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Dettaglio seduta n.52 del 26/06/86 - Legislatura n. IV - Sedute dal 12 maggio 1985 al 5 maggio 1990

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE


Argomento: Produzione e trasformazione dei prodotti

Interrogazione presentata dal Consigliere Pezzana inerente i gravi atti di intimidazione e violenza fisica a Narzole in relazione ai casi di sofisticazione del vino


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Passiamo al punto 2) all'o.d.g. "Interrogazioni e interpellanze"; si discute l'interrogazione presentata dal Consigliere Pezzana, inerente gli atti di intimidazione e violenza fisica a Narzole in relazione ai casi di sofisticazione del vino.
Risponde l'Assessore Lombardi.
LOMBARDI, Assessore all'agricoltura.
Sui fatti citati dal collega Pezzana avvenuti nell'aprile scorso in quel di Narzole, in concomitanza con gli eventi del vino al metanolo questo Assessorato non dispone di elementi di valutazione ulteriori rispetto a quanto verbalizzato dalle autorità di P.S. locali.
Nei giorni caldi del vino al metanolo ed in previsione dell'adunanza del Consiglio Comunale di Narzole, avvenne in quel Comune il 3 aprile un alterco in un pubblico locale tra avventori del posto ed il sig. Casasole Luciano, che poi abbandonò il paese.
La questione ha formato oggetto di rapporto da parte della competente Legione dei Carabinieri, mentre non risulta presentata alcuna denuncia da parte del sig. Casasole.
Per quanto attiene al più generale problema del rilancio della produzione vinicola piemontese la Regione è impegnata, anche a seguito del dibattito avvenuto in Consiglio Regionale a: potenziare i servizi regionali delle repressioni delle frodi attraverso la modifica della legge regionale 31/80 che la Giunta ha presentato in Consiglio ed un adeguato potenziamento dei laboratori di analisi promuovere e coordinare con gli enti locali e le organizzazioni dei produttori per una efficace azione promozionale, basata sulla qualità del vino piemontese e da attuarsi prevedibilmente in concomitanza con la prossima vendemmia.
E' inoltre diuturna l'attività degli organismi regionali per difendere in ogni occasione il buon nome del vino italiano, con partecipazioni a convegni, interviste, assistenza agli operatori vitivinicoli e tutta una serie di manifestazioni tendenti a questo scopo. Molto ci attendiamo dal livello nazionale, ove è in discussione al Parlamento il decreto per la lotta alle sofisticazioni nonché alcune proposte per la modifica dei disciplinari dei vini D.O.C. Abbiamo passato e stiamo vivendo un periodo veramente critico, ma sussistono le premesse affinché la qualificata viticoltura piemontese, uno dei vanti della nostra regione, possa ritornare ad operare con la dovuta serenità, cosa che indubbiamente non c'era negli infuocati giorni delle polemiche sulla criminale vicenda del vino al metanolo.
Mi sembra di dover riprovare e condannare le azioni di intimidazione violenta che si sono verificate in quell'occasione nei confronti di una persona che, pur portando avanti delle impostazioni non condivisibili dalla popolazione locale, comunque aveva diritto di esprimerle senza essere n oltraggiato né minacciato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.
PEZZANA Ringrazio l'Assessore anche se la sua risposta doveva giungere non dico un po' più puntuale, ma con meno ritardo perché è un'interrogazione dell'11 aprile su un fatto che non riguardava in realtà un solo cittadino, ma un problema di cui tutto il Piemonte discuteva, anzi, tutto il mondo, poich il vino italiano è un prodotto esportato in tutto il mondo. Una risposta a fine giugno ad un'interrogazione inerente un fatto successo il 3 aprile mi sembra una risposta non puntuale.
LOMBARDI, Assessore all'agricoltura.
Da quattro sedute ho la risposta pronta, ma non mi è stata offerta la possibilità di dargliela.
PEZZANA E' la prima volta che viene inserita questa risposta tra quelle che la Giunta è disponibile a dare. E' mancanza di organizzazione della Giunta ma non certo degli uffici.
contro l'atteggiamento della Il cittadino malmenato è consigliere comunale ed è stato malmenato in un bar non da avvinazzati, cosa che poteva giustificare l'aggressione, ma da alcuni avventori. Nel momento in cui si verificavano i fatti del vino al metanolo, aveva manifestato con un cartello la sua opposizione all'atteggiamento tenuto dal Sindaco e dall'Assessore competente di Narzole, i quali - e mi stupisco che di questo non sia venuto a conoscenza l'Assessore Lombardi - hanno scaricato sulla Giunta regionale la responsabilità penale per eventuali denunce contro i sofisticatori e in particolare contro la ditta Ciravegna che in quei giorni era nell'occhio del ciclone. Si sono difesi dicendo che la competenza era della Regione. Semmai la Regione è tirata per i capelli in questa storia non dal Consigliere comunale ma dal Sindaco e dall'Assessore. Non è la popolazione di Narzole che si è scagliata contro il Consigliere comunale ma alcune persone, che non confonderei con la popolazione di Narzole, che si sono scagliate contro il Consigliere comunale, il quale aveva scritto su un cartello le sue perplessità Giunta.
Quell'Assessore ha invece dichiarato pubblicamente che la popolazione aveva fatto bene a malmenare il mestatore e che questo era accaduto per volontà di Dio. Questo la dice lunga su una certa tradizione tipicamente integralista di tirare in ballo l'Onnipotente quando può far comodo dichiarare di averlo dalla propria parte. Questo qualifica il livello civile, culturale e umano di un Assessore che fra le sue competenze dovrebbe avere quella di garantire e tutelare gli amministrati senza chiamare Dio dalla propria parte nel momento in cui i suoi cittadini malmenano un Consigliere comunale.
La ditta Ciravegna si sa benissimo quali responsabilità aveva attirato non solo su sé stessa ma sul buon nome dei produttori onesti. Mi sembra che questo Consigliere comunale, che per combinazione era della Lista Verde Civica, ma poteva essere benissimo un qualsiasi altro Consigliere comunale non di opposizione, ma appartenente ad un Gruppo che reggeva la Giunta perché su questi argomenti non devono esserci divisioni ideologiche di partito, ha fatto quello che qualunque persona preoccupata di una situazione così grave per l'economia regionale avrebbe fatto.
Il risultato è quello che sappiamo, non c'è stata denuncia da parte del Consigliere comunale, c'è stata invece questa interrogazione e due miei esposti, uno al Prefetto di Cuneo e uno alla Procura della Repubblica di Alba, non so se avranno un seguito.
Mi sembra indicativo l'atteggiamento mentale di un'amministrazione quand'anche locale, che da un lato scarica sulla Regione responsabilità che sono anche di competenza locale e dall'altra giustifica un'aggressione - mi fa piacere che l'Assessore Lombardi almeno l'abbia condannata - a un Consigliere comunale che nel momento in cui manifesta le proprie opinioni non fa altro che esercitare un suo diritto.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Interpellanza del Consigliere Reburdo inerente il funzionamento del Centro AIMA di Carmagnola


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interpellanza del Consigliere Reburdo inerente il funzionamento del centro AIMA di Carmagnola.
Risponde l'Assessore Lombardi.



PRESIDENTE

LOMBARDI, Assessore all'agricoltura.



PRESIDENTE

In data 7 maggio l'AIMA dava disposizione per il ritiro dei prodotti ortofrutticoli la cui commercializzazione era vietata dall'ordinanza del Ministro Degan del 2 maggio 1986 o comunque erano in condizione di grave crisi di mercato a seguito del rifiuto dei consumatori all'acquisto.
Alla Regione venne affidato il compito di provvedere alla costituzione e al funzionamento della Commissione di controllo da attuarsi con due funzionari regionali ed un militare della Guardia di Finanza.
Assuntore dell'AIMA era per il Piemonte l'Associazione dei produttori ortofrutticoli "Piemonte Aspro Frut" a cui venne affidato il ritiro delle merci invendute non solo dei soci, ma anche degli altri produttori agricoli piemontesi.
A partire dal giorno successivo le disposizioni AIMA, cioè l'8 maggio in Piemonte vennero aperti otto centri di raccolta degli ortaggi: Chivasso Carmagnola, Castelnuovo Scrivia, Castelletto Bormida, Borgo d'Ale, Asti Bra e Fossano, cui si aggiunse in data 13 maggio un nono a Casale Monferrato.
La merce ritirata, anche alla rinfusa, veniva dopo la classificazione e pesatura sempre a cura dell'Associazione dei produttori destinata alle discariche pubbliche, appositamente individuate, tra cui quella citata dal Consigliere Reburdo di proprietà dell'Azienda Municipale Raccolta Rifiuti di Torino, sita in via Germagnano che serviva per i centri di Carmagnola e di Chivasso in Provincia di Torino.
Non vennero dal livello nazionale alcune particolari prescrizioni circa controlli di tipo sanitario al ricevimento della merce in oggetto, per la quale era anche possibile rimetterla in commercio per l'alimentazione umana previa la surgelazione non appena cessati i noti provvedimenti cautelativi.
Si evidenziano certamente delle carenze. Pregherei solamente di riflettere sul fatto che tutti questi interventi sono stati svolti dal personale normalmente assegnato agli Ispettorati e all'Assessorato, per cui si è dovuto far fronte ad un evento di eccezionale portata ed impegno con le risorse umane a disposizione.
Questo può a mio modesto parere giustificare alcune carenze che si sono verificate e che l'interrogazione del collega Reburdo evidenzia.
I quantitativi di ortaggi ritirati fino alla data di chiusura del 6 giugno 1986 sono stati in Piemonte 31.464 quintali, di cui 9.328 quintali nel centro di Carmagnola. E questo dà un'altra motivazione: il centro di Carmagnola è quello che ha ritirato più produzione e su cui si sono scaricati più problemi di carattere organizzativo. Il centro di Carmagnola è stato visitato dal collega Reburdo che si sarà quindi potuto rendere conto dell'entità e della complessità dell'operazione ritiro AIMA degli ortaggi.
Lacune e qualche disfunzione possono esservi state, ma complessivamente ritengo che si sia svolto un compito essenziale in un momento di tensione e di incertezza, soprattutto nei primi giorni. Vi era molta attesa per poter procedere allo scarico degli ortaggi; in un momento già di difficoltà complessiva la perdita di tempo per attendere di poter, scaricare era certamente motivo di tensione per i produttori.
Comunque, si è cercato di dare una risposta ai produttori, trovatisi improvvisamente senza mercato, e alle esigenze di carattere cautelativo.
I tecnici CATA operanti nella zona interessata hanno svolto azione d'indirizzo ai produttori sia di carattere tecnico, con consigli di pratica colturale, sia di assistenza ai produttori soci nell'organizzazione della consegna ai centri AIMA.
Resta ora il problema di carattere economico. Da quanto ci è dato sapere l'AIMA è impegnata a pagare i produttori entro 120 giorni tramite l'organizzazione dei produttori che hanno svolto il servizio del ritiro.
Conosciamo i prezzi fissati per i ritiri fino al 20 maggio, mentre per i ritiri successivi è prevista una lieve riduzione degli importi, peraltro non ancora definiti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reburdo.
REBURDO Ringrazio l'Assessore Lombardi. So .che la risposta alla mia interpellanza era già pronta da alcune sedute.
Ho voluto sollevare questa questione non solo per rilevare problemi immediati, che anche l'Assessore ha riconosciuto, ma anche per confermare che il personale addetto ha svolto un lavoro importante, che probabilmente non è nemmeno a conoscenza dei Consiglieri. Ho visitato questo centro e ho potuto rendermi conto delle difficoltà nei rapporti con i produttori che sopportavano situazioni d'incertezza e di danno economico notevole e delle inadeguatezze delle strutture dei centri.
Vorrei avere qualche ulteriore chiarimento in ordine a due problemi, il primo è di carattere generale. E' vero che i prodotti orticoli ritirati avrebbero potuto essere riciclati nell'alimentazione attraverso la surgelazione, ma siccome si è fatta la scelta della distruzione dei prodotti, mancando le attrezzature, la distruzione sarebbe avvenuta in un contesto da verificare, nel senso che se si trattava di prodotti pericolosi nell'immediato per elementi radioattivi, l'operazione di schiacciamento sul terreno con il conseguente spandimento di liquame avrebbe potuto in linea teorica, se non verificata con analisi precise, sollevare seri interrogativi.
Un altro interrogativo che viene sollevato è quello sul modo con cui il materiale viene trasportato alla discarica di via Germagnano: risulta che alcuni camion perdevano il liquame per la strada. Mi sono informato presso l'A.M.R.R. rispetto alla scelta della discarica; mi è stato detto che è stata prescelta sulla base di un'imposizione e non sulla base della verifica del materiale che là veniva depositato.
Quindi, dal punto di vista sanitario, è stata un'operazione per lo meno discutibile se a monte non c'erano stati gli approfondimenti che prima dicevo. Ci sono poi, anche per il futuro, i: problemi degli operatori e dei tecnici che lavoravano nel centro, che controllavano la merce, problemi che, in via del tutto teorica e non comprovata da dati di fatto, vorrei venissero invece approfonditi sul piano della sicurezza sul lavoro. Questi aspetti si intrecciano con l'esigenza intanto di capire come l'E.N.E.A. ha effettuato la campionatura e poi di conoscere i luoghi dove questa è stata effettuata e i risultati delle analisi per prelievo. Non per nulla abbiamo chiesto all'E.N.E.A. e all'Assessore Olivieri i tabulati delle analisi campione per campione: solo così l'E.N.E.A. può dire di aver dato dei dati oggettivi, diversamente permane il dubbio che l'oggettività dei dati dell'E.N.E.A. sia messa in discussione. L'Assessore Olivieri questo, sia pure indirettamente, l' ha scritto nella risposta ad una mia interpellanza.
Un secondo aspetto - e approfondirò questo problema con un'altra interrogazione all'Assessore Lombardi - riguarda le indicazioni date ai produttori. Capisco che ci sono complessi problemi sotto questo punto di vista; ma vorrei sottolineare che i radionuclidi caduti sul terreno entrano nel ciclo vegetale e quindi nell'alimentazione, quindi occorre valutare attentamente quali orientamenti si possono dare ai produttori in questo periodo.
Ho telefonato alla Facoltà di Agraria dell'Università di Torino, ma ho capito che non ci sono molti elementi conoscitivi. E' un problema aperto.
Vorrei anche richiamare la funzione che hanno svolto i LATA. Vorrei sapere se l'Assessorato ha.dato delle indicazioni e se siano in corso valutazioni tecnico scientifiche, quindi invito l'Assessorato a seguire con attenzione questo problema.
Prove, analisi e valutazioni concrete sugli effetti della caduta di radionuclidi sul terreno e sul loro rapporto con la vegetazione e col ciclo alimentare non ce ne sono. Sono dati riservati di cui dispongono soltanto gli americani, i russi e probabilmente i francesi, ma che a livello universitario, qui a Torino non sono stati affrontati.
E' un problema aperto e invito gli Assessori Lombardi ed Olivieri a fornire delle valutazioni attente e continue su un problema che presenta tanti interrogativi e che i giornali specializzati o meno continuano a denunciare senza che vengano smentite scientifiche comprovate, salvo.le generiche affermazioni dell'ENEA, che mi permetto di chiamare risibili.


Argomento: Nomine

Questione di legittimità sollevata dal Consigliere Bontempi in merito alle nomine effettuate nel Consiglio di Amministrazione della Soc. STEF


PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Bontempi per una questione di legittimità.
BONTEMPI Devo sollevare una questione che già avevo sollevato preventivamente ma che è andata nel peggiore dei modi. Mi rivolgo a - lei, signor Presidente del Consiglio che è garante delle regole di funzionamento di questa assemblea e anche dell'ottemperamento alle regole che ci diamo per ricordare che una settimana fa abbiamo votato un ordine del giorno al termine del dibattito sulle nomine che conteneva degli impegni precisi.
Ieri, mercoledì 25, i rappresentanti eletti dai Gruppi di maggioranza all'interno della società Stef, hanno proceduto alla elezione del presidente, dell'amministratore delegato e dei due vicepresidenti senza che si desse luogo preventivamente all'impegno che era stato assunto dell'audizione e del vaglio delle proposte da parte della Commissione consultiva per le nomine.
Il fatto è - molto più grave in quanto sono stati eletti rispettivamente presidente e amministratore delegato i signori Strobbia Luigi e Mercurio Domenico, attuali segretari politici del PSDI e del PSI ovvero due persone che sono nella situazione di incompatibilità politica stabilita da questo Consiglio il 22.11.1984 e riconfermata nella discussione di otto giorni fa.
Noi riteniamo che questo fatto sia grave soprattutto perch intravedendo questo rischio, avevamo ritenuto di segnalare alla Giunta, al Presidente, al Vicepresidente e ai colleghi l'opportunità di non violare così clamorosamente le regole che ci siamo dati che se non rispettate portano un grande danno all'immagine della Regione e alla stessa società.
Questo fatto e la decisione del consiglio di amministrazione assunta all'unanimità dai Gruppi di maggioranza con i soli voti contrari dei nostri due rappresentanti, credo non possano passare sotto silenzio. E' un precedente che va assolutamente chiarito e da cui bisogna trarre precise conseguenze.
Pertanto noi chiediamo la sospensione del Consiglio e la convocazione immediata dei Capigruppo per valutare là situazione e le sue conseguenze.
Verranno addotte, credo, molte motivazioni. In realtà, non ho capito come si possa nominare due persone che devono dare le dimissioni fra sette giorni con il pretesto della funzionalità dell'ente. Potevano essere trovate altre strade o il rinvio oppure la nomina di un presidente provvisorio, ma non questa clamorosa smentita all'impegno assunto.
La società come potrà operare nel momento in cui sono.stati nominati il presidente e l'amministratore delegato che dovranno dimettersi (così come hanno detto). A questo punto però sul "dovranno" e sul "potranno" non possiamo più starci. Qui sono i fatti che contano. Questa insensibilità è manifestata dalle forze politiche. Non è un caso che dentro a quel consiglio di amministrazione ci sia un gruppo proprio di rappresentanti massimi delle forze politiche che, grazie all'arroganza del loro potere riescono a fare cose in contrasto con quello che abbiamo deciso.
A una settimana dal voto del Consiglio, questo fatto è assolutamente inedito. Il nostro Gruppo pertanto chiede la sospensione dei lavori del Consiglio e la convocazione dei Capigruppo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.
BRIZIO Mi pare che la risposta dovrebbe darla principalmente la Giunta e se il Vicepresidente ritiene di chiarire il problema noi non abbiamo difficoltà a sentire una sua dichiarazione e non abbiamo neanche difficoltà a un incontro di Capigruppo.
Mi pare che la richiesta di sospensione sia un po' eccessiva, ma ritengo che si possa anche fare la riunione, però questo lo deve decidere il Presidente.
Comunque voglio solo chiarire che l'interessamento delle forze politiche, 'per quel che mi riguarda, c'è stato. Noi avevamo dato disponibilità al rinvio delle nomine non della nomina del Consiglio di amministrazione che era già avvenuta (e occorre d'altra parte tener presente che si tratta di una S.p.A.).
L'assemblea ha nominato il Consiglio, la società non può rimanere senza un legale rappresentante e il Presidente del Collegio sindacale ha dichiarato, a quanto ci risulta, nella seduta di Consiglio che avrebbe presentato le dimissioni e creato una vacatio, dovendo, in assenza del Presidente della società, operare il Presidente del Collegio Sindacale.
Noi non abbiamo motivo di non credere che chi ha accettato la Presidenza e la Vicepresidenza non terrà fede agli impegni che ha assunto ci sono i Capi dei gruppi del PSI e del PSDI, ai , quali appartengono le due persone nominate, che possono chiarire l'equivoco.
Noi riteniamo che gli impegni saranno onorati e probabilmente non c'erano altre soluzioni. Ci risulta che la Vicepresidente della Giunta era in contatto con il Consiglio di amministrazione e che abbia informato i Capigruppo dell'evolversi della situazione: v'era una volontà di rinviare che non ha potuto trovare seguito.
Siamo disponibili a trovarci, a parlare e a chiarire facendo presente che qui si tratta di una S.p.A., in cui il discorso dell'audizione per la nomina è difficilmente sostenibile. Era forse opportuna una comunicazione alla Commissione nomine e in proposito abbiamo convenuto con il Capogruppo comunista pensando di poterla esplicare il 2/7/1986 - se veniva accettata la proposta formulata: di rinvio della seduta del Consiglio di amministrazione.
Ci viene riferito essere emersa nella seduta un'impossibilità in proposito; ci può essere chiarito in via ufficiale se ciò sia vero dalla Vicepresidente della Giunta che ha il contatto diretto, ufficiale e istituzionale con l'ente di cui trattasi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mignone.
MIGNONE Concordo con le osservazioni addotte dal collega Brizio e dico subito che, qualora il Presidente del Consiglio lo ritenga, siamo disponibili ad una riunione dei Capigruppo se questo può rappresentare un elemento di freno ai lavori del Consiglio che ha di fronte provvedimenti importanti e attesi dalla comunità.
Rispetto, al problema specifico posso soltanto dire che è vero che il Capogruppo Bontempi aveva rappresentato questo problema e noi avevamo detto che vi era una disponibilità ad andare in una direzione che non prevedesse quella soluzione. Le notizie che ho, non essendo io dentro a questo organismo, sono che esistono alcune difficoltà che hanno suggerito l'opportunità di dare comunque un vertice alla società STEF per consentire il suo funzionamento.
E' fuor di dubbio che gli impegni assunti comunque rimangono e che da parte del nostro rappresentante vi è la disponibilità immediata fin da ieri a presentare le dimissioni per tener fede ad un impegno sottoscritto e alla indicazione contenuta in un ordine del giorno.
La soluzione data nasceva dall'esigenza di garantire il funzionamento di una società. Nell'ambito della questione morale credo ci stia anche questo problema che è diventato prevalente rispetto all'altro e che non è da sottovalutare. Si ribadisce l'impegno a rispettare le cose sottoscritte precisando altresì che la situazione di incompatibilità nel nostro caso è stata successiva, perché nel momento in cui designammo Strobbia al vertice della STEF lo stesso non era segretario regionale del Partito. E' una precisazione che comunque va fatta. Permane fermo e forte l'impegno al rispetto dell'ordine del giorno e delle dichiarazioni rese per iscritto dallo stesso Strobbia.
La soluzione raggiunta ieri si fa carico soprattutto dell'esigenza di garantire il funzionamento di un organismo, compresa la possibilità di pagare lo stipendio ai dipendenti. Credo che sia un atteggiamento responsabile che nel quadro complessivo va apprezzato.
Comunque se si ritiene di dover sospendere, valuti il Presidente, noi siamo disponibili.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.
ROSSA Signor Presidente, vorrei confermare le posizioni che abbiamo assunto nei vari incontri che ci sono stati a livello di Presidenti dei Gruppi consiliari.
Il nostro Gruppo a suo tempo ha designato il segretario regionale a fare parte del Consiglio di amministrazione della società STEF, abbiamo presentato al Segretario regionale questo aspetto di incompatibilità, ed è stato stabilito che entro un mese si sarebbe dimesso. Cosa che avverrà. Ci non toglie che, di fronte alla situazione di ingovernabilità della STEF il Consiglio di amministrazione abbia ' riunito l'assemblea e abbia potuto designare i vertici.
BONTEMPI Si poteva nominarne uno provvisorio.
ROSSA Bontempi, quando scadranno i termini; è un impegno che abbiamo preso e lo dichiaro qui. Se non sarà rispettato, ciascuno si prenderà la sua parte di responsabilità e se la prenderà in particolare chi ha dichiarato di rispettare questi impegni. Non possiamo però impedire che si risolva questo problema. Vediamo quali sono i termini sui quali possiamo trovare un'intesa. Vorrei però che questo problema venisse visto come necessità di dare stabilità al consiglio di amministrazione che non l'aveva. Gli impegni che abbiamo preso sono stati assunti in una riunione di Presidenti di Gruppo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.
FERRARA Signor Presidente, ho saputo ieri, quando mi hanno informato di quanto è avvenuto in Consiglio di amministrazione STEF, di questa vicenda e devo dire che sono rimasto sorpreso da un simile comportamento.
Vorrei rettificare quanto affermato dal collega Bontempi: la nomina del Presidente e dell'amministratore delegato non è stata votata all'unanimità ma il Consigliere proposto dal partito repubblicano non ha votato questa delibera.
BONTEMPI A me è stato detto solo il nostro Gruppo.
VETRINO, Vicepresidente della Giunta Ha ragione il collega Ferrara. C'è stata l'astensione sulla richiesta di rinvio della votazione, poi sulla votazione hanno votato tutti.
FERRARA Certamente è un fatto abbastanza sconcertante quello che si è verificato. Avevamo preso tutti quanti un impegno soltanto una settimana prima per tenere dei comportamenti più lineari possibili; certamente, mi dispiace doverlo dire, quanto è avvenuto ieri non è il comportamento più lineare e ragionevole, si mantiene una situazione di obiettiva instabilità dell'Ente STEF, in quanto i nominati ieri hanno 15 giorni per accettare scade cioè il termine per l'accettazione della carica di amministratore nel momento in cui gli stessi si dimetteranno. Quindi ci pare che sarebbe stata auspicabile una soluzione, sia pure provvisoria, ma diversa e meno in contrasto con quelle che erano le indicazioni emerse da questo Consiglio regionale.
Evidentemente siamo disponibili a sospendere la seduta ed avere un incontro con i Capigruppo, però mi pare che questo incontro non possa determinare nulla nell'immediato; sarebbe forse bene trasferire il dibattito in sede di Commissione nomine e affrontarlo in modo più complessivo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.
MARCHINI Signor Presidente colleghi Consiglieri, io comincerei dalle conclusioni. Non mi pare che ci sia spazio per una iniziativa istituzionale quale quella che dovrebbe scaturire dall'incontro dei Capigruppo.
Ricordiamo che questa incompatibilità, se incompatibilità si può chiamare nasce da un ragionamento del Consiglio regionale, quindi non si trasferisce automaticamente all'interno della Società della quale ci stiamo occupando ma va giudicata come fatto meramente politico però, lasciando libere da una parte la società nelle sue azioni e dall'altra parte l'istituzione.
Mi pare quindi che i giudizi politici che su questo stiamo esponendo possano esaurire il tema di questo dibattito.
Quanto è avvenuto è paradossale in quanto, per regolarizzare la situazione all'interno di una Società, si continua a mantenere l'impressione che alcune linee,sulle quali il Consiglio regionale ritiene che si debba orientare la gestione degli enti e delle società che sono collegate alla Regione, non decollino.
Noi, anche in altre sedi, abbiamo denunciato la difficoltà dell'avvio di un processo di maggiore rispetto della assoluta autonomia dell'istituzione rispetto ai Partiti. Devo però dire che l'intervento che ho svolto in questo senso non ha avuto grande apprezzamento.
Non è possibile continuare ad immaginare di concepire la nostra attività soprattutto di gestione, attraverso enti strumentali e poi scandalizzarci che i politici e i partiti governino questi enti che noi abbiamo creato per loro, perché questa è la realtà brutta.
D'altra parte se questo principio lo portiamo fino alle estreme conseguenze vorrei sapere che senso ha che l'ente pubblico intervenga per realizzare una società, che persegue fini politico - istituzionali, se poi manca attraverso l'espressione, anche dei partiti, il legame funzionale tra le due cose. Quindi è un problema che richiede grande attenzione, grande delicatezza e grande senso della misura. A me sembra comunque che avendo avuto questa questione la dignità di essere stata assunta immediatamente nella prima seduta consiliare, senza rilievo da parte di nessuno con il giudizio non favorevole, ma problematico come minimo, da parte di tutti i Gruppi politici (che comunque hanno espresso sempre un giudizio problematico anche quando si sono resi conto o hanno ritenuto di dover dichiarare che si rendono conto che non si poteva fare diversamente) sia una sanzione sufficiente. Un dibattito su una vicenda di questo genere è una sanzione sufficiente che lascia tutti fortemente perplessi.
Siccome non mi trincero dietro un dito, devo dire che non credo molto alle ragioni di assoluta indifferibilità ed urgenza. Se tutto è così urgente e così necessario, mi chiedo, per esempio, perché non si avvii un processo per portare un ex segretario provinciale del PLI, che si è dimesso quasi un anno fa per assumere la carica della Presidenza della Finpiemonte.
Mi chiedo come mai la Presidenza della Finpiemonte non venga nominata e sia vacante da 7/8 mesi e rimanga vacante per altri 5 o 6 mesi nonostante che il candidato sia un illustre pensionato della politica in attesa di assumere quella funzione.
Per carità, ci saranno questioni nominalistiche, ci sarà la questione che non si potevano pagare i dipendenti. Tutto vero, tutto giusto. E' probabile che si siano utilizzate ad arte delle scadenze, probabilmente per riportare all'interno dei partiti il senso di queste dimissioni. Capite Consiglieri che dimettersi da Consigliere è una cosa, dimettersi da Presidente è un'altra. La morale capitalistica è che non si fa niente per niente. E' anche una mossa morale di responsabilità, mai di gratuità, non c'e niente di gratuito nel sistema della cultura capitalistica, tutto ha un corrispettivo, tutto ha una giustificazione, niente si trasferisce nel regno dei fini, tutto si realizza nel concreto. Quindi ho l'impressione che il sinallagma che si viene a creare a seguito di dimissioni da Consigliere sia diverso dal sinallagma che si crea con le dimissioni da Presidente.
Questa forse è la spiegazione un po' scettica e disincantata della vicenda.
E' bene che si sia parlato di questo. Sono convinto che il Vicepresidente nel suo intervento chiarirà le ragioni di urgenza assoluta che hanno reso necessario il comportamento politico da parte di due persone che hanno tutta la nostra stima.
Questo impegno, se così si può chiamare, ma io lo chiamo debito d'onore, verrà assolto, dobbiamo dire che verrà assolto in tempi diversi da quelli che noi auspicavamo anche perché abbiamo delle normative che rendono macchinoso tutto il processo.
Mi pare, peraltro, che incidenti di questo genere è bene che avvengano perché se gli incidenti avvengono, se ne discute e probabilmente si accede ad un processo di maturazione e di maggiore responsabilizzazione.
Esiste nello strano mondo politico torinese, in particolare in quello piemontese, una situazione di gestione degli enti regionali e pararegionali, statali e parastatali abnorme; non si riesce più a trovare il bandolo delle responsabilità di natura politica che sono quelle che a noi interessano.
Riteniamo quindi che con le comunicazioni del Vicepresidente e gli ulteriori interventi dei colleghi, magari del collega Capogruppo comunista che ha riproposto la questione, questa questione abbia avuto una sanzione (dico sanzione perché è una punizione) sufficiente. Se peraltro il Capogruppo comunista ritenesse che la riunione dei Capigruppo sia opportuna in quanto finalizzata a raccogliere una sua proposta operativa, noi saremo disponibili.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.
PEZZANA Per quanto riguarda il problema delle nomine, avevo fatto una proposta di modifica del regolamento per rendere pubbliche quelle riunioni segrete in cui si parlava di nomine. In risposta alla proposta del Consigliere Bontempi che chiede una riunione dei Capigruppo, io propongo invece di continuare il dibattito qui in Consiglio con la partecipazione di tutti.
Quindi nessuna riunione in cui si discute fra Capigruppo di un problema che ormai è diventato una palla al piede di qualunque riunione consiliare visto che qui continueremo a parlare di nomine, sia per motivi giudiziari sia per motivi di prevaricazione, comunque sempre legati a questa spirale che io definisco perversa di questo meccanismo che usiamo qui in Regione.
Propongo invece di non riunirsi intorno ad un tavolo fra Capigruppo, ma di discuterne apertamente dicendo tutto quello che c'è da dire su questioni che di giorno in giorno sono sempre più gravi per l'immagine della Regione.
Quindi nessuna riunione dei Capigruppo, meglio la discussione qui con tutti i presenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.
BONTEMPI Noi avevamo chiesto la riunione dei Capigruppo perché credo che debbano scaturire delle decisioni. Va molto bene farlo in Consiglio, non abbiamo nessuna remora, anzi, credo sia meglio parlarne cui alla luce del sole.
Devo dire, signor Presidente, che sono profondamente sconcertato dalle risposte che sono venute da quasi tutti i colleghi le quali indicano una pericolosa sottovalutazione di quello che è avvenuto ai fini anche della stessa possibilità di continuare a lavorare assieme su questi temi. Noi dichiariamo - mi dispiace farlo dopo che l'ordine del giorno dell'altra settimana aveva determinato delle condizioni di percorso impegnative per le forze politiche - che non ci stiamo più a questi giochetti. Di questo si è trattato. Se esistono dei motivi devono essere affrontati in maniera diversa. Io discuto che fossero presenti motivi di questo genere. Credo però che venga in evidenza la bontà e l'opportunità della regola che ci siamo dati. Quello che è avvenuto è avvenuto nonostante le pressioni del Vicepresidente, pressioni che credo abbia fatto perché in ogni caso si rispettasse una procedura sostanziale (se le forme potevano permettere di non rispettarla) ed era quella di arrivare all'audizione.
Questa è la prima nomina su cui il vaglio della Commissione consultiva per le nomine dei Presidenti non può essere esercitato e non può essere esercitata l'audizione. Questo punto metodologico, che tutti hanno ignorato, è di fondo. Se avessimo avuto l'audizione sarebbe stato molto facile rappresentare, prima della nomina quindi prima di creare il fatto le perplessità che venivano anche da Gruppi della maggioranza. La stessa Giunta si sarebbe potuta collocare in maniera più autonoma.
Questo non è avvenuto per delle logiche che hanno dimostrato come i segretari politici sono svincolati completamente dall'ente che dà i soldi alla STEF, che ha la maggioranza azionaria e che ha delle responsabilità di governo dell'ente.
Questo punto l'avevo fatto presente ai colleghi lunedì mi pareva di capire che se si arrivava il 25 alla nomina non c'era lo spazio per il passaggio o della audizione, che è invece giudicato obbligatorio ed essenziale.
Quindi mi sembra una clamorosa prevaricazione da parte di alcuni personaggi che ritengono di doversi fare un baffo degli ordini del giorno delle direttive, degli indirizzi del Consiglio e anche degli interventi fatti da rappresentanti della Giunta.
Sarebbe bene capire il perché di questo meccanismo. E' paranoia pura cari colleghi, pensare che si risponda alla funzionalità dell'ente nominando un presidente e un amministratore delegato, che presumibilmente non si dimetteranno dalla carica di segretari regionali dei loro partiti e che, per loro ammissione, dovrebbero entro il 9 dare le dimissioni da presidente e da amministratore delegato, o meglio, dovrebbero darle da consiglieri.
La STEF è un ente in sofferenza, è un ente sul quale non abbiamo terminato il dibattito sugli indirizzi. Ricordate che cosa è avvenuto un mese e mezzo fa? Abbiamo rinviato la discussione ad un ulteriore dibattito perché si presentarono, anche da parte della maggioranza, varie posizioni.
Abbiamo un ente in queste condizioni e si pensa di rispondere alla governabilità dell'ente facendo una nomina fasulla? Questo è uno dei pasticci più incredibili a cui abbia mai assistito, salvo che l'intenzione sia un'altra. Temo che ci sia questa intenzione.
Marchini lo faceva presagire nel suo intervento con il discorso del sinallagma. Di fronte alla governabilità, principio supremo (da sposarsi alla violazione sistematica delle regole) ci si trova di fronte a questo fatto: che non possono dimettersi; volendo, come hanno sempre detto e dimostrato, non potranno dimettersi. E allora avremo una situazione in cui si è violato un impegno politico che ha senso e lo dimostra la vicenda e in concreto, la prima nomina, dei vertici di una società fatta in questa legislatura, tra l'altro in anticipo rispetto a quello che si sarebbe dovuto fare con le procedure più semplici per gli enti IRES e ESAP viene fatta in questa maniera.
Allora, va bene,non convochiamo i Capigruppo come avevamo chiesto.
Chiediamo però che le dimissioni di qualunque consigliere di amministrazione della STEF che si trovi nella situazione di incompatibilità politica (ex ordine del giorno 22/11/1984 di accompagnamento alla legge 10) pervengano immediatamente alla Presidenza del Consiglio. Senza questa condizione, nonostante tutta la buona volontà, per noi non è più possibile partecipare al governo o comunque al lavoro di Commissione su queste vicende.
Quello che è avvenuto ieri è anche più grave, signor Presidente. Ieri essendo a casa in questi momenti per me non facili, ho avuto l'opportunità di ricevere una serie di telefonate dal luogo dove si stava consumando il pasticcio: Uno dei rimproveri che ci è stato fatto è stato: "Perché li avete nominati? Non dovevate nominarli". E' vero questo, infatti li abbiamo nominati sotto condizione, con la lettera di impegno sulla una questione sollevata da noi. Sembra davvero una di quelle lotte al buio contro i fantasmi dove non trovi mai chi ha la responsabilità. Pur essendo la STEF per il 70% società regionale, nessuno ha le responsabilità. Pare che il sindaco Lamberto, nome che conosciamo perché è anche sindaco dello I.A.C.P., abbia sostenuto con la minaccia delle dimissioni, come ha detto il Consigliere Brizio,che si sarebbe dovuto assolutamente fare i vertici al di là del fatto che si sarebbe potuto fare tranquillamente un presidente provvisorio non fra i due incompatibili, perché, Consiglieri, che figura ci fa l'istituzione? Dopo che ha affermato con una sua decisione che non potevano essere i vertici coincidenti con le primarie responsabilità politiche, non ne abbiamo solo uno, ma ne abbiamo due, anche l'amministratore delegato.
Vorrei ricordare che questo è un altro caso ex art. 9. E' un sindaco nominato alla STEF e che ha 15 giorni di tempo per rimuovere la causa di incompatibilità se attualmente è Sindaco di un altro collegio di ente equipollente.
Al di là di questo, credo che di fronte a queste minacce di impraticabilità venute in maniera molto autorevole dal sindaco si sarebbe potuto rimediare tranquillamente spiegando quello che avverrà in concreto.
Soprattutto si sarebbe dato tempo alla Giunta di venire,sia pure nei limiti di una legislazione che attribuisce autonomia alle S.p.a., a presentare le candidature e anche a dare la potestà alla Commissione nomine di ottemperare all'impegno dell'audizione. Questo non è avvenuto.
Certo, Consigliere Marchini, è importante parlarne, ma è anche importane trarne le conseguenze se noi facciamo degli ordini del giorno. E' inutile votare gli ordini del giorno se poi al momento buono alcuni dicono di non averne responsabilità, altri che è impossibile controllare, che è impossibile intervenire, e poi le cose avvengono nel modo diametralmente e sistematicamente opposto a quello che si è deciso. Credo che non abbia più senso fare gli ordini del giorno e i dibattiti, soprattutto non abbia più senso per noi dare collaborazione a chi negli interventi non ha la sensibilità di dire: è stato un clamoroso errore e si deve rimediare.
L'unico modo di rimediare è quello dei fatti. Noi non rientreremo a lavorare sulle nomine se non ci saranno le lettere di dimissioni.
Questo lo comunichiamo ufficialmente. Non, abbiamo più bisogno delle riunioni dei Capigruppo. Spero che questo venga accolto da parte della maggioranza. Se non verrà accolto si registri la nostra indisponibilità a continuare in questa fase.



PRESIDENTE

Volevo dire che già una volta in sede di Conferenza dei Capigruppo avevo rilevato in modo aspro questo problema che sento in modo particolare.
Assumerò le necessarie decisioni affinché la legge venga rispettata.
La parola al Vicepresidente, signora Vetrino.
VETRINO, Vicepresidente della Giunta Concordo anch'io sull'opportunità che di fatto il dibattito sia svolto in aula, perché credo che l'aula sia titolata a raccogliere i malesseri che si stanno avvertendo a questo riguardo.
Se mi consentite una osservazione di carattere generale, prima di addentrarmi sul fatto specifico, questo è - un malessere che probabilmente continueremo a sentire negli anni a venire. Non vi è dubbio che ci sono dei meccanismi societari, degli obblighi statutari, degli impegni temporali che rappresentano a volte delle reali incompatibilità con i tempi decisionali della Regione, con le vischiosità dei nostri comportamenti, per cui si rende credibile il fatto che una persona possa essere eletta un giorno e che il giorno dopo possa dimettersi (cosa che, dico apertamente non ho capito) anche con quelle interferenze di carattere politico che necessariamente ci devono essere. Il Consigliere Ferrara si è quasi scusato nel parlare del rappresentante del Partito repubblicano; ma di fatto la nostra legge consente che i nostri rappresentanti siano designati dal Consiglio e i rappresentanti del Consiglio non possono che essere espressione delle forze politiche di questo Consiglio. Quindi di questo non dobbiamo vergognarci e scusarci, ma semmai fare in modo che i nostri tempi siano più compatibili rispetto agli impegni, che ormai sono molti, perch le società regionali sono molte e sono anche società che hanno dei problemi a volte complessi. Nei prossimi tempi ne parleremo.
Nel dibattito che faremo sugli enti strumentali, dovremo mettere a fuoco queste esperienze che abbiamo accumulato in questi anni per arrivare a definizioni che consentano all'ente pubblico, quando ritenga di atteggiarsi per esempio in una società per azioni, di aver la possibilità di registrare e osservare questi meccanismi societari e questi obblighi statutari.
Il fatto di ieri lo considero spiacevole. Sono anch'io d'accordo nel dire che la prima responsabile è la Commissione nomine. Si sono di fatto avvalorate delle persone, sono state ritenute idonee, non so se c'è stata una maggioranza o una minoranza.
A me sembra che le incompatibilità siano nate in un tempo successivo.
E' stato detto anche questo. Quell'ordine del giorno aveva un valore politico grandissimo. C'è stato l'impegno delle forze politiche a rispettarlo tanto quanto si rispetta la legge. L'ordine del giorno per la sua tensione morale aveva per le forze politiche lo stesso valore della legge.
Mi sembra che adesso ci siano le condizioni per recuperare questa posizione.
Di fatto questa società non avrebbe potuto gestire. A volte succede che le persone del presidente e dell'amministratore delegato vengano riconfermate,in questo caso però non sono state confermate, quindi non si sono determinate le condizioni di prorogatio che consentono agli organi di funzionare nonostante le difficoltà e i rinvii.
Sarebbe stato preferibile un rinvio o una nomina di persone che non avessero questa incompatibilità. All'interno del consiglio di amministrazione si è registrata questa maggioranza, la Giunta l' ha registrata, nonostante le pressioni che erano state fatte per una soluzione che tenesse conto della necessità di rispettare la legge.
Questo non è avvenuto, credo però che siano state messe a verbale delle richieste di dimissioni immediate delle due persone che si trovano nella condizione di incompatibilità. Quindi una sollecitazione da parte nostra a fare in modo che queste dichiarazioni abbiano immediatamente esito mi sembra più che opportuna, più che necessaria.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.
MARCHINI Signor Presidente, siccome in questa sede sono stati usati dei termini che ritengo impropri, vorrei riportare la questione alla categoria alla quale appartiene. Questa non è una questione giuridica, ma è una questione politica perché si risponde ad un interesse diffuso a maggiore correttezza di comportamento in ordine al governo degli enti strumentali.
E' una questione politica, quindi non è giuridica, mi scusi il Vicepresidente Vetrino, e non è neanche istituzionale. Quindi non mi pare perseguibile la strada indicata dal Capogruppo comunista di mettere in discussione il lavoro della Commissione consultiva per le nomine, per un fatto di natura politica.
Mi riservo di perseguire, dopo aver sentito i miei colleghi di Gruppo una iniziativa che attiene alla politica. Qui le istituzioni non c'entrano.
Le istituzioni hanno fatto la loro parte, anzi,.hanno fatto più della loro parte, perché la Commissione consultiva per le nomine non aveva alcun poter di chiedere una lettera di rispetto ad un impegno di ordine politico. La Commissione nomine verifica l'esistenza di alcune condizioni e la non esistenza di altre. Qui c'era una questione politica, allora la questione va ricondotta a quel livello.
Non è quindi un problema giuridico, non è una questione che coinvolga la Commissione per le nomine, quindi non mi sembra giusto mettere in discussione né la legittimità di alcuni casi né il comportamento istituzionale della Commissione. E' un problema politico, e le conseguenze vanno tratte sul piano politico, qualora i comportamenti non siano rigorosi, puntuali, precisi e assolutamente conseguenti.
In difetto di che, si apre un problema di natura politica: o non c'è problema, allora diciamo che non esiste un problema, se diciamo che esiste un problema bisogna farlo ricadere all'interno della categoria che gli compete. Questo è un problema che attiene alla categoria politica e non alla categoria giuridica né alla categoria istituzionale.
Quindi non seguirò il collega comunista in una ipotesi di messa in difficoltà e di non funzione della Commissione nomine, perché è una questione istituzionale, non perseguo la questione dal punto di vista giuridico perché non è perseguibile, certamente, a lungo andare, il Partito liberale e spero anche il Partito repubblicano non potranno accettare ulteriormente la sceneggiata delle forze politiche che sono responsabili del dissesto assoluto sul piano della questione morale in Piemonte e nella Città di Torino. Alcune forze politiche diventano improvvisamente i tutori assoluti e assolutamente intoccabili della questione morale - e non so se ne hanno i titoli - altre sembrano voler continuare una strada che ci ha messo tutti in difficoltà.
Mi pare quindi che le forze politiche che su questa questione - per loro merito o per loro fortuna - sono in una situazione diversa, hanno il dovere di assumere le iniziative che attengono al quadro politico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.
BRIZIO Desidero solo fare una precisazione anche in relazione all'intervento del collega Bontempi per affermare che noi abbiamo sempre chiesto le dimissioni di Strobbia e di Mercurio. C'è stato un impegno preciso per lo scioglimento della incompatibilità politica entro il 9 luglio; noi non abbiamo difficoltà a chiedere che prima della riunione della Commissione nomine prevista per il 2 luglio siano formalizzate queste dimissioni.
Abbiamo comunque la certezza che le dimissioni ci saranno perché, in caso contrario, dovremo sul piano politico anche noi trarre diverse conclusioni.
Devo però precisare anche io che la questione è meramente politica, che sul piano giuridico la Commissione nomine si è mossa con grande puntualità e che la questione che noi esaminiamo ora è stata trattata in aula, prima di procedere a suo tempo alla votazione verificando in questa sede l'esistenza attraverso comunicazione scritta degli interessati della disponibilità a scegliere l'incompatibilità politica.
Credo che oggi non possiamo dubitare che questa disponibilità esista.
Si può discutere sull'opportunità di una nomina alla Presidenza che poi comporta le dimissioni, però anche un'altra nomina provvisoria avrebbe comportato le dimissioni e quindi l'instabilità del vertice. Occorre tener conto di questo aspetto nell'esame oggettivo della questione.
Quindi, se il Consiglio ha ritenuto nella sua autonomia di fronte a degli adempimenti e delle responsabilità personali dei singoli appartenenti al Consiglio di assumere questa determinazione, credo che noi dobbiamo prenderne atto e soprattutto richiedere che gli impegni politici vengano onorati. In questo senso noi concordiamo nel richiedere le dimissioni del Presidente e del Vicepresidente della STEF prima della Commissione nomine del 2 luglio in modo da rasserenare il clima politico e da consentire un lavoro della Commissione con la partecipazione di tutti i Gruppi: un lavoro proficuo qual è stato quello fino ad oggi compiuto pur nelle difficoltà che l'attuazione della legge comporta e che ogni giorno dobbiamo superare anche sul terreno burocratico e tecnico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.
ROSSA Signor Presidente, anch'io dichiaro la piena disponibilità e l'impegno del Gruppo socialista perché vengano rispettati dagli interessati i tempi previsti nel momento in cui sono stati designati. Si è detto entro un mese e il Gruppo socialista intende farsene carico. Quando abbiamo accettato questa soluzione, non l'abbiamo intesa come una soluzione imposta ma come soluzione che deve essere rispettata.
Vorrei dare una risposta anche a chi ha parlato di responsabilità e di necessità di prendere delle iniziative politiche su questa questione dietro alla quale sembra ci siano altre intenzioni. Voglio sgombrare subito il campo: non ci sono altre intenzioni, comunque, se ci sono, sono questioni che riguardano le singole persone, di fronte alle quali il Gruppo socialista farà rispettare l'impegno assunto.
C'è il problema posto dal collega Bontempi sulla riunione della Commissione consultiva per le nomine. Penso anch'io di adoperarmi perché si possa prima di martedì avere già una dichiarazione, per quanto mi riguarda di dimissioni da perseguirsi nell'ambito del rispetto dei tempi. Se la scadenza è il 9 luglio, entro quella data c'è la possibilità di dare queste dimissioni. Anch'io farò il possibile perché entro martedì si arrivi a questa soluzione per consentire alla Commissione nomine di riprendere il lavoro. In ogni caso, il Gruppo socialista intende farsi promotore del rispetto di questa scadenza. Lo facciamo con estrema tranquillità e io sono certo che questo verrà fatto. E' chiaro che se ciò non dovesse avvenire, il Gruppo si sente autorizzato a prendere tutte le iniziative.affinché ci avvenga.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bosio.
BOSIO Signor Presidente, ribadisco ciò che aveva già chiaramente affermato il collega e compagno Bontempi. Noi prima della prossima riunione della Commissione consultiva per le nomine verificheremo la presentazione delle lettere di dimissioni del presidente e dell'amministratore delegato della STEF.
Vorrei sottolineare che è giusto distinguere i diversi livelli e le diverse situazioni di tipo giuridico, istituzionale, politico. Vorrei altrettanto ricordare che la Commissione consultiva per le nomine è un fatto istituzionale che interseca fortemente il dato politico, il dato istituzionale e il dato giuridico. Non può che essere così. Questo non è un difetto ma un pregio, dipende poi dal modo in cui le cose vengono esercitate e dal concorso, comune o difforme, delle volontà politiche prima di tutto, che sono le meno certe e le meno codificate.
Vorrei richiamare in secondo luogo che se è vero che questo è un fatto politico e che questa è una discussione politica, è altrettanto vero che politica è stata la nomina a presidente e amministratore delegato di queste due persone.
La ragione tecnica stava nell'urgenza del funzionamento di una società quindi nel nominare un presidente e un amministratore delegato. Questo presidente e questo amministratore delegato sono un fatto esplicitamente politico.
Potevano essere fatti altri, ma se vengono fatti questi è perché ci sono delle ragioni che non hanno niente a che fare con il mercato, con il lavoro, con le commesse, con gli stipendi. Hanno altre ragioni, che non dico criticabili, e sono ragioni politiche.
E' su questo punto che bisogna intendersi, è su questo che noi richiamiamo il fatto che non è assolutamente più possibile trovarsi di fronte a situazioni dentro le quali, alla fine, si arriva a stabilire, come di fatto ha esplicitamente ammesso il Vicepresidente della Giunta, che la responsabilità è di quell'organismo che più di altri interseca la questione politica, la questione istituzionale e la questione giuridica, cioè la Commissione consultiva per le nomine.
Proprio perché queste logiche portano a quel punto e a quel traguardo noi alla Commissione nomine non parteciperemo più, a meno che, prima della prossima riunione, e non entro il 9, ci sia là lettera di dimissioni dei due interessati.



PRESIDENTE

Signori Consiglieri, l'impegno che avevamo assunto di discutere questo importante argomento si è esaurito. La Presidenza ha assunto l'impegno del rigoroso rispetto della legge.
Chiede la parola il Consigliere Rossa. Ne ha facoltà.
ROSSA Signor Presidente, i rappresentanti dei dipendenti degli ex Comprensori chiedono di essere ricevuti dai Presidenti dei Gruppi.



PRESIDENTE

Ho già detto, Consigliere Rossa, che durante i lavori del Consiglio ci non è possibile. Se qualche Assessore o qualche Capogruppo ritiene di riceverli lo può fare, ma non si manifesta l'ufficialità del Consiglio. E' una norma a cui ci siamo sempre attenuti.


Argomento:

Questione di legittimità sollevata dal Consigliere Bontempi in merito alle nomine effettuate nel Consiglio di Amministrazione della Soc. STEF

Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g. "Comunicazioni del Presidente" comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri: Carazzoni, Fassio Fraire, Nerviani.


Argomento:

a) Congedi

Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento comunitario - Norme generali sull'agricoltura

Esame p.d.l. n. 65: "Applicazione in Piemonte del regolamento delle Comunità Economiche Europee n. 797 del 12/3/85 relativo al miglioramento dell'efficienza delle strutture agrarie" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del p.d.l. n. 65 di cui al punto 4) all'o.d.g.
Passiamo alla votazione del relativo articolato.
Art. 1 (Finalità) "La presente legge regionale: applica in Piemonte, ai sensi dell'art. 6 del DPR n. 616/77, il regime di aiuti comunitari recati dal Regolamento del Consiglio delle Comunità Economiche Europee, n. 797 del 12/3/85 relativo al miglioramento dell'efficienza delle strutture agrarie adegua il regime di aiuti regionali recati dalla L.R. n. 63/78 e successive modificazioni nelle aziende agricole alle condizioni previste dal Regolamento CEE n. 797/85".
La parola al Consigliere Ferro per dichiarazione di voto.
FERRO Il nostro Gruppo sugli artt, l, 2 e 3 si asterrà, non perché non condivida il merito degli articoli, ma perché si è scelta una strada della formulazione degli stessi articoli in termini estremamente generici. Ci siamo confrontati a lungo in Commissione. Noi ritenevamo fossero necessarie delle formulazioni, come hanno fatto altre Regioni, molto più compiute. La Giunta ha invece preferito scegliere questa strada. Senza contestare il merito dei tre articoli, non condividiamo la strada scelta, per queste ragioni ci asterremo.



PRESIDENTE

Se non vi sono altre dichiarazioni passiamo alla votazione per appello nominale dell'art. 1.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 42 hanno risposto si 25 Consiglieri si sono astenuti 17 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
Art. 2 (Applicazione regimi aiuti comunitari) "E' istituito in Piemonte il regime di aiuti comunitari recati dal Regolamento CEE n. 797/85.
Sono adottate le disposizioni applicative del Regolamento CEE 797/85 allegate alla presente legge per farne parte integrante.
Inoltre la Giunta regionale adotta le necessarie modificazioni al programma speciale di applicazione del regime di aiuti recati dal Regolamento CEE n.
1944/81 per adeguarlo alle modificazioni introdotte dall'art. 34, par. 5 del Regolamento CEE n. 797/85".
L'Assessore Lombardi presenta il seguente emendamento: dopo il secondo comma è aggiunto il seguente comma: "Gli eventuali adeguamenti alle allegate disposizioni applicative sono approvati con deliberazione della Giunta regionale, sentita la competente Commissione del Consiglio regionale" Chi è favorevole a tale emendamento è pregato di alzare là mano.
E' approvato con 35 voti favorevoli e 3 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 2 così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 43 hanno risposto si 28 Consiglieri si sono astenuti 15 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
Art. 3 (Armonizzazione regime aiuti regionali) "Relativamente agli investimenti nelle aziende agricole per i quali vige il regime di aiuti comunitari recati dal Regolamento CEE n. 797/85, titolo I: viene applicato il regime di aiuti comunitari sopra indicati possono essere applicati gli aiuti regionali previsti dalla L.R. n. 63/78 e successive modificazioni ed integrazioni nei limiti ed alle condizioni modalità ed importi previsti dall'art. 8, del Regolamento CEE 797/85".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 43 hanno risposto si 28 Consiglieri si sono astenuti 15 Consiglieri.
L'Art. 3 è approvato.
Art. 4 (Misure regionali specifiche) "Le misure regionali specifiche decise dalla CEE ai sensi dell'art. 18 del Regolamento CEE 797/85, sono applicate con deliberazione della Giunta regionale, sentito il parere della Commissione competente del Consiglio regionale".
I Consiglieri Acotto, Amerio, Bresso, Dameri e Ferro presentano il seguente emendamento: l'art. 4 è soppresso e così sostituito: "La Giunta regionale, in attuazione del Regolamento CEE n. 1401/86, di cui all'art. 18 del Regolamento CEE n. 797/85, sulla base dei documenti della programmazione regionale e sub-regionale: a) individua entro tre mesi dall'approvazione della presente legge, sentita la Commissione consiliare competente e le Province, le zone svantaggiate suscettibili di programmi integrati per eliminare svantaggi strutturali ed infrastrutturali dell'agricoltura, precisando altresì quelle zone nelle quali i predetti programmi devono essere effettuati in via prioritaria b) promuovere la realizzazione di programmi integrati, secondo gli interventi di cui all'art. 2 del Regolamento CEE n. 1401/86 e gli altri previsti dalla presente legge, in quanto compatibili, ed esplicitando eventuali orientamenti ed indirizzi, la Regione entro 30 giorni individua gli enti preposti alla elaborazione dei programmi integrati. Tali enti potranno avvalersi dell'ESAP, dell'IPLA e degli altri enti strumentali della Regione e sono tenuti ad operare in rapporto alle Province c) istituisce, anche tenuto conto dell'art. 9 del Regolamento CEE, n.
2088/85 e del relativo allegato IV, per l'attuazione dei progetti 'contratti di programma' tra le parti interessate, che definiscono i loro rispettivi impegni".
La parola al Consigliere Ferro.
FERRO Il testo dell'art. 4, predisposto dalla Giunta è per alcuni aspetti superato. E' vero che si richiama all'art. 18 del Regolamento 797, ma sull'art. 18 è subentrato il Regolamento 1401 della CEE.
La formulazione dell'art. 4 è peraltro estremamente generica perch rimanda "sine die" a una deliberazione applicativa del Regolamento 1401.
Noi proponiamo di modificare l'art. 4 inserendo una serie di aspetti relativi alla individuazione delle zone svantaggiate e ai programmi integrati che devono essere effettuati in via prioritaria.
Individuiamo peraltro gli enti preposti alla elaborazione dei programmi integrati e diciamo che questi enti dovranno avvalersi dell'ESAP.
Bisogna inoltre capire che cosa si intende per programmi integrati. Noi riprendiamo una formulazione e un indirizzo che viene espresso dalla CEE nel Regolamento 2088 sui contratti - programma, perché riteniamo che nella definizione dei programmi integrati si debbano seguire le metodologie che la CEE indica in quel regolamento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Lombardi.
LOMBARDI, Assessore all'agricoltura Su questi problemi c'è stata una lunga discussione in Commissione e noi riteniamo di non poter accogliere l'emendamento in quanto la CEE, in attuazione dell'art. 18, ha emanato il regolamento 1401, ma potrebbe emanarne altri, tenuto conto che l'art. 18 è una norma di principio.
Pertanto, parlare soltanto del regolamento 1401 potrebbe essere riduttivo.
Circa la lettera a) si osserva che il regolamento 1401 ha già individuato in modo tassativo le zone dove si possono applicare gli aiuti.
Pertanto non compete alla Regione individuare le zone.
Circa la lettera b) si osserva che trattasi di disposizioni procedurali che, secondo l'impostazione data dalla Giunta alla legge, vengono rinviate a successivi approfondimenti e provvedimenti amministrativi.
Tale impostazione risponde ai criteri unanimemente riconosciuti di una deregolamentazione al fine di disporre di strumenti normativi dotati di un certo grado di flessibilità per una applicazione più aderente alla realtà.
E' il caso di precisare che la legge deve indicare obiettivi, linee e norme di principio.
Circa la lettera c) si osserva che il citato regolamento 2088 riguarda i programmi integrati mediterranei, che non toccano la nostra Regione, e riguarda strumenti progettuali di una forma di intervento comunitaria diversa per meccanismi, dal regolamento 1401. Infatti, l'intervento finanziario CEE, per il 1401, è in forma indiretta dopo che la Regione ha provveduto a finanziare e ad attuare progetti, mentre l'intervento finanziario CEE, per il regolamento 2088, è in forma diretta; cioè la CEE individua e finanzia ogni progetto erogando preventivamente la propria quota.
Per questi motivi non si ritiene di poter accogliere l'emendamento.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO



PRESIDENTE

Metto in votazione l'emendamento presentato dal Gruppo comunista.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 13 voti favorevoli, 23 contrari e 3 astensioni.
Passiamo quindi alla votazione dell'art. 4.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 43 hanno risposto si 27 Consiglieri hanno risposto no 12 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
I Consiglieri Acotto, Amerio, Bresso, Dameri e Ferro presentano il seguente emendamento aggiuntivo quale nuovo articolo: "Art. 4 bis l) La Regione predispone, entro 90 giorni dall'approvazione della presente legge, anche sulla base del Regolamento 270/79 e dei documenti della programmazione regionale e sub-regionale, un programma - quadro di riordino organico dei servizi di sviluppo in agricoltura, comprese le attività di sperimentazione e ricerca, individuando ruoli e funzioni della Regione degli Enti delegati, degli Enti strumentali, dell'Istituto Zooprofilattico e programmi specifici di: assistenza alla gestione, analisi dei terreni e consulenza della concimazione, lotta guidata ed integrata, lotta all'ipofecondità, miglioramento della qualità del latte, di razionamento alimentare e di risanamento del bestiame 2) la parte attuativa del programma - quadro la Regione promuove, con le parti interessate l'attuazione integrata e coordinata delle iniziative di cui agli artt. 9, 10, 12, 21, del Regolamento CEE n. 797/85 relative a: a) gli aiuti per la tutela della contabilità delle aziende agricole b) l'assistenza interaziendale c) l'avviamento alle Associazioni agricole per i servizi di gestione aziendale;.
d) la formazione professionale e) i centri di supporto (laboratorio analisi, ecc.) f) i programmi specifici di cui al punto 1).
3) E' assicurata la priorità di finanziamento alle iniziative che secondo le specificità locali ed i diversi indirizzi e scelte colturali, aderiscono ai programmi della lett. f) del punto 2)".
Il Consigliere Ferro intende illustrare l'emendamento, ne ha facoltà.
FERRO Capisco le discipline di maggioranza (se la Giunta alza la mano in una votazione la maggioranza deve rispondere nello stesso modo).
Noi consideriamo questo emendamento estremamente importante per una serie di ragioni. Nel corso di questo ultimo periodo, non solo a livello regionale, l'uso di pesticidi e di fitofarmaci desta delle preoccupazioni.
E' però dimostrato nei fatti, non solo in letteratura, che attraverso una lotta guidata è possibile ridurre del 30/40% l'inquinamento determinato dall'uso dei prodotti chimici in agricoltura. Occorre portare avanti delle iniziative che colleghino l'assistenza tecnica con la sperimentazione. La nostra proposta è di avviare a livello regionale una politica integrata partendo dal fatto che dovranno essere istituite le associazioni previste dal regolamento 797, politica che mette insieme la contabilità delle aziende agricole, l'assistenza interaziendale, l'avviamento delle associazioni agricole per i servizi di gestione aziendale, i programmi specifici nonché la formazione professionale. Ci rendiamo conto che questo nostro emendamento ha un certo spessore, nel senso - che implicherebbe un impegno non indifferente da parte della Giunta, ma riteniamo che questo possa essere uno degli obiettivi qualificanti su cui la Regione potrebbe contraddistinguersi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Lombardi.
LOMBARDI, Assessore all'agricoltura L'esigenza segnalata nell'emendamento trova soluzione nell'allegato all'articolo 2, là dove viene detto che gli interventi previsti nell'emendamento vengono applicati in collegamento tra di loro e con le azioni previste dal Regolamento 270 sulla divulgazione agricola al fine di creare i servizi di sviluppo.
Entrare nei dettagli, come viene proposto, sarebbe riduttivo per aspetti importanti che potranno essere meglio individuati in un approfondimento nel corso dell'applicazione.
Condivido gli obiettivi dell'emendamento comunista, quindi c'è l'impegno della Giunta ad affrontare questi temi, ritengo però che il testo proposto dalla Giunta affronti il problema in termini corretti e lasci spazi maggiori ad eventuali interventi che si renderanno necessari anche con le modificazioni delle tecnologie e di una serie di servizi che possono diventare estremamente importanti per l'agricoltura.
L'emendamento per queste motivazioni non può essere accolto.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento per alzata di mano.
E' respinto con 12 voti favorevoli, 23 contrari e 3 astensioni.
Art. 5 (Zone sensibili dal punto di vista ambientale) "La Giunta regionale, entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge, presenta al Consiglio regionale, in applicazione dell'art. 19 del Regolamento CEE 797/85 relativo agli aiuti nelle zone sensibili dal punto di vista ambientale, una proposta di deliberazione che preveda, tra l'altro: la individuazione delle zone sensibili dal punto di vista ambientale il regime speciale di aiuti in favore degli agricoltori che operano in tali zone".
Vengono presentati i seguenti emendamenti: 1) dai Consiglieri Acotto, Amerio, Bresso, Dameri e Ferro: l'art. 5 è soppresso e sostituito dal seguente: "La Giunta regionale, entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge, presentata dal Consiglio regionale in applicazione dell'art. 19 del Regolamento CEE n. 797/85 relativo agli aiuti nelle zone sensibili dal punto di vista ambientale, una proposta di deliberazione che prevede, tra l'altro: l'individuazione delle zone sensibili dal punto di vista ambientale comprendendo tra queste aree quelle il cui attuale ordinamento colturale non presenta valide alternative di mercati in cui l'estensivazione produttiva comporterebbe una sensibile riduzione del reddito ed in cui sono attualmente impiegate tecniche ad elevato impatto ambientale la definizione di progetti in aree prioritarie, tra quelle individuate al punto precedente, volti alla eventuale riconversione colturale o ad introdurre ad estendere tecniche colturali e di allevamento più consone alla esigenza della protezione dell'ambiente ed alla riduzione dei costi di produzione la definizione delle provvidenze per gli agricoltori che operano in tali zone, comprensivi di eventuali, temporanee forme di integrazione di reddito".
La parola al Consigliere Dameri.
DAMERI Il nostro emendamento all'articolo n. 5 tende a fissare una griglia di ragionamento dentro il quale collocare l'individuazione delle zone sensibili, richiamate nell'articolo ma in modo generico; comprende quelle aree, come si legge nel comma secondo, il cui attuale ordinamento colturale non presenta valide alternative di mercato, in cui l'estensione produttiva comporterebbe una sensibile riduzione del reddito e in cui sono attualmente impiegate tecniche a elevato impatto ambientale.
Il secondo comma dell'emendamento tende ugualmente ad introdurre l'impegno, sulla definizione dei progetti in aree prioritarie, quelle individuate dal punto di vista di zone sensibili.
Infine, il terzo comma del nostro emendamento propone la definizione delle provvidenze con una precisazione che riteniamo molto più puntuale dal punto di vista degli ambiti e delle modalità.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Lombardi.
LOMBARDI, Assessore all'agricoltura Non possiamo accogliere questo emendamento. Non vorrei dare la sensazione che.non ci sono stati confronti positivi, infatti molti emendamenti presentati dal Gruppo comunista sono stati accolti e fanno parte della proposta presentata al Consiglio. Noi riteniamo che l'art. 5 del disegno di legge della Giunta soddisfi adeguatamente le finalità che ci si prefigge. Non si è entrati nei dettagli perché si fa riferimento all'art. 19, che già fissa le finalità che, è il caso di ricordarlo, sono duplici: protezione dell'ambiente e reddito adeguato agli agricoltori.
L'emendamento pur proponendo un testo molto più dettagliato risulta più riduttivo sottacendo, forse non volutamente, l'obiettivo del reddito degli agricoltori, limitandosi, per quanto riguarda questo aspetto, ad una citazione marginale e non sufficientemente approfondita.
Per queste motivazioni riteniamo di non poterlo accogliere.



PRESIDENTE

Metto in votazione l'emendamento proposto dal Gruppo comunista.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 11 voti favorevoli, 23 contrari e 3 astensioni.
2) Emendamento presentato dai Consiglieri Reburdo e Ala: primo comma, quarta riga, dopo le parole "applicazione", aggiungere "integrale".
Il Consigliere Reburdo intende illustrarlo. Ne ha facoltà.
REBURDO Probabilmente l'Assessore Lombardi avrà colto il senso politico di questo emendamento. Come ho già detto nell'intervento generale, si pu cogliere qualche discordanza tra il Regolamento CEE e l'applicazione legislativa piemontese.
Parlare di applicazione integrale significa tenere fermo questo punto di riferimento. Probabilmente è pleonastico, ma credo sia importante che venga ribadito per il senso che questo può avere.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Lombardi.
LOMBARDI, Assessore all'agricoltura.
L'emendamento viene accolto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dameri.
DAMERI Noi votiamo a favore di questo emendamento precisando che votiamo questa introduzione nel senso che propone l'applicazione integrale dell'art. 19 del 797 in cui erano previsti anche quegli aspetti dei progetti, che avevamo proposto nel nostro emendamento bocciato, e che qui non ci sono.
La Giunta entra in contraddizione con quello che ci ha risposto precedentemente, quindi votiamo a favore di questo emendamento.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 40 voti favorevoli e 3 astensioni.
Pongo in votazione l'art. 5 così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 43 hanno risposto si 26 Consiglieri hanno risposto no 12 Consiglieri si sono astenuti 5 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE



PRESIDENTE

Art. 6 (Disposizioni finanziarie) "Sono autorizzate le spese indicate nell'allegato alla presente legge per farne parte integrante.
Le spese relative all'anno 1986, il Presidente della Giunta è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio.
Le autorizzazioni di spesa previste dalla presente legge possono essere integrate, variate o rinnovate con apposita norma da inserire nelle leggi regionali di approvazione dei bilanci di ciascun esercizio finanziario".
Pongo in votazione l'art. 6.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto si 26 Consiglieri ha risposto no 1 Consigliere si sono astenuti 12 Consiglieri.
L'art. 6 è approvato.
E' stato presentato un emendamento aggiuntivo dai Consiglieri Acotto Amerio, Bresso, Dameri e Ferro quale nuovo art. 7.
"Art. 7: Sino all'entrata in vigore della legge modificativa e integrativa della legge 20 del 1978, le iniziative di cui alla presente legge e del Regolamento 797 per essere ammesse come prioritarie devono essere in armonia: sino al 31/12/87 con le finalità dei Piani Agricoli Zonali e di Piani delle Comunità montane dal 31/12/87 con i programmi su base provinciale di indirizzo e priorità elaborati dalla Regione, d'intesa con le Province, tenuto conto dei Piani Agricoli Zonali e dei Piani di Comunità montane".
La parola al Consigliere Dameri che lo illustra.
DAMERI Questo articolo aggiuntivo è importante perché sta dentro la ratio di una serie di osservazioni che noi abbiamo fatto nella discussione generale sul rapporto tra il momento della gestione e quello della programmazione.
L'Assessore mi risponderà che c'è nell'allegato alle disposizioni generali, al punto 5, un richiamo (che noi riteniamo del tutto formale) al rapporto fra l'applicazione di questa legge e la programmazione agricola.
Noi riteniamo invece che abbia ben altra forza e significato richiamare con puntualità, con le scadenze che sono indicate nella nostra proposta questa necessità di intreccio fra il momento della gestione, quello della programmazione, dell'elaborazione fatta dai piani agricoli di zona, i programmi che dovranno essere definiti su base provinciale con il momento applicativo del Regolamento 797 che, come abbiamo già detto non riteniamo risolva tutti i problemi della programmazione e dell'intervento in materia di politica agricola; certamente è significativo se viene segnato in questo senso, oppure no.
Per questo noi lo proponiamo come articolo e non come disposizione generale nella legge.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Lombardi.
LOMBARDI, Assessore all'agricoltura Non si ritiene razionale sul piano formale, legislativo ed organico fare riferimento a future leggi con prescrizione puntuali di strumenti e procedure che ancora non esistono e che dovranno essere oggetto della futura legge regionale che merita un suo autonomo approfondimento.
Tuttavia concordo sulla necessità di un collegamento tra i documenti ufficiali della programmazione e l'operatività della legge.
Si fa riferimento alla programmazione regionale e infraregionale.
Questo richiamo alla programmazione regionale affronta i problemi, così come possono essere affrontati con le leggi vigenti. Riteniamo quindi che l'emendamento del Partito.comunista non possa essere accolto, essendo accolto seppure parzialmente tenendo conto della realtà legislativa odierna, quindi ci sembra di aver affrontato il problema così come è richiesto dal Gruppo comunista.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferro.
FERRO Recepiamo le osservazioni fatte dall'Assessore Lombardi, ritiriamo l'emendamento e presentiamo un sub - emendamento, che è l'art. 7 da cui viene tolta la prima frase: "Sino all'entrata in vigore della legge modificativa e integrativa della legge 20 del 1978." Rimarrebbe la parte restante dell'emendamento.
LOMBARDI, Assessore all'agricoltura Nemmeno il sub - emendamento può essere accolto. Le valutazioni della Giunta facevano riferimento a due aspetti; a quello formale legislativo per cui non si possono richiamare leggi che non esistono, e a quello sostanziale perché riteniamo di aver affrontato l'emendamento (vedi allegato a pag. 3) quando è detto che si deve fare riferimento alla programmazione regionale.



PRESIDENTE

Il Consigliere Ferro presenta il seguente altro emendamento: "Art. 7: Le iniziative di cui alla presente legge e del Regolamento 797 per essere ammesse come prioritarie devono essere in armonia: sino al 31/12/87 con le finalità dei Piani Agricoli Zonali e i Piani delle Comunità montane dal 31/12/87 con i programmi su base provinciale di indirizzo e priorità elaborati dalla Regione d'intesa con le Province, tenuto conto dei Piani Agricoli Zonali e dei Piani di Comunità montane".
Passiamo alla votazione per alzata di mano di tale emendamento.
E' respinto con 12 voti favorevoli, 25 contrari e 3 astensioni.
Passiamo ora all'esame degli allegati a tale progetto di legge.
Disposizioni generali Vengono presentati i seguenti emendamenti: l) dai Consiglieri Acotto, Amerio, Bresso, Dameri e Ferro: sopprimere il punto 2. Beneficiari, e sostituirlo con il seguente testo: "Nelle disposizioni specifiche vengono indicati i beneficiari, degli aiuti.
Sui soggetti beneficiari valgono le seguenti definizioni: per imprenditore agricolo a titolo principale si intende quanto è definito dalle Leggi 9/5/75 n. 153 e 9/5/76 n. 352 e successive modificazioni e integrazioni per coltivatore diretto si intende quanto è definito dalla Legge 2/6/61 n. 454, art. 48 e successive modificazioni e integrazioni per giovani devono intendersi coloro che hanno compiuto 18 anni di età e che non hanno ancora superato i 40 anni di età per società si intendono le società di persone previste dall'art. 2247 del Codice Civile e dell'attuale legislazione dello Stato purché tutti i componenti di tali società ricavino dall'Azienda agricola nella situazione di partenza un reddito superiore al 50% del proprio reddito totale dedichino alla conduzione della stessa un tempo di lavoro superiore al 50 del proprio tempo totale e dimostrino, mediante un piano di miglioramento di ricavare dall'azienda agricola un reddito superiore al 66% del proprio reddito totale e di dedicare alla conduzione stessa un tempo superiore al 66% del proprio tempo di lavoro totale. Là durata di tali società deve essere stabilita in almeno 6 anni a partire dal Piano di miglioramento per Cooperative si intendono quelle di conduzione dei, terreni costituite a norma della Legge 127 del 17/2/71".
La parola al Consigliere Ferro.
FERRO Questo emendamento tende a mettere maggiormente in chiaro i beneficiari in linea generale.
Intanto affermiamo un principio di carattere politico che consiste nel fatto di individuare tra i beneficiari le cooperative. Questo non va in rotta di collisione con il 797, ma afferma un principio che comunque in quel regolamento non è sufficientemente recepito, poiché nel 797 si privilegiano di fatto, sulla base di esperienze di altri Paesi, a cominciare dalla Francia, le associazioni, mentre le cooperative hanno un ruolo marginale.
Proprio per la peculiarità del nostro Paese noi intendiamo affermare che tra i beneficiari esistono le cooperative.
Esiste poi il problema del part-time. Nel nostro Paese il 60% delle figure professionali in agricoltura è determinato dal part-time.
Questo emendamento è soprattutto rivolto alle società di persone e ai loro componenti che operano a part-time con il 50% di tempo inferiore al tempo totale di lavoro in agricoltura; attraverso piani di miglioramento possono ricavare un reddito del 66%.
Dando per scontato che le figure professionali del part-time non siano indifferenti nella realtà agricola, cerchiamo di recuperare una buona quota di part-time verso.la conquista ad un lavoro più duraturo in agricoltura.
Riteniamo sia opportuno affermare il principio che le società di persone possono essere beneficiarie del 797, attraverso il piano di miglioramento, nella misura in cui tutti i componenti della società di persone dedicano tempo, lavoro e recepiscono un reddito dall'attività agricola.
Questo anche per evitare che nelle società di persone in cui esistono investimenti da parte di persone che non dedicano né tempo né lavoro all'attività agricola, queste non vengano incluse tra i beneficiari.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Lombardi.
LOMBARDI, Assessore all'agricoltura.
Quanto è proposto nella prima, seconda e terza definizione è già contenuto nel testo di legge presentato dalla Giunta e licenziato dalla Commissione.
Per quanto riguarda la quarta e quinta definizione si osserva che il d.d.l. della Giunta, nelle disposizioni specifiche relative ad ogni tipo di intervento, tratta la definizione delle caratteristiche delle forme associative e ciò in relazione alle specifiche finalità stesse.
Quindi le cooperative sono prese in considerazione per quegli interventi che sono previsti come possibili dal Regolamento.
Non è pertanto possibile una definizione generale delle forme associative.
L'emendamento forse non è sufficientemente approfondito, anzi, è riduttivo secondo quanto prevede il Regolamento. Infatti, richiedere il 66 del reddito e del tempo nella situazione finale significa penalizzare la montagna dove invece la CEE prevede il 50% del reddito e del tempo. Inoltre limitarsi soltanto alle società di persone di cui all'art. 2247 del Codice Civile potrebbe essere riduttivo e precludere altre forme, d'altra parte già previste da leggi quali la legge Quadrifoglio nazionale.
Inoltre risulta riduttivo limitare l'aiuto alle cooperative di conduzione terreni.
Per queste motivazioni riteniamo che l'emendamento non possa essere accolto.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento presentato dal Gruppo comunista.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 11 voti favorevoli, 23 contrari e 3 astensioni.
2) Emendamento presentato dai Consiglieri Marchini e Santoni: nella parte Disposizioni generali al punto 4, il n. 1 dalle parole "per quanto" a "attività agricola" è soppresso.
La parola al Consigliere Marchini che lo illustra.
MARCHINI L'emendamento proposto dal nostro Gruppo apre una questione di politica agricola molto delicata e anche un problema che attiene alla Giunta e alla maggioranza.
Noi ci facciamo carico del fatto che la delicatezza del problema è da imputare agli elettori piemontesi che hanno dato al Gruppo liberale un numero insufficiente di Consiglieri in, grado di coprire tutte le Commissioni. Ci rendiamo conto che, con pacatezza e tranquillità, occorre superare questo momento di difficoltà all'interno delle forze che sostengono la maggioranza, non rinunciando alle proprie posizioni politiche, ma rendendoci anche conto che queste questioni andavano affrontate in Commissione, e in quella sede si dovevano trovare i meccanismi adeguati.
Per tutti i nostri emendamenti l'orientamento procedurale che intendiamo seguire è questo: siamo orientati a ritirare tutti gli emendamenti dopo la risposta della Giunta. Dalla risposta della Giunta e dalla sua disponibilità a capire il nostro problema, più che a risolverlo valuteremo il nostro comportamento in sede di decisione finale.
E' un confronto in un dialogo politico che non dubito lei, signor Assessore, vorrà accogliere in termini costruttivi.
Indubbiamente questo emendamento è elemento chiave rispetto agli emendamenti che seguono. Noi riteniamo che non sia accettabile il riferimento allo Statuto nella priorità che qui si instaura a favore della categoria dei coltivatori diretti rispetto all'imprenditore agricolo in senso principale.
Non ci sembra trasferibile in termini letterari. Ci sembra anche di dover avviare una revisione politica di questa norma dello Statuto a favore dell'impresa diretto - coltivatrice e del coltivatore diretto, perché ci sembra che questo faccia parte di un tempo e di una cultura superati.
La cultura degli anni '70 era quella dell'assistenzialismo, che va superata; il tempo non è più quello; siamo rientrati anche in agricoltura al totale rispetto delle logiche dell'imprenditorialità che evidentemente non possono essere mortificate oltre un certo limite.
Noi ci rendiamo conto che con l'articolo dello Statuto che prevede di favorire il piccolo coltivatore e il coltivatore diretto, la Giunta è tenuta a comportamenti minimamente o massimamente conseguenti. E' un processo di rimeditazione politica che deve essere fatto dal Consiglio nel suo complesso e non solo dalla maggioranza.
I tempi in cui queste norme erano utili e opportune sono superati. Mi affido alla prudenza politica dell'Assessore affinché voglia valutare in termini costruttivi e non dirompenti i nostri emendamenti. Mi auguro che ci sia una disponibilità a capire i nostri ragionamenti e che la comprensione comporti qualcosa in termini di operatività immediata a livello di modifica del testo di legge oppure di impegno a gestire questa legge con un'ottica con un criterio, con delle procedure e con delle metodologie che segnino quanto meno che il nostro intervento politico in questa sede non sia stato del tutto vano.



PRESIDENTE

3) Dall'Assessore Lombardi: all'allegato, all'art. 2, nelle Disposizioni generali, al paragrafo 4.
Priorità - al punto 1 - dopo le parole "... è accordata priorità... " sono aggiunte le parole: ".., tra gli imprenditori agricoli e a titolo principale...".
La parola all'Assessore Lombardi.
LOMBARDI, Assessore all'agricoltura.
La realtà produttiva del Piemonte affida alle aziende diretto coltivatrici oltre l'80'% della propria produzione in quantità e in qualità, quindi la struttura portante dell'agricoltura piemontese è ancora l'azienda diretto - coltivatrice, non più quella degli anni '70, ma quella degli anni '80 e '90.
La priorità concessa nell'ambito di questo articolo all'azienda diretto coltivatrice è una priorità che comunque non esclude l'imprenditore agricolo così come è previsto a livello CEE. Per dare significato a questa impostazione la Giunta propone di inserire l'emendamento liberale con una diversa dizione. Viene chiaramente richiamata la figura dell'imprenditore agricolo a titolo principale nelle aziende diretto - coltivatrici, tenendo però conto che, nella gestione della legge, qualora le risorse disponibili non consentano di affrontare tutte le domande, viene accordata questa priorità, nell'ambito dello scaglione di intervento finanziario.
Negli scaglioni successivi è chiaro che si fa riferimento alla datazione della domanda. Per cui i problemi posti dal Capogruppo del PLI potrebbero essere affrontati con il fatto gestionale, che va in questa direzione ormai per prassi, e, per quel che riguarda la dizione letterale dell'articolato attraverso un'accentuazione, inserendo cioè in maniera precisa le parole: "tra gli imprenditori agricoli a titolo principale".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.
MARCHINI Il Gruppo liberale si dichiara soddisfatto, ritira il proprio emendamento e voterà quello proposto dalla Giunta.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento presentato dalla Giunta regionale.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 25 voti favorevoli, 1 contrario e 15 astensioni.
4) Dai Consiglieri Reburdo e Ala: punto 4, priorità, punto 2 -, così riscritto: "Per quanto riguarda i terreni è accordata priorità alla zona soggetta a vincoli di tutela ambientale, paesaggistica o naturalistica ed alla zona agricola svantaggiata".
La parola al Consigliere Reburdo che lo illustra.
REBURDO Siamo di fronte ad una politica che crea vincoli crescenti per la difesa del paesaggio e dell'ambiente, quindi è chiaro che questa questione va affrontata con priorità, nel senso che è giusto rivolgere particolare attenzione alle aree soggette a vincoli e alle zone agricole svantaggiate.
In questo senso abbiamo presentato il nostro emendamento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Lombardi.
LOMBARDI, Assessore all'agricoltura.
L'agricoltura delle zone montane cerca di superare difficoltà che a nostro parere sono superiori a quelle dell'agricoltura inserita nelle zone vincolate di pianura o di collina non depressa.
Questi sono interventi di carattere economico quindi devono avere priorità le necessità più gravi sotto l'aspetto economico; riteniamo che nell'agricoltura delle zone montane, che al limite possono essere inserite nelle due priorità, zona svantaggiata e zona sottoposta a vincolo, debbano avere priorità le aziende delle zone svantaggiate, perché se trova difficoltà produttiva un'azienda inserita in un parco in area di pianura certamente trova maggiori difficoltà un'azienda che opera in zona montana.
Pertanto non possiamo accogliere l'emendamento perché riteniamo che le zone montane vadano privilegiate rispetto alle altre.



PRESIDENTE

Pongo in votazione per alzata di mano tale emendamento.
E' respinto con 12 voti favorevoli, 21 contrari e 2 astensioni.
5) Dai Consiglieri Reburdo e Ala: penultimo comma, punto 4., seconda riga, alla parola "possono" sostituire la parola "debbono" inoltre cancellare le parole "in mancanza di precisazioni valgono le priorità generali".
La parola all'Assessore Lombardi.
LOMBARDI, Assessore all'agricoltura.
La Giunta non accoglie l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento per alzata di mano.
L'emendamento è respinto con 3 voti favorevoli, 22 contrari e 13 astensioni.
6) Dai Consiglieri Reburdo e Ala: allegato l, punto 5) - Programmazione (pag. 3), cancellare "e delle Province".
La parola al Consigliere Reburdo.
REBURDO Vorrei soltanto capire perché sono state nominate le Province, che non mi risulta abbiano fatto studi di programmazione, verifiche o abbiano espresso linee programmatiche in agricoltura; hanno soltanto distribuito denaro. Non avendo le Province competenze, il loro richiamo mi pare inopportuno.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Lombardi.
LOMBARDI, Assessore all'agricoltura Nel dibattito in corso sulla programmazione agricolo zonale ci sono impostazioni del mondo agricolo che prevedono di affidare alle Province il compito di sintesi delle varie programmazioni. Ci sembra comunque non opportuno escludere un livello che potrebbe nel tempo (la legge ha durata di cinque anni, come da regolamento) essere di notevole interesse anche per la programmazione agricola. Per queste ragioni, non è possibile accogliere l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reburdo.
REBURDO Ritiriamo l'emendamento.



PRESIDENTE

7) Dai Consiglieri Acotto, Amerio, Bresso, Dameri e Ferro: al punto 6) - Classificazione territori - togliere il secondo comma e sostituirlo con: "Lezione svantaggiate a propensione turistica o artigianale previste dall'art. 16 del Regolamento 797, verranno individuate dalle Comunità montane competenti per territorio entro 90 giorni dall'approvazione del presente Regolamento, sulla base dei rispettivi Piani di Sviluppo. Nelle Aziende inserite all'interno delle zone previste nel comma precedente oltre a essere previsto un investimento di carattere turistico o artigianale fino a un limite di 40.000 ECU, per accedere alle agevolazioni comprese nel Piano di miglioramento e previste nel presente Regolamento nel punto 2) (Disposizioni specifiche) l'ampiezza di cui al punto 2-3 dovrà essere in partenza pari a 104 giornate lavorative di 8 ore per ULU".
La parola al Consigliere Dameri.
DAMERI Noi proponiamo che l'individuazione delle zone svantaggiate a propensione turistica, previste dall'articolo 16, venga fatta dalle Comunità montane e non, come propone la Giunta,che l'individuazione venga fatta dalla Giunta regionale su proposta delle delegazioni piemontesi dell'UNCEM.
Riteniamo che anche dal punto di vista della tecnica legislativa questa formulazione non stia in piedi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Lombardi LOMBARDI, Assessore all'agricoltura A noi sembra invece che stia in piedi poiché, sostanzialmente la Regione delimita le aree previste dall'art. 16 tenendo conto delle richieste che provengono dall'UNCEM. D'altra parte vi è un'esigenza di uniformità nell'individuazione di queste aree. Se lasciassimo ad ogni Comunità montana il diritto - dovere di individuare le zone, potremmo avere difformità d'individuazione nel territorio regionale. Circa l'indicazione del limite di 40.000 ECU, questo è già previsto dal Regolamento, pertanto non è necessario; circa l'ampiezza di 104 giornate lavorative, l'abbiamo anche detto in Commissione, non è utile stabilire dei parametri che, col passare del tempo e con il progredire delle tecnologie, risulterebbero inadeguati.
Per queste motivazioni l'emendamento non può essere accolto.
Ricordo che molti emendamenti del Gruppo comunista sono già stati inseriti nella proposta licenziata dalla Commissione.



PRESIDENTE

La Giunta non accoglie l'emendamento presentato.
Pongo in votazione l'emendamento presentato dal Gruppo comunista. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 11 voti favorevoli, 24 contrari e 3 astensioni.
8) Dai Consiglieri Acotto, Amerio, Bresso, Dameri e Ferro: al punto 8) - Procedure, togliere da ".., che può avvalersi per l'attuazione sino a .., per lo sviluppo agricolo del Piemonte" e sostituire con: "Per le iniziative ricadenti nelle Comunità montane è richiesto alla Comunità montana competente per territorio un parere. Nel caso di pareri negativi da parte della Comunità montana, l'accoglimento delle domande va circostanziatamente motivato".
La parola al Consigliere Ferro che lo illustra.
FERRO Questo emendamento essendo su un allegato, di fatto rende coerente l'allegato rispetto a un emendamento che avevamo presentato sul testo di legge, per cui non è necessario illustrarlo (dando per scontato che la maggioranza non si sbaglierà e lo respingerà).



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Lombardi.
LOMBARDI, Assessore all'agricoltura Cerchiamo di non sbagliarci, ma c'è una motivazione per la quale non ci sbagliamo.
La Giunta regionale, come già ampiamente discusso in III Commissione vuole riconfermare le Comunità montane nell'incarico per la gestione di alcuni interventi previsti dal Regolamento.
L'emendamento del Gruppo comunista affiderebbe alle Comunità montane solo un parere e questo, a nostro avviso, è riduttivo, perché ci saranno degli interventi, d'altra parte già gestiti dalle Comunità montane nel passato, che saranno completamente gestiti da queste.
Affidare ad esse solo un parere, significa ridurre le competenze del livello regionale. Per questo motivo respingiamo l'emendamento.



PRESIDENTE

Mi pare allora che le posizioni siano chiare per cui poniamo in votazione l'emendamento modificativo e sostitutivo del Gruppo comunista al punto 8).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 10 voti favorevoli, 19 contrari e 3 astensioni.
9) Dai Consiglieri Acotto, Amerio, Bresso, Dameri e Ferro: Pag. 6, punto 10), dopo le parole -"nell'ambito dell'Azienda agricola" aggiungere ".., e la medesima operi nell'ambito delle zone svantaggiate a propensione turistica o artigianale individuate dalle Comunità montane".
La parola al Consigliere Ferro per l'illustrazione.
FERRO L'emendamento si illustra da sé, in quanto, se è vero che occorre lasciare la possibilità di una diversa destinazione degli investimenti qualora l'indirizzo degli investimenti sia fortemente caratterizzato da una propensione turistica o artigianale, la diversa destinazione degli investimenti stessi deve mantenere questa propensione turistica o artigianale e non deve sconvolgere l'indirizzo che era stato a suo tempo predisposto nel piano di miglioramento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Lombardi.
LOMBARDI, Assessore all'agricoltura L'emendamento ridurrebbe la portata del testo del disegno di legge non consentendo nelle zone di collina, così cara al collega Ferro, ipotesi agrituristiche od artigianali, nel caso di situazioni oneste, legittime o di forza maggiore, come crisi di mercato, situazioni familiari, malattie. A noi sembra che anche in quelle zone possa essere autorizzato un cambiamento di destinazione, qualora esistano motivi di forza maggiore preventivamente autorizzati.



PRESIDENTE

Poniamo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 11 voti favorevoli, 21 contrari e 3 astensioni.
10) Dal Consigliere Fracchia: punto 13), secondo comma, sopprimere l'aggettivo numerale "tre", laddove il testo reca: "un rappresentante per ognuna delle tre Organizzazioni professionali agricole ..."; e sopprimere l'aggettivo numerale "due" laddove il testo reca: "un rappresentante per ognuna delle due Organizzazioni cooperativistiche agricole ...".
La parola al Consigliere Fracchia per l'illustrazione.
FRACCHIA La motivazione di questo emendamento è costituita dal fatto che ci sembra un po' restrittivo fissare prioritariamente il numero; attualmente sono tre soltanto le organizzazioni, ma non è detto che fra breve tempo non possano essere di più, quindi l'obiettivo dell'emendamento va nella direzione di togliere il numero fisso e lasciare a disposizione di eventuali subentranti altre organizzazioni che sorgessero in Piemonte a rappresentativa di tutte le province.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Lombardi.
LOMBARDI, Assessore all'agricoltura Per prassi consolidata in questa Regione, tutte le Commissioni sono sempre state predeterminate nella composizione numerica, anche perché con le regole che ci siamo dati per le nomine dei componenti di Commissione, i tempi necessari sono piuttosto lunghi e queste Commissioni tecnico operative devono affrontare mensilmente argomenti di notevole rilievo.
Ritengo però valida la richiesta del collega Fracchia, pertanto la Giunta si impegna a modificare la composizione della Commissione qualora si evidenzino organizzazioni aventi titoli e requisiti per farne parte e per includervi presenze significative del mondo agricolo. Questa è la dizione possibile oggi, perché ci sembra corretto dare una composizione numerica certa ad una Commissione che deve operare soprattutto sul piano tecnico amministrativo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Fracchia.
FRACCHIA Alla luce di queste considerazioni noi ritiriamo l'emendamento.



PRESIDENTE

11) Dai Consiglieri Marchini e Santoni: nella parte disposizioni generali, al punto 13) è soppresso il quinto comma "da tre rappresentanti designati dalle Associazioni dei produttori agricoli o loro Unioni riconosciute".
La parola al Consigliere Marchini per l'illustrazione.
MARCHINI Vorrei tranquillizzare i colleghi dell'apposizione: non è un emendamento d'attacco alla Giunta, al contrario, è un emendamento che tende a riproporre il testo originario della Giunta; infatti all'emendamento testé annunciato dal Presidente segue un emendamento sostitutivo.
Riteniamo che la dizione del testo originario che lascia al Presidente della Commissione la possibilità di convocare di volta in volta i rappresentanti di organizzazioni, associazioni ed enti interessati al problema, crea minori preoccupazioni in ordine alla gestione del testo così come è uscito dalla Commissione; sembra estremamente difficile individuare che cosa possono essere i rappresentanti delle associazioni dei produttori agricoli o le loro Unioni riconosciute, considerato gli interessi non omogenei che le associazioni dei produttori possono rappresentare.
Ci sembra sia più opportuno agire con un'integrazione di carattere specifico e finalizzato della Commissione che con un allargamento a rappresentanze probabilmente troppo settoriali e non omogenee l'una rispetto all'altra.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Lombardi.
LOMBARDI, Assessore all'agricoltura Dispiace che il collega Marchini non abbia potuto sostenere questa impostazione nella sede di Commissione, perché giustamente ha rilevato che questa era la proposta della Giunta.
E' vero, anche con un riferimento all'emendamento del Gruppo repubblicano, che è necessaria una composizione certa, perché - i membri della Commissione votano, di conseguenza, assegnare il voto a persone diverse, la cui nomina avviene attraverso i meccanismi della Commissione consultiva per le nomine; è un sistema molto complicato. Queste riflessioni sono state fatte e alla fine la Commissione ha deciso che questa era la formulazione migliore, pur con dei limiti. Si tenga conto che le associazioni non sono che emanazioni delle organizzazioni professionali. E' vero che ci vogliono dei tecnici rappresentanti delle associazioni in grado di affrontare i problemi di tutti i comparti produttivi piemontesi, ma è altrettanto vero che viene garantita la presenza delle Unioni regionali per cui, vale la regola che se nascessero delle nuove associazioni o dei nuovi soggetti che danno vita ad associazioni, si dovrà rivedere la questione; occorre però dare certezza di composizione alla Commissione.
Chiedo pertanto al collega Marchini di rendersi conto del dibattito che è avvenuto in Commissione e delle esigenze pratiche che stanno dietro a questa impostazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.
MARCHINI Ho l'impressione che le argomentazioni della Giunta svolte "obtorto collo", facciano capire che invece è la Commissione che non ha assolutamente capito il problema.
Se andiamo ad una rappresentanza sindacale diffusa, allargata abbiamo un elemento di certezza. Mi sembra di capire che le unioni riconosciute sono una parte del tutto; allora diciamo: "tre rappresentanti delle associazioni dei produttori designati dalle Unioni riconosciute". E' un punto di riferimento certo a chi è il titolare di proposta. Qui c'è concorrenza tra le, associazioni e le unioni. Se è vero che si vuole mantenere il principio del riferimento alle unioni, le quali per altro possono ritenere di designare i rappresentanti delle Associazioni produttori, posso capire questo processo a cascata, di maggior specificazione, anche se la maggior specificazione dovrebbe essere legata al problema e quindi essere contingente al problema e non generale per tutta la durata della Commissione. Questa dizione mi sembra veramente poco comprensibile.
Chiedo se il testo così ipotizzato dalla Commissione non sia riconducibile ad un elemento di maggior certezza individuando tre rappresentanti delle associazioni dei produttori, designati dalle Unioni riconosciute, altrimenti abbiamo le Associazioni che si designano e le Unioni che si designano. A questo punto, ponendo il problema anche solo in termini di Commissione per le nomine, bisognerà probabilmente approvare un regolamento per queste designazioni all'interno della legge, altrimenti, è difficile capire con che tipo di priorità o di valutazione di rappresentatività noi ci pronunceremo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Lombardi.
LOMBARDI, Assessore all'agricoltura I rilievi mossi dal collega Marchini sono fondati, però dobbiamo tener conto della realtà e cioè che oggi ci sono le associazioni ma non ci sono ancora le unioni. Quando ci saranno le unioni la designazione sarà certamente di queste e in Piemonte, ce ne saranno tre , salvo si evidenzino dei soggetti nuovi.
In questo momento, non essendosi ancora concluso l'iter di creazione delle associazioni, non esistono ancora le unioni regionali, quindi bisogna fare riferimento ai soggetti esistenti, che sono parecchie associazioni domani troveranno la loro sintesi nelle unioni, ma oggi non ce l' hanno.
Poiché la Commissione dovrebbe operare in tempi brevi è chiaro che bisogna fare riferimento come obiettivo finale alle unioni, ma come fase intermedia alle associazioni.
MARCHINI Ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

Questo emendamento viene ritirato.
12) Dai Consiglieri Marchini e Santoni: nella parte Disposizioni generali, al punto 13) di seguito al quarto comma è introdotto il quinto comma: "rappresentanti di altre Organizzazioni Associazioni ed Enti che il Presidente della Commissione, in relazione all'argomento da trattare, può invitare di volta in volta, a partecipare alla seduta della Commissione".
Questo emendamento viene ritirato dal Consigliere Marchini.
13) Dai Consiglieri Reburdo e Ala: punto 13), secondo comma, aggiungere all'elenco: "- da due rappresentanti delle Associazioni ambientalistiche più rappresentative a livello nazionale da tre esperti designati, uno dalla Facoltà di Scienze Agrarie e Forestali e uno dalla Facoltà di Veterinaria".
La parola al Consigliere Reburdo che intende illustrarlo.
REBURDO Riteniamo che questa nostra proposta si inserisca organicamente tra i contenuti e gli obiettivi del Regolamento e colga la centralità di alcune questioni, una delle quali riguarda i redditi, agricoli, l'altra il problema della difesa dell'ambiente; questi due aspetti vanno riconosciuti come preminenti. Essendo contenuti nel Regolamento CEE e nella proposta regionale degli aspetti che riguardano la difesa del territorio e dell'ambiente con collegamenti con problemi di inquinamento in generale e in specifico problemi relativi all'uso proprio o improprio di fitofarmaci in agricoltura, c'è l'esigenza di dare integrale applicazione al Regolamento anche relativamente alla costituzione della Commissione regionale consultiva per l'agricoltura, la quale non ha compiti soltanto burocratici, ma affronta problemi generali relativi all'applicazione della legge. Quindi non è solo un organismo strettamente burocratico, ma è un organismo che affronta la complessità della tematica.
Ci pare quindi opportuno introdurre in una Commissione di questo tipo che non è burocratica, ma strettamente agricola, dei rappresentanti di organismi che, a volte, sono antagonisti rispetto ai produttori agricoli ma che potrebbero misurarsi con la realtà oggettiva agricola, quindi dare un contributo nella definizione programmatica e applicativa di un regolamento che è a scavalco tra la realtà agricola e quella ambientale.
In questo senso proprio per incominciare ad affrontare un discorso in positivo, che non sia soltanto di rifiuto o di denuncia, ma che tenti di cimentarsi sulle questioni reali, ci pare opportuno inserire questo aspetto fortemente innovativo, ma anche plausibile dal punto di vista dei contenuti stessi del Regolamento CEE.
Inoltre proponiamo la presenza di esperti tecnici per coinvolgere le realtà scientifiche che, in una problematica di questo tipo, possono sicuramente dare un valido contributo. Ci permettiamo di richiamare l'attenzione del Consiglio su questo problema. Probabilmente questa è la prima occasione dalla quale partire per cercare, di affrontare nella concretezza il problema complesso del rapporto tra agricoltura e ambiente chiamando appunto tutti a misurarsi in termini positivi su tale questione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Lombardi.
LOMBARDI, Assessore all'agricoltura Le motivazioni addotte dal collega Reburdo non ci sembrano convincenti per quel che riguarda i temi che la Commissione deve affrontare.
Nel disegno di legge si affronta il tema della programmazione, quello dell'ambiente e il modo per individuare le zone particolarmente sensibili.
Il contributo e la presenza di persone particolarmente sensibili a questi aspetti sono validi, in questo caso invece si tratta di affrontare questioni tecniche che riguardano l'agricoltura. Il ragionamento precedente era volto a dare certezza numerica e efficienza operativa alla Commissione un allargamento di questo tipo non sarebbe negativo, però vorrei vedere che cosa potrebbe dire l'esperto ambientalista quando si discute di portare un'iniziativa del settore della cooperazione a parametri di 500 o di 1000 capi; ci sono argomenti che non possono vedere interessate queste presenze.
Rimane il fatto che questi aspetti possono essere affrontati nella programmazione complessiva.
Questa è una Commissione tecnica alla quale secondo me debbono partecipare coloro che hanno effettive capacità, professionalità e l'interesse ad affrontare questi interventi.
Per questi motivi non ci sembra di poter accogliere l'emendamento.



PRESIDENTE

Poniamo in votazione l'emendamento dei colleghi Reburdo ed Ala.
Chi intende approvarlo è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 4 voti favorevoli, 23 contrari e 9 astensioni.
Chiede la parola il Consigliere Ferro. Ne ha facoltà.
FERRO Vorrei porre un problema sulla Commissione consultiva. Il Regolamento 797 è estremamente complesso, l'orientamento della Giunta è stato di usare una tecnica legislativa orientata a delegiferare il più possibile, sia nel testo della legge sia negli allegati, per cui è chiaro che le decisioni maggiori, per quanto riguarda gli aspetti relativi alle puntualizzazioni verranno introdotte nelle istruzioni.
Io non voglio entrare nel merito di questa scelta, voglio però dire che se il momento decisivo e più importante è quello delle istruzioni è altrettanto vero, da come leggo qui, che le istruzioni non vengono portate nella Commissione consiliare competente. Propongo pertanto il seguente emendamento aggiuntivo alla fine del punto 13): "Le istruzioni applicative della presente legge sono predisposte dalla Giunta, sentita la Commissione consultiva e la Commissione consiliare competente".



PRESIDENTE

Il Consigliere Ferro dovrebbe formalizzare l'emendamento al punto 13).
La parola all'Assessore Lombardi.
LOMBARDI, Assessore all'agricoltura L'emendamento ci sembra superfluo perché a pag. 4, al punto 8) c'è già quanto il Consigliere Ferro intende proporre. Le istruzioni passeranno all'attenzione e al vaglio della Commissione.



PRESIDENTE

Il Consigliere Ferro intende ancora formalizzare l'emendamento? FERRO Se per procedure specifiche si intendono le istruzioni e se l'interpretazione dell'Assessore rappresenta un impegno, non presento l'emendamento.



PRESIDENTE

14) Dai Consiglieri Marchini e Santoni: nella parte Disposizioni generali, al punto 13) al penultimo comma alla cifra "30" è sostituita la cifra "40".
Illustra l'emendamento il Consigliere Marchini.
MARCHINI Non avremmo abusato della pazienza del Consiglio per sostituire "30" con "40" giorni, ma intendevamo richiamare l'attenzione del Consiglio e della Giunta sulla portata di questo comma che introduce un termine perentorio (però a favore). La scrittura è certamente infelice: "..
trascorsi i quali non si è più tenuti ad acquisire i pareri", quindi mi pare di capire che si può deliberare. A questo punto, se in effetti i termini sono perentori, chiedo alla Giunta di riflettere se il termine di "30" giorni sia congruo; se i "30" giorni sono un richiamo di ordine ordinatorio possono mettere il Presidente della Commissione nelle condizioni di far lavorare i commissari rispetto a questa scadenza, se per il termine di "30" giorni è perentorio, il parere della Commissione deve arrivare entro "30" giorni in difetto di che si può deliberare senza parere. E' un problema che la scrittura non felice (ma mi rendo conto che non è facilmente modificabile) mi ha fatto sollevare.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Lombardi.
LOMBARDI, Assessore all'agricoltura L'emendamento è accolto per le motivazioni addotte dal collega e per le esigenze di chi deve decidere. A volte il ritardo trova spiegazione nell'impossibilità di funzionamento delle Commissioni, quindi è un impegno da parte dei componenti le Commissioni stesse a far fronte a quanto devono deliberare e discutere nei tempi stabiliti; saremmo accusati di responsabilità e di ritardi che non sono completamente della pubblica amministrazione.



PRESIDENTE

Mettiamo in votazione per alzata di mano l'emendamento.
L'emendamento è approvato con 21 voti favorevoli e 16 astensioni.
Passiamo all'esame degli emendamenti inerenti all'allegato "Disposizioni specifiche".
1) Dai Consiglieri Acotto, Bresso, Dameri e Ferro: da: "0. Riferimenti normativi stralciare l' art. 16".
Lo illustra il Consigliere Ferro.
FERRO L'articolo 16 del Regolamento si riferisce alle aziende che intendono predisporre piani aziendali in cui ci sia anche un riferimento alle attività turistiche e a quelle di carattere artigianale.
Riteniamo che negli allegati debba esserci un indirizzo tale da distinguere quelli che sono i piani aziendali di miglioramento classici rispetto ai piani di miglioramento con presenza di attività turistica e artigianale.
La distinzione non può essere solo intesa come una distinzione formale ma è una distinzione che deve essere fatta perché nei piani in cui esiste una attività turistica e artigianale si deve stabilire la quantità delle unità lavorative e delle ore di lavoro. Naturalmente nei piani di miglioramento non possono essere considerate le stesse ore di lavoro per esclusiva attività di carattere agricolo.
Lo stralcio dell'art. 16 risponde a questa esigenza e introduce una distinzione che è anche un elemento di maggiore certezza.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Lombardi.
LOMBARDI, Assessore all'agricoltura.
La Giunta non accoglie l'emendamento perché è conseguente all'impostazione di emendamenti che abbiamo già respinto. Se lo accogliessimo ci contraddiremmo con quelli già respinti precedentemente.



PRESIDENTE

Pongo in votazione per alzata di mano l'emendamento.
E' respinto con 12 voti favorevoli, 22 contrari e 2 astensioni.
2) Dal Gruppo PRI: al punto l. Beneficiari 4. Piano di miglioramento e contabilità semplificata 1. Presentare un piano di miglioramento comportante: delle "Disposizioni specifiche", sostituire "stabilita in base ad un bilancio di previsione" con le parole "corredata da un bilancio di previsione".
Lo illustra il Consigliere Fracchia.
FRACCHIA La parola "corredata" è più adatta a questa definizione. Una descrizione della situazione a piano ultimato corredata da un bilancio di previsione.
Non è preciso dal punto di vista tecnico dire "stabilite" in base ad un bilancio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Lombardi.
LOMBARDI, Assessore all'agricoltura Probabilmente l'italiano che usiamo in quest'aula è migliore di quello che usano i traduttori dei Regolamenti comunitari; la dizione proposta è uguale a quella del testo del regolamento comunitario: discostarsene potrebbe essere motivo di rinvio da parte della Comunità Economica Europea.
E' stato fedelmente copiato il Regolamento nella sua traduzione italiana.
FRACCHIA Non vorrei che venisse respintala legge per una parola. Di fronte a quest'argomentazione ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

3) Dai Consiglieri Acotto, Amerio, Bresso, Dameri e Ferro: aggiungere il seguente punto 3 bis: "IL PIANO DI MIGLIORAMENTO Il Piano di miglioramento dell'Azienda deve dimostrare, tramite il calcolo specifico di cui al modulo predisposto dalla Giunta, che gli investimenti sono giustificati dal punto di vista della situazione economica dell'Azienda e che la realizzazione del medesimo ne produrrà un miglioramento duraturo e sostanziale, in particolare il miglioramento dovrà constatarsi per il reddito da lavoro per ULU e per azienda. Tuttavia, tale piano di miglioramento può essere approvato anche nel caso non preveda un miglioramento duraturo e sostanziale della situazione, ma l'imprenditore ne dimostri le necessità per mantenere il, livello attuale del reddito da lavoro per ULU nell'Azienda interessata. La situazione dell'Azienda e della sua economia dovrà presentare un limite di reddito da lavoro per ULU inferiore a quello di riferimento. Il Piano di miglioramento dovrà essere redatto dal richiedente con la consulenza di un tecnico esperto in analisi di gestione delle Aziende agricole. Possono collaborare alla redazione del Piano i tecnici agricoli iscritti agli Albi professionali, i tecnici di base in servizio con almeno due anni di esperienza".
La parola al Consigliere Dameri che illustra l'emendamento.
DAMERI E' un emendamento che introduce una delle osservazioni di sostanza che erano state fatte nella scorsa seduta nei nostri interventi. Riteniamo estremamente generico e non sufficiente il modo con cui si definisce il piano di miglioramento. Il nostro emendamento tende a definire che cosa si deve intendere per piano di miglioramento non mutuando semplicemente il contenuto del Regolamento.
LOMBARDI, Assessore all'agricoltura.
Il l), il 2) e il 3) comma non sono necessari in quanto ripetono quanto già contenuto nel Regolamento. Direi che è esattamente il contrario. Noi ci siamo discostati in parte dalla dizione del Regolamento, mentre la dizione dell'emendamento è quella contenuta nel Regolamento.
L'ultimo comma poi è preoccupante, perché obbligherebbe il coltivatore a rivolgersi a liberi professionisti con un aggravio di spesa. Se c'è un coltivatore che è in grado di farsi il piano di miglioramento, non vedo perché debba affidarsi a liberi professionisti o a studi di consulenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferro.
FERRO Bisogna leggere tutto l'emendamento. Non si può dire che ci affidiamo ai professionisti. C'è anche scritto "tecnici di base in servizio con almeno due anni di esperienza". Non per fare delle polemiche, ma quando si danno delle risposte bisogna essere più corretti: sembrerebbe che noi abbiamo sposato gli studi privati! LOMBARDI, Assessore all'agricoltura.
Non è per polemica; qui si dice: "dovrà essere redatto dal richiedente con la consulenza di un tecnico esperto in analisi di gestione delle aziende agricole".



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento presentato dal Gruppo comunista.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 12 voti favorevoli, 19 contrari e 2 astensioni.
4) Dai Consiglieri Acotto, Amerio, Bresso, Dameri e Ferro: aggiungere il seguente punto 3 ter.: "IL REDDITO DI RIFERIMENTO . La Giunta regionale determina con propria delibera, entro il 30 novembre di ogni anno, il reddito o i redditi di riferimento ai sensi del paragrafo n. 3, art. 2 del Regolamento CEE n. 797/85. La Giunta regionale pu determinare un unico reddito di riferimento a livello regionale o più redditi di riferimento in corrispondenza delle Province o delle zone individuate ai fini di programmazione agricola; in ogni caso il reddito o i redditi di riferimento non potranno superare le retribuzioni media lorde regionali dei lavoratori dipendenti appartenenti ai settori extra agricoli come calcolate dall'ISTAT. Il regime di aiuti di cui al paragrafo 1, art.2 del Regolamento è limitato alle Aziende agricole: il cui reddito da lavoro per ULU sia inferiore al reddito di riferimento stabilito per l'area in cui ricade l'Azienda il cui Piano di miglioramento non preveda un reddito da lavoro superiore al 120% del reddito di riferimento, di cui al punto precedente".
La parola al Consigliere Ferro che lo illustra.
FERRO Se dovessimo scegliere tra le Giunte di pentapartito, sceglieremmo quella veneta. Non facciamo altro che proporre quanto è stato predisposto dalla Giunta veneta la quale vuole perseguire e lo dichiara volutamente l'interesse dei coldiretti e la programmazione, definisce un arco di redditi di riferimento per agire poi su questi redditi e quindi dirottare le risorse sulle zone desiderate.
LOMBARDI, Assessore all'agricoltura.
Questo è già contenuto nel Regolamento; in qualche caso ci sarebbe un intersecarsi di posizioni del pentapartito veneto con quelle di altre Giunte di altro colore, quindi ne verrebbe una legge che tiene conto di diverse posizioni regionali. Noi abbiamo seguito una nostra logica che è quella di non ripetere in legge quello che è già contenuto nel Regolamento.
L'emendamento è respinto.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento aggiuntivo del Gruppo comunista.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 13 voti favorevoli, 23 contrari e 2 astensioni.
5) Dai Consiglieri Marchini e Santoni: nella parte Disposizioni specifiche al paragrafo l. Aiuti agli investimenti nelle aziende agricole, punto 7 sono soppresse le ultime due righe "e del reddito complessivo di lavoro ricavato dall'azienda agricola".
La parola al Consigliere Marchini.
MARCHINI Più che di un'illustrazione si tratta di una richiesta all'Assessore qualora dovesse dare consenso alla nostra proposta, di depennare anche le parole della penultima riga conseguente "e del reddito di lavoro ricavato dall'azienda agricola" perché il parametro salta totalmente.
LOMBARDI, Assessore all'agricoltura.
La Giunta tiene conto di questa esigenza e fa una controproposta di emendamento che presenta all'attenzione del Presidente. Verrebbe tolto il riferimento del reddito e verrebbe lasciato quello del tempo di lavoro.
MARCHINI Il Gruppo liberale ritira l'emendamento.



PRESIDENTE

6) Dalla Giunta regionale: all'allegato all'art. 2 nelle Disposizioni specifiche al paragrafo 7.
Categorie di investimenti, all'ultimo comma sono soppresse le parole a partire da: ".., e reddito di lavoro ricavato meno ..." fino alla fine del comma.
Sono sostituite dalla parole: ".., meno del 50% del tempo complessivo di lavoro impiegato nell'azienda agricola".
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto con 23 voti favorevoli, 1 contrario e 13 astensioni.
7) Dai Consiglieri Acotto, Amerio, Bresso, Dameri e Ferro: dopo il punto 9, aggiungere il punto 9 bis "9 bis - Aiuti alle cooperative.
In attesa che la Commissione CEE determini le condizioni specifiche di cui al punto 5) dell'art. 6 del Regolamento 797 le Cooperative agricole aventi per scopo la gestione di una azienda agricola possono usufruire degli aiuti previsti per un volume massimo di investimenti pari a 450.000 ECU tuttavia non possono essere superati i seguenti massimali: 120 vacche un numero di posti suini pari al triplo di quello indicato nell'art. 3 del 797".
La parola al Consigliere Ferro.
FERRO A noi piace il Veneto, ma piace anche l'Emilia; questo è un emendamento che risponde ad un indirizzo seguito sia dalla Regione Veneto sia dalla Regione Emilia Romagna per ciò che concerne i 450.000 ECU.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Lombardi.
LOMBARDI, Assessore all'Agricoltura La Giunta deve fare una precisazione: noi parliamo di progetti di deliberazioni e di progetti di legge. In questo momento stiamo invece approvando un disegno di legge. Purtroppo questa dizione, che potrebbe essere accolta come obiettivo da parte della Giunta, non è conforme al Regolamento. L'entità degli aiuti è stabilita dalla CEE, la quale ha già bocciato una dizione simile del Ministero dell'agricoltura.
Condividiamo lo spirito col quale viene proposto l'emendamento riteniamo di non accettarlo poiché sarà la CEE, in un momento successivo, a individuare gli interventi a favore delle cooperative.
FERRO Non capisco perché si debbano respingere i 450.000 ECU.
LOMBARDI, Assessore all'Agricoltura.
Non si tratta di respingere i 450.000 ECU, il problema sta nella dizione.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
L'emendamento è respinto con 15 voti favorevoli, 27 contrari e 1 astensione.
8) Dai Consiglieri Marchini e Santoni: al paragrafo 2. Aiuti speciali ai giovani agricoltori: premio di insediamento, punto 1) alla voce 2 dopo le parole "fiscali, sociali", sono aggiunte le parole "oppure assumere al contitolarità dell'azienda ovvero partecipare come coadiuvante familiare in aziende il cui conduttore ha una età superiore ai 55 anni".
La parola all'Assessore Lombardi.
LOMBARDI, Assessore all'agricoltura La Giunta accoglie parzialmente l'emendamento. E' uno degli interventi innovativi del Regolamento 797. Si tratta di un intervento a favore dei giovani che si inseriscono quali titolari in agricoltura.
L'obiettivo che dobbiamo raggiungere, in coerenza con quanto previsto dalla CEE, è quello di ringiovanire la nostra agricoltura, facendo subentrare a titolari anziani titolari giovani. Di conseguenza, un allargamento non selettivo del tipo d'intervento potrebbe non raggiungere l'obiettivo.
Tenendo conto delle esigenze e delle specificità delle nostre aziende agricole, la controproposta della Giunta, sempre perché venga assegnata la titolarità ad un giovane, e di lasciare inalterata la dizione per quanto riguarda l'insediamento e di aggiungere le parole: "oppure quale partecipante ad un'impresa familiare costituita per atto pubblico, da cui risulti la sua qualità di unico rappresentante e responsabile dell'impresa".
Questo per evitare che esistano aspetti negativi nell'applicazione dell'intervento.



PRESIDENTE

L'emendamento del Gruppo liberale è stato ritirato.
9) Dalla Giunta regionale: aggiungere al paragrafo 2), al primo trattino: ".., oppure quale partecipante ad una impresa familiare costituita per atto pubblico, da cui risulti la sua qualità di unico rappresentante e responsabile dell'impresa".
Pongo in votazione per alzata di mano l'emendamento proposto dalla Giunta regionale.
E' approvato con 36 voti favorevoli e 2 astensioni.
10) Dai Consiglieri Marchini e Santoni: al paragrafo 2. Aiuti speciali ai giovani agricoltori: premio di insediamento punto l., voce 2, sono soppresse le parole "condurre l'azienda nella quale si insedia senza salariati agricoli fissi".
La parola all'Assessore Lombardi.
LOMBARDI, Assessore all'agricoltura La filosofia dell'intervento comunitario è quella di offrire al giovane la possibilità di possedere un'azienda agricola. L'intervento complessivamente è di 20 milioni. Non è un intervento consistente se pensiamo che un trattore costa molto di più.
Tenuto conto della disponibilità finanziaria prevista dalla legge pluriennale di spesa e dell'articolo finanziario del Regolamento comunitario, riteniamo che questa possibilità debba essere offerta a quei giovani che stanno per entrare in possesso di un'azienda di dimensioni modeste, mentre un'azienda agricola con dei salariati ha un valore tale per cui diventa ininfluente l'intervento di 10 o 20 milioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.
MARCHINI Noi manteniamo l'emendamento perché ci sembra che il suo non accoglimento sottolinei in peggio quanto è stato oggetto della precedente decisione di ordine politico.
C'è già una priorità per il coltivatore diretto. Ho difficoltà a capire come possa, a questo punto, l'imprenditore agricolo a titolo principale concorrere se si aggiunge l'altro elemento che non deve avere salariati fissi; quindi mi sembra che ci sia una sovrapposizione di elementi riduttivi dell'intervento che ci lascia fortemente perplessi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Lombardi.
LOMBARDI, Assessore all'agricoltura Anche i coltivatori diretti possono avere salariati, quindi non sono possibili utenti di questo provvedimento. Non si tratta di una distinzione tra imprenditori e coltivatori diretti: anche il coltivatore diretto è tale pur avendo dei salariati.
Noi riteniamo che sia ingiusto sul piano sociale un intervento di queste dimensioni a favore di aziende che hanno valore di miliardi pensiamo che questo intervento possa essere utile ad aziende di dimensioni modeste e che con questo intervento possano iniziare l'attività.
La scarsità di risorse non permette di rispondere a tutte le richieste ci sembra pertanto che questo criterio di selezione favorisca i soggetti più bisognosi.
E' una scelta di giustizia sociale, perché nel settore agricolo ci sono aziende per le quali l'intervento di 20 milioni ha un risultato concreto, e ci sono aziende per le quali questo intervento è ininfluente significherebbe aggiungere qualcosa a chi ha già molto.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento del Gruppo liberale.
Chi vota a favore è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 3 voti favorevoli, 29 contrari e 4 astensioni.
11) Dai Consiglieri Acotto, Amerio, Bresso, Dameri e Ferro: ai 4 requisiti sotto il punto 2. "Il giovane agricoltore deve:" aggiungere il seguente: "- ricavare dalla attività agricola un reddito pari o superiore al 50% del proprio reddito totale e dedicare alla stessa oltre il 50% del tempo di lavoro complessivo".
12) Dal punto 2. Agevolazioni - sopprimere la frase che inizia con:."L'Azienda nella quale si insedia il giovane ..." e sostituirla con: "L'Azienda nella quale si insedia il giovane deve avere, o poter raggiungere mediante il piano di miglioramento, una ampiezza tale da richiedere l'occupazione di almeno una ULU".
La parola al Consigliere Dameri.
DAMERI Sono emendamenti che vanno in direzione dell'incentivazione dei giovani che hanno un'attività a part-time. I due emendamenti sono collegati.
L'obiettivo è, all'atto dell'insediamento, di incentivare e favorire i giovani che diventano titolari di azienda, anche partendo da una situazione di part-time, per arrivare ad una ampiezza tale da richiedere l'occupazione di almeno una ULU e l'impegno totale del giovane nell'azienda agricola.



PRESIDENTE

Sono stati illustrati entrambi gli emendamenti.
La parola all'Assessore Lombardi.
LOMBARDI, Assessore all'agricoltura Gli emendamenti non sono accoglibili né l'uno né l'altro. Quanto proposto a pag. 17 già vale per le zone di montagna; per le zone di collina e di pianura vige la legge n. 153 che richiede i due terzi del tempo e i due terzi del reddito. Per ciò che concerne l'ampiezza aziendale non è possibile accettare l'emendamento, anche se condividiamo lo spirito dell'emendamento, però purtroppo la dizione del Regolamento è molto precisa e dice che il lavoro di una ULU deve esserci già nelle condizioni iniziali.
Una formulazione di questo tipo farebbe respingere la legge a livello comunitario.



PRESIDENTE

Pongo in votazione per alzata di mano l'emendamento n. 11.
L'emendamento è respinto con 14 voti favorevoli, 22 contrari e 3 astensioni.
Pongo in votazione per alzata di mano l'emendamento n. 12.
L'emendamento è respinto con 13 voti favorevoli, 23 contrari e 3 astensioni.
13) Dai Consiglieri Acotto, Amerio, Bresso, Dameri, Ferro: i punti: 3) Aiuti per la tenuta della contabilità nelle aziende agricole (pag. 20) 4) Aiuti di avviamento alle Associazioni agricole per l'assistenza interaziendale (pag. 21) 6) Aiuti di avviamento alle Associazioni agricole per i servizi di gestione aziendale (pag. 24); sono soppressi.
La parola al Consigliere Ferro.
FERRO E' indubbio che nel Regolamento 797 qualche confusione interpretativa esiste. L'Assessore diceva poco fa che i piani di miglioramento, in partenza, devono avere già una ULU.
Questa interpretazione mi pare tutta piemontese perché queste cose sono recepite in altre Regioni che hanno presentato testi che invece vanno nella direzione che noi abbiamo proposto. Comunque, anche per non aggiungere confusione a confusione, noi ritiriamo questo emendamento soppressivo anche perché questo emendamento aveva un proprio riferimento nel testo di legge e nelle nostre proposte circa un, riordino dei servizi di sviluppo. Essendo stata bocciata quella proposta nel momento in cui è stato votato il testo di legge,diventa inutile proporre un emendamento soppressivo di questa natura.



PRESIDENTE

L'emendamento viene ritirato.
14) Dai Consiglieri Marchini e Santoni: al paragrafo 7. Indennità compensativa per le zone agricole svantaggiate.
Punto l, sono soppresse le parole "coltivatori diretti che siano".
La parola all'Assessore Lombardi.
LOMBARDI, Assessore all'agricoltura L'emendamento non può essere accolto, a parte che vi è già stata l'applicazione dell'indennità compensativa in Piemonte con questo criterio.
Vorrei fare inoltre presente che gli imprenditori in zona montana non costituiscono un problema sostanziale, perché gli imprenditori agricoli delle zone montane non hanno le caratteristiche e la fisionomia che hanno gli imprenditori delle zone di pianura o di collina. E' ininfluente.
Offriremmo la possibilità di ottenere l'intervento a soggetti il cui diritto non verrebbe capito da coloro che hanno le aziende agricole nelle zone montane. L'imprenditore nelle zone montane normalmente è proprietario di superfici estese, di proprietà talmente individuate e talmente caratteristiche che potrebbero suscitare fondate critiche da parte di coloro che invece l'attività agricola la svolgono giornalmente sul territorio montano.



PRESIDENTE

L'emendamento viene ritirato.
15) Dai Consiglieri Marchini e Santoni: al paragrafo 8. Aiuti agli investimenti collettivi per pascoli ed alpeggi nelle zone agricole svantaggiate.
Punto 2, di seguito alle parole "coltivatori diretti" sono aggiunte le parole "imprenditori agricoli a titolo principale".
La parola al Consigliere Marchini.
MARCHINI Illustriamo l'emendamento in termini politici per dire che capiremmo meno una non disponibilità della Giunta di quanto non abbiamo, capito quella precedente. Mentre quella precedente era di fatto la registrazione di una realtà, sulla quale possiamo anche essere consenzienti, soprattutto per le aree svantaggiate chiedo se non si ritenga di attivare un processo di consorziamento il più esteso possibile. La riserva ai consorzi di soli coltivatori diretti ci sembra meno comprensibile di quanto non sia l'obiezione posta all'emendamento precedente. In ogni caso ritireremmo l'emendamento dopo la risposta della Giunta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Lombardi.
LOMBARDI, Assessore all'agricoltura La Giunta accoglie l'emendamento proposto dal Gruppo liberale per sopprimendo il punto 2. Quindi tutti i soggetti ritornano alla pari.
MARCHINI E' sufficiente non scrivere "imprenditore" e poi va bene tutto.
LOMBARDI, Assessore all'agricoltura In questa legge la parola l'imprenditore" è scritta spesse volte, molto di più che la parola "coltivatore". Comunque sopprimiamo il punto 2, di modo che il punto del contendere viene annullato.



PRESIDENTE

16) Dalla Giunta regionale: all'allegato all'art. 2, Disposizioni specifiche, investimenti per pascoli ed alpeggi il paragrafo 2. Priorità è soppresso. Conseguentemente la numerazione successiva scala di un punto.
Pongo in votazione per alzata di mano tale emendamento.
L'emendamento è approvato con 24 voti favorevoli e 16 astensioni.
17) Dai Consiglieri Marchini e Santoni: al paragrafo 9. Misure forestali nelle aziende agricole.
Punto 3., prima delle parole "L'imboschimento" sono inserite le parole: "Salvo che per i pioppeti".
La parola all'Assessore Lombardi.
LOMBARDI, Assessore all'agricoltura Mi dispiace che il collega Marchini non abbia potuto partecipare alla discussione in Commissione su questo aspetto. La dizione iniziale era diversa; è stata poi formulata in questo modo in seguito ad un approfondito dibattito. Si è lasciato al Piano nazionale forestale il compito di affrontare in maniera definitiva la forestazione e il problema dei pioppi.
La Commissione ha proposto questa formulazione per individuare qui terreni sui quali la forestazione non vada a scapito di altri tipi di coltivazioni e di altri interventi. I pioppi non sono esclusi, sono alla pari di tutte le altre essenze. Se accogliessimo l'emendamento liberale favoriremmo il pioppo. Siccome si tratta di forestazione e la forestazione normalmente avviene nelle zone montane, ci sembrerebbe non equo privilegiare il pioppo nei confronti di altre essenze più adeguate alle vocazioni naturali del legno nelle zone montane.
L'emendamento non è accolto, anche se le questioni del pioppo e della forestazione devono essere affrontate dal preannunciato Piano forestale nazionale.
Il Piemonte ha dibattuto a lungo sulla pioppicoltura, sulle distanze sui terreni sui quali fare l'impianto. La Commissione all'unanimità è arrivata a questa formulazione perché riteneva in questo momento di applicare le stesse regole e le stesse norme per tutte le essenze, pioppo quercia, pin b nelle zone montane.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.
MARCHINI Per dichiarazione di voto. Noi manteniamo l'emendamento pur sapendo che non avrà esito favorevole. La norma, così come è introdotta, ci pare finisca per essere applicabile dappertutto. Nessuno si sogna di piantare pioppi in montagna, salvo rare eccezioni. Ho difficoltà a capire come siano riconoscibili questi interventi al di là delle zone di montagna, così come mi risulta difficile capire come questa norma si riduca, in termini di disincentivazione, al di fuori delle aree montane. Noi manteniamo l'emendamento per invitare la Giunta ad essere molto attenta nella fase successiva di deliberazione di tutta la materia.



PRESIDENTE

Pongo in votazione per alzata di mano l'emendamento del Gruppo liberale.
E' respinto con 2 voti favorevoli, 32 contrari e 2 astensioni.
Chiede la parola il Consigliere Rossa. Ne ha facoltà.
ROSSA Vorrei proporre un completamento là dove si parla di aiuti agli investimenti collettivi per pascoli ed alpeggi nelle zone agricole svantaggiate. Chiederei che vengano favoriti coloro che eseguono opere di miglioramento fondiario, addizioni e trasformazioni degli ordinamenti produttivi e dei fabbricati rurali, sia nel primo punto che nel secondo.
Non è un emendamento, è solo un completamento.



PRESIDENTE

L'emendamento andrebbe formalizzato e presentato alla Presidenza. Il problema è che noi stiamo già discutendo il punto successivo.
La parola all'Assessore Lombardi.
LOMBARDI, Assessore all'agricoltura.
Lo strumento legislativo che stiamo votando è uno strumento che non va nei particolari, nel caso non si possa ritornare su un aspetto già votato la Giunta si impegna ad accogliere le precisazioni che vengono proposte dal collega Rossa.
Credo che nelle istruzioni applicative della legge sia possibile inserire queste forme di intervento perché non sono escluse nella parte già approvata.



PRESIDENTE

Di fatto la Giunta accoglie la proposta. Avendo disciplinato in termini generali e non essendo entrati nello specifico, non inseriamo l'emendamento nel testo, con l'impegno, nel momento in cui si formuleranno norme specifiche, di accogliere questo suggerimento.
ROSSA Avrei preferito inserire l'emendamento. Comunque, se viene confermata la disponibilità e la volontà di interpretare, in assenza di una dizione più specifica, questa proposta, sono d'accordo.



PRESIDENTE

L'emendamento è ritirato. Comunque, ai fini della regolarità sarebbe opportuno formalizzare l'emendamento.
18) Dai Consiglieri Acotto, Amerio, Bresso, Dameri e Ferro: il punto 10. Adeguamento della formazione professionale; è soppresso.
Il Consigliere Ferro comunica che tale emendamento è ritirato.
19) Dai Consiglieri Acotto, Amerio, Bresso, Dameri, Ferro: "punto 11. Progetti pilota - Diffusione - Studi di valutazione".
Aggiungere: "I Progetti pilota di cui all'art. 22 del Regolamento in Piemonte sono finalizzati a: 1) sviluppo della selvicoltura in aree di rilevante interesse ambientale individuate sulla base dei Piani di Sviluppo delle Comunità montane e del Piano Piemonte Foreste 2) sviluppo della lotta guidata nelle aree a elevata concentrazione di colture risicole, ortofrutticole e viticole individuate sentite l'Università, le Province e le Organizzazioni Professionali 3) studi di valutazione e programmi di riconversione colturale nelle aree in cui il trattamento chimico delle colture produce soglie critiche di inquinamento ambientale".
La parola al Consigliere Bresso.
BRESSO Come faceva rilevare il Presidente questo emendamento tende a specificare che cosa si intende con Progetti pilota di cui all'art. 22 del Regolamento, mentre invece l'articolo della Giunta rinvia entro sei mesi ad appositi programmi di applicazione.
Nella discussione generale della volta scorsa le ragioni di questo specifico emendamento erano già state illustrate da me. Noi siamo convinti che la situazione di gravissima emergenza ambientale, che in Italia e in Piemonte comprende il settore agricolo, è determinata anche dagli inquinamenti prodotti dall'agricoltura. Ciò richiede un avvio molto veloce di Progetti pilota in questo campo.
Riteniamo quindi che in particolare si debbano definire i progetti proprio in quella direzione finalizzando i finanziamenti disponibili alla riduzione dei centri inquinanti. Le indicazioni che diamo, oltre al primo punto, che è un classico, cioè la silvicoltura nelle zone montane, quindi l'attuazione del Piano Piemonte Foreste, sono specificatamente rivolte ai problemi ambientali. In particolare la prima indicazione riguarda lo sviluppo della lotta guidata nelle aree ad elevata concentrazione di colture particolarmente inquinanti, quelle risicole che usano grandi quantità di sostanze chimiche, quelle ortofrutticole e viticole.
La seconda indicazione riguarda gli studi di valutazione e i programmi di riconversione colturali nelle aree in cui il trattamento chimico delle colture produce soglie critiche di inquinamento ambientale. Mentre gli altri sono programmi su aree molto vaste di lotta guidata quindi di riduzione generalizzata dei carichi inquinanti, questi invece sono studi e programmi attivi di intervento nelle zone dove già la situazione raggiunge livelli critici e quindi può provocare a brevissimo termine situazioni di emergenza.
Credo non sia necessario dilungarsi molto sulle ragioni di questa nostra proposta. La situazione oggi è gravissima, rischiamo da un giorno all'altro di trovarci di fronte ad una nuova emergenza ambientale legata in maniera specifica alle sostanze tossiche usate in agricoltura, ci pare sarebbe molto grave rinviare una risposta ad eventuali programmi fra 6 mesi, che poi slittano come sappiamo anche di molto. Sarebbe importante dare oggi una risposta, non solo alla collettività piemontese, ma allo stesso mondo agricolo che in realtà si chiede che cosa succederà se da un giorno all'altro ci si trova ad avere le ordinanze dei Sindaci che vietano l'uso degli antiparassitari, dei diserbanti, ecc ...
Credo sarebbe molto grave non dare in questa sede una indicazione.
Riterremo grave la non accettazione di questo emendamento da parte della Giunta e su questo ci muoveremo anche pubblicamente per spiegare alla collettività piemontese che almeno su questo punto qualche tentativo di intervenire prima che venga fuori l'emergenza, noi l'avevamo fatto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Lombardi.
LOMBARDI, Assessore all'agricoltura Condividiamo le motivazioni che si trovano nell'emendamento proposto dal Gruppo comunista. Si tratta di fare dei programmi e dei progetti. Ci vuole tempo per approfondire, quindi, facciamo nostro lo spirito con il quale vengono presentati alcuni motivi di Progetti pilota in base all'art.
22. Però non possiamo accogliere l'emenda'mento così com'è formulato perch i Progetti pilota si ridurrebbero a questi tre aspetti; l'art. 22 invece prevede altre possibilità, le organizzazioni professionali e gli enti pubblici possono promuovere iniziative progettuali come Progetti pilota ed hanno altri aspetti che forse oggi non riusciamo ad individuare.
L'emendamento non è accoglibile anche se c'è l'impegno di affrontare questi tre aspetti rilevanti per l'agricoltura e per l'ambiente.
La dizione proposta nel testo è più vaga, però offre altre possibilità di Progetti pilota e queste possibilità non le vogliamo togliere.



PRESIDENTE

Per dichiarazione di voto, la parola al Consigliere Bresso.
BRESSO Secondo noi programmare vuol anche dire saper scegliere, la storia è sempre la stessa, in particolare per quanto riguarda l'agricoltura, siamo di fronte a dichiarazioni di principio, che non si chiudono mai su precise scelte programmatiche.
La nostra precisa proposta era quella di vincolare,in questa situazione specifica in cui i problemi dell'inquinamento da prodotti chimici sono a nostro avviso i problemi più rilevanti che si pongono al settore agricolo nel campo della sperimentazione, i soldi disponibili. Altrimenti si va al solito intervento a pioggia, pochi soldi su tante sperimentazioni, quindi di fatto alla non finalizzazione dei fondi destinati alla sperimentazione.
Quindi noi, ovviamente voteremo no su questo articolo e si al nostro emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione per alzata di mano tale emendamento.
E' respinto con 19 voti favorevoli, 27 contrari e 1 astensione.
Passiamo all'esame degli emendamenti inerenti all'allegato "Disposizioni Finanziarie".
1) Dai Consiglieri Acotto, Amerio, Bresso, Dameri e Ferro: a pag. 36, il punto 5. è così emendato: "Per i contributi negli interessi su mutui fino a 15 anni per i miglioramenti fondiari per aiuti agli investimenti nelle Aziende agricole ai sensi del Titolo I del Regolamento CEE 12/3/85 n. 797, sono autorizzati a decorrere dall'anno 1987, limiti di impegno fino alla concorrenza consentita dall'applicazione dell'art. 18 della legge 984/77.
La spesa così determinata viene inserita nei bilanci di previsione dei rispettivi anni".
Lo illustra il Consigliere Dameri.
DAMERI Illustro questo emendamento fiduciosa che, a differenza degli altri emendamenti proposti dal nostro Gruppo che sono stati respinti, questo sia accolto.
Noi proponiamo che i contributi sugli interessi sui mutui maturati fino a 15 anni rimangano nell'area dell'agricoltura. Il nostro emendamento è piccolo ma molto significativo sin dal prossimo bilancio (penso che possa interessare il Presidente della. Giunta che ha sempre la preoccupazione di far quadrare il bilancio).
Quindi anziché le parole. "Possono essere autorizzati", proponiamo: "Sono autorizzati limiti di impegno".
Questo non significa un taglio ai fondi in agricoltura, ma significa che i fondi dell'agricoltura vengano incentivati e perlomeno garantiti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Lombardi.
LOMBARDI, Assessore all'agricoltura.
La Giunta accoglie l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione per alzata di mano tale emendamento.
E' approvato con 39 voti favorevoli e 2 astensioni.
Signori Consiglieri, abbiamo terminato l'esame del d.d.l. e degli allegati. Procediamo quindi alle dichiarazioni di voto.
La parola al Consigliere Ferro.
FERRO Il "presidente della maggioranza" il Consigliere Brizio (non il Presidente del Consiglio) mi ha chiesto di rimanere nei 5 minuti e cercher di rimanere entro questo termine, tenendo conto dell'autorevolezza di chi mi ha fatto questa raccomandazione, che me l' ha espressa.
Naturalmente non possiamo riprendere le argomentazioni che il nostro Gruppo ha sviluppato ampiamente nel dibattito generale; a nessuno sarà sfuggita la ricchezza dell'apporto del Gruppo comunista.
In termini sintetici vogliamo però riprendere due questioni essenziali che sono state alla base del nostro ragionamento e che suggeriscono il nostro comportamento nel voto.
La prima questione è di carattere generale. Ci siamo chiesti nel dibattito come il Regolamento 797 si inserisce come tassello non secondario in uri disegno complessivo di politica agraria regionale.
Abbiamo detto che l'assenza di riferimenti nazionali, che ritorni neocentralistici del piano agricolo nazionale rendono difficile un indirizzo di politica regionale che voglia essere riportato a un disegno di politica agraria. Tuttavia, noi crediamo sia possibile uscire dall'indeterminatezza.
Le risorse che con questo Regolamento verranno utilizzate nei prossimi cinque anni, proprio perché di fatto saranno le sole che verranno orientate sulle strutture, non possono essere una cosa a sé stante, ma vanno accompagnate da un complesso di interventi specifici e per questo abbiamo posto degli interrogativi sui filoni essenziali di una politica agraria: deleghe, piani agricoli zonali, ruolo dell'ESAP, quegli interrogativi che sono i nodi reali di oggi e lo saranno domani.
L'unica risposta di merito rispetto a come il Regolamento 797 si inserisce in questo disegno di legge è stato un giudizio retrospettivo sull'ESAP.
Credo sia troppo poco.
Nulla comunque di propositivo e noi naturalmente non possiamo sottovalutare i silenzi impacciati su questi punti. Sappiamo che sono punti delicati su cui da tempo prudenza e mediazione consigliano atteggiamenti di rinuncia a quel guizzo di orgoglio che sarebbe stato necessario.
Il risultato è deludente. Abbiamo chiara la sensazione che la complessità dei problemi invece di offrire spunto ad un'ambizione di più alta qualificazione del governo diventi alibi per accantonare i problemi per ragionare in termini minimalistici.
La seconda questione, più di merito, sta all'interno degli elementi selettivi che abbiamo cercato di porre coi nostri emendamenti su quattro punti essenziali.
Il primo era su come agire sul reddito di riferimento e sui redditi di riferimento per far calare gli aiuti, ma non in modo indifferenziato, ma su aree e zone definite, finalizzando l'intervento anche alle esigenze di riequilibrio territoriale, ma questo emendamento è stato respinto.
La seconda questione è su cosa si intende per piano di miglioramento uscendo da generiche formulazioni; e anche questo è stato respinto.
La terza è il rapporto fra programmazione, progettualità e gestione su cui si sono concretizzati molti nostri emendamenti sull'attuazione degli artt. 18, 19 e 22 del Regolamento. Anche qui da parte della Giunta abbiamo delle generiche promesse per quanto riguarda il futuro.
Il quarto nodo è quello di riportare a un disegno unitario altamente qualificato il ruolo delle associazioni in materia di assistenza tecnica di gestione e di contabilità. Ma siamo di fronte a delle affermazioni estremamente vaghe e generiche che riguardano il futuro.
Proprio alla luce delle risposte che sono state date su questi quattro nodi, il nostro non può che essere un giudizio negativo.
E' stato ricordato più volte dall'Assessore che una parte dei nostri emendamenti erano stati accolti in sede di Commissione, vogliamo ricordare che gli emendamenti accolti erano importanti, ma non entravano nel merito di questi quattro nodi essenziali rispetto ai quali l'atteggiamento della Giunta ci consiglia un voto negativo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mignone.
MIGNONE Voglio confermare il voto favorevole del nostro Gruppo, ma credo anche degli altri Gruppi di maggioranza sul provvedimento che il Consiglio oggi sta licenziando. Intanto richiamo l'attenzione del Consiglio sull'importanza del provvedimento che abbiamo discusso in due sedute attraverso un dibattito generale molto ampio e - un'altrettanta ampia discussione sugli emendamenti.
E' un provvedimento significativo che era atteso dal mondo agricolo piemontese; introduce nella nostra realtà un significativo sostegno all'agricoltura, in particolare a quella delle zone svantaggiate di montagna, alle zone vincolate a parco o a riserva o sottoposte a regime di tutela ambientale.
Noi condividiamo la scelta fatta dalla Giunta di non entrare nel dettaglio della normativa preferendo una normativa a maglie molto larghe che dia la possibilità attraverso provvedimenti deliberativi, ancorch sottoposti all'attenzione della Commissione consiliare. Non si è verificata nessuna espropriazione da parte della Giunta della potestà del Consiglio il quale introduce la possibilità di intervenire con provvedimenti di rapida approvazione che non sono quelli della legge.
Ci pare una scelta condivisibile, così come deve essere condivisa la scelta di non tentare di forzare le indicazioni del Regolamento CEE 797 proprio perché questo non ci venga respinto dalla CEE che ritarderebbe ulteriormente la sua entrata in vigore in Piemonte.
In questo modo invece già nel 1986 il Piemonte potrà recuperare una parte delle 20.000 domande giacenti, che fino ad oggi non hanno potuto trovare accoglimento Certo, sono necessarie delle ulteriori esplicitazioni, degli approfondimenti, ma questi potranno trovare una risposta puntuale e immediata attraverso l'esame della competente Commissione consiliare.
Per queste ragioni il provvedimento può trovare il voto favorevole del Consiglio su questo importante provvedimento per l'agricoltura piemontese.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'intero disegno di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto si 29 Consiglieri hanno risposto no 18 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'intero testo di legge è approvato.


Argomento:

Esame p.d.l. n. 65: "Applicazione in Piemonte del regolamento delle Comunità Economiche Europee n. 797 del 12/3/85 relativo al miglioramento dell'efficienza delle strutture agrarie" (seguito)

Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

L'intesa era che dopo la legge sull'agricoltura avremmo discusso i due ordini del giorno sul fumo di cui uno presentato dal Consigliere Pezzana l'altro dal Consigliere Bergoglio. Dopodiché aprirei il dibattito sul CSI sollecitato dal Gruppo comunista.
Sospendo la seduta per qualche minuto per concordare l'ordine dei lavori.



(La seduta sospesa alle ore 14,00 riprende alle ore 15,15)


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Esame ordini del giorno sul divieto di fumare presentati dai Consiglieri Pezzana e Bergoglio


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Passiamo al punto 5) dell'o.d.g. che reca: "Esame ordini del giorno sul divieto di fumare, presentato dai Consiglieri Pezzana e Bergoglio".
La parola al Consigliere Pezzana.
PEZZANA Caro Presidente, cari colleghi, di fronte a un ordine del giorno quale quello che ho presentato sul fumo, la tentazione che avevo era quella di dire: "Non c'è bisogno di spendere nessuna parola, vista la chiarezza del suo contenuto". In realtà, parlando con i colleghi, mi rendo conto che il tentativo di banalizzare o di esorcizzare il discorso sul fumo è tuttora presente: non si è capita l'essenza di quella che è stata definita "la battaglia contro il fumo".
In realtà non si tratta di una battaglia contro il fumo, che non spetta, né ad un ordine del giorno né ad un singolo Consigliere, ma all'Assessorato alla sanità, se fosse un Assessorato che si rispetta. Forse l'Assessore Olivieri da questo punto di vista direi che è molto poco rispettabile, perché se la Regione deve contribuire all'azione di prevenzione e di educazione sanitaria, sarebbe stato compito dell'Assessore alla sanità attivare lui stesso quei meccanismi per arrivare al risultato che ci si propone con questo ordine del giorno e con l'altro ordine del giorno presentato dalla collega Bergoglio, che vanno di pari passo e si propongono le stesse finalità, tranne forse in un piccolo particolare secondo il quale una legge - nella mia interpretazione - deve presupporre anche una sanzione (a qualunque livello le si voglia stabilire) e non soltanto un invito, poiché sarebbero già sufficienti i cartelli che vediamo anche qui con la scritta :"Si prega di non fumare", mentre in realtà tutti fumano.
Sono stato fumatore e so benissimo che il bisogno di fumo è un bisogno fisico, non un vizio; non è questione di gratificazione, ma è un bisogno di portare nicotina al sangue che lo richiede; è una forma di droga come quella del bere. I fumatori dovrebbero rendersi conto di quanto il fumo faccia male e dia fastidio a loro stessi (ciascuno è libero di fumare, di bere, di cercare di mantenersi sano o malato nella misura che ritiene più opportuna) anche agli altri. Questo comportamento va contro la libertà di chi invece pretende di non essere offeso dal fumo. Vi dico onestamente che nonostante non abbia mai sofferto di mal di testa nella mia vita, il giovedì, uscendo da quest'aula ho il mal di testa.
Le volte in cui sono in Commissione c'è addirittura una nube provocata da fumo di sigarette e sigari.
Sia ben chiaro: credo che né nelle mie intenzioni né in quelle della collega Bergoglio, ci sia la volontà d'impedire di fumare. Diciamo soltanto che chi vuole fumare non deve ledere l'altrui salute e tasso di sopportabilità, per cui è pregato di farlo in luoghi in cui non dia fastidio, possibilmente non vicino e non nella stessa sala.
Questa è una norma di civiltà minima che è stata già approvata in tutti i paesi civili; in Piemonte, a Torino è stata già approvata in Consiglio provinciale e credo anche in Consiglio comunale. Sarebbe ora che la Regione, come minimo iniziale approvasse questa misura di civiltà nei confronti degli altri. Questo è il primo punto.
L'altro punto, che mi permetto di sottolineare alla Giunta e all'Assessore Olivieri in particolare, è quello sulle misure d'informazione e di prevenzione, quindi di educazione sanitaria per quanto riguarda il fumo.
L'U.S.S.L. di Bra mi ha mandato una documentazione, e penso che l'abbia anche l'Assessorato alla sanità, su quanto quel Comune ha fatto per informare soprattutto i giovani. L'età in cui si inizia a fumare è quella puberale, quando lo si fa per imitazione, per sentirsi grandi. Se la Regione prende le buone indicazioni e le azioni messe in atto dalla U.S.S.L. di Bra farebbe opera meritoria, per far si che dalle forme di avvelenamento che ormai fanno parte del nostro vivere quotidiano ne venga depennata una, quella del fumo aspirato o respirato involontariamente dai non fumatori.
Non mi dilungo su questo argomento e invito i colleghi a meditare non tanto sul loro bisogno di fumare, che verrà comunque soddisfatto allontanandosi un momento dall'aula dove ci sono non fumatori, ma dal loro senso di civiltà per una battaglia che tutti riconoscono quale indispensabile per migliorare la qualità sanitaria della vita e non soltanto quella teorica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bergoglio.
BERGOGLIO Lo spirito con cui ho presentato l'ordine del giorno è già stato anticipato da quanto ha dichiarato il Consigliere Pezzana.
Non ho la pretesa di forzare chi gradisce fumare e che, nonostante i dati pesanti e drammatici sul danno che il fumo provoca alla salute, non ritiene di tenerli nella dovuta considerazione.
Quello che invece intendo sottolineare con questo ordine del giorno, in presenza anche di una legge nazionale già in vigore che proibisce il fumo nei locali pubblici è che ci sono ampi spazi nell'ambito di questa legge per giungere a regole di comportamento nell'ambito delle strutture pubbliche che dovrebbero essere interpretate.
Sarei tentata di dare alcune cifre che traggo da pubblicazioni scritte da altri poiché non ho pretese di essere un'esperta in materia.
In un'inchiesta recentissima fatta proprio in relazione al decreto Degan, nonostante abbia visto un'altissima percentuale di contrari, il 97 delle risposte ha dichiarato di essere a conoscenza che il fumo fa male.
Forse però non si è bene informati di quanto il fumo faccia male anche perché in una serie di ragioni, anche economiche, si finisce per dare prevalenza a questo aspetto rispetto ad altri.
Le sigarette che si producono in Italia sono tra le più tossiche: hanno un contenuto medio di catrame di 17 milligrammi e non tutti sono informati del fatto che le 500 sostanze cancerogene attualmente conosciute sono tutte presenti nel fumo del tabacco.
Così come non so se siano tutti informati che trenta sigarette al giorno forniscono all'organismo, in un anno, una quantità di radiazione pari a quella apportata da 300 radiografie.
Quello che mi interessa sottolineare è che ho presentato l'ordine del giorno non per impedire di fumare a chi fuma, ma per impedire che mi obblighino, a respirare il fumo. Il fumo passivo quello respirato dai non fumatori nei locali chiusi, equivale al danno di due sigarette per ora, il che vuol dire che durante una seduta media di Commissione di quattro ore mi si costringe a fumare otto sigarette; se poi c'è anche seduta nel pomeriggio sono sedici sigarette, quindi una dose consistente di fumo non gradito e non ricercato.
Dopo la tragedia di Cernobyl, il Ministero della sanità ha diramato delle norme per cercare di contenere i rischi di ammalarsi di cancro (un dato ipotizzava per i prossimi anni un aumento da 200 a 2.000 casi di cancro). Mi stupisco che non ci si preoccupi minimamente del fatto che nel solo nostro paese ci siano 80 mila morti all'anno per fumo, una persona ogni sei. Questo è un dato reale e riscontrabile. Secondo quanto dice il prof. Ravasi, Presidente della Lega contro i tumori, la mortalità dei sessantenni è influenzata dal consumo di sigarette di trent'anni fa, quando nel 1945 si passò da una media di una sigaretta al giorno (ovviamente media per chi fumava e chi non fumava) alla media di circa dieci sigarette.
Sempre secondo il prof. Ravasi, in Italia muoiono 30 mila persone, all'anno per cancro al polmone e di queste il 95% sono fumatori.
Vorrei inoltre sottolineare che mentre l'abitudine generalizzata al fumo da parte degli uomini è di antica data, quello delle donne è più recente. Negli ultimi anni si è verificato un avvicinamento di queste percentuali di morti per cancro questo dato, seppur indiretto, dimostra quanto incide il fumo.
Ma di questi problemi parleremo a suo tempo, quando il decreto Degan avrà ottenuto l'approvazione anche se un po' attenuata rispetto alle norme iniziali forse troppo rigide. Comunque è un augurio per il futuro; per il presente esiste una legge che vieta il fumo, nei locali pubblici e nei luoghi di riunioni.
Credo perciò che un'iniziativa regionale, come quella proposta dagli ordini del giorno del Consigliere Pezzana e mio possa avviare un processo di rieducazione in questo senso. Non chiedo di rimettere in uso quella buona regola di comportamento di chiedere, in presenza di signore, di poter accendere una sigaretta, intanto perché è diffusa l'abitudine al fumo anche tra le donne e poi perché la richiesta di parità comporta la rinuncia a privilegi di questo tipo.
Sono norme di buona creanza e di parità sia in presenza di signori che di signore. Chi desidera fumare lo faccia pure, ma non in modo da costringere, durante lo svolgimento del proprio lavoro in Commissione nelle riunioni, nell'ambito dell'espletamento delle funzioni dei Consiglieri (e questo vale anche per i funzionari regionali) a fumare malgrado tutto. Questo comportamento può configurarsi come violazione bella e buona della volontà e del diritto soggettivo alla tutela della propria salute, che deve essere comunque garantito senza dover sempre riproporre il problema che, tra l'altro, viene interpretato in modo non univoco dai vari uffici e dalle varie sezioni regionali.
Nell'ordine del giorno chiedo ai Presidenti del Consiglio e della Giunta, nell'ambito delle rispettive competenze, di dettare norme di comportamento univoche in applicazione alla legge vigente, che viene sostanzialmente disattesa.
Il problema non è mio personale, è un problema generale collegato al rispetto della legge e del diritto, Nella sede della V Commissione si parla e spero con convinzione, della tutela della salute, della prevenzione dei danni alla salute e di una serie di sostanze nocive che comportano provvedimenti finanziari, strutture o altro, per esempio, le discariche per sostanze nocive, ma non si parla di ridurre i rischi del fumo.
Il problema dell'ossido di carbonio, quello del catrame sono da affrontare con serietà,, ma perché del danno prodotto dal fumo si preferisce ipocritamente non parlare e si finge di pensare che non rappresenta un problema? Esiste poi il problema dell'educazione dei giovani, ne ha accennato il Consigliere Pezzana, e il problema dell'uso di sostanze nocive che per il fatto che si sono sempre usate non è detto che siano meno dannose.
La sfida alla tutela dell'ambiente; alla qualità della vita inizia di qui. Con questo spirito, e credo di poter parlare anche a nome di altri Consiglieri non firmatari dello specifico ordine del giorno, noi intendiamo dare e offrire il nostro contributo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Adduci.
ADDUCI Signor Presidente sui rischi derivanti dal fumo, per i fumatori ed anche per i non fumatori, molto si è detto e molto si è scritto, pressoch inutilmente.
I fumatori hanno continuato ad aspirare voluttuosamente - li abbiamo visti anche poco fa - corroboranti boccate di fumo dalle loro sigarette nel tentativo pressoché inutile di placare le loro ansie e le loro apprensioni, un tentativo che rispetto e che va rispettato, come per altro ritengo che vada rispettata l'esigenza di chi, non fumando, non vuole aggiungere un altro rischio ai tanti di cui, suo malgrado, non può fare a meno.
Poco o nulla vale a lenire tale considerazione l'appellarsi, come spesso si fa, ai condizionatori d'aria ed in quest'aula ne abbiamo testimonianza continua, essi lungi dal purificare l'aria che rimane comunque un po' greve e certamente non aulente d'ambrosia, la rendono un po' più gelida, di un gelo innaturale che, pur non facendo rabbrividire crea disagio.
E' quella del fumo una questione annosa oscillante tra proibizioni inviti e preghiere che non credo possa essere affrontata e risolta né con divieti né con univoche esegesi legislative, anche perché i fumatori formano una super squadra compatta. Nel mio stesso Gruppo, per esempio, su 18 fumano ben 15 persone. Adesso mi si dice che interverrà il Consigliere Acotto contro il fumo, devo dire: timeo Danaos et dona ferentes. Voglio dire che, parafrasando Virgilio, diffido dei fumatori anche quando parlano contro il fumo. Ora però ai non fumatori se ne stanno aggiungendo altri, i fumatori hanno perso Manfredini, noi abbiamo acquistato Calligaro, che non fuma, però due o tre, in compenso fumano sigari come lo stesso Acotto, in questo forse corrotti dal collega Benzi, cattivo esempio anche lui: ha corrotto alcuni dei miei compagni eccitandoli a fumare sigari.
Amerio e Valeri, mi si dice, sono sulla via della redenzione. Poi Signor Presidente, i fumatori sono solidali fra loro: "... boves et frenatum equum et scutum, cum framea gladique: hoc maximum vinculum arbitrantur" scrive Tacito con ammirazione, a proposito dei doni nuziali dei germanici. I fumatori, invece, sono felici di scambiarsi sigarette di diverse marche e fatue fiammelle per accendere le sigarette stesse.
Quindi, lasciando stare divieti e vincoli, credo che convenga appellarsi ad essi mi appello ad alcuni elementi che finiranno per prevalere, me lo auguro, quali il senso di responsabilità, di tolleranza di autocontrollo non solo in questa sede, ma dovunque si tengano riunioni.
Senso di responsabilità, di tolleranza e di autocontrollo fondati su una considerazione peraltro molto semplice, che è questa: come io non fumatore non voglio costringere nessuno a non fumare, così un fumatore pu autocontrollandosi, non costringere me a fumare, credo che il nocciolo della questione sia sostanzialmente questo.
Signor Presidente, dai negozi sono scomparsi quegli antichi cartelli con la dicitura: "La persona civile non bestemmia e non sputa per terra".
Forse perché con essi sono scomparse o stanno scomparendo quelle pessime abitudini e mi piace pensare che a questo positivo fenomeno abbiano contribuito anche quelle scritte. Non sarebbe forse inutile apporre e far apporre, nell'ambito dell'auspicato piano regionale straordinario, di cui parla il collega Pezzana, di prevenzione e formazione sui rischi del fumo un cartello con la scritta: "Rispetta gli altri: non fumare al loro cospetto".
Questa mi sembra l'unica via percorribile. I rischi del fumo sono ampiamente noti, i fumatori soprattutto lo sanno da tempo ed essi continuano a fumare.
Le leggi che vietano di fumare ci sono, ed alcune risalgono anche a decine di anni addietro e il fatto stesso che oggi, qui, si discuta di questo problema e che un Ministro stia predisponendo, contro il fumo un'altra legge pur utile anch'essa, mi fa pensare alle grida di manzoniana memoria. Non è escluso, infatti, che altri predispongano, in futuro, altre leggi ancor più restrittive e più punitive nei confronti dei fumatori, a dimostrazione che, come direbbe il Manzoni: ci sono dei fumatori tuttavia.
Combattere contro il fumo, colleghi, è un po' come combattere conto i mulini a vento. Io invece combatto, ed invito tutti voi a combattere, per i mulini a vento, perciò non invocando nessun divieto, ma, richiamandomi al senso di responsabilità certamente presente in ogni Consigliere, invito i fumatori a votare a favore di un ordine del giorno possibilmente unificato inteso l'ordine del giorno in cui si vieta il fumo come un momento contingente per manifestare quella tolleranza indispensabile al vivere civile e se volete, come chiara espressione di un desiderio di rispetto degli altri che tutti i cittadini non possono non riconoscere esemplare in chi li rappresenta in questa istituzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Minervini.
MINERVINI Farò anche una dichiarazione di voto sui due ordini del giorno che come hanno detto il colleghi Pezzana e Bergoglio, si equivalgono. La mia forza politica ritiene di non potere fare altro che essere favorevole sul contenuto degli ordini del giorno dei quali stiamo discutendo, essendo noi del Gruppo MSI non degli accaniti fumatori, ma dei fumatori.
Se pensiamo però agli enormi danni che il fumo produce, danni che non sto qui ad elencare perché tutti quanti li conosciamo, a chi fuma e a chi non fumando subisce passivamente il fumo degli altri, non possiamo che dire che la tutela della salute è un dovere primario di qualsiasi organo istituzionale, quindi, delle decisioni tendenti al meglio vanno prese.
Ci chiediamo però se lo Stato, che sicuramente non vuole rinunciare ai guadagni derivanti dal monopolio dei tabacchi, non si accorge che spende il doppio di quanto incassa quando deve curare le malattie che derivano dal fumo.
Mi sia però concessa una considerazione. Riteniamo di non poter condividere lo spirito, quasi da crociata, che emerge nella parte finale del documento del collega Pezzana, là dove richiede la predisposizione di un piano regionale straordinario di prevenzione e di informazione sui rischi.
Non condividiamo la pomposità di questi intendimenti, così come non condividiamo lo spirito da crociata della proposta Degan che non è ancora attuale, che però è in discussione in Parlamento, la quale oltre a proteggere i non fumatori dalle nocive conseguenze del fumo, scelta che ci trova pienamente d'accordo, "criminalizza" la categoria dei fumatori e giunge a prevedere il divieto di fumare in uffici, in locali, in abitazioni private.
Non ci spieghiamo però come lo Stato saprà poi operare o potrà operare un controllo costante nei confronti dei contravventori e soprattutto ci chiediamo con quale personale (attualmente inesistente) della pubblica amministrazione. A meno che lo Stato, dopo aver creato e istituzionalizzato la figura del pentito, non voglia istituzionalizzare la figura del delatore o della delatrice, di colei che va a dire: "Il mio principale ha fumato età...". Questa è una battuta.
Desidero ribadire la nostra contrarietà al fumo e sottolineare, come già detto inizialmente, le nefaste conseguenze dal punto di vista sanitario, e dal punto di vista dei costi abnormi in termini umani ed economici.
Come forza politica riteniamo doveroso che si assumano iniziative di informazione e di educazione sanitaria soprattutto a livello scolastico ed aziendale. Lasciamo perdere i piani particolareggiati straordinari pluriennali che non risolvono nulla, o quasi nulla. Prendiamo iniziative concrete che servano effettivamente per raggiungere il risultato di diminuire il numero dei fumatori attraverso una seria operazione di convinzione e non con il varo di soli provvedimenti legislativi punitivi che tendono alla costrizione e anche all'effetto contrario. Per quanto ho affermato riteniamo ugualmente di dare voto favorevole ai due ordini del giorno, che speriamo però trovino una soluzione unica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Santoni.
SANTONI Presidente e colleghi, strana situazione è oggi la nostra. Noi che di solito discutiamo di leggi che regolano la vita dei cittadini, discutiamo con questo ordine del giorno il modo per regolare la nostra vita di Consiglieri regionali e cioè se sia cosa buona e giusta fumare o no in quest'aula.
L'argomento di per se allettante induce alla tentazione cui hanno largamente ceduto coloro che mi hanno preceduto, cioè di fare una discussione generale sul fumo, se il fumo faccia male o bene. Accolgo l'impostazione di Pezzana, quando tornando all'argomento che dovrebbe principalmente occuparci, cioè la possibilità o meno di fumare in quest'aula, si riferisce esclusivamente ad un problema di rispetto e di tutela di coloro che non fumano. Mi preoccupo però quando questo discorso che tutti fanno, nasconde quasi sempre - e dirò il perché - un discorso di natura diversa, cioè un discorso che vorrebbe affidare all'autorità pubblica, visto e considerato che la scienza ci dice che il fumo fa male il diritto - dovere di imporre ai cittadini cosa fa bene e cosa fa male.
Per esempio, dall'intervento dei colleghi Bergoglio Adduci, questa tentazione, conscia o inconscia, emerge chiaramente. A questo punto non sono più tanto d'accordo. Certamente la pubblica autorità, il legislatore l'esecutivo potranno e dovranno far conoscere, spiegare e indirizzare, ma l'ultima cosa che ritengo possano e debbano fare è quella di imporre ai cittadini cosa gli fa bene e cosa gli fa male.
Arriveremo ad una "Degan 2" che imporrà la maglia di lana d'inverno per non prenderci il raffreddore; arriveremo "alla Degan 3" che ci dirà quanto dobbiamo esporci al sole per non prenderci il cancro della pelle arriveremo "alla Degan 4" che ci dirà chissà che cosa per evitare qualche altra strana malattia? E' una strada pericolosa questa, che io non mi sento di condividere.
Siccome la strada che ha imboccato il Ministro Degan è proprio questa perché di là dal vetro del televisore le tossine del fumo non passano, ma si prevede anche di non consentire il fumo in televisione perché gli spettatori non vedano e non venga loro voglia di fumare, dico questo perch certi accenni sono stati fatti. A queste tentazioni mi sento di non dover cedere, anzi, sono preoccupato se qualche collega ritiene di cedere.
Accetto però l'impostazione di Pezzana: la tolleranza deve arrivare fino al confine, non diventi intollerabile per gli altri, quindi, non violi la libertà e le scelte degli altri. Siamo perfettamente d'accordo.
Mi chiedo però se, per esempio, un adeguato sistema di depurazione dell'aria, che non è condizionamento, che non altera la temperatura della sala, non sia sufficiente ad evitare i rischi giustamente lamentati da coloro che non fumano.
Da poco più di un anno sono in Consiglio regionale, ma appena sono entrato qui quello che mi ha dato più fastidio non è stato il fumo, che non ho mai trovato tanto stagnante in quest'aula, ma è stato questo impianto di illuminazione, che è assolutamente nocivo, con questo tipo di colorazione.
Anch'io esco con il mal di testa, ma solo quando sono qui, e fumo anche quando sono fuori.
Ho l'impressione che i motivi dei nostri malori all'interno di quest'aula dovremmo ritrovarli anche in qualche cos'altro, adeguare la struttura di illuminazione dell'aula che ha quelle esigenze che credo siano di tutti e che sono esigenze di tutela di inquinamento visivo.
L'impostazione mi va bene, la soluzione non mi sembra però quella adeguata.
Il cartello "vietato fumare" non trova una soluzione a questo problema.
Mi ricordo che nella nostra modesta sede di Partito, ci si era posti il problema se mettere il cartello "vietato fumare" o mettere dei depuratori dell'aria. Abbiamo scelto il cartello "vietato fumare" solo per un motivo pratico, perché costava di meno il cartello che non il depuratore dell'aria.
Potremmo anche permetterci, se quello che c'è non è sufficiente e non è perfezionato, di trovare qualche strumento che giustamente rispetti le esigenze di tutti, consentendo anche di non dare ulteriori alibi ai Consiglieri per sostare più nei corridoi all'esterno dell'aula che all'interno dell'aula stessa.



PRESIDENTE

La Giunta ha approvato la deliberazione per ristrutturazione della sede del Consiglio per ragioni di sicurezza. Il problema dell'illuminazione era già stato esaminato. L'impianto è quanto di meglio ci sia oggi sul mercato.
Può darsi che le innovazioni che verranno apportate in autunno,, quando la ristrutturazione sarà completata migliorino ulteriormente l'illuminazione.
La parola al Consigliere Benzi.
BENZI Signor Presidente, colleghi Consiglieri, sono un fumatore, pertanto non voterò gli ordini del giorno, anche perché quando partii per la guerra nessuno mi disse che le pallottole facevano male e partii tranquillamente.
Queste cose mi sorprendono. Potremmo anche non produrre più il vino e i liquori perché fanno male anche quelli.
Dico anche che le Commissioni sono formate in modo diverso, ci sono Commissioni di fumatori e Commissioni di non fumatori. Dovremmo fare un soppalco, un vetro o qualcosa che divida la parte dei fumatori da quella dei non fumatori.
Capisco tutto quello che si dice sulla salute, sul fumare, sul non fumare , ma allora cominciamo a fermare le automobili. E' possibile che gli scarichi delle automobili non facciano male? Scaricano dei gas nocivi.
Questa non è l'isola felice in cui non si può fumare e dove non si pu bere.
Colleghi, sono d'accordo su tutte le prevenzioni che volete, ma non sono d'accordo che si limiti la libertà di qualcuno. A me, per esempio, dà fastidio l'odore della brillantina, l'odore mi fa star male.
Non sono d'accordo sulle limitazioni, mettete degli aspiranti, mettete i vetri colorati. Io darò voto contrario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cernetti.
CERNETTI Il Gruppo del PSI accoglie questa proposta di ordine del giorno perch ritiene che anche la Regione abbia il dovere di dare un esempio. E' una misura di civiltà.
Non mi dilungherò sui danni del fumo, sono perfettamente coerente perché non ho mai fumato una sigaretta, ho sempre fatto una scelta razionale.
Posso però portare un caso personale. Mio marito è stato operato ben due volte per cancro dei fumatori. Però, non diteglielo,perché vi rovescia il tavolo addosso. Per ben due volte è stato tracheotomizzato e questo - ve lo assicuro - ha agito nella mia famiglia da educazione sanitaria in modo drastico: nessuno nella mia famiglia fuma.
Non è che si voglia imporre niente a nessuno. Ritengo siano pochi i partiti come il Partito socialista, che è libertario, addirittura al limite con l'anarchia, ma io ritengo che siano i fumatori che limitano la libertà di chi ha deciso di non avvelenarsi imponendo agli, altri il loro fumo.
Consigliere Benzi, su questo non siamo affatto d'accordo.
Nei due ordini del giorno non si impone niente a nessuno, non si limita niente, ma quando in un ambiente piccolo su dieci persone due sembrano delle ciminiere (non faccio né nomi né cognomi, tutti sanno a quale ambiente mi riferisco) sono queste due persone che limitano la libertà alle altre otto.
C'è chi dice: "ognuno ha in sé il suo principio di auto-distruzione in base al quale può distruggersi come vuole".
Viviamo in un ambiente in cui ci stiamo progressivamente avvelenando con i concimi, con i disinfestanti, con i disinfettanti, con i conservanti con i diserbanti, con le discariche abusive e quelle autorizzate, viviamo in un ambiente nel quale respiriamo la nube di Chernobyl, e non possiamo far a meno di respirarla, quanto meno cerchiamo di convivere civilmente con auto-controllo, con norme igieniche ben precise per noi e per gli altri tutto questo deve far parte di una civiltà doverosa.
Questo lo dico in modo sentitissimo, in genere non parlo se non sono convinta di quanto dico. L'Assessore alla sanità, forzando quello che è il suo principio di auto-distruzione, si faccia carico di quello che è il suo ruolo e imposti una campagna di informazione e di educazione sanitaria che metta in evidenza i rischi che ognuno corre fumando.
Io mi faccio sempre carico di troppe cose, anche se non mi competono (può essere presunzione o eccessività di carattere) di quello che lasceremo alle generazioni future, l' ho già detto parlando di Chernobyl.
Allora, perché non pensiamo a quelli che verranno, che ci succederanno perché non promuoviamo una sana campagna di informazione e di educazione sanitaria perché, per esempio, chi non ha iniziato a fumare sia aiutato a non fumare? E' provocatoria la proposta, Assessore, lo so, però qui ti stiamo incastrando.
Venga il semplice divieto di fumare in aula, poca cosa emblematica, ma doverosa, comunque è un esempio che si deve dare, ma la portata di questo deve andare ben oltre da parte dell'Assessorato alla sanità, deve andare ad una campagna di educazione sanitaria che metta bene in evidenza quali sono i pericoli che corre chi ha questa abitudine troppo diffusa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.
STAGLIANO' La ringrazio signor Presidente, dirò poche parole cominciando con l'apprezzare il tono pacato con cui il Consigliere Santoni, accanito fumatore, si è rapportato al dibattito. Santoni, però, circoscriveva eccessivamente il senso della nostra discussione. Essa non riguarda soltanto l'auto - regolamentazione della vita nel Palazzo, anche perch questa sera il TG3 o forse domani i quotidiani parleranno più di questo argomento che della legge sull'agricoltura su cui il Consiglio ha lavorato per tutta la mattinata.
Il segnale che può allora venire da quest'aula è di educazione intorno ad un problema. Il problema a me pare essere quello dell'atteggiamento da tenere nei confronti delle sostanze eccitanti. Mi pare sbagliato demonizzare qualsiasi sostanza, come, del resto, è, sbagliato mitizzarla.
E' sbagliato affidare al tabacco, all'alcool o alla marijuana (per pronunciare una bestemmia in questo luogo) poteri e significati che vanno al di là del gusto circoscritto che queste sostanze possono offrire. E' altrettanto sbagliato che si facciano le crociate contro sostanze che molto spesso neanche si conoscono.
Io appartengo a quella schiera di persone che con il tabacco ha un rapporto, per così dire, razionale. Mi piace gustare a casa mia e fra persone consenzienti il tabacco dei sigari che raccolgo dove mi capita di andare. E' un consumo a cui non attribuisco particolare significato e da cui non mi difendo. Posso farne a meno, se occorre, senza sacrificio. Ora a me pare che quello di cui discutiamo oggi abbia un grande valore culturale: chi fuma deve imporre agli altri il proprio fumo? L'iniziativa del collega Pezzana è apprezzabile in questo senso. Ed è chiaro che nessuno di noi ha diritto di imporre alcunché, tanto meno sostanze sgradite, che fanno pure male.
Io penso che gli Enti locali e tutte le istituzioni democratiche rappresentative di questo Paese facciano bene ad intraprendere una campagna di sensibilizzazione, di informazione e di conoscenza del tabacco e dei suoi effetti, in modo che ciascun cittadino possa decidere liberamente e consapevolmente. Non servono crociate di nuovo puritanesimo. E proprio per questo, pacatamente, non mi pare tollerabile che, se non ne ho voglia, pur apprezzando "toscani" e "toscanelli", debba fumarmi il sigaro di Benzi attraverso il suo fumo. Nel merito degli ordini del giorno proposti penso sia stato importante arrivare ad un testo unico. Voterò a favore del documento firmato da Pezzana e Bergoglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reburdo.
REBURDO Da anni non sono più un fumatore e confesso che l'argomento mi interessa relativamente. Sono abbastanza sorpreso per l'interesse con cui la Conferenza dei Capigruppo ha accolto la proposta di questo ordine del giorno che riguarda si un argomento importante, ma a scapito di altri argomenti e altri ordini del giorno presentati da mesi ma che non hanno trovano una così attenta accoglienza anche da parte di quelle forze politiche che del liberalismo fanno il modo centrale di essere nelle istituzioni e nella società. Ho presentato con il collega Ala da otto dieci mesi un ordine del giorno sull'obiezione fiscale e nella quasi totalità delle Conferenze dei Capigruppo questo problema è stato trascurato.
La questione sollevata non è di secondaria importanza. Questa mattina abbiamo discusso di un problema importante, il rapporto tra agricoltura e ambiente e come l'agricoltura può svolgere una difesa reale dell'ambiente e della salute ma non c'è stata tanta attenzione e tanta tensione, come c'è stata sulla questione del fumo (anche se un po' ridanciana)..
Negli uffici pubblici, per rispetto dei dipendenti e delle persone che vi accedono ai fumatori non dovrebbe essere data la possibilità di fumare durante l'orario di ufficio.
Ci vorrebbe una campagna attenta ed approfondita in tutte le strutture sanitarie, in quelle di base e nelle altre, dove il fumo viene usato ampiamente. Ci vorrebbe, Assessore Olivieri, un rapporto con la scuola per evitare che insegnanti e allievi fumino con tranquillità.
Gli ordini del giorno possono anche andare bene, però attorno ad una questione come quella del fumo è centrale il problema dell'informazione e della educazione. Occorre allora un piano generalizzato che ponga i fumatori di fronte alla loro responsabilità in quanto obbligano i non fumatori a dover subire, loro malgrado, il fumo.
Per queste mie valutazioni non parteciperò al voto sugli ordini del giorno pur trovandomi d'accordo sul fatto che il fumo non va proibito, ma va combattuto in quanto elemento che disturba la salute dei cittadini.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Acotto.
ACOTTO Chiamato in causa ripetutamente non posso esimermi anch'io da qualche battuta introduttiva. La prima è riferita ad un detto per fortuna fuori uso almeno nel nostro Paese, secondo il quale un bicchiere d'acqua e un buon sigaro toscano non si nega neppure al condannato a morte. Potrei ricordare al Presidente del Consiglio, che è un cultore del Parlamento subalpino classico, che Cavour diceva che un disegno di legge e un vecchio toscano non lo si nega a nessuno.
I tempi sono cambiati, anche se, e non lo voglio fare qui, c'è chi continua ad intessere elogi e difese del buon sigaro toscano. Non voglio raccontare gli elzeviri, purtroppo ormai rarissimi, che il vecchio Mario Soldati dedica all'argomento sulla stampa nazionale. Sarò costretto a gustarmi nel privato questi elzeviri, magari con qualche mezzo toscano! Al di là 'di queste battute, pur rimanendo per ora un impenitente fumatore ma confidando sinceramente nelle capacità dissuasive di una cultura senza fumo piuttosto che nel proibizionismo, noi del Gruppo comunista, e parlo al plurale, siamo pienamente d'accordo che l'argomento vada affrontato seriamente sia in termini di educazione sanitaria (proseguendo l'azione già avviata sull'apposita rivista della Regione Piemonte, che è mirata a gruppi rischio sociali specifici) sia in termini di regolamentazione per l'aula e per i locali attigui delle riunioni.
Siamo per valutare il testo unificato degli ordini del giorno che è stato preannunciato ma che ancora non conosciamo, ravvisando comunque la necessità di un esame dettagliato degli aspetti logistici ed organizzativi dei nostri lavori, aspetti però che possono essere difficilmente affrontati da un ordine del giorno, ma più opportunamente da una regolamentazione e da un relativo codice di comportamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ala.
ALA Cari Consiglieri, mi tocca chiudere questo dibattito che è stato più frivolo di quanto fosse necessario; si è scelta questa strada per discutere un problema che, a livello di comportamento e atteggiamento dei singoli aveva risvolti più profondi.
Per quanto riguarda la discussione sul ricorrere al proibizionismo od alla persuasione ritengo che il problema sia anche un altro. I meccanismi di persuasione e di proibizionismo esistenti da alcuni anni in Italia non hanno portato a grossi risultati. Per quanto concerne i giovani, il miglior meccanismo di persuasione per convincerli a non iniziare a fumare, consiste in operazioni di propaganda che vedono il fumo quale vizio dei proletari e degli emarginati: fumano i perdenti. Questi sono forse i modelli che funzionano. Stando ai dati forniti da Adduci, pare che il Gruppo che percentualmente fuma di più sia quello comunista, seguito dal M.S.I.; i Gruppi formati al 100% da non fumatori sono il Gruppo Verde Civico e il Gruppo Verde.



PRESIDENTE

Occorrerebbe dire di ex-fumatori o fumatori pentiti.
ALA Io non sono un fumatore pentito.
I modelli americani, che sembrano all'ultimo grido in quanto a lotta contro il fumo, adottano operazioni di persuasione.non basate sul terrorismo, sul ripetere che fumare fa male, quanto sul fatto che fumare è brutto e rappresenta, all'interno di una società, i gruppi non emergenti e non dominanti, ma i gruppi che stanno alla fascia più bassa del livello sociale.
I giovani, sia in America che in Italia, sono stati per anni dominati invece da una cultura giovanile che vedeva nella trasgressione e nell'uso delle droghe - credo che sia pacifico il fatto che il tabacco è una droga non credo di dover spendere troppo per questo - dei modelli di trasgressione aggressivi e vincenti.
E' importante, secondo me, che ogni operazione di persuasione soprattutto rivolta agli strati giovanili che mi sembrano quelli più a rischio, debba passare più che attraverso forme di terrorismo, attraverso queste forme di persuasione che giochino sul fatto che i vincenti sono quelli che non fumano e che fumare è un elemento di debolezza.
Sono sempre stato convinto che il vedere molti uomini politici che, di fronte ad una intervista, come prima cosa accendono una sigaretta, non rappresenti altro che un momento di debolezza. Il fumare di fronte alla televisione - qualcuno lo ha accennato prima - non rappresenta nient'altro che delle difficoltà psicologiche. I giovani, comunque, non seguono molto le persone quali gli uomini politici, quindi il fatto che l'Assessore regionale alla sanità o il Sindaco di Torino fumino non ha nefaste conseguenze sui modelli di comportamento giovanile, però è altrettanto vero che i modelli di comportamento vengono incrementati dai mezzi di diffusione di massa, e quindi un ruolo importante - più che dai politici - viene svolto dagli sportivi e dai divi dello spettacolo, del cinema e della musica leggera, i quali hanno una pesante influenza sui modelli di comportamento giovanile. La persuasione deve allora passare attraverso questi strumenti, che sono di autoregolamentazione: se una persona fuma deve comunque cercare di evitare di fumare in quei momenti in cui la sua azione può servire come esempio d'un modello di comportamento negativo.
Sempre che, invece, questo fumatore non sia convinto di compiere una prodezza.
Fumare fa male e non è una grandissima impresa. Tutti sono capaci a fumare, quindi non è una dimostrazione di particolare eroismo. Per cui è importante, se non altro, che ognuno fumi nel proprio privato e non usi la sua immagine pubblica per incrementare ulteriormente questo comportamento.
E' chiaro che ultima cosa da vedere è il pulpito da cui arriva la predica - per usare non una citazione latina, ma un banale luogo comune. Lo Stato italiano, inteso come istituzione, è ben difficilmente credibile nelle sue attività di persuasione antifumatoria fino a che non procederà ad un serio ripensamento del ruolo del monopolio. E così pure finché non si rifletterà adeguatamente sulle caratteristiche in base alle quali questa droga, legalmente permessa ed in molti paesi occidentali incentivata è diventata e rimane la droga tipica dei paesi occidentali bianchi insieme all'alcool.
Le droghe si imparano velocemente e sono quasi gli unici modelli culturali che abbiamo imparato dai popoli che abbiamo colonizzato. Abbiamo invece esportato l'alcool, in uno scambio culturale tra bianchi e abitanti dell'America: pari dignità nei modelli culturali, quelli negativi almeno.
Fino a che non ci sarà un serio ripensamento sul monopolio, credo che sarà difficilmente credibile uno stato che da una parte sconsiglia e scoraggia il fumo e dall'altra parte si augura e preventiva quanto denaro riuscirà ad incamerare attraverso le tasse sulle sigarette e sul monopolio.



PRESIDENTE

E' in distribuzione l'ordine del giorno unitario dei Consiglieri Pezzana e Bergoglio.
Il Consigliere Fracchia propone il seguente emendamento: dopo Legge Nazionale: "predispone una sala per fumatori nelle vicinanze del Consiglio e delle Commissioni".
La parola al Consigliere Fracchia.
FRACCHIA L'ordine del giorno è criminalizzante verso i fumatori; propongo un emendamento che favorisce anche noi. Al termine del "dispone - previste dalla legge nazionale" aggiungerei "predispone una sala per fumatori nelle vicinanze dell'aula consiliare e delle Commissioni", poi, "organizza i lavori del Consiglio e delle Commissioni in modo che dopo ogni ora di lavoro ci sia un intervallo di dieci minuti".



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Olivieri.
OLIVIERI, Assessore alla sanità Signor Presidente, ho fumato spasmodicamente le ultime sigarette in quell'ansia di autodistruzione che emerge dal subconscio, come dice la compagna Cernetti,, che accomuna me e il Consigliere Acotto. Probabilmente abbiamo queste tendenze suicide.
A parte queste battute vorrei portarmi sugli elementi essenziali.
Certo, io sono un grande peccatore, ho fumato 750 mila sigarette nella mia vita e posso anche dire che me ne pento perché ho già i segni piuttosto spinti di un enfisema che probabilmente non mi avrebbe colto, quindi c'è un "mea culpa" in questa dichiarazione.



PRESIDENTE

Non è così tragico.
OLIVIERI, Assessore alla sanità Provalo e poi te ne accorgerai. Ma non è su questo che voglio disquisire.
Mi ha colpito molto l'intervento del Consigliere Ala che è stato particolarmente puntuale, moderato ed estremamente preciso su alcuni elementi. Dobbiamo guardarci in faccia, che noi fumiamo o che non fumiamo non importa a nessuno in realtà.
C'è il problema se il fumatore disturba il non fumatore. Cara Bergoglio, i dati che hai dato vanno presi con maggior prudenza. C'è anche un libro che mi fu regalato a Natale di due anni fa intitolato "Fumare non fa male", ognuno poi può spostare le proprie teorie. Non è questo il problema, il problema vero è che i giovani devono imparare a non fumare: questo è il nocciolo della questione. Se poi io e Acotto fumiamo non interessa a nessuno, io sono un rudere completo, lui ormai si avvia verso la strada del rudere! Chi vi parla può parlare per esperienza per le centinaia di cancri al polmone che ha tagliato sui cadaveri: non mi hanno insegnato molto, ma qualche cosa mi hanno lasciato dentro.
Ho assistito in questi trent'anni all'aumento quasi paritario del fenomeno nella donna. Non è il modo migliore per raggiungere la parità sono perfettamente conscio di questo.
Si tratta di coinvolgere i giovani. L'Assessorato ha lavorato su questo tema con una serie di film, articoli su riviste, ecc., ma penso che si pu fare qualcosa di più al di là di diffondere una serie di informazioni "dolci" che non siano il divieto brutale che serve a poco e rischia la reazione contraria.
Avevo già pensato questo e ne ho parlato con il nostro servizio cerchiamo di fare qualcosa per l'inizio del prossimo anno scolastico, un concorso che coinvolga i giovani delle scuole medie e superiori della Regione Piemonte non con il solito tema, ma con manifesti e cartellonistica, la campagna sarà accompagnata prima da un'informazione sul rischio reale del fumatore e sul coinvolgimento dei giovani in questa campagna. Non sarà la panacea, ma penso che con questa metodologia che potrà essere sperimentata e largamente diffusa in tutta la Regione, i fondi per l'educazione sanitaria saranno spesi bene.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.
PEZZANA La proposta del Consigliere Fracchia che si ispira alla tutela del fumatore credo sia da condividere: chi fuma deve poterlo fare. D'altra parte i fumatori esistevano anche nell'800 e chi fumava si separava dal contesto dei non fumatori, perché era una cosa che non si doveva fare in pubblico. Quindi approvo il primo emendamento.
Sull'interruzione dei lavori del Consiglio, ogni ora per 10 minuti, mi sembra una proposta in contrasto con quel via vai del quale il Presidente Viglione si lamenta sovente perché trova che i Consiglieri sono più fuori che dentro l'aula, quindi di fatto questa interruzione esiste già. Non mi pare una richiesta accoglibile per l'economia dei lavori.



PRESIDENTE

Il Consigliere Fracchia è disponibile a cancellare l'ultima parte.
Rimane pertanto la prima parte dell'emendamento.
PEZZANA Farei ancora un'osservazione se me lo permettete. Quale estensore del primo ordine del giorno, vorrei ancora molto brevemente sottolineare che l'ultimo punto è un invito all'Assessorato a iniziare una campagna di tutela della salute pubblica che rappresenta quello che molti Consiglieri hanno sottolineato come esigenza di informare la Regione su un piano sanitario che mi sembra per ora sia ancora in prospettiva.
Mi auguro che l'Assessorato voglia realizzarlo al più presto possibile proprio per creare non una legge che tuteli i Consiglieri, ma una legge che tuteli la salute dei cittadini.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.
MARCHINI Il nostro Gruppo si asterrà in questa votazione. Devo anche dire che la ragione per cui ci asteniamo è in primo luogo di ordine istituzionale.
Questo è un Parlamento, quindi qui dovremmo evitare di includere nello stesso documento norme di autocomportamento e norme di natura politica e di indirizzo. Voteremmo totalmente questo documento se non contenesse la parte che riguarda il "dispone". Abbiamo la pretesa di avviare un piano regionale straordinario di prevenzione e di informazione puntando al convincimento e alla consapevolezza e non alla sanzione e nello stesso tempo prendiamo atto che qui fra 60 persone, tutte vaccinate e battezzate non si riesca ad ottenere norme di autocomportamento e di vivere civile tra di noi.
Mi pare "radical chic" questo ragionamento, perché penso che molti dipendenti di enti pubblici, di enti privati chiederebbero di vivere in questi ambienti così soffocanti, che recano forti mal di testa, che ci opprimono così tanto, che ci impegnano così a fondo. Non è esattamente così. Ci sembra una forzatura che, se non applicata, sarà il risultato di tutte le norme non applicate di far scadere ancor di più il prestigio e la credibilità della istituzione che ha promosso la norma sanzionatoria e, se per caso viene applicata, vuol dire che qui non lavoriamo più.
Mi pare che da qualche parte ci sia già scritto: "Si prega di non fumare". Io non sono un fumatore quindi non l' ho mai letto, adesso per porterò dei nostri cartelli e vedrò se qualcuno me li toglierà. La prossima settimana il Gruppo liberale a sue spese metterà dei cartelli con scritto: "Vietato vietare".
In un Parlamento non si vieta niente a nessuno, il Parlamento è fatto per esprimere le libertà anche quelle della cattiva educazione.
Noi ci asteniamo su questo documento, perché lo riteniamo squilibrato.
E' condivisibile nella premessa, nell'aspetto dispositivo all'ultimo capoverso e nell'orientamento di un'attività promozionale, di conoscenza e di consapevolezza nei confronti della collettività, in particolare del mondo della scuola, su questo siamo perfettamente d'accordo. Ma che poi arriviamo a questa rincorsa al più bravo, al più "deganiano", (vogliamo essere più deganiani di Degan) mi sembra un atteggiamento fortemente esibizionista dal quale dovremmo per stile astenerci il più possibile.
Noi ci asteniamo su questo documento, se si ritiene invece di metterlo in votazione per capi, ma non sembra possibile perché è fuori luogo,una tale votazione su un documento di orientamento, non voteremo quello con il "dispone".
Affido al Presidente la preoccupazione di capire come il rispetto di queste norme potrà essere tollerato ed accettato dai dipendenti. Mi sembra strano immaginare il piano delle Commissioni nel rispetto di queste normative se non verrà attrezzato nel modo suggerito dal collega Fracchia perché c'è coincidenza fisica tra i locali di riunione e i locali di lavoro dei dipendenti; non c'è una separatezza tale da togliere questa nuvola che ci sta 'opprimendo tutti. Tra l'altro, Consigliere Pezzana, non è il fumo sono queste luci folli sulle quali Astengo non si era "astenuto" abbastanza e aveva già fatto cambiare una volta queste benedette griglie.
Una classe dirigente come la nostra che immagina di chiudere un Parlamento in una catacomba non ha il diritto di dire che non si può più fumare, ma deve incominciare a progettare il suo modo di vivere in modo razionale, umano, a misura d'uomo. Questa è una cantina non è un Parlamento. Una classe dirigente come la nostra che fa un buco nella terra per andarsi a nascondere, non si capisce bene se per vergogna o per opportunità, e che poi impone di non fumare, dà l'impressione, dal punto di vista estetico, di rincorrere comunque e sempre gli argomenti di moda. I giornali fanno notizia sulle cose che si vendono. Il pane si vende tutte le mattine, e qui - consentitemi di dirlo - si vuole fare notizia vendendo fumo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.
BRIZIO Il nostro Gruppo non ritiene di prendere una posizione su questo documento, lasciando invece libertà di espressione a ciascuno secondo le valutazioni e le opinioni personali. Il problema è complesso. Non si tratta di essere più deganiani di Degan, ma di avere coscienza che il problema del fumo esiste, anche se le modalità della regolamentazione possono essere le più varie. Ritengo che di fronte ad una scelta come questa si deve lasciare a ciascun individuo una valutazione propria. Devo dire a Marchini che sono arrivato in quest'aula quando la catacomba o il bunker era già costruito e quindi non sento alcuna responsabilità in proposito (cosa egli forse sente). Confermo in definitiva che il nostro Gruppo non assume una posizione e che ciascuno dei Consiglieri D.C. voterà secondo la propria particolare e personale valutazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cerchio.
CERCHIO Siccome il nostro Capogruppo dà libertà di voto, io accolgo sostanzialmente il contenuto di questo ordine del giorno nella parte nobile, quella che non toglie l'opportunità a ciascuno di noi di fare la propria scelta. Io stesso sono un accanito fumatore e sono ben lieto che si possa ritagliare ad un certo punto uno spazio della giornata senza fumare.
Quindi mi attengo a quanto il nostro Capogruppo ha detto, sono quindi libero di scegliere e dico di non poterlo votare per certe forzature che non hanno nulla di salvaguardia per la salute, ma sono forzature di altro genere. Il divieto diventa assoluto quando in un capoverso "dispone"; non mi pare che un ordine del giorno, previsto come ipotesi di intervento possa "ordinare" attraverso un dispositivo imperativo non avendo titolarità e forza.
Ci sono poi altri aspetti curiosi per cui magari nelle stanze nobili del primo piano i divieti articolati con le sanzioni applicabili nei confronti dei trasgressori con riferimenti di legge dovranno magari essere studiati con il classico marchio che non più l'Assessore ai trasporsi, ma magari una consulenza particolare, studierà; non vado oltre. Per questi motivi mi astengo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bergoglio.
BERGOGLIO Intervengo solo per dichiarare il mio voto favorevole con una motivazione molto semplice che traggo dalle considerazioni fatte dall'Assessore 0livieri, il quale ammette di avere alcuni problemi di salute. La motivazione dell'ordine del giorno è che non voglio che il suo fumo produca anche su di me questi effetti negativi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dameri.
DAMERI Il nostro Gruppo ha un orientamento favorevole sull'ordine del giorno soprattutto per le ragioni di fondo, del rispetto della libertà dei non fumatori e dell'educazione verso i giovani. Ci paiono obiettivamente gli aspetti più significativi, quindi siamo d'accordo sulle ragioni di fondo.
Se qualche collega del mio Gruppo non voterà non si pone nessun problema di ordine politico, anche se l'orientamento complessivo nostro è favorevole.
Vorremmo però che ci fossero alcune correzioni nell'ordine del giorno su alcuni punti. In particolare la sottolineatura della "violazione sistematica delle più elementari regole di cortesia", mi pare francamente un po' eccessiva. Anche il "dispone il divieto di fumare" mi pare sufficiente perché è netto, l' "assoluto" mi sembra una ridondanza.
Sulla proposta avanzata dal Consigliere Fracchia noi saremmo favorevoli. Quindi siamo d'accordo sul senso di questa iniziativa, siamo per un ordine del giorno equilibrato e fattibile e proponiamo i nostri emendamenti perché ci sembra che rendano più equilibrato l'ordine del giorno. Siamo d'accordo con l'Assessore Olivieri che compete al Consiglio regionale un'iniziativa di promozione e di sensibilizzazione, proposta nell'ordine del giorno, sulla quale daremo contributo di merito quando verrà avanzata come proposta compiuta da parte della Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.
PEZZANA Accetto di togliere la parola "assoluto" perché il divieto non è relativo e chiedo alla collega Bergoglio se è d'accordo di togliere la parola "sottolineata". Accettiamo i due emendamenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reburdo.
REBURDO Dopo gli emendamenti mi è più facile non partecipare al voto.
Mi pare che questo ordine del giorno contenga degli elementi corporativi per i Consiglieri regionali e per le strutture del Consiglio e non sufficientemente su altri aspetti.
Non parteciperò al voto su questo ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cernetti.
CERNETTI Attenuerei l'ultima parte dell'ordine del giorno e sopprimerei la seguente formulazione: "Invito la Giunta regionale ad includere nell'ambito dell'educazione sanitaria un piano sui rischi da fumo e che negli indirizzi programmatici del piano socio sanitario in attuazione indichi gli obiettivi, i mezzi, i rapporti con gli Enti locali e con le altre istituzioni pubbliche".
Vengono di conseguenza le risorse finanziarie, le stesse che occorrono per l'educazione sanitaria. Del resto già l'Assessore ha detto che sta per essere approntato qualcosa di simile. Quindi, l'invito deve essere inteso in senso meno drastico e meno impositivo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.
PEZZANA La proposta di emendamento della collega Cernetti in realtà non è molto diversa dalla formulazione precedente.
L'Assessore Olivieri parlava di un piano di informazione per le scuole che sta studiando per settembre. Ora siamo quasi a luglio, il tempo indicato da noi era 3 mesi, direi che se lui lo fa veramente arriva ancora prima.



(Voci in aula)



PRESIDENTE

PEZZANA



PRESIDENTE

Mi sembra che il punto finale è proprio quello che darà operatività a quello che tutti i Consiglieri si sono augurati, cioè un piano di informazione e di prevenzione per i giovani.
Però mi sembra opportuno che la Giunta si faccia un proprio piano differenziato dal piano nazionale: è un invito ad intervenire sul territorio, quindi gli dà maggiore vigore, non mi sembra una grossa differenza.



PRESIDENTE

Pongo in votazione per alzata di mano l'emendamento del Consigliere Fracchia.
E' approvato con 33 voti favorevoli, 2 contrari, 5 astensioni, 1 Consigliere non partecipa alla votazione.
Pongo in votazione l'ordine del giorno il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte in considerazione dei gravi danni provocati dal fumo alla salute sia di chi fuma che di chi non fuma rilevato che la Regione Piemonte contribuisce all'azione di prevenzione ed educazione sanitaria sul rischio da fumo anche con iniziative che servano ad esempio alla comunità ed ai cittadini del Piemonte e che è in vigore la legge nazionale 11/11/75 che vieta il fumo nei luoghi pubblici considerato che è necessario garantire il diritto dei non fumatori a non subire conseguenze di sorta dalle abitudini dei fumatori rilevato infine che la maggior parte dei locali regionali adibiti a riunioni non sono in possesso degli impianti di condizionamento o ventilazione di cui all'art. 3 della legge 11/11/75 n. 584, e che il funzionamento degli stessi nei locali nei quali sono stati installati non è sufficiente ad evitare profondo fastidio a quanti non fumano ed ambienti malsani per tutti dispone il divieto di fumare nell'Aula consiliare, nelle sale di riunione della Giunta regionale e delle Commissioni consiliari, nonché di tutte le sale della Regione dove si svolgano riunioni a qualsiasi titolo convocate; a tal fine in ogni sala verrà posto in evidenza un cartello che indichi oltre al divieto di fumare anche le sanzioni amministrative applicabili nei confronti dei trasgressori previste dalla legge nazionale sottolinea l'effetto che una utile iniziativa di divieto del fumo come promozione e prevenzione potrebbe avere anche nei confronti di altre iniziative pubbliche e private, a tutela della salute contro i danni reali del fumo.
Tutela della salute e prevenzione della quale insistentemente e con convinzione si discute spesso, tra l'altro nella Commissione consiliare competente.
Invita la Giunta regionale a predisporre un piano regionale straordinario di prevenzione ed informazione sui rischi da fumo da sottoporre all'esame del Consiglio entro tre mesi dall'approvazione del presente ordine del giorno.
Il piano, nell'ambito degli indirizzi programmatici del piano socio sanitario in attuazione, indica gli obiettivi, i mezzi, i rapporti con gli Enti locali ed altre istituzioni pubbliche e le risorse finanziarie necessarie per sviluppare una iniziativa straordinaria di educazione sanitaria contro il fumo ed i danni che esso provoca; predispone una sala per fumatori nelle vicinanze dell'Aula e delle Commissioni consiliari dispone infine la pubblicazione del presente ordine del giorno su 'Notizie della Regione Piemonte' ".
Pongo in votazione per parti separate l'ordine del giorno.
I commi l/4 sono approvati con 39 voti favorevoli, 1 contrario e 3 astensioni il comma 5 è soppresso il comma 6 è approvato con 21 voti favorevoli, 6 contrari e 11 astensioni il comma 7 è approvato con 24 voti favorevoli, 1 contrario e 15 astensioni.
Ha chiesto la parola il Consigliere Dameri. Ne ha facoltà.
DAMERI Vedo che sono presenti alcuni rappresentanti della stampa che prendono appunti diligentemente su questa nostra votazione, che naturalmente è importante. Voglio farlo proprio qui perché c'è un impegno richiesto alla Giunta regionale per un piano per la prevenzione e l'informazione per quanto riguarda i rischi da fumo e la tutela della salute dei cittadini.
Questa mattina abbiamo votato un provvedimento di legge molto importante nel quale erano presenti degli emendamenti presentati dal nostro Gruppo che riguardano appunto i problemi della salute, della tutela ambientale, della lotta guidata per quanto riguarda l'uso dei prodotti chimici in agricoltura, ecc, che riteniamo più significativi, che sicuramente non andranno all'attenzione dell'opinione pubblica.
Naturalmente nell'approvare anche questa parte dell'ordine del giorno mettiamo però in evidenza come talora dedichiamo un'attenzione e un impegno un po' spropositato relativamente al peso che le diverse questioni hanno nella loro incidenza per quanto riguarda i problemi della salute e dell'informazione su queste questioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pezzana.
PEZZANA L'intervento dell'Assessore Olivieri, essendo stato breve, può essere passato un po' sottogamba.
In realtà l'Assessore Olivieri si è impegnato a presentare un piano proprio su quest'ultimo capoverso. Questa è la parte per il futuro che pu impegnare il Consiglio e la Giunta sui mezzi e i piani per prevenire.
Quindi è la parte più importante per il futuro.
Su questo mi sembra che l'Assessore Olivieri abbia dato non solo la sua ampia disponibilità ma l'abbia affermato pubblicamente e su questo sarà tenuto sott'occhio.



PRESIDENTE

Pongo quindi in votazione l'ultimo comma del documento con l'emendamento del Consigliere Fracchia.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 42 voti favorevoli, 1 contrario e 1 astensione.
Il documento è stato così votato per parti separate, ha raggiunto le sue maggioranze, si tratta ora di dargli esecuzione. Voi sapete quindi che da domani c'è il divieto assoluto di fumare nell'aula consiliare, nelle sale di riunione della Giunta e delle Commissioni consiliari, nonché in tutte le sale della Regione dove si svolgano riunioni.


Argomento: Spesa socio - assistenziale

Esame proposta di deliberazione n. 178: "Fondo per la gestione dei servizi socio - assistenziali di cui alla L.R. 23/8/82, n. 20. Riparto tra le U.S.S.L per l'anno 1986"


PRESIDENTE

Chiedo l'inversione dell'o.d.g. dei punti 7), 8) e 9).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'inversione è approvata all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.
Esaminiamo quindi la deliberazione n. 178.
La parola all'Assessore Carletto.
CARLETTO, Assessore all'assistenza Signor Presidente, signori Consiglieri, la delibera che la Giunta porta all'attenzione del Consiglio regionale è quella inerente il riparto dei fondi per la gestione dei servizi socio - assistenziali di cui alla legge 20 all'interno della quale sono individuati i criteri per il riparto di questi fondi fra le UU.SS.SS.LL. della nostra Regione.
Come ho già avuto occasione di dire in più incontri, non solo in Commissione ma anche in quest'aula, ci troviamo oggi in una situazione nuova per il 1986: da quest'anno i fondi che lo Stato trasferisce alla Regione Piemonte per la gestione di questi servizi si riferiscono solo più alla quota afferente l'anno di competenza e non comprendono più quote relative ad anni precedenti (che si sommavano a quanto previsto per l'anno di competenza) così come è avvenuto nel 1983, 1984 e 1985. Pertanto, il totale di questa somma che lo Stato ha erogato alla Regione Piemonte che nel 1985 è stata di 49 miliardi e 600 milioni, purtroppo per, quest'anno è solo di 36 miliardi, 390 milioni e 220 mila lire.
Dovendo fare i conti con questa nuova realtà la Giunta ha ritenuto di effettuare - e lo ha fatto nel mese di febbraio - una ricognizione sugli avanzi di amministrazione determinatisi al 31/12/1985 nelle varie UU.SS.SS.LL. della nostra Regione. Abbiamo dovuto tentare una ripartizione che non tenga conto solo dei parametri popolazione - territorio, così come è stato fatto nel passato, ma, anche a seguito dell'articolato e approfondito dibattito in V Commissione, abbiamo ritenuto di dover introdurre parametri in più rispetto a quelli usati nel passato.
Occorrerà valutare con maggiore attenzione e puntualità i programmi e i progetti che le UU.SS.SS.LL. hanno proposto per il 1986.
Questo nuovo parametro ha modificato la ripartizione di questi fondi alle varie UU.SS.SS.LL. introducendo questo aspetto - che a noi pare importante e fondamentale - che è il parametro che ci serve anche per capire il motivo per cui in molte UU.SS.SS.LL. si sono determinati questi avanzi. Nel passato i fondi sono stati ripartiti senza considerare questo aspetto che a noi pare importante.
I programmi e i progetti delle varie UU.SS.SS.LL. hanno avuto per il 1986 un'attenzione particolare. Inoltre, si è introdotto un ulteriore parametro ovvero quello di riconoscere una sorta di "premio" alle UU.SS.SS.LL. che hanno assunto la gestione delle funzioni socio assistenziali ai sensi della L.R. 20/82.
Ritengo di non dovere impegnare il Consiglio in altre argomentazioni su questo tema; la proposta di deliberazione racchiude questi nuovi elementi e parametri integrativi che.si propongono all'attenzione del Consiglio per questo riparto. Sono a disposizione dei Gruppi qualora ritengano di avere ulteriori specificazioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sestero.
SESTERO Abbiamo già espresso in Commissione la nostra valutazione negativa però, dato il rilievo di questa delibera, credo sia necessario riprendere i termini della questione. L'Assessore ha dato alcuni dati. Vorrei ricordare come sull'entità complessiva della cifra stanziata in bilancio ci fossimo non solo già espressi negativamente, ma avessimo proposto un'integrazione attraverso un emendamento. Nel fare quell'operazione non eravamo soli, il Consigliere Cernetti, che oggi non vedo, sentiva la stessa esigenza di una più ampia quota di risorse destinata a questo problema.
La maggioranza votò contro ogni emendamento, con un generico impegno riconoscendo la limitata entità dello stanziamento, a trovare una soluzione.
Ora noi siamo di fronte ad una delibera che intanto arriva alla fine di giugno, cioè a metà anno finanziario consumato, per cui le UU.SS.SS.LL. si sono trovate a gestire servizi e forse nell'impossibilità di programmare i servizi per l'incertezza della quota. Questo ritardo che è di per sé già un elemento negativo, si assomma alla quota che ogni U.S.S.L. si vede assegnata, quota talmente riduttiva e ridotta rispetto all'andamento della spesa nell'anno precedente, il che vuol dire nelle realtà in cui servizi e programmi di intervento sono stati attivati l'impossibilità a metà anno di conservare i servizi o di realizzare i programmi, alcune volte con situazioni pesanti, anche irresolubili visto che alla fine di giugno, si ha notizia, che in alcuni casi la quota è pressoché dimezzata; in alcuni casi sono servizi strutturati.
Nella delibera si richiama la pluralità di fonti finanziarie che concorrono a realizzare i servizi socio - assistenziali, che sono, come tutti sappiamo, i fondi dei comuni, gli eventuali contributi delle province e i contributi degli utenti, oltre alle cifre regionali.
Tutti sappiamo come i fondi dei Comuni quest'anno sono ridotti rispetto agli anni precedenti, quindi nessuna compensazione per la conservazione dei servizi sarà possibile di fronte a finanze ridotte dei Comuni.
In alcune realtà, e tra queste cito la più consistente, quella della Provincia di Torino che aveva sviluppato in più di un decennio, una serie di servizi, in particolare per gli handicappati, siamo di fronte a situazioni per cui questo impegno viene ritirato da parte dell'ente e siamo quindi in una situazione complessiva in cui il mantenimento dei servizi sappiamo anche che non solo di questo si tratta - non è più garantito.
Allora mi chiedo come,di fronte alle indisponibilità dell'amministrazione che si è rivelata nel voto sul bilancio ad aumentare le quote destinate alla assistenza, stiano in piedi dichiarazioni frequenti dell'Assessore Carletto del rilievo e dell'importanza che hanno alcuni problemi assistenziali, in particolare i problemi degli anziani. E noi siamo concordi su questa sua valutazione.
Al di là di altri casi che necessitano di assistenza, e sono molteplici, la questione delle persone anziane, come tutti sappiamo, si fa sempre più urgente e più pressante; aumenta quantitativamente dato il prolungarsi della vita ed è un peso non indifferente sulle famiglie. Credo che ognuno di noi ha esperienze dirette o molto vicine.
Se questa consapevolezza è stata più volte espressa, mi chiedo come si può pensare che un riparto di questo genere, su una cifra, quale quella definita nel bilancio, possa soddisfare esigenze così ampie, così in crescita e così necessarie, sé immaginiamo una società civile, in cui non ci siano forme di emarginazione e ci sia il massimo sforzo per integrare in dimensioni di vita accettabili, anche coloro che sono in condizioni particolari di difficoltà. Nel merito, non nego che ci sia un problema di verifica, di riordino e di miglioramento qualitativo dei servizi, ma in realtà la Giunta si dichiara impossibilitata ad offrire qualsiasi informazione su quel che corrisponde, nei fatti, alle risorse impegnate.
Dice che è: "difficile una valutazione puntuale sulla spesa nel settore in questione", come si è detto in Commissione, non siamo neanche in grado di conoscere quali servizi, in quale forma e con quale livello qualitativo sono il risultato di questa spesa; non siamo neanche in condizione di intendere i dati della realtà per ragionare attorno ad un problema di razionalizzazione, di riqualificazione, e perché no, anche di scelta tra forme e forme di intervento. Siamo invece di fronte all'indifferenza rispetto a questo problema e a una scelta decisa di tagli.
Noi avevamo richiamato in Commissione l'impegno che era stato assunto nel momento del dibattito sul bilancio di verificare una possibilità di incremento dei capitoli e su questo impegno la collega Cernetti aveva accettato di votare il bilancio.
L'Assessore Carletto ha richiamato attraverso documenti che noi non conosciamo, l'esistenza di una condizione di bilancio assolutamente difficile e che non era neanche il caso di parlare di una possibile integrazione. Quindi anche su questa questione vorremmo capire meglio e sapere se gli impegni presi verranno rispettati o meno.
Un'ultima osservazione. E' stata fatta una operazione di ripiano delle spese superiori al bilancio che erano state fatte nell'anno precedente da alcune U.S.S.L. e contemporaneamente di utilizzo, U.S.S.L. per U.S.S.L.
degli avanzi di amministrazione per riattribuirli, non in più evidentemente, ma compresi nella quota spettante ad ogni U.S.S.L..
Su questo meccanismo avevamo chiesto una documentazione che spiegasse perché non si è speso, che tipo di residuo era, per capire i meccanismi e le situazioni per cui una U.S.S.L. ha speso di più e l'altra ha speso di meno.
Questa spiegazione non ci è stata data. Ancora ieri, in Commissione, la collega Bergoglio poneva questa condizione per votare la deliberazione Noi crediamo che questa operazione, senza la.conoscenza più puntuale di quel che corrisponde ad avanzo o a deficit, venga fornita e sia un primo elemento all'interno di un quadro dello stato dei servizi che pu introdurre elementi di comprensione e può aprire quella verifica sulla qualità e sulla razionalizzazione che noi riteniamo si debba fare per sviluppare meglio questo settore.
In assenza di tutti questi dati e di fronte ad una delibera che segna un taglio del 30% delle risorse complessive rispetto all'anno precedente senza nessuna garanzia di rispetto dell'impegno assunto, il nostro voto sarà negativo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bergoglio.
BERGOGLIO Avrei voluto che questa occasione fosse, più che un momento per pronunciarci su una singola delibera, un momento per illustrare e analizzare le prospettive che ha il settore Assistenza da parte del Consiglio regionale e della Giunta.
Un dibattito più allargato su questi tipi di problemi ci consentirebbe di sentire chi realmente vuole dare un'impostazione moderna più efficiente e dinamica e più rispondente alle necessità della popolazione piemontese sui problemi dell'assistenza e chi, trincerandosi dietro ad una logica non sempre nascosta del privilegio del pubblico sul privato, rischia di trovarsi di fronte alle situazioni che la delibera prevede.
L'impostazione di questa delibera e la soluzione che propone non piace probabilmente a nessuno, credo non piaccia neanche all'Assessore proponente. Ma questa delibera ha sue specifiche funzioni e finalità quelle di prendere atto, purtroppo, che nell'anno passato c'è stato da parte delle UU.SS.SS.LL. una gestione complessiva dei fondi sull'assistenza che non ha dato nella prima fase quei risultati che ci eravamo riproposti di ottenere quando si assegnarono i fondi. Da un lato ci sono, soprattutto nel primo anno, da parte di tutte le UU.SS.SS.LL., delle non spese, quindi degli avanzi, con pochissime eccezioni, nel secondo anno c'è un fenomeno altrettanto preoccupante di maggiori spese e per somme molto rilevanti quindi di deficit di gestione non autorizzato e di avanzi molto consistenti. In presenza della carenza di servizi, dell'esigenza di istituirne dei nuovi, delle esigenze di potenziare e migliorare quelli che gia esistono questo è sicuramente un dato negativo che occorre sottolineare.
E' un dato negativo sia ben chiaro che non può essere in alcun modo attribuito a questo Assessore o a questa Giunta. In ogni caso le UU.SS.SS.LL. che hanno avuto una loro autonomia di spesa non sempre, in questo caso specifico, hanno dimostrato di gestirla con opportunità. Molte UU.SS.SS.LL. hanno presentato nel bilancio una cifra a volte anche consistente non spesa, questo mi preoccupa moltissimo sulle capacità dell'ente pubblico di darsi in tempi rapidi, incisivi delle soluzioni (tenendo anche conto che il denaro non speso e accumulato perde di valore).
E' quanto meno singolare che non si siano spesi neppure gli scarsi fondi esistenti. Avrei preferito che fossero maggiormente approfondite le cause delle mancate spese perché non vengono penalizzati tutti in eguale maniera indipendentemente dalle cause.
Che poi alcune Unità Sanitarie abbiano speso più del previsto mi pare e pare anche all'Assessorato altrettanto negativo. Le UU.SS.SS.LL. stesse dovevano preventivamente motivare le loro esigenze di maggiori spese, da valutare queste ultime e da autorizzare di caso in caso secondo le procedure previste per l'assegnazione dei fondi iniziali. Tale ripiano, la cui impostazione di principio non condivido e credo che sia la stessa posizione dell'Assessorato, è però comprensibile se si deve arrivare ad una situazione di partenza azzerata e ripulita che in ogni caso deve essere unica e non deve ripetersi in futuro.
Desidero sottolineare questo aspetto perché per il prossimo anno devono essere date delle precise istruzioni alle Unità Sanitarie, attraverso lo strumento della direttiva o altro perché, in caso di previsione di maggiori spese, queste devono essere preventivamente comunicate e preventivamente autorizzate. Noi facciamo un piano di riparto che tenga conto di un certo equilibrio tra tutte le Unità Sanitarie per poter prevedere un aumento mediamente uniforme sul territorio; la logica secondo cui chi più spende è più furbo tanto poi qualcuno pagherà, non può essere la logica vincente. Su questo desidero avere precise assicurazioni.
Per quanto riguarda i problemi legati al bilancio, che i colleghi del Partito comunista hanno posto, credo che si possano sintetizzare così.
Credo che da parte del Gruppo della DC e da parte dell'Assessore competente ci sia una grande volontà di intervenire fattivamente e utilmente nel settore dell'assistenza. Noi abbiamo sempre posto questo problema come problema centrale sul quale si deve misurare la capacità politica sia della maggioranza che dell'opposizione: intervenire cioè a favore dei più deboli e dei più emarginati.
Però, cari colleghi, parliamoci con estrema franchezza. Se il bilancio e il ripiano del bilancio che dovrà avvenire approssimativamente dopo l'estate, come si legge sui giornali e come tra una dichiarazione e l'altra emerge in questo Consiglio, per cui una gran parte delle risorse del bilancio 1986 in sede di ripiano dovrà essere utilizzata per coprire un deficit di parecchie decine di miliardi che non si capisce bene a quale gestione risalgano (se all'85 o se ad altre precedenti o se all'attuale, ma con tutta probabilità risalgono ad anni precedenti), se queste somme sono necessarie per questo problema, non si può richiedere che le stesse somme siano utilizzate per aumentare il fondo dell'Assistenza. Questo è un dato matematico e tecnico che invito a prendere in considerazione. Non capisco certe posizioni espresse in quest'aula da parte di un rappresentante del PCI. La richiesta di aumentare i fondi tutti la possiamo facilmente fare ma se ci sono delle somme vincolate a coprire i deficit di bilancio,non sono più disponibili,(anche questa è matematica)per ampliare fondi dell'Assistenza, come anche noi vorremmo.
In questo momento non è possibile andare oltre a queste affermazioni di principio. Credo di dover dare atto che l'Assessore ha fatto il massimo sforzo possibile per tamponare una situazione difficile, di questo gli do atto. E' per questo motivo e per disciplina di Partito che voto a favore di questa delibera.



PRESIDENTE

Pongo in votazione per alzata di mano tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
E' approvata con 25 voti favorevoli, 12 contrari e 2 astensioni.
Pongo in votazione per alzata di mano l'immediata esecutività.
E' approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposta di deliberazione n. 194: "Ampliamento della pianta organica provvisoria dell'Unità Socio Sanitaria Locale n. 76 di Casale Monferrato mediante l'istituzione di 1 posto di aiuto di radiologia"


PRESIDENTE

Esaminiamo il punto 8) dell'o.d.g.: "Esame proposta di deliberazione n.
194".
Pongo in votazione per alzata di mano tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
E' approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione per alzata di mano l'immediata esecutività.
E' approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario - Formazione professionale

Esame proposta di deliberazione n. 195: "Attività di formazione professionale di base nel settore sanitario. Piano dei corsi per l'anno scolastico 1986/87"


PRESIDENTE

Esaminiamo il punto 9) dell'o.d.g.: "Esame proposta di deliberazione n.
195".
Pongo in votazione per alzata di mano tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
E' approvata con 26 voti favorevoli e 6 astensioni.
Pongo in votazione per alzata di mano l'immediata esecutività.
E' approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
Signori Consiglieri i lavori terminano qui. Il Consiglio regionale è convocato per il giorno 3 luglio prossimo.


Argomento:

Esame proposta di deliberazione n. 195: "Attività di formazione professionale di base nel settore sanitario. Piano dei corsi per l'anno scolastico 1986/87"

Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

Le interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegate al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 17,45)



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