progetto più ampio e articolato.
Così come condividiamo il proposito tendente ad integrare nei suoi compiti la Commissione interassessorile di coordinamento delle attività sanitarie, riequilibrandola nelle presenze per adeguarla alle nuove esigenze derivanti da un mutato contesto.
Riteniamo di dover insistere sostanzialmente ed in attuazione di quanto previsto dall'ordine del giorno del Consiglio regionale del 27 dicembre 1985 - per la ricostituzione del "Comitato Misto" (Consiglio - Giunta ENEL), con la presenza di una delegazione della VII Commissione, per la verifica degli impegni assunti nel verbale d'intesa.
Così come insistiamo perché siano attuati i necessari raccordi istituzionali con il Governo e gli Enti locali interessati e supportati dal punto di vista tecnico - scientifico dalle competenze degli Atenei piemontesi.
In conclusione, occorre che il processo di realizzazione della centrale nucleare sia "governato" e non sfugga ad una responsabile attenzione della mano pubblica.
Siamo lieti che l'Assessore Maccari parli di ricostituzione con tempestività del "Comitato Misto": siamo convinti che esso è una idonea sede nella quale la Regione potrà confrontarsi con quanti occorra.
Signor Presidente e colleghi Consiglieri, ho concluso.
Nei tormentati frangenti che tutta l'Europa (e non solo il nostro Paese) ha affrontato al vagare della nube di Chernobyl, una autorevole voce, quella del nostro Presidente della Repubblica , ha affermato: "Sarebbe temerario da quanto è accaduto non trarre insegnamento, ma non sarebbe umano, dopo aver registrato una carenza dell'uomo e dei governi farsi arrestare sulla via del progresso".
Molto più modestamente e semplicemente, come uno dei Gruppi politici che compongono questa assemblea, la Democrazia Cristiana, responsabilmente si trova, e rimane, sulla strada del progresso per percorrerla verso traguardi che possano migliorare la vita della società in cui viviamo e non certo modificarla.
Chiediamo solamente al governo regionale, su questo evento di sviluppo per il Piemonte, un impegno e una tensione non comuni, pari.peraltro alla importanza di un intervento di tale natura e di tale dimensione.



PRESIDENTE

Passiamo ora ai proponenti della mozione, Consiglieri Ala, Adduci Reburdo, Staglianò e Bresso.



MARCHINI Sergio

Chiedo la parola per mozione d'ordine.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, mi piacerebbe capire (anche se qui capire è diventato molto arduo) in merito alla riserva, che era stata espressa nella conferenza dei Capigruppo tra l'opportunità di legare la comunicazione della Giunta agli argomenti introdotti dai Gruppi consiliari, cosa si è deciso.
Ci si era riservati, in sede di conferenza dei Capigruppo, di considerare l'opportunità di legare gli argomenti o meno. Per parte mia non ho particolari questioni da porre. Ricordo questo per la storia del dibattito. Se nessuno intende fare chiarezza su questo procediamo pure, ma mi sembra un percorso meno lineare di quello che avevamo pensato di realizzare.



PRESIDENTE

Il problema era derivato nella conferenza dei Capigruppo dalla presentazione delle mozioni che andavano iscritte all'o.d.g.
La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Preciso che prendo la parola sulle comunicazioni della Giunta.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Anch'io.



MARCHINI Sergio

Mi era sembrato che ci si avviasse anche all'esame dei fatti successivi, quindi lascio la parola a chi l' ha chiesta per primo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reburdo.



REBURDO Giuseppe

Vorrei intervenire sulle dichiarazioni testè lette dall'Assessore Maccari, non tanto per accettare la prima parte delle sue comunicazioni come provocazione ancora una volta di un dibattito generale e generico, sul quale in parte è scivolato anche il collega Petrini, ma per stare alle questioni e ai problemi veri che abbiamo di fronte.
Anche se negli interventi dei Gruppi, pubblicati su " Notizie" della Regione, c'è chi scrive che gli eventi di Chernobyl sono dovuti al fatto che le attrezzature tecnologiche sono obsolete ed è quindi responsabilità dei russi averle usate, mentre noi siamo molto più avanti, pertanto torna in campo la discussione ideologica.
Non si tratta di discutere ideologicamente del problema, ma di capire che dopo il disastro di Chernobyl, che è dimostrato a livello scientifico come un avvenimento non previsto e non prevedibile, che sposta nettamente la soglia delle probabilità di rischio di gravi incidenti nelle centrali nucleari, il dibattito doveva vertere sul .fatto se è giusto continuare la strada di produrre energia attraverso il nucleare o se era opportuno invertire la rotta e cercare strade nuove.
Qui non ci troviamo a discutere se siamo per il progresso o se siamo per tornare all'età della pietra. E' un falso problema! E' chiaramente dimostrato che l'applicazione dell'energia atomica non è un fatto di progresso. Il progresso, la, scienza e la tecnologia si misurano su cose ben più importanti. Quindi qui non c'è uno scontro ideologico tra progresso e arretramento, ma una discussione che ha coinvolto anche la scienza e ne ha messo in evidenza l'impotenza nell'essere adeguata ad affrontare seriamente questi problemi.
La sensibilità della tecnica, della scienza, della gente ha aperto interrogativi profondi e inquietanti, e come risposta a questo abbiamo il comportamento della classe politica al potere, di coloro che decidono, i quali non tengono conto di questi aspetti e continuano a disquisire sulla indispensabilità della scelta nucleare per produrre energia.
E' questo che preoccupa. Mentre nelle istituzioni discutiamo su una scelta "retro", non si è in grado di stare dentro alle sollecitazioni che provengono dagli inquietanti interrogativi della gente, della scienza e della tecnica.
In sostanza, non abbiamo saputo cogliere la sfida per andare verso il nuovo, un nuovo che garantisca il soddisfacimento dei bisogni essenziali e contemporaneamente salvaguardi la natura e la specie umana. Questa denuncia deve essere fatta.
Eppure sollecitazioni ne sono venute. Leggevo nell'ampia pubblicistica su quotidiani e mensili specializzati che tale sollecitazione non è stata colta né dal Parlamento europeo né dalle istituzioni a tutti i livelli anzi, è sostanzialmente trascurata.
Questa premessa credo sia indispensabile per rimanere all'oggetto della discussione di oggi.
Di che cosa stiamo discutendo? Stiamo discutendo del fatto che noi possiamo pensare di raccogliere le inquietudini della gente e possiamo cercare di dare una risposta in due modi: o rispondiamo nel solito modo artificioso, incomprensibile come sanno produrre le istituzioni e le forze politiche, oppure rispondiamo in modo chiaro e comprensibile. Forse non c'era bisogno di aspettare Chernobyl per capire e comprendere, ma partiamo pure da Chernobyl (non per nulla una importante rivista specializzata chiama il mese di giugno primo mese dopo Chernobyl). Chernobyl segna una data rispetto alla quale c'è un dopo che non si sa quanto durerà.
Noi abbiamo l'esigenza di rispondere alla domanda di sicurezza. Quale proposta abbiamo fatto? Quale proposta ha fatto il Parlamento europeo e le cosiddette democrazie avanzate dell'occidente? Una conferenza sui problemi della sicurezza! Credo che una conferenza sui problemi della sicurezza non abbia bisogno di essere preparata con tanta enfasi, in quanto abbiamo a nostra disposizione esaurienti e approfonditi studi di scienziati, tra i più qualificati del mondo, che ci hanno già messo a disposizione il materiale sul quale far riflettere la classe politica e chi ha la capacità di decidere. Ma accettiamo pure questa Conferenza nazionale ed europea sui problemi della sicurezza. Questo significa che esistono degli interrogativi rispetto alla sicurezza e che a questi interrogativi vogliamo trovare una risposta in questa Conferenza. Ma allora se esistono questi interrogativi la cosa più logica e normale che può pensare la cosiddetta gente comune come la chiama il Presidente della Repubblica (e dovrebbe ricordarsi di richiamare la gente comune non solo quando gli fa comodo), è: "Se non c'è sicurezza, se occorre approfondire, sospendiamo intanto quello che mette in moto questa insicurezza". Sospendiamo la costruzione delle centrali nucleari e valutiamo quelle che esistono: questa sarebbe una risposta chiara. Invece, anche qui, in Consiglio regionale abbiamo inventato la gradualità. Siamo certi che non esiste il problema della sicurezza nella scelta nucleare? Se non esistono problemi di sicurezza, non si capisce perché si enfatizza la Conferenza sulla sicurezza che si terrà ad ottobre se invece esistono dei problemi non si capisce perché non si vada alla immediata sospensione dei lavori per la costruzione della centrale e alla verifica delle centrali esistenti, a partire dal nostro Paese e poi svolgendo una adeguata azione in Europa perché questa sia anche la scelta dell'Europa. E' anche opportuno che ci asteniamo sul bilancio della Comunità Economica Europea e non si capisce perché non facciamo analoga battaglia sulla verifica della sicurezza nucleare in Europa. Non ci possono essere due pesi e due misure. Avevamo portato qui dei cartelloni con delle fotografie che abbiamo scattato ieri al cantiere di Trino Vercellese.
Qui ci sono rappresentanti di varie forze politiche, tra i quali alcuni della Democrazia Cristiana che rappresentano il mondo contadino. E' difficile sostenere, come sostengono l'Assessore Maccari e l'ENEL. che a Trino è in corso un precantiere per asportare la cotica. Ci sono degli scavi profondi alcuni metri: ogni giorno vengono portate via decine di migliaia di metri cubi di terra. Continuando in questo modo non ci sarà più nessuna possibilità di recupero per l'agricoltura in quei 50/60 ettari già pregiudicati. Sicuramente se continuano come stanno continuando i lavori quegli ettari saranno sicuramente irrecuperabili alla destinazione iniziale di alta e qualificata produzione agricola: la risicultura. Questo lo dobbiamo dire chiaramente, non possiamo raccontarci delle storie, non possiamo neanche parlare d'altro, dobbiamo dire che già oggi, nel caso si decidesse di non più costruire la centrale nucleare di Trino quei 60 ettari sono inagibili all'agricoltura per sempre, salvo applicare il Keynesismo di domani, quello di riuscire a dare occupazione disfacendo e poi ricostruendo, ma sappiamo che quando si toccano equilibri naturali è difficile ripristinarli in tempo sufficientemente credibile.
Quindi non ci può essere graduazione, bisogna sospendere immediatamente i lavori e verificare che quelli compiuti non siano già andati al di là delle possibilità di un eventuale recupero dell'area. Invito i Consiglieri che non hanno visto il cantiere di fare un sopralluogo. Questa è la situazione. Quindi, un Parlamento e un Consiglio regionale serio nell'ordine del giorno, non può che scrivere che i camion e le ruspe vanno immediatamente fermati.
Seconda questione. Fra 15/20 giorni l'ENEL metterà a disposizione dei capannoni attrezzatissimi di bar, sale di proiezione e di poltrone comode per cui ci ha detto: "Perché venite sotto il sole, all'aria aperta a informarvi? Tra 15 giorni potrete venire nel nostro centro dove vi daremo tutte le informazioni". Questo centro pare venga a costare dei miliardi! Mi domando: il costo del centro come potrà essere riciclato, riutilizzato quando dovessimo decidere che la centrale non si costruirà? Si possono trovare degli escamotage inimmaginabili, però questa è la realtà.
Voglio fare un'altra denuncia su una questione grave. In quel sito stanno lavorando decine e decine di camion e ruspe. Quanti sono i camion le ruspe dell'impresa che ha avuto l'appalto? Quanti sono già i subappalti dei subappalti che vengono effettuati per qualche centinaia di miliardi di lire per il precantiere? I proprietari dei camion sono estremamente preoccupati perché se sui loro camion dovesse cadere anche soltanto una pietra lanciata da qualcuno andrebbero in deficit. Per cui, se dovessimo manifestare ancora, dobbiamo garantire che non si verifichino atti di violenza. La loro preoccupazione è che, essendo già tirati al rischio per il subappalto qualunque incidente straordinario, anche piccolo, li metterebbe in crisi dal punto di vista economico.
Pare anche che i lavoratori del cantiere abbiano denunciato con un documento pubblico la gravità delle condizioni di lavoro alle quali sono sottoposti, condizioni di insicurezza e di sfruttamento. Qui non stiamo parlando né della FIAT né dell'Olivetti né dell'industria privata, ma stiamo parlando di un ente di Stato, dell'ENEL. che ha l'appoggio del Parlamento, che interviene sul territorio in maniera incontrollata. Non è forse il caso di sollecitare i controlli necessari dal punto di vista della trasparenza degli appalti e dei subappalti e dal punto di vista delle condizioni di lavoro dei lavoratori? Vorrei richiamare tutti al senso di responsabilità sottolineando ancora che per ogni ora che passa parlare di graduazione e di eventuale recupero dopo la Conferenza nazionale sulla sicurezza, significa dire cose assolutamente non vere, significa non rendersi conto che ogni attività li compiuta è irrecuperabile se si volesse tornare indietro.
Siamo più chiari; diciamo che la centrale nucleare è indispensabile che deve essere costruita, ma se deve essere costruita deve avere tutte le garanzie possibili, sapendo che molte non sono possibili. Sarebbe molto più serio perché permetterebbe a chi ha fatto la scelta nucleare di attivare una serie di controlli che oggi sono completamente disattivati, perché si è in attesa di una soluzione e non si sa bene di quale equivocità sarà.
Non si capisce poi perché dopo che le istituzioni locali, moltissimi Comuni, la stessa Amministrazione provinciale di Vercelli hanno chiesto un ripensamento sulla scelta e la sospensione reale dei lavori, non sia arrivata un'adeguata risposta, non dico dal Parlamento, collega Petrini che è lontano e dove le forze politiche possono fare il gioco non delle 3 carte ma delle 25 carte, ma dal Consiglio regionale il quale dovrebbe avere un rapporto diretto con le popolazioni e con le Amministrazioni locali. La rappresentatività di un Consiglio regionale si può sviluppare e pu crescere nella misura in cui sa cogliere questo tipo di istanze. Ieri i contadini e i produttori agricoli ci hanno detto: "Meno male che ci siete voi perché non abbiamo nessuna fiducia nelle forze politiche della Regione". Questa è un'affermazione inquietante anche per chi, come me probabilmente è un po' superficiale su queste questioni. Però quando ti senti punto di riferimento in una situazione di difficoltà che quelle popolazioni stanno vivendo, e non parlo solo di quelle che hanno avuto i terreni espropriati, ma anche di quelle che vivono ai margini di quel cantiere, che vivono in quell'area, come si può affermare che potranno tranquillamente svolgere la loro attività di produttori agricoli o risicoli, quando avranno dentro là loro .realtà una situazione che pregiudicherà fortemente il livello produttivo del Vercellese? Chiedo, a tutti i Consiglieri (non credo che su questo ci siano le briglie dei Gruppi politici) di scegliere e propongo che si dia una risposta chiara in ordine alla sospensione immediata in attesa della Conferenza nazionale sulla sicurezza.
Questa è probabilmente l'unica possibilità che abbiamo per riprendere quel rapporto fiduciario con le popolazioni locali che in questo momento è caduto.
Ieri grossi produttori agricoli con i quali non avevo mai parlato cercavano in tutti i modi di trovare in noi un punto di riferimento manifestavano il bisogno di avere questo punto di riferimento, mi davano persino la macchina a disposizione e, probabilmente, erano famiglie che votavano per Marchini e per il Partito liberale.
Questa importante realtà (non del voto) economica, produttiva e agricola, che si trova in una condizione, non voglio dire di disperazione ma sicuramente di crisi, di caduta di tensione nell'imprenditorietà agricola, deve trovare una risposta in merito alla sospensione concreta e reale dei lavori.
Diversamente ci troveremo di nuovo come sempre nell'equivoco.
Dico che se questo non avverrà non so se mi sentirò ancora di intervenire in Consiglio regionale per discutere di un problema che abbiamo già discusso tante altre volte sul quale non riusciamo a dare non dico una parola chiara, ma una parola meno confusa di altre volte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valeri.



VALERI Gilberto

Eravamo convinti che il dibattito si dovesse incentrare sulle due emergenze operative che ci stanno di fronte: la sospensione dei lavori della centrale e, comunque, la definizione di ciò che è da intendersi da parte della Giunta e della maggioranza per graduazione dei lavori, e le iniziative in vista della Conferenza nazionale, atte a verificare i problemi del nucleare esistenti già oggi nella nostra Regione.
Mi pare invece di poter constatare che ci si trova di fronte a delle comunicazioni della Giunta che nelle migliori delle ipotesi possono definirsi anomale e, direi, sorprendenti. Leggendo le undici pagine della comunicazione si scopre che gli otto undicesimi sono incentrati su esigenze ed ipotesi di lavoro che hanno validità solo nella circostanza che la centrale si faccia. Si propongono correttivi ed integrazioni alla convenzione e la verifica di percorribilità di alcune scelte e strumenti che hanno rilevanza solo nell'evenienza di una realizzazione dei lavori della centrale e nella necessità di dover far fronte ai problemi conseguenti.
Con questo genere di approccio è logico che gli indirizzi proposti siano improntati più che alla volontà di non pregiudicare le conclusioni a cui perverrà la Conferenza nazionale, alla preoccupazione di ridurre gli ostacoli e di consentire all'ENEL la prosecuzione dei lavori per la più ampia parte possibile.
Si dà insomma per scontato che la Conferenza nazionale non bloccherà il nucleare, per cui la Giunta regionale di pentapartito si preoccupa di far trascorrere questi mesi senza troppi intoppi alla realizzazione dei programmi ENEL.
Con un battuta potremmo dire che ci si erge a guardiani del bidone intendendo per tale la previsione del P.E.N. in materia nucleare, negando nei fatti tutte le preoccupazioni e le esigenze di verifica delle stesse scelte energetiche che in quest'aula pur erano state richiamate con vigore da varie parti politiche.
Credo che questa sia l'unica spiegazione possibile, perché diversamente non parrebbe seriamente proponibile l'ipotesi di investire un altro centinaio di miliardi con l'impegno poi a spenderne qualche altra decina per disfare ciò che ora si decide di costruire. Ipotesi che fa tornare in mente la vecchia barzelletta secondo la quale era possibile risolvere la disoccupazione impegnando metà dei disoccupati a scavare buchi e l'altra metà a riempirli. Con l'aggravante che il ripristino di equilibri delicati e complessi, quali il sistema idrico sotterraneo in risicoltura e le condizioni di produttività del suolo agricolo, non è un problema di facile soluzione, allorquando ci si dovesse trovare malauguratamente di fronte alla necessità di affrontarlo.
Vorrei aggiungere che i sei mesi di slittamento che l'ENEL paventa non possono considerarsi motivo plausibile per proseguire come se nulla fosse.
Sono trascorsi decenni da che nel nostro Paese si decise il ricorso limitato al nucleare e l'ENEL non è certo estraneo ai ritardi accumulatisi.
Tuttavia è evidente che se nel frattempo non è successo nessun cataclisma è risibile paventare gravi danni per pochi mesi. Peraltro in queste settimane gli stessi assertori del fatto che l'evento di Chernobyl non dovrà comunque arrestare il nucleare hanno riconosciuto che anche l'abbandono del nucleare è percorribile nel nostro Paese, pur se, ovviamente, a determinati costi.
In realtà l'intenzione che emerge dall'atteggiamento dell'ENEL è di creare uno stato di fatto irreversibile. Su questo vorrei insistere. Nel cantiere si sta lavorando addirittura di notte, l'impressione che si ricava è quella della massima accelerazione dei lavori.
L'ENEL ha interesse a che domani si possa dire che la centrale di Trino è a tutti gli effetti iniziata, dato che nazionalmente le ipotesi di referendum sul nucleare fanno distinzione tra l'esistente e l'iniziato.
L'atteggiamento della Giunta nella sua comunicazione va in questa direzione.
Vorrei ricordare che si cerca di proseguire anche con manovre di diversa natura, rivolte ad ottenere interessati appoggi necessari per consentire una tranquilla navigazione del progetto della centrale da parte dell'ENEL. Tra di esse si colloca quella denunciata da una rivista edita in Piemonte, relativa ad una commessa di oltre un miliardo per un'indagine sul mercato del lavoro nel Vercellese, assegnata ad una società indicata quale braccio operativo di una ben individuata corrente del P.S.I.
Abbiamo presentato un'interrogazione in proposito e oggi era opportuno che la Giunta rispondesse anche a questo tipo di interrogativo. Rimane il fatto che l'assenza di risposte si accompagna al fatto che le affermazione della rivista non hanno ricevuto alcuna smentita, né da parte dell'ENEL n da parte di altri.
Per andare nella direzione che dicevo si trascurano anche alcune delle clausole più delicate della convenzione firmata a suo tempo dalla Regione con l'ENEL. Mi riferisco alle prove di emungimento che l'ENEL avrebbe dovuto fare entro marzo, ossia in periodo di asciutta in risaia e necessarie per le opere di dewatering. L'ENEL non ha provveduto e ciò non di meno la Giunta regionale propone di dare il via libera alle opere di dewatering, senza ottemperare a quella garanzia preventiva prevista espressamente nella convenzione ENEL - Regione.
In merito gli imprenditori agricoli hanno presentato specifiche opposizioni in cui sono documentate le loro serie preoccupazioni circa la costruzione di diaframmi profondi oltre 30 m lungo tutto il perimetro che dovrà ospitare gli impianti della centrale, senza che nessuno sia in grado di prevedere con sufficiente sicurezza quale sarà l'impatto di tali diaframmi sull'abbassamento delle falde idriche.
A questo riguardo il Comune di Trino, che qui in alcuni casi è stato menzionato abbastanza a sproposito, ha chiesto espressamente alla Regione di essere posto in grado di esprimere le proprie valutazioni sulla base di una relazione del Comitato tecnico - scientifico.
Se il Comune manterrà tale atteggiamento, come mi risulta stia facendo sono curioso di conoscere che cosa farà la Giunta. Se risponderà espressamente che quella clausola della convenzione viene bellamente stracciata e se chiederà che il Genio Civile esprima parere favorevole all'ENEL senza conoscere il parere del Comune in tal caso ci si renderà responsabili di una scorrettezza che non ha nessuna giustificazione e che viene ad aggravare i giudizi che prima richiamavo in ordine al modo di procedere della Giunta.
Anche per queste ragioni riteniamo che le comunicazioni della Giunta vadano respinte e riproponiamo al Consiglio un voto per la sospensione dei lavori della centrale; un voto, comunque, che richieda espressamente la sospensione di tutti gli appalti non ancora banditi e di tutte le gare già indette, ma non ancora aggiudicate.
Crediamo per converso che l'interezza dell'impegno regionale, in questa fase che è di preparazione della Conferenza nazionale, debba essere rivolto all'approfondimento e alla verifica dei problemi nucleari già aperti in Piemonte, per i quali le garanzie di sicurezza sono tutte da riconsiderare.
La Conferenza nazionale affronterà i problemi in un'ottica generale e speriamo, peraltro, che essa non si risolva in una semplice passerella più o meno preconfezionata, ma veda effettivamente messo a frutto l'impegno di tutta la comunità scientifica nel suo pluralismo di voci.
Debbo però dire che i primi accenni non paiono favorevoli, dato che la prima riunione preparatoria che il Governo ha convocato ha visto seduti attorno al tavolo solo il blocco delle aziende interessate alla costruzione delle centrali nucleari: ENEL. ENEA e Ansaldo.
E' evidente che se questa sarà la metodologia che seguirà per la preparazione della Conferenza nazionale ben poco di serio potrà scaturirne.
Tuttavia, al di là delle prime impressioni ricavabili, è evidente che la Conferenza non potrà essere un enorme imbuto di tutti i problemi che il nucleare già pone, anche a noi in Piemonte. Direi anzi che richiede momenti di verifica concreta dell'esistente, quale parametro di misura delle argomentazioni di carattere generale.
Si parlerà dei piani d'emergenza. Ma importante è andare a vedere che cosa accade per i piani d'emergenza degli impianti nucleari già oggi esistenti anche in Piemonte.
Nella comunicazione della Giunta è detto che ci si impegna a sollecitare l'aggiornamento dei piani di emergenza vigenti. Vorrei informare l'Assessore - ma l'avrebbe potuto cogliere anche leggendo la mozione che noi abbiamo presentato, in cui si chiede la convocazione di una Conferenza regionale preparatoria di quella nazionale - che il piano di emergenza esterna della centrale nucleare E. Fermi di Trino è gia stato aggiornato di recente.
Nelle settimane scorse il Prefetto di Vercelli ha rilasciato pubbliche dichiarazioni ai giornali da cui si è appreso che per un anno e mezzo una quipe di 32 "esperti" di varia provenienza ha lavorato a predisporre l'aggiornamento del piano di emergenza della centrale di Trino. Tra l'altro, di questa équipe, si è detto che facevano parte due rappresentanti della Regione.
In proposito abbiamo presentato un'interrogazione per conoscere chi erano i due rappresentanti della Regione, chi li aveva incaricati e a chi essi hanno risposto del loro operato. Nelle sedute scorse era circolato in quest'aula, divenendo motivo di divertiti commenti, un opuscolo dal quale si evinceva che le principali misure di sicurezza, raccomandate in caso di incidente, consisterebbero nel chiudere le finestre, tapparsi in casa e se in possesso di cantina recarvisi, guardandosi bene dal telefonare per non intasare le linee telefoniche. Successivamente si sarebbero comunicate, non si sa da parte di chi e come, le procedure di evacuazione.
Aggiungo, sempre a proposito del piano di emergenza, che ho qui di fronte le prescrizioni dell'ENEA DISP per l'esercizio della centrale elettronucleare E. Fermi di Trino. Una di queste, relativa all'addestramento per l'emergenza nucleare, dice che "dev'essere effettuata con periodicità annuale un'esercitazione di emergenza, dev'essere inoltre effettuata con periodicità semestrale un'esercitazione di addestramento per le squadre radiometriche esterne alla centrale".
Non so quanto credito sia possibile dare al contenuto tecnico di queste disposizioni. E' dubbio tuttavia che esse abbiano trovato rigorosa attuazione.
Per quanto riguarda l'emergenza non sto a dire del piano di emergenza che non conosco, degli impianti di Saluggia, tra i quali è incluso l'unico deposito italiano di scorie radioattive ad alta attività. Delle scorie cioè, ricavate dal riprocessamento delle barre esaurite di combustibile nucleare effettuato negli impianti Eurex di Saluggia. Accanto a tali impianti, sotto una collinetta, sono stoccati 100 medi scorie ad alta attività, quelle, per intenderci, il cui tempo di dimezzamento, è detto nelle pubblicazioni dell'ENEA, supera i 100.000 anni. Il piano quadriennale dell'ENEA prevede anche che di tali scorie se ne produrranno altri 100 mc nei prossimi anni.
Con queste scorie conviviamo, come conviviamo con le barre che arrivano dalla centrale del Garigliano e dalla centrale di Trino e che sono stoccate nella piscina dell'ex reattore Avogadro di Saluggia. Il problema del loro smaltimento è più che mai aperto ed urgente. Tra l'altro, nelle settimane scorse, un funzionario dell'ENEL ha ricordato che la Svizzera non rinuncia alla realizzazione di un impianto di stoccaggio definitivo delle loro scorie alle pendici del Monte Rosa, sul loro versante. Non so se, dato che nella comunicazione della Regione si dà molto spazio alla comunità intrafrontaliera, si hanno notizie a questo riguardo.



MACCARI Eugenio, Assessore all'energia

Lo seguiamo da tanti anni e ne abbiamo anche parlato in Consiglio.



VALERI Gilberto

Non so cosa si intende per "lo seguiamo" visto che parlando nella sua comunicazione di iniziative intrafrontaliere la Giunta non ha fatto cenno a questo problema. Ho fatto solo questi due esempi per dare una pallida idea di quanta sia la materia da affrontare in preparazione della Conferenza nazionale e della necessità di iniziative che evitino che il Piemonte vada ad essa con qualche abborracciata relazione dell'Assessore o della Giunta bensì ci vada mettendo a profitto le competenze che possono essere ricavate all'interno dalla Comunità scientifica regionale. In tale direzione si muove la nostra proposta di una Conferenza regionale che preceda quella nazionale, quale contributo alla sua riuscita.



CERCHIO GIUSEPPE



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Anticipo subito che svolgo un primo intervento poiché ho l'impressione che questo sia un dibattito dalla regia molto curiosa. Infatti non si è ritenuto dar corso al chiarimento metodologico che ho chiesto per capire se si discute sulla comunicazione della Giunta o su tutti gli argomenti.
Quindi, mi riservo di richiedere la parola qualora si allarghi il dibattito con le argomentazioni portate dai Gruppi presentatori di mozioni.
Anche oggi non abbiamo fatto un grande passo avanti rispetto alle responsabilità che ci competono, al punto che diventa difficile affrontare con il dovuto impegno questi argomenti, che pur tanto impegno dovrebbero richiedere da parte nostra. Ci sfugge capire in quale misura il calcolo politico faccia velo all'intelligenza di molti di noi; forse ci illudiamo che sia il calcolo politico a far velo all'intelligenza mentre invece è possibile che l'intelligenza non ci sia. Alcuni comportamenti che si stanno verificando in quest'aula mi fanno dubitare dell'intelligenza politica di qualcuno e della buona fede politica di altri.
La comunicazione della Giunta è un fatto attuativo - e lo sottolineo di un deliberato del Consiglio regionale che mantiene tutta la sua validità, non ci sono per il nostro partito ragioni per le quali debba essere modificato. Si tratta di esprimere una valutazione su come la Giunta, in termini di attuazione del deliberato del Consiglio regionale, ha operato.
A me sembra che il giudizio debba essere positivo soprattutto considerando il quadro istituzionale all'interno del quale si muove l'attività della Giunta. Su di esso la Giunta regionale non ha alcun potere.
Che la Giunta regionale sia pervenuta ad un primo risultato, quello cioè di avere concretizzato un rapporto negoziale con l'ENEL. di dignità pari a chi ha legittimità di rapporto (il Comune e il Ministero), ci sembra un risultato, dal punto di vista formale, fortemente significativo.
Sul contenuto della conclusione di questo lavoro della Giunta e dell'Assessore in prima persona, che ritengo debba essere ringraziato, il giudizio è altrettanto positivo. Sono convinto che questo giudizio positivo lo esprimeremmo tutti se non ci fosse la voglia di superare l'ordine del giorno precedente: questo è il punto vero! Rispetto alle comunicazioni della Giunta si deve valutare se la stessa ha operato bene nell'ambito del mandato avuto dal Consiglio, su questo si deve esprimere il giudizio. Se poi qualcuno vuole avviare un dibattito sul nucleare in Piemonte, sulle centrali, sulla sicurezza, su Fermi, sui movimenti, lo faccia pure, ma non ingeneriamo inutili confusioni - mi rivolgo soprattutto al Gruppo socialista - tra il giudizio sull'operato della Giunta e i nostri "desiderata", che sono estranei rispetto alla responsabilità della Giunta.
Su questo avrebbe dovuto riflettere chi ha presentato l'ordine del giorno perché gli ordini del giorno sono conclusivi rispetto ad un dibattito mentre la comunicazione della Giunta è, per sua natura, una informazione.
Si arriva ad un ordine del giorno quando si vogliono modificare le situazioni a monte dell'informazione della Giunta, in questo caso tali condizioni non ci sono.
Cari amici, ci dimentichiamo di un elemento specifico che era emerso nel dibattito della seduta precedente e che è nell'ordine del giorno.
L'irreversibilità non era alla tutela del territorio, ma l'irreversibilità della decisione sulla centrale nucleare. Mi sembra apprezzabile che si voglia evitare che si facciano delle scelte irreversibili sul territorio nell'ambito di una scelta irreversibile di natura energetica, ma le due cose non hanno la stessa natura.
Caro amico catto-comunista...



(Interruzione dai banchi della sinistra)



MARCHINI Sergio

Caro Reburdo, come catto-comunista vai molto di moda con Andreotti designato alla Presidenza del Consiglio; penso che fra un po' il P.C.I.
sarà un Gruppo indipendente del Gruppo catto-comunista e non più viceversa.
L'incarico ad Andreotti ti rilancia fortemente.
Caro collega, quando vai in giro e fai credere ai risicoltori che in questo Consiglio si è deciso di non consentire attività sul terreno che siano irreversibili in se stesse (non rispetto al risultato finale), è certo che prendi gli applausi e ti danno anche le macchine a disposizione.
Io non ho mai avuto questi favori da nessuno.
Qui non si è mai ragionato sulla irreversibilità dell'intervento sul territorio, ma sulla irreversibilità di una decisione rispetto alla collocazione in concreto, alla messa in esercizio di una centrale nucleare perché tutta quella materia è stata chiusa con la decisione del Consiglio regionale e con la delibera del CIPI.
Posso capire che quando si ragiona sulla irreversibilità delle decisioni, in funzione della localizzazione definitiva della centrale, ci si debba preoccupare anche di questi argomenti, per carità, apprezzo e condivido questo tipo di zelo, ma non accetto il ribaltamento del problema.
Quello su cui si deve decidere e sta decidendo e deciderà il Parlamento non è (dobbiamo dircelo con realismo anche se questo non porta voti e neanche autisti e macchine a disposizione) la storia della cotica della risaia, ma è la storia della centrale nucleare di Trino, questioni completamente diverse.
Se vogliamo far carico alla Giunta anche di questo problema e cioè che la Giunta debba avviare una trattativa con l'ENEL. tendente anche a non consentire attività sul territorio gravemente compromissorie dell'ambiente stesso, dobbiamo scriverlo, dopo di che criticheremo la Giunta se non l' ha fatto. Ma questo non l'abbiamo scritto in nessun documento.
Allora, amici socialisti, bisogna avere chiaro questo punto: abbiamo un altro problema, apriamo un altro versante. Siamo dispostissimi, ma la Giunta non c'entra. Allora apriamo un dibattito con un civile confronto tra forze politiche, tra opinioni diverse in ordine ad un risultato ulteriore che si vuole ottenere rispetto a quello che ci siamo prefissi nel dibattito precedente. La Giunta però non c'entra e questo, per cortesia, non leghiamolo alle comunicazioni della Giunta perché sembrerebbe che non siano sufficientemente attente a questo aspetto del problema, che non è presente nel mandato dato alla Giunta.
Continuiamo pure questa piacevolissima conversazione, decidiamo soltanto a questo punto se abbiamo aperto un dibattito attinente all'impegno che deve assumere la Giunta ad impedire danni irreversibili o comunque di un certo peso sul territorio, fino a quando non c'è una decisione definitiva sulla centrale nucleare di Trino.
Se questo è l'argomento che vogliamo che la Giunta affronti, per me va benissimo, facciamo un documento e se c'è una maggioranza che lo vota, la Giunta è tenuta a rispettarlo. Non inseriamo, invece, il nostro giudizio sulla comunicazione della Giunta con una impostazione di questo genere perché suona come censura alla Giunta per non aver fatto una cosa che nessuno le ha mai chiesto di fare. Questo lo dico per chiarezza dei nostri ruoli nei nostri rapporti.
In effetti il documento che la Giunta ci ha presentato fa giustizia di accuse del tutto fuori luogo che vengono da alcuni esponenti, che sono anche se mi consentite - di memoria corta. Per carità, ho tutto il rispetto degli amici che su questo sono stati coerenti, ma che la centrale nucleare non fosse una bicicletta o un dondolo per bambini non si è scoperto dopo Chernobyl.
A Chernobyl si è verificata una probabilità prevista a livello matematico. Allora, che l'amico Valeri, improvvisamente folgorato, a nome del P.C.I. dipinga le centrali nucleari con dei colori completamente diversi da quelli dipinti fino a sei mesi fa, mi fa pensare che abbia poca padronanza dei colori. Quindi se ha visto così male i colori prima, penso che non veda bene neanche quelli di adesso.
Che una centrale nucleare abbia il rischio di fusione del nocciolo è previsto a livello statistico ed è stato riconosciuto da una persona rigorosamente nuclearista a Chernobyl; quindi una centrale nucleare, a livello culturale, è quello che purtroppo abbiamo visto.
Si può sperare (come nel gioco del lotto) che il numero 32 non esca secondo la probabilità matematica, perché se non esce il numero, aumenta il guadagno.
Io però continuo a non capire: problemi di sicurezza non c'erano problemi di territorio erano superati, tutto questo veniva visto come una collocazione felice nell'ambito di un piano di programmazione socio economica; una maggioranza aveva ammesso la localizzazione della centrale nucleare all'interno dei suoi obiettivi, allora adesso facciamo pure i ripensamenti, ma su quello su cui si deve ripensare, che è la sicurezza che non ha niente a che fare con la cotica erbosa.
Allora, ragioniamo sulla sicurezza, cari colleghi. Oggi, per esempio nessuno ha citato il prof. Rubbia, perché non va più di moda.



REBURDO Giuseppe

Non è vero, l'altra sera l'ho citato.



MARCHINI Sergio

Il prof. Rubbia, che sembra essere diventato portavoce ufficiale della scienza del nostro Paese ha avuto l'onore di essere una delle poche voci che ha comunicato al popolo una cosa sconvolgente sulla quale probabilmente un ripensamento generale sull'energia nucleare va fatto in termini radicali, non a favore però dell'ipotesi antinuclearista, ma a favore dell'ipotesi nuclearista.
Il prof. Rubbia ha semplicemente spiegato al popolo, seduto davanti alla TV, che i giapponesi hanno ricavato l'uranio dall'acqua di mare.
Siccome l'acqua del mare costa zero, vuol dire che tutto il costo che una tecnologia deve affrontare per ricavare l'uranio è tutto valore aggiunto quindi possiamo pensare di essere in presenza di una fonte energetica a costo zero e illimitata.
Secondo il prof. Rubbia (non più citato da quella sera) questo vuol dire che la questione nucleare si propone in termini completamente nuovi.
Questo potrà far piacere o non far piacere.
Che cosa voglio dire? Noi abbiamo sempre ragionato sull'energia nucleare come energia di transizione, destinata cioè a coprire trenta o quaranta anni della storia del genere umano. Secondo il prof. Rubbia, invece, l'energia nucleare si pone come l'energia che coprirà le esigenze del genere umano per diecimila anni. Allora, cari amici, non si tratta più del problema della cotica, per carità, problema di grandissima importanza che se vogliamo affrontare e mettere tra le condizioni che la Giunta deve mettere in trattativa, posso anche essere disponibile. Evidentemente però si tratterebbe di riesaminare tutto il pacchetto nucleare, non più come un pacchetto di emergenza, quindi costretto nelle decisioni, nelle dimensioni e nei costi economici all'interno di uno spazio economico concorrenziale di quarant'anni, ma come un'ipotesi definitiva. E' certo che se così venisse affrontata forse non si capirebbero più tanto le considerazioni di tipo nazionalistico. Se il genere umano ha un'energia illimitata a costo d'origine zero, affidata alla tecnologia avanzata, dire che questa sarà un'energia italiana, francese svizzera diventerà molto difficile. Un'ipotesi di questo genere dovrebbe far fare un salto alla fantasia dei politici a livello mondiale, per esempio per immaginare uno scenario di allocazione delle centrali nucleari che faccia giustizia delle esigenze "paesanistiche" secondo le quali l'Italia dovrebbe avere le centrali nucleari perché altrimenti rischierebbe,, un giorno o l'altro, che i francesi, arrabbiati perché non compriamo più lo Champagne, ci tagliano i fili sulle Alpi.
E' probabile che sia arrivato il tempo di avviare una riflessione sull'energia nucleare come energia del futuro sulla ipotesi del prof.
Rubbia. Un'energia in qualche misura illimitata, perché a costo d'origine zero giustifica probabilmente degli sforzi di governo superiori e diversi rispetto a quelli che sono venuti nel passato.
In ordine alle raccomandazioni ulteriori che l'Assessore dovesse ritenere di accogliere dal Consiglio, noi ci rimettiamo alle valutazioni che l'Assessore e la Giunta faranno. Non ce la sentiamo, se non all'interno di un documento diverso, di fare carico alla Giunta di incombenze e responsabilità superiori a quelle che già ha. Valuti quindi l'Assessore contando sulla nostra disponibilità, quali ulteriori richieste possono essere avviate al Governo, i loro tempi, le loro misure e la loro profondità. Siccome siamo nel momento gestionale del problema, riteniamo che nessuno sui banchi del Consiglio abbia conoscenze, informazioni sufficienti per dire di più o di meno della Giunta. L' ho scritto da qualche parte, qualcuno forse l'avrà letto. Rifiuto che si dica che qualcuno è più preoccupato di altri della sicurezza: lo siamo tutti nello stesso modo, chi volesse dire una cosa diversa non rispetterebbe la realtà politica. La responsabilità gestionale di un obiettivo che vogliamo perseguire, cioè che non si facciano a Trino delle opere non compatibili con un'ipotesi di annullamento del progetto nucleare, è il mandato che abbiamo dato alla Giunta. Il Gruppo liberale si affida alla Giunta certo che su questo si impegnerà al massimo.
Non siamo disponibili a lasciar passare dei documenti che non sono sulla sicurezza, ma sono sulla centrale nucleare. Noi non siamo disponibili a che sull'argomento della sicurezza si dica che la Regione Piemonte non vuole più la centrale nucleare in Piemonte. Se si vuole questo, diciamolo diciamo che dopo la vicenda di Chernobyl riteniamo che, obiettivamente, la conurbazione torinese sia ad un livello di rischio che noi riteniamo non accettabile. Benissimo, il Consiglio regionale non chiede allora la sospensione perché potete inventare le misure di sicurezza che volete, ma Trino è li e piazza Statuto è li, non è che le possiamo spostare. Ho difficoltà ad immaginare delle improvvise invenzioni da oggi ad ottobre.
Secondo quello che dicono i "patres conscripti" a Roma la Conferenza dovrebbe dire delle cose, che non capisco perché non si sono dette a giugno o a maggio se si conoscevano. Che cosa bisogna fare di più e di diverso in fatto di sicurezza rispetto ad una centrale nucleare? Ho difficoltà a credere che verranno dette delle cose serie, perché se delle cose serie possono essere dette ad ottobre ho l'impressione che siano già state pubblicate nelle riviste e quindi dovevano essere dette per tempo; allora o non ci sono, o ci sono state tenute nascoste. Se ci sono state tenute nascoste, chi le ha tenute nascoste? Bisogna sapere se questo qualcuno continua a tenere le chiavi delle informazioni, ma se queste chiavi le aveva fino a giugno le ha ancora adesso ed è probabile che le terrà fino ad ottobre, quindi non mi faccio grandi illusioni sul risultato della Conferenza.
Sui documenti che hanno presentato gli amici dei Gruppi di opposizione ragioneremo in una fase successiva della seduta. Il nostro Gruppo insiste in una posizione che rischia di essere leziosa e anche noiosa. Noi abbiamo dato il mandato all'Assessore, ci sembra che l'abbia gestito in termini ottimali, considerato il quadro istituzionale all'interno del quale si muove, quello cioè di nessuna competenza della Regione, e questo bisognerebbe ogni tanto ricordarlo.
Al di là di alcune considerazioni condivisibili, già espresse dal rappresentante della D.C., sulla preoccupazione che si avviino alcuni processi decisionali e conoscitivi in modo più funzionale che nel passato ci sembra che la Giunta conduca queste questioni in modo del tutto apprezzabile.
In questa seduta però bisogna capire se si sta discutendo su come la Giunta ha gestito il mandato, oppure su come riteniamo che il problema della centrale nucleare vada affrontato d'ora in poi. Allora bisogna avviare un dibattito, ma per poterlo fare, cari colleghi, occorre iscrivere il dibattito all'o.d.g., ma non sono affatto sicuro che sia iscritto un dibattito su un o.d.g., perché l'iscrizione del punto all'o.d.g. lascia intendere che i Capigruppo si erano riservati una decisione. Ci riserviamo quindi di riprendere nuovamente l'argomento; intanto abbiamo visto circolare un documento predisposto dalla forza politica di maggioranza e questo ci crea quanto meno della curiosità. Lo analizzeremo e lo approfondiremo. Quando avremo deciso (e non quando qualcuno avrà deciso) che sulle comunicazioni della Giunta si sottoscrive un ordine del giorno ne valuteremo l'opportunità, anzi, dichiariamo la nostra disponibilità a lavorare su questo documento.
Questo argomento, signor Presidente del Consiglio pro tempore deve essere sottolineato perché da nessuna parte è stato deciso che le comunicazioni della Giunta davano luogo ad un dibattito e che si sarebbe concluso con la votazione di un ordine del giorno. Siccome il governo compete ai Presidenti dei Gruppi, ripropongo una questione di metodo. Mi auguro che prima della chiusura di questa fase si sappia se ci avviamo a trasformare le comunicazioni della Giunta, che di regola "soffrono" soltanto un giudizio e non un dibattito o se, invece, andiamo ad un dibattito sulle comunicazioni della Giunta e quindi ad una conclusione con un ordine del giorno. Se così dovrà essere, prendiamo atto che una forza di maggioranza ha già presentato un ordine del giorno. In primo luogo noi lavoreremo su questo documento e cercheremo di renderlo tale da poter avere la più larga adesione possibile.



VIGLIONE ALDO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cernetti.



CERNETTI Elettra

Non approvo chi è intervenuto dicendo sostanzialmente: "Avevamo votato per la centrale nucleare di Trino e per questa ragione, per lo sviluppo del Piemonte, ecc., ora continuiamo a votare", perché nel frattempo sono avvenuti fatti gravi come quello di Chernobyl, che, mi pare impossibile non ci insegnino niente.
Sono finiti i tempi del "nessuno torna indietro", oppure, come diceva mio padre buonanima, militare di carriera: "Mi spezzo, ma non mi piego".
Occorre riflettere con intelligenza sulle cose: Ho sempre ritenuto il dubbio un beneficio, che significa non proseguire a zig zag, ma modificare il proprio comportamento quando casi gravi impongono al tuo pensiero, alla tua coscienza, al tuo sentimento e a tutto il tuo modo di essere riflessioni cariche e gravi di responsabilità.
Dopo Chernobyl noi abbiamo visto che intere zone sono state denuclearizzate, ultima Venezia. Anche questo dovrebbe farci riflettere su decisioni prese quando fatti di questa gravità ancora non erano accaduti.
L'altra volta mi sono astenuta sul proseguimento dei lavori per la centrale nucleare di Trino e con disappunto constatai che i compagni del mio Gruppo, che pure in un primo tempo avevano votato per la non prosecuzione, cedevano ad una gradualità che definii ambigua.
Oggi noto con soddisfazione che la maggior parte dei miei compagni votando allora per la gradualità non hanno. che rimandato una decisione.
Infatti il loro voto non significava, come sostiene "Il Manifesto" rallentare, ma, con gradualità si intende veramente la sospensione dei lavori, prima che fossero date come garanzia norme di sicurezza, si intende la sospensione dei lavori che compromettono il territorio, si intende la sospensione dei lavori della centrale nucleare di Trino.
Oggi che non dobbiamo che prendere atto di piccoli lavori iniziati, di altri che potrebbero andare avanti, ma che non compromettono assolutamente niente, ci dobbiamo porre, per conto mio me lo pongo, il problema di salvare il salvabile. Per questo diciamo - la dichiarazione ufficiale la farà il Capogruppo - "no" allo scoticamento (brutta parola che mi ricorda i Pellerossa), perché significa in effetti la compromissione anche del territorio, perché significa l'avvio di quei lavori importanti inerenti la vera realizzazione della centrale nucleare di Trino. Per questo noi diciamo "no" allo scoticamento.
E poi, scusami Marchini, tu sei un avvocato preciso, poni molte volte delle questioni certamente giuste, ma fai delle sottigliezze se discutiamo sulle proposte della Giunta o su che cos'altro, ma queste sono questioni di lana caprina in confronto alle gravi responsabilità che abbiamo tutti noi, intanto la nostra coscienza. La parola coscienza pu sembrare prettamente religiosa ma non lo è, anzi,i laici l' hanno ancora di più perché è più difficile averla senza un perno. Di fronte a .questi problemi sostanziali che prendono la tua essenza di uomo, e per uomo intendo persona, l'essenza dell'amministratore, non si può andare a sofisticare su questioni formali, ma si deve guardare a quello che è il nocciolo della questione. Il nocciolo della questione è fondamentale: non proseguire i lavori di scoticamento per la centrale nucleare di Trino.
Pensate, compagni, alla popolazione che dice: "Hanno votato perché si faccia un buco che poi eventualmente se quel buco non andrà si riempirà".
Ma non è più logica e più lineare la posizione che dice: "Sospendiamo di fare il buco, in attesa che la Conferenza, un Comitato (non interessano le formalità) ci garantisca se non la sicurezza totale, almeno una sicurezza che ci permetta di votare eventualmente sul nucleare con un minimo di serenità e di coscienza".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Ritengo che dopo l'intervento della collega Cernetti io possa limitarmi a più brevi ragionamenti di quelli che avevo messo in scaletta. Quello che balza agli occhi, se soltanto si vuole guardare alla lettera e nelle righe della comunicazione dell'Assessore Maccari, è che si sta ingannando la gente. Dopo Chernobyl, dopo il dibattito che in quella drammatica circostanza ha percorso quest'aula, la gente si aspettava una disponibilità a ragionare e a capire quanto dal disastro nucleare ne discende. Ma queste aspettative sono state disattese dal comportamento della maggioranza pentapartita.
Oggi noi parliamo di "graduazione" dei lavori di Trino: ebbene, ero ansioso di sentire quello che al riguardo avrebbe detto l'Assessore Maccari poiché quando il 10 giugno scorso nella VII Commissione chiedemmo, noi di DP, Lista Verde e Gruppo Comunista, che ci venisse precisato il concetto di "graduazione" l'Assessore ci rispose, con molta arroganza, che la questione sarebbe stata oggetto di un confronto con il Governo. Ora non so se, prima di dirci le cose che ci ha detto questa, mattina, l'Assessore Maccari sia riuscito a mettersi in contatto con la Presidenza del Consiglio, prima che il Governo entrasse in crisi e facesse la fine che ha fatto. Devo rilevare che ho atteso un mese di sentire cosa si intende per "graduazione" inutilmente. Quando si autorizza lo scoticamento del terreno, di abbassare la falda freatica per le operazioni di dewatering e quando si autorizzano lavori di questa entità è inutile aggiungere subito dopo che tutto questo non è irreversibile. In questo caso si fa torto a quella che è l'intelligenza di noi tutti.
A me pare, cari colleghi (se mi consentite la consueta franchezza con cui mi sforzo di parlare in quest'aula), che tutta quanta la vicenda, che stiamo discutendo possa essere riassunta con l'espressione in voga tra i mafiosi: "L'ENEL ordina, la Regione va e fa". Io non so, ad esempio, se l'Assessore Maccari in tutti questi mesi ha avvertito o meno il bisogno di supportare la propria azione, anche nel valutare la gradualità dei lavori con il conforto di esperti qualificati. I Gruppi di opposizione vanno chiedendo da mesi un rinnovo della convenzione con gli Atenei, ma su questo non si è mosso un dito. Perché sorprendersi allora che l'ENEL ordini e la Regione vada e faccia? Nel merito dei lavori in corso, dico subito che quello che si va facendo è davvero scandaloso. Sono insieme agli altri colleghi e compagni antinucleari, al blocco del cantiere organizzato ieri dalle organizzazioni ambientaliste e da DP e ho visto quello che sta succedendo; ho sentito con le mie orecchie che li si lavora di notte, di sabato e di domenica, e mi piacerebbe, ad esempio, sapere cosa ha da dire la Giunta regionale a proposito di una commessa data dall'ENEL all'impresa Edilvie per ben 32 miliardi.
L'Edilvie, per chi non ha la memoria corta, è l'azienda implicata nell'inquinamento di Carbonara Scrivia attraverso il sotterramento di centinaia di fusti di veleni. Il Procuratore della Repubblica di Alessandria ha provveduto già ad un sequestro di beni della "Edilvie" annullando un'autorizzazione edilizia concessa alla società stessa obbligandola a provvedere, a sue spese, all'eliminazione delle opere abusivamente eseguite, oltre che al ripristino del territorio compromesso.
Ho ripreso questa notizia dalla risposta dell'Assessore Maccari ad una mia interrogazione consegnatami proprio oggi pomeriggio, per significare che queste cose sono note anche all'Assessore Maccari e sarebbe interessante capire quale livello di controllo democratico si sta operando sul "business" che si sta consumando fra le risaie del Vercellese.
Sono sconvolto dal dover constatare che la battuta che facevo il 22 maggio in quest'assemblea sul possibile nuovo Keynesismo, sia stata presa alla lettera con la conseguenza che oggi si dovrebbero fare lavori che compromettono il territorio per poi ripristinarlo. A proposito di buchi e del loro riempimento ho fatto un po' di conti, Assessore Maccari e cari colleghi, che avete la pazienza a quest'ora di ascoltare. Mi rendo conto che su questa vicenda le parole sono stanche, ma mi sforzo di seguire con attenzione la discussione e non posso accettare che si giochi così con le parole; i conti allora: per 300 lavoratori attualmente occupati si sono già spesi 52 miliardi e 200 milioni; se avete la pazienza di fare le divisioni vedrete che l'operazione di far buchi costa un po' troppo. Se poi ci aggiungiamo i costi per riempire questo buco, provate a trarre da voi stessi le conclusioni.
Vi chiedo: perché insistete così tanto, Assessore Maccari, a fare questo buco? Quando discutiamo di questi argomenti i corridoi dell'aula pullulano e sono zeppi di personaggi dell'ENEL o legati all'ENEL che a mia conoscenza non hanno qualità tecniche particolari o interessi scientifici.
Questo insistere sul fatto che questi lavori devono andare avanti per forza ha un solo significato che chiunque è in grado di cogliere, soprattutto in presenza di alcuni nomi che cominciano a scorrere fra le imprese appaltatrici dei lavori.
L'ENEL si è preoccupata innanzitutto di applicare la lezione dal "Minculpop" ed a spendere un po' di miliardi, tre per la precisione, per fare cupole avveniristiche per "informare" a suo modo la gente, come diceva già il Consigliere Reburdo.
Mi pare, in conclusione, che su questa vicenda del proseguimento dei lavori siamo in presenza del solito intreccio malefico tra politica ed affari. Non ho timore di dire esattamente queste parole, per lavori che non hanno nessuna ragione logica, né politica e soprattutto per lavori che giocano sulla pelle dei cittadini che dovrebbero subirli. Marchini sei scandalizzato per il termine "intreccio tra politico ed affari?"



MARCHINI Sergio

Dico solo che c'è un articolo del Regolamento che prevede che il Presidente ascolti quello che dicono i Consiglieri e di richiamarli quando dicono delle cose offensive per il Consiglio.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Non so se è offensivo, se qualcuno si offende vuol dire che evidentemente è stato colpito.
Quando in presenza di una Conferenza nazionale sulla sicurezza che dovrebbe accertare quali possono essere i parametri di costruzione delle centrali, dopo un evento ritenuto impossibile (quello della fusione del nocciolo), caro Marchini insistere ad andare avanti con i lavori può avere soltanto una conseguenza logica, cari colleghi, e soltanto quella: che gli affari non si arrestano.
Nella VII Commissione ho proposto che i Commissari andassero a visitare i cantieri; dopo un mese si è deciso che la visita si faccia con il costume da bagno e le pinne sotto braccio (non ho capito perché il Consigliere Brizio se la sia presa cosa tanto, forse perché a lui il costume sta male!) il 28 luglio, mentre intanto l'ENEL continua a lavorare di giorno, di notte, di sabato e di domenica.
Signor Presidente, non aggiungo altro. Ho da rilevare ancora che tutte le discussioni sul significato del verbo "graduare" ci stanno portando ai fatti compiuti e ad uno sperpero di denaro pubblico. Certo l'ENEL. lo diceva l'Assessore Maccari stamattina, è disposta a riempire il buco. Ma l'ENEL può farlo, eventualmente solo con i soldi dei contribuenti italiani.
Su questo punto l'Assessore Maccari non ha avuto nulla da ridire; egli non si preoccupa del fatto che si possa sperperare denaro pubblico.
Questo è quanto volevo dire. A me pare che non soltanto sia lecito Consigliere Marchini, concludere la discussione con un ordine del giorno l'abbiamo già fatto altre volte; esso è opportuno perché, a mio giudizio occorre che questo Consiglio non discuta sempre della questione nucleare in generale, ma che valuti attentamente i processi materiali che la scelta nucleare sta producendo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Adduci.



ADDUCI Donato

Sarò molto breve, non sarei neanche intervenuto se non avessi rilevato due singolarità nella relazione dell'Assessore Maccari. Nel 1769 Emmanuel Kant acquisì consapevolezza della profonda distinzione qualitativa tra il sentire ed il pensare. Quello fu chiamato l'anno della gran luce. Nel 1986 anno della gran nube, pare invece che né l'Assessore Maccari né il pentapartito avvertano alcuna distinzione tra scavare un sito e riempirlo come pure non avvertono alcuna differenza tra il concedere ed il procedere lo abbiamo rilevato dalla specificazione che l'Assessore Maccari ha fatto a proposito dell'ENEL. Né avvertono distinzione tra lo scrivere ed il dire.
A questo proposito vorrei fare notare i due lapsus molto significativi.
Nel leggere la relazione, l'Assessore Maccari ha saltato di sana pianta la denominazione del luogo dove si trova il reattore autofertilizzante Superphoenix. Nella relazione questo luogo c'è ed è indicato come Creis Melville. In realtà si chiama Creis - Malville.
Io non credo alle profezie, ma questi singolari lapsus mi hanno fatto venire in mente la profezia di Nostradamus: "Le mal viendra au joint de la Saone avec le Rhone": Ora, basta conoscere un po' di geografia e fare un piccolo anagramma per scoprire che si tratta della città di Lione, posta sul confine dei fiumi Rodano e Saona, su cui sorge il reattore autofertilizzante Superphoenix di Malville. Malville - le mal viendra (Il male verrà).
Non vorrei che l'errore né il blocco mentale dell'Assessore siano in qualche modo collegati alla profezia di Nostradamus. Io credo che il nostro compito, ma non mi pare che il vostro comportamento vada in questa direzione, dovrebbe essere quello di difendere gli uomini dalle centrali non come voi fate, le centrali dagli uomini.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Voglio tentare di fare due riflessioni con spirito pacato su un tema che sta creando molta tensione. Credo non sia in discussione l'opzione nucleare ma il rapporto tra sicurezza, evento certamente di enorme gravità imprevedibile per certi aspetti, sotto quel peso che ha assunto a livello transcontinentale, e l'esigenza da parte della collettività di fare una riflessione sugli standards di sicurezza. Collettività che si è data l'appuntamento, non molto lontano, ad ottobre (indubbiamente non è facile riuscire a dare sulle sicurezze affermazioni certe) per una Conferenza nazionale in cui porrà alcuni problemi al fine di capire se il percorso nucleare delineato nel Piano Energetico Nazionale sia ancora praticabile in quelle forme o debba subire qualche assestamento.
Il significato di graduare i lavori, almeno nell'interpretazione del Gruppo socialista, dinnanzi ad una collettività allarmata, non solo a parole ma nei fatti, ad esempio il divieto a consumare la verdura ed il latte, era per dare la possibilità di non sprecare risorse e di non rendere recuperabili scelte fatte, come ad esempio la compromissione di terreni.
Aveva sostanzialmente questo senso, non voleva essere operazione dilatoria non aveva nessun collegamento rispetto all'opzione nucleare. Ritenevamo che, nei limiti delle nostre competenze e possibilità, potesse essere un gesto corretto e bello nei confronti della collettività, alla quale si dimostrava che sarebbe stato fatto uno sforzo non per giocare allo "scasso" di quel tipo di costruzione, ma che su determinate scelte, siccome non eravamo sicuri delle determinazioni future, saremmo andati cauti e alcune le avremmo sospese per permettere proprio questa operazione. Mi sembrava una soluzione non rivoluzionaria. Capisco che in questo Paese persino discutere della riforma della scuola secondaria superiore e proporre di protrarre l'obbligo scolastico sino a 16 anni è come parlare della rivoluzione d'ottobre; ma qui non sembrava ci fosse nulla di rilevante.
Anzi, la testardaggine, la cocciutaggine, la pesante , determinazione nel voler andare avanti ad ogni costo, senza una sbavatura di sospensione o di rinvio, può sollevare, credo legittimamente, dei sospetti. Non che ci siano manovre, ma questo affanno genera un sospetto e cioè che qualcuno abbia il timore che dopo la sospensione non si proceda più nei lavori. Questo pu essere un timore legittimo. D'altro lato, però, vi è anche il timore che su questa velocità di marcia, che non si vuole assolutamente arrestare, vi siano altre spinte che non hanno nulla a che fare con il discorso dell'opzione nucleare.
Ritengo che la relazione presentata dalla Giunta abbia caratteri interessanti, come la ricostituzione del Comitato misto per l'insediamento nucleare e il richiamo al CO.TRA.O. lasciato da parte, non tenendo conto ad esempio che il RONAL è all'interno del CO.TRA.O., cioè la regione che ha la maggiore concentrazione di centrali tra le quali il Superphoenix, non come membro a tutti gli effetti, ma come osservatore.
Mi fa piacere che Maccari nella relazione lo ponga in gran rilievo anche se occorre dire, una volta per tutte, che una cosa è una centrale al di là di una barriera alpina di 4.000 metri, altra cosa è una centrale a 35 km dall'area metropolitana di Torino. Sono due problemi di grandissima rilevanza, ma vi sono graduazioni e aspetti completamente diversi; mi si permetta, è più allarmante avere una centrale a 35 km che una corona di centrali al di là di montagne alte 4.000 metri.
Nella relazione di Maccari è importante l'evidenziazione data ai problemi della sicurezza, con estrema precisione e con estrema serietà, ma con la necessità di una loro definizione; infatti si parla, ancora in forma dubitativa, di pensare ad un protocollo aggiuntivo rispetto sa con l'ENEL e all'aggiornamento dei piani di emergenza. E' vero, collega Staglianò, che è una visione da Keynes quella del buco che si fa e poi si riempie, però vi è l'impegno da parte dell'ENEL a reintegrare e a rinormalizzare la situazione nell'ipotesi che ad ottobre per scelte e determinazioni particolari venga sospeso questo tipo di costruzione. Cerchiamo comunque di fare in modo che questa rinormalizzazione non sia estremamente pesante.
Devo dire, da affermazioni di qualcuno, che una volta fatto lo scoticamento e il riporto di inerte, per 400.000 mc come minimo, diventa poi difficile fare il giochino di riportare via l'inerte, di riprendere la terra e rimetterla sopra. E' per questo che diciamo che la graduazione attorno allo scoticamento, potrebbe far slittare di alcuni mesi i lavori.
Non è la fine del mondo. E' pur vero - credo occorra essere onesti in questo senso - che non è un rinvio temporale solo connaturato ai tre mesi che ci separano dalla Conferenza, ma è legato al ciclo delle risaie e alla possibilità poi di compiere il lavoro. Quindi probabilmente il ritardo sarà più lungo di otto-dieci mesi; ma dinnanzi a questa situazione (a parte poi che il "pert" di costruzione lungo nove-dieci anni dà anche la possibilità di guadagnare tempo) dare alla collettività la giustificazione che non si possono fermare i lavori, altrimenti il ritardo diventa di dieci mesi, un anno, è francamente un'argomentazione un po' debole.
Noi dobbiamo dare un segnale. Il documento pregevole della Giunta manca di questo aspetto, non dice qual è l'elemento che differenzia da "prosecuzione". Non abbiamo sottoscritto tale termine, abbiamo detto "graduazione" perché c'era qualcosa che purtroppo è stato non molto correttamente accelerato in questi ultimi giorni e settimane in termini d'intensità di lavoro che era bene, come segnale, farlo slittare.
E' pur vero, come dice il collega Brizio, che vi sono degli aspetti che si possono congelare, ad esempio i contratti in via di definizione, la sospensione delle gare, almeno in gran parte. Non credo che il contratto per la strumentazione geotecnica debba essere sospeso, non compromette e non rende irreversibile la scelta, ma altre si, come per esempio l'appalto relativo alla infrastruttura del sistema di abbassamento della falda.
Non credo che il cinturone una volta fatto possa essere recuperato, mi pare contraddittorio. Colleghi, che segnale diamo alla collettività che non si tratta di prosecuzione? Non si tratta di blocco in assoluto, si tratta di dare un segnale, ma di quale tipo? Credo che - l'abbiamo detto un mese fa - sia lo scoticamento che adesso è partito; però se prendevamo una decisione un mese fa probabilmente non partiva e non c'erano questi problemi.
Abbiamo quindi ritenuto come Gruppo - è intervenuta opportunamente la collega Cernetti, poi sarà la volta del Capogruppo - di ribadire: "Quale segnale diamo nell'ambito della graduazione?", L o si dica, poi ne discutiamo. Vi sono una serie di lavori, alcuni si possono rinviare di un po', altri sospendere, altri ancora lasciare andare avanti, ma discutiamo facciamo in modo che alla fine di questa discussione si arrivi a dire magari una cosa soltanto a cui solo la Conferenza di ottobre permetterà di dare una determinazione certa, se portarla avanti - poiché ci sarà la scelta di andare avanti - oppure di arrestarla, nel qual caso non avremo compromesso nulla.
Resta aperto l'ampio tema, che dovremo cercare di sforzarci di sviluppare anche in quest'assemblea, sulle nuove tecnologie nucleari, ad esempio il progetto Ignitor è certamente da riportare in quest'aula per analizzare, dal nostro piccolo come componente di un processo più ampio in questo campo, cosa si può fare sul discorso del risparmio energetico e delle energie rinnovabili. Dimostrare cioè che in quest'assemblea non c'è un Gruppo o una parte di persone che non tengono conto di quelli che sono i problemi di produzione energetica, delle scelte strategiche del Paese; vi è solo però, e lo potremo dimostrare, un'assemblea che tiene conto di un'emergenza che c'è stata e non possiamo far finta che non sia accaduto nulla.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola al collega Ala informo i colleghi che sono stati depositati altri ordini del giorno da parte del Gruppi socialista M.S.I. - a firma Majorino e Minervini, comunista, e uno a firma dei Consiglieri Reburdo, Ala e Adduci.
I Capigruppo li hanno già avuti.
La parola al Consigliere Ala.



ALA Nemesio

Cari colleghi, di gran parte delle cose che vi sarebbero da dire vi faccio grazia, sono già state dette da altri o comunque non le ripeto perché sono già state dette in altre occasioni.
Mi atterrò ed interverrò soltanto strettamente sulle comunicazioni della Giunta, oggetto della discussione in corso.
Pongo una domanda alla quale vorrei aver risposta possibilmente entro stasera dall'Assessore o entro la prossima settimana.
Nell'allegato che ci è stato fornito: "Centrale elettronucleare Piemonte Trino - avanzamento dei lavori preliminari in sito e previsioni sino all'ottobre 1986", al punto primo: "Stato delle commesse, avanzamento dei lavori" troviamo il punto quinto (quello in cui è menzionata la Edilvie) che riguarda: appalto movimento di terra e sistemazioni idrauliche definitive, in cui è scritto: "avanzamento di prossimo inizio".
Oppure ho visto male o io sono scemo ma avendo fatto un sopralluogo sul sito come ho avuto modo di fare ieri nel corso della visita istruttoria al cantiere Leri - Cavour, ritengo di aver notato che questi lavori considerati di prossimo inizio, e la lettera è datata 7 luglio, siano già in corso. Su questo vorrei una risposta immediata per sapere se sono io che ho visto male oppure no. Non c'era del resto bisogno di entrare per vedere le opere per le vasche di laminazione, dato che , queste si trovano vicino alla strada provinciale delle Grange. E questi lavori fanno parte dell'appalto n. 5 (anche perché non possono essere altrove); questi lavori sono già in corso. I casi sono: o io ho visto male o l'ENEL "frega" la Regione sapendo che questa non controlla. Vorrei che la Regione mi desse ora una risposta: se è l'ENEL che mente o se sono io ad aver visto male, o se la Regione sa e però trasmette lo stesso ai Consiglieri un documento perlomeno impreciso. Non credo sia iniziato - per quanto lavorino rapidamente - proprio il giorno in cui mi trovavo là io, mi pare che i lavori fossero già in corso da alcuni giorni. Ci sono anche le fotografie quel buco non si sarebbe potuto fare in un'unica giornata.
vorrei una risposta precisa visto che mi pare che su questo punto il documento fornito dall'ENEL sia errato.
Un'altra precisazione mi pare di non aver trovato nelle comunicazioni della Giunta. Certo, il collega Staglianò ha ripreso il problema del rapporto politica-affari, ma non è questa la risposta mancata. Vorrei ricordare che in occasione del dibattito sullo I.A.C.P. un altro Consigliere regionale aveva avanzato ipotesi di intrecci di questo genere sempre in merito al cantiere di Leri - Cavour. In quell'occasione, la risposta della Giunta toccò alla Vicepresidente A Vetrino, che però non toccò né sfiorò questo punto. Oggi la richiesta d'intervento della Giunta da parte del collega Marchini, si verifica per la seconda volta. C'è già stato infatti quell'altro intervento, sia pure parlando di altre cose, del collega Tapparo che non ha avuto risposta alcuna da parte della Giunta. Ed è rispetto all'intervento del collega Tapparo che si sarebbe dovuto ritrovare un cenno almeno nella comunicazione della Giunta. Comunicazione che, tra l'altro, è in grande parte, pur presentando alcuni aspetti interessanti, divagante ed evasiva, soprattutto laddove dimentica che nel futuro immediato ci sono due scadenze per le quali il parere e l'attività amministrativa della Giunta regionale sono decisivi.
Le due scadenze sono: 1) il piano di approvvigionamento degli inerti, in merito al quale sono stati chiesti chiarimenti alcuni mesi fa in un'interpellanza da me presentata e che non ha ancora avuto risposta 2) il progetto di dewatering che deve essere autorizzato dal Presidente della Giunta regionale.
Quindi, al di là del richiamo alle competenze, vi sono nel futuro due impegni precisi, due autorizzazioni che devono essere concesse dalla Regione. Tutto questo viene eluso nella dichiarazione fornita dalla Giunta regionale.
In quanto al fatto se i lavori che dovrebbero essere graduati compromettano o meno gli aspetti ambientali del sito, non credo si tratti soltanto di una stravaganza in mente agli antinucleari, perché questo aspetto è presente anche nella comunicazione della Giunta.
A pag. 10 la comunicazione della Giunta dice: "Premesso dunque che i lavori in corso e quelli programmati a medio termine non devono avere natura tale da pregiudicare irreversibilmente l'assetto territoriale preesistente..." ne consegue quindi l'interpretazione secondo cui la graduazione deve tener conto anche dell'esigenza di non pregiudicare irreversibilmente lo stato dei luoghi, e ugualmente ne consegue che questo punto di vista è fatto proprio dalla Giunta.
Se su questo punto c'è divergenza di interpretazione, all'interno della maggioranza, è un problema che lascio giudicare alla maggioranza stessa però che la graduazione dei lavori non debba compromettere irreversibilmente l'assetto del sito è detto nella relazione dell'Assessore Maccari e così pure è ritrovabile, per deduzione, nella stessa lettera dell'ENEL. in data 7/7/1986, in cui chiaramente si dice che "i lavori in corso e quelli programmati a medio termine non hanno natura tale da pregiudicare irreversibilmente l'assetto territoriale preesistente".
Vorrei avere su questo punto una risposta chiarificatrice della Giunta.
La Giunta infatti dice: "Premesso che i lavori in corso non devono avere natura tale da pregiudicare irreversibilmente" e l'ENEL dice: "I lavori in corso non pregiudicano irreversibilmente". Ma, il parere della Regione sulle affermazioni dell'ENEL qual è? Non c'è finora risposta. Lo scoticamento ed il dewatering pregiudicano o no irreversibilmente il sito al di là di quanto afferma l'ENEL? Il parere dell'ENEL potrebbe infatti essere condiviso o meno da parte della Giunta regionale, ammesso che l'ENEL possa essere contraddetto.
E' chiaro che altre cose che la relazione della Giunta avrebbe dovuto chiarire riguardano l'ottemperanza dell'ENEL di quanto deciso dal Parlamento nazionale che ha comunque impegnato il Governo a non assumere prima della conclusione della Conferenza nazionale, ulteriori iniziative in materia di impianti nucleari, compresa l'assunzione di nuovi contratti che possano pregiudicare le decisioni parlamentari. Questo è stato approvato.
Ora, pare che l'ENEL tranquillamente, nel suo stato di avanzamento dei lavori, non faccia altro che prevedere continue emissioni di nuovi contratti quasi che non avesse mai sentito parlare dell'ordine del giorno votato dal Senato.
Un'altra cosa ancora sulla quale vorrei avere un pronunciamento da parte della Giunta regionale. E' in merito alla sicurezza. S a o non sa la Giunta regionale che l'ENEL ha già avviato contratti con le Acciaierie di Terni e con l'Ansaldo, per parti dell'impianto nucleare che sono direttamente connesse con la sicurezza? Si può certo affermare che lo scoticamento del terreno non ha a che vedere con la sicurezza, ma è chiaro che gli appalti all'Ansaldo e alle Acciaierie di Terni riguardano parti di impianto che dovranno essere modificate se verranno modificati gli standards di sicurezza. E procedere a questi appalti ed avanzare in questi lavori, ancor più che per le opere di precantiere, significa creare uno "stato di fatto".
Su questo la Regione ha intenzione di intervenire e di attivarsi per controllare a che punto stanno queste cose o no? Pare che non risponda nemmeno, come può desumersi dalla risposta in merito al contratto ENEL Ansaldo, oggetto di una precedente interpellanza risalente al 14 novembre scorso, in cui chiedevamo se la Regione valutava compatibile, con quanto previsto dal verbale di intesa l'appalto ENEL - Ansaldo. La risposta non ci è stata data.
Adesso risulta sia già in fase di esecuzione una parte del reattore e sia stato addirittura terminato il basamento che sostiene il Wessel. Tutto questo, come già richiamato più volte, ha a che, vedere con la sicurezza.
Ha senso parlare di graduazioni, sospensioni, rallentamenti o anche di andare avanti rivedendo però la sicurezza se in questo momento stanno procedendo lavori relativi al progetto nucleare che riguardano direttamente la sicurezza? Nella comunicazione della Giunta si dice poi che è necessario riformare il Comitato misto. Su questo c'era un ordine del giorno votato qui il 27 dicembre. Bel colpo Dal 27 dicembre sono passati oltre sei mesi: sono stati forse i Verdi ad avere impedito che si costituisse questo benedetto Comitato misto o non piuttosto il fatto che questa Giunta regionale sa benissimo che l'unico modo per far andare avanti la costruzione della centrale consiste nel guardare da un'altra parte? Perché se si va a controllare è impossibile non vedere che le cose non stanno assolutamente in piedi.
E' vero o non è vero che, di fatto, la Giunta regionale ha già dato garanzie sul fatto che il progetto di dewatering funziona e verrà approvato? E' vero o non è vero che, però, nel rapporto finale degli Atenei si sostiene che questo progetto dell'ENEL è un po' traballante e richiederebbe ulteriori prove e controlli? Il Presidente della Giunta regionale queste prove le ha chieste all'ENEL. indirizzandole una lettera urgente affinché queste prove venissero effettuate prima della sommersione delle risaie. Non sono state fatte; quando verranno fatte? L'ENEL ha chiesto di essere autorizzata a compiere le attività di dewatering senza né preoccuparsi delle obiezioni degli Atenei né della lettera scritta dal Presidente della Giunta che chiedeva di compiere ancora altre eventuali ricerche e indagini.
Un'altra cosa che manca totalmente negli impegni della Giunta regionale, ma questo è un classico che si trova anche in altre occasioni sono le scadenze. Ora, intendiamoci bene, ci sono una serie di impegni e per nessuno di questi c'è una data di scadenza. Allora, poiché le cose decise al 27 dicembre non sono state assolutamente attuate, pur sembrandomi avere una serie di rigidità maggiori di queste, gli impegni che la Giunta regionale assume il 10 luglio quando verranno attuati? Anche su questo vorrei una risposta possibile, perché poi si parla paradossalmente della bella direttiva CEE sui grandi rischi industriali, direttiva che non è mai stata recepita dal Parlamento italiano. Io prendo nota: se gli impegni della Giunta hanno questi ritmi parlamentari, saranno realizzati quando la centrale nucleare sarà finita.
Tutto questo, l'evasività, la reticenza, l'attento evitare di trattare alcune questioni insieme ad un cumulo di parole tutte molto attente, molto ben studiate. Molto ben studiate, per essere interpretabili in almeno quattro maniere, diverse come le profezie di Nostradamus di cui parlava Adduci Questo lessico sembra quasi essere diventato una caratteristica delle maggioranze nucleari.
E' lo stesso problema della parola graduazione. Avete studiato fino ad arrivare al termine graduazione per ricompattare su questo la maggioranza però avreste dovuto sapere che se si ricombatta la maggioranza su una parola che può essere interpretata in tre maniere diverse è chiaro che poi il mese dopo vi ritrovate esattamente lo stesso identico problema.
Non c'è poi nessun elemento sulla ricostituzione della convenzione con gli Atenei e il Politecnico. Questo era un impegno che si era assunto il 27 dicembre. Non l' ho visto neppure più richiamato. Qualche docente, per esempio, potrebbe avanzare qualche dubbio sul dewatering e allora è meglio non farne più niente?



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Presidente, colleghi Consiglieri, ricordo innanzitutto che nell'ordine del giorno che il nostro Gruppo aveva presentato all'attenzione del Consiglio nel corso della seduta del 22 maggio ci eravamo collocati, dopo seria e responsabile meditazione, per la prosecuzione delle scelte fatte in quest'aula nel gennaio 1985, ma senza sospensione e senza graduazione dell'intera operazione.
Avevamo peraltro sottolineato la necessità, ponendola anzi come condizione essenziale in quell'ordine del giorno, che la Regione fosse soggetto veramente attivo e partecipe nell'attuale fase tecnico procedurale inerente all'allestimento della centrale nucleare di Trino fase che, come è noto prima dell'eventuale concessione del nulla osta ministeriale, si deve snodare attraverso l'allestimento e la predisposizione di un progetto di massima da parte dell'ENEL - questo va sottolineato e ricordato - e attraverso la predisposizione sempre dell'ENEL di un rapporto preliminare di sicurezza; cui deve seguire una complessa istruttoria tecnica da parte dell'ENEA, con particolare riguardo alla sicurezza e alla protezione, come prevedono in maniera dettagliata, seria e responsabile le normative vigenti.
Avevamo messo in evidenza che l'unico modo perché la Regione divenisse questa era appunto la nostra condizione - un soggetto istituzionale veramente partecipe in questo processo era quello di ricostituire il Comitato scientifico Università - Politecnico da affiancare agli organi di Stato in questa fase del processo, da affiancare poi allorquando, in sede di esame del progetto preliminare della centrale, si dovranno svolgere le consultazioni fra le Amministrazioni statali, sempre richiamate dalla normativa vigente.
Tutto questo non si è verificato ed è innanzitutto mancata questa condizione cui noi avevamo subordinato il nostro pensiero e la nostra volontà politica di proseguire senza sospensioni e senza graduazioni.
Si è poi inserito, dopo il nostro ordine del giorno del 22 maggio, un fatto nuovo, cioè la decisione parlamentare e governativa di procedere a tempi brevi - si è detto e ribadito - entro l'ottobre prossimo ad una Conferenza nazionale sull'energia, dalla quale dovrebbero poter scaturire decisioni definitive in ordine alle centrali nucleari nel territorio nazionale. Questa conferenza nazionale trova il nostro assenso, anche se a nostro avviso avrà da essere il primo passo verso una Conferenza internazionale in quanto il discorso dovrà essere europeo, come è già stato ricordato da diversi colleghi che mi hanno preceduto. Basti pensare che in Francia abbiamo numerose centrali elettronucleari e ben 44 reattori Superphoenix e basti pensare alle altre 4 centrali collocate nel territorio svizzero, quindi discorso che deve andare oltre una conferenza puramente e semplicemente nazionale.
Venendo rapidissimamente al discorso nodale dell'odierno dibattito, si tratta di vedere e di collocarsi in ordine alla sospensione o alla graduazioni di questi lavori.
La relazione dell'Assessore è stata al riguardo precisa e dettagliata ma ci preoccupa la presa di posizione dell'ENEL. che espressamente la Giunta ha dichiarato di volere seguire, secondo la quale si dovrebbe proseguire certi lavori, i quali lavori non dovrebbero essere irreversibili e potrebbero essere ribaltati rimettendo la situazione al punto di partenza "ove le decisioni - questo sta scritto espressamente nel documento dell'ENEL e fatto proprio dall'Assessore - successive alla Conferenza nazionale sull'energia dovessero annullare il programma di costruzione della centrale".
Questa considerazione del pregiudizio irreversibile, dichiarato ma non controllato da un Comitato scientifico fiduciario della Regione, il fatto nuovo - come ricordava il collega Petrini - che è vicinissimo, di dopodomani, della convocazione della Conferenza nazionale, ci suggeriscono questi fatti nuovi, oltre alla considerazione che non è stata posta in essere la convenzione per l'istituzione del Comitato scientifico, che era estremamente urgente, da affiancare alla Regione, anche al fine di controllare la veridicità del cosiddetto pregiudizio irreversibile, ci suggeriscono responsabilmente di assumere in questo momento una determinata posizione, che è quella che abbiamo conglobato nel nostro ordine del giorno. A conclusione del quale invitiamo la Giunta a fare gli opportuni passi presso il Governo e il competente Ministro dell'Industria onde, sino alla conclusione dei lavori della Conferenza nazionale sull'energia e sino alle conseguenti decisioni che verranno prese in ordine alle centrali nucleari, tutti i lavori della centrale di Trino vengano sospesi.



PRESIDENTE

Come avevamo determinato, la seduta potrebbe terminare visto che sono passate le ore 19. Ci sono sette documenti da votare, quindi supereremo l'ora che avevamo stabilito. I Capigruppo decideranno come proseguire i lavori su questo.
La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Signor Presidente, mi rendo conto che esprimere una contrarietà secca a questa sua pacata ricognizione dei tempi non è facile. Però quando su questi argomenti si arriva quasi alla fine del dibattito e ci sono diverse ed importanti determinazioni da assumere, forse sarebbe più opportuno chiudere questo dibattito.



PRESIDENTE

I Capigruppo hanno sempre stabilito che i lavori del Consiglio debbano terminare entro le ore 19. Su un argomento così importante non si pu continuare, arriveremmo a mezzanotte o, anche oltre.
Comunico che i Gruppi hanno trovato l'accordo sull'ordine del giorno sulla sanità.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame ordine del giorno relativo al Servizio Sanitario Regionale


PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione tale ordine del giorno che è firmato dai Consiglieri Cernetti, Devecchi, Bergoglio, Paris, Sestero, Marchini e Mignone. Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale del Piemonte data la situazione di difficoltà del Servizio Sanitario Regionale, i problemi aperti sul suo sviluppo sia in sede regionale che nazionale avvertendo l'esigenza che su questi temi, in fase di definizione del Piano sanitario nazionale e dell'adeguamento a questo del Piano sanitario regionale, ci sia un confronto sugli indirizzi e la programmazione del servizio; in relazione anche alle preoccupazioni espresse in varie occasioni; dagli Assessori competenti, dai Comitati di gestione, dalle Organizzazioni sindacali di categoria, sentite dai Capigruppo in data 10 luglio 1986 e dai funzionari delle UU.SS.SS.LL.
si impegna a fissare, alla riapertura della sessione autunnale, un dibattito consiliare sulla situazione della sanità in Piemonte e sul suo sviluppo".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 35 voti favorevoli e 1 astensione.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno sulla crisi finanziaria del Gruppo Cometto di Borgo San Dalmazzo


PRESIDENTE

Infine è stato presentato un ordine del giorno sulla crisi finanziaria del Gruppo Cometto di Borgo San Dalmazzo, firmato dai Consiglieri Quaglia Viglione e Ferro Prima di porre in votazione tale ordine del giorno il testo: "Il Consiglio regionale del Piemonte vivamente preoccupato per la situazione di crisi finanziaria delle industrie facenti capo al Gruppo Cometto di Borgo San Dalmazzo (CN) tenuto conto che la crisi, se non trovasse una valida soluzione, comprometterebbe ulteriormente la validità del Gruppo sia sotto il profilo della capacità industriale sia dello spazio di mercato, nazionale ed estero, conquistato in questi ultimi anni anche attraverso l'affermazione del marchio 'Cometto' nel comparto del trasporto speciale c o n s i d e r a t a la peculiare funzione economica e sociale svolta dall'azienda nella fascia pedemontana di Borgo San Dalmazzo sia in relazione ai circa 400 lavoratori occupati, sia in riferimento al.cospicuo indotto, per lo più artigiani e piccole imprese, valutato complessivamente a oltre 1.500 ditte avuto presente che il regime di amministrazione controllata cui l'azienda è stata ammessa dal Tribunale di Cuneo può offrire, tra il resto, l'opportunità che si consolidino e giungano a positiva conclusione le trattative in corso per l'ingresso di nuovi partner, elemento questo ritenuto indispensabile per la ripresa produttiva su basi finanziariamente più solide a u s p i c a che le assemblee dei creditori, previste per il giorno lunedì 21 luglio p.v., si esprimano favorevolmente per la prosecuzione dell'amministrazione controllata i n v i t a la Giunta regionale a svolgere un ruolo attivo mirato in particolare a creare tutte le condizioni favorevoli al proseguimento dell'amministrazione controllata e all'ingresso di partner industriali che apportino risorse finanziarie e manageriali per il rilancio del Gruppo Cometto, elementi ritenuti indispensabili per la normalizzazione dell'attività produttiva, la salvaguardia dei livelli occupazionali diretti e indotti".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
Comunico che i Capigruppo decideranno l'o.d.g. del prossimo Consiglio.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

Le interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegate al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19,15)



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